^ ^ c ^ P- ''^^.^ jk.^ #■ *^, I *^:^-*^'^.! C^"!^ '1rT *j;«3i ' -'^*^-"l a^r*v •%.;*». *• .f 'i^^n . ^#> ■r"'-^ 'iJi' .: Jl A%- ''a. *^^.'--j;^£^. MUNlTUIilU ZOOLUUICO ITALIANO (Piilililicazioiii italiaiic di Zooloiia, Aiiatomla, Emlirioloiia) DIRETTO DA I DO ITO i; I GiULIO CHIARUQI EUGENIO FICALB! I'liil'. di Aii;ilrinni:i iiiiiati.i I'liif. ili ^Vniitoiuiu coiiiparata c Zmi\i> .> ,> IV 4. Scafopodi. (Vacat). 5. Gasteropodi Pag. fiO, 140. 6. Pfceropodi. (Vacat). 7. Cefalopodi. (Vacat). XV. Tunicati. (Vacat). XVI. Vertebrati. Pag. 77, 109, 226. I. Parte geneuai.r. ( Vacat). IT. Parte anatomica. Pag. 77, 109, 22G. 1. Parte genorale. Pag. 77, 109, 226. 2. Teguraento e prodnzioni togu- mentarie. Pag. 7S, 226. 3. Sistema nervoso centrale e periferico. Pag. 78, 170, 227. 4. Organi di .seiiso. Pag. 79, 170. 227. 5. Sc.heletro ed articolazioiii. Pag. 79, 170, 227. 6. Appareccliio muscolare. Pag. 79, 171, 227. 7. Appareccliio cariiaco-vasco- lare. Milza. Pag. 79, 228. 8. Tubo digestive e ghiaiidole annesse. Peritoneo. Pag. 80, 171, 228. 9. Appareccliio polmonare. Brancliie - Timo - Tiroido. - Pag. 80, 171, 228. 10. Appareccliio urogenitale. - Capsule surrenali. Pag. SO, 172, 228. 11. Teratologia. Pag. 80. 172, 229. 111. Parte zoologica. Pag. 81, 185. 1. Parte genernle - Fauna Pag. 185. 2. Aniiossidi. (Vacaf). 3. Pesci. Pag. 81, 185. 4. Andbii. Pag. 8', 186 6. Rettili. Pag. 81, 186, 6. Uccelli. Pag. 81, 186. 7. .Mammiferi. Pag. 83, 187. 8. Antropologia ed Etnologia, Pag. 83, 187. Appcndice : Antropologia appli- cata alio studio dei pazzi, del criminal i, ecc. Pag. 188. SUNTI E RIVISTE Aseoli M. — SuU'ematopoesi nella Larapreda. Pag. 189. Bietti A. — Sulla di-;tribuzione e terminazione dolle fibre nervo.se nel corpn ciliare Pag. 10. Capellini. — Sui nervi della cornea dimostrati col metodo Golgi. Pag. 10. Cavazzani E. — Intorno ai gangli spinali. Pag. 29. Colpi A. — Sulla struttura dell' amnios. Pag. 191. Colucci V. — Di una particolaritci istologica nelle arterie eoronarie. Pag. G2. Foa P. — Contribuzione alio studio della istologia normale e patologica del midollo delle ossa. Pag. 189. Giaeomini C. — La « Plica semilunaris » e la laringe nelle sciramio antro- poraorfe. Pag. 32. Giaeomini E. — Sopra la fine struttura delle capsule surrenali dcgli anfibii. Pag. 86. Golgi C. — Intorno alia struttura delle cellule nervose. Pag. 99. Golgi C. — Sulla struttura delle cellule nervose dei gangli spinali. Pag. 172. Grassi B. — 1. 2. Rapporti tra malaria e peculiar! insetti (zanzaroni o zan- zare palustri). — 3. La malaria propagata per mezzo di peculiari insetti. — 4. (In collab. con Bastianelli e Bignami). Coltivazione delle semilune malariche dell'uomo wqW Anopheles claviger. Fabr. (Aa. macuUpennis. Mg ). Pag. 229. GuizzettiP. — Note di tecnicapor lo studio istologico del tossuto nervoso. Pag.6.3. — V Legge F. Sulle cause della ciclopia. Pag. 233. Levi G. — Sulla cariocinesi delle cellule nervose. Pag. 190. Livini F. — Sulla istogenesi della trachea. Pag. 192. Lugaro E. — Sul comportamento delle cellule nervose dei gangli spinali in seguito al taglio della branca centrale del loro prolungamento. Pag. 29. Lugaro E. — Sulle alterazioni delle cellule nervose dei gangli spinali in seguito al taglio della branca periferica n centrale del loro prolungamento. Pag 29. Luppino A. — Contributo alio sviluppo della sfera esterna dell' organo udi- tivo nei mammiferi. Pag. 60 Maggi L. — Le ossa sovraorbitali nei mammiferi. Pag. 174. Maggi L — II canale cranio-fai'ingeo negli Ittiosauri omologo a qnello dell'uomo e d'altri mammiferi. Pag. 174. Maggi L. — Placebo osteodermiclie interparietali degli Stegocef'ali o rispon- denti centri di ossifica/ione interparietali dell'uomo. Pag. 174 Maggi L. Omologie craniali f'ra Ittiosauri e feti dell'uomo e d'altri mam- miferi. Pag. 174. Maggi L. — Post-frontali nei mammiferi. Pag. 7. Maggi L. — Le ossa brcgmatiche nei fossili. Pag. 7. Maggi L. — Risultato di ricercbe morfologiclie intorno ad ossa e fontanel le del cranio umano. Pag. 7. Maggi L. — Altri risultati di ricercbe morfologicbe intorno ad ossa craniali. cranio-faciali, e fontanello dell'uomo e di altri mr.mmiferi. Pag. 7. Massari G. — Sul pancreas dei pesci : nota preliininare. Pag. 129. Mingazzini P. — Ricercbe suUo sviluppo del Gongylus ocellatus Forsk. Pag. 231. Morpurgo B. e Bindi F. — Sulle variazioni del numero dei nuclei nelle fibre muscolari striate dell'uomo. Pag. 80. Paladino G. — Per il tipo di strnttura dell'ovaja. Pag. 9. Panegrossi G.— Contributo alio studio anatotnofisiologico dei centri dei nervi oculomotori dell' uomo. Pag. 97. Paravieini G. — Sulla minuta innervaziono del canal digerente dell' Helix' po'inatia. L. Pag. 127. Homiti G. — II significato morfologico del processo raai-ginale nell'osso zigo- matico umano. Pag. 175. Rondino A. — II centrosoma nelle uova non fecondate di alcuui mammiferi. Pag. 85. Russo A. — Sul cosidetto canale probleraatico delle Oloturie. Pag. 32. Sala L. — I bicrornati di sodio, calcio, magnosio, rubidio, litio, zinco e rame nei metodo Golgi. Pag. 63. Salvi G. — L' istogenesi e la struttura delle meningi. Pag. 129. Salvi G. — Arteria dorsalis jjedis. Ricercbe morfologicbe e comjiarative. Pag. 193. Silvestri F. — La fecondazione in una specie animale fornita di spermatozoi immobili. Pag. 84. Sfameni P. — Delle terminazioni nervose nei gomitoli delle glandule sudori- fere dell'uomo Pag. 61. Staderini R. e Pieraceini G. — Sopra la origine reale e piii particolarmente sopra le radici posteriori del nervo accessorio dell'nomo. Pag. 62. VI Versari R. — Le arterie timiche nell' uomo ed in altri mammiferi. Loi'o rap- porti con le arterie tiroidee. Pag. 36. Versari R. — Ricerche suUa toiiaca muscolare della vescica urinaria e spe- cial mente sul muscolo sfintere iuterno. Pag. 3.8. Vrain U. G. — Studio sui denti molari uraani. Pag. 194. COMUNICAZIONI ORIGINALI Acqua (DalP) U. — Sopra lo sviluppo delle suture. Con tav. Y'\ Pag. 150. Acquisto V. — A proposito dell'origine esogena di alcuue fibre delle radici anteriori (con fig.) Pag. 234. . Bertelli D. — SuUo sviluppo del diaf'ramma dorsale nel polio. Pag. 27. Bertelli D. — Contributo alia morfologia ed alio sviluppo del diaf'ramma or- nitico. Con tav. VII^ Pag. 195. Chiarugi G. — Produzione sperimentale di duplicita cmbrionali in uova di SaJamandrina perspiciUata. Pag. 131. Chiarugi G. — Di un organo epiteliale situato al dinanzi della Ipofisi e di altri punti relativi alio sviluppo della regione ipofisaria in embrioni di 7b?'- pedo ocellata. Con 17 fig. Pag. 37. Falcone C — Contributo alia istogenesi ed alia struttura delle glandule s.ali- vari. Con tav. I. Pag. 11. Giacomini E. — Sulla maniera onde i nervi si terminano nei miocommi e nelle estremita delle fibre muscolari dei miomeri negli Anfibii urodeli. Pag. 92. Giacomini E. — Sulla maniera onde i nervi si termir.ano nei tendini e nelle estremita delle fibre muscolari negli Anfibii urodeli. Pag. 105. Ganflni C. — Un caso di gravidanza gemellare mostruosa. Con tav. 1II^ Pag. 1G2. Laehi P. — Contributo alia conosc-^nza delle anomalie di sviluppo deU'embrione umano. Inclusione della vescicola oinbelicale nel sacco amniotico. Con tav. IV'\ Pag. 140. Lenzi L. — SuUo sviluppo del tessuto elastico nel polmone dell'uomo. Pag. 213. Livini F. — Varieta delle ossa nasali. Con 3 fig. Pag. 100. Russo A. — Nuove osservazioni sulla morfologia degli Ecliiiiodermi Con 4 fig. Pag. 114. Salvi G. — Sopra il tentorium osseiim di alcuni mammiferi. Pag. 110. Spampani G. — Contributo alia conoscenza delle terminazioni nervose nei muscoli striati dei mammiferi. Con tav. VI\ Pag. 176. Spampani G. — Alcune ricercbe sulle glandule cutanee del cane. Con tav. VIII '. Pag. 239. Valenti G. — Sopra la Piega faringea. Con 11" tav. Pag. 65. NOTIZIE E VARIETA Premi e Concorsi. Pag. 27. Personale Universitario. Pag. 56, 220, 244. Congresso Internazionale di Zoologia. Pag. 56. Necrologie: Achille Costa (D. C.) Pag. 220, 244. — Carlo Giacomini (Ro- miti). Pag. 168, 178. — Luigi Lombardini (Romiti). Pag 183. Firenze. Societa Tip. Pior., Via S. GaUo, 33. — 1899, m ZfloliEicD Italiaio (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) DIKETTO DAI DOTTOKI GIULIO GHIARUGI EUGENIO FIGALBI Pi-of. di Anatomia umaiia iiel H. Istituto di Studi ^^upel■. in Fiveuze Prof, di Auatomia comp. e Zoologia uella E. Uuiversitii di ilessiua XJ£6.cio di Direzione ed Amministrazione : Istituto Anatomico, Firenze. 12 numeri all' anno — Abbuonamento annuo L. fl5. IX Anno Firenze, Grennajo 1898 N. % SOMMAB.IO : Bibliogbafia. — Pas- 1-6. SuNTi K E-iviSTE : Maggi L-, Risaltato di ricerche morfologiche intoruo ad ossa e fontanelle del cranio umano. — Le ossa bregmatiche nei fossili. — Postfrontali nei mammiferi. — Altri risultati di ricerche morfologiche intorno ad ossa era- niali, cranio -faciali e fontanelle dell' uomo o d' altri mammiferi. — Pag. 7-9. Paladino Q. Per il tipo di struttura dell' ovaja. — Cappellini, Sui nervi dplla cornea dimostrati col metodo Golgi. — Bietti A., Sulla distribuzione e terjni- nazione delle fibre nervose nei corpo ciliare. — Pag. 9-10. CoMDNicAzioNi Oeiginali : Falcone C-, Contributo alia istogenesi ed alia struttiMa delle glandole salivari. i^Con tav.i. — Bertelli D., SuUo svilupiao del diaframjnp, dorsale nei polio. — Pag. 11-27. NoTiziE. — Pag. 27. Avverter\za Delle Comunicazioni Originali die si pubblicano iiel Moni- tore Zoologico Italiano e vietata la riproduzione. BIBLIOGRAFIA St da notizia soltanto del lavort jyiihbUcati in Italia. I. Scritti general! di Zoologia e di Anatomia. Marcello Malpiglii e 1' opera sua. Scritti varii di G. Atti, G. Cattaueb, A. De-Giovanni, E. De-Michelis, A. Eternod. IL Foster, L. Frati. C. Frati, E. Haeckel, A. Kolliker, F. Morini, E. Perroncito. G. Komiti, E. Strasbur- ger, F. Todaro, E.. Vircliow, G. Weiss, raccolti e ordinati dal dott. U- Piz- zoli: con illustraz. e 1 tav. — Milano, F. Vallardi ed., 1897. Pag. 388. Noterelle zoologiche varie, in: Bollettino del Naturalista, Anno 11. B^t- na, 1897. Kurella. — Osservazioni sul significato biologico della sessualita. — Arch, di Psich. Sc. pencdi e Antropol. crimin. Vol. 17 ( Vol. 1 d. Serie 2), Fasc. 4, pag. 418-425. Torino, 1896. — 2 — iMazzarelli G, — I fattori del progresso delle scienze biologiche. Prolusione, — j Arjjino, G. FrajoU ed., 189S. Pag. 16. Mingazzini P. — Trattato di Zoologia raedica. - Un vol. in 16°. dipag. VIII- 634 con 201 fig. inlercal. nel testo. Roma, Soc. editr. Dante Alighieri, 1898. Todaro F. — Marcello Malpighi. Discorso inaugurale pronunziato 1'8 sefctem- bre 1897 a Crevalcore in occasioue della solenne inaugurazione del monu- mento. — Roma, Soc. edit. Dante Aligliieri, 1897. Pag. 19. Tueoimei G. — La teoria della evoluzione eil problema della origine umana. — Atti d. Accad. Pontificia d. Niiovi Lincei, Anno 50, Sess. 7" del 13 giugno 1897 img. 140-141. Roma, 1897. Verworn M. — Fisiologia genevale. Saggio sulla teoria della vita. 1^ ver sione ital. con aggiunte originali dell'A. — Torino, F.lli Bocca ed., 1898 Un vol. in 8'\, pag. XVI-588 con 270 fig. Vinciguerra D. — Cenni biografici di Alberto Perugia. — Estr. d. Annali d. Museo Civico di St. Nat. di Genova, Serie 2, Vol. 18 (38), 6 Nov. 1897. . . pagr. 532-539. Genova, tip. Sordomuti. II. Zoologia applicata. ...'. Cacce e passaggi di uccelli, e altri articoli di Ornitologia applicata vedi in: Avicida, giorn. ornitol. italiano. Anno 1. Siena, 1897. Notizie di caccia, di pesca e di altre quistioni di Zool. applicata vedi in; . ^Bollettino del Naturalista, Anno 17. Siena, 1897. — Brevi articoli di Entomologia agraria vedi in : BoUettino di Entomo- logia agraria e Patologia vegetate, Anno II. Padova, 1895. Brevi articoli di Entomologia agraria vedi in : BoUettino della R. Soc. toscana di orticultura. Anno 20, e Anno 21. Firenze, 1895 e 1896. .... Notizie e disposizioni sul bestiame, la caccia, la j^iscicidtura, la bachicul- tura, V ostreicultura, V entomologia agraria, etc. vedi in: BoUettino di noti' zie agrarie, (pubblicato dal Ministero di A. I. e C), Anno 17, Semestri 1 e 2 Roma, 1895, e Anno 18, Semestri 1 e 2, Roma, 1896. — Note di Zootecnia (bestiame, bachicultura, etc.) e di Entomologia agraria (fillossera, etc.) vedi in : II Coltivatore, Serie 5, Anno 41 e 42. Ca- sale, 1895 e 1896. A. H. — Falconeria. — Amcula, giorn. omit, italiano. Anno 1, N. 2. Siena, 1897. Berlese A. — Metodo per esaminare sollecitamente terreni supposti iuquinati da fillossere e racoogliere queste. — Rivista di Patologia vegetate. Vol. 3, 1894, pag. 343-345. Firenze, 1896. Con 1 fig. Bexlese A. — Insetticidi ed insettifuglii contro alcuni insetti, specialmente . contro la Cochylis ambiguella, il Dacus oleae e la Carpocapsa pomonana. — ■ ■ Rivista di Patologia vegetate, Vol. 3 (1894), pag. 221-244. Firenze, 1896. Berlese A. — Larve di dittero negli Acrididi. — Rivista di Patologia vegetate. Vol. 4, pag. 352. Firenze, 1896. •Berlese A. — Cocciniglie agrumicole nuove per 1' Italia. — Rivista di Patolo- gia vegetale. Vol. 4, x>ag. 352-353. lirenze, 1896. Berlese A. e Leonard! G. — Di una cocciniglia, che attacca la vite {Mytila- spis pomorum). — Rivista di Patologia vegetale, Vol. 3 {1894), jjag. 347. Fi- renze, 1896. — 3 Berlese A. — Le cocciniglie italiane viventi sugli agrumi. — Vedi M. Z. VII, 12, 281. Besana G. — La conservazione della pescosit^ nelle acque dolci. — Giorn. ital. di Pesca e Acquicidtura, Anno 1, N. 5. Roma, 1897. Besana G. — Sulla pesca di frodo nel Lago di Como. — Giorn. ital. di Pesca e Acquicidtura, Anno 1, N. 4. Roma, 1897. Besana G. — Corso di Piscicultura in Baviera. — Giornale ital. di Pesca e Ac- quicidtura, Anno I, N. 3. Roma, 1897. Bettoni E. — Altre cause che influiscono sulla diminuzione della pescosita. — Giorn. ital. di Pesca e Acquicidtura, Anno 1, N. 5. Roma, 1897. Bettoni E. — Sopra un nuovo metodo per trasportare gli avannotti. — Gior- nale ital. di Pesca e Acquicultura, Anno 1, N. 3. Roma, 1897. Bettoni E. — La conservazione della pescosita nelle acque dolci dell' Italia su- periore secondo la pubblica opinions. — Giornale ital. di Pesca e Acquicid- tura, Anno 1. N. 3. Roma, 1897. Bettoni E. — La razionalita dei ripopolamenti ittiogenici. — Giorn. italiano di Pesca e Acquicidtura, Anno 1, N. 6, pag. 174-178. Roma, 1897. Bolle G. — La bacliicoltura nel Giappone. — Atti e Mem. d. i. r. Soc. agraria di Gorizia, An. 37 {Nuova serie), N. 10, pag. 302-314 e N. 11-12, pag. 326- 348. Gorizia, 1897. {Con tav.). {Continuaz. e fine). Bolle G. — II bruco misuratore dei ciliegi. — Atti e Mem. d. i. r. Soc. agraria di Gorizia, An. 37 {Nuova serie), N. 10,x>ag. 295-301. Gorizia, 1897. (Con fig.). Britten W. E. — U Aleyrodes delle serre. — Rivista di Patologia vegelale, Vol. 5, pag. 256-257. Firenze, 1896. Carazzi D. — A proposito della malattia delle ostriche. — Giornale ital. di Pe- sca e Acquicultura, Anno 1, N. 3. Roma, 1897. Carazzi D. — L' ostreicultura in Italia nel 1897. — Giornale ital. di Pesca e Acquicultura, Anno 1, N. 5, pag. 129-135, e N. 6, pag. 165-174. Roma, 1897. Caruso G, — Esperienze sui modi per combattere la tignola della vite fatte nel 1894. — L' Agricoltura italiana, Serie 3, Vol. 1, 2>ag. 193-200. Pisa, 1895. 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R. 1st. di St. Sup. in Firenze. Sez. di Medicina e Ckirurgia. Firenze, tip. Carnesecchi, 1897. Pag. 100, con 4 tav. Lombardini L. — Sulla placenta. Ricerclie. — Pisa, tip. Nisti'i, 1897. Pag. 130, con 7 tav. e 18 fig. Kossi U. — Contributo alio studio della maturazione e fecondazione degli an- fibi urodeli. {Salamandrina perspicillata Savi). Nota riassuntiva. — Peru- gia, Unione tip. cooper., 1897. Estr. di pag. 14 dagli Annali di Medicina. — 6 — ZojaR. — Stato attuale degli studi sulla fecondazione. — Boll, scientifico. An. 19, N. 3, pag. 65-74 e N. 4, pay. 106-124. Pavia, 1897. (Continuaz. — Continua). IV. Istologia. Chiaventone. — Ricerche istologiche sulla terminazione nervosa mofcrice nei muscoli striati, — Arch, di Psich., Sc. penali e Antropol. crimin. Vol. 18 {Vol. 2 d. Serie 2), Fasc. 5-6, pag. 608-609. Torino, 1897. Ciaccio G. V. — Sugli organi elettrici dello Torpedini. — Vedi M. Z., VIU, 12, 262. Lugaro E. — Sul comportamento delle cellule nervose dei gangli spinali in seguifco al taglio della branca centrale del loro prolungamento. — Rivisla di Patologia nervosa e mentale, Vol. 2, Fasc. 12, pag. 540-543. Firenze, 1897. Lugaro E. e Chiozzi L. — Sulle alterazioni degli elementi nervosi nell'ina- nizione. — Biv. di Patologia nervosa e mentale, An. 2, Fasc. 9, i^ag. 394- 400. Firenze, 1897. {Con fig.). Rossi U. — Contributo alio studio della oolisi negli Anfibi urodeli. Parte II*. Sulla degenerazione sperimentale delle uova di Salamandrina perspicillata Savi. Nota. — Perugia, Unione tip. coojJer., 1897. Estr. di pag. 30 d. Annali di Medicina. V. Tecnica Alfieri A. — Un nuovo metodo per la depigmentazione dei tessuti. — Monit. Zool. Ital. Anno 8, N. 3, pag. 57. Firenze, 1897. Breglia A. — II racliiotomo e microtomo per le ossa non decalcificate. — Giorn. d. Associaz. Napoletana di Medici e Natiiralisti, An. 6, Puniata 5 e 6, pag. 246-249. Napoli 1896. Con tav. Levi C. — Un aquarium di studio (con fig.). — Neptunia, Riv. Ital. di Pesca ed Aquicultura, Vol. 12, N. 13-14, 31 Luglio 1897. Venezia. pag. 188-190. Vedi anche: Boll. d. Naturalista, Anno 17, N. 11, pag. 129-131. Siena, 1897. Con fig. Morrihy O. B. — Apparecchio per lo studio della contrattilita del proto- plasma. — Bidl. d. Soc. Lancisiana d. Ospedali di Roma, An. 17, Fasc. 1, pag. 253-254 {Resoc. d. Adunanza d. 16 Febbraio 1897). Roma, 1897. Vedi anche : Ibidem, Fasc. 2, pag. 55-63. Roma, 1897. Con fig. Petrone A. — L'acido formico nella tecnica della coloraziono nucleare ed un nuovo liquido, il Formio-carminio — Contributo speciale alia colorazione del nucleo delle emasie. — Boll. d. Sedute d. Accad. Gioenia di Sc. Nat. in Catania, Fasc. 49 {Nuova serie), pag. 23-29. Catania 1897. Sala L. — I Bicromati di Sodio, Calcio, Magnesio, Rubidio, Litio, Zinco e Rame nel metodo di Golgi. — Ferrara, tip. Bresciani, j^P- i8. Com. fatta all' Accad. di Sc. Mediche e Naturali di Ferrara il 28 Giugno 1897. — 7 — SUNTI E RIVISTE 1. L. Maggi. — Eisultato di i-icerche morfologiche intorno ad ossa e foutanelle del cranio umano. — Bendiconti deU'Istituto Lombardo, Serie II, Vol. XXIX. Milano 1806. 2. L. Maggi. — Resultats de recherclies morphologiques sur des os et des foji- tanelles du ci-ane humain. — Arcfiives italiennes de Biologie, XXVII, 2, 1897. 3. L. Maggi. — Le ossa bregmatiche nei fossili. — Rendiconti deU'Istituto Lom- bardo, Serie II, Vol. XXX. Milano, 1807. . ., 4. L. Maggi. — Postfrontali nei mammiferi. (Ibid.). 5. L. Maggi. — Riassuato del suddetto lavoro. — BoUettino Scientifico, Pavia, An7io 19, N. 2. 1807. 6. L. Maggi. — Altri risultati di ricerche morfologiciie intorno ad ossa craniali^ cranio -faciali e fontanelle dell'uomo e d'altri mammiferi. — Bendiconti del-. I' Istituto Lombardo, Serie II, Vol. XXX. Milano, 1897. Tutti quest! lavori del prof. Maggi trattano argomenti assai importanti sulla morfologia comparata del cranio; ed alcuni sono continuazione di altri che videro la luce negli scorsi anui. I lavori: 1, 2, 6, sono a considerare come notizie preventive di piu estese future pubblicazioni; ed accennano a risultati di ricerche sopra alcune ossa del cranio e sopra alcune fontanelle di esso. 1-2. Gli interparietali dell' uomo si svolgono da 4 centri di ossificazione posti in serie lineare: le 4 ossa che ne risultauo sono omologhe alle quattrp, piastre retroparietali degli Stegocefali: trovano pure i loro omologhi nei Pqll-; pteri e negli Storioni. 1 jyreinterparietali dell'uomo, che possono mantenere se- parati i loro centri di ossificazione, oppure fondersi in un osso solo che oc,-, cupa il posto ove era prima la fontanella preinterparietale, trovan pure il loro omologo in piastre cutanee nei Ganoidi e negli Stegocefali: talvolta si ha una. sola piastra preinterparietale triangolare (fossili); oppure non si trovano pia- stre preinterparietali distiiite, poiche si sono fuse con le piastre corrispondenti alle ossa vicine (Stegocefali); oppure possono trovarsi due piastre preinter-, pariefcali nei feto ed una nell'adulto (Storioni). Nei parietale del feto umano di 2 V2 mesi, trova M. tre centri di ossifica-. zione che omologizza a piastre ossee dei cranioti inferiori. Questi tre punti rap- presentano quel punti accessori invocati onde spiegare la presenza di parietal! bipartiti e tripartiti nell'uomo. I centri di ossificazione delle lamine laterali di Fozzi nei cranio umano e di altri mammiferi hanno pure 1' omologo in piastre dermiche retrointerparietal! di cranioti inferiori. Talvolta nei feto umano queste lamine possono formare una fontanella con gli interparietali mediani, fontanella della quale se ue trova una omologa in qualche Storione, e posta tra le piastre omologhe a quel centri di ossificazione. Hanno loro omologo in piastre dermiche nei cranioti inferiori anche quegli ossetti che nell'uomo possono trovarsi in serie lineare tra I'aste- rion ed il pterion: cosi pure le ossa suturali e le fontanellari. Tra le ossa, del — 8 — crst.nio primitivo nota M. alcuue piccole ossificazioni cartilaginee distiute, poste davanti ai sopraoccipitali, e che trovo nel t'eto cleiruomo, della cavia, del majale: li ch.ia.ma,: presopraoccipitali ; e presto si uniscono o ai sopraoccipitali o alle latnelle laterali, f ormando dapprima delle fontanelle, 6. Questo lavoro e direfcta continuazione di quelli segnati 1, 2. In esso con- farma la omologia dei quattro centri di ossificazione degli interparietal! nel- Fttomo con le quattro piastre osteodermiche di vertebrati inferior!, poiche li otttdloglzza ancora con piastre identiche in rettili Ibssili. In questi pure trova I»iasti-e osteodermiche omologhe ai tre punti di ossificazione del parietale. II parietale tripartito (Fusari), rappresenterebbe la permauenza di questo stato primitivo. Trovo poi pari^tali con due centri di ossificazione nel feto umano, eduu-i che rappresentano la fusione dei tre primitivi in due; i due trovauo omo- logia in piastre osteodei-miche di vertebrati ini'eriori (Stegocefalij, e spiegano i casi di parietale bipartito (Calori, Gruber). Pote trovare, infine, parietal! di fati umani con quattro centri di ossificazione: di questi stabilisce pure la omo- lag^ nelle quattro piastre osteodermiche nel Polypterus, e con essi spiega il parietale umano quadripartito (Portal). Isel frontale umano M. ammette tre eeutri di ossiticazione: prefroatale, mediofrontale, postfrontale; omologhi alle tre piastre osteodermiche corrispondenti che trova in vertebrati inferiori, e talvolta mantenuti come varieta uei mammiferi e nell' uomo. L' osso bregmatico nell' uomo e, second© M., originato da quattro centri di ossificazione, omologhi a quattro piastre osteodermiche in Ganoidi, ed in alcuni rettili ibssili. Nell' osso squammoso riconosce, con Rambaud e Renault tre catitri di ossificazione, che hanno omologia in specie con piastre opercolari dei G'Anoidi. Circa quegli ossetti che trovansi in serie lineare tra 1' asterion ed il ptefion, gia notati in precedent! lavori, qui vengono piu minutamente presi in coosiderazione ; e piii specialmente uno, che ha valore di osso lontanellare, os- sefeto detto da M. parieto-squamo-petroso. Nell' uomo determina i postorbitali vM. lato anteriore dell'ala grande dello sfenoide: essi nascono da t7'e centri di osMficazione, e sono omologhi a piastre osteodermiche in vertebrati inferiori (€i«anoidi, Stegocefali), ed in alcuni rettili fossil!. Pote trovarl! ancora in giovani acimmie, ed in cranio umano. I centri di ossificazione delle ossa craniche del- I'liiomo e degli altri mammiferi, not! agli anatomici^ vengono presentati da M. in ordine alia cronologia filetica delle ossa stesse nelio sviluppo individuale dei cranio. Dallo studio originale esposto nel lavoro, risulterebbe che « la formazione delle ossa del cranio dei mammiferi e dell' uomo, vien data dapprima da una aaditicazione selaciana o squaloidea, poi ganoidea, stegocefalica, gomfodontica e titxalmente da una ossificazione propria mammale. » Da ultimo pote trovare in un Chimpanze giovanissimo, un ossetto corri- spondente all' ossetto del Kerckring dell'occipitale umano. 3. In questo lavoro, ove si esamina la regione bregmatica di molt! Ret- tili 6 Stegocefali fossili, viene dimostrato come in essi trovansi ossa bregma- tiche, e condizioni suturali bregmatiche, come possono incontrarsi nell' uomo e negii altri mammiferi. 4. 5. In questi due lavori, dei quali uno e il riassunto dell' altro, viene trattato un argomento di alto valore nello studio del cranio: la presenza, cioe, — 9 — ed il significato dei postfrontali nei Mammiferi. M. riserba ad altra circo- stanza la discussione dei risultati ottenuti da altri anatomici sulla presenza e sul significato dei postfrontali nei Mammiferi : adesso si limita a riportare la sua estesa serie di ricerche personali. Onde determinare la posizione dei post- frontali tra le ossa del cranio, incomincia con i Eettili, precedent! ai Mammi- feri, e nei quali queste ossa sono gia ben determinate; e li ricerca in un grande numei-o di Rettili fossili. Queste ossa stanno nella cintura orbitaria, interposti al frontale ed alio zigomatico ; e con questo criterio fondamentale M. li ricerca nei Mammiferi a sviluppo completo, e specialmente in molti Ruminanti e nei Primati. I postfrontali si presentano in difFerenti varieta morfologicbe, per la descrizione delle quali si rimanda al lavoro originale. Nell' uomo gli omologhi dei postfrontali vanno ricercati tra 1' apofisi orbitaria laterale (esterna) del frontale e I'osso zigomatico: cioe nella sutura fronto-zigomatica, la quale cosi morfologicamente considerata, viene ad esserepiuttosto una s\ii\vc& zigomatico - postft'ontale. II postfrontale umano si presenta coUe varie gradazioni di forma che puo avere nei Ruminanti e nei Primati: o come sutura molto curvilinea oppure come ossetti staccati, oppure a lor volta divisi in ossettini distinti, come altrettanti wormiani. Conclude M. da tutte queste sue osservazioni : « che i postfrontali esistono realmeute nei diversi Mammiferi, 1' uomo com- preso, e vi esistono ancora con diverse varieta morfologiche, la cui ricogni- zione vien data dallo studio della lore evoluzione, Essi concorrono a costituire la cintura ossea orbitale, e la ove avvi anche un'orbita, essi fanno parte e della sua volta e della sua parete esterna o temporale. AUorcbe subiscono I'influenza deir estensioue delle ossa, colle quali sono in connessione, si modificano pre- sentando delle varieta morfologiche, alcune delle quali assomigliano ad ossa wormiane, altre arrivano, col loro insieme variato, a dare un modo di unione, con sutura postfronto-postfrontale, disposta come nna sutura meandriforme. Romiti. Paladino. — Per il tipo di struttura dell'ovaja. — Rendic. d. R. Accad. d. Sc. Fi- siche e Mat. di Napoli, Serie 3, Vol. 3, Napoli, 1897. Dello studio intrapreso sulle ovaje di un'orsa adulta (dagli 8 ai 9 auni) P a- ladino riferisce i seguenti resultati: L'ovaja dell'orsa si presta a preferenza per dimostrare che i cordoni e tubi ovarici formano una rete vera ghiandolare a maglie irregolarissime e con rami decorrenti nelle piii diverse direzioni. L'ovaja dell'orsa ricorda il tipo di quella dei carnivori, ma si distingue per la piccolezza degli elementi epiteliali o parenchimali e per non presentare quel- I'aggiegazione dei follicoli primordiali sotto la zona connettivale periferica, cosidetta albuginea. Nell'orsa adulta vi e marcata riproduzione del parenchima ovarico merce ripetizione del processo di primordiale formazione. I rami della rete parenchimale ovarica non possono confondersi coi tubi o cordoni residui dell'organo segmentale. L'ovaja e un organo in cui la rigenerazione del relativo parenchima e vi- vacissima e continua. Livini. M. Z. • 10 — Capellini. — Sui nervi della cornea dimostrati col metodo Golgi. — Archivio di Ottalmologia, anno IV, vol. IV, fasc. 11-12. pag. 352. L'A. ha applicato alia cornea il metodo Golgi usando vari process! ed ha ottenuta la reazione nera tanto nella cornea umana come in quella di vari ani- mali. Riserbandosi di riferire per esteso i resultati delle sue ricerche, in questa nota preventiva si limita ad illustrare tre figure ricavate dai suoi preparati. La 1* di esse rappresenta i nervi della cornea di un pipistrello, posti in evidenza col processo rapido del Golgi e col passaggio, dopo tre giorni, nella soluzione di nitrato d'argento all'l per 100. I rami nervosi chepenetrano nella cornea del pipistrello sono in numero di 12 fra grandi e piccoli e si dividono a distanze va- rie dall'orlo corneale formando il cosi detto plesso foiidamentale, dal quale par- tono i rami minori, che vanno a diversi piani della cornea. La 2^ figiira ripro- duce una cornea di topo trattata coUo stesso processo e passata nella soluzione di nitrato d'argento a 0,75 per 100 dopo 4 giorni. Nella figura si vede uno dei ner- vi, clie decorrendo verso il centro della cornea si divide e si suddivide formando una maglia del plesso fondamentale, dai lati della quale si staccano dei rami perforanti, che ti-aversano la lamina elastica anteriore e terminano dividen- dosi in molte fibre che si dispougono a vortice sotto I'epitelio. Nella 3^ figura e rappreseutata la cox-nea di uu pesce, Labrax lupus, passata dalla miscela osmio-bicromica in una soluzione di nitrato d'argento all'l per 100 dopo otto giorni. Questa rappresenta uno dei « nodi » del plesso fondamentale, il quale apparisce evidentemente formato dall'avvicinamento di molte fibrille nervose. Silvestri. A. Bietti. — Sulla distribuzione e terminazione delle fibre nervose nel corpo ci- liare. — Annali di Ottalmologia, anno XXVT, fasc. 3, pag. 215. L'A. si e servito di preferenza del metodo rapido del Golgi, sostituendo il bicromato di ammoniaca a quelle di potassa, come ha consigliato reoentemente il Golgi stesso. Ha ottenuto i migliori resultati negli occhi di coniglio albino neonate e in quelli di leto umano di 4-5 mesi. In questi ultimi ha notato, nella porzione posteriore del corpo ciliare. dei fasci nervosi provenienti direttamente dalla corioidea, divisi dicotomicamente con una disposizione dendritica. In altri punti questi fasci formano invece un reticolo nello spessore del corpo ciliare. Questa rete nervosa e piu evidente nel coniglio, nel quale mancaiio le ter- minazioni arboriformi. Oltre questa rete, I'A. ha osservato un plesso nervoso formato di maglie allungate trasversalmente e di forma rettangolare fra la coroidea e il corpo ciliare. In conclusione le fibre terminali del corpo ciliare sono distribuite in tre modi, cioe in terminazioni arboriformi, in una rete nervosa a larghe maglie, che abbraccia tutto il corpo ciliare e in un plesso nervoso al limite fra il corpo ciliare e la coroidea. Quesfo diverse mode di di- stribuzione fa pensare a tre diverse funzioni, che per ora non possono essere stabilite con sicurezza. Silvestri. — 11 — COMUNICAZIONI ORIGINALI Contributo alia istogenesi ed alia struttura<;^>^ delle glandole salivari PEL DOTT. CESARE FALCONE. LIBGKO DOCENTK DI ANATOMIA UMANA NELI.A R. DNIVBRSITA DI NAPOLI. Con Tav. I Kicevnta il 20 ottobre 1897. Jj vietata la riproduzione. Dopo clie Fischer ebbe, con due pubblicazioni successive ('), in- criminata rinlluenza dei inoderni mezzi di fissazione istologica nella determinazione dell' apparenza granulare clie si riscontia nel protoplasma di molti epiteli glandolai-i, pane die alio risultanze ottenute dal L an- gle y(') ed AUmann (■^) coll'esame intorno alia struttura ed ai cangia- menti morfologici dell' epitelio delle glandole salivari, in rapporto ai rispettivi stati funzionali, si dovesse negare ogni valore: ed il concetto, oraniai riconosciuto ed accertato dagl' istologi e dai fisiologi, clie con- sidei-a\a i granuli come uno stadio ])i'eliniinare nella formazione del secreto glandolare, pane, non ostante I'autorevole avviso del Flem- ming(^), scosso, dalle ricerclie del Fischer, nel suo fondaiiiento obiet- tivo : cosi che non manco chi avesse dato, a quelle particolarita morfo- logiche, r interpetrazionc di prodotti artificiali, dovuti alKazione dei liquidi fissatori. A questa ipotesi niicrochiniica del Fischer, si sottoscrisse in parte anche il Krause (') che, esaminando le glandole salivari del riccio, de- scrisse la struttura finamente reticolare nel protoplasma dell' epitelio glandolare, mentre ritenne come prodotti artificiali, nel senso di Fischer, i granuli che numerosissimi riscontrava nel corjio di queste cellule, dopo la fissazione con HgCP o colla miscela osmio-bicromica, ed i quali si coloravano in rosso intenso col miscuglio di Biondi o in bruno colla ematossilina alluminosa. Che anzi, dalla presenza o mono di questi granuli, che col Fischer interpetrava come precipitati di composti albuminoidei, deterrainati dal- I'azione dei liquidi fissatori, il Krause voleva dedurre la significazione (*) Anatomischer Anzeiger, 1893-94 e 1894-95. (°) Journal of Physiology, 1879, vol. II. (^) Die Elementarorganignien, a. s. sv. C) Merkel und Bonnet's Jaresberichte, 1890, vol. III. (') Archiv fiir mikrosk. Anatomie, vol. XLV, 1895. — 12 — lunzionale di (iiiesti e])iteli glandolari e la i)ai1e die a ciascuno di essi spettava nella rormazione del secrete. Ed ecco clie, intorno alia questione della struttura delle glandole salivari, diverse o|)inioni sono siirte, in (juesii ultimi tempi, clie sono in evidente reciproco dissenso. Sono i granuli ])rotoplasniatici dei prodotli artiticiali o rappresen- tano invece, nelle glandole salivari, un elemento strutturale costante e ben delinito? La presenza o meno dei granuli, nel corjio protoplasma- tico, depone nel sense di Krause, per la diversita della natura chi- mica del corpo cellulare? o non rappresenta piuttosto un difFerente sta- dio nella funzione di una stessa classe di elementi cellulari, secondo le vedute di E. M tiller? Come appare evidente, le nostre conoscenze intorno alia struttura delle glandole salivari, non lianno, in questi ultimi tempi, latto un passo innanzi e si mostrano ancora insullicienti; e piii clie giustilicata era la opportunita di un nuovo esame assai particolareggiato, intorno a questo diflicile argomento: tanto piii clie, come ojiiioi'tunamente osserva E. M til- ler, i risultamenti clie se ne possono ottenere avranno un valore non soltanto speciale, ma, dope il lavoro del Fischer, anclie un valore ge- nerate. Diversa era, in questo stato di cose, la via da seguire, per mettere in miglior luce questo importante argomento ; I'ipetere 1' esame diretto degli epiteli delle glandole salivai'i, eliniinando, per quanto fosse possi- bile, le cause di errore e mettendosi in una condizione di osservazione poco 0 nulla incriminabile, nel senso del Fischer, o pure seguire, con maggiori particolarita di quel che lin'oggi non sia stato fatto, le mi- nute modillcazioni strutturali che si riscontrano in questi epiteli glan- dolari, quando essi si trovano a' priraordi della lore attivita funzionale. Ed avevo iniziato questo studio comparative, quando nel gennaio ultimo, fu pubblicato nQlYArchiv fi'ir Andtomie und Pluisiologic un im- })orlante lavoro di Erik Miiller intorno a tale argomento. Egli, a|)|)unto, affronta direttamente il problema intorno alia strut- tura delle glandole salivari: e comincia dallo stabilire un date di falto motto imi)ortante: quelle cioe della identita nelle parlicolarita strultu- lali di epiteli glandolari lissati col EgilV e coloi'ati o invece esaminati freschissimi, sia senz'altro direttamente, che in liquidi indilTerenti. Ne' preparati a fresco il Miiller riscontra cellule cliiare e cellule scure, che corris|»ondono in tutto alle cellule fortemente o invece assai debolmente colorate dei preparati fissati con HgCP e colorati con enia- lossilina o con soluzione di rubino. — 13 — A forte ingrandimento, qiieste cellule appaiono indilTerentemente co- stitiiite da granuli, i granuli di Altmann c Langley, i (piali sono for- temente ritVangenti o ibrtemente colorati nolle cellule scuve^ a secoiida clie si esaminaiio a fresco o regolarraente fissate; mentre nelle cellule chiare sono rispettivamente, pocliissimo rifrangenti ed assai nieno j)recisi nei loro contorni o assai debolmente colorati. Molto ovvio 11 riscontro di questa struttura granulare nei prej)a- rati fissati e colorati, esso e invece subordinate, nei preparati esaminati a fresco, a due condizioni, suite quali opportunamente insiste il M til- ler: la grande sottigliezza dei tagli e la raaggiore possibile freschezza degli organi die debbono essere subito tolti dall' animate di fresco ucciso. Preparati cosi eseguiti ed esaminati con buone lent! nettamente a])ocro- maticlie, lianno fornito at M tiller delle immagini bellissime e grande- mente dimostrative delle particolarita strutturali di questi epiteli, come appunto diraostrano le figg. 8 e 9 delta tavola annessa al suo lavoro. Ma non basta: un altro fatto assai importante e state accertato dal Mil Her. Quelle cioe clie, aggiungendo una soluzione concentrata di su- blimate ad un sottile taglio di glandola fresca, clie giace sotto il coprog- getti, non si osservano niente atfatto nei taglio i precipitati granulosi clie sarebbe naturale di vedere, dope i risultati annunziati dal Fischer, ma invece i granuli delle cellule oscure clic, come ho gia detto, apparivano molto rifrangenti, risaltano sempre piii netti e spiccali, mentre i granuli meno ritVangenti delle cellule chiare^ diventano assai mono evidenti ed i loro contorni ap|)aiono piii deboli ed imprecisi, cosi che il protoplasma cellulare sembra assumere un aspetto come reticolare. Ed altera, concedendo a queste osservazioni di E. Miiller il loro giusto valoi-e, bisogna riconoscere un fatto anche molto importante, spe- cialmente in considerazione dei risultati ottenuti da Krause: quelle cioe che I'apparenza reticolare del protoplasma puo, negli epiteli delle glandole salivari, trattate con HgCP, dipendere da una speciale inlluenza del sublimate sui granuli protoplasmatici delle cellule chiare. Stabilito era, sopra dati obiettivi di facile controllo, 1' importante concetto strutturale che abbiamo piii sopra sinteticamente riferito, E. Miil- ler esamina le glandole salivari dell'uomo, del gatto, del cane e del co- niglio, seguendo, in questa ricerca, il metodo semplicissimo delta fissa- zione in HgCl' e colorazione nella ematossilina alluminosa od in soluzioni di rubino in diverse grade di concentrazione. Da questa indagine, ampia ed accurata, egli e ti'atto ancora una volta a confermare la opinione di Altmann che considera i diversi granuli protoplasmatici come altrettanti stadi nella formazione del secrete glandolare; e seguendo, in certo modo^ M. Z. *" — 14 — la successiono delle diverse modalita morfologiche e dando quindi la de- scrizione dclle diverse apparenze cellulari, che furono gia dal Krause interpelrate come elementi epiteliali di divcrsa natura chimica e fiinzio- nale, egli e tratto a risultati di ciii rimportanza appare tanto maggiore, qiianlo piii facile e direlto ne 6 stato il controllo. I vacuoli di srcreto^ gia da liii descritti (*), rappresentano lo stadio pill avanzato nella roriuazione intracelliilare del secreto glandolai-e e pro- veiigono direttamente dai grossi granuli incolori delle cellule chiare. Ouesti iiltimi, alia lor volta, costituiscono una fase i)iii matura dei granuli oscuri o colorati, i quali, nella grande diversitii del loro volume, dai limiti estremi della visibilita, coi piii potenti mezzi (ringrandimento, lino ad un volume che uguaglia presso a poco quelle dei grossi granuli chiari, sono I'espressione di altrcttanti stadi di progressiva attivita di se- crezionc. La diversa riccliezza del contenuto granulare nel corpo di queste cellule epiteliali e 1' apparenza dei granuli stessi, tanto nel loro volume che nella loro colorabilita, impartiscono a queste cellule un aspetto cosi diverse, che puo variare in una serie assai estesa di gradazioni interme- die, fra due tipi estremi, rappresentati dalle cellule con piccoli granuli co- lorati e dalle cellule con grossi granuli chiari. Sono questi i risultati ai quali I'u condotto E. Miiller dalle sue ri- cerche: e I'importanza di questi risultati, gia considerevole per se stessa, dope il lavoro del Fischer, per la giusta interpretazione delle particola- rita strutturali gia precedentemente descritte, emerge sempre piii nolle nuove cognizioni, relative alio modificazioni morfologiche in rapporto a' diversi stadi funzionali di questi epiteli glandolari, cognizioni acquisite colle sue ricerche, condotte con indiscutibile severita di metodo e rigore di osservazione. II lavoro del Miiller, frattanto, non mi sconsigliava dal tradurre in pratica il mio concetto gia precedentemente espresso: quello cioe di sor- prendere le modificazioni strutturali che, negli epiteli delle glandole sali- vari, coincidessero colle prime fasi della loro funzionalita. E con cio, mentre era possibile di poi'tare, per via indiretta, un con- trollo alle vedute j)recedenti del Langley, Altmann e dello stesso Miiller, si aveva il vantaggio di ripercorrere, con maggiore ricchezza di particolari, che oggi non si posseggano, la istogenesi degli epiteli delle glandole salivari. (') Archio fur viikr. Anatomie, vol. XLV. — 15 ~ Per quaiito ho potuto rilevare, con una minuta ed il piii possibil- mente rigorosa indagine bibliografica intorno a qiiesto delicato argomento, ie ricerche pubblicate fin' oggi, mentre illustrano a meraviglia il processo organogenico delle ghmdole salivari, tanto nell'uomo che negli animali, lasciano, d' altra parte, ancora insolute alcune importantissime questioni, relative alle intime modificazioni istogenetiche degli epiteli glandolari, specialmente considerate in rapporto alle prime fasi secretive delle glan- dole medesime. II Chievizt stesso (^) che, con grande ricchezza di materiale ed ani- piezza di osservazione, ha studiato, di proposito, lo sviluppo delle glan- dole salivari, non da, a questa parte del suo lavoro, che una estensione assai relativa: cosi che, anche come controllo indiretto alle recenti osser- vazioni strutturali, annunziate da E. MiillerQ, Kuchenmeister ('), Mislawsky e Smirnow('') ed altri, la questione merita, sotto questo punto di vista, una piii ampia ed accurata disamina. Ed a questo concetto, dopo Ie pubblicazioni di Fischer prima e di Mil Her poi, si ispirarono Ie mie indagini, che portal sopra un embrione umano di 22 settimane, sopra un bambino morto poche ore dopo la na- scita, sopra embrioni di cane a diversi stadi di maturita e sopra un em- brione di ratio. Come metodo di fissazione e di colorazione, mi attenni quasi sempre a quelle semplicissino seguito da E. Miiller (fissazione in HgCP e colo- razione in ematossilina alluminosa): alcuni pezzi, pero, sottoposi a fis- sazione colla miscela osmio-bicromica e colorai con una soluzione di da- lia 0 colle varie sostanze di anilina, alio scope di ottenere una colora- zione pill elettivamente differenziatrice. E nolo oramai, a tutti, che Ie prime fasi embriogeniche, nello svi- luppo delle glandole salivari, sono rappresentate dalla comparsa di gittate 0 creste epiteliali, produzioni delta mucosa del cavo orale, che si appro- fondano ])iii o meno nella massa del tessuto connettivo sottostante. A seconda del diverse stadio dello sviluppo embrionale, queste gemme epiteliali primitive assumono in principio 1' apparenza di un bot- tone clavato, il quale, piii tardi, allungandosi ed approfondandosi sempre pill nella sottoposta massa di giovane connettivo, produce delle gemma- (*) Beitrage znr Entwickelungsgeschiclite der Speicheldriisen. (Archiv fiir Anatomie und Physio- .logic, 1885). (*) Loc. cit. (^ Ueber die Bedeutang der Giannuzzi'schen Halbmonde. {Archiv fiir mikrosk. Anat., Bd. 46). C*) Weitere Untersachungen iiber die Speichelaecretion. {Archiv fiir Anat. und Phys., 1896). — 16 zioni epiteliali laterali, assumendo cosi un aspetto ramilicalo die prelude a quella die saia I'appareiiza definitiva del corpo glaiidolare. Queste gemmc secondarie, prodotte per proliferazione del bottone epiteliale priniitivo, collo sviliippo ulteriore del corpo glaiidolare, aiinieii- taiio in nuiiiero, lino pero ad un certo limite; toccato il quale, le ulte- riori fasi evolutive si svolgono a spesa delle gemmazioni gia esistenti, le quali aunienlano niolto di volume, cosi da invadere senipre piii del tessuto connettivo, die fine a questo punto serviva di loro reciproca divisione, e pill tardi si mcttono in diretto contatte le une colle altrc. Da ({uesto moniento, die coincide con uno stadio assai avanzato nello sviluppo enibrionale, il corpo glandolare lia, nel suo insieme, un aspetto assai prossinio a quelle della glandola adulta: salvo per quanto si riferisca a quelle ulleriori moditicazioni strutturali, proprie dcU'epite- lio dei tubuli e degli alveoli glandolari, le quali segnano i primi momenti deirattivita secretiva della glandola istessa. Cosi die, sotto questo punto di vista, si possono, a mio avviso, di- stinguere due periodi fondamentali, nello sviluppo delle glandole sali- vari: un prime periodo, essenzialmente format ivo^ nel quale il lavorio degli dementi epiteliali primitivi determina la coniparsa delle parti co- stituenti il corpo glandolare; ed un secondo periodo, di crescenza^ nel quale gli epitdi glandolari subiscono delle sostanziali modilicazioni strut- turali, avviandosi verso quella che e I'apparenza istologica deU'epitelio nella glandola adulta. E tan to meno seinbrera arbitraria o ingiustificata questa distinzione, ove si consideri: 1° che in una stadio assai avanzato del processo orga- nogenico e quando la produzione delle gemrae epiteliali lia quasi toc- cato il limite detinitivo anche jier la glandola adulta, le cellule di rive- stimento e[)iteliale dei tubuli e degli alveoli neoformati consei'vano ancoi'a, quasi tutte, I'apparenza originaria di cellule rotonde, con grosso nudeo ve- scicolareesottilestrato ])rotoplasmatico perinucleare; 2° die la nuova lase evolutiva, piii essenzialmente istogenetica, si s\olge quasi contemporanea- mente su tutte le parti della glandola neoformata; 3° finalmente, die, in questo secondo stadio, come aveva notato anche il Chievitz, non si ha ({uasi pill traccia di quelle figure cariocinetiche, le quali, numerosissime invece nel prime periodo (fig. 1), erano Tespressione della grande atti- vita formativa degli dementi epiteliali i)riniitivi. Ne, del resto, queste modalita di sviluppo embriogenico si possono considerare come esclusive delle glandole sali\ari deiruonio e dei niam- mileri: esse invece trovano perfetto riscontro nelle cognizioni che fin'oggi possediamo intorno alio svilui)po di diverse lormazioni glandolari, e non — 17 — soltanto nella classe dei maniniiferi, ma anche in altre iiieno elevate nella scala zoologica: nelle qiiali, ad iin' epoca piu o meiio avanzata della glandola, nei tiibi e bottoni epiteliali priiuitivi, cominciaiio ad apparire degli special! elemeiiti, piii voliiminosi e ricchi in sostanza protoplasma- tica, i quali vanno considerati come i precursori degli elementi secretori ancora assenti. Una sostanziale differenza, fra diversi organi e fra le varie classi, put), sotto questo punto di vista, realmente riscontrarsi, soltanto circa I'epoca della comparsa degli elementi glandolari sopra accennati. Una nota organogenica costante, la quale segna, direi, il punto di passaggio Ira due stadi anzidetti, nella formazione delle glandole salivari, riscontrata del resto anche dal Laguesse(^) nel pancreas del montone e nel legato dei teleostei, e la comparsa di una cavita centrale, piii o meno regolare ed evidente, nella spessezza dei tubi e delle gittate epiteliali, fino a questo memento solidi e raassicci. Ora e facile, dall'esame di embrioni a diverso stadio di sviluppo, de- durre alcune particolarita, le quali, stando alle afTermazioni del La- guess e, non sarebbero comuni alle formazioni glandolari studiate da lui, ma dovrebbero essere considerate quasi come esclusive per le glan- dole salivari: quella cioe, che non e possibile produzione di nuove git- tate glandolari, se non da tubi o bottoni epiteliali ancora solidi e rijiieni ed in cui non sia percio nemmeno accennata la formazione di una qua- lunque cavita centrale : e la cessazione, quindi, di ogni ulteriore processo di neoformazione glandolare, in tutte quelle parti, nelle quali, colla com- parsa di forme cellulari j)iu adulte che segnano le prime fasi dell'attivita secretiva della glandola, coincida il prinio accenno di una qualunque ca- vita centrale, sia pure molto ristretta ed irregolare. Cio che significa che, fin da quando incomincia la specializzazione dell'epitelio glandolare, questo entra in quello state di riposo, rispetto all'attivita formativa del nucleo, che e I'espressione della sua stabilita, notata, alio state adulto daBizzozero e Vassale e confermata, poco dope, anche da Boccardi (^) nel pancreas di animali che avevano subilo asportazione parziale dell'organo. Come procedono ora, nella loro successione cronologica, questi due momenti essenziali nel processo organogenico delle glandole salivari? Ecco un quesito, la cui soluzione deve segnare un notevole pro- (') L'liistog6nie du pancreas chez le monton. {Journal tie V Anatomic et de la Physiologie, u. 5, 1895 e n. 2 e 3, J 896). (-) Kicerche anatomo-patologiche sngli auimali privati del pancreaa. {Atti R. Accad. med. di Napoli, 1891). 18 — gresso nella storia dello sviluppo dell'organo e die merita percio una considerazione maggiorc di qiianto, fiiio a ([uesto momento, non gli sia stata concessa. II Chievitz, riferendosi alia formazione del lume nellc gittate epi- teliali primitive, aderma die « fra le cellule centrali nascano piccoli spazi in forma di fenditura, i quali in principio, per la forma poligonale delle cellule confinanti, lianno un decorso irregolare, a foma di zig-zag » ; e solo pill tardi, secondo le sue osservazioni, le fenditure si estendono, inen- tre contemporaneamente le cellule occupano una posizione parietale piii 0 meno regolare. Dalle ricerchc del (lliievitz, per quanto sommariamente esposte in- torno a questo pun to, sembrerebbe poter concludere die I'accenno di una cavita, pei- quanto limitata ed irregolare, sarebbe possibile in tubi od al- veoli glandolai'i primitivi, nei quali le cellule di rivestimento epiteliale conservino ancora il loro carattere originario enibrionale; cosi die le ul- teriori a|)parenze istologiche e specialmente I'ulteriore comportamento degli dementi epitdiali rispetto al lume glandolare, sarebbero, almeno in gran parte, subordinate ad una certa azione meccanica, detei'minata dal secreto raccolto lin da questo momento, nella cavita ddl'alveolo glandolare. Cio, die dall'esame de'miei preparati, non e stato per nulla con- fermato. I cangiamenti die primi colpiscono I'ocdiio dell'osservatoi'e, dal mo- mento die Torgano ha raggiunto il limite massimo nella formazione di nuove gemiiie epitdiali, si riferiscono alle modificazioni dei caratteri morfologici di un numero maggiore o minore di dementi dell' epitdio glandolave: c cio prima ancora che ({uesti, alterando i loro intinii rap- porti primitivi, abhiano potuto dar luogo alia formazione di un qua- lun([ue spazio intercdlulare, sia pure di diametro tanto capillare, da es- sere soltanto visibile coi piii potenti niezzi d'ingrandimento. Se si osservano, in una glandola che si trovi abbaslanza innanzi ndlo svilupi)o organogenico, le diverse gittate glandolari pi-odotte per gemmazione del bottone epiteliale primitivo, si veggono qua e la, e piii facilmente in corris|)ondenza dei punti mono recenti, delle forme cel- lulari nettamente distinte da tutte le altre. Anzitutto, prima ancora che si possa notare un ({ualunquc evidente aumento nelle dimensioni di tali dementi cdlulari, il loro protajilasma sembra aver perduto inolto dclla sua affinitii per le ordinarie soslanze coloranti; cosi che, nientre il nudeo, che si potrebbe dire ahpianto im- picciolito, spicca evidente nella sua colorazione abbastanza intensa, il — 19 — protoplasma circostante invece, lino ai confini del rispettivo corpo cel- Iiilare, appare assai, sbiadito, in alcuni preparati sembra quasi del tutto scolorato: cio clie rende, anelie ad iin esame molto siipei'Iicialc, inime- diatamente differenziabili queste forme cellulari, dalle altre contenute nello interno della stessa gittata glandolare primitiva. (Fig. II). Nolo che la comparsa di questi speciali elementi, e piii precoce nelle glandole a tipo sieroso, e piii sollecita e la loro nioltiplicazione, come avremo occasione di vedere in prosieguo. Ora, suila interpetrazione di queste minute modificazioni istologi- clie, dopo il ripetuto e rigoroso esame dei miei preparati, non mi e sembrato di poter essere d'accordo col Gliievitz. Questo autore, die, in uno stadio assai prossirao a quello osser- vato da me, nota la presenza di queste forme chiare, fra le cellule oscure a grosso nucleo rotondo, mette in rapporto questa appai'enza sbiadita dei rispettivi corpi cellulari colla com})arsa di un contenuto dr" mucina: e registra quindi tutta una serie nel grado di coloi-abilita di queste cellule, dipendente appunto dalla diversa proporzione di conte- nuto in mucina rispetto alle parti protoplasmaticlie della cellula stessa. Se non che, un piii attento esame mostra all'evidenza trattarsi di una fase assai meno avanzata nell'attivita secretiva delt'ejiitelio glan- dolare. Quando, di fatti, in uno stadio ulteriore o anche nella glandola adulta, I'aspetto scolorato della cellula dipende evidentemente dalla pre- senza dei grossi granuli chiari e dei vacuoli, che rappresentano, come abbiamo detto innanzi, il grado piii avanzato nella formazione intracel- lulare del secrete glandolare, si notano delle particolarita che non hanno alcun riscontro nell'apparenza delle cellule chiare di cui ora ci occu- piamo. Fra queste, importante ed immancabile, e la situazione eccentrica del nucleo, il quale, spinto quasi dall'abbondante contenuto cellulare, si avvicina sem|)re piii alia porzione basale della cellula e si de])rime, tanto da assumcre un aspetto appiattito, col maggior diametro dis})o- sto nel sense della parete alveolare. Inoltre, in queste cellule, salvo quella quasi apparenza reticolare, simulata dai margini contigui dei grossi granuli incolori, nulla tra- spare, in corrispondenza dei punti piii scolorati, della struttura fonda- mentale del corpo della cellula. Assai diverse da questo e, invece, I'aspetto delle cellule chiare, alle quali io mi riferisco. Come dimostrano chiaramente le tre cellule chiare disegnate nella — 20 — fig. II della tavola, e evidente clie, in questo stadio di sviliippo, il nu- cleo conserva ancora perfettamonte la sua posizione centrale nel corj)o della cellula, non solo, ma da rotondo clie era, col sensibile aumento di uno dei suoi diametri, si dispone in senso radiale, rispetto al futiim lume deH'alveolo glandolare, e quasi perpendicolarmente, (juindi, alia parete dello stesso. Cio die, torse, prelude, all'auniento nel diametro di altezza della cellula. Inoltre, la comparsa della zona cliiara, nel corpo della cellula, non precede dal limite interno di questo, verso la sua estreinita basale, in rai)porto colla parete dell'alveolo, ma invade invece, in \nimo tempo, la zona perinucleare della parte protoplasmatica della cellula, e mano mano, con decorso centrifuge, linisce per estendersi a tiitto il coi'po di que- sta e contemporaneamente verso i suoi limiti interno ed eslerno. wSi potrebbe osservare e disegnare tutta una serie di forme inter- medie, fra le cellule della lig. II gia citate. Le differenze, come si vede, sono assolutamente sostanziali: e tanto pill se si noti clie, nei limiti di (juesta zona poco colorata, appare evi- dentissimo il prime accenno di quella delicatissima rete di spongiopla- sma, sulla quale poi Miiller, Mislaswsky e Smirnow ed altri lianno ricliiamata 1' attenzione nelle cellule della glandola adulta. Poco marcata nei preparati tissati al Hg CP e colorati colla ematos- silina alluminosa, questa rete diventa assai piii nitida nei preparati sot- toposti alia fissazione osmio-bicroniica, anclie senza un ulteriore tratta- mento colorante. (fig. III). Mi sembra diniostrato, dope cio, die, prima ancoi-a di parlare della comparsa di un qualunque secrete, nell' interno dei giovani e|)ildi, vada segnato un precedente stadio evolutive assai importante, per la com|)arsa di dementi strutturali, costanti nelle cellule della glandola adulta. E se, nelle glandole salivari degli uccdli (pei* quanto almeno si })uo dedurre dalle brevi osservazioni che il dott. E. (liacomini C) dedica a questo momento dello sviluppo dell' organo nel suo imi)ortante studio su (juesto argomento) sembra die la comparsa della rete di spongio- plasma sia posteriore o tutt' al piii contemporanea alia jirima formazio- ne intracellulare del secrete glandolare, non e lecito escludere del tutto- r ipotesi che, foi-se, in questi animali la rapidita dell' inizio dell' attivita funzionale dell' epitelio, in rapporto col decorso niolto piii sollecito dello sviluppo deir organo, possa nascondere quel momento e\oiulivo, die (') SuUe ghmclole salivari ilegli nccelli. {Monitore Zoologico italiano, 1890). 21 — invece rappresenta, a inio avviso, iiiio stadio istogenetico |)erfettaniente distill to e determinato nelle jL;landolo salivari dell' embrione luiiano e del mammiferi; almeno di quelli clie furono oggetto delta niia osservazione personate. Ho gia notato, precedenteniente, che la comparsa di questi ele- meiiti e, presso a poco, contemporanea nelle diverse proliferazioni glan- dolari; non in niodo, pero, die non si possa notare un certo grado di sviluppo proporzionato alia successione cronologica nella formazione delle gittate niedesime. Net sense che, nell' interno delle diramazioni glandolari, piii rav- vicinate at punto di formazione del dotto principale della glandola, e pill superficialmente situate rispetto alia mucosa del solco alveolo-lin- guale primitivo, non solo si notano prima le forme piii avanzate, rispetto alto stadio embrionale indicate piii sopra, ma e inoltre evidente la com- partecipazione del maggior numero di elementi epiteliali at lavorio di una ulteriore pertettibilita morfologica. Cio die si rivela, con molta evidenza, e meglio ancora ad un in- grandimento relativamente debole, con una tinta quasi uniformemente sbiadita della gemmazione glandolare ancora completamente solida. E da questo momento, soltanto, che nell' interno dell' alvcolo glan- dolare, incomincia 1' accenno di una cavita, la cui comparsa coincide, per conseguenza, coi gradi piii avanzati del progresso morfologico del- r epitelio, i quali caratterizzano, come dicevo piii sopra, il periodo di crescenza delle diverse parti della glandola, senza pero segnare ancora il principio della sua attivita funzionale. In questo stadio, infatti, per 1' aumento della parte protoplasmatica nel corpo delle giovani cellule epiteliali, queste aunientano sensibilmente il lore volume, assumendo prima un aspetto quasi cilindroide, o meglio di ovale piuttosto allungata e radialmente disposta (figg. II, III, IV), per accostarsi, in seguito, sempre piii alia forma irregolarmente cubica della cellula adulta. La parete alveolare, ancora assai delicata, segue, certo anche atti- yamente, con un vero processo di moltiplicazione dei suoi elementi con- nettivali, questo movimento di espansione dell' epitelio ; 1' alveole aumenta sempre il suo volume ed, a misura che si approfonda di piii nel sotto- posto connettivo e si avvicina ai contigui acini glandolari, perde grada- tamente quell' aspetto uniformemente rotondeggiante che gli e caratte- ristico nelle fasi meno avanzate dello sviluppo. E in questo periodo, adunque che, precisamente col meccanismo studiato e descritto da Ghievitz e Giacomini ndle glandole salivari e da 22 Laguesse nel pancreas, le cellule morfologicamente piii perfette perdono, nel loro movimento di espansione, il reciproco contatto fra i rispettivi margini contigui e si deterniina il primo accenno della cavita deiracino glandolai'c. (lig. lY). Sii questa parte, Ic ricerche degli an tori, ora citati mi dispensano dal trattenermi piii oltre. Ho detto, pill sopra, clie la comparsa di qiieste forme cellulari, chiare, assai prossime, nella loro costitiizione morfologica, ai caratteri sostanziali della cellula adulta, si e mostrata assai ])iu precoce negli alveoli delle glandole salivari a tipo sieroso. In questi, come dimostra la lig. 11 della tavola, i primi dementi in via di trasformazione em- bi-iologica, sono, per quanto almeno risulta dalla mia osservazione diret- ta, sempre quelli disposti alia periferia della gemmazione glandolare ancora solida ed in contatto quindi colla parete alveolare. Posteriormente, })er la semj)lilicazione della stratilicazione dell' epi- telio, clie consegue all' ingrandimento dell' alveolo glandolare, questi elementi, pur rimanendo semj)re in contatto colla parete di questo, lini- scono per trovarsi, coll' estrenuta loro interna, in rapi)orto colla cavita centrale dell' acino glandolare. Nella sottomascellare, pero, e specialmente anche nella sottolinguale, si possono avere delle apparenze assai divei'se da quelle sopra descritte. In molte gemmazioni glandolari, cioe, queste cellule chiare, in via di progrediente trasformazione istologica, non si mostrano in immediato contatto colla parete dell' alveolo : come dimostra la fig. lY delta tavola, r estremita esterna di queste cellule e, in questi punti, contigua con un' altra cellula, generalmente appiattita nel sense della parete, quasi di apparenza lamellare e con nucleo rotondeggiante o, in alcuni casi, allungato nel sense stesso del corpo cellulare : mentre il nucleo della cellula cliiara situata nel piano piii interne, conserva la ligura alluu- gata, nel sense radiate, precedentemente descritta. Cio clie, in questi casi, ha costantemente richiamato la mia atten- zione, e una evidente corrispondenza nello svilui)po istologico delle con- tigue cellule epiteliali : in (juanto che, alia stessa maniera di quelle piii internamente situate, le cellule parietali pi'esentano la stessa scarsa i-ea- zione per le ordinarie sostanze coloranti e quindi quella medesima aj)- ])arenza chiara, die, ad un opportune ingrandimento, rende j)ossibile, per una limitatissima zona perinudeare, 1' esame del reticolo di spon- gioplasma i)recedentemente notato. E insomina assai evidente die questo movimento di ultei'iore ])er- fetlibilita morfologica, nelle cellule parietali, ai)j)iatlile, si svolge, in cerlo — 23 — modo, parallelamente alio sviluppo delle contigue cellule chiare del piano pill interno ; cosi clie le une e Ic altre prehidono alia ulteriore fase se- creliva, della coi-rispondente gemmazione glandolare. Posteriormente, pero, nelle glandole die si trovano in una fase piii avanzata, e chiaro il fatto chc i diversi stadi dell' attivita secretoria si sYolgono, nelle cellule piii interne, con una successione assai piii rapida e distinta die non nelle cellule parietali ; die anzi i dubbi ancora quasi persistenti suUa vera natura del secrete, formate, nelle glandole adulte, dalle semilune del Giannuzzi (delle quali le cellule parietali, da me descritte, non sono se non i rappresentanti embrionali) sono giustificati dalle sensibili varieta morfologiche che, alio state adulto, e possibile re- gistrare fra le cellule semilunari e quelle mucose, piii internamente si- tuate. Le ricerche recentissime di Mi slaws ky e Smirnow (^) lianno di- mostrato che, anclie nello state della piii attiva secrezione glandolare, sperinientalmente determinata colla irritazione della corda del tiin])ano e del simpatico, mentre nelle cellule mucose il secrete ha gia raggiunto lo stadio pill maturo della sua daborazione intracellulare, non solo, ma ha anche, per la maggior parte, abbandonato il corpo delle cellule, nelle quali non si vedono che rari e grossi vacuoli di secrete, oltre la rete di spongioplasma, invece nelle cellule semilunari sono ancora perfettamente visibili dei granuli, intensamente colorati e distribuiti in gruppi, irre- golarmente sparsi nel reticolo fondamentale del corpo cdlulare. Cio che, pur confermando la natura secretoria delle semilune del Giannuzzi, die oramai si ritengono generalmente come cellule a tipo sieroso, simili a quelle della parotide (Ktichenmeister, Mi slaw sky e Sm irnow) dimostra che la funzionalita delle cellule mucosee delle semilu- ne, a ditferenza di (juanto abbiamo visto accadere per il loro sviluppo, pro- cede indipendentemente le une dalle altre. In ogni modo, pero, il concetto strutturale, che, da queste mie osservazioni istogenetiche riceve una nuova e valida conferma, e quelle della reale ed indiscutibile esistenza di una doppia stratiiicazione del- r epitelio negli alveoli della sottomascdlare, della sottolinguale ed anche delle glandole alveololinguali, secondo la denominazione di Chievitz. E note che questa particolarita strutturale e stata, negli ultimi temj)i, oggetto di lunga controversia. Confermando, infatli, le vedute di Stijhr, (-), il Seidenmann (^) nega alle semilune del Giannuzzi il (^) Loc. cit. (") Ueber Schleimdriisen. {Festschrift fur Albert v. Kolliker. Leipzig, 1887). (^) Beitrag zur Mikropbysiologie der Schleimdriisen. {Internationale Monatschrift fur Anatomie xmd Physiologic, Band X, Halt 12, 1893). 24 — signilicato di iiidividualita celliilad autoiiome e indipeiidenti dalle con- tigiie cellule miicose c iion riconosce, qiiindi, V esistenza di una doj)- pia stratilicazione dell' epitelio. Secondo questo autore, si tratterebbe di un unico strato di grosse cellule, la cui sezione centrale, ripiena di mucina, si distacchi sensibil- mente dalla sezione periferica, protoplasmalica, la quale, intensamente colorala, sinuderebbe percio 1' aspetto fallace di vere cellule niarginali. Gia, invero, le iraportanti ricerche di H e 1 1 ni u t li K ii c h e n m e i s t e r (^) intorno al vero signilicato delle cellule semilunari del (Jiannuzzi, con- fermando 1' antico concetto di Heidenhain e Klein, i ({uali ritenevano invece V esistenza di una bistratificazione dell' epitelio, avevano vitto- riosaraente cond)attute le conclusion! del Seidenmann; ma se vi fosse bisogno ancora di una prova a conferma delta esistenza di questa duplice categoria di elenienti epiteliali, essa ci verrebbe, senza dubbio, fornita da' risultati delle precedenti osservazioni istogenetiche ; le quali ci per- mettono di seguire, rispettivamente per ciascuna categoria di cellule, quelle peculiari trasformazioni niorfologiche che nienano alia comparsa delle parti fondamentali del corpo cellulare, quale il nucleo circondato dalla caratteristica rete di spongioplasma; mentre 1' assenza di qualsiasi fenomeno di secrezione ci vieta ancora quahnKfue giudizio relativamente alia natura funzionale delle une e delle altre. E solo pill tardi, quando le diverse fasi secretive si trovano nel lore libero svolgimento, che questo giudizio ci e reso possibile : ed e in questo periodo, appunto, che le osservazioni di Ramon y Cajal (") e Retzius f) intorno agl' intimi rapporti fra le piii sottili vie del secrete ed il corpo delle cellule semilunari, e quelle posteriori del Kiichen- meister intoi-no alia natura secretoria di (luesti elementi epiteliali, ci hanno permesso di riconoscere, nelle semilune del Giannuzzi, il signi- ficato di parti sierose delle glandole salivari. Durante 1' esame delle modificazioni embriogeniche dell' alveolo glandolare, d' altra parte, e facile riconoscere, i)er questo doppio ordine di cellule, la costanza dei rispettivi rapporti topogralici, in relazione tanto alia parete, quanto anche alia cavita dell' alveolo. Assai pill agevole, dope le ricerche del M tiller, c la descrizione delle ulteriori fasi istogenetiche, caratterizzate dalla com|)arsa di parti- colarita morfologiclie, che sono 1' esponente delta incipiente attivita fun- zionale deir organo. C) Loc. cit. (^) Nuevas aplicaciones del metodo di coloration de Golgi. — Barcelona, 1889. (^) TJeber dio Aniauge der Driisengiiuge and die Nervendigauden in den Speicheldriisen des Hundes. {Biologische Unlersuchungen. Stockolm, 1892). lio E cliiaro, dopo qiianto si e (let to [jrecedentemente, clie questo niiovo elemento iiiorfologico e rappresentato dai graniili. Sino a questo moniento, pure seguendo la progressiva perfettibilita degli elementi epiteliali, colla comparsa delle parti essenziali costituenti il corpo della cellula, non si e mai iiotata la presenza dei granuli ; cio che dimostrava evidentemente, il silenzio di qualunquc attivila funzio- iiale, nel corpo dell' epitelio glandolare. La comparsa di questa particolarita istologica, dunque, la quale e stata oramai dimostrata come costante nelle cellule della glandola adulta, segna uuo stadio di completa maturita dell'organo. Non lio potuto, in realta, controllare la verita dell'atFermazione, che la conijjarsa dei granuli avvenga in senso centrifuge, dalla estremita in- terna della cellula, yei'so la sua estremita basale, in rapporto colla pa- rete dell' alveole. La fig, A^I della tavola riproduce alcune cellule della sottomascel- lare di un embrione di cane, quasi a termine: ed c facile conviucersi coll'esame di un buon numero di preparati di glandole, che si trovino presso a poco alio stesso stadio di sviluppo, come questo sia in I'ealta r aspetto ordinario delle cellule epiteliali, a' primordi della loi-o attivita secretiva. Avviene adun(|ue che, negli spazi piii o meno ampi, limitati, nel corpo della cfellula, dal reticolo di spongioplasma innanzi descritto, com- paiano assai rari, in principio, e senza nessuna speciale distribuzione ri- spetto all'uno od all'altro polo della cellula, i caratteristici granuli, piut- tosto piccoli ed assai intensamente colorati dalla ematossilina alluminosa. In altri tubuli glandolari s'incontrano delle cellule assai piii title nel loro contenuto grauulare, come la cellula scui'a nella tig. VI della tavola: e dallo esame delle numerosissime gradazioni intermedie, fra questi due tipi estremi, e lecito dedurre che, a misura della loro incessante molti- plicazione nel corpo della cellula, i granuli si ammassano verso 1' estre- mita interna e finiscono per sospingere il nucleo, gradatamente alia pe- riferia, verso 1' estremita basale della cellula istessa. E solo con questo meccanismo che si puo, a mio avviso, darsi ragione della crescente proporzione del contenuto grauulare, daU'esterno verso il margine interno della cellula, quale si riscontra in molti ele- menti deir epitelio glandolare. II reticolo intergranulare diventa naturalmente tanto meno appari- scente, quanto maggiore e la proporzione del contenuto in granuli; ed il nucleo, meno nelle cellule a granuli molto fitti, conserva ancora una posizione abbastanza centrale nel corpo dell'elemento epiteliale. — 26 — Si svolgono ora, in qiieste glandole, sia pure assai avanzate iiel proccsso del loro sviliippo istogenetico, tutte quelle ultcriori fasi, nella forniazione intracellulare del secreto, che sono state cosi bene descritte, per la glandola adulla, nell' ultimo importante lavoro del Miiller? II (iliieyitz, gia nei condotti escretori dclla sottomascellare di un embrione di 22 settiniaue, e riuscito ad osservare dei coaguli cliiari, simili, egli dice, a quelli della glandola adulta : ciu che lo induce a con- cludere che, assai presto, abbia principio la eliminazione del secreto, subito dopo la sua prima forniazione intracellulare. A parte la ini|)ossibilita, nella quale mi sono trovato, di un pre- ciso e sicuro controllo di questa osservazione del Chievitz, debbo ri- chiamare rattenzione sul fatto die, anche negli stadi piii avanzati dello sviluppo embrionale, non mi e riuscito di sorprendere, neirinlerno delle cellule epiteliali, ne i grossi granuli chiari, ne i vacuoli di secreto che si possono, oraniai, considerare come la forma piii matura della fase intracellulare del secreto. I granuli, pur raggiungendo, taholta, un volume relativamente ab- bastanza rilevante, restano in generale, in questi preparali, assai inten- samentc colorati; il che vuol dire che non hanno ancora percorso tutte le fasi dclla loro elaborazione per parte dei giovani epiteli: cio che non impedisce, del resto, di osservare, con grandissima frequenza, delle forme come quella disegnata nella fig. Yll della tavola, in cui i granuli vanno progressivamente abbandonando il corpo della cellula, pur essendo assai primordiale ed imperfetta la fase della loro elaborazione. Cosi che, moditicando alquanto le idee espresso dal Chievitz, si puo, a mio avviso, ritcnere come diiiiostrata una relativa precocita nella eliminazione del secreto, da parte deircpitelio glandolai'c, senza pero che essa possa essere ritenuta come I'esponente di una attivita secretiva gia perfetta. Forme cellulari pin adulte, come quella disegnata nella lig. Y, io non ho potuto rilevare dai preparali di glandole, in un' epoca antece- dente a (piella della nascita. Le due cellule appartenenti ad un preparato di sottomascellai-e di un cagnolino di 18 ore, conlengono evidentemente apparenze granulai'i assai i)iu mature: ma a dillerenza di ({uanto avviene nella glandola adulta, i granuli chiari sono qui contenuti neU'interno del corpo cellu- lare, in una proporzione assai povera: cio che, specialmcnte (juando si tenga conlo della contemporanea j)resenza, nel corpo della sicssa cellula, di forme granulari assai j)iu giovani, dimostra come, anche in ({ueslo periodo, le due fasi della elaborazione e della eliminazione del secreto, 27 — da parte dell' epitelio giandolare, si svolgono in modo ancora iiiiperfetto e disordinato, e senza qiiella reciproca dipendenza, regolata dagli stadi della matiirita secretiva, clie s' osserva costanteraente nelle glandole adulte. Sullo sviluppo del diaframma dorsale nel polio. NOTA PREVENTIVA DEL DoTT. DANTE BERTELLT. Eicevnta il 19 gennaio 1898. £ vietata la riprodnzione. Ilo dimosti'ato die le pieghe dei renl priinitivi contribuiscono nel polio alia costituzione del diaframma dorsale. (*) Avendo seguitate le ricerche sullo sviluppo del diaframma dorsale, osservai die alia formazione di esso pren- dono larga parte il Legamento epato-cavo-polmonare (Matlies) ed il Legamento epafo-polmonare (M a t h e s). Tornero estesamente su questo argomento nel riferiro risultati di in- dagini die sto facendo sullo sviluppo delle sacche aerifere le quali hanno intimi rapporti con il diaframma dorsale. (') D. Bertelli. — Pieghe clei reni primitivi. Contributo alia morfologia ed alio sviluppo del diafraiuma. {Meinorie della Soc. toscana di sclenzc naturali. Vol. XVI). NOTIZIE E. Istitnto Lombardo di Scienze e Letfcere. — Premi e Concorsi. — Fu conferito il premio di L. 2500 ed una medaglia d' oro del valore di L. 500 alia dr. Eina Monti per la memoria: « Eicerche ana- tomo-comparative sulla minnta innervazione degli organi trofici uei cranioti inferiori. »— Premi di Fon- dazione Fossati : Pel 1899 : lUustrare un punto di auatomia macro- o niicroscopica del sistema uervoso centrale. Scadenza 1° maggio 1899. Premio L. 2000. — Pel 1900 : Eigenerazione delle fibre nervose perife- riche nei vertebrati. Scadenza l^ maggio 1900. Premio L. 2000. CosiMO Cherublni, Amministratore-responsabile. — 28 — Milano- Via G-. Revere, S. -Milano INICA FABBIIICA AAZIONALE Dl MICROSCOPI ED ACCESSORI DITTA FORNITRIGE di tulti i Gabinetti Uiiiversitari del Regno MICROSCOPIO GRANDE IVIODELLO con cremagliera, apparato Abbe, diafraruma ad iride, tavolino in ebanite, revolver, due obbiettivi a secco 8 e 7*, uno ad immersione omogenea Vi2" , due oculari 2 e 4; il i^utto posto in elegante armadietto in mogauo L. 400 {ingrandimenti fino a 1000 diametrt) Mm olMettiYo V15" Semiapocroiiiatlco IMMERSIONE OMOGENEA Obbiettivo raccomandato per la grande potenza e per la sua durata (Vedi Zeit- schrl/'t fllr ^vissenschaft. Mici'oscopie del 12 settembre 1894, Band XI, Heft 2) L. 200 coi due oculari compensatori 4 ed 8. CATALOG¥~GiiNIERALF GRATIS a semplice ncliiesta Pagamenti rateali mensili pei SigJ^ U(ficiali sanltari comunali. PUBBLICAZIOXI DEL R. ISTITUTO DI STUDI SUPERIORI IN riREN;^E Sezione di Medicina e Ciiirurgia. Oontribuzione alio studio dello sviluppo del nervi encefalici nei mammiferi, in confronto con altri vertebrati. IV. Sviluppo dei nervi oculomotore e trigemello. Pag. 100, con 4 lav. Firenze, 1897. Prezzo : L. 4. 50 I'^ireuze, Stab. Tip. Eior., Via S. Gullo. 33.— 1897 m MDiici Italiai (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) DIRETTO DAI DOTTORI GIDLIO CHIARUGI EUGENIO FICALBI Prof, fli Aiiatorai.'i urnaii.i Prof. (U Auatomin comp. e Zoolosia nel fl. Istitiito di .Stmli Super, iu Fireuze iiclla II. Uiiiversit.'i di AIes.sinii Ufficio di Direzione ed Amministrazione : Istitiito Anatouiico , Firense. 12 numeri all' anno — Abbuonamento annuo L. 15. IX Anno Firenze, Febbrajo 1898 N. 2 SOMMAHIO : Sunti e Rivisie: Cavazzani E., Intorno ai gangli spinali. — Lu= garo Em SuUe alterazioni delle cellule uervose dei gangli spinali in seguito al taglio della branca periferica o centrals del loro prolungamento. — Lugaro E., Sul comportamento delle cellule nervosa dei gangli spinali in seguito al taglio della branca centrale del loro iDrolungamento. — Pag. 29-32. Russo A., Sul cosi detto canale problematico delle Oloturie. — Qiacomini C, La ijlica semilunaris e la laringe nelle scimmie antropomorfe. — Versari R., Kicerche sulla tonaca muscolare della vescica urinaria e specialmente sul niu- scolo sfintere interno. — Versari R., Le arterie timiche nell' uomo ed hi altri mammiferi. Loro rapporti colle arterie tiroidee. — Pag. 32-36. CoMUNicAzioNi OuiGiNALi: Chiarugl Q., Di un organo epiteliale situato al dinanzi della ipofisi e di altri punti relativi alio sviluppo della regione ipofisaria in embrioni di Torpedo ocellata (con 17 fig.). — Pag. 37-56. NoTiziE. — Pag. 56. Avverter\za Delle Comunicazioni Originali che si pubblicano nel Moni- tore Zoologico Italiano e vietaia la riprodiizione. SUNTI E RIVISTE 1. Cavazzani E. — Intorno ai gangli spinali. — Arch. Ital. di Clinica medica, An. 36, Puntata 1, pag. 41-53. Milano 1807. Con tav. 2. Lugaro E. — Sulle alterazioni delle cellule nervosa dei gangli spinali in se- guito al taglio della branca periferica o centrale del loro prolungamento. — Riv. di Patologia nervosa e mentale, Vol. 1, Fasc..I2, jyctg. 457-470. Fi- renze, 1896. Con fig. 3. Lugaro E. — Sul comportamento delle cellule nervose dei gangli spinali in seguito al taglio della branca centrale del loro prolungamento. — Riv. di Patologia nervosa e mentale, Vol. 2, Fasc. 12, pag. 540-543. Firenze, 1897. 1. Varia sono le question! che I'A. si a proposto di studiare. Auzitutto de- terminare la grandezza media della cellule dei gangli spinali nelle varie specie di vertebrati, non solo, ma anche nelle diverse razze della stessa specie; inoltre il rapporto fra la grandezza di esse cellule ed il peso a 1' eta dell' animale, e nello stesso animale le eventuali diiferenze nelle varie rcgioni. La misurazione — 30 e stata fatta alcune volte in preparati a fresco per dilacerazione, rischiarati con gliceriua e fissati con una soluzione di acido osmico 1 " ol altre volte in sezioni di gangli induriti in liquido diMiiller e nella serie degli alcool, e poi inclusi in celloidina od in paraffina. Ecco i resultati: 1" Le cellule dei gangli spinali hanno grandezze diverse nei vertebrati appartenenti a specie diversa. 2° La grandezza delle cellule non e direttamente proporzionale al volume del corpo nei diversi vertebrati: in generals pero le cellule piu piccole si tro- vano negli animali piu piccoli. B° In animali della stessa specie, ma di razza diversa, si trovano varia- zioni nei diametri medi delle cellule: dovranno esser fatte altre ricercbe per determinare se esse sieno caratteristicbe delle singole razze : pare sicuro che nei caui piu grossi sono piu sviluppate clie in quelli piccoli. 4° Negli animali della stessa razza la grandezza media delle cellule e maggiore nell'adulto: le osservazioni sui feti e sugli animali giovani dimo- strano che il diametro delle ganglio-cellule aumeuta nell'epoca dello sviluppo molto rapidamente: nei feto di vacca essendo 1' aumento del peso corporeo da 100 a 160, r aumento del diametro delle cellule e da 100 a quasi 150: uel gatto di due giorni il diametro medio e la meta di quello del gatto adulto. 5" Nello stesso animale il diametro medio delle cellule dei gangli cervicali e dei gangli lombari (raammiferi) varia da quello delle cellule dei gangli dor- sali, essendo il diametro di queste ultime un po' piu piccolo. Esiste una relazione fra la grandezza delle cellule gangliari e la lunghezza delle fibre nervosa relative? Questo il secondo quesito die Gavazzani sie posto. Sembra cbe 1' accorciamento di un nerve artificialmente prodotto colla sua sezione, dia luogo (rana) ad un leggiero impiccolimento delle cellule del ganglio relative. Siccome pero in queste esperienze veniva amputate 1' arto, pu6 sorgere il dubbio se I'impiccolirp delle cellule nou sia invece da attribuirsi alia mancanza di attivita; si sostiene infatti cbe la grandezza delle cellule stia in rapporto diretto colla loro attiva fuuzionalita. Infine I'A., ricordato cbe la struttura delle cellule in questione e varia nei varii animali, come fu da altri dimostrato, riferisce le particolarita che egli ha riscontrato in un Cercojnthecus. II metodo di studio fu quello Weigert- V as sale. II protoplasma delle cellule dei gangli in questa scimmia e finamente granuloso come nell' uomo. Non tutte le cellule poi hanno gli stessi caratteri: alcune sono piu grandi, piu trasparenti, piu tondeggianti, con nucleo sferico, centrale; altre piii piccole, spesso irregolari, con nucleo eccentrico e non sempre sferico: di piu le prime si colorano raeno delle seconde coll' eosina, coll'ema- tossilina, col carminio : col metodo Weigert-Vassale le seconde si colori- scono in bruno, come il connettivo, mentre le prime assumouo una tinta verde- azzurrognola, dovuta alia presenza nei citoplasma di grauuli avonti una parti- colare affinita per la sostanza colorante, affinita comune con altri granuli che stanno nella guaina ruidollare delle fibre nervose. Fra i due tipi descritti esi- stono forme intermedie. Quanto alia interpretazione da darsi a questa diversita di struttura, delle tre ipotesi, die si tratti o di cellule in diverse grade di sviluppo, e di cellule aventi funzioni diverse, o di cellule die si trovano in diversi periodi della stessa funziene, 1' A. crede che solo la terza meriti di esser presa in considerazione. — 31 — 2. Scopo di queste ricerclie e stato qaello di determinare il modo di com- portarsi delle cellule dei gangli spinali in seguito a lesioni della branca pe- riferica e di quella centrale del loro prolungamento. Veniva fatta percio I'asportazione di un lembo cutaneo, che priva un certo uumero di elementi dei gangli delle loro estreme ramificazioni periferiche, o il taglio di un uervo misto che tronca la branca peril'erica ad una distanza piu o meno grande dal centro cellulare, o il taglio della radice posteriore fra il ganglio ed il midollo che tronca le branche centrali di tutti gli elementi del ganglio corrispondente, o il taglio trasverso nei cordoni posteriori che mutila piu o meno le branche ascendenti degli elementi dei gangli sottoposti e le branche discendenti degli elementi di varii gangli posti al disopra del taglio. Gli animali che avevano servito per I'esperienza (cani, conigli, cavie, gatti) venivano uccisi dopo un tempo variabile (da. poche ore a parecchi giorni); si fissavano poi i gangli in soluzione di sublimate secondo Heidenhain, e le sezioui venivano colorate con tionina. Da tali esperienze e risultato che le cellule dei gangli mentre subiscono un processo di alterazione che puo condurre anche alia morte e alia scomparsa dell'elemento in seguito alia lesione della branca periferica del loro prolunga- mento, conservano la loro normale struttura in seguito a lesioni o al taglio totale della branca centrale. La prima idea che si affaccia, dice I'A., e che tale differenza di contegno stia in rapporto alia nota differenza die le due branche esercitano rispetto al corpo cellulare. Si j^uo infatti pensare che la cellula privata degli stimoli esterni che le affluiscono in modo continuo, e condannata a una completa inazione, possa alterarsi e degenerare, mentre separata dai centri, pure perdendo la sua funzione nel sistema della coUettivita nervosa, continui a vivere di funzioni in. dividual], continuando a ricevere gli stimoli consueti. Ma sta il fatto che le cel- lule delle corna anteriori, in seguito al taglio dei nervi periferici, subiscono lo stesso processo degenerativo come le cellule dei gangli spinali. Eppure esse sono rispetto alia lesione in una condizione affatto inversa, inquantoche e im- pedita la estrinsecazione della loro attivita, ma non e impedita la ricezione de- gli stimoli per le vie riflesse dirette e indirette e per la via del fascio pirami- dale. La loro condizione e invece analoga a qnella delle cellule del ganglio spinale in seguito al taglio della branca centrale, le quali ricevono del pari gli stimoli fisiologici, del pari non possono estrinsecare la loro attivita, eppure non degenerano. Questo diverso contegno viene messo in rapporto con la diversita specifica delle funzioni dei due ordini di elementi sensitivi e motori, e nello specializzarsi della funzione e nell'adattarsi del ricambio organico alia funzione specializzata, per cui il protoneurone sensitivo risente piu specialmente la sop- pressione degli stimoli esterni, mentre quello motore soffre piuttosto per la mancanza della scarica dell'energia che esso elabora e che normalmente vien subito allontanata dal centro di produzione. Infine Lugaro si ferma sulla intei'pretazione da darsi ad un altro fatto ve- rificato nel corso delle sue esperienze e cioe al parziale recedere delle altera- zioni in alcuui elementi dei gangli spinali. Quando I'elemento nervoso e leso nelle sue connessioni e ne e impedita la funzione specifica, si ridesta in grado maggiore o minore la primitiva autonomia organica e si ha un tentative di processo di riparazione, felice o infelice a seconda del rapporto tra I'intensita del perturbamento e la individuale attitudiue alia ripai-azione organica. 32 3. Le cellule dei gangli spinali che conservano la loro normale struttura in seguito a lesioni o al taglio totals della loro branca centrale, pi-esentano a lun- ga scadenza qualclie fatto di alterazione, qualclie lento fenomeuo involutivo? Le esperienze a questo proposito fatte in precedenza da Lugaro non andando oltre al 40" giorno, per rispondere al quesito ora formulato egli opero due cani del taplio di varie radici posteriori tra ilmidoUoed i gangli intervertebrali, ed uccise gli animali dopo 6 mesi I'uno, dopo un anno I'altfO. Orbene i resultati non variarono; gli elementi rimasero perfettamente normali anche dopo un pe- riodo cosi lungo di tempo. II protoneui-one sensitivo adunque anche separata dai centri su cui scarica la sua attivita, anche mutilato deH'organo che serve a questa scarica, puo vivere di vita autonoma: e bensi necessario I'afflusso perenne degli stimoli esterni, ma non il deflusso deU'energia elaborata in seno al corpo cellulare. Livini. Russo A. — Sul cosidetto canale problematico delie Oloturie. — Boll. d. Soc. d. Natur. Napoli, Vol. XI, p. 1-4. Napoli, 1897. In piccoli individui di Holothuria Poll, D. Ch., lunghi da 7 a 30 mm. e previamente narcotizzati colla cocaina, 1' A. studia lo sviluppo del canale pro- blematico. La lama mesenterica sporge dapprima con un piccolo diverticolo, in vicinanza degli elementi gehitali. Piu tardi si forma un secondo diverticolo' in prossimita dell'intestino, e cosi ottiensi una doccia che comunica colla ca- vita generale. I due diverticoli s'avvicinano, per il crescere continuo del se- condo, e si fondono; cosi la doccia diventa canale. Questo e appunto il canale problematico o genitale. L' A. afferma che si tratta di una formazione omologa al seno aborale degli Echinidi, e quindi alio spazio periemale delle lacune dorso-ventrali delle Asterie e delle Ophiure. D. C. C. Giacomini. — La « Plica semilunaris » e la laringe nelle scimmie antropo- morfe. — Giornale della B. Accademia dl Medicina di Torino, An. 60, N. 7-9 ^ pag. 649-672. Torino, 1897. Con tav. In questo lavoi-o G. completa ed estende le sue ricerche sopra la « plica semilunaris » e la laringe esaminandole nel Gorilla, Chimpanze, Gibbone, fa- cendo di questi organi larghe sezioni microscopiche. In questi tre antropoidi e ben sviluppata quella cartilagine, che nella plica G. pose in evidenza nel Ne- gro. Da tutte le ricerche in proposito, risultano come conclusioni: 1'^ la carti- lagine della plica semilunare, indipendentemente dalla sua forma, dalla sua estensione e dalla sua posizione, si presenta costante nelle scimmie inferiori ed in tutte le scimmie antropomorfe; esiste pure come disposizione normale nelle razze inferiori della specie nostra, compare come varieta piuttosto rara nella razza caucasica (3 : 548); 2° la glandula di Harder esiste solo rudimen- taria nelle scimmie inferiori, manca negli antropoidi e nella specie nostra. E possibile la sua comparsa come varieta rarissima; 3° la piega della congiun- tiva piii o meno pronunciata con forma, disposizione e struttura variant!, e 33 Tunica parte clie persiste in tutti gli essei-i superiori, come ricordo di un ap- parato che da lungo tempo ha cessato di fuuzionare. Nella lariuge del Gorilla descrive minutamente quella piega che e al di sotto della piega vocale: la chiama: piega ipoglottidea del Gorilla^ qaindi i sacchi aerei ed il muscolo tiro-aritnoideo che crede origin! in parte la piega suddetta. Nel Gibboue le cose sono disposte piia semplicemente. Dall' insieme dell' esame della laringe nelle varie scimmie e nell' uomo, pone le differeuti laringi a se- conda delle affinita che esse hauno, nella seguente serie: uomo bianco, donna negra, Boschimane, Chimpanze, Gibbone, Macaco, Cercopiteco, Gorilla, Orang. Da questi fatti trae argomento per impugnare la nota asserzione di Huxley; che cioe, le differenze di struttura che separano I'uomo dal Gorilla e Chim- panze, non sono cosi grandi come quelle che separano il Gorilla (e gli altri antropoidi) dalle scimmie inferiori; infatti le differenze tra la laringe umana e quella dell' Orango e del Gorilla sono grandissime, meno che con le scimmie inferiori. Pero, conclude G., tra le scimmie antropomorfe il Chimpanze e quello che piij si avvicina all' uomo per la struttura della sua laringe e per la con- formazione del suo cervello. Eomiti. -^^^ Versari R. — Ricerche sulla tonaca muscolare della vescica urinaria e special- mente sul muscolo sfintere interne. — Ricerche fatte nel Lahorat. di Anat. norm. d. R. Univ. di Roma ed in altri Lahorat. bioL, Vol. 6 Fasc. 1 pag. 59-86. Roma 1897. Con tav. La disposizioue delle fibre muscolari liscie nella tonaca media della vescica urinaria dell'uomo viene presa in esame nella 1^ parte del lavoro. In essa tu- nica Versari riconosce 3 strati: uno esterno longitudinale, uno medio o circo- lare, uno interuo longitudinale o plessiforme. Nell'uomo lo strato esterno, sulla faccia anteriore della vescica, e formato da fasci rotondeggianti di fibre longitudinali delle quali le superficiali, in basso originauo dai legameuti pubo-vescicali, mentre le profonde trascorrono sotto una porzione dei legamenti e si inseriscono piu o meno vicino al pube sopra un tessuto di natura ligamentosa che puo ritenersi come parte dei legamenti pubo-vescicali dei quali ha la struttura. Da questo punto di origine i fasci si irradiauo in alto sulla faccia anteriore della vescica, non ricuoprendola pero completamente, ed ora rimangono dallo stesso lato, ora incrociano la linea me- diana per portarsi all'altro lato : qualche fascio attraversa la faccia laterale e va ad auastomizzarsi colle fibre longitudinali posteriori^o anche colle fibre cir- colari dello strato medio. Molte fibre, specie quelle che si trovano sulla linea mediana, si portauo verso I'apice dell'orgauo, alcune gettandosi suU'uraco, altre circondaudolo a sciarpa. Deve aache esser rilevato che lo strato del quale ci occupiamo sui margin! e nettamente delimitato da quello della faccia laterale. Infine vengono dall'A. descritt! alcun! fascetti muscolari che decorrono tra- sversalmente, ricuoprendo le fibre longitudinali anterior!, e si riuniscono sulla linea mediana nella parte piu bassa della parete vescicale anteriore costi- tuendo una specie di graticcio. I fasci longitudinal! della superficie esterna delle faccie lateral! sono meno abboudanti che altrove e lasciano fra loro grandi intervalli. In massima parte — 34 le fibre che formano questi fasci originano dalla faccia superiore e laterale della prostata, qualcuna dalla superficie superiore o peritoneale dell'aponeurosi pel- vica qualche altra dalla aponeurosi laterale della prostata passaudo fra le vene dei plessi lateral! della vescica. La lore direzione e in genei-ale ad areata clie sale verso I'apice fino ad un punto variabile; quindi esse si piegano in parte in avanti per confondersi colle fibre dello strato sottoposto o con quelle longitudi- nali anterior], in parte indietro per eonfoudersi colle fibre circolari o coi fasci delle fibre longitudinali posteriori. Si noti clie i fasci che si originano sotto gli ureteri coutraggono con questi importanti rapporti: alcuni infatti circondano il punto nel quale 1' uretere si immette fra gli strati della tonaca muscolare for- mando come un cappio o un 8 in cifra ; alcuni si continuano nell'uretere stesso contribuendo a costituire lo strato di fibre longitudinali esterne di quest'ulti)no. In alcune vesciche la disposizione delle fibre delle faccie laterali e alquanto dif- ferente da quella descritta. I fasci longitudinali esterni della faccia posteriore, originati in parte dal margine superiore e posteriore della prostata, meutre un'altra parte si interna nella reo-ione del collo vescicale, si portano in alto sulla faccia posteriore, for- mando uno strato della larghezza di centim. 2 V-,, ed ugualmente sviluppato in tutte le vesciche dall'A. esaminate. Verso il 3° medio esse si biforca e alcuni fasci vanno verso le faccie laterali confondendosi colle fibre circolari dello strato medio altri superior! si confondono con fasci analoghi proveuieuti dalle fibre della faccia anteriore. Infine i fascetti mediali salgono verso I'apice dell'organo e si dispongono in maggioranza a forma di circolo, riunendosi dietro I'uraco in parte con quelli dell'altro grosso fascio di biforcazione e trovandosi per lo piu a seorrere sotto le fibre della faccia anteriore che circondano I'uraco e colle quali scambiano poche anastomosi. Vengono anche ricordati due piccoli fasci che costeggiano posteriormente la prostata e si originano in parte da questa, restando i piu esterni accollati all'aponeurosi laterale della prostata, dalla quale anzi alcune fibre sembrano originarsi, e quindi si gettano sugli ureteri sui quali si prolungano per piu cen- tim etri. Passando all'esame dalla faccia interna VA. osserva che sulla faccia ante- riore e in parte sulla laterale, subito sotto la mucosa si trovano fasci longitu- dinali dall'apice della vescica all'orificio uretrale dove si vedono proseguire nel- I'uretra. Fra i varii fasci che variamente si anastomizzano fra lore, assumendo cosi un aspetto reticolato, esistono larghi spazi, eccetto verso I'orificio uretrale interne ove formano uno strato continue. Nella faccia posteriore i fasci sono ridotti ai minimi termini; si ha solo verso I'apice un piccolo intreccio di fibre che diminuiscono portandosi in basso e piu non si rinvengono nella regione del trigone. Lo strato medio consta di larghi fasci nastriformi che si scambiano ana- stomosi fra lore, con alcune fibre longitudinali dello strato esteruo delle faccie laterali, e colle fibre longitudinali interne. Non sempre i fasci hanno direzione parallela, ma presentano talora curvature piia o meno accentuate. I fasci sono molto compatti nella regione del trigone. Si nota che la speciale rilevatezza che esiste in corrispondenza del margine superiore del trigone medesirao non n foi-mata dalle fibre circolari dello strato medio della vescica, ma da fasci di fibre provenienti dalla tonaca muscolare degli ureteri. Fra i fasci di fibre circo- — 35 — lari che formano il trigone, e che hanno aspetto diverse da quelle che si os- serva nella porzione superiors e media della parete vescicale, esisterebbe se- condo Barkow, molto tessuto elastico misto a tessuto tendineo- ma di quest'ultimo I'A. non ha trovato traccia. Infine, nel punto nel quale I'uretere sbocca in vescica le fibre circolari formano un intreccio a forma stellata. Nella donna vergine o che non ha partorito, la vescica, che ha forma triangolare coll'apice in avanti ed in alto, e col diametro trasverso maggiore del verticale, pi*esenta una disposizione delle fibre muscolari presso a poco uguale a quella dell'uomo; molto piii complicata e invece nella vescica di donne che hanno partorito, uelle quali essa ha forma rettangolare ad angoli smussi e col diametro verticale maggiore del trasverso. Nella superficie esterna del viscere va rilevato che le fibre longitudinali della faccia anteriore provenienti dai legamenti pubo-vescicali non formano uno strato nettamente delimitate ai margini, ma un buen numero, con percorso arcuate, vanno ad anastemizzarsi colle fibre longitudinali delle faccie laterali e posteriori e colle fibre circolari, talora incrociando la linea mediana per por- tarsi dall'altro late. Quante a quelle delle faccie laterali, che sono situate in un piano piu profondo delle longitudinali anteriori, essendo anche meno imme- rose e meno sviluppate di esse, esistono come fibre a se, cio che da altri non e ammesse, e provengono in parte dall'aponeurosi perineals superiore, in parte dalla faccia interna della apeneurosi laterale della vagina, in parte dal connet- tive che foi-ma lo strato esterno della tonaca vaginale. Cosi originati i fasci si dirigono in alto: nel 3" inferiore del viscere quelli piu vicini alia faccia poste- riore circondano i'uretere, alcuni continuandesi su di esse; nei % superiori si comportano come neH'uomo. Infine le fibre longitudinali della faccia posteriore, originate in parte dal tramezzo vescico-vaginale, mentre altre si approfondano passando tra i fasci delle fibre circolari che formano lo sfintere interne, salgene sulla faccia posteriore dirigendosi verse I'apice deU'organo, e formando uno strato large 3 centim. che si cemperta come quelle delle vesciche maschili. Nulla di speciale presentane le fibre degli altri 2 strati. Nella secenda parte del lavoro I'A. si occupa del muscele sfintere interne della vescica. Riperte senz'altre le conclusioni alle quali esse e giuuto: 1" II muscele sfintere interne di Henle, ed a fibre liscie, della vescica urinaria esiste ed e ben sviluppate non sole negli adulti di ambo i sessi, ma anche nei bambini e nei neonati, e si trova in altri mammiferi, come e state di- mestrato daDesnos e da Kirmissen nel gatto e nel cane, e daVersari nella cagna, nel macacce e nel coniglio. 2° Sebbenemolti abbiano sostenuta I'esistenza delle sfintere interne nella vescica urinaria, nessuno ne ha data una esatta descriziene, poiche esse si di- stingue dalla tonaca muscolare vescicale, per la particolare disposizione delle sue fibre, per la compattezza dei fasci che le compongeno, per la minore gran- dezza di essi ed infine per la poca quantita di connettive interposto. 3"* II muscele non e egualmente sviluppate in tutta la sua estensione e nell'uemo e piu distinte nella sua parte posteriore, eve, a causa della presenza della prostata, subisoe un lieve spestamente in alto, mentre negli altri animali studiati^ e specialmente nel coniglio, e piu sviluppate nella sua parte anteriore. 4" Nell'uemo, nella donna e negli altri mammiferi si puo stabilire che — 36 — esiste un coUo della vescica, il quale si esteude dal liuiite superiore a quelle inferiore del muscolo sfintere interuo o a fibre liscie. b" II collo della vescica e caratterizzato nou solo dalle fibre muscolari circolari liscie die appartengono alio sfintere interno, ma auche da fibre mu- scolari liscie radiali ed oblique che peuetrano tra i fasci dello sfintere, ed al coinplesso delle quali I'A. da il nome di muscolo dilatatore del collo della vescica. Livini. Versari R. — Le arterie timiche nell' uomo ed ia altri mammiferi. Loro rapporti con le arterie tiroidee. — Bull. d. Soc. Lancisiana d. Ospedali di Roma, An. 17, Fasc. 2, pag. 64-82. Roma 1897. Con fig. Le ricerche sono state praticate, per I'uomo, in 70 cadaveri di individui di varia eta (dalla nascita ai 70 anni) : poi in vari ordini di mammiferi, e cioe nei roditori (coniglio), negli insettivori (riccio), nei ruminanti (agnello), nei cal-ni- vori (gatto e cane). La circolazione arteriosa della glandola timo e nell'uorao data da piccole arterie che potrebbero chiamarsi, secondo la loro origine e posizione, timiche superiori, timiche inferiori, timica media. Le timiche inferiori sono date dalle mammarie interne e posson considerarsi come costanti ; le superiori, date dalle tiroidee inferiori e la media data o dal tronco innominate o dall'arco aortico o dalla carotide primitiva destra, sono incostanti. La timica media puo originarsi sola o insieme ad un tronco arte- rioso, la tiroidea media od ima di Neubauer. Nello stesso individuo Versari non ha trovato coesistere una timica me- dia ed . una tiroidea media con tronchi separati di oi'igine, ma bensi le due arterie provenire da un tronco comune, od esservi solo I'una o I'altra di esse, Egli crede che in relazione coUa vicinanza di origine di una porzione della ti- roide e del timo, stiano anche gli stessi punti anatomici di origine ed il com- portamento delle arterie tiroidea e timica medie. Esse sono adunque due arterie anomale che, probabilmente, provengono nelle prime fasi di sviluppo dallo stesso tronco arterioso il quale si porta ad entrambi gli organi ghiandolari; ma in seguito alia trasformazione di questi ultimi ed agli spostameuti loro e degli organi vicini, talora sparisce, talora resta in connessione col timo e colla tiroide, e talora intine con una sola di queste ghiandole. Negli altri mammiferi dall'A. esaminati il timo e irrorato, in alcune specie, dai soli rami provenienti dalle mammarie interne, in altri da rami dati dalle mammarie e da rami provenienti per lo piu dal tronco innominate e talora anche dall'aorta. Mancano per lo piu i rami superiori provenienti dalle tiroidee, ed anche il ramo fornito dal tronco innomiuato non ha alcuna connessione colla circolazione arteriosa della ghiandola tiroide. Livini. 37 — COMUNICAZIONI ORIGINALI Di un organo epiteliale situate al dinanzi della Ipofisi e di altri punti relativi alio sviluppo della regione ipofisaria in embrioni di Torpedo ocellata. NOTA DEL PROF. GIULIO CHIARUGI. (Con 17 fig.). fi vietata la riproduzione. Fino (la qiiando publ)licai il resiiltato delle mie ricerche intorno a un organo nervoso, non costante, clie va dalla regione del chiasma al- r ectoderma in embrioni di cavia, (^) accennai ad una interessante os- servazione, fatta in un embrione di Torpedo ocellata^ di una vescieola €pitaliale situata sulla linea di mezzo fra la parcte encefalica e 1' ecto- derma air innanzi della regione del chiasma. In altri embrioni di Tor- pedo di un grado di sviluppo approssimativamente uguale, la delta ve- scieola mancava del tutto. Da questo reperto trassi occasione per nuove ricerche ed approlit- tando di alcuni embi'ioni di Torpedo che gia avevo in Laboratorio e di altri che ottenni dalla Stazione Zoologica di Napoli, studiai di nuovo quella interessante regione riconoscendo in altri embrioni Y esistenza deir organo che andavo rintracciando (-) e notando altre particolarita di sviluppo, sulla guida delle quali tentai di rendermi in qualche modo ragione della natura e del signilicato del detto organo epiteliale, che chiamero preipofisario. Tenuto conto del loro sviluppo generate e specialmente delle con- dizioni nelle quali si trovavano gli organi che erano oggetto di studio, i nostri embrioni possono essere classificati in 3 gruppi. Notero una volta per sempre che la lunghezza degli embrioni lu misurata quando erano in alcool. La tissazione era stata fatta con su- blimato corrosive e la colorazione con carminio boracico o con Hema- laun. Le sezioni in serie fnrono eseguite secondo un piano sagittate. Di alcuni degli embrioni csaminati daro una descrizione particolareggiata. (') G. Chiarugi. Di an organo nervoso che va dalla regione del cliiasma all' ectoderma in embrioni di mammifero. Monitore Zool . Ital. , Anno 6, Fapc. 7. Fireme, Luglio iS95. (-) Detti breve notizia di qneste ricerche all'Accaderaia medico-fisica di Firenze nella seduto, . M. Z, * 38 — EXIBRIONI DEL I GRUPPO. ]. Embrione della lungliezza di mm. 16. (Fig. I). L'organo preipofisario e rappresentato in questo embrione da un noduletto epiteliale situate sul piano mediano al dinanzi del recesso ottico. Proiettanda Fig. I. — Da una sezione sagittale di embrioue di Torpedo o. della lunghezza di mm. 16. lugr. 66 d. — C'h, Xotocorda ; Chi, Regione del chiasma; Hy, Ipofisi ; V. vaso sangniguo; x, organo preipofisario. sovra una linea retta, che corresse lungo la superficie ventrale dell' encefalo, il t'ondo del recesso ottico e il centro del nodulo, 1' intervallo fra questi due -c Ch Fig. II. — Da una .sezione .sagittale di embrione di Torpedo ocellata della lun- gliezza di ram. 15. Ingr. 66 d. — C, Canale premandibolare. — Per le altre indicazioui vedi Fig. I. piuiti risulta di p. 108. Dalla parete encefalica e separate soltanto per mezzo di un vaso a direzione sagittale col quale e a contatto. DaU'ectoderma e se- — 39 — parato da un grosso strato di conuettivo. Di forma ovale col massimo diametro sagittale di jj. 36 si segue per tre sezioni piuttosto grosse. La disposizione delle cellule che lo formano e tale da farci credere che avesse in origine una strut- tura vescicolare ma la sua cavita e ora scomparsa. Nulla di particolare riguardo all' ipofisi. 11 canals di comunicazione fra le ca- vita premandibolari si e obliterate e sulla linea di mezzo non e piu riconoscibile. -E 2. Embrione della lunghezza di mm. 15. (Fig. II e III). Esisteva in questo embrione sul piano me- diano una vescicola epiteliale applicata alia su- perficie ventrale della parete enceialica in un punto situato poco al dinanzi del recesso ot- tico. Proiettando sovra una linea retta, che corresse lungo la superficie ventrale dell' en- cef'alo, il fondo del recesso ottico e il centro della vescicola, I'intervallo fra questi due punti era di jj. 116. La superficie dell' encefalo era di contro alia vescicola leggermente depressa, e tra i due organi rimaneva un interstizio sottile con poche cellule connettive appiattite. Un pic- colo vaso diretto in avanti correva da ogni lato della vescicola. La forma di questa era ovale col massimo diametro diretto in senso sagittale di |j. 105, col diametro minore di jj. 29. Si seguiva per n.° 9 sezioni della grossezza di circa 10 a. La sua parete, fatta di cellule cilindriche o cu- biclie, ad uno o due piani, qualcuna in carlo ci- nesi, era piu alta ventralmente (jj. 14) che dor- salraente. La vescicola si jjresentava isolata in mezzo al connettivo, uu po'addensato intorno a lei, e, cio che sopratutto e da notare, maucava di qualsiasi connessione colla parete encefalica. Nulla di particolare relativamente alia ipofisi, il cui grado di sviluppo ri- sulta chiarameute dalla figura. Al di sopra del sacco ipofisario, ma da questo di- scosto per un intervallo di jj. 65, si vede il canale di comunicazione delle cavity premandibolari; esso e appiattito e il suo lume, in alcune sezioni, e ridotto a una semplice fessura; anzi una piccola porzione superiore di esso e obliterata e sembra distaccata dal rimanente. L'estremiti appuntata della corda ventral- mente incurvata (non visibile nella sezione riprodotta) lo raggiunge dal di dietro. 3. Embrione della lunghezza di mm. 15. (Fig. IV). Anche in quest' embrione esiste un organo preipofisario, situato sul piano mediano al dinanzi della regione del chiasma. Pero la distanza fra il fondo del recesso ottico e il centro dell' organo, misurata nel solito modo, e minore in questo in confronto ad altri embrioni, arrivando soltanto ajj. 58. E direttamente applicato alia superficie encefalica, senza avere pero con questa alcuna connes- sione, e un vaso decorre vicino ad esso. Una larga striscia di connettivo lo se- Fig. III. — E rappresentato a un in- " gnindiiueuto di 360 d. 1' organo preipofisario, x, della figura prece- deute. — E, parete encefalica ; v , vaso .sanguigno. 40 — para claU'ectoderma. Ha forma ovale e il suo massimo diametro sagittale mi- sura 80 fx. Si segue per 6 sezioni di circa 10 [j. di grossezza. E conformato a vescicola la cui parete e fatta di cellule epiteliali cubiche, a limiti indistiuti e non regolarmente disposte. Fi<'. IV. —Da uua sezioue sagittiile di embrione di Torpedo o. della langhezza di " mm. 15. Ingraudimento 66 d. — Ch, Notocorda ; CM, Eegione del chiasraa; By, Ipo- fisi; V, vaso sanguiguo ; x. orgauo preipotisario. Nulla di particolare riguardo all'ipofisi. II canale di comuiiicazione dalle cavita premandibolari e in via di regressione ed e sulla linea di mezzo indi- cate da un piccolo e irregolare cumulo di cellule situate a breve distanza dal fondo dell'ipofisi e a ridosso della parete encefalica. EmBRIONI del II GllUPPO. 4. Embrione della lunghezza di mm. 13. 5. (Fig. V). E I'embrione nel quale per la prima volta trovai Torgano preipofisario. Esse e situato sul piano mediano, al dinauzi del recesso ottico, e ne e distante misurando I'intervallo nel modo indicato nella osservazione 1^, [x 2-SO. Sta a ugual distanza dall'ectoderma e dalla superficie ventrale della parete encefa- lica dalla quale e separato da un vaso che decorre sagittalmente e col quale e a contatto. Ha forma ovale, col massimo diametro di \i. 50, diretto sagittal- mente. Si segue per 3 sezioni, il cui spessore, non determinate, supera di certo di assai i p. 10. E costituito da uno strato semplice di cellule epiteliali cubiche delimitante una piccola cavita ('). E affatto indipendente dall'ecto- derma e dalla parete encefalica e circoudato da connettivp. Per il grado di sviluppo della ipofisi, mi riierisco alia figura (-). Al di (') Nella prima notizia cbe detti di questo reperto, serissi di .-ivor osseivato al di sotto del cLiasma e diretta verso la vescicola proipoflsaria uua massa collulare compatta, sulla cui natura per la uou buoua couservaziono del preparato e per alcuue lacerazioui cbe vi si trovauo uou ijotevo prouuuziaruii cou sicu- rezza. Un piii attouto esame e il coufronto cou altri euibrioui mi induce a consideraro questa massa como t'ormata da connettivo a elemeuti assai ravviciuati. (*) Xella figura ovo 6 riprodotto 1' orgauo preipofisario 1' ipolisi uou ti colpita procisamonte uel sno asse. — 41 — sopra dell'ipofisi e da questa discosto pex* un breve intervallo, si vede il ca- nale di comunicazione delle cavita pi'emandibolari in forma di una caviti ovale. Nel punto ove la corda sta per lasciare il suo rapporto colla superficie ventrale del cervello posteriore e si incurva nella divezione del canale di co- C\ Fig. V. — Da una sezioue sagittale di enibrione di Torpedo a. della lunghezza di mm. 13. o. Ingrandimento 66 d. — C, Canaie premaudibolare; Chi, Eegione del chiasma; Hy, Ipofisi ; v, vaso sanguigno ; x, organo preipoflsario. municazione fra le cavita premandibolari, mostra un piccolo nodulo cellulare ben delimitato, strettamente applicato alia sua superficie ventrale. 5. Embrione della lunghezza di mm. 13,5. (Fig. VI). L'organo preipofisario esisteva in questo embrione in forma piu rudimen- tale che in qualcuno dei precedent!. Era infatti rappresentato da un piccolo „.6% Fig. VI. — Da nna sezioue sagittale di embrione di Torpedo o. della lunghezza di mm. 13. 5. Ingrandimento 66 d. — Per le indicazioni, vedi Fig. V. cumulo cellulare, che non aveva un contorno definito. Misurando nel solito modo I'intervallo fra l'organo e il fondo del recesso ottico, si trovo che il primo era situato al dinanzi del secondo di 94 jj.. L'organo e nel giusto mezzo fra I'ectoderma e la parete encefalica, dalla quale e separate da un vaso con M. z. -« — 42 — decorso sagittale, col quale si trova a contatto. Le sue dimensioni si deter- minano con diffi(5olta, non aveudo esso, come gia abbiamo accennato, un li- mite netto. II suo maggior diametro, sagittale, e circa di p. 40; si segue per 5 se- zioni di circa 10 jj.. La sua forma e irregolare, e noii esiste nessun particolare orientameuto degli element! clie lo costituiscono. Non credo che sarebbe stato possibile avvertire la presenza di questo piccolo cumulo di cellule, se non si fosse prima studiato I'organo preipofisario nei casi nei quali ba un contorno netto e la struttura di vescicola epiteliale. Per il grado di sviluppo della ipofisi ci riferiamo alia figura. II canale di comunicazione delle cavita premandibolari e situato a piccola distanza dal fondo della tasca ipofisaria, dalla quale e perfettamente distinto. L' estremitk appuutata della corda dorsale si dirige verso il contorno superiore di detto ca- nale, ma ne rimane a distanza ('). Embrioni del III Gruppo. 6, Embrione della lunghezza di mm. 13. (Fig. VII e VIII). In questo embrione I'organo preipofisario non esisteva; meritano per6 di esser segnalate due particolarita interessanti. La prima riguarda i rapporti fra 1' ipofisi e il canale di comunicazione fra le cavitk premandibolari. Questo apparisce generalmente a sezione ovale con una parete sottile e una cavita relativamente spaziosa. Ma in una sezione che Ch a N Fig. VII. — L);i niiii sezioue sagittale di embrione di Torpedo o. della liiu- ghezza di mm. 13. lugrandiraento f)6 d. — a, Nodulo cellulare precor- dale ; C, Canale premaudibolare : Ch, Notocorda ; Hy, Ipofisi. Fig. VIII. — fi rappresen- tatiO a nn ingraiidimeu- to di 285 d. il nodulo cellulare precordale (a) della precedente figura. Ch , Porzioue ventrale della notocorda ; v vaso sanguigno. corrisponde piu esattamente al piano mediano acquista una figura a pera e cio percbe 1' estremo inferiore dell' ovale si continua in un peduncolo solido che raggiunge e si connette colla parete posteriore della tasca ipofisaria a breve distanza dal fondo di questa. II peduncolo h sottile non solo nella direzione antero-posteriore, quanto anche trasversalmente : infatti si vede distintamente in una sezione ed in una prossima e semplicemente sfiorato. (') Nella sezione riprodotta dalla fig. VI il rapporto della estroraitii crauica della corda non appa riaco ; si vcdova in nna sezione prossima a quella disegnata. •43 L' altra particolarita die merita di essere rilevata consiste nella esistenza di un piccolo cumulo cellulave situate di contro alia superficie ventrale della corda dorsale, nel punto dove questa sta per cambiare direzione e lasciando il rapporto colla superficie ventrale del cervello posteriore si incurva in avanti II cumulo cellulare in questione si segue per tre sezioni ; e separate dalla su- perficie della corda da un interstizio sottile, e allungato nel sense sagittale e il sue massimo diametro misura [j. 100, il diametre minore jx 20 ; ncm ha limiti molto distinti: sembra possegga una piccelissima cavita nel sue interne; gli elementi che le compengone hanne generalmente un nuclee ovale diretfco sa- gittalmente. 7 Embriene della lunghezza di mm. 13. L' ergane preipofisario e rappresentato in questo embrione da un accumulo di cellule situate sul jjiano mediano, dinauzi al recesso ettice, a distanza da que- sto di [i 180 (misuvande la distanza nel solito mode). E nel giusto intervalle fra I'ectederma e la superficie encefalica, dalla quale e separate daun vase con de- corse longitudinale cui sta a ridesso. Ha forma ovale col diametre massimo sagittale di |j. 50. Si segue per 7 sezioni di circa 10 jj.. Le cellule che lo costi- tuiscone sono strettamente avvicinate, cosi che 1' organo e a forma di nodule o di addensamento cellulare e nen di vescicola. E da notarsi inoltre, che in questo embriene si puo meglio che in altri esemplari diraestrare il diretto rapporto fra 1' estrejnita affilata della corda dorsale e il conterno posteriore del canale di comunicazione fra le cavita pre- mandibolari, il quale e a sezione ovale, largamente pervio e situate a piccola distanza dal fende della ?"' v tasca ipofisaria. E inoltre da notare che nel punto y dove la corda, abbandonnnde il sue rapporto cella ' i5«^'T# '^ superficie ventrale del cervello posteriore, si incurva . i^^ % • * per portarsi in avanti, da essa ventralmente einana ^"~ ^ come una piccola e breve gemma o appendice, h»^-. a-^- » -^ fatta di tessuto cerdale. Nen avremmo accennate ^ | ff^i ^ *^^^/ ,' a questa quasi insignificante particolarita, so la po- ' ''" '" >i sizione della detta gemma nou coincidesse con quella '4' dei neduletti cellulari indipendenti ma prossimi alia tr..'^ -^ -l'"" superficie ventrale della corda che in altri embrieni ' , .^" -..^j abbiamo trovate e descritto. • •'■ ,, - 8. Embriene della lunghezza di mm. 7. (Fig. IX). ■^■^„_ ix.— Da una sezione sa- Nen vi era traccia in questo embriene di or- " f^Z'l^^lS'lZ^^^I^'cix o-ano preipofisario, ma era da rilevare in esse anzi mm. 7. ingranrlimento 285 o r r 1 _ fl_ Eappresenta i rapporti tutto r esistenza di un nodule cellulare situate ven- dol fondo della tasca ipofi- tralmente alia corda dorsale. Questo nodule di i^tSCS.- C^^^^^ forma ovale col diametro maggiere di u. 29 era a nale preinaudibolare : ^, Li- ^° . '^ nea di contorno doll' ence- contorni netti, compariva in una sezione e nella talo : v, i;, vaso sangnigno. precedente e susseguente era appena sfierate, era separate dalla corda da un interstizio sottile. Circondato tutte interne da con- nettivo piutteste dense, era formate da cellule strettamente riunite, e aveva tutta Tapparenza di un piccolo nodule epiteliale. La sua pesizieue rispetto — 44 alia corda era quella notata in altri casi; cioe si trovava nel punto ove la corda abbandona il suo rapporto colla parete ventrale del cervello posteriore per incurvarsi in avanti. II canale di comunicazione delle cavity premaudibolari, sul piano mediano, possedeva alia sua estremita ventrale come un peduncolo solido il quale scen- dendo in basso raggiungeva la parete posteriore della tasca ipofisaria poco al di sotto del suo fondo e si connetteva intimamente con essa. AH' estremo op- posto il contoruo della parete del canale non aveva limiti netti, ed essa sem- brava come disgregata nei suoi elementi. Mi e sembrato che questo punto cor- rispondesse al contatto fra il detto canale e 1' estremiti della corda dorsale ma non ne ho acquistato la certezza 9. Embrione della lungbezza di mm. 8. (Fig. X e XI). Non esisteva organo preipofisario. Anche in questo embrione fu notata 1' esistenza di un piccolo nodulo cel- lulare applicato alia superficie ventrale della notocorda, del diametro di [x 16, Fig. X. — Da una sezione sagittale di embrione di Torpedo o. della Innghezza di mm. 8. Ingrandi- raento 95 d. — a, nodulo precordale ; C, Canale piomaudibolare ; Ch, Notocorda ; d, angolo dorsa- le della volta fariugea; Hy, Ipofjsi; m, linea di attacco dorsale della membrana i'aringea era scomparsa ; p, peduncolo che collega il fondo della tasea di Seessel al canale premaudibolare ; S, angolo ventrale della volta fariugea (tasca di Seessel); V, aorta. Fig. XI. — Eicostruzione da sezioui sagittal! dello stesso embrione della precedente fignra. lugr. 95 d. Kappresenta il canale pre- maudibolare ed il suo peduncolo ed i rapporti di questo col fondo della tasca ipofisaria. — C, Canale premaudibolare ; E, Parete del- 1' encefalo : Hi/, Ipofisi ; p, Pe- duncolo cbe collega il foudo della tasca di Seessel al canale pre- maudibolare ; *, Couuessione del peduncolo del canali' j)roniandi- bolare col foudo dell' ipofisi. visibile distintamente in una sola sezione raediana e situate nel punto ove la corda, lasciato il suo rapporto colla superficie del cervello posteriore, comincia a incurvarsi in avanti. Interessanti erano le disposizioni offerte dal canale di comunicazione fra le cavita premandibolari nei suoi rapporti colla ipofisi. Per quanto 1' orienta- mento dell'embrione per il taglio fosse ben riuscito, le particolarita clie descri- veremo, corrispondenti essenzialmente al piano mediano, non cadevano tutte 45 in una sola sezioue, ma in sezioni prossime; e per questo che sono rappresen- tate in due figure. (*). Subito al di dietro della tasca ipofisaria esiste uno stretto diverticolo in connessione colla volta della cavita faringea. Questa porzione piu anteriore dell' intestine considerata sul piano mediano ha una pa- rete dorsale applicata alia superficie ventrale della notocorda e fatta di un epitelio cubico semplice; nel punto dove al dinanzi della corda e situato un grosso vaso (aorta), la parete dell' intestino cambia bruscamente direzione, lascia il rapporto colla corda e scende ventralmente, costeggiando la parete del vaso; cosi si costituisce quella che ho chiamato volta della fariuge. Nel- 1' angolo fra la parete dorsale e la volta si forma come una piccola insacca- tura, che torse non e senza importanza, ma della quale ora non intendiamo occuparci. L' epitelio della volta faringea, portandosi ventralmente cresce di altezza e si fa cilindrico. Quando la volta faringea sta per terminare, a sue spese si forma lo stretto diverticolo (tasca di Seesselj situato dietro e in rapporto colla parete posteriore della ipofisi. Una cresta o sprone separa V apertura della tasca ipofisaria e del diverticolo faringeo, cresta o sprone che, evidentemente, corrispondeva al primitive attacco della membrana faringea, ora scomparsa. II diverticolo faringeo se comprende una stretta cavita subito alia sua origine, tosto si trasforma in un cordone cellulare solido che sale dietro all' ipofisi e raggiunta la parte piu alta della parete posteriore di quest' ultima, entra con lei in diretta connessione, mentre continuando ancoi-a per la sua strada rag- giunge e si contiuua col canale di comunicazione fra le cavitk premandibolari. Riassumendo : la volta faringea e in diretta connessione col canale di comunicazione delle cavita premandibolari, per mezzo di un cordone cellulare che si connette in alto colla parete posteriore deir ipofisi. Ma lo stesso canale tra le cavita premandibolari ha per couto suo una con- nessione diretta ed assai estesa col fondo della tasca ipofisaria. E piu precisa- mente la parete posteriore di questa e 1' angolo inferiore del canale che sono intimamente fuse ; tale fusione si segue per 5 sezioni. 10. Embiione della lunghezza di mm. 7,5. (Fig. XII). L' organo preipofisario e rappresentato in questo embrione da un cumulo non ben delimitato di cellule (le quali non sono orientate in maniera partico- lare) situato sul piano mediano, dinanzi, a a 116 di distaiiza, dal recesso ottico (misurando la distanza nel solito modo). E nell'intervallo fra I'ectoderma e la parete encefalica, e in qualche sezione e piu vicino a quest'ultima, senza con- trarre pero con essa alcuna connessione. Si segue per sei sezioni dello spessore di circa 10 jx e ha il maggior diametro, sagittale, di p. 50. In questo embrione la orientazione e avvenuta in maniera perfetta. Di cio va tenuto conto per apprezzare al ginsto alcune particoladta di rapporti verifi- (') E particohirmente da notare che meiitie la diretta connessione del canale tra le cavita pre- mandibolari coir ipofisi, e inoltre la estremita crauialo della corda, si trovavano nelle medosiiue fotte, erano discoste dallo precedenti quelle cbe contenevano il pednucolo faringeo del canale tre le cavity pre- mandibolari nel punto ove esso si congiungeya coll' ijiofisi. Questa discordanza dipeude solo dalla diro- zioue non perlettamente mediana del taglio o anche da una naturalo asimmetria I In questo embrione sarebbo stato difficile decidere, ma la osservaziono di un altro embrione fa credere cbe qualcbo asimme- tria possa in questi organi realmeute verificarsi. — 46 — cabili nella regione ipodsaria, che andiamo a descrivere. Si nota che la volta farino-ea ofFre quelle particolarita di direzione, di rapporti e di struttura, clie abbiamo descritte nell' embrione precedents. Ventralmeute essa termina anche qui dando origins a un diverticolo (tasca di Seessel) direttamente applicato aU'ipofisiin modo anzi che in basso la parete anteriore di questo e la parete po- steriore dell' ipofisi sono intimamente fuse. Fig. XII. — Da una sezione sagittale ili embrione di Torpedo o. della lungliezza dimm. 7,5. lugr. d. 57. — a;, orgauo preipofisario. Per le altre indicazioni, vedi tig. 10. Gli orifizi di questo diverticolo faringeo e della tasca ipofisaria sono sepa- rati da una cresta o sprone che evidentemeute corrispondeva all' attacco dor- sale della membrana faringea ora scomparsa. II diverticolo faringeo si segue per alcune sezioni in forma di cordone solido, distaccato dall' ipofisi, ma poi sparisce e certo oltrepassa appena il livello del punto di mezzo della parete della tasca ipofisaria. II canale di comuuicazione tra le cavita premandibolari nella sezione mediana, (che comprende anche I'estremiti cefalica della corda, I'orifizio del diverticolo faringeo, il nodulo preipofisario), e piccolo, discosto dalla ipofisi; la sua cavita e in forma di sottile fessura. Se lo accorapagnamo sui lati acquista un volume maggiore, la sua cavita si fa piu evidente, e con- trae speciali I'apporti colla ipofisi. Da un lato la sua estreraita inferiore si con- nette intimamente colla parete della tasca ipofisax'ia in corrispondenza del fondo di questa. Tale connessione si segue per 7 sezioni. (^) Dall' altro lato della linea mediana esiste ugualmente una connessione tra il canale delle ca- vita premandibolari e la ipofisi. ma oltre all'essere meno estesa, (si segue in- fatti per sole 4 sezioni) si presenta con caratteri dififerenti. Si puo dire infatti che il canale tra le cavity premandibolari ha acquistato un peduncolo solido che striscia o si applica sul tratto piu elevato della parete posteriore della tasca ipofisaria prendendo con essa intime connessioni. Credo che in questo embrione il cordone che collegava il diverticolo fa- ringeo al canale tra le cavita premandibolari, si sia atrofizzato nella sua parte di mezzo e si sia conservata di esso soltanto la porzione prossimale, connessa all'orifizio del diverticolo e la distale che e quella or ora descritta; va notata la posizione laterals che quest' ultima occupa, nello stesso modo chs va notato che il diretto rapporto fra il canale premandibolare e la ipofisi non ha luogo {^) Kimangono pero distiiito lo lore cavita. — 47 — sulla linea mediana ma lateralmente, dal lato opposto a quelle sul quale il ca- nale premandibolare riceve 1' inserzione del suo peduncolo fariugeo. 11. Embrione della luughezza di mm. 7.5. (Fig. XIII). L' organo preipofisario e rappresentato in questo embrione da una piccola massa di cellule, situata nel piano mediano dinanzi e a distanza di jj, 145 dal I'ecesso ottico (misiirando la distanza nel so- iito modo). In quel punfco I'interstizio fra I'ectoderma e la parete encefalica e sottile \ ?^ e cosi I'organo preipofisario e quasi a con- ■.*-''",:' "'' tatto dell'uno e dell'altra. Misuranel suo dia- ' '£, -.- metro maggiore, sagittale, ji. 58 e si segue 1 ^.\ «»* . per 4 sezioni. Non ha limiti netti, le cellule i , $ ^^s--^ ..^ sono irregolai-mente aggruppate e non molto """ stipate. , : * , II canale di comunicazione fra le cavita " , ' .' ^f premandibolari sul piano mediano e a con- # torno ovale, la sua cavita ha forma di stretta _ -..►-,.-,„ fessura ed e discosto dalla tasca ipofisa * ,■; ■ ria. Seguendolo sui lati si vede die da un -^ lato si conserva sempre indipendente dal •; fondo della ipofisi, mentre dall'altro lato vi Fig. xill. —Da una sezione sagittale di , • • • • .• i. embrione di Torpedo o. della Innghezza SI accosta e vi si congiunge intimamente, I- ^^^ ") ^ ^^„^ 285 d. Eappresenta i pur rimanendo distinte le respettive cavita. rapporti del canale premandibolare col ^ . . . fondo della tasca ipoflsaria. Mcdesime Questa conuessione dura per 4 sezioui. indicazioni della fig. 9. 12. In un embrione della lunghezza di mm. 9.5 fu veduto il canale di comu- nicazione fra le cavita premandibolari sul piano mediano prolungantesi colla sua estremit^ inferiore in una specie di peduncolo che si metteva in diretto rapporto col fondo della tasca ipofisaria. Ma esistendo in quella regione qual- che lacerazione nel preparato, dobbiamo contentarci di aver costatato il fatto senza aggiungere aitri particolari. Embrioni del IV Gruppo. 13. Embrione della lunghezza di mm. 5. (Fig. XIV). Lo stomodeo non e ancora entrato in comunicazione coll' intestino. Lo stato ectodermico ed entodermico, dei quali risulta la merabrana faringea sono intimamente fusi. In fondo alio stomodeo si riconosce in alto il punto di dove si dipartira I'invaginazione ipofisaria, ma una vera tasca ipofisaria non si e ancora abbozzata. Al dinanzi della regione dell' infundibulo la parete encefalica e a contatto del sottostante ectoderma che forma la parete dello stomodeo. La volta della cavita faringea ventralmente, di contro alia membrana faringea, sulla linea di mezzo, presenta una larga insaccatura; al fondo di questa per mezzo di un esile peduncolo si collega una massa cellulare solida allungata, incurvata su se stessa la quale colla superficie convessa anteriore e a breve distanza dalla parete del cervello intermedio che discende per formare 1' infundibolo, — 48 colla superficie posteriors concava e applicata alia parete dell' aorta. Se la tasca ipofisaria si fosse gia formata essa non potrebbe stare che dinanzi alia massa cellulare che descriviamo. Accompagnando questa sui lati si osserva die perde la sua connessione coll' intestine ed acquista una cavita, che non e alti'o che la cavita premandibolare. La massa cellulare solida rappresenta dun- que il pezzo intermedio delle cavita premandibolari tuttora direttamente con- nesso colla parete intestinale. E una condizione alia quale succedera piu tardi quella considerata negli embrioni precedenti. (Cf. N. 9 e 10). Se consideriaino ora 1' angolo dorsale della volta faringea si nota il rap- porto che esso contrae con un distinto prolungamento conico della corda dor- Fig. XIV. — Da nna sezione sagitfcale di embrioue di Torpedo o. della Inngbezza di mm. 5. Ingr. 95 d. — Ch, Ivotocorda : Ch' , prolunga- mento faringeo della notocorda ; d, augolo dorsale della volta farin- gea; E, lineadi contorno dell'encefalo; Pr, massa cellulare mediana che nasce dalla faringe in corrispondenza della tasca di Seessel ed e interposta ai somiti premandibolari : S, angolo ventrale della Volta faringea (tasca di Seessel) ; St, stomodeo ; V, aorta. sale, che muovendo da questa in un punto nel quale comincia ad assottigliarsi e si insinua tra la parete encefalica ed il grosso vaso, scende in direzione ven- tro-caudale. Confronti il lettoro con questo gli embrioni N'. G e 9 nei quali esistevano piccoli noduli situati ventralmente alia corda dorsale in una re- gione approssimativamente corrispondente, e TembrioneN". 7nel quale esisteva una piccola gemma cordale simile, ma meno sviluppata di quella descritta nel presente embrione. 14. Embrione della lunghezza di mm. 5. (Fig. XV). Le particolarita olferte da questo embrione sia in riguardo ai rapporti della faringe col tratto mediano delle cavita premandibolari e colla corda, sia in ri- guardo alio stomodeo, alia membrana faringea e al punto per posizione corrispon- dente alia futura tasca ipofisaria, concordano perfettamente con quelle del pre- cedente embrione. Vi e un solo ed importante punto di differenza. Menti'e la parete encefalica al dinanzi dell'infundibulo e il sottostante ectoderma erano in quelle direttamente applicati 1' una all' altra, in questo embrione invece sul piano mediano sono tra loro separati per I'interposizione di un piccolo accu- mulo di cellule di forma ovale della massima lunghezza sagittale di (j. 36. Que- 49 — sto cumulo cellulare e situafco diuauzi e a distauza di jj. 65 dal recesso ottico. Si segue per due sezioni. La sua posizione me lo fa riconoscere come rappre- ^'JC Fig. XT. — Da uua sezione sagittale di eiubrioue di Torpedo o. della lunghezza di mm. 5, Iiigr. 95. d. — x, organo preipoflsai'io : If, raera- braiia t'aringea; 0^ recesso ottico. Perle altre iudicazioui, vedifig. 14. sentante I'organo preipofisario. Es30 esisterebbe gia in una fase di sviluppo nella quale il connettivo coi vasi non si e ancora insinuate in quella regione fra la parete encefalica e 1' ectoderma. Embkioni del V Gruppo. 15. Embrione della lunghezza di mm. 3.5. (Fig. XVI). Questo embrione che si trova a un grade di sviluppo minore di quelli fino ad ora esaminati ha, come e naturale, la cavita dell' intestino tuttora separata dallo storaodeo per 1' interposizione della membrana faringea. Esaminando la volta della cavita faringea sul piano mediano si osserva che il suo angolo ventrale si continua senza limiti netti in uua massa cellulare che raggiunge in alto la superflcie encefalica al di die- tro dell'infundibulo e in dietro si avvicina alia estremita libera della notocorda. Questa massa cellulare accorapaguata sui lati si continua da ogni parte in una piccola massa indipendente dalla faringe, situata direttamente al dinanzi della cavita mandibolare e che rappresenta il somite pre- mandibolare. Sia per questi rap- porti, sia per la sua connessione coir angolo ventrale della volta Fig. XVI. — Da una sezione sagittale di embrione di Tor- pedo o. della luugliezza di mm. 3.5. lugr. 95 d. — Ch, no- tocorda: d, angolo dorsale dalla volta faringea; M, mem- brana t'aringea: N, nevi'oporo anteriore; Pr. massa cellulare mediana che nasce dalla fariugo in eorrispon- denza della tasca di Seessel ed 6 iuterposta ai somiti premaudibolari ; S, angolo ventrale della rolta faringea (tasca di Seessel) ; St. stomodeo : F, aorta : x' abbozzo dell' organo preipofisario, in connessione con Pr. — 50 t'aringea la massa cellulare mediana dalla cui descrizione abbiamo preso le mosse e dunque il futuro tratto mediano delle cavita premandibolari ora relativameute piu voluminoso e in pin esteso rapporto colla superficie entodermica della quale e una continuazione. Cio stabilito, notiamo che al di sofcto e subito al dinanzi della regions dell' infundibolo, 1' ecfcoderma non e, come ossei'vammo in qualche stadio piu inoltrato, immediatamente a ridosso della parete encefalica: rimane, e cio soltanto sul piano mediano, tra i due organi uu sottile interstizio, che si al- larga un po'appena oltrepassato I'infundibolo. In questo interstizio troviarao un prolungamento della massa cellulare mediana interposta fra gli abbozzi delle 'javita premandibolari; se questo prolungamento stretto fra la parete encefa- lica che si accresce e il sottostante ectoderma si atrofizzasse nella sua porzione piu sottile, rimarrebbe di esso solo quel piccolo rigonfiamento che sta dinanzi air infundibolo. Esso ci ricorderebbe allora 1' orgauo preipofisario come e stato riconosciuto in un embrione un po' piu avanzato nello sviluppo. Se questa in- terpretazione e giusta, 1' organo preipofisario sarebbe una piccola massa ento- dermica primitivamente connessa col tratto mediano delle cavita premandibolari e coll' intermezzo di questo coU'angolo ventrale della volta faringea. Ho diligentemente esaminato i rapporti fra il supposto organo preipofi- sario e la parete encefalica e 1' ectoderma tra i quali e insinuate. I limiti fra parete encefalica e organo preipofisario souo nettissimi; non ugualmente netti sono quelli tra il detto organo e 1' ectoderma. Ma non saprei dire se cio dipende da una condizione naturale, oppure se e la preparazione che mal si presta a nettamente definirli. 16. Embrione al medesimo grado di sviluppo del precedente e con dispo- sizioni siraili. Le sole differenze apprezzabili sono queste : 1' estremitk craniale della corda si confonde colla massa entodermica mediana che nasce dall'angolo ventrale della volta faringea ed e interposta agli abbozzi delle cavita pre- mandibolari. Questa massa entodermica non si insinua nell' interstizio fra pa- rete encefalica ed entoderma al disotto e al dinanzi dell' infundibolo. 17, In altro embrione poco al disotto per grado di sviluppo dei prccedenti (mm. 3) la massa entodermica mediana largamente fusa coll' angolo ventrale della volta faringea si insinua fra ectoderma e parete encefalica, senza oltre- passare pero a quanto sembra la regione dell' infundibulo. La corda, in un punto corrispondente all' angolo dorsale della volta faringea, presenta un di- stinto rigonfiamento. * * E tempo ora di liassumere il resiiltato delle nostre osseiTazioni. Dalle medesime risulta die piio esistere in embrioni di Torpedo ocellatd un |)articolare organo che per la sua posizione disliniiiiiamo col nonie di ov(jnno preipofisario. Esso e situate sul piano mediano, poco al dinanzi del recesso ottico, fra 1' encefalo e 1' ectoderma. Di rado e a ri- dosso della parete encefalica, di solito e nel giusto mezzo Ira (piesta e r ectoderma. Un vaso a decorso longitudinale lo separa (juasi sempre dalla parete encefalica. 51 — L' organo jireipolisario non e costante; F abbiamo Irovato in em- bi'ioni die oscillavano iiella loro liinghezza da iin raassimo di mm. 16 a iin minimo di mm. o, ma in altri embrioni di iin consimile grado di svihippo non era i'a])presentato. (^) Nei casi nei quali 1' organo preipofisario si 6 costituito in nna maniei'a piii pertetta, e sotto forma di vescicola ovale, ben delimitata, le cni celhde son disposte a mo' di epitelio; ma per lo piii si presenta in forma di un addensamento cellulare senza limiti dislinti. E circondato da mesenehima e non ha connessioni ne coll' encefalo ne coll' ectoderma. L' organo preipofisario non ha uno svilnjipo progressivo e non si trova in embrioni a piii inollrato svihippo. Cisembra piuttosto che debba esser considerato come il ricordo rudimentale di una disposizione molto primitiva. In questa opinione ci induce lo studio di tutti gli organi della regione ijiofisaria nella loro graduate evoluzione. Conviene incominciare il nostro esanie da uno stadio nei quale esista ancora la membrana faringea e non si sia formate dal fondo dello stomodeo 1' abbozzo della tasca ipofisaria. Yediamo allora che dalf an- golo ventrale della volta faringea nasce sul piano mediano una massa cellulare assai voluminosa, che in dietro si confonde colla estremita craniate della notocorda ed emette in avanti un prolungamento che si insinua fra parete encefalica ed ectoderma, raggiungendo, oltrepassando anzi in avanti, in alcuni casi, la regione dell' infundibulo. Questa massa di origine entodermica si continua sui lati negli abbozzi dei soiniti pre- mandibolari. In stadii successivi 1' accrescimento della regione dell' infundibulo determinera il diretto contatto di questa col sottostante ectoderma e cosi il prolungamento craniate della massa interposta ai somiti premandi- bolari cadra in atrofia o di essa rimarra soltanto una piccola porzione at dinanzi dell' infundibulo. E questo piccolo frammento isolate che puo conservarsi per altro tempo ancora e acquistare i caratteri dell' organo da noi descritto come onjano preipofisario. Se tale, come crediamo, e 1' origine dell' organo preipofisario, torna interessante segnire la evoluzione della massa principale dalla quale si distacca. Essa modifica presto la sua forma: si congiunge all'angolo ven- trale della faringe sul piano mediano per mezzo di un sottile pedun- colo e poi si rigonfia a clava. Una evaginazione {tasca di Seessel) Q si (') Credo di uou andar molto Inngi dal vero se dice clie 1' organo preipofisario si mostva nei 40 "/„ dei casi. (■') Ci sembra utile limitare il nome di tasca di Seessel alia sola evaginazione ventrale della volta — 52 costituisce alia sua origine e una cavita si scava nella sua cstremita distalc. Quaiulo si sara costituita 1' ipofisi e si sara lacerata la membiana laringea, il lembo dorsale di (juesta separera la tasca di Seessel dalTin- gresso alia tasca ipolisaria. Ma la tasca di Seessel e il peduncolo solidu che le fa seguito presto sconipaiono, sicclie riniane isolata in forma di vescicola, la por- zione distale delta primitiva massa entodci-niica. Da ogni lato essa si •conlinua nella cavita che si e costituita in ciascun somite premandihola- I'c; e divenuta cioe il canale di comimicazione (ra le cavita premandibolari. Un altro rapporto tin dallo stadio precedente ha acquistato questo <-anale di comunicazione e to conserva per breve tempo. Esso e inti- niamente connesso per mezzo delta sua parete e del siio peduncolo col fondo della tasca ipofisaria. Poiche il canale fra le cavita jiremandibo- lari e di origine entodermica e la sua cavita deve essere considerata come un frammento della primitiva cavita intestinale, la connessione che esso acquista col fondo della tasca ipolisaria i)U() essere interpretato come un accenno a una comunicazione dell' intestino coll' esterno, come un rudimento di paleostoma ipolisario, quale venue descritto in altri vertebrati da Kuppfer. (*) La descritta connessione rapidamente scompare, il canale fra le ca- vita premandibolai-i si disgiunge dall' ipollsi, si oblitera, si atrofizza e sparisce senza lasciar tracce. Esso non prende alcuna parte apprezzabile all'accrescimento della ipofisi. Colla atrofia del lembo dorsale della mem- brana faringea e probabile che la parete posteriore della ipofisi in basso iii ingrandisca leggermente a spese dei residui della parete i)osteriore della primitiva tasca di Seessel (cf. fig. X, XII, YIl), ma questo contri- bulo entodermico alia formazione della ipofisi non puo avere, nel caso, che un' importanza molto secondaria. Sicche, tutto considerato, I' ipofisi, Jiella Torpedo rimane un organo di origine essenzialmente ectoderm/ca. (") laringea e nou osteailerlo a tutte le parti che le fauno seguito, aia per potor deaignare quests con uua iudicazione procisa, sia auche in riguardo ai carattori coi quali la tasca faringea si presenta negli uccelli tiei quali fu da Seessel per la prima volta descritta. Cf. Seessel, Zur Eutwickeluugsgeschichte dos Vorderdarms, Archiv f. Anat. u. Entwick. Leipzig iS'~. (') Cf. Kuppf 6 r , Eiitwiclieluugsgescliicbte d, Kopfea. Ergebn. d. Anat. m. Entwick. II Bd., 1S92. — Die Beutung des Hirnaubanges. Sitzitngsber. d. Gesell. f. Morplwl. u. Physiol. Miinchen Jahrg. 1S94. Hejt I-III. 1^) N6 Hoffmauu *, ne Haller **, cho si sono di recente occupati dello sviluppo dell' ipotisi nei Selaci, Lauuo osservato alcuna connessione tra 1' ipofisi e 1' intestino preorale (tasca di Seessel-cauale fra le cavit:\ premandibolari). Se ci6 non dipende dall' avere i ricordati autori esamiuato altre specie di Selaci, puo essere spiegato col nou esserai essi imbattuti uello stadio adatto per la costatazioue di * Ho ff manu C. K.., Beitrage zur Entwickelungsgesbichte der Selacbii. Morpholonigches Jahrbuch, XXir lid. Leipzig iSOO. Haller B., Untersuclmngeu iiber die Hypopbyse und die Infuu(libularori;.ine. ilorpholof/isches Jahrbuch. XXV Bd. Leipzig, i890. — 53 — Aduiiquo lo studio di eml)rioni di Torpedo diinostni clie 1' into- stiiu) cefalico non termina colla vulta faringea; dall' angolo ventrale di (|uesta si diparte iin proliingamcnto dell' entoderma, clie, dapprima so- lido, ac(|uista o piio aequistare in parte una cavita, la quale nolle sue \arie porzioni si svilui)pa piii o meno e si consena piii o meno a lungo. Ouesto tratto preorale dell' intestino (cf. fig. 17) comincia subito al di Fig. 17. — Schema immaginato in base alia osservazione di varii stadii di sviluppo e di diversi esemplari di Torpedo o. per rappreseutaie 1' intestiuo preorale, dalla tasca di Seeasel all' or- gano preipotisario. — C, canale premandibolare ; Ch, notocorda ; d, augolo dorsale della volta faringea ; Hy, ipofisi ; In, infniidibolo ; M, membraua faringea ; Ot, recesso ottico ; p, peduneolo che collega il foudo della taaca di Seesael al canale premandibolare; p' , pe- duncolo che collega il canale premandibolare all' organo preipoflsario ; S, angolo ventrale della volta faringea (tasca di Seessel); x, orgfino preipotisario. dietro dell' attacco dorsale 'della niembrana faringea, striscia dietro alia i])otisi, raggiunge il fondo di questa e vi prende connessione. Prima clie si formi 1' ipofisi si spinge anclie piii innanzi, cosi da oltrepassare ta- lora la regione dell' int'undibulo e terminare al dinanzi del recesso ot- tico coir organo preipofisario. Le parti che piii presto si atrofizzano di una particolarit^ di sviluppo che e transitoria. Noto che il piii giovane studio esaminato da Hoffmann, nel quale gia esistesse 1' abbozzo della ipofisi, era un embrione di Acanthias vulgaris di mm. 13-14, raentre Haller ha avato come stadio piti giovane un embrione di Mustelus laevis di mm. 22. Le mie osservazioni sui rapporti fra 1' intestino preorale e 1' ipofisi ricordano (a parte la minor rndimentalit.'i dell' intestino preorale nei Selaci) quelle di Saint-Remy *, che nel polio alia 70* ora avrebbe notato una stretla fugacissima connessione tra la taaca di Rathke e la taaca di Seessel, e le osservazioni analoghe di Nu aba urn*" nel caue, che ammette anzi una limitata partecipazione della tasca di Seessel alia formazioue della ipofisi. * Saint-Remy G., Sur la signification morphologiquo de la poche pharyngienne de Seessel. Sac. de Biologie, N. i9, dS9o. ''* Nnsbaum J., Einige neue Thaisachen zur Entwickelungsgeschichte der Hypophysis ce- rebri bei Siingetieren . Anatomisehes Anzeiger. XII Bd., N. 7. Jena, 1896. — 54 — questa formazione sono: quella compresa Ira infiindibulo ed ectoderma, vcnsimilmente per la compressione dispiegata dall' accrescimento della regione inrnn(lil)olaro c pni (juella compresa fra la faringe e il canale IVa le eaNita premandibolari, verisimilmente perclie stretta fra 1' ipolisi e i' aorta. Cosi la formazione dapprima connessa colla faringe e tutta conlinua rimane rappresentata da due frammenli isolati. Di questi, ({uello costante, provvisto sempre di una cavita e pin |)ersistente e il canale fra le cavita premandibolari, mentre ha caratteri opposti I'organo |)reipofisario. Cosi lo studio dell' organo preipofisario e della sua origine ci ha portato a mettere in evidenza nella Torpedo alcune disposizioni relati\e al liniite anteriore dell' intestino cefalico die ben si accordano coi dati fornitici da altri osservatori e specialmente coi resultati ottenuti nel- V Acanthias da Miss Piatt e da Hoffmann. (') E pero singolare e de- gno di nota che nella Torpedo, nella quale non sono state segnalate tracce della COSI delta anterior head cavitij di J. Piatt (reperto negativo che io non posso che confermare), sia incompai'abilmente meglio sviluppato e j)iu persistente, in non pochi easi, quelle che per la posizione corri- sponde al tratto di congiunzione tra 1' anterior head cavitij di un lato e quella dell' altro lato ('). Sarebbe state interessante il decidere se quel frammento piii ante- riore dell'entoderma che puo trasformarsi nell' organo preipofisario, con- trae col sottostante ectoderma in (|ualche stadio delle intime connessioni che possano far supporre la primitiva esistenza di una comunicazione fra la superficic libera del corpo e il fondo dell' intestino preorale. Ma i miei preparati non mi hanno fornito sicure prove di tali connessioni. Debbo inline ricordare alcune particolarita relative all' estremita craniate della notocorda, osservate nei nostri preparati. In un periodo nel quale persiste ancora la membrana faringea. la corda dorsale puo presentare un prolungamento conico con direzione ventro-caudale, che va a contatto dell' angolo dorsale della volta farin- gea. Anche piii tardi in quel punto si puo vedere una ben distinta in- senatura della parete della faringe. In stadio piii inoltrato, abbiamo trovato in un embrione una piccola gemma ventrale della corda situahi a un livello piii alto e precisamente dove la corda si discosta dal siio (*) Piatt J. B., Further Coutribiition to the Morphology of the Vertebrate Head. Anat. Anzei- ger, VI, i89i. - Hoffmann , 1. c. (') £ noto dalle osservazioni di v. Wi.jho, che nel Galeus esiste da ogui lato una cavita indi- oeudente, situata al dinauzi della cavitA preniaiidibolare da ritenersi omologa all' anterior head caviti/ di Piatt. Sarebbo da ricercare se, correlativauieute a questo fatto, 1' intestino preorale avesse nel Oa- eu8, in confrouto ad altre specie, nno sviluppo meno rudiiuentale. Cf. v. Wijhe, Ueber die Meso- •lennsegmente a. die Entwickelung der Nerven der Selachierkopfes. E. Akad. d. Wissenschaften zu :i.meterdam, 1882. — 55 — contatto colla pareto ventrale del cervello posteriore per dirigersi verso il caiiale fra le eavitii premandibolari. Infine in diversi casi del piccoli cumuli cellulari, con apparenza di noduli epiteliali, si sono veduU in quella stessa regione, a distanza minima dalla superlicie ventrale della corda, ma da essa ben distinti. Oueste varie particolarita stanno tra loro in molto intimo rai)porto e sono la espressione ora piii completa, ora molto rudimentale di una medesima disposizione, cioe della connessione die la notocorda conserva pill a lungo con quella regione deU'entoderma. Mentre la corda si pro- lunga verso 1' angolo dorsale della volta faringea, (juesto tende a solle- varsi verso la corda. In uno stadio precoce e in qualclie embrione i due oi'gani si trovano a contatto, mentre piu tardi sono separati da un ampio intervallo : la gemma cordate diretta verso la faringe e appena accen- nata o puo essere alfatto scomparsa ; i ricordati cumuli cellulari pre- cordali sono trammenti residual! del prolungamento faringeo della corda rimasti in mezzo al mesenchima, tors' anco residui di qualclie prolifera- zione epiteliale die si sollevava dair entoderma in (juel |)unto. Che la corda di contro a un punto della parte piii elevata della fa- ringe mantenga piii durevolmente die altrove una connessione coir en- toderma, e state riconosciuto in diversi vertebrati (^). Da cio si spiega come la corda al suo estremo craniale possa mostrare una hranca ascen- dente die e nella continuazione della porzione principale dell' organo e una hranca discendente (-). Tale disposizione rende piu coiiij)licato lo studio dei rapporti della porzione craniale della corda, perocche sono da prendere in distinta consi- derazione quelli del braccio ascendente e quelli del braccio discendente di essa, al die da qualcuno non e stata fatta sufiiciente attenzione. Si ag- giunga die debbono essere considerati i rapporti e le connessioni pri- mitive delle estremita cordali e .quelli die si stabiliscono secondaria- mente. In una medesima specie nei varii stadii di sviluppo, per efletto della flessione cefalica, dello sviluppo della ipofisi e per altre circo- stanze i rapporti della corda possono subirc non insignificanti modilica- zioni (^). E nei vari vertebrati i processi di sviluppo e di riduzione (Idle (*) Cf. ad es., Keibel Fr., Zur Entwickelmigageschichte der Chorda bei Saugern. Archiv f. Anat. u. Entwick. Leipzig 1889. — Prenaiit , filenients d'EmbryoIogie, Paris 1896. Livre 2, pag. 78. — E quello il punto uel quale, a spese della corda, si forma la cosi detta tasca palatina desoritto da Seleuka nell' Opossunt e della quale uon maucano tracce in altii vertebrati. (Selenka, Die Gan- mentasche der Wirbeltiere. Biol. Centralblatt, YII Bd., N. 22, 1888). O Cf. Saint Ilemy G. — Recherche.s sur I'extreraitS ant6rieure de la corde dorsale cbez les Amniotes. Archives de Biologie, Tome XIV, fasc. 1, 1895. (^) Cf. Saint-Rem J- , 1. c. e Valenti G., Sopra i primitivi rapporti delle estremita cefaliche della corda dorsale e dell' intestine. Mcmorie della Soc. Tosc. di So. Naturali, Vol. 16. lisa 1897. 5G — ostrcmita cordali, di svilii|)po e di evcntuale riduzione degli organi coi (jiiali la corda |)iio avere rapporto non proc-cdono collo stesso paralle- lisiij "^"^ oculari 2 e 4; il tutto posto in elegante arinadietto in mogauD L. 400 [i n gran dim enti fino a 1000 diametri) Mm oMJettiYo 'As" Semiapocrofflatlco IMMERSIONE OMOGENRA Obbiettivo raccomandato per la grande potenza e per la sua durata (Vedi Zeit- schrlft filr wissenschaft. Microscopic del VI settenibre 1894, Band XI, Heft 2) L. 200 coi due oculari compensatori 4 ed 8. catalog^TgeneraliT gratis a semplice nchiesta Pagamenll ralcall vienslU pel ^==^"^ Shj:'''' Ujficiali saiiitari comunali. Firen/.e. Stab. Tip. Fior., Via S. Gallo, 33. — 1S98. ore ZooWco Italian (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) DIRETTO DAI DOTTOEI GICLIO GHIARUGI EUGENIO FICALBI Prof, ili Anatomia comp. e Zoologia uella R. Uuivorsita di Messiua Prof, (li Anatomia umana iiel R. Istituto (li Stiidi Super, iu Fireuze UflB.cio di Direzione ed Amministrazione : Istituto Anatomico IS numeri all' anno - Abbuonamento annuo L. i5. Fireme. IX Anno Firenze, Marzo 1898 N. 3 SOMMARIO : Bibliografia. — Pag. 57-60. SuNTi E RiviSTE : Luppino A., Contributo alio sviluppo della sfera esterna dell' or- gano uditivo nei mammiferi. -^ Sfameni P., Delle terminazioni nervose nei gomitoli delle glandole sudorifere dell' uomo. — Colucci V., Di una particola- rita istologica nelle arterie coronarie. — Staderini R. e Pieraccini Q., Sopra la origine reale e piu. parbicolarmente sopra le radici posteriori del uervo acces- sorio dell' uomo. — Pag. GO-68. Note di teciiica istologica: Guizzetti P., Note di tecnica per lo studio isto- logico del tessuto nervoso. — Sala L., I bicromati di sodio, calcio, magnesio, rubidio, litio, zinco e rame nei raetodo G olgi. — Pag. 63-65. CoMUNicAzioNi OuiGiNALi: Valcilti G., Sopra la piega faringea. (Con Tav. II). — Pag. 65-76. Avvertei\za Delle Comunicazioni Originali che si pubblicano uel Monl- tore Zoologico Ttaliano e vietata la riproduzione. BIBLIOGRAFIA Si da nollz'm sollaiilo del lavori pubblicatl in Italia. VI. Protozoi. Montieelli F. S. — Dictiomyxa Trinchesii g. sp. n. di Rizopode marino. Nota. (Tav, I), — Boll. d. Soc. di Naturalisti in Ncqjoli^ Serie 1, Vol li, Anno 11 (1807), Fasc. unico, Pag. 67-74. Napoli 1897. IX. Eeliinodernii. Russo A. — Sul cosiddetto canale problematico delle Oloturie. Nuovo contri- buto alia morfologia degli Echinodermi. Con 2 iig, — Boll. d. Soc. di Na- turalisti in Najyoli, Serie 1, Vol. 11, Anno 11 (1897), Fasc. unico, Par/. 1-4. Napoli 1897. 58 — X. Vermi. 3. Platielminti. CalandrUGcio S. — Anatomia e sistematica di due specie niiove di Tiirbellarie. — Atti il. Accad. Gioenia di Sc. Nat. in Catania. (Memorie) An. 11, (1897), Serie 4, Vol. 10, Memoria 16 \ di pag. 18, con 1 tav. Catania, 1897. von Graff L. — Neue Landplauarien. (Viaggio del Dott. Borelli nel Chaco Bo- liviano e nella Repubblica Argentina). — Boll, dei Musei di Zool. e Anat. covip. d. E. Univ. di Torino, Vol. 12, N. 296, Sj)ag. Torino, giagno 1897. Monti R. — Sui* le systeme nerveux des Dendroceles d'eau douce. — Arch. Ital. de Biologie, Tome 27, Fasc. 1, pag. 1-26. Turin 1897. Con fig. Setti E. — Nuove osservazioni sui Cestodi parassiti degli Iraci. — Estr. di pag. 19 d. Atti d. Soc. Ligustica di Sc. Nat. e Geogr, Vol. 9. Genova, tip. Ci- minago, i898. 6. Nematelminti. Parona C. — I Tricosomi degli Ofidii. — Boll. d. Musei di Zool. e Anat. comp. d. li. Univ. di Genova, N. 58 (1897), pag. 1-6. Genova 1897. Con tav. 9. Anellidi. Rosa D. — Descrizione di una nuova specie di Acanthodrilus delle isole del Capoverde. — Boll, dei Musei di Zool. e Anat. comp. delta U. Univ. di To- rino, Vol. 12, N. 808. 3 pag. 'Torino, novembre 1897. Bosa D. — Osservazioni su due nuove Microchete. — Boll, dei Musei di Zool. e Anat. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. i2, N. 310. 4 pag. Torino, di- cemhre, 1897. XIII. Artropodi. 3. Crostacei. *Silvestri F. — Res Ligusticae, XXVIII. Descrizione di un nuovo Isopodo delle Caverue liguri. Con fig. — Estr. di pag. 2. d. Annali d. Miiseo Civico di St, Nat. di Genova, Serie 2, Vol. i8{38), 6 nov. 1897. Genova, tip. Sordomuti. *SiIvestri F. — Descrizione di alcune nuove specie di Isopodi della fauna me- diterranea. — Estr. di j)ag. 4. d. Annali d. Museo Civico di St. Nat. di Ge' nova, Serie 2, Vol. 18 (38), 7 ott. 1897. Genova, tij?. Sordomuti. 5. Akacnidi. De Fonzo D. — Confcribuzione alia conoscenza degli Acarodomazi. — 11 Natu- ralista siciliano, Nuova Serie, Anno 2, N. 4, pag. 85-92. Palermo, 1897. Fenizia C. — Un nuovo Phrynus assabese, — Boll, scientifico. An. 19, n. 3, pag. 96. Pavia 1897. (Continuaz. e fine). 6. Miriapodi. Silvestri F. — Chilopodi e Diplopodi. (Viaggio del Dott. E. Festa nell'Ecuador e regioni vicine). — Boll. d. Musei di Zool. e Anat. comp. d. It. Univ. di To- rino, Vol. 12, N. 305, 19 pag. con 1 tav. Torino, ottobre, 1897. 7. Insetti. a) Parte generale. Pincitoro Marott G. - AUevamenti e ricerche entomologiche. — JIoll. d. Na- turallsta. Anno 17, N. 11, pag. 131-132. Siena, 1897. Si ripcte quests indicazione bibliograflca erroneamcnte classificata in un preccclento nuinero. — 59 — c) Ortotteri. Griardina A. — Primi stadi embrionali della Mantis veligiosa. — Monit. zool. ital, Anno 8, N. 12, pag. 275-280. Firenze, 1897. Giglio Tos E. — Ortotteri raccolti nel Darien dal Dott. Festa. Acrididae. Gryllidae. — Boll, del Miisei di Zool, e Anat. camp, della li. Univ. di Torino, Vol. 12, N. 801, 10 pag. Torino, agosto 1897. Giglio Tos E. — Ortotteri. (Viaggio del Dott. A. Borelli nel Chaco boliviano e nella llepubblica Argentina). — Boll, dei Musei di Zool. e Anat. comp. delta li. Univ. di Torino, Vol. 12, N. 302, 47 pag. Torino, agosto 1897. G-riffini A. — Descrizione d' un nuovo Conocefalide di Porak (Penisola di Ma- lacca). {Peracca conspicuithorax, n. g., n. sp.). — Boll, dei Musei di Zool. e Anat. comp. della E. Univ. di Torino, Vol. 12, N. 806, 8 pag. Con i fig. Torino, otlobre 1897. Griffini A. — Descrizione d' una nuova Necroscide di Perak, penisola di Ma- lacca. — Boll, dei Musei di Zool. e Anat. comp. della R. Univ. di Torino, Vol. 12, N. 307, 3 pag. con 1 fig. Torino, novembre 1897. d) Pseudonevrotteri. Garbini A. — Libellulidi del Veronese e delle provincie limitrofe. — Boll. d. Soc. eatomol. ital.. Anno 20, pag. 35-135. Firenze, 1897. g) Lepidotteri. Bellati M. e Qaajat E. — Influenza dell'ossigeno e dell'aria compressa sullo schiuditueato inteinpestivo d^Ue ova di filagello. — Atti d. li. 1st. Veneto di Sc. Lettere ed Aiti, (Tomo 56), Serie 7, Tomo 9, Disp. 3, pag. 155-156. Venezia 1897-98. Verson E. — L'evolution du tube intestinal chez le ver-a-soie. — Arch. 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Firenze, 1897. i) Coleotteri. Balbi E. — Note sul geuere Scotodipnus fScliaum) ed osservazioni compara- tive sugli Scotodipnus Doderoi (Balbi) e Scotodipnus strictus (Baudi). — Riv. ital. di Sc. nat., An. 17, n. 3-4, pag. 50-52; n. 7-S, pag. 100-103. Con 1 fig. Siena 1897. — 60 Grandis V. e Muzio G. — Sui pro essi di assimilazione del Callidium san- gidneum Tabr. — Boll, dei Musei di Zool. e Anat. coinp. d. R. Univ. di To- rino, Vol. 12, N. 303. 8 pag. Torino, settemhre 1897. Jordan K. — Anthribidae from the Islands of Engano, Mentawei and Sumatra collected by Dr. E. Modigliani. — Estr. d. Annali d. Museo Civico di St, Nat. di Genova, Serie 2, Vol. 18 (38), 28 dicembre 1897, pag. 623-643. Sonclietti V. — Anomalie nella striatura deile elitre nei Coleotteri. — Boll, del Naturalista, Anno 17, N. 11, pag. 132-133. Siena, 1897. k) Rincoti. Montandon A. L. — Hemiptera cryptocerata. Revision de la S-Fam. Limno- corinae. — Boll. d. Musei di Zool. e Anat. comp). d. R. Univ. di Torino, Vol. 12, N. 297. 8 pag. Torino, giugno 1897. I) Ditteri. Corti E. — Aggiunte alia Fauna ditterologica della provincia di Pavia. — Boll, d. Soc. entomol. ital., Anno 29, pag. 136-143. Firenze, 1897. XIV. Mollusclii. 1. Parte generale. Ancey M. C. F. — Resultats malacologiques [d. viaggio del Dott. A. Borelli nel Chaco boliviano e nella Repubblica Argentina], accompagnes d' une no- tice sur ies especes precedemment recueuillies par ce Voj-ageur. — Boll. d. Musei di Zool. e Anat. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol 12, N. 309. 22 pag. Con 1 tav. 'Torino, novembre 1897. 5. Gasteropodi. Paravieini G. — Nota istologica suU'inserzione del nmscolo columellare nel- V Helix pomatia L. — Atti d. Soc. Toscana di Sc. Nat., Vol. 37. Estr. di pag. 16. Milano, 1898. SUNTI E RIVISTE Luppino A. — Contributo alio sviluppo della sfera esterna dell'organo uditivo nei mammiferi. Con tav. — Giorn. d. Assoc. Napoletana di Medici e Natu- ralisti. Anno 8, Punt. 1", p>ag. 3-22. Napoli 1898. Le osservazioni sono state esoguite in embrioni di cavia. Le conclusioni alle quali 1' A. e pervenuto sono le seguenti: « 1. II condotto uditivo esterno e in origine rappresentato da una propauine piena, la quale, generata da un infossamento epiteliale della cute delle parti laterali del capo, si approfonda verso la cavita tubo-timpanica, come aff'ermano Kulliker, Bonnet, Dreyfuss. 2. Detta propagine non lia un decorso rettilineo, ma segue d'ordinario una linea spezzata. in cui si possono distinguere due sezioni: una piu spessa, curvi- linea a convessita anteriore, destinata solo a generare il condotto uditivo pro- priamente detto; I'altra piu sottile, quasi rettilinea, che fa angolo con la prima, ha direzione parallela all'asse maggiore (longitudinale) della cavita tubo-tim- panica e concorre al rivestimento esterno della membrana del timpano. — 61 — 3. L' infossamento epiteliale originario presso le cavie rimane pieno per qualche tempo e comincia ad acquistare il lume tra il 17° e il 19" gioino. 4. La formazione della luce del condotto avviene per un processo, che sem- bra avere un riscontro con qaello che normalmente accade alia superficie della cute 6 di altre mucose, vale a dire e un processo di cheratinizzazione e di de- squamazione, die cominciando dallo estremo esterno del condotto si approfonda progressivaraente per tutta la lunghezza di esso. 5. La desquamazione, che per la prima porzione segue la linea assiale, in- vadendo il segmento piu sottile, si avvicina piu al lato che guarda la cavity del timpano; in modo che quello viene sdoppiato in due lamine disuguali, la esterua piu spessa, 1' interna pivi sottile. La prima va a costituire la meta ante- riore dello estremo piu profondo del condotto, la seconda lo strato esterno della membrana del timpano. 6. Questa, dopo la formazione dello strato epidermico, risulta di tre strati: r esterno ectodermico, il medio mesodermico, 1' interno entodermico, i quali si modificano per costituzione e spessezza a norma dell' eta. 7. II diametro del lume del condotto aumenta progressivamente a misuva che la desquamazione procede nella spessezza degli strati epidermici, i quali finiscono per divenire piu sottili. 8. Gli organi appendicolari, derivanti dalP epidermide del condotto uditivo, si generano in un modo analogo a quello di altre parti del capo, in un tempo certamente posteriore, quando cioe lo sviluppo di tali organi e quasi al com- pleto nel labbro ed e iniziato nelle altre regioni del capo. 9. Contemporanea alia loro formazione e la comparsa dei primi germi glan- dolari, che si trovano nell' estremo faringeo della tromba di Eustachio, benche il lume di questa si formi alcuni giorni avanti. 10. Nel condotto uditivo della cavia non si riscontrano glandole tubulari, ma esclusivamente acinose, e tanto queste quanto i bulbi piliferi hanno sede specialmente nelle porzioni cartilaginee di esso. » Sfameni P. Delle terminazioni nervose uei gomitoli delle glandole sudorifere deir uomo. — Attl d. R. Accad. d. Sc. di Torino, Vol 33, Ad. d. 16 Gennaio 1898. Estr. di pag. 10, con tav. Torino 1898. L'A. ha limitato le sue ricerche alle glandole sudorifere dei polpastrelli delle dita e della palma della mano deli' uomo, applicando il cloruro d' oro se- condo i metodi di Fischer e di Lowit. E giunto alle seguenti conclusioni: « 1) La terminazione nervosa delle glandole sudorifere ha sede nella mem- brana propria del condotto secretore. II) La detta terminazione ha forma di rete e mettesi in rapporto diretto e intimo con 1' epitelio secretore. III) La membrana propria si puo ritenere costituita dalla rete nervosa. IV) Sono nervi secretori quelli che formano la terminazione suddetta. V) Molto probabilmente la rete nervosa amieliuica descritta da Tomsa, Hermann, Ficatier, Coyne, e piu dettaglitamente dal Ranvier, e costi- tuita da fibre nervose vasomotrici che si distribuiscono ai capillari delle glan- dole. » 62 — Colucci V. — Di una particolarita istologica nelle arterie coroiiarie — Memorie d. R. Accad. d. Sc. d. 1st. di Bologna. Serie 6, Tomo 7. Esir. di pag. 20, con tav. Bologna 1898. L'A.. nell' occasione di un suo studio suUa lacerazione cosi delta sponta- nea nel cuore di una bovina, porto la sua attenzione sulla normale struttura delle arterie coronarie; estese le sue osservazioni ad altre specie di mammil'eii compreso 1' uoino e mise in evidenza i seguenti fatti : 1.'' Le fibro-cellule della tunica media delle arterie coronarie della vacca sono avvolte in una membranella di natura elastica; 2." Le dette fibro-cellule non sono tutte, come nel maggior numero di altre arterie, disposte col loro diametro maggiore in senso circolare; ma, pur essendo queste in predominio, se ne trovano altre in direzione obliqua e longitudinale, e cosi disposte da Ibrmare uno strato nella parte interna della media, al di sotto iramediatamente dell' intinia, e uno strato piii considerevole, ma interrotto, all' esterno, riuniti 1" uno e 1' altro da fasci obliqui attraversanti, con andamento a spirale, lo strato medio di fibre circolari; 3.° Tale particolarita istologica osservata nelle arterie coronarie del bue, esiste, con alcune variazioni, anche in quelle del cavallo, della pecora, del cane e dell' uomo. 4.0 Tale disposizione delle fibio cellule muscolari nella tunica media delle coronarie fa con ragione supporre una contrazione ritmica di queste arterie, progressiva dai rami principali ai periferici, la quale favorisce la circolazione del sangue nelle pareti cardiaclie; ed in essa potrebbesi trovare la ragione del facile e continuo passaggio del sangue dell' aorta nelle coronarie, della pressione sanguigna quasi costante in queste arterie e della elevazione pulsatoria sincrona a quella delle carotidi, del getto ininterrotto del sangue dalla coronaria recisa, e per conseguenza della circolazione costantemente uguale nel muscolo cardiaco. -^^^ Staderini R. e Pieraccini G. — Sopra la origine reale e piu particolarmente sopra le radici posteriori del nervo Accessorio dell'uomo. Con tav. — Ricerdie fatte nel Lahoratorio di Anatomia normale della B. Universitcl di Roma e in altri Labor atori biologici, Vol. 6, fasc. 2, 1898. Gli AA. riassumono dappriraa la storia dell'argomento, dalla quale si ri- leva che la maggior parte degli anatomici considerano I'Accessorio quale un nervo puramente motore, sebbene gia da molto tempo alcuni osservatori ab- biano ammessa la natura mista di questo stesso nervo e Darkschewi tsch abbia fatto cenno, in uno studio suU'Accessorio dell'uomo, di alcuni fascetti di fibre nervose, i quali (per quanto I'Autore noa esprima in proposito alcun giudizio) starebbero a rappresentare una radice posteriore o sensitiva del nervo. Le osservazioni, che riassumiamo, riguardano I'uomo e piu precisamente si riferiscono alia midoUa cervicale e al bulbo di un feto di sei mesi, di due neo- nati, di un bambino di sei mesi e di un uomo adulto. I preparati, tutti quanti in serie, erano coloriti col metodo classico di Weigert. II risultato al quale sono giunti gli AA. e il seguente: A quell'altezza della midolla che sta fi"a il II e III pajo di nervi cervicali compare un fascio di fibre nervose, il quale dal cordone di Burdach ripiegan- — 63 — dosi in fuori e contornando la base del corno posteriore raggiunge la superficie della midolla. Questo fascio, il quale oltre che col cordone contrae rapporto col nucleo del cordone di Burdach, decorre da principio isolatamente, ma piu in alto (a livello del I pajo cervicale), dopo essersi spostato serapre piu ventral- mente finisce per unirsi alia radice anteriore deirAccessorio, del quale viene cosi a costituire la radice dorsale. Le due radici dorsale e ventrale delF XI si possono seguire in alto, nel bulbo, fino alia coinparsa delle olive e delle radici piu distali dell' Ipoglosso ; soltanto esse nelle diverse altezze modificano il lore decorso, secondo clie si modifica la respettiva sede della sostanza grigia, colla quale sono in rapporto. Per questi fatti, che appariscono evidentissimi in soggetti raolto giovani (feti e neonati), ma sono pure rilevabili in adulti, e da atnraettersi che I'Ac- cessorio dell'uomo possegga ad una certa altezza, oltreche una radice ventrale anche una radice dorsale. Onde risulta chiara la analogia nella disposizioue anatomica tra nervo Accessorio e nervi spinali. Queste ricerche sono state inoltre completate dalle studio di alcune par- ticolarita relative al nucleo d'origine delle fibre motrici dell'Accessorio. NOTE DI TECNiCA ISTOLOGICA 1. Guizzetti P. — Note di tecnica per lo studio istologico del tessuto nervoso. [De- sunte dalla Memoria. « Salle alterazioni del simpatico nella tifoide con I'ag- giunta di alcuni appunti sulla istologia normale del sistema stesso. »] Ar- chivio per le scienze Mediche, Vol. 22, Fasc. 1, pag. 65-103. Torino 1898. 2. Sala L — I bicromati di Sodio, Calcio, Magnesio, Rubidio, Litio, Zinco e Rame nel metodo Golgi. Note di tecnica microscopica. — Comunicazione fatta alV Accademia di Scienze Mediche e Naturali di Ferrara, il 28 Giu- gno 1897. 1. Per lo studio della cariocinesi I'A. propone il metodo seguente: Pissazione in sublimato; colorazione delle sezioni per 3 minuti in una solu- zione all'l % di fncsina basica in acqua di anilina al modo delle soluzioni di Ehrlich; lavatura in alcool assoluto fino a perdita di colore; decoloramento per pochi minuti con olio di anilina ed auranzia (miscela composta: a) un quarto di soluzione satura di auranzia in olio di anilina; b) tre quarti di olio di anilina puro) xilolo; balsamo. Questo metodo oltre ad essere assai comodo, sarebbe an- che sicuro. Per lo studio delle grosse fibre midollate nei pezzi fissati in bicromato ha reso all'A. buoni servizi questo processo: 1. Dopo dissociazione abbastanza fine, imraersione per 24 ore'in soluzione satura di cloruro di palladio. 2. Rapida lavatura in acqua distillata. 3. Passaggio in soluzione acquosa satura di rosso magenta 'per 3-4 mi- nuti scaldando fino a sollevamento di vapori. 4. Alcool assoluto. 5. Olio di garofani, completare la dissociazione sul vetrino e balsamo. Fra il cloruro di palladio e il rosso magenta si forma una lacca rossa inso- lubile che tinge i cilindrassi, la guaina di Schwann coi relativi nuclei e nello 64 — spessore della guaina midollare il reticolo di neurocheratina a maglie in-ego- lari ed a rigonfiamenti nodosi come fu veduto prima da Ewald e Kiihne, e nel modo coil cui fu descritto e disegaato gik da Tizzoni. Rossi. 2. Di tutte le numerose modificazioni che in questi ultimi anni vennei'o pro- poste al metodo di Golgi, alcune offrono, in determinate circostanze, qualche seusibile vantaggio (doppia impregnazione di Ramon y Cayal e metodo di Cox), ma nessuna a parere dell'A. rappresenta uu vero ed assoluto migliora- mento del metodo, giacche nessima ne corregge quell'audamento capx-iccioso che non sempre ci lascia sicuri della riuscita. Aiiche il tentative fatto dall'A. di sostituire al bicromato di potassa comu- nemente usato fin'ora, altri bicromati (di Sodio, Calcio, Magnesio, Rubidio, Litio, Zinco, Rame), ha portato ad an resultato analogo, Tucti questi bicromati ven- nero sperimentati nel cosi detto metodo rapido del Golgi, vale a dire aggiun- gendo alle solazioni di bicromato una soluzione di acido osmico all'l per cento uella solita proporzione di 20 cc. di questa, ogni 80 cc. di quella. Di ciascuu bicromato vennero sperimentate soluzioni a diversa coucentra- zione : di piu alio scopo di determinare se la riuscita della reazione era in qualche modo legata con la quautita di cromo contenuta nella soluzione, con ogni bicromato ha tentato S. la reazione con soluzioni titolate che contenes- sero una quautita di cromo uguale a quella contenuta in una soluzione di bic. di K al 3 per cento che e quella che viene comunemente usata con esito meno iucostante. I risultati pero hanno dimostrato che non esiste nessun rap- porto di tal genere, mentre invece essi tengono senza dubbio alio stato di con- servazione e di recente preparazione del bicromato. Le indagini vennero eseguite sui gattini neonati e sui gatti di non oltre un mese di eta. I pezzi freschissimi erano immersi nella solita miscela osmio- bicromica, che dopo 24 ore veniva sostituita con miscela I'resca : poi bagno d'argento al 0,75 per cento; dopo 1 o 2 giorni accurato lavaggio in acqua di- stillata, fissazione del pezzo ad un sughero con gomma e sezioni al microtomo- le sezioni ripetutamente lavate in alcool e disidratate, venivauo rischiarate in una miscela di olio di bergamotto e trementina a parti uguali e montate in olio di legno di cedro denso. Dopo aver passato in rassegna le principali proprieta dei suddetti bicromati, ecco le conclusioni che I'A. trae circa il loro modo di comportarsi nel metodo di Golgi. 1. I bicromati dei metalli alcalini (K, Na, Li, Rb) e quelli dei metalli al- calino-terrosi (Ca, Mg) forniscono risultati intinitamente superiori ai bicromati dei metalli pesanti (Cu, Zn) ; 2. Fra i bicromati dei metalli alcalini e alcalino-terrosi esperimentati (la- sciando da parte il bic. di Li. sui risultati del quale S. desidera di ritornare) occupa il primo posto il bic. di Rb. che per quanto riguarda la colorazione dei cilindrassi e delle fibre nervose e in taluni casi preferibile al bic. di K. : i bic. di Na, Ca, Mg, agiscono a un dipresso nello stesso modo e forniscono risultati che si avvicinano, ma non raggiuugono quelli dati dal bic. di K. 3. II bic. di Ca ha una speciale elettivita per la colorazione delle fibre tan- genziali della corteccia cerebrale: questo risultato e abbastanza costante per poter essere preso in considerazione. Fra tutti i bicromati sperimentati quelli di Ca e Mg hanno messo, me- glio degli altii, in chiaro che la colorazione nera viene a mancare prima nel — G5 corpo della cellula nervosa e poi nei pi-olungamenti protoplasmatici. Questo fatto, gi^ da altri osservato col bic. di K, che indica evidentemente come le condi- zioni che favoriscono la deposizione del sale d' argento sono diverse nel corpo cellulare e nei prolungamenti protoplasmatici, e che S. pensa sia in rapporto con una diversita di struttura del corpo e dei dentriti come in realta il me- todo di Nissl avrebbe dimostrato, acquisterebbe uno speciale interesse per la luce che potrebbe portare suU' andameato iucostante della colorazione di Golgi. Stabilito poi il fatto che la deposizione del sale d' argento si compie veramente neirinteruo della cellula nervosa, I'A. ritiene londatamente che delle due sostanze che il metodo di Nissl ha dimostrato esistere nelle cellule ner- vose, sostanza cromatofila e sostanza acromatica di natura fibrillare, quella alia quale indubbiamente non si puo negare la proprieta di fissare il sale d' argento e la sostanza acromatica. Ammettendo quindi 1' ipotesi del diverse modo di a- gire del bicromato sugli elementi, a seconda della loro struttura, si possono fa- cilmente spiegare alcuni fenomeni proprii del metodo di Golgi, finora rimasti oscuri. E prima di tutto si spiega la grande importanza per la riuscita della co- lorazione della cosidetta tnaturazione del pezzo, la quale e legata alia durata piu o meno lunga della immersione in bicromato e per conseguenza all' azione pid o meno grande coartante subila dagli elemeuti e che puo facilitare o ren- dere piu difficile la precipitazione del sale d' argento siilla sostanza acroma- tica. Si spiega poi il perche col metodo di Golgi non si colorano mai con- temporaneamente tutte le cellule contenute nel pezzo, spesso neanche tutte quelle appartenenti alia medesima specie, ma solo alcune di esse. Questo fatto cosi prezioso pei risultati che ci ha dato nello studio della piu fine particola- rita di disposizione e di rapporto delle cellule e delle fibre, e rimasto finora o- scura e solo, in via di ipotesi, si ammise da taluno che la diversa colorabi- \itk della cellula fosse in rapporto con lo stato di funzione, di nutrizion© ecc. della cellula stessa. L' A. ritiene invece piu probabile che essa sia legata alia struttura dell' elemento, cioe alia reciproca distribuzione della sostanza cro- matofila ed acromatica e conseguentemente al diverse risultato che ha sulla cellula r azione del bicromato. Rossi. COMUNICAZIONI ORIGINALI ISTITUTO ANATOMICO DELLA R. UNIVKRSItI DI CATANIA Sopra la piega faringea. RiCERCHE EMBRIOLOGICHE DEL DoTT. GIULIO VALENTI, pkjfessoke di anatomia umana normalb. (Con tav. IP). Eicevuta il 2 luarzo 1898. i; vietata la riproduzione. E nolo che dopo la rottura di quella membrana che negli embrioni dei vertebrati separa I'estremita cefalica dell'intestino dalla invaginazione il. z. 66 — buccale, cd ebbe da Remak (^) il nome di memhrana faringea, rimane per qualehe tempo in corrispondenza della sua iiiserzione dorsale una pieya s|)oi-gente libcranientc nclla cavita della lai'inge. Tale piega fu variamente interpretata dai diversi autori die se ne occupai'ono. Sedwick, (■) ehe la descrisse per la prima volla nei Selachi, la considera come un scmplice rudimento della stessa membrana faringea, senza atlribuire ad essa uno speciale significato morfologico. Tale opinione fu seguita da Seessel (^) che la descrisse nel polio, e da Kraushaar (^) che la descrisse nei Mammiferi (topo). — Tanto Seessel che Kraushaar in accordo con le vcdute di Mihalkovics (') sulla formazione deiripofisi, ne descrivono la parete anteriore, rivestita da elementi cctodcrmici, in diretta continuazione con il lato posteriore del canale ipofisario, e la parete posteriore, endodermica, come costi- tuente il lato anteriore di (juel diverticolo dell' intestino che da Seessel stesso fu per la prima volta descritto, cd e ora conosciuto col nome di" tasca di Seessel. Secondo tali autori la ])iega faringea altro non sarebbe che una formazione determinatasi passivamente fra quel due diverticoli di differente natura. Tale opinione non viene pero seguita da xMinot, il (luale nel suo trattato di Embriologia {^) cosi si esprime; « e probabile che ogni traccia della membrana faringea sparisca, e che una nuova piega si origini in forma di una duplicatura dell'endoderma contenente del tes- suto mesodermico ». In accordo poi con le vedute di His C) e Keibel (^) sulle omologie del labbro superiore nei diversi vertebrati, ritiene che tal piega rappresenti il rudimento del labbro superiore dei Ciclostomi; e questa opinione conferma in una sua recentissima pubblicazione sopra le omologie delle diverse parti della testa. (^) Nusbaum, (*") nel descrivere la piega faringea in un embrione di (') Remak. — Compt. rend. 1852, pag. 74. (*) Sedwick A. —Quart. Journ. Micr. Sc, XXXIII. (■') Seessel A. — Zur Entwicklungsg. des Vorderdarms. (^Arch. f. Anat. u. Entwick. Leipzig, 1877, pag. 449). C) Kraushaar E. — Entwick. d. Hypophysis, etc. (Zeitschrift f. viss. Zoologie. Leipzig, 1885, Bd. XLI, pag. 79). f) Mihalkovics V. v. — Entwick. des Gehiruanhanges. (Centi-alb. /. medic. Wiss., 1874, n. 20. — Wirbelseite u. Hirnanhanges. {Arch. f. mikr. Anat. Bonn, 1875, Bd. XI, pag. 389). f) Miuot. — Eutwickl. des Menscheu, 1894. (') His. —Die Entwickelung der menschlichen u. tierischen Pliysiognomien. {Arch. /. Anat. «. Physiol. Anat. Abt. 1892, n. 399). (') Keibel F. — Zur Entwichelungsgeschichte and vergleioheuden Anatomie der Xase und des oberen Mundrandes (Oberlippo) bei Yertebrateu. {Anat. Anzeiger, VIII J., 1893, pag. 473). O Minot. —Cephalic Homologies. {The American Naturalist.. Nov. 1897, pag. 941). ('") Nusbaum. -Einige neue Xhatsachen zur Entwickelungsgeschichte der Hypophysis cerebri bei Siiugetiereu. (Anat. Anzeiger, Jah., 1896, n. 7. pag. 161). — 67 cane della lungliezza di 9 m.m., noii sa dire con certezza se essa lap- prescnti un resto della membrana faringea od una nuova formazione, ma crede piii probabile, seguendo I'opinione di Seessel c Kraushaar, che essa si formi passivamente in seguito alio sviluppo della ipofisi da un lato e della tasca di Seessel dall'altro, trovandosi precisaniente frammezzo a quelle due formazioni: ma in appoggio porta semplicemente il tatto, insufliciente, che in una serie di sezioni sagittali la sporgenza di quella piega nella faringe e proporzionata alia prol'ondita della tasca di Seessel, trovandosi massima nolle sezioni mediane e poi diminuendo gradatamente fino a sconiparire del tutto. — Descrive poi Nusbaum in embrioni di cani piii avanzati nello sviluppo alcune nuove partico- larita riguardo alia formazione dell' ipofisi, delle quali i)iii innanzi ci occuperemo. II. In una serie di embrioni di Pollo a stadi di sviluppo dillerenti fra loro per non piii die 1 ora di incubazione, lio voluto seguire, in- sieme alle modificazioni die subisce la piega faringea prima di sconi- parire, i fenomeni die |)recedono la rottura della stessa membrana faringea, con 1' intendimento di cercare qualche nuovo fatto in favore deiruna o dell'altra delle opinioni sopra menzionate. Tali ricerche, che ho esteso pure a qualche mammifero, vengo ora a descrivere, sembrandomi che i fatti osservati non manchino di un qualche interesse. Deve innanzi tutto ricordare che in una mia precedente pubblica- zione (^) ho accennato ad un intimo rapporto che in embrioni giova- nissimi di pollo (cioe quasi al principio del 2° giorno di incubazione) si determina fra la parete faringea e lo zaffo entodermico ipofisario, cranialmente alia membrana faringea. Ouel rapporto si complica piii tardi (poco dopo il principio del 3° giorno), perche anche da parte della faringe si produce opposta- mente alio zaffo ectodermico un altro zaffo cellulare il quale viene con esse a trovarsi subito a contatto. E mentre che nello zaffo ectodemico, il quale va insinuandosi fra la parete cerebrate anteriore e la faringe stessa, si forma quella cavita angolare aperta liberamente in avanti che (*) Valenti. —Sopra i primitivi rapporti delle estremitil cefaliche della corda dorsale e dell' in- testine. (^Atti della Soc. Tosc. di Sc. nat. Pisa. 1897. — Yedi figure 7 ed 8).— Vedi pure iu Ku pffer, Entwickelangsgeschichte d. Kopfes. (Ergebnisse d. Anat. u. Entw. ». Merkel , II Bd., 1892, pag. 532, fig. 6). 68 — ebbe da Mill alko vies il nome di canale ipofisario^ (') e questo con la sua parete anterioi-e (o doisale) resta in rapporto con le parete cere- brale, e con la posteriore (o ventrale) con la taringe, si conserva in corrispondenza di ([uest'ultima la unione dei due zafli (Fig. 1-2) senza chc ad essa si arresti rajiico del canale ipolisario, che, portandosi sem- pre pill dorsalmente, giungc lino a sorpassare 1' cstremita cefalica della corda. Un leggero infossamento si forma in corrispondenza della base dello zallo ectodemico, come pure un infossamento ben distinto dalla lasca di Seessel si presenta sulla parete intestinale, in corrispondenza del suo zallo, anteriormente a questa. La unione dei due zaffi non fa seguito direttamente alia fusions ecto-entodermica costituente la membrana faringea, ma del tessuto mesodermico {in.), ancora poco prima della rottura di questa, si trova in- terposto fia le due formazioni, per cui puo dirsi clie i due strati cellu- lari costituenti la membrana faringea, nel divaricarsi in alto fra loro, lo accolgano framezzo. Questo tessuto, mentre clie per 4 o o sezioni lon- gitudinali mediane si trova separate a causa della unione ecto-endoder- mica soprastante dal mesoderma della base del cranio, lateralmente viene ad essere in diretta continuazione con esso, scomparendo quasi brusca- mente i due zaili costituenti quella unione stessa, clie, per trovarsi al disopra della membrana faringea, puo essere chiamata jormra/e. Una tale disposizione die Saint-Remy (^) gia nolo e descrisse come fugacissima alia 70'' ora di incubazione, puo facilmente essere parago- iiata sia code disposizioni osservate da KuplTerC) negli embrioni dei Pelromizonli, nei quali I'estremita anteriore dell' intestine preorale e in- dirizzata verso lo stesso piiiito deirectoderma nel quale si trova la foi- mazione ipofisaria, che a ({uella da lui descritta ncllo storione {Acipenser slurio), in cui I'estremita posteriore della formazione ipolisaria si apri- rebbe nell'intestino anteriore, ed insieme a queste ricorda pure la comu- (*) E iioto che da Alihalkovioa la formazione del canale ipofisario viene spiegata per il prc- lungarsi dorsalmente dell' angolo che 1' ectoderma forma fra la parete cerebrale e la membrana fariii- g 'a e che ei chiama angolo ipoflsario. A tal proposito per6 giii in altra pubblicazione ebbi a rotare cliR quest' angolo, che non pn6 essere omologo alia tasca ectodermica che negli anflbi ed in altri verti^- brati inferiori viene a formare 1' ipofisi (Vedi Valenti.— Sulla origiue e snl signiflcato della ipofisi. Atli dell'Accad. vied. chir. di Perugia, 1895, pag. 37), non pu6 neppiire rappresentarci la prima ma- nifestazione dell' ipofisi, e giil allora emisi 1' opinione che questa si formi per proliferazione di elementi degli strati piix profondi dell' ectoderma che a quoH' angolo stesso corrispoude. (") Saint- Kemy G. — Sur la signification morphologique de la poche pharyngieune de Seessel. iioc. de Biologic, n. 19, 1895. (^) Kupffer. — Mitthoilungen z. Entwick. d. Kopfes b. Acipenser sturio. {Sitz. Ber. d. Ges. f. 2Iorphol. u. Physiol, in Mvnchen. 1891). — Studien zur vergleichenden Entwick. des Kopfes der Kra- niotcu. {Miinchen u. Leifzig, 1893. — Ergehnisse v. Merkel. II Bd., 1892). 69 — nicazionc clie nei Mixinoidi si lia IVa la faringc c I'esterno per mezzo tli iin eanalc preoralc ({ual e il canalc naso-faringeo (Nasenracheiigang). Ma su cio ritorneremo piii tardi. In stadi piii avanti nello sviliippo chc qiielli finora ricordati, qiiando gia la membrana faringca si e coniplelamcnte rotta sulla linea mediana, riinano, sotto alia descritta uniono preoralc ecto-endodeniiiea, a s|)orgei-e libcraiiientc nella faringc, nna rilcvantczza costiluita dal mcsodcrnia clic quclla separavadalla stessa membrana, (dg. 3). Talc rilevantezza, rive- stita anicriormcnte da cctodcrnia c postcriormente da cndoderma, si trova a scparare il canalc ipollsario dalla tasea di Sccsscl; ma, per qnanto ho gia dcscritto in stadi prcccdcnii alia roltiira dclla membrana faringca, si comprendera facilmentc come ne la sua paretc anteriore prosegna di- retlamcnte ([uclla postcriore del canalc ipolisario, nc la posleriore si trovi in diretta continuazione con la parete anteriore delta tasca di Seessel, a causa dei due infossamenti (fig. 3, i. ect. e i.end.) corripon- dcnti I'uno alio zafib ectodcrmico del canalc ipofisaiio e I'altro alia zafl'o endodermico anteriore alia stessa tasca di Seessel. In sezioni latcrali, scomparcndo tali zafii, il tessuto mesodcrmico delta piega \icnc a conti- nuarsi diretlamente, come pure in stadi meno avanzati abbiamo notalo, con il mcsodcrnia delta base del cranio, ed allora soltanto il suo rivcsti- mento ectodcrmico, od anteriore, \iene a continuarsi diretlamente con la parte posleriore del canalc ipofisario, e rendodcrmico o postcriore, con la parete anteriore dclla tasca di Seessel. Oucsta si estende latcralmente niolto di jiiu, c quando nclle se- zioni incominciano a com})arire i segmenti dorsali degli archi bruncliiali^ viene a continuarsi in un solco stretto c poco profondo chc delimita supcriormente il V arco, scparandolo dal labbro postcriore del canale ipolisaiio, mentre un nuovo infossamento (1* fessura) vicne a limitare qucst'arco stesso inferiormente (fig. i). Non e pel- un lungo [)eriodo dello sviluppo chc si manticne quclla pieija farinf/ea, poiche, net farsi sempre piii intima la fusione dei due zalli cellulai-i sovrastanti, viene essa gradatamente a separarsi dapprima nella linea mediana e poi latcralmente, dalla paretc della faringc, men- tre che gli dementi chc la costituiscono, ad incominciarc dai meso- dermici, \anno incontro ad atrofia. L'opinione die tale piega rajiprcsenti il labbro superiore dei Ciclo- stomi, anziche un semplice rudimento dclla membrana faringca, mi scnibra die venga niolto avvalorata dal fatto che essa si trova sotto a quclla fusione ecto-endodermica, che ha riscontro, come Ku|)ffer ha di- mostrato, in tali animali, ed appunto per mezzo del labbro superiore — 70 — vicnc ad csscre separata dalla caNila buccale. E poiche da qiiella lu- siono si origincra, come ora Nedrenio, la porzionc epitcliarc deiripolisi, l'()|)ini()ne di KiiplTer clie Tipolisi stessa rapprescnti il riidimenio di una bocca j)i'iiiiiliva (paleostoma) mi sombra die nei fatti sopra de- scritti trovi iin valido ai)poggio. In seguito alia scomparsa della pioga faringea, si detcrmina nel punlo della sua inserzione dorsale, cioe IVa Tangolo ipofisario e la tasca di Sees s el, una nuova rilevatezza, o |)iega clie pure potrebbe essere ehiamala piega laringea, ehe con la slessa piega die direttamente segue alia rollura della membrana faringea potrebbe essere confusa. iNon credo die a quesrultinia siada attribuire alcun signilicato morfologico speciale, ma ))iuttosto die essa si formi passivamcnte per lo sviluppo dei due di- \erlicoli, edordermico I'uno ed endodermico I'altro, fra i quali si trova; come ap|)unto Seessel e Krausliaar, die da essa non distinguevano la piega precedentemente descritta, pensavano per Tintiera lormazione seguente alia rottura delta membrana faringea. S|)esso avviene di osservare die I'apice di questa seconda ])iega (fig. 3 c 6) e bifido, poiche pure in seguito airatrofia della piega pre- cedente i)ersiste talvolta 1' infossamento endodermico situato anterior- mente alia tasca di Seessel, mentre nel jiunto in cui avviene la unione ecto-endodermica si ha una leggiera rilevatezza che sporge nella caNila faringea. Tale bifiditii trova riscontro nei rettili, ove e molto piii s|)iccata e si manliene per un tempo maggiore (fig. 9). In sladi piii avanzati, mentre non ho notato alcuna traccia di (|uel- rinfossamento die forse scompare nel farsi sem|)re piii inlima la unione fra rectoderma e Fendoderma, queslo viene a poco a poco ad occu|)are la parele posteriore del canale ipofisario mentre che, in armonia con il suo progredire, \a riducendosi rectoderma soprastante che (la|)priina ri- vestiva coin|)letaniente quella parete. Per tale fatto si intende facilmente come la piega situata fra il canale ipofisario e la tasca di Seessel in ambedue i suoi lati sia rivestita da endoderina; (juesta |)iega si identifica allora, pure nolle sezioni mediane, con il labbro posteriore del canale ipo- fisario. In embrioni di circa 70 ore (tig. 7) la fusione ecto-endodermica si tro\a alia meta della parete posteriore del canale ijiofisario, e successiva- inente si porta ancora piii in alto avvicinandosi verso il fondo di (piesto. Non e da credere die tale invasione dell' endoderina entro il canale ipofisario si faccia sempre in armonia con ralrolizzarsi dell' ectoderma, poiche in tali stadi I'intiero canale ipofisario si presenta mollo piii corlo die |u-e('edenteinenl(>, come e facile a rilevarsi dal conlVonIo delle due figure 7 cd 8, ed e piuttosto da ritcnerc che il punto corrispondente 71 — alia fusione ecto-endodermica si awicini passivamonto al londo del canale i|)olisari() per ridiizione della parte eelodermica di questo. Progi'odendo ancora lo svilu|)po, si forma inforiormeivte alia fusione ecto-endodennica, dalla stessa parele posleriore del canale ipofisai'io, iin nuovo zalTo endodermico diretto in alto, il quale presto prende la forma di iin infossamento (fig. 8, II Onasi contemporaneamente alia sua com- parsa, dal fondo del eanale ipolisario \iene a foimarsi, per il ravvici- namento della |)orzione ectodermica della sua parete posteriore alia pa- rete anteriore, una vessicola ovale, allungata seeondo la direzione del canale stesso, la ([uale prima deH'atrolia della parte piii bassa di questo rimane unila alia sua parete anteriore (lig. 8 i\). (Jucsta vescicola completamente ectodermica si trova in rapporto |)er la sua parele ante- I'iore con la regione infundibolare del cervello, e per la posteriore con Tendoderma. Successivamente, isolandosi talc formazione insieme alio zafTo endodermico ora menzionato, dal canale ipofisario, die, come Mi- lialkowics esattamente ha descritto si atrolizza in seguito alia forma- zione della base del cranio, viene a formarsi ri|)orisi cerebrale. Fra i Mammh-ehi, bo ricercato le modilicazioni della parele poste- liore della fai'inge die succedono alia scomjiarsa della membrana farin- gea, in embi'ioni di conigiio (lepifs ri/nicf/Iifs) e di cane {canis familiaris), e specialmente nel conigiio bo potuto riscontrare quanto ora per il jiollo bo descritto. In embrioni di conigiio della luugbezza di circa 3 ^j^ mm., cioe do|)o die e gia avvenuta la I'ottura della membrana faringea, si nota net punio di sua inserzione dorsale una n\e\\\nky/JA\ (pirga furinye(i) spor- gente nella cavitii faringea, costituita da tessuto mcsodermico, rivestita anteriormente da ectoderma e postei'iormente da endoderma, alia base della quale sono due zalli cellulari, ectodermico I'uno ed endodermico I'altro, diretti fra loro oppostamente. Lo zafm ectodermico si trova diretta- mente sotto alia branca discendentc (') deU'estremo cefalico della corda e (|uasl e in rapporto, per mezzo dei suoi dementi situati |)iii in alto, con la corda stessa (tig. 10). In epoca poco piii avanzata (embrioni di i mm.) quei due zalli si trovano uniti fra loro costituendo una formazione simile a qudla gia descritta nel polio alia base della jiiega faringea. In embrioni di circa o mm. la jiiega faringea, die pure in tali ani- mali e da ritenere omologa al labbro sujieriore dei Cidostomi, si ti'ova gia sprovvista di mesoderma ed in avanzato grade di atrofia (fig. 11), e la (') Vedi in: Saint-Remy G. — Eecherclies stir I'cxtn'mite anterienr do In cordo dorsale chei^ lea Araniotes. Archives de Biologie. T. XIV. f. 1. 1895. 72 fiisiono Ira rectoderma e rendodcrma si e fa I la per sovrapposizionc del primo al secondo e noii per dirella fiisione come nel jtollo. In segiiito alia completa atrolia della |)ie^a faringea, si ha pure nel eoiiiglio una secoudaiia piega soparanle il canale ipolisario dalla tasca di Seessel, die niai, peio, mi si e |)rescntata bifida come spesso av- \iene nel jxtllo e sem|)re nei rellili. Ouesia piega sccondaria clie dap- jtrima |)i-esenla un lato eclodermico ed un lato endodermico, \iene col ])i-()gredire dello sviluppo ad esserc comi)letamente rivestita dalFcndo- derma il (piale, come nel polio, si estende suUa paretc; |)oslenore del canale ipolisario per prendere paric alia formazione deiri|)olisi. Ancoia nel coniglio, cd in csso anzi i)i'ima die rendodcrma inxada la parele |)osleriorc del canale ipofisario, si ha dorsalmentc alia unionc di (|iieslo con I'ecloderma, la formazione di un solido zall'o cellulare, il (piale va |)oi confondendosi con la formazione ipoiisaria (lig. 1(1,1.). La presenza di qucsto zaffo die e da rilenersi omologo all' allro della slessa natura che nel polio si forma quando gia I'endoderma ha invaso il canale i|)onsario, credo possa darci ragione della disposizione che il Nushaum ha osservato spesso in embrioni di cani c forse anche puo illuminarci riguardo al significalo dciripofisi slessa. Nusbaum (') avendo ricercalo in embrioni di cani la formazione del- r ipolisi, ha Irovato nella maggior parte dei casi ^in proporzione dell" SO °/J un solido cordonc cpildiare che egli dcscrive, credo a torto, come il ru- dimento della tasca di Seessel, il quale attraversando il mesoderma posteriore' al canale ipofisario, in embrioni della lunghezza di 1^ mm., si metterebbe in rajiporto con la vescicola ii)olisaria gia formatasi alf apice di questo stesso canale, e prenderebbc parte alia costituzione dell'i[)ofisi stessa. Per lale ra|)|)orto fra I'endoderma faringeo e I'ectoderma |)reorale, Nusbaum riliene molto avvalorata f ipotesi di Kupffer che 1' ipolisi stessa rappresenti il rudimento di una bocca primitiva. Sebbene I'opinione di Nusbaum che la tasca di Seessel venga a mettersi in ra))porto con 1' ectoderma |)recisamente (juando c in via di riduzione e i-api)resenti quindi essa stessa I'intestino preorale, sia appena scusabile, per dirla con r Ilallcr, (^) e sebbene non abbia io ancora praticato sullicienli licerche sopra embrioni di cani per confermare il fatto da Nusbaum osservato, mi sembra die esso possa trovare la sua spiegazione nella presenza dello zailo endodermico da me descrillo anteriormentc alia tasca di Sees- sel, ritcncndo pure che Nusbaum abbia errato riguardo alia sede ed C) Nusbaum , 1. c. 1^) Ilaller 15. — Untersnclningen iiber dio Tlypopliyso ninl dio InfnmlibnlarorKunp. (Moi-phol Jahrbuch, XXV Bd., I H. Leipzig, 1896, pag. 42). — 73 aH'origine del cordono da liii dcsciitto conic rapprcsentantc della tasca di Scesscl. Lo zalVo clie mi si c prcscntato nel coniglio presto si Ibndc con gli stcssi elenicnti cndodcrmici die si uniscono all' ccioderma, per cui e dillicile poter dire sc gli elementi endoderniici clie prendono parte alia formazione ipollsaria provengano tutti da qucsto zallo stesso, o se ne conservino alcuni di (pielli situati ad esso piu vcntralmente, che secondo Ic vednle di KiiplTcr rap[)rcsenterel)bcro Yinlesliiio preorale. Oiiando qucsto zaflb venga a svilupparsi isolataniente, si puo compren- dcre come possa aver luogo la disposizionc descritta da Nusbaiim. Che pcro anclie ncl cane la fusione ecto-endodermica nella formazione ipolisaria si taccia, od almeno possa farsi, nello stesso modo die nel co- niglio, mi e stato dimostrato dall'esame di sezioni longitndinali mediane di due embrioni di cane della lungliezza di 10 mm., ndle quali la pa- role posteriore del canale ipolisario era gia in gran parte rivestita da cndoderma. E ora da dimandarsi qual signilicato morfologico debbasi attribuire sia alio zaftb die viene ad aggiungersi alia fusione ecto-endodermica preorale che a quesia stessa, die in fondo rapj)rcsenta I'abbozzo delta formazione ipolisaria. Per la grande rassomiglianza die essa presenta, come gia abbiamo rilevato, con le disposizioni osservate da Kupffer nei Petromizonti, siamo naturalmente indotti a litencre che essa ci rappre- senti it rudimcnio di una bocca primitiva come Kupffer (^) pensa pure per r ipolisi dei vortebrati superiori. iMa contro tale o|)inione furono re- centemente mosse diverse obiezioni dalT Halter. (') Egli infatii ojjponc : che ancho nei Ciclostorai insiemc al preorale rapporto ecto-endodermico si trova rappresentata 1' ipofisi da una solida Ibrmazione : — che non fu ancora provato che nello storione la ipolisi venga a sboccare nell' in- testino come Kupffer dcscrive in storioni dalla IJ7^ alia 60^ ora (hilla fecondazione: — che nei)|)ure nei batraciani una unione fra la tasca ectodermica i|)olisaria e I'intestino preorale si e potuta confermare. Avendo |)oi motto diligcntcMuenle studiato la struttura dell' ipofisi in rap- presentanti di tutte Ic classi dei vcrtebrati, viene alia conclusionc che essa non sia un organo rudimenlale, ma piuttosto un organo di non pic- colo interesse funzionale. Non si puo negarc die le obiezioni di 1{. Halter contro it signi- licato allribuilo da Kupffer alTipolisi ccrebralc, abbiano un cerlo \a- lore per do die riguarda la partecipazione del rudimenlo del cosi detto (') Kupffer. — Die Deutung dos Hirnanbangos. {Silz. Ber. dcr Gesell. /. Blorphol. u. Physiol, in Miinehen, 1804). ('} Hallei-, 1. c. 74 — inteslino prcorale alia coslituzioiic di quest' organo. Non |)cr questo pero piio camhiare il signilicato di una disposiziono ancoslralc (paleostouia) (•he (la K up Iter slesso fu atli"i])uito a (piella tasea preorale elie ne Ibiuia la |)arle ectodermica. Se dei rajiporli Ira (juesla ed il diverticolo inteslinaie rilenuto come un rudimento dell' inteslino i)i'iniitivo, non sem- j)re si possono diniostrare (come appunio per gli Anuri) pure e da rico- noscere, e le ricerclie sopra descritte stanno a dimosli'arlo, die essi si presentano in allre classi di vertcbrati (') c cio ini sembra sutliciente in a|)poggi() deir opinione clie raj)prescntino il rudimento di una |)rimiti\a apertura |M(M)rale dell' inteslino verso 1' esterno. E molto probabile, clic pure in (piesti casi nessuna Iraccia di inteslino preorale venga a far l>arle dell' ipolisi per com|)lela atrolia, nella lusione con I'ectoderma, degli elemenli die lo rappresentano e che degli elemenli siluati piii dor- salmenle li soslituiscano ; ma cio non puo far cambiare il signilicato della tasca ectodermica die con (pielli era in raj»porto e die cerlamente |)rcnde parte alia costituzione dell' ipolisi stessa. iVinmettendosi die la porzione endoderniica dell' ipolisi non rapjire- senti il rudiinenio di un intestino primiti\o, resia a dimostrarsi il signi- licato degli elemenli dorsali alia formazionedi cuifjueslo fa |)arte, i quali, cosliluendo laholla uno zallb ben distinto come dimosira la tig. 8 per il jiollo, e come gia in precedenti ricerclie mi a\ venue di osservare per gli Anuri ('), vengano a costituire ripolisi. Sebbene riguardo a tale signiticato non si possa emettere con fonda- inento alcuna ipotesi, mancando (Idle ricerclie c(Mnparati\e in proposilo, pur dcNcsi notan^ die (juello zallb endodermico ci ricorda lanto hsnlidd Ibrmazione ipolisaria die si trova nei (liclostomi insicmc al canale naso- faringeo, quanto queH'orgauo gliiandolare che secondo Julin, (■^) van Jiencdcn (') ed Ussow (') b, in rapporto con la Ibssa ciliata delle Ascidic. 111. Per i fatti e per le considerazioni ora esposle, mi sembra di p(»ler Ncnire alle conclusioni : C) llecentumente tali rapporti I'liroJio ilesci-itti piiiu in cinbrioiii tli Torpedo oceUata da Cliiu- rugi. — Vedi Monit. Zool. 1898. u. 2. Di un organo epiteliare, etc. ('^) Valouti. — Sulla origiue e sul siguificato della Ipolisi. AUi Ace. mcd. di Perugia, 1895. (^) Juliu Ch. — Kechorches sur I'orgauisatiou dea Ascidiea simples. Sur I'liypopliysc, etc. {Arch, de Biologic, vol. 2, 1881). C*) Van Benoden Ed. ct Julin Ch. — Le aysteme uerveux central dcs Ascidies adultes et ses rapports avec celui dea larves urodeles. — Bruselles, 1884. (^) Ussow. — Bcitrage zur Kenntnis der Organisation dcr Tmiicatoii. {Xachnehtcii d. k. Oexell. d. Freunde dcr Naturcrkennlnigs, elc. Bd. 18, H. 2. Moskau, 189C). 75 a) die allelic in cinliiioiii di vertcbi'ati superiori (Polio e Mani- iiiilbri) si trova una disi)(>sizi()nc', lusionc ccto-endodcrniica prcorale, clic puo rapprcscniarcl il rudinionlo di una bocca ancestrale : h) die alia formazione dell' ipolisi prende parte uno zado cndo- derniicu da (pidla disposizione indipendente : r) die alia piega sjiorgenle nella laringe dope la scoiii])arsa della iiienilirana I'aringea e da attribuire il signilicato di un rudiniento del labbro superiore dei Cicloslomi, come vuole Minot, e non quelle di un semplice rcsto della stessa nienibi'ana laringea. Spiegazione delle figure. Indicazioni comuni a piii figure. p. c. — parete cerebrale. / ■•■ i. — infundibolo. c. — corda dorsale, d. — seginento ventrale del 1" arco branchiale. a. — segmento dursale dello stesso arco. /'. — cavita i'aringea. ect. — eotoderraa. end. — en do derma. MF. — membrana I'aringea. t. S. — tasca di Seessei. c. i. — canale ipofisario di Mihalliovics. z. ect. — zaifo ectodermico che sorge dalla parete posteriore (o ventrale) del cauale ipofisario. 2. end. — zaffo endodermico die si unisce al precedente e rapi^resenta I'orse il rudimento dell'intestino preorale. m. — tessuto mesodermico cbe separa I'estremita dorsale della membrana fa ringea dai due zaffi precedenti. /. — zafFo endodermico che si aggiunge alia formazione ipofisaria. i. ect. — infossamento corrispoadente alia base dello zaft'o ectodermico z. ect. I. end. — infossamento corrispondeute alia base dello zafio endodermico z. end. ip. — punto di unione dell'ectoderma con I'endoderma per la formazione del- I'ipofisi (paleostoma). Fig. 1. — Da una sezione longitudinale mediaua di un embrione di polio alla5t^ ora di iucubazione (ing. 120 d.). Fig. 2. — Dalla stessa sezione (ing. 450 d.) Fig. 3. — Da una sezione longitudinale mediana di un erabrione di polio alia 72^ ora di incubazione (ing. 120 d.) — r. rudimento della membrana I'aringea. Fig. 4. — Da una sezione longitudinale laterale dello stesso embrione (ing. 120 d). — fe. 1^ fessura braucbiale. — p. piega spoi-gente nella faringe che separa il canale ipofisario dalla tasca di Seessei. Tale piega che ha soltanto il valore di una formazione passiva, non e da cou- fondere con la piega F rappreseutata nelle fig. 3, die e da rite- nersi un rudimento del labbro superiore dei Ciclostomi. — ca. se- zione della carotide interna. Fjg. 5. — Da una sezione longitudinale mediana di un embrione di polio alia 74^' ora di incubazione (ing. 170 d.). La piega che separa il canale ipofisario dalla tasca di Seessei e bifida, mantenendosi ancora riufossaineuto endodermico i. end: 76 — Fiu. 6. — Dalla stessa sezione (ing. 450 d.). p'lQ. 7. — Da una sezione longitudinale mediana di un embrione di polio alia 96* era di incubuzione (ing. 120 d.). La piega^j che e rivestita da ainbe- due i suoi lati da endoderma, ha lo stesso valore che quella indicata nella fig. 4. con la stessa lettera. YiG. 8. — Da una sezione longitudinale mediana di un embrione di polio di giorni 4 */,. Fig. 9. — Da una sezione longitudinale mediana di un embrione di Lacerta ayilis della lunghezza di mm. 3 'A (ing. 175 d.). Fig. 10. — Da una sezione longitudinale mediana di un embrione di couiglio della liinghezza di mm. 3 Va (ing- 450 d.). Fig. 11. — Da una sezione longitudinale mediana di un embrione di coniglio della lunghezza di mm. 5. La piega faringea P e in via di riduzione. N. B. Tatte le figure furono disegnate per mezzo della camera chiara di Zeiss. CosiMO Cherubim, AMMixiSTUATOi'tE-HESPONSABiLE. Milano - Via G-. Revere, 2. - Milano INICA F.ABBmCA NAZIOXAIi] DI MICROSCOPI ED ACCESSORI DITTA FOBNITRIGE tulti i Gabinetti Universitari del Regno IVIICROSCOPIO GRANDE IVIODELLO con cremagliera, apparato Abbe, diafranima ad irido, tavoliiio in ebauite, revolver, due obbiebtivi a secco '6 e 7*, uno ad immersione omogenea V12" j due oculari 2 e 4; il tutto posto in elegante armadietto in mogano L. 400 {ingrmidimenU lino a lOuO diarnetri) Iwm oiiettlYo Vis" SeniiapocroDiatico IMMERSIONE OMOGENEA Obbiettivo raccomandato per la grande potoiiza e per la sua durata (Vedi Zeit- schrl/t filr wissenschajt. 3Ilcrot>copie del 12 settembre 1894, Band XI, Heft 2\ L. 200 coi due oculari compensatori 4 ed S. CATALOGCrGiNERALiT GRATIS a .seniplico richicsta Pagamenii rateali menslli pet SigJ^ Ufliciali sanitari comunali. Pirenze. Stab. Tip. Fior., Via S. Gallo, 33. 1898. itifi! Mopi Italian) (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) DIRETTO DAI DOTTOKI GIULIO CHIARUQI EUGENIO FICALBI Prof, di Anatomiii uiiiana Prof, (li Anatomia couip. e Zoologia nel R. Istitnto lii Studi Super, in Firenze nella li. Uiiiversitil di Aleasiua Ufficio di Direzione ed Amministrazione ; IstUuto Anatomico , Firenze. 12 numeri all' anno — Abbuonamento annuo L. 13. IX Anno Firenze, Aprile 1898 N. 4 SOMMARIO : Bibmoghai-ia. - Pag. 77-83. Sdnti k RivisTE : Silvestri F., La fecondazione iu una specie animale fornita di spermatozoi immobili. — Rondino A., H centrosoma nelle uova non fecondate di alcuni mammiferi. — Morpurgo B. e Bind! F., Sulle variazioni del numero dei nuclei nelle fibre muscolari striate dell' uomo. — Qiacomini E., Sopra la fine strattara delle capsule surrenali degii anfibii. — Pag. 84-91. CoMUNicAzioNi Originali: Qiacomini E., Sulla maniera onde i nervi si terminano nei miocommi e nelle estremita delle fibre muscolari dei miomeri negli Anfibii urodeli. — Pag. 92-95. Avverter\za Delle Comunicazioni Originali clie si pubblicano nel Moni- tore Zoologico Italiano e vietala la riproduzione. BIBLIOGRAFIA Si da notizia soltanto dei lavori pubblicati in Italia. XVI. Vertebrati. IL PAETE AN ATOMIC A. 1, Parte generale. Briicke E. — Bellezza e difetti del corpo umano. Trad. ital. sull' ultima ed. te- desca del Dott. J. Perrod. — Torino, fratelli Bocca ed., 1898. Pag. 196. Con fig. Corrado G-. — Rapporti metrici fra le varie parti del corpo fetale ed altre considerazioni in ordine all' identita. — Giorn. d. Associaz. Napoletana di Medici e Naturalisti, An. 7, Puntata 6, pag. 377-433. Napoli 1897. Conti- nuaz. e fine. Heitzmann C. — Anatomia umana descrittiva e topogra6ca esposta in 789 figure. 2" ed. ital. sulla 8'^ ed. tedesca per cura di G. Lapponi. — Bologna, lib)', fratelli Treves di P. Virano, 1897. Un vol. di pag. 592. — 78 — Sperino G. — Anatomia del Cimpanze {Anthropopithecus troglodytes Troues- sart) in rapporto con quella degli altri antropoidi e dell' uorno. — Miologia, Angiologia, Splacnologia, Sistema nervoso. — Torino, Unione tip. edit., 1897-98. Un vol. di pag. 488. Con 14 tav. e fig. net testo. 2. Tegumento e produzioni tegumentauie. Sfameni P. — Delle terminazioni nervosa nei gomitoli delle glaudole sudori- fere dell' uomo. — Atti d. R. Accad. d. Sc. di Torino. Vol. 33, Disp. 5, pag. 189-196. Adunanza del 16 Gennaio 1898. Torino 1898. Con tav. 3. Sistema nervoso centrale e periferico, Calandruccio S. — Sul ramo laterale del trigemino nei Murenoidi. — Atti J. Accad. Gioenia di Sc. Nat. in Catania (Memorie), An. 74, 1897, (Serie 4, Vol. 10). Memoria 2^, di pag. 8, con 1 tav. Catania, 1897. Chiarugi G. — Contribuzioni alio studio dello sviluppo dei nervi encefalici nei mammiferi in confronto con altri vertebrati. IV". Sviluppo dei nervi oculo- motore e trigemello. — Vedi M. Z., IX, 1, 5. Crevatin F. — Di alcune cellule dello strato molecolare del cervelletto. — Hendic. d. Sess. d. R. Accad. d. Sc d. Istituto di Bologna, Nuova serie, Vol. 2, Fasc. 1 {Gennaio- Febbraio 1898), pag. 90-92. Bologna 1898. D' Abundo Ct. — Contributo alio studio della mielinizzazione nelle vie di pro- iezione del sistema nervoso centrale. — Bollett. d. sedute della Accad. Gioenia di Sc. Nat. in Catania, Fasc. 49 (N. S.), Luglio 1897, 2)ag. 9-13. Catania, 1897. Edinger L. — Lezioni sulla struttura degli organi nervosi centrali dell' uomo e degli animali per i medici e gli studenti. 1^ ed. ital. sulla 5* ed. tedesca. Trad, di F. Bottazzi con aggiunte del traduttore e di G. Mingazzini. — Mi- lano, Soc. edit, libr., 1897. Un vol. di pag. 436. Monti R. — Coatribuzione alia conoscenza dei plessi nervosi nei tubo digerente di alcuni Sauri. — Boll, scientifico, An. 19, N. 4, pag. 99-106. Favia 1897. {Con tav.). Pugliese V. — Sul ceutro psicomotore dei muscoli superiori della faccia. — Riv. di Patologia nervosa e mentale. Vol. 3, Fasc. 2,2)ag. 49-55. Firenze 1898. Romano A. — Sopra le fibre commessurali del proencefalo dei Selacei. — Monit. zool. italiano, Anno 8, N. 10, pag. 206-212. Con 1 fig. Firenze 1897. Salvi Gr. — Sopra lo sviluppo delle meniugi cerebrali. — Atti d. Soc. Toscana di Sc. Nat, Memorie, Vol. 15, pag. 189-219. Con 1 tav. Pisa, 1897. Staderini R. — Le fibrae propriae e le arciformes internae nell' atrofia spe- rimentale del nucleo di origiue dell' ipoglosso. — Monit. zool. ital., Anita 8, N. 9, pag. 194-200. Firenze, 1897. Staderini R. — Intorno alia glandula pineale dei mammiieri. — Monit. zool. ital, Anno 8, N. 11, pag. 241-254. Con 2 tav. Firenze 1897. Staderini R. e Pieraccini G. — Sopra la origine reale e piu particolarmente sopra le radici posteriori del nervo accessorio dell' uomo. — Ricerche fatte nei Laborat. di Anatomia normale d. R. Univ. di Roma ed in altri Laborat. biolog., Vol. 6, Fasc. 2, pag. 89-101. Roma 1898. Con tav. Tagliani G. — Considerazioni morfologiche intorno alle cellule nervose colos- sal! deir Amphioxus lanceolatus, e alle cellule nervose giganti del midollo — 79 — spinale di alcuni Teleostei. — Monit. zool. ital., Anno 8, N. 12, pag. 264-275. Firenze 1897. 4. Organ: di senso. Fumagalli A. — II tessuto elastico nella glandula lagrimale dell' uomo. — Monit. zool. ital., Anno 8, N. 7-8, i^ag. 167-169. Con 1 tav. Firenze 1897. 5. SCHELETRO E ArTICOLAZIONI. Alessi C. — Sviluppo della colonna vertebrale nei Clupeidi. Tesi di Laurea di- scussa nel Luglio 1897 presso la R. Univ. di Catania. — Avola, tip. E. Piazza, 1898, pag. 13. Maggi L. — Uno schiarimento a proposito delle ossa bregmatiche nei fossili. — Boll, scienfifico, An. 19, N. 4, pag. 125-126. Pavia 1897. Maggi L. — A proposito delle ossa bregmatiche nei fossili. — JRendic. d. R. Istit. Lomh. di Sc. e Lett, Serie 2, Vol. 30 (1897), Fasc. 20, pag. 1521-1524. Milano 1898. Con fig. Maggi L. - Postfrontaux cliez les mammiferes. (Resume de I'A.). — Arch. Ital. de Biologie, Tome 28, Fasc. 3, pag. 329-340. Turin 1897. Maggi L. — Postfrontali e cintura ossea orbitale completa nei Mammiferi. — Boll, scieatifico, An. 19, N. 3, pag. 83-87. Pavia 1897. (Continuaz. e fine). Maggi L. — Altri risultati di ricerche morfologiche. Intorno ad ossa craniali, cranio-facciali e fontanelle dell' uomo e d' altri mammiferi. — Boll. Scienti- fico, An. 19, N. 3, pag. 87-96. Pavia 1897. {Sunto). Maggi L. — Placche osteodermiche interparietali degli stegocefali e rispon- denti centri di ossificazione interparietali dell' uomo. Con tav. — R. 1st. Lomb. di Sc. e Lett., Rendiconti, Serie 2, Vol. 31, Fasc. 4, pag. 211-228. Milano 1898. 6. Apparecchio muscolare. Bertelli D. — Piegbe dei reni primitivi nei rettili. Contribute alio sviluppo del diaframma. — Alti d. Soc. toscana di Sc. Nat., Memorie, Vol. 15, pag. 120-138. Con 1 tav. Pisa 1897. Lanzillotti Buonsanti A. — Ricerche intorno alia morfologia del muscolo estensore anteriore delle falangi nel cavallo (extensor digitorum communis). — Monit. zool. ital. Anno 8, N. 6, pag. 120-131; N. 9, pag. 177-191. Con i tav. Firenze 1897. Leuzzi F. — De la sintesi di un corto estensore della mano e su di un esten- sore proprio del medio fTav. IV). — Boll. d. Soc. d. Naturalisti in Napoli, Serie 1, Vol. 11, Anno 11 (1897), Fasc. unico, pag. 101-106. Napoli 1897. Taruffi C. — Due casi di malattia del Morton. [Contiene una nota ana- tomica riguardante le espansioni dei tendini degli estensori delle dita del ^iede.] — Estr. dt pag. 16 d. Arch, di Ortopedia, An. 14, N." L Milano 1897. 7. Apparecchio cardiaco-vascolare. Milza. Colucei V. — Lacerazione cosi detta spontanea nel cuore di una bovina e di una particolarita istologica nelle arterie coronarie. — Estr. d. Mem. d. R. A'-cad. d. Sc. d. Istituto di Bologna, Serie 5, Tomo 7, pag. 177-194, Sessione del 30 Maggio 1897. Bologna 1898. Con tav. De Gaetani L. — Della precoce divisione dell' arteria omerale, e delle ano- malie muscolari in rapporto alia legatura dell' arteria omerale e delle sue — 80 — divisioni. Con 4 tavole. — Atti della R. Accademia Peloritana in Messina, Anno 1897-1898, pag. 403-480. Messina 1898. 8. TUBO DIGESTIVO E GHIANDOLE ANNESSE. Martinelli A. — Contribuzione alio studio della topografia dei follicoli linfa- tici iiitestinali.— Estr. di pag. 22 d. Morgagni, An. 40, N." i. Milano 1898. Radaeli F. — Sulla fina organizzazione dei follicoli chiusi della appendice ver- mif'orme del coniglio. — Bidl. d. Soc. Medico-Chirurgica di Pavia, 1897, N. 3, pag. 191-197. Pavia 1897. Con fig. 9. ApPARECCHIO POLMONARE. BrANCHIE. TiMO, TlROIDB. Guerrini G. — Sugli elementi elastici delle vie respiratorie superiori. — Giorn. d. R. Accad. di Medicina di Torino, An. 61, N." 1-2 {Gennajo-Fehhrajo 1898), pag. 33-53. Torino 1898. Livini F. — lutorno alia struttura della trachea: ricerche di istologia compa- rata. — Pubblicaz. d. R. Istit. di Studi Sup., Pratici e di Perfezionamento in Firenze. {Sezione di Medicina e Clw-urgia), pag. 48. Firenze, tip. G. Carne- secchi, 1897. Con 1 tav. 10. Apparecchio uro-genitale. Capsule surrenalt. Giacomini E. — Sulle termiuazioni nervose nelle capsule surrenali degli Qc- celli. — Estr. di pag. 8 d. Proc. verb. d. Adunanze d. R. Accad. d. Fisiocri- tici in Siena, Sediita d. 24 Novembre 1897. Siena, tip. cooperativa, 1898. Giacomini E. — Sopra la fine struttura delle capsule surrenali degli Anfibii. — Est7\ di 2?ag. 11 d. Proc. Verb. d. Adunanze d. R. Accad. d. Fisiocritici in Siena, Seduta del 30 Giugno 1897. Siena 1898. Paladino G. — Per il tipo di struttura dell' ovaja. — Rendic. d. Accad. d. Sc. fis. e matem. (Sez. d. Soc. reale di Napoli), Serie 3, Vol. 3 (An. 36), Fasc. 11, pag. 232-236. Napoli 1897. {Con tav.). Cf. M. Z., VIII, 12, 261. 11. Teratologia. Chiarugi G. — II raffreddamento come causa di anomalie di sviluppo delle uova di Anfibii. — Lo Sperimentale {Arch, di Biologia), An. 51, Fasc. 4, pag. 394-405. Firenze 1897. Gova A. — Sopra un caso di situs viscerum inversus associato a morbo di Ba- sedow. — Estr. di pag. S d. Gazz. d. Ospedali e delle Cliniche, An. 1898, N. 7. Milano 1898. Giacomini C — Sulle anomalie di sviluppo dell' embrione umano : comunicaz. 11''. — Atti d. R. Accad. d. Sc. di Torino, Vol. 33, Disp. 3, pag. 91-103, Adunanza del 19 novembre 1897. Torino 1898. Con tav. Taruffi C. — SuU'ordinamento della teratologia. Mem. 2^ — Estr. d. Mem. d. R. Accad. d Sc. d. Istituto di Bologna, Serie 5, Tamo 7, pag. 59-89. Seduta del 28 Novembre 1897. Bologna, tip. Gamberini e Parmeggiani, 1898. Taruffi. C. — SuU'ordinamento della Teratologia. 2* Memoria: 1 mostri doppi con forma assimetrica. — Rendic. d. Sess. d. R. Accad. d. Sc. d. I.stituto di Bologna, Nuova Serie, Vol. 2, Fasc. 1 iNovembre-Dicembre 1897), pag. 32-36, Bologna 1898. T. C. — Note Bibliografiche. Ipoplasia ed aplasia del pene {Microphallus, Gurlt). — 81 — Estr. di pag. 8 d. Bidl. d. Sc. Mediche di Bologna, Serie 7, Vol. 9, Feb- hraio 1898. Bologna, tip. Gamberini e Parmeggiani, 1898. Tricomi G. e De-Gaetani L. — Anomalie di un apparecchio uro-genitale maschile. — Giorn. d. Associaz. Napoletana di Medici e Naturalisti, Anno 7, Punt. 6", pag. 861-376. Napoli 1897. Con 2 tav. III. PARTE ZOOLOGICA. 3. Pesci. Andres A. — Caratteri sessuali secondari della tinea. — Rendic. d. R. Istituto Lomb. di Sc. e LetL, Serie 2, Vol. 30, Fasc. 20, pag. 1430-1458. Milano 1898. Con tav. Facciola L. — L' Helmichthys dell' Anguilla vulgaris. — Rivista ital. di Sc. Nat., Anno 17, N. 9-10, pag. 116-118. Siena 1897. Grassi B. e Calandruceio S. — Riproduzione e metamorfosi delle Anguille. — Giorn. italiano di Pesca e Acquicullura, Anno 1, N. 7, pag. 193-202; N. 8, pag. 225-233. Con 8 fig. Roma 1897. Pavesi P. — Un Coregono nel Ticino. Nota. — R. 1st. Lomb. di Sc. e Lettere, Rendiconti, Serie 2, Vol. 31, Fasc. 4, pag. 229-236. Milano 1898. 4. Anfibii. Botdenger F. R. S. — Vedi a Rettili. 5. Rettili. Boulenger F. R. S. — Concluding report on the late Capt. Bottego's collection of Reptiles and Batrachians from Somaliland and British East Africa. — Estr di pag. 11 d. Annali d. Museo Civico di St. Nat. di Genova, Serie 2, An. 18 (38), 21 Marzo 1898. Genova 1898. Con tav. Boulenger F. R. S. — An account of the Reptiles and Batrachians collected by Dr. L. Loria in British New Guinea. — Estr. di pag. 17 d. Annali d. Museo Civico di St. Nat. di Genova, Serie 2, An. 18 {38), P Marzo 1898. Genova 1898. Con tav. Peraeea M. G. — Intorno ad un nuovo genera di Iguanide del Brasile. — Bol- let. dei Musei di Zool. e Anat. comp. ddla R. Univ. di Torino, Vol. 12, N. 299. 8 pag. Torino, Agosto 1897. Peraeea M. G. — Rettili. (Viaggio del Dr. Enrico Festa nell' Ecuador e re- gioni vicine). — Boll, dei Musei di Zool. e Anat. comp. d. R. Univ. di To- rino, Vol. 12, N. 300. 20 pag. Con 1 tav. e figg. Torino, Agosto 1897. Peraeea M. G. — Sulla presenza dell' Agama Phillipsii, Blgr., nella Colonia eritrea. — Boll, dei Musei di Zool. e Anat. comp. della R. Univ. di Torino, Vol. 12, N. 804. 2 pag. Torino, Ottobre 1897. 6. UCCELLI. Catture di specie rare od avventizie e note ornitologiche. — Avicula, Giorn. ornitol. italiano. Anno 1, Fasc. 4, pag. 93-96; Fasc. 5, pag. 125-128. Siena 1897. Angelini G. — Un quesito sulle migrazioni. — Avicula, Giorn. ornitol. italiano, Anno 1, Fasc. 4, pag. 105-106. Siena 1897. 82 Arrighi G-riffoli G. — Note ed appnnti di un cacciatore sui nostri uccelli mi- gratori. Parte 1': Note d' indole genevale sulla migrazione degli uccelli. — Avicula, Giorn. ornitol. italiano, A71. 1, Fasc. 2, 2yag. 42-44 ; Fasc. 3,pag. 70- 72; Fasc. 4, pag. 107-110; Fasc. 5, pag. 138-142 ; Fasc. 6, pag. 165-169. Siena 1897. Arrighi Griffoli G. — Cattura di due Nibbi neri avvenuta di recente in Val- dichiana. — Avicula, Giorn. ornitol. italiano. Anno }, Fasc. 6, pag. 159-160. Siena 1897. Arrigoni degli Oddi B. — La nidificazione del Milnus migrans Boddaert, nel territorio Veronese. — Atti d. R. 1st. Veneto di Sc, Lettere ed Arti, (Tomo 56), Serie 7, Tomo 9, Disp. 2, pag. 93-il4. Venezia 1897-98. Arrigoni degli Oddi E. — Sopra gli ibridi del* tipo Anas boscas Linu. e Chaulelasmus streperus Linn, colti in Italia, — Atti d. R. Istituto Veneto di Sc, Lett, ed Arti, Tomo 55, Serie 7, Tomo 8, Disp. 10, pag. 1540-1554. Ve- nezia 1896-97. Arrigoni degli Oddi E. — Nota sopra una Gennaja Feldeggi (Schlegel) colta in Calabria. — Avicula, Giorn. ornitol. italiano, Anno 1, Fasc. 6, pag. 157- 159. Siena 1897. Arrigoni degli Oddi E. — Suchetet, Gli ibridi natural! tra gli uccelli. — Avi- cula, Giorn. ornitol. italiano, Anno 1, Fasc. 6, pag. 174-175. Siena 1897. Cannaviello E. — Nuove specie di uccelli, che hanno nidiScato nella provin- cia di Napoli. — Avicula, Giorn. ornitol. italiano, Anno 1, Fasc. G, pag. 160- 162. Siena 1897. {Continua). Cipolla F. — Tetraonidi nel Veronese. — Atti d. R. 1st. Veneto di Sc, Lett, ed Arti, Tomo 56, Serie 7, Tomo 9, Disp. 4, pag. 312-315. Venezia 1897-98. De Ceglie P. — Le campagne di Taranto rispetto alio studio dell' ornitologia. — Avicula, Giorn. ornitol. italiano. Anno 1, Fasc. 5, pag. 128-131. Siena 1897. De Leone N. — Contributo alio studio dell' avifauna abruzzese. Specie indi- gene dell'Abruzzo Teramano. — Avicula, Giorn. ornitol. italiano, Anno /, Fasc 4, pag. 99-102. Siena 1897. Garbari N. — L' uccellagione quale viene praticata nel nostro paese, con noti- zie ornitologico-pratiche. — 115 pag. Trento, Monauni, 1S97. Fabani C. — Analisi fonetica del canto degli uccelli. — Avicula, Giorn. orni- tol. italiano. Anno 1, Fasc. 2, pag. 45-48; Fasc 4,pag. 110-113. Siena 1897. Franzoi E. — Albinismo di un passero. — Avicula, Giorn. ornitol. italiano. Anno 1, Fasc. 4, pag. 106. Siena 1897. Pavesi P. — Calendario ornitologico Pavese. — Boll, scientifico, A71. 19, N. 3, pag. 74-82. Pavia 1897. Cf. M. Z., VlII, 12, 262. Pavesi P. — Calendario ornitologico Pavese (1895-97). — Avicula, Giorn. or- nitol. ital., Anno 1, Fasc. 5, pag. 135-138. Siena 1897. (Continua). Salvador! T. — Reliquie ornitologiche della spedizione Bottego. — Estr. di pag. 2 d. Annali d. Muspo Civico di St. Nat. di Genova, Serie 2, Vol. 18 (38), 24 Gennaio 1898. Genova, 1898. Tait A. — Raccolta di osservazioni ornitologiche dal Luglio 1S95 al Genuajo 1897 ed altre anteriori inedite per servire alio studio dell' avifauna triden- tina. — Avicula, Giorn. ornitol. ital.. Anno 1, Fasc. 4, pag. 97-99 e Fasc 5, pag. 142-147. Siena 1897. (Continua). Untersteiner E. — L' anno ornitologico al piede delle Alpi. Scene all' aperto 83 e fiori di lettura. — Avicula, Giorn. ornitol. italiano, Anno i, Fasc. 2, pag. 74-75 e Fasc. 4, pag. 115-117. Siena 1897. (Continua). Vallon G. — Alcuni uccelli molto rari per la provincia del Friuli. — Avicula, Giorn. ornitol. ital., Anno 1, Fasc. 4, pag. 102-105 e Fasc. 5, pag. 131-134. Siena 1897. (Continuaz.). 1. Mammifer!. De Stefani T. — Per un Mus mnsculus isabellino. — II Naturalista siciliano, Nuova serie, Anno 2, N. 4, pag. 102-103. Palermo 1897. Thomas Oldfield. — Viaggio di Lamberto Loria nella Papuasia Orientale. XIX. On the Mammals collected in British New Guinea by Dr. Lamberto Loria. — Estr. di pag. 19 d. Annali d. Museo Civico di St. Nat. di Genova, Serie 2, Vol. 18 (38), 14 Dicembre 1897. Genova, Tip. B. Istit. Sordo-muti 1897. Con tav. * Thomas Oldfield. - On the Mammals collected during Captain Botflfego's last expedition to lake Rudolf and the upper Soha,t. — Estr. di pag. 4 d. Annali d. Museo Civico di St. Nat. di Genova, Serie 2, Vol. 18 (38), 21 febhraio 1898. Genova 1898. 8. Antropologia ed Etnologia. Falzoni A. — La testa umana attraverso la storia. — Archivio per I' Antropo- logia e la Etnologia, Vol. 27, Fasc. 2, jyag. 257-266. Firenze 1897. Giglioli H. E. — Strumenti del tipo di Chelles scoperti dal sig. Seton-Karr nella Somalia. — Archivio per V Antropologia e la Etnologia, Vol. 27, Fasc. 2, pag. 165-168. Firenze 1897. Giufifrida Ruggeri V. — L' ubicazione dell' apertura pyriformis. Contributo alia craniologia dei popoli della valle del Po. (Norma faciale). — Archivio per V Antropologia e la Etnologia, Vol. 27, Fasc. 2, pag. 227-245. Con 2 dia- grammi. Firenze 1897. Gurrieri R. — II peso del cranio umano studiato riguardo al sesso ed all' eta. — Archivio per I' Antropologia e la Elnologia, Vol. 27, Fasc. 2, pag. 169-171. Con 2 diagrammi. Firenze 1897. Moschen L. — Note di craniologia Trentina. — Atti d. Soe. Romana di Antro- pol, Vol. 5 (1897), Fasc. 1, pag. 5-19. Roma 1897. Sergi G. — Al Congresso internazionale di Mosca, Sezione di Anatomia e di An- tropologia: «Di quanto il tipo del cranio della presente popolazione della Russia centrale diiferisce dal tipo antico dell' epoca dei Kurgani? Come si puo spiegare la modificazione del tipo, se puo essere constatata? » — Atti d. Soc. Romana di Antropologia, Vol. 5, Fasc. 1 (1897), pag. 97-101. Roma 1897. Tedesehi E. E. — Studi di antropologia veneta. — Atti d. Soc. Romana di Anfropol., Vol. 5, Fasc. 1 {1897), pag. 21-59. Roma 1897. Vram. U. G. — Comunicazioni alia Societa Romana di Antropologia: I. Sopra un caso di Macrocefalia ippocratica Ccon fig); II. Considerazioni sui premo- lar! inferior! umani; III. Relazione di compenso nei premolar! e molar! umani. — Atti d. Soc. Romana di Antropol., Vol. 5, Fasc. 1 (1897), pag. 89-96. Roma 1897. Zoja G. — Sopra alcuni cran! esotic! esistenti nel Museo anatomico di Pavia, — Boll, .scientifico, An. 19, N. 4, pag. 97-99. Pavia 1897. {Continuaz. continua) 84 SUNTI E RIVISTE Silvestri F. — La fecondazione in una specie animale fornita di spermatozoi im- mobili. — Atti d. R. Accad. d. Lincei, Seru 5, Rendiconti. CI. di Sc. Fisi- che, mat. e nat. Sed. d. 6 Marzo 1898. Vol. 7, Fasc. 5, P Sem., pag. 12!)-135, con fig. Roma 1898. In varie classi di animali si conoscono specie cbe hauno gli spermatozoi immobili. Come avviene in questi casi la fecondazione? Mancava qualsiasi ri- cerca sovi'a un punto cosi interessante; si supponeva soltanto che tali sperma- tozoi penetrassero nell'uovo passivamente o diventando mobili. Le osservazioni eseguite^laU'A. in un Diplopode, Fachyiulus communis (SeiYi), han dimostrato come efFettivamente il processo si svolge in questa specie. Gli spermatozoi maturi si presentano nel Pachyiulus c. circondati da una capsula a forma di cappello con i cromosomi fusi insieme in un cerchio nella parte allargata ed il centrosoma disposto al vertice. II primo atto che compie il maschio si e quello di far passare gli sperma- tozoi dai deferenti, che sboccano avanti al secondo paio di piedi, per mezzo di un doppiopewe nel pro^n-io organo cojjulativo che trovasi al 7" segmento. Quivi sono ricevuti da una speciale coppa, da cui nell'atto dell'accoppiamento colla femmina vengono riversati in due ricettacoli, die si trovano presso ciascuna apertura vulvale. Nella maggior parte degli individui I'accoppiamento accade dal novembre al gennaio, e la deposizione delle uova ha luogo sempre 20-30 giorni dopo I'ac- coppiamento. Gli spermatozoi frattanto ne cambiano di forma ne diventauo mo- bili. Come giungono dunque a fecondare le uova corazzate da un grosso chorion e provviste di un piccolo micropilo? Seguiamo lo sviluppo dell'uovo nel- I'ovaio. Nella vescicola germinativa delle uova giovanissime si distinguono: una membrana, una sostanza acromatica (reticolo acromatico e succo uucleare) e la cromatina raccolta in due nucleoli maggiori e due minori (nucleoli di croma- tina). Piu tardi, rimanendo il resto della vescicola germinativa immutato, non si osserva piu che un nucleolo cromatico maggiore e uno minore. In uno stadio successivo la vescicola germinativa si e portata alia periferia dell'uovo e, come sembra, per fusione di tutti i suddetti nucleoli si discerne in essa un grande corpo nucleinico pieno di vacuoli; questo non tarda a scindersi in cromosomi; contemporaneamente scompare la membrana della vescicola e non rimane piu una separazione del tutto precisa tra essa e il circostante protoplasma. In tutte le uova, anche immediatamente prima della deposizione, i cromosomi si trovano distinti e sono in numero di circa 12. Nelle uova deposte da pochi secondi i cromosomi non si presentano piii distinti Ira di loro ma invece fusi insieme in un corpo allungato, serpentini- forme [serpentello cromatico). Questo e ancora tutto immerso nella vescicola germinativa, che, quantunque non sia piu del tutto distinta dal protoplasma, pure si riconosce in una certa porzione, che ha quasi 1' aspetto di una coppa limitata in ogni parte da una zona di sostanza acromatica ispessita e ripiena — 85 di sostanza acromatica non ispessita. Attorno alia coppa si nota una irradia- zione di pi-otoplasma. Da questo stadio si passa rapidamente ad un altro, in cui I'uovo ha emesso un pseudopodo, entro il quale penetra I'estremita del serpentello cro- matico, che in corrispondenza al punto da cui soi-ge il pseudopodo presenta un allargamento. Dopo circa mezzo minuto dalla deposizione, in nessun uovo si osserva piu il pseudopodo; ed il serpentello cromatico clie si e ritirato col pseudopodo ed ha perduto Tallargamento, porta all'estremita periferica un corpo a forma di cappello riconoscibile subito per uno spermatozoo nella sua forma genuina come fu trovato nei deferenti, nell'organo copulativo del maschio, nei ricettacoli se- miuali della femmiua. Risulta duuque che lo spermatozoo e stato preso e trascinato ueU'aovo attraverso il micropilo da uno pseudopodo emesso dall'uovo appena dopo avve- nuta la deposizione e formato essenzialmente se non esclusivamente dalla so- stanza acromatica della vescicola germinativa. Questo pseudopodo attivo ri- corda il cono di attrazione che si forma nelle specie a spermatozoo mobile. II serpentello cromatico continua ad approfondare lo spermatozoo, mentre scompare I'ispessimento a guisa di coppa della sostanza acromatica, che si di- spone pero ispessita intorno al serpentello stesso. Lo spermatozoo ed il ser- pentello cromatico non hanno ancora subito alcun notevole cambiamento. In- nanzi alio spermatozoo si nota un'area circolare piu trasparente. Questi muta- menti accadono nello spazio di circa 4 ore. Approtondato lo spermatozoo, il serpentello cromatico compie una rota- zione di 90"-180° facendo ruotare insieme lo spermatozoo stesso che in tale po- sizione si distacca dal serpentello e di li a poco si scinde nei suoi cromosomi. II serpentello cromatico si accorcia e poco dopo dello spermatozoo si scinde anch'esso nei suoi cromosomi. Cosi si costituiscono i due pronuclei tipici: essi dopo dieci ore dalla deposizione delle uova, si avvicinfino I'uno all'altro e danno luogo al primo fuso di segmentazione. -^^^ Rondino A. — II centrosoma nelle uova non fecondate di alcuui mammiteri. Arch, di Ostetricia e Ginecol., An. 4, N. 12, jycig. 705-712. Napoli, 1897. Con tav. Pezzi di ovaja di cagna e di coniglia (nello stato sano e nei puerperio) ve- nivano fissati nella soluzione satura di sublimate corrosive: I'immersione non era prolungata oltre 12 ore ; si faceva poi il lavaggio in acqua corrente per 24 ore; passaggio per la serie degli alcool; inclusione in paraffina molle (tem- peratura non oltre i 45") previa imbibizione di olio di cedro ; affettatura e appic- cicamento delle sezioni sul coprioggetto con acqua stillata; colorazione prolun- gata con hamalaun e consecutivo trattamento in soluzione diluita di fucsina acida 1 % ed acido picrico concentrate a parti uguali ; lavaggio abbondante con alcool; passaggio in olio di cedro e montatura in balsamo del Canada. E stato usato anche il raschiamento superficiale su sezioni dell' ovaja, di- stendendo il materiale su lastrine coprioggetti, e fissandole poi in sublimato. Nell'uovo dei mammiteri sopra ricordati esiste, prima dell'inizio della ma- M. z. 86 turazione e della fecondazione, e puo chiaramente e certamente riscontrarsi la esistenza di un corpuscolo centrale, che per la sua struttura e per la sua evo- luzione e quasi del tutto somigliante a quelle finora rinvenuto nolle uova di ani- mali inferiori, e al quale deve esser dato il nome di ovocentro primitivo. Livini. Morpurgo B. e Bindi F. — Sulle variazioni del numero dei nuclei nelle fibre mu- scolari striate dell' uomo. — Arch, per le Sc. Mediche, Vol. 22, Fasc. 2, pay. 183-192. Torino, 1898. Scopo della ricerca e stato quelle di determinare il numero dei nuclei delle fibre muscolari striate dell' uorno in rajiporto col diverse calibro delle fibre me- desime; e poiche, come e noto, le fibre bene difif'erenziate del feto e del neo- nate variane poco di calibro, tante nello stesse muscolo, qiianto nei diversi muscoli del corpo, mentre quelle deH'adulto variane assai ed in mode caratte- ristico e diverse per egni muscolo, gli AA. hanno ricercato ; 1" se nelle fibre muscolari giovani e di calibre uniforme i nuclei sieno primitivamente distri- buiti in numero uguale o diverso ; 2° se nell' unita di volume di sostauza mu- scolare dell'adulto il numero dei nuclei sia cestante o vari a seconda del ca- libro delle fibre. Servirono per lo studio relevatore della palpebra superiere, lo sternocleidomasteideo, il bicipite brachiale, il grande glutee, il sartorio e i gemelli di un feto all'S^* mese ; tre retti deU'occhio e ciee 1' esterno, I'intex-no e I'inferiore, il grande zigomatico e il sartorio di adulto. Resultati : 1° Nei muscoli del feto di 8 mesi, die hanno fibre sottili e assai poco di- verse per calibro, la densita dei nuclei muscolari e assai forte e segue in sense inverse le piccole oscillazioni del calibro delle fibre. 2'' Nei muscoli dell'adulto, con fibre piu sottili ed uniformi, 1' oscillazione nella deiisita dei nuclei e relativamente piccola e sempre inversa a quella del calibro delle fibre. 3" Nei muscoli dell' adulto, con fibre assai diverse di calibro ed in parte assai grosse, roscillazione numerica dei nuclei nella sestanza muscolare e la pill forte ; poiche le fibre piti fini hanno i nuclei assai fitti, come quelle dei mu- scoli adulti a fibre finied uniformi e come quelle iucompletamente sviluppate del feto, mentre le fibre piii grosse hanno i nuclei assai rari. Si puo da questi fatti dedurre che lo sviluppo della sostanza contrattile delle fibre muscolari striate deH'uomo nen sia seguita da un pari aumeute nu- merico de' nuclei muscolari e che le fibre fini che si trovano nei muscoli del- l'adulto conservino il carattere giovanile della ricchezza dei nuclei. Livini. Giacomini E. — Sopra la fine struttura delle capsule surrenali degli anfibii. — Estr. di pag. 11 d. Proc. verbali d. adunanze d. R. Accad. d. Fisiocritid in Siena; Sessione del SO giugno 1897. Siena 1898. Riproduciamo integralmente questa Comunicazione: « Le indagini vennere estese a tutte le specie che 1' 0. pote avere a pro- pria disposizioue e cosi tra gli Urodeli furono studiate le capsule surrenali di Triton cristatus, T. taeniatus, Salamandra maculata, S. atra, Salamandrina — 87 — perspicillata e Spelerpes (Geotriton) fiiscus, tra gli Anuri le capsule surrenali di Rana esculenta, B. temjioi-aria, L'ombinator igneus, Bufo vulgaris^ B. vb'idis ed Hyla arhorea. L. 0. espone dettagliatamente la minuta anatomia delle due sostanze, che entx-ano nella composizione delle capsule surrenali degli Anfibii e che corri- spondouo I'una alia cosi detta sostanza corticale, I'altra alia cosi detta sostanza midoUare delle capsule surrenali dei Mammiferi. La sostanza corticale somiglia per la sua struttura al corpo interrenale degli Elasmobranchi (recentemente preso di nuovo in istudio da Diamare e da Vincent) ed e a questo omologa. Tanto le cellule della sostanza corticale quanto le cellule della sostanza midollare offrono le caratteristiche di elementi epiteliali secernenti, cioe di cellule ghiandolari, ma souo tra di loro nettamente distinte, perclie mentre i granuli nietaplasnaatici delle prime si rivelano per il loro comportamento verso i reagenti come costituiti da una sostanza che, pur mostrando alcune proprieta dell'adipe, non deve ritenersi identica a questo, sibbene con ogni probabilita una sostanza grassa del tutto speciale (forse lecitina); i granuli metaplasmatici delle seconde invece non dauno alcuna reazione dei corpi grassi e si differenziano inoltre per la loro grande affinita verso la safranina, con la quale si colorano molto intensamente nei preparati fissati con liquido di Fiemming o con liquido di Hermann, e verso la ematossilina con la quale si colorano del pari assai fortemente nei preparati fissati con sublimato. Quindi le due specie di cellule sono tra di loro nettamente t distinte e la so- stanza elaborata dalle cellule corticali e senza alcun dubbio diversa da quella preparata dalle cellule midollari. Giammai s' incontrano forme cellulari le quali giustifichino 1' opinione, eraessa da alcuno, della trasformazione degli elementi midollax'i in elementi corticali. Le cellule della sostanza midollare, piuttosto graudi, a citoplasma, come si e detto, fortemente granuloso, stanno isolate od aggruppate in raucchi piu o meno estesi, Tra gli elementi dei mucchi midollari od in vicinauza di questi si incontrano abbastanza frequentemente cellule gangliari simpatiche cosi negli Urodeli come negli Anuri. Gli elementi midollari si dispongono di regola, e cio vale particolarmente jjer gli Urodeli, a quel mode che ben dimostrano i preparati di Salamand^'a inaculata, attorno ad ampli seni sauguigni dal cui lume appaiono separati per mezzo della sola lamina endoteliale delimitante i seni medesimi. Non e difficile osservare qua e la nei lume di questi seni, vicino all' endotelio, delle masse- relle di sostanza granulosa tingibile assai fortemente dalla safranina o dalla ematossilina, donde devesi arguire che la sostanza metaplasmatica elaborata dalle cellule midollari venga direttamente riversata nei vasi sanguigni venosi, similraeute a quanto E. W. Carlier vide nei Mammiferi (Erinaceus). Lo stesso e da pensai-si della sostanza elaborata dalle cellule corticali, poiche i cordoni cellulari da esse formati non rimangono separati dai seni venosi che mediante una sottile lamina endoteliale. Alio studio delle capsule surrenali degli Anfibii si riannoda strettamente quello di certe peculiari produzioni riscontrate per prirao, nei gangli simpatici di questi vertebrati, da Leydig che le ritenne d'origine nervosa, simili alle 88 — masse midollari e destinate a caricarsi di grasso per diventare elementi della sostanza corticale dalle capsule surrenali. Queste produzioni furono di poi fatte oggetto di studio da parte di Sigmund Mayer, il quale le chiarao « Kern- nester » o « Zellennester, » a secouda del loro aspetto, e ad esse attribui un grande ufficio in rapporto alio sviluppo delle vere cellule nervose : egli infatti ammise che nuove cellule nervose derivassero dai surricordati Zellennester, facendo poi derivare quest' ultimi da corpuscoli sanguigui fuoriusciti dai vasi. Riconosciuta una certa somiglianza dei « Zellennester » con le masse midol- lari s'indusse a credere die anche la sostanza midollare delle capsule surre- nali rappresentasse un luogo di neo-formazione di cellule nervose, ipotesi gia prima espressa da Stannius e piu tardi ammessa anche da Braiin. Nei suoi (< Studien iiber den Bauplan des Urogeuitalsystems der Wirbel- thiere » Semon si occupa dello sviluppo e della struttura delle capsule surre- nali in Iclithyophis ghitinosiis, distingue una « parte non nervosa » (sostanza corticale) da una « parte nervosa " (sostanza midollare), ed inclina a riguar- dare quest' ultima porzione come di origine nervosa dai simpatico, quantunque egli stesso non sia, riuscito a darne una sicura dimostrazione con prove di tatto. In rapporto con questa porzione in IchthyopMs Semon uon vide nem- meno cellule gaugliari simpatiche. Tuttavia 1' A. considera la sostanza corti- cale omologa all'mterrenale, cio che vien confermato anche dalla sua deriva- zione dall' epitelio celomatico, e la sostanza midollare omologa ai corpi so- prarenali degii Elasmobranchi. Semon non accenna affatto iii nidi di cellule (Zellennester). Pochi anni fa, Smirnow, studiando la struttura delle cellule nervose del simpatico degli Anfibii mediante il trattamento col bleu di metilene sul vivo, ebbe occasione di prendere in esame i nidi di cellule, attorno ai quali trovo una rete nervosa, che somiglia completamente alia rete superficialB delle cel- lule gangliari simpatiche ed invia filament] anche tra i singoli elementi cel- lulari. Smirnow noto, inoltre, che non di rado grosse fibre nervose prendono origine da questi Zellennester per passare in un tronchicino nervoso vicino. Sulla base di tali osservazioni Smirnow crede si possa con sicurezza pensare che i nidi di cellule di Maj^er siano accumuli di cellule simpatiche racchiuse da una capsula connettivale comune. Per quanto concerne il significato di queste singolari produzioni, Smirnow aggiunge che il medesimo rimane sem- pre enigiaatico, ma che nonostante, quando le si considerino quali accumuli di elementi cellulari nervosi insieme stipati e rimasti ad uno stadio giovanile, servirebbero a spiegare la maniera meccanica (C. Arnstein) di derivazioue delle fibre spirali e dei filamenti di connessione. Fusari paragonando i reperti di Smirnow con quanto egli trovo nella so- stanza midollare dei Mammiferi, ove i singoli gruppi cellulari sono involti da una comune capsula connettivale e sono anche circondati da un reticolo ner- voso generale, di cui soltanto qualche fibra isolata penetra fra i vari elementi, conclude che se, come fece Smirnow, si vogliono considerare i nidi cellulari del simpatico come composti di elementi nervosi, per le stesse ragioni tutte le cellule della sostanza midollare delle capsule surrenali devono entrare in questa categoria. Ancor piu recentemente Dehler, in un suo contributo alia conoscenza della fine struttura delle cellule gangliari simpatiche della liana, da pure un bre- — 89 vissimo cenno dei nidi di cellule, circa ai quali si limita a cont'ermare i resul- tati di Smirnow. Secondo Dehler il loro protoplasma somiglia a quelle delle altre cellule dei gangli simpatici, soltanto possiede meuo produzioni a zolla ed i loro nuclei sono simili ai nuclei delle cellule gangliari, soltanto un po' piu piccoli e piu ricchi di cromatina. La carattei'istica dei nidi di cellule si e che una forte capsula connettivale circonda d'ordinario una grande massa proto- plasmatica indivisa, irregolarmente conformata, in cui stanno fino a tre, di solito due, nuclei. Pettit nelle sue « recherches sur les capsules surrenales », pubblicate nel 1896, tocca anche di questi organi negli Anfibii, ma senza estendersi suUa loro struttura e senza far parola dei nidi cellulari. E da ricordarsi, infine, che Vincent, pure nel 1896, in una sua memoria sulle capsule surreuali nei vertebrati inferiori asserisce di non aver trovato alcuna relazione tra la sostanza midollare ed i gangli simpatici n^gli Anfibii, mentre ha veduto una stretta relazione anatomica fra certe cellule gangliari e la sostanza midollare in alcuni Rettili. Riportandoci alle prime osservazioni di Lej'dig conviene credere che i nidi di cellule esistano anche nei E,ettili. Negli Uccelli, tra gli elementi nervosi dei gangli simpatici addossati alle capsule surrenali Hans Eabl vide sparse cellule simili agli elementi della so- stanza midollare. Dostoiewsk}^ nei gangli nervosi simpatici situati all'esterno delle capsule surrenali di alcuni Mammiferi rinvenne gruppi di cellule, che offrono I'aspetto e le reazioni microchimiche delle cellule della sostanza midollare. Anche nel simpatico addominale di certi Mammiferi (coniglio, gatto, cane) sono state vedute speciali forme paragonabili ai nidi di cellule (Zellennester). Dai brevi cenni storici che precedono, chiaramente risulta non essere an- cora del tutto precisati la struttura ed il siguificato sia morfologico sia fun- zionale dei cosi detti « Zellennester*. Pai-ve quindi all' 0. cosa di non piccolo momento lo estendere in particolar modo le sue indagini sopra a questo punto coU'inteuto di fornire qualche piu esatta conoscenza intorno ai nidi di cel- lule (Zellennester) e conseguentemente contribuire in parte a meglio deter- minare la uatura, tuttora discussa, della sostanza midollare delle capsule sur- renali, con gli elementi della quale, conforme a quanto sara appresso esposto, i nidi di cellule posseggono senza dubbio molti caratteri strutturali a comune. E ritornando alle proprie ricerche sugli Anfibii, I'O. fa notare di aver rin- tracciato i detti Zellennester non soltanto nei gangli del cordone limitrofo del simpatico, ma anche lungo questo stesso cordone. Negli Urodeli sono essi spe- cialmente numerosi verso la porzione caudale del simpatico, come ben si vede in Triton ed ancor piu chiaramente in Salamandra, ove tra mezzo gli elementi nervosi dei gangli esistono, isolate od aggruppate, peculiari cellule che per i loro caratteri si lasciano agevolmente distinguere dalle nervose. Anche negli Anuri si rinvengono sempre nidi di cellule nei gangli del cordone limitrofo del simpatico, lungo lo stesso cordone limitrofo e lungo i tronchi nervosi che si portano ai reni ed alle capsule surrenali. In Bufo ed in Bombinator i gangli del cordone limitrofo, in conseguenza della brevissima estensione dei rami comunicanti, risiedono quasi addossati ai gangli spinali, percio ad una distanza piuttosto notevole dalle capsule surrenali, e tuttavia contengono — 90 sempre, quantunque variabili per numero e per dimensioni, nidi di cellule. In Bufo vulgaris, piu evidentemente che in Bombinator, mostransi nidi di cel- lule anche in quei gangli simpatici, i quali aderiscono alle branche del plesso brachiale e del plesso lombo-sacrale. Finalmente negli Anuri {Rana, Bufo) meritano particolare menzione, per essere piu numerosi e di volume molto piu grande che in altre regioni, i nidi di cellule esistenti lungo il tronco dell'arteria intestinale comune od arteria celiaco-mesenterica insieme ai gangli celiaci, dove sono talraente sviluppati da arrivare a comprendere in alcune sezioni la maggior parte dei gangli. I nidi di cellule risiedono, di preferenza, all'interno dei gangli cosi verso il centro come verso la periferia od anche subito al disotto deU'involucro connettivale che i gangli delimita, ma accade non raramente d'incontrare nidi di cellule situati nel connettivo della tunica avventizia della vena cava poste- riore, dell'aorta addominale e dei vasi sanguiferi che si portano ai reni ed alle capsule surrenali o da questi organi provengono. Ad ogui modo i nidi di cellule stanno quasi sempre contigui a tronchicini nervosi o si associano a cellule gangliari simpatiche. Per quanto concerne la lore grandezza, dai nidi di cellule rappresentati da due o tre elementi si ascende per gradi a quelli composti da un notevole numero di elementi e suddivisi in lobuli. Per forma sono pure tra di loro assai diversi e dai rotondeggianti si passa agli ovali, agli allungati ed a quelli irregolarmente foggiati con propaggini insinuantisi con varia direzione tra i gruppi di cellule gangliari. Un involucro connettivale, che stia piii o meno marcatamente a delimitarli, puo mancare e non costituisce quindi una caratteristica costante per le produzioni delle quali e ora fatta parola. Quando un involucro connettivale attornia grossi nidi di cellule, manda talvolta delle trabecole verso I'interno, suddividendo 1' insieme in varie piccole porzioni o lobuli. Cio che fornisce la nota istologica principale si e il citoplasma degli ele- menti cellulari componenti i nidi il quale assume un aspetto fortemente gra- nuloso, caricandosi in maniera straordinaria di granuli metaplasmatici piu o meno fini, che si comportano verso i reagenti airidentica maniera dei granuli contenuti nelle cellule della sostanza midoUare delle capsule surrenali; acqui- stano infatti una tinta giallo-bruna a contatto dell'acido cromico o del bicro- mato di potassio, si colorauo iutensamente con ematossilina o con safranina? verso la quale ultima sostanza, impiegata dopo la fissazione in liq. di Flem- ming 0 di Hermann, mostrano tanta affinita da mettere in evidenza silfatti elementi anche quando giacciono solitari. La forma delle cellule componenti i nidi non sempre appare ben manifesta, e talora si riceve I'impressione come se in una massa plasmatica dai caratteri surricordati siano immersi un certo numero di nuclei. Laddove i limiti cellulari appaiono netti, le cellule si presentano di forma assai varia a secouda dei loro reciproci rapporti e del loro raaggiore o minore stivamento. Oomunque sia, esse conservano sempre i caratteri di elementi attivi desti- nati ad elaborare una sostanza del tutto simile a quella preparata dalle cellule midoUari delle capsule surrenali, esse si rivelano sempre quali cellule epiteliali secernenti con funzione analoga a quella delle cellule midollari delle capsule surrenali. 91 — In conclusione, i nidi di cellule (Zellennester) pax- tutte le loro proprieta sono perfettamente rassomigliabili alia sostanza midoUare delle capsule surrenali esaminate negli stessi Anfibii. Una interessante questione sarebbe ora da discutersi, la origine dei com- plessi cellulari descritti col nome di nidi di cellule (Zellennester). Ma a tale ri- guardo occorrono accurate ricerche, gia dall'O. intraprese, sopra il loro sviluppo* Se anche vogliano considerarsi a priori come un derivato del simpatico, i re- sultati delle indagini istologiche eseguite negli individui adulti, nei giovani e negli individui al termine del loro sviluppo larvale, si oppongono a che si ri- guardino, secondo fu da alcuno ammesso, come format! da cellule nervose ri- maste ad uno stadio giovanile, poiclie di cellule nervose gli elementi dei Zellen- nester non posseggono piu verun carattere, mentre hanno acquistato tutto I'aspetto di elementi secernenti. I rapporti con fibre nervose, descritti da Smir- now, non bastano a dimostrai-ne la origine e la natura, ed il reticolo nervosa che circonda il complesso cellulare, inviando filuzzi tra i singoli elementi, ri- chiama alia mente la innervazione di un lobulo ghiandolare: le fibre nervose vedute da Smirnow andrebbero interpretate non come fibre provenienti dai nidi di cellule, ma come fibre le quali ad essi si recano e su di essi si ramificano.. In appoggio di tale interpretazione starebbero i reperti di Dogiel il quale, stu- diaudo le terminazioni nervose nelle capsule surrenali dei mammiferi dimostro, scostandosi dal concetto di Fusari, che le fibre nervose si terminano nella so- stanza midollare alia maniera generalmente osservata nelle ghiandole. L' 0. da confronti tra preparati di gangli simpatici con grossi nidi di cel- lule degli anfibii e preparati di corpi soprarenali ben conservati di Elasmobran- chi [Torpedo, Scyllium) si sente portato ad ammettere che i nidi di cellule ed i loro rapporti con i gangli simpatici stiano a ricordare una disposizione primi- tiva, quale si verifica negli Elasmobranchi, e che nidi di cellule degli Anfibii e corpi soprarenali annessi de' gangli del simpatico degli Elasmobranchi siano produzioni tra di loro omologhe, Riguardo alia origine dei corpi soprarenali degli Elasmobranchi gia dalle indagini di Balfour, di Van Vijhe, non che da quelle piu recenti di C. Rabl e da quelle annunziate da Diamare, si tende ad affermare che essi siano realmente un derivato del si)npatico. La struttura dei corpi soprarenali dei Selaci offre molta somiglianza con la struttura dei grossi nidi di cellule descritti negli Anfibii, e se anche per quest'ultime formazioni si riuscira a dimostravne la derivazione dal simpatico, la omologia sara completa. Tuttavia se i corpi soprarenali degli Elasmobranchi sono omologhi, anche secondo il parere presentemeute espresso da Vincent, alia sostanza midollare delle capsule surrenali degli Anfibii e degli altri vertebrati superior!, i nidi di cellule rappresentano una parte della sostanza midollare o dei soprarenali degli Anfibii, ed allora, piii precisamente, I'omologo dei corpi soprarenali degli Ela- smobranchi sarebbe rappresentato negli Anfibii dai nidi di cellule e dalla so- stanza midollare delle capsule surrenali. » — 92 COMUNICAZIONI ORIGINALI Sulla maniera onde i nervi si terminano nei miocommi e nelle estremita delle fibre muscolari del miomeri negli Anfibii urodeli. ^^^ NOTA DEL DOTT. ERCOLE GIACOMINI. Eicevnta il 20 aprile IS !B vietata la riprodnzione. Le presenti ricerche, eseguite col nietodo al cloruro d' oro, si riferi- scono ai miiscoli del tronco di Triton crista tits, T. taeniatus, Salamandra maciilata, Salamandrina perspiciUata, Spelerpes (Geotriton) fuscus. Aveva io preso ad investigare i muscoli del tronco negli Anfibii urodeli col principale intento di rintraeciarvi fusi neuro-muscolari e di studiare in questi organi le terniinazioni neivose. Ma rimase affatto delusa la mia aspettativa da questo lato, poiche, ad onta di niolteplici ed accurate indagini, non mi fu dato, sino ad ora, di scorgere fusi neuro-muscolari nei muscoli del tronco in tutte le specie di Aniibii urodeli tolte in esame. Dair altro canto, pero, ebbi la buona ventura di rilevare alcune notahili parlicolarita concernenti la maniera onde i nervi si terminano nei miocommi e nelle estremita delle fibre muscolari dei miomeri, die ai miocommi prendono inserzione. Dai tronchi dorsali e dai tronchi ventrali dei nervi spinali si stac- cano, a luogo a luogo, fascettini di fibre o singole fibre nervose midollate che si ))ortano a determinati punti dei miocommi. La disposizione piii semplice si ha allorquando ad un dato jmnlo del miocomma, come particolarmcnte accade di osservare esaminando i muscoli ventrali, si recano una o due fibre nervose midollate, le ({uali, talvolta, decorrono per lungo tratto isolate ed indivise prima di rag- giungere il luogo, ove la loro espansione terminale dovra farsi. La fibra nervosa mldollala. sovente nolevole per grossezza, provvista d' una ma- nifesla guaina di Henle, al momento in cui sta per penelrare nei con- nettivo fdirillare dense del miocomma o vi e gia penetrata, si partisce iteratamente in fibre midollate che si allontanano tra loro in sense tra- ') Comunicazione fatta all'Accadernia dei Fisiocritici di Siena nell' adnnanza del 30 riiarzo 1898. 93 — svorsale, nel senso, cioe, della niaggiore cstensionc del mioconnna, e di- vengono sempre nieno grosse. Lc ultiine diramazioni subiscuno lo stroz- zainento preterminale, si riducono a iibre pallide, e come tali continuano a roplicatamente dividersi in rami secondari e terziari, i quali si ad- dossano alle estremita arrotondate delle fibre miiscolari inscrentisi alle due facc'ie, craniale e caudale, della lamina connettivale rappresenlata dal miocomma. Ciascun sottile ramoscello amielinico, allorche si ap- prossima alia testa della tibra muscolare, verso la quale e diretto, e gettasi alia line su di essa, si risolve in esili fibrille minutamente va- ricose, da cui per ulteriori suddivisioni emanano, in maniera dendritica, lilamenti cilindrassiali, pure varicosi, oltremodo delicati, die tra loro s' intersecano assai svariatamcnte. La testa della fibra muscolare rimane (|uindi circondata da un plessicino o da una reticella di lilamenti as- siali. Per servirci di una similitudine possiamo dire che 1' estremita della fibra muscolare e contenuta in un paniere intessuto dei predetti lilamenti, e volendo indicare con un nome questa peculiare forma di apparato terminale, ci sembra convenirle assai bene 1' appellativo di terminazione nervosa a paniere. E facile convincei'si die la disposizione corrisponde realmente al- r immagine ora accennata e presa per similitudine, quando, nell' esa- minare i preparati, le teste delle fibre muscolari cadono sotto 1' osser- vazione poste di fronte od un po' obliquamente. L' insieme del compoi'tamento dell' espansione nervosa terminale si complica se, invece di una o due Iibre nervose midollate, trattasi di un fascettino di tali fibre che si porta ad un dato punto del miocomma, come di solito vedesi avvenire rivolgendo Tindagine ai muscoli latero- dorsali. 11 fascettino di fibre nervose midollate, penetrato nella lamina del miocomma, si suddivide in vaii rami sempre piii piccoli, i ([uali si scambiano reciprocamente delle fibre in guisa da formare un plesso ad amplie maglie poligonali, piuttosto oblunghe, disposto secondo il piano del miocomma e maggiormente esteso nel senso trasversale. SifTatta di- sposizione dimostrasi con la massima evidenza allestendo dei preparati in maniera che il tratto del miocomma, ove il plesso si costituisce, possa venire esaminato in superficie: allora rilevasi, altresi, che le maglie del plesso stanno vicine alle estremita delle fibre muscolari inserentisi suite due faccie del miocomma, e che, anzi, le fibre nervose midollate, com- ponenti le maglie del plesso, decorrono quasi sempre in corrispondenza degli interstizi tra le teste delle fibre muscolari, per modo che queste aj)pariscono comprese nolle maglie del plesso. Dalle ultime diramazioni delle fibre midollate, costituenti il plesso, — 94 prendono origine, clopo lo sti'ozzamento preterminale, fibi'e jnillide die replicatamente si parliscono in i-ami secondari e terziari. Ma la parti- colarita piii notabile si e die i sottili raiiioscelli amielinici, provenienti da (pieste suddivisioni, si addossano agli estremi convessi delle fil)re imiscolai'i e sii di essi si ramilicano formando iiii intreccio od anclie, come ill qiialdie piiiito iiettamente si vede, una roticella di tenuissinii filamenti dlindrassiali yaricosi per piccoli ingrossamenti rotondeggianti 0 lieveniente allungati, pressoclie ugiiali per dimensioni e ligura, suc- cedentisi a brevissima distanza. Andie in questo caso restrenio eonvesso 0 testa di ciascuna fibra muscolare viene quindi circondata da una specie di paniere, rapjiresentato dall' intreccio e dalla reticella teste ri- iene a decori'ere in corrispondenza della sua base. 11 seno I'etlo, in>ece, compreso nella roi'mazione librosa della gran lalce, si Iroxa solamenle addossalo alia superficie anteriore del tentorium. ( ) Salvi G. — Sopra lo sviluppo delle iiieniugi cerebrali, Memorie della Sor. Tosc. di Sc. Nat. Pisa, Vol. XV, 1897. (') Salvi G. — L'istogenesi e la stinttnra dello meningi. Memorie della Soc. Tosc. di Sc. Nat. Pisa, Vol. X VI, J 898. — Ill — (^onic prova di t'io, porlai rosoiiipio oflerto dal tentorium osseum di alcuni luaiiimirei'i c specialmenlo del ranc, lacendo osser\ai'o come es- sendo qiiesta lamina ossca del tutto indipiMidcnte dal seno rello ed al- rindiclro di qiiesto, trovinsi qui conservati permanenti c piii nelti i rapporli del tentorio primitivo di altri animali. Inlatli nel cane adullo il tentorium, osseum e rappresentato da una lamina ossea piii o meno sviluppata la (juale ha perfetlamentc la dispo- sizione ed i rapporli del tentorium reretjelli llbroso di altri animali. Esso nclle parti lateral! e meno sporgente, ma si continua poi sul margine su])erioi-e delta porzione petrosa del temporale con una cresta piu o meno alta, la quale termina con un processo aguzzo clie si prolunga verso il dorso dello sfenoide. La perit'eria della lamina ossea, molto ingrossata, e percorsa da un canale il quale accoglic il seno trasverso; ed un canale analogo piii sottile percorre il prolungamento temporale (seno i)ctroso superiore). Talvolta nellc parti laterali 1' ossificazione e incompleta ed allora il ca- nale del seno trasverso apparisce come una doccia. Tali caratteri basterebbero gia per far ritenere questa produzione omologa al tentorium cerebelU deH'uomo e di altri animali, ma altri ne osservai i quali mi permisero di affermare clie nel tentorium osseum del cane trovavasi conservata permanente la posizione del tentorinm cere- belU embrionale di altri mammilcri, rispetto ai seni trasverso e retto. Infatti in corrispondenza della faccia anteriore della lamina ossea si trovano due orilizi. Uno anteriore e superiore perfora la volta del cra- nio ad 1 V2 0 2 cm. al da^anti di quella tacendo seguito ad un solco sagittale e mediano, continua entro I'osso questa direzione, e sbocca nel canale trasverso: esso accoglie restrcmita posteriore del seno longi- tudinale superiore. L'altro situato all'indietro di questo si approlbnda nell'osso della volta nella linea mediana in corrispondenza deH'angolo fra quella e il tentorio, e va anch'esso con direzione dal basso alFalto a sboccare nel seno trasvei'so: e percorso dalla esti-emita del seno relto, il quale percio conservasi indii)endente dal tentorio. Un lavoro di Bayer ('), mi lia spinto a tornare suH'argomento. Sostiene Bayer clie W tentorium osseum, die presentano alcuni mamniileri non merita tat nome pei-clic non e il prolungamento della dura madre clie ossilica ma tutt'altra cosa. Secondo questo autore il tentorium osseum proviene da una sorta di punto di ossilicazione spe- ciale il quale si sviluitpa verso rinterno del cranio sosi)ingendo il tes- (»J Bayer F|i-. - Sur le tentorium osnenm cliez ks mammiieres. Bihlwyraphie Anatominvc 1897, N. 3 Paris, Nancy. — 112 — siilo file lo ricoi)re, iiienlro il tenlorivm rrrchflli il (|iiak* si sxiluppa piii avanli viene ad addossarsi a ([iieslo solo a teiiniiu' di sviluppo. Egli ha trovato incostante la posizionc di qiiesto piinto rispetto alle ossa del cranio. Nel cane provienc dalla faccia interna dell'interpa- rietale, nel gatto dal margine posteriore del parietale. Pero le sue ricer- clie comparatixe sopra le specie viventi e scomparse non gli lianno per- inesso di slabilire il signiiicato di questo osso. Non credo die i fatti descritti da Bayei- debbano porlaic a conclu- sioni dillerenli dalle mie. Ho gia descritto i caratteri morfologici die fanno a tutta prima, nel cranio secco, ritenere il tcnUmum ossemii del cane oniologo al tcniorium cereheUi. Nel (jatto i I'atli sono ancora piii accentuati. II pi-olungamento lemporale e sviluppatissinio onde il tentorium j)resenta la sua conlormazione caratteristica. Una cosa importanle })oi c degna di nota, 6 cbe in questi animali le suture delle ossa del cranio corrispondenti all' inserzione del tentorio, si propagano in questo. La sutura fra i parietali e quella fra questi e 1' interparietale V\ sono cosi evidenti, die nelTosso secco iiermellono una ceria estensione di nnni- nienti. Da esse si \ ede come 1' interparietale si prolunga nel Iciiloriuiii ossi'um a guisa di cuneo, e da questi fatti ajiparisce come Tossilicazione del tentorio non si diparta da un punto limitalo e situate in corrispon- denza del margine posteriore dei parietali, o neH'interparietale solamente come ha asserito Bayer. Se poi daU'esame delle ossa secche, si passa a (juello del cranio I'resco, i fatli so])ra esposti ricevono piii ampia conl'erma. Ho sezionato teste di cani adulti ed ho visto senipre il tentorio libroso continuare qnello osseo. E cosa facilissima osservare come quelle si prolunghi in questo sdoppiandosi ed accogliendolo. E facile anzi re- nuiovere I'osso, enudeandolo daila sua guaina librosa ed allora riman- gono a coslituire il lentorio solo le due lamine di dura madre die al limile dell'osso si congiiingono in una sola, Lasciando I'osso a j)oslo si puo logliei- >ia con le pinzette la dura niadre che lo riNcsle. Ho sezionato teste di gatto adulto e non ho Irovato che piii e\identi i fatti sopi-a esjKisti. Solo (jui r ossilicazione si avanza di piii onde non riinane che un brevissinio Iratlo di lenlorio unicamenle libroso. In ambedue questi ani- mali poi, mm e possibile dimostrare sia macroscopicamenle die micro- scopicamente alcun allro tentorium cerelielli. I — 113 — TTosozionaln infinc teste di indixidui neonati e di omhi'ioni di (juesli aniinali ed lio assistito al gradiialo sviluppo della lamina ossea cnlro il tentorio ril)roso. Ho iniettato il sistema venoso e non lio potuto chc con- statare i fatti gia esposli circa i rap|)orti del tentorio con i seni. Yenendo poi alio sviluppo, Bayer basa la sua asserzione sul fatto die il tentorium osseum si oi'igina da un j^unto di ossiflcazione proprio il quale comparisce in corrisi)on(lenza del luogo die |)oi occu- pera delinitivamente mentre il seno trasverso con Y abbozzo del tentorio sono ancora molto in avaiiti.Egli \)?lv\h di tentorium cerebelli in embrioni, ma non parla alfatto di dura niadre ne la riproduce nelle sue figure onde bisogna credere die egli intenda parlare del se[)iniento delta nie- ninge primiliva die io avevo gia descritto. Ma questo fallo non e die una conlernia di piu alle mie osservazioni. Bisogna distinguere il tentorio embrionale dal vero tentorio. 11 prinio non e rapjiresentato die dalla dura niadre die avvolge il seno trasverso e si sposta indietro con esso. II tentorio detinitivo si sviluppa da que- sto ma secondariamente, quando ha quasi raggiunto il suo jiosto e si svilupjia in iiiodo die la piega della dura madre die lo costituisce si forma un po' all' indietro del seno trasverso. Negli animali a tentorio fibrose, il tessuto interposto tVa le due la- mine limitanti diviene ancli'esso ben presto fibrose e si confonde con quelle; non bisogna pero dinienticare che esso proviene dallo strato esterno della dura madre, da (juello die e piu diretfamente in rela- zione col tessuto osteogeno e die da molti si e cliiamato strato periostale per la sua funzione. Negli animali a tentorio osseo il tessuto intermedio ossilica come ossiflca parte dello strato esterno della dura madre parietale, cio che e dimostrato dal canale osseo net ([uale si trova a decorrere I'estremita del seno longitudinale superiore. E naturale che questa ossilicazione non possa avvenire che quando le parti hanno raggiunta la lore situazione definitiva, che altrimenti ne- verrebbe ostacolato il lore spostamento. Bayer dice che il nucleo osseo sviluppandosi verso I'interno so- spinge ii tessuto circostante. Ouesto non puo essere che la dura madre, onde se un altro tentorio si trovasse al davanti si dovrebbero avere due tentori egualmente sviluppatie distinti. Uno anteriore fibrose, contenente i seni trasverso e retto, ed uno posteriore costituito da una lamina ossea rivestita pero anche essa dalla dura madre. Questo non si riscontra nd cane e nel gatto, ne Bayer I'ha ripro- — 114 — (lollo iiollosuc (igiire. Egli infalli in iin cano neonato figiira il fenforium osseum bene costituito, nia non rappresenla il vero tentorium, cerebelli e la letlcra die indica qnesto accenna siilla figura la dura madre che rivesto la faccia anteriorc del primo. Concludendo io credo che il tentorium oascnm di alcnni mammiferi non sia alti'o che I'ossificazione della porzione media del tentorium cere- Item. L'ossificazione, sia pure die si diparta dal punto descrito da Bayer, si estende moUo nello strato estcrno della dura madre come lo dimostra rinclusionc di parte del seno longitudinale superiore, e nel tentorio, come lo dimostrano le suture che in esso si propagano. Ne viene da cio che il tentorium. ceret)eUi di questi animali e costituito da uno sdieletro osseo proveniente dairossificazione dello strato esterno della dura nia- (li-e e da una guaina fil)rosa prevenienle dallo strato interne, la quale completa il tentorio in quelle parti ovc l'ossificazione non si e estesa. Le nieningi non sono che lo strato piii interne di quel mesodei'ina cefalico la porzione piii esterna del quale da origine al cranio : niente di strano quindi se in alcuni animali il tessuto osteogeno si estende piii che in altri. Non sono I'ari poi nella fdogenesi gli esempi di sepimenti fibrosi in alcuni animali che divengono ossei in altri, ed il cane stesso ne ofTre piu di uno. Pisa, Maggio 1898. Nuove osserYazioni sulla morfologia degli Ecliinodermi. NoTA DI ACHILLE BUSSO. (Con 4 fig.). ai Ricevuta il 22 maggio 1898. fi vietata la liprodnzioue. Proseguendo le mie ricerche suH'anatomia e sullo sviluppo delle Oloturie sono in grade di far noti alcuni nuovi risultati. Lacuna f/enilale. — In una nota precedente(^) diniostrai che il co- sidctto canale prof)lematico delle Oloturie e omologo al seno aborale (') Sill cosidetto cauale problematico delle Oloturie. (Bollettino Soc. Naturalisti, Napoli, vol. XL 1897.) — 115 (lolle 0|)hiure ed Asterie e degli Echini e che la spazio lacunare die si forma nella sua pai-ete e i)arimenti omologo alio lacuno dorso-ven- trali ed all'appendice glanduiare dei uiedesinii. Dopo tali niic rieerclic la lacuna genitale, che gia era stata descritta nelle Oloturie adulte da Semper (*), Ludwig('), Herouard(') ed altri ha acquistato un valore nuovo per la Morfologia degli Echinodermi. C sa FiGURA 1. — Holothuna Poli. Sezione attraverso I'organo genifcale e la lacuna aboi-ale. — ag) appendice glandiilare. — sa) seno aborale. — cig) ciecbi genitali. — cog) condotti genitali. — int) intestino. Studiando la formazione in discorso, per mezzo di sezioni in serie, negli individui adulti di Holofhuria tubulosa, H. Poli ed H. Forskali (^), essa apparisce come un largo spazio che accompagna lateralmente I'or- gano genitale e propriamente quel punto dove convergono tutti i cie- chi genitali. Questo seno (canale problematico) a misura che si allon- tana dall'organo genitale si rende sempre piu piccolo ed in ultimo e ridotto alia sola sua parete lacunare, la quale sul vivo appare come un filamento di colore rosso-bruno, connesso alia lamina mesenterica dorsale, che dalla parte orale si unisce ali'anello lacunare periorale, T. 7, (') Semper. — Reisen im Archipel der Philippinen. Holotliurieu. — Wiesbadeu, 1868. (-) Lndwlg. — Ecbinodermeu. Bronn's Klassoa and Ordnnngeu, 1889-90. f) Heron ard. — Eechercbea snr lea Holothuries des Cotes de France. {Arch, de Zool. ezper , 1S89. 2"»« serie). {*) II piof. Lndwig , il quale attualiuente si occupa della sistematica delle Oloturie del Mediter- raneo, corteseiuente, nel sue ultimo sogglorno nella Stazione Zoologica di Napoli, mi ha comunipato che la Holothuria denominata da me Poli 6 invece la H. Forskali, e che la H. Stellali 6 per contrario la H. Poli. Queata nota ha per acopo di correggere le iudicazioni delle specie da me date nelle due preoe- denti pubblicazioni sulle Oloturie. — 116 — mentro dairaborale si proluiiga nolla cosidetta rele sanguigna inte- stinalc. NcUa presente figura, tratta da iin giusso individiio liiiigo piii di 2 dcni., si osserva die Tappendice glandiilare, la quale e forteinente svi- luppata nei piccoli in modo da oeciipare liiita la eavita del seno aborale, c mollo ridotta ed alrolizzala. in sua vece, come si vede nella stessa ligura, tulla la parete del seno diventa laeunare ed acquisia un aspetto caratteristico, essendo co- stituita da rigonliamcnli clie si allernano con altrettanti restringinienli a guisa di rosario. Questa lacuna si estende attorno la parete dell' organo genitale, il quale resta cosi avvolto coni|)letamente. Essa ha per funzione di ])rovvedere di sostanza nutritiva i ciechi genitali e percio e analoga alle lacune dorso-ventrali delle Opliiure ed Asterie ed a quelle situate nella parete del pentagono genitale degli Echini. Tale reperto, come si vedra nel lavoro completo , contribuira a rendere i)iu chiari i rapporti fra i diversi gruppi di Echinodermi. II Cue not (^) nella Cucumaria Planci osservo che in prossimita deir organo genitale la lacuna genitale forma alcuni spazi, mentre in alto, vicino al bulbo faringeo^ diventa compatta; pero a tali formazioni non ha dato alcuna importanza. Lamina mesenterica dorsale e rele inlesfinale. Queste formazioni furono nelle Oloturie adulte ben descritte e rafhgurate da Semper, Ludwig, Herouard; pero ad esse non e state ancora assegnato il vero valore rispelto agli altri gruppi di Echinodermi. Studiando lo sviluppo di tali organi in piccoli individui di Ho- hilhiiria fuhnlosa e Forskali lunghi da i mm. a 2 o 3 cni., in origine si osserva che la lacuna aborale caccia una piccola appendice. Difatti, nella serie di sezioni, a raisura che ci allontaniarao dalla lacuna abo- rale verso la regione posteriore del corpo, questa formazione apparisce per lungo tratto come un i)rolungamento di quella e con i medesimi caratteri, cioe plena dicoaguli albuminoidei edi cellule ameboidi. Ouesto caratter(i fa subito distinguere tale api)endice dalla lamina mesentei'ica dorsale alia tpude in seguito si collega e che e per lo piii vuota, cioe l)ri\a di eoaguli e di cellule ameboidi, come si osserva in hn della lig. 2. Ouasi nello stesso tempo le cellule celomiche, che coprono il tubo digerente, proliferano in corrispondenza deira|)pendiee lacunosa sopra descritta, formando in principio una piccola gemma. In tal modo, poco discoslo dal seno aborale, come fu ra|)presentato nella stessa tig. 2, si ossei'va una lamina che in parte vien formata dalla gemma |)roveniente (") Cu6not. — fitadea morphologiqnes snr les Echinodermes. {Arch, de Biologie, T. XI, 189 J). — 117 Kl«. 2. __Itii.. craa y:' J.^ mi Fig. 3. Fig. 4. m^-''' amt .#^S^ FiGUKE 2, 3 e 4. — Sszioui trasverse di piccola Rolothuria, tubulosa, preae ad an livello diverse per mo- strare il prolungamento dell' appendice glandulare {gaa), la gemma {aint) proveniente dall' inteatino (int) ed il meaentere (Im). Koriatka oc. 3, obb. 8. 118 dall'intestino, in parte dal prolungameiito lacunare deH'appendice glandii- lare j)Osla nel sono aborale cd in parte dal niesentere dorsale. Osser- vando pero ie sezioni di nn pnnto piii lontano dal seno aborale, la lamina risulla costituita dalla proliferazione delle cellule celoniiche e dal niesentere dorsale, come si osserva nella fig. 3, Oueste parti, delle quali si comi)one la lamina dorsale, sono ben distinte e non comuni- cano fra loro nei piccoli individui aventi una lunghezza di 3 a 3 mm,; ma in qnelli piii avanzati nello sviluppo esse si fondono, I'ormando un solo canale lacunare in cui non e piii possibile tracciare limiti di demarca- zione. Nelle sezioni di piccoli individui aventi la lungliezza di 1 o 2 cm., in un pnnto molto discosto dal seno aborale, quella parte delta lamina mesenlerica, clie e un derivato delle cellule celoniiche intestinali, di- venta piu vistosa, caccia nuove geninie, mostrandosi cosi qua e la fra- stagliata. In tal niodo si origina la prima pai'te delle rete intestinale, la quale, nientre in origine riniane contiisa con la lamina mesenlerica, a misura die I'animale precede nel suo sviluppo, si rende sempre piii in- dipendente. Nelle Oloturie adulte pero, come si sa, la rete intestinale si stacca, dopo breve tratto, dal niesentere dorsale e segue isolata le anse del- i' intestine. Durante to sviluppo, infatti, (tig. 4) dopo le formazioni soj)ra de- scritte, ad un livello inleriore si osserva clie |)ermane soltanto la gemma proveniente dall' intestine. Questa e molto estesa, plena di coaguli e quasi priva di cellule ameboidi. Da essa in seguito si diirerenziera la 2=^ parte della rete intestinale. Volendo ora assegnare il valore mortblogico a tali formazioni, te- nendo presenle le conoscenze clie si hanno intorno gli altri gruj)pi di Ecliinodermi, bisogna distinguere la parte laminare clie fa seguito alia lacuna aborale e la parte reticolare situata lungo il resto del tubo dige- rente. La prima parte e omologa agli assorbcnti intestinali degli Asteroidea cd alia lamina mesenlerica degli Echinoidea; la seconda invece e una formazione cenogenetica. Ncgli Asleroidea, infatti, io per il prime lio diniostrato (*) che gli assorbenti intestinali sono una dipendenza della lacuna aborale dalla quale in origine sporgono a guisa di piccola gemma. Tali organi, dipendenti (*) Coutribuzioue alia genesi degli organi uegli Stolleridi. {li. Acead. Sc. fis. mat., Napoli, vol. VI, ISOI). — Studl auatouiici sulla famiglia Ophiothrichidae del golfo di Napoli. {IHverche Lab. Anal, nor- malc, Roma, vol. lY, iS'J-l). I — 119 — dalla lacuna aborale in liilli i gnippi di Ecliinodermi da nie sludiati, sc- guono la simnietria pentagonale negli Asleroidea in ciii Ic laeuni! dorso- ventrali, avvolgenti il cordone genitale, pcrcorrono la perileria del disco. Negli Echinoidea pero, fu da me parimenti dimostrato (/) die il cor- done genilale si atrolizza dui-anle lo sviliippo postcmbrionale e die con- seguentemente il canale periemale e le lacune dorso venlrali sono ridolti al seno aborale ed all'appendice glandulare. Da questa si parte anche una gemma che si connelte ad un'aUra pi-oveniente dall' intestine, formandosi cosi una lamina, la quale, oltre a tenere in site una parte del tubo dige- rente, ha la funzione di assorbire da esso i prodotti utili. Negli Iloloflmroidea per la definitiva scomparsa del cordone genita- le, il quale non apparisce alTatto neH'ontogenesi, le lacune dorso-ventrali, come negli Echinoidea, sono ridotte ad un'ai)pendice glandulai'c. Ouesta appendice pero, a differenza di quanto io ho osservato negli Echini, si atrolizza ; mentre, come avanti si e detto, si trasforma in lacuna tutta la parete del seno aborale che avvolge I'organo genitale. In rapporto alle trasformazioni cui vanno soggette le lacune aborali nelle Ololurie, come negli Echini, e un solo assorbente intestinale, il quale e rappresentato dalla lamina mesenterica connessa al seno aborale. Appendice. — 11 sig. L. Cuenot in una nota, pubblicata nei Comp- les rend us des seances de I' Ac. d. sciences de Paris (seance du lundi 17 Fevrier 1896) (-) annunzia avere scopcrto, mediante tagli in serie, un sistema di assorbenti intestinali in Aslerias ruhens L ed Aslerina gib- bosa Penn. Senza entrare sul merito di alcune sue vedute in proposito, credo giusto tare per ora un reclanio di priori(a, avendo io tin dal 1894 in una Memoi'ia pubblicata negli Atli della R. Accad. delle scienze fisiche e mate- mat ic fie di Napoli, Q seguito lo sviluppo di tali organi nella stessa Aste- rina studiata dal Cuenot. Leggendo a |)agina 7 di quella mia Memoria, oltre lo sviluppo degli assorbenti intestinali, si trovera descritta la con- nessione degli assorbenti tra loro ed i rapporti che I'intero sistema acquista con i ciechi radiali dell' intestine. Ogni altra particolarita al riguardo si potra meglio osservare nelle figure 8, 13 e 19 della Tavola che accompagna la predetta Memoria. Oltre cio, secondo Cuenot, ancora non si conosce il mode con cui tali assorbenti entrano in relazione con le lacune di distribuzione. (') Sul siatema geuitale e madreporico degli EcUiuidi i-egolari. {Boll. Soc. Naturalinti, Napoli vol. nil, 1894). {•) Cu6not. — L'appareil lacunaire et les absorbauta intestinaux chez les l^toiles do mer. (') Contribuzione alia genesi degli organi negli Stelleridi. — 120 — Oiiosla anormazione parmi |)0C0 esalla, (la|)|)()iclie su tale ariionicnto, come sulle oiuologie delle diverse parti del sistema nei vari griij)pi di Ecliinodernii, io ho gia ajjportato qualclie contributo. Napoli, Stazione Zoologica, Aprile 1898. CosiMO Cherubim, Amministratore-responsabile. Milano - Via Gr. Revere, 3. - Milano INICA FABBRICA NAZIO\ALE DI MICROSCOPI ED ACCESSORI DITTA FORNITRIGE tiUti i Gabinetti Dniversitari del Regno IVIICROSCOPIO GRANDE IVIODELLO con cremagliera, apparato Abbe, diaframma ad iride, tavolino in ebanite, revolver, due obbiettivi a secco 3 e 7*, uno ad immersione omogenea Vi2") d"^ oculari 2 e 4; il tutto posto in elegante armadietto in mogano L. 400 {ingrandimenti fino a 1000 cUametri) Mm oiieltiyo Vw Semiapocromafico IMMERSIONE OMOGENEA Obbiettivo raccomandato per la grande jjotenza e per la sua durata (Vedi Zeil- schrlft fiir wissenschaft. Microscopic del 12 settenibre 18D4, Band XI, Heft 2) L. 200 coi due oculari compensatori 4 ed 8. CATALOGO~GENiRALF GRATIS a semplice richiesta Pagamenti rateali menslH pel SigJ'^ Ufficiuli sanilari comunali. LITOGMIA DEI EICOEDI DI AECHITETTURA DI Litografo del E. 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SrjNTi K Rivistk: Paravicini Q., Sulla minuta innervazione del canal digerente delV Belix poviatia L. — Massari G., Sul pancreas del pesci : uota preliminare. — Salvi Q., L' istogenesi e la struttura dalle meningi. — Pag. 127-131. CoMUNicAzioNi Origin ALi: Chiarugi Q., Produzione sperimentale di duplicita em- brionali in uova di Salamandrina perspicUlata. — Pag. 131-136. Avverter\za Delle Comunicazioni Origiiiali clie si piibblicano nel Monl- iorc Zoologico Italiano e vietata la riproduzione. BIBLIOGRAFIA S'i da notizla mlta7ito del lavori pubbllcati in Italia. I. Scritti general! di Zoologia e di Anatomia. Cattaneo G. — Per la storia dell' anatomia comparata. — Boll. d. Musei di Zool. e Anat. comp. d. B. Univ. di Geneva, N. 60 {1898), pag. 6. Genova, tip. Chninago, 1898. Ceceoni G. — Contributo alia Fauna vallombrosana. Invertebrati. — Bullett. della Soc. entomologica italiana, Anno 29 {1897), Trimestre 4, pag. 145 a 224 {continua). Firenze, 1898. 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Morpurgo B. — Sur I'hypertrophie des muscles volontaires. — Jrc/t. Ital. de Biologic, Tome 29, Fasc. 1, pag. 65-101. Turin, 1898. Avec 4 fig. Paladino G. — Sur la constitution morphologique du protoplasraa des cellules nerveuses dans la moelle epiniere. — Arch. Ital. de Biologic, Tome 29, Fasc. 1, pag. 60-64. Turin, 1898. Paraseandolo C. — Recherches histo-pathologiques sur I'etat des centres nerveux dans la commotion thoracique et abdorainale experimentale. — Ao-ch. Ital. de Biologic, Tome 29, Fasc. 1, pag. 144-152. Turin, 1898. Pugliese A. — Contributo alio studio della formazione della linfa. — Arch, di FarmacoL e Terapeidica, Vol. 5, Fasc. 9-10, pag. 441-475. Palermo, 1897. Rosa D. — I pretesi rapporti genetic! tra ! linfocit! ed !1 cloragogeno. - Estr. di pag. 27 d. Atti d. B. Accad. d. Sc. di Torino, Vol 33. Ad. d. 17 aprue 1898. 'Torino, 1898. Con fig. Rossi E. -- Alterazion! miiiime degli element! nervosi nell'avvelenamento per fosforo. — Bin. di Patologia nervosa e mentale, Vol. 2, Fasc. 12, jjcig, 535- 540. Firenze, 1897. Con fig. Sfameni P. — Delle terminazioni nervose nei gomitol! delle glandole sudorifere deir uomo. — Vedi M. Z., IX, 4, 78. — 127 — V. Tecnica Balsamo F. — Sull' uso cli un sisteraa divergente pei- ingrandire 1' imagine nel microscopio. Con fig. — Boll. d. Soc. d. Naturalisti in Napoli, Serie 1^ Vol. 10, Anno 10 {1896), Fasc. iinico, pay. 20-23. Napoli, 1897. Buscalioui L. — Una iluova vaschetta pel trattamento delle sezioni in paraf- lina. — Giorn. d. R. Accad. di Medicina di Torino, An. 60, N. 10-12, pag. 715-717. Torino, 1897. Rufflni A. — Di un apparocchio microfbtografico e di un nuovo metodo per eseguire microfotografie colla luce del giorno riflessa dallo speccliio del microscopio. — Monit. zool. ital., Anno 8, N. 7-8, pag. 170-176. Con fig. Fi- renze, 1897. SUNTI E RIVISTE Paravicini 6. — Sulla minuta innervazione del canal digerente deWIIelix po- matia L. — Estr. di pag. 28 d. Bull. Scientifico, An. 1898, N. 2, 3 e 4. Pavia 1898. Con tav. Per le sue ricerche I'A. ha usato i varii metodi a base di cloruro d'oro, e cioe il metodo Lowit, alquanto modificato, il metodo Grieb, quello Golgi (sia genuiuo sia applicando la modificazione proposta da Trambusti) e quello Ranvier. Non si e pero limitato a questi, ma ha ricorso anche alia reazione nera di Golgi. Per lo studio istologico dei nervi ha adoperato I'acido osmico, il car- minio, I'ematossiliua, mentre per lo studio macroscopico ha seguito il metodo preconizzato da Viallanes. (Si pone il canale digerente per 24 ore in una miscela a parti uguali di aceto comune e di alcool a dO'^; poscia lo si trasporta in tre- mentina e quivi si abbandona per altre 24 ore; infine si lava ripetutamente in acqua distiliata e si lascia per aitre 5-6 ore affinche la reazione avvenga com- pletamente e allora si procede alia dilacerazione tenendo il pezzo sott' acqua. II tessuto muscolare assume un colorito grigiastro, mentre i nervi appaiono di co- lor bianco madreperlaceo, divengono resistenti e si lasciano isolare abbastanza facilmente). Paravicini ha tentato anche le iuiezioni fisiologiche di bleu di metilene (V., grammo di bleu di metilene, con 37 cc. di cloruro di sodio e 50 cc. di acqua stillata). Conclusioni: « 11 canal digei-ente (bulbo boccale, esofago, stomaco. cieco, intestino epa- tico, retto) e riccamente innervato dal cingolo esofageo e dai due gangli .sto- mato-gastrici, i quali risponderebbero nei molluschi al simpatico dei vertebrati. La distribuzione dei nervi simpatici si fa in tutto il tubo digerente, mentre quella dei nervi provenienti dal cervello compiesi soltanto nel bulbo faringeo imuscolo costrittore faringeo, vestibolo boccale, labbra, e muscolo radidare medio). I nervi simpatici differiscono dai cerebrali per il loro lungo e regolare de- corso, per la loro quasi uniformita di diametro, e per il maggior numero delle anastomosi fra i rispettivi collateral. Pero tanto gli uni quanto gli altri sono costituiti dal fascio cilindrassile av volte da una guaina connettiva, fascio che — 128 — talora puo presentarsi (bulbo) costituito di 2-3-5 fascetti secondarii attorcigliati fra di loro piu o meno strettamente. Dai tronchi principali partono i coUatei-ali di primo ordine, i quali distac- caiio sempre dicotomicamente quelli di second'ordine e cosi via via sino alle fibrille terminali che portano le palline nervose o neiirococchi di Trinchese. Tutti questi norvi sono piu o meno varicosi, cioe a strozzamenti e rigonfiamenti che si accentuano vieppiu negli individui sottoposti all'inauizione ed in quelii ancora in letargo invernale. In generale i rigonfiamenti si differenziano dalle palline per essere irregolari di forina, angol si, bitorzoluti, e pin spesso come appiccicati o da un lato o dall'altro della libra (percio spostati quasi sempre la- teralmente). Le terminazioni nervose nei gasteropodi si fauno per mezzo di rigonfia- menti a pallina disposti all'estremita ovvero lungo il decorso delle ultima e piu esili fibrille, ed addossate alia guaina sarcolemmatica delle fibre muscolari. I nervi specialmente simpatici sono assai ricchi in cellule nervose unipo- lari, peduncolate o sessili, disposte a piccoli gruppi, ovvero isolatamente con grosso nucleo ovale, spostato dal lato opposto, dal quale esce il cilindrasse, ed inclinato di circa 45" sul maggior asse della cellula nervosa che e avvolta da una membranella fortemeute colorantesi col cloruro d'oro. II protoplasma cellulare presenta una struttura granulare; il prolungaraento assile raggiunge il fascio collaterale vicino con un andamento poco tortuoso. Le cellule multipolari sono disposte nella parte superficiale del muscolu costrittore faringeo, hanno prolungamenti protoplasmatici assai ramificati, e sono disposte isolatamente. Nel bulbo i nervi sono piuttosto tortuosi, ricchi di collaterali, ricchissimi di terminazioni nervose, specialmente nel muscolo costrittore faringeo e nel muscolo radidare medio. Nell' intestino i due nervi esofagei, provenienti dai gaugli stomato-gastrici, decorrono lateralmente sino all'apertura anale, dove costituiscono un plesso abbastanza estesoj essi distaccano dicotomicamente numerosi collaterali, i quali hanno pure un decorso parallelo a quello dei due tronchi principali. So- pra questi rami e su quelii, che da essi si dipartono, trovansi abbondanti cel- lule unipolari, che pero vanno scemando di numero nell' intestiao retto. Nel cieco I'innervazione e sviluppatissima: meno nel primo tratto dell'esofago e con speciali caratteristiche nell'intestino epatico. Nel punto in cui il muscolo retrattore del hidbo si unisce col muscolo co- lumellure bavvi un ganglio intermuscolare costituito di grosse cellule piriibrmi, disposte attorno ad un centro, dal quale si diparte il tronco risultante dalla riunione di tutti i cilindi-assi delle cellule circostanti. Queste cellule grandis- sime sono costituito da una spessa membrana esterna, di un protoplasma al- quanto granuloso, di un enorrae nucleo con resistente membrana uucleare e disposto trasversalmente al maggior asse della cellula, e con un prolunga- meuto nervoso, che si colora assai poco e che e ravvolto da una guama con- nettiva, (prolungamento della membrana cellulare). Plessi piu 0 meno estesi trovansi disseminati specialmente nel bulbo, nel tratto che decorre fra I'esofago e la porzione posteriore del muscolo costrit- tore, nel muscolo retratlore della faringe ed infine nella regione peri-anale. Colla reazione nera di Golgi ho avuto prove indiscutibili di terminazioni — 129 — intraepiteliali fatte a pallina come quelle intermuscolari, assai fini ed abbon- danti, le quali stanno a riconferma di quanto gia alcmii Autoii asserirono ed ultimamente il dott. R. Monti. » Massari G., — Sul pancreas dei pesci : nota preliminare. — Atti d. R. Accad. d. Lincei, Classe di Sc. fis. matem. e nat., An. 295 {1898), Serie 5, (Rendiconti) Vol. 7, Fasc. 5, i^ Semestre, Sediita del 6 marzo 1898, pag. 134-137. Roma 1898. Ricordate le ricerche fatte da altri Autori sui corpi di Langerhans nel pan- creas di alcimi vertebrati, Massari riferisce le osservazioni da lui fatte nell'^ln- guilla vulgaris alio scopo di stabilire la struttura di essi corpi e di osservarne la derivazione dal tessuto pancreatico e le possibili variazioni di numero, forma e struttura in rapporto ai diversi stati funzionali del pancreas. A tal uopo pezzettini di gliiandola tolti ad animali vivi venivano Hssati in una so- luzione di sublimato a mezza concentrazione e poi coloriti sia colla miscela Biondi-lleidenhain, sia con ematossolina ed eosiua.... Conclusioni : 1° I corpi di Langei'hans son numerosi e di grandezza variabile ; 2" Id. posseggono talvolta un' evidente capsula connettivale, e son costi- tuiti da cellule di due sorta: cioe a protoplasma poco cromatofilo e a protopla- sma acromatofilo; le cellule non hanno disposizione tubolare o alveolare, quale riscontrasi in generale nelle ghiandole ; esse stanno in rapporto intimo con una rete cajjillare ; 3° Id. non rappresentano affatto unafase regressiva degli acini pancreatic!; 4'' Id, non risultano da speciale modificazione delle cellule zimogeniclie; 5" Id, non mostrano finora variazioni di forma e di struttura in rapporto ai diversi stati funzionali del pancreas; Q'^ Id. formano nel loro insieme una glandola tipica a secrezione interna (isolotti endocrini), mescolata intimamente con gii acini pancreatici. Livini. Salvi 6. — L'istogenesi e la struttura delle meningi, — Estr. di pag. 42 d. Atti d. Sac. Toscana di Sc. Nat. lesidente in Pisa {Memorie), Vol. 16. Pisa, Tip. Nistri 1898. Con tav. Le ricerche sono state eseguite sopra embrioni di mammiferi e special- mente di cavia, di coniglio, di pecora e di uomo; quando 1' argomento lo richie- deva si estendevano anche agli altri ordini di vertebrati, Di questi embrioni 1' A. ha fatto serie complete con sezioni trasverse, sagittali e frontali. Per la fissazione si e servito di un liquido composto a parti uguali di soluzione cone, di acido picrico, soluzione cone, di sublimato corrosivo ed acqua; per la decal- cificazione ha corrisposto bene solamente la fluoroglucina. previa fissazione col liquido sopra indicato, o facendo seguire alia decalcificazione medesima una abbondante lavatura. Quanto alia folorazione la cocciniglia ha dato i mi- gliori visultati: sono stati pero usati anche il carminio alluminato e le doppie colorazioni con bleu d' anilina. L' inclusione veniva fatta ora in paraffina ora in celloidina. — 130 — Conclusioni: « Le meningi provengono tutte dnWnmeningeprimitiva. Questa e uno strato di connettivo embrionale il quale, allorche lo strato osteogeno si diiferenzia in seiio alia capsnla mesodermale che involge i centri nervosi, rimane fi'a questi e quello. La pia madre si differenzia per la prima ed e caratterizzata dai vasi che si formano a ridosso della parete neurale. La dura madre si sviluppa in seguito con un abbozzo duplice rappresentato da uno strato che diviene subito piu hbroso nel mezzo della meiiinge primitiva e da un altro piu lasso che rimane interposto fra questo e lo strato osteogeno. Nel cranio questi due abbozzi danno rispettivanaente origine ai due strati della dura madre; nella colonna vertebrale I'esterno o si dirada tanto da pro- durre lo spazio epidurale, o da origine al connettivo lasso e adiposo che si trova in quella regione. Una parte di esso, addensandosi a contatto delle ver- tebre costituisce lo strato esterno della dura madre dell'adulto. L'aracnoide proviene dalla porzione di meninge primitiva interposta fra 1' abbozzo durale e 1' abbozzo piale. Nel cranio essa si distacca solo da parte della dura madre per 1' organiz- zazione fibrosa che assume questa membrana, e si produce lo spazio subdurale, mentre rimane aderente alia pia per tessuto connettivo lasso (tessuto aracnoi- deo) e per sepiraenti circoscriventi piu ampie cavita (cavita aracnoidee). Nella colonna vertebrale prima si distacca dalla pia, aderente alia superficie della midoUa perche segue la dura madre la quale a sua volta segue 1' osso nel suo sviluppo preponderante; poi si distacca anche da questa per la stessa ragione sopra esposta, e si organizza sotto forma di una membrana isolata, dando ori- gine ad un solo grande spazio (subaracnoideo) invece che ad una serie di ca- vita confluenti. La pia madre entra nei grandi solclii primari perche si differenzia in situ dalla meninge primitiva che e penetrata in essi; in quelli che si formano dopo per le aderenze contratte con la superficie nervosa. I seni della dura madre non sono altro che vene della meninge primitiva le quali vengono incluse nella formazione della dura madre e precisamente nello strato esterno di questa, come le vene diploiche in quella dell' osso e le epicerebrali in quella deila pia madi-e. Le vene rachidiche dal punto di vista del loro sviluppo sono pei-fettamente omologhe ai seni cerebrali. I prolungamenti delle meningi cerebrali sono rappresentati nell' embrione da altrettanti prolungamenti della meninge primitiva. Questi prolungamenti danno piu specialmente origine alle meningi molli dei solchi rispettivi, mentre il prolungamento durale per molto tempo non e rappresentato che daU'augolo che fa nel soico lo strato interno della dura madre avvolgendo i seni e che si sviluppera piu tardi in modo tutto particolare. La gran falce del cervello si sviluppa da quella sporgenza che fa 1' abbozzo interno della dura madre contornando il seno sagittale superiore. Questa spor- genza si cambia nel seguito dello sviluppo in una vera piega la quale si ap- profonda fino a raggiungere il seno sagittale inferiore mentre le sue due pa- reti e il tessuto interposto si cambiano in un'unica lamina fibrosa. II tentorio embrionale e rappresentato da quel prolungamento della me- ninge primitiva che entra sotto forma di lamina fra il telencefalo e il dience- falo, e nolla periferia del quale scorre il seno trasverso. 131 La porzione piu profonda di esso da origine alia tela coroidea superiore. La piu superticiale accoglie un prolungamento della dura madre sotto forma di piega che si manifesta all' iudietro del seno trasverso e migra con questo po- steriormente allungandosi fino a prendere la sua conformazione e la sua posi- zione definitiva. Lo sviluppo diraostra come il seno retto non venga compreso nel tento- rio che si forma dietro ad esso, ma piuttosto nella falce. II diaframma dell'ipofisi e pure costituito da una piega trasversale della dura madre la quale si solleva nel pilastro di Rathke; la faccia anteriore di questa piega si incava per accogliere I'ipofisi, e sporge al di sopra di questa a guisa di tetto. La tela coroidea del 4" ventricolo si forma molto piu tai'di dei plessi, da un leggiero ispessimento fibroso il quale si stabilisce nel connettivo situate nell' infossamento clie sopporta i plessi stessi. Questi, alia loro volta, si svi- luppano molto lontani dal cervelletto e la loro situazioue definitiva e dovuta all' evoluzione delle parti circostanti delF encefalo. Dei prolungaraenti delle meningi spinali, il sepimento anteriore si sviluppa dal prolungamento della meninge primitiva che si e spinto nel solco. II posteriore e supei-ficialissimo e si sviluppa molto tardi, come una vera ripiegatura della pia madre, gia differenziatasi ed aderente alia superficie spinale. Quello descritto come la parte piu profonda del prolungamento e co- stituito solo dai vasi che si dipartono dall' apice della ripiegatura per rag- giungere la sostanza grigia, accompagnati da poco connettivo perivasale, at- traversando il setto posteriore il quale e costituito da una porzione della midolla nella quale non sono elementi nervosi, ma solo element! di sostegno, » COSVIUNICAZIONI ORIGINALI Produzione sperimentale di duplicita embrionali in uova di Salamandrina persplcillata. NOTA PREUMINARR DEr. PROF. GIULIO CHIARUGI. }i vietata la riprodnzioiie . Tra gli elVctti piu singolari clic sono stall ottoiuiti nollo studio spe- i-inientale della intluenza della gravita sullo sviluppo delle uova di An- fd)ii, e senza dubbio da ricordare quello ottenuto da 0. Schultze Q, il quale faeendo subire ad uo\adi nana fasra, al mouKMito della coniparsa del 1" soleo di seguientazione, una rolazione di 180° e tenendole |)er (') Sclinltze O., Dio kiinstliche Erzenguiig yon Doppelbildungen bei Froachlarven mit Hiilfe abuorraer Gravitatiouawiknng. Archiuf. Entnncldungmnechanik d. Organismen. lid. I. iS95. — 132 — (|iial('lic tempo forzalanuMihi in (jiiesla ijosizionc al)n()i'in(', ottene\a con noU'Nole IVot|iienza dupliciia c'lnbrionali. Le osservazioni dello Scliultzc c lo tlisciissioni alle qiiali haiino foi'iiilo oecasione ed altre rieerche analoghc chc sono state eseguite C) lion ci hanno chc in parte illnminati sulle precise condizioni clie deb- l)ono realizzarsi ])erclie l'es|)eriinento dia resultato positivo e siil mecca- nisnio col ([uale si attua la dii[)licita enibrionale nelle varie lorme colle (juali puo presentarsi (-). Alcnne esj)erienze da me eseguite lino dallo scorso anno sovra uova di Salamandrina perspicillata mi hanno dimostrato tutto I'interesse clie avrebbe uno studio piii approfondito dell' argomento. In questa nota si contiene un primo saggio di queste niie rieerche. Raccoglievo uova di S. gia fecondale e le sotto})onevo al capovolgi- mento (dopo a\ erie liberate dagli strati esterni delta capsula) fissandole tra due vetri, a vario momento del loro sviluppo, da quando it primo solco di segmentazione non ancora era comparso fino a quando era avvenuta in modo completo la divisione dell' novo in due blastomeri. Sia col te- nor conto del vario volume delle uova, sia coll' adoperare lastre piu o meno ravvicinate, si esercitava una compressione di difierente grado. 11 tempo per il ({uale le uova rimanevano compresse e caj)ovolte era va- rio: da 24 ore lino a tre giorni, fino al momento net quale o si e ini- ziata 0 sta per iniziarsi I'invagiuazione gastrulare. In taluni casi durava per breve tempo il rivolgimento ma continuava la compressione. Lo svi- luppo delle uova avveniva a tempcratura costante di lo° o a temj)era- tura pill bassa in modo die si compiessero con maggior lentezza deter- minate fasi di sviluppo. Un fenomeno che costantemente si osserva net tem|)o die le uova rimangono compresse e capovolte, e la comparsa di infossature profonde in corrispondenza del polo vegetative. Si cominciano per solito a vedere quando le uova sono a qnattro blastomeri e non spariscono che a seg- mentazione molto avanzata. Queste infossature limitate dai margini delle cellule , si approlbndano tanto die possono raggiungere la cavita blastulare. Hanno figura diversa, ora sono semidicemente lineari, ora (1) Ct'. Verlianill. d. Anat. Geaellscbaft. VIII Veraamnilunjj. Anat. Amcigcr. Erganzungsheft z. IX Bd. 1894. S. liO. — Ronx , Uebor die verscliiedene Entwickluiig isolii'ter orster Blastomereu. Ar- chivf. Entwickeliinggmechanik d. Organismen. Bd. I. 1895. — AVetzel G., Ueber die Bedeutung dor cirkulilren Furcbe in der Entwickelung dor Scbultze'schen Doppelbildungen von Rana fusca. Archiv f. mikrosk. Anatomie. Bd. XXXXTI. 1895. (^) Ad es. quale parte, nelle esperienze dello Schnltze 6 da attribuire alia compressione alia quale le uova venivano sottoposto percb6 rimanessero in posizioiie forzata? Molta parte le compete, se- coudo Iloax , che da nova di Eana e«cMZe/iJa capovolte ma non compresse non ottenne forraazioni doppie. — 133 — eslcse in siiiicrlicio ;i iiuirgini irregolari c insinuantisi in vario niodo IVa 1 martini dclle ccihiio clie ic doliniilano. Camhiano conlinuainenio e assai rapidamente nella figura o nella estensione, si ristringono c sconipajono in un punlo per riaprirsi in un piinto i)rossinH); eio per i continui niovimonti dci margini dclle cellule tra le quali sono com- prcse, c lo correlative modificazioni della direzione e dci reciproci rap- porti di detti margini. Ouando le uova sono tolte dall' apparecchio e son poste in liberta, riniane in esse quell' appiattiniento die la comprcssione aveva determi- nato; non sentono piii in generale I'azione della gravita; se al mo- mcnto della liberazione prescntavano le infossature sopra descritle, queste vi rimangono per altro tempo. 11 colorito dclle uova si c modi- ficato in confronto alle uova normali del medesimo stadio di svihippo; 11 segmento superiore si presenta varicgato per distribiizione irregolare del pigmento, il segmento inferiore grigiastro e taloi-a, a piinti, pig- mentato. Non di rado si nota die le uova cosi sperimentate si sviluppano con lentezza maggiorc dell'ordinario. Lo sviluppo puo aver luogo in maniera del tutto normale, o almcno se in qualcuno dcgli stadii precoci si put) riconoscerc qualclie Icggera deviazione della norma, a svilup|)o pill progredito Y embrione si presenta con tali caratteri chc non sarebbc possibile distinguei'lo da un embrione sviUippatosi nelle condizioni natii- rali. Allrc volte Ic anomalie di svihij)po sono piii distinte e non ripara- bili, ma nulla oUroiio di caratleristico. Si possono produrre, e piii spesso nelle uova messe in esperimento quando il T solco di segmentazione e incompleto, anomalie gra^ i chc dcterminano la niortc precoce dell' em- brione 0 danno luogo a una mostruosita complicata e di si)ecic ditlicil- mente determinabile. Inline dalle uova sperimentate si possono ottenere duplicita embrionali di diverse grade e qualita. Risulto maggiorc la fre- quenza colla quale si producono nelle uova messe in esperimento quando il 1° solco c incompleto die in (jucllc gia complctamente divise in 2 bla- stomeri. In media, e tenendo conto di tutli i casi anclie i piii leggeri, si ])iio dire die la frequenza dclle duplicita embrionali ottenute fu del 19,5 7,, avendo sperimentato sovra un 170 uova. Un accenno alia Ibrmazione di una dui)licita embrionale puo ren- dersi manilesta gia net periodo gastrulare come nella seguente osser- vazione: Un novo net quale il 1° solco meridiano arriva all'equatore viene lissato tra due vetri e capovolto; rimaue in posizionc forzata per 24 ore alia temperatura della stanza (circa 13°C), e viene quindi liberate. Al — 134 — o" i^iorno dal ])nii('i|)io (leH'osperimonlo si iiiizia la invaginazioiie g:i- slrularo in duo piinli dislinti; una invai^inazlone ora piii cstcsa, a lornia di U, oolla convessita clic guardava vorso Fallia linua di invagi- naziono; ([uesia era nieno conipleta c deliinila\a un'area \ni\ rislrctla. Nel giorno successivo le due invaginazioni gastrulari orano indicale cia- scuna da un piccolo cercliio attraverso il cpiale s])orgeva il lappo vi- tellino; a dislanza I'una daH'altra, finirono jmi per conlluire, in niodo clie prese orlgine una fessnra blasloporica lineare seniplice. 11 period()dis\iIu])po no! (jualo e piii Ireiiuenle o piii laclle consla- lare una duplicita endjrionale e il peiiodo della doccia midollai-e, ed il case pill eomune e die si abbozzi una du])licita antcriorc. Non di rado, so si Iralta di forme lievi, avvcnula la chiusui-a della doccia midollare, e difl'ercnziatasi la eslreniila cefalica, si stenta o e ad- dirittui-a impossibile riconoscere una duplicita, prima evidentissima. Non ho trascurato lo studio di ({uesti accenni leggeri di duplicila, die, se lianno j)oca importanza in loro stessi possono guidarci a una i)iu giusta inlerpretazione del mcccanismo col quale si producono le vere mostruosita doppie. Un prime lievissimo acccnno di duplicita puo consistere in queslo: la j)lacca midollare, nel periodo nel quale sta per ti-aslbrmarsi in doccia, si presenla piii larga del solito ed e percorsa, invece die da una sola, da due linee assili tra loro parallele o appena divergenti in axanli; del reslo il suo contorno e perfetlamente regolare. In altri casi la doccia midollare apparisce seniplice lino alio slran- golamento die segna la posizione del luturo cervello medio, ma in avanti e bifida; le due parti, di disugualo grandezza, sono Ira loio a conlalto e solo una leggera insenatura segna in avanti il limite tra I'una c 1 allra; le respettive linee di sutura comprcndono tra loro un angolo di circa io\ Fu osservato in una forma analoga alio |)reccdenli die, lungo il li-allo lid quale la placca midollare era bifida e le due parii eran Ira loro in diretla conlinuazione, una specie di occhidlo nel liniile Ira 1' una e T al- lra accennava alia soparala formazione in (jud |)unlo del respetlivo labbro. Siniili lormo |)reludiano a bifidita antcriori di maggior grade, nolle quali si lianno due doccie midollari ben costituile, perfctlaniente separate ndia niola anloriore della loro lunghezza, sebbcne non molto discosle; nella inolii posl(!rioi'o i lahbri die si corrispondono sono scomparsi ed e indislinid il jimlic lia una doccia midollare o I' allra. Lo doccie midollari possono Ira loi'o essore |)iu discosto, divergenti 135 |H'r iin angolo di circa io" c piii, c sollanio fiiso insiemc nella cslro- iiiila poslcriorc ; qiicsla |)iio prosenlarsi con carallcri iiuriuali o esscre comprcsa in un tul)ercol() caudalc precocenientc lornialosi. Dei due em- brioni uno puo essere piii iniperfettaniente abbozzalo e avero unosvihippo pill rudimentalc. Data cosi idea dei principali tipi di bifidila anleriore, chc saranno niejj;li() dcscritti o ligurati nel lavoi'o completo, diro di avere piii di rado osservalo delle bilidila posteriori. E interessanfe il nolare die le niede- sime si possono costituiie, come seinbra, con iin meccanismo diflerente, come risulterel)be dalle seguenti osservazioni : In un novo si costitui un embrione principale destro ed uno piu piccolo sinislro; perfeltamenle distinti per una gran parte delta loro lun- ghezza si riunivano in avanti, il sinislro si innesfa\a sulla estremita an- teriore dell' embrione di destra. Ouesli rapporti api)arivano evidentissimi nel periodo delta doccia midollare, e si pote costatare altera chc a cia- scuna delle estremita posteriori dei due emljrioni corrispondcva una fos- setla blastoporica. (]i tro\iamo qui dunque dinanzi a un case tipico di duj)lice invaginazione gastrulare e corrispondente lormazione di doccie midollari convergenti in avanti. In un altro case (e non t'u il solo di questo genere), nel periodo delta doccia midollare si osservo die questa nell'insieme assai normal- mente costiliiita, nella sua estremita anteriore appariva piuttosto larga e continuantesi a destra in una breve appendice limitata da dne lahbri comprendenti fra loro una stretta fessura comunicanle colla doccia prin- ci|)ale. La delta appendice faceva angolo retto colla doccia principale e terminava in maniera netta. Si sarebbe potuto a ([uesto stadio conside- rare questo come un case di duplicita anteriore; ma seguendone to svi- lupi)o in osservato die la delta ajjpendice dette luogo non gia a una estremita celalica ma alia parte posteriore di un eml)rione die si inne- stava in a\anti suit' embrione principale. Quando questo ebbe rag- giiinto la lunghezza di mm, 1) si vedeva sul lato destro delta sua su- perlicie vent rale una estremita caudate libera lunga 2,o mm., che si in- seriva suit' embrione at di dietro dell' atlacco dell' arto anteriore; una stri- scia di pigmentoin continuazionc colla estremita caiidale so])rannumeraria |)()teva essere seguita iin verso la regione branchiate che da ([iiel lato si moslra^a piii imperfettamente costituita. Pertanto in questo case non ri- siilta che la diiplice formazione embrionaria abbia [)reso origine da due distinti punti di concrescenza situati o in due blastopori, o in due piinti di uno stesso blastoj)oro e si direbbe che e una produzione secondaria- mente s\ilu]»patasi alia estremita celalica di una doccia midollare che si — 136 — e trastbnuala in uii rudimcMito di embrione in avanti I'nso C()ll'enii)rione princi|)ale. Tali le forme [)nncij)ali di duplirila cnii)rionale, sperinientalniente ottenute. Alcuni del casi descrilti nelle loro apparenze esteriori sono stall conservati per lo studio niicroscopico. Quando questo sara ultiniato c saranno ])iii inimorose ie varie scric di espcricnze in niodo clio possa esser mcglio valutata I'inlluenza die esercitano nella prodiizione del fe- nomeno il grado e la diirata delta compressione, la temi)eratiira alia (piale si elTcttualo sviliippo... ecc. tornero suirargoniento c svolgero ({iielle con- siderazioni teoriclie die oi'a sarebbero prenialure. CosiMO Cherubini, Amministratouk-responsabile. Milano - Via G-. Revere, 3. - Milano INICA FABIillICA NAZIONALE DI WIICROSCOPI ED ACCESSOR! DITTA FOBNITRIGE di tutti i Gabinetti Universitari del Regno IVIICROSCOPIO GRANDE IVIODELLO con cremagliera, apparato Abbe, diaframma ad iride, tavolino in ebanite, revolver, due obbiettivi a secco 3 e 7*, uno ad immersione oinor;enea V12") due oculari 2 e 4; il lutto posto in elegante armadietto in mogano L. 400 {uigrandimenii fino a lOuO diamclri) Mm olliettiyo Vis" Semiapocromatico IMMERSIONE OMOGENRA Obbjettivo x'accomandato per la grande potenza e per la sua durata (Vedi Zeit- schrlft fur iviatsenscha/t. Alicroscopie del 12 settenibro 1S'J4, Band XI, Heft 2) L. 200 coi due oculari compensatori 4ed 8. n catalogcmsenerale' gratis a semplicc richicsta Pagamenti raleuH mcnsili pel SigJ'' Ufficiall saniiari comunali. i'ireuze. Stab. Tip. Fior., Via is. Gallo, 33. — 1808. m Itali (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) DIKETTO DAI DOTTOEI 6IULI0 GHIARUGI EU6ENI0 FICALBI Prof, (li Auiitoiuiii iiimiuii nel K. Istituto (li Studi Super, iu Fivenze Prof, di Aiiiitomia cotup. e Zoologia nella K. Uuiversitit di Me.ssiua Ufficio di Direzione ed Amministrazione : Istituto Anatoniico, Fivenze. 12 numeri all' anno - Abbuonamento annuo L. 15. IX Anno Firenze, Luglio-Agosto 1898 N. 7-8 SOMMARIO : Bidmograpia. — Pag. 137-140. CoMUNicAzioNi Obiginali: Lachi p., Contribute alia oonoscenza delle anomalie di sviluppo dell' embrione umano. Inclusioue della vescicola ombelicale nel sacco amniotico. (Con tav.) — Dall'Acqua U., Sopra lo svilupijo delle suture. (Con tav.) — Ganfini C, Un caso di gravidanza mostruosa. (Con tav.) — Pag. 140-163. NoTiziE. — Pag. 168. Avverter\za Delle Comunicazioni Originali die si pubblicano nel Moni- tore Zoologico Italiano e vietata la riproduzione. BIBLIOGRAFIA Si da notizla soltaiito del lavorl jmbblicaU in Italia. IX. Eldiinodermi. Russo A. — Nuove osservazioni sulla morfologia degli Ecliinodermi. — Monitore zool. ital., Anno 9, N. 5, pay. 114-120. Firenze, 1898. Con 4 fig. X. Vermi. I. Parte generale. Condorelli Francaviglia M. — Nota elmintologica. — Boll d. Soc. romana j)er gli studi zool., An. 6, Vol. 6, Fasc. 5-6, pay. 206-210. Eoma, 1897. Setti E. — Nuovi Elminti dell' Eritrea. — Boll. d. Musei di Zool. e Anat. comp. d. B. Univ. di Genova, N. 51 {1897). Genova, tip. Ciminago, 1897. Fay. 50, con tav. Sonsino P. — Di alcuni Elminti raccolti e osservati di recente a Pisa. — Atti della Soc. tosaana di Sc. NaturalL Processi verhali. Vol. 10, pay. 258-259. Pisa, 1897. 3. Platielminti. Grianni G. — Contribute clinico ed anatomico alio studio del cisticerco del cervello umano. — Riv. sperim. di Freniatria, Vol. 23, Fasc. 3, pay. 611-624^, Regyio Emilia, 1897. {Con fig.). — 138 — Setti B. — Nuove osservazioni sui Cestodi parassiti degli Iraci. — Boll. d. Mnsei di Zool. e Anat. comp. d. R. Univ. di Genoim, N. 59 (1898). Genova, tip. Gi- minago, 1898. Pag. 15. Sonsino P. — Cenni sulle forme larvali di Trematodi osservate nei Gasteropodi di acqua dolce dei dintorui di i'isa. -- Atti delta Soc. toscana di Sc. natu- rali. Processi verbali. Vol. 10, pag. 249-253. Pisa, 1897. 6. Nematelminti. Orso P. — La Filaria nel sangue, nelle urine e nelle feci di un Umbro.— Gazz. medica lombarda, An. 55, N. 32, pag. 311-312. Milano, 1896. Con fig. 9. Anellidi. Emery C — Diagnosi di un nuovo genere e nuova specie di Anellidi della fa- miglia dogli Enchytraeidae. — Atti d. K. Accad. d. Lincei, An. 295 {1898), Serie 5 {Rendiconti), Vol. 7, Fasc. 5, 1" Seinestre, pag. 110-111, Sedida d. 6 Marzo 1898. Roma 1898. XIII. Artropodi. 3. Crostagei. Brian A. — Catalogo di Copepodi parassiti dei I'esci della Liguria. — Boll. d. Musei di Zool. e Anat. comp. d. R. Univ. di Genova, N. 61 {1898), pag. 27. Genova, tip. Ciminago, 1898, Con tav. 1. Onicofoki. Camerano L. — Nuova specie di Peripatus dell' Ecuador. — Atti d. R. Accad. d Sc. di Torino, Vol. 33, Disp. 5 {{897-98), pag. 176-178. Torino, 1898. Con fig. 5, Aracnidi. Carruccio M. — Sovra alcuni caratteri morfologici del Sarcoptes minor Fiirsfcenberg e sopra alcuni fatti di trasmissione scabbiosa meno noti. — Boll. d. Soc. romana per gli studi zool., An. 6, Vol. 6, Fasc. 5-6, pag. 181-191. Roma, 1897. Majocehi D. — Intorno al Demodex folliculorum nelle ghiandole meiboiniane e nei follicoli cigliari dell' uomo e di alcuni mammiferi e alle lesioui raor- bose che esso vi genera. — Mem. d. R. Accad. d. Sc. d. Istituto di Bologna, Serie 5, Tomo 6, pag. 157-233. Bologna, 1896-97. Con 3 tav. 6. MiRIAPODI. Silvestri F, — Systema Diplopodum. — Estr. di pag. 8 d. Annali d. Museo Civico di St. Nat. di Genova, Serie 2, Vol. 18 (38), 29 Die. 1897, pag. 644- 651. Genova, tip. Sovdo-muti. Silvestri F. — Contribuzione alia conoscenza dei Diplopodi della fauna medi- terranea. (Tav. IH-V). — Estr. di pag. 16 d. Annali d. Museo Civico di St. Nat. di Genova, Serie 2, Vol. 18 (38), 8 Fehbrajo 1898, pag. 654-669. Ge- noim, tip. Sordo-mati. Silvestri P. -- Note sui Ohilopodi e Diplopodi couservati nel Museo zoologico di Firenze. — Bollett. della Soc. entomologica italiana, Anno 29 {1897), Tri- mestre 4, pag. 225-232. Con fig. Firenze, 1898. Silvestri P. — Contributo alia conoscenza dei Chilopodi e Diplopodi della Si- cilia. — Bollett. delta Soc. entomologica italiana. Anno 29 {1897), Trime- stre 4, pag. 233-261. Con fig. Firenze, 1898. — 139 — Silvestri F. — Descrizione di alcuiii nuovi Diplopodi raccolti nell' Alfco Para- guay dal Cav. Guido Boggiani. Con fig. — Kstr. di pag. 6 d. Annali d. Mu- seo Civico dl St. Nat. di Genova, Serie 2, Vol. 16 (38), 21 Febbrajo 1898. Pag. 670-675. Genova, tip. Sordo-muti. Silvestri F. — Contributo alia conoscenza dei Chilopodi e Diplopodi dell' Isola di Sardegna. — Estr. di pag. 14 d. Annali d. Museo Civico di St. Naturale di Genova, Serie 2, Vol. 18 (88), 1 Marzo 1898, pag. 680-698. Genova, tip. Sordo-muti. Con fig. Silvestri F. — Note preliminari sulla moifologia dei Diplopodi. — Atti d. R. .Accad. d. Lincei, An. 295 (1898), Serie 5 (Rendic), Seduta d. 16 Gennaio 1808, Vol 7, Fasc. 2, 1" Semestre, pag. 52-57. Roma, 1898. Con fig. 7. Insetti. d) Pseudonevrotteri. Bentivoglio T. — Osservazioni iutorno alle varieta della specie Flatycnemis pemiipes. — Atti d. Sac. d. Naturalisti di Modena, Serie 8, An. 30, Vol. 15, pag. 1-4. Modena, 1898. g) Lepidotteri. Bellati M. e Quajat E. — Influence de I'oxygene et de I'air compiime sur I'eclosion des oeufs du ver-a-soie. — Vedi M. Z., IX, 6, 124. i) Coleotteri. Alessandrini G, — Sui Uoleotteri della Provincia di Roma.: Fam. Carabidae. ~ Boll. d. Soc. romana per gli studi zool.. An. 6, Vol. 6, Fasc. 5-6, pag. 213-226. Roma, 1897. (Continuaz. efine). Gestro R. — Osservazioni sopra le Hispidae raccolte durante 1' ultima spedi- zione del Cap. Bottego. — Estr. di pag. 4 d. Annali di Museo Civico di St. Nat. di Genova, Serie 2, Vol. 18 (38), 8 Marzo 1898, pag. 711-714. Con fig. Genova, tip. Sordo-muti. Griffini A. - Sur les ailes des Haliplidae. (Con fig.). — Estr. di pag. 2 d. Mi- scellanea Entomologica, N. 9. (1897). k) Rincoti. Griffini A. — Notes sur la faune entomologique piemontaise. I. Cicadidae, Membracidae et Scaridae. - Miscellane i Entomologica, N. 11-12, Vol. IV (1896). Estr. di pag. 2. Leonardi G. — Elenco dei Fitoptidi europei. — Vedi M. Z., IX, 1, 4. Saccardo F. A. — Manipolo di Cocciniglie raccolte in provincia di Avellino. — Vedi M. Z., IX, 1, 4. Visart 0. — Contribuzione alio studio delle glandole ceripare delle cocciniglie (Dactylopius citri e Ceroplastes Rusci). — Vedi M. Z., IX, 1, 5. I) Ditteri. Capolongo C. — Larve di dittero nel sacco congiuntivale dell' uomo. — Giorn. d. Associaz. Napoletana d. Medici e Naturalisti, An. 8, Puntata 2, pag. 95- 106. Napoli, 1S98. Con fig. Peglion V. — I Zoocecidi della Flora avellinese. Primo catalogo. — Vedi M. Z., IX, 1, 4. 140 Trotter A. — Zoocecidii della Flora Mautovana. 2" Contributo. — Aiti d. Soc. d. Naturalisti di Modena, Serie 3, An. 81 , Vol. 16, Fasc. 1, pag. 9-89. Mo- dena, 1898. XIV. MolluscHi. 1. Parte generale. Be C. — Di alcune anomalie nei Molluschi. — Boll, scientiflco, An. 'JO, N. 1, pag. 11-16. Favia, 1898. {Continua). 5. Gasteropodi. Paravicini G. — Organi genitali anomali nell' Helix pomatia. — Estr. di X>ag. 8 d. Boll, scient., N. 2, 1898. Pavia, 1898. Con tav. Paravicini Gr. — Sulla minuta innervazione del canal digerente dell' Helix pomatia L. Kicerche istologiche. Con tav. — Estr. di pag. 28, d. Boll, scient, N. 2, 3 e 4, An. 1898. Pavia, 1898. Paravicini G. — Nota istologica suU' inserzione del muscolo columellaro nel- r Helix x>omatia L. — Atti d. Soc. Ital. di Sc. Nat. e d. Museo civico di St. Nat. in Milano, Vol. 37, Fasc. 2, joag. 122-187. Milano, 1898. COMUNICAZIONI ORIGINALI ISTITUTO ANATOJllCO DELLA K. UNIVEUSITA DI GENOVA, DIRETTO DAL PKOF. P. LACHI. Contributo alia conosoeiiza delle anomalie di sviluppo dell' eni- brione iimano. — Inclusione della vescicola ombelicale nel sacco amniotico. PEu iL Prof. PILADE LACHI. Con Tav. IV^. Iticovutii il 10 luglio 1898. E vietata la ripiotluziouc. Poichc la coiiosceiiza dclIc anomalie di sviluppo doH' cmbriono iimaiio 0 (Icslinala a porlai" luce sii mollc (picslioiii rclalivc al nornialo cd anor- malo proccsso di lormazione del mcdesinio, cosi mi sombra oppoiiuno Car nolo il seguentc caso, qiiantiinque sia sirana la sua inlorpcirazionc c duhbic lo cause delcrminanli. U giorno 2 lehhraio 18!K) dal piol'. Arluro Masini mi veniva coii- segnato con somma cuia il i)iodoUo aboili\o clie vod(>si lalliguralo nella lig. 1. Esso era stato cspulso da ceita N. N. naliva di S. Salvadoi-. di anni 28, coniugala, heneslanle, avente due ligli ancora vivenli. Per quanlo robusla e ben conlormata, lin dall' infanzia apparvc anemica, e tale sempre si mantcnne. A 11 anni lu mestruata e la meslruazione — 141 -* procedette i-cgolannontc ad ogni meso. Ebbe nel 1881) un pi'iiuo liglio a termino, o die nioii nell' atlo del |)arto clie fu assai laboriosih Nel 188(» el)be nil aborlo di 2 iiiesi cirea; nel 1888 un tcrzo paiio di nn leto a lennine \ iventc e nornialmente costituito, ma clie mor\ a 3 aiinl e mezzo. Xel 1889 ebbe nn luiovo parlo a lennine e il bambino ben eonronnalo \ivc tuttora. Nel 1892 partori a sctte mesi un allro bambino clie \iNe pure tutloia. II I'i novcmbre 1895 ebbe 1' ultima mestruazione e il i lebbraio presa da dolori al ventre e da emorragia espulse il prodotto di eiii sono per dare la deserizione. II marito e sano e robusto ne ebbe al- eiina malaltia eostituzionale. Qnesti i dali clie mi ba fornili il prof. Masini e clie non lasciano dubbio sulla esattezza. L'ovulo consegnatomi fu esaminato subito daU'esterno e messo suc- cessivamentc in liquido di Kleinenberg; di qui nell' alcool e infine aperto per essere esaminato. Per quanto railigurato nella fig. 1 , mancante di quasi una meta, pure si vede da (juello cbe rimane delta suiierfice esterua clie (|uesta era coperta da title c ramilicate villosita. Presentava una tigura ([uasi slerica ed un diametro medio di inillimetri 25. Nulla di particolare presentava al suo esame esteriore. Pralicata una diligente apertura che venue mano a mano ingrandita si vide neir iuterno una grande quantita di magma reticolare, che dovrei dire, second 0 i dati che il Giacomini (^) ci ha forniti, di eccessiva abbon- (lanza, nelle cui maglie stava un liquido pulverulento, die si remuoveva con facilita e istologicamente non diverso dalla normale struttura, cioe costituito da molte delicate fibrille e pochi dementi cellulari. In un punto poi deirinterno di questa vescicola coriale si vedeva una sporgenza })i- rilorine (tig. 1 A) impiantata sulla supertice interna del corion con un largo picciuolo e fissata alle pareti coriali la merce ddle inaglie del magma sopra ricordato. Questa sporgenza trasparente misurava una lun- ghezza massima di millimetri 10 e un diametro massimo di millimetri 3. Neir interno si travedeva un corpicciuolo di cui non si jioteva dc- eifrare esattamente la forma. Aperta questa formazione che indubbia- inente era un sacco amnio tico, facendo una fenestratura quale e indicata nella Iig. 1 si osservarono nell' interno due corpicciuoli, di cui uno mag- giore e superiore, piriforme e 1' altro piii piccolo e inferiore, 1' uno in prosecuzione dell' altro c lissati alia parete interna dell' amnios. I due corpicciuoli insieme misuravano una lunghezza massima di mm. 4. II superiore pero era oscillante nella cavita e sembrava aderire all' amnios per un delicate peduncolo corrispondente al picciuolo delta sua forma a (*) Giacomini , Snl cnelomsieBteTnoeaulmafpna reticularis nett' ombriono nraano.— Torino, 1803, — 142 — pera. Era bernoccohito in alcuni punti della sua superfice, alnieno jkm" qiianto si |)oteva riloxarc (laH'esame ad occliio niido o col inozzo di sem|)liei leiili c. presentava una cavita nelF intcino. Ineguaglianze di su- perfice siniili j)resentava il coipicciiiolo inleiiore. Ma una idea piii esatta di queste due formazioni contenute nel cavo amniotico ce le forniscono le ligure 2 e 3 che sono il resnltato di una fotografia otteniita dalla ri- eostruzione del pi'odotto aborli\o ottenuta eon le sezicnii inieroseopiche, A mezzo di questa licostruzione si vede che il corpicciuolo superiore col suo |)e(luncolo non e fissato alia |)ar(^te amniotica, ina clie invece e unite al curpicciuolo solloslanle la merce di un sollile |)iceiiiolo, e che e solo r inferiore che presenta delle connessioni con Y amnios come ap- })resso vedremo. Farimenle risulla dalla medesima die il sacco amnio- tico si mette in connessione col corion tbndendoNisi completamenle. Praticai delle sezioni del corion e vidi che esse pi-esenta\a la sua normale slniltura, irrigalo discretamente da vasi, e sormontalo da nu- merosi e ramilicati villi, neH'interno del ([uali esistevano vasi; lanlo i villi che il corion erano tappezzati dal doppio strato epileliale ahba- stanza ben conservato. L' amnios non presenlaxa alcun che di parlicolare-, essendo I'allo dal comune slrato conneltivale i'i\eslilo all' interno da un epitelio di vario aspello a seconda dei vari punti in cui lo si esaminava. Porzione di parete amniotica comprendente i due corpicciuoli sopra menzionati e quella jiarte di corion in cui si fondeva 1' amnios furono messi nel Carminio alluminico di (1 reniitcher, inclusi in parallina, e ([uindi fu il tutto ridotto in sezioni dello spessore di to \x. Le sezioni furono condotte secondo una linea trasversale obliqua all' asse maggiore e furono in numero di 202 (|uelle che si ottennero dall' apice del corpic- ciuolo superiore lino al corion. In tutte le sezioni come vengono rappresentatc dalla llg. 4 a li si osserva da un lato 1' amnios, e si puo seguire il rapporto che (|uesto contrae con 1' embrione. La prima (llg. 4) che corrisponde alia il' se- zione ci mostia il taglio di due parti delle quali la superiore jiresenta in T m un accumulo di elementi che rappresenta un prime abbozzo di sistema nervoso centrale, e in Va un abbozzo di vescicola acuslica sotto forma di una vescicola epiteliale rotondeggiante e chiusa. Dap|)resso a questa parte massiccia e che corrisponde dunquc a un rudimento di te- sta, pill in basso si ha la sezione dell' altra parte / a forma vescicolare tappezzata da epitelio internamente, a pareti abbastanza spesse. Alia se- zione 28^ (lig. ;>] questa formazione che \a allargandosi, si vede in rapporto di continuilii con la partt; superiore massiccia e nelle sue pareti - 143 — si osservano dei vasi tagliati di travorso. Nella parte massiccia il tubo inklollaic si va facendo piii inanilesto e dappresso a lui c sul lato oppo- slo della precedente si osserva un' altra vescichetta circolare ciie dura per i)oclie sezioni e die non e clie 1' altra vescicola acustica V a. V ab- bozzo di sistema nervoso non ha pero le caratteristiche delle vescicole cerebrali, ma per la vicinanza con le vescicole aciistiche dovremino riferirlo al romboencephalon. La sezione 43"^ (fig. 6=") ci presenta il tubo midollare orauiai coi ca- ratteri doUa sua porzione sjiinaie, a forma ovoidale, a contorni uieglio deliuiitati, con una cavita oblunga ripiena pero di elementi disfatti e di- sgregali. Venlralmenle ad esso si puo riconoscere un rudimento di corda dorsale, sotto alia quale sta 1' ampia cavita / che abbianio gia os- sorvata nelle preccdonti sezioni. Questa e costituita da tro strati dei (juaii uno interno epiteliale, uno esterno in diretta continuazione con r ec'toderma enibrionale, ed uno interniodio ad elementi piii sparsi, nel (piale si osservano come si e gia indicate precedentemente, dei vasi, che sono pill numerosi quanto piu ci avviciniamo verso I'estremo ventrale di (piesta tbrmazione. Alia sezione 81-^ lig. 7 la parete della tbrmazione vescic^olare / non e pill Integra e da un lato, ove si continuava sul dorso deirombrione, presenta una lacerazione a margini tVastagliati e irregolari. Una tale la- ccrazione si conlinua pure nolle successive sezioni tinche alia 10(r^ [\\^. Si, |)ur non osservandosi il tubo midollare. si ha la cavita I'idolta ad un piccolo tubo costituito degli strati sopra ricordati, punto questo che corrisponde a quel peduncolo per mezzo del quale la parte supcriore di (piesto prodotto si univa con la inferiore (fig. 1 e 2). Alia sezione 114-^ (lig. 9) questa cavita, /, si slarga nuovamente e si accosta ed unisce alia parete amniotica con perfetta fusione di elementi mono che da un lato ove si nota una lacerazione. Alia sezione 131^ (fig. 10) si mantengono i rapporti fra 1' amnios e la Ibimazione \escicolare /, non si osserva piii la lacerazione, il tubo midollare torna a comparire, e al davanti di esso la cavita A, di cui la paiete inleriorc (della tigura) si presenta divisa in due lamine; queste circoscrivono un spazio Pp e sono una laterale che chiamero somatica in continuazione coll' amnios e col corpo dell' embrione; 1' altra mediale, e che chiamero splancnica, che forma direttamente la parete della vesci- cola. Nello spessore di questa osservasi una lacuna che come si j)u6 vederc dalle figure successive si apre nello spazio Pp. Da un lato dell' em- brione si osserva un frammento /'r, irriconoscibile per la sua struttura con uno dei suoi margini frastagliato, efl'etto di lacerazioni, e che nelle successive sezioni si vede unire colle pareti dorsali dell' embrione. — 144 — Nella scziono 148'^ (fig. 11) rimaiie ancora la grandc cavita /, e la fendilura lalorale Pp si o a|)ei'ta all' eslerno e comunica cosi con la ca- vita del corioii, mentre la sua parcte somatica si continiia con 1' amnios. Nella lamina splancnica e nel davanti del tubo midollare osservasi la sezionc di un grosso vase die meglio vedremo nelle successive sezioni. Sulla i)arete superioie della cavita si osserva una fendituia Pp la})- pezzata pure di epitelio come ([uella gia indicata in basso. Tale fendi- tura si allarga sempre di j)iu, tantoclie, come vedesi seguendo le liguie 12, 13, W viene anch' essa ad aprirsi all' esteino nella cavita sierosa. Quindi e clie anclie da questo lato dell' embrione possiamo ora riconoscere una lamina somatica ed una splancnica. La grande cavita I va facendosi sempre piu piccola e le due lamine s|)lancniche vanno ravvicinandosi fra loro (ligg. 11, 12, 13; 1). E nello spessore di ({ueste lamine cosi ravvicinate e dorsalmente die si osserva un canale vascolare die si puo seguire per varie sezioni e che deve considerarsi come aorta, Ao. Dalla sczione lo5=' alia 164* (figg. 12, 13, 14) il tubo midollare e una parte della parete somatica sinistra (inferiore nella ligura), si presen- lano lacerati. Nelle stesse sezioni si nota inoltre la riduzione della grandc cavita /, la quale finalmente (fig. 14) e ridotta ad una semjilice fendi- tura jiosta in vicinanza della parete amniotica, dalla quale e pero sepa- rata dalla t'enditura Pp e Pp. Essa ben presto tormina lantodie alia sezione 197 (fig. 15) non se ne osserva piii traccia. A questo livello e pure scomparsa ogni traccia di embrione e di vasi, e solo riniane 1' amnios, il (juale in corrispondenza del punto in cui si impiantava 1' embrione presenta un ispcssimento nel (piale |)ero nessun organo e riconoscibile. Seguitando pero lo studio delle sezioni successive si vede che 1' am- nios si mette in rapporto con il corion, (fig. 16) e dal lato a cui corri- sponde 1' embrione presenta la sezione di un grosso vaso non che la sezione di un condotto di forma circolare a parete interna cpiteliale m, linche in sezioni successive anche essa si perde c il sacco aniniotico sempre [)iu restringendosi viene a fondere il sue tessuto con quello del corion. )li pare che non possa esservi dubbio che (jiiesf ultima parte del prodotto abortive rappresenti un peduncolo addominale e che percio il condotto ca sia da interpretarsi come residue di condotto allantoideo. AUe cose gia dette intorno alle sezioni raicroscopiche debbo ora ag- giungere che gli dementi cdlulari costituenti (jucsto embrione erano in alcuni |)unti ben conservati, ma in generale si presentavano di aspetto vescicolare, o distrutti od irriconoscibili nei loro confini, sempre poi con un nucleo intensaracnte colorato. Onde e che per i dati fornitici da Giaco- — 145 — mini (') (l()i)l)ianio ritenere die 1' cmbrione fu arreslato ncl siio sviluppo ill un' cpoca abbastanza piecocc. In quanto alle laccrazioni riscontrate non polici stabiHio so fiirono doviilo a cause meccaniclie o a naturale (lisfacinicnlo dcIT einbilone; ina saroi inclinato ad ammettore anilieduo (jiiesti latlori in vista del non bnonu stato generale di conservazione de- gli elementi. Per larmi una csatta idea dei rappoiti delle varie parti di cui I' (Mubrione era costituito e venire poi alia loro interpretazionc, mi parve con\enienle eseguire la ricostiuzione jilastica, che eseguii con un ingian- dimento di 18 volte, servendomi dell' embriografo di His per il disegno delle sezioni. Questi disegni furono riprodotti su cartoncino (U dimen- sioni nole e conlornii all' ingrandiniento predetto e alio spessorc delle se- zioni. Quindi luiono rilagliali ed incollati 1' uno suH' altro servendomi specialmente dell' amnios come [)iano di rapporlo. 11 risuliato delta ri- costruzione fu poi fotogralato come si vede nelle ligure 2 e 3. La prima questione a risolvere si e la. determinazione dell' eta del noslr(» prodotto abortivo. I'rcMidendo come punto di partenza 1' ultima mestruazione che dai dati anamnestici risulta essere avvenuta il lo no- vembre, dovremmo dire die si Iratta di un aborto di 51 giorni. Inlatti la prima mestruazione mancata coirisponde ai 13 dicembre, e poiclie r aborto avvenne ai due febbraio, cosi Ira 1' una e 1' altra epoca intercedono giorni 51 die corrisponderebbero all' eta dell' embrione. Te- nendo poi conto del volume dell' uovo, che misurava centimetri 2,5 (com- presi i villi) e del fatto che i villi coriali erano sparsi quasi egualinente dappertutto, erano ramilicati, tbrniti di doppio epitdio, e vascolarizzati, avremmo una conferma dell' approssimaliva eta di 51 giorni. E pero noto per le ricerche di His (") che dope il prime mese 1' am- nios va gradatamente distendendosi ed applicandosi alia supcrlicie in- terna del corion, col quale contrae poi intime aderenze. Ora nd case nostro avremmo dovuto trovare 1" amnios motto ampio e applicato al corion, ed un embrione di mm. 13 e piu. Invece abbiamo riscontrato r amnios separate da ampio intervallo dal corion (fig. 1) e un embrione di mm. 5, che corrisponderebbe, secondo His, all' eta di giorni 25 circa. Evidentemente dunque manca la correlazione fra i dati anamnestici, il volume dell' embrione e il volume dei sacchi amniotico e corialc. Quindi si hanno gia elementi per dichiarare che trattasi di una anomalia di (*) Giacomini, Su alcune anomalie di sviluppo dell' embrione umano. — Torino, 1888. (') His, Anatomie menschlicher Embryonen. — Leipzig, 1882, faac. II, pag. 21 e seg. M. Z. -♦ — 146 — sviluppo, (' debho subito far riknaic la grande abbondanza del magma reticolarc interposlo fra V amnios ed il rurioii cho polrebbe cssere una conlcrma della stessa anoinalia. Dair esame poi dell' cmbrione riferisco il presenle caso alle forme atioliche ncl scnso espresso da Giacomini. Infatti abbiarno potuto ri- conoscere in (piesto embrionc i due rudimenli di Neseieole acuslielie, il liibo midollare, ([ualclie traccia di notocorda, 1' aorta, in (|nalche sezione il eanale di Wolff, e pcrcio non puo riferirsi alle forme nodnlari. E pero da lilcNare come, sebbene manifesta 1' esistenza del lubo mi- dollare, enchimale che uniformemente segue tutta la lungliezza delP embrione, Le pareti del corpo inoltre, I'alta eccezione di una |)orzione abbastanza cir- coscritla cioe dalla sezione 118^ alia 168-^ (ligg. 10 a 14) non |)resentano traccia di divisione nelle due lamine somatica e splancnica, lantoclie in generate e una sola la lamina costituente ; e (|uesli due fatti depongono per un arresto di s\iluppo del mesoblasto. Ora senza spendere ulterior! parole sulla costituzione del nostro em- brione una parlicolarita in modo speciale richiama la nostra altenzlone, cioe la grande caxitii / posla nella parte \entrale. E forsequesta una ca- vita parietale simile al case descritto da Chiarugi? (*) lo credo di no, perche se cosi fosse, avremmo doMito trovare un rudimenio di cuore a sporgere entro di essa : e d'altia parte il Chiarugi jiote osser\are al di dieiro di (juella cavita jiarietale un rudimenio di intestino che non fu dato osservare nel case nostro. Esaminando inoltre la costituzione delle pareti limifanli lal cavita si osservano s|)arsi. in specie sulla parte \en- trale. una (juanlila non piccola di \asi che la attraversano, il che non doMebbe osservarsi trattandosi di una cavita |)arietale. {*) Chiarugi, Intoruo ad uu uovo uinauo mostruoso. — Siivrimuntalc, 1891. — 147 — Ainmesso adunque clie iion Irattisi di una cavita sierosa, c d'altia parte ossendo essa tap|)ezzata da uii cvidente epitelio internamcntc qiiaii- tiinqiie noii dappciiutto hen conservato, ci vien tatto di pensare die possa riferirsi ad una cavita intcstinale, e tanto piii ci conforta questa idea in quanto die non ci In |)()ssil)ile riscontrare altrove traccia di intestino. Volendo adunque dare una interprelazione, la quale peio, non nascondo, presenta (|ualdie cosa di strano e di nuovo, ritengo die nel nostro caso si tratti di una vescicola ombelicale indusa nella cavita ammiotica per la niassinia parte. A tal concetto invitano varie circostanze. Inlatti questa arapia cavita si estende dalla regionc cefalica alia caudate dell' enibrione senza inter- ruzione come niostrano le li^iure i a 1 i : e posta at davanti del tubo neu- rale, al davanti delta corda dorsalc die e in qualclie punto riconoscibile e deir aorta die e visibile nella parte inferiore. Presenta d'altra |)arte un epitelio intenio, un contenuto granuloso amorfo dentro lo spazio cavi- tario : nello spessore delle parete si notano abbondanti vasi sanguigni e per un tratto sebbene breve, si nota |)ure una cavita celoniatica l^p e Pp in continuazione col celoma esterno e limitata da due pareti, una esterna (soniatopleura) in continuazione con 1' amnios e con I'embrione, r altra interna, isplancnopleurai in continuazione colla parete delta ve- scicola. >la in questo |)unlo corrispondente ad 0 delta lig. 3 non havvi traccia di ombelico \itellino e la cavita / ([ui\i termina come mostra la lig. \\. )ia mentre tutti questi latti deporrebbero per tale inter|)etra- zione, due t'atli ccmtrastano con essa, cioe il suo rivestimeuto epiteliale estei'no, die si nota per quasi tutta la sua estensione, e la sua inclusione nella cavita ammiotica. Ora poiclie, come niostrano le figure, e come ho sopra accennato, nel caso nostro abbianio un notevole arresto di sv luppo nella |)arte ce- lalica tleir enibrione e del pari un arresto notevole nel mesoblasto, la spiegazione del fatto sopraccennato deri\erebbe appunto da queste due circostanze. Nel caso nostro il solo intestino medio e il terminate, si sa- rebbero prevalentemente sviluppati, cioe quello intestino da cui dipende appunto la xescicola ombelicale, la cui lormazione av^ iene come e noto dal fatto die. a seguito della costituzione delle due laniine somatiche e splacnciche e della loro convergenza dal lato ventrale, si determina la lor- mazione di un ombelico vitellino e di un ombelico addominale. Non es- sendo avvenuta nel caso nostro la divisione del mesoblasto nellc due la- mine splacncica e somatica, altro che per breve estenzione, come mostrano le ligure, i tre foglietti embrionali ectodernia, mesoderma, entoderma sono venuti a costituire la parete dello intestino lino nella regione ventrale ah- — 148 — bracciaiidolo coinpletamonte, impedendo la formaziono di iin ombolico vi- telliiio 0 determinando cosi la incliisionc delhi vcscicola omhclifalo ncl- rintorno dolla cavita aniniotica. Conforta in questo concetto non solo 1' osame seriato delle sezioni, ma anche piii quello della ricostruzione plaslica. Difatti (piesta esaininata dalla sua faccia posteriore ((ig. 3) ci mostra in 0 un conato alia torma- zione di un ombclico con una piccola sporgenza che e 1' unico rappresen- tante di una vescicola ombelicale, e nell' interno della quale si osserva r ultimo residue della grande cavita J (fig. 14) e che appena appena sor- passa il livello della parcte ainniotica. Questo reperto ricorda a prima giunta quello descritto da Giacomini nel 1892 (^) e che egli caratterizzo come cisli del cordone ombelicale. 11 sue esterno j-ivestimcnlo eclodermico e la sua prosecuzione nelK epilelio amniotico, il rappoito di unione della formazione coH'amnios, il contenuto della cavita deporrebbero in appoggio ; ma la presenza dei vasi nella pa- role cavilaria nel case noslro, il rivestimento epiteliale interno della ca- vita slcssa, r intimo rapporto che la formazione contrae con 1' intestine deir embrione, ed altre circostanzc escludono la analogia dei due reperti. Un'allra ipolesi che potrebbe farsi sarebbe quella di ammettere una semplice dilalazione dell' intestine. In tal case pero sarebbe notevole la mancanza della vescicola ombelicale, la quale e formazione abbastanza co- stante anche nelle forme anormali dell' embrione umano, ne d'altra parte e ammissibile che sia sfuggita alia mia osservazione non avendo trascu- rata la maggior diligenza nell'esame della cavita coriale. E d'altra parte rimarrebbe sempre a spiegarsi la esistenza dei numerosi vasi osser\ati nelle pareti della cavita e il rivestimento ectodermico della medesima. Ammesso dunque che trattisi di una vescicola ombelicale inclusa quasi totalmente nel sacco amniotico, rimarrebbe da rintracciare la causa di tale avveniraento. Poiche per la soluzione di tal questione dovrei en- trare nel campo delle congetture, mi limito a constatare la concomitanza di alcuni fatli, e })rincipalmente il grave arresto di sviluppo della j)or- zione cefalica dell' embrione e ({uindi dell' intestine cefalico che e desti- nato a concorrere alia formazione dell' ombelico vitelline e percio al dif- ferenziamento della vescicola ombelicale : la man(*anza di somiti meso- blastici e della di\isione dei mesoblasto lateralc nelle due lamine somatica e splancnica eccezione fatta di un brevissimo tratto, 1' abbondante quan- tita di magma relicolare. Tutte queste circostanze insieme fanno pensarc ad un disturbo av- (') Giacomini, Sullo anomalic di sviluppo dell' euibrioiio uuiauo. Couuiuicazioue IV. Ovolo completo con embrione atrollco. — Pag. 7. Torino, 1892. - 149 — veniito ncllo sviluppo del mesoblaslo, cIk; potrcbbo ossersi leso causa del latto descritto. Spiegazione delle Figure. Indicazioni comuni. G. Corion. — A. Amnios. ■— Mr. Magma reticularis. — E. Embrione. — 0. Ombelico. — /. C a vita intestino-ombelicale. — Tm. Tubo midollare. - Pp. Pp. Cavita pleuro-peritoneale. — Va. Vescicola acustica. — Ao. Aorta. — Ca. Condotto allantoideo. — Pa. Peduncolo addominale. — fr. Frammento di embrione. FiGURA 1, — Vescicola coriale sezionata mostrante il sacco amniotico, il quale a sua volta e spaccato e mosti-a 1' embrione E nel suo interno. Gr. nat, FiGURA 2. — Ricostruzione dell' embrione in rapporto col sacco amniotico e ri- producente la forma dell' embrione stesso, e la cavita che presenta. Veduta dalla faccia anteriore come e nella figura 1. FiGURA 3. — Veduta dalla faccia posteriore della stessa ricostruzione. In 0 V ombelico addominale limitato dalla fenditura a forma semilunata e che rappresenta il passaggio dal celoma estraembrionario a quello embrionario. FiGURA 4. — Sezione 21. — In Tm il tubo midollare, in Va la vescicola acustica sinistra e la cavita intestino-ombelicale /, le cui modificazioni si seguono nelle figure seguenti fino alia 14. Figura 5. — Sezione 28. — La cavita / in rapporto con 1' embrione; Vn ve.sci- cola acustica destra. Figura 6. — Sezione 43. FiGURA 7. — Sezione 81. — Si osserva una larga lacerazione della parete della cavita 1. FiGURA 8. — Sezione 106. — Corrisponde al peduncolo della parte superiore dell' embrione. La cavita 1 si ristringe. FiGURA 9. — Sezione 114. — Corrisponde alia parte inferiore dell' embrione. La cavita I si slarga e si mette in rapporto con 1' amnios A. FiGURA 10. — Sezione 134. — La cavita I e separata dall' esterno dalla cavita pleuro-peritoneale Pp che presenta un diverticolo. Figura 11. — Sezione 148. — La cavita Pp comunica col celoma esterno e comparisce dall' altro lato 1' altra cavita pleuro-peritoneale Pp. Figura 12. — Sezione 155. — Mostra una lacerazione a sinistra dell' embrione. Figura 13. — Sezione 162. — La cavity destra Pp comunica col celoma esterno. La cavitk / si ristringe. Figura 14. — Sezione 164. — Le due cavita Pp e Pp comunicanti col celoma esterno. La cavita 1 ridotta. In Ao 1' aorta. Figura 15. — E scomparsa la cavita / e nel suo posto non rimane che un rilievo del sacco amniotico. Figura 16. — Peduncolo addominale dove in Ca si osserva la sezione del ca- nale allantoideo. Tutte le sezioni furono disegnate con 1' embriografo di His ad un in- grandimento di 23 volte. 150 — ISTITUTO I)' ANATOMFA NOUMALE DELLA K. UNIVKKSITA DT I'ISA DIltETl'O DAL PROP. GUGMELMO IIOMITI Sopra lo sviluppo delle suture. HiCEKCH F. DEL DOTT. UGO DALL" ACQUA. Con Tav. V^ Ricevuta il 2 IukHo 180S. E vietata la riprortnziono. « Lo s\ihip|)(t (Icllo suture sombra non sia slalo esaniiualo niai, sch- bcno la cognizione di osso sia dl grando iiii|KHlaiiza per inlciHlcrc la niorlologia del cranio ». Cosi il Mi no I (^). Malgrado (juesf aUbrmazione deirillustre enibriologo lio indagalo nella bibliogralia recente ed antica per vedere di trovar\i una guida alle mie ricerche, cd hodovulo convincermi clie le suture vennero seni- |)re considerate nella Ibrina loro, pochissinio in rapporto al loro svilu|)po. Perb in tutti i trattali di analoniia si nola die esse si cliiudono jirinia aH'interno die aH'esterno. IJicliat ■) spiega la diversita delta loi-nia tra le suture della volla e (juelle della base col modo diverse secondo il (juale s'acerescono le ossa die le compongono. « Inlatti, egli dice, le ossa della volta nascono per irradiamento del punto centrale d'ossiticazione verso la circonfe- renza e sono gia dentellate quando s'incontrano j)erdie i raggi ossei sono ineguali: al conlrario le ossa della base non rorniandosi per irra- diamento ed avendo fin dall'inizio i lenibi piani, non possono eorrispon- dersi die con suporfici plane ». Blandin f) osserva che i mai'gini ossei tendono ad accostarsi pill air interne che aH'esterno del cranio: egli parla di una corlihifiinc sinartrodiale tesa Ira essi margini ed invasa lenlainenle dall' ossilica- zione; riscontra (die il periostio passa daH'uno all" allro osso so|)ra alle suture aderendo intimaniente al liniite delle ossa eontiguc e Ibrniando una specie di legamenlo. Hyrtl (*) dice die le suture vere sono neU'ela giovanile nieno dentellate che neH'cta media. (*) Minot Lehrbucli dor Entwickelungsgeschicte des Mpiischon. — Loipzig, 1804. (^) Bichat, Anatoinia deacrittiva. — Venezia, 1834. (') Blaudin, Nnovi olemeuti d' anatomia descrittiva. — Modona, 1843. i*) Hyrtl , Isfcltuzioni d' anatoinia doU' uomo. - 151 ~ Kolliker (M avvorlo clio l;i iirolilcrazionc dci mari'ini ossci in cor- ris|M)n(l(Mizii dello siiluro awiciic (Iomiikiik' in modo indipondenU^ Marshall (') rilioiie cho la coiiiK^ssioiio ddllc ossa ineinhranosc con quelle caiiilai'incc sia iiieno iiiliina di (jiiolla IVa solo ossa carli- lai^iiiec. Mar[inii'\ sliidiando lo s\ilii|)|)o dollo ossa di rivcslimonUt, ac- (•(Mina allelic al loro niodo di riimirsi c coiicludc: I lagj-i ossei dclla |>c- ril'ciia delle ossa in via (raccrcsciincnto invadcndo a poco a poco la nu'inhrana (rossincazionc nelle ({iiale e gia cessalo ogni iiioto (raccrc- scinicnlo, vengono ad avanzar(! conlimiamenlc gli iini verso iili allri liii- clie s'inconlrano c s'ingraiiano cosliliicndo cosi le siilnre. rilimameiil(^ Salvi (') ricercando I' istoj^enesi delle mcniiii^i lia os- servalo die nei liioglii ove saraniio |)iii lardi le suUire il Icssiilo dmalc si conloiide con (piello epicranico allraverso la siilura stessa. lo parlcndo dal lallo inesso in cvidenza da Ilerl\vii^(*) die le ossa di rivestimento ajjparleni^'ono alio scliclelro cutaneo, lio volulo conside- rare le suture sollo due punli di vista, cioe della origine delle ossa clie le conipongono e della roriiia di esse suture. E gia, anelie latla aslra- zione da (|uesla conoscenza, mi seinl)ra\a logico il iiensan^ clie la con- nessituie dovesse Tarsi in inodo dilVerenle Ira due ossa socondarie, Ira nil osso secondario e uno priinilivo, e Ira due ossa primitive. \\ poiclie la divisione die si tiene oggi delle suture in dentellale, s(|uamniose <'d armoiiiclie si fonda soltanto sulla lorma die lianno iieiradullo, cercai di V(Mler(^ se il ricoiidurle al tipo embrionale pol(\sse poig(M-e dei crileri a riconoscere nuove dilVerenze anche neireta malura. Materials e metodo di studio Ho porlato le mie iiidagini sullo svilupjio delle suture di parecclii animali, della rana, della kiccrtola, del polio, del coniglio, della cavia e linalmente delT uomo, ma jiiii specialmente mi sono occupato di (|ue- sli due nitimi. Ho dovuto fare serie coni|)lete di teste di cavia a varie epoclie di svilup|)o, con sezioni sagittali, t'rontali ed orizzontali, Per la lissazione mi corris|iose otlimamenle una miscela a parti uguali di soluzione coii- cenlrata d'acido picrico, di sol, cone, di sublimato corrosivo e d'acqua: per la decalciticazione mi servii di vari reagenti ed a prel'erenza della (*) Kolliker, Embryologie. — Paris, 1882. ("; Marshall, Vertebrate Embryolagy. — Loiidou, 1893. (") Martini , Sullo svilnppo ilelle ossa piatte secoiularie del cranio (l;i ooniioltivo. — Siena ISSO. (■•) Sal V i , L' istogeuesi e la strnttnra delle raeningi. — Pisa, 1898. [") Hertwig , Trattato di cinbriologia dell' noino e dei vertebrati. — 152 — jliiorooliicina la ([iiale in iiii loiiipo abbastanza breve e senza piinio al- leiarc^ gb elementi aiiatoiuici ollre una decalcilicazione perletla. Kspe- liinentai nella colorazione i vari carminii e bi coccinigUa, ottenendo sein- |H'e elletli inigliori da (|iiesr ulliiua. Men t re nello sludio delbi cavia, a causa delle piccole dimension i delbi tcsla deiranimale, fu sufTiciente la sola ricerca microscopica, in (piello delTuomo mi fu d'aiuto anche I'indagine macroscopica. Per Tesame istologico neli' uomo asportavo pezzi di vai-ie sulure ad epoche difterenti e le tiatlavo come le teste di eavia: per Tesame macrosc()i)ico usai di una tecnica clie variava a seconda dell' eta. 1 |)rimi stadi di sviluppo si osser\ano bene in una serie di tesline elie tratlai nel modo seguente. Le lasciavo dap|)iima eirca una quindicina di giorni nellalcool a 22°: <|uand() erano alquanlo indurite, con molta cautela toglievo tutto cio clie non era abbozzo craniense, asportando cioe colle pinzette le parti molli e svuotandole del cervello con una oj)portuna spatolina. quindi le i-iem- piNO accuralamenle di cotone e le lasciavu prosciugare alFondn'a. Otte- nnl(» un essicamento conveniente passavo una i)rima mano di vernice aliinlerno e aU'esterno e le ponevo al sole; alcuni giorni dopo ridavo uiraitra verniciatura collocandole di bet nuovo al sole. C.osi j)otei i)ro- curaiini dei j)ieparali molto dimostralivi nei quali cio clie ei'a mend)ra- noso si faceva trasparente, mentre rinianevano opache le parii ossilicale, preparati, nei quali erano assai ben conservati i ra|)poiti tra le varie ossa. Lo studio |)oi delle suture a cranio di sviluppo gia avanzato mi riusciva piii facile segandole in direzione perpendicolai'c ed esaminandole poscia ad occbio nudo od armato di lente. Suture della cavia Incominciero dallo sviluppo delle suture nella cavia. Ho premesso die esporro il loro raodo di formarsi segueudo due criteri, (piello della natura delle ossa cbe vanno a congiungersi, e (jiiello della forma die esse suture assumono neiradulto. Tencndo queslo indirizzo descri\ero I'originarsi delle suture 'D' I II fra due ossa sccondarie dentellata Ira un osso secondario ed uno |)riniitivo squammosa fra due ossa primitive armonica. Suiura fra ossa secondarie. II fronlale ed il |)arietale sono tia le ossa della volta quelle die contraggono per prime piii strelti rapporti di vicinanza. 15? In un ombrioiie di cavia di 2i mm. il frontalc o gia abbastanza sviluppalo. Dal contro d' ossilicazionc |)art()no verso la poriferia mimc- losi raggi ossei, ma non piio ancora parlai-si di siitura col parietalo pcrcho di qiioslo o solo comparso un (|iial('lie esile accenno. A 'M\ mm. (Miti'ambi gli ossi lianno mollo progredito in eslensione, (' nciresame di una sorie compieta si puo sempre trovare qiialche piinio ncl (pialo i raggi sono abbastanza accostati fra loro. Qiieste formazioni di sostanza ossea non |)r('sonlano dovun(|ue la stessa spessezza ma alio oslromita sono piii assolligliate, inoltrc non si mostrano costituite d' un sol pozzo, bensi di sottili lamelle con direzione dairinlerno all'esterno. Su di esse in entrand)e lo superfici si stipano delle cellule rolondeg- gianti, lortenienle tingibili, dal nucleo grosso, cioe gli osleoblasti i ([uali \anno producendo la sostanza ossea. Yi ha pero una ditlerenza Ira le due superlici ossee, poiche sulla esterna gli osleoblasti formano uno sirato mollo piii rigoglioso che sulla interna, fatto questo die sta in rclazione anclie colla I'orma di queste lamelle. 11 pei'iostio e gia dislinto dai rimanenti tessuti epicranici, ma non ne e separate; cioe al di sopra degli osleoblasti si vedono delle cellule dall'aspetto ancor giovane e poco colcM-abili lormanli uno strato a se, e piii aH'esterno ancora degli ele- menti piii alhingati e serrati I'uno sulTallro. Son questi i due slrali connettiNali del periostio, il lasso ed il libroso. Altrettanto e gia awe- milo nella dura madre. Le lamelle ossee ai loro estremi si perdono nel connettivo die tormava lo strato osteogeno craniense, cessano con esse gli osleoblasti e gli strati lassi rispetlivamenle del periostio e della dura si confondono col tessuto suturale del quale hanno gli stessi carat- teri istologici. E difticile discernere con precisione dove cessano gli osteoblast! ed incominciano le cellule connettive suturali clie con essi conlinano perche queste sono tuttora rotondeggianti: il passaggio dagli osleoblasti a queste cellule avviene gradalamenle, pero la distinzione e pill agevole se si confrontano gli osleoblasti colle cellule che stanno proprio nel mezzo della sutura. In un embrioue di 58 mm. il processo (rossificazione e inoltrato, e le ossa hanno raggiunto di gia una spessezza mollo nolevole, e piii pa- lese la loro strutlura a lamelle, viceversa si riconosce nettamente che la |»arle la quale fu il punto di partenza dell' ossificazione ha il massimo di spessezza, che va man mano diminuendo verso restremita. Ma I'assot- tigliamento non avviene egualmente nolle due superfici, cioe le ossa non nniscono a guisa di fuso, bensi e la parte interna che viene riducen- dosi mentre la esterna, anche alle estremita, rimane alio stesso livello del punlo di massima spessezza. Le ossa lerminando in fpiesla maniera — 154 — prondono nolla siitiira I'aspello di duo speroni dirolli nll'ostorno, il (jual inodo di (-(Hiiporlarsi Ir>i) si (-oiitprcndc (|iiaiid() si jxMisi clic in ori^inc r osso (^ra Ibrnialo di lanlc lainolle dirollc alio cslcrno: lo spcrono Ici- niiiialc non c cJic V insicinc dcllo laniollc j)iii pcriloriclic. Oiicsla dispo- sizioiic p(M" la (jual(> ^li oslnMui a laic jxiriodo sono mollo jiiii awicinali iiella sii|)(M'lici(Mslonia dm neirinlorna seinbrorcbho coiilraddin' il I'allo anbrnialo da tiilli i liallalisti die Ic siitiiie si saldano prima ail'inlorno (•lie aH'osterno. I'ero «iia anclio a (|ii('slo sladio c possibilc riconosocrc in (|iial<'li(' scziono clic dalla poizionc hasalc dcllo spcntnc del IVonlalc coniincia ad originarsi una piccola slriscia di soslanza ossca cJic Icndc a dirigersi sollo al pariclalo. L' osso a (jU(3srcla e in onlranibo lo sujkm lici abbondantemontc- ri- vaslilo di oslcoblasli i quali si vedono circondaro pur anclio i vasi san- guigni cho dal |)orioslio e dalla dura jjenetrano nella soslanza ossea. Tullora si niantieno la provalenza nunierica (b'gli oslooldasli sulla su|)or- lic'ic sujjeriore in confronlo dolla inrorioie, anzi in conis|)on(lc'nza dclla suluia lorniano nella parte |)iu alia delTosso una specie di cereine. I due tcssuti connettivali del periostlo e della dura meninge s(»no niollo pill distinti che nel periodo precedenle; anelie gli elenienli dello slralo lasso sono ])iii allungali ed lianno perdnlo (pioir a|)parenza di cel- lule giovani clic piii sopra abbianio nolalo. Nella suliira (|uesli Icssiili lassi, perioslale e nieningeo, \anno a fondersi in iino cogli elenienli coslilucnli il tessnlo suluralc del quale lianno gli slessi caralteri. (ili osteoblasli circondano nellamente gli speroni ossei che ancora si Irovano discosti r uno dall' altro, li circondano a guisa di rivestiinent(» cellnlare porlandosi dalF una all' altra suiierllcie, tuttavia, come or ora lio dello, nel punlo piii all(» delT (vslreinila ossea sono piii abbondanii, il die mi |)ai(! essere lelativo alia prevalenza di essi sulla superflcie esterna a pa- ragone della interna. Nel tessuto suturale a|)pare (|ua e la la sezione di (|ualche piccolo vaso. La distinzione fra i vari elemenli della sutura non e in (juesto periodo incerta come nel precedente: al di sopra le cellule allungate, Ibrteniente colorabili e serrate I' una sulF altra dello slralo libroso del periostio clie determina il conline superiore, nel mezzo (|uelle (»\ali, nieno colorabili e iiieno stijiale del connettiNo suturale, ai tali le grosse cellule osteoblastiche cuboidi, al di sotto uuoNamente uii lessul(t libroso compatto, cioe lo strato piii interno della dura inadre. I due strati (•(unpalli epi- ed i|)Osuturali sono, come ho dello, distinti dal rimanente tessuto della sutura, ma tuttavia aderiscono rortemente ad esso. In iin embrioiu^ di 71) mm, gli speroni ossei dimostrano una grande tendeuza a soNrapporsi I' uno suit' alt mm/ /////w d' niihrin\ Oiiella piccola 155 lamina basale div noil" cmbrionc di 'JS nun. al)l)iaino \isto slaccarsi dal- r osli'cinila inlorioro del IVontale, 6 crosciula rapidaiiKMilo od r andata a siluarsi per biion Iratlo al di sollo del paiictale siiperaiulo le dimonsioni (le^Ii spcroni primitivi. Quosti, i (|uali saranno in sogiiito dostinati a dc- Icrniinaic la saldaliira nclla siiperlicic cslerna, sono riniasli prcsso a |)()t'o alia slessa dislanza F iino dall' altro, nienlre, in grazia del nolevole s\ilii|»p() dclla suddetia lamina basale, 1' avvicinamenlo iia jtro^mlilo mollo di pin all' inleino. Oneslo sladio clie ho cerealo rappresenlare ceila Hi;. I pi'ova die la disposizione primitiva per la (piale gli speroni ossei erano piii awieinali alT estern(» solo apparenlementc stava in op|)osizione air ass(Mzione di Inlli i^li analomiei ehe la saldalnra si fa prima all' in- lerno elie all' esterno. (ili sjteroni pero non sono lisci, nnilormi, come lale non e la lamina basale descritta, ne qnella porzione piii interna del parielale eol (piale vei'ra a saldarsi. (Iia lin d'ora, sebbene m)n del tnllo awieinale, quelle parii clie dovranno |)orsi piii tardi reciprocamenle a eon [alio |)resentano da una |)arle e dall' allra delle nuove as|)rezze e delle eori'ispondenli insenalure od anfratluosita. Questa conformazione prelude a (\[uA\i\ successi\a denlellala la non(i<) altenzione al niodo col (|uale si s\ilii|)j)ano le ossa della Noila risidfa die esse anclie in iiii periodo enihiionale non solo si awi- cinano, ma lendono a sovrap|)oisi le une alle allre. II lallo si palesa giii in nn embrione di i) ni(!si nel <|iiale si \ed(! die il parietale si soviap- ponc anteriormente al (Vonlale, j)ostcii(timenle all'occipilale (Fig. IV\ Andando piii ollre le cose divenlano ancora piii evidenti, ed e da\- \ei(> inleressanle ((nesia dis])osizione; iid'aiti si roccipitale die il IVonlale sono sollop(»sli al parielalc, il IVontale |)oi sla andio soilo al nasalc; lo s(|iianinia del leniporale sovrasla in avanli alle grandi ali dello sfenoide, indielro al pelioso, in alio al parielale. Nel lelo a lennine do si ricono- scc con ditlicolla perclie, come ho nolalo a proj)osito della cavia, gli estremi ossci si modificano assai, si lormano dellc lamelle secondaiie (rincastro, le (|uali possono in certi pnnti snj)ei'are le dimensioni degli spei'oni priniilivi. I'ero nei punii nei (|uali la snlnia |)oco si modilico dalla disposizione primitiva, come ad esempio nolle i)aiti laleiali della coionaria nelle qnali vi sono })Oclie dentcllatui-e, si ravvisa anclie nel- Tadnlto |)er un Irnon Iratto la primitiva contbrmazione (Fig. 5). Adunque collegando le osservazioni istologiche con qnelle macro- scopiche estese non a jioclie suture come ho fatio (|ui, ma ad nii niimero grande, si puo aHermare non solo che le ossa secondaiie si sovraj)- pongono Tuna all'altra, ma che nel sovraj)porsi seguono una certa mo- dalita la <|ualc pub tbrse Irovare un riscontro nella disposizione delle s(|uamme culanee degli aniniali inleriori. Ouesta disj)osiziono e tale che le ossa non si coprono 1' un I'altro ad embrice \ero, ma si comportano in niodo che inenlre I'lino colic sue estremita sovrasta a dutulillerenti ossa, per (]uelIo che sla sotto awiene il conlrario, cioe soggiace a due ossa come dinu)stra la unila ligura — — — zn . A I punto poi di connessione con un osso carlilagiiu'o i)uo succedere che (|uello di rivestimento gli si collochi sopra oppure sotto, ed in vero nella cavia F interparietale e situato so[)ra del sovraoccipilale, e nel jtollo awiene ro|)posto. comnnipie pei'o I'osso secondario alia sua estremila ha semj)re una Ibrnia acuminata mentre il i)riinili\o conser\a lembi piaiii. Gonsiderazioni general! Da (|nello che sono Ncniilo es|)onen(lo tin (pii risnita (pianto segue: I. Le ossa secondarie mostrano anclie nelle artic(tlazioni la loro oinologia con lo scheletro cutaneo di animali inleriori. Esse infatti, qua- - 161 — lunqiic sla il gcnerc di suluia, lianno nci prinii sladi di svilii|)|)o una (locisa tcndenza a sovrapporsi a somiglianza di s(|iiamme culanco. II. Ncir ulterioro sviliippo le suture, obbedendo a cause meccaniclie ed eredilarie, si inodHieano alquanto nllontanandosi api)arentemente dal lipo pi'imilivo. Oueslo pero si |hio sempre rieonosccre iii esse e si IroNa pill 0 nieno conserNalo nelle varie suture, lino ad essere rif)ro(lotlo perletlaniente nella sipiamniosa. III. (;iie ([uesti I'alti siano propri delie ossa dermali ed csclusivi di esse e dimostrato dall'esaine delle suture die si sviluppano tVa ossa se- eondarie ed ossa priniiti\e, e specialmente di (jueila Ira osso inter|)a- rielale e sovraecipitale nella (piale solo I'osso seeondario mostra una eonlormazione sfiuaniniosa. L'esame poi dello sviluppo delle suture tra ossa primitive prova die esso avviene secondo le nornie generali ehe regolauo la genesi di di liitte le artieolazioni dello sclieletro cartilagineo. Spiegazione delle figure (Tav. V^). Fjgura I. — Sutura coronaria in un embrione di cavia di 75 mm. II frontale F giace sotto al parietale P. Le ossa nella superticie interna sono piu avvicinate che nella esterna nella quale i due speroni primitivi S.S. si mantengono ancora abbastanza discosti. Nel mezzo delta sutura sta un connettivo nel quale si con fondono gli strati lassi del periostio e della dura madre; al di sopra e al di sotto passano gli strati fibrosi. Quale accenno alia saldatura piu precoce all' in- terno che all'esterno si vede che nella super6oie interna gli osteoblasti d' un osso si continuano direttamente con quelli dell'altro. FiGURA II. — Sutura tra interparietale e sovraoccipitale in un embrione di cavia dl 58 mm. L'interparietale / termina accuminato e tende a sovrapporsi all'estremita del sovraoccipitale S che e rotondeggiante. FiGURA. III. - Sutura tra osso petroso e occipitale laterale nella cavia a termine. K e la porzione dell' osso rivolta verso la sutura la quale porzione si trova ancora alio stadio di cartilagine durante il periodo dell'ossificazione. C e il connettivo suturale die fuori della sutura va perdendosi nei vari strati della dura madre. FiGURA IV. — Testina d'un embrione umano di 6 mesi. II parietale tende a sovrapporsi al frontale ed all' occipitale mentre si coUoca sotto lo squamma del temporale. FiGURA V. — Porzione laterale della sutura coronaria nell'uomo adulto. II parietale P si sovrappone al frontale F. 162 — ISTITUTO ANATOMICO DELI.A 1{. UNIVKRSITA DI OENOVA, DIRETTO DAL PIlOP, p. I.ACHI Un ca.so di gravidanza gemellare mostruosa PRR IL DOTT. CARLO GANFINI, sbttorr. Con Tav. III. Kicevuta il 4 liiglio 18!t8. fi vietata la riiJiodnzioiie. La matlina (lol 18 mai7(t ii. s. I'li mandalo in ^aliinolto dal doll. (]a- f>iioli iin prodollo al)()i1i\(», t-lie per Ic sue spcciali (|iialil:i ci'edo utile larnu oggotio dolla prcsenle nola. Ecco, ill poche parole, di die eosa si Iralla: II prodollo aborlivo veiiiva da una donna di 48 anni, sana, mari- tala ad mi nomo sanissimo. Imi nieslrnala a 1^ anni. Ila avnto, du- rante gli anni di sue matriinonio, altre sei gravidanz(^ senipliei clie sono pi'ocedule e terminate senza ineonvcMiienti noteyoli. L' ultima mestrua- zione awenne il l** gennaio 1898. La gravidanza proeedette normal- niente lino at 1() niarzo 1898, giorno in cui awenne I' aboi'to. Cause j)re- sumibill di esso non I'u possibile aceertarne. L' aborto ci I'u eonsegnato dopo 40 ore. Vu messo subilo in li(|uido di Ivleinenberg e subi quindi tutti gli altri Iraltamenti usuali. II pi'odollo abortivo, esaminato attenla- menle ci la vedere una caduea che riproduce la sii|)erncie interna del- Tulero con un ])iccolo |)rolungamenlo inferiore die ci indica Torilicio inferiorc dell' ulero slesso. Aperto questo sacco costiluilo dalla caduea si notano due vescicole, una superiore ed una inleriitre separate Ira loro da un sepimento die per la sua nalura si capisce subito esser dato dalla caduea stessa (Fig. l,^r). Le due vescicole, non lanto trasparenti, sono ricoperle da villi iiu- merosi ed abbaslanza sviluj)|)ali die occupano lulla la su|)ei-rice libera (Idle vescicole ad eccezione delta laccia die guarda il setto della caduea. Le due v(>scicole di forma ovalare non prcsenlano gli slessi diamdri; la superiore inisura iO mill, ud suo maggior diameiro, \i mill, nel dia- metro minore. L'inl'erioo^ niisura invece 21 mill, per il diaiiuitro mag- giore, 10 mill, per il minore. Date (jueste misure, avrei dovulo Irovare due emhrioni da 4-1(1 mill, secondo cio die dice His *). Invece, aperle le due vescicole, si vcdono subilo i due emhrioni impianlati alia laccia prol'onda di esse, si- niili nella loro conrormazi(me, ma dinei-euli |)er volume iLig. 1). L'em- hrioiie della vescicola superiore, die diiamero .1. e il piii piccoht; p(M-o misura una lungliezza di '>\ mill, ed una largliezza massima di mill. 1 */»• (') His, Anatomi© monscliliclior Kuilnyoue.m, 1882, pag. 22. — 163 — L'inferiore li, lia una hmgliezza di 1 mill, ed una larghezza di 2,5 mill. Si noti die questo misure sono slate j)rese avanti dei trattamenli eol- i'alcnol. I due endirioni hanno and)edue uno strozzamento intermedio diirlto trasversalmente in maniora da rassomigliare ciascunn, a due pie- coli gioi)i soprapposti. Ilanno ambedue una direzione ol)li(|ua. Alia loro base ollVono una specie di peduncolo per mezzo del quale sono impian- tali nella faccia prolonda della vescicola amnio-eoriale. Fatto (jueslo esame, si isola quel iVammento di vescicola die porta attaccato remhrione, si pratica la colorazione in loto con carminio bo- lacico, inclusione in |)aranina e sezionatura seriata secondo un piano l)('i|)endicolare all'asse maggioi-e dei due embrioni. -Non mi dilungliero ad illustraie, una pei- una, lutte le sezioni in cui si comprendono i due embrioni. Diro solo che nell' embrione /i, compreso in 13o sezioni, si riconosce bene il tubo midollare con la vescicola ottica e la vescicola acustica ed il canale intestinale. Relativamente al sistema nervoso centrale, si vede, dapprima la vescicola anteriore che va mano niano am|)liandosi ed in connessione con essa si vede comparire dap- prima la vescicola ottica secondai-ia manifestantesi quale un accumulo di dementi cellulari niolti dei quali contengono pigmenlo. Andando pin in basso compai'iscono le vescicole acusliche che sono gia chiuse. Ouindi la cavila neurale die si era fatta sempre piu grande, comincia a ristrin- gersi per ridursi in segnito ad una lenditura dorso-ventrale die occupa la part(^ pin posteriore deirembiione, lenditura tappezzata in specie dor- salmente e ventralmente, da nno strato di cellule alte ben conser\ale. e laleralmenle da vari strati di cellule a disposizione radiata non ben conservate ne limitanti nettamente la delta fenditura (Fig. 2 TM). I)a- vanti a questa si puo riconoscere un residue di corda dorsale. Relativamente alia cavila intestinale devo dire che essa si origina quando la cavitii neurale comincia a diminuire. T)ap|)rima si vede s|»or- gere dalla faccia ventrale dell' eslremo celalico deirendirione, un |)ro- lungamento (forse il i)rimo arco branchiate) che mentre va aumentando caudalmente, circoscrive col resto del cor|)o una depi-essione che poi va ad aprirsi in una larga cavila, la quale si fa seni|)re |>iii accentuata. Nel mentre accadono queste trasformazioni, le sezioni delF embrione si avvicinano sempre piii all' amnios, nel quale poi vanno a perdersi dando luogo alia piega laterale amniotica. Quando 1' unione fra I'embrione e r amnios e stabilila, altera la cavila intestinale si continua in un unli delle deboli connessioni, si os- serva una formazione speciale sulla tjuale ritornero (Fig. ^x). — 164 — Come si vede da (|iicsta doscriziono, siaino di frontc ad iin cm- brionc il cui grado di alrolia e disciclainenlc inollralo. Un caso di atrolia mollo pill marcato cc roflVo I'cmbrione yl, die eoslituiscc quasi un pas- sa^^gio (Va le forme atrolielie e Ic forme uodulari. Infalti csso uiostra, nelle prime sezioni, un |)iccoio ammasso celiulare, di cui alcuni elementi conlengon(> pigmeuto, e clie per la sua forma e per la sua posizionc dob- l)iamo inlendere come una formazione oculare. Inoltre, piii in basso, presenta una cavita centrale clie per i suoi rapporii si capisce essere un I'esidno delia cavila inlestinale. Inoltre, in corrispondenza del jiednncolo clie liene unite I'embrione alia vescicola amnio-coriale si nola la se- zione del condotto vilellino. Accanto a questo, comincia a farsi notare anclie un altro condotto un po' piii ampio del piimo e da cui si di- stingue anclie per la strut tura della sua |)arete. Questo nuovo condotto si manifesta solo per una diecina di sezioni. Evidentemente si tratta del condotto allantoideo (Fig. 3 Ca). Eccetto questc particolarita questo embrione e ridotlo ad un am- masso di elementi rotondeggianti quali descrive il prof, (iiaconiini nella sua prima comunicazione « Sulle anomalie di sviluppo dell' em- brione umano (pag. 18). Descritti cosi i due embrioni, e importante ora di stabilirne Tela. Secondo i dati ostetrici e nella maniera seguita dalla maggior parte degli Autori, coi'rispondendo la prima mestruazione mancata al 128 di gennaio, e I'aborto essendo accaduto il 16 marzo. Tela loi'o sarebbe di 17 giorni ossia di 7 settimane circa. Se poi prendiamo come termine la lore lunghezza, allora abbiamo che I'uno di essi, il superiore i, do- vrebbe avere 2 V, settimane, invece I'altro, I'embrione B 3 settimane. (^) Pero in ({uesto caso non possiamo attenerci alia lunghezza degli embrioni, perche anche prescindendo dal tatto che nelle gravidanze gc- luellari i feti non raggiungono mai lo s\ilupi)0 lisiologico, (jui si tratta di foriue tutt' altro che normali; |)erci6 e conveniente dire che e di 7 settimane lo spazio di tempo che questi embrioni hanno trascorso nel- I'utcro materno, ma la causa che ha provocato I'aborto e che li lia fatti morire, ha agito su di essi molto tempo prima delle 7 settimane. A questo pro})osito His, a pag. 19 della sua citata opera, dice che ((abnormi proccssi possono uccidere un embrione normale nell' utero senza che percio venga espulso; questi |)rocessi possono permettere all' embrione di rimancre nell' utero per (jualche giorno e che poi \enga espulso piii o meno rammollito. » lo credo che il superiore, 1' embrione A sia state quello che per prime o in un mode maggiore ha risentilo gli elletti di (piesla causa a (') His, I. c, pag. 86. — 165 — noi igiiota. Inratti menlrc ncirt'iubiione B possiaino riconoscere rdati- vamcnlo niolti orgaiii embrionali, neiraltro abbiamo un ammasso di de- menti celliilari rotondeggianti disposti iinilormcnicnto, con nucleo al)- bastanza grosso, insomnia sono elementi clie per la loio strutlura e disjiosizione caratterizzano un embrionc in cui la causa allerante abbia agito lungo tempo (Giacomini, 1. c). Un unico ammasso cellulare e decilrabile e qucsto, come lio detlo, (5 I'occliio, a pioposito del quale polremmo ripetere le parole che Giaco- mini lia |)er il sistema nervoso cenlrale clie cioe, essendo un organo che compare Ira i primi e cLe si rende presto indipendente, resiste piii lun- gamenle al lavorio di disorganizzazione. Un latlo su cui ho portato la mia attenzione, si riferisce al doi)pio epitelio di rivestimento dei villi coriali. II prof. Romiti, (') a line di sta- bilire se 1' aboi-to fu causato o da abnormi condizioni di sviluppo del feto 0 da alterazioni provenienli dalla madre, consiglia di fare Fesamc di questo doppio epitelio il cui resultato aggiunto a cio che insegnaHis (-) puo darci in molti casi dei lumi non disprezzabili. A (juesto scopo, ap- prollttando deH'occasione di posscdere due uova appartencnti alia stessa madre ed a diverse grade di atrotia, ho csaminato e messo a confronlo fra di loro dei villi presi in diversi punti corrispondenti delle due ve- scicolo coriali. Ma non ho trovato cio che mi aspettavo. Credeva di tro- vare molto ben conservato 1' epitelio esterno di origine materna, come in- fatti lo era, ma credevo anche di Irovare, se non altro, alterato lo strato interne fetalc, piii nell' embrionc A che ncll' embrione i5. Ed crano invece benissimo conservati ambcduc gli strati in ambedue gli embrioni. A spiegazione di questo reperto sta il fatto osservato dal prof. Giaco- mini Q il (juale fa notare che « sorprende di vedere la com))leta indi- pendenza dell' embrionc dai suoi annessi di origine fetale (come appunto era net mio case). Mentre T embrionc va distruggendosi e scomparendo, il corion e 1' amnios non solo si dimostrano di costituzione normale, ma continuano a svilupi)arsi e sembra che quella somma di attivita che era deslinata alio svilu|)po cd accrescimento dell' embrionc vada intieramente a loro giovamcnto. » Oueslo falto notato anche da alfri autori e stato confermato anche dal |)rof. (Ihiarugi (^) che in un case simile ha visto resistenza, nelle pareti delT amnios, di ligure cariocineliche. Yenendo era a quella speciale formazione cui ho alluso desciiNendo I'endjrione B, cssa c situala ncUo spazio compreso fra 1' amnios ed il (') Eomiti, Nota 8u uu uovo uiuauo uiostruono. — Alii, della Societd Toscana di Sciunze Nalu- rali, Pisa, Novembre 1S8S. (-) His, 1. c, pag, 18. l^) Giacomini C, 1. c. (■•) Chiarugi , Intorno ail uu novo uiuauo mostruoso. — Sperimentalc, iSOt. — 166 — corion accanto alia Ncscicola ombelicale; jx^ro il siio rapixuMo (-(ui (jucsla 0 sollanlo (li viciiiaiiza. I'resonla im (liaiiu'lio inassinio di I mill, cd imo minoiL' (li 20 ccmiI. di mill. E rixcslila eslcnianHMilc da imo siralo di cclluk* fuhiclic; airinlcnio di (|ii('slo vi r iiii ammasso di cIciiK'nii, di- s[)osti irrc^^olarmciilc, rolondc^m'iaiili, di ciii la ma^gior paiU; liaiiiio im protoplasma gramdoso con iiu luicico evidenlissimo; allri invoce sono pill voliiminosl a jiroloplasma omogeneo c (juasi scmpre maiicaiiti di iiiicleo. Ccrlainento (juesli ullimi soiio in dt^goiKMa/.iom;. Kramczzo a (|iio- sli (domcnli vi o una soslanza intoroclliilarc omogcnoa, jtoco compalla lasciando (|iia r la dollc sniagliaUiro, spccialmcnlo al cenlro (t\o esisic una picTola cavila in ciii si |)osson(> nolarc alciinc di (|iielle cellule de- generate (Fig. \ •. Non ho li'ovato nella Icllcialiira die lio scorso nulla die mi possa spiegare (juesla speciale lormazione. Sollanlo nella sesla coinimicazi(me del prof, (liacomini \^) trovo descrillo iin cor|)icciolo die occupa lo spazio amnio-coriale e ri\eslilo eslernamenic da urn* siralo epildiale. lo cn^do die (jiieslo corpicciolo descrillo da (iiacomini e l;i mia lormazioiK! sieno della slessa nalnrae sono indollo a credere cosi per la simililudine die presentano nella slruUura, nel \ohimee per la seguenle circoslanza die cioe il corion presenia una prolonda insenalura non pre- cisaniente a li\ello della rormazione descritta, ma in alcune sezioni prc- cedenli ad <'ssa e nelle |)iiine die la comprendono. II prol". (Iiacomini allerma, per aver visto delle lornie di passaggio, die (jiiesli corpiccioli lianno origine daU'epitelio del corion. Audi' io lo credo, e la insenalura del corion lue lo confernierebbe. l*ero nel case noslro non |)ossiamo dire die sieno in relazione colla mancanza deirembrione e colle cisli deirani- nios come il prof, (iiacomini sarebbe disposlo a credere. * * Le gravidanze gemellari Inroiio liille riporlale ad iiiio dei seguenii \\v processi : snperfecondazione, supeiimpregnazione, e siiperletazione. Secondo (luzzi f") per su|)errecondazione si [\(^m' inlendere la leconda- zione di due o\icini apparlenenli alio slesso periodo meslruale medianle nemaspermi provenienii dallo slesso coilo. l^r suj)eriiiipregnazione. la lecondazione di due oviciiii dello stesso periodo meslruale medianle ne- maspermi di due colli diversi. Per superlelazione, la lecondazione di due oxicini di due diNersi periodi meslruali opcrala da nemaspermi di due diversi colli. (^redo die il case della superlelazione si possa siibilo esdudei'e nel noslro caso poiclie, audie senza conlare die e lulfallnt die diinoslrala la peisistenza della ovulazionc in gravidaiiza, senza contare clie I'ac- (') Giacomini, Anomaliodi sviluppo tleH'ombrioiu) uinauo.— Comuuicazioue VI.— Torino ISO'S ■ (") Cuzzi , Trattato di Ostetricia e Giuecologia, Vol. I, Parte II, pag. 771. Milano. — 167 — cosso (lei iiemaspermi e nelle tube c nella slessa eavila iilerina e luollo discutibile anche per ragioui meccaniclie, ammetteiulo anche die la sii- perl'etazioiie sia possibile, bisogna die Ira un I'eio e rallro esista una dillerenza di sviluppo di alnieno un mese. Ora nol nostro caso una certa differcnza esiste, ma e soltanto ap|)arenle poiche ho giii diniostrato die i due embrioni hanno uno sviluppo diveiso a causa del (li\erso grado di atrofia in cui sono, ed in ogni modo Ira I' uno e T altro non potrebbe esservi la dillerenza di un mese. Per conseguenza o si tralta di superfecondazione o di superinipie- gnazione, e non credo possibile riporlare il inio prodolto all' uno |)iutlo- sto che all'allro di questi due processi. Sono ambedue possibili. Dilaili sappianio che da un follicolo di Graaf si possono slaccare due ovicini invece che uno; si puo avere la rottura di due follicoli di (iiaaf appai- tenenti alio stesso ovaio e la rottura puo I'arsi o conlemporaneanienle o a distanza di tempo lino a qualche giorno (Cuzzi I. c; oppure, ed e un caso non tanto raro, si puo a\ere il distacco di un novo da un ovaio e di un altro dall'altro ovaio. Se oltie a do consideriamo che i nenia- spermi possono \ivere negli organi genitali fcmminili lino ad olto giorni e pin, facilmente potremo capire come sieno possibili (piesti due pro- cessi di superfecondazione e di superimpregnazione e quanto sia dillicile poter dire che si tratla dell' uno piuttosto die dell' altro. E poi assolutamente fuori di dubbio che in questo nostro caso non si tratti di un novo con due vescicolc germinative come fu visto una volta da Koelliker Q inquantoche se si fosse Irattato di uno di (|ue- sti uovi avremmo dovuto trovare gli annessi fetali e materni disposti molto differentemenle, ossia come lo stesso Koelliker (^) dice, in questi casi si hanno due amnios, due cordoni ombdicali, una placenta, un co- rion ed una retlessa. Invece nel mio caso abbiamo due uova intiera- mentc separate e questi casi sono spiegati da Koelliker ammettendo die i due uo\i sieno ariivati ciascuno da una tromba e che si sieno lis- sati ad una certa distanza F uno dall'altro. Inline fra I'un novo e I'altro abbiamo un setto che io considero come la fusione delle due i-ellesse. Ho fatto I'esame istologico di una porzione di queslo setto per vedere se trovavo qualche residue indicante la fusione, ma non ho tro\ato nulla. In ogni modo credo di esser autorizzato a considerarlo come la fusione delle due rellesse per la sua disposizione e per il fatto che i due corion, dappertutto provvisti di villi, ne erano s))rovvisli |)roprio nelle facce die guardavano il setto. II non aver trovato alcun segno di fusione fra le due caduche rellesse, confer ma secondo me la contem|)oraneita ddia fecondazione delle due uova da cui hanno tralto origine i due embrioni, (') Koelliker, Histologio, 5^ ediliou. (") Koelliker, Embriologie, Trad, franc, pag. 364. — 168 — il cui sviluppo in seguilo si c arreslalo prima ncl supcriore, piii tardi iiell' inlbriorc. Spiegazione delle figure. FiGURA 1. — Prodotto abortive coutenente due embrioni. — A. Embrione supe- riore. — B. Embrione inferiore. — Cv. Caduca vera. — Cr. Caduca riflessa. Grandezza naturale. FiGURA 2. -- Rappresenta la sezione 104 dell' enibrione B. — A. Amnios. — Ch. Corion. — Vo. Vescicoia ombelicale. — x. Corpicciolo ad epitelio esterno compreso nello spazio amnio-coriale. — TM. Tubo midollare. FiGURA 3. — Rappresenta una sezione della vescicoia superiore praticata in un punto in cui il condotto vitellino trovasi nello spazio amnio-coriale. — cv. Condotto vitellino. — ca. Condotto allantoideo. FiGURA 4. — II coi-picciolo x della figura 2, ingrandito e riprodotto da una se- zione piu bassa, quando esso ha acquistato il diametro massimo. Le figure 2, 3, sono riprodotte mediante l' embriografo di His con un ingrandimento di 25 diametri. II giorno 5 Luglio e morto improvvisamente il Prof. Carlo Giacomini, ord. di Anatomia umana nella Universita di Torino. Della vita e delle opere dell'insi- gne Anatomico parlererao nel prossimo numero. CosiMO Cherubim, Ammixistratore-kesponsabile. Milano - Via G-. Revere, 2. - Milano mm FABBRICA IVAZIONALE DI MICROSCOPI ED ACCESSORI DITTA FORNITRICE di tulti i Gabinetti Uiiiversitari del Regno WIICROSCOPIO GRANDE IVIODELLO con cremagiiera, apparato Abbe, diaframma ad iride, tavolino in ebanite, revolver, due obbiettivi a secco 3 e 7*, uno ad immersione omogenea Vj2") due oculari 2 e 4; il tutto posto in elegante armadietto in mogano L. 400 (infjraudimenti fino a lOuO diametri) Mm oiieltivo V15" Semlapcromatlco IMMERSIONH OMOGENF.A Obbiettivo raccomandato per la grande potenza e per la sua durata (Vedi Zeil- schrlft fur ivissenscJcaft. Alicroncopie del 12 settenibrc 1894, Band XI, Heft 2) L. 300 coi due oculari compensatori 4 ed 8. CATALOaTliENERAUr GRATIS a snnplicc ricliicsta Pmjamenli rateali mensili pei SigJ'' Ufficiali sanUari comunali. Kirenze. Stab. Tip. Fior., Via S. Gallo, 33. — 1898. ore Moiico llaliai (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) DIHETTO DAI DOTTOHI GIDLIO CHIARUGI EUGENIO FICALBI Prof, di Auatomia niuana Prof, tli Auatoiiiia coiup. e Zoologia nel R. Istituto di Studi Super, iu Fireuze nella K. University di Measiua TJfficio di Direzione ed Amministrazione : Istituto Anatomico, Firenze. 13 numeri air anno — Abbuonamento annuo L. 15. IX Anno Firenze, Settembre 1898 N, 9 SOMMABIO : Bibmoorapia. — Pag. 169-172. SuNri E JEliviSTE : Qolgi C, Sulla struttura delle cellule nervose dei gangli spi- nali, — Maggi L., Le ossa sovraorbitali nei mammiferi, — Maggi L., H ca- nale cranio-faringeo negli Ittiosauri omologo a quelle dell' uomo e d' altri Biamraiferi. — Maggi L., P^^cche osteodermiche interparietali degli Stegocefali 6 rispondenti centri di ossificazione interparietali dell'uomo. — Maggi L., Omologie craniali fra Ittiosauri e feti dell' uomo e d' altri mammiferi. — Romiti Q., H significato morfologico del processo marginale nell' osso zigo- matico umano. — Pag. 172-176. CoMUNicAzioNi Ohiginali: Spampani Q., Contribute alia conoscenza delle termi- nazioni nervose nei muscoli striati dei mammiferi. (Con tav.) — Pag. 176-17d. Necrologik: Giacomini C. — Lombardini L. — Pag. 178-184. Avverter\za Delle Comunicazioni Original! clie si pubblicano nel Moni- tore Zoologico Italiano e vietata la riprocluzione. BIBLIOGRAFiA Si da notizia soltanto dei lavori puhblicati in Italia. XVI. Vertetorati. II. PARTE ANATOMIC A. 1. Parte generale. Beaunis H. e Bouchard A. — Nuovi elementi di anatomia descrittiva e di embriologia. Terza ediz. ital. sull' ultima francese. — Milano, D^ F. Val- lardi ed. [1898]. [In corso di pubblicazioue]. Mareialis E. — Saggio di un catalog© metodico colle denominazioni dialettali delle cinque classi dei vertebrati della Sardegna. — Boll. d. Soc. Romana per gli studi zool., An. 6, Vol. 6, Fasc. 5-6, pag. 192-205. Roma, 1897. {Con- tinuaz. e fine). 170 — 3. SiSTEMA NERVOSO CENTRALE E PERIFERICO. Bottazzi F. — La fisiologia del simpatico secondo le ricerche di J. N. Langley e dei suoi collaboratori. — Riv. di Patologia nervosa e mentale, Vol. 3, Fasc. 4, pag. 145-177. Firenze, 1898. Con fig. Ceni C — SuU'eziologia delle degeuerazioni sistematiche primarie del midollo spinale. — Riv. sperim. di FreniatiHa, Vol. 23, Fasc. 3, pag. 684-692. Reggio Emilia, 1897. Ceni C. — Studio delle vie cerebro-bulbari e cerebro-cerebellari in un caso di lesione della calotta del peduncolo cerebrale. — Riv. sp>erim. di Freniatria, Vol. 24, Fasc. 1, pag. 126-161. Reggio Emilia, 1898. Con tav. Colueci. — Contributo all' anatomia dei centri visivi. — Rendic. d. R. Acrad. medico-chirurgica di Napoli, seduta del 27 Marzo 1898, in: Clinica Moder- na, An. 4, N. 22, pag. 173-174. Pisa, 1898. Gangitano F. — Sulla porencefalia: nota riassuntiva. — Atti d. R. 1st. Veneto di Sc, Lett, ed Arti, Tomo 56 {Serie 7, Tomo 9), Disp. 7, pag. 866-874. Ve- nezia, 1897-98. Legge F. — Sullo sviluppo dell' occhio pineale del Gongylus ocellatus. — Vedi M. Z., VIII, 10, 203, IX, 6. Panegrossi G. — Contributo alio studio anatomo-fisiologico dei centri dei nervi oculomotori dell' uomo. — Ricerche fatte nel Laborat. di Anatomia norm. d. R. Univ. di Roma ed in altri Laborat. biolog., Vol. 6, Fasc. 2-3, pag. 103-155. Roma, 1898. Con tav. Salvi G. — L' istogenesi e la struttura delle meningi. — Estr. di pa<7. 42 d. Atti d. Soc. Tosc. di Sc Nat. Memorie. Vol. 16. Pisa, 1898. Con tav. Salvi G. — Sopra il tentorium osseum di alcuni mammiferi. — Monitore Zool. Ital., Anno 9, N. 5, pag. 110-114. Firenze, 1898. 4. Organi di senso. Carazzi D. — Sulle funzioni dei canali semicircolari, del vestibolo e del nervo vestibolare. Nota. — Riv. di Patologia nervosa e mentale, Vol. 3, Fasc. 7 , pag. 300-306. Firenze, 1898. Luppino A. — Contributo alio sviluppo della sfera esterua dell' organo uditivo nei mammiferi. — Vedi M. Z., IX, 6, 124. 5. SCHELETRO E ArTICOLAZIONI. Coraini E. — Su le ossa bregmatiche nei fossili, del Prof. L. Maggi. Nota cri- tica. — Estr. di pag. 16 d. Atti d. Soc. Romana di Antropologia, Vol. 5, Fasc. 2. C,n 2 tav. '{1898]. Livini F. — Variety delle ossa nasali. Con 3 fig. — Monitore Zool. Ital., Anno 9, N. 5, pag. 100-105. Firenze, 1898. Maggi L. — II canale cranio-faringeo negli Ittiosauri omologo a quello del- r uomo e d' altri mammiferi. Ricerche e considerazioni. Con tav. — Estr. di pag. 12 d. Rendiconti d. R. 1st. Lomb. di Sc. e Lett., Serie 2, Vol. 31, 1898. Milano, 1898. Maggi L. — Le ossa sovraorbitali nei Mammiferi. — Estr. di pag. 11 d. Ren- dic. d. R. 1st. Lomb. di Sc. e Lett., Serie 2, Vol. 31. Milano, 1898. Con tav. Maggi L. — Intorno alle ossa bregmatiche degli Ittiosauri. — Boll, scientifico, An. 20, N. 1, pag. 6-8. Pavia, 1898. Con fig. — 171 — Maggi L. — Omologie craniali fra Ittiosauri e feti dell'uomo e d'altri Mam- miferi. Ricerclie e considerazioni relative all'ontogenia dei fossili. — Rend, cl. R. 1st. Lomb. di Sc. e Lettere, Serie 2, Vol. 31, Fasc. 19, pag. 631-641, 1898. Milano, 1898. Con tav. Staurenghi C. — Comunicazioni preventive di cranologia, — 1" Sutura lueto- pica basilars nel coniglio. — 2" Ossicini endo-bregmatici nel Bos taunts juv. — 3° Intorno all' ossetto che sovente esiste nei bambini nello spessore della dura madre che veste la estremita craniale della faccia superiore della rocca petrosa. — 4" Dell' ossificazione del frontale uraano. — Gazz. medica lomharda. An. 51, N. 11, pag. 81. Milano, 1898. Tencliiiii L. — Di una singolare varieta dell' atlante umano. — Arch, di Psi- chiatria, Sc. penali ed Antropol. crimin., Vol. 19 ( Vol. 3 d. Serie 2), Fasc. 2-3 pag. 279-282. Torino, 1898. 6. Apparecchio muscolare. Bertelli D. — Pieghe dei reni primitivi. Contributo alia morfologia e alio svi- luppo del diaframma. — Vedi M. Z., VIII, 10, 203. Bertelli D. — Sullo sviluppo del diaframma dorsale del polio. Nota prev. — Monitore Zool. Ital., Anno 9, N. 1, pag. 27. Firenze, 1898. Giannelli L. — Sopra alcune anomalie muscolari. — Atti d. R. Accad. d. Fisio- critici in Siena, Serie 4, Vol. 9 {An. 1897), pag. 65-72. Siena, 1898. Pieh. C. V. — Contributo alio studio anatomico del muscolo triangolare dello sterno. Dei vasi mammari interni e dell'apofisi ensiforme. — Giorn. d. R. Accad. di Medicina di Torino, An. 60, N. 10-12, pag. 694-710. Torino, 1897. Con tav. 8. TUBO DIGESTIVO E GHIANDOLE ANNESSE. Falcone C. — Contributo alia istogenesi ed alia struttura delle glandule sali- vari. Con 1 tav. — Monitore Zool. Ital., Anno 9, N. 1, pag. 11 a 27. Firenze, 1808. Martinelli A. — Contribuzione alio studio della topografia dei follicoli linfa- tici intestinali. — II Morgagni, An. 40, Parte I, N. 1, pag. 28-47. Milano, ' i898. Cf. M. Z., IX, 4, 80. Massari G. — Sul pancreas dei pesci, - Atti d. R. Accad. d. Lincei, An. 295 (1898), Serie 5 {Rendiconti), Vol. 7, Fasc. 5, 1'^ Semestre, pag. 134-137. Roma, 1898. Monti R — Ricerche anatomo-comparative sulla minuta innervazione degli organi trofici nei cranioti inferiori. — Torino, Rosenberg e Sellier, 1898. Un vol. in 8", di jjag. XII-148, con 12 tav. doppie. Sangalli G. — Rarissime anomale conformazioni congenite ed acquisite del pancreas e dei testicoli. — Gazz. Medica Lomharda, An.56,N. 4, pag. 31-33. Milano, 1897. 9. Apparecchio polmonare. Branchie. Timo. Tiroide. Ottolenghi S. — Sull' influenza della respirazione e della putrefazione sulla radiografia del polmone del neonato. — Rendic. d. Accad. di Medicina di Torino, Seduta d. 22 Ajyrile 1898 : in Gazz. Medica di Torino, An. 49, N. 19, pag. 377. Torino, 1898. Tarulli L. e Lo Monaco D. — Ricerche sperimentali sul timo. — Boll. d. R, Accad. Medica di Roma, An. 23, Fasc. 6, 7 e 8, pag. 311-401. Roma, 1897. 172 — 10. ApPARECCHIO URO-GENITALE. CAPSULE SURRENALI. De-Arcangelis E. — Un caso di imene atipico. — Arch, di Ostetricia e GinecoL, An. 5, N. 4, pag. 197-207. Napoli, iSUS Con fig. Ferraresi C. — Ancora sull'angolo d' inclinazione vaginale. — Rendic. Accad. d. Soc. Medico-Chirurgica di Bologna^ Seduta del 9 Luglio 1897, in: Ball. d. Sc. Mediche, Serie 7, Vol. 8, Fasc. 11, pag. 831-832. Bologna, 1897. Giacomini E. — SuUe terminazioni nervose nelle capsule surrenali degli Uc- celli. — Proc, Verbali d. Adunanze d. R. Accad. d. Fisiocritici in Siena, Se- diita d. 24 Novembre 1897, An. Accad. 206, Al 3, pag. 83-87. Siena, 1898. Cfi. M. Z., IX, 4, 80. Giacomini E. - Sopra la fine struttura delle capsule surrenali degli Aufibii. — Proc. Verb. d. Adunanze d. R. Accad. d. Fisiocritici in Siena, Seduta d. 30 Giugno 1897, An. Accad. 206, N. 2, pag. 69-77. Siena, 1898. Cf. M. Z., IX, 4, 80. Paladino G. — Sur le t3^pe de structure de I'ovaire. — Arch. Ital. de Biologic, Tome 29, Fasc. 1, j^ag. 139-143. Turin, 1898. Avec 1 planche. Trambusti A. — Sul meccanismo dell' esci'ezione e della secrezione nelle cel- lule reiiali. — Rendic. d. Accad. di Ferrara, Seduta d. 21 Marzo 1898: in Clinica Moderna, An. 4, N. 23, pag. 183. Pisa, 1898. 11. Teratologia. Banchi A. — Le anomalie della linea primitiva negli embrioni di polio. — Vedi M. Z., Vin, N.3e 7-8. Cutore G. — Un caso di epispadia in un neonato. — Estr. di pag. 12 dalla Riforma medica, Anno 14, Marzo 1898. Napoli, 1898. Con tav. Giacomini C. — Sur les anomalies de developpement de I'embryon humain. Com. X. — Vedi M. Z., VIU, 10, 203. Gradenigo G. — Su un nuovo caso di imperforazione congenita ossea della coana di destra. — Giorn. d. R. Accad. di Medicina di Torino, An. 60, N. 10-12, pag. 717-720. Torino, 1897. Monguidi C. — Contribuzione alio studio della mano torta congenita. — Arch. di Ortopedia, An. 14, Fasc. 3, pag. 145-152. Milano, 1897. Con fig. Taruffi C. — I mostri doppi con forma asimetrica. — Rendic. d. Sedide d. R. Accad. d. Sc. d. Istit. di Bologna, Sessions d. 28 Novembre 1897, in: Bull. d. Sc. Mediche, Serie 7, Vol. 9, Fasc. 1, pag. 46-49. Bologna, 1898. SUNTI E RIVISTE Golgi C. Sulla struttura delle cellule nervose dei gangli spinali. — Estr. di pag. 15 d. Boll. d. Soc. medico-chirurgica di Pavia : Comunicaz. fatta nel- I'adunanza d. 15 higlio 1898. Pavia, tip. Fusi, 1898. Con fig. In una comunicazione fatta all' Aecademia medico-chirurgica di Pavia il 19 aprile di quest'anno (V. Riassunto in M. Z, An. IX, N. 5), Golgi si intrat- teneva a descrivere un tipico apparato reticolare interno delle cellule nervose centrali e cioe delie cellule di Purkinje del cervelletto, delle cellule d'origine — 173 — del 4° nervo cerebrale, delle cellule del midoUo allungato e del midollo spi- nale : la comunicazione presente segna un passo avanti in questa serie di ricer- che. Col metodo speciale di studio, del quale I'A. promette di detfcare in seguito le norme, anche nelle grandi cellule dei gangli intervertebrali dei mamraiferi (gatti neonati, conigli, cani, bovini) Golgi ha potuto constatare 1' esistenza di un fine apparato fibrillare situato proprio nell' interno del corpo cellulare, e lasciante, come nelle cellule nervose centrali, tra il sue limite periferico e la superficie del corpo cellulai'e una zona libera. Tanta analogia mostra questo apparato reticolare delle cellule dei gangli spinali con qnello delle cellule nervose centrali che se ne puo senz'altro affermare la corrispondenza : esistono pero in pari tempo differenze cosi spiccate fra i due da risultarne per ciascuno di essi una propria e caratteristica fisionomia. In parte le dif- ferenze sono subordinate alia forma diversa delle cellule, giacche I' apparato in questione piu o meno s' adatta alia forma del corpo cellulare cui appar- tiene; ma altre ne esistono, anche all' infuori della forma d' insieme e della grandezza, delle quali si deve tener conto. Piu che un vero reticolato come nelle cellule nervose centrali, in quelle dei gangli spinali si direbbe trat- tarsi di un irregolare apparato filamehtoso piu o meno complicatamente circonvoluto e con volute assai irregolari, disposte in piani diversi del corpo cellulare : v' ha pero anche in questo caso struttura a rete, soltanto meno evidente specie negli animali giovani, mentre si fa piu marcata, piii com- plicata, piu uniforme col progredire dello sviluppo, venendo anche ad occu- pare una porzione maggiore della sostauza cellulare. Irregolare e il contegno dei fill componenti I'apparato endocellulare, vuoi per la grossezza, vuoi per la disposizione, come si puo rilevare dai preparati nei quali la reazione e riu- scita solo parzialmente : quando essa e completa (cio che non avviene di IVe- quente) apparisce ancora piu evidente che nelle cellule centrali il fatto che I'apparato reticolare mentre e abbastanza nettamente limitato all'esterno, verso r interno, o colle volute o colle propaggini, si approfondisce entro i piani piu interni del corpo cellulare, invadendo anche la zona perinucleare fino a venire a contatto col nucleo. Nei piu frequenti casi, nei quali la reazione e parzial- mente riuscita, i frammenti dell'apparato cosi messi in luce si pi-esentano colle forme piu svariate e singolari, e veggonsi situati in punti diversi del corjjo delle cellule, sebbene con carta prevalenza verso la perifex'ia. Non esisterebbe, secondo Golgi, nelle cellule dei gangli intervertebrali, una particolare legge di orientamento dell' interno apparato reticolare, come e in alcuni gruppi di cellule nervose centrali. Sono invece come in queste ul- timo abbastanza frequenti i casi, anche nelle cellule dei gangli spinali, di reazione mista, quella nera comune a tutte le cellule nervose e quelia giallo- gnola 0 giallo-bruna dell'apparato endocellulare : si osserva infatti in alcune cellule che la reazione nera e avvenuta negli strati periferici di esse, mentre I'interna sostanza cellulare, rimasta libera e quindi trasparente, lascia scorgere la delicata reazione dell'apparato endocellulare. La Nota termina con alcune considerazioni dirette a confermare quanto nella prima comunicazione I'A. faceva rilevare, che cioe non esiste corrispon- denza fra la fine particolarita di struttura delle cellule nervose da Lui messa in evidenza con questi studi e le particolarita di organizzazione recentemente de- scritte da Apathy per le cellule nervose degli invertebrati. Livini. 174 — 1. Maggi L. — Le ossa sovraorbitali nei mammifeii. — Rendiconti del R. Istituto Lombardo di scienze e lettere, Vol. XXXI, 1898. 2. Maggi L. — II caaale cranio-faringeo negli Ittiosauri omologo a quello del I'uomo e d'altri mammiferi. — {Ibid., Ibid.) 3. Maggi L. — Placche osteodermiche interparietali degli Stegocefali e rispon- denti ceiiti-i di ossificazione interparietali dell'uomo. — (Ibid,, Ibid.) 4. Maggi L — Omologie craniali Ira Ittiosauri e feti deU'uorao e d'altri mammi- feri. — (Ibid. Ibid.) 1. In questa Nota I'A., continuando i suoi importanti studi di osteologia cora- parata ricerca un punto assai iraportante di craniologia; poiche e riescito a rin- venire e determinare le ossa sopraorbitali nei mammiferi, nei quali non erano state fino ad ora accennate. Dope avere stabilito la situazione di tali ossa nei cranio dei vertebrati ; e averne determinata la omologia e la omotipia nei verte- brati inferiori, I'A. ritiene, basandosi sulle note ricerche di craniogenia, che nei mammiferi, 1' osso sopraorbitale deve essere rappresentato dall'apofisi orbitale lateral e festei-na) dalla anatomia sistematica; apofisi die trae origine da uno speciale punto di ossificazione (Ram baud e Renault). L'osso in parola sarebbe interposto tra il post-frontale (Maggi) ed il frontale medio. Nei vertebrati su- periori esso vien fuso con questo, formando 1' apofisi orbitale laterale, E riu- scito air A. trovare dei sopraorbitali distinti in alcuni crani di cane bnrhone e bull-dogg, concludendo cosi: che le dette ossa esistono realmente anche nei mammiferi. Nei cane, trovo I'A. le ossa sopraorbitali: o autonome; oppure piii o meno fuse con i frontali raedi; oppure precoci nella manifestazione dei loro centri di ossificazione e tardive nei loro accrescimento ; oppure infine mancanti nei crani piccoli di piccoli can!. 2. L'importanza di questo lavoro risiede ancora in un buon contributo alia umana Osteologia. Dimostrando I'A. come quel canale che attraversa la regione pituitaria del cranio negli Ittiosauri e che sbocca alia superficie inferiore dello sfenoide per uno o due fori non e che 1' omologo del canale cranio-faringeo dell' uomo e degli altri mammiferi, descrive dei casi di questa varieta umana: 4 dei quali ha trovati in adulti, nei Museo di Zoja. In questi nuovi casi de- scritti, si ritrovano le stesse particolarita morfologiche esistenti nei fossil i: cioe la presenza della fossetta che corrisponde alio imbocco del canale, la possibile moltiplicita dei fori o dei canali stessi sotto forma di fori pituitari ectocranici ed eiidocranici, la presenza d' un tramtizzo osseo tra i fori stessi. Cosi il significato e la omologia del canale cranio-faringeo umano veno-ono piu completamente intesi. 3. L'A., continuando ricerche anteriori, dimostra in questo lavoro come le placche osteodermiche interparietali di alcuni fossili, degli Stegocefali, sono fondamentalmente in numero di qnattro, le quali, variamente fondendosi, pos- sono ridursi 3, 2, oppure 1: posseggono differenti forme, e devono essere completamente omologizzate ad altrettanti centri di ossificazione interparietali dell' uomo. 4. In questo studio (al quale si puo anche riferire la Nota coraparsa nei Bollettino scientifico di Pavia, 1898, 1" f. « lutorno alle ossa bregmatiche degli — 175 — Ittiosauri ») 1' A. pone in rapporto morfologico i fori e le fessure che si trovano nella volta del cranio degli Ittiosauri, con le fontanelle transitorie dell' uomo e degli altri mammiferi. Senza voler dare a qiieste omologie un significato strettamente filogenetico, perclie gli Ittiosauri non sono gli antecedent! diretti dei mammiferi, pure queste omologie hanno valore per far ammettere che que- sta primitiva condizione craniale si sia svolta nel Prorettile e nel Frotamniota. Dopo aver convenientemente descritto nei vari Ittiosauri gli spazi, i fori e fessure della volta del cranio, ponendoli a raffronto con le fontanelle umane in specie, crede giustamente 1' A. che le condizioui descritte nei suddetti fossili piuttosto che filogenetiche, sieno ontogenetiche ; portando cosi con questi studj un notevole contributo alio studio embriogenico delle forme fossili, studio che va adesso incominciando. Romiti. Romiti 6. — II significato morfologico del processo marginale nell'osso zigomatico umano. — Memorie della Societd, Toscana di Scienze Naturali resklente in Pisa, An. 1898. Con tav. L'A. in questa Memoria ha tolto in esame il processo marginale dell' osso zigomatico umano nel suo significato morfologico; poiche e appunto in questo che le cognizioni degli anatomici sono assolutamente manchevoli. Dopo averne descritto un caso assai importante, ricerco la presenza del processo in parola nei crani di neonati, ove, contro la osservazione di Werfer, il processo puo trovarsi. In molte altre cose, conferma i risultati di Panichi. Inoltre viene studiata nel fresco la disposizione della fascia temporale in rapporto al tratto di osso zigomatico ove puo trovarsi il processo marginale ed a questo se esiste. Infine, le ricerche comparative hanno dato i seguenti risultati : Nei vari mammiferi esaminati, apparisoono varie gradazioni di processo marginale: dalle semplici asprezze, al processo ben sviluppato come trovasi abnormemente nell'uomo. Asprezze o scabrezze sul margine dell' osso, come trovansi nell' uomo nei gradi minori di presenza del processo marginale, esi- stono in varie Scimrnie: nell' Oraiig-Utan, nel Macaeiis ne7nest7'inus: S'porgenza. maggiore o presenza di piccolo processo marginale, e manifesta nei vari Cebus, e nel Semnopithecus nasicus. Sporgenze maggioi'i, o processi marginal! come sono quelli piii sviluppati abnormemente nell'uomo, eon i quali percio hanno perfetta analogia, trovansi tra le Proscimmie nel Tarsius spectrum (Pall.) e nel Tarsius Fischeri (Des.): ed ancor di piu tra i volitauti nel Noctilu le- porinus e nel Molossus ur sinus (Pet.), nei quali, specialmente nel prime, il processo marginale ha forma aguzza, e volurainoso, ed e diretto orizzontal- mente indietro. Ancora in altri mammiferi, oltre i ricordati, trovansi come disposizione normale, dei processi marginal! nell'osso zigomatico. Assai spiccato e il pro- cesso marginale negli Arctiodattili, nel Camelus bactrianus e nel Camelus dromedarius ; nei quali il processo si mostra come una grossa sporgenza, sea- bra e ben spiccata. Nel Bradypus cuculliger, tra gli Anisodentati, con arco zigomatico in- completo, vi e solo accenno al processo marginale. Nei Marsupiali Ditremi, nel Maqropus giganttus, VA.. ha trovato esistente il processo marginale ; come presenza di esso e nel Didelphys aurita e nel Phascolarctos cinereus. Processo - 176 — marginale e ancora nell' osso zigomatico dei Rosicanti: nel Pedetes caffer e nel Castor fiber; come nel Cricetomis gamhrianus pu6 rappresentaro il pro- cesso marginale quella eminenza rotondeggiante clie e parte nel margine su- periore dell' osso zigomatico. I^qW Hydrochoreus capyhara, il process© margi- nale, posto nel margine posteriore dell'osso, e irregolarmente scabro e sporgente. Tra i Carniiiori, nei quali la cavitk orbitaria e fusa con la fossa temporale, vi e acceuno al processo marginale, come nel Bradypus, in una sporgenza del margine superiore dell'osso zigomatico. Cosi e, ad es., nel Meles taxus, ed anche piu nella Enhydris marina; e maggiormente spiccato, nel Procyon lotor. Questa stessa dispozizione e molto accentuata nell' Ursus arc- tos, ove il processo aguzzo volge in alto ed in dietro; e la stessa sporgenza e manifesta nel Cercoleptes caicdivolvolus, ove e piccola, sottile ed aguzza. E chiaro dunque come anche il processo marginale dell'osso zigomatico dell'uomo abbia pertetto riscontro od analogia con identic! process! che nor- raalmente si trovano nell' osso zigomatico dei vertebrati inferior!. IJ Aid ore. COMUNICAZIONI ORIGINALI LABOUATORIO DI ANATOMIA NORMALE DELI.A SCUOLA ZOOJATRICA DELLA R. UNIVEUSITA DI PISA. Oontributo alia conoscenza delle terminazioni nervose nei muscoli striati dei mammiferi PER ir, DoTT. GIUSEPPE SPAMPANI. Con Tav. VI^. Kicevnta il 18 settenibre 1898. fi vietata la liproilnzioue. Dolle terminazioni nervose nei muscoli striati descritte dai varii au- tori e notevole la grande varieta morfoiogica a seconda degli animali in cui furono studiate (*). Oltreche nell' noino le terminazioni nervose nei muscoli sono state studiate fra i mammiferi nel coniglio, nel cane (■) e nel gatto ; ma per quanto lio potuto ricercare nella letteratura, non ho trovato che esistano descritte in nessuno dei mammiferi domestici maggiori. (*) In un bel lavoro e voluminoso del dott. L. T. Cipol lone dal titolo Ricerche mill' anatomia normale e patologica delle Terminazioni nervose nei muscoli striati, Roma, Tip. Nazionale di Giov.iniii Bertero, 1897, si trova osposta pressoche tiitta la letteratara aa quest' argoniento, oiide essendo questa ITTibblicazione recentissima, credo cosa inutile riportare iinche qui quosta letteratura. (") Cipol lone, op. cit. 177 Nel cavallo e iiell' asino, nei imiscoli clei qiiali, servendomi del me- todo di Golgi all' acido arsenicico e cloruro doppio di oro e di potassio tale e quale come e descritto o con lievi modilicazioni, ho potiito vedere come haiino fine le fibre nervose, abbiamo come negii altri mammiferi, il tipo delle terminazioni a placca motrice. Da iin fascetto, chc staccatos! da uno maggiore, decorre perpendico- larmente o piii o meno obliqiio alle fibre miiscolai'i, si staccano via, via a diverse altezze, fibrille clie dopo breve percorso vanno a finire ramilicandosi e slargandosi in varie maniere ad una fibra muscolare. Cosi nel complesso ognuno di questi fascetti terminali, se si os- serva a debole ingrandimento, ha 1' aspetto di un piccolo alberetto a rami molteplici, staccantisi ad angolo piii o meno acuto, semplici, cioe non sub-ramificati, e bruchi aventi solo una specie di foglia (costituita dalla placca) alia loro terminazione. Se con forte ingrandimento del microscopio prendiamo partita- mente in esame ciascuna di queste terminazioni troviamo delle forme svariate, di cui nella Tavola qui unita, son raffigurate solo le principals In generate la fibrilla nervosa colle sue guaine arrivata in vici- nanza delta terminazione, lascia per un piccolo tratto tutte queste guaine riducendosi al solo cilindrasse. Dopo pero si vede ramilicarsi piii o meno in diverse guise e ciascun ramo torna ad ingrossare ad un tratto come se si rivestisse di nuovo di una grossa guaina mielinica, che da a ciascuno di questi rami grande spessore ed aspetto varicoso o come se la fibrilla nervosa si allargasse ad un tratto per avere maggiore superficie di contatto. Vera- mente si capisce male un nuovo rivestimento di mielina perche (|uestache ovunque si suppone abbia azione isolatrice qui ne dovrebbe avere una in- versa. Possiamo avere la divisione in due soli rami irregolari e tortuosi e questi esser disposti in modo da formare grossolanamente un V (fig. I). In- torno alle due branche di questo stanno grossi nuclei fondamentali, a conte- nuto d'aspetto granuloso, ad alcuni dei quali ynf) alcune volte pare che ar- rivino dei ramuscoli emananti dal cilindrasse. Ciascuna branca poi di questa specie di V alia sua estremita si piega ad angolo piii o'meno acuto rivolgen- dosiin fuori e correndo per breve tratto retta o ondeggiata o|)|)ure Ibrmando delle specie di piccoli c. Un' altra varieta si ha quando questa ripiega- tura delle bi-anche avviene in vicinanza dell' inforcatura del V (fig. 2). Nella maggior parte dei casi pero la fibrilla nervosa arriA ata alia libra muscolare si spoglia al solito, per brevissimo tratto delle guaine, rimanendo nudo il cilindrasse, ma poi queslo, anziche in due, si divide in un numero piii o meno grande di ramificazioni, le ({uali si rivestono di membrana d' apparenza mielinica prendendo percio aspetto varicoso e 178 alcune anastomizzandosi altre no, formano dcllc specie d' inti-ecei piii o ineno coinplicati, fra le maglie, o 1' apparenza di maglie, delle ((uali si veggono nuclei fondamentali chiari, |)ieni di minute granulazioni, ad al- cuni (lei quali, al solito, senibrano arrivare filament] sottilissimi staccan- tisi dal cilindrasse. (Fig. Ill e IV). Fin qui nei muscoli striati dell'asino, Nelle preparazioni clie io ho ottenuto di terminazioni motrici delle fibre nervose nei muscoli sliiati del cavallo, il cilindrasse non si spoglierebbe delle sue guaine, special- mente della mielinica, fin proprio al momento della lormazione delta placca motrice, dove si spoglierebbe per tanto piccolo tratto da dare I'aspetto in quel punto di un vero strozzamento di Ranvier. Da questo punto si risohe in tanti rami terminali, i quali si rivestono di un grosso strato di apparenza mielinica, prendendo grosso s|)essore e aspetto varicose. Questi rami avendo presso a poco tutti la medesima lunghezza costituiscono un' arborizzazione terminate disposta su per giii in modo da determinare una specie di disco. Ogni singolo segmento terminale costi- tuente la placca net mezzo, in generate, si fa piii fino, e finisce poi in una specie di rigonfiamento. Fra questi rami sparsi nella sostanza Ibn- damentale stanno nuclei d' aspetto granuloso come quelli sopra descritti nelle placche motrici dell' asino. Settembre 1898. Spiegazione delle Figure. FiGURA I, II, III, IV. — Terminazioni nervose nei muscoli striati dell' Asino. — S. Strozzamenti di Ranvier. — nf. Nuclei fondamentali. — n Ramuscoli terminali. FiGURA V e VI. — Terminazioni nervose nei muscoli striati del Cavallo. — S. Strozzamenti di Ranvier. — nf. Nuclei fondamentali. Hartnack Oc. 4. Ob. 9. Immersione omoarenea. CARLO GIACOMINI Grave fu senza dubbio la perdita patita dalla Anatomia Italiana per la morte di Carlo Giacomini, avvenuta inopinatamente in Torino, la mattina del 5 luglio ultimo scorso. Che grave fosse la sciagura, dimostrarono: lo sbigottimento dello Studio to- rinese, il quale perdeva in Lui uao dei piu laboriosi ricercatori ed uno dei piu efficaci ed amati insegnanti ; il cordoglio della forte citta , che piangeva, con la illustre Universitii,, un cliiaro cittadiuo ; il lutto di tutte le Scuole di Ana- tomia, clie erano vivamente amareggiate per la mancanza di tanto Collega; — 179 — il muto doloi'e dei fidati amici, che neH'amico perduto sentivano mancar loro qualcosa del proprio animo. Professori, student! e cittadinanza torinese, coUeghi dalle alti-e University, corpi scientifici, autorita di ogni sorta, effeaneridi di ogni partito fecero grande onoranza attorno la salma di Carlo Giacomini; che con stoica fermezza voile che il corpo suo fosse tutto di quella Anatomia che sovra ogni cosa amo; e ri- posasse, come genio tutelare, in quel Museo al quale Ei diede tutta la sua attivitk, tutta la sua forza. E chi adesso deve scrivere, con il cuore in lacrime, dell'uomo e dell'opera sua, compie un santo dovere verso una amicizia, serena come per I'uomo, alta e spassiouata come per I'opera di Lui, Carlo Giacomini nacque a Sale, in quel di Tortona, il 25 novembre 1840. Perde presto i genitori, ed un suo affettuoso congiunto Gedeone Alvigini, che qui si ricorda a titolo di onore, Lui orfano accolse ed educo (^). Venuto stu- dente nella Universita di Torino, vi fu allievo Mauriziano, e nel luglio 1864 si laureo. Furono suoi compagni di corso, tra gli altri : Mosso, Pag Hani, Fubini orora dipartitosi da noi, Valerani, Berruti, Ramello, i quali tutti ben ri- cordano e ricordavano le ottime qualita del cuore e della mente che ebbe il loro antico condiscepolo, Finiti gli studi, dovette ridursi medico condotto a Retorbido nel Vogherese, ove stette due anni; ma non si sentiva chiamato per tale ufficio. Nel 1866 torno a Torino, ove la Universita andava formandosi forte centx'o di studi : e poco dopo, scoppiata la guerra con I'Austria, Ei fece il dover suo come medico volontario nelle ambulanze. Finita la guerra Carlo Giacomini fu nominato assistente nel Sifilicomio, e quindi Settore nell'Istituto Anatomico di Torino, ed in questo primo periodo deH'atLivita sua, si volse piii a studi e pubblicazioni sifilopatiche, piuttosto che anatomiche. Nel 1870 offri pure I'opera sua nella guerra franco-prussiana, come medico di quella ambulanza tori" nese, che in quella circostanza nobilmente si condusse nella missione umanitaria che spontaneamente si prefisse. In seguito, pur dividendo I'opera sua tra la Clinica e I'Anatoraia, Carlo Giacomini gx-adatamente lascio la prima, per concentrarsi nella seconda, spintovi da naturale impulse della sua mente. Divenne prima Settore-capo dell' Istituto anatomico torinese, quindi Incaricato per I'Anatomia topografica. Rimasta vacante la cattedra di Anatomia umana, per la prematura morte del compianto Delorenzi, Carlo Giacomini non ne trovo tanto facile la via alia successione. Egli e che in quel periodo di tempo in Italia I'Anatomia si trovava in uno stadio di transizione, e percio i giudizi su di essa erano ec- cessivamente passionati. Non eran piu le classiche tradizioni di Malpighi, di Scarpa, di Panizza; ma da un lato era la scuola morfologica pura, dall'altro lo esclusivismo istologico ed anatomico-comparativo : questo anzi guardava con forse eccessivo disprezzo il primo; che, a sua volta, reputava quasi inutile I'altro. E siccome, come d'ogni altra cosa umana, la passione aveva il soprav- vento sul giudizio, non di rado avveniva che i meriti anatomici eran decisi piu con criterio personale e scuolastico che seguendo giustizia. Carlo Giacomini che si era fatto da se, che aveva dell'Anatomia dell'uomo il concetto giusto, che con (*) Vedi la dedica aftettuoaa che a questo coDgiunto amato fece Giacomiui uella sna tesi « Sulla prematura divisione dell' arteria del braccio ». — 180 ~ ammirabile esempio gradatamente andava completandosi in quelle parti delle discipline anatomiche nelle quali giustamente si sentiva manclievole ; poiche niuno puo da principio esser completo in alcun ramo dello scibile, Carlo Giaco- mini forse dapprima non fu giustamente apprezzalo nel valore anatomico suo. Ma e giusto si dica che I'attivita sua ognora crescente e sempre piu fruttuosa, la viva passione per I'Anatomia, la bonta nell'insegnare, I'andare perfezionandosi per mirabile opera propria, lo usare nella necessaria lotta per la vita le armi onestamente migliori, il possedere I'integrita dell'animo e la meritata e giustili- cata simpatia da parte degli studenti ; tutte queste cose gli volsero si favorevol- mente I'animo dei CoUeghi, clie gradatamente pote divenire prima Straordinario, poi finaimente Professors ordinario di Anatomia umana in Torino nel 1880. E questo modo, lento ma sicuro, di salire Carlo Giacomini la cattedra torinese e prova migliore del valor suo e della giustizia degli uomini. Da quest'epoca fino al giorno nefasto della sua morte, 1' attivita di Carlo Giacomini fu continua e di grande importanza nel progresso dell'i^natoraia. L'opera sua quale insegnante fu veramente magistrale: ben pochi potevano trasfondere negli uditori quella bramosia di sapere per mezzo di una esposi- zione cbiara, lucida, ben ordinata e completa, come il Nostro. Donde scaturiva quella continua corrente di simpatia con gli studenti; simpatia che aveva sue radici nel valore e nella bonta del maestro, e non in concessioni fatte per paura o per malsana popolaritS,, e nemmeno basata sulla necessita del compatimento. E lo prova il fatto che Carlo Giacomini se era amato dagli studenti, ne era anche temuto; poiche sapendo di aver fatto molto, molto giustamente esigeva da loro. Dell'opera sua come ricercatore, opera mirabile se si pensa alia vastita dei doveri che come insegnante ha, nelle nostre scuole, un professore di Ana- tomi umana, verra detto innanzi. E Carlo Giacomini aveva poi un'altra serie di doveri, ai quali accudeva con passione :i doveri sociali dei sodalizi scientifici ai quali apparteneva. L'Accademia delle Scienze Torinese, lo aveva tra i suoi pill diligenti: I'Accademia di Medicina, lo tenne sempre amoroso Bibliotecario; ed il legato di L. 25,000 che ad essa lascio, mostra con quanto amore la pre- dilesse. Le qualita morali del compianto amico davano ampia ragione della univer- sale amorosa estimazione che lo circondava. Niuno ebbe nemico: anche i neces- sari avversari che poteva avere in alcun giudizio o nel modo di intendere la scienza nostra e le interpretazioni sue, lo avevano caro. Le dot! dell'animo do- minanti in Carlo Giacomini furono: la sincera modestia, la serenita nel giudi- zio, la indipendenza del carattere, il sentire nobilmente delicate. La modestia sua appariva in ogni suo atto: egli schivava assai parlare di se e delle cose sue, ne voleva apparire in quella grandezza alia quale giustamente l'opera sua gli dava diritto. Vengono alia mente le parole usate dal sommo Poeta nel Convito: « non e uomo che sia di se vero e giusto estimatore: tanto la propria carita ne inganna. » Rifuggiva (e forse troppo eccessivamente) riunioni, convegni, e tutto cio che poteva porlo in evidenza; e di ci6 i fidati bellamente ne lo rimpro- veravano: ma in Lui era quella una dote naturale radicata nell'animo, ne cer- tamente apparenza artificiosa. Nel dare giudizio, ben pochi uomini si possono trovare che come il Nostro lo esprimessero sereno ed equanime. Quando sedeva giudice, che la stima universale sempre lo additava per primo; oppure quando doveva o voleva dar parere in opere altrui, aveva solaraente per guida la giu- stizia, la veriti; o, meglio, cio che alia retta coscienza sua pareva tale. E si dice — 181 — cosi perche I'opera scientifica puo esser giudicata da un punto di vista speciale, che puo differire da una mente ad un'altra; ma che deve essere sempre elevato ed impersonale perche sia ritenuto stimabile. Mai Carlo G-iacomini si lascio abbagliare da fugaci simpatie e da fruttuose opportunita; ne dal labbro sue usciva mai espressione di risentimento personale per chi, non avendo diviso il suo modo di vedere nello avviamento generale della disciplina alia quale Ei si era dato, lo aveva dovuto combattere. Che seutiase delicatamente, lo provano i benefici che tacitamente ma ampiamente elargiva; le alte ed elevate idee di fratellanza universale che aveva, e che lascio scritte in certi appunti notati quando in qualita di medico-soldato prestava I'opera sua in guerra; e le giuste idee di amore e di ajuto sociale che esprimeva negli amichevoli conversari. Da tutte queste cose che vengono ora dette, scaturiva anche quella alta indipendenza di carattere che in Lui ei'a tanto tenacemente espressiva. Se la licordanza di Carlo Giacomini riman fissa nell'animo dei suoi nume- rosi scolari per la invidiabile efficacia dello insegnare; e se il Museo Anatomico Torinese conserva I'orma gloriosa del di Lui passaggio, il nome suo rimane onoratamente additato ai futuri per I'opera anatomica che lascio a patrimonio comune. Scrivendo per gli Anatomici in questo Giornale Anatomico Italiano, che ebbe sempre dal Nostro incoraggiamento e favore, pare inutile fare del- 1' opera scientifica di Carlo Giacomini una estesa recensione Ognun sa come, oltre una buona serie di lavori che toccano ed illustrano punti importanti del- I'Anatomia dell'uomo, le ricercho classiche sue, quelle alle quali piu specialmente e legato il suo nome, sono: sulla Anatomia e sulla Teratologia delV Encefalo; suUa Anatomia del Negro; sulle Anomalie di sviluppo dell' Emhrione umano. Queste serie di lavori hanno tutte, e potentemente, contribuito a progredire le conoscenze nostre in quei vari Capitoli di Morfologia; ed e piu specialmente notevole in essi la copia grande dei fatti esposti con esattezza anatomica e con verita scientifica, e la sobrieta grande nello scendere a conclusioni generali. Molto lavoro e molto materiale di studio rimane incompleto e non ancora utiliz- zato da quella mente attiva da quell' uomo laborioso che anche nei preludi del male che doveva si spietatamente spengerlo, anche durante dolorose malattie che ne fiaccavano la resistenza, pensava sempre alia sua Scienza, alia sua Scuola! Lavori pubblicati da Carlo G-iacomini: L' avvelenamonto per stricnina, il cholera e la respirazione artificialo (Osservatore ■ Gazzetta dcUe Cli- niche, n. 9, vol. ill, 1867). Storia di vm' epidemia di cholerina (Ibidem, un. 21-23, vol. in, 1867). Accidenti blenorragici — Infiammazione ed ascessi dei follicoli mucipari dell'uretra, dalle ghiandole del Cooper e della prostata {Ibidem, 1869). Blenorragia e sua natui-a (Ibidem, un. 48-49, vol, iv, 1868). Kota per serrire alio studio degli ascessi blouorragici (Ibidem, vol. vii, n. 38— 1871). Sifilide cerebrale, afasia ed amnesia (Ibidem, 1869). Nnovo processo per 1' operazione del fiiuosi secoudo il metodo della circoncisione (Ibidem, 1870), lunesto epidermico per sifilide goinmosa (Ibidem, u. 36, vol vii, 1871). Aliiueutazione di Parigi durante 1' asaedio e sue consegueuze (Ibidem, 1871), Auomalie dei uervi della mauo (cou tavole) {Giornale della B. Accademia di Medicina di Torino, gen- naio 1872). 182 — Oaservazioni auatomicho per aerviro alio stiulio della circolazioue venosa delle eatremitii inferiori (Ibidem, 1873), Sopra (li im' ampia conumicazione tra la vena porta e le vene iliache ili destra (con due tavole). Tra- dotta ia francese dai dott. Lab bee et Aubeau {Ibidem, noveiubre 1873). Snl cysticercua celluloaae homiuia e aulla taeuia raediocanellate {Idem, 1874). Delia prematura diFisione della arteria del braccio (con cinciue tavole) 1874. Una microcefala — osservazioni auatoHiiche ed antropologiche (con quattro tavole) (Qioniale della li. Accademia di 3Iedicina di Torino, 1876). Esportazione di gran parte delle osaa del cranio e della faccia per sifllide (con due tavole) (Ibidem, dicembre 1876). Eaperienze sui moviinenti del ccrvello nell' uomo (con due tavole). (In collaborazione col prof. An- gelo Mosao. Archivio per le seienze mediche. vol. I, 1876), Guida alio studio sulle circonvoluzioui cerebrali dell' uomo (1» ediz. — 1878). Nuovo processo per la conservazioco del cervello (Giornale della R. Accademia di Medicina di lorino, 1878), Topografia della sciasura di K o 1 a n d o (Ibidem, 1878). Varieti\ delle circonvoluzioui cerebrali dell' uomo (Ibidem, 1881). Benderella dell' Uncus dell' hippocainpo del cervello umano e negli animali (con tavole) {Ibidem, 1882). Sezioni niicroscopiche dell' intero eucefalo umano (Ibidem, 1882). Fascia dentata del grande hippocampo nel cervello umano (con tavole) Ibidem, 1883). Sulla qnestione dei cervelli dei delinquent! — Lettera al prof. Benedikt di Vienna {Osservatore - Gazzetta delle Cliniche, lb83). Nuovo microscopio per 1' eaame delle sezioni dell' intero eucefalo umano (Giornale della B. Accademia di Medicina di lorino, 1883). Nuovo processo per la conservazione delle sezioni di cadaveri congelati (Ibidem, 1883). Prematura diviaione delle arterie del braccio : sotto-varietA mediana (Oiservatore - Gazsetta delle Cli- niche, 1884). Contribute alio atndio della microcefalia (Archivio di Psichiatria, ecc, 1884, ed Atti della E. Acca demia di Medicina di Torino, 1884). Guida alio studio delle circonvoluzioui cerebrali (2* ediz., 1884). Nuovo processo di conservazione delle sezioni microscopiche ( Osservalore - Gazzetta delle Cliniche nn. 22-23-24, 1885). Topografia del cuore (Ibidem, 1886). Deir esistenza dell' os odontoideum nell' uomo (con tavole) {Giornale della Rcale Accademia di Medi- cina di Torino, 1886). Ossificazione della troclea del M. grande oblique dell' occhio (con tavole) {Ibidem, 1886). Sul canale neuroenterico e sul canale anale (con tavole) {Ibidem, un. 4-5, 1888). Taratogenia sperimentale nei mamuiiferi (Ibidem, nn. 6-7, 18S9). I cervelli dei microcefali (cen tavole) {Ibidem, 1890). Sul cervello di un Cinpanze (cou tavole) (Atti della R. Accademia d. seienze di Torino, 1889). Sul coeloma eaterno e sal magma reticularis (con tavole) ( Giornale della Reale Accademia di Medicina di Torino, nn. 6-7, vol. XLI, anno lvi, 1893). Influenza dell' aria rarefatta aullo sviluppo dell' uovo di polio {Idem, n. 11, 1894). Anatomia del negro (cinque memorie) {Ibidem, 1878-1882-1884-1887-1892). (Giorn. d. R. Accad. di Me- dicina di Torino). Sulle anomalie di sviluppo dell' embrione um.ano (11 memorie) {Atti della Reale Accademia delle seienze di Torino, 1887-1897). I problomi che sorgono dallo studio delle anomalie dell embrione uraauo (Die Probleme wolche sicli aus dem .Studium der Entwickelungsanomalien des menscblichen Embryoa ergeben) {Ergebnisse der Anatomic und Entwickelungsgeschichhte, Mer,kel n. Bonnet, 1896). La plica semilunaris e la laringe nolle scimmie antropomorfe {Giornale della It. Accademia di Medi- cina di Torino, nn. 7-9, 1897), Un ovo umano di 11 giorni {Ibidem, nn. 10-12, vol. Ill, anno lx, 1897}. Guglielmo Roiniti. — 183 — LUiGI LOMBARDiNI Luigi Lombardini, Professore ordinario di Anatomia generale e de- scrittiva dei Vei-tebrati domestici, morto in Pisa il di 27 giugno 1898, nacque a Poggibonsi 1' 11 aprile 1831. Fatti i suoi studi regolari, si ridusse in Bologna ove, con Maestri del valore di un Alessandrini e con condiscepoli quali un Ercolani, compi gli studi di Mediciiia Veterinaria. Fu Professore di Veterina- ria nel Liceo Pistoiese: nel 1859 venne a Pisa, ove insegno Anatomia Veteri- naria e diresse la Scuola, che deve alia ferma attivita di lui se pote aver sede ed ordinaraeuto altamente conforme ai bisogni suoi. Come uomo, Luigi Lom- bardini fu laborioso, fedele al dover suo, rigido ed inflessibile nei suoi diritti e nel suo tenor di vita, leale con tutti. Fu anche insegnante efficace, forbito scrittore e felice parlatore, ricordando, come Pietro Duranti che gli fu affe- zionato araico, il comune bel parlare senese. I lavori di natura anatomica, dei quali solamente pu6 e sa occuparsi chi adesso scrive, sono piu specialmente relativi alia anatomia del Cammello: alia anatomia della placenta in alcuni ordini dei Mammiferi, alia produzione artifi- ciale delle mostruosita. Di queste tre serie di lavori, quelli che hanno indubbia- mente maggior valore anatomico, e che formano la prova piu convincente della bonta deir intelletto di Lombardini, sono quelli ultimi ricordati, sulla produ- zione artificiale delle mostruosita. II libro nel quale sono consegnati i resultati degli studi di Lombardini comparve in Pisa nel 1868; e questa circostanza di tempo ha importanza perche le sue ricerclie precedettero assai quelle estese in proposito dagli odierni ricercatori. II Nostro, dopo aver esposto nelle prime parti del libro i risultati dei lavori altrui (allora ben limitati), rende noti nella seconda parte quelli propri, che condusse nelle nova incubate del polio e in quelle fecondate della rana. Specialmente la differeute posizione dell' novo di polio, il coprire in tutta od in parte la superficie delle stesse uova con sostanze impermeabili; e piu estesamente 1' azione elettrica suUe uova di uccelli e su quelle di rana. Queste cose di Lombardini sarebbe desiderabile che fossero lette da tutti coloro che si occupano di simili esperienze; poiche, oltre 1' impor- tanza dei risultati, I'ordine della esposizione, la sobrieta delle conclusioni e la forma bellissima del dire tengono assorbita 1' attenzione del lettore. Lavori principali pubblicati dal Prof. Luigi Lombardini: Origine e progress! della Zooiatria. — Prolezione. — Pisa, 1860. lutorno ad uu mostro apparteneute al genere Ehinocephalus di J. Geoffroy de Saint-Hilaire. — Pisa, 1862. Eicordi intorno alia classe Zootecnica della Esposizione italiaua del 1861. — Firenze, 1868. Intorno alia genesi delle foroie organiche irregolari negli uccelli e nei batrachidi. — Ricerche. — Pisa, 1868, Kicerche nei C'ammelli. — Pisa, 1879. Notizie snlla vita e sngli scritti del Prof. Pietro Burresi. — Pisa, 1885. TJtero della cavalla nei priiui mesi della gravidauza. — Pisa, 1886. Sullo stato sauitario del bestiame nella Provincia di Pisa. — Pisa, 1886. Sulla placenta. — Annotazioui. — Pisa, 1889. Parole prouunziate all' apertura del Congresso dei docenti e pratici veterinari. — Pisa, 1891. Snlla placenta. — Ricerche. — Pisa, 1897. * Guglielmo Romiti. GosiMO Gherublni, Amministratoke-kesponsabile. — 184 — mi Milano- Via G-. Revere, S.-Milano INICA FABBIIICA KAZIONALE Dl MICROSCOPI ED ACCESSORI DITTA FORNITRICE di tutti i Gabinetti Universitari del Regno IVIICROSCOPIO GRANDE MODELLO con cremagliera, apparato Abbe, diaframma ad iride, tavolino in ebanite, revolver, due obbiettivi a secco 3 e 7*, uno ad immersione omogenea Via") *l'i6 oculari 2 e 4; il tutto posto in elegante armadietto in mogano L. 400 {ingrandimenti fino a 1000 diametri) Mm olMeltiyo Vis" SemlapocroDiatlco IMMERSIONE OMOGENEA Obbiettivo raccomandato per la grande potenza e per la sua durata (Vedi Zeit- schrift fiir wissenschaft. Microscopic del 12 settembre 1894, Band XI, Heft 2) L. 200 coi due oculari compensatori 4 ea 8. 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SuNTi E RivjSTii : Ascoli M., Sull' ematopoesi nella Lampreda. — Fo^ P., Contri- buzione alio studio della istologia normale e patologica del midollo delle ossa. — Levi Q., Sulla cariocinesi delle cellule nervose, — Colpi A., Sulla struttura dell' amnios. — Livini F., Sulla istogenesi della trachea. — Salvi Q., Ai^teria dorsalis pedis. Uicerche morfologlche e comparative. — Vram U. Q., Studio sui denti molari umani. — Pag. 189-193. CoMUNicAzioNi Originali: Bertelli D., Contributo alia morfologia ed alio sviluppo del diaframma ornitico. (Con tav. VIP). — Pag. 195-204. Avverter\za Delle Comunicazioni Originali che si pubblicano nel Moni- tore Zoologico Italiano e vietata la riproduzione. BIBLIOGRAFIA H Si da notizia soltanto del lavorl pubblicati in Italia. III. PARTE ZOOLOGICA. 1. Parte generale. Fauna. Marcialis E. — Saggio di un catalogo metodico colle denominazioni dialettali delle cinque classi del Vertebrati della Sardegna. — Cf. M. Z., IX, 9, 169. 3. Pesci. Facciola L. — Sunto di alcune ricerche su 1' organizzazione e lo sviluppo dei Leptocefalidi. — Vedi M. Z., VIII, 10, 203. Facciola L. -II maschio del Conger comune non si conosce. — II Naturalista Siciliano, Aii. 2 {Nuova Serie), N. 5-8, pag. 174-176. Palermo, 1898. Facciola L. — Date di cattura di larva di Murenoidi. — Giorn. ital. di Pesca e Acquicultura, Anno 2, N. 4, pag. 103-105. Roma, 1898. Grassi e Calandruccio. — Ulteriori ricerche suUa metamorfosi dei Murenoidi. — Vedi M. Z., VIII, 10, 203. Pavesi P. — Un Coiegono nel Ticino. — Boll, scientifico, An. 20, N. 1, pag. 8-9. Pavia, 1898. — 186 — 4. Anfibii. Boulenger G. A. — Vedi a Rettili Depoli G. — Vedi a Rettili. 5. Rettili. Boulenger G. A. — A list of Reptiles, Batrachians. and Fishes collected by cav. Guido Boggiani in the Northern Chaco. — Estr. di pag. 3 d. Annali d. Museo Civico di St. Nat. di Genova, Serie 2, Vol. 19 [3'J), 14 Luglio 1898. Genova, tip. Sordo-muti. Boulenger G. A. — A list of the Reptiles and Batrachians collected by the late Prof. L. Balzan in Bolivia. — Estr. di pag. 6 d. Annali d. Museo Civico di St. Nat. di Genova, Serie 2, Vol. 19 {39), 15 Luglio 1898. Genova, tip. Surdo-muti. Depoli G. — I Rettili e gli Anfibi del territorio di Fiuiue. — Rivista ital. di Sc. Nat. Anno 18, N. 5-6, pag. 47-50. Siena, 1S98. 6. UCCELLI. — Catture di specie rare od avventizie e note ornitologiche. - Cacce e passaggi. - Variety, mostruosita, ibridismi. — Avicida, giornale ornitol. italiano, Anno 1. Siena, 1897. Passim. Angelini G. -- Saxirola melanoleuca e S. occidentalis. — Avicula, giornale ornitol. italiano, Anno 2, N. 9, pag. 69-70. Siena, 1898. Angelini G. — Osservazioni intorno alia Saxicola melanoleuca (Guld.) ed alia *S'. occidentalis (Salvad,). — Boll. d. Soc. romana per gli studi zool., An. 7, Vol. 7, Fasc. I e 2, pag. 50-51. Roma, 1898. Arrigoni Degli Oddi E. — Le recenti comparse del Puffinus Kuhli fBoie) nel Veneziano. — Atti d. Soc. Ital. di Sc. Nat. e d. Museo Civico di St. Nat. in Milano, Vol. 37, Fasc. 2, pag. 211-213. Milano, 1898. Arrigoni Degli Oddi E. — Nota sopra una varieta di colorito osservata in un^ Anas hoscas Linn. — Atti d. Soc. Ital. di Sc. Nat. e d. Museo Civico di St. Nat. in Milano, Vol. 37, Fasc. 2, pag. 208-210. Milano, 1898. Bonomi A. — Una nuova sottospecie di Emberiza schoeniclus Linn, o miglia- rino di palude. — Avicula, giorn. ornitologico ital., Anno 2, N. 9, pag. 65-69. Siena, 1898. Cannaviello E. — Nuove specie di Uccelli che hanuo nidificato nella prov. di Napoli dal 1895 al 1897. ~ Avicida, giorn. ornitologico ital., Anno 2, N. 7, pag. 5. Siena, 1898. Cannaviello E. — Su taluni uccelli dell a Colonia Eritrea. — Rendic. d. Accad. d. Sc. fis. e matem. {Sez. d. Soc. r. di Napoli), Serie 3, An. 37, Vol. 4, Fasc. 2, pag. 50-61; adananza d. 5 Febbraio 1898. Napoli, 1898. Damiani G. — Sul giusto valore degli attributi di frequenza in rapporto alle migrazioni degli uccelli. — Avicula, giorn. ornitologico ital.. Anno 2, N. 8, pag 50-54 ; N. 9, pag. 81-83. Siena, 1898. Damiani G. — Su i Puffinus dell' Elba. —Avicula, giorn. ornitologico ital.. Anno 2, N. 8, pag. 36-39. Siena, 1898. De Bonis A. — Note ornitologiche sulla provincia di Belluno. — Avicida, giorn. ornitologico ital., Anno 2, N. 7, j)ag. 4-5. Siena, 1898. De Ceglie F. — Note ornitologiche dal 1" Decembre 1897 a tutto Geunajo 1898. (Taranto). — Avicula. giorn. ornitologico ital., Anno 2. N. 9, pag. 72. Siena, 1898. — 187 — Dei A. — Effetti della prigionia molto ristretta e prolungata osservati in una giovane starna. — Rivista ital. di Sc. Nat., Anno 18, N. 1-2, pag. 10-12. Siena, 1898. Pabani C. — II letargo negli Uccelli. — Atti d. Accad. Pontificia d. Nnovi Lincei, An. 51, Sess. 5, pag. 83-98. Roma, 1898. Falconieri di Carpegna G. — Cattura di un Venturone (Chrysomitris citri- nella Bole) neli' agro romano. — Boll. d. Soc. Romana per gli studi zool., An. 6, Vol. 6, Fasc. 5-6, pag. 211-212. Roma, 1897. Falconieri di Carpegna G. — Importanti catture nella regione romana. — Avicnla, giorn. ornitologico ital., Anno 2, N. 7, j)ag. 2-3. Siena, 1898. Perragni O. — II Fhylloscopus tristis, Blyth. Lui siberiano, trovato per la prima volta in Italia. — Avicula, giorn. ornitologico ital.. Anno 2, N. 7, pag. 1-2. Siena, 1898. Gioli G-. — Note ornitologiche del Pisano. — Avicula, giorn. ornitologico ital.. Anno 2, N. 7, pag. 3-4. Siena, 1898. Griffoli G A. — Lettera suUa nuova cattura fatta in Italia della Chettusia gregaria Bonap., e aggiunta del Prof. A Carruccio. — Boll. d. Soc. romana p. gli studi zool., An. 7, Vol. 7, Fasc. 1 e 2, pag. 76-79. Roma, 1898. GriflFoIi G. A. — Dalla Val di Chiana; notizie di caccia e note ornitologiche. — Avicida, giorn. ornitologico ital.. Anno 2, N. 9, j)ag. 71. Siena, 1898. Pavesi P. — Calendario ornitologico pavese 1895-97. — Avicula, giorn. or- nitologico ital., Anno 2, N. 7, pag. 14-19. Siena, 1898. Continuaz. e fine {vedi annata precedente). Tait A. — Raccolta di osservazioni ornitologiche per servire alio studio del- I'Avifauna tridentina. — Avicula, giorn. ornitologicu ital.. Anno 2, N. 7, pag. 19-22; N. 8, pag. 43-48; N. 9, pag. 86-90. Siena, 1898. Continuazione e fine {vedi annata precedente). Vallon G. — Alcuni uccelli molto rari per la provincia del Friuli. — Avicida giorn. ornitologico ital., Anno 2. N. 7 , pag. 7-10; N. 8, pag. 48-50. Sie- na, 1898. Continuazione e fine (vedi annata precedente). 1. Mammiferi. Franzoi P. — Ancora qualche cosa sul Physeter rnacrocephalus. — Rivista ital. di Sc. Nat., Anno 18, N. 1-2, pag. 7-8. Siena, 1898. Sordelli P. — Intorno ad una collezione di corna di antilopidi donata al Mu- seo Civico dal sig. Giovanni Masiui. — Atti d. Soc. Ital. di Sc. Nat. e d. Mu- seo Civico di St. Nat. in Mila.no, Vol. 37, Fasc. 3, pag. 260-268. Milano, 1898. Sperino G. — Anatomia del Cimpanze {Anthropopithecus troglodytes Troues- sart) in rapporto con quella degli altri autropoidi e dell' uomo. — Vedi M. Z., IX, 4, 78. Thomas Oldfleld. — Viaggio di Lamberto Loria nella Papuasia orientals. XX. Desctiptions of two new Cuscuses {Phalanger) obtained by D'". Loria in British new Guinea. — Estr. di pag. 4 d. Annali d. Museo Civico di St. Nat. di Genova, Serie 2, Vol. 19 (39), 28 Maggio 1898. Genova, tip. Sordo-muti 8. Antropologia ed Etnologia. Ardu Onnis E. — Contributo all' Antropologia della Sardegna. Nota III. II nuovo metodo antropologico e i crani della Sardegna. — Arch. p. V Antro- pol. e I' Etnol., Vol. 28, Fasc. 2, pag. 169-196. Firenze, 1898. — 188 — Giglioli H E. — Trombe completate con un teschio umano nel Messico. — Arch. p. r Antropol. e V Etnol, Vol. 27, Fasc. 3, pag. 395-396. Firenze, 1897. Con fig. Giglioli H. E. — Lo specchio tra popoli primitivi. Di alcuni speech! litici. — A)xh. p. r Antropol. e V Etnol., Vol. 27, Fasc. 3, pag. 391-393. Firenze, 1897. Giglioli H. E. — La moneta tra popoli primitivi ed il * birok> denaro aristo- cratico della Nuova Irlanda. — Arch. p. I' Antropol. e I' Etnol., Vol. 27, Fasc. 3, pag. 387-389. Firenze, 1897. Giglioli H. E. — Hei-Tiki maori fatti con crani umani. — Arch. p. V Antropol. e V Etnol., Vol. 27, Fasc. 3, pag. 381-385. Firenze, 1898. Con fig. Giglioli H. E. — L' Osso della morte e le pietre magiche tra gli indigeni del- r Australia. — Arch. p. l' Antropol. e l' Etnol., Vol. 28, Fasc. 2, pag. 259-271. Firenze, 1898. Giglioli H. E. — Scettro o mazza con testa litica di singolare bellezza, di Saa, Malanta, isole Salomone. — Arch. p. V Antropol. e V Etnol , Vol. 28, Fasc. 2, pag. 255-258. Con tav. GiufFrida Ruggeri V. — La statura in rap^jorto alle forme cranicbe: note di Antropologia Emiliana e Lombarda. — Atti d. Soc. Romana di Antropol., Vol. 5. Fasc. 2 {1897), pag. 197-201. Roma, 1898. Livi R. — L' indice ponderale o rapporto tra la statura e il peso. — Atti d. Soc. Romana di Antropol, Vol. 5, Fasc. 2 {1897), pag. 125-153. Roma, 1898. Mondio G. ~ Studio sopra duecento teschi Messinesi, 180 appartenenti a sani, 20 a delinqueuti. — Arch. p. la Antropol. e V Etnol., Vol. 27, Fasc. 3, pag. 267-380. Fir. nze, 1897. Con tav. Pulle P. — Profilo antropologico dell' Italia. Memoria premiata dalla Societa Italiana di Antropologia ed Etnologia in Firenze. Con 10 tav. cromolit. — Arch. p. V Antrop. e V Etnol., Vol. 28, Fasc. 1, pag. 19-168. Firenze, 1898. Zoja G. — A proposito delle ossa di Gian Galeazzo Visconti. — Bo/^. scientifico. An. 20, N. 1. pag. 4-5. Pavia, 1898. APPENDICE Antropologia applicata allo studio dbi pazzi, dei criminali, ecc. Gainer A — Abuorme direzione dei peli nel padiglione auricolare di un alie- nate. — Arch, di Psich., Sc. penali ed Antropol. criminale, Vol. 19 {Vol. 3 d. Serie 2), Fasc. 4, pag. 447-449. Torino, 1898. {Con fig.). Cappelletti L. e Finzi J. — Alcuni crani di frenastenici. — Archivio pter V Antroj)ologia e la Etnologia, Vol 27, Fasc. 2, pag. 133-163. Firenze 1897. De Arcangelis E. — Le stimmate epilettoidi nei criminali alienati. — Rii\ sperim. di Freniatria, Vol. 23, Fasc. 2, pag. 384-406 e Fasc. 3, pag. 567-584. Reggio Emilia, 1897. {Con tav.). Jentseh. E. — Contributo alia craniologia del cretinc. — Arch, di Psich., Sc. jjenali ed Antrojjol. criminale. Vol. 19 { Vol. 3 d. Serie 2), Fasc. 4, pag. 409- 418. Torino, 1898. {Con tav.). Morpurgo E. — Esame dei caratteri abuormi somatici e funzionali in casi di degenerazione psichica e di arresto di sviluppo mentale con eredita pella- grosa. — Riv. sperim. di Freniatria, Vol. 23, Fasc. 3, pag. 673-683. Reggio Emilia, 1897. — 189 ~ Pitzorno M. — Esame di un delinquente. — Arch, di Psichiatria, Sc. penali e Antropol. criminale, Vol. 19 ( Vol. 3 d. Serie 2), Fasc. 2-3, pag. 283-289. Torino, 1898. Rossi U. — Le anomalie antropologiche in rapporto alia condizione sociale e alia degenerazione. — Atti d. Soc. Romana di Antropol., Vol. 5, Fasc. 1 (7857), pag. 77-87. Roma, 1897. Seiamanna E. — La degenerazione. — Malpighi, Gazz. medica di Roma, An. 23, N. 20, pag. 533-546 e N. 21, pag. 561-570. Roma, 1897. SUNTI E RIVISTE Ascoli M.— SuU'ematopoesi nella Lampreda. — Atti d. R. Accad. d. Sc. di Torino, Vol 33, Disp. 15 {1897-98), pag. 676-683. Torino 1898. Con tav. « Nella Lampreda la prodazione tanto dei globuli bianchi, quaiito dei glo- buli rossi ha luogo per moltiplicazione per mitosi di corrispondenti forme gio- vani di globuli bianchi e di globuli rossi ; le mitosi dei leucociti si osservauo tanto nel sangue circolante quanto nel tessuto linfoide della valvola spirale e del rene ; le mitosi dei globuli rossi vennero dall'A. trovate sole nel sangue circolante. » Foa p. — Contribuzione alio studio della istologia normale e patologica del mi- dollo delle ossa. — Atti d. R. Accad. d. Sc. di Torino, Vol. 33, Disp. 15 (1897-98), pag. 663-675. Torino 1898. Coir applicazione di nuovi metodi tecnici e particolavmente con quelle di Mallory (previa fissazione nel liquido di Flemming o di Hermann) e di Ramon y Cajal (fuxina satura acquosa e indigo-carmino), Foa ha potuto mettere in evidenza varie particolarita di struttura del midollo delle ossa. Lo stroma del midollo oltreche dei vasi sanguigni, consta di un vero reti- colo il quale ha scarse trabecole robuste cui sono applicate le cellule connet- tive ramificate; dalle dette trabecole si dipartono piu sottili ramificazioni che formanouna rete minuta a maglie circolari entro cui stanno uno o piu elementi midollari. Le cellule gigantesche del midollo (megacariociti) sarebbero costituite : 1" da un protoplasma iinamente granuloso che circonda immediatamente e compenetra la massa nucleare; 2^ da un protoplasma denso, verosimilmente tibrillare, compatto che avvolge il primo, ora completamente, ora invece incom- pletamente si da lasciare qiia e la delle smagliature, o da lasciare scoperta una sottile zona periferica dell' elemento; 3° da uno strato o emanazione ultrape- riferica a foi-ma o di corta frangia, o di vescicole, o di boUe, o di intreccio mi- rabile di filamenti sottili, o d' intreccio piu grossolano a maglie disuguali per ampiezza e per forma, o di ciufii di filamenti somiglianti a lunghe ciglia preva- lentemente impiantate sopra una parte piu larga del corpo cellulare. In contatto con quest' ultimo si vedono spesso leucociti a nucleo polimorfo intensamente colorabile. L' emissione di questa ultima zona ultraperiferica sarebbe in rap- — 190 — porto coir attivita funzionale dell' elemento, e rappresenterebbe il rigonfiarsi di una parte omogenea sottile e rifrangente clie forma il substrato di quella zona di protoplasma munita di finissimi granuli, cioe della 1 ' che venne sopra de- scritta. Riguardo all' esistenza di figure cariocinetiche complesse nei nuclei dei megacaviociti e al significato che esse hanno di attiva proliferazione nei nuclei stessi, Fo^ e concords con quelli AA. che ammettono che questa proliferazione non sia seguita mai dalla divisions del protoplasma cellulare ; che essa abbia solo per eifetto di moltiplicare i nuclei componenti I'ammasso nucleare, e che forse stia ad indicai-e uno stato particolare di vita dell' elemento cui terra dietro, piu o meno lontana, la sua finale distruzione. A formare il megacariocito non sarebbe destinato uno qualsiasi degli ele- menti incolori del midollo, ma un elemento monouucleato, ricco di protoplasma, a nucleo grosso , vescicolare, a contorno molto forte, e contenente nei cario- plasma, oltre a qualche minutissimo cariosoma, un piu grosso ed evidente nu- cleolo. Alcune esperienze inducono 1' A. a ritenere che la frammentazione del nu- cleo deimegacariociti sia legata, piuttosto che ad intossicazione cadaverica, alia cessazione del circolo e alle conseguenti variazioni osmotiche nei protoplasma cellular* e nei nucleo rispettivo ; che pero alcuni veleni anche in vita possano produrre lo stesso lenomeno. II midollo delle ossa e per Foa una delle sedi principal! per la distruzione dei leucociti, i quali avendo compiuta la loro funzione, od essendo, per qualsiasi causa, resi incapaci di funzionare, vengono assorbiti per fagocitosi e digeriti dal protoplasma dei megacaiiociti, funzione questa che sarebbe per 1' A. la sola obiettivamente dimostrabile. La proprieta fagocitica dei megacariociti aumenta in particolari circostanze, cosi nell' inanizione, dopo salassi esaurienti e in generale ogni qualvolta esista una condizione che alteri una quantita piu o meno grande di leucociti, mettendoli nell'incapacita di funzionare piu oltre. Infine vengono prese in considerazione le lesioni che si producono negli elementi in parola, lesioni consisteuti nella distruzione del protoplasma e al- terazione del nucleo, per 1' azione di certe sostanze, come per I'iniezione endo- venosa di latte non sterilizzato, di stafilococco piogeno aureo. Livini. Levi G. — Sulla cariocinesi delle cellule nervose. — Eiv. di Patol. nerv. e ment., Anno HI, Fasc. 3, pag. 97-112. Firenze, 1898. Con tav. L'A. voile ricercare se alia struttura aifatto speciale e caratteristica del nucleo della cellula nervosa corrisponde una diversita nello svolgimenlo del processo cariocinetico. A materiale di studio fu scelta la corteccia cerebrale di cavia nella quale furono fatte piccole ferite asettiche; dopo 2-5 giorni si os- servano numerose mitosi nelle piccole e medie piramidali, specialmente nume- rose nei tessuto sano che circonda la ferita. La mitosi avviene nei modo seguente: in una fase iniziale la parte acidofila del nucleolo si dispone sotto forma di due piccoli coni intensamente colorabili ai due lati della massa cro- matica, la quale mentre nei nucleo in riposo e distribuita sotto forma di due o tre piccole zolle aderenti alia parte acidofila del nucleolo, nelle prime fasi della mitosi assume I'apparenza di una piastra omogenea. 191 In una fase successiva nei due piccoli coni acidofili si differen25iano scarsi e grossolani filamenti, nella piastra croraatica incominciano a distinguersi i cromosomi. In seguito i filamenti acidofili divengono piu sottili, pin numerosi e piix lunghi e convergono in due punticini intensamente colorabili. A questo periodo la figura cariocinetica in nulla si discosta dalla tipica piastra equatoriale; ed anche in seguito sino alia fase di diaster il processo si svolge in mode tipico. Alia fase di diaster i due mezzi-fusi si accorciano, i suoi filamenti si fanno piu grossi 6 finiscono col fondersi in due piccole masse intensamente acidofile. A questo periodo s'inizia lo strozzamento del citoplasma. Nella mitosi di questi elementi adunque i due mezzi fusi [Halbsdindein) ed i centrosomi si formano certamente per trasformazione della parte acidofila del nucleolo, la parte cromatica dalle piccole zolle basofile del nucleolo: 1' A. ha gia dimostrato in altri lavori che queste zolle sono in tutte le cellule ner- vose le sole parti cromatiche del nucleo. L'A. nou ha potuto osservare cariocinesi nelle grandi cellule nervose {So- matozellen di Nissl); ne nelle grandi piramidali, ne nelle cellule del corno an- teriore, ne in quelle dei gangli spinali. E probabile adunque, ed anche altre osservazioni conferraano questa sup- posizione, che mentre nelle piccole cellule (Kernzellen della corteccia cerebrale) la capacita riproduttiva e conservata, essa e abolita nelle cellule nervose piii altamente differenziate. Ed a questa diversita nelle facolta riproduttive corri- sponde una grande diversita nella struttura, come fu altrove messo in evi- denza dall' A. L'Antore. -^^^ Colpi A.— Sulla struttura dell'amnios. — Arch, per le Scienze Mediche, Vol. 22, Fase. 3, pay. 30U-323. Torino 1898. Con tav. Le ricerche sono state praticate nell'amnios umano, in quello del cane, del coniglio, della cavia. Diversi sono stati i metodi di fissazione e colorazione usati, ma partico- larmeiite I'A. si e servito del nitrato d'ai-gento in soluzione al 2 per cento e del liquido di Kfihne (soluz. satura di sublimate corrosivo con il 5 per cento di acido acetico e 0,75 di cloruro di sodio). CoDclusioni : Si possono nell'amnios riconoscere 5 strati. 1" Epitelio. — Esso e di forma irregolai'mente poliedrica con elementi piccoli o giovani, medii e giganti o vecchi ; e piu alto nella parte placentare, meno nella extra-placentare. II numero dei nuclei di detti elementi varia da 1 a 4. Gli elementi si uniscono immediatamente per i loro margini e non per mezzo di laminette protoplasmatiche o ponti intercellulari. I margini cellulari sono un po' irregolari, ma non esistono veri denti. Al microscopic si vedono, oltre i limiti superiori delle cellule, anche quelli inferiori, ed e questa seconda immagine che senza alcun dubbio e stata presa per un endotelio. Gli epitelii dell'amnios si rigenerano per cariocinesi. Non esistono assolu- tameute stomi, ma quelli ultimamente descritti non sono che cellule giovani, — 192 — aimerite perche trattate col nifcrato d'avgento. I granuli e le cellule vescicolari sono la medesima degenerazione. 2° II secondo strafco e dato da una lamina tutta a nicchie dove si ada- giano gli eleraenti del primo strato. 3° II terzo strato e una membrana fibrosa con lunghe fibre fra le quali si vedono larglii fori, 40 II quarto strato e dato da cellule connettivali ora fusate ed ora con tre o quattro prolungamenti. 5° II quinto strato e forraato da sottilissirae fibrille intrecciate fra loro» ed e lasso, poco consistente, quasi spugnoso. Livini F. — Sulla isfcogenesi della trachea. — Comunicaz. fatta aU'Accad. medico- fisica Fiorentina il 9 Maggio 1898, in: Settimana Medica dello Sperimentale, An.52,N. 2i,pag. 250-251. Firenze IHBS. « L'O. presenta alcuni preparati relativi alia istogenesi della trachea. Ricordato che la trachea uinaua, come anche quella di Vertebrati inferiori, e molto riccamente provvista di fibre elastiche, e ricordato come costantemente esista al disotto dell'epitelio un voluniiuoso fascio di esse fibre con direzione longitudinale, dimostra come quest'ultimo si costituisca molto precocemente nel- I'uomo: e infatti riconoscibile in un feto umano della lunghezza totale di 13 cent., mentre in questo periodo di sviluppo non si possono, nell'organo in questione, riconoscere altre fibre elastiche cosi ben differenziate e che come quelle si tin- gano intensamente in bruuo coll'orceina, se si fa eccezione per alcune che nella parete posteriore si portano dall'uno verso I'altro estremo degli anelli. A questo stadio e gia cominciata la formazione delle ghiandole che si presentano in massima parte sotto forma di introflessioni semplici deU'epitelio, piu numerose e piu sviluppate nella parete posteriore La formazione del tessuto elastic© pro- cede da questo raomento con gran rapidita e tralasciando stadii intermedi, I'O. dimostra come in un feto della lunghezza totale di cent. 35, il fascio elastico longitudinale sotto-epiteliale abbia raggiunto uno sviluppo straordinario, e dappertutto sieno numerose le fibre elastiche specialmente nella parete poste- riore e nei segmenti interanulari intorno alle ghiandole, che sono ora fittissime e molto ramificate. Infine vengono dall'O. illustrati brevemente alcuni preparati di trachea di embrioni di cavia per rilevare le seguenti particolarita : In un embrione della luno-hezza totale di 38 milliraetri il fascio muscolare e assai ben sviluppato e si trova a contatto coU'epitelio di rivestimento della trachea ; ora quest'ultimo mentre nel tratto corrispondente alia lai-ghezza del fascio muscolare si presenta a uno o a due piani di cellule cilindriche, in tutta la rimanente parte della cir- conferenza e a un gran numero di strati (8-10). Che non sia questa una sera- plice apparenza dovuta allg, obliquita del taglio viene dimostrato, fra le altre cose, dal fatto che si ha questa modalita in tutta la serie, e inoltre che la lar- ghezza del tratto, nel quale I'epitelio si presenta piu semplice, cambia in i-ap- porto diretto col cambiare della larghezza del fascio muscolare. D'altra parte in un embrione di cavia meno sviluppato, e cioe della lunghezza di millimetri 13, nel quale gia ha incominciato a formarsi il fascio muscolare che in una se- — 193 — zione trasversa apparisce costituito da poclie cellule in uno o due piani e ia contatto coU'epitelio, non si riconosce la particolarita sopra accennata e I'epi- telio si presenta ovuuque dello stesso spessore (2 o 3 strati). -^^^ Salvi G. — Arteria dorsalis pedis. Ricerche morfologiche e compacative. — Est)', di pag. 42, d. Atti d. Soc. Tosc. di Sc. Nat. Memorie, Vol. 17. — Pisa, Nistri 1808. Con fig. L'A. riporta sotto questo titolo in una succinta^ ma ricca memoria, i re- sultati di una serie di ricerche anatomiche e anatomo-comparative iutorno alia circolazione arteriosa del piede dei niammiieri, e piu specialmente della parte dorsale di questo. In una prima parte, esponendo il ritrovato di ben 200 dissezioni in indi- vidui d'eta e sesso diversi, I'A. descrive VA. dorsalis pedis, e le collaterali e terniinali di essa, come riportabili, nelle loro disposizioni variabili, a tre tipi. II primo tipo riproduce la disposizioue comunemente e generalmente adottata dagli autori come la normale dell'uomo, cioe la ^1. dorsalis emana le collaterali A.A. Tarseae Mediates e le collaterali A.A. tarsea lateralis e arcuata, tra le quaii due ultime arterie decorre la rete dorsale jyedis; questo tipo I'A. lo riscontrava 19 volte su 200. II secondo tipo presenta la disposizione seguente, cosi riassunta dall'A. stesso nelle conclusioni ; « UA. tibialis antica termina nella A. dorsalis pedis comunis, la quale a vario livello si divide in A. tarsea lateralis e A. tarsea me- dialis. UA. tarsea medialis e la dorsalis pedis degli autori, e coutinua verso il primo spazio iuterosseo forneudo le a.a. metatarseae dorsales del primo e se- condo spazio, i rami tarsei laterales, e il ramus profundus. Essa e analoga ad una comune metatarsea, ed il suo calibro maggiore e dovuto all'ampia anastomosi col circolo plantare.... L'.4. torsea lateralis volge lateralmente e va- scolarizza le parti molli tutte del tarso. Da le metatarseae dorsales III e IV e V arteria anastomotica tarsi. » L'A. ritrovo questa disposizione in 137 casi so- pra 200, e per questo, e per i risultati anatomo-comparativi, dei quali vedremo in appresso, la vuole considerata come la normale. II terzo tipo e una esagerazione della disposizione presa nel secondo, ed in esso la A. tarsea medialis o A. dorsaas pedis si riduce ad una semplice me- tatarsea dorsalis derivaate dalla lateralis. Questo tipo fu riscontrato 35 volte su 200. L'A. in ulteriori ricerche sui Primates dei geueri, Macacus, Rhesus ed Ha- pale, e riprendendo i resultati riportati da molti altri osservatori, dimostra come si sviluppi filogeneticamente la circolazione arteriosa del dorso del piede e come la disposizione umana clie meglio riproduce quella dei primates sia ap- punto quella del secondo tipo, riscontrata dall'A. piu di froqueute e da ritenersi, anche pei dati statistici, come la normale. Nella stessa serie di ricerche, con aggiunta di osservazioni su feti ed em- brioni, I'A. dimostra la presenza costante nell'uomo di uno speciale ramo anastomotico .4. anastomotica tarsi. Questa nasce dair.4. tarsea lateralis, salvo alcune varieta secondarie die I'A descrive, e penetrando nel seno del tarso si anastomizza ampiamente con un altro ramo arterioso che, nato dalla Tibialis M. z. * — 194 — j)Ostica prima della sua divisioiie nelle plantari, passando pel canale che rimane tra le superfici articolari corrispondenti prossimali e distali dell'astragalo e del calcigno, viene a raggiungere 1'.4. anastomotica tarsi nel seno del taiso. L'A, lia ritrovata costante questa disposizione, piu o meno accentuata, in tutta la serie dei mammiferi. Alia fine della memoria, nelle conclusioni generali, I'A. accenna alle osser- vazioni di Popowsky sai pi'imati riguardo alia vicarieta della tibialis ante- rior e della safena e le conferma coUe sue proprie ricerche come con un expe- rimentum cruets. Descrive quindi sommariameote le variazioni subite dal tipo della circola- zione arteriosa del segmento distale dell'arto inferiore nei mammiferi, e dimo- stra come queste pei lore rapporti varii e mutevoli siano indipendenti da un processo evolutivo parallel© a quelle della evoluzione dei mammiferi stessi, e sottoposte invece all' influenza degli adattamenti fimzionali. L'A. termina col dichiarare che in base a tutti i dati sopraesposti « I'A. dorsalis pedis dell'uomo deve essere descritta come dividentesi in due rami. L'uno, arteria tarsea me- dinlis, e I'analogo dell'a. dorsalis superficialis delle scimmie e dell'rt. pedidia me- tatarsea dei mammiferi inferiori. L'altro, arteria tarsea lateralis, e analogo alia a. dorsalis profunda delle scimmie e alia a. tarsea lateralis e pedidia perfO' vans dei mammiferi inferiori. Banchi. -^^^ Vram U. G. — Studio sui denti molari umani. — Atti d. Soc. Romania di Antro- pol, Vol. 5, Fasc. 2, pag. 155-106. Roma 1898. Con fig. II materiale che ba servito per queste ricerche si compone di Crani Europe! moderni 270 » » antichi 60 » Africani 51 » Papuani ed altri non Europei. 60 di un totale cioe di 441 crani per i molari della mascella superiore, dei quali il numero ascende a 1192. Sono state poi esaminate 198 mandibole, e cioe: di Papuani 6i Africani 10 Americani 17 Europei 81 Europei antichi 26 con un totale di 311 denti molari. Infine si sono presi in considerazione pochi molari di latte, ed anche i molari di alcuni antropomorfi. I denti in questione furono studiati in sito. E risultato : « lo) Che il tipo di dente bunodonte al quale appartiene il dente molare umano, si e sviluppato da un tipo triconodonte, e probabihnente il triconodonte dal dente conico dei rettili, secondo la teoria di Osborn. 2°) Che il tipo quadricuspide che prevale assolutamente nel 1 M supe- riore e che diminuisce di prevalenza nel 2 M e nel 3 M, offrendo in questi due — 195 — ultimi denti varietk di forme, mentre nel primo la variazione non consiste che nella presenza o assenza della cresta, e il tipo originaJe del dente umano supe- riore vario per diametri eguale per forma in tutti gli antropoidi {Hoino sapiens, Simia satyrus, Troglodites niger, Gorilla gina) e costante nella sua forma prov- vista di cresta nel 2 M deciduo umano. 3'^) Le forme che dimostrano una tendenza alia sparizione del quarto cu- spide (linguale distale) sono una reversione al tipo di dente triconodonte in genere, dal quale si e sviluppato il pluritubercolato; la causa di questa tendenza e probabilmente meccanica. 4"j Che il ridursi o sparire del tutto del dente della saggezza e da consi- derarsi come un arresto di sviluppo. Le amorfe agglomerazioni di puntine di smalto su questo dente sono eccessi di sostanza deputata alia formazione dei denti, che s' attacca a quest' ultimo dente. 5°) Che il tubercolo del Carabelli osservato nel 1 M sia deputato a compensare nel 1 M superiore la tendenza che si riscontra nel 3 M superiore a diminuire il numero ed il volume delle cuspidi ed anche a sparire del tutto. 6°) Che la evoluzione morfologica nei denti della mandibola e secondaria a quelli dei denti della mascella, cioe che quelli della mandibola subiscono po- steriormente le variazioni di forma, dipendenti dalla mascella. 7") Che il tipo quinquecuspide prevalente con forte percentualita nel 1 M inferiore con minore nel 2 M e nel 2 M, comune nelle citate specie d' antropoidi, costante nel 3 M deciduo, sia il tipo originate del dente molare inferiore j che la diminiizione di numero e volume sia un fatto secondario ai fatti osservati nel mascellare superiore; e da cio che il fatto di relazione di compenso dimo- strato nei molari superiori esista anche nei molari inferiori. > COMUNICAZIONi ORIGINALI ISTITUTO ANATOMICO DELLA UNIVERSItA DI PADOVA. DoTT. DANTE BERTELLI aiuto e libeko docbntk. Oontributo alia morfologia ed alio sviluppo del diaframma ornitico. Con Tav. VII\ Kicevnta 1' 8 ottobre 1898. j! vietata la riprodnzione. In una nota preventiva pubblicata nel n. 1 dell' anno corrente di questo Periodico, annunziai che a co.stituire il diaframma dorsale del polio prendono parte i legamenti polmonali-epatici e promisi che avrei trattato estesamente questo argomento. Oggi mantengo la promessa. — 196 — Ho anche stiidiato come le pieghe dei reiii primitivi partecipano alia coslituzione del diafraiuiua e quali sono i i-apporti tra (jueste pieghe e i leganienti polmonali-epatici. Le indagini suila |)artecipazionc dei legameiiti polmonali-epatici e delle pieghe dei reni primitivi alio sviluppo del diafranima, mi hanno oflerto roccasioiie di slahiiire il significato che deve attribiiirsi al cosi detto diatramma toraco-addominalc. Prima di trattare lo sviluppo del diaframma espongo il risultato di ricerche fatte sulla morlologia di questo muscolo. Sill mesenterio si sviliippano due pieghe una a destra ed una a sinistra le quali sono connesse alio sviluppo del })olnione, del fegato, delta vena cava posteriore e del diaframma. A queste |)ieghe furono date denominazioni diverse. Ma th cs(') cliianio la piega destra Liyamenlum hcpalo-caco-pulmonale e la sinistra Liya- mentum hepato-pulmonale. Tali denominazioni sono molto appro])riate, ma hanno il torto di indicare con nome troppo lungo la piega di destra e di indicare con nomi diversi le due pieghe. Butler (') dette il nome di Pulmohepatic Lifjaments alia porzione ventrale di queste pieghe. A me sembra che convenga di estendere tale denominazione a tutto il legamento epato-cavo-polmonale ed al lega- mento ei)ato-polmonale, e cosi chiamero queste pieghe Leyawenii polino- naU-epafici desiro e simstro. Brachct (^) e Ravn (*) li chiamano Meso latende destro c sinislro. Le denominazioni di Butler hanno il vantaggio di indicare il rapporto jntimo delle pieghe con il polmone e con il legato. Goette (^) accenno alia piega che sostiene la vena cava posteriore. Hochstetter (^) studio lo sviluppo dei leganienti polmonali-epatici; pill specialmente prese di mira il destro che chiamo mesenterio della vena cava posteriore {Gekrose der hinteren Ilohlvene). Ravn Q descrisse nel coniglio la piega che sostiene la vena cava (*) Mathes P. — Zur Morpbologie der Mesenterialbikluiigeii bei Aiupbibieii. {Morphologisches Jahrbuch, Bd. XXIII, 1895). 1^) Butler G. — Ou tbe Subclivisiou of tbe BoJy-cavity iu Lizards, Crocodiles, and Birds. [Pro- ceedings of the zoological Society of London, 1889, Part IV). {^) JJrachet A. — Kecherches sur le developpemeut de la cavit6 b6pato-eut6riqHe de I'Axolotl et de I'arri^re cavito dn p6ritoine chez les Maiumiferes (Lapiu). {Archives de Biologie, Tome XIII. Liege, ISOo). — Kocberches sur le developpemeut du diapbragme et da foie cbez le Lapiu. {Journal de I'Anatomie et de la Physiologic. Paris, 1895, n. 6). {■*) Kavu Ed. — Die Bilduug des SciJttMii transversum bei lliibnerembryo. {Archiv fur Anatomie und Entwiokelungsgeschichte. 1800. Drittcs u. viertes Heft). {^) Goette A. — Die Entwickelnug.sgescbichte der Uuko. Leipzig, 1875. (^) Hochstetter F. - Ueber das Gekrii.seder biutereu Hohlvouo. (An«'S). (') Kavu Ed. — Ueber die Bildang der Schcidewaud zwischeu Brust-uud Baucbhohlc iu Siiuge- thierenibryoueu. {Archiv fiir Anatomic und Entivickelungsgeschichte, ISSO). — 197 — |)osteriore e la chianu) Plica venae came. AllcriHo die (jiipsta piega prende parte alia lormazione del dialVainina. Biiller per slabilire come si sviluppano i recessi |)olnionali-epatici studio piM'zione dei legaiiienti polmonali-epatici. Ciiiama tessuto mesobla- stico ({uello net quale si sviluppano i j)olmoni. Allerina che ((uesto tessuto partecipa a costituire il dialVamnia ornitico; che le pieglie dei reni pri- initivi contribuiscono luinimaniente a dividere la cavita pleurica dalla cavita peritoneale; die il diafranima ornitico apparisce completo circa al deciino giorno di incubazione; die il dialVamnia ornitico si sviluppa come una sola lormazione; die il suo sdop[)iamenlo in aponevrosi jjolmonale e setto obliquo e secondario, connesso con lo sviluppo delle sacche aerifere intermedie anterior! e posteriori. Ammette con Huxlejif) che la parte principale del diaframma ornitico non e omologa al diaframnia dei mam- miferi, ma al tessuto die in questi si chiama mediastinale Stoss (^) ha studiato nella lucertola, nel polio, nel coniglio, nella pecora la formazione del recesso su])eriore del sacco deH'omento e del recesso sinistro, qiiindi si occupa anche dei legamenti |)olmonali-epatici. Klaatsch [^) ha preso in considerazione il legainento dorsale del legato che e parte del legainento polmonale-epatico di destra. Bi'achet studio nell'axolotl e nel coniglio i legamenti polmonali- epatici, li diiamo meso laterale destro e sinistro [3Jeso lateral droll et (jauclie), e chiamo prolungamento caudate del meso laterale [Prolongement caudal du meso lateral) la porzione distale libera di esso. Osservo che nel coniglio |)rende parte alia costituzione del diaframma il meso laterale destro. Mathes ha fatto negli anfibi ricerche sulla morfologia e sullo svi- lup|)o delle pieghe che sostengono vena cava posteriore, legato e iiolmoni. llavn ha studiato lo sviluppo dei legamenti polmonali-epatici nel ))ollo e li diiamo Xebenyekrose des Septum transversum e chiamo Ne- hengekrosfalten i prolungamenti delle pieghe. Oueste denominazioni sono desunte da quelle di Brachet. Att'erma che per I'ingresso del tubo pol- monale nei legamenti polmonali-epatici, ciascuno di questi viene diviso in tre porzioni die sono una mediana, I'ala polmonale {Lungenflugel), una l)Osta dorsalmente, il legainento [)olinonale {Ligamentum pulmonale)., una situata ventralmente, il legainento polmonale accessorio [Ligament urn (') Huxley Tli. — On the respiratory organs of Apteryx. {Proceedings of the zoological Society of London. 1882, Part III). (") Stoss A. — Unterauclumgen iiber die Eutwicklung der Verdauuiigsorgane vorgenommen an Sfhafserabryonen. Inaugnral-Dissertatiou. Leipzig, 1892. (^) Klaatscli. — Zur Morphologie der Meseuterialbildungen am Darmkanale der Wirbeltliiere. {Morphologisches Jahrhuch, Bd. XVIII, 1893). — 198 — ptiliiiouale (uressoriinii^. Oiicslo iillimo (•orris|)on(le al legamento polino- nale-ei)atico di lUitler. AlVcnna die dal s('|)liim tiansversmn |)i'eiule ori- giiie |)orzione del diaframma definitivo. Swacii (') eliroulia('^j si occupano dollo sviliippo dei legamenti polinonali-epatiei. Ouesti legamenti prima clie Ibssero stati descritti eraiio stati dise- gnati^da Cadiat 0, Toldt 0, His 0 e Duval ('). Ad onta clie moUi abbiano sliidiato lo sviliippo dei legamenti pol- monali-epalici, j)ure non si Irovano die scarsissime notizie, come ab- biamo veduto, riguardo alia parte die (jiiesti legamenti prendono nella costituzione del diaframma. Si ammette negli uccelli il diaframma formato da due piani fnsi alia loro origine, ma die ben presto si dividono i)er seguire, I'uno una direzione trasversale, I'altro una direzione obliqua; il piano trasversale si reca orizzontalmente dalle coste desire alle sinistre applicato alia su- perlicie inferiore dei polmoni [Diaframma polmonale. Sappey(')); il piano obliquo convesso in avanti, concavo in dietro si estende dalla co- lonna vertebrate alio sterno e divide la cavita del tronco in torace e ad- dome {Diaframma loraro-addominalc Sappey). Hunter [^) aminise che diaframma degli uccelli deve conside- rarsi il diaframma polmonale. Girardi (') invece sostenne che deve considerarsi diaframma solo il diaframma toraco-addominaie. Sappey descrisse e disegno accuratamente i due diafranuni die dopo Sappey furono quasi universalmente ammessi. Vennero negati entrambi i diaframmi da Cam|»ana i'*"\ lo credo che negli uccelli esista un solo tliaframma il quale corri- sponde al diaframma polmonale; I'altro diaframma non e, per la mas- (') Swaen A. — Keclierches snr le d^velopporaent du foio, du tube digestif, de I'arri^re-cavite du p6ritoine et du m6aent6re, {Journal de V Anatomic et de la Physioloijie. Parig, 1S06, 1807). (-) Bronha. — RechercUes snr le developpement du toie, du pancreas, de la cloisou nioaenteriqne et des cavit6s h6pato-eiit6riques cliez les Oiariaux. {Journal de V Anatomic el de la Phyniologie. Paris, 1898). (*) Cadiat. — Du d6veloppemc>nt de la portion ceplialo-tlioraciiiuo de reiubryon. {Journal de V Anatomic et de la Physiologic. Paris, 1878). C*) Toldt. — Bau uud Wachstums-Veriinderungen der Gokriise des menscliliclien Darmkanal. {Denkschriften der kaiserl. Akademie der Wissenschaflcn zu Wien, iS79). (^) Hi.s W. — Anatomic nieuscldichor Einbryoni'n. C) Duval M. — Atlas d'Eiubryologio. — Paris, 1889. (') Sappey Ph. — Reclierches aur I'appareil reapiratoive dea oiaeaux. — Paris, 1847. {J) Hunter J. — An Account of certain Ileceptacles of air in Birds. {Philosophical Transactions, Vol. LXir, Part I. London, 1774). ('*) Girardi M. — Saggio di oaaervazioni auatomiche iutorno agli orgaui della reapirazione degli uccelli. {Memorie di Matematica e di Fisica della Societa italiana. Verona, 1784). ('") Cam pan a. — Phyaiologie de la reapiration chez lea oiaeaux. — Paria, 1875. 199 sima parlo, che la j)arete ventralc tlelle sacche intermedie anteriori o po- steriori. Ill un lavoro die pubhiieliero tra breve sullo sviluppo delle sacche aerjfere descrivero minulamente lo sviluppo delle sacche inter- medie anleiiori e postei-iori, allora si comprendera chiaraniente il mode di formazione del cosi detto dialVainma toraco-addominale ed avremo la prova di ([uaiito ora asserisco. Siccoine il diarraiiiina oniitico viene trascurato ed incompletamente descritto, cosi ne laccio una descrizione rilevata da dissezioni eseguite nel polio. II dialiainma del polio e una lamina luuscolo-aponevrotica di lornia triangolare che fissa contro la colonna vertebrale, contro le coste e con- tro gli spazi intercostal! le superfici dorsale, laterale e mediate dei pol- moni e die sostiene ventralmenle questi organi. La base si inserisce al corpo delta peniiltima e dell' ultima vertebra dorsale ed alia penultima costa. I margini corrispondono ai margini laterali dei polmoni; in corri- spondenza del terzo anteriore sono librosi e si attaccano alia superficie interna delta prima, della seconda e delta terza costa; in corrispon- denza dei due terzi posteriori i margini sono carnosi. Al diaframma |)ro- vengono fascetti muscolari dalla superlicie interna della terza, quai'ta, quinta e sesta costa, molto ravvicinati gli uni agli altri, tanto clui co- stituiscono iin piano (|uasi continuo. Qi't^i^ti fascetti dopo un brese de- corso si perdono nella |)orzione aponevrotica del dialramma; sono di- retti un po' obliquamente dal basso all' alto e (lall'indietro aH'iiinanzi. Non viene dallo steruo nessun lascio muscolare al diarramma, il lascio |)roveniente dallo sterno e considerate comunemente come diaframma- tico manda soltanto una debole espansione tendiuea all'aponevrosi pol- monale. Talora manca il lascio muscolare die |)roviene dalla terza co- sta, talora proviene un fascetto muscolare dalla settima costa. La sommita del diafi-amma corrisponde all'apice dei polmoni ed ai muscoli cervicali anteriori prot'ondi, in con'ispondenza dei quali I'apo- nevrosi diaframmatica si fonde con I'aponevrosi che rivcste questi mu- scoli. II diaframma ornitico e innervate, come dimostro Sappey, da rami degli intercostali. Le arterie sono fornite da due rami cospicui che nascono dalle succlavie e decorrono immediatamente sotto alia pleura in prossimita dell'estremo inferiore della porzione vertebrale delle coste. Lungo il loro tragitto danno di tratto in tratto ramoscelli al diaframma. La superficie dorsale del diaframma e strettamente unita alia su- — 200 — IM.'rlicie venlralc dci polmoni; sii la paric incdiana di quesla siiperticie si inserisce il iiiargine inloiiorc del mediaslino, in forma di spesso aor- done libroso. La siiperlicio vontrale e lilxM-a nella cavita visccrale, e ri- copci'ta dal peritoneo e presenta le aperture die lanno comunicare i bronchi con le sacchc aei'ifere. L' aorta |)er(()ra il diafraninia in corrispondenza dell'estremo poste- riore dei muscoli cervicali anteriori prolbndi sulla linea mediana e dopo breve tragitto si rende nuovamente libera. L'esofago poggia sulla parte mediana della superficie ventrale del diaframma, fissato stretlamente ad essa. Ed ora passiamo a studiare quale parte prendono i legamenti pol- monali-epatici e le pieghe dei reni primilivi alia formazione del dia- fi'amma. A ore 00 di incubazione il legamento |)olmonale-epatico di destra e rappresentato da una piega corta e bassa (Fig. 1), la quale si eleva dalla superficie laterale del mesenterio ed e unita in corrisj)ondenza del- l'estremo cel'alico, al septum transversum. Del legamento polmonale-epatico di sinistra esiste solo I'abbozzo che nei tagli trasversi apparisce come un piccolo rilievo tondeggiante fissato alia parete laterale del mesenterio, sporgente nella ca\ita celo- matica (Fig. 1). I tubi polmonali non si sono ancora costituiti. A oi"e 72 di incubazione i legamenti polmonali-e|)atici sono gia bene sviluppali i^Fig. 2). Sorgono con larga base dalla superficie late- rale del mesentei'io; si recano prima in fuori, poi si I'ipiegano ventral- mente, diretti obliquamente daU'esterno all' interne, dall'alto al basso per congiungersi al se|)tum transversum. Con il septum transversum il legamento di sinistra e unito per tutta la sua estensione. II legamento di destra e piii lungo di (|uello di sinistra, seguita per Iralto non breve anclie dopo die e cessata la sua unione con il se|)tuni trans\ersum. Net tratto nel quale i legamenti polmonali-epatici sono uniti al septum transversum vengono limitati medialmente, a destra, dal recesso superiore del sacco dell' omento, a sinistra, dal recesso sinistro. Lateral- mente sono limitati a destra ed a sinistra dalla cavita celomatica(Fig. 2). A (luesto stadio hanno |)reso origine i tubi polmonali che assai corti e senza diramazioni sono accolti in |)arte nd mesenterio, in parte nei legamenti polmonali-epatici. Al (piarto giorno di incubazione si hanno le stesse dis|)osizioni I'on- damentali. I legamenti polmonali-epatici sono ingrossati ed allungati; specialmente si e allungato il destro. - 201 — Al quinto giorno di incuhazione esistono le j)ieghe dei rcni priiiiitivi (Fig. 3) tese oblicjuamcnto dalF alto al basso, dall' esterno all' interno tra la parole lalei-ale del corpo da una parte, il septum transversum e la |)()rzioiie ventrale dei Icgamenti i)olmonali-epatici dall'altra. Cra- uialniente si Ibndono con la parete dei condotti di Cuvier; caudalmentc presentano un margine libero nella cavita celomatica, rivolto in dietro. Nella superlicie dorsalo Ic |)ieghe dei reni ])riniitivi contengono 1' abbozzo del eondotto di Miiller. A questo stadio esiste solo I' estremo craniate delle pieghe. I legamenti polnionali-epatici (Fig. 3) coinpariscono craniahnente poco al davanti dell' estremo anteriore delle j)ieghe dei reni primitivi. 11 recesso su))eriore del sacco dell'omento ed il recesso sinistro, chc li- mitano medialmente i legamenti polnionali-epatici, cominciano in forma di piccolissime fessure. 1 legamenti polnionali-epatici sorgono dalla jiarete laterale del nic- senterio per mezzo di una piega che nei tagli trasversi a])parisce come breve e sottile peduncolo; ventralniente sono uniti al septum transver- sum ed all' estremo mediale delle pieghe dei reni primitivi (Fig. 3). A sinistra la unione con il septum transversum dura poco, a destra niolto di })iii; da questo lato il Icgamento polmonale-epatico va a costitnire la piega di sostegno delta vena cava posteriore. La ove le pieghe dei reni primitivi cessano, si incomincia a ve- dere che la superficie mediale dei legamenti polnionali-epatici si sposta lateralmente (Fig. i). Questo spostamento credo che sia prodotto dallo svilupparsi dei fegato il quale nel costituirsi si espande lateralmente tra- scinando seco i legamenti. Si trova lo spostamento piii accentuato a niisura si ])rocede caudalmente, tanto che do|)o breve decorso la su- perficie mediale del legamento destro si e tatta orizzontale, quelia del sinistro lo addiviene quando sono per sparire sui legamenti le estremita caudali dei tubi polnionali (Fig. 5). Cosi dorsalmente al fegato e al tubo digerente i legamenti polnionali-epatici costituiscono un setto orizzontale assai esteso. Questo setto solo lateralmente non sepai-a in due cavitii la cavitii celomatica (Fig. o). Se supponiamo che la superficie laterale dei legamenti raggiunga le pareti laterale e dorsale del corpo ed a queste si unisca, si avrebbe la disposizione che ha il diaframma nell' adulto, alia quale, come vedremo si giunge per gradazioni. 1 legamenti polnionali-epatici contengono i tubi polnionali che a questo stadio hanno dato due brevi diramazioni per ciascun lato. Al sesto giorno i legamenti polnionali-epatici sono fissati per mezzo — 202 — (lolla solita bassa pie^a alia siiperficie lateralc del mesenterio; vcntral- mentc sono uniti all' cslicmo ventrale del selto meseiiterico e alle mem- hi'ane pleiiro-pericardiche, piii caudalinente sono uniti alle pieghe del reni j)rjinilivi. I ra|)porti delle pieghe dei reni |)nmiti\i con i leganienli p(»lnio- nali-epatici si vedono aneor meglio in einbrione di olio gioi-ni, al ({uale appartiene la sezione I'iprodotta alia Fig. (5. Le pieglie dei reni priniitivi sono tahnente I'use con i legamenti polnionali-epalici, die in coiiis|)ondenza del loro eslrenio cefalico non e possibile stabiliie un limile nello tia legamenti e pieglie. Ma la pre- senza di queste ci viene rivelata da due latti. Esaminando i tagli tra- sversi in serie si trova nella supei'ficie superiore della meta laterale del diafianima I'abbozzo del condotto di Miiller (Fig. 6) e questo, gia l(t sa])pianio, risiede appunto nella superticie dorsale delle pieghe dei reni j)riniitivi (Fig. B\ Fino dal sesto gioi-no di incubazione le pieghe dei reni priniitivi si sono sviluppate per tutia la eslensione. Cosi se nella serie delle sezioni trasverse seguiamo caudalniente quella parte del diafraninia che sosfene 1' abbozzo del condotto di Miiller, si trova che questa por- zione seguita con la |)iega che sostiene il condotto di Miiller (Fig. 6) e il corpo di Wolff. Fino che dura la unione delle pieghe dei reni prijuitivi con i le- gamenti, esiste un tratto di diaframma gia costituito; in altri termini la cavita celomatica viene suddivisa in cavilii addominale e in ca\ita pleu- riche nelle quali sono accolti i legamenti polmonali-epatici ed i polmoni die in via di sviluppo trovansi inclusi nei legamenti (Fig. 6). Cessati i rapporti dei legamenti polmonali-epatici con il setto nie- senterico, con le mendirane ])leuro-j)ericar(liche e con le pieghe dei reni priniitivi, i legamenti rimangono ventralmente liberi nella cavita celo- matica e costituiscono, al solito, con la loro suiierficie inferiore un setto, r estremo cstei'no del quale si e spinto anche piii vicino di quelle che non fosse al qiiinto giorno di incubazione, alia superticie late- rale della cavita celomatica. Al seltimo, all' ottavo (^ al nono giorno i legamenti polmonali-epa- tici si avvicinano senq)re jtiii con la loro superticie laterale alia superli- cie laterale del corj)o. Le |)ieghe dei reni priniitivi presentano gli stessi rapporti che al sesto gioi'uo, la loi'o sjiessezza e aumentata. Al decinio giorno di incubazione esiste completo il diaframma. I legamenti polmonali-epatici, che lo costiluiscono caudalinente, haniio raggiunto la parete laterale (Fig. 7) e dorsale del corpo e ad esse si sono lissati. r.osi e avvenula la chiusura delle ca>ita pleuridie. Se neU'esame 203 (Iclle sezioni trasvcrse si |)ro('(Hie dall' imuinzi all' indielro, si vede die lo cavila ploiirichi' vanno ^radalamentc loslringeiidosi o liniscono a iondo cioeo. La cliiiisiira c lalta dai legamenti polmonaii-epatici die si spingoiio dal basso all" alio sulla |>arete laterale del corpo e raggiiingono la parele doi-sale. In coiTispondenza della cliiusiira delle cavita pleuriche, i lega- menti polnionali-epalici sono inseriti lateralmente, alle pareti lateral! del corjio, dorsalmente, alia i)arete dorsale del corpo, agli estremi cianiali dei reni priniitivi c al mediastino. (losi i leganienli polmonali-ejiatici lianno contribuito insicnie alle pieglie dei reni priniitivi a lormare grande parte del diaframma, lianno larganienle contribuito a suddividere la cavita celomatica in cavita pleuriche e in cavita addoniinale. Al decinio giorno di incubazione si scorgono in corrispondenza della inserzione del diarramma alle })areti laterali del cor})o, fascelti di libre niuscolari. Al (luatlordicesinio giorno di incubazione i fascetti niuscolari dia- Iranimatici esistono benissimo svilupjiati. CoNGLUSlOiM II dialVamnia ornitico corrispondo al cosl dello diafrannna pol- mo)}(il(\ Al (Ji((fnfiiiiiHi lornro-adfloiiiiHtilc non deve attribuirsi significato di diafrannna. Alia coslituzione dei diatraninia del |)ollo prendono parte le pieghe dei reni priniitivi ed i legamenti polmonaii-epatici. I legamenti polnionali-ejiatici accolgono i polmoni lino da quando questi hanno forma di tubi semplici, accolgono poi le diramazioni dei tubi polmonali; ai polmoni forniscono gli dementi connettivi. A misura die aunienta il nuniero delle diramazioni del tubo polmonale, diminui- sce il connetlivo dei legamenti polmonaii-epatici, ne resta pero nella |)arete ventrale di questi uno strato assai spesso che da origine al dia- framma, il quale riniane percio in continuitii con i polmoni. Cos! e spiegato Y intimo rapj)orto Ira jiolmoni e diaframma, ra|)- l)orto die gli anatomici a\evano notato da tempo, ma che nonavevano saputo inter|)etrai'e. L'embriologia chiarisce (juesto punto della anato- niia dei polmoni e del diaframma, mentre accurate ricerche macrosco- piche ed istologiche lasciarono insoluta la questione. 204 Spiegazione della tavola. C. c. Cavita celomatica. — C. M. Condotto di Miiller. — D. Diaframma. — L. p. e. Legamento polmonale-epatico. — P. Polmone. — P. r. p. Piega del rene primitivo. — R. s. o. Becesso superiore del sacco dell'omento. — R. s. Recesso sinistro. FiGiiRA. 1. — Sezione trasversale di embrione di polio alia sessantesima ora d' incubazione. Fjgura 2. — Sezione trasversale di embrione di polio alia settantaduesima ora d' incubazione. Figure '6, 4, 5. — Sezioni trasversali di embrione di polio al quinto giorno d' incubazione. FiGURA 6. — Sezione trasversale di embrione di polio all' ottavo giorno d' incu- bazione. Fjgura 7. — Sezione trasversale di embrione di polio al decimo giorno d' incu- bazione. CosiMO Cherubini, Amministratorf:-responsabile. Milano - Via G-. Revere, 2. - Milano mm FABBUICA ^'AZIO^ALE DI MICROSCOPI ED ACCESSORI DITTA FORNITRIGE di tuiti i Gabinetti Dniversitari del Regno IVIICROSCOPIO GRANDE IVIODELLO con cremagliera, apparato Abbe, diaframma ad iride, tavolino in ebanite, revolver, due obbiettivi a secco 3 e 7*, uno ad immersione omogenea V12") due oculari 2 e 4; il tutto posto in elegante armadietto in mogano L. 400 {ingrandimenti p-no a 1000 diametri) Mm omiettivo V15" Seiuiapcromatlco IMMERSIONE OMOGENF.A Obbiettivo raccomaudato per la grande potenza e per la sua durata (Vedi Zeit- schriltfiir irissenschaft. Microscopie del 12 settenibro 18'J4, Band XI, Heft 2) L. 200 coi due oculari compensatori 4 ed 8. CATALOGO^GENERAUT GRATIS a seinplice ricliiesta Pagamenti rateali inensili pel SigJ'' Ufficiali sanituri comunali. Fireu/.e. Stab. Tip. Fiur., Via tS. 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L' argomento della istogciicsi del polmone e ancora ben lungi dal- I' essere esaurito, poiche le notizie clic troviamo nclla letteratura rela- livamente al polmone umano, si limitano alle osservazioni di pochi islologlii, fatte su casi isolati c mai su d' una serie completa di feti, c, d' altra parte, le ricerche escgnite nei vertobrali inferiori non sono ne pill abbondanti ne piii regolari. Se dallo insieme degli studii eseguiti finora resnllano conoscenze abbastanza esatte intorno alia origine, alio svilup|)o generalc del pol- mone ed alia istogenesi in esso dell' elemento cpiteliale, si ha invcce appena qualche notizia delle trasformazioni alle quali va ineontro il connettivo che avvolge il prime abbozzo ej)itelico dell' a|)|)arato respi- ratorio, e non csiste che una osservazione di Stieda('') intorno alia eomparsa delle fibrocellule muscolari delle vie bronchiali. Sulla istogenesi, sulla epoca di eomparsa, sul raodo di disporsi poi nel polmone delle fdire elastiche, nulla allatto si sa: eppure queste fdjre hanno nella morfologia e nella funzione dell' organo del respire una importanza tutta speciale. Stando cosi le cose, ed ajiprofittando del metodo di colorazione pel tessuto elastico proposto dal dott. Livini ed usato in questo Labora- torio d' anatomia normale C), metodo che, per la intensita di tinta che assumono le fd)i'e elastiche e per la chiarezza del fondo dei preparati, permette di rivelare le fibre anchc piii esili e scarse, ricercai, consi- {') Estratto dalla Tesi ili Lanrea preaentata e discnssa dinanzi alia Facolt&, Medica di Flrenzo, il 5 Lnglio 1898. O Stieda.— Einiges iiber Bau und Eutwicklung dor Saugethierlungen, in : Zeitschr. f. wiss. Zool., t. XXX, Supp\. O Livini F. — Di nna modiflcazione al metodo Unna Taenzer per la colorazione delle fibre elastiche. — Monit. Zool. Ital., An. 7, N. 2, Firenze, 1896. — 214 — gliato dal prof. Chiarugi, la comparsa delle fibre elastiche nel polmone (leir uomo. Stante la non lievc diflicolta clic si ineontra nel volcre raccoglierc in tempo limitato una serie nunierosa di leti uniani, dovctti servirnii oltreche do! materiale fresco clie mi potevo ])i'ocurarc alio Spedalo della Maternita, anchc di alcuni foti che gia da tempo crano conservati in alcool nel nostro laboratorio. Quest] feti, non ostante la dilettosa fissazione (lei polmoni, poterono servire bcnissimo alle mie ricerche poiclie le fibre elastiche, gi-azie alia loi'o speciale resistenza, non si erano, ncUa lunga conscrvazione, menomamentc alterate. In complesso, io ho poluto fare le mie ricei'che sulla serie seguente : Niiraero Lnnghezza Peso KU approssiraativa Provenienza Feto 1" era. 9 Vo — 3° meso circa il Conservato ,> 2" - 11 Vs - fiuo del 3° meso id. ,, 3" » 12 ox. 34,50 line del 3" uieso Maternity » 4" » 13 Vj » 40 Iii'incipio del 4° raese id. » 5" » 17 » 76 lino del 4" raese id. » 6" » 20 . 14C 5" mese id. » 7" y 25 - 5" raese Conservato 8" » 27 ~ line del 5^ meso Maternitil it" » 28 - principio del 6° mese Conservato .• 10" » 37 gr. 1120 piincipio del 7" mese JVIaternitiil » 11" » 54 » 2560 a termine id. Per le fissazioni usai sem|)re 1' alcool assoluto. I frammenti di pol- mone che loglievo dai feti conservati in alcool ordinario vcnivano posti in alcool assoluto, che rinnovavo spesso per tre o quatti'O gioini, prima di fare le inclusioni. Per queste usai tanlo la celloidina (|uanlo la paraffina, ma V ultima a preferenza. Flo fatlo delle colorazioni al carminio boracico ed alluminoso, alia ematossilina ed all' Hiimalaun ; delle colorazioni colla sola orceina per poi-re in evidenza eschisivaraente le fibre elastiche, e delle colora- zioni doppie e talora triple per studiare insiemc le fibre elastiche e gli allri elementi. Per le colorazioni alia orceina mi attenni soltanto al me- todo Livini, poichc esso, come ho gia accennato, mi daNa iTsullali assai migliori del metodo originario d' Unna-Taenzer che avevo altre volte potuto spcrimentare. — 215 — OSSERVAZIONI. I.— Feto r. Cm. 9%. Mesi 3 circa. A qiicsto stadio di sviluppo il polmonc presenta iin aspctto nctta- mcnte giaiulolarc. (Isscrvando i preparati ad iin piccolo ingrandimenlo, si vedono in mezzo al connettivo fondamcntale le sczioni di molti tubuli bron- chiali scparati gli iini dagli altri dal connettivo stesso die e in prevalenza. La maggior parte di quest! tubuli sono sezionati trasversalmente ed lianno un lunie cii'colare, unifornie ; ve ne sono anclie alcuni di calibro maggiore, altri di forma meno regolare, altri che sono sezionati longitudinalmente e si terminano in un fondo cieco un poco dilatato che e una vescicola polmonare primitiva. Oltre a queste diramazioni bronchiali minori, si nota in molti preparati, in grazia del suo maggior calibro, la sezione trasversa d' un grosso bronco che possiede dei nuclei cartilaginei nello spessore della sua i)arete. Ad un ingrandimento maggiore (Koristka, oc. 3, ob. 8) il connettivo dimostra una struttura fondamentale spicca- tamente fibrillare, con cellule nello insieme numerose, e specialmente addensate attorno ai tubuli epiteliali bronchiali che non dimostrano an- cora una parete jM'opria ben costituita. L' epitelio che riveste i tubuli bronchiali e cubico semplice con grossi nuclei allungati, con protopla- sma omogeneo e chiaro ; conformemente a quanto Kolliker(*) per primo ha asserito, non sembrano esistere dilTerenze tra 1' epitelio dei tubuli e quello che tappezza le vescicole polmonari primitive. II grosso bronco a cui e stato accennato ha una parete cospicua e presenta nuclei cartilaginei sul suo contorno. La cartilagine e ialina con cellule poco abbondanti ; fascetti connettivali riuniscono gli estremi dei nuclei cartilaginei formando cosi un cerchio completaniente chiuso. La mucosa si presenta soUevata in alte pliche. Possiede un epitelio cilin- drico composto nel quale non si vedono ciglia vibratili, forse perche questi i)olnioni appartencndo ad un feto conservato da lungo tempo, gli elementi piii delicati hanno soflerto e non possono esser piii dimostra- bili, Nella mucosa di ([uesto grosso bronco, subito al di sotto dell' epi- telio, si vedono sczionate in vario sense esilissirae e scarse fibre ela- stiche che hanno assunta intensamente la colorazione dell' orceina. Due grossi vasi arteriosi situati presso a qucsto bronco e che appaiono anch' essi in sezione trasversa presentano grosse ed abbon- (*) KiJlliker A. — Erabriologie. Trad, par A. Schneider. — Paris. C. Reinwald, iS8S. — 216 — (lanti fibre elasticlic ncllc loro pareti. In ncssun altro punio dei |)rc- parali si ha alcuna traccia tli libre elastiche. n. — Polmone di feto di cm. 11 di limyhezza. Fine del S° mese. Anche a ({uosta cpoca di sviluppo, il conncttivo fondamcntale del polmone lia la prevalenza sullo raiiiificazioni cpitcliali bronchiali. Qiic- slc sono ra|)prcscntatc da tubuli, die in alcuni punti del prepaiato mo- st rano una evidente suddivisione dicolomica e clie si terminano nelle soiitc dilatazioni vcscicolari. 11 conncttivo fondamcntale prescnta le stcssc caratleristicbc di (|ucllo del caso preccdcnte, ma in nessuno dei |)i-ej)ai'ati 1' orceina ha potuto dimostrare la pi-csenza di fibre elastiche, eccctluatc (|uclle proprie alle pareti dei vasi sanguigni. in. — Polmone di feto della lungliezza di cent. 12. Peso yr. 34^50. Fine del 3° mese. Lo ramificazioni bronchiali sono iin poco piii numcrose, sebbene il conncttivo interposto sia tuttora abbondante. Le sczioni dimostrano la presenza di bronchi di calibro cosi)icuo, di ramificazioni minori e di vescicole j)olmonari primitive, I bronchi maggiori hanno una mucosa con pliche ed epitelio cilindrico composto vibratilc; subilo al di fuori della mucosa appaiono sezionate trasvcrsalmente sottili fibre elastiche che decorrono in senso longitudinale. Qualcuna ha anche disposizione circolare. Sul fondo di qualche vescicola polmonarc primitiva, al di sotlo del- r epitelio cnbico, e parimente subito sotto repitelio cilindrico semplice di ccrti tubuli bronchiali minori, si vcde ad un piccolo ingrandimento come un fine contorno pressoche lineare, che ha assunta la colorazione speciale delle fibre elastiche. Ad un ingrandimento maggiore ci si pu6 convincere che tale contorno e foi'mato in alcun caso da sottilissime fibrille (!lastiche, ed in altri da cellule assai alliingate, con nucleo schiacciato lusiforme, con prolungamenti sottili, bij)olari che appariscono legger- mente coloriti in violetto. I vasi, piuttosto scarsi, hanno reli elastiche molto elcganti e sviluppatc. IV. — Polmone di feto di cm. 13 '/^ di limyhezza. Peso yr. 40. Principio del 4° mese. Anche in (juesto caso i tubuli bronchiali sono tra loro separati da conncttivo abbondante che non prescnta caratteristichc dcgnc di nota. 217 L' cpitclio dci liibiili broncliiali minori e cilidrico scmplicc. 1 bronchi maggiori con mucosa picglicltata ed cpitolio cilindrico coiiiposlo, prc- sentano sulla loro parete sottili fibre elasticlie in lascetti longitudinali. II nunicro dei vasi 6 andalo aunicnlando, c qua o la, in mezzo al connettivo, so no vedono anclie di quclli di piccolo calibre con libre elasticlie molto evidenti. V. — Polmofie (11 I'eto di cm. 17 di lunghezza. Peso (jr. 76. Fine del 4° mese. I preparati latti con queslo polmone presentano particolarita un poco pill interessanti dei precedents La struttura dell' organo si e fatta molto pill complessa. II numcro delle vescicole polmonari primitive, per essere assai avvantaggiata la prolilerazione bronchiale, e molto aumen- tato. Esse sono molto piii ravvicinate le une alle altre ed i setti con- nettivali interposti sono divenuti assai meno spessi. I grossi bronchi, nci (juali 1' epitelio della mucosa ha gia acquistato delle ciglia vibratili presentano abbondanti nuclei di cartilagine ialina sulla loro parete. Nella mucosa le fibre elastiche sono abbondanti. Esse formano pre- valentemente un fascio longitudinale abbastanza cospicuo. Si insi- nuano poi, sollevandosi nelle pliche della mucosa con una disposizionc assai elegante, lino al disotto dell' epitelio, e contornano anche abbon- ilanteraente, e collegano tra loro, i nuclei cartilaginei di cui si c ])ar- lato. Anche nella parete dei bronchi di media grandezza il lascio ela- stico longitudinale sottomucoso c evidentissimo. Oualche fibra decorre anche in vario sense. Sul fondo delle vescicole terminali sono visibili librille ondulate e sinuose, piuttosto scarse, ma intensamente colorite. Oualche fibrilJa elastica si vede qua e la anche nei setti connettivali, e (|ucste libre, intersecandosi tra di loro vanno a conlondersi con quelle che circondano le vescicole, ma che non lormano ancora ad esse degli anelli completi. I vasi sono anche in questo case discretamentc abbondanti e pre- sentano le solite fibre elastiche. Non posso astenerini dal ricordare che i prcj)arati di questo stesso polmone, fatti col metodo primitivo di Unna non avevano poste in evidenza altro che le libre elastiche dci vasi. VI. — Polmoni di feto di cm. 20 di lungliezza. Peso (jr. 146. Mese 5° circa. Questo stadio che per Tela e la lunghezza del leto e da considerarsi come pill avanzato rispetto al precedente, si presenta invece assai meno inoltrato nello sviluppo istologico se con quello lo confrontiamo. — 218 — I luhiili liaiino aiicho qui o vero la provalcnza siil connoltivo, ma lanlo air iiiloriK) dei giussi bronchi con epitelio cilindrico siratilicato vibi-atile, (juanto ncllc altrc i)ai'ti dci j)ie|)arati, ecccttochc ncllo paicli vasali, lo fibre clasticho non possono essere dimostrate. E notcvolc pcro il latto clie anchc qui, conic si o gia in altro caso acccnnalo, Ic cellule conncttivali si sono andatc dis])onendo intorno ai lubuli ed alio vesci- colc in maniera tale da ricordaie la posizione ed il rai)porto die assu- mcranno di poi in questi punti le libre elasticlie evolute. Oueste cel- lule si sono fatle allusate ed hanno dei prolunganienti sotlili die de- corrono secondo la suj)crlicie del tube. Senza volere entrai'c ncl nierito della (|ucstione sulla genesi delle libre elastiche, notero solo |)er incidenza die (juesli dementi, per i lore caratteri speciali richiamano alia mente quelli die alcuni aulori lianno descritto col nomc di Elastablasti (Lois el) (^). VII ed Mil. — Polmone di felo di 2d cm. di hnujliezza (5° mesej e polmone di feto di cm. 27 (fine del 5° mese). Poiclie questi due stadii presentano caratteri pressochc uguali, ven- gono qui descritti insieme. II connettivo e assai diminuito. La prolilera- zione bronchiale e assai attiva avendosi una gran quantita di tubuli in suddivisione dicotomica. L' epitelio e cilindrico composlo vibratile nei grossi bronchi, cilindrico semplice ma con ciglia \ibratili nei tubuli mi- nor!, semplice cubico nelle vescicole. I grossi bronchi hanno il lascio clastico longitudinale sottomucoso. Le fibre elastiche sono molto abbon- danti intorno ai nuclei carlilaginei della paretc bronchiale, e lormano inollre un ddicato fascio sottocpitelialc sulla paretc dei bronchi minori ed un sottile rivestimento alio vescicole polmonaii. I vasi presentano le carattcrisliche consuete. IX. — Polmone di feto di cm,. 28 di lunyhezza. Principio del 6'" mese. Osservando i preparati ad un piccolo ingrandimento ras|)etto del polmone a (|ucsta cpoca di sviluppo appare simile in gran i)arte a qucllo di stadii nieno asanzati. Ma le sezioni colorite con I'orceina, ad una os- ser\azione piii minuta diniosliano die il tessulo clastico ha assunlo uno svilu|)po notevole. I setti conncttivali hanno ormai poco spessore. In- torno a molle vescicole terminali si hanno csilissimi lasci di libre ela- sliclie. Nei bronchi maggiori, le libre dasliche lormano, subito sotio (*) G. Loisol. — Formation ot evolution des olcments du tissn olastiquo. — Journal dc V Anat. ct I'hiiiol. Paris, Avril 1897 . — 219 — rcpitelio, una zona assai spcssa con fibre longitudinali c circolari. Al di sotlo dclla pleura, si trova uu evidente siratei-ello di fibre elastiche die ap|)ariscono sezionate in vario mode. Pel vasi c per I'epitelio non vi ha nulla di dillerente dallo sladio clie si 6 prima descritto. X. — Polmone di felo di cm. 37 di liinyhezza. Peso yr. 1120. Jnizio del 7° mese. La |)roliferazione broncliialc ha in questo stadio toccato quasi il suo niassinio, poiche orniai non si vedono piii clie vescicole polnionari separate le une dalle altre da setti soltili, bronchi ben costituiti; nessun tubulo coi caratteri di quelli degli stadii precedent!. Le fibre elastiche hanno raggiunto un importantissimo sviluppo. Sono divenute assai piii numerose e robuste ed i i)reparati sono d'un aj)parenza assai elegante. Esse formano degli anelli tutto all'in- torno degli orifizi alveolari. Di qui, dissociandosi vanno a dill'ondersi suite pareti degli alNColi stessi dove costituiscono una rete a maglie delicate ed irregolari. Molte altre, o isolate, o riunite in fascetti intersecantisi tra di loro, si trovano nci setti, e qui ormai esse hanno la prevalenza su di ogni alfro elemento. I vasi arteriosi e venosi hanno le pareti riccamente provviste di elementi elastici, ed anche in questo case, subito al di sotto delta sie- rosa pleurale, si ha uno stratcrello elastico assai sottile die e forniato da fibre sinuose e che s'incrociano varianiente. So si conlronta la disposizione e lo sviluppo del tessuto elastico dello stadio oi-a descritto con quanto si puo osservare nei polnioni di I'eto a terniine, ci si accorge che non v'ha quasi alcuna ditl'erenza tra i due cast. Questo e ragionevole ove si pensi che il polmone preso in esanie appartencva ad un feto di circa 7 mesi, eta in cui esse puo godere di vita extrauterina. Si sapeva che a quest' epoca la formazione degli intun- dibuli e degli alveoli e la struttura deU'epitelio erano giunte a tal segno da permettere la funzionalita delfapparato del respire; ma questa non sarebbe d'altra parte concepibile se anche le fibre elastiche, non Ibssero gia cosi svilupi)ate e non avesscro la disposizione die e stata ora descritta. La mancanza di molti stadii intermedii tra il feto di 28 cm. di lunghezza e questo ultimo di 37 cm. non mi ha permesso di seguii'c rcgolarmente il modo di disporsi e d'adattarsi alia loro I'unzione delle libre elastiche del polmone, ma risei-vandomi di continuare c comple- tarc queste ricerche appena possedero il malerialc necessario mi sem- bra da quanto ho lino ad ora esposto di poter concludere die: 220 1*^ (^onrormcincnte a ([uanto gia era slalo osscrvato (Kollikor), rcpitclio si nellc'vcscicolc clic iici tiibuli del |)()lmone in \\d di svihippo e cubico semplicc al 3° mese. Nci bronchi maggioi'i e anclie a (juesta elii stralificato, con ciglia vibratili dalla line del 3° mese in poi. 2° Fino dal terzo mese possono dimostrarsi nei bronclii maggiori nuclei di cartilagine ialina. 3° Le prime fibre elastichc clic comparivScono nel |)olmonc sono (juelle delle tuniclie dei vasi sanguigni. i° Le libre elastiche appariscono cronologicamente: prima nei bronchi piii grossi dove lormano i)rincipalmenlc iin lascio longitudinale nella mucosa, poi nci bronchi minoii, ([uindi sul londo delle vescicole polmonari e nei sctti intcralvcolari. 5° Nel polmone di un leto di !) 7. ^^''^l- (t'"c mesi circa d'ela) le libre elastiche simo gia visibili oltreche nei vasi, nel corion della mucosa di (piei grossi bronchi che sono gia provvisti di nuclei carlilaginei. ()° Dopo la line del terzo mese (12 cm.) I'orceina mette in evidenzti delicatissimi tasci di librille elastiche anche in (pialche bronco minore. 7° Al quarto mese (cm. 17), le libre elastichc sono comparse ol- treche in molti bronchi minori, sul Ibndo delle vescicole polmonari pi'i- mitive e nei setti connettivali tuttora assai spessi. 8° Al settirao mese (cm. 37) che e lo stadio [)iii avanzato che ho poluto studiare, le fibre elastiche polmonari sono piii grossc e nu- merose che negli stadii pi-ecedenti, hanno gia assunta la disposizione che presentano poi nel feto a tcrmine e neH'adulto, e costituiscono ormai quasi di per se sole le pareti dei setti alveolari, per modo che it |)ol- raone ha ac(|uistato una particolarita di sirultura indispensabile alia sua lunzionalita. Ekkata-CorkIgu. A pas. 183, riga 3, invecp, di 1831, lujigi 1>>-1- NOTIZIE II i;ioi"uo 18 Noveiubre moi'Lva improvvisamouto in Eonia il Prof. Acliillo Costa, ordiiiario . gli Studi Zool., An. 7, Vol. 7, Fa.sc. 1-2, jyag. 70-75. Roma, 1898. XVI. Vertebrati. II. PARTE AN ATOMIC A. 1. Parte generale. Versari R. — Guida pratica per gli esercizi di Anatomia Topografica. Con pre- fazione di F. Todaro. — Roma, Soc. Dante Alighieri. Un vol. di pag. 266. (Senza data). 2. Tegumento e produ/ioni tegumentauie. Ruffini A. — Sulla pr^senza di nuove forme di terminazioni nervose nello strato papillare e subpapillare della cute dell'uomo con un contributo alio studio della struttura dei corpuscoli del Meissuer. — Vedi M. Z., IX, II, 212. Sfameni P. — Des terminaisons nerveuses dans les glomerules des glandes sudoriferes de I'horame. — Arch. Ital. de Biologie, Tome 29, Fasc. 3, pag. .373-379. Turin, 1898. (Avec 1 pi.) — 227 — 3. SlSl'EMA NERVOSO CRNTRALE E PERIFERICO. Crevatin P. — Di alcune cellule dello strato raolecolare del cervelletto, — Rendic. d. Sess. d. R. Accad. d. Sc. d. Istituto di Bologna in Boll. d. Sc. Mediche, An. 69, Serie 7, Vol. 9, Fasc. 4, pag. 243-244. Bologna, 1898. Cutore G. — Anomalia del canals midollare in un embrione di polio di 48 ore. — Napoli, 18[JS. Est)', di jycig. 10 d. Riforma Medica, Anno 14, Agosto, 1808. Vedi anche M. Z., IX, II, 209. Stefani A. — Aplasia congenita del cervelletto in un cane. — Atti d. R. Istit. Veneto di Sc, Lett, ed Arti, Tonio 56 {Serie 7, Tomo 9), Disp. 8, pag. 892-897. Venezia, 1897-98. 4. Organi di senso, Alfleri A. — Sulla distribuzione delle fibre elastiche nei bordi palpebral!, — Annali di Otialmologia, An. 27, Fasc. 4, pag. 312-316. Pavia, 1898. Con tav. Bietti A. — Su alcune particolaritk di conformazioiie dell'occhio e suUa fun- zione visiva in varie ra/ze umane, — Annali di Otialmologia, An. 27, Fasc. 5, pag. 407-440. Pavia, 1898. Cavazzani E. — Fissazione sulla retina di alcune sostanze colorant! injettate nei vasi sangiiigni. — Atti d. Accad. d. Sc. Mediche e Nat. in Ferrara, An. 72, Fasc. 2, pag 61-63. Ferrara, 1898. Pumagalli A — Sulla dlstribuzione e terminazione dei nervi nelle palpebre del coniglio. — Archivio per le Scienze mediche, Vol. 22, fasc. 3, pag. 243- 251. Torino, 1898. Con 2 tav. 5. SCHELETRO E ArTICOLAZIONI Coraini E. — Su le ossa bregmatiche nei fossili, del Prof. L. Maggi : Nota cri- tica. — Atti d. Soc. Romana di Antropol., Vol. 5, Fasc. 2 {1897), pag. 109- i24. Roma, 1898. Con tav. Cf. M. Z., IX, 9, 170. DaU'Acqua U. — Sopra lo sviluppo delle suture. — Monitore Zool. italiano. Anno 9, N. 7-8, p. 150-161. Con i tav. Firenze, 1898. Delia Valle L. — Contributo alia ricerca di una primitiva duplicita dell'un- ciforme del carpo. — Boll, d R. Accad. Medica di Genova, An. 13, N. I, pag. 1-5. Genova, 1898. Romiti G. — II significato morfologico del processo raarginale nell' osso z!go- matico uraano. Con t&y. — Pisa, tip. Nistri, 1898. E.str. di pag. 12 d. Atti d. Soc. Tosc. di Sc. Nat. residente in Pisa, Memorie, Vol. 17. 6. Apparecchio muscolare. Bertelli D. — Contributo alia morfologia ed alio sviluppo del diafrainma orni- tico. Con 1 tav. — Monitore Zool. italiano, Anno 9, N. 10, p. 195-204. Firenze, 1898. Ciaecio G. — La scoperta dei muscoli rossi e blanclii del coniglio rivendicata a Stefano Lorenziui. — Rendic. d. Sess. d. R. Accad. d. Sc. d. Istituto di Bo- logna, Nuova Serie, Vol. 2 {1897-98), Fasc. 3, pag. H5-117, Seduta d. 27 . Marzo i898. Bologna, 1898. Vedi anche in Boll. d. Sc. Mediche, An. 69, Se- rie 7, Vol. 9, Fasc. 6, pag. 355-356. Bologna, 1898. Giannelli L. — Sopra una non comune anomalia del muscolo pronatore ro- tondo. — Estr. d. Atti d. R. Accad. d. Fisiocritici, Serie 4, Vol. 10. Siena, 1898, pp. 7. 228 Lanzillotti-Buonsanti A. — Ricerche intonio alia morfologia del muscolo estensore anteriore delle falangi nel cavallo. [Extensor digitonim commu- nis h). ~ La Clinica Veterinaria. Anno 20. Milano, 1897. 7. Apparkcchio caudiaco-vascolare. Milza. Dalla Vedova. — Nota sulla distribuzione delle valvole nelle vene spermati- che interne in rapporto colla frequeiiza del varicocele. — Boll. d. Soc. Lan- cisiana d. ospedali di Roma, Anno 18. Fasc. l,pag. 379-880. Roma, 1898. Gangitano P. — Osservazioiii sti di un cuore con due semilunar! aortiche. — La Clinica Medica Ital., An. 37, N. 4, pag. 234-24^. Milano, 1898. Con fig. Rolando S. — Sul rapporto delle arterie tii oidee inferiori col ricorrente e su diunapratica operativa per evitarne la lesione nelln, strumectomia. — Boll. d. R. Accad. Medica di Gmova, An. 13, N. I, pag. 22-48. Genova, 1898. Salvi G. — Arteria dorsalis jyedis. Ricerche morfologicho e comparative. — Pisa, tip. Nistri, 1898. Estr. di pag. 42 d. Atti d. Soc. Toscana di Sc. Not. vesidente in Pisa. Memorie, Vol. 17. Con 22 fig. 8. TUBO DIGESTIVO E GHIANDOLK ANNESSE. Giannelli L. — Ricerche macroscopiche e microscopiche sul pancreas. Con 3 tav. — Estr. d. Atti d. R. Accad. d. Fisiocritici, Serie 4, Vol. 10, Siena 1898, 2)p. 130. Giannelli L. — SuUo svilnppo del pancreas nella Sejos chalcides, con qnalche accenno alio sviluppo del fegato e della milza. — Comunic. fatta alia R. Ac- cad. d. Fisiocritici nella Ad. del 14 Nov. 1898. Estr. d. Proc. Verbali. Siena, tip. Cooperativa, 1898, pp. 7. Martinelli A. — Sulle alterazioni delle cellule epatiche nel diahete sperimen- tale. — La Riforma medica. Anno 14, Napoli, Agosio 1898. Estr. di j^ag- 13. Radaelli F. — Sulla fina organizzaziono dei follicoli chiusi nell'appendice ver- miforme del coniglio. — Archivio pej- le Scienze mediche. Vol. 22, Fasc. 3, pag. 233-242, con 4 figg. Torino, 1898. Vram U. G. — Studio sui denti molari umani. — Atti d. Soc. Romana di An- tropol.. Vol. 5, Fasc. 2 (1897), j^ag. 155- WG. Roma, 1898. Con fig. 9. ApPARECCHIO POLMONARIO. BrANCHIE. TlMO. TlROlDE. Cevidalli A. — Intorno ad alcune speciali vescicole epiteliari annesse al si- stema tiroideo. — Estr. d. Atti d. Soc. d. Naturalisti di Modena, Serie 3, Vol. 16, Anno 31. Modena, 1898. Pug. 143-150. 10. ApPARECCIIIO URO-GENITALE. CapSULE SURRENALT. Majocchi D. — Sul frenulo prepuziale sopranumerario (IVenulo dojjpio). — Rendic. d. Se,ss. d. R Accad. d. Sc. d. Istituto di Bologna, Naova Serie, Vol. 2 {1897-98), Fasc. 4, pag. 162-163, Seduta dell' 8 Maggio 1898. Bologna, 1898. Marocco O. — Sopra un case di probabile utero uuicorne pluriparo, complicato a grosso fibroide solitario, con rudimento cavo dell'altro lato. — Boll. d. Soc. Lancisiana d. Ospedali di Roma, An. 18, Fasc. 1, pag. 257-275. Roma, 1898. Con tav. Oliva L. A. — Eclampsia puerperale e rone unico. — Boll. d. R. Accad. Medica di Genova, An. 13, N. 1, pag. 6-21. Genocii, 1898. — 229 — Trambusti A. — II meccanisrao di secrezione e di escrezione delle cellule re- nali. — Ferrara, 1808. Comunicaz. fatta alVAccad. d. Sc. Mediche e Naturali in Ferrara, U 24 Maggio 1898, pp. 23. 11. Teratologia. Carra V. — Due casi di aniridia congenita. — Boll. d. R. Accad. Medica di Roma, An. 24, Fasc. 2-3, pag. 403-422. Roma, 1898. Con tav. Chiarugi G. — Produzione sperimentale di duplicita embrionali in uova di /Sa- lamandrina jjersjyicillata. Nota preliminare. — Monitore Zool. italiano. Anno 0, N. 6, pag. 131-136. Firenze, 1898. Cuneo A. — Spina bifida dorsale (Idroraeningocele). Escisione del tumore. Gua- rigione. — Arch, di Ortopedia, An. 15, Fasc. 2, pag. 81-86. Milano, 1898. Con tav. Funajoli P. — Contribufco alio studio della raicrocefalia pura. — Siena, tip. Nava, 1898. Pag. 24, con 6 tav. Ganfini C. — Un caso di gravidanza gemellare mostruosa. Con tav. III. — Monitore Zool. ItaL, Anno 0, N. 7-8, pag. 162-168. Firenze, 1898. Gangitano F. — Sulla porencefalia : nota riassuntiva. — Cf. M. Z., IX, 0, 110. Giacomini C. — Sur les anomalies de developpement de 1' enibryon huniain : Comunicat. 11. — Vedi M. Z., IX, 11, 209. Lachi P. — Contributo alia conoscenza delle anomalie di sviluppo dell' embrio- ne umano. Inclusione della vescicola ombelicale nel sacco araniotico. — Vedi M. Z., IX, 78, 140. Legge F. — Sulle cause della ciclopia. Con tav. — Esfr. d. Boll. d. Sc. Medi' che di Bologna, Serie 7, Vol. 9, Ott. 1898. pp. 23. Bologna, 1898. Somano C. — Emimelia toracica bilaterale con altre deformitk congenita. — Ai'ch. di Ortopedia, An. 15, Fasc. 3, p>ag. 145-162. Milano, 1898. Con fig. SUNTI E RIVISTE Grassi B. — 1. Rapporti tra malaria e peculiari insetti (zanzaroni e zanzare palustri). Atti della R. Ace. dei Lincei. Rendiconti delta. CI. di Sc.fisiche. Anno 1898, vol. 7, semc.stre 2, pag. 163 a 172. Roma, 1898. — 2. Rapporti tra malaria e peculiai'i insetti (zanzaroni e zanzare palustri). Policlinico. Vol. V-M, Roma, anno 1898. — 3. La malaria propagata per mezzo di peculiari insetti. Atti della R. Ace. dei Lined. Rendiconti della CI. di Sc. fisiche. Anno 1898, Vol. 7. semestre 2, p. 234 a 240. Roma, 1898. — 4. (in collab. con Bastianelli G. e Bignani A.). Coltivazione delle semilune malariche dell'uomo nelV Anopheles claiiger, Fabr. {An. maciuipennis, Mg.). Atti della R. Ace. dei Lincei. Rendiconti delta CI. di Sc. fisiche. Anno 1808, Vol. 7, semestre 2. Roma, 1808. Lave ran, Ma a son, Bignami, Dionisi, Ross e Koch (dice I'A., rife- rendo alcune notizie storiche) cercarono gia di rendere verisimile che i mosqui- tos o, coruo di solito diciamo noi italiani, le zanzare, avessero un intimo rap- porto con la malaria. Questo intimo rapporto, pero, venne concepito dai vari autoiu in niodo enormemente differente. M. z. * — 230 — Laveran un tempo sospetto i rapporti tra le zanzare e la malaria; ma ne- gli ultimi tempi si limito ad ammettere che I'infezione malarica avvenisse per I'aria e I'acqua, pur sempre supponendo che il parassita vivesse anche in qxial- che specie di animali inferiori o di vegetali. Manson suppose che il parassita malarico fosse iiormale del nwsqnitos, o di qualche altro insetto succhiatore, e che I'infezione uraana rappresentasse soltanto un episodio nella storia del parassita: colla morte del mosquito i pa- rassiti diventerebbero liberi e potrebbero eutrare nel nostro corpo, o per inala- zione o per mezzo dell'acqna potabile. Bignami rese verosimile I'ipotesi (Koch alcuni anni prima, 1892, aveva gia peusato ad una simile possibilita) che le febhri malariche si prendano per inoculazione. Egli si giovo della collaborazione di Dionisi, il quale estese I'ipotesi anche agli uccelli, confortandola di nuovi dati sperimentali; gli autori supposero che il germe malarico presente nel suolo delle localita malariche ve- nisse inoculato nell' uomo dalle zanzare, o da specie affini di insetti, che deposi- tano le loro uova nell'acqua o in luoghi umidi. Koch (1898), avendo confermato le ricerche degli americani sui rapporti tra la zecca e la febbre del Texas, suppose che i mosquitos si comportassero nella malaria come le zecche nella febbre del Texas, la quale e prodotta da parassiti affini a quelli malarici dell'uomo. Percio il mosquito riceverebbe il pa- rassita succhiando sangue d'individuo malarico, e lo trasmetterebbe alle uova e quindi ai figli, dai quali tornerebbe colla puntura nell'uomo. Manson nella riuuione della British medical Association tenutasi a Edim- burgo dal 26 al 29 luglio, riunione i di cui ijroceedings portano la data del 24 set- tembre, dapprima riferi le osservazioni di Ross sulle emamebe degli uccelli, dalle quali risulta che esse si moltiplicano in un grey mosquito (si tratta di una generaz. alternante nell'uccello e nel mosquito : la geueraz. nel mosquito e occa- sionata dal succhiamento di sangue infetto, quella dell'uccello dalla puntura di mosquito infetto), poi suppose, (pur soggiungendo: that is the only way I cannot venture to assert) che I'uomo possa prendeie la malaria in modo simile a quello indicato dal Ross per gli uccelli. Gia quindici giorni prima del discorso di Manson, scrive I'A. che senza aver notizia dei lavori inglesi, si poneva alio studio della quistione. Precedentemente I'ipotesi che le zanzare abbiano relazioni con la malaria aveva trovato nell'A. un oppositore, soprattutto perche le zanzare sono comunis- sime in molti luoghi, nei quali non c'e aifatto, o quasi del tutto manca, la malaria. Fu la monografia di Ficalbi sulle Culicidae europee (alia quale si attiene I'A.), che facendo conoscere all* A. come molte e differenti specie ematofaghe vadano comprese in questa faraiglia, gli suggeri di vedere se, olti'e alia forma comunemente nota sotto il nome di zanzara, Culex pipiens, L., esistano altre zanzare o forme affini alle zanzare, le quali possano spiegare la nou coincidenza esatta e costante fra le zanzare e la malaria. Datosi quindi alle ricerche e visitando luoghi non malarici, e luoghi ma- larici, I'A. pote arrivare a questa constatazione: che se esistono zanzare, die abitano i luoghi sani, esistono altresi specie di culicidi, le quali si trovano co- stantemeute, I'una o I'altra o insieme, nei luoghi mdlarici, in modo che si pos- sono appellare spie della malaria; e tali sono V Anopheles claviger, il Culex pe- nicillaris e il C. malariae. — 231 — Pel' le coiistatazioni e per il lavoro di esclusione dell'A., si presentavano come naturali, circa al sospetto di rapporto causale tra I'infezione malarica e le diverse specie dei cosi detti vwsquUos, le seguenti considerazioni : 1\ I Ceratopogon, le Simulia, i Phlebotomus, gli Aedes (tutti generi di insetti, che qualche volta si comprendono nella denominazione volgare di mo- sqidtos) sono per lo meno non necessari per I'infezione malarica; 2\ Certe specie di zanzare, tra cui il comunissimo Culex pipiens, deb- bonsi ritenere innocue; 3*. Certe altre specie sono per lo meno non necessarie; tali: C. Rlchiar- dii, amiidatus, hortensis, spathipalpis, indcntarsis, Anopheles bifurcatus, A. nigripes. i'*. Certe specie sono enormemente sospette e sono le seguenti: Anopheles clavige)', Culex peuicillaris, C. malariae. Entrato in questo ordine di considerazioni e considerando inoltre il fatto della febbre del Texas propagata dalle zecche, il fatto che uno dei cosi detti parassiti raalarici degli uccelli ha per ospite intermedio una zanzara, o una serie di osservazioni e di esperimenti da lui fatti contemporaneamente alle sue ri- cerche zoologiche, I'A. lu condotto alia conclusione che, delle tre specie di zan- zave enormemente sospette e or ora citate, le prime due, per lo meno la seconda, fors'anche la terza, vengono a fungere ordinariamente da ospiti alternanti dei parassiti inalarici dell'uomo. Ed espresse la convinzione che la infezione ma- larica sia dovuta esclusivamente a peculiari specie di culicidi, che trovano le condizioni di svilupparsi soltanto nei Inoghi palustri. Tutti questi risultati furono comunicati all'Accademia dei Lincei il 29 set- tembre. Non erano pero ancora decisivi. Ma intanto venne Vexperimenticm crucis per le conclusion! dell'A. — B igna - mi, per suggerimento dell'A., riprese con le zanzare palustri un esperimento, che aveva avuto risultato negativo col Culex pipiens; e senza la malaria, con la puntura dei culicidi palustri, in un luogo non malarico, ottenne lo sviluppo delle febbri malariche (infezione estivo-autunnale) in un uorao mai stato afi'etto da malaria. Riunendo assieme le ricerche sopra riferite e quelle di Ross negli uccelli si puo, adunque, ritenere dimostrato che i parassiti malarici alternativamente vivano e si riproducano sotto forme differenti negli uomini e in peculiari culi- cidi : gia I'A., con suoi collaboratori, ha potuto seguire con tutta sicurezza parecchie fasi di sviluppo dei corpi semilunar! nello spessore dell'intestino me- dio di parecchi Anopheles claviger, tenuti a temperatura opportuna, ai quali aveva fatto succhiare sangue di individui affetti di forme malariche estivo-au- tunnali. Gli uomini malarici infettano peculiari zanzare, le quali alia loro volta infettano (se cio accada direttamente, ovvero trasmettendo i germi alia prole, come nel caso d'una zecca dei boviui, e ancora sub judice) gli uomini non ma- larici. Mingazzini P. — Ricerche suUo sviluppo del Gongylus ocellatus Forsk. — Dal Boll. d. Accad. Gioenia di Sc. Naturali in Catania, Fasc. 58-54, Maggio- Giugno 1898. pp. 7. Questo rettile viviparo ha un periodo di gestazione della durata di circa 45 giorni. La gravidanza decorre dai primi di Maggio alia seconda meta di — 232 — Giugno, con piccole oscillazioni dovute sopratutto alia temperatura. Le fem- mine gravide sono, nel primo periodo dello sviluppo degli embrioni, assai agili, menlre piu tardi si muovono leiitaineute; nei giorni die di poco precedono il parto spesso si mantengono immobili per molte ore ed eseguiscouo qualclie brusco movimento soltaiito se vengoiio stimolate. Portano da 2 a 20 embrioni, in media 8-12, per solito egualmente o quasi egualmente distribuiti fra i due ovidutti. Contrariamente a quanto avviene nella Seps chalcides, specie per mol- teplici caratteri affine al Gongylus, nella quale come e noto si costituisce una pla- centa primordiale, nel Gongylus, durante tutta la gravidanza, la superficie del corion e quolla corrispondente dell' ovidutto si mantengono liscie (Legge). L'uovo del Gongyl s e avvolto nei primi momenti dullo sviluppo da una mem- brana alquanto piu grossa e resistente di quella clie involge 1' uovo di Seps; negli ulteriori stadi embrionali, per 1' aumento di volume dell' uovo, si assot- tiglia e finisce per rorapersi. Come nella Seps, cosi nel Gongylus le uova sono ugaalmente orientate lungo I'ovidutto. In un uovo arrivato alio stadio medio di sviluppo possiamo distinguere due euiisf'eri, uuo n^'l quale si trova 1' em- brione racchiuso dall' amnios e dalla sierosa (emisf. embrionale), I'altro ove si trova il vitello nutritivo contenuto entro il sacco vitellino. Tutti gli emi- sferi embrionali sono costantemente ori ntati, cosi nel Gongylus come nella Seps, verso 1' arteria genitale posta entro la plica peiitoneale dell' ovidutto (Legge) e sono disposti simmetricamente rispetto ad essa, cioe sono situati in modo die facendo passare per 1' arteria un piano perpendicolare alia super- ficie dell' ovo, esso divide 1' emisfero embrionale in due parti uguali. Questa condizione determina una costante corrispondenza fra i vasi dell' arteria geni- tale ei vasi die provengono dalla ramificazione dell' arteria allantoidea, e spiega i rapporti funziouali fra la madre e I'embrione, cbe sono pero molto piii semplici e primitivi di quelli che si osservano nella Seps. Infatti in queste specie si forma ivi una placenta e ha luogo una ricca neoformazione vascolare da parte del- 1' arteria genitale. Considerevole e 1' aumento di volume delle uova che si vanno sviluppando; esso e dovuto alia formazione dell' amnios che fin dai primi tempi assume dimension! notevoli. Forma al di sopra dell' embrione un emisfero sovrapposto all' emisfero vitellino; al suo rapido accrescimento fa riscontro nella prima meta della gravidanza la lieve diminuzione di volume del sacco vitellino; cosi il volume totale dell' uovo presto raddoppia in con- front© a quello die era prima che incominciasse la formazione amniotica. Dopo la 1^ meta della gravidanza, il sacco vitellino per il riassorbimento del vitello, I'impiccolisce, ma sia per 1' accrescimento dell' embrione, sia per la conti- nuata dilatazione dell' amnios, il volume dell' uovo aumenta aucora, Negli ul- timi momenti della gravidanza, il sacco vitellino ridotto vien chiuso entro le pareti dell' addome e si trova anche nel neonato attaccato per un corto pedun- colo air intestino. E degno di nota che 1' amnios si limita a svolgersi in una laetk dell'uovo, cioe dalla parte in cui ricopre I'embrione e non circonda fin dalle prime epoche dello sviluppo il sacco vitellino, come fa ad es. nel polio l3n dal 7° gioruo. II sacco vitellino viene iuvaso lateralmente dalla formazione amniotica soltanto per un piccolo tratto del suo margine laterale, poi si ri- piega sulla superficie superiore del sacco vitellino e si ai'resta ai margin! del cordone ombelicale. L'A. non conferma quanto fu asserito da Legge, che nel Gongylus ViiUa-ntoide sparisca piecocenientee che i vasi della sierosa di v. Baer — 233 — siano dati dalle vene ombelicali. Come nella Seps^ I'allantoide si svolge normal- mente e da essa hanuo origine i vasi che si ramificano nella sierosa di v. Baer del tutto indipendenti dai vasi vitellini. I vasi allantoidei si dirigono in parte superiovmente in parte inferiormente con un vaso che poi si ripiega, si rami- fica e va anch' esso nella parte superiore. I vasi vitellini, in numero di 5 o 6, diretti in basso si ramificano sul mesoderma splacnico, che coll' entoderma avvolge il sacco vitellino. Quest' ultimo rimane scoperto durante la massima parte dell' evoluzione embrionale e non viene ricoperto dalla formazione am- niotica altro che all' ultimo della gravidanza, quando e in via di essere rias- sorbito ed incluso nella cavita addominale. Lo sviluppo dei Rettili vivipari e specialmente quanto avviene nel Gon- gylua e nella Seps, dimostra che la fine della gravidanza avviene quando il vitello nutritivo estato quasi completamente riassorbito, analogaraente a quanto si verifica per 1' uscita dall' ovo dei neonati dei rettili ovipari e degli uccelli. I neonati del Gongylus, simili nell' insieme per colorito e per forma agli adulti, ne diff'eriscono per qualche carattere e specialmente per avere la coda relativamente piii lunga. Legge F. — Sulle cause della ciclopia. Con 1 tav. — Boll. d. Sc. Mediche di Bologna, Serie 7, Vol. 9, Ott. 1898. In questa nota I'A., dopo avere illustrato due casi di ciclopia osservati in agnelli, espone e discute le opinioni degli Autori sulle cause probabili della ciclopia, e riassume il suo modo di vedere suUa questione nolle seguenti con- clusioni: « 1. La ciclopia dipende da una precoce saldatura delle due parti lateral! del tubo cerebro-midoUare, che dorsalmente si saldano per costituire la vescicola cerebrale anteriore, e dall'epoca piu o rneno precoce di questa saldatura si spie- gano i diversi gradi di ciclopia. 2. Non ammetto che questa saldatura possa essere defcerminata da una pressione esercitata dal cappuccio cet'alico dell' amnios sulla estremita cefalica dell'embrione; anzi credo che la ristrettezza del cappuccio cefalico, osservata e descritta dal Daveste nei casi di ciclopia, dipenda dalle stesse cagioni che hanno prodotto la ciclopia e dal mancato sviluppo della vescicola cerebrale anteriore. 3. Queste cagioni credo debbansi rintracciare nell' aplasia dei rami arte- riosi che portano il sangue nella estremita cefalica dell' embi'ione, tanto pii!i che 1' aplasia della vescicola cerebrale anteriore e sempre accorapagnata dal- I' aplasia piu o meno profonda degli archi branchiali e di altri organi della faccia e delle parti del cranio. 4. Le diverse posizioni che puo assumere la proboscide nella ciclopia re- lativamente al bulbo oculare, dipendono dai nuovi rapporti che assume la vescicola oculare primitiva spostata, di froute all'abbozzo nasale primitive nei diversi casi di ciclopia*. 234 — COMUNICAZIONI ORIGINALI r-AIiOUATOUIO D'iSTOr.OOIA BELLA K. UNIVEUSItA DI PALERMO DIUETTO DAL PROF. C. MONDINO. A proposito dell' origine esogena di alcune fibre delle radici anterior!. NOT.V ANATOMO-SPERIMENTALF, i>EL DoTT. VINCENZO ACQUISTO, i.ibrko docente d'istologia normal,:; (Con fig.)- Kicovuta il 4 dicenibio 1898. ii vietata la riproiluzione. In questi iiltimi anni il concetto scheniatico della struttura e del significato fisiologico delle radici anteriori c delle radici |)osterion e stato notevolmente niodiUcalo, merce le ricerclie del Ramon \ Ca\al, del van (jieluichten e del Pellizzi. Dai risultati esposti da questi osservatoi'i emerge come la classica distinzione delle radici anteriori e posteriori in sensitive e motrici, non si possa pill accettare in sense assohito, in(|uantoche tanto le une die le altre avrebbero una natura misla ed un signilicalo lunzionale piii complesso, decoirendo, lia le libre radicolari anteriori verso il nervo periferico, alcune libre sensitive, e attraverso le libre radicolari poste- riori alcune libre motrici. Ed invero il Ramon v Cayal(') e van (Jeliuch ten ': da un la to dimostrarono, mediante la reazione nera del Golgi, sugli embrioni di polio, clie alcune delle cellule radicolari anteriori danno origine ad un prolungamento nervoso, il quale, atlraversando tulla la sostanza grigia s|)inale, si dirige nella zona delle libre radicolari |)osleriori |)er unirsi al nervo. II Pellizzi (^) daH'altro lato, mediante il metodo delle degenera- zioni secondarie, ha potuto seguirc alcune libre radicolari posteriori che, atlraversando la sostanza grigia, \anno a coslituire libre radicolari an- (') Ramon y Cay.il. — El sisteiua norvioso dol Hoiubre y do los vortebrados. — Madriil, lS9S. 1^) V. Geliuchtou. — Les eleincDts iuoteui'3 des racines posterieures. — Anat. Anzciger, Bel. VIII, i893. (^) G. B Pellizzi. — Nuove ricercbo aporiniontali suUe degeuorazioni secondarie spjuali. — Annali di Frenjatria, 1S95, ^ 235 — tcriori siano dollo slesso lalo, die deiropposto (Ic prime pero sarcbbero in ma^gior numero). Tale disposizionc sarehbe, secondo queslo (>sser\alore, rilevabile a livello dci rigonliamenti cervicaie c iombare della niidolia. Egii ainmette chc questo speciaic sislenia di fibre sia destinato a conserxare in nipporlo rcriproro di ionirid) i niuscoli di ciasciin arlo. I dali niessi in rilievo da ([uesli autori, speciahiiente ({ueili di Ramon y Cayal e van (Jehuchten, ])nr mancando della sanzione di un ulteriore contmllo, sono slaii interamenle acceltati dalla niaggior |)arto degii anatoniici e generalizzati alFuonio, non oslante quelle dilTe-- renzc nolevoli di struttnra die la biologia c'insegna esistere Ira il si- stenia ner\oso degli uecelli e quello dei \eitebrali superioi'i e deirnomo in ispeeie. Presento intanto in (juesto schema lo state attualc della questione: A. Fibiii riiclicolaie anteriore. — a. Cellulu ilcUo coi-ua antoriori, il cni prohiiigaiueuto uervoso passa iiolla nulice posteriore. — b. Cellula del ganglio spinale, il cui proluiigaTueuto ceu- trale P si porta alle radici anleriori. — 236 — Nellc preseiiti riccrclio mi |)r(»p()si di conlrollaro, applicando im metodo sporimcntale diverso, i dati esposli dai j)r(H'itali ossci'\atoi'i, al line di dctcnuinaro incgiio il loro \aIore o di decidero sino a (jual |)iinlo i risullati oltemiti dal Ramon y Cayal e van (jlehuchten nel- I'embriono di polio, potessoro cslcndorsi al sistema ncrvoso dm niam- miferi. Talc ricerca mi o sembiata anclie interessante per quelle niime- rose qucslioni, die la lisiologia ha s()lle\alo siilla natura e sul signilicalo funzionale delle radici spinali, e clie qui non credo oppoi'luno di ri- cordare. Le niic espcrienze furono condottc so|)i-a quatlro gatti di diversa etii, nia in oltinie condizioni di nutrizionc, e preferii di scegliere il ncrvo seialico j)ei'clie le radici posteriori spinali, clie gli corrispondono, ol- IVono nn campo operatorio lacilmenle accessibilc. 1 galti I'urono operali uno dopo Taltro a dislanza di un gioino. Non descrivo minutamentc il proccdimento operalivo peiclie di fa- cile esecuzione. Fnrono messe alio scoperlo le radici posteriori :}% i'\ Iv' lombare e il tronco-lombo-sacrale, cbedannoorigine al nervo seialico; qncstc vcnnero tagliate con un ci^lpo di forbice a punta cur\a e motto sotlile. Si deve aver cnra di conipiere I'operazione in condizioni assolutamente asettiche. Dopo eseguita la sezione delle radici, si |)ratica nna sntura pro- Ibnda (lei muscoli cd nn'altra supcrliciale ])er ra|»one\rosi e la pelle. Fra le due suture si lascia un sottile tampone di garza in forma di striscia, in modo die venga fuori un |)iccolo tratto dall'estremita infe- riore dell'incisione, per lasciare un liltro al siero sanguinolento die cvcntualmente si puo raccogliere net campo operatorio. (ili animali ojierati furono sein|)re in grade di camminare coii- traendo jiero Tarto |)osteriore sinistro ed inclinando su (piesto lato tutto il treno poslei'iore. Un giorno dopo ro|>erazione mangiarono come di consuelo e camminarono |)er la stanza con discreta lestezza, solo impac- ciata dalla dillicolta di |)untare I'arto posteriore sinistro in terra. La contrattura conlinuo jier cinque o sei giorni, ma doj»o (jueslo tempo, pur mantenendo la llessione deirarto, ranimale inclinato sopra di csso strisciava il dorso delta zampa. senza ser\ii"sene alfatlo come |)unt(> di ap|)oggio. Nell'arto fu sempre abolita la sensibilita doloi-ilica e la tattile. Un solo dei (piattro gatti operati dopo cimpie giorni presenio un ascesso supcrliciale, die sviiotato opporlunamenle e hnato ogni giorno con solnzione antisettica venue a conqileta guarigione verso il 12" giorno. (Jli allri tre procedettero sempre aselticamente. — 237 — Fiimno sacrilicali duo dopo il 16*" giorno dairo|KM'azionc, il T dopo il J 8" giorno o il ^^ al i>0° giorno. [n lulli gii animali di espcrinicnlo il inidollo in coiTis|)ondenza dello radit'i sezioiiate prcsonlo latli norniali di cicalrizzaziono; nessiin indizio di processo int'ollivo. Fiirono presidoi j)Ozzotli dello scialicodi sinistra ed allri dello seiatico di deslra come lermine di paragone e fiirono inimersi separalaniente in una soluzione di bicromato ()olassico al i 1/2 per cenio in aequa di- slillala. Furono anelie presi dei pezzi diversi dalla rispeliiva niidolla spinale a cominciare dal rigonliamenlo lomhaie sino alia |)orzione cer- vical e. Per tutu (juesti pezzi mi son servito della reaziono di Marchi, con la modilicazione consigliata dal Vassale: indurili per 12 giorni i pezzi di due gatti, per 14 giorni e Hi (pu'lli degli allri due, furono passall nella miscela composta di: l.iquido di Miiller in acqua distillala p. 3 Acido osmico all'l % P- ^ Acido nitrico puro gocce 20 [)er 100 cc. della miscela. Furono lasciali in (piesta miscela per un periodo di ii a 0 giorni, indi, j)revia lavalura in acqua distillala, vennero disidratati nell'alcool a concentrazione graduale sino all'assoluto. Alcuni j)czzetli dello seiatico di sinistra e di destra furono inclusi in celloidina, allri in i)aranina c sezionali al microlomo in direzione tras\ersale e longitudinale. Alio sco|)o di paragonare la bonta della reazione, in lulli i casi furono eseguiti dei prej)arali di midolla s|)inale. I risullati furono iden- tici in lulli quallro i casi. Lc sezioni transverse di scialico prese o nel Iratto vicino alia ori- gine 0 nei Iralti periferici, non presentarono alcuna Iraccia di iibre degenerate, ne si nolo alcuna dillerenza con le sezioni coi'ris|)on(lenli dello scialico di deslra (lalo integro). Dai pezzi inclusi in ])aranina si possono ottenere delle sezioni piu soltili, avendo cura di altaccarle sul velrino a|)pena prese dalla lama del i-asoio. In un solo caso le sezioni presentarono dei ])recipilali di acido osmico, tanlo (pielle del nervo scialico cpianlo quelle della midolla spinale corris|)ondenle, e qui in maniera piu dilTusa; pero a clii ha r occhio educalo alia osservazione di preparali allesliti col melodo di Marchi riesce agevole di distinguere cio ch' e dovuto ad un di- — 238 — Icllo a('('i(l(Milal(^ di rcazionc, dalla vera roazionc, clio awieno lad- (lovo csislono losioni dcgoncrative. In (|uesl() caso il colorilo parti- colare assiinlo dalle gocce di mieliiia (nero iiUens()\ la loio coslaiile loi'ina e grandezza si die ciasciina di esse e conleniila iiel hime di una libra, la niancanza di code o aj)[)cndici di nnione IVa le diverse gocce, come capita coslanlenienlc di vedere nei grannli neii ditMili alia precipitazionc dell'acido osniico snlle gocce di tcssuto adiposo, esislenii lungo il decorso dei nei"\i e dei vasi, reppresentano un giiippo di ca- ralteri dill'erenziali assohili. Dalle ricerchc es|)oste risulta qiiindi la mancanza di lihie dege- nerate nel nervo sciatico, in cui una degenerazione parziale aMeninio doYuto sicuramente risconlrare, nel caso clie a costituir(^ (jueslo ner\o concoiresseio (|iu'lle lil)r(^ niotrici decorrenti nelle radici posteriori, come Yogiiono Uainon v (la) at e Yan (jieliucliten e (juelh^ fibre sensitive decorrenti nelle radici anteriori dopo di essei'si originate dagli elementi della radice |)osleriore, come sostiene Pellizzi. Non discutendo j)ertanto suH'attendibilita dei fatli messi in rilie\o (lai citali autori negii uccelli, noi non |)ossiamo acceltare, in base alle |)resenti ricerdie, cli' essi vengano con tanla facilita estese al si- stema ner\oso delTuomo, tanto piu complesso nella sua strutlura in rapi)orto alia dignita piii ele\ata della sua organizzazione. Basti ricor- dare a tal i)roposito una sola dilVerenza di motto rilic\o e cioe die negli uccelli non esiste una via destinata al inovimento \olontario, die prenda origine dalla corteccia cerebrale, (|ual e nei verlebrati superiori. O'altra parte poi le indagini del Pellizzi non ricevono dai risul- tati delta |)resente ricerca una ulteriorc cont'erma, e credo o|)portuno di ricordare die (juesto fatto non lu neanco notato dal Donctii in seguito alia distruzione dei gangli spinali con un nielodo sperimentale, die certaniente si sottrac a (Idle critiche. Del resto non si comprendeiebbe. a mio modo di vedere, il signi- licato di un sistema di libre, die presa origine esogena (^gangli s|»iiiali^ atlraversi la midolla sjiinale per porlarsi di nuovo alia perileria con le radici anteriori. I fenomeni clinici die si osservano in seguito al taglio (Idle ra- dici posteriori (conlrattura delT arto corris|)on(lente piu accenluata du- rante i |)rimi li o (I giorni, aliolizione delta sensiliilita doloritica e tat- lile ecc), si possono spiegare benissimo con (|iidle connessioni die il (jolgi ha dimostralo per il prinio esislere Ira le radici iiosleriori e le cellule (ldl(^ corna anteriori delta midolla spinale, per T intermezzo del ret i col 0 da lui descrilto. -- 239 ^ E possibilc, amniellendo tali conncssioni, pensarc chc in condi- zioni lisiologiche siil tono muscolare possano inlluire quelle onde iier- vose, le qiiali elaboratcsi nelle cellule dei gangli spinali, si |)ortauo in niodo non iulerrotto sulla cellula delle corna anteriori, suscilando in via rillessa slinioli opporluni a niantenerlo, e clie sottratti i prolo-neuioni motori alia inlluenza rillessa di prevalenti stimoli sensilivi, come falto dipendenle dal taglio delle radici posteriori, essi entrino in quello state di iperatlivita incoordinata, die da luogo a sprigionamento di onde nervose eccessive, chc valgano a determinare I'abnornie conlrazione del niuscolo nei primi giorni dalT operazione. La sconiparsa poi di (|uesta abnornie contrazionc riesce alia sua volta spiegabile se si pensa all'in- tervento di un'azione conipensatrice, proveniente dalla niodilicala atti- vita lunzionale di altri elenienti, senipre resa possibilc dall' csistenza del rcticolo anastomotico. Ne con cio vogiio negare die possa, una degenerazione delle ra- dici anteriori, verificarsi in seguito al taglio delle radici posteriori; solo vogiio far rilevare che in questo case essa deve interpretarsi non come prova deir csistenza di un sistema di fibre direttc, die dalle radici jx)- steriori si porterebbe alle anteriori attra\crsola midolla s|)inale, ma come una degenerazione })ropagata ap|)unlo dalle connessioni esistenti fra i neuroni sensitivi e i motori. Ritengo pcrtanto die alio state attuale delle nostrc conoscenze, per cio die si rilerisce all' uoino, nessnn Catto nuovo bene assodato si sia finora acquisito, c che Ic radici anteriori e posteriori conser\ano la loro autonomia anatomica e lunzionale di fibre a conduzionc motrice le une, a conduzionc sensitiva le altre. II nervo misto non si origina quindi che laddove avviene la lu- sione delle fibre radicolari, cioe oltrepassato it ganglio inlervertebrale. DoTT. GIUSEPPE SPAMPANI. Aloune ricerclie suUe glandule cutaiiee del cane. Con Tav. Vin'\ PJcevuta il 24 settenibre 18U8. J& vietiita 111 liprodnzionr. E conuine credenza che il cane non sudi : e davvero tanto rari sono i casi descritti dagli Autori (^), di cani che hanno sudato, che (*) Per citare qualche eserapio, M. Bar by nel Recueil de Medecino veterinaire del 30 Decembre 1888, racconta (li nn canino ili razza avanese, che esaenflo riraasto sotto le rnote di nna vetfcura, dopo 10 miiiuti presents un sadoio cosi abboudante, da dare IMlIasioue di uii cane levato da un bagno. 240 anclio Ira gli scienziali ci sono niolli cho (Inl)ilano liilloi-a die nol caiio si possa avcro una vera e jiropiia secrezione siidoiileia. Tra i lisiologi, (.olin seri\(; clie nel cane non si vedc^ giamniai la |)elle niolle di sudore ('). Secondo il Landois, il quale in (|ueslo non fa allro clie allenersi all' osservazioni di Luchsingcr, non sudereb- bero allallo la (*aj)i-a, il eoniglio, il ralto, il sorcio ed il cane f). Nella Fisiologia degli aniniali doinestici die Uobcrt Meade Smith pubhiieo nel ISS!) e alTermato die nei galti, nei conigli, nei lopi nianea allallo la secrezione sndoi'ifera : e ritenulo |)oi die le glan- dule sudorifere siano allallo rudinientali nei hovini, ahhoiidanlissiine (come e nolo) nei cavalli e negli asini, ma die i raniirori in generale 0 non sudino o sudiiio solo sollo la pianla dei piedi (^). Passando alle descrizioni islologi(dio della sliultura e dislribuzione delle glandule culanee del cane, Iroviamo die secondo Le\(lig('') le glan- dule sudoripare saiebbero su liilla la su|»erlicie del corpo d<'l cane, ma poco rimai'dievoli, ed avrebbero (juesia disjiosizione. Al iaio ed al di sollo di ciascun lollicolo pililero si estenderebbe nn olricolo giandiilare lorlo su se stesso, e (juesf olricolo si devcrebbe note vol men b' al di sopra deir eslremita a Ibndo cieco del lollicolo lormando colle sue si- nuosita un lungo e slretlo gomilolo. Va jioi nolato die secondt* la ligura schematica die Level ig da delle glandule culanee del cane, lo sbocco delle glandule sudoripare a\ verrebbe al di sollo dello sbo'cco delle glandule scbaccc. Per Colin, gia citato, le glandule sudoripare esislono in lulli i mammileri domestici nello spessore del derma e nello slralo cdlulare sotlostante ; ma nel cane sarebbcro inolto piccolo eccellodie nella pelle die ricopre i gomitoli o cuscinetti plantari ["). il Bonnet in line con maggioi-e esattezza d' osservazione, nola die nel gallo, nella pecora e nd bovc le glandule tubulari si trovano nella maggior |)arte solamente abpianto serpeggianti, mentre nel porco, nel cavallo e nel cane, le glandule tubulari staiino aggomitolate su se stcsse, c die le glandule a gomilolo sono nella massa carnosa delle dita del picde analogbo nei cani e nei galti ("). (') G. Colin. — Trait6 do Pliysiologio coinp:u-6o tics iiniinanx. Troinieme edition. VariK, Lihrcii- ric J B. Bailliitre ct fils, iSSS. (-) La n do is. — Tnittato di Fisiologia dell' iiotno. Trad, ilaliana, Francesco Vallardi. (•') Robert Meado Smith. — The physioloicy of the Domestic animals. Pag. 65-J. F. A. Da- vif>, ridladelphia, 1889. (') Leydig. — Tiaitt'i d'lTistologio do I'liorame et dos aiiiinanx. Paris. Genncr BaiUiere, ISSO. (^) Loc. cit. (") Dr. W. Ellomborgor. — Vorgloiclioiido Jlistulogio der JIaiis.sitngethioro. lierlin. Vcrlagvon Paul Parey, tS87. — 241 — L'lU'cordo adunquc Ira i Naiii aiitori die hanno scritto dcllo glan- dule (uilanco del cane, e piii speciahnente per quel chc riguarda Ic glan- dule sudoripare e lulfallro elie perletto: non saranno percio del tullo inulili le seguentl mie osser\azioni istologiehe. Quesle suno state falte prendendo in esanie la pelle di eani di razza divcrsa, ma mi sono sempie meglio riuscite nei eani di gi'ossa taglia e adulli. 1 metodi che ho tenuto sia per la lissazione degli ele- menti, ehe |)ei- la eolorazione sono stati quelli ordinari, ma in special modo come fissativo lio usato la soluzione satura di Hicloruro mercu- lico, il li(piido di Ivleinenberg, it liiiuido di Flemming; per la eo- lorazione poi voglio avverlire die oltre le ordinarie soluzioni carniinidie, mi lia date ottimi resultati la eolorazione coU'ematossilina terrica iUie- todo di Martin Heidenliain), sia per vedere nettamcnte la dillerenza morlologica delle varie glandule, cbe per mettere nettamente in evt- denza la tina strnltura del loro epitdio glandulare. Mnlti [)unti (Idle varie regioni delta pelle sono stall presi in esame, ma mi limilero qui alia dcscrizione delle glandule di quelle regioni, die conlrontate colic glandule di altre presentano qualclie parlicolarita di struttura. * * * Nella maggior parte delta siipcrlicie del comune tegumento del cane, come nelle varie regioni del dorso, ai lati del costalo, sulla groppa, alia laccia esterna degli arti, ecc, dove i pdi sono in generate piu lolti, e |)iu grossi che in altre regioni, e raggruppati a qualtro a cinque o in nu- mero maggiore, Iroviamo lateralmente a questi gruppi glandule sebacec rdativamenle |)iccole, e in minor numero e meno sviluppale altre glan- dule, le ([iiali anzi die a gra[)[)olo hanno la forma tubulare e tappezzale da un epitdio, che per esserc cubico, disposto soj)ra iin solo stralo a cellule di grandezza ])oco maggi(»re delta meta di qudla delle cellule epitdiali delle glandule caratteristicamente sebacee, da queste le la di- stinguere. Le vediamo ora a tubuli retti approt'onditi nel derma, a lume piccolissimo; ora a tubuli gi'ossi, contorti, intrecciati coi grap|)oli delle glandule sebacee. 11 loro sliocco si Irova nella larga guaina, dove in vici- nanza dello stralo mal]»ighiano \aniio a sboccare in comune i fascetti dei pdi. Ho potuto notare in qualche prei)arato, che mentre da una parte abbiamo lo sbocco di una glandula sebacea, dal lato opposto ed al medesimo livdlo abbiamo qudio di una- glandula a tubulo, sbocco quest' iiltjino che avviene per un dutto escretore con lume motto piu jiiccolo del lume del tubulo costiluente il corpo delta glandula ed a lorma di collo di cigno. — 242 — Passando a rcj;ioni piii liiuitatc della sii|)erlicic del (-orpo, alia raccia inlcnia della coscia, dove come e nolo la |)elle e delicala ed i peli soiio niorbldi e sollili, vediamo, |»i(Mideiulone in esaiiie una sezione j)eri)cndi- colare alia superlieie e lan^cnziale a nn pelo o ad un f^iuppo di peli, die qnesli si aj)i)rorondano niolto nel derma ed anziclie isolati anclie (|ni c pill facile trovarli rag^iup|)ali a due a Ire o |)iu, un j)o' distanti I'uno (lair allro alia loro origine, ma insicme sboecanli alia superlieie estcrna. Come nella llgui'a 1 clie presenlo, apparisce ehiaramenle che in quesla regione aeeanio a earalterisliehe glandule sebaeee //; si trovano assai svilup|)ate altre glandule i;/|i di nalura luhulosa, ii\eslile(li un solo slialo di epilelio, ehe s' insinuano pmrondamenle nel derma, lino a |)enelrare Ira le cellule connetlive adipose [fj). Ouesli sacculi negli slrali dermici prolbndi decorrono rclli, in generale parallelamenle a qualche piccolo pelo {p''\ terminanii senza nessun contorcimento a londo cieco. Nell' av- vicinarsi pern alia superlieie eslerna, verso la mela dello spessore del derma, comineiano a ser|)eggiare e I'ormare delle \olute su so slessi ; poi s' intrccciano cogli acini delle glandule sebaeee e (lo|)o csscrsi incurvali ad 5, vanno a sboccare con dutlo escretore am|)io e nello nella guaina di un pelo 0 comune a piii peli (r). Nella ligura che presento apparisce ncltamente come lo sbocco di (|ueslc glandule die lianno lulli i caratleri delle sudorifcre, contra- riamenle airopinione di cerii aulori, anziclie al disollo, sia molto al di sopra dello sbocco delle glandule sebaeee. Solto I'ascella ed alia faccia interna degli arli anleriori Iroviamo pure glandule tubuliformi; ma il loro sviluppo e inollo limitalo c con- lenlandosi di prendere in esame poclie sezioni microscopiclie non c sempre facile osservarvele. (liova nolare pero elie anclie le glandule se- baeee sono a grappoli piuUoslo piccoli. In punti limilali della superlieie della jielle del cane come ad es. al di sopra del naso, negli spazii inlerdigilali, nel j)olpastrell() dei piedi, Iroviamo davvero un'abbondanza ed uno sviluppo grandissimo di glan- dule di nalura lubuliforme. Cos! nella pelle die licopre il dorso del naso inlorno a ciascun pelo o grujipo di peli slanno avvolte voluminosc glan- dule sebaeee Fig. U d), die in generale lianno lo sbocco (r nella guaina pilifera, mollo distanle dalla superlieie estcrna. Anclie Ic glan- dule a saccuio (/>) si trovano qui in lanta abbondanza e con lanto svi- luppo come si vedono in allj'i mammiferi domcstici caNallo, asino, ecc.\ Oueste, die sono molto ap|)i()foiidile nello sjiessore del derma inferior- mente sono scrpeggianii awollolale su se stesse, in modo certunc da formarc de" veri e projn-i gomitoli. Via via pero die ci si avvicina alio m — 243 — sirato e|)itl(M"nioi(lale, il ser|>cggianicnf(> (liininiiiscc, gli sconlorcimcnti sono niinoii. (Ion (|iicsti scontorcimenti s'internano nioltc voile fra gli acini dolle gladulo sebacec, da ciii in niolli |)re|)arati si vcdono come in- terrotle, c riconipariscono poi relte e paraliele alia guaina piiifera, die acconi|)agnano per un cerlo tratto, eppoi \anno a sboccarc nella guaina di questo inolto vicine alio siralo nialpighiano e distanti dallo sbocco delle glandule sebacee. Notevole in queste glandule e la largliezza del lumc c 1' aumcnto graduale di questo dal fondo cieco fino in vicinanza dello sbocco, dove delto lumc lorna leggermentc a rimpiccolire. Nella pelle degli spazii inlerdigitali abbiamo una grandissima ab- bondanza di glandule; ma qui (juelle a glomerulo superano di gian lunga, si ])ernumero die per sviluppo, le glandule a grappolo. Questa e la disposizione piu frequente: ciascun pelo grosso e circondalo da pell mollo pill sottili, i (juali, al soli to, so prolbndamente nel derma sono separali ed hanno ciascuno un I'ollicolo loro proprio, neiravvicinaisi alio strato epidermoidale si uniscono in iinica guaina attorno al i)elo piin- cipale. Cii'condanti ciascuno di questi gruppi di peli stanno le glandule sebacee, piuttoslo, come sopi'a ho accennato, ridolle di volume in con- fronto a quelle di altre regioni, e le glandule col carattere delle sudori- Icre, le (piali dope aver mandate varii serpeggiamenti intrecciantisi colle sebacee continuano sempre con serpeggiamenti motto anIValtuosi, ad inoltrarsi motto prolondamente nel derma al disotio del punto d'ori- gine dci i)eli. In corrispondenza dei bulbi piliteri poi si avvolgono su se slesse talmente da forniaro dei veri e proprii gomitoli di volume assai ragguardevole tanto da assomigliare ((uei grossi glomeruli dei dili, die per esscre anclie nel cane molto abbondanti e sviluppali dettero prima c sempre maggiormente nell'occhio, in modo da far credere ad alcuni ed all'ermare che i cani avessero qui solamenle s\ilu])|)ale le glandule sudo- rilere e che quindi sudassero solamenle sollo la ])ianla dei piedi. Fra i due tipi di glandule che ho descritto sulla superlicie del co mune tegumento del cane, oltre le dillerenze di Ibrma che le tanno das- silicare fra le glandule a grappolo o sebacee, o fra quelle tubulari o a gomitoto, ho trovala sempre la dillerenza caratteristica fra repitelio glan- dolare ddl'une e (|uello deH'altre. l.e glandule a grappolo o sebacee (Fig. Ill) anche nel cane sono ri- vestite alle pareti di cellule cubiche, e neH'inlerno del loro corpo si tro- vano cellule poliedriche in numero \ario c disposte in piii strati di maggior volume delle prime, con proloj)Iasma relicolato a nucleo, alcune, in via di detbrmazione e di disfacimenlo. 244 Le glandulo a liibulo col carallero dollc siidoriferc invccc sono rivcslilo, come lio accomiato in piiiicipio, da imo sirato cpilolialc iinico (lig. IV\ Ira il cubico cd il [nismalico, com|)osto cim^ • //y. 2. /*'/<-/. 4. ■' '• l^:- ' ' ~ ■ ' ^^^^^^^ ^^^1 \ w .- } ' ■ j !.,<- 1 ^ / -^'^^ T 1 af ..-i*" aI V 1 ^s.* 1 8 ^\ 9 HpQH ^^^^j^^l '■' K^^^ — l^^^^l f \ .:^'"'% ^^ V |Hfei:i,^,^^^H J '"- ^-' ■■■■-' r-'s Y'\ IsHiMHIH H ,.„„::::■- '- a 1 ^, .;%,,•" ^ ,,,^,,^^,^ ^^15" .. ^- HH^^^^^^^bM|l|MnMMHM|WH|||||| ,1 '^rr ^-'- '''' -f .Tm ' ,■:" .;^" 3 '>j *f*- - ^ ^^^^^^v / _,.' . ', ,^ y ^^^^^v ^1 '"%"i~ 13 ^f ' Jl l^v "'S^B J-"'-. *■ f ^3F <^i^l f \a ./"> c * ^1 'f^sdi^^^l / „.::^^'' > ;- Ai B ^"^^I^^^B --•■""t^ / ^H .^-^^^^^1 •- '^.„ , 4- ~™ A ;■ \,/ '-v ' P, ^^P^ "T^^^^^^^H ^ ^a^^SI ■S^^- - -Mo ■+ ^^^^^^^"1 14 ''•.::y ■"*««-<^,i»i«®^'- 15 ^' " ^ '-; 16 ^Cotiitore J^^oolor/ico Jtaliano. ct^nno IcX. Tew. J I J. Mon/tore Zoo/o^/co ftal/'ano. Anno/X. Tav.F/. # m %^'' %-i^. "Hi Fig, (V. (^, FiqJI F.g.V. t g_ , F,g.f. F,g, VI, CBORRANI -FIRENZE J/o/iff'//y' ZM>/of/ic(j ffff/'ifr/io . Anno IX. Ihr.Vfl. I-,- ...-.-^. Fi.j: 4 F,(/ 2 F,;,. 3 >/ \A L.p.e. Rx.n. L.p.P. J-.rp. Fi- \, -4 'o> '^\ 0,' o >M!^\ . H P^ 7 .-*' f ...pj^^J-f- Rait. Gozanl8.C!P'..Si i Mo nj lore looJogico Italiano Anno IX f Tav.m Fig.ll ^,5© ^i^^ C^/ -.^ A _di ,^^ -^^ .^^ Wi^ I M^S^// ^^i^" ^w ->« ^ c^ 11'' '^^'' RglV \ c^^^^^'- ^V(0 .^^/ LIT- GIRO WILEHT(-P1SA w^,L^i!,?L!r''^''"y - Serials 5 WHSE 01233 K"> •/- ^ ¥< ♦s^JJt :>' ''^»-^^^ ^^ mJtwi- i '■♦^^•..>»