CHE VENGONO portate dall °Indie Occidentali pertinenti all'vfo della MEDICINA. . | Raccolte, & trattate dal Dottor Nicotò MonaRDES, Medico in Siuiglia, PARTE PRIMA. na recata dalla Spagnola nella noftra ci Ta Italiana . ; Si uno de’ Capi principali; l’altro delle ola pu rilenanti, che fi ritronano i tutta l'opera. oro. Si OSSERVAND. “fi S. ANDREA CONTARINI, | pf del Claùi 6 M. set. » Pelle ii To tuttavia nel mio di "giouare a gli ea I diga b- che = 7 ‘car vnia brene; &chiara hifto- tia di molte cofe Medicinali,le uali fono à quefti tempi por- tate dalle Indie Occidentali | in Furopa.5 feritta nori è molto - dal D'. Nic. Monatdes Medico di Siuiglia in lingua Spagno- la,& nouaméte recata da quel- - Ta nella noftra lingua Italiana. Et perche fo quato V.S. clarifsi. | piena d'ogni virtù, fi diletti di intendere le cofe noue, che ci gon ei parti,mafli- an lo feco 1 tanti. minis& contre a qua- -. tofiail mio obligoconeffalei, & con tutta la Illuftre fua cafa;. ho ho propofto di mandarla fuori fotto la protettione del {uo no- mehonorato,fi per fauorirnele miefatiches & fi perdarle qual che intertenimeto diletteuole, quando ella fi troua libera dal la cura de'fuorclienu;&fi an- chora perche quefto le fia co- me vn piccol fegno del grato animo mio.Qui di Gome èdo+ rifere,di Liquori,di Ballamo,di Herbe,d'Arbori,di Frutri,drPie are, &aleri Minerali falutiferi &i - ragiona. Qui della Zarzapari- glia, del Guaiaco, & del Legno | Santo, & del modo,chefi hans £ no da vfare fi tratta. ua della radice del Mechioacha, & qua I baScorzonera.Douefi veggo= O a SRI ATE . coldiletto poffono recare vniai talia gioucuoleMedicina ano ftri. corpi, & come fi dee pren- dere,fi fa palefe. Qui finalmen- te cò dotte ragioni & cò bella via fi difcorre intorno à vene- ni,& alla lor cura; & principal mentefopra due cofe,che è ano. . ftra falute la pietà di noftro S. Dio ci ha volutp' {coprire; cio > fo o laPietra Bezaar (altriméti ilagrima diCeruo)& l'her maeftramenti si i quali infieme incredibile beneficio à à gli È hu mini. miti. Etfor@ (sio non fpero in vanno) potia auenire, che V. S. | Clatifs.vi trowaffe ‘qualche Me- dicinà di tarita virtà c'haueffe forza di vincerla maluagità di quella Gorra, che co tato sdéno publico;e particolareindegna» mentela tiene oppreffa; la qual cola fe faccedeffe; mi ivaleteb- beper vna dellemaggiori gra-. ‘tie; che potelli ltauefe alla vita mià. Aleinon mancàl'orna= | mento dell’ illuftrézza del fan- — giiefuo,petcio che chi fentefo. lamenteil nome della fua fami slia,chi confidera ilvalore &la bontà cofi defuoi Clarifs. pro- penitori; comede fuoi fratelli. * 4 ado- 3 à adoprati tutti ne più graui ma-, neggi di quefta Seren. Repub. con grandiflima lorlaude; affai) bene conofce, quanto ella deb-, ba di cio allegrarfi. Delle fue. proprie virtù poi, della integri-, tà, &c dell’eloquentia fi ua,laqua, leella adopra cofi magnanima, mente a difefa della facultà, &. della vita de gli huomini; non go i tratto circon ui icino;che più: che s'ellafuffe ftata accompa- gnata alcunoin Venetia,ne perlun-, fia conceffo di poter. Wiplicasi al ese in parole, La Naturasancho l'haucua or-. nata di cofigenerofa prefentia,!. è gnata da fanità turt’ilcorfo del la (ua vita; come fu per yn té po dellafua giouérùsniuna co- fa fi poria dire, chele mancaf- feper farla giungereal.colina. d’ognihumana felicitàMa que fta c pofta nelle mani del Sign. Dio, il quale fe haueflevoluto perfua pieta farmi degno, che le apportaifli con quefto piccol dono cofi gran beneficio; di troppo mi terrei. cato à [ua Di- .wina M.Voftra S. Clarifs.adun- ‘ queaccettibenignametequefto | poco;ch’iole poffo dareinluo- go del molto, ond'io in eterno | fon perefferle debitore; & poi che altre forze non ho, fi appa- x ghi ghi della piontezzà dell'animo — mio;il quale fara fempre incli- nato ad honotarla;& ferwiila.. in Venetia ildi 1. di Decemb. DiV.S. Clariffima» | — .Obligatifs: Seruitori. . Giordano Ziletti: " esa 3 A n È "€ yes I EVE ri > xi È de: — Ziletti a' Lettori. ZE SsENDOMI perzea ruta alle mani lapri- «cai ria delle cofe Medi- che fi portano al prefente eMaondo Nono, fcritta mona- e nella lingua Spagnuola dal — D.Nicolò Monardes, Medico di — Siuiglia, ho deliberato di comuni carla con voi, tradotta nella nofira ‘ lingua per V. beneficio, accioche le fatiche del detto Dottore poteffero giomare a piu perfoneò. Appena haueua v'inie ffampare la'prima parte, che mi fopragtunfe la fecon- da, con vnlibro appreffo che trat- ta della Neve; € del beuer frefco con lei; 5° 10 che non foglio man- | sarei alcuna cofa, ond'io pofa = arti; e — panndesi ho voluto menire come mi giung 3 parte promeffa dall’eAuttore, di | faruene febito partecipi. Or perè che egliè amenuto, che alquante delle vSteffe cofe Medicinali si 6n0 A x terze © a ftate molto alterate d'alcuni;che le, bano ferstte nella Lingua Latina; ame è paruto di nò o alterarlepun | to, ma farleni vedere tali; quali > — dalproprio Auttorefonoffate de- È gerine; s percioche oltra che i quel — modo fono tronche , &5 imperfette in maniera; che moltoci ha da dift derare chicofi le lecge:ft viene an- chor & fare né o poca offefa all'Aut-- sore, il quale d queffo modo le ha — ©olutefcrinere, per farfiintendere — piuchiaramente.Et fe ad altri è — «venuto voglia di ridurle 4 piu bre © mita,poteua far di‘ meno di aggin- | gevua fue anhotationi; non effendo ; effe altroperlamaggiorparte,che un'eftratto delle medelime cofe fcrit — sedall'ifiefo M onardes. lo PA que ho deliberato di dondrleni in- Here,s? non mozze s ES ffampa- teconquella dilicentia , che io fo- glio vfarein tutte le altre mie co. de effendo ficuro,che l'ifefo cAut- tore non fol non hanerà cagione di dolerfi di mè, ma haueri anchor caro di ‘vedere, che lfuo nome, eS la faa induftria col mekzo delle == fia? pe fi GA — Sonori beneficio d di Hingaa mn AA «Capi del ra libro.) El Anime,& Copal' » toe, Fas cap.1:chegg Della Tacamahaca. ©» © | \cap.ti. ch.7a. Della Caragna o-cap.r11:ch.10) Dell’oglio del fico ri. cap. 1ir1.ch.12. Del Bitume> cap.v.ch.14» Del Liquid'ambro,et del fuo oglio. cap.v 1.ch.1 5. Del Balfamo. -.. —. CAp.vit.ch.18. Dell Herba di Giouanni infante. CVI11.0h.23» Del Guaiacan,&y Legno) fano: cap.ix.ch.24. “Della China” n sape. ch.3.2» Della Zarzapariglia. _ CAp.xX1.ch.37. Della Pietra del Sangue: “© Capxii ch.4 5» Della Pietra del Fianco.‘ cap.xura. ch.46. Del Legno per mal di Renc>. cap.x1v.Ch.47. Del Pepe delle fndie> — cap.xv.ch.49. Della (afia cap.Xv 1.ch. 50. elle Nocelle purgatiucò ‘cap.xVII.ch.s I. De e Pignoli purgatiu. —6ApxviII. ch.53. cap.X1x.ch.54- Della Late de’ Pinipinichi cap.XX.ch. 5 5- Del Mechioscan cap. XX t.cD. 5 6, Del Solfere uiuo. "CAp.xX11.ch.74 Del Legno aromatico. cap.xx111.ch. 79, | Capi delfecondo libro. E° veneni, & della lot cura. cap.1.ch.79» Della Pietra Bezaar. 2 - CAPp.11.0h.94. | Dell'Herba Scorzonera. cap.111.h.133. s " ap ge * “ Ri € 3% 4 è e PRECARI Doe ut ù o sa 7 x we. RASTA SrL LE COSE, WGHE SI PORTANO — DALL'INDIE OCCIDENTALI, pertinenti all’vfo della Medicina. Raccolte, & trattate dal Dottor Nicotrò Monarpes «AMedico di Siuiglia. PARTE PRIMA. Proemio. % a ELL’ANNO 1492. furono i x - 6, noftri Spagnoli guidati da Don- Njyi CarIstoFORO coLoM- NI Bo natio di Genoua è difco - ; DE prir le Indie Occidentali, lequa- li hoggi fi chiamano Mondo Nouo; & difcopri tono le prime alli vndeci dì d'Ottobre dell’iftef fo anno;& da quel tempo fin'àèqueft hora fi fo- no difcoperte molte, & varie ifole, & molta terra fetma, cofi in quella parte, che chiama- * no Nota Spagna; comein quella,che chiama- no Perù. Doue fitrouano molte Prouinde, molti Regni, molte Cittadi, che tengono va- gij & diucrfi coftumi; nelle quali fi fono troua- per A te cofe da 4 MEET E ig re IR ente Papagali, Mone, Ibi), Sparauieri, Tigri; i, femenze, li-. 2 Che hannogranvittu medicinale; | ICE hanno rrouato, & fi trovano mol- ti grandì effetti, cheallai eccedono di valores® di pregio leeote fopradette; & tanto piu,quan to è piu cccellent LI più cosellente, cpiu necelfariala fanità del corpo, che ibeni delle ità del . 30 9; A A setta 1 ie =, pri, pianté; her la fortuna, Delle quai co-- PR OLEMILO © £; possa mondo isa hauuto i nancE di Scio; ch nd rl Pepe i folamente ni sp di: Maluco;.$, mol. altrecofe, fono.in diuerfe parti del, «mondo. 3 | ps sia fono fare conofciute : fin moftri tem pi. delle quali mancarono.liantichi; & il tem po, cheè difcopritor di gni cofa ,; a, meleha mo- ftrate con molto: no tro ben eficio, per. la gran ‘necellità, che noi ne i bamenamo. Et cofi.co- ne per li noftri Spagnoli fi fono difcoperte no ue regioni, noui Regni, & noue prouincie ; cofi = me hanno apportato none medicine, & noui ri — mmedi;; co'quali fi curano, & fanano molte in- firmitadi , le quali fenza di loro'farebbono in curabili , & fenza alcun rimedio ; lequai cofe (benche alcamosrhabbid no titia) non fono.tut “tauia communiad ogn’vno.. Per quelta cagio- ne deliberai di trattare, &di fcriuere tuttele co- fe, che portano dalle noft:e Indie Occidentali, CALA A 2 lequali 19° be rr ZS4 goa cer - Fequali feruono all’arte,&vfo della meditina; per rimedio de'mali,& dell’infirmità, che patia- - “mo. Donde non manco di vrilità,& non minor beneficio ne vieneà quelli de noftri tempi, cheà quelli,che verrà dietro di noi,a° quali io farò fta to il primo; & eflì da quefto principio potranno aggiunger di piu della che faperanno, & tro- ueranno di piu per efperienza.Et perche in que - fta città di Siniglia, laquale èporto, & fcalla di tutte l'Indie Occidentali, fappiamo piu delle dette cofe, che in altra parte Hi tutta Spagna, f giunger qua tutte le cofe primieramente, con a relation, & con maggior efpe i fanno, & infieme fe ne puo hauere l’v- Pioua ) io, che gia trenta anni medi- me ne fono informato con te da quelle parti con nogni diligentia ; & Del DELL'ANIME ET COPAL.\ 5 Dell’Anime, &) Copal. (Cap. 1. RES OrtANO dalla nona Spagna È Oi due fpetie digome, che fi allomi- È De gliano molto ; l'vna chiamano Co- ><" pal; l’altra Anime. Il Copalè vna goma molto bianca, &molto lucida, &trafj rente. La portano in alcuni pezzi grandi, dl paiono pezzi di cedro condito molto chiaro, Tiene mezzano odore;non però cofi buono, co me l’Anime. Conquefto Copal facenano eli Indiani i profumi ne’ loro facnificij, & grrimeni - gh te ne" tempij l'vfanano fpeflo i Sacerdoti; && | quandoi primi Spagnoli furono in quelle par- ‘ti, vfciron'a riceuerlii Sacerdoti con alcune fo- carette piccole abbrufciando imeffe quefto Co- pal, dando loro famoal nafo. Quìlo vfiamo noi per profumar.con lui nelle infirmitadi fred de della tefta inluogo d’incenfo,ò d’Anime, caldo nel fecondo grado, & humido nel pri- mo, E'refolutiuo, & mollificatiuo, per alcune parti acquee, che egli ha. L’Animeé lagrima, ogomad'vn’arboro grande.E' bianca.Tira è co lor d’incenfo. Ha piu vntuofità, chel Copal. Viene ingrani,come l’Incenfo,benche piu gran di, che piccoli, iquali hanno vn colore giallet- to come Ragia. Edi molto gratiofo, & foaue odore. Pofto nelle brage fi confuma facilmen- te. E'diuerfo dal noftro Anime, che portano di Leuante in quefto, che ello non è cofi bianco, i Ag necofì #% è gas coyr fa fa "> ne .cofi lucido ;-& portano il noftro in pezzi grandi trà(parenti tanto, ché han detto alcuni, che è {peciedì Charabe,ò Succino, che chiama» no Ambra congelata;de laqual finno le corone; & non è coli; percioche il Charabe è vn Bitu- mey; chefi i: nielmat Germanico, &fi caua del mar in pèzzi grandi con graffi di ferro ; il qual denevicire d'alcune fonti nell’itefto mare à guifa di Bitame, & falito all’aere freddo, fi congela & condenfa ; perche fi veogono mefco lati in quelli pezzi legni, &taltre fuperflu are. Et di qua venne l’error di quelli, che dif- cheera goma di Popolo ; & altri cheera Del noftro Anime Hermolao Barbaro limo difle, che egli fi coglie d’'in- e fi'toglie l'Incenfo; & Li 3 fta, & Cefalea. Perquefto medelimo gioua è i = : DELL ANIME rv "Conn. . 9 ‘profumate c con lui la medefima tefta; perche la conforta è quelli,che l'hanno debole, & fiacca, & nepi tifcono diffetti. Faffene empiaftri,& ce | rotti, doue è meftieri di confortare, & rifoluere; fpecialmente humori freddi, è ventofitadi. Sv- fera luogo d’incenfo, cofi ne ‘profumi, come nel le cofe dette. A plicato in forma d’empiaftro con forta il ceruello;&fimilmente lo tomaco;&rut te le parti nego. Fatto al modo di cerotto; conla terza parte dì cera, caua il freddo di E lungque membro fi fia, leuando via quel , Îtato lungo temp 0, & "ufeizindelon «E cal nel { fecondo grad. 1 &humido nel primo. Della Danni. per S! porta fi milmente dalla tra fpecie dig ZOMI o rg po gl'Indiani Tacamahaca ; & i ifello no e diedero i poltri Spagnoli. E'ragia ca- ta pervia di taglio d'vn’arboro grande,come il Popolo, che è molto odorifero. Fa il frutto colorito , come feme di Peonia. Vfano gl eo ni molto. quelta ragia nelle loro infirmitadi, più nelle appolteme i in qualunqueparte paid: cor po; chefigencrino; ; perche le rifolus, matura, & disfice meranigliofamente. Similmenteae queta qua linquec dolore nato da humori. fred- di,ò ventofi . In queto l'vfano gl'indiamimo!- to communemente, & molto familiarmente ; ; & PSE quefti medelimi effetti jo han portato li aio A 4 dpr dio EER dc ts, Spagnoli, Il fuo coloreè di color di Galbano; & alcuni dicono, che è l'ifteffo . Ha alcune par- ti bianche, come l'Ammoniaco. E' di odor gra- ue,& tale éanchoil fuo fapore tanto, che getta to nelle brage, & profamando il nafo à don- ‘na, che fia in aipoltia ò habbia perduto il fen timento per fuffocation di matrice; la fa riue- nirefacilmente.Pofta quefta iftefla ragia ful'om belico è modo d’empiaftro,fa ftarla madreà fuo luogo; &è rarto tra ledonne l'vfo diquefta, che la maggior parte di quella, che fi confuma è per quetto effetto; perche ricenono gran be cio da lei, vietando , & leuando loro ogni tion di matrice, & confortando lo ftoma' une curiofe vi aggiungono Ambra, & glio che da fe fola. Sta fempre che fi confuma del tr nr CT oi | lafua operatione,non fi puo leuar via; &l'iftef- fo fa pofta fopra leappofteme nate dall’iftelle cagioni; perche le confitma,& rifolue; & fehan difpofitione da maturarfi , le matura; & fa que fto con molta preftezza.Si tiene ancho per rime dio molto vero, & molto efperimentato; che gioui aflai alle reume, è diftilationi ; difcenda no doue fi voglia;& che fimilmente fe prohibi- fca, DELLA TACAMAHACA; 9 fca, ponendo vna pezza di tela con quefta ragia ‘tra tatte due le orecchie, otra la orecchia da la arte, doue elle diftilano ; perche prohibifce le foro difcete; & pofta alle rempieà modo d’epi ‘ ‘thima, raffrena le diftilationi, & Huffo,che cor- re alli occhi, & altra parte della faccia . Prohi- bifce, & lena il dolor de denti,benche fia il den | teforato; ponendo yn poco di quefte ragia nel forame; & fimilmente con quell’ifteffa fi fecca — ildenteguafto; acciò che non vada pivinnanci — dacorruttione. Pofta ì modo d’empiaftro nel- l’incordamente del colo, è dolor delle fpallej | | Jo lena. Mefchiata conla terza parte di Stora | Ce, & vn poco d'Ambra, & fattone empiaftra perlo ftomaco; lo conforta, & li mette appeti- to di mangiare, &agiuta la digeftione,& rifolue le ventofitadi . Pofta al modo medefimo ful cer nello,lo conforta, & gli lena il dolore.Pofta fo- pra la Sciatica,ò dolor delle cofcie,fa grande ef ito; & il fimile fa in ogni dolore delle giuntu- re; fia in qual parte del corpo che fi voglia;maf fimamente pi humori freddi, è mifti ; per- che con la fua rìfolutione ha alcune parti iftrin ‘genti;che la fan effere di meranigliofo confor- to. Poftalei folafule giunture, ò percofle de nerui, li fana, & cura; perche grandeè l'efpe- | rienza, che fen'ha,generando ella di fubito ma | teria,& vierando lo fpafimo, Applicaffi perf'or | dinarioadogni dolor.Iole rielidiio la verza par — tedicera gialla ; percheafferra meglio, &è a ‘ramai. | ‘ramai tanto celebrato il fuo vfo., che nòn fail È polo altro rimedio, per ogni dolore , che l’v- 9 quefta ragia, pur ato fiano infiamma» tioni molto calde; ma ancho è quefte, dapoi paffato il principio, & la furia, gioua molto per rifoluer il rimanente,E' calda nel principio del terzo grado, tenendo molra altringentia, & con forto;& fecca nel fecondo... Della(ragna. ©“ Cap. 111. Raogono di terra ferma per via di Cartage nia, c Nonre di Dio dalla terra è dentro, gia di color della racamahaca alquanto -& piu liquida, & piu denfa; laqual alincua dell'Indiani, Caragna, de 10 dato ancho i noftri Spa ella T: haca na noua, ven ci anni in quéfte parti . Vfanla gl'Indiani nelle loro infirmitadi, nelle appofteme, & in ogni fpecie di dolore. Al prefente nelle noftre parti fi tiene in moltafti- ma, per libuoni cefferti, che fa. Gioua, & fana. Je medefime infermità, che la Tacamahaca.Ma fa la fuaoperatione con maggior preftezza. Et in molte infirmità, nellequali la Tacamahaca non fa tanto efferto, come bifognerebbe; la Ca. ragna le finifce di fanare, Onde vno,che patiua dolor DELLA CARAGNA TT dolord’vna fpalla ‘8 per.lo dolore era“ molto tempo, che uon'moueua il braccio ; hauendo vfato molto tempo fa Tacamahaca, nonfifanò fin; che nonegli puofero la Caragna; & con leî in tre giorni reftò libero;Ne dolori delle sint re;della Gotta arterica; è merauigliofo l’effetto che fa ; perche applicata fopra il dolore ( pure che non fia infiimmatione di humoti molto. caldi) Jo lena con’'molta facilità. ‘ Le appo- fteme antiche così di humori, come di vene tofità rifolie) & disface . | Fa merattigliofa opta nei dolori venuti pet Aulo; è diftillatic nedi Hiimori freddi, 6 mifti. Giotra mol tutte le paflioni de netui, & al dolor nello,8 a mali,che da quello procedono. è medicina perrifoluere, &. il dolore, di grande efficacia, & fa lafi 1a opra con gran fi- Nelle percofle recenti, & fpecialmente ? netti giona molto ; & maffimamente delle | giunture; nelle quali iò ho veduto con tei fola | molto grandi operationi. E‘repercullina, per prohibire il fluflo, & diftillarione'a gli occhi, & ad altre parti, applicatà tra le orecchie, & nelle | rempie.E‘molto graffa,& vntuofa,& calda più, che nel fecondogrado . Etfi ha da notare, che ‘tutte quefte ragie cogliono gli Indiani per via 3a dando feritea gli arbori; dalqualluo- dit go efceil liquore, & indi lo colgono, x sal tr12>2,0 1: . Dell'oglio del Fico lnfernaleo. = (ap. 1V. | D I Gelifco Prouincia nella noua Spagna ! portano vn'oglio , è liquore, che han chia mato gli Spagnoli, oglio di Fico dell'Inferno ; perche. fi caua di vn'arbore, che è ne più, ne meno, come il noftro Fico dell'Inferno, cofi nella foglia , comenel frutto. E' il medefimo chechiamiamo communemente Chatapucia, è Cherue. E' cofi piena di latte come la noftra,. {coride nel lib.primo al cap. nar la femenza,& cuocerla in ac- fi è cotta, coglier l’oglio, che nicucchiaro. Et quefto mo- a far Dio gnitione.Quefto ogli ita » che per elp idr uefto oglio grandi virtù, come dall’vfo fuo fi è veduto così nell’Indie, come nelle noftre par» ti; & tutto ciò, cheio dirò è con molto grande efperienza, & molta pratica di lui in diuerfe peroni .Cura tuttele infirmitadi prodotte da, umori freddi,& ventofi . Rifolue tutte le du- rezze mollificandole & tutte le gonifiezze ven- tofe. Leva ogni dolore in qualunque parte fi fia; ERE I iti i pià , DELL'OGLIO DEL FICO INFERNALE. 13 fia; maggiormente fe viene da qualche cagione ‘fredda, ò ventofa . Onde in quefto fa opra me- rauigliofa , rifoluendole ventofità groffe, fiano doue fi voglia;& principalmente nel ventre. & per ciò cura l’'hidropifia ventofa, & fimilmente ogni generation di quella ; vngendo con lui tut to.il ventre, & togliendone alcune goccie con vi no,ò altro liquore appropriato; perche ello pur l’acqua citrina, & fa vfcire la ventofità; &fe 1 dà in criftiero, è medicina, fimilmente purga l’acqua citrina , & caccia la ventofità con più ficurtà, che altra medicina. Ne dolori dello fto- maco da humori dra sua ne’ coli fa grande opra ; vngendofi con lui, & to prete aziio pa fa quefto prificipalmen te in'quella infirmità mortale; € : chiamano Ileon,nella quale gettano le feccie per la bocca: Purga principalmente la flegma.Nelle paffioni delle giunture alcune goccie di quefto date con | brododiaugel graffo, purga l'humor, che pro> —_— duceidolori.Cura le vlcere antiche della telta, chemenano molta marcia. Vn caualierò, che vomitò per molti anni il cibo,fi vnfelo ftoma- | Co con quefto oglio, & fi fanò,che mai più non! vomitò.Di bile opilationi della Milza; & del’ lo Stomaco; &delli Matrice, vngendofi con lui, A fanciulli, & garzoni, che non fi polfono far dormire; vngendoli con quetto oglio di fotto dell’ombelico ; prouoca loro il fonno, & lifa'. purgare ; &fehanno vermigli caccia, &am- sr eta Again EIA “mazza; 5 maggiorment te fe li FR, Vna, 139 da (any " dell’og lio con latte, ò-con cola grilla. elle folio ka quelli, E han perduto | i ii ge, gliele fa ticuperare con merauigliofo to; come fi è veduto per molte efperienze. Nel. le paffioni delle giuntpre Sa nel dI olore, è appo fteme di quelle ( pur che la cagion non fia mol to calda )-le confuma , 8 gio Le membra ritratte, vnte ‘con quelto oglio , fi diftendono; &i nerni fi. eftendono, &. ora leuan, do il ISS fe ne farà, Le « Lenai fegni in qualun- rlmente della faccia. fon trauagliate le I leva via,& confu Tr CONtentezza + E cal di zo $ orado ; & hu: re, che.m: Some DE ART rr. | diani nellefr infir pieni ar "x pre rie: ol ha due fonti in Babilonia .vnabianca, & negra. Quelta, che fi, ‘porta d alleIndie asA pel nsHionica Fia NaienE perch as S ef N SE RIE I OI E II DEL riQviID' AMBRO {a Matrice a fuo luogo fe afcendeall’alto con po merfa alle natici ; &fe fcentle al Ballo, ponendo | di fotto vna pezza Baonata in quefto Bimime, tfa andar, & tidurfi alfi uo Inoso. Gioua fimil- mente applicata” alle infitrmità Feste * come le altre medicine, chabbiamo detto. Edi natura calda nel fecondo grado, & humida nel primo. “Del Liquid” Ambro NOI del ln oglio. Cap De ‘Ella noua Spagna fi porta vna ragia, che chiamiamo Liquid ambro;& vna comé oglio, che chiamiamo oglio di Liquid” ambr: il che > vuol dire cofa odoratiflima , e iofa STIRO Ò fuo oglio È DONNE foaue, & gra atiolo oda re.l’oolio del Lic nid' ambi ( deli ato, & p più fodue. I Lic vid ambro è‘tagia per via di taglio da alcuni arbori dimol ta grandezza molto belli 2 ingombtati di molte foglie] le quali fon come di hedera Chiamanli Indiani, Ocozol.Hanno la fcorza grofla;& c ci neticia.Tagliataquefta {corza,0 pertugiata,mant' dafuori il Liquid' ambro denfo ; & cofilo co- gliono . Et'perchela fcotza ha vn'odore molto | foaue, la peltano, & mefchiano com la ragia; &' cofì quando fi abbrufcià ha miglior odore. In modo, che doutinque fi fiano gii avo tt Gausoe, piote e per tutto il RR dol e ad a”. A pin Li 0} Se ri# Ro: 1, 0. Spagnoli la vltima volta prefero porto fa quella parte, douei detti arbori fono; penfaro- no, che quiui fuffe fpecieria, & che quelli ne -. fuffero gli arbori. Si porta in Ifpagna molta * GUARESA di Liquid’ambro in modo, che ne con ucono molte botti, & barille per mercantia; perciò che quì fi feruono di lei per profumare; & nelle cofe delli odori, adoprandolo in luogo di Storace; perche il fuo fimo, & odore pare ef- fer di quello;& fimilmente lo pongono in altre mpofitioni odorifere, come Paftigli, Penetti, Bc cofe fimili. Rende egli di fe tanto odore, men fi abbrufcia, che fia doue fi voglia, non ondere; perche trappafla oltre molte te ftradeilfuo odore, quando è in iolto nella Medicina, & fa in lei perche fcalda , conforta, olore . Pofto ful ceru ello qoiol Ile paffioni dello fto mao fa mera igliofo effetto applicato a modo di Stomaticon; e conforta lo ftomaco, ri- bra,& di Mufchio, & fattone empiaftro, gra È “ [d molto | DEL LIQVID'AMBRO 17 © molto in tutto quello, che ho detto. Siha di que | fto empiaftro Pe grnde e pcnenta in queta Città, per li buoni efferti, chefa. E‘caldo nel fin del fecondo grado ; humido nel primo. Dique-. fto Liquid’ Ambro fi cana l’oglio, che chiamano di Liquid'Ambro, ilquale nel fuo odor'è piufoa ue.Cauaffi del Liquid’ Ambro quando e colto di | nouo (ponendolo in parte, onde pofla diftillar da fe) dpi fottile,& quefto è il piu perfetto. Al- tri lo {premono per cauarne più quantità ; per che lo portano per mercantia, acconciandone con lui guanti, perla gente comune; & in que- fto fe ne adopra molto. Vfafli in medicina per molteinfirmità; &èdigran virtù, per medicat; & famare infirmità fredde; perche fcalda eccellen= temente ogni parte; doue fi applica; rifoluendo, & mollificando qualunque durezza, & leuan- doneildolore. Rifoluede durezze della Matri- ce; &aprelefie oppilationi. Prouoca i meltrui; &lil fuo officio rabiernerise ogni durezza. E caldo quafi nel terzo grado, Et fi dee notare,che molti portano quefto Storace liquido dalle Indie non cofi buono; perche lo fanno de’ tami d’ar- bori tagliali in pezzi, & bolliti ; cogliendone il graflo di foprauia,loqual poi vendono.I germo» gli dell’arbore, donde fi caua il Liquid’ Ambro detto , vendono glrIndiani in manipoli ne’ fuoi Tiangez; per ponerli tra le loro vefti, &robbe; perche hanno odore,come di acqua d’ Angeli; & per quelto effetto l’yfano li Spagnoli: | sù i cela > 18 -“—“ossfiuumirror 11. ra i Del Ballomo: Cap. VP: P 'Ortinodalla nora Spagna soi liga ec? cellentifsimo; chè perdà fa eccellentia; (8 merauigliofi effetti chiajbonà Balfanio; adinità rionedel vero Balfimo,chefolena effèré nellatet ra d’Egitto . Et perchefa opere cofì grandi, & ri mediaa tante infirmità s gli.fà daro sori nome: Fafsi.d'vnarboro maggior, che G sranato,il quale ha le foglie è modo di Ortica intagliate,& fottili. Chiamanlo gli Indiani Xilo ;& noi altri.;. quello. del Balfamo. Fafsiin due sinnierti la prima è; via di taglio, sfendendo la Lone dell’arbore, ortile. s &facendogli delle apriture.; dalle xh liquor tenace, che tira albianco; Milicaribiro:; 8 molto: era è quella;che gl Indiani gli arbari, la quale.tra. lio, ché nuota ta di fopra ‘con'vna cac- pes ;& coro gli il Balfamo, che viene in quelte patti; &che comunemente fi vfa.Il {uo coloreè roffo,.che tira alnegro. E'odoratifsimo tdi odor molto gratiofo; non fi puo rener:fanon in argento, o vetro ; 0 ftagno; o cofa vetriata; per- che si penetra,& palla tutte l'altre cofe. _- vfo .DBE E BAM SAM Ò» to yfoè folamente hélle cofedi Medicina; & molto tinticosperche cominciò quali da che fi diftopr; Xe adi agnò: la nowa”Spagna ;- perche fubito ne héebbero roritinti Spagnoli; ‘percioche con lui fimedicazano le ferite, che ricéucamo dagliin «liani ;fattr accorti da preti iftefsi; vedendo che imedefimi Indiani con quefto fi medicatano 4 i Quando la primafiaàtolo pottarono in:H{pagna4 - faltenutointantaftima,quanta era ragione; ché fitenefle;petche gli videro fareopre meraniglioh Lev Valeua vna onciardiéciz. & ‘venti dutatizse hora:valevn’Amphora tresoquaterò ducati: L primafiata; chelo portaronoa Rioniayv | valere vna oncia cento ditcatis Dapoita: hanno condotto. tanto, & in tanta Quanitità,nc folo. son ha prezzo ; ma fi dè in. domo. Erquelta è conditione dell’abbonden ‘cofe;o della! iri vvalena molto:caro, tutt ruimanodelle fuewittà ;& dapoi come è ves | nuto2 i sl precio, n6.lo tengono per riiente, - eflendoilmedelimo Balfamo; quello, chora né ha prezzò,cò quello,che era allhora;quido vale! ua Cento.duc.l'oncia: Cetto,febende Indie hofi bayoiro difcoperro, fe nò p darne quefto liquo: raiieliofo, era ben impiegato il ttamaglio; che ne fopportò il Coromso;&i noftri Spagnò: li. Petcheil.Ba alfamo;chefoleua effer nello(Egit to.gia molti anni è petiro ; é{leridofi fectara da. vigna,onde'fidèuana, ‘&nonfi trona pi aliaon dei sella noftò Sigrore pernoftro bene derne EP 37 DA u, sh +? 20 a HELL BR Of, in fuo luogo quefto Balfamo della noua Spagna; ilquale Kimi giudicio) nelle virtù negli none manco, chequel di Egitto, per quello;che noi vediamo da fuoi grandi effetti; & da molti fuoi beneficij. Quefto vfiamo noinella medici» na intre modi; ò fi prende per la bocca; ò fiap+ plica efteriormente; ò ferue in cofa di Chirurgia. Prefo la mattina a digiuno, fana Almo; &cuta Finfirmità della vefica. Prouoca' i menftrui delle donne; prefo, & applicato con tafta. Lena i dolo» de antichi del ftomaco, lambendone alcune goc» &, tolte nella mano la mattina a digiuno,& ciò tinuando. Conforta lo ftomaco;rettifica il fe ;fa buon colotdi faccia;da bon fiato;allarga leoppilationi; conferua la gionen® perfona di grande qualità, che ndo di molt'età, pareua gios l’vfana ifferti. & cune Signore, che non Io. o vfato in forma di tafta, per purgar la Matrice; & ha lorogionato.Applicaffi parimente ad ogni fpe cie di dolore prodotto da humori freddi,0 vento fi; perche continuandofi lena molto bene ogni dolore,applicato caldo con vna penna, & poneni doui fopra tela bagnata nel medefimo Balfamo è . E refolutino;& fimilmente confuma, & disfa le Appofteme fredde, &antiche. Conforta ogni par te; cone fi rone. Pofto ful ceruello,lo conforta merauigliofamente , &glileua il dolore, confu= i i mando . DEL BALSAMO» 21 mando qualunque humore; ò frigidità; che fia in lui. Leua-la paralifia , vngendo il ceruello, il collo; &lacoppa, &la parte, che fuffe parali- ‘tica. Etfimilmente giona a tutte linfirmità de. — herui, &loro attrattione.Pofto fopra lo ftoma= coagiuta la digeftione,& lo conforta;rifoluendo — le ventofitadi; &fe vi ha oppilationi;le disface 5 & parimentele oppilationi della Milza;&la mol - Hifica, &intenerifce. Leua il dolor delle budel- ‘la pofto caldo fopraildolore. Nel dolor del'cor po; & dello ftomico prodotto da freddo, ò ven+ tofità; poftoui caldo, ò gettato fopra pan caldo, tratto del forno; lo leua. Prouoca l'orina a giitel- li; che non poflono orinare, applicandolo’ efte-- riormente; & prefene alcune goccieyla appre; &fa vfcire+ Ne dolori dell fa opre meratigliofe;&cin quefto tiene fpeciale preroga- tina; particolarmente nelle Sciatiche; Rifolue: «qualunque durezza; &'Appoftema, che viene da gotali dolori. Nelle paffioni de’ nerui è meraui=:y | glioforimedio.:Rifolue, & fana ogni diftillatio- | ne,òfluflo. Applicato quefto Balfamo in cofe di Chirurgia, fa moltigrandi effetti pofto folo da fe, o mefcolato con altri medicamenti, che ren- gano Virtù di far l’effetto , perche fi applica. Er: perche farei lungo ad efplicar quefto, rimetto — a cui vorrà vfarlo; che faccia la miftion confe fi conuiene. E ‘il Balfamo molto comune, &vfato rimedio per le ferite noue; perche le cura per la | prima intentione , faldando le parti fenza far B_3 marcia et. . TEBRIOÈ Esa marcia, & doue ha percoffa,che non èccada falda © re, famolto buona operatione; faceto lì fua di gelftione con preftezza, & tutte Paltr'oprcinfitme di Chirurgia,che fi conuengono fino;:che fi fini norle ferite.Et perquelto fi vfa per medicina mol to cominein'witta la Chirurgia perlipoueri;poì che con vna medicina fi fanno utti:gli effetti aleineceffariji Erè gia cofa Comune quando fi fè rifce alcuno il dire j Mettinui il Balfamojil.che fi fa,& fifanano. Nelleferite de’ nerni fi opfe me: rauigliofe; perchele cura; &fana piu; ces tra dicina; vietando che nonivenga lo'fpafimo anà molto benele ferite della telta ; non etlen- Gliato:; né rotto l’offo. Cura ogni ferita nok ‘parte del corpo pali voglia ; put femplice ferita, Nelle giuntu= Lopra;& prohibifce to fpa fera ginl DCO) ® E TRA pts terzo di, quando vogliono metterne dell’altra tronano la ferita fana.. Nelle piaghe vecchie ap- plicaro perfe, ò con altro vnguento,le mondifi+ ci, écmnetta;&incarna, Nelle febbri di lunghi pa rofilmi, pofto mezza hora innanzi, che venga il freddo per tutta la coppa ben caido,& coprem dofî benc, & cogliendone lubito cinque ò fei go@ “ore ce DE L’HERB& DI GIO. INFANTE 2} cienel vino;leua il freddozini' quattro roderfiate; che ciò fi faccia Edi fapor:îcuto; &altrettinto amaro ; onde fi vede le parti coftrettiue,& con- | fortatiue, che egli tiene. E' caldo,& fecco nel fe- clelia E SI I — Dell'herba di Giomanni Infante: Cap1Xi NTON voglio reltatdi ferivere divo hérba, che 1 Vi Conquiftatori delli nona Spaznavfarono, per medicare e loro ferite, & frezzare, la'qual fa pet loro fufficiente rimedio he lor trauagli; é- 1a difcoprì vn Indiano, cheera'creato di virò Spa: | gnolo, che fi chiamata Gionanni Infinte.. | perché il derto Gionanni Infante fil primofthe ke; vs6; la ‘Chiamatono’, & chiamano hésvi tI Phérba di Giouanni Infante. Queftaibtefba dpi cola.Ha le foglie, come 1a noltfetAtetofa alquani to pelofe . La colgono verde, & la peftano; &la pongono cofi femiplicerterite fopra la ferita. Rie gua il fangue? &f@ Eferità nella carne; a ale & cura, confolidindole parti. Digerifte, & mordificale ferire de nervi, & d'altre putti, & vi genera carne fin chele fani. Er perche non fi | trowana diquefti herbain ogni patte) la porta: | nano fatta in poluere; perche facena Lift-lio € fertochie verde; & ancho facena meglio l'opera* tione d'incarnare la poltere, che l'herba. Colf come vi fi trona quelta herba ; coff ne fono'imok te altre in tutre le altie parti delle Indie, che teh- gono quefte, & altre proprietà lequali fimno cf- tu merauiglioti; onde a feriverdi.tiafeuna in Csa di parti. 24 pra B18 RL 0 3; articolare , era meftieri far maggior volumedì quello; cheè la noftra intentione in ciò, che hab biamo da trattare. Del Guaiacan,terra $ che'era il = > cei ‘cominciarono a vfare li Spagnoli con le Indiane, &gli'Indiani con le Spagnole; & al maniera infettatono gli Indiani, & Indiane effertcito «delli Spagnoli , Italiani, & Alemani, ttiquetti era l’elército del Re Catholi- £ mix Li Spagnoli, ara to'da' Francefi (lo chiamorno mal Francefe, ill qualnomeli è poi rimatto: IFrancefi (penfando, in Napoli; & da quellidella terra hauetlero pre {o ilmale) lo chiamaronome! Napolitano: Gli Alemani (vedendo che fi haueua attaccato loro dal conuerfare’ con li Spagnoli) lo chiamarono Scabbia Spagnola;&altrilo chiamarono Saram= i pion na, DEL GVAIACAN, ETSLEGNO SANTO. 27 pion dell’Indie; com miolta verità poi che di là venne ibimale.. ‘Traimédici grandi dî quelitem> po-furono:varie opinioni della cagione, «& origi: nedi'quieltainfirmità. Alcuni dicèuano; ché era ventito:da.trifti cibi malinconici; che gli effèrci+ tiperneceflità hauenano mangiato; come herbe feluatiche, & altri herbaggi; e radici d'herbé, aff- ti;cattalli \ & altre cofe,che'generano fimili infir mità corrompendos &ciabbrufeiando.ib.fanguei Altri lo attribuitono ad’vna pesati —G ‘turno; & Marte} &lò applicarono adinfueéntia celefte. Conquefto gli puofero varij;,.& diver. nomi;chiamandolo alcuni Leprà;alrri Lichegis; alvri Mentagra; altriMalmotto;& altri Eléhan tia,fenza poter tronar certamente; chedfifir chia fi'fulle ; perche noòn fapeuamegehe fufle infir+ adalciuna del- mirà noba,d cercanano di sicu: le gia fapute,& defcritte Or venendo:al noftro Guaiacànsil cri èIndiano , & traloro ben priofciuto, (che cofilo-hanno chiamato;&:chia+ mano iutto I mondo;nominandolo anche Le * ghodiIndia ) di quefto Legno hanno fcritto mol ti; & molte cofe ; dicendo alcuni,che egli. è He- bano.;altri, che è fpecie di Boflo; & altri li han noimpofto molti altri nomi. Ma eflendo l'ars boro nouò:non mai più veduto nelle noftre pars ti, nein alcune altre delle difcoperte; & eflendo; il paefe nouo a noialtri, vienefimilmentel'arbo ro adefferne cofa noua . Or(quale cheegli fi fia), èeegli vn arboregrande della. grandezza di vna O quercia | DR n e SA E RO CINE RT E o casa iL SMI ITECIRTE quercia. Ha molti rami. Separì da fe fa corteecia quando è fecco, graffa, & 2omOli. Ha la medob la molto grofla, che tira al negro. Tutto effo è molroduro altrettanto; & più , chel’Hebano, Ha la foglia piccola;& dura; & ogni: anno fa al- cuni fiori gialli, de quali figenera vn frutto ron- do, & duro con alcuni nocciuoli dentro. della oe di quelli de’ Nefpoli. Ha di quefti Ar+ ori grande abbondantia in San Dominico. ; __Dapoi è ftato portato quì vn altro arboro della 7 fpeciediquefto Guaiacanda S. Giouapni di por- «to ricco, (che è vn altre Hola diverfa da quella dì +Dominico } il quale è come quello; eccetto; Ù piccolo, & ha iltronco, & i rami più m ha quafi medolla ; & fe ne ha, ne pnco folo; perchei fuoi rami E più odorifero,& amare uefto hora al noftro ad che egli è di miglior o ratione, che quello diS.Dominico, come fi o per ripiena ; tuttauia l'vno, & l’altro è mera- nigliofo rimedio per curar il mal Francefe. Di Lino due, & di ciafcun di loro fi fa l’acqua, che 1 piglia perquefta infirmità, & per altre molte _ in quefta formà. Prendono dodeci oncie del Le» | gno tagliato, òlimaro; &duconciedella fcorza dell’ifteflo Legno pefta,& mettono ogni cofa in infufione in tre boccali d’acqua dentro d'vna pi» - na molteinfirmità incuribili dové la Medicina non:puòfarefifuoi effetti. Er.queftaacquati iglior rimedio, «che fia.nel mondos:per cuta ogni mal Francefe, di qualunque fpecie,: cli fi fia; perche‘lo dinelle, & eftirpa g 1 ché più non ritorna ;& in queltecdh |» pal prerogativia,& eccellezaeQ 4 naperHidropifia; perl'Afmo;-per-ikmal cadu- co,perlormatdelia vefica,& delle reni; per paffioi - nisé dolor di giunture ; perogni male prodotto: da humori freddi; per ventofitadi ; perinfirmità lunghe, & faftidiofe, doue n6 habbiano gionato i rimedi} ordinari}:de medici. Maggiotméte gio: ua: doue fon quefte indifpofitioni, che! fia ftato | innanziinqualchetempo il mal Francefe. Sono | molti, checonquefto Legno hanso fatto molte: — mifture, facendodiluifiropo: Ercerto fabuoni; effetti. Mailmioparer &lamisopenionefiè, — . chechihadatorrel’'acqua delLegno, da toglia. ’ nella maniera fopraderra, fenza miftura alcuna; deaglivn. -- — —— 00 pr AA, rasi gucperaz dn 6 o ci: perche perefperienza fi è veduto far migliore e | pra irglieoziode, Quefta acqua fa buoni den- “ti; biancheggiando,& faldandoli;rifciaquandofi con lei di continuo. E'calda, & fecca nel fecone do grado. .DellaChina. ... Cap. X1. A medicina,che viene dalle noftre Indie fi è vna radice, che chiamano la China.Pare che fia cofaftandalofa il dire; che la China fia nelle noftre Indie Occidentali; poi che:comunemen= . tela portano'i Porroghefi dalle Indie Orientali. |. Però fappiano;che Don Francefco di Mendozza iero molto-Illuftre , quando venne dalla na, & dal Perù, mi moftrò vna radice dici piccole ; & mi dimando, Hle-Io rifpofi,che erano radi+ emi pareuano molto CA . Io mi maranieliai, che quini ella fitroualle, credendo che fuffè folmente nella China. Egli mi diffe, che non fol nella noua Spa gna era China, ma che tofto fi venirebbc a cauar molta quantità di Speciaria, donde fi traggena quellaChina;ilche io credetti, quando vidi la con uentione,che egli fece con fua Maettà, di condur in Ifpagna molta quantità di Speciaria, laqua- leégli hauewa gia cominciato'a metterui, & pian tarui. Jo vidi Gengiono verde portato di ld & fis milmente lai DELLA CHINA, 33 tnilmenté la China ; laquale è vna tadlice, come radice di Canna; con alcuni nodi. E' bianca di. dentro; & alcuna infiéme con la bianchezza ha vn color trollo ; di fuori è colorita + La migliore è lafrefca, che non habbia fori; che fia di peloj che.non fiatarlata; che habbia vna vntuofizà foda; & che nel fapor fia infipida : Nafce quelta radice nella China, che è nella-India Orientale congiunta alla Scithia, & Sericana. Nafcealma- resE'la pianta come di Canna. Si vagliono fo- lamente della radice, con laqual fi curario gli In diani di graui infirmitadi; onde la tengono in molto pregio » Curano con lei tutte leinfirmità lunghe, & fimilmefire le-acute ; fpecialmente le febbricon la fua acgita, provocando il fudore; & per quefta via fanano molti. Prouoca il fudo+ re merauigliofamerìte » Ha quiafitrenta anni,che la conduflero i Portogheli a quelte parti con grande ripiitatiohe; pet cuitat tutte le infiumità; Sc fpecialmenteil mal Francefe; nelquale ha fat | - toeffettigrandi. Dafli l’acqua in quefta forma, # Purgatol'infermo,come meglio gli fi conuiene;fi 7 prende vna delle radici; & fi taglia minuta della groflezza, & grandezza di vn quartillo d’argens - tosse di lei coti.tagliata fi pefa vna'oncia,. & fl po ficin yna pignata noua,; & fopra di dei fi mette; tre boceali acqua, &.fi lafcia in'infufione per vintiquattro hore. Copetta ber: la pigna:a; fi cuocea fuoco lento di carbone accelo prima, fin “ chefifcemila metà, & refti vn boccale s & mez FIS G . zo: visa Lr Blazon Pad 34 e BR 01: Li 20; & quefto fi faprà per l'ordine della mifurà detta di fopra nell'acqua dellegno. Dapoi che ella fiè raffreddata , fi cola, &ficonferua inv vafo innetriato . Si dee tenere con diligenza,che fia in parte aprica, è che habbia lume 5 perche fi conferita meglio, & dura piu tempo fenza cor romperfi. Pofto l’itfermo in ftanza ferrata, & comueniente ; piglierà la mattina a digiuno die. ccioncie della detta acqua più calda, che potrà; & procurarà di fudare per due hore:almeno: Dapoi îl fudor fi afciugherà, & muterà di cami- fcia, & vefti netre;& calde ; & ftarà due ò tre hos fe dapoi il fudore nel letto ripofando; poi five ftirà, &ben veftito ftarà nella fua ftanza, guar dandofi dal freddo, &dall’aere; & con ogni pia+ cere, & buona conuerfatione + Mangierà poi mezza pollaftra piccola aleflày ò vn quarto di | gallina con poca fale. AI principio del mangia- È gue vna fcudella della detta acqua calda; fubito mangierà del pollo; al principio poco; dopò i von seiiotoga.io ; ili ( SEG dello. do é prefe la mattina; perche di quefta non fi fa fe non vn’acqua. Può al principio dapoi il caldo cominciara mangiare dell’vua pafla fenza granello, ò delle Prune fenza offo.+Il pane farà le crofte del pan ben cotto, è bifcotto. fe tra il giorno vorrà beuer,lo può fare, prendendo qualè che condito, &beuendo della iftelà acqua. Paf fateotto hore dopò mangiare, rientrerà nel fuo letto, & prenderà altre dieci oncie della ifteflà acqua DELLA CHINA, 35 acqua più calda, che potrà rorla, & procurerì di fudare due hore. dapoi il fudore fi afciugherà bene; &fi muterà di camifcia; è velta netta, ben calda ; indi ad vn'horà cenerà di qualche condi: to, ò vna palla, &mandole ; convn poco di bi fcotso ; & beuerà della medefima acqua; & das poi pafto del corognato, dietro al. quale non bes uerà : Quefto ordine ha da terierè trenti dì conè. chela prima; & può ftar fulo; pur c veftito ; dandofi in quefto tempo ogni piacere; &callegrezza; & giiardaridofi dalle:cofe, che lo poflono offendere: Dapoi tolta cofì queta ac- qua; dee terier biton’ordine, & buon gouernd petquaranta dì continiti , & non ha da beuer vi? Rote dh acqua fatti della Chinagià cotta ; la= qual fi conferuerà dapoi che farà cotta; ponens do; a feccar-la China all'ombràj & anetta cofì fecca fi conferuerì, per farne acqua da beuer per liquaranta di dapoi tolta l’acqua ; cocenidone vnaoncia in tre boccali di acqua ; fin che fi fce- mi la metà; dellaquale acqua betierà di conti- nuo j & fopra tutto fi guarderà da donne. Vfifi fempre:dilicenza nel fare, che cofi nell'acqua dei trenta giorni; come in quella dei quaranta ftia in infafione la China per vintiquattro hore pre ma, che fi coca; Ciiranifi con quefta acqua mol te infirmitadi ; ogni generatiore di mal Francefe; ‘titre le piaghe vecchie; le vlcere ; disfi. fteme antiche ; lena i dolori delle gionrure, gii gps — È Fsse: - tinui, fenza che fia meftieri di altra Lin e ftia ben: e i Rat it rie iene 36 UD f BR O:1de _. chiamano Gotte artetiche , &ogni dltra genera- -— tionedì Gotta, chefia in qualche parte, ò mem- bro particolare, & fpecialmente Sciatica. Lena i dolori della tefta antichi, & dello ftomaco. Sana ogni generatione di deftillarione,, & di reuma» Aprete oppilationi,& cura l’Hidro pifia.Fa buon color difacica. Leua la IRericia, & ogni mala compleflione di Fegato acconcia, & riduce in buono ftato; & in quefto tiene gran prerogati- ua, & cori quefto mezzo fana le fue infirmità. Sana la Paralifia,& ogni infirmità de nerui. Cu rail mal dell’orina.E' buona perla Mirachialej pre confama l'humor, che la produce . Lena maninconia, & ogni infirmità nata da dolori < ‘freddi. Conforta lo ftomaco;, & rifolue le vento- fità meranigliofaméte. Nelle febbri lunghe, & fa- ftidiofe ; come quotidiane; &c erratice, prefa que= fta acqua come fi dee,.le eftirpa, &lewa ; il chefa "prouocando il fudore ; perche in.quefto eccede tutte le altre medicine. Et alcuni hanno voluto dire, che nelle febbri peftilenti prosocando il fudore, le cura, & fana. E‘ fecca nel fecondo gra» do con molto poco calore; il.che fi vede , perche Jealtre acque del Legno, & della Zarzapariglia fcaldano,& fanno fete, & quefta non la fa, né la- fcia impreflione di caldo alcuno . Certo è molto nobile Medicina, con la quale io ho fattograae DI ene Della | DELLA ZARZAPARIGLIA. 37 Della Zarzapariglia. © (Cap: 11. ‘A Zarzapariglia è cofa venuta nelle noftre jparti dapoi della China. Può efler véti anni, che venne l’vfo di lei in quefta città, Si portò la rimiera fiata della nona Spagna; perche la vfa- wano gli Indiani per gran Medicina, con la qual — curanano moîte, & molto varie infirmità . E' vna pianta, che fa molte radici fotto tetra, lune ghe come vn braccio, & più, di color Leonato chiaro , & alle fiate vanno cofi profonde le radi- ci, chepereradicaria del tutto è meftieri di cauor molto. Fa alcunirami nodofi, che facilmente fi feccano, & lignofi ,‘ Non fappiamo, chefaccia ‘ fiori, nè frutti. Dapoi snelle della nona Spa gna fene è trovata vn'altra di gran lunga mè gliore, & che fa migliori effetti nell’Honduras. Conofeefi effer dell'H6duras nell’effer Leonata, 8 più grofla di quella della nota Spa: sei uale è ara tira al giallo, & più derlEt 39 la Zarzapatiglia,che tira piu al negro è la migliore. Dee eiler frefca,& in ciò confifte ogni fua- bontà. “Conofceffi eflerfrefca dal non elfere tarlata, & quaado fi rompe, che non tenga poluere; ò tar- Tatura ; perche la freftca rompendofi per mezzo nellango, rimane come vna correggia , & non fa poluere; &quento più pefa è migliote. Chia- maronla gli Spagnoli Zarzapariglia quanido videro, per la gran fimilitudine; che tiene conda noftra Zarzapariglia di quefte parti, che è fa Smi “lazze afpera, Io tengo percerto, che la Zarzapa- le nia? 7 po PR sd trarricno rs piau riglia di quelle parti fia la medefima ;che la no- | ftra, laquale ho efperimentato molte fiate, & fa, cibi noftra, che quella della no- ua Spagna, con laqual tiene piu fimiglianza, che con quella di Honduras . E' difapore infipida, fenza alcuna acrimonia , & l'acqua fatta di lei non ticne più fapore, che acqua di orzo . Il pri- movfo. di quefta herba fu molto differente da quello ; chefi vfa ; perche ladauano come l'vfa= uano gli indiani nella cura delle loro infirmita- di,& certo faceuaà molto grandi effetti. Ma la de- licatezza de noftri tempi fece, che fi vfalle, & delle come l’acqua del Legno. Al principio pren deuano oto in molta quanatà più, che mezza libra ,&la tagliauano minuta, & ita, la poneuanoin infafione in acqua, & da- aro tn buon pezzo di modo, chef come vna bata,, & colavanla, olto bene, Vicina di Ici, come i» ò baua; & di quelia calda fi a vn buon bicchiero,& fi co- 1 ci a fe trail pv È ta i, «buone ci | privano,& fudanano buone giorno voleano beuere alquanto, bifognara, che tulle della medefima ba o ; perche non fi haue- use mango è beuere d'altro . La fera rorna- uznoa prédere vn'altro vafo di quella medefima baua calda; fatta fimilméte per etpreffione;& fu- davano altrettanto... come la martina. Quefto -prdine tencuano per tregiorni continui , fenza n: “man- DELLA. ZARZAPARIGLIA. 39° înangiare; nè beuere altra cofa di fuftanza, ec- cetto,che quella baua vfcita per efpreffione della Zarzapariglia, Etdiquefte maniera la diedi io al principio molte fiate; & certo faccua grandi etti; & fi fanarono molti infermi meglio , che _- nonfi fanano al prefente. Dapoi fi introdufle SE: altro modo di darla; & è quello., che fi yfa al prefente in quefta forma . Prendeli due oncie di Zarzapariglia, &lauata; firompe, $c.taglia mis nuta, & fi pone in'vna pignata noua, fopra la quale pongono tre boccali di acqua,& fi tiene in infufione per ventiquattro hore; & dapoi ben curata la pignata; fi cuoce a foco lento di carbo- ne già accefo ; fin che fcemino i dueboccali,, & refti l’vno;; il che fi conofcerà per ordine della mifuragià detta . Depoi raffreddata, ficola, & ferbain vafi verriati. Sopra la iftefla Zarzapari- glia già cotta, fi pone tanta acqua , che fi empia Ja pignata; & fi boglie, molti bogli; & dapoi fred- dafi cola, & ferba in vafivetriati. Purgato line fermo; come meglio fegli conuiene; & pofto in alloggiamento ferrato; prenderà la mattina dieci oncie della prima acqua della Zarzapariglia , & fudar)i almeno due hore; & dapoi il fndore fi afciughera; & fi muterà di camifcia , ò di velti mento calda, & netto; & l'iftello farà la fera otto hore dapoi, che haura mangiato , mutandoli di camifcia,ò di vefte calda + Mangierà alleyndici, - — & cenarà vn'hora dapoi l’hauer fudato la fera “vua pafla,mandole; & bifcotto ; &.beucrà della i Go 4 feconda uh Proetsrioncoii.5 ir feconda acqua. Terrà quefto ordine per quindi giorni; & fe hauerà debolezza , fe gli dee dare di vn pollo piccolo arroftito , accrefcendofi col procetlo del tempo. Dee ftare nelletto almeno i primi nouegiotni; gli altriin camera, guardan- dofi dal freddo,& dall’aere; &alli quindeci gior+ ni fi dee pursare con Medicina piacenole ; & fa- cile, 8 il medefimo ne trenta giorni in modo; che fi oflèrui in ogni cofa l'ordine, che dicemma di dare l'acqua del Legno. Similmente dapoili trenta giorni ha da guardarfi, & ben governarfi pet altri quaranta giorni, non beuendo vino; fe non acqua femplice , fatta della iftella Zarzapa- riglia, &guardandofi da donne. Quefto è il mo- do ordinario di tor l’acqua della Zarzapariglia; che hoggidì fi vlatEt perche io tengo efperienza di altri modi, che fono di gran fecreto, & di gran- dl effetti, gli fcriuerò qui ; perche fi dica tutto - quello; cheio sò della Zarzapariglia;poi che elle | è la Medicina, che più fi va al prefente; & veg: giamo in lei cofî grandi operationi . Lo ne faccio | wnfiropo, chegiàmoltianni è céiebrato‘in que- efta città, Sin tutta $pagna;ilquale già fedeci an- ni io vfo per l’infirmità del mal Francefe, & per altre infirmità; & che non fcalda; né infiamma, ma con molto temperamento , fecondo la fua graduationefa i fuoi buoni effetti . Il primo;per cui fu ordinato, fu per Pantaleo de Negri Geno- refe ; ilquale (eflendo ftaro ciù curato: da molti | Medici, & hauendo prefo l’acqua del ao) »& = pi co È beuendo folamente acqua fem | plice della Zarzapariglia, & andando fuori di cafa per li fuoi negocij Si curano con quelto | molte infirmità delle dette, fenza che: fi fenta grauezza‘nella cura, Et {i dee prendere, fin che fi finifca il firopo . Dafli parimente la Zarzapari- glia in polucre inquefto modo; fi prende la Zar- zapariglia,& fe.le lena il core di dentro , & fi fec- ca,S ft pelta;S fi paifa per ftamigna di feda, &fi fa He Oluere .. Quetta poluere fi tuole nelle in> firmità del mal Francete,ò fpecie di quello; din firmirà nate da lei; prendendo vn pefo di vn rea- de di poluere,& beuendoyifopra dell'acqua fem- = ; plice DELLA ZARZA PARIGLIA, , 2 plice della. Zastapariglia sprendendola da mate tina a digiuno,& la fera altrettanto, quando an» darà.a, dormire, «Dee,mangiare buoni. cibi, & non-beuer.vino fenza l’acqua femplice di lei. E'bene,.che prima che la.comincino ad vfares fi purghino . Quefta poluere oltre che fana mole teinfirmità lunghe, &cantiche, vna ne curame» rauigliofamente, laquiale èil Fleema falfo delle mani, & de piedi in quefta forma. Purgato lo infernio:, & ancho fenza\purgare (fe non: fi può fare altro)prendetà la fua poluere (come fi è det» ro) &:fopra.il Fleema falfo ; fi ponerà con vna penna vn poco diacqua.di Sulimato, mefcolata con acqua metalli na dapoi pofta per ogni parte ue fi-vederà il Flegma felfo, fi pone, ràfopra vn’empiaftto,che chiamano di Guglieb mo feruitore diftirato. fottilmente foprarafo , è taffetà, & pofto intutte.le parti; doue fi vedrà polta l’acqua di Sulimato, femplice Quefto fi ha da fare ogni giorno; perche con quelto in quindici di reftarà perfettamente fano » Quefto . da mondifica, & incarna, & fa pelle-fenza effer meftieri d’altri medicamenti, infieme con la poluere, & acqua femplice dellaZarzapariglia, «chehabbiamo detto. E'quetto di cofi grande opra,.& cofi efperimentato, quanto fi vedrà in effetto da quelli, che lo vfaranno ; perch ceriamente guarriranno. Al dì d'hoggi é tanto l'vfo dell'acqua della Zarzapariglia nel detto modo, che jfi applica ad ogni infermità, & è li venuta Ph dg EE e eni. Lu venuta a tanto , che in ogni diffetto di difce, diftillationi, ò ventofitàdi, mal di Mattice nel le donne, ò altro qual fi voglia diferto ; che fia Sarà che non fiano febbîi; d infirimità acute) ubiro prendono l'acqua femiplice della Zarza- patiglia . Il cheal prefenite è pofto ranto'in vo, che in molre cafe, cofì tengono l'acqua cotte della Zarzapariglia femplice, come l'acqua né fecchi. Et eerto fa grandi effetti , & rimedia lunghe; .& faltidiofe infirmità. Vero è; che alle pertone molto calide di compleffione , le fcalda piu di quello, che fi conuiene; onde non la deo- no beuere, & maggiormente fe hanno troppo caldo il fegato ; perche imolto lo fcalda. Nelle paflioni deile donne cofi della Matrice, come de gli humori freddi fa buoni effetti, & {calda li fto- machi freddi , & rifolue merawigliofamente le ventofità + Et in perfone diffettine di molti ma- li & fpecialmente di cararri, & dolori vec- chi, & infirmità nate da mali humori, & che tendono ‘a quefta via; con la continuatione di lei; fa manifefto beneficio 5; & guarrifcono di quello, onde mai non penfarono di doueri fanare , La fua compleflione è calda, & fec- ca,quafi nel fecendo grado + St deono dare tutte tre quelle atque ;- ò nell'Autunno 2.9 mella Primauerra, i... sn DELLA PEUTRA DI SANGVE. 4$ Della Pietra del Sangue. C ap. X111 }Ortano dalla nova Spagna due Pietredi grarì virtù; l'vha chiamano Pietra di Sanguej l'al tra Pietra del Fianco + La Pietra del Sanigue è fpe cie di Diafpro di vatij colori alquanto fcuri, fit ta macchiata d’alcunegoccie colorite come fan- gue ; delle quali Pietre fanno gli Indiani alcuni cuori grandi, & piccollini.. L’vfo fuo fin quaè per ogni fluffo di fangue di qualunque parte fi. fia , di Nafo,di Meftrui ; di Hemotroidi, di ferie te, & diquello, che efce'per bocca. Si idee ha- gnar le Pietra nell'acqua fredda; & prenderla lo'nferrmo nella mandrittà; & tenerla ferratà nel | pugno, &ditrattein tratto bagnarla nell'acqua tieddla - A queftomodo l'adoprano gli Indiani; È a quelto,medefimo modo; la adoptiamò an» chor noi altri. -Si tien per.certo da gli Indiani, che toccando la ifteflaPietra nella teri pare tes doue efce il fangrie; lo riftaghia 3 &hanne ini quefto.gran confidenza ; perche fe neha veduto ‘ L'effetto. Giona Similmente renendola penden+ te, è legata nella parte medefima done èfcie il fangue ; purche rocchi la carne. Di quefta Pie tra aabbiamo veduto grandi effetti nel tiftagnat il fangue». Alcuni; che patifcono di Huflo di fangue hemoroidalevi hanno rimediato con fir anelli di,quelta Pietra, & portarli nel dittò di continuo, Et SE Mile, menftruo del- «hb 5° 7 . Della % 46 seo af i a Ro 3 AS sd Della Pietra del Fianco. Cap. X11ÌI. fe CEBOo ant Y ‘Altra Pietra; che chiamario del Fianco, è box Pietra; chela più fina pare Rocha di Smeraldi; la qual rita al verde con vn color lit teo) La piuverde e la migliore La pottano di divierfe forme fatte anritamenite;tomedle tencna» no gli Indiani y alcune come pefci; alctific altre; cometettedi vdcelli ; altrecotne betchi di.Papa= gallì ; altre.tofide come palle titre petò forare ; perciò che vfauatid gli Iridiani portarle attaccate per cagione del dolor del fiarico, o del ftomaco ; [ero quette due ifnfirmità fa meravigliofi ef: ris Lé principal virtù; che tiene,è iiel dolot del fianco ; &nel far v{cirle Renelle , & là Pietra ini modo, che vrì gentiluomo ; il quale he ha vnà juìla migliore di miete quelle, che habbia vedi» to; tentiidola legata al braccio ; li fa vfoire; & far tanteRen | Renelle, che fe la lea molte volte, pen- fando; che gli polrfar danridilfarfie tarite ; & leuindofela refti di fatte notabilitiente. Toccan dolo il dolor del Fiaritog & poniendofela, lo di- minuifce; o lena; triandafidò fiori molte Rénel les &Pietricciuole | Toda ho vediti dara perfo* neafflitte' da grave dolor di Fianco; & ponendoè fela, far-vicire le Renellé ; & Pietricciuiole;ge re ftarlibere «Ha quiefta Pietà proprietàocchltà 3 mediante la quale; fa ratio effetti di pre- feruare, che non cadano nel dolore del e” bt & di- DEL LEGNO: PER MAL DI RENE. &c. 47 &dipoi venuto;lo leui ; 0 dimimmifce, Fa wfcir Renellein gran quantità, & fimilmentePietre: Raffrena il caldo delle Reni. Giona 2 dolori del® lo ftornaco;poftaii fopra j & fopra tutto prefer ua dal dolor del Fianco. La Duchefla mia Signo+ ra hauendo haunto in breve tempo tre dolori di Fianco,fe ne fece di lei vn braccialetto; & lo: por- dial braccio ; & dapoi; che fe lo pofe; mai piu non ha fentito dolore di Fianco; &fon horamai piu di dieci anni $ &fimilmente ne ha feruito molti altri; che hanno fentito il'medefimo be> neficio . Onde è ftimata molto ;;& ron fi porta= no cofi facilmente; come ne’ priricipii:; perche foli i Caciqui, &:Signòti le hauenano ;:8>con ragione; poi che fanno cofi merauigliofi effetti, Altre Pietre vi ha, che fanano il Fle&ma fallo; le quali non ho veduto; ma intefone folo pet vdita. ) Del Legno per mal di Rene, e ni e E° PIE P Ortano fimilmente della noua: Spagiità #9 X Legno; che pare, come tronco di Pero,grof- fo; & fenza modi ; ilqualegia moltianni fi via inquiefte parti per dolori di Rene j & di Fiancò} & per infirmitàdi orinà : Il'primo, cheiovidi vfarlo fù gi venticinque anni vn Piloto }che era infermo di orina,&di Rene; & dapoi che lo vfa- ua fi manteneua fano, &in buono ftato. Dapoi SA | o 43 pbisnat Tm atri ini ho veduto; che molti lo han portato qua dallé nona Spagna, & lo vfano per quefte infitmità; & perquelli; che nonorinano liberamente; & per dolori di Rene, & di fianco, & per quelli; che | erinano con dolore, & perquelli, che orinano poco. E' paflatalacofa ancho più oltre nell'oppi lationi; perche fa funacqua le cura; &fana; cofî quelle della Milza, come quelle del Fegato i. Et quefto fiè prouato già pochi anni in quefte par- ti; & trouano in lui notabile gionamento.. Faffe- nel’acquainquefto modo: Prehdefi il Legno,& fanfi di lui alcuine tagliature molto fortili, quan= to piùè polibile,& non molto grandi, & fi pons dna inacqua chiata di fontana , che fia tholto uona& pura; & fi tégono dentro tutto il tem | pois che fiftà è bener l’acqua .. Mettendoti den- ero il Legno, nel termiue di mezza hora comin- | cial'acqua a divenire di vn colore azurro. mol to chiaro; &quanto più va innanzi, tanto più azutra diuietie, tutto che il CS iena color bianco . Di quefta acqua beono di continuo , & con lei adacquano il vino, &ella fa molti mera- nigliofi,&manifetti effetti, fenza alcuna altera tione, ne:che vi faccia meftieri altro chebuof ordine, &gouernio. Non ha l'acqua più fapore; che. fe ini lei non fi haueffe pofto cofa alcuna; perche il legno non l’altera niente. La fua.con& pleffione è calda, & fecca nel primo grado. DEL: PEPE D'INDIA 49 Del Pepe delle Indie. Cap. XVI. Oa voglio reftar di dire del Pepe; che por- Ma dalle Inflie; ilquale non fol fetue per Medicina ; ma è eccellentiffimo; ilquale è cono- fciuto pertutta Spagna ; perche non ha giardi- . no,ge horto,me vafo alcuno, che:non lo tenga f iminaro, per ta bellezza del frutto, che porta, E' pianta grande tanto,che ioncho veduto in que- fta città alcuna, che fi pareggiaua con alcuni ar- bori. Fa la foglia verde a modo di Bafilico della randezza di quello,che chiamano Gariofilato, Fa alcuni fiori bianchi, de'quali efcie il frutto, che è di dinerfeforme ;Alcuno lungo , alcun ri> tondo, alcamn'altro alimodo di Melone, altro di Ceriefe ; ma tazvial principio quando non fono maturi,fono molto verdi; & dapoi maturi,mol- to coloriti, con vn colore aflai gratiofo. Sivfa - intutti i condimenti; &pottacchi ; perche è di ‘ miglior gufto, che'l Pepe comune. Fatto in pez- zetti, &pofto:nel brodo;è condimento eccellen- tilimo,Si vfa in tutto quello, che fernieno le fpe- cie aromatiche, che fi portano di Maluco; & di Calicut.Sono diuerfi poi ; perche quelle dell’In- dia coftano molti ducati; & quell'altro non co- fta alrro,cheffeiminarlo; perché in vna pianta fo- no Specie per tutto Panno,con niente di dannò, sc molto vrilenoftro ;Conforta molto ; rifolue fe ventofità; ébnono per lo petto;&c per li freddi di compleffione {calda, & conforta, Soir cei M D ne de 50 AIGAIRRONINIZA do li membri principali. E‘ caldo, & fecco,quafi nel quarto grado . sare ual quando giungeua quà, ‘ on er buona (perche era molto fotti. | le,& perche fi maturata in coli lungo tempo)ve- | » a -hividanchora tanto corrotta, che gionana poco. | Quefta noftra s che portano da S.Dominicosi& | «S,Gionanniè matura, groflà; piena, graussdolee, | 8 frefca tanto,che molte fiategiunge infertanta igiorni;da cheè colta; & eifendo frefea, è di grà- noto gufto, & non dell odore horzibile; che era di) “n - Sp quella e I i, PI DELLE NOCELLE” PVRGATIVE. —S$1° quella di Levante; onde fa la fua operatione mol to meglio, & con piu facilità. Ela Caflia; &Ja {ua operatione di molta ficurtà. Purga benigna». mente fenza alcuna alteratione . Euacua princi- palmente la colera,& dapoi il Flegma,& quello; che è nelle vie,& nelle budella. Tempera molto < quelli, che la prendono + Purifica il fangue. Fa molte buone opere in ogni maniera d’infirmi-. tà; & fpecialmente in paffioni di Rene, &di orit, na, prefa due horeinnanzi cena + Ne catarri fa: grandiflimo beneficio , prefadue hore dapoi ce- oa. Cura facilmentei mali del petto, continuata; &idolori delcoftato ; prefa con Elecmi petro- . rali. Applicatadifuori con oglio di mandole dol ci,lewa.i dolori grani del Polmone, & delle Reni. E'buona nelle febbri calde, & vfatà di conti» nuoinnanzi la cena, e’ definare prohibifce la: seneratione della Pietra. Acquerala fete, E‘ hu» mida nel primo grado 3 declina a caldo, benche poco: E lenitiua, rifolutiva. Chiarifica il fanguey &rritonde la acutezza fua, & della ‘colera ‘roffa. Si trowa.nelle Indie, dapoi che furono difcoper- te La fua Dofis è il pefo di dieci Reali dipolpa paflata per fedazzo , fino ad yn’oncia,& mezza; &Quattro oncie in canna. e n ‘Delle Nocelle purgatimueo. ‘È Cafio: -#RWH dii 0 pagg È L principio sche fi difcopriron v'leti fi d ‘condullero da S.Dominico-alcune'Nocelle Si Da trian- gi — evito soon otti triangolari, con lequali fi purgauano gli Indiani, » &erà a loro purgatione familiare. Et dapoigli Spagnoli per neceffità fi purgarono con loro; & venutea quefte parti,fi purgano fimilmente con. loro molte genti con grande rifchio di alcuni, iquali nell'vfarle hanne creduto di perdere la vita; perche è purgation gagliardiffima ; laquale oltre che fa molto eccello di vfcita, provoca an-; cho il vomito gagliardamente con molta violen= za,&:congrande angofeia,& affanno, Alcuni da- poile retrificarono con arroftirle, & non fono tanto violenti,ne tanto eflarbitanti, ne fanno le loro operationi con tanta angofcia. Purgano ga gliardiffimamente il Flegma,& dapoi la Colera. E' medicina eccellente per lo Colico , Rifoluele ventofità.. Pofte ne crilteri euacuano mezzana- -— mente.La loto manierà,& colore fiè,come le no ftre Nocelle. Hanno vna fcorza fottile, di colore = di Caftagna chiaro + Sono triangolari. La medol- la di dentro è bianca , &. dolce tanto; che per la lora dolcezza, fi fono fatte con loro delle berte a molti, Chiamanle i Medici comunemente Ben; ilquale è di due maniere; vao , che chiamano Grande,l'altro-Pigciolo, Il Ben grande fono que. fte Nocelle purgatius,Il pieeolo è della grandezs na deCeci; delguale in Italia fanno quell’oglio pdorifefo,chè chiamano oglio di Ben;onde fi vn- gono j capelli, & le barbe per delicie. La lo- xo compleflione è calda nel principio del terzo grado fecca nel {econdo . La lpro Doflis è da et11) % IA - | i î | | | dali e n ear DE PIGNOLI PYRGATIVI: 53 rhezza dramma; fiho ad vna ; nia. deonio eflere arroftite. ded De Pigrioli purgatimi è Logo: Cup. PX i 1 picco della ndua Spagita ; alcuni Pignoli purgatiui;con liquiali fi purgauano gli India- ni; &in quefte parti fi purgano con loro molte genti : Sotto tfli come i noftri Pignoli, iquali nai” {cono di vna Mazzocca grande alla maniera del formetnto delle Indie: Non hannola feviza tan- to dura; comei noftri; è ella alquanto più negra. Sono ritondi;& di dentrò molto bianchi; graffi; &dolcialgufto : Purgano gagliardiffimamente 1a Colera, il Flegma;& oghi acquofità: E‘ Medi- tina più piacenole, che le Nocelle : Purga pero V[cita,& per vomito: Se fi arroftifeono hon pur? pano tanto, ne:con tanita angofcia. Purgaho det- ti Pignoli pet lor natura humori grofli:E'purga- tione molto vfata tra gli Indiani. Macerati, & difciolti con vino (hauehdo prima prefi firopi, che difpongano 1 humore, che fi intende dicua- cuare;& vfanedo la dietà conueniente) fe nepren decinque; ò fei ; pit, òùmeno ;. fecondo, che può portare lo ftomaco di colui; che gli ha da torre: Si arroftifcoho per l’ordinario; perche cofi fono w grati, & manco impettiofi : Bifognia ; che co- ui;che li O ftia in buona guardia; come ‘quando fi purga : Si danno nelle infirmità lun ghe, &doue fiano humorigrofii Sono: caldi nel <> Pr D_3°- terzòo terzo grado ;:& fecchi nel fecondo , con qual che vntuofità; che loro rimette qualche’ parte enna i _ ic... Delle Faue purgatinen. > (Ap. XX. TNA Catthigenia; & dal Nome di Dio por= pan alcune Faine al mododelle noftre, ec- cetto,chie fono piu piccòole;ma del colores & fat- tione delle notre: Hanno nel mezzo della Faua; wna pellicinola fottiles come-fcotza di Cipola; che ledinidein due perti.Leiiano loro la fcorza; Scla pellicivola interiore, & le artoftifcono,&le fanno in'polueres &fe la prendofio con vino ; è :fatteini poluere;& quelte mefcolata cò Zucche» -105 préfidotio va cucchiaro di poluere, & vn fia: todivinò dietto + Purgano fenza molta moleftia «Qalera,d Elogria,8 amori grofli mefcolati. E' «Medicina pretlo a gli Indiafii di molta ftima, per cla facilità, c6 la quale fi preride.Molti Spagnoli fi ‘purgano cofì lei;c5 molta ficurtà; perche è Medi- | Gina più piaceuole,&c piu facile ; che le dette . Io ho veduto molti,che fono venti di quelle parti rapurgarfi con loro,& ficcederli molto bene, & ‘purgarfi fenza moleftia; Et deono anertire di le- uareloro quella pelliciùola, cheita di mezzo tra. le due mezze Faue; perchie fela pigliaffero,è ran- tala fua forza; & vehementia di vomito: di :fcita; che metterebbe in gran pericolo chi la i prendefle;& fimilmente habbino cura di arro- | } Rirlepercheelle fi: preparano,&rimettono mol: | 4 vitara. 60 xh 3 to n DELLA LATTE DE PINIPINICHI- $$ | todellaloro forza «Laqual cofa dee cilere gene, . —raleinquefta Medicina, &in turrele dette;per- che lo arroftitleèla vera loro preparatione . Da- poi.tolta alcuna Medicina delle già dere; non fi deedormire niente. Bifogna, che fi tengano gran vuardia; fecondo che ho detto; come quelli,che . Liz in tutto quel'o, che vedranno, che ad huomo purgato fi conuegna i Danfi quefte Faue preparate nelle febbri molto lunghe, &impor- tune) & nelle infirmità di humori mifti,& molto. grofli; & nel colico 3 &ne' dolori delle giunture; &-è purgatione vninerfale: Sono calde nel fe- condo grado; & fecche nel primo. Danfi-di loro da quattro in numéro ; fino a fei, arroftite piu, ò_ meno fecondò;chefarà l'obedienza del corpo di tolui; chela prenderà | doal Della Litte di Pimipinichi scap 1. Lain 060 e Ladies Ntutta la colta della terra ferma cauano-vna. I Latte di alcuni arbofcelli, come Meli, li quali chiamano gli Indiani Pinipinichi ;& la cauano | aqueftomodo; Tagliano vna rama di detti ar- .botcelli del tagliò della qualeefcefubito vna | Latte alquento denfa;& vifcofa. Di quelta prefe tte jo quattro goccie; purga per di fotto valorofifsimamente;, principalmente gli humori colerici ; & l’aéqua citrina; &fa la fua operatio= ne con molta vehementia ; & preftezza: Si pren dein vino; 0 feccatain poluere in poca quanti- ci es: =" 56 SSR Se I AI tà; percite è la fua operatione gagliardiffimg . Ha vna conditione , la qual.è ; che mangiando ; obetendo, brodo; o vino; od’altra cofa; fubito refta di:far la fua operatione .. Bifogna che fi cen- ga buona guardia; & buon érdine coli, chela. enderà: E"calda, & fecea nel terzo grido . ‘ trtte quefte Medicine, c'habbiamo derto, fono violenti; & di grihdeimpeto; & fi ha lafciato di vfarle dapot; cheè ventito' il Mechioacan ; per chein lui fi trowra operarione molto fieura; & percio non folamentei noftri,. ma rutrele Iadie anchora fono ricorf-a lui; come a purgatione eccellcatiffima ; del quale hosa trittatemo + Del Mechioacan. Cap. a L Mechioacan è via radîce,che gia vent'anni : Ji fi difcoperfe nella Pronincia della noua Spa- gna nelle Indiedel Mar Oceano. Si porta da vna: Regione, che è più in là del Mexico piu di qua-- ranta leghe; la qual fi chiama Mechidacan;& fu conquiftata da. Don Ferrando Cortefe l'anno 1524-E'terra:dimolta ricchezza d’oro, & più diargento ; perche di quefto e la più ricca terra; ché fiain tutte quelle parti;& fl intende, che mt- ta quella terra è argento per più di dugento le- ghe. Quini fono quelle Minere tanto celebrate & di tanta ricchezza , le quali chiamano Chaca- tetas, & ogni giorno fi vanno difcoprende nel- la terra molto ricche Minete d'argento; & alcu» ne doro . E'terra dimolto buono,;& fanozere;. eni cri DÈÉL'MECHIOACAN 5% laqual produce herbe falutifere , per fanare di molte infirmità. Tanto che al tempo dell’India- ni, i vicini veniuano quiui, perrifararfi de loro mali; &infirmità; perde due dette cagioni: E terra molto fertile 3 & molto abbondante dì pa- _ no &di pacciagiioli , & di fràtti.Ha moltefon= | taned’acqua dolce; & alcune, che hanno mol- | taquantità di pefce. Sono gli Indiani di quel pacs — femolto bendifpofti, & dimiglior afpetto; che | ilorvicini, &infiee più fani. Il principal luo+ go di quefta Pronincia chiamano gli Indiani nel la lor lingua Chincicila , & gli Spagnoli lo chias mano del ann evniuerfale del Regno Mecchioa- can; & è vn pacfemolto grande de gli Indiani fituato al capo d’vnalacuna; la qual è d’acqua dolce; & hi molto pefce. E‘di forma comevn ferro di cauallo,& nel mezzo della terra è collo= cato'illuogo; ilqual.al did'hoggi ha grandi trafs fichi,& commercij,per le Minere grandi d’argen= to; chefonointutto il derro Paefe. Subito,che quella Prouincia fi gradagnò alli Indianiy anda= rono là alcuni Fravi Framcifcani; & vifondarono: vn Monafterio delloro ordine; & comein Paefe nouo , & tanto lontano dal lor naturale; ne in ‘fermarono alcùni; trai quali fiinfermò il Guara diano , col quale teneua molto ftretta amicitia: Cazoncin Cacique, & Signore di tutto quel Paes fe. Il padre Guardiano hebbe vna molto lunga infirmità, che lo riduffeall’eftremo . Il Cacique vedendo il fuo male andare innanzi; li diffe vo: 58 2 16 de En Sar ; giorno; chegli meneria vn Indiano; che eta fuo Medico} chelo medicàna; il quale potria efleres. | chepotgelle rimedio alfuo male. La qual.cofa vdità.dal Padre Guardiano:;:& veduto la poca. prowifione; che fi trouaua là di Medici , & d’al-. tro; lo ringratiò ; & lidifle che glie le conducef- fe. Il qualvehuto,& veduta.la fia infirmità, dile: feakCaciguie;-che fe ello prehdewa vn4 poluere ; chè egli li direbbe d’vna radice; che lo fanareb» be; La qual cofà ritefiidal-Padte, per lo difide- rio3 che liaucua di fanatfis venne a quefto , & préfela poltiere ; che il giorno appreffo gli diede il Medico»Indiaho in vn poco di vino; con de quale.fi purgò cofì bene; & fenza pafionealcu- na; che quelgiorno fi alleitiò aflai, & molto più da.indiinnanzi di modo,che guarrì della fua.in- firmità. Gli altri Padri; ch'erano inférmi,& alcu- ni Spagnol, che erano nello'ftato ifteffo:; imita- lopra merauigliofa, chefacena ; fi {parfe la fua fxmainmaniera;chein breuetempo tutto î cs ; dd 2 Li ii È È A : j ; $ A i ; È E 3 DEL! MECHEO':ACAN: 59 fefiempidelle fue landi, & buoni effetti ;abban- donandofi l’vfo del Riobarbaro di Barberia ; & prendendo quella il:fuo nome, chiamandola Riobarbaro delle Indie; che cofì la chiamano tutti communemente. La chiamano ancho Me- chioacan ; per che fi tragge ; & coglie nella Pro+ | wrincia chiamata Mechioacan + Et non folo nel Mexico, & in tittoil fuo territorio fi purgano con lei; come purgatione eccellentiffima; lafcia= rétutte l’altre ;;ma nel Perù atichiora; & intutre le parti dell'India non vfano altra cofa;ne fi pur gano con altra purgatione, & ciò cotanta ficur+ tà, & facilità ;‘chequandola prendono; penfano dirihauercertola fanità ; 6nde li portano delli noua Spagna come mercantii di molto pregio: Sono ventiquatrroanni, che io la vidi qui li pri inafiata | Perche eflfendo venuto vn Pafqual Ca taneo Genouefedalla noua Spagna,nel qual viag gio era caduto in infirmità ; comeandai a medi: carlo; al tempo cheiolo volli purgare; mi dif- fe ; che ello:porraua vn Riobarbaro della ov Spagna, che era Medicina: eccellentifima ; con la quale fi purgauano tuttinel Mexico, & lo'chia mauano Riobarbaro di Mechioacani, & chie ello fihauena purgato affai volte con lui &gliene era fuccello. molto bene; & chie fe hauena da tore re alcuna purgatione,prendercbbe quella ; della quale egli hauéa certezza; & efperienza. Iogli biafimai l’vfo di cotali Medicine noue; dellequa> dinon'habbiamo cofa alcuna feritta;ne conofciu Lalli H ta; cit TR a SER a eg I ST AR Cn error invo wîsc — ta; &'gli petfuafi ; chefi purgaffe con Je Medici ne,chehabbiamo qui; dellequali io hanewa tanta efperienza;& conofcimento; & erane ftato ferie to dahuomini fauij. Egli acconfentialle mie pa- role; & purgoffi con'vnapurgatione; cheioli diedi; fecondo che fi conuenina alla fuainfirmi- tà; con laquale ; benche-li fegitiffè notabile alle- wiamento; & beneficio; noù reftò però libero del la ififirmità di modo ;.che fu meceffario purgarfi vn'altra fiata ; & quando venimmo alla feconda pugreione volfe torrealtro, che il fuo Rio: baro del Mechioacan; col quale fi purgò tan> to bene,che reftò fano: & fenza alcun male. Et benche mi pareffe buono l’effetto ; non reftai pes rò fatisfatto ; firi che molti altri; che vennero in quella agione,&fi irifermarono ; non:fi furono argati col medefimo Mechioacan; it che fuccefi deleta:ineleo a propofito; perche erano -vfati di - purgarfi comlui nella nona Spagna . Vedureio le fue buone operationi în tanti ; cominciai ad vfarlos & p molti conlnis:dandò fama 2? fuoi buoni xEt.cofi con quello ) che io ho efperimétato quì; come con la relatione; & gran fama di quelli, che venizano dalla nowa Spagna; è venuto a tal termine il fuo vfo,chegiàè comus nein tutto il Mondo , &fi purgano con lui non folo nella nowa Spagna; & Prouincie del Perùz ma nella noftra Spagna,&in tutta Italia, Alema gna, & Fiandra. Io ho mandato relatione di lu? quafi per tutta Europa cofì in Lena nel ® | vio DEL: MECHIOACAN. 61 fa noftra Lingua; & giàè tanto vfato,chelo por- rano per mercantia principalein molta quanti- rà,& fe ne vende pet gran fommadi danari ; & è tanta:chemidiife wn Droghero,che oltra quello, chehauea venduto a quelli della città, ne hauea venduto per di fuori l’anno pailato piu di dieci centinaia; Il nome, ondelo icone sa è, Riobar- baro delle Indie; perche già è tanto familiare, che non vi è contrada, doue non fi vfi, come Medi- cina ficuri[fima,& di grande effetto; perche con lui non hanna bifagno di Medico; il cheè quello chea rutti apporta gran contétezza; come cofa, che già è ftata verificata, & approbata p buona, + Jomifono informato con' molti di quelli;che e dalla noua Spagna; & fpecialméte con quelli, che fono ftati nel Mechioacan, della ma- niera della pianta, che ha quefta radice, & che for ma,ò figura ella tiene. Portano quefta della terra pofta a dentro quaranta Leghe,oltra il Mechioa- candi vna terra;che chiamano Colima; & tita è la negligenza di tutti, che come confeguifcopo il principal intento dell'intereffe de’ lor guadagni, nonfanno altro dilei;fe non, chegli Indiani nel echioacan vendono loro le full fecche, &c mette; come quà le conducono, & gli Spagnoli fe léicomaprano, & comefpecie di mercantia le man damoin Spagna : Et certo in queftò fiamo degni sli molto grande tiprenfione, poiche hauenda Neduto , che fona nella nona Spagna tante her. Re;& piante;& altre cofe Medicinali y lequali fo- Sr Di no . . -£3 MALO io modi:tanta ftima, non fia però chi di loro feri+ ua,ne ft fappia;che virtù, & figura habbiano; per compararlecon le noftre. chefe fi.poneflè pens fiero ad inueftigare; & efpetimentare tante gene- rationi di Medicine, come gli Indiani vendono ne loro Tiangez, farebbe cofa di grande vtilità; &cbeneficio,il vedere, & fapere leloro proprietà, 8cefperimentare i loro vari} , &grandi effetti ;i quali glilndiani publicano , &manifeftano con grandi efperienze, che tra fe tefli hanno di loro; &cinoftrifenza altra confideratione le abbando nano,&de gli efferti di quelle, onde effi già han- no hauuto cognitione, non vogliono darne rela» tione, nenotitia del loro effere; ne deferiuerci la figura,8cla maniera ; chehànno | -rOrà andando io inueftigando la pianta della radice del Mechioacan ; vno paffaggiero,che era venuto di quella Prouincia,miatisò;che vn Pa- “dre Frantifcano; cheera venuto di quella terra; hauea feco: condotto nel Nauilio ; dove era ve- ‘nuto la propria herba verde del: Mechioacan in wmbarilegrahdè, & che con molta follicitudine l'hauea portata fino di oltra al Mechioacany & chela rencua nel Monafterio ‘di S.Francefco di queta città | Onde ioné.prefi-grancontentezza; 8 fubito: fui al Monafteriorg& alla porra:delii Infermeriaetà vna come mezza botté,f de ftaua+naherba molto verde; che differoeffete il Mechioacan;chè' 1 Padrè ‘hauca condotrodalia nou: Spagna: con nòn piccolo arduaglio + Eltaè Qi vna DEL MECHIOA:CAN. 63 yna herba,che và falendo per certe canne.Ha vn verde ofcuro , porta cerre foglie, che lemaggiori farebbono della erandezza di vna buona feudel>- la;lequiali tirano al tondo, con vna punta picco» lina;verfo il piccinolo ha la foglia i fuoi nernettià E fortile quafi fenza humi.lità. I fuftifono di co- lore Leonato chiaro . Dicono,che fa certi grafpi. con alcune Vuette della grandezza di Coriando- li fecchi,& chequefto è ilfuo frutto yilquale fi matura nel mefedi Settembre. Fa moltirami.li quali fi eftendono foprala terra; & fe le pongono cofa,onde poffa auolgerfi,va falendo per lei. La radice è groifa al modo della radice della. Vital: ba tanto, che alcuni hanno voluto dire; che fia tei; ò fpecie di lei, Ma in vero fonomolto diffe» renti;perchela radice della Vitealba verde; & fec ‘ca morde molto; il che non fa la radice del Me chioacan; anzi è infipida, & fenza mordacità, ne acrimonia alcunn.Et fimilmente nella foglia fo- no:different. Quello;che vediamo al prefente; ‘(che:è il noftro Mechioacan) è vna Radice che portano della noua Spagna della Prouincia del Mechioacan,fatta in pezzigrandi;& piccoli, par- tetagliati in fonde,& parte rotti con lemani. E' radice bianca,alquantogreue. Paiono i pezzi ef- fere di.radicegrande,foda, fenza cuorealcunoii Le conditioni;òè qualità, ch’ella dee hanere ad reffer buona, & petlumadono ; cheella fiafrefca (il.che fi conofcerà,fe non farà tatlata, sug) + Che fia bianca quanto piu può eflere, &e fe ou) | __—’@lquanto và: - 64 sE BR 0: | alquanto pallida, che fia la parte efteriore della pri ice; perche lo interno di lei dec ‘etfer bianco; Guftata,& mafticata vn poco;è fenza fapore, ne __ mordicazione alcuna. Egli è meftieri (perche ella — faccia megliola fua operatione ) che ella fia fre- {ca ; perche quanto épiufrefca, è migliore; & quanto maggiori fono i pezzi, fi conferuano me- glio.Diqua é,che quella, che portano ridotta in poluere,non è cofi buona; perche effalla , & per- de molto della fua virtù, & operatione, Etfimil- mente veggiamo, che fe quà fi fain poluere, &fi. conferua,non fa cofi buona opra , come peltata la radice, & fubito prefa.La radice vecchia diuien negra; & fi tarla,& fi pertugia,& viene molto leg giera «Si conferua bene nel Miglio, d inuolta in. wn cerotto fottile. Cogliefi nel mefe di Ottobre. Mai non perde la foglia. La {ua temperatura è ‘calda nel'-primo grado,& fecca nel fecondo ; per ne;lafcia corroborate le membra interiori, fenza -ladebilitarione, & fiacchezza;che lafciano le al- tre Medicine purgatiue. Anzi quelli, che con lei fi purgano,reftano dapoi purgati, piu forti,& ra- bufti, che non erano prima, che fi purgalfera. Nonha bifogno di rertificarione;perche non ve- diamo in quefta radice nocumento,ne danno no tabile.: Solamente il vino leè guida; &faften- tamento per la fua Operatione; percioche prefa «on vina,fa miglior operatione, che con altra Li ei —* quore ner SET, GO LARE EEA DEL MECHIOACAN, Br Quore alcuno ; perche nori fi vomità,; & operi meglio. Daffi d'ogni tempo, &ad ognivetaite! Fa la {ua operatione fenza moleftia} &efenzé quelli nocumenti ; che fogliono fare l'altre Medicine folutitie. E' Medicina facile da prehdére; perche non ha mal gulto» Solamente prende il fapore della cofa, con la quale fi tuolej perche è di fucco infipida, Per quefto è facile perl: fanciulli;perche la prendono fenza fentire ciò che fiaz& fimilmen te-per le perfonesche non poffono prendere Me- glicine; perche quefta non hane odore; ne fapos re. To.ho purgato con lei molti fanciulii;:& mol zi molto vecchi ; ‘perche io l'ho-ditaad huomò di piu di ottàra anni;&ha fatto in lui opra mol. to buona, & ficura fenza alcuna alteratione; ne granezza; &fenzalafciarlo debole, ne fiacco»: > r| Euacua quiefta radice gli humori Colericimi- - fi co’ grofli,& gli humori Flegmaticidi qualan» que fpecie fi fiano 1& glihumori vifcofi;.& pur tridi,& ambedue le Colere, Enacuale acque Cit trine degli Hidro pici con facilità; &la fua inten stione principale è al Fegato, mondificandolo,.& confortandolo ; &calle membrara lui congion- Siri EF apre ” rgli i &.con facilitade:le caccia; eo eran n Sa, 66 Miani o: te apre ogni durezza del Fegato, & della Milza, & dello Stomaco. Rimoneil dolore della refta an- tico , & mondifica il Ceruello,&i Nerui,& eua- cua gli humori,che ftanno nella tetta, & nelle fue > + Nelle Scroffole fa buoni effetti. Nelle pale omianticlie della tefta ; come nella Cephalea,& Vertigine, & Malcaduco, & in tutte le diftilla= tioni, o difcefe vecchie. Nelle paffioni delle gion ture in particolare, & in vniuerfale;come in Got- ta, & dolori Artetici. Nelle paffioni dello Sto- maco, com’èil dolore, enacuandone la cagione, & confumando le ventofita. Nelle paffioni del Yorina, & della vefica. Ne dolori delle budella, & nel Colico ( di qualunque fpecie egli fifia) fa opra merawigliofa, Curai dolori delle donne, & fpecialmente mal di Matrice ; cuacuando, & ri- mowendone la cagione, come quelli, che per la gior parte,nafcerido da: humori freddi,o ven tol ide no euacuati da quefta Medicina. Nel- lc paffioni del perto,comeTofeantica,& Afma, quefta radice molte fate; le rimoue , & fa- na, Nellepaffioni delle Reni; nare da humori gli. pl cuacua ; & difcaccia , Nelle paffioni 1 Mal Francefe fa grande operatione, & pare, che per quelta paffionela ereatfe N.S.euacuando ella iloro humori, che per la maggior parte fo» no freddi; & maggiormére quido fono, dimelto tempo inuecchiari,li purga cella, & difcaccia fen- za neffun trauaglio ; continuando a rorlà tante volte,quante farà necellàrio; perchein o de. - firmi DEL 'MECHIOACAN. 67 firmità vecchie; & antiche non bafti vna euacua- tione, mane fon neceflarie molte, lequali fi pof- fono fare con.molta ficurtà con quefta radice. Di quà è, che non fi deono meranmigliare , fe con vna enacuationenon fi confegue fubito la fani- tà,che fi difidera; perche egli fa bifogno adoprar- nemolta molte volte, per diueller, & eftirpar del tutto il malhumore , cheè cagione di cotale infirmità. Fuacua quefta radice meramgliofame tela cagione delle Febbri lunghe, & faftidiol@e ;- & di tutte le Febbri compofte, come Terzane ba, {tarde ; Cotidiane Flegmatiche,& quelle che fo- no di quefta guifa ; & nelle Febbri erranti, &in quelle prodotte da oppilationi, vfandone quan- re volte farà meftieri ; perche nelle infirmità di quefta guifa lunghe & faftidiofe, non fi de con- tentare il Medico d’'vna cuacuatione, ma dimol- tesdigerendo a poco a poco,& a poco a poco eua- cuando; poi che fi puo far la enacuatione con tan ta ficurtà con quefta Medicina cofi benedetta. | Quegli che ne haurà bifogno la dee vfare con buon’animo,& confidenza , che li habbia molto. | a‘giouare. Il che fino aquell'hora habbiamo ve- duto in tanti, che con giufta ragione fi può dare intiero credito alle fue buone operationi ; poi che vediamo:con quanta facilità; & come fenza. alcuno accidente ella fa gli efferti,che habbiamo. detto.Et fi fpera;che ogni giorno fe se cifcopri» ramho di maggiori,i quali fi potranno aggiungo». re aquelto. ala die ol “begii E Ù = La 68, tn e Le i «La Methodo,&ordine, che fi dee tenere nella » adminittrarione; & nel dare di quelta. poluere: fatta della radice del Mechioacan, fi hebbe dal. Medico Indiano,che habbiamo detto; & dapoi fi ha vfato in varie, & dinerfe maniere. La prima. cofa,che fi richiede, che faccia quello», che ha da. torre quefta poluere fi è, che fi prepari con buon gouerno,& buon’ordine in tutele cofe non na-. turali ; guardandofi da nitro quello, che può of, fendere alia fanità, & vfando di quelli cibi; che piu fe gli coniengono , & piu difpangano1 hu more; che principalmente pretende di enacuare; &infieme vfi de’ firopi, sh habbiano il medefi- mo rifpetto,i quali difpongano l'hamore,& pre parino devie;sonde ha da vfcire; & perciò è bene | a prendete configlio da'vn Medico, Vfarà anche Criftieri,fe non hanerà il ventie obediente, malli: mamente il giorno innanzi; che fi vorrà pren- derla. Se pet-caio farà pecellario il trarfangue, A, il corpo'in quella manicsa per pargarli, fi pride. tà pera rattice eletta, com fi è detto; & li pefta- rà,facédone polucreé che nò fia molro minuta,ne ; molto grofla,ma peltata mezzanamente, & fe né pelarà la quantità, che fi vorrà prendere ; come cuiremo; & fi ha da mettere in vino bianco.intan | va quantità, Quanta farà meftieri per beuerla; & | fi dee prenclere la mattina Il vino è il migliorli, | quore;co’lquale fi poilà prendere, & cofi l'vyfano | ‘nelle Indie tatti in generale; perche il vino (cor e] a : me NEBBIA o TTT" titan Bini a DE MÈ CHTO!IACA N. 69 tfie habbiamo detto) corrobora j &dà forza a quefta poliere:Et perche ci fonoalcuni,che non pollono benerevino; in tal cafo la poffono dare in acqua cotta con Canriella, è con Anifi, è corn Finocchio. Etfe ilvino puro l'offetidefie ; fi può” adacquare con quialche acqua; maè tanto poca laquantità del vino ; che fi prefidejche non può offendere; ne dar moleftia a nino ; Puoffi A Quare con acqua d'Inditia;ò di Buylòffa}ò di Ci corea:Et perche quefta Medicina nòn fi dà nelle Febbri Acute; ria folo rielle Ctoniche lunghe; &a tempo ; fi conferite il vino più; che altro li- quore alcuno; & con quefto ho vedilto io mit lioreopra Dafli parimente quefta politere me: colata con'confetua violata, & con firopo vio- lare; &è buona cofà ; perche con la loro frigidi ù;&humidità fi corregge il poco calore; & fec- chezza,che ella ha; & prendeffi, benendòui fo: pra vino adacquato; d alcuna acquadelle dette: Fanfi di quefta poluere Pillole formate con Elet: tuario rofato di Mette ; & certò fantiò molto buona operatione, &ptirgans molto bene. Poi | mefi parimentein pafta di Lafagne; o di Ottig & | in Marzapan; & perche eltazion ha mal fapore — nonfifente;il cheferàe molto per li fanciulli, ge . perquelli, chenonpoflono prendere cofe fimilli? Le Pillole; chefifaramnodi Quefta poluere deo< no eflere molto piccole, poco piu di Còriamdoli fecchi; perche più tofto È diffoluano } & né fcal- | «ino, &operino piuzofto; &meglio; Polloni i (ESSE: E 3 dare De. 79 sea bilob Rex bag dare là mattina + &la fera < Dafli quefta poluere con profperiffimi fuccefli pofta in firopo Rofa- todi nova.infufione, mefcolata la quantità , che fi vorrà torre di lei, con due onciedi firopo. Et certo fa quelta miltione meratiigliofa operano» ne; perche fi ingagliardifce, & accrefce molta forza all'opera della poluere. Euacua gli humo- ri Colerici,grofli,& Flegmatici, &mifti ; & lac- quofità del fangue;& cofi è grande Medicina , & di merauigliofa opra. Euacua poten viffimamen- te l'acqua Citrina de gli Hidropici, & di quelli, che patifcono Chachexia; frequentandola molte fiate,& dando ua l’vna;& l'altra purgatione co- fa;che corrobori,& fortifichi il Fegato. Si prende molte volte nel brodo,& fa buona operatione.Si dee torre quefta Medicina, ò purgatione lamate | tina molroabuomhora, & dapoi tolta vi fi può — dormiremezza hora fopra, innanzi che cominci | a purgare; perche il fonno prohibifce 1l vomito; & il calor naturale fa migliore impreffione nella Medicina» Ma fe fi temerà da colwi, che prenderà quefta poluere;ò qualunque altra Medicina pur- gatiua,& fi dubiterà di vomito ; può fare egli va rimedio,delquale io ho grande etperienza , & è; ché finita di prendere la purgatione, (0 quefta;: oirero qualunque altra; che fi fia) egli babbia vn roffo d’'ouo arroftito caldo disfatto tra i deti & pa invn panno di lino raro, & cofi inuolto,fe — ò ponga nella folla della gargata, che chiamano «Golla,& quin lo tenga, fin che. comincia a pe i garli, fici lita E a 0 TRI — A DÈL MECHIOACAN. 71 garfi, che di certezza prohibirà ilvomito, & fi- milmente i vapori, che per la pùrgatione afcen- dono; che non è poca contentezza . Dapoi che hauerà alquanto dormito (fe hauerà potuto) co» minciando ad operare, non dormirà piu,ne man gierà,ne beuerà cofa alcuna ; ftandoin parte,do> ue l’aere non l'offenda, ne la molta: conuerfatio» nes perche rutto l'intento ha da effereil purgarfi, vietando tutte le cofe; cheimpedifcono la eua- cuatione.Et fi ha da detrito, cha vna delle mag giori eccellenze, che habbia quelta purgatione, fi è,che fta helle mani dell’infermo l’enacuare la quantità de gli humori ; che cilo vorrà. Laqual cofa diede molto,che penfare a gli antichi ; per» chetratrando effisqual fufle cofà piu ficura , la purgatione;ò al falatto; non hebbero' altra cagio» né piu principale; onde priora il falaffo'effer piutficuro;quato che nel falaffo pofliamo cauate la quantità del fangue,che noi vogliamo,& nella | purgatione nò; perche tolta vna fiata;n6 è in po- ter del Medico,tie dell’infermo fare, che ella celli. ciclla:fiua:opra.lI che non è in quefta noftra purga tione del Mechioacan;poiche co’l préderevn po co-di.brodo,ò col mangiare qualche cofa;mentre che fa l’operatione;refta di farla del tutto.Et cofi nonpuòdeccedere,ne trafcorrere sfrenar amente: Certo fi dee hanere molto caro,che fi habbia tro varo vna maniera di purgatione, che cé anta fi curta,& cofi valorofaméte faccia la fua operatio» ne;Scche ftia in' volontà di cui la peeliaoi che 14 E 4 1 ha sa de <—— A TAO RIS Big fihapnrgatoy quanto gli pare che bafti) di fare che.c6 vmfiaro di brodo,n6 operi;ne purghi più. Dapoi;chéil Medico; è l’infermo vedranno; che: ha tinito dienacuare; & ha purgaro quello, che fi comriene; lideono dare. da mafigiare, prenderti dolnebprincipio del cibo vnafcudella di brodo; & sera sin mangiando qualche augello, & nelrefto gouernandofi,come huomo;che fi pur- ghi;cofi nekberiere; conte nelmangiare, & come ancho nella guardia della: fua'perfona, per quel . dischela:prenderà. Guardifi didormire-trail iorno., 86 di bewere finto alla cena ;laqual farà Mogieci , &dicofe dibuona foftanza + L'altro» giorno: prenderà vna Medicirta lenitiva, & quale chie Conferma; & d’isidì innanzi terrà buon'or-» dine,& buongotermo in:tuttoiquello , che gli {è omuictie: Et fe col prédere vna fiata quefta pol- were; l'infermio.non firifanerày ò non ewacuerà: . quello;cheè bifogno;per rifanare;fi può tornare: a torre ana no quer vedrà il Medico,che fr conueniga;ilquale vfarà diligenza, dapoi purga-. rain confortare; scleri membri rincipali. Etin quefto io:non-poflo dare regola Fori. perche A diuerfe, & ui leinfinisità ondefono dimeftiesi varij,&: dinerfi rimedi); la mia intentione nonè;:fe non di fcriuere Lvfos della radice del Mechioacan;come dicofa diam’ ta ftima; & come di.purgatione; & rimedio:tan». | to eccellente, quanto la natura ci ha dato.Chefo> * iltempo neha privato della vera Misrha,del ve ro DEE MECHFOA CAN. 7 #6 Balfanno,& del Ginamomo:; & d’altre Medi= cine, chegli Antichi vfarono ;'& a* noftri giorni non fiha ‘di loròmemoria alcuna ; perche col: tempo fi fono perdute; il medefimo in luogo lo- rocihadifcopetto; & dato tante; & cofì vatie cofè (come habbiaino detto) chele tioftre Indie cirmandanio;& fpecialmente il Mechioacan; puts gatione cofì eccelletire, & coli benigna; che fa la» fua operatione comoghi ficurtà ; bianca mel cos lore,gratiofa nell’odore,facile da torte, fenza mo» Jcftia nell'operare,&fenza quella abhominiatio= nesche hanno in fe lealtre purgationi y&fenza. quelli accidenti,& affanni, che vengono altem- podi torle,&fentza quel trauaglio,colquale fan>» nolaloro operatione: Ha quefta radice(oltra ciò:; chefiè detto di fopra) altre proprierà , &: apetationi occulte; chè non fappiamo, lequali col tempoz& con P’vfo di let; fifaperanno, & dis fcopriranno ogni giornois nio 0 si > ov La Dofis,oter quantità, che fi da delta polies! refatta della radice del Mechioacan è conforme alla obedientia del ventre di colui; chela vorrà tortè. Alcuni prirgasio con poca quanutà ( & io conofco vn Signore di quefto Regno, il quale cen pefo di mezzo Reale fi pùrga molto bene) & alcunialtri; hanno bifopnordi pefo di due Reas lì ;& alcuni aleri dipefo di tre; & in'quelto dee ciafcuno variarda quantità, fecondo; che‘trotie= rà'obediente il ventre più;o meno... Similmien- teli variala quantitày fecondo la'erade;i DES eni “ pe ire 74 2% Too @x Big il fanciullo ne ha meftieri di poca,&ilgiouine di più,&l'homo gia robufto dimolto piùyg di me noil debole, &di più il gagliatdo.Per qu@fta ca- gione varieràil Medico la quantità, comîeli pa- | rerà, che fi conuegna; percheal fancitillo tè da- rà al pefo dimezzo Reale; Scal riouine al as vnReale;&all'huomoal péf pi due Rea fiche è quello;che continuamentéfiprende. Alle don- ne nonfene conuien daxmàé; che al pefo di due Reali.Etin ciò fi puo diliigr'vna cofideratio> neslaqual è;che poi che cl mani del Medico d'impedirle la = operati Mipagpando vedrà che ella ecceda ; gioua molto definévn poco meno; dapoi c6 vn fiato dibrodo(f&ella eccederà)fi puo rimediare all’ecceflo, Queftaè la fomma di quan. toio ho fin'horaintefo della tradice , che fi rag». ge della Prowincia del Mechioacan . Quel di. tempo, & la efperientia, che fi hauerà di lei» “Del Solfere "viuo. (ap. XXUL O Vande io hebbi finito di fcrinere quefte vl. time. righe, Bernadin di Burgos, huomo dot: to, &efperto nell'arte fua,mi moftrò nella fata bottega vn pezzo di Solfere viuo portato dalle noftre Indie, cofa la più eccellente , ch'io vedelli ‘giaimai, neche fi fia veduta nel nofiro rempo. E* di trafpa- DEL SOLEERE VIVO. 75 trafparente come .vn vetro, di color di finiffimo | oro. Togliendone vn pochetto, & mettendolo allalume.rende gesime: odore di pietra di Solfere; con va fumo verde. Odorato il pezzo, non, tiene odore. Lo portarono da Quito nella Provincia del Perùd’vna Minera, che quini fi tro uò,in vna montagna prefloalle Minere dell'oro; onde nofenza ragione dicono gli Alchimifti, che la miftura dell’oro fi.fa dell’argento viuo, & del Solfere;dell’argento viuo,come di materia; & del Solfere, come di forma, &agéte. Et cofi è quefto, ch'io vidi; ilqual’era, come vn pezzo d’oro finif- fimo. Portano di Nicaragua vn altro: Solfére; ma è ofcuro,cinericio, denfo, fenza colore; & fen za trafparentia 3 il quale fi caua vicino al Valcani di sT497 se pofto.alla lume,rendeodo+ re di Solfere ; ma è come vn pezzo diterra y che in niuna.cofa affomiglia a quello di Quito; fe nomnell’odore ; & nomhaquel.color d’oro. ne quella trafparentia,, &c chiarezza ; che: quelidî Quito ;.it quale applicato nelle cofe schie fono di meftieri nella Medicina ;'fa merauiglibfi effetti ; & principalmente mollificato, & disfatto nél vi- - no; & pofto la notte ful volto a quelli;che l’hans no-roflo; & infiammato , chepàionoleprofi:;.& vfato, era notte; dapoi-fatre le eacuatiohi vniuerfali, li libera. & fana merauigliofamente; dellaqual cofa io tengo molta efperienza . Sana disfatto con oglio Riofato.la Scabbiz. Prefa-al | pefodivnRealsinyn'ouo; fanail Colico, & lo fpafimo. Dole SOSTE RR RR pafimo . E‘buono pet la doglia delle biidelle) Sana prefola I@ericia + E caldo, & fecco' eccefli+ tamente ; il che»appare pet Paimicitia; che ha col fuoco che toccò da lui; fi accenide; & tende fiamma vElloèla materia principale di quella diabolica inuentione della Poluere,che è ftata c& gione di tanti mali, & di tanti danni; © © Del Lectio «Aromaticò. na mi moftrò Pifteffo Bernardino dî Burgos,vn Legno; chealla vifta penfai, che fufle Legno fanto di quello di S. Giovanni di Porto ricco; itqualeegli trouò in quefto modo. Effendo in cafa di va Mercante principale di quefta città, facendo vnà Medicina ad'vicami no, doue abbrufcianano per legne quel Legno; if fumo; chefalina delle tegne.era molto dorato, &daua dife molto foane odore; dellaquali cofa: fi merauigliò molto;8 dimandò; che cofa hauea: fatrò là quel buon odore, Quelli di cafa gli dille ro;ché quelbuon’odorwera delletegne , che là ff abbruferauano ; lequali rendevano quel buono” odore. Egli prefe vno.di'quei Legni , & lewtò vna' fcheggia di quelididentro, Jaquale non hauena” odore, ne fapore piu , che altro legno comune. Lenò pofcia vnpoco della fcorza, & odorolla,& ° ;&trouò.in lei vn'odoreardinatico ecé cellene liti: e" DEL LEGNO. AROMATECO.: 77 gellentiffimo,& vnfapore, ne piy nemeno; co- me di Macis.,ò Noce mofcata ; & molto. piu vi- uo,& piu acuto,& più foaue, & con piu aroima- ticità,che quanta Garinella fia nel Mondoj& con piu viuezza,& acrimonia, che il Pepe Io la gu- ftai, lenando.la fcorza delmedefimo: Legno, del quale egli hanena. gran quantità 3 & certo non ci ha cofa aromatica gi quelle, che habbiamo, che con tanta foaunità, & con.tanta viuezza penetti, come mi penetrò il {no sufto,in maniera, che gu- ftandone va poco, mi lafciò titro’fgiorgo quel faporè în bocca aromatico , & mèrauigliofo, co- me hauerebbe lafciaro vn pezzo! di Noce mofca- ra. Dicono,che tagliò vna gran quantità di quo- fto Legno vn maeftro di vn fuo Nauilio , ilquale venne per Ja Hanana;& in vna montagna ne ta- gliarono gran quantità per legne del Nauilio; & quello,che foprauanzò mifero in cafa del Signo- re,& lo adoprauano, come ho detto . Per laqual cofa io confidero,quanti arbori,& piante habbia nelle noftre Indie, che hanno virtà Medicinali molto grandi; poi che per legne.da fuoco fi ado- prano arbori' odoriferi , & aromatici ; della cui fcorza ridotta in poluere fi potria fare mol- to grandi effetti, confortando il cuore, & lo ftomago, membri principali, fenza cercare le fpecie di Malucco, &le Medicine dell’Arabia, & della Perfia ; poi che ne’ campi incolti, & nelle Spia {pontancamente ce le danno le noftre Indie, La colpa è noftra, che non le er. a e =eic- 8 LIBRO I. DEL'LEGNO AROMATICO, inueftighiamo ; ‘ne cerchiamo , ne vfiamo la dilisenza , che fi conuiene per prenalerci de’ “loro effetti merauigliofi ; li quali fpero, | chevil tempo; il quale è difcopritor | di ognicofa, & la diligenza, ‘ cefperienza ne le dimo ftreranno con mol to noftro v-. vati tile. FI fine del Primo Libro. * LIBRO SECONDO; cofeHeE: TRATTA DI DV MEDICINE ECCELLENTISSIME Contra ogni venenos . | Lequali fono la Pietra Bezaar, cy l'herba Scor- Zonera ; nel quale fi narrano î loro effetti mera- uigliofi, &r le loro grandi virtù, con la cura de” veneni,&y l'ordine, che fi ba da tenere per guar- darfi da loro. Doue fi vederanno grandi fecreti di Medicina, & molte efperienze . (ompofto no- -_ mamente per lo Dottor eMonardes, Medico di | Siuiglia, & al prefente tradotto dalla Spagnola nella noftra Lingua. tap A. =egl OLTO fi duole Plinio nel fuo Libro della Hiftoria Na- turale, dicendo; che tuttele cofe in quefta vita fono cori- trarie all'huomo,; & che folo ii ii e rn aa folamente concelle mancamento d care gra poi che egli non fa quello,che figli ca 7 vna piccola he to,& v tuttii vereni,&c ogni.losoacciden te; ilquale no- minarono; Pietra Bezaar:Ma.il tempo colicome è difcopritose di ogni cofa,cofi è diftruggitore; & “confumitore di loto; percioche ha molti anni. achece le occulto, & afcofe di maniérasi che non calci fapcuamo DE VENENIy ETUDELLA LOR CvRa. 8Eo + fipeuano:piuquello;chefifutfela Pietra Bezaary | >» chefemainStuileftata, e'lfuo nomefte era cofi | .ftrano,& incognito, comei Popoli 1 Scithia. Il medelimo tempo volédoci riftorare dell'hauer netenuto quetta Pietra preciofa afcofa per tanti anni, non folo cel’'ha dimoftrata; &difcoperta; mainfieme con lei neha dato: vn’'herba; chefi@ | milmente è cotra veneno;,laqual chiamano Her- ‘ ba Scorzonera;che è di grande virtù, & già pochi | &anniinquefte parti è ftara difcoperta nonfenza grande vtile noftro .. Et:perche quefte due cofe; ciò fono,la Pietra Bez4ar, & la Herba Scorzone- ra fono cofì eguali,& tégono tante virtuti c6tra veneno, volfi fcriuer d'ambeduc infieme.. Or per hauer intera-fotitia, per qual cagione quefie dee tofe cofi eccellenti giouano;eglié meftieri primie raméte, che fi {appia,& fi ide’ veneni, come i 4.Dire ique,quello, che nofcere gli anenenati; i 1cdij; eono preferuare da’ ve- “neni. Et perciò ttattaremo prima di quefto, per- che nò feruirà poco a quello, che intendiamo di fcriuere-della Pietra Bezaar;& della Herba Scor- zonera. Veneno è quella cofa,cheprefa p bocca, ò “pago di fuori; vince il noftro corpo;infet . mandolo; 0 corrompendolo; o.ammazzandolo. Quefto fi ritrouaimvna di quattro:cofe, o nelle Piate,o ne’ Minerali,o ne gli Animali,o:neMi dequai tutte cole, fanno i lor effetti,o per qualità — smanifefta;0 p proprietà occulta,o per am nalità el} : F i ‘nfalhe. I t Gf sr RO infieme Quetti veneni in parte ne offendono, & ammazzano, in parte ci feruiamo di loro perna ftro beneficio, & falure corporale; in parte fi va=. lenano di loro gli antichi, per rimedio delor tra- vagli.Diquelli,che ci offendono cofi in generale, come in particolare, Diofcoridenel Sefto della. fua hiftoria delle Piante trattò molto bene; po- nendo in generale i rimedij; & in particolare quelo.che a ciafcun di loro fi conueniua. Il me- efimo fecero altri Greci, & Latini, & Arabi, li quali potrà vedere, chi ne vorrà faper di loro più particolarmente, Quefti feriffero molti Antido- ti, & Medicamenti,co' quali ciafcuno fi può pre- fermare di non eflere auenenato ; sa la mali- tta hnmana è molto grande,& molti kanno pro «curato per loro iii, & vendette,non folo di tendere con veneni, & ammazzar la gente co- pe atj degli antichi compofe-. erit Medicamenti,accioche per lo- to mezzo non poreiero eltére offefi da’ veneni; &: cofe venenofe, che fi potetfera dare, Come vediamo che facena l'Imperatore M. Antonio; it { quale temendo di elleré auenenato, prendeva ti, ogni mattina wn poco di Theriaca 3 Similmente Michridate alcuna volra prendeua ja fua confer: tion Mithridaticasalcun? altra certe foglie di Rus. A ta, “ DE' VENENI, ET DELLA LOR CVRA. 87 ta’, con Noci, & Fichi; & parimente vfarono | altre vali Medicine; per non eflere offefi dal ve- neno, fefuilelor dato. Altri fi vagliono de ve» neni, per rimediare , & curare molte infirmitàg prete ibn fi vagliono di loro i Medici, per difcacciare, & cuacnare gli humori, che foprab- | bondano ne noftri corpi ; percio che quefto non fi puo fare gagliardamente fenza far violentia, & | forza alla Natura ; ondele Medicine purgariue gegliarde non eng di ties - Vero 7 che rocura con ogni diligentia di corregerle, & hrc tuttania benche quefto fi faccia;non- — | dimenoreftainloro la venenofità, con la quale — fannoquella operatione cofi gagliarda. Nel mo- do ifteffofivfano i veneni nelle cofe della Chi- | rurgia, co qualieftirpano, & corrodono ja car- iua ; $cil(ouerchio iaghe ; & apro» miftieri. Pari- ‘ruano i venenid mità, come viuo dato a fanciulli, li preferua degli — hi: & il Solimato dalla Pefte. Io cénofco vno | înfermiero , che ftette in vno Hofpitale, done fi curauano molti feriti di Pefte , 11 quale col por- tare vn pezzo di Solimato preffa al core, mai né gliattaccò,ne fu ferito da cotalmale. Altri fi valfero anticaméte de’ veneni (efflendo priui del- deli,che haucnano da parire, dingiurie , ò ferui= tù perpetua; come Demofthene;ilquale per non patire vna morte crudele, & ingiuriofa, fe ne fot- e 4 trafle *% la Fede) co’ quali fi liberarono dalle mortierue | SEA con Pro — traffe egliinnanzi coi prendere il veneno, che | pottava feco in vn Cannoncino fotto i capelli, tralaorecchiavIl medefimo fece Democrito col gencno,che portaua in vno anello . 1! medefimo ece Alia calo fi vide vinto, coni tra,perche di lei non trionfaffle Pompeio.Eraltri | molri,iquali per liberarli dalla morte ignominio | fa,che temevano; volfero efli darlaficon le loro | proprie mani più toto, che fofferirla d'alerui.. ‘I fegni principali, perli quali fi conofce, che no fia auenenaro; è che habbia prefo veneno fono;quando alcuno dopo l'hawer mangiato; ò beuuto,fente fubito vnagranezza in tutto il'cor po con grande dnfietà di vomitare ; & che dalla iftello ftomaco li faglia vn'odore; & fapore hor+ fipofla mouere ; che habbia i,&difli amer ti; che gli ie Da 0 vi lO e È no 9 & per terr ntono nel core E angofciea Hanno gran voglia di vomi+ non poilono.H bianco deli occhio pate di còlordi fangue, & infiunmato, Riguaî Î i : ‘convoltoturbato, & horribile. Hannocil' polfo | difordinato, & fimilmonte' il refpirare;;& fopra Vitto vna freddura vninerfale pertuttoil corpo; de' vENENIS ET DELLA LOR CYRA. $$ &:imaggiormente nelle parti eftrenie; & queto tonformeal veneno, che haneranno prefo ; per: chefeilveneno farà freddo; tutto il corpo fi raf: freddi, &fpecialmente piedi, & mani; & volro3. — &facendofifreddi lifpiriti; ftanno attoniti ; & quali fenza fentimerito + Ma fe farà caldo; hanno - granfete;& ardote interiore, & efteriore; che pat - lorodi abbrufciare. E molto a propofito per cos - mofcere qual fia il veneno;che prefero ; vedere. il. “vomito, & quel che rendono in lui, per giudicare al colore;qualveneno fia ; perche tutti i vereni hanno i fuoi colori: Conofciuto, che fi haurì pet quefta via,ò per relations; ò indirij; fi ha da Lgs | »euraredi rimediare col fuo contrario ; perchefi eftingua; & mortifichi la fua malitia ; della qual cola in tutti i Medici antichi fi troua fcritto a bd ftanza, cofi.iri generale:co utriscome in par- ticolare. còni fo ; petche-ciafcu= no hail fuo rimediare. alla fua ma> tia, I fegnali piu triftinelli anenenati fono ;ai- e molto {nel ; haneregli occhi bianchi, ef+ do effi molto rofli; tenere la lingua fuori mol | toigrolfa, & nera; il polfo caduto, & formicante; sL' dii Gedio, Sc vniuerfale pertutto il corpo; | & principalmente nelle eftremità,& nel petto; fe | glifi da cofada vomitare; non poter vomitare; l'hauer corrotto l’intelletto (& quefto è in ogni {pecie di verieni.;ò prefi:; d.per morfo di animali venenofi) in modo,che ferneticano; come fe faf {eroiin fernefia;il che è fegno mortale. Egli è mes doi: F-y-oibei # ii ia gle tnt; an een ce A n 7 _86 > de l'e SL ftieri per meglio conofcere, qual fu il veneno;ché fiprefe; che fi mirife è rimafo qualche pocodi quello,che mangiò , ò beuette; per vedere quel- lo,che vi era mefcolato ; giudicandolo per fo co- lore, perl’odore,per lo fapore;ò dandone a qual- che animale;come Cane, Gallina, ò Gattòo,& cone fiderare gli effetti, che fa ; percioche fe fi attrifta- no, fegno è, che vi ha danno; & fe muoreè Tas efficace, che fu di gran forza il veneno. Conofciu to,che fi ha effere alcuno auerichato;la prima co- , fasche fi ha da procurarefi è; che il patiente vo« miti (il che è quello,che giona pit) accioche non habbia tempo il veneno da diftribuirfi per fe ve- ne, &arterie,& andare al core;percioche fe giun quiui, folo Dio vi può dare rimedio . Per que» a cagione bifogna , che quefto rimedio del vo- to fi faccia conela maggior pteftezza , che fi nai $ oltra ogli la iarioi n molta qui- tità di modo, che fe ne empia il veritie; accioche meglio fi caui quello , che vi fi contiene ; ilquale tenuto per qualche hora, fi procurarì con le di- ta,ò con qualche penna di prouocare il vomito, il che fi farà, fino che conofca, chie egli habbia gettato, & renduto tutto quello, che egli man- giò, ò beuette, & che li fece il danno, Et fe l’oglio non baftarà per far quefto , fi poffono fare ivo» || mitorija Rnrsreeii dE' VENENI; ET DELLA LOR CVRA. 8 mitorij, cominciando da piu deboli,come deco- tione di Aneto, femenza di Raiffanò, di Chama- milla;, &di cofe fimili, che proiocaho il vomis to; aggiungendo alla decotione (fe farà bifogho- vna draitima di Àgariéo ; ilquale oltra il prouo) | ©aregagliàrdamente il vomito; ha proptietà di rompere lafotza del veneno. Alciii pet gran fe- | &teto danno vi quarro di acqua di fiori di Arahs zi tepida j percidche oltra che prouòta il vomi- to, ha viftù pafncolare di éftifigriete, & mortifis | tratela forza del verieno. Si dee dat calda, in qui- — titddivn quatto; &hala detta virtà per elere acqua catiata da’ fioti de gli Aranzi, che fono fpe ciedi Cedro iquali hafino grin forza conitrai véneni;corite habbiàtfiv feritto in vn trattarello; che va ftimpato cor altri mici, ilquale trattà dela li Aranzi: Egli è niolto betî fat 6 co 13 de giiali tiafizi trattatemo; Ne' tempi fi hi compofto , &:caiato vn'oglio; che chiamano di Vittiolo,ò Chalcantho; percio: | Chedilii folo fi catià ; ilquale è la piu eccellente tofa per difcacciàre ; & far retidere il verieho, & pet eftinguere la fia malitia, di quante fi mi = ar eetilendoe fei goccie irì qualche Acqua cordi t6 il venerio ; eftirnigiiendo la fia malitia Et hoti folimerite quefto oglio di Vittiolo gioria a que= 4 fità x» to ; clheto’ vomis biano virtù cons. ei petche fa v(cit pet via di vomi fio, ina a mioltealtre infirmità ; comelo dimo: — [na 885 75 #prrasino: fierr' ta ftra Euonimo grande Alchimifta,& molto intel» ligente delle diftillationi. Medicinali .. Per la qual: cofa quello,che medicarà l’àauenenato ha da vfar: fpeciale diligenza ,. prima nel :procurareil vomi: to perche quelto è la Radice principal della cu- ra. Procurato il vomito, fi daranno pofcia allo infermo Medicine; chehabbiano virtù partico- lare, per tor via, & ammazzare la malitia, che il veneno lafcidim prefla nello Stomaco;& ne mé bri principali . Per quetto fi dee: procurare di fa-. pere, che veneno.in particolare prefe l’infetmo; che faputo, fi ricorri fubito.a Diofcoride, Ga= ifi,Pio o; Auicentia,&ad altri Auttori, iquali pongono il rimedio.in particolare contra ciafcu no de’ veneni particolari, & ne fcrinono co "tr ente:. Sequalche parte del veneno è difcefo udelle, che n on fi pofla fcacciare col vomi- e’ criftierà lenitiui, chetitino perdi gli acci veneno caldo; come è la fac la infiammata; ardore interno; punture per tut- to il pipe pi occhi coloriti ; le vnghie enfiate ; fete grandiflima , con qualche caldo, & ardore, & punture nello ftomaco;s& allhora fe conofcerà il veneno efler caldo ; i rimedi deono etlere in “modo, cheltra che habbiano grande virtù cone tra il veneno;alterino, & leuino la mala comple fione calda, che è ftata imprefla nelle membra in- cino, DE VENENI, ET DELLA LOR cvra. 89 terne, dando di dentro infiéme con le Medicine Bexaartichecofeimolto fredde; & cordiali;& pos — nendoledi fuori fopra le membra piu principa» — _li;infiemecollufo de’ buoni cibi facili,& riftora- tivi;alterari con cofe fredde,& cordiali. che eftin= rano la forza del veneno. Ma fègli accidenti ino di modo, che fi creda effere ftato il vene= nofreddo;iquali fono; fonno profondo; ftare - iftordito a guifa di Lethargico;hauer le memibra. - fredde,&la faccia fenza colore; allhota fi deono ‘fare Medicine (oltra de' le: Bezaartiche) lequali habbiano virtù calda;che difcaccino la frigidità, cofiinterna, come eftetna,fcaldando ilcorpo, & lemembra principali con Medicine, che abbia». virtù di farlo; vfando varie diuerfioni,& ri- medij,cheapportino caldo, & eftinguano la mas o eno ; infieme co’ zibi,chea corale ef si tin ciò fi.dee cò» fihani i benefici}, & time» h nno , perla cura dell'infirmità, che | luce il veneno;fenza fcordarfi della principa entione; laquale è di ammazzare, & diftrug» gere la malitia del veneno,che la produlfe, con le Medicine: &. rimedij,che diremo quiappreflo. ‘Quando colui, che è'avienenato non fente,ne fa qualfu il veneno; che prefe, nei fuoi acciden® ti lo moftrano; fi ha da credere, che fia ftatodi quelli ; che fanno le:loto operationi da tutta la loro proprietà; che è il peggiore di tuttii vene». ni. Allhora bifogna; che fi vii maggiore diligene 000 +-Seiail z% sa nof folo fie gli avenenati di veneni occulti; che | Le Medicine; che harino quefta virtù, & pros prietà fpecifica coritra i veneni forio inolte, al« | teli fiano mai com pofte; coritraogfii fpecie di 90 Rd RO Ra za, procurando cheil vomito;fi faccia molto co: a (comefiè detto)& fe qualche parteè difce a alle budelle , fi cani con Criftiero lenititto ; & fabito fi dia all’infermo eofe, cheda tutta la lo- ro proprietà habbiano virtà fpecifica contra il veneno;leguiali fi chiamano Bezàarticheje quelte dec egli vfare in ogni tempo, & quatido;che mari | gietà& beiietà; procurando il conforto iriterno; & efterno delle meinbra principali, & vf{ando nu trimenti; & cibi; che diario grarì vigore, cauati pertorchietto; & in altra maniera j tie quali fi .deono metteredelle cofe; che hanno viftà Be zaartica contta veneno în generale ; delleguali trittatemo qui apprello ; Etquiefto fi ha di fate Oprietà ; main no la loro opetatione ì ncho 7 che hat cuné fono femplici; alcune altre conipotte ; & petche dell'vne;& dell’altre nie fono riolte, dirò piu vfate;& quielle; fiellequali Gi vede maggio» te efperienza « Delle cottipofte la principale è la | Thetiaca ; che ferifle Ahdromacho ì laquale feè ben fatta, è la piu principale Medicinasche qui= Yencno; i DE’ VENENI, ET DELLA LOR CVRA. 9ÎÌ | Veneno+Ebencheperlafua vera compofitione | bu ti prec porci niienoee s tuttauia facen- | dofi quel; cheè poffibile, veggiamo, che fain * dimette effettù meranigliofi ; noù folamente i prefa con alcuna acqua appropriata; ma pofta nelle punture; diniorfi degli animali veneriofi, & fimilmente nelle Appofteme mialione; che fi fanno in tépo di Pefte ; Il Mithridato anchotàin quefti cali è digrande effetto,& ferie alcune fia> te pet Thetiaca. Quelle di Cedri, & di Smeraldi - fanno metauigliofe oprè contra titti i veneni, Quella della tetra figillara ha prerogatitia fopra I uealia, deren nelle Febbti, che hanno ala qualità La Thetiaca Diatheflatoti è appro- priata contra i verieni freddi, & contra i morfi de etto foro le piu priricipali ; & dellequiali fi Lmaggiote efperienza | Le Medicine poi ferm- plici fono molte. La priricipale è quella tetra Lemnia tanto celebrata dalli Aritichi;& fpeciale imente da Galeno; ilquale per vederla folatierite, ‘per vedere;come fa facettano i Sacerdoti, natii+ | gofinoall’ifola di Lemno; hoggi detta Stalifiîe= nc; laquale è là principale Medicina femiplice, che conofceffero;& fapelleto i Greci, Il Dittama | vero, che nafce nellilfola di Creta; hoggi detta Candia, alqual ricorrono le Capre, quando & ec cntono iii DL dà ir ab 1 R10r3 Pla: TARE LA fentono ferite da herbe venenofe; perche matte iando di quello , fe ne liberano. Lo Scordeony Siquale è di tanta virtù nel difendere dalla putre fattione, chein vna batraglia i-corpi;che ftaano ‘diftefifopra quelta herba rimafero. molto tempo incorrotti, &fenza puttefattione alcuna, & gli altri;che.non caderono fopra diquefta herba;.re- ftarono molto putridi,& disfarti. Il ferite de Cei dri è cofa ent è coutra ogni veneno ; come lo dimoftra Atheneo. in vna lunga hiftoria ; chedi loro cotita. La medefima virtù hanno i femi: de gli Aranci, poi che fono itiferti di Cedri . L’offo delcore deli Ceruo è di gran virtù contra il vene no,Scl’angofcia del cuore.Itmedefimo fa l’Auo» rio; ilquale (olrra la virtù :Alexiapharmaca) cura rawigliofamente la I@eritia j del quale io ho alligiioi g rande efperienza in molti.Ogni sli ampliarono molto i Moderni. Bifogna, che fia del vero; perche ne fono molti di falfi, & finti; asili lo DE' VENENI, ET DELLA LOR CVRA. 93 | Iovidiin queltacittà vn Vinitiano,che ne portò | n pezzo molto grande, & ne dimandaua (cins quecento feudi ; delquale fece in ‘mia prefenza | la efperienza. Prefe vn filo, &lo vnfe moltobe ne con Elleboro ; & lo pafsò per le creftedi due ‘polli; all'uno de’ quali diedevn poco di Vnicor norafoin vn poco diacqua comung &all'altro ‘non diede sb alcuna. Quefto mori tra vn quar ‘to di hora; l’altro che prefel’Vnicorno durò due giorni, feniza voler mangiare ; & alla finedi due ‘giorni moti; fecco come vn legno”. Credo io,che | fefidelfead huomo; che non morrebbe; perche. ticne le vie piu aperte da potere fcaciare da fe il eneno;8cgli f può ancho fare degli altri rime» dij;col mezzo de: quali, & colt'Viicorno:potreb iberarfi:Di tutte quefte Medicine com pongò luiege, che cofi walità manifefte,co+ to ri Peftilentiali,‘è che habbiano mala/qua- è Bollo Armenò noftro preparato: al pefodi tre ali. Di femedi Cedri; Scordeon; Dittamoj. è preparate;di ciafcuno'al pefo di due Reali; felit: li caoridi Ceruo; Auorio;di ciafcuno al pe- . fodivn Reale ; Vnicorno,& Pietra Bezaar(fe fi haueranho} al pefodi venti grani, Facciafehe poluere minuta; & mefcolinfi infieme dieci fò- aglid'oro. Di quelta fi douerà vfare alpefo di 3 MEZZO. 94 casina ti: i mezzo e con qualche acqua appropriata, perlo efferto,che cedri : sì had n per molti giorni a digiuno, & fi dee ponere ne cibi, & nella foftanza di quel, che fi mangierà; perche fa molti grandi effetti, leuando il fomento al ve- neno, reprimendo la fua malitia , confortandoil cuore,& imembri piu principali, & leuandola mala qualità, che il veneno laffiò imprelfà in lo= ro . Similmente fi potrà vfare nelle Febbri Petti- Jenti,ò che habbiano mala qualità; perche repri- mela malitia venenofa loro;il che fe non fi fa, la “cura è per niente,Parimente fi darà a quelli, che fono morfi da animali venenofi,ò nelle loro pun Pei cn &cammazzi la malitia | del veneno, Et benche quelta poluere fia di tan- | ta nirtà nelle cofe fopradette ; di mol iox Lai 41 | &pergi Îîelo in lei infufe contra i ver ni. Laqual fe fi tronarà, è il migliore,’ piu gran rimedio di tutti gli altri, come lo demoftrare. Della Pietra Bezaar, (ap. 11. Vefta Pietra Bezaar, ha molti nomi;perche i Arabi la chiamano Hager.I Perfiani Be- — zaar.Gli Indiani Bezar.Gli Hebrci Belzaar.] Gres ci | DELLA:PIBTRA:BEZA AR. 95 | gi Alexipharmacum, I'Latini Contrauenenum. | Gli Spagnoli Pietra contra veneni, & angofcie. — Conrado Gefnero nel libro, che fece degli Ani+ «mali;parlando della Capra faluatica, dice;quefto nome Bezaar è nome Hebreo, perche Bel in He- breo vuoldire ranto;come Signore, & Zaar ve- neno; some fe diceflè; Signor de veneni Et con no alle cauerne,doue fono Bifcie, & Serpen- .& che col loro fiato li tirano fuori, & li man- jano;& quefto fiintende,chefanno,ò per fanarfi ne ‘heinfirmitàì, ò per ringionenire.; perche fto fatto, per dimofitare, che dal mangiare, che fanno i Cerui quelle Serpi,fi viene a enerare la Pietra Bezaar, & dicono cofi; Nelle parti di Oriente fi generano alcuni animali, che chia- mano Cerui, iquali nell’Eftate fe ne vanno nelle e © fpelunche, no moltianni, Gli Arabiamplificano que . SITE Pe X % ved per-"*î piera ia dt È è rin aro cris :roo A fpelunche; & canerne dè gli amimali veneti (che affai ne fono in quel paefe molto venenofi; pri Regione tanto'calda) & col lorfiato i tifano fuori;&gli calcano, & ammazzano, & feli mangiano; & poi che fonofatij:diloro; a ne vanno con la maggior preftezza;che poflono, douurique fia acqua; & vi fi cacciano dentro in. maniera; me non lafciano fuori; fe nonil muto; r poter refpiraro;:& quefto fanno;perchecon afrigidità dolbeei sa fi tempri il pran calore, chefentono, perloveneno, chehannosmangia- | to. Quiui ftanno fenza beucre goccio d'acqua, | fin:chefi gli tempri; & rinfrefchi quell’incendio; & chegli fia paflataquella furia del caldo . Stan+ do in quell’acc enera loro nè gli angoli de vfic % bisi vfciti dellacqua,gli icalta poi; per l'xfo della Medi» sogetie Te, ne id criuono iegocio è & è que. Ilaquale ferive Pro- > tibeni, de tante ricchezze, oltrail fiu- me Gange; incerte-rivnòragne, che confinano con fa China;nafcono-alcuni animali molto fimili a” Cerui,& petla grandezza, & per la leggierezza, — w&ognialtra cofa,:che effi hanno, molto confot- ‘mia’ Cerui; eccetto:che hanno alcune peri per ia: è e = LU DELLA PIETRA: BEZAAR. 97 kqtiali fono conformi alle Capre; cofi nelle cor- na,chelianno, a guifa di Capia,riuoltein dietro; ‘come nella fattezza del corpo; onde li pofero . nome,Caprefilueftri; ilche mi pare;che fi deureb be emendare, & chiamarle Ceruicapre, per le par ti,che hanno d'ambeduc; cioè di Cerno,& di È pera Ceruicapre in quelle parti fanno l'of- icio de Cerui, che dice Plimio!ne duoghi detti; | perche vanno alle cauerne delle fiere, & collor fiato le tirano fuori,& felemasiano; & dapoi fe- ne vano,douunque fi trouiacqua, & vi fi caccia- no entro, fin chefentono , chefia loro paflata la furia del veneno,che mangiarono,fenza beuerne | pare vna goccia .Vfciti di là: fene vanno per li campi, & mangiano molte herbe filutifere di gran virtù, che fono contra ueneno, leqirali elfi per inftinito naturale conofcono ; onde rifulta cofì del veneno; che magiaroho, come dalle her- be,che pafcolatono, mediante il calor naturale, che figenera ( per virtù fpecifica infufa al tempo ‘gdella generatione) nelle concauirà delle loro bu- adelle,& in altre parti del loro corpo alcune pie- piccole, & grandi; lequali fono la piu ammi- “rabile, & piu valorofa cofa contra veneno , che . fin'hora fi fappia + Si tiene per fermo,che di quel | veneno cofi perniciofo,che migiano, & di quel de herbe cofì falutifere, che salcilaià > pero rà merauigliofa;fi generi la PietraBezaar. Et fecon- «o che dicono quelli,che vengono di quelle pat- .8i,& hanno veduro quefto animale ; del quale £1 La Gi cu: ei ri pone pe e abi 93% a iL E BRIT ca x canano quefte pietre;egli è della grandezza divn Ceruo;& quafi-della fua fatrezza + Ha folamente due corna larghe, con la punta acuta, riuoltein | dietra,che cadono moltoin giu: Il fuo peloè ra: | fo, di color cinericio per la maggior parte, & ‘rolfo,& d'altri colori, Ve ne fono moltiin quel le mornitagne GliIndiani li cacciano, g& ammaze zano con arstiy lacci, & reti; & fono tanto br» ui,che alcunawolta vecidono alcuno de’ caccia rori,Sono molto leggiéri, Saltano molto, Vino» no nelle cauerne, Vanno a fchiera,Sono mafchio, nanim: i Queen Rd) fo;cheli la via d'Africaziiquale è di quefta maniera.E wno animale dellagtandezza di vn Cern. Hadlme defimo pelo,colore,& pelle,come va Ceruo, Ha il moftaccio;& la teftac'! collo di Geruo.E' mol a o to DELLA'PIETRA BEZAAR. ‘99 ro leggiéro;come Ceruo» Ha ilmoftaccio come Céto;& fimilmente Pafpetto.Ha di Capra la fir- 1 ami rie deg a pare vngri Caprone.Ha fimilmentei piedi, come Caprone; & die corna ritiolte in cia ei con le punte ritorte,che paiono ellere di i Tutto d rime néteè-dì Ceruo. Fa vna cofa,chedì gran meraui o che fi vetta da vna torre a ballo, & cade (opta le corna; ferizafarfi mal&;anzi rimbalza, co' me pallone davétonell’aere. Migia'herbe, Lesa mi, Pane, & tutto quello; che li danno. E' digran fotza, & femprefta legato con vnacathena;per- che confumi,&rodelecorde. Stò con {peranza} _% tu pera fp Ea fatrezza &fiwira di quefte Pietre è di diuer fè'maniere; perche alcune forio lunghe, come ofli | diDiteri; altre fono,come Caftagne; altre come pallottole riréde; altre; come oni di Colombi, Tò meho vna,che pare propriamete Rognonedi Ca pretto;ma tutte fono ritonde, fenza alcuna pun ri'acuta. Cofi come quéfte pietre fono varie nel- lefattezze,cofi fono varie ne colori; perchealcu nébanno il colore di Caftayna ofcnto ; altiefo- no cittine. Commuinemente fono di colore ver: | dé, &neroj come dolore di Melenfana . Molte ro!Tiitte quelle, chefono fine fono' compofte di alcuni fogli vno fopral’altro,come-fcorze di Ci- di _ G x = pol, . altrefonodi ‘colore macchiato di quelle macchie . che'hanno i Gatrî di Algalia di coloré grifo fav- 5% 3% chemuoiasò lo vecidano; per vedere fe hola Pie olle, pofte con meranigliofo artificio; & quefti. Fool fono tanto lifci,.&-tifplendenti.; che pare. che ciafcuno di loro fia ftaro brunito. con'grane. deartificip;& fimilmentelenata quella di fopra, l’altra, che fegue è molto più-rifplendéte, & bru- nita,che quella, chefi lenò $ & in quefto {i cono- {ce ellere fina, & vera; & perquefto folamentea quella;che io rengosleuai la prima {icorza,& tro», wai quella , che fegue dapoî di.lei:tanto lucente, & piu,quanto la prima . Quetti fogli fono piu grofii, ò piu fottili fecondo la. grandezza della Pietra. E pietra leggicra.Si-tade con facilità, co- me Alabaftro; perche è tenera.$e fta molto in ac-, qua fi disfa. Nel mezzo di dentro non ha cuo- re, nefundamento;fopra il quale fi ferwi; anzi è concaua; &la: concanità èpiena di vna poluere —. «della medefima. foftanzadella Pietra , laquale ò - la migliore parte, & di maggiore effetto , che fia, — inlei.l maggiore indicie,chela Pietra fia fina,& | vera;fiè;l'hauere nel mezzo quella poluere; per- . chelefalfe non l'hanno,Qade in quefte due cole — fr conpfeerà la fina,& vera,da quelle che non fa da 4 3 matr dè . ‘mo;percioche la vera ha quelli. fogli vno dietra Mironlufeori 3 Sin quel di-dentro ha la pol nerescheho detto. Quelle,che non fono vere,ma falfe,non hanpo ne vna cofa;nell’alrra; perche io, ne vidi vna,.che fu.rotta, per.vedere fe ella era | fina;laqualehanewai fogli, & dentro haueua vn grano , ò feme, fopra il quale la formò l’Indiano ‘falfario. Guido della Vazarisy. natio figuefa sip. E Cal È t x. gi L:1 Bd R-0; rElki 10 4 o t __ DEL LA-IBIEFRA BÉzAAR. Îfof tà (ilquale caminò tutto il Mondo in git,& ftet tein quelle parti della China) mîi dicena; che vi “erano Indiani, iqualilefacenano falfecon vna tompofitione; liquale effi faperianò ; ma che le due cofe dette itiai hon poteroho fate in loro; cioè; i fogli, & la poluere interiore. Et'imi dices tia, che tra gli Indiahi fonb tenite molto piu in pregio; che tra hoi altri; perchefi ciiraho con los todi molte infirmità: Andreè Bellinenfe ros glie da Tiprhafi Arabo ih vn libro, che ferifle del le Pietre,& dice; che la Pietra Bezaar è Minerale, — &chefi cava della medefima materia; comele altrePietre particolari delle loro Mineré ; quali fono, Diamanti, Rubini; Smeraldi, & Agare; & ‘che ciò fenta Serapione, quando parlando uefta Pietra,dice ; Et la Minera di quetta Pie- tra'ènella Sorta , & tiell'India; Stelle Regioni dell'Orierite. Nel che fiingannarono } perche fi vede chiaramente cauarfi da gli animali detti; che gli Indiani catciaiò con grant diligenza ; fo lamenteperlo effertò di caviarli le Pietregii det- te;gcinloro fi vede l’operàtiohe;& effetti mani- fefti,.come diremo’. Serapione diméftra; che an- tho nel fuo tempo erano tli:quefte Pierre fille, uafido dice ; Sonoùi di quiete ‘piette, chie on hanno lavitt coritrà venerdi; come le vert, DE | quiefta Pietra hon trovò hatiete ferittò' alcano” Auttore Grecosò Larino.Solamerite tra glivAra! bit ftato trattato dilei, & tra alcuni Modemi (come piu oltre diremo) & perquelto folamen& ca G_3 te: led = xi-13-X-G.. Ml. faa teio citerò gliauttori Arabi antichi, chedi lei fcrilfero ; &.i moderni Latini; &quelli de’ no- ° ftri tempi, sg OA .° Tra gli Arabi quello., che piu fi allargò nello fcriuere di lei fu Serapione; (huomo molto dot- to nella hiftoria Medicinale) ilquale tiel Capo trecenteliamo fefto(doie feriue molte cole di que fta Pietra Bezaat degne di fapetfî).di fua auttori» stà dice, quanta eccellenza tenga quefta Pietra c6» tra ogni veneno diquelunquemaniera & quali- tà che fi fia,& contrai morfi degli animali vene: nofi;etinguédo,& eftirpando la radice,& la ima- la qualità,che i veneniimprimeno ne corpi, &i- beranido dalla morte quelli; che l’yfano.La dain poluere,& dice che fa il medefimio effetto fi uggen dola,ò.tenendola in.bocca; percioche dapoi to» ta,prowoca il fudore, & caccia fuori il veneno, «va ampliando la cofa; dicendo ; che portata eco in. modo,chetocchila carne; dalla parte mà capreferua colui,che la portarà di non effere of- felo da veneno.; ne da cofa verienofa ; perche la | fua proprietà, & virtù è.tale, che in qualunque maniera, che s’applichial.corpo,tefifte al veneno; che no. offende,& pi off gilona; & che ciò fa né folo,aquelli, che haueflero:prefo veneno, ma a quelliza cui fulfe pofto nella ftapha, nella veftesò nejle lettere, ò in altra parte ; che li polla offen> derfi + Gioua..molto (diceil.medefimo Serapio- ne) quefta Pietra ne morfi de gli animali vene= nefi, &cnelle loro punture; togliendo la pi luere - DELLA PIETRA BBR7ZAAR. È di quella per bocca ; perche prouocando ella Hi fudore, lo caccia tutto alle patti efteriori. Giotia.. molto il ponet la poliiere diquefta Pietra nelle puntuteo ferite di quelti animali veneriofi; pets. | chediftragge,&cleva via la malitia del veneno;&c» | tanto piufidecciò ftimare, Quanto piu cura,& fa | hatuttele piaghe fatte per lì dettianimali, rutto: . chegifi fiaho comiriciitea corrompere: Poità — lapohieredi quiefta Piettafopra Gliaiimali ve=) - henofi,gli tiipefa,& gli lena le forze;& fe vi fi po he dalla parte,con laguale ferifcono; benche fac ciano piaga; non iniprimeno malitia venenofa; & ciò fi vede pet efpetienza nelli Scorpionisper=. che.pofta fapoluete nella partescon laqual mor. deno,fi gli lea ogiii forza venenofa ; fehza: ché. facciano altrosche la piùtirà; Alle Vipere,goani: mali venenofi ; daîdo tre grani di quefta Pietra conqualcheliguore;miioiotio fiibito | Fiho qua, è quello di Serapione. Rafis5 Siînia di Galenò, (luomo trà gli Arabiil più dotto) fel libto;che. fcrifle.chiatato Continente, dice c6fi;.La Piettà Bezaar è Pietra,che tira alquito al pallido; biati- cafenzaalciina qualità di gufto i laquial dice has ‘nere efperimentato due fiate; & trouafein lei vir. th efficaciffumia contra il Napello; che è il piu for. te di'tuttigli altri venteni ; Dice fimilimente; ha= îiere vediito in quiefta Pietra più stiirabili effetti contra ogni vettetio, che egli vedefle mai inaltea Medicina,che fuffe coritra verieno, cofi femplice, «otrie tompoltajò Aintidoto;ò compofitiohe fat ui O av rog li très ko CIT. ta contra veneno;come Theriaca , & altre come» pofitioni;perche di maggiore efficacia; & virnì è i detta Pietra, che alcuna di loro. Quefto mede- . fimo conferma ne Libri, che fecealRe Almane: fore; dicendo; A’ veneni cattiui,che offendono il cuore, &fanno la loro operatione da tutta la fo-' ftanza,ò quanto poco giona cura alcuna, che vi. fi faccia; fe non fiprende la Bezaar; perche que- {ta gli refilte. Erdice pia, ioftello vidi, che fece refiftenza al verieno del Napello,che è il più per- niciofo di tutti gli altriveneni Fin qua Rafis. Vn'altro Moro molto dotto, & grande A ftrelo-. go,che feriffe dellePietre rar qui ifi terra de). Segni,& Pianeti; &la virtù, che hanno; ilquale fi. chiama Hamec Ben. Reriph nel {uo libro, che feriffe delle virtù delle Piante, & delle Pietre, 8 degli Amimabi;che fermorto all vfo della Medici=. na;dice; La Pietra Bezaar è contra ogni veneno.. Ha ella oltra di quefto particolare proprietà, pre fa in poluere,contrai morfi de gli Scorpion &: pottata feco fcolpita, è contra tutti i morfi de glianimali venenofi . Vn'altro Moro (nominato Abdala, Narach, Spagnolo, huomo dotto in Me-. dicina) dice ; La Pietra Bezaar è contra ogni ve- neno. Lo la vidi come-cofa preciofa in potere del Redi Corduba Miramamolin ; alquale fu dato veneno perniciofiffimo; & come li diedero la Pie tra Bezaar,fi liberò roralmente dal veneno;onde il Re donò il tuo Palazzo Regale a quello, cheli diè la Pietra; perche lo liberò dalla morte. Et cer i to DELLA PIETRA SEZAAR. 10% tofu dono di Re; poi che veggiamo; chieil Caftel | lo di Corduba èal dì d'hopgi cofa nolto' tara; &: digran valote;& la Pietra fu ftimara molto , poi | cheperlcifà dato cofi grin prezzo. Aiuenzaòr Medico Moro Spagholo (natio di Pegnafiore trà: Corduba,& Siviglia ) nelfuo Theifit dive ; come egliliberò vno giù pianto, per haitere prefo di vrì :: peflimo veneno , con darli della Pietta Bezaar al. | pefo di tre grani in acqua di Zucche, petcheil ve: | nenoer4 caldo; il che parue effet cofi; perche fit= . bito,in prendendolo, quegli, che lo prefe divens nic icterico;& molto giallo. Auerrois Medico, & Philofofo grandiffimo; Spagholo,natio di Corda’ . ba, nel Colliget; che egli fece di Medicina; dice; i La Pietra Bezaar;è fommamehte di tnaniifeffitno! gionaméto c6tra tuttii morfi de’ venteni;& prin cipalmente contra i morfi delli Scorpioni.Halia- bas fa mentione della Pietra Bezaar in tre lno- i,la done parlo de’ venchi; ma ‘pala via pare. ando di lei molto leggietmente ; Solamerite die | moftra,che fia tenera; poi ordina, che fi disfaccia» | 3macqua; & fi dia L'acqua di lei alliatenenario | Rabi Mofe dEgitto, natio di Spagna (Medico | grandiflimo, il quale feguì in tutto le veftigie di» | Galeno) nél libro,che iece de’ veneni, hel primo: Trattato; al Capo terzo, parlando delle Medici — cine femplici,& dell’vfo di quelle, che.fi conuefi= gono a’ morfi de gli animali venenofi, dice; Rife- | xirò delle Medicine femplici, che habbiamo tra | noi,quelle di maggiore vtilità, & beneficio, & di eng" ; maggior r0.6. pa bdr8 RR ria maggior efperienza,che fono da. molti a prouas ‘tes Diquelte è il feme del Vedto , &c. l’altrasèilo Smeraldo,grande Medicina contra veneno; &G. & Galeno fece mentione della terza, che é la Pie-. tra Bezaar, laquiale fi cava di.vn'animales &è fi- milead vna pallora; il fuo colore tira-al verde;fi genera d poco a pote ingtoflandofi;&rallodan- dofi; &per-quefto fi.trova indei vn foglio fopra l’altro. Dicoho alcimi;che fi getieta.she gli angoli de gli occhi di lciuni Motonizchie fono.in Orien tes Altii dicono;che fi séniera nelli borfa del fele diquefti metlefimii.. Montoni'; il cheé il certo, &. veto. Vi ha vn'alîrà Bezaatslaquale è Pietta Mi- nerale nella terra di Egitto, di diuetfi colori, del- la.quale hanno detto. metatiiglie gli antichi ne. loro libri;ma niuna cofa habbiamo noi prouato perefperienza. Io leho efperimentate; &aniuna Cattà de gli animali detti, habbiamorefpetimen- tata la fua virtà con molte efperienze + Datéa DELLA PIETRA SEZAAR T07 génerarli delle Pietre nel fiele. L'altro è il dire, che fi va generando a poco a poco; il che dimo- {tra perli foglijonde ella è compofta: Auicenna, limomo cofi-dotto, non fcrifle di. quefta Pietra articolarméte; come di molte alttecofe,ilquale effendo natio di Perfia della città di Bocara ; do+ nea haierhe piu notitia; che i Moti Spagnoli, îquali cofi particolarmentene fetiflero: Solo toc ca di lei nel fecotido Cationes riel Cipo:quiarto; parlado delle Medicirie,che pet la proprietà loro operano cotrala malitit del veneno; & da efem- pio della.T heriaca,& della Pietra Bezaar.Et piu oltre dicesche la Theriaca,& la Bezaat fono due cofe,che vonfertiano la fanità,&a vità delli fpi titijaccioche poflano difcatciate da loio.il venes no.Et nel quarto Libro-nella fefta Fen,nel Capo quarto; & nella quinta in treluoghi loda la Pie+ tra Bezaar contra veneno; & lo ifteffo fa nella cu ia.del fele della vipera; doue-dicej che è cofa ec+ cellente contra di quello.Iquali luoghi fonò tafi- to brewi,che non.fa fenon palfarfi di fopra via, - Comedi pallo,Oltrà di ciòsello hon lordifie da fe; forche lo;prefe.da Rafis. nel Trattato 6ttano. — lell’ifteffo Capo dice; Nelle cofe;che- piu gionas noèla Bezaar; fe i potrà tronaté; ilche dimoftra la difficoltà, cò laquale fi haneua Et nel Capo di quelli che hanno prefo Napello dice ; La Pietra, chiamata Bezaar Citrina; colorata; pura; 8 che fia buona.Ciò dice perle falfe, che deucino éfere al fuo tempo ati " po pia pe e +. Quetti Sri rag ga ‘trà noi tti 18 Quetti fono gli Auttori, che io trouo antichi tragli Arabi, chehanno fritto di quefta Pietra | Bezaar,che non fono pochi; iquali dettano ha: nere alloro rempo cognitionedì lei; per lo trafe fico,& commercio;chei Redi Marocho tenenas no con l'India Otientale; fpecialmerite ‘con ila Perfia,onde veniuano lemiercantie;& le cofe pre tiofe dell’Indie;ilche mi affermò va Cattalier nol to principale} ilquale ftettequiui per to Re di Portogallo molto rempo Gowernatore; & hebbe notitia di quefta Pietra & del modo, come ella fitroiiana;& come la causuano gli Indiani de gli animali, & la formaloro ; ilche mi diede gran lucea qnello;che io ho detto: Etegli la efperi> mentò,& la vide efperimentare a molti coù mol talaude de’ fuoi grandi effetti. La efperimentai anchorzio in lui medefimo;con vna,chie coli ha= te) ucua,la maggiore, & migliore; che ‘io habbià ve- duto in mia vita ; percioche hauetido egli vna grande,& difficile infirmità, &inifieme vna triò ftezza grande, & temendo di vérieno, gli feci tor+ re molte mattine al pefo di ‘tre grani di quella Pietra Bezaar con acqua di Bugloffa ; & fi rifanò melto bene: Molti Medici moderni, & del noftro tempo hanno fatto mentione di quefta Pietra Bezaat,& la celebrano rie loro Libri,con grandi Priuilegi contra ogni fpecie di veneno , & contra altre molte. infirmità ; dellaquale diremostutro uello,che habbiamo tronato fcritto'in ciafcuni iloro, Tra gli altri Andrea Matthioli Senele gono Le” huomo dels np i i enni e n | DELLA. PIETRA BFZAAR. 109 huomo dotto ne’ Gomentarij, che egli fece fopra | Diofcoride,nel-Libro fefto, contando le Medici ne, chefono*contra'ogni veneno per proptietà fpecifica, fcriue della Pietra Bezaar molteosan virtù, & la mette per Medicina; & rimedio piu principale, che hoggi fia al Mondo contra vene» ni;& quafi riforice tutto quello; ché hahno-detto gli Aurtori allegati da noi. Andrea Lacuna nazio di Segouia (ilquale fa.chiamato da:gli huomini molto dotti, Galéne-Spagnolo):ne*Commenta- rij,che egli fece fopra il medefimo Libro di Dio- feoride in lingua Spagnola ; fopra ilmedefimo Scftosche tratta de veneni,dices quanto fiame- rauigliofo rimedio la Pietra Bezaar contra ogni {pecie di veneno ; 8 contra imorfi delle fiere ve- nenofe, & contra la Febbre Peftilentiale, è che habbia mala qualità. Etfimilmente, cheè gran rimedio contra il maleCaduco; & che feaccia la Pietra fuori delle Reni: & che data con vino dif facela Pietra nella Veffica., Quiui dice, comefi genera quefta Pietra in alcune Caprefiluetri in Perfia,& come la buona dee eflere luftra, & fqua mofa;lifcia, di color di Melenzana;& cheè rime- dio molto celebrato tra’ Principi;& gran Signo» rispergli effetti già detti. Valalco de Taranto(Me- dico celeberimo delifuo rempo,natio di Milano, difcepolo di Totnamira) nel Libro Settimo della fua Pratica, loda molto quefta Pietra Bezaatc6- tra veneno,& altre infirmità; per li fuoi effetti, &c perla molta fama, che ella haucna nel fuo tem esta 3. po pis 24628: ei XI RI, o contra ògniveneno : Santo Ardionio da Pes | faro(Medico Italiano)ih vnlibro;che fece de ve-. neni;loda molto fa Pietra Bezaar;&la mette in+ nizia tutte le Medicine cofi femplici,come com pofte, chehanno virtù contra veneno, ò morfi dianimah venenofi,& dice ; che lo vide, &ifeppe per grandi e{perienze; checonici fece. Amato Lufitano (huomo dorro de noftri tempi, ilquale hora habitain Ragugia)ne' Gommétari), che fe- cefopra:Diofcoride;nel libro fecondo, De Cerui genitale; tratto di quefti' Pierrà -Bezaar molto dorramente; come huomo Portoghefe, che fiin- formò pienamente da quelli della fua natione, che vengono d'India; & dice ; La Pietra Bezaar è al mododivaà pallottola,di calor cinericio;chè inclinazid'azutro (curo, compofta di molti fogli; “Taqualchiamiano Bezaar,come quella, che è pre- ftantiflimorimedio contra ‘ogni veneno poCa - vanla ‘di alcuni animali, come-Cerni; che fono in India. chiamati Caprefilueftri è Trowanfi nelle budella, & nelle parnidoro interiori Dati rregra> ni di quefti con acqua di fiori d’Aranci,è preftan tiffimo rimedio contra byni venéno 5 & icon ac qua di Acerofa contrà' Febbri peltilentiali ; ame mazzando,& eftinsuendo la venenofità,& mali ria loro. Ammazza i veneni data con acqua di Porralaca;do ne foftancho Febbre; & dowenon fuflè;con'vino hianco. Dice di hanere efperienza, che ha curatò con lei ildolore del Fisncorebeli | le, & crudele; &che feliè aogiuntà mala qualità. | Mi tanto e Ie SS — Sg Pi Aa dll eg - BELLA PIETRA GREZIAAR. TIE tanto piudella è a propofito; Data a gliamenenati ne vomitivi, fa gettare il veneno per vomito ; & dara aquelli, che hino già vomitaro,lo fa difca | ciare,òper fudoreò per vicita,Data pelle Febbri | ilgiorno'del termine,promoca il fudore, col qua- . lemoltefiare tene liberano, Nella rerza Centu- | Tia; nella cura ferruagelimaguarta, & nellacura | ortogefimarerza, curando: certe Febbripeftilen: tiali dice;che prefi al pefo di tre grani della ietra | Bezaarconacquaappropriata , ella eftingues & ammazza la malitia del veneno di quelle tali — Febbri,&lod&come rimedio preftantiffino; & | diceIRedell'Indianfnero quefta Pietra in mob ta ftima pe ben pare, che fia cofi, poi che in vno prefents;che nella prima conquifta di lei mandò iRediCochinalRe di Portogallo, tralle cofe | preciofe,che li mandò, perviia di maggior pre- gio, & ftima,fu vna Pictra Bozaar poco maggio» | redivna Nocella,laquale fa quivi molto ftima» | tasquandofifeppero lefuevirtà, Fiqueltafu la prima,che i Portoghefi partarono. in Spagna... - Efline portarono poi molte altre, vedutigli ef tecotepreciofe di eran valore, che traggono di | quelle parti;srlevendono per gran prezzo «Ni colò Fiorentino (tra quelli del fuo rempo molto fanio)nel Sermon'quarto del quarto Trattaro;al ‘mono Capo , loda infinitimete la Pitra Bezaar, fetti grandi, chegli Indiani facenano con quelle; Wchokgi le portano co’ Diamanti, Rubini,&cal-- dc dice tutto quello; chiene dice Autirois, & Se- É Fapione, (= e | ere ito rari si ira ei pia 9, = pico Sl n 5 ji 4 IS pr 118 Re O: Ta 1134 rapionefenza metterui niente del fuo, come fece dn rutto quello, che fcrile, Giouanni Agricola, \mmonio Alemanoi, che fcrifle delle Medicine femplici de noftri tempi nel.Secédo Libro, par lando della Pietra Bezaar, dice; elere. A ntident eflicaciffimo contra veneno ; &eflere Medicina Diwina; & preftantiffimo rimedio contra i vene» ni,& morfi degli animali venenofi . Hieronimo Montuo Medico Francefe del Re Hénricò, nel Trattato,che egli ferifle de rimedij Chirurgica- |, li, ne fimedii de gli auenenati pone.la Pietra Ber Zaar, per lo maygior rimedio di tutti quelli, che fi ritrouino ne’ noftri tempi; per la molta efperié za,che fece di lei in molti Signori, Antonio Mu» fa Brafauola Medico ARA da Ferrara, nel | Prologo che ègli ferifle fopra le.cofe fcritteda lui.ne gli .Antidori.di Mefue, recita vn cafo, | cheauenne.in Ferrara di molte perfoneauene» nate;) lequali fi faluarono, vomitando il veneno con oglio di Vitriolo., & prendendo la Pietra Bezaar. Il Conciliatore (chiamato Pietro d’Aba- «ho, natio di Padona, huomo' tra quelli del fuo tempo dotto) in vn Trattato, che egli fcrile de venenisal Capo Ottuagefimoprimo dice; Bezaar Anthonomaltice fi dice di certa Pietta detta. lt milmente.Bezaar, la-cui propria, & {pecifica | vità fiè, contra ogni veneno mortifero ; libe- rando dalla morte conogni.preftezza, fenza che vi fia meftieri di aiuto y ne di beneficio dialtri Antidoti, ne di Medicina; ne di Metano j î i 4 sE Ì Î 33 #4 DELLA-/P'TE PRIA BEZIA AR. TTF & fimilmente fi dice Bezaar, perche ella è tutta la Medicina, che libera da veneno;; dda morre, ò da altra graue infermità. Et chi haterà quetta Pietra feco , fia ficuroy:che per lei farà libero da ogni veneno mortale. Et per lei vn Re d'Inghil: terra chiamato Odoardo fu liberato da vna feri- ta auenenata mortale , che il gran Soldan con vnafpada auenenata li diede in vna battaglia; che fecero nella conquifta d'Oltramare, intorno la città di Aaron; alquale efendo già vicino alla morte , fu data la Pietra Bezaary che li diè il gran Maeftro de Templari) ; cheera vn’ordine a quel tempo. di molta ftima; & molto ricco Et dice piu, che vide al fuo tempo vn’altra Pietra Bezaarleggiera, & ch’ella fi radea come Getlo,di . colore di poluere, che era tenuta in molta fti- ma. Fin qua il Conciliatore. Conrado Gefnero Tigurino,nel Libro , che egli fece de glianimali, ‘parlando della Capra ; loda molto quefta Pietra Bezaar contra ogni veneno, Altri Auttori fono, che fanno mentione di quelta Pietra; ma fene paflano leggiermente; non piu che lodandola contra veneno in generale; & in particolare; li- quali lafcio di nominare; perche baftano li detti, per hanere autrorità con tutti quelli, che uorran. no valerfi di lei. Refta, che diciamo quello, che io ho veduto per efperienza di lei, per più confir ‘‘matione della fua auttorità,& dellefue opreme- ‘rauigliofe,accioche fi n quanto nehan- ino fcritto gli Auttori fopradetti è lato appro- t ai E “fl dini se iii I14 Lis 0. :td.: uato con efempi manifefti. Haurà quatordeci anni, che la Duchefla di Begiar mia Signora fu auifata dal Signor Gionapni Manrique, che nel- la Corte fi vfaua, per leangofcie,vna Pietra ; che fi chiamana Bezaar; percioche la Duchella mia Signora haueua vn figliolo , che patiua molto di quefto male, fin quafi dalla fua infantia, & defi- derando la fua falute, procurana di fa pere alcun timedio , poi che gli ordinarij di Medicina (de Lg sedi a ra e Quai molti erano ftati fatti da’ piu fauij Medici i Spagna) non hauéeuano gionato niente. Aui- fata poi de buoni effetti, So in ciò faceua la Pie tra Bezaar, communicò il negocio meco; il che fu a me molto nouo ; perche non haueua altra notitia di quefta Pietra, fe non quella, cheio ha- uena veduta feritta ne Libri, & non penfaua, che ella fitroualfe in quefte parti. Qnde fuppli- cai, che fi ponetle diligenza per hauerla; fi per- — cheio 17 a la falute di quefto Signore, che lo meritauano molto le fue virtà, el fuo molto fapere in ogni guifa di lettere,& in tutto quello, «che vn principal Signore,qual'era egli, fi trou2, ua obligato di fapere, & valere ; come per vedere Ja Pietra,che cra cofa da me molto defiderata,Si mandò perla Pietra a Lisbona per mezzo di vn Genomnefe. Ne furono portate due molto buone, legate inoro, della grandezza di due offi di Da- teri, vn poco piu prc di colore verde, &cne- gro,come Melenfane.Venuta la Pietra con mol- .ta noftra fatisfatrione, feguendo ciafcuno il {uo È diffegno, PETTINI ” j iau i il ii I i DELLA PIETRA BEZAAR. ÎI5 diffesno;fi deliberò ; che affalendolo l’angofcia, laqualeimpromnifaméte li venina, fe gliene delli. Venutali l’angofcia vna fera, fi prefe fubito l'or- dine,che era venuto dalla Corte; ilquale era, che | fi toglieffe al pefo di tregrani della poluere della | Pietra, & fi poneffero in tanta ‘acquadi Buglof- - faschebaftalle; &poifigli delle, Fecelfi colì, & | aprendoli la bocca; fi‘hebbe farica affare, che la inghiottifce; ilche fece, benche con difficoltà ; & indi a due Credi, dapoi chela hebbe tolta;riwen-' ne di angofcia cofi facilméte,come fe non vi fuf- {e tato. Veduta labnona opra,che la Pietra ha- ucafatto ; la tenimmo in molta ftima ; & molto più fu ftimata,quando fi vide, che ogni fiata,che | figli daua riueniua cofì facilmente; & che in | queftoeranotabiledifferenza;petche fe nò pren- E dota la Pietra, li duraua molto l’angofcia, & ri- tornana in fe con trauaglio, & non poteua libe- rarfene compitamente in molto répo.Ma quan- do li dauano la Pietra, rineniva tofto,& c6 mol | .tafacilità, come fe non fufleandato in angofcia. Ondela Duchefla mia Signora portaua la Pietra rafa,nella borfa,di quella quantità, che fi gliha- vena a dare,accioche affalendolo l’angofcia, figli delle piu efpeditamente; & non li duraffe tanto. Etviera di piu;che dapoi, che egli l'vfo,non li ve niuano leangofcie coli fpeffo, come foleano. Ve- duto quefto , io difli vn giorno al mio Signore; che era dottrina de Medici , che le Medicine, le- quali ci curano dalleinfermità, ci poffono an- H 2: cho . bad 42:13 R:0 IF. a 1113 cho preferuare,che non vi cadiamo,& che mì pa reua,che fi gli douelle dare ogni mattina la pol- uere della Pietra Bezaar 5 perche potria eflere, che con l’vfo/continuo dilei, fi confumerebbeil vapore, che afcendena al ceruello,'ilquale done» | ua effere venenofo, & di mala qualità; & che la Pietra eftinguerebbe, & ammazzarebbe quelta i ala qualità, & confumerebbe il wapare , che afcendena da tutto il corpo; è da qualche mem- i bro patticolare;& che eftirpata la radice, & ori= . gine del.male, reftarebbe libero.Si frce cofi ; & fi gli diede ogni mattina a digiuno della poluer& della ditta Pietra al pefo ditre grani, con acqua di Buglofla;& piacque a noftro Signore, che ella faceffefigrandeeffetto,che dal giorno ; chela co= minciò a prendere, fin che mori dialtra infirmi+ " tà, piudi dieci anni dapoij mai non li venne an — gofciaalcuna;laqual Pietra prefeegli per fei mefi continui fenza fallar mai vn giorno. Vedute io quefto cofi grande, & cofi manifefto effetto, & hauendola cura di vna Signora, cheera fanciub “la; nominata Donna Maria Catanco, laquale pi | tiua di alcune angofcie giù molto tempo;& fe be ne era ftara inedicara da Medici grandi, le partiva nondimeno tali,& cofi grandi, che alcuna ango» {cia ledaraua dieci,& dodeci‘hore,fenza riueni* re,& ciò era, quafi ogni giorno;& cera già a tal ter mine;che molti giorni hauea; che ella non file uaua del lerto . Quando io fini chiamato alla fua ‘ura, veduto il poco gionamento;che le haucua= “ari, >» 10 _d . : DELLA.PTIETRA BEZA AR. ÎT7 #io fatto gli'altri Medici;io lafciai i rimiedij com+ - muni;iqualiglialtri hanenano fatto a baftanza, & permolti anni; & le feci venire da Lisbona ‘vwna Pietra Bezaar, &dapoi, chela hebbi purgata; iele diedi; con l'ordine detto;& dal giorno, che vla cominciò a prendere, fino al prefentenon ha patito piu angofcie ;;che fono piu di dodeci ‘anni; & confuinò tutra vna Pierra della grandez za divn Datero . posi DA In quefto tempo il Licétiado Luigi di Cueua, - huomo dotto nella fua profeffione; mangiando fenza accorgerfene certa cofa venenofa;fi pofe al letto in tal termine di morte, & con tanti accidé ti delveneno ; che haueua prefo,che fu fimato; che egli in brene tempo douetle morire.Et bena ie egli prendefle vomitiui, & Theriaca, & altri | rimedij contra veneno; quando io l’andaia ve- deresera già a tal termine, che fihauena poca fpe- - tanza della fua vita. Hauendo io veduto chel fuoimale procedena da veneno; & quanto poco gli haucuano giouato i rimedi), che gli etano fta= ati fatti; io medelimo andaia procuratli il rime- dio; ilche era la Pietra Bezaar;laquale poi c'heb» dircercato:in alcuni luoghi, la trowai nelle mani deli: detta Dona Maria Cataneo;che le era retta» ta la poluere interiore della Pietra,laqual’ella ha “ueua ferbata, péfando che né fulfe da torre.Que- | «fta io hebbi,che potena effere al pefo di feigrani, | Sla diuifi in due charte; &c6 gran contentezza «di hauer trouato il rimedio p quefti, che ne hane 118. WEA Ro0:111. ua gran bifogno.Tornato a cafà fua,lo rronai cé le maggiori anfietà,& affanni ; che fi pofla pen fare.Subito gli diedi 1 tregrani di poluere, che portaua in vna charta, disfatti con acqua di Bu= glofla;& fra tre Credi, che l'hebbe prefasfi comit ciarono notabilmente a rallentare gli accidenti, affanni, & angofcie di tal maniera ; che quando vennela notte,era già in buona difpofitione; & fuori del pericolo di morte, che haueia hauuto | cofì vicina; di modo, che il giorno dietro ftette bene,quanto al pericolo;ma rimafe tale, che per molti Mefi hon pote rihauerfi, perlo gran ma- le,che haueua hauuto . Efendo il medefimo Li- centiado Luigi di Cuenain via con vno Signore pre andarea caccia, vn Paggio grande fi ridufle a euerein vna Pozza d’acqua morta molto trifta, & piena di animali venenofi;& nel finir di beue- re,fi fentitanto afflitto,& di talmaniera, che né fi pore mouer di lì, enfiandofeli il ventre; & tut? to il corpo con grandiaffanni,& angofcie, cò gri vomito; & fudore;di modo,che lo portarono at- trauerfo del fuo cauallo ad vna Villa quiui vici n2;& dapoi hauerli fatto alcune cofe gioneuoli, li dierono la Pietra Bezaar, che portaua il Signore co lui per buon rifpetto;& li fece tanto giouamé- to,che l’altro giorno pote caminare col fuo pa- trone.Vna fanciulla mangiò certa cofa veneno- fa,onde le vennero accidenti mottali, come fan- noiveneni; & veduto che non giouauano i fi ‘medi) Medicinali;le feci dare la Pietra Bezaar;& 5 - fubito DELLA PIETRA BEZAAR. TTI9° | fabito ftettebene. Iolho fatta dare afancitilli percofii dall’Epilepfia, & ha fatto a molti di loro manifeftiffimo sionamento;& a quelli, che pati- ono di vermi;chein quefto fa grafide opra, per- ne li fa vfcire, & li disfa merawigliofamente, li» berando da gli accidenti; che hi fogliono fare. Quefto hacia fa douunque:fi teme, che vi fia materia;o humor densi Quiello,doue fi è | veduta piu manifefta la fua operatione fi è, nella — Pefte; percioche hauendo in Alemagna molto: — gran Pefte,in tutti quelli, a cui fi dava la Pietra | Bezaar,fi vedena molto chiaramente il gride ef- fetto, che ella facetta | Et facendofi efperienza: . di lei,hauendo nell’Hofpitale quatro feriti di co. valimale,fa data a due di loro, & a glialtri nò. , chela prefero camparono; gli altri due morirono.Fu data all’hota a molti feriti del det- romale,alcuni de'quali haueano due Ghiandof- — fesalcunitre,iquali camparono. Et di quefto fu- | rono teftimonij molti Gridi, & Signori,che qui- wifi ttonaronio;iquali lo videro imanifeftamente, 8caltre perfone particolari; come è palefe a ttit- tala Corte. Gioua molto quefta Pietra nelle tri. ze,& malinconie. La Maeftà dell'Imperatofe (i fia in gloria) la prendena molte fiate per | quefto effetto;& cofî l'hanno prefa, & prendono molte perfone, che hanno triftezza fenza cagio» ne; perche li libera, & rende quelli ; che la pren- dono allegri,& in buono ftato.Molti ho io vedu- grandemente opprefi da affanni ; & angofcie "SA H 4 con iO RARE BR: Ph a» ‘con maninconie ; liquali col torre al pelo di tte? ani di quefta Pietra Bezaar con acqua di Bu-. glofla,fi fono facilmente. fanati . Nelle Febbti di mala qualità, & nelle Peftilentiali,é.cofa meraui- gliofa la buona opra, che fa;perche glilenala ma. lignità,che hanno;& eftingue;& ammazza la ma: la qualità del veneno, che'è Ja prima; & princi pel cofa; cheil Medico habbia da fare;; perche fe © quelta nondileua innanzi d’ogni.altra cofa in-. darno è la.cura,che vi fi fa. Molti vfano queita Pietra portandone in bocca vn pezzo ne' tempi fofpettidi Pefte,& quando fi teme diveneno-; è dicofa venenofa;& fimilmente gioua molto te- nendola in acqua,& dando quell'acqua agli infer. mi diFebbre Peftilentiale, 6 di mala qualità. Vn canaliero hebbe. tutti i foi ferwitori con Febbrì dimala qualità (che fi chiamano comnnemente male di Mazzucho)& haucua vna Pietta Bezaar, laqual pofein-vn Cantaro di acqua, della quale faceuasche beuelfero gli infermi; &tutti campa- rono,& fi liberarono dalla morte.Molti perque fta cagione tengono pefta di continuo queta Pie. tra nell'acqua , che hanno da beuere effendoin= fermi, perche giona molto ad acquetare la mala qualità della Febbre, & dà forza al cuore. Et né © folo gioua quefta Pietra nelle cofe venenofe ,8 ne veneni;ma in altre infermità; come fi ha vedu- to'per efperienza. Onde data nelle vertigini del capo, giova molto , & fimilmente nelle oppila- tioni; il che fi feppe, perche vna Monaca;laquale — — hauewa DELLA PIETRA BEZAAR. ÎI22° haieuà angofcie , & molto: grandi oppilationi, | prendendola, (che laprefe perrifpetto delle an- gofcie) fanò di loro ;.«& fimilmente delle oppila= vioni,chehauena ; &ellendo molto tempo, che ‘nonle venivano i fiwoi Mefiî, leritornarono mol: to bene, & copiofamente. Giona molto quefta. Pietra a quelli, che haueflero prefo Solimato; ò Aconito, od altri veneni corrofiui; perche am- mazza, & confuma la malitia del veneno, &libe= radai fuoi accidenti; benche nella corrofione; &efcoriacione,che fanno è meftieri di vfar rime- dij conuencuoli a loro; perche in quefto n6 opra la Pietra cofa alcuna. Lalatte tiene in ciò eran | prerogatiua, & fa manifeftiflimo effetto, pr in molta quantità; & molto al continuo ; la quale eltra che è merauigliofo rimedio , è quello an=: ‘chora, che fi dee vfare ; perche ne’ veneni corro- fiui fa vfcireil veneno per vomito, & eftingue la loro malitia, &è il vero Antidotopcontra i ve- — meni corrofini. Dapoiche fi farà vfata la detta - “Latte,fi può darela Pietra, ò la poluere, dalcunie Medicine delle dette, che hanno virtù. contra «veneno . Similmente giona molto quefta Pietra ‘nelle Febbri, che hanno Pettecchie; lequali fono - lcune punte colorite, come punture di Puliciz & perl ordinario fi (coprono nelle fpalle,&nel- Je parti Arreriofe del corpo } & véngono nelle Febbri maligne di mala qualità; ilche è vngiudi- cio della Natura ; laquale caccia 1 humorecatti- | no di fuori perla pelle; onde 'bifogna che efca ben ti è. ei gigi Re "fam 2,16:Ps Rowo:119,4 1:36 ben fuorî,& noti torni dentrojilche fi farà facédo delle freghe, ponédo delleVérofe,& altre cofe gio tueuoli, che ririno humor fuori, per doueintéde la Natura dimandarlo; fuggendo di fare Epithi- me, Oncioni;& altre cofe;cheimpedifcono l'vfci re di quefte piiture.Il refto;che bifogha fare nello apparire delle Pettecchie fi è, dar cofe all’infer= mo;che habbiano virtù di eftinguere,& ammaze. zare il veneno (delche habbiamo trattato copio- famente) hauendo rifpetto:a non fare falaffo da- poi l'apparire delle Pettecchie, fe né vi fuflemol ta repletione,ò gonfiamento di fangue . Vna cofa ho ritrouato per quefte Pettecchie, & Febbri di mala qualità di molto giouamento ; & notabile efperienza in molti, & è il noftro BolP Armeno tridato fopra vna Pietra lifcia con acqua rofa, & dato in tutte le Medicine,che fi prenderanno, & in tuttii cibi, che fimangieranno; perche certo inì luiio ho trouato grande effetto,& maggiormen- te invn’anno, che regnorno qui molti mali di Mazzucho;percioché molti fi liberarono coll’u=" farlo; non elfendo'quefto noftro Bollo Armeno * molto differente dell’Orientale.Et quefto farà in mancamento. della Pietra Bezaar; perche quefta + auanza ogni cofa; come.lo vide vn Cavalierowi* - molto principale di quefta città, ilquale hauena > - winaFebbre di mala qualità, con molti accidenti ..7 di vomito,angofcie , & altri accidenti di Febbre © maligna, alquale apparirono le punte già derte per le (palle; & dataglifi della Pietra Bezaar con LI DELL'HERBA\SCORZONERA. ‘123 vn poco di Vnicorno; fubito cellarono gli accidé ti,.& prefe miglioramento ; perche fi citinfe, & ammazzò la malignità della Febbre; che produ= ceua tanto danno . Et in quefto modo io poria contare di molti,iquali in S pagna da quattordi- ‘cianniin qua,cheio l’adopro, fi hannoliberato da grandi infirmità collufo di lei. Il che pare cers to miracolofo effetto ; che vna Pierra cauata del — Ventre,oFiele di vn’animale come Cerno, ò Ca- pra,data in cofi poca quantità, faccia cofi grandi effetti, come quelli, che habbiamo feritto.Èt per- era tempo di trattare dell’herba Scorzone- ra,citendoci intertenuti molto nella Pietra Bes | zzaarjdirò cio che di lei hofaputo. >Dell'herba Scorzonera. (ap. 111. T A herba Scorzonera,dellaquale promettem- > da di trattare,è vn'hetba conofciuta, & tro» | &natagià trent'anni in quefte noftre parti,laquale - lil tempo ci ha difcoperto; come ha fattomolte altre cofe, fecédo che habbiamo veduto.in quelè de,che fi portano dalle Indie-Occidentali,lequali D tante, quante veggiamo ogni-giorno , non erlo paflato da noi vedute; comefcriffiia °vn uiglia; ilquale tratta di tutte le cofe appartenén > all’vfodella Medicina sche fi portano dalle;no- | Atre Indie.Il cafo è, che la arte, doue fi dife6pri, : uo da prima quelta herbe Scarzogeto fi in e - Cathalogna, ttato, che ne feci al RenerendiffimodiSi- ; . Pinne Rs Sii i L - Rab LpaubtrRoon cdii -Cathalogna;& nel Contado di Vrgel, in vn luo= go; che fi chiama Momblanc; percioche tutta quella Regioneè moleftata da certi animali mol tovenenofi ;.liquali chiamano Scorzo ; & fimil- mente da altri molti, &infpeciale da quelti,i quali oltra l’effer molto trifti, & molto toficofi, vene fono in gran quantità; cofine' canipi lauo= tati,comefu gliarbori, & tra l'herbe, & piune luoghi coltinati ; di tal maniera, che l'hanno per vn caftigo ,& trauaglio irremediabile ; perche non può la gente ne lauorate le vigne ne fare le fue feature, & l'altre operationi rufticali necel- farie,fenza.che fiano crudelmente .trafitti da lo- ro; il cui Toffico,& veneno è tale, che douunque morde, gonfia fubito con grandi dolori , & acci- denti venenofi,& afcede la enfiatura al core, che fe non fi gli foccorre, giunge facilmente alla mor | te.Quel che ciò faceva piu tranagliofo, erà il po» (60 rimedio, che vi fi trouaua ; perche i rimedij © © «ella Theriaca;& altri rimedij, che vi. fi faceua- . hno,non giouatano punto. Dapoi quefto E eflendo quefta maledittione cofi fenza rimedio, giunfe al detto" luogo vn Moro d’Affrica fchia- mo;ilquale medicana gli morfi da quefto animale >» | cofì venenofo, dandolia mangiare di vna radice, * «&fucco di vn'herba; che egli conofceua; il quale giouaua tanto,che molto falcimente fi fananano * &c dai morfi,& dal veneno;onde concorfe tanta — | gente‘al Moro,chelo fecero non folo libero, ma | | aicco.Ne mai il Moro in tutto quefto tempo per #» DELL'HERBA %*CORZONERA. T2$ | promeffe;ò doni ;‘che fi gli vfalle, volfe dire, che | radice, &herba era quella, con la quale fanaua figran male; fin che due perfone del popolo (veduto quanto toccaua adogn'vno il e, che herba fi fuffe quella ) gli andarono tro,fenza effere veduti da lui; & videro doué coglieua l'herba,& cavatia le radici Pattito il Moro, andarono al luogo ; done egli l'hanena colta,& rrouaronoil refto della herba; che il Mo Fo haueua colto;dellaquale canata, & prefa buoi Tha quarità (perche quiwi ne era molta) andarono conelfa alla verra, &alla cafa del Moro, done lo trouarond; che egli cauava l’herba di vn facco, | melquale l'haweua ‘portata; & paragonata l'vna | herba coll altra, videro che era tutto vno ; onde 4 te negareil Moro, cheilfecreto non fulle coperto, & che l'herba , che egli hauena ricol- to,& daua;&quella,che portarono gli altriinon fulle tutte vna.Dall'hora in poi ficontinuda co-.-.. ‘nofcere da tutti ; 8 quelli, che ne hancanò bifa= © no la andavano a cooliere, & vfauanla, perti rfi di quefti animali, che ho derto . ‘Chiama--. o la detta herba,Scorzonera ; perche cura, & a? morfi di quefti animali detti, Scorzi,ià athelana 5 &per la fimilitudine, che ha. fua radice, col medefimo animale s pere > pare la radice nella figura il medefimo. E to animale di lunghézza communemente di ‘palmo, &m E fottile nella codaj&vaffi tré 5: CETTE legno. Ha la tefta groffa,& quadrata,cs la bocca grande, & larsa.Ha la lingua nera,& acuta. Hai — dentiminuti, come di Vipera femina, co’ quali morde, & con la lingua punge, come Scorpione, Il fuo colore è cinericio,che tira a negro,fono va- rie macchie.E animale ftupido nell’andare,Sta di continuo tra le piante, & formenti,& vigne.Mor de cofì gli animali, comè gli huomini.Va di céti- nuo per terra, & perciò temono di dormire nel campo,doue ne fiano,E piena di brutta vifta, & di brutte opere . I fuoi morfi fono peggiori ; che quelli della Vipera di quei luoghi.Solo gli è con- traria quefta herba, chiamata del fuo nome Scor zonera;perche, fe gli pégono addoffo il fucco di queft'herba,lo ftupidifce;& fe gliè la pongono in bocca,& che lainghiotrifca;fe ne more . Sc alcu- no è morfo da quefto animale, & migia della ra- dice;ò beueilfucco della detta herba; fubito fi ri- fana;&benche fia gonfiato; fi fronfia,& cellano i dolori,& angofcie; & fe fi préde fubito morfi,n6 | vengono gli accidenti, ne fi enfia la morfura, ne Ja parte douela fiera morfe;tanto che alcuni per | paffatépo fi fanno mordereall’animale nel braz- z0;0 nella gamba, & mentre fono morfi,mangia- . no la radice dell herba,& non fentono dano, ne acidentealcuno,eccetto, che la impreflione; che fecero i denticciuoli,Se col fucco di quefta herba © |’ fi bagnerà bene le mani, & prenderafli con loto Jo Scorzosegli fi ftupefa di modo,che né morde, ‘ ‘nefi può mouere,ma fene fta, come morto.E la DELL'HERBA.,SCORZONERA. 127 radice di queft'herba dibuon faporey che tira al- quanto al dolce, Mangiafli cruda, come Paftina- che. Gioua,comeho detto,a morfi di quelli ani- | mali,che fi chiamano del fuo nome; magiandofi ciuda,ò arroftita,o condita. Parimente vi gio ma il {uo fucco fatto delle foglie, beùuto da fe, ò mefcolato con altra cofa cordiale; & contra ve» | neno.Etnonfolorimedia a morfi dello Scorzo; | maa quelli della Vipera,& delli Scorpioni, & al- tri animali venenofi, Cauatane l'acqua per Alam bico,ouer fublimatione,& data nelleFebbri Pefti Jentiali,ò che habbiano mala-qualità, è gran ri- ‘ medio; & data nel dì del termine, quando la na- tura moftra qualche fudore, lo protoca meraui- liofamente tanto,che lafeia molte volte l’infer- mo fano . La fua radice fi fa inconferua, &è di molto buon gufto, che fi può magiare per golla, Data coll’acqua diftillata dell’herba, è molto gra; | ximedio perle dette Febbri;& per angofcie,& tri | ftezzedicuore,& malinconie.L’acqua fi ponene Je Epithime cordiali. In ogni luogo vfano aldì dihoggi l’acqua diftillata nelle Febbri fofpette; — beuendonedicontinuo da fe, ò mefcolata c6 ac- | @Quecordiali,Dafli la c6ferua,&l’acqua per mol- | tigiorni, percurare le oppilationi del Fegato , ò «della Milza , & parti interne; & per quelle alle- È qui non vengono i loro Menftrui; & perango» | .fciadi cuore, La maniera, & figura di quelta ® erba Scorzonera è molto bella;8&la Natura l'ha « «ipinta molto gentilméte, hauédo ella da gioua- re Pos eptao Ryo ITS 1 rea molte cofe. E ella di altezza divn Cubito inalto poco piu, ò poco meno. Hala foglia; come di Cicorca, quando è ben crefciuta , al © quanto piu larga, intagliata, grofla ; fl fparge pet terra, èlunga,& acutain cima, nellaquale è vnneruo ; che fegue dalla origine fino alla pun ta. Eilfuo colore verde chiaro: Fa molri fufti ritondi, fottili, duri , legnofi ;;& in cima di loro fa alcuni capitelli lunghi, neruofi , ritondi , con alcune punte, come denti; che tirano alquanto a capitelli di Garoffoli.Nelmefe di Maggio efco- no diquefti capitelli alcuni fiori allai folti di molte fogliette; lequali aperte del tutto , fi fa vn fior grande, & ritondo ; & diuengono quelle fo> glie gialle, come raggio di Sole; che è fiore di . molto .bella'vifta. Nel findi Luglio gli cadono le foglie; &i capitellitornanò ritondi, mandan= «do fuori di fe molte fpiche intorno intorno, che fanno belvedere; & nell’Autunno ne vafetti, ‘che reftano fta il feme. Patfato il feme, cadono le foglie della pianta, La radice fi è dalla ma- miera di Paftinaca, carnofa, eteue, finifcein pun sta; & vafli ingroffando verfo le foglie: Ha vna corza fottileattaccata alla iftellà radice, di vn ‘color fofco, che tira al nero alquanto afpra . Ta- egliata, ò:pefta; manda fuori vna acquofità vifco- | "fa, comelatre. E bianca tutta di dentro,gralla, | &dolce. Nafce per la maggior parte ne luoghi - «montuofi, che habbiano humidità. La fua com- © — »pleflione è calda; & humida nel primo grido, gi n i 3 € ls scurrile o sà Rn i I o ME RR ESSER “n t18 .: >: " DELL'HERBA SCORZONERA, 129 Le virtà che ella ha fono quelle, che-habbiamo detto. La principale fi è, l’effer contra lo Scor- zo animale cofi venenofo, & che fa tanto dan- no; che in quefto certo la fua opra pare cofa mi- racolofa. È buono quando fi prende il fucco elle foglie,che egli fia chiarificaro;& che fi pren a la radice, laqualeha in fe maggior virtà.Hafli da confiderare, cheoltra che fi prendeil fucco, &la radice di quefta herba ; per rimediareal ve- neno cofi perniciofo di quefto animale , bifogna. ancho che fi facciano tutte le maggiori prouifio- ni, che habbiamo detto, per rim n agliaue- nenati, Onde egliè bene, che mentre da fica- n; fi apparecchia il fucco, ò radice detta, fi le- ghi quattro, ò cinque deti piu di fopra della morficatura ; accioche non pafli la malitia del veneno alle altre parti dei corpo, & ciò nel braz- zo,ò nella gamba; che fe fufle la morlura in par- te, douenon fi potefle legare, bifogna ponerui nella circonferenza empiaftricoftrettini gagliar- di, che impedifcano la furia del veneno ; &ciò fi deefare con preftezza , prima che il dannofi “communichi con le membra interiori ; perche fe ‘Wna fiata giungelfe al core, farebbe difficile; & trauagliofa la cura. Et quetto dee eflere vniuer- falein tutte le punture, ò morfi di animali ve- nenòfi» Et fe farà la puntura piccola, è me- ftieri di aegrandirla, &alia rgarla, con fcarnatu» (ras bin altra maniera. Mafecella farà frefca; la {carnatura dee eller leggiera;fe di tempo; A mc » » Tg gr tt 3 Ro LTT) rd da; perche col molto fangue vfcirà gran parte del veneno. Dapoila fcarnatura, fele porrana: ventofe, lequali fuggano , & cauino fuora il veg neno, moltiplicandole quante fiare farà meftic-. ri. Sonwnialcuni, che fuggeno le punture, & ca- uano il veneno con la bocca ; ma è cofa perico+ | lofa per chi lp fa ; perche giù fi è. vedure diquel»a li, chefono mort per far quetto . Meglio è ri- mediarui con le ventofe, è con penerui il cullo divn Gallo viuo ; è pollo, è col6bino fapra del: | da puntura; pelata quella parte ; & raddoppiar cio tante fiate, quante farà di meftieri per fape- re, chefihabbia cauato il-veneno, chesera nella ferita .Etfideono tenere detti animalitanto tem: | o foprayche fifentano indebolire, ò morire. E imilmente biton rimedio metterli viui aperti. rifchena , & renerueli ranto rempo, quanto rerà in loro quel calore; & cominciandoli a ‘ddare ; fi leuino via, & fe ne pongano de gli altri, Cauato il veneno, col miglior ordine, che fi potrà; potranno fopra la piaga Medici- - na, che habbia virtù di sengre la piaga aperta, Alcuni vfano nella puntnra Cauterio attuale; & fa grande effetto, eltinguendo. il veneno, & confortando quella parte, Il medefimo effetto farà il potentiale ; nell'’ammazzare il veneno; ima non écofìi bueno, come l’attuale. Ambe due vietano, che non fi fer la piaga; il cheè molto neceilario , pet la cura .. Giona molto il — fucco dell'herba Scorzonera pofta spo” =@ 1 210, DELL'HERTA cORZONERA, IZL fo, è puntura da fe,ò mefcolato con altre Medi- cine Bezaartiche, come Theriaca, Mithtidate, & * altre Medicinefimili a quefte; & fe la Pietra Be- - 242% fi potrà hauere;mettendola fua poluere fo- | prala piaga; farà merauigliofo effetto , In tutto | | quefto tépo fi ha da tenere buon'ordine, & buon ‘ - regimento in turrele cofe non naturali; &vfare - delle enacuationi, quando fia bifogno, con Me- . dicine bencdette, nefcolando con jorodelle Me diciné contra veneno ; & quando bifognaflè fal- s- laffare, farlo. Nelrefto ricorrere alla cura de gli è accidenti , fecondo ché farà ciafcuno; & come» figli conuerrà, in vniuerfale, & in particolare;- hauendo fempre cura di dare a gli infermi vda; mattina a digiuno la conferua della radice della: Scorzonera, &lafua acqua, ò la Pietra Bezaar, | la detta poluere, ò il Boll’Armeno preparato; lequali ancho tra’l giorno fi potranno vfare,fe la neceffità farà molta. Sidee ponere ogni ftudio nel tenere vnto il cuore con cofe,che temperino, è &alterino ; 6 Epithime per lo .ifteflo , che diano». | conforto con poluere, & acque cordiali ; tralle quali fi ponga quella dell’hérba Scorzonera. Ol- "tralevirtà , che ha l'herba Scorzonera contra i morfì di quell'animale in particolare, & perri: miedio di ogni altro in vniverfale; ha altre vir. particolari anchora ; che con l’vfo di lei la efpe- rienza ne ha dimoftrato E molto lodata perle amgofcie del cuore; & perquelli, che patifcono ifimale Caduco , &- per le donne; che patifcono "= i < efendomi fopragivnta la feco- da, copoffà pure dall ‘iffeffo eAuttore fatta tradurre atchor: ‘quefta dalla Spa grmola nella lingua Italiana; ho prefo partito di indrizzarla è è lei per ‘far conofcere ad ogni uno i molti meriti,che ella ha con meco; perche fapendo ro, quanto ella fi diletti del la» cognizione de Semplici medicamenti ; ff icurosthequeffa bifforia (nella quale = fono defcritte ‘tante cofe piene d' nfimte “virtà mat piu non conofcrate da noi, le- quaîs hora ci fon portate da paefî cofî lon- tant) novde debba effere ingrata. Perche effendo Plate @ferimentate con molte pro- ue-cofi nel Mondo nono; donde elle Den N come 1a S pagna. dose f6 = 720 ana i diuerfe infermità alleguali parewa.,-che ogni altro rimedio de gli vfati fin hora da moi fuffe. fearfosforfe. ella nelle occafioni., che lecverrano cuorrà walerfene è profitto di quelli, che nelle fue mani ricomandano la lor falutescome fu'adoprato anco il Le- guo Sdtosla ((binaset la Zarzapariglia da quelli che primi feppero della lor virtù co molto honore,t» vil loro; coft nel Mal Francefe, che all'hora era fenza rimedio ; come ini molte altre infirmità differata quafi dicura. Et cérto s'alcuno ci ha, che fia atto ad hauere fopra di quefto quelle cò fiderationi,che fi couegono a V.S.cio prom 3 cipalnitte appartiene; percioch' effendo ella — ormata dibelle lettere Greche, eg Latine et imuecchiata nell'effercitio del medicare con tanta fiua laude prima in Padowa, poi sn (apo d'Iffria fua patria, doué ella nac- que di nobil fangue,et finalmite tn quefta | cura, vero (Plendore dell’ honor d' Italia; Me Ta ai. fenza' dibbio dal fio giudicio se dalla fra efperienza, quello de gh altri dipen derà > Et perche: iffeme con la detta Hifloria va congiunto eun trattatò dell’'- iffeffoAnttore intorno illa Neues 659 al» bener frefio com let: ho voluto mandarlò fuori amcho infieme fotto ilfuò nome; che tofî piacesole vfanza fia da lei fin. rita, 27 dife ifefa i La prego adungué è gra- dire queffomio piccolo prefenteset fia ficu vasche banendonti ella cor la fara diligente èura: vitornato, quaf da morte è Vita; fe benionel fersirla basie(fî occafione di far molto peò lei; nonni parrebbe mai di far tanto sche nov fuffe manco di nati chi vole, fono: debitore A i) - Data i In Venetia à 5 Decemb. IST4i DI Pad — È “nre «Affettionatif. ferwitore | © + Giordano Zilettts. wi to C Ts) % SECONDA» PARTE tipe FO PIE: T PI Tabaco cr delle fue uirti, (ap. I. ch.3. [DDA SAfafras & fue irtà,* Capi. chii4; al Yi | Del Carlo Santo. - Cap.3.ch.32, De Paternoftri di S.Helena, —. © (p.4.ch.58, Dell* Herba Guacatan. Cap. 5: ch.61° Déell’Orzada. Cap.6.ch.63, D'alcune berbe di gra rid. sà (Ap-7.h.65» Libro fecondo. | Del Sangue di Drago, Cap.1. ch.85. Dell’ Armadillo. Cap. 2.ch.90. Delle Pietre de' (Gimani. ‘Cap. 3.ch.91.. Delle Pietre de Tiburoni, (4p.4. ch.93» | Della Trementina,ci Caragna di Carthagenia . ap, s. «i ch.94. Del fior del Mechioachan. Cap. 6. ch.95* Del fintto del Balfamo. © Cap. 7. ch.97. | Della Trementinad Abete». Cap. 8. ch.99. Del Pepelungo. Cap.9.ch.101 — Del rimedio al focodella facccia. (ap,10.ch.102, Delle radici contra ueneno. Cap.2.ch.130. Delle caftagne purgatineo. Cap.12,ch.104. | Della Zarzaparigla di Guaiaquil, C.13.ch.105. — Dell’arboro contra il Fluffo. - Cap.14-ch.3. Dell'ambragrifoi. —“— «=@— Cap.rs.ch.113. Tubo della Neue.i | Della neceffità del beuere : (dell'acdua; s&del be- uer frefco. i cap.1.ch.128. Della fredura dell’ acqua. > cap.a.chi1 33 e 460 maniere da rifrefcare. cap. 3.ch.13 6. Del rifrefcar conla Neue. cap. 4.ch.141, De glieAuttori, che hanno approwato il rifrefcar con Nene. cap. s.ch. 146, Del modo che fi ba da ufar la Neue , & da cui ‘cap.6. . ch. 151 De imodi,che fi'ufano à rifrefcar.con Neue a quefti np deli ha n cap.7.ch.15 5. Mita nt DAAMSL:E: COS E, “CHE SI PORTANO‘ |. DALLE INDIE OCCIDENTALI ‘© Pertinenti all'vfo della Medicina; Ì RACCOLTE, ET TRATTATE dal Dottor Nrcorò MonarRDES Medico di Siuiglia. PARTE SECONDA. «Alla Macftà del Re (atholico : È Cc È KR, SU. 73 E’ giorni paffati io fcriffi vn ASTA > A ftato tenuto in quella ftima, ———_ °_°’ chemeritanolecofe,che inlui fi fono trattate.Vednto adunqueil beneficio,che ha fatto, &quanti fi hanno liberato , & fanato co’ fuoi remedij; deliberai di proceder piu oltre, ‘& di fcriner di quelle cofe, lequiali dapoi, che io feriffi erano venute da quelle parti . Dallequali ai 40 î Il SI gono dalle V. Indie Occiden- tali, lequali ferueno all'vfo ra Libro di tutte le cofe, chevene | della Medicina ; ilqual certo è EA ® SURI porte ehione, che non mé ai LE: i prenderà, che dalle rciò che qui fi vedran cofe none, & PSE eda ranno merawiolia, mai fino al di d' mir non vee duri, ne faputi, Et poi che le cofe, onde noi trat- tiamo,&ci Regni, & le parti, onde elle vengono fono di V,M.& quegli, che ne fcrine è è parimente , {uo vafalio; fupplico V.M, che le ricena, & fauo- tifca, &le Luci grate.nel modo ,.ch’ella {uo fare b altre opere a V. M, dida; ii E | DelTabaco, cale e grandivirtà. —.3 x o] \ 2/4 €] a \ Velta herba, chel communemente fi cain. Tabaco, è è herba molto antica, & conofciuta ppi Sl 2 tra... i Fai dl Rao Si ga 10 SG: tra gli Indiani, & piu tra quelli della noua Spas gna; perche dapoi l’acquifto di quei Regni farro ‘da’ nottri Spagnoli, efli auertiti da gli Indiani, fi valfero di lei nelle ferite, che nella guerra riceue= . uano,curadofi con lei con gri beneficio di tutti, Pochihanni ha, che da quella parte è ftata por- tata in Spagna piu per adornarne giardini, & hor | ti, accioche con la fua bellezza faceffè grata we= duta,che per penfare ch’ella portaffè feco le me- _ rauigliofe virtà Medicinali, che ella tiene. Al pre fepte noi l’vfiamo piu per lé fue virtù, che per la Tua bellezza; perche cetto fono tali, cheinduco= noa merauiglia . Il fuo nome proprio tra gliln-. | ‘diani fiè, Picielt; che quel di Tabaco è polticcio | ‘ denoftri Spagnoli, per vna Ifola, doue fè neri. | | trouajngrandiflima quantità, chiamata di que-. . ftonomeFabaco. Viue, &nafcein molte parti — delleIndic;& ordinariamente neluochi humidi, &ombrofi . Bifogna,chela terra, « doue fi ha da |. feminare fia ben coltivata, & fia terra libera. — Seminafli d'ognité ne luoghi caldi; & d'ogni tempo nafce. Ne' freddi fi-dee feminare il Mele _— dli Marzo, accioche fi difenda dal ghiaccio. — +. BPqu vn’herba, che crefce & viene a mol- -. tagrandezza; &fpeflè volte a maggiore dì vr «Limone, Produce vn fafto dalla radice, il quale —_ afcende dritto fenza piegarfi ad alcuna parte. __. Produce molti germogli dritti; che quafi fi ag L guagliano col fufto rincipale. Le fue "1a — no quafi come quelle del Cedro fallate, che DEL TABACO, ET DELIS SVE VIRTV.. f° filncomrano ‘ Vengono a molta grandezza, &, fpecialmente le bafic, lequali fono maggiori,che quelle della Rombice. Sono di và color verde, efcuro ; & di quefto colore è tutta.la Pianta: E pelofa la pianta, & anchele fue foglie. Pofti. allemut es le vefte come i Cedri, & Aranziz. ne urto l’anno fta verde; & mantiene le fo? y& fe alcunefi feccano; fono quelle da ballo. Sala cima di entta la pianta produce il fiore, il- quale è amodo di Campanella bianca, & nel mezzo incarnata; che ha molta gratia . Quando. fi fecca pare Papaueri negri: In lui fta chiufo il feme,; ilquale è foriimamente minuto, di colore Leonatoofcuro. Ha la radice grofla conforme alla 7 della pianta con molte radicette; che efcono . E' lienofa; & aperta,ha il core pori alla mianiora del colote.del Zaffra- 10; &guftata; tiene algiranto di ‘amaro è Si lena da lei facilmente la fcorza . Non fappiamo; ché ‘ella radi radicefia virtù alcuna: Delle foglie fole fap= Pia; iamo la virtù, che diremo; beriche io Eat 2 adice babbia fofficietiti. virtù Medicinali, les | tempo difcoprirà: Tuttauia alc VE - mato feruano le foglie eoesscall'ombia; perli effetti; che diremo; & fe ne fa poluere, per vfarla in luos .g0.delle foglie ; sad non fi trowa quefta pianta, Hr della poluere in Inogo fuo; perche non fene trowa.in ‘ogni parte . L’vna ssfete altra fi è gi con ch’ella habbia la virtù del Riobatbaroj +* she efperimentata fin'hora: Si copis = * enna ni @ bas R:0;°1 ; conferita per molto tempo fenza .corromperfis La fua compieflione è calda , & feccain fecondo grado.Ha virrù di fcaldafe,rifoluere con qualche. aftringentia,& conforto. Confolida, & fcalda le. | feritefrefche,& le cura (come dicono) perla pri ma interitione.Le piaghe fpotche netta, & mon- difica, & riduce a perfetta fanità ; come diremo particolarmente di ogni cofa piu innanzi. Et fi- milmente diremo delfe virtù di queft'herba, & delle cofe ; allequiali ella gioua di vna in vnain particolare» | i vin: Haqueftherba Tabaco particolare virtù di fanare i dolori della refta,fpecialmente proceden do da cagion fredda ; & fitnilmente cura laCe- phialei,quando procede da humor freddo,ò vie- | neda cagione ventofa . Si deono porre le foglie calde fopra il dolore; & moltiplicaridole Ie fiate, - che farà di meftieri, fin che'l dolors’'acquieti. AL cuni levngono cor oglio di fiori d’Aranzi, & fanno molto buona opra + — Quando per Catarro;ò per l’aere , 0 per altra | mor freddo,ò ventofità. Si dee prendere l herba mi peftarla ; & con lei cofi pefta fregarela ervn buon pezzo ; & al tempo del pe pri fi infonde qualche goccia di aceto, | Pot pen faccia meglio la fua operatione . Et de Do sn il liogo ; fiinerte fopra vna foglia, è mn Tabaco calde; & fi lafcia ftare soli io al dì feguenite 3 nel quale fi fail medefi- pe in luogo dle foglia pone fopra vn pan- è * no vs. Dolci Mat sia no di lino bagnato nel fuo fucco caldo. ; —_— Alcuni dapoi l'hauer fregato colla herba coff pefta, vngono con Vhguenti appropriati a mali fimili; & fopra vi pongono le foglie ; dè fucco del Tabaco; & certo con quefta cura fi hanno difop- pilato grandi, & dure oppilationi, & disfatte antiche enfiature. SE ZIARO Nel dolore del Fianco fa quefta hetba grandi effetti, pofte le foglie tta la cenere, ò cenerazzo caldo; tanto che fi fcaldino bene; & poi melle fopra il dolore,ritornandowele quante volte farà bifogno. Sarà bene nelle deco tioni, che fi haura» | no affare perli Criftieri, mettere in loro infieme con l'altre cofe, le foglie di queft'herba, lequali giouaranno molto,& fimilmente per le Fomen- tationi,& Empiaftri,che fi faranno . cata | Ne dolori ventofi fa il medefimo effetto; le- mando ildolore;.che nafce dalla ventofità ; col- | Fapplicarele foglie nelPiftefo modo, che è fato — | detto,che fi hanno da poner nel dolore del Fian- co,cioè ; più calde,che pofano eflete; ... | . Nelle paffioni delle donne, che:chiatmiano mal di Matrice, ponendoni vna foglia di queft'herba Tabaco ben calda nella maniera , che fi.è detto, fa manifefto beneficio; & fi dee ponere full'Om-= belico,& di fotto di lui. Alcuni pongono pri — macofe dibuono odore full’Ombelico , & vi fe» proporgine poi la foglia. Quello, douein cora ‘pafhone fi troua manifelto beneficio fi è,ilmetter È Tacamahaca , ò l’oglio del Lande DEL TABACCO, ET DELLE SVE VIRTV. 9 il Balfamo; & la Caragna; perche ogniuna di quefte cofe pofte full'Ombelico, & date di conti nuo; è di tutteloro fattone vna miftura; fa nelle paffioni della Matrice manifeto beneficio = Inwvna.cofa celebrano quelt'herba lè dofine; che habitano nelleIndie, cioè; nelle tepletioni de fanciulli,& fimilmente de’ grandi;perche vigen= «dofi prima il Ventre cò oglio di Lucerna, ponen- doalcune foglie; che fiano ftate nella cenere cal ‘da,foprà ilVentre; & alcune altre fopra gli ho+ ineri; lena la cridità, & fa farebuona digeftione; . ponendole le fiare ; che fanno bifogno., Se le fo+ glie faranao inéencrate farà meglio. ;13 . Ne-Vermi del.corpo di tutte lè generationi; che fiano, ò tondi ; ò larghi ha virnà di veciderli; | &ctacciarli fuori merauigliofamente ; facendone decotione dell’herba ; & poi firopo con Zucche» ro; &datò in molto pocaquanrità; & pofto il fucco di lei full'Ombelico + Dapoi fatto. queftòo egli è meftieri farli vn Criftiero, che gli ewacwi; & cacci fuori delle budella. i Ne doloridellegiunture,eléndo' da cagion fred da,fannole foglie di quefto Tabaco merauigliofa | ®peratione;pofte calde fopra'il dolore. Il medefi- imofailfucco pofto in vn pannicello di lino ca do; perche rifolue l'humore,& lena il dolore «Se da cagione fulfe calda ; farebbe danno ; eccetto quando,eflendo l’humore caldo, fufle ftaro rifol- «to il fottile,& reftalIè il groffo;che in quefto cafo i gioua, non altrimenti, che fe fulle la condi iz tò vrriv svi tre Roo cata giu da. Erfi dee fapere, come pofte lefoglie done fi fenta Posen dna cagione detta (fia in qual pars . tedel corpofi voglia) giouano molto; st Nelle efifiàtute; d appoftemefredde, le nfol- ue; & disfa; lainandole col fico caldo, & ponen- doni = ee l'hetba pefta ; dle foglie del medefi= * si 7 | & portandoli beti éopetti. Quefto fa con grande ____Ne Veneni,& ferite anelenate;è di graride ec- ‘cellenza il noftrò Tabaco ; ilche da poco tempo Amqua fi ha faputo ifì quefte parti; Petche igliIn- -diani Caribi ; iquali ‘mangiano carne himana, tirano Je lorò faerte bagnate con vna herba j ò «compofitionefattà di molti veneni,contra tutte «quellc cofe; che vogliono vecidere; & è cofî tri- "fto, & tanto perniciofo quefto veneno , cheam- «mazza fenza alcun rimedio, & i feriti muoiono’ «con grandidolori ; &. accidenti rabbiofi ; fenza: «fi trouaro DEL TABACO,ET DELLE: SVA VIRTV. Ti trouarrimedio 3'cofi gran male. Pet alquanti: anni vfarono.in quella parte a poner nelle ferité del Solimato, & he guaritiano alcuni ; & tetto. . cheinqueiluoghi fi ha patito molto di quefto» danno. Non è molto tempo 5 che indafidoalcne | miCaribirielle loroCinoe4-S.Giovanni di Pot | toricco pet facttatelridiani; è Spagnoli, fe li tro: | maffero; giuinfero ad vno alloggiamento; &ama | ‘mazzarono alcuni Indiani;& Spagnoli, & nefe. rirono molti; & tion ttotiafidofi pet'forte l’hofte! Solimaro per guarirli; Si deliberò di adoperariî il fucco del Tabaco,& foptà di lui l'ifteffa herba peltata;& piacque a Dio;che ponéndolo nelle fe- | rite,fi mitigaffero i dolori, lerabbie; & gliacci® denti;co° quali moriitano, Et di ral mafiiera fi lis berarono diogni cofa; che leuata la forza al ves neno;gli fi faldorono le piaghie; ilche pofeatuttì merauiglia | Quefto faputo da quielli dell'Ifola,al prefente fe rie vagliono nelle ferite; che ticenòno combattendo co Caribi; &non li temono piu, ca chehanno tiouato cofi gran rimedio in co+ a tanto difperatà. Rshol 109 |, Hafimilmente virtù queft'herba contra Het _ badeBalleftreri, laqualé vfano i rioftri catciaro= | Hpervcciderlefiere,laquale è venenio porentifi mo;che ammazza feriza rimedio «Il che volendo | werificafefua Maeftà,comandò , che fe nefacelle | la efperienza;& ferirono vn cagnoletto nella gol _ la,&fùbitoli pofero nella ferita l'herba de Balle freri,&india%n poco li poferonella iftefla fe rita t* E°, v'nIiV sE: i Ro tr: ci AV .£3 né rita (che già haueuano vnto collherbade Ballesr ftreri) bitona quantità del fiicco del Fabaco; && “, dell'ifteffa herba pefta: fopra ; &lo legarono; &, catnpò il Cane:non-fenza grande merauiglia di, ’vno che. lotvide; Onde! l’Eccellentiflimo. Medico della canîera difua:Maeftà;il'Dortor Ber. nardò;dice; Io feci quefta efperienza per coman- dametfito di fua Maeftì.. to ferrì il Cane con vm: coltellifio coll'herba; & dapoi pofi ancho molta: herba ide Balle&treri mella ferita, &la herba era {cielta ;.& il Canefu vinto dall’herba; ma -reftò: dapoi' moltofindi cis TI - Ne Carboni venenofi pofto il Tabaco nella: | forma;&manieta detra; eftingue la malitia def | weneno,& fa quello; che farebbe vn Cauterio; & | ognîaltta òpradi Chirirgia, chef richiede pet |. fanarli. Il medefimo!fa nelle punture, & morfi dè | Anirmalì venciiofi; perche vecide & eftingue la: | mmalitia del venemo; & lefana i 000) ._Nelleferite frefche;come coltellate;colpi,ftoo > ate;&qualunquealtra ferita; fa il-moftro Taba: co merauigliofi effetti;perchele cura,& fana cé3 folidandole, pet la prima intentione. Bifogna la- uarla ferita con vino, & procrirare di vnigere lé fiielabbra, lenido-ciò;che fi vederà fuperfluo; 8 | fubito ponerifiil facco di queft'herba,&di fopra | l'iftefla herba pefta;.& ben legaro;fe ne ftarà fino al giorno feguente,che fi tornarà a medicare nels la ifteffà maniera. Fertà buon’ordine nel mans © giare; vfando la dieta neceflaria, &.fe Gas mes DEL TABACO,EY DELLE! SVE VIRTV. 135 ftieri alcune edacuationi, effendo il cafò grande,» {i facciano; come fi conuiene. Con quelto ordine - firifanarà fenza effer bifognò d'altra Chirurgia, 5 | chequelt'herba, Qui in quefti confini;& inque». fa città; cagliandofi, è ferendofi alcuno;n6 fa rit, correre fe né al Tabaco;come a rimedio preftan:. — tiffimo,che fa opre merauigliofe, fenza che cifia, ameftieri d’alcun'altra Chirurgia;fuor Chedi que. . fkaherba.Nel riftagnareil Flullo delfangue delle; ferire, faopra merauigliofa .:; perche il. fueco PEA Lherba peita baffa a riftagnare qualunque Flulfo, « di'fanguefifia. . : iù: | © Nelle piaghe vecchie è cofa merauigliofa le | operationi,& effetti grandi, che fa quefta herbaz. —perchelecura, & fana merauigliofamente, net- — tandole; mondificandole d'ogni fuperfluità, & | putredine, chehanno, &generandole carne; & | riducendole.a perfetta fanità. Il che hoggimai è tanto comunein quefta città, che tutti lo fanno; &zio l'ho adopratain molta gente cofi huomini, ‘ comedonnc; & ne è gran numero di quelli, chè | didieci,&venti anni fi fono fanati di piaghe pu .tride antiche nelle gambe, &altre parti delcor po con quefto folo rimedio, con gran merauiglia | dlitutti, L'ordine, chefi tiene per curar con ques | Be nina le piaghe vecchie putride, benche fiano incancherite , è quetto ; Si hi l’infermo col configlio del Medico, 8titalal,fe ri | &fubito prendadi quell'herba,&la pefti., & ne sani ilfacco, &lo ponga nella piaga, laquale {e sia ne 14 CERI SB 004 Po: ita ne empiaftri bene ;:& fubito a modo di Empi4»! ftro fi ponga fopral’herba pelta , &queftò faccia . è vna volta al giorno ; mangiando buoni cibi, & non eccedendo nel far difordiniin tutto quello, | chefic6uiene a buon’ordine, & buon gouerno; perche in altra maniera non li giouarà ; Facendo quefto li nettarà la piaga d'ogni carne cattiua, pu trida,&fuperflua fina,che refti la carne fana. Ne: fitema punto, che fi faccia la piaga molto gran- de ; perche mangia folo il cattiuo fin'al buono. Con la medefima cura ponendoui minor quan- | titàdi fucco,la incarnarà, & ridurrà a perfetta fa- nità. Di modo; che fa tutte le operationi di Chi- rurgia,che tutte le Medicine del Mondo poffono. fare;fenza eller bifogno d’alrro medicamento . 3 Quefta operatione di curar piaghe vecchie, che fail Tabaco con tanta metauiglia', non fola+ mente lo fa né gli hiuomini, ma negli animali brutti; perche in tutte leparti dell'India, doue fiano Arméti; cofi perle ferite; come per legraf- . fiature,chefi fanno nel':monte;& peraltre cagio miimpiagandofi;effi; & effendo la terra calda,& humida in eftremità,molro facilmente fi gli pu- trefanno le piaghe, & vengono molto prefto ad incancherirfi; & perquefta cagione fe ne muoio» no molti Armenti.Perrimediara quefto,& a ver ini, che gli fi generano nella carne,foleuano met- tere nelle piaghe del Solimato; perche in quefto rimedio trouauano più beneficio , che i a ese altro,che haueffero vfato . Et percheil. bre . bb A d PEL TABACO, EY DELLE SYE VIRTV. Ti xal molto1n quelle parti; molte fiate valeva piu il Solimato, cheficonfumana; chei capi d’ani+ — mali, cheficonfernanano . + Per quefta cagione è - hauendo trouato nel Tabaco tanta virtà per cu»: | rarle piaghe noue,&putride;deliberarono diva» — lerfidelTabaco nella curà deglianimali cofijco». — mehanerìfitto nella cura, &rimedio de glihuo-: mini; ponédoliilfucco del Tabaco nelle iaghe, Gclanandole con lui; & ponendoni Sopra her N pefta.Et è di tanta efticacia, &virrùsche vecidei . «vermi, netta la piaga,mangiando la carne catti» nas& genera carne,fin che fi fana, comenelle al- tre,che habbiamo detto, l’ifteflo fa nelle percof= fe deglianimali.da carico; perche poftoui il fuc= __ cos&l'herbapefta del Tabaco (come fiè detro) © benche fitfero incancherite; le netta; incarna, & cura,&fana, Similmente la portano gli Indiani! fatta in poluere,quado vinoin viaggio, per que- fto effet10; perche fa l’ifteffo beneficio, chel firc- - co:lo vidi vn'hnomo; che haneua aleune piaghe - antiche nelle Narici, dédevfciuva molta marcia, &candavano corsodendo fempre piuj &lo con- figliai, che tiraffe fu per le narici ibfucco del Tas baco; ilquale lo fece; &alla feconda ‘volta gettò - piu di venti vermi piccoliffimi , & dapoialcuni . altripochi,finchenereftò fenza niuno ; &vfan- | Aolocofiperqualche giorno,guarri delle piaghe; che hauena di dentro del Nafo ; benche non ri- facefle quello che fi gli era mangiato, & ca.luto; - & fe piutardaua credo, che PI bia tia; nafo | acaderele pagliole; & croftebianthe,che hauea Aula tefta;& di tal maniera le fi nerrò, & fano la tefta,col far ciò per qualche giorno ( benche più piaceuolmente) che fi fanò della Tegna; è Vola» tiche molto bene; fenza (apere quello che effe 1 faceflero. et sgh x cul Vna delle meraniglie di queft'herba; & cheap porta piu di ftupone fiè pil modo, col quale la | vfananoi Sacerdoti de gli Indiani, ilqualeera ta-. le;Quando tra gli Indiani occorrena negocio di qualche importitiasondei Caciqui, ò princip n ati È (DOP DEL TABACO, ET DELL® SVE VIRTV, I7 del popolo havieffero neceffità di configliare co” lor Sacerdoti di coral negocio ; andauano al Sa- cerdote, & li proponeuano la cofa. Il Sacerdote {ubito, alla loro prefentia, prendeua alcune fo- + glie del Tabaco, & le poneua fopra la lucerna, & riceuena il loro fumo nella bocca, & nel nafo,per vna cannella ; & come l'hiauea prefo, cadena in ; terra a guifa di morto,& ftaua così fecodo la qui- -tità del fumo, che hanea ricenuto ; & quando «Fherba hauea fatto la fua operatione, riueniua in - fe; & daua loro le rifpofte, fecon.lo i fantafmi, & illufioni, che egli vedeua, mentre che dimoraua a quel modo; &leinterpretaua come li parena, io come il Demonio lo configliaua; dando di cò- -tinuo le rifpofte dubbiofe, & di tal maniera, che - qualiique cofa che accadefle, potetano dire, che «quello era, che effi hauean detto, & la rifpofta, che haueuano dato. Similmente gli altri India- F.;jmi pe loro paffatempo prendenano il fumo del | Tabaco, per inebbriarfi con lui, & per vedere quelli fancafmi, & cole, che fi gli rapprefentaua- no; dallequali riceucan piacere. Etaltre volte lo prédeuano per faperiloro negocij; &fuccelli; perche fecondo quello , che gli fi apprefentaua mentre che erano ebbri di lui; così giudicauano . ; efli de loto negocij. Er perche il Demonio Cin- profeta conofcele vir:ù dell’herbe, infegnò oro la virrù di quelta, accio che mediantelei,gli -venilfero quelle imaginationi, & fantafmi, che glifi rapprefentauano; & con tal mezzo li in- i e. bi gan- i, DS Br TEVE IR TO: 00 S247 430 gannaua . Che ci fiano herbe, lequali habbiano fimil virtù, è cofa commune ne libri de Medici. * Diofcoride dice, che vna Dramma della radice * del Solatro furiofo, prefa in vino, prouoca gran- demente il fonno, & fà, che colui, che la prende fi infogni cofe varie, &gli fi rapptefentino fan- ‘tafmi, & imaginationi parte terribili, & fpauen- " tofe; parte piaceuoli, & dilettenoli. Dell’ Anfo ‘fi dice, che mangiato all’hora del dormire, indu- ‘ ce fogni graciofi,& molto piacenoli; & che il Ra uano li fa grani,& molto molefti; & cofi di mol- “te altre berbe, the farebbe cofa lunga il nartar ‘cio, che di quefto fatto feriffero gli antichi. Die- ‘ go Garziadi Guerta nel libro , che fcriffe de gli “Aromati delle Indie Orientali, dice, che in quel- le partiè vn’ herba, che chiamano Bague, laqua- ‘le mefcolata con cofè odorifere, fi fa di lei vna Confettione di buon odore,& gufto ; & che qua- | do gliIndianidi quelle parti vogliono vfcir di fe teli, & veder cofe, & vifioni, che diano loro “piacere, prédono vna certa quatità di auefta C6- fettione;& prendendolà reftano privi di ogni fen timento ; & mentre dura la virtù del medicamé- to, fentono molta contentezza, & vergono co- fe, dallequali ricenono piacere, & fi allegrano con loro. Et chevn gran Soldan Signore di mol ti Regni diffe a Martin Alfonfo di Soffa, che'fu Vice Ré nell’India;che quando voleua veder Re- ‘gni, Città, & altre cofe, delle quali hauena/piacé- Te, toglicua il Bague fatto in certa da “i = & che | DEL TABATCO, ET DELLE SVE VIRTV, 49 & che con quefto ricenena piacerè, & contentez» za. L’vfo di quefta Confettione è molto:comu- ne, & è molto vfara da gli Indiani di quelle par ti, & la vendono publicaméte per quefto effetto; °° Vfano gli Indiani delle noftre Indie Occiden rali il Tabaco perriftorarfi della tanchezza; & er prender alleniamento della fatica ; perche nelle loro fefte, o balli fi ftancano ,; &affaticano tanto, che reftano fenza porerfi mouere;.& per poter affaticarfi il giorno fegnente, &rornarà hr quell’ecceffiuo effercitio, prendono per lo nà fo, &perlabocca il fumo del Tabaco, & rettaro come morti; & ftando così, di tal maniera fi rin- francano, che quando ritornano in fe fteffi, relta- no così franchi, che poflono tornarà trauàglia- realtrettanto, Et cosìfanno fempre, che effi ne hanno meftieri ; perche con quel fonno ricupt» rano le forze, &firiftorano molto. vob | I Negri chefono andati da quefte parti alle - Indie, han prefoil medefimo modo, & vfo.del Tabaco, che hanno gli Indiani; perche quando fi vescono ftanchi, lo prendono perle narici, & perla bocca; & auien loro il medefimo, chea gli Indiani, ftando tre, & quattro hore tramottiti, Et reftano leggieri & franchi per poterfi affaricar di nono; & fanno quefto con tanta contentezza, che benche non fiano ftanchi,- lafciano di ferui- re, per farlo. Etè venuta la cofaa tanto; chei loroPadronili caftigano per quefto,& abbrufcia _ moloroilTabaco, accio che non l’vfino; & cfli Se Wa {ene 2 4 20 ai; 8:2.10.. i fe ne vanno nelle cauerne, & luoghi occulti, per farlo ; perche non potendofi inebbriar con vino. (che non he hanno) cercano di inebbriarfi col fu- mo del Tabaco. lo liho vedutiquia farlo, & auenir loro quello, che fiè detto. Dicono che quando efcono di quello ftordimento, o fonno; fi tronano molto riftorati; & che vorrebbono effer rimafti a quel modo, poi che da ciò non ri- ceuono danno. Chequefti Barbari vfino cofe fimili per lenarfi la ftanchezza, non folo fi vede nelle noftre Indie Occidentali; ma fi vfa anchora, & è cofa molto comune nelle Indie Orientali . Et fimilméte nel- l'India di Portogallo per quefto effetto cofì five. del'Opio nelle botteghe ; come quì vn condito; ilquale vfano gli Indiani perriftorarfi della ftan- chezza, che prendono, & per allegrarfi , & non fentir dolore di qualunque cofa trauagliofa di corpo s o di fpirito, che polla loro anenire; & la | chiamano là tra loro Aphion. Di quefto Aphion vfanoi Turchi per quefto effetto. I foldati, & | Capitani, chevannoalla guerra , quando fono ‘molto ftanchi, poi che fono allogiati, & fi pollo- no ripofare, prendono l’Aphion, & con lui dor- mono, & reftano riftorati della fatica. Altri più principali prendono ìl Bagne, che ha miglior gu- fto , & miglior odore; perche porta molta Am- bra, & Mufchio, & Garofoli, & altre fpecie; che certo è cola di merauiglia il vedere, ha quelle | genti Barbare prendano corali Medicine & che. Cee . lepren- le prendano in fi gran quantità, & che non liam- mazzino ; anzi le prendono per falute, & rime- dio ne’ loro bifogni. Io vidi vn'Indiano di quel- le parti, che in mia prefentia dimandò a vn bot- teghiero vn quarto di Opio. Io lo interrogai, perche lo richiedeua ; egli mi diffe, che lo pren- «deua per riftorarfi, quando fi fentiva molto ftan- ‘co, & afflitto dalla fatica ; & che prendena lame tà di quello, che togliena, (perche il botteghierò | glie ne diede piudi vna ottaua per dine Reali ) & “ehe con quello dormiua. tanto, che quando tor- naua in fe, fitronaua molto riftoraro, & franco da poterfi affaticare di novo. Io me ne marzui- gliai, & paruemi cofa di burla, poi che cinque, o {ei grani, (ilche € il piu,che poffiamo dare ad vno infermo;per robufto,che egli fifia) &quefti mol- . ‘to ben preparati, fono cagione fpefle uolte di ac- cidenti di morte . Molti anni dipoi effendo io tà, venne vn'altro Indiano delle medefime Indie Orientali, & dimandò allo Speciale; che li delle - Aphion: ilquale non lo intefe. Io ricordando» mi dell'altro Indiano, feci che moftrò all'India nol'Opio;&nel moftrargliele, dille egli, che quel lo dimandana; & necomprò vn'ottaua .. Io die mandai all’Indiano perche fo volena ; & eglimi diffe il medefimo, che l'altro Indiano: mi hauettà - detto, cioè, che era per poter affaticarfi; &crifto» tarli della fatica, che gli apporcauano li carichi} & che haucua da aiutara fcaricar vna Naue, ona b_; de vo- nella bottega di vn'altro Speciale di quefta Cit- MT DEL TABACO, BT DELLE SVE VIRTV. 2I 29 try LD Livi ino de volena prender la metà di quello innanzi, per poter reggere alla fatica; & l'altra metà dapoi paffata la fatica, pertiftorarfi. Allhora io diedi fede al primo talia» di quello, che egli mi dif- fe; &dapoilo ho creduto; hauendo. veduto, & ‘ letto, che in quelle parti è cofà molto comune per fimili effetti. Ilche certo è.cofa degna di grande confideratione ; poi che cinque grani di Opio vecidano noi, & feflanta diano è [oro falu- te, & riftoro,. .. vesgi - Miano gliIndiani il.-Tabaco per eltinguer, & non patir la fere; & fimilmente per fopportax la fame; & poter pallar le giornate, fenza hauer bifogno di mangiare,ne di benere.Quando han- no-da paflar per qualche diferto,, o folitudine, doue non habbiano da ntrouare acqua, o cibo; fano alcune pallottole, che finno di quefto Ta- vanno fiisgendo rutto il tépo, che caminano, dg ag sag2 - nè = 26 e brit B:;R 50, Ie: a: "a nè mifura di quello ; che io dico ; nè altra guar ia, nè ordine; di quelta. In.cotal modo fi rifanaronò di tanto;grani, & trauagliofeinfir- mità» cheà quelli iftefli,. chele patinano, & fi rifanarono.,.ha lafciato gran merauiglia. I fa- nila beneuano anche efli in luogo divino, la- le li conferuaua in-fanità; come-fi ha ve- " ciò molto. bene in quelli, che fono venu- ti quell’anno di quelle patti, liquali foù torna- ti tutti fani, &falui, robufti; & di buon co- lore; ilche non fuccedeà quelli, che vengono diquellealtre parti; o di altre conquifte; i qua- li-tornano.infermi, gonfi}, difcoloriti ; & in bre- ue tempo ne morela maggior parte di loto... Vengono quefti Soldati.tanto confidati da que- fto.legno; che ftando.io.vn giorno tra molt di loro informandomi delle cofe di quefto arboro 5 la maggior. parte di loro,.traflè delle loro fcar- felle vn. buon pezzo di-detto legno , & diflero ; Vedete quì Signore il legno; che tutti lo portia- mo con noi, per medicarne con lui, cafo che ci.malaffimo , come habbiamo. fatto là; & co- minciarono.- 3 lodarlo.ranto , & confermar le {ue-opre!merauigliofe con tanti eflempi di quel- li, chequiui itauano, che certo io diedi gran fedeà quello ,..che di lui hauena vdito; & pre fi-animo.di efpetimentarlo, come ho fatto, & come vediemmo nelle virnì,,.& merauiglie,-che di lui trattaremo;,.: Hora porremo la. deteritttor nes: Sc.figura di quefto arboro |. .3 È; ; sb SE lare DEL SASSAFRASy BT \SVE VIRTV. 27 ila aqua fi an ne plc pot di nuono dalla Florida, chia- mato ee 1 n Ro iis dae mato Saffafras) vn’arboro, che vien ad effere di molta grandezza. Ve ne fono ‘ancho di mez - zani, & di piccoli. Il maggiore è della gran- dezza d'vn Pino mezzano, & quafi di quella fat- tezza; perch'è dritto. Non fa piu ch'vn tronco, fenza altri vireniti,nerami; come la Palma. Solo nell’alto A le fue rame a guifa d’vn.Pino mondato ; facendo delle rame, che egli porta, ——vna coppa. Ha.la fcorcia grofla, di color leo- nato, & difopra vna fottile, come cenere criue- lata. Nell’interiore è l’arboro, & le rame bian- co, che tira al leonato vn poco; & l’arboro, & le rame fono lifcie. Mangiata la fcorcia, ha odor aromatico ; & tira fiano all’odor di Finocchio con grand’aromaticità, & fragrantia tanto, che poca quantità di quefto legno, che fia in vna cafa, empie l’acre che vi è dentro del fuo odore. La fcorcia tiene alquanto dell'acu- to ; quel di dentro ne ha poco, & poca aroma- icità. La cima, che hale rame, tien le foglie -verdi a guifa difoglie di Fico con tre punte. Quando fon picciole, fono come foglie di Pero, & vi fi vede a pena-il fegno delle punte, & fono verdifcures & odorifere; & molto piu quando fon fecche . Vfano quelte gl'Indiani per po- _— nerlé pelte fopra le battiture; & quando fi féc- cano leto nelle cofe medicinali ; non per -. deno lefoglie però, ma ftanno elle fempre vere - li; & fe Wna fi fecca, & cade; ne nafcerwn'altra. > Nori fi sì, che faccia ‘fiore, ne frutto +: Lerradici A sia act DEL SASSAFRASS ET :SVE VIRTV. 29 di quell'arboro fono grofle, & fottili,; fecondo la grandezza dell'arboro... Per etler tadici, fo- no lifcie;ma non tanto come l’arboro, & le fue rame ; lequali fono tali rifpetto alla lor grandez- | za notabilmente. Sono le radici di quefl'arbo- - ro molto fuperficiali fopra la terra; onde, s’e- ftirpano con frcilità LEt quefta è cofa comune a gli arbori dell'India : perche rutti per la mag- gior parte tengono le radicidifoprauia., Etfe di Spagna ne portano alcuno per metterlo là, fe * non lo pongono di foprauia, non fa frutto. H_— meglio di tutto l’arboro, & quello, che fa. mi- glior effetto; fi è la radice; laquale ha la fcorcia molto vifcofa di dentro ; & è leonata; &molto. piu odorifera, che tutto l’arbore, & le fue rame. La fcorcia mangiata tien piu aromatica , che Parboro ; & l’acqua cotta con la radice, è di mi- gliore, & maggiore opra, & è piu odorifera; di lei fi vagliono in quelle parti li Spagnoli, per- | che èdimiglior, & maggior effetto ;&perlab- — bondantia che quivi fe n'ha. E' arboro ; che nafce vicin'al mare; & in luoghi temperati; che | non.tengano molta fecchezza, ne humiditàs, Vi fono monti pieni di loro, che rendono foa- -uiffimo odore, quido fi palla per di là ;.& quan= do da prima li videro, penfarono che fullero gli arbori della Cannella; & non s’ingannanano in parte; perche tant'aromaticità tiene la, feorcia — di queft'arboro, quanto ja Cannella;.&;è coli — “odorifero, come ella; &.la fimiglia nel colore, & nell'a- DO rev are tE Ri07AIS:: 15n nell’acrimonia, &odote; & fimilmente l’acqui che. di lei fi fa è odorifera, & aromatica, comè quella della Cannella, & fa l'opere, & effetti, che ella fa. Nafcequeft'arborein vna parte della rei Florida, & n6 nafce altroue ; perche fe ne troua nel porto di S. Helena, & nel porto di S.Mar+ theo, & non vi ha in altri porti. Anzi quando i foldati inf‘rmauano in luogo, douenon fi tro- waua il detto arboro , oli conducenano a detti luoghi a medicarfi; o li rfiandauano dell'arboro, & delle fueradici principalmente, & con quelle» fi medicauano. Lamiglior parte dell’arboro è Ja radice, dapoi le rame, & finalmente l’arboro; & la miglior parte di lui è la fcorcia. La com- pIeffione dell'’arboro, & delle fue rame è calda, &fecca nel fecondo: grado. La fcorcia è alqui- to piu calda, che il refto ; perche entra nel terzo | rado di caldo, & fecco; & ciò fi vede nell'acqua «manifeltamente . Onde fi dee procurare d’haue- re le radici,;o lerame cola fcorcia; perche quel, che è fenza di leinon fa cofi buon’efferto. ’ 7 Il nome di detto arboro preffo a gl’Indiani fi > chiama Pauame; &iFrancefi lo chiamano Saf- faftas. Non {o per qual cagione i noftri Spagnoli lo chiamino atmodo ifteflo, che li han infegna» to i Francefi, Ma alcuni lo corrompono, & chia _ 27 amano Saffifragia.Tuttauia il nome chepreflva’ | noftri di là, & a quelli di quà propriamente — egli tiene, è Saflafras. tig 3 - L’vfo di quefta radice, o del legno di quelto - ‘DEL SAUSSAFRAS,'ET SVE VIRTV. ‘3I ‘arboro, del'quale habbiamo trattato ; in quelle | parti, & in quefte, e per via di decottione; &ca ‘«quelto modo l’infegnarono gli Indiani a’ Frani- . cefi, &anoialtri..Et perche gl’Indiani non ten- i se pefo, ne mifura; non hano in quelle parti - ‘haunto riguardo ad alcun ordine nel farl’acqua -didettolegno; perche non'fanno altro in quelle | * parti, che tor vn pezzo di radice, è di:legno a defcrittione , fatto in raffàture'nell’acquay che . «lor pare; &lo cuoceno*a lor modo, fenza con- »fumarne altra quantità di quella, che veogono - baftare alla cottura. Onde tutti quelli, che fon . venuti di quelle parti fon molto varij nella ma- | * niera della cottura ; percheogni foldato dicefto |» modo particolar di cuocerlo; ilche apporta non : poca confufione a coloro, che lo vogliono vfa- «fre, & a Medici, che hanno da dare. Quello, ch'io faccio in quefto, dirò; Confidero la com- pleflione, & temperatura dello'nfermo, che ha «da prendere, & vfar quell'acqua, & fimilmente la maniera; & qualità dell’infermità ; & confor-_ me a lei faccio l'acqua; & la dò allo’nfermo; d'- dola al colerico manco cotta, & minor quanti è ra s&al flegmatico piu corta,& piu quan- ‘titàdilegno; &alfanguigno mezzanaméte; &ta ‘ quefta maniera nell’altre infermità, fecédo la , SD i ualità ; perche fe non fi fa a quefto modo, non { «fipuo fenon fare molti errori nell’vfo di què- fa acqua . Parimente egli è meftieri, che per lo piu fi offerui la dieta, & gouerno; che fi con- nerrà | } î i 198 Ddrnre sieX:3 Morgia «verrà conforme alla infermità, che fi pretende di seurare ; perche non penfi alcuno, che il tor gue- fta acqua fenza ordine, & inconfideratamente, comemolti fanno; poffa loro far acquiftar la fa- nità. Anzi prendendola fenza methodo, & fen- za ordine,farà loro molto danno .. Onde egli mi ‘pare;che quando fi ha da amminiftrar quefta ac- ‘qua così nelle infirmita, allequali ella gioua ( fe- condo che diremo ) come nelle altre, qualunque effe fi fiano, che occorrano a dotto Medico; fi debba penfare al modo delfar l'acqua; & all'or- dine,che fi ha da tenere nel prenderla ; perche di- _°werfamente fi ha da prender rel verno , da quel, che fi fala primauera ; & di vn’altro modo fi ha da dar aldebole,che al robulto; & d’altra manie- ra la prenderà il colerico, che il femmatico ; & ad'altro modo nella region calda, che nella fred- \ : o ne hauer riguardo all’ordine,& ‘Methodo, DE torla ; che in ciò non fi tratta di manco che della vita, & della fanità ; laqual fap- | piamo,che non ha precio nel Mondo . Chela- ciando ciò al parere di chi non sì, liawiene quel- “do, cheaunenne ad vna Signora, laquale pe alcu-. neindifpotitioni di Matrice, & grandi frigidità, che patiua, ioconfigliai, che prendeffe 1 acqua.di , quefto legno Saffafras ; &le diedi l'ordine, che hauca detenere nel farla, & prenderla ; che fu quello, che le fi conuenia. Ma parendo è lei, «che mettendo molto legno piu di quello; che io le:difli ; & che cocendo l'acqua piu di cio; chele " hauea i È DEL SASSAPRASSETISVE VIRTV. ‘33 haneainfegnato;fihanerebbe rifanatà piu rofto. Poi che l'hebbe tolta alcuni giorni coti gagliar: ‘da, le mife vn'accenfione colì grande sddodo > | che non folo le conuenne lafciar l’acqua, ma fix meftieri falaffàarla cinque fiate; & puofe la vita fua in anentura; & fece vergogna alrimedio | Dapoi fatta fana, & gagliarda, tornò a prender acqua coll’ordine, che 10 prima le haueua der- to;& fi rifanò molto bene de fuoi difetti; chie nen ‘erano pochi ne piccoli. teri ne _ Tempose già,che vegniamo alle virnù di que! ftolegno coftvalorofo, &che parliamo in parti- . colarediciafcuna di loro,fecòdo che l’habbiamo | fapute,&efperimentate. In generaleì noftri 5a gnoli in quelle parti della Florida, doue fono fta- ti, &fono,vfano diquell’acqua gia detta cortaà | "defcrittione, per ogni fpetie di infitrmità,fenza e- \ fcluderne alcuna;ma efsédo infermi di qualique infirmità, chelorfoprauéga;acutasò lunga;calda; © fredda ; graue, ò leggiera ; tutte le curano àvn ‘modòiftetlo ; & tutte fi medicano convmmodò di aqua fenza far ditferentia alcuna; &èbuono) ne tutti guarifcono. Del che fono effi cofi certi; che non temeno ne’ mali prefenti, ne ufano guar. | dia perquelli;che han da venire; mala rengono «per vn rimedio vniuerfaleà tutte leinfirmità e * | Vnadellecofe, nellaqual trouarono gran be neficio di quefta aqua, fi fu nelle oppilationi in- — terne, per lequali fi venivano ad enfiar & fari «topici la maggior parte ; perche dal e sià da o do che patiftono, teniuano ad hauet quali tutti ‘in generale quefti mali; & con l’aqua fi difenfia= rono,& fi difoppilorno; & con quella iftefla vé- nero à fanarfi de calori quotidiani,chel piu di lo ro patiuano. Perche nel giiiger Milia teriaro» «ho la maggior parte di cotali febbri lighe,& im- portune; nellequali io ho efperientia;che queftà acqua prefa, come fi conuiene,fa metatrigliofi ef- fetti;& fi fono fanati molti con lei ; perche il {uo orincipal effetto è confortare il Fegato ; difoppi- rlo, & confottat lo Stomaco; che fono le due cofe principali , che conuieni chel Medico faccia; perche guarifcano da cofi fatte infirmità. Perche nell’infirmità n6:s'ha da dubitare, che effendo gli htmori corrotti; né fiano anchora offefi i mébri rincipali. Onde vna delle cofe, che fanno que- fte Medicine, lequali fi portano da le noftre Indie è princi te(quando fi prende lacqua dial | €tina di loro) confortaril Fegato, & fortificatlo grrcbe generi buoni humoti ; che fecio no fifa i cura è per niente: . Similmente il noftro Saffa- frasha merauigliofe proprietà di confottar il Fe- gato ; & di (oppilarlo di modo, chegeheri fan- guelodettole: ||. Io rnedicai vn giouinetto, che pet alcune Ter: zane baftarde fi hauena oppilato ; & perle oppi- lationi fihauena:enfiato tutto di modo,che era DEL SASSAFRASS ET sve wnty, S 5 Pi o adetto Saflafras di continuo, fenza'betmterne d'al- “cun alta venne à cada molebena; & à difen- 1 sm portanea con qua acqua fattà del i. diro quello; che aitiene. In quefto an ‘che io {critio quiefte cofe fono ftate in quelta cit-o tà imolte Terzane baltarde, cofi importiine, che cniuna cofa di medicina era baftite pet g suarirle, — ò eftirparle tanto,che molti, iquali noi i lafciaua- ‘mo ftare cò buò ordine,& buò goierno folamé «tesfenza medicarli altriméti; reftauano oppilari, 1& corì mal colot della faccia: & alcuni enfiari. \Erquefto fu al tempo quando l’Adelantado Pie- tro Mendelez venne dalla Flotida, &{i fpatfeiti commune quiefto legno. del Sallaffas, E: perche toltilo laudanano:c cotanto, alcitni de Terzana= rij detti prefero lacquia del Sallaftas ; fecriendo ‘ordine,ch'i foldati dauiano loro.Et cenni î ciomeraniglie;perche fi rifanarono molti.col : di quella; non folamente dalle eTerzane,ché li moleftauano ; ma dalle oppilationi,.&é — colore iialiore: che eli hatienano. Vedu-. la feci prendere ad altri, chenon ofi= tano farlo fenfa cofiolio, & ne ficcefte loro mol sto bene. Mafiha da donfidetate,ca me fi dà, 8a veui fi da; perche richiede il negotio ordine; me. ‘thodo 3 Qiello, che ordinariagieht& fifacera, | dar vn vafo del’aquia ben cotta per da matti- E és = fiacon et Pe SI fran idepa 110 | ‘ina con Zwchero, è fenza; & dapoi benerl'aqua — più femplice,chela prima di continjo; & quefto ‘ fecondo che vedeua il Medico, che fi conueniua all’infermo ; bauendo riguardo alle conditioni, © che nel mododi prenderqueft'aqua diremo. Ercerto, cheé cofa,laqualapporta gran con- ntezza , il fanarfi conbener folamente acqua odorifera; & faporofa; che fi prende, & beue fenza alcuna noia; laqual faccia quello,che non hanno potuto operare le medicine, & firopi no- iofi, & di mal fapore, & meal gufto. Quielli, che beneuano vino adacquauano il vi no c6 lei, & ne fiiccedena lor bene. In vna cofa fi vide gran beneficio nell’vfo di quefta acqua, & fuin quelli, che hauenano perduto l'appetito del mangiare ; perche lo ricuperauano , &.con Pufodilei fi levaua loroil faftidio; il che fu cagio - ne che molti tolto fi rihebbero. Et quefto, che lufo di quefta acqua dia appetito di mangiare, | vien predicato da foldati con tanta ammiratio- “ne;che dicono ; chealcuni lafciauano ftar di be- î netla, perche producena in loro tanta fame, che non fi potevano mantenere; & perche quiui nò viera abbondancia di vettowaglie, onde potefle- ro fatisfar alla fame, che lor facena l’acqua; quel- © li,che non ne haueuano bifogno non la volean beuere ; perche tutti la vfauano per beuanda in | luogo di vino. Il chefu gran cagione,cheritor- {m . naflero fani ; comefi vedein quelli, che ritor- | A i ’ n Tali © #5 | ‘fano da quelle parti, doue la vfauano. Nella: DEL SASSAFRAS ET SVE VIRTV. 37 cheintende, ilqual curò molti diquelli, che ve- nano nella Flota dalla Nuona Spagna infermi perche molti (anarono . Gliè ne: daua da bere © Svalcenare & la mattina. . A'quelli, che.non; poteuano andar del corpo, nedaua vn vafo di, calda con vn poco di zucchero né molto biico;. & andauano con quefto molto bene del corpo. Adaltri dana medicine fol di quefta conmele;&c. faccuano buone operationi. Io medicai qui al. - cuni, che furono nella Hauana curatià quefto modo,i quali non erano ritornati fani del tutto, ma qui fi rifanarono molto bene. , e' dolori della telta noui,& vecchi, che pro- «cedono da cagione fredda, prendendo quefta ac- qua calda la mattina,ben cotta, &al definare;&: alcenare; & tra il giorno femplice, con buon go no così nel mangiare, come nell’altre cofe nò rali,& facendo ciò per molti giorni; meraui» imente li curi, &fana . Ben è miftieri che, mi. che vorrà ciò fare, fi purchi prima, & che. tempo di mezzo,che la predera,vfi alcune pil, lole di È iera femplice . Et fappiano quelli, che! prenderanno quefta acqua,che non è loro bifo-. pe di ftar {errati nella camera; ma bafta l'andar &vfar buoni cibi, c3 Nele;j Hauana fi trova vn Medico tenuto per huomo, con.l’vfo-folo di quefta acqua, fenza dare, ne far. loro altri rimedij ; & riufcì molto bene conlei ; nta ne voleuano tra’ giorno, & al definare;. ben veftiti, & guardarti dal freddo, & dall'aria ;__ pr. E° su SL” — «Nellepaffioni del petto;che procedono da hu' moti freddi, fa quefta acqua grande vtile,&bene- ficio. Aprelavia del perro. Confuma lehumi= dità; &flegme;che à quel difcendono . Prohibi- {cele difcefe,&cararri,che à quello derinano dal la tefta. Sidè prendere alcuni giorni nella mat- tina calda ; &benerla poi fem plice di continuo. Lafciata quella della matvina;fi ha da bener quel la cheè piu femplicemente fatta, per molto rem- p9; perche facendo quefte acque femplici le loro | 9perationi è poco à poco, & debolmente; fi con- wiene corinuarle per molto rempo. Egli è bene a mefcolarni del Zachero con l’acqua; perche cl- la faccia miglior operatione . Nelle pallioni dello Stomaco;quando la cagio ne è fredda ò ventofa,dapoi fatte le euacuationi vniberfali, prendendo quefta acqua la mattina Ceca rie ‘nel refto (come fi è detto ) eguarifee,& fana; maggiormente fe vi ha dolor vecchio ; percheio Lho data per quefto effetto adbuomini,che gia molti anni pativano dolori. di Stomaco srauiffimi; molti de qualisco! prene derl'acqua la mattina caldiffima per'alquanti giorni, & continuarl'acqua femplice alla lunga è prendendo ‘via fiata alla fettimana pillole di Hi> era femplice:j fi fono fanati . Già habbiamo det “7 to, comel'vfodi quell'acqua riftora l’apperito perfo, &inducevoglia di mangiare, ©’ i : Nella debolezza dello Stomaco,& nel difetto |, “ delcalor naturale,ondeng fi digerifce quel, che | et i DEL SASSAFRASy ET SVE VIRTV. 39 di - fimangia; fa molti effetti, Agiutala digeftione ; - confumale ventofità,che fon cagione della indi= reftione; leual’acetofità,&tirurti . Aquelli.che womitano il cibo (‘vfanza molto cattiua ) lena efto mal vlo , pur che mangino poco, & vlino _ I.continuo di bener queft'acqua fenza vino ,; pra tutto fa buon fiato,&bug odor di bacca; © Nel dolor, & mal di fianco vfata quell'acqua, | quado fiha il dolore, calda;giona molto;& mol - | to piu vfara di continuo femplice; da fe, 0 (con vino ; perche preferua;chenò vengail dolor tan to:continto;& tanto graue, Similmente fa fare à quelli, che I vfano,molte renelle, ondefi gene» - rala pietra; & parimente fa far le pietre fe ve ne (onnelle reni; & prohibifce la lor generatione; ‘perche confuma il Flegma;dande efie fi.genera- Pim noprincipàlmente ; & le ventolitàche fon cag nie molte volte del dolore . = WA quelli, che hino ardore d’orina;& à quelli i &patifcono nell’orinare grande ardore, & si smdicalore notabile; à quefti non fi couien Tv nell'acquasperche è calda , Quiefti tali deue rediquel legno;cheio {fcriffi nella. prima ‘quefta hiftoria ; ilquale è eccellente per chepatifcono fimili ardori;:& dolori; & - [andai enelle,& pictre; perche in mitri quelli ma < oli nino Asch «è mdrauigliofa gola la | fuà operarione p'eccerto chefe vi fuile pietra nel= larvelica;onde proceckeffero fimili ardori;perehs i tal cafo niunadi quelte acque può far eco j n: - pa” Db Vtari #4 h-0--La mafolala lenzerta, quando ella è grande; vi può prin ho veduto in molti, che tando uldire ella è pietra,clla non è pietra, è lor fopra- giontalamorte. Che fe peranentura à tempo fi foflero aperti; farebbono viuuti molti anni; co- meshabbiamo:veduto affai di feffanta anni, & piu,farfi tagliare,& viver fino à gli ottita, & piu oltreanchora;Bifogna ftarattenti,che quefto le- gno;cheio chiamo della orina; & del fianco fac» cial’acqua azutra ;:che fenon la fà azurra,non è del vero; perche portano ancho vn legno, che fa l'acqua gialla;ma quefto non'è quello chegio- uz; ma-quel folo-è. tale; chefel'acqua azurra; — onde quello;che la farà azurra farà il vero. Que- fto è auenuro per la auaricia di quelli, che lo portano ; che quando hanno veduto, che fi vede cofibenzin quetta città; per li manifeft benefi- | Cij,cheegli fa in cotali paffioni di orina, tempe- rando le Reni;&cil Fegato; & facendo molti altri ‘beni; portano di rutti i legni che trovano, & li ‘vendono per legno del fianco. Il medefimo è auenuto nel Mechicacan; che quando cominciò è valer venti ducatila libra, ne cargarono di la. ‘tanto;parte che era per maturare, parte che non. ‘era anchora maturo, chegionto qua, non fecela effetto, che faceua il buono,& ben ftagionato» Onde è meftieri hauer l'occhio, che quelziche «portano; fia del pes rio,& fiain tutto jar fta- gionato.. Il molto bianco (quanto à me) tengo sche non fia di quella guifa;che. è.il.fofco ; perch dis: i ra veggiamo, | DEL SASSAFRA $$ ET SVE VIRTYV. 4 r veggiamé ; chel: fofeo! fa «miglior. opetatione . Poria effer che quel molto biico.nò fia di quello; n6 habbia la perfertione che de haner il buono. + Or-venendo alla noftra acqua del Sallafras j ella è prouocatiua della otina , &fa orinar bene quelli,che ne hanno impedimento; maggiormé- teeffendo ciò per humori,ò cagioni fr x To conobbi vn Prete,che venne con quefta Flota della Florida, ilqual ftando in quefte parti orina- ‘ua male; & molto fottilmente, & faceua delle pie tremolro minute,c6 molto dolore; &alcuni lo Itimauano vicino à morte.Ma quido egli fu nel- la Florida;&beuette l’acqua del Saffafras perl’or «dinario;come faceuala. maggior parte in luogo di vino.; fece molte pietre grandi, & piccole fen zaniuna paffione. Dapoi ritornò qua fano, & in buono ftato, quanto à detto male ; benendo l'acqua femplice di quefto legno per l’ordinario, &adacquandoneil vino. tr, Molti beueno quell'acqua per la/medefimara gione, & fanno molterenelle, & rie[celormol- e. cigni ) deboli;& nelle perfone, chenon poffono € ne adoperarfi( perciò che Fastin sila l'acqua fe -& vfando quefto per molti giorni; habbiamo ve duto molti fanarfi.... rioni | ce È 2 È | ICI RO: 1 LIA i - Erfi dee notare,che nel préderequefta acqua; non vi ha bifogno di guardia,come nell’altre ; fe | non quando fi prende calda, cioè;fe occorreà fu- * dare,guardarfi,& pot paflato il fudore lenarfi, & andar ben veltito + Non fà bifofagno altro che quefto,& bus ordine, & buoni cibi nel magiare, Er-fe non fi fudarà,non fa cafo,perche benche non fi fudi tuttavia fi guarifce, Io conobbi vn Capitano.di quelli, che vennero dalla Florida , il qualemi certificò, che ftette lacofì debole di tut tiifuoi membriche ifuoi foldan lo portauano fopra di vna Bara, perchead altro modo inonfi potena aitare.Et percheerà in vn porto, doue nd era il Saflafras, mandò è torne, & prefe l’acqua, & fudò pet alcuni giorni, & dapoi la prefe fem> plice;&reftò faniffimo,come io lo vidi fano, & in buoni tato best: = sE Nelidolor:de denti peltaro il legno, & maftica» / to col dente, che duole,& lafciando il mafticato nel bucco del'dente,cheduole;feè forato ; & an- cho fenonè; leuaildolore marauigliofamente + con efperientia in molti, rs ovNelmal Fricefe fa î medelimi effetti,che le al #° treacque del Legno;della China;& della Zarza» | pariglia; prendendofi, comefi prendono le.dettg acque co” fitoi fudori ; accrefcendo piu , ò meno la pet dell'acqua, &la quantità delilegho; fecondo che'farà la c6pleffione,& la infermità di - chia prende ; perche ne-humori freddifiegma- | - Bichifa miglior opra, chenei colerici; 8e7 tum __— Moltigor E° bé; DEL SASSAFRAS, ET SVE VIRTV. %3. méte nel detto male antico fa migliot operatio». pe, & maggiore, chein quelli di poco tempo; &. piu done habbia enfiaturc,ò flati,& dolori di te- fta;con le cenditioni già dette. In quefti mali ff prendel’acqua femplice continuaméte per mol-: 6 tempo, & fa grandi effetti,maggiormente ne. «eboli, che fiano rimafti ftanchi, & indeboliti = per l'vfo di moite Medicine. -- i; da lon commu».. ai I 3 ” . ( nno vfato, & vfano à bener acqua di que- | fto arboro, prendendola alcuni calda, (comehab:' biamo detto) alcuni altri femplice di continuo, :. — &adacquando con leiil vino... Queilo, cheio. . hovedutofiè; chenegottofiinuecchiati non fa. — me bene,ne male; & fe fa alcun bene,é confortar- | - lilo Stomacho; refoluerli le ventofità;darle qual, appetito di mangiare; & maggiori benefi» ‘cii, checlla fa fono in quelli, che di poco.tempo fono infermi ; che (fela cagione del male. è frede da) giona loro notabilmente; mafe Phumore, & î cagione fono caldi, non folo non gioua loro, ma fa lor danno, infiammandoli,& apportando». limagoiori dolori. ; s Diuna cofa ho io veduto notabile beneficio è in molti cell'afo continuo di quefl'acquaj &è; in quelli,che hanno lemani ftorpiate, che non le poffono exercitare, come folenano ; percheio ho | curato vn gentil'homo,‘ilquale non poteua feri- — wetn&quado fi mercéna è feriver li:cadena la ma mo poco è poco infieme-con la penna incomia risse ciando 4% ERE po R:0 Le; ' ciando àfcriuer fin I cinque, òfei litere.. _Prele | eglivn valo della piu corta la mattina,& fi fterre per duehore nel letto, & dapoi andò a’ fuoi ne- gocii, & mangio buoni cibi, & SEABRa te; beuetteacqua femplice dell’ifteflo Saflafras, Ssguarrì molto bene; hauerido confumato gran fomimadi danari in Medici, & Medicine,che non lihaueano giouato cofa alcuna, fin chefigli ri- mediò ; come fi è detto. delta in Molti hanno certificato, & io lo veggo qui per éfperientià apprefa da loro, che quando era- no infermi nella Hauana, &non poteuano an- dar del corpo;quel Medico,che fta la li facea tor lamattina è digiuno yn.buon vafo di acqua cal- da del Saflafras,& li mollificaua il vétre,& haue- | rano molto beneficio del corpo ; il che habbia- mo veduto. qni per efperientia. Ét vn foldato mi. refe certo;& lo. coprobo co glialtri della fua Ca-, merata , che hauendo Hub per indigeftione , 8 crudita dello Stomaco; & mancamento di ‘calore; li cello , co? prender vn, vafo di quefta acquaogni mattina à digiuno , & beuerla fimil-. méte di cotinuo;& quella,che beuea la mattina, la bènea. ben fredda; &sicon quefto guarrì bene del Fluffo;chehauca patito per molti anni... e t— Nedolori; & infermità delle donnefa l’acqua del Saflafras erandi benefici; & {pecialmentein uello;.chechiamano mal di Matrice; & doue, fano: ventofità, le confuma ,&.rifolue infieme, ‘comogni altra friggidirà del ventre,& disfa le fue. Sat È DEL SASSAFRAS,ET' SVE VIRTV. 45 * gonfiezze,curando ogniguifa di difetto, che pro- "ceda dalla Matrice. Etquefto è già coli: efperi- “mentato , &cofi poftoin vfo, che fono guarite “molte con quell'acqua ; che mai non penfauano di effer fane. Nelle rirentioni de Menftrui, è Mefi, che non \ ‘vengono alle d5ne,fa quefta acqua opere meraui gliofe, cio facedoli venirà quelle,alle quali del tutto né vegono;prendendo vn vafodi quefta acqua calda la mattina, & benendone per. l'ordinario al definare, &alla cenadiquella, che fia più fimplice,che né è quella della mattina; te nendo buon gouerno nel mangiare; & facendo altre cofe,che diano vigor all'acqua percheli pof “fa prouocare. A quelle, che effi ftentano è veni- re,fà ella manifefto beneficio, prendendo l’acqua nella forma detta, guardandofi, mentrela pren- dono, dalle cofe, che lepoflono nuocere. — — Effendo vfata,difoppilla, & fa buon colore di volto, comelo vedranno da gli effettii Signori che luferanno per neceflita. | Habbiano riguardo (quando fi trouaffero pa- caldo ;.ò compleffione calda) di moderardla tantita del leono, & la decottione dell’aqua, come ficonuiene; & quefto fi fa facilmente, ve- | dendocome procede nel principio l’vfo di quel- Bi perche conforme accio; poffono accrefcere,$c * diminuire comelor parera necellario, | Vfano diquefta acqua alcune donne per in- gramidare ; &inalcune ha fatto manifelto effet- 4 TO. È PS N D irriv bite RO te: ig «to. Quello,che io voglio dire fiè; che vna Signo raslaqualerà maritata gia molti ani,&nò havca *hauutofiglioli;prefe detta acqua (perche fuo nia rito la prendeua, peralcuni mali dioppilationi, & per vn certo caldo lento, che li era rimafto di «wna Terzana doppia; che gli Hauea hauuto) & la continuò prendendola nella mattina calda; & al definar, & al cenare,& tra il giorno femplice; te- netido nel refto buon gonerrto ; oride ella ingra uidò, & partorì vn figliolo mafchio. # Io intendo; che vna delle principali virtù di “A quefta acquia fi è j il difponerla Matrice à quefto effetto; perche per la maggior parte le dine. non fano figliuoli, per la molta friggidità, che fi gene- ra nella Mattice;laqual impedifle la generatione: «Et perche quefta acqua la confuma; confortidos = a le ventofità; che danno grandeim= | | pedimento; tengo per certo, che farà manifeto eneficio, comehabbiamno veduto. Quelle che i non partorifcono per ifinifurato calore, &fe- — Chezza; noft vfino quell’aqua, che non; gionerà — loto; perchefela prenderanno, &ne fentiran danno non attribuifcano la colpa, &ildiferro all'aqua, ma allaloro compleffionie; & al son | conuenirfi con loro. der Lufo di quell'aqua inoraffla manifeftamente; perche abbiamo veduto molti deboli, gcinfer- 4 ini, che l'hanno prefa, ì quali fono guaritti deb | lor mali, & fono rimafti con più carne,& miglior -&olore. Ilche affermano, & lodano molso quelli, pazzi CS RL IE n DEL SASSAFRASZET SVE VIRTV. 47 che vengono dalla Florida; ì qualli tutti dicono, chelufodi queft'aquaingraffa; & che cofì è au- uenuto è loro; che non folo conlei fono guariti. de’ lor séali,&-infirmità; ma che li ingraflaua, & | néftanano di buon colore. Etcofiinloro fi ve- desperche tutti quelli.che fono venuti di là, tutti fon venuti fani , grafli,& di buon colore. Io cre- to, cheqiido erano infermi doucano: eflere de- boli,& gialli; & poi che fi rifanarono fecero buo hacarne, & buon colore; generando il Fegato buon fangue, onde meglio fi nutriuano le mem- bra;che quando infermarono. Mi par certò gran ‘cofa,che detta acqua faccia cotale effeto,eflendo calda; & fecca ; fe non è perle cagioni derre. «Similmente io-ho veduto molti entrar è tor- sBacqua del>Legno deboli, & fcoloriti; & vfcit gagliardi.grafli,& di buon colore;non mangian> «do altro, chevua palla, & mandolle,&cbiicotro. -Nemali peftilentiofi; & contagiofi, che hab biamo. veduto quefti.tempi di Pette paflati;molti* l'hano vfata à beiner per preferuarfi da cotal.ma- le; & habbiamo veduto; che ninno di quelli,che lolti portauano vn pezzo della Radice ò del Le | gno; odorandolo di continuò, come vn pomoj perche col fuo odore cofi grato fi rettificalle l'ae- te contaminato : Io ne portai vn pezzo molto tempo; & al mio giudicio trouaua gran benefi- cio in lui; perche coniquetto;& col inatlicatvna ondà di Cedro, è di Limone la mattina, & cca il giorno irono; fu tocco dall infermità, che correna. prno, ( ilche pet preferuare «ha gran forza; & proprietà) mi parue, mediante Dio,che io mili- ‘Bberafli del fuogo,nel quale noi Medici veniua- mo pofti. Benedetto fia il noftro Signore,che ci libero da tanto gran male ; &che ci diede quefto così eccellerite arboro chiamato, Saffafras,che ha “così gran virtù,& effetti tanto merauigliofi , co- mehabbiamo detto, &di quelli piu, che'l tem- po ne infeguerà, il quale è difcopritor di tutte le cole. Saria ben notarela quantità di detto legno, & la quantita dell’acqua, nellaqual fiha da cuoce- re;& ponere vna regola, & pefo, & mifura nelli afferti,& téperaméti caldi;8vn altra ne' freddi. Io dirò l'ordine; che fi ha da tenere nel prender ‘l’acqua di quefto legno eccellente. Quefta fi dec fare conforme alla infirmità di colui,che la pren- | de;& fecondo il tempo,nel quale fi prende;& fe- . condo la qualità,& compleflione dello infermo; perche al colerico daranno l'acqua meno cotta, & con minor quantità dilegno; &al flegmati- “co piu cotta; & con più quantità dilegno. ‘Così ficonfidererà intorno alle infirmità;che alle o. Lo ifteflò fi offeruerà nel tempo caldo, è F eddo:& nelle | —DEL SASSABRAS,ET!SVE VIRTV. 49. | porròqui vnordinemezzano come fi dee vfar queflt'acqua,il qual ferwira ad accrefcere, o dimi- nuire fecondo cheegli parera, che fi conuenga a ciafcuno ; perche nelle infermitadi molto fredde __ $ alzerano l’acqua di grado nella cottura, & nella. quantita del legno; &nelie infermità , che non | farancofifredde,o cheparticiperan;d'alcii calore abbaffaranno l’acqua di grado,cocendola meno, .. & metrendoui manco legno. L'ordine mezzano 1. @quefto. Hafli da eleggeril legno, che:non: fia 5 antico,mail piu frefco che fi pofta havere; & che habbia fcorza; perche quello,che non l'ha,non è buono, nefa effetto. Hanno da procurare di ha- -— uere della radice; perche quefta e ilmeglio del- l’arboro per quefti effetti, & cure delle infermi ta;che habbiamo detto;& in cafo, che non fi ha- ueffela radice, fono migliori leramé, che nafco-. no nellacima dell’arboro ; &in.cafo che man- caffero le rame, è buono l’arboro ; ma inmodo che: & quefto,& quelle habbiano la fcorza Della radice fr-ha da préder minor quatita;ma piu del. lerame; & piu aflai dell’arboro; che dee efler il doppio della radice.Hora diremo delle rame, co- me di cofa mezzana tra la radice, &l’arboro, & come di quelle, che comunemente fi conduce» no. Di quefte fi prédera mezza oncia , & fene fa- ra rafadure piu fottili, che fi potra, & fi porran» no in tre boccali di acqua in vna pignata nuo- | ua,doueftarinoin infufione per dodici hore, & Ss dapoifi cuocera a foco di bronze pescatore fin e E d che checalii due terzi, & refti vno . Dapoi fredda fi colerà, &fiferbera in vafo vitriato. Sopra quel- le rafchiadure del legnogia cotte, fi gettera altre tre boccale di acqua, & fi cuocera fin che cali mezzo boccale; & non piu; Dapoi fredda, fico» lerà, &fi ferbera in vafo vitiato ; Dell’acqua; pri- ma fila da torla mattinaa digiuno vn mezzo _» quatto di lei calda ; poi fi.ha n rir bene, & x w- procurar di fudare ; &fe fi fudara, fi mutera poi = di robba calda; & fi afciugarà il fudore. Mangi di vn vcello arrofto, & frutte fecche, & conditi; 8 beua della feconda acqua al definar, &al ce- nare, & tra il giorno, Poi fi leni; & leuandofi va- di ben veftito , & fugga tutte quelle cofe , che lo pe offendere. La fera ceni leggiermente;del ‘fruttefecche, & conferue; & non ceni carne; benédo dell’acqua feconda. Quefto potra far per molti giorni fecondo, che fi fentira ; perche fe fi fentira migliorare coll’vfo di quelt'acqua in que fta forma prefa 5 procedera innanzi fin che refti fano; ma fenon; la vadi togliendo ogni terzo giorno ; benendo della femplice al continuo, Aquefta maniera ella fi puo darein tutte le in- fermita che habbiamo trattato , alle quali gio- + ua. Ma quelli, che non fi vogliono metterein * quefto trauaglio , che certo è ‘il megliore & piu conueniente , poffono far l’acqua femplice in quefta forma, - Prendino mezza oncia del legno poco piu; o | 5 e" conle conditioni gia dette; &lofacciano | DAL SASSAFRÀS3 ET SVE VIRTV. CSI ‘n tafciadure, & le cuocino in tre boccali di ac- qua tanto, che cali la metà ypiu tofto piu, che meno; & di quell'acqua Sollokis benere di con- tinti al definare, al cenare, & trail giorno ; che ‘ certo prefa in quefta forma fa, &hafa&o mera- sr — osi &-curegrandiflime nelle infirmi- CI talunghe & faftidiofe; renendo buon ordiue, & | buon goueruo nel refto dell’altre cofe non natu tali: Et benche fia beuuta cofì fimplice fa nonì dimeno gran beneficio ;& fi ha da continuare perlungo tempo; perche l'ufo continuo di que- è fupplife alla virtu ‘della prima, che labbia- mo detto. Quelli; che non poffono reftare di be- uer vino poffono adacquare il vino cé lei; perche lo fara ancho piu pro » &di miglior gufto; perche queft'acqua ha vn foauiffimo odore, che. miglia ad acqua cotta con finocchio, & mol- to buon fapore, &gufto. Sopra tutto farmeraui. eliofi effetti, come labbiamorveduto , &.veggia- o in diuerfe, & varie infirmita , maggiormen- e infirmita lunghe, & importune; nelle non gionano i rimedij ordinari) di medi- con grandi exempli che habbiamo di cio tfi dee confidertare, che principalmen ? infirmità fredde, lunghe, + doue fiano ventofitadi, & altri mali di quefta guifa; il che conofcerà tofto quelli che la vorrau mini ftrare, &la vfaranno . Vna cofa deono notare; vfata; comefi è detto, benche non fi conue- r quello che fi prenderà , nondimeno non È pig pro sa - 1 Bebe > li puo far danno alcuno ; anzi fe ben fi ponera mente, manifefto vtile, daltempo, che la fi hau- | ra prefo fin chefi lafciera; il che puo far ogni- uno aflai facilmente, fe vedera, che non troui in lei quel beneficio, che defidera, fénza che le hab- bia fatto danno, ne pregiudicio ‘alcuno nel tem- po che l'hanrà prefa. Del ((arlo Santo, Radice | portata della Nona Spagnaz. © (4p. Ul 4A, Che asi 7, VOZIU” } praee 11) at Ortano della Noua Spagna gia tre anni in P quefte parti vna radice merauigliofa, & di ran virtù, che chiamano Carlo fanto; laquale STESA & fatra palefe vn pissa Franci» È I - fcano das ot Dia atta o ci ai Lars di, e e iero I ali DEL CARLO SANTO) ET SVE VIRTV. 53 fcanò nella Prouiticia del Mechioachan, infe- ’Gnatali da vn'Indiano di quei luoghi molto pra- tico in quefte' cole, & gran conofcitore delle lo- "0 proprietà} perche in quefte Irouincie (come | nella prima parte dicémo) fono molt'herbe me- "*dicinali, che hanno grandi fecteti, & virtù. Nafce quefto noftto Carlo fanto ‘in quella Pro- @tincia,ne luoghi molto temperati, în terre, che on fono scad molto humide. La fua figu- ra} & forma & come noftri Lupuli di Spagna; perche ha la foglia Jfimile a loro , & al lor modo —egli fi aegrappa s'egli.ha doue andarin alto; ma fe non ha doueaggrapparfi, fi diftede fopra la ter ravIlfiro colore. verde ofcuro . Non fa fiore, ne frutto: L'odor che riene è graue, grato alqui- -toi La radice fa vn fuftò groflo, & poi da lui ma- ida molte radici;che fono della groffezza d’vn di- «to groffo più 0 meno: Enel colore bianichiccia. “Ha.la fcorcia, che fi lafcia. L’interiore, o midola fa è merauigliofamente adoperata ; perche è compoltta d’alcuni fogli foteilì, che fi poffono fe- tead vno advno. Laradice ha odore quali - tico Matticata rende amarezza notabile, ‘unaacrimonia. Ha quefta radice le fue rà nella fcorcid In quefte nauiz che fono fiteal prefeni l ineè venuto copia di lei, & fi ha piu notitia delle fue virià, che per innanzi: ‘liti di quelli, che vengono in quefta Flotta del ua Spagnardicono moko bene di quefta Machi medie pia è n geneliomo di Swe rh + BR bers rod ‘che viene del Mechiacan; ilquale n'ha portato buona! quantità. Quello che: egli dice, & hab- biamo!efperimentato di lei. diremo. Nella-fua ceto lla temperatura, è calda, & fecca nella prima meta del fecorido grado .. Le cofe principali, allequali quefta radice gio- ni; fono;le diftillarioni,&i catharridi tefta ; per- che fa renderilcatarro perla bocca, tirandolo , «della tefta col matticare.vn poco della fcorcia della radice buona pezza di tempo; & fputarne; siche fi dè fare la mattina a digiuno. Fa venir fuori molta flegma & huinori della tefta; che fa- rian andati allo ftomaco; o ad altre parii. Prima. che facciamo! quefto ; conuien che fi -purghino & euacuino . ‘Alcunidi quelli che la -mafticano; iquali fono facilial vomitare, vomi- .tano con lei mafticandola, &-fa render molta «cholera , & flegma; & molto piu fa vomitare, fe fi prenderà la fua decottione; perche fa vomi- tare con facilità 1 humor che fi trouerà nello fto- maco, Facendo quefto conforta detraradice lo | ftomaco, & mafticandola conforta le-gengiue, & | fortifica i denti; & prohibifce la loro afprezza, | ‘&fa chenon fiputrefano, necorrompono . Fa _ buon'odor di bocca ; & perche è amara, bifogna dapoi l'hawer mafticato lauarfila bocca con. vi- no, percheleuil’amaritudiue, 4 tf Ne mali, &-infermirà delle donne, & piu do- me fiano oppilationi, & mancamento di purga= “tione; prefa la poluere alga «di 1 Ri cn DEL CARLO SANTO ET SVE VIRTV. $$ dice; le disfa &guarifce; & fi fa che venga ben la purgatione con l’yfo di quefta fi ha da. tor con vino, o con acqua cotta con Coriandoli, & can nella;.laquale s'ha da bewere mentre fi torrà, Rifoluele ventofitadi, & conforra lo ftomico . Mentre fi prende, fi ha da vnger'il corpo coll’o- glio d'Ambra liquido, & Dialtea parti eguali . ‘S'ha prima da purgare; è poi tener buon’or- dinein ogni cofa, & buon gouerno è. . © Nelle paffioni del Cuore, maggiormente co» “municate dalla Matrice, fa la poluere detta, & ‘acqua cotta della fcorcia della radice molto grand’efferti . S'ha da prendere la poluere,come sè detto; 8 la decottione fatta, al pefo di due Reali della ‘radice tagliata minuta, & cotta in yn boccale, & mezzo d’acqua tanto che cali la métaj&efubiro tor fcorcie fecche dicedrial pefo diquattro Reali; & di Cannella fatta in polue- real pelo di due Reali; & darli ve bogho con quefte cofe, poi torla via, &colarla » Si douena rendere ogni mattina vn vaffetto di fei oncie iquefta decottione con zuccaro, (perche è al. nto amara) o fenza, come meglio fi vorrà. refuppofto però, che prima che s’vfi fi fiano trele wniverfali & debite 2 o ce» che porta quefta ne dolori del Mal rali se td n A rg | mofatto l'efpetiétia di quefto. Dice che fi prefi- * de, fenza guardia; ma che fin, che fi prenderà | Pacqua, ola poluerefi tenga buon’ordine,& go- uerno & hél mangiare; & in.tutto il refto.. > . vNelMorbo caduco,-che fi chiama Gottacoral infermità grande, & quafi incurabile s dicono; cha an proprietà, & che fa grand’effetti, pren- dendo la polwere della fcorcia della radice con. vino, od acqua; come piu fi conuenira. Io ne configliai vnoqui,ilquale perche era di piu di. quaranta anni, è già molto rempo ne patina; non ha fentito fin'hora altro; fe non che-con la poluere vomita:quando la préde, & rende mol ta colera, & non fono:cofi grandii parofifmi; come foléan èflère:. «Pare a me che non vadi al- la via di guarire. Deue far l’effetto in quelli, che non paflano i venticinque anni; perche fin lì poffono haner rimedio. Lo l’efperimentarò in quefti tali, che non faria poco bene, sella fa- celle l’effetto, che vien promeflo .. e i Ne dolori della‘tefta vfano quefta radice in quelle parti, come rimedio grande & molto cer- ro. Dirò come vala cofa. «La prima fiata ch'io. vidi quefta radicefu nelle mani d’vn'infermo; ch’era venuto ‘del Mexico; che la portaua pet. | gran icofà, dicendo ; che fanana, & {cacciaua i . doloridella refta, ilche egli haueua d’alcuniln= diani; & mi dimandò; fe la doueua. vfare+ 19 guftai la radice, & paruemi uello, che ne hò detto ; &lo configlizi;:chel'vfaffe; comeglvera ga: > _ A — ftato DEL CARLO SANTO; ET SVE VIRTV, $7 ftato ‘detto ‘nel Mexico; &"cofi fece egli, mafti: candola larmattina, &-fputtando ; conche gli celsò ilrdolore della tefta, ché molto età che lo inoletina. Dapoi mi diffe vn pallaggiero; che veniva’ nella Naue, done venimi qiicfto gentil. — huomo;il quale ne portava gran quantità ; che - ftandovegli nel Nauilio con dolor grande di te- Ra, glie ne ‘diede vn poco da mafticare; &' che la mafticò bene, & fputò cori lei; &cheli celsò il dolore manifeftamente, & me ne moftrò vi poco, che glie n'era reftato , chera la medefima, ch'io hauewa veduto ; Dapoi quialcuni Phan- tro vfata, & ha lor fatto gran bene. Nel dolor de’ denti la celebran molto quelli, chel’han portata di Spagna. Stando io nell’Ho- | Steria, doue era quetti, che portaua la radice, mi ‘certificò l’Hofte, che hauendo vn gran dolor di | denti; fe neliberò co’ mafticar la fcorza di detta | radicedalla parte apunto douw’era il dente, cheli . dlolcua, fputando quanto poteua. Et effendo | io vn°altro'giorno nella Dogana à medicare vn Genoliefe dhe ftaua lì, fi lamentò meco vn’altro, chè era pur là della medefima natione di dolordi €ti;& facémo portar della detta radice,& in pre fentia di tutti mafticò la fcorzadi quefta sii co’l dente; che Li doleua, & fputò molto, & fpu=. | tandò.gli cominciò a paffàr’il dolore ; &inanzi che partimmo di là, li cefsò del tutto. Io hebbi i giorni : palati vn dolot d’vn dente, che mi die ina tutta; vna notte, dc parte: d’vn giorno 1 x DO Si Pica ; pre 8 vrriv le forte cai prefi.d’vn vafo, che tengo in cafa vna foglia di Tabaco, & fimilmente della radice;detta, &e le mafticai ambedue infieme, & fputai, &mi cefsò il dolore, che non m'è totnato più, & forio piu di fei mefi,-che mi.pafsò...! Quefto è in:fomma quello, che hò potuto inueftigare del Carlo fan> ro; ilche,è alai, poi ch’egli'è cofi poco.tempo, che fi conofce. Il. tempo difcoprità il refto ;.& come ne fapremo più;.ne daremo notitia di ogni cofa. rofob È “Di PaternoStri, che chiamano di s. con Helena: st: (4p-1V. ian nin DI PATERNOSTRI DI.S, HELENA. ;$9 modo che tagliando.ogni nodo. refta ritonda, «come, vn Paternoftro; delle quali forare nel mez- .20 fi.fan.Rofarij, che portano i foldati al collo per cofa di molta ftima , :Si feccanò, & diuen- _gon dure, come offo. Nell’efterior.foh ‘negre, &didetro bianche. Sta la fcorza attaccata! così forte chela & la midolla fi fa tutto wno; & fifa ‘rugofa: com'è fecca.: Guftata quefta radice; tutta ‘tiene fapor aromatico.con buon gufto Pare al nto che fia vna generation di fpeciey comeGa- cn Sono della sroflezza del dito groflo piu, omeno, L’herba, o pianta non ha molto! fiu- fto, le frondi fi fpargono per terra. Fa lefoglie Jarghe; grandi, &molro verdi. Nafce per l’or- dinario ne luoghi humidi. La fua compleffione è calda.in fin del fecondo grado, & fecca piu-che nel.primo. Le fue. virtù fono quefte... son Gli Indiani vfano l’herba peftada tra due -pie- tre, quando fi hanno da bagnare, fregandofi con lei tutto il corpo j perche dicono ,.che.ràflo da . doro lacarne,&li conforta col fuo buon odore; fi Seguelto fannoiil piu del tempo. per lo granbe- | _neficio,iche ritrouanoinlei. nola «i©Ne dolori dello ftomaco lufano gli ever) prendendonela poluere; & i noftri Spagnoli vfano per lo ittello efferto tolta fade ni nel- l’infufione nel vino ; del che io o veduto in al- cuni notabile experientia . Nel dolordel fianco fa la poluere di radice ma nifefto effetto ; perche alcuni hanno prefa quefta : radice —“% ica Vo siti: mi : IRSA VAR dC SI radice fatta poluerein vino yhanendo tuttauia la doglia;'& elor ceflara. Etnon me ne merani- ‘glio; perchela fua qualita manifefta è baftante ‘aprodurfimilieffetti; | | > i Ne doloridell'orina, a quelliche non poffo ‘no benorinare, prendendola poluere,la prouo- “ca; & fa vfcit fuori. E‘ cofa coftumata per molti di ‘quelli;che fon venuti ‘di quelle parti; iquali l'hànno vfata ih mali Simili. Erqui fifa vedu- ‘to la medefima experientia;che vno, che haueua .vifa pietra; & né lapoteua far, vsò alcrini giorni “della poluere di quefta ‘radice, & la fece facil- “0 Vafoldato portata vii Rofario al collo fatto ‘diquefte radici, &'im'incontrovn giorno; & mi ‘dimafidò ; fe conofcena que»Pater noftri, & di che erano perchelierà ftarodetto , che eranò -diradicedi ‘Gentiana yIo lidifli ; che i Paterno- ftri eranofatti di alcane radici; che fi tronaua- :nonel porto di S. Heléna; & che non era Gen- ‘tiana. All'hora mi narrò grandi virtu di lei, & li effetti cofibuoni, che l’ufo!di quella facena;; il che io credetti, perche par bene; chela radice habbia gran vittù medicinale, fecondo la fua maniera; &aromaticità:; &0per quello che iò nehauena fperimentato è » © I once rg p Ù 5 ret "SR i #7, SMI D \71 24 er a 9 Sist è - + Pia 7 rodi pifi ai iii e iaia ii ite DEL GVACATAN, ET SVE VIRTY. 6r ov Del Guacatan. + (ap V... Pa Ca AHI Pe: f te È r Anno portato in quefte Naui vn'herba de H la noua Spagna , che chiamano gli Indiani Guacatan; laqual fimiglia molto al noftro Polio © montano, eccetto, che non ha odore. E'picco- | la herba, bianchiccia, puntata . Non fo fe porti fiore, ne frutto. Ho io l’herba fenza radice. . -Ilfuo nome proprio tra gli Indiani è il detto. — Loiftefole hanno pofto li Spagnoli. Vfanla gli Indiani perleinfermita,che dito per le iftef | fela vfanoli Spagnoli lì, & quelli, che l'hanno portata quì con notabile beneficio . Nelle Hemoroidi la vfano in quefto modo. Peftano l'herba molto bene,&lauano l’Hemoroi | diconvino, nelquale fia fata cotta quefta her- ba bene (ma fe fono molto calde, fi cuocein ac- Qua) & con quella decotione calda lelauano, & pi fubito 6a deli D ‘4 5 ì ‘B eR 0 A. Fi bal 139 £ fubito le afciugano leggiermente, & le pongono fopra della de lata Etcerto.è dBaigiiv fo l’effetto , che in quelto cafo; ondio dapoi ve- duto i fuoi buoni effetti ; timo la detta herba molto. PL x > Donunque labbia-dolor per freddo,o per ven tofità fia in qualunque parte del corpo;che fi vo lia; ponendo Trementina in ogni parte chedo e,& mettendouila poluere di quelt'herba fotti mente peftata.con vno pano di lino,o di feta, fo- pra, fi attacca, come colla in tal modo, che non fi leua fin che mon cefla il dolore. Etdi cio ten- gono manifefta efperientia quelli di quelle par- - ti, & fimilmente quelli dij quefte ; perche l’han- no efperimentato. © La poluere di quefta herba pofta in piaghe pic ciole; fpecialmente nelle parti occulte, le netta; 3 mondifica; &le cicatriza, &fana. DELLA’ OxBADAG: er cave viRtY. Della ‘orzada. À en «Spagna vn fe- pnt: Orzada. dute bla ella à con la noftra orzo; la gran fimilitudine+ che la colui; perche fa vna fpica, _ come'ella, & nella fcorza tienèinclufoil femé; mat \ | molto da lei lies; nelle virtu, & nelle fue qualità; perchela Orzada è il piu ga gliardo cauftico ; & corro- fiuo, che fin hoggidi.i in her ba, o in pianta fi habbia veduto; & tanto ; che-fa quell’opera ; che farebbeil folimato, o Rifagallo:On- de douunque fa scia” cauterizare, 0 abbrufciate, o corrodere qualung; car ne per putrida che ella Pi fia, ponendo la polucredi quefto feme,fala per ra, che farebbe il cauterio È ) atta al di ferro ardere, di modo che èilpiugi- o a cauterio potétiale che fi 7419 hora. soli e ra TEN que fi fiano. Mangia, & corrode la carne cat- -tiua;& a leuando quella delle piaghe, co- .me gagliardo ‘afterfivo.:. i Gli Indiani; perche non haueano ne Solima- - to, ne altri cauftici, come habbiamo noi; quan- :do haueuano da vfare di fimili rimedij , tencua- ‘no & tengono quefto feme per cauftico poten- tiffirno; come eglièin'iero; & cofi fe ne vaglio- no, come di rimedio efficaciffimo. Side mettere queftapoluere à poco a poco, ‘& piu, o meno; conforme allagrandezza del ma le; ponendo idifenfiui ;iche fi vfano 2 mettere, quando fi adoprano fimili rimedi). Nelle piaghe vecchie, & immonde,doue è bi- fogno di corroderla carne trifta ; con prender quefto feme, & macinarlo,& difoluerlo ben con acqua di Piantagine; o acqua rofata ; bagnando nell'acqua chiara; che reftera poi di fopra, vn ezzetro di tela, 0 ponendo inluogo cli tela, Fo fili bagnati nell'acqua; netta la piaga , man- giando la carne cattiva di tal maniera, che per cattiva , & antica, che fiala piaga, & per im- monda che fia; la laffa netta, & conlafua car ne falda & fana.Dapoi quefto deonfi vfare quelle Medicine,che hano virtù di generar carne; pche l’effetto di quefto feme non è, fe non di mondi- ficare & nettare, & leuar il fouerchio della pia- ga-Quefto effetto medelimo che fain noi altri fa ne da È } È j DELL'ORZADAS'ET SVEI VIRTV. &$ faneglialtri; ne quali perla maggiot-parte fo- mo piaghe molto cattiue; cancherofe; & piene di vermi doue;pofta la femenza (fe il cafo fara cofi nde, chelo:richieda) o la fua acqua, come fi è sioni fa lo medefimo che fi è detto; & meglio; | vfando fempre nel luogo; doue fi pongono co? | valimedicamenti, de difenfiui y che fiano conue- | mienti; perchee medicamento fortiffimo che ne ha meftiero di tutti; Dirò quello, cheame n'è auenuto:Mi portò quefto feme vno Indiano con altre molteherbe; & andando difcorrendo fo- | pradi loro; quando venimmo à quefto feme, ne prefi vn grano; & melo pofi alla bocca, per pro- « uarloQuelli;:che l’'hanena portato (come quel, che bene la conofcena, ) mi prefe la mano, & non mi lafciò pigliarla ; ma con tutto cio, io nè fuppi co° denti vn grano; che non è maggior che vn gran di femenza di lino, & anco piu pic» colo, & tien gran fimilitudine con quella; &.nel toccarmi la cima della lingua quefto femerotto; mi vi fece vna veflica, chemi durò per alcuni ni+lo la diedi al Diauolo, & credetti bene di lei mi affermauano.Horà io comincio i & fa piu effetti, che non fi dicono.. Tin 4 grado, & piu,fe vi fon piwgradi. PN'HERBE DI GRAN VIRTV. (ap.vi “a mente tengo vn'herba, che corta, écpre Diala fur acqua calda; fana il mal del petto; qual non: fo come fi chiama ; fenon che nella li lei veniua feritto quelto. > : ager Et PI G6, -ernivinte dro Et vn'altra, che fa vfcir la creatura morta deli ventre, & le Seconde; perche di quelta ne hanno: grande efperientia gli Indiani, per quefto effetto. & ha giouato vna fiata in quefte patti. Mi portarono due herbefecche , che mi con- tentaua piu, fe le vedena verdi, Luna,che ftando nel campo nel fuo piubell’eflere, fe l'homo, ola donna le mettela mano fopra; fubito filafcia ca der come morta in terra.L’altra,che effendo fpat fa perterra, nel toccarla per coglierla ; fi incre- (pa, &firicogliein feftella, & ferra; come vn caule Murciano . Cofa merauigliofa, & di gran- de confideratione. i p113 Tengo Heleboro negro portato della Prouin cia del Mechixcan, come quello di Spagna; & fa l’ifteflo effetto . Quefti giorni effendo venuto vn giouine è | configliarfi meco; il quale veniua di Quito; ven ne da me vn mio vicino dicendo; che fua figlia ftaua molto inal del Buffo, ond’io la medicaua ; -& che le vfcina molto fangue,& che l’adafli a vi fitare. Dimandomi l’Indiano, che cofà era fluf= fo di fangue.Io gli diffi quello, che egli erra. Egli mi diffe, che mi darebbe vna cofa ehe fatta in poluere, & prefa , lo: fa cellar (ubitò; laquale egliin Quito haueua efperimentato molte fiaté. «Andò il padre di lei con luial fuo alloggiamen- to , & portò vn pezzo di vn frutto, che pareua efler di arboro grande . Da vna parte era molto lifcio, & di color giallo; dall'altra molto afpro, & molto D'ALCVNE, HERBE DISGRAN VIRTV. 67. «& molto colotito che paerua morello. Egli fi. | peftò fottilmére, Snefu data la poluere alla in- ferma cò acqua.di capi di rofe;una'fiata a quell'- hora tarda;l’altra lamartina;& fubito cominciò a ceffarle il fuffo; &dell’hora in nanzi prefe mi- glioramento, onde venne a rifanarfi Et perch: mai piu non vidi colui, chelo diede (benche lo | procurafli con diligentia ) non potei mai fapex cio che era, ne che.arboro era quello;; che pro- ducena il detto frutto . Di quefta maniera fono molte altre cofe nelle noftre Indie Occidentali, che hanno gran victa, & grandi fecreti Medicinali} de quali ogni gior: no fi fapra piu; & fi andaranno difcoprendo, accio che poffiamo feruirci di loro . Il. che hab- biamo veduto molto manifeftamente, hel benc- ficio, che hanno fatto quelle, che fin hora fono | ftate portate; poiche è tutro il Mondo pieno d.l le fue opre merauigliofe; curandofi con-effe in- firmita, lequali non è ftato baltante tutto il re- | Ato della Medicina à fanare; come fi vede in tut tiquelli, chele vfano, &adoprano, con grande e, & beneficio. Il che tutto fi dee alla mia di- entia &.cura, onde io ne fcrifli nella prima parte di quelta hiltoria Medicinale; laquale è | ftata molto celebrata nel Mondo ;s per le.ca- fe che in, lei fi trattano. Et perche fi .veg- | gailfrutto, chequefte mie fatiche hanno fatto, voglio pone: qui vna letera,che vn gentil’ homo Perù mi mandò gialdue Mefi, perla qualc;ì and * GR rr rosi sorigaavoia‘a vedta, che pet:casion «i quello;che io feriffi nel. la prima parte, fi fono difcoperte le pietre Be». zaar nel:Perù; lequali con tanta riputatione fi conducono dall'India di Portogallo; & come perla relarione, & ordine, cheio ferifli , venne» ro‘in Cognitione di lei. Cofa certo ineftimabile;, & degna di efler tenuta molto cara; che vna co- fa, loquale tanto merayigliofa,&di tanto prez- zo fi habbia trouato nelle Indie di V.M, & fiî cofi facili da poterfi hauere, & cofi certe; & ve- re; che non tegniamo dubbio de’ fuoi effetti, & virtù.Ilche non è cofi in quelle che portano dela l'India Orientale; che fe ne vengono dieci vere, fono accompagnate da cento falfe. Onde quelli, che le comprano deono molto bene confiderare quandorle comprano ; che monvengano ingan- nati. Quefte, che fi portano dalle noftre Indie fo no tutte di van modo ifteffo;nefono diuerfein'al- tro ; che nell’effer grandi, & piccole. Li effetti, che fanno fono merauigliofi; perche è porentiffi- ma la lor virtù contra ogni veleno, & febbri pe- ftifere;, &humori velenofi, come nella terza par- te Dio permettente diremo . Il modo, che fu por tatala littera era quefto . Venne vn piego come di lettere innolto in vna tela incerata cofi: ben affetto; che poteua andare in ogni luogos/per luntano ‘che fufle. Aperto quefto, eraui vna callettina fatta di vn pezzo di legno.ben: groflo, ‘concauo, che era bel da vedere. Nel concano ‘di quello erano le herbe, & femenze; che di- dc ra D’ALCVNE HERBE DI GRAN vIRTV. L9 erala littera; fopra dogn'una era fctitro' quello che era. In vn lato del legno, che era concauato n poco piuz erano tre. pierre. Bezaari fermate con. vna pergamina con la fua cera, ben gouer- ‘nate. La lettera era pofta di fotto, (oritra di mol to minnta lettera, & alquanto difficile da lvgse- ere. La foprafcritta diceua a quello modo.. a È MOLTO MAG. SIGNOR, MIO. S. IL DOTTOR MONARDES' | MEDICO IN SIVIGLIA. —— i” a Magi Signor: $ ro. rt famofo Dottore; cofa molto noua parerà a V. Mercè, non efendo so literato, ne della Sua profeffione, ‘cche le derina immateria. del fuo ef- > fercitio ; efendo io un foldato ; che querra in quefte parti tutta mia uita. os effendo affettionato 4 F. Mercè, ella ha compoSto delle Mediciney -— Mov una vato. | Sa rimedij , che babbiamo qui; iquali innanzi erano vadoperati da noi fenza regola, ne modo alcuno, er “ron faceuano cofi buon'effetto , ne fi rimediana — ranto con effi. Fl che al prefente è al contrario, che mediantei fuoi libri,fi fono fanati molti,che mai non penfarono,di ricuperare la fanità, ne hanere rimedio alcuno. fo Signor ha piu di uent’otto anni, fin allo ferinere di quefta , che uado peregrinando per tutte queSte Indie, done fono.molte di quelle cofe, che ella ‘ fcrine nel fuo libro; «x altre che non fonò State condotte coSti, per efferei Afedici , che uengono in queSte parti poco curiofi ; iquali non attendono al bene uninerfale, ma al lor folo particolare , ue- nendo per arricchirfi folamente . Ét perche la gente |’ che paffa a quefti luoghi per lamaggior parte digno | rante, non apprezza i bene, che poria fare>. | fo Signore, benche nion babbia lettere , fon nondi- ineno affettionato a gli huomini dotti, come a V.M. " fi per lo fuo libro, come per la fama; che ella ha în * queSte parti, laquale è grande} ma tutto che non la .v conofca , bo uoluto tuttania prender quefto trana- glio, chemiediletto: V.Afercè fcrine nel fuo li- * bro, dando notitia della pietra Bezaar ; &r da i fe- | ° gnali dell'animale, che l'ha; liquali confiderati jéi | : babbiamo abbattuto in una Specie d’animali che ‘ vanno per lemontagne di queSte Regioni, liguali fi- migliano moltò a Montoni, ò Caproni , ch'ella dice e/fere nelle Indie di Portogallo, iquali generano, & "bammo:le dette pietre ; de ampio Spaefi nelle Montagne , & luoghi freddi omo per la e» | vo > | maggior % \i RC LETTERA DAL PERV. Ser fa È maggior parte di color roffo.Pafcolano herbe faln-. | tifere, delle qualiba gran quantita nelle montagne, one nafcono, Sono molto leggieri tanto , che non fi polfono cacciare fe non conarchibuggi. Sono diyerfi lamente da quelli dell Fudia nell'Îfer prini di cor- na 3 perche intutto il refto fono gl'ifteffi. | — ed quindeci di Giugno di queSt’anno 1568.i0 Ur un canaliero mio amico fummo a caccia file montagne, &y ftemmo falla caccia cinque giorni, drammazzammo alcuni di detti animali, che ho tro, Et perche ui andammo a quefto fine di confi- are, fe'erano gli iftelfi dell'Îndia, portammo i fito libro connoi ; cr ne aprimmo uno di quelli, che hauenamo prefo a caccia , il maggiore , el piu uec- chio &” non tronammo ne pietra , ne altra cofa al- nel uentre, ne in altra fua parte; onde cre- ‘che non faffero quefti animali, come quelli dell'India, poi chenon hanenano pietre s dr doman Mammo'a certi Fndiani, che ueniuano con noi per boftro fernigio, done quelli animali banenano le ire. «Ma perche fono noftri‘inimici; & non sche fapeffimoi lor fegreti, differo ; che Upeano niente di quella pietra. Ma rzone Indiano , che praticana ‘con noi di jd dodici ; uedendo xche -defidera= averlo: ci moftrò doue quell'animale, che morto la in terra, baueffe la pietra; qual vuna-borfetta particolare,lagnale p ‘i medefimo forò, donde tornano a rumina- Stanno diftefi;l'herba, che banno pafiola- te to, pà - eno 1Brir dr to. Gli Indiani #tolfero ammazzar quel garzone, perdo anifo, che ci banca dato; a effi fimano ‘molto quelle pietre, dr le offerifcono ne loro Gua- che, oner Oratori) , done tengono 1 loro fdoli}; a quali offerifcono le piu preciofe cofe, che polfa no bauere>; onde loro offerifeono quefte pie» ssre, come cofa preciofa , & di molta ftima ; fecon do che offerifcono anchora oro, &r argento, & gem me preciofe, o animali, & figliolimafcenti . Dapoi fapemmo , che baneano facrificato quel garzone, perche con lacaccia noi ci fcordammo dilui, effi To hbanenano menato per quelle montagne, dowe mai ‘piu non lo uedemmo . Et è cofada confiderare, che intutte le parti della fndia non fi hanno trouato que fi animali, fenon nelle montagne di quejto Regno del Però ; perche io ho caminato tutti i Regni del Mexico, dr-tutte leProuincie, y Regni del Per xù, dr per le Provincie, cr Ifole del Afaragnonizi&t per la Florida, & per molte parti di quefte Indie «Occidentali; & mai non ho ueduto quefti animali; fenonin quefte montagne del Per.Signore, quello; | «chewo ho potuto con ogni diligenza del mondo, fote trarre, cr fapere daquefti Indiani amici, di quefte pietre, che fi cauano da quefti animali, fi è; Che fo= n° meranigliofe contra ogni ueneno, & contra ogni specie di Toffico mangiato sò in altramanierag@® | ne mali delcuore ; o nel difcacciare , ‘de qualli noi qui ci valemo molto 3 cr credo chefe “ne vaglia ogniuno. »fn-ricompenfa del beneficio, ‘che io.horiceuuto per la mia parte mando aV. M. vena dozina di Pietre per via di Gionanant. Cor- ‘zomercantericco. Se giungeranno coSti ; ella fa- | “radi loro efperientia, in molte infirmità, ‘chè fitro- merà grandi effetti in loro. Perla medefima uia "ella ‘mi anifara della -riceuuta 3°& di quel piu «che ella fara feruita di comandarmb, che lo faro, sicome homo, il qualleè affettionatiffi» per banerla | bveduta surf dr dotta, & far tanto ben al Afon- i “do con quello che ellaba feritto, & publicato.. © Hora io mando è VM. vna caffetta , nella qual “fono ‘alcuni Fafuoli, liquali ella dara ordine , che fi ‘feminino ‘al principio di Marzo; perche il "freddo nonli abbrufci. so fannola pianta come le faue a to piu piccola; &r quali hanno le uagine, done | “ftanoi femi. Mangizdo vna dozena di quefti cò fale, 3 “squali hanno fapor di faua frefca; purgano gagliar — Vdamente gli bumori colerici, &î vi egmatici medio- Veremente; cr enacuano l'’acquade gli bidropici fen za granezza. Il medefimo fanno fe effendo fecchi fin ‘ano è molle, fi torranno con vino.E° me-- e ‘tener apparecchiaro il cibo, perche fe purgaf- Jero.troppo; mangiando,ceffera fubito l'operatione.. «© andò fimilmente a V. M. vna herba che mafte n inferta nella terra , come Gramigna; gii uirtw per molte infirmità; Gr # Cn ioo maine n &y altrimali; perihe fattane de-. sug on cottione 76 Yves: B_ RO T3 + rcottione;c&y ufandolai in gargarifinili fa celfare mol «to facilmente cr con gran beneficio» Et. per quefto I@ per la dolori della tefta., & diftillationi, mafli- .veandoli, fa fputar molto. Chiamano queta herba | Ù del mia nomes sperche io la usò, &y-confi iglio; che gli altri 'afino in:mali frmili 5 laqualm nfegnò uno 18- vidiano;\che fapeua molto dell'herbe > vio Similmente,mandò a VM un frutto diun ue: «To s che è di gran beneficiay'iquali arbari non fi tro- vano invaltie parti, cheinquefte>. E della grax- .xdezza divina Quercia diquelledi CaRtiglia.» Ha la Scorzascome di (ervozesla foglia,come di Fraffene. \Ha molte uirtu ; perche la feorza fatta poluere, & ‘pofta fopraogni piaga; che babbia mestieri di ef- cfermettatà y per effer-:immonda 3 la netta, &dapoi -fa\erefcer-da carne; o là fina ‘molto bene. Fre- “ gando v denti condesta poluere sli netta ; & posta «nelle gengine fcarnatezle incarna; ferma liden- "tiche Sona Cocendobenle foglie di quelt'at- -boro ini acqua,cr lauado cò quet'acqua ogni enfiata snai che habbia qualche piagas'o:chefimappofiemata «fanala gofiezzaseo larpoftema: Et ponedo una tela in detta decotionie tepida fopra il medica- “mento,obe fi mette fopra la piaga; 0 fopra la polue ,res chefi fece-della fcorzaslaqual fi pone per fanar de piaghe fazche quelle piaghe fi fanino pia tofto, «uietando chemon wi difcendano gli humori. Delk'at- -boro effematafa odorifera,.che ferue per ‘profe | \marinsnoltimali di teSta, &y per fan empiaftri pe | «ttoltimali. Hora la.mando a R/4: Del fiutto fi RAS sp) n0 8 ù LETTERA? DAL' PERV, Fr no gli Indiani certa benanda, la qual perlorò-è mol ro fatid. V:A1. lo faccia feminare,che uorreî che naa fcefferos perche farebbe cofa di grà piacere per. li benefici ; che fa‘ nella Medicina‘, dr. perla novità del'arboro; perche in ogni tempo ha molto buono odore» Po meniai in queste partiuna Negra; che comprai a Xercz della frontiera;ta» quale rimafe cori uenimmo qua cò alcune piaghe uecchie nel egambe, lequali ella bauena gia molto tempo; & uentd'io alla Jfola della Margarita molto tranaglia to,per le piaghe,che hanena la mia Negra ; un In- dian mi diffe,che la fanerebbe; &x vedtd’io che qui- + minon banca altro rimedio; la puoft ‘nelle mani del l’Indiano , perche me la curaffe; ilgnale prefo un frutto (che in quellaterra e commune, & lo mangia | no tatttin generale, che è della grandezza diun vAranzo , & tiene un offo , come Perfico ) lo ab- brufcid,c<&o ne fece poluere (perche l'offo è duro de — fe puo peftar fenza abbrufciarlo) & le pofeladetta poluere nell piache,ch'ella hauena c6-molta carne putrida ; & molto (porca, lequali con tadetta»pol | mere fi nettarono molto bene, &x fe le corrofe tutta quella carne putrida fin fnl'offo. Dapoù fatte net. te; confili, a un poco della poluere, rs le cominciò a generar carne noua, fin che fi empirono di carnes "«& fi fanarono molto bene. ‘Ft fi dee confiderare, — chela anima dell’offo ‘ba tanto veleno, &malitià, — che fe alcuna perfona,o animale la mangiaffesmor- | rebbe fubito fenza alcun rimedio y come febauelfe “mangiato ogni altro neleno corrofino;tome Solima- too Rifagallo. dii ii e re a Alia i EIZO +, È ee gr pece 70 vata la Ba Ri Otr ar __ «onNellaterra di Pefto, doue io wifialcuni anni,ba-. mea un Indiano, che medicana i foi &rli Spagno- li di ogntinfirmita, che effi.baueffero , con ungerlo- ro le giunture, &x le parti che lor doleuano yo done baueffero il male, col fumo di certa hberba, & fubi- toli copriua; & fudanano per le giunture puro fan- «gue, fimilmente per la parte inferma , done po- newa il fucco; <& come andauano fudando, andaua ricogliendo, x nettando con un panno di lino i fan- gue, finche uedeua che fnffe a baftanza. Dapoi li nutriua con cofe di fuStantia, facendoli fudar tante fiate; quante uedena che baftauano ; &y con quefto Sanauano molti di infirmita incurabili ; & fe deb- bo dirloà V.«M. egli -pareua che molti ringione- niffero ,&y-reftalfero piu gagliardi, & piu gionani, di quello che erano prima che infermaffero.Et per co fazche noi facémo ne perdoni,ne per carezze, ne per afprezze s ne per minaccie , mai non uolle egli dir- ne,che herba fuffe quella,ne moftrarla ad alcuno. >. Inquefta terra fi troua una (pecie d'&rboro,ch è di ‘ legno tenero. Li Indiani piutofto fr lafceriano am- mazzare,che andar al fuo lume; perche dicono, che mettendo l’Indiano ala luce di quefto arboro,o dan dole il fuo fumo; refta impotente condonne. Et tengono quefto per cofi certo, & uerificato, che non andariano al foco , che fi fa di quello,per tutte le co- fe del mondo; perche effi come carnali non uoglio- noquefto. — Curanoinqueftaterrale enfiature, che uengono - À piedi,cy alle gambe da humori freddi con IR - SR gle 4 } > ° LETTÉRA DAL PERV. 79 | ba, che fi chiama Centella; laqual peftatay &x pol — fopralaenfiatura, lena fubito alcune ueffiche; per | lequali efce molta quantità di acqua , & bumore | fincherrefta il piede;o la gamba afciuta. lobo ue> | duto grandi esperientie di quefte euacuationi tra gli — Prdiani,che lufano molto; &ho weduto alcuni Spa | gnoliufarla,c&r guarire di fimilimali. << «<< « | “ Nell'anno del cinquantaotto In Chile fi tagliaro» — mo alcuni Indiani prigioni le fuole de’ piedi perman: | guarfele, . re homo curiofo , &affettionato àquefto cole zi &io lo-ftimo molto.Perche'efendo l’officio del Soldato manéggiar l’armi; fparger il fangue ; &'. far’altri efferciti) militari; de ftimer molto,» che voglia inquirir ; & cercarherbe, & piante, pet faper le loro proprieta,& virtà. Nel che par. che habbia imitato Diofcotide, che trattaua l’ar: mi nello effercitio di Ant.& di Cleopatra, & per. ogni luogo douce egli andava, cercaua di fapere dell’Herbe, Arbori, Piante, Animali, & Minerali & altre molte cofe,delle quali fece que’ fuoidfeili ‘bri,che fon tito celebrati in tutto il M6dojonde eglin’acquifto la gloria, &la fama, di li hors tiene; & ha ricenuto maggiornome dallo ferite ua i UCcro, ta da TI nt fatti in ate _ .,_ PETTERA DAL PERV. 83 tiero,chefe hanelle giadagnato molte Città con | Jefuè armi militaritBEr perciò tengo in:gran pre- gio aueliesgaito Poe rende nel voler fapere,&tinueftivare quefte cofe natu- sali; &liho etande obligo; perla buona opinio ° ei ha dime, &/perquello;chemihain=. miaro, che certo fi de apprezzar molto. Io pro- curato refcrinendoli,ché ne mandi piu cofe; poi che ci farà gran Theforo il faperli fecreti,& me- rauiglie della Natura. Delle herbe, chemi ha mandato faro efperietia, & faprò leloro virtù; ‘&quelo;chefinno. Ifemi feminaremo à tem po. Le Pietré Bezaar mi paiono diuerfe da quel Ae, che portario dell'Indie Orictali; Nollafuper- ciefono Leonate:ofcure; &rilucenti. Sotto di due copette, o fogli hanno vna cofabianca , che | Buftata, &trattata co denti, è pura terra. Non ha fapor ne gufto; & anzi rinfrefca; che fcaldi + Son perordinario della gridezza divna mezza ‘Faua. Sono per la maggior parte piane.Vene fo- no digrande,& piccole; & ben pare che in lor fi troui virtù Medicinale Molki diquelli,che fon enutiin quefta Flota ne hanno portato , ì quali . ‘mi vengono àtrouare, comefeio fuflì il primo inuentor di effe. Contano di loro merauigliofi effetti, che paiono prodigi. To ne peltai vana, & fatta poluere la diediad vn garzone che fi diceva hauer prefo veleno. Non fofealtri rimedij , ò ella fu,che lo rifanarono molto bene. Me ne va- lero in altre infirmità ; & quello ch cio vedrò di ì AA lei _ 18% 13 kb ei, &dell’altre Medicine, conquello, che ci fara dinono; daremo in lucein vn'altroterzo volu- me, che faremo diquelta Hiftoria Medicinale. Nel qual faranno cofe meramigliofe, & fecreti didi Medicina, che darano piacerad ogni» uno,& piu alli infermi, che hanno bifogno di fas narfi conloro. Vna cofa fi dee confiderare, che quello ; che io ho fcrittoqui, patte ho intefo da coloro, che fono venuti di quelle patti , iqua» li ne hanno potitia ; parte fi attribwiffe alle {ue . compleflioni, & qualità, chelo poflono fare; & parte habbiamo efperimentato . Etin ogni cofa fi dehauer confideratione, che tutte queftecofe, che fi conducono dalle noftre Indie fono per la maggior parte calde ; & che fi debbono vfare co ‘me di cotal qualità in tutto quello, che vorran» no adoprare, perche egliè bene eller auifati di quefto, che ranto giona à faperfi. Del Sangue di Drago . (a pi. > = oa de a (ESTE, ftieri per meglio conofcere,qual fu il veneno;ché fi prefe; che fi miri fe è rimafo qualche pocodi quello,che mangiò , ò beuette; per vedere quel lo;che vi eta mefcolato ; gitidicandolo per Îo co- — lore, perl'odore,perlo fapore;ò dandorie a qual- che animale;come Cane, Gallina, o Gattò,& cone fiderare gli effetti,che fa ; percioche fe fi atttifta- no, fegno è, che vi ha danno; & fe muore fegno efficace, che fu di grafi forza il veneno. Cotielciu to,che fi ha effere alcuno auierichiato;la prima co- | fasche fi ha da procurarefi è; che il pariente vo= miti (il che è quello,che gioni più) accioche non habbia tempo il veneno da diftribuirfi per fe ve- ne, &carterie;& andare al core spercioche fe giun quiui, folo Dio vi può dare rimedio , Per que- ta cagione bifogna , che quefto rimedio del vo- *J faccia corista maggior DI eft zza , che fi fi oltra gettato, & renduto tutto quello, che egli man- | el'oglio | DE’ VENENI; ET DELLA LOR CVRA. 87 mitorij, cominciando da piu deboli,come deco» rompere la fotza del veneno. Alcii pet spia fe- i di Arahs zi tepida j percioche oltra che prouòîa il vomi- i; de giiali più iritiafizi frattàrenio | Ne temipi fi ha comipofto, & calato vn’oglio; ; - che chiattiano di Vittiolo,ò Chalcantho; percio: chedi lui folo fi carià ; ilquale è la pit eccellente cofa per difcaccire ; & far retidere il verieno, & pet eftingiere la fia mialitia, di quante fi fappias no fin’hota, pretidendone fei goccie irì qualche acqua cordiale; petche fa vfcit pet via di vomi- tò il veneno ; eftingiiendo la fua malitia Er hoti folimerite quefto oglio di Vittiolo giotia a que= fto, ina a nioltealtre infirmità ; comelo Pg | » 88 100050 DE RIDI LIA ‘to,cheegli porta fatto è guifa di vn Dracone. - "Però da qui innanzi faremo certi, che cofa dia fanouedi Drago; & perchefi chiami fanguedì uns o che’l fuo frutto da il nome all’arbo- ro, &e'alloGoma , è lagrima; che da lui ftilla. “Laquial traggono eccellétiffitma di Carthagenis, che fi fa per incifione, dando vna coltellata nel T'ifteffo arboro,il quale pereffer'arboro di molta ‘gradezza, ha la fcorza molto:fottile,checon o- "gni cofa fi ròpe. Similmente fi fa ma.n6 cofi buo na, al modo che fi fa la trementina in Caftiglia; — daqualfivendein pani. Luna fi chiama fangue ‘di Drago digoccia;l'altra Sangue di Drago in pa ne. L’vna, &l’altra hanno virtù di fermare qua- lunquefluffo di corpo, pofta ful ventre, 6 mella ne chrifteri, & sode bocca. Fatta poluere, & poftaful capo, prohibillei Catarri della telta ‘alleparteinfertori. Applicata in qualunque fluf= fo di fangue,lo tiriene & ferma.Confolida & c6- glutinale piaghe frefche. Prohibifle; che non ca- ‘dano'ì denti, &fa crefcere carne» nelle gengiue guafte.E color merauigliofo perli pittori; & ol- trà di quefto ha molte altre virtù. Io penfo di fe- ‘minarifemi, per veder fe nacefle in quefte partii Tienfi per temperato il fangue di Drago con po+ cò ‘calore. re 2 © Mi diede‘egli vnagoma, che fi trà della terra ferma del Perù, con la quale fi purgano i gorrofi in quelle parti.Pongono tanto di quella; quanto È vna'‘nocella in acqua ftillata, & lafcianla Max N te Li su DEL'*SANGYE» DI DRAGO. 89 retutta la nottein infafione.La mattina la si sno; &la fpremono;, & prendono quell’acq ih puo eflerein quantità.di due oncie;& RA fenza mangiarefin al mezzo giorno; & con quel Ja purgano l'humore; che fala gotta. lo, vidi che Ja vfaua vn Caualiero,che venne in:quefta Flora, ilqualeffendo gottofo , lo porta per rimedio al fuo male, & con vfarquefta euacuatione fi fente bene, &non li vienla gotta come folewa; che V- offendena molto crudelmente,& fpeffo.A mene - diede tanto, quanto yna nocella, che non vollè qa iù; & io lo diedi con l'ordine detto ad wa gottofo, & fece tre purgationi con lui. Non È cio; che ne farà, Era meftieri hanerne piu qua= | tità, per procedere piu oltre. Ma ella farì porta- ta, & altri ne condutanno, come fono ftare con- -dotte molte altre cofe. Habuon gufto nel pren- derfi ; perche nora odore, ne fapore. Fa a fua Bprrasione fenza noia. E calda (è quel che me ‘nepare) in primo grado . Non fo qual fia l’ar- c a e bel face, perche tampoco non lo fa Lcd «CORTE DIRSOOV EI) * saba "Dl "Arniadilo.' Lap. mo > os "Oppo nate è CYIsraltio dA vr altro PITRRTTÀ ‘ehe è Hel'ACifeo dt onfaluo Gonzallo di «Moli.. nas ca diquefta città ; nel'queale fono molta «Grants dbbri n wari Pettrone, «ir molte fpetie “di annali, Gaudi, altre: cafe curiofe, tratte sp dall’indie Orientali; cime Occidentali; dè d'altre parti del «Mono; &% gran copia di Medi “glie; e pretre antiche, oe rarità ‘dariti, che eglit cò gran banrà e Cor gen dip ha e rio 105 bath 3 - sro) iii a È. 1 rd Pi ditta na sn MISE: dnisbatiza " è della coda. d’vn’animale ftrano, ilqua- leè tutto coperto di ope fin’a piedi, comevn “cauallo che po arme; onde lo chia P Ortano fimilméte dalia terra ferma vn’offos RIREPEPARERE eee 0 TI VE E PAT VI STE trice A n DELL'ARMA DILLO. >“ “ib P Armadilio,.E) della grandezzà di vn porce- -Fetto nafcente, & nel moftaccio li fomiglia. Ha -vna coda lunga, &grofla -come vm: Liguro., Sta *entrodella Terra; come Topinera; & dicono; ei finutrifce; perche:fuor dilei,non li veg mangiare cofa alcuna» Ha la virtù folo nel Foffordella coda; ilqual farro polnere minuta, & ‘prendendofene tanto quanto. vna telta.diaco ei fartonewnapallatola; metrendolo nel- wdito 3:fe fi haueffe i pr dolore» lo fa-ceflare ameràvigliofamente. Similmente fe-vi {i fente fu. | fiirtòcoti qualche férdita;fa grande effetto. Qua val dolore fencha:grandi efperientie in quelle Ruano Îmolte perfone; che l'hanno vfaro, & fi fono fanati con lui.Et Monfig.il Vefcono mi cer | tifico hauerlò veduto molte fiate con grande fua etauiglia ; poî che fi-vede che ella habbia tal virtù in pari cofiroceulte »- Sono di quefti ani- tmalichella Ifola di Pottogallo.Chiamali coperti, effer ‘come ho detto:armati di lame, & cappe; Pietrb de Caimani 0 ((ap.111 no delle Terre del Nomt di Dio; gs Car as &ed'altre parti delli Terra. ferma tte, che fon pura giarra di fimo, odi * bè 0° vi au db'erte rano fuoi figlioli, come leTeftugini. Sonoani- mali fieri,con molti ordini di denti, di gran boc- ca'in maniéra, che inghiottifcono vn Indiano in- tierò.Habitàno per l’ordinario alle riuiere defiu mi; alcuni nel Mare fu le foci. E‘ cofa meraui. rliofa da lor grandezza ; perche ne fono alcuni ùnghi trenta doi piedi. Li vecidono:còn Ha- mi; petchè con archibugi è difficile, per la dura copertà; che hanno»Stanno-del continuo con la Bertie «Quanto li vecidono-li tronano nel ftomacorvna gran fporta di pietre, &:ciottoli, che non fi fa perche effetto: le portino lè, o.fe fia pertenere occupato il fuo ftomaco; o per fauor- na,com’a Nauilio.Quefte pietre cuftodifcono gli Indianî&li Spagnoli; per quelli, che hanno la Quarta; perche ponendoli due di quefte pie- tre alle tépie vna per parto, li cella la Quartana, o feleallegerifeclil calore norabilmente.Et mr tengono in quelle parti efperientia ; perche nel Navilio, desn Fura chi me ‘nediede duedi lo- ro,mi difle egli, che le puofe a vn Monacho mini ftro dél Nanilio, ilquel hauewa la Quartana , la- qual li celfo,& fi ando alleggerédo in tre, o quat tro termini; che fi pofela pietra. Io le ho efpe- rimentate;& le ho pofte due fiate ad vna dongel lina, che ha la Quartana;& par che né fenta tato caldo mentre che le tiene; ma non leè ceffatala Quartana in quefte due fiate, che fe le fono po+ . fte. Nonfocio, chefarà da quiinnanzi» -.. Di” È ri 3 Delle È Zisa ci ; \ À ni } DELLE PIETRE DI TIBVRONI. 93 i | Delle Pietre de Tiburoni. Cap. 1V. Li tuttii mari dell'India nella maggior parte di | Alloro fono alcuni pefci, che chiamano Tiburo- - mi, iquali fono molto gagliardi & bellicofi, & | combattono co’ Vecchi marini, & fono fieri nel | lelor opre, & effetti, Pefcano quefti con hami di, &cli tirano:a terra, © mettono nel navi. Îi& li fanno in pezzi. Nella telta di quelti, la- ualè molto grande,trouano alcune pierre gran- i, bianche; di molta grandezza, tre, & quattro, & piu; & alcune di piu di due libre, concaue in alcune parti, & molto-bianche , Sono alquanto - grani. Si radeno facilmente.Dì quefte ‘pese han | no nelleIndie grande efperientia,dan ole in pol werca quelli, che patifcono doglia di fianco; à | quelli, che non poffono orinare; dra quelli che | non polfono mandat fuori la pietra deile reni, - &della velica; effendo di grandezza, che pollà vfcire. Quefta è cofa tra gli Indiani molto veri- ficata, & faputa; & fimilmente trali $ pagnoli, | che habitano.in quelle parti; & quelli che ven- | gono qui, lo verificano, & affermano efler cofì. Io rieho guftato ; & pare .cofa infipida. Non la | ho prouata, ne applicata fin hora, Col rempoli | farà, & daremo conto di lci. * ca 1), 0) SER 2 1 DI ALI STRETTE © ‘Della Trementina,es ((aragna di, > — Chartagema. Cap.V. prot PA ‘Wtsibal | e e; «ris e PD Ittano del novo Regno, & provincia di Car 4° thagenia vna Trementina molto chiàrà, & mmolt'odorifera, & molto miglior che quella;chè chiamano di Abete, & di quella che portano da Venetia. Ha tutte levitty, che ha a buona Tre mentina, & fa quelli medefimi'effetti,& miglio- ri, & con maggior efficacia & preltezza. —. Quifié adoprata nelle ferite; & è cola mera» igliofa la buona Operatione, cheella fa; mag iormente nelle ferire delle giunturé; St dinetui; & delle gambe ; perche io ho veduto vrandi ope rationi fatte con lei. Mondifica anchora méfco- Jata con altre cofe le piaghe vecchie;-& lavata; & preparata, è cofa eccellente perla faccia delle Signore, che nc hanno bifogrio. © < __. Portano da quefte medefime parti Caragna purificata , & tanto chiara che pare Balamo; & certo è migliore, & fi applica molto meglio, che quella,che fin qua è venuta, & è molro odoè Tifera, & fa meglio i fuo effetti, & opera meglio Ul ite ret, PICO Ring OL Sa È ti PIPA ii L Wa pr ì Da DEL FIORE DEL MELCHIOACAN. 9$ Del Fiore del Mechioacan. . (ap. Vl. "È “ 3 PI ASI N — =" s ci " + = ro asini Ortarono molti di quelli; chefon venutiin fl'-quefta Flora della Terra ferma molto buo- no Mechiozcan ; afiai migliore, che quello della Noua Spagna, colto nella colta di Nicaragua, & ini Quito ; ilquale dapoi che fi fcoprì,-& trouò, quiello della Noua Spagna; è ftata trouate in Quefte parti ch'io dico; la medefima herba, &. tadice; S& lufano per purgare ; & fa meraviglio- fa ione. Et gia l’adoprano in quelle parti,, or adoprauano quello,che i era portato dalla Noua Spagna, con merauiglio, Li fucceffi .Dal capo di S Ù Fieleda nella medefis ma cofta traggono vn'altro Mechioacan; ma egli, è molto impetuofo,gg prefo » fa molto franiac* cidenti di vomiti, &angofcie, con molta vfcita; & per quefto lo chiamano Scamonta, non i Puh Id GE nio: niner 0 rh DAG lufa alcuno ; perche fa li accidenti detti. Ha la foglia , come il.medefimò Mechioacan, benche vn poco piu piccola ; che fi anolge, & attacca, douunque s’appiglia; &-ha la radice minore & con qualche acrimonia. Onde fi vede manifefta- mente, quanto faccia al cafola difpofitione del luogo ; perche la detta radice faccia maggiore, o minor opra.Onde io credo,che il primo,che vé- prima falle colto di buonluogo; & che quello che portano al prefente debba efler colto in altre parti piu humide, che li leuano la virtà,& l’operatione. Gia fi femina nella cofta della Terra fetrmane’ giardini, & horti, & fanno coferue della radice in molti modi,ch'è cofa pia cenole al gufto, &-fi può mangiare per gola; per+ cheefnliodi sadibenslidà pmi: il Zuché ro molto benéein ogni maniera; che fi confet= ti, o condifca. Qui portano il frutto, & il fiore cofi intiero, come fta fu la piàta,&cle foglie; & le rami.E il fiore,come di Aranzi,di cinque foglie mer maggiori. Sono nel color leonate; fa nel mezzo vna veflica della grandezza di vna no cella; che è vna pellicciuola molto fottile, bian- ca alquanto nel colore; laqualefi diuide in due campi, parti,feparate con vna pelliccinola mol to fottile; & in ogni parte ha due grani della gra dezza de ceci molto piccoli ; & quando fon fec- chi reftan negri. Non hanno al gufto fapor al- cuno . Quefti feminati in terra molle, & tenera. ’Plafcono folto bene; & è herba ra dee n Re dbEL FRviTO DEL FALSAMÒ ——97 Co in qualunque luogo, ch'ella apgiinga., © Manrien la fogliatutro l'anno. Il reftosieile he iperationi; 8 il modo delprender la radice di+ icemmo nella prima parte; doue.potra vedere, ‘chi didei fi vorra ferire» Sifa dilei conferua: icomedi polpa diMele Corogne ; 0 con la copet itadi Zucchero;o in firopo di Zucchero; 0 a mo, ide di gelata fartà del fio fucco; &\di Zucchero» ‘fAdogni guifa egli purga benignamente, &fens. Za grauezza» Del frutto del Balfamo. Cap. VII LAI Tila pria parte parlando del Balfamo;dì. N cémo; corne fi faccnain due maniere, vnà | et: taglio; & che poco di quefto vehiva.in quefte. at ltra per decotione,& di quefto, e tutta. qu he viehein Spagna; Quello che è fatto. perincilione non viene in quefte parti ;/perche cofa tolto dunga da farfi; & coglierfi ., Hora iîà ati che Vehgoito, delli | die» $ ila quantità di Ballanio fare i - inno) che ha fatto, & farà ogni giorno, Co erinfi le operationi quiui contate, & l’altrean- den manifeftamente vfandolo. Che certo quel, go per vero,chea SAB i DELLA TREMENTINA: D' ABETE. 99 | @ezradell’arboro;&évn grano dellagrandez- | zadivnCece Bianco. Guftatoèwn poco amaro, 8: fta chiufo nelcapo di vna vagina’ della lar precsa di vn dito,ftreta,bianca, & fottile, come a grofiezza di vn Reale femplice. Non ha fe n6 wngrano nel capo, cheèil frutto; ilqual vfano ‘gliIndiani per profumarfi con.lui ne dolori del: tefta,& ne'Catarri.Certo quello del Balfamoè — cofa meravigliofa; & ben pareiniui, ch’ egli fia tale; quali fono l’opere fue. i bh, “ Della Trementina d'-Abete, ir VALI. i r- Raggono dellaTerra ferma vnaTremétina; vu èliquor,che chiamano diAbete,ilqual fi co - glie d’alcuni'arbori maninconici, i quali non fo- none Pinni,ne Cipreffi. Sono molto alri, & affai ‘piu;cheì noftri Pinni;fono diritti, come Ciprefli. - Nella lor cima fi generano , & produce l’arboro da fe alcune Vefliche grandi , & piccole; lequali peftate, efce di loro vn liquore merauiglioto,che Cadea goccia a goccia ; & cofi lo colgono gli In- ‘diani con gran lunghezza. Portano quelle goc- cie,che fono nelle veffiche in vna Cappa, &ne . ‘mettono vn’altra,ja doue fi ftilla; & è fatanra co- fi lunga, che gli Indiani ne colgono molto po- coal giorno.Serue quefto liquore per rutto quel lo, à che ferue il Balfamo. Sana molto ben le . g 1 ; si Difcaccia IOO .ar3s; rr BUR‘. I: “. Difeaccia li dolori freddi,& ventofi. Alcuni le prendono: per dolore. di Stomaclio nato da hu» mori freddi;ò:per ventofità con vn poco di vino bianco. Et fi dee fa pere, che'l Balfamo fatto per decotione3 & quel fatto perincifione,&ognial- tro liquore! di quefti delle Indie; che fi prende- ranno per .bocca', fene de prender poca quanti» tà; ilche non' dee eflere più ; chequiattrò, ò cin+ que goccie, & nonfihannoda torre nella palma della mano, come diffi ;ma togliendo vn poco di vino, d acqua rofa fopra vn cucchiaro, & po- fteui le goccie'del Balfamo.fopra; metter il cuc- chiaro dentro la bocca; & lafciarlo cader, che né tochi la lingua 5 perche toccandola; non fi parte quel fapor della lingua, &"del gufto. per molto tempo &.fa:vn difeufto di tal maniera , che per quefto folo alcunil'abborrifcono;.& nonlo pren deno ; 8-ad-aleri ha.lenato l'appetito del man- sara con la lingua nel pren- RT VEST È DEL PEPE IVN:6O0, Gib: Del Pepe lungo. Cap. 1X. » x S Imilmente' portano di Carthigenia, & ‘dalla coftà ‘della Terri ferma di Natacabe Vera gua vna fpetiédi Pepe, che chiamano effi Pepe lungo ; il qual tien piu acrimonia , che il Pepe, chefi travge dell'India Orientale; & punge più di lui, & è piu aromati- ui @0;& di maggior odore, che lo Axies ò Pepe d’- India. E fpeciaria molto gentile per lì cibi; & per quefto effetto la vfano suit) de sr 102 Sue s peo: Mi della lunghezza di vn mezzo piede. Il fundamé. to è vn'fufto. inolto fottile; & fopra di quello ftannoìgranetii attaccati molto infieme, come incaftrari., i quali fanno Ja groffezza, che ho derto. Leuato dal fufto,refta ilfufto rutto netto. E‘verde quando è frefco. Il Sollo matura, &lo fa negro; & cofi lo portano à quefte parti.Si tro- ua quiui per la colta. della Terra ferma in Nata, Sin Carthagenia; & nel nouo Regno. In tatte quette partil'vfano,come ho detro. Hale virtù medicinali, che ha il Pepe Orienta le, che vfiamo. Lafua compleflione è calda in terzo grado. . Delrimedio al fico della faccia. (Cap. X. Sfendoandato io à vifitar vn garzone figlio» flo di quefto caualiero , che mi diede quelto Pepe,il quale haueua yna infirmità di ardot nel-. la Eecia s liordinai; che fi caualfe fangue,& che fu la faccia li ponneffero vn pannicello di acqua rofa, & di herba Mora. Egli midiffe,che quanto. al falaffo,ftaua bene, e ilgarzon era fangui gno; ma. che quanto à quello, chefi gli douea: por fulà Hociegl hauea con che fanarlo in po» co tempo. Io volfi uederc il rimedio. Egli mane, doà torre vna cofa,come vna Torta, tanto gian. de, come vn piato mezzano , di fuori negra, de dentro gialla, & per effer venuta quafi due mille eghe,era humida;& disfattone vn poco inacqua, "a a ma A | fiaspurche tion fia-veniefiò cotrolino ia Mi DaLLÈ RADICD ConTRA venENO. I0j tofa, la pbfe ful vifoal garzone: Cercai di faper di cheetà Egli. midille; quando fi vedta l’ope- ra, che ella farà, fidità, diche è tomipofta: L'al- tro giorno totmai è vedete l’infermo ; &baueia tarito.migliotsto del volto; cheiò mi metani» ggliai; e fubito glié la Jauò 66 acqua rofa vn poco scalda; & relto come non havieflehauito colà al- cunà. Lai Tortierafattà di alciini vermi,che gli Indiani cavano di fottotettàs & li.ingtalfàno; dando loto mengitre alciite foglie di Mahiz, Dapoi fatti proflì, li mettono in vnà cazzuola, &li cuoceno,tetendolifpumar, & poi li cola= no ; poi totnano è cuocetli fin che fi-\condenfi piu che vnigiiento, quale era quello. che have» Aia colti. Delle tadici contra il veneno. Cap.21, qa vino = a ela pia papliarda cola , & maggior virtà, che quiui fi troni contra opht veleno , diqualu ang leale & qualità che r Solimato,o, quelti (olocol be uetmolcalatte fi rimedia. Fa tende radi» MP SE, 1-3 ISIICRRIL O Vi alal SI CRL I PRESTO que altro humor venenofo;} è di mala qualità, che fia, cofi per vomito, comeper fudore, Se ui fono eli Iobrici, nel corpo,.li caccia; & veci= de; cagii ha fofpetta,che alcuni habbiano da . quello che chiamano Boccone,ò finveneno;ò fat wochierie; to cacciano, & vomirano; nelche hano tica cofidéza in quelle parti; chelotégono perri medio merauigliofo, perle .cofederte. La radice guitata,tiene alcuna aromaticità, con qualche 4- «Grimonia. Par calda in feconda grado, Fobash Delle (4fragne purgatineo Cap. AI, Alla.cofta di Nicaragua;& di Nata tragga» D no inquefta nauedì T.F.vna fpetie di ne: gatione,laqual certo al gufto è facile da prédere, &xfa bnona operatione, &fenza giauezza pur ga principalméte la colera. Quefta è vn frutto di :wn’arbore dimolta gridezza à niodo di que Rio- ici.delle Gaftagne;liquali hano détro le Catagne; | «eccerto;cheeglinon è fpinofoymalifcio.In que- mo - Il e malto pia ceuole; ast. è purgane cai acilità A Ati rizzi, fono alcune, come Caltagne mondate, avaligndtelagoali mediante wna pellicciuo» Ja, fidiuideno ciafcuna'in due parti; lequaliella fimilmente copre; & quando fi prendono, & vfa» no;filegatiaquettalor pellicciuiola;& fi netrano flilei;peschè prefe co.leisfanno gradiffimi accidé ti di vomito,da molte angafcie; &c infinite vfciee; purga+ cutE Li DELLA Z RRZAPARIOLIA: . E fenzagrauezza. Siprendetio arroftite, fe fi vuo» SE (= che operino. meno, Se: fono. verdi;: farmangia. no; ò peftate fi prendono. con vinogfe fecche;fe nefà poluere; secfi ‘prèndono.con vino,ò. sad gli pollo. Ma in ogni modo fanno lefue operati | anîmolto bene, &ficuramente;olferuando Lordi mie. &:guardia, che hannada senere quelli sche ’ fi purgano;& prepararido lihumibri percio; Cda gie fi comuienicy Sono calde nel priaio gender Di | Della Zarzapari iglia $ a gu. > cor Cali: SII. ro66 . rire rRro'0: IT: «cheimpietuttile valle vicine delle fucacque. + Chiamanlo Guaiaquil , perche palla ne’ piani preffo vn luogo;che fi chiama S.Giacvpo di Gua iaquil.Corre da Oriétejad Occidére,& va aden- trarinimare prefflo è Porto:vecchio, pet lo paffo, che chiamano diGuainacawa.St le riue di quefto fiimenafcemolta quantità di Lardaperiglia, & fimilmente nelle valli vicine. Quella, che nafce fu leriue,è bagnata co l’acqua del fiime; quella delle valli, conle inondationi, &acque fug, quando egli crefcé, . né La chiamano gli Indiani diquei contotni, & vicinanze Guattcasilcas ; dove hanno in colti» medicanarfi i denti per modo di facrificio, & of ferirli a loto. Idoli; perche dicono;che fi dee loro offerirela miglior cofày che l’huomo ha; & che nell'huomo né trovano cofa migliore;he più ne ceffiria; che îdenti. Ha quefto fiume, che chia» mano di Guaiaquil gran virtà preffo à tutriquel li, che ce in quelle p si 1006 pesi, co+ | meSpagnoli,& con l'acqua di lui fanano di di infinità; & perqu ione, Y anti piu lutigi che feicento Leghe è medicarfi in lui. Alcuni fi curano lanandonifi entro, & benendo la fua acqua; gli altri fi medicano col prender la Zarzapatiglia, che nafce preffo di lui; & hanno opinione; che la vittà.ch'ella ha, le venga data dall'acqua del fiume,con laqual molte fiate fi ba gnano. -L’vfo dell'acqua del fitme è frequente Scèmolto adoprata dalli Indiani, & da molta DELLA: ZALZAPARIGLIA». I07 Spagnoli, bagnandofi molre fiareinlei, & prena dendonela mattina quanto ne poffono bèuerin molte fiare. Orinano molto, &fudano molto, &con quefto fi curano.Il che è quafi come fi me | dica ne'Bagni diLuca,& di Pozzuolo,& di Aba no, & di si altri che fono in Italia. _ Etcomefi vfa l’acqua del fantedi. 4 che : Gina tante, & cofi diuerfinfirmîtà; cofi vano - Pacqua del fiume Guaiaquil, col bagnetfiin lei, &colbenerné molta quantità. L'altro mododi “cura, chefu quel fiame fi fa.,è l'vfo della Zarza- Pace quiui nafce; laqualéè come Rouo di Spgos grande, & molto {pelle La {ua radice & gia, laqual è alquanro piu profila, i chequella di Honduras; &.di color Leonato al- | quito ofcurro.Sono alcune radici cofi longhe,& rofunde, ch'egliemeftieri cauar quafi vna fara «d’ huomo per eftirparle. Di quelta Zarzapari- glia fi vaglionoà quel fiume in due maniere; Lu- naò,come l’vfano gli Indiani,& la Fiato: anti. camente,quando fi difcopri,& come da prima i vò quando Ja infegnarono gli Indiani pio è noftri Sp pali il chec a quelto îno redela fcorza arzapariglia fenza il i &fe ella e verde non suse riponerla à macerai re;sma ca è meftieri ponerla per lo tempos. Za bifogno ad intenerirla; & fene dee pren. 8 ivirrpdavr tisi ig acqua di modo , che fe ne poffi cas mat ilfuccosilquale efce, come vna baua, omu+ tilagine: Di quefto fi prende la mattina tanto; — quanto fispuo beuere in vna fiata, o in piufiate; &dapoifi-dee' porre Phomoafudare,& fudarta to; che vadà il fudor pet lo letto in gran quanti tà. Dapoifi dee mutare di velti nette; & man- giare pollo, & non beuer'altro, che quel fucco, i+ qualefi è cauato della fcorza della Zarzapariglia cofiàl'definare,come alla:cena; il che ha da effer molto: leggiermente.come ‘anicho tra il giorno. Procurifio di guardarfi dall'aere;e dal freddo.tut tiquelli;iche potranno; benchein quel luogo di Guaiaquil che puo effer fabrica di cinquanta ca feyo poco piu;&la maggior parte fono di paglia, & pocorchife &iparetifono di canna, & nom vi fon-foleti; ma fi habita al piano ) qui habbia; affai poca difefa: A quéeftarmaniera, & con vn: me conditi; &frutti fecchi, che arian neceflirij; in orto; 0/nouegiorni reftanio fa siiditutreleinfirmità; che ‘fircarano con la Zar- zapariglia,&id'altremolte;chefaria lungo il con tatle!Baftache non va'hitomo tà; che non torni: fano;béche hàbbia molto:grane infirmità; lequar li fe non fori febbri acute (cheinquefto cafo non ha luogocdletta cura,ne.in altra infirmità, chefia: acuta )vutrelaltrefi fanano:cd meranigliofi fac celti, comefi vede, perla molta gente inferma;* che giunge là laqualtitorna fana de mali; che DELLA ZARZAPARIGLIA, — clog — Pt2curihabbixleforzegagliarde;¬i fia debe | le notabilmente; perche fe fara debole, non po» «tta fofferire cofisgran fudore, fenza rifchio:della £ua vita. Per quefti tali tengono vialtramaniè tà d’acqua, laqual e.cofì; Prendeffiquattro oncie | di Zarzapariglia, piu tofto piu,che meno (perche Janon vfano ne pefo,ne mifura, ma.togliono di | tutto a defcririone) &fileua la fcorza à quefta — Zarzaparilla;& fi pefta tanto la detta: fcorza, fen zaporlain acqua È ella è verde; & feè fecca, fi pe | fra; &fi ponein acqua finche pare intenerità; dapoi fi cuoce quefta. fcorza fenza il cor di den» tro iniquattro boccali diacqua, poco piu, è mes “ noygcfi lalcia tanto,che calila metà dell'acqua’ piu tofto piu,che meno; & di quell'acqua fibeue piu che fi puo in molte fiate, o in vna 3 &fubito Sereni hero à fadare; &benche non fuditan to,quanto con la prima; fula nondimeno bene; fi muta di vefti; mangia pollo; fi guarda dal fred dò, Sdall'acre, & al definare, & cenare vfala | iltelfa acque; perchein vn giorno fe ne confuma | wnadecotione. «S1 prende è quefta maniera quin leciso venti giorni; & ancho a quefto modo guar ifcono moltide lor mali, con gri meraviglia dî uno ;.perche dall’vfar-quefta Zarzaparigli&. i fente male altuno; (ens fuffein febbo di in mali acuti. Effi non fi purgano, come quiface tiamo ne MRiacipiondi mezzo; nealfin del- | che quiui non vi.fono Med ,ne me giro .. tre roo< mr acqua} lequali ne fono efperte, &la togliono,& «anno comelor pare. * Quello,cheio noto in quefto negocio fiè,che ficuocela:Zarzapariglia fenza il cor di mezzo; ‘& che non ftadopra tà non la fcorza fola ; il che ‘mi par molto bene, & molto conforme a buona Îmedicina ; perche alle radici, che hanno coredì elentro, fi gli dee leuare, come cofa fuperflua , & fenza virtu, & beneficio. Anziimpedifcono; & fturbano,che né fi faccia fopra, che fi difidera per loro ; perche la virtu fta nella fcorza; la quale è quella, che communementeè vfata hora da noi, quando fe ne vogliamo fetuire. Onde io da qui inanzi, marta mess da ordinar quell'acqua peralcuno, che ne habbia bifogno , 10 vfaro la fcorza. Et.al prefente l’ordineche io infegno , e quefto,cio è; Prendafi quattro oncie di Zarzapa- riglia,& fe lecaui il cor di détro,& lauata la fcor za,fi ponga a molle in quattro boccali di acqua ser vngioruo naturale. Dapoi fi cocera fin che cali la metà; & fe fi temera di calor nello'nfer. mo, fi ponerà mezza oncia di Orzo fcorzato , a cuocer colei infieme. Et fe il calore fara gride,in luogo di acqua comune fi fara in acqua di Cicho rea cò lorzo ; & fara cofa téperatiflima,& in que fti tali fara merauigliofi effetti, come lo habbia: mo efperimentato in molti. L'altra cofa; chein quefto negocio ho confiderato , & di che mi fon waluto fi è ; che ella fibeua quanto piu fi puo in ma, o piu fiate; il che certo fa efferto nel pet dti ic da DELL'ARBORO CONTRA IL PLVSSO: TIRO prouocar il fudore; perche fi fuda molto; beuen — do molta acqua, &guarifce meglio,& piu tofto; &quello chefihadafarin molti giorni, fifain ochi ; & con piu certezza di reftar fani. |... -. Certo fono due cofe quefte,chegionano mol- - tozlunal’vfar la fcorza fenza l’anima; &l'altra - beuermolta acqua la mattina in vna;ò piu fiate, | perche prouochi maggior {udore,Nel refto ogni | unovfarala dieta, che potra fopportare, confer+ ‘mando la virtà; perche quefta e quella, che fana - leinfirmita,Vediamo,che ne'bagni d'Italia, & di . Alemagna prendelo’nferma diquell'acqua mi. — meraleventi,& tréta bichieri prima che magi, &t — turtala rende infieme con l'humorc; che produ= — ceilmale, ond’egli fi cura o per fudore,o per ori | na; & con quefto fi fana di tanteinfirmita,come | veggiamo feritto da graui Auttori. Cofi credo | Chequefto nouo vfo fara a quelli, che la prende» ranno, &vferanno, grandeviilità, & beneficio; - — &chefifaneranno meglio, &con piu facilità, & in minortépo, facendofi c6 l'ordine fopradettoy : Dell'Arboro contra 4 Fluffo. (4p. XIV = PN AI nouo Regno traggono vna fcorza, che. Das cl di sazio - cheè e ta dezza;ilqu ilqual dicono,che ha le fogliein figu= fa dicore; & che non (angie = i ha vna fcorzagrofla, molto folida ,& duta; che tr martin fasiro otti rali: cf ] ‘zadel'Legho;chechiamano Guaiacan. Nella fa? — etficie hawna pelliccinola fottile; bianchicciay — Oppiaratutta. Ha la fcorza piu di vii dito grofs | fo folida; & gratis; laqual:guitata; riene notabile amaritudine ;:comequella della Gentiana. Hà nelgufto mirabile aftringentia; con qualchearo» | ‘ maticità; perche al fine del mafticarla, refpira da “è &ei buon odore. Tengono gli Indianiquefta (core za in molta ftima; & fe ne vagliono in ogni guifà di flufli che fiano con fangue, o fenza fangue: Li Spagnoli ftanchi di queftrvinfirmità; per auis fo degli Iridiani; hanno vfato di quefta forza; fon rifanati molti cò lei.Ne togliono tita,qua: ‘ta vna Faua piccola fatta in poluere:Prendefli in. vino roffo;o inacqua appropriata, fecondo il cal. do; oilmale; Side prendet la mattina à digiua no; & tre;oquatito fiate; vfando hel refto l’ordis ne, &gouerno;chefi conuieneà gtielli, che hana. no fluffo. E‘tante quello;che ne dicono coloro; : che la celebrano ; & vengono da quelle parti; i quali la portano come cola metatiigliofa; per ria. medio è quefto male; che certo non è cofa di pa cò pregio,per la difficult, che fi ha nel curarloa > Jo hebbi vn pezzo della fcorza gia due, o tre giorni, laquale io efperimentarò con l'altre cofeg & daro notitia'di tutto nella terza partesche pias cendo a Dio; feriueto di queta medefima mates ria. Iola ho efperimentata gia due fiate cori mes - rauigliofo fucceflo ; perche ha fatto ceflar fufa Bigli molto tempo. vii. i a o prLl'amana: sous 113 Sg “Dell ‘Ambra. g g1 Co 0, apre. nua £) {td ; Vh ilo im al 4 4 Sfide: nimibiptianni Cuiierez-Teo [vali tnaarinie Theforiero ice a Contrattarione; vn paflagitero;. «che veni Maiella Fiorila di dicie2rai pezzo di:Ambtra gri- fo eccellentiffimo; dicendo; chela hiuea: hiauuro mella Florida» Iò: prefial.) pezzo diAmbras&lo Qaperfis & riufcì di "ce grifo. di molto-bitori , colore; percheil pezzo ili fuoravia era neero.Di , imandai a colui, chelo portò; douél'hiueur ha |, unto; :egli mi diffe chefi-ricoglieta; néllacotà , dellaFlorida; & che fi haueua principalmiteda © gli Indiani, cheloricoglienano nella:detra. colta; i È perche fi. valenan dilui ne loro piaceri, & dos» | tenti; wngendoficon lui lafaccia; Scaltiv: patti del corpos per lo fio brion odore. Del chè cer to:mi merattigliai, vedendo, che nelle ‘noferelt» die Ottidenrali foffe:cofi eccellenté, Aimmbras:& cheiltempo nell'habbia. :difcopertos& che ra ve nuto daquelle patti non folamente tata» srithoze za-di-argerito, oro; perle, it altre cofe-pre iaarichò al prefette ne portino L'Arnb reg ellerre; cofa tanto,ftimata al amondo ja pesa vfa per la falute, del corpoécxche è tanto necelfaria per curars& fanar ton prante, sli diuerfeinfirmità,come diremo; & cofas che perle delicie hi ‘opnattiento; &econten> tezza dell’homo ferue contanto, Seppi fimilmen de 1 LAIOBIRO/ AI, -. 11}, altri pafaggieri portauano del medefime Ambra, & alcuni in molta quantità; onde rima- £i molto fatisfatto, perche il primo pezzo che io vidimi puofe fofpetto;ma poi che ne vidi dell’al ‘troycredetti, cheegli fuffe di quelle parti. Que- fto fi rroua nella cofta di quel Mare, dal Canna» veral fin alla punta di S.Helena, Trouanlo get- tato alla cofta , Penfano;che-fia feme di Balena, cometftara ‘opinione antica; il che è falfo,come Abb to dimoftra Simeé Archiatros, Auttor Grecco;di cendo;L'Ambra in diuerfi luoghi riforge.Sono le fonti onde elio efce, come quelle del Birume .Jl r è quello, cheguftano, & inghiotrifcono i i Deli & &c, Il medefimo pare,che fenta Scrapione, Se non fuffe ftaro detto Simeon,& Actio,noci fo altri Greci, che facciano mentione di lui , Da gli Arabi il negocio è trattato contanra ignorantia, & confufione, come vedrà,chi per ‘loro VOra cer- tificarfi, ché la fia PAmbra, ‘Egli è veramente nno (regie die e e, & effe delle * fonti, chefono nel profondo Mare; & venu- toall'acreil bauora ondoiche egrolfo, fi con- gela; & condenfi 8 fi fa l'Ambra, gobo noi ni. giamo; Te dilene di molte cofe,che ftan nel profondo del Mare fono molli, & tenere) 8. cauare fuori all’aere, diuég ono dure;come è 4 mo nel Corallo, che wr ofondo del Mare néro;&molle; & venendo all ‘aere,diuien pjetra; ‘. 8edell’ Ambra, del. qual fi fannoi Pater noftri; Be profondo. del Matè ses: di DELL'AMBRA GRISO. TI all’acre diuié duro; &faflofo:& tuttauia egliè Bi+ rume;che:efce dellefonti,che fono nel Mare.Ger ‘:manico.:Cé quefto fi cofondono le.opinioni bar bareslequali.dicono;che Ambra e feme di Bale ma;& la cagione; onde venne quefta ignoràtia fu l'haner trovato dell’Ambra nello Stomaco delle Balene, &:di attri pefcidi quella fpetie; perche come afcende il derro Bitume all’alro all Mare per la fua leggerezza, ie Balcne fe lo inghiorsifco no;tredendo che fia cofa da magiare, & cofi glie le. trouano nel.ventre, Che fefulle feme fterch= — | beinaltra parte delcorpo, come è naturale à tig tigli animati. «Almio tépo fi prefevna Baleng nella cofta di vna defle Canarie, fagual haucua. piu di quattro Amphore di Ambra. Dall'hora inquane hanno vecife molre,&r non ne han tro- ‘ aato niente. Dicono quefti,che vegono dalla Flo ° rrida,chevifono Balene perquella cofta, & he lè hanno morte, & che non hanno lorgronago Ambra; nealtra cofa nello ftomacho ; che pe fce;&che è Balenati lor figlioli, che fono di | nioltagrandezza, bencheli habbian vccifi , non | libannomai pero trouaro niuna gofa;perche gli - Indianiglipefcano,& prendono, con la maggior deftrezza;che-fi poffla imaginar,& e àquefto mo | do; Piglia wn'Indiano vna.corda lunga, & forte — conalcunidazzi fatti; fi mettein vna Canoa, Bova alla parte, doue vede venir la Balena c0°- - fuoifilioli;& fiauuenta addoflo ad vndi loro, & Lifaltaincima,& fubito bpontakga - ® i i i 2 3 AI Ta ngi sriri x son ari pra HBalenato come fente quefto;fcehdeal do?delt Mare: &l’Indiano abbrazzato: pid E perche fon grafdimotatori, &foffreno molto.la . | ftar fottacqua:il Balèriaro. perche ha ‘neceftità di rifpitàretorna’ad alto «In quefto tempo. di meza ol ‘Indiano gli caccia vi chginoacuto 3 &uglic.lé eperle narici; onde refpira;&é litda dol pugnò in modo; che’! Balenato! non:lo puorgettarvia di-fe; & quando elto torna adaltopl’Indianolt prolongala corda; & torna:alla fia Canoa; & va rirando“il Balenato; il quale; perche nompuo: red fpirare; facilmente fi atfigantà fene viene d terra; che certo èbella,;&- merauigliofa caîccia ‘quella; i | nellaqualehannotanta deftrezza;che wih'Indiaa no'vecideun Caiman, ilqualè vin Leguro;o Groy | codilo di trentadue piedi; il piu hozrendo, & cru. dele animale, che fia nel Mares iii ‘Alcunîidicoho ; chel-Ambtafi fa di: cali * frutti; che fonoralla riva del Mare;doue fono deli | leBalene 308 che nèl MefedicA prile;:& cr i qiandoeflî fono maturi; 8 odariferi, Le Balene: felimigiano;&chedi ‘quello fifa } Ambra;quas:. fi comerib frutto ‘cofi mangiato pofla conuer.! tirfi im-abcra cofascheinfangue, & came . Altre! molte! ‘0 ni hovedate:in'quelto riegociorinà tofno'a ‘comoffceriche cofa fixl'Amibra;fequali@ rifoluono;&impugnano;quando-fi ihtendb;che» i è fpecie diBitame,che forge delle fonti;ché fono - nél profondo del Mareinalcuni luoghi patricu-+ lare, rie ce ne fono di Petroleo, DELLIAM®=RA GRIsOo. fr7 di Na phraSdi;Solfere;& di nrolte altrecofe;& coi ment fono:nellenotre Indie Occidentali di'ala tri.divierfiliquori. i Miglior Ambra e quello; che à colorato; il bianco non e cofi buono; &il pegò giondi rutti:è il negforp sitio. #Hal'Ambra grà virnà;& ferue nel. Mondo per molte cofe, onde viene molto apprezzato; pera chè ilbuono aldi d’hoggi vale più; che diro finifinio oro: Perli piaceri humani;&-per.le dea licie del Mondo ferviein molte cofe. Gon luilfi fa Poluere, Pater noftri;Guandialetti, Profumi; Pas ftelli, Peuetti, Acqua d’Angeli'odoriferà diva» rij gun maniere; Con lei fixaddobano Guan- tià molte guife;&fifanno ogli;& liquori di foa> viflimi, rice odori. pei | perle beuande in diuerfe,& varie maniere,che à. riferirle: farei troppo dungo.. Nelle cofe medicis naliè molto. grandela fua opra ;:&cil beneficio) heegliapportaalla noftra Medicina ; perch’egli. ‘entrance’ piu principali Medicamenti,che ficònt, “pongano nelle fpeciarie coli Letrowarijcome Cs, x iomi; Poluere;Pillole,Siropi; Gallie; Vnguèn= è “ti Empiaftris &caltremolte cofe; chei-ricenonor* — gramirtà da lui;&:delfuo nome fifa unaConferà - ‘ tione;:che fi chiama; Diambar:. Le fue virmim - particolare fono. grandi; & di grandi efférti ; pér- > ca minano con lei'varie ir Crmità. - t quefto ci infegnarono gli Arabi; petche « Za Gencidolo. Simei Sedici Actiost | > poco;&breueméte,& AQuari plhb rs ars giovi: te mentione; perche effendo ftati quefti tre Auto tori Greci dapoi che fcriffero gli‘ Arabi; fanno. qualche memoria delle medicine; & cofe, fritte da loro; delle quali gli autichinon fecero men- tion alcuna ; vna delle quali è l’Ambra , ilqual non conobbero i Mediciantichi innanzi de gli Arabi, ne fecero di lui mentione. >. — ‘ La fua virtù è di fcaldare; rifoluere,& confor- tare; in qualunque maniera; chefi applichi; pers chela {ua compleffione è calda, &fecca con al curia vntuofità, che le da virtù di mollificare,& intenerirecoll’altre virtù. Posti? - Applicato al ceruello in forma di vnguento (ilqual fi fa diftenperandolo con vna mazza di Mortaio calda; &mefcolatorcon orlio di fior d'Aranzi) lena il dolor del ceruello, = conforta; 8 conforta i nerui. Rifolue ogni freddura ; che fiain lui;o imloro co gran prerogativa, Sc benefi= cio cofiin quefta forma; come facendoidi Ini, & di Aliptamo vno cr gie na fidittenda tenen doloin quelle parti dicontinuo «>|. 00 -Odotandolo in pezzo, ofacendo di lui vn pe- & ifieféolaro con Mulchio;& Legno aloe, cone téxil cernello, & aprei fentimenti, Ad vn mos 6 8 all’altro applicato fa bona memoria; & qu lo’ntelletto , ad efler piu atto , & più pers fe & quefto conuien, che l’vfino piugli ‘ho tiiini, che ledonne per lo dino che faloro il buo éiére. Quelle che patifcono della Matrice non dicono vfare, eccetto fe non patiffero difcela DILL'AMBRA .GRÎSO. © tua dellì Matrice alle. partiinferiori.; che in tal cafo . conilen édorarlo molto; perche fata tornat la Matriceal fuo luogo col bus odoie,& didoeglie lecatrino dalla. -patte inferiore. Similmente odo faridolo, conforta il cote,& fa gagliatdi.& viuili . fpisiù. Etdi qua vierie; chia gioua portidolo,& ant al tempo di Pelte; 0 di Aetecorrot- to; per. fefiftet egli a la cotrotrione;&atialitia di luii con la fuia virui,& foaue odore, E cofa ineta= | wiglioli quanto L'Ainbragioui, & agiùti i vecchi in'ogni maniera ;.che fo vfino ; perche oltre chie colfuo eccelléte odore coforta loro li-{piriti,il.co re, sil cetuello; alfotiglià lor anchora gli humo- rivifcofi, & flegitiatici } de quali. continuaniente sbbinidanicobt alciutii dicono,che'l fuo v{o.inter tieniela uechiezza, & chie coriferità quelli; che ni fono; che noti paflirio piu oltte. E bene chie que | ftitaliPufino rie cibi; &he profumidellelor ue fti, & ftantie; & pofto fu la refta,& ful petto; & lo portino di contintio.inniano per adoratlo;& fi ponga nel uirio; col quale fi laninio la faccià,. & detliegi; i chie è è cola mietauigliofa il conforto, & igliardezza; che loro appotta; Delli qual cofa io ho vediito trianifetti effetti, &loscitmeleo betie il uecchio. detcepitaaalio So nale pianto ciolia(o ti nheé meta dal miefcolato con pietra Calamira, de Galba- > no; pofto in rofopia } far pr Matrice Apa sucone SEO ie fas 4 paffioni. — Mei coerrormno:rtbE,ita phffioni Gioia fommamenteodoridolo di con tinuo;alle donne, alle quali difcendela Matrice, Et fe vich if fu,meffoin vna taftà di bambaggié vntaton'ogliodi Liquidambra; la fa difcenders ponédofele nella boca della Matrice. Nelle don neschenon partorifcono perfrigidità;che vihab. bianio-dentro' vsò id affare quefti Confertione;: che fifa di Ambra due:parti; rafatara di Auorio- vria parte;fotrilmente tridate;Legno aloe mezza partefatto in poluere; & con vri poco di Zibetto: fi facciano pillole; delle quali.fe ne ha da pren. dere ogni terzo. giorno tre sche pefino mezzo Reale; ponendofi l'emipiaftro detto fu l'Ombili Vos8clai tafta predetta nella bocca della Matnice: - * 333 Berto: fanno grambeneficio ; fatte primate | purgazionivniverfali: chè faranno contienienti; e fi deono:vlare molti giorni . Suono oto | 3% Giowamolto l'Ambra nelle infermità dello | ftomaco;&nellafua frigidità,vandolo if émpia. ‘ Atrofatro di lui; &:di Alipra mofcora,&Storacé | Anforma difcudo! pofto:fullo ftomato ; &'della. °. imedefima’malla fatte pillole;o mefcolata conivi ‘ ‘noodorifero, prendendonela mattinaa digius 0; perché rifolue lewentofità; caccià ogni fred- * lura;(chefianello ftomaco; agiuta la digeftione$ - *- induce appetito, & voglia di mangiare, Ecquefta fi comnieneàfreddi di compleflione,o. chéiaica- ‘. gionidel' danno dello ftomaco;che hanno, venga = des ddura ; & per quefto fi.conuiené àvegchi, IBèfreddi di Stomaco ,L’Ambra \confores il teo £ Cie i guore, ?DIVLLA Me RA ‘età vol: ifuore, & fanale fale'infirmità; principalitiente fe Wvengonò da'verntofità 0. pet cagione di humori freddi» Prendenddlo da fe) o iefoiaro con «buon Legno aloe, & Malthio in'formadì i pole. snez odi pillole( perchè il Mufchiò colte dice ‘conforta piu, che'tutrete tofeodbrife ire; chelfiamo alMoudo; ; perche la Tuta'drontstici- asd ‘conforto auaza tutti glialtà in ogni ; “nitaniera ; ichel’Ambtrafia splieidia da Lego éon teicofenell'infirmità del: ciiòre giorietà inolto, A plicato alcuore eftèriorm ere in ohi ci che litio fi‘ faccia io conforra & ingagliardifee; ‘&rk foluevgni bebdr;che. fia in lui, To ficcio tridar 3 PAmbra, i &emeflcolarlo beneéon Cera gialla dif- tà;-& di ciò fare vna tottetta fottile; faqual pò uore:gioua molto ne’ fuoi: sro vengono da flati malinconici, di qùa- alta cagibnechè:fi fi fa; pur chenò fia calda, “molto gioneole Ambra a rafinconici; : li allegra moltogdennando lèagione del e rifoluendo le file ventofità;oné ‘patifco 0; 5 cà quefti taliè bene ché fidia; & che mattine per via di medicina, mefco- abbiamo detto; &' siii t Lul cuore; 8fal ceruello'; 3 Î2è LIBRO.II. DELL'AMBRA ORISO; cofitofto,netanto gagliardo il parofifimo; & vn- gendo con leià quelli, che ps paralifia; il ceruello,!& tutto il collo,manifeltaméte gioua lo ro; perchel’Ambraè cofi; che conforta piui ner ui,&il ceruello, di quante cofe;che conofciamo. | maniera che vino mefcolato coll’Ambra; inebria notabilmente;; il che ho.io veduto. per Regni, ilquale perdelitia,& graridezza tenia fa liere, dica di Lab come di fale ; da potietla a 57 delle fi pro &delmodoj che fiha ‘4a tenet nel beuer rinftefcato con lei &de' ‘© glialtri modi; chie fi ha da rinfrefcare. Con altre confi detationi; che apor= © ‘’ tano piacere, erle cofe antiche, |’ 7. degne da efferc'intefe, che qui i vederanno rinduate intorne di quefta materia. seo Mo po S'T0 DitDottor Monardes Medico di Sigla: P.RO.E::M 1 O. | E” Ecs Diotioftro Signore, permani de a AÌ feftaril fuo fipere, & infinito pote 33 re; la machiria vniuerfale di quefto DS Motido, Inqual contiene tutte quel+ 7 leperfettioni, chel' hiuttomo puo nek fuo ingegno imaginiare. Quefta fi dividein due 3 pe regione Etherea; & nella Elemenita» n La Etherca,o vanti è lucida, mu > donssicnlit ri Suini inì fevndeci Seli nelee ed qua fono il Sole; & la Luna, & gli altri ‘ottavo ftanzio le Stelle.Ii nono chia mano ci ROEMI D. saio Cri mpiteo; che vare di Por grind {plendore, ché: ce tear TA fi moue,doue È è di . i | di cin parte èlaxc jo iagradioi che con rinnamente, & (enza. n fta foggetta alle alterationi; & fidigidein, quattro Elementi, ché fono'F muoco, fiere; Acquante ensdalla miftura de qua PRESTANO a Purisguet: .cofe inferiori. Lo clemg mi Ila. Te rafta.n cl mezzo , come centro pil Da; n à lei fta Ac- qua;& GE “Acqua, latte ra fta lAere;fopra Facreil Fuoco ; ilqualeè congiunto col ciel. del+ la Luna. Tutriquetti Elementi fî rivueno, come va nelleim prefioni, che fifannoin. loro» 3 la Terta éimmiòbile; comecentro di ogni On La Terrà ha molta miftufa di Acqua, ;& d:Aere;-foleil-Fuoco:nomifene sitter: Eleméti: Fra ren è molto principale: I'Acere, ilqual pare pa arti;l’vii aiar pr ma,cheè vicina tegiorie «Fuoco; laqual. è calda, 8e:fecca, perla. vicinanza, che elle ha con bui; Bar denigii della fua qualità ; 8 è.chiarai& pura, douenonafeendeno eventi, | | né nubbiz & queltà chiamano parte, region ce | leficata perse piu bala;che fa prellorall’Aegua: Sralla Terrasègrofla,& torbida, iena crt - èprcolla;Scuifitara da raggi del Sole;onde befler calda, comeladuprema. Pereofeguen . P) Rr 9: E MS 1504 taz ge la mezzana regio dell Agrè niencad éffer,mol to fredda, er.trouarfi nelmezzo-di, quelti, doi sltremi pal de Idi ; omde.in-lei 'aduna il freddo; some inparte ‘ dimezzo,, fuggedo, dal calore delli x che habbiamo: derro.., Gushpe parte di chela parte, che è è uicina:a noi altri, nan è zato fredda, come quella; che è è uicina allarparre,che èforo, del Fuoco,orde quatro piu faghonoiua- por in alto; piu fi.condenfano., & {1 Mringono: elta mezzana regione del’aere fi generano. de Nebbie, leRuggiate,.le Goccie, lePruinejle © Go Neui,la Grandine,le Nuuole,.& altra impr come. Tuoni, Folgori, Fulmini & e Le Nebbie fonò la. principal materia, erano la; iPioggiala Neue,& la Gran»; ch aviene nella Neue,come di lei generata. dino&lal ioni; che habbiamo detto; — lequalifi fanno nei molti uapori, che afcendo=, | nedall inferiore alla mezzana regione dell’aerez; — —& quiui.adunati, fi fanno un corpo, &fi con-; | denfano per la freddura del luogo detto... Et, = percio: èla Nebbia; come ‘madre, & materia co=! mune di tutte impreflioni,chefi fanno nell’Ae; p ‘mezzo ha diuerfe. parti. piu, &c meno fredd de;pet+ i dà band, na. rione della ser iChe peg E 126: ho. Porio'e ro ragion dell’ifteffo più condenfatò , fi genera la ti; che ing apt continuo . Sono i fuoi caldo ; & l'humido; & moto piu il PROE MIO 7 genòn habbia donde vfcirfene fuori; &cofi in » élufo di dentro; è cagionedi cofi eraué incen: » dio , che par chefi abbrufcino ;Il:che veggiamo » nel contrario; che feardeno le mani, & fi pon- » ono in acqua calda, core fi aprono i porri, me- » “diante il calordell’acqua ; efflala; &cfce fuoriil » . alorinteriore,& reftanolemanifredde»? |’ » Gade la Neue per la maggior parte in tempo di Inuerno; principalmente quando corre l'ereda | Grecco. Cadeinterre montuofe. Mai non cade — imterre molto calde, eccetto che permerauwiglia. & Quando cade,è dibella,&gratiofa vifta ; perche È: de in faldebianchiffime, & cade piaceuolmen _ pe, fenza tempeftade,ne wento. F la gen- a le ue palle, Non fa dannoè niuno; perche fe s'indura la terra ; ella quando | fidesfa,laintenerifle, &cingraffa, ammazzando | l'herbecatriue;&facendo frutrificar, & crefcer | lebuone,.comedice A. Gellio ; & per gio fidi. ce; Anno di neue, anno di bene.E grata è caccia» tori; perche al tempo, che ella cade hanno mol- te caccie , cofi di feluaggiumi, come d'altre fiere, Dice Galeno; che la neue prohibifle , che non fi impa il pefle; onde lo conferua per molto. np. < neterasa putrefà. Similmente confer che nelle Montagne tra la neue fi rrouano huo=. ini, ani 12 3 che fi fono hiaccia icofii 128 A era pputa di mità de.Quanto piu è la Neve viecthia; tità urca; gc-perde la.fua. bianchezza, 8 fina pa: di tal maniera, che.wi fono nélle Mor - pi ficij-& aa di Néueicofi forti, che fi r durar molti. fecoli: > Molle buone cofe.ci fon.) ida direidelias rie cqual'iglatcio di raccorare, per dite d’vina la: ugrande, & la piu principale,.che ella habbia} “pe fiufaaldì d’ hoggiin-stutoil Mido; &è;i che con.ei.fi rifrefca quelloy: che. bewiamordi-tab | manbiera,.che cò ogni ficurtàlo fa. tanto freddoz: quitola noftrafanità el :g)td:lò prortolerare,» \Et cioè in tata perferrione; chemiuna cafaici ha) hoggi dì, che con piu gufto -Sc:foauità lo faccia: Trattareno adiique (poi che l’efferto della nene frè.il rifrefcare) cio-che fiasil.beuer freddo, & & cui ficonuenga beuer.cofi ; &quaifiano quelliz. che con ficurtà fo poffino. fare; cofi perconferna: tiene dela oro fanità, come pini cura score I bkeg lorsteo bons: 4 si ea re: di, e Ti a prg 222 pai + la È »Ì 4 pra ri mia bebe: inizino dalla Rodi ; che: frico noftra-conferiiatione; perche: egliè.vn itonaturale che ogni Lato fentez:. pes apatt ‘humido,chedi corinuo fi perde.Per:s. Gen creo la natura l'aéquas-che è fredda; ge hu». mida} peti riparare ì à quefta perdità,laqualeè co--, | muneàd intrighi animali. Similmente Hippocra-. a n0; Sc Diofcoride dicono;che-l'acquaak' 7 SCAP DINVIL: «La - n9* | treche dee eflere fenza fapore, fenza odore, & fenza colore, lucida, & chiara; ha da efler anchor | fredda; perche cotalacqua riftora l'humido per- fo, &faaffortigliare ilcibo, accio che pofla pe- | netrareal Fegato, & quiui farli fangue. Dice Ga- leriosche yna delle conditioni della buona acqua firè;che.ella fia fredda; perche. effendo cofi,ha mol tebuone proprietà , che non ha la calda. Aui- cènna fentendo quefto,nel fecondo libro parlan- do dell’acqua, loda molto l’acqua fredda, dicen- do cofi; Egli è vero che l’acqua fredda oltre che » tiara lo $ romacho;gioua anco à quelli,che h » no il ventre ferrato;& à quelli che patiffero flufli; » ò vfcite di corpo; fiai in qualiique maniera di fuf » foschefi voglia è di qualunque parte che venga; » & parimente è quelli, che patiffero infermità, na- * ‘teida cotali difcefe. » ‘x ‘Doue ci dà da intendere Auicenna, » guanto fi -s coi LP'vfo dell’acqua fredda è quelli,che pa- tifcono di fluffi, è di diftilacioni sUh Stomacho;. m aggiormente lefafferò prodotte da humori cal .Hche è veggiamo in alcuni,i quali hauendo fluf=. .. colerici, guarifcono con prender vn buon for-. .. fodiacqua fredda; & in alcuni altri che bai; ‘ patendo dolori, "8caffani di Stomacho,conbe- rfolo2cqua freddiflima, fi fono fanati; come, racconta Galeno nel fettimo della Methodoy. Vi». cirie i)che in vn genio. anciin vn'hora,c6 » a ato di acqua Foida fanai molti infermi i,» rdeboli dello Stomacho;-con alcuni de quali » {ol gs acqua difonti fredda,et li fanai; smas i con 130! LIBRO DLILA NEVE, » con acqua anchora rifrefcata nella. Neue;'cò=: » mefi coltumainRoma. -Similméte Cornelio Celfo nel primo libro otdi ' na à deboli di Sromacho,che benano dopo migia: re acqua frediflima.Il medefimo ne’ Flnffi Coleri ci da acqua frediffima. Etin Catarri prodotte da. humori caldi,la vfa per vietar la difcefa.Auicéna. * » nel cap.detto, dice;l'acqua fredda coforta tutte le » virtu nelle fue operationi;cioe à fapere; la wirtù di » geftiuà; l’artrattiva; la retentiva; & la efpulfina. “Coli na efplicando ciafcunadi loro, dandone ad. ° intendere, quanto l’acqua fredda fortifichi, &in- ‘ gagliardifca tutte quefte virtù, perche meglio fac: °cianole loro operationi:Etil medefino Auicen=. na,nella feconda del primo; trattando dell’acqua: ”-dics; L'acqua fredda èdà migliore dituttel’acque,. 8g a che ficonuiene à fani; perche da appeti+. * todi mangiarey&fa lo Stomacho forte.Erfubiro * piuoltre dice quella che non fara fredda;corrò-. » pila digeftione,& fa nuotare il cibo nello Stoma-. » cho;nonleua la feteje cagione di Hidropifia, per- » che corrompela prima digéftione; & confuina il. » corpo col fuo calore.Quefto medefimo conferma » l'iteffo-Awicenna nella terza del primo, dicendo; » l’acqua fredda fi còuiene è quelli, che, hanno cé- » aa temperata ; perche la calda fa infermar x lo Stomacho. i ugisa ‘“Ifac, Aliabas, Rafis differo il medefimo ; che ha «detto Auicenna ; il che lafcio di feriuer per non: © effer lungo.Vna cofa vuole Auicenna nella terza imo, che colui, che vorrà ber molto freddo prima © Capitoro. CT.) 13t | prima debba fare buon fondamento di cibo,mà- ppc prima che beua vna buona quantità di ci - bo. Etdice pit; che la benanda fredda non fi de . beuercin vn tratto, ma a poco a poco ; onde na» due beneficij, prima eli in quel,che fi beue fi preride miglior gufto, poi che non mortifica il ca othaturale, come fi vede nell’olla; che boglie, che fe fele getta l’acqua ad vn tratto, cella di bollire,& fe fe le getta a poco a poco,nò lafcia di far la fua operatione; Et percio dice il medefimo Auicenna; chequando fi vorrà benet freddo,che ‘beua con dafo di bocca ftretta,accioche né fc&» fa la benda ad vn trato.Intédo per uafo di boc+ a ftretta; carraffa,ò ampolla,ò bicchiero da bec- ‘certo ègran licentia per quelli, che fon af ati è better con uafi fimili. Se prendino ué iò mirimietto al Dottor Villalobos,che trat vallurigo di quefto negocio. | Dalle cofe dette fi vede , che Awicenna vuole, vielli,che beuerano molto freddo non beva» bito al principio del mangiare; perche ci fo» che cominciando è màgiare fabito vo- freddiffimo, ellendo lo Stomiacho jo, squali né poffono rimanerfèn rale, che da cio vien loro lo attri+ valla freddura della bevanda; & ’otdine. Delche dice Auicenh& ità fredda } chel benetla fenza di molte infermità, &fefi beue el tempo; come nella quatità fa» eliagliferdetro: Pet la qual cofa oe = i 2 gnuuno 132 LIBRO DELLA.NBEVE, gniuno deè confiderareà quel, che fi contiene, & fare cfperientia in feftelfo.Che feli farà couenien- té àbener freddo 3 &lo potrà fopportare, fenza che l’offenda;che lo faccia, perche da cio li fegui tà-ibeneficii,chehabbiamo detto. Ma fe è infere mo;dha difetti, donde vegga; che’ bener freddo Foffenda notabilmente;che non-lo faccia. Perchè il mio intento e di moftrare, &: perluadere à quel di,che beueno freddo,&.non fa lor male; ne li of- fende;che feguano è beuer cofi;percheà quetti tali che l'hanno in.coftume,& gia hanno efperientia, che non lioffende;il diuietarlo,leuerebbe loro P- ‘appetito del magiare; n6 haurebbono gufto di cio che mangiallero;& mangiarebbono con difpiace» te,& trifto appetito ; perche.non piacerebbe loro quello,che efli beuellero;S fempirebbono con la beuada caldalo Sromacho di ventofità;&nò po- riano fare buona digeftione.Ma chi.è colui che ef fendo mezzanamente fano.in tépo digrà caldo,ò di eftare,& ucnendo à mangiare fianco da gli elfer citij,ò.da negocij, pien di caldo,c6 la lingua fecca, Scil-refpirar frequéte; lafci tare di beuer freddo? poi che cio facédo li feguono ritibeneficij, quiti io:ho derro,& fowiene alla fua necelfità,& traua- 10,6% relta contento,& allegro, fenza hauer offe b alla.fua difpofitione; &.falute, Alche ci da ani- -_mo,$eflorta Galeno nel libro,che fece debuoni, _» 8 malicibi,dicendo;Nel tempo di ate,nel quale »-dl noftro corpo è caldo, & alcune fiate infiamato, *all'horanoi habbiamo meftieri di vfare quelle co- ne rifrefchino,, benche fiano di malnutri © mente MAP ITVEO ohali 133% mento,comefono Prune, More, Pomi; Cirieggi, Meloni, Zucche, & gli altri frutti freddi.In tempi. tali (‘dice Galeno ) noi poffiamo vfar cibi freddi, come fono Piedi di Porco cotti con Aceto, &la- te congelata; & i medefimi tibi fi deono rifre- fcare. Et fimilmente fiha darrifréfcàr il berre;. come l’acqua, &il wino daequato con.acqua fredda; 0 rifrefcata nella Neué.; &hino, &l'al- tro; cioe il cibo, &la beuenda fi dee rifrefcarcin: acqua freddiffima di fontana, & fe non fe nehaus ra;fi rifrefchi con newe,&foprà tutto la benanda;i Etdapoi,che Galeno ha fatto liigadigreflione,co- me ficonuiet folo in rempo di eftare mangiare, 8&beuere freddo; pone chi fian quelli;che hanno, da beverfteddo;& dicein quefta maniera;Quelli;: e che hanno da beuere freddo fono gli huominioc cupati in molti negocij, & quelli;che hanno cu- xi ra di molte cofe; come fono i Governatori delle. » Città,& deRe,&iminiftri, che liagiurano;&ché » participano di tali‘cure,& fatiche; & quiellische fi » eflercitano molto nellefatiche corporali; & fpe-, » cialmentenegliefforcivii militari, o'‘aleti eflercitii) » Violenti;:& quelli che caminano paint » viaggio ggio lungo; volendo intédere d'ogni ciletcirio, » | Cofidi corpo,comedifpirito;Et di poi, che ha trat; »> tato quelto, lo modera in quefta forma, dicendo;: » Maquelli,che non hanno quefte cure, & beueno, » — freddoifenza quefta cagionein ociù ,& grande! « | zasfenza eflercitarfi;quefti perche néhino cagio! » | necofi gtidedicaldo;che lia@tringa a beuer inol: » do;non:lo facciano, chemon fi conuiene lo, @ 1 DE fw: sa SSA 4383 t Po 3 se PIEZA 134 LIBRO DELLA NEVE. » ro che beuano cofi.Siano effi contenti dell’acqua » frefca; come Natura la produffè ,'fenza ponerla à » rifrefcare in altra cofa'; poi che effi.non fiati bifo= » gno,cheella fia freddiffima.Et dice fubito;Et ben » che bewano ociofi,&fenza fare eflèrcitii,& fenza » cure; pur chel tempo fia di-eftate;ò faccia molto — caldo;poffono beuer l’acqua fredda.Intendo,che ». ne’luoghi,doue ella non è fredda fi pofla ponerà » rifrefcare, purche nonfi faccia freddiflîma.Que- «: fto ifteffo confirmò il medefimo Galeno nel terzo .* libro de'cibi, & nel libro delle infermità delle re- » ni,done dice;chel'vfo dell’acqua freddacon neue ® aimolto caldi,& a’carnofi,&à quelli, che fi effer- » citano, &faticano affai, fipuo concedere molto. » fredda, maggiormîte fe fono vfati di beuerla;per sche de s chefono vfila fopportano meglio, & »: piu fenza danno, che quelli, che non fono vfi, i- » de la deono berre con piu rifpetto, & piucon ® fideratione. Fehr ob Ar + Oltre chel’acqua ha rante bitone conditioni, * come habbiamo detto,per la conferuatione della |» fanità; ncha di molto maggiori anchora nel cu+ ‘rarle febri,& altre infirmità. Onde Hippocratey * & Galeno tratrarono di leimolto particolarmé+ | « te; fpecialméte Galeno nel nono della Methodoy » & in quello De caufis:procatharticis ; doue ripré e de Erafitrato,8 quelli, che lo feguitanano;iquas * li vietauano. Pvfo dell’acqua fredda è quelli, che * haucuano la febbre. Et nel libro primo della Me _* thodo per la medefima ragione ripréde Theflfalo: ‘nel libro fettimo fi loda hauercurato molti in uti TAPITOLO > ERI. 135 fermi di paffioni di Stomacho con acqua fredifli ma,&ancho rifrefcata con Neue. Etnel ottauo, nono, & decimo;& vndecimo dell’ iftefla Metho- do cura le febbri,&altre infirmità cò acqua fred= diffima; laquale è rimedio eccellente prefa con le conditioni,che fi conuiene: Nell’vndecimo dice, chele febbri acute fi curano con falafli;& acqua | fredda;&fpecialméte le febbri fanguigne;à che ne -— hanmoltamiftura. Perle cofe dettefi vederà; quanto fia conuenientel’acqua rifrefcara con Ne ue;quando nò fi troui cofi fredda,'‘comé è meftie= ri per la noftra conferuatione;& diletto; & per.cu ratne di molte infirmità. Tutta la qualmatteria habbiamo trattato breuemente,accio che fia pre- Iudiò, &principio al noftro difegno, il qualè, di dire .ilmode di rifrefcarcon la Neue. Et perche quello, chefihadarifrefcaree l’acqua(fotto del- < laquale, fiintendiil vino, & ogni altra cofa, che — ficha da rifrefcare) ditemo quello, che fi hauerà da trattar fotto dell’acqua. . h 0 SM Cap... 11. a | Tp Acquaè fredda in due modi;Vno naturale; | Ae; comeforge delle fontane fredde,& delleforti © | ue;&quetta;efiendo rito fredda, quito fi céniens. — — nionèmeftieri rifrefcarla; fe ella ha ranta freddo= * | ra}ch'ella fatisfaccia allainoftra neceffità;séza che — fiameftieri di cercar cofa, che piula rifrefchi. Vi su © i n6 è fredda ranto;quito ne:bifognerebbe cofi pla noftra coferuatione, & nità, come per la noftrafatisfarrione;anzi per ndi dd ì 4 dea 136: LIBRO DELLA NEVE. efler tito fredda, quito couenirebbe,è cagione de danni;che di fopra habbiamo detto. Di queft'ac- que,chenon fon cofi fredde fi per lor natura;co, e pereeflere in terre calde,è noftro intéto di trat rarescome fi deono rifrefcare, accio che col.lot ca loren6 ci danneggino; &accio che rifrefcate,co- me fi conwiene, ci fatisfacciano in modoy chele poffiamo beuere, & vfare; fenza noftro danno; Adunquenoi porremo quì tuttii modi, che ci fo- no da rifrefcare; i quali fi vano al dì d’hoggi in tutto il Mondo; &di loro faremo fcielta del mi- gliore,& piu ficuro;raccontando li inconuenien- ti;che fi-trouano in ciafcheduno, asa CapcidhF.c; | Vattro maniere:ci fono di rifrefcare, che al di d’'hoggi fi vfano in tutto.il Mondo; cioe, o.con Aere;in pozzo;con Salnitro;& con Ne ue. Ciafcuna di:quefte evfata a quefti rempi. La. prima; che edi riftefcarcon aére; benche fia co-: mune,& vfara da ogniuno; nondimeno e ftata, &, emolto vfata dalli ] ittii, per. n6 hauer pozzi,ne Nene. Quella del Salnitro niai non la conobbe- to. Galeno fa lunga mentionedel modo di rifre- {car coll'aere, & dice cofi; Quelli di Alefandria, Egitto per rifrefcar l’acqua da poterla beuere: dieftate, prima la fcaldano, o la cuoceno; poi ne’; vafi di terra la pongono la notte al fereno fu defe: meftre,o terrazze,o fu li arbori; & la tégono qui- ui tuttala:notte;& prima cheil foleefca; la lena= . 25 & lauando i vafi di fuori conacqua fred=. ligono:loro attorno delle foglie. di Pampi» : no,& è e -3VCTA:PETVLO.0 TE. È îmio;& di Latruca, &d’altre hetbe frefche;& li pé- gono fotto terra nella parte piu frefca della cafa, |. saccioche conferuino il frefco. Queftomodoidi ‘rifrefcare fi vfa al di d’hoggi in tuto il Monido,bé | ache noncon tanta diligétia;perche non:cuoceno | «l’acqua, &fi contentano di ponerla al fereno.co Imecommunementefifa. stay = Nel modo ifteffo fi rifrefca l'’acquaall’aerein -Vtri;fofpédédo alcuni cuoi pieni d’acquaall’ae- | re,&mouendoli continuamente..Ilche fi vfa in , tutta Eftremadura. Altri rifrefcano ponendo»i | Yafial fereno:con acqua;&prima che'l Solefcà < li auolgono intorno vefti; ò pellizze; & quefto fannoì paftori, & genti de campi. . ©’ 1 -— ‘Quefto modo di rinfrefcare coll’aere ha moli contrari) ;perche l'aere è elemento; che rice» ue ogni alterazione, & corruttione; & per que | ftofipuoimprimere d’ogni mala qualità facilmé te; &luiinfetto, puo faril medefimonell’acqua; | percheà quefto modo egli rifrefca imprimendo Inleila fua malitia; ilche dimoftra molto bene Auicenna nella feconda del primo dicendo; QuelPacreè cattiuo,che ha miftura di cofe cattis » dliciantichi vietano, che tempo di Pelte-n6 fi p6. ©1338 LÌ BRO.DELLA NEVE. -torto;hori.dia'mila qualità all'acqua. Vièwvn'al «tro inconueniente ; che non ogni fiata fi puo ri ifrefcarl’atquarall’aere; perchealcune notti, dle spiù dell'Eftare fono tanto calde;che non fol l’ae» renonorifrefca!, ma lafcia l’acqua più calda; che inòuifipuofe;s fe acquifta alcun frefco,nò dura più che perla mattina, cuando non fa bifogno:, Similmente nell’Autunno 5 & nell’Inuerno,qua- do fi vuole rifrefcare all’aere le tépefte, le piog- gie,le nebbie, & altrealterationi, non lafciano, che fi poffa fare. Tutte quefte cofeci fono mo- « ftravedalla efperientia‘al dìd'hoggi. ° vi Vn'altra‘:maniera di rifrefcarcon'l’aereci ha, laquale è la piùfana;&fenza peticolo di ogni al- tra, con laqualend:fiacquifta nivina mala quali- tà; & quefta vfano molte perfone di qualità, per rifrefcare quello che hanno da beuer, ponendo» Jo in vaftdrterra;ò di metallo; & facendo vento con vn lenzuolo bagnato continuameniteài vafi. Etha.da efler il vento gagliardo,fenza celare mé tredura il mangiare. A'queftor modo fi rifrefca molto bene; perche l’aere caldo, che ftà d’intor- « no'è vafi.fi.parte,& le fuccedel’aere frefco;& fred «« do; comeaniene quando fifa vento alla faccia , - chefcacciando quello; che le ftà preffo caldo, & venedo aere da nouo, la rifrefca;& raffredda. i» xL’altra maniera di rifrefcàr è nel pozzo; doué fimettono i vafi con acquasò vino;& quiui fano ipofti la maggibr parte dé giorno. Quefta mas pn diri Sa fimilmiente oclstdonmaniio lalla parte dell’acquia,con ché fi rifretasco=: *ve CAPITOLO: Air, 139 arie dalla parte del luogo, doue fi poné; maggior» mente mertendofi ne pozzi publici delle città, & del popolo, pre p la maggior parte fono fpot- ‘chi, & pieni diimmonditie. L'acqua de pozzi è ‘acqua terreftre,groffa, morta, per ftar di cotinuo ferma, & ripofta nelle vifcere della tetra. Et per- che è acqua immobile, fi putrefa; percheiraggi del Sole né la percuoteno,ne è veduta dall’aere; ‘& per ciò di continuo è piena di effalationi,& va pori non buoni, per li quali facilmente fi corré- 1e;& fono dette acque f; porche,piene di fango, & ‘di altrianimali di mala qualità.Oltra di ciò effen doinquefti termini; che puo acquiftar l’acqua, ol vino pofti per molto tempo in quefta acqua porca,&ftagnante;fe non la mala qualità ch'el- + Galeno dice, chei vafi,che fi aio ‘poner né zo;fi deono poner pieni; perche fe fono Ma Maceio del ala I fuo pore nel sil; & perciò fi conuiene porrei vafi ni,& ben chiufi, per quello,che fi è.detto. Et ‘e che dee effere © Sete , quando fi vorrà r.coll’aere;perchèi vafi né fi deono poner na che nerefti qualche loro parte da em- elaére freddo della notte inclufo in reftafcemo;rifrefca più l’acqua... mente fi pone à rifrefcar ne pozzi ò dilama da Milan. Il ramefens li imprime mala qualità fca s perche conla bumidicà zzo fifa fubito nel rame il verde rame; che el verde; ‘che vi.fi vede dapoi alcuni gornlar 140 »s LIBRO DELLA NEVE, ilche è cofa molto cattiua,$&perniciofa. La Ja “ma da Milan è fatta di ferro,la qual con la humi > dita del pozzo fi carrica tofto di ruggine, che è quel nero;chein lei fi vede dapoi alcuni giorni; & il ruggine è cofa cattiua,cheimprime molto ma» la qualità in quel, che fibewe Onde:io farei di 1 Lett che quello; che fi haueffe da rifrefcar nel- Pacqua del pozzo fuffe in vafi di vetro;ò di arsen to. Bencheil meglio è trarl’acqua delpozzo, & ponerla in vafi,& in quelli poi metter quello che fi vorrà rifrefcare, mutando molte fiate l’acqua; perche tratta l’acqua del pozzo, perde molto. de” trifti vapori, per etfer-veduta dall’aere. Dalle cofe dette fi veggono liinconuenientì;che fono nel ti» frefcar in pozzo; appreflo' de’ quali veggiamo, che femprel’acqua tiene fa por di terra; ò qualche altro malgufto, ilqual fi fente notabilmente da- poi beuuta;oltra il matodore,ch’ella rende. - L’altra maniera;& terza di rifrefcare è confal- nitro; laqual è inuentione de' Marinari, & fpe- cialinente di quelli, che vanno nelle galee; pche quiuî non rifrefcandofi l’aere, maggiormente in tempo di calme; &non'vi effendo pozzi , ne ne- ue ; la‘ neceffità infegno loro quefto rimedio,ben- che non fia buono; per limolti inconueniéti, che egli ha . (Elli fi rifrefca fecondo che dicono alcu= ni fuggendo il freddo‘alla parte interna di quello; che fi rifrefca, per l'eccefliuo calordel Salnitro il quialnafce per la forte agitation del Sanitro:con Pacqua;onde ricogliédofi il freddo allaparte inter viéà generar il freddo fuggédo dal.calor del È tro »v@APITOLO TV: i r4f Salnitro che ridotto inatto dallaforteagitatione: Altri dicono; che l'’acquafiingrofla col:Salnitro; &:che fatta più fpella,&grolla; ha più virtù fred di; laqual(egiutata dal calor.del Salnitro la fred- dura.-dell’acqua)fa maggior penetratione; perche egnicofa fredda;quanto ha più parti denfe;tanto La raffredda. Er perciò dice Galeno: nel libro ‘ lelle femplici medicine; chè niuna cofa puo. ef- fer freddiffima,che habbia parti rarc;ò fottilij; on dequaito più denfe fono le cofe, hino tanto màg- gior forza .. Alrri dicono, chel Salnitre ha virtà attuale molto fredda, & che agitato coll’acqua;fi fa piùfreddo,come fi vede nella falamuoia,che da poi l’efferfi molto mefcolato il fale coll’acquasre Ba freddiffima.Il medifimo fi vede nell’acqua del o e, & del Salnitro. n mododi rifrefcareinduce molt'infirmi "®.Scaldail fegato. Apporta fete corinuaméte. Fa febbri aride.Infiima il Polm6e Fa perder l’appeti imagiare;et altri mali, che farciliigoà corarli. ri modi di rifrefcare ci fono; comein fiu- fonti freddiffimi, de’ quali parla Galeno; accade trattarne; perche douefonoac+ me,non è meftier,che fi metta à iffe puo vfar quelle. Li i 4 : dell mez ue dell’aere,fi agghiacciò, & fi fece ne- : poco differente l'acqua piovana, dal che efce dalla neue ; percheambedue fi fo > nei 242 LIBRO DELLA NEVE, no:genetate di vna ifteffa materia ; faluo;chel’aci o della neue è vn poco più groffa,per la cepeee one,chericeuette dalla freddura dell’aere;dimo do,che non è così cattiva, come là dipingono .Et fimilmente veggiamo:, che ì Scithi labeono per + Vordinario,come dice Hippocrate; Veggiamo che " leneui;che fi dileguano fi fanno fiumi principali, de’ quali beono'per l'ordinarioì circonwicini fer za danno;ne offela alcuna. Di quefti molti fono in Spagna;in Alemagna, & molto più nell’Indie occidentali; doue la maggiorparte de Fiumi fos no delle neui che fi dileguano nelle montagne, &méoti;;delle quali beueno tutti in generale;pers chenonviha altra acquain tutte quelle parti. - IRomahi pet diletto, & curiofitàbeucano l'ac ‘qua, che vfciua della nenè; laqualfaceano cader giùper alcune pietre per atfottigliarla: Athenco pone vn verfo di Sopita antichiffimo Poeta , nel qualeegli dice;che al fuo tempo bencuano neue; & l’acqua,che vfciua della nene.Pericrates hiftori | co Grecco famofiflimo dice, chealfuo tempo fi beuca.la neue non folo nellecittà, ma nelli eflerci ti. Euticles homo dottoin vna delle fue epiftole riprende quelli del fuo tempo, che non fi conten tauano di beuer rifrefcato con neue, ma che be» ucano l’ifteffa neue.Attates hiftorico fa moltamé ‘tion dellaneue vfata al {uo tempo con molta di- liventia,& diletto. Xenophonte nelle cofe memo rabili,che fcrilfe fa mentione di molte génti, che né folbeucuano neue, ma la fua acqua di conti». nuo. IRomanilav{arono molto, & de ente = Plinio . — +BVOABITDLO dNati eb Plinio nel libro trentauno della {ua hiftoria dice;: che Neron fu il primo; che :cuoceffel’acqua per: rifrefcatla con la neue; ilche' Galeno nel fettimo. — «ella Merhodoriferifce,dicendo;; Neronfuilpri » | monelcuocerl’acqua,'& dapoiraffreddarlacon » mene;perche l’acqua fcladata è quefto modo rice » ue.più rofto la freddura,& più intenfamente;grè, » ‘acqua più fana ; perche dalla cottura fi feparano, » le pasti terreftri dell’acqua,& refta più fottile, & » piùattenuata;onde (cede più facilmente dallo fto » maco.. Plinio fecondo in vna delle fue cpiftole dice ad vn fuo amico;che tra le altre cofe, ch'egli » tiene apparecchiate per mangiare, è mplta neue, » 7 rifrefcar con lei quello,che beyeranno . Etil Oopradetto Plinio Zio di quefto nella fua natural » hiftoria, nel libro decimonono, filamenta della » diligentia,che quelli del fuo. tempo teneuano nel » conferuarla nenèedell’Inuerno, perlo tempo cal » ro della Primatiera; dicendo;che.volsevano fot- a tofopra iméti,conferuando la nene perl'Efta, fa » cédo preuertir l'ordine della Natura;che ne Mefi » (aldiffimi,nequalinonèfenon calor &fecchez- » | tasfia.tantala curiofità delle genti, che habbiano » | all'horatanta abbondaria dincue,quita neMefh, » equali fuole la tagion naturale mandarne inter . Fagranquantità. Quefto dice Plinio; perche al | fuo tempo,& dapoi fu cofa molto commune co- ss feruarla neue dell’Innerno per la Primauera, & - Eftì. Heliogabalò Imperatore teneua fatta vna | granfofla,in vnmonticello di vna fua vigna, do- | Mnel'Inuerno faceua ricogliere molta quantità di. neue | Dei 144 LIRRIO DELLA NEVE, neue portàta! da i monti circonuicini è Roma,doi ueda:tenea per vfarla al tépordel'caldo nelle fue cent laùtiffime» Charette Mitileneo nella hifto: Li ria, che ferifedel Re Aleffandro difle; come nel. “ Ja cittàidi Petra,citrà opulentiffima dell Afia;lera ‘ sio ordinariamente trenta foffezlequali in tempo » d'Inverno fi empiuano di nel, per lo rempo cale * do,adinftantiadi Aleffandro;&de firoi..« © Aldìd’'hoggi fi fa quefto non folo in Afia, ma ‘ înmolte parti dell’Africa,gcin torta ja Europa; & più anchora in tutte le terre fignoreggiare dal ; n'Furco;fpecialmente in Conftantinopoli,do * neé tanto l'vfo della Neue,che tutto l’anno fi vé de publicimente,& tutto l’anno fi vfa. Il medeft © mo fifa al prefentein tuttii ftati di Alemagna, “ &diFiandta,di Ongaria, & di Bohemia, & altre © partiidoue confetuano la neue in cafe, dò cauerne Pr cafe! st rifrefcarcon leila Primauera ; 8 : portano di Fiandra è Pariggi molto ghiaccio, che ‘ni ha più di feffanta leghe. Nella Caftiglià & con- ‘ ferna fimilmente nelle cafe; &1a colgono PIn- ‘ terno; ilqual paffato, la conferuano per lo a * delcaldo. Etvi fono molti Signori, & Gridi,ché tengono nelle Montagne cafe particolari; donelà midano àraccorrel’Inuerno per quefto effetto ; & molti fimilimente l'vfano, &rifrefcano comkei | così nell’Interno, come nella Primauera tutto ‘che principalmente in Caftiglia vi habbiaal rem — po ‘dell'Inuerno acque freddiffime. Diconoid® | joti delli neue, che nonli offende quello; cheè fatto ffeddifimo perla neue, come quello; che è = ea freddiflirmmo hu è ipuroroornw. | 145 freddifimo per lo tempo; perche fi vede che &'beuet vn bicchier d’acqua ffeddadi pozzo; b di | fontana fredda ; fa male; & benendola rifrefcataà | ton neu, nòn fi fente quel dano . Di vna cofa | Timtrattigliò iò moltò, che effendo quefta città ‘dî Siuiglia vna delle più notabili del Modo, nel % Lo fempre fono viuuti molti Gradi, & Signo | fiy& Caùtalieti molto principali;& molta géte né Bilecosìinaturale,come ftranierasnonti fia ftato;, | ©hiBabbia portato nenein tempo di Eftate perrî freftat cHei ciò, che fi bene;poi cheicaldi dique Raterra dal principio della Primavera fin quafi “ ‘tutto l'Autumno fono così granidi,che né fi polo no'roleràre,& tutte l’icque fono ranto caldesche * tion fi pollon beiere;& cò tutto ciò la maggiot | parte della sente di quefta città, fonogenti da nè bocij;& facetide. Adiunque iù terrà così calda; dò miefoprabbondeno le facende,& fatiche;tloue Pat qua è calda, & non ci è con che farla fredda ; con .. Brufta tagiorie fi più admettere, & vireilrifiefca .. re con nere ; poi chel fao fredito è tanto ficuro , | tomehabbiamo detto ; & fai benefici, che Gale .. lo, &Aticennatie han dimoftrato » Confideri .. Ognuno da fila difpofitione; perche effendo., & .. ènco non effendo fino del rarto;in rempo di Efla te può beer freddo più,ò mero, come lific6uie . he; perche il beberfeeddo relmpeta il fegato, mi» tiga1l calore;induce appetito,& voglia dimigia- te; confortà lo ftomato; cotrobora tutte Quat- , trole virtù, pche meglio poflano farleloro ope» | trationi; fa mangiare con appeti Pea allesramea | 3 | : te; 9 PERE pet cc 1:46 LIBRO ,DELLA NEVE te; eltingue la fere di tal maniera, che c6 poco be uerfi fatisfanno ; rogliela fete tra'l giorno; prohi bifce,che non.fi generino pietre nelle Reni, tem prando.il loro calore; diuieta l'ebbrezza ; & fi- ilmente fa molti altri buonieffetti, che l'ufo,& efperientia ne dimoftra.. | È ef Caf site 4 TI perche il miglior mododi rifrefcarefitc6 E la nene,come habbiamo detro ; diamoli aut torità con auttori graui:, & fia il primo Auicéna . nella terza del primo, oue dice; Tara ua fredda * conneueàquelli,che faranno di compleffione té © perata,la cui freddura fi habbia fatto con Neue; ® eflendo laneuetrifta. Dice, efendo la neue tri- fta, perche quefta ferue per rifrefcar di fuorauia; la buona fi mette détro. di quello .che fi vorrà beuer;come lo dimoftra il medefimo Auicenna nella Fen.feconda del primo al cap,decimofefto, ‘mdoue dice; La neue,& l’acqua agghiacciata,qua- » do faran limpide, che la neue non farà caduta fo- » pra male piante,ò che non haperà miftura di ter- » 1a,ò d’altre fuperfluità; & il ghiaccio no farà fat » to d’acqua cattiva, & inferta ; ma che l’acqua che n» Yfcirà della neue farà chiara,& limpida;& quella » che vfcirà del ghiaccio farà buona, & limpida; & » alcuna parte della neue,ò del. gelo fi metterà nel. _» L'acqua,chefi beuerà; ò cò lei f1.rifrefcarà l’acqua | » perdifuori; èbuona; perche l’acqua, che di lor | n efcenonèdiverfa dall'altra acqua. Quefto dice licenna,dadone ad intédere, che quelteacque, | elcono della ncue,& del gelo, ellendo limpi- . = 7 de,non CAPITOLO ‘v. 147 ele, non fon diuerfe di bontà dall’altre acque. So, Jo ui è differentia,in quefto,che l’acqua della ne- me; &delghiaccio fono più groffe, che l’altreac- Que, per effer il vapor condenfato nella mezzana region dell’acre,come habbiamo detto Rafis tra 9 cori Arabiil più dotto, nel terzo libro al Re ‘Almanfor dice così ; l’acqua della neue rifrefca il fegato caldo; prefa fopra il cibo corrobora , & fortifica lo ftomaco ; induce appettito, & voglia | cli mangiare ; ma non bifogna beuerne molta,Et . fubito dice; L'acqua,che non è tanto frefca, che Pe e à chila beuc,gonfia il ventre; néle- mi tesguafta l’appetito;leua la voglia di man- | giare;confuma il corpo; & conclude con dire;che ellanonè cofa buona; Ciò intendo io per la con- — femaation della fanità humana, della qual tratta Rafisin quel libro. Il medefimo nel quarto ad . Almanfore;parlando della preferuation nella Pe fte, ordina;che fi beua acqua di neue ; & nelme- efimo capolo riferifce vn'altra fiata;& nel cap. È Migefinolito del medefimo libro,in tépo di Efta te,ordina,che fi beua la mattina neue c6 Zucche urarono gli Arabi molte infirmità coll’ufo co l'acqua riftefcata cò lei. Auicéna dello tomaco calde,ordinache firi uanda con neue, Etfimilmenteil me * paffioni calde del Fegarospotte fo- i molto acuto, & in cagioni moltacal e, fi ha veduto molte fiare lenare il dolore. Or- ina egli netdolorde denri,che fi rifrefchi cò ac- na con neue; & che fi fcialacquino con Ici mol Br: k 2 to dI > 148 LIBRO: DELLA DEVE, to fpeffo. Similmente Auicenna nell’vadecima » del terzo;trattando del tremor del cuore dice; Se » il cafo farà difficile,& vi farà aecenfione, feli dia - àberacqua fredda; & acqua dineue mefcolata cà acqua vfata è goccia;à goccia; perche hop fi beua ad un tratto, per le cagioni dette, Il medefimo di ce Rafis nel continentein tre luoghi, parlando di quefta medefima paffione; nella prima dà à que» fti rali abewer dicontinuo acquadi neue; mag+ giormente fe la tal infirmità farà di humor malin conico. Et nel fecondo luogo li configlia;che va- dino è beuer in luoghi freddi ; & fe non Îo potrî fare; chevfino di beuer neue, & l’acqua di lci di continuo.Il terzo fi è,à quelli, che non hanno ri+ medio al digerire; che fi debbano conferuare col dar loro è bere di continuo acqua di neue. Eriò mentre che ferino quefte cofe,ho curato vn Cana liero,che n6 poteva refpirare; &c era rutto enfià- .to,& nò potena prender fonno già molti giorni, «cé giunta di yna paffione di core;ilquale col trar di fanguc,& darli è ber acqua di nene di c6tinuo, fi fanò,non fenza maraniglia di ogniuno; perche era tenuto per morto. Amato Lufitano nella fet tima Centuria conta vn cafo di vno, che hauea vna febbreardente, & che per lo stande ardore, & calor ch'egli hauca nella gola, non potena i+ ghiottire; & che convn pezzo di ghiaccio» Dr ‘gendolo di continuo, non folo li celsò la difft- cultà dell'inghiottire, & la accenfione, cheha- nella gola; ma fe li rimeffe notabilmente w DIC» à 8 CAPITOLO VV. < DIRE > Vfaffi è quetti tépi il beuerrifrefcato c6 nene intutte le Le ella fi può hauere; perchefi rifrefcata con neue . Et nel fefto del vfà molta l’acqua prima cotta, & polci con neue. In molti luoghi pone à rifrefcar in. uele Medicine, che fi hanno davfares &il me- defimofanno:gli. Arabi, 0/0 : “<&0a ci K:4 Dalle 150 LIBRO DELLA NEVE. | * Dalle cofe dette egli appare quanto fulle cele- ‘ brata la neue preflo gli antichi; & comefenefer uinano per conferitatione dellalotofanità,& nel. lecure dell’infirmità ; per ellere il miglior modo: da rifrefcare,il più fchietto,& più fenza fofpetto 4 checi fia; perche il freddo, che fi acquifta dalla. neue è fano fenza pericolo della cofa;che fi rifre-. fca,ne alterationi alcuna ; pet effer quello che ri- frefca vn’acqua agghiacciata molto buona. Cap. VI > dI Gli è veto,che non fi conniene vfar di conti E nuo della medefima newe,fe né in tempo di neceffità per via di medicina.; perche l’vfo della medefima neue beuuta nell'acqua; ò niel vino, è paffandoli per lei,genera molte fpecie d'in fermi. ta,lequali {cal prefentenon fi fentono; vengonfi à fentir nella vecchiezza ; dellequalifalonga mé. tione Galeno nellibro dell’infermità delle Reni; ‘&nellibro de buoni,& rei cibi. Et perche Auicé. na ne parlò alquanto più chiaramente, dirò quel. lo,ch'egli fcriue nella terza del primo,nel cap.ot-. » tano 5 Quelli,che beueno neue, &l’acqua,ch'efce s dallaiftella neuc;fel'vfarannio di continuo,zueni. » tano lotomoltidanni . Ella offendeì nerui, & è. . cattiua per lo petto,& per li membriinteriori,& {pecialmente per lo refpirare ; & rion l'vfarà alcw ——. -noàbcuer,chenon li faccia daino (faluo fenon, _. fullefanguigno)chefeal prefente non fentiràil- - ‘danno;lo fentirà nelPauenire .. Perle cofe dette. ippare, quito dinofo fial'vfo della medefi= meuc,& dell’acqua,ch'efce di lei; eccetro:che =d A fe hont ca Ad “i : i * GABITOÒLO VI rsr | fenonfuafle per via di Medicina: Solaméte fi pu _— Wfarquello,chefitifréfca corì lei j perche cid'non ®ffende,come habbiàmo detto ; perche iti quefto — gliantichi differo non effet daninio;tie fofpetto al- cuno;tical preséte veogiamo;che vi fia altro, che il farì benefici;;& l’veilità dette; sodédo; come di ce Plinio ; del piacere; & delicatezza del frefco . fenzacheci uffa ì diffetti della neiiej come Jo dimioftrà Martiale nel libro quiatto,dotie dice; Not fi dee beiiet la rietie; Ma quiello,che fi ha bé Fo) tiftefcato c6 leitilchié ne moftro la fete itigeniolar #a A ttrioltò vecchi ton fta bene il beiiete frefco 6 detino‘tiel betiet freddiffimo,& che fi dino pia teeoquiel,che fia freddo mezzaniamére;béche fià 5 pigage sd 1:5% LIB:RO DELLA NEVE. vino;il terzo è ponerlo à rifrefcare per qualche.té. poin acqua freddiffima,ò in neue; perche quato,. piùintéfamétefirifrefca, tito più fi Sepsimaona ì, {uoi fumi,&.vapori,& fimilmente offendemeno, Ja telta,& penetra meno alle giiiture. Ilchefi ve=. de nell’iftelfo vino;che rifrefcato perde molto del. lefueforze tito,che feè freddifimo,pare acqua... Sono alcuni, che fenza confideratione dicono, &c; van predicando molti mali.del rifrefcar. c0, nenc,; è fenzafapetsfeè buono è reo; perche eflendo cofa: « nuoua, maggiormente in quefta rerra,temono nò. venga lor dano dall’vfarla. Ellendo ad vna:tauo= la dvn Signore vn piato di Cirieggi ca la neue. di. fopra,n6.osò vn Caualiero à préderne pur vna;di, cendo;che li farebbe male, per'eller rifrefcate con, neus;tutto, che fia cola molto antica ponerla ne, me fopraì frutti,.come conta Galeno, che la pone», va fopralemore.La cagionedì quefto fi è;perche, né.fi ha vfato,ne anco veduro neue in quefta rer-; xa. Onde.tuttawia la tengono in fofpettoz & non, VYyfa,fe non la gente Illuftre;& noù tutti,ma quel li,chefono. ftati cortigiani; & quelli , che hanno. prouato il beneficio,chelor fegue dall’vfa dici} perche gli altri dicono,chefenza neue fon vifli;&, che fenza dilei vineranno anchora;& né cSfide». rano,che perwiuerpoflono paflarfela c5 Mizos Aglio,& Porri; ma quefti tali cibi fotétano male, . & né piacciano,Che altra cofa è il magiar le Per- mici,& laVitella al fuo répos&il Caftrato,&ì Pol lialloro;&diuerfa cofa è il mangiar la came con Sc la Pernice con limone;che ad yn modoè 2 “ae? vn mangiar À 104 a CAP ROLO 15 va magiarfenza:gufto;& rufticamere; &all'altro. ©xn magiargranofo &delicaramete; come huo=, mini.Il medefimo'è nel'bener frefco;ò caldo; pers, ) che dal beuer:rifrefcato:cò neue, fegue Ganità. bus | Mufto;& piacere; &dal'beuer caldo.infirmità,dif=: auito; Se noia. Confideriamo, che gli antichi po- ero tanta felicità nel bener freddo, fpecialmente, felcaro con'neue;& che erano genti faue, & di, forete,lequali con molta cura procurauauo la io4, ro fahità;& cofervatione; ba in quefto, &ne), loro glotiofi; &'eccellenti gelti poncuano la loro, - fomma felicità, Onde fe efli con.tanta diligentia,! — ‘ceme habbiamo derto prima ; beuenano frefco; on nene,in tetreimanco calde,che quefte; perche Vogliamo noi altri lafciar di godere di quetto bea ttospoi che da ciò nò puo feguire, fe nò. E inde; vfandofi come ho detto ? | ©Ogn'unocofiderigllo,chefi gli couiene coforme | Alafuafanità,&all'v{o,&al coumefuo;& coli 3% Gllo,che li coporta, pche l’vfo ltinfegne. Cha da. fare j poi.dal dino, .d beneficio, fela deue viare,ò no,Er fi dee auertire, che. he fi vfa fbener frefco cò neye,i pri inte fere fra pafto;ma paflati ferte,o= ujella n6 fol:cefla;ima fa,che fi palla, ass& la cena fenza fere,&fenza alcuna ibeuere. | Portafli.la nenegigfta rerra agna neyada fei leghe di fapra Granata, eucallai,p efleril camino Higoseporta= x; caldi, onde vie à {cemar molto, & gi & * oito poca dila,che di là ci e6ducono; & p-, ty el cià. î3;4 LIBRO DELLA NEVE, ciòvale così cara: E'cofa metauigliofa è vedere; chequefti monti di Granata fiano fetmpre pieni: dineue,& fia in loro durabile; & perpetia;& per: gran caldi,& Soli,che facciamoxfempre fta la neue in vn ftato permanente; ilche véggiamo; che non. aviene ne miti Pirenei,ì quali fi empionio di ne=. ue ogni Inuetno,& venédo l’Eftate,fi dilegua tut: ta dimodo,chensreftain loto tiencalcuna.IRe. di Granata pet gridezza Regale v{anano tie Mefi: del gran caldo PEftate di beuer l’acqua; che bere tano rifrefcata c6 neue ; come tiferifce il'noftto. hiftorico Alfonfo di Palentia if quello i ch'egli: feriffe della guerra di Granata è 0 0 Coferdadila neue in luoghi freddi ; & fecchi $ perche la umidità, & calore forio fuoi contratijt &ilventodi Lewarite moltò più, pet effer caldo; & humido. Si calca la heite quando fi ferba; pete che dura più,& fi dilegivà meno. Charette Mitia leneo dice, che ne n Peer la o &copetta;c6 foglie,& rami di Rowete; percheè dalierodo ficonferna più, Quella, i rtasi no à quefta città la portano in paglia; perche ella la coferua più ch’altra cofa; & la dilegiia meno + Il che ci dimoftra bene il gloriofo Santo Agoftiz no nel libro primo della Citrà di Dio;doie diceg ‘» Chidiedealla paglia virtù fredda così pollente s» checonfernafle la neticfreddiffima, & la manites » nelle? & chi le diede fimilmietige così calda;$tate sm dentevirtà,cheì frutti verdi immaturi, come po » fi fuo1 fimili,rendelle matiti & fa gue da serfi mangiare è Nel che appare, quianto dieta appare, vinà CAPITOLG vi. 155: fa virtà tenga la paglia, poi che fa effetti contra» rii; conferuando la Neue, & maturando ifrutti, nerdi;& fa anchot piu; che pofto vn vafo col’ac- qua rifrefcata al fereno, cin altra cofa dentrola glia, conferua il fuo freféo per tutto il giorno» dl Cap. V. I è È ; i Vemodi principali fi vfano à quefti tempi ? di rifrefcar con Neue, L’vno è,mettterì fia- | fchi,ò vafi di quello, che fi haviera da rifrefcare fe | polti nella medefimà Neue; il chiefi fa douefia molta Neue; & cofi fi tifrefca piu, & piu tofto. IL | medelimofi fa col ghiaccio;et co’pezzi fuoi.Ci ha — wn'altro modo di rifrefcare,il qual é molto facile, &eteta co poca Neve; è quefto modo;fi empie vn uello,che fi vorrà rifrefcare,& fi ui pone piato di argento;ò di vetro,o di lama «Mila, che fia fondito, perche tocchi,&c fi bagni bene in quello,che fi vorta rifrefcate:& in quello fi metro della Nete,gettatido via di volta in vol+ ta l’acqua,che fi colera delia Neue; perche fe ella getta viasla Neuefi fcalda,& 5-3 piu. 2manictà fi rifrefca molto, &cofi intéfa- fi-vorta; & emodo; che ciafcuno e piu; 0 meno, come uorrà,o ne haue- tri rifrefcano ponendo la Neuein 56: LIBRO DELLA NEVE. mo;&quefto fi fa perrifrefcare vn Citaro, o valo: grande. ‘Quefti doi modidi rifrefcare fono tardi: & e meftieri,che fi facciano molto tempo innan= zia] mangiare; & con tutto cio né rifrefcano mol. toxAltri pongono la neucin una Ceftella inuolta in un poco di fafcio di paglia,perche cio la c6fer- uamolto, ponédo il bicchieretto;nel. qualefi vor ra bener vicino alla nene. A quefta maniera fe- guono molti beneficii, prima non è meltieri an dar gettando nia l’acqua alla Neue; perche per la Cefta fi cola; poi non fi dilegua tanto la Neue; & finalmente nonaccade riempire il vafo di quello, che fi vorrà berresperche bagni il piato;perche cò ogni quantità, che fi porrà il bicchiero; egli fi rifré fcara. Etquefto mi pare il miglior modo: di rifre- fcare d’ogni altro,con poca:nene. Quello del pia to cancho effo buono; Ma ognivno faceia fecon- = 8 la quantità della Neue,che egli hauera;& qua _toal rifrefcare pia, o menofi gouerni; fecédo:che richiederala-neceffità ;\o la fanità fua, & fecondo che gli comportera l’vfo di lei. Della qual cofa habbiamo fatto molto lunga relatione; benche il . mio propomimento nofì fuffefe non di difendere | cheil miglior modo di rifrefcare, & piu fano; fia il rifrefcare cò neue; & che gli altri vfi,& modi di rifrefcare; habbiano molticontrarij; comehab» | biamodetto; &:che folo il rifrefcar con Neuefia | quello,che piu fi conuenga;poi che la Neue non tocca la:cofa, ma folo il: piato rifrefeato ida lei è » cherifrefca.Tutti gli altri modi;che ci fa re non giongono di gran lungralti: frefcare *; 5 d'a. eat ea CADETOLO ha. DE freftare con neue; perche quel che fi rifrefca con lei fi fa freddifimo; vue tutto il refto, chefi rifre- {ca al fereno,o in pozzo;o con Salnitro;fi puo dir caldo in comparatione di quello,che e silfelito con la neue. Onde e cofa grande, & da farne mol raftima, chenel rempo caldo dell’Etarequando fiamo tutti foco pet l'intenfo calote del tempo, quando la fere è tanto gride, che ne tuo l'anima; quando i corpi vino ardédo,& fudando;che hab biamo il rimedio cofi facile, che con poca neue poffiamo bewer tanto frefco, quanto ne couenga, & tanto piu freddosquito fi vorra, cé ogni ficut- t2,& fanità;apportidone cio tito piacere, & con- | tentezza,che non ha prezzo; con che fi podla efti- mare, neinteletto che lo fappia efplicare. Onde ogniuno , che beuerà freddo con neue potrà effer ‘giudice della mia Apologia; quando col mezzo dilei trowera modo dibeuer fredo perferramere. EPILOGO. D Alle cofe dette fi nederà, che cofafianene, & quanto celebrato ful'ufo fuo preffo alli An- tichi per rifrefcare con lei ; & come il miglior modo di quellische ci fono darifrefcare,dy il piu conuenien= ste per la noftra fanità, & neceffità, fi € quello, che fi fa con lei; et fimilmente come il beuer fr d G 358 = Lrnro DELLA NEVE, —&yindebolifca il Fegato; produce fete continua;non fatisface alla noftra neceffità ; apporta noia, & tit ftezza,er altri damni;i quali conofcera colui,che l’u- _ fera, facilmentein feSteffo. Ada a quelli, che beneno frefco o chefia frefco naturalmente , o rifrefcato con «Neue; awiene tutto il contrario;perche conforta loro lo Stomacho;e fe l'hanno rilaffato,cr debole;lo for tifica,&y ingagltardifce ; uieta il fluffo,&r le deriua- tion de gli bumori caldi a lui onde impedifce è fluffi, & uomiti colerici ; conforta tutte quattro le wrtà ; togliela feteida appetito di magiare; fa miglior dige- Stione; benefi meno , &» cio con piu piacere, cr alle- grezza; fatis facendone piu un poco di beuanda fre- fca,che molta che non fia cofi;probibifce la pietra a i caldi di compleffionesimpedifce la ebbrezzastempe ‘ra il Fegato caldo; refrigera l'incendio,el foco a quel di che fommamente fon caldi, 0 infiammati, per ogm «cagione che ciofia; tempra il calore ecceffiwo della Slate;preferua da Pefte; prefa fopra il cibo da forza al calore naturale, perche faccia meglio la fua dige- fiione,&y operatione;toglie i dolori acuti che uenzo- no da cagion calda;lena il tremor del cuore; allegra imalinconici;toglie al uino la fuafuria,&y il fuo fu- -mo; poftele frutta nella Neue,probibifce, che non fi corropano,<& fi gode della delicatezza,che apporta 3 fuo frefco; lequali fono cofe che lingua alcuna non puo esphcare, ne intelletto bumano comprendere. - Quelli, che poffono liberamente beuer frefco , & ifrefcato cò Neue fono i tensperati di compleffione, î; quelli , che hanno compleffione colerica, fiammata; quelli,che fono caldi di Fegato,et de di Sto- è r1L1066° 90° gi Stomacho;quelli,che fon fanguigni;quelli, che fi ef- | Sercitano, &raffaticano molto ; gli buomini di molti — negocij;quelli,che banno molte facende;7 gouernato» ti della Città,cy ‘Republiche; & i ministri,& quelli, chi e participano di cotali facende, & fatiche; quelli che fi effercitano, cr affaticano ne gli efferciti mili» tari, &y altre gran fatiche; quelli, che caminano mol » &fi fono molto affaticati ; quelli , che patifcono bri ardenti,<&r mali di gran caldo, cr accenfioni, ‘fopra tutto quelli,che fono ufati à beuer cofî. Et to a queSto,ogniun beua freddo,a freddiffimo,co memnorrala neceffità , & come piu li fi conuerra. — Quelli poi,a quali nonfi conuien beuer molto freddò, e freddiffimo,fono i molto uecchi ; quelli che beuono fenza far effercitio,et fenza facède quelli,che crudità nello Stomacho per cagion di humori a quelli che fono infermi del petto;quelli,che ha male di nerui; quelli, che non poffono digerire quel, che mangiano,per bumori, para. (84 Antonio HMyfa Brafa- uola Medico; p.r.c.r12 Appetito, del cibo perdu- "pe glia fo ufo. par- ch. 20, WS È : elfo; the l opio» sparteoz:+ — chan Apotteme ; lor cura. > partedb i: chi freddep.t20. pir.to antiche> par.a.0.35 gencnofe >? par.2.c.12 edranzi pari. (087 — lorfemi. - par.1.0.92 ntra il fluffo . chti er parai.ch.t - c par:2. ch. 56. eArboro dî gran Aa parte i: cho 6 Armadillo & fua fiera. parte 2. ch.90 fua deferittione>. par- ch. 91 offo della fua coda, & fua'uiftd. par.2. c. 9I emo, fua cura. par- tes 1. Ch.t0. 3.1..66 Athenco.p.1.92.P.2:142 eAtrates Hiftorico. par- teo £:° ch.:142 eAttrattione di‘ mebra, parte 1. ch. 14 eAvzritia delli Spagnuo- cli nel condur le Afedici ne falfe. L20140 brciuni Medico Ara bo. “part: c.105 SAuesr,pi.105-p. 2.122 Auicenna par. 1.C.107 par. (.129:130 peg para. c.92, A. Gellio pari2. c:127 uditori în grande qui- tità: par. 2.60.80 Abiloia città.pia.ca4 Bis berba cell die Orientali. pix. 18 con bad ‘confettion di lei per fo- gnarfi cofe piaceno - oli par.2.6.18 Balenati, & come gl'In- diani li prédano în cac- k ara. COLI f ndia Occidè- #f Pcaui.pir.c.18 che fi chiami cofi. | pari te nit "tvthi 8 iito È hora perduto. teo dti ch. 9 s ‘adopri nella Afe par. 1.20 e fua tem. .1.ch.x3 “ Jua figa par.2-ch.97 ittione del ‘fano fut par.2.c.98.99 ande, & pole: Beuer caldo, & Bitrume è BIT (SE CIONDA PARTE,7 coe fi dè ufare. p.2.0:138 conneue ‘par.2.6.13 5 ai cuò non fi connenga. par.2 C,1$1.159 fuobenefici. parte 2, char... 158.145 acufi cong: p.r:0.1:58 $ spugne daeAnicen- NRE \ par.2 2:65 146 da Ref so parir:0.147 d' Amato Lufit.p:2.138 daGaleno par.2:c.149 foi nò- “cumenti: <> Par.2.6:157 Bezsar che fegnifichi è nel laligua Araba.p.1.6:113 Bezaartiche Medicine + -chd13 parr.ch.1 4 > fina tEperatura. ports o par:2:ch.144 spanpso ‘Bollo: 4 Armeno buono: ie E È foci Pi I «ada TAVOLA DELLA» PREMA Cannella.cy altre Specia- rie nelle ffole di Ma- + Îuco. par.1. ch. 3 Caragna.p. I.C.10,P.2.94 (arboni, a «Appofteme © menenofe. p.3.ch.12 Carlo sato radice.p.2.52 - fuafigura. ‘par.2.c.5 2 + doue nafca. par. 2.0.5 3 Sua defcritiide.p,2.0.53 i fuatemperatura,ey fue | girtu. © par.2.C:54 Caffia dell’Indie Occiden tali. par.1.ch.50 | fuauirtà. par.1.ch. 51 Caflagne purgatiue.par- lora defer srt . lora defcrittione.par, 12. | vomodo di sorio KE ; dor. correttide.p.2.6205 ‘lor si den 2.6.10.5 (Caftiglia. 12:0h.144 * C68.36.pi2r:s4. 122. * da bumori caldi, par... : ‘chartev» 130 «Cauflico eccellente. par- = te 2. ch.63.64.65 anterio, par.1, chi130 — LEI 1 (edriset lor uirtù.pià.c.a1 Centella berba, #9: fue'uir to. par.2.ch.79 Ceruello;<& fuo dolore_3; parte) 2. ch.118 (acatecas Afinered° Ar- gento della Pronincia Mechioacan.par,1.c:5 6 (harabe, .. par.1.0h;6 Charette Mitilenio. par- ber: ot anehi144 Chimbo luogo nel ‘Però. arie gica: hiros (Pina donde fi porti.par- ch:2 4.32 fuadeferittione.p.i.c.3 3 » fio ufo, fua acquaipar- ri? te ch.:53 ‘Modo di prenderla. par (

par.1.6.133 «Cieli undeci.par,2:0.12 3 Cleopatra. par.1.ch:84 (olico, par.1.ch.134 Crudita ò repletione. "al esa. Cuore,dy fue dalfioni. Da teo >. ch. 5 $:121 D Ebolezza come fi ristori. par.2.ci4 t ' Democrito. par.1.ch:84 Demofthene.par.1.ch.$ 3 Déti,et lor-dolori come fi - 1.c.9.10:31. 88. ‘th.42.57 facrificiorbe fifa di lare ‘dalli Indiani. p.>:c. 106 Dioftoride p.ù.c.8 2.133ì + ch. 18. 188 è stor girtà contra neneno. p.i.t.9t Dolore per bumori freddi come fi curi. p.1.c.8.11 16.20.p.2.C.8.62.100 Dolori arterti. p.1.c.66. Ducheffa di Begiaar. par ted 1.. 0014 Durezze come fi rifolui- no. par.v:ch.12 Bbrezza coll''Am- bro. par.r.ch.12 2 col fumo del Tabaco, ; parte è. ch.16 Elettrum miffura doro, &r d'argento. p:1.C. 136 Elementi. par.:2.ch.12 3 Epilepfia ‘de Faciali .par= te 1. ch.119 Erafiftrato,piò.2.ch.134 Etherea regide.p. 1.012 3 Euonimo Alchimifta. par ctecata.- ch.88 Euticles. par.2.ch.142 Ame,t fere come fe F toleri col Tabaco- par.r 131 Fofuai rio îo dfn pc Si ch. 27 $ E 3: Fe TAVOLA DELLA: PRIMA Ferite,et lor.curasp:119 1dp.23: par.za 6.94 99. vanelenate «> p.2-10 ofrefobe.3.< Ferrido-Cortefe.p.1.c.5 6 | Fianco: prt.47.p.2.0:8. »39-59.93 Fiandra P:2:€-144 Flegma come fi purghi . pari ch:13 | fallo &y fna:cura:p.1.43 Flujfo di fangue i Hemo- fis C.55 i Giacintogioia, pit. €598 GiosannveAgricola.par- tei. sch.112 Gio, «Manric:pisc114 Gio..Odorico Melchiori, parte. chiv33 Giunte, et-lon doglie , p.1-4D.9. 1043: 14e2l. 35.660 Pazichar.9 Goma:pèr. li Gotra. par- IA ch:89 Gotta, parit.:ch.3.6.66. protdale;Mbtruo.pit.4 5 pr .2 0° 6h:43.88 Elulfo. pix dif: ui3r9 Granata, &y-fuoi monti. ‘ calerico > - p.2,6.130 Fempre. carichi di neue. : de fangue». . pi 23688 parte 2. ch. 1:54 eso con vlgico. Guacatsn berba;fua figa #6 ,8 6h ol masee fuomome.p.2.€.64 EdozZa:] | Guaiacararboro quando, Fi for € i: He, » ‘ e come fi conobbe 3 par» «mon offendesconse quel> ale i te ‘© losche è dal tempo.par= | fud deferittide:p.1.6:23 tei, “© b:144 Acquadi lucome (ja. Fuoco clemeto, punicazag partenie ch;28 Fuocodella. \faeciazinfin- eAcqua'ditta con che re- sinità. p.2.C-1022103 golaftpiende.p. 1.6:29 eAicno:pa.coro6, -fuenintà. ‘|. prac:z1 1. 2.0 126.128.129 Ginziagmuil, fine nel Pes ol Ha ; p. i 2 ed fco proumeid. pi1si2 uerdepo 1.032 wi BÈ (SECONDA DART. darte:si +. :-6bio6 Porter. chit 3} Guaricanilcas:, nome fn Sua defertttione; luoghi. diano della Zanzapari> done nafce;co fua tema | glia. «»parazaro6 peraturà:par.. «ch;128 Guilielmò feruitor cy.fuo fuduirid.. pil c.r29 empiaftro. parst:ca43. Sua acqua nelle febri pè Guido dellaVazaris s ché filenti. . par. cs127 tirtondò i Mondo. par- coditosò, conferma di lei, se Ii chiroo Patstar + ch.137. Amech BE Reniph» Herba dè Balleftreripar- s d AMtrolog o.pianog ter. chiijo S “Pliiona città Shell ifola Hérba.di Pietro d'Ofinà, — diCuba. p.ixco3 ef uintop.r.07 76 È Auiateea Negrò della» Herba cotralhérba,: paf= î cia del Adechioa | tes di ch.80.8%. + Cab ‘de menaaziole pare Imperatori ch.66: Re "ch. 143: Foimslso Barbaro: par= ura ter ch.6. ch. idropifiastr fuoi rime» .u pobvi 1.6,13:31+3 6:70» Herba di, SR È a è Montuo Mès' drop rst è } dico Francefe. parte t. seo fuò chat. > 13%-135 parvisch.23 Hippotrate. P- 10188 ‘pai. ci23. Hoduras Porto: pA-0+37 squà» Himori ii t.0h:3 1 ca T-RVOLA DELLA PRIMA dnbdio. par:1.0.13 Incèfo done nafca. pa.c.3 Indiani fusgono l'andar alfoco fatto di certe le- gue. par.2.c.78 fr taglito le fiole de pie diet le mangiano;poi fi fanao le ferite.p.3..6.79 Indie Occidttali qrizet da cui fcoperte.par.1.ch.1 Infirmità fredde. p.3.12.15 lunghe». par.1.ch:31 Ingraffare. par.2.ch:46 Ingrauidare.par.1.6.46. Jfac Medito Arabo.par- teo 2. C.5 Legio Aromatico “ 896 Legno p le Rene.p.1:0:47 fua equa come fi fac- cia. para. c.48 Legno Santo eArboro. parte 1. —— ch24 | bio che egli fia.p.1.6.27 1a agri par.1. gli 27:28 ch.1 30. edite, dr fan uirtà. . | Mal Fracefe onde da pri fua acqua cde fi facciaet coe fi préda.p.1.c.28.29 > fua wirtà. par.1.ch.31 Lemno lfolahoggi Stali- MEN). | par.1.c.91 Lentigini par.1.c44 Lettera del Peru fcritta>. da Pietro d'Ofma al D. Monardes. par.2.6.69= Liquid’ Ambro,gy fuo 0- glio. para.c.15 Sueuirtà. para.c.1 6. fua teperatura.pa.c.17 Luigidi cuena.p.1.6.117. Al caduco. par.1. pis 30. 131.par.d charte> sGur. neri C:P.t.C.2 5-27.. chiamaffe.p.1.c.26 fue cura: D.1:0.28.29. 35. 66.p.2/42.5 5-56. Malinconia.p.1.c.3 6.119 132. par.2.6.121 M.Anton.imp.p.i.c.82 Maria Catanco inferma di angofcie. p.1.c.116 : Martiale>.par.2.6:151 Martin Alfonfo di Soffa, Vice Aroutar Indie Oa rientali. ET SECONDA CPA RT: tientali..par.2:6.18 uMaftici doue nafcono. parte» 1. ch.3. Matrice & Sua foffoca- tone». par.1.6.8.132 fue paffioni.par.i.ch.14 fue oppilationi, &y du- TEZZE.Pp.1.17.P.2.54:55 fua purgatione.p.1.6,20 Shordolori. pii.ch.66 fuoi affanni. par. 2.ch.8 fhoi difetti;p.1.c.44.45 foi nocumenti. part.2. A 3 118.119 — Afechioac&Pronincia nel la nona: Spagna.p.r.c. 56 AMechioaci Herba.p.a. s6 Sua biStorìa. par.1.c.57 fia deferittione.p.1. c.63 tioni, è fuateperatura.p.rc. 64 Fia wirtà. par:1.ch.65 \eparit. ch. 68 par.1.0.63: niet «Mondo pieno di perfet=. no. par.2.ch.40 eMechioacan di S.Hele na pericolofo. p.2.6-95- MedicQueneni.p.1 0:90 Medicine delle Indie , & fue uirto. par:2.ch:34. Medicine, che curano unmale confernano an- cho da quello.p.1.c.115 eMenftrui. para.ch.17. 20.45. pali2.45 Milza. par. 1.0:13.11.4% 6,127. part.2.C.7 Minere doro. p.1.ch.7 5. Mirachial. par.1.ch.36 iramamolin Re di cor- uba, cr fua liberalità. e I ch.104 | Afithridate Re. ps.c.81 eMithridato Medicina. parte t. ch. 9L, tione.* par:2:ch.123 Monti Pirenci.p.2.CA 54 Mufchio: pari.chaxt. T Apello Veneno.par-. N ten ch.104 Naphta,Bitume.p. LC: 14 > Nebbiecomefi generino. ch.125. ve. li TAVOLA:DELLA PRE WE «tÉmadre-ditutte l’impref parsi. ‘chit ° afroniaereo. piasch.î25. lorinirtà. par. 1. ch:53. Nerui:percoff, &lorri- lortéperatura. pane. 2% 00 medio. par.» chig.rò. lor difetti; cy corratio=. »lorosattrattive.p. lic:2 MED. pan.t. chi52 Nenécome fi generispar» fg nidi. piiso.133 devi. ich}. Ocozol»Arboro . , “donecada. p.r)c.126 pari. 0. chis come fcaldi. p.2:6.137 Qdoardo Re d’ inebiltor confernala carneel pe. va liberato d'una ferita Feed: partier27 ‘amelen:cò che: pr 6.23 fuo:frefco.. parc. 128 Oglio dest: Fico infernale. fua natura. P.rioonzi partét: o. ch13 fuo.sfo nel rifrefcare vi. come fi fi ca CAUA. f.v:c:12 par.>. .chit4t. r42.t43. d uairtà. pars 10h.12 fua acqno fina.p.2.350. frattperatura: pcirà SK fit con di cea Get: del biguid: ‘ambroi och. o ferdi. (74 c'pariti :0.16 parer: * Oglio coe fi canide frutti eModi di ar soi dfemi da gl'nd.p.1.c22 denis pirmisfo ng irpi2eC.144 bench fui p.2xchar Opilationi: pi1. c.10.36 ted i 57:58. parte 2. chè33:3/$» Nerone. Impe. pi 26.143. Opios er fuowifo preffo è Nicaragua Prouicia. par gh fndianti,par.2:ch.2à teo. i vch.i7 5. Orecchie; & udito. pia Nicolò Fiorentino «Me tevè. è. chir4sst dico. — pari. chit Orina; par.t.ch:21. 66 Nocell i pwrgatineo: aio ra ABI ASSE CON DA PARTE ifuaretttide. p.2-42:93 Suadoglia:\ pra. ch. 60. Orzadaberba; cy frafi- VEura. + par.z. 6.63 flo casata K sparte.2 2. 2.0hi63; fia tèperatura. D:2:6:63, ©Offo del cuor del "cerno. xparte +. -chi92 Ancaleo de' Negri. pa. ch. 40 E Paral; Iaspit: cata 36. SEI: Paternoîtri di-5. Helena sradiceet lor fig.p.2: 58 ‘or deferirtione;lor com. ‘ pleffionè; & Ufo del- “paria ch.:59 Pepe d'India. p.1.c.49 Pepelungo: par. 2.chaot fui figura, et fua deforit hm aich:102 wo fe sirti parte I, 2 Mione, par.2. chiro2” temi, 1 Chbgo Peuetti pfumi. p.2:6.AX7 Philoftrato» par.1.ch+92 Piaghe uecchie.p.1.6:22: 3s«pattez. 6he13 frefehei..- «par.2. ch.88 piccole, « - par.2.ch.62: Pietra Bezaar,& fuoi no Pi In Cig td animali che la generano etlondoleri pil 0.96 come {a generi. p.t.C,97 fuocoloret fig. p.ixC-99 falfa. come. fi conofca. ch. 100. quegado prima condotta Agna. par.1-ch.it «Minerale, pi. 04106 faa poluere. p.1.6.1 17: gemellate occulta un re 4fio: 0 si par.t. ch.89. Sa eperitza. Pit. 11% | fue'nirtà.p.1:1:8.1194 come::fcoperte nel Pe-. rà. par.2:0:68:71 dor ufo:par.3:ch:7 483 LI Pietra del Sanguescome sb 44 Sedopriy ;@ ge fa uirti): parte. .i © ch4s delinea, & fia uirti. parte. Y'AVIOILTA DELLA PRIMA ‘parte 1. fuasperienza.p.1-0-47 Pietre preciofe. pr .c.9% | Pietre de’ Caimani.p.2.61 Pietre de'Tiburdi.p.2-93 Pietra delle Reni.p.1.93 “Pietro d' Abano il conci- batore:. para.ch\ 12. Pietro Carnicer. p1.C.132 Pignoli purcatiti ; loro ‘deftrittione; & lor uir- th. . par.1.ch.53 Pioggia nel Pera nelle ‘Montagne , & non nel. > par.2.ch:.80 - piano. Plinio. par.1.ch.7 9:9 5- parsa. ch.142.151 Plinio fecondo. piz1c.143 Poffidonio. paraich:14 Profumi.p1.16.p.2.117" Proprietà occulta.p.1.0:81 Ca manifetta.. parts. ©» ch.81 Quartanaet fua cura.p.2 | _charteo: 62 Quito Pronin. nel Peri. . partevt. SL eh75 Abi Mofe SHebreo, rr I. ch:105 comeATan char.46 . zi. par.2.ch.09: Rafis Medico Arabo. par.t.c.103.par.2.130 Re di Cochin. \p.1. ciÙ Redi Portogallo:p.1.c.4} Rent:p.r.C.31.66.f.2.6.92 Rifrefcar è quattro modi. parte» 2. ch.136 conaere. par.1.t.137 .con Salnitro: p.1.c:140 in pozzo. par.2.ch.138 -con neue. par.2:ch. 143 Ruggiada come fi generi, parte 2. ch.t2 $ neAfcerdoti Indiani,co Y mediano le rikpoîte -d quellische ui a lor per «configlio. par.2.ch.17 Skgue di Drago.p.2.c.8 $ fua 10ne, CI del fuo arboro,et fua io 2.ch.8 5.86 ‘opmioni delli antichi cir ca'il detto. par:2 ch.86 ‘ode cofifi chiai.p.2.c.83 didue guifezcioe di goc ria, di pane.p.2:0:88° Santo Ardionio Medico. parte 2. otro Safafras Arborodi gras. uti bi - -BT SECONDA PARTE ‘nirtà. par.2. ch:24 ‘come fi pofein ufo pri- —. ma da Francefi ,poida | *Spagnolr. par.2. ch.25 > fua figura,et fua diferît tione. par:2.ch.27 i donefitroni.par.2.6.29 ..doue folamente nafca, parte > 2. ch.30 | fuatèperatura.p.2.6.30 fuo nome. par...6.30 | comeprimaftufaua;& | come fi dee ufare.par.è par. t.ch.7 | WSciatica, &y fuo rimedio: > aspetta 1. ch.9.21 Scordeon herbap.1.c.92 animale uenenofo ni ch.124 .Pp.1.C.12.5 a berha.p.1,81 rouata. p.t.C.124 nome. par. .ch.12 5 fua wrtu.par.1.ch.139 Sua tEperatura.p.1.6.128 Scroffole.. par.1.ch.66. Segni dellafaccia.parte 1 charte 14 Serapione Medico Ara- bo. p.1.c.101.102.P-2- vcharte de DA Serpéti piacenoli. p.2.79 Simeone Archiatros Me- dico.p.2:C.114-117.222 Stropo del legno.p.a.c53,1 Siuiglia città non ufa be- uer frefcopar.2.ch.14 5 Smeraldi gioie.p.1.91.62 8 Sognarfineueche fignifi- ‘che, par.1,h.128 Sogni che uengono per ter. Solatro furiofo fa fognar *cofe uarie. par:2.ch,18 Solfere uino.par.1.ch.7 4 fuevirto. par,1.ch7 5 fuatdperatura.p.1.6.76 “Sonno come fi inuiti.par.s charte 13 Sopita Poeta. p.2.0.141 Spagnoli negligenti nello inueStigar le Medicine. Pari ch.78 Spafima. par.1.ch.33. Specaria, PAVOLA - Sodio parchi 32 Spiriti, e lor conforto. dparteo 2. vcheît) Vione ci Lemno par tei 1 0. hd | Stambezza come finito bri. parte 2.ch.19 Stomaco,& fra cura. ‘p. 1.C,9.13.16.20.21)56 ‘66. pi2: 0738. $9. Los 120.130.129 DELLA "PRIMA »Za'in un Came. p.2. C.12 Tegna: cpar.r:chi16 - Templarij) ordine de’ Ca- walieri; ‘* part. C1L3 Terra: > parir.ch.124 Terrafigillata. p.r..0:91 lemma. par.i. ch.91 Teftaset.fuo dolore.par.1. 69.101 6£29:3 6.66 fueslcere. parsi: C:13 fuor dolori. pa 2. ‘che 6. Storpiati. par.32: hag F7+56.88. Sudor di fanque. p.r.78 Theriaca. AE 90 Sudor provocato dall’ac- Thefzlo. par.2- 6134 ‘qua dell'herba Scorzo- Tiangez Mercati de gli nera. pari. ciraz ©Indiam»* par.1.0.17 Fregi 2 Tipthafi ferittor Arabo arsz.ch. tele piggre. p.r: (101 ‘gie cofi € * par.z:c.10 vparter. © © riI. €.66 fuo nome proprio si Temi di Chartage- — lIndiatà: “parte vithige” ‘nia. par.i ch.94 luogho, ci tempo quan. > d'abete > come nafci, do to feminas&r fica de- -&come ficolga, & fue ferittione. parsa:ch.g virtù. par.>. C.99 foghe,& polnere delle :coefi. deetorre p. 2. 0.119 “dette. pari sb stes sii — “t@perdtura dilei.p.2.c.6 Turco gran S. p: 200134 ù, par.2-0:6,7 | spes Alafco di Taranto v. Mione p.1.109 È Vecchi ET SECONDA PARTBIGTO chica. Vecchi & lor conforto. par. ch.119 Veneno. — par.1.c.80 che cofa fia, & doue fi troua. par.1.ch.S1 Suoi danni, &x beneficij. parte... ch,82 per curar le infermità. «per liberarfi da prigio- ne ò morte. par. Segni dell'anelenato.par tei. : ch.84 «. da uenenfreddo, &y da menen caldo. piic.8s Segni peggiori. p.1.c.85 = curadelli auene parte. «parte tz» | Sua cura coll'herbascor —. Zonera. P.1,C.129.1 3% » i di guardarfi da si Loro deferiti lor temperatura, parte ch, SR cnra del freddo.p.1.0:89% per proprietà occulta. ch.89° t È Wenéni. par.1..6.134 Radici contra ueneno,et nomen. par.2.c.103- feconda +. Vermidel corpo. par.r. C.13:T19.p.2:ch.9-104 Vertigine. pi.C.120.13% Veffica. Spar.1. 6.31.66 Villalobo Dottore. par==® te 2 È ch,131 Vino,efua wuacità come. fimortifichi. p.2.ch:151 Vitriolo,cy fuo oglio.par "ri, .ch:87 Unicorno. par.1.ch.92 Volatiche,d Tegna.par Vomito. -para.cha3. fim vedifca. par.1.c.70. 7 Enophote.p.2.C.14% i Xile arboro del Bal- “famo, cy fua deforittio- MES, pal: 1.ch.18 fi 247 iropo di ber comp: » qapariglia. p.ts dode fu portata.p. 11,37" fua defcritzione effer la ° finilace apra come fi . DELLA ner m PARTE dal svauttore, &r fue tera th.10g> “mirtil. pa. ch.40:42. douenafca. p. 2.ch. 10$ ‘Poluere di da perte.n., come la chiamano gli In. tharteo..: si 42° diam. par.z:ch.106 " Pa 44 d charte_o 9 «107. fuavirtà. par. 1.ch,42 comefideedare. par.2. — Zarzaparigha nona.par- ceto | 119 rit. & 24.cap.ti D.x1. ch.45.cap.xItl; xv. ch.49.cap. iz cap.avii. ch.53. do: xi; spit. 55.cap xx1; CAp.xX; ch.56.c T6.ca.xX1V; CA.KXAII. ch.3. 13. Canela ; C ino. ch 4.14. fi fanno;fi ti diftilatio;diftilla modo.24.2.tutte |°- ‘cenamente; certamente. ‘102.28.0ffen- i perche. 110.16 0 MAME com reunieinente fon ‘alcune varie.10. E piena;E pieno. iale.. 1140.5.fia;fia. P AE DR de fo LI DE D ni Nella dedicazione della feconda parte alla terza faccia à righe i - difperata quafi di cura. di cura quali difperata. i. . fecretti. fecreti. 13. farànao; faranrio, 15.7. HauesdiHane- alia 34-23. di fopprlario. di difoppilarlo. 66. 15. Mechiacan. Mechioacan. 74:38. dice.dee. 80:20. n pera Mola India. ca pig Manzo ; Bue, fa comprati par.i. comefiadopri. parte. -charte