r î PR - DI d di 4 Ma HARVARD UNIVERSITY. LIBRARY OF THE MUSEUM OF CO ae ZOOLOGY O lee LI GIFT OF H Ant vole Co { L ti i, dh, QA ni I Apul 5 1923 BOUGHT WITH THE BEQUEST OF JAMES BROWN, OF WATERTOWN. }s EA 3 "a 9 5 Vea LI; @- È »: > Fd si N tà: a) ®. fi YO LACLAE TITO KE Riel? tia Da bu3 Mi LT j Ani ur VA È vl ti Mo h di ni Lun x (Ki47 WEA T & he IU T TI. APR 5 1923 bi ITA b34 Ò nr do ù Lo tot: A i l Pi : LS h ì DI | PRON al se ai mu Ag n. dia , i pi CA ch ai A a: tal dai "TRA dl # MY SUSE AVIRA pi deli e dio TA dl P o pri va ot ATA "00 A A Pi ue Le ‘ At e 14 RA (e Sa | iu: I Oh (FILA D 00 i N tl n 4; Lia VA pa } Ra AI de. La È | Îul 8) A Ù UT À di, ME o. LA dea a A La v:_ È ' LA a CA "000 (na pa ni ha Vo. ve : usa it. | n hi l'e a i | ji E A, I Cas tana (0) n TE : Pa MÈ lui Da PI È di di isa LIT — me DI if bi 20 ‘207 ‘0 = W Vi p da n 5 Oui î b Bi Uli pe VE) TY Ve RIE hi dA ius Dr NODI DER Ve, Ù o DI CI 1 TEN dle Ta Wii i REA ha "i dA ì ida ta DI A Mad peorala iper ali dial VOLI tiv. SA et COS ii A LX e: ta DI JP) LIS RES, n er i LA di PE pis: Mu ve NR NA _ ° mu È ie A A hl ne: IU) N si Lo vro vg ti at E o ice L# i de RI la \ vIN } pi N SR A È e, ela NL el DE “fi (209 4. di LA Di Ù ba 1 (aa nf i Md ai Ù La RE Do a i 1) A Seal : p_73) pa ai LT È i Da È: Furto: È ai n At by : mr Bet na me di 7% el SAI FI ri | eos x CIN ari i ita? i s #0 DMC, pi aa Man SPIRI PST W ua O Ri wie f a ) Li e, eta ig: een 3 4 (111 "| VI N) i D' Vi. A mo dr. e: A i Lea Da sl? ap ì TURIN e, Lr ii ico PE Bi Peet S0r a de LE 4 [AMO O cl do î i 0 i Le a LA Ve beso | Ir “ È RNA di Pol 6 Ras 2-0 Ù PARE” 0 LU spe ni Cu iI Ù TRE È NEDO end 14 STOPE si | LE ii DIA RL e n IE ni (a. Ac DI ‘o A pi 4 Pa Nice LO di JR da "Ue eda do TA p ì) AE Detta 1 ti LAO VP MEMORIE SU LA STORLA È MOTORIA DEGLI ANIMALI SENZA VERTEBRE DEL REGNO DI NAPOLI, VOLUME III. MEMORIE SULLA STORIA E NOTOMIA DEGLI ANIMALI SENZA VERTEBRE DEL REGNO DI NAPOLI SCRITTE DA STEFANO DELLE CHIAIE PROFESSORE AGGIUNTO ALLA CATTEDRA DI ANATOMIA PATOLOGICA DELLA RE. GIA UNIVERSITA’ DEGLI STUDI >) ED A QUELLA DI BOTANICA E MATERIA ME- DICA DEL R. COLLEGIO MEDICO-CHIRURGICO ; ISTITUTORE DI NOTOMIA COM- PARATA NEL REGIO MUSEO ZOOLOGICO; MEDICO DI CASA REALE NEL SITO DI CA- PODIMONTE, E DEL I.° EDUCANDATO REGINA ISABELLA BORBONE ; SETTORE ANA- TOMICO DELLA CLINICA MEDICA DELLA PACE } SOCIO DEL R. ISTITUTOD' IN- CORAGGIAMENTO ALLE SCIENZE NATURALI, DELLA REAL ACGADEMIA DELLE SCIEN- ZE, DELLA SOCIETA’ MEDIGO-GHIRURGICA NAPOLITANA E PELORITANA; E DI QUELLA DI STORIA NATURALE DI PARIGI, DI MARBURGO, DI ALTENBURCO EG.EC. Gorredate di vignetta e di figure incise in rame. NAPOLI, STAMPERIA DELLA SOCIETA’ TIPOGRAFICA. i 1928. Traus.to Mus, oi Vomi « 700. GIAIIITI LIZIIVII IMILLI_VMI GIA LIVIZI TATA VA MARITIILIVALILII VATLILITLOTIBMVA LIMA I VII OMAMAI TIA Lavrasio IRA E I A ine Aurea Tyrrhenas compellat Nesis ad oras, Et mihi purpureis offert corallia ramis. GIANNETTASIVS , Halieut, Lib, VIII. SITIATIT MIALILILITILITY LITLITTIVIBILITIB LIBYA TIBIVILIIVI BVILI MAE LA LIAB I TB BW v Wen LEb iL ivi aL viriti ALLA SAGRA R, MABSTA° FRANCESCO L RE DEL REGNO DELLE DUE SICILIE, DI GERUSALEMME EC. EC. SIRE, Beyrrrzio segnalatissimo fu certamen- te quello concedutomi dal cuor magna- nimo e generoso di V. M. di poter fre- giare dell’ Augusto suo Nome i due pri- mi Volumi delle mie Memorie su la sto- ria e notomia degli animali senza ver- tebre del Regno di Napoli: e non me- no singolare e distinto dee dirsi l’ altro, quello cioè di aver io potuto apporre ad una delle produzioni più belle de’ nostri mari l’ onorevole titolo di Cassiopea Borbonica. Questi tratti per me gloriosi della sua Sovrana Clemenza , oltre all’ aver renduti sempre più vivi nell'animo mio 1 sentimenti di divozione e di ricono- scenza: verso la M. V., mi han confor- tato: eziandio {a perseverare, in siflatti stvidi,, ed hanno avvalorato nel mio spi- rito quel genio, che altrimenti sarebbe- si, se non ispento del tutto, d° assai certo illanguidito, Se le mie ricerche adunque, diret- te ad illustrare i prodotti patri, ed esa- minare una porzione de’ subaquei domi- nii di V. M., han meritata l unanime approvazione de’ dotti di Europa , pel favore di quel patrocinio, onde la M. V. sì è compiaciuta onorarle ; era debito di giustizia, che avvisatomi di pubbli- care il terzo Volume delle mentovate Memorie, lo intitolassi eziandio alio stes- so Re magnifico e protettore. | E lo scorgere le mie fatiche accol- te sì gentilmente dal favorevole suffragio de’più distinti scienziati esteri, mi è anche di dolce e potente stimolo ad implora- re la continuazione dell’ alta protezione di V. M., e di quel generoso incorag- giamento , che tanto contribuisce al- l’ onor delle lettere ed al risultamento fe- lice de’ lavori dell’ umano ingegno. Sono col più profondo rispetto Napoli, -- novembre 1828. Di VISRIME Umilissimo e fedelissimo suddito Hofano delle Ghiue. = (EE S SETE === PRBBAZIONE Cow ragione Plinio affermò che la Natura non mostravasi mai più straordinaria , quanto nelle sue picciole ed abbiette produzioni; e ch' ella non -erasi mai veduta più potente e più attiva, quanto ne’ suoi menomi elementi. Cosicchè saggiamente sostenne non doversi affatto dalle masse giudicare tanto della so- vra-umana potenza di Colui, donde elleno tratta avevano la origine, che della importanza loro nel- l’ elenco delle scientifiche discipline. Tutti di fatto convengono che la contemplazio- ne delle naturali produzioni di qualunque sorte sie- no, e principalmente le patrie , in ogni istante pre- senta all'uomo di lettere meravigliosi spettacoli da eccitargli per esse passione wvivissima. Per l° unico amor delle medesime veggonsi correre gli scienziati fino all’ estremità dell’ universo , dimenticare i loro paren- (n) ti e gl amici più cari, disprezzare gli agi ed i co- modi della vita, sagrificare le fortune loro pe’ pro- gressi delle scienze, ed intrepidamente affrontare la morte ora in mezzo a’ mari, ora nelle viscere della terra , ora tra inaccessibili dirupi, ed ora sulle info- cate e fumanti vette de’ volcani. Vaga è certamente, non che istruttiva la con- siderazione della lunga catena degli esseri animali , e deliziosa ancor né è la disamina, se dall’ im- percettibile molecola progressivamente risalir vogliasi fino al capo d’ opera della creazione. E sebbene da ta- luni ricerche siffatte scioccamente credansi meri oggetti di scientifica curiosità; pure in progresso di tempo si troveranno feconde di conseguenze importanti. Atte- sochè nulla v’ ha in Natura, che sia perfettamen- te isolato; nè vi è notizia senza uso , nè fatto sen- za applicazioni e senza rapporti. Le cose e le cono- scenze hanno talora con altre anche eterogenee le af- finità occulte , che si sviluppano dalla industria © dal caso (1). Quindi è che, non avendo trascurato di conoscere gli esseri invertebrati, che popolano le nostre suba- quee regioni e d’ indagarne la fabbrica, son riuscito a continuare le mie antiche ricerche , che ora fo di pub- blica ragione con questo volume. E siccome la massi- ma parte delle stesse versa su le indagini anato- (1) Veggasi : ALisert Rapp. de la Medic. avec les sc. phys. p. 43. (mm ) miche, le quali neppure possonsi qui sotto vedute sommarie annunziare ; così è che ne accenno i soli articoli zoologici in siffatto lavoro trattati , che sì riducono a’ seguenti : I. La esposizione anatomica delle Pennatole , del Corallo e della Gorgonia non sarà alcerto super- Yflua per coloro che ‘amano i progressi della notomia comparativa. II. Lo studio delle Cellepore, Millepore, Cel- larie e Codonite non rimonta oltre la metà del seco- lo passato , e lume maggiore pare che io abbia por- tato sulla fabbrica de’ loro microscopici abitatori, non trascurando di descrivere come nuove la CeLLe- PorA Ronchi, Macry, Folineae , personata, imbrica- ta, ed urceolata; Za MiLuEPoRA miniata; e Za Co- ponyres infundibulum. III. Ze idee che finora posseggonsi intorno la organizzazione de’ Pirosomi , de’ Beroe , delle Glebe e delle Salpe, alle quali ho aggiunto la SALPA cyanea, non sono troppo bene assodate, cd in qualche punto trovansi esse în opposizione perfetta colle attuali ricer- che.Ulteriori e più ampli comenti zootomici meritavano le mie precedenti Memorie su le Oloturie, Atlinie ed Asterie, di cui ho creduto novelle la HoLorHuRIA triquetra, e Za TAENIA echinorhynca, che ho rinvenu- to nell’ addomine dell’H. fusus ; 2° Acrinia Rondeletii ; e l’ Asrerias Ferussacii e Cuvieri. IV. Son pochi lustri che le Ascidie composte hanno richiamato l attenzione de’ naturalisti, la cui (IV) fabbrica abbisognava di più estesi rischiarimenti, oltre le specie nuove, ch’eranvi a descrivere, vale a dire: il Bo- TRYLLUS elongatus, 77 PoLycLINuM septosum e vesiculosum, l’AprLyprum areolatum, 2 DimeRMUM roseum, e ? Encor- Lium roseum. Dippiù sono state sì incerte e moltiplici le opinioni degli autori in riguardo alle Spugne, che giustamente Erasmo scrisse di esser d’ uopo passare la spunga su una parte della storia di siffatte natu- rali produzioni dagli autori compilata e principalmen- te in riguardo alla loro irritabilità. Ed io pubblico per nuove la Sponcia setulosa, maculata, rosea, miniata, reticularis, subplicata , cellulosa , fistulosa, inflata, triangularis, Imperati e dichotoma. V. La PLanaria siphunculus, lutea e tubercu- lata, la descrizione zoologica ed anatomica di mol- te specie di Doridi e Tetidi, ed un esteso ragguaglio su il Pleurobranco e’l Pleurobranchidio , formano l’ in- teressanie oggetto di questa Memoria. VI. L’intrigato studio degli Anellidi , che al presente sembrano costituire il genio prediletto de’squit- tinatori delle cose naturali , non ha reso affatto infrut- tuose le mie ricerche , le quali mi hanno offerto del- le specie inedite , come la Nertis partenopeia, Bertoloni, Ockenii, Otto, Ranzani, Tiedemanni , Rudolphi , Blain- villii, Edwardsii e sextentaculata; Za PoLIA punctata , ocu- lata e geniculata ; 2a Nars proboscidea ; # LumsrInERUS Ro- landi, coccineus, Saint-Hilaire , nesidensis e filigerus ; non chè l Amparrrite Olfersii, nesidensis , neapolitana , flexuosa, Tondi e Meckelii. v VII Cuvier, Home, Savigny e Carus hanno trat- tato delle Ascidie, ed io vi ho solamente aggiunto parecchie illustrazioni sulla loro fabbrica ; sperando che steno esse meritevoli del compatimento di questi sommi uomini. VII. Ze conchiglie univalvi giù conosciute Op- pure nuove ,ma non comprese nel terzo volume del- ? Opera su’ Testacei del cav. Poli da me continuata fin dal 1826, e che man mano andrò fra noi rin- venendo , saranno fatte di pubblico dritto in partico- lari Supplementi , siccome è appunto quello registrato nell’ attuale Memoria , ove credo divulgare per non descritti finora il Murex Folineae s Metaxà , e Sa- vignyus ; Za SerpuLa fimbriata e nodulosa ; ed al tresì fa SageLLA euplaeana, Lucullana e denudata. Me felice ove, con queste qualunque siano 0s- servazioni fornite della sola ingenuità, abbia avuto la fortuna di aggiugnere qualche linea all’ immar- ceseibile libro della natura;e che co’ miei scarsi ta- lenti e co’ ristretti miei mezzi abbia tra noi in qual- che modo contribuito a’ progressi delle scienze na- turali! VI ELENCO DELLE OPERE DEGLI AUTORI, CHE HANNO SCRIT- TO SU GLI ANIMALI INVERTEBRATI » E CHE SONO STATI CITATI IN QUESTE MEMORIE. PARTE A ABILD., ABILDGAARDT ( Pietro-Cristiano ) Prof. a Copenhaghen. Continuazione della Zoologia Danica di MuLuer. Acap. pe coPEN., Memoires de la Societé d’ hi- stotre naturelle, et de l’ Academ. Royale des scien- ces de Copenhague. Acap. DES. sc., Academie des sciences de Paris. Dal 1700 fino al 1790 si è pubblicato un volume di Memorie all’ anno. AcostA, MENDEZ DA cosrA ( Emmanuele ) natura- lista portoghese, stabilito in Londra. Historia naturalis T'estaceorum Britanniae. Lon- dra 1778, vol 1 in fol. Act. CAES LEOP.-CAR: NAT. CUR., Acta acade- miae Leopoldo-Carolinae naturae curiosorum. Bonnae vol. 5 in 4 fig. ApAns. , ADANSON ( Michele ) Accademico delle scienze di Parigi. Histoire naturelle des coquillages du Sénégal. Paris 1775; vol. 1 1A04 ALB., aLBINUS ( Bernardo-Sigefroy ) celebre prof. di Anatomia a Leyda. Annotationes Academicae. Leyde 1754-1768 , 3 Jascicoli in 8. VI AFL., AELIANUS. De natura animalium lib. XVII, cum notis di- versorum ct Gronovi. Lond. 1644 , n 4. ALpR., ALpROvanDO ( Ulisse) Professore nell’uni- versità di Bologna. Opera omnia, Lib. de Zoophytis. An. pu Mus., Annales dia museum d’histoire na- turelle des Paris,vol. z0 în 4. Questi sono stati con- tinuati col titolo di Mrm. pu mus. , IMMemozres du Museum d’ histotre naturelle de Paris, an. 1815. ARGENV. , ARGENVILLE ( Antonio Giuseppe ). L’ histoire naturelle éclaircie dans une des ses principales parties. La conchyologie în 4, 1.° edit., Pa- ris 1742; 2° éd. augmenteé de la Zoomorphose par FAVANNE, vol. 2, an. 1780. ARIST. , ARISTOTELES. Historia animalium, libri decem. Ascan., AscaniUs ( Pietro ) Professore a Co- penhaguen. Act. Srockm. , Acta Stockolm. Aup., AuDUIN ( Giovanni Vittorio ) sotto Biblio- tecario dell’ Istituto di Francia. Explication sommaire des planches du grand ouvrage sur l Egypte : animaux sans vertebres. Le figure però appartengono a SAVIGNY. Bb Basr., sasrer (Giobbe ) Medico in Harlem. Opuscula subseciva, vol. 1 et 2. Harlemi 1764, et'1765 , in. 4. VII BARR., BARRELIERI. Icones plantarnm per Galliam observatarum cura et studio A. DE sussieu. Paris 1714 în fol. fig. BeRT., BERTOLONI ( Antonio ) rinomatissimo Pro- fessore a Bologna. Specimen Zoophytorum portus Lunae. Pisa 1810. Brsr., sesLeR ( Michele Roberto) Medico a No- rimberga. Rariora Musei Besleriani, in fol. 1716. BLaAINv. , BLAINVILLE ( Enrico Ducrotay. de) Pro- fessore alla facoltà delle scienze di Parigi. Bulletin des sciences.-Journal de Physique.- Ar- ticles dans le Dictionnaires des sciences naturelles. BorrH., BorRHAAVE (Ermanno) celeberrimo medico. Index plantarum hortt Lugduno-batavi. Leyde 1720. Bonanscx ( G. Batista ) Professore a Praga. De quibusdam animalibus marinis. Dresdae , 1761, 1,00% in ‘4. Bommr. ( Leonardo ) Medico zelandese. Memoires de la societé de Flessingue. Bonan. , BONANNI ( Filippo) professore al Collegio romano. Recreatio mentis et oculi in observatione ani- malium testaceorum. Borr., sorLase ( Guglielmo) Parroco inglese. Histoire naturelle de Cornovailles. Oxford, 1758, vol. in fol, fig. Born (cav. Ignazio ) Direttore del Museo di sto- ria naturale di Vienna. IX Testacea Musei Caesarei Vindobonensis. Vien- nae 1780, vol. 1 in fol. fig. Bory, BoRy-SAINT-vINCENT. Voyage aux quatre principales Isles d’ Afri- que -—- feedacteur du Dictionnaire classique d’ histoire naturelle , vol. 16 in 8. fig. Bosc (Luigi) Socio dell’Accad. delle scienze di Parigi. Histoire naturelle des Vers, des Coquilles. et des Crustacés. Paris 1802, vol. 6. in 12. fig. Memoires dansles Actes de la Societé d’histoire naturelle, et dans le Bulletin des sciences. BRERA (L. V.) celebre clinico di Padova. Lezioni medico-pratiche sopra i vermi umani. Crema 1802, in 4 fig. Memorie fisico-mediche su’ vermi umani. Crema 1811, 2n 4. fig. Br., Browne ( Patrizio ) Medico irlandese sta- bilito nella Giammaica. The civil and Natural history of Tamaica. Lon- don 1756, vol. 1 in fol. fig. Bruc., BrucurerE (Giovanni Guglielmo ) Medi- co di Montpellier. Encyclopedie méthodique, art. Vers. tom. VAI, P. 1 et 11. Paris 1792 avec vol. 4 des figures. BuLr. pes sc. Bu//etin des sciences par la So- cteté philomatigue. Si pubblica dal 1791 in avanti. Canus ( cav. Carlo Gustavo ) Archiatro di S. M. il Re di Sassonia. Tabulae illustrantes anatomiam comparatam. Leips. 1826 , fasc. 1 et 3 fol. fig. X Memoria sulla circolazione delle Larve degl'in- setti. Lipsia 1827. Developpemeni des Ascidies , avec planches. C Cavot., CavoLinI (Filippo ) naturalista a Napoli. Memorie per servire alla storia de’ Polipi ma- rini. Napoli 1785, vol. 1 in 4 fig. Cnemn., caeMNITZ ( Giovanni Gironimo ) di Magde- burgo. Continuatore della CorcAkyZiologie di MARTINI. CLoquer ( Ippolito) Aggiunto alla facoltà medica di Parigi. laune des medecins, ou histoire des animaux et des leurs produits. Livr. 1-27. 8 fig. Corumn.,. Corumna ( Fabio) Nobile napolitano della famiglia Colonna. De Purpura. - Aquatilium et terrestriumaliquot animalium aliarumque naturalium rerum observa- tiones. Neapoli, 1616, in 4. fig. Cuv., cuvier ( Giorgio-Leopoldo ) Principe degli Zootomisti: del secolo XIX, Consigliere di stato e se- gretario perpetuo dell’Accademia delle scienze di Parigi- Lecons d’ Anatomie comparee recuillies et pu- bliées. par pumerIL. ef puvernor. Paris 1800-1809 , vol. 5. in 8. Memoires pour servir al histotre et al’ Anato- nite des Mollusques. Paris 1816, vol. 1 in 4. fig: Régne animal distribué d’ aprés son organisation. Paris 1817, vol, 4 in 8. XI D DeLLe cHiare. (Stefano) Prof. aggiunto alla Cat- tedra di Anatomia Patologica della Regia Università degli Studi. Sunto di alcuni animali senza vertebre del Re- gno di Napoli. An. 1824 în 8. Elmintografia umana. Napoli 1825, in 8. fig. Testacea utriusque Siciliae eorumque historia et anatome tabulis aeneis illustrata. Tom. III, Pars al- tera. Neapoli 1828, et Parmae, fol. fig. Dicr. D’HIST. NAT., DICT.CLAS., el DIcT. DESSC. NAT. Dictionnaire nouveau d’historie naturelle. Paris, in 36 vol. Dictionnaire des sciences naturelles publié par les ProfesseursduJardin du Roi. Paris 1816, vol. 60. Dictionnaire classique des sciences naturelles. Paris 1822, vol. 16 in 8. fig. Dico. , picquenARE ( abate Giacomo Francesco ) Naturalista di Iàvre. Memoires dans les Transactions philosophiques et le Journal de Physique. Donati ( Vitaliano) Medico di Padova. Iistoire naturelle de la mer Adriatique. Venise, 1750, vol. 1 in 4 fig. Drararn. , praPARNAUD ( Giacomo-Filippo-Rai- mondo) Professore a Montpellier. Histotre naturelle des Mollusques lerrestres et Auviatiles de la France. Paris 1805 , în 4. Durrocner ( N.) Medico di Francia. Memoires dans les. Annales du Museum. XII Drsm. , pesmarETs ( Guglielmo-Gaetano ) Profes- sore di Zoologia in Alfort. Articoli nel: Nouveau Dictionnaire d’ histoire na- turellle, Bulletin de sciences et Journal des Mines, et de la Societè philomatique. Dum. , pumerIL ( Costanzo ) Professore della fa- coltà medica di Parigi. Trautè elementaire d’histoire naturelle. Paris, 1807, vol. 2, 2.° edit. E ELLIs ( Giovanni ) Negoziante di Londra, Essa sur les Corallines. Londres 1755, in 4 fig. ELL., et soLanpeR Natural history of many cu- rious and uncommor Zoophytes. Londres, 1789, vol 1 in 4. Memoires divers dans les Transactions philo- sophiques, vol. XLVIII et L. Esr., esper ( Eugenio-Giovanni-Cristofaro) Pro- fessore ad Erlanga. Zoophytes ( Die P/lanzenthiere ). Nuremberg 1791, vol. 4 in 4 fig. F O. raB., sABRICIUS ( Ottone) Parroco in Danimarca. Fauna Groenlandaca. Copenhague 1790,v0l.1in8. Feruss., FeRUSSAC ( Giovanni Daudebart barone de) Histoire naturelle generale et particuliere des mollusques terrestres et fluviatiles, lib. 2 in fol. fig. Tableaux systematiques des animaux mollus- ques classés en familles naturelles suivis d'un Pro- drome general. Paris 1821 in 4. » XIII Bulletin des sciences naturelles. Forsk., FORSKAHL ( Pietro ) discepolo di Linneo, Descriptiones animalium, quae initinere Orien- tali observavit. Copenhague 1775, in 4. Icones rerum naturalium quas in itinere Orien- talt depingi curavit. Copenhague 1776, in 4. G Gesn., cESNER (Conrado ) Medico di Zurigo. Historia animalium vol. 2 in fol. : de Aquati- libus. Francofurti 1520. GINAN., GINANNI (conte Giuseppe) Ravennate. Opere postume. Venezia 1757 , vol. 2, in fol. fig. Gue. , GMELIN ( Giovan-Federigo ) Professore a Gottinga. Linnari Systema MNaturae tom. 1 pars YI. Got- tungae 1792. Gorz., Goetz ( Giovanni-Agusto-Efframo ) Histoire naturelle des vers intestinaux. Blan- kenbourg 1782, vol 11n 4. Guatr., ARA ( Nicola) Medico gino Index Testaceorum conchyliorum quae adser- vantur in M. Gualtieri. Florentiae , 1742 in fol.fig. Gunn. , cuNnNER (Giovanni-Ernesto ) Vescovo a Drontheim. Memotres insérés parmi ceux de le Societé de Dronthaeim et de Copenhague. GAERT., GAERTNER (Giuseppe) Professore a Wur- temberg. Memorie inserite nelle Transazioni filosofiche, e nella AZiscellanea zoologica di rALLAS. 3 XIV H Home (cav. Everard ) celebre chirurgo in Londra. Lectures on comparative anatomy. Londres, 1814 vol. 2 in 4. Ixmrerato (Ferrante ) Napolitano. Storia natitrale. Napoli MDIC , fol. fig. Journ. DE PHaYs., Journ. de Physique par rozier et LAMETHERIE Professore al Collegio di Francia. K KI., xLreIN ( Giacomo-Teodoro ) Segretario del Senato di Danzica. Naturalis dispositio Echinodermatum, 1754. Kxorr (Giorgio-Wolgang) Incisore di Norimberga. Deliciae naturae selectae. Nurind. 1760-1772, vol. 6 in 4 fig. L LAM., LAMARCK ( G. Battista ) Professore al Mu- seo di storia naturale di Parigi. Systeme des animaux sans vertebres. Paris 1801, vol. 1 in 8. Histoire des animaux sans vertèbres. Paris 1815, vol. 7 in 8. Lamx., LAMouROUXx (S. V. F.) Professore a Caen. Essai sur les genres de la famille des T'halas- stophytes non articulés. Paris 1815. Historie des Polypiers corralligenes /lexibles , vulgairement nommés Zoophytes. Caen, 1816 in 8. LracH ( William-Elfor ) Conservatore del Mu- seo britannico. Continuation des Melanges de Zoologiede SHAW. XV Malacostraca podophtalma Britanniae. London, 1815-1816, 272 4. Lesurur ( Carlo-Alessandro ) di Haura. Observations zoologiques dans le Bulletin des Sciences. Programme d’ un grande ouvrage sur les Me- duses. Trovasi negli Annali del Museo. Lincx ( Giovanni Enrico ) Medico di Lipsia. De Stellis marinis liber singularis. Leipsig, 1733, vol 1 in fol. fig. L., LINN., LINNAEUS (cav. Carlo) Professore in Upsal ed Archiatro del Re di Svezia. Systema naturae , edit. X et XII. Amoenitates academicae , vol 10. Lin. SOC., LINN. TRANS. Transactions de la Societè Linnéenne de Lon- dres , 1791 et années suivanies. Lisr., Lister ( Martino ) Medico della Regina Anna d’ Inghilterra. Historia sive Synopsis methodica Conchyliorum. London, 1685 vol. 1 in fol. fig. De Cochleis marinis, terrestribus et fluviatilibus. Londres, 1678 in 8 fig. M Macri ( Saverio ) Professore di Materia medica nella Regia Università di Napoli. Nuove osservazioni sul Polmone marino degli antichi. Napoli 1778. Memorie sulle Tetidi ed altri Molluschi del Cratere napolitano. XVI MarTINI (l'ederigo-Enrico-Guglielmo) Medico di Berlino. Cabinet systematique de Coquilles. Nuremberg, vol. 5 in 4 fig. Mecx., MmECKEL ( Giovanni-Federico) celebre Pro- fessore d’ Anatomia in Halla. - Materiali per l'Anatomia comparata (in tede- sco). Lipsia 1808. Annotazioni alla Notomia comparativa di cuviER. De Pleurobranchaea novo molluscorum genere. Halae, 1815 fig. Mrm. soc. D’HIST. NAT. DE PAR., Mezmoires de le societe d’ histoire naturelle de Paris, vol. 4 in 8 parti. Mor (Giovanni Paolo Carlo ) Eschara ex zoophytorum seu Phytozoorum or- dine pulcherrimum ac notatu dignissimum genus. Viennae, 1803 în 4. Montag., montAGU ( Giorgio ) Naturalista inglese. Memotres dans les Transactions de la Societé Linnéenne, et IVernerienne de Londres. MonticreE Medico Parigino. Memoire sur le Ver de terre. Mutt. ,muLLER ( Ottone-Federico ) Consigliere di stato in Danimarca. Zoologia Danica. Copenh., 1788-89, fasc. 3 fig. Zoologiae Danicae Prodromus. Hauniae 1776, vol. 1 in 8. O OLIvI ( Abate Giuseppe ) di Chioggia. Hoologia adriatica. Bassano, 1792, vol. 1 in 4 fig: XVII Orto ( Adolfo-Guglielmo ) Professore a Breslavia. Descrizione di alcuni nuovi Molluschi e zoofiti. P PALL., rPALLAS ( Pietro Simone) celeberrimo 0s- servatore. Elenchus Zoophytorum systens generum adum- bratione cum selectis auctorum synonymis. La Ha- ye 1766. Spicilegia zoologica. Berl. 1797-80, fasc. 14 in 4 fig: Miscellanea zoologica. La Haye 1766, fasc.1, in 4 fig. Memotres riportate negli Acta Petropolitana. PENN., PENNANT (Tommaso) Naturalista infaticabile. Zoologia britannica. Peron ( Francesco ) celebre viaggiatore francese. Voyage et découvertes aux Terres Australes. Paris, 1807, vol. in 4. Memoires inserite negli Annales du Museum. PrIss,, PEISSONNEL Medico di Marsiglia. Acta anglica et Transactions philosophiques. PLINIO (Caio II ) Historia mundi libri XXXII, edit. DAaLecHAMPI. Lyon 1587, in fol. PLANCH., PLANCHUS ( Giovanni ) Medico a Rimini. De conchis minus notis. Romae, 1739, vol. 1 in 4 fig: Poti (cav. Giuseppe Saverio) Istruttore di S. M. il Re. Testacea utriusque Siciliae corumque historia et anatome. Parmae, 1792-95, vol. 1 et 2 in fol. fig. XVIII Idem vol.3 Pars I. cum additamentis et adnotatio- nibus STEPHANI DELLE cHIAIE. Neapoli, 1826 in fol. fig. PorreT ( abate ) naturalista francese. Voyage en Barbarie. Paris 1802 , vol. 2. R Rarin., RArInEsQuE ScnamaLtz ( C. G. ) natura- lista negli Stati uniti di America. Caratteri di alcuni nuovi generi e specie di ani- mal e piante della Sicilia. Palermo 1810 in 8 fig. Précis des decouvertes zoologiques et botaniques. Palerme, 1814 in 12. Rar (Giovanni ) Teologo inglese. Historia insectorum. Lond. 1710, in 4. Reaum., REAUMUR ( Renato Antonio ) Socio dell’ Accademia delle scienze di Parigi. Memoires de lAcademie, o sia Observations sur le Corail, an. 1727. Repr ( Francesco ) Medico del Gran Duca di Toscana. Opere. Napolv vol. 7 in 8 fig. RexnteRr (Stefano ) Professore a Padova. Lettera all’abate OLivi sopra il Botrillo. Chioz- Za 1799: Asso (A. ) Naturalista a Nizza. Flistotre naturelles des principales productions de l° Europe méridionale et particuliérement de cel- les des environs de Nice et des Alpes maritimes. Paris 1826, vol. 6 in 8 fio. Rorssy (Felice de) Naturalista di Parigi. Hlistotre des Mollusques vol. 5, et 6. XIX Ronp., RonpsLET ( Guglielmo ) Professore di Me- dicina a Montpellier. Libri de Piscibus. Lyon, 1554 vol. 1 in fol. RupoLeÒi ( Carlo Asmund ) rinomato Professore di Anatomia a Berlino. Entozoorum Synopsis. Berolini, 1819 în 8. fig. Ruwmen., rumenIvs (Giorgio-Everardo ) Intendente dell’ isola dì Amboina. Thesaurus animalium. Lahaye 1730 , vol 1.in fol. Ruysca ( Enrico) figlio del celebre Anatomico di questo cognome. T'heatrum animalium. Amsterd. 1718, vol. a în Sol. , oltre l'aggiunta fatta all’ opera di Joxston. S Sav., savieny (Giulio-Cesare ) Membro dell’Isti- tuto d’ Egitto. Memotres sur les animaux sans vertebres. Paris 1816, vol 2 în 8 fig. Coquilles, Ascidies et Zoophytes d’ Esypte. Pa- ris 1825, sec. édit., tom. XXI A XOGITI SeB.,seBA ( Alberto ) Farmacista in Amsterdam. Locupletissimi rerum naturalium Thesauri ac- curata descriptio. Amsterd. 1754-66, vol. 4 in fol. fig. SLoan., SLoAnE (Hans) Presidente della Società Reale di Londra. Voyage to the Jolands Madera and Jamaica. London 1707, vol. 2 in fol. fig. Description de la Gorgonia verrucosa. È ripor- tata nelle Zrarsactions philosophiques vol. XLIV. SPAL., SPALLANZANI ( Abate Lazzaro) Professore a Pavia. XX Viaggi nel Regno delle due Sicilie. Sur divers productions marines lettre , che tro- vasi nel Journal de physique tom. XXVIII an. 1786. SeIx ( Giovanni ) Professore a Monaco. Memoires sur les' Alcyons et les Actinies, ri- portate negli: Arrales du Museum. SwammERDAM ( Giovanni) Medico Olandese. Biblia Naturae. Leyde, 1757 , vol. 2 în fol. fig. 1 T THomas (P.) Medico di Montpellier. Memoire pour servir è l histoire naturelle des Sangues. Paris 1806. Tirestus ( W. G.) Naturalista alemanno. Annuaire d’ histoire naturelle. Leipsig, 1802. Tourn., rourNEFORT (Pitton) Professore a Parigi. Institutiones ret herbariae. Paris 1700, vol. 5 in 4 fig. (Si ,) MEMORIA I. SU LE PennATOLE, LE LoBOLARIE è IL CORALLO , E LA GORGONIA. Capitoro I. — Pennatole. Le Pennatole , giustamente rassomigliate alla pen- na da scrivere da cui han tratto il nome, offrono uno stipite contrale quasichè rotondo ed a’ due estremi ristret- to , avendo dal suo terzo superiore in poi sì a dritta che a sinistra una serie di pinne compresse, archeggiate, embri- ciate, distiche, sul principio e fine decrescenti, le qua- li nel margine superiore hanno i bulbetti con polipi , es- sendo ognuno di questi fornito di otto tentacoli pennati, che circondano la bocca. Esse hanno però stretto rappor- to con gli animali raggianti e soprattutto con le Attinie ; ed al più agli Alcioni polipiferi possonsi ravvicinare , anzichè al resto della sezione di questo genere giusta l opinione di Pallas. La loro struttura come pure il numero delle specie in un modo lodevole si è princi» piato a studiare sul finire dello scorso secolo. E sebbe- ne il celebre Albino, il chiarissimo Cuvier ed il dottis- simo Blainville ne avessero indagata la fabbrica 3 pure non saranno sicuramente inutili le poche nozioni che ora ne espongo: dappoichè non mi lusingo affatto di avere inte- ramente esaurito il presente argomento , servendomi per altro di sprone , onde completarlo con ricerche intra- prese in mare stesso pria, che se ne alterino le fat- tezze ed i coloriti. (2) Cop. spinosa. Descrizione. Lo stipite centrale apparisce ristretto in sopra, e giù vedesi ricurvo ed a poco a poco ingros- sato abbastanza da farlo contraddistinguere coll’ espres- sione di bulboso sino a che non principiano le pinne laterali, osservandosi nel seguito man mano assottiglia- to. Nè conviene tacere che la descritta conformazione è più regolare tostochè simigliante Pennatola sia con- servata nello spirito di vino, che tenuta nell’ acqua ma- rina tuttavia vivente. Allora l’ intero stipite non solo rav- visasi più espaso., ma prende una forma diversa in ri- guardo al bulbo ed alla curva della base, la quale ol- tremodo si raddrizza ed assottiglia , egualmente che avviene alla rughe longitudinali, che veggonsi in tutta la sua superficie. Le pinne hanno il margine inferiore retto e breve , e’l superiore ricurvo ingrossato e spinoso. Una duplice serie di spine vedesi in questo ultimo , vale a dire la prima maggiore, e la seconda minore collocata tra gl’ in- tervalli delle spine più grandi, e siffatte spinuzze forma- no una specie di separazione a’ polipi marginali, quan- tunque più sotto altri n’ esistessero. Il corso di questa Pennatola è celerissimo , co- me pure nè è gaia la contemplazione per le svariate tinte, di cui è adorna, e soprattutto pel cangiante colore delle pinne. Molto più cresce siffatto spettacolo, ove pon- gasì attenzione alla fosforescenza, ch’ ella presenta in tem- po di notte. Non è tanto frequente nella nostra rada. (3) f. H. P. digia. Non vi trovo altra specifica differenza dalla prece- dente che una maggiore lunghezza dello stipite centrale, minore larghezza delle pinne laterali, e quindi più ri- stretto numero di spine marginali grandi, che sono qua- si a fascetti. In tutto il resto le è analoga. IP rossa: Descrizione. Lo stipite centrale negli estremi as- sottigliato e con due particolari aperture , donde sotto le forti sue contrazioni escono entrambe le punte dell’ as- se interno legnoso, è appena ruvido al tatto ; ma nel sito, in cui nascono le pinne laterali, ed inferiormente of- fre una quantità di piccole punte scabre, le quali osser- vate colla lente appariscono a guisa di calicetti spinosi, alcuni de’ quali anche cacciano i polipi. Per la intera lun- ghezza della parte mediana ne manca, ed evvi in cam- bio una linea bianca conleggiero solco. Le pinne al numero di 27-40 sono ovali e compresse, avendo nel margine con- vesso i polipi racchiusi in un sacco dentato , ch'è al- l'esterno protetto da’calicetti spinosi. Il colore di que- sta Pennatola è rosso, che nelle spine emola il rubino. In essa più di ogni altra specie di questo genere si ve- rifica la rassomiglianza colla penna da scrivere. Nulla posso dire della sua fosforescenza, attesochè non mi è riuscito di vederla a mare in tempo di notte. Dall’ au- tunno alla primavera è facile di essere presa colle reti. * (4) $. IV. P. fosforea. Pel numero delle pinne laterali che sono 21, per la deficienza della linea longitudinale bianca della fac- cia inferiore dello stipite, pel colore rosso più fosco ed in fine per la sua costante picciolezza, differisce l’attuale dalla precedente Pennatola, che a me pare esser- ne semplice varietà. $. V. Anatomia. Fattasi la sezione longitudinale nella inferiore estre- mità delle Pennatole , si vede che dall'esterno si pas- sa in un comune atrio, il quale nella P. grisea co- munica con cinque grandi cavità, vale a dire la cen- trale più ampia destinata a contenere l’asse legnoso cilindrico, assottigliato sopra e sotto, dritto nello sta- to di vita e ricurvato dopo la morte, il quale nel suo terzo inferiore offre una protuberanza circolare. Sif- fatto asse di color giallastro assai duro e levigato risulta da fibre meno stivate e disposte a zone concentriche, avendo più somiglianza coi vegetabili compatti. come l’ebano, che con le ossa: avvertendosi che fresco olez- za di rancido , e bruciato spande odore analogo alla sostanza cornea ,; di cui ha la somiglianza solamente nelle sue estremità. Due membrane muscolari con fi- bre oblique a doppia spira, o sia una da sinistra a destra e l’altra in senso opposto , da sopra in sotto lo fissano all’interne pareti dello stipite , il quale nel (5) la P. fosphorea e rubra ha la parte mediana rettango- lare. E quando l’acqua marina penetra in questa cen- trale laguna , dilatandone le pareti, svolge le due spi- re muscolari aderenti all’ asse mediano pietroso al dir di Cuvier, dal cui continuo e spirale svolgimento di- pende la figura cilindrica, ne raddrizza le fibre, e quin- di rende oltremodo dilatato lo stipite e soprattutto le base, che in realtà comparisce bulbosa nella P. spizo- sa e grisea. Oltre la membrana esterna sottile ricoperta di spinuzze, che possonsi appena ergere nella P. rubdra, evvi sottoposto uno strato di fibre longitudinali , alle quali seguono de’ lacerti muscolari a traverso nella P. fosphorea e spinosa formando delle lamine a pettine , nei cui spazi nelle P. grisea e 7ubra osservansi de? fori comunicantino con gli antri acquosi. L’interno di ogni pinna di tratto in tratto presen- ta de’lacerti traversali, che sono vera continuazione di que’ poc’ anzi descritti. Ed un maggiore esame meritano le pinne della P. spinosa e grisea in riguardo alla di- sposizione delle spine e de’ loro attacchi. Cadauna spi- na è racchiusa in una guaina, la quale è continuata co’ lacerti fibrosi dello stipite, che la tirano in giù, avvertendosi però che le spine piccole ne occupano la sola metà superiore, nel mentre che le grandi si esten- dono per la intera sua lunghezza, giugnendo fino a?’ la- certi. Ogni spina ha la figura tetragona appuntata, e tra ciascuna guaina esistono de’traversali tendinucci. In ultimo tutte le cavità interne sono vestite da delica- tissima tunica mocciosa, donde separasi un umore gial- (6) lastro di odore rancido e nauseoso, che è misto all’ a- cqua marina, che vi penetra. Passiamo ora alla disamina de’ polipi vari di nu- mero in ogni Pennatola, dappoichè spesso ne occupano non solo il margine superiore, formandovi unica serie, ma eziandio è questa talora duplicata; e nella P. spinosa e fosphorea veggonsi altresì delle pinnette soprannumera- rie nel mezzo dello stipite, oppure in parecchi punti di esso. Ove quelli si contemplino svolti hanno | appa- renza di un fiore ottopetalo pennato, fornito di bocca nel mezzo conducente nel cavo degli alimenti , che ridu- cesì al semplice stomaco ; ed in giù hanno l’ esterno invo- glio emolante un calice dentato , che è frapposto alle spinette solitarie nella P. grisea e spinosa, a fascietti più tenui e rosse nella P. fosphorea e rubra. Quindi vi si dimpegnano tante parziali digestioni per quanti sono i polipetti, dissentendo in conseguenza dal chiarissimo Cuvier che ve ne ammette una sola per tutti: » Il faut done qu'il n’ y ait pour eux tous qu’ une seule volonté , comme il n° y a qu’ une seule digestion.» Qualo- ra i polipetti sieno tocchi da qualche corpo estraneo o pure da animaletti non solo corrugano i tentacoli, ma da particolari muscoli sono questi tirati talmente in giù, che i denti del calice si avvicinano tra loro da perfettamen- te occultarli. Ed evvi dippiù che siccome hanno una spe- cie di cavo speciale a loro adattato , così vi si ritirano, ed all’ esterno rimangono le sole spine , che formano loro guarentigia maggiore. Questa somma previdenza del- (7) la natura preserva gli stessi di esser vittima di altri ani- maletti. Inoltre massima è la semplicità di tali esseri, i quali mentre hanno una vita particolare ne’ bulbetti polipiferi indipendente dall’ altra generale nello stipite , e mol- to più nelle pinne ove albergano , mancano di qualsia- si apparato vascolare bene sviluppato ; giacchè vi opino una circolazione sanguigna simile alle Attinie, o sia che sulle’ pareti dello stomaco serpeggino de’ piccoli vasi, donde si assorbono i sughi nutritìzi, distribuiti pel resto dell’ economia animale di cadaun polipetto , e soprattut- to nell'interno de’ tentacoli pennati, ove a parer mio eseguesi la respirazione , che fassi ancora per la intera superficie del loro corpo, pel quale debbonsi sicura- mente prolungare verso giù i vasi sanguigni. Ed ho fer- ma opinione che ogni polipetto prepara minor quantità di particelle nutritizie per la sua special economia , che per quella dello stipite, che massima copia ne abbisogna sì per gli strati muscolari oltremodo sviluppati, che pel deposito delle molecole zoofitofite necessarie alle gene- si ed all’ accrescimento zonale dell’ asse legnoso. La ricerca di tali fenomeni richiama tutta l’ attenzione degli zootomisti. Essendovi poi una deficienza assoluta di organi ge- neratori maschili , soltanto le ovaie variamente disposte si osservano. In fatti nella P. fosphorea e rubra sono esse a grappoletti rinchiusi in particolare ovidotto, cui aderi- scono le uova rosse orbicolari compresse ed umbilicate nel centro, le quali sono situate tra gli spazi, che nelle (8) pinne rimangono i lacerti muscolari, e sotto la compres- sione le ho veduto uscire per la base de’bulbetti polipi- feri ed anche penetrare nel cavo dello stipite, e farsi quin- di strada sì pel suo forame superiore che per l’inferio- re. Una disposizione diversa rimarcasi nelle ovaie della P. spinosa e grisea , che a guisa di ventaglio son col- locate nel principio della pagina inferiore di ogni pinna, osservandosi chiaramente che tra ogni raggio dello stes- sa esce l’ovidotto,che sbocca alla radice dei bulbetti polipi- feri ; non essendo cosa difficile di vedere le uova a for- ma di pero uscire per l’ apertura dello stipite. Dalle os- servazioni di Ellis, cui ascrivesi Lamarck, sapevasi soltanto che le Pennatole producevano delle vescichette, nelle quali trovavansi de’ bottoni oviformi, che se ne se- paravano onde sviluppare novelle Pennatole. Queste ve- scichette scompariscono tostochè la gemme, che contene- vano se ne erano distaccate. Nè ho potuto vedere nella P. fosphorea e rubra , che le ho esaminato replicate volte viventi , gli otto corpi neri avanti i tentacoli. Ho ( vol. II , pag. 259 ) dimostrato la esistenza e la necessità del mio sistema acquoso negli invertebra- ti, resta al presente di esaminarlo nelle Pennatole. Si è detto che le due estremità dello stipite sieno bucate ed entrambe offrano un atrio comune, dal quale nella P. grisea e spinosa partono cinque rotondi e longi- tudinali canaletti, i quali mercè aquedotti traversali comunicano con tre altre serie decrescenti di canali. Ma oltre di ciò cadauna pinna è nell’ interno vòta e comunicante col cavo- generale dello stipite. Anzi per- (9) chè le loro pareti alquanto tenui non fossero troppo distese, e quindi crepate dall’ acqua marina, vi sì veg- gono de’ lacerti traversali , il cui circolo per le interne vie delle Pennatole è della massima importanza. Impe- rocchè a tenore che riempionsi di acqua tutti i loro canali, così se ne aumenta la mole per poter nuo- tare. ‘Dippiù contratti e rilascia’ i lacerti delle pin- ne, che fanno l’oflicio di remi, si coopera pure al loro moto progressivo. E rilasciandosi le fibre delle lamine muscolari dell’asse centrale , le due sue punte assottiglia- te si raddrizzano in certo modo, e servono a fendere le onde a fin di renderle più celeri al corso. Quindi avvie- ne, che eseguendosi tutte le divisate mozioni derivanti più dalle contrazioni e da’ rilasciamenti de’ suoi lacerti , che dall’ azione de’ polipi , i quali peraltro vi possono com- binar le forze pel moto comune; succede uno svariato cangiamento de’ punti colorati del loro corpo , e special- mente in quello della P. grisea e spinosa. $. VI. Pennatulae descriptio. Corpus liberum carnosum, penniforme , inferne nudum , superne pinnatum axe osseo suffultum. Pirzae distichae, patentes, complanatae , plicatae , margine superiori dentatae, polypiferae. Polypi tentaculis ra- diatis. 1, P. spinosa. -- P. spizosa. Stirpe carnosa bulbosa , rachi dorso Jaevi ; pinnis latis im- bricatis replicatis margine polypiferis spinosisque. 2 (10) RowpELET Aquat. p. 129. Penna marina, Ionsron Exang. lib. IV, tab. XX. SesA Mus. tom. III, tab. XI, f. 8. Arsino Annot. academ. 1,p. 77, tab. VI, fig. 1-2. Bonapsca Anim. marin. p. 109, tab. IX, fig. 1-3. SoLanper et Eris Corall. p. 62, n. 3. Linn. cur Gwmeuin Syst. Nat. tom. I, p. VI, pag. 93063 dat. Esper Suppl. 2, tab. I. LamarcK ZZist. des anim. sans vert. tom.1I, p.27,%. 4. 2. P. grisea— 2. Bigia. Stirpe carnosa bulbosa , rachi dorso elongata laevi; pinnis brevissimis , limbo polypiferis ac spinosis. Esper Suppl. 2, tab. I. Lamarcg /fist. des anim. sans vert. tom. I, p. 427,n. 3. BrannviLLe Dict. des sc. nat. tom. XXXVIII, p. 360. In sinu puteolano, et neapolitano crateri rarissime obviam veniunt. 3. P. rubra. — P. rossa. Stirpe tereti carnosa longiuscula; rachi subtus scabra linea, sulcoque alba exarata ; pinnis elongatis compressis imbricatis mar- gine superiori polypiferis, calyculis externe spinoso-imbricatis. Gesver Nomencl. p. 273. Penna marina saguinei coloris, ALprRovanp. Zooph. lid. IV, tab. XVIII, fig. 36. Ioxsron Exrang. lib. IV, tab. XX. Grammi Adriat. tab. LV , fig. 114. Mentula alata minor. Prancw. Conch. c. 18 , tab.VII , fig. E.D. Sesa Mus. tom. II, tab. VI, fig. 1. Penna rosea. Bonapsca Anim. mar. tab. VIII, fig. 5. Pinna pennacea. Ponropr. Dan. atl. , tab XXX , fig. 1-3. (gl) P. marina rubra. ALszino Annot. acad. 1 , tab. VI, fig. 3-5 Fucus pennam referens. Snaw. 4fr. app. p. 5. Periv. Plital. t,.fig. 5,6. Pennatula britannica, ELLIis et SoranpeR Cordll. p. VI, n. 1. Linn. cur. Gerin. Syst. Nat. p. VI, pag. 3864, n. 2. Esper Suppl. 2, tab. II. Lamarcx list. des anim. sans vert. tom. II, p. 426, n- 2. Cuvier Regn. anim. tom. IV, pag. 84. Bramvite Dict. des sc. nat. tom. XXXVIII, pag. 360. Risso Prod. de Nice tom. V , pag. 356. 4. P. fosphorea. -- P. fosforescente o piccina. Stirpe carnosa brevi, rachi dorso scabriuscula , pinnis mar- gine calyculato-spinoso ac polypifero Linn. cur. Gwerin. Syst. Mat. p., VI, pag. 3864, n. 4. Parras E/ench. Zooph. pag. 368, n. 215. P. italica. Soranper et Eris Corall. pag. 61, n. 2. Bonapscn Anim. mar. pag. 101, tab. VII, fg 1-3. Esrer Suppl. 2, tab. II, P. granulosa. Lamarcx Anim. sans. vert. tom. II, pag. AAA N Ineunte autumno aeque ac praecedens Pennatula nostro mari frequenter occurrit. $. VII. Spiegazione della Tavola XXXI (1). Fig. 1 Pernatola spinosa, 4 P. grisea ,' 7° P. rubra designata per la faccia inferiore, ove osservansi la (1) Nell’antecedente volume è corso uno sbaglio tipografico nella numerazione delle tavole 29 e 30; dappoichè si è segnata la tav. 29 col num. 28 rad- doppiato , e la tav. 30 col 29. Questa menda conve- niva farsi per dar ragione del numero 31 apposto in questa ultima tavola. * (12) linea bianca 4, le boccuccie dd , ed i polipetti ce delle - pinne ; giacchè la P. fosphorea 15 guardasi per la parte superiore , egualmente che le due prime Pennatole cor- redate della sola boccuccia inferiore fg. L’ asse legno- so vedesi uscito fuori lo stipite nella P. fosphorea i A, per la cui chiara dimostrazione si è ingrandita la estremità della P. fosphorea 16 n. Il succennato asse legnoso in questa 11 è appena quadrilatero nel mezzo nm, come meglio ravvisasi dal pezzetto delineatone nella Fig.18, e mediante una membrana muscolosa aderisce a’ lati di tutta la lunghezza della cavità centrale dello stipite delle Pennatole, e presso il voto delle pinne 7777. Nella P. spinosa V asse legnoso rotondo 20 presenta una spe- cie di nodo 0, ed ha due lamine muscolose pp , che in senso contrario vi si ravvolgono a spira , e legansi poi ai lati delle pareti dello stipite. Quì veggonsi pure i fori de’ due canali longitudinali gg, que di alcuni altri ss che vi sono in comunicazione , i lacerti lamellosi # a traverso della seconda tunica muscolare, ed i longitudi- nali v. Gli stessì due strati, vale a dive l'interno x e l’ esterno @, oltre la cute con piccole spinuzze yy dimo- stransi nella Fig. 8. Sezionato traversalmente lo stipite della P. rudra, presso l’ apertura inferiore osservasene l’ interna ca- vità divisa in due vòti od antri acquosi, che cre- scono di numero poco più in sopra 19 a dee, tran- ne il sito occupato dall’asse legnoso d. In questa mede- sima Figura guardansi ingranditi i calicetti spinosi g della faccia inferiore dello stipite, que’ delle pinne con qual- (13) che polipo 4, ed i lacerti muscolosi traversali dell’ inter- no di esse frapposti alle uova 7, di cui uno si è in- grandito' 10, I descritti antri acquosi hanno una disposi- zione quasi analoga nella P. spizosa e grisea (Fig. 9). 13 Polipo della P. rudra co’ tentacoli pennati 2, suo calice 72 all’ esterno spinoso. 17 Polipo avente la bocca cinta da’ tentacoli , pp_r2 € qq 14 sono gli abitatori delle P. spinosa e grisea, alcuni de’ quali stan- no ritirati nelle proprie casucce rr. Ss rappresentano le ovaie, nelle quali tolta la tunica esterna della pinna ap- parisce l’ovidotto #, che sbocca alla base di ogni polipo. Un gruppo di uova in forma di pero della P. spirosa apparisce in 3, attesochè in 5 non solo si osservano una serie di uova orbicolari w, e le spine piccole racchiu- se da particolare membrana, ma eziandio le 3 gradi ©. E tra ogni guaina havvi una filiera di tendinucci tra- versali, come si vede nella P. spizzosa 2. Capitoro II. — Lobolarie. G. I. Descrizione. 1. Nozioni generiche. Il nome Alcionio dato dagli antichi a queste produzioni è molto vago , attesochè con esso volevano far conoscere le sostanze molli , orbi- colari, e di dubbiosa natura, analoghe alle spugne, che marcano il limite tra il regno animale el vegetabile. È frequentemente accaduto che lo zelo ed i talenti dei naturalisti siano spesso rimasti infruttuosi per certe spe- (14 ) cie di ricerche, che sono figlie del caso e dell’ azzardo, siccome gli Alcioni a chiare note ce lo dimostrano. In questi ultimi tempi si è però meglio distribuito siffatto genere, e Lamarck fiancheggiato dalle scoperte anatomi- che di Cuvier e Spix per lA. exos e Zobatum, delle ricerche di Savigny, Desmarets e Le Sueur su’ Botrilli e le Ascidie aggregate , non che di quelle di Lamouroux su alcuni Talassiofiti erroneamente creduti di pertinenza animale, ha diviso il genere Aleyonium di Linneo in varie sezioni ; essendosi da lui stabilite su |’ assenza o la presenza dei polipi, cui appartiene quella che de- scrivo sotto il titolo di Lobolaria. Ha essa per ge- nerica distinzione un corpo comune surto da una base attaccata agli scogli, ramificato in cima a guisa di albero , nella cui superficie sono in particolari ricet- tacoli allogati i polipetti con otto pennati tentacoli. 2. L. palmata. Da un-disco carnoso abbastanza allungato elevasi uno stipite cilindrico , il quale , a norma che cresce in su, diminuisce di diametro e separasi in rami, che a rado si suddividono in altri , avendo l’apparenza delle dita della mano. Per tutta la loro sopraflaccia fino alla cima si osservano i bulbetti polipiferi, di color roseo più carico ne’ rami, ed assai più dello stipite. Giugne all’ altezza di mezzo piede circa. Rarissime volte è svelta dalla propria dimora e gittata dalle tempeste marine sul lido di Miseno. 3. L, spinolosa. L’esterna superficie del suo stipite fino alla uscita de’ rami è coperta da spinuzze bianche assottigliate nelle dae estremità s € forsi in tempo di vi- (15 ) ta capaci di movimento e quindi di piccola erezione come quelle della P. rubra. Il resto dello stesso ed i rami brevissimi, non che rotondati, ne manca- no affatto. Ogni rametto ha cinque divisioni , aven- te cadauna un polipetto, che ritirato nel proprio sac- co resta maggiormente protetto da un orlo spinoso , se- parato in otto fascetti di spine ji quali tostochè siensi spiegati i tentacoli alternano con i medesimi. Il colore di simigliante Lobolaria è rosso scuro ne’ ramicelli , e gialliccio nello stipite. Cresce come l’altra assai profon- damente su gli scogli, e non si alza più di un terzo di palmo napolitano. G. II. Anatomia. Tutta la superficie cutanea della L. palmata e spi- nulosa osservasi scabra al tatto, meno però verso le ramificazioni, che appariscono alquanto rugose a lungo. Lo stipite di questa ultima specie ravvisasi tutto tessu- to di spinuzze bianche alla due estremità assottigliate : quale particolarità esiste eziandio nella circonferenza dei calicetti polipiferi protetti da un orlo spinoso e ramifi= cato in otto fascetti di spinuccie; giacchè quelli della £. palmata offrono otto denti. I polipi per nulla differisco- no da que’ delle Pennatole, vale a dire presentano lo stesso numero di tentacoli pennati , i quali circondano la bocca, che termina nello stomaco. Vari gruppi rotondi di uova giallastre ho rinvenuto nelle pertinenze de’ calicetti, in cui son racchiusi i polipi; ma siccome lo spirito (16) di vino le aveva già trasformate , così meriteranno ulte- riore e più attento esame. Per la circolazione sanguigna e pel respiramento mi rimetto al capitolo scesi È nota abbastanza la somma ampliazione , di che son capaci gli stipiti di tali esseri quando stanno in mare, alla quale, tostochè ne siano cacciati, segue massimo corrugamento. Ciò è dovuto all’ acqua marina che pe- netra nell’interne vie de’ medesimi. Di fatto il mercurio introdottovi, qualora si diriga verso le loro diramazioni, esce per la base de’ polipetti ; nel mentre che spinto in giù ha l' uscita pel perimetro ampliato dello stipite, donde sgorga a guisa di pioggia raggiante. Sezionati a tal uopo sì quest ultimo, che le ramificazioni, appari- scono in amendue una quantità di aie circolari situate a lungo, essendo maggiori nel centro e nelle superiori estremità, mediante de’ traversali canaletti comunicanti- no con altre minori, le quali rendonsi poi più rare nelle adjacenze dello stipite. Sì lunghe lacune -son vestite da une tunica mocciosa, la quale osservasi più delicata verso l’ estreme ramificazioni , ed offre d’ al- tronde nella base di detto Alcionio una perfetta incro- stazione calcarea, che maggiormente appalesasi tra il tessuto carnoso. Questa particolarità unita a quella del- la forma de’ polipi lo avvicina, contro |’ avviso di Pal- las e Bruguiere, alle Pennatole ; nelle quali le moleco- le calcari formano l’asse centrale, e quì si limitano ad incrostare le interiori pareti delle lacune acquose. È, se quelle esternamente offrono delle spinuzze, la Z. spi- nulosa n° è benanche provveduta, (7) 6. II. Lobularia. Corpus commune, carnosum , supra basim eleva- tum, raro caule brevi suffultum, simplex aut varie lo- batum; superficies polypis sparsis obsita. Polypi penitus retractiles, cylindrici, extus octo-striati ; fezzzacula octo pectinata. L. palmata. — ZL. mano di ladro o dita di An- gelo. —.! Coriacea , stipitata , superne ramoso-palmata ; ramulis sub- compressis ; cellulis prominulis papilliformibus. Alcyonium palmatum. PaLras Z/ench. Zooph. p. 349 , n. 203. Manus marina. RowpeL. Aquat. — GesneR Pisc. p. 155. Fungus amanita marinus. BARREL. Zcon. 1293, 2.1 et 1294. Fucus manum referens. Tourner. Znst. dot. , p. 596. Manus latronis aut leprosi. Marsit. Zist. mar. , tab. XI, n-74:99; et tab XXXVIII; XXXIX. Penna ramosa. Bonapsca Arnim, mar. p.114, tab. IX, fg. 6, 7 Pranca. Act. senens. 2, p. 222, tab. VIII , fig. 6-8. Periver PI. ital., tab. 1, fig. 2-3. Ginanni Adriat. p. 45 , tab. 150. A. exos. Linn. cur, Gmer. Syst. Nat. p. 3811, n, 2. Scnorrr. Pol. Florif. 1755, tab. II. SpaLLanzani Journ. de Phys. tom. XXVIII p. 188. Brucurere Enc. méth., vol. VII , p. 21. Bosc Mist. des vers. tom. III, pi0130: BerroLoni Dec. II, p-gpini 1. 3 (18) Esper Suppl. 2, tab. II. Lamarcx Zlist. des Anim. sans vert. vol. II, p. 4r4, n. 2. Lamouroux Polyp. Corallig. p. 336, n. 463. Risso Product. de Nice tom. V, D1969, Latitat cum sequente profundo in pelago scopu- lisque affixum. 2, spinulosa. — L. spinosa. Stipite tereti inferne simplici, spinulis obtecto ; superius ramulis digitato-quinatis; polypis spinisque circumdatis. Norrs. Capitoto II. — Corallo. (. I. Descrizione. Uno dei più belli e preziosi ornamenti del regno . di Nettuno, il quale dai greci fu chiamato Xorallion o sia abbellimento del mare, è la produzione di cui fassi ora brevissima istoria. Finchè le lettere furono e- sclusivamente coltivate da’ monaci, poco interesse si pose nelle scienze naturali ; e per conseguenza del Corallo nulla si conobbe di rilevante. Talchè sappiamo che nei tempi antichi oltre Teofrasto , ne parlò Plinio ed Ovi- dio, che ne trasse paragone per esprimere la durezza acquistata da’ corpi col passare del tempo. Guysonius lo classificò tra le sostanze minerali, Boccone lo credet- te analogo alle Gorgonie , e Tournefort trasportato da sommo entusiasmo per le produzioni di Flora, al cui sguardo anche le pietre vegetavono , lo figurò tra i fio- ri con corolla ad otto petali cigliati. Errore che fu an- (19) che ripetuto dal Marsili finchè non fosse stato da Peys- sonnel considerato abitazione di piccoli viventi. In pro- seguimento Reaumur , Jussieu, Donati, Ellis, Linneo, Pallas e Solander cercarono di assegnargli un posto nel- la classe degli esseri animali; ma al solo Cavolini la scienza è debitrice delle più curiose ed esatte disami- ne, che abbiansene potuto finora intraprendere. Nè deb- basi tacere che Lamarck, Lamouroux , Bosc, Cuvier e Blainville abbiano eziandio e luminosamente percor- sa la carriera medesima. Il Corallo nasce attaccato non a raro sopra indivi- dui della sua stessa specie , agli scogli o pure ad altre produzioni marine , che talora perfettamente in- crosta. Alza il suo tronco ; privo di qualsiasi articola- zione, più o meno dritto, e man mano ramificasi , non oltrepassando la lunghezza di un piede. I rami nella cima sempre rotondati ora sono eretti ed altre fiate ricurvan- si giù, diramansi in svariato modo, e spesso co’ com- pagni s’innestano. E siccome l’influenza del raggio so- lare, essendo più perpendicolare , penetra fino alla sua dimoras, omministrandogli maggiore calore pel suo celere sviluppo ; così per acquistare una determinata grandezza ha bisogna di 8 anni alla profondità di 30 braccia , e di 40 anni a quella di 150. La sua propagazione nel cratere nostro fassi ne” mesi più calorosi in distanza di sei miglia dal lido, e propriamente nelle pertinenze di Vico Equense. Si è osservato che esso varia a seconda de’ siti , crescen- do inoltre più sollecitamente nella parte occidentale, che nella orientale presso il promontorio di Sorrento. I ma- » (20) rinai della Torre del Greco poco lontana dall’ antico Ercolano per strapparlo dal mare si servono di un paio di travicelli lunghi palmi tre, incrociati , aven- do in punta due grossi stracci di rete e nel centro un sasso, onde su gli scogli, o per l’ arenoso e limaccioso fondo trascinandosi , raccoglier ne potessero i pezzi già rotti. $. II. Anatomia , analisi chimica ed uso. » Il Corallo, dice Imperato ( Storia Nat. lib.XXVII, cap.2 ), sta naturalmente sopravestito di una sottilissima tunica crostosa, che lo copre mentre egli è rozzo sotto l'apparenza di vivace colore rosso, che poi se gli leva dal pulimento ». Quindi tolta la suddetta tunica esterna appa- risce il sottoposto tessuto fibro-parenchimatoso , il quale ha tante lagune per quanti sono i tubercoli polpiferi , che sono perfetta continuazione ed allungamento di esso. Offre le fibre longitudinali variamente intrecciate , ne cui spazi od aie raccogliesi una sostanza separabile colla soluzione nitrosa , che col tempo lo converte in gelati- na. Oltre gli esposti invogli evvene il terzo detto peri- scheletro, che più dappresso ricopre il fusto ed i rami del Corallo, ad opra di cui le molecole calcari alla parte ossea somministransi pei suoi annuali e concentrici accrescimenti, Qualora siensi spiegati gli otto raggianti e pennati tentacoli di color bianco-roseo punteggiato agevolmen- te vedesi nel.centro la bocca, situata nell’ apice della proboscide capace di allungarsi e restringersi, donde (21) verso giù continuasi l’ esofago terminante nello stomaco. Fattasi una traversale sezione alle ramificazioni del tron- co del Corallo sarà agevole osservare che ogni solco scolpito nella sua faccia esterna sia all’ intutto riempiu- to da un canale pregno di granelli giallicci , i quali a me sembrano le uova , avendo presso ciascun polipo l’ uscita. Per questa medesima strada e pe’ pori cu- tanei entra l’acqua marina , la quale circola per l’in- terno de’solchi o canaletti scolpiti nella superficie del suo scheletro. Lo spirito di vino mi aveva alterato i vasi linfatici, che dalla base di ogni polipo davano il nutrimento e vita al resto degli strati cutanei, quando doveva descriverli. Vogel ha fatto l’analisi chimica di questo zoofito, in cui ha rinvenuto: acido carbonico 27,50; calce 50, 50; magnesia 3,00; ossido rosso di ferro 1,00; acqua 6,00 ; residui animali 0,50 ; solfato di calce 0,50; e qualche traccia d’ idroclorato di soda. Egli inoltra opina che il principio colorante del Corallo sia dovuto all’ossido di ferro , anzichè ad una sostanza organica, come altresì da questo stesso debbansene ripetere le facoltà medicamentose. La terapeutica si è ormai dismessa delle varie sue preparazioni, ed al più oggi trovasi anche a raro pre- scritto come dentrificio o pure in qualità di assorben- te. E se Orfeo col suono della sua cetra ne ha esage- rato le lodi; se Teofrasto e Plinio ne parlarono come oggetto di lusso, e di sommo prezzo ; se i Romani , es- sendo a’ nostri dì tuttavia in voga, lo credettero amu- (22) leto (1) sufficiente a guarire i mali de’ fanciulli ed a preservargli dal fascino (2); quali pregi non ha esso ac- quistato con la moda ed il capriccio delle donne ? Gli stessi barbari, vale a dire i Musulmani e gli Algerini lo tengono in pregio, credendo con cattivi auspici fare scendere al sepolcro il corpo de’ loro più cari amici sen- za una corona di coralli. Quale abbellimento non fornisce al collo delle Circassie, e soprattutto dell’ adusta Africana ? Nè il lusso europeo di forma sempre cangiante trascura di far tesoro di sì galante prodotto, costruendone dia- demi, pettinesse , collane e braccialetti dagli artefici con più o meno galanteria lavorati: arte che nel suol par- tenopeo ha toccato quasichè la metà , costitunedo una delle più perfette manifatture, di cui lodasi la industria napolitana. G. III. Corallit descriptio. Polyparium fixam , dendroideum , inarticulatum, rigidam. Axis caulescens, ramosus., lapideus, solidus, ad superficiem striatus. Crusta corticalis in vivo mol- lis, carnosa , polypifera ; in sicco indarata porosa ; cellulae sparsae ; terntacula Sciliata. C. rubrum. — Corallo. (£) Collo suspensum pellit de ventre dolorem. (2) Fulmina, typhonas tempestatesque repellit, Umbras daemonicas, ac Thessala monstra repellit. CLoquer , Faun. des med. tom. IV, p. 222. (23 ) Ramoso-dichotoma , carne miniacea lubrica , vasculosa ; ocu- lis 8valvibus conicis subhiantibus sparsis, polipos albidos $ten- taculatos bifariam cirratos exserentibus , osse lapideo ruberrimo exlus striato et foveolato. . Lamouroux Polyp. Corallig. p. 456; et Dict. class. des sc. nat. tom. VII, p. 440. Isis nobilis. Linn. Syst. Nat. p. 1288, n. 6. Gorgonia pretiosa. Soanp, et ELLIS Corall. p.90, tab.XIII, fig. 3-4. G. nobilis. Gwen Syst. Nat. p. 3805, n. 33. Parras Elench. zooph. p. 223, n. 142. Bonanni Mus. Kirch. p. 265, t. 284, n. 1. Tourner. Znst. p. 572, t. 339. Marsiti Mist. mar. p. 108, tab, 22-29. Donati Adriat. p. 43 , t. 5. Kwnorr Delic. t. A, n. 1-2; t. AI, n. 4. Sesa Mus.IMI, t. 115, f. 1-7. Ginanni Op. post. p. 7. BrackweL ZMHerb. ed. germ. 4, t. 341, a db. Cavorini Polip. mar. Mem. 1, tab. II. ELtis Corall. p. 103 , tab. 35, f. ABC. Bosc Mist. des vers. tom. III , p. 23, t. 26, f. 5-6. Lamarck Zlist. des anim. sans vert. tom. II, p. 297. Risso Prod. de Nice tom. V, p. 332. Piscatur in Vici Aquensis mari aestivo praesertim tempore. (24 ) Capiroro IV. — Gorgonia verrucosa. . f. I. Descrizione. Gli antichi furono troppo discordi sul nome da assegnarsi a questo zoofito , e lo stesso Imperato nep- pur ne conobbe la vera natura, essendo stato da Boerhaa- ve chiamato Titano-ceratofito. Boccone e Lobelio lo riunirono alle Coralline, ed il Plinio del Nord ne fon- dò il genere Gorgonia. Era dovuto al nostro Cavolini di esaminar la forma e la interna struttura de’ suoi po- lipi, i quali sono perfettamente analoghi a que’ del Co- rallo. Conviensi ormai esser esso rappresentato da un polipaio fisso ed a forma di albero ramificato, fornito di asse centrale incrostato da polpa egualmente viva, in cui albergano gli animaletti. Da uno stipite perpendicolare alla terra , abbastanza crasso è quasichè flessuoso , rotondato , nericcio, ed appena striato, hanno origine spesse volte da un solo lato le primarie ramificazioni: le quali, serbando iden- tica costanza nel divedersi per lo più in due, ed assotti- gliate negli estremi, compongono un grazioso cespuglio emolante presso a poco un ventaglio,e perciò è da’ nostri marinai appellato palma marina. Nella grotta del Lazza- retto di Nisita, in cui non mai o pure fievol raggio so- lare penetra , vive in gran copia questa Gorgonia, fa- cendo pompa del più elegante colore di minio , che ne tinge la corteccia piena di polipetti di un rosso pià (25 ) sbiadato. Bastano soltanto poche ore tenuta fuori ac- qua per renderla bianco-gialliccia , e carica di verru- che, in cui sonosi rannicchiati gli animaletti abbastanza sensibili ad una luce più vivace di quella a loro ordinaria. Cresce ella su qualsiasi corpo che in mare e nel soprad- detto luogo possa ritrovarsi. Mi è riuscito di grazioso spettacolo la contemplazione di una cavernosa pietra to- facea , cui aderiva sì una Spugna già morta e macerata, che un individuo ben grande di Gorgonia. Aveva que- sta talmente espasa la polpa corticale della base del suo asse , che non solo era giunta a ricoprire maggior par- te delle piccole caverne della anzidetta pietra, ma era- si eziandio diffusa ed internata in quasi tutte le aje o forami della succennata Spugna, essendo poi al modo istesso dei rami e del suo stipite ricca di polipetti. G. II. Anatomia. Mi diffondo poco nella descrizione degli otto tentacoli con denti laterali, i cuali alternativamente s' internano co’ compagni, e così in parallela situazione si chiudono e dentro il bulbetti ritirano. Il sacco mem- branoso che in giù vi si prolunga, e dentro cui gia- ce l’esofago e lo stomaco , è in perfetta continuazio- ne delle pareti del bulbo , che sta allogato nella polpa carnosa. Questa risulta da un tessuto spugnoso , facile ad essere inzuppato di acqua, emolante la cute , co- perto da una membranuccia esteriore e da un’ altra interna, che si adatta all’ asse centrale, facendovi l’ of- ficio di perischeletro. Oltre l’esposto vedesi nell’ inte- 4 (26) riore faccia cutanea una serie di vasi pieni di umore bianchiccio finiti ne’ tentacoli, visibili anche ad occhio nudo nelle vene della cute, ed alternante con analo- ga filiera di canali ripieni di uova anche presso i me- desimi terminati, dove hanno l’uscita , e che li re- puto simili agli organi genitali delle Attinie e delle Ma- drepore. Cavolini aveva già osservato non solo che le Gorgonie fecondino di primavera, ma ancora la varia- bile figura , che son capaci di presentare i suoi sacchetti oviferi, vedendosi ovali, ovati, rotondi e bislunghi; i quali risultano da una membrana contrattile abbastan- za , e da acinetti seminiferi. Egli con socratica pazienza ne indagò la rigenera- zione della polpa esterna, la facilità ad innestarsi, la continuazione dei propri oflici privata di asse centrale, el modo di sviluppo che la natura impiega per la ge- nesi di quest’ ultimo , che lo paragono all’ osso di ba- lena , risultante da varie e sucessive zone ossee, aventi nel centro un asse biancastro, che forse sarà la sua stessa polpa per cause esteriori incrostata da sfoglie os- sce, e quindi chiusavi dentro ; siccome avviene pe’ corpi estranei rinvenuti nel centro del tronco de’ vegetabili dicotiledoni. Quali articoli , perchè sono di ovvia co- noscenza , mi dispensano di farne ulteriore menzione ; se non che credo a vieppiù convalidare qualcheduno tra questi indugio alquanto nel presente argomento. Ilo spesse volte osservato che, quando la succennata polpa si estende su’ corpi marini, non solo presenta le so- lite venature, ma pure i bottoni polipiferi e quindi gli ovidotti alternanti e paralleli a’ vasi nutrienti. E siccome (27) da questi reputo separarsi gli elementi calcarei dello sti- pite , cui mercè il perischeletro vi s’ incrostano ; così era regolare che in tali cutanei prolungamenti avesse dovuto quello eseguirsi, e perciò accadervene il deposito. I miei raziocini furono sempre coronati dal fatto , dappoichè tra i corpi incrostanti e la cute rinvenni una laminetta ossea di eguale lunghezza e forma, ma di più fosco colore. Che anzi da una Gorgonia fornita di simile par- ticolarità colla punta di una lancetta sollevai la prefata polpa, onde raderne la lamina ossosa; indi vi applicai la cute un pò raggrinzita, ma con i polipetti, e tuffai nell’ acqua il sassolino, cui quella aderiva, essendo le- gato ad una corda, che inchiodai alle pareti della grotta del suindicato Lazzaretto. Dopo un mese visitai di bel nuovo il sassolino colla Gorgonia , ed alzatane la cute, ravvisai esservi già avvenuto il deposito delle molecole calcari sotto l’ aspetto di esile sfoglia ossea. S. II_L Gorgoniae descriptio. Polyparium fixum, dendroideum, axe centrali cru- staque corticiformi compositum. Axis, basi explanata fixaque, caulescens, ramosus , substriatus, solidus, cor- neus, flexilis. Crusta corticalis axem ramosque vestiens, in vivo mollis, carnosa, polypifera; in sicco spongiosa , porosa , friabilis : oscula cellularum ad superficiem in- sculpta , vel prominula. Tentacula 8 ad poliporum osculum. È G. verrucosa. — G. verrucosa 0 Palma marina. PI * (28 ) Laxe-ramosa , flabellata; ramis teretibus , flexuosis , proli- feris, verrucosis; carne rubra. Lithophyton marinum. Geswer Zap. fig. et p. 135, et 137. Corallina alba. Loser Mist. p. 650. Fuco vestito. Imperaro Stor. Nat. p. 653. Coralloides granulosa alba. J. Banurn. Z/ist. plant.171, fig. et pag. 809. Ceratophyton flabelliforme. Ras. Syn. pag. 32. Lirnorarrum album nodosum. Tourn. Zastit. 1, h. Sroane Jam. et Act. angl. vol. XLIV, n. 478 , tab. IL Titano-cerathophytum. Boernaav. Ind. hort.Lugdunob. p.7, 4-50 Linn. cur. GueLin Syst. Nat. p. 3803, n. 8. Parras Elench. Zooph. p. 196, n. 126. Soranper et ELris Corall. p. 89, n. 14. Marsini Zist. mar. p. gi-104 , tab. 16, 18, 21, Sesa Mus. tom. II, tab. CVI, n. 3. Kxonr Delic. I, tab. A, V.,f.r. Ginanni Adriat. tom. I, p. 14, tab. VII, f. 20, 21. Cavorini Polip. mar. Mem. I et Il , tab. 1,4. Esrer Suppl. II, tab. VI, fig. mala. BerroLoni Dec. II, p. 93, n. 2. Lamourovx Zist. des Polyp. Corall., p. 411. Lamarck /list. des anim. quo vert. tom. II, p. 315, Ti 12: Risso Prod. de Nice tom. , pag. 327. Habitat in Mesidis locis vai a vegetabilis instar radicata , corium rubrum axim corneum RE va- ginis intra tentacula purpurascentia ac viva ova exeren- tibus; has porro Gorgonias evulsas liberasque acque vi- vere , mutilatas redintegrari , portiuneulis multiplicari, exossatas rigenerare, mixtas inseri, inversasque restitui, Cavolini docuerunt observationes. (29) MEMORIA II. Ricercne sette CeLLepore , MiLLePORE , CELLARIE E CoDoNITE Capritoro I. — Cellepore. (. I. Nozioni generali. Fabricio, Cavolini e Gmelin hanno i primi tratta- to delle Cellepore, determinandone i caratteri, che in seguito furono vieppiù ampliati da Lamarck e da La- mouroux. Blainville secondo la forma de’ polipi le ha divise in subfitoidée , agglomerate , ed incrostanti. Sif- fatte produzioni , che sono gli alberghi di minutissimi polipi, veggonsi in forma quasi membranosa , pietrosa o crostacea , fragilissime , e risultanti da una o più la- mine di cellette. Hanno esse grande approssimazione con le Flustre e le Millepore 3 e sono di tale picciolezza che sfuggono all’ occhio dell’ osservatore, avendo spesso l’apparenza di macchie o di depositi calcari di figura presso a poco circolare, ed essendo a guisa di squame attaccate ad ogni sorta di produzione marina e soprat- tutto vegetabile. La scienza non possiede altra positiva notizia sul conto de’ loro abitatori, che quella pubblicata da Ca- volini su la C. spongites e hyalina, e da Spallanzani per la Flustra italica. La piccolezza di detti animali, la difli- coltà di vederli usciti fuori le proprie abitazioni, e la poca trasparenza di queste, qualora vogliasene contemplare ( 30 ) un pezzetto al microscopio; sono state di massimo osta- colo a farne sinora acquistare una conoscenza esatta. In fatti bisogna confessare che tutte le volte che io abbia voluto esaminarla le mie indagini sono quasi sempre ri- maste infruttuose. La C. Macry intanto comechè suf- ficientemente traslucida permette di osservarne 1’ abi- tatore, il quale non differisce da quello descritto dal Cavolini. L’ apertura di ciascuna Celletta presenta una specie di opercolo corneo=, che perfettamente la chiude. E qua- lora sia essa a metà aperta vi si veggono ne’lati due punti neri posti in mezzo di altrettanti semicerchi bian- chi, essendo uno l’orificio della bocca e l’altro quello dell'ano, e che dal Cavolini furono conosciuti col- l’ espressione ad occhio di uccello. La bocca che puos- si allungare a foggia di proboscide giace nel centro di un disco sfrangiato in dodici lunghi tentacoli, i quali sono difficilissimi a ravvisarsi e dotati di massima contrat- vilità. L’ esofago, come tutto il rimanente del corpo , è racchinso in un sacco membranoso, il quale osservato al microscopio vedesi oscillare ed istantaneamente am - pliare e restringere. Continua il corso verso il fondo della celletta per formare lo stomaco, donde superiormen- te è prolungato l'intestino fino all’ ano, e che deve di necessità nell’ opposto lato giugnere a livello della boc- ca in unione della quale rappresenta i due occhi di uc- cello poc'anzi nominati. Ciò posto vedesi bene che l’opercolo nell’ anteriore e posterior sua parte deve es- (31) sere mobile, affinchè l’ animale a suo bell’ agio possa aprirlo per metà a dritta e sinistra, o sia a seconda che vuole introdurre gli alimenti od evacuare le feccie. Nelle adiacenze dello stomaco sicuramente alberga l’ovaia, che sotto la forma di liquido giallo si appa- lesa ; ed a tal riguardo mi uniformo perfettamente al seguente avviso di Cavolini, vale a dire : » poichè este- riormente alle Millepore non ho mai veduto alcun sac- chetto , che potesse essere l’ ovario , debbo pensare che esso sia nel fondo del corpo degli organi, siccome ab- biam veduto della Gorgonia e della Madrepora. » L’ espo- sta idea è benanche sostenuta dall’ osservare la genesi de’ nicchi, ì quali se appartengono a Cellepore di una lamina dimostrano con chiarezza che , essendosi ingros- sate le uova, gli animali di ogni cella han dovuto nei primordiali periodi vitali somministrare i sughi nutritizii a’ rispettivi embrioni, che ingranditi hanno distrutti i genitori e le loro casuccie, onde far crescere le proprie. E nelle Cellepore a più sfogli è di curiosa contem- plazione la serie sopraccrescente delle lamine di cellette, che a mio avviso possonsi rassomigliare agli annuali ac- crescimenti a strati de’ vegetabili a due cotiledoni. Dippiù se le ovaie avessero un esteriore ovidotto , le uova sa- rebbero facilmente portate via dall’ acqua marina, e rare volte si vedrebbe lo sviluppo di una nuova su la vec- chia Cellepora : ciocchè non ho mai osservato in con- trario avvenire. » Si spande , dice Cavolini, la C. spongites come per tanti rami, e frattanto il pedale o sia la base suole morire. Alle volte novelle Cellepore alla (32) prima soprannascono e sulla distruzione di quella ve- getano. . . + L’ animale ( soggiunge egli saviamente per la C. hyalina fiancheggiato dall’ opinione di Loefflingio e Pallas sul conto della Flustra pilosa ), siccome in sopra sì avanza e ne’ rami si dilata, così muore in basso e lo scheletro sensa succo rimane. » $. II. Descrizioni speciali. 1. C. muricata. Cellette gialliccie , depresse , alter- ne , scabre al tatto , coperte di spinuzze e con aper- tura semilunare. Abbonda su’ fuchi. 2. C. Melobesia. Cellette emisferiche più o meno elevate da una comune crosta calcarea, bucate nel cen- tro, donde esce un polipo a lunghi tentacoli. Questa specie fu già conosciuta e delineata da Ferrante Impe- rato col nome di Mosco pietroso ( Stor. nat. p. 734, fis. 2), perchè a guisa di fungo incrosta la Zonaria squamarta. Non è raro di vederla a guisa di macchia rosso-sbiadata coprire varie produzioni marine, avendo identica forma di cellette. Lamouroux ne fece il ge- nere Melobesia, cuiriportò la I. pustulosa, e farinacea le quali sono per me la stessa specie. Anzi nell’ o- pera su l’ Egitto ( tav. VI, f. a ), si è dessa con- traddistinta col titolo di Melobesia verrucosa, essendo- vi però sbaglio nella citazione colla Codonytes Ed- wardsiz. 3.C. orciolata. Gellette ovate rigonfiate a conforma- . è 7 » 5 È zione di orcinolo , punteggiate , disposte quasi a pen- (33) tagono , con apertura lineare allungata e fornita di lab- bro. Non è tanto facile a trovarsi. 4 C. spongite. Cellette rettilinee depresse, scabrose, con apertura terminale rotonda, a più serie soprapposte di lamine rosso-fosche, emolantila spoglia di serpe, e spesso avendo delle protuberanze coniche forate. Incrosta tut- t'i corpi marini, le pietre, e precisamente la Zostera oceanica. I nostri marinai la chiamano crosco. E mol- to afline alla C. pumicosa. 5 C. trasparente. Cellette ovali ognuna embriciata su l’altra, con aperture rotondate. Se ne osserva una varietà con piccoli tubercoli ; ed un’altra tutta bianca. Nasce attaccata alle radici dell’ Alga vetraria, e sulle pietre. 6 C. perlacca. Differisce dalla precedente , colla quale ha di comune sì l’animale che il luogo natale, per la disposizione delle cellette, che sono smaltate da tu- bercoli bianchi, e per l apertura. Questa specie ha Ja varietà coll’ apertura terminale allargata ed interna- mente dentata , o pure con orlo calloso ed un poco prolungato giù, 7 C. di Rossel. Cellette ovali, trasparenti a penta- gono , con apertura rotonda terminale , e cadauna di esse circondata da una serie di forametti. Nasce su le frondi di Lattuga marina. 8 C. di Macrì. Cellette alterne giallastre , tuber- colate poste a pentagono e con apertura semilunare chiusa da opercolo corneo , che sembra avere il punto fisso a dritta e sinistra. Cresce su le pietre di Nisita. 5 (34) g C. embriciata. Cellette simmetricamente situa- te a pentagono compresse , con apertura ovale e risultanti da piccole squamette ossee disposte ad embrice. Cresce attaccata ai profondi scogli di Cuma. 10 C. Zabbrata. Cellette ovali alterne, con apertu- ra quasi terminale e col labbro superiore a volta, più prolungato dell’ inferiore. Trovasi aderente alle Ostriche, e se ne rinviene una varietà fornita di cresta conica e cartilaginosa. 11 C. di Larrey (1). Cellette gialliccie trasparenti disposte in linea retta ed embriciate , quasi coniche con pieghe laterali, ed apertura labbrata inversa. Abi- ta su l'Vlva linza. 12 C. mascherata. Cellette schiacciate , calcari , di- sposte in forma pentagona con il labbro superiore solcato, il palato depresso e con una filiera di fossette nel pe- rimetro. Trovasi su | Ulva crispa. 13 C. Ronchi. Cellette embriciate , distinte , messe in linea retta , ristrette ne’ due estremi , ricurve iu ci- (1) Siccome Savigny a molte Cellepore ha im- posto î nomi de’ suoi illustri colleghi nella spedizione di Egitto, quali furono Larrey, Dubois, Delisle , Desgenette ec. , così alcune di quelle, che io ho cre- duto nuove, sono state da me dedicate ai nostri chiarissimi professori Cav. Ronchi, Macrì e Foli- nea. Possan essi gradire il tenue omaggio di un cuo- re rispettoso e riconoscente ! (35) ma, e con apertura circolare nel mezzo. Incrosta a più strati vari testacel. 14 C. rostrata. Cellette compresse pietrose scabre, poco distinte e con apertura a quattro denti triangolari , de’ quali il superiore è sommamente prolungato in giù, Intonica i corpi marini solidi. 15 C. tubercolata. Cellette ovate a pentagono con apertura marginale avente sopra un tubercolo acumi- nato a quattro faccie. Varia con forame rotoudo , e cresce sul Zuco linifolio. 16 C. cigliata. Cellette gialliccie ovali situate in forma pentagona con 4-7 rigidi peli posti nell’ orlo dell’ apertura circolare, corredata di opercolo con gam- bo. È comune su le pietre del nostro littorale. 17 C. di Folinea. Cellette pietrose a foggia di orciuolo con apertura terminale ellittica cinta da sei ri- gidi peli ed un dente, disposte a pentagoni, e ne’ lati fornite di un prolungamento acuto ed a canaletto. Rin- viensi su gli scogli di Vico Equense. 18 C. coronata. Cellette ovate rigonfiate, embri- ciate, fornite a’lati di due tubercoli con spine articolate ed apertura piccola cinta da peli. Abita con la precedente. 19 C. ovotdea. Cellette in gruppi circolari, a gui- sa di uovo, con apertura rotonda, e di consistenza pie- trosa. Cresce su vari fuchi. 20 GC. Magnevillana. Cellette ovate a gruppi circola- ri con apertura terminale, ed esternamente tutte bucate. Trovasi sul Ceramium verticillatum, ed ame pare che per la condizione de’ fori nella sua esterna superficie * (36 ) dimostra il loro ravvicinamento alle Millepore e Cel- larie. Ed è pur degno di osservazione che mentre dal suo interno esce la proboscide conica allungata dell’ ani- male, da’ pori delle superficie gialliccia esteriore sorgo- no altri animalucci. CeLLerora. Polyparium sublapideum, intus poro- sum, in crustam expansum, aut surrectum et fronde- scens ; frondibus complanatis , lobatis vel ramosis , sub- convolutis ; externa superficie ex cellulis uno strato coa- litis contexta. Cellulae urceolatae , ventricosae , sub- membranaceae , exserentes , confusae : ore constricto. * Apertura orbiculari. 1. C. melobesia. — C. medobesia. Incrustans, cellulis crassis, compactis, conicis apice pertusis, glabris. Noprs. Melobesia membranacea , pustulata , farinosa et verrucata. Lamourovx Polyp. Corallig. pag. 315, tab. XII, fig. 2,3. Codonytes Edwardsii. Savieny Polyp. d’Egypt. tomX.XXHUI, tab. VI » fig. 2. Risso Prod. de Nice tom. V, p. 341. 2. C. hyalina. — C. trasparente. Reptans, cellulis ovato-oblongis diaphanis, ore operculato. O. Fasr. Fn. Groenl. p. 345, n. 442. CavoLini Polyp. mar. Mem. II, pag. 242, tab. IX, f. 8,9 Linn. cur. GweLin Syst. Nat. p. 3792, n. 6. Bosc Mist. des vers, tom. Ill, p. 122. “sper Zooph. tom. I, tab. I. Lamarcxk Zlist. des anim. sans vert. tom. II, p. 173, n. 8. Bonr Dict. class. d’ hist. nat. tom. II, p. 308, n. 3. 3. C. spongitess — C. spongita , Crosco. Basi incrustans , explanationibus e crusta surgentibus tubu- (57) loso-turbinatis , ramosis , varie coalescentibus; cellulis seriatis , osculo suborbiculari. O. Fasric. Fn. Gronel. p. 434 , n. 439. Millepora spongites. SoLanpeR et ELLis Corall, p. 132. Adarce. Mercato Metalloth. n. 112. Porus auguinus. Imperato Stor. nat. p. 632. GuartierI Ind. Testac. post tab. LXX. Lapis spongiae. Besr. Mus. tab. XXVII, Bonanni Mus. Kirch. tab. XI, fig. K. Eschara spongites. PaLras Z/ench. Zooph. p. 45. Cavorini Polip. mar. Mem. I, tab. IL, f. 16-18. Liny. cur. Gmer. Syst. nat. p. 3791, n. 2. Esper Zooph. vol. I, tab. II. De Mor. Eschar. tab. I, fig. 3. Lamouvroux Gen. polyp. p. 2, tab. XLI, fig. 3. LamarcK ZHist. des anim. sans vert. tom. Il, p..172, n. 7. Bory Dict. clas. d’ Hist. nat. tom. III , p. 308, n. 2. Risso Prod. de Nice tom. V , p. 337. 4. C. perlacea. — C. perlacea. Incrustans, cellulis subeylindraceis ore marginato , tubercu- to-perlaceis. Noris. a ) Apertura denticulato-cyathiformi. 5. C. Rosselii. — C. di Rossel. Cellulis rlamellatis byalinis , ovatis , transverse sulcato-ru- gosis , foris circumdatis. Flustra Rosselii. Saviony Polyp d’ Egypt. tom. XXXIII , p. 69, tab. X, fig. 11. 6. C. imbricata, — C. embriciata. Incrustans , lapidea , 1lamellata , cellulis romboideo-squamo- sis imbricatis, NoBis. 7. C. Coronata. — C. coronata. Cellulis ovatis ventricosis, lateribus tuberculo conico spinu- loso. Ods. Spinae ad oris aperturam tres haud sex, uti SAviGNY ( Polyp. ad’ Egypt. ) delineavit. (38 ) 8. C. Ronchi. — C. di Ronchi. Incrustans, 2lamellata; cellulis ovatis subcompressis , api- ce incurvatis, imbricatisve. Noris. g. C. tuberculata. — C. tudercolata. Cellulis ventricosis pone apicem tuberculo 4quetro. Noris. 10. C. ciliata. — C. cigliata. Crustacea , lapidescens , cellulis ore ciliato , 4-7 spinosis. O. Fasr. Fn. Groenl. p. 434, n. 441. Eschara crustacea. PaLras Elench. Zooph. p. 38, n. 6. Linn. cur. Gwer. Syst. Nat. p. 3792, n. 5. Bosc Zist. des vers tom. III, p. 122. Limouroux Polyp. corallig. pag. 93. Obs. Eius animal operculo orbiculari peltato pedunculatoque praeditum est. 11. C. ovoidea. — C. ovoiîdea. Incrustans , cellulis ovoideis subventricosis distinctis. Lamourovx Polyp. Corallig. pag. 89, tab. I, fig. 1 a B. Saviony Polyp. d' Egypt. tom. XXI, p. 65, sab. VII, Fig..1e 12. C. Magnevillana. — C. di Magneville. Cellulis distinctis aggregatis, ventricosis, parietibus compa- clis, externe seriatim pertusis. Lamovrovx Polyp. corall. pag. 89, tab. I, fig. 3 aB. c ) Cellulis externe oblique sulcatis. ** Apertura scmilunari. 13. C. Macry. — C. di Macrì. Inerustans, 1lamellata , cellulis subcompressis tuberculatis, operculo corneo communitis. Nopis. 14. GC. muricata. C. moricata. Cellularum superficie continuata echinato-spinulosa, Noris. ( 39 ) *** Apertura ringente. 15. C. labiata. — C. Zabbrata. Cellulis ovoideis imbricatis. Lamouroux Polyp. corallig. p. 89, tab. I, fig. 2 a BCD. 16. C. Larrey. — C. di Larrey. Cellulis resupinatis byalinis basi conica plicata. Saweny Polyp. d’ Egypt. tom. XXIII, p. 66, tab. VIII, fig. 5. 17. C. personata. — C, mascherata. Cellulis palato depresso , perimetro pertuso. Nosts. *4** Apertura dentata. 18, C. rostrata. — C. a rostro. Cellulis continuis complanatis, ore dentibus quatuor quorum superior longe rostratus. NoBis. 19. C. Folineae. — C. di Folinea. Cellulis urceolatis depressis, lateribus crista canaliculato-acuta praeditis, ore elliptico monodentato-spinuloso. Norts. ***** Apertura lineari. 20. C. urceolata. — C. orcivolata. Cellulis ovato-ventricosis punctatis distinctis. NoBIs. Celleporae descriptae in neapolitano laetissimo cre- scunt litore: et fucis, lapidibus, lignique frustulis ad- haerent. ( 40 ) Capiroro II. — Millepora. Questo polipaio, non è affatto distinto dalla for- ma della sua massa, ma dalla natura delle cellette, osservandosi a foggia di lamine incrostanti, fogliacee ed arborescenti, o pure sotto |’ aspetto di ramificazioni fitoidée. Linneo vi aveva riunito molte specie dai moder- ni giustamente separate yw restando tra le Millepore i polipai pietrosi con pori perpendicolari al loro as- se centrale, e ravvisabili specialmente verso i rami superiori. Da ogni foro quasi sempre orbicolare, ed appena prominente , internamente continuasi un cana- le, che finisce in particolare celletta scolpita nel centro del litofito, in cui n’esiste un numero affatto corrispondente a’ pori. L’ animale delle Millepore e so- prattutto della seguente fu rozzamente conosciuto da Donati , ed indi con accuratezza delineato dal Cavo- lini, che lo dimostrò analogo e quello delle Cellepo- re. E siccome i polipetti, che animano questo schele= tro , pria fecondano e poi terminano di vivere ; così verso la radice morendo se ne chiudono i pori da ma- terie estranee ed anche calcari, restandogli lo sviluppo in su per l’ ingrandimento delle uova. 1. M. troncata. Da un tronco comune e sempli- ce nascono de’ rami sempre divisi in due, ed indi man mano in altre biforcazioni si separano, costituendo un grazioso e rosso cespuglio, verso le esterne ramificazioni intorno in- torno pertugiato, cilindrico, e con pori a serie longitudi- (41) nali e disposti in modo che sei pori ne circondano un set- timo centrale. È da notarsi che nella sommità de’ rami esistono le cellette a pareti distinte e trasparenti, dove albergano i polipi, e messe intorno un asse mediano al numero di 8-10. Guardato un pezzo di questa Millepora sottacqua è curiosa l’ uscita de’ tentacoli de’ suoi ospiti, che tutti av- vicinati e paralleli spuntano da ogni foro, fuori di cui si espandono a foggia d’ imbuto, avendo nel centro l’ ori- fizio della bocca con l’ esofago continuato in giù verso la base del corpo , che sta attaccato al fondo di ca- dauna casuccia , la quale, ritirandovisi il polipo, ri- mane del tutto chiusa da coperchietto (1), sostenuto da pedicello attaccato al suo corpo, che sta elevato quando il tubo de’ tentacoli esce, essendo quello necessario perchè le piccole Nereidi non se ne pascolassero. Il colorito di questi viventi è porporino, tranne i tentacoli che sono rosso-sbiadati, ma sempre meno di quello della ra- dice dello scheletro osseo. Ingannerei i miei cortesi let- tori se asserissi loro di aver potuto conoscere più mi- nutamente la struttura di sì esili viventi, pe’quali mi rimetto a quello che dissi delle Cellepore in riguardo al- lo sviluppo delle loro uova, e quiadi sull’ accrescimen- to de’ rami dello scheletro. Pescasi assai profondamente — (1) Dal dottor Cascio-Cortese di Drapani ho ri- cevuto un pezzo di Millepora che in seguito descri- verò , la quale anche aveva i fori chiusi da un co- perchietto quasi corneo. 6 (42) tra gli scogli del luogo detto ola. 2. M. corno di cervo. È ramificata costantemen- te in due, compressa, scabra, rossa, in ogni punto prov- veduta di fori quasi circolari, ed avendo una lamina parallela sulla quale poggiano le secondarie divisioni delle cellette. Non l'ho veduta vivente. 3. M. miniacea. Cresce su le Alghe in piccole laminette rosse avvicinate ed emolanti i bottoni delle gemme delle piante appena sviluppate. Esaminatone un pezzetto con lente apparisce tutto coperto di minuti e rotondi forellini. 4. M. coriacea. Incrosta vari corpi marini come una lamina lapidea fornita di fori rotondi ed irregolarmente sparsi. È alquanto comune presso di noi. 5. M. ovata. Prende la conformazione di una mas- sa pietrosa di figura ovata e con cellette a fori semicir- colari. L’ ho rinvenuta alla Caiola. Mitterora. Polyparium lapideum , intus solidum, polymorphum, ramosum aut frondescens, porìs simpli- cibus non lamellosis terebratum. Pori cylindrici , ut plurimum minimi, interdum non perspicui, axi vel explanationibus polyparii perpendiculares. M. truncata. — M. troncata, Corallo falso. Ramosa, dichotoma ; ramis teretibus truncatis ; poris Sun- cialibus operculatis. Srroem. Act. Haun. tom, X, tab, IX, f. ro. Parras E/ench. Zooph. p. 249, n. 153. Soranper et Eris Corall. p. 141, n. 18, tab. XXIII, f fig. 1-8. (43 ) Donati Adriat. p. 55, tab. VIL Myriozoum. Act. Angl. 57, tab. XVII, fig. 1-8. Madrepora truneata. Grvanni Op. post. tom. I, p.8, tab. 1, fig. 3. Madrepora piscatorum., Marsiti Zlist. maris p. 145, tab. XXXII, n.154 Planta hirsuta forma Coralli, BesL. Mus. Zochn. tab. XXIII. Cavorini Polyp. mar. Mem. I et II, tab. II, f. 9, 11, 21; tab. IX, f. 7. Linn. cnr. Gmer. Syst. Nat. p. 3783, n. 5. Lamarck Zist. des Anim. sans vert. tom. II, p. 202, LOSS Risso Prod. de Nice tom. V , p. 347- BrLanviLLe Dict. des sc. nat. tom. XXXI, p. 82. 2. M. cervi cornis. — M. corno di cervo. Ramosissima subcompressa , ramis angustis, poris prominu- lis tubulosis. Porus cervinus. ImperaTo Stor. nat. p. 820. SoLanper et ELis Corall. p. 134, n. 8. Partas Elench. Zooph. p. 252, n. 155. Marsini ZHist. mar. p. 144 , tab. XXXII, f. 152. Bonanni Mus. Kirch. tab. CCLXXXVI, n. 13. Givanni Op. post. tom. Il, tab. V, fig. 14. Borras. Cornwal. tab. XXIV , fig. 7. Linn. cur. Gmer. Syst. Nat. p. 3784, n. 7. Lamarck list. des An. sans vert. tom. II, p. 204, n. 13. Risso Prod. de Nice tom. V, p. 349. 3. M. miniacea. — M. muiniata. Minima, sublobata , poris crebris minutis punctata. M. rubra. SoLanper et ELLis Corali. p. 137, n. 12. M. pumila. Parras E/ench. Zooph. p. 251, n. 154. bai (44 ) Madrepora ramosa. Broww Zlist. Jam. p. 391, n. 1. Linn. cur. Gwer. Syst. Nat. p. 3784, n. 6. Esper Zooph. vol. 1, tab. XVII. Lamarcx list. des Anim. sans vert. tom. II, p. 202, n. 8. 4. M. coriacea. — M. coriacea. Semiorbicularis , rarius porosa. Paris Elench. Zooph. p. 263, n. 162. Muscus lapidosus. Imperato Stor. nat. p. 840. SHaw Afr. app. p. 47, tab. et fig. 1. Bonanni Mus. Kirch. tab. CCLXXXIX , fig. 16. Linn. cur. Gmer. Syst. Nat. p. 3788, n. 25. Cavotrini Polipi mar. Mem. III , p. 258, tab. IX, f. 15. 5. M. ovata. — M. ovata. Stipite ovato , poris semilunaribus. NoBrs. Nostro mari Milleporarum species enumeratae fre- quenter occurrunt. Capitoro II. — Cellaria. Questa razza di zootiti, che abbisognava di accor- i osservatori, onde essere distinta da’ vegetabili, richia- mò tutta l’attenzione di Ellis per esaminarne il vero andamento. E lo stesso gran Linneo che ne fece in gran parte tesoro non separò le Cellarie, da Pallas e Bru- guiere chiamate Cellularie, dalle Sertolarie. In fatti dif- ferenza marcata esiste tra amendue, avendo quelle lo stipite delle prime articolazioni nella maggior parte composto di segmenti, nel mentre quello delle Sertolarie è tuboloso continuato , avendo gli abitatori di queste (45 ) sempre comunicazione con la sostanza animata racchiu- sa nel tubo de’ rami principali. Ma del presente genere ulteriori divisioni ha fatto Lamouroux , vale a dire in Cabarea e Crisia. Le Cellarie intanto hanno per distin- tivo carattere un polipaio fitoideo cartilagineo-pietroso, cilindrico, ramificato, e con casuccie sparse su tutta la s0- praffaccia di esse. Niuno scrittore parla della forma e strut- tura de’ loro ospiti, i quali sono stati da me veduti con massima pazienza nella specie seguente, avendo ras- somiglianza perfetta con quello delle Millepore. Un sac- co muscolare , in cui esiste l’ ovaia e lo stomaco con- tinuato in su coll’esofago, caccia la proboscide al- lungata , molto contrattile e cinta da una coronadi 12 sottili tentacoli. 1. C. cereo. Da una comune ed orizzontale cep- pala attaccata agli scogli nascono alcuni rami primarii dritti ed altri ricurvi, vedendosi questi e quelli cac- ciare in giù delicati fili tubolosi e sottili emolanti le radicelle de’ vegetabili. Le ramificazioni per lo più sorgono a verticillo o sia a tre da uno stesso punto, ed ognuna nell’ uscita si restringe in un corneo pedi- cello , terminando troncata da quattro cellette : la cui disposizione è quasi circolarmente alterna , essendo cadauna rigonfiata un poco, ben distinta dalle compa- gne, tutta punteggiata e con apertura circolare al- quanto sollevata ed appena ricurva. Riesce di facile osservazione la genesi dello sviluppo suo in lunghezza e la divisione de’ ramicelli. Muorendo nella corrispondente casuccia il proprio polipo per la deficienza de’ sughi nu- (46 ) tritizi, che s’ invertiscono per l’ accrescimento delle uova. La nuova celletta esce per l’ apertura della vecchia, do- ve è obbligata di restringersi, ed allora si amplia quan- do ne sia perfettamente uscita, Il colore di questa Cel- laria è giallo , e pescasi nell’ isolotto della Caiola. 2. Da marinai d’ Ischia ho ricevuto de’ pezzetti di una Cellaria che parmi avere molta somiglianza con la Sertularia frutescens ( Ellis Corall. tab. VI,) o con la Tubularia ramea di Pallas. Essa è rappresentata da uno stipite ramoso sul quale si veggono talune cellette prominenti e continuate co’suoi canali interni, e forni- to di ramicelli alterni distici, ritorti nel principio, i qua- li son fatti da tre o quattro tubi a fascetti paralleli. CeLLaria. Polyparium phytoideum surculis ra- mosis, tubulosis subarticulatis, corneis, nitidis, la- pidescentibus. CelluZae seriales, vel concatenatae , ad- natae, plus minusve incrustatae ad superficiem poly- paril. 1. C. ceroides — C. cereo. Ramosa articulata ; articulis subeylindricis , cellulis apice subprominulis. SoLanpen et Eris Coral. p. 25, tab. V, fig. CODUE Sertularia ceroides. Linn. cur. Gmerin Syst. Nat. p. 3862 , n. 75: et S. opuntioides, p. 3863, n. 77. 4 Brucviene Enc. méih. tom. VII, p. 435, n. 3. Lamarcx Z/ist. des anim. sans vert. tom. II, p. 155, n. 2. C. opuntioides. PaLLas E/ench. Zooph. p. 61, n. 20. Lamouroux Polyp. Corallig. p. 127, n. 237. b Bb (189) Salicorniaria ceroides. Cuvien Régn. anim. tom. IV, p. 75. Risso Prod. de Nice tom. V, p. 317, n. 29. Habitat in saxis Ewplaeae Cariroro IV. — Codonita. Il carattere di questo genere consiste in piccoli po- lipai non aderenti, orbicolari, appianati come una mo- neta, e per lo più da una sola faccia porosi. Quì parmi trovar posto le due specie che ne descrivo, la prima delle quali fu denominata da Cavolini M//epora car- dunculus. Questi ne descrisse 1’ animale simile alle Cel- lepore , cui per verità ha tutta I°analogia. Per quante fossero state le mie diligenze non ho potuto mai veder- lo uscito fuori i suoi nicchi. 1. C. cardoncello. Molti pezzi triangolari a guisa di raggi si elevano da una lamina orbicolare delicatis- sima, rimanendo quelli uno spazietto centrale con esi- li pertugi, avendone una serie longitudinale, che si con- tinua talora fino al perimetro del disco quasi sempre ripiegato e privo di cellette , che vi si veggono distrutte. Osservata la inferior faccia di questo, rilevasi nel centro , con cui attaccasi a’ fuchi, il nocciuolo di una spirale di- sposizione di cellette, ognuna delle quali contiene il proprio polipo contratto , che fa uscire î tentacoli per ciascuno forellino del piano inclinato de’ pezzi triangola- ri. Se ne trovano parecchie varietà, tra quali è da no- tarsi quella senza triangoli convessa e bucata, e Vl al- tra con lamine triangolari assai elevate , nei cui spazii (48 ) sistono i pori. Il suo colore è ceruleo sbiadato , oppu- re biancastro. È comune nel nostro cratere. Chi sa che la Fungia lenticularis e F. agaricoides di Risso ( Op. cit. tom. V, p. 358, fig. 52 e 53 ) non spettino a questa specie, di cui non si era tenuto conto da’ mo- derni naturalisti, che l’ hanno eretta in genere nuovo senza citare il suo primo descrittore. 2. C. imbutiforme. Una duplice serie concentrica di cellette imbutiformi si dispone sul disco, le quali offrono il breve cannello dell’ imbuto rivolto verso la parte centrale, e l’apertura riguardante il perimetro di quello ; talchè la seconda filiera di cellette concentrica è sotto- posta alla prima, ed amendue rappresentano una dispo- sizione raggiante. Il suo colorito è quasi violetto, e l ho trovata aderente ad un sasso gittato sul lido di JMare chiano, ma senza animali. Copoxyres. Polyparium orbiculare, lapideum, pla- no-convexum , superno in disco porosum. Por minimi vel cellulae radiatim dispositae. 1. C. cardunculus. — C. cardoncello. Disco spiralibus cellulis ; laminibus trigono-pyramidalibus , tubulis seriatim dispositis. Millepora cardunculus. Cavorisi Polipi mar. Mem. I, p. 71, tab. II, fig. 19; 20. Linn. cur. Gmer: Syst. Nat. p. 3790, n. 34. Melobesia radiata. Savieny Polyp. d’ Egypt. tom.XXIII, p. 59, tab. VI, fig. 3. Habitat ubique in z2ari nostro, Cardui florem quo- dammodo referens, (49 ) 2. C. infundibulam. — C. imbutiforme. Cellulis infundibuliformibus duplici serie ac concentrice in disco lamelliformi dispositis. Noms. Invenitur scopulis affixa. Spiegazione delle Tavole. Tavola XXXII. Fig. 1. Lobularia palmata , in cui si veggono i polipetti usciti fuori del loro ricettacolo aa, il quale è chiu- so in 2 8. 2 Uno di questi si è ingrandito di diametro per meglio conoscerne la conformazione delle lacinie pen- nate d , la bocca e, e’lsacco dove racchiudonsi i suoi organi d. Sezionati per traverso sì il pezzo superiore 8, che l’altro inferiore 9 dello stipite, appalesansi le lacune de’ canali acquosi, che sono più stretti in que- st'ultimo ossia verso la base s in cui sono incrostati di sostanza quasi calcarea e mercè aquedotti ee f ter- minano nel perimetro della sua base ampliata. Dippiù se ne è ingrandito un pezzetto col microscopio 10, per- chè si vegga la sostanza da cui è composto , le lacune e la lamina calcarea, che internamente le intonica. 3. L. spinulosa nella sua inferiore superficie co- perta da spinuzze bianche strettamente tessute , di cui una si è ingrandita 11, essendo poi quella superiormente provveduta de’ polipetti , cinque de’ quali finiscono in un gambo comune 88, siccome rilevasi dalla Fig. 4y giacchè le lacinie pennate s r de’ medesimi (b12,:9,0) 7 (50 ) sono guarentite da un orlo spinoso 44 terminato in ot- to fascetti di spine zi, e che in 7 si è delineato più grande. 12 Polyclinum septosum , 13 PP». saturnium e 14 Aplydium areolatum, appartenendo al secondoil ricetta- colo globoso-allungato fornito dell’ apertura 4, donde esco- no leuova, e per la quale entra l’ acqua marina, facendosi strada ne’ canali d è, tra quali esiste la bocca e l’ ano del- le piccole Ascidie. Di queste si è ingrandito un gruppo 16 spettante all’ A. areolatum, onde far conoscere il ricettacolo proprio a cadauna A , la cui ovaia «48 si continua fino al fondo , prolungandosene in su l’ ovi- dotto e aperto tra lo stomaco d e l’ intestino e. 18 Pyrosoma gigantea , che in & offre l apertura comune per l’ entrata dell’ acqua, la quale fassi strada 19 è pel canaletto 77 di cadauna papilla , avendo a’ la- ti l’orifizio della bocca / e quella dell’ ano 72, veden- dosi in giù lo stomaco n, col fegato 0, come meglio rilevasi in 20.21 eroe ovatus con le due apertu- re anteriore p e posteriore 9g, le serie di francie due la- terali 7s, e le superiori fw: una delle stesse si è in- grandita 22. 23 Spongia angulosa? e 25 S. seltulosa co’ respettivi pezzi accresciuti di diametro 24 e 26. Tavola XXXIII. Fig. 1. Corallium rubrum vestito dalla sua pol- pa carnosa, da cui escono i polipetti , i quali si os- servano chiusi ne’ propri ricettacoli è ( Sig. 2), ove appariscono pure i solchi scolpiti sulla esterna fac- (Si) cia a dello scheletro. 3 Rappresenta le varie forme dei sacchetti oviferi , uno de’ quali si è rotto per la uscita delle uova c. 4. Gorgonia werrucosa di mediocre grandezza ca- rica di polipetti , vedendosi uno di questi 5 ingran- dito per la chiara conoscenza dei tentacoli f; della bocca e, e del suo calicetto & : attesochè in 6 si è delineato un rametto 4 del suo scheletro, ed in 7 le diverse for- me di cassule ovifere contenenti le nova d. i Cellepora 8 urciolata con celletta ingrandita 9, 10 muricata, 11 melobesia con cellette alcane gran- di @ provvedute di animali, ed altre piccole d; essen- do poi quelle appena visibili sulla Pleraura rigida 12, che interamente ne è coperta, come ravvisasi meglio in 13, che ne fa conoscere l’asse centrale e) non che sulla Corallina 14, in ogni articolazione della quale 15 appariscono le sue cellette, che col tempo si distaccano e vi rimangono le fovee e , restando scoper- to l’asse suddetto f. C. spongites 21 con cellette accre- sciute di diametro 22, 16 Millepora truncata, un pezzo della stessa 17 si è reciso a traverso per dimostrare i cavi centrali g g comunicanti colle cellette, dal cui orificio esce il po- lipo 4, nel mentre che in è è chiuso da opercolo. 18 M. ovata con celletta ingrandita 19 ) coriacea 20 e 22 , cervicornis 23, uova di testaceo 24, e Millepora di Drapani 25. (52) Tavola XXXIV. 1 Cellepora hyalina , 2 una di esse ingrandita a, altra guardata per la parte inferiore con l’ animale 8, il cui opercolo è c conl’ orifizio della bocca d, e l’ano e : 3 lo stesso cavato dalla propria abitazione, essendo- ne la bocca f, la massa de’ visceri g, l’ ano 4, e se n'è poi ingrandita la proboscide co’ tentacoli 7. 4 C. perlacea, 5 sua varietà e 6 celletta ingrandita di questa 72 e di al- tra varietà Z. 7,8 C. Rosselti; g,10 C. Macry ; 11,12 C. imbricata; 13,14 C. labiata; 15,16 C. Lar- rey; 17,18 C. personata; 19,20 C. Ronchi; 21,22 C. rostrata ; 23,24 C. tuberculata; 25,26 C. ciliata , di cui 27 mostra la varietà 28 con opercolo pedunco- lato 0; 29,30 C. Folincae; 31,32 C. coronata ; 33 ovoitdea; 34 C. magnevillana, e in 35 se ne ve- de una ingrandita p ed un’altra colla proboscide g dell’ animale. (53 ) MEMORIA III. Su iL Prrosoma , iL BeroE, LA SALPA, E LA Gera : NON CHE SUPPLEMENTO I. ALLE OLOTURIE, ATTINIE ED ASTERIE. Capitoto 1. — Pirosoma. La sua scoperta non rimonta oltre i principj del secolo corrente. Peron ne diede la prima descrizione, che in seguito è stata in gran parte migliorata da Le Sueur e Savigny. Esso è costituito da una massa comune libera, galleggiante, cilindrica, cristallina, aperta da un solo estre- mo, chiusa dall’ altro, ed affatto coperto di papille coni- che. Richiama tutta l’attenzione de’ naturalisti lo splendor luminoso (1), donde ha ricevuto il nome, di cuj la notte sfavilla in seno alle acque, offrendo il più ga- io , brillante ed istantaneo ‘colore rosso vivo all’ ap- prossimarsi l’ aurora , che gradatamente passa al ran- ciato , al bleu-azzurro, ed al verdastro. (1) L'acqua marina deve questa proprietà fosforica alla presenza de’ corpuscoli luminosi estranei alla sua natura, e fosforescenti come i Lampiri sino alla morte. Rigaud l'attribuì a’ polipi sferoidali diafani ; Niewland ad animaluzzi provenienti della materia prolifica dei pesci; e Dicquemaire ad animali sferici. Forster la fa dipendere da tre cagioni, vale a dire da’ crosta- (54 ) Descrizione del P. gigantea ) Corpo cilindrico , quasi eguale nella intera sua lunghezza di un piede cir- ca , tranne anteriormente più ampliato e fornito di aper- tura, essendo posteriormente più ristretto. Le papilie sono coniche , abbastanza lunghe, assottigliate in cima, e di- sposte senza alcun ordine. Il suo colore è azzurro che cangiasi in cristallino, quando è vicino a morire. La sua fosforescenza è troppo nota a’ nostri marinai , che lo chiamano candeliere di mare. Verso il termine del- l'inverno si pesca colle reti nel nostro cratere. A me pare che ad esso debbansi riportare le altre dae specie P. atlantica ed elegans fondate su caratteri molto in- costanti e figli della grandezza, non che della forma e disposizione delle papille , nello stesso individuo a se- conda de’ vari moti troppo variabili. Anatomia. Osservata con lente ogni papilla, quan- do l’animale sia in vita, chiaramente rilevasi che ha nell’ apice un forame meno visibile degli altri due esi- stenti ne’ suoi lati, o sia quello della bocca e dell’ ano, Quali parti maggior rilievo acquistano. contemplate al microscopio , con cui apparisce il tragitto dell’ esofago cei, dalla elettricità e dalla formazione del fosforo. Finalmente Humboldt l° attribuisce alla Nereis noctilu- ca, Suriray alla N, miliaris, Bancks @’ crostacei , ed Anderson all’ Oniscus fulgens ( Ferussac, Bull. des sc. nat., Zoolog. sett. 1825, p. 131 ). A me pare che dipenda dallo sviluppo esclusiva della luce fosforica eda certi animali, (59 ) poco allungato, finito nello stomaco, e mon così flessuoso come l'intestino. Anzi presso la convessità di quello esiste un gruppo di glandulette di color car- minio , le quali più rare veggonsi su l’ esofago, ed a me pare che sieno le uova, avendo per la situa- zione molta analogia con qualche Ascidia semplice. Ì descritti organi possono essere ritirati nella interna e lon- gitudinale cavità del Pirosoma, ove escono fuori le re- spettive nicchie, in tal modo agevolandosene |’ esame. Il mentovato cavo riempiuto di mercurio offre de’ canali conici, ognun de’ quali separatamente sboc- ca nelle punte delle papille, cosicchè l’acqua marina entrata per l’ apertura principale del corpo, corrugan- dosi la specie di orlo sfinterico , a poco a poco è ob- Dbligata di zampillare per le papille, ch’ essendone qua- si deficienti veggonsi appianate. Le pareti del corpo so- no abbastanza doppie, ed offrono un tessuto gelatinoso cristallino, che fra poche ore spappolasi in sostanza mucosa, ed è perfettamente privo di qualunque apparato vescicolare cromofero necessario alla sua notturna fosfo- recenza , che penso in gran parte dipendere dalle contra- zioni del tubo intestinale che diverse refrazioni e rifles- sioni di luce somministra in grazia dell’ ovaia, che gli è aderente. Non vi ho ravvisato altra traccia di lacerti mu- scolari che nella base dei particolari canali delle pa- pille; ma son persuaso che le medesime si estendono per tutta la lunghezza loro , essendo meno visibili in quella del corpo intero. Così puossi concepire il celere mo- (56 ) to e progressivo sì di tutta la sua massa e di ciascuna papilla, che le contrazioni di amendue. Queste poche notizie desunte dall’ anatomia parmi che sieno in gran parte discrepanti dalle idee, che pria ne aveva acquistato colla lettura delle dotte opere spettanti ai benemeriti scrittori oltramontani, che mi han preceduto. Ed ho fer- mo proponimento di rivenire con novelle ricerche su questo importante articolo di notomia comparata. Pyrosoma. Corpus aggregatum , liberum, cylindri» cum, gelatinosum , intus cavum, apertura unica , exter- ne tuberculis praeditum. Zubdercula foro terminali pro aquae egressu, ac dextrorsum ore et sinistrorsum ano communita. P. gigantea. — P. gigante, Ruommo. Tuberculis conicis confertis imbricatis, apice 3foratis. Le Surur Bullett. des sc. mai 1815, tab. I, f. 1-3, 5-13; Journ. de Phys, iuin 1815, f. 13, 5-13. Peron Zoyag. tab. penult. Saviony Anim. sans vert. tom. Il. Mem. pag. 207, tab. IV, f-7, tab. XXI et XXIII, Lamarck Zfist. des anim. sans vert. tom.IlI, p. 111, n. 3. Cuvier Regn. anim. tom. Il, p. 500, Risso Prod. de Nice tom. IV , p. 284. BLamwrre Diet. des sc. nat. fasc. VII, f. 6. Capitoro II. — Beroe. Le nozioni, che finora se ne hanno, sono troppo incomplete ; e spiacemi che dopo tante indagini pet averne qualche individuo ben conservato, neppure sia (57) i riuscito a soddisfare i miei desideri. E certo però che del genere Beroe e Callianire siamo molto lungi di pos- sedere esatte idee. A me pare che i suoi generici ca- ratteri si riducano ad un corpo più o meno allunga- to, cilindrico , gelatinoso , trasparente , fornito di coste cigliate , con apertura anteriore labbrata e posteriore circolare appena lobata. Credo inoltre che le sue diverse specie, che oggigiorno senza dubbio si ammettono , mercè più attente disamine potransi ridurre ad una specie sola ; poichè il B. ovatus è rotto a metà, la Callianira triploptera rappresenta quest’ ultimo spacca- to, ed il £. pileus e novemcostatus un individuo più o men piccolo e contratto. Del resto le sue specie si potreb- bero fondare sul numero delle coste, sebbene io le ab- bia quì tutte riunite, finchè non se ne daranno esatte descrizioni. Il B. ovato è in tutta la superficie sua corredato di otto coste cigliate , delle quali quattro sono laterali , due superiori ed altrettante inferiori, simmetricamente nate dall’ orlo rilevato della bocca, e finite negl’ incavi de’ lobi dell’ ano. Ogni costa risulta da una fascia di fibre longitudinali, in cui sono impiantati mercè musco- letti orbicolari taluni dentini ricurvi ed equidistanti , aven- do gli stessi un movimento assai rapido e vermicolare. Or mentre le fibre descritte sostengono questi ultimi, servo- no altresì a regolare i moti di contrazione e di rilasciamento dell’intero corpo, da fargli acquistare la forma ovata, circolare, allungata ec. ; e son esse che, rotte in parte 3 o disfatte per causa qualunque le divisate fascette mu- 8 (58) scolari , rimangono poi aderenti e pendule dal resto del corpo. Ha inoltre due canali sanguigni qua e là ra- mificati, che con direzione parallela partono dall’ ano e si dirigono verso la bocca, presso la quale esiste anche un forame nel perimetro corredato di altri ra- micelli vascolosi, e che parmi analogo al forame del- l’ ovidotto di alcune Oloturie. La sostanza del corpo è gelatinosa , color di rosa pallida, ma piena di fol- licoletti rossi, cosicchè apparisce interamente punteggiata. Le coste poi sono cerulee e le ciglia offrono a pezzi interrotti tutt'i colori dell’ arco baleno. I marinai che lo pescarono nel mese di agosto in Ischia mi assicuraro- no di aver loro mostrato, come a me fecero vedere le sole coste e le ciglie, la più bella e variata fosfo- rescenza, chiamandolo perciò Ruommo funnale o fuo- cheggiante. E tal fenomeno era tanto più vago e va- riante, per quanto irregolari e rapidi n’ erano i movimen- ti. Forskahl assicura che non se lo potè proccurare in- tero, ma che vi ravvisò un color vivo di fuoco, che passava da un’ estremità all’altra ( Descr. Arnim. p. 111, 72. 29 @). Per la bocca entrava l’ acqua, che usci- va dall’ano, nel quale cavo esister debbono i visceri analoghi forse alle Salpe, cui per la esterna conforma- zione moltissimo somiglia. Beroe. Corpus liberum, teres, hyalinum, gelatino- sum. Costae longitudinales ciliatae. Apertura labiata an- tice et orbicularis postice. B. ovatus. — 2. ovato, Ruommo fiammeggiante. (59 ) Corpore cylindrico elongato costis octo parallelis denticu- lato-ciliatis. B. ovatus, B. cylindricus, B. pileus, et Callianira triploptera? Lamarcx Zlist. des anim. sans vert. tom. Il, n. 1 pag. 466; p. 470, n. 1,2,3. Medusa Beroe, Volvox Beroe, et V. bicaudatus, Linn. Syst. Nar. ‘ed. 'X'et' XII, pi13924, n. 1,2. M. ovata et M. pileus. Basrer Op. subsec. tom. MI p-'123 ,'tab., XIV, fig. ‘5,6,7. MuLrer Zoolog. Dan. prod. p. 232, n. 1816. M. infundibulum. Gmer. Syst. Nat. pag. 3152, n. 13, 14. Brown Zamaic. p. 384, tab. XLII, /. 2: B. ovatus, B. pileus, B. hexagonus et B. novemcostatus. Brucuiere Enc. meth. tom. VII, p. 169, tab. XC, VISTO: Peron et Le Suevr Zoyag 1, tab. XXXI di fit tr; B. pileus ez B. elongatus. Risso Prod. de Nice tom. V, pagiy303: 20.412 Cuvier Regn. Anim. tom. IV, p. 52. BLarsviLLe Dict. des sc. nat. tom. XXXIX, fasc. VII, fig. 6. 9 Capitoro III. — Salpa L° infaticabile e sventurato Forskahl è stato que- gli, che ha più di ogni altro naturalista lavorato sul genere Salpa, cui hansi da riportare le Talie di Brown, e che Bruguiere per giustissime considerazioni ha denominato Bifore ; attesochè siffatti animali hanno due aperture, I’ anteriore labbrata in cui esiste la bocca, e la poste- riore quasi circolare, nella quale termina l’ ano. La forma * ( 60 ) del corpo eziandio varia, ma puossi con sicurezza affer- mare non discostarsi troppo dalla cilindrica. Le Salpe, quan- tunque possano cangiar sito, pure a raro si trovano isolate, amando sempre di starsene avvicinate in grup- pi mediante alcune fovee ovali, che a’ lati del corpo pos- seggono, ad opra delle quali si attaccano fra loro o ad altri oggetti. Mi limito per ora a descriverne qual- cheduna, riserbandomi di completarne a miglior tem- po le ricerche anatomiche fatte sulla S. maxima, intorno alle quali la zootomia possiede non disprege- voli disamine appartenenti al celebre Cuvier e Savigny , oltre l’articolo inserito dal chiarissimo de Férussac nel suo classico Bull. des sc. nat. vol. VI, p. 125. 1. S. cerulea. Ho molto esitato se avessi dovuto ri- portarla alla S. pinzata , o pure erigerlain nuova spe- cie. Attesochè reputo eguale servizio reso alla scienza di bene determinare i caratteri delle specie dubbiose , che stabilirne altri con individui novelli. D’ altronde leggendo la descrizione di quella fatta da Bruguiere e ricavata da Forskahl, che nulla ha ommesso nella sua specifica descrizione , mi sono determinato a repu- tarnela diversa, e dubito soltanto che non sia la varietà della S. pinzata da esso lui veduta. In qualunque mo- do eccone la descrizione. Ha ella il corpo cilindrico decrescente verso l’ ano, che termina molto ristretto, ed il labbro inferiore si ripiega in dentro a foggia di valvula. Poco lungi dall’ ano esi- ste un nocciuolo ovato, che è poco distante da una produzione allungata, compressa, e con traversali (61) rughe, che in altre specie si è creduta essere la pinna. A’ lati del corpo e propriamente nella parte media- na si ravvisano due serie di fovee, la prima su- periore di tre e la seconda inferiore di duplice nu- mero. Tutto il corpo è color ceruleo sbiadato e tra- sparente, ma più carica è tale tinta nella bocca, nell’ ano , nelle pertinenze degli acetaboli, ed assai più nella pinna, e nel nocciuolo Esaminata quella col micro- scopio vidi che ogni sua ruga traversale risultava da due borsette ovali terminate in un comune canaletto con esteriore apertura, e la cui natura sarà meglio decife- “rata nella specie seguente. Questa Salpa abita il nostro porto nel mese di marzo ed aprile, ma sempre a gregge; ed ora separa- ta, ed altre volte mercè gli acetaboli unita alle compa- gne. Il suo moto è celere, riempiendosi e votandosi di acqua ( vol. II, p. 269 ) : essendo facile di ve- dere la sistole e diastole del suo cuore di figura rom- boidea. Non è fosforescente in tempo di notte , tran- ne per gli animaletti infusori, che trovansi nell’ acqua marina , che introduce e caccia dal corpo. 2. S. Democratica. Oflre il corpo cristallino co- me un otre, posteriormente terminato da otto spine di- suguali, essendo disposte le due brevi ed altrettante lunghissime a’ lati, e le quattro corte dietro. Per la poca apparenza delle spine piccole se ne fece una specie nuova da Otto e Risso col nome di $S. spirzosa. In tutta la superficie esterna è fornita di picciolissimi pun- tini rilevati, che son più visibili nelle spine allunga- (62 ) te. Le esteriori pareti del suo corpo hanno delle fibre longitudinali abbastanza rare, ed altre in forma di fa- scia fibrosa piegate ne’ lati a zig-zag in modo, che ca- dauna flessione abbia un acetabolo ovale. Un vase lon- gitudinale avente alcune fibre spirali si prolunga dall’ an- teriore verso la posteriore parte del corpo, ove s’ in- troduce nel nocciuolo , che pel colorito verdiccio e per la sostanza granellosa costituisce il fegato , da cui esce }’ intestino retto. Ad uno de?’ lati di quello evvi un’ al- tra sostanza bianchiccia analoga al testicolo di certi molluschi. Mirabile cosa pertanto mi ha presentato al micro- scopio la spira posta intorno il fegato, e soprattutto nel principio risulta dalla riunione di otricelli ovali , nel termine impiccioliti e duplicati. Ed ognuno de’ me- desimi vieppiù contemplato patentemente scorgesi esse- re il suo feto, siccome apparisce dalle figure a tal uopo diligentemente delineate. Quali embrioni , quan- do sonosi ingranditi, si distaccano dal comune pedicel- lo, restando tuttavia uniti per gli acetaboli, i quali nella Salpa attuale son costituiti dagli angoli, che for- mansi dalle fascie a zig-zag. In tale modo resta pro- vato: 1) che non ne sia più sconosciuta la generazione, siccome scrisse Bosc ( Op. cit. p. 177 ); 2 ) essere vere le tre maniere di riunione descritte dal benemerito Forskahl, cioè intorno al centro comune , a lungo ed a traver- so ; e 3) rimane sanzionata con fatti l’ asserzione di Cu- vier ( Reon. anim. tom. II, p. 496 ), che detti ani- (63) mali per molto tempo restino uniti come se fossero tut- tavia dentro l’ ovaia. SaLpA. Corpus liberum natans,, oblongum, ad latera planulatum , gelatinosum , pellucidum , intus ca- vitate longitudinali utraque extremitate aperta percur- sum. Apertura major 2labiata valvulifera, altera ro- tundata nuda. Os in cavo interiori versus illam, ans prope istam. 1. S. democratica. — S&S. democratica. Punctata , fasciata , aculeis pone octo , antrorsum truncata , mucleo opaco , rarius eius loco circulo multiradiato. Forsk. £n. Egypt. p. 113 , tab. XXXVI, f. G. Lyn. cur. Guerin Syst. Nat, p. 3129, n. 3. Brucuiere Enc. meth. tom. VII, p. 1794, n. 3, tab. LXXIV.Y. o. Lamarcxk Zlist. des anim. sans vert. tom. IMI, p. 116, n. 3. S. spinosa. Corpus subcompressum , ovale, antica parte coar- ctatum , truncatum , ore medio rotundo ; postica parte spinosum seu cornutum, et in aciem transversam cornubus intermediam de- pressam : spinis binis longioribus rectis ; aliis exterioribus , obli- que positis, minoribus ; quinta et sexta denique inferioribus re- curvis, sub ipso nucleo lutescente ; anzs non terminalis , sed superus in fine dorsi, formam rimulae transversae exhibens. Spi- nae sex acque ac margo corporis anterior et posterior spinulis mi- nimis asperae. Orto Nov. Act. Acad. Leop.-Car. tom. XI, pendodizrabizzio #05. CXLII ; figli. Risso Prod. de Nice tom. IV, p. 285 , n. 951. stiva tempestate apud nos facillime occurtrit. 2. S. cyanea. — S&S. cerulea. Ore 2labiato personatoque, corpore cylindrico hyalino- cyaneo, postice attenuato: apertura circulari, lateribus acetabuloram du- (64 ) plici serie; nucleo hepatico et ovario in appendicem dextrorsum positis. Noris. Mari nostro ineunte vere gregatim vivit. CapitoLo IV. — Gleba. Circa la fine di marzo è frequente ad osservarsi que- sta produzione cristallina, sulle prime poco discernibi- le per la somma sua trasparenza , agilissima nel muo- versi in mille modi, facile a cangiar forma da un mo- mento all’ altro, vedendosi ora ovata, or ovale, ed altre fiate ellittica. È nella superficie superiore con- vessa , in dietro semicircolare o pure con leggera pun- ta, avanti troncata, ed inferiormente offre una incava- tura dentata con solco semicircolare ne’ lati, per altro non tanto visibile. Se ne incontra gran numero, ma sempre ognuna isolata dalle altre. Bruguiere 1’ ha il primo de- lineata , ed il chiarissimo Otto ne ‘ha posteriormente parlato e dimostrato la esistenza, che pria non credevasi vera. Appena toccata mostra evidente contrazione , ed il suo movimento è poco sensibile. Io non ho trovato alcuna traccia di canale degli alimenti e degli acini glandulosi descritti dal prelodato Professore. Credo però che la sua nutrizione abbia luogo per imbevimento de’ pori cutanei, attesa la totale deficienza di ogni spe- cie di vasi. GLEBA. Corpus gelatinosum , hyalinum, orbicula- to-cuneiforme; margine superne obtuso , convexo, in- feriora versus augustato ; superficiebus binis concavis. (65) G. oxcisa. — Zolla incisa, Tremolillo di mare. Corpore ovato convexo , inferne fovea margine denticulato- inciso , postice acuto , anterius semicirculari retuso. Bruguiere Enc. méth. tab. LXXXIX, fig. 5,6. Orto Nov. det. Acad. Nat. cur. Leop.-Car. tom. XI, P. 309, tap. XLIlrofta Nostro mari inhabitat : et concatenatae uti Sa/pae natant. Capitotro VI. — Oloturia. Ho dalla pag. 82-108 del vol. I.° di questa opera alla men trista possibile maniera sviluppato la fabbrica delle Oloturie , perciò nulla ora mi rimane ad aggiu- gnere per le attuali specie. Quasi contemporaneamente a me due sommi anatomici, Tiedmann e Blainville , han pure trattato di detti animali , ma le loro produ- zioni non mi sono ancora passate sott’ occhio, Nel vol. XXI, p. 314 del Dizionario delle scienze naturali rilevo che il succennato scrittore alemanno abbiavi rinvenuto le glandule salivari, da Blainville e da me non ritrovate : e chi sa che esse non sieno i corpi che io descrissi per organi genitali posti presso l’ esofago. Que- gli inoltre asserisce di essere le Oloturie ermafrodite , reputando i filetti situati nelle pertinenze della cloa- ca, in molte specie deficienti, organi maschili. 1. O. attaccaticcia. Nella pag. 184 del suddet- to I.° volume ho parlato della presente Oloturia , alla quale mi sembra appartenere il Dolioluza descritto nel 9 (66 ) tomo XI, p. 313 degli Atti dell’ Accademia Leopol- do-Carolina. Senza avere molti individui del succen- nato echinodermo non puossi certamente conoscere ta- le errore , il quale consiste nella facilità, che de appar- tiene, di sommamente contrarsi ed in varie patti del suo corpo intorno intorno corrugarsi; cosicchè quivi avvengono le rotture in diversi pezzi emolanti un bariletto, e per molte ore benanche contrattili. Le sue papille cutanee subito si attaccano a’ corpi adiacenti. È. rara nel nostro mare, e vi si trova verso ottobre. 2.0. a 4 faccie. Corpo levigato rosso-fosco e rare volte con macchie nericcie , a quattro faccie , ne’ cui angoli escono due filiere di papille tubolose. La bocca è circondata da dieci tentacoli ramosi, quasi pennati e macchiati di giallo-fosco. L’ ano è cinto da papille acu- minate. Pescasi di està presso Miseno ed Ischia, dove arriva da’ siti caldi. Sezionata la sua cute coriacea poco doppia si rinviene la tunica interna, che pro- tegge i visceri. La sola diversità, che vi noto dalle altre Oloturie si è, che l’ albero respiratorio bifurcato se- condo il solito ha i rametti pennati, ed ognuno finito in lunghi tubi. La corona de’ denti risulta da dieci eguali pezzi fra loro articolati, ed ognuno di questi poi ne ha quattro altri in serie decrescente fra essi uni- ti ed aderenti ad una della duplice divisione, che fanno i cinque muscoli longitudinali. Il canale intestinale e mol- to lungo e non si caccia per l’ ano. L’ovaia è gialla, a pacchetti, il cui ovidotto si apre nell'atrio della bocca, ma pria di finirvi incontra il corpo maschile lunghetto e ( 67) simile a quello della 7. Sanctori. L° ampolla Po- liana ha mediocre grandezza e le vescichette Folineane sono assai lunghe. 3. O. a botticella. Corpo cilindrico, ristretto ne’ due estremi , rosso-cupo, con macchie più fosche come le papille tubolose fornite di apice bianco , disposte in cin- que fascie longitudinali, ognuna di due filiere. Tentacoli otto, talora nove e qualche volta dieci, ramificati e fi- niti in molte vescichette. Bocca con proboscide, che fa- cilmente si allunga, ed ano ristretto. Le pareti del corpo sono molto crasse e callose , avendo la superficie esteriore delle papille appena discernibili colla lente. Ha i denti al numero di dieci , vale a dire cinque gran- di ed altrettanti piccoli frapposti ed articolati con quel- li : essendone i primi bilobati, ed i secondi triangolari. Il membro genitale è lunghetto, flessuoso e pieno di sostan- za quasi ossea, che parmi analoga a quella contenuta nel sacco delle Asterie ( vol. II, p. 306 a ). 4. O. fuso. Corpo cilindrico ricoperto di papille gial- le coniche con tubolino bianco elevato nel centro, aspro al tatto , giallo-fosco punteggiato di nero. Tentacoli die- ci alternativamente ramificati, terminati intorno intor- no da piccole vescichette, macchiati di bianco e di giallo-rossiccio. Ha i denti grandi semitriangolari articola- ti. Nelle vicinanze della cloaca aveva taluni corpicini ricurvi pieni di materia granosa. Conviene pel resto con la 77. Columnae , di cui ho veduto un individuo ( forse sua varietà o nuova specie ) a cute scabra , in grazia di piccole papille munite in cima di una stel- Xx (68) luccia spinosetta. Ho trovato vari entozoi attaccati al suo albero respiratorio (1). L’ 77. impatiens ha pure la cute scabrosa. 5. O. a 3faccie. Ha venti tentacoli come la 7. ma- ima e Vl H. Sanctori, cui somiglia per lo colorito, e le papille coniche dorsali e le tubolose del ventre. Da amendue differisce, avendo non solo il corpo trian- golare, ma è questo presso l’ ano terminato da una coppia di papille molto allungate e contrattili. A ca- gicne della descritta forma è chiamata pagrottella dai marinai. In tempo di autunno è facile di pescarsi nel- le pertinenze di Capri e d’ Ischia. La sua fabbrica interna è identica a quella dell’ ZZ. Sarctori, osservandovisi del- le traccie di vasi biliari, e la stessa materia filamentosa biancastra di questa ultima, che esaminata al microsco- pio apparve fatta da langhi tubolini, i quali si svol- gevano in filetti spirali. Le uova sono circolari ed umbi- licate nel centro. Non è tanto sensibile al toccamento da evacuare le intestina. 6. O. pennello. Il sospetto che Blainville sulla specie attuale ha avuto di essere un apparato dentario di Oloturia e quindi di cancellarla, come ha fatto, dal numero delle specie, è troppo giusto; imperocchè io (1) Tenia echinorinca. Corpo articolato , ovato a lancia ) bianco, proboscide lunga e papillosa ; fibre longitudinali avvicinate ed intersecate con fascie tra- versali a spira flessuosa; canale degli alimenti ver- diccio. ( 69 ) prima del prelodato professore credeva lo stesso non sa- pendone l’ animale, che per la scienza è ora di nuoxwo ac- quisto. Ha esso il corpo bianco fatto da pareti poco doppie, con papille tubolose da per ogni parte, ed alquanto aflolla- te. E la bocca circondata da dodici tentacoli ramosi e sot- tilmente pennati, de’ quali otto appariscono più grandi dei rimanenti quattro. ldenti sono dieci , i piccoli di figura triangolare divisi in parte superiore acuta ed inferiore inci- sa in due; ed i grandi risultanti da un pezzo superio- re quasi rettangolare dalla punta sino presso la base diviso, dove si articolano con un altro pezzo a mezza luna, connesso con uno de’ prolungamenti del dente minore, essendo ognuno di quattro pezzetti ossei. È degno di rilievo che il canale degli alimenti di- sposto come tutte le Oloturie, ma senza essere espul- so fuori l’ addome, è circa otto in dieci volte più lungo del corpo , di cui fa parte. L’ albero respiratorio e lovaia, il cui ovidotto si apre dentro l’ atrio della bocca, differiscono pel solo colorito bleu dalle altre specie di questo medesimo genere di echinodermi. Ne esiste una varietà bleu con particolarità nella sola corona de’ den- ti a maggior numero di pezzi, che hanno soprattutto i prolungamenti terminati da sottili ametti , a’ quali at- taccasi una delle biforcature di ogni muscolo longitu- dinale. HoLotHURIA ( vol. I, p. 110 ). 1. H. inhaerens. — O. aderente. Tentaculis duodenis 4dentatis subdigitatisque; corpore 5fa- riam lineato, papillis conicis punctato , muricatoque. (70 ) Fistularia reciprocans. ForsksnL Fn. Aegypt. p. 121, tab. SOIL, ade Murrer Zool. Dan. fasc.I, p. 109, n. 49, tab. XXXI, fg. Linn. cur. GueL. Syst. Nat. p. 314i, n. 14. Brucurere Eric. meth. tab. LXXXVII, f. 1-4. Lamarex Zist. des anim. sans vert. tom. IMI, p. 74, n.6. Cuvier Regn. anim. tom. IV, p._23. BrLamviLe Dict. des sc. nat. tom. XXI, p. 317. Ad hanc speciem mihi pertinere videtur H. ( Fistularia Lam. p. 76, n. 5 ) digitata ( Act. Soc. Lisx. vol. XI, p. 22, tab. IV, f. 6; Mutter Zool. Dan.'tabd. NICRE IF VE4) Apud nos rarissime occurrit. 2. H. penicillus. — O. pennello. Tentaculis duodenis frondosis inaequalibus , corpore papil- lis tubulosis. Murrer Zool, Dan. I, p. 36, n. 11, tab. X, f. 4 Linn. cur. Gmemn Syst. Nat. p. 3141, n. 12. Bruguiere Enc. meth. tab. LXKXXVI , f. 4. Lamarcx Zlist. des Anim. sans vert. tom. II, p. 74, n. 10, Obs. Scriptores nuper memorati de hac specie dentariam thecam solummodo viderunt , et perperam pro integro animante ab iisdem habitam. 3. H. fusus (1) — O. fuso. Tentaculis denis frondoso-pinnatis , corpore muricato-papil- loso. (1) Tania ecHuivornrnca. Corpore articulato antice rostel- lo filiformi, collo echinato , articulis brevissimis, postice re- iuso. Noris. — ZMabitat in abdomine supradictae Holothuriae, (#70).) Murrer Zool. Dan. l, p. 37, n. 12, tab. X, f. 5,6. Linw. cur. Gerin Syst. Nat. p. 3i4t, n. 13. Brucuiere Enc. meth. tab. LXXXVII, f. 5,6. Lamarck Zlist. des Anim. sans vert. tom. HI, p. 74, ROLO Cuvier Regn. anim. tom. IV , p. 23. Branmwire Diet. des sc. nat. tom. XXI, p. 319. 4. H. Doliolum. — 0. Botticella. Tentaculis 8-10 frondoso-racemosis , corpore 5fariam papil- loso-tubuloso. Actinia doliolum. Parras Misc. zool. p. 41, tab. IX et X. Brucwiere Enc. méth. tab. LKXXVI , f. 6-8. BLarnvinLe Dict. des sc. nat. tom. XXI, p. 317. 5. H. tetraquetra. — O. a faccie. Tentaculis denis fondosis, corpore tetraquetro , angulis pa- pilloso-tubulosis serie duplici. An Doris tetraquetra. PaLtas Nov. Act. Academ. Petro- polit. tom. I, p: 237 , tab. V, fi 22. Lins. cur. Gmerin Syst. Nat. pag. 3166, n. 18. 6. H. triquetra. — O. «a 3Ifaccie. Tentaculis viginti, apice peltato-incisis , corpore triquetro , papillis supra conicis, subtus tubulosis, postice binis elongatis, Nogrs. i Haec species in pithecusano , reliquae zeapolita- no mari piscantur. Capitoro V. — Attinie. 1. A. ranciata (vol. I, p. 438). Corpo spesso conformato a botte, con fascie longitudinali ranciate al- ternate con altre bianche , rugoso a traverso ; tentaco- li fibrosi a lungo di molte serie affollati, verdi con estre - (72) mità rossa e bucata; piede non molto allargato. È ra- ra nel nostro littorale, e due soli individui ne ho finora veduti. Per la fabbrica non differisce dalle altre specie del suo genere. 2 A. di Rondelezio. Questo celebre medico e na- turalista ha molto chiaramente descritta la presente spe- cie, che io stesso (vol II, p. 242) aveva confuso coll’ A effoeta, attesochè da niuno erasi mai citata la sua IV specie di ortica marina. Essa ha ilcorpo lungo mezzo piede circa ed assai largo , molte serie di tentacoli gial- lo-rosei, la bocca ovale a due lobi, dalla quale escono ì canalini rosei dell’ ovaia. La superficie del corpo è bianca con fascie longitudinali rosso-fosche , o pure gialliccie. Presso la periferia del piede esiste una duplice filiera circolare a parallela di tubercoli violetti con boccuccia bianca nel centro. Pescasi a bastante profondità e rare volte nel nostro littorale , essendo sempre tenacemente attac- cata al Murea brandaris come |’ ha figurata Rondelet. Sezionatane la cute , si vede che ogni tubercolo è formato da sostanza glandulosa di figura romboida- le, e collocata tra’ lacerti fibrosi del corpo in un mo- do inestrigabile fra essi intrecciati, e pe’ quali con pa- rallela direzione si prolungono i vasi sanguigni rossic- ci. Evvi dippiù che nella sua varietà gialliccia presso le pertinenze delle boccuccie de’ tubercoli si aprono i dutto- lini della stessa sostanza glandulosa gialla e risultante da fascie longitudinali alternanti con vasi sanguigni pa- ralleli bleu e bianchi. Dall’ esposto s’ intende la ragio- ne dell’ arrossimento e del bruciore, che alle mie ma- (73) ni produsse l’ umore, che gemè col toccamento di detta Attinia. E chi sa che le succennate boccuccie non dessero uscita anche all’ acqua marina, non avendo- mene potuto assicurare con iniezione di mercurio at- tesa la sua sbmma contrattilità. 3. A. carciniopado. Ha il corpo bianco con mac- chie porporine quadrate, il quale inferiormente si espan- de su le conchiglie, e superiormente termina con den- ticelli. I tentacoli sono a molte serie, rosei, essendone coccinee le ovaie ( vol. Il, p. 242 ). 4. A. trasparente ( vol. Il, p. 233 e 243 ). Senza moltiplicare le specie a cagione di piccole diver- sità sono costretto di parlare di una sua distinta varie- tà. È questa di color verde gialliccio con fascie longitudi- nali più sbiadate , quale colorito si osserva pure nel- l’ apice de’ tentacoli. Acrinia ( vol. II, p. 241 ). 1. A. aurantiaca. — dA. ranciata. Corpore vittis longitudinalibus albis aurantiacis alternantibus, tentaculis laete virentibus multiseriatis confertis , extremitate ru- bris. NoBIs. Rarissime nostro litore cum retibus capitur. 2. A. Rondeletii. — A. di Rondelet. Corpore albo et rubro , vel albo-luteo subfasciato , tentacu- lis rubellis biseriatis, pedis basi tuberculis pertusis duplici se» rie praedito. Nosis. Urtica IV species. Ronpeert de Pisc. lib. XVII , cap. et fig. 18, de qua ita inquit: Quartum urticarum genus id erit, quod instar Holothuriorum testis alienis adnascitnr et ma- 10 (74) xime purpuris. Pars exterior dura est et rigidiuscula, spissior- que quam in aliis urticis , cirros brevissimos in ambitu habet , ex interioribus eius partibus filum longum deducitur purpureo colore tam iucundo , tamque florido infectum , ut cum pretioso purpurae succo certet. Verisimile est hanc urticam purpurae ad- haerentem a cane Herculis demorsam fuisse, quae tam excellen- ti suavique colore rictum dentesque canis illeverit, ut negarit puella quam deperibat Hercules fore unquam eum optati compo- tem, nisi prius eo colorem infectam vestem dedisset. Inde pur- purae colorem inventum fuisse. Etenim si mo:tuam purpuram dentibus arripuit canis, iam una cum vita succus ille evolarat, sì vivam, ea undique ita munita est, tum testa clavata, tum capitis operculo , ut undique ab omnibus iniuriis tuta sit. Gesner De Aquat. lib. IV, p. 1039, fig. 3. Actiniae descriptae plus minusve in neapolis cra- teri inveniuntur. Capiroro VII. — Asteria ( vol. II, p. 287-315). 1. 4. squamata. Ha il disco circolare coperto di squame rotonde embriciate, da cui partono cinque rag- gi, i quali nel principio offrono due squamette semi - circolari bianche a differenza di quelle del resto, che sono giallo-verdiccie, di figura rettangolare col margine anteriore rotondato, attesochè nelle inferiori vi manca, avendo a’ lati sei disuguali e mobili spinuzze , anzichè quattro al dire di Lamarck. La faccia inferiore del di- sco è pure squamoso-embriciata con bocca dentato-pen- lagona. 2. A. echinata. Disco orbicolare e quasi a cinque (79) lobi rotondati, superiormente fornito di picciolissime spine e di un forame centrale. I raggi se ne distaccano alternativamente a’ lobi , le cui squamuccie superiori ed appena embriciate sono a scudo, essendo da altre laterali squamette coperto il resto del raggio. A’ lati di ognu- na di esse sono articolate sei spine lunghe, essendo- ne le superiori men corte delle inferiori : e queste ed i piedi assottigliati in cima sperimentansi aspre al tat- to, ciocchè colla lente si dimostra dipendere da va- rie punte rilevate. Il colore della presente Asteria è ver- de ceruleo, ma con molta costanza si osserva a’ lati di ogni quinta squametta una tinta rossa nelle spine e ne’ piedi. Col seccamento tutte le spine, non esclu- se quelle del disco , le quali anche sono mobili, veg- gonsi traslucide. 3. A. tricolorata. Disco pentagono quasi a cuore, spinosetto, nericcio, col corpo labirintifero a solchi e margini flessuosi presso uno de’ cinque angoli, essendo questo il primo esempio di sua esistenza nelle Ofiure ( Dict. des sc. nat. tom. IN, p. 259 ); nello spa- zio intermedio de’ quali dirigonsi verso il suo centro due macchie nere triangolari con spinuccie più affolla- te, e nella periferia escono i raggi. Ognuno di questi ha non solo le squamette scudiformi acuminate , po- co embriciate; ma ogni loro punta è bianca, essendo poi nel resto cilestre, e ciascuna quinta squametta è co- stantemente di colore rosso, che esiste nell’ apice di tutte le spine cerulee , al numero. di tre. grandi ed * (76) altrettante piccole per ogni laterale squamuccia, e come i piedi analoghe alla specie precedente. 4. Ad. pentagona. Disco affatto pentagono a spinuzze talmente folte e scure che ne rendono appena visibile il foro centrale , essendo di verdiccio , fosco e roseo- fosco colorite, e questa ultima è la tinta delle squa- mette a tre lobi semiembriciate, la quinta delle quali osservasi molto più oscura: particolarità che rimarcasi eziandio nelle squamette della inferior faccia de’ raggi. Le spine sono gialliccie, convenendo con quelle delle due Asterie precedenti per lo numero , la lunghezza e la scabrosità. 5. A. di Ferussac. Disco spinosetto orbicolare a cinque lobi frapposti a’ quali escono i raggi con squa- mette bislunghe a due lobi, un pò embriciate , a’ lati di ognuna si articolano nove spine scabrose, essendo- ne le tre superiori e le laterali eguali fra loro, ma più lunghe delle altre tre inferiori. Sì tutte queste , i pie- di moricati e sottili in punta, che la maggior parte del- la sqname, offrono un colore verde allegro. È però da notarsi che il principio di ogni raggio ha due squamet- te ellittiche gialle, come pure la parte centrale di parec- chie altre successive di esse da rappresentare una striscia ovale : dippiù ogni terza squametta di seguito è color di rubino. 6. A. di Cuvier. Disco cilestro-cupo , circolare a cinque lobi, nel cui centro evvi un gruppo di spinuc- cie nerastre da farlo comparire bucato , le quali si con- tinuano in altre linee ricurve verso i lati de’ lobi sino al- (E) l’ incominciamento delle squamette de’ raggi, che sono bislunghe, verdiccie, a tre lobi poco profondi con orlo bianco, cui succede una linea verde-fosca da farle compa- rire non embriciate; essendone le spine disuguali al numero di nove e dello stesso colorito, che è poi rosso ne? piedi. Oss. ) Tutte le descritte Ofiure , l’ultima coppia delle quali porta il nome di due dottissimi scienzia- ti francesi, che formano il decoro della odierna lette- ratura, si trovano negli scogli della Cazola, tranne la prima che in unione dell’ A. Terori abita tra’ sassi del Molo di questa Capitale. E sul conto della stessa da me descritta ( wo7. II, p. 315) debbo aggiugne- re alcune particolarità , che in proseguimento vi ho osservato. Ella varia pel disco circolare con quattro e cin- que raggi talora diseguali: essendo rare volte lobato con cinque , sei e sette raggi. Inoltre qualche fiata ogni terza squama di questi è verde più fosco , e le spine laterali sono al numero di quattro. AsrerIa ( Opmura, vol. HI, p. 358 ). I. À. squamata. — À. squamosa. Disco orbiculari laeviusculo ; dorso radiorum squamis latis imbricato ; spinis latitudine radii brevioribus ad latera 4fariis. Lawarck Zist. des anim. sans vert. tom. II, p. 545, mi: MurLer Zoolog. Danica , tom. II, p. 29, tab. XCIX, gii Brucuiere Enc. mélh. tab. CXXIV , f. 2,3. Risso Prod. de Nice, tom. V, p. 272, n. 13. Savieny Coquill. d’ Egypt. tom. XXIII , p. 3, tab, II, PA: (78) BLarnviLLe Dict. des sc. nat. tom. XXXVI, pag. 212. 2. A. echinata. — A. echinata. Disco superne echinato suborbiculari , medio pertuso ; spi- nis crassis , patentibus ad latera Gfariis , latitudine radii longio- ribus , articulatisque. RonpeLer Zooph. cap. XVI, p. 123. Stella granulosa. Lincg De Stell. , p. B0, tab. XXVI, n. 43 : Rosula scolopendroides p. 52, tad. cit. , f. 42. Brucuviere Enc. meth. tab. CKXIHI , f. 2,3; tab. seq., stola An A, aculeata? Linn. Syst. Nat. p. VI, p. 3166, n, 19, An Sroane Jamaic. tom. IL, p. 244, fig. 8,9 An A. nigra? MuLrer Zoolog. Dan. tom. MI, p. 20, tab: RIM fira-41 Linn. cur. Gmer. Syst. Nat. p. VI, p. 3168, n. 35. LamarcK /ist. des anim sans vert. tom. II, p. 543, n. 6. O. aurora. Risso Prod. de Nice tom. V ,p.273,n. 15. BLanviLLe Dict. des sc. nat. , tom. XXXVI, p.. 212. 3. A. tricolor. — A. tricolorata. Radiis quinque articulatis ad latera pectinatis : dentibus sca- bris, disco hispido, pentagono , labyriuthifero. MuLLer Zoolog. Dan. tom. II, p. 28, tab. XCVII, art Lawanck ist, des anim, sans vert. tom. ll, p. 546, IUSR O. spinulosa. Risso Prod. de Nice tom. V, p. 273, n. 16RnzAbGeNIr If ‘3a 4. A. pentagona. — A. pentagona. Disco regulari pentagono ; radiis ad latera hispidis ; spinis 6fariis. Bnucurere Enc. meth. tab. CKXII, f. 4,5. Lamarck ZZist. des Anim. sans vert. tom. II, p.546, n. xx (79) Bramsire Dict. des sc. nat, tom. XXXVI, p. 213. 5. A. Ferussacii. — A. di Ferussac. Disco orbiculari 5lobato , radiis squamulis imbricatis 2loba- tis ; spinulis longissimis gfariis. Nopis. 6. A. Cuvierii. — A. di Cuovier. Disco orbiculari sub5lobato , radii squamulis subimbricatis Slobatisve , spinis gfariis inaequalibus. Nosis. Habitant gregatim in saxis euplaezanzs. Obs.) A. Tenorii ( vol. II, p. 359, n. 14 ) variat di- sco lobato, et radiis 4-7, spinulis quatuor. Communis cum A. squamata in scopulis submarinis huius civitatis loco vulgo dicto: JIMolo, Spiegazione delle Tavole. Tavola XXXIV. Fig. 1 A. squamata delineata per la faccia su- periore , essendone 2 la ‘inferiore coll’ apertura della bocca e, 3 una squama dorsale de’ suoi raggi, e 4 le spine laterali col piede d. 5 4. echinata che nella centro del disco superiore ha un foro , osservandosi in 6 un pezzo ingrandito del suo raggio per conoscere le spine e ’l1 piede e, in 7 le squame superiori , e 8 le inferiori. 9 A. tricolor, 10 sue squamette , ed 11 tubercolo labirintifero o ceredrite di Planco. 12 A. Fe- russaciî , 13 squame dorsali del suo raggio, e 14 spine de’ lati col piede f. 15 A. pertagona, 16 squame dor- sali del suo raggio. 17 A. Cuvieriî , 18 squame del ( 80 ) raggio, e 20 un pezzo di spina ingrandito, che in £ fa conoscere l’ acetabolo. Tavola XXXV. Fig. 1 Holothuria penicillus, essendone 2 a il dente maggiore e % il minore ; attesochè 3 rappresenta la porzione della corona dentaria della sua varietà. 5 H. tetraquetra , della quale si è tagliato un pezzo per dimostrarne la forma e le vescichette olizeane c , che terminano nelle papille tubolose. L° albero respira- torio di essa 6 caccia i rami pennati C. La disposizione de’ suoi denti ravvisasi in 7. Y. Doliolum 8, i cui den- ti grandi e ed i piccoli f appariscono in 9. 7. fusus 11, suoi denti 12, Terza 13 che si ritrova attaccata al suo albero respiratorio, la proboscide della quale vedesi 14 Ah, egualmente che le fibre longitudinali del corpo è e le zone spirali j. 15 Pezzo di cute di una varietà del- la H. Columnae. 16 H. triquetra coll’ apertura del. lovidotto / e i due cirri posteriori n. 17 Parte del suo corpo con papille dorsali 7 coniche, e ventrali o tubolose. 16 Actinia Rondeletii colla filiera di tubercoli fo- rati 77, della quale sono 25 un tentacolo ingrandito , 19 pezzo di cute per farne conoscere la sostanza glandu- losa p de’ tubercoli e l’ intreccio delle fibre cutanee qg. 20 Vasi longitudinali, che nella Fig. 19 appartengono alla sua varietà ss colla sostanza glandalosa a fascie lon- gitudinali vv, il cui umore esce per l’ apertura #, 22 Uo- (81) va dell’ 4. Ayalina , e sua varietà 24. A. carcinio- pados 23. Planaria siphunculus 26 che si è delineata per la fac- cia inferiore, ove rimarcasi la tromba w della bocca e l’ano vm. 28 P. luteola; 29 P. tuberculata , vedendosi in 31 una sua papilla ingrandita, ed in 30 x la massa de’ visceri, e l’ano y che inferiormente ha un tubo- lino, 11 0). MEMORIA IV. ASCIDIE COMPOSTE E SPUGNE. Parte I. Ascidie composte. Capitoro I. — Botrillo. Sono state da noi (pag. 14 ) già annunziate le divisioni che i moderni zoologisti han fatto dell’ esteso genere Alcionio di Gmelin , tra le quali si numerano i Botrilli con altri sottogeneri analoghi posteriormen- te scoperti, avendo con quello rapporto pel solo attacco su’ macigni, o pure sopra i talassiofiti. Sif- fatte produzioni furono però rozzamente conosciute da Schlosser, Linneo, Pallas e da Ellis, ed allogate tra gli Alcioni. Ma in seguito con migliori caratteri sono state il- lustrate da Gaertner , che n’ esaminò pure la organizzazio- ne, e da Renier che vieppiù contribuì a richiamarvi l’ at- tenzione degli zoologisti, essendosi da Bruguiere credute di struttura analoga a’ polipi delle Madrepore. Oggigior- no su tale organizzazione sonosi dati più ampli comen- ti da Desmarets , Le Sueur, Savigny, ed abbracciati da Cuvier , Bosc, Lamouroux e Lamarck. Debbo però confessare che le idee pubblicate da questi sommi uomini intorno la fabbrica de’ Botrilli non siano troppo consentanee a’ fatti, figli di un’ osserva- zione anche superficiale. E vaglia il vero l'opinione di (83 ) Savigny , che li considera simili alle Ascidie composte , non può essere meglio fondata : attesochè differenza lievissima a prima giunta si osserva tra amendue que- sti gruppi di esseri, i quali in certo numero si riu- niscono in filiera o pure a stella; avendo ognuno di forma costantemente ovale un’apertura rotonda maggio- te, poco distante da un’altra minore. Oltre di che talune loro specie sono circondate da altri suoi piccolissimi indi- dui, che ne rappresentano gli embrioni. Che anzi si sosten- ne che cadauno gruppo stellato di Botrilli avesse dovuto reputarsi un solo vivente con bocca ed ano, credendosene ì raggi tentacoli o succiatoi. Oggi intanto , nel mentre si è rettificata questa idea, credesi pur tuttavia, che nella ca- vità corrispondente all’ apertura maggiore mettano foce i tubi intestinali di tutti gli animaletti del perimetro. Quindi si è detto che, irritatane una bocca , sì con- tragga il corrispondente animale, e se ciò accada nel centro, i Botrilli corrugansi tutti. L’ interpetrazione di tale fenomeno dipende dalla contrattilità della intera polpa, che somministra ricettaco- lo a detti viventi, la quale toccata in un punto imman- tinente si contrae da per ogni dove, e quindi anche gli animaletti, che vi ospitano. Essendo mio scopo e do- vere di descrivere quello che ho osservato , posso assicura- re, che alle due aperture de’Botrilli per lo più con orlo ri- levato cioè alla grande corrisponda la bocca, ed all’ altra più piccola l’ano. In qualche specie a pareti trasparenti dalla prima è prolungato un canale, che indi a poco si am- plia , il quale finisce nell’ iutestino. Nè questo è circondato * (8) dalle uova, che dal microscopio non mi son state di- mostrate. Le credo pertanto costituite da’ puntini sparsi in tutta la sua massa gelatinosa. Quindi conchiudo che ciascun sacco ovale de’ Botrilli sia un polipo a sè e ben distinto da’ compagni , co’ quali non ha alcuna immedia- ta relazione. Saggiamente scrive Lamarck che il sacco di ogni animaletto, ampliandosi e restringendosi , favori- sca l’ entrata e la uscita dell’ acqua , la quale pe? pori s' interna nel resto della sostanza gelatinosa. $. I. Policiclo. 1. P. di Renier. Una serie di otricelli maggiori che circonda la minore, ed amendue di forma ovata, costituisce questa specie. Se ne trova una varietà a minor numero di otricelli maggiori circondati da una filiera di minori, e con punti neri su. 1. P. allungato. Ha tutti caratteri del preceden- te tranne la figura, l'apertura con orlo gialliccio, e la disposizione irregolare degli otricelli. $. II. Botrillo. 1. B. dorato. Otricelli ovati disposti a guisa di foglia pennata sopra una sostanza gialla più fosca , forniti di bocca solitaria, e di ano cinto da altri otrel- li, e da una macchia ellittica nell estremo ristretto. 2. B.rosaceo. Non solo pel colore, ma per la disposizione degli otricelli senza ordine, distinguesi (85 ) dall’ antecedente. L’ ano è pure a stella e più visibile della bocca. 3. B. stellato. Otvicelli ovati con ano e bocca , e talora in due serie stellate. Incrosta a guisa di mac- chia l’,U/. lactuca. 4. B. di Leach. Otri ovati disposti quasi circolar- mente a due serie, l’ esterna delle quali ha gli anima- li più piccoli in maggior numero , e color rosso scre- ziati di nero: bocca ed ano con orlo rilevato e ro- seo. Varia a serie unica, essendo bigio o pure rosso- punteggiato. 5. 5. cigliato. Differisce dal B. rosaceo per la disposizione degli otrelli rosso di minio con bocca ed ano circondati da altri esili animaletti, che fan no comparir quelli cigliati. 6. B. niveo Sopra una polpa gelatinosa bianca sono disposti in serie unica ellittica gli otricelli bianchissimi con bocca ed ano allargati più de’ precedenti, da’ qua- li diversifica per lo sito, in cui dimora privo dell’ ac- cesso de’ raggi solari (1). (1) Le specie di Botrilli qui sopra descritte , qua- lora non si volesse attendere a’ loro particolari e di - verst colori, potrebbonsi ridurre ad un numero mol- to più limitato. ( 86 ) 6. DI, Distoma. Apparisce in masse allargate risultanti da molti otricelli, cadauno a due particolari aperture. D. vaiuoloso. Molti gruppi di otricelli ellittici , poco elevati, rossi, con due forami rotondi ad orlo rosso più sbiadato , contraddistinguono questa produzio- ne. À prima giunta mi sembrava essere l’ Ascidia pa- pillosa nel suo primordiale sviluppo , ma meglio os- servatala ne differisce abbastanza. Sezionata la sua tunica esterna si vede al primo orifizio corrispondere la bocca ed al secondo l’ano, avendo lo stomaco alquan- to rigonfiato. È comune in tutto il nostro littorale. Gaertner e Pallas hanno i primi descritto queste masse di piccole Ascidie , ma Savigny ha richiamato tutta la sua attenzione in esse e su altre produzioni di simigliante natura. È soltanto a dolersi che le ricer- che di lui sono state portate troppo oltre con lo stabili- mento de’ seguenti generi, i quali riescono di stentata ri- cognizione pe’loro vacillanti e talora insussistenti carat- teri. Le sue descrizioni anatomiche sono state abba- stanza superiori alle mie ricerche , perchè avessi potuto vedere quanto egli vi ha descritto. Ed a tal pro- posito mi uniformo interamente al savio avviso di Cuvier che crede superflui per la scienza i generi fon- dati da Savigny, che io ( non so con quanta ragionevolez- z2) ho qui riportato, i quali potrebbonsi riunire al solo (87) Policlino , che abbraccerebbe le masse a molti ani- maletti co’ rispettivi talami. Capitoro II. — Policlino. 6. I. Policlino, Nell’ interno di una massa gelatinosa sono collo- cati gli animalucci, ognuno de’ quali è fornito di boc- ca, con l’ano e l’ovaia corredata di ovidotto, circondan- do una cavità centrale aperta alla superficie esteriore. 1. P. saturnio. Massa gelatinosa comune roseo- sbiadata, dante ricetto a molte Ascidiette circolarmente disposte intorno una specie di ricettacolo globoso a pa- reti cartilaginee , avendo su il collo allargato in un disco orbicolare angoloso ed aperto nel centro. 2. P. con separazioni. La sostanza gelatinosa rossa di questa specie ha le divisioni quasi a pentagoni più o me- no allungati , nel centro di cadauno di essi esiste un fora- me circolare conducente nel cavo, intorno al quale di- spongonsi gli animalucci provveduti di bocca e di ano.Man- cando finora la descrizione dell’ A. tremulum Sav. ( Asc. compos. d’ Egypt. tab. I, f. 6), così credo che dal- lo stesso sia diverso , dappoichè la figura citata poco vi somiglia. Anatomia. La struttura degli animali di queste due specie è simile a quella degli Aplidii, Le ovaie del P. sa- turnium finiscono in un cavo orciuolato , terminante in collo amplo e bucato nel centro , donde escono non (88 ) solo le uova, ma penetra l’ acqua marina, la quale s infiltra nella sua sostanza pei canaletti raggianti, che ivi si trovano. Esistendo delle separazioni a 5-6 faccie nel P. septosum con centrale foro abbastanza largo, così l’acqua di mare penetra nell’ interno della sua polpa. Ed anche in detta cavità sboccano le ovaie de’ polipi, che vi fanno corona. 3. P. stellato. È molto fondata la opinione di La- mouroux che scrisse di avere questa produzione qual- che rapporto con le Ascidie. Infatti è lo stesso costi- tuito da un ricettacolo quasi rettangolare, piano giù onde attaccarsi a’ corpi marini, e convesso su in cui ha tre aperture fra loro poco distanti , ed in tutta la superficie sono disposte a serie le boccuccie delle Ascidie. Il colorito suo è bigio con macchie bian» castre. Ho dubbio che esso non sia affatto diverso dal P. stellato, cui lo riporto per mancanza di esat- ta conoscenza di questo ultimo, tranne quello che ne dice Gmelin. Dalle aperture indicate che son forsi cigliate si pene- tra nell'interno della sua sostanza o meglio in un’ ampia cavità di tratto in tratto fornita di lacerti muscolosi abba- stanza validi, mercè i quali tanto la lamina superiore, che la inferiore od orizzontale di detto ricettacolo, sono tra esse legate, onde penetrando per un'apertura l’ acqua, possa poi per le altre due liberamente uscire. Avvertasi inoltre che le piccole Ascidie sono collocate nella spessezza ed anzi nel reticolo del solo pezzo superiore. Dippiù tutta la superficie interna ed esterna del corpo descrit- ( 89 ) to ed i meritovati lacerti appariscono vestiti da granellosa e sottilissima tunica. Non ho potuto con tanta esattez- za esaminare i viventi sì di questa, che della specie seguente ; attesochè mi furono da’ pescatori recate nel- lo stato di morte e di corrugamento, ed ho solamen- te riconosciuto il sacco in cui erano quelli racchiusi , e per quanto mi parve contenendo l’ esofago collo sto- maco. 4. P. papilloso. Ha di comune col precedente le picciole Ascidie che sono affollate, ma ne differisce pel colore piombino, per le tre aperture circolari della ca- vità interna, per la figura ovale piano-convessa. Attac- casi agli scogli. Ha mai forse analogia col B. corglo- merato di Gaertner? Non oso deciderlo. 5. P. nodoso. Questo zoofito fu conosciuto da Impe- rato col titolo di Alcionio foraninoso ( vol. I, p. 274), che Gmelin in seguito denominò Spongia zodosa. Esso è comunissimo nelle pertinenze di Posilipo, ed a seconda del- la profondità del sito, che occupa , presenta una forma diversa. In fatti quando i marinai lo strappano dai ma- cigni poco sommersi e di età non molta remota, ve- desi di figura reniforme, alquanto convesso , levigatis- simo , di color fosco o carnicino con ramificazioni stel- late dendritiche , nel centro delle quali credo essere le aperture delle Ascidie ; ma di ciò non sono ancora sicuro, attesa la loro picciolezza. Nel suo arco minore apresi per lo più un canale largo quanto il cannello di piuma di oca, che continua il tragitto dentro la sua sostanza, ove manda de’ rami verso la periferia. Ed in 12 ( 90 ) queste ramificazioni maggiormente si veggono i follicoli delle piccole Ascidie. La intera sua massa , la quale spesse volte acquista bastante dimensione, vedesi for- mata da molti pezzi reniformi sviluppati | uno in filza dell’ altro, e ne’ punti di uscita rappresenta quasi un restringimento, onde è che fu detta S. rodosa ed A. fo- raminoso. Risulta inoltre da un tessuto corticale du- ro e dotato di contrattilità marcatissima , e dalla polpa centrale anche compatta, poco porosa e qua- sichè cartilaginea. Tagliato sparge odore graveolento e naseoso. Forma esso il cibo prediletto de’ Pleurobran- chi e del Pleurobranchidio. $. II. Aplidio. E’ fatto da una massa gelatinosa , a lobi , pie- na di polipi con bocca circolare senza denti e con ano distinto. Un tempo faceva parte degli Alcio- ni , € giustamente da Savigny ne è stato separato. Dovendo riportarvi altre specie, che sono provve- dute degli stessi animali e di particolari aperture , per le quali l’acqua marina entra nello spazio , che ri- mangono le pareti del suo corpo, sono obbligato di farne due sezioni. 1. A. lobato. Incrosta gli scogli del nostro cratere e gli fa comparire di color violetto. I polipi vi si sol- levano alquanto, ma appena che si agita una porzio- ne della sostanza comune , facile a contrarsi , subito si corrugano gli animaletti, che vi ospitano j avendo na (91) ognuno una particolare casuccia, la bocca che finisce in un sacco ampliato, dal quale nasce l’ intestino , e l’ovaia prolungata in giù, ove sboccano le uova riuni- te in corpicini ovali, onde uscire per Vl ovidotto. Tutte le descritte parti sono racchiuse da comune integumen- to a pareti incrostate di sostanza pietrosa , che da Ellis non si potè ben determinare , avendo egli avuto nel resto della sua struttura idee erronee, che non sono state affatto corrette da’ moderni ( Enc. méth p. 26 ). 2. A. Arcolato. Massa gelatinosa quasi rotonda , rosso-fosca , contrattile al toccarsi, sulla sua faccia este- riore apparisce la bocca e l’ ano delle Ascidie, che a doppia filiera dispongonvisi, formando delle aie po- liformi. Quasi tutte le Ascidie composte , come pu- re le semplici, olezzano di gas idrogeno solforato. E forsi questo il Distoma rubrum o specie diversa ? Qualora lo fosse vieppiù confermerebbe la poca costanza de’ ca- ratteri delle Ascidie composte. Anatomia. La sostanza polposa di tutte e due le descritte specie è affatto identica , giacchè il tessuto , che la compone, offre una quantità di cellette facili ad essere penetrate dall’ acqua marina, che ne produce la espan- sione. I polipi vi si trovano racchiusi dentro uno speciale sacco, in cui sono mantenuti e ritirati dalla membra- na; che in sè contiene le ovaie piene di uova gialliccie e molto visibili nell’ epoca della maturità , uscendone pel proprio e comune canaletto nell’ A. arcolatum po- sto tra lo stomaco e l’ intestino. Questo è verdastro, Vote (92) più o meno flessuoso, nel mentre che quello è rosso , rigonfiato e nel principio fornito di tubetto. S. III. Didermo. Ha una massa crostacea a due integumenti, uno inferiore e l’altro superiore, sul quale si veggono le aperture dentate degli animaletti posti tra le succennate tuniche e senza vesciche gemmifere, tranne i granelli di tutta la massa. Savigny ha il primo trattato di que- sta produzione, che Lamarck ha detto Didermo. 1. D. roseo. Ha la sostanza rosina che attaccasi agli scogli con apertura di quattro a sei denti bianchi. 2. D. bianco. Massa gelatinosa cinerea con aper- tura a dieci e più denti. S. IV. Encelio. Differisce dal genere precedente per la sola aper- tura circolare priva di denti, che appartiene agli ani- maletti. 1. E. ospiziolo. Sostanza coriacea con apetture de° polipi fornite di fascia circolare. 2. E. quasi gelatinoso. Masse bleu con orlo de’ polipi bianco e rilevato. Spesso si vede a polipi tubo- losi, che sono racchiusi tra la membrana superiore ed inferiore, e senza orlo bianco nella bocca. 3. E. roseo. Sostanza risultante da molti anima- letti globosi, distinti e piccini. (93 ) Capitoto III. — Descrizione sistematica delle Ascidie composte. S. I. BorryLLus. Animalia utriculata in communi ac gelatinoso re- ceptaculo sistentia : ore et az0 praedita. * Porycrerus, Lam.— Animalia biforata, in massam communem, gelatinosam , crassam , convexam fixamque aggregata; superficie orbibus multifariis sparsis : centro cavitate matore fora- to ; foramina 10-42 distincta, orbiculatim digesta , aperturam centralem ambientia , individua sistunt et singularem orbem componuntur. 1. B. Renieri — 8. di Renier. Elongatus convexus , utrinque attenuatus, luteolus ; orbulis azureis sparsis. Uva marina 2 RowpeLer Aquat. II, p. 130. Rewier Epist. ad OLivum p. 1, tab. I, f. 1-12. B. polyciclus. Saviony Mem. p. 202 , n. 4, tab. XXI. Risso Prod. de Nice tom. 1V , p. 280. 2. B. elongatus — 5. bdislungo. Animalculis elongatis rima lutea longitudinali. Norrs. ** BorryLLus , Lam.—Animalia aggregata , biforata ; crustae tenuis gelatinosae pellucidae- que ad superficiem adnata ; systemata plura orbiculata , stelliformia , sparsa sistentia; et in quoque systemate circa foramen centrale subprominulum radiantia: Individua obovata , infer- ne attenuata, apice rotundata crassioraque versus utramque extremitatem superne forata. Os prope periphacriam systematis; tentaculis octo, quatuor maioribus. Arnus versus centrum. Ve- sicae duae gemmiferae laterales. 3. B. gemmeus — 2. dorato. Animalculis ovatis aureo colore infectis, pinnatis, ano stel- li formi. Savicnr Mem. sur les Anim. sans vert. p. 198, n. 1, tab. ACEA 4. B. rosaceus — 2. rosacco. Animalculorum utriculis rosaceis sine ordine digestis. (94 ) Savicny Mem. sur les Anim. sans vert. p. 98, n. 1, tab. XX, f. 3. 5. B. stellatus — 2. stellato. Animalculorum stellis simplicibus , pluribus sparsis. Alcyonium carnosum. Scuuosser Arg? pol. XLIX, p. 11, n. 61, p. 449 fig. A. Schlosseri. PaLLas Elench. Zooph. p. 355, n. 208. GaertNer apud Parras Spicil. zool. fasc. X, p. 37, tab. IV fe gab: Soranper et Eris Nat. hist. zooph. p. 177. Borrace Cornwal. p. 254, tab. XXV , f. 1, 2. Linn. cur. GmeLIin Syst. Nat. p. 3812, n. 6. Brucvigre Enc. meth. tom. VII, p. 180, n. 1. Le surur et Desmarets Bull. des sc. mai 1815, p. 74, tab. I, f. 14-19: Journ. de phys. iuin 1815, f. 14-19. Lamarck Zlist. des Anim. sans vert. tom. II, p. 108, ne. Saviony Mem. sur les Afiîm. sans vert. p. 202, n.4, 140. IV f.: 5; ERNIA Cuvier Reg. anim. tom. II , p. 499. B. Leachii — 8. di Leach. Animalculis ovatis concentrice dispositis, nigro-rubellis, ore anoque marginalis, Savicny Mem. sur les Anim. sans vert. p. 199, n. 2, Lab. (IN fig. (65 db XX 7. B. ciliatus — 2. cigliato. Utriculis rubris aliis minoribus circumdatis. Noris. 8. B. niveus — 5. rniveo. Animalculorum utriculis ovatis ore amplo praeditis ac massa gelatinosa albescentibus. Noris. *** Disrowys, Lam, — Animalia biforata , segregata, massam erustaccam, subcoriaccana > superficie verrucis adspersam habitautia. Z'errucae biforatae, B. variolosus. — 8. wvazuoloso. (95 ) Crustaceus , papillis sparsis biosculatis rubris. Gaertnen in Zitter. ad PatLasiom. Alcyonium ascidioides. PaLras Spicil. zool. fase. X, p. 4o , tab. IV, fig 7a A. PLancn. apud Risso p. 113 , 28 , 10 B. Linn. cur. Gmenin Syst. Nat. p. 3816, n, 24. A. distomum. Brucurere Enc. meth, tom. VU, p. 23, Rivig. Bosc Zlist. des vers tom. III, p. 132. Lamouroux Polyp. corall., pag. 352. Lamarck Zist. des anim. sans vert. tom. III, p. 101), Ri. gl: Cuvier Reg. anim. tom. Il, p. bor. An Savionx Mem. sur les anim. sans vert. , tom. II , P. 197.0 tab. ML 1 sab, XU. Risso Prod. de Nice tom. IV , p. 378. Scopulis marinisque corporibus adhaerent. $. II PoLycLywum Ascidiae vel utriculi in substantiam gelatinosam , saepe foraminosam ac tunicatam immersa. * Porrcrrnuw, Lam.— Animalia aggregata , biforata ; in massam gelatinosam im- mersa ; pleraque systemata stelliformia sistentia circa foramen maiusculum centrale radiantia. Os et anus simplici foro praedita. 1. P. saturnium. — P. saturnio. Corpore gelatinoso roscolo , receptacula globoso-urceolata , dentato-pertusa ovulis farta , animalculis radiantibus. Savicny Ascid. comp. d’ Egypt. tom. XXIII , p. 26, 2ab.I, fig. 1: Anim. sans vert. Mem. Il, p. 190, tab, XIII Risso Prod. de Nice tom. V , p. 279- P. septosum. — P. a separazioni. (96 ) Corpore gelatinoso purpurascente areolis subpevtagonis ani- malculis foro centrali circumdantibus. Nosrs. Scopulis submarinis ambo adhaerent. 3. P. stellatum. — P. stellato. Massa subrectangulari plano-convexa, incrustante albescente, osculis ternis ciliato-stellatis, intus cavo-lacertosa, superne Asci- diarum orificiis seriatim dispositis praedita. An Alcyonium stellatum. Bommi Act. Ulissing. II, pag. 306, fig. S A B. Linn. cur Gmerin Syst. Nat. p. 3816, n. 27. Lamovrovx Polyp. corall. p. 353. ly. P. vesiculosum. — P. wvescieoloso. Massa elliptica superne vesiculosa convexa , osculis rotun- dis. Nosis. e, 5. P. nodosum. — P. rodoso. Durum cartilagineum , foraminoso-nodosum , laevissimum ; griseo-rubello colore. Alcyonium foraminosum. Imperato Storia natur. p. 733 , fig. 2. Spongia nodosa. Roven Prod. h. Lugd. 522. S. rubens. PaLras E/ench. zooph. p. 339, n. 238. SLoane Zam. cat. p. 7, hist. 1, p. 63 , tab. XXIII, Îig..5. Mencato Metalloth. arm. VI, cap. 8, p. 106. Sera Mus. tom. II, tab. XCVI, fig. 2. Linn. cur Gmer. Syst. Nat. p. 3821, n. 11. Bosc ist. des vers tom. II, p. 142. S. arborescens : ramosa , rigida , tenuissime porosa ; ramìs subcompressis , apice palmato-digitatis, foraminibus sparsis sub- seriatis. LamarcKk Zfist. des anim. sans vert. tom. )l, p. 374, mn, 120, (997) S. digitata. Esrer Zooph. Sup. I, tab. I. ( spec. iunius ) : et S. lobata vol. II, tad. XLVI. Lamouroux Polyp. corall. p. 65, n. 120. An A. Imperati ? Risso Prod. de Nice tom. V , p. 381. Mare nostrum accolunt. ** Aetipium, Lam. — Anîmalia aggregata in substantia communi lobata convexa corporibus fixa. Os circulare. A. lobatum — A. polmonario , A. lobato. Obovatum pulposum atro-rubrum. Pulmo marinus RoxperetIt alter. Rar Syrop. p.31, n. 3. Alcyonium pulmonaria. Soranper ee Eris Corall. p. I7D 10) 2: Parras Elench. zooph. , num. 209. ErLis Corall. p. 82, tab. XVII. f. db B. A. ficus. Liv. cur. GweLin Syst. nat. p. 3813, n. 10 ( exclusis synonymis Imperati, Bavnini, Mercati MarsILI , et Risso , quae ad Spongiam ficiformem pertinent ). Brucurere Enc. meth. tom. VII, p. 25, n. 14 A. ficiforme. Esrer Suppl. II, tab. XX, f. 4. A. sublobatum. Lamarck Z7ist. des anim. sans vert. tom. HM gp: 195: Lamovrovx Polyp. Coral. p. 349. Saviony Mem. p. 183 ,n. 2, tab. III, fig.4; tab. XVI,f. 1. Risso Prod. de Nice tom. IV, p. 278. 2. A. areolatum. — A. Pomodoro di mare. Corpore gelatinoso orbiculari rubro, punctis roseo-fuscis bi- seriatis areolato. NoBts. "** Divermum , Lam. — Animalia apertura unica denticulata ( 4-10 ) inter laminas crustae communis habitantia. 1. D. roseum— D. rosaceo. Osculis 4-6, denticulis praeditis in superficie roseae crustae patulis. Nosrs. 2. D. candiduam — D. bianco. 13 (98 ) Osculis dentatis ; crusta albescente. Didemnum. Saviony Mem. p. 194, n. 1, tab. IV, f. 3; tab SERA, Habitat cum antecedenti in neapolitanis saxis. ****EvncogLium, Lam.—Corpus gelatinosum animalculis ore orbiculari integro com- positum. 1. E. hospitiolum. — E. ospiziolo. Animalculis ore vittato-depresso. Saviony Mem. tab. IV, f. 4; tab. XX, f. 2. 2. E. subgelatinosam — £. quasi gelatinoso. Avimalculis ore margine exerto. Lamarck Zfist. des Anim. sans vert. tom. II,p.96,n. 1. 3. E roseum.— £. roseo. Animalculis vesiculato-inflatis distinetis , ore simplici. Norts. Habitant ubique in mari nostro. Capitoro IV. — Zoanta. È costituito da uno stipite serpeggiante su’ corpi marini, cui tenacemente aderisce, e dal quale a deter- minate distanze si elevano i corpi polipiformi simili alle Attinie, cilindrici, divisi in dieci solchi ,. che nel- l’ apice finiscono in cinque pezzi bilobati , aderenti ad un diaframma avente nel centro l’orificio della bocca. Z. di Ellis. Ogni polipo è capace di prendere molte conformazioni a seconda dello stato di espansione o d’ irritamento, da cui è il medesimo affetto. Talora acqui- sta la forma cilindrica, altre volte a clava, ed altre fiate apparisce globoso. Non vi è dubbio alcuno che ogni po- lipo abbia una vita propria , ed un’altra generale nel comune sostegno. Fino a’ tempi di Lamarck se ne igno- (199 ) rava la struttura, scrivendo : » Ne connaissant leur or- ganisation interieure, leur rang est encore un problè- me pour moi ». Ecco quel poco che vi ho potuto co- noscere. Cadauno polipetto ha l’integumento coriaceo , in cui è racchiuso il tubo’ degli alimenti verso il fon- do un poco ampliato e cinto da sostanza granosa. Per la bocca introduce l’ acqua marina , che fa rigonfiare i polipetti, donde forse diffondesi anche nello stipite. ZLoantHa. Corpus carnosum, cylindricum , repens e quo surgunt polypî. Os terminale. L. Ellisii — Z. di Ellisio. Polypis cylindricis tubaeformibus e stipite tereti-prolifero. Actinia sociata. ELLis Act. ang. tom. LVII, tab. XIX, SERA Soranper et Eris. Corall. pag. 5, tab. I, f. 1, 2. Hydra sociata. Linn. cur. Gmer. Syst. Nat. p. 3868 , n. 9. Brucurene Enc. meth. tab. LXX , f. 1. LamarcK /fist. des anim. sans vert. tom. II, pag. 65, n. 1, Zoanthus. Cuvier Regn. anim. tom. IV., pag. 53. Adhaeret lapidibus ac testaceis reapolitani maris. Spiegazione della Tavola. 35 Fig. 1. Zoantha Ellisiî, 2 suo polipo, che in 3 offre la bocca a, da cui 4 discende il canale degli alimenti è a perpendicolo situato nel cavo del suo cor- po, avendo in c l’ovaia. 5 Botryllus aureus fornito di bocca d e di ano e , non che di macchia ovale f. 8. rosa- ceus col suo polipo ingrandito 8. Polycyelus Renieri 10 ( 100 ) con uno de’ suoi animaletti più grande g ela varietà 9. P. elongatus 11, B. stellatus 12, del quale si osser- va 13 la bocca 4, e l’ ano i. 8. Leachit 14 con due varietà 15, e 16; 2. ciliatus 17, e B. niveus 13. Fig. 20 Aplidium lobatum con gli animaletti riti- rati nella sua polpa, de’ quali in 19 osservasi la boc- ca m,l’ovidotto o colle uova chiuso dalla tunica pp. 21 Didermum roseum, essendone la varietà coll’ aper- tura 7° a sei denti. Encoelium roseum 22, subgelatinosum 23 e 25, giacchè in 24 si è tolta la membrana superiore per fare vedere il corpo de’ polipetti. D.candidum 26, e Po- lyclinum nodosum 27 sezionato in gran parte nella fac- cia superiore , dove si vede l’ apertura 4 col suo ca- nale 22 ramificato nell’ interno della sostanza , oltre al- cuni follicoletti ce, che ne sono forsi gli animali. P. ve- siculosum 28 e 29 P. stellatum,di cui si è aperta la interiore cavità reticolato-lacertosa ce, e se n’è ingran- dito un polipetto 31. Parte Il. — Spugne. Capiroro 1. — ldee preliminari. Sono state tante e sì incerte le opinioni degli scrit- tori su la natura e la descrizione delle varie e nume- rose specie di Spugne, che giustamente scrisse Erasmo, criticando Plutarco il quale aveva copiato Aristotile ed Eliano, che bisognava passare la Spunga su una parte ("101 ) della storia di siffatte naturali produzioni dagli autori compilata. Nè a giorni nostri la scienza hassi da loda- re delle nozioni, che ne han promulgato i moderni, i quali ripetono tuttavia il pensare degli antichi, alcu- ni de’ quali riguardavano le Spugne come animali, ed altri quali esseri misti, essendo abitazioni di piccoli po- lipi, edintermedie tra il regno animale e ’l vegetabile. E senza fare la numerazione di tutti gli scrittori basta ci- tare il gran Linneo, sulla cui autorità giurò Forskahl, che nelle prime edizioni dal suo Systema Naturae le riunì alle. piante, e non è gran tempo che Targioni Toz- zetti e Spallanzani abbiano sostenuto la medesima idea , che questi perfettamente abbandonò negli ultimi tempi di sua vita. Peyssonnel e Trambley nello scorso secolo con pruove irrefragabili dichiararono doversi registrare le Spugne tra’ Polipi, almeno per la maniera di vivere, giusta quan- to Nieremberg nel 1635 aveva pubblicato ; ‘ma non si sapeva decidere intorno la sua forma e natura animale. E se Aristotile vi conobbe un moto di contrazione e di dilatamento , al nostro Imperato poi è dovuta la este- sa descrizione della sistole e diastole appartenente al- le Spugne sottacqua viventi. Quale fenomeno, perchè sfuggito al celebre Peron, non avrebbesi perciò dovuto mettere in dubbio da qualche moderno naturalista. » Hanno le Spugne virtù motiva intrinseca ( scrive Imperato ) di restringersi e dilatarsi corrispondente alla proprietà della loro materia: onde percosse dalle tem- peste. o comunque altrimenti toccate, si ristringono nelle ( 102 ) sue radici, e più gagliardamente abbracciano il luogo ove stanno affisse, .. È proprio di questa spugnosità il facilmente restringersi , e ristretta ritornar nell’ esser suo, € l’esser bevacissima dell’ umore, qual ristretta poi facilmente ributta. Ma nella mucagine è propria- mente il senso e la vita con la virtù di potersi ritira- re in sè stessa; perlochè diciamo che dei due suoi movimenti l’uno sia propria della vitalità e l’ altro del- la materia: e che le Spugne vive solamente possano da sè stesse restringersi, ma il dilatarsi dal ristretto è comune anco alle prive di vita ed alla lanosità man- data dalla mucagine (Op. cit., cap. VII, p. 727.) ». Cavolini che apprezzò la veracità di tali osserva- zioni e che avrebbe dovuto vieppiù confermarle e col- la sua perspicacia contribuire a porre termine a tan- te quistioni, fu molto lungi dal toccare la meta. Infatti egli, dopo alcuni sperimenti, i quali non troppo vi bi- sognavano, ingenuamente confessa di non avervi vedu- to ritiramento sensibile all’ occhio ;3 e che solo quando toccava le pareti de’ forami che comprimeva, questi allungandosi per causa dello stiramento , gli mostravano un moto, sebbene piccolissimo, di reciproco stringimen- to. E finalmente conchiude » non perchè il fenomeno del sentimento sia stato debolissimo , dovremo inferio- re che la Spugna debba essere un vegetabile, quando la fabbrica del suo corpo manifestamente la dichiara animale ( Op. cit., p. 269) ». lo non intendo affatto detrarre merito od ingenui- tà a questo mio illustre concittadino, ma sono d’ al- ( 103 ) tronde obbligato di riferire quello, che ne ho osserva- to. Credo però che il Cavolini abbia poco atteso in queste ricerche, dappoichè l’ Alcionio foraminoso d’ Im- perato ( S. nodosa L. ) non solamente ha una marca- tissima contrattilità da lui per altro oscuramente avver- tita, ma dalle mie ricerche risulta essere desso un’ A- scidia composta o meglio un corpo; che ravvicina que- sto ultimo gruppo di viventi agli Alcioni. Avendo fatto da’ marinai prendere i sassi con spu- gna aderentevi e riposti in un cato , ho veduto che es- sa era coperta da un tessuto a maglie quasi raggian- ti, e di tratto intratto provveduto di fori. Quando ella sia sottacqua, se ne vede il moto espansivo per questo liquido che vi s’ introduce , il quale , tostochè quella sia con stecchetto irritata , bentosto si evacua: e tal semplicissima operazione è sufliciente a dimostrarne la irritabilità. Ma evvi dippiù, che strappata la Spugna dagli scogli, e tenendola in mano al secco, fa cono- scere un movimento di corrugazione , che si appalesa colla restrizione delle maglie del di lei corticale tessuto, e molto più nell’impicciolito lume de’ forami primari , cui internamente corrispondono i secondari. A nor- ma che continuasi ad irritarlo si corruga esso e fi- nanche il sottoposto scheletro cartilaginoso areolare , da produrre in ogni aia o maglia sua leggiero infossa- mento. lo ripongo perciò in detto tessuto tutta la forza vitale delle Spugne, il quale da per ogni dove ne copre la massa risultante da laminette, più compatte, oscura- ( 104 ) mente ivritabili, formando molte aie ben distinte, ma a pareti comuni; crescendo a norma che la polpa esteriore si espande, di cui ne costituisce lo schele- tro. Che anzi verso la base delle Spugne, o sia nel pun- to di loro adesione agli scogli , è questo più duro, e pare che i suoi strati superiori, perchè in immediato contatto con la sostanza corticale , sieno più partecipi delle vitali sue proprietà. Ciò mi fa credere esistere nelle medesime un modo di svilupparsi analogo alle pian- te a due cotiledoni. In fatti le nicchie del loro tessuto cartilaginoso, che è composto di fibre delicatissime va- riamente intrecciate, ne’ cui spazi depositasi la materia moccio-terrosa di Olivi, risultano dalle maglie della pol- pa corticale, cui per la forma e disposizione perfetta- mente somigliano, E quella porzione delle Spugne, che ne manca, puossi reputare già morta. Dippiù essa per necessità esister deve in tutte le specie, sebbene non fos- se all’ occhio visibile a cagione della sua esile tessitura. E siccome le fibre primarie di questa hanno un centro dove di tratto in tratto si riuniscono , così tali papille forsi nel contemplarsi le Spugne secche furono da taluni autori creduti Polipi. Or mentre siffatta idea è totalmente erronea, e che rimane col fatto smentita; pu- re io reputo la divisata polpa analoga a quella del- la Gorgonia e del Corallo: e molto più per la facilità a riprodursi fra pochi giorni, siccome vide Cavolini e giusta quanto ancora io ho osservato , togliendola dello sche- letro corneo , che vi si rigenera sotto forma di tenue gelatina di odor graveolento , a colori varii ma subito ( 105 ) alterabili, e facile a dissiparsi colla macerazione ; rima» nendo a nudo lo scheletro sì per conservarsi ne’ Gabinet- ti, che per infiniti usi economici e farmaceutici. Gli anti» chi conobbero abbastanza che strappata degli scogli ha la proprietà di rifarsi delle perdite col farne ivi sboc- ciare altro individuo. È nota pure la sua tenacità ad attacarsi a quelli; ed in certe isole della Grecia i giovanetti e le donzelle pria di passare a nozze debbono_dar pruova di abilità nella pesca delle Spu- gne : tale e tanto ne è lunga e pericolosa la pesca- gione. Con quanta ragionevolezza Cavolini asserì che le Spugne assorbissero il nutrimento pe’ pori cutanei , al- trettanto poi andò lungi dal vero, volendo criticare il Plinio del Nord , il quale scrisse che i forami delle stes- se non servano affatto pel respiramento dell’acqua: che an- zi a detto uso io aggiungo la proprietà di somministrarle eziandio i principi nutritizi consistenti in molecole orga- niche mistevi, ed abbisognando sempre delle nuove mediante novella acqua. Quale operazione nelle specie, che ne mancano, adempiesi da’ pori cutanei. Credo inol- tre che la propagazione loro non avvenga affatto per uova , di cui sono essenzialmente sfornite , e per con- seguente giustificano le idee di alcuni scrittori che le reputano intermedie tra le piante e gli animali. Secondo Hattschett la Spugna «omune componesi di gelatina, e di una specie di tessuto membranoso avente tutta la proprietà dell’ albumina coagolabile, Ul timamente Fife vi ha rinvenuto lo ioide, che ne giusti- 14 ( 106 ) fica le proprietà mediche nelle scrofole e nel broncoce- le, in cui ne ho sempre osservato de’ buoni effetti , prima abbrustolata ed indi postane la polvere sotto lingua. Talora ridotta in pezzi, ma senza farla ma- cerare , si da come vermicida : virtù che io credo insita allo ioide, che trovasi in essa ed in tutte le pian- te marine. Nella Zcorografia ed uso degli animali me- dicinali tratterò a lungo di detto articolo , riserbando- mi qui dir qualche cosa su l’uso economico e meccani- co della stessa. Marziale così scrive della Spugna co- mune : Haec tibi sorte datur tergendis Spongia mensis Utilis, expresso quum levis imbre tumet. Macquart con molta sensatezza scrisse che non bi- sogna mai fare usare la medesima Spugna a più persone, onde non comunicare loro qualche contagio. In fatti può es- sa divenire il veicolo di propagazione de’ mali cutanei , quantunque fosse stata precedentemente ben lavata. Per la facoltà che possiede d’ imbeversi di acqua Dale la col- locò tra le sostanze velenose, qualora fosse stata in- trodotta nello stomaco, dove enormemente si gonfia pe’ su- ghi, che naturalmente vi piovono. Si usa pure infor- ma di pessario e talora ha giovato a frenare le emor- ragie impregnata di sostanze astringenti. Quale servizio non presta a’ cerusici e negli amfiteatri anatomici ? Pas- siamo intanto alla parte più spinosa di detti esseri, quale è la specifica loro conoscenza. » L’ articolo delle Spugne ( scrive saggiamente Olivi ) mi parve sempre uno dei più difficili a dilucidarsi e per quanto ne riguarda (107 ) la natura ed economia organica, e per quanto appartiene alla sistematica distribuzione delle loro specie ( Op. cit. p. 265 ). Capiroro Il. — Descrizioni speciali. 1 S. comune. Trovasi in masse quasi globose, del- la grandezza di testa umana , pesanti, coperte di cro- sta molle di colore piombino, con papille rotonde promi- nenti, donde intorno intorno partono delle fibre raggianti rilevate e reticolate mercè talune altre più tenui, spesso corredate di forami orbicolari, nel cui centro ne cor- rispondono altri minori, che trasportano l’ acqua nel suo tessuto areolare a pareti comuni elastiche , vestite della stessa crosta esteriore, che insensibilmente vi si continua. 2 S. fina. Osservasi dello stesso colorito della pre- cedente , ed in mare sembra esserne una varietà pel colore piombino più sbiadato. La sua mole neppure giugne alla metà dell’ antecedente, da cui poi differisce pel tessuto delicato, e per le aie picciole ed assai avvicinate. Credo inoltre che la S. lacinulosa e la S. usitatissima di Lamarck non siano la stessa cosa, atte- sochè questo celebre scienziato non avrà certamente po- tuto esaminarle viventi. In tali produzioni le varietà arrivano a dismisura, e non vi è cautela bastante per non commettere sbagli, di cui io medesimo non mi reputo esente. Le su indicate Spugne pescansi nel no- stro littorale per uso domestico, ma per toglier loro Li ( 108 ) l odore graveolente che spargono, e metterne le aie a portata di meglio imbeversi di acqua, bisogna che si facciano macerare in questa, da doversi spesso rinno- vare , onde non s°’ infradici col ristagno della polpa su- perficiale da cui è coperta , e che colla macerazione a poco a poco va via. Le osservazioni generali poc’ an- zi descritte sono state da Cavolini e da me intraprese su queste due specie di Spugne. 3 $S. rossastra. Corpo papilloso ellittico, rossiccio, di tratto in tratto ristretto in vari lobi, ognuno con apertura circolare denticolata , e molto prominente. 4 S. angolosa. Emola in gran parte una pirami- de con base allargata, la cai mercè comunica colle compagne ed attaccasi a’ corpi marini; è di sostanza car- tilaginea , e dalla punta in giù intorno intorno scen- dono delle lamine flessuose, le quali di tratto in tratto offrono un angolo con forame terminale e cigliato. Per evi- tare le novità la riporto alla S. argulosa, sebbene ab- bia pure analogia colla S. rimosa di Lamarck. 5 S. setolosa. Corpo reniforme gialliccio con quattro in cinque aperture circolari, avendo un re- ticolo a maglie maggiori racchiudendone delle minori anche circoscritte da esili ramificazioni, da’ cui spazi elevansi delle papille coniche in cima bucate e con fa- scetto di rigide setolette al numero di una a quattro. 6 S. macchiata. Come una lamina irregolare e sot- tilmente porosa gialliccia cospersa di macchie bianche copre gli scogli del nostro littorale. 7 S. rosea. Si eleva alquanto da’ macigni suba- ( 109 ) quei, che a guisa di spuma rosina variamente ondeg- giante non a rado apparisce nel nostro porto. 8 S. miniata. Massa emisferica ovale, porosa rosso di carminio e facile ad imbeversi di acqua. 9 S. reticolare. A foggia di macchie circolari fo- sche attaccasi ai corpi marini, avendo superiormente un reticolo di fibre bianchissime. 10 S. quasi piegata. Molte laminette parallele , le une in parte soprapposte alle altre , costituisco- no il corpo di questa Spugna di colore giallo cedri- no , che forse la ravvicina alla S. su/phurea di Risso. 11 S. cerulea. Massa di forma non determinata, poco elevata , porosa , incrostante i. corpi marini, ed essendo di color cilestro cupo. 12 S. cellulosa. Corpo alquanto elevato dagli sco- gli, fornito di vari lobi acuminato-dentati, e con fo- rami intermedi circolari ed ampli. È di colore carnici- no , non che di tessuto elastico e rigido. 13 S. fistolosa. Elevasi da’ corpi marini a foggia di cannello conico assai ristretto ed aperto in punta, a superficie con sottili solchi longitudinali, bianca, e ad a cavità unica. Se ne trova spesso una varietà cor- redata «di piccole spine all’ esterno. 14 S. rigonfiata. Vedesi in forma ovata, o pure sferica, aderente alle piante marine, corredata di apertu- ra circolare nel centro superiore , di produzioni spino- se triangolari gialle in tutta la sopraffaccia esterna bian- ca , a pareti coriacee, che circoscrivono una sola cavità. Risso con ragionevolezza ha formato un genere nuovo sì ( r1o ) della Spongia ficiformis di Poiret col nome di Sycor, che del suo S. Humboldtiî , il quale in unione della nostra S. fistulosa ne costituirebbero quattro distinte specie. 15 S. porporina. Sta fissa alle pietre di mare me- diante una larga base, donde s’ innalzano molti coni paralleli distinti ed aperti nella cima. La sua sostanza è molto delicata con pori esilissimi, essendo di colore porpureo assai vago , il quale col seccarsi in gran par- te conservasi. 16 S. cilindracea. È di forma cilindrica porosis- sima , di sostanza delicatamente tessuta di peli, e di tratto in tratto fornita di qualche papilla conica con largo foro nell’ apice. Quasi eretta attacasi agli sco- gli, essendovene una varietà color rosso sbiadato, che serpeggia ramificandosi in diverso modo su’ corpi marini. 17 S. triangolare. Per la sua parte inferiore mol- to ristretta è fissata a’ corpi marini subaquei, dalla qua- le a guisa di ventaglio espaso si elevano delle lamine abbastanza crasse poco porose, che offrono l'orlo per- fettameute troncato e con denti. Ha il colorito verde gialliccio, e sembra dimostrare il passaggio degli Alcio- ni alle Spugne. 18 S. d° Imperato. Da una lamina coriacea abba- stanza estesa , la quale aderisce agli scogli o pure a’ le- gni fradici subaquei , in direzione perpendicolare od in- clinata elevansi de’ cannelli quasichè cilindrici ed aper- ti nell’ apice, La sua sostanza non è molto doppia , cedevole, e di colore giallo-fosco. Evvene però una va- (ia; ) rietà cavernosa nello strato orizzontale, che è più cras- so, ma i cannelli sono più corti, ed è di color ver- de. Il nostro Imperato ( Op. cit., p. 729 e 732, fig. 2 ) così descrive questa Spugna : » Tra li detti Alczo- ni vi è il molle simile a materia di Spongia infranta, che cede nel toccare, coverta di velo , da cui sorgono altri germogli di velo in modo di giunchi, di grosszza di penna di oca e concavi; nella quale parte si vede intessimento riquadrato di fili sottili nel modo di raro velo ». 19 S. quasi dicotoma. Il suo fusto cilindrico e giallo alzasi da base comune, avendo in cima molti rami semplici o distici , verdicci ed appena porosi. Sponcir. Polyparium polymorphum , fixum , mol- le, gelatinosum in vivo irritabile ; exsiccatione tenax , flexile, porosissimum. Awis: fibrae innumerae, corneae, flexibiles, reticulatim contextae. Crusta: gelatina viva fibras et cellulas vestiens, fugacissima , in polypario e mari emerso partim elapsa evanida. 1. S. communis. — S. comune od ordinaria. Sessilis subturbinata, rotundata , superne plano-convexa , mollis tenax , superficie reticulata , poris magnis. BeLon. et RonpELET p. 133. Gesner Aquat. lib. IV, p. 1066. ImperaTo Stor. nat. p. 227. Tourn. Zrist. I, h. p. 575. S. officinalis. MuLLer Zool. Dan. prod. 1087. Parras Elench. zooph. p. 387, n. 234. S. multiformis. Soanp, et Eris Corall. p. 183, n. 1. ELris det. Agl. LV, p. 288, tab. X, f. DE. (unt) CavoLini Polipi marini Mem. II, p. 266. Linn. cur. Guerin Syst. nat. p. 3820, n. 8. OLivi Zool. adr. p. 265. Lamovroux Polyp. corall. p. 20. Lamarck Zist. des anim. sans vert. tom. II, p. 353, nr. Cuvier Regn. anim. tom. IV , p. 88. BrarnviLe Dict. des sc. nat. tom. XV , p. 105. Savionr Zooph. d’ Egyp. tab. II, fig. 4. Risso Prod. de Nice tom. V , p. 369. CLoquer Faun. des med. tom. II, tab. XVII, f. 2; tom. V, p. 76. 2. S. usitatissima. — S. fina. Turbinata tenax , mollis , porosissima , foraminibus in ea- vitate subseriatis. Lamarcx Ann. du Mus. tom. XX, p. 383, n. 45: et n. 2 ( cum syn. )? Hist. des anim. sans vert. tom. II, può 369355 Lamouroux Polyp. corall. p. 41. RoxpeLet, de Zooph. pag. 134 , de hac Spugnae specie ita scribit : » Secundum genus est densum, quod parvas admodum fistu- las habet, et tenue quod ad crassitudinem corporis attinet et molle : tantumque mollitudine differt a primo genere , quan- tum stupa crassissima asperrimaque a delicatissimo et tenuissimo lino » i 3. S. rubra. — S&S. rossastra. Tenax , simplex , oboscure rubra, subrotunda , tuberculis elevatis, poris aequalibus. Linn. cur. GmeLin Syst. Nat. p. 3819, n. 19. Bosc Zist. des vers tom. II, p. 141. Lamovrovx Polyp. corall. p. 33. Savieny Zooph. d' Egypt. tab. I, fig. 4. (nd) 4. S. angulosa. — S. angolosa. Erecta , pyramidalis, cartilaginosa , angulis flexuoso-poro- sis , aperturis rotundis ciliatis. Lamarcx Ann. du Mus. tom. XX, p. 376, n. 23: Hi- st. des anim. sans vert. tom. II, p. 338, n. 23: et An S. rimosa columnaris ? n. 25 Lamourovx Polyp. corall. p. bri et 52. 5. S. setulosa. — $. setolosa. Ovato-reniformis , luteola, reticulata , papillis conicis setulo- sis; poris orbicularibus sparsis. NoBIs. 6. S. maculata. — S&S. macchiata. Tenuis , porosa, coriacea , luteo-fusca , maculis albescenti- bus irregularibus fucata. Noprs. 7. S. rosea. — S. 7osina. Ovalis , tenuissime porosa. Noris. 8. S. miniata. — S&S. miniacea. Ovata, coccinnea , cellulis minimis. NoBIs. g. S. reticularis. — S. reticolare. Orbicularis, coriacea , fusca , fibris reticulatis , albescenti- bus. Noris. 10. S. subplicata. — S. quasi piegata. Laminibus flavis, poris minimis sparsis, imbricato-plicatis. NoBis. 11. S. caerulea. — $. cerulea. Crustacea , depressa, mollissima, caerulescens; superficie interna foraminulis minimis constructa. Risso Prod. de Nice tom. V , p. 373. 12. S. cellulosa. — $. cellulosa. Superficie denticulata, lobis acuminatis, foraminibus am- plis. NoBrs. 13. S. fistulosa. — S. fistolosa. 15 (114) Tubulis conicis , solitariis, apice recurvatis pertusis, exter- ne striatis. Nobis. a ) Superficie muricala. F 14. S. inflata. — S. rigonfiata. Vesiculis ovatis vel hemisphaericis , solitariis, muricatis, unilocularibus , apice foro circulari praeditis. Norrs. An Savionr Zooph. d' Egypt. tab. Il, f. 6? 15. $. purpurea. — .S. porporina. Pluriloba, tenera, porosissima, purpurea , lobis conicis di- stinctis , apice apertis. Risso Prod. de Nice tom. V, p. 376. 16. S. cylindracea. — S. cilindrica. Erecta , carnea, intus cava, fragilissima et porosissima ; ramis cylindraceis fistulosis, extus tubulosis. Ginanni Adriat. 43 , 92. OLivi Zool. adriat. pag. 264. Risso Prod. de Nice tom. V, p. 375. b ) Ramulis repentibus. 17. S. triangularis. — S. triangolare. Massa triangularis ventilabriformis , margine cristato denticu- lato, poris minimis sparsa , lutea. NoBis. 18. S. Imperati. — S. d’ Imperdto. Tubulis elongatis apice foraminosis, aggregatis, e massa lu- teo-fusca coriacea horizontali surgentibus. Nopis. c) Lamina horizontali spugnosa virescente foraminosa , tubulis brevissimis, 19. S. subdichotoma. — S&S. quasi dicotoma. Stipite tereti lutescente, ramis subdichotomis virentibus , eylindraceis. Noprs. Neapolitano litore Spongiae mox descriptae in- habitant. (210 ) Capitoro II. — Tetia. Lamarck ha stabilito questo genere a spese degli Alcioni pel carattere, che le Tetie hanno , consistente nel- le fibre raggianti dirette verso la loro crosta cellulifera esteriore , cui erroneamente quegli attribuisce i polipi. T. lincurio. È simile per la forma e lo colorito all’ arancio. Offre un punto più rilevato nelle papille della superficie esteriore, ad opra di cui si attacca agli scogli. Tra ognuna di queste, che è sollevata e circolare con esili pelucci la cui mercè avverte l’ impressione de- gli oggetti esterni, esistono gli orifizii de’ canali acquosi dispersi nell’ interno della sua sostanza. Molti autori hanno creduto essere un polipaio, i cui animali fossero le descritte papille pelose, le quali per verità tosto che si contragga la intera massa di questo zoofito, che pria si vedevano rialzate e coi peli spiegati Fusi corrugano egualmente che i forami frappostivi. È però di curioso Ep 'uscdlo la introduzione e la uscita dell’ acqua marina circolante per un sistema di canali, che or ora si descriverà: fa- cendo conoscere in tutta la Tetia un moto patentissi- mo di ampliazione e di corrugamento. Anatomia. Sezionato per metà questo zoofito si appalesa il suo nocciuolo osseo centrale e globoso, dal cui contorno in direzione raggiante nascono le laminette triangolari compresse e ricurve, le quali colla parte lar- ga finiscono in cadauna papilla. La sostanza interme- dia alle medesime è fatta da fibre \come pagliucce, for- * ( 126 ) mando un tessuto spugnoso di color fosco, nel quale pas- sano i canali acquosi comunicanti con altri vasi traver- sali e concentrici al nocciuolo osseo (vol. II, p. 273). Quindi si comprende la ragione della mole ampliata, che questo animale ha in mare , paragonata a quella, cui riducesi dopo qualche tempo cavato dal suo luo- go natale. TetHYA. Polyparium tuberosum , subglobosum , intus fibrosissimum ; fibris lamellaribus a nucleo orbi- culari centrali in papillas corticales desinentibus ac ra- diantibusj oscula rotunda numerosissima pro aquae circuitu. T. Lyncurium. — Arancio o portogallo marino. Globosa , superficie verucoso-papillosa , foraminulosaque. Alcyones. Marsiti Zist. mar. p. 82, tab. XIV, n. 72-73. T. sphaerica. Donati Adriat. p. 60,64, tab. X, n. 1 et 2. Acyonium flavum. Pranca. Conchyl. IL, p. 44, App- I, p. 114; Act. sen. vol. I, p. 218, tab. VIII, frena A. aurantium. Parras E/ench. Zooph., n. 210. A. lyncurium. Liny. cur. GweLin Syst. Nat. p. 3812, n. 7. Brucuiere Enc. méth. tom. VII 3 ip=24gre 12 OLivi Zool, Adriat. p. 238. EspER Zooph. Suppl. II, tab. XE 98 Lamarcg Mist. des anim. sans vert. tom. II, p.386,n.5. Risso Prod. de Nice tom. V, p. 363. a ) Fibris radiantibus arcuatis. Dowari Adriat. p. 62, tab. X. Esrer Zooph. Suppl. Il, tab. XIX, f. 4,5. Lamarcx Ann. du Mus. tom. I, p. qu, n. 5. Apud nos frequenter occurrit. (117) Spiegazione della Tavola XXXVII. Fig. 1 Tubularia annulata. Pherusa tubulosa 2, e suo pezzo ingrandito 3. Corzularia rugosa | col- le ramificazioni radicali «, 5 tubo ingrandito. Encoe- lium hospitiolum 12. Spongia maculata 6, rosea 7, miniata 3, re- ticularis 9g, subplicata 10, caerulea 11, cellulosa 13, fistulosa 14 e var., muricata 15, inflata 16 e 17, purpurea 19, cylindracea 20 e var. 21, triangula- ris 22, Imperati 23 e var. 18, essendone la crassez- za del suo tessuto spugnoso orizzontale a, suòdicho- ioma 24. ( 118 ) M'EMORI.A. V. PLANARIE, Dori, TETIDI, PLEUROBRANCHI E PLEUROBRANCHIDIO. Capitoro I. — Planarie. Lamarck giustamente sospetta che le Planarie non spettino agli Anellidi. Io che le ho osservate viventi posso assicurare la veracità della sua fondata opinione, che rimane vieppiù illustrata da una loro specie, che ne descrivo molto analoga alle Fillidie ; e spero che la anatomia delle medesime voglia corrispondere alle mie asserzioni. Hanno esse il corpo piano-convesso, di figura ovale talora con taluni punti neri anteriormente, che ne sono gli occhi. 1. P. sifoncino. Per la sola dimora marina par- mi che diversifichi dalla P. purctata di Muller. Ha il corpo quasichè prismatico , inferiormente piano , su alquanto convesso, innanzi rotondato, ed in dietro assottigliato. Il suo colorito è giallo e foltamente pun- teggiato di nero , tranne il dorso e lunghessa la linea inferiore del piede, nel principio del quale caccia una lunga e conica proboscide, e poco oltre la di lui me- tà offre il forame dell’ ano. 2. P. gialliccia. Ha il corpo compresso , assotti- gliato ne’ due estremi, giallo con strisce bianchiccie (119 ) presso a poco raggianti verso il suo perimetro , ed aven- do la massa de’ visceri cerulea nel mezzo. 3. P. tubercolata. Se Muller non fosse stato un osservatore attento ed esatto nella delineazione degli animali da lui descritti, sarebbe rimasto sempre nel mio animo il sospetto, che questa /’Zararia forse avreb- be potuto essere la cornuta del medesimo naturalista. Ma la ispezione delle figure e la sua descrizione mi fanno essere abbastanza sincerato su tale articolo. Mi resta so- lo il dubbio che non sia ella identica alla P. Brocchi di Risso ( Op. cit. tom. V., p. 264 ); attesochè per alcuni caratteri della sua descrizione vi somiglia e per altri ne differisce. È sommamente a dolersi ch’ egli non abbia dato le figure di tutte le sue specie pretese nuo- ve, onde solidamente arricchire la zoologia , anzichè produrvi confusione maggiore. La suddetta Planaria è molto larga e compressa , di figura ovata, © sia ristretta posteriormente , roton- data e sinuosa avanti, dove elevansi due laminette emo- lanti i tentacoli con duplice filiera di punti bianchi , essendovi frapposto un corpo triangolare, donde prolun- gasi una linea bianca mediana e dorsale sino alla co- da. La superior faccia del corpo è coperta di tuberco- li surmontati da un cirro bianco. È d’ avvertirsi inol- tre che il corpo è fosco tranne il suo perimetro, in cui offre una linea bianca. La faccia inferiore poi ne è pia- na ; cerulea e fa trasparire la massa del fegato di vari lobi bianchicci e Y' orifizio dell’ ano, cui è vicina un’ al- tra apertura, ( 120 ) PLANARIA ( vol. I, p. 70 ). 1. P. siphunculus. — P. sifoncino. Corpore elongato superius convexo, inferne plano, luteo ni- gro-punctato ; linea longitudinali lutea. Nosis. 2. P. lutea. — P. gialla. Corpore ovali planulato, luteo, lineis coeruleis radiantibus. Nosrs. 3. P. tuberculata. — P. tubdercolata. Tentaculis auriformibus, corpore superne fusco , tuberculis apice papillis albis, linea marginali et mediana alba, subtus pla- no-caerulescente. Nosis. Habitant inter Algas Castri Luculli. Capiroto II. — Doridi. $. I. Idee generiche. Le prime notizie di questo genere di animali spet- tano al nostro Fabio Colonna, che a tenore de’ suoi tempi ne delineò una specie da lui appellata Lepre marina ed in seguito da Aldrovando e Ionston copiata. Lo stesso Linneo nella edizione X. del suo Systema Naturac, tacendo quello che ne avevano detto i suoi prede- cessori, parlò della sola Doris verrwcosa riportata da Seba; ma nella XII edizione descrisse la D. Argo osservata da Bohadsch, e corresse i caratteri del suddetto genere cir- ca l’ errore in cui era caduto, prendendo l’ ano per la boc- ca. Indi il suo comentatore Gmelin senza troppa filoso- fia ne accrebbe il numero, non trascurando quelle del nostro Cavolini. Dobbiamo però al celebre Cuvier la (Sn) disamina esatta di molte specie nuove , e la riforma giustissima apportata a siffatta famiglia di viventi, che indi è stata da tutti i naturalisti abbracciata. Egli in fatti la divide in Doride, Policera Tritonia , Eolide, Cavolina, Glauco e Tergipe. Dall’ estratto che Ferussac ha pubblicato della Memoria del prof. Rapp ne appa- risce il numero molto accresciuto, e forsi con caratte- ri, che non possonsi abbracciare da coloro , che co- noscono i moltiplici cambiamenti di forme e colori dai molluschi presentati nello stato di vita, e che si tro- vano nel caso di contemplarli vivi. Le Doridi hanno il corpo convesso con una mem- brana superiore allargata detta pallio e parallela al pie- de, che è piano e anteriormente con solco; la bocca a guisa di tromba, fornita di due tentacoli, uscendo tra questo e quello ; l’ ano posteriormente circondato da branchie lamellose-pennate , ed amendue racchiusi in una specie di cavità; due fovee nel dorso pei tentacoli su- periori , ed al lato dritto il foro degli organi della gene- razione. Le Eolidi ed in conseguenza le Cavoline ne diffe- riscono pei tentacoli superiori privi di ricettacoli , per la deficienza delle branchie pennate e per l’ aper- tura dell’ ano poco lungi da quella degli organi ge- nitali. Appartiene ad esse un bulbo muscoloso interna- mente corredato di laminetta dentaria , oltre le ru-- ghe cartilaginee situate nella sua apertura, l’ esofa- go terminato nello stomaco, donde principia l’ intesti- no aperto nel cavo branchiale, ma mon vi esiste al- 16 (102.5) cun forame a fianco ove avrebbe dovuto metter ca- po il canale delle due glandule epatiche, che a me sembrano essere il principio delle salivari egualmen- te che la sua vescichetta z e descritte da Cuvier ( Op. cit. , p. 8,15e 17, fig. 17 ). Il fegato a cono ro- vesciato è fatto da molti lobi, all’ esterno coperti dall’ ovaia, e dante attacco alle glandule salivari sottili giù e crasse su, i cui dutti si aprono alla base del bulbo esofageo. Il canale epatico con molti rami, che finiscono in quattro primarii forami, finisce dentro lo stomaco. Sul bulbo dell’ esofago esiste un gruppo glandulo- so conosciuto da Cuvier ( Op. cit. p. 15), donde par- te lo speciale vase aperto dentro l'atrio della bocca e sopra la teca dentaria. A me pare che il suo umore favorisca la masticazione, quantunque non siasene fi- nora conosciuto l’uso. Il cervello è simile a quello de’ gasteropodi: e ne’ suoi lati ha due punti nericci glo- bosi ognuno corredato di gambetto , i quali ne costi- tuiscono gli occhi finora ignoti a’ naturalisti, che adem- piono al loro ufficio allungandosi ed internandosi tra le maglie diradate del tessuto cutaneo. I nervi partono dal cervello, numerandosene quattro in sei pe’ lati, due finiscono alle base del bulbo co’ rispettivi gan- glietti, ed altrettanti si dirigono sino alla cavità delle branchie. Gli organi delle generazione spettanti alle Doridi si riducono al membro genitale lungo e sottile racchiu- so in un astuccio allungato , traversalmente fibroso e di (EP137) col proprio muscoletto: a fianco allo stesso è collocato il canaletto della borsa di Swammerdam, indi la ma- trice, cui sbocca l’ ovidotto arcuato-compresso , risul- tante da infinite laminette flessuose traversali, e da un corpo ovale composto di molti acinetti. I visceri descritti racchiudonsi in una tunica pe- ritoneale molto resistente. Le pareti del loro corpo so- no fibrose, avendo i lacerti per lo più paralleli interse- cati da altri traversali. È da notarsi che il bulbo eso- fageo in uno de’lati sia provveduto di tre muscoli com- pressi, che nascono dalla parte anteriore ed inferiore del corpo , e finiscono formando un mezzo cerchio car- noso presso lo stesso bulbo ; e che la cavità branchia- le sia tirata nell’ interno dell’ addomine da molte fibre raggianti, che vi si distribuiscono , o pure da sei la- minette muscolose. Gli antri per la circolazione acquosa nelle interne vie addominali e del piede sono costituiti da un cana- le ellittico, cui mettono foce altri più piccoli. Dalle branchie partono le vene , che portono il sangue nel- ì’ orecchietta e quindi nel ventricolo del cuore , da cui ha origine l’ arteria aorta; ma più ampi comenti sul colo sanguigno non solo di questa razza di molluschi, ma di quelli riuniti nella presente Memoria, saranno da me dati nel successivo volume di questa opera. (124 ) $. II. Doride argo. Descrizione. A conto de’ suoi tentacoli superiori biso- gna avvertire, che i medesimi non sempre osservansi al- lungati. Essi escono da’ propri ricettacoli, che sono circolari, con orlo un paio di linee rilevato , ed inter- namente di colore scarlatto, e lisci; avendo un pe- dicello rotondo nel mezzo con molti globetti , soste- nuto da un cono traversalmente striato, nell’ apice for- nito di cerchio bianco e con puntino negro nel centro. Quando i suddetti tentacoli sonosi raccorciati , il che accade per le loro fibre longitudinali, offrono i detti globettini abbastanza rilevati e prominenti; motivo per cui Bohadsch gli credette occhi, de’ quali 1° animale esternamente sembra del tutto mancare. Non debbo peraltro negare che i medesimi sono sensibilissimi ad ogni menomo toccamento , ma non raccorciansi, qua- lora siano tocchi da corpo qualsiasi ; e che la descri- zione loro fatta da Bohadsch sia esattissima, tuttochè la denominazione specifica di questa Doride non espri- ma l’idea de’ cento occhi di Argo. Il suddetto animale è allungato, convesso nel dor- so , assottigliato ne’ lati e rotondato sì avanti che dietro. Il suo margine è distaccato dal piede mercè un largo e profondo solco; ed offre il contorno quinci e quindi or più ora men rotondato. Per le varie mosse , che il mollusco attuale è capace di fare, presenta ta- lora la figura ovata, e talvolta la ovato-allungata. Il co- (125 ) lorito del dorso è scarlatto fosco, ed interamente è coper- to di piccole papille affollatissime. È inoltre dissemina- to di macchie bianche rotonde e picciole soprattutto sul- le ramificazioni delle branchie , e che sono più nume- rose di talune maggiori bislunghe precisamente nel mar- gine del corpo , e di altre disposte a forma dendritica nel mezzo del lato destro e sinistro, essendo qual- che volta non tanto visibili (1). La superficie del dor- so al tatto sentesi scabra , per alcune leggiere promi- nenze aspre e visibili colla lente, le quali appartengono alla membrana esterna delle papille accennate. Presso la coda lunghessa la linea mediana del cor- po esiste il cavo branchiale, i cui orli appena lobati si rialzano alquanto , donde liberamente escono le branchie che vi sono allogate, formando un solo grup- po nello stato di contrazione : finita la quale paten- temente veggonsi fatte da due tronchi principali diretti uno a destra e l’ altro a sinistra, e che indi tornansi a dividere in rami superiori ed inferiori , ciascuno de’ quali continua a ramificarsi. Da entrambi i lati del- la prima , seconda e terza biforcazione nascono de’ va- si graziosamente pennati. Spesso però vi è qualche va- (1) Osservando con lente siffatte macchie , fui sorpreso di riconoscervi un aggregato di piccoli vi- venti emisferici con aperiura appena increspata , cir- colare , bianchi, aspri al tatto, che colla base ade- rivano su le parti annunziate , e l’uno distinto dal- l’ altro. (126 ) rietà in riguardo alla esposta ramificazione , ravvisan- dosene qualcheduna di meno. In mezzo alla primaria separazione delle branchie e dalla banda della coda, ove esse formano un semi-cerchio , trovasi il termine dell’ intestino retto, conico, rilevato, e con un’ incre- spatura bianchiccia nel contorno. La proboscide sia nello stato di allungamento , che in quello di contrazione, non oltrepassa il margine an- teriore del corpo. Essa è simile a quella delle patelle , avendo a’ lati due tentacoli assottigliati, che benanche si estendono e ritirano. Il piede è piano, allargato nella pe- riferia, avanti solcato, dove scorgesi inciso e con una li- nea bianchiccia. Tra il pallio e ’1 medesimo evvi intor- no intorno un solco bastantemente largo. Il colorito della parte inferiore del corpo di questa Doride è ros- so macchiato di giallo-fosco soltanto nel solco indicato, nel margine del piede, ed in una porzione del pallio. E per dare un’idea chiara della combinazione de’ colo- ri annunziati, credo a proposito somigliarli alla lamina interiore del perigonio del Lilium dulbiferum. Anatomia. Sezionata la proboscide, apparisce l'interno del bulbo muscoloso col corpo bilobato su , cui aderisce la lamina della lingua, che offre i denti disposti in serie parallele, ognuna delle quali ba que- sti talmente avvicinati che sembrano duplici. Hanno essi l’ apice ricurvo, ed un muscoletto circolare nella base, onde legarsi alla membrana della lingua. L’ esofago è cilindrico rossiccio , che termina nello stomaco rosso- fosco, rigonfiato come una cornamusa, e presso l’ estre- (127) .mo opposto principia l’ intestino. La glandula salivare accessoria ha il proprio canaletto, e risulta da molti aci- netti scarlatto e da taluni verdicci. Le glandale saliva- ri rosse, incominciano dal fegato come un corpicino ro- tondo , indi sottili e poi man mano s°’ ingrandiscono per finire al principio dell’ esofago, dove apronsi i loro condotti. Il fegato è a lobi rosso-foschi, con profonda fessura nel punto diriunione de’ primari dutti epatici , che sboccano presso il cardia. Le ovaie rosso scarlatto coprono tutta la mas- sa del fegato, il cui ovidotto giallo e flessuoso si apue nel principio della matrice rossa, e risultante da molte laminette gelatinose e flessuose; le quali, tostochè sia quella indurata dallo spirito di vino , possonsi facilmente svolgere. Il testicolo le è contiguo, ed apparisce di fi- gura ovale e composto di sostanza granellosa rossa, che vi si apre egualmente che il condotto di una borsa ovata rossiccia e ben diversa da quella di Swam- merdam, che giace poco appresso; ma che sbocca in un canale giallo fatto da fibre traversali all’ esterno, ed internamente ha le rughe con due serie di tubercoli cartilaginei conici, a più strati soprapposti, uncinati in cima, ove sono più compatti, essendo di analoga strut- tura dello stiletto cristallino della Z/elia pomatia. Del- la medesima fabbrica muscolosa rilevasi la guaina del membro genitale lungo , assottigliato nell’ estremità, ru- goso e crasso nella radice, e corredato del respettivo muscoletto aderente alle pareti addominali, ad opra di cui quello rientra nel proprio astuccio , e n’ esce poi (128 ) per la contrazione delle fibre di questo ultimo. Fi- nalmente evvi un corpo glanduloso ovale, il cui canaletto mette foce nella cavità della guaina del membro geni- tale, e chi sa che non gema dell’ umore necessario per umettarlo. L’ accoppiamento delle Doridi operasi nel seguen- îe modo. Due individui della D. Argo avevano sfo- derato il rispettivo membro genitale, e per introdur- lo nelle corrispondenti vagine presentavano la testa di uno rivolta verso la coda del compagno e viceversa. Sono di opinione che l’ apice di siffatto membro sia irritato da’ denti cartilaginei esposti. E le uova sue globose ed alquanto compresse sono dall’ ovidotto tra- sportate nella matrice ed invischiate di sostanza gra- nosa trasparente e gelatinosa del corpo, che le sta vicino, e che parmi esserne il testicolo. Dopo che sieno vestati gli embrioni per qualche tempo nella vagina, adattandosi perfettamente nel suo cavo, di cui prendono la forma , e cospersi ancora dall’ umore filamentoso della borsa di Swammerdam, non che di quello dell’ altra ana- loga, n’ escono fuori a guisa di placentari cilindrici, che depositansi sopra gli scogli. Della esposta sessuale ope- razione mi sono infinite volte assicurato, e non ho tra- scurato di far delineare un pezzo del placentario accen- nato, che ho rinvenuto dentro o fuori la vagina di detta Doride , e quasi identico a quello disegnato nel- la Tavola XVII , figura 17. ( 129 ) S. Il. D. verrucosa. È forse questa la specie figurata da Colonna e Se- ba e di cui almeno per approssimazione ha trattato Lin- neo. È comunissima nel nostro golfo $ avendo il cor- po su con papille rotonde e prominenti circondate da altre più piccole, i tentacoli superiori ovali giallicci fatti da molte pieghe traversali , uscendo dal proprio ricettacolo fornito nell’ orlo di tre papille ovali compres- se. Il margine della cavità branchiale ha una filiera di tubercoli ovali col rispettivo pedicello. L’ ano è cinto da 16 branchie a laminette pennate semplici cerulee, che a’ lati sono triangolari, e la cui arteria circonda l’ ano. Il colorito del dorso è cilestro oscuro, ed il piede co- me pure la proboscide sono giallastri. L’esofago finisce nello stomaco , ed al principio dell’ intestino sbocca- no i canali del fegato verde-fosco coperto dall’ ovaia gialliccia, che vi sta ramificata , e le cui uova sono globose. $. III. D. tubercolata. I tentacoli inferiori sono quasi tubolosi e poco lunghi, avendo una fovea nel centro; ed i superiori of- frono delle pieghe traversali nell’ apice, e cinque tuber- coli nell’ orlo del loro astuccio. Dal tentacolo destro prolungasi una lamina sino all’ orifizio degli organi del- la generazione. 17 (1901) Essa più delle altre Doridi ha sviluppati i due mu- scoli adduttori. I denti della lingua sono molto acumi- nati e ricurvi, e presso la base del loro margine con- vesso ne cacciano un altro più piccolo. Lo stomaco ha nell’ interno molte pieghe longitudinali, e nel suo ter- mine principia l’ intestino in opposizione dei quattro primari orifizii de’ canali epatici, ed ognuno di questi ne offre quattro in cinque altri, che variamente ramificati si distribuiscono ne’ lobi del fegato, il cui tessuto spu- gnoso è composto da acinetti. Dall’ atrio degli organi ge- nitali fatto di valido tessuto fibroso colla interna tunica rugosa si va a dritta tanto nella matrice gialliccia, a la- minette flessuose e con molti granelli bianchi dispersi nella sua sostanza gelatinosa , che nel testicolo ellittico a parecchi lobi granosi rossicci; ed a sinistra poi pene- trasi nella guaina del membro genitale, e nel canaletto della borsa di Swammerdam. $. IV. D. testugginaria. Ha il dorso terra d’ombra chiara, le cui mac- chie dorsali talune rotonde ed altre ovali sono più fo- sche e risultanti da vari follicoletti avvicinati. La por- zione inferiore del pallio è pure di tale tinta, ma con macchie picciole. Il resto del corpo è gialliccio. I tenta- coli superiori e gl’ inferiori sono come que’ della D. Ar- g0, e le branchie bipennate. Nulla vi è di rimarche- vole nella fabbrica interna. La descrizione della D. graz- (1318) diflora di Rapp mi fa sospettare che appartenga a que- sta specie. 6. V. D. limbata. Ha il corpo ovale, bleu-nero ondeggiato, tranne nel margine di tutte le sue diverse parti egualmente che del- l astuccio de’ tentacoli superiori con pieghe a traverso , il quale presenta una linea giallo-rancia. Le branchie sono quasi trepennatifide nericcie. Con molta ragionevolezza Cuvier dice avere essa tutta la rassomiglianza alle Aplisie e principalmente all’ A. fasciata. Parmi un suo pic- colo individuo la D. virescens di Risso, ed una sua lievissima varietà la D. gracilis di Rapp; giacchè il carattere specifico della D. Zmbata loro non manca affatto, quale è la fascia giallo-rancia. È degno di co- noscersi che il bulbo esofageo sia senza denti, in luo- go dei quali l’ orifizio della bocca ha tre produzioni triangolari carnose, che in forma di fascie continuansi nell’ interno dell’ esofago e dello stomaco , ove offre pu- re delle rughe traversali. La glandula salivare accesso- ria è molto ramificata. La massa epatica, i cui dutti sboccano nell’ intestino, è allungata poco larga e con una striscia di ovaia , la quale nel suo principio appa- risce divisa in vari lobi ovali, cadauno con particolare vasellino terminato nel comune ovidotto. Nel canale del- la borsa di Swammerdam apresi quello di altra borsi- cina. L'apparato muscoloso sì delle pareti addominali che di talune parti mostrasi poco sviluppato. Gli occhi * ( 132) erano molto grandi. Nel resto appena differisce della D. Argo ed in un solo individuo non ho potuto ve- dere di più. S. VI. D. peregrina. Credo che a pochi naturalisti , i quali hanno visi- tato le nostre marittime contrade, sia riuscito di osser- vare la Doride attuale. Cavolini l’ha prolissamente de- scritta e con molto giudizio fin da’ suoi tempi ne co- nobbe l’anello di concatenazione colle Tetidi , avendola poi Bruguiere eretta in genere nuovo detto Cavolina. Rompendo i massi tufacei del littorale di Cuma rinvenni in appositi nicchi questa Doride nel piccolo somigliante affatto all’ Istrice. Ha il corpo ovale posteriormente acu- minato , la proboscide conica, i tentacoli inferiori più corti de superiori assottigliati, ed egualmente che il dor- so dell’ animale erano cavrnicini. A’ suoi lati sono. col- locati i cirri al numero di dieci ed anche di più. Guardatili attentamente ne appariscono attaccati sei ad un gambo comune compresso , nella maggior parte rosso- foschi, tranne la cima che è bianca, ed affatto granulosi. Tra il terzo e quarto ordine di cirri di dritta vedesi una elevazione rossa violacea , che è il sito del cuo- re e degli organi generatori , il cui membro è identico a quello delle altre specie. Posta in vasi pieni di acqua marina vi si rileva il piede piano e’l pallio molto largo: come pure a tenore de’ suoi movimenti i cir- ri descritti si ravvisano inclinati e diretti ora avanti ed (113509) ora dietro; e spesso serbano la direzione perpendi- colare. La sua anatomia è riserbata pel quarto volume di questi lavori. Doris. Corpus repens, interdum. natans, oblon- gum , planulato-convexum pallio undique cinctum. P70- Boscis antice. Tentacula quatuor;. duo supra corpus antrorsum intra foramina aut tubos retractilia, aliaque ad os. Anus posterius in dorso, branchiis exertis , la- ciniato-fimbriatis , stellatim cinctus. Apertura genera- tionis ad latus dextrum. 1. D. Argo. — D. Argo, Patella rossa. Corpore ovato-oblongo , planulato , laevi ; tentaculis supe- rioribus elevatis apice subverrucosis. Argo. Bonapsca Anim. mar. p. 65, tab. V, f. 4,5. D. Argo. Linn. cur. GweLin Syst. Nat. p. 3107, n. 4- Brucuiere Enc. méth. tab. LXKXXII , f. 18, 19. D. Argus. Lamarck Zfist. des anim. sans vert. tom. VI , |A at deh E ‘ Cuvier Regn. anim. tom. II, p. 390: Mem. sur les Moll. p. 3. BramviLLe Dict. des sc. nat. tom. XII , p..451., fasc. Wife: D. Argus et pseudo-Argus, Rapp Bull. des sc. nat. tom. XIV, p. 136 : Nov. Act. Acad. Nat. cur. tom. XII, p>;2.0 pa 153., fig) L,2. 2. D. verrucosa. — D. verrucosa. Corpore ovato-oblongo , convexo , verrucoso ; tentaculis su- perioribus trasverse lamellosis e tubulis 3lamellatis exserentibus ; branchiis simplicibus stellatim pinnatis. An Lepus marinus ? CoLumna Ecphr. tab. XXII, f. 7,8. Mitella verrucosa. Sera Mus. tom. II , tab. LXI , f. 5. ( 134 ) D. verrucosa? Linn. cur. GmeLin Syst. Nat. p. 3103 , n. 1 (syn. exclus.). Cuvier Mem. sur les Moll. p.5, tab. I, f.4,6: Regn. anim. tom. IL, p. 390. Lamarcg Zist. des anim. sans vert. tom. VI, p. 311, LOI, BLanmvrLLe Dict. des sc. nat. tom. XIII, p. 449 3. D. tuberculata. — D. tudercolata. Corpore ovali-oblongo , supra tuberculis parvis maiora cu- cumdantibus ; velo marginato angustiusculo, tentaculis intra la- mellas quinque. D. obvelata ? Linv. cur. Gmet. Syst. Nat. p. 3103 n. 1. Pranca. de Conch. p. 105, tab. V, f. gh. Cuvier Mem. sur les Moll. p. 23, tab. II, f. 4. LamarcK Zist. des Anim. sans vert. tom. VI ) p. 311, tb Rarp Bull. des sc. nat. tom. XII, p. 137. 4. D. testudinaria. — D. testugginaria. Corpore ovato, supra convexo, tuberculato; maculis ovalibus irregularibusque minimis punctatis obscure fuscis. Risso Prod. de Nice tom. IV (pi 33 tab Ilia ad 9. D. limbata. — D. con margine giallo-rancio. Corpore ovali, dorso convexiusculo, fusco-marmorato, lim- bo luteo-aurantiaco cincto ; tentaculis elevatis transverse plicatis , apice puncto praediltis. Cuvier Mem. sur les Moll. p. 22, tab. II, f.3:vRegn, anim. tom. Il , p. 390. LamarcK Zist. des Anim. sans vert. tom. VI , p. 311, Miei Savienyr Moll. d’ Egypt. tab. I, fig. 1. BramwitLe Dict. des se. nat. tom. XIII, p. 452. Risso Journal de Phys. LXXXVII, p. 369: D. vire- (1805 scens. Prod. de Nice tom. IV, tab. WI, firt ( spec. iun. ). Orto apud Rissum Prod. de Nice 8,9. Eotis, Zam.-Corpus oblongum”, repens, postice attenuato-ovatum , su- pra convexiusculum , subtus planum ; velo nullo. Caput breve, tentaculis 4-6 instructum. Brarchiae exsertae per laminas squamiformes, papillas aut cirros, in dorso seriatim dispositae. Orificia generationis et anus ad latus dextrum. 6. D. peregrina. — D. peregrina. Corpore roseo albescente , cirrorum fuscorum extremitate al- ba in dorso seriebus 7-11, cirris Gdactylis. Cavotini Polipi mar. Mem. Il, p. 190, tab. VII, f. 3. Linn. cur. Gmerin Syst. Nat. p. 3105, n. 16. Cavolina peregrina. Brucuiene Enc. meth. tab. LXXXV, Cuvier Mem. sur les Moll. p. 3: Regn. anim. tom. Il, P:°995; Polis peregrina. Lamarck Zist. des anim. sans vert. tom. VESpa Sd 190 BrarviLte Dict. des sc. nat. tom. XII, fasc. XLVII, fg. 9. Eolidia peregrina. Risso Prod. de Nice tom. IV , p. 37. Descriptae Dorzdes in scopulos zeapolitani ac pu- teolani maris habitant. Spiegazione della Tavola XXXVIII. Fig. 1 Doris Argo, di cui sono a il cavo bran- chiale , è l’ano, c il tentacolo superiore e d le mac- chiette bianche, che ec sonosi ingrandite con le papille cutanee 17 d, una di quelle è più ampliata 19. La det- ta Doride 2 è sezionata per la parte inferiore, ove ne appariscono il bulbo muscoloso e co’ tentacoli inferiori ( 136 ) ne’ lati, il piede avanti inciso f, il membro genitale g, il bulbo esofageo £ co’ suoi gangli, la fascia del cer- vello poco giù, l’esofago 7 e le glandule salivari î, lo stomaco &, l'intestino 2, il fegato 72 ricoperto dall’ ova- ia, il cui ovidotto r finisce nella vagina, dove comu- nica la matrice 0, il testicolo p, la borsa di Swammer- dam g ; l’altra 7 col tubo fibroso 8 aperto ( Fig. 5 ) B per osservarne i tubercoli, uno di essi ingrandito 6, la guaina s e ‘1 muscolo adduttore del membro genitale #, un corpo glanduloso acessorio 9 ch’ è in 5 <« in- grandito , la glandula %, i muscoli depressori del bulbo esofageo ax y e i denti 20. Placentario 12, ed uovo di essa separato 13. D. testudinaria 8, werrucosa 14 con la branchia ingrandita 23, le uova 24 e l’ovaia 22, e peregrina 16 col pezzo delle sue branchie dorsali 11. 21 D. tuberculata e 3 suoi muscoli aa abduttori del bulbo esofageo, canale ta- gliato B della glandula salivare accessoria, situazione della lingua 5, glandule salivari cd delle quali una si aperta, stomaco sezionato e, aperture de’ canali epatici maggiori }/; tessuto del fegato g ed intestino 4. 24 D. limbata sua - bocca 7 4, cervello con gli occhi ne’ lati cc e Fig. 4 in- granditi , glandula salivare accessoria 2 col suo dutto, esofago d, stomaco aperto e, ovaia IF coll’ ovidotto g , porzione della quale 7 continuasi sul fegato j, testico- lo £#, matrice Z, vescica di Swammerdam m ed al- tra più piccola n. Anello vascoloso branchiale 15 del- la D. inberculata , essendosene delineata una laminetta branchiale 18 ed i denti 10, uno de’ medesimi è disegnato (1975) separatamente 9, vedendosene poi in 21 i tentacoli su- periori 2, gl’inferiori 7, la piega che finisce nell’ orificio 7 , dell'atrio & degli organi generatori vale a dire la matrice n con uova , il testicolo 2, il membro ma- schile o con membranuccia p, la borsa di Swammerdam g; come pure vi si dimostrano i muscoli corrugatori del cavo branchiale 77, del piede ss, e del bulbo eso- fageo #£ e l’antro acquoso maggiore vv co’ minori ww. Capitoro II. — Tetide. G. I. Descrizione. Le due seguenti specie di Tetidi, non tanto rare nel nostro golfo, e che dal solo Colonna e Bohadsch sono state alla meglio osservate e descritte quasichè viventi, giustamente meritarono le illustrazioni di Cu- vier, che fece conoscere quanta mai fosse stata la con- fusione sparsavi dal Linneo e da suo comentatore Gme- lin. E quantunque lo zootomista francese non le aves- se vedute vive, pure le figure che ne ha dato su gli individui morti della 7°. Zeporira ricevuti da Delaroche sono abbastanza esatte : nè quel grande uomo ha potu- to fare a meno d'’ invitare i naturalisti, che abbiano la fortuna di osservarle in vita, ad esaminare se la 7. leporina sia la stessa o diversa dalla 7°. fimbria , e stabilirne i caratteri distintivi specifici, attesochè egli è stato di opinione essere amendue una specie sola. Il nostro dotto prof. Macrì ha benanche trattato delle Te- 18 ( 138 ) tidi se non prima, almeno contemporaneamente a Cu- vier: e, conoscendone appieno la inesattezza de’ ca- ratteri stabiliti da Gmelin, descrisse la 7°. cornigera, po- lyphylla e parthenopea , corredandole di esattissime figure. Le Tetidi hanno il corpo ovale allungato con pal- lio semicircolare cirroso, che occulta la tromba della bocca, e che restringesi verso il dorso da costituire il collo, sul quale veggonsi due alette col respettivo ten- tacolo conico. Il dorso ha due serie di branchie coni- che assottigliate e da una sola parte ramificate , alter- nando le piccole colle grandi. Il piede è piano , ro- tondato avanti, ed assottigliato dietro. 1. 7. fimbria. Questo ammirabile mollusco nella parte anteriore del corpo ha una specie di pallio se- micircolare , ed appena lobato nel contorno , e prov- veduto di una serie ben ordinata di cirri, che si rag- grinzano oltremodo sotto l’ azione dello spirito di vino e spesso se ne distaccano. Poche linee lungi dal con- torno superiore del pallio ve ne sono alcuni solitari ; essendo esso bianchiccio sopra e sotto, ove ha una macchia nericcia grande a sinistra, e più piccola a dritta. Guardato nello stato di vita, ed anche dopo qual- che giorno , che sia stato serbato nello spirito di vi- no , è circa mezzo dito doppio , trasparente , e for- nito di granelli bianchi; ma elasso questo tempo le fi- bre che lo compongono si restringono, restando della doppiezza di un foglio di carta, edi suddetti tuberco- letti cartilaginei acuminati perfettamente scomparisco- (139 ) no. Ecco il motivo per lo quale non erano stati de- scritti, ed il mentovato pallio credevasi doppio co- me velo principalmente nel margine esteriore ; atteso- chè verso il centro conserva in gran parte la pristina crassezza. Nel principio del collo e nella parte superiore son poste due alette di figura runcinata, avendo la base alquanto crassa, e’l margine sottile, increspato e colla punta rivoltata verso la compagna , che ne di- sta un dito o più. Nella loro parte anteriore ho tro- vato la fossetta di cui parla Guvier , donde esco- no i tentacoli ovali e con pieghe embriciate. Queste alette a mio giudizio servono anche all’ animale per nuotare. I! collo incomincia dal loro termine ed è di colo- rito bruno-rossiccio , e pieno di follicoletti dipendenti dall’ epidermide. Il dorso si restringe di diametro , sinchè finisce nella coda dell’ animale oltremodo assot- tigliata, avendo la figura del triangolo isoscele. Anche la sua doppiezza diminuisce $ che è sul principio di un dito per finire di una linea : nella par- te destra del dorso, e presso il terzo cirro esiste il forame del membro genitale ed un paio di linee do- po evvi quello della vulva. Ambidue hanno una la- minetta membranacea a contorno increspato , ed al- quanto prominente. Il forame dell’ ano è posto sul dor- so, poco distante da quello della vulva. I cirri stanno situati nel margine superiore destro e sinistro del dorso , essendo di grandezza variabile , taluni lunghi e gran- 2.3 (140) di ed altri piccioli corti, con la base larghetta , l’ api- ce ristretto ricurvato in dietro. Ad essa pare che cor- risponda la Lepre marina maggiore di Fabio Colonna. Il piede è di figura ovale, cioè rotondato e lar- go anteriormente ed attenuato in dietro. Quella por- zione che se ne osserva a’ lati del dorso pian piano vassi ad assottigliare verso i margini forniti di esile mem- branetta con tenui incisioni rotondate. Di più nella faccia esterna e superiore ha una infinità di follico- li ovali, lucidi, ed abbastanza affollati. La sua faccia inferiore onninamente piana , nel d’ avanti mirasi pro- lungata un mezzo pollice oltre la sua aderenza col dorso. È provveduta delle stesse vescichette, situate nelle maglie del suo tessuto fibroso, che visibilmente trasparisce a traverso l’ epidermide. Dalla punta del piede sino al di là della metà della sua lunghezza sì ravvisa una striscia bianca, che offre i mentovati otricelli oltremodo avvicinati e pieni di umore a me totalmente ignoto. Il colorito generale del corpo di questa Tetide è bianco, eccettuato il di sopra del pallio e ’1 perimetro del piede che sono bianco-rossicci, essendone poi il dorso rosso-bruniccio. 2. T. leporina. La forma del suo corpo è presso a poco simile a quella della specie precedente, da cui differisce pe’ seguenti marcatissimi caratteri. L’ orlo del pallio cirroso ha una fascia bleu-violetta tanto su col. margine interno irregolare risultante da molti acinetti , e nel cui centro simmetricamente elevasi un cirro cor- to e giallo, e tutti al numero di 14 circa ; che giù con orlo esteriore giallo dorato, e di tratto in tratto con (341 ) fascetti di cirri giallicci ma nell’ apice bianchi. La stes- sa fascia bleu-violetta all’ esterno con orlo giallo rav- visasi sulle alette ovali ed è continuata anche nella fo- vea de’ tentacoli giallo-rossicci traversalmente piegati. I cirri branchiali cilindrici e grandi nella base ed assottigliati in cima sono diciotto per ogni lato, ed al- ternando i grandi co’ piccoli, dal margine concavo dei quali escono le pinne alterne , bifurcate e gialle. Que- sti cirri a piacere dell'animale si veggono ora allunga- ti ed altre fiate spirali. Nel loro spazio intermedio esi- stono le fovee ovali con papilla nel centro bucata per Vl at- tacco dei Fenicuri. Il resto del corpo è giallo con ve- scichette rossiccie rotonde sul dorso , ed ovali giallic- cie alati: le quali sotto i moti del mollusco presenta- no il cangiamento di più colori. Ad essi attribuisco il bruciore che cagionano toccandosi , e l’ odore che spargo- no simile alle Aplisie. Il membro genitale apparisce ensiforme , rugoso, con due denti triangolari nel mar- gine convesso , rotondo e violetto nel suo principio. Se gli esposti caratteri non fossero sufficienti a distinguere questa Tetide dall’ altra, a senso mio ne costituisce uno specifico e singolarissimo quello dell’ in- serzione de’ Fenicuri, i quali variano non solo pel co- lorito, ma pure per la forma e divisione dell’ estremi- tà del corpo. Finchè la Tetide è viva questi ‘ epizoi vi restano aderenti, avendo un continuo moto di on- dulazione, ed essendo pure partecipi delle contrazioni e del rilasciamento del suo piede; ma tostochè essa muore, i detti ospiti se ne/distaccano a poco a poco, 0 (142 ) sia pria i maggiori e poi i minori, continuando a vive- re per qualche tempo dentro l’ acqua marina j ed, anche quando a mare per altre cagioni se ne separassero , neppure possono proseguire a vivere. $. II. Anatomia. L’ intero apparato digestivo e ’l fegato fu conosciu- to da Rondelet che scrive: » Intus cerebri nigri parum est, gulam excipit ventriculus, ex quo oritur intestinum instar capreolorum vitis convolutum. In medio substantia quae- dam est fungosa, succum fuscum continens , fortasse uuxwv est atramento suo ». A me è sembrato non esi- stere il canale che Cuvier descrive nella sostanza epa- luca, ed aperto presso l’ano, in cui non evvi alcun fo- rame. E questo sommo uomo ha potuto ingannarsi per la ragione che le Tetidi anche viventi avvicinano in modo le pareti dell’ orifizio dell’ ano, da farvi vede- re due aperture. La bocca formata da due pezzi rotondati, è po- sta sotto il pallio. Una tromba carnosa, ed inter- namente piena di papille quasi piramidali, si con- tinua nell'interno dell’ addome, in cui costituisce l’ eso- fago, che nel principio è alquanto largo e corto. Ter- mina in uno stomaco carnoso , il quale restringesi un poco per ampliarsi di bel nuovo a culo di sacco verso la banda destra del cavo addominale. A questo segue il tubo intestinale assai breve, che, descrivendo, una curva alquanto flessuosa , termina nell’ ano, (143 ) Le Tetidi mancano di denti, che sono rimpiazza- ti dalle papille descritte ed aiutate dal tessuto musco- loso esofageo assai valido. Essendo stritolati in parte i cibi, debbono attraversare un anello carnoso ben ri- levato stretto e. benanche fornito di papille , che gli ammaccano impedendone il regresso. Indi si fanno stra- da nel primo stomaco con molte rughe a laminette , ove mediante fortissimi lacerti carnosi a lungo ed a traverso, e mercè una membrana cartilaginosa , che quel- le ricopre, si compie la digestione favorita dalla sa- liva, che vi si versa da’ canali delle glandule scia- livari oltremodo ramificate, mettendovi foce con apertu- re quasi ovali. Il secondo stomaco internamente ha le rughe longitudinali derivanti dalla membrana moc- ciosa e continuate con quelle dell’ intestino , la cui struttura è identica agli altri molluschi. Il fegato esternamente è coperto dall’ ovaia, e divi- so in lobetti. Questo organo occupa la metà inferiore del cavo dell’ addomine, ed i particolari condotti epa- tici si riuniscono in uno più grande, che perla scissu- ra epatica termina alquanto ampliato nell’ interno del- lo stomaco poco più sopra de’ forami delle glandule sa- livari. Gli organi genitali delle Tetidi poco diversificano da que’ delle Aplisie, a conto delle quali esposi la mia opinione confermata dal fatto circa la denomina- zione e l’ ufficio di siffatte parti. Il membro generatore esce fuori del suo ricettacolo per la propria contrazio- ne di tessuto, e vi rientra pel raccorciamento del (144 ) particolare muscoletto dal fondo dell’ addome attacca- to all’ estremità del suo astuccio. Nella stessa cavità , che gli dà l’ uscita, si apre un picciolo, lungo e serpentino canaletto provegnente da un corpo roseo e di sostanza filamentosa, che è appunto il testicolo, Os- servato con lente apparisce fatto da vari gruppi di va- sellini flessuosi, che finiscono in canaletto comune aper- to nell’ apice del membro genitale. Poco più sotto esiste l’orifizio della vulva, ove imboccasi il canale della borsa di Swammerdam. La vagina intanto più o me- no rugosa finisce nella matrice; ed è della medesima na- tura fibro-gelatinosa delle Lepri di mare, in fascie spirali disposta e contigua ad altro corpo granelloso. Si è detto che | ovaia, composta di molte glandu- lette giallicie con canaletto comune, vesta la faccia esterna del fegato su la di-lui superficie esterna a grap- poli graziosamente dispersa ; e che un tortuoso e lun- ghissimo ovidotto conduca le uova nell’ interno della matrice. La cavità addominale di figura triangolare prin- cipia dalla parte anteriore del piede e termina poco più in quà della coda. È vestita da sottile membra- na, dalla quale escono le laminette allargate tanto nel punto in cui si attaccano a’lati dell’ ovaia, che a quei del suddetto cavo. Il piede e l addomine sono forma- ti da un reticolo muscoloso , risultante da lacerti fi- brosi longitudinali, traversali ed obliqui, continuati nelle ali , nel pallio e nel piede, lasciando il libero (145 ) accesso all’ acqua , che vi si raccoglie (1), siccome ho fatto conoscere nel vwoZ. II p. 265; ed il mercurio iniettatovi è uscito infiltrandosi pe’ lacerti del piede e quindi pe’ suoi margini, donde assorbiscesi l’ acqua. Il cervello è situato sul principio dell’ esofago , avendo la figura rettangolare. È formato da una specie di sacco ricolmo in parte di granelli ‘ovali giallicci, due di essi bianchi mediani , ed a’ cui lati non solo giacciono gli occhi, ma pure escono sei nervi principa- li: il primo de’ quali bifurcato dirigesi al pallio , il secondo all’ aletta tentacolare , il terzo e quarto a’ lati del corpo o pure agli organi generatori, l’ ultimo poi discende verso il termine dell’ addomine dando filetti a’ lacerti muscolosi sino alle pertinenze del duodeno , dove forma ingrossamento gangliforme. È curioso indagare la maniera con cui i Fenicuri si nutriscono. Ed è per me fondata opinione che por- zione di nutrimento è loro somministrato da que’ punti dell’ orificio della bocca, mercè de’ quali sono in contat- to colle fovee della 7°. Zeporiza ; cosicchè soltanto una pic- cola parte de’ suoi principii nutritizi è distribuita a’ Fe- nicuri. Ma questi a senso mio dall’ acqua marina cir- colante nell’ addomine della Teti , e che per le boc- cuccie delle fovee passa nello stomaco di sì ammirabi- (1) 12 chiarissimo Olfers mi asserì avervi trova- to alcuni piccoli entozoi, che io non sono stato feli- ce abbastanza per vederveli. 19 ( 146 ) li epizoi, in grazia delle molecole organiche, e de’ pic- cioli viventi che vi nuotano , e quindi dal ventricolo digeriti e ne’ vasi della circolazione linfatica trasporta- ti (vol. I. p. 61), ritraggono quasi tutta la loro nu- trizione. TuerHys. Corpus carnosum , semi-pellucidum , oblongum , postice attenuatum , antice pallio semicir- culari cirroso , caput obtegente. entaculis duobus conico-plicatis e fovea peculiari exserentibus in la- minas aliformes incavatas. Brarchiae dorsales cirro- so-ramosae biseriatae,, magnae minimis alternantes. Orz- ficia generationis dextrorsum, ac ani in dorso posita. 1. T. leporina. — 7. Zeporina. Pallio margine violaceo, foveis pro Phoenicurorum insertio- ne inter cirros dorsales. RovpeLtt De Pisc. cap. XIII, p. 526, fig. 2, 3. Lepus marinus. CoLumna Aquat. obs. p., 27, tab. XXVI, fg. 3, 4. Fimbria. Bomapsca Anim. mar. p. 54, tab. V, f. 1,2. Linn. cur. Guerin Syst. Nat. p. 3136 , n. 1. Brucwere Enc. mesh. tab. LXXXI, fig. 3, 4. Thethys. Cuyier Mem. sur les Moll. pag. 1-14 cum tab : T. Fimbria, Régne anim. tom. I, p. 392. LamarcK ist. des anim. sans vert, tom. VI, p. 308. Thetis parthenopeia et polyphylla. Macry Atti dell’ Accad. delle sc. tom. Il, p. 2.*, tab. IM -V. Risso Prod. de Nice tom. IV, pag. 35. BLanviLLe Dict. des- sc. nat. tom. 53 ; fasc." XLVII, fig. 9. 2. T. fimbria. — 7. fimbria. (147) Pallio margine albo inferne hine inde maculis duabus fuscis. An Lepus marinus maior ? CoLumna Aquat. obs p. 24, tab: XX of Linn. cur. GweLin Syst. Nat. p. 3137, n. 2. Brucuiere Enc. mèth. tab. XXXI, fig. 1, 2. LamarcK Zlist. des anim. sans vert. tom. VI, p. 308, n. 2. f T. cornigera. Macry Atti della R. Accad. delle sc. tom. I, p. =, tab. Let II. Obs. Prima alteraque Thethydis species ingratum spargunt odorem, respirationique nocuum; aeque ac manibus contrecta- tae pruritum ac ruborem excitant. Hac de re cel. Rondeletius ( de II. Zep. marini spec. ) sic scribit: « Odore est. valde ingrato et pisculento, nauseam movet , splendore diutius inspectantibus dolorem oculorum capitisque adfert, id quod in me ipso sum ex- pertus ( Op. cit. p. 527.) ». Promiscue vivunt in -neapolitano crateri vernali praesertim tempestate. Spiegazione della Tavola XXXIX. Fig. 1 Thethys leporina di grandezza naturale e delineata vivente , in cui appariscono le alette a ed i ten- tacoli 2, uno de’ quali si è ingrandito Fig. 5, lano e, il membro genitale d colla sua aletta e, i cirri o branchie maggiori f e le minori g, le fovee 4A per l’ attacco del Phoenicurus warius , il quale vi esiste soltanto in i. 2 T. fimbria disegnata per la faccia inferiore do- ve osservasi il bulbo esofageo 2, il piede 72 e la stri- scia glandulosa n. 3 Macchie del margine superiore * (148 ) del piede @ e del pallio 8; vedendosi quelle ingrandi- te in 4. 7. Faccia interna de’ lobi della bocca 4 della 7. fimbria , sfintere esofageo 8, cervello c avendo a’ la- ti gli occhi che sonosi separati 6, ed indi i nervi tra quali distinguonsi i simpatici dd con piccolo gan- glio. Esofago aperto in cui apparisce la tunica moccio- sa con pieghe e e la sottoposta muscolosa 7. Stoma- co fcoll’apertura 7 del canale epatico g, e quella % di una delle glandule salivari 7. Secondo stomaco %, in- testino Z, fegato 7272 ricoperto dall’ ovaia coll’ ovidotto reciso z, essendo aderente mediante legamenti 00 alle pareti addominali reticolate, e dalla parte superiore aperte pp. 8. Borsa del membro genitale 4, suo muscolo è e testicolo c, il quale rappresentasi ingrandito 10 per dimostrare i giri f del canale spermatico terminato nel- l'apice dello stesso g, vescica di Swammerdarm 7, vagina 7, matrice 7, ovidotto % tagliato, che in 9 dimostrasi anche sezionato 72 col canalino n, ove finisco- no le uova o. 11 Pezzo di cute del suo pallio per dimostrare tanto ì tubercoletti conici cartilaginei , che il reticolo esago- nale de’ vasi arteriosi, che vi sono distribuiti. 12 Por- zione delle pareti interiori del Zezicuro fibrose e con uova. ( 149) Capitoro IV. — Pleurobranco. 6. I. Notizie storiche e generali. Il celebre Cuvier è stato il primo a far conoscere questo grazioso genere di molluschi ; sebbene la Lepre marina descritta da Forskahl fosse eziandio una spe- cie di Pleurobranco. In seguito il dottissimo Meckel , Laroche, Lesueurs hanno anche contribuito ad au- mentarne le specie. Ame però sembra che la conchiglia non debbasi avere per suo carattere generico costante, ed al più potrebbe essa farlo dividere in due sezioni a te- nore della sua presenza o mancanza ; peraltro avvicinan- dosi esso di molto alla famiglia delle Aplisie. Presenta il Pleurobranco due tentacoli scanalati , al- la cui radice giacciono gli occhi, un largo velo tra il pie- de e ’1 pallio, da sotto il quale estendesi la proboscide , una lunga branchia pennata a dritta, nella cui parte su- periore mediana esiste l’ orificio dell’ ano , e nell’ ante- riore pria quello della generazione e poi l altro della glandula branchiale. $. II. Descrizioni speciali. 1. P. tubercolato. Ha il piede gialliccio ellittico e anteriormente con solco. Il pallio è della stessa figura, tranne avanti ove ha una incisione semilunare per la uscita de’ tentacoli e gli occhi neri. Ha due serie longitudinali di tubercoli conici maggiori, oltre i mino- ( 150 ) ri e senza alcun ordine disposti. Un reticolo vascoloso rosso-fosco circonda la base di quelli e di questi. Il velo soprastante alla proboscide è quasi triangolare. Il membro genitale somiglia alla carruba coll’apice assot- tigliato come un cirro, ed a’cui lati si prolungano due alette, che circondano pure l’ orifizio comune ad esso ed alla matrice. L'apertura dell’ ano è prossima ai fo- rami degli antri acquosi. La branchia è lunga ed ha de’ rigonfiamenti alterni per la inserzione delle bran- chiette bipennate. È degno di conoscersi che la cute del pallio è aspra al tatto e guardata con lente vi appariscono , come quella della specie seguente, molti peduncoletti divisi nella cima in quattro spinuzze a croce e puntute. Que- sta particolarità è stata notata da Risso nel P. stellatus ( Prod. de Nice tom. IV, p. 41 ); il quale, giusta la sua asserzione , ne differisce per la sola conchiglia. Sono molti anni, che ne vidi una varietà rosso-rancia col descritto reticolo de’ tubercoli bianco. È facile di pe- scarsi in autunno e di està colle reti oppure con le nasse. P. di Forsckahl. Ha tutto il corpo rosso-fosco come il tartaro di botte , tranne l’ orlo delle alette del membro genitale e ’l1 cirro o sia termine del canale spermatico che sono bianchi, il mantello o pallio tubercolato ed aspro simile a quello della specie antecedente , dalla quale differisce per la incisione e pe’ lobi anteriori del pal- lio. È altresì sfornito di conchiglia, essendo alquan- to raro, (ci910) $. III. Anatomia. Nel sezionare il mantello del Pleurobranco apparisce una cavità ovale, per quanto abbia potuto conoscere per- fettamente chiusa , la quale è fatta da un sacco fibroso aderente alla faccia inferiore del pallio, ed alla parte supe- riore della cavità addominale. L’interno suo è vestito dal- la tunica sierosa, e contiene un umore rosso, di cui non conosco l’uso e la uscita ; quantunque lo sospettassi ana- logo a quello cacciato dalle Aplisie. per intorbidare P acqua marina. La base de’ tubercoli del pallio è cinta da reticolo glanduloso pieno di molti acinetti ros- sicci, avendo ognuno di quelli la figura esagona. Dippiù escono dal perimetro interiore di cadauno esagono de’ vasi quasi paralleli o pure raggianti e ri- pieni delle stesse glandulette. Sappiasi ancora che ver- so la parte anteriore dritta dell’ accennata cavità , e coperta da particolare tunica, esiste una glandula con- glomerata rosso-gialliccia ; della quale non ho accom- pagnato il canale escretorio , e che ha qualche so- miglianza, se non di officio, almeno di struttura e sito con quella delle Aplisie ( vol. I, p. 56 ). Sollevato il velo soprastante alla proboscide alquanto prolun- gata compariscono due traversali e giallo-dorate squa- mette , poche linee lunghe e larghe , le quali ve- dute al microscopio appariscono attaccate ad una mem- brana fibrosa, essendo cadauna esagona e allungata , simmetricamente colle compagne connessa, e rilevata in ( 152)) mezzo a punta di diamante con sei faccie finite a’ ri- spettivi lati dell’esagono descritto. Osservansi nel bul- bo muscoloso i due lobi coperti dalla lingua simile a quella delle Doridi, a molte filiere di denti pira- midali, uncinati , cartilaginei e giallo-dorati. L’ esofago ha molte rughe longitudinali e paralle- le, le quali continuano nello stomaco e per l’ intero tubo intestinale, essendo prodotte dalla membrana mocciosa ; attesochè la fibrosa esteriore nel ventricolo ha delle fibre traversali molto valide , e quasi tendinee. Nel duo- deno apronsi i due canali del fegato maggiori, e dalla cui massa quasi reniforme partono i minori , essendo in unione dello stomaco e dell’ ovaia, fra’ quali sta situa- to, mercè varie lamine tendinose triangolari legato al- le pareti addominali. L’ovaia, il fegato, lo stomaco e I’ esofago sono vestiti dal delicato reticolo tuboloso delle glandule salivari, le quali finiscono in comune canale me- diano, che ascende fino alla bocca, ed apresi avanti e so- pra le di lei già indicate squamette. Per mancanza di sufficiente numero di Pleurobranchi freschi non ho po- tuto verificare la esistenza della particolarità , che siffatte glandule mostrano nel Pleurobranchidio j e per lo stes- so motivo ne trasando l’ esame dell’ apparato circolante. L’ovaia, che giù copre in parte il fegato , sembra divisa in due lobi variamente coloriti o sia uno giallo dorato, e l’ altro carnicino. Amendue compongonsi di molti acinetti, che al microscopio osservansi angoloso- compressi e risultanti da infiniti granelli. L’ ovidotto flessuoso finisce nella matrice. Il cervello è rettangola- (1500) re , giallo e granelloso , il quale caccia in su due nervi pel ganglio esofageo , altri alati per gli organi genitali, per gli tentacoli , gli occhi e le parti adiacenti; e due di essi giù, i quali riuniti al nervo traversale , costitui- scono uno spazio trigono pel tragitto dell’ esofago e del canale salivare , avendo negli angoli alla base un gan- glio, da cui nascono quattro nervi, uno de’ quali for- ma il simpatico. I bulbi degli occhi mediante un piccolo fascetto di fibre traversali si attaccano con tre muscoletti due laterali ed uno medio a’ lacerti delle pareti addomina- li, iquali risultano da fibre a lungo esteriori, da medie, da oblique da dritta a sinistra e viceversa, e da altre interiori traverse. Più a’ lati dell’addome, ossia dalla coda se ne prolungono taluni, che si allargono avan- ti il piede e circondano a foggia di plessi spiegati l’ aper- tura della proboscide. L’ antro acquoso ellittico maggiore comunicante co’ forami descritti $. II è posto nella sostanza del pie- de. Da esso ne partono altri dispersi tra i lacerti mu- scolosi. È degno di osservazione che tutt’i visceri sono circondati dal peritoneo, che a guisa di sacco li con- tiene : e ciò per la ragione che l’acqua rigonfiando il cavo addominale non possa alterarne il sito e distur- bare gli oflizi; affinchè , avendo i lacerti muscolosi varie direzioni, nel contrarsi non venissero troppo ed immediatamente a comprimerli. PLeurogRANcHUS. Corpus repens ovato-ellipticum , superne pallio subtusque pede praeditum, unde cana- 20 (154 lis ad periphaeriam corporis. Branchiae dextrorsum. Os anticum proboscideum velo obtectum. Tentacula 2 cylindrica, rugosa canaliculata, in longum fissa: Oculi ad eorum radicem. Apertura genitalium , et ani ad branchiarum vicinia, Testa nulla. P. tuberculatus. — P. tubercolato. Corpore luteo , dorso tuberculis maximis exagonis , seria- tim dispositis ac medianis, minimisque marginalibus. MeckeL Mat. d' Anat. comp. tom. I, tab. V, f. 33-40. Cuvier Reégn. anim. tom. II , p. 396. LamarcKk /list. des. anim. sans vert. tom. VI, p. 339. BramviLre Dict. des sc. nat. tom. XLII , p. 372. 2. P. Forskahli. — P. di Forskahl. Corpore atro-rubello tuberculis maximis minimisque prae- dito, pallio antice semilunari inciso bilobato , postice retuso. Noris. An Lepus marinus? Forsganr Fn. aradb. tab. XXVIII. Nostro crateri infrequenter occurrunt. Capitoro V. — Pleurobranchidio. Descrzione. Il chiarissimo prof. Meckel è stato il primo a conoscere questo animale del nostro mare , e nel 1813 fu annunziato al pubblico da Leve col titolo di Pleurobranchaea. A primo aspetto pare una specie del genere precedente , ma meglio esaminato e pei caratte- vi esteriori e per la fabbrica interna, resta ognuno per- suaso della sua differenza. In fatti ha esso una probo- (155) scide allungata , il pallio anteriormente esteso verso dritta e sinistra in due tentacoli come orecchia, ed essendo più stretto del piede , il quale avanti ha un solco ed in dietro finisce acuminato. Altri due tentacoli a cana: letto sono collocati sul dotso, alla radice de’ quali traspariscono gli occhi finora non conosciuti. Le bran- chie risultano da un vase longitudinale, a’ cui lati s° in- seriscono le laminette triangolari ricurve : nel resto con- viene co’ Pleurobranchi. Il P. di Meckel ha inoltre la superficie del corpo biancastra con follicoletti giallo-foschi. Il piede è pia- no quasi ceruleo e colla solita striscia glandulosa, la qua- le dopo la morte apparisce un poco piegata, e sul cui dorso presenta un tubercolo , donde introduce e cac- cia l’acqua marina. Il margine anteriore del pallio so- prastante alla proboscide è appena dentato. Anatomia. Il bulbo esofageo ha de’ muscoli ne- cessari pel movimento suo e per quello della lingua. Que’ del primo sono i seguenti: — 1. Dilatatori ) il su- periore nasce da’ lati dell’ addomine presso la probosci- de e finisce nel bulbo indicato poco più sopra del termine dell’ inferiore, che è più lungo e viene dal principio del cavo addominale : amendue dilatano 1’ ori- fizio della bocca; — 2. Adduttori) al numero di tre nastri carnosi nati dell’ orlo della proboscide ed allargati si diri- gono alla parte anteriore del bulbo , che è tirato in den- tro; — 3. Abduttori ) il primo con molte laminette reticolate nasce dalla base del bulbo e finisce nell’ ori- * (196. fizio della bocca, e il secondo nasce dalla metà del suddetto bulbo e termina sul precedente , ed il terzo come una linguetta ha origine dalla base e parte su- periore del bulbo e aderisce alle pertinenze della boc- ca. Entrambi lo fanno uscire in fuori. — 4. Costrittori) il superiore con fibre traversali è posto nel principio del bulbo , il secondo a lacerti longitudinali è situato sotto il precedente e forma porzione dello strato infe- riore del bulbo, alla cui base osservasi il terzo costrit- tore che a guisa di piccola fascia lo cinge. Alla lingua appartengono due dilatatori che formano i lobi del bulbo con fibre quasi ellittiche parallele e nel loro interno sono allogati i pezzi ossei descritti nel Pleurobranchio. Questi esaminati con lente veggonsi due linee crassi , levigati, e fatti da fibre a strati traver- salmente soprapposti , che dallo spirito di vino sono facilmente separati. Anche da validi lacerti ricurvi e paralleli risultano 1 costrittori. In fine gli elevatori nascono due dalla metà superiore del bulbo e terminano presso la sua base costeggiando il principio dell’ esofago , e ’l ter- zo riceve delle fibre nate dalla base del medesimo che poi si vanno a riunire sulla guaina della lingua. Manca delle squamette che i Pleurobranchi hanno prima della lingua, i cui denti ne differiscono per la particolarità che sono cilindrici dritti , lunghi e nella base ne cacciano un altro più piccolo. L’ esofago finisce nello stomaco ampliato e quasi analogo a quello delle (157 ) Doridi, che di nuovo restringesi nel duodeno, ove apronsi i due canali epatici maggiori. Il reticolo del- le glandule salivari è lo stesso, ma oltre il vaso me- diano ha eziandio a dritta e sinistra due altri canali, che hanno origine dalle glandule accennate , costeggiando il primo già descritto ed in compagnia del quale, pas- sando sotto il cervello , sopra il bulbo esofageo diven- tano poi fusiformi, ed indi s’internano tra’ muscoli di questo ultimo e si aprono a’ lati della bocca. Nel forame esteriore degli organi della generazione comunica il membro genitale cilindrico vòto nell’ inter- no e capace di rovesciarsi in fuori, avendo una papilla fo- rata, che è la boccuccia del canale deferente lunghissimo , cilindrico , attaccato al fondo della borsa fibrosa del suddetto membro, ed essendo da sottile membranuc- cia ravvolto a spira. Guardata questa attentamente al microscopio vedesi risultare, egualmente che quella dei Pleurobranchi, da’ vasi longitudinali grandi comunican- ti con alti vasellini traversali reticolati, ai lati dei primi esistendo de’globetti glandulosi. È quindi facile il comprendere che da questi separasi un umor proprio , che da’ canali grandi si scarica dentro il vaso deferen- te , la cui cavità ne rimane umettata e forse concorre esso all’ opra della fecondazione. Ora dall’esposto chiaro n’ emerge che il membro genitale, per la contrattilità di tessuto e della sua gual- na, esca dal proprio ricettacolo prolungando il canale deferente ; essendo poi amendue ritirati nella respettiva guaina e quindi nell’ addomine dal muscoletto , che quella (158) offre attaccato alle pareti di questa cavità. La vagina è fibrosa all’esterno e rugosa nell’ interno : avendo presso il suo termine a dritta un corto canale , in cui apresi tanto la borsa di Swammerdam , che il vase del testi- colo di figura globosa e diviso in molti canalini lun- ghetti , pieni di sostanza granosa e presso a poco ana- loghi alle vescichette moltifide delle Elici. Ha poi a sinistra la matrice ed un piccolo corpo orbicolare ac- cessorio, che non parmi avere comunicazione coll’ ovi- dotto , in essa separatamente sboccando. Nel principio delle branchie esiste l’ apertura labbrata della glandula conglomerata , i cui grappoli finiscono nel comune ca- naletto per la uscita dell’ umore particolare. Il suo sistema nervoso poco diversifica da quello de’ Pleurobranchi, siccome puossi rilevare dalle figu- re: se non che sul termine del nervo ottico esiste 1’ occhio ellittico con piccolo pedicello, terminando quello nel tentacolo superiore. Dai ganglietti esofagei nascono due nervicciuoli serpeggianti su l’ esofago sino allo sto- maco 3 come altresì vi esistono altrettanti simpatici uno a dritta e l’altro a sinistra. Introdotto il mercurio den- tro il cavo addominale , sotto la compressione è usci- to zampillando per l’ apice del tubercolo della coda allo stesso modo , che mi avvenne per l’ A. neapolitana. Quindi l’acqua si fa strada nel tessuto lacertoso del pie- de e ne dirada le maglie , che risultano da’ plessi mu- scolosi a lungo , obliqui da dritta a sinistra e viceversa , e ne’ lati traversali : tutti poi verso la coda si decus- sano, formando due fasce fibrose maggiori risultanti da ( 159 ) minori, le quali con molti nastri allargati circonda- no l’ orifizio della proboscide. È d’ avvertirsi ancora che dalle fascie laterali destre partono delle fibre per la vagina, per la borsa del membro generatore, e pe’ ten- tacoli , e nel dorso se ne veggono altre circolari. PLEUROBRANCHIDIUM. Corpus repens , ovale; pes am- plus, pallioque magis expansus ; fentacula 4 auriformia ; oculi ad radicem tentaculorum superiorum. Branchiac lamellosae et foramina genitalium antice uti in Pleuro- branchis. P. Meckelii. — P. di Meckel. Corpore luteo fusco reticulato- papilloso » punctato ; pede ex- remo superiore tuberculo conico pertuso , subtus plano caeru- lescente. Plearobranchaea Meckelii. Leve De novo mollusc. gen. , Sig. 1-15. Bramvirte Malacol. p. 491, tab. XLIII af. 3: Diet. des sc. nat. tom. XLII, p. 376. Des Hayes Diet. class. d’ hist. nat. tom. MIN pie Communissimum apud nos. \O24 a ° Spiegazione delle Tavole. Tavola XL. Fig. 1 Pleurobranchus tuberculatus, di cui sono & gli occhi posti alla radice de’ tentacoli, 3 il piano car- nhoso messo tra il pallio tubercolato c ed il piede 4 avanti solcato , il membro genitale e con due alette ( 160 ) XF, alle quali segue 1° apertura della glandula g presso le branchie 4 , i fori degli antri acquosi 7 e l’ano j, che per vedersi è stato necessario sollevare una por- zione marginale di pallio #, un tubercolo del quale aspro al tatto è 8, dipendente da spinuccie stellate 4 che vi sono attaccate. 2 Antro acquoso maggiore 44, in cui osservansi i fori de’ minori 20, che nel centro superiore presenta la cavità giacente sotto il pallio c ripiena di umore ros- so, ed ove trovasi la glandula d. Pezzo della lamina cartilaginosa della bocca accresciuto di diametro 5, e della lingua 7, i cui denti ingranditi esistono an 12. Re- ticolo muscoloso delle pareti addominali 3 «@, dalla cui parte anteriore mascono i muscoletti retrattori cec dei bulbi degli occhi (Fig. 10), dalle laterali i corrugatori del piede 2, cervello d co’ nervi che me derivano pe? lati e pel bulbo; attesochè in giù appariscono que’ che for- mano lo spazio trigono per l’ anello esofageo , co’ due gangli ee, donde nascono i nervi pe’ visceri, el piccolo ganglio simpatico f, e le sue uova 16. 11 Pleurobranchidium Meckelii con i tentaco- li superiori è e gli inferiori j, uno degli occhi s viep- più ingranditi 14 e 15, la guaina del membro genita- le & e questo medesimo uscitone fuori #, le branchie L, lorifizio dell’ ano n e della glandula branchiale 7, non chè il solco anteriore del piede o el tubercolo p, che si è ingrandito 13 g, ove si è figurata la striscia gianduioso-piegata posta sotto il piede ». 6 Lamine ( 161 ) calcaree del bulbo esofageo , denti 9 e porzione del testicolo 17 aumentati di diametro. Tavola XLI. Fig. 1 Pterotrachea lophira disegnata vivente col cirro a e la laminetta sotto. la carena della conchi- glia 5, orifizio dell’ano e, degli organi genitali c , sito del cuore d. 2 Pezzo di sua cute con una papilla c ed un pun- tino ingrandito d. 3 Vaso, seminale. 4 Atrio e della bocca del P. tuberculatus , f ori- fizio del condotto X della glandula salivare 72, lamina cartilaginosa dentaria g, cotiledoni 4 del bulbo musco- loso ed esofago aperto î, stomaco /, fegato n e suoi legamenti 777, ovaia 9g, ovidotto reciso p , in- testino o. 5, 6 e 7 muscoli dilatatori AD, abduttori Bde, adduttori aa, e costrittori d e f del bulbo esofageo ; non chè dilatatori gg, in mezzo a’ quali esiste la cavità 4 ove stanno le lamine calcari, & costrittori ed elevatori i: L della lingua. 8 Membro genitale c colla sua laminetta, essendo- sene' ingrandito un pezzo 10 C per far conoscere gli acinetti che apronsi nei vasi 77, sua guaina @ col re- spettivo muscolo 38, e sacco dove quello termina d, ed aperto nel forame comune e della generazione. Va- gina g e di lei fibre f, matrice #, ovidotto 7 e suo corpo accessorio Z, vescica di Swammerdam 7, vase sper- matico 4 e testicolo m. Cervello o che su dà due ner- 21 ( 162 ) vi pel ganglietto esofageo p, da cui escono i nervi P ed al- tri per l’ esofago 9, pe lati #2 e gli ottici con gli oc- chi 7” terminati nel corrugatore de’ tentacoli ss superio- ri, in giù pei gangli simpatici maggiori vv col ner- vo anastomotico traversale x, ed i simpatici minori yy. Condotto Z del reticolo delle glandule salivari, cui hanno origine altri due dutti zz con rigonfiamento Y presso la bocca. Glandula B col proprio canale aperto avanti le branchie A. 9 Esagono vascoloso-glandulare del P. tuberculatus, dove appariscono le spinuccie « stellate , gl’ intrecci de’ vasi & comunicanti coll’ esagono d, oltre le glandulette disperse nella sua aia. 11 P. Forskhali. (163%) MEMORIA VI. Su GLI ANELLIDI Parte II. Caprtoro I. — Nereidi ( vol. II, p. 389 ). Il numero di Nereidi che oggigiorno si va descri- vendo è infinito , rendendosene perciò lo studio somma- mente difficoltoso. Ho molto ammirato Y' articolo che il prof. Blainville ne ha recentemente scritto nel vol. XXXIV, p. 408-455 del Dict. des sc. nat. ; ma non ho vergogna di confessare che sono stato troppo infe- lice di trarne il necessario profitto pel presente mio lavoro, sul quale imploro la indulgenza di que’ dotti, che mi onorano di benigno compatimento , nella disami- na delle specie di Nereidi e di altri Anellidi, che ora pubblico. Incumbeva a me di essere scrupoloso nella delineazione di sì piccoli oggetti, come spetta a loro di correggere gli errori , che involontariamente vi ab- bia potuto commettere. 1 N. di Bertoloni. Ha cinque disuguali ed as- sottigliati tentacoli , il mediano degli stessi è più lungo de’ laterali tra quali giacciono gli occhi. La bocca vi è sottoposta, ed ha due lobi rotondati ne’ lati. Il primo paio di anelli presenta due corti cirri semplici laterali, ma * (164 ) i successivi poi offrono i piedi con pachetti di seto- le, su’ quali elevansi le branchie cilindriche e per- fettamente spirali, avendo nella base ed anteriormente una macchia nera. Il colore del corpo, che pian pia- no si assottiglia e termina in due esili cirri , è carnici- no, essendo rossi il canale vascoloso dorsale e le bran- chie. Le due mascelle superiori di figura conica inversa sono unite nella base, articolandovisi in su quattro denti appena ricurvi, attesochè le inferiori sono triangolari macchiate di bianco nel solo contorno, avendo la par- te centrale nera. Si scava la casa nelle pietre tufacee del nostro littorale. 2 IN. partenopea. Dalla sola Eunice gigantesca è sor- passata in grandezza. Alla base della testa attaccansi tre corti tentacoli , avanti i quali giacciono gli occhi. Nei lati del sesto anello in poi escono i piedi setolosi for- niti giù di fovea ovale , terminati a becco di flauto , avendo su la branchia spatolato-lamellosa. Il corpo po- steriormente s’impicciolisce negli anelli, ma è privo di cirri terminali. La sua tinta è gialla tranne il margine delle branchie, che è fosco, nel mezzo delle quali trasparisce la venuzza branchiale. Questa Nereide, po- chi istanti pria della morte, trasuda un umore nericcio dalla periferia del corpo e soprattutto dalle lamine bran- chiali, che mi tinse le mani. Nel mese di agosto fu pescata co’ rastelli fuori il nostro porto. Anatomia. Il suo bulbo esofageo è legato alle pa- reti del corpo mediante varii muscoletti, i quali con- traendosi allargano 1’ atrio della bocca. Le due mascel- ( 165 ) le inferiori hanno la forma di una sciabla turca avvici- nate solamente avanti, e le superiori risultano da pa- recchi pezzi : vale a dire uno inferiore assottigliato giù, che poi allargatosi in sopra finisce nel lato interno den- tato, a questo seguono altri due pezzi più corti e den- tati, indi un altro uncinato soltanto avendo i denti del lato dritto con ulteriori pezzi accessori. Tutti” i descritti denti sono legati alle fibre del bulbo muscoloso, che per la masticazione differentemente li muove. L° eso- fago è stretto, lunghissmo e rugoso nell’ interno; e lo stomaco risulta da molti successivi e traversali rigon- fiamenti, i quali finiscono nel principio dell’ intestino , che ne è privo. liancheggiano il canale intestinale due corpi cilin- drici pieni di glandalette gialliccie, esternamente forni- ti di ramificazioni vascolari, e che si prolungano fino all’ esofago, nel cui bulbo terminano. Per mancanza di altri individui di questa specie non ho potuto con cer- tezza determinare se siano glandule salivari, come opino., 0 pure ovaie. L’ aorta, che cammina sul dorso, in ogni anello a dritta e sinistra comunica colle due arterie laterali , alle quali appartengono le vescichette o siano i cuori, e donde partono le ramificazioni, che vanno a’ lati del corpo, e le altre parallele che si dirigono al canale degli ali- menti, sul quale n’ esistono alcune sommamente divise, nell’ estremità offrendo infinite ampolline globose. In op- posizione dell’ aorta esce la vena cava , la quale benan- che comunica co’ due vasi laterali nel mezzo di ca- dauno anello, a dritta e sinistra cacciando un canale ( 166 ) sulle prime ramificato sopra un corpo glanduloso gial- liccio , indi sul muscolo adduttore delle laminette branchiali, ove va a dividersi dalla base fino alla estre- mità. Il cervello offre un ganglio ovale, dove si anasto- mizzano i nervi ventrali ; formando un anello, in cui terminano i nervi dorsali. 3 N. di Tiedemann. Ha quattro occhi, due de’ qua- li sono poco visibili, due antenne ed altrettanti cirri tenta- colari. Il corpo è giallo-fosco con una linea tra- versale gialla posta in mezzo di altra nerastra maggiore in corrispondenza de’cirri branchiali bianchi, sotto i quali appena sporgono fuori i piedi con molte seto- lette. 4 N. di Rudolphi. Ha quattro occhi, gli anterio- ri situati alla base de’ cirri tentacolari semi-monilifor- mi , essendone perfettamente tali le due sottoposte an- tenne. Nel terzo anello escono solo i piedi lunghi e se- tolosi , ed i successivi hanno in sopra il cirro bran- chiale a clava e bianchiccio. Il colore del corpo è ce- ruleo ed evvene una varietà carnicina. I denti tra- spariscono a traverso le pareti addominali , vedendo- sene gli uncini superiori e le mascelle inferiori semitrian- golari. 5 N. di Ocken. Ha quattro occhi distinti e po- sti a’ lati de’ due cirri tentacolari, e le antenne di egual numero. Sopra ogni piede setoloso esce una laminetta branchiale ovale, avendo in mezzo una ramificazione provegnente dall’ aorta. Il corpo è roseo con macchia fo- (167 ) sca nel mezzo, corrispondendo a’ rigonfiamenti del tubo degli alimenti. 6. N. di Otto. È mancante di occhi, avendo otto cirri tentacolari disuguali, due antenne, ed una laminetta branchiale a lancia su ogni piede setoloso. Il corpo è verde interrotto negli anelli da due mac- chie triangolari biancastre, nel cui mezzo ne giace altra traversale bianca : interruzione che manifestasi anche nell’ aorta. Gli ultimi anelli presso la coda cirrosa man- cano di laminette e di piedi, essendovi le sole setole. Ha inoltre due mascelle od uncini semilunari dentate a sega nel margine interno, e nel rovesciarsi il bulbo esofageo appariscono due corone di tubercoli rotondi cartilaginosi, gli uni poco distanti dagli altri e con va- rie serie di essi frapposti alle mentovate corone. 7 N. di Blainville. Ha due antenne ed altrettan- ti occhi a’ cui lati giace eguale numero di cirri tenta- colari per ogni banda. La bocca presenta due lobi ovati. Il corpo è lunghissimo , nel principio roseo e nel resto ce- ruleo. Tutti gli anelli hanno i piedi setolosi, ed i se- guenti dal sesto in poi offrono su il cirro branchiale gial- liccio, cilindrico e molto allungato. Traspariscono a traverso le pareti addominali del dorso sì l’ arteria aorta che le due vesciche ovali di ogni articolazione. È dif- ficile di cacciarla intera dalla casa, che si scava negli scogli tufacei. 8 N. di Ranzani. È provveduta di quattro occhi , di due corte antenne, e di due coppie di cirri tentacolari. Dal quarto anello principiano i piedi setolosi non molto ( 168 ) prolungati, avendo sopra due laminette ovate branchiali e sotto un lungo cirro. Il corpo giallo-verdastro ter- mina con un paio di cirri bianchi. Ha due uncini os- sei nella bocca. 9 N. di Edwards. Ha due occhi, altrettante antenne, e quattro cirri tentacolari. Ogni anello man- ca di lamine branchiali, ed in cadauno lato presenta due corti piedi setolosi , vale a dire uno sopra e l’ al- tro sotto. Il colorito del corpo è giallo , ma ciaschedu- no anello ha una macchia quasi ellittica in mezzo alla quale n’esiste altra esagona nericcia. Le sue uova sono orbicolari ed ombilicate. 10 N, a set tentacoli. Ha il corpo verde com- presso , la proboscide con sei cirri tentacolari per ogni lato, ed i piedi setolosi. Caprtoro II. — Anfitrite. Questo genere da molti naturalisti è stato confuso colle Sabelle e Terebelle, avendo per verità molta ana- logia soprattutto con le prime: dalle quali differisce non tanto pel guscio coriaceo che a quelle appartiene, dappoichè talune sue specie anche lo hanno di arena o pure scolpitosi dentro il tufo; ma pel gruppo di tentacoli filiformi allungati posti sopra la bocca, e per tre branchie ramose situate a’ lati de’ primi anelli del loro corpo. 1 A. di Offers. Cirri bianchi, branchie dritte da una parte sola ramificate, le prime maggiori delle suc- ( 169 ) cessive , anelli con fascetti di setole senza vestigio al- cuno di piede. Il corpo è molto allungato giallo ; ma per gran tratto del dorso è bianco, e nel ventre ha una linea biancastra mediana , a’ cui lati esce per cia- scheduno anello una fovea ovata bianca con orli rileva- ti e giallo-foschi. 2 A. di Nistita. Cirri giallicci, branchie da un solo lato ramose rosse , corpo giallo, grande in proporzione della sua lunghezza con piedi setolosi. Ha una varietà che differisce dalla precedente per lo colore verde, per le branchie giallo-rossiccie e pel «‘orpo più assottigliato. 3 A. napolitana. Cirri gialli, branchie a dritta e si- nistra ramose coccinee , corpo quasi a clava poste- riormente assottigliato , piedi setolosi, rosso e nel principio del dorso fornito di una macchia ad x rove- sciato. 4 A. flessuosa. Cirri rosini, branchie rosse flessuo- so-ramose , corpo rosso-fosco con piedi setolosi. 5 A. di Tondi. Cirri e branchie flessuose ramose gialliccie, corpo verde pistacchio e sul principio giallo, piedi setolosi. 6 A. di Meckel. Cirri e branchie a dritta e si- nistra ramose gialliccie , corpo roseo con macchie bian- che quasi perlacee, piedi con setolette gialle, fovee bislunghe con aia bianca nella parte ventrale degli anel- li. Tutte queste specie di Anfitriti si fabbricano i gu- sci con frammenti di paglia ed arena, o pure s’in- cavano i nicchi dentro le pietre tufacee del nostro cratere. 22 Eno) Capiroro II. — Naiadi ( vol. II, p. 404 ). N. proboscidea. Testa con lunga proboscide, corpo giallastro ad anelli avvicinati senza piedi, ma di tratto in tratto in luogo di questi caccia un lungo cirro. Capitoro IV. — Lombrici o Lombrineri. 1 L.di Rolando. Testa quasi proboscidea , coda as- sottigliata in due cirri, anelli aventi un cirro vescicoloso dicotomo , ovale, rosso ne’ lati del corpo e co’ piedi se- tolosi. Il suo colore è carnicino. È forsi un’ Aricia di Savigny. 2 L. coccinco. Testa corta rotondata , anelli pres- so a poco orbicolari, piedi setolosi con cirro gialliccio su, nell’ atto che l’ intero corpo è rosso. Le mascelle inferiori sono bianche ovali insieme riunite e rotondate innanzi, le superiori hanno due distinti pezzi uncinati, cui seguono le due grandi nel margine inferiore denta- to a sega assottigliato , e giù si vanno ad attenuare ed insieme articolandosi. Abita negli scogli della costiera di Posilipo. 3 L. di Saint-Hilaire. Testa con due occhi , anelli del corpo cinerino nel loro principio forniti di lineette ne- riccie. Le mascelle inferiori sono quasi semi-romboidee , le superiori per ogni lato risultano da tre denti unci- nati distinti, l’ultimo de’ quali in giù finisce assotti- (171) gliato, e i due uncini veggonsi nel margine concavo dentati. 4 L. nisitense. Testa bianca con macchie gialle, e due occhi neri forniti di zona bianca , corpo finito in due cirri, giallo fosco screziato di bianco e con stri- scia cerulea quasi longitudinale, i cui due primi anelli sono privi di piedi, che esistono ne’ successivi e ter- minato cadauno da un paio di corti cirri, avendo in mezzo le setolette ; essi e le descritte loro parti sono bianchi. Le mascelle per poco differiscono da. quelle della specie antecedente. Abita ne’ buchi della grotta del Lazzaretto di Nisita. 5 L. filigero. Corpo tetragono, rosso con anelli forniti di due ordini di piedi setolosi per ogni lato. Dal primo de’ quali o sia dorsale esce un lungo cirro gial- lo e spirale, che manca verso gli ultimi anelli. Tro- vasi alla Paratica di S. Lucia. Oss. Qui parmi che possa trovar posto un altro grazioso Anellido della nostra rada detto Centopiede da’ marinai, e che per mancanza di ulteriori e più esat- te osservazioni non ho fatto delineare. Il medesimo ha la testa assottigliata sotto la quale giace la bocca, el resto del corpo verso la coda si va benanche a restrin- gere e finisce in due cirri. È di colore verde tranne nei cirri branchiali che sono rossi, allungati verso i lati del corpo. Ogni anello dorsale di questo ha un cir- ro a dritta e l’altro a sinistra, da’ quali si continua- no due creste arcuate e pettinate, alle quali segue il piede con tre setolette. Ma tale e tanta è la ce- * (172 ) lerità con cui si muovono i cirri ed i pettini setolosi, che è riuscito difficile al disegnatore esperto per altro nella delineazione di simiglianti animaletti di acquistar- ne esatta idea. Nell’ aorta sboccano i canali delle ve- scichette sanguigne emisferiche, e da essa esce un ramo a dritta e sinistra che si anastomizza colle arte- rie laterali, ed indi si ramifica ne’ pettini e termina nei cirri. Capitoro V. — Polia ( vol. II, p. 406 ). 1 P. punteggiata. A° lati del lobo trigono supe- riore alla bocca veggonsi varii punti neri simili agli occhi. Il corpo è appena triangolare avanti , ma po- steriormente restringesi, ed ha gli anelli poco visibili. Dippiù sopra è convesso giallo-fosco, e sotto è pia- no carnicino: dalla bocca caccia una proboscide tubolo- sa rossiccia. Trovasi nella grotta della Caiola. 2 P. oculata. Emola la grossezza di grosso crino di cavallo, essendo di colore carminio. Guardata con lente apparisce fornita di rughe longitudinali, di 16 oc- chi, cioè otto per ciascuna banda , e di bocca. Avvi- ticchiasi alle Sertolarie ed a’ Fuchi delle pertinenze di Nisita. 3 P. cilestra. Ha il corpo molto lungo, largo avan- ti ed assottigliato verso dietro, appena anelloso , ce- ruleo-fosco , il quale col toccarsi sentesi aspro al tat- to, ma la lente non mi ha dimostrato affatto la pre- senza di tubercoli all’ uopo destinati. Bisogna rom- (173) pere le pietre tufacee per osservarla, in cui sì scava la nicchia. 4 P. articolata. A prima giunta sembra analoga al Lumbricus tubicola. Ma da un solo individuo quasi intero, che se ne pescò senza veste nelle vicinanze di Polipo, non posso con fondatezza asserirlo. Il suo cor- po è verde fosco , cilindrico e composto di pezzi arti- colati in determinate distanze, e con orlo bianco nel punto di loro unione. Capitoro VI. — Spio ( vol. II, p. 403). S. filicorno. Per non essere troppo amante delle innovazioni ho trasandato di erigere in una specie nuo- va questo Anellido, che si avvicina molto alle Nereidi, ma il suo guscio anche è corneo , appena ricurvo e del- la consistenza e grandezza del cannello di penna da scrivere, approssimandosi al Dertalium translucidum di Deshayes. L'animale che vi abita ha cinque tentacoli , esistendo ne’ due laterali di questi gli occhi. I piedi hanno due piccoli lobi, dal mezzo de’ quali escono le setolette, e su ognuno di essi nasce un cirro. Il corpo è giallo , avendo il nervo dorsale cinto da due vasi rossi longi- tudinali e’l ventre ne’ lati di ogni anello ha un picco- lo pettine setoloso. Ritiratosi nel suo guscio , ne traspa- riscono gli occhi e tutte le sue parti. L’ ho rinvenuto presso gli scogli di Cuma. (174) Capitoro VII. — Climene. Savigny è stato il fondatore di questo genere di Anellidi, di cui conoscesi una specie sola detta C2y- mene amphistoma, la quale abita in un tubo arenaceo assottigliato, ed aperto soltanto nell’ estremo anteriore e più grande. Nel centro di un cono rovesciato , e den- tato nel perimetro, esiste l’orificio della bocca. Il corpo ha molti anelli ben distinti e quasi strangolati. I piedi, che a volontà dell’ animale escono ed entrano nell’ in- terno del corpo e dal sesto in poi non solo sembra- no duplici, e provveduti di lunghe e gialle setolet- te ; ma nel ventre osservansi pure de’ pettini setolosi uncinati. Il colore di questo Anellide è carnicino , aven- do un vase rosso longitudinale da cui partono le arte- rie pe’ piedi, che fanno l’ officio di branchie. Capiroro VIII. — Descrizione tecnica degli Anellidi di questa II.* Parte, NereIs ( vol. I, p. 423 ). * Leopice, Zam. 1 N. Bertoloni. — N. di Bertoloni. Corpore tereti carneo , postice cirroso , capite bilobato ; pedibus setulosis, branchiis cylindricis convolutis, coccineisque ; macula nigra ad corum basim communitis. Nosss. (175 ) * Lysipice, Lam. Maxillae septem : tres in ordine dextro , quatuor in sinistro : inferioribus simplicissimis. Anzennae tres breves , inaequales , inarticulatae : exterioribus duabus nullis. Caput penitus detectum , fronte rotundata. Oculi duo distincti. Cirri tentaculares semper nulli. Brarichiae ignotae. 2 N. parthenopeia. — N. partenopea, esca gialla. Corpore subcompresso lutescente maximo antice annulis sim- plicibus , postice attenuato absque cirris ; branchiis spatulato = lamellosis margine fusco; pedibus subtus fovea ovali ac setulis rigidis praeditis. Noprs. ** PavLLoDoce? Zam. ; NEREIPHYLLA , Blaine. Proboscis crassa clavaeformis, orificio tentaculis parvis, ordine unico. Mawxillae nullae. Antenna impar nulla: intermediis externisque brevibus , subbiarticulatis. Cirré tentaculares subulati , inaequales : paribus octo. Cirri abi compressi , venosi, foliiformes , non retractiles. 3 N. Ockenii. — MN. dî Ocken. Capite oculis quatuor ;. corpore roseo , postice bicirrato ; pedibus laminibus branchialibus ovalibus compressis lutescenti- bus, pedibus fasciculis setulosis. Nopis. 4 N. Otto. — N. di Otto. Corpore viridescente lineolis albis transversalibus fucato , ocu- lis mullis ; pedibus setulosis branchiis lamellaeformibus compres- sis ovalibus. Nosts. Obs. Maxillae tum in hac cum praecedenti specie non defi- ciunt. 5 N. Ranzani. — N. di Ranzani. Capite oculis quatuor , antennis geminis , maxillis uncinatis 2, cirris tentacularibus hac illac quatuor; annulis pedibus setulo- sis supra laminibus branchialibus ovatis duabus, subtusque cir- ro elongato. NosIs, ( 196 ) 4% SyLrus, Lam. Proboscis bilobata divisa. Oculi 2-4. Maxillae ut in Zeodicibus. Cirri tentaculares simplices vel moniliformes. 6 N. Tiedemann. — N. di Tiedemann. Capite oculis binis totidemque vix conspicuis, tentaculis geminis , corpore luteo-viridescente; anulis vittis transversis fuscis linea lutea mediana praeditis, branchiis cirrosis cylindraceis lon- gis supra pedes setulosos minime exertos. Noprs. 7 N. Rudolphi. — N. di Rudolphiana. Corpore caeruleo , postice 2cirroso ; capite oculis quatuor, totidemque tentaculis moniliformibus ; pedibus setulosis , cirris branchialibus cylindricis elongatis. Nosts. Var: corpore carneo. 8 N. Blainvillii. — N. di Blainville. Capite bilobo , oculis binis, antennis quatuor; corpore lon - gissimo luteolo posterius cupreo ; annulis dorso maculis tribus rubris, cirris branchialibus albis, pedibus setulosis. Noers. "pere NePHTYSs ( vol. IL, p. 424 ). 9g N. Edwardsii. — N. di Edwards. Capite oculis antennisque binis , cirris tentacularibus qua- tuor ; corpore luteo maculis romboideis medianis fuscis ; anulis ad latera pedibus geminatis setulosis praeditis. Noris. 10 N. sextentaculata. — N. seitentacolata. - Capite proboscidea, tentaculis sex unoquoque latere ; corpo- re viridescente compresso , pedibus setulosis. NoBis. Nereides descriptae in cryptis, foraminibusque propriis zeapolitani littoris hospitant. Sio ( vol. II, pag. 425 ). S. filicornis. — S. filicorne. Capite oculis binis, Otentaculato ; corpore luteo in tubulo (177) corneo anserinum calamum adaequante incluso ) pedibus setulo- sis cirro branchiali praeditis. O. Fasr. Berl. Schr. naturf, VI, p. 194, tab. XVI, fig. 1-3. Linn. cur. Gwerin Syst. Nat. p. 3110, n. 2. Lamarcx Zist. des anim. sans vert. tom. V, p. 319 è num. 2. Nereis filicornis. Buavirre Dict. desse. nat. tom. XXXIV, p. 449: Rarissime invenitur nostro litore. Nars ( vol. Il, p. 427 ). N. proboscidea. — N. proboscidea. Corpore antico attenuato proboscidis instar, lutescente , anu» ato , cirris lateralibus longis solitariis. NoBIs. An N. proboscidea ? Linx. cur. Guerin Syst. Nat. p. 3121, n. 3 cum synonymis, Habitat in Sporgiarum foraminibus. Doria" (gol. Ip. 427.0: 1. P. punctata. — P. punteggiata. Capite trigono punctis nigris, lateralibus ; corpore luteo-fu- sco , plano-convexo anulato. Nopis. 2. P. oculata. — P. oculata. Capite oculis hinc inde octo ; corpore miniaceo , filiformi elongato , longitudinaliter rugoso , antice subclavato compresso. Noris. è 3. P. geniculata. — P. articolata. Corpore tereti postice attenuato, viridi-fusco , geniculis ex- tremitate albescentibus. Norrs. Occurrunt ad /Mes:dis vicinia. dee) (178 ) Lumsricus ( vol. II, p. 428 ). LumprinERUS, Blaino. Corpus articulatum tuberculis bifurcis setulosis. * Oculis nullis. 1. L. Rolandi — L. di Rolando. Capite proboscideo , corpore articulato postice bicirroso , pedibus setulosis, superne branchiis dichotomis vesiculoso-ovali- bus. NoBrs. 2. L. coccineus. — L. coccineo. Capite elliptico , articulis coarctatis, pedibus setulosis super- ne cirro simplici luteo branchiali. NoBrs. ** Oculis binis. 5. L. Saint-Hilaire. — L. Saint-Hilaire. Capite elliptico , corpore cinereo articulato, dorso transver- sim lineolato ; pedibus setulosis. Noris. 6. L. nesidensis. — L. nisitense. Capite semi-elliptico oculis vitta alba circulari; corpore luteo-fusco punctis albescentibns ; pedibus 2cirrato-setulosis. NoBIs. 6. L. filigerus. — L. filigero. Corpore tetraquetro rubro articulato , extremitatibus acumi- natis ; anulis anterioribus cirro branchiali lutescente longissimo spirali communitis, posticis nullis; pedibus setulosis ad latera, duplici serie dispositis. Nopis. Cirrhinère filigère. BLarnvinLe Dict. des sc. nat. fasc. LVII, 5 00: Habitant ubique in parthenopei aequore. (179 ) CLymene. Corpus cylindricam subnodosum , late- ribus mamillis setiferis. Os antice in fundo turbinati infundibuli margine denticulati positum; anus postice transversim fissus. Tubulus arenaceis frustulis composi- tus, flexuosus unica parte patulus. C. amphistoma — €. amfistoma. Corpore rubescente, anulis ad latera papillis setulosis du- plici ordine digestis , subtusque pectinis arcuatis setosisque prae- ditis, Saviony Ann. d’ Egypt. tab. I. Lamarcx Zlist. des anim. sans vert. tom. V , p. 341. BrarnviLLe Dict. des sc. nat. fasc. LV , f. 2. Reperi frequentissime Ostreae Jacobatie Lins. adherentem. AmpHITRITE. Corpus cylindricrum annulatum po- sterius attenuatum : utrinque mamillis setiferis serie unica. Branchiae anticae filiformes supra orzs apertu- ram, et laterales tres ramosae interdam coccineae. Tu- bulus vel arenaceus vel in lapidibus insculptus. 1. A. Olfersii. — A. di Olfers. Gorpore tereti longissimo rubro,in dorsi medietate aeque ac linea longitudinali ventrali albo ; branchiis anterioribus simplici- bus , lateralibus.unica parte ramosis coccineis ; setis fasciculatis rigidis , foveis ovalibus in ventre. NoBis. 2. A. nesidensis. — A. di Nisita. Corpore lutescente antice ingrassato , pedibus setulosis , bran chiis lateralibus coccineis subdichotomis. NoBrs, Far. Corpore viride. 3, A. neapolitana. — 4. napolitana. * ( 180 ) Corpore carneo, antice clavato ; branchiis lateralibus coc- cineis ramoso-pinnalis ; pedibus setulosis. NoBts. A. flexuosa. — A. flessuosa. Corpore luteo-fusco; branchiis lateralibus flezuosis. Noris. 5. A. Tondi — A. di Tondi. Corpore antice flavicante , postice laete virente ; branchiis lateralibus luteis subramosis. Noris. A. Meckelii. — A. di Meckel. Corpore coccineo maculis albis perlaceis picto ; branchiis lateralibus ramoso-pinnatis ; pedibus fovea elliptica ad eorum ba- sin, apice setis luteis fasciculatis. Nopis. A. Tondi et Meckelii in tubulos arenaceo-palea- ceos, reliquae in apposita foramina reperi. Spiegazione delle Tavole Tavola XLII. l'ig. 1 Nais proboscidea. Lumbricus Rolandi 2 ed un suo anello ingrandito 19 con due branchie bifide a sul dorso, coccineus 3 colla di lui testa ingrandita 10 e denti 15, Saint-Hilaire / colla testa 11 ed i denti 16, nesidensis 5 e sua testa 9g. Nereis Ockenii 6 col respettivo anello accresciuto di diametro 22 in cui ap- pariscono le arterie branchiali a, Otto 7 con la testa 12, le mascelle 17 d i tubercoli cartilaginei della pro- boscide c, un anello 20 e la coda 21, Blainvillii 8 e suo anello 25, Ziedemanni 14 e sua testa 13. Sa- bella denudata 18, Lucullana 23 uscita dal guscio, nel- ( 181 ) I’ orificio del quale deposita il placentario circolare di uova c, uno de’ suoi cirri ingrandito è a, i quali si dispongono a ventaglio 24 Tavola XLIII, Fig. 1 Amphitrite Olfersiù e suo anello 6 per os- servarne inferiormente le fovee aa, nesidensis 2.63, nea- politana 4, flexuosa 5. Polia punctata 7 guardata da sopra e da sotto 11 col sifone 4, oculata 8, caeru- lescens 9, geniculata 10. Nereis Edwardsit 12 con due suoi anelli zo forniti di piedi superiori c ed infe- riori d, Rudolphi 13 e sua varietà carnicina 14 la cui testa osservasi in 19 , sexteriaculata 16 con cirro in- grandito a. Uova dell’ Molothuria tubulosa 15, di te- stacei 21 e 23, non chè uno di essi separato ed in- grandito 22 e 24. Vibrj marini 17 e 18. Tavola XLIV. Fig. » Polia oculata ingrandita per farne vedere gli occhi. 2 N. parthenopeia 79 piede g con le se- tolette, la fovea ovale je la lamina branchiale 2, 3 suo bulbo muscoloso corredato de’ muscoli che lo muovo- no e aperto colle mascelle in sito, che sono poi sepa- rate in 4 cioè le superiori cc e le inferiori è, glandu- le salivari dd, un pezzo di esse 10 accresciuto di dia- metro , esofago e, stomaco f. Aorta Z comunicante coll’ arteria laterale rm , cui appartengono le vescichette ( 182 ) n, le ramificazioni pe’ lati del corpo o e pel tubo in- testinale p ed 11. Vena cava 69, vene laterali rr e branchiale y, corpo glanduloso x, e muscolo addut- tore z delle laminette branchiali. Anello nervoso $ col cervello c in cui finiscono i nervi ventrali s, avendo in ogni anello la fascia #, ed i nervi dorsali v. N. Ber- toloni 12, sua testa ingrandita 13 co’ cirri branchiali a spira @, mascelle 14 superiori e 15 inferiori. ( 183 ) MEMORIA VII ASCIDIE SEMPLICI. Capritoro I. — Storia. Niuno scrittore ha meglio del celebre Cuvier de- lineato il quadro storico di questi esseri. È stata sua cura di rilevarne non solo la primordiale origine ri- montando fino a’ tempi di Aristotile, ma ha riunito cioc- chè gli autori successivamente ne hanno opinato. È nel mentre che Linneo e Gmelin non furono. trop- po esatti nello stabilirne i caratteri, neppure possiamo tanto lodarci de’ lavori posteriormente ad essi pubblica- ti; attesochè, se è difficile di determinarli nello stato di vita delle Ascidie, molto maggiormente poi riu- scirà difficoltosa la conoscenza delle loro specie da vari autori descritte su individui alterati e posti in a- cquavile. Le specie di Ascidie riconosciute da Bruguiere e Lamarck hanno tuttavia bisogno di essere vieppiù scru- tinate, giacchè scrive saviamente Cuvier che la forma esteriore essendone soggetta ed infinite variazioni, of- frendo elleno altresì poche differenze marcate , ed il loro colore non conservandosi dopo la morte , il quale poi in vita diversifica a tenore dell’età e del sito natale ; è ma- lagevole a distinguerle con una certa fondatezza , qua- (184 ) lora non ricorrasi alla loro struttura, che sino a’ suoi tempi era stata esaminata con troppa superficialità. Ma piacesse a Dio che i voti di sì grande zootomista potes- sero condurre all’ adempimento di cosiffatto e difficile scopo; che le anatomiche nozioni fossero più generalmen- te sparse tra’ naturalisti ; e che in realtà queste avesse» ro la facoltà da farci pervenire all’ intento. In fatti re- puto cosa detta più teoreticamente che desunta da’ fat- ti la norma, che vorrebbesi adottare stabilita sul nume- ro de’ tentacoli posti nell'interno del loro orifizio brau- chiale : quandochè ai più esperti notomisti riesce difficol- tosa la indagine de’ medesimi e della fabbrica interna delle Ascidie , che è tuttavia poco avanzata. I lavori del cav. Home e le ricerche del barone Cuvier su tal razza di animali pubblicate nelle diverse loro opere racchiudono quanto sia mai necessario a farci acquistare un’ idea della loro struttura. Posterior- ‘mente Savigny se ne è pure occupato con somma scru- polosità , e’l cav. Carus colla sua solita esattezza non ha trascurato di pubblicare duc tavole, in cui ne ha esposto le più minute particelle. Inoltre dal Bo!- lettino di Ferussac rilevo l’annunzio delle osservazioni anatomiche fatte da Mac-Leay sul gruppo di detti tu- nicati, ma nulla posso dirne di positivo. Ame pare che la scienza abbia bisogno di ulteriori perquisizioni , alcune delle quali spero che non siano state da me tra- scurate: e da esse rileverassi appieno quanta sia mai l'ana- logia loro colle Oloturie già problematicamente annua- ziata da Lamarck. (185 ) Capiroro I. — Descrizioni speciali. Le Ascidie rappresentano un sacco ovale con due esteriori aperture una più alta dell’ altra, essendo per la base radicate su gli scogli, oppure su altri corpi marini. 1 A. microcosmo. È variabile nella figura del suo corpo, ma la reniforme è la più comune che presenta. Supera in grandezza tutte le Ascidie del nostro littorale , essendo all’ esterno piena di molte produzioni marine animali e vegetabili; onde è che a ragione Redi e Cu- vier la reputarono piccolo mondo. È fosca la faccia esterna del suo integumento cartilaginoso, essendo bianca argentina nell’interno ; ma le estremità delle due aper- ture sono rosee con quattro tubercoli cartilaginosi bian- castri. Non si mangia come la specie seguente per la quantità di taluni corpi e de’ vasi sanguigni gialli , che riescono irritanti. 2. A. fosca. Offre infinite rugosità ed elevatezze nelle parete esterna giallo-fosca del corpo, che è im- merso fra le crepaccie degli scogli , od attaccato a’ rotta- mi di conchiglie. Ma ne è singolare la compatezza car- tilaginosa e puossi anche asserire pietrosa dell’ esterno suo integumento. Presenta inoltre le due aperture una superiore e l’ altra inferiore rosse e fibrose nell’ inter- no con linee parallele biancastre. Le descrizioni dell’ 4. rustica date da vari naturalisti pare che sieno applica* bili alla specie attuale, sul di cui conto mi appiglio 24 ( 186 ) alla figura del celebre Cuvier, riserbando per quella la figura di Bruguiere. Costituisce il cibo prediletto del- la maggior parte della nostra popolazione. 3. A. prugno, È presso a poco simile ad una prugna per la forma e grandezza. L’ integumento este- riore è levigato coriaceo e bianco ondeggiato di rosino. L’ orifizio branchiale ha delle linee raggianti violacee., e l’addominale offre una corona di puntini rossi. At- taccasi a’ fuchi. 4. A. intestinale. Ha il corpo allungato cilindri- co , la cui base è più ristretta e dividesi in varie ra- mificazioni, colle quali aderisce agli scogli, oppure ai pezzi di legno gittati in mare. ll tubo branchiale e l addominale si veggono abbastanza lunghi con linee bianche longitudinali sul principio. Attesochè nel punto di attacco col sacco muscoloso offrono nell’ orifizio delle branchie otto macchiette ranciate a guisa di triangolo in- verso, e sei altre anche circolarmente disposte nell’ aper- tura addominale. Presso la base ha un gruppo di cir- ri gelatinosi , tra’ quali ho pure trovato delle piccole Ascidie, che se ne sviluppavano : osservazione già fatta da Bohadsch, e che dà ragione della riunione di più in- dividui di questa medesima specie. Il più delle volte vi ho rinvenuto delle incrostazioni di qualche Ascidia composta o di Botrilli. Il suo colorito è bianco-giallic- cio , trasparendo a traverso degl integumenti la massa de’ visceri. Spesso se ne incontrano individui verdastri ( A. viridescens ) ) 0 pure bianchi gelatinosi e sepa- (187 ) rati ( 4. gelatinosa ). È comunissima presso di noi , ma non si mangia affatto. 5. A. rustica. Corpo globoso , aspro al tatto , rosso-fosco con le due aperture elevate, dentate e con orlo roseo, integumento esterno poco crasso. Questa specie non devesi confondere per la denominazione con lA. rustica, che a me pare essere l’ A. phusca , od almeno vi è una certa confusione di citazioni fra gli autori, tantoppiù che quella non si mangia come questa. 6. A. mammillare. Corpo ovale gelatinoso bian- co-carnicino , con tubercoli spinosetti come l’ ZHeru- do muricata, avendo gli orifizi branchiale ed addomi- nale dentati. n. A. papillosa. Corpo ovale allungato rosso-gial- lastro , nella base ramificato , onde attaccarsi per lo più sulle radici della Zostera oceanica ; il tubo superiore ter- minale è diviso in 4-5 lobi quasi triangolari, che ne chiudono l’ apertura nel margine pelosa; l’inferiore è a destra e nella metà del corpo con apertura labbrata cor- redata di setole dorate e globose . nell’ apice. La su- perficie del corpo è scabrosa al tatto, ed osservata con lente risulta da papille coniche con spinuzza ter- minale. 8. A. venosa. Nasce sempre in gruppi tutti bi- torzoluti, ed ogni prominenza apparisce color giallo- fosco sparsa di ramoscelli vascolosi, L’ orificio bran- chiale è fornito di lobetti, che sono in minor nume- ro e più piccoli di quelli spettanti all’ apertura addo- minale. * ( 188 ) Capirotro II. — Anatomia. a ) Integumenti esteriori. La levigatezza, che essi pre- sentano nell’4. verosa, prunum ed intestinalis che è alquanto trasparente, non è al certo da paragonarsi alla scabrosità dell'A. papillosa, rustica e molto me- no alle rughe e prominenze dell’ A. microcosmus e phusca. La parete esterna del corpo è di tessuto ge- latinoso molto crasso nell’A. prunum e venosa, dove apparisce in realtà un poco venosa. Ma la durezza quasi pietrosa di detto tessuto è perfettamente esclu- siva dell’ A. phusca, microcosmus e papillosa. Non è da credersi la resistenza, che incontra il più aguz- zo coltello sparando la prima di queste ultime Ascidie. L’ invoglio in esame è quello, che ne guarentisce i vi- sceri dalle esterne ingiurie, quando il loro otre si corruga, essendo impossibile di recarli nocumento alcuno: e, volen- dole sezionare, non riesce di tanta facilità la separazione del primo dal sottoposto integumento. È questo ultimo delicato , trasparente, presso a poco peritoneale. Sul medesimo si osservano de’ fili di comunicazione col sac- co del corpo , che sonosi presi per nervi da qualche notomista , che forse non avrà avuto la fortuna di spa- rarle viventi. L’ A. venosa, phusca e microcosmus ne fanno ampia testimonianza , e soprattutto nella prima la ramificazione venosa di colore giallo-fosca rendesi al sommo visibile, e decide assolutamente dal loro ca- rattere vascolare, anzichè nervoso. ( 189 ) La tunica muscolare, che ne sostiene i moti di contrazione interna, e che a guisa di sacco racchiude i visceri, è fatta da due o tre strati fibrosi variamente disposti. Questi nell’ A. microcosmus hanno delle fi- bre circolari divise a nastri, che ne formano tutto l otre. Sopra la medesima osservasi una fascia che da dritta passa a sinistra, decussandosi nella parte ante- riore e posteriore, oltre gli strati fibrosi che a guisa del numero arabo 8 rovesciato © ne circondano ambi gli orificii sino alla loro metà; offrendo delle fibre circo- lari, alle quali ne è sottoposto uno strato a lungo terminato da sfintere, dentro cui ritirasi un tubo car- tilaginoso , che vedesi pure nell’ apertura addominale e branchiale sì dell’ 4. papillosa, che della A. phusca e microcosmus. Una struttura analoga si ravvisa nell’ A. phusca : se non chè presso il tubo del suo orifizio branchiale veggonsi delle fibre traversali, di cui è interamente corredato l'altro canale, nel mentre che il resto del sacco in esa- me ha delle fibre a lacerti longitudinali. L’ A. papil- losa, cui somiglia 2’ A. venosa, le ha oblique da dritta a sinistra e decussate con quelle di sinistra a dritta , ed altre longitudinali ben distinte parallele, € quasi a laminette. L'A. intestinalis offre la medesima direzione e quantità di strati fibrosi , che sono con- formati a nastri. Tra la tunica esterna del loro corpo e la muscolare o pure la peritoneale non vi è in tutte le specie di Ascidie la stessa aderenza, osservandosene ta- lune , che ivi hanno una specie di cavità umettata di ( 190 ) umor sieroso : e nell’ 4. verosa e papillosa nel fon- do a guisa d° infondibolo si prolungano per adattarsi in una corrispondente fovea appartenente alla tunica cartilaginosa. b) Organi digestivi. Dall’ orifizio addominale si passa nell’ interno del cavo carnoso or ora esaminato, che for- masi dalla diradazione delle fibre parallele a lungo del tubo esposto, nel cui principio ed internamente corrisponde una piega circolare, che adempie all’ incarico di valvula. Nella cavità dell'addome si vede il sacco branchiale però chiuso mediante lacerti fibrosi di tratto in tratto ad es- so attaccato; nel suo fondo esiste il canale intestinale aperto verso la radice di detto tubo, e risultante da un corto esofago con bocca circolare nell’ A. papillo- sa, quasi trilobata nell’ A. microcosmus, breve e pic- colo nell’ A. intestizalis , grande e lungo nell’ A. phusca. Lo stomaco è molto amplo ed esternamente pie- gato nell’ A. intestinalis, circondato dal fegato nell’ A. microcrosmus , papillosa , rustica e venosa: quali pieghe sì osservano internamente molto più larghe nell’ 4. ve- nosa e papillosa, meno rilevate nell’ A. microcosmus e son poco visibili nell’ 4. phusca. Fra esse nella li- nea mediana si ravvisa un solco nelle testè descritte spe- cie, ma nella penultima Ascidia vi è una ramifica- zione come sutura. Il fegato risulta da vari lobi gialli cedrini con acinetti ovali più foschi nell’ Ascidia or nominata, quasi orbicolari nell’ A. papiZlosa , ovali bis- iunghi ricurvi e distinti nell’ A. microcosmus e venosa, e ( 191.) poco discernibili nell’ A. intestiralis. Con varie aper- ture ellittiche od irregolari i dutti epatici si aprono nel- l’ interno dello stomaco fra le suddette laminette , ma nell’ A. phusca i canali biliari a vari lobi fi- niscono in due più grandi, e questi poi con apertura unica. Il tubo intestinale dal fegato descrive una curva che sale verso su del cavo addominale per aprirsi presso l’ orificio annunziato e molto sopra a quello della bocca nell’ A. intestinalis e papillosa; attesochè di- scende e passa sotto l’ esofago nell’ A. microcosmus, e serba quasi la stessa direzione nell’ A. phusca. Oltre la tunica mocciosa interna ha nell’ esterno uno strato granelloso nella maggior parte delle Ascidie, che ne rende le pareti glandulose e più doppie. c ) Apparato generatore. L’ ovaia è come una clava inversa nell’ A. infestinalis aderente a sinistra del cana- le digestivo con l’ovidotto aperto sopra l’ ano, avendo le uova orbicolari ed umbilicate; e da esso appena si discosta quella dell'A. vezosa, essendo queste soltanto poco più piccole ed ovate. Due distinte ovaie hanno sì lA. papillosa ognuna delle stesse si assottiglia ne’ due estremi aperti per la uscita delle uova gialle ed orbicolari ; che l’ A. phusca , nella quale ciascuna della coppia di ovaie si rigonfia in vari lobi pennati pieni di uova circolari rosine ed appe- na umbilicate, ed apronsi entrambe col proprio ovidotto presso l’ orifizio addominale. Dicasi lo stesso per l’ 4. rustica colle uova coccinee , ed ogni ovaia è molto ra- mificata. Dippiù quelle dell’ A. papillosa sono riunite (192°) in grappoletti pendenti da un vasellino comune. Cia- scheduno uovo contemplato al microscopio è rappresen- tato da una vescica trasparente nel centro , o sia nel sito in cui vedesi ombilicata , e piena di piccioli uo- vicini. Il testicolo nell’ 4. intestizalis principia con di- verse ramificazioni ricolme di umore bianco granelloso , e finisce nel canale spermatico , costeggiando l’ovidotto for- nito di apertura rosina, e risultante da un ammasso di glandulette, che al microscopio non differiscono da’ tu- bercoli bianchi dell’ Actinia Cari, e posta sopra quella di questo ultimo. Nelle altre Ascidie vedesene il dutto spermatico situato sul canale degli alimenti, ed aperto presso l’ ano, essendo cerulea nell’ A. phusca. d ) Apparecchio respiratorio.Principia dall’orifizio su- periore o branchiale, dal quale pel tubo, che vi è sottopo- sto, si passa in un sacco ovato amplo e libero inferior- mente, che riempie in gran parte la cavità addominale, ed alle cui pareti si attacca mercè vari legamenti. Esso è co- strutto nel seguente modo, cioè offre una sottile tuni- ca su cui adattasi un reticolo con fibre maggiori a lun- go decussate con altre minori a traverso; e le aie ri- sultanti da amendue sono eziandio finamente reticola te , avendo il sacco branchiale nell’ A. microcosmus delle pieghe longitudinali. L'acqua per l’ indicato ovifizio pe- netra nel sacco testè descritto già rilasciato nel suo tes- suto fibroso; e, dopo di averlo riempiuto , nel contrar- sì è obbligata di uscirne dalla medesima strada , per la quale vi era entrata. ( 193 ) Sappiasi inoltre che il mentovato liquido con identi- co artefizio dal foro inferiore penetra pure nella cavità addominale e ne riempie lo spazio, che vi rimane tan- to il succennato sacco, che i visceri in essa alberganti. Quin- di chiaro n° emerge che le Ascidie compresse, oppure 0s- servate vive in mare, facciano scorgere due correnti di acqua, sembrando che per l’ orifizio superiore entras- se e per l’inferiore uscisse. Era anche questa la mia opinione e parve fiancheggiata dalla iniezione di mer- curio , il quale rompendo il sacco branchiale uscì dall’ estremo opposto a quello , donde le aveva intro- dotto. Ma l’ osservazione attenta ha smentito siffatto pensamento , talchè bisogna conchiudere che de’ due zam- pilli di acqua rigettati dalle Ascidie, ne appartenga uno al sacco branchiale e l'altro al cavo addominale senza esservi nello stato naturale la menoma comunicazione fra loro. e) Sistema circolante. Fino all’epoca in cui scrivo , e per quanto siami riuscito di riscontrare le opere de- gli. autori, che di questi esseri hanno trattato, un esa- me più minuto di quello che ho fatto sul circolo san- guigno delle Ascidie assolutamente mancava. Ed io nep- pure mi lodo del presente lavoro , che proccurerò di estendere vieppiù ed esaurire ciocchè concernere possa l’ articolo circolazione, che esamino pria nell’ 4. papil- losa ed indi nelle altre. Il cuore , che sembra poco differire dall’ ampolla Poliana degli Echinodermi , ha la figura di un Y maiu- scolo rovesciato con tunica fibrosa, essendo situato tra il 25 (194 ) fegato , lo stomaco e’1 fondo dell’ovaia sinistra. Le sue pa- reti sono fibrose valide e trasparenti, cosicchè nel sangue di color bianco nuotono due corpi globosi biancastri forniti di filamento e dotati di massima mobilità, so- prattutto durante le oscillazioni della parete cardia- ca. Essi furono conosciuti da Dicquemare nel cuore dell’ A. wiridescens. Le due corna od aste dell’ x possonsi paragonare ad uno abbozzo di orecchiette , le quali scaricano nel ventricolo del cuore rappre- sentato dall’ asta superiore il sangue delle vene cave , che vi riuniscono sì la sinistra costituita dalla stomati- ca , epatica ed ovaria, che la dritta, in cui sbocca l’ovaria, l’ enteroidea ec. Dall’ apice del ventricolo del cuore ha origine l’ aor- ta, che sulle prime ha l'apparenza di un solco profon- do, la quale risale verso |’ orifizio branchiale : ma però offre una curiosissima particolarità, di comunicare con due altri vasi anastomizzati a’ suoi lati, somministrando a’ me- desimi taluni vasellini ricurvi e quasi grappolosi. Cosicchè di tratto in tratto da quelli partono le arterie traversali più o meno dritte ramificate e disperse sul sacco branchiale , e tutti e tre poi danno origine all’ anello vascoloso bran- chiale maggiore , dal quale nascono molti vasellini affollati e paralleli, alcuni di essi diretti su fra la tunica mocciosa fino alla bocca, ed in disposizione raggiante vanno ad anastomizzarsi coll’ anello bran- chiale minore e quasichè in direzione delle stesse branchie. Queste hanno la respettiva arteria che cam- mina nel loro mezzo e ramificata ne’lati fino all’ api- (195 ) ce. Dal medesimo anello maggiore e fra l’ uscita delle branchie parte infinito numero di arterie longitudinali tra esse avvicinate e parallele, situate negli spazi de’ la- certi longitudinali, ed avendo comunicazione co’ cor- pi adiposi ovati, creduti dagli autori necessari a som- ministrare i principj nutritivi , e che io paragono agli otricelli Folineani degli Echinodermi. Dallo stesso anel- lo provengono eziandio le arterie pel sacco branchiale forse disposte a reticolo. Dall’ orifizio branchiale sino a quello dell’ addome, e precisamente dal testè citato anello ha origine un tu- bercolo globoso rosino e gelatinoso, il quale ha un’ ar- teria semilunare con gli estremi in dentro ricurvati , € dal suo mezzo si continua un canale costeggiato da al- tri due provegnenti dal medesimo anello, e che poco dopo vi si anastomizzano, e finisce bifurcato circon- dando l’orifizio addominale, ove estremamente sparpaglia- si. Si noti pure che l’ iniezione di mercurio non solo mi ha fatto conoscere l’ esposto andamento del circo- lo sanguigno, ma mi ha pure dimostrato che sianvi delle valvule sì negli orifizii delle orecchiette che in quello del ventricolo del cuore, onde refluir non vi possa il sangue introdotto nell’ aorta , © risalire nelle vene cave. L’ A. phusca ha le branchie rosse da un solo la- to bipennate, le grandi alterne colle piccole, e tutte finiscono nell’anello branchiale superiore rosino, da cui partono i raggi vascolosi maggiori oltre i minori ad es- si frapposti, che terminano nell’ anello branchiale infe- * ( 196 ) riore flessuoso giallo , ove sbocca l’aorta primaria e le secondarie, ed in opposizione a questa nasce il tuber- colo con vase spirale terminante ne’ due canali, che su- bito si uniscono in uno, e bifurcato circonda l orifi- zio addominale. Dal secondo anello hanno origine le arterie reticolate del sacco branchiale. Il cuore non sono stato felice a vederlo. I corpi adiposi sono rossicci , più o meno rami- ficati e pieni di sostanza granosa. Fanno parte del si- stema sanguigno come que’ della specie precedente. Le branchie dell’ A. microcosmus differiscono da quelle dell’ 4. papillosa per la sola circostanza di essere le grandi alternate colle piccole. Il secondo anello branchia- le è pure flessuoso , il vaso posto sopra il tubercolo ha la figura degli occhiali ed è rossiccio egualmente , che I’ aorta. Il resto dell’apparato circolante è giallo, come lo sono i corpi pretesi adiposi , che osservansi in massi- ma copia e divisi in vari lobi. Ingannerei i miei cor- tesi lettori se asserissi di aver trovato nelle Ascidie il menomo filetto nervoso $ ad onta che la mia atten- zione e le ricerche fossero state scrupolose abbastanza. Ascipia — Corpus basi affigum tunica membranacea vel coriacea aut cartilaginea praeditum, utriculum ir- regularem ovatum, clavatum vel cylindricum repraesen- tans; foraminibus duobus saepe inaequalibus, quorum altero humiliore. 3. À phusca— A. fosca, Carnume. Ovalis luteo- fusca , cartilaginea vel lapidea, laeviuscula , tubulorum osculis rubris , intus striatis albescentibus. ( 197 ) An Tethya Ronpet. de Pisc. Lib. II, cap. XXI, fig. An Alcyonium phusca ? ForskinL Fn. Arab. p. 129. tab. XVII, fig. D. MuLLer Zool. Dan. tab. XV , fig. 1-5. An A. rustica. Linn. cur. Guerin Syst. Nat. p. 3125, Rab Cuvier Mem. sur les Moll. p. 29 , tab. I, f. 7-9. LAmaRcK Zlist. des anim. sans vert. tom. Ill , p. 125, 3:71 Cinthia rustica. Risso Prod. de Nice tom. IV, p. 274. BramviLLe Dict. des sc. nat. tom. II, p. 194. 2. A. mamillaris— A. mammallare. Sessilis brevis, alba , corpore tuberculis subspinulosis , ori- ficlis denticulatis. Pattas Spicil. zool. fasc. X, p. 24, tab. 1, f. 15. Linn. cur. Guerin Syst. Nat. p. 3127, n. 25. Brucurere Enc. meth. p. 140, n. 1, tab. LXII , f. 1. LamarcK Zlist. des anim. sans vert. tom. II, p. 123, ni 2: An Phallusia cristata ? Risso Prod. de Nice tom. IV , n, 276. x BLanmviLLe Dict. des sc. nat. tom. III , p. 194. 3. A. prunum — A. prugno. Ovata , laevis, hyalina ; sacculo albo, apertura superiore lineis violaceis , alteraque laterali rubro-punctata. Brucuiere Enc. meth. p.151,n. 32, tab.LXVI, f. 1-3. LamarcK Zlist. des anim. sans vert. tom. Il, p. 124, n: o 4. A. microcosmus — A. microcosmo , Lorsone. Subreniformis irregularis , sacculo cartilagineo extus fusco rugoso , osculis rubris papillis quatuor albescentibus , intus striatis. ( 198 ) Microcosmus. Repi Oper. tom. III, tab. XXII. Mentula informis. PLanca. Conch. p. 109, app. tab. VII. Ascidia sulcata. Coques. Bull. des sc. 1 avr. 1707 Ixx.(dk Cuvier Mem. sur les Moll. p. 25 , tab. I, f. x: Regne anim, tom. II, p. 498. Lamarcx Zlist. des anim. sans vert. tom. II, p. 124, n. 9. i Carus Nov. Act. Acad. Nat. cur. tom. XI p. 1.*, p- 425-436 , tab. XXXVI. 5. A. rustica — A. rustica. Subglobosa scabriuscula , sacculo labro ovificiis dentatis rubris. A. scabra, aspersa. MuLLer Zool. dan. tab. LXV, f. 23. Brucurere Enc. meth. p. 141, 144, tab. LXII , f. 7-9. 6. A. venosa — A. venosa, Pigna di mare. Oblonga erecta, mamillis magnis confertis, sacculo cartila- gineo crasso , extus ochroleuco intusque albo. Mentula. RonpeL. de Pisc. Lib. Il. p. 129 fig. MurLer Zool. dan. I, p. 29, tab. XXV. Linn. cur. Gmerin Syst. Nat. p. 3124, n. 82 Bnucuiere Enc. méth. p. 149, n. 26, tab. LXV, f. 4-6. A. mamillata. Cuvier Mem. sur les Moll. p. 21, tab. N LEE 206 LamaRcK /fist. des anim. sans vert. tom. IIl, p. 25, n. 12 et 14. An P. urtica? Risso Prod. de Nice tom. IV, p. 276. 7. A papillosa — A. papillosa, Limone di mare. Ovalis erecta, sacculo coriaceo rubro-lutescente scabro, pa- pillis conicis apice acuto. Tethyum coriaceum. Bomapscu Anim, mar.p. 130, tab. X, I AD (199 ) Linn. cur. GmeLIn Syst. Nat. p. 3123, n. 1. Brucuiere Enc. méth. p .142, tab. LXII , f. 10. Cuvier Mem. sur les Moll. p. 19, tab. IL, f. 1. LamarcK Zist. des anim. sans vert. tom. II, p. 125, TL (19 C. papillosa. Saviony Mem. sur les anim. sans vert. tom. II, p. 168, tab. V. BLarnviLLe Dict. des sc. nat. tom. II, p. 195. Risso Prod. de Nice tom. IV , p. 274. 8. A. intestinalis — A. intestinale, Cazzillo di mare. Elongata , teres , flavida , sacculo membranaceo ; albo-vire- scente, tubulis elongatis. Mentula marina. Repr Oper. tom. III, tab. XXI, 6. Tethyum sociabile et fasciculatum. Box ApscH LA DSS f4,5. Ascidia canina, patula , corrugata. MuLLer Zool. Dan. II, tab, LV , f. 1-6. Gunser det. Nidr. tom. NI , f. 3, 4. Pranca. Conch. min. not. p. 45 , tab. V, f. 5. Lins. cur. GmeLin Syst. Nat. p. 3123, n.1, 13, 14, 18. A. virescens. Brucuiere Enc. méth. p.149, N. 27, 21, 20; tab. LXIV. f. 1-3; tab. LXV, f. 3. Cuvier Mem. sur les Moll. p. 23 , tab.1I , f. 4-7: Regne anim. tom. Il, p. 498. Lamarck Zist. des anim. sans vert. tom. III, p. 126, IURTO. P. intestinalis. Saviony Anîm. sans vert. tom. Il, p. 169. BLanvirLe Dict. des sc. nat. tom. II, p. 195. Risso Prod. de Nice tom. IV , p. 275. Hospitant in mari nostro. ( 200 ) Spiegazione delle Tavole Tavola XLV. Fig. 1. Lumbricus filigerus , la cui bocca si vede in 4 4, non chè la figura tetragona del corpo, es- sendone contrassegnata da cc la duplice serie di piedi colle setolette e da d uno de’ cirri. Amphitrite Tondi 3 e Meckeliî 10, uno de’ suoi piedi 11 colla fovea d. Clymene amphistoma 3 e Spio filocornis 6 con un anel- lo del corpo ingrandito, avendo entrambi il guscio e f. Nereis Ranzani 8, e sua coda 9. Distoma wvariolo- sum 12. Ascidia prunum 13, mamullaris 14, intestina- lis 15, la quale fa trasparire i suoi visceri , radicandosi su gli scogli in @, ed avendo taluni cirri 8. La sua tunica muscolosa co’ lacerti obliqui c 4 e longitudina- li e, fornita di puntini rossi nelle due aperture , rap- presentasi da 22. 16 Esofago della stessa f, stomaco g , intestino 4, testicolo £ col vaso deferente j, che nel- l’ apertura ha una corona di acinetti rossi £#, ovaia Z, ovidotto n, orecchiette 77 e ventricolo o del cuore. Uova sue 19, dell’ 4. verosa 26 e miste alla sostanza epatica 17 , phusca 18, microcosmus 27. 20 Stomaco a aperto dell’ A. verosa e’l resto del tubo intestinale. 21 A. phusca priva dell’intesumento coriaceo. 23 A. microcosmus , la quale 24 ha la tunica 2 che è posta fra la veste esterna e la muscolosa: tubi cartilaginosi (2008 ) c e che appartengono alle due aperture capaci di uscir- ne e rientrarvi. 25 A. rustica. Tavola XLVI. Fig. 1 Ascidia papillosa sezionata per farne co- noscere l’ atrio delle branchie a, nel quale son queste ultime situate 28, il tubercolo globoso ce , le vescichet- te Folineane dd, la disposizione ee raggiante e come sfintere delle fibre della tunica muscolare intorno il fo- rame addominale f, l apertura della bocca coll’ esofa- go g,il fegato 4, ed il canale degli alimenti 7; aven- do a dritta il vaso spermatico ?, il cuore & e le due ovaie //. 2 A. phusca che dimostra in a il forame addo- minale con la forma pentagona che prende il tubo car- ùlaginoso , oltre le fibre muscolari & raggianti, che da esso dirigonsi al suo sfintere c; tubo intestinale ee ri- coperto dal vaso spermatico , avendo in giù i canali bi- liari f con i lobetti epatici nel perimetro g ; ovaie #4 ; otricelli folineani 72, ed arteria aorta 7 che termina presso l’ anello X delle branchie Z, donde ha origine il tuber- colo 2. 3 4. venosa aperta per osservare la crassez- za aa del suo primo integumento , nella cui faccia in- terna esistono le ramificazioni vascolose gialliccie &, il sacco muscoloso che fa trasparire quello delle bran- chie c, le quali son disegnate in A , il fegato d e l’ ovaja coll’ ovidotto e. 8 Sezionato l’ inyoglio esteriore del- 26 ( 202 ) lA. papillosa ne apparisce il sacco muscoloso e e quello delle branchie f. 16 A. microcosmus , di cui sono a d le branchie grandi e piccole, il sacco branchiale intero solamente da c a d, essendosi nel resto reciso per far conoscere i vasi ee , la bocca f, il fegato g (con pezzo ingran- dito 17), che circonda lo stomaco, il canale degli ali- menti 4 col vaso spermatico , la valvula 7 del tubo carti- laginoso dell’orifizio addominale, |’ arteria aorta 7 co’ corpi adiposi 72 analoghi agli otricelli Folineani, il tubercolo n colla vena 72. 14 Stomaco sezionato dell’ 4. papil- losa con le laminette c fra le quali sboccano i dutti bi- liari e ed una linea mediana d, che in 11 appartiene all’ A. microcosmus. 13 Circolazione sanguigna dell'A. papillosa , va- le a dire a sito del ventricolo del cuore in cui si rav- visa il corpo globoso nuotante nel sangue , 22 orec- chiette, cc vene cave colle respettive ramificazioni , d aorta fornita de’ due canali ee , i quali sonosi ingrandi- ti 12 ove appariscono i vasi grappolosi f, arterie bran- chiali traverse gg e forsi 4 reticolate , anello bran- chiale maggiore 7, vasi di comunicazione # tra que- sto e ’l minore 2, branchie 27, arterie longitudinali m2, otricelli Folineani 27, tubercolo o col vaso p che bi- furcato circonda l’ orifizio addominale. La Fig. 10 poi dimostra l’ aorta a dell’ A. phusca, le arterie branchiali reticolate e traversali c , l anello branchiale maggiore d e ’1 minore e » le arterie di comuni» cazione fra amendue f, le branchie grandi e piccole ( 203 ) gh essendosi recise le altre î, il tubercolo x e la tu- nica peritoneale 2 cui aderisce il reticolo branchiale m. 9 Sacco muscoloso dell’ A. rustica donde traspari- scono le uova e, e di cui 15 presenta l’ ovaia f con molte ramificazioni vascolose g. 18 Spongia rubra, 19 Tc- thya Lyncuriumi aperta per metà, dove veggonsi l’asse osseo centrale £ colle laminette j7; le aperture // degli antri acquosi 772; la spugnosità della sua sostanza 00 , e la forma delle papille » esterne. Sull' A. intestinalis spesso ho trovato due specie di Ascidie composte 4 e 7, essendo un pezzo ingrandito della prima 5, e della seconda 6. Tavola XLVII. Fig. Hydra verticillata, 2 suo polipo ingrandito con la corona di tentacoli d, il canale dagli alimenti che trasparisce c a traverso del sacco , avendo la pro- boscide fornita di bocca muricata a. 3 Sigaretus Adansonii che offre in e il sito del pallio che copre la conchiglia ( Zelix Aaliotoidea ) 4 S. nerttoideus nel quale è da motarsi il cirro î, il solco del piede 7, e’l luogo / occupato dalla con- chiglia ( ZH. neritoidea) delineata da sopra 6 e da sotto 7. Gleba excisa guardata per la faccia superiore 9 ed inferiore 8. Salpa 12 cyanca , suoi acetaboli 72 supe- riori, 2 inferiori, 0 placentario ed uno di questo ingran- dito 17. S. 13 Democratica disegnata per la faccia su- periore ed inferiore 14 e 15 col placentario spirale p * ( 204 ) in posizione naturale ; aumentato diametro 16, fascie a zig-zag g , ano r. 13 Firola hyalina col fegato e le branchie a , il vaso spermatico c. Ascidia papillosa 22 e pezzo di sua cute ingrandito 23. Lamina cartilaginosa della bocca chiusa 10 ed apertura 11, denti 19. Cuore 18 s colle branchie e sua appendice , fegato %, ovaia ©, iutestino retto col gruppo glandoloso che poco ne è lontano, matri- ce z, che si è ingrandita 20 col respettivo ovidotto a. 21 Porzione del cavo addominale per farne vedere i lacerti muscolosi y posti sopra l’ antro acquoso che termina chiuso Y. (£209) MEMORIA VIII I.° SuPPLEMENTO A’ TESTACEI UNIVALVI DELLE DUE SICILIE. Capitoro I. — Descrizioni. S. I. Cono. | C. Siciliano. Conchigliuzza gialliccia perlacea, aven- do nel dorso quattro macchie triangolari di fondo ne- ro misto al rosso e giallo. La maggiore rappresenta benissimo la Sicilia colle isole adiacenti, e nel ventre siffatte macchie non serbano una figura regolare tranne quella di un Q a disposizione invertita. Ha 4 in 5 gi- ri, l’ apertura lineare allargata verso l’ apice con quat- ro pieghe nel labbro interno , essendone giù l’ ester- no un poco ravvolto. Fu pescata tra l’ arena della Caiola. $. IL. Bulla. B. ampolla. Il suo animale ha poca dissomiglian- za da quello della B. Columrae , essendone perfetta- mente simile la forma e ’l sito degli occhi, non chè il colore del corpo. I tre pezzi ossei prismatici e ricur- ( 206 ) vi dello stomaco, sono piegati a scalini, ed avvici- nandosi ne chiudono perfettamente il cavo. S. III Ciprea. C. pidocchio. Il suo animale ha i tentacoli assot- tigliati con occhi neri forniti di macchietta bianca nel centro ; il piede è come quello della C. pyrum senza opercolo, di colore giallo bruciato; i lobi del pallio sono gialli, rugosi con puntini perlacei ; ed il membro genitale è lungo ed acuminato. G. IV. Voluta. 1 V. striata. Piccola conchiglia gialliccia coperta di epidermide fatta da strati di peli corrispondenti alle strie parallele avvicinate gialle e più fosche di quella, è decussate colle pieghe longitudinali ed un poco obli- que. Ha sei giri e spesso anche di più, che ne forma- no la spira alquanto prolungata ed acuta. Offre inoltre l apertura lineare stretta intera e col margine interno al- quanto ingrossato. Talora presenta una fascia bianca in mezzo del primo giro della spira.Il suo animale è gialla- stro punteggiato di bianco con tentacoli forniti di occhi neri e grandì , avendo il piede avanti troncato e po- steriormente acuto. È stata pescata a Pozzuoli. 2 V. di Dargelas. È media tra le Tornatelle e le Limnee. Conchiglia ovale colla spità a sei girî, il primo de’ quali sempre maggiore de’ rimanenti , leviga- ( 207 ) ta, striata a lungo con profondo solco sul dorso , co- lumella fornita di un solo dente , apertura semiluna- re allungata, internamente levigata. Il suo primo gi- ro è giallo-fosco, ed i rimanenti tendono al ceruleo sbiadato. L’ animale ha due tentacoli rugosi, brevi, ne- ricci con occhi alla loro interiore radice ; la probo- scide conica, fosca , rugosa ; ed il piede giallo sbia- dato , assottigliato posteriormente, sfornito di opercolo. Trovasi sopra i fuchi della costiera di Posilipo. 3 V. mercatoria var. Senza alcuna dubbiezza as- serisco che la Plaraxis torulosa di Risso almeno dal- la figura, che questi ne ha pubblicato, sia la conchiglia, di cui fo parola, avendo una fascia bianca nel mezzo de’ giri della spira. È di colore violetto egualmente che il suo animale corredato di opercolo violaceo con mar- gine giallastro. 4 V. gialla. Il suo mollusco di colore giallo-fo- sco ha una lunga proboscide colla teca dentaria come negli altri molluschi, i tentacoli sono quasi troncati e bianchi in cima, avendo gli occhi esternamente e nella loro metà, il piede è assottigliato dietro, stretto, con opercolo corneo ovale obliquo, e’l sifone a canaletto. Trovasi a Nisita. $. V. Buccino. 1 B. di Desmarets. Conchiglia gialliccia con li- nee traversali parallele rilevate e più fosche , spira con ( 208 ) 6-8 giri, apertura bianca. L'animale ha l opercolo ellit- tico a strie concentriche posto sul piede corneo mac- chiato di bleu, avanti semilunare , dietro appena bi- furcato ,è e nel resto somiglia a quello de’ Buccini seguenti. Vive alla Caiola su le ceppaie dell’ Alga ve- traria. È da riflettersi che la disamina fatta senza trop- pa attenzione ddl 2. riparium e’ testè descritto por- terebbe a far conchiudere essere i medesimi una specie stessa : attesochè il piede del primo differisce per le so- le macchie rosse su, essendo sotto biancastro, e per l’opercolo ovale. Ma oltre l’ abito esterno delle presen- te conchiglia ho avuto cura di figurare una sua va- rietà co’ cordoncini traversali o sieno linee meno rile- vate e color di rubino come quelle del 2. Desma- rets, il quale non offre il margine del labbro esterno nell’ interno dentato o striato. 2 B. piccino var. Alle diversità di questa conchi- glia altronde riportate aggiungo l attuale, che ha gli anfratti quasi piegati a lungo, giallo-fosca con fascie ce- rulee punteggiate di nero. L’ animale presenta il piede un poco bifurcato avanti e posteriormente con due cirri, es- sendo giù bucato (1). L’opercolo corneo è ellittico , i tentacoli sono assottigliati, e nella loro metà esterna han- (1) È osservazione quasi costante che 1 Bucci- ni col piede fornito posteriormente di cirri sia nella faccia inferiore provveduto di forame per l’ ingresso dell’ acqua marina dentro V addome. ( 209 ) no gli occhi ; il sifone è molto lungo. È ad esso per- fettamente analogo l’abitatore del: B. pygmacum, la- crymale e vittatum, il cui opercolo è da un solo la- to dentato e più fosco nel centro. 3 B. cornicolo? Spira della conchiglia a sei giri li- sci ma gli ultimi appena rugosi, color verde-gialliccio con linee longitudinali flessuose gialle e parallele; labbro destro ripiegato e ’l sinistro appena striato a traverso, amendue color violetto. Il sifone lungo e l’ opercolo corneo ovale a a strie concentriche, e da una parte sola dentato , sono verdi. Il piede vedesi bianco con macchie verdastre. Qualora vi muoia l’ animale e sia poi stritolato dal- la sabbia, ove è rigettato da’ flutti marini, acqui- sta il colore dapprima fosco , ed indi analogo a quello del B. olivaceum, che vi conviene pel mollusco egual- mente che il 5. wvittatum. 4 B. Neriteo. Quando è vivente ha il colore ver- dastro con linee flessuose giallo-rossiccie , privo di epi- dermide, levigatissimo, con la spira nell’ apice rilevata, acuta e bianca, non chè coll’apertura rosso-fosca. L’ ani- male offre due tentacoli esternamente provveduti di occhi neri e piccoli. La proboscide è molto allungata ru- gosa. Il piede anteriormente appena bifurcato ha un solco, ne’ lati due cirri , ed egual numero di questi in dietro con opercolo ovato a strie concentriche e da una sola parte dentato. Il membro genitale è rugo- so a traverso , acuminato e molto lungo. Il colorito del corpo è bianchiccio con macchie cerulee affollate. La faccia inferiore del piede è violacea con orlo bian- 27 ( 210 ) co. La sua struttura è analoga a quella degli altri Buccini. S. VI. Murice. 1 M. lavato. Conchiglia con spira a sei girate , fovrita di pieghe longitudinali , cui s’intersecano delle iinee traversali parallele, essendo le grandi alterne col- le piccole. L’ apertura è violetta , col labbro esteriore corredato internamente di una serie di denti conici ben distinti, il labbro interno è su appena umbilicato : questo e’l compagno si uniscono, formando un canale pel passaggio del sifone dell’ animale. Il colorito della conchiglia è verde-fosco per l’ epidermide a vari strati di peli che la copre. Se ne incontra una varietà col descritto canaletto più lungo, e con una zona biancastra, che scorre per mezzo delle girate. L’ animale è bianco macchiato di giallo , il cui opercolo corneo è ovale ri- curvo e striato. Il piede avanti finisce troncato con angoli a’lati più allungati. Abita sugli scogli del Molo di questa Capitale immersi nel fango. 2 M. erinaceo. Conchiglia bianca oppure fosca, con spira a giri fornita di pieghe oblique parallele, in ognu- na delle quali si ravvisa |’ accrescimento successivo del- la suddetta conchiglia ch’ esce da sotto il precedente, il quale vi rimane addossato , ed alla cui prominenza corrispondono i rialti e quindi i solchi che vi si alter- nano, ed amendue in direzione traversale. Il margine del labbro sinistro è internamente piegato in perfetia (cani) corrispondenza de’ succennati rialti e solchi, il labbro sinistro è levigato ed appena umbilicato. L’ animale è gialliccio col piede avanti inciso e quasi bifurcato , in dietro fornito di opercolo corneo giallo, a spire con- centriche , ovale un po’ ricurvo all’ esterno, e giù bucato ; sifone lunghetto. 5 M. di Folinea. Conchiglia giallo-fosca con spi- ra a 5-6 girate, corredata di pieghe longitudinali de- cussate con linee rilevate color rubino o coste traverse, col labbro esteriore solcato. Abita su le ceppaie di Caulina oceanica, e’l suo mollusco è identico a quel- lo del M. erinaceus. 6 M. mammillato. Ognuno de’ dieci giri della spira ha circa tre serie traverse parallele di elevatezze quasi coniche alternanti con egual numero di solchi poco profondi, ne’ quali n’ esiste altra più piccola. È frequente nella nostra arena. n M. di Massena var. Conchiglia rosso-fosca , compatta, con spira a sei giri, il primo di questi più obliquamente piegato de’ successivi con coste traversali, le maggiori alternate colle minori, avendo il labbro esterno fornito di una serie di denti. Abita nelle per- tinenze di Posilipo , e’1 suo animale per nulla differi- sce dagli altri Murici. La varietà che ne ho fatto fi- gurare manca de’ denti nel margine del labbro esterno. 8 M. di Metaxa. Conchiglia giallastra piccola, qua- sichè cilindrica in tutta la lunghezza de’9-10 giri della sua spira, ognuno di questi ha circa quattro coste traverse ap- pena tubercolate. Pescasi insieme co’ precedenti Muricetti, * (212.) 9 M. di Savigny. Grazioso testaceo delle adiacenze della Caiola, levigato, compatto, rosso-cupo , corre- dato in ogni giro di due serie di globetti color di ru- bino, che ne hanno in mezzo un’ altra più piccola. L’ apertura e appena solcata , col canaletto perfettamente chiuso. È giallo il suo vivente con due sottili tentacoli for- miti di occhi, il cui piede è assottigliato e con opercolo corneo quasi orbicolare. Ho spesso incontrato una va- rietà di questa conchiglia consistente sì nella grandez- za de’ globetti, che nel color fosco screziato di nero del corpo del mollusco. 8. VII. Turbine. 1 7. lamelloso. Lamarck nel descrivere il 7°. sca- laris trascura di citarvi una varietà conosciuta da Pal- las sotto il titolo di 7°. principalis , ed ho dubbio fon- dato che allo stesso non si riferisca la Scalaria murica- ta di Risso che è una piccola e minuta conchiglia bian- ca , trasparente , a spire con otto giri alquanto di- stanti, ognuno embriciato da laminette semitriangolari con angolo acuto e rilevato, nella base fornite di mar- gine e dirette da dritta verso sinistra. L’ ho ricevuta da Trapani attaccata ad un pezzo di scoglio con Co- ralli. 2T.di Léman. A prima giunta sembra una Ne- rita, ma attentamente esaminato ha molta analogia co’ Ciclostomi. L’ apertura è rosso-fosca semilunare, chiusa (\am3)) da opercolo corneo poco diverso da quello del 7. ele- gans per le strie, vale a dire le ‘fibre si ricurvano a guisa di corno di Ammone in uno de’ lati con centro un poco umbilicato. Questa conchigliuzza , che trovasi tra le crepaccie de’ sassi appena inondati dal mare di Posilipo , ha il colore bianco-gialliccio con leggiera fascia violetta, e che passa al violetto quando sia stata stritolata dalla sabbia. Il primo de’4 giri della spira è maggiore di tutti i rimanenti e molto rigonfiato. Il mol- lusco che vi abita è simile a quello de’ Turbini, avendo due tentacoli con gli occhi a’lati, la proboscide di un rosso cupo , il piede verdastro e sotto gialliccio. 3 T. di Risso. Grazioso piccolo e frequente te- staceo del nostro littorale, che varia non poco ne’ co- loriti ed alquanto nella forma. La conchiglia ha 8-10 giri con leggere pieghe longitudinali, che si decussano con serie di puntini rosso-violacei. Il colore è bianco, che spesso tende al verdiccio perlaceo con riflessi iri- dati, ma il labbro dell’apertura semilunare è violetto. L’ animale è gialliccio punteggiato di bianco soprattut- to ne’ lunghi tentacoli forniti di occhi neri , avendo il piede con opercolo. Dai lati di questo, che avanti è molto prolungato sinuoso e troncato , si continua un sol- co giallo, che poco al di là dell’ opercolo si riunisce a triangolo, donde nasce un lungo cirro. La probosci- de è bilobata e. gialla. 4 T. spilla. Differisce dalla precedente non solo per la picciolezza e lo colore derivante da una pati- na piombina e lucida, ma pel maggior numero de’ giri (22/49) della spira assai allungata ed un poco compressa, e per l’ apertura con margine allargata. 5 T. di Bory. Conchiglia con spira a sette giri molto solida e crassa in paragone della sua piccolezza, con pieghe longitudinali parallele che si decussano con linee rilevate, rosse e scorrenti per tutte le sue gira- te : l'apertura è macchiata di rosso ed internamente striata. 6 7. Freminvilleo. Conchigliuzza giallastra com- patta colla spira a sei giri poco distinti, nell’ apice cor- redati di filze di globetti gialli posti in serie paral- lele e traversali. L’ apertura è dentata striata e bian- ca. Mi sembrano sue varietà l Alvaria mamillata ed europaea di Risso, le quali hanno di particolare una zona bianca che scorre per le girate della spira. L’ ani- male è analogo a quello delle Rissoe, ma privo di opercolo e di cirro. S. VIII. Nerita. N. dubbia. Conchigliuccia semiglobosa levigata quasi trasparente , color violetto con fascie bianche oblique parallele ed un poco angolate, le quali sul lab- bro superiore veggonsi disposte in tre serie triangolari ; il labbro inferiore bianco è piano levigato intero; spira a tre giri poco prominenti. L’ ho ricevuta da Sicilia, ove impiegasi per comporne fiori artificiali. (09159) $. IX. Elice. 1 E. littorina. Microscopica conchiglia della co- stiera di Posilipo , che appartiene a questo genere , sembrandomi essere simile alla Zittoriza disegnata nel- nell’ opera sull Egitto tav. INI f. 16. È tutta gialla trasparente, a spira con quattro giri, che sono cerulei in una sua varietà fornita pure di fascia bianca. 2 E. aliotidea. Conchiglia fragile sottile, amplia- ta piana anteriormente , e rivolta verso la testa del mollusco , posteriormente offrendo l’ abbozzo di spira ad una sola girata, e donde vanno a finire le fibre el- littiche e parallele. La suddetta conchiglia trovasi nel- la duplicatura del pallio dell’animale. È questo cor- redato di proboscide, tentacoli, occhi e piede come quello della specie precedente , avendo il membro geni- tale a carubba situato a dritta del cavo branchiale. Fu pescata al Castello dell’ uovo. Il barone Cuvier ne ha fatto |’ anatomia e vi ha trovato l° esofago , la lingua e le glandule salivari più grandi di quelle degli altri molluschi gasteropodi co’ quali conviene per lo stomaco, lo fegato , gli organi genitali e pel sistema circolante, conchiudendo: « en un mot, pour faire du Sigaret un Buccin, il suffirait que les tours de sa coquille , moins inégaux , se prolongeassent on une spirale plus aigue ». 3 E. neritoide. Conchiglia solida bianca interme- (Ca16.9) dia fra l’ Elice, la Nerita e 1’ Aliotide , allungata , bian- ca, con l'apertura ovale, la spira a due girate, quasi fibrosa a traverso , ricoperta da sottile pellicola od epi- dermide, la esterna gialliccia e la interna perlacea. La proboscide è lunga rugosa, fornita di due acuminati tentacoli, nella base provveduti di occhi. Il pallio nasconde nel suo interno la conchiglia, che all’ esterno ne trasparisce, prolungandosi esso mol- to ne lati, giacchè anteriormente è inciso in due pez- zi, nel centro de’ quali esiste un mediano lungo ed acu- minato cirro, che è inserito nel principio del canaletto o sifone conducente nel cavo branchiale. Il piede poi avanti è semicircolare con solco, restringendosi alati , onde impiccolito finire assottigliato in dietro. A drit- ta del cavo branchiale vedesi pria 1’ orifizio dell’ ano poco lungi dal quale esiste un gruppo di glandu- lette , di cui ignoro l’ officio , ed indi l’ apertura del- la matrice tubolosa, nel cui fondo ristretto termina l’ ovidotto ramificato ed immerso nella sostanza del fegato. A sinistra della prefata cavità apparisce il cuore , e nella sua orecchietta sbocca la vena delle bran- chie da una sola parte pennate e provvedute di ap- pendice ovale. L’interno della bocca è incrostato da una lamina cartilaginosa divisa in due lobi, ed il bulbo muscolo- so offre la lingua con una filiera laterale di denti un- cinati oltre un’ altra triangolare mediana. È da farsi ri- marcare il suo antro acquoso medio e longitudinale, che presenta de’ muscoli traversali, onde restringere le ca- (217 ) vità addominale e la sua, che prolungasi in un lungo canale terminante nella coda. Un solo individuo ho avuto la fortuna di sezionarne, per cui non posso dif- fondermi in ulteriori ragguagli anatomici. Trovasi rara- mente in Miseno. 6. X. Serpola. 1 S. imbutiforme. Una serie d’ imbuti calcarei posti gli uni dentro gli altri da formarne una filza co- stituisce queste specie di Serpola rara tra noi e serpeg- giante su gli scogli marini. Ogni imbuto ha le strisce longitudinali intersecate con le traversali non tanto ri- levate, e’1 margine è fornito di orlo internamente den- tato. L'animale, che non ho potuto esaminare vivente , vi si chiude mercè un opercolo stellato, ed a norma che esso ingrandiscesi fabbrica dei nuovi imbuti, che obliterano in gran parte i vecchi. 2 S. torulosa. Nasce attaccata agli scogli e sul- le prime osservasi a guisa di una linea bianca appe- na flessuosa e compressa. A norma che si sviluppa nella sua lamina superiore innalzasi una serie crescente di tubercoli rotondi aderentivi, dall’ ultimo dei quali pro- lungasi un tubo per l'uscita dell’ animale, e ne’ loro lati poi apparisce il margine di tale Serpola. A secon» da che il suo abitatore cresce , chiudesi il cavo di ogni tubercolo e se ne stringe il foro anteriore, onde il tubo descritto possa ampliarsi e produrre il nuovo per abitarvi l’ animale. La S. zodosa di Risso ( Op. 28 ( 218 ) cit. tom. IV , p. 403 ) per la sola denominazione po- trebbe somigliarvi, ma la sua descrizione data dallo stesso autore fa conoscere esserne differentissima. 3 S. sfrangiata. Sulle prime mi parve la S. ecki- nata, ma guardata con attenzione è da essa diversis- sima. Hl di lei tubo appena ricurvato è rotondo, aven- do nella sua lunghezza sette laminette quasi parallele , da ognuna delle quali in determinate distanze nasce una lamina mezzo ovata ricurva alquanto, e da una parte sola incisa in 5-7 laciniette. Aderisce agli scogli inondati. S. XI. Sabella. 1 S. Zucullana. A guisa di ceppaia nascono vari tubi coriacei, dentro ognuno de’ quali evvi il proprio ani- male con una corona di cirri branchiali, nascendo tutti da due pezzi carnosi come ventaglio, che hanno nel cen- tro l’ orifizio della bocca. Ciascheduno cirro è trigono , spirale, fornito di tratto in tratto di lobi opposti ovali , uscendone fra’i medesimi altri più piccoli cilindrici. Il colore de’ cirri è gialliccio, ma i lobi sono più foschi e nella loro origine hanno due punti neri. I piedi sono abbastanza prolungati con setoletie. È da notarsi di averne rinvenuto vari gusci vòti , il cui orifizio aveva un placentario circolare di uova. Perla struttura è simi- le alla S. wentilabrum ( Test. utr. Sic. tom. III, p.12.*). Trovasi aderente a’ macigni del nostro littorale e spe- cialmente nel Castello dell’ uovo. (219 ) 2 S. nuda. Cirri branchiali dritti da una sola parte pennati, corpo giallastro con piedi setolosi. Abi- ta per lo più dentro i buchi delle Spugne e di vari Alcioni, 3 S. eupleana. Tubo fabbricato di globetti arenacei , cilindrico, inferiormente ricurvato a guisa di co , el resto elevasi in direzione perpendicolare. L° animale ha i due pettini branchiali con pinne da un solo lato sfran- giate biancastre fornite di macchie gialle , che nell’ insie- me di tutta la loro serie appariscono in due semicer- chi concentrici ; e caccia inoltre due opercoli provve- duti del corrispondente pedicello , ad ognuno di que- sto appartiene un cono ossoso inverso provveduto di una corona di denti piccoli ricurvi ed esterni, e di altri Janghi uncinati ed interni. Nel resto è simile alle altre specie. Rinviensi alla Caiola. + Cap. II. — Testaccorum utriusque Siciliae Vol. I Partis alterae Mantissa 1. 6. I. Conus. C. siculus. — C. Siciliano. Testa turbinata albo-lutescente glaberrima , maculis triangu- laribus fuscis ac rubentibus ; spirae anfractibus 4-5 ; apertura linea- ri, apice ampliata ; labro esteriori inferne vix intropresso , inte - viori superne 4plicato. Noprs. * ( 220 ) $. II, Votura. * MAnGELIA, Zeach et Riso. — Testa longe turriculata j sutura pro- funda ; apertura elongata. 1 V. striolata. — Z/. striata. Testa glaberrima , nitidissima ; anfractubus septem ; costis transversis valde distantibus, arcuatis, convexis ; interstitiis strlis exiguis longitudinalibus sculptis; epidermide lutea pilosa. M. striolata. Risso Prod. de Nice tom. IV, pag. 221, tab. VIII, fe sv101; È ** TORNATELLA , Lam. 2 V. Dargelasi — 7. di Dargelas. Testa parva lutescente , longitudinaliter striata , spirae an- fractibus sex, postremis caerulescentibus ; columella uniplicata , s. dente unico praedita. T. Dargelasi. Basreror Mem. Soc. d' hist. nat. tom. II, 2. par. , p. 29, tab, I, f. 19. G. III. Buccinum. PLANAXIS, Risso — Testa conica, elevata, sutura plus minusve distineta ; peritrena ad dexteram denticulatum j; emarginatio siphonis obtusa ; opercu- lum corneum. 1 B. Desmaretsianum. — 5. dî Desmarets. Testa anfractibus costis transversis , lineis longitudinalibus conìunctis nodosis, sutura profunda ; apertura pallidiore. P. Desmarestiana. Risso Prod. de Nice tom. IV, p. 176, tab, VII, f. 105. 2 B. corniculum. — 8. cornicolo. Testa parva, cornea, luteo-viridescente lineis flexuosis ( 221 ) subflavis ; anfractubus sex postremis rugulosis ; apertura obso- lete striata. Guarneri Ind. Testac. tab. XLII, fig. N. An B. corniculatum ? LamancK Zlist. des anim. sans yert. tom. VII, pag. 274, n. 43. OLivi Zool. adr, pag. 144. S. IV. Murex. *Fusus, Zam. 1 M. lavatus. — M. lavato. Testa longitudinaliter plicata , transverse rugosa , rugis sca- bris : labro dextro plicato , cauda saepe cylindrica , fistulosa. Buccinum lavatum. BranpER, fig. 3, 4. F. lavatus. Basreror Mem. Soc. d’ hist. nai. tom. 1,2. P., p. 62, tab. II, f. 21: An Murex sublavatus ? p. 59, tad. III, fab: M. excisus. DerrAncE Collect. Buccinum defossum. PiLkincron Trans. Linn. Soc. tom. VII , tab. XI NGEIoO 2. M. erinaceus. — M. erinaceo. Testa ovata subfusiformi , transversim sulcato-rugosa , qua- drifariam ad septemfariam varicosa , albido-fulva , vel fuscescente, varicibus valde elevatis; rugarum interstitiis imbricato-squa- mosis. Guartieri Ind. Testac. tab. XLIX , f. H. Linn. cur. GmeLin Syst. Nat. p. 3530, n. 19: M. de- cussatus , p. 3527, n. 7. Pennanr Brit. Zool. tom. IV , tab. LXXVI , f. 95. Kwnorr Zergn. tom. IV, tab. XXIII, f. 3. Born Test. Mus. Vindob, tab. XI, f. 3, 4. ( 2228) An Favanne Conch. tab. XXXVII, f.C 1? Martini Conch. tom. III, tab. CX , f. 1026-28. Brucuiere Enc. meth. tab. CDXXI, f. 1a de. Lamarcx Zist. des anim. sans vert. tom. VII, p. 172, n. 48. An Saviony Coquill. d° Egypt. tom. XXII, p. 175, tab. IV.3;fe 2000 3 M. Folineae. — M. di Folinea. Testa luteo-fuscescente, longitudinaliter plicata, costis trans- versis parallelis elevatisque exarata ; spirae anfractubus 5-6 ; apertura sulcata. Nosis. ** ANNA, Risso— Testa elongata conica ; sutura profunda , apertura an- gusta), undulata ; peritrema ad dexteram perfectum, inerassatum. 4 M. Massenae. — M. di Massena. Testa in longum oblique plicata costis transversis decussata, spirae anfractubus 6; labio exteriori denticulato. A. Massena. Risso Prod. de Nice tom. IV, p- 214, tab. Vf (66, a) Testa spira elongata , apertura sulcata. *** CERITHIUM , Lam. 5 M. mamillatus. — Mammellato. Testa anfractibus 10 , lineis tribus mamillatis compositis , salcis alternantibus ; apertura margine denticulato. . C. mamillatum. Risso Prod. de Nice tom. IV , pag. 158, tab, IV} f. 55. 6 M. Metaxa. — MM. di Metaxa. Testa turrita subcylindracea , lutescente ; spirae anfractubus g-10 , distinctis ; costis quatuor mamillatis transverse dispositis. 7 M. Savignyus. — M. di Savigny. Testa conico-elongata , compacta , rubro-fusca ; apertura . (1248) intus sulcata ; canaliculo clauso ; spirae anfractubus tuberculo - rum seriebus tribus transverse digestis. Norts. Saviony Coquill. d' Egypt. tom. XXI, p. 172. tab. IV, f. 4. 6. V. Turro. * ScALARIA , Lam. 1 T. lamellosus. — 7. lamelloso. Testa turrita, imperforata alba; costis tenuibus, la- melliformibus denticulatis, anfractubus laevibus, contiguis. T. principalis. PaLLas Spicil. zool. fasc. X, tab. III, f.5,6. T. scalaris a ) Linn. cur. Guerin Syst. Nat. p. 3603 , n. 62. LamarcK Zlist. des anim. sans vert. tom. VI, 2. P., p. 229, n. d. An S. muricata ? Risso Prod. de Nice tom. IV ,p. 113 : T. muricatus, Journ. des mines, An. 1813. ** CYCLOSTOMA. 2 T. Lémani. — 7. di Léman. Testa brevi albescente , vitta caerulea , ultimo anfractu globoso ; peristomate continuo crasso. Basreror Mem. Soc. d’ Hist. nat. tom. 1,2. P., p. SI, tab.(INi,j: 0. An T. caerulescens. LamaRcK Zist. des anim. sans vert. tom. VII, p. 49, n. 32. An T. saxatilis. OLivi Zool. adr. p. 171, tab. V, daddi. *** RissoA, Frem.— Testa turviculata acuminata, sutura profunda , aper- tura semilunari vel ovali. 3 T. Rissoanus. — 7. di Risso. Testa glaberrima albo-violaceo , anfractubus decem violaceo seriatim punctatis , subplicatis , basilari costulis glabris , aper- turae margine violaceo. ( 394-) R. violacea. Risso Prod. de Nice tom. IV, p. 120, tab. Vj: 1598. DesmareTs apud Rissum 8, d, i. 4 T. acicula. — 7. spilla. Testa tenuissima , nitida plumbea epidermide tecta ; an- fractubus 11, aperturae margine expanso. R. acicula. Risso Prod. de Nice tom. IV , tab. V, f. 60. DESMARETS 7, 11, 1,3. *** ALvaniA, Zeach et Risso—Testa conica, sutura profunda; apertura ovali acuta dextrorsum. 5 T. Boryus — 7! di Bory. Testa opaca glabra; anfractubus septem (extremis tribus ma- millatis ) striis longitudinalibus et costis transversis approximatis, retem efformantibus. A.Borya. Risso Prod. de Nice tom. IV, p. 140, tab, IX, f 192, 6 T. Freminvilleus. — 7. di Freminville. Testa conica, opaca ; anfractubus septem tuberculis globo- so-seriatim ac transverse dispositis. A. Freminvillea. Risso Prod. de Nice tom. IV, p. 14t, tab. IX, f. 118: A. mamillata p. 145, f. 128. a ) Vitta alba praedita. A. europaea. Risso Op. cit. p. 142, f. 116. S. VI. NERITA. NERITINA , Lam. N. dubia. — N. dubbiosa. Testa semi-globosa , glabra, violacea , zonis albescentibus ; apertura alba , labio edentulo. Cnemn. Conch. tom. V, tab. CXCII, f. 2016-20. Linn. cur. GmeLIN Syst. Nat. p. 3678, n. 34. (0225) Lamarck ZHist. des anim. sans vert. tom. VI pap. “pa 184 - Obs. Dabitanter hanc speciem huc retuli: an potias ad N. Boeti- cam Lam. , vel ad N. filuviatilem var. d GweLIN ( Cuewms. Conch. tab. CXXIV, f. 1080, 1081) pertinere debeat ? $. VII. HeLix. 1 H, littorina. — E. littorina. Testa minima succinea , spirae anfractubus quatuor, Aupovn Coquill. d’ Egypt. tom. XXII »pP. 170, tab. II, J16,-18 et 19. SicArRETUS, Zam. — Testa subauriformis , suborbiculata j Zadio brevi spiraliter intorto. Apertura integra , dilatata , rotundato-oblonga , marginibus disjunctis. 2 H. haliotoidea. — E. Aliotidea, Sigareto. Testa auriformi, dorso depressa, transversim undulato-stria- ta , albida ; spira retusissima, apertura valde dilatata; umbili- co tecio. GuartIeRI Ind. Testac. tab. LXIX, fig. F. Sigaret. ApAnsON Coquill. du Seneg. tab. Il tai Linn. cur. GMELIN Syst. Nat. p. 3663, n. 152. MarrIni Conch. tom. I, tab. XVI, fe 151°, 154 Cuemn. Conch. tom. X , tab. CLXV » f. 1598-99. Cuvier Mem. sur les Moll. p.4, tab. 1, f. 1-8. Regn. Anim. tom. Il, p. 445. Lamarck Zlist. des anim. sans vert. tom. VI 7 Poa:a p- 208,0. 1: Sigaretus Adansonii. Gray Spicil. zool. Fase. II, art. 2. S. haliotoideus. Risso Prod. de Nice tom. IN} p. 25% 3 H. neritoidea. — Z. neritoidea. Testa subauriformi albescente solida s fibrosa, epidermide obtecta , apertura ovali , spira compacta subprominula umbilico semitecto, 29 ( 226 ) Guarrieri Znd. Testac. tab. LXIV , fig. I. An H. neritoidea ? Liwn. cur. Gmerim Syst. Nat. p. 3663, n. 150. Cuvier Mem. sur les Moll. p. 4. Sigaretus concavus. LamarcK list. des anim. sans vert. tom. VI, p.:2.2, p. 208, n. 2. An S. stomatellus ? Risso Prod. de Nice tom. IV, Fc. 252. S. haliotoidea. Sw. Gray Spicil zool. Fasc. II , art. 2. 6. VIII. SerpuLa 1 S. infundibulum. — S. imbutiforme. Testa conica, striis transversis cet longitudinalibus exarata , repente ac in gyros contorta, infundibulis fastuosis conflata. Martin Besch. berl. Naturf. II, p. 357, tab. XII, WE (70 Linn. cur. GweLin Syst. Nat. p. 3745, n. 28. Lamarck /fist. des anim. sans vert. tom. V, p. 364. 2 S. torulosa. — $S. torulosa. Testa repente, complanata, alba, superne tuberculis glo- bosis nodulosisque catenatis , ore tubuloso. Nosrs. 3 S. fimbriata. — S. sfrangiata. Testa tereti repente 7angulari , costellis semi-ovatis unica ex parte fimbriatis. Nopis. $. IX SABELLA. 1 S. Lucullana. — S&S. Zucullana. Tubulis coriaceis transverse rugosis inferne coalitis. Noise S. euplaeana. — S. eupleana. ( 227 ) Testa granulis arenaceis fabrefacta , cylindracea , inferne dupliciter intorta. NoBis. Testacea mox descripta illam zeapolitani crateris colunt oram prope porticus Herculenses positam ad Bajas ac Misenum usque protensam. Spiegazione delle Tavole. Tav. XLVII. 1 Voluta mercatoria var. , Buccinum 2 riparium, Desmarestianum |, e var. 3, pygmacum var. 5,6 e 7 corniculum , 9 neritaeum coi cirri aa e'l mem- bro genitale 2 del suo mollusco ; ed 8 metà della lin- gua di quello del B. tyrrhenum. 10 e 11 Turbo Ris- soanus, 12 acicula var., 13 e 14 Lémani, A 15 e 16 lamellosus. 17 e 18 Nerita dubia. 19 Serpula fimbriata e suo pezzo per farne conoscere l’ uscita del- le sette lamine da un solo lato sfrangiate 20. Sabella euplacana 21 che offre la particolarità di avere due opercoli ossei cc , essendosi uno de’ medesimi accresciuto di diametro 22. Codonytes 23 e 25 infundibulum con due imbuti più grandi 26, 24 C. cardunculus e di maggior diametro 27 co’ triangoletti bucati ee, che corrispondono alle cellette visibili nella sua faccia inferiore 28 f. 29 Millepora miniata e 30 pezzo di essa ampliato. 31 Zubularia ra- mea? e suo rametto delineato più in grande 32. Cella- ria ceroides 33 , pezzo di essa ingrandito 34 co’ polipi « , < A (1228 >) ed uno di questo si è separato 35 per dimostrarvi i quattro vòti delle cellette d. Tav. XLIX. l'ig. 1-3 Conus siculus. 4-6 Voluta striata , 7-9 Dargelasi. Murex lavatus 10 e 11, Folincae 12-14, erinaceus 15 e 16, 18-19 Massenae var. , 26-28 ma- millatus , 29-31 Metarà, 32-34 Savignyus. Turbo 20-22 Boryus , 23-24 Freminvilleus. Helia littorina 36-38. Serpula torulosa 35, infundibulum ho, sua apertura chiusa dall’ opercolo 39, che si è disegnato se- paratamente «. ( 229 ) INDICE DEL VOLUME II. Depica A S. M. 11 Re pag. V. Prerazione VI. — Elenco delle opere citate sì in questo che ne’ tomi precedenti XII. Memoria I — Su le Pennatole , le Lobularie , il Corallo e la Gorgonia. Cap.1 PennAroLE. S.I P. spinosa p. 2... $. II P. bigia e SG. III P. rossa 3... S. IV P. fosforica 4... $. V Anatomia Dadi SENI. spinosa , grisea , rubra , fosforea g-11. Spiegazione della tavola XXXI ra — Cap. Il LOBOLARIA. 6. I L. palmata e spinolosa 14... $. IL Anatomia 15... $. HI De- scriptio Z. palmatae et spinulosae 18— Cap. III Corzito. G. I Descrizione 19... $. II Anatomia ed analisi chimica 20... S. IE » Corallii descriptio 22 — Car. IV Gorgonia verrucosa. S. I Descrizione 24 , .. S. II Anatomia 25... $. III descriptio 27. Memoria IH — Ricerche sulle Cellepore, Millepo- re, Cellarie e Codonite. Car, I CeLLepore.S.I Nozioni generali 29. ..$. II Descri- zioni speciali : CeLLEPORA muricata, melobesia , orciolata 32. . spongite, trasparente , perlacea , di Rossel, Macrì 33... embri- ciata, labbrata , di Larrey , mascherata , di Ronchi 34... ro- strata, tubercolata , cigliata , di Folinea, coronata, ovoidea , Magnevillana 35 ... Cellepora melobesia , hyalina , spongi- tes:36.. perlacea, ‘ Rosseliti, imbricata, coronata 37... .Ron- chi , ben culata , ciliata , ovoidea 5 Magnevillana, Macry x muricata 38... labiata , Larrey , personata 3 Folineae , ur- ceolata 3g — Ai II Aron troncata Jo ... Corno di cervo , miniata , coriacea, ovata 42... M. truncata , Cervi- cornis, miniacea 43... coriacea , ovata 44 — Cap. II Cer- LARIA cereo 45...Tubularia ramea, Cellaria ceroides 46— Cap. IV CoponitA Cardoncello 47 ... imbutiforme. Codony - ( 230 ) tes cardunculus , infundibulum 48... Spiegazione delle Tav. XXXII 49, XXXII 50... XXXIV 5a, Memoria II — Su il Pirosoma, il Beroe, la Sal- pa e la Gleba: non che Supplemento 1.° alle Oloturie, Attinie, ed Asterie. de I Prrosoma gigantesco 54 ... Pyrosoma gigantea 56... — Cap. II BeroE ovato 57.. . Beroe ‘ovatus 58 — Cap. nI Salpa cerulea. 60... Democratica 61 .... Salpa Democra- tica, cyanca 63 — Cap. IV Greza64...excisa 65 — Car, V OLoTtURIA attaccaticcia, a quattro faccie 66... botticella , fuso 67...a 3 faccie, pennello 68... /olothuria inhaerens , peni- cillus, fusus ( Taenia echinorhynca ) 70... Doliolum, tetraque- tra, triquetra 71 — Cap. VI ArrINIA ranciata, di Rondelezio 72... Carciniopado, trasparente 73...Actinia aurantiaca, Ron- deletii 73 — Cap. VII AsreRIA squamata, echinata 74. ..trico- lorata 75... pentagona, di Ferussac , di 'Cuwier 76... Asterias Tenorti , squamata , echinata , tricolor , pentagona , Ferus- sacii, Cuvieri 79..Spiegazione delle Tavole XXXIV e XX.XV 80. Memoria IV — Ascidie composte e Spugne Parte I Ascidie. Cap. I BorriLLO 182...$.I Policiclo di Renier , allungato , $. Il B. dorato , rosaceo 84... stellato , di Leach , ciglialo , niveo 85... $. III Distoma vainoloso 86 — Cap. II Poricrino. $. I Pi saturnio , con separazioni, anato- mia 87... stellato 88...papilloso, nodoso 89... 6. II Aplidio lobato go... areolato , ‘anatomia QU 06 LI Dita roseo , bianco. $. IV Encelio ospiziale ,, quasi gelatinoso , roseo 92 — Cap. Il Descrizione DELLE AscipIe comPoste. $.1 Botryl- lus Renieri, elongatus, gemmeus , rosaceus 93 ... stellatus , Leachii , ciliatus , niveus , variolosus 94...$. II Polyclinum ee Pa , septosum 95... stellatum , vesiculosum , nodosum «Aplidium lobatum , areolatum. Didermum roseum , can- ri 97.» Encoelium hospitiolum , roseum— Cap. IV Zoonta di Ellis 98... Zoantha Ellisit, Spiegazione della Tav. XXXVI 99. Parte II Spugne. Cap. 1 /pEE PRELIMINARI 190 — Cap. II DescrIZIONI SPECIALI. S. comune, fina 107...rossa- stra, angolosa, setolosa , macchiata 108. ..reticolare , quasi pie- gata , cerulea , cellulosa , fistolosa , rigonfiata 109... porpori. (201%) na, cilindracea , triangolare , d’ Imperato, quasi dicotema 110... Spongia communis , usitatissima , rubra 112...angulosa, se- tulosa, maculata, rosea , miniata , reticularis, subplicata , caerulea , cellulosa , fistulosa 113 ... inflata, purpurea, cy- lindracea , triangularis, Imperati, subdichotoma 114 — Cap. III Teria Lincurio , ‘anatomia 115 .... Tethya Lyncurium 116...Spiegazione delle Tav. XXXVI 117. Memoria V — Planarie ,, Doridi, Tetidi, Pleuro- branchi, Pleurobranchidio. Cap. I PranARIA sifoncino , gialliccia , tubercolata 118... Planaria siphunculus , lutea, tuberculata — Cap. II DoriIDI. $.I Idee generiche 120... $. II D. Argo 124... $. II verruco- sa e III tubercolata 129 ... $. IV testugginaria $. V. limbata 131... S. VI peregrina 132... Doris argo, verrucosa 133... iuberculata , testudinaria , limbata , peregrina 134... Spie- gazione della Tav. XXXVII 135,.— Cap. II Terips. $.I De- scrizione 137... fimbria 138...leporina 140...anatomia 142... Tethys leporina , fimbria 146. ..Spiegazione della Tav. XXXIX 147 — Cap. IV PreuROBRANCO , notizie storiche , P. tuberco- lato 149... di Forskahl 150... anatomia 151... Pleurobran- chus tuberculatus, Forskahli 154 — Cap. V PLevROBRAN- cHip1o di Meckel, anatomia 155... Plewrobranchidium Mrc- KELII , Spiegazione della Tav. XL 159...XLI 161. Memoria VI— Su gli Anellidi: Parte Il. Cap.I NersIpE di Bertoloni 163... partenopea, anatomia 164...di Tiedemann, Rudolphi, Ocken 166... Otto, Blain- ville, Ranzani 167... Edwards, a sei tentacoli — Cap. Il Ax- Frirrite di Olfers 168... di Nisita , napolitana , flessuosa, di Tondi, di Meckel 169 -- Cap. MNar4pe proboscidea-- Cap, IV. LomzrIco di Rolando, coccineo , di Saint-Hilaire 170... nisi- tente , filigero 171 — Cap. V PoLIA punteggiata , oculata , ci- lestra 172 ..... articolata — Cap. VI Spiro filicorno 173 -- Cap. VII Crimene anfistoma — Cap. VIII NescrizionEe TEC- NICA DEGLI ANELLIDI DI QUESTA Î1.® Parte. Nereis Berto- loni 174... parthenopeia , Ockenii , Otto, Ranzani 175 Tiedemanni, Rudolphi , Blainvillii, Edwardsii, sextentacu- lata. Spio filicornis 176..Nais proboscidea. Polia punctata . oculata , geniculata 177... Lumbricus Rolandi, coccineus, ( 232 ) Saint-Hilaire , nesidensis , filigerus 178...Clymene amphi- stoma. Amphitrite Olfersii , nesidensis , neapolitana 179... flezuosa , T'ondi, Meckelii. Spiegazione delle ‘Tavole XLII , 180.... XLII e XLIV 181. Memoria VII — Ascidie semplici. Cap. I SrorrA 183— Cap. lI Descrizioni SPECIALI. À. microcosmo , fosca 185...prugno , intestinale 186... rustica, papillosa, mammellare , papillosa , venosa 187— Cap. Il An4- TOMIA , integuinenti esteriori 188. ..organi digestivi 190.. Ap- parato generatore 191...Apparecchio respiratorio 192. . . Sistema circolante 193... Ascidia phusca 196...mamillaris , prunum , microcosmus 197... rustica venosa, papillosa 198... inte- stinalis 199 -» Spiegazione delle Tavole XLV200...XLVI or... XLVII 203. Memoria VIII — I.° Supplemento a’ Testacei uniì- valvi delle due Sicilie. Cap.I DrscrizionI. Cono siciliano; Burra ampolla 205... CiPrEA pidocchio; ZoLura striata , di Dargelas 206. ..merca- toria var. , gialla; Buccino di Desmarets 207...piccino 0 pigmeo var.208...cornicolo? neriteo 209...MurIck lavato , erinaceo 210... di Folinea , mammellato, di Massena var., di Metaxà 212...di Savigny; Turzine lamelloso, di Léman 212...di Risso, spilla 215...di Bory , Freminvilleo ; Merita dubbia 214...Elice lit- torina , aliotoidea , neritoide 215... SERPOLA imbutiforme , to- rulosa 217... sfrangiata; SaserL4 Lucullana 218 .... nuda, eupleana -- Cap. Il Z'esracrorum vtr. Sic. vor. III. P. aL- TERAE ManTIiSSA I. Conus siculus 219 ... Voluta striolata , Dargelasi. Buccinum, Desmaretsianum , corniculum 220 ... Murex lavatus , erinaceus 221... Folineae , Massenae , Me- taxà, Savignyus 222... Turbo lamellosus, Lemani , Rissoa- nus 223 .... acicula, Boryus, Freminvilleus. Nerita du- bia 224... Helix littorina , haliotoidea , neritoidea 225... Serpula infundibulum , torulosa , fimbriata. Sabella Lucul- lana }° cuplacana 226 .... Spiegazione della Tavola XLVII 227... ALIX 228. È n o) ni «vt pt an pn e ge ne I fo \ A/ tegza Pod o O a ? d, NO >; QI a; ASS A LA NA PR IRATFZA ny A} va to) ho LA) 0 "o/i và PO) 3 nate VA (i A o x S & SgÈ 3 va c sì Ss Ra, F}:; 03; È . AIR po: x; ì L, Le /% Aa > SAL AA RZ RACE $ ri , é È R LA ADI a È Ì AA ©. SRO H LIL GIR © ne Ù FAI $S è Ai i ICONA " ri >. ” ) ha 7 % n° IA PE Ri LAI : LORA, è ci Ri : i Vi 0a) gr (7° ig a XA SK @ N la, prò È ®, dè LIA à so" AE