^ %, m-«^: , :; .w vg a y %!^ ^ ^ .'•Jp- *"* -;■ J f ■^;^ ^^ ^._^4ife ' -aap^ i^ fe^iiJB 'y^-.'7-^^^Sr^^MM kcl mlB^Pi^-'Mr y „.^x*^ 4 ■:, ~..rt< %*'■•' rf§f? f^; !.*'*^ ^>r '^ # :%l^*^: 1 4^.'^ '45 ;> ^ :" ■■■.t^-''^ %-M*^ %r-r ^'^^ % MONITORS ZOOLOGICO ITALIANO (PiiliMlcazionl italiaiie 11 Zoologia, Anatoiiila, Eiirioloiia) DIRETTO DAI DOTTORI GIULIO CHIARUGI EUGENIO FICALBI Prof, (li Anatoinia uraana Prof, cli Anatomia comparata o Zoologia iiel E. Istitnto di Stndj Suporiori in Fironze nolla R. Universita di Meaaina Vol. VIII — Anno VIII, 1897 (CON 13 FIG. E 10 TAV.) IN FIRENZE MDCCCLXXXXVII. INDICE DEL VOL. VIII. (Anno VIII, 1891) AVVERTENZA In questo volume e contenuta la Bibliogratia dell'annata 1897 e la continua- zione di quella delle annate precedent!. J. Scritti general! di Zoologia e di Anatomia. Pag. 1, 29, 73, 201. II. Zoologia applicata. Pag 2, 74, 202. III. Embriogenia ed Organogenia. Pag. 2, 30, 74, 203. IV. Istologia. Pag. 2, 30, 75, 204. V. Tecnica. Pag. 3, 31. VI. Protozoi. Pag. 113. VII. Spongiari. {Vacat). VIII. Celenterati. Pag. 229. IX. Echinodermi. Pag. 113. X. Vermi. Pag. 31, 114, 229. 1. Parte generale. Pag. 229. 2. Diciemidi e Ortonnettidi. ( Vacat). 3. Platielminti. Pag. 31, 114, 230. 4. Eotiteri. (Vacat). 5. Chetognati. (Vacat). 6. Nematelminti. Pag. 32, 23C. 7. AcantocefaU. Pag. 230. S. Irudinei. Pag. 32, 114. 9. Anellid!. Pag. 32, 114. 10. Gefire!. (Vacat). 11. Enteropneusti. (Vacat). XI. Briozoi. {Vacat). XII. Brachiopodi. (Vacat). XIII Artropodi. Pag. 32, 114, 230. 1. Parte generale. Pag. 32. 2. Pantopodi. {Vacat). 3. Crostacei. Pag. 32, 230. 4. Onicofori. Pag. 231. 5. Aracnidi. Pag. 33, 114, 231. G. Miriapodi. Pag. 33, 231. 7. Insetti. Pag. 33, 114, 232. a) Parte generale. Pag. 33, 114. h) Tisanuri. {Vacat). c) Ortotteri. Pag. 232. d) Pseudoneurotteri. Pag. 33, 115, 232. e) Neurotteri. (Vacat). f) Strepsitteri. {Vacat). (j) Lepidotteri. Pag. 33, 232. h) Imenotteri. Pag. 33, 115, 232. i) Coleotteri. Pag. 34, 115, 232. k) Bincoti. Pag. 116, 233. /) Ditteri. Pag. 116, 233. XIV. Molluschi. Pag. 116, 233. 1. Parte generale. Pag. 116. 2. Anfineuri. {Vacat). 3. Lamellibranchi. Pag. 233. 4. Scafopodi. {Vacat). 5. Gasteropodi. Pag. 116. 6. Pteropodi. {Yacaf). 7. Cefalopodi. {Vacat). XV. Tunicati. Pag. 117. XVI. Vertebrati. Pag. 3, 49, 133, 257. IV — I. Parte generale. (Vacat). .II Parte anatomica. Pag. 3, 49, 133, 2B7. 1. Parte generale. Pag. 3, 49, 133, 257. 2. Tegumento e produzioni tegu- mentarie. Pag. 4, 49. 3. Sistema nervoso centrale epe- riferico. Pag. 4, 50, 133, 258. 4. Organi di senso. Pag. 135, 258, 5. Scheletro ed articolazioni. Pag. 5, 50, 135, 259. 6. Apparecchio muscolare. Pag. 5, 50, 136, 260. 7. Apparecchio cardiaco-vasco- lare. Milza. Pag. 136, 260. 8. Tubo digestive e ghiandole annesse. Peritoneo. Pag. 50, 136, 260. 9. Apparecchio polmonare — Branchie — Timo — Tiroide. Pag. 261. 10. Apparecchio urogenitale — Capsule surrenali. Pag. 5,51, 136, 261. 11. Teratologia. Pag. 6, 51 137, 261. III. Parte zoologica. Pag. 6, 52, 137, 262. 1. Parte generale — Fauna. Pag. 6, 137, 262. 2. Anfiossidi. (Vacat). 3. Pesci. Pag. 6, 52, 138, 262. 4. AnBbii. Pag. 7, 52, 138. 5. Rettili. Pag. 7, 52, 138. 6. Uccelli. Pag. 7, 52, 138, 262. 7. Mammif eri. Pag. 8, 53, 140, 262. 8. Antropologia ed Etnologia. Pag. 8, 53, 140, 263. Appendice: Antropologia ap- plicata alio studio dei pazzi, dei criminali, ecc. Pag. 54, 141, 263. SUNT! E RIVISTE — Note di tecnica istologica. Pag. 34. Ammon O. — Differenza tra 1' indice cefalico calcolato secondo Broca e quello secondo Jhering. Pag, 100. Berlese A. — Ricerche sugii organi e suUa funzione della digestione negli Acari. Pag. 9. Bietti A. — Contribuzione alio studio del tessuto elastico in alcune parti delle palpebre. Pag. 14. Bietti A. — Contribuzione alio studio'del tessuto elastico nell'occhio. Pag. 100. Bortolotti E. — Rudimenti di corazza cutanea indicati da pieghe della pelle in alcuni embrioni di mammiferi. Pag. 12. Buscalioni L. — Ricerche sulla moltiplicazione nucleare. Pag. 76. Cosentino G. — Sulla quistione dello sviluppo e della maturazione del foUi- colo di Graaf durante la gravidanza. Pag. 93. Daddi L. — Contributo alia conoscenza della cellula adiposa. Pag. 99. Donaggio A. — Sulla presenza di un reticolo nel protoplasma della cellula ner- vosa. Pag. 34. Falcone C. — I muscoli froutale e sopracciliare nella espressione dei sen- timenti. Pag. 78. Fiealbi E. — Ricerche sulla struttura minuta della pelle degli Anfibi. Pelle degli anuri della famiglia delle Hylidae. Pag. 13. Giaeomini C. — Sulle anomalie di sviluppo dell' embrione umano. Comuni- cazione 10^ Pag. 97. V Grassi B. e Calandruocio S. — Riproduzione e metamorfosi delle anguille. Pag. 233. Marina A. — Una fissazione che permette tanto le colorazioni specifiche cel- lular! quanto il metodo di Weigert per la colorazione delle fibre nervosa. Pag. 34. Pugliese V. — Le soluzioni bicromo-paraldeidiclie come luezzi d'induriraento del sistema nervoso. Pag. 34. Righetti R. — Sulla mielinizzazione delle fibre della corteccia cerebrale umana nei primi mesi di vita. Pag. 234. Roncoroni L. — II cloruro di platino come mezzo di fissazione del sistema nervoso. Pag. 34. Staderini R. — Studio morfologico della ghiandola pineale dei mammiferi. Pag. 77. Torri G. S. — Sul significato di una appendice epiteliale dei foUicoli piliferi neU' uomo. Pag. 1 1. Verson E. — La borsa copulatrice nei Lepidotteri. Pag. 11. RIASSUNTI ORIGINALI E RIVISTE CRITICHE Giannelli L. e Giacomini E. — Ricerclie istologiclie sul tubo digerente dei Rettili. 1'^, 2''^ e o"^ Nota. Esofago, stomaco, intestino medio e terminale, fe- gato, pancreas. Pag. 14. Panebianco R. — Studio ottico-cristallografico della Cheratina. Pag. 54. Poli C. — Sullo sviluppo della vescicola uditiva nei vertebrati: studio morfo- logico. Pag. 236. COMUNICAZIONI ORIGINALI Alfieri A. — Un nuovo metodo per la depigmeutazione dei tessuti. Pag. 57. Antonini A. — II muscolo io-epiglottico in alcuni mammiferi domestici e nei- r uomo. Pag. 17. Antonini A. — Distribuzione del tessuto elastico nella prostata del cane. (Con tav. VIII). Pag. 237. Banchi A. — Le anomalie della linea primitiva negli embrioni di polio. (Con tav. 11, III, IV e fig.> Pag. 58 e 142. Carazzi D. — Contributo alia istologia e alia fisiologia dei Lamellibranchi. II. Ricerche sull'assorbimento del ferro nell' Ostrea edulis. Pag. 117. Carazzi D. — Effetti dello scoppio delle torpedini sopra gli animali ma- rini. Pag. 254. Chiarugi G. e Livini F. — Delia influenza della luce sullo sviluppo delle uova degli Anfibii. Nota prelimiuare. Pag. 90 e 105. Furaagalli A. — II tessuto elastico nella glandola lagrimale dell' uomo. (Con tav. VI). Pag. 167. Fusari R. — Contributo alia conosceuza morfologica del muscolo temporale, Pag. 213. VI — Ganflni C. — SuUe alterazioni delle cellule nervose dell' asse cerebro-spinale consecutive all' inanizione. (Con tav. VII). Pag. 221. Giardina A. — Primi stadi embrionali della Mantis religiosa. Nota preventiva. Pag. 275. Lanzillotti-Buonsanti A. — Eicerche intorno alia morfologia del muscolo estensore anteriore delle falaugi nel cavallo. {Extensor digitorum commu- nis h). (Con tavola V*). Pag. 120 e 177. Lugaro E. — A proposito di alcune varianti alia formula della « polarizza- zione dinamica ». (Con 2 fig.). Pag. 79. Ponti U. — Sulla corteccia cerebellare della Cavia. (Con tav. I). Pag. 36. Romano A. — Sopra le fibre commessurali del proencefalo dei Selacei. (Con fig.). Pag. 206. Ruffini A. — Sopi-a due special! modi d'innervazione degli organi muscolo-ten- dinei di Golgi con riguardo speciale alia struttura del tendinetto dell' or- gano rauscolo-tendineo ed alia maniera di comportarsi delle fibre nervose vasomotorie nel perimisio del Gatto. Pag. 101. Ruffini A. — Di un apparecchio micio-fotografico e di un nuovo metodo per eseguire microfotografie coll a luce del giorno riflessa dallo specchio del microscopio. (Con fig.). Pag. 170. Spampani G. — SuUe vie biliari della Talpa cieca {T. coeca L.). (Con fig.). Pag. 56. Staderini R. — Le « fibrae propriae » e le « arciformes internae » nell'atrofia sperimentale del nucleo di origine dell' Ipoglosso. Pag. 194. Staderini R — Intorno alia ghiandola pineale dei mammiferi. (Con tav. IX e X). Pag. 241. Tagliani G. — Considerazioni morfologiche intorno alle cellule nervose colos- sali deW Amj)Jiioxus lanceolatus e alle cellule nervose giganti del midollo spinale di alcuni Teleostei. Nota preliminare. Pag. 264. Valenti G. — Variety, delle ossa nasali in un negro del Sudan. (Con fig.). Pag. 191. NOTIZIE E VARIETA Personale Universitario. Pag. 28, 233. Premi e Concorsi. Pag. 96. Catalogo dei lavori pubblicati dal Prof. Luigi Calori. Pag. 25 e 40. Onoranze a Marcello Malpighi. Pag. 227. Necrologie: Salvatore Trincbese, Pag. 28 e 44. — Alessandro Lanzil- lotti-Buonsanti, Pag. 227. — Nicolaus Kleinenberg, Pag. 256 e 280. Firciize, 1898. — Stab. Tip. Fioreiitiiio, Via S. Gailo, 3b. m ZoilDiicD Italiai (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) DIRETTO DAI DOTTORI GIULIO CHIARUGI EU6ENI0 FICALBI Prof, di Auatoinia umana nel R. Istituto di Sturti Super iu Fireuze Prof, di Aiuitoiiiia coiiip. e Zoologia uella K. University di Messina ■D"flB.cio di Direzione ed Ainministrazione : Istituto Aiiatomico, 12 numeri all' anno — Abbuonamento annuo L. lO. Firenze. VIII Anno Firenze, G-ennajo ISST* N. 1 SOMMARIO : Bibt.iograpia, Pag. 1-8. SuNTi K RivisTK : Berlese A., Ricerche sugli organi e sulla funzione della digestione negli Acari. — Verson E., La borsa copulatrice nei Lepidotteri. — Torri Q. S., Sul significato di una appendice epiteliale dei follicoli piliferi nell' uomo. — Bortolotti E., Rudimenti di corazza cutanea indicati da pieglie della pelle in alcuni embrioni di mamraiferi. — Ficalbi E., Ricerche sulla struttura minuta della pelle degli Anfibi. Pelle degli anuri della famiglia delle H)jlidae. — Bietti A., Contribuzione alio studio del tessuto elastico in alcune parti delle palpe- bre. — Pag. 9-14. RiAssuNTi Originaii : QiannelH L. e Qiacomini E., Ricerche istologiche sul tube digerente dei Rettili. — Pag. 14-16. CoMDNicAzioNi Originali: Antonini A., H muscolo io-epiglottico in alcuni mam- miferi domestici e nell' uomo. — Pag. 17-25. — Catalogo dei lavori pubblicati dal prof. L. Calori. — Pag. 25-27 [Continiia). Notizie: — Pag. 28. Avverter\za Delle Comunicazioni Originali che si pubblicano nel Moni- tore Zoologico ItaUano e vietata la riproduzione. BIBLIOGRAFIA St da notlzia soltanto dei Icworl inihbUcatt in Italia. I. Scritti general! di Zoologia e di A^natomia. Bombicci L. — II tirocinio sperimentale di compimeato ai corsi universitari di Scienze fisiche e naturali : discorso inaugurale. — Bologna , Lihr. Tre- ves, 1896, pag. 38. Brusina. — Ancora sull' opera inedita dell' abate Chiereghini sui crostacei, i testacei e i pesci del Veneto. — Rivista italiana di Sc. nat. Anno 16, n. 9. Siena, 1896. Castellino P. — Dell' eredita in patologia. — Mllano, tip. Vallardi, 1896, pag. 46. Collez. ital. di leitare sulla medicina. Serie 7, n. 9. — 2 Cattaneo G. — Le gobbe e le callosita del cammelli iu rapporto alia questione dell' ereditarieta dei caratteri acquisiti. — Genova, tip. Ciminago, 1896, pag. 12. Est)', d. At. d. Soc. ligustica di Sc. nat. e geograf. An. 7 {1896). Fasc. 3. — Boll. d. Musei di zool. e anat. comjy. d. R. Univ. di Genova. N. 51 (1896), pag. 12. Genova 1896. Cattaneo G. — I fattori dell' evoluzione biologica (Sunto). — Boll. d. Musei di zool. e anat. comp. d. E. Univ. di Genova. N 53 {1896), pag. 4. Genova 1896. Ceresole G. — Su di una pregiata opera inedita dell' abate Chiereghini sui Crostacei, i Testacei e i Pesci del Veneto. — Rivista italiana di Sc. Kat. Anno 16, n. 6. Siena, 1896. Jung L. — Elementi di zoologia e di anatomia comparata (Anno scolastico 1895-96). Pal' ma. lit. Zafferri, 1896 {In cor so di pubblicazione). Maggi L. — Necrologio del Dr. Raffaello Zoja. — Boll, scientifico. Anno 18, n. 2-3-4, pag. 83-89. Pavia 1896. (Segue I'Elenco delle Pubblicazioni del Dr. R. Zoj a). Palumbo A. — Note di ^oologia e Botanica sulla plaga selinuntina (Conti- nuazione, vedi Nat. Sic, vecchia serie. Anno XIV, n. 1-2). — II Naturalista Siciliano. Nuova serie. Anno I, n. 4-5-6-7. Palermo, 1896, jpag. 124 a 131. (Continua). Zoja R. — Stato attuale degli studi sulla fecondazione. — Bull, scientifico. An- no IS, n. 2-3-4, pag. 90-128. Pavia 1896. (Continua). II. Zoologia applicata. Bergamasco C. — Sail' allevamento del bestiarae : conferenza. — Varallo, tip. Camaschella e Zanfa, 1896 , pag. 15. Canova G. — Sul miglioramento del bestiame bovino della provincia di Man- tova. — Mantova, tip. Mondovl, 1896 , pag. 22. Leonard! C. — La pesca delle spugne nelle acque di Lampedusa. — Bollettino del Nafurali.^9' ^^0- IV. Istologia. Carazzi D. — Contributo alia Istologia e alia Biologia dei Lamellibranclii. I. Ricerche suUe Ostriche verdi. — Vedi M. Z., Anno 7, n. 12, pag. 282. De Creseenzo D. — Contributo alia conoscenza istologica della fibra musco- lare striata. — Napoli, tip. Muca, 1896, 2)ag. 16. (Con tav.). — 3 — Donaggio A. — Sulla presenza di uii reticolo nel protoplasma della cellula nervosa. — Riv. sjjeriin. di fveniatria e medicina legale. Vol. 22, Fasc. 4, j)ag. 862-8G6. Reggio Emilia 1896. Lugaro E. — Sulle alterazioni delle cellule nervosa dei gangli spinali in se- guito al taglio della branca periferica o centrale del loro proluiigamento. — Riv. di Patol. nervosa e mentale. Vol. 1, Fasc. 12, pag. 457-470. Fireiize 1896. Con fig. Lugaro E, — Sulle alterazioni delle cellule nervose per mutilazione parziale del prolungamento nervoso : nota. — Firenze, Stab. tip. Fioreatino, 1896, pag. 4. Estr. d. Riv. di jjatologia nervosa e mentale. Vol. I (1896), Fasc. 12. Margarueci O. — Ricerche sperimentali suUa rigenerazione del tessuto osseo. — Roma, tip. d. Unione coop. edit. 1896, jyag. 28. Estr. d. PolicUnico. Vol. III. C, anno 1896. Mari M. — I Zoospermi della Telphusa fiuviatilis Latr, Contribute alia sperma- togenesi dei Crostacei decapodi. - Vedi M. Z., VII, 12, 279. Negro. — Contributo all'istologia del sarcolemma delle fibre muscolari striate. — Giorn. d. r. Accad. di Medicina di Torino. Anno 59, n. 12, X)ag. 545-548. Torino 1896. Paladino G. — Per la costituzione morfologica del protoplasma delle cellule nervose nel midollo spinale. — Rendic. d. Accad. d. sc. fis. e matem. [Sez. d. Sac. r. di Napoli). Serie 3, Vol. 2, Anno 35, Fasc. 2 {Novembre 1896). Na- poll, tip. De-Ruhertis, 1896. Panebianeo R. — Studio ottico-cristallografico della cheratina, con nota sulle nozioni di ottica cristallografica indispensabili ai Biologi per intendere ed osservare i feuomeni della doppia rifrazione, con qualche applicazione ai cristalli e con aggiunta sulle nozioni indispensabili a sapersi di Cristallo- grafia morfologica. — Padova, tip. cooperativa, 1896, pag. 67. Con tav. e fig. Pellizzi G. B. — Sulla struttura e sull' origine delle granulazioni ependimali. (Contributo all'istologia e patologia della nevroglia). — Riv. sperim.di fre- niatria e medicina legale. Vol. 22, Fasc. 3, pag. 466-487. Reggio Emilia 1896. Ruffi7ii A. -- TJlteriori ricerche sugli organi nervosi terminali nel connettivo sottocutaneo dei polpastrelli dell'uomo e sulle diverse qualita di corpuscoli del Pacini che si osservano nello stesso tessuto. — Vedi M. Z., VII, 9-10, 194. V. Tecnica. Pugliese V. — Le soluzioni bicromo-paraldeidiche come mezzi d'induriraento del sistema nervoso. — Riv. sperim. di freniatria e medicina legale. Vol. 22, Fasc. 4, pag. 867-869. Reggio Emilia 1896. XVI. Vertetorati. 11. PARTE ANATOMIC A. 1. Parte generale. Laecetti F. — Nozioni di anatomia umana ad uso degli allievi pittori e scul- tori. — Napoli, tip. Pesole, 1896. {In cor so di pubbllcazione). Laecetti F. — Dell' insegnamento dell' anatomia artistica. — Napoli, tip. Pe- sole, 1896, pag. 14. — 4 Livini F. — Sulla distribuzione del tessuto elastico in varii organi del corpa umano: Prirrxa nota. — Est)', di pag. 12 d. Sperimentale {Arch, di Biologia). Anno 50, Fasc. 4. Firenze, 1896. 2. Tegumento e produzioni tegumentarie. Bortolotti E. — Rudimenti di corazza cutanea indicati da pieghe della pelle in alcuni embrioni di mammiferi. — Vedi M. Z., VII, 11, 247. Campana R. e Degola N. — Le colorazioni della pelle del Camaleonte e il colore nel cosi detto sarcoma primitivo della cute. Con 3 tavole. — Clinica dermosifilopatica della R. Univ. di Roma. Anno 1896, Fasc. 3. Roma 1896. Ficalbi E. — Ricerche sulla struttura minuta della pelle degli Anfibi. Pelle degii anui-i della famiglia delle Hylidae. Con 4 tavole e 2 figure nel testo. — Atti della R. Accademia Peloritana in Messina. Anno XI, 1890-1897. Messina 1896, pag. 295 a 436. 3. SlSTEMA nervoso centrale e periferico. Agostini C. — Descrizione di un cranio e cervello scafocefalo. — Arch, per la Antrop. e la Etnol. Vol. 26, Fasc. 2, 2)ag- 91-104. Firenze 1896. Con fig. Breglia A. — La mia clas3iQca.zione dei nervi cranici rispetto alle nuove dottrine sugli elementi anatomici nervosi ed alle loro funzioni. — Giorn. d. Assoc. Nap)oletana di Medici e Naturalisti, Anno 6, Punt. 4. Napoli 1896. Pag. 193-207. Ceni C. — Sur les fines alterations histologiques de la moelle epiniere dans les degenerescences secondaires ascendantes et descendantes. — Arch. Ital. de Biologie. Tome 26, Fasc. 1, pag. 97-111. Turin 1896. IFusari R. — SuUe fibre nervose a decorso discendente situate nella .substantia reticularis alba del Rhombencephalon umano: nota. — Estr. di pag. 10 d. Riv. sperim. di freniatria. Vol. 22, Fasc. 3. Reggio Emilia 1896. Fusari R. — «La terminazione centrale del nervo ottico nei Teleostei ». Re- plica al Dr. Mirto. — Riv. di Patol. nervosa e mentale. Vol. 1, Fasc. 10, pag. 396. Firenze 1896. G-abri G. — A propos des cellules radiculaires posterieures de v. Lenhossek et Ramon y Cajal. — Arch. Ital. de Biologie. Tome 26, Fasc. l,]yag. 1 15-119. Turin 1896. Gurrieri R. — Degenerazioni sistematizzate del midoUo spinale nell' avvele- namento per fosforo. — Riv sperim. di freniatria e medicina legale. Vol.22, Fasc. 3, pag. 425-434. Reggio Emilia 1896. Marchi V. — SuU' origine del lemnisco. — Riv. di Patol. nervosa e mentale. Vol. 1, Fasc. 9, pag. 351-352. Firenze 1896. Masetti E. — Le alterazioni del midollo spinale nei cani tiroidectomizzati. — Riv. sj)erim. di freniatria e medicina legale. Vol. 22, Fasc. 4, pag. 797-804. Reggio Emilia 1896. Mirto D. — In risposta alia uota del Prof. R. Fusari « La terminazione centrale del nervo ottico nei Teleostei ». — Riv. di Patol. nervosa e mentale. Vol. 1, Fasc. 10, pag. 394-396. Firenze 1896. Mirto G. — Sulle degenerazioni secondarie cerebello-cerebrali attraverso i peduncoli medii e superior!. — Arch. d. .sc. mediche. Vol. 20 , Fasc. 4 , pag. 373-392. Torino 1896. {Con tav.). Marghera G. — Sulla topograSa della scissura parieto-occipitale esterna. — Giorn. d. Assoc. Napoletana di Medici e Naturali^ti. Anno 6', Puntata 4, 2Jag. 208-214. Napoli 1S9G . Con tav. Rabitti A. — II peso del cervello : conferenza. — Bologna, tip. Azzoguidi, 1896, pag. 32. Staderini R. — II ventricolo di Krause nella sua conformazione e in confronto col seno romboidale degli uccelli e col quarto ventricolo. Con tav. — Moni- tore zoolngico italiano. Anno VII, n. 8. Firenze 1896. Pag. 172-184. Vassale G. — Sulla differenza anatomo-patologica fra degeuerazioni sistema- ticlie primarie e secondarie del midollo spinale. — Biv. sp)erim. di frenia- tria e medicina legale. Vol. 22, Fasc. 4, pag. 788-796. Reggio Emilia 1896. Vassale e Donaggio. — Le alterazioni del midollo spinale nei cani operati di estirpazione delle ghiandole paratiroidee. — Riv, sperim. di freniatria e medicina legale. Vol 22, Fasc. 4, pag. 853-857. Reggio Emilia 1890. Viviani U. — Ricerche anatomiche sul destrismo e sul mancinismo. — Ai-ezzo, Stab. tip. Operajo, 1896, pag. 17. Verga A. — Studi anatomici sul cranio e suU'encefalo, psicologici e freniatrici. Vol. I (Parte anatomica). — Milano,tip.Manini-Wiget, 1896,2)ag.x-K.vinj-446. (Con fig.). 5. SCHELETRO E ArTICOLAZIONI. Agostini C. — Vedi M. Z. in questo N., pag. 4. Coraini E. — Studio di alcune particolarita del cranio dal punto di vista della morfologia e dell' antropologia criminale: nota 1^ I becchi bregmatici parietal! e il becco bregmatico frontale. — Estr. di 2Jag. 7, d. Giorn. di Medicina legale. Anno 3, Fasc. 5. Lanciano 1896. [Con fig.) Coraini E. — Studio di alcune particolarita del cranio dal punto di vista della morfologia e dell' antropologia criminale. Nota 2^ L'articolazione bigemina del bregma. — Pag- 13. Bologna, tip. Moiiti, 1896. {Con fig.). De Aroangelis E. — Alcune varieta morfologiche delle ossa interparietal! e preinterparietali in crani di feti umani. Con una tav. — Annali di Nevrolo- gia. Anno XIV, Fasc. Ill-IV. Estratto. Napoli 1896. Legge F. — Sulla morfologia della mandibola e sui denti del Gongylus- ocella- tas. — Vedi M. Z., VII, 9-10, 197. Maggi L. — Centres d'ossification et principales varietes morphologiques des interparietaux chez I'homme. — Arch. Ital. de Biologie. Tome 26, Fasc. 2, pag. 301-307. Turin i896. {Resume). Marina G. — SuUe curvature della colonna vertebrale: contributo di studi di anatomia normale e patologica. — Livorno, tip. Giusti, 1897. pag. 35. Verga A. — Vedi M. Z., in questo N. e pag. Zoja G. — Ossa pteriche. — Bull, scientifico. Anno 18, n. 2-3-4, pag. 33-38. Pavia 1896. Con tav. {Continuaz. e fine.) 6. Apparecchio muscolare. Bertelli D. — Contributo alio sviluppo del diaframma.— Vedi M. Z., VII, 11, 247. 10. Apparecchio uro-genitalr. Capsule surrenali. Bertelli D. — Pieghe del reni primitivi nei Rettili. — Vedi M. Z., VII, 11. 247. Giacomini E. — Contributo all' istologia dell' ovfirio dei Selaci con speciale ri- guardo sopra ad alcune particolarita di struttuva riscontrate nell' ovario di Myliohatis boviva Geoffi-. — Esti: di j)ag. 54 d. Ricerche fatte net Lahorat. di Anatomia normale d. R. Univ. di Roma ed in altri Lahorat. biolog. Vol. 5, Fasc. 3 e 4. Roma 1896. Giacomini E. — Sui corpi lutei vevi degli Anfibi con una breve appendice sui corpi lutei veri degli Uccelli {GaJlus domesticus). Con tav. — Monitore zoo- logico italiano. Anno VII, n. 9-10 e 11. Firenze 1896. Margarueci O. — Stato anatomico dogli annessi dell' utero dope la rimozione di esso. — Boll, della R. Ace. medica di Roma. Anno 22, Fasc. 3 e 4, pag. 399 a 400. Roma 1896. 11. Teratologia. Banchi A. — Ancora un caso di mostruosita doppia in un giovane embrione di polio. Con tav. — Vedi M. Z., VII, 11, 246. Goria G. — Di un caso di atresia od assenza congenita della cavita del corpo deir utero. — Giorn. d. r. Accad. di Medicina di Torino. Anno 59, n. 10-11, pag. 461-466. Torino 1896. Marchese L. — Bambina presentante numerose anomalie. — Catania, tip. Pan' sini, 1896, pag. 19. {Con tav.). Taruffi. C. — Caso di pleuro-gastro-scbisi con criptomele. — Bologna, tip. Gam- berini e Parmeggiani, 1896, pag. 22. {Con tav.). Estr. d. Rendic. d. sess. d. R. Accad. d. sc. d. latituto di Bologna. Anno accad. 1896-97. Vedi anche in: Boll. d. Sc. mediche. Anno 68, Serie 7, Vol. 8, lasc. 1, pag. 42-48. Bo- logna 1897. Con tav. III. PARTE ZOOLOGICA. 1. Parti: generale. Fauna. Regalia E. — Sulla fauna della « Grotta dei Colombi » (Mem. II). — Arch. jj. la Aniropologia e la Etnologia. Vol. 26, Fasc. 2, pag. 141-178. Firenze 1896. Con tav. (Lavoro paleontologico). 3. Pesci. Damiani G. — Appunti ittiologici sui mercato di Genova. — Rivista italiana di Sc. nat. Anno 16, n. 10 e 11. Siena 1896. Damiani G. — Notizia ittiologica; Pomatomus telescopium a Genova. — Bollet- tino del Naturalista collettore, allevatore, coltivatore. Amio 16, n. 5. Siena 1896. Damiani G. — Ancora sui Gobiiis italici. (Nota di 17 versi). — Rivista italiana di Sc. nat. Anno 16, n. 6. Siena 1896. Grassi B. e Calandruccio S. — Ulteriori studi suUo sviluppo dell' anguilla e sui grongo. — Vedi M. Z., VII, 11, 247. Vineiguerra D. — Pesci raccolti da Don Eugenio dei principi Ruspoli durante I'ultiino suo viaggio nelle regioni dei Somali e dei Galla. — Estr. di pag. 8, d. Annali d. Museo civico di St. nat. di Genova, Serie 2, Vol. 17 (37). Ge- nova 1896. 7 — 4. Anpjbii. Boulenger F. R. S. — A list of the Reptiles and Batrachians collected by the late prince Eugenio Ruspoli in Somaliland and Gallaland in 1893. — Est): di pag. 10 d. Annali d. Museo civico di St. 7iat. di Genova. Serie 2, Vol. 11 (31). Genova 1896. Boulenger F. R. S. — Report on capt. Bottego's second collection of Reptiles and Batrachians from Sonaaliland. — Estr. di pag. 9 d. Annali d. Mmeo ci- vico di St. nat. di Genova. Serie 2, Vol. 11 {31). Genova 1806. (Con tav.). Peraeca M. G-. — Rettili ed Anfibii raccolti a Kazungula e sulla strada da Kazungula a Buluwaio dal Rev. Luigi Jalla, Missionario Valdese nell' alto Zambese. — Bollet. dei Musei di Zool. ed Anat. com}), della R. UniversilH di Torino. Vol. XI, n. 255, 4 Settemhre 1896. Pag. 4, con fig. Peracea M. G. — Rettili ed Anfibii raccolti nel Darien ed a Panama dal Dott. E. Festa. — Bollet. dei Musei di Zool. ed Anat. comp. delta E. Univer- sita di Torino. Vol. XI, n. 253, 23 Luglio 1896. Pag. 12, con fig. 5. Rettili. Boidenger. — Vedi in questo N. e pag. Peracea. — Vedi in questo N. e pag. Peracea M. G. — Sopra alcuni Ofidii nuovi o poco noti dell' America meridio- nale. — Bollet. dei Musei di Zool. ed Anat. comp. delta R. Universitcl di To- rino. Vol. XI, n. 252, 22 Luglio 1896. Pag. 4, con fig. 6. UCCELLI. Angelini G. — 11 Dendrocopus viedius in provincia di Roma. — Boll. d. Soc. romana p. gli studi zool. Anno 5, Vol. 5, Fasc. 3-4, pag. 100-101. Roma 1896. Angelini G. — Contributo alio studio delle migrazioni ornitiche con osserva- zioni fatte specialmente attorno alio stretto di Messina. — Boll. d. Soc. ro- mana p. gli studi zool. Anno 5, Vol. 5, Fasc. 3-4, pag. 130-146. Roma 1896. [Continuaz. continua). Angelini G. e Falconieri di Carpegna G.— La Limicola platyrhyncha av- vertita per la prima volta in prov. di Roma. — Boll. d. Soc. romana p. gli studi zool. Anno 5, Vol. 5, Fasc. 3 e 4, jyag. 91-99. Roma 1896. Arrigoni degli Oddi E. — Nota sopra una Querquedula Crecca colorita anor- malmente. — Boll, del Nat. collettore, allevatore, coltivatore. Anno 16, n. 10. Siena 1896. Baraldi G. — Nascita dei pulcini del Gallus gall inaceus FnUas. — Pisa, Up. Citi, 1896, pag 24. Bonomi A. — Che cosa e la Cyanecula orientalis C. L. Bp. •*. — Bollettino del Naturalista. Anno 16, 1896, n. 3. Siena 1896. Bonomi A. — La questione del Pettazzurro {Cyanecula). — Bollett. del Natura- lista collettore, allevatore, coltivatore Anno 16. n. 1. Siena, 1896. Damiani G. — A proposito della Cyanecula orientalis. — Boll, del Naturalista collettore, allevatore, coltivatore. Anno 16, n. 4. Siena 1896. Damiani G. — Un' ultima parola sulla questione del Pettazzurro. — Bollet. del Natur. collettore, allevatore, colfiratore. Anno 16, n. 11. Siena 1896. Fabani C. — II letargo negli Uccelli. — Boll, del Naturalista collettore, alleva- tore, coltivatore. Anno 16, n. 4, 5, 7. Siena 1896. Fiori A. — II Fringuello alpino nell'Abruzzo. —Boll, del Nat. collettore, alle- vatore, coltivatore. Anno 16, n. 10. Siena 1896. Lepri G. — Uccelli rari per la provincia di Roma. — Bollettino del Naturalista collettore, allevatore, coltivatore. Anno 16, n. 4. Siena 1896. Salvador! T. — Descrizione di una nuova specie del genere HhamjyJiocoelus di Chiriqui. — Ballet, dei Musei di Zool. ed Anat. comj). dclla R. UniversitcL di Torino. Vol. XI, n. 249, 4 Lnglio 1896. Pag. 2. Salvador! T. — Catalogo di una coUezione di Uticelli delle vicinanze di Deli in Sumatra. — Bollet. dei Mn.sei di Zool. ed Anat. comp. della R. Universita di Torino. Vol. XT, n. 250, 16 Luglio 1896. Pag. 14. Stefam {De) T. — Note diverse di Ornitologia ed Entomologia. — Vedi M. Z., VII, 12. 280. 7. Mammiferi. Camerano L. — Note Zoologiche. Vil. Di un cranio di Cercopithecus ruber E. Geoffr con dentatura anormale. — VIII. Di una Molge vulgaris polime- lica. — Bollet. dei Musei di Zool. ed Anat. comp. delta R. University di To- rino. Vol. XI, n. 251, 21 Luglio 1896. Pag. 4, con fig. Carrueclo A. — Sovra due micromammiieri donati al Museo Zool. della R. Univ. di Roma: Tarsipes rostratus e Nyctipithecus Azarae. — Boll. d. Soc. romana p. gli studi zool. Anno 5, Vol. 5, Fasc. 3-4, pag. 147-158. Roma 1896. Ghig! A. — Sulla dentatura delV Hemicentetes semispinosus (Mivart). — il/omY. Zool. ital. Anno VII, n. 11. Firenze 1896. {Con fig.). Leonard! C. — Cattura di una Foca comune {Phoca vitulina) nelle acque di Lampedusa. — Bollettino del Naturalista collettore, allevatore, coltivatore. Anno 16, n. 4, Siena 1896. Parona C. — I colossi dei nostri mari. Cattura di quattro balenottere in Ligu- ria. — Estr. di pag. 8 d. Illustrazione ital. n. 48 del 1896. Genova, tip. Tre- ves, 1896. {Con fig.). Thomas Oldfield. — On capt. Bottego's second collection of Mammals from central and southern Somaliland. — Estr. di jyng- 3 d. Annali d. Museo ci- vico di St. nat. di Genova. Serie 2, Vol. 17 (37). Genova 1896. 8. Antropologia ed Etnologia. Gigliol! H. E. — La Trebbiatrice guernita di pietre in uso presso alcune tribu berbere nella Tunisia. — Archivio per V Antropologia e V Etnologia. Vol. 26. Fasc. 1. Firenze 1896. Pag. 53 a 56. Mantegazza P. — II colore degli occhi secondo gli anticbi ed i moderni. — Arch. p. la Antropologia e la Etnologia. Vol. 26, Fasc. 2, pag. 112-122. Fi- renze 1896. Mar!na G. — Studi antropologici sugli adulti (italiani e stranieri). — Torino, Bocca edit., 1897. Pag. 38. Zoja G. — Sopra alcuui crani esotici esistenti nel Museo Anatomico di Pavia. — Bull, scientifico. Anno 18. n. 2-3-4, pag. 38-46. Pavia 1896. {Continuaz. continua). — 9 — SUNTI E RIVISTE Berlese A. — Ricerclie sugli organi e suUa funzione della digestioue iicgli Acari. — Portici, 1896, pag. 42 con 36 figg. nel testo e 1 tav. Quanto all' anatomia giova tener separati gli Acari in tre gruppi. I. Cryptostigmata. Ad una breve faringe segue I'esofago che penetra e si svasa liberameute nella parte anteriore dello stomaco. L' epitelio dell' esofago produce un' intima che si rinnova di frequente e che, come nell' intestine degli artropodi, e destinata ad avvolgere il bolo. Ghiandole salivari si trovano nel capotorace, ma il lore condotto e rimasto anche al B. scouosciuto. II ventricolo (mesenteron) e molto grande; il sue epitelio consta di elementi ripieni di due sorta di guttule minutissime. Manca la cuticula. In quest' organo sboccano due o quattro ciechi, divers!, nella struttura, da quelli degli insetti, simili invece alia ghiandola addominale dei ragni e degli Opilionidi. L' epitelio dei ciechi e formato da cellule pavimentose, ognuna dalle quali da origine ad altri elementi subglobosi, che giunti a termine si staccano per cadere nel lume della tasca. Mentre le cellule madri hanno un citoplasma omogeneo, quelle clavate, iu via di formazione, e quelle staccate contengono: guttule xli grasso, idem di fer- mento, un liquido incoloro e dei granuli escrementizii. Alia valvola pilorica segue un breve tenue, poi un' altra valvola, il colon e quindi il retto propria- mente detto. Assai notevole e la struttura del Colon. II B. richiama a questo punto I'at- tenzione anche sulla forma del colon nel Grillus campestris, provvisto di sin- golari organi assorbenti (contrariamente al Mingazzini che ad organi ana- loghi dei Lamellicorni non accorda questa facolta). Tornando agli Acari e da ricordare la forma degli elementi nell' epitelio del colon. I quali, quando sono in quiete, hanno la superfice libera terminata da uno stretto orletto, traspa- rente, netto ed uniforme; ma in presenza del bolo alimeutare si allungano a forma di clava e 1' orletto si trasforma in filamenti, o pseudopodi, di lunghezza straordinaria, moventisi in tutti i sensi. [E da rilevare I'analogia di questa de- scrizione con quella fatta dall' Heidenh ain per 1' intestine tenue dei mammi- feri. Rel.]. II. Mesostigmata. Qui le tasche cieche del mesenteron sono ample, molto piii numerose ed in alcuni Gamasidi penetrano fin dentro gli arti. II retto, non di- stinto dal colon, si gonfia a vescica ed anche per la struttura dev' essere para- gonato alia tasca urinaria degli Araneidi ecc. In questo gruppo esistono i tu- boli malpighiani, che mancano sempre in quello precedente. III. Prostigmata. Qui stomaco e ciechi si fondono completamente, formando una grossa ghiandola addominale multilobata, che abbraccia, quasi completa- mente il retto e cosi strettamente che le tuniche di questo e di quella sono saldate insieme. Non c' e possibilita di distinguere le diverse porzioni dell' in- testiuo. Esistono ghiandole salivari. Quanto alle funzioni, per quel che riguarda le ghiandole salivari, poco sappiamo e poco aggiunge il B. II quale suppone forniscauo un liquido alcalino M. z. — 10 — capace di disgregare e ridurre in poltiglia 1' alimento. Non grande e 1' impor- tanza del mesenteron e poco sappiamo sulle reazioni che in esso avvengono.L' A. si ferraa invece a lungo sulle funzioni dei ciechi epatici o pancreatici del me- senteron. Egli ammette, prima di tufcto, come cosa assodata la trasformazione deir epifcelio di rivestimento in ejjitelio glandulare. Quanto a questo distingue neH'interno degli elementi le guttule di grasso propriaraente dette da altri globuli, che, con minuziose ricerclie, dimostra essere formati da una sostanza albuminoide e sono di due specie diverse, una derivata dall'altra per 1' azione di fermenti prodotti dalla cellula negli ultimi moraenti della sua vita. Si avreb- bero dunque ; cellule mature e staccate contenenti solo albuminoidi e liquido fermentizio (rade negli acari, comuni negli artropodi superiori); cellule mature nelle q'aali gli albuminoidi sono trasformati in peptoni. Queste due qualita di cellule si rompono durante la digestione e versano il loro contenuto nel lume dell' organo. Esistono poi anche delle cellule che non si rompono mai. Notevoli depositi cristallini si trovano nell' interno delle cellule dei ciechi, d' origine certo escrementizia. Oltre a numerosi calcoletti si osservano pure dei veri cristalli di acido urico. La presenza di corpi estranei, quali sarebbero le spore di diversi funghi, neir interno delle cellule dei ciechi, dimostrano una facolta di assorbimento cosi intensa da attrarre le sostanze ambienti nel loro interno, anche se sono solide. E per spiegare questo fatto sembra al B. che si debba ritenere tali cellule come provviste nella membrana di un ostiolo, corrispondente al punto d'inserzione sulla cellula originaria, quale il Mingazzini figura nelle cellule delle larve di coleottero da lui studiate. In tal modo le cellule dei ciechi passerebbero per queste fasi: assorbimento degli albuminoidi, contenuti nei liquidi dei succhi ingeriti, seguito da una ela- borazione intracellulare; sarebbe cosi compiuta la prima fase, cioe V ingestione. Nel secondo periodo digestive si ha la secrezione dei fermenti e a questo punto talvolta finisce 1' attivita della cellula, che si rompe abbandonando il suo con- tenuto. Piu spesso continua il metabolismo intracellulare e gli albuminoidi vengono trasformati in peptoni ; quest' e la terza fase, cioe la digestione. A que- sto punto puo cessare 1' attivita della cellula, che, o per 1' ostiolo o per esosmosi 0 per rottura, abbandona il suo contenuto. Ma nei Cryptostigmata si com- pie una quarta fase, cioe l' escrezione. Ecco dunque come una funzione, che in animali elevati e riservata ad un complesso notevole di organi e di succhi, in animali piu bassi, come sono questi semplici artropodi, e compiuta solamente dentro di un singolo elemento cellulare. A questo punto il B. para I'ob- biezione che il Plateau nega alia glandola addominale degli Araneidi (cei'to omologa ed analoga a quella degli Acari) qualunque funzione di digestione. II bolo che scende nel tenue continua ad essere digerito per 1' assorbi- mento delle cellule di questa parte del tubo digerente. Nel colon poi il bolo e aggredito dalle lunghe e strane ciglia dell' epitelio, che si abbarbicano, come minute radichette, penetrando in tutte le insenature della pellicola che lo rive- ste. Ad assorbimento compiuto, le ciglia si ritirano, il bolo scende nel retto ed esce per I'apertura anale. Nel retto si e g\k visto che si compiono funzioni escrementizie. Nei Mesostigmata fu gia detto che si trovano anche dei malpighiani bene sviluppati; i prodotti sono urati ed acido urico. Talvolta negli Acari si trovano — 11 — i prodotti di escrezione accumulati in tutti i vani del corpo, e quindi special- mente nella cavita viscerale, dalla quale non possono mai venire espulsi. In tutti gli Acari, ma piu specialmente in quelli del gruppo qui sopra ricor- dato, si nota ua contiuuo deposito di sostanze albuminoidi entro le cellule dei ciechi, ivi raccolte per essere utilizzate nei tempi di astinenza. Carazzi. Vepson E. — La borsa copulatrice nei Lepidotteri. — Atti e memorie Ace. sc. Paclo- i-a, V. XII. 1896, pagg. 369-372. Scopo della Nota e di spiegare la strana configurazione di quest' organo. Esso, nei filugello, e formato da una vescica piriforme con ampio orificio che si ristringe in un breve collo; segue appresso il canaliculo seminale e da ultimo si espande un largo sacco che termina a fondo cieco. Nella seconda meta della fase ninfale la borsa copulatrice, che s'e gia for- mata, continua a crescere, ma la cuticula interna non fa altrettanto, sicche finisce collo staccarsi dalla parete dell' organo, rimanendo aderente soltanto presso I'orificio. E a cagione della distensione subita la cuticola si assottiglia e protende liberamente in lembi sfrangiati nei sacco a fondo cieco. Non per questo 1' epitelio della borsa rimane decuticulato, perche si vede comparire una cuticola imaginale, la quale rimane aderente alle cellule gene- ratrici ed ha la superfice irta di minutissime spine. Nella conversione in farfalla la prima cuticula ninfale non cade, ma rimane in sito. Cosi nella copula lo sperma entra nei sacco formato da quella cuticula, sotto la pressione delle contrazioni del corpo viene spinto verso il fondo e filtra traverse ai lembi sfrangiati nello spazio della vera cavita copulatrice. Qui gli spermatofori possono scendere verso I'orifizio del canaliculo e strada faceudo sono spogliati del loro involucro membranaceo dagli acuti spini della cuticola imaginale. Cosi i nemaspermi restano isolati e possono compiere la loro funzione. CARAZzr. Torri G. S. — Sul significato di una appendice epiteliale dei follicoli piliferi nel- I'uomo. — Eicerche fatte nei Lahorat. di Anat. normale della E. Univ. di Eoma ed in altri Laborat. biol. Vol. 5, fasc. 3, pag. 209-219. Eoma, 1896. Le sezioni perpendicolari del cuoio capelluto e della pelle di altre regioni di embrioni umani, gia fino dal 4" mese, dimostrano, come fu da altri rilevato, I'esistenza di una appendice epiteliale dei germi piliferi, o, meglio, della loro guaina radicolare, assai costante per forma e posizione, e che, modificandosi al- quanto, si mantiene in talune regioni auche fino all'eta adulta. Di cotale forma- zioue cercarono di trovare il significato Uuna, Von Ebner, Giacomini, Va- raglia ed altri; ma, poiche esso e tutt'altro che stabilito, I'A. ha creduto utile tornare suU' argomento. Eiassumiamo brevemente il risultato delle sue osser- vazioni. In feti al 5" mese di vita intrauterina I'appendice, situata al contorno del germe pilifero dal lato dell'angolo maggiore che questo forma coU'epiJermide, e subito al disotto dell'abbozzo delle ghiandole sebacee, si mostra come un or- gano epiteliale massiccio, nei quale si distingue uno strato superficiale di eel- 12 lule allungate o prismatiche, ed una massa centrale fatta di cellule epiteliali compatte, poliedriche: le prime si continuano in alto colle cellule superficiali dell'abbozzo delle ghiandole sebacee, in basso colle cellule epiteliali che daranno origins alia parte bulbare della guaina radicolare esterna. Per certi caratteri particolari I'A. distingue nei follicoli piliferi in questo stadio di sviluppo una zona formativa che interessa circolarmente la guaina epiteliale, caratterizzata da cellule prismatiche allungate, molto stipate, fornite di nuclei a bastoncello che si colorano intensamente. Collo studio poi di embrioni in uno stadio piii avanzato di sviluppo I'A. si persuade che la formazione di queste appendici epiteliali alia periferia dei follicoli piliferi nell'uomo, non e che I'effetto mecca- nico di una ineguaglianza d'accrescimento della loro parete, dovuta alia sua attivita formativa in una data zona che circonda tutto il follicolo pilifero (zona formativa circolare) occupandone presso a poco la porzione media ed interes- sante solo la guaina radicolare esterna. Dall'esame comparativo che I'A. ha istituito nel gatto, rileva che i peli accessorii di questo mammifero rammentano per il luogo e la maniera d'origine quelli delle appendici in questione, e che quindi le due formazioni debbono ritenersi omologhe. Infine, dopo altre considerazioni, I'A. conchiude che la zona formativa circolare dei follicoli piliferi servirebbe come tessuto embrionale permanente per lo sviluppo non solo dei peli acces- sorii negli animali che li posseggono, o delle appendici epiteliali nell'uomo, ma ancora dei peli di sostituzione: queste appendici epiteliali nell'uomo rappresen- tano rudimenti di peli accessori, e I'esistenza di essi puo considerarsi come prova che I'uomo discende da animali la cui pelle era fornita di veri fasci di peli. LiviNi. Bortolotti Emma. — Rudimenti di corazza cutanea indicati da pieghe della pelle in alcuni embrioni di mammiferi. Con 1 tavola. — Eicerche fatte nel laho- ratorio di Anatomia normale della B. Universitd, di Rovia e in altri labo- ratori biologici. Vol. 5, Fasc. 3-4, Roma, 1896. L' esame comparativo di embrioni e neonati di diversi mammiferi e di em- brioni di coccodrillo, ha condotta I'A. ad ammettere che in certi mammiferi. nei quali alio stato adulto non appariscon traccie di corazza cutanea, esistono per un non breve periodo dello sviluppo rudimenti della corazza medesima. Nel Mus decumanus in uno stadio, che precede di poco la nascita, si osserva che la pelle per mezzo di solchi e divisa quasi completamente in tanti anelli o fascie trasversali. Un simile aspetto della cute, che si riscontra costantemente in tutti gl'individui di una stessa famiglia e di famiglie diverse e non e da at- tribuirsi all' azione dei reagenti usati (liquido di Kleinenberg, bicromato di potassio, acido cromico), si mantiene con poche varianti fino alia nascita. Do- podiche le pieghe cutanee si modificano e quelle della parte anteriore del corpo si mostran diverse da quelle della parte posteriore: le une son divise dalle altre per mezzo di un solco trasversale. E da notare che tanto il primitivo or- dinamento delle pieghe cutanee, come i sussegueuti cambiamenti avvengono secondo regole fisse. Nel topo le prime modificazioni della superiicie esterna della pelle, rappresentate da numerosissime papille cutanee, si osservano in embrioni, che hanno una lunghezza di 21 mm., misurati dalla parte piu pro- minente della testa alia radice della coda. 13 — Neonati di altri Rosicanti (Alyoxus), eel embrioui di Insettivori {Talpa, Ennaceus europaeas), di Sdentati {Dasypus), di Marsupial! {Didelphys mirita) denotano che in tutti la pelle si divide regolarmente in aree paragonabili a quelle riscontiate nel topo. Da queste aree o si sviluppano di prevalenza squame , come nei Dasipodidi, o prevale poi il rivestimento di peli, rimauendo squame solo in alcune parti del corpo, come negli altri ordini. Squame e peli sono ordinati alio stesso modo; questi organi cutanei o esistono insieme o al maggiore sviluppo degli uni corrisponde una riduzione delle altre. Cio puo in- tendersi, ammettendo che gli uni e le altre esistessero in Mammiferi primitivi, corazzati di squame ossee e cornee e che di questa corazzatura, scomparsa in tutti i Mammiferi del vecchio continente, sia rimasto un vestigio nelle squame cornee, sviluppate al massimo grado nei Manidi. Traccie di scheletro cutaneo si osservano difatti in molti Mammiferi (Denticeti, Carnivori, Proscimmie, ecc). Da tutto cio e lecito indurre che i Mammiferi tutti derivmo dal medesimo stipite e che discendano da progenitori provveduti di scheletro cutaneo (Rettili). Dati di fatto confortano questa ipotesi, poiche gli embrioni di Rettili {Croco- dilus niloticns) esaminati dall'A. presentano alia superficie del corpo un si- stema di pieglie cutanee paragonabile a quelle dei Mammifei'i. Staderinx. Ficaibi E. — Ricerche sulla struttura minuta delJa pelle degli Anfibi. Pelle de- gli anuri della famiglia delle Hylidae. Con 2 fig. nel testo e 4 tavole. — Atti della R. Accad. Peloritana in Messina, Anno XI, 1896-97. Messina, 1896. Si riporta qui 1' Indice di questo lavoro: — 1" Preliminari. — 2" Bibliografia della pelle degli Anfibi. — 3" Convenienza, scopo e indole del lavoro. Materiale e modo di studio. — 4° Descrizione del tegumento deW Hyla alia ispezione esteriore. — 5, Sommario delle parti, di cui si compone e anatomicamente ri- sulta la pelle anfibiana in generate e quella delle Hylidae in particolare. — G" La struttura generale della pelle, ammettendosi come tipo di conformazione la pelle del dorso e del ventre. A. Generality. B. Pelle del tipo liscio o dorsale. (a. Generalita. b. Epidermide e suoi strati, o. Derma e suoi strati). C. Pelle del tipo tubercolato o ventrale {a. Generalita. b. Epidermide e suoi strati, c. Derma e suoi strati). D. Alcune quistioni riguardanti in comune la pelle (a. Due pa- role sulla struttura e sui rapporti delle cellule epidermiche. b. Due parole sulla quistione delle produzioni epidermiche cuticulari. c. Cenno sulla quistione delle papille. d. Cenno sul modo di unione della epidermide col derma, e. Cenno sulla muta epidermica). — 7° La struttura del tegumento di alcune speciali regioni. A. Membrana timpanica. B. Di alcune delle eminenze a guisa di piccole callo- sita, che si trovano sulla faccia ventrale delle mani e dei piedi. C. Le eminenze ossia i cuscinetti copulatori delle base del pollice del maschio. D. I dischi ade- sivi terminali delle dita. — 8° Le glandule cutanee. — 9" II pigment© tegumen- tale e le ragioni anatomiche delle colorazioni della pelle e dei loro cambiamenti. — lO'J Vasi e nervi della pelle. 14 Bietti A. — Contribuzione alio studio del tessuto elastico in alcune parti delle palpebre. — Archivio di Ottalmologia, Anno IV, Vol. IV, Fasc. 1-2, 1896. Per mettei'e in evidenza le fibre elastiche in diverse parti della palpebra, r A. si e servito di preferenza della colorazioue coi sali d' argento e piu spe- cialmente dei metodi del Marti notti (nitrato) e del Tartuferi (cloruro). Dai preparati ottenuti ha rilevato che il tarso e rivestito da una fittissima rete ela- stica composta di fibre, clie si continuano con quelle situate nel sue spessore. Queste ultime decorrono dalla faccia anteriore del tarso verso la congiuntiva, circondando gli acini delle glandule meibomiane, che racchiudono in una rete di fibre variamente intrecciate. Nella papilla lacrimale e nei canalicoli si os- serva esternamente all' epitelio una rete fittissima di tessuto elastico, le fibre della quale si continuano anteriormente con quelle che penetrano nell' orbico- lare, posteriormente col tessuto elastico della congiuntiva e superiormente, cioe verso 1' orifizio, stanno in connessione colle fibre elastiche del derma e della congiuntiva. Attorno ai canalicoli si ha una disposizione analoga, colla differenza che i fasci che si staccano dal cercine centrale sono molto piu im- portanti per numero e per grossezza. Silvestri. RIASSUNTI ORIGINALI L Giannelli ed E. Giacomini. — Ricerche istologiche sul tubo digerente dei Ret- tili. 1% 2^ e 'i^ Nota. Esofago, stomaco, Intestino medio e terminale. Fegato, Pancreas. — Processi verhali della E. Accademia dei Flsiocritici. Anno ac- cademico 205. N. 3, pag. 42-49; N. 4, pag. 75-84; N. 5, pag. 105-113. 1896. Queste ricerche sono state eseguite sopra animali appartenenti ai vari or- dini dei Rettili, studiando per i Saurii la Lacerta muralis e L. viridis, il Vara- nus arenarius, il Seps chalcides e VAngids fragilis; per gli Ofidii la Vipera aspis giovane e adulta, il Tropidonotus natrix e lo Zamenis viridiflavus ; peri Chelo- nii VEmys europaea e la Testndo graeca, Esofago. — L'epitelio di rivestimento nei Saurii, tranne nelYAnguis, e co- stituito luugo tutto I'esofago da uno stato di cellule mucose e vibratili. Identica costituzione presenta anteriormente wqW Anguis e negli Ofidii, mentre, proce- dendo verso la parte posteriore, diminuiscono in numero, fino a scomparire, le cellule vibratili. E invece differente l'epitelio di rivestimento nei Chelonii: in Testndo anteriormente e pavimentoso stratificato con lo strato superficiale for- mato di cellule mucose, basse; poi l'epitelio, mantenendosi stratificato, diviene cilindrico con lo strato superficiale costituito da cellule mucose assai alte, le quali assumono infine un'altezza considerevole verso lo stomaco. In Emys l'epi- telio di rivestimento e anteriormente cilindrico stratificato, con lo strato super- ficiale format© da cellule vibratili e mucose: gli strati diminuiscono poi in nu- mero finche nella parte media l'epitelio presentasi costituito da un solo strato di cellule mucose e vibratili, le quali ultime infine scompaiono verso lo stomaco. Entrano quiudi a costituire, nella maggior parte dei Rettili esaminati, l'epitelio di rivestimento dell'esofago cellule vibratili, la di cui esistenza nell' intestino 15 anteriore rappresenta una disposizione primitiva, costante nei piu dei vertebrati inferiori, transitoria invece nei vertebrati superiori. Negli Ofidii e tra i Saurii nei Va)-anus si riscontrano lungo tutto I'esofago dei foUicoli linfatici, situati tra I'epitelio e la muscolaris mucosae, la quale tal- volta presentasi invasa dai medesimi. Tranne nei Chelonii, esiste in tutli i Rettili una muscolaris mucosae piu o meno sviluppata, e cbe raggiunge il massimo di sviluppo verso lo stomaco. La tonaca muscolare e rappresentata cranialmente da uno strato di fibro-cellule circolari, al quale caudalmente si aggiunge uno strato esterno di fibro-cellule longifcudinali. StOiMACO. — L'epitelio di rivestimento e costituito da un solo strato di cellule muccse cilindriche o ciliudro-couiche con nucleo alia parte pi'ossimale, contoi-nato da una quantita piu o meno grande di citoplasma non differenziato. Istologicamente puo dividersi lo stomaco in 3 porzioni; la cardiaca, piu estesa di tutte, la pilorica e la intermediaria. La mucosa, notevolmente spessa nella prima porzione. diminuisce di spessore andando verso il piloro. Le ghiandole della porzione cardiaca sono lunglie, numerose, strettamente addossate tra loro, e presentano netta la distinzione del collo dal corpo gbiandolare. II collo delle ghiandole in alcuni Rettili e tappezzato dalle cellule dell'epitelio di rivesti- mento, che s'introducono, modificandosi, nelle ghiandole stesse, in altri (e que- sti sono in maggior numero) da cellule con tutte le apparenze di cellule mu- cose (sebbene ne differiscano per il loro comportamento verso i reagenti) fatte da alcuni autori, ultimamente dall'Oppel, corrispondere alle Hauptzellen dei Mammiferi. II corpo ghiandolare e rivestito da cellule a coutenuto scuro e fortemente granuloso. In Testudo tra qaeste cellule granulose trovansi inter- poste cellule d' apparenza mucosa (simili alle Halszellen) e non di rado ve- donsi tali cellule tappezzare intieramente il fondo dei tubuli. In Emys queste cellule d'apparenza mucosa possono ricoprire grandi tratti di tubuli od intiere loro ramificazioni. Nella porzione intermediaria le ghiandole sono meno lunghe e meno nu- merose che nella porzione cardiaca, e rivestite in massima parte da cellule di apparenza mucosa, simili alle Halszellen delle ghiandole della prima por- zione. Solo nei fondo dei tubuli si riscontrano le menzionate cellule granulose. Nella porzione pilorica le ghiandole sono cortissime, scarse, e rivestite unicamente da cellule apparentemente mucose , che, per il loro comporta- mento verso i reagenti e le sostanze coloranti, possono ritenersi simili alle Halszellen delle ghiandole della regione cardiaca. II corion della mucosa gastrica e generalmente ricco in leucociti. La muscolaris mucosae e costituita da uno strato interno circolare e da uno strato esterno longitudinale. Da essa si staccano delle fibro-cellule, che portansi nei setti interghiandolari. La tonaca muscolare resulta di uno strato interno circolare e di uno estei-no longitudinale, il primo piii spesso verso il piloro, dove invece e note- volmente assottigliato il secondo strato. Intestino medio e terminale. — Lungo tutto I'intestino si scorgono pie- ghe, alte e sottili nella parte anteriore dell'intestino medio, piu basse e piu grosse verso I'intestino terminale, nella di cui parte caudale di poco si solle- vano sulla superficie della mucosa. In Anguis e Varanus I'intestino medio e — 16 — privo di queste pieghe ed e invece ricoperto di numerose villosita. L'epitelio di rivestimento e ad un solo strato, e costituito da due specie di cellule, pro- toplasmatiche e mucose. Le prime souo piu numerose verso la parte anteriore dell'intestino medio, mentre le seconde, clie qui sono scarse, si fanuo piu nu- merose verso I'intestino terminale, nel quale o superano molto iu numero le protoplasmaticlie (Saurii, Ofidii), o forraano da sole l'epitelio di rivestimento (Chelonii). Neirintestino medio degli Ofidii le cellule mucose sono in mag- gior quantita e con teca molto ampia in corrispondenza degli estremi liberi delle pieghe, mentre diminuiscono in numero e preseutano una teca assai piii ristretta verso i forziici. II rinnuovamento dell'epitelio si fa o per mezzo di cellule sparse tra le estremita prossimali delle cellule dell'epitelio stesso, o per mezzo di cellule provenienti da speciali germogli epiteliali. II corion e assai riccamente infiltrato di leucociti lungo tutto I'intestino, ed in alcuui Rettili si osservano grossi t'ollicoli linfatici. La muscolaris mucosae, rappresentata da poclie fibro-cellule a varia di- rezione nell'intestino medio, e costituita nel terminale da due strati ben di- stinti, I'uno interno circolare, I'altro esterno longitudinale. La tonaca muscolare, formata di due strati, e piu spessa neH'iutestiuo terminale. Fegato. — E una ghiandola tubulare composta, riccamente vascola- nzzata, in special modo nel Varanus, dove i capillari sauguigni formano in qualche punto la parte predominante dell'organo. Dalle ricerche sul fegato dei Rettili viene pienamente confermata I'opinione di He ring ed altri intorno alia costituzione dei capillari biliari, poiclie anche uei Rettili le cellule epa- tiche limitano direttamente il capiliare biliare, la di cui parete e formata dall'ectoplasma ispessito, parte costitutiva integrale deila cellula epatica. Pancreas. - Interessante e il fatto di avere riscoutrato in tutti i Rettili esaminati i cosi detti ilots di Langerhans (Laguesse) e Zellhaiifchen (L au- ger bans), descritti sino ad ora nei Mammiferi ed Uccelli, e solo nella Eana tra i vertebrati inferiori. Questi ilots preseutano grandezza differente fino ad apparire sotto forma di zone assai estese, da 1 a 2 mm., come in Varanus ed m Ela2)Ms quadrilineatus. Risultano di ammassi di tubuli a lume strettissimo nvestiti da speciali cellule nettamente limitate, differenziabili per i loro ca- ratteri dalle comuni cellule paucreaticbe. In base alle caratteristiche oiferte da questi gruppi di tubuli e dando molto valore ali'esistenza di canalicoli escre- tori in mezzo ad essi, si possono ritenere deputati a secernere una sj)eciale sostanza costitutiva del succo pancreatico, tanto piu clie e sempre pendente la questione se il fermento, destinato a trasformare gli amidi in zuccliero, sia lornito dalle comuni cellule paucreaticbe o da altre cellule specificbe. Gli Autoei. 17 — COMUNICAZIONI ORIGINALI A ANTONINI. II muscolo io-epiglottico in alcuni mammiferi domestici e nelPuomo. Ricevut.1 il 1° noveiubre 189G. E vietata la riprodnziuiio. Nt'l fare alfimo riccrclic sopra i muscoli dell' a|)paiTCflii() ioidcM* Dcgli animali donu'slici, mi e occoi'so spessc >olle di osscrvarc dolle par- licolarila non del liitlo nolo, ixdalive al muscolo ioH'|)igloltic'o c di ri- sfonliaro anclio neH' uomo (|iialclic cosa chc mi 6 sembralo ricordare pill 0 iiuMio esattamenlo ({uesto muscolo cosi bene svilu|)|)alo negli ani- mali. Compresi tQsto che sarebbe utile cosa ricercare il piano di con- Ibrmazione di (jucsto muscolo nella serie animale, indagando alti'esi le cause die |)ossono avei- dato luogo alio sue svariate (lis|)osizioni ; ma non polendo in alcun modo procurarmi il materiale di ricerca die sa- reblie necessario, mi liniito ad espon'e le mie osse^^azio^i so|)i-a taluni mammireri domestici e nell' uomo a contributo di si interessante studio. Cio premesso, passo a tar conoscerc per sommi ca|)i lo stato attuale delta scienza sopra qucsto argomento. Xei trattati di anatomia, antichi e moderni, il muscolo io-epiglottico \ieiie descritto negli e(piini e nei suini come coslituito da un unico la- scio, die dalla t'accia anteriore delta cartilagine epiglottide si porta al- r osso ioidc; nei ruminanii grandi e piccoli, e nei carni\ori (piesto mu- scolo \iene invecc descritto come lascio da|)pi'ima unico e die (lo|)(» un tragitto pill o meno l)re\e si bilorca ])er andare ad inseiirsi, secondo al- cuni suite piccole corna dell' osso ioide, secondo altri sul corpo, in Nici- nanza delta sua unione colle piccole corna. Alcuni \. si limilano a de- scri\erlo net cavallo senza far cenno dei caratteri dillerenziali ; altri negauo la sua esistenza nei cane e nei maiale. V e dii lo considera lormato nella stessa guisa in liitle le specie animali senza dire come, o \iene desciilto nd nutdo col (piale si presenia nei ruminanii e nei car- nix ori, mentre il Meckel ritiene die nei mammireri imisca la base della lingua alia laccia anteriore della epiglottide, rnnzioiiando come de\a- tore e protrattore di (piesta cartilagine. — 18 — II Dott. Peli, die ncl 1880 ne fece oggetto di uno studio specialc nei maiiiniifori domostici, lo ritiene nei solipedi pure semplice, attaceato da una parte sojira la base delta e])igiollide, dall' allra al eorpo dell'osso ioidc: |)ero in un esemplare gti venne t'atto di ineonlrarlo formato da tre lasei prineipali, di cui uno mediano elie prendeva inserzione at eor|)o det- I'ioide, due taterati ctie si inserivano in ])rossiniita dett'cstrcmo superiore dettc piccote corna. Aggiunge ancora clie da questi due fasci si distac- ca\ano alcune filDre per inimettersi netta lingua. Nei maiale lo descrive semplice come nei solipedi, e bifido nei ruminanti (bue e pecora) e nei carnivori ; ma anche egli asserisce erralaniente clie le due branclie del muscolo prendono, in (piesli animali, inserzione sul corpo dell' osso ioide, in \icinanza della sua unione colle piccolo corna. Nello stesso errore cadono Ellen berger e Baum descrixendo net cane it muscolo io-epiglottico formato da due fasci distinti, che dal corpo deir osso ioide si portano, dopo essersi riuniti in un fascio unico, alia epiglotlide. Ne piii esatto e lo Strauss-Durckheim (piantunque descri\a sei)aratamente net gatto un muscolo glosso-epiglotlico ed uno io-e|)iglottico. 11 primo, posto net IVenulo della e])iglottide, parte dalla meta inferiore della cartilagine, si dirige in avanti, incrocia obli(|ua- menle 1' io-glosso e dopo un tragitto di 10 a lo mm. penetra nei setto fibrose delta lingua : dice clie e nullo nell' uomo. L' altro formato di due fasci clie partono dal corpo dell' osso ioide, si riuniscono al precedente per andare alia parte inferiore della e|)iglottide. Aggiunge che (piesti due muscoli sono slati considerati dal (lerdy come un unico muscolo de- scritto nei bue sotto it nome di muscolo io-glosso-epigiottico('). Per quanto io abbia ricercato non mi e stale |)ossibile esaminare it lavoro del (icrdy, ma posso, per la s(iuisila cortesia dell' illustre Prof. Testut, al quale rendo grazie infinite, riportai-e quelle clic si riferisce al detto muscolo e che mi e state trascritto dalle « Melanges d'anatomie, de Physiologie et de Chirurgie de Gerd\ » j)ul)blicate net 1870 da Broca e Beauregard, Tomo 1, pag. 8(). « Les muscles lujo-fjlosso-rpifflolliiii/cs son! des pedis faisceoux miisculaires, ordmairemeni mils chez I'homwe, mu'is sensibles chez le boeuf el d'tu/lres f/ros animanx. Us voul de I'hjjoide an lissu jaune linf/nal; d'aulres de ce lissu a I'epifjlolle, d'aulres de I'epiylolte a I'hjjoide et formeni nne iimsse commune. )> 11 Krause descrive net coniglio un legamento io-epigloltico ed uno glosso-epiglottico, assei'endo che come Narieta e fre(piente riscoulrare net |)rimo fibre muscolari •' Das Lig. li\o-epiglollicum ist haulig inu- skulos : M. h\o-e|)iglotticus was fiir die Norm gehalten \\ird». Aggiunge (') Th6se inaiigurale. Eucherclies, diacussious, etc. — Parigi, 1823. — 19 — inoltro die il niuscolo glosso-cpiglottico c da considerarsi como uii fa- scio isolato del muscolo liyo-epigioltico. (1. B. Howes, (') in una sua comunicazionc fatta nel novembrc del tSSS dinanzi alia Soeiela analoniica della (Iran l{i'elagna e Irlanda, sopra la posizione della epigiottidc nel coniglio, |)ai'la del niuscolo io- e|)iglottieo senza entrarc in dettagli e dice clic decorre IVa il corpo del- r osso ioide e la cartilaginc epigiottidc, quale muscolo pari, piccolo, ma ben delinito, comportandosi come nel Globiocepliahis e nella iJalaenoptera. Aggiunge ancora die assume il |)iu grande sviluppo (( in Mammals hav- ing an intra narial epiglottis » come nella baiena (Toollied Wales) nel ca\allo e nel formidiiere (Mirmecophaga), rilerendosi cerlamente per que- sti animali ai lavori del Muric(") Carte e iMacalister ('). Ouanto air uomo abbiamo gia visto precedenteniente ])qv incidenza come lo Strauss-Durckheim ed il Gerdy neghino 1' esistenza del muscolo io-epiglottico. Moltissimi trattatisti sono di questa stessa opi- nione o non ne pai-lano alfatto. Alcuni aceennano solo all' esistenza di fasci muscolari glosso-epigiottici. Si paria pure spesso di legamenti glosso-epiglottici ed io-epiglottici senza dar loro nessuna importanza morlblogica. ^eWa Ennjclopedie Anatomique, Traite de Mioloyie, P. Theile al capitolo, die tratta dei muscoli della lingua, vien jtresa in conside- razione la porzione piii posteriore del muscolo linguale longitudinale sujieriore, che ({uantun(iue divenuto sottile « n'empecho pas qu'on puisse suivre au dessous de la couche glandulaire de|)uis la racine de la lan- gue jnsq'au bord de I'hyoidc » ed in nota e detto die qucsto sottile stralo |)osteriore del muscolo e, senza dubbio, il rap|)resentante di cio che Gerdy ha descritto come muscolo a parte, sotto il nonie di fascio h\o-glosso-epiglottico. E facile capire quanto imperfetta sia ([uesta in- terpretazione. 11 Krause nel suo libro sopra le varieta anatomichc, pag. 132, meglio degli altri accenna alia esistenza di un fascio muscolare io-epi- glollico costantc negli animali (baseo-hyo-epiglottico) e piii tardi 11 Debierre, dopo aver parlato dei muscoli laringei, accenna alFesistenza di alcuni fasci aberninii ritenuti da certi anatomisti come muscoli so- |)ranumerarii, fra cui un « hyo-epiglottico rappresentalo d' ordinario da un legamento hyo-epiglottico mcdiano e che Sutton riguarda come il rapprcsentante d' un muscolo che si riscontra in divcrsi Mammiferi)). Infatti il Sutton nel suo lavoro ((On the nature of ligaments)) ha (*) Journ. of Anat. and Phys., 1889, pag. 203. C) Trans. Zoolog. Soc, 1873, pag. 264. 0 Phil. Trans., 1888, pag. 237. - 20 — preso in esamo il nuiscolo io-opiglottico ncl ca\allo c lo ha descritto for- inato (la iin fascio nu'diano chc va al corjx) od al prolunganienlo lin- giialc dell' ioido e due lalerali chc si attaceano ai pezzi cei-atoiali ; ncl porco niaiino (porpoise) come formato da due fasci distinti chc dal basi- Inale si portano in addictro, e ben presto fusi j)rendono inserzionc sulla ej)if^l()ttide. Basato quindi soi)ra i rap|)orti e so|)ra la struttura, lalvolta nuiscolare, del Icgamento io-ej)igIottico delF uonio ne dichiara I' oniologia col nuiscolo dcllo stesso nonie bene svilup|)ato in molti mamniifcri di cui 10 ritiene « the degenerative representati\e ». Uiferisce pure il case del dissettore Pearson, il (piale tro\o net leganiento delle fibre muscolari. Pill recentcmente ancora, il Poii'ier, parlando del nuiscolo linguale supcriore, dice die nasce j)ci' tre fasci, dei quali uno mediano che si in- seriscc sopra la faccia anteriore dell' e|)iglottide e sopra il legamento io- e|)iglottico mediano; ed a projiosito del nuiscolo genio-glosso dice che (•oine variela inanda spessissimo un |)iccolo tascio alia faccia anteriore deir epiglotlide, ove si lissa per del tessuto elastico ; rmiscolo elcmlore della epifjioltide (levator epiglottis di Morgagni, glosso-ej)iglot[icus di Albinus e Haistcr). Tali sono le notizic che sono riuscito a raccogliere sopra ([uesto ar- gomento e mi duole, per quanto io mi sia ingegnato, di non aver potuto consultare pochi altri lavori, sopra la laringe, di accurati ricercalori, fra cui Henle(') citato dal Krause e Kan thack ("). Per ultimo aggiun- gero che del lavoro del Le Double i^), che |)oita un titolo che ha molta attinenza coll' argomento da me preso a t rat tare, h(» |)otuto solo prender notizia da un sunto, dal quale non ap|)are nulla in proposito al nuiscolo io-epiglottico. Ad ogni modo, anche con questa breve rassegna, credo di aver dimostrato (pianto disparati sieno i pareri dei varii Autori e vedremo dalle mie ricerche come si comporti realmente questo nuiscolo cosi scmplice. A talc scopo mi sono servito di un egual numero di esem))Iari per ciascuna specie animate da me prcsa in considerazione, cercando, |)er maggior garanzia, di raggiungcre un discreto numero di osservazioni. 11 complesso degli animali esaminati ascendc a 40, di cui 10 cquini, 10 ruminanti, 10 carnivori, 10 suini. Per r uomo di cui ho potuto avere |)urc 10 esemplari fra bambini e adulti, ogni qua! volta 1' ho creduto ncccssario sono i-icorso all' esamc microscopico per meglio assicurarmi sopra la natiira di cio che ritene\o rai)prcscntare il nuiscolo io-cpiglottico. (') Beschrcibung des Kehlkopfes, 1839. (*) Proceeding of the laryngologie Society. — London, 1893-94. f) Arcli. lutej'uational de Laryngologie, Au. 7", n. 2, pag. 1. — 21 I |)i'e|»iii'ali sono slali lalli |)(m- la massima parlo da me o sotto la mia (lirezione da studenti, ed i piu interessanti si eonserxano ancora nel miiseo anatomieo deir Istilulo Velcrinario di Camerino e registrati al ca- talogo. Eceo cio die e stato da ine riseontrato : Ef/i/iui. — Esemplari n. 10, di ciii 2 cavalli c 8 somari, fra i qiiali una soinariiia di 7 mesi ed uii I'eto a tei'iiiine. in tiitti (piesti esemplari iudisfitifamenleilmwscoU) io-ejiigiottico I'lio I'iscontrato coslituito da tre fasci principali: uuo uird'uino, \)\\\ grosso, clie dalla faecia anteriore della eaililagine eingloltide andaxa ad inserirsi al corpo deir osso ioide, iin s()|)ra il prohingamenlo linguale; due lateraJi, pill sottili, superliciali clie allontanandosi dal fascio mediano a piii o meno breve distanza dalla sua inserzione epiglottica, si dirigevano lateralmente in avanli |)er andare a j)i'endere inserzione sempre sulle piccole corna deir osso ioide, ora sulla loro faecia interna, ora lungo iin certo tragitto della meta superiore del loro margine anteriore, i)assando al disotto ed al davanti del resjiettivo museolo piccolo io-glosso. Devo fare osservare clie (juesta disposizione dei fasci laterali da me riscontrata costantemente e stata osservata anche daldott. Peli una \olta, e clie mai mi e occorso di vedere questi fasci latei'ali andare al corpo deir osso ioide come viene generalmente descritto anche jier gli altri animali. In 6 esemplari di somari, compresi i due piii gioxani, dali' orlo su- periore del museolo io-epiglottico partiva un fascio ben distinto clie pe- netrava nella base della lingua per perdersi insensibilmente. Ouesto fa- scio e evidentemcnte del tutio analogo a quello clie sotto il nome di museolo glosso-epiglottico si riscontra spessissimo in altri animali e con una certa fre(juenza nella specie iimana. B/niiiuduli. — Esemjilari n. 10, di cui i bovini e 0 ovini. Ill (piesli animali il museolo io-epiglottico si presenta, come dispo- sizione ])iu frequente, seni|)licemente bilido e va ad insei'irsi sempre sopra le piccole corna. In tre esemplail jiero (una vitella, un castrate ed una pecora) ho riseontrato inoltre un fascio mediano ben distinto che si inse- riva al corpo dell' osso ioide. Uno di questi tre esemplari, e precisamente quello di vitella, si conserva nel museo al n. 210-7. Si riscontrano pure talvolta alcuni sottili fasci die dai due fasci laterali \anno direttamente nella lingua e jienetrano in (piest' organo dojio essersi fra loi'o incrociati od essersi incrociati e confusi coi |)iccoli io-glossi. Carnivori. — Esemplari n. 10. II museolo io-epiglottico presentasi in questi animali, come disposi- zione normale, semplicemente bilido e i due fasci resultanli vanno, cia- scuno, a j)rendere inserzione costantemente sulle jiiccole corna dell' osso — 22 — ioide, prcsso la loro estremita suijcriore, jjassando al disotto e al daxanti del muscolo piccolo io-glosso coiTispondente. In due esem|)lari ])ero mi e occorso yedere oltre a qiiesti fasci laterali iin grosso e disliiilo fascio mediano, profondo, divisibile esso pure in due fasci secondai'i piii o nieno distinti, die dalla t'accia anteriore delT e|)iglottide si j)ortaNan() al corpo dell'osso ioide. Uno diquesti due esemplari venne dallo studente llulTini disegnato e ne ))osseggo tuttora la figura die non credo opportuno pub- blicare; 1' altro si conserva in alcool nel Museo suddetto al n. 222-8. SuiNi. — Esemplari n.° 10, Un grande sviluppo, com'e nolo, assume in questi animali il mu- scolo io-epiglottico e lo tro\iamo quasi costantemente fornuilo da uu unico fascio, uniforme, circondato da un abbondante aminasso di tessutit adiposo, eal solito ricoperto superioi-menle dalla mucosa, continuazione di quella die ricuopre la lingua, la quale contiene nella linea mediana un resistente cofdoncino libroso, die raggiunge I'epiglottide. II muscolo, ori- ginatosi da tanti brevi tendinucci disposti a ventaglio sulla faccia ante- riore della e|)iglolli(ie, si porta al corjio dell'osso ioide dove jirende inserzione occupando tulto, o quasi, lo s|)azio compreso tra le due artico- lazionidelle piccole corna. Ora e lecilo sujiporre die il notevole s^ilu|)|)o di questo muscolo sia dipendente dallo s\iluppo che raggiunge in (piesti animali la cartilagine epiglottide, e che essendo notevolmente ridotle le piccole corna i fasci laterali sieno andali sconiparendo o meglio a fon- dersi col fascio mediano, il quale prendendo cosi inserzione sopra un ])unto rigido puo esercitare una maggiore azione sopra la epiglottide. Comunque sia, anclie in questi animali ho potuto constatare conunadis- sezione accurata s|)esse volte fesistenza di poche libre muscolari dislinte dal resto, le ({uali si portano verso le piccole corna senza pero I'aggiun- gerle. In un esemplare trovai a destra un fascio che andava al |)iccolo corno cori'is|)on(lente e con una cei'ta frequenza riscontrai sottili fasci che partendo daU'estreinita anteriore del fascio mediano si dirigevano a ven- taglio in alto ri|)iegaiidosi in avanti |)er andare |)oscia a j)er(lersi nella lingua. Ouesti fasci apjiartcneNano |)ro!)abilmente ai piccoli io-glossi che nei suini sono molto ridotti, o erano una modilicazione dei fasci glosso- epiglottici di cui il cordoncino libroso sojira ricordato rappresenta forse I'ultimo vestigio. UoMo. — Esemplari n.° 11, di cui o bambini 2 donne e i uomini. Neiruomo, come ho gia fatto cenno al |)rincipio di questa nota, non si puo dire che esista un muscolo io-epiglottico nel vero senso della jia- rola, ma solo un (pialche cosa die ne ricorda certamente le ultime traccie. Ecco die cosa ho potuto riscontrare in proposito. In un uomo abbastanza inoltrato in eta esisteva un piccolo cordon- — 23 cino libroso, clie dalla base della epiglottide andava ad inseiirsi al piccolo corno di sinistra. Distaccato qiiesto fascio ed esaniinato al microscopio |)otci riscontrarvi colla somplicc dissociazionc dcllo manifesto tibre mu- sc(»lai"i. In nna donna di 3') anni, dalla laccia anterioi-e della epiglottide par- ti\a un tascio nuiscolare die, dopo breve tragitto, si divideva in nn fascio niediano e due laterali divergenti notevolmente, i (piali tulli andavano a perdersi alia base della lingua. Di ([uesto eseniplai-e non fu falto nem- nieno I'esame microscopico tanto erano certi i fatti. In un nomo di anni 3(), dalla faccia anteriore della cartilagine epi- glottide i)artiva un sotlile fascio splendente a tibre tendiuee a|)|)iattito da un lalo air altro, il (piale do|)o bre\e tragitto si allarga>a in benda trian- golare dis|)ostaorizzontalinente colla base riNoltaalla lingua. I dueestremi di questa benderella incurxandosi dolcemente ai lati anda\ano ad inse- rirsi sull'ioide in vicinanza deirarticolazione di quest'osso colle piccole corna. Da questi stessi punti estremi partivano ])oi due altri fasci, uno j)ei- lato, sottili die dirigendosi in alto ed in avanti ])enetravano nella lingua. Lungo il margine superiore del fascio d'origine di cpiesta benda ai)piattita partiva nn sottile fascio muscolo-fibroso die si allontanava dopo bre\e tragitto dal resto per andare direttamente ed isolatamente nella lingua. Di questo importanlissiino esemplarc posseggo i pre|)arazioni mi- croscoi)iclie e le tigure tolte da queste. In un altro nomo di 12 anni, dalla faccia anteriore della epiglottide |)arti\a j)ure una ]:)enderella a])|)iattita da un lato aU'altro, mollo sotlile, di un colore giallastro, la (piale dopo aver mandalo alcuni sottili fasci al corpo (lelTioide andava a |)erdersi nella base della lingua. AH'esaine ini- crosco|)ico anch'essa resullo conlenere numerose tibre muscolari. In 0 bambini di i)ochi gioi'ni la |)reparazione macrosco|)ica ha co- stantemente I'ivelata resistenza di un sello longitudinale jjosIo sotto la mucosa fra repiglottide, Tioide e la lingua, ed aU'esame microscopico vi ho riscontrato sempre numerose fibre muscolari in vario grade di svi- lu|)|)o e di estensione, alcune delle quali andavano direttamente nella lin- gua oltre al corpo dell' ioide. (lonservo ancora alcuni ])reparati in serie, che (levo alia genlilezza deU'egregio dott. Salvi, in cui ([uesti parlicolari soiio molto manifesti. (;o>CLisi(KM. — Le condusioni che si possono trarre da quanto e state esjiosto, sono le seguenti : 1° II muscolo io-epiglottico esiste ben sviluppato in tulli i inam- miferi domestici ; 2" La sua disposizione piii semplice e qnella che abbiamo v\- — 24 — scontrala nei carniNori: cioe, iin faseio iiiiico die pai'te dalla faccia an- torioro ilella cartilagine epiglottidc e si biforca per andaro a prcndere inserzione soj)ra Ic |)it*eole eorna e non S()|)ra il corpo delT osso ioidc; 3° II faseio mediano elie dall' epiglottide \a al eorpo dell' osso ioide esiste costanteniente nei solipedi ; costituisee, si puo dire, da solo tiitto il muscolo io-epiglottico nei siiini ; si riseontra qiialchc volta nei ruminanti, e raramente nei carnivori ; i" L' esistenza e lo svilup|)o del faseio mediano e in rapporto, pill elie eolle diijiensioni della eartilagine e|nglottide , colla ridnzione delle ])iecole eorna e collo svihippo del prolungamento linguale del- r osso ioide ; 5° Oltre al faseio mediano e ai due latei-ali si riseontra spesso un faseio glosso-epigloltico in tntti gli animali presi in esame ; ()° Neir uomo si riscontrano le ti'aeeie di ([uesto muscolo eon tutte le sue varieta, ed e rappresentato normalmente dal legamento io- ei)iglottieo (Sutton) e da poche fibre museolari, non eostanti, sparse nei selto io-glosso-e|)iglottieo, aleune delle quali >anno direttamente nella lingua, altre alle piccole eorna dell' osso ioide. Bibliografia. Carlo Ruini. — Anatomia del cavallo, etc., Libro II, pag. 85, cap. 8, 1618. Ch. Bourgelat. — £lem. de I'art veterin. Precis anatomique du corp du clieval, etc., IV Edit., Tomo 1», pag. 179. — Parigi, 1807. Leroy. — Anatomia degli animali domestic!, Tom. 2", pag. 221. — Milano, 1810. Meckel. — Anatomia iimana, 1826. Cams. — Traite d'Anat. compar6e, pag. 353, 1837. -Cuvier. — Le§on d'anatomie comparee, III Edit., Tom. II, pag. 199, 1838. Meckel. — Traite general d'anat. comp., Tom. X, pag. 593 e seg. — Parigi, 1838. Girard. — Trait6 d'anat. v6t6r., I"V Edit., Tom. I. pag. 347. — Parigi, 1841, Mangasio. — Trattato d'anatoniia descrittiva fisiologica veterinaria, P. Ill, pag. 21. — Torino, 1843. P. Theile. — Bncyclopedie Anatomiqne — Trait6 de Miologie, pag. 82, 1843. Strauss Durckheim. — Anatoraie descriptive et compan'-e du chat, Tom. II, pag. 240. — Pa- rigi, 1845. Eigot et Lavocat. — Traite complet de I'Anatomie des animaux domcstiq. 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Tom. 4", pag. 86, 1895. Le Double. — Des muscles anormaux et de divers mode de conformation des muscles normaux du larynx dans I'espdce bumaiue et des leurs bomologie dans la serie animale. Arch, iuternat. de Laryngologie. Auuo 7, N. 2, p. 1. CATALOGO DEI LAVORI PUBBLICATI DAL PROF. LUIGI CALORI. C) Negli Atti delP Aecademia delle Scienze dell' Istituto di Sologua. Novi commentari (L' auuo indica 1' epoca della lettura) 1. Quae significatio, qui usus, et quae probabilior destructioni ratio membra- nae pupillavi foetus humani. A. 1836, T. 3. pag. 325. 2. De foetu humano monoculo. A. 138, T. 4, pag, 355. 3. Descriptio anatomica branchiarum maxime internarum g3n-ini ranae escu- leutae, unaque praecipuum discrimen, quod inter branchias adinvicem et batrachiorum urodelorum intercedit. A. 1839, T. 5, pag. 111. 4. De vasis pulmonum ophidiorum secundariis observationes novae. A. 1840, T. 5, pag. 395. 5. Nonnulla de nervo sympathico ophidiorum indigenorum. Accedit eiu- sdem descriptio, ac demonstratio in anguibus et lacertis. A. 1841, T, 7, pag. 115. 6. De monstro humano anencephalico cum eventrationo consociato. A. 1842, T. 7, pag. 345. 7. De obtruncato funiculo umbilicali foetus humani in cursu vitae intraute- rinae, de que istius obtruncationis causis. A. 1843, T. 7, pag. 563. 8. Descriptio anatomica monstri humani xiphopagi una cum animadversio- nibus quibusdam de actione a CI. Serresio tributa duobus hepatibus ad organisationem tum internam tum externam monstrorum , quae is vocat hepatodima, signandam. A. 1844, T. 8, pag. 253. 9. Animadversiones anatomicae de tergemina atresia , nimirum oris, ani et vaginae, in humano foetu inspecta. A. 1845, T. 9, pag. 29. (') Vedi nel Monitore ZooL, Anno VII, n. 12, Dicembre, 1896, un Cenno necrologico su Luigi Calori, scritto da G. Komiti. 26 — 10. Aunotationes Anatomicae de origine et connexionibus nervi accessorii Willisii cum posticis nervorum cervicalium superiorura radicibus, et cum nervo vago. A. 1846, T. 9, pag. BOl. Me77iorie. 11. Animadversiones liistoiico-criticae et observationes anatomicae de por- tione miuore paris quinti nervorum cerebri Homiais et noanuUorum Mam- malium domesticorum. A. 18i7, T. 1, pag. 57. 12. Sui rapporti esistenti fra le piu cospicue diramazioui arteriose e venose, diramate per la railza dell'Uomo e dei Mararait'eri doinestici. A. 1848, T. 1, pag. 563. 13. Tre osservazioni Anatomiche. Una sopra una connessione congenita della milza con le appendici uterine sinistre. Altra sopra una anomalia del pe- ritoneo. La terza sopra il rapporto di formazione e di sviluppamento Ira gli arti e i loro apparecchi nervosi. A. 1849, T. 2, pag. 67. 14. Storia di un ieto umano raostruoso. A. 1849, T. 2, pag. 353. 15. SuU'anatomia dell'Axolotl. A. 1851, T. 3, pag. 269. 16. Sulla matrice degli scudetti cornei della cassa toi-acica-addominale dei Cheloni. A. 1852, T. 4, pag. 143. 17. Sulla corda del timpano. A. 1852, T. 4, pag. 429. 18. Sulla struttura delV Helamys Caffer. F. Cuvier. A. 1854, T. 5. pag. 483. 19. Descrizione Anatomica di uu Peracefalo umano inserito col suo tralcio om- belicale in un tronco comune al tralcio di feto normale. A. 1854, T. 5, pag. 483. 20. Descrizione di un Mostro umano doppio Opo-Ectodimo preceduta da un breve Commentario' sulle Uova Gemellifiche degli Uccelli. A. 1855, T. 6, pag. 171 21. Sul corso e suUa distribuzione delle arterie della cavita del Timpano nei Chiropteri, negli Insettivori e nei Roditori. A. 1855, T. 7, pag. 105. 22. Sulle borse mucose sottocutanee del corpo umano. Annotazioui Anatomiche. A. 1857, T. 8, pag. 67. 23 SuUo scheletro del Monitor terrestris Aegypti Guv. {Varanus areaarius Du- meril e Bibron). A. 1857, T. 8, pag. 161. 24. Sopra un voluminoso tumore congenito esteso dalla pelvi ai piedi con ap- parente complicazione di ernia o sventramento. A. 1858, T. 9, pag. 187. 25. Sullo scheletro della Lacerta viridis Linn.; suUa riproduzione della coda nelle lucertole, e sulle ossa cutanee del teschio dei ^auri. A. 1858, T. 9, pag. 345. 26. Sopra un Sirenomelo (Sirenomeles Isidore GeofFroy Saint-Hilaire). A. 1859, T. 10, pag. 143. 27. Sulla riproduzione di una doppia coda nelle Lucertole e sullo scheletro del Flatydactylus muralis Dumeril e Bibron. A. 1859, T. 10, pag. 369. 28. Sullo scheletro dello Stellio vulgaris. Daudin. A. 1859, T. 10, pag. 369. 29. Sopra una nuova specie di Mostro umano exencefalico vissuto trent'ore. A. 1859, T. 10, pag. 525. 30. Di una particolare epifisi del capitello del primo osso metacarpeo e del primo metatarseo, nonche di altra della tuberosita del quinto. A. 1860, T. 11, pag. 557. 31. SuUe tracheolici ed oftalmoliti osservate in alcuni Gecchidi, e sullo sclie- letro del Platy dactyl us guttatus. Cuv. A. 1861, T. 12, pag. 149. 32. Sullo scheletro tieW Uromastyx spinipes Merrem [Stellio spinipes), e sopra alcuni muscoli caudali osservati nel medesimo saurio. A. 1861, T. 12, pag. 159. 33. Sullo scheletro deWAgama aculeata Merrem. A. 1861, T. 12, pag. 179. 34. Sullo sclieletro del Phryiiosoma Harlan, e su quello del Phrynosoma orbi- cularis. Idem. A. 1861, T. 12, pag. 129. Memorie — Serie II. 35. Di alcuni particolari intorno le parti genitali muliebri. A. 1861, T. 1. prig. 171. 36. Dei vasi capillari sanguiferi della porzione decidua del tralcio ombelicale nel feto del mammif'eri domestic!, e dellc loro anastomosi coi capillari della porzione permanente nei feti, soprattutto cavallini e vaccini. A. 1861, T. 1, pag. 203. 37. Di tre Celosomi umani, notabili per rispetto alia Tocologia ed alia distribu- zione teratologica di cotale famiglia di mostri. A. 1862, T. 2, pag. 225. 38. Sulla duplicita congenita della milza. A. 1863, T. 2, pag. 343. 39. Sulla splacnologia, e sui vasi sanguiferi che le appartengono; non che sul sistema liutatico dell' Uromastyx spinipes Merrem. A. 1863, T. 2, pug. 525. 40. Intorno un caso di mancanza congenita del polmone siaidtro, e del lobo si- nistro delle ghiandolo tiroidee e timo, con atrofia del nervo vago e della meta corrispondente di midoUa allungata. A. 1863, T. 3. pag. 337. 41. Sul sistema linfatico delle Rane e delle Salamandre. A. 1864, T. III. pag. 465. 42. Vita di Antonio Alossandrini. A. 1864, T. 4, pag. 91. 43. Cervello di un negro della Guinea illustrate con otto Tavole Litograiiche. A. 1865, T. 5, pag. 177. 44. Di alcuni nuovi muscoli sopranumerarii degli arti. A. 1866, T. 6, pag. 137. 45. Delle corrispondenze del nervo muscolo-cutaneo con il capo soprannmera- rio del bicipite brachiale e col bracliiale interno. A. 1866, T. 6, pag. 149. 46. Intorno ad alcune varieta incontrate nella muscolatura degli arti superiori, A. 1866, T. 6, pag. 157. 47. Intorno alle suture sopranumerarie del cranio umano, e su quelle special- mente delle ossa parietali. A. 1866, T. 6, pag. 327. 48. De'Wormiaui occipitali ed iuterparietali posteriori dei cranii nostrali, e di quelli delle fontanelle laterali nei cranii di negro. Lettera responsiva al ce- lebre craniologo prof. Giustiniauo Nicolucci. A. 1867, T. 7, pag. 303. 49. Di alcune varieta muscolari dell'avambraccio e dell'emineuza ipothenar. A. 1867, T. 7, pag. 859. 50. Variera dei muscoli del tronco, e descrizione di una Pettorina di fanciuUo singolare per varie anomalie. A. 1867, T. 7, pag. 383. 51. Di un Anideo umano trilobate. A. 1868, T. 7, pag. 521. 52. Del Tipo Brachicetalo negli italiani odierni. A. 1868, T. 8, pag. 205. 53. Delle anomalie piu importanti di ossa, vasi, nervi e muscoli occorse nell'ul- timo biennio, facendo anatomia del corpo umano. A. 1869, T. 8, pag. 417. {Continua). 28 NOTIZIE Personale Univernitario. — II Prof. Ficalbi e stato promosso Ordinario di Zoologia ed Auato- mia comparata nella E. University di Messina. — II Dr. Gr. Boccardi 6 stato nominato Prof, straor- dinario di esercizii pratici di Anatomia microscopica nella E. Uuiversitfi di Xapoli. — II Prof. C. Mon- dino h stato iucaricato dell' insegnamento della Istologia nella E. TTuiversitfi di Palermo. — II Dr. E. Giacomini e stato incaricato dell' insegnamento della Zoologia e Auatomia comparata nella E. University di Siena. — II Dr. D. Eosa e stato incaricato del medesimo insegnamento nella Uni- versity di Perugia. — II Dr. V. Acquisto lia conseguito la Libera Docenza in Istologia nella E. University, di Palermo; il Dr. E. Versari la Libera Docenza in Anatomia umana nella E. Univer- sity di Eoma; il Dr. P. De Vescovi la Libera Docenza in Anatomia comparata nella E. University, di Eoma e il Dr. E. Tedescbi la Libera Docenza in Antropologia nella E. Universitfl di Eoma. — II di 11 G-enuaio e morto in Napoli Salvatore Trincbese, Professore di Anatomia com- parata in quella Uuiversitil. Della vita e delle opere di questo illustre e compiauto Zoologo, daremo un cenno nel Numero prossimo. CoSIMd CllKRUBIM, AmMINISTH.VTORK-RESPONSABILE. Ittll) laiigtl; Milano-Via G-. Revere, S.-Milano llMCA FABBRICA NAZIO.\ALE DI MICROSCOPI ED ACCESSORI DITTA FORNITRIGE di tulti i Giibiiietti Universitari del Regno MICROSCOPIO GRANDE IVIODELLO con creinagliera, apparato Abbe diafragma ad iride , tavolino in ebanite, revolver, due obiettivi a secco, imo ad immersione cmogenea, 2 oculari; il tutto in elegante armadietto in mogano L. 400 {iiujnmdimento fino a 1000 diarnetri) NiMo ollietltYo \i5 "SEiiaBOcromalico" IMMERSIONE OMOGENEA Obbiettivo raccomandato per la grande potenza e per la sua durata(VediZeii'sc/t- ri/t far Wissenschajt. Microscopie del 12 settembre 1894. Band. XI. Heft 2) L. 200 coi due oculari compensatori 4 e 8. CATALOGo"GiNERALE GRATIS a semplicc ricliicsta Pagamenti rateali memiU pel Siij.'' UlftciaU sanitari cominmU. Firenze, Stab. Tip. Fior., Via .S. Gallo. 33.-181)7. ore Zoolopo lta!iai (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) DIRETTO BAi DOTTORI GIULIO GHIARUGI EUGENIO FICALBI Prof, (li Aiiatonii:! umaiia Prof, di Auatomi.i conip. e Zoologia iiel li. Istituto di iStudi Super, in Firenzo iiella li. Uuiversita di ilessina Ufficio di Direzione ed Amministrazione : latHiito Analomico , Firen:-e. 13 numeri all' anno — Abbuonamento annuo L. iO. VIII Anno Firenze, Febbrajo 189'7 N. S SOMMARIO : Bibi.iografia, Pag. 29-34. « SuNTi K Rivistk: jSTote di tecnica per 1' istologia del sistema nervoso: Donaggio A., Sulla preseiiza di un reticolo nel protoiDlasma della cellula nervosa. — Marina A., Una fissazione che permette tanto le colorazioni specifiche cellulari qtfanto il metodo di Weigert per la colorazione delle fibre nervose. — Pugliese V., Le soluzioni bicromo-paraldeidiche come mezzi d'induriraento del sistema nervoso. — Roncoroni L., H cloruro di platino come mezzo di fissazione del sistema nervoso. — Pag. B4-36. CoMUNicAzioNi Orioinali: Ponti U., Sulla corteccia cerebellare della cavia. (Con tav. I). — Pag. 3G-iO. — Catalogo dei lavori pubblicati dal prof. L. Calori. — Pa^. 40-43. {t'ovtin. e fine). — Salvatore Trinchese. jSfecrologio ed Elenco delle pubblicazioni [F. Raf= faele]. — Pag. 44-48. Avverter\za Delle Comunicazioni Original! che si pubblicaiio iiel Moni- tore Zoologico Italiano e vietata la riproduzione. BIBLIOGRAFIA m 6t da notizia soUcuilo dei Icwon puhhliccdl in Italia. I. Scritti general! di Zoologia e di Anatomia. Bonazzi J. — Cousiderazioui sul Trottafcore americano (Importanza die i ca- ratteri zooiogici hanno nella scelta dei riproduttori). — II Nuovo Ercolani Anno 1, n. 14, pag. 213-216; n. 15, pag. 220-232 e n. 10, pag. 242-245 Con tav. Pisa 1896. Cattaneo G. — I fattori della evoluzione biologica. Discorso inaugurale. — Ge nova, stab. tip. lit. Martini, 1897. Pag. 04. Le Gendre P. — L' eredita e la patologia generale. Trad. ital. di A. Zubian: in: Trattato di Patol. generale di Ch. Bouchard, Vol.1, Parte I.— Torino tip. edit., 1896, pag. 217-310. Rasetti G. E. — Rinnovamento di razza per progressions. — II Nuovo Ercola- ni, Anno 1, n. 4, jycig. 53-50 a n. 5, pxuj. 05-69. Pisa 1896. Con prosjJetto. 30 Sciasoia P. — Necrologia: Prof. Augusto Palumbo. - // Naturalista SiciUano, N. S. Anno T, n. 8-12. Palermo, 1 Fehhr. 1897. Pag. 199-202. 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Bizzozero G. e Saeerdotti C. — Influence de la temperature et de I'afflux sanguin sur I'activite productive des elements. — Arch. Ital. de Biologic. Tome 26, Fasc. 1, pag. 88-92. Turin 1896. Bottazzi F. e Duecesehi V. — Resistance des erythrocytes, alcalinite du pla- sma et pression osmotique du sang dans las differentes classes des vertebres. — Arch. Ital. de Biologic. Tome 26, Fasc. 2, pag. 161-172. Turin 1896. Colucei C. — Sulla morfologia e sul valore delle parti costituenti la cellula nervosa. — Atti d. R. Accad. medico-chirurg. di Napoli. Anno 50, nuova serie, n. 3. Napoli 1896. Giglio-Tos E. — Sur les cellules du sang de la Lamproie. — Arch. Ital. de Bio- logie. Tome 26, Fasc. 1, pag. 93-96. Turin 1896. {Resume de I' A.). — 31 Pace D. — Sulla degenerazione e rigenerazione delle fibre ziervose midollate periferiche. — Giorn internaz. d. Sc. mediche. Anno IS, Fasc. 15, pag. 568-575. Ncqjoli is'JG. Petrone A. — L' apparenza di zooide e sue manif'estazioni nell' emasia adulta dei vivipari. — Atti d. E. Ace. medico-chirurg. di NapoU. Anno 50, nuova serie, n. 3. Napoli 1896. Petrone A. — SuU' esistenza del nucleo nel globnlo rosso adulto dei mammi- feri. — Atti d. R. Accad. medico-chirurg. di Napoli. Anno 50, niiova serie, n. 3. Napoli 1896. Petrone A. — Sulla critica del sunto: « Contributo sperimentale alia fisio-pa- tologia del sangue. Biologia delle piastrine. Teoria piu verosimile della coagulazione. » — Arch, per le .sc. mediche. Vol. 20, Fasc. 1, pag. 113-116. Torino 1896. Saeerdotti C. — Sur la regeneratiou de I'epliithelium mucipare du tube gastro- eoterique des amphibies. — Arch. Ital. de Biologic. Tome 26, Fasc. 2, pag. 292-301. Turin i896. Tirelli V. — Come si comporta lo stroma neuroclieratinico delle fibre nervosa nel moncone periferico di un nervo reciso e nel cadavere. — Arch. p. le Sc. mediche. Vol. 20, Fasc 2, pag. 195-222. Torino 1896. Con tav. Tirelli V. — Comment se comporte le stroma neurokeratinique des fibres uer- veuses dans le tronc peripherique d'uu nerf sectionne et dans le cadavre. — Arch. Ital. de Biologic. Tome 26, Fasc. 1, pag. 33-44. Turin 1896. (Resume de I' A.). V. Tecnica. Daddi L. — Kouvelle methode pour colorer la graisse dans les tissus. — Arch. Ital. de Biologic. Tome 26, Fasc. 1, pag. 143-146. Turin 1896. Marina A. — Una fissazione che pei-mette tanto le colorazioni specifiche cellu- iari, quanto il metodo di Weigert per la colorazioiie delle fibre nervose. — Riv. di Patologia nervosa e mentale. Anno 2, Fasc. 1, pag. 18-21. Firenze 1897. Mazzaron G. — Riconoscimento delle" macchie di sangue nei diversi tessuti. — Atti d. R. 1st. Veneto di Sc. Lettere ed Arti. Tomo 54, Serie 7, Tomo 7, Disp. 10, pag. 1121-1123. Venezia 1895-96. Perrando G. — Sull'uso dell' acido formico per la produzione dei cristalli d' emina. — Boll. d. R. Ace. medica di Genova. Anno 11, n. 3, pag. 112-116. Genova 1896. Roncoroni L. — II cloruro di platino come mezzo di fissazione del sistema nervoso. — Arch, di Psich. Sc. penali e Antropol. criminale. Vol. 17 {Vol. 1 d. Serie 2), Fasc. 5-6, pag. 565-571. Torino 1896. Con tav. Vastarini-Cresi G. — Nuovo metodo di colorazione del sistema nervoso. — Atti d. R Accad. medico-chirurg. di Napoli. Anno 50, nuova serie, n. 3. Napoli 1896. X. Vermi. 3. Platielminti. Ariola V. — Sopra alcuni Dibotrii e sulla classificazione del genere Bothrioce- jjhalus. Con tav. — Estr. d. Atti d. Soc. Ligustica di Sc. Naturali e Geo- grafiche. Vol. 7, Fasc. 4, 1896. Genova, tip. Ciminago, 1896. Pag. 24. - 32 — , . ■ * Ariola V. — Sopra alcnni Dibotrii nuovi o poco noti e sulla classificazione del genere Bothriocephalus. — Boll. d. Musei di zool. e anat. comp. d. R. Univ. di Genova. N. 52 U896), X)ag- 22. Genova 1896. Con tav. Deleidi e Lodoli. — Intorno ad una grave invasioiie di Cysticercus bovis in un polmone di vitello. — La Clinica veterinaria. Anno 20, n. 4, pag. 81-41. Milano 1897. 6. Nematelminti. Colucei V. — Enzoozia verminosa del polli prodotta dal Displiaragus nasutus Rud. — Mem. il. R. Accad. d. Sc. d. Istit. di Bologna. Serie 5, Tomo 3, pag. 005-617. Bologna 1892. (Con tav.) Orsi F. — La Filaria nel sangue, nelle urine e nelie feci di un umbro. — iie?t- dic. d. R. 1st. Lomb. di Sc. e Letters. Serie 2, Vol. 29, Fasc. 11-12, pag. 607- 611. Milano 1890. Con fig. — Cf. M. Z. VII, 12, 278 a: Sonsino. Plana G. P, — Osservazioni sul Dispharagus nastitus Jiud. dei polli e sulle larve nematoelmintiche delle mosche e dei porceliioni. — Estr. d. Aiti d. Soc. Ital. di Sc. Nat. Vol. 30. Milano 1897. Pag. 24. Con fig. Plana G. P. — Gongylonema scutatum (Miiller) nell' esofago delle pecore. (Studi in corso nell' 1st. Patolog. d. E. Scuola di medicina veterinaria in Milano). — Estr. d. Moderno Zooiatro, n. 6, 1896. 8. Irudinei. Blaneliard. R. — Viaggio del dott. A. Borelli nellaRepubblica Argentina e nel Paraguay. XXI. Hirudinees. — Bollet. dei Musei di Zoolog. ed Anat. com- par. delta R. Universitcl di Torino. Vol. XI, n. 263, 22 Novem. 1896. Pag. 24 con 9 fig. 9. Anellidi. Rosa D. — Un nuovo Moniligastride di Sumatra [Desmogaster Schildi, n. sp.). — Estr. d. Annali d. Museo Civico di St. Nat. di Genova. Serie 2, Vol. 17 (37), 21 Gen. 1897. Rosa D. — Nuovi Lombrichi dell' Europa orientale. — Boll. d. Musei di Zool. ed Ayiat. Comp. di R. Univ. di Torino. Vol. 12, n. 269. 28 Genn. 1897. Pag. 5. XIII. Artropodi. 1. Parte generale. Berlese A. — Acari, myriapoda et scorpiones hucusque in Italia repeita. — Padova, tip. Salmin, 1896, pag. 24. 3. Crostacei. Nobill G. — Viaggio del Dott. AlfVedo Borelli nel Chaco Boliviano e nella Re- pubbiica Argentina. I. Crostacei decapodi. — Bollet. dei Musei di Zoolog. ed Anat. comp. delta R. Universitcl di Torbio. Vol. XI, n. 265, 12 Dicem. 1896. Pag. 3. Noblli G. — Di una nuova varieta della Thelpliusa dubia B. Capello raccolta dal Rev. Luigi Jalla a Kazungula. — Bollet. dei Musei di Zool. ed Anat. comp. della R. Universita di Torino. Vol. XI, n. 262, 10 Novem. 1896. Pag. 2. — 33 — 1 _ — — 5. Aracnjdi. Berlese A. — Ricerche sugli organi e suUa funzione della digestione negli Acari. Memoria. Con fig. — Portici, Stab. tip. Vesuvlano, 1896, pag. 42. Con tav. Carruceio M. — Le alterazioni anatotrache dell' acariasi nei conigli e nell'uomo con lepra anestetica. — Boll, della R. Ace. medica di Roma. Anno 22, Fasc. 3 e 4, pag. 260 a 272; con 1 tav. Roma 1896. Pavesi P. — Aracnidi raccolti nell' alto Zambesi dal Rev. L. Jalla. — Boll. d. Musei di Zool. ed Anat. comp. d. R. Univ. di Torino. Vol. 12, n. 271. 4 Febbr. 1897. Pag. 4. Thorell T. — Viaggio di Leonardo Fea in Birmania e regioni vicine (LXXIII). Secondo saggio sui Ragni birmani. — Estr. d. Annali d. Museo Civico di St. Natuvale di Genova. Serie 2, Vol. 17 (37), 2-5 Gennaio 1897. pag. 107. 6. MlRIAPODI. Silvestri F. — Una escursione in Tunisia {Symphyla, Chilopoda, Diplopoda). — II Naturalista Siciliano, N. S., Anno I, n. 8-12. Palermo, 1 Febbraio 1897, Pag. 143-161. Silvestri F. — Chilopodi e Diplopodi raccolti dal Cap. V. Bottego durante il suo secondo viaggio nelle regioni dei Somali e del Galla. — Estr. d. Annali • d. Museo Civico di St. Nat. di Genova. Serie 2, Vol. 17 (37), 18 Gennaio 1897, Pag. 7. Con fig. 7. Insetti. a) Parte generale. Mina-Palumbo. — Bibliografia sicula di Scienzo Naturali, Cenni. Entomologia. — II Naturalista Siciliano, N. S., Anno I, n. 8-12. Palermo, 1 Febbr. 1897. Pag. 11-22 [numeraz. a parte). d) Pseudonevrotteri. Wasmann E. — Neue Termitophilen und Termiten aus Indien. IV. (Nachtrag). — Estr. d. Annali d. Museo Civico di St. Nat. di Genova. Serie 2, Vol. 17 (37), 15 Die. 1896. Pag. 4. Con fig. g) Lepidotteri. B.. E. — Note entomologiche: Argynnis Niobe, Xantodes malvae. — // Naturali- sta Siciliano, organo della Soc. dei Nat. Siciliani. Nuova serie, Anno I, n. 1, 2, 3. pag. 63. Palermo 1896. Verson E. — La borsa copulatric«i nei Lepidotteri. — Atti e Mem. Ace. Sc. Pa- dova. Vol. 12, 1896; pag. 369-372. h) Imenotteri. Andre E. — Liste des Mutillides recueillis au pays des Soraalis par M. le Cap. V. Bottego et description de deux especes nouvelles. — Estr. d. Annali d. Museo Civico di St. Nat. di Genova. Serie 2, Vol. 17 (37), 7 Gennaio 1897. Pag. 4. Bonatelli F. — II ponte volai : e delle formiche. — Atti d. R. 1st. Veneto di Sc. Lettere ed Arti. Tomo 54, Serie 7, Tomo 7, Disp 8-9, pag. 930-931. Vene- zia 1895-96. 34 ^ Emery C. — Formiche raccolte dal Cap. V. Botfcego uella regione dei Somali. — Estr. d. Annali d. Museo Civico di St. Nat. di Genova. Serie 2. Vol. 17 (37), 15 Die. 1896. Pag. 8. Magretti P. — Viaggio di Leon. Fea in Birmania e regioni vicine. LXXIV. Imenotteri. Parte 2^. Trigonalidi, Betilidi, Crisididi, coUa descrizione di pa- recchie nuove specie. — E.str. d. Annali d. Museo Civico di St. Nat. di Ge- nova. Serie 2, Vol. 17 [37), 18-19 Gennajo 1897. Fag. 19. Con fig. i) Coleotteri. Fleutiaux E. — Eucnemides austro-malais du Musee civique de Genes. — Estr. di pag. 54 d. Annali d. Museo Civico di St. Nat. di Genova. Serie 2, Vol. 16 {36). Genova 1896. Eleutiaux E. — Sur quelques especes de Trixagidae exotiques appartenant au Musee Civique de Genes. — Estr. d. Annali d. Museo Civico di St. Nat. di Genova. Serie 2, Vol. 17 {37), 19 Gennaio 1897, jx^ff- 4. Fleutiaux E. — Viaggio di Leonardo Fea in Birmania e regioni vicine. LXXL Monommidae, Trixagidae et Eucnemidae. — Estr. di x>ag. 12 d. Ann. d. Mu- seo Civico di St. Nat. di Genova. Serie 2, Vol. 16 {36). Genova 1896. Grouvelle A. — Potamophilides, Dryopides, Helmides et lleterocerides des Indes orientales. — Estr. di pag. 25 d. Annali d. Museo Civico di St. Nat. di Genova. Serie 2, Vol. 17 (37). Genova 1896. Horn "W. — Cicindelides nouvelles du Musee Civique de Genes. — Estr. d. An- nali d. Museo Civico di St. Nat. di Genova. Serie 2, Vol. 17 (37), 5 Gennaio 1897. Pag. 5. SUNTI E RIVISTE Note di tecnica per 1' istologia del sistema nervoso 1. Donaggio A. — Sulla presenza di un reticolo nel protoplasma della cellula ner- vosa. — Rivista sperim. di freniatria e med. legale. Vol. 22, fasc. 4. Reg- gio-Emilia 1896. 2. Marina A. — Una fissazione che permette tanto le colorazioni specifiche cellu- lari quanto il metodo di Weigert per la colorazione delle fibre nervose. — Rivista di patologia nervosa e mentale. Vol. 2, Fasc. 1, Firenze 1897. 3. Pugliese V. — Le soluzioni bicromo-paraldeidiche come rnezzi d'indurimento del sistema nervoso. — Rivista sperim. di freniatria e medicina leg. Vol. 22. Fasc. 4. Reggio Emilia 1896. 4. Roncoroni L. — II cloruro di platino come mezzo di fissazione del sistema ner- voso. — Arch, di Psich., Sc. penali e Antropol. criminate. Vol.17. {Vol. 1 d. serie 2). Fasc. .5-6, Pag. 565-571. Torino 1896. Con tav. 1. La cellula nervosa, comprssi i prolungamenti protoplasmatici e il cono del cilindrasse, presenta 1' aspetto di un reticolo, che e in rapporto col reticolo nucleare e nucleolare e colle fibrille del tessuto circumambiente. Questi fatti sono verificabili applicando il seguente metodo: Si adoperano tessuti tVe- — '6b — schissimi, e ridotti in piccoli pezzi (il nudoUo spinale con tagli trasversali si divide in pezzetti dello spessore di 2 mm.). Questi vengono immersi iiella so- stanza colorante (soluzione di bleu di metilene BX in NaCl al 0,75 "/o, nella pi'oporzione, respettivamente, di 1: 5000); il liquido colorante si prepara poco prima di adoperarlo, si filtra e si scalda finche raggiunga la temperatura del- I'animale sul tessuto nervoso del quale si sperimenta ; questa temperatura si conserva per tutto il tempo in cui i pezzetti stanuo nel liquido colorante; la durata deirimmersione e di 1 ora e mezzo ; per 1 cmc. del tessuto si adope- rano 100 cmc. di liquido colorante. Successivamente i pezzetti (lavati per pochi secondi in soluzione fisiologica di NaUl) si immergono per 3 ore nel li- quido fissante e ossidante di A. Betlie. Per 1 cmc. di tessuto nervoso le pro- porzioni delle sostanze che compongono il liquido sono le segiienti: 1 grammo di molibdato di ammoniaca in 10 cmc. di acqua distillata, una goccia di acido cloridrico (il precipitato bianco die si forma, si scioglie agitando il recipieute), 1 cmc. di acqua ossigenata. Dopo questo trattamento si lava in abbondante e spesso rinnovata acqua distillata, finche i pezzi cessano dal cedere una lieve nubecola biancastra (circa mezz' ora) ; poi si immergono in alcool a 70 ' per 12 ore, in alcool a 96° per altre 12 ore e in alcool assoluto per 5 ore; si pas- sano in xilolo, si includono in paraffina a 45": le sezioni si possono attaccare sul vetrino a freddo con alcool al terzo ; quando sono asciutte si liberano dalla pai'affina e si rischiarano con xilolo e si montano in balsamo del Canada sciolto in xilolo. Ch. 2. La fissazione del pezzo, che puo esser anche voluminoso, come ad esempio un tronco cerebrale, si fa in uu liquido cosi composto: alcool a 90", ]00 cmc; formolo 5 cmc. ; acido cromico 0,10 gr. II liquido dev' esser cambiato nei primi 4-5 giorni. Dopo 28 ore si possono gia preparare i pezzi per il taglio, ma il piano di adattamento e meglio farlo al 2" o 3" giorno. I pezzi, attaccati sul legno col syndeticon od anche liberi vengono serbati nell' alcool a 45" con, o senza acido cromico, 0,10: 100. Si taglia sotto alcool a 90*^'. Le fette che si vo- gliono colorire con metodi cellulari, si serbano in alcool a 90°, le altre si trasportano in una soluzione acquosa di bicromato di potassio al 3,5 "/o, op- pure, volendo studiare la nevroglia, nella soluzione cromogenica (I'') di Weigert. II metodo e applicabile sia alli colorazione delle cellule con la tionina, o coi metodi di Nissl e di Held, sia alia colorazione delle fibre nervose col metodo di Weigert. Quanto alia durata delle colorazioni cosi ottenute, I'A. non ha potuto ancora stabilire nulla di preciso. SrADEiiiNi. 8. Per fissare ed indurire pezzi di tessuto nervoso I'A. adopera una miscela di bicromato potassico e paraldeide, aggiungendo paraldeide, nella proporzione del 2,5-3 ",'o, alia soluzione bicromica. 'L'A. non dice in quale proporzione e quest'ultima.] Il reattivo proposto non e come la soluzione di bicromato di K, un mezzo adatto alio sviluppo delle muffe ; il tempo occorrente per I'induri- mento si riduce della meta; i pezzi, anche rimasti a luugo nel reattivo, non perdono della loro primitiva elasticita e morbidezza; si rende inutile la rinno- vazione frequente del liquido fissatore; nessuna colorazione viene ostacolata da questo metodo, colla nigrosina anzi si ottengono colorazioni elegantissime. L'A. si serve, per eseguire quest'ultime, di una soluzione acquosa di nigrosina all' 1 "/,,; le sezioni rimangono nel liquido colorante 10-12 ore; poi si lavano in acqua stillata e si passano in alcool comune finche non sia avvenuto il difie- — 36 — renziamento fra sostanza grigia e bianca; disidratate in alcool assoluto o lattato d'etile, die completa la decolorazione, si chiarificano in xilolo e si inontano in balsamo del Canada. Ch. 4. Piccoli pezzi di corteccia cerebrale o cerebellare, tolti da un animale ap- pena ucciso, si immergono in una miscela a parti uguali di liquido di Miiller (o anche di soluzione di bicromato di potassio o di acido cromico) e di solu- zione di cloruro di platino al 0,80 "/o in acqua stillata. II liquido deve essere abbondante e preparato al momento di adoperarlo. Dopo 5 ore ciascun pezzetto viene sezionato per meta ed il liquido rinnuovato. L'operazioue si ripete per 3 giorui, a distanza di 24 ore. Al 4'^ giorno i pezzi sono utilizzabili; si possono pero tenere per altri 2 o 3 giorni nel liquido senza riunuovarlo, oppure si pos- sono mettere jjer 1-2 giorni nella soluzione di cloruro di platino 0,80 °/o senza altra aggiunta. Si lavuno poscia per ^Z., ora in acqua e, dopo gli opportuni pas- saggi in alcool, si includouo in celloidina. Le sezioni (che debbono essere molto soltili) si colorano con una soluzione fortemente alluminata di ematossilina. Egregiamente serve la fcrmola del dott. Pes ('). Nel colore le sezioni si ten- gono per 20-30 ore, dopo di che si fanno i seguenti passaggi: in acqua stillata per 24 ore; in una soluzione acquosa di pennanganato di potassio al 0,10 "/o tinche la sostanza bianca si difFerenzia dalla grigia (in media 30"); in una so- luzione di 0,2 di acido ossalico e 0,2 di solfito potassico in 100 di acqua stillata per 2"; in una soluzione di carbonate di litina al 1 "/o per 10'-30'-l ora e piu: finalmente si lavano in acqua, si disidratano, si riscliiarano con xilolo e si in- cludono nel balsamo del Canada. Dopo la descrizione del metodo I'A. accenna al vario modo di comportarsi degli elementi delle varie zone del sistema nervoso centrale, sofFermandosi in particolar modo sui prolungamenti protoplasmatic!. Livjni. COMUNICAZIONI ORIGINALI R. UNIVEKSITA UI BOT.OGNA r.ABORATOKlO DI ANATOMIA NORMALE MICROSCOPICA, DIRKTTO DAT, PliOF. R. FUSARI Sulla corteccia cerebellare della Cavia. NoTA PER UGO PONTI (Con Tav. N. I) Kicevuta il di 30 dicembre 1890. fi vietata ]a riproduzione. Una (lelle rogioni del sistema nervoso centrale elic oflVe nn canij)o assai vasto c fecondo di utili ossei'Nazioni |)er mettere in eliiaro i ra|)- ])orti delle cellule nervose fra loro, e cerlamenle il cerNelletto; inlalti la (') Si fa una solnzioue couceutrata a caldo di allnme e si lascia raffreddare : a 150 cnic. di delta soluzione, previamente ftltrata, si aggiungoro 5 goccie di una soluzione 1 " Vi ^^ carbonato di litina e gr. 1 di ematossilinr. cristallizzata sciolta in 10 gr. di alcool assoluto. Si la.scia per 20 giorni aperta la boccc'tta clie contiene la sostanza coloraute: si filtra poi quest' ultima, volta per ^olta cbe si adopera. 37 — (listinzione ncttamento mart'aliHle^li stnili celliilari, labrevita della mag- gior jiarto dellc neurili, 1' oricMitamento coslanlc o porfelto (lollo arbo- rizzazioni iiroloplasiuaticlH^ dello cellule di I'urkinje e dei fasci di libro tangenziali faeilitano singolarnienlo lo studio di (|uesta (juestione. Aj)|)iint() su (juesta parte dei eeiitii neiNosi, la di cui line anatomia era gia stata (piasi tutta uiessa in cliiaro dagli studi di (J(»lgi('), Ra- mon y Cajal poto trovare I'atti su eui tondo la sua teoria, e a lui spetta il merito di avere descritto il e()ui|)i)rtanient() della neurile dei granuli, le libre centripete, o la terminazione sul eorjx) delle eellule di I'urkinjc della neurite delle piccolo cellule dello strato molecolare (Korbzellen di Kolliker), Su di queste gia pern il Fusai-i('j aveva osser\ato alcune iniportanti j)articolarita, ipiali il modo di nascere della neurile, assai sottile in principio, vicino all' origine, ingiossantesi di niollo in seguito, e il suo decorso, perfettamentc parallelo al piano di maggior estensione delle dendriti delle cellule di IMirkinje. In tal modo, per (piesti studi, complctati da ([uelli di lletzius, van Goluicliten, Kolliker, Lugaro, ecc, la intima struttura delle lamellc ccrebellari venne com])letamente stabilita. Pero una cosa gli Autori suc- citati non lianno descritta completaniente e in modo decisivo, e cioe la maniera di comportai'si della neurite delle cellule |)iii su|)erliciali dello strato molecolare; di (piesto appunt(t trattero in ([uesta nota, come pure di alcune particolarita di iei'niinazione delle libre del plesso rampicanle di(;ajal {Klrller/aspni di kiilliker'. 11 Fusari nel suo sopracitato laxoro disegna e {iescri\e neli'iionio alcune cellule stellate la cui neurite comportasi c(Mne (|uelle del 2" tipo di (iolgi a neuropodion\ (lajal nella KlliNisIa trimeslral de istologia", IS8S. n. I, nel suo lavoro nel cervelletto degli uccelli alVerma die tutte le cellule stellate si comportano come Kovhzclhm. Nelb^ <'Xuo\e idee sul sislenia nervosoft sebbene disegni una di ([ueste cellule superliciali a neuropodicm, pure non la descrive nel testo. Retzius() dice di non esser mai riuscito a colorare la neurite di (|ueste cellule superliciali; descrixe il cor|)o cellulare, tondeggianle od oNoide, ed il contegno dei pi'otoplasmatici, assai lini cd irradianli in varie direzioni. Kolliker'''' si esprinie all' incirca come lletzius su (piesto argo- mento, e descrive in ugual modo i i)rotoplasinalici e il cor|)o cellulare. ('j (iolgi. —Sulla fine anatomia degli orgaiii c>=iiti-ali del sist^nia nei-voso. 1SS5. ('-) Fusari. — SuU' origins dollo fibre nervose nello strato molecohu-e del cei'vt-lletto. 188.3. (■^) Retzius. — Biologische Untevsucliungeu. — XeueFolge III, 1892, t Die nervoseu Eleniente der Kleinliirniiude ». (^) Kolliker. — Ilandbuch der Gewebelelire des Meusclien. — II'' parte. 31. Z. * — 38 — Liigaro, () (lojx) iiNcr latto ii(>lai-<' ei;li pure le (liflk-olta a colo- rarsi di (|ii('sti oleinenti, ritiene die debhaiio aNere eonleimio analogo alle cellule prolonde. (lia r anno scorso mi occupai di ({ueslo argomento, avendo trovate descritte dal Fusari cellide del 2" tipo, non ricordate poi dagli altri Au- tori. Nello studio di (luesti elementi, tanto il nietodo del Golgi all' acido osmieo (rapido', come il lento, non mi diedero I'isullati molto soddislacenti, nemmeno colla (lo|)|)ia impregnazione. Mi riiisci invece assai bella la rea- zione con la modilicazione del During (all' aldeide formical 1 [)ezzi di corteccia cerebellare, trattati con (juesto metodo, I'urono lavati in alcool a 957,, disidratati in alcool assoluto, imboNuli di olio di legno di cedro, 0 sezionati in queslo. Quasi esclusivamente nella cavia, ottenni risultati eccellenti oj)e- rando in tal modo. J. a colorazione mi riuscl assai line, nilida ; il londo trasparente e pri\(t di ])recipitati. Assai numerose si notano le Korhzcllcn , riguardo alle (juali e da osservare die non solo vi sono collalerali ascendenti nasccnti diretta- mente dal I'amo principale della neurite, ma anclie alcuni di secondo or- dine, nascenti cioe da una delle branche die danno le Korhe. (Fig. l,r). Tanto in ({uesti dementi come nei suj)erliciali i iilamenti tanto delle dendriti come delle neuriti sembi'ano prowisti di ingrossamenti sferoidali susscgucntisi a breve intervallo; cosi risulta pure da alcuni preparati ottenuti da me col bleu di metilene imetodo di Major: inje- zione intraperiloneale di bleu nell' indixiduo ^i^ente; lissazionc dei pezzi in miscela raffreddata di acqua ossigenata e molibdato ammonico). Si potrebbe credere, non volendo afTermai-e come veramente esistenti nd- Tanimale vivo i suddelli ingrossamenti, die Ibssero un prodotto della morte sul prolo|)lasnia cdlulare. Le cellule suj)erticiali hanno quasi tulte un comportamento somi- gliante. Le piii \icine alia meninge (alcune le sono comi)letaniente ad- dossate) (Fig. 2, 3, i, o; sono piccolissime, I'usate, col corpo tondeggiante, da cui partono dai due lati prolungamenti dendritici ])iuttosto sottili, i-a- milicantisi ad angolo assai acuto, dicotomicamenle, e conservanti un decorso quasi i)arallelo alia meninge. La neurite nasce 0 dal corpo cd- lulare in \icinanza di un ramo i)rotoplasmalic(», o dal protoplasmatico stesso, fmissima, e tale conservantesi |)er to piii per tutto il suo de- corso, durante il (|uale da sottili collaterali, clie si dividono in j)osto in ramuscoli liliformi, e tormina a j)oca distanza dal corpo cdlulare, mantenendosi sempre in direzione quasi orizzontale c parallda al piano ( ) Liigaro. — SuUe counessioni degli elementi della corteccia cerebellare. 1894. 39 — (lella maggior cslcnsionc (lello (k'lidriti (k'lle cellule di Purkinjc. Al- eiine voile da rami discendenll assai lunglii, ma che noii arrivano mai fino a livello del corpo delle suddette cellule, e presentano uii compor- tamento assai diverso da (juello delle Korhe (Fig. 13). Le cellule piu |)n)ronde Fig. 0, 7, 8, 9, 10) sono di I'orma stellata, col corpo quasi sl'erico, ma con mollissimi e sotlili |)i'oU)plasmalici, irradianti in tutte le direzioni. La neurite nasce costantemente dal corju) cellulare, linissima neU'oriiiine, ma ingrossantesi di molto e tutlo ad un tratto (loj)o aver dato il i)rimo collaterale, ed assumendo cosi completamente rasj)etto dei rami dendrilici. Si ramifica rapidamenle in sito, dando rami spesso assai lini, ma con numerose e voluminose j)allottoline, tanto clio a piccolo ingrandimenio non si ha che 1' impressione di un succedersi di grossi punli. Alcune delle cellule appartenenli a (juesta categoria hanno la neu- rite che si comporta in modo jiarlicolare i^Fig. 11, 12), dando cioe rami ad angolo quasi retto, ascendenti e discendenti, che sembrano adattai'si alia forma delle dendriti delle cellule di Purkinje. Questa nianiera di divi- sione osservai specialmente nella cavia giovane (10 giorni), e, volendo seguire la teoria di Cajal, si potrebbe interpretare come una terminazione deslinata alle suddette dendi'iti. Ouesta e un'ipotesi molto azzardosa, non basata su fatti certi, ma solamente su apparenze molto vaghe. Una ^el■a terminazione nelle dendriti delle cellule di Purkinje, si ha |)ero dalle Kletlerpiseni, che presentano nelle espansioni protopla- smatiche suddette un rapporto di contiguita assai intimo. Queste libre, (Fig. 14, lo) in sezioni trasversali delle lamelle, si ve- dono salire dalla sostanza bianca, spesso ser|)eggianti, sempre indivise lino sopra alio strato dei corpi cellulari di Purkinje. Qui giunle si di- vidono e suddividono dicotomicaniente, assottigliandosi, e dando ogni tanto delle brevissime lini spine terminate a })allottolina, ed adattandosi alle dendriti che inxolgono com[)letamente, come e dato \edere nei casi in cui solo alcune dendriti sono riuscite impregnate, mentre delle altre ri- maste incolore, e lasciata traccia dal rivestimento nervoso die le circonda. Si puo vedere, quando la I'eazione e avvenuta molto fine, che i rami terminali derivanti dalla suddivisionc di queste libre si comportano nel seguente modo: si di\idono cioe in due tilamenti, tratto tratto varicosi, che si avvolgono a spira V uno sull' altro, a guisa di cavaturaccioli, de- limitando una specie di tubo, entro cui passa la terminazione della den- drite. iFig. 10, 17). Oltre a cio le Kletterfascrn sono destinate solo alle dendriti delle cellule di Purkinje, cio che e dimostralo dall' aver esse, come quelle, una espansione a ventaglio, tanto che in sezioni longitudinali delle la- — 40 iiiello appariscoiio, a piccolo ingraiuliniento, come linee spinose irraggianti (lalla sostanza midollai'c, cosicclie il loro campo di terminazione e deli- mitato esclusivamentc a ([uelle espansioni j)rolopla.smaticlie. Oucsto particolare contogno dimostra quale intinio rap])ort<), quale esteso contatto abbia hiogo fra le fibre ranii)icanti e le dendriti delle cel- lule di Purkinje, e siccome nessuua disposizione anatoniica e ])riva di signilicalo lisiologico cosi mi sembra ragionevole ammettere die, come Yuole Cajal, 1' eccitazione nervosa dalle fibre rampicanti passi per mezzo del contatto soj)ra indicate alia dendrite delle cellule di Purkinje. Bologna, 9 novembre 1896. N OT A. Tutti i disegni furono eseguiti coll' aiuto della camera chiara Abbe-Zeiss,. col piano sosteuente la cax'ta all'altezza del tavoliuo del microscopio, e, traiiue 3 i n' 11, 16, 17 con ^ tub. 160 mm. KoristkaX^oO d., di modo che si ottenne un ingrandimento nel disegno, misurato col micrometro oculare, di circa 600 d. 3 II n'^11 fu eseguito con — tub. 160 Koristka; X GOO d. Ingrandimento del disegno 1100 d. 4 e i n^ 16, 17 con in tub. 160 Koristka X 900 d. Ingrandimento del dise- li; iui. oiii. gno 1600 d. In tutte le figure : S = superficie della lamella cerebellare. P = limite inferiore dello strato delle cellule di Purkinje. n = neurite. CATALOGO DEI LAVORI PUBBLiCATI DAL PROF. LUIGI CALORI. (Coutiuuazioue e fine. Veili n. 1, pag. "25). 54. Sul sistema vascolare di un mostro umano acardio e anadenolinfemico. A, 1869, T. 9, pag. 267. 5.5. Del cervello nei due tipi brachicefalo e dolicocefalo italiaui. A. 1870, T. 10, j)ag. 35. 56. Sopra un cranio scafoideo (Scaphocefalus Baerii). Lettera all' illustre Cra- niologo Dott. I. Bernardo Davis, vice-presidente della Societa Antropolo- gica di Londra. A. 1870, T. 10, pag, 435. 57. Intorno agli usi del muscolo pronatore quadrato, e ad un muscolo sopranu- merario cubito-radio-carpeo nell' uomo. A. 1871, T. 10, pag. 647. 41 — Memorie — Serie III. 58. Annotazioni storico-critiche sulle origin! dei nervi ottici. A. 1871, T. 1, pag. 513. 59. Delia stirpe che ha popolata 1' antica Necropoli alia Certosa di Bologna e delle genti affini. Discorso Storico-Antropologico. A. 1872, T. 2, pag. 463. 60. Sulle apparenze di sostanza grigia, prodotte dall' azione piolungata di una satura soluzione di bicromato di potassa, in varie parti della bianca del cervello. A. 1872, T. 3, pag. 3. 61. Descrizione Anatomica di tre anomalie del cervello. A. 1874, T. 4. pag. 265. 62. Di alcune borse mucose corrispondenti alia trachea ed alia laringe e ad al- cune delle parti adiacenti. A 1874, T. 5, pag. 335. >63. Dei resultamenti ottenuti iniettando i canali di Fontana e di Petit e la ca- mera anteriore dell' occhio umano e dei mammifeii domestici. A. 1874, T. 5. pag. 341. 64. Intorno ai riti funebri degli italiani antichi ed ai combusti del Sepolcreto di Villanuova e dell' antica Necropoli alia Certosa di Bologna. A. 1875, T. 6, pag. 295. 65. Sulla disposizione dei visceri e specialmente del fegato in due casi di sven- tramento addominale cougenito, e su di una nuova specie di Celosonao. A, 1876, T. 6, pag. 395. 66. Di un mostro Eteropago suino. A. 1877, T. 7. pag. 395. 67. Se gli ossetti sessamoidei dei tendini si svolgono nell' uomo da cartilagine ialina. A. 1877, T. 8, pag. 437. 68. Sul variato rapporto vascolare delle due radici del nervo mediano e sulle condizioni atte a produrlo. A. 1877, T. 8, pag. 443. 69. Sopra un cranio Fenicio trovato in Sardegna messo a riscontro con gli altri pochi conosciuti e coi crani Sardi e Siculi moderni somiglianti. A. 1878, T. 9, pag. 609. Memorie — Serie IV. 70. Deir abnorme separazione della porzione squamosa dalle altre dell' osso temporale dell' uomo adulto. Di alcuni particolari intorno alle varieta delle cellule mastoidee e del forame di Rivino. A. 1880, T. 1, pag. 121. 71. Di una bambina Microcefalica e specialmente del suo cervello. A. 1880, T. 1, pag. 617. 72. Di un proencefalo umano singolare per alcune parti sopranumerarie sem- bianti a dermocimache. A. 1880, T. 2, pag. 27. 73. Intorno al canale sopracondiloideo dell' omero dell' uomo. A. 1880, T. 2 , pag. 37. 74. Sulla coesistenza di una eccessiva divisione del fegato e di qualche dito so- pranumerarie nelle mani e nei piedi. A. 1881, T. 2, pag. 335. 75. Di una inversione splancnica generale nell' uomo accompagnata da alcuni notabili del capo con esso lei convenienti e da estranee anomalie. A. 1881, T. 2, pag. 597. 76. Suir alta divisione del nervo grande ischiatico considerata come differenza nazionale e sulle varieta del muscolo piriforme. A. 1881, T. 2, pag. 623. 77. Di tre mostri doppi Sicefali e particolarmente del Giano. A. 1882, T. 4, pag. 51. — 42 — 78. Intorno al processo sopraconcliloideo interno del femore nei mammiferi e neir uomo. A. 1883, T. 4, pag. 5S5. 79. Deir Iniope e del Sinoto, dei carafcteri comuni propri dei vari Sicefali e della loro genesi. A. 1883, T. 5, pag. 142. 80. Sulla esistenza di un grande Wormiano nella fontanella anteriore e di al- tre anomalie ossee dell' ovato facciale in un neonate deforme per gola lu- pina e microftalmia. A. 1S84, T. 5, pag. 523. 81. Di un mostro umano acardio e della ipotesi piu probabile intorno alle ca- gioni della mancanza del cuore. A. 1885. 82. Degli arti superioi-i deformi di un feto a termine e delle alterazioni ed ano- malie ossee, muscolari, nervosa e vascolari concomitanti. A. 1886. 83. Sopra due casi di varieta numeriche delle vertebra, accompagnati da varieta numeriche delle costole ed altre anomalie. A. 1887. 84. Sulla splancnologia di uno sternopago umano, notabile per inversione par- ziale delle cavita cardiache. A. 1887. 85. Sui nervi di rene a ferro di cavallo con ectasia del rene siuistro. A. 1888. 86. Sulle comunicazioni della vena porta con le vene generali del corpo. A. 1888. 87. Sopra il muscolo episternale e le sue anatomiche interpretazioni. A. 1888. 88. Storia di un proencefalo umano notabile per le cel'aliche extra- ed intracra- niensi e pel teschio osseo. A. 1889. Memorie. — Serie V. 89 Sopra un caso d'inversioue dei condotti toracici accompagnato da inversa origine dell' arteria succlavia destra e sulla genesi delle due anomalie. A. 1890. 90. Sulla parte dovuta al Malpighi nello scoprimento della struttura delle glan- dole linfaticbe: sul'inviluppo venoso e la rete venosa collegante di esse, A. 1891. 91. Su la stenosi del forame jugulare e le sue concomitance. A. 1892. 92. Sopra due processi anomali dell' osso frontale nell'uorao, aventi il loro ri- scontro nei Mammiferi, specialmente carnivori. A. 1892. 93. Sopra alcuni notabili dell' osso sfenoide e della porzione basilare dell' osso occipitale. A. 1892. 94. Su varie particolarita osteologicbe della base del cranio umano. A. 1892. 95. Suir anatomia del palato duro. A. 1892. 96. Su le anomalie dell'osso zigomatico ed in ispecie su due varieta di zigoma- tico bipartite. A. 1893. 97. Storia ed Anatomia di un ectrodattilo umano adulto. A. 1893. 98. Sulla composizione dei condili occipitali nelle varie classi di Vertebrati e suir omologia del terzo condilo occipitale dell' uomo con il condilo occipitale unico degli Uccelli e dei Rettili. A. 1894. 99. Sopra un' unione sinostotica e pai'ziale incorporazione dell'atlante con I'osso occipitaJe e sopra due altre anomalie convenient! con essa. A. 1895. 100. Sopra un notabile aumento namerico di forami e canali emissari del cranio umano. A. 1895. Nei Rendiconti. 101. Sulla forma microscopica delle parti elementari della sostanza nervosa deir encefalo. A. 1835, pag. 237. 43 102. Sopra uu aneurisma misto. A. 1840, pag. 127. 103. Sulla disposizione dei principali rami arteriosi e venosi descritti dal Tigri. A. 1847, pag. 44. Nel Bullettino delle seienze mediehe di Bologna. 104. Sopra alcune anomalie che presentano le vene della meta superiors del corpo degli uccelli. A. 1842, S. 3, V. I. 105. Sopra una particolare ossificazione a sesamoideo insolita del tendine infe- riors del muscolo tricipite bracchiale. A. 1842, S. 3, V. 2. 106. Cinque anomalie dei nervi dell'avambraccio e della mano. A. 1871, S. 5, V. 12. Wella Bivista clinica di Bologna. 107. Sulla anomala sutura fra la porzione squamosa del temporale e T osso della fronte nell'Uomo e nelie Simie. A. 1874, S. 2, A. IV. 108. Di alcune anomalie delle principali arterie e delle vene superBciali del collo considerate in relazione colla pratica chirurgica. A. 1874, S. 2, A. IV. 109. Sulle anomalie del canale e del nervo sottorbitale e sul punto in cui puo tagliarsi questo nervo con maggior speranza di buon successo nella Pro- sopalgia. A. 1874, S. 2, A. IV. Negli Annali delle Seienze Natural! di Bologna. 110. Lettera al Dctt. Mauro Rusconi nella quale risponde alia critica da questi t'atta alle sue osservazioni anatomiche sugli organ! della respirazione dei girini della rana comune. A. 1841, T. 6, S. 2. 111. Annotazione anatorao-patologica sopra la novella specie di aneurisma mi- sto del Malgaigne. A. 1841, T. 6, S. 1. 112. Sulla generazione vivipara della Cloe Diptera {Effimera Diptera). A. 1848, T. 4, S. 2. Memoria inedita letta airAccademia delle Seienze nel MDCCCXXXVI. (Conosciiita per estratto nel resoconto e iiegli auiiali delle Scieuze Xaturali.) 113. Osservazione microscopica nelle parti elementari del cervello. A. 1836, T. 2, S. 1. Altri lavori. 114. Tavole anatomiche rappresentanti la struttura del corpo umano, e loro spiegazione a fronte. In due volurai. Bologna, A. 1850-1853. 115. Volgarizznmento della Patologia geuerale di Cliomel. eseguito sulla IV Edizione. ^Milano, A. 1858. 1L6. Per la solenne inaugurazione del Monument© del Prof. Alessandrini. Di- scorso. Bologna, A. 1865. 117. Iscrizioni in morte di Clelia Vespignaui. Bologna. A. 1878. Altri lavori letterari. u — SALVATORE TRINCHESE. II giorno 11 di questo mese e morto in Napoli Salvatore Trincliese. La sua scomparsa lascia in Italia un vuoto clie non e facile riempire, perclie egli aveva conquistato, nel campo degli studii biologici, e come inse- gnante e come ricercatore, una posizione elevata e particolare; perclie le sue qualita non comuni di uomo e di scienziato gli avevano conferito una grande autorita, riconoscinta per unanime consenso nella cerchia dei cultori delle scienze naturali ed anche fuori di quella. La vita di Salvatore Trinchese e sotto varii punti di vista degna di ricordo ed e desiderabile die venga scritta con una certa ampiezza. Qui non posso che tratteggiarla sommariamente, rnettendone in rilievo i lati piu salienti. Salvatore Trinchese nacque a Martano nella provincia di Lecce il 4 aprile 1836 da Paolo e da Paolina Epifani. Compiuti gli studii ginnasiali ando a stu- diar medicina nell' Universita di Pisa dove consegui la laurea il ISgiugno 1860 riportando 1' unanime plauso della Commissione esarainatrice. Ma subito dopo egli si dedic6 tutto agli studii biologici e, ottenuto un posto di perfezionamento all' estero, nell'anno seguente a quello della sua laurea, si reco a Parigi, dove il genio di Claudio Bernard spandeva si pura e vivida luce. E certo e lecito supporre che le lezioni di quel grande maestro contribuissero non poco ad aprire al Trinchese nuovi orizzonti e a metterlo suUa buona via negli studii biologici. A Parigi egli segui con grande amore le lezioni del Bernard, del Robin e di altri — come attestano le numerose annotazioni die coprono parecchi fascicoletti e che egli gelosamente custodiva — e, attraverso continui sagrifizii, che le poco floride finanze gl' impouevano, accumulo quel tesoro di conoscenze che no fe- cero uno dei piu colti insegnanti del nostro paese. Lasciata Parigi, fece un breve soggiorno in Inghilterra finche, nel 1865, fu nominato professore straordinario di Mineralogia, Geologia e Zoologia nella Universita di Genova col modestissimo stipendio di 2100 lire, e direttoi-e di quel Museo di Storia Naturale. Nel '67 fu nominato professore straordinario di Zoo- logia ed Anatomia coniparata ed ebbe 1' incarico della Fisiologia, e nel 1870 in- fine fu promosso a professore ordinario. L'anno seguente fu trasferito alia cat- tedra di Zoologia dell' Universita di Bologna dove rimase fino al 1880, anno in cui fu chiamato a Napoli come successore di Paolo Panceri. A Napoli acquisto subito immensa popolarita e prese nel nostro Ateneo la posizione di un vero novatore. Per la prima volta sentimmo qui il nuovo verbo delle dottrine evoluzioni- stiche predicato con ardore di apostolo fervente ; per la prima volta un Gabi- netto nel senso moderno fu aperto ai giovani e questi potettero vedere con i lore occhi quello che il professore insegnava dalla cattedra ed essere iniziati ai misteri del microscopio. E per la prima volta ancora i giovani furono av- viati alia ricerca e risentirono gli effetti benefici dell' entusiasmo per la scienza die in loro trasfondeva il maestro. E gia nei primi 3 o 4 anni furono pubbli- cati parecchi lavori fatti da studenti nel Gabinetto d' Anatomia comparata, lavori cui il Trinchese seppe far schiudere le porte dell'austera Accaderaia reale di Napoli. Una mezza dozzina di quel lavori, riuniti in un volume col titolo di « Primo — 45 — Cimento », furono nel 18S5 dal Trinchese oft'erri al Coppino, allora Ministro dell' Istruzione pubblica con una succosissima lettera dedicatoria, che era an- che una professione di fade ed un programma. La lettera cominciava cosi : « C era una volta, in uu bel paese di questo mondo, un ministro dell' istru- zione pubblica, il quale ordino che fossero in gran parte dedicate al proficuo lavoro dei gabinetti le ore sine allora assegnate dai regolamenti delle facolta di scienze naturali e di mediciua alle lezioni cattedratiche. E voile pure che tacessero per sempre le lezioni di spolvero fatte da certi prof'essori di iiuovo conio, i quali, mandate dal rigattiere le macchine pneumatiche, le storte, i microscopi e gli altri ferri vecchi del mestiere, s' erano dati a insegnare le scienze naturali a orecchio. » E poco dopo continua : « Quel ministro voile che ai locali delle Universita fossero apportati tutti i miglioramenti richiesti dalla civilta e dall'igiene. Cosi, nella piu popolosa Universita dello Stato, lurida, buia, soffocante come una spelonca di fiere, irruppero festanti I'aria, la luce e la granata. » Nou coutento di avere indicata la via, egli voile tracciarla. E appena eletto a Rettore dell' Universita di Napoli, nel 1885, si accinse a realizzare il suo bel sogno. Si trattava niente meno che di costruire di sana pianta nuovi Istituti scientific! rispondenti alle attuali esigenze degli studii, e nuove cliniche; di far sorgere insorama quasi una citta universitaria sopra una collina salubx*e, in un sito tranquillo della grande citta dove gli studiosi trovassero la quiete e gli ammalati 1' aria pura di cui hauno bisogno. Intoruo a questo progetto il Trinchese lavoro con lona ed entusiasmo me- ravigliosi. Egli « era I'uomo fatto a posta per venire a capo del disegno, con « quel suo fare bonario e senza superbia, con quel suo aspetto gentile ed ar- « guto, col non isgomentarsi mai delle objezioni e degl'inciaiiipi, e saper tron- « car quelle con uno scherzo e girar questi non ostinandosi su cose accidentali, « ed inline col soffocare in se le avversioni personali e tutti poi i risentimenti « che per le ripulse inaspettate, per le risposte tiepide, per il languore o le « caparbieta degli amici e per le ciarle degl' invidiosi, sogliono suscitarsi nel- « 1' aninio di chi per un alto fine deve sollecitare il consentimento e I'ajuto « di molti. » Queste parole furono scritte da Francesco D' Ovidio ed ho voluto riportarle e perche esse dipingono benissimo 1' uomo e perche, venendo da chi fu av- versario del progetto, non sono sospette di partigiauei-ia. Tanto il Trinchese apparve a tutti colui che solo potesse menare a termine il disegno, che egli, spirati i due anni del suo Rettorato, fu, con esempio nuovo, riconfermato per un altro biennio nella carica. Cio gli permise di costituire un consorzio tra le antiche provincie napoletane, il Comune, il Banco di Napoli ed il Governo per il migliorameuto dell' Universita. « Tutto cio » scriveva ancora il D' Ovidio enali e Antropol. criminale. Vol. 17 {Vol. 1 d. Serie 2), Fasc. 5-6, pag. 609-612. Torino 1896. Con fig. 5. SCHELETRO E ARTICOIiAZIONI. Betti U. — Di un processo anomalo dell' omero umano in corrispondenza del- r impronta deltoidea. — Boll. d. R. Accad. onedica di Genova. Anno 11, n. 3, pag. 134. {Proc. verb. d. adunanze). Genova 1896. Calori L. — Sulla direzione talvolta inversa del tubercolo o processo spinoso deir arco dorsale dell' atlante in qualche animale. — Rendic. d. R. Accad. d. Sc. d. Istituto di Bologna. An. Accad. 1896-97, in Bidl. d. Sc. mediche. An. 68., Serie 7, Vol. 8, Fasc. 2, pag. 104-106. Bologna 1897. Giuria P. M. — Sul vormiano medio-frontale. - Boll. d. R. Accad. medica di Genova. Anno 11, n. 3, pag. 139-140. {Proc. verb. d. adunanze). Genova 1896. Maggi L. — Le ossa bregmatiche nei fossili. — Rendic. d. R. Istit. Lombardo, Serie 2, vol. 30, Fasc. 4, 11 Febbraio 1897. Milano. Ottolenghi S. — Sutura etmoido-lacrimale. — Divisione per sutura verticale della lamina papiracea dell' etmoide (osso lacrimale posteriore). — Osso sopra- numerario della parete interna dell' orbita. — Vedi M. Z. VIl, 5, 109. Picozzo T. — Sutura etmoido-lacrimale. — Vedi M. Z. VII, 5, 109. 6. Apparecchio muscolare. Falcone C. — I muscoli frontale e sopraciliare nella espressione dei senti- menti. — Giorn. d. Associaz. Napoletana di Medici e Natm-alisti. An. 6, Pun- tata 5 e 6, pag. 232-245. Napoli 1896. Con fig. Giuria P. M. — Note anatomiche sui muscoli della masticazione. — Boll. d. R. Accad. medica di Genova. Anno 11, n. 3, pag. 137. (Proc. verb. d. adu- nanze). Genova 1896. 8. TUBO DIGESTIVO E GHIANDOLE ANNESSE. Cavazzani E, — Sur une aptitude speciale du foie a retenir le violet de methyle. — Arch. Ital. de Biologie. Tome 26, Fasc. 1, pag. 27-32. Turin 1896. Ghigi A. — Sulla dentatura delV He^nicentetes .semispinosus (Mivart). — il/om-. tore zool. ital. Anno VII, n. 11, 2>ag. 267 a 274. Firenze 1896. Con fig. — 51 — Kroneeker H. et Luselier P. — Innervation de I'oesopliage. — Arch. Ital. de Bioloyie. Tome 20, Fasc. 2,pag. 308-310. Turin 1896. Livini F. — Sulla distribuzione del tessuto elastico in varii organi del corpo umano. I. — Vedi M. Z. VIII, 1, 4. Sacerdotti C. — Sur la regeneration de 1' epithelium mucipare du tube gastro- enterique des amphibies. — Vedi M. Z., VIII, 2, 31. 9. Apparecchio polmonare. Branchie. Timo. Tiroidb. Delia Rovere D. — Rara anoraalia del polmone destro. Decorso anormale della grande vena azigos. — Giorn. d. R. Accad. di Medicina di Torino. Anno GO, n. 2, pag. 9.5-102. Torino 1897. Con tav. 10. Apparecchio uro-genitalr. Capsule surrenali. Giacomini E. — Sopra i corpi lutei degli Anfibi. — Proc. verb. d. adunanze d. R. Accad. d. Fisiocritici in Siena. An. accad. 205, n. 4, pag. 84-85. Siena 1896. 11. Teratologia. Casati — Testicolo sinistro entro la cavita addominale, ecc. — Afti d. R. Accad. d. sc. mediche e nat. in Ferrara. Anno 70, Fasc. 1-2, pag. 5-7. Fer- rara 1896. Chiarleoni G. — Nota esplicativa delle figure appartenenti 1' una a un feto araorfo e 1' altra ad una bambina con daplicita genitale esterna. — Arch, di Ostetricia e Ginecol. Anno 3, n. 2-3, j)ag. 190-194. Napoli 1896. Con fig. Dalle Ore G. — Estrofia totale della vescica urinaria. — Atti d. Associaz. one- dica lombarda. Anno 1896, n. 3, pag. 217-224. Milano 1896. Decio C — Sopra uu caso di emato-salpinge ed ematometra per mancanza congenita della vagina. — Atti d. Associaz. medica lombarda. Gennajo- Febbrajo 1896, n. 1, pag. 23-36. Milano 1896. Delia-Pace E. — Rachitismo fetale con Polidactylia nei bovini, causa di di- stocie. — II Naovo Ercolani. Anno 1, n. 17, j^ag- 2.57-261. Pisa 1896. Duval M. — Patogenesi generale dell' embrione. Teratogenesi. — Vedi M. Z. ; VIII, 2, 30. Fenizia C. — Un nuovo caso di emiteria lextradactylia ereditaria). — Boll, del Nat. collettore, allevatore, coltivatore. Anno 16, a. 11; Anno 17, n. 1. Siena 1896 e 1897. Ghillini C. — Deformita ossee sperimentali. — Arch, di Ortopedia. Anno 13, Fasc. 4, pag. 225-252. Milano 1896. Con tav. Giacomini C. — Sulle anomalie di sviluppo dell' embrione umano. Comunic. X. Vedi M. Z., VIII, 2, 30. Goria G. — Un caso di atresia ed assenza congenita della cavita del corpo deir utero, — Riv. di Ostetricia, Ginecol. ePediatria. Anno 1, n. 11, pag. 418- 426 e n. 12, pag. 481-498. Torino 1896. Con tav. Montegnacco A. — Ipospadia perineale. Uretro-plastica. — Atti d. Associaz. medica lombarda. Gennajo-Febbrajo 1896, n. 1, 2^<^'g- 14-23. Milano 1896, Con fig. Pelanda G. — Ernie ed anomalie sessuali. — Roma, tip. Cap)accini, 1896. Pag. 11. tiana G. P. — Utero velloso in una pecora. (Studiin corso nell' Istit. Patolog. d. E. Scuola di medicina veterinaria in Milano). — Estr. d. Moderno Zooja- tro. N. 6, 1896. 52 Sangalli G. — Rarissime anomale conformazioai congenite e acquisite del pancreas e del testicoli. — Gazz. med. lomh. Anno 56, n. 4, pag. 31-83. Mi- lano 1897. Silva B. — Caso singolare di accrescimento tardive della statura con atrofia dei genitali e incipiente acromegalia. — Boll. d. Soc. medico-chirurg. di Pavia. 1895, n. 3, pag. 182-200. Pavia 1895. Truzzi E. — Utero didelfo. Vagina septa. — La clinica moderna. Anno 2, n. 7-8, pag. 181-185. Firenze 1896. Valenti G. — Sopra un caso di ectopia renale co)igenita. — Atti e Rendic. d. Accad. medico-chirurg. di Perugia. Vol. 8, Fasc. 3, pag. 173-176. Perugia 1896. Con fig. III. PARTE ZOOLOGICA. 3. Pesci. Boulenger G. A. — Liste des poissons recueillis par le R. P. Louis Jalla a Kazungula, Haut Zambese. — Boll. d. Musei di zool. e anat. covip. d. R. Univ. di Torino. Vol. XI, n. 260, 5 Novem. 1896. Pag. 2. Carruccio A. — Note anatomo-zoologiche suUe mascelle dentifere di un Hex- anchus griseus adulto preso a Porto d'Anzio. — Boll. d. Soc. Romana per gli studi zool. Anno 5, Vol. 5, Fasc. 5-6, pag. 165-176. Roma 1896. Con fig. Gatti M. A. — II Chondrostoma Genei Bp. nella provincia di Teramo. — Boll. d. Soc. Romana jier gli studi zool. Anno 5, Vol. 5, Fasc. 5 e 6, pag. 211-217. Roma 1896. Trois E. F. — Sopra un esemplare di Acipenser stellatus proveniente dal- I'Adriatico. — Atti d. R. Istit. Veneto di Sc, Lettere ed Arti. Tomo 54j Serie 7, Tomo 7, Disp. 10, pag. 1175-1177. Venezia , 1895-96. Vinciguerra D. — Pesci raccolti dal Cap. V. Bottego durante la sua seconda spedizione nella regione dei Somali e dei Galla. Nota. — Estr. d. Annali d. Museo Civico di St. Naturale di Genova. Serie 2, Vol. 17 (37). 8 Febbraio 1897. Pag. 22. 4. Anfibii. Boulenger G. A. — Sur le Bomhinator p achy pus, Bonaparte et sa var. hrevi- pes, Blasius. — Bollet. dei Musei di Zoolog. ed Anat. cornp. della R. Uni- versity di Torino. Vol. XI, n. 261, 6 Novem. 1896. Pag. 2. Boulenger G. A. — Vedi M. Z. in questo N. e pag. 5. Rettili. Boulenger G. A. — A list of the Reptiles and Batrachians of Somaliland and Gallaland. — Estr. d. Annali d. Museo Civico di St. Nat. di Genova. Serie 2, Vol. 17 {37), 7 Gen. 1897. Pag. 6. Peraeca M. G. — Nuovo genera di Colubride aglifo dell'America meridionale. {Synophis bicolor, n. sp.). — Boll. d. Musei di Zool. ed Anat. comp. della R. University di Torino. Vol. XI, n. 266, 14 Dicem. 1896. Pag. 2 con 1 fig. 6. UCCELLI. Angelini G. — Contributo alio studio delle migrazioni ornitiche con osserva- zioni fatte specialmente attorno alio stretto di Messina. — Boll. d. Soc. Ro- mana per gli studi zool. Anno 5, Vol. 5, Fasc. 5 e6, j)0'g- 177-193, Roma 1896. — 53 — Angelini G. e Faleonieri di Carpegna C. — La Limicola platyrhyncha av- vertita per la prima volta in provincia di Eoma. — Avicula, giorn. ornitolo- gico italiano. Anno 1. n. 1. Siena, 1897. Bonomi A. — Come si distingua nell' usignolo il maschio dalla f'emmina. — Avicula, giorn. ornitologico italiano. Anno 1, n. 1. Siena, 1897. Brogi S. — Specie ornitologiche rare per la Provincia di Siena (Milvus migrans; Ciconia nigra). — Avicula, giorn. ornitol. italiano. Anno 1. n. 1. Siena 1897. De Stefani T. — Stercorarius crepidatiis, Gmelin ; nuova specie per il golfo di Palermo. Nota di 15 versi. — Avicula, giorn. ornitologico italiano. Anno 1, n. 1. Siena, 1897. Giglioli E. H. — Delia comparsa del Corvus tingitanus, Irby, in Italia. — Avi- cula, giorn. ornitologico italiano. Anno 1, n. 1. Siena, 1897. Gioli G. — Note ornitologiclie. — Avicula, giorn. ornitologico italiano. Anno 1, n. 1. Siena, 1897. Leonardi C. — Cattura di una Fratercula arctica in Girgenti. — Avicula, giorn. ornitologico italiano. Anno 1. n. 1. Siena, 1897. Meloni R. — II Cursorius galliciis, J. F. Gmelin, in Sardegna. — Avicula, giorn. ornitologico italiano. Anno 1. n 1. Siena, 1897. Untersteiner E. — Sulla diminuzione degli uccelli. — Avicula, giorn. ornitolo- gico italiano. Anno 1. n. 1. Siena, 1897. Salvador! T. — Descrizione di una nuova specie del gen. Rhamphocoelus di Chiriqui {R. Festae). ~ Avicula, giorn. ornitologico italiano. Anno 1. n. 1. Siena, 1897. 7. Mammiferi. Carrucoio A. — Sovra due micromammiferi donati al Museo Zooi. d. R. Univ. di Roma. Tarsipes rostratus e Nyctipithecus Azarae. — Boll. d. Soc. Roma- na per gli studi zool. Anno 5, Vol. 5, Fasc. 5 e 6, pag. 218-226. Roma 1896. {Continuaz. e fine). Con fig. Parona C. — Notizie storiche sopra i grandi cetacei nei mari italiani ed in particolare sulle quattro balenottere catturate in Liguria nell'autunno 1896. — Milano 1897. Pag. 78. Estr. d. Atti d. Soc. Ital. di Sc. Naturali, Vol. 36. — Boll. d. Musei di Zool. e Anat. comp. d. R. Univ. di Genova, n. 55. 1896. 8. Antropologia ed Etnologia. Anfosso L. — I craniogramma. — Arch, di Psich., Sc. penali e Antropol. cri- min.^ Vol. 17 ( Vol. 1 d. Serie 2), Fasc. 4, pag. 450-451. Torino 1896. Con tav. Giglioli E. H. — Due singolarissime e rare trombe da guerra guernite di ossa umane dell'Africa e dell'America meridionale. — Archivio per l' Antropologia e la Etnologia. Vol. 26. Fasc. 2. Firenze 1896. Lombroso e Carrara. — Contributo all' antropologia dei Dinka. — Arch, di Psich., Sc. penali e Antropol. crimin. Vol. 17 ( Vol. 1 d. Serie 2), Fasc 4 pag. 349-363. Torino 1896. Con tav. ' ' Morselli E. — Osservazioni critiche sulla parte antropologico-preistorica del recente Trattato di Paleontologia di Carlo ZiiieA. — Archivio per I' Antro- pologia e la Etnologia. Vol. 26. Fasc. 2. Firenze 1896. Pieraceini A. — Grado estremo di Dolicocefalia. — Arch, di Psich., Se. penali e Antrop. crimin. Vol. 17 {Vol. 1 d. Serie 2), Fasc. 3, pag. 276-279. Torino 1896. - ^:- Zoja G. — Sopra alcuni crani esotici esistenti nel Museo anatomico di Pavia (Continuaz. continua). — Boll, scientifico. An. 19, n. 1. Marzo 1897. Pag. 1-3. APPENDICE AnTROPOLOGIA APPLTCATA ALLO studio -DVZl PAZZf, DEI CRIMINALI, ECC. Aseoli C. — SuUo sviluppo del dente del giudizio nei criminali. — Arch, di Psich., Sc. penali e Antrop. crimin. Vol. 11 [Vol. 1 d. Serie 2), Fasc. 3, pag. 205-209. Torino 189G. Basetti R., Brogiani O., Toti E. — Osservazioni anfcropologiche nel reclu- sorio di S. Gimiguano. — Firenze, tip. Coop., 1896, pag. 8. Estr. d. jyeriodico « La Scuola positiva ». Anno 6 {1896), n. 6. Bianehi S. — Su una nota del prof. Ottolenghi: « La sutura etmoido-lacriraale nei delinquenti ». — Proc. verb. d. adunanze d. B. Ace. d. Fisiocritici in Siena. An. accad. 205, n. 3, jyag. 55-59. Siena 1896. Carrara e Roneoroni, — Cervello e cranio di Colli, brigante biellese. — ArcJi. di Psich., Sc. penali e Antrop. crimin. Vol. 17 ( Vol. 1 d. Serie 2), Fasc. 4, pag. 453-454. Torino 1896. RIVISTE CRITICHE Panebianco Ruggero. — Studio ottico-cristallografico della Cheratina. Con nota suUe nozioni di ottica cristallografica indispensabili ai Biologi per inteu- dere ed osservare i fenomeni della doppia refrazione, con qualche applica- zione ai cristalli. E con aggiunta suUe nozioni indispensabili a sapersi di cristallografia moriologica. Pag. 67, con 3 tav. e 18 fig. nel testo. Padova, Tip. cooperativa, 1896. L'autore in questa pubblicazione dal lungliissiino titolo si pretigge due scopi: rendere conto dei suoi studi ottico-cristallografici della cheratina (cosi li chiama), e ammaestrare i Biologi in cosa nella quale essi, come egli ha constatato, sono, per usare una dura parola, molto igaoranti. La parte piu lunga del lavoro e quella, clie si puo chiamare ammaestrativa. Essa, come egli scrive, e statasuggerita all'autore « da questa grave difficolta », che gli « si e parata davanti », e cioe clie « la quasi totalita dei Biologi ignora le nozioni fondamentali della cristallografia ». Questa parte poi, egli dice, « puo servire altresi per quel naturalisti, non specialisti di Miueralogia, i quali o non lianno avuto la fortuna di nascer tardi o hauno compensato questa con la iat- tura di essersi laureati in una Universita — rara in Italia — , dove nianclii chi insegni la cristallografia, parte principale e indispensabile per lo studio dei minerali ». Ora non e qui il luogo di fare commenti su questa parte ammaestrativa e sui multipli scopi educativi suoi, ue di pronunziare un giudizio, che sarebbe in- competente, sul suo valore, che certo deve essere grande, ma tuttavia due pic- cole osservazioni pajono, per mettere le cose a posto, opportune. La prima e questa, che pur senza che si neghi che i cultori di Biologia abbiauo il torto di essere in preda a quel difetti di istruzione, che l'autore lamenta, pare un po' dif- ficile che un tale difetto abbia potuto arrecare quel grande intoppo, che Tautore piauge, trattandosi di coserelle cosi semplici ed elementari, quali quelle, che — 55 - egli e andato studiando. La seconda e che se I'autore fosse stato un po'piu al corrente di quel poco. che pure i libri fatti da Biologi per i Biologi portano, forse avrebbe potuto risparmiarsi la sua I'atica: ed infatti anclie i Biologi qualche cosa lianno defcto, a comiuciare dal veccliio Traite technique d'Histo- logie di Ranvier, per giungere al recente tratfcato di Zimmermaun, tra- dotto anche in italiano (dal Buscalioni), e nel quale e un capitolo di una quarantina di pagine intitolato appunto « L' irapiego della luce polarizzata nella tecnica microscopica ». La parte, per dir cosi, originale, e la piu corta, noa essendo che poco piu di un quarto di tutto il lavoro. Inutile analizzarla minutamente, dal punto « ove la cheratina poggia sul periostio », al punto, in cui il « misoneismo » dei Biologi forse « fara rigettare a priori » il concetto « che le cellule irsute del tessuto eiDiteliale siano massarelle di cristalli radiauti ». In complesso il succo della couclusione, cui arriva I'autore, e questo: che le sostanze cornea presentano la doppia refrazione. Ora sia lecito fargli sa- pere che la sua conclusione era gia nota ed era stata interpretata un po' di- versamente. Infatti il Ranvier non solo gia disse che quella classica sostanza cornea, che sono i peli, presenta birefrangenza, ma si servi di questo reperto per dimostrare che il fatto della birefrazione nelle sostanze istologiche.... non e cosa molto importante, Passando poi sopra a ingiunzioni, come questa : « I liquid! ed anche in ge- nerale i corpi molli, il protoplasma, sieno, come sono, non cristallini, ma i corpi solidi, salvo rare eccezioni, siano, come lo sono quelli fuori dell'orga- nismo, cristallini! » ; a lamentazioni, come quest'altra : « Non e permesso che corpi birefrangenti, quale la cheratina,... non vengano studiati dal punto di vista cristallogralico » ; a fieri rettorici, come il seguente : « II corpo degli animali e ravvolto in un irsuto leuzuolo cristallino, come le ceneri degli eroi dell'antichita » o come quest'ultimo : « La cristallografia cuopre col suo manto, smagliante di vividi colon di polarizzazione, nou soltanto il vasto campo della petrografia, ma altresi quelle immense della Biologia », tutte cose che, sia detto col dovuto rispetto, non cavano un ragno da un buco ; sia solo lecito qui remissivamente osservare che forse I'autore corre un po'troppo colle sue speranze, quando, rievocando la concezione di Nageli (che e da credersi non cresca, ne scemi perche I'autore ha ridetto che la sostanza istologica cornea e birefrangente), mostra credere, se non si prende abbaglio, che un moderno pancristallografisino (per quanto basato sui p e sui V) sia per mettere la biolo- gica Filosofia su novello indirizzo. Ma dunque vale o non vale questa parte originale del lavoro? Ci spieghiamo. In essa I'autore prende in esame diverse sostanze istologiche cornee (penne, aculei d'istrice, corno di bue e di pecora, becco, squame, scudetti, unghie di uc- celli, fauone di baleua, zoccolo di bue, unghie, epidermide e peli umani); con- chiude che la cheratina e una sostanza otticamente biasse e per cio, egli dice, una sostanza cristallina. Si e fatto sopra osservare che la scoperta non e sua, perche gia altri seppe che, per esempio, la sostanza cornea dei peli e birefran- gente ; ma I'autore ha avuto pero il merito di aggiungere delle osservazioni alle poche, che, si avevano, e di completarle col far conoscere 1' angolo degli assi ottici e il senso della dispersione. Cosi che la sua pubblicazione si riduce a un contribute alle conoscenze fisiche delle sostanze istologiche cornee. F. 56 — COMUNiCAZIONI ORIGINALI Sulle vie biliari della Talpa cieca (T. coeca L.) NoTA DEL DOTT. GIUSEPPE SPAMPANI. (Con fig.) Ricevuta il 27 febbraio 1897. Meglio di tutto E vietata la riproduzione. Un beH'csempio di origiiie a rctc pcriccllularc delle vie biliari si ha iiel fcgato della Talpa cicca. Allinclie il reticolo biliarc ai)parisca nettissimo, corrisponde otti- mamente il inetodo rapido osiiiio-bicromico del (lolgi. mi ha servito una soluzionc di bi- cromato polassico al 2 per cento, a ciii venga aggiunto il 20 j)cr cento di una soluzione di acido osniico al 0,50 per cento. In questo liquido basta lasciare i pezzi un tempo non molto lungo-' son sufficienti 21 a 30 ore. La solu- zione di nitrato di argento e bene Rete biliare del fegato della Talpa cieca {'£. coeca L.) Oc. 3, Ob. 5. Hartnack. die sia debole, al 0,50 per cento, ed i pezzi prima che in quesla — affine di evitare i precipitati — e conve- niente passarli in una soluzione ori- ginariamente al 0,50, ma che abbia gia servito. Dopo 12 ore si puo cominciare a fare le sezioni, a mano, e scguirc in tutto e per tutto il procedimento indicate dal Golgi per il tessuto nervoso. Le iinissime vie biliari del fegato della Talpa — come dalla figura che presento — formano un delicatissimo reticolato tutt' attorno alle cellule epatiche, a maglie piii o meno i-egolari di \aria larghezza, senza nessuna inlerruzione. Onde chiaramente apparisce die le origini dei capillari biliari sono solo a rote. Se ({ualche interruzione si presenta o qualche apparenza, in alcuni punti, di oiigine a fondo cieco, cio non deve attribuirsi che a difetto di preparazione. Dal Gabinetto di Anatomia dei vertebrati domestic! della E. UuiversitJi di Pisa, 26 Febbrajo 1897. 57 — CLINICA OCUMSTICA DELI-A R. UNIVERSITA DI PISA DIUETTA DAT. PliOF. NICC0L6 MANFREDI Uu nuovo metodo per la depigmentazione del tessuti. NoTA DI TECNICA MICROSCOPICA DEL DOTT. ALESSANDRO ALFIERI, assistente. Eicevuta il 13 marzo 1897. £ vietata la riprodnzione. Condotto, per taliini stiidii clie sto compiendo, a fare prova dei varii metodi di depigmentazione proposti dagli autori, e registrati nei trattati di tecnica piii recenti e completi, come I' ultima ediziono del Bolles Lee ed Henneguy, li ho trovati tutti, quale piii, quale meno, poco rispondenti alio scopo, gli uni perclie troppo altei"anti i tessuti, gli altri perche lenti e poco attivi. Pongo tra i primi i metodi clie si basano suU'azione del cloro, tra i secondi il ci'cosoto e I'acqua ossige- nata, unita o no all'azione delta luce solare diretta, come di recente ha consigliato il Midler. (') 11 metodo che ora esporro, usato per la de- pigmentazione di sezioni di tessuti conunKiue fissati, ed inclusi in cel- loidina, mi ha dato i risultati migliori anche per tessuti eccezionaluiente ricchi di pigmento, come i sarcomi delta coroide. I. Passaggio delle sezioni, ])reccdcnlemente sciacquate in acqua distillata, in una soluzione di 1 su 2000 di permanganato di potassa. In questa soluzione le sezioni di tessuti fortemente pigmentati debbono rimanere 24 ore, e puo talora essere utile attivare il processo di ossi- dazione esponendo il vaso alia luce diretta del sole. Per altri tessuti possono bastare 8-10 ore. II. Passaggio delle sezioni, diventate di colore bruno-mogano, in una soluzione 1 su 300, e anche piii debole, di acido ossalico, linclie siano completamente scolorate, il che accade, al massimo in un pajo di ore. III. Lavatura ripetuta in acqua distillata, e colorazione. La struttura del tessuto rimane ben conservata ; solo la colorazione riesce un po' piu lenta. Le sezioni diventano un po' fragili, percio non devono essere ec- cessivamente sotlili. (') Mouatsliel'to ITif pracktische Dermatologie, ii. 5, anno 1896. 58 — ISTITUTO ANATOMICO DI FIRENZE, DIRETTO DA G. CUfAIlUGI Le anomalie della linea primitiva negli embrioni di polio. RiCERCHE DBF. DOTT. ARTUBO BANCHI Con tav. II, III e IV. fi viotata la riproduzione. Nel gcnnaio dell' anno 1895 intraprendevo in questo Istituto Anato- mico una serie di ricerche su embrioni di })ollo, nelFintendimento di stu- diare con quali mezzi si potesse artilicialmente determinare in essi qualche anomalia, e proseguire cosi negli uccelli i fecondi studi di teratologia deU'enibrione; studi clie sj)arsero tanta luce, in questi ultimi tempi, sulle pill prolbnde questioni dell' cmbriologia generale, e di quella dei verte- brati inferiori in special modo. Dopo aver presa conosccnza dei lavori gia esistenti in pro])osito, e di quelli specialmente die si riferiscono alia classe degli uccelli, Dareste (21.22.23) Gcrlach (37), Provost e Dumas (88), Lombardini (66), Maggiorani(67), Marcacci (69), Giacomini(40) ecc, credetti oppor- tuno di cominciare collo studio dell'cmbrione svilu|)patosi nelle condi- zioni presunte normali, per poi j)assare a quello dell' influenza die i varii agenti perturbatori avessero potuto esercitare sul detto sviluppo. Un periodo piii particolarmente dello sviluj)po degli uccelli aveva in mira, quello cioe contradistinto dalla pi-esenza della linea primitiva. Dopo le classiche memorie di Roller (37) e di Duval (30), pernon dire delle altre molte e di non meno famosi osservatori che li precedettero c li seguirono; dopo gii eccellenti trattati quali quelli recentissimi del- r Her twig (44) e del Minot (79), potra paror presunzione I'essermi io proposto di studiare nuovamente nell' embrione normale un argomento, cui ormai si legano tanti nomi illustri ; eppure anche in questo, come in altri argomenti della novella scienza, molti punti, per quanto ottimi fos- sero gli osservatori che ne ban preceduto, molti punti fui-ono ti-asciirati, sia perche ancoi-a non eran sorti i nuovi problemi che ad essi si legano, sia perche le questioni allora vivamente dibattutc, p. es., I'origine del me- soderma, occupavano troj)i)o le menti dei ricercanti ; quasi semprc poi le descrizioni e le conclusioni vengono tratte in maniera troppo schcmalica, e I'osservazione di una volta non c per Tesigenzc dell'oggi cosi conq)lela da poterne dedurre con sicurezza utile maleriale a dilucidamento degli odierni punti interrogativi. — 59 — Metodo ed ordine delle ricerche. Ai 23 di gennaio 189o cominciai il primo griippo di osservazioni sii uova incubate artificialmonte, ma in condizioni norniali, in numero die doveva essere limitato, e avrebbe servito di prologo aile altre successive esperienze. Desideravo di procacciare una sei'ie ricca e continua di tutti gii stadi cui puo riferirsi la linea priniitiva; (piindi protrassi ie incubazioni iino a! 24 di niarzo, raccogliendo 94 embrioni s()|)i-a VM) uova. Gia lin dalla terza mandata avcva raccolto un case di interessante mosti'uosila doppia; quando poi al terniine della raccoita csaminai i sin- goli endjrioni, prima e dopo di averii coloriti, il materiale da me reputato degno di studio per varieta di anomalie (') lii tanto, clie cessai dalla incu- bazione c deposi per quella volta il pensiero di produrne artificialmente. II numero dei casi })iii o meno lortemente devianti dalla noi-ma, da noi raccolti, e veramente siraordinario relativamente al numero degli em- brioni ; infatti sopra 94 embrioni lio ritrovati, tre casi di mostruosita doppia, 0 di mancata cliiusura del canal midollare, due dei quali compli- cati con irregolarita delle linea priniitiva, e 37 linee primitive irregolari ai pill variati gradi e stadi di sviluppo. Una tale abbondanza di materiale, che stando alle nostre conoscenze attuaii in materia, puo considerarsi anomalo, mi tenne a dir vero molto in sospetto, ma per ([uanto cercassi, nientc trovai nel metodo seguito e nelle condizioni dell' esperienza, clie valesse a darmi la spiegazione di tanta abbondanza ; per fame capace il lettore ecco nei piii minuti e pre- cisi particolari le condizioni in cui svilupparono le uova ('). Le uova da incubare furono raccolte da tre fonti ditrerenti e in l)ene undici riprese successive a distanza di vari giorni I'una dall'altra; le fonti furono : A) un pollicultore del Yaldarno superiore; B) un colono della Val di Nievole; C) un pollivendolo ambulante clie si riforniva nei contorni di Firenze. Ecco il prospelto delle varie raccolte. (') La parola anomalia noi uou inteudiamo di usaria qni nel siio piJi stretto siguificato, ma in un senso aiupio, e comprender in ossa tutte le deviaziani dal tipo sul quale oggi si t'ouda la dcscrizione, dalle variety piii lievi alle forme dcoisamente teratologiche. (-) Ci'edo opportuno di far rilevare specialmente il fatto che, sopra 94 sole uova sviluppate senza artifizi diretti a distnrbarue lo sviluppo, osservai tre casi di duplicity, embrionale, mentro il Dareste sopra 10 mila esperimentate, ne ebbe soltanto 13, cioe 1.3 '^/^ e il Gcrlach con tuttocli6 tentasse di produrne artiflcialmente, sopra mille no ebbe uno solo. 60 — Data deir incubaziono Namero delle nova Fonte di provenienza Embrioni raccolti numero Osservazioni 25 Gennaio 15 12 15 B. A. B. 8 4 15 DupliciU(lO'^ ') 10 Febbraio 12 Febbraio 22 Febbraio 12 A. 5 24 Febbraio 12 24 B. A. 10 1 _ •2G Febbraio 4 Marzo 15 C. 11 6 Marzo 15 C. 14 11 Marzo 12 C. 10 18 Marzo 12 6 c. c. 10 6 24 Marzo Per la provenienza delle nova io era qnindi sicuro di avere adope- rato un materiale svariatissimo, c di poter lasciare in disparte ogni ipo- tesi di tcndenzc eredilaric a svilnppi irregolaii; tanto piii clic a ricerche terminate, per qnanto ripetutamente mi informassi da clii mi forniva le nova, non potei venire a conoseenza di nessnn caso di mostrnosita di ({ual- siasi generc e grado, verilicatosi nelle covatui'e a scoj)o di allevamento te- nute contemporaneamente alle mie esperienze, e riscontrai soltanto la consueta percentuale molto bassa di 8 a 10 'Y^^ circa di nova non ginnte a completo svilnppo. Detto qnesto per il materiale, ecco il metodo segnito nella ricerca. Le nova veni\ ano conservate, non mai piii di 6-8 ore, in hiogo fresco avente nna temp, massima and)ieiite di 10° nelle nltime rij)i-ese, e nna minima di O^-T" nelle prime, venivano qnindi passate nelFincnbatrice, die non era altro se non il termostato del Dott. Rohrbeck, modello grande. Le nova venivano disposte sopra nn sottile strato di ovatta pnrissima da uso chirnrgico, e cosi a distanza di tre o (piattro centimeti-i I'nna dal- I'allra, in nn solo i)iano, snl tramezzo forato che e a meta altezza della camera principale della stnfa. Siprovvede\a airaereamentotenendo aperta la camera inferiore e la comnnicazione di qncsta colla snperiore, e sta- vano anclie a])erti i fori di acreazione laterali e snj)eriori di qnest'nltima; nella camera inferiore si trovava pnre una vaschetta con acqua che eva- — 61 porava lontamentc c im])C(liva una possibilc disidratazione dello nova per il calore della stiifa. La tempei'atiira sognata constantomentc dal termonicti'o durante tutto il periodo della esperienza, cioe dal 2.') gennaio al 2o nuii'zo fu di 39°,o C, senza oscillarc niai di piii che due dccimi di grado, cioe da 39°,6 a 39°,/i. Coutcuipoi'aneaniente alle uova sopradette rurono tenute altre ^8 uova, della stessa i)rovenienza, ad incubare nella mcdesima stula e fu i-accolta da esse tutta una serie completa di embrioni, dalla cluusura della doccia midollare sino quasi all'uscita dairuovo; embrioni che non presentavano davvero nessuna anomalia, e che tuttora si couservano come materiale norniale per ricerche di sviluppo di organi od altro in serie di embrioni. Avendo cosi seguita ogni cautela diretta a crearc aH'uovo artilicial- mente incubato un ambiente il piii ])ossibilmente e presumibilmeule lisio- logico, non mi parve senza intercsse il fatto, e dei tre casi di du])licita e sjiecialmente dei 37 casi di varieta irregolari della linea primitiva; tanto in ordine ai risultati presunti ottenuti da alcuni autori coiresperimento diretto, quanto in oi'dine alle (juestioni che si innestano sullo studio della linea primiti\a ncirembrione normale. Di queste irregolarila cd anomalic della linea primitiva imprendo ora la descrizione. Osservazioni. (Tav. II, III e IV). Osserv. I." — Alia fig. 1 abbiamo tutta I'area blastodermica con al cen- tre 1' embrione in stadio molto precoce dello sviluppo, I'area pellucida ha una forma allungata ma non per questo puo dirsi irregolare, la linea primitiva si estende quasi dall'estremo posteriore di essa fin verso il terzo anteriore, d' onde si continua con il prolungameuto cefalico assai ben distinto fino ad una piega che delimita I'area pellucida in avanti, cioe la piega amniotica cefalica. La linea primitiva, da quello che appare all'osservazione cosi dalla super - ficie, si presenta coi margini divaricati all'estremo posteriore, ma non connessi ne continuati col margine corrispondente dell'area pellucida, soltanto si al- lontanano bruscamente dalla linea mediana e si perdono rapidamente nell'area stessa. II solco primitivo che principia indietro aperto come abbiamo detto, pro- cede per un certo tratto regolare ed ampio, poi rapidamente si aliarga in un diverticolo laterale verso destra non troppo profondo che dura per poche se- zioni, e procedendo oltre riprende il suo aspetto regolare e cosi continua fino all'estremo anteriore. Alio studio delle sezioni (*) si osserva (fig. 4) che all'estremo posteriore la dove i margini della linea li abbiam veduti divaricarsi e come scomparire, non si ritrova alia sezione nessuu reperto speciale che a questa apparenza si coUeghi. (') La serie delle sezioni si intende serapre clie incomincia tlall'cstremo posteriore doll' embrione, salvo nei casi in cui fosse cspressaniente dichiarato il contrario. 62 — La sezione riportata infatti e condotta proprio al limite estremo delia formazione del solco, e la prima sezione in cui questo solco compare e come si vede esso e regolare di ampiezza e i suoi margini risultano sezionati in uu piano perfettamente perpendicolare alia loro direzione, nella sezione stessa si puo ri- conoscere come del tre foglietti dell'embrione il foglietto interno e pocliissimo differenziato e ancora ricco di cellule a grosse sferule vitelline, mentre i due altri foglietti insieme fusi sul tratto mediano si infossano nel solco primitivo. Se i margini della linea primitiva veramente si divaricassero all'estremo po- steriore, in questa o nelle sezioni precedent! si dovrebbero trovare sezionati pel loro asse longitudinale e aversi cosi uu tratto ampissimo di fnsione non solo dei due foglietti superiori, ma a maggior ragione del foglietto interno perche i margini divaricati non starebbero a rappresentare altro se non quel tratto del cercine blastodermico che si differenzia per concrescere nella linea primitiva e quindi dovrebbe avere la struttura di questo labhro hlastoporico, di questo margine d' invaginazione. Invece ne nelle sezioni piu posteriori, meno ancora nelle anteriori, e dato ritrovare il piu piccolo accenno a simili fatti, la prima sezione in cui troviamo accenno di differenziazione dei foglietti, e insieme di fusione suUa linea di mezzo tra di essi e di sei sezioni (90 jj.) posteriore a quella della fig. 4, e la fusione non inter viene che gradatamente e fra i due foglietti superiori sol- tanto, per un tratto sempre piu limitato che non sia quello che presenta alia fig. 4. II foglietto interno si riscontra per tutte e sei le sezioni sempre mal diffe- renziato e ricco di sferule vitelline. Cosi adunque mentre I'osservazione d' insieme ci presenta I'estremo poste- riore della linea primitiva aperta coi suoi labbri che ancora in parte occnpano la loro posizione marginale come se non avessero finito di concrescere, d'altra parte lo studio delle sezioni ci dimostra invece una linea primitiva che termina posteriormente chiusa e con un estremo afifilato come di norma. Per dar ragione della apparenza ingannatrice noi possiamo ricorrere alia struttura del foglietto interno di cui le ricche masse vitelline appunto alia settima sezione cessano completamente, rimanendo aggruppate soltanto sui lati per dar posto ad un foglietto interno sottile e ben differenziato. Ora per questo fatto, a me pare, avviene che osservando I'embrione in trasparenza si riconosce 1' ispessimento della linea primitiva e dei suoi margini con aspetto regolai'e e conforme al fatto dimostrato dalle sezioni per tutto il tratto del blastoderma in cui il vitello si e ritirato e permette la trasparenza, cioe per le sezioni anteriori a quella di cui alia fig. 4, ma poi arrivati alia sezione in questione il vitello spesso fodera il blastoderma, ivi non permette piu di vedere per trasparenza lo ispessimento della linea primitiva, il quale ispessi- mento fra I'altro si va facendo in questa regione progressivamente minore e quindi meno facilmente percepibile. Per questo la linea primitiva si nasconde all'osservazione in superficie nel suo estremo posteriore, e il margine anteriore dell' ispessimento vitellino che viene ad incrociare la linea stessa, coll' ombi-a che getta, e per i giuochi di luce che tanto ingannano in queste osservazioni, fa apparire un ispessimento trasversale del blastoderma che sembra dall'uno e dall'altro lato continuazione di quel margini che quivi appunto cessano. — 63 — Ecco adunqtie un'apparenza della linea nel suo estremo posteriore, appa- renza pieua di proniesse, e concorde con tutte le vedute oggimai accettate suUa formazione e sul significato di questa linea; ma puitroppo non era che una apparenza, e le sezioni si incaricano di provarcelo. Non e questo 11 solo caso in cui il piu accurate esame in superficie ci ha tratti in inganuo, e puo cre- dere il lettore che una volta ammaestrati da questa prima e da altre espe- rienze, il dubbio piu scettico era sempre noslro compagno nell'osservare ; tuttavia come difendersi dal prendere una piega o altro accidente per una vera formazione, laddove, come nel presente caso, tutto concorda colla essenza dei fatti, e quel che e piu coll'osservazione del molti? Siffatta coincidenza non rara, face nascere in me non pochi dubbi sulla verity scientifica di molte osservazioni fine ad oggi riportate e delle quali manca il controllo delle sezioni, perche io credo che nell'argomento il fatto solo e prova di verita, non I'autorita dell'osservatore. Dal suo estremo posteriore procedendo in avanti la linea primitiva si presenta costituita dalla-fusione dei due foglietti esterno e medio, mentre il foglietto interno ormai differenziato e presto libero di sferule di vitello passa liberameute senza il menomo accenno ad unirsi ai sovrastanti ; in maniera si- mile al rappresentato nella fig. 7 (che non appartiene pero al presente em- brione). La linea e infossata da un solco netto, a margin! rilevati, e di arapiezza e profondita quasi identiche al disposto della fig. 4. Cosi rimangono i rapporti inalterati fino alia 30^ sezione in cui, a 450 p. dall'estremo posteriore della linea, anche il foglietto interno fonde sulla linea di mezzo colla massa comune degli altri due e finalmente si puo parlare di una vera linea primitiva (fig. 1, lettera x). In questo momento la linea si allarga notevolmente verso destra e anche il solco da questa stessa parte si dilata fino a presentare I'aspetto della fig. 5, che e la 32* sezione ; cosi dura per quattro sezioni ancora, oltre le quali la linea e il solco riprendono le loro proporzioni normali, perfettamente corrispon- denti alia veduta di superficie. Questa dilatazione della linea e del solco come si vede corrisponde perfettamente al diverticolo laterale di destra segnato nella fig. 1 e al diver- ticolo stesso corrisponde anche la fusione di tutti e tre i foglietti, la forma- zione cioe della vera linea primitiva, colla struttura dei margini blastoporici, e questa struttura caratteristica si estende manifestamente a tutto il di- verticolo. Se un simile fatto si riscontrasse all'estremo posteriore della linea primi- tiva, che altro potrebbe essere quel diverticolo, secondo le vedute odierne, se non un residuo della semiluna e del suo solco (sichelrinne di Roller) ? pero cosi a mezzo della linea non si puo accettare come tale, a meno di modifi- care alquanto le nostre idee sulla formazione della linea e del suo solco ; ve- dremo piu tardi in qual senso occorra tale modificazione, quando altri molti dati di fatto avrem potuto raccogliere e quando avremo riassunto il concetto secondo gli autori della linea stessa, e della sua formazione e del suo significato. Osserv. IL"^ — Nella fig. 2 abbiamo ancora un blastoderma con tutta I'area pellucida di forma ed ampiezza regolare ; giace in essa una linea primitiva di — 64 cui I'estrerao posteriore e molto prossimo al margine corrispondente dell'area senza pero avei'e con esso nessuna connessione, e chiuso sopra se stesso e per- fettamente delinaitato ; I'estremo anteriore si continua per un prolungamento cefalico breve e netto. Anche un primo accenno di forniazione midollare e gia comparso alio estremo anteriore dell'area e si prepara ad abbracciare coi suoi labbri I'estremo corrispondente della linea primitiva. Questa linea ci presenta un ben delimitato solco die la percorre in tutta la sua lungbezza; la linea stessa e il solco mostrano a breve distanza dall'estremo posteriore una insenatura verso destra ; poi, dopo un breve tratto leggermente ampliato, tutto riprende I'andamento normale. Al terzo antei'iore la linea primitiva la vediamo interrotta e come attra- versata da un solco trasversale ampio, a margini netti, quasi come se la linea e il solco prendessero la forma di una croce. Le sezioni ci danno ragione di questa ingannevole apparenza dimostran- doci ivi I'esistenza di una piega nel blastoderma, dovufca alle manipolazioni, per quanto accurate, clie quella sottile lamina dovette subire. AU'esame delle sezioni noi troviamo gli stessi fatti die nel caso sopra descritto, con piccole differenze. Fin dalle prime sezioni si riscontra la pre- senza di tutti e tre i foglietti ben differenziati, e di questi I'esterno e il medio si fondono e si deprimono in un solco nel tratto mediano, come mostra la fig. 7, die e la 5^- sezione dell' embrione, mentre il foglietto interno passa al disotto perfettamente libero. Questo aspetto rimane per un tratto di 175 jj,, finclie anche il foglietto interno prende parte alia fusione e si forma la vera linea primitiva e il relativo solco (lettera x) ; e in questo punto die la forma- zione si dilata e il solco si spiana verso destra, in maniera da corrispondere all' insenatura o diverticolo della linea sopradescritta, come lo dimostra la fig. 8. Cosi restano le cose per 3 o 4 sezioni, poi tutto ritorua e si mantiene normale. Osserv. IIP. — Alia fig. 3 abbiamo delineato il tratto posteriore di un embrione della lunghezza totale di ben 4 millimetri, con 6 jjaia di protovertebre; si riconosce in tutta la sua lunghezza la linea primitiva, per direzione e posizione normale, di cui I'estremo posteriore, chiuso sopra se stesso, dista abbastanza dal margine della pellucida e non ha con esso nessun rapporto, I'estremo ante- riore si continua con un breve e netto prolungamento cefalico ed e abbrac- ciato dalle lamine midollari. Nella linea e da notarsi un deviamento a destra dell'estremo posteriore, che e ristretto e quasi si direbbe un diverticolo poste- riore della linea stessa, a cui fa seguito un tratto dilatato assai breve che quasi accenna un altro diverticolo verso sinistra ; poi dopo breve tratto tutto ritorna regolare. Lo studio delle sezioni ci presenta un embrione su tre foglietti normali, dei quali il superiore e il medio si fondono pel tratto mediano e formano un solco assai ampio e profondo, ben delimitato, che corrisponde al sopradetto di- verticolo posteriore e continua tale assetto per tutta la sua lunghezza; finche alia 10^ sezione la massa fusa si allarga notevolmeute, il solco si fa pianeg- giante ed irregolare, mentre il terzo foglietto continua indipendente e libero come dimostra la fig. 6, sezione li'^. Dopo tre o quattro sezioni la massa di — 65 — fusione e il solco si ristringono rapidamente, si ha la fusione del foglietto infe- riore e la formazione della vera linea (lettera x) che procede quindi perfetta- mente regolare. Nel caso presente si riscontra, come negli altri sopra descritti, che il tratlo posteriore della linea primitiva e costituito dalla fusione dei due foglietti su- periore e medio soltanto, e a questo tratto si riportono le maggiori irregolarita e diverticoli della linea stessa, mentre il terzo foglietto prende parte a formarla soltanto dove, dopo leggiera insenatura tutto diventa normale. Osserv. 77.* — Alia fig. 9 abbiamo disegnato il tratto posteriore di un embrione lungo 4.05 mm. con 5 paia di protovertebre ; la linea primitiva, per direzione e posizione normale, e, col suo estremo posteriore, come aperta e sembra raggiuugere il margine posteriore della pellucida e perdersi in esso, abbracciando delle zoUe che da questo margine si protendono avanti ; si mantiene quindi assai ampia e dopo un certo tratto si dilata per una insena- tura che si trova suUa sinistra, passata questa ritorna di ampiezza normale, e cosi continua sino all'estremo anteriore, dotato di un breve e netto prolunga- mento cefalico e abbracciato dalle formazioni midollari. L'esame delle sezioni (che non vengono riportate perche senza speciale interesse) dimostra all'estremo posteriore un blastoderma su tre foglietti, dei quali I'interno e federate da ricche sferule vitelline irregolarmente ammas- sate e che spiegano colla loro disposizione a gruppi I'aspetto presentato da quelle due masse, che sembrauo slanciarsi dal margine dell'area pellucida, e I'apparente apertura irregolare della linea primitiva: come nel caso della Osserv. I, fig. 1. I due foglietti superiore e medio si trovano fusi per un tratto assai ampio, ma regolare, con un solco largo e pianeggiante per qualche sezione, fino a li- vello della lettera x, oltre il quale si ha pure la fusione del foglietto interno ; a questo puuto si nota un ampliamento notevole della linea e del solco verso sinistra, corrispondentemeute all' insenatura quivi presente, poi tutto ritorna al normale. Auche nel caso presente le masse vitelline del foglietto interno mascherano I'estremo posteriore della linea ; anche nel caso presente il tratto posteriore della stessa e formato dalla fusione dei due foglietti superiore e medio soltanto, e 1' inferiore vi prende parte a livello della lettera x, dove cor- risponde 1' insenatura. Osserv. V!'' — Nella fig. 10 e riportato il tratto posteriore di un embrione della lunghezza di 3,80 mm. fornito di 5 paia di protovertebre. La linea primi- tiva ben disegnata e riconoscibile e di aspetto e posizione normale nel tratto anteriore, e all'estremo corrispondente si continua con un breve e netto pro- lungamento cefalico, il tutto abbracciato dalle lamine midollari. Nel tratto po- steriore invece, a notevole distanza ancora dal margine della pellucida, la linea stessa abbandona la linea di mezzo, piega a sinistra descrivendo un ampio arco colla concavita anteriore, per venire a perdersi al limite di sinistra della zona marginale. Al punto di inflessione si nota come uno scalino che permette di consi- derare questo punto come il termine della linea, e il tratto seguente deviate a sinistra come un diverticolo posteriore della stessa. — Q6 ~ Lo studio delle sezioni conferma pienamente questa supposizione, infatti si riconosce tagliato piu o meno di traverso quesfco lungo diverticolo, sempre costitnito dalla fusione dei due foglietti, superiore e medio, sotto ai quali passa il foglietto interno ben costituito, affatto libero e iudipendente. AU'estre- mo del diverticolo dove sembra aperto si riscontrano degli ammassi vitellini del foglietto interno che ne mascherano la graduale e normale rapida estin- zione in vicinanza al margine della zona ivi disegnata. Le sezioni che cadono sul foudo di inflessione ed oltre (lettera x) dimo- strano la partecipazione del foglietto interno alia formazione della linea e del solco, che, regolari in tutto, continuano usque adfinem. Osserv. F//' — Alia fig. 11 e del pari riportato 1' estremo posteriore di un embrione della lunghezza totale di 2,83 mm. non ancora provvisto di protover- tebre, ma sul quale gia son bene disegnate le pieghe midoUari e gia rialzato il cappuccio amniotico cefalico. La linea primitiva, normale nel suo tratto an- teriore, si presenta nel tratto posteriore piegata verso destra, e, lungo quest'ul- tima porzione, assai irregolare e fornita di varie insenature. L'esame delle sezioni anche in questo caso ci dimostra la struttura del tratto posteriore della linea costituita dalla fusione dei due foglietti superiore e medio soltanto ; la fusione del foglietto inferiors ha luogo laddove la linea ritorna regolare (lettera x). Osserv. VII." — La fig. 12 presenta il tratto posteriore di un embrione della lunghezza di 3,51 mm. fornito di 5 paia di protovertebre. La linea primitiva di aspetto e posizione regolare nel tratto anteriore, col relativo prolungamento cefalico, e invece irregolarissima verso I'estremo po- steriore. Le molteplici insenature dei suoi margini si fanno indietro sempre piu profonde, ad una ultima molto ampia e duplice verso sinistra segue un tratto deviate verso destra, e quindi all'estremo un profondo diverticolo po- steriore chiuso, ed uno verso destra breve ed apevto ampiamente. All' esame delle sezioni si riscontra che questo tratto posteriore e al solito costituito dalla fusione di due foglietti soltanto mentre 1' inferiors rimane libero. I due foglietti superiore e medio fondono per un ti-atto ampio quanto cor- risponde al diverticolo posteriore, poi dopo qualche sezione , al cessare di questo, e a livello della apparente apertura di destra, si allarga un poco, ma non si sfianca ne si riapre. In questo tratto il solco si approfonda poco. sta verso la sinistra, e decorre tortuoso e indeciso. II foglietto interno sempre libero e iudipendente fino alia lettera x, e privo di sferule vitelline, pero a destra della placca centrals di fusione si hanno per varie sszioni degli ammassi vitellini in corrispondenza della apparente apertura di destra, la dove essi mascherano il margine della placca stessa e lo fanno apparirs mancante. Oltre la lettera x tutto precede regolare e normale. Anche questo caso conferma i gia descritti per la struttura del tratto posteriore e dells irregola- rita a lui connesse, e ancora una volta le sezioni modificano profondamsnte il concetto che poteva darne I'osservazione in superficie. Osserv. VHP. — Alia fig. 13 abbiamo il tratto posteriore di un embrione," della lunghezza totale di 3,16 mm. fornito di G paia di protovertebre. 67 La linea primitiva per direzione e posizione normale, e in tutto il tratto anteriore regolarissima, si contiiiua con un ben uefcto prolungamento cefalico. Nel tratto posteriore presenta un esteso e profondo divorticolo a sinistra, poi pill indietro una dilatazione e come una doppia insenatura, finalmente termina aperta, ancora a distanza notevole dal margine della pellucida. Air esame delle sezioni si trova 1' etnbrione costituito dei tre foglietti, di cui il superiore e medio sono fusi per un tratto sempre piu ampio, mentre 1' in- feriore e libero e foderato per un ammasso di sferule vitelline, che mascherano al solito I'estremo della formazione assiaie e la fanno apparire aperta. Dopo qualche sezione si infossa nella massa fusa un solco, die segue tutte le dispo- sizioni di forma e di ampiezza presentate dalla linea come nella fig. 13, finche alia lettera x anche il foglietto inferiore partecijja alia formazione della massa comune, che quivi si dilata notevolmente a costituire il profondo diverticolo verso sinistra. Anche in questo caso valgono le stesse considerazioni die nel precedente. Osserv. IX'. — Alia fig. 14 abbiamo il tratto posteriore di un embrione della lunghezza totaie di 2,40 mm. senza traccia di protovertebre e fornito di un primo accenno di lamina midollari. La linea primitiva appare regolare e netta nel sue tratto anteriore, mentre verso I'altro estremo diventa irregolare ed i suoi margin! si fanno meno di- stinti ; infatti si riscontra una prima dilatazione trasversale che raddoppia quasi r ampiezza della linea, e da questa all'angolo di destra. parte un diverticolo po- steriore ampio e profondo ; all'angolo di sinistra invece la linea si prolunga posteriormente per un tratto prima ristretto, poi slargato di nuovo sulla destra in una profonda insenatura, quindi si ristringe notevolmente e deviando a si- nistra cessa aperta, a notevole distanza dal margine della pellucida. Alio studio delle sezioni si riscontra all'estremo posteriore un blastoderma su tre foglietti, dei quali al solito il superiore e il medio sono fusi per un tratto gradatamente crescente, mentre 1' interno e libero e raddoppiato da spesse sfe- rule di vitello, che poi lo lasciano libero verso sinistra, ritirandosi rapidamente del tutto dopo qualche sezione. Questa disposizione del vitello maschera anche in questo caso I'estremo posteriore della linea, che veramente termina qualche millimetro piu indietro che non indica la veduta d' insieme, e termina chiusa in se stessa come di norma. Per un dato tratto la linea continua di ampiezza regolare, costituita sempre dalla fusione di due foglietti soltanto, si vede pero die la sua direzione e obliqua e si va avvicinando alia linea niediana dell'area embrionale, A un certo punto finalmente la fusione dei due foglietti si amplia assai verso destra, corrispondentemente alia insenatura che ivi si riscontra, viene a farsi centrale e sul lato sinistro si infossa un solco che via via si approfonda. Dopo qualche sezione un altro punto di fusione compare sulla destra, siriunisce quindi tosto coUa fusione centrale, e viene a formare cosi un ampio tratto, sul quale a sinistra si ritrova sempre il solco sopradetto, mentre a destra un altro solco si infossa e si dirige verso il suo compagno di sinistra. Fig. 17. Questo tratto corrisponde al mezzo circa del diverticolo maggiore e primo di destra descritto alia fig. 14, e anche in questo punto il foglietto interno passa libero e indipendente. — ■' 68 Nelle sezioni clie seguono i due solchi si fondouo in uu solo assai ampio finche dopo poclie sezioni tutto si ristringe rapidamente fino a riprendere il sac aspetto regolare, a questo punto (lettera x) anche il foglietto interne si fonde colla inassa comune. Osserv. X" — Alia fig. 15 si presenta il tratto posteriore di un embrione della lunghezza totale di 2,10 mm. senza accenno di protovertebre, in esso i margini della doccia midoUare ormai ben delineati abbracciano il prolunga- mento cefalico della linea primitiva. Quest'ultima e regolare per direzione e ampiezza nel suo terzo anteriore, indietro presenta un prime diverticolo a sinistra, dopo poco un altro a destra, i quali diverticoli insieme lianno quasi I'aspetto di un braccio inclinato di una croce ; dopo viene un tratto ristretto della linea che all'estremo posteriore rimane ampiamente aperta a note vole distanza dal margine posteriore dell'areapellucida, L'esame delle sezioni al solito modifica le nostre vedute, infatti si trovano fin dalle prime sezioni i due foglietti superiore e medio fusi insieme per un tratto gradatamente crescente fino alia regolare ampiezza, mentre il foglietto inferiore e libero e foderato da masse vitelline clie mascheravano all'esame in superficie questo estremo della linea, cosi che appariva come se losse aperta, mentre efFettivamente si prolunga indietro sette millimetri piu che non lo indi- chi la figura 15. Nella massa fusa dei due foglietti che si continua variando poco di am- piezza, si infossa un ristretto e netto solco dopo parecchie sezioni, e al mo- mento stesso si dilatano I'una formazione e I'altra verso destra, come dimostra la fig. 19; siamo al diverticolo posteriore e di destra, e si vede che anche il solco prende parte alia sua formazione. Dopo poche sezioni il diverticolo cessa, tutto ritorna al normale, e si ritrae verso la linea mediana, ma quasi alio stesso tempo comincia la linea a dilatarsi verso sinistra; il solco si slarga dapprima, poi appare come sdoppiato, perche quella parte che si e impegnata nel diverticolo si dirige un poco in avanti, e la sezione lo incontra indipendentemente al solco centrale, quando sia condotta un poco pill avanti che la origine del diverticolo stesso (fig. 20). E da notarsi che il foglietto interne prende parte alia fusione comune in tutto questo ultimo diverticolo ora descritto incominciando dalla sua origine, lettera x. In avanti tutte presegue normale. Osserv. XI." — Alia fig. 16 troviamo disegnato il tratto posteriore di un embrione della complessiva lunghezza di 2,32 mm. senza traccia di protover- tebre: la linea primitiva regolare per decorso e posizione, 6 nel tratto anteriore abbracciata dalle lamine midellari, che cominciano nettamente a delinearsi. Nel tratto posteriore della linea si nota una leggera deviazione verso destra, due profondi e netti diverticoli verso sinistra, e all'estremo posteriore, la linea stessa appare aperta, coi margini lateralmente sfuggenti, a una certa distanza dal margine corrispendente della pellucida. L'esame delle sezioni ci presenta un embrione su tre foglietti, dei quali i due superiori si fondono per un tratto rapidamente crescente fino a raggiun- gere 1' ampiezza normale della linea primitiva, mentre il foglietto interne ri- mane indipendente e per 3 sezioni si treva federate da spesse masse vitelline — 69 — die poi scoinpaiono rapidamente, rimanenclone sul margins destro -per quattro o cinque sezioni ancora. Le sezioni ci rivelano anche in questo caso che 1' estremo della linea priraitiva non e aperto come e dove indica la fig. 16, ma termina chiuso sopi-a se stesso e si proluuga ancora due niillimetri circa nella figura stessa oltre il termine ivi segnato pel margine di sinistra, senza che questo ne I'altro mar- gins divengano niente afFatto trasversalmente diretti. II solco incomincia gia alia quinta sezione ed assai netto e profondo, al- rinizio del primo diverticolo esso segue in giusta misura il corrispondente ampliamento della massa di fusione; dopo aver, anteriormente, ripreso per breve tratto I'aspetto normale si rinnova 1' ampliamento verso destra della linea e del solco a formare il nuovo diverticolo; pero e da notarsi che a questo prende parte anche il foglietto inferior e che gia alia lettera x si e fuso cogli altri. Osserv. XII."' — Alia fig. 21 abbiamo il tratto posteriore di un embrione della lunghezza complessiva di 2,70 mm. fornito di 3 paia di protovertebre. La linea priniitiva, per forma e direzione normale, si presenta al suo tratto posteriore piegata un poco a destra, e dilatata in una insenatura irregolare al cui centro sembra stare un rilievo, come un isolotto ; a questo tratto dilatato ne segue uno breve, ristretto, e finalmente la linea cessa, aperta, a notevole distanza dal margine della pellucida. Le sezioni ci dimostrauo all' estremo posteriore dell' embrione, un blasto- derma su tre foglietti di cui i due, superiore e medio, sono fusi per un tratto via via crescente, mentre 1' inferiore e libero e ricco dapprima di sferule vi- telline che poi scorapaiono rapidamente. Cosi anche in questo caso 1' estremo della linea e chiuso, e scende due millimetri ancora piii in basso che non segni la fig. 21. La fusione del foglietto inferiore cogli altri avviene soltanto a livello della lettera x, cioe quasi al principio della disposizione normale della linea. Nelle sezioni non si ha niente che corrisponda all' isolotto che e al centro della dilatazione, e che non e quindi da ritenersi che un' apparenza acciden- tale e di nessun valore. Osserv. XIII. — La fig. 22 ci mostra il tratto posteriore di un embrione di 3,15 millimetri con 5 paia di protovertebre. La linea primitiva in tutto e nor- male, salvo al suo estremo posteriore che e slargato, piegato a sinistra ed aperto dopo brevissimo tratto in tutta vicinanza del corrispondente margine della pellucida. Lo studio delle sezioni mostra falsa 1' apparente apertura a sinistra della linea, figurata da un ammasso di vitello, che fodera su questo lato il foglietto interne, il quale al solito non partecipa alia fusione dei rima- nenti foglietti. II tratto di fusione si fa invero rapidamente per un' ampiezza maggiore del normale e continua cosi per alcune sezioni, finalmente si infossa in un ampio solco, largo e basso, fino all'SS' sezione, oltre la quale (lettera x) anche il fo- glietto interne prende parte alia fusione comune e tutto si avvia al normale. Osserv. XIV". — La fig. 23 presenta il tratto posteriore di un embrione della lunghezza di mm. 2,06 fornito di 10 paia di protovertebre. (^) E notevole anche (') Quest' embrione presentava luaucata cliiusura della iloccia miclollare nella rogioue cef'alica cbo venue descrltta a parte. — 70 — ill questo caso 1' allargameuto dell' estremo posteriore della linea e il prohmga- mento verso sinistra dell' angolo corrispondente di questa dilatazione. Lo studio delle sezioui mostra qui pure una fusione rapida e ampia molto dei foglietti superiore e medio per poclie sezioni, poi anche il foglietto infe- riore partecipa alia formazione comune, che si trova ampia e ampiamente de- pressa da un largo solco, quando corrisponde alia figura 2, poi tutto si fa nor- male. In questo caso la fusione dei due foglietti superiore e medio e limitata appena al labbro posteriore della dilatazione estrema della linea. Osserv. XV!' — Nella fig, 24 riportiamo il tratto postei'iore di un embrione della lungliezza di mm. 2,08 foi-nito di 9 paia di protovertebre.(^) La linea priraitiva ci presenta all'estremo posteriore un tratto trasver- sale assai esteso, clie e chiuso indietro da un margine ben netto e che sulla linea di mezzo si prolunga posteriormente per una bi'eve appendice come un bottone. Le sezioni dimostrano che questo bottone e costituito dalla fusione dei due foglietti superiore e medio, per una ampiezza sempre crescente, e presenta an- che un solco che lo percorre pel suo tratto terminale, come dice la sezione ivi condotta, dove rapidamente si allarga occupando tutta la linea di fusione, fat- tasi ampissiraa per 335 [j.. In questo tratto, cioe per tutto il diverticolo o bot- tone posteriore, il foglietto interne rimane libero, ma al labbro posteriore del tratto trasverso si fonde anch' esso cogli altri e tutto precede in breve normale. Osserv. XF7." — Alia fig. 25 abbiamo il tratto posteriore di un embrione della lunghezza di 4,15 mm. fornito di 5 paia di protovertebre. II tratto posteriore della linea primitiva e come si vede irregolare per la presenza di quattro diver- ticoii laterali, un prime a destra, un secondo piu basso a sinistra, e finalmente due agli angoli dell' estremo posteriore che appare come a gruccia. Le sezioni mostrano al solito la fusione dei due foglietti superiore e me- dio che si allarga rapidamente, e in breve presenta due insolcature leggere sui lati, che poi le si riuniscono in un solco piu ampio mediano, e con esse si restringe anche il tratto fuso. Dipoi tutto nuovamente si allarga, prima a sinistra, poi a destra per seguire i divertiooli, ed alia lettera x anche il foglietto interne partecipa alia fusione. Osserv. XVII". — Alia fig. 26 abbiamo un embi'ione della lunghezza di 2,72 mm. fornito di tre paia di protovertebre e del quale si riporta il tratto posteriore. La linea primitiva e breve e normale per posizione e direzione, soltanto al tratto suo posteriore, oltre una piccola insenatura a sinistra, presenta un no- tevole ampliamento del suo estremo un poco deviate verso destra e chiuso da un margine ben netto, terminando a notevole distanza dalla pellucida Le sezioni ci mostrano la fusione di tutti e tre i foglietti che avviene ra- pida e simultanea per un tratto subitamente ampio. In breve un largo solco si infossa, solco che appare quasi diviso in due, nelle prime sezioni in cui si incontra, per un promontorio mediano che poi si fa (^) Come alia nota (1) a pag. GS). — 71 — peduncolato quale si vede alia fig. 29. Dopo un le_ggero ampliamento al diverti- colo di sinistra tutto si fa normale e cosi continua. Questo caso e di qualche interesse perclie in esso manca il tratto di non fusione del foglietto interno ed e iiel tratto della vera e completa linea primi- tiva che si formano le irregolarita, leggere a dir vero, del caso. Osserv. XVIIL'^ — Alia fig. 27 abbiamo il tratto posteriore di uu embrione della Innghezza di 4,21 mm. e fornito di 6 paia di protovertebre. La linea primitiva e, nel tratto posteriore, slargata ed irregolarissima, nei margini e tutta a seni sempre piii ampi e profondi quanto piii posteriori. Le sezioni presentano un embrione su 3 foglietti dei quali il superiore e il medio raggiungono rapidamente colla fusione reciproca 1' ampiezza di 200 p.; in questo tratto 1' inferiore e perfettamente libero e indipendente, mentre la massa fusa e 1' ampio solco die in essa si deprime seguono tutte le irregola- rita della linea come dimostra la fig. 27. Alia lettera x finalmente il foglietto inferiore prende parte alia fusione cogli altri, e a questo livello ancbe la linea e il solco prendono la forma normale. Osserv. XlXf^ — La fig. 30 rappresenta 1' intiera formazione embrionale di un blastoderma molto g-iovane, nel quale oltre il prolungamento cefalico non vi era altra formazione che una larga piega piu anteriore, la piega cefalica die qui non e riportata. La linea primitiva appare nel suo tratto posteriore irregolare, piegata verso sinistra e aperta al suo estremo, quasi a contatto col margine della pellucida. Lo studio delle sezioni ci mostra 1' embrione formato su tre foglietti, dei quali il superiore e medio si fondouo, 1' inferiore resta libero, ed e foderato suUa sinistra da ammassi vitellini che mascherano il decorso estremo del mar- gine della linea che vi corrispoude. La fusione dei due detti foglietti avviene per un tratto che si fa sempre piu lato, non e pero mai in nessuna connes- sione col margine della pellucida, ed il suo estremo posteriore sebbene assai ampio e perfettamente chiuso. II solco compare gia dopo quattro sezioni molto largo, poi si sposta rapi- damente, insieme colla fusione, verso destra, si fa piu centrale e piu regolare, poiche alia lettera x anche il foglietto inferiore fonde cogli altri e tutto diviene definitivamente normale. Osserv. XX." — Fig. 31, embrione di 2 mm. lunghezza senza traccia di for- mazioni midollari. La linea si mostra slargata all' estremo posteriore ed accenna quasi a uu braccio trasverso. Le sezioni mostrauo che al labbro posteriore corrisponde un tratto di fu- sione molto ampio dei due foglietti superiore e medio, con in seguito un solco ampio e basso a fondo irregolare, fig. 35; cosi coutinua fino alia lettera x dove anche il foglietto inferiore fonde e in breve tutto si fa normale. Osserv. XXL" — Alia fig. 32 abbiamo il tratto posteriore di un embrione della lunghezza totale di 3,00 ram. con tre paia di protovertebre. II tratto posteriore della linea primitiva si presenta irregolare, come si vede dalla figura alquanto simile al caso precedente, e lo studio delle seziofii 72 — ci mostra anche gli stessi fatti, come indica la fig. 3G di cui la sezioue e con- dotta al punto d' unione delle due insenature del margine estremo posteriore della linea. Alia lettera x anclie il foglietto interno partecipa alia fusioue della massa comune e tutto diventa regolare. (Coniinua). Errata-Corrige Nel N. 2, pag. 35, rifereuilo intorno a uu raetodo di fissazioue del sistema nervoso del Dr. Marina, abbiamo scritto, attenendoci a quanto e detfco uell' articolo origiuale, clie i pezzi fissati si conservano in alcool a 45 . L'A. ci fa sapors clie deve essere invece adoperato alcool a 90°-96°. CosiMO Cherublni, Ammixistratore-responsabile. Milano - Via Gr. Revere, S.-Milano IJiMCA FABBKICA AAZIONALE DI WIICROSCOPI ED ACCESSORI DITTA FORNITRICE di tulti i Gabiiietti Diiiversitari del Reffuo IVIICROSCOPIO GRANDE IVIODELLO con cremagiiera, apparato Abbe, diaframma ad hide, tavolino in ebauite, revolver, due obbiettivi a secco 3 e 7*, uno ad immersione omogenea Vj2" > due oculari 2 e 4; il tutto posto in elegante armadietto in niogano L. 400 (in/jraiulimenti fiiio a lOoO diuiuctri) Mm olMeltlYo '/i5" Seinlapocromallco IMMERSIONE OMOGENEA Obbiettivo raccomandato per la grande poteuza e per la sua durata (Vedi Zeit- schrlftfiir ivissenscliajt. Microscopie del 12 settembro 1894, Band XI, Heft 2) L. 200 coi due oculari compensatori 4ed 8. CATALOGoTGENERALr GRATIS a semplice nchiesta Pagamenti rateali mensili pel SigJ^ Uffidali sanitari comiinali. fireuze, Stab. Tip. Fior., Via S. Gallo. 33. — 1897. m lulmu Mm (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) DIKETTO DAI DOTTOKI GIULIO CHIARUGI EUGENIO FICALBI Prof, di Aii:itomKi iimaiia ncl Jl. Istituto (U StuiU Super, in Fireuze Prof.
  • , n. 1, pag. 53-84. Milano 1897. Con fig. Zoja R. — Stato attuale degli studi sulla fecoadazione. — Estr. dal Boll, scien- t'lfico di Pavia. Anno 18 e 19 {1896-97), pag. 150. Con ire tav. Pavia, stab. tip. Slice. Bizzoni, 1897. Cf. M.Z., VIII, 1, 2. IV. Istologia. Breglia A. — Del sistema nervoso secondo le dottrine istologiche attuali con idee sulle funzioni del medesimo specialmente rispetto al trotismo. — Giorn. d. Associaz. Napoletana di Medici e Naturalisti. An. 6, Pantata 5 e 6, pag. 250-282. Napoli 1896. Buscalioni L. — Ricerche sulla moltiplicazione nucleare. — Giorn. d. R. Ac- cad, di Medicina di Torino. An. 60, n. !, 2^0.9. 78-79, Torino 1897. Camerano L. — Relazione intorno alia Memoria del Dott. E. Giglio-Tos inti- tolata « La struttura e 1' evoluzione dei corpuscoli rossi del sangue nei ver- tebrati. » — Atti d. R. Accad. d. Sc. di Torino. Vol. 32, Disp. 3 {1896-97), pag. 161-163. Torino 1897. Giglio-Tos E. — La struttura e 1' evoluzione dei corpuscoli rossi del sangue dei vertebrati. — Estr. d. Memorie d. R. Accad. d. Sc. di Torino Serie 2, Tomo 47, pag. 39-iOl. Con 2 tav. Torino 1897. Giglio-Tos E. — L' ematopoesi nella Lampreda. — Torino, G. Clausen, 1897. Estr. d. Atti d. R. Accad. d. Sc. di Torino. Vol. 32. Ad. d. 7 Fehhr. 1897. Pag. 18. Con tav. Lugaro E. — Sulle alterazioui degli element! nervosi uegli avvelenamenti per arsenico e per piombo. — Estr. d. Rivista di Patol. nervosa e mentale. Vol. 2, fasG. 2. Febbrajo 1897. Pag. 49-64. Manca G. — La legge de' coefficienti isotonici ue'globuli rossi del sangue con- servato fuori dell' organismo. — Arch. p. le sc. mediche. Vol. 20, Ease. 1, pag. 1-34. Torino 1896. Marehesini R. — Ricerche sulla fibra muscolare. — Boll. d. Soc. Romana per gli studi zool. Anno 5, Vol. 5, Ease. 5 e 6, pag. 198-210. Roma 1896. Martinotti C. — Su alcune particolarita delle cellule nervose del midoUo spi- nale messe in evidenza colla reazione nera del Golgi. — Giorn. it. R. Accad. di Medicina di 'Torino. An. 60, n. 2, pag. 103-104. Torino 1897. Vedi anclie Gazz. medica di Torino, Anno 48, n. 4, pag. 77. 'Torino 1807. Salvioli I. — Sulla pretesa influenza trofica dei nervi sui tessuti del corpo ani- male. — Arch. p. le Sc. mediche. Vol. 20, Ease. 4, pag. 393-433. Torino 1896. Sfameni P. — Ricerche sperimentali sulle alterazioni artificiali e cadaveriche del sistema nervoso centrale e periferico. — Lo Sperimentale {Arch, di Bio- logia). An. 51, Ease. 1, pag. 38-88. Eirenze 1897. Con tav. Tarehetti C. — Globuli rossi ed emoglobina nelle anemia sperimentali. — A7-ch. p. le Sc. mediche. Vol. 20, Ease. 1, pag. 75-88. Torino 1896. Con tav. Vincenzi L. — Sulle fine alterazioui morfologiche delle cellule nervose uel tetano sperimentale. — Arch. p. le Sc. mediche. Vol. 21, Ease. 1, pag. 109-119. Torino 1897. Con tav. — 76 SUNTI E RIVISTE Buscalioni L. — Ricerche sulla moltiplicazione nucleare. - Dal Gior. d. R. Ac- cad, di Medicina di Torino. An. 60, n. 1. Torino, gennaio 1897. Fag. 78-79. « 11 dott. Buscalioni lia trovato tutte le forme di passaggio dalla carioci- nesi alia frammentazione. Egli osservo clie nella FriUllaria, nella Vicia Faha, nell' Ortica, nelle Dioscoreacee, ecc, alcuni nuclei, dalla fase di gomitolo, passano ben teste alia framraer.tazione. In tal case V ansa dei filamenti cromatici riesce strozzata nel mezzo, ma pei' lo piu essa si divide in corti articoli, nel tempo istesso, in cui il uucleo va spezzandosi. Con un forte ingvandimento si puo osservare che i cromesomi sono spez- zati anche pel lungo, ed anzi talora vi hanno persino quattro cromosomi ac- coppiati. Durante il processo di frammentazione cariocinetica i nucleoli sone pre- senti e cosi pure la membrana (salvo qualche rara eccezione). In altri casi I'A. osservo che un nucleo completamente diviso in due meta per un processo di cariocinesi normalissimo ed ancor fornito del fuso acromatico, presenta I'uua delle meta in via di frammentazione coi filamenti cromatici ridotti a bastoncini {Fritillarid). Negli esempi teste descritti il nucleo in frammentazione non mostrava traccia di filamenti acromatici, per cui i casi di frammentazione cariocinetica indicati dal Dixon e nei quali si aveva la presenza di questi ultimi, vanno ri- tenuti semplicemente quali cariocinesi abnormi. II Buscalioni pote stabilire con certezza clie a tutti questi processi irre- golari di divisione nucleare tiene dietro, o almeuo puo seguire, la divisione della cellula. Cosi nella Fritillaria e nella Vicia sorprese la formazione della membrana cellulare attorno a siffatti nuclei. Egli poi studio anche dei nuclei che si dividevano incompletamente per cariocinesi. Per esempio vide un nucleo foggiato a manubrio, nel quale una delle meta era in complete riposo, meotre I'altra aveva terminata la fase di piastra equatoriale. Una volta ebbe cccasione di osservare un nucleo deformato, il quale in- viava uu filamento terminate a globo in un campo proto^^lasmatico dove ab- bondavano le cariocinesi: la estremita rigonfia aveva la struttura di un nucleo nello stadio di gomitolo, mentre il resto del nucleo era in riposo. Infine 1' A., avendo studiato i nuclei ad anello, pete stabilire che qui non si tratta di nuclei disposti tutti all'ingiro di un centrosoma (Flemming), ma bensi di vere rarefazioni nucleari. II lavoro in esteso sortira probabilmente neW Anmiario delV Istituto Bo- tanico di Roma (1897); pero alcune figure, come pure alcuni esempi di siffatte strane formazioni nucleari vennero gia pu])blicate nel trattato del prof. A. Zimmermann: Die Morpholoijie und Phj/siulogic des rfiaiizlichen Zcllkcrnes. Jena 1896. » 77 — Staderini R. — Studio morfologico della ghiandola pineale doi mammiferi. — Comtmicaz. fatta alia Accad. Qnedico-fisica fioyentina nelia ad. del di 8 Aprile 1897. Dalla Settimana medica dello Sperimentale, An7io 51, K. 16, Firenze, 17 ajyrile 1807. « L' 0. lia verificato die nel coniglio la ghiandola e svilnppatissima: ri- sulta costituita da un lungo peduncolo, a cui fa seguito distalmente un estremo libero, rigoufiato. II peduncolo dal sue punto d' impianto suUa volta del terzo ventricolo decorre in alto e indietro nel solco tra le due eminenze quadrige- melle anteriori. L' estremo distale, rigonfiato raggiunge la superficie deU'ence- falo, dove occupa 1' intevvallo, die rimane tra vernie del cervelletto e parte vidna del due emisferi cerebrali. Questa porzione ultima della epifisi prende vapporto diretto con la dura madi-e della volta cranica ed e anzi circondata da ripiegatnre durali. Per tal fatto e per 1' aderenza, die contrae nella regione la dura madre con la parete ossea, quando si voglia mettere alio scoperto 1' ence. falo col metodo ordinario, immancabilmente, se non si usa una particolare cau tela, nel soUevare la callotta cranica si asporta la parte distale e i^iu volumi- nosa della epifisi. Cio spiega come essa sia finora sfuggita all' attenzione degli studiosi. II confluente dei seni e in rapporto di contiguita con la parte piu alta e superficiale delle epifisi. La vena cerebri magna accompagna la ghiandola nella sua lunghezza e sbocca poi nel confluente dei seni; per cui attorno all' estremo distale della epifisi si forma una specie di cerchio venoso, dal quale I' estremo stesso e in parte ricoperto. Nella volta del cranio la sede della ghiandola e esattamente indicata dal- 1' osso iiiterparietale. Con un punto cosi sicuro di ritrovo e oltremodo facile rintracciare dall' esterno, enche con una piccola breccia cranica, la porzione superficiale della ghiandola. Parrebbe quindi possibile e sarebbe certameute interessante la estirpazione dell' epifisi nel vivente; cio I'O. ha tentato, ma non e finora riuscito nell'intento, perche a causa dello stretto rapporto di conti- guita tra confluente dei seni ed epifisi, nemmeno con la piu grande attenzione ha potuto evitare una emorragia mortale. Alia regione occupata dall' estremo epifisario e dal confluente dei seni corrisponde nell'interno del cranio una fos- setta triangolare. Nel topo si ha una disposizione simile a quella del coniglio. Nella cavia r estremo distale della epifisi arriva sino alia dura madre, ma non si mostra rigonfiato come nel coniglio e nel topo. In tutti gli altri mammiferi esaminati (ghiro, cane, pecora, majale, cavallo) la ghiandola, a somiglianza di quanto osservasi nell'uomo, e proporzionata- mente assai piccola e profondamente gituata. I vasi sanguigni die sono in rapporto con la sua superficie si riuuiscono all' estremo libero di essa in una specie di peduncolo, che connette la ghiandola coUa parte vicina della dura madre. Una connessione simile esiste anche nell'uomo. Da tutto cio r 0. trae la conclusione che la epifisi non in tutti i mammi- feri, come si suole oggi ammettere, ha subito un alto grado di riduzione. II coniglio, ad esempio, dimostra indubbiamente il contrario: in questo mammifero anzi si puo dire che I'organo ha conservato molti dei caratteri primitivi, quali si osservano in alcuni vertebrati inferiori, in cui la ghiandola, sviluppatissima. ha un estremo distale rigonfiato e separate dalla parete cranica col solo inter- — 78 - mezzo della dura madre. Nella maggior parte dei mammiferi serabra invece che la primitiva disposizione sia unicamente rappresentata da quella specie di peduncolo, costituito principalmente da vasi, che dall'apice dell' epifisi va fino alia dura madre. Aggiunge infine I'O. che lo studio intrapreso della epifisi dei mammiferi verra da lui proseguito e completato con ricerche embriologiche, riguardanti anche una serie di embrioni umani. » Falcone C. — I muscoli frontale e sopracciliare nella espressione dei senti- menti. — Giornale dell' Associazione napoletana di medici e naturalisti. — Puntata V e VI, 1897. Una successione progressiva nella forza di contrazione del m. frontale e sufficiente a rappresentare le varie espressioni del viso e sensazioni morali, o cio e piuttosto in rapporto colle speciali condizioni anatomiche di questo mu- scolo ? Tale e il primo quesito che si pone I'A. ; la risposta la trova nella di- retta indagine anatomica del m. frontale. Richiamando una osservazione fatta dal Meckel fino dal 1816 e poi quasi dimenticata, che cioe le fibre costituenti il m. f. seguono una direzione verti- cale nolle meta interna, mentre nella esterna sono obliquamente dirette in basso e in dentro e di piu che la meta interna e piu sviluppata della esterna, il Falcone dice che il m. f., data questa costituzione anatomica, puo contrarsi in totalita o soltanto nei suoi fasci mediali piu robusti. Da questo ne deduce : per la contrazione in toto del m. f. si ha inualza- mento del sopracciglio e forinazione di pieghe trasversali della fronte che danno alia fisonomia Tespressione della forte a^^en2zo?ze; per la contrazione della parte mediana, si ha innalzamento della sola estremita interna del sopracciglio e pieghe limitate alia parte media della fronte, cioe si ha I'espressione di in- tenso dolore. Ma se I'attonzione e serena, calma, minuta allora concorre spe- eialmente la meta esterna del m. f. L'A. si domaiida poi : a quale espressione risponde la contrazione isolata del sopracciliare? Egli rigetta la interpretazione del Duchenne che atti-ibuiva I'elevazione della meta interna del sopracciglio alia contrazione del m. soprac- ciliare e gli affidava un compito nella espressione del dolore. Poiche, nota VA., le fibre del m. soprac. prendendo origine dalla parte piu interna deU'urcata sopracciliare si portano in alto ed in fuori fino quasi al foro sopraorbitario, de- scrivendo un'arcata, e s'inseriscono alia faccia profonda della cute del soprac- ciglio, ne cousegue che per la loro contrazione si abbia nella regione inter-so- pracciliare, la produzione di rughe verticali e convergenti verso la radice del naso. II m. soprac. e dunque corrugatore e non elevatore del sopracciglio (que- st'ultimo ufficio e affidato alia porzione mediana del m. f.) ed aiuta altresi I'azione dell'orbicolare delle palpebre. Ed a seconda clie I'azione del m. soprac. e associata ad una parziale contrazione del m. orbicolare delle palp, o si spiega isolata, cioe a riraa palpebrale ampiamente aperta, si avra nel primo caso I'espressione della riflessione, nel secondo I'espressione del furore, della collera. G. Pieraccini. — 79 COMUNICAZIONI ORIGINALl CMNICA PSICHIATRICA DI FIRl'.NZE, DIUKITA DAL PI'.OF. E. TANZl A proposito cli alcune variant! alia formula della « polarizzazione dinamica. NoTA DEL DOTT. E. LUGARO, AIUTO. Con 2 fig. Bicevuta il 19 aprile 1897. E vietata la riproduzione. Como 0 noto, in un gran nnmero di elcmcnti dell' asso ccrcbro-spinalc il prolungainenio norxoso, anziclio luisccre dirollaiucMilo dal corpo cellu- lare, parte, a varia distanza, da un |)r()liingamento protoplasmatico. Non vi e forse in tuUo il sistema nerxoso un sol tipo eellulare in cni qnesto fatto non possa eecezionahnente presenlarsi, ma esso e nole\olniente Ire- ([uente in aleuni tipi, e in altri ancora addirittura costante. (!iosi ad eseni- ])io si riseontra spesso nei granuli del cervelletto e nolle cellule di Marti- notti della eorleeeia cerebrale, nelle cellule mitrali del bulbo oHattivo. In altri elenienli, come ad esem[)io nelle caratleristiche cellule fusate del lobo ottico (lei |)esci, dei reltili e degli uccelli, V oiigine del cilindrasse a notcNole distanza dal cor|)o eellulare e di regola. Nelle cellule dei gangli spinali dei batraci, dei rettili, degli uccelli e dei mamniiferi, se a rigore non si puo parlare di un'origine del prolungamento nei'voso da un tronco protoplasmatico, si puo pero con certezza dire clie il prolungamento a con- duzione celluliruga non nasce dal corpo cellulai'c, ma, lungi da questo, da un tronco comune con il prolungamento a conduzione cellulipela. Negli invertebrati, specie nei crostacei c nei vermi, I'oi-igine delle espansioni allerenti ha luogo ({nasi costantemente dal hallo iniziale di un unico |)rolungamento. Net |)erio(lo in cui la odierna teoria del neurone era ancora in via di svilupi)o I'esistenza di un tal modo di origine del prolungamento nervoso fu giustamente considei'ata come uno dei tanti argomenliaiti a dimoslrare la capacila di conduzione dei prolunganieiiti proloplasnialici. Poiclie il corpo eellulare si considerava come ceniro d'azione delT elenieiilo, era ne- cessario die Fonda nerxosa |)er raggiungere il cilindrasse |)ercorresse questo tratto di j)rolungamento eellulare interposto tra il corpo c il punto in cui il cilindrasse pren(le\a i caratteri propri. E sia clie si con- — 80 — siderasso qiiesto iirohinganicnto come dotato delle propricla dci (\uo ordini di proliiniianKMiti, o soinpliccincnie come iin' ospansionc del corpo cellulaiT, |)(>iclie (jiicslo era la incla dollc corrcnli aUcrcnli c il piiido di partenza dcllc oncroiiti, si venixa ad oiiiii iiiodo ad ainmcllero implici- tamonto in csso una doppia ca|)ac'ita di conduzionc, cellulipcla e cellu- lifuga. Per vie diverse, parlendo da fatti di ordine difl'erente e i)er considera- zioni d' indole varia i due forniulalori della legge di polarizzazione di- naniica, Ramon y Cajal e van (Jeluichten, sono arrivati a conclu- dere die e necessario modilicare la loi-niida di (juesla legge per |)olere interpretare il lallo in discorso. (o (pii es|)orro alcune argomenlazi(tni e (pialche dalo di lallo clie mi indiicono a rilenere non neeessarie le modilieazioni proposle. La formula aniira, henehe in base ai nuovi dati sulla strutlura eellulare debba essere ahpianio modilieata, pure non Irova alcun ostaeolo nel lallo preso in considerazione. Van Gehuehten (*) argomenia eosi: « Se, come ci sembra indi- scutibile, il eorpo eellulare e il vero eeulro funzionale del neuron(\ eioe il luogo ove giungono le onde nervose collidiix'te per esser rillesse e tra- sformate in onde eelliiliruglie, oecorre ammellere, per poter mantenere la teoria, ehe la parle del prolungamenlo protoplasmalico eom|)resa Ira il eorpo della ccllula e il |)unl(t d' origine delT axone goda insieme della eondueibililii ('ellidi|iela e della eellulifiiga e rappresenti (piindi insieme un prolungameido prol(»|)lasnialieo e un prolungamenlo eilindrassile. (]io sarebbe uno spingere 1' amore della leoria al di la dei limili seienlilici |)ermessi. » Per il c()v\)i) eellulare, egli eonlinua, oeeorre ammellere una eondueibililii iudillereule, poielie non si puo indieare il punio preeiso ove cessa la eondiieibilili eellulipeta e dove eomineia la celluliruga. Ma ehe eosa deve inlendersi |)('i' eorpo eellulare? 11 melodo di impregnazione eromo- argenlica non |)ormelle di ris])onder(' poielie esso non rixela dillerenza di slriillura Ira il (-(upo collulai'e e i prolungamenii elie ne dipendono. « Dire elie il eorpo eellulare linisee la o\e nasee il prolungamento eilindrassile sarebbe una soluzione arbitraria, unieamenle data per salvare la leiu-ia. » Ma e appunio a ([uesta soluzione elie rilorna a un di|)ress() van Gehuclilen dopo di aver esaminalo col melodo di NissI 1' organiz- zazione inlerna dei neuroni. 11 prohmgauicnlo iier\(»so e foiiiialo eseliisi- \aineiile di soslaiiza acromalica, i rami |)i-(>loplasmali<*i sollili elie iiaseono direllamenle dal eorpo eellulare sono sprowisli di soslanza eromaliea, (') A. vail (loll ncliton. — Anitnniie (In systome nervenx (le I'liomme. Douxieme (!'litioii, 1S97, pag. 213-218. 81 — cosi pure i sottili rami seeondari e terziari che provengono dai grossi tronchi proto[)lasmatici, ma (luesti grossi tronchi prescntano la stcssa strutlui'a del corpo celliilare. Adiinqiie il vero corpo cellulare eonsiste nella massa di prolopiasma clie circonda il mieleo e nelle jiarti \icine dei grossi tronchi proto|)lasma(ici. Oueslo eorjx) cellulare lia conducibi- lila indillerente; cosi cade 1' obiezione |)iu so|)ra lormulata, poiclie il tronco di prolopiasma com})reso tra la massa di protoj)lasma die circonda il nucleo e il punto di origine dell' axone apparliene al coi'po cellulare e possiede conducibilita indillerente. Dei prolungamenti acromatici solo I'axone ha conduzione celluliluga, gli allri, i dendriti, hanno conduzione cellulipela. Ora, a questo modo di \edere di van (lehiichten ci pare si possano fare varie ()l)iezioni. 1. Non e necessario ammettere net corpo cellulare una conduzione indillerente. Se per la svariata direzionedei prohingamenii le correnti ner- vose vi allluiscono in sensi s\ariati, cio non toglie che le singole correnii, proNenienti dai singoli dendriti, abbiano una direzione detinila. Xella to- talila del cor|)o non si j)iio slabilire una direzione unica (leir(uida ner- Nosa, ma si puo benissimo farlo pei singoli elemenli tibi'illai'i che hanno una direzione ben delinita, determinala dalla loro origine e dalla loro de- stinazione. Inolire, se si com|)rendono con van (iehuchten nci limiti del cor|)o cellulare anche i grossi tronchi i)rotoplasmalici, non si puo nc- gare che in (juesli, poiche essi hanno una ben delinila diivzione, la condu- zione de\e esercitarsi in questa stessa dii-ezione e che (juindi, se si ammetfe pei lini dendriti che vi allluiscono una conduzione eschisi\amente celluli- pela, deve ammellersi anche per essi una conduzione esclusivamente cellulipela. 2. Non si puo considerare conu' caratterislica del corpo cellulare la presenza delta parte ci'omatica; questa e abbondantenel cor|)o.delle grandi cellule, e sempre piii scarsa in (piello delle piccolo, manca del tullo in molli elementi, nei (juali la sola parte che si colori col nielodo di Nissl e il nucleo. Intatli, come e nolo, Nissl stesso lece una rondamcniale di- stinzione tra cellule somatocrome e cellule cariocrome. 3. Se nelle cellule somatocrome si \uol considerare come corpo cel- lulare tulta quella parte in cui si risconti-ano zolle cronmtiche, bisogna riconoscere che il corpo cellulare non ha limili neiti, ma degrada pro- gressivaraente nei prolungamenli proloplasnialici, |)oiche la scomj)arsa della parte croniatica e tenia e |)rogressi\a e precede di |)ari passo col- r assoltigliarsi dei dendrili. Ora. se si Miole ammellere Ira dendrili e corj)o cellulare una specilica di\ersilii della conduzione, che sarelibe cel- M. z. * 82 — lulipeta nci primi e indifferente nel secondo, si \iene ad ammettere un cambiamcnto repentino e radicale di aililudini lisiologidie tra parti die anatoiiiicamenlc prcsentano passaggi graduali. E (juesti passaggi graduali noil iiiteressano, per giiinta, clic le zolle aci-oiiiaticlic, estranee alia con- duzione, e iion la parte coiiduceiite librillare. L Quando il i)roliiiigameiito iiervoso nasce a distanza dal corpo cel- lulare, iioii seinpre il Iratto iiitenuedio o prowisto di ])a!to eroniolila. Nelle cellule deigangli spinali iion solo le due branelie del T di Rauvier sono perlettaniente aeroniaticlie, ma anclie il tronco prineijiale. Anclie nelle cellule gangliari del cordone Ncntrale del lombrico, come altrove osservai (^), il t ratio iniziale del prolungamento, da cui si partono i i-ami a conduzione airerente, e ]>riY0 del tullo di parte cromatica. In quelle cellule fusate verticali del lobo ottico degli uccelli, rettili, ecc, in cui il prolungamento ner\oso prende origine dall' alto di un tronco })rotopla- smatico {celulm de raijado^ Cajal), questo tronco, come fa notare Ramon y Cajal () e privo di granulazioni cromatiche. Lo stesso si Acrifica in tutti gli elementi nervosi di piccola mole, iu cui la parte cromatica o esiste scarsamente in ])rossimita del nucleo, o mauca alTatto, come ad esempio nei granulidelcervelletto, nei (juali pure spesso il prolungamento nervoso nasce da un dendrite. 5. Non vi e alcuna ragione ])er riteuere inverosimile che il tronco da cui prende origine un jirolungamento nervoso a distanza dal corpo cellulare abbia assieme il valore di i^rolungamento protoplasmatico e di prolungamento nervoso, contenendo esso la somma degli elementi libril- lari corrispondenti ai dendriti e all'axone die ne deriNano. Oiiesli de- menti fibi-illari, misti ma non confusi, conserverebbero il loro caratteri- stico modo di conduzione, cosi il tronco die ne risulta non axrebbe conducibilitii indifTerente, ma differente nei singoli dementi die lo coni- pongono. In generate, la conoscenza delta struttura librillare dei prolun- gamenti cdlulari giustifica ])ienamente questa ipotesi; nel caso specialc dei gangii spinali io ho potuto osservare delle disposizioni speciali delle librille die, come \edremo, inducono a riteuere non dubbia la dillc- renza di conduzione nelle singole parti del tronco comune. La moditicazione alia teoria delta polarizzazione dinamica die oi'a viene a proporre Ramon y Cajal (') e determinata dal desiderio .di iii- (') Vecl. Sul viilore rispetfcivo della parte cromatica e delLi acromatica nel citoplasiua dello cel- lule nervose. (Kivista di patologia nervosa e mentale, vol. I, faso. 1, gennaio 1896.) (^) S. II am on y Cajal. — Leyes de la morfolosia y dinaniismo de las c61ulas nerviosas. (Ke- vista trimestral uiicrografica, vol. II, fasc. ], niarzo 181)7. ) (3) Loc. cit. — 83 — ler|)i'etaro il siii:;niticato biologico di (iiuslo niodo d' origiiic dciraxone da un dendrite anziche dal eorpo cellulare. 11 eoi'|) fare delle osservazioni clie stabiliscoiio come fatto una tale disposizione. Oggetto di qneste osservazioni sono stati dei preparati di gangii spinali di cane, ottenuti colla lissazione in sid)Iiinato ela colorazione progressiva all'ematossilina Deialield. (ion ([uesta colorazione ie librille del cilin- drasse, nei punti in cui esse sono piii rilassate, ap|)aiono ben netta- inente individualizzate, mentre sono meno distinguibili la dove si ad- dossano strettamente le nne alle altre, specialmente in vicinanza degli strozzamenti di Ranvier. Le migliori osservazioni ho |)olu[o tarle in alcnni gangii spinali di nn cane awelenato per arsenico, in cui, per un cerlo stalo di tumelazione del cilindrasse, le singole librille ai)parivano assai bene individualizzate e si |)otevano seguire per lunglii Iratli. Ecco (|uanto in (piesti |)rcparati ho ])otiito osser\are rigiiardo al con- tegno delle librille nella divisione del pr(»lungainento. Ouesta di\isione avviene per lo piii ad V, ma le due branche (li\ergenti si piegano subito ancor piii e liniscono col porsi su di una medesima linea; meno rre(|uente e la divisione a T. In ambedne h^ forme di divisione si |)uo osservare che le librille apparlenenti alle due branche di di\isione non passano dalFniia nell'altra, ma si piegano invece per andare a far parte del Ironco comiine in cui si possono seguire bene in(li\idiia!izzale e per tratii nole\oli. Ouando la divisione avviene ad Y, nel punio della bifoirazione le librille sono ])iii addensate sui lati esterni di essa e meno alFinterno, in corrispon- denza deirapice dcH'angolo compreso tra le due branche dig. 1) e ((uesta dis|)osizione e tanto piii accentuata ([uanto piii forle e la divergenza. Ouando |)oi la di>isione e a T, le librille nel ripiegarsi rasenlano gli apici dei due angoli retii e il |)unto di biforcazione resta occupalo da uno spa- zio chiaro triangolare (fig. 2). II signilicato di (pieste disposizioni e chia- rissimo: le librille del tronco comiine, divergendo per continuarsi con quelle delle due branche, si allontanano dalTasse e quindi in vicinanza di esso scarseggiano se la divergenza non e inollo forle, mancano del tutto se la divergenza e improvvisa e totale. lo credo che non possa mettersi in dubbio che ove e dimostrabile una chiara struttura fibrillare debba ammettersi una condiizione nel senso delle fibrille. Se e cosi, risulta evidente die nolle cellule dei gangii spinali le correnti nervose vanno dalla branca periferica pel tronco co- niune al corpo cellulare e ne ritornano per vie librillari distinte che mettono capo alia branca centrale. Se la conduzione a\ venisse nel senso 86 ammesso da (lajal si dovrebbero avere delle fibrille passanti dirctta- iiiento dalla Iji-anca |)ci'irei'ica alia ccnlralo, o ({uesta dovrebbe essere la ])iii grossa, |»eix'hc risuUanto dalla somnia delle fibrille di prove- nienza esterna o di quelle mandate dal cor|)o cellulare, e dovrebbe in- fme mancare il diniostrato passaggio delle librille dalla branca perife- rica al troneo eomune. 6. Le particolarita morfologiche che Ramon y Cajal lia ^oluto spiegare colla legge di economia di tem|)o, e cbe 1' hanno indotto a modificare la formula della legge del dinamismo nervoso, trovano una s|)iegazione completa se si ainmette che nei tronchi da eui ])rendono origine i cilin- drassi si trovino eonfempora- neamente e le fibrille eilindras- sili e le fibrille dendriticlie. Le particolarita morfolo- giche degli elementi ner\osi sono determinate sopratutto dai loro speciali bisogni fun- zionali. II nnniero, la direzio- ne, r orientainento, il tipo morfologico dei dendriti son determinati dalla quanlita, dalla posizione, dall' orienta- mento e dal fipo morfologico delle terminazioni wev^ ose con cui essi si pongono in i-ap|)orto. FiGURA 1, Anche il corpo cellulare, come giustamente osserva Cajal, assume talora determinate posizioni per ricevere determinate termina- zioni nervose ('), oppure e sitnato la dove intralcia meno colla sua pre- senza i rap|)oi'ti nervoso-protoplasmatici. La dii-ezione iniziale del pro- lungamento nei-voso e sopratutto determinata dalle destinazioni speciali delle collaterali che emette lungo il suo cammino, (mentre Tulteriore percorso e determinato dalla sua destinazione linale). Stando cosi le cose, (') H processo di unipolarizzaziono delle cellule dei gangli spinali e la conseguente sogrcgazione delle cellule dalle fibre del fascio radicolare io credo che si possano considerare come disposizioni dirctte a rendere piii regolari i rapporti tra le superflcie cellular! e le terminazioni delle fibre provenienti dal sirapatico e dai prolungamenti di quelle cellule di 2° tipo che farono di recente scoperte da Dogiel (Anatom. Anzeig., n. 6, Bd. XII, 1896). Un graude nuraero di groase fibre mieliniche, misfe alle cel- lule, sarebbe senza dubbio di notevole intralcio alio atabilirsi di detti rapporti. — 87 |)u6 dai-si, e s})esso infatti awicne, clie la direzione ricliiesla per il j)ro- limgamcnto nervoso coincida per un certo tratto con (luclla di iin pro- lunganiento protoplasmatico ; in (piesto easo i due prolnnganicnti dc- corrono liisi assieino, |)()icli(' tale liisionc non imjiedisce allallo la condnzione indipondcnte clie si eonipie nello singole librille. Dal pnnto di Nisia istogenelico la spiegazione (pii proposla fi ap- pai'ira ancora piii ehiara. Tutli i prulnngamenii cellulari si sviln|)pano progressivamente da un nouroblasta inizialmenlc nndo, dal cui proto- plasma spuntano a mo' di germogli i neurodendri. Oucsli si nianlen- gono semplici finclio |)el loro actTOsciniento non siano giiin- li al jtunlo o\e occorro si di- \i(lan(» in |)iii rann per pren- dere direzioni di\erse e |)er soddisfare alia necessita di connessioni diverse. E i sin- goli rami alia loro volta si compoi'lano in inaniera ngiia- le. Ora e naturale ehe, es- sendo neeessario clie si s\i- luppino in nno stesso senso un dendrite e I'axone, si lor- mi un germoglio nnico. il (juale si (li\idera poi nei dm' elementi distinii solo ({uand(t eomineiera a divergere la direzione deiraccrescimento in rap|)orto con la diversa deslinazione. L'applicazione di tpn'slo |)rin('ipio ai singoli casi e cosi e>idente clie non occorre entrare in uiolli particolari, ci lermeremo sollanio a consi- derare come esso ci dia la inler|)retazione morfologica di (pielle singo- lari cellule, fusate o Iriangolari, nuinite di pin |)r()Iungamenti nerNOsi procedenti dai dendriti, cellule scoperte da Ramon ) (lajal nello sirato molecolare della corteccia cei'ebrale. In questi elementi le es|)ansioni cilindrassili e le dendriliclie lianno un medesinio tei'iitorio di distribu- zionc, una semplicita di ramilicazione e un tipo di deciwso assai simili, ed e solo j)er la sottigliezza e la regolarila die i lilameidi cilindrassili si distinguono dai dendriti. Ora, viene spontaneo ammetteiv die in qucste cellule, appunto per la somiglianza di decorso e di distiibu- zione, I'arborescenza cilindrassile e la dendritica siano sovrapi)oste e incorporate Tuna neiraltra, e dixergano solo nei minimi rami ter- minali. Lc (lottrine che abbiamo ora esaminato, cosl come la dottrina ori- ginaria di ciii iioii soiKt die una nKKlilicazionc, contengono iniplicila- inente un a|)i)rezzainonto crionco sul meccaiiisino funziuiialc del neu- rone, cd e questo, di considei'are il neurone in ogni caso come un semplice anello di una catena piii o meno comj^lessa, un elemento omo- geneo, direi quasi lullo d'un jtezzo, che ricexe tutti gH stinioli che gli giungono e li trasnietle ineNilabiiinente ad un gruppo di altri elementi, modiHcan(h)ne Vd dislribuzione nia non 1' inlensita e hi qualita. II formaisi di (|ueshi concezione e ben naturale: in questo perio(h), in cui io studio deJle silhouettes date dall' inipregnazione cromo-argen- tica ha fatto fare un enorme progresso alle conoscenzc sul sistenia ner- voso, i'attenzione si e sopratutto rivolta alle forme esterioj'i degli ele- menti ed alle loro connessioni, e quindi tutte le induzioni lisiologiche sono basaU' suirosser\azione di esse. Tra i (h'n(h-ili e il cilindrasse si e pur falta una dislinzione niorfologica per il loro aspetto esterno, ma le induzioni sul loro signilicato lisiologico si son basate esclusivamenle sulla conoscenza del loro decorso e delle loro connessioni, periferiche e centrali, dirette ed indirette. Anzi talvolta il carattere morfologico e stato ritenuto di inqxulanza secondaria e I lascii labile di I'nmte a un sicuro carattere lisiologico, e cosi nel caso dei gangli s|)inali si e con- siderato come un dendrite la branca periferica del T di Uainier. L'odicrno risveglio della citologia nervosa ha sinora inlluito |)oco su queste vedute. E cosi vediamo ora il (lajal considerare il corpo cellulare come punto di incrociamento e di passaggio delle librille dei dendriti verso I'axone e non dargli altro valore che (piello di un seg- mento protoplasmatico ingrossato dal nucleo. Nell'ipotesi di (^ajal si rispecchia in certo inodo I'antica concezione di M. Scliultze, basala suH'osscrvazione di un aspetto striato di tulli i ])rolungamenti ; essa e pero modificata inquantoche il Cajal ammette un decorso axipeto di tutte le librille, mcntre M. Schultze ammetteva che le librille passas- sero in tutti i modi da un prolungamento alTallro. Questo modo di \edere non ci \)'dv sosteuibile : per (pianto nel ci- lindrasse si imaginino addensafe le librille, non si \nu) ammettere che in esso siano rap])resentati tutti gli elementi librillari allliienli nel corpo dai dendriti. Ed anche TosserNazione diretta, praticata con metodi adalli, non j)ermette di accettare una tale ipotesi. La colorazione airematossilina progressiva di Delal'ield ci mostra che i dendi'iii hanno una strullura a librille che decorrono a un di- presso parallelamenle : appr(tssimandosi al corpo cellulare (pieste librille divergono semprepiu e si (anno piii oiididale e piii lasse, e inline giun- — 89 — U'\i U'lidono a collofarsi a pivlcivn/.a in senso laniion/ialc c a distri- hiiirsi progressiNamcnle dalla [iciilVria al ccnlro. Non si conslala inai il passaggio di singolc lihrillc da im dcndrile all'altro. I fascetli libi'illari si fanno senipre i)iii lassi c le lihiillc si IVaimuisc'liiano alio parliccUe cromatifhc. Verso il t-enlro della criiula la mescolanza tra gii eleinenti lil)i-illari c la parte croinatica e senipre pill intinia. (losi nel eorpo ie lihrille si perdono in iin littissinio in- treeeio in eiii, eonie ipialelie ossei'Nazione induce a eredere, eonlraggono delle anaslomosi, eosliluendu un vert) retiedlo ('). 11 prolungamento ner- Noso, con lihrille piii serrale e piii rigoi-osaniente parallele giuiige al corpo cellnlare e \i |)enetra |»erdendo\i nieno raj)i(lamente la ])ropria indiNidualila. Le lihrille per un cerlo trallo \i si mantengono serrate, o non di\erg()no lanlo da lasciar poslo a zolle cromaticlie; cosi si forma il nolo cono acronialico di origine del cilindrasse. Ouesla disposizione ci niosti-a die le lihrille del cilindi-asse prendono origine, alnieno in massima parte, dalle parti centrali, |)iii prolbnde, del ciloplasma, e che ({Hindi il passaggio deH'onda nervosa non avviene da lihrille dendriti- clie a lihrille cilindrassili direttamentc e individualnienle, ma attra\erso il reticolo cellulare in cui le singolc ondc a])portate per i dendi-iti si pongono in contlilto, suhiscono una sinlesi i cui prodolli passano al cilindrasse. II cor|)o cellulare non e (piindi un semplice condultoi-e, ma un coordinaloix', un modilicatore dinaniico deH'ouda nei'xosa. I fatti c le considerazioni che ahhiamo esjiosto ci suggerisc(tno questa formula del dinamismo nervoso : le sintesi nervose si coni|)lono nel corpo cellulare |)rocedendo dai prolungamenti dendrilici verso il ci- lindrassile. Ouesta formula implica in se la legge di polarizzazione di- namica, ma permeltc di integrare con essa un altro niodo di condu- zione la cui possihilita non e conti'adella da alcun fatto ed e in\ece resa verosiniile da alcune considerazioni psicologiche. lo gia allrove notai la |)ossihilita die i pi'ocessi psichici analitici e i process! psichici sinfelici si coni|)iano usul'ruendo delle medesinie connessioni, nia con conduzioni inverse (•). Nei piii ele\ati centri ner- vosi, sede delle sintesi e delle analisi psichiche, coscienti, puo dunque ammettersi la possihilita di una inversione delle correnti con una iiner- sione degli elVetti dinamici, delerniinala non solo dairordinamento delle connessioni esterne con allri neui'oni, ma anche dairordinamento e dai (') Ved. Salle alteruzioui degli eleraenti iiervosi ni\!;li avveleiiameiiti i>cv arsoiiico e ppr pioiubo. (Ilivista di patologia nervosa e mentale, vol. II, fasc. 2, febbraio 1897, pag. 52-53.) (-) Ved. Sulle conne.ssioni tra gli element! norvosi della corteccia cerebellare, ccc. (Ilivista spc- rimentale di t'reniatria, toI. XX, fasc. III-IV, 1894, pag. 326.) 90 — rapiKtili ro{'i|)i'oci intracfllulari dcgli elemeiili librillari cilindrassili c (Iciulrilici. Direnio a(liin([uo die Ic sinlcsi lUTvose si com pi on o nel coi'po cellularo procedendo dai |)rolungamcnti dendritici Yerso il cilindrasse, e clie nei soli centri piii elevati, psi- cliici , possono compiersi nel scnso in\erso,dei processi ana- litici. ISTITUTO ANATOMICO Dl FIRENZE. G. CHIARUGI e F. LIVINI. Delia influenza della luce suUo sviluppo delle uova degli Anfibii. NOTA PKEI.IMINARE. E vietiita I,a riprodiizione. Le poche ed incerte cognizioni die si posseggono inlorno alia in- fluenza die la luce esercita sullo sviluppo degli anfibi, ci indussero ad alrune ricerche, le (juali sono slate eseguite sulle uova di Salamandriiui pcrspkUlnta. [^) Ci siamo proposti anzitullo di determinare se la luce abbia o no inlluenza sulla rapidita ddlo sviluppo e se la sottrazione di essa riesca dannosa. Per cio fare le uo\a venivano esposte ad una luce diirusa assai viva in bacindle di |)orcellana o in vaschelte di vetro, nienlre uo\a raccolle al nicdesimo stadio erano tenute contemporancamente al- r oscuritii ( ). Poiche, com' e nolo, la rapidita ddlo sxilujipo e in raj)- porto dii'ctto colla tcmperatura, ci siamo industriati con jiarlicolari ar- tilizi di ottenere una tcmperatura uguale nel recipiente esposto alia luce ed in (pidlo tenulo al bujo. Con ripetute misurazioni tcrmometriche ci siamo assicui-ali cbe la dilVerenza di temperatura, quando esiste\a, non supera\a podii decimi di grade (:2-3). l.a temperatura alia quale gli esjie- rimeiiti sono stati condotti ha \ai-iato da 10" a I'i" (]. Abbiamo pensalo die se le uova avessero jiotuto svilu])parsi ad una tem|)eratui-a |)iii bassa di (piella so])rain(licata, sarebbe stata maggiore, per ogni stadio di s\i- (') Cf. per la bibliografia sviU'argomeuto, in particolare : Preyer W, Physiolngifi spociale do r cinbrj'on. Paris 1SS~ . — Ynwg, De 1' iufluence ties imiiicres colorees sur le developpement dos aiii- raaiix. Compt. rend. Ac. d. Sc. d. Paris, 24 oct. JS92. — Camerano L., Nnove ricerche intorno alio sv^iluppo ed alle oanse del polimorfismo del giriui degli anfibi anuri. II : Aziono della luce. AHi della li. Accademia d. Sdenze di Torino, vol. 38, iS93-93. (-) Quale sia 1' aziono della luce solare diretta, potrii essere determinato con apposite ospericuzo, ncllo quali venga oliniiuata la contomporanea azione dei raggi caloriflci. — 91 — lii|)|)(), la quantita di luce clie avrebbero potuto I'icevere, od avreb])(» |)()- liilo pcrcio nie^lio risnllaro una cvcMiliialc aziouo dello stinu)l(> luniiiioso. AhbiauKt ([uindi In lahini casi spi'riiuculalo IimumuIo le uo\a, ahucuo per uiolle ore della giornata, a una teniperatura da 7°, 0-8°, 5 C. L'abbassa- menlo della teniperatura era prodotto tenendo le uova in reeipienti nei quali ailluiva di continuo acqua, la quale, circolando prima attra\eis(» a un serpentino che stava fra il ghiaccio in fusione, si era conveniente- niente rafl'reddata. Le nostre esperienze incominciate nella seconda nieta del gennajo sono terminate nella seconda meta di a|)rile. E supertluo os- ser\are die nelle es|)erienze iniziate sulla tine di ([uesto |)eriodo la quan- tita di luce che in ogni giornata investixa le uova in esperimento era maggiore, nientre d'allro canto i)er la teniperatura piii elevata lo svilujipo si compie\a in un periodo di tempo piii breve. Abbiamo eseguito n. li esperienze esponendo alia Ince complessiva- niente circa 1")0 uo\a e tenendone altrcttante alToscuro. Per alcuni espe- rimenti s(mio state adoperate uo\a nelle (piali non si era ancora iniziato il jirocesso di segnuMitazioue, in altri casi uo\a a 2, a i, a S blastomeri; |)er un esperimento sono state raccolte uo\a alio stadio di 2 blastomeri, le medesime sono rimaste alia luce ordinaria lino al periodo della gastrnla, ed allora sono state poste in parte all'oscuro, in parte lasciate alia luce; in 2 esperienze sono state adopei-ate uova arrivate al ])eriodo della doccia midollare. La durata deiresperimento e stata varia; pei" lo |)iii lino al pc- rio mm. nelle (piali ave\ano co- minciato a ibrmarsi le macchie di pigmento; ei-ano tutte sensibilmente alio stesso stadio di sNiluppo e di ottimo aspetto. Gli end)rioni tenuti al bujo erano al [)iu della lunghezza di 3 mm., con estremita caudale ap- pena sporgente; in alcuni quesla non era com|)ai'sa ancora; gii end)rioni avevano forma globosa ed erano come rigonliati. ENidentemenle in que- sto esperimento si verilico negli embrioni all'oscuro un considerevole rallenlamento nella rapidita dello sviluppo, in alcuni anzi, nelT ultima settimana quasi un arresto con anomaiia di sviluppo, die, non potendo esserc altriljuito a (jualsiasi altra causa, siamo disposti a mettere in conto della mancanza dello stimolo luniinoso. II. 11 giorno 18 aprile lurono ])oste all' oscuro 7 uo\a di .S. alio sta- dio della doccia midoUare ed altrettante lurono lasciate alia luce. Dopo 24 ore gia si notava un ritardo nello s\iluj)po delleuova all' oscuro. Do|)o altre M ore negli embrioni alia luce gia si era chiuso completamente il canal midollarc, 1' estremita cefalica si era ben diltcrenziata ed in alcuni comincia\a a larsi sporgente il lubercolo caudale; invece degli end)rioni air oscuro in tre la doccia midollare era ancora a|)erta in tutta la sua lunghezza, in due si era cliiusa soltanto nell' estremita anteriore, solo due embrioni si a\vicina\ano di piii |)er grado di s\ilu|)|)o a ({uelli delta luce, l)ur essendo di essi dislintamente piii |)iccoli. Do|)o 6 giorni dal princi- l)io deir esperimento le larve alia luce avexano una lunghezza di 7 mm. erano tutte fra loro sensibilmente ugualiedi ottimo as|)etto, cominciaNano a |)resentare macchie di pigmento; eseguixano \i\aci mo\inienli. Delle lar\e airoscuro la |)iii s\ilu|)pala misura\a 3 mm., il siu) tubeirolo caudale era poco dlstinto; le alli-e inisiira\ano mm. 2,0, a\e\ano estremita cefalica ben svilup|)ata, ma il lubercolo caudale mancava;in 4 di esse esisteva una fessura piii o ineno estesa nella meta posteriore del canal midoIlai-(^ Piii 93 liirdi in due di (jiicsk' hww si lonnaroiio ai hiti del Ifoiico ncl sarco \i- k'lliiio delle vescicole a pai'olc Iraslueida. (^oncliulendo, anclio in (|uest() caso la inancanza dclla Iiicp rallciilo notovolniontc c (lisliii'l)i'> lo s\ilu|)|)() nornialc. Vogliamo aggiungerc clic a\(Mid(t aMito occasioiic \wv allro motivo di Irasporlare dalla liicc al biijo lar\eclio aNcvano raggiiiiito la liingliezza di 1 emu., non mostraruno, aiiclic a capo di parccchi giorni, dilVoreiiza nello sviliippo in confronto a larve siniili mantenutc alia hice. I i-('sultati finora esposli a{'(|uislano di xaloro dal conlVonto Ira lo sviluppo di nova tcnulo airosciii-o o lo svilup[)() di uova csposte alia hit'c \iolella, come anclie dallo studio coniparativo degli ollctti dclla luce ordinaria c dclla luce violctta. Per fare agirc la luce \iolelta sulle uova ci sianio scr\iti di canipane di vetro le quali esaniinale in questo Isli- tuto di Fisica mostrarono di lasciar ])assare con grandissima i)re\a- lenza i raggi violetti. Le esperienzc di confronto IVa V azione della luce violetta e della oscurita furono in numero di 7, es|)onendo alia della luce coniplessi\a- niente circa 70 uova e tenendone altrettante al bujo. In tre di (juesti esperiinenti j)er i (|uali I'urono adoperate uova o inseginentaU^ o a 2 o a 4 blastomeri i'u, come in diverse esperienze consimili coUa luce bianca, notato un leggero ritardo nello sviluppo delle uova tcnute alio scuro, die si prescntava non in tutte, ma soltanto in alcune c non sempre era cliia- ramente apprezzabile. Fatti molto piii evidenti furono osserxati in\ece nei seguenti casi : I. La mattina del iH marzo M uova al periodo della doccia mi- dollare con labbri ])iii o meno rialzati e ravvicinati furono esjjoste alia luce \iolelta ed altrettante uo\a esaminatc una per una in confronto alle precedent! e riconosciute uguali per grade di sxiluppo furono poste air oscurita. Tra i \arii esami eseguiti riferiremo i resultati di (|uello del 2 aprile: Le larve alia luce \ioletta hanno preso una forma allun- gata ; la doccia midollare e complelamenle cliiusa; resli-emila cefalica e ben dillerenziata e comincia a farsi distintamente sporgente in foi-uui di tubercolo 1' estremita candale. Degli embrioui al bujo 0 si tro\ano ancora colla doccia midollai'e aperta, in (> la eliiusura della doccia midollare ha axuto luogo soltanto nella estremita cefalica la (piale comincia ora a tarsi sporgente e rile\ata; non ancora e comparso il tubercolo cau- date; soltanto in i uo\a lo sviluppo e un |)o' piii progredilo e la doc- cia midollare e del tutto cliiusa, ma anclie (|ueste due uo\a si tro\ano piii indietro di (pielle tenute alia luce violctta. 94 — II. II "y aprile a ore 3,30 pom. 10 docce midollari vengono espostc alia luce NJoletta, ed altrettantc coiTispondenti per grado disviliippo sono inesse aU'oscuro (/}. II 17 a|)rile le lane alia luce \ioletta si iiioslraiio \anainenle svilupi)ate; al luassiiuo misurano mm. 7,1, al miiiimo mm. 3 con tubercolo caudale die appena comincia a tarsi sporgente. Qiicsto minimo rappresenta un massimo di sviluppo raggiunto dalle nova allevate air oscuro, in alcune delle quali il tubercolo caudale non e alt'atto com- parso. Le uo\a lianno t'oi-ma globosa e sono come rigontie. III. II 27 marzo 7 embrioni di S. delta tunghezza massima di mm. 4 lurono es})osti alia luce \ioletta ed altrettanti uguali all' oscuro. 11 21) inarzo si nota\a una distinta dillerenza nella tunghezza raggiunta dagii embrioni alia luceinconlrontodi ({uelli all' oscuro; quesla dillerenza ando Nia ^ia esagerandosi. Tra le varie osscrvazioni ricordiamo quella del 31 marzo: le tarve aU'oscuro avevano una lungliezza massima di mm. 'i,o; la tinea mediana dorsale incur\ata a convessita superiore ; i due poll cefa- lico e caudale cori'isponde\ ano agli estremi di un semicerchio ; le tarve alia luce viotetta possedevano una forma allungata e raggiungevano i 9 mm. L' esperimento ebbe termine it 5 aprile net qual giorno si tro\o che men- tre tutte le larve alia luce viotetta si trovavano in ottime condizioni, (juelle air oscuro erano rnorte. IV. II 21 marzo si pongono in esperimento alia luce \iotetta IG nova in avanzatissima segmentazionc ed alti-ettante aU'oscuro. (lia it 20 marzo e distinta la diflei-enza net grado di sviluppo raggiunio dalle nova dei 2 lotti. Di quelle all' oscuro 12 sono alio stadio del tappo \ilellino, in 4 uo\a it tap|)o e scomparso ed il btasto])oro e a torma di fessura. Ouelle alia luce \ioletla mostrano tutte cliiaramente dilferen- ziala la placca midoltare ed in 0 gia (piesta si e traslormata in doccia con labbri rialzali e ])iu o meno ravvicinati. Per tacere di altre osscr- vazioni intermedie, it 31 marzo alia luce violetta si hanno larve lunglie in tinea retta circa 5 mm. con estiemita celatica e caudale ben dill'eren- ziate; nelle uo>a aU'oscuro siamo alto stadio delta })lacca o della doc- cia midollare con labl)ri tuttora discosti e solo in qualclie caso rawi- cinati o parzialmenle saldati ; 3 uo\a sono morte. Si esagera nei giorni successivi la dillei-enza net grado di sviluppo tin che il o a|)i-ile tutte le larve allevate aU'oscuro sono morte, mentre le altre si Iroxano in l)uono state. Veniamo ora a dire degli esperimenlidi confronto Ira I'azione della luce bianca e della luce \ioletla. Furonoin nnmero di o inq)iegan(lo\i comj)les- (') Furouo le medesime studiate in confronto colla luce bianca. Vedi a pag. 92 95 sivamenic 10(1 iioNa. Abbiamo adojxM-ato iioNa iiisegmentalc, iioxa da '2 a 8 blastoiiKM'i, u(»va iiiinutamtMile sognientalc c docce midollari. Mcnlrc in goncralc In nolalo nn legii'cro rilai'do in alciine dolle nova Icniito alia luce \iolelta, I'll MTilicalo iin ben dislinio rilardo a ([ncsla Incc ncirespcii- inenlo ncl (|nale I'nrono adoperalc docce midollari. Menlro alia Ince ordi- naria dopo \'2 giorni dal princij)io doircsperimento lo larvc ave\ano rag- giunto una lungliezza di l)-9,i) mm., alia Ince NioicUa erano al massimo della lungliezza di mm. 7,1, aleunc anzi non raggiungevano i 3 mm. La hiee Nioletta ha moslrato di fare in gi-ado minore ({uello clie c capacc di Tare roscui'ita (^). Sc consideriamo ora nel lore insieme i I'isultali delle nosliv espe- I'ienze, emei-ge in modo abbaslanza clilaro, clie la mancanza della luee c in grade ininoi'e la luce \ioletla in eonrronto alia luee bianca, se in ge- nei-alc indncono, almeno in aleune uova, nn loggero nui non dannoso ri- tardo nello s\lluppo, possono in determinate eondizioni j)rodurre ellelti maggiori; nn ritardo graxe, fin (juasi un arresto di s\ilup|)o non scom- pagnato laloi'a da alterazioni; ne si pno esehidere ehc la nnule \erilieala nelle uo\a alFoscuro in due delle nostrc espericnze, sia stata la eonse- guenza ultima della maneanza dello slimolo luniinoso. Se passiamo a determinare le eondizioni elie rendono [)ossibile una tale diflerenza di risultati, ei sembra potei'lc rintracciarc nell' epoca diHerente nella quale le uova lianno incominciato a provaro gii elTetti della mancanza 0 della diminuzione della luce. Leuo\a clic sono state poste in esperimento 0 insegmenlate o nei primi stadi della segmentazione o invece a s\iliip|)o molto progredito (cosi della lungliezza di 1 cmo.) lianno tollerato molto bene le eondizioni anormali nelle (piali vennero |)oste, vi si sono rapidamente adaltate cosi clie to sxiluppo e stato tntt'al piii leggermente rallenlalo. in- vece le uova die sono stale poste in esperimento nel periodo della tormazione del canal midollare lianno dalla mancanza o dalla diminuzione della luce ri- senlito nn danno grave. Sembra die (piello sia un periodo crilico nello svi- luppo delle no\a di aniibii, il quale debiia c()m])iersi, ])erclie riesca normale, nelle eondizioni fisiologiche le pin ()|)porlune; se I'embrione non si e prima adaltato alia mancanza dello slimolo luniinoso e (juesla condizione anor- male si slabilisce improwisamenle durante la tormazione del canal mi- dollare, I'embrione ne rimarra note\olmente danneggiato. Occorrono spe- ciali espericnze per determinare (in quando questa speciale xulnerabilita agli eftetti della luce, dipendente dallo stadio di s\ilu|)po si eslendii prima ('; Abbiamo auclie iniziato ilollc ricwche suU' azioiiu dtllii luce lossa, sullc quali literirciud •Xuaudo sarauno piu complete. — 96 — c (lopo il poriodo della lormazione dol canale midollaro. Ma sara seniiirc diflicile larlo con lulla esattezza entrando sempro in j^iiioco la resistenza individiiale die e assai variabile nei di\ersi easi, coinc mollo cliiaramenle ci Neniio audio diinostrato da alcuni cs|)criiucnti intorno a^li eHetli di va- I'ie soluzioni saline. Intanto abbianio veduto die in due espei'ienze di eon- IVonto IVa la luce violetta e roscurita si cbbero efletti distinti in u()\a in sladio di avanzatissima soiinientazione, ed in enibrioni die di poco avevano ollrepassato il periodu della diiusura del canal niidollare. {Contimta). NOTIZIE Concorsi a premL — K. Istifciito Lomburdo cli Scienze e Lettero. — Premio Fossati. — Tema pel 1898: « lllnstraL-o uu puiito di fiisiologia o di anatomiii macro- o microscopica dell' eucefalo uinaiio. » Scaduiiza 30 aprile ]8!)8, ore 15. Premio L. 2000. — Tema pel 1899 : « Illustrare uii pmito di auatomia macro- o microscopica del sistema uervoso ceutrale. » Scadenza 1° maggio 1899, ore 15. Premio L. 2000. CosiMO Cherublni, Ammimstratore-respoxsabile. ^^ Ktilitea Milano - Via Gr. Revere, 3. - Milano llViCA FAIJIiRiCA iNAAlOAAMi WIICROSCOPI ED ACCESSORI DITTA FORNITRIGE di tulti i Gabiiietti Uiiiversitari del Ree oggi ri>olgere la sua attenzione per risolvere il probleina del senso miiscolare. Lucignano, 8 maggio 1897. ISTITUTO ANATOMICO DI FIRENZE. G. CHIARUGl e F. LIVINI. Delia influenza della luce sullo sviluppo delle uova degli Anfibii. NOTA PRELIMINARE. {Contitiuazioiie e fine. Yedi n. 4.) E vietata la riproduzioue. Un altro argomento di studio che ci siamo proposti, in continuazione e a conii)lemento di quelle svolto nelle pagine precedenti, e state quelle rela- li\o alia ricerca delle intime modificazioni di strutturaclie |)otessero even- tualmente ])resentarsi nelle larve allevate aH'oscuro in confronto a quelle tenute alia luce. Abbiamo a questo oggetto raccolto materiale embriolo- gico da sottoporre a minute esame. Per ora ci limitianio a tener parola di alcuni fatti relativi alia pignientazione degli embrioni cresciuti alia luce e air oscurita, clie sono in |)arle rilevabili col seniplice esame esterno. Tali osservazioni sono state eseguite nel corso di quelli esi)erimenti nei (|uali non si e presentata o e stata leggera la differenza nella rapidita dello sNiluppo tra gli embrioni alia luce e quelli aH'oscuro. (') Le uova di Salamandrina perspicillata hanno, come e nolo, il seg- mento superiore pigmentato e cliiaio il segmento inferiore. L' intensita C) Klguardo alia temperatura alia quale sono atati fatti gli espevimeuti e per altre imlicazioni •generali, vedi a pag. 90. — 106 — della pigmentazione varia assai nelle diverse nova, ma e in gcnerale di nil color marrone cliiaro. Di 100 nova, circa ")0 offrono tale colorito, mentre 25 sono piii chiare fino a })rendere, sebbene di rado, nn color tortora; alti'e 25 sono invece j)in scure e possono in alcnni casi prcsen- tare il segmento snperiore di color cioccolata. Accompagnando le uoVa nel loro sviluppo 1' intensita della colorazione va poco a poco diminnendo. Cio gia si osserva, ad esempio, nel periodo gaslrnlare, quando la pigmen- tazione si 0 dilTnsa a tutta la superfieie dell' novo lino al contorno del blastopoi'o, attraverso il quale sporge il bianco tappo vitellino. Anche piii chiare sono le nova al periodo della doccia niidollare; soltanto il fondo di questa si presenta piii fortemente pigmentato. Si direbbe insomnia che il pigmento grannlare die si trova in origine nel segmento snperiore .dell'uovo e specialmente alia superfieie libera di esso, non aumenti di quantita in proporzione del rapido svolgersi della moltiplicazione cel- liilare, e die percio la colorazione vada j)rogressivaniente attenuandosi. Quando le larve hanno raggiunto una lunghezza di circa 8 mm. si nio- strano di un color tortora cbiaro, i)iii o meno carico a seconda delle regioni, al massimo nelle parti laterali-superiori del tronco, al mininio nella superfieie ventrale. Ma in questo memento entra in giuoco un altro fattore. Cominciano a comparire piccole macchie di pigmento, dovute particolarmente alia comjiarsadi cromatofori; esse si mostrano sopratutto alia superfieie dorsale della testa, alle parti laterali superiori del tronco e nella estreraita caudate; dapprima piccole, rade, isolate e pallide au- mentano progressivamente di numero, si fanno jiiii fitte, confluenti e piu scure e spiccano bene sopra un fondo gialliccio. Cosi le larve ]»rima di- venute motto pallide assumono un colorito via via piu scuro. Nel prime periodo durante il quale la colorazione delle larve e es- senzialmente dovutaauna pigmentazione diffusa, non si notano differenzo nel colorito di quelle tennte alia luce ordinajia in confronto di quelle allevate all' oscurita, fino a un moniento nel ({uale hanno raggiunto una lunghezza di circa 4 mm. con estremita cefalica ben difl'erenziata e con tu- bercolo caudate che comincia a tarsi sporgente. Da allora I'intensila della colorazione apparisce maggiore nelle larve tenute alia luce etale difierenza si mantiene fino al successive periodo caratterizzato dalla com|)arsa dei cromatofori. (') Ma in qualche case, quando le larve sono arrivate agli 8 mm. e hanno preso nn coloi' tortora chiaro, forse pei'che il pigmento e in tutte molto diminuito, non e piii possibile scoprire differenza nella co- lorazione. (*) Per scoprire queste differenze piii clie confroutare gli embrioni uno ad uuo, giova raccogliere ciascuu gru])po iu un vetro da orologio ed esaminarli sopra un fondo uero. — 107 — So passiamo ora all' esame dogii cmbrioni da quando in essi si e iniziata la formazione delle macchie pigmentate, troviamo ugualmento una diHeronza nel grade della pigmontazione a vantaggio delle larve te- niite alia luce. Nelle larve alia luce le macchie pigmentate si distinguoni^ per una maggiore intensita della tinta, per una grandezza maggiore, per essere piii contluenti; mentre in quelle cresciute all'oscuro le macchie sono pill pallide, |)iii i)iccole, piii isolate. Talora non concorrono tutti que- st! caratteri dilTerenziali, ma Fimpressione d' insieme die si riceve, spe- cialmente quando si considerino gruppi di embrioni piuttostoche em- brioni isolati, e nel senso sopraindicalo. Allre volte invece basta la osservazione la piii superliciale, anche di embrioni isolati, per apprez- zare con sicurezza assoluta la differenza nella pigmontazione. Nell' insieme si puo dire che di mano in mano die lo sviluiipo precede le larve alia luce guadagnano nella intensita della tinta, mentre le larve all' oscuro progressivamente impallidiscono, in certe regioni divengono (piasi tra- slucide. Ma tale progressione non e perfetta: in alcnni momenti avven- gono come delle soste, e, sia che si avvantaggino nella pigmentazione le larve all' oscuro o che scajiitino le larve alia luce, la differenza si attenua lino al punto die puo riuscire difficile 1' apprezzarla e si puo perlino am- mettere che sia scomparsa. Sono pero soste passeggere e il fenomeno riprende poi il suo natui'ale andamento, (') Ouesti fatti ci dimostrano che nel determinare la pigmentazione delle larve piii fattori entrano in giuoco, e che se la luce ha un' azione importante in questo jirocesso, gli effetti suoi possono essere modilicati da altre condizioni die ad un' analisi piii accurata e riserbato di precisare. E motto ])robabile, ad esempio, che nei varii stadii di sviluppo lo stimolo luminoso riesca variamente ellicace. E anche possibile che I'at- tivita della luce varii a seconda della temperatura. A dir vero nei limiti di temperatura entro i quali siamo rimasti nei nostri esperimenti cio non e risultato, ma per escluderlo del tutto occorrerebbero indagini piii pre- cise, che eseguiremo tenendo le larve a temperatui-e diverse e rostanfi per tutta la durata dell' esperimento. L' azione combinata della tempera- tura e della luce ci sembra interessante a studiare specialmente dope le osservazioni del Fischel ultimamente cont'ermate da Flemming, i quali notarono che coll' aumento della teiii|)eratura le larve di SaUiinandra si decolorano. ( ) (') S' intende clie qneste diftereiize debbona essere determinate preiidondo in considcrazioue un certo nuniero di larve, per non veuir tratti iu inganno da varietii individuali. (*) Fischel A., Ueber Beeintiussung und Entwicklnng des Pigrnentes. Archiv /. tnikr. Anat. n. Entwik. XXXXVII Bd. 4 Heft. 14 Juli 1S96. — Flemraing "W., Weifcere "Benierknugen iibor den Einfluas von Licht und Temperatar auf die FJirbung der Salamauderlarven. Ibid. XXXXVIII Bd. 4 Heft. 2S Jan. iS97. — 108 — E (|uesto anciio il momento di Car notare t-he ogni qualvolta per ini- perfetto rinnovamento del liquido o per insufrieiente nutrimento le larve si trovano in condizioni poco nsiologiche, la loro pigmentazione dinii- Duisce, pero semi)re in grado inaggiore all' oscurila die alia luce. La depigmentazione delle larve cresciute aH'oseiiro non ha luogo in grado uguale in tiitte le i-egioni del corpo, come specialmente e facile riconoscere in larve cresciute lino alia hinghezza di 2-i,5 cm. e divenute cliiarissime. E specialmente la su|)erlicie dorsale della testa die si ])re- senta piii scolorita, vengono poi le jiarti latei-ali-superiori del Ironco; nella coda le macchie di pigmento sono ])oco diminuile di numei'o e di grandezza; gli arti anteriori sono meno ])igmentati dei posteriori. Alle osservazioni lin qui riferile inloi-no alia inlluenza die la luce •esercita sulla pigmentazione in soggetti mantenuti nolle stesse condizioni fin dai priini stadii di sviluppo, servono di ri|)ro\a i seguenti esperi- menti : 1. Abbiamo una \(»lta trasportalo alia luce delle larNc di 11 mm. cresciute all'oscuro e gia divenute assai cliiare, mentre altre larve simili erano mantenute all'oscurita. (lia dopo tre giorni ci parve di osservare che le larve alia luce a\evan() leggermente ac(piistato nel grado della pigmentazione; dojto altri due giorni la diirerenza era distinta e tale si mantenne per molti altri giorni. 2. Delle larve di circa II mm. cresciute alia luce lurono in parte la- sciate alia luce, in jiarte tras[)ortate al bujo, e viceversa larve simili cre- sciute al bujo t'urono in parte lasciate al bujo in parte trasportate alia luce. Anche in (juesto caso fu osservato die I'intervento della luce aumento il grado della pigmentazione nelle lar\e cresciule lin* allora all'oscuro, c che I'oscurita rose piu cliiare le lai've lino a (|uel momenlo vissute alia luce. 3. Alcune lar\e di 22 mm. di hinghezza cresciule fin' allora al bujo e divenute cliiarissime lurono porlale alia luce in una bacindla di porcellana e larve simili lurono lasciate all'oscurita. Esaminate dojio tre ore mosti'arono gia una evidente differenza nella colorazione, es- sendosi fatte piii scure, specialmente al dorso. le larve alia luce. — Larve della hinghezza di ii mm., \issute sempre alia luce e che presentaNano una intensa colorazione bruna. lurono messe all'oscuro; dopo Ire ore mostrarono di essere di\enule ah|uanto i)iii cliiare delle loro compagne che erano state lasciate alia luce. — Le dillerenze di colorito soiira no- tate, che, se apparivano evidenti, erano pero di grado leggero anda- rono aumentando nei giorni successivi, ma con progressione assai tenia, non jiroporzionata al risultato prodottosi quasi immediatamente. E an- che qui si ebbero dilTerenze indi\iduali mollo spiccale, essendoehe in — 109 — alcimc laiNo la luce, respettivauuMile Y oscurila, agirono con iiiolta ellica- c'ia, in aide assai lievemente. Da qiiesto esperimento Iraemiiio la coininzione clie, alineno in (lueslo stadio, la luce e I' oscurita agissei-o nel deterniinare cambianienti del colorito in una doppia nianiera: 1" col pro^ocal•e Tespansione, respet- tivamente la relrazione dei prolungamenti delle cellule j)iginentate; 2 " col- rintluii'e S(»vra il nuniero dei croniatofori e sulla (piantita del pigniento. L" esservazione niicrescopica ha conlei'inalo (pieste induzioni. J.ar\e hrune della lungliezza di mm. 17 \issute alia luce i'urono in parte la- sciale alia luce, in parte messe all' oscuro; larxechiare \issute all" oscuro I'urono in |)arte lasciate all' oscuro, in parte trasj)ortate alia luce. Dopo 4 oi-e le larve furono fissate al sublimato, senza toglierle nemmeno momentanea- mente dalle condizioni nelle quali erano state poste. Nelle larve vissute alia luce almen(t lino al momento nel quale fu imi)iantata I'esperienza. il nu- mero dei cromatofori e la (piantita del pigmento era maggiore che nelle lar\e vissute, almeno linoal |)rincij)io dell' esperienza, all' oscuro. Ma nelle lar\e che erano state sem|)re al bujo ochevi erano rimaste per (piattro ore, molte delle cellule pigmentate si presentaNano di forma slerica, senza traccia alcuna di prolungamenti ('), o con prolunganienti corti e scarsi. erano in altri termini, in stato di retrazione ; inxece nelle larve vis- sute semi)re alia luce (» che alia luce avevano soggiornato durante l"esi)erimento, i cromatofori erano in istato di conqdeta espansione. Si noli che (jueste dift'erenze nello stato dei cromatofori erano evidenti nella testa e nel tronco, invece non apparivano nella |)iega niend)ranosa del dorso ed in quelle della coda: colpi\ano di |)referenza le cellule pig- mentate della cute |)iuttostoche le cellule |)igmentate dell'epidermide. Abbiamo anche iniziato lo studio della intluenza sulla pigmentazione delle vai'ie luci colorate. Su questo punto ci limitiamo a segnalare il fatto che la luce violetta, cosi nel periodo della pigmentazione dilVusa, come in (piello delle macchie di pigmento esercita un' azione decolorante notevo- lissima, fors'anche i)iii distinta che la totale sop|>ressione della luce. Oue- sta proprieta non e posseduta dalla luce ]-ossa, sotto la cui intluenza la pigmentazione sembra che si conservi i)er lo meno come alia luce bianca, Sarebbe ora da discutere intorno al signilicato iisiologico della depig- mentazione ottenuta colla oscurita e colla luce violetta e intorno al mec- canismo col quale si stabilisce. Ma di cio, contentandoci per ora di quant(> abbiamo incidentalmentees|)osto nel riferire intorno ad alcuni esperimenti, parlcremo [)iu di pi-oposito dopo aver com])letato le ricerche islologiche. (*) Xou presentavano nemmeno prolungamenti piivi di pigmeuto. — 110 — Se eonfrontiaino inline il resultato dei nostri esperimenli snlla in- fluenza della luee ncUa i)ignientazione delle larve di Sulamandnna^ con quelle analoghe di altri osservatori, dobbiamo anzitutto costatare che le scarse osservazioni suirargomento sono state eseguite sulle larve di altri anfibii ad un periodo di sviluppo relativamente avanzato, e che da nessu- no, per ([uanto ci risulta, e stato seguito i)a.sso passu il mode di compor- tarsi degli enibrioni, iin dai loro primissinii stadii, di fronte alio stiniolo luminoso. L' Hermann (*) che riferisce con molta brcvita i suoi esperimenti sulle larve di Rima femporaria^ dimostra che la luce e I'oscuriti) agiscono su di esse in quella stessa maniera da noi trovata ])er la Salaniau- drina; pero ci senibra che egli abbia |)iutlosto studiato gli ell'etli iin- mediati dello stiniolo luminoso e della oscurita, piutlostoche gli elletti lenti e piii duraturi che dipendono da un'azione protratta e che verisimil- mente si producono con un meccanismo ditTerente. Si noti poi che que- sto A., diHerentemente da noi, avrebbe trovato che la luce ^ioletta agi- sce come la luce ordinaria, la luce rossa come I'oscurita. II Flemming(') ha sperimentato su \iir\e di Salamandra [maculosa] e ne ha ripetutamente ottenuta la decolorazione esponendole alia luce bianca in bacinelle di |)orceIlana, menlrc lar\e tenute all'oscurila [non assolutaj, conservavano il loro pigmento. Ouesta sor|)rendente ditterenza di risultati in confronto a ipielli deir Hermann ed ai nostri, potrebbe essere spiegata attribuendola alia diiFerenza delle specie adoperate; ipotesi a prima vista tanto piu facilmenle accettabile in quanto che 1' influenza della luce su niolti vertebrati adulti non si esercita su tutti nel medesimo sense, ma talora in maniera oppo- sta a seconda delle specie. Ma se si considera che in alcuni es|)erimenti del Fischel ('^ le larve di iSVf/r///w/?r/m//»/r///o.vr/, pur risen tendodebolmente dell'azione della luce, si sono decolorate al bujo e sono divenule piii scure alia luce, I'at- tendibilita della suddetta ipotesi vien mono, (^onviene allora piuttosto pensare a una dillerenza nelle condizioni si)erimentali, consistente o nel diverse stadio di svilu|»po delle larve o nel grade e nella (pialila dillerente della illuminazione, in rapporto anche colle abitudini di vita di ([uesli anfibii; condizioni tutte che dovranno essere oggetto di ulteriore disamina. (') Hermann L. — Weitere Uutersuchungeu iil)er das Verhalteu der Frosclilarven im galv^a- nischeu Strome. Archiv fur die gesaraiate Physiologie des Mcnschen u. d. Thiere. 39 Bd. Bonn iS.SO. (2) Flemming W., Uebei- den Eiufluss des Lichts auf die Pigraentirung der Salamanderlarve. Archiv fur mikroskop. Anat. u. Eiitioick., XXXXVIII Bd. 2 Reft. 7 Nov. iSOG. — Flemming AV., Weitere Bemerkuugeu iiber den Eiufluss von Licht und Temperatuv auf die Farbung der Salamander- larve. Ibid. 4 Heft. 28 .Tan. 1897. (') Fischel, I. c., pag. 724. CosiMO CiiEriUBiM, Amministratork-responsabile. Ill fc*. Milano - Via G-. Revere, 2. - Milano llMCA FABBIIICA ^AZIONALE Dl MICROSCOPI ED ACCESSORI DITTA FORNITRICK (li tulti i Gabinetti Dniversitari del Rejrno I iijC- " SeffliapocroDiatico IVIICROSCOPIO GRANDE MOOELLO con cremagliera, apparato Abbe, diaframma ad iride, tavolino in ebanite, I'evolver, due obbiettivi a secco b e 7*, uno ad immersione omogenea Via") due oculari 2 e 4; il tutto posto in elegante armadietto in mog-auo L. 400 {iiKjrandiinenti fhio a lOoO dUnnetri) Niiovo oliMettiyo V15' IMMERSIONE OMOGENFA Obbiettivo raccomandato per la grande potenza e per la sua durata (Vedi Zeit- schrlit fur icissenscha ft. Microscopic del 12 settembro 1894, Band XI, Heft 2) L. 200 coi due oculari compensatori 4 od 8. CATALOGO GENERALE GRATIS a seuiplice nchiesta Pagamenti rateall mensili pei SigJ'' Uffic'udl sanitarl comunali. F»rof. SALVATORE TRIINTCHESE AEOLIDIOllE I F1IGLI[ AFFINI DEL PORTO 01 GENOVA ja g jja Parte, con 124 tavole in cromolitografia. (2 Vol. legati in tela; JPrezzo Lire BO. Dirigersi al Sig TEODORO GRIEB, Coadiutore nel Gabinetto di Anatomia Comparata della R. Universita di Napoli. — 112 — LiBRAiRiE C. REINWALD — SCHLEICHER Frdres, Editeurs RUE DES SAINTS-PERES, 15, PARIS Vient de paraitre ; TRAITE DE ZOOLOGIE CONGEETE Yves DELAGE TKOFESSEUK A LA FACULTE DES SCIENCES DE PARIS Edgabd herouard CHEF DES TUAVALX DE ZOOLOGIE A LA FACULTE DES SCIENCES DE PARIS LECONS PROFESSEES A LA SORBONNE TOME 1 LA CELLULE ET LES PROTOZOAIRES Un voluine grand in-S" do xxx-o82 pages, avec 870 ligures dans Ic lc\te dont un grand nonibre en plusieurs eouleurs. Prix... 35 francs. Le 2'raite de Zoologie Concrete que nous ofirons au public est redige suivant un plan tout nouveau, tres different de celui des ouvrages similaires et fort avantageux pour I'etude. Pour chaque groupe zoologique, jusqu'aux sous-ordres et parfois jusqu'aux tribus, les auteurs ont etabli un type mor- phologique a I'occasion duquel est ecrit tout ce qui concerne I'anatomie, la physiologie et le developpement; puis les genres sont passes en revue et de- linis par des caracteristiques plus on moins etendaes suivant leur importance. Get important ouvrago sera illustre de tres nombreuses figures dans le texte, la plupart tirees en quatre eouleurs distinctes. 11 sera divise en huit volumes correspondant aux embrancliements du r^gne animal, et paraitra en huit ann6es environ. Chaque volume se vendra separenient Fireuze, Stab. Tip. Fior., Via S. Gallo, :]3. — 1897. ore M\m Italiiiio (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) DIRETTO DAI DOTTORI GIDLIO GHIARUGI EUGENIC FICALBI Prof, di Anatomia umana Prof, di Anatomia comp. e Zoologia nel fi. Istitiito di Studi Super, in Fireuze nella R. Universitii di Messina Ufficio di Direzione ed Amministrazione : Istituto Anatoinico, Firenze. 12 numeri all'anno — Abbuonamento annuo L. fO, VIII Anno Firenze, Griugno 189'7 N. 6 SOMMABIO : Biblioghafia. — Pag. 113-117. CoMUNKAzioNi Originali : Carazzi D., Contributo alia istologia e alia fisiologia dei Lamellibranchi. II. Ricerche sull' assorbimento del i'erro nell' Ostrea edulis. — Lanzillotti=Buonsanti A., liicerche intorno alia morfologia del muscolo esten- soi'e anteriore delle falangi nel cavallo {Extensor digitorum communis h.). Con tav. V* {Continua). — Pag. 117-131. Avverter\za Delle Comunicazioni Originali clie si pubblicano nel Moni- tore Zoologico Italiano e vietata la riproduzione. BIBLIOGRAFIA Si da notizia soltanto dei lavori imbblicati in Italia. VI. Protozoi. Catterina G. — Coutribuzione alio studio sull' importanza dei Protozoi nella purificazione delle acque. — Atti d. Soc. Veneto-Trentina di Sc. Nat. Serie 2, Vol. 8, Fasc. 1, pag. 153-166. Padova 1897. Silvestri A. — II genere Nubecularia Defrance. — Atti d. Accad. p ontificia dei niiovi Lincei. An. 50, Sess. 2 del gennaio 1897, pag. 29-39. Roma 1897. IX. Ecliinoderini. Russo A. — Nuovo contributo all' embriologia degli Echinodermi. — Boll. d. Soc. d. Naturalisti in Najooli. Serie 1, Vol. 10, Fasc. unico, pag. 29-32. Na- poli 1897. Russo A. —Per un recente lavoro di E. W.Mac Bride sullo sviluppo deWAste- rina gihhosa. — Boll. d. Soc. d. Naturalisti in Napoli. Serie 1, Vol. 10, Fasc. unico, pag. 33-34. Napoli 1897. — 114 — X. Vermi. 3. Platielminti, Calandruceio S. — Gontributo sul ciclo evolutive della Tenia echinococco. — Boll. d. sedute d. Accad. Gioenia di Se. Nat. in Catania. Fasc. 46 {Nuova Serie), Marzo 1897, pag. 20-22. Catania 1897. De-Benedictis C. — Echinococcosi nella pleura di un bue. — II Nugvo Erco- lani. Anno 2, n. 7, pag. 106-109. Pisa 1897. Mazzanti E. — Notizie di parassitologia non microbica (I. Osservazioni ed esperimenti sulla Taenia proglottina Davaine o Davaina jiroglottina Blan- chard e Hallier). — II Nuovo Ercolani, Anno 2, n. 3, pa^/. 41-44 e n. 4, pag. 53-58. Pisa 1897. Parona C. e Cuneo A. — Cisticerco intermuscolare diffuse iu uua donna. — Boll. d. Musei di Zool. e Anat. comp. d. R. Univ. di Genova, n. 56. 1897. Pag. 8. Sonsino P. e Kowalewski M. — Nuovi fatti concernenti la Bilharzia polo- nica^ M. Kow. — Atti della Soc. toscana di Sc. Nat. Processi verbali, Vol. X, pag. 198 a 200. Pisa 1897. 8. Irudinei. Catterina G-. — Sanguisughe e Microbi. Osservazioni ed esperienze. — Atti d. Soc. Veneto-Trentina di Sc. Nat. Serie 2, Vol. 3, Fasc. 1, pag. 208-220. Padova 1897. 9. Anellidi. Monticelli S. — Contribute alio studio degli Anellidi di Porte Torres (Sarde- gna). — Boll. d. Soc. d. Naturalisti in Najjoli. Serie 1, Vol. 10, Fasc. unico, pag. 35-50. Napoli 1897. Con tav. XIII. Artropodi. 5. Aracnidi. Canestrini G. — Interne ad alcune specie nuove di Acari della Bolivia. — Atti d. Soc. Veneto-Trentina di Sc. Nat. Serie 2, Vol. 3, Fasc. 1, pag. 148-152. Padova 1897. Con tav. Leonard! G. — Notizie interne agli Acaroidei viventi nei fermicai. Con 2 tav. — Estratto d. Acarofauna italiana del Prof. G Canestrini, 7 Febbraio 1896. Padova, Tip. Prosperini. Supino P. — Nuovi Ixodes della Birmania: nota prev. — Atti d. Soc. Veneto- Trentina di Sc. Nat. Serie 2, Vol. 3, Fasc. 1, pag. 230-238. Padova 1897. 7. Insetti. a) Parte generate. Failla-Tedaldi L. — Glossario entomologico. — Bollettino del Naturalista collettore, allevatore, coltivatore. Anno 16 e 17. Siena 1896-1897. {Conti- nuazione; continua). Griffini A. — Imenotteri, Nenretteri, Pseudonevrotteri, Ortotteri e Eincoti ita- liani. (Manuali Hoepli. Entomologia IV"). - U. Hoepli ed. Milano 1897. Pag. XV-688. Con 243 inc. — 115 — d) Pseudonevrotteri. Bentivoglio A. e T. — Libellulidi dei dintorni di Tortona. — Atti d. Soc. d. Na- taralisti di Modena. Serie 3, Vol. 13, An. 28, Fasc. 2, j^ag- i 01-103. Mo- dena 1895. Bentivoglio T, — Libellulidi dei dintorni di Morfcara. — Atti d. Soc. d. Natu- ralisti di Modena. Serie 3, Vol. 13, An. 28, Fasc. 2, jJag. 199-207. Modena 1895. h) Imenotteri. Bonatelli F. — II ponte volante delle formiche. — Boll. d. Naturalista. An. 11, n. I, jjag. 8-9, Siena 1897. Costa A. — Sulla estensione geografica in Italia di tre Tentredinidei ed osser- vazioni sulla Tenthredopsis floricola. — Rend. d. Accad. d. Sc. fi.s. e matem. {Sez. d. Soc. r. di Napoli). Serie 3, Vol. 3 {An. 36), Fasc. 2, pag. 50-51. Na- poli 1897. i) Coleotteri. Baibi E. — Note suU' habitat dell' Anoplithalmus Carantii Sella. — II Natura- lista Siciliano. An. 2 (iiuova serie), a. 1-2-3, pag. 72-75. Palermo 1897. Baibi E. — Note sul genere Scotodipnus Schaum ed osservazioni comparative sugli Scotodipnus Doderoi Baibi e Scotodipnus strictus Baudi. — Riv. ital. di Sc. nat. An. 17, n. 3-4, pag. 50-52. Siena 1897. {Continua). Failla-Tedaldi L. — Coleotteri anomali della mia collezione, con aggiunta di altri trovati siiiora in Si cilia. — Boll. d. Naturalista. An. 17, n. 1, pag. 1-3. Siena, 1897. Fieri A. — Note critiche sulle specie del primo gruppo del genere Abajc colla descrizione di una nuova specie. — Atti d. Soc. d. Nahcralisli di Modena. Serie 3, Vol. 14, An. 29, Fasc. 1, pag. 28-42. Modena 1896. Horn W. — Sur une nouvelle espece de Euryoda recueillie par M. le Cap. V. Bottego dans le pays des Somalis. — Estr. d. Annali d. Museo Civico di St. Nat. di Genova. Serie 2, Vol. 17 (37), 5 Gennaio 1897. Imparati E. — Coleotteri del Piacentino. — Boll. d. Naturalista. An. 17, n. 3, pag. 35-37 e n. 4, pag. 49-51. Siena 1897. Jacoby M. — On some species of phytophagous Coleoptera collected by Cap. V. Bottego in Central and Southern Somaliland. — Estr. d. Amiali d. Museo Civico di St. Nat. di Genova. Serie 2, Vol. 17 (37), 19 Gennaio 1897. Pag. 3. Jacoby M. — List and descriptions of the phytophagous Coleoptera obtained by Dr. Modigliani from Mentawei Islands. — Estr. d. Annali d. Museo Ci- vico di St. Nat. di Genova. Serie 2, Vol. 17 (37), 14 Die. 1896. Pag. 23. Kerremans Ch. — Buprestides recueillis par M. le Cap. V. Bottego dans le pays des Somalis. — Estr. d. Annali d. Museo Civico di St. Nat. di Genova. Seme 2, Vol. 17 (37), 28 Nov. 1896. Pag. 3. Ronclietti V. — Un ottimo metodo per la preparazione dei microcoleotteri. — Boll. d. Naturalista. Anno 17, n. 3, pag. 40-41. Siena 1897. Scliniidt J. — Histeridae auf Sumatra gesammelt von Dr. E. Modigliani. — Estr. d. Annali d. Museo Civico di St. Nat. di Genova. Serie 2, Vol. 17 (37), 7-18 Gennaio 1897, pag. 16. — 116 k) Rincoti. Berlese A. e Leonardi G. — Chermoteca italiana. — Cocciuiglie raccolte iu Italia. — Portici, Stab. tip. Vesiwiano, 1896. Berlese A. e Leonardi G. — Diagnosi di Cocciniglie nuove. — P(ig. 345 con incisioni. Rivista di Patol. vegetale.Vol. IV, n. 7-12. Firenze, Settembre 1895- Febbrajo 1896. Distant W. L. — Viaggio di L. Loria nella Papuasia orientale. XVII Additions to our knowledge of the Cicadidae of New Guinea. — Estr. d. Annali d. Museo Civico di St. Nat. di Genova. Serie 2, Vol. 17 (37). 15 Febbr. 1897. Pag. 6 Distant W. L. — Description of a new genus and species of Cicadidae collected by Dott. Modigliani at Mentawei Island. — Estr. d. Annali d. Museo Civico di St. Nat. di Genova. Serie 2, Vol. 17 (37). 15 Febbr. 1897. Pag. 2. Montandon A. L. — Hemipteres de la S. Fam. des Platasioidinae recoltes pax* MM. Loria et Modigliani en Oc6anie et conserves au Musee Civique de Ge- nes. Notes et descriptions d'especes nouvelles — Estr. d. Annali d. Museo Civico di St. Nat. di Genova. Serie 2, Vol. 17 (57), 10 Dicembre 1896. Pag. 15. Montandon A. L. — Viaggio di L. Fea in Binnania e regioni vicine. LXXV. Hemiptera cryptocerata. — Estr. d. Annali d. Museo Civico di St. Naturale di Genova. Serie 2, Vol. 17 (37). 8 Febbr. 1897. Pag. IS. Olivi G. — Classando Rincoti di Candia. — Atti d. Soc. d. Naturalisti di Mo- dena. Serie 3, Vol. 13, An. 28, Fasc. 2, pag. 97-100. Modena 1895. I) Ditteri. Alessandrini G. — Un caso di Myasis per larve della SarcopJiaga carnaria Meig. — Boll. d. Soc. Romana per gli stiidi zool. An. 5, Vol. 5, Fasc. 5 e 6, pag. 194-197. Roma 1896. Bezzi M. e De-Stefani T. — Eaumerazione dei ditteri fino ad ora raccolti in Sicilia. — II Naturalista Siciliano. An. 2 {Nuova Serie), n. 1-2-3, pag. 25-72. Palermo 1897. Ficalbi E. — Revisione sistematica della famiglia delle Culicidae europee (Gen. Culex, Anopheles, Acdes). — Firenze, tip. Ricci, 1896. Pag. 300. Con tav. Estr. d. Boll. d. Soc. Entom. Ital. Anno 28. Trim. I-IV. 1896. Mazzanti E. — Notizie di parassitologia non microbica. (II. Di un probabile Estro gastricolo del cane). — II Nuovo Ercolani. An. 2, n. 3, pag. 41-44 .? n. 4, pag. 53-58. Pisa 1897. XIV. Mollusclii. 1. Parte generale. Paravieini G. — Catalogo dei Molluschi viventi nel territorio di Castelmarte. Atti d. Soc. Ital. di Sc. Nat. e d. Museo civico di St. Nat. in Milano. Vol. 36, Fasc. 3 e 4, pag. 283-296. Milano 1897. 5. Gasteropodi. PoUonera C. — Appunti di Malacologia. IX. - Sui Limacidi della Corsica. X. - Un nuovo Limacide della Toscana. Agriolimax Cecconii, n. sp, — Bollet. dei — 117 — Musei di Zoolog. ed Anat. comp. della R. Universitd, di Torino. Vol. XT, n. 264, 12 Dicem. 1896. Pag. 6 con 4 fig. , XV. Tunicati. Todaro F. — Sopra lo svilnppo della pai'fce anteriore del corpo delle Salpe. — Vedi M. Z. VIII, 2, 30. COMUNICAZIONI ORIGINALI Oontributo all' istologia e alia fisiologia del Lamellibranchi. II. — RIcerche suH' assorbimento del ferro nell' Ostrea edulis. NOTA PRELIUINARE DI DAV. CARAZZI. Ricevnta il 19 giuguo 1897. fi vietata la riproduzione. Sotto qiiesto tifolo comparii'a, nel prossinio fascicolo (\q\X Internatio- nale Monatschrift ffir Anat. und Phys (14'^ vol.), iin secoiulo conlributo alia biologia dei lamellibranchi, clio qui riassumo brevemente. 1. Alciine ostriclie biancho fiirono tenute per qiiattro mesi nel- I'acqiia di mare alia quale avevo aggiunta una soluzione di solfato fer- roso al 10 7o- i^oltanto una piccola quanlila del sale rimane disciollo nel liquido, il rimanente si dej)osila nel Ibndo sotto forma di solfato assai basico; Taequa veniva cambiata ogni settimana. 1 mollusclii sopportarono tutti bene resperimento, alia line del quale vennero tenuti per un tempo variabile da sette a ([uindici giorni nel mare, per leva re ogni traccia del sale di ferro deposto meeeanicamente alTesterno dei tessuti, e quivi trattenuto daU'abbondante muco; la qual cosa avrebbe reso difficile e forse anclie e(}uiYOCo il successivo esame ist(tlogico. Due di queste ostriche furono uccise e fissate nel sublimato alcoolico, (piindi indurite e sezionate. Sulle sezioni venne falto il processo di siderosi, trallandole |)er 10 minuti con una soluzione all'l 72 7o <'i ferrocianuro giallo e poi lavandole con ac(jua acidulata all'l % con ac. cloridrico. Quindi lavate, colorate con una tinta rossa e poi cliiuse in glicerina, 0|)])ure disidratate e chiuse nel balsamo. Come sempre, i ])reparati colla glicerina erano superiori per ni- tidezza e mostravano meglio le minute particolarita istologiclie, di (luelli tenuti nel balsamo. 2. L'assorbimento del feri'o lia luogo (e il processo di siderosi lo mette in evidenza colla formazione del bbi di Prussia) nelT interno e alia - 118 — parte distale delle cellule epiteliali protoplasmatiche delle brancliie del palpi e della mucosa faringo-esofagea. Non ho mai scorto 11 ferro nella mucosa dello stomaco o in quella deH'intestino, benclie nelle cavita di questi oi-gani il ferro si trovasse in quantita notevole, ingerito insieme colle altre sostanze conlenule nell'acqua. 3. Negli amebociti penetrati negli epiteli delle region! sopraricor- date e in ([uelli del connetlivo sottostante non e raro riscontrare die il loro cito])lasnia contiene del terro;assai di frequente esso prende la forma di distinte granulazioni sferiche, talvolta riunile a morula. Asj)etto questo ben diverse da (juello die si scorge nelle cellule di assorbimento, cliemo- slrano il ferro sotio forma di minutissime irresohibili granulazioni, andie quando sono esamlnate coi migiiori e |)iu forti obbietliNi. Amebociti con ferro si trovano nd lume dei lobuli epatici e dentro alle cellule epatiche; parecchie di queste ultime hanno il fei'ro dilluso nd loro interne, senza die sia possibile distingnere |)iu Tamebocito. {. Toi-nando qui sulla struttnra e siilla funzione del legato, alle quali aveva accennato nd ])recedente lavoro, insislo sulla dilferenza grande fra qudli ch'io cliiamo i lobuli epatici e gii altri die denomino cieclii gastrici, denominazione, im})roj)ria in ({uanto ({uesti dolti non sono cieclii ma si con- tinuano senza Iransizione nei lobuli epatici, ma utile in quanto richiama alia mente ch' essi cieclii per la loro struttura sono appendici gastriche, mentre niente lianno di comune coU'epitdio che forma i lobuli epatici. Ouestisono costituiti esclusivamente dalle Kornerzellen del Frenzel (il (piale credette die soltanto di esse fosse formate il legato deH'ostrica), cellule vistose, a nucleo basale, grande, rotondo, sprowiste di ciglia vibratili. I cieclii ga- strici lianno dementi lunglii, sottili, a nucleo mediano, ovulare, son for- nite di ciglia vibratili e intramezzate da cellule di secrezione (Jiccherzel- len). II fegato non e niente alTatto una mitteldarmdriise, come ci'cde il Frenzel; infatti coll' intestine non ha nessuna comunicazione dirdta, jier quanto questo in tutta la sua notevolissima lungliezza giri inlorno alio stomaco, rimanendo sempre inviluppato nella massa epatica. Dalla cavita dello stomaco, si continuano lateralmente quattro, almeno, cavita minori che poi, diminuendo di diametro, si continuano diramandosi in tubi senqire pill sottili, che sono appunto qudli ch' io cliiamo cieclii gastrici; da que- sti, come ho detto di sopra, si penetra nei lobuli epatici. A tali dilferenze istologiche non piio non corrisjiondere una dilTerenza funzionale, e (confermando quanto dissi altrove) mi pare di polere attri- buire ai lobuli epatici una funzione di assimilazione e ai ciechi gastrici una di secrezione. Vi. Nelle diramazioni deH'organo genitale, die per brcvita direnio — 119 — lobiili genitali, si trovano ainiiiassi di amebocili con granulazioiii di fcrro: come del resto in tuUe le oslriclie, anclie non lerrugginose, sono IVe([uenti gli aniel)ocili nei lobidi genitali dui'ante il peiiodo die precede la foi'nia- zione degli elemenli sessuali. Ricliiamata la mia attenzione su queslo iatlo, potei convincemii e nicllere in evidenza che tali aniebociti C()in|)iono una funzione inii)ortante in (|uanlo elie altaccandosi alia suj)eilicie delle uoAa o\ariche serxono alia tbnnazione del deutoplasnia deH'ovulo. Altrettanto aveva gia visto negli Anellidi il (aienot, (') il quale allernia clie « les amiboc) tes jouent done indisculablenient le role de cellules \itellogenes (p. 431); » e a qualche cosa di simile propende il Giglio-Tos (^) a proposito del trasporto del grasso compiuto dagli amibocili, dai cor|)i grassi agli organi sessuali de- gli anfibi. (). Nell'esame di lulle le sezioni di ostriche ferrugginose, sia trat- tandole col processo gia ricordalo di siderosi, sia adottando quelle impie- gato dal Macallum("), sia ricorrendo aU'esposizione ai va|)ori d'acido osmico (prima di fare il solito j)rocesso di sidei-osi), metodo die m' aveva dato risultali interessanii nello studio del deutoplasnia ovarico, mai |)otei scorgere la i)resenza del lerro nella sostanza nudeare o in (piella nu- cleolare, 7. L' insieme delle pi'esenti I'icei'clie mostra una grandissima ras- somiglianza coi falli die lio esposti nel precedentc lavoro suUe ostriche verdi; e m' ha senii)re |)iii confermato nell'idea, sostenuta allora, die il trasporto delta sostanza nutritiva dagli organi di assorbimento a qnelli di assimilazione dev' essere compiuto dagli amebociti. Le vie del ti-asporto sarebbero attraverso il lasso connettivo interstiziale. 8. Acceniio anclie in (|ueste mie ricerdie ad una diapedesi inte- stinale, osservata non di rado, e sullo sco])odella quale, pure uegando che si tratti delta solita e ormai vieta fagocitosi, non mi posso pronunciare. Certo ho constatato un rapporto fra questa diapedesi elo state di digiuno 0 di scarsita di alimentazione del mollusco; e altrettanto mi comunica il prof, Berlese, sarebbe state da lui notalo ripelutameiile in alcuni aracnidi. (') In: Arch. Z. Exp , 2^6 ger., t. IX, 1891, pag. 13. (') lu : Atti Ace. Scienze Torino, vol. 30, 1895. C) In: Quart. Jonru. niicr. Sc, 189.0, vol. 38, pag. 175. — 120 — Kicerche intorno alia morfologia del muscolo estensore anteriore delle falangi nel cavallo {Extensor c/igitorum communis h.) PEL DOTT. ALESSANDRO LANZILLOTTI-BUONSANTI PBOFESSORE INCaRICATO DI ANATOMIA DESCrITTIVA K TOPOQKAFICA NELLA R. SCUOr.A SUPEEIOEE DI MEDICINA VETEBINARIA DI MILANO. Con tavola V^. Eicftvuta il 15 oiugno 1897. ii vietata la riproduzione. I Gli antlclii anatomici descrissero diversamente I'estensore anteriore delle falangi nel cavallo. Bourgelat, (') Leroy, (') Scliwab,(') Erdelyi, (') lo considera- rono come un muscolo iinico costitiiito di una porzione carnosa origi- nantesi dall'omero e dal radio e di un robusto tendine terminantesi alia terza falange; Lafosse, C) Tcigl, f) Brosclie, 0 Girard, (") Gurlt, f) Graf (*") e Rigot, (") accennarono alia divisione del muscolo in due ten- dini, uno jirincipale robusto clie si porta all' ultima falange, I'altro sot- tile che si unisce all'estensore laterale al disotto dell' articolazione del carpo. II solo JJrosche osserva die talvolta il piccolo tendine decorre isolate lino alia prima falange. II tendine sottile venne descritto nel 1839 da Phillips, ('*) quale dipendenza di un muscolo speciale (muscolo di Phillips), in una breve (M C. Bourgelat. — Prficis anatomiqne du corps du clicval. — Paris, 1807, T. I, pag. 242. f) Leroy. — Istitnzioni di anatomia comparativa degli auimali domestici. — Milano, 1810, T. II, Sez. I, pag. 309. (') K. L. Schwab. — Lebrbiich der Anatomie der Haustbiere. — Miiucben, 1821, pag. 195. C) M. V. Erdelyi. — Grnndlinien der Musbellebre des Pferdes, ecc. Zweite Auflage. — Wien, 1839, pag. 66. (^) Lafosse. — Coura d'hippiatrique ou traite complet de la medecine des cbevanx. Premiere partie : Hippotomie ou Anatomie du cheval. — Paris, 1772, pag. 116. (6) M. Togl. — Muskellebre. Zweite Anflage. —Wien, 1807, pag. 88. (') J. Brosche. — Handbuch der Zergliedernngskunde des Pferdes. — Wien, 1813, II Bd., pag. 153. (') J. Girard. — Traite d'anatomie veterinaire. — Qnatrieiue edition, Paris, 1841, Toiuo I, pag. 403. (^) E. F. Gurlt. — Handbuch der vergleichendeu Anatomie des Hans-Saugethiere. Vierte Auflage. — Berlin, 1860, pag. 298. ('") L. Graf. — Handbuch der Zootomio des Pferdes rait Beriicksichtiguug der iibrigen Haus- siingetbiere. — Wien, 1846, pag. 188. (**) F. Rigot. — Traite complet de I'anatomie des .iiiimaux doraestiques. Troisidme partie : Myologie. — Paris, 1842, pag. 165. (**) Ch. Phillips. — Note sur les muscles de I'avant-bras du cheval. {Bull, de I' Acad, royal des sciences et belles-lettres de Bruxelles, T. VI, l''^ partie, 1839, pag. 41, con 1 tavola.) — 121 — iiolii ('(Huunicalii [\\VAni(l('iiiii' dcs si^icnces el hrllcs-lclh-cs dc lirurclhs. Secondo rautorc ([iiesto imisi-olo ha online siilla I'accia csterna del eii- bito e si continiia in l)asso cow mi |)ic-f()l() nasiro lihroso il (jiiaU', iinito al marginc eslerno del lendine dell'esleiisore anleriuie delie lalangi, va ad attacearsi con una bandelletta librosa sulla eapsula (leirai-lie()lazi(tne del nodello con cui si confonde, espandendosi a venlaglio. Per la sua [xisizione e per i suoi i-apporti denomino il nuovo muscolo piccolo cubito- lirefalanijeo, la cui azione sarebbe quella di produrre restensione della eapsula articolare. menlce 1' estensore laterale estende il |)asturale e (piello anieriore la lerza lalange. inipedend(t cosi die il leganienlo venga conipreso Ira le superliei articolai'i. A.lcuni anni dopo la comunicazione di IMiiilij)s e |)i-ecisaniente nel 1842, Thiernesse, C) allora professore di anatoniia alia Scuola Yeterinaria di IJrusselle, conuinico alia sua voHa 'AWAcddhiic roijal de Medccine de Bcl(ji(///c la scoperta di un altro nuiscolo siluato nella re- gione anteriore deH'avandiraecio e descritto [xti rin- cipale fu aH'estremita anteriore sinistra di un cavallo da tiro leggiero, morto di polmonite, uel (juale si notava ancora la mancanza del mu- scolo di Thiernesse. Essa consisteva in cio che il corpo carnoso fusi- forme si divideva distintamente in due parti |)resso a |)oco eguali, di cui una situata sul lato interno in rapporto coll' estensore del metacarpo (Fig. 2, p i e c\ \ alti'a posta sul lato esterno fra essa ed il muscolo di Phillips (Fig. ^,ppr ec). La prima si coutinuava con un sottile tendiue, unito mediante connetti\o a quelle viciuo e conteuuto insieme ad esso nella stessa sinoviale, lino alia capsula dell' articolazione del nodello (Fig. 2, it p ic c); sela conda si prolungava lino alia terza falange col solito grosso tcndine proprio dell' estensore anteriore (Fig. 2, I p pr e c). Ebbi occasione di constatare tale varieta soltanlo due volte. 2. Muscolo di Phillips \¥ig. 1 a 8, m Ph) Situate all' esterno della porzione principale, cui aderisce intimamcn- te, si presenta di forma ap|)iattita e semipennala avenle origine dal nuir- gine anteriore del legamento laterale omero-radiale, dal margine esterno 126 del radio (dall' estreraitii superiore lino alia ineta), dal cubito mediante alciini fasci proloiuli iiniti col imiscolo di Thiernesse, dall' apoiuuirosi deirestensoro lateralo delle falangi. Alia jwrzione carnosa fa seguito verso la meta o 11 terzo inferiore dell' avambraccio iin piccolo tondinc appiat- tito, il quale iiiiilo a quello principale decorre nella stessa giiaina sino- viale |)er tiitta restensione della laccia anteriore del carpo. Al disolto di questo si separa da esso per portarsi airesterno ed unirsi col tendiiie del- Testensore laterale delle falangi. Quesla disposizione viene sii per giii indicala da Giinther, Lei so- ring e C. Miiller, Eichbaiini e Baiini. Phillips, clie delle indica- zioni inesatte sull' origine della porzione carnosa, aU'ei'nia come si e \ islo che il tendine decoire sul metacarpo unilo a quello della porzione prin- cipale dell'eslensore conuine e si lerniina a venlaglio sulla cajjsnla del- I'articolazione del nodello con la (juale si confonde; una sotlile branca I'unisce al tendine dell'estensore laterale in corrispondenza del terzo su- periore del metacarpo. Leyh dice che il tendine di Phillips si conti- nua libereramente fra i due tendini estensori delle falangi lino al no- dello, do\e si confonde coll' estensore latei-ale un po' al disopra della prima falange; Fra nek paria di fusione col tendine dell' estensore late- rale; F. Miiller lo fa terminare sulla faccia anteriore del i)astiirale e Martin suH'estremila superiore dello stesso osso. Kulczycki, quantun- que non lo dica es|)licitamente, lo ha ligui-ato isolato e terminantesi ap- parentemente sul nodello. In conclusione si puo dire che se le dcscri- zioni dale del muscolo di Phillips sono in generale concordi per quanlo si i-iferisce all' origine della porzione carnosa, dilVeriscono pei" i-ap|)orlo al suo tendine terminale. Vediamo che cosa ci dice I'osservazione altenta e ripetuta, fatta soj)ra un gran numero di animali, intorno alia confor- mazione ed alio varieta di questo muscolo. * * Cominciamo dalla porzione carnosa. Ordinai'iamente essa si presenta di forma semipennata (Fig. 3, 4, 5, 8, m Ph) ed inlimamente unita alia i)orzione principale; talvolta I'ade- renza e tale che riesce impossibile poler sejuirare le due porzioni I'una (lall'altra e 1' esistenza del muscolo non si riconosce che per mezzo del suo tendine. Non sono pero rari i casi in cui la separazione si h senza alcuna diflicolta, specie se si tratla di animali giovani od ap|)ena moi'li od uccisi; un esempio tipico ricordo di averlo osservato in un ca- ^allino di un anno nel quale, juii che di aderenza, si aveva a fare con una pura e semplice sovrapposizione delle due porzioni. Ouando I' ade- renza e mollo intima, essa si estende anclu^ in j)arle ai muscoli \icini, — 127 — come r estensore laterale delle falangi ed obliquo del metacarpo, coi quali \i puo essere iino scand)io di fi])re. L' altra Ibrnia clie ho osservato e qiiella cilindroide o di liiso (Fig. (5 e 7, m P/i). In ({iiesti casi I'ade- renza con la porzione |)rincipale non e molto inlinia e I'inserzione sul- Tomero al disopra della ti'oclea avviene niediante nn |)iccolo tendine. Una singolai'e ^a^ieta del nuiscolo di IMiilli|)s nd fii dato di os- servare recenleniente in un grosso ca\allo niorto di letano. (iindicando superficialmente si poteva pensare alia sua niancanza, nia la |)resenza del tendine situate al disotto di (|nello principale diniostrava che do\eva trovarsi in un altro punto. Inlatti, dissecati accuralamente 1' estensore anteriore |)i'opriamente detto e 1' estensore laterale delle falangi stretla- mente unili IVa loro e divaricali I'uno dair altro cosi come si vede nella Fig. 8, il mnscolo di IMiillips si vede\a situate al disotto. Vi ei-a (juindi un vero spostamento nella suaposizione, giacche invece di essere addossato alia porzione principale e trovarsi in raj)|)orto col suo margine posteriore coU'estensore laterale delle falangi, come e il case ordinario, era ricoperto per una parte da (juesto e pel resto dall' estensore anteriore ])ro|)riamente detto. Ouesta trasposizione di situazione doveva naturalmente |)ortare una modiflcazione dei suoi atlacclii. Delle sue inserzioni ordinarie inlatti non aveva conservato clie (|uelle sul margine esterno del radio e del cnhito, le quali ullime erano talmente fuse con le libre del nuiscolo di Tliiernesse, che questo non appariva indipendente che alia sua origine nelT areata ra- dioulnare; mancavano tutte le altre inserzioni. In piii pei'o vi era un' in- serzione alia base della tuberosita su|)eriore ed esterna del radio che aveva luogo mediante due linguette, una in parte tendinea ed in parte carnosa, r altra interamente carnosa, le quali si distaccavano dal muscolo in coi*- rispondenza del suo margine interne (Fig. 8, / m I Ph; I c P/i). Fra Torigine del muscolo di Tliiernesse e la linguetla muscolo-lendinea vi era interposta una sottile membrana aponeurotica. In questo stesso case notai la pi-esenza di un muscolo di forma rotondeggiante, che, unite las- samente al margine interne del muscolo di Philli|)s, si fondeva inferior- mente col tendine di questo (Fig. 8, f d Ph). In alto si inseriva per mezzo di due sottili linguette tendinee, riunite da una membi-ana connet- tivale, sulla capsula deirarticolazione omero-radiale (Fig. 8 o f m Ph). E evidente che questo muscolo soprannumerario rappresentava un fascio staccatosi dal muscolo di Philli|)s, il quale percio in (piesto case ap- pariva particolarmente sviluppato. * Riguardo al tendine, note subilo come le descrizioni dale dai di- versi autori, luttoche contradditorie in apparenza, hanno un fondamento — 128 — di verita nel fatto che si puo osservare tanto la disposizione indicata da Phillips e da Leyli, qiianto quella data da Giinther, L else ring e C. M till or, F. Miiller ecc. So iion che nessiino di questi anatomici ha prccisato i rapporti che esislono fra il teiidine di Phillips, il tendine dell'estensore laterale delle falangi, qiiello della porzione principale c la capsiila deirarticolazione metacarpo-falangea nell'iina e nell'altra dispo- sizione; rapporti che per la loro importanza meritano un' esanie parti- colareggiato. Oiiando il tendine, dopo la sna iiscita dalla giiaina carpica, decorre completamente isolato snl nietacarpo tVa il tendine deirestensore laterale e quello della porzione princi))ale, lo si vede semidicemente unite ad essi mediante la fascia fibrosa provcniente dalla briglia dell'aponeurosi antibra- chiale che si distacca dal lato estei-no del carpo. In ((uesto caso il tendine di Phillii)s puo inviare una i)iccola branca all'estensore laterale e la sua inseizione inleriore ha luogo a nieta circa della laccia anteriore della prima falange od anche in corrispondenza deireslreniita superiore dello stesso osso (Fig. 2, / Ph; i I Ph. Fig. 7, b f u; f Ph; i f Ph; Fig. 10, 1" / u). Con la capsula del nodello puo o non contrarre adei'enza, ina si unisce sempre con sottile espansione aponeurotica col tendine dell' eslensore la- terale e della ])orzione principale. Tn cavalli inolto grandi e niuscolosi, in cui la porzione carnosa del niuscolo di Phillips |)resentaYasi volu- niinosa, ho riscontrato il relativo tendine assai s\iluppato i^della lar- ghezza di oltre mezzo ccntimetro), il quale si terminava sulla laccia anteriore del posturale ricoperto in parte dal tendine della i)orzione principale. Avviene non di rado che il tendine di Phillips e unite al margine interne del tendine dell' estensore laterale cosi intimamente da non potersi in nessun mode separare senza intaccare i fasci di quest' ul- timo; in tal caso sulla capsula del nodello i due tendini sono completa- mente fusi e si uniscono mediante sottile fascia llbrosa con (juello della porzione principale. Ma la disposizione che si osserva piu comuncmente e (juella ra])pre- sentata dalle Fig. 3, W e (1. Dopo che il tendine di Phillips e uscito dalla guaina carpica e si e unite per mezzo della briglia (ibrosa a quello deir estensore laterale, sembra a tutta })rima die nel loro insieme queste parti formino un tutto unico ; ma se si esamina attentamente in ogni singolo caso (juesta disposizione si constata che esse, o sono realmente fuse fra loro per mode che nel complesso si pi'esentano sotto forma di una larga benda tendinea che va a terminarsi sulla pi'ima falange, con- traendo o non aderenza con la capsula del nodello (Fig. G, / Ph h /}, op- pure (cio die e il caso ordinario) la fusione non e che apj)arente, giacche — 129 — procedendo ad im'acciirala dissczionc di (jiieste parii si vcdo clic il tendine di Philli|)s si sovrapponc obliquamcnte al tendine dell' estensore late- rale e clie per tutta la liinghezza del nietacarpo lino alia sua inserzione sulla prima lalange si presenta allargato e piii o ineno aderentc ad esso. L' allarganiento del lendine di IMiillips lungo il metacarpo non di|)en(le gia da uiio sviliippo spcciale che assume in questo |)unto, ma e dato evidentemente dalla diretta continuazione delta briglia tibrosa sopra indicata. Ouesta inlatti, dopo essersi distaceala dal lato esterno del ear|)o, si getta sul piccolo tendine di Phillips e si comporta in modo che 0 si londe con esso cast intimamente da non rimanere piii traccia del lendine slesso, o queslo appare come saldalo alia briglia. Nell' uno e neir altro caso la benda lendinea die nc risulta si sovra|)|)one obliqua- mcnte al tendine delF eslensore lalerale e si porta con queslo in basso lino alFeslremila superiore della prima falange. Ball' osso |)isirorme, donde ha origine la briglia librosa, lino a circa il terzo inleriore del inelacarpo la separazione si puo fare in generale abbastanza lacilmente, ma sul paslurale la briglia ed il tendine dell' estensore lalerale sono lalmenle com|)enetrati IVa loro sollo forma di una larga espansione che (|ualunque tenlati\o di di\isione sarebbe artificiale. (Fig. 3 e (ig. o, / Ph I) /•). VAiT'd r azione che |ui6 avere il muscolo di Phillips, si e visto come I'autore e F. Miiller gli hanno assegnata quella di estendere la ca|)sula deir articolazione metacar|)o-falangea. Thiernesse, in occasione della conuiniclzione fatta all' Accademia di Medicina di Brusselle faceva notare a Phillips come il suo muscolo non puo esercitare cpiesto uf- ticio. prima di lutto perche il tendine si termina sul paslurale e non sulla capsula del nodello, in secondo luogo perche, anche ammettendo che possa contribuire a produrre 1' azione indicata insieme alia porzione principale dell' estensore comune ed all' estensore lalerale, essa non sa- rebbe che secondaria. Secondo Thiernesse la contrazione delle sue fibre deve coadiu\are ad estendere la prima falange sul melacarpo. A me pare die r azione del muscolo di Phillips sia molto discutibile. Nelle condizioni ordinarie, in cui il muscolo e mediocremente s\ilu|)palo ed ii lendine unilo a (pidlo deirestensore lalerale si termina con (piesto sulla jirima falange, io credo che non si |)ossa parlare di una \era e [iroiiria azione di esso, per la ragione che la natura stessadi questi rapporti si op- pone a che la contrazione del muscolo manifesti i suoi effetti indipenden- temente da quella dell' estensore laterale e della porzione prindiiale, che e prcNalente. Con piii forte ragione si. deve ammettere che la sua 130 azione e nulla (jiiaiulo il tendine si loiide con la briglia librosa dell' apo- neui'osi antihracliiale e si sovrapponc con essa al tendine dell' estensore laterale; qui rautonomia del tendine e com|)letamente sconiparsa, dalla eslremita su|)eriore del nietacarpo alia prima falange, ed e e\idenlc che la contrazione del muscolo rimarra sopradatta da quella dell' estensore laterale e nieglio ancora dalla porzione prineipale, alia quale nella grande maggioranza dei casi esso aderisce intimamente. Rimane la terza di- sposizione, cioe quella in cui il tendine decorre isolate fine al posturale. In questo case perche il muscolo agisca sopra questo osso, bisognerebbe che la porzione cai-nosa fosse separata da quella prineipale ed il rela- tive tendine moKo s\iluppato. Ora si osserva, e vcro, nei ca\alli graudi e muscolosi il tendine assai voluminoso, ma e altresi vero che in questi casi la jxirzione carnosa aderisce senza eccezione intimamente all' esten- sore anteriore proi)riamente detto; ne risultera che la contrazione di quest' ultimo essendo energica e prevalente, vincera 1' azione del muscolo di Phillips nell'estensione dell' articolazione metacarpo-falangea. A cio si aggiunga 1' azione simultanea delT eslensore laterale, che contribuira a rendere, per cosi dire, ancora piii siibordinala quella del muscolo di Phillips. Degive e Lorge(') vanno ancora piii in la, perche attribui- scono al muscolo lo stesso uflicio dell' estensore laterale delle talangi. 3 . — Muscolo di Th i e r n esse. (Fig. 4 a 8, m Th. Costituisce il capo |)rorondo e nello stesso tempo piii piccolo del- r estensore comune delle dita. Thiernesse ne dette una breve descrizione, la quale per quanto esatta nei suoi Iralti londamentali, non corrisponde in tutti i casi alia sua \era conformazione. (Hi anatomici che lo descrissero (lo[)o di lui, ad ecce- zione di Martin che indico il grade di aderenza col muscolo di Phil- lips, non ne dissero di piii; anzi alcuni gli assegnarono degli attacchi un po' diversi da quelli che realmenle il muscolo puo |)resentarc. Le mie osservazioni permettono di aggiungere alcuni particolari nuovi, che mi sembrano di un certo interesse per la moi'fologia del- r estensore comune. L' origine del muscolo ha luogo in ogni case, secondo \ indicazione data da Thiernesse, con fibre esj)anse; ma esse, invece di |)artire esclu- sivamente com' egli dice dalla fessura cubitale e come voi-rebbero anchc F. Miiller e Franck, o dal legamento trasversale esterno radio-ulnare come indica Leyh, o dal cubito secondo Leisering e C. Miiller, si (*) A. Degive et V. Lorge. — Abr6ge d'Oi-ganograx)liie chevaliue. — Bruxelles, 1895, pag. 162 131 attaccano sulla lac-cia posteriorc del radio Nicino aU'eslroniita superiore deir areata radio-uliiare, sul margine esterno del cubito e sulla base della tuberosita csterna del radio. Non raramente quest' ultima inserziono si troNa separata dalle allre due da un acccnno di divisioue, inentre questc si troxano rico|)erte dal leganiento trasversale esterno radio-cu- bitale, dalla eui faceia interna possono dipartirsi aleune rare fibre nii- ste a sottili tendinucei. Air useila dalla lessura eubitale le libre conxer- gono in un fascio muscolare rotondeggiante, il (juale diretto obliquamente dair alto in basso e unito al muscolo di Phillips ed alia porzione prinei- pale, va senipre pin assottigliandosi fino a chc si lei-mina eon soltile tendine sul tendine di ([uesf ultima a lixello del tcrzo inleriore dell' a\am- braeeio. Ouesta disposizione del tendine |)uo dirsi costante; luttaxia si danno dei easi in eui esso e laeilmente separabile dal lendine prinei|)ale sotio Ibrma di un sottile eordoneino line al eentro del earpo (Kig. o, / Th.). (Continua). CdSl.MO ClIKlUiBlM, AM-XMNlSTHATOKhl-UESeONSAHILE. Milano- Via G-. Revere, S. -Milano INICA FABBRICA NAZIOMLE DI MICROSCOPI ED ACCESSORI DITTA FORNITRIGE tulti i Gabinetti Universitari del Regno IVIICROSCOPiO GRANDE lYIODELLO con cremagliera, apparato Abbe, diafranima ad iride, tavolino in ebanite, revolver, due obbiettivi a secco '6 e 7*, uno ad immersione oinogenea ^/jj", due oculari 2 e 4; il tutto posto in elegante armadietto in mogano L. 400 (irignuidimenti fino a lOuO diametri) Mm MMm Vi5" Seniiapocromatlco IMMERSIONE OMOGENEA Obbiettivo raccomandato per la grande potenza e per la sua durata (Vedi Zeit- schrlttfur inissenschaft. Microsccpie del 12 settembro 1894, Band XI, Heft 2) L. 200 coi due oculari compensator! 4 ed 8. 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Istituto di Studi Super, in Fireuze TJfi&cio di Direzione ed Amministrazione : Istituto Anatomico, Firense. 13 numeri all' anno — Abbuonamento annuo L. lO. VIII Anno Firenze, Luglio-Agosto ISQ*? N. T-8 SOMMARIO : Bibliografia. — Pag. 133-141. CoMUNicAzioNi Originat.1 : Banchi A., Le anomalie della linea primitiva negli em- brioni di polio. Con tav. II-IV. {Fine). — Fuitiagalli A., H tessuto elastico nella glandola lagrimale dell' uomo. Con tav. VI. — Ruf f ini A., Di nn apparecchio micro-fotografico e di un nuovo metodo per eseguire microfotografie colla luce del giorno riflessa dallo specchio del microscopio. Con fig. Pag. 142-176. Avverter\za Delle Comunicazioni Origiiiali che si pubblicano nel Moni- tore Zoologico Italiano e vietata la riproduzione. BIBLIOGRAFIA Si da notizia soltcuito del lavori pubbUcati in Italia. XVI. Vertebrati. II. PARTE ANATOxMICA. 1. Parte gener.^le. GiuflFrida-Ruggeri V. — Sulla dignita morfologica del segni detti « degene- rativi». — Atti d. Soc. romana di Antropol. Vol. 4, Fasc. 2-3, pag. 127-243. Roma 1897. 3. SiSTEMA NERVOSO CENTRALE E PERIFERICO. Becco A. — Sulle varieta di auastomosi fra il nerve muscolo-cutaneo ed il mediano nel braccio. — Ricerche fatte nel Laborat. di Anatomia norm, di R. Univ. di Roma ed in altri Laborat. hiol. Vol. 6, Fasc. 1, pay. 39-58. Roma 1897. Con tav. Vedi anche: Proc. Verb. d. adunanze d. R. Accad. me- dica di Genova, seduta del Liujlio 1896. In Bull. d. R. Accad. medica di Genova. Vol. 11, n. 4-5, pag, 212. Genova 1897. M. z. * — 134 — Betti U. — Delle connessioni del nervo ipoglosso coi nervi cervicali. — Doll. d. B. Accad. medica di Genova. Vol. 11, n. 4-5, pag. 166-203. Genova 1897. Con fig. Calandruccio S. — Sul ramo laterals del trigemino nei Murenoidi. — Jiendic. d. sedide d. Accad. Gioenia di Sc. Nat. in Catania. Fasc. 44-45 {nuova se- rie), Maggio-Dicembre 1896, pag. 14-15. Catania 1896. 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Eusari R. — Sur le tractus sjnnalis nervi trigemini et sur quelques faisceaux de fibres descendantes dans le funiculus antero-lateraUs medidlae spinalis. — Arch. Ital. de Biologie. Tome 26, Fasc. 3, pag. 387-392. Turin 1896. Con fig. Fusari R. — Suv les fibres nerveuses a cours descendant situees dans la Substantia reticidaris alba du Rhombencephalon humani. — Arch. Ital. de Biologie. Tome 26, Fasc. 3, pag. 408-416. Turin 1896. Gurrieri R. — Degenerescences systematisees de la moelle epiniere dans I'empoissonement experimental par le phospliore. — Ai^ch. Ital. de Biologie. Tome 26, Fasc 3, pag. 370-379. Turin 1896. Con fig. Laelii P. — Di un modello scliematico della struttura dell' asse cerebro-spi- iiale. — Boll. d. R. Accad. medica di Genova. An. 11, n. 4-5, ])ag. 154-1.58. Genova 1897. Con tav. Lugaro K. — Sulla genesi delle circonvoluzioni cerebrali e cerebellai-i. — Vedi M. Z. VIII, 4, 74. Lugaro E. — Replica all' articolo del Dott. 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Vol. 21, Fasc. 3, pag. 335-339. Torino 1897. Con tav. Fusari R. — Note historique a propos des nouvelles decouvertes sur la fine anatomie de la retine de I'liomme et des mammiferes. — Arch. Ital. de Bio- logie. Tome 27, Fasc. 1, pag. 155-158. Turin 1897. Pailhas B. — Du pavilion de I'oreille. (Conti-ibution a son etude antliropolo- gique). — Arch, di Psich., Sc. penali ed Antropol. crimin. Vol. 18 ( Vol. 2, d. Serie 2), Fasc. 1, pag. 1-9. Torino 1897. Passera E. — Le « Arteriae recurrentes chorioideae » ed i loro rapporti con la rete vascolare sanguigna della « lamina choriocapillaris ». — Ricerche fatte nel Laborat. di Anafomia norm. d. R. Univ. di Roma ed in altri Lahorat. hiol. Vol. 6, Fasc. 1, pag. 29-37. Roma 1897. Con fig. Poli C. — Sullo sviluppo della vescicoia uditiva uei vertebrati. — Vedi M. Z., VIII, 4, 74. 5. SCHELETRO E ArTICOLAZIONI. Camerano L. — Ricerche intoruo alia struttura della mano e delle ossa pel- viche uella Balaenoptera muscidus. — Atti d. R. Accad. d. Sc. di Torino. Vol. 32, Disp. 5, pag. 205-213. Torino 1897. Con tav. Camerano L. — Material! per lo studio della sutura temporo-frontale nell'oraugo e uei miceti. — Boll. d. musei di zool. e anat. comp. della R. Univ. di Torino. N. 291, Vol. 12. Torino, maggio 1897. 3 jjag. con fig. Camerano L. — Recherches sur la structure de la main et des os pelviens chez la Balaenoptera musculus. — Arch. Ital. de Biologie. Tome 27, Fasc. 2, pag. 196-201. Turin 1897. {Resume de I'A.). Coraini E. — L' articolazione bigemina del bregma. — Atti d. Soc. roviana di Antropol. Vol. 4, Fasc. 2-3, pag. 301-307. Roma 1897. Con fig. Giuffrida-Ruggeri V. — Intorno all' accavallamento delle arcate dentarie e alia profatnia anteriore. — Riv. sperim. di Fy^eniatria e Med. legale. Vol. 23, Fasc. 1, pag. 196-200. Reggio-Emilia 1897. Maggi L. — Resultats de recherches morphologiques sur des os et des fonta- — 136 — nelles du crane humaiu. — Arch. Ital. de Biologie. Tome 27, Fasc. 2^ 2mg. 230-238. Turin 1897. Maggi L. — Postfrontali nei mammiferi. — Eendic. d. B. Istituto Lomhardo di Sc. e Lett. Serie 2, Vol. 30, Fasc. 9, jyctg. 538-562 e Fasc. 10, pag. 634- 646. Milano 1897. Con tav. Sangalli. — Osservazioni intorno alia Nota di G. Zoja « Sopra una notevole cresta della diafisi del femore ». — Rendic. d. B. Istit. Lomh. di Sc. e Lett. Serie 2, Vol. 30, Fasc. 10, pag. 653-654. Milano 1897. Tedesehi E. — Studi sulla simmetria del cranio. — Atti d. Soc. Roinana di An- tropol. Vol. 4, Fasc. 2-3, pag. 245-279. Boma, 1897. Tenchini L. — Contribuzione alio studio del foro pterigo-spinoso (Civinini) specialmente rispetto ad alcune piu frequenti particolarita craniche conco- mitanti (in criminali). — Arch. p. I'Antropol. e I' Etnologia. Vol.27, Fasc. 1, X>ag. 43-76. Firenze, 1897. Con fig. Zoja G. — Sopra una notevole cresta della diafisi del femore. — Bendic. del B. Istituto Lomhardo di Sc. e Lett. Serie 2, Vol. 30, Fasc. 10, pag. 647-653. Milano 1897. Con fig. Zoja G. — Sopra I'asimmetria della mandibola. — Arch. 2yer I'Antropol. e I'Etnol. Vol. 27, Fasc. 1, pag. 77-87. Firenze 1897. 6. Apparecchio muscolare. Antonini A. — II muscolo io-epiglottico in alcuni mammiferi domestici e nel- r uomo. — Monitore zool. ital. Anno 8, n. 1, pag. 17 a 25. Firenze 1897. Ferrari R. — Di alcune anomalie nell' esofago e nei muscoli del cavallo. — Atti d. Soc. d. Naturalisti di Modena. Serie 3, Vol. 14, An. 29, pag. 108-109. Modena 1896. 7. Apparecchio cardiaco-vascolare. Milza. Della Bovere D. — Rara anomalia del polmone destro. Decorso anormale della grande vena azigos. — Vedi M. Z., VIII, 3, 51. Mangianti. — Su un caso di aplasia aortica. — Bendic. d. B. Accad. di Medi- cina di Torino. Seduta del 7 Maggio 1897, in Gazz. Medica di Torino. An. 48, n. 19, pag. 368. Torino 1897. 8. TUBO DIGESTIVO E GHIANDOLE ANNESSE. Beceo A. — Assenza congenita della parotide. — Boll. d. B. Accad. Medica di Genova. An., 11, n. 4-5, pag. 150-153. Genova 1897. Spampani G. — SuUe vie biliari della Talpa coeca. — Monit. zool. ital. Anno 8,. n. 3. pag. 56. Con fig. Firenze, 1897. 10, Apparecchio uro-genitale. Capsule surrenali. Burgio F. — Sulle alterazioni istologiche dell' utero nella involuzione puerpe- rale. — A7-ch. di Ostetricia e Ginecol. An. 4, n. 6, pag. 357-373. N'ajjoli 1897. Con tav. Cosentino G. — Sulla quistione dello sviluppo del follicolo di Graaf durante la gravidanza. — Arch, di Ostetricia e Ginecolog. An. 4, n. 1, pag. 1-12. Napoli 1897. FederieiN. — SuU'apparecchio genito-urinario del Gongylus ocellatus Forsk. — Boll. d. Soc. dei Naturalisti in Napoli. Serie 1, Vol. 10, Fasc.unico, pag. 179- 192. Napoli 1897. Con tav. — 137 — Ferrari T. — Ricerche istologiclie e considerazioni sopra I'utero delle vecchie. — Rlv. di Ostetricia, Ginecol. e Pedlat. An. 2, n. 5,pag. 145-165. Torino 1897. Con tav. Jatta M. — Sulla rigenerazione dell' epitelio nel rene sottoposto ad auemia tem- poranea. - Arch, j^er le Sc Mediche. Vol. 21, Fasc. 3, pa^. 323-334. To- rino 1897. Con tav. Versari R. — Ricerche suUa toiiaca muscolare della vescica urinaria e spe- cialmente sul rauscolo sfintere interno. — Ricerche fatte nel Laborat. di Anat. norm. d. R. Univ. di Roma ed in cdtri Laborat. biol. Vol. 6, Fasc. 1, pag. 59- 86. Roma 1897. Con 2 tav. 11. Teratologia. Chiaventino. — Polidactilia ereditaria. — Arch, di Psich., Sc.penali e Antropol. crimin. Vol. 18 (Vol. 2 d. Serie 2), Fasc. 4, pag. 434-436. Torino 1897. Con fig. Dervieux L. — Due casi di anoftalmia uailaterale nella Rana esculenta. — Boll, dei musei di Zool. e Anat. comp. della R. Univ. di Torino, n. 295, Vol. 12. Torino, 7naggio 1897, 5 pag. Fabani C. — Un bel caso di mostruosita riscontrato in una trota. — Boll. d. Nataralista. An. 17, n. 3, pag. 42. Siena 1897. Fenizia C. — Di un caso di opodimia con alcune considerazioni relative alia genesi dei mostri doppi. — Boll. d. Naturalista. An. 17, n. 3, pag. 33-35 e n. 4, i)ag. 51-52. Siena 1897. Ferraresi C. — I setti trasversali della vagina sotto il rapporto della origine congenita, della j)rojezione vaginale e della importanza ostetrica — Annali di Ostetricia e Ginecologia. An. 19, n. 2, pag. 131-151, n. 4, pag. 311-327. Milano 1897. Giglio G. — Mostri anencefali e derencefali. — Annali di Ostetricia e Gineco- logia. An. 19, n. 4, pag. 328-338. Milano 1897. Griiner E. — Utero e trombe di Falloppio in un uomo. — Giorn, d. R. Accad. di Medicina di Torino. An. 60, n. 5. pag. 257-287. Torino, 1897. Con tav. Motta M. — Sopra un nuovo caso di raancanza congenita della tibia. — Arch, di Ortopedia. An. 14, Fasc. 2, pag. 65-84, Fasc. 3, pag. 152-167. Milano 1897. Con fig. « Motta M. — Su di un nuovo caso di mancanza congenita della tibia. — Riv. di Ostetricia, Ginecol. e Pediat. An. 2, n. 2, pag. 59-79. Torino 1897. Con fig. Muggia A. — Ectopia cordis congenita. — II Morgagni. An. 39, Parte I, n. 3. Milano 1897. Con fig. Salaglii M. — Un caso di arresto di sviluppo dell'arto inferiore sinistro con parziale mancanza del perone. — II Pratico, An. I, Vol. 2, n. 4, pag. 102- 103. Firenze 1897. Sangalli G. — Sviluppo arrestato e parzialmente degenerato dei testicoli d'un giovane. — Gazz. Medica Lombarda. An. 56, n. 5, X)ag. 41-43. Milano 1897. III. PARTE ZOOLOGICA. 1. Parte generale. Fauna. Marcialis E. — Saggio di un catalogo metodico coUe denominazioni dialettali delle cinque classi dei vertebrati della Sardegna. — Boll. d. Soc. romana per gli studi zool. An. 6, Vol. 6, Fasc. 1-2, pag. 54-67. Roma 1897. (Cont.). — 138 — 3. Pescf. Boulenger G. A. — (Viaggio del dott. A. Borelli nel Chaco boliviano e nella Repubblica Argentina). Poissons. — Boll, dei Musei di Zool. e Anat. comp. della R. Univ. di Torino, n. 279, Vol. 12. — Torino, marzo 1897. 4. pag. Grassi G. B. e Calandruecio S. — Descrizione d' un Leptocephalus breviro- stris in via di trasformarsi in Anguilla vidgaris. — Atti della R. Accad. dei Lincei. Anno 1897, Serie 5, liendiconti, CI. di Sc. fis. Vol. 6. Fasc. 7. Roma 1897 (1° sernestre), pag. 239 a 240, con 2 fig. RaflFaele P. — Condizioni ambienti in cui si sviluppano le nova dei pesci ossei marini. — Giornale ital. di Pesca e Acquicultura. Anno 1, n, 4, pag. 103 a Hi. Roma 1897. Trois E. F. — Sopra un esemplare di Acipenser stellatus proveniente dalPAdria- tico. — Boll. d. Naturalista. An. 17, n. 2. pag. 25-26. Siena 1897. 4. Anfibu. Leonardi C. — Vedi M. Z. in questo N. e pag. Peracca M. G. — Vedi M. Z. di questo num. e pa^. Peracca M. G. — Sulla presenza della Rana graeca, Blgr., in Italia. — Boll. dei Musei di Zool. e Anat. comp. della R. Univ. di Torino, n. 286, Vol. 12' Torino, aprile 1897, 6 pag. 5. E.ETTILI. Leonardi C. — Rettili e Anfibi del territorio di Girgenti, — Riv. ital. di Sc. nat. An. 17, n. 5-6, pag. 78-80. Siena 1897. Peracca M. G. — Intorno ad alcuni oQdi raccolti a Maldi (Eritrea) dal capi- tano Gasca. — Boll, dei Musei di Zool. e Anat. comp. della R. Univ. di To- rino, n. 273, Vol. 12. Torino, fehbraio 1897. 3 pag. con una fig. Peracca M. G. — (Viaggio del dott. Borelli nel Chaco boliviano e nella Repub- blica Argentina). Rettili ed anfibi. — Boll, dei Musei di Zool. e Anat. comp. della R. Univ. di Torino, n. 274, Vol. 12, Torino. Fehbraio 1897. 19 pag. con Ifig. Peracca M. G. — Sopra un nuovo genere di Colubride opistoglifo della Repub- blica Argentina {Pseudotomodon). — Boll, dei Musei di Zool. e Anat. comp. della R. Univ. di Torino, n. 278, Vol. 12. Torino, fehbraio 1897. 2 pag. Peracca M. G. — Intorno ad una nuova specie di ofidio di S. Paulo (Brasile) riferibile al gen. Uromacer, D. et B. — Boll, dei Musei di Zool. e Anat. comp. della R. Univ. di Torino, n. 282, Vol. 12. Torino, marzo 1897, 2 pag. con I fig. Peracca M. G. — Intorno ad una piccola raccolta di rettili di Cononacco (Peru orientale). — Boll, dei Musei di Zool. e Anat. comp. della R. Univ. di Torino, n. 284, Vol. 12. Torino, marzo 1897, 7 pag. con 1 fig. 6. UCCELLI. — Caccie e passaggi di uccelli. — Avicida: Giorn. ornitolog. ital. An. 1, Fasc.l, pag. 16-18. Siena 1897. — Catture di specie rare od avventizie e note ornitologiche. — Avicula: Giorn. ornitolog. ital. An. 1, Fasc. 2, pag. 39-40, Fasc. 3, pag. 66-69. Siena 1897. — Merxda torquata e Merula alpestris, ossiano Tordo dal collare nordico e Tordo dal collare alpino. — Avicida: Giorn. ornitolog. ital. An, 1, Fasc. 2, pag. 40-42. Siena 1897. — 139 — — Notizie di caccia, passaggi di uccelli, ecc. — Avicula: Giorn. ornitolog. ital. An. 1, Fasc. 2, pag. 52-53, e Fasc. 3, pag. 75-85. Siena 1897. — Varieta, mostruosita, ibridismi. — Avicula: Giorn. ornitolog. ital. An. 1. Fasc. 2, pag. 40, e Fasc. 3, pag. 66. Siena 1897. Arrigoni Degli Oddi E. — Nota sopra una variety di Nyroca africana (Gmelin). — Atti. d. Soc. Ital. di Sc. Nat. e d. Museo civico di St. Nat. in Milano. Vol. 36, Fasc. 3 e 4, pag. 215-219. Milano 1897. Con fig. Arrigoni Degli Oddi E. — La recente cattura di un Fenicottero nel Vene- ziano. — Atti d. Soc. Ital. di Sc. Nat. e d. Museo civico di St. Nat. in Mila- no. Vol. 36, Fasc. 3 e 4, pag. 221-223. Milano 1897. Arrigoni Degli Oddi E. — Nota sopra un' auomalia di colorito della Quer- quedula crecca (Linn.). — Atti d. Soc. Ital. di Sc. Nat. e d. Museo civico di St. Nat. in Milano. Vol. 36, Fasc. 3 e 4, pag. 225-229. Milano 1897. Con fig. Arrigoni Degli Oddi E. — Note ornitologiche per 1' anno 1895. — Atti d. Soc. Ital. di Sc. Nat. e d. Museo civico di St. Nat. in Milano. Vol. 36, Fasc. 3 e 4, pag. 231-238. Milano 1897. Bonomi A. — Notizie ornitologiclie raccolte nel Trentino durante il 1896. — Avicula: Giorn. ornitolog. ital. An. 1, Fasc. 2, pag. 35-38. Siena 1897. Cipolla F. — Del metacromatismo degli uccelli. — Avicida: Giorn. ornitolog. ital. An. 1, Fasc. 2, pag. 51-52. Siena 1897. Cipolla F. — Del metacromatisoio degli uccelli. — Atti d. B. Istit. Veneto di Sc, Lett, ed Arti. Tomo55.{Serie 7, TomoS), Disp.2,pag. 109-110. Venezia 1896-97. De Lorenz L. — luchiesta ornitologica neH'Austria-Ungheria. — Avicula, giorn. omit, italiano. Anno I, n. 2. Siena 1897. Ferragni O. — Elenco delle specie di uccelli piu rari osservati od uccisi in provincia di Cremona dal 1'^ gennaio 1396 al 30 aprile 1897. — Avicida: Giorn. ornitolog. ital. An. 1, Fasc. 3, pag. 64-66. Siena 1897. Griffoli G. A. — Note ed appunti di un cacciatore sui nostri uccelli migratori. — Avicula: Giorn. ornitolog. ital. An. 1, Fasc. 2, pag. 42-44, e Fasc. 3, pag. 70-72. Siena 1897. Martorelli G. — Intorno ad un nuovo esemplare di Falcone sacro {Gennaia saker Gm.) preso nelle vicinanze di Lucera. — Avicida: Giorn. ornitolog. ital. An. 1, Fasc. 2, pag. 33-34. Siena 1897. Martorelli G. — Nota ornitologica intorno ad un nuovo esemplare di Falcone sacro preso nelle vicinanze di Lucera. — Atti d. Soc. Ita I. di Sc. Nat. e d. Museo civico di St. Nat. in Milano. Vol. 36, Fasc. 3 e 4, pag. 199-202. Mi- lano 1897. Martorelli G. — Nota ornitologica intorno alia Napothera pyrrhoptera, Boje ed alia Myiothera epilepidota, Temm. — Atti d. Soc. Ital. di Sc. Nat. e d. Museo civico di St. Nat. in Milano. Vol. 36, Fasc. 3 e 4, pag. 203-208. Milano 1897. Martorelli G. — Comunicazione ornitologica. {Napothera pyrrhoptera). — Avi- cula: Giorn. ornitolog. ital. An. 1, Fasc. 3, pag. 69-70. Siena, 1897. Regalia E. — La Nyctea nivea in Italia.. — Avicula: Giorn. ornitolog ital. An. 1, Fasc. 2, pag. 30-31. Siena 1897. Salvadori T. — Intorno a due uccelli appartenenti a specie estinte o quasi del Piemonte. — Avicula: Giorn. ornitolog. ital. An. 1, Fasc. 2, pag. 29-30. Siena 1897. 140 Salvador! T. — Lista di uccelli raccolti dal dott. Muzioli nel Tigre e donati al Museo Zoologico di Perugia. — Boll, del Musei di Zool. e Anat. comp. della R. Univ. di Torino, n. 287, Vol. 12. Torino, aprile 1897, 4 pag. Salvador! T, — (Viaggio del dott. A. Borelli nel Chaco boliviano e nella Re- pubblica Argentina). Uccelli. — Boll, dei Musei di Zool. e Anat. comp. della B. Univ. di Torino, n. 292, Vol. 12. Torino, maggio 1897, pag. 86. Vallon G. — Alcuni uccelli molto rari per la provincia del Friuli. — Avicida: Giorn. ornitolog. ital. An. 1, Fasc. 2, pag. 31-38, e Fasc. 3, pag. 61-64. Siena 1897. 7, Mammiferi. Gr!llo N. - L' intelligenza degli elefanti. — Boll. d. Naturalista. An. 17, n. 3, pag. 41. Siena 1897. Muzzioli A — Balene. — Boll, del Naturalista. Anno 17, n. 4, pag. 66. Siena 1897. 8. Antropologia ed Etnologia, Amnion O. — DifFerenza fra 1' indice cefalico calcolato secondo Broca e quello secondo Jhering. — ArcJiivio per la Antropologia e la Etnologia, Vol. 26, Fasc. 8, pag. 295 a 800. Firenze, i896. Ardu Onnis E. — 11 metodo zoologico in antropologia. — Boll. d. Soc. romana per gli studi zool. An. 6, Vol. 6, Fasc. 1-2, pag. 21-35. Roma 1897. (Cont.). Colin! A. — Oggetti litici degli Abruzzi Chietino ed Aquilano, conservati nel Museo preistorico di Roma. — Archivio per V Antropologia e la Etnologia. Vol. 26, fasc. 8, pag. 319 a 342. Firenze 1896. {Continua). De Ujfalvy-Kuszar Ch. — Quelques observations sur I'ouvrage < Les Aryens au Nord et au Sud de I'Hindou-Kouch. » — A7'ch. per VAntropol. e I'Etnol. Vol. 27, Fasc. i, 2Jag. 101-107. Firenze 1897. Femzia C. — Le teorie suUa genesi degli Albini. — Arch, per VAntropol. e I'Etnol. Vol. 27, Ease. 1, pag. 89-99. Firenze 1897. G!gl!ol! E. H. - Gli ultimi giorni dell' et^ della pietra (Melanesia). Le mazze con testa sferoidale di pietra, della Nuova Brettagna, dette Palao, — Archi- vio per la Antropologia e la Etnologia. Vol. 27, Fasc. i, pag. 17 a 42. Con fig. Firenze 1897. Giglloli E. H. — I cacciatori di teste alia Nuova Guinea. — Archivio per V An- tropologia ela Etnologia. Vol. 26, Fasc. 8, pag. 311 a 318. iirenze 1896. Glaumont G. — L' eta della pietra nella Nuova Caledonia. Breve riassunto con aggiunte e considerazioni di E. Giglioli. — Archivio per la Antropologia e la Etnologia. Vol. 26, Fasc. 3, pag. 801 a 310. Firenze 1896. Lorabroso C. e Carrara M. — Contribute all' antropologia dei Dinka. — Atti d. Soc. romana di Antropol. Vol. 4, Fasc. 2-8, pag. 108-126. Roma 1897. Con fig. Mantegazza P. — Giacomo Leopardi sul tavolo anatomico (a proposito di; Pa- trizi, Saggio psico-antropologico su Leopardi e la sua famiglia). — Archi- vio per la Antropologia e la Etnologia. Vol. 26, Ease. 8, pag. 863 a 868. Firenze, 1896. Nevian! A. — 11 Pitecantropo e la origine naturale dell' uomo. — Riv. Ital. di Sc. Nat. An. 16, n. 10-11. Siena 1896: An. 17, n. 1-2, pag. 12-18, e n. 3-4, pag. 38-44. Siena 1897. Con fig. — 141 — APPENDICE AnTROPOLOGIA APPLICATA ALLO STUDIO DEI PAZZI, DEI CRIMINALI, ECC. Bonflgli C. — Sette osservazioni sul cervello dei malfattori. — Arch, di Psich., Sc. penali ed AntrojJol. crimin. Vol. 18 {Vol. 2 d. Serie 2), Fasc. 2-3, pag. 299-300. Torino 1897. Caseella F. — Cranio e cervello di un idiota microcefalo: nota antropologica — Eiv. Ital. di Sc. Nat. An. 17, n. 3-4, ])ag. 33-38, e n. 5-6, pag. 72-77. Siena 1897. Con fig. Coraini E. — Assaggi craniologici su di un' emicenturia di teschi di criminali. — Pag. 80. Padova, tip. Salmin, 1S96. Coraini E. — Studio di alcune particolarita del cranio dal punto di vista della moi'fologia e dell' antropologia criminale : nota l^ I becchi bregmatici pa- rietali e il becco bregmatico frontale ; nota 2^. L'articolazione bigemina del bregma. — Vedi M. Z., VIII, 1, 5. D'Abundo. — Glandole sebacee preauricolari in un degenerato. — Arch, di Psich., Sc. penali ed Antropol. crimin. Vol. 18 {Vol. 2 d. Serie 2), Fasc. 4, pag. 404-410. Torino i897. Con fig. Jentseh. E. — Delinquents epilettico submicrocefalo. — ArcJi. di Psich., Sc. pe- nali e Antropol. crimin. Vol. i8 {Vol. 2 d. Serie 2), Fasc. 4, pag. 429-431. Torino 1S97. Jullien L. — Petite note sur le pied prehensile. Arch, di Psich., Sc. penali ed Antropol. crimin. Vol. 18 {Vol. 2 d. Serie 2), Fasc. 1, pag. 10-13. Torino 1897. Lombroso C. — Virchow, Sernoffe I'antropologia criminale. — Arch, di Psich., Sc. penali ed Antropol. crimin. Vol. 18 ( Vol. 2 d. Serie 2), Fasc. 1, pagr. 94- 103. Torino 1897. Lombroso C. — II cervello del brigante Tiburzi. — Arch, di Psich., Sc. j^enali ed Antropol. crimin. Vol. 18 {Vol. 2 d. Serie 2), Fasc. 2-3, pag. 145-156. To- rino 1897. Lombroso C. — Sulle rughe nei pazzi e nei cretini in rapporto con un'anoma- lia del cuoio capelluto. — Giorn. d. B. Accad. di Medicina di Torino. An. 60, n. 1, pag. 73-78. Torino 1897. Con fig. Maltese F. — Anomalie dei denti e delle arcate mascellari in crani di crimi- nali.— Arch, di Psich., Sc. penali e Antrop. crimin. Vol. 17 {Vol. 1 d. Se- rie 2), Fasc. 4, pag. 364-373. Torino 1896. Mirto G. — Abnorme sviluppo del pellicciajo toracico in un demente. — Arch, di Psich., Sc. penali e Antrop. crimin. Vol. 17 {Vol. 1 d. Serie 2), Fasc. 4, pag. 451-452. Torino 1896. Mondio. — Contributo alio studio delle circonvoluzioni cerebrali nei delin- quenti, - Arch, di Psich., Sc. penali e Antrop. criminale. Vol. 17 {Vol. 1 d. Serie 2), Fasc. 5-6, pag. 477-487. Torino 1896. Con tav. Pasqiiarelli M. — 11 Folk-Lore nell' antropologia criminale. — Arch, di Psich., Sc. penali ed Antropol. crimin. Vol. 17 (Vol. 1 d. Serie 2), Fasc. 5-6, pag. 507-518. Torino 1896. Roncoroni L. — Sulla disposizione degli strati corticali in epilettici e nor- mali. (Risposta al Dott. FoUi). — Arch, di Psich., Sc. penali ed Antropol. cri- min. Vol. 18 {Vol. 2 d. Serie 2), Fasc. 1, pag. 106-108. Torino 1897. Valenti G. — Processo sopracondiloideo dell' omero in due criminali ed in una pazza. - Vedi M. Z., VII, 9-10, 196. — 142 — COMUNICAZIONI ORIGINALI ISTITUTO AXATOJIICO DI FIRENZE, DIRETTO DA G. CHIAKUGI Le anomalie della linea primitiva negli embrioni di polio. RiCEBCHE DEL DOTT. ARTURO BANCHI Con tav. II, III e IV. (Continuazione e fine. Vedi n. .3, pag. .58). E vietata la viproduzione. Osserv. XXIU'' — Alia fig. 33 abbiamo il tratto posteriore di un embrione della lunghezza totale di 2,42 mm. tbrnito di 3 paia di protovertebre. L'estremo posteriore della linea primitiva presenta un aspetto interessantissimo, come se fosse sdoppiato in due braccia perfettamente trasverse ed aperte ai loro estre- mi di contro ai corrispondenti margini dell' area pellucida. Le sezioni dimostrano che il labbro posteriore di questo tratto trasversale e formato dei due foglietti superiore e medio per un ampio tratto, come si vede alia fig. 37; a questo fa seguito un solco basso ed ampio, fincbe dopo qualche sezione si ritorna rapidamente alia forma quasi normale del solco e della linea. A questo punto (lettera x) si ha la fusione del foglietto inferiore, e tutto pro- cede ulteriormente regolare. Le sezioni dimostrano anche che gli estremi dei bracci trasversali non hanno nessun rapporto col margine dell' area pellucida, ma sono perfettamente chiusi e indipendenti, e delle masse di vitello, che si af- follano in loro corrispondenza sui lati delle sezioni, sono quelle che ingannano in una veduta in superficie. Osserv. XXIll.'^ — Alia fig. 34 abbiamo nella sua integrita un embrione di cui l'estremo della linea primitiva ha un aspetto similissimo al caso precedents. Le sezioni mostrano egualmente che il labbro posteriore trasversale della linea stessa e costituito dalla fusione dei due foglietti superiore e medio sol- tanto, che questa massa fusa ha limiti laterali ben netti e indipendenti e non e aperta come indicherebbe la figura. Questo stato di cose dura ancora per tutto il solco trasversale che fa se- guito, e finalmente quando si giunge alia linea normale, allora la massa di fusione e il solco si ritirano al centre, si fanno normalmente ampi, e anche il foglietto inferiore si fonde cogli altri e tutto diviene regolare e rimane tale. Osserv. XXIV."^ — La fig. 38 si riferisce ad un embrione della lunghezza totale di 3,20 mm. fornito di 10 paia di protovertebre. Per quanto interessante appaia il tratto estremo della linea primitiva non ci fermeremo molto a de- scriverlo, perche 1' embrione non fu sezionato in seguito alia rottura prodot- tasi nel sottile blasfcoderma, proprio in quella regione, nel raffreddarsi della paraffina che lo includeva. Osserv. XXV." — La fig. 39 presenta un embrione della lunghezza di 2,70 mm. fornito di 3 paia di protovertebre. La linea primitiva, irregolare nel tratto po- — 143 — steriore, appare come se si aprisse a breve distanza dal margine dell' area pel- lucida. Le sezioni dimostrano che posteriormente questo estremo non e affatto in connessione con detto margine, ma chiuso da un labbro, assai largo invero, formato dalla fusione dei due foglietti superiore e medio soltanto. Fig. 42. In questa )nassa che prosegue molto lentamente ristringendosi, compa- risce ben presto un solco basso ampio e irregolare (fig. 43) clie poi si ristringe per poche sezioni, infine si dilata nuovamente a formare il diverticolo di sini- stra (fig. 44.) A questo punto (lettera x) anche il foglietto interno fonde cogli altri, e quindi oltre tutto precede normale. Osserv. XXVI." — Alia fig. 40 si tratta di un embrione della lungbezza totale di 4,16 mm. fornito di 6 paia di protovertebre. La linea priraitiva presenta all' estremo posteriore una biforcazione molto netta in due bracci , ambedue posteriormente aperti a poca distanza dalla pellucida. L' esame delle sezioni ci mostra in questo tratto posteriore una zona molto ampia in cui i due foglietti superiore e medio sono fusi, perfettamente simile al caso precedente (figg. 39-42J, zona che va gradatamente restrin- gendosi finche compaiono due solchi laterali come si vede nella fig. 46 e an- che questi per il graduale ravvicinamento si fondono in uno solo fig. 47. Dopo qualche sezione ancora si dilata di nuovo la formazione per costituire 1' insenatura che quivi corrisponde, e a questo punto (lettera x) anche il foglietto inferiore prende parte alia fusione. Oltre tutto procede regolare. Osserv. XXVII." — Fig. 41. Embrione della lungbezza totale di 8,40 mm. for- nito di 5 paia di protovertebre. II tratto posteriore della linea primitiva e, come si vede, nettamente diviso in due bracci trasversi che quasi raggiiangono i mar- gini dell' area pellucida, specialmente il sinistro che e lunghissimo, e ambedue terminano aperti. L' esame delle sezioni, perpendicolari all' asse riportato, mostra che il di- verticolo desti'O e chiuso al suo estremo e perfettamente indipendente dal margine della pellucida, e percorso da un solco basso e irregolare, esso diver- ticolo e formato dalla fusione soltanto dei due foglietti superiore e medio. II tratto di fusione, che e venuto via via ampliandosi e spostandosi sempre piu verso destra, raggiunge in breve Taspetto e 1' ampiezza di cui alia fig. 48 che riporta una sezione interessante il tratto basale del diverticolo destro e la prima porzione del sinistro. In sezioni piu anteriori si riscontra la linea pri- mitiva priucipale a destra e il diverticolo sinistro a sinistra, come indipendente, pero la linea primitiva presenta fino dal livello della lettera x la fusione del foglietto interno, mentre lungo il diverticolo si ha sempre la fusione dei due foglietti superiore e medio soltanto. Anche il diverticolo sinistro termina chiuso e indipendente dal margine dell' area pellucida. Osserv. XXVIII." — Abbiamo alia fig. 49 il tratto posteriore di un embrione della lungbezza di 3,15 mm. fornito di 8 paia di protovertebre. La linea primi- tiva si presenta al suo estremo posteriore biforcato come gia vedemmo nella fig. 34. — 144 — Lo studio delle sezioni ci mostra gli stessi fatti, come indica anche la fig. 53 e la fusione del foglietto interne cogli altri avviene soltanto alia lettera x. Osserv. XXIX.^ — Alia fig. 50 abbiamo il tratto posteriore di un embrione della lunghezza di 2,40 mm. senza traccia di protovertebre, ma con ben distinte le pieglie midollari. La linea primitiva presenta all'estremo posteriore un'ampia dilatazione cui fan seguito due diverticoli profondi, specialmente il destro. All'esame delle sezioni si trova quest'ultimo formate dalla fusione dei due foglietti superiore e medio per un tratto assai ampio, che via via si sposta verso la linea di mezzo, fin clie dopo qualche sezione si amplia notevolmente e compaiono sui due lati due solchi pianeggianti, che si avvicinano rapidameute per fondersi in un solo, largo e sollevato nel centre. Siamo in corrispondenza dell'estremo slargato della linea, e da questo memento questa ed il solce si vanne restringendo. facendosi piu regolari fin che diventano normali; quivi appunto (lettera x) anche il foglietto iuferiore partecipa alia fusione. Osserv. XXX.'^ — Alia fig. 51 abbiamo pure la linea primitiva di un em- brione lunge 3.00 mm. fornite di 6 paia di protovertebre. E notevole la curva dei due diverticoli nei quali si divide I'estreme posteriore della linea stessa. All'esame delle sezioni si riscontra il diverticolo posteriore costituito da un tratto nen melto ample di fusione dei due foglietti superiore e medio, nel quale si afifonda un solce pianeggiante, subite fine dalla 3^ o 4'' sezione. II solce in parela appare sempre un pece in isbieco, e tante esso che il tratto di fusione si vanne sempre facendo piu ampi. Dopo parecchie sezioni sorge, dal fendo del largo solce fermatesi, un rilievo che lo divide in due come si vede alia fig. 56. II solce nuevamente formate e quelle a sinistra, e si continuera nel diverticolo corrispondente fine ad allontanarsi tanto dall'altro, che appartiene alia linea madre, quanto lo mostra la sezione rappresentata alia fig. 57. Man mane che si allontana il nuovo solco si fa meno profondo e meno spesso il tratto di fusione che le ricetta, mentre il solce principale si affonda, si ispessisce la sua parete, e alia lettera x sotte di esso si fonde anche il foglietto (fig. 58) inferiore. Tutte oltre va regelare. Osserv. XXXI." — Si vede nella fig. 52 il tratto posteriore di un embrione della complessiva lunghezza di 2.80 mm. senza traccia di protovertebre. La linea primitiva presenta in questo tratto ferti irregolarita come la figura dimostra. Le sezioni ci rivelane che il diverticolo posteriore destro e costituito dalla fusione dei due foglietti superiore e medio nei quali, gia alle prime sezioni, si infossa un solce basso e irregolare, che appare tagliato in isbieco, e (fig. 54) va crescendo di ampiezza insieme col tratto di fusione. A livello della base del di- verticolo il tratto fuse e large melto, il solco anche ed irregolare, corrispen- dentemente alia dilatazione che quivi esiste.Dopo alcune sezioni ritornano quasi normali, e alia lettera x finalmente il foglietto interne fonde ancora esso. In que- sto stesso punto incomincia a trevarsi il diverticolo destro della linea, il quale nel tratto prossimale e costituito da tutta la linea, nel distale soltanto dalla fusione dei foglietti superiore e medio mentre 1' inferiore ritornalibero (fig. 55.) Osserv. XXXII." — Alia fig. 59, si vede il tratto posteriore di un embrione della lunghezza totale di 2.30 mm. senza traccia di protovertebre e con appena — 145 — accennate le pieghe midollari. La linea primitiva appare biforcata al suo estremo in due lunghi bracci che terminano aperti. Lo studio delle sezioni ci mostra che questo tratto e costituito dalla fusione dei due foglietti, superiore e medio, per un' ampiezza che va dall' uno all'altro margine esterno dei due bracci; in questa massa fusa si affouda un solco basso a fondo irregolare, prima sul lato sinistro, poi anche sul destro, e finisce coll'in- vadere tutta I'ampia formazione. Rimane cosi per qualche sezione, quindi rapi- damente si arriva ad una linea e solco di forma e ampiezza normali , mentre intanto alia lettera x si fonde anche il foglietto inferiore. Osserv. XXXIII. "^ — Alia fig. 60 si tratta di un embrione della totale lun- ghezza di 4,74 mm. senza accenno di protovertebre ne di labbri midollari. La linea primitiva si presenta anche in questo caso posteriormente sdoppiata. Lo studio delle sezioni ci dimftstra che tutto il tratto formante i diverticoli e co- stituito dalla fusione dei foglietti superiore e medio soltanto, per un'ampiezza corrispondente perfettamente alia fig. 60. Questa fusione dapprima costituisce il labbro posteriore dei diverticoli stesi poi si lascia deprimere dal solco, che appare ampio perche tagliato appunto per lungo; dopo qualche sezione si va restringendo la formazione rapidamente, e in- tanto auche il foglietto interno si fonde cogli altri (lettera x) finche tutto si fa normale e cosi continua. Osserv. XXXIV." — Alia fig. 61 si ha un embrione di 1,75 mm. di lunghezza rappresentato soltanto dalla linea primitiva e da un breve prolungamento cefa- lico. L' estremo posteriore si vede biforcato e termina a distanza del margine della pellucida. L'esame delle sezioni ci mostra I'estremo stesso costituito dalla fusione dei due foglietti superiore e medio per un tratto via via crescente di ampiezza in relazione alle dimensioni della figura 61. In questo tratto fuso si infossa un solco che si sposta per qualche sezione da destra verso sinistra, poi si allarga insieme col tratto fuso; si veda infatti la fig. 64 condotta nel tratto basale dila- tato del diverticolo posteriore. Dopo qualche sezione ancora si cade sul diverti- colo destro che ha gli stessi caratteri, e finalmente quando la formazione co- mincia ad avviarsi al normale si ha la fusione del foglietto inferio)-e, e tutto continua regolare. (lettera x). Osserv. XXXV."^ — Alia fig. 62 abbiamo un embrione della lunghezza di 3,60 mm. e fornito di 3 paia di protovertebre. La linea primitiva e come si vede irregolarissima e termina con un'ampia insenatura cui fan seguito due diverticoli. Lo studio delle sezioni ci mostra per lo spazio da essi compreso un ispessi- mento e fusione dei due foglietti superiore e medio, nel quale si infossa in breve un solco duplice, dapprima molto irregolare, che appare e scompare specialmente a sinistra; infatti alia fig. 65 il solco di destra e ben profondo, quello di sinistra e appena accennato. A livello dell'insenatura abbiamo un solco ampio come in- dica la fig. 66, e cosi per un certo tratto fin che tutto si ristringe si avvia rapi- damente al normale, allora (lettera x) anche il foglietto inferiore partecipa alia fusione. - 146 — Osserv. XXXVI.'^ — Alia fig. 63, si tratta di uu embrione della lunghezza di 2,22 mm. fornito di 4 paia di protovertebre. La liaea primitiva e irregola- rissima e non staremo a fare una lunga descrizione, clie riuscirebbe auche trop- po complicata. Alle sezioni si avverte un ampio tratto di fusione al solito dei due foglietti superiore e medio, ben presto compare in esso un solco assai ampio, e tanto la fusione clie il solco seguono perfettamente le capricciosita della forma che si vedono nella figura. E da notare clie i diverticoli sono sempre chiusi e indipen- denti dal margine della pellucida; di piu la fusione del foglietto inferiore inter- viene alia lettera x, come si vede molto indietro dell'ultimo diverticolo clie e quasi all'estremo auteriore della linea primitiva. Osserv. XXXVII."' — Abbiamo alia fig. 67 un embrione della lunghezza to- tale di 2,10 mm. La linea primitiva nel suo tratto posteriore si mostra irrego- lare per diverticoli che le danno I'aspetto di una doppia croce, Questo tratto si rivela all'esame delle sezioni costituito al solito dalla fusione dei foglietti supe- riore e medio con un solco, che insieme alia massa fusa segue tutto le capric- ciose irregolarita della linea. Si nota iiel mezzo della linea un punto scuro come un isolotto, esso si ri- trova nelle sezioni, (fig. 70) e rappresenta un rilievo del foudo del solco che si protende dalle sprone clie posteriormente dovrebbe dividere i due diverticoli piu posteriori. La fusione del terzo foglietto avviene alia lettera x, e la massa comuiie di fusione prende parte tutta quanta alia formazione del diverticolo anteriore di sinistra. (Fig. 71). Osserv. XXXVIII."^ — Alia fig. 68 si ha il tratto posteriore di uu embrione della lunghezza totale di 3,30 mm. fornito di 6 paia di protovertebre. La linea primitiva e al suo estremo posteriore estremamente irregolare, come indica la figura. Lo studio delle sezioni ci da ragione di questi fatti, e si riscontra al solito che tutto il tratto irregolare e costituito dalla fusione dei due foglietti superiore e medio. I tre diverticoli della linea apparirebbero tutti e tre aperti, ma iiivece nelle sezioni si riconosce che cio non e, ma sembra per efletto del vitello che li nasconde in quel punto. II diverticolo medio e veramente un po' meno lungo che non appare dalla figura, quelle di destra e appena una insenatura, il sinistro e assai lungo e ter- mina tre o quattro millimetri piu oltre il punto segnato dai margini neri e netti suUa figura. Un solco segue la massa fusa in tutto il suo percorso (figg. 72-73) e si modella su di essa (iig. 73), finclie ripreso tutto I'aspetto normale alia let- tera X si ha la tusione del foglietto interno. (Fig. 74). Osserv. XXXIX."^ — Alia fig. 69 si ha un blastoderma di cui la parte che forse puo dirsi embrione raggiunge la lunghezza di 0,76 mm. ; non si vede di formate che una linea primitiva assai irregolare. L'ho riportato perche a un ingrandimento di ^/j, da I'aspetto precise identico, anche nelle proporzioni, di quelle che ilGerlach (37) riporta, come il case piu provativo della buona riuscita dei suoi esperimenti, alia Tavola VIII, tig. 2. lo mi limito a riportare nelle figure 9-13 le sezioni della formazione in questione, •6 lascio al lettore di giudicare quanto sia duplice questo embrione; I'egregio 14^ autore lia nel suo caso scambiate per formazioui embi'ionali i due campi die giacciono lateralmente alia linea primitiva. Osserv. XXXIX. **" — Fig. 75. Fotografia diretta di un embrione di 1 giorno a 8 paia di protovertebre. La linea primitiva presenta un aspetto assai raro e molto interessante per quella insenatura o bottone del labbro posteriore che la ravvicina al caso della O.sserv. XV, fig. 24. Mancano le sezioni perche e un vecchio preparato raontato in balsamo. Riassumendo, possiamo trarro palle osserxazioni cho |)recedono le seguenti conclusioni riassuntive: r La linea primitiva presenta dalla sua tornia rettilinea e semplice, delle deviazioni notevoli e svariate, a forma di insenature c diverticoli pill 0 meno numerosi e profondi, che non di rado danno V a|)parenza come se la linea stessa fosse biforcata aU'estremo posteriore in due bracci, come qiielli di un'ancora; questi bracci assai spesso sembrano aperti ai loro estremi, ed anche in connessione coi margini dell'area pellucida, qnando si osservino gli embrioni nel loro insieme, pero le sezioni modi- licano le nostre idee sojira (jueste veilute, e dimostrano die i diverticoli stessi soventi volte lianno una lunghezzaeun valoi-e rcalealquanto diffe- rente in i)iii od in meno, e clie (juesti diverticoli non lianno atfatto connes- sione coi margini della pellucida, ma originano di per se indi])endenti. 2° Lo studio delle sezioni dimostra inoltre die, nella generalita dei casi, queste anomalie si determinano a spese di quella porzione poste- riore della linea primitiva die j)i"esenta una costituzionc sjieciale, direi anzi incompleta, die cioe viene costituita dalla fusione, per un tratto piii 0 meno ampio, dei due foglietti superiore e medio solamente, dotata di un solco xariamente jjrofondo ed esteso. II foglietto inferiore, perfetta- mente diiferenziato dagli altri due, e in questo tratto atfatto indipen- dente, e non partecipa alia formazione dei diverticoli in nessun modo, riunendosi agli altri soltanto cpiando la linea i-itorna in avanti normale, ovvero, se partecipa a formare i diverticoli, prende parte soltanto a (|uello di essi die e il piii anteriore, anzi in questi casi la fusione del fo- glietto interno comincia appunto in questo diverticolo. (Vedere i casi ddle tig. 1, 2, 3, 9, 12, 13, 15, 16, 24, U, 39, 40, 52, ()7). 1 tie casi delle tig. 23, 24, 20 ci presentano tre stadii di passaggio, cioe, il 26 una molto leggera irregolarita tutta a spese delta linea primiti\a completa, e il tratto di fusione dei due foglietti superiore e medio soltanto manca affatto, i casi 23 e 24 ci mostrano die questa parte cui non partecipa il foglietto interno costituisce nel 23 soltanto il labbro |)osteriore, e nel 24 il labbro stesso e il piccolo bottone. II caso della fig. 63 e assai |)iii eccezionale, a prima vista, e ci pre- — 148 — senta iin diverticolo anteriore che si determina a spese della vera linea molto in avaiiti del limite di fusione del foglietto interno; vedremo come sia una semplice apparenza e si possa riportare al caso comune. A qiiesto piinto credo utile riportare le osservazioni degli autori che mi precedettero nell'argomento, e che lo trattarono per altro piii per incidenza che per diretto proposito; per questo basteranno poche parole e uno sguardo alle figure date dagli autori (60. 28. 21. 37. 2. bibliograf.). Le osservazioni di Kupffer e Benecke (60) sui blastodermi di pul- cino e di passerotto portano incidentalmente su delle anomalie piuttosto leggere; le figure I, 4, o, II, 7 (60), non sono irregolarita ma latti nor- niali e li rammento soltanto perche gli autori su questi e simili dati spie- garono le altre irregolarita, quali si vedono nolle rimanenti figure. Le piii interessanti sono le fig. II, 9. II, VIII, 4, 3 (60), e si ricollegano con alcuni dei fatti da noi osservati; il loro interesse sarebbe invero molto maggiore se I'esame di sezioni in serie avesse controllato il fatto; sebbene si tratti di fotografic, il che osclude e vero ogni possibile inesattezza nella ripro- duzione, ma non e escluso del pari ogni dubbio sul giusto apprezzamento del fatto (vedere Osserv. I, XIII). In questa numerosa raccolta gli autori non I'iportano che un solo caso della fig. XII, 70 (60), e noi non ne ritroveremo uno simile nem- meno nella collezione deiri//rt-v del Duval (28), ne in quella del Da- reste (21) coi suoi 10 mila blastodermi osservati, ne del Gerlach (37) coi suoi mille esperimenti. Soltanto nell' embrione di destra del doppio riportato da Ah 1 fold (2) si puo credere di averc dinanzi un fatto simile. Anche nellc nostre ricerchc, mentre gli altri casi furonosi puo direot- fenuti tutti (pianti e in piii di un esemplare, non avemmo mai la fortuna di imbatterci in un caso simile; si potrebbe c vero, specialmentc dopo lo studio delle sezioni, riportare alio stesso tipo anche il caso della Wg. 23 e fig. 26, pero sono molto meno perfetti ; un poco migliore e il caso della fig. 24. Anche il caso della fig. 63 si puo considerai-e come un tipo simile in cui la linea primitiva e brevissima e la semiluna obliqua, tanto che il suo angolo di destra e diventato posterioi-e (lettera x), e a questo si unirebbe il tratto irregolare. La fig. 73 riporta un caso identico quasi alia sopra rammentata fig. XII, 70 di K. e B. (60), e con ({uesto e coi sopradescritti si puo fare tutta la serie dalla figura sopradelta al quasi normale della fig. 26. Questo embrione fu raccolto nel 1882 dal mio maestro Prof. Chiarugi, c conservato per la i-arita del suo aspetto, e non ne capito fino ad oggi nessun altro, nonostante la notevolc (juantita di blastodermi ed embrioni studiati nel suo Laboratorio in molte serie di ricerche. II Gerlach (37) riporta pochi casi di linee primitive irregolari nono- - 149 — stante abbia esarainate sopra a 1000 nova c al)bia cercato di renderlc ai- tificiahiiente anormali. Son (juesti : il caso della lig. 6, YIII dcirautoro, in ciii la linea e aU'estremo posteriore sonza solco e come rigonliata, I'altro caso della fig. 3, IX in cui la linea e breve e a margini deniellati; il caso inline della fig. 1, IX die presenta iin diverticolo |)osteriore, e la fig. o, IX simile al precedente. Per altro in questi dnc nltimi casi temo molto snlla esattezza della fignra in questa parte, cni del resto non era diretlamente rivolta Tattenzione dell'antore, perche, come si legge nelle prime pagine del suo lavoro (37), e come si vede nella sua Tavola I, per il Gerlach una bilbrcazione piii clie marcata dell'estremo posteriore della linea non e die un fatto normalissimo. D'altra parte mancano le sezioni ad avvalorare il ritrovato, ed e lecito, per le ragioni molte volte espresse, stare in dubbio sulla attendibilita e sicurezza del fatto. II Kupffer nel suo lavoro (62) sui rettili riporta in due figure (VIII, 8, 9) dei blastodermi di gallina faraona, nei quali non si vede altra lor- mazione die una linea |)rimitiva brevissima fornita di (\m diverticoli la- tei-ali die I'incrociano; pero in questo caso si lianno anche le sezioni, e le fig. IX, 10, 11, mostrano purtroppo die siamo in presenza di pieghe ca- suali die complicano la veduta d'insieme e non di vere formazioni intinia- niente connesse colla linea stessa. 11 Whitman (118) presenta un blastoderma in cui la linea, o nieglio il solco primitivo, oltrepassa I'area pdlucida e si prolunga i)er 11 blastoderma per una estensione del doppio almeno die non nell'area stessa e non cessa, ma finisce perclie il blastoderma ivi e tagliato. L' autore non ri- porta nessuna sezione, e questo induce molta incertezza nella valutazione del fatto, ma si limita a ricondurre il fatto stesso ad una k atavistic form of the Blasto of the chick » . II Duval (28) neW Atlas d'Einhriolofjie riporta qualche caso di linea primitix a un poco irregolare (vedere le figg. IV, OO, (jij, 08, V, 70. 70). Di nessuna di esse da ddle sezioni, perche (|uelle die nelle sue tavoie si ri- portano agli embrioni sono ritratte da altri a semblables » come didiiara a i)ag. 15 deir introduzione; del resto I'A. non da importanza al fatto e le sezioni via via corrispondenti ai singoli embrioni non interessano mai I'estremo irregolare della linea, salvo nel caso prime, e anche qui I'A. di- chiara esplicitamente che si e serxito di un altro embrione a eguale stadio, e nulla piii, di quelle riportato nella figura d'insieme. II Fa sol a (3o' riporta. senza figure e molto in breve, ({uattro casi in cui in embrioni di jiollo ebbe a riscontrare la presenza di un orilicio nel tratto anteriore della linea primitiva; in un quinto caso paria di un orili- cio, all'indietro del ({uale la linea era nettamente ajierta a forma di Y. il. z. ** — 150 — L'Hoffman (53) iiel caso di duplicita clie riporta con inolla preci- sione presenta pure incidentalmeiite una ii-regolarita ncl tratto |)osteriorc della linca primiti\a. Si trovano ivi due diverticoli prufondi, irregolari clie veramente nella veduta d'insieme (VIII, 1) non hanno aspetto molto deciso; i rapporti di questi diverticoli colla iinea non sono molto curati dall'A. clie si limita a tarne la ricostruzione (VIII, 12) e a ripoi-tare ap- pena una sezione (YIII, 11) die li colpisce, ed anclie e la piu anteriore e di minore interesse. Ad ogni modo VX. dice assai chiaramente clie questi diverticoli sono in diretta connessione colla Iinea principale, clie sono co- stituiti dalla fusione del foglietto supei-iore e medio ispessiti, e non fa pa- rola delFinferiore clie alia sezione riprodotta si vede passare completa- mente libero sotto alia fusione degli altri due nel diverticolo stesso. Questo reperto e dunque perfettamente d'accordo coi nostri per quanto se ne puo rilevare. 11 Mitroplianow (81) e I'ultimo osservatore, e quegli clie piii arric- cliisce le nosti-e cognizioni in proposito; egli riporta sei casi dei quali i\k solo il disegno in sui)erficie (vedi Tav. XV, 21, i2, 19, 20, 18, XIV, 17 deir A.) e tre casi rilevati da fotografie dirette dei blastodermi (Tav. XlII, 4, 3, 6). L'A. si trattiene a lungo sopra questi casi, dei quali pero non liporta nessuna sezione, e concludendo, ritiene clie talvolta ({uesti diverticoli j)os- sano rappresentare un residuo dell' atavico blastoporo a semiluna, in altri casi, i i)iu complicati, e incerto se ammettere piuttosto una fusione di due 0 pill solclii in uno. oppui-e una irradiazionc di formazioni multiple da uno stesso centro. Noi non lo seguirenio in queste ipotesi, clie del resto si liinita solo a proporre e non svolge ulteriormente, niostrandosene quasi jioco soddisfatto egli stesso. Riassumendo noi abbiamo nella lettcratui-a un materiale scarso, e quel die e peggio incomi)leto. [') Gli Autori, se pure rivolgono alia sfuggita uno sguardo ai fatti riportati, che veramente son tali da colpire I'attenzione di cliiuncjue, non foss'altro per la curiosita delta forma, trovano subito una comoda spiegazione I'iporlando il fatto ad arrcsto di sviluppo e alia for- mazione, come nei rettili, della semiluna, o come ha fatto il Mil rophanow si contentano di esjiorre dei dubbi e delle ipotesi senza approfondirc jier nulla la ricerca. (1) Questo forse dipeude d;i clie la Iinea primitiva 6 formazioue passecjgiera, e soltanto ricerche espressamente istituite a questo scopo possono dare occasione a numerose osservazioni. Aggiuugas inoltre che qtiesto studio da poclii fu iutrapi-eso e quasi mai direttameute fu rivolta 1' atteuzioue degli stndiosi alia Iinea priinitiva per se stessa, ma piuttosto alia formazione dei foglietti e ancbe alia for- mazione del canale neuroenterico, del tubo inidollare, ecc. : ed in genere in epoca in cui non cosi ade- guati erano i mezzi di studio, non cosi estese ed assodate le cognizioni di meccanica embriologica e di embriologia coiuparata, iuflne uou cosi nettamonte proposti i problemi che vi si riferiscouo. 151 Per qiiello die si riferisee a qiiesta lanto i-aiuiuentata seiuiluna, noi ci limitei'emo a richiamare Taltenzione su ({uanto fii detto |)iii sopra a ])!•()- posito (lella rarita di un simile reperto tipico in eontVonto eolla moltej)!!- cita degli altri fatti irregolari. Resterebbe qiiindi da determinai-si, se possibile, prima il (juantum e poi il valore e signilicato delle irregolarita osser\ ate e descritte. Sono le nostre delle irregolarita, delle anomalie (si permetta la pa- rola)? c in qiianlo deviano dalla regola? Per rispondere alia domanda riassumiamo in poche parole I'idee finoi'a espresse ed accettate sulla forma, costitiizione e signilicato della linea primitiva nei casi ritenuti normali. Noi troviamo nella letteratura una concordanza perfetta di tutti gli autori sulla forma e direzione della linea primiti\a, da ([uando e gia net- tamenle eostituila come tale, lino ai suoi sladi piii a\ anzati di involuzione. Per riguardo all'origine della stessa dai margini del blastoderma clie con- crescono, i)er il significato morfologico a qiiesto riguardo, per il siio av- venire, dopo una qualclie ineertezza nei primi autori, le vedute degli stessi si fanno concordi, ed oggi si i)uo dire regna sovrana, ed a ragione, la teoria della concrescenza. [His (oO), Hertwig (47), Mi not (78)]. Per riguardo alia struttura il disaecordo non potrebbe esser maggiore; i tre foglietti. clie costituiseono ivi I'embrione, hanno ricevuti i piii svariati rapporti dai singoli osservatori, ed anche i modernissimi sono tutt'altro clie concordi La derivazione del mesoderma dall'uno o dall'altro foglietto ha diviso sempre il campo, e in parte fu reflet to, in parte foi'se la causa di tanta diversita di opinioni. 1 foglietti embrionali essendo al piii in numero di tre Ic combina- zioni die di essi potevano aversi, ei-ano varie e ogiiuna di esse ebbe, si puo dire, sostenitori, V I tre foglietti sono completamente fusi lungo tutta la linea |)ri- mitiva, secondo le osservazioni di His (^8). Balfour pare si avvicini alio stesso concetto (7), Duval nello stadio di formazione (29). Prenanl (89), Hertwig (44). 2" I tre foglietti sono quasi tutti e tre indipendenti. Wolff (128). T L'Ectoderma e seni|)re indipendente secondo (lotte (381 4° L'Endoderma e seni])re indi|)endente secondo Balfour (8, 6, 10), Kollcr (o8), Kollikcr (o9), Gerlach (37;. 0° L'Ectoderma e fuso coUa massa comune dell'eso- e del meso- derma soltanto nella testa della linea primitiva, Duval (30) o solo nei tratlo anteriore mentre nei posteriore e libero [Rabl (93), Minot (79)]. Come si vede Topinione oggi prevalente e cpidla jirinia ed e, bisogna 15-2 (lirlo, anche quella elio piu si accorda colle vcdute, perfettamente dimo- strate del resto, del momento presente. In definitiva noi dobbiamo ammettere die nella linea primitiva si possano distingiiere per rigiiardo alia slruttura due stadi diHerenti, uii primo stadio, clie siissegiie immediatamente alia formazione della linea stessa, nel (piale la linea presenta le caralteristiche dei labbri blastoporici ed e formala dalla fusione di tiitti e tre i foglietli, ed uno stadio sueces- sivo in cui la riunione dei due labbri c piii progredita, e nel quale, come avviene sempre neU'embrionc dove i labbri di due pieghe si sono liu- niti, i foglietti ri|)rendono la loro indipendenza e si continuano respet- tivamente quelli di un lato con quelli delFaltro. Nella linea ])rimitiva questo fatto assume una modalita propria; dei tre foglietti il |)rimo a liberal's! e Finferioi-e, e incomincia il fatto nel tratto pill anteriore e piii antico, nel prolungamento cefalico; secondo alcunios- servatori si avrebbe anche nel tratto posteriore; a questo riguardo par- leremo piii avanti. Adesso crediamo opi)ortuno di richiamare le conclusioni alle quali ci condusscro le osser^azioni precedenlemente descritte, clic cioe « le irrego- larita si determinano a spese di quella porzione posteriore della linea che e costituita dalla fusione dei foglietti sui)eriore e medio ». Quali conclusioni possiamo trarre dalle osservazioni fatte, dalle teorie ormai assodate e dai risultati degli osservatori, per renderci ragione di queste forme irregolari e della struttura speciale die le accompagna? Eccole in breve. V Premesso die la linea primitiva degli uccelli si forma per concre- scenza dei margini del blastoderma (His, Duval) o labbri del blastojioro, i quali margini ])resentano la fusione dei foglietti; 2° Premesso die i labbri dopo essersi ravvicinati c fusi subiscono, 0 possono subire in stadio ulteriore le stesse modilicazioni die in ogni fu- sione embrionale dei labbri di due pieghe, cioe la liberazione dei foglietti e nel caso speciale quella del foglietto inferiorc ; T Concludiamo che il tratto posteriore della linea, nel quale rin- venimnio le irregolaritii e la speciale struttura, rappresenta una regione della stessa in cui la fusione dei due labbii e di data j)iu antica o e jiiu rapida forse che negli altri tratti della linea. Con qucsta conclusione noi veniamo a dar di cozzo in una exidente contradizione, perclie per la teoria della concrescenza accettata nella prima premessa il tratto |)osteriore e invece rullimo che ha la jiossibilita di fon- dersi; questo in tanto per V antica. Lasciamo ora in sospeso e \ediamo come puo la concrescenza spiegare le forme irregolari. 153 Uisogna invocare un arresto di sviluppo, iin iiicompleto concresci- mento dei margini jxm- intondeiv la |)o.ssibilita di quelle insenalure e di qiiei di\erticoli clie si dij)arl()n(», ora conic i bracci di un'aiicora, ora come i ti'onclii di un albero, dal tratto posteriore della linca. Ma allora col man- cato conci-escimento, collV/rmsVo di svilu])po, o anclie diciamo soltanto ri- tardo, come si accorda Ja maf/f/ior rapidila del |)rocesso, aniniessa nella conclusione? Fig. I. — (Da Duval). Siamo di nuovo in aperia contradizione tra la logica deduzione da una teoria perfettanienle pi'o\ata, e I'essenza dei fatti |)resenli; la conclu- sione S'*^ e infatti dimo.strata inipossibile per una dimostrazione, come si dice in matematica, ?i\Vassurdo. Ora ])oi ci crediamo autorizzati a cercare la s])iegazionc dei fatti in una i])otesi che, abbastanza sem])lice, rimuove ogni dillicolta. Ammetliamo che sia intervenulo al primo inizio della formazlone embrionale un lieve rallentamento nello svilu|)po, per cui i foglielti, nel tratto adiacente ai margini embrionali, non hanno avuto un incremento cosi rapido come di norma. Per il fatto della minore spinta ricevuta (His (30) fig. 1-10) i margini blastodermici invece di riuiiirsi come nel normale (tig, I, (i,h, c), sisono niantenuti allontanati(tig. 11, a, h, c), tlntanto die 11 cercine di concre- scenza si e tutto distaccato dal rimanente cercine di involuzione (tig. II, f/), cosi che a (|uesto punto siamo in presenza di un anipio blastopore limitato da un labbro anteriore ed uno posteriore, la forma del quale piuttosto che di seniiluna c quella di un ferro di alabarda, molto simile a quelle date da Ivupffer e Bene- cke (60) che si vedono alia Tav. I, ^, o, II, 7. '.. II. — 1, 2, 3, 4. Posizioni die pren- cle succeasivamente il cercine blasto- dermico 154 In seguito lo sviluppo lia progredito ancora, e mentre piano piano lo due meta del labbro anteriorchanno conlinualo a ravvicinai-si seguendo ([iiella linea regolare e determinata clie a loro segnano I'eredita e le leggi (ieirontogenesi, quelle del labbro posteriore in maniera multipla e irre- golare ripetono 1' atto della concrescenza e danno origine agli aspetti i pill svariati. Prima che le due meta del labbro anteriore si possano ravvicinare completamente, e concrescere nella linea primitiva lino ai propri estremi laterali, le due meta del labbro posteriore devono gia essere concresciute a costituire 1' irregolare prolungamento posteriore della linea stessa, e cosi puo aversi in questo tratto estremo una fusione di data |)iu antica che non nel tratto della linea primitiva ad esso iiiimediatamente anteriore. A confortare la nosti'a opinione preghiamo il lettore di rivolgere nuo- vamente lo sguardo aile figg, ii e 7o, dove la semiluna nel suo labbro |)osteriore e di contro alia linea primitiva, mostra Taccenno della con- crescenza collo stesso aspetto, col quale in stadi piii precoci, prendeva origine dal suo margine anteriore, per concrescenza, la linea primitiva. D' altra parte noi troviamo nello sviluppo dei rettili dei fatti analoglii a quelli da noi ammessi in ipotesi. Si osservarono, per adesso, aspetti molto simili soltanto in una specie, il Coluher Aesnflapii, per opera del Kupffer [e non credo ci siano altre osservaz^oni su questa specie (62)1. L'A. si li- mita a dare una molto breve descrizione del fatto e qualclie figura d'in- sieme, fra le quali si vede chiaramente la concrescenza all' indietro dei margini del blastopore. Seguendo poi le osservazioni fatte su altre specie di rettili [Kupffer(62),. Hoffman (o5), Weuckenbach (117), Born (12), Will (120 a 126), Mitsoukuri (72 a 76), Todaro (112), Strhal (110-109), Mehnert(70X Sarasin (107)], si trovano tutte in completo accordo per (juello che riguarda una certa partecipazione del labbro posteriore del blastopore a semiluna, nella formazione dell'asse primitive embrionale; questa partecipazione si esplica veramente nel fatto che il mesoderma si spinge indietro sulla linea niediana fnso coH'csoderma, ed ha valore per noi in tanto, in quanto si trova questo fatto normale e generalc in accordo con quelle speciale am- messo neir ipotesi da noi piii sopra emessa in deduzione dalle presenti ri- cerche. Dobbiamo in ultimo avvertire che di (juesta ipotesi ci \arremo anche per intendere il meccanismo di origine delle interessanti mostruosita dop])ie gia da me descritte (10"'', 10'") e che brevemente riassumo. aggiungendo un prospetto dimostrativo dei casi di duplicita eml)rionaria nel i)ulcino, dal quale si potra riconoscere (juanto scarsi furono i casi raccolti in — 155 — stacli precoci, e quanto piii scarsi ancora quelli studiati cosi completamente, da potero ad essi applieare con sicurezza i risultafi delle niiove idee sulla ongine c sul valore delle dirterenti i'onnazioni einbrionaii. Rammento il caso ri|)oi1ato nol primo lavoro (10"'*') alia Tav. II, fig. 2: e una duplieita antoriore e ad essa si applica bene la teoria della radiazione del Rauber intesa come vedremo piii soUo. Per la descrizione completa del caso, rimando alia predella memoria e aggiungo soltanto clie nella letteratura si riscontrano, come si ])ii() vcdere nel pi-osi)etto a pag. 160, i casi di Reichert 7, Dareste 14, lo, 16, Gerlach 33, Klaussner 3(> e Hoffmann 39 ('). L'altro, pill interessante, e il caso gia riportato alia Tav. 11 (10"''), fig. 1. Rammento qui soltanto die « in una veduta in su|)ei'ficie, Ic due formazioni embiionali giacciono una ai)presso dell'altra simmetricainente disposte, coll'estremo cefalico livolto I'lino contro l'altro dallo stesso lato e ricur\atc a modo di parcntesi clie si guardano colla concavita. Si av- vicinano coll' estrenio cefalico lino a O.oi, mentre posteriormente a|)paiono saldate insieme per tornare quindi a divaricarsi di nuo\o. » Nello studio delle sezioni si rileva die i due embrioni sono fusi completamente la dove principia la formazione midollare, o nieglio dove liniscc la linea primitiva, pero indietro si lianno due linee primiti\e perfettamente distinte e indi- pendenti, ed in avanti del i)ari due embrioni separati affatto tra loro. NeH'altro caso (10") Tav. lY, i due embrioni lianno uno s\ilui)po diffei'ente e I'uno di essi, il destro, e rudimentale, tuttavia cio non guasta per le nosti'c ricerclie, perclie I'arresto di svilui)po si e verilicato si)ecial- mente nel tratto anteriore deU'embrione c non nd posteriore che a noi pill clic ogni altro intei-essa. Per questo caso dobbiamo ripctcre le stesse didiiarazioni del prece- dente, e rimandiamo peril piii minuto trattamento al lavoro gia citato (10"'). Quale fu il meccanisrao di formazione dei doppi mostri sojiranomi- nati? Noi tenteremo di rendercenc ragione, contenii per ora di studiarne il meccanismo, e ben lieti se le cognizioni ]iossedutc oggigioi-no sai-anno bastevoli a sbrogliarc la matassa arrulfata di suo, e anche piii dalle molte discussioni die tutti, tilosoli e naturalisti, si credettero autorizzati di farci sopra. Vedasi Taruffi, Storia, ecc. (24)^. Per riguardo all'origine vera, alia causa impdlente del fatto, il tempo non e ancor giuuto; infatti, come vedremo, si formano i mostri doppi perche si formano due linee primitive, e noi non sappiamo i)erclie si formi veramente la linea primitiva, cono- sciamo bensi appeiui, e di recente, il meccanismo della sua foi'inazione. (') I uumeri si riferiscouo ai numeri del prospetto a pag. ICO. 156 II Raubcr (98) concretava in iin conosciutissimo suo lavoro una spie- gazione delle forniazioni multiple alia (|uale (la\a il nome es|)ressivo. se pure non giustissimo, di teoria della Radiazione (Radiations Tlieorie). L'A. infatti amniette clie in piii di un ])unto del blastoderma, per cause ancora sconosciute, si stabilisca un centre di formazione dell' em- brione, o meglio della linea primitiva clie ne e il prime segno, e cosi si enga ad avere quello che TA. sehematicamenle riporta negli schemi «, b, fig. Ill Fig. III. — (Da Eauber). La linea piimitiva i)er altro, gia lo dicemmo, e ormai di comune con- senso il resullato delle concrescenza del cercine blastodermico, e gii schemi del Duval (juantunque non esplicilamente informati a questa teoria rile- vano il fatto e lo dimostrano a perfezione (fig. 1, «, b, c). Noi dobbiamo quindi accettare la teoria del Ran be r, accordandola con quella della conci-escenza, e ammettendo la formazione di piii punti di concrescenza sul margine blastodermico e la lore ulteriore evoluzione ('), come dimostrano gli schemi stessi dell'A. un po' moditicati a questo ef- fetto (lig. Ill, a, b). Al Gei-lach (37) non parve sufliciente, o meglio completa, la teoria del Rauber, e per si)iegare le duplicita anteriori aggiunse un comple- mento, la biforcazionc; un'idea simile e abbastanza esplicita nella teoria del Rauber die i-ij)oi1a due schemi perfettamente accordabili con poche aggiunte alia teoria della concrescenza (fig. Ill, 6, c), basta infatti am- mettere che i due |)unti iniziali di concrescimento cadano molto vicini c (*) Ho pai'lato qni e altrove di pnuti di coucresceuza luultipli, di conciescenze avveimte o non avvenute, piii o raeuo rapide ; noi sappiamo clie la concrescenza secoudo 1' ipotesi dell' His e deter- minata dalla spinta raaggiore o minore che si determina nei rarii punti del blastoderma, per effetto molto probabilmente di proliferazioui cellular! piii o meno attive. Nelle ipotesi da noi emesse ci sa- rebbe facile il volere andare piii in la nella spiegazione dei fatti, c distribuendo ora qua ora IJl, quando cadano in acconcio, dei pnnti di maggiore o di minove attivitil cellulare, con questo spiegare le varie modalitk di concrescimento del cercine blastodermico. Mi limito ad accenuare che si potrebbe facil- mente prendersi questo lusso di teorismi, e non lo faccio perche mi parrebbe di sostituire un percM con un' altro perchd del par: osouro, e non essendovi per ora nessuna prova di fatto in favore di questo nuovo perche, credo pih logico lasciare la cosa impregiudicata e seguir la massima : In d^lbiis abstine. — 157 — si vedranno ben presto, date le condizioni permittenti, i due margini esterni rispettivi delle due foi-mazioni accollarsi reeiprocamcnte e rendere poste- liormente unica una loi'niazione, chc comparve duplice e rimase tale nel tratto anteriore e prime formato; giacche come accenna la male scelta pa- rola biforcazione, non si i)uo ammettere che la linea jii-imiliva formatasi unica poi si biforchi. L' A. del resto si fonda sul case da lui riportato alia Tav. VIII, fig. 2 del quale parlammu a proposito del nosti'o, lig. 69, e die non ha come Tedemmo nessun valore di duplicita embrionaiia. II Rauber ])iu tardi (100) ha risposto al Gerlach, e non riconoscendo la npeessita delta Icoria della biforcazione, com])let6 invece la |)roj)ria ag- giungendo \3i radiazione pas teriore. Noi, gia to dicemmo, concordiamo, colle debite e sopraesposte riserve, col llauber nella sua |)rima ipotesi, ma non lo possiamo seguire in quest'ultima. Gia Tabbiam dctto, non ci place Tespres- sione usata dall' A. di radiazione e meno ancora quella di centre cefalico di formazione, che adesso ri|)ete; inlatti non bisogna con parole male ap- pro])riate confondere le idee, perclie le formazioni embrionali di cui da esempio lo schema (fig. Ill, a)^ non si lormano dal centre ove hanno I'estremo cefalico e poi irraggiano vei-so la periferia, ma dalla pei'iferia convergono verso il centre. Ora i)oi I'A. riservando al caso predetto il nome di radia- zione anteriore, perche, al solito, sccondo la sua espressione si diparte da un centre di formazione cefalico, viene a parlare di una radiazione poste- I'iore, secondo la quale gli embrioni irraggerebbei'o da un centre di forma- zione caudate; si vedano in schiai-imento i due schemi ra. rp.^ rijioi'tati dal sue la- voro (39). Si comincerebbe adunque secondo il Kauber ad ammettere che a volte I'em- brione cominci a formarsi dall' estremo cefalico, a volte dall' estremo caudale; mi '""• '■^• , , 1 1 , . 1 c Centro di radiazione (?) (da Eanber). pare che a questo e non ad altro si do- scijemi. vi-ebbe conehiudere dope aver parlato di centri di formazione jirima cefalici e poi caudali con relative irradia- zioni ; e per ammetterlo bisognerebbe considerare sbagliate tutte le os- servazioni relative all'origine della linea primitiva, al di lei significato e all'accrescimento deU'embrione; bisognerebbe in una parola rinnegare il metodo sperimentale e far getto di una serie comjileta di dati di fatto per comedo di una teoria tutta speculativa: e noi non lo faremo. Infatti a che ])r6 Acnir fuori con una assurdita simile alia radiazione jiosterioi-e quando (lei casi di embrioni di uccello che si guardino per la coda, senza esser fusi, non se ne conoscono nella letteratura? Si conoscono tali casi (3 embrioni — 158 — raai i) nei pesei e negli anfibi, in cui anzi e molto frequente o la biforca- zioiie 0 la presenza di due embrioni, clic, applicati sulla sfera del vitello, si affacciano per il lore estremo cefalico I'lino di contro airaltro ad un polo di essa, mentre per le code sono molto vicini e sovente uniti, all' al- tro polo. Faceiamo il caso di tre embiioni p. es. di trota (specie molto stiidiata per le mostruosita) clie presentino la i-adiazione posteriore delRauber, avremo I'aspetto clie alia fig. IV, a, 5, e 1' A. avrebbe perfettamente ragione da questa apparenza di sostenere la sua tesi e il suo schema rp: ma, diremo noi, veniamo al modo di produ- zioiie deU'Embrione in discorso; noi avremo in un pi-imo memento I'aspetto clie alia lig. a, ' ' 1' Fig. IV. — rt Veilnta dal polo supe- segna la tinea punteggiata clie segue 1 ipote- riore; &idemdaipoioiiiferiore; " 11 I '^ linea del cerciue blasdoder- tico cercine blastodermico a questo stadio, mico aii' ultimo stadio. e soltanto di poi, passando per gli stadi in- termedi come ci insegna rembriologia di questi vertebrati (His (30), ecc.) verremo alio stadio della fig. b, quando cioc il cercine avi-a iuNolta tutta la sfera vitellina e si sara ristretto (linea c in 6, fig. IV) « come un anello di gomma attorno ad una sfera » i)assato clie ne abbia I'equatore, rav- vicinando [His (51, (32)] cosi secondariamente gli estremi caudali delle formazioni embrionali (*). Negli uccelli questo aspetto capzioso e ingannatore non puo esservi (e non fu niai Noduto infatti) perche il cercine blastodei'inico formativo del- I'embrione non giunge mai a passare, nonclie I'equatore, nemmeno il tro- pico della grossa sfera del vitello; I'embrione si distacca dal margine stesso molto precocemente. Infatti per mettere questi tre embrioni della trota, o di qualunque altro teleosteo,neiraspetto clieavrebbero assunto se nella pre- cisa identica maniera si fossero sviluppati in un uccello, noi dovremo ag- giungere la massa del vitello clie e negli uccelli, allargando del necessario il margine r puntcggiato nella tig. IV, ft, e riducendo cosi la formazione che nei detti pesci 6 sferica, all'aspetto di una callotta applicata su di una sfera pill grande. E allora come si vede alia lig. V siamo nei caso di una radia- zione anteriore, o per dirla con parola ])iii pro|)i'ia, di una converyenza. Accettiamo adiuKiue la teoria delta radidzione nei concetto cosi da (') M. Duval. (SO^"^^) Esprime lo stesso concetto implicitaniente quando dice pag. 181 : « Mentre negli uccelli due linee primitive su di uno stesso blastodernia possono rimanere iiidipendenti per le lore estremit^ posteriori; nei pesci ossei queste due linee primitive giungeranno fatalmente a confon- dersi per queste estremitS, al momento della occlusione del blastoporo.... » Tuttavia poco piii oltre ac- cetta senz' altro la teoria di Eauber (pag. 186). — 159 — Fig. V. — Lettere corrispon- lienti ;i quelle della flg. IV. noi esposto piii completo c (rat'cordo eon la teoi-ia della eoncrescenza; con essa spieglieremo in maniera soddisfacente il meccanismo di forma- zione dell' embrione di eui a Tav. II (10''''), ma non lo ])otremo egualnienle per i due altri. Per gli enibrioni, di eui a Tav. II, 1 (10""), IV (10"'), noi siamo obbligati a i-ieorrere alia nostra ipotesi di una eoncrescenza ))er opera del labbro posteriore del blastopore, come ab- biamo accettato ed esposto a proposito delle linee primitive irregolari (pag. lof). Considerazioni simili dovremmo adesso ri- petere ; ci limitiamo invece a rif'erirci ai due scliemi tig. II, e, f, che a i)ai-ei' nostro danno ragione del fatto che due linee primitive si contbndono indietro ed emettono due distinti prolunga- mcnti posteriori. Riassumendo, noi ci crediamo autoi-izzati a venii'c alle scguenti con- clusioni per ({uello che riguarda il meccanismo di formazione delle mo- struosita multiple. 1° I casi di molteplicita nei quali gli embrioni rimangono indipen- denti [casi del prospetto a |)ag. 1(>0, N. 1, I, 3, 0, 21, 22, 23, 20, 27, 28, 31, 32, 3i], ovvero si tbndono per un tratto piii o meno esteso della loi'o por- zione anteriore, rimanendo posteriormente indipendenti gli estremi caudali [casi 2^^4,3,9,10,11,12,13,17,18, 19, 20, 24, 25, 29, 30, 3o, iO, 12], si spiegano colla comparsa e successiva evoluzione di due o piii centri di eoncrescenza compai'si in punti piu o meno lontani dal cercine blastodermi- co ; cioe a dire colla teoria della radiazione intesa come sopra fu dicliiarato. 2° I casi in eui gli embrioni rimangono indi|)endenti dal loro tratto anteriore, e sono invece posteriormente uniti in una linea |)rimitiva sem- pre e completamente unica, si spiegano coUo stesso concetto ammettendo la modalita die agli schemi fig. Ill, h, c [casi N. 7, 0'"' (?), li, 13, 10, 33, 30, 39, 43 (?)]. 3° Nei casi nei (|uali gli embrioni sono indipendenti nel loro tratto anteriore, fusi per un certo tratto delle linee primitive, e nuovamente indipendenti pel restante della linea indietro; noi ammettiamo la parteci- pazione del labbro posteriore del blastoporo, t'ormatosi in condizioni s|)e- ciali, nel quale labbro, come neiranteriore, si sono determinati due punti di eoncrescenza e di formazione embrionai'ia. Schemi, fig. II, e, f. Questa spiegazione e necessaria per i due casi da noi riportati, che per ora sono e vero i soli conosciuti; salvo torse il caso dello Ptizin (90) (Prospetto 38), abbastanza completamente descritto. 160 — Prospetto delle mostruosita doppie finora osservate in embrioni di uccelli e schemi che le rappresentano. (') AUTORE Tipo della mostruosita Osservazioni in superficie Studio delle Sezioni 1 2 2bis 3 4 5 6 gbis 7 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 G. F. Wolff (130)... Idem Von Baer (5) Allen Thompson (1) Idem Von Baer (4) Eeichert (102) Brucli (17) Reichert (L02) Idem Donitz (27) Ahlfeld (2) Idem Idem Eauber (93) Dareste (21) Idem Idem Idem Idem Idem Idem Idem Idem )C Embrioni di 6 giorni indipenden- ti « sibi invicem propinqui ». « Non nisi incubatum.... mos- truum.... bicorporeo instruc- tum ». Embrioni opposti per il vertice e fasi (54 ore). Linee primitive 16-18 ore indi- pendenti (?). Embrioni opposti per il vertice e fusi. Duplicita posteriore, 24 ore. Embrioni opposti pel vertice li- beri (48 ore). Diclierdus {?). Duplicita anteriore (3 gioi-ni). JJue embrioni con area pellucida propria. Embrioni opposti pel vertice e fusi (3 giomi). Embrioni come sopra (90 ore). Embrioni a vertici convergenti fusi. Duplicita posteriore (36 ore) Embrioni opposti pel vertice e fusi. Duplicita anteriore. Eta? » cefalica. » anteriore. Embrioni paralleli, vertice fuso. Embrioni opposti pel vertice e fusi. Embrioni convergenti pel verti- ce e fusi. Embrioni uniti joer le parti late- rali della testa. Tre embrioni indipendenti.? Embrioni liberi sebbene vicini « il n'auraient pu se souder que par les annexes ». Sezioni concordan- ti colla veduta in superficie. Y^ 7"" X 15 16 17 Y j7 > !i^' 20 21 )? ^2 (') I nnmeri d' ordine del Prospetto corrispondono a qnelli degli schemi. 161 42 4c) o a la AUTORK Tipo della mostruosita Osservazioni in superficie Studio delle Sezioni 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 i 1 34 35 36 37 38 39 40 41 i 42 |43 Dareste (21) Idem Embrioni uuiti lateralmente pel tronco (?). Embrioni uniti per la testa, con- vergenti. Embrioni come sopra. Tre embrioni in 2 aree. Indip. Tre embrioni indipendenti. Embrioni 3 in due aree (2 giorni e mezzo). Embrioni opposti al vertice, Fu- si (?). Incompleto (86 ore). Embrioni convergenti fusi per la testa (4 giorni e mezzo). Embrioni indipendenti ravvici- nati (4 giorni). Embrioni convergenti, indipen- denti (20 ore). Embrione. Duplicita anteriore (48 ore). Linee primitive oppostepel ver- tice. Indipendenti (?). Duplicita posterior e (50-60 ore). Duplicita anteriore. Triplice embrione (?). Duplicita anteriore e posterioro. Duplicita anteriore. Presentazione di un Deradelfo. Embrioni in due aree. Indip. Duplicita posteriore. Fusione dei vertici. Duplicita (?). Moltiplicita (?) an- teriore. Si vede la completa indipendenza dei ; due ravvicinati. i Poche e tutte an- teriori. Fusione della plac- ca midoUare al 3° | medio. Linee pri- mitive indipend. ] Dimostrano la uni- cita posteriore. ' Sezioni che dimo- strano la unicita 1 posteriore. 11 III soltanto e costi- tuito da tutti e 8 i foglietti fusi. Le altre paiono pie- ghe deir ectoder- ma ispessito. Idem Idem Moriggia (82) Eauber (94) Idem (98) Idem Gerlach [37) Idem Idem Bourkhardt (14) Mitchel (85) Klausner (36) Hancock (42) Ptiziu (90) Hoffman (53) Dareste (24) MitrophanoAv (81) . . Idem Idem NB. - Si deve aggiungere i L case triplice di Koch (56''*^) die nc nho potato vedere. — 162 — SPIEGAZIONE DELLE FIGURE Embrioni di pulcino di 33 a 40 ore Tavola II. * Le figure 7, 8, 45. 48, 73, devono ritenersi invertite trasportando la de- stra a sinistra e viceversa. Fig. I. 2. — Embrioni molto precoci ^^/^. Fig. 3. — Tratto posteriore di un embrione a 6 paia di protovertebre. ^\ Fig. 4. — Sezione trasversa dell' embrione a fig. 1 pel tratto posteriore della linea primitiva ^Vi- Fig. 5. — Sezioue c. s. a livello del diverticolo laterale destro ^Vj. Fig, 6. — Sezione c. s. dell' eaibrione della fig. 3 a livello del primo diverticolo a sinistra della linea primitiva ^~/i- Fig. 7.* — Sezione c. s. dell' embrione della fig. 2 a livello del tratto posteriore della linea primitiva ^Vj. Fig. 8.* — Sezione c. s. assai anteriore, all'inizio del diverticolo destro '^■'^l^. Fig. 9. — Embrione a 5 paia di protovertebre, tratto posteriore •■^/\. Fig. 10. — Embrione a 6 paia di protovertebre, tratto posteriore -■^/\. Fig- 11. — Embrione senza accenno di protovertebre, tratto posteriore ^^/^ Fig. 12. — Embrione a 5 paia di protovertebre, tratto posteriore ^'^j^. Fig. 13. — Embrione a 6 paia di protovertebre, tratto posteriore ~^l^ Fig. 14. — Embrione senza traccia di protovertebre, tratto posteriore -^/^ Fig. 15. — Embrione c. s. ~^/^, Fig. 16. — Embrione c. s. -'"t'^. Fig. 17. — Sezione trasversa dell' embrione fig. 14 pel tratto posteriore della 1. p. a livello del primo diverticolo a destra *Vj. Fig. 18. — Sezione c. s. a livello del secondo diverticolo, tratto di maggiore ampiezza '~/'j. Fig. 19. — Sezione c. s. dell' embrione della fig. 15 nel tratto posteriore della 1. p. ^Vi Fig. 20. — Sezione c. s. a livello del tratto intermedio ai due diverticoli (piano di sezione un poco obliquato posteriormente a destra) -^/^. Fig. 21. — Embrione a 3 paia di protovertebre tratto posteriore -V^ Fig. 22. — Embrione a 5 paia di protovertebre c. s. -%. 27 * ' Fig. 23. — Embrione a 10 paia di protovertebre e. s. — — "• • . * ■ 27 ^ ' Fig. 24. — Embrione a 9 paia di protovertebre c. s. — —--• Tavola III. Fig. 25. — Embrione a 5 paia di protovertebre, tratto posteriore '^/j. Fig. 26. — Embrione a 2 paia di protovertebre, c. s. •^/^. Fig. 27. — Embrione a 6 paia di protovertebre, c. s. --/i- Fig. 28. — Sezione trasversa dell'embrione alia fig. 24, tratto posteriore della 1. p. "/,. Fig. 29. — Sezione c. s. dell'embrione della fig. 26 a livello del rilievo mediano nell'estremo posteriore della 1. p. '^'';\. — 163 — Fig. 30. — Area embrionale quasi completa -■^/j. Fig. 31. — Enibrione senza protovertebre ne doccia midollare, tratto post. ^3/^. Fig. 32. — Embrione a 3 paia di protovertebre, c. s. -^f^. Fig. 33. — Embrione a 3 paia di protovertebre, c. c. -3/^. Fig. 34. — Area embrionale completa ^V^. Fig. 35, — Sezione trasversa dell'embrione fig. 31 pel tratto posteriore dila- tato della 1. p. '^Z^. Fig. 36. — Sezione c. s. della embrione fig. 32 pel tratto posteriore dilatato della 1. p. «/i. Fig. 37, — Sezione c. s, della embrione fig. 33 pel tratto trasversale all'estremo posteriore della 1. p. ^Vi- Fig. 38. — Embrione a 10 paia di protovertebre '^,\. Fig, 39. — Embrione a 3 paia di protovertebre -"Vj. Fig. 40. — Embrione a 6 paia di protovertebre -■^/\. Fig. 41, — Embrione a 5 paia di protovertebre •■\\. Fig. 42. — Sezione trasversa dell' embrione della fig. 39 all'estremo posteriore deir embrione *'/i . Fig. 43. — Sezione c. s. all' inizio del diverticolo *Vj. Fig. 44. — Sezione o. s. al limite anteriore del diverticolo ^'/^ . Fig, 45*. — Sezione c. s. dell' embrione della fig. 41 a livello dei bracci poste- riori della 1. p. '*^,/j. Fig. 46. — Sezione c, s, dell' embrione. fig. 40, all' estremo sdoppiato della 1. Fig. 47. — Sezione c. s. dell'embrione, fig. 40, all' inizio del diverticolo ^Vi- Fig. 48*. — Sezione c. s. dell'embrione della fig. 41 di poco posteriore alia fig. 45«/i. Fig. 49, — Embrione ad 8 paia di protovertebre ^%, Fig. 50. — Embrione senza traccia di protovertebre -'^/j. Fig. 51. — Embrione a 6 paia di protovertebre ~^/^. Tavola IV. Fig. 52, — Embrione senza traccia di protovertebre -^/^ , Fig. 53. — Sezione trasversa al punto d' unione dei due bracci primitivi nella 1. p. dell'embrione alia fig. 49 '^,j. Fig. 54. — Sezione c, s. dell' embrione, fig. 52, interessante il diverticolo po- steriore '*^^, Fig. 55. — Sezione c. s. che interessa il diverticolo anteriore ^^ j . Fig. 56. — Sezione c. s. dell'embrione, fig. 51, al tratto d' unione del diverti- colo colla 1. p, ^'/'i. Fig. 57, — Sezione c. s, alquanto piu anteriore *'',\. Fig. 58. — Sezione c, s, clie piu anteriore colpisce il diverticolo al suo estremo anteriore a sinistra '^f^. — Nolle fig, 66, 57, 58 la linea di sezione e assai obliquata a sinistra e indietro come indica 1' asse di sezione della fig, 51. Fig, 59, — Embrione senza traccia di protovertebre -^j. Fig, 63, — Embrione con prima traccia di doccia midollare •'>/^^. Fig. 61, — Embrione senza traccia di formazioni midollari ^^/j. — 164 — Fig. 62. — Embrione a 3 paia di protovertebre ^^/j. Fig. 63. — Embrione a 4 paia di protovertebre -''/^ . Fig. 64. — Sezione trasversa dell' Embrione alia fig. 61 pel tratto dilatato del diverticolo destro posteriore '\'i. Fig. 65. — Sezione c. s. dell' Embrione alia fig. 62 al panto di fusione dei due diverticoli ^"/j. Fig. 66. — Sezione c. s. piii anteriore pel tratto dilatato che imraediatamente procede ^V^. Fig. 67. — Embrione a 5 paia di protovertebre -7i. Fig. 68. — Embrione a 6 paia di protovertebre -'^f^. Fig. 69. — Embrione irregolare senza traccia di formazioni midollari. Strap- pato un poco nel centro '^V^. Fig. 70. — Sezione trasversa dell' Embrione alia fig. 67 all' unione dei due di- verticoli posteriori ^'W Fig. 71. — Sezione c. s. corrispondeute al sinistro dei diverticoli anterior! ^'Vj. Fig. 72. — Sezione c. s. dell' Embrione della fig. 68 molto posteriore, incontra i diverticoli medio e sinistro 'V|. Fig. 73. — Sezione c. s. per il tratto di fusione dei tre bracci ''^/j. Fig. 74. — Sezione c. s. in un tratto anteriore assai ^V^. Fig. a. — Sezione c. s. dell' Embrione fig. 69 estrema posteriore della 1. p. ^-/|. Fig. b. — Sezione c. s. nel tratto medio della 1. p. ^7^. Fig. c. — Sezione c. s. nel tratto dilatato della 1. p. ^-/\ Fig. d. ~- Sezione c. s. sul tratto immediatamente seguente ^~/|. Fig. e. — Sezione c s. nel tratto estremo anteriore, 1' Embrione cessa dopo 2 sezioni ancora •^- ^. Fig. 75. — Embrione di 1 giorno ad 8 paia di protovertebre ^V|. e. esoderma. — m. mesoderma. — i. entoderma. — x. livello di fusione di tutti e 3 i foglietti. — a. area pellucida. — ar. area vascolooa. — p. linea e solco primitivo. ~ c. prolungamento cefalico. Bibliografia. 1. Allen Tliomsou. — The London and Edimburg. Mouuthly Journal, 1844. 2. Alilfeld. — Beitriige znr Lehre von der Zwillingen. Archiv fiir Giu.Hkologie. Bd. IX, 1876. ;5. v. Baer. — Ueber Entvvickelungsgeschiclite der Thiere. — Kiinigsberg, 1828. 4. Memoires de l'Acad6mie de St. Petersburg. VI S6rie, Tome IV, 1845. o. Meckel's Archiv fiir Anatomie nnd Physiologie, 1827. 6. Balfour. — Memorial Edition. — Loudon. 7. On the early developpement on the Lacertilia together with same observation on the primi- tive streak. (Quarterly Journal of Micr. Science, vol. 29, 1879.) 8. On the disappearance of the primitive groowe in the Embryo Chick. (Microscopical Journal, 187.3.) 9. 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(Con tav. VI) Eicevuta il 2 ginguo 1897. ii vietata la riproduzione. Sc si coii.sullano i tesli, ancho piii roecnti, sia generali di Analomia o(\ Tstologia uinana, clic speciali suirAnatomia od Tslologia doli'occliio, lion si trova ncssiiii rifhianio alia prosenza di lihrc! clasliclK! ntd tcs.siilo — 168 — proprio della glandola lagrimale. Solo da qualche aulorc si acccnna in gencrale al tessuto olastico di cui e ricca la eapsula librosa clie sta at- lonio alio grossc glandolc, (') cd il Carlo Martinotti in una sua nola (lescrivc brevcmentc le iibre elastichc clie vanno tra gli spazi intci-glan- (lolari delle glandolc di Lieberkiin. [) Portato per allro ricercho ad esaminaro dollo glandolc lagriniali umanc, volli cimcntarc (Idle sezioni col metodo di Unna-Taenzer ed i I'csultati ottenuli mi incitai'ono a fame breve studio. E diro subito clie adoprai la colorazione coll'orceina e non le iniprc- gnazioni metalliclic, i)crclie in primo luogo non potevo disporre di nia- Icrialc frcschissinio, cd in secondo luogo perchc coH'orccina non si lianno dci rcsultati talora inccrti cd incompleti come colic impregnazioni nic- lalliclic, c si ottcngono invcce scmprc dci prcjiarati chiari cd clegantis- simi, c si mettono in evidenza maggior numero di Iibre elastichc, anclic nei casi dove queste sono sottilissime. Oltre di cio coll' orccina si lia il vantaggio chc rimangono debolmcnte colorati anclie i tessuti con utilita per la lopogralia del prcparato. IIo \olulo insistere sulla bonta di tale metodo perchc un noslro collega in un recente lavoi-o (*) sul tessuto clastico dcH'occhio, dice chc coH'orccina Ic librc elastichc non si prescntano cosi abbondanti come col- r impregnazioni metalliche. 10 so chc abbiamo ottenuti dci prcparati bcllissimi, complcti e motto dimostrativi. Ma su talc ai-gomento ritornei-a a hingo il mio col- lega dottor Al fieri in un suo lavoro suite libi'c elastichc del nci-\o ottico. 11 segreto della buona riuscita del metodo sta in certe piccolo mo- ditlcazioni nclla sua tecnica, moditicazioni chc non dovrebbero cssere dimenticate da chi lavora al microscopic. lo seguii vcramcnle il metodo del Livini, Q chc non e chc una modilicazionc a quelle di Unna- Taenzer. Solo bisogna dellc due soluzioni fare una miscela mollo al- hingata (cd in cio consistc la supcriorita del metodo Livini) e lasciarvi le sezioni a lungo ilno a chc si sieno colorate anche le librille piii sot- lili. II Livini pcro dice di lasciare Ic sezioni nclla miscela da sera a mattina, ma io osscrvai chc, mcntrc le grossc fibre elastichc si colora\ano 0 Fusari e Monti. —Compendio d' Istologia generale. — 1891, pag. 240. (^) Martinotti C. — Della reazione delle fibre elasticlie coll' uso del nitrate d'argento e del ri- snltati ottenuti. (Oiornale della li. Accademia di medieina di Torino, Anno 1888, u. 6-7). f) Bietti. — Coutribnto alio studio del tessuto elastico nell' occliio. {Arch, di Ottalm., vol. IV, lasc. 7-8, 1897.) (') Livini. — I3i una modiflcazione al motodo di Unua-T aonzcr. {Monil. Zoologico Itcdiano, anno 7, n. 2, febbraio 1897.) — 169 — in 24 a 18 ore, le esili librillc i)eriacinose si i-esero evidenti solo dopo molto tempo, e non ottenni una colorazione completa clie ail' 8"-10" giorno, lasciando inoltrc le sezioni nel terraostato a 37°- E ben si vero che, da to il tessuto speciale della glandola lagrimale, il fondo assumeva una colorazione troppo intensa, die riuscii pero a di- ininuire notevolmente con una lunga lavatura delle sezioni in alcool a 90° e con una piii lunga permanenza nel creosoto, senza che percio si decolorassero le libre elastiche. Accennato cosi breveniente alia tecnica passo alia descrizione del decorso dellc fibre elastiche nella glandola lagrimale. Come si sa la glandola lagrimale ha una capsula di connettivo ab- bastanza spessa, (Vedi ligura, a) nella quale decorrono grosse fibre ela- stiche, e la maggior parte })arallele alia superficie della glandola. Da queste si staccano altre libre che si insinuano fra gli acini glan- dolari (Yedi figura, r), e che intrecciandosi ed anastomizzandosi fra di lore, formano una intricata rete che fa parte del tessuto connettivo di so- stegno proprio della glandnla, connettivo che tiene insieme i varii acini e che divide la glandola in lobi e lobuli. Raggiunti gli acini glandolari le fibre elastiche formano un fitto reticolo, che si applica alia membrana propria di ogni acino e lo circonda. Fibre sottilissime si staccano da que- sto reticolo esterno e penetrano nell' interno deH'acino attraversandolo da un punto all'altro del suo diameti"o. Tutte queste fibre si anastomiz- zano con quelle che circondano Tacino vicino costituendo cosi una vera impalcatura elastica die chiude ogni acino glandolare. Nei punti di intersezione o jier meglio dire nelle losanghe connetti- vali fra acino ed acino le libi-e elastiche riunendosi ed intersecandosi fra di loro formano del gomitoli cosi arruft'ati che impossibile sarebbe una descrizione. Intorno ai dotti escretori (Vedi figura, b) le fibre elastiche danno luogo ad un intreccio spesso e caratteristico che occupa tutto lo spessore della propria avventizia connettiva, e che e paragonabile a quelle che cir- conda i vasi proprii della glandola (Vedi figura, r/), formando in questi punti delle elegantissime reti che spiccano subito a piccolo ingrandi- mento, e da cui partono fibrille che s' intrecciano colle reti periacinose. Pisa, maggio 1897. Spiegazione della figura. a — Capsnla propria della glandola lagrimale. c — acini glandolari. 6 — Dotto escretore. d — Vasi proprii della glandola. M. Z. — 170 — Di un appareccliio micro-fotografico e di un nuovo metodo per eseguire microfotografie colla luce del giorno riflessa dallo speccliio del microscopio PEL DoTT. ANGELO RUFFINI LIBERO DOCENTE d' ISTOLOGIA NORMALE NELLA R. UNIVERSITA DI BOLOGNA. (Con fig.) llicevnta il 22 gingno 1897. E vietata la riproduzioue . Nel brcvissimo tempo clie io ho jiotiito dcdicare alio studio della mi- crofolograda, mi son doviito convincere dolla mancanza di un metodo semplice per ottenerc delle biione negative e di un appareccliio micro- fotograiico corrispondente, per le sue dimensioni e per la sua costruzione, alia semplicita e lacilita del metodo escogitato. Perclie un appareccliio micro-fotografico si avvicini per quanto e possibile all'ideale pratico, e necessario possegga questi pregi: a) Pi'czzo mite (condizione questa capitate per i tempi die corrono); b) Piccola mole, quindi leggiero, allinche si possa facilmente ri- muovere o trasportare; r) Che permetta la massima facilita nel maneggio del microscopio e cio per la presa della luce, per la messa in fuoco, per regolare il dia- framma e per il cambiamento successive rapido delle immagini da foto- grafare; (I) Spostamento del soffietto molto lungo e da eseguirsi colla mag- giore rapidita possibile. Nessuno dei piuttosto numerosi apparecchi oggi in use possiede queste qualita. Quelli piii completi (Modelli Zeiss e Koristka) oltre ad essere molto voluminosi, non si prestano ad un maneggio facile e rapido ed il lore prezzo, unite a quello degli accessor! dei quali abbisognano, li rende accessibili alle finanze dei soli grandi Istituti. Ouelli piii semplici (come il modello Yanghetti) mi sembrano addirittura insuflicienti ed inadatti ad otlenere risultati anche metliocri. A questi fatti ed alia mancanza di un buon metodo io credo deb- bano precipuamente attribuirsi i pochi e quasi inapprezzabili vantaggi che la microfotografia ha potuto tinora apporlare alle scienze micro- grafiche. Spinto dal desiderio di migliorare possibilmente questo mezzo d'in- dagine, che potrebbe diventare tanto utile e tanto vantaggioso per tutti, — 171 — esposi il mio piano airamico Gino (iavazzi, (lilcltante meccanico, il quale si accinse siibito alia costriizione deirAppareccliio, coadiuvato dalio stiidente in medicina Gino Picconi. Si deve alia intelligenza di questi miei giovani amici se rApparecchio pote riuscire anclie snperiore alle mie aspellative ed a quello die io slesso avevo immaginato. Essendo cosi adunque I'Apparecchio riuscito perfetto anehe dal lato meccanico, proposi al sig. F. Koristka, costruttorc ottico-nieccanico a Milano, di poilo in commercio, esponendogli nello stesso tempo il me- todo 'da me ideato e seguito per ottenere facilmente delle buone micro- fotografie. II sig. Koristka provo il mio metodo c lo troYo buonissimo e ])ratico per avere ottenuti anch' egli degli ottimi risultati e riconobbe anclie utilissimo il mio Apparecchio, tanto clie si assunse 1' impegno di farlo' costruire e di |)orlo in commercio (^). Deir Apparecchio L' Apparecchio ha un piano di legno, sul quale sono inpiantate duo colonnette, scanalate nella loro faccia interna. Un telaio rettangolare, die puo inalzarsi ed abbassarsi a mezzo di una vite a galletto, scorre nolle scanalature delle colonnette. Su questo telaio rettangolare sono lermati i due telaini del sotlietto, dei quali rinferiore e fisso ed il sujieriore, che e destinato a ^ ariare la distanza fra lo chassis e 1' oculare del mi- croscopio, si muove per mezzo di una vite a passo ra])ido munita di manovella. Per cui FApparecchio gode di due movimenti a slitta: di quello del telaio scorrevole, che inalzando ed abbassando tutta la ca- mera oscura 1' adatta alle diverse altezze del microscopio e di quello del telaino mobile del soflietto, regolato dalla vite a passo rapido, che va- riando, come si disse, la distanza fra Oculare e chassis, serve ad ottenere le immagini piii o mono ingrandite delF oggetto die si vuole fotogralare. L'apertura massima del sollietto e di metri 0,40. Come vedesi adunque, I'Apparecchio e del tipo vcrticale. Io credo sia quasi sempre da jireferire questo tipo a quello orizzontale, perche oltre alia maggior comodita offre anclie il vantaggio di poter fotografare preparazioni fresche, cio che in date circostanze puo riuscire molto utile. Pero e indispensabile che il tipo verticale possegga anche lo sposta- mento orizzontale e cio costituisce una delle novita piu utili del mio Ap- parecchio, nd quale questo spostamento si ottiene mediante cerniere a spina mobile, situate nella parte inferiore delle colonnette. (*) F. Koristka. — Catalogo illnstrato descrittivo, n. 9, Milano 1897. 172 — Ouanto sia utile qiiesto spostamento si potra comprendere fAcilmente dalla breve esposizione clie qui faro del modo di servirsene. Disposto e messo in piano rAppareccliio sopra una panca dell' al- tezza di 4o-oO eentim., levo le spine delle cerniere sopra descritte e di- spongo orizzontalmente tutta la parte superiore del medesinio. Porto il microscopio sul piano di le- gno e lo colloco nei punti, pre- cedenteniente segnati, corri- spondenti al punto centrale del vetro smerigliato e conse- guentemente al \nm\o cen- trale delta lastra lotogratica. Collocato cosi il microscopio, io lio tutta la liberta possibde per prendere il miglior punto di luce e disporre nel modo migliore rimmagine da foto- grafare, spostandola o cam- biandola sccondo il bisogno. Non essendo disturbato dalla camera oscura e dai telai clie serTono a sostenerla, si puo a questo momento manovi-are il microscopio come sul tavolo da lavoro; (piesto a me pare un grandissimo vantaggio. Fissato il campo da foto- [ grafare e trovata la luce con- veniente, riporto la camera oscura nel sense verticale, col- loco a posto le spine delle cer- niere ed unisco il microscopio alia camera oscura per mezzo di un ma- nicotto di panno nero, stringendolo accuratamente al tubo portaoculari,. afiinche nessun raggio luminoso passi fra esso cd il tubo medesimo. Per regolare il diaframma e per la manovra delta vite micrometrica non c' e bisogno di alcun aiuto o congegno, potendo ognuno da se stesso fare qualunque movimento, stante la piccola mole deH'Apparecchio. Questo e il mio modo di procedere che, come vedesi, e semjilice e molto comodo. Lo spostamento orizzontale poi e regolato in modo che si possono' — 173 — comodamente cseguire inicrorologralio aiu'ho in (|iiesla |)(>sizi()no ed in tal caso rAppareecliio |)iio benissimo serxiro come (|iiolli del lipo oriz- zonlale. Cosi ([uest'Apparccchio ini pai'o possogga tiitii i pi'cgi leoricamenlc desiderabili ed ciuimerati gia nel |)rinci|)i() di (jiicsta iiola, cioo: |)rezz() niitc ('), piccola mole, massima larilila ncl maneggio del inicroseopio, spostanienlo del sollielto inollo liingo e da esegiiirsi colla inagglore i-a- pidita possibile. Del metodo Se si lamentava fino ad ora la maneanza di iin Appai-eceliio miero- lotogralieo semplice e di poca spesa, non ei-a meno senlllo il bisogiio di poler trovarc iin mezzo ondc ottenerc dei buoni lologranimi senza (lover ricorrcrc alia luce artiliciale (mezzo sempre cosloslo ed alia poi- Inla di ])(K'1h) od ai raggi solari il ciii im|)iego, aflidato al biioii \olere delle slagioni, licliiede sempre delle mano\re liinglie e die spesso mel- loiio a diiro cimenlo la pazienza dell' osserxalore. La miglior luce e la luce dilTusa, rillessa dallo speccliio del micro- scopio e condensala (lairAj)|)areccliio d'Abbe. Oltinui se il tempo s;ira bello, buona andie se nuvob so, purclie il cielo non sia copcrlo da niiNo- loni grigi. lo lio applicnlo alia microfologralia il pi'incipio in iiso presso i I'olo- gi'ali, alloirhe \ogliono fi|)r()dui'i'e inlerni, l)assorilie\i. (piadi'i o disegni. II (pull |)i-iuci|)io consiste neiradoj)ei'are dialVaninia mollo slrello, jjose nmllo lunglie e lastre non rapidissinie. Le laslre Moncklioven sono (pielle die danno le migliori pro\e. Per la messa in I'uoco ddinitiva e indispensabile soslituire il velro smerigliato con uu velro trasparcnte c servirsi di una Lentc (iphiunliat. Messa a fuoco Timmagine sul vetro Irasparenle, slringo il diab-anima (ino a die i contorui degli elemenli non ac(piistino un lorle e ben mar- calo risalto. 11 grado di sirettezza del diaframma \a in ragione dirella ddia Ibrza (ringrandimento (leirobbielliNO. Per cui nei lorli ingrandi- menli si lascera i)arsare un fascio luiniuoso un po' maggiore die nei |)ic- coli ingrandimenli. Pochc prove bastano peixdu^ si ac(piisli la pralica necessaria intorno al modo di regolare il diaframma nei di\ersi ingran- dimenli. Jnsislo sullo slringere mollo il diarraniina, |)erdi(' a (piesla sola coii- dizionc e Icgata la riuscita delle microlbtografic. (') II sig. Koi'istka ha posto in rendita 1' apparoccbio a L. 75. — 174 — Le pose, come dissi, devoiio ossoi'c lunglie, ma sarebbe dillicilo po- tcro, a tal jji-oposito, stabibrc dello cilVo esallo. Tuttavia dai'o (|iialcli(' cifra approssima[iva, pci'che possa servirc abiieno come norma. Pero devo j)i-ima dire come non v' e iJiinlo bisogno di possedere gli obbiettivi special! da microfotogralia od i costosissimi obbielli\i apocio- malici |)er otlenere delle magnilirlie pro\e; sei'vono l)enissimo i coimini obi)iettivi acromatici a secco, piirciie i)ii()ni e ben pnHli. Queiii del Ktt- I'istka sono eccellenti e \)qv ora io non ne ho adoperati di allro costrnl- tore. In quanto agli Oculari possono .servire i conuini Huyghens, ma e assai megHo ado|)erarc qiiclli a proiezione. Non potendo ac(piistarne cbe nno, io consiglierei il N. i, che si presla niegiio peri forti ingrandimenti. Non A a dimenticalo di inalzare il tnbo del mici'osco|)io alia corre- zione di IBO mm. II tempo di posa adunqne, coll' Ocniare a proiezione N" 'r, \aria nei limili scffucnti: &' Obbiett. (Korislka) (^, 1-2 minnli i)rinii )) -i, 2-4 )) » )) ()*, i-G )) » )) 8*,()-10 )) » Come gia dissi, (jucste cifre sono approssimative c possono variare |)er la (pialita della luce, per la colorazione del i)reparato e pei- la mag- giore 0 minore distanza che coi're fra FOcidare e la laslra lologralica, che e({uivale alia maggiore o min(n-e a|)erliiia del sollielto della camera oscura. Stando cosi le cose, ei parrebl)e assai diflicile |)otei' regolare il tempo di posa, ma in realta do])o pochissime |)r()vc si acquista anclie per tale bisogna Tocchio e la pratica necessai'ia. Io ad esempio che dichiarai gia non aver polnlo mai dedicare mollo lenipo alia microlblogi-alia. dilli- cilmente |)ei'(lo una negativa per ei-rore di posa. Va lalto nolare come do^endo Iblogralare delle prejjarazioid nelle quali i dettagli del fondo non inleressano e che prema in loi'o voce jxtrre in rilievo alcnni dementi che o ])er la loro intensa colorazione o per (pial- sivoglia allra ragione risaltano molto sul fondo medesimo, e indispensa- bile lenere il dialVamma piuttoslo largo, aflinche i dettagli del Ibndo restino appena sfumati ed acqnistino |)er contro nn Ibrle risalto gli ele- menli che e necessario mcttere in evidenza. Oltrc ai \antaggi descritti, (pieslo nietodo ollVe anche (pu'llo della rapidita ncir esegnire un bnon numero di negative in ])()co lenqx), spe- cialmente so si possa disporre di un collaboialore che conosca a picno le regole dello sviliippo delle lastre. Net laboralorio della Clinica inedica di Bologna (del quale ebbi la — 175 — diiTzionc per ({iiallro anni) loci fostniiic iin a|)|)an'C('hi() mollo scmplicc siiir iiscio (Icllo stanzino da sNilii|)|)o, il quale apparcccliio mi pcrmetteva lo scainhio clcgli chassis col inio collahoralorc scnza far pcnelrarc raggi lumiiiosi (Icniro lo stanzino nicdcsinio. Jl niio coilai)oralotv (piindi era addetto conliniianienle alio s\ihippo ed a porre nuove laslre nello chassis di ricambio, mentre io cosi non do\e\o die hdogralare. L'apparecchio consiste nel lai- aj)nre sulT uscio un llnesliino, il (juale dalla taccia esterna >enga chiuso da uno sportello a baltenti, con striscic dl panno sciiro sulle Caccelle dei baltenii mcdesimi, mcnti-e sui margini inlerni del linestrino viene accuralanicnte lissato un nianicollo di |)anno nero il cui estrenio inl'eriore e chiuso da un coidoncino scor- rexole a guisa di una borsa da labacco. Con questo piccolo rij)iego io polevo eseguire molle Iblogralie nella giornala e xedrei con piacere che (ale pratica losscseguita dagli sludiosi. Fra i \ari liquidi di s\iluppo io do senipre la })rerei-enza alia solu- zi(uie di sollalo di Fc ed Ossalato neutro di K. I risullali che si ottengono con (luesto nielodo sono \eramenle ec- cellenli, lanio rispelio alle negati\e che alle }iositive. Si ollengono delle negali\e dettagliatissime ed intense e le imniagini posili\e danno la per- I'ella illusione di riproduzioni da disegni. Credo opportuno che |)nnia di |)or terniine a quesia Nola io paili anche brcvemente di alcuni felici risultati da me ottenuti nel lologralare embrioni di polio dell' eta di '<) e \ gioi'ui d' incubazi(me^ II mio apparecchio si presta mirabilmente per (piesto genere di Ib- togratie. A tale proposito e necessario prowedersi di un [)orla-oggelti adallo a contenerc I'embrione da Ibtogralare. lo raggiunsi lo scope attaccando, con bitume di (iiudea sciolto in Irementina, sopra un porla-oggetti di \etro, delle dimensioni di mm. 35 X i>0, nn j)orta-oggetti di legno delle medesime dimensioni e dello spes- soie di mm. L Nel centre di cpiesfultimo pralicai un loi"(» circolare del diamelrodi mm. iO e spalmai la I'accia interna di (piesto Ibro colla slessa soluzione di bitume, in mode da con\ertirlo in una \aschetta iinpermea- bile airac{[ua ed all' alcool. (Jli embiictni \engono |)ortati entro (juesta \aschetta, nella quale si \ersa pol tanto alcool (juanto basti ad immergerli completamenle. Si colloca indi il tutto sul ta\olino del microscopio, aweileudo di poire al disotlodi ((uesto porta-oggetti una siriscia di carta nera, per impe- dire il passaggio dei raggi luminosi rillessi dallo specchio del microscopio. E inutile die io dica come queste Iblogralie non possono eseguirsi che colla luce di una lampada, proiettata sulF embrione c(m un rillcttore. — 176 — lo ollenni dei huoni risullali sor\eiul(»nii di una comuno lampada a |)clrolio c di uiio specchio lillcltorc da lai'ingoseopio, ma si olterrol)- bcn) slc'uranienle prove di gran lunga siiperiori pofcMido disporre di una lampada eleltrica. La messa a ruoeo dev' cssere latta anclio in (pit'slo caso folia Icntc a|)lanalica sul vetro trasparcntc. Lc pose \anno regolate seeondo 1' inlen- sila della Ibnte liiminosa; per le mie fotogralie, escguite nolle eondizioni suesposte, In neeessaria un'ora di posa. Mi e grato sperare clie il mio melodo e rappareecliio lI•o^in() ])nono aceogiienza presso gli stndiosi, ai ([uali \errel)l)e cosi grandemenle laei- lilata la riprodiizione dellc immagini microscoj)iclie, nelle (piali la foto- gralia e ])iir capace talvolta di svelare delle parlicolarita sirutturali clic |)ossono sliiggire all' occliio |)iii diligente ed esercitato. Lucignano, 20 giugno 1897. COSI.MO CHEItUBIM, AmMIMSTRATORE-RESPONSABILE. Milano - Via G-. Revere, 2. - Milano INICA FABBUICA NAZIOIVALE DI MICROSCOPI ED ACCESSORI DITTA FORNITRICE di tiitti i Gabinetti Dniversitari del Regno IVIICROSCOPIO GRANDE IVIODELLO con cremagliera, apparato 4t»be, diafranima ad iride, tavolino in ebanite, revolver, due obbiettivi a secco 3 e 7*, uno ad immersione omogenea Vi2") due oculari 2 o 4; il tutto posto in elegante armadietto in mogano L. 400 {ingrandimenti flno a 1000 diameih) Nuoyo oiieltiTO Vw Seiiiiapocromatico IMMERSIONE OMOGENFA Obbiettivo raccomandato per la gi-ando potenza e per la sua durata (Vedi Zeil- schrlit f'tir ivissenschajt. Alicroscopie del 12 sottembro 1894, Band XI, Heft 2) L. 200 coi due oculari coinpensatori 4 ed 8. CATALOGO™GENERALr GRATIS a semplice richiesla Pagainenti raleaH mensiJl pei SigJ'' Ujfmali mniiari comunali. Fireuze, Stab. Tip. Fior., Via S. Gallo. 33.-1897. Moiitore Zooloiici Italian (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) DIRETTO DAI DOTTORI GIULIO CHIARUGI EUGENIO FICALBI Prof, di Anatomia nmana Prof, di Anatomia comp. e Zoologia nel R. IvStitiTto di Studi Super, in Firenze nella E. UniveisitA di ^leasina Ufficio di Direzione ed Amministrazione : Istituto Anatomico , Firenze. 12 numeri all' anno — Abbuonamento annuo L. *0. VIII Anno Firenze, Settemtore 189^ N. 9 SOMMARIO : Comunicazioni Originali: Lanzillotti=Buonsanti A., Eicerche in- torno alia morfologia del muscolo estensore aaterioro delle falangi nel cavallo {Extensor digltorum communis li.). Con tavola V'\ {Fine). — Q. Valenti, Varieta delle ossa nasali in un negro dol Sudan. (Con fig.). — Staderini R., Le " fibrae propriae „ e le " arciformes internae,, nelP atrofia spei'inientale del nucleo di origine dell'Ipoglosso. — Pag. 177-200. Avverter\za Delle Comunicazioni Originali die si pubblicano nel Moni- tore Zoologico Italiano e vietata la riproduzione. COMUNICAZIONI ORIGINALI Ricercbe intorno alia morfologia del muscolo estensore anteriore delle falangi nel cavallo (Extensor digltorum communis h.) PF.t, DOTT. ALESSANDRO LANZILLOTri-BUONSANTI PROPESSOKK INCARICATO DI ANATOMIA DESCR'TTIVA E TOPOGKAFICA NELLA K. SCUOLA SUPERIORE DI MEDICINA VETERINARIA DI MII.ANO. Con tavola V'\ (Continnaziono e fine. Vcdi n. 6, pag. 120). Nulla (li |)iii variabile del volume di questo muscolo. Pur conser- vando in generalo la forma cilindroidc, il siio volume puo variare dalla grossezza di una ponna d' oca a (juella di un dito, cou lutle le dimcnsioni intermedie. Nci cavalli robusti c di laglia elevala I'lio risconlrato sompre molto grosso, ma nogii individui magri mi e accadulo piii volte di vedcrlo ridotto ad un sotlile cordoncino; in due casi .soltanto il mu- scolo mancava com])lelamente. Non credo abbia \alore I' aflermazionc di Tliiernessc, clie il muscolo si osscrva piii distinto c megiio circoscritto in cavalli a|)partenenti a razzc distinte anziclie in quelli di razze imba- — 178 — stardite, sc si considera che iiegli ordinari soggelli da dissezione, nci (|iiali io ho fatto la iiiaggior parte dellc mic osscrvazioni, si e presentato indil- ferentementc ora dislinto, ora piii o meno fuso col miiscolo di Phil- lips; cd i soggotti che vengono adoperati i)ci' lavori anatomici non sono certamente i mcglio definiti in quanlo a razza. Ritengo invece che, piii che dalla razza, cio dipende dal grade di aderenza che il miiscolo puo contrarre con (piello di Phillips. Ordinarianiente questa aderenza e lale che in prossimila della sna origine si lascia separare senza alcuna dif- ficolta, ma nella parte mediana le sue fibre possono essere talmenle com- penetrate con quelle del muscolo di Phillii)s, che qualun({ue separa- zione riesce assolutamenle impossibile. Un case tipico di questo gcuere e quelle accennato a proposito del muscolo di Phillips. (V. questo mu- scolo). In esse il muscolo di Thiernesse non ei-a libero che alia sua estremita superiore; nella parte inferiore i suoi fasci convergevano con quelli del muscolo di Phillips in un tendine unico che secondo il solito si univa al disotto del carpo col tendine deU'estensore laterale (fig. 8; m Th, m Ph, f d Ph). Nei soggetti robusti 1' aderenza c sempre grande, quasi nulla negii animali magri o giovani nei quali ho notato qualche Yolta la forma del muscolo modilicafa, la quale invece di essere cilin(b-oide si presentava appiattita. In questi casi il muscolo di Phillips appariva motto ridotto di volume e questa riduzione mi pare possa spiegarsi am- mettendo che alcuni dei suoi fasci si ei'ano separati e fnsi con (luelli di Thiernesse modificando la forma di quest' ultimo muscolo (fig. 6, m Ph, m Th). E stata forse questa aderenza che il muscolo di Thiernesse contrae generalmcnte col muscolo di Phillips la ragione per cui Eicli- baum considera 1' estensore comune come costituito di due porzioni, una superiore grande (estensore anteriore propriamente detto), 1' altra inferiore pill i)iccola (parte del muscolo di Phillips). In (piesto errore si puo fa- cilmente cadere se nei dissecare il muscolo di Phillips dalla porzione principale non si adopera la piii grande diligenza, giacche puo accadcre, come e accaduto a me in principio di queste ricerche, che si comprendano nei muscolo di Phillips tutti od una parle dei fasci che spettano al muscolo di Thiernesse. Un bellissimo esempio di duplicila del muscolo di Thiernesse ho osservato in un grosso cavallo. Esse era rappresentato da due cordoni assai voluminosi, dirctti obliquamente e i)arallelamente dalK alto in basso e dair esterno all' avanti, intimamente uniti al muscolo di Phillips ed alia porzione principale dell' estensore comune. 11 prime cordone si ori- ginava come il solito dal radio e dal cubilo; 1' altro partiva in mode iden- tico al fascio indii)cndentc del muscolo di I'liillijjs (V. queslo mu- — 179 — scolo), cioo con due lingiietto dal legamenlo capsularc omcro-radiale. Inferiormcnlc i due cordoni eonvergevano e si londevano in un grosso tendine, il quale unito da|)prima lassamentc al tendinc della porzione principale fino a qualelie dito trasvcrso al disotto del carpo, si fondeva poi conipletamente eon esso. I due cordoni muscolari erano riuniti nie- diante lihre provenienti dalla faceia interna del nuiscolo di IMiillips, die si presentava nolevolmente svilujipato e col suo tendine isolato ed assai vohnninoso (della largliezza di mezzo centimetro.) Circa T azione del nuiscolo di Tliiernesse, F autore dice die, te- nuto conto delle inserzioni e della direzione, puo contribuire ad estcndere debolniente la terza falange sulla seconda e questasulla prima. Dopo quanto e stato detto, non credo sia il caso di spendere molte parole per far notare come questa opinione di Tliiernesse non lia nessun galore, e le ragioni sono per loro stesse cosi ovvie die mi dispensano da qualunquc dimostrazione, Andie per ({uesto muscolo Degivc e Lorgc seguono lo stesso criterio adottato per quello di Phillips, considerandolo come congencrc all' estcnsore antcriorc propriamente detto, B. — Morfologia del tendini accessorii lo ho osservato due specie di tendini accessorii o rudimentali. La prima e rappresenlala da quei tendini i quali, a i)arte la frequenza o non con cui si possono presentare, sono situati sem|)re nello stesso punto ed hanno valore morfologico; la seconda comprende quelli che per la loro variabilita di sede e per i ra|)j)orti che contraggono debbono consi- derarsi come fasei accidentali sejiaratisi dai tendini principali e deslinali ad unire (juesti V uno con V allro. Fia i tendini appartenenti alia prima categoria due meritano spe- cialmente, per la loro imporlanza, parlicolare menzione, e sono : V uno situato sul margine inlerno e 1' altro sul inargine esterno del tendine della porzione |)rinci|)ale. a) Tendine siiuato sul mcmjine interna. — E il piii lungo, il piii ro- busto ed il piii costante. Si origina ordinariamente ad angolo niolto acuto al disotto del carpo, subilo dopo die il tendine principale ha oltrepas- sato la faceia anteriore di questa articolazione (fig. o, / a i)\ altre volte si distacca nel mezzo del carpo od a livello delT estremita superiore del metacarpo (lig. 7, o / a i) ; |)iu raramente si diparte in coi-ris|)ondenza deir estremita inferiore del radio (fig-. 9, o t a i) o alcuni centimetri al disopra di essa (fig. 10, o / a i). Col lendine principale j)uo contrarre rapporii dilTerenti: o e iinilo ad esso per mezzo di lessuto coiinetlivo in — 180 — modo chc la soparazione puo farsi faeilmente; o 1' iiniono e piiittosto in- lima, nia pero non al punio elio la divisione j)icsonti diflicolla ; o e sal- dato 0 della priniitiva scparazione rimane uii solco superficiale , die puo scorgersi anclio a travcrsn raponeurosi; non di I'ado i due tendini sono scparati I' uno dall' altro da iin largo inlerslizio ed in tal caso il tendine nidinientale, invece di decorrere parallelamentc col tendine principale, forma con (juesto un angolo acuto i)iu apei-lo (fig. 7, / a ?'). Presentasi schiacciato come il tendine principale, di nno spessore nniforme in tulla la sna estensione e di una larghezza die puo \ariare da 2 a 4 mii- limetri. Secondo Kulczycki, in tutti i cast da lui osservati, il tendine di- scende infei'iormentc fino all' ai'ticolazione del nodeljo dove si allarga in forma semipennala e si perde sul suo legamento capsulare, di cui |)ro- duce I'estensione, 1-e mie osservazioni, invece, dimostrcrebbero die que- sto allargamento in forma semi|)ennala non rappresenla una dis|)osizione speciale del tendine accessorio, ma e dato dalla continuazione diretta deiraponeurosi antibradiiale la quale, partendo dai lati delle ossa sesa- moidee superiori, si dirige un po' obliquamentc in avanti sulla capsula del nodello e si confonde in parte coi margini del tendine principale, in parte, discendendo in basso, \a a lissarsi sulla faccia anleriore del posturale. Ouesta espansione dell' aponeurosi antibi-acliiale agisce, per ri- spetto alia capsula articolai'c non solo come una lamina di rinforzo, ma serve anche a mantencre in posto i tendini degli estensori delle falangi. All' infuori di Eiclibaum ('), nessun altro anatomico fa cenno di questa disposizione; eppure si osserva costantemente c puo laholta raggiungere un notevole svilup|)o. Un' altra particolarita, della quale neandie Eiclibaum parla o che abbastanza spesso si constata insienic alia prima 6 questa, die pa- ralldamente al tendine accessorio od a quelle principale quando csso manca, sulla faccia anleriore e sul lato interne del inetacar|)o, imme- diatamentc al disotto dell' inserzione dell' estensore anleriore di questo stesso osso, I'aponeurosi antibradiiale puo essere percorsa obliquamentc da sottili fasci fibrosi, talvolla nastriformi, aventi un bellissimo riflesso argentco. Questi fasci, die ho visto piii volte particolarmenle svilup- pati neir asino, j)otrebbcro essere a tutta prima scambiati pei" altri ten- dini accessorii, ma esaminandoli atlentamentc si rilcva subito die ap- |)artengono all' aponeurosi, perche seguendone il decorso in basso si vede die vanno gradalamente perdendosi nell' espansione die quest'ul- {') p. Eiclibanm. — Die Fascion doa Pfcrdes. (A»'c/jm;/. wiss. u. prakt. Tlderheilkiinde.XV Bil., 1889, pag. 197). 181 tinia forma sul nodello. Kulczycki dice di aver vislo (jut'sli lasci aponcui'otici, clic considera come I'asci di rinlorzo della capsiila artico- laro, in sei cavalli nei qiiaii maneava il lendino acecssorio. Essi |)artivano dal tendine pnn('i|)ale e si pordovano nei eonncttivo (avrebbe doMilo dire sulia lamina di rinloi7o). Ora non si comprende come, dopo questa constatazionc, egli non si sia cnralo di ricereare nei casi in cni esisteva il tendine aecessorio se la sna terminazione in lorma semipennata polesse dipendere da ben altra disposizione. Disseeando ae- cnratamente la lamina di rinforzo si riloNa elie il lendine aecessorio non si termina sulla capsula arlicolare, ma dopo aver contiatto con questa aderenza piii o meno intima, si prolunga in basso e va a fissarsi al da- vanti deir estremita su])eriore della prima lalange, il clie si osserva piii comunemente (lig. 5, 7 e 10, / a /), o nei mezzo della sua I'aecia anterio- re. Quando il tendine, in corrispondenza del terzo inleriore del metaear- po, si di\ide in due rami, il clie si verilica non raramente, e il secondo ramo (lig. II, I" b I a ?), cioe quelle elie costeggia il margine interne del tendine prineipale, clie si inserisce a meta della faccia anteriore del pa- sturale, mentre 1' altro (fig. D, 1' b t a i) si termina sull' estremita supe- riore dello stesso osso. Per F indicata disposizione dell' aponeurosi anti- brachiale sul lalo eslerno delT articolazione metacar|)o-talangea, e piii ancora per la |)resenza di analoghi tasei aponeurotici elic possono |)er- correrla, credo \a spiegato T errore in cui cadde Phillips quando disse die il tendine del suo muscolo si espande a ventaglio sulla capsula ar- licolare. Secondo le mie osservazioni, il tendine aecessorio interne si osserva con molta IVe(|uenza, cioe nella projiorzione del 110 7o- Kulczycki crede elie lanto la razza (juanto la grandezza dell' animate debbano avere in- llucnza sulla sua presenza. Per mio eonto non lio die a ri[)ortarnii alle ragicmi dette a proposito del muscolo di Tliiernesse. b) Tendine situalo ml margine eslerno. — Si osserva assai meno Irequentemente del prime, lo ho avuto occasione di constatarne 1' csi- stenza soltanlo cpiattro volte e sotto forma di due disposizioni diverse. La prima si vede rappresentata nelia tig. 8, t a e; il tendine si origi- nava dal tendine prineipale a 5-G eeiilimeti'i al disopra del carpo e si uni\a col tendine del museolo di Phillips al disotto di questa articola- zioue. E la disposizione perlettamente identica a (|uella indicata da Kul- czycki il (juale, pill fortunato di me, T ha constatata una volta sopra 23 cavalli, mentre io 1' ho vista due \olle sopra un numero di animali quattro volte maggiore. Per la seconda dis|)osizione notai, fra 1' una e r altra osservazione, questa dillei'enza die laddoNc nella prima (I'atta nei — 182 — 1893) il tondinc aveva originc a qualchc ccntimctio dal ininto di fusionc del tcndino del iiuiscolo di Tliicrnesse col tendiiie piincipale (cioc al terzo inferiore dell' avanibraccio) c si iini\a inferiormente a qiiesto in corrispondcnza del terzo inferiore del nielacarix); nella seeonda (fatta quest' anno) vi era 1' iniportante parlicolarita elie al tendine stesso tro- vavasi annesso un piccolo fascio nuiscolare delta lungliezza di 3 ccnti- metri il quale si separava nettamente in alto dalla porzione carnosa prin- cipale dcir estensore comunc (fig. 5, p c t e). In basso il tendine si pi'olungava lino a mcta del metacai-|)o, dove passando al di solto del tendine principale si unixa a quello accessoi'io interne. Imniediatamente al disotto della guaina carpica si staccava dal tendine principale un esile tendinuccio, della lungliezza di 0 cenlinietri, il quale attravcrsando oblifiuamente la capsula articolare del carpo, si univa ad angolo acuto col tendine di riiillips e colla briglia di rinfoizo dell' aponeurosi an- tibrachiale. In entrambi i casi riscontrai il tendine motto sottile ed in estremita desire di cavalli robusli e di alia statura. 1 due dillerenli modi sot to cni ho osservato il tendine accessoi'io esterno rappresentano per me uno stesso ti|)o di conformazione ; la sola dilferenza fra 1' uno e r altro consiste in cio, che nella prima disposizione il tendine trovavasi alio stato di cstrema rudimcntalita, nell' altra (osservazione fatta net 1893) si presento piii lungo e raggiunse un maggior grado di svilu|)po nella seeonda osservazione; ma la sitnazione fu sempre sul margine esterno del tendine ])rincipale. Dei tendini della seeonda categoria non j)arlano Kulczycki e Mar- tin, e la ragione dipende forse non solo dal nnmero limitato dei soggetli esaminati, ma anclie dalla poca fre(inenza con cui essi si presentano. Di- fatti io li ho osservati poche volte. Jl piii gran numero di essi li ho visli in un grosso ca\allo; la llg. 10, die n' e la riproduzione, mostra chiara- mente il loro inodo di com])ortarsi. II prinio {!' t u; fig. 3, h t ?/)situalo in alto verso il quarto inferiore dell' avanibraccio, partiva dal margine esterno del tendine pilncipale e si univa al margine inferno del tendine di Phillips; il secondo ed il terzo {1" t u ; 1'" t u) aventi rispeltiva- mente originc dal margine interne del tendine di Phillips, 1' uno al di- sotto della guaina carjtica in corrispondenza dell' estremita snperiore del metacarpo, 1' allro a meta circa di quest' osso, si portavano al margine interne del tendine dell' eslensore laterale; il (piarlo {l"" t ?/), il piii sol- tile, si origina\a dal margine interno del tendine di Phillips e si (xir- tava al margine esterno del tendine principale. Pi-a questi tendini acci- dentali il i)iu fre(|uente ad osservarsi e il secondo (i" / ii; tig. 7, h I u). 183 Considcrando ora ncl loro complosso le cose delle liii (|iii, un primo lallo risiilta cvidonto, cd o, cho la costituzionc deH' estcnsore antcriore delle falangi iiel cavallo e assai piii complessa di qiiello clie general- menle non appaia. Essa dimostra che qiiesto muscolo, |)ur essendo ap- parentemente formato di un sol capo e di due tendini die si portano al- r unico dito esistcnte, puo contenere gli elemeuti che permettono di ravvicinarlo all' extensor digitoi'um communis di (|uegli organismi nei fpiali la mano e costruila sul tipo pentadattile. La presenza del resto di un sol dilo, occorre ap|)ena avvertii'lo, non e die l' esjiressione di una lorina secondaria o di adatlamenlo, la (piale si e prodotta pel lenlo e lungo la- vorio deir evoluzione a traverso migliaia e migliaia di anni. La prova r abijiamo nei resti lossili delF epoca terziaria riscontrati specialmente neir America settentrionale. Secondo Marsh ('), 1' illustre esploratore del Colorado, la forma piii antica che si conosca degli antenati dell' attuale cavallo e I'Eohippo, il quale aveva quattro dita ben sviluppate ed un quinto atrolizzato agli arii anteriori. DairEohip])o airnip|»arion, e cioe dal Mcsohippo al Miolii|)po, dal Prololiippo al hiraiiipjio, le modilicazioni delle dita si sono ])ro(lotte gradualmente; ma dall' llipparion al Plioliippo (osserva Corncxin), die e il predecessore immedialo degli equidi qua- ternari e attuali, \i e un salto tropjio considerevole. Al posto del 2" e 4° dito deH'Hipparion esistevano net IMiohippo solfanto i metacarpi rudi- mentali raccorciati del cavallo, che non si conliuuavano con le rispcttive dita laterali. C) Nclla mano monodattile del ca\allo attuale si hanno settc ossa car- piche, un melacarpo mediano assai Noluminoso e lungo (metacarpo prin- cipale) e due laterali piccoli in forma di ossa stiloidee con I' estrcmita superiore grossa c 1' inferiore terminantesi con un i-igontiamento a mo' di bottone al quarto inferiore del primo (metacarpi rudimentali esterno ed interno). II dito e motto s\ilu])patoe si articola mediante la jirima falange col metacarpo i)rincij)ale; ad esso sono annessc tre ossa sesamoidee, due poste dietro 1' estremita superiore delta i)rima falange, I' allro situato al- r indietro delta falangetta. Questo unico dilo corrisponde al medio (3" dito) (') O. C. Marsh. — Polyclactj'le Horses Ileceut and Extiuct. (Sunto iu The Amcr. Journal of Science and Arts, vol. XVII, 1879, pag. 499). (^) Coruevin, basaudosi sulla legge naturale delle transizioui, su quella delle modiflcazioni per adattameuto e sugli etfetti dell' atavismo, che si maniiestano di tauto iu tanto nolle razze cavalline attuali, ritiene giastameute che fra 1' Hippariou e il I'liohippo devouo aver esistite almeno due forme intermedie, che certamente i paleontologi scoprirauuo. (Nouveaux cas de didaclylic chez Ic cUeval et inter- pretation de la x>olydactiilie des equides en general. Lyon, 1881, Jiag. 19 o segg.). — 184 — ciclla mano pcntadattile; i due metacarpi stiloidei raccorciati stanno a rap- presentarc 1' indicc e 1' anulare (2° c 1° dito). Mancano coinplolaincntc il V ed il 0° dito, ma la loro csistenza piio esscre accennata, per il poUice, dalla prescnza di uii rudimento di mctacarpo, per 1' aiiricolarc da iin os- sicino che si riscontra al lato esterno del carpo. Casi di questo gcnere sono stati osservali da Lavocat, Goubaux c Franc k, ma dei rudi- menti di pollice e di mignolo si possono trovare nella polidaltilia ata- vica ('), nella (juale si ha generalmante lo sviluppo completo del 2° dito, che e un po' piii corto del dito principale, e laholta anche quello del- r anulare. Alio riduzioni dei pezzi ossei segnirono naturalmente quelle dei mu- scoli, dei tcndini, dei legamenti, dei vasi e dei nervi. Dei muscoli, poi- che e di essi soltanto ehe dobbiamo occuparei, si sono conservati I'esten- sore anteriorc c laterale delle falangi che spiegano la loro azione esclu- sivamente sul 3° dito, mirabilmente conformato per le diverse forme di locomozione che questo animate |)uo eseguirc. In questi due muscoli e nci tcndini accessori a sede lissa noi tro- viamo gli elementi non solo dell'exlensordigitorum communis dell' uomo e dei carnivori, ma anche i ra|)presentanti degii cstensori j)ropri di due dita scomparse, cioe del 2° e del o'\ L' estensore laterale delle I'alangi, quantunque si porti al 3" dito, corrisponde all' estensore proprio deirau- ricolare. Delle trc porzioni dell' estensore anteriorc, I' esterna o muscolo di Phillips rappresenta il fascio dell' estensore comune destinato pel 3° dito scomparso; la porzione principale, assai SNiluppala, (luello pel T dito esistente; la |)rofonda o muscolo di Thiernesse, compresa fra le due prime e la meno svilup|)ala, 1' estensore proprio del 2" dito scom- parso. Dei tendini accessori, (juelli a sede variabile non hanno, come si e detto, alcun signilicato morfologico e sono perf'^ttamcnte omologhi ai fasci tendinei secondarii che si riscontrano nell' uomo, talvolta assai nu- merosi (lino ad 11, sccondo Riidinger e Perrin^; gli altri, cioe i ten- dini a sede lissa, hanno indubbiamente valore morfologico, sia per la loro situazione e per i rapporti che contraggono col tendine principale o del 3° dito, sia perchc, come abbiam visto, possono cventualmentc conti- nuarsi in un fascio muscolare ora interamente dislinto, oi'a per la lun- ghezza di poclii ccntimetri. Cio dimostra che la porzione principale deve considcrarsi non unica, ma come costituita di tre fasci, di cui uno per (') Seguendo la razionale divisione di Blanc, distinguo con lui una polidattilia atavica, per riap- parizione di uno o piti difca ancestral! ; una polidattilia teratuloglca, per divisione di dita normali o ata- viclie; ansL polidattilia eterogenica, per formaziouo di dita clio non risultano n6 dall' atavisrao, no dalla schiatodattilia. (La ijolydactylie chez les mammileres. Journol do Med. vet, et de Zoot., T. XLlV, 1893, pag. 137). — 185 — r iiidice, i-appresentaio nella iirandc maggioranza dci casi dal tcndinc rudimeiitalc iiitcrno; il sccoiido |)cl luodio; il tcrzo per 1' anulare, rap- presentato piii rararaente dal tendiiic riidimentale estorno. Ouesta mia interpretazione del tondini accessor! e identica a quella data da Kulczycki. Se non die, per quanto conccrne il tendine in- terno, cgli spiega la corrispondenza morfologica di queslo col lendine del 2° dito del predecessori del cavallo attuale in iiii niodo clie non si accorda coi lalti da me osservali. Secondo Ini il dello tendine si eslende solo dair arlicolazione del cai'po a qnella del nodello, cioe per Uitla la lunghezza del metacarpo ])rincipale, nienlre la parte terminale di esso, clie decorreva sul dito corrispondente, e scomparsa insieme a queslo. Per conseguenza del tendine estensore del 2° dito si e conservato soltanto (juel ti-atto die [)riniitivainente decorreva siiUa jtarle melacarpale. Se il tendine discendesse lino all' ultima falange o quanto nieno lino alia prima del 3° dito esistente, non si avrebbe il dirilto di considerarlo come parte di un dito mancante, ma si dovrebbe riguardare scmplicemente come un la- scio accidentale del tendine princijiale. Dopo quanto abbiamo precedentemente esposto, e facile dimostrare come questo ragionamento di Kulczycki non poggia sopra una base solida. Se e vero che gli organi rudimentali si presentano in generale con una certa conformazione costante, non credo die vi sia un principio che ne regoli sempre alio stesso modo il loro sviluppo. Quante volte, per esempio, non ci e dato di osservare gli sicssi metacarpi rudimen- tali alquanto ridotti nel loro volume in conlronto di qudlo che haiino ordinariamente, o prolungarsi fin quasi all' eslremita inleriore del meta- carpo principale? E poiche cito i metacarpi stiloidei, non vediamo egual- mente i due rispeltivi muscoli interossei, di solilo eslremamente rudi- mentali, mancare allatto o presentarsi un po' piii sviluppati e coi loro sottilissimi tendini arrestarsi al diso[)ra dell' arlicolazione metacarjx)- I'alangea, invece di confondersi come di consueto colla briglia di rinforzo che fornisce 1' organo tendinoso-elastico del Ruini al tendine principale deir estensore comune ? Potrei moltiplicare gli esempi, ma mi limito ad aggiungere che 1' origine e la terminazione del tendine accessorio in- terne ed esterno non possono axere inlluenza sul loro signilicalo morfo- logico, specie se si tien conto che essi possono continuarsi in un corpo muscolare piii o meno distinto da quelle destinato pel 3" dito. iVJartin da un' interpretazione assai diversa. Egli dice che in certi casi gli e accaduto di vedere che il tendine del muscolo di T hi em esse (estensore proprio dell' indice) puo essere ulteriormente seguito sul mar- gine mediate del tendine [irincipale, per una lunghezza di 15 ccntimetri, M. Z. . — 186 — e clie dopo essersi separate da qiiesto si puo dividere in due rami, dci qiiali lino sarebbe la parte distale del tendine dell' estensore proprio deir indice stesso, 1' altro il tendine dell' estensore comune pel 2° dito. Inoltre considera il mnscolo di Phillips come la parte dell' estensore comune corrispondente al 4" e o' dito, i cui tendini sarebbero rai)pre- sentati dai due sottiti cordoni che si separano dalla branca trasver- sale del tendine di Phillips die unisce questo al tendine dell' esten- sore latcrale. Francamente, io non divido questo modo di vedere del professore di Zurigo per (pianto concerne 1' ultima interpretazione. Io credo che i tendini da lui indicati debbono riguardarsi come suddivisioni del ten- dine di Phillips e non come rudimenti di tendini che hanno esistito un tempo. La mia atrermazione e fondata, da una parte, sul fatto che ne Kulczycki ne io li abbiamo osservati, dall'altra sul modo col quale si originano. Dalla figura annessa al suo lavoro si rileva che il tendine pill interne, destinato pel 4" dito, si inserisce sulla prima lalange Ira il tendine principale e quelle dell' estensore proprio del mignolo (esten- sore laterale delle falangi) ; 1' altro si unisce a quest' ultimo. Per me il principale carattere per cui qucsti tendini accessori si distinguono dagli altri risiedc nella lore diretta provenienza dal tendine principale c per non terminarsi in quelli vicini; non so i)ersuadermi in che modo un tendine gia per se stesso rudimentale, sud(li\idendosi, possa mediante i suei rami riacquistare di nuevo imporlanza morlologica. E note che nei casi di i)olidattilia atavica i tendini, i vasi ed i nervi provengono dalla bilercazione regolare degli organi destinati al 3" dito. Ouanto alia disposizione del tendine dell' estensore proprio dell' in- dice, essa e certamcnte imporlante, ma occerreno ancora ulterieri osser- vazioni prima di venire a conclusieni concrete. Io non ho aMito mai eccasione di censtatarla ; ho visto sempre la biforcazione del tendine accessorio interne comportarsi net mode descritto e ra])presentato nella fig. 9. Non credo che la divisione da me netata in due branche abbia si- gnificato morfolegice. Aggiungero da ultimo che se volessi avventurarmi sul facile ter- rene delle induzioni, petrei parlare ancora delle due varieta del mu- scolo di Phillips e di Thiernesse, interpretande, per esempio, il fa- scio distinte del prime come una parte dell' estensore comune corri- spondente a qualche dito mancante, e la duplicita del seconde come una separazione dell' estensore proprio dell' indice dal lungo estensore del pellice; ma non eso larle, perche sene convinto che occerreno numerese ricerche prima di stabilirc una corrispendenza esatta fra gli estenseri 187 propri (Idle dita delF uonio c qiielli dei diversi animali domestici. Per quanto concerne il cavallo, T esaine attento dei singoli casi di polidal- tilia ataviea polra portare molta luce su qiiesto punto. Coneludo. Lo studio del muscolo estensorc anteriore delle falangi del cavallo ha permesso di ricostruirne la sua |)rimitiva composizione. Gli organi rudimentali clie puo contenere son li per mostrarci cio die fu- rono un tempo e cio die possono diveiitai-e (piando 1' eredita ataviea vince V individual potence\ orljeiie souo precisamente essi die ci auto- rizzauo ora piii die mai a considerare V estensore anteriore come mor- fologicamente identico all' extensor digitorum communis delta mano pen- tadattile. Darwin ha fdiceniente paragonato gli oi'gani rudimentali alle lettere chc non si pronunziano, ma che ndle parole nondimeno con- scrvansi e guidano il tilologo ndle ricerche elimologiche. Spiegazione delle Figure. Fig. 1. e. a. tn. — Muscolo estensore anteriore del metacarpo. m. P/i. — Muscolo di Phillips. p, pr. e. c. — Porzione principale del muscolo estensore comune delle dita. f. e. m. — Muscolo flessore esterno del metacarpo. e. L. f. — Muscolo estensore laterale dalle falangi. e. 0. m. — Muscolo estensore obliquo del metacarpo. t. Ph. — Tendine del muscolo di Phillips. i. e. I. f. — Tendine del muscolo estensore laterale delle falangi t. p. pr. e. c. — Tendine delta porzione principale del muscolo estensore co- mune delle dita. ViQ. 2. e. a. m. — Muscolo estensore anteriore del metacarpo. m. Ph — Muscolo di Phillips. p. i. e. c — Porzione interna del muscolo estensore comune delle dita. p. pr. e. c. — Porzione principale del muscolo estensore comune delle dita. f. e. m. — Muscolo flessore esterno del metacarpo. e. I. f. — Muscolo estensore laterale delle falangi. e. 0. m. — Muscolo estensore obliquo del metacarpo. t. p. pr. e. c. — Tendine della porzione principale del muscolo estensore co- mune delle dita. t. p. i. e. c. — Tendine della porzione interna del muscolo estensore comune delle dita. t. e. I. f. — Tendine del muscolo estensore laterale delle falangi. t. Ph. — Tendine del muscolo di Phillips. i. t. p. i. e. c. — Inserzione del tendine della porzione interna del muscolo esten- sore comune delle falangi. i. t. P/i. — Inserzione del tendine del muscolo di Phillips. — 188 — Tig. 3. e. a. m. — Muscolo estensore antei-iore del metacarpo. p c. p. — Porzione cubitale del muscolo flessore profondo dalle falangi. p. jjr. e. c. — Porzione principale del muscolo estensore comune delle falangi. f. e. m. — Muscolo flessore esterno del metacarpo. m. Ph. — Muscolo di Phillips. e. I. f. — Muscolo estensore laterale delle falangi. e 0. m. — Muscolo estensoi'e obliquo del metacarpo. t. Ph. h. f. — Tendine del muscolo di Phillips e briglia fibrosa dell'aponeu- rosi antibrachiale fusi e sovrapposti al tendine dell' estensore laterale delle falangi. t. e. I. f. — Tendine del muscolo estensore laterale delle falangi. t a. i. — Tendine accessorio interno. t. p. pr. e. c. — Tendine della porzione principale del muscolo estensore co- mune delle falangi. Fig. 4. e. a. m. — Muscolo estensore anteriore del metacarpo. m. Ph. — Muscolo di Phillips diviso, e. I. f. — Muscolo estensore laterale delle falangi diviso. p. pr. e. c. — Porzione principale del muscolo estensore comune delle falangi. m. r/i. — Muscolo di T hi em esse. p. 0. m. - Muscolo estensore obliquo del metacarpo. f. e. m. — Muscolo flessore esterno del metacarpo diviso. p. c. p. - Porzione cubitale del muscolo flessore profondo delle falangi. f. 0. m. - Muscolo flessore obliquo del metacarpo. Fig. 5. f. e. m. — Muscolo flessore esterno del metacarj^o. e. a. m. — Muscolo estensore anteriore del metacarpo. m. Ph. — Muscolo di Phillips. p. pr. e. c. — Porzione principale del muscolo estensore comune delle falangi. m. Th. - Muscolo di Thiernesse. t. Th. — Tendine del muscolo di Thiernesse. e. 0. m. - Muscolo estensore obliquo del metacarpo. p. c. f. e. — Fascio muscolare che prolungain alto il tendine accessorio esterno. t. e. I. f. — Tendine del muscolo estensore laterale delle falangi. t. a. e. — Tendine accessorio esterno. t. Ph. — Tendine del muscolo di Phillips. t. a. i. — Tendine accessorio interno. h. a. a. — Briglia di rinforzo dell'aponeurosi antibrachiale. h. t. u. — Branca tendinea che unisce il tendine della porzione principale del- 1' estensore comune delle falangi al tendine del muscolo di Phillips. t. Ph. b. f.— Tendine del muscolo di Phillips e briglia fibi-osa dell'aponeu- rosi antibrachiale fusi e sovrapposti al tendine dell' estensore laterale delle falangi. — 189 — t. e. I. f. — Tendine del muscolo estensore laterale delle falangi. t. p. pr. e. c. — Tendine della porzione principale dell' estensore comune delle falangi. Fig. 6. g. e. a. — Grosso estensore dell'avambraccio. e. a. m. — Muscolo estensore anteriore del metacarpo. p. c. p. — Porzione cubitale del muscolo flessore profondo delle falangi. TO. Ph. — Muscolo di Phillips, m Tk. — Muscolo di Thierness e. f. e. m. — Flessore esterno del metacarpo. e. I. f. — Muscolo estensore laterale delle falangi. p. pr. e. c. — Porzione principale dell' estensore comnne delle falangi. f. p. f, — Muscolo flessore profondo delle falangi. e. o, m. — Muscolo estensore obliquo del metacarpo. X. X. — Tendine accessorio situato all' esterno dell' estensore laterale delle fa- langi e avente origine dai due tendini del flessore esterno del metacarpo. t. Ph. — Tendine del muscolo di Phillips. b. a. a. — Briglia di rinforzo dell' aponeurosi antibrachiale. t. p. pr. e. c. - Tendine della porzione principale del muscolo estensore co- mune delle falangi. t. Ph. b. f. — Tendine del muscolo di Phillips e briglia fibrosa dell' aponeu- rosi antibrachiale fusi e sovrapposti al tendine dell' estensore laterale delle falangi. Fig. 7. f. e. m. — Muscolo flessore esterno del metacarpo. e. 0. m. — Muscolo estensore anteriore del metacarpo. TO. Ph. — Muscolo di Phillips. p. pr. e. c. — Porzione principale del muscolo estensore comune delle falangi. m. Th. — Muscolo di Th iernesse. e. 0. TO. — Muscolo estensore obliquo del metacarpo. e. I. f. — Muscolo estensore laterale delle falangi. t. Th. — Tendine del muscolo di Thierness e. i. t. Th. — Inserzione del tendine del muscolo di Thiernesse sul tendine della porzione principale dell' estensore comune delle falangi. t. e. I. f. — Tendine del muscolo estensore laterale delle falangi. b. t. u — Branca teudinea che unisce il tendine di Phillips a quello dell' esten- sore laterale delle falangi. t. p. pr. e. c. — Tendine della porzione principale dell' estensore comune delle falangi. 0. t. a. i. — Origine del tendine accessorio interno dal tendine della porzione principale dell' estensore comune delle falangi. t. a. i. — Tendine accessorio interno. t. e. I. f. — Tendine dell' estensore laterale delle falangi. i. t. Ph. — Inserzione del tendine di Phillips. 190 — FiCx. 8. p. c. p. — Porzione cubitale del muscolo flessore profondo delle falangi. 0. f. m. Ph. — Doppia origine del fascio distinto del muscolo di Phillips. 1. m. t. Ph. — Linguetta muscolo-tendinea del miTscolo di Phillips. I. c. Ph. — Linguetta carnosa del muscolo di Phillips. m. Th. — Muscolo di Thiernesse. m. Ph. — Muscolo di Phillips. f. d. P/t. — Fascio distinto del muscolo di Phillips. p. pr. e. c. — Porzione principale dell' estensore comune delle falangi. e. I. f. — Muscolo estensore lateraie delle falangi. f. e. m. — Muscolo flessore esterno del metacarpo. e. 0. m. — Muscolo estensore oblique del metacarpo. f. p. f. — Muscolo flessore profondo delle falangi. t. f. Ph. — Tendine del fascio distinto del muscolo di Phillips. t. e. I. f. — Tendine dell' estensore lateraie delle falangi. t. p. ptr. e. c. — Tendine della porzione principale dell' estensore comune delle falangi. t. Ph. — Tendine del muscolo di Phillips. t. a. e. — Tendine accessorio esterno. b. a. a. — Briglia di rinforzo dell' aponeurosi antibrachiale. Fig. 9. t. p. pr. e. c. — Tendine della porzione principale dell' estensore comune delle falangi. t. Ph. — Tendine del muscolo di Phillips. 0. t. a. i. — Origine del tendine accessorio interno. t. e. I. f. — Tendine dell' estensore lateraie delle falangi. e. a. a. — Espansione dell' aponeurosi antibrachiale che ricopre i tendini si- tuati sulla faccia antero-esterna del metacarpo. t. a. i. — Tendine accessorio interno. d. t. a. i — Divisione in due branche del tendine accessorio interno. 1'. b. t. a. i. — Prima branca del tendine accessorio interno. 1" b. t. a. i. — Seconda branca del tendine accessorio intei-no. t. t. Ph.— Terminazione del tendine di Phillips. Fig. 10. t. Ph. — Tendine del muscolo di Phillips. 0. t. a. i. — Origine del tendine accessorio interno. 1'. t. u. — Branca tendinea che parte dal tendine principale dell' estensore co- mune delle falangi e si porta al tendine di Phillips. t. e. a. m. — Tendine del muscolo estensore anteriore del metacarpo. t. p. p>r. e. c, — Tendine della porzione principale dell' estensore comune delle falangi, t. e. I. f. — Tendine dell' estensore lateraie delle falangi. 1". t. u. — Prima branca tendinea che parte dal tendine di Phillips e si porta al tendine dell' estensore lateraie delle falangi. t. a. i. — Tendine accessoi-io interno. — 191 — 1'". t 11. — Seconda branca tendinea che parte dal tendine di Phillips e si porta al tendine dell' estensore laterale delle falangi. 1"". t. u. — Branca tendinea die parte dal tendine di Phillips e si porta al ten- dine della porzione principale dell' estensore comune delle falangi. t. t. a. i. — Termiuazione del tendine accessorio interno. Varieta delle ossa nasali in un negro del Sudan. NOTA ANATOMICA DI G. VALENTI. (Con fig.) Kicovutii il IS luolio 1897. E vietata la riprocluzione. Fra le varieta delle ossa nasali, si trovano doscrilli \an casi di loro sostituzione, complcta o parziale, per mezzo delle apolisi ascendenti dei mascellari siiperiori. Fu osservata la eoinplela sosliluzione in ambcdne i lati , da Ktihler ('), SandilOrt (') e Staderini(') in erani di Enropei, e da Hcnle (') nel cranio di un Negro; un case di conipleta sosliluzione unilateraie fu descritto da Meckel (') nel cranio di un ])and)ino ; e soslituzioni piii o meno parziali descrissero Henle(*), Roniiti C^) , Staderini ('). Tultavia, per la rarila di lali casi, e per 1' inleresse morfologico che presenlano, sia j)erclie ricordano, se la sosliluzione e incom|)leta, una condizione norniale nolle seiniie, sia perclie non |)oclii casi di avanzatissima atrolla delle ossa nasali furono osservati negli anlropodi, Giglioli (') e Maggi (*"), non stimo far cosa allatlo inu- tile descrivendo il case die mi e occorso di osservare nel ci'anio di un Negro Sudanese actiuislato al museo anatomico di Catania dal mio predecessore prof. Berte. Come I'annessa figura dimostra, (juel cranio presenta, in luogo dello (*) Koliler. — BeschreibuDg dor pliysiol. u. iKithol. I'ra]). in dov Saiumluuy des Ilrii. Loilur. — Leipzig, 1795, s. 124. (^) Sandifort. — Observatioues aiiatomico-patli., lib. Ill, pag. 130; lib. IV, pag. 13G. (^) Staderiui. — Osservazioni anatouiiclie. I. Varietii delle ossa nasali. (Atti della K. Ace. dei Fisiocritici. Sieua, novembre 1888 e geunaio 1890). C) Henle. — Anatomic des Menscheu. — Braunschweig, 1876. (5) Meckel I. F. —Beit, znr vergl. Anatomie. Bd. I, Heft 2. — Leipzig, 1809, s. 54. (^) Eomiti. — Di una rarissima varietii delle ossa nasali, ecc. (Atti della K. Ace. dei Fisiocri- tici. Siena, 1883). C) Giglioli. — Studi crauiologici sui Chinipanze. (Annali del Museo Civico di Storia nat. di Genova. Die. 1872, vol. III). (*) Maggi. — Sopra una varieta luorfologica delle ossa nasali e intermascellari nell' oraugo (Keudic. del R. Istituto Lombardo. Milauo, 1891, surie II, vol. XXIV, fasc, VI;. — 192 — due ossa nasali, uii unico ossicino molto ristretto, allungato, e di forma triangolare, sitiiato non preeisamente siilla linea mediana ma iin poco verso destra, il quale si articola per il suo apice con il frontale, per i margini lateral! con le apofisi ascendent! del mascellari superior!, ed e libcro alia base : misura in lunghezza 22 mm. ed in larghezza soli 2 mm. per la massima parte delta sua estensione ed 8 mm. alia base. Questa, sottile e tagliente come normalmente il margine inferiore delle ossa nasali, presenta una incisura molto pronunziata e due sporgenze triangolari, delle quali la destra si articola con il corrispondente ma- scellare in continuazione del margine destro dell'ossicino stesso, e I'altra, libera, vienc preeisamente a corrispondere alia linea mediana, formando il suo margine sinistro un angolo acuto con I'apolisi ascendente del ma- scellare di questo lato. Le apotisi ascendent! dei due mascellari sono molto sYilu|)pate in larghezza, misurando (juella sinistra mm. 12 e quella destra mm. 10. .=*^^- Ad un esame superficiale del nostro case ])olrebbesi credere che si tratti delta completa sostituzione dell'osso nasale di sinistra da parte delta corrispondente apofisi ascendente del mascellare, e di una a\anzata riduzione di quelle di destra: Ma ricercando i rai)porti del margine an- teriore delta lamina perpendicolare delt'etmoide, non e dillicile accorgersi che questo, mentre in alto corrisponde at margine interne dell' apofisi ascendente del mascellai'e di sinistra, e preeisamente alia sua articola- zione con I'ossetto anomalo, viene in basso ad applicarsi direllamente sotto la faccia interna di questo, in mode da separarne, a sinistra, una piccola porzione di forma triangolare, larga a|)|)ena 2 mm. alia base ed alta circa 1 centimetro: E poiche si sa che alia lamina pcj-pendicolare — 193 — deH'ctmoide eorrispondc, nornialniontc, la suluva iti/rrnasale ('), e da ritencre clic lud nosfro caso sia pure rappresentalo H nasale di sini- stra (r), sci)l)cnc in avanzatissimo grado di riduzionc c saldato con quello di dcstra (/?. cL). Si tratta diuKiiic della parzialo soslituzionc ])ilatcralc dellc ossa nasali, molto pin proniinziata a sinistra die a destra, c non delta conij)teta soslituzionc del nasale di sinistra, come avrcbbcsi potuto credere senza toner conio di quest' ultimo rapporto. 11 cranio con la descritia \arieta, a|)partenuto ad un individuo di circa 30 anni, e nvdvciiVAmcnle phfjiorefalo^ con la sporgenza occipilale a sinistra, ha ben distinte tutte le suture, e presenta to scgucnti misure: diamctro antero-posteriore (iniaco) mm. IGG » ti-as verso massimo (biparictale) )) verticalo (basilo-brcgmatico) circonferenza orizzonlale cur\a inio-frontale )) Hi » 131 )) 194 )) 300 )) 348 1) 116 » 113 )) 111) )) 293 » occipito-l'rontale » I'rontale (otVio-bregnialica) » occipilale (opislio-lainbdoidea) » sagittate (bregmato-landjdoidea) ■0 sopra-auricolare Esso ha iiiollre una capacila di c.c. 1320; un angoht di Camper (misuralo secondo J aequart ) di 71" ; un indice cranio mandibolare = 10, pesando il cranio senza numdibola gr. 500 e quest' ultima gr. 90, com- presi i denli ; un indice nasale = o2; un indice |)alalivo = 63 ; un in- dice orbitario = 82 ; un angolo mandibolare di 120"; un angolo man- dibolare sinlisiano=70' : la inclinazione del clivo del HI u men bach e di aj)pena 113'. Di variola concomitanti ho nolalo una piccola apofisi panoiKisloiilcn a destra e la presenza di fori sopraorbildri, con duplicita di quello di sinistra, invece dclle normali incisure. A ((ucsti fatti ho voluto acccnnare, non solo perche servono essi ad una pill esatta conoscenza del cranio presentante la descritia anomalia, ma anche perche, |)ur tenendo conto clie esso ap[)arliene ad un Negro, alcuni di quel dati antro|)ologici, ipiaii ad es., quelli rilerentlsi at pro- fjnatismo molto pronunziato cd alia capacila craniense (die e inferiorc di ii c.c, alia media che secondo Morion presenlano i Negri di Africa) (') Avenclo ricerceto, a propositodi tal rapporto, iu piii di 300 crani, ho potato constatare clieancor quaudo la sittura internasalo e molto spostata dalla linea niediana, oppure 6 dii-etta obliqnamente, cor- lisponde senipre ad essa 1' articolazione della lamina iierpendicolare doll' etmoide, la quale, in tali casi, si presenta, come 6 facile iuteudere, piii o uieno dcviata lateralmcute, e per lo piii verso il lato opposto a quello corrispondente al nasale piii piccolo. — 194 — ci indicano iiiio state (logenerati\o di quel cranio stesso ; e ciu non mi scmbra trascuraijilc per la concomilanza con una varieta chc vicne considerata come un caratterc di tcromoilia. Catania, 15 Luglio 1897. ISTITUTO ANATOMICO DI FIKENZE, DIRKTTO DAL PROF. G. CHIAKUGI Le " fibrae propriae „ e le " arciformes internae „ nell'atrofia sperimentale del nucleo di origine dell'Ipoglosso. RiCERCHB DEL DOTT. RUTILIO STADERINI AinTO E LIBEUO DOCENTE DI ANATOMIA UMANA. Ricovuta il 30 giugno 1897. E vietata la rii)rodazioue. II nucleo di origine deiripoglosso e nella sua lunghezza circondato dorsalmente e medialmentc da un fitto stralo di fibre nervose, midollale, in prevalenza longitudinali. Questo sisteina di librc e state preso in esame da diversi osservatori, di cui le opinioni sono discordi. Per alcuni, per quelli cioe die seguono le vedute di Koch (3), que- ste fd)re sarebbcro destinate ad unire fra loro le diverse parti delta co- lonna cellulare del XIF paio e meriterebbero (juindi il nome di « fihrae propriae nuclei XIl » . Secondo Schiitz (D) il medesimo sistema di fibre, al quale egli ha dato il nome di dorsale Lanysbiindel^ non e limilato alia regione deirij)o- glosso, ma si estende ben oltre, dalla commissura molle cioe del 3° ven- tricolo fino all' incrociamento delle piramidi. Del fascio stesso descrivc Schiitz il modo di presentarsi nolle varie altezzc del bulbo, ne consi- dera le fibre die ne dipartono con s\ariata direzione e le cellule gan- gliari, die in mezzo ad esso sono (jua e la inti-amezzate. Circa il suo si- gnificato crede Schiitz die il dorsale Latujsbf/ndel rappresenti un mezzo di unione delle j)arti piii prossiniali della sostanza grigia centrale con le parti piu distali, e forse anche delle singole parti fra loro. Secondo alti-i le fibrae propriae rajipresenterebbero una via centrale deiripoglosso; sarebbero cioe in princi|)al modo costituite da fibre alle- renti, le (piali seguendo la \ia delle piramidi metlerebbero in rappcu'to la corteccia cerebrale con le cellule del nucleo di Stilling. Cosi pensa Kol- liker (3), che ha studiati embrioni c neonati col nietodo Golgi, e dello — 195 — stcsso parcie o Turner (11), il quale ha raccolfo quesli dati di fatto: 1° esse (fibrae propriae) dispai'vero in un caso, in cui 1' alrolia delle cel- lule del nucleo del Xir era assoeiata alia sclerosi delle piramidi, mentre riniasero inallerale in nn caso, in cui solo le cellule del Xir erano atro- lizzale; 2" esse non erano visibili in un ieto uniano di 8 niesi, in cui le piramidi non erano ancora mielinizzate, menlre erano coniplelamente mielinizzate le allre fibre del nucleo. Tali argonienli sono in(lul)l)ianu'nte di una validila lale, da potersi oramai riguardare le libre proprie, come libre allerenli del Xll" |)ai(). Pur luttavia la qucstione si e Aoluta ancora nn poco allargare, e si e >oluto investigare, se il detto sistema di libre sia o no esdusivamente coslituito da libre airercnti. Ricorda a qnesto pro|)osito Mingazzini (8) clie gli sUidi praticati col metodo (iolgi lianno dinioslralo die il sistema delle libre proprie e in massima |)arte lormato da fibre aU'erenti, in piccola parte dalla suddixisione dei dendrili delle cellule del nucleo. Cio ammesso a me sembra clie I'esame istologico di quel casi, nci quali si abbia una completa alrolia del nucleo del Xir dovrebbe fornire la riprova del fatto: la scomparsa delle cellule dev'esser necessaria- mente susseguita dalla scomparsa dei dendrili ad esse appartenenti; qnindi la rete di fibre proprie deve mostrarsi diminuita di tulta quella parte, clie dai dendrili stessi risulta costituita. Mingazzini difatti osscrvo una prima volta ((J) ncl gatto die alia mancanza congenita del nucleo di Stilling di un lato corrispondeva, dallo stesso lato la completa scomparsa delta rete di libre proprie ed al- trettanto ossei'\ 6 (7) nelf uomo in un caso di sclerosi laterale amiotrofica, in cui il nucleo del XII° era da ambo i lati complctamentc degeneralo. Pill recentemente poi (8) studiando un caso di cmiatrolia linguale pole rilevare una lie^e riduzione delle libre pro])rie in ambedue i nuclei del- r ipoglosso. Una leggiera riduzione delle stesse libre net lato stesso, in cui vi era alterazionc del nucleo, fu pure riscontrata da Geronzi (2) nelf uomo in un altro caso di cmiatrolia linguale. in contrapposto pero a queste ed ad allre consimili osservazioni, die ometto per bre\ita, e da rilexare die Koch e Marie (i) in un caso di emiatrolia linguale nelf uomo trovarono Integra la rete di fibre proprie net lato, in cui il nucleo era completamente alrofico. Forel (1), che esamino diversi conigli, ai (piali f ipoglosso era stato estirpato col metodo Gudden, non ebbe a verilicare riduzione di libre proprie e non esito anzi a dire die da ({ucsto lalo le vedute di Koch sono crronec. 196 Per juirte mia (10) gia resi noto chc con ripcliito cspcricnze laltc ncl coniglio e ncl cane, non riuscii mai ad appiTzzarc insicme coiratrolia del nucleo del Xir iin'alterazionc qualiinqiie delle iibre proprie : e cio, iiotisi bene, anclic quando ratrofia del nueleo data v a da lunghissimo tempo. Come si vedc dunque la questione e ancora insoluta. Pcro se noi prcndiamo a considerar bene Ic osservazioni ora citate e le poniamo fra loro a contVonto, a me pare die la divcrsita del resultati possa spie- garsi, ammettendo die mentre Talterazlone delle Iibre proprie e apparsa evidente in quel casi, in cui non era ben ccrto che la lesione bulbare fosse circoscritta al nndeo del XIT, Talterazione medesima non si e rive- lata affatto, quando la lesione era presumibilniente limitata al nucleo del Xir. A contbrtare in maniera davvcro sorprendente una tale ipotcsi si prcstano le osservazioni di Turner, il quale, come abbianio \eduto, trovo inalterate le fibre proprie in un caso, in cui soltaulo il nucleo del XIF era atrofico e le trovo invece mancanti in un caso, nel quale coUa atrolia del nucleo del XIP era associata la sclerosi delle piramidi. Sea queste osservazioni si aggiungono quelle di Forel c le niie, gia riferite, a ncssuno, credo, potra scmbrarc troppo arrischiato il giudi- zio da me altra volla espresso intorno airargomenlo, die doe « il sistema delle Iibre proprie alnieno ndla sua piu gran i)arto non deriva dal nucleo di Stilling e die pur aninietlendo die soltaulo una parte di esse sia in intima connessionc col nucleo, bisogna con\enire die questa [)arte dcbba esser piccolissima, se sfugge a tutti i nostri mezzi di investigazione. » Or bene Mingazzini afferma, e non ne comprendo il perche, avere io so- stenuto die le iibre pi'oprie u nulla lianno die fare col nucleo del Xir » ed aggiunge inollre die il niio giudizio non e sccvro di nienda, perche non ho operato su conigli neonati, no tanipoco ho ricorso alia cstirpazione intracranica delFipoglosso. Alia obiezionc potrei rispondere meglio che con [)arole mie con quelle di un emincnte nevrologo, il Forel, il quale ndla memoria sopra citata, si esprimo in questa precisa maniera: « Iuolli"(^ venne da me sta- bilito che la mortc delta cdluladopo la distruzione ddia libra respelliva sopravviene tanto neiradulto die nd neonato. » LFerner wurde \on niir festgestdlt, dass das Absterben der Zdle, nach Zerstorung dcr zugeho- rigen Faser, sowohl beim Erwachsencn als beim Neugeborenen stattlin- dct.] Cio confermano le mie esperienze, ndle (piali, pur non operando in neonati, ottenni costantemente 1' atrolia del nucleo d' origine del nervo estirpato. A parte tuttocio nel desiderio di verificare, se in realta una modi- — 197 — ficazione di metodo induca una diversita di resultato, ho voliito fare niiovc indagini. Qucsta volta \c mie osperienzo vennero osegiiite su galti noonati. I primi tentativi, clic feci, riniasei'o infrutluosi. L' alterala fiinzionalila della lingua, clie diviene notevolmente deviala in segiiito alia estir|)azionc iini- lalerale dell'ipogiosso, non permelle a (juanto jtare una sullieiente ali- menlazionc ed i primi gallini, da me o])erati e laseiali unicamenle alle cure della madre, morirono tutli dopo 6-7 giorni daila o|)erazione. Nei successivi esperimenti a>endo rieorso alia alimentazione artinciale I'esito fu (lei pill favorevoli. In cinque gatlini ap|)ena nali estirpai per strajipamenlo I'ipoglosso di un lain, afferrandojo al di fuoii del cranio in un punio il piii possi- l)ilmenle vicino al foranu' di uscila. Ad ej)oclie (li\erse dalla operazione gli animali oj)erali >ennero uccisi pei' raccogliei-ne il bulbo e fame la fissazione in li(|uido di Miiller. Tre di quesli buibi vennero Inchisi in celloidina, affetlati in serie e coloriti poi col metodo Weigcrt. L'esame istologico, di cui sto adesso per riferire, riguarda a|)punto il midollo allungalo di Ire galli, di cui uno mori accidenlalmenle (lo|)o 47 giorni dalla estirpazione dclFipogiosso, uno fu ammazzato dopo 4 mesi e il lerzo do|)o 0 mesi e mezzo dalla operazione. Ho credulo inutile eslendere l'esame a tutti e cin((uc i gatti operati, essendo stato il reperto ottenuto nei primi tre perfettamenle eguale. Per questa I'agione mi risparmio di descrivere una ad una le sei-ie esami- natc e ne faccio una descrizione complessiva. Nei tre esemplari dal lato deU'estirpazione il nucleo di origine del Xir paio e completamente atrofico. Ncllo stesso lato la rete di fibre pro- prie e Integra in tutta la lungliezza del nucleo e si j)uo dire anzi clie con la completa scomparsa di (piesto fa un singolare contrasto la conserva- zione di un tal sistema di fibre. Nelle singole sezioni facendo un csame attentissimo e poncndo a con- fronto il lato atrofico col lato sano non si riesce a slabilire ne in basso ne in alto una dillerenza (|ualun(|ue tra la quantila di fibre proprie della meta destra e della meta sinistra. E bensi vcro clic in (jual- clic momento si ha I'aspetto di una non perfetta cguaglianza fra i due lati, ma 1' csame complcto c ordinato delle diverse serie dimostra che una tale ineguaglianza non e che appai'cnte. Cosi puo a|)parire in piu d'una sezione che le fibre proprie siano in aumento net lato stesso, in cui il nucleo del XIF e atrofizzato: considerate bene le cose e facile per- suadersi che cio non dipende da un aumento assolulo nella quantita delle fibre proprie, ma dalla circostanza che dal lato deU'estirpazione 198 essendo per ratrofia del niiclco del Xir aumenlalo rinlenallo tra qiic- sto e il niicleo termlnale del Vago, il campo niidollare delle fibre ha per cosi dire aviilo niodo di espandersi, e senibra quindi costituito da una qiiantila di fibre niaggiore die ncl lato opposto. Al contrario in qualche altra sezione, corrispondente a iin livello, in ciii I'area di origine (leH'ipoglosso non abbia raggiunto una grande esten- sione e non sia quindi tanto nolevole V asininielria tra lato sano e lato leso, puo sembrare clie siano in lievissinio aumento le fibre pro- prie del lato sano, ma nella medcsima serie la j)iccola difi'ercnza spa- risce tosto da una fetta aH'altra, come puo ritornare ad un alti'o livello, ma a carico del lato opposto. I nostri mezzi di indagine dun(|ue, anehe nei preparati meglio riusciti, non ci permettono di valutarc insienie con 1' atrofia delle cellule del nucleo di Stilling una diminuzionc qualsiasi nella (piantita delle fibre ])roprie. Quello che ho \erificato nei gatti operati alia nascita e dumjuc j)erfcttanicntc identico a quello, che gia riscontrai nei conigli e nei cane, operati dopo la nascita. 11 re])ei'to e stato costante ed eguale in tutti gli animali, indipendentemente dal periodo di tempo che avevano vissuto dopo I'ablazione delFipoglosso. II sistema delle fibre proprie ai due termini craniate e |)i'ossimale deir ipoglosso non cessa, ma si vcde continuare in basso nella retc di librc delta base del corno anteriore, in alto nella rete di fibre che circonda il nucleo triangolarc dell' acustico. Di piii in mezzo ad esso son conte- nute cellule nervose, le quali, come altra volta ho dimostrato (10),assumono poco alia volta I'impoi-tanza di un vero e proprio nucleo. D' accoi'do (juindi con Schiitz che questo sistema non sia da circoscriversi entro i limiti del territorio dell'ipoglosso, e senza voter in alcun modo contra- stare la veduta, generalmente ammessa, che esso risulti in gran parte di fibre i)iramidali, atlerenti del XIF, credo che le fibre proprie ncl loro insienie debbano avere una im])ortanza ben maggiore, che quella attribuita loro da Koch, di servire cioe unicamente a connetter le diverse parti del nucleo deiri|)oglosso. In conclusione c per la signilicante unilormita di reperto ottenuta in tutte le mie esperienze e per i varii argomenti, che ho sopra espo- sti, sen to di non dover modilicare allatlo il mio juimo giudizio: « il si- stema delle fibre proprie per to mcno nella sua piii gran parte non deri\a dal nucleo di Stilling. » Prima di terminare aggiungero due sole parole su quelle fibre arci- fornii interne, piii dorsali, le quali circondano ventralmenle il nucleo - 199 — (leir ipoglosso. Sopra il significato di tali fibre arcualc (Kranzfasorn di Koch), clic per molti fanno parte dclle fibre afl'erenti del XIP, nianca iin aecordo eonipleto. Nei casi di atrofia del micleo del Xir, oi'a sono slate trovate integre ed ora mancanti. I'er parle mia tanto nelle iiltime espe- rienze sui gatti, come nelle precedenti sui conigli e siil cane, ne ho sempre verificata la piii perfetta integrita. Cio non deve recar meraviglia, perclie c ovvio, dice Mingazzini, che la atrofia di dette fibre segue le vicis- situdini del neurone piramidale e non puo verilicarsi die a |)atto che sia lesa anche la via piramidale. Ora senza volere alTallo dilungarmi sul- rargomenlo e non avendo anzi elementi per negare die tali fibre pos- sano in rcalta rappresentarc vie centrali del Xir, vogiio solo rilevare che la questione non c tanto semplice, quale 1' ha posta Mingazzini, imperocche vi sono delle esperienze, in proposito, le quali lasciano tut- tora suh judicc la questione medesima. Forel, di fronte aH'aflermazione di Koch die le arciformi piii dorsali siano libre piramidali, aflerenli del Xil", cosi si espi'ime: cio puo esser giusto, ma rimane da dimostrare come per mezzo delFeslirpazione del centre corlicale ddla lingua, il fa- scio |)iramidale, che indubbiainente tormina ramilicandosi net nucleo del- I'ipoglosso, non cada in un dei lati in atrofia. Con I'esperimento da noi ricordato le fibre piramidali in rapporto col nucleo del XI1° non cad- dero in atrofia. * * Come ho dello piii sopra, do|)o la eslirpazione unilaterale del XIT, la lingua dell' auiinale, esaminato in vita, non mantiene la sua posizione normale, ma si mostra notevolinente deviata. Inoltre la meta corrispon- dente al lalo ddla iesione si mostra piii assottigiiata, che (|uella del lato opposto e uua lal dillerenza e piii che altro manilesta xerso la |)uuta ddla lingua. In uno solo dei gatti operati mi accadde di vedere la punta ddla lingua ripiegarsi obli(|uainente su se slessa e mantenersi poi costau- teinente ri|)iegata. — La liugua dei diversi gatti operati venue al mo- inento op|)ortuno lissala e couservata e anche di qucsta non e state tra- scurato 1' esame istologico, il quale pero non ha rivdato gran che di imporlanle. Ne riferisco in brevi jiarole. I. a parte lesa e inolto ridotta nel suo \olunie; i fasci muscolari sono diminniti di numero, ma eonservano dimensioni e aspetto normali. Circa il loro ordinameuto si ha questo di particolare: che dal lato delT atrolia sono in prevalenza i fasci con dire- zione trasversale, mentre mancano (piasi com|)ldainente i fasci \erticali, i quali si notano invece in buon numero ud lalo o|)posto. — 200 Indie e bibliograflco. 1. — Forol A. — Ueber das Verlialtuiss iler expeiimeiitellen Atropliie, etc. Ursprnng des IX, X u. XII Hirnnerven. 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Revere, S. - Milano DMCA FABI5Rir-A AAZIOXALE DI MICROSCOPI ED ACCESSORi DITTA FORNITRIGE di tiilti i Gabinetti Dniversitari del Rejrno IVIICROSCOPIO GRANDE IVIODELLO con cromag'liera, apparato AbToe, diafranima ad iride, tavolino in ebanite, revolver, due obbiettivi a secco '6 e 7*, uno ad immersione omogenea Vi-j"? due oculari 2 e 4; il tutto posto in elegante annadietto in mogano L. 400 (Jnrjrandimenti fino a 1000 diametri) Mm ollieltiyo V15" Seffliapocromatico IMMERSIONE OMOGENEA Obbiettivo raccomandato per la grande potenza e per la sua durata (Vedi Zeit- schrlft fiir ivissenschaft. Microscopie del 12 settembre 1894, Band XI, Heft 2\ L. 200 coi due oculari couiponsatori 4 od S. CATALOGO GENERALE GRATIS a scmplice richiesta Patjamenti rateali mensili pei iS ///.'■' Ufficiali sanitari comunali. Firenze, Stab. Tip. Fior., Via S. Gallo. 33.— 1897. Moiitore 2ooloiico IMiaio (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) DIKETTO DAI DOTTORI GIULIO GHIARUGI EUGENIO FICALBI Prof. (U Ayatoiuia umaua nel K. Istituto lU Stuiii Super, iu Fireuze Prof, di Anatomia comp. e Zoologia nella K. tJuivorsit^ di Me.ssina Ufl6.cio di Direzione ed Ammimstrazione : Istituto Anatoiuico , Firenze. 13 Humeri all' anno Abbuonamento annuo L. tO. VIII Anno Firenze, Ottobre 189*? N. lO SOMMABIO : Bibliografia. — Pag. 201-200. CoMUNicAzioNi Originali: I^omano A., Sopra le fibre commessurali del proencefalo dei Selacei. Con fi,;j-. — Fusari R., Contributo alia conoscenza morfologica del muscolo temporale. — Qanfini C, Sulle alterazioni delle cellule uervose del- 1' asse cerebro-spiiiale consecutive alia inanizione. (Tav. VII). — Pag. 20G--227. NoTiziE. — Pag. 227. Avverter\za Delle Coiiiunicazioni Orig'inali die si pubblicano nel Moni- torc Zoologico Italiano e vietata la riproduzione. 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La vecchia letteratura mostra pregevolmente I'insieme di (|iiesti or- gan! cenlrali, lanto dal lato descrittivo, (juanlo con la ri|)roduzione ico- 207 nografica : e nnfovoli sonole ricorclic del Willis (1666), Collins (I680) Haller il776\ (laiuper ^177fj, Vicrid'Azyr (1776), Scarpa (17811). Air inizio del seed nostro, da tale studio rieavarono leggi e ])rin- cipii biologiei una eooi'te di osservatori, e ne resto preeniincnte Aj)o- slolo Arsaky di Epiro. L' opera di B 11 sell (1848) « De Selachioriim et Ganoidoriim ence- phalo » compendia le conoscenze contemporanee. L' analisi delta fine strut I lira e libra tura comincia ad essere fatta nel 1870 da Miklulio-Ma- clay con T opera ((Das (ieliirn der Selachier » con rara dottrina e Ibrza d' osservazione sotto I'aspetto enibriologico e lilo-ontogenetico, Yi s' ispi- rarono gli osservatori posteriori. Egli descrive le vie commessurali nel cervcllo anteriore dei Selacei, e le compara alio stato primitivo dell' in- terne sistema commessurale dei vertebrati superiori (commissura ante- rior, fornix-, corpo calloso), nella quale analogia gia lo precedettero le supposizioni di Kollman. Stieda apporto valido contributo alio studio inaugurato dal |)recedente autore con un lavoro (1873) (( Ueber die Deu- tung der einzelnen Tlieile des Fischgeliirns ». Nel 1877 le conoscenze e le vedute circa la tessitura e la fd)ratura di questi encefali sono compendiate nella tesi di Francois Viault (( Ile- cherches histologiques sur la structure des centres nerveux des Plagio- stonies)), studio die fa dare un passo ancora all' argomento. II Viault dice die le rd)re trasverse debbono omologai'si alia commessura ante- riore, e pill |)roprianiente alia porzione basale di questo sistema cono- sciuto col nome di commessura haseos alba nei mammiferi. Nello stesso anno I. V. Rohon (((Das centralorgan des Nerven systems der Selachier )>) da parimenti accenni circa 1' analisi delta libra- tura; pensa che le fibre trasversali compatte die egli vede nel proence- falo dei Selacei sieno le omologlie delta commessura anteriore dei verte- brati su])eriori; ma non assicura se si tratti di un sol fascio 0 i)iii. La memoria di Sanders (( Contributions to the Anatomy of llie central nervous System in Vertebrate animals », le cui diverse parti sono pubblicate a piii riprese Ira it 1877 e 1887, fa |)rogredire la mor- fologia generate di questi proencefali; mctte in rilievo la commissura anteriore e la fa provenire da cellule die sono alia base del cervello. Nel 1888 Ludovico Edinger pubblico il priuio dei suoi lavori « Untersuchungen iiber die vergleidiende Anatomic des Gehirns. I Das Vcrderhirn » . In questa prima memoria tratta con maggiore profondila la (pii- stione delta llbratura; descrive nella |)orzione basale del proencefalo due sistemi commessurali limilroli, ossia distingue in due fasci il si- — 208 — sterna di lihro, gia clcscritto dagli aulori |)iTt'odenli, clic melloiio in co- municazione lo due meta inferioi'i dei lobi anteriori. Per Edinger il primo fascio mette in relazione i due lasci basali, V altro assoeia le due regioni olfattorie. F. Bottazzi iiel 1894 pubbiico la memoria, die ha per titolo « II cervello anteriore dei Selacei » , nella quale completa ed allarga le vedute esposte in un siio ])recedente lavoro. Studia i fasci commessurali gia noti, e dcscrive un sistema comniessurale a cui da il nonie di decus- satio fmsvcrm inferemisferica situata nella ])arte superiore dorsale del proencefalo. A qucsto sistema vien data la interpretazione di t'ormazione omologa al c()r|)o calloso degli altri vcrtebrati. Gosi si conipiono le conoscenze clie lin oggi si hanno su questi fa- sci commessurali, uno dorsale e due basali, che uniscono le due parti simmetriche di questi proencefali. E bene rilevare che i citati aulori nelle lore ricerche si sono ser- viti dei soliti metodi Weigert e Pal per mettere in rilievo le fibre nervose. Per parte mia, avendo avuto a mia disposizione nn ricco ma- teriale oITertomi dalla Stazione zoologica di Napoli, mi sono serxito oltre che, degli stessi metodi, di un altro, che io non conosco ancora a[)plicato sopra il sistema nervoso dei Selacei. Ma prima di dire delta tecnica e bene premetterc che per il mio studio ho prescelto le specie Scyllium canicula o Scyllium stellare, alio stadio adulto, come quelle, che meglio si prestano all' esanie dclla libralura nervosa, nonche qualche specie di torpedini. La tecnica che ho usata e la seguente: Messo 1' animate col piano ventrale in sotto, isolato il segmento cranico dal resto, spoglialolo dalle parti circostanti e tegumentarie, si e messa a nudo cosi la sea tola cra- nica cartilaginea, che negl' individui motto sviluppati ha una consistenza quasi ossea. (]on tagli tangenziali alia |)arte piii dorsale di essa, a strato a strato si allonlana una calotta late della volla cranica da scovriro la porzione piii doi'sale del cervello sottostante, senza pero interessarlo, os- servando al tempo stesso 1' esatta posizione di tutta la massa cerebrale. Con due tagli laterali alia teca cranica si asporta tutta la sua |)orzione superiore, rimanendo la massa encefalica attaccata alia porzione basale. Giunti qui, non potendo staccare il cervello, per la sua eslrema mollezza, dalle sue connessioni, s' inmiorgo tutto il pezzo, cosi preparalo, prima in una solnzione normale di clorui-o di sodio, ])erlavai-lo senza al- terarlo, indi noi li(|uidi d' indurimento. Solo due giorni dopo si liesce ad isolare il cervello senza guaslarlo. 11 metodo di cui mi sono servito per la colorazione delle libi'c e — 209 — una applieazione, con qualche variante, di qiicllo iisato recentemente dal Finotti nc'llo sludio dei process! patologici del ncrvi periferici, c dal Tagliani ncllo sludio del niidollo s|)inale dci Icleostci. I pczzi devono essere lissali nel lu|ui(lo di Mil Her per ({uallro selliniane a due mesi, e non pill. I tagli, inclusi in celloidina, si mellono i)er quattro a died ore in un iniscuglio a parti ugiiali di una soluzione satura di acido picrico in alcool a 33 7o ^ ^'i ""^^ soluzione acquosa di undo osmico all' 1 7o- Questo miscuglio deve tenersi lontano dalla luce e deve pi-epararsi nel momento del bisogno, perclie la luce lo altera, ed in contatto del- r alcool r acido osmico si ridurrebbe ed it li(iuido non avrcbbe j)iij nessuna azi(uie colorante. Le sezioni poi vengono accuratamente e hingamente lavate in acqua corrente linclie abbiano del lutto perdulo V acido i)icrico, e le si possono direttainenle includere dope i metodi coniuni di disidratazione, op})ure colorare prima nel cajminio alluminico del Grenaclier, o nella cocciniglia dello Czocor ottenendosi cosi anclie una splendida colora- zione dei nuclei degli elementi cellulari. In questi color! i tagli possono permanere a lungo, perclie tanto V uno quanto 1' altro li(|uido non so- praccolorano. E a notare die le sezioni cosi colorate debbono i)er (jiial- che minuto esser lavate in acqua distillata, e do per evitare la per- manenza nei preparati di crislalli di allume o i depositi di cocciniglia, i quali guasterebbero la lore nilidezza. Per la disidratazione dei lagli in celloidina, ({uando (|uesli non sono incollati in serie, per evitare die la celloidina slcssa si sciolga lacil- inenle, dall' acqua li si passa in alcool ad 80 % e non iiell' assoluto, e dill direttamente in olio di anilina linche non siano ben disidralati. Questo processo e indicate per evitare die sciogliendosi' la celloi- dina abbiano a perdersi i rapporti di reciproca posizione degli ele- nienli capitati in una sezione e di jiiii pezzi capitanti in una serie. Dair olio di anilina si passano in xilolo, ripetutamente cambiato, per allontanare com|)letamente 1' olio di anilina stessa, indi s' indudono in balsamo. Ouesto metodo e tbndato sul principio dello annerimento delta mielina da parte dell' acido osmico; ed e notevole per rapidila e semplicita di colorazione in confronto coi metodi comunemente usati, die sebbene ottimi sono lunghi e complessi. Questo metodo ha inoltre il vantaggio di slabilire sicuramente la nalura mielinica delle libre che esso colora, e si»adatta piii degli altri a queste specie marine. 11 metodo osinico-|)icrico, sopra descritto, Ira 1(^ allre libre cbe fa rilevare nei cervelli anteriori, a me pare ue laccia osservare alcune, die M. Z. — 210 — formano iin sistcma di associazione tra i due eiiiisferi [vedi tav. {a)] gia descritto da altri con allri metodi o da iiic ri|)()rtat() nella esposizione bibliografica. (F. Cottazzi). Qiiesto sistema di associazione e situato nella ))arte superiorc della regione del proencelalo, clie sla innanzi ai ventricoli, per modo clie nei tagli in seric si osserva prima clie compa- riscano i ventricoli. Nella iigura esso e riportato per semplice ragione schemalica in iino stesso discgno in cui si vedono i ventricoli. Lc fibre di (jueslo sistema vanno dalla regione dorsale del proencelalo da un lato a quella del lato opposto, attraversando 1' asse mediano, incrociandosi solo ])arzialmente c dis|)onendosi a cra\atla al di sopra dei \entricoli. Queste libre i)are nascano dalle cellule della regione del manlcllo, per- clie le loro terminazioni si osservano da ambo i lati fra i gruppi di cel- lule situate nella regione del proencefalo che ai)partiene al mantello. Sezione trasversale achematica dol proencefalo cU Scylliiim canicula. — a. Fibre commessnrali dorsali. — b. Disposizione dei nuclei, strato superiore. — c. Disposizione dei nuclei, strato mediale. — d. Cavity, ventricolare. — c. Fibre couimessurali basali. — /. Vie olfattorie. Lo strato superiore di nuclei che si osserva nella .figura (6), lo strato mediate [c] e gli sparsi nuclei basali non sono che il jn-imitivo accenno di uno strato corticale. II metodo su esposto non mi ha mai fin' oi-a coloi-ate le fibre com- messnrali basali, (-he son rose invece evidenti col melodo di V\\\. Oue- slo latlo e da attribuire torse alia scarsa mielina di queste fibre. Nelle — 211 ~ t()r|)e(lini, i cui riidimcntiili cinislVri s(»no I'lisi insiemo, oiulo essi lianno miii sola cavita ventricolarc, il inolodo osmico-pienco scovre nella parte (lorsale della regione prossiiiialo del procneefalo fibre langenziali isolate, che non si possono mettere in rapporto con nessun gruppo cellulare, e non la vedere nella parte basale libre comniessurali di nessuna natura; cio che del resto fa anclie il inetodo di Pal. L' assenza delle libre comniessurali basali nelle torpedini e dovuta alto scarso sviluppo dei lobi ollattorii ed alia candiiala direzione delle libre associative di detti lobi. Aduncpie nei Sc\ Ilium il luetodo osniico- picrico, die colora le sole libre niielinizzate, lascia scovrire le sole fibre associative dorsali, nientre non colora ([uelle basali. (lol metodo di Pal si osservano fibre associative dorsali e basali. Nelle torpedini con anien- due i nietodi si vedono libre tangenziali dorsali solamente. Cio dimo- stra che il metodo di Pal coloi'a anche libre poco o niente niielinizzate; e die nelle torpedini non esistono libre basali conimessurali. Dopo Edinger gli osservatori hanno ritenuto che le libre coni- messurali basali sieno divise in due fasci, di cui uno (coiiimessura ba- sale) unisce i due fasci basali e 1' altro (commessura olfattoria) i due lobi olfattorii. Pare pero die questo sia un sol fascio e la sua divisione sia soltanto apparente. I piii antichi autori cosi ci descrivono (piesto fascio e cosifuso ce lo descrivono i I'ecenii nelle raie e nelle s(|ualine, ('he la com- messura basale, propi'iamente delta, faccia parte della commessura olfat- toria, costituendo di ({uesta la parte superiore e piii prossima ai ventri- coli c' induce a credere la omogeneita di colorazione, col metodo diPal, della commessura basale e della olfattoria, la nessuna colorazione di que- sta e di (piella, col metodo osmico-picrico, la nessuna rdazione delle fibre conimessurali basali con i fasci basali checche ne dicano gli autori, 1' as- senza della commessura basale e dell' ollattoria nelle toi-pedini; V omolo- garsi delta commessura olfattoria e della commessura basale in altri se- lacei come nella dasibatis. Esposti questi dati e utile dare la interpretazione morfologica di questi fasci e specialmente del fascio commessurale dorsale, perche la esatta conoscenza della libratura di questi cervdli di bassi \erlebrati da la chiave per la interpretazione della complessa libratura dei cervdli supei'iori e delf uomo. Data adun([ue la semplicita del pi'oencefalo dei selacei, si comprende da se, come poco svilui)pati debbano essere i si- stemi commessurali tra le parti simmetriche proencefaliche. I fasci commessurali sostituiscono, in ufficio, il corpo calloso dei cervdli superiori, ma non ne sono il nucleo d' origine filogenetico, perche il corpo calloso in ([U(;sti cervdli non esiste. 212 Dal lavoro di Henry F. Osborii. « The origin of tlie Corpns eal- losnin » ai)|)are evidente come il corjto calloso senij)liee sorga e si sAilni)|)i con la esj)ansione degli eniisferi cerebi-ali, e clie i sislenii comniessurali dei cervelli semplici lianno con esso solo analogia dinamica. Le due melii sirametriche del proencefalo non possono essere considerate come due eraisferi cerebrali perche il proencefalo dei selacei si arresta alia sua primordiale divisione e quindi Ic fd)re comniessurali, die si vedono deb- bono ritcnersi analoglie alia comniessura olfatloria e commessiira ante- riore, come abbiamo detto. Con lo sviluppo degli eniisferi si sviluppa il corpo calloso, e poiclie nci Selacei lo svilupp(> dei due emisfei'i e rudi- menlalo, 6 naturale che in essi non esista un sistema di fibre clie rap- presenti il corpo calloso. Si sa intanto clie le fdire dorsali raggiungono col progredire della scala degli esseri le fd)re basali coi noli processi di svilu|)])o, di flessione e di fusione che si osservano altresi negli embrioni dei ^ertcbrati supe- riori. Se cio si amniette, possiamo ritenere come probabile che i sistemi comniessurali, dorsali, basali, olfattorii in uno rappresentano la com- niessura anterior dei vertebrati superior!. Nell' uonio e nei vertebrati superiori la comniessura anterior consta d' una parlo omisferica e di una parte olfatloria. Ora avendo inteipre- tato il sistema commessurale dorsale dei selacei come una formazione fascicolare che dovra fondersi alia comniessura basale col progredire nella serie degli esseri, ed avendo interpretate queste fibre basali com- niessurali come un sol fascio unitivo dei due lobi olfattorii, potrebbe essere questo fascio commessurale dorsale come f omologo della parte cosi delta eniisferica della comniessura anleriore dei cervelli dei vertebrati superiori e dell' uoiiio. La seniplicita di struttura e 1' angustia dello spazio nei cervelli di ({uesti bassi vci'tebrati ci ha permesso d' intuire la origine delle fibre comniessurali dorsali dalle cellule del niantello, fatto che ci puo nienare alia intuizione della origine corticate della porzione interemisferica della comniessura anteriore dei vertebi'ati superiori e dell' uomo la ([uale jier f ampiezza dello spazio cerebrate, per la complessita della struttura, per la diflicolta delle ricerche non e ancora determinata. Ouesia nota fa parte dei niiei studii sul cervello dei selacei. Stazione Zoolog-ica, Tavolo provinciale di Napoli 1896. 213 ISTITUTO DI ANATOJJIA UMANA DELLA U. UNVERSITA DI MODENA. Contributo alia conoscenza morfologica del muscolo temporale. RiCEHCIIE DEL PROF. ROMEO FUSARI. £ viotata hi riproditzione. Sul principio del presentc anno, avendo avuta roecasione di prepa- rare il muscolo temporale su nn cadavere di uomo giovane e muscoloso, lio trovato quest'organo nettamente diviso in due piani. II piano superli- ciale, molto sottile, era costituilo da fibre ehe prendevano origine dalla nieta inleriore delia faccia pi-ofonda della fascia tem})orale ed in jjarte dalla superficie interna dell'arcata zigomatica; il piano profondo, la poi- zione principalc del muscolo, era formato da fibre inserite alle parti ossee delimitanti la fossa temporale, non clie alia superficie profonda della meta superiore della fascia tem])orale. Questi due ])iani muscofari, and^edue di forma triangolare erano separati f'uno dall'altro da una sottile lamina di tessuto adiposo, ma uon erano aflatfo indijiendenti fra di loro, poiche i margini temporale e fronlale del ])iano superficiale, rinforzati di fibre, con- fondevano le loro fibre coi margini corrispondenti dello strato ])rofondo. Ouanto all'inserzione mobile le fibre del piano superficiale merce un brevis- simo tendine, o piultosto mediante una serie di tendinetti collegati fra loro da tessuto connettivo lasso, andavano a fissarsi al mai-gine anteriore e alia superficie esterna deH'apofisi coronoide, ricoprendo in tal modo il robusto tendine del |)iano muscolai-e profondo. Altro particolai-c da ag- giungere e clie le flbi-e muscofari del piano superficiate ^erso if mezzo dell'arcata zigomatica erano cosi intimamente connesse colle fibre piii profonde def muscofo massetere da essere im|)ossibife f'ottenerne una nelta separazione. x\ffa disposizione del muscofo temporale (piale io ho descritla, o ad altra molfo rassomigliante e\identemente ha affuso Henle (1) la dove dice (Bd I; Abth. S, 3, 172): « Zuweifen scfiei(fet cin lockeres und felthal- (( tiges Gewebe die oberfUichlichc an derFascie und die tiefe am knochen (( entspriegende Lage. » Anchc T h e i 1 e (2) in una nota (pag. 57) ricorda che alcuni notomisti hanno veduto il muscolo diviso in uno strato esterno ed uno intei-no: Io strato esterno com|)renderebbe le fibre piii superficiali che si attaccano affa faccia esterna del tendine e sarebbe separate dallo strato inferno (fa un po' di grasso. L'A. pero aggiunge che egli non ha M.z. — 214 — mai osservata tale clisposizione. Fra coloro die si sono occiipati special- mente clelle varietii dei miiscoli masticatoi'i trovo in Ledouble (3) ed in Kreutzer (4) citato Mass a {Liber introductons, cap. 3o, pag. 77) per a\er questi osservato il miiscolo temporale composto di due strati so- vrapposti; per altro sii qiiesta osservazione io non posso dir nulla di piii non avendo potuto avere a mia disposizione il lavoro originate. Secondo i citati osservatori la disposizione del muscolo temporale consimile a (piella da me accennata, e considerata semplicemente come una varieta; invece neiropera di un anatomico del secolo scorso, cioe in Sabatier (3) vedo clie cosifatta conformazione e descritta come nor- male (Pag. 422 del Vol. I): « On trouve le crotapliyte compose de deux « plans de fibres, un interne beaucoup plus epais, charnu vers ses bords, « tendineux a sa partie moyenne, attache au coronal, au parietal, au « temporal, et a I'os sphenoide, et un externe fort mince fixe a la face « interne de raponevi-ose qui le recouvre. Celui-ci est aussi compose de « fibres cliarnues ({ui aboutissent a un large tendon mitoyen. Ces deux (( plans s'unissent Tun a Tautre inferieurment, et ne torment qu'un ten- « don epais, qui, apres avoir passe sous le zygoma, vient se fixer a (( ra])0])hyse coi'onoide de la maxoire inferieur, qu'il embrasse de tous (( les cotes ». Per quanto abbia poi ricercato in nessun altro trattato di anatomia ho trovata rii)etuta simile descrizione del muscolo temporale, che del re- sto, come vedremo, non corrisponde esattamente a (pianto normalmenle si osserva; generalmente in^ece si considera il muscolo temporale come pill semplicemente costituito, e si ammettc che quelle fibre muscolari super- liciali, che per un'estremita sono aderenti airaponeurosi temporale, per I'altra vadano a gettarsi sulla faccia esterna deirunico tendine terminale. Se poi circa alio fibre superliciali esistono divcrgcnze, queste riguardano I'estensione maggiore o minore delta superficie d'origine; cosi mentre gran pai'te degli anatomici parla deirorigine delle fibre dalla faccia pro- fonda delta fascia temporale senza dare altro i)articolare, noi troviamo da un lato chi estende le inserzioni a tutta quanta ({uesta faccia (H. Clo- quet 6), e d' altro iato chi le liniita ad un tratto piii o meno esteso delta parte siij)eriore della stessa faccia iJ. F. Meckel (7), Boyer (8), Theile (2), Strambio (9), Fort (10), Saj)pey (11), Testut (12), ecc); anzi secondo Meckel, Boyer, Sappe\ e Testut un cuscinetto adipose separerebbe la porzione infei'ioi-e della fascia temporale dal muscolo stesso. Impressionalo (hd reperto mio e dalhi descrizione data da Sabatier, ho volute ripetere le osservazioni, e su tuiti i cadaveri che ho avuli a — 215 — mia disposizione, sia di maschi die di feminine, sia di iicoiiati clie di fanciulli, di adolescenti, di adiilti e di yecclii, (una quarantina circa) ho procurato di eseguire la ])reparazione del muscolo teni|)orale. Senza di- lungarmi a dare qui i risullali deiranalisi di ciascun caso, diro die alia fine delle mie ricerche mi sono convinto die in realta il miisculus tempo- rails e normalmente costituito di due piani di fdire carnose uno super- iiciale sottile assai variabile, uno jirofondo, quelle, cioe, die niolti anaUi- mici considerano per se solo come muscolo temporale. Di questo piano ])roI'ondo io non terro parola, perclie esse e molto ben conosciuto andie ndle poclie varieta die jnio presentare; mi liini- tei"o invece a dare (|ualdie particolare del ])iano 8U|)ei'liciale. Ho detto die il jiiano muscolare superficiale si presenta molto va- riabile. Ouesta variabilita si riferisce: a) airestensione (Idle sue insei- zioni d'origine; b) al suo spessore ed al suo aspetto; c) al suo contegno nella inserzione terminale. a) Le inserzioni d'origine possono limitarsi al terzo inferiore della fa- scia temporalis oppure coni|)renderne tutta la meta inferiore o giungere andie piii in alto. Cosi nell' ultima mia osservazione (si trattava di una giovaue donna suicida) le inserzioni insolitamente si estendevano ai due terzi inferiori. Nella maggior })arte dei casi ]iero le fibre muscolari non sorpassano la meta inferiore od anclie si limitano al terzo infei'iore della fascia specialmente nella porzione media del piano. b) Naturalmente quando Torigine e piii estesa il muscolo appare pill spesso e nieglio Individ uato, ma lo spessore varia andie a seconda che i singoli fascetti die lo costituiscono originano litli opjuire piii o meno sparsi. Talora sono cosi scarsi die il })iano muscolare non e piii continue, ma appare formate da tante parti separate da tessuto adipose. Puo in tal mode veriticarsi die il tessuto adiposo sia cosi abbondante ed i fascetti cosi rudimeiitali, che questi restano da qudlo totalniente na- scosti, ed altera, ove nella ricerca non si faccia ricorso al microscopio, si puo credere diaver davanti qudla disposizione del muscolo temporale che da Meckel, ad esem})io, da Sa|)pey e da Testut e data come normale, cioe che un cuscinetto adiposo separi la porzione inferiore del muscolo temporale dalla fascia che lo riveste. Piii di spesso il piano superficiale appare mancante o interrotto solo nella sua porzione media, ma andie in questo caso come neiraltro I'assenza del muscolo e solo apparente. Osser- vando al microscopio la superficie interna della fascia temporale nel jiunto in cui il piano muscolare superficiale senibra mancante, oppure lo stesso tessuto adiposo ad essa aderente, si trova seniju'e una cei'ta (juan- tita di fibre muscolari esili, riunite a piccoli fasci od isolate. Queste fibre — 216 — possono essere piii o meno degenerate, ma la striatura loro e sempre riconoscil)ile. c) Circa all' inserzione terminale solo in un caso ho trovato un unico tendine su cui si inserivano convergendo i diversi fascetti, e che a sua Yolta si attaccava al margine anteriore del processo coronoide della man- dibola in unione al tendine principale; piii di sovente i tendinetti sono diversi in nuinero piii o meno uniti fra di loro, e quelli anteriori si get- tano sul margine anteriore del tendine principale in prossimita alia sua inserzione, gli altri seguono una linoa curva di inserzione che da questo margine discende sul corrispondente margine del processo coronoide per passare suUa faccia esterna di questo. Piii all'indietro non vi ha piii di- stinzione fra inserzioni del temporale ed inserzioni del massetere. La variabilita d'aspetto che presenta il piano muscolare superficiale e in rajiporto non tanto col sesso quanto coll' eta. E nei bambini e nei fanciulli dove generalmente questo piano si presenta piii netto; sembra che nella maggior parte dei casi piu tardi esso si arresti nei suo svi- luppo, per cui, specialmente nella jjorzione media, e invaso da tessuto adiposo, che dapprima si introduce, separandoli, fra i diversi fascetti muscolari, poi entra anche nei fascetti stessi rendendo atrofiche le fibre com])onenti. Non e pcro raro il caso che il piano muscolare si prescnti ben distinto non solo neiradulto ma anche nei vecchio; cosi io 1' ho tro- vato tale in un uomo d'anni 61, ed in una donna d'anni 63. La lamina di tessuto adiposo che divide il piano muscolare superfi- ciale da quello profondo non e costante, e quando si trova varia di s])es- sore e di aspetto; e questo fatto e in dipendenza dello stato di nutrizione generate dell' individuo. Circa n\V inneriycione dello strato muscolare che ci occupa, ho os- servato die la i)arte anteriore riceve iilamenti dal ncrvo temporale }»ro- fondo anteriore che passano in avanti al tendine principale, e che la parte posteriore riceve rametti dal nervo masseterino. Gia la considerazione della grande variabilita presentata da questa porzione del muscolo temporale, della sua frequente atrotia, e della pro- Ijlematica sua funzione nella maggior parte dei casi, per essere cosi po- vera di elemenli contrattili, fa pensare che essa nell'uomo entri in (piella categoria di organi che sono detii rudimeulali. Ad awalorare tale ipolesi sarebbe stata necessaria la ricerca mclodica di questo piano muscolare negli animali cominciando da quelli che stanno piii vicini all' uomo. Pur troi)po non ho i)otuto nemmeno pensare alia possibita di far questo, e ho dovuto quindi liinitarmi alio studio del muscolo temporale in alcuni fra i mammiferi jiiii comuni. — 217 — In qiieste mie rieorclic lio osscrvalo die la composiziono del inuscolo temporalc di |)in I'asei non r una disposiziono lara a (nnarsi. E lalo qucsla disposizione noi rodilori, per allro ossa nnn ricorda niolto da vidno quella doll' uonio; invece vi si accosla inullo di pin ({uolla degli insettivori, dei carnivori e dci chiroltei-i. Circa agli insettivori io ho esaminato il mnscolo temporalc nell' Eri- naceus europaeus. Oucsto appariva foi-niato da due sti'ati, uno profondo avente inserzione fissa snile ossa, uno superficiale, rico|)rcntc il i)iano pro- fondo solo nclla parte antcriorc, avcntc inserzione all' aponcurosi tcm- poral(\ 11 tcndine lerniinale del piano snperliciale andava ad atlaccarsi al margine anlerion^ della branca ascendente della niandibola. Nei carnivori il mnscolo temporalc e molto sviluppato, e secondo Meckel (13) e sviluppato piii clie in ((ualunque altro gruppo; nei felini poi raggiungerebbe il pin alto grade di svilu'ppo. In qnesti il mnscolo sarebbc diviso in dne strati, uno esterno piii sottile attaccato all' areata zigomatica, uno interne piii forte die in basso va all' apolisi coronoide della mandibola. Ndla maggior parte degli altrl animali il prime di quesli dne strati sarebbe semplicemente tendineo. 11 Ledonble riporta da Stranss-Durkheim die nd gal to questo mnscolo ha trc capi; due snperliciali giustapposti ed uno pi"ofondo. II capo antero-esterno superliciale, nascc dalla fascia temporalc; il capo po- stero-esterno superliciale, meno esteso del prime, emana dallo s(|namoso al di sopra della radice dorsale dell' apofisi zigomatica. 11 capo pi-ofondo si distacca dai dne tei-zi posteriori ddle diverse ossa che limitano la fossa temporalc nei suoi due tei-zi posteriori. Onesti Ire capi riuniti vanno al- r apofisi coronoide, e le fibre di essi ne ricoprono le due faccie ed i margini. lo ho ripetuta 1' osservazione nei gatto. Ho trovato che in questo animate, come nell' nemo, il mnscolo temporalc e composto di dne piani di fibre nettamente distinti fra loro. Uno superficiale sottile rispetto al piano profondo ma sempre |)iii ragguardevole che nell' nomo, ed uno |)rol'ondo. 11 })iano superliciale, come ha fatto Strauss-Durckbcim, si puo a sua volta dividere in nn ca|)o antcriorc ed uno posteriore. 11 capo anteriore ha origine da tutta la parte antcriorc dell' aponcurosi tempo- rale, qnello posteriore inserisce le sue fibre jiosteriormente alia radice dorsale dell' a|)ofisi zigomatica del temporalc e in |)arte alia stessa apo- neurosi. Le libi-e che compongono questo capo decorrono dall' indietro air avanti paralldamente all' areata zigomatica lino a die vengono in parte a sovrapporsi in ])arlc a confondersi con (juellc costilnenti il capo anteriore cosi da formarc un unico ventre rauscolare. Per nn brevissimo — 218 — tendine questo piano miiscolare superficiale viene ad attaccarsi al margine anteriore del |)rocosso coi'onoido dflla niandibola I'icopi-fMulo il lendine del |)iano miiscolaro prolondo. (^oiue noH" iiomo i inargini anloriore ed inferiore (frontale c tcmporale), dei duo piani muscolari confondono insierae le loro fibre. Dal margine inferiore partono anclie fibre die vanno ad iinirsi al massetere. Anclie nel cane, il cui muscolo tcmporale e potentemente svilup- pato, si ripetc una consimile disposizione. Di questa particolarita non trovo fatto ccnno alcuno ne da Meckel, ne da Chauveau ed Arlo- ing (14) ne da Ell en berg (15). Come nel gatbt si ha una do|)j)ia stratificazione e si distinguono tre ca])i. Uno profondo die estende le sue inserzioni a tutta quella superficie del cranio che e liniitata in alto dalla crista saf/iffalis^ in avanti dalla hnea seminrmlaris del frontale, al- r indietro ed in basso dalla linea nvchaJis superior dell' occi|)itale o dal ma?'go timpanicus dell' osso tcmporale fino all areata zigomatica ed al li- (jampntum orhilnle. Questa parte del muscolo prende inoltre inserzione anche all' aponeurosi lemporale per tutta (luella poi-zione die sta vicina alia crista sagittalis. Le fibre che hanno questa inserzione all' aponeu- rosi, come neir uoiiio, ricoprono la porzione iniziale del tendine termi- nale, e questo tendine poi si fissa come di solito al jiroccsso coronoide delta niandibola. Dei capi superliciali, ben piii s\iluppati che net gatto, r anteriore prende inserzione alia porzione anteriore delta fascia tempo- rale, il posteriore ha pure inserzione a questa aponeurosi nella sua parte posteriore inferiore. Una linea biancasti-a arcuata a concavita inferiore, che appare suit' aponeurosi e che comincia al di sopra del meato acustico esterno e va a finire in avanti appoggiata sul margine superiore dell' ar- eata zigomatica segna il limite superiore di questo capo. Le fibre che comj)ongono questo capo si dirigono in avanti, dove in parte si uniscono alle fibre del capo anteriore superficiale, in parte le ricoprono, e finalmente i due capi si gettano su un unico tendine che ricoprendo in avanti ed in fuori il tendine del capo profondo si fissa al margine anteriore ed alia superlicie esterna dell' apofisi coronoide. 1 margini anteriore e posteriore del capo anteriore superficiale sono in intimo rapporto col muscolo pro- fondo; le fibre muscolari costituenti la parte inferiore del capo anteriore superficiale hanno in i)artc la loro originc anche dalla superlicie interna deir areata zigomatica, ma in questo j)unto e impossibilc distingucre quale sia il limite di questo muscolo iisi)etto al vicino massetere. Nel cane la parte anteriore del piano muscolare supcificiale (capo anteriore) riccve V innervazionc dal ner\() t(Miij)orale profondo anteriore, la parte posteriore e innervata da nn ranio del nervo masseterino che — 219 — sale liingo il lalo inodialo delF areata zigomatica; (jiiesla iniiei'vazione e (lunquc ugiiale a quclla clie si ritmva nel piano sii[)erlicialc del muscolo teniporalc dell' iiomo. Riguardo ai chirotferi il ]\[eckel (13) fa scmplicemente osservare che in qnesti animali il nuiseolo teinporale e di tale lorza elie non I'lia mai Irovata altrove piii considerevole. lo avendo esaminati alcuni Ve- speruyo {Y. KuMii, Key c Bias) ho ])otuto vedere ehe anelie nel muscolo temporale di questi vi ha una netta di\isionc in due strati. Uno pro- fondo potentissimo ad inserzioni fisse quasi esclusivamente ossee, ed uno superliciale molto sottile rieoprente gran parte dello strato i)rorondo e composto di fibre partenti dalla su])erlicie profonda delta esilissinia apo- neurosi temporale. 11 tendinelto del [)iano su])erticiale si inserisee in avanti al tendine terminate del ])iano muscolare profondo. Non furono fatte osservazioni sulta innervazione. Come neir uomo vediamo anchc nel cane che la porzione del mu- scolo temporale innervato dal ramo proveniente dal nervus masseterinus e col muscolo massetere in intimo rapporto e per questo fatto ove non si dasse peso alle inserzioni, si potrebbe considerare delta poi-zione come ])arte dello stesso muscolo massetere. Veramenle il nervo doNrebbe avere una speciale importanza nel determinarc 1' omologia di un muscolo, ma nel case attuale si tratta di muscoli che hanno tutti la stessa innerva- zione dalla branca motrice del trigemino, ed i nomi die assumono i diversi rami di cui questa si com])one hanno j)oca impoi-tanza attesa la grande variabilita d' origine che detti rami hanno nei diversi animali ed anche nello stesso animate. Anche per il motivo dci rapporti intimi di una i)arte delte fibre superficiali del muscolo temporale colte fibre del muscolo massetere alcuni autori ascrivono quelle a (piest' ultimo mu- scolo. Cosi in Boyer (8) vediamo descritta in tal modo la porzione media del massetere (pag. 215): « La porzione media e la piii piccola. Essa nasce (( dalla faccia interna dell' arco zigomatico e dalla parte vicina dell' apo- (( neurosi esterna del muscolo temporale; di la scende verticalmente lino « alia faccia esterna dell' ai)olisi coronoide alia quale si attacca confusa (( colla parte posteriore. Alcune fibre di questa |»orzione si attaccano al- ec I'aponeurosi interna del temporale (tendine terminale) ». Tulto do non dimostra altro che la im|)()ssibilita di delin.itare nettamente (juesti mu- scoli masticatori, mentre in pari ten.po stabilisce una prova che essi filogeneticamente derivano da un muscolo unico (Gegenbaur (16), Vol. I, })ag. 375). Secondo Meckel (13) i muscoli temporali e massetere sono nella jena confusi fra di loro, e nel fbrmichiere foiinaiio un muscolo unico a forma di ventaglio. — 220 — Lasciando da lato tale qiiestione e veiiendo all' altra della omolo- gia del piano carnoso superliciale del muscolo temporale dell' iiomo, collo strato siipeificialc dello stesso muscolo iiegli insettivori e nei chirotteri e eoi due capi miiscolari superliclali descritti nel cane e nel gatto, questa mi senibra cosi evidente die mi pare inutile spen- derc altre parole per dimostrarla. Ora siccome negli insetti\ori e nei chirotteri il |)iano muscolare superliciale e relativamente sviluppato, e specialmente i due capi supei'Iiciali del tem])orale nel gatto e nel cane costituiscono due muscoli bene svilu|)pati e perlettamente funzionanti, dacche contribuiscono ad aumcntare la potenza della parte profonda del crotatite, mentre neir uomo il piano superliciale e assai variabile nel suo svilu})po e nel suo modo di presentarsi, semi)re motto sottile, e tranne in casi eccezionali ha un' azione fisiologica quasi nulla, cosi resta da tale confronto confermata 1' ipotesi die io ho emessa gia sul principio, cioe, che nell' uomo queslo piano muscolare costituisce un organo rudi- mentale. Condudendo a me sembra adunque che si debba i-ilenere: I. Che neir uomo di norma il muscolo temporale e costituito da due piani di fibre muscolari, i quali si uniscono in basso mediante i ten- dini terniinali ris})ettivi. II. Che il piano muscolare superficiale del muscolo temporale deir uomo enira nella categoria degli organi rudimentali; questo piano invece si trova bene sviluppato in alcuni animali, (insettivori, carni- vori, chirotteri). Note bibliograficlie. 1. I. Henle. — Haudbucli der Systematischen Auatomie des Menschen. — Braiinscliweig, 1871. 2. Gr. Theile. — Trattato di Miologia e di Angiologia. (Enciclopedia Anato- mica. — Venezia, 1846). 3. A. Le do ub 1 e. — Anomalies des Muscles masticateurs de I'liomme. — (Bi- bliographie anatomique, 1893, T. I, pag. 174). 4. F. Kreutzer. — Varietaten der Kaumuskelu. — (Anatoin., Hefte, I Abth. XIX-XX, Heft. — Wiesbaden, 1896). 5. C. Saba tier, — Traite complet d' anatomie. — Paris, 1798. 6. H. Cloquet. — Traite d' anatomie descriptive. — Bruxelles, 1834. 7. Cruveilhier. - Traite d' anatomie. — Paris, 1843. 8. Boyer. — Trattato completo di anatomia descrittiva. — Firenze, 1835. 9. Strambio. — Anatomia descrittiva. — Milano, 1866. 10. G. A. Fort. — Anatomia descrittiva e dissezione. — Milano, 1871. 11. Gr. Sappe3^ — Traite d' anatomie descriptive. — Paris, 1869. 12. S. Testut. — Trattato di anatomia umaua. — Torino, 1894. ~ 221 — 13. I. F. Meckel. — Traite general d' Anatomie comparee. — Paris, 1829, vol. VIII. 14. A. Chaveau et S. Arloing. - Trattato di anatomia comparata degli ani- mali domestici. — Torino, 1886. 15. Ellenberger und B au m. — Systematische uud topographische Anato- mie des Hundes. — Berlin, 1891. 16. C. Gegenbaur. — Lehrbuch der Anatomie des Menschen, VI Aufl. —Leip- zig, 1895. ISTITUTO ANATOMICO DELLA R. UNIVICRSITA DI GENOVA, DIRKTTO DAL PROF. P. LACIII SuUe alterazioni delle cellule nervose dell' asse cerebro-spinale consecutive all' inanizione. NOTA DEr, DOTT. C. GANFINI, sf.ttorr. (Con Tav. VII) Ricovuta il 6 Inijlio 1897. E vietata la riproduzione. Essendosi in quosti ultimi anni, messa in i'ap|)orto la struttura in- tima delle cellule nervose con la loro funzione, ho inlrapreso una serie di ricerche sui centri nervosi di conigli sottoposli all' inanizione per ve- dere quali erano i consecutivi cambianienti strutturali delle cellule ner- vose. Faccio precedere i risultati delle mie ricerche da alcuni dati bi- bliografici indispensabili. Flemniing(l), nel 1882, osservo per il prime, nolle cellule dei gan- gli spinali e delle corna anteriori del midollo spinale, V esistenza di granulazioni cromatiche e la loro differenza nel grade di colorazione di Ironic ai diversi reattivi coloranli. Flesch(2), Koneff(3), Gitiss (4), e Kotlarevsky (3), confer- niando le osservazioni di F lemming, distinguono degli elementi cro- molili e degli elementi cromofobi e li considerano o come aventi un valore funzionale diverse, o come rappresentanti di un diverse stato funzionale. N is si (6) crede die la diversa quantita di sostanza cromatica si debba ad un diverse state funzionale e considera percio degli elementi cellulari pyknomorii, apyknomorii, |)arapyknomorn, e cromolili. I pyknoraorfi, che cioe si presentano molto tingibili starebbei-o a rappresentai'c uno state di fatica. Gli elementi apyknomorii, al contrario, rappresenterebbero uno stato di riposo. Gli stati intermedi IVa il riposo e la fatica trovereb- — 222 — hero il loro risconti-o nogli elenienti parapyknomoifi. Lo slatn croniofilo infine, sarol)be arlHicialo o doviilo ai rcalli\i iin|)ioga!i. Magini (7) sliidiando i lobi elotlrici di t()i-|)t'dini adulle, vivisezio- nate, in confronlo a qiielli di torpedini giovanissime, vide noi prinii clie il nucleo delle grosse cellule nervose era eccentrico ed orientato verso il prolungamcnto nervoso, inoltre il carioj)lasma era in tutte orientato nello stesso modo e lasciava vedere una scmiluna cliiara, omogenea avente I'apparenza di un vano nieniscoide situate nel polo nucleare, opposto a (juello in cui si trovava il nucleolo. Nellc sezioni di lobo-elettrico di tor- pedini giovanissime, in gran maggioranza ha osservato il nncleolo al centre del nucleo, ed il carioplasma non si vede mai spostato verso un punto qualunque della menibrana, manca inoltre ogni traccia di vano nieniscoide. Inoltre Magini ha esperimentato anchc su altri aniniali (cani, gatti, ecc.) ai quali erano stale iniettate sostanze che lasciavano in riposo 1' animale (cloi'oformio, morfina), ed in questi ha veduto il nu- cleolo al centre del nucleo. Negli aniniali stricnizzati, ha osservato in- vece il nucleolo eccentrico. Hodge (8) ha pubblicato una serie di lavori su questo argoniento, nei quali dice di aver trovato diHerenze morfologiche considerando cel- lule afTaticate oppure in riposo. Relativaniente al protoplasma cellulai-e ha trovato che le cellule afl'aticate erano lievemente inipiccolile, era dinii- nuita la sostanza croniatica, le cellule dei gangii spinali presentavano una vacuolizzazione, quelle del cervello e cervelletto invece un'allarga- iiiento dello spazio ])ericellulare. Relativaniente al nucleo ha trovato che nelle cellule allaticate esse si presentava niolto j)iii piccolo, aveva per- duto I'evidente aspetto reticolato ed era divenuto piii oscuro, ossia ei'a aumentata la sostanza croniatica. Yas (9) ha sottoposto alia corrente faradica i gangii simpatici alio scope di affaticarne le cellule ed ha trovato il corpo ccllulare ingran- dito di un terzo circa, la sostanza croniatica aumentata di poco, ma disposta alia i)eriferia sotto foima di grossi granuli. II nucleo era in- grossato ed eccentrico lino al punto, spesso, da fare s|)orgenza alia pe- riferia della cellula. A risolvere I'apparente contrasto IVa i sopradetti ricercatori, hanno contribuito Mann e Lug are. Mann (10) eccito il ganglio cervicale superiore del simpatico di conigli, gatti, ecc, e trovo che durante il i-iposo niOlli materiali cronia- tici sono accumulali nella celhila nervosa del ganglio stesso; quesli nui- teriali cromalici vengono utilizzali dalle cellule durante il compiniento della loro lunzionc; durante ratti\ila cellulare trovo ingrandimento del 223 rorpo p(^lliilai'c del nuclei c dci nucleoli: durante la stanchezza Irovo diminuito il niatei'iale cromatico. Lugaro (11) esperinientando sui gangli del sinipalico, ha IroNalo clie ratlivita prcssoche nornuile della cellula nervosa e accompagnata da uno state di turgore nel protoplasma del eorpo cellulare e da un lieve aumento nella quantita di sostanza cromatica, il nucleo invece non subiscc modificazioni di volume. Ouando I'attivita e conlinuata cd a lungo protratta, quando cioe si ha la fatica, ha osservato una progressiva diniinuzione della giandezza del corpo cellulare e del nucleo, pero le niodilicazioni di volume del nu- cleo sono |)iu tardive e meno intense, inoltre diniinuzione e dislribu- zione j)iii dilTusa della sostanza cromatica. Valenza (12) ha fatto le sue ricerche sperimentali e microscopiche su lobi elettrici di torpedini in riposo, in funzione ed in completa stan- chezza. In ogni caso jiero non ha potuto costatare nessuna delle tante modilicazioni che dai diversi ricercatori si sono messe in rapi)orto con i diversi stati funzionali. Dice cioe che alio stato di attivita dinaraogena di un elemento nervoso ed alia sua condizione di riposo, non coi-rispon- dono esj)ressioni anatomichc did'erenti, ne speciali caratteri riconoscibili al microscopio. D'altra |)ai'te Viviani (13) confrontando le cellule dei gangli in- tervertebrali di individui normali con (pielle di un individuo mancino ha ])otuto costatare die mentre normalmente le cellule dei gangli di destra erano piu grandi di quelli di sinistra, nel caso dell' individuo mancino si aveva il reperto contrai'io. E inutile rilevare I'appoggio che questa osservazione da alle asscrzioni di Mann, Lugaro, ecc. Oltre a questi autori, molti altri hanno studiato, specialmcnte negli ultimi tempi, le modificazioni delle cellule nervose in distinti stati fisio- logici e jiatologici (Friedmann (14), Sacho(lo), Querbain (16), Lam- bert (17), Hammarberg (18), Sebrazes et Cabannes (19), ecc, ecc. Basandosi sui fatti resultanti dai predetti lavori, diversi autori (Ra- mon y Caial (20), Lugaro, van Gehuchten (21), Nissl ecc.) hanno ammesso nelle cellule nervose I'esistenza di due sostanze, una tingibile 0 cromatica, I'altra non tingibile o acromatica. La sostanza acromatica di struttura fibrillare (Bend a (22), Nissl, Becher (23), o s])ongiosa (Lenhossek (24) o reticolata (Caial, Van Gehuchten) sarebbc l' ele- mento costituente principale del neurone c servirebbe alia conduzione nervosa e cio per diverse ragioni tVa le (juaii le seguenli: il cilindrasse che e la parte del neurone che ser\e esclusivamente alia trasmissiouc nervosa e costituito da sostanza acromatica (Schalfer (2o); le ultiine — 224 — rnmi(ie;i/i()iii dci proliinpiinenli |)rolo|)lasmaIici clio sorvono alia coiulii- zione nervosa sono cosliliiiti da sostanza acroiualica ; inline liillo il pro- toplasma di una gran i)arte di cellule nervosc (Cariocrome di Nissl) e costituito da questa soslanza aci-omatica. La sostanza cromatica invece sarcbbe una sostanza di riserva clic si accuraula nel I'iposo e si consuma neirattivita, e siccome esiste soltanto in alcunc cellule (somatacrome di Nissl) cosi non e ritenuta indispensabilc alia vita del neurone. Inoltre I'csistenza di quesle due diverse sostanze si troverebbe dac- coi-do con il concetlo generale die abbiamo di ogni cellula. * * lo ho osservato i ccntri ncrvosi di animali tenuti a digiuno eollo scojH) di vedere come si comportava nella inanizione la parte cromatica della cellula nervosa adoperando il metodo di Nissl, che linora per quanto e a mia cognizione, non era state applicato alio studio di questo particolare stato dell'organismo. A tale scopo mi sono servito di alcune paia di conigli di cui uno te- nevo nel digiuno piii assoluto, mentre I'altro veniva alimentato normal- mente per servire di confronto. Ho sempre ccrcato di scegliere animali della stessa mole e dcllo stesso peso. Dopo 5-7 giorni che i conigli erano sotlo|)osti all'esperimento, li uccidevo, ed asportavo dalle identiche regioni, porzioni di midollo spinale e di corteccia cerebrate. Per la colorazione delle sezioni ho adoperato il metodo di Nissl con le leggere modifica- zioni consigliate da Van Gehuchten. Fa d'uopo notare che i pezzetti di sistenia nervoso hanno avuto un identico tratlamento sia che apparte- nessero ai conigli digiuni, sia a quelli normalmente alimentati; sono stati fissati, cioe, contemporaneamente e nella stessa quantita di alcool a 96°, hanno subito gli stcssi passaggi fino alia inclusione in paraffina, e le se- zioni, aventi tutte lo stesso spessoi'e, sono state rigorosamente lo stesso tempo nel liquido di colorazione come in quelle di difFerenziazione. Ed ecco cpianto ho trovato. Nel midollo spinale dcgli animali alimentati, le cellule nervosc si presentano forteraente colorate in confronto a quelle degli animali di- giuni, e cio dipende dal fatto che se avessi tenuto le prime a decolorare per un tempo maggiore, le altre si sarebbero eccessivamcnte decolorate, essendomi prellsso, come ho gia detlo, di lar subire ad ambedue lo stesso trattamento. Pero la intensita della colorazione non ci impedisce di notare un nucleo rotondo chiaro che si j)resenta spesso di un aspetto reticolato ed avente al centre un nucleolo distintissimo per la sua intensa colora- zione bleu. 11 |)reteplasma di questc cellule ci si prescnta formate a zolle — 225 — (li lornia irregolarc, ma gcnemlnK'ntc alluiigate, disposlc ora irrogolar- mente, ora invece a strati conccntrici intorno al niiclco, Fra Ic zolle cromaticho si notano degii spazi piii cliiari in ciii si lia una colorazione (lillusa, colorazione clio ci impcdisce di vedere allri particolari di strut- tura (fig. 1-2-3). Le sezioni di midollo spinale appartenenti agli aniniali tennti nel- Tinanizione (tig. i-o-G) mostrano, come ho detto, Ic cellule nervosc de- bohnente coloratc; in alcune di esse le zolle cromaticlie, non molto grandi, sono distinte, a contorni netti, nientre in allre non e possibile ri- copiarle colla camera cliiara essendo i loro contorni sliimati. In altre cellule non si ha Fapparcnza di (jueste zolle, ma si nola una colorazione dilVusa, uniforme, ad nn'osservazione superliciale, ma con ingrandimenti adaltati si vede che net fondo uniforme risaltano delle leggere striature costituite da tante serie di minulissime granulazioni disposte lungo I'asse maggiore delia cellula (fig. 5). II nucleo di tutte queste cellule e molto aj)pariscente, di aspetto reticolato, e vi si puo notare una maggiore grandezza in confronto al nucleo delle cellule degli animali alimentati. II nucleolo spicca quasi sempre al centre del nucleo e la sua colorazione intensa la contrasto coH'aspetto chiaro del nucleo stesso. Non raramente si osservano due nucleoli (fig. ^£); non mi e mai ca])ilato di notarne in numero maggiore, come non ne ho mai osservati piii di uno nolle cellule normali sebbene anche in queste sicno stati descritti. Queste alterazioni si riscontrano nolle cellule delle corna anteriori. Non mi e state possibile osservarle nei corni posteriori. E delle corna an- teriori sono prese maggiormente le cellule del gruppo anteriore, ([uelle cioe chiamate dal Yan (lehuchten cellule radicolari anteriori, ed anche alcune ])oste alia base dello stesso corno anteriore, dove risiederebbero secondo Yan Gehuchten, le radicolari posteriori. Si tratterebbe torse di queste cellule? Sebbene alcuni fatti esistano per far credere cio, pure non mi sento in grade di entrare in questo argomenlo, anche j)er- che sarebbe contrario all' indole del presente lavoro. Che le cellule dei corni posteriori rimangano inallerale o (piasi nella inanizione, e state osservalo anche da V. Rosembach (2()), it (piale ha notato pure la poca colorabilila del proloplasma delle cellule nello state di inanizione in confronto alle cellule normali che sono colorate intensa- mente. Questo autore ha notato i)ure nel nucleo delle modilicazioni che raggrup])a sotto la denominazione di rigonliamento torbido. Ila anche osservato che le cellule si modificano nella loro forma, si fanno cioe an- golose come se si raggrinzassei-o, osservazione che non mi e date di conferniare. 226 Un altro lallo clio ha colpito la inia atlcnziono si riferisce alle cel- lule (li ncM'ogHa. Oiieste nei coiiigll leiiiili a di^iuno si presentano ineno colorate clie negli altri, con nucleo c conlorni ai)])ena distingiiibili. II die sarebbe in rapporto alia funzionc di nutrizionc che in generale si alTida a questi elenienti. Devo anclie aggiungere che sebbene ad ogni livello del niidollo spi- nale abbia tro\alo quanlo sopra ho esi)ost<), pure le sezioni jtiii dimo- strative le ho oltenute dalla porzione di niidollo intermediaria ai due ri- gonfianienti cervicale e lombai'e. In quanto alle cellule della corteccia cerebrale esaminata in diverse regioni devo dire che mai ho osservato modilicazioni apprezzabili se ne togli una leggerissima diminuzione di coloi-abilita. Non ho, per conse- guenza, notato la si)iccata atrolia descrilla dal Coen (27) come del re- sto non fu osservata dal Monti (28), il quale giustamente domanda come si spiegherebbe ({uesta alterazione anatomica data la funzionale integrita. Da tuttocio se ne })u6 dedurre che, amniesso che le due sostanze cromatica ed acromatica, rivelate col metodo di Nissl, abbiano valore funzionale diverse, nella inanizione tende a diminuire la sostanza cro- matica cioe il materiale di riserva. Bibliografla eitata. 1. Fleiiimiug. - Voni Bau dor Spiaalgauglieuzellen. (Boitriigo zur Auatomie uiid Euibryologio als Festgabe fiir J. Henle voiu seiuen Sclialern, 1882). 2. riesch. — Struotnrverscliiedenheiten der G-auglienzelleu in Spiualgauglien. (Tagebl. der 57 Vera. deutscb. Naturforscber. u. Aerzte, Magdeburg, 1884). 3. H. Koueff. — Beitriigj zur Kenntniss der Nerveuzollen iu der peripberen Ganglieu. — Bern, 1886. ■t. A. Gitiss. — Bjitriige zur Vergleicbende Histologie der peripbereu Ganglieu. — Bern, 1887. 5. A. Kotlarevachy. — Physiologiacbe uud mikrocheuiiscb Beitriige zur Kenntniss der Kervenzel- len. — Bern, 1887. 6. Nissl. — Ueber den Zusamineubang von Zellstruktur uud Zellt'uuction. (Tagebl. der Natur- forscbernea zu Kiilu 1889). Mittbeilungen zur Anatoniie der Nerveuzollen. (Allgem. Zeitscbrif. fiir Psycbiatrie, Bd. 50, 1894). Ueber eine neue Uutersuchungsmetbode der centralorgaue speziell zur Featatellung der Lokalisa- tiou der Nervenzellen. (Central, fiir Nerveubeil. u. Psj-cb., Bd. 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Galimberti (allora sottosegretario della Istrnzione Pubblica) ed il Prof. Todaro. Piii tardi il Prof. Romiti, tenne nel Teatro Comunale, una applaudita coufereuza. Necroloyio. — II 10 Settembre u. s. ai spengeva in Milano Alessandro Lanzillotti-Buou- sauti. Era uato il 1° Novembre 1857 a Ferrandina in provincia di Poteuza. Laureate a Bologna in Zooiatria uell'Uttobre del 1881, fu piii tardi nomiuato assistente del Prof. Zoccoli alia cattedra di Anatoraia in Milano. Nel 1883 venne chiamato, come straordinario, all' insegnamento di Auatoniia ed ezoognosia uella libera University di Camerino, ove I'auno dope, aveudo conaeguita la libera doceuza, fu promosso ordiuario. Morto 11 Prof. Zoccoli nel 1892, ebbe 1' incarico dell' Auatoniia veterinaria uella Scuola di Milauo, e tenne que.sto ufficio fluo aila sua morte. Da 3 auni insognava 1' Anatomia artistica uella R. Accademia di Belle Arti. Oltre molti articoli di riviste aintetiche, di questioui del gioruo, di intert-ssi prolessionali ecc, Egli lascia un buon nuraero di interessanti pubblicazioni che, in gran i)arte riguardano 1' anatomia degli auimali domestici. Fu collaboratore del Monitore Zoologico e nell' ultimo faacicolo venue pub- blicata 1' ultima parte di uno dei snoi lavori. CosiMO Cherubini, Ammlnistratore-responsabile. — 228 — Milano - Via Gr. Revere, 2. - Milano l^ICA FABBRICA AAZIONALE Dl MICROSCOPI ED ACCESSORI DITTA FORNITRIGE di tulti i Gabinetti Dniversitari del Regno MICROSCOPIO GRANDE MODELLO con cremagliera, apparato Abbe, diafratDma ad iride, tavolino in ebanite, revolver, due obbiettivi a secco 3 e 7*, uno ad immersions omogjenea Vis") due oculari 2 e 4; il tutto posto in elegante armadietto in mogano L. 400 {iiigyandimenti fino a lOoO diametri) Mm olMettiYO V15" Semiapocromatico IMMERSIONE OMOGENEA Obbiettivo raccomandato per la grande potenza e per la sua durata (Vedi Zeii- schrllt fur ivissenschaft. Microscopie del 12 settembro 1894, Band XI, Heft 2) L. 200 coi due oculari compensator! 4 ed 8. CATALOG^nGiNERALiT GRATIS a semplice richiesta Pagamenti rateali Jiiensili pel SigJ^ Ujficiali sanitari comunali. Annunziamo la pubblicazione del periodico Giornale oiEitologico italiano IDII^ETTO ID^^H. CAV. S. BROG-I Ufficio : SIENA, Via Bald. Peruzzi, 28 Si spediscono gratis fascicoli di saggio a chiunque ne faccia richiesta. Fireuze, Stab. Tip. Fior., Via S. Gallo. 33.— 1897. luMu Italiaio (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) DIRETTO DAI DOTTORI 6IULI0 CHIARUGI EUGENIO FICALBI Prof, (li Anatomia iimaua riof. «U Auatoraia coiup. e Zoologia nel R. Istiituto di StutU Super, iu Fiveuze uella K. UniversitA di Messina XJflB.cio di Direzione ed Amvninistrazione : Istituto Anatomico, Firenze. 13 numeri all' anno — Abbuonamento annuo L. lO. VIII Anno Firenze, Novemtore IBS'? N. 11 E aperto 1' abbonamento all' Annata IX''' (1898) del MONITORE ZOOLOGICO ITALIANO al prezzo di Lii-e Qiiinclici. SOMMARIO : Bibliografia. — Pa^. 229-233. SuNTi E E.IV1STE : Qrassi B. e Calandruccio S., Riproduzione e metamorfosi delle anguille. — Righetti R., SuDa niielinizzazione delle fibre della corteccia ce- rebrals umana iiei primi mesi di vita. — Pag. 233-235. KiAssuNTi Okiginali: Poll Q., Sviluppo della vescicola uditiva nei vertebrati. Stu- dio morfologico. — Pag. 236-237. CoaMUnicazioni Originali: Antonini A., Distribuzione del tessuto elastico nella pro- stata del cane. (Con tav. VIII). — Staderini R., Intorno alia ghiandola pineale dei mammiferi. (Con tav. IX e X). — Carazzi D., Effetti dello scoppio delle torpedini sopra gli animali marini. — Pag. 237-256. NoTiziE. — Pag. 256.' Avvertei\za Delle Comunicazioni Originali clie si pubblicano nel Moni- tore Zoologico Italiano e vietata la riproclnzione. BIBLIOGRAFIA Si dd noti:^ia soUanto dei lavo)'i pubblicati in IkUia. VIII. Celenterati. Montieelli S. — A proposito di una Medusa nel golfo di Cagliari. — Atti d. R. Accad. d. Sc. di Torino. Vol. 32, Disp. 15, pag. 62(1-634. Torino 1897. Con fig. X. Vermi. 1. Parte generale. Condorelli Franeaviglia M. — Alcuui casi di omopolielmintiasi e brevi con- siderazioni sul parassitismo degli animali in vita libera. — Boll. d. 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Valentini L. — Caso interessante di ascariasi in un cavallo. — Boll. d. Soc. ro- mana jjer gli studi zool. An. 6, Vol. 6, Fasc. 1-2, pag. 96-97. Roma 1897. Valentini L. — Ancora un grave caso di ascariasi nel cavallo. — Boll. d. Soc. romana per gli studi zool. An. 6, Vol. 6, iasc. 3-4, pag. 177. Roma, 1897. 7. ACANTOCEFALI. Condorelli Francaviglia M. — Acantocefali in animali della campagna ro- mana. — Boll. d. Soc. romana jJer gli studi zool. An. 6, Vol. 6, Fasc. 1-2, pag. 1-20. Roma 1897. Con tav. XIII. Artropodi. 3. Crostacei. Dollfus A. — Isopodes de Vallombrosa. — Boll, dei Musei di Zool. e Anat. comp. della R. Univ. di Torino. N. 285, Vol. 12. Torino, Aprile 1897. 2 x>ag. Dollfus A. — (Viaggio del Dr. A. Borelli nel (yhaco boliviano e nella Repub- blica Argentina). — Isopodes terrestres. — Boll, dei Musei di Zool. e Anat. comp. della R. Univ. di Torino. N. 289, Vol. 12. Torino, Maggio 1897. 4 pag. con fig. 231 Garbini A. — Appunti di Carcinologia Veronese. — Mem. deW Accadeviia di Verona. Serie 3, Vol. 71, Fasc. 1. Verona 1893. Nobili Gc. — (Viaggio del Dott. E. Festa nella Repubblica dell'Ecuadoi- e re- gioni vicine). — Decapodi terrestri e d'acqua dolce. — Boll, dei Musei di Zool. e Anat. comp. della R. Univ. di Torino. N. 275, Vol. 12, Torino, Feh- hraio 1897. 6 pag. Nobili G. — Decapodi e Stomatopodi raccoUi dal Dr. E. Festa nel Darien, a Curacao, La Guayra, Porto Cabello, Colon, Panama, etc. — BoU. dei Musei di Zool. e Anat. comp. d. R. Univ. di Torino. N. 280, Vol. 12. Torino, Marzo, 1897. 8 pag. con 1 fig. 4. Onicofoki. Camerano L. - Sul Peripatus qnitensis Sclimarda. — Atti d. R. Accad. d. Sc. di Torino. Vol. 32, Disp. 8, pag. 275-278. Torino 1897. Con fig. 6. AllACNlDI. Berlese A. — Ricerche sugli organi e sulla funzione della digestione negli acari, — Rivista di Patologia vegetale. Vol. 5, pag. 129 a 195. Con 2 tav. e 36 fig. nel testo. Firenze 1896. Cf. M. Z., VIII, 2. Canestrini G. — Viaggio di L. Fea in Birmania e regioni vicine. LXXIX. Con- tribuzione alia conoscenza degli Acaroidei della Birmania. Note. — Estr. d. Annali d. Museo Civico di St. Nat. di Genova, Serie 2, Vol. 18 (58), 28 ott. 1897. Genova, tijy. Sordomuti. Pag. 6. Fenizia C. — Un nuovo Phrynus assabese. — Boll, scientifico. Anno 19, u. 2, pag. 63-64. Pavia 1897. (Continua). Pavesi P. — Studi sugli Aracnidi Africaui. IX. Aracnidi somali e galla rac- colti da Don Eugenio dei Principi Ruspoli. — Genova, tip. Sordomuti, Pag. 40. Estr. d. Annali d. Museo Civico di St. Npt. di Genova, Serie 2, Vol. 18 (38), 13 Agosto 1897. Simon E. — Liste des Arachnides recueillis (p. le Dr. A. Borelli) aux lies du Cap-Vert, dans la Republique Argentine et le Paraguay, et desci'iptions d'especes nouvelles. — Boll. d. Musei di Zool. ed Anat. comp. d. R. Univ. di Torino. N. 270, Vol. 12. Torino, Febbraio 1897. 8 pagine. 6. MlRlAPODI. Silvestri F.— La Scolopendra cingulata Latr. e ovipara. — Atti d.R. Accad. d.Lin- cei, CI. di Sc. Fis., Matem. e Nat. {Rendic). An. 294, Serie 5, Vol. 6, Fasc. 2 (2" Semestre). Pag. 56-57. Roma 1897. Silvestri F. — Descnzione di una nuova famiglia di Diplopodi del Messico (Crgpturodesmidae). — Boll, dei Musei di Zool. e Anat. comp. d. R. Univ. di Torino. N. 277, Vol. 12. Torino, Febbraio 1897. 2 pag. Silvestri F. — (Viaggio del Dr. Borelli nel Chaco boliviano e nella Repubblica Argentina). — Chilopodi e Diplopodi. — Boll, dei Musei di Zool. e Anat. comp. d. R. Univ. di Torino. N. 283, Vol. 12. Torino 1897. 11 j)ag- con fig. Silvestri F. — Descrizione di alcune nuove specie di Isopodi della fauna me- diterranea. — Estr. d. Annali d. Museo Civico di St. Nat. di Genova, Serie 2, Vol. 18 {38), 7 ott. 1897. Genova, tip. Sordomuti. Pag. 4. Silvestri F. — Res Ligusticae. XXVIIL Descrizione di un nuovo Isopodo delle caverne liguri. Con fig. — Estr. d. Aimali d. Museo Civico di St. Nat. di Genova. Serie 2, Vol. 18 (38), 6 nov. 1897. Pag. 2. Genova, tip. Sordomuti. — 232 — 7. Insetti. c) Ortotterl. De-Leo C. — Nuove aggiunte agli Ortotterl della provincia di Roma. — Boll, d. Soc. roviana pe?' gli studi zool. An. 6, Vol. 6, Fasc. 1-2, pag. 79-95. Boma 1897. Con fig. Griffini A. — Intorno ad alcuni Ortotterl raccolti dal rev. Jalla a Kazungula (Alto Zambesi). — Boll, dei Musei di Zool. e Anat. comp. d. R. Univ. di To- rino. N. 290, Vol. 12. Torino, Maggio 1897. 12 pag. con fig. d) Pseudonevrotteri. Bentivoglio T. — Libellulidi dei dintorni di Rimini. — Atti d. Soc. d. Natura- listi di Modena. Serie 3, Vvl 14, An. 29, Fasc. 2, pag. 146-148. Modena 1897. g) Lepidotteri. Luciani L. e Lomonaco. ~ L' accrescimento progressivo in peso e in azoto della larva del bombice del gelso, in ordine alia alimentazione occorrente nelle successive eta. — V. M. Z., VIII, 10. 202. Verson E. — La bourse copulatrice chez les lepidopteres. — Arch. Ital. de Bio- logic, Tome 27, Fasc. 1, pag. 30-33. Turin 1897. h) [menotteri. De-Stefani T. — Note per servire alio studio delle Mutille di Sicilia. — II Na- tnralista Siciliano. An. 2, {Nuova Serie), N. 4, Pag. 77-85. Palermo 1897. Howard L. O. — Sopra la Scutellista cijanea Motsch. — Rivista di Patologia vegetale. Vol. 5, pag. 81 a 87. Con tav. Firenze 1896. i) Coleotteri. Alessandrini G. — Sui Coleotteri della provincia di Roma. — Boll. d. Soc ro- mana per gli Studi Zool. An. 6, Vol. 6, Fasc. 1-2, pag. 36-50. Roma 1897. (Continua). Alessandrini G. — Sui Coleotteri della provincia di Roma (Fara. Corahidae). — Boll. d. Soc. romanaper gli Studi Zool. An. 6, Vol. 6, Fasc. 3-4, pag. 128- 139. Roma 1897. Con fig. Continuaz. continua. Balbi E. — Diagnosi e descrizione d'una nuova specie italiana del genere MelOt Linneo. — /Z Naturalista Siciliano. An. 2 {Nuova serie), N. 4, pag. 93- 97. Palermo 1897. Gestro R. — Materiali per lo Studio delle Hispidae. I. Enumerazione delle Hispidae di Sumatra. 11. Elementi per lo studio del genere Platypria. III. Descrizioni di nuove specie di Hispidae. — Genova, tip. Sordomidl, 1897. Pag. 106. Con fig. Estr. d. Annali d. Museo Civico di St. Nat. di Genova. Serie 2, Vol. 18 (38), 14 Giugno 1897. Gestro R. — Intorno ad alcune Hispidae delle isole Batu. Nota. — Estr. d. An- nali d. Museo Civico di St. Nat. di Genova. Serie 2, Vol. 18 {38), 4-7 Ott. 1897. Genova, tip. Sordomuti. Pag. 6. Griffini A. — Nuova specie del gen. Cyhister, Curtis, raccolta da Jalla a Kazungula, alto Zambesi. — Boll. d. Musei di Zool. e Anat. comp. d. R. Univ. di Torino. N. 268. Vol. 12. Torino, Gennaio 1897. 4 jmg. con fig. Grouvelle A. — Clavicornes nouveaux des Indes Orientales et pa3's voisins. — Estr. d. Annali d. Museo Civico di St. Nat. di Genova. Serie 2, Vol. 18 {38), 16 Sett.-4 Ott. 1897. Pag. 342-398. Genova, tip. Sordomuti. — 233 — Jacoby M. — List of the phytophagous Coleoptera obtained by Mr. H. Eaap in the Batu Islands with descriptions of the new species. — Estr. d. An- nali d. Museo Civlco di St. Nat. di Genova, Serie 2, Vol. 18 (38), 7 Ott. 1897. Pag. 7. Genova, tip. Sordomuti. Olivier E. — Lampyrides rapportees des iles Batu par H. Kaap. — Estr. d. Annali d. Museo Givico di St. Nat. di Genova. Serie 2, Vol. 18 (88), 7 Ott. 1807. 1 pag. Genova, tip. Sordomuti. k) Rincoti. Noelli A. — Reduvidi del Piemonte. Nota prev. di 2 pag. — Ihll. dei Musei di Zool. e Anat. comp. d. R. Univ. di Torino, N. 272, Vol. 12. Torino, Feb- hraio 1897. I) Ditteri. Ficalbi E. — Revisione sistematica delle specie europee della famiglia delle Cnlicidae (Gen. Gulex, Anopheles, Acdes). Continuazione e fine. Con 4 tav. — Boll, della Sociela entomol. italiana. Anno 28, trimestri I-II, Ill-IV. Fi- renze 1896-97. (Vedi per la parte precedente Anno 24, 25, 26 e 27). Ficalbi E. — Revisione sistematica delle specie europee della famiglia delle Culicidae (Gen. Gulex, Anopheles, Acdes). Estratto dal Boll. d. Soc. entom. ital.; un volume di pag. VIlI-300, con 4 tav. Firenze, Tip. Ricci, 1896. (Con modificazioni e aggiunte nei primi 6 fogli di stampa, che furono riediti, in confronto a cio che fu stampato nel Boll, degli Anni 24, 25, 26 e 27). Giglio Tos E. — (Viaggio del Dr. E. Festa nella Repubblica dell' Ecuador e regioni vicine).— II maschio della Z>ic?'ania Cervus, Nied.— i?oZ/. d. Musei di Zool. e Anat. comp. d. R. Univ. di Torino. N. 276, Vol. 12. Torino, Febbraio 1897. 3 pag. XIV. MollusctLi. 3. Lamellibranchi. Carazzi D. — Contributo alia istologia e alia fisiologia dei Lamellibranchi. II. Ricerche suU' assorbimento del ferro nell' Ostrea edulis.— Monitore zool. ital. Anno 8, n. 6, pag. 117 a 119. Firenze 1897. ^ SUNTI E RIVISTE Grassi B. e Calandruccio S. - Riproduzione e metamorfosi delle anguille. Con 8 figure. — Giornale italiano di Fesca e Acquicultura. N. 7 e 8, Roma, 1897. Le anguille sono di sesso separato, corae in generale gli altri pesci. Migrano (dalle acque dolci o salmastre) al mare dall'Ottobre al Gennajo per prepararsi all'opera della riproduzioue, che si fa esclusivamente nel mare. Vanno a diventare sessualmente mature negli abissi marini (in fondi per lo meno di 500 metri), dove acquistano abito di nozze (colore argentino senza trac- cia di giallo, pinna pettorale piu o meno oscura, e specialmente grossissimi occhi). Le cosi dette varie specie di anguille europee sono da considerarsi una sola specie, 1' Anguilla vulgaris, che puo variare quando assume abito di nozze. Negli abissi del mare avviene la riproduzione. Le uova secondo ogni 234 verosimiglianza stanno sospese neU'acqua, a grande profondita; soltanto ec- cezionalmenle e per effetto di correnti ne compaiono alcune vicino alia su- perficie. Uova, secondo ogni verosimiglianza spettanti all'auguilla, sono state trovate (Golfo di Napoli) dal Settembre al Gennaio; e queste sarebbero uova relativamente grandi (del diametro di milliraetri 2, 7), senza goccia grassosa. Dalle uova esce rapidamente una prelarva. Essa diventa la larva, la quale e una di quelle forme, che furono dette leptocefali, e precisamente il Leptoceplialus brevirostris, die e animale in forma di foglia di oleandro, per- fettamente trasparente, senza traccie di pigraento, lungo dai 60 ai 77 millime- tri, ha una dentatura larvale, che e la solita che si riscontra nei leptocefali, ma in rapporto alia piccolezza dell'animale, il numero dei denti e piccolo; nello stretto di Messina abbonda da Pebbraio a Settembre. La larva, ossia il leptocefalo, in seguito a una serie di graduali metamor- fosi diventa una semilarva e poi la definitiva piccola anguillo, chiamata cieca dai pescatori di alcune parti d'ltalia. In questa naetamorfosi 1' animale generalmente riducesi di dimensione, e si notano anguilline o cieche ridotte perfino a soli 51 millimeti'i di lunghezza. Negli acquari la metamorfosi del Leptoceplialus brevirostris in anguilliua puo durare da circa un raese a circa due mesi. Tenuto conto poi della vita di lepto- cefalo, dall'uovo alle trasformazioni, si puo verisimilmente credere che le an- guilline della montata haimo gia un anno di eta, e per cio il ciclo completo della vita e della trasformazione larvale durerebbe circa un anno, lo che molto probabilmente accade anche per gli altri murenoidi. Le anguilline o cieche una volta cosi formatesi rimontano i fiumi: la mon- tata avviene per il solito dalla fine di Novembre a tutto Marzo; ma singole anguilline pero rimontano a qualunque epoca dell'anno. Che realmente i leptocefali in genere siano larve di murenoidi, e il Lepto- cephalus brevirostris in specie sia la larva ^lqW Anguilla vulgaris, dimostra un triplice controllo: anatomico, risultante dal confronto dei vari stadi in tutti i singoli apparecchi organici, col debito calcolo dei cambiamenti inerenti alia me- tamorfosi; naturale, avendo gli AA. trovato in natura i principal! stadi inter- medi; sperimentale, avendo ottenuto le metamorfasi negli acquari. F. Righetti R. — Sulla mielinizzazione delle fibre della corteccia cerebrale umana nei primi mesi di vita. — Riv. di Patologia nervosa e mentale. Vol. 2, Fasc. 8, Pag. 347-354, Firenze, Agosto 1897. Come punto di partenza delle sue ricercbe I'A. ha preso in esame cervelli di neouati: successivamente ha esaminati cervelli di bambini ditferenti fra loro di un mese d'eta, nou oltre il S" mese di vita, eccezione fattaper alcune osser- vazioni praticate in un bambino di un anno. Di ogni cervello ha studiato tutte le circonvoluzioni dell'emisfero sioistro. Nei neonato ha praticato tagli seriali froutali di tutto I'emisfero; nei bambini di eta raaggiore ha diviso I'emisfero in tanti segmenti dello spessore di mezzo centimetro o poco piii, secoudo piani tra- sverso-verticali, togliendo poi tutto intorno da ciascun segmento porzioni di corteccia e di raidoUa, esattamente identificate. Per i poll frontale ed occipitale ha condotto invece le sezioni secondo piani perpendicolari alia superficie, cioe — 235 — convergent! verso la profondita dell'emisfero. Per la colorazione delle fibre mielinizzate ha seguito il metodo di Weigert Pal ed auche quello di Wolters. Le couclusioni alle quali I'A. e giunto sono le segaenti: II neonate possiede fibre mielinizzate nella cortecciadi arabedue i giri cen- tral! e del lobulo paracentrale. Al princ!p!o del 2'^ mese, oltreche nei predetti gir!, si osservano fibre mi- dollate nella corteccla del p!ede del 3 giri frontal! e della parte orbitale del 1" e del 3'^; inoltre nel cuneo, lobulo linguale, giro occipitale 1" e 2°, lobulo fusi- forme, 1'^ parietale, giro dell'ippocampo e corno d'Aramone, giro temporale pro- fondo, 1'^ e 2'> temporale superficiale, insula. Nel 3" mese appaiono le prime fibre midoUate nelle rimanenti parti dei lobi frontale e parieto-temporale, nelle quali peraltro non e ancora accertata la presenza delle fibre entro la corteccia. Mancauo osservazioni complete sul Gyrus fornicatus. Intorno all'andamento del processo di mielinizzazione delle fibre cortical! si puo dire che in tutti i giri compaiono prima le fibre radiali, ad eccezione dell'insula in cui le prime fibre midollate sono parallele alia superticie. Negli ass! midollari dei giri compaiono contemporaneamente alle fibre ra- dial!, o poco dope, brevi fibrille decorrent! \\\ varie direzioni, sopratutto oblique, con sviluppo progressivo dalla profondita verso la corteccia. Queste fibre nella corteccia sono gia accennate prima che siansi sviluppati i fasci di fibre di associazione sotto-corticali. Probabilmente si tratta di collaterali mielinizzate appartenenti agli element! di un medesimo giro. Le fibre tra- sversali intra-corticali si mielinizzano dopo quelle sotto-corticali. Intorno alia comparsa di fibre mielinizzate tangenziali intra-corticali nei vari giri, si puo stabilire : 1° che le fibre tangenziali degli strati corticali profondi sono gia accen- nate alia nascita nel 3° superiore dei gii'i central!: al principio del 2" mese se ne vedouo traccie nell'insula e molte nel corno d'Ammone. Al 3'^ mese ne sono riccamente forniti i giri occipital! che circondano la fessura calcarina; 2" che riguardo alle fibre tangenziali superficiali spicca fra tutti i giri per la sua precocita il corno d'Ammone col subiculum ed il giro dentato ove tali fibre sono gia bene sviluppate al principio del 2" mese. Al principio del 3" mese sono bene sviluppate nell'insula e se ne vedono i primi accenni nei giri centrali; 3'^ che riguardo alle fibre tangenziali medie (fibre del 2" e 3" strato di Meynert) il corno d'Ammone fa eccezione alia regola stabilita dal Vulpius, che laloro mielinizzazione cioe si iniziall'So mese, poiche al principio del 3° mese se ne trovano evidenti accenni nella detta circonvoluzione. A proposito di questo sistema di fibre si puo aggiungere che in un bambino di un anno I'A. I'lia trovato mielinizzato, oltreche nel corno d'Ammone ove ha raggiunto uno svi- luppo quasi come nell'adulto, nei -'3 superior! dei giri centrali, nel piede delle 3 frontali e nel cuneo. Secondo Vulpius invece le fibre del 2" e 3^* strato gii air 11° mese sarebbero mielinizzate in tutti i giri ad eccezione della 1* tempo- rale e della punta occipitale. Liv'mi. — 236 RIASSUNTI ORIGINALI C. Poli. — Sviluppo della vescicola uditiva nei vertebrati. Studio morfologico. — Uu volume di 2^(^9- ^^ co;^ 4 tavole. Genova: Libreria Editrice Ligure. — Zur Eulvvickelung der Gehorblase bei den Wirbelthieren. — Archiv f. mi- kroskopische Anatonile u. Entwickelungsgeschiclite. Bd. XXXXVIII, S. 644- 686, mit 2 Tafeln. Lo scopo propostosi dall'A. e quello di dilucidare con ricerche embriolo- giche e con osservazioni anatomo-comparative 11 significato morfologico del- I'organo uditivo dei vertebrati. Ricerche emhriologiche. — Si estendono ai sauropsidi e agli ittiopsidi e la ricerca si circoscrive fra T epoca che decorre dalla prima manifestazione alia chiusura della vescicola acustica, mettendone in rapporto le varie fasi di svi- luppo con le formazioni contemporanee e confinanti. Fra i sauropsidi 1' A. prende a studiare embrioni di rettili (Emis europaea, Anguis fragilis) e particolarmente di uccelli ( Galliis gallin. , Anser dome- sticus) dei quali ultimi distingue, nello sviluppo della vescicola, dodici stadii deducendone delle conclusioni sopratutto su quanto riguarda la prima deli- mitazione di cio che egli cbiama la zona uditiva, la segmentazione cefalica, il processo di cliiusura della vescicola, la ■ sede da essa occupata, la prima manifestazione del nervo uditivo. Fra gli ittiopsidi fa soggetto di studii embrioni di selaci {Mustelus v., Pri- stiurus melanostomus) di teleostei {Tmdta fario, Tridta carpio, Exocoetus spinax) di anfibii urodeli {Triton crist.) e anuri {Bufo vulg., Hyla arhorea). Dallo studio dei selaci 1' A. trae conlusioni suUa comparsa della zona uditiva, suUa sede della vescicola uditiva, sulle sue prime modificazioni isto- genetiche, sull'epoca di sviluppo degli ovgani della linea laterale in rapporto a quello della vescicola. Le osservazioni fatte sugli anfibii anuri, in rapporto particolarmente a quanto ci era noto per le ricerche di Gotte, permettono all' A. di negare I'esistenza, ammessa da Gotte, di una piastra sensitiva quale origine comune dei tre or- o-ani di senso superiore e di dedurre conclusioni sul processo particolare della vescicola uditiva dallo strato profondo dell' ectoderma, sulla sua chiusura. sul carattere segmentale della vescicola stessa. Osservazioni anatomo-comparative ed esame critico delle teorie precedenti. Osserva 1' A. che il significato morfologico dell' oi'gano uditivo dei vertebrati si cerco di interpretare dapprima con i-icerche anatomo-comparative e piu re- centemente con indagini emhriologiche. Associando i due criteri, la moderna morfologia segno un nuovo indirizzo nella soluzione dell' arduo problema. Dimostra 1' A. come le teorie basate sulle semplici ricerche anatomo-com- parative, (Hasse, Leydig, Schultze, Ma^'ser, Sarasin) o su indagini emhriologi- che pure (Remak, Gotte, His, Kupff'er) non valgano a risolvere la questione. Un ordine di ricerche, rileva a questo punto I'A., nelle quali 1' anatomia comparata e la embriologia si sono spesso incontrate a doversi occupare del- 1' organo uditivo, si riassume nei tentativi fatti da una parte e dall'altra di risolvere la questione della segmentazione cefalica. — 237 — Crede pero 1' A. che anclie le ipotesi liuor.'i, esistenti e Ibudate sulla as- sociazione dei criterii anatomo-compai-ativo ed embriologico, come quelle di Beard, Avers, Froriep, Dolirn. Houssay, sieno insufficienti, e pensa che alio stato attuale delle iiostre cognizioni questo soltanto si possa cou molta proba- bility, sostenere che al nervo e alia vescicola uditiva spetti on carattere seg- meutale. Ipotesi dell' A. — E basata sulla natura segiuentale deH'organo uditivo applicata, come vorrebbe Dolirn, alia ridu/ione dei componenti della testa a delle strutture anellidiane. L' A. crede che una omologia si possa stabilire fra 1' organo uditivo dei vertebrati ed eventuali organi sensitivi degli anellidi qiiando iiell'ontogenesi dei primi si possa riconoscere il ricordo filogenetico di questi ultimi. Ritornaudo difatti alle sue ricerche embriologiche diraostra I'A, come in un certo periodo di sviluppo dei vertebrati compaia lungo la doccia midollare e coiitemporaneamente alia invaginazione uditiva un ispessimento particolare e transitorio dell' ectoderma, il c. d. solco intermedio di His, interpretato gia da Golowine come la manif'estazione di organi di senso speciali. Di tali organi di cui fa parte la vescicola uditiva, crede I'A. di trovare una omologia con i c. d. cirri dorsali dei Gliceridi, studiati da Eisig. Tale omologia, osserva I'A, oltreche nelV epoca di comparsa ontogenetica, la quale per la sua stessa precocita ricorda organi ancestrali anticbissimi, e nella sede, la regione dorsale, trova appoggio nella evoluzione dei cirri quale si manifesta nella classe stessa degli anellidi (Kleinenberg). L' A. crede pertanto essergli lecito di concludere che il significato morfo- logico dell' organo uditivo debba ritrovare la sua spiegazione nei cirri dorsali anellidiani in cui si sarebbe, nella suddivisioue evolutiva del lavoro funzionale e a un' epoca non ancora bene definifa, localizzata la facolta di percepire le onde sonore. II lavoro e corredato da un indice bibliografico e da quattro tavole di- segnate dall' A. COMUNICAZIONI ORIGINALI A. ANTONINI. Distribuzione del tessuto elastico nella prostata del cane. (Con tav. VIII). Eicevuta il If) agosto 18U7. E vietata la riproduzioue. Ill (iLiesti ultimi aiiiii sono coinparsi luiiiierosi ed interossanli sliidii sopra la struttura della jiroslata dell' uoino, corrcdati pure da ricerche latte sopra gii animali e principalmente sul cane; ma in quesli speciali lavori e stato preso in considerazione ora F elemento muscolare, ora r elemento glandulare, dal pnnto di \isla emiiriologico come da (piello M. Z. — 238 — l)uraracnte istologico, senza clic vonga latto alciino accenno alia csi- stenza del tessuto elastico o almeno senza dare ad esso qiiella impor- taiiza clie si merita. Mi basti, per cio giiislificare, la eitazionc dei lavori pill recenti di stimati ricercatori fra ciii Riidinger (*), Harrison ('), Griffiths 0, Regnauld ('*), Lusena ('). Altrettanto posso airermare relativamente ai trattati anclie moderni di embriologia, istologia e ana- toniia nniana o comparata degli animali domestiei, come non Irovasi allatto nulla sopra la recentissima e classica anatomia del cane di Ellen- berger e BaumC'). Chi soltanto si limita ad accennare alia presenza delle libre elasti- clie nella prostata dell' iiomo, senza pero entrare in pai-ticolari, e |)el primo, almeno per qiianto mi resulta, il Prof. Romiti('^), e (lo|)() il Bohm e Davidoff(^), mentre il Debierre ('), il Rauber^')ed il Testut(') accennano alia presenza delle fibre elastiche nel vent luon- tamim senza occuparsi del modo col quale si comportano passando nella sostanza glandulare della prostata. Un lavoro die merita particolare menzione, sebbene sia gia stato in principio accennato, e quello del Riidinger, perehe in esso e trat- tata inoKo ditfusamente la struttura della prostata delF uomo. Orbene anche in questo lavoro non viene assegnata nessuna importanza al tes- suto elastico giacche soltanto vi si trova scritto die dal rivestimento esterno della glandula, formato di tessulo congiuntivo e fibre elastiche, si dipartono prolungamenti che si insinuano nella sostanza muscolare, mentre e solo accennato alle fibre elastiche in corrispondenza (MX u tern s mascffliuffs. Non potrei assicurare se nelf uomo la disposizione del tessuto elastico sia j)roprio questa e se cosi circoscritta sia la sua distribu- zione; ma se e vero che gli altri dementi istologici hanno nelf uomo e nel cane perfetta rassomiglianza di sviluppo e di struttura, tanto da aver (') N. Riidinger. — Zur auatomie der Prostata, des Uterus masculinns und der Ductus t-.jacula- torii Ijeim Meusclien. Miinchen, 1883. (^) A. Harrison. — The prostate muscle. (Lancet, II, u. 23, 1886.) (.') J. Griffiths. — Observations of the anatomy of the prostata. {Journal of Anatomie and Physiol; vol. XXIII, 1888-89.) C) E. Eegnauld. — l5tnde sur 1' evolution de la prostate chez le chieu et chez 1' houinie. {Journal de I'anatomie et de la plujsiolog., aDn6 1892.) (^) G. Lusena. — Alcune ijarticolariti di struttura della prostata. {BoUcttino della It. Ace. Medica di Genova, anno 9, n. 18.) — Sulla disposizione delle cellule muscolari lisuie nella prostata. {Analomischer Anzeiger, n. 13, 1895.) (") EUenberger e Baum. — Anatomie descriptive et topografique du chien. — Parigi 18i)-i. C) G. Bomiti. — Corapendio delle lezioni di istologia. — 1882. (^) Biihm e Davidoff. — Lehrbuch der Histologie des ^Nfenschen. — "Wiesbaden, 189.^. (,**) Debierre. — Anatomie descriptive. — 1890. ('") Eauber. — Lehrbuch der Anat. des Menschen. (") Testut. — Traite d' anatomie humaine. — Paris. 1894. 239 mosso aleuiii ricercatori a stiidiarli (M)mparativamento, e lecito animettere clie aiK'he il tessuto claslk-o so^giaecia alia stessa legge. Ed o ap|)iinto per (juesti studi com|)arativi die nella |)arte hibliografica ho esteso le inie ricerche anche a lavori nun strellaniente atlinenti al inlo argomento. A vero dire fa meraviglia die lino ad ora sia sliiggita alia osserxa- zione dei piii notl ricercatori F esistenza e la distribuzione delle fibre dastidie, non solo nella |)roslata ma ancora in altri organi, come lo dimostrano i lavori di rccente usdti; pero se si pensa alle mire partico- lari di (pielli die lianno studiata la slriittura della proslala ed alia neees- sita di rieorrere a metodi speciali di ricerca, spesso lallaci o del Uillo recenli, per lo studio del tessuto elastico, si viene in gran |)arte a giu- stilicare la scarsita delle attuali nostre cognizioni in proposito. Mosso quindi dal desiderio di portare il mio contributo a talc argo- mento ho iniziate le ricerche net cane, col proi)onimento di estenderle sopra tutti gli altri mammiferi domestici, non solo per cio che si riferisce al tessuto elastico, ma ancora per altre particolarita di slruttura nella prostata gia da me osservate. A tale uopo mi sono serNito di feti a termine, di cani neonati, cuc- cioli e adulti per stabilire un conlronto sopra la ricchezza e la distribu- zione delle libre dastiche in rapporto alio sviluppo e funzionalita della glandula, imitando cosi gli altri ricercatori che si sono occupati ddlo studio del tessuto muscolarc liscio in rap])orto alia sostanza glandulare. Pel- mettere in e\i(lenza il tessuto elastico ho ricorso subilo al me- todo Li\ini(^') come piii recente, e che ho poscia adottato ddinitiva- mente j)er avermi dato alia prima prova ottimi resultati, anche in pezzi conservati per altri scopi e quindi non preparati scrupolosamenle secondo le indicazioni date. Per studiare poi i rapporti del tessuto elastico cogli altri dementi che enlrano nella costituzione delta glandula ho fatto seguire al tratta- menlo col metodo Livini colorazioni diU'erenti con \ Jlacmdhum e coi Nari carmini. Cio premesso vengo al resultato delle mie ricerche ed osserxazioni. Si riscontra adunque nella prostata del cane abbondante tessuto elastico, sotto forma di un litto relicolato di fibre e fasci di varia diinen- sione, che occupa la parte centrale della glandula, tulto attorno airuretra proslatica, abbracciando pure a guisa di audio il rem montnniim, come cliiaramente apparisce nella ligura 2 rai)])resentante una sezione trasver- sale di prostata di un cane di \\ mesi. (') Livini. — Di una modiflcazione al metodo Unua-Taenzer per la coloraziono delle fibre ela- stielie. (Monit. zoolog. ital., n. 2, 1800). — 240 — Esaniiiiando imece una sezione longitudinale passante pel \)mu) modiano noi \ediamo lo stesso reticolato assumere una forma o\oidale con predominanza di fasci di libre dirette secondo 1' asse antcro-poste- riore delia gland ula. Possiamo adunque distinguere subito nel tessuto elastico della pro- stata un ammasso centrale di fasci costituito da fibre dirette longitudi- imlmente e trasversalmente die si continuano da un lato nel collo della \escica dair altro neir uretra membranosa. (Fig. 1 e 2.) In questo in- sieme di fibre cosi disposte se ne riscontrano pure di quelle diietlo obli- ((uamente esaminando i preparati a forte. ingrandimento. Per coniodita di studio, e pei i-apporti che questi fasci contraggono colla cavita ureti-ale possono esser denominati fasri peri-ureirali (rt\ Questo ammasso centrale di tessuto elastico non presenta ovunque lo stesso spessore, ma si riscontra invece un maggiore accumulo di libre elastiche in corrispondenza di (juella specie di setto longitudinale die tende a dividere superiormente la glandula in due meta, ed un accu- mulo ancora piii grande nella parte piii pi'ofonda del veru montamm. In questi due punti si riscontrano numerosi vasi sanguigni che danno al tessuto I'aspetto di cavernoso. Dal fascio corrispondente al vent monianum si inalzano due altri fasci paralldi, formati da fibre motto sottili e molto intricate fra loro, che circondano da ogni dove Xotricidus masndinus, la porzione termi- nate dei condotti eiaculatori e le glandule cii'costanti e che i)ossono esser chiamati fasci olricolari {b). (Yedi fig. 2). Per ultimo diro die dalT ammasso di fibre centrali si diportano in sense raggiato numerosi tasci piramidali colla base rivolta al centi-o formati da fibre molto intricate fra loro (Vedi fig. 1 e 2) che \anna assottigliandosi man niano che si allontanano dal loro punto di partenza, l)er andare a perdcrsi net tessuto glandulare o riunirsi, nelF indi\iduo adnlto, alle poche fibre elastiche che si riscontrano alia i)eriferia della glandula miste a connettivo e muscolare.liscio. Questi possono esser detti fasri (jlandulari (>\ Negii individui adulti, in cui I'elemcnto glandulare ha preso pre- dominio sopra gli altri, vediamo pure numerose fibre elastiche, molto sottili circondare i cul di sacco glandulari come avviene precisamente per le fibre muscolari liscie. Queste ultime'particolarita non sono slate messe in evidenza dalle figu- re perche occorrono piii forti ingrandimenti di (|uelli adoperati pei disegni. Da quanto ho esposto si possono trarre le segucnti conclusioni: a) Esiste nella prostata del cane abbondante tessuto elastico. — 241 — b) In qiiesto tessuto (3lastic() si piio clistinguerc iiii aninuisso cen- tralc costitiiito principaliiKMitc da lasci tli iibro dirctto in scnso Irasvor- salo ed in senso longitiidinaie. {luisci peri-nrelmii). In forrispondenza del vprit-monianum^ attoi-no all' olrieolo si liscon- lia II n insieme di lasci ben distinti {fasci olricolari). r) Da questo ammasso centrale si dipartono in sonso raggiato luiniorosi fesci piramidali clie si avanzano verso la |)erireria della glandula. {Fasci glandidari). (I) Questi fasei piramidali si perdono nella sostanza glandulare, e solo poche libre vanno, nell'adulto, a raggiiingcre le libre elastiche di rivestimento. C.hiudo ([uesta nota col rendere iniinite grazic al Professor Chiarugi clie ha messo a mia disposizione il siio laboratorio, senza di che non a\rei potato portare a tei'mine (pieste mie riceiclie. Fireuze, 18 agosto 1897. Spiegazione della tavola. Fig. 1. — Sezione completa orizzontale. (Feto a termine). Fig. 2. — Sezione completa trasversale. (Cane, 3 mesi). Fig. 3. — Porzione di sezione trasversale. (Cane adulto). Indicazioni generali. a. Fasci peri-uretrali. — b. Fasci otricolari. — c. Fasci glandnlari. ISTITUTO ANATOMICO DI FIKENZK, DIRETTO DAL PKOF. G. CIIIAKUGl Intorno alia gMandola pineale dei mammiferi. Studio anatomico ed embriologico DEL DoTT. EUTILIO STADERINI, libeko docente di anaiomia umana. Con tav. IX e X. . Kicevuta il 30 luglio 1807. £ vietata la riproduzione. La singolarita di forma, di asj)ello, di jiosizione della ghiandola |)i- neale lino da tempi remoti ha eccitata in maniera particolare la curiosita degli osservatori. E come sempre accade che tanto piii il j)roblcma inte- ressa, qiianto piii e diflicile, cosi I'osciiro signilicato di quest'organo singo- lare si e voluto sempre scrutare e in mancanza di una ragionevole inter- petrazione si e ricorso nei tempi andati alle i})otesi piii fantasliche. L' enigma pert) e rimasto jier una hinga serie di anni completamenle in- M. z. _ 242 decilVabile e gli anatumici fiiio agli iiltimi tempi lianno doMilo liiuitaisi a ricoi'dare, come curiosita stoiica, clie la e|)ilisi, la quale noii era scu- nosciuta nemmeno ai precursori di Gale no, \enne da Cartesio consi- derata la sede deiranima, e in epoca piii recente da Gall iin ganglio, da cui ])artivano dei cordoni nei'vosi, da Tiedemann una commissura dei due talami ottiei, e da Magendie una sempliee valvola, destinata a regolare il deilusso del liquido eefalo-racliidiano. Fu |)er la j)rima \olta nel 187') die sulla base della endjilologia si cercu di illustrare il signilicato morlologico della ghiandola pineale, e fu Goette (9), clie studiando lo sviluppo del Bombinator^ emise la ipotesi, oggi del tutlo abbandonata, clie la epifisi rai)i)resentasse una trasforma- zione del nevroporo anteriore, di (|uel punto cioe deU'encefalo, nel (piale pill lunganiente rimane aperta la iloceia midollare. Ma in una fase del tutto nuova entro lo studio moi-rologico della epitisi, allorclie Tanno 1882 Rabl-Ruckliard {'2^t)ehhe adacciata la idea die essa })otesse raj)presentai'e un organo di sense. Egli intravide die nel foranie jiai'ietale dei Sauri dovesse probabilmente esser contenuto rcstremo distale della epitisi e ne indusse die 1' organo dovesse avere una speciale funzione di sense. Poteva trattarsi cioe di un organo visivo o forse anclie di un organo di sense termico, deslinato a far apj)rezzare all' animate la intensita di calore del sole tropicale. A 111 born (2) jhico dopo (188i^ discutendo sulla natura della epitisi Yenne jiure alia conclusione die in essa si dovesse I'iconoscere un organo di sense e piii |)articolarmente un occliio imparl rudimenfale. Fine a quest'epoca pero, per quanto con liuon fondamento, si vago nel eampo delle ipotesi, ma a (jueste ben jiresto altri osservalori appor- tarono il contribute di dati di fatto im|)ortanlissimi. De (jiraaf(lO) nel 1886 in molti antibi e rettili studio diligcntemente lo s^iluppo e la istologia della ghiandola pineale e pote riconoscervi in qualche |)arte una struttura, die ramnientava quella della retina. Cio nondimeno egli nelle sue induzioni voile essere motto riser\atoe concluse die l'ei)itisi nei progenitori degli animali altiiali doveva aNci- esercitato un ullicio importanle ed aver forse funzionalo come un oi-gano di sense tuttora a noi sconosciuto. Nello stesso anno venne alia luce rimportante studio di Baldwin Spencer (27) suH'ocdiio pineale dei Lacertiliani. Egli trovo die in questi rettili I'apparato pineale e motto diversamente costituito. Da una epitisi rappresentata, come nel Plalijclacf/jlus^ da una sempliee estroUessione della Nolla del talamencefalo si arriva a travei'so a stadi intermedi tino aW Jlalleria, in cui Toi-gano molto comjilesso lascia distinguere tre parti — 243 — in continuaziono runa deU'altra. La parte |)iu prossimale risulta costi- tuita (la un divertieolo cavo della Aolta del eervello intermedio (epilisi), la |)arte di mezzo da un lilaniento nervoso (nervo j)ineale o |)arielale) e la parte distale da una \cscicola (occliio pineale o |)arietale), situata in corrispondenza del forame parietale del cranio. In ((iiesla vcscicola Spen- cer ha potato riconoscere istologicamente un cristallino, una retina, nonclie qualclie cosa di simile al corpo vitreo. Poiclie venne per tai niodo stabilito clie neU'apparato epifisario di certi rettili e compreso un lerzo occliio, imjiari, |)aragonabile |)crlastrut- tura ai due occlii pari, come a (juesti e aH'occhio pineale nel loro in- sieme e paragonabile V organo \isi\o delle Salpe (Todaro) (32) e dopo die per altre ricerclie (Alilborn (1), Beard (3), Owsjannikow(23), Studnicka) (30), venne accertato clie oltre i sauri anche alcuni ])esci (i ciclostomi) possiedono un organo imparl, simile ad un occliio, lo studio della epiflsi interesso sempre maggiormente Y attenzione dei ricercatori c si tento con moltejilici osservazioni la soluzione dei vari problemi atti- nenti airargomento. Tra i quali uno dei piii discussi e tuttora quello riguardante il modo di foi'marsi delle diverse parti, le quali compongono I'apparato epifisario nella sua forma, diciamo cosi, piii evoluta. L'epifisi, il nervo parietale e 1' occliio pineale sono forse parti di una stessa formazione, originatesi da un unico abbozzo e dillerenziatesi poi, o non piuttosto sono organi distinti lino dalla loro oi'igine e solo secondariamente connessi I'uno coiraltro? Le prime ricerclie in [iroposito hanno latto ritenere clie T abbozzo epilisario, primitivamente unico, si scomponga in due segmenti, di cui quello prossimale rimane come epiflsi, quello distale poco alia volta si traslbrma in occliio pineale. Secondo questa veduta, per un certo temp.o generalmente ammessa, ed anche oggi da alcuni soslenuta i^Slrahl u. M ar- tin (29), Hoffmann (13), De Klinckowstrom (16)), I'occhio jiineale none dunque che una parte dilVerenziata dell'epifisi. Osservazioni succes- sive mettono in dubbio questo concetto ed oggi da vari autori(Le) dig (19), Francotte(8), Hill (11), Be ra neck (4)), si ritiene che occhio pineale ed e|)ifisi siano due organi aflatto distinti. Nascono tuff e due dalla volta del talamencefalo per due diverticoli situati I'uno al di dietro deiraltro; da quello anteriore si origina T occhio pineale col suo ner\o, da quello jiosteriore la epifisi. Se nei Sauii, dice Beraneck (o), ribatlendo le ar- gomentazioni di De Klincko\\ st rom (16 , sembra taholla die i due di- verticoli provengano da un abbozzo comune, cio dipende dal falto che essi hanno dovuto fra loro ravvicinarsi pel raccorciamento subilo dal talamencefalo in seguilo all'aumento del eervello anieriore. , — 244 — Circa rulteriore sviluppo del duo organi si e verilicato die general- luciite si accrescono in maniera disogiiale e quando e altamente sviiiip- |)ato I'lino, 0 in contrapposto rudimentale I'altro. Ma un I'atto ben piii singolare hanno messo in evidenza delle nuove indagini. L'occhio i)arietale non sempro si forma a spese del diverticolo piii anteriore del talamence- falo, ma pun talora accadere ciie mentre (juestu rimane in uno stato ru- dimentale, il diverticolo piii posteriore raggiunge un alto grado di s\i- luppo e la sua parte distale, rigoniiata si trasforma in occliio pineale. Cosicclie il terzo occliio, che in certi casi e geneticamente distinto dalla epiiisi, vera e propria, in altri e una derivazione, una tiliazione, per cosi dire, delta epiiisi medesima. Nel Cijclodus^ ad esempio, e quest' ultima, die distalmente si dilFerenzia in una vescicola oculare (Beraneck). Cosi essendo le cose, ognuno comprende quanto debba essere difli- cile la questione delle omologie dell'apparato epilisario, studiato comj)a- rativamente nelle diverse specie animali. La ghiandola pineale deiruomo, poniamo ad esempio, cosi ridotta nel suo volume, a quale parte e omologa del sistema pineale, tanto complesso di alcuni rettili? Con le cognizioni, che attualmente possediamo, non e possibile risolvere in modo assoluto la questione. E necessario percio che a somiglianza di quanto e stato fatto per i pesci e per i rettili, anche per i mammit'eri si facciano in specie diverse, ricerche numerose. E torse allora nello stesso inodo che D e Klinckowstrom(17) negli uccelli (nei quali non si ammetteva alcunche di comparabile all'organo parietale dei rettili) ha trovato che I'estremo di- stale deU'epilisi in embrioni di Lants tendc a separarsi in una specie di vescicola parietale, paragonabile a quella dei rettili, cosi puo supporsi che anche nei mammiferi si possa inconlrare qualche cosa di simile. luvero bisogna dire che quest' ultima classe di vertebrati e quella, che per cio che concerne la regione epilisaria e stata studiata meno delle idtre. Apparira chiaro dal riassunto, che segue. Mill a Iko vies (20) ha ricercato lo sviluppo ddla ghiandola pineale nel coniglio. 11 jirimo abbozzo, secondo I'autore, compare in un embrione di lo-l() mm., in una lase corrispondentemente piii avanzata che negli uccelli. Inoltre, sempre in confronto con gli uccelli, I'abbozzo ])ineale del coniglio e piii breve e non obliquamente inclinato in avanti. In embri(jni di cm. 3,0 la ghiandola divenuta pirilormc giunge con la sua estrcmita superiore pressoche a livello degli emisfcri: piii tardi e ricoperta da que- sli ultimi, che crescendo si spingono indictro, e viene in ultimo a si- luarsi sotto il cercinc del corpo calloso nella /issitra transversa cerebri. Kolliker(li)in embrioni di montone ddla lunghezza di cm. IJ,o ha \cduto che la ghiandola pineale si presenla sotto I'aspetto di una sem- — 245 ~ plico estrotlessionc del cim'ncIIo inlermedio, diretia all'indietro. Ncl co- niglio, d'accordo ron Mihalkovics, lia osser\ato la comparsa dclla ghiandola in embrioiii, die misuravaiio 15 mm. di lunghezza. Anche Romiti (2o) ha osservato il prime abbozzo del eonario in embrioni di coniglio di lo-KJ mm. di hinghezza. Sorensen (26)ncorda che nei mammiferi la epilisi ha i'a|)p()rli eor- rispondenti a qneili dei verlebrati infcriori c la disegna in nn embrione (U topo come una estrotlessionc, dirctta indietro, delta volla det terzo ventricolo. D' Erchia (6) nella cavia dcscrive il primo abbozzo dclT epilisi in un embrione di lo mm., sotto forma di una gemma solitia, sporgente dal cei'Ncllo intcrmedio, menti-e rileva che nell'nomo (in un embrione di 3 cm.; lo stesso organo ha Faspelto di una semplice estrotlessione. Kraushaar(18),stndiando lo sviluppo delta epilisi net toi)0, ha rin- \ennto in un embrione di mm. 9,0 il primo accenno dell' organo, rappre- sentato da un leggero soUevamento della parete del cervello intermedio. In un embrione di 12 mm. la ghiandola e rappresenlata da una ben di- stinta estrotlessione, inclinata all'indietro. Con rulteriore svilujjpo la parte superiore della ghiandola manda dei di\ erticoli, si rigonfia, e cosi forgano in un embrione di 16 mm. ha I'aspetto di una clava. Riguardo alia ghiandola pineale nel suo stato definitivo, non si hanno che delle ricerche molto s|)arse, dalle quali non emerge con suHiciente precisione quali siano le dilTerenze, die rdativamente al niodo di pre- sentarsi dell organo esistono tra le diverse specie di mamniileri. Sohxpial- cuno, Tiedemann (31) ad esemj)io, accenna, ma molto sommarianiente, a tali differenze ; esso ricorda che nei carnivori (cane, volpe, gatto, ecc), la ghiandola e piccolissima, che fra i roditori e voluminosa in alciini (Ca- storo, martorai ed e piccola c arrotondita in altri Jepre, coniglio). Ag- "iunge inoltre poche particolarila relative alia forma e al volume della ghiandola deiruomo. del porco, del cervo e della pecora. La ghiandola pineale della scinimia e stata presa in esame da Mar- shall (21) e da Moeller (22). II primo in un giovane chimpanze tro\o la epifisi larga, delicata e senza sabbia cerebrale. Moeller jmre in un giovane chimpanze descrisse la ghiandola come costituila da un jiedun- colo lungo 'i mm. completamente vuoto, il quale terminava distalmente in un tubercolo reniforme della larghezza di circa 3 mm. Ricordero inline che D' Erchia G^esaminando una cavia adulta trovo un'epiflsl, la quale col suo estreino distale assottigliato arrivava lino al disotto della dura madre, metlendosi con (juesta in sti-etti rappoilidi con- tiiiuita. 246 Terminato cosi il brevissimo riassunto storico dell'argomcnto, passo alle mie ricerche personali, incominciando col riferire qiianto ho potuto vorificaro intoi'iio alio sviluppo della ghiandola |)inoale del coniglio. In un embriono di coniglio della lunghezza di 9 mm. ho manife- stamente riconosciuto I'abbozzo della ghiandola |)inealein un breve diver- ticolo della volta del cervello intermedio. 11 diverticolo (fig. 1 e lig. 7 E) e inclinalo all' innanzi e comprende una cavila, clie comunica liberamente con la cavita cerebrale (fig. 7, *). L'abbozzo pineale segna il confine tra il segmento jjosteriore i)iu spesso del talamencelalo e il segmenlo anteriore assai piii sottile (fig. 7, c?, ci): e in immediato rapporto con un grosso vaso sanguigno, futuro seno longiludinale superiore (fig. 7, v.). Poiche, come abbiamo vedulo dalla nostra rassegna bibliografica, e oggi ammesso senza eccezione che nel coniglio il i)rimo abbozzo della ghiandola compaja in embrioni di lo-Ki mm. (Mihalkovics, Kollikei", Romiti' ho voluto n})etere I'esame in altri due embrioni della lunghezza di 9 mm. e nel modo stesso che nel primo mi si e i)resentato l'abbozzo pi- neale. Non saprei dii'e se il primissimo accenno della epifisi possa compa- I'ire in uno stadio anche meno avanzato, perche mi e mancata Topiiortu- nita di esaminare end)rioni di una lunghezza inferiore ai 9 mm. In embrioni un |)oco piii avanzati (11-12 mm.) l'abbozzo pineale mantiene gli stessi cai'atteri, ora descritti; si e pero alquanto accresciuto e la lamina che lo compone non e piii tanto regolare, ma leggermente sinuosa. La cavita e piii ristretta che nello stadio precedente, perche le pareti del diverticolo pineale sono adesso piii ravvicinate fra loro. In embrioni di circa 13 mm. il diverticolo si e allungalo e si e latto un poco i)iii sinuoso, tinche in uno stadio di mm. 15, come e rappresentalo nellc figure 2, 8, ha I'aspetto di un tubulo sempre rivolto all' innanzi quasi orizzontale, sinuoso e con delle strozzature, ora piii ed ora meno accen- tuate, che lo fanno apjiarire come suddiviso in piccolo vescicole, situate, una al di dietro dell'altra (fig. 8, E). La capita, ineguale nella sua lunghezza, e pill larga nel punto, in cui comunica col terzo ventricolo. Un grosso vaso venoso e sempre in stretto rapporto con la superficie della e])ifisi (fig. 2, fig. 8 v.). Da questo momento la epifisi subisce modificazioni n()te\()li. In embrioni di circa 19 mm. di lunghezza il diverticolo ])ineale dopo essersi allungalo e come suddiviso nel modo che abbiamo indicate, si complica sempre piii. Esse seguitando nel suo accrescimento, non si mantiene quasi — 247 — oiizzontale e ri\ollo airiiiiiaiizi, ma solle\aiulosi e s|)()staiulosi indietro si ra\v()lge sii se stesso c forma iin gomitolo di forma quasi sfcrica, iiiiito alia \olta del cervello inlermtHlio (\\g. 3, iig. 9, E). Tanto lo sezioni sa- giltaii, qiianto quelle fmnlali, dimostrano la eonformazione tubularc di questo gomitolo. Nel punto di continuazione con la Aolta encefalica le pareti della epifisi sono fra loro ravvicinate in maniera da coslituiie una specie di peduncolo. La direzione della ghiandola, die, come ho awerlito, e ora un po' inclinata allMndietro, non in tutti gli embi-ioni dello stesso stadio di mm. 19 e uguale. In uno, tra gli altri, la epifisi era posta \erti- calmente sulla volta del talamencefalo: cio fa presumere die il cambia- mo vicinissimo, credo die il raggio d'azione ellicace per uccideiii non supera i (piindici metri. Subito dopo lo sparo si vedono venire a galla dixersi |)esci, i piii piccoli morti o boccheggianti, i jiiii grossi ancora ben vivi, ma tra- mortiti, incapaci di luggire, j)rocedenti a fatica e col corpo sbandato. Anclie dopo catturati conlinuano a \ivere per qualclie tem|)o, e la loro vitalitii e tanto piii grande quanto piii sono grossi. E da notare die non lutti, anzi meno delta meta dei pesci torpedinati salgono a galla; molti cadono al fondo, e solo un giorno o due giorni dopo \engono alia su- perlicie ([uando cioe, ])er lo svilupparsi dei gas della jiulrefazione, di- \entano piii leggeri delFacqua. Esaniinati aU'esterno talora non mostrano nessuna lesione apparente, ma molto spesso si scorgono dei piccoli stra- vasi, specialmente alia regione anale, alia base della i)inna dorsale e di quella anale. Aperto I'animale si notano subito numerosi stravasi, tal- Nolla dei veri ematomi, ed in tutti gli organi i vasi sono marcatamente iperemizzati.il cuorecontinifa a pulsare e sembra sano. Vuotato il corpo dai visceri, la vescica natatoia apjnire Integra in tutti gli esemjilari esa- niinati {Chrijsophris aurata^ Muijil chela, M. auraius, Ohlala melanum^ San/i/s Rondeletii^ S. Salimni, Lahrax lupus, Pagellus mormyrus). IJiso- gna duntpie escludere die la niorle dei pesci torpedinati a\venga |)er lo sco|)pio della xescica natatoia ;e certamente la causa principale de\e I'i- cercarsi nelle lesioni ddl'apparato circolatorio, sia j)er gli ell'etti diretti, sia per i gravi disturbi die ne jiossono derivai'e agli organi del sistenia nervoso centrale e lorse anche ai canali semicircolari, come starebbero a pro\arlo le vertigini che |)recedono la morte. In vicinanza delle torjiedini niisi anche parecchi invertebrati {Spi- rofjnijilii'i Spalhutzuni, Slicla f/imsa, Lupa u.slaUi, Dromia ruhpirh, Oslrni edulis, Mijtilus edulis, Acoli.s ()rloj)US rulgnris^, alcuni dei (|uali con cseinplari numerosissimi, ma nessuno iikum per elVello dello scop|)io, ne lu trovato morto nei giorni successivi. Perche una cos'i ini|)orlanle diire- 256 renza Ira i \ertebrati e gli invertebrati? A nie pare clio qiiesti iion luuoiano perclie iion lianno il sistema vascolare completamente cliiuso, e ([Hindi il liquido sangiiigno si piio espandere libcramentc nelle lacune, senza die si possano produrre delle rotture e degli stravasi. E notevole die anche i Polpi, di cosi elevata oi-ganizzazioiie e prowisti di iin sistema vascolare molto complesso e diflerenziato, per (jiianto noii completamente chiuso, sieno sopravvissuti alia \iolenza dello scoppio, benclie ne tenessi lino a sette nietri ed iin altro a soli tre metri di distanza da una grossa torpedine di 300 grammi di fulmicotone. La Spezia, li ottobre 1897. TIZIE Auunnziamo ceu dolore la perdita dell' illustre N. Kleinenberg, Prof, di Zoologia ed Ana- tomia compavata nella R. University di Palermo. Delia vita e dell' opera scientiflca di Ini parlevemo nel prossimo numero. CosiMO Cherubim, Ammimstratore-respoxsabile. Itt t> Milano - Via G-. 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Avverter\za Delle Comunicazioni Originali che si pubblicano nel Moni- toi^e Zoologico Italiano e vietata la riproduzione. BIBLIOGRAFIA St da 7iotizia soUanto del lavori puhhlicati in Italia. XVI. Vertebrati. II. PARTE ANATOMIC A. 1. Parte generale. Corrado G. — Rapporti metrici tra le varie parti del corpo fetale ed altre considerazioni in ordine all' identita. — Giorn. d. Associaz. Napoletana di Medici e Naturalisti. An. 7, PwU. 4, pag. 247-271. Napoli 1807. Con fig. {Continua). Lanzillotti-Biionsanti A. — Ricerche intorno al peso del corpo e dei suoi principali organi nel cane secondo il sesso, 1' eta, 1' altezza, la lungbezza e la razza. — La Clinica Veterinana. An. 20, N. 32, Pag. 376-381; N. 33. Fag. 389-394; N. 34, Pag 404-408; N. 35, Pag. 414-419; N. 36, Pay. 428- 430; N. 37. Pag. 440-442 e N. 38, Pag. 452-456. Milano, 1897. — 258 — Livini P. - Sulla distribuzione del tessuto elastico in varii organ! del corpo umano : 2^^ nota. — Estr. di pag. 20 d. Sperimentale {Arch, di Biologia). An. 51, fuse. 3. Firenze, 1897. 3. SlSTEMA NERVOSO CENTRALE E PERIFERICO. Betti U. — Sulle connessioni fra nervo ipoglosso e nervi cervicali. — Proc. Verb, delle Adunanze d. R. Accad. Medica di Genova in Boll. d. R. Accad. Medica di Genova. An. 12, N. 1, Pag. 36-37. Genova, 1897. Cavazzani E. — Dei gangli spiuali. — Atti d. Accad. d. Sc, Mediche e Nat. in Ferrara. An. 71, Fasc. 1-2, Pag. 37-40. Ferrara, 1897. Cavazzani E. — Sur les ganglions spinaux. — Arch. Ital. de Biologie. Tome 28, Fasc. i, pag. 50-60. Turin 1897. Galeotti G. — Studio morfologico e citologico della volta del diencefalo in alcuni vertebrati. — Riv. di Patol. nervosa e mentale. An. 2, Fasc. 11, pag. 481-517. Firenze 1897. {Con fig.). Geronzi. — Contributo clinico ed anatomico alio studio dell' emiatrofia lin- guale. — Bull. d. Soc. Lancisiana d. Ospedali di Roma. An. 16, Fasc. 1, Pag. 184-185. {Resoconto d. Adunanza d. 21 Marzo, 1896). Roma, 1896. Guizzetti P. — Sulle alterazioni del simpatico nella tifoidea, coll' aggiunta di alcuni appunti suU' istologia uormale del sistema stesso. — Arch. p. le Sc Mediche. Vol. 22, Fasc. 1, pag. 65-103. Torino 1898. {Con tav.). Lo Monaco. — Eicerche sul corpo calloso. — Bidl. d. Soc. Lancisiana d. Ospe- dali di Roma. An. 17, Fasc. 1, Pag. 251-252. {Resoc. d. Adunanza del 2 gen- najo, 1897 \ Roma, 1897. Mondio. — Contributo alio studio delle circonvoluzioni cerebrali nei delin- quenti. - Vedi M. Z. VIII, 7-8, 141. Pagano G. — Sur les voies associatives peripheriques du nerf optique. — Arch. Ital. de Biologie. Tome 27, Fasc. 3, Pag. 392-393. Turin, 1897. Riglietti Kr. — Sulla mielinizzazione delle fibre della corteccia cerebrale umana nei primi mesi di vita. — Riv. di Patologia nervosa e mentale. Vol. 2, Fasc. 8, pag. 347-354. Firenze, 1897. Versari. — Un caso di mancanza del ramo superficiale od anteriore del nervo radiale, sostituito dal nervo muscolo-cutaneo. — Bull. d. Soc. Lancisiana d. Ospedali di Roma. An. 17, Fasc. 1, Pag. 315. {Resoc. d. Adunanza d. 17 Liiglio, 1897). — Vedi anche: Fasc. 2, pag. 83-86. Con fig. — Roma, 1897. 4. Organi di senso. Bietti A. — Le fibre nervose della coroidea studiate col metodo di Golgi: an- notazioui d' istologia normale. — Annali di Ottalmologia. An. 26, Fasc. 4, Pag. 334-343. Pavia, 1897. Con tav. Gatti A. — Sulla rigenerazione della porpora e sul comportameuto dell' epite- lio pigmentoso nella retina esposta ai raggi Rontgen. ~ Annali di Ottal- mologia. An. 26, Fasc. 4, Pag. 344-351. Pavia, 1897. Gatti A. — Sur la regeneration de la pourpre et sur la maniere dont se com- porte r^pithelium pigmentaire dans la retine exposes aux rayous Runtgen. — Arch. Ital. de Biologie. Tome 28, Fasc. 1, pag. 47-49. Turin 1897. — 259 — Giacomini C. — La Plica semilunaris e la laringe nelle scimmie antropo- raorfe. Nota suppletoria alia « Anatomia del Negro ». Con 2 tav. — XI. La Plica semilunaris nel Gorilla, nel Chimpanze e nel Gibbone. XII. La laringe nel Gorilla e nel Gibbone. — Torino, Unione tip. edit., 1897. Pag. 24. Estr^ d. Giorn. d. R. Accad. di Medicina di Torino, 1897, N. 7-9 Giaeomini C. — La Plica semilunaris et le larynx cbez les singes antbropo- morpbes. — Arch. Ital. de Biologic. Tome 28, Fasc. 1, pag. 98-119. Turin 1897. (Acec deux planches). Lugaro E. — SuUe tunzioui dei canali semicircolari. — liiv. di Patologia ner- vosa e mentale. Vol. 2, Fasc. 10, Pag. 440-449. Firenze, 1897. {Con fig-). Pensa A. — Ricerche anatomiche sui nervi della congiuntiva palpebrale in al- cuni mammiferi. — Rendic. d. Adunanze d. Soc. Medico-Chirurgica di Pavia-. seduta d. 28 maggio 1897 , in Gazz. medica lomb. An. 56, N. 25, Pag. 252. Milano, 1897. 5. SCHELETRO E ArTICOLAZIONI, Betti U. A. — Di un processo anomalo in corrispondenza dell' impronta del- toidea, dell' omero umauo. Con tav. — Fstr di j)ag. 3 d. Boll. d. R. Accad. Medica di Genova. Vol. 11. Fasc. 2. Senza data. Breglia A. — Su di alcune particolarita del sacro. — Giorn. internaz. d. Sc. Mediche. An. 19. Fasc. 21, Pag. 852-857. Napoli, 1897. De Giovanni A. — Studi morfologici sail' asse racbidiano. — Atti d. R. Istit. Veneto di Sc. Lett, ed Arti. Tomo 55 (Serie 7, Tovio 8), Disp. 7, Pag. 752- 758. Venezia, 1896-97. Fusari R. — Sui vari modi di sostituzione della parte posteriore della lamina papiracea nell' orbita dell' uomo. — Estr. di pag. 28, d. Riv. sperimentale di Frenjatria. Vol 23, Fasc. 3. Reggio Emilia, 1897. {Con tav.). Giuffrida-Ruggeri V. — Un osso zigomatico tripartito e altre rare anomalie. — Riv. sperim. di Fi-eniatria. Vol. 23, Fasc. 2, Pag. 460-467. Reggio-Emi- lia, 1897. Con fig. Giuflfrida-Ruggeri V. — Assimetrie nella norma facciale (cavita orbitarie). — Riv. sperim. di Freniatria. Vol. 23, fasc. 3, pag. 607-610. Reggio Emilia, 1897. Maggi L. — Intorno all' evoluzione dei post-frontali. — Rendic. d. R. Istit. Lomb. di Sc. e Lett. Serie 2, Vol. 30, fasc. 16, pag. 1007-1013. Milano, 1897 Maggi L. — Altri risultati di ricercbe morfologiche intorno ad ossa craniali, cranio-facciali e fontanelle dell' uomo e d' altri mammiferi. Com. preventiva. — Estr di pag. 15 d. Rendiconti d. R. 1st. Lomb. di sc. e lett. Serie 2. Vol. 30. 1897. [Fasc. 16, pag. 1164-1178]. Milano, 1897. Maggi L. — Note craniologicbe. — Boll, scientifico. A71. 19, N. 2, Pag. 33-37. Pavia, 1897. (Contiuua). Maggi L. — Les os bregmatiques chez les fossiles (Resume de 1' A.). — Arch. Ital. de Biologic. Tome 27, Fasc. 3. Pag. 362-375. Turin, 1897. {Avec unc planche). Maggi L. — Postfrontali nei mammiferi. Sunto. — Estr. di pag. 7 d. Bull. Scien- tifico, N. 2, Anno 1897. Pavia, 1897. Maggi L. — Postfrontali e cintura ossea orbitale completa nei mammiferi. — Boll, scientifico. A71. 19, N. 2, Pag. 57. Pavia, 1897. (Conlinuaj. 260 Riedinger I. — La meccanica della vulta del piede quale fondainento della teoria della deformita del piede. — Arch, di Ortopedia. An. 14, fasc. 5, pag. 305-311. Milano, 1897 {Con fig.). Staurenglii C. — E-icerclie intorno all' ossificazione della squama dell' occipi- tale umanc, a proposito di un esemplare di Os Incae tripartitum. — Rendic. d. Adunanze d. Soc. Medico-Chirurgica di Favia. Seduta d. 28 Maggio 1897, in Gazz. med. Lomb. An 56, N. 25, Pag. 253. Milano 1897. Staurenghi C. — Centri osteogenici del postsfenoide del bove non aucora de- scritti. — Rendic. d. Adunanze d. Soc. Medico-Chirurgica di Pavia, Seduta del 28 Maggio 1897, in Gazz. Medica Lomb. An. 56, N. 25, Pag. 253. Milano, 1897. Tenehini L. — Contribuzione alio studio del foro pterigo-spinoso (Civinini) specialmente rispetto ad alcune piu fiequenti particolarita cranicbe conco- mitanti in criminal!. -— Arch, di Psich., Sc. jyenali e Antropol. crimin. Vol. 18 (Vol. 25,serie 2), fasc. 5-6, pag. 609-610. Torino 1897. Valenti G. — Varieta delle ossa nasali in un negro del Sudan. Con fig. — Monitore Zool. Ital. Anno 8, N. 9, 1897. Pag. 191-194. Zoja. — Sopra alcune singolarita del cranio di una donna di 94 anni. -- Resoc. d. Adunanze d. Soc. medico-chirurg. di Pavia. Seduta d. 2 Maggio 1897, in Gazz. medica lomb. An. 56, N. 21, Pag. 212. Milano, 1897. 6. Apparecchio muscolare. Bovero A. — Sul muscolo « tibialis anterior ». — Giorn. d. R. Accad. di Medi- cina di Torino. An. 60, N. 6, Pag. 469-500. Torino, 1897. Bovero A. — Sul muscolo « extensor hallucis longust,. — Giorn. d. R. Accad. di Medicina di Torino. An. 60, N. 7-9, Pag. 519-536. Torino, 1897. Fusari R. — Contributo alia conoscenza morfologica del muscolo temporale. — Monitore Zool. Ital. An. 8, N. 10, Pag. 213-220. iirenze, 1897. Mirto G. — Abnorme sviluppo del pellicciajo toracico in un demente. — Vedi M. Z., Vlll, 7-8, 141. 7. Apparecchio cardiaco-vascolare. Milza. Colueci V. — Su di un caso di lacerazioue del cuore in una bovina, e di una particolarita istologica dell' arterie coronarie. — Estr. di pag. 3 d. Rendic. d. sess. d. R. Accad. d. Sc. d. 1st. di Bologna. Anno Accad. 1896-97. rj'- sess. •! 30 Maggio, 1897. Vedi in: Boll. d. Sc. Mediche. An. 68, Serie 7, Vol. 8, Fasc. 8, Pag. 537-539. Bologna, 1897. Versari. — Le arterie timiche nell' uomo ed in altri mammiferi. Loro rapporti con le arterie tiroidee. — Bull. d. Soc. Lancisidna d. Ospedali di Roma. An. 17. Fasc. 1, Pag 316 (Resoc. d. Adunanza d. 17 Luglio 1897). — Vedi anche: Fasc. 2, pag. 64-82. — Roma, 1897. 8. TUBO DIGESTIVO E GHIANDOLE ANNESSE. Antonini A. — Anomalia dentaria in una somara. Molare sopranumerario ed inclusione di due altri denti nei mascellari superiori. — II Nuovo Ercolani, Anno 2, N. 12. Pisa, 1897. Estr. di pag. 6. Con tav. — 2G1 — Legge F. — Sulla distribuzione topografica delle fibre elasticlie nell' apparec- chio digereute. — Cagliari, tip. Afnscaft di P. Valdes, 1897. Fag. 20. {Con taii.). [Nuova edizione riveduta]. 9. Apparecchio polmonare. Branchie. Timo. Tiroide. Amaldi P. — La ghiandola tiroide negli alienati. — Rio.sperim. di Freniatria. Vol. 23. FasG. 2, Pag. 311-349. lleggio Emilia. 1897. Con tav. Giacomini C. — La iaringe nelle scimmie antropomorfe (nota suppletoria alia anatomia del negro, — Le larynx chez les singes anthropomorphes. — Vedi M. Z. in questo n. pag. 259. Versari. — Permanenza del tubo timico in individuo adulto con timo ancora sviluppato. — Didl. d. Soc. Lancisiana d. 0.^2^edali di Roma. An. i7, Fasc. 1, Pag. 315 (Resoc. d. Adunanza del 17 Luglio 1897). — Vedi ancbe: Fasc. 2, pag. 87-91. — Roma, 1897. 10. Apparecchio uro-genitalb. Capsule surrenali. Antonini A. — Distribuzione del tessuto elastic© nella prostata del cane. — Monitore Zool. Ital. An. 8, N. 11, Firenze 1897. (Con tav.). Berti G. — Sopra la plica vescicale trasversa e sopra alcune altre particola- rit^ degli organi pelvici nei bambini. — Rendic. Accad. d. Soc. Medico-chi- rurgica di Bologna, Adunanza del 30 aprile 1897 in Boll. d. Sc. Mediche, An. OS, Serie 7, Vol. 8, Fasc. 7, Pag. 453-460. Bologna, 1897. Ferraresi C. — Sull' angolo d' inclinazione vaginale. — Rendic. Accad. d. Soc. Medico-Chirurgica di Bologna. Seduta del 26 giugno 1897, in Bull. d. Sc. Mediche. An. 68, serie 7, Vol. 8, Fasc. 8. Pag. 534-536. Bologna, 1897. Paladino G. — Per il tipo di struttura dell' ovaja. — Estr. di pag. 4 d. Rendic. d. R. Accad. d. Sc. Fis. e Maiem. di Najyoli. Serie 3, Vol. 3. Najyoli, 1897. (Con tav.). Versari R. — Rapporti fra I' arteria pudenda interna ed il nervo dorsale del pene nella regione del perineo. — Cf. M. Z., VII, 9-10, 193. 11. Teratologia. Bidone E. — Residue cartilagineo di organo branchiale. Contributo alio stu- dio anatomico e alia patogenesi di tali anomalie di sviluppo embrionale. — Riv. di Ostet., Ginecol. e Pediat. An. 2, n. 11, pag. 353-367 .' Torino 1897. Decio C. Mostruosita fetale inedita osservata nel secolo XVI. — Aymali di Ostetricia e Ginecol. An. 19, N. 8, Pag. 649-652. Milano, 1897. (Con fig.). D' Erehia P. — Sopra un caso di atrofia congenita dell' orifizio polmonare con setto interventricolare complete. — Estr. d. Rivista di Medicina Legale e di Giurispr. medica. N. 1. Anno 1897. Milano. Pag. 11. (Con fig.). Ferraresi C. — I setti trasversali della vagina, sotto il rapporto della origine congenita, della proiezioue vaginale e della impoitauza ostetrica. — Amiali di Ostetricia e Ginecol. An. 19, N. 6, Pag. 447-482. N. 7, Pag. 515-546, N. 9, Pag. 683-702, N. 10, Pag. 772-799, N. 11, Pag. 801-828. Milano, 1897. Con- tinuaz. Continua. Cf. M. Z. VllI, 7-8. 137. — 262 — Germain A. — Atresia notevole dell' ano e del refcto in un vitello. — II Nnovo Ercolani. An. 2, n. 20, pag. 311-314. Pisa 1897. Mangianti E. — Un caso d' aorta angnsta congenita. — Giorn. medico d. R. esercito. An. 45, n. 8-9, pag. 873-879. Roma 1897. {Con tav.). III. PARTE ZOOLOGICA. 1, Parte generale. Fauna. Marcialis E. — Saggio di un catalogo metodico coUe denominazioni dialettali delle cinque classi dei vertebrati della Sardegna. — Boll. d. Soc. romana per gli Studi Zool. An. 6, Vol. 6, Fasc. 3-4, Pag. 140-160. Roma, 1897. Continuaz., continua. o. Pesci. Ciaccio G. V. — Sugli organi elettrici delle Torpedini. — Rendic. d. R. Ace. d. Sc. d. Istituto di Bologna. Seduta del 31 Marzo 1897 in Bull. d. Sc. Me- diche. An. 68, Serie 7, Vol. 8, Fasc. 5, Pag. 340-342. Bologna, 1897. Gatti M. A. — Contribuzione alia conoscenza del genere Alburnus in Italia. — Boll. d. Soc. vom.ana per gli Studi Zool. An. 6, Vol. 6, Fasc. 3-4, Pag. 161- 176, Roma, 1897. Mazza F, — Ricerclie morfologiche e biologiche suUa Lebias calaritana Bo- nelli. — Estr. di pag. 12 d. Atti d. Soc. Ligustica di Sc. Nat. e Geogr. Vol. 8, Fasc. 3. Genova, 1897. (Con fig.). Perugia A. — Di alcuni pesci raccolti nell" Alto Paraguay dal cav. Guido Bog- giani. — Genova, tip. Sordomuti, Pag. 4. Estr. d. .\nnali d. Museo Civico di St. Nat. di Genova, Serie 2, Vol. 18 (38), 26 Luglio 1897. Perugia A. — Di alcuni pesci nuovi pel Golfo di Genova (Res Ligusticge, XXVI,). — Genova, tip. Sordomuti. Estr. di pag. 6 d. Annali d. Museo Ci- vico di St. Nat. di Genova, Serie 2, Vol. 18 (38), 28 Giugno 1897. 6. UCCELLI. Angelini G. e Faleonieri di Carpegna G. — Seconda cattura di un piviere orientale (Charadrius fulviis) nei dintorni di Roma. — Boll. d. Soc. romana per gli Studi Zool. An. 6, Vol. 6, Fasc. 3-4, Pag. 125-127. Roma, 1897. Faleonieri di Carpegna G. — Sulla cattura di una averla maggiore {Lanius excuhitor Linn.) nell' Agro romano. — Boll. d. Soc. romana per gli Studi Zool. An. 6, Vol. 6, Fasc. 1-2, Pag. 51. Roma, 1897. Pavesi P. — Calendario ornitologico Pavese 1895-97. — Estr. d. Boll, scicnti- fico. Anno 1897, N. 3. Pavia, 1897. Pag. 11. 7. Mammiferi. Berninzone M. B,. — Influenza della temperatura sulla ibernazione della mar- motta. — Boll. d. R. Accad. medica di Genova. An. 12. N 1, Pag. 17-29. Genova, 1897. — 263 — De Angelis D' Ossat G. — II lUiinoceros {Coelodonia) etniscus Falc. nella provincia romana. — At. iL Accad. Gioenia di Sc. Nat. in Catania. An. 73 (1896). Serie 4, Vol. 9. Catania, tip. Galatola 1896. De Toni E. — Sopra un ibrido naturale di Canis familiaris e C. Vidpes. — Atti d. R. Istit. Venefo di Sc. Lett, ed Arti. Tomo 55 {Serie 7, Tomo 8). Disp. 8, Pag. 912-916. Venezia, 1896-97. Thomas Oldfield. — On some new Phalangers of the genus Pseiidochirus. — Genova, tip. Sordomuti. Estr. d. Annali d. Museo Civico di St. Nat. di Ge- neva, Serie 2, Vol. 18 (38), 28 Giugno, 1897. Pag. 7. •8 Antropologia ed Etnologta. Ardu-Onnis E. — II metodo zoologico in Antropologia. — Boll. d. Soc. romana per gli studii zool. An. 6, Vol. 6, Fasc, 3-4, Pag. 101-117. Roma, 1897- Continuaz. e fine. Livi R. — Dello sviluppo del corpo (statura e perimetro toracico) in rapporto colle professioni e colla condizione sociale. — Giorn. medico d. R. Esercito. An. 45, n. 8-9, pag. 826-872. Roma 1897. Mori A. — Alcuni dati statistici sail' indice nasale degli Italiani. — Estr. di pag. 33 d. Arch, per I'Antropol. e V Etnologia. Vol. 27, Fasc. 2, 1897. (Con fig.). Pailhas B. — Du pavilion de 1' oreille. (Contribution a son etude anthropolo- gique. — Vedi M. Z. VIII, 7-8, 135. Regalia E. — A proposito della nuova tribu dei nani. — Boll. d. Naturalista, An. -17, N. 7-8, Pag. 93. Siena 1897. Sega V. — Sulle misure antropometriche secondo il metodo del De-Giovanni. — II Raccoglitore Medico. An. 58, Serie 5, Vol. 22, N. 2, Pag. 25-32. Forll 1896. APPENDICE ANTROPOIiOGIA APPLICATA ALLO STUDIO DEI PAZZF, DEI CRIMINALI, ECC. Cappelletti L. e Finzi J. — Alcuni crani di frenastenici. — Atti d. Accad. d. Sc. Mediche e Naturali hi Ferrara. An. 71. Fasc. 1-2, Pag. 101-131. Fer- rara, 1897. Jentsch. E. — Studio su cinque cranii di criminali abissini. — Arch, di Psich. Sc. p>enali e antropol. crimin. Vol. 18 (Vol. 2 d. Serie 2), fasc. 5-6,x>ag. 493- 500. Torino 1897. {Con fig.). Tencliini L. — Contribuzione alio studio del foro pterigo-spinoso (Oivinini) specialmente rispetto ad alcune piu frequenti particolarita craniche conco- mitauti (in criminali). — Vedi M. Z. VIII, 7-8, 136, e questo N., pag. 260. 264 — COMUNICAZIONI ORIGINAL! Oonsiderazloni morfologiclie intorno alle cellule nervose colossali dell'Ampliioxus lanceolatus e alle cellule nervose giganti del midollo spinale di alcuni Teleostei. NOTA PKRfJMINARE DI GIULIO TAGLIANI. Eicovnta. il 20 ottobre 1897. £ vietata la riprodnzione. Nel midollo spinale dcW Amp hi ox us lanceolatus lo Sticda [I6J sco- vn alcune cellule nervose di cospicue dimensioni, cui il Rohde [15] assegno la denominazione di cellule colossali. Qiicste cellule, mullipolari sempre, non si rinvengono in tutla la lunghezza del nevrasse, ma sono ripartite in due gi'uppi, uno prossimale, cioe nclla porzione anteriore del midollo spinale, I'altro caudale. Mediane e allineate I'una dietro I'altra, le cellule nervose colossali occupano, adagiandovisi di traverso, la regione media della porzione chiusa del canal centralo. Da esse ori- ginano gross! cilindrassi, i quali vanno a costituire le fibre colossali. II cilindrasse, die proviene dalla prima cellula colossale anteriore e die e anclie il i)iii cospicuo, si dirige vontralmente verso la lilica mediana, e, pervenuto a una certa distanza dal canal centrale, ripiega in dire- zione caudale, mantenendosi pressocbe parallelo al canale stesso. Gli altri cilindrassi tutti, abbandonando la cellula, descrivono, ora a destra, ora a sinistra, un arco di cei'cbio intorno alia prima fibra colossale o libra colossale mediana, vi passano in sotto, e vanno a pi-endere il lore posto definitivo nel lato opposto. Le fibre colossali, cbe provengono dalle cellule del gruppo anteriore, si raccolgono in due fascctti simmetrici, situati di lato e alquanto in sopra del canal centrale delinitivo; quelle, che derivano dal gruppo caudale, battono un cammino alTatto opposto, raccogliendosi ancb' essi in due fascetti simmetrici, situati di lato e un tantino in sotto ddlo stesso canal centrale. Oucste fibre, come, del resto, tutte le altre del midollo spinale i\e\V Amphioxus lanceolal us, sono \ni\e di guaina mielinica; esse, net lore tratto piii distale dalla cellula di en- gine, si assottigliano e si conl'ondono tra lo alti'e fibre longitudinali, siccbe riesce impossibile di segiiirne 1' ulteriore decorso. Le fibre colos- sali non spiccano niai coUatcrali; in cio sono i)ienaniente d'accordo — 265 — con il Retzius [14, pag. 39] e con il Koclliker [12, pag. 137]. Altro, fin' ora, non han dato le mie ricerche. Questa descrizione, che riassume abbastanza completamente lo stato atluale dolle nostrc conoscenze sullc cellule e Ic fibre nervose colossali dclV Ainphioxus kinceolaius, diniostra d'altra })arte quanlo scarse siano queste stesse conoscenze, e come franimentarie, per poter addivenire a con- chisioni inoppugnabili intorno alia loro natiira niorfologica e funzionale. 11 von Koe Hiker [12, pag. lo8-lo!l| crede die se da ricerche ul- teriori sara possibile stabilire taliini rapporti anatomic! tra' diversi de- menti nervosi del midollo spinale (MY Amphioxiis lanceolatiis avra fon- damento la supposizione « einmal dass die caiidalen Kolossalzellen mit ihren gekreuzt in die Lateralstriinge der anderen Seite iibergelienden centripetalen Kolossalfasern selir an die Kommissurenstrangzellen der holieren Wirbelthiere erinnern und zweitens dass die gekreuzt centri- fugal verlaulenden Kolossalfasern unwillkiirlich das Bild der Pyrami- denfasern wiederzugeben scheinen ». Per quanto il venerando anatomico di Wiirzburg avanzi come ipotesi la sua concezione dualistica, e con tutte le dovute riserve « nur als eine Anregung zu weiteren Priifun- gen » [12, pag. lo8], debbo tuttavia far osservare die e affatto arbitra- ria questa scissione di un apparato nervoso unico in un apparato duplice e per di piii a funzioni distinte. Del resto, tralasciando di parlare di quelli die lo seguirono in questa veduta, ({uali TAiclicl [I, pag. 29] e il van Gehuchten [9], I'idea di omologare gli dementi nervosi colossali e giganti alle cellule nervose commessurali e cordonali eteromere de' Vertebrati supcriori non appar- tiene al von Koelliker, essa era gia sorta ndla mente del Burck- hardt [4, pag. 49], il quale la eresse addirittura a legge filogenetica : « Aus den Arbeiten derjenigen Forsclier, wdclie namentlich Wiirmer, Crustaceen, Amphioxus und Cyclostomen untersucht haben, gelit liervor, dass gerade bei diesen niederen Thieren constant Ricsenzdlen vorkom- men, welche bei Fischen und Amphibien in verkleinerter Form wieder- kehren und nach oben immer kleiner werden. So ist es llohde gdungen, Kolossalzellen im Riickenmark des Amphioxus vviedcrzufinden, welche ihrer Form und dem Verlauf ihres Axencylinders nach den Freud'schen Hinterzdlen des Riickeninai'kes von Petromyzon entsprechen, und welche durch die ganze \V'irbelthierreihe immer kleiner werdend, bei Saugern als die Ramon y Cajal'schen Commissurenzdlen wiederkehren ». II Fritsch e I'llssow scovrirono contemporaneamente le cellule nervose giganti nel midollo spinale del Lophius piscatorius. Spetta pero al Fritsch [7 e 8] il merito di averci dato di esse osservazioni abba- M. Z. ^ — 266 — stanza esatte, le qiiali, tranno per talimi particolari, io [20, pag. 66-67] ho potuto pienamente confermare. Prima di me vide 1' Us sow [21 , pag. 639] siraili elementi nell' Orfhofjoriscus mola, limitandosi a qiieste poclie pa- role: « Nous remarquons en outre sur la fig. 13 de petits groupes (vingt a Yingt-cinq) de cellules nerveuses geantes (0,4°^'^ a 0,3^™). Ces cellules sont situees tout pres de la surface convexe de la moelle epi- niere et y constituent une couche de faible epaisseur » (fig. 14 A, L. a.). Anclie il seguente passo [21, pag. 642], per quanto manchi di sufficiente chiarezza, a me pare vi si riferisca: « il existe, cliez cette espece tout comme cbez Ics Triglides, entre les pseudo-lobes pairs, des cellules commissurales; mais elles sont moins nombreuses que cbez ces derniers: il n'en existe que deux ou trois entre deux paires succcssives de ren- llements. Ces cellules relient aussi, par I'intermediaire de leurs prolon- gements ti'ansversaux et longitudinaux, les renflcmcnts d'une menie paire et montrent encore davantage le caractere metamerique de ces organes ganglionnaires » . In una nota preliminare intorno alia struttura del midollo spinale di qucsto Plectognate ho parlato ampiamente delle cellule nervose giganti (nuclei spinali accessori) [19, pag. 2oo-2o6J; piii tardi no bo scoverte e descritte anche nel midollo spinale di un altro Plectognate, del Balistes capriscus [20, pag. 68]. Non e guari il Dahl- gren [5] ne ha descritte ne' Pleuronectidi, tanto negli animali adulti [Paralichtijs dentatus, oblongus, Pleuronectes americanus, Achirus lineatus, Bofhtfs maculatus)^ quanto nolle larve [Pleuronectes americanus, Bothus maculotus); aceenna brevemente di averne trovate weW Hemifripterus americanus e nel Bafrachus tan [5]. Riservandomi, per altra occasione, di riferire intorno alle cellule nervose giganti ne' Pleuronectidi, di cui appena ora ho iniziato to studio, accenno, intanto, alia loro presenza nella Solea impar. Anche nolle Trigle dall' Ussow (2l),dallo Zincone (22) e da me (20, pag. 65) furono vedute rare cellule multipolari o piriformi in sopra delta commessura dorsale, situate sulla tinea mediana tra due prominenze spi- nali simmetriche, ripartite in cinque piccoli gruppi; io poi, studiando i Triglidi, ho potuto riscontrarnc ancora nelle Scorpene, nel Peristhetus ca- taphractum e nel Dacfylopterus voUtans. Di questi elementi nervosi non mi son formato fin qui un concetto abbastanza cbiaro, cppero non posso ne airermare ne negare se abbiano il mcdesimo signilicato morfologico delle cellule nervose giganti. Di esse, nella presente nota, non terro conto afl'atto. Infine nella Corvina nigra lateralmente al setto dorsale, alquanto in so|)ra del canal centrale, ho nolato scarse cellule nervose, una o due per ogni sezione, mai piii di quattro o cinque per tutto il trallo di mi- — 267 — dollo spinalc, clic intercede tra le radici del primo paio e quelle del qiiinlo 0 sesto paio di nervi. La scarsezza di materiale vivente iion mi ha conscn- tito indagini estese per venire a capo di una conclusione qualsiasi intorno a questi -enigmatici elementi, i quali, per alcune note anatomiclie, ram- mentano le « mittleren grossen Zellen » del Re issuer nel midollo spi- nale de' Petromyzon. Le cellule nervose giganti del midollo spinale di questi Teleostei hanno, rispetto alle altre|, dimensioni davvero cospicue, e possono talora, specialmente ne' Lophius, vedersi anche ad occliio nudo. Si- tuate immediatamente in sotto delta membrana prima dell' Hen sen, esse occnpano lo spazio piii o mono esteso, die intercede tra le facce mediali delle corna superior!, inipropriamente da alcuni denominate sulcus seu fissura dorsalis, alquanto in sopra del canal centrale definitivo. Esse pos- sono quivi formare un gruppo unico {Lophius piscaforins, parvipinnis) o disporsi piii o men distintamente su due serie, di lato al piano mediano. II lore numero varia nelle singole specie; e addirittura sorprendente nei Pleuronectidi, ne' quali, a dire del Dahlgren (5, pag. 284, 287, 289), possono perfino contarsi trecento a quattrocento e anche i)iii di tali ele- menti; e relativamente esiguo nell' Orthagoriscus mola^ nel Balistes ca- priscus e nella Solea impar. A seconda delta lore quantita esse occupano un tratto maggiore o minore delta faccia dorsale del midollo spinale; la prima delle cellule giganti, la quale non ha alcuna caratteristica speciale, si trova circa alto stesso livello del ])iano di emergenza delle radici del primo nervo spinale, quasi in corrispondenza dell' estremo posteriore del nucleo del decimo cranico. Le cellule giganti sono sempre multipolari; i loro dendriti (process! protoplasmatic!) sono tanto corti ed esilissimi da rendere impossibile di tracciarne il probabile destine. Manca ad esse co- stantemente una capsula pericellulare, come nelle cellule de' gangli spi- nal!, ne come un omologo deve ritenersi la nevroglia, che le circonda tal- volta, la quale ne'Zo/j/i/w^ raggiunge uno sviluppo davvero considerevole. Quasi sempre dalla regione ventrale del corpo cellulare si diparte un grosso processo nervoso (cilindrasse), il quale o penetra dii-ettamente nella sostanza grigia, o anche per un certo tratto costcggia ad arco la faccia mediale delle corna superior! e poi si aflFonda in queste. Nella so- stanza grigia i singoli cilindrassi si dirigono un tantino in fuori, ma, per- venuti in corrispondenza del canal centrale, bruscamente ripiegano ad angolo, continuando il loro cammino o in alto [Lophius) o in basso (Pleu- ronectidi) 0 in entrambe le direzioni {Orfhagoriscus mola)^ non assumendo giammai una guaina mielinica, fatto unico ne' Teleostei , ne spiccando collaterali. La duplice direzione, che battono i cilindrassi nel midollo — 268 — spinale dell' Orfhagoriscus mola potrebbe far pensare a una bipartizionc di essi a -h cio assolutamente non avviene; io ho gia insistito altrove (19, pag. 236) su qiiesto fatto, tengo a insistervi nuovamente. Icilindrassi tutti si raccolgono in due fascetti amielinici simmetrici, decorrenti pres- soche sempre paralleli al canal centrale, quelli di destra nel lascetto corrispondcnte, cosi pure quelli di sinistra. Tuttavia, almeno nelF Or- thagoriscus mola (19, pag. 236) e ne' Lophius (8, pag. 20; 20, pag. 67), fors'anche nel Paralicht/ujs dentatiis (5, pag. 284), qua e la ho notato qualche cilindrasse sorpassare la linea mediana in sopra della commes- sura dorsale e recarsi al fascetto amielinico del lato opposto: questa di- sposizione gia richiamo I'attenzione dell'Ussow (21), che voile in essa scorgere un omologo delle commessure nervose negli Anellidi. Nell' Or- thagoriscus mola e ne' Lophius quasi sempre, i)ur senza noi'ma determi- nata, occorrono, in sotto della commessura grigia dorsale, cellule giganti isolate, ora a destra ora a sinistra del canal centrale, talora fin presso il nucleo motore mediate (interne). Queste cellule spiccano it lore cilin- drasse dalla regione dorsale del corpo cellulare e lo inviano verso il fa- scetto amielinico del proprio lato. Solo nel Balisfes capriscus i cilindrassi non si raccolgono in fascetti; penetrati nella sostanza grigia si assot- tigliano e vi si disperdono ben presto, sottraendosi cosi a una maggiore osservazione. Quale e il destine de' fascetti amielinici? Lo ignoriamo completa- mente. Nella loro porzione distale essi si assottigliano, si distraggono in fascetti minori, si confondono con le alti-e fibre longitudinali del mi- dollo spinale, o si disperdono nel dominio del vago e del trigemino. 11 Fritsch (7, pag. 1146, 1148-1149; 8, pag. 23) solamente afferma di aver seguiti i fascetti amielinici del Lophius piscatorius nolle radici sensi- tive del vago e specialmente del trigemino, fine a'rispettivi gangli di ori- gine di queste, e preteude che al di la de' gangli essi avessero ad af- fondare nel truncus lateralis vagi e nel truncus lateralis trigemini, con- traendo cosi intimi rapporti con il sistema della linea laterale, e andando forse a innervare i numerosi palpi labiali, che a mo' di frange orlano la cnorme bocca di questo teleosteo. Le conclusioni del Fritsch le trovo accettatc dall'Edinger (8, pag. 85) come un fatto gia bene assodato. Molta cura n(;lla ricerca e tempo non jioco ho speso, avendo avuto a mia disposizione una discreta quantila di materiale, ma i miei tentalivi in proposito, per chiarire la questione, sono rimasti fin qui infruttuosi. Io pertanto son di opinione che la innervazione sensitiva de'palpi labiali nei Lophius non abbia nulla a vedere con questi elementi giganti, in cio confortalo dal fatto, che cellule giganti, sebbene in numero minore, si — 269 — trovano nell' Orfhayoriscus e nol Balistes^ dove organi speciali di senso mancano; anzi lo spessore enorme e la eomi)attezza dcll'epidermide nel primo ci lasciano pensare quanto in esso la .seiisibilita tattilo cutanea abbia ad essere ridotta. Anclie da altri centri sensitivi c motori, clie cer- tamente non sono le cellule giganti in questione, de\e essere asservito r apparato pescatore, il quale, pur svilui)i)andosi assai precocemente nella larva, rapjiresentando una specializzazione de' prinii raggi della pinna dor- sale anteriore, non puo riconoscere una innervazione di(Tcrente da quella dell'intera pinna. Attratto dalle seducenti congetture del Fritsch, anche il Dahlgren (5, pag. 290) e scivolato nella i])otesi, die riconosce in que- st! peculiari element] una funzione sensiliva, immaginando clie ne' Pleu- ronectidi le cellule giganti abbiano a costituire il centre d' innervazione degli organi terminali tattili nelle pinne anale e dorsale ; e tutto cio per- che il Dahlgren non si e punto preoccupato di analizzare un tantino pill da vicino i caratteri anatomici delle tanto discusse cellule nervose, ne si e curato di valutare anche le ricerche altrui. L'assunzione di tale ipotesi pare lo abbia reso anche un po' titubante (5, pag. 291) nello sta- bilire le omologie tra le cellule giganti de' Pleuronectidi e le cellule co- lossali ([e\V Amphioxus lanceolatus. Ho ferma convinzione di non trovarmi qui di fronte a elementi di sense, a elementi cioe a conduzione centripeta ; le note anatomiche degli elementi nervosi giganti sono cosi spiccate, da farm! pensare, senza tenia di fallire, alia lore natura niotoria, per quanto il loro ultimo destine non sia in alcun mode assodato. Mettendo a confronto la descrizione delle cellule nervose colossali nell' Aniphioxus laneeoJaiiis con le cellule gi- ganti del midollo spinale ne'Teleostei mentovati, risalta chiarissinia la corrispondenza de' loro attributi anatomici, eppero la coniunc loro fun- zionalita motoria. Questa mia idea, che io cerchero in altra occasione di meglio sviluppare e avvalorare, trova gia un a])poggio nelle ricerche del- r Hey mans e del van der Stricht, non ancora pubblicate, sul si- stema nervoso ^[dV Amphioxus lanceolatus^ di cui brevemente ha riferito il van Bambeke. Io ignoro quali argomenti i citati autori abbiano avanzato per sostenere che le cellule colossali e le cellule di media grandezza siano motoric [10, pag. 780], certamente non avranno tirato in campo le cospicue cellule motoric iWPefwmyzon; infanto recisamente mi oppongo fin da ora alia omologia da essi stabilita [10, pag. 781[ tra le cellule colossali e le grosse cellule delle corna anteriori del midollo spinale ne' Yertebrati. II Dahlg]-en [5, pag. 289], riassumendole sue osse\azioni, cosi dice: « The giant cells of this apparatus are the first ganglion cells to become dif- M. Z. *' — 270 — fereiitiated in the embryo flat-fish. They are not j)receded or acccompanied by a really transient apparatus and are the only large nerve cells that ap- pear in the dorsal median fissure. » lo aveva gia pensato a questa preco- cita di sviluppo delle cellule giganti, ma la mia idea rimase per parecchio tempo nel campo delle ipotesi piii o meno probabili. Venuto in possesso nel marzo scorso di una non spregevole quantita di larve di Lophitts piscato- rius in dilTerenti stadi di sviluppo, fornitemi dalla Stazione Zoologica, posso ora asscrirc, per quanto sommaiie ancora siano le mie ricerche, che anche nel Lophius piscatorius le cellule giganti evolvono fin da' pri- mordi delta vita larvale, ne precedute, ne mai accompagnate da un ap- parato nervoso transitorio. I primi momenti della loro evoluzione non ho ancora seguiti, ma in larve da pochi giorni sgusciate dall'uovo le fu- ture cellule giganti sono gia abbastanza differenziate da' restanti elementi del tubo neurale, e in larve di venticinque a trenta giorni la differen- ziazione puo dirsi affatto completa. In Lophius piscatorius di 4""', come rilevo da preparati gentilmente inviatimi dallo Studnicka, le cellule gi- ganti si presentano con tutti i loro attributi anatomici; di esse nessuna mostra un'avvenuta degenerazione, o accenna a una imminente regres- sionc atrofica, che potesse far pensare, non dico a una completa, ma ad una parziale fiitura loro scomparsa. Da questo punto le cellule giganti s'ingrandiscono sempre piii, e ancoi-a le ho ritrovate in due giganteschi Lophius piscatorius e in un Lophius parvipiimis^ lunghi intorno a un metro, normali affatto per numero, sede, rapporti e struttura. Chi ha avuto agio, come me, di dissezionare un numero enorme di questi animali, sara rimasto certamente sorpreso della estrema frequenza, nella meta de' casi almeno, di Gregarine incistate lungo la faccia esterna della colonna vertebrate : queste Gregarine invadono talora anche I'in- terno del canal vertebrate, si che non di rado se ne rinvengono sulle sozioni tra gli elementi nervosi. Finche esse sono incistate e in sporulazione non sviano la valutazione delle imagini microscopiche, ma quando sono ancora alio stadio amebiforme, per i poco provetti uno scambio con le cellule giganti e facile, anzi si potrebbe incorrere nel grave errore di ritener le Gregarine quali fasi degenerative di queste. Oui non e il luogo di dire delle dilferenze istologiche tra le une e le altre; ma la presenza di questi parassiti in altri organi, o ne" cordoni spinali ventrali, come una sol volta mi c occorso, il loro frequente aggrupparsi in grossi cu- muli 0 lungo il tronco intracranico del vago, o lungo il prime tratto extrarachideo del prime paio spinale ci sono ottima guida in qualche possibile dubbio. Non diflorcnti dalle cellule giganti larvali de' Pleuronectidi e del - 271 — Lophiifs piscatorius sono le cellule dorsali spinali, cUil Board comprese nella denominazione di « transient nervous apparatus », clie qua e la sono state notate in embrioni di altri Teleostei [Truila, Salmo, Perca, Rhodeus, Esox, Lobrax), di Ganoidi [Lepidosteiu^ Acipenser) e di Selaci {Rdjo bads, clavata, Pristiirnts, Sctjlliffin). Mentre ne'Peui'onectidi e nel Lophius I'apparato larvale, continuando a svilupparsi, trapassa nell'ap- parato permanente, un fatto clie I'E dinger [6, pag. 8I)J aveva divi- nato, in questi ultimi esso, a un dato periodo, che pero non e in rap- porto con la evoluzione larvale, atrofizza e scompare. In piccoli Sanjiis Salmini di circa 6™°^ e in larve di TrachijpferKs taenia hinghe da'12 ai Igmm jjQ ti'ovato sulla faccia dorsale del midollo spinale, hingo la linea mediana, qualche rara cellula, rcsiduo dell'apparato embrionale, che non mi e state possibile rinvenire negli animali adulti. Anche in adulti di Cepola rubescem le mie ricerclie ban dato risultato negative. Non e esatto quindi quanto il Beard asserisce circa lo apparato nervoso transitorio e quelle permanente, che, cioe, tra I'uno e I'altro non esista nesso di sorta. Egli pensa che anche VAmphioxus deve pos- sedere, forse, un apparato nervoso transitorio [2, pag. 118, nota f] e che percio sia futile addirittura discutere delle omologic tra I'apparato nervoso transitorio degTIttiopsidi e le cellule colossali, mentre nna re- miniscenza di queste ultimo egli pretende di aver trovato altrove [3, pag. 400], in alcuno speciali cellule, anche dorsali al canal contrale, in embrioni di Raja batis maggiori di 4o™°^. La sua osservazione e troppo isolata per accettarne la intorprotaziono, senza il beneficio dell'inven- tario, ne le figure che di tali cellule ci da, a dir vero, sono abba- stanza dimostrative. Non ha ponsato il Beard alia possibilita di qualche €lemento errante dello apparato transitorio sfuggito, forse temporanea- mento, fors' anche per sempro, alia sorte di tutti gli altri? La i)resenza di cellule giganti a'lati del canal centrale da me ripetutamente osservata ne' Lophius e neW Orthagoriscifs mola suffraga la mia idea. E d'altra parte non e la pura e semplice sostituzione delle cellule motoric vcntrali, per- venute a complete sviluppo, alFapparato nervoso transitorio, quella, che inizia e mena a termine la involuzione atrofica delle cellule giganti dor- sali; altri fattori vi debbono concorrere, fattori, i quali determineranno cospicui mutamenti ne'rapporti nutritivi di questi elemcnti nervosi tra' quali, forse, la parziale e progressiva obliterazione del canal cen- trale, nella sua porzion dorsale, per cui vien sopprcssa, in larga via, la circolazione linfatica a queste cellule: questa restrizione o soppressione di vie nutritive puo benissimo essere un fattore di asfissia locale, la quale, secondo I'Houssay [I I, pag. 36], sarebbe il primum movens della — 272 — degenerazione di questi elementi. Eppero cellule eterotopiclie, e per tali io ritcngo quelle rappresentate dal Beard [3] a fig. 33 e fig. 57, tro- vando, per il fatto stesso del lore eri'ore di sede, nuove e favorevoli con- dizioni circolatorie, non cadranno in atrofia, almeno per un certo tempo, ed evolveranno, ubbidendo pero alle nuove condizioni meccaniche, si che il lore tipo apparentemente divergera da quelle de' Teleostei, di cui in sopra e trattato. Nel Lophius piscatorius^ \\c\ Balisfes capriscus e nella Corvina nigra^ nel segmento niidollare immediatamente posteriore all'ul- tima cellula gigante, ho trovato, proprio in sopra del canal centrale, si- tuate sulla linea mediana, un gruppo imparl di cellule nervose, i cui at- tributi anatoinici esattamente corrispondevano a qiielli de' grujjpi motori interne (centrale) e laterale (ventrale). Non potrebbero gli elementi in discussione delta Raja batis^ di cui parla il Beard, essere omologhi a quelli da me \eduti ne'cennati Teleostei, i quali, per speciali condizioni, abbiano poluto antecedere di un certo tempo la evoluzione delle cellule motoric \ en trail? Se il Beard, a torto, lia cercato di scalzare, con questi soli argo- gomenti, la ipotesi di una corrispondenza tra 1' apparato nervoso tran- sitorio e quelle permanente, e di entrambi con le cellule colossali del- \ Ainphioxus lanceolatus, meno felice e certamenle state lo Studnicka nel seguente pensiero (18, pag. 22): « Icli finde die den Hinterzellen der Cranioten bomologen Gebilde bei dem Amphioxus ganz anderswo; es sind das hoclist wahrscheinlich die bipolaren mittelgrossen Ganglien- zellen, die Rohde an seiner Taf. XY, Fig. 2o a zeichnet und von denen er angibt, dass sie sicb namentlich hiiufig in halber Hohe des Central- kanals zu beiden Seiten desselben in einer Langsreihe hinter einander liegend befinden. » Anche infondata e 1' idea, come risulta da quanto ho detto, che le cellule colossali « fehlen den Cranioten iiberhaupt, sie sind nur dem Amphioxus, der sie wahrscheinlich von seinen evertebraten Yorfahren vererbt hat, eigen. » Ora alcune considerazioni di sfuggita su'Ciclostomi. Senza entrare in una minuta discussione, dico, e cio risulta da mie ricerche in corso sul midollo spinale del Petromyzon marinus, che le ((mittleren grossen Zellen)) del Reissner o ((Hinterzellen)) del Freud nel midollo spinale di Aiiuiiocoet.es e di Petromyzon, dal punto di vista morfologico, e, forse anche, funzionale, non hanno nulla di comune con le cellule colossali deir Amphioxus e le cellule giganti do' Teleostei, e quindi ancor meno con r apparato nervoso transitorio. Gia intra\isto dal Beard (2, pag. 117), I'apparato nervoso transi- torio neW Ammocoetes Planeri, e state pero solamente studiato dal von — 273 — Kiippfer (13, pag. 70-71), i ciii risultati, in vcro troppo insufricicnti a risohere il tanto dibattuto })roblema de' nervi branchiali, egli stesso bre- vemente cosi riassume : « Aiis den Primarganglien erfulgon nun Au- swiichse, nnd zwar am Rumpfo nur in einer Riclitung, niUinilicli zwi- schen dem dorsalen Mesoderm und dem Riickenmarke, sicli ventralwarts erstreckend. Dieser Auswuchs ist die Anlage des bleibenden dorsalen Spinalnerven inclusive seines Gauglion. Ziemlich gleichzeilig mit der Einleitung dieses Yorganges entwickeln sicli aniRumpfe die Rohon' sche Zellen. Es sind Zellen der dorsalen Oberflaclie des Markes, die betrach- tlich wachsen, sicli dabei mehr oder weniger absondern, in querer Richtung Tcrlangern und in einen nach rechts und links gericliteten Fort- satz auswachsen. Urs})riinglicli ziemlich symmelrisch gelegen, verscliieben sie sicli gegen einander zu alternierender Stellung. Sind die beiderseiti- gen Fortsatze entwickelt, so kann eine solclie Zelle wie ein frei iiber dem Riickenmarke scliwebender Bogen ersclieinen. Die derben Auslaufer fa- sern sich distalwarts auf. Ob sie mit den dorsalen Primarganglien in Verbindung treten, habe icli nicht siclier unterscheiden konnen. Man sieht aber, worauf J. Beard bereits aufmerksani gemaclit hat, Fortsatze derselben ausserhalb der Myomeren zwischen dieser und der Epidermis verlaufen. Dies aulTiillige Apparat hat aber nur zeitweiligen Bestand. Die Zellen verlieren bald ihre Fiirbbarkeit, die Fortsatze zerfallen, ohne, soweit ich bis jetzt gesehen habe, in stiindige Bildungen sich umzulbr- men. Indessen bedarf der Yerlauf ilirer Riickbildung noch cingehender Untersuchung. Am Hirne fehlen diese Elemente. » 11 fatto della quasi contemporanea comparsa, accennata in questo brano dal von Kuppfer, de' gangli si)inali e delle cosi dette cellule del Rohon, com'ei denomina I'apparato nervoso transitorio, e stato an- che da me notato nolle larve di Lophius piscatorius e in giovanissimi embrioni di Pristiurus melanostomus e di Scijliium canicula. Veramente questa evoluzione non precede esattamente parallela; i gangli spinali si differenziano, per quanto di un tempo trascurabile, prima delle cellule giganti dorsali. Se io volessi con il von Kuppfer ritenere la possibi- lita di punti di contatto tra I'apparato transitorio e il sistema branchiale cefalico, come ei cerca di far risaltare da' suoi studi embriologici sul- VAmmocoetes, e se accettassi pure che i gangli spinali abbiano a rap- presentare un' acquisizione secondaria proj)ria a'Cranioti, senza omologie con altre formazioni nervose ne' (^ordati acrani, io mi troverei molto ini- pacciato nello stabilir le mie conclusion!. Purtroppo manchiamo ancora di dati sufTicienti, di conoscenze ben precisate per rispondere a ({uesili di tanta impoi'tanza, alia cui soluzione indefessamente lavorano da tempo — 274 — anatomici provetti. Se I'apparato nervoso transitorio rappresentasse sem- plicemente, come dice lo Strasser [17, pag. 743], « ein sogenanntes altes Ei'bstiick iind Zeiignis aiis graiier Vergangenlieit » , perche non antecede lo sviliippo de' gangli spinali, ma gli tien dietro invece, perche costantemente non degenera, ma talora pcrdura per tiitta la vita del- Tanimale evohendo progressivamente? Le prime manifestazioni vitali della larva e dell'embrione degl' It- tiopsidi sono sot to la immediata dipendenza di un apparato nervoso, rappresentato da un arco diastaltico nella sua piii semplice espressione: i gangli spinali sono le stazioni ricettrici, le cellule dorsali giganti le stazioni di trasmissione centrifuga. Man mano clie tutti gli altri ele- nienti del tubo neurale si differenziano ed entrano in reciproci rapporti, assorgendo cosi alia dignita anatomica e fnnzionale loro assegnata, I'ap- parato nervoso transitorio degenera, ma non sempre, e le ragioni di quest' ultimo fatto sfuggono per ora alia nostra indagine. Concludo : Negl' Ittiopsidi, come ricordo ancestrale, appare un nucleo nervoso alia faccia dorsale del midollo spinale, omologo delle cellule nervose co- lossali dello Amphioxus lanceolatus; questo nucleo, di natura motoria, nella maggior parte di essi ha un' esistenza temporanea : si differenzia e si svihippa sincrono a' gangli spinali, e tanto piii prccocemente, per quanto piii precoce e la vita libera dell'embrione, rispettivamente della larva; esso, dopo un certo tempo, che non e in rapporto con lo svilu|)po ulteriore della larva, ma con la evoluzione delle cellule motoric ventrali, degenera per atrofia semplice e scompare. In alcuni Teleostei esso in- tanto permane, i suoi elementi assumono dimension! considerevoli « cel- lule giganti », costituendo una parte integi-ante dell'asse nervoso cen- trale, eppero necessaiia alia vita dell'aniniale. Napoli, Stazione Zoologica, 10 ottobro 1897. Indice bibliografieo. 1. — 1895. Aichel 0. — Zur Keuntuiss des embryonalen Riickeiimarkes der Teleostier. (Sitz.-Ber. d. Ges. f. Morph. u. Physiol, in Miinclien ; vol. XI (Miinchen 1895) ; pag. 25-40). 2. — 18S9. Beard J. — On the early development of Lepidosteus ossens. (Proc. of the roj-. see. of London; vol. XLVI (London 1890); pag. 108-118). 3. — 1896. The history of a transient nervous apparatus in certain Ichthyopsida. An account of the development and degeneration of ganglion cells and nerve fibres. Part I. Raja batis. (Zool. Jahrb. Abth. f. Anat. u. Ontog. d. Thiere ; vol. IX (Jena 1896); pag. 319-426; tav. XXII-XXIX). 4. — 1892. Burckhardt R. — Das Centralnerveusystera von Protopterus annectens. 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P.; vol. II (Stokholm 1891); pag. 29-46; tav. XI-XIV). 15. — 1888. Rohde E. — Hiatologische Uuterauchungen iiber das Nervensyatem von Amphioxus lan- ceolatus. (Zool. Beitr. ; vol. II (Breslau 1887-90); pag. 169-211; tav. XV-XVI). 16. — 1873. Stieda L. — Studien iiber den Amphioxus lanceolatna. (M6m. d. I'acad. imp. d. sc. d. St.-Peterabourg ; ser. VII ; vol. XIX (St.-Peterabourg 1873) ; n° 7 ; pagg. 70, con 4 tavole. 17. — 1892. Straaaer H. — Alte und neue Probleme der entwicklungs geschichtlichen Forachung anf dem Gebiete dea Nervensystems. (Ergebn. d. Auat. u. Entw ; vol. I, an. 1891 (Wiesbaden 1892) ; pag. 721-769). 18. — 1895. Studuicka F. K. — Ein Beitrag zur vergleicheuden Histologie und HistogenesedesKii- ckenm.arkea. (Ueber die aog. « Hiuterzellen » des Eiickenraarkes) . (Sitz.-Ber. d. kgl. bohm, Gea. d. Wias. Math.-naturw. CI. ; an. 1895 (Prag 1895) : n" LI ; pagg. 32, con 3 tavole. 19. — 1894. Tagliani G. — Eicerche anatomiche intoruo alia midollaapinale dell' Orthagoriacus mola. (Mon. zool. ital. ; vol. V (Firenze 1894); pag. 248-258). 20. — 1895. — lutorno a' cosi detti lobi accessorii e alle cellule giganti della midolla spinale di alcuui Teleostei. (Boll. d. aoc. d. nat. in Kapoli; serie I; vol. IX (Xapoli 1895); pag. 60-69. 21. — 1882. Uaso w M. — De la structure dea lobea accessoires de la moelle 6pini6re de quelques pois- sons osseux. (Arch. d. biol. ; vol. Ill (Gaud 1882); pag. 605-658; tav. XXVI-XXX). 22. — 1878. Zincoue A. — Sulle prominenze del midollo apinale delle Trigle. (Napoli 1878). LABORATOKIO DI ANATOMIA COMPAKATA DKLL UNVERSITA Dl PALEKMO. Primi stadi embrionali della Mantis religiosa, NOTA PREVENTlVA DEL DOTT. ANDREA GTARDINA, assistente. Ricevuta il 28 novembre 1897. £ vietata la riproduzioue. I primi stadi embrionali degli Ortoltori .sonostali ])oc() stiidiati |)rin- cipalmentc per le dillicolla di ullenere serie complete di sezioni di uova — 276 — tanto ricclie di torlo; percio ho intrapreso talc studio nella Mantis re- licjiosa, sotto la direzione del prof. N. Kleineiiberg, or ora immatura- mentc rapito alia scienza. L'uovo ovarico al momento delta deposizione, ha la forma di iin ovoide alluiigato in cui puo distingiiersi iin polo anteriore, iin polo })o- steriore e inoltre una faccia coneava e una convessa simmctriche come tutto l'uovo rispetto al piano sagittalc dell'uovo stesso. Qucsto ha 2 in- Yolucri cliitinosi : 1' endocorion e I'exocorion i)rodotti rispettivamente I'un dopo I'altro dalla secrczione dolle cellule follicolari, la di cui azione se- cernente e periodica, a giudicare dal gran numero di lamelle o di strati in cui gli involucri ancor freschi possono scomj)orsi. E da notare die le cellule follicolari hanno la stessa origine delle uova e che si dividono per mitosi lino al momento in cui cominciano a secernere, dividendosi poi per amitosi. II torlo delle uova fresche e normali e una massa albuminoide omo- genea e fluida, nella quale stanno sospese gocce di grasso di varie di- mensions Con i diversi reagenti usati per la fissazione il torlo si coagula, si contrae e, per la pressione delle gocce di grasso interposte, e costretto a spezzarsi in poliedri secondo superficie di frattura che comprendono tutte le gocce di grasso. Cos! ne viene I'aspetto caratteristico del torlo ne' buoni prcparati, descritto da quasi tutti gli osservatori come la vera struttura del torlo negli Ortotteri, mentre la descrizione data da Cho- lodkowsky per la Blatta e dovuta al liquido di Pereny. Struttura simile a quella del torlo nella Mantis, ha il torlo nolle uova di Ameles, Bacillus, Decticus^ Ephijppiijer, Grillus e forse di tutti gli Ortotteri e di molti altri insetti. Nella 3Iantis poi alia superficie dell'uovo sotto I'endochorion, sta uno strato sottile di una sostanza granulosa piu abbondanle alia faccia convessa e assotligliantesi verso la coneava, e che provvisoriamente chiamo torlo granuloso. Al momento delta deposizione esiste una isoletta protoplasmatica immersa nel torlo vicino alia meta delta faccia coneava, contenente un corpicciuolo cromalico formato di granuli strettamente uniti. L' isoletta protoplasnlatica si avvicina alia superficie e il corpicciuolo cromalico passa nel 1° fuso direzionale. Ne originano poi per il susseguente stroz- zamento del citoplasma il T corpuscolo direttore e I'ovocita di 2° or- dine. 11 nucleo dell'ovocita diventa subito la placca equatoriale del 2° fuso direzionale nella quale i cromosomi sono appaiati, 2 a 2 quasi in con- tatto. 11 nucleo del l'^ globulo polare ben jiresto si divide, cosicche, dopo che il ju'onucleo 9 h^ lasciato la superticie, abbiamo 3 nuclei (voni- spondenti a I) corpuscoli polari) iinmersi in una massa protoplasmatica — 277 — comune, ordinariamentc posta in una insenatura della supcrficie del torlo. Nulla ho visto del cosidotti " Teleyd ^, di Honking , ma dai niiei prepa- rali non posso escluderno assolutanientc Fesistonza jjoidio tint! ncccs- sariamente col carminio boracico, poco adatto per la osservazione della sostanza acromatica. Nelle uova appena deposte, si osservano, circa nel centro deiruoTo, 2 corpicciuoli cromatici allungati, tondeggianti ad una estremita e ter- minanti in punta daH'allra. Sono immersi ciascuno in un' isola protopla- smatica di aspetto ami])oide e rappresentano i nuclei di 2 spermatozoi. Questi nuclei subiscono dello rotazioni costanti per ognuno di essi, ma di cui non ho osservato linora die la line e non mi occupo in questa nota. Nel rotare si accorciano e diventano piii massicci fino ad assumcre forma sferica, e nel contempo cambiano il loro aspetto uniformemente compatto in uno vescicoloso. Ambo questi pronuclei 5 subiscono pure de'movimcnti di traslazione, essendo trasportati dal protoplasma che li contiene, il quale si sposta entro I'uovo, avvicinandosi alia faccia coneava. In questo modo uno di essi si avvicina sempre piii al pronucleo 9i con cui si copula; I'altro invece, a cominciare da un certo punto, se ne allontana, spostandosi verso il polo anteriore. L'evoluzione parallela della struttura dei due pronu- clei 5 potrebbe far dire che ambo fosser capaci di fecondare; credo pero che costantemente lo stesso prenda parte alia fecondazione. Esiste qui una polispermia fisiologica, com' e il caso ordinario per gli insetti (Platner, lilochmann, Honking, WUcox), e il numero ordinario degli spermatozoi penctrati e 2 ; ma esiste qualche caso (forse anormale) in cui e maggiore. II pronucleo 9 i lasciando la supcrficie, si dirige verse il 5 che gli vicne incontro, trasportati ambedue da una piccola massa amiboido di protoplasma ; avvicinandosi, lo duo amibe si fondono in u!i sol corpo protoplasmatico contenonte i due pronuclei. Questi, giunli (juasi a con- tatto, scivolano I'uno sull' altro fino a disporsi nella direzione di copu- lazione, perpendicolare al piano sagittate dell' novo. Intanto han subito una stessa metamorfosi, il 5 pcro attraversandone lo singole fasi un po' prima del 9 : J«^ l'^'"o cromatina si dispone in un reticolo che poi si spezza in granuli cromatici o cromosomi, mentre ambo i pronuclei por- dono il proprio contorno. No risultano duo gruppi assai \icini ma an- cora distinti di cromosomi, ognuno de' quali ne contiene 14. Senza che avvenga fusiono do' nuclei o della cromatina, i cromosomi si dispon- gono nella placca equatoriale del 1° fuse di segmentazione la cui dire- zione 0 longitudinale. Per interpretare con qualche verosimiglianza — 278 — questo processo, bisogna risalire ai fenonieni di maluraziono. Nella placca cqiiatoriale del T fiiso dirczionale si contano \i cromosomi, nolle po- lari, cioe nei fiituri 2° niicleo polare e pronucleo 9, se no osser- vano 7 ; alia prima divisione delle spermatogonie 14 cromosomi ad ogni placca polare. Nel 1° fiiso di maturazione degli elementi maschili esistono 28 cromosomi strcttamente riuiiiti 2 a 2, cioe 14 cromosomi doppi ; allontanandosi poi i cromosomi di ciascuna coppia, uno va ad un polo e lino all' altro, rimanendo per certo tratto riuniti da iin fda- mento acromatico. Le placche polari del 1° fiiso si cambiano subito nolle equatoriali del 2", ove i 14 cromosomi son disposti a coppie, di ognuna delle quali uno va ad un polo del fuso e uno all' altro. Esistono percio 7 cromosomi in ogni placca polare, clie diventa il nucleo in riposo della spcrmatide. La disposizione a coppie de' cromosomi, os- servata pure nella placca equatoriale del 2° fuso dirczionale, ha forse relazione con le cosidette « tetradi », nome introdotto da Zoja per indicare i « Vierergruppen » dei tedcsclii; in (piesto case la 1^^ di- visione sarebbe di equazione e la 2'' di riduzione; ma non conviene in- sistere per ora su questo punto. Quel clie rimane accertato e, che il numero normale di cromosomi per la Mantis e 14, e che la 2'' divisione di maturazione lo riduce della mcta, cioe lo porta a 7 negli elementi sessuali. Se dunque al momento della tecondazione la cromatina di cia- scun pronucleo si spezza in 14 cromosomi, cioe se si raddoppia il nu- mero originario di questi, vuol dire che ciascun pronucleo si apparec- chia per conto suo alia cariocinesi e che forse vanno ad ogni polo del fuso di segmentazione meta de' cromosomi 5 6 meta de' 9- Cosi inter- pretato il fatto troverebbe riscontro in molti altri animali, tra cui clas- sico e X Ascaris. Negli insetti da lui studiati Hen king trova al 1° fuso, w n n al 2° fuso di maturazione, ne' pronuclei rispettivamente -5,, ^, ^ cromo- somi [n essendo il numero normale), mentre vom Rath e Wilcox 2w, M, -, ed io nella Mantis 2w, n, ^ poi n. Cio perche Henking ha potuto riconoscere I'aggruppamento dei cromosomi in tetradi e consi- dera la tetrade come 1 cromosomo, mentre vom Rath la considera come 4 cromosomi, e Yilcox ed io abbiamo semplicemente contato il numero dei cromosomi. I metodi usati per lo studio della ovogenesi e della fecondazione nella Mantis non posson dare alcuna nozione sui centrosomi e sulle centrosfere, ma per la spermatogenesi si possono usare i metodi piii adatti a tale scopo, e si scorgono benissimo i cen- trosomi tan to ai poll dei fusi di maturazione che nelle spermatidi; pero non ho fatto ricerche riguardo alia loro origine. — 279 — La scgmentazioiie procedc per mitosi, o ciascuna dolle |)nnie (li\i- sioni avvienc quasi normalmcnle alio 2 prcccdonli o alnicno alia prcee- dente. Raggiiinto il giiisto grado di accreseimonto avvengono nci blasto- meri i fonoiiieni cariocinetici c poi segue la divisione del citoplasma, clie si assottiglia e si spezza nella regione corrispondente all'equatore del fiiso, e le 2 cellule figlie si allontanano in oppostc direzioni, non ri- manendo atlatlo legate da lili protoplasmatici. x\lcune cellule die vengono ad esser situate verso la faccia convessa e il mezzo dcll'uovo si riprodu- cono pill rajiidamcnte, cosicclie in questa regione vi e una maggiore ag- glomerazione di blastomeri, talc clie la formazionc del hlasloderma co- mincia e precede piu rapida appiinto sulla faccia convessa dell' novo circa alia meta delta sua lunghezza. Arrivando alia supcrficie il blasto- mero ha la forma di ameba, ma a poco a poco prende quella di lente biconvessa a contorno piii o meno irregolare. I blastomeri superficiali si moltiplicano, e sulla faccia convessa, nn po'indietro delta meta, formano uno strato continue (futura piastra em- brionale), mentre net resto della superficie sono sparsi o uniti in isole cellulai'i tra le quali il torlo resta scoi)erto. Tutte le cellule di segmen- tazione passano nel blastoderma; ma poi alcune cellule blastodermiche immigrano nell' interne perdendo la loro individualita, poiche il loro protoplasma si espande tra i granuli del torlo granuloso e diventa una sola cosa con questo. L' immigrazione coinincia dalla faccia convessa e si estende man mano at resto del blastoderma; percio nella Mantis non vi sarebbe ne blastoi)oro ne polo d'immigrazione se, come e assai probabile dope le ricerche di Heymons, le cellule vitelline ra])presen- tassero rentoderma degli insetti. In questo modo, specialmente sotto la piastra embrionale si forma un plasmodio entodermico ricco di grossi nuclei, i quali dividonsi |)er amitosi. Da questo plasmodio si staccano de'pezzctti di protoplasma |)rov- visti di nucleo, e clie penetrano nel torlo omogeneo, i'i|)igliando il ca- rattcre di cellule amiboidi (Dotterzellen). Intanto si e formate I'accenno embrionale: si notano dapprima nel blastoderma continue della faccia convessa due liste d'ispessimento sim- metricamente al piano sagittate, ispessimento clie poi diventa anellare pill spiccato ai lati e indietro, meno potente in avanti; nel centro rimane un'area cliiara di forma ovale composta di cellule basse, e clie resta indietro nello sviluppo. Questo fatto si ripete w^WAmeles Brevipenms e A. Spallanzania di cui ho fatto de'preparati, nel Grillolalpa (Korot- neff, Heymons) nella Forlicula e nella Blatta (Heymons); pcro — 280 — manca in quosti iiltimi tre TispessiiiKMito antoriore mediano, die nella stcssa Manli.s o pocliissimo svihippalo. A j)oco a |)(>C() lo cellule delTai-ea cliiara (liven lano cubirhe e poi cilindriche, nientre le cellule degli ispessimenti latei-ali, per compres- sione reciproca, si dispongono a livelli differenti, e, ne' punti di mag- giore ispessimento, in 2 o 3 ordini, dividendosi sempre per mitosi. Ora comincia rimmigrazione dalla piastra enibrionale nel plasmodio yitellino dei cosidetti a paraciti » di Heymons, i quali ban tutta I'apparenza di corpi cellular! degenerati. L'area enibrionale si deliniita intanto net- tamente dal resto del blastodernia, (cbe riinane sottile) e, nel delimitarsi, assume forma circolare; solo in a\anti con un lobo mediano nieno ispessito si perde gradatamente nel blastoderma. Ora s'inizia la fornia- zione della fossetta gcnitale e deiramnion. Le cellule blastodermiclie die non jiartecipano alia formazione dcl- I'accenno enibrionale, cioe quelle della futui-a serosa, cominciano a di- vidersi per amitosi; nientre ndl' amnion, il quale nasce dall'accenno eni- brionale, si riscontra poi la divisione indiretta. Cosi nella evoluzione della Mantis abbianio incontrato la divisione diretta nolle cellule adulte follicoiari, nolle cellule del torlo e in quelle della serosa, cioe in de- menti destinati ad una prossinia fine o riuniti in plasmodio. Fo osservare infine che il piano di simmetria dell' embrione e il piano di simmetria ddl'uovo ovarico, che i pronuclei si dispongono in una direzione di copulazione perpendicolare a questo piano e che la segmentazione precede quasi simmetrica ris])etto ad esso. E siccome in queste disposizioni non influisce la gravita, si i)u6 sup})oiTe che I'orien- tamento della fecondazione, delta segmentazione e dell' embrione e de- terminate nella Manlk da condizioni precsistenti nolle nova ovariche. NICOLAUS KLEINENBERG Nicolaus Kleinenberg uacque il 23 marzo 1843 da Friedrich Kleinen- berg e da Anfcoria Laurenfcz, in Libau nel Kurland, una delle provincie balti- che soggette alia Russia ove predomina la popolazione tedesca, e di origine germanica, come facilmente si comprende dal nome, fu la sua farniglia. Studio Medicina a Dorpat, e passo poi in Germania; a Jena divenne as- sistente di Ernesto Haeckel, e in quel tempo pubblico il suo primo lavoro, suU'idra di acqua dolce (1872). Intanto Antonio Dohrn poneva nel 1872 le basi di quella, che e ora la ri- nomata /Si!az^■owe20oZo5'^canapoletana; appiinto con Dohrn a Napoli noi troviarao il Kleinenberg durante i primi auni di vita di quello stabiliraento. — 281 — Venuto in Italia, il Kleinenberg, salvo brevi viaggi, non ne ripartiva piu raai. Lascio la Stazione zoologica di Napoli e andossene, solitario sfcudioso, a Ischia, ove condusse a fine il suo lavoro sullo sviluppo del lombrico (1878). Dipoi, in segaito a concorso, con decreto ministeriale del 14 decembre 1878, fu nominato Professore straordinario di Zoologia e di Anatomia e Fisiologia comparate nella R. Universita di Messina. A Messina si reco con ent.usiasmo di appassionato Zoologo, e inizio I'im- pianto del Laboratorio zoologico nella Universita, il quale prima di lui si puo dire che non esisteva. Con decreto reale del 28 ottobre 1882 lu promosso Pro- fessore ordinario. Nella Universita intanto si acquistava la stiraa dei coUeglii in modo che il 5 niaggio 1884 veniva eletto Preside della Facolta di Scienze fisiche, mate- maticlie e naturali, e questo posto teneva poi per vari anni; mentre pure ve- niva decorato di vari ordini cavalleresclii. Durante la sua dimora in Messina studio sempre assiduamente le produ- zioni animali marine, per cui questa localita va celebre tra gli Zoologi, e pub- blico, oltre ad alcuni scritti miuori, il suo lavoro suU'origine dell'uovo delle meduse (1881) e quello notevolissimo sullo sviluppo degli Anellidi (1886). In seguito ad invito della Facolta di Scienze fisiche della Universita di Pa- lermo, con decreto reale del 13 decembre 1894, fu trasferito a quell' Ateneo, ove divenne anche Preside della Facolta, che lo "aveva chiamato. Ma mai di- mentic6 Messina e la rimpiangeva sovente. A Palermo stava per portare a fine un lavoro suUa struttura e lo svi- luppo del sistema nervoso dei moUusclii; ad esso il Kleinenberg si affati- cava da molti anni, e diceva sembrargli die esso avrebbe contribuito a risol- vere qualche problema generale di morfologia e a rinnovellare qualche vecchia teoria dell'Autore; ma pur troppo non e arrivato a portare alia luce della pub- blicazione la sua interessantissima fatica. Nel giorno 5 novembre 1897, all'Ospedale internazionale di Napoli, ove erasi recato per curarsi di alcuni suoi malori, Nicolaus Kleinenberg im- provvisamente moriva. Nicolaus Kleinenberg fu uomo di forte e versatile ingegno, di soda e larga cultura. Le sue pubblicazioni se sono poche di uumero, sono pero tutte notevoli per valore; la osservazione e la ricerca empirica e in esse sagacemente con- dotta, il coUegamento scientifico dei fatti e mirabile, le vedute teoriche, an- che se poi non universalmente accettate, tutte sono tali da richiamare seria- mente su lore I'attenzione dello scienziato. Kleinenberg mentre fu sapiente scienziato da una parte, ebbe pas- sione per tutto cio che era arte bella da un'altra, e si diletto poi per una terza in studi storici e archeologici. Nessuno potra leggere senza ammirazione il suo discorso intitolato: Arte e Scienza (1892). Molti hanno avuto occasione di ammirare le sue private, non spregevoli collezioni di oggetti e monete anti- che. Fu poi, come con barbaro e brutto vocabolo si suole dire oggi anche in Italia, appassionato e intelligente folklorista. Insomma per la cultura fu vero modello di cio, che dovrebbe essere ogni Professore universitario : non uno di quel unilateral uomini, che conoscono uni- — 282 — camente la loro ristretta materia, e sono nullita o quasi uel resto, ma uno di quelli uomini colti, col quale potevi parlare seriamente di moltissime cose. Ebbe amicizia o rapporti con notevoli personality, e basti citare Balfour e Darwin. Le pubblicazioni di Kleinenberg furono le seguenti: 1. — Hydra. Eine anatomiscli-entwickelungsgeschichtliche Untersuchung. Pag. VI-90. Mit 14 t, 4". Leipzig, 1872. 2. — SuUo sviluppo del Lumhricus tvapezoides. Pag. 55, con 3 tav. Napoli, Detkeu, 1878. » — The development of the Earthworm, Lumhricus trapezoides. Quart. Journ. Micr. So. New. S. Vol. XIX. Pag. 206-245. 3 pi. London, 1879. 3. — Una Stazione e Scuola zoologica in Messina. Pag. 20. Messina, D'Amico, 1880. 4. — Ueber die Entstehung der Eier bei Eudendrium. Zeitschr. f. wissen- sch. Zoologie. Vol XXXV, pag. 326-332. Leipzig, 1881. 6. — Sull'origine del sistema nervoso centrale degli anellidi. Atti della R. Ace. dei Lincei. Anno CCLXXVIII, 1880-81. Serie 3^ Memorie della Classe di Sc. fisiche, Vol. X. Pag. 421-430. Eoma, 1881. » — De I'origine du systeme nerveux central des annelides. Arch, italien- nes de Biologie. T. I. Turin, 1882. 6. — Carlo Darwin e I'opera sua. Pag. 20. Messina, Capra, 1882. 7. — Die Entstehung des Annelids aus der Larve von Lopadorhynchus. Nebst Bemerkungen iiber die Entwiklung anderer Polychaeten. Mit. 16 t. Zeit- schr. f. Wissenschaft. Zoologie. 44 Bd. Pag. 1-224. Leipzig, 1886. 8. — Intorno alia differenza essenziale fra Arte e Scienza. Discorso. An- nuario della R. Uuiversita di Messina deH'anno scolastico 1891-92. Pag. 19 a 46. Messina, 1892. 9. — Sullo sviluppo del sistema nervoso periferico nei Molluschi. Atti del- r XI Congresso medico interuaz. Vol. II. Pag. 37. Homa 1894. Delle opere di Kleinenberg non e il caso di far qui il riassunto. Tuttavia si ricordano due delle vedute dell'autore, che piu furono discusse. Una e quella della cellula neuromuscolare, che I'autore concepi studiando la struttura AeWHydra, e che fu poi chiamata la teoria neiiromuscolare di Kleinenberg. Essa dice, come e noto, che I'elemento muscolare e il nervoso si iniziarono filogeneticamente daun elemento solo, che Kleinenberg chiamo la cel- lula neuromuscolare, facilmente reperibile nell'epitelio dei celenterati. Una tale veduta, se ebbe fautori notevoli e qualcuno ue ha ancora, ebbe anche tosto no- tevoli avversari, che dissero le cellule neuromuscolari essere semplici elementi epiteliomuscolari o mioepiteliali; specialmente quando Rouget dimostro che nel- V Hydra si hanno veri elementi nervosi, che inuervano le cellule di Kleinenberg, da molti la teoria fu considerata definitivamente morta, Ove pero si consideri che V Hydra non e I'antica gastrea, e che, come si verifica pure in altri casi, potrebbe presentare coesistenza di elementi primitivi e di altri piu evoluti e differenziati, e ove altre varie consider azioni si facciano, si vede die resta an- cora da decidere per lo meuo in ultima istanza se proprio la teoria di Kleinen- 283 berg sia morta e sotterrata, il che non credeva, neppure negli ultirni tempi, I'autore. Un'altra veduta e rappresentata dalle idee di Kleinenberg sul mesoderma, idee che egli riassuiise nella nota formula Es giebt kein mittleres Keimblatt. Cio vuol dire che i veri foglietti embrionali souo due; il cosi chiamato mesoderma, se naturalmente come qualclie cosa di anatomic© non si puo negare, non e tut- tavia affatto cosa omologa e corrispondente in tutta la serie zoologica, non e cosa che possa considerarsi al ragguaglio degli altri due foglietti, non e, come invece lo sono essi, un primitivo vero foglietto embrionale. Queste vedute, fino ad oggi, se souo state e souo trascurate, nou appare affatto che eiano state de- molite. Kleinenberg era nel vigore delle forze, quando fu sopraffatto dalla morte e rapito, tauto dannosamente, alia Scienza. Alia tomba, troppo presto apertasi, di questo eccellente Bioiogo, un reverente salute ! F. NOTIZIE Nuove nomine: — Delia Valla Dr. Antonio e stato trasferito dalla Cattedra di Zoologia, Anatomia e Fisiologia comparate della R. Universita di Modena alia medesima cattedra nella R. Universita di Napoli. — Mingazzini Dr. Pio e stato nominato Prof, straordinario di Zoologia, Anatomia e Fisiologia compa- rate nella R. Universita di Catania. — Giacomini Dr. Ercole e stato incaricato deH'insegnamento della Zoologia, Anatomia e Fisiologia comparate nella R. Uni- versita di Siena. — Versari Dr. Riccardo e stato incaricato dell' insegnameuto deir anatomia umana microscopica nella R. Universita di Roma. — Varaldi Dr. Luigi e stato incaricato dell' insegnameuto dell' anatomia descrittiva e to- pografica nella Scuola Superiore di Medicina Veterinaria di Milano. CosiMO Cherublni, Amministratore-responsabile. LEZIONI ELEMENTAPJ DI ANATOMIA QENERALE DEL Prof. GIULIO CHIARUGI GOlSr Iv^rOLTE IKTOISIOm nSTEL TESTO Siena — Tip. S. Bernardino — Siena. — 284 — Milano - Via Gr. Revere, 3. -Milano UNICA FABBRICA NAZiOMLE DI MICROSCOPI ED ACCESSOR! 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