'% •« :i^-- -^-^ .^.^-■' S ^/i:;-.^^ ->*#- -- te -^^-•^ •.Jl '^» .. fe ^ - U&-^^' ^ -*. ifr^U ^"^ > MONITUIIE ZOOLOGICO ITALIANO (I'lihblicazioiii italiaiic di Zoologia, Aiiiitoiiiia, EiiibrioIoj,na) ORGANO UFFICIALE DELIA UNIONE ZOOLOGICA ITALIANA DIRETTO DAI DOTTURI GIULIO CHIARUGI EUGENIC FICALBI Puuf. (li Aiiatoinia uiiiaria Piul'. di .Vuatoiuia fMUi[iarata u Zooloj^ia iiel K. Istituto ili SLudj Suiicridri in I'irenze nella IJ. Uuivcrsita di I'adova Vol. XII — Anno XII — 1901 (con 25 I'IG. E 7 TAV.) IN FlllENZE MDCCCCI. INDICE DEL VOL. XIL {Anno XII, 1901). AVVERTENZA In questo volume e contennta la Bibliografia dell' annata 1901 e la contiiuia- zi'one di quella delle annate precedent!. I. Scritti general! di Zoologia e di Ana- tomia. Pag 1, 253, 300. TI. Evoluzionismo biologico. Filogenia. Pag. 255. III. Ontogenia (Embriogenia - Organo- genia). Pag. 2, 256, 310.. IV. Istologia. Pag. 4, 258, 312. V. Tecnica. Pag. 260, 813. VI. Protozol. Pag. 77, 345. VII. Spongiari o Poriferi. {Vacat). VIII. Celenterati. Pag. 277. IX. Vermi. Pag. 78, 277, 345. 1. Parte generale. Pag. 78, 277, 845. 2. Platodi o Platielminti (Tur- bellari. Trematodi. Cestodi). Pag. 78, 278, 346. 3. Nematodi o Nematehninti. Pag. 78, 278, 846. 4. Acantocefali. {Vacat). 5. Chetognati. {Vacat). 6. Nemertini. {Vacat). 7. Rotiferi. {Vacat). 8. Briozoi. Pag. 278. 9. Brachiopodi. {Vacat). 10. Enteropneusti. {Vacat). 11. Gefirei. {Vacat). 12. Anellidi (Archianellidi. Oli- gocheti. Policheti. Irudinei). Pag. 346. 13 Ince.rtae sedia. (Vacat). X. Artropodi. Pag. 79, 278, 340. 1. Parte generale. Pag. 79, 340. 2. Pantopodi. {Vacat). 3. Tardigradi. {Vacat). 4. Ciostacei. Pag. 79, 278, 317. 5. Aracnidi. Pag. 79, 278. 317. 0. Onicot'ori. {Vacat). 7. Miriapodi. Pag. 80, 347. ' 8. Insetti oEsapodi. Pag. 80, S79, 348. 0) Parte generale. Pag. 80, 279, 348. b) Tisanuri. Pag. 348. c) Ortotteri. Pag. 80, 279. d) Pseudonearotteri. Pag. 279, 318. e) Rincoti. Pag. 80, 279, 349. /•) Coleotteri: Pag. 81, 280, 349. g) Strepsitteri. (Vacat). h) Neurotteri. (Vacat). i) Lepidotteri. Pag. 83, 280, 349. Tc) Imenotteri. Pag. 83, 280, 349. 1) Ditteri e Afanitteri. Pag. 83, 280, 349. XI. Echinodermi. Pag. 81. XII. Molluschi. Pag. 84, 280, 350. 1. Parte generale. Pag. 84, 280, 350. 2. Anfiueuri. {Vacat). IV 8. Gasteropodi ( Prosobranchi. Eteropodi. Opistobranchi. Pte- ropodi. Polmonati). Pag. 84, 281. 4. Scafbpodi. (Vacat). 5. Lamellibranchi, Acef'ali o Pe- lecipodi. {Vacat). G. Cefalopodi. Pag. 84, 281. Xm. Urocorclati o Tunicati. Pag. 281, 350. XIV. Cefalocordali o Anfiossidi. ( Vacnt). XV. Vertebrati. Pag. 10!», 281, 350. I. Parte genkuale. ( Vacat). IT. Parte ANATOMiCA.Pag. 109, 231, 350. 1. Parte generale. Pag. 109, 281. 2. Tegumento e produzioni tegu- raentavie. Pag. 100, 281, 350. 3. Sistema nervoso centrale e periferico. Pag. 110, 281, 350. 4. Organi di .senso. Pag. 111,282, 351. 5. Scheletro e articolazioni. Pag. Ill, 282, 351. 0. Apijavecchio muscolare. Pag. 113, 283, 352. 7. Apparecchio cardiaco-vasco- lave. Milza. Pag. 113, 283, 352. 8. Tubo digestive e glandule annesse. Poritoaeo. Pag. 113, 283, 352. 9. Appareccliiopolinonare. Bran- chie. Tirno. Tiroide. Pag. 114, 284, 353. 10. Apparecchio urogeuitale. Cap- .sale surrenali. Pag. 114, 284, 353. 11. Teratologia. Pag. 115, 284, 353. III. Parte zooeogica. Pag. 115, 284, 354. 1. Parte generale. Fauna. Pag. 115, 284. 2. Pesci. Pag. IIG, 284, 354. 3. Anfibii. Pag. 110, 285. 4. Rettili Pag. llfi, 285, 354. 5. Uccelli. Pag. IIG, 285, 354. G. Mammiferi. Pag. 117, 285, 355. 7.. Antropologia ed Etnologia. Pag. 118, 285, 355. Apjjcndice : Antropologia applicata alio studio dei pazzi, dei criminali, ecc. Pag. 280,355, XVI. Zoologia applicata alia Medicina, aH'Agricoltura, alle Industrie, ecc. Pag. 350. SUNTI E RIVISTE Clere L. — Scissioni dirette e f'ollicoli phi iovulari nel parenchima ovarico. — Pag. 359. Fusari R. — Caso di sdoppiaraento totale e sirametrico di un tratto del !iii- dollo spinale con canale vertebrale chiuso ed ipertricosi lombare. — Pag. 141. Gemelli E. — Contributo alia conoscenza sulla struttura della gliiandola pitui- taria nei mammiferi. — Pag. 142. Levi G. — Osservazioni suUo sviluppo dei coni e bastoncini della retina degli Urodeli. — Pag. 144. Sisto P. e Morandi E — Contributo alio studio del reticolo delle linfoglan- dule. — Pag. 359. — V — COMUNICAZIONI ORIGINALI Barpi U. e Tornello S. G. — I vasi aberranti del fegato dei Solipedi. Con tav. IV^ — Pag. 129. Bertelli D. — Sviluppo o conformazione delle pleuro negli uccelli. — Pag. Ofi e 118. Caradonna G. — Ricerche suUa costituzione del plesso brachiale, sulla di- stribuziono dei suoi rami terminali e suU' anastomosi fra il nervo mn- scolo-cutaneo ed il nervo mediano negli equini. Con tav. II e III. — Pag. r.2 e 84. Chiarugi G. — Proposta di uno studio coUefctivo sul peso dell' encefalo negli Italian!. — Pag. 23. Chiarugi G. — La segraentazione delle uova di Salaviandrlna perspiciUata. (Coutinuaz. e fine). — Pag. 373. D' Erehia F. — Sulla struttura e sulle connessioni della notocorda in an em- brione umano della lunghezza di mm. 3 in linea retta. — Pag. 10. D' Erehia F. — Di nn piccolo corpo vescicolare posto sulla volta del cervello anteriore in un embrione umano, lungo 3,.5 mm. in linea retta. — Pag. 40. D'Evant T. — Dei rami minori dell' aorta addominale con speciale couside- razione intorno alia irrigazione del plesso solaro. Con tav. VII'\ — Pag. 287. Paeeiola L. — SuU' uso improprio di un norae in mortblogia. — Pag. 151. Falcone C. — Contributo alio .studio del tessuto connettivo embrionale. Con tav. Vr\ — Pag. 155. Favaro G. — Note critico-bibliografiche sul muscolo sterno-cleido-raastoidoo. — Pag. IG. Favaro G. — Le pieghe laterali del solco vestibolare superiore della bocca. — Pag. 61. Galeotti G. — SuU' importanza del nucleo cellulare nei processi di secrozione. — Pag. 31. Ganflni C. — II significato morfologico del tubercAihim phnryngeum. osnis oc- cipitis. Con tav. I. — Pag. 33. Ganflni C. — La struttura e lo sviluppo delle cellule 'nterstiziali del testicolo. — Pag. 327. Ghigi A. — Anomalie negli arti posteriori di un polio. Con 4 figure. - Pag. 260. Giannelli L. — SuUo sviluppo del pancreas e delle gbiandole intraparietali del tube digestive negli Anfibi urodeli (gen. Triton). — Pag. 207. Giuffrida-Ruggeri V. — Osso nasale bipartite, post-frontale e altri wormiani nello scheletro t'acciale. Con 7 figure. — Pag. 265. Levi G. — Osservazioni suUe variazioni delle arterie iliache. — Pag. 332. Livini F. — Sviluppo di alcuni organi derivati dalla regione branchiale negli anfibi urodeli. Con 3 figure. {Continuaz. e fine). — Pag. 293. Montieelli F. S. e Lo Bianco S. — Uova e larve di Solenocera siphonocern Phil. - Pag. 205. VI — Pieeoni G. — Sul rapporto dei corpuscoli di Pacini modificati cogli oi-gani muscolo-teudinei di Golgi e su di uno speciale modo di nggruppamonto dei medesimi nel periinisio dell'iiomo e dello scoiattolo. — Pag. 325. Porta A — La secrezione della sputna nella Aphrophora. — Pag. 57. Rizzo A. — Canale cranio-faringeo, fossetta fai'ingea, inteiparietali e proin- terparietali nel cranio uraano. — Pag. 241. Sfameni P. — Contributo alio .studio delle terminazioni nervoso nei vasi san- guigni dei genitali femminili esterni. — Pag. 5. Sfameni P. — Contributo alia conoscenza delle termina'/ioni nevvose npgli or- . gani genitali esterni e nel capezzolo della femmina. — Pag. B. Sfameni A. — Ricerche anatomiche intorno all' esistenza di nervi e al loro modo di terminaro nel tessuto adiposo, nel perio.stio, nel pericondrio e nei te.ssuti clie rinfbrzano le articolazioni. — Pag 3lo. Sommariva D. — Contributo alio studio delle terminazioni norvoso nei mu- scoli striati. Con G fig. — Pag. SQO. Spampani G. — Alcune ricerche .sull'origine e la natura del vitreo. Con tav. Va. — Pag. 145. Storzi G. — Gli spazi linfatici delle meningi spinali ed il loro .significato. — Pag. 210. ZimmerlU. - Intorno ad nn' anomalia delle ossa nasali in alcune specie di ani- mali domestic!. Con 5 fig. — P-i-g. 43. IJNIONE ZOOLOGICA ITALIANS — IP Assemblea ordiuaria e Convegno Zoologico Nazionale in Napoli. [Pro- gramma |. — Pag. 50. — Utficio di Presidenza per il 1901 ed Elonco dei Soci al 1" Gennaio 1901. — Pag. 52, — Varia. Pag. 108. 216 e 342. Rcntliconto della scconda Assemblea ordinaria e del Convegno dell' Unione Zoologica Italiana in Napoli (lO-Ki Aprile 1901). Seiluta inaugurale antimeridiana del 10 aprile — Pag. 16G. Di.scorso del prof. Pinto. — Pag- IGfi. Discorso del Presidente del Comitate Prof. Paladino. — Pag. 107. Discorso del Presidente dell' Unione Prof. Parona. — Pag. 168. Relazione del Segretario dell' Unione Prof. Monticelli. — Pag, 172. Seduta antimeridiana dell' 11 aprile. — Pag. 173. Seduta pomeridiana dell' 11 aprile. — Pag. 189. Seduta antimeridiana del 13 aprile. — Pag. 218. Seduta pomeridiana del 13 aprile. — Pag. 238. Adesioni. — Pag. 240. — VII — Elenco delle Comunicazioni scientifiche. Anile A. — Contributo alia conoscenza delle glandolo di Brunner. — Pag. '2od. Barpi U. — Intonio ai vasi aberranti del fegato del Solipedi. — Pag. 1£6. Bassani F. — Su alcuni avanzi di pesci del pliocene toscano. — Pag. 189. Bellini R. — Alcune osscrvazioni sulla distribuzione ipsometrica dei molluschi tenestri nell'Isola di Capri. (Sunto). — Pag. 180. Beriese A. — lutorno alia riunovazioue dell'epitelio del mesenteron negii artropodi tracheati. — Pag. 182. Beriese A. — Quali vautaggi puo attendersi I'agricoltura dall' opera degli uccelli insettivori. — Pag. 223. Bianehi L. — I fasci associativi lunghi del lobo frontale Pag. 198. Bortolotti O. — Sviluppo e propagazione delle Opalinine parassite del Lorn- brico. — Pag. 179. Cacace E. — Ret'rattarieta della volpe all'azione del bacillo del carbonchio — Pag. 234. Capobianeo F. — La ergografia del gastrocnemio nell' uomo. — Pag. 19G. Capobianeo F. — La influenza di agenti fisico-chimici sui muscoli lisci di ijivertebrati. — Pag. 197. Capobianeo F. — Delia partecipazione niesodermica nella genesi della nevro- glia cerebrale. — Pag. 230. Colucei C. — Contributo alia anatomia e tisiologia del trigemino. — Pag. 282, D'Evant T. — Sui rami minori dell' aorta veutrale e specialmeute sulla irri- gazione del plesso celiaco del simpatico. — Pag. 195. Della Valle A. — Di alcune particolarita osservate nelle Ascidie del Golfo di Napoli. — Pag. 186 Delpino F. — Sugli artropodi tillobii e sulle complicazioui dei lore rapjjorti biologici. rSuuto). - Pag. 229. De Stefani T. — Ulterior! osservazioni sulla uiditicaziouo dello Sphe-jc 'palu- dusus. — Pag. 222. Diamare V. — Ci.sti epiteliali uol cosidetto pancreas dei Petromizonti. — Pag. 194. Emery C. — Le f'ormiche in rapporto alia fauna di Selebes. — Pag. 178. Fagnito O. — Sullo sviluppo della cellula nervosa. (Dimostrazione di prepa- ratij. — Pag. 232. Gay M. — Sfcrana costituziono di uu uovo di gallina e sulla galliua cbe lo pro- dusse. (Sunto). — Pag. 218. Ghigi A. 1 Sulla polidattilia dei gallinacei. — Pag. 178. Ghigi A. — Intoruo al genere Tragopan. — Pag. 203. Grieb A. — Contribuzione alio studio dell'organo parietale del Fodarcis mU' rails. (Suuto). —Pag. 218, Maggi L. — Di un carattere osseo-faciale dei giovani Gorilla. (Sunto). — Pag. 204. Mazza F. — Sulla prima difl'erenziazione d^lle gonadi e sulla maturazione delle uova nella Lebias calaritana. (Suntoj. — Pag. 235. Monticelli Fr. Sav. e Lo Bianco S. — Comunicazioni sui Pencidi del Gollu di Napoli — Pag. 193, — vni — Orlandi S. — Su^'a struttura deirintestino deWa, Squilla mantis. (Sunto). — Pag. 176. Paladino G. — Su alcuni puuti controversi della struttura intima dei ceutri neivosj, — Pag. 191. Pierantoni U. — Sopra luia nuova specie di oligochete marino {Enchytraeus macrochaetas n. sp.). — Pag. '201". Raffaele F. — Sul modo come si chiude il neuroporo. (Sunto). — Pag. 221. Raffaele F. — Dubbi sull'esistenza del mesoderma gastrale. (Sunto). — Pag. 221. Raffaele F. — Osservazioni ed esperimenti su embrioni e larve di anuri. — • Pag. 221. Todaro F. — L'organo renale delle Salpe. (Sunto). —Pag. 174. Vastavini Cresi G. — Nuovo metodo d' colorazione del sisteiua norvoso. — Pag. 2o7. NOTIZIE E VARIETA PriMiii o (Juucursi. — Piig. 275. Persouale Universitario. — Pag. 55. Necrologie : Giulio Biz/.ozero, Pag. 103 (K. Fusari). — Giovaimi Battista Laura. Pag. 107 (G. Romiti). — Jacopo Dauielli. Pag. 107 (G. Romiti). — Giuseppe Vincenzo Ciaccio. Pag. 381 (P. E.). Studio collettivo del peso dell'encefalo negli Italiaui: adesioni. — Pag. 50, 75, 110, 271. Vana. — Pag. 5G, 252, 3d2. Firoiize, 1902. — Sociota Tip. Fiorcntina, Via S. Gallo, 33. all (Piibblicazioiii Italiaiie di Zoologia, Aiiatomia, Enibriologia) Organo ufficiale deila Unione Zoologica Italiana DIRETTO DAI DOTTORI 6IDLI0 CHIARUGI EUGENIO FICALBI I'lof. di Aiiatomia uinaua iiul a. Istituto di Studi .Super, in Fireuze Prof, di Anntoniia conij). e Zoologia iiella 11. Universita di Padova" Ufficio di Direzione ed Amministrazione : Istituto Anatomico, Firen^e. 13 numeri all' anno — Abbuonamento annuo L. 15. XII Anno Firenze, G-ennaio 1901 isr. 1 SOMMARIO: Bibliografia. — Pag. 1-5. CoMUNicAzioNi Okiginali: Sfamcili p., Contribute alio studio delle terminazioni iiervose nei vasi sanguigni dei genitali femminili esterni. — Sfameni P. Cou- tributo alia conoscenza delle tei^minazioni nervosa negli orgaiii geuitali esterni e nel capezzolo della femmina. — D' Erchia F., Sulla struttura e sulle connes- sioni della notocorda in un embrione umano della lunghezza di mm. 3 in linea retta. — Favaro Q., Note critico-bibliografiche sul Muscolo sterno-cleido- mastoideo. — Chiarugi Q., Proposta di uno studio collettivo sul peso dell' En- cefalo negli Italiani. — Q. Qaleotti, Sull' importanza del nucleo cellulare nei processi di secrezioue. — Pag. 5-32. Avverter\za Delle Comunicazioni Originali clie si pubblicano nel Moni- tore Zooloyico Ttaliano e vietata la riproduzioiie. BIBLIOGRAFIA St da noLizia soltanto del lavori pubhltcatt in ItaUa. I. Scritti general! di Zoologia e di Anatomia. — Rendiconto della prima Assemblea generate e del Conveguo dell' Unione Zoologica Italiana in Bologna (24-27 settembre 1900). — Estr. di pag. 52 d. Monit. Zool. ItaL, An. 11 [Supplemento), Dicembre WOO. Firenze, Soc. tiy. Fiorentina, I'JOO. Camerano L. — L'etude quantitative des organismes et les indices de varia- bilite, de variation, de frequence, de deviation et d'isolement. — Arch. ital. de Biologie, Tome 34, Fasc. /, pag. 1-16. Turin 1900. M. Z. Cattaneo G. — Gabinetto di anatomia e fisiologia comparata : cenni storici. — Boll. d. Musei di Zool. e Anat. comp. d. li. Univ. di Genova, N. 95 (1000). Genova, tip. Ciminago, 1900, pp. 6. De Rosa Cotronei G. B. — Note biologiche : lotte cellular! negli organismi animali. — Est): di pay. 15 d. Rivista moderna, An. 3, Fasc. 5-0. Firenze, tip. Cooperativa, 1900. Foa C. — La grefife des ovaires, en relation avec quelques questions de bio- logie generale. — Arch. ital. de Biologie, Tome 34, Fasc. 1, 2)ag. 43-13, Turin, 1900. Franzolini P. — Paradossi nella natura zoologica : spezzatiiii, — Udine. tip. Bardusco, 1900. pp. 23. Gaffurri C. — L' ibernazione e le rassomiglianze protetti-ici del regno ani- male. — Milano, tip. Artigianelli, 1898. pp. 55. Giglio-Tos E. — Les problemes de la vie. Essai d'une interpretation scien- tifique des pbenomenes vitaux. I'' Partie : La substance vivante et la cy- todierese. Avec fig. — Turin, chez I'Auteur {Palais Carignano) 1900, pp. VIII, 286. Griffini A. — Di un concetto erroneo, frequente nel liuguaggio comune e in molti libri scolastici (La cosidetta scala dei viventi). — Estr. di pag. 7 d. Boll, di Matem. e di Sc. Fis. e Nat., N. 21-22. Herlitzka A. — Ricerche sul trapianto delle ovaia. — Vedi M. Z., XI, 6, 182. Herlitzka A. — Recherches sur la transplantation. La transplantation des ovaires. — Arch. ital. de Biologie, Tome 34, Fasc. 1, pag. 89-106. Turin, 1900. Herlitzka A. — Quelques remarques a propos de la transplantation des ovai- res. — A7'ch. ital. de Biologie, Tome 34, Fasc. 1, pag. 106-110. Turin, 1900. Herlitzka A. — Sur la transplantation des testicules. — Vedi M. Z., XI, 6, 182. Lorenzi A. — Prime osservazioni zoologiclie sulle acque freatiche del Friuli. — Udine, tip. Doretti, 1H98. j)p. 9. Santoro Silipingi C. — Spigolature scientificbe : I. Confutazione degli errori scientifici dei seguaci del Finalismo ; II. La teoria della generazione espo- sta da Dante ; III. Scienza ed Arte ; IV. II Neoevoluziouismo di Albert Far- ges. — Messina, tip. dei Trihunali, 1900. pp. 80. Trois E. F. — Catalogo delle collezioni di anatomia comparata del R. Istituto Veneto di Science, Lettere ed Arti dalla sua fondazione (gennaio 1867 al- I'aprile 1900). — Atti d. R. Istituto veneto di Sc, Eett. ed Arti, An. Accad. 1899-900, Tomo 59 {Serie 8, Tomo 2), Disp. 10, j^ag. 63-261. Venezia, 1900. III. Ontogenia (Embriogenia. Organogenia). Banchi A. — Rudimenti di un tei'zo elemento sclieletrico (Parafibula) nella gamba di alcuni Rettili. Con 10 Figg. — Vedi M. Z. XI, 10-307. Banchi A. — Neoteuia nel Triton vulgaris Linn, siibsp. meridionalis. Con 3 figg. — Vedi M. Z., XT, 10, 312. Banchi A. — Contributo alia morfologia della Articulatio genu: Note di Ana- tomia ed Embriologia. — Vedi M. Z., XI, 12, 355. Bombieci G. — Risposta ad alcune osservazioni al mio lavoro « Sui carat- teri morfologici della cellula nervosa durante lo sviluppo » — Aj'ch. per le Sc. mediche, Vol. 24, Fasc. 3, pag. 313-818. Torino, WOO. Burgio F. — Uovo umano fra i 12 e i 13 giorni di sviluppo e suoi involucri. Con 2 tav. — Arch, di Ostetricia e Ginecol., An, 7, N. 11, j)ag. 650-660. Napoli, 1900. Cent C. — Influenza del sangue dei maniaci e del lipemaniaci suUo sviluppo embrionale con special! fenomeni teratologici. Con tav. IV^ — Vedi M. Z. XI, 10, 311. Colueei C. e Piccinino P. — Su alcuni stadii di sviluppo delle cellule del mi- dollo spinale umano. — Annali di Nevrologia, An. 18, Fasc. 2, pag. 81., Na- poli, 1900. Cutore G, — Anomalia del canale midollare di un embrione di i^ollo di 48 ore. Con tav. — Vedi M. Z., X, 12, 278. Ferraresi G. — Sviluppo della vagina. — La Rassegna medica, An. 5, N. 6, pag. 1-6. Bologna, 1S97. Grandis V. — Etudes sur la composition du placenta. Note I*-': Composants solides et liquides, substances organiqiies, matieres extractives et albumi- neuses du placenta. — Arch. ital. de Biologie, Tome 83, Fasc. 3, pag. 429- 438. Turin, 1900. Grandis V. — Etudes sur la composition du placenta. Note IF: La composi- tion des cendres du placenta. — Arch. ital. de Biologie, Tome 33, Fasc. 3, pag. 439-444. Turin, 1900. Herlitzka A. — Nuove ricerclie sullo sviluppo dei blastomeri isolati. — Riv. di Sc. biologiche, An. 2, N. 9-10, pag. 748-756. Gomo, 1900. Levi G. — Osservazioni sullo sviluppo dei coni e bastoncini della retina degli Urodeli. Con tav. XIV^ — Lo Sp)erimentale {Arch, di Biol. norm, e patoL), An. 54, Fasc. 6, pag. 521-539. Firenze, 1900. Mazzarelli G. — Un' ultima parola di risposta al Dott. Carazzi. — Monit. Zool. Hal., An. 11, N. 11, pag. 342-344, lurenze, 1900. Migliorini G. — Ricerclie istologiche sull' epitelio e sulle paracheratosi del- I'amnios umano. Con tav. IV^. — Arch, per le Sc. mediche, Vol. 24, Fasc. 8, pag. 229-251 Torino, 190<). Monti R. — Studi sperimentali suUa rigenerazione nei Rabdoceli marini. {Plagiostoma Girardii-Graff). — Estr. di pag. 3 d. Rendic. d. R. Istit. Lomb. di Sc. e Lett., Serie 2, Vol. 33. Milano, 1900. Monti R. — La rigenerazione nelle planarie marine. Con tav. — Estr. di pag. 16 d. Mem. d. R. Istit. lomb. di Sc. e Lett , CI. di Sc. matem. e nat., Vol. 19 (Vol. 11 d. Serie 3), Fasc. 1. Milano, 1900. Monti R. — L' eteroraorfosi nei dendroceli d' acqua doles ed in particolare nella Planaria alpina. — Vedi M. Z., XI, 4, 114. Orru E. — Sullo sviluppo degli isolotti del Langerhans nei Gongilus ocellatus. Con tav. VI^ - Vedi M. Z., XI, 10, 310. Paladino G. — De la genese et du temps dans lequel apparaissent Jes cellu- les geantes dans le placenta humain. — Arch. ital. de Biologie, Tome 83, Fasc. 2, x)ag. 290-295. Turin, 1900. Pomara D. — Ua case di superfetazione. — Gazz. d. Ospedali, An. 21, N. 126, pag. 1321-1824. Milano, 1900. Romiti G. — SuH'anatomia dell'utero gravido, Config. — Vedi M. Z., XI, 6, 182. Valenza G. B. — Nuove ricerche sulla genesi degli elementi nervosi e nevro- glici e sul loro reciproco rapporto: lavoro postumo pubblicato a cura del — 4 — Dott. A. Anile e preceduto da una biografia dell'Autore. — Vedi M. Z., X, 6, 149. Versari R. — Morfologia dei vasi sauguigni arteriosi deU'occliio dell'uouio e di altri mammiferi. Con Tav. 9'. — Vedi M. Z., XI, 10, 30IJ. Verson E. — Sur la fonction de la cellule geante dans les f'ollicules testiculai- res des insectes. — Vedi M. Z., XI, 4, 116. IV. Istologia. .Camia M. — Su alcune forme di alterazione della cellula nervosa nelle psicosi acute conf'usionali. Con fig. — Riv. di Patol. iierv. e mentals, Vol 5, Fasc. 9, pag. 385-396. Firenze, 1900. Colueci C. — La zona perinucleare nella cellula nervosa. — Annali di Nevro- login. 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Nello stndiare Ic terminazioni nervose negli organi genitali esterni (icila donna, della pecora, della vacca, della cagna e della cavalla mi e accad n to di osservare anche terminazioni nervose nei vasi sanguigni. Nei capillari ho constatato la presenza di esilissimi fdi nmielinici, i (|uali seguono alt'esterno il vaso sangiiigno. Di tratto in tratto questi lili amielinici si ramilicano formando piceolissime piastre, come in minia- tiira, le quali toccano piii davvicino la parete del capillare. Fatti ana- loglii si osservano j)ure nolle piii piccolo arterie. Nei vasi arteriosi di dimensioni alquanto maggiori ho notato la esistenza di piastre nervose, clie si trovano qua e la adagiato alia faccia esterna della muscolare ed — 6 — i ciii ultimi rami si cspaiulono in mezzo alle libro-ceilule miiscolari. Queste piastre terminali arteriose derivano da fibre nervee mieliniclie, die d' ordinario decorrono per iin ccrto Iratlo parallelamente all' asse deirarteria, accosto all' avventizia; poscia si ripiegaiie ad aiigolo retto verso il vaso sanguigno, attraversano 1' avventizia e, giiinti alia faccia esterna delta muscolare, perdono la mielina e si ramiticano reiterata- mente costitiiendo una espansione cilindrassile in forma di piastra piiit- tosto estesa. Oltre a tali piastre si osservano ancora nelle arterie alciini speeiali corpuscoli, per lo |)iii rotondi, collocati profondamente nelle pareti arteriose. L' espansione del cilindi'asse in (|uesti corpuscoli (^nei (juali j)er6 non sono riuscito linora a scorgere capsule die foi-mino un invili]|)|)0 esterno) prende una configurazione a gomitolo, da cui par- tono esili lili, die si diramano nella muscolare. Per conoscere esattamente i rapporti die esistono tra i vai'i de- menti delta parete delle arterie e le piastre ed i corpuscoli descritti, e necessario eseguirc tagli microtomici di vasi in cui si trovano le delte terminazioni. Mi riserho di fare questo in segiiito. ISTITUTO OSIETRICO-GINECOLOGICO DELLA It. DXIVEHSITA DI IMSA. DIRETTO DAL HHOF. EKMANNO PINZANI. Oontributo alia conoscenza delle terminazioni nervosa negli orgaui geuitali esterni e nel capezzolo della femmina. NOTA I'UEVBNTIVA PEL DoTT. PASQUALE SFAMENI, AlUTO. Kicevnta il 5 gennaio 190T. fi vietata la riproduzione. llo studiato le terminazioni nervose dei genitali esterni e del ca- pezzolo iidla donna, nella pecora, nella vacca, nella cagna e nella cavalla servendomi del metodo at cloruro d'oro. Genitali esterni. — il mio studio puo dirsi ultimate per quanto ri- guarda la donna, per gii altri animali invece non ho ancora alleslilo un numei'o motto graiide di preparazioni. Tanto nel clitoride quanto nelle i)iccole labbra della donna lio po- tuto constatare la presenza di un grande numero di organi ncrvosi ter- minali del Ruffini, situati negli strati connettivali sia superficiali, come jirofondi della cute. Ouesti corjiuscoli olfrono a un dii)i'esso gli slessi cai'atlcri di quelli die si riscontrano iiei polpastrelli. In divcrsi csemplari ho osservato die daH'organo nervoso terminale fuorlescono esilissimi llli amiclinici, die, parlili dai rami deU'espansione cilindras- sile, si spingono nel tessiito ambiente, dove intrecciandosi eon ramo- scclli simili, derivati da altri organi termiiiali, formano una delicafis- sima rele a larglie maglie sparsa in tutto il lessuto connettivale. Questa delicatissinia rete difTiisa pero, non e formata soltaiito da questi esili fili amielinici usdti dagli organi nervosi terminali, ma e inoltre costitiiita in gran parte da ramificazioni dlindrassili di fibre nervose distinte, h (jnali non vanno a terniinare in corpnscoli speciali, ma, perduta la mielina, in nn dalo ])nnto del lore pereorso in mezzo ai tessuto, si di- vidono in tanti rami a direzione raggiata; qnesli rami si suddividono a loro volla-in libre assai esili, di aspetto (Inamente grannloso, le quali si dillondono nel lessuto intrecciandosi con till provenienti da altre fibre mieliniclie, die si terminano alio stesso modo di quelle ora descritte, e cogii esili llli provenienti, come dissi, dagli organi nervosi terminali del Ruflini. Alio stesso livello degli organi nervosi terminali si trovano corpnscoli del Pacini, sia di quelli a struttura semplice, quali t'urono descritti dallo scopritore, come pure di quelli a sti'uttura complessa come vennero descritti da diversi autori in altre parti dell'organismo (Golgi, Mazzoni, lluffini, Stameni). In un piano piii superflciale, quasi sotto le papille, si riscontrano le clave del Krause ed i corpuscoli genitali, die rappresenlano clave di Krause composte e, al dire degli autori, non dilTeriscono da queste die per le loro maggiori dimensioni : io trovo ch'essi si ditferenziano essenzialmente per la costituzione ; infatti una clava del Krause consta di un involucro esterno, l^tto di poclii strati di capsule connettivali, dentro cui si trova uno spazio riempito di sostanza gra- nulosa in mezzo alia quale si ramilica I'espansione del cilindrasse ; nel corpuscolo genitale si risconlra pure un involuci'o connettivale, pero Io spazio limitato da questo non e unico, ma presentasi bensi diviso in tante piccole niccliie, in ciascuna deile quali si colloca un piccolo intreccio ci- lindrassile. Alio stesso livello delle clave del Krause e dei corpuscoli genitali si osservano inoltre terminazioni nervose speciali, molto grandi, formate dalla espansione cilindrassile di una o piii fibre nervee. Queste terminazioni sono gia state descritte da qualclie autore iDogiel), dal (juale vennero designalee considerate come cor|)uscoli genitali. Dalle mie ricerdie risulta die un tale criterio non e rispondente al vero ; per con- vincersi di cio basta solo considerare die, mentre nei coi'puscoli genitali Tespansione del cilindrasse si trova rinchiusa dentro un inviluppo di capsule connettivali, come nolle clave del Krause, nolle terminazioni in parola iiivece Tespansiono cilindrassilc non r limitata por nulla da invo- Iiicri ca|)siilari. Ncllo stralo |)a|)illaro ho riscontrato soltanlo poclii corpiiscoli del Meissner: oltre a cio ho notato lerniinazioni nervose intrapapiUari analoghe a quelle trovate dal RutTiiii o da me nei polpastrelli e desi- gnate fol noine di « liocchetti pa|)illari. » Nelle ricorche finoi'a fade non lio trovato nulla di simile alia « reticella nervosa amielinica sub- papillare » come si rinviene nella cute dei |)olpastrelli. Al contraiio ho constatato la presenza di una ricchissima rete nervosa (niolto di- versa dalla rete subpapillare dei polpastrelli) situata nella parte piii superliciale del derma, la (]uale segue I' andamento delle papille in modo da trovarsi semprc immediatamente sotto la membrana basale dello strato epidermoidale. Bisogna tenor presente che in quei tratti cutanei nei (juali si ri- scontra questa rete superficiale non si nota uno strato papillare vero, con papille coniche, alte ; ma si trovano solo papille basse, pochissimo sporgenti, per modo che piii propriamente si tratta di avvallamenti del derma. Ouesta ricca rete superficiale deriva da fibre nervee mieliniche. provenienti dal plesso cutaneo superficiale, le quali, giunte a i)oca di- stanza dalla membrana basale, pcrdono la mielina c si ramificano in una ricca arborizzazione i cui ultimi rami s' incontrano con le arborizzazioni cilindrassili di fibre vicine, di guisa che ne deriva una rete ininlerrotla. A formare questa rete concorrono anche ramoscelli amielinici fuori- usciti dagli estremi distali dei corpuscoli genitali e delle clave del Krause, che stanno ad un livello un pochino j)iii basso. Con le ricerche tinora fatte, nella vacca e nella pecora non sono riuscito a trovare gli organi nervosi terminali del Ruffini, ho riscon- trato invece i corpuscoli genitali e le clave del Krause, che presen- tansi alquanto difierenti da quelli trovati nella donna : ho trovato anche corpuscoli del Pacini. E molto spiccata quella reticella nervosa conti- nua superficiale, come ho descritto nella donna, e che risulta formata da ramificazioni di tibre nervee distinte e da ramoscelli dei corpuscoli genitali e clave del Krause poste piii profondamente. Non ho riscontrato mai ne clave del Krause, ne altri corpuscoli ncll' interno delle j)a- pille, dove al contrario ho potuto osservare lili amielinici I'amilicati in modo vario e provenienti ora da fibre nervose mieliniche, le quali sonosi spogliate della midolla verso la base delle papille, o da sottili ramoscelli derivati dall' espansione cilindrasse delle clave di Krause. Nella cagna oltre alle clave del Krause ed ai corpuscoli genitali ho riscontrato gli organi nervosi terminali del Ruffini. Anche (|ui — 9 — ho i)otut() chiai'aiuente osservare cho alciini sollili rainost'elli |)artili (lair ospansionc eilindrassile (leH' organo I'lioricscono da (luoslo e si prolungano nol tessiilo circostanto. SI osserva anclic in ([uosto animalc la rcticella nervosa continua supeificiale. Nelle parli della vulva un po' discoste dalla regione clitoridea ho riscontrato piccoli corpuseoli ora di Ibrnia rotonda oi-a di forma o\ale situati piuttosto profondamentc. Oiiosti i)iecoli cori)uscoli, rhe talora trovansi isolati, taFallra iiniti a due a due in sienie, constano di un inviluppo connettivale eosliluito da due-tre giri di capsule, neir interno si nota la sostanza granulosa e IVaniez/.o 1' espan- sione del cilindrassc, clie per lo piii lia forma di gomitolo. Una libra nervea, che sale verticalmente verso la superlicie della cute, ad un certo punto manda uno o piii rami, i quali, dope brevissimo canimino, penetrano nei corpuseoli ora descritti : il tronco principale segue la sua via verso la superlicie; giunto nella parte piii superficiale, in prossimita del rivestimento epiteliale, dopo aver perdula la mielina, si ramifica in sottili librille le quali con andamenlo ondulato e a direzione tangenziale alia superlicie si ramilicano e si intrecciano formando una rete a maglie piuttosto larglie. molto somigiiante, per il suo aspelto, alia reticella amielinica subpapillare della cute dei polpastrelli. Taloi-a la libra nervea col suo tronco penetra e forma V espansione eilindrassile nelT interno di uno dei corpuseoli descritti ; ma alcuni esili lili escono dalF estremo distale del corpuscolo e vanno a prender parte alia formazione della re- ticella superficiale a lai-ghe maglie ora descritta. Devesi notare che (piesta reticella non ha nessuna somiglianza con la rete nervosa litta e continua che si ti-ova nel cliloride. Capezzolo. — Nei capezzoli di donna non sono ancora riescito a trovare terminazioni nervose particolari ne nella parte esterna (rive- stin\ento cutaneo) ne nelle pareti dei condotti galattofori. Soltanto in poche papille cutanee ho visto penetrare qualche esilissimo filo nervoso amielinico. Nei capezzoli di vacca e di pecora nella parte esterna non ho neppure trovato lino adesso terminazioni nervose. Ouesto insuccesso dev' essere dipendente, a mio credere, dalls qualita del tessuto della regione, per cui mi saranno necessarie varie prove per giungere a cogliere il momento giusto pei'che la reazione al cloruro d' oro dia i-isultati favorevoli. Ma accanto ai detti risultati negativi ue va registrato uno positivo per riguardo alia innervazione delle pareti delFunico condotto galatto- foro esistente nei ca|)ezzoli di vacca e di pecora. Poco sotto alia super- licie del condotto del lalte si trovano in grande numcro corjjuscoli ner- \(»si, i (|uali ap|)aiono come clave di Krause grandi. Questi corpuseoli — 10 in parte sono isolali, in parte invece sono riunili a gruppetli di liv. quattro e aiiclie piii. In ((iiesto caso si ossei'va die una o |)iii Ijbre ner- \ose, |)er(liita la inielina, penctrano nell' interne di un (•or|)us('ol() c (|iii\i il cilindrasse si ramifica, ferniando iin intreccio com|)iieal(). Ma esse non si arresia li; alenni siioi rami escono per 1' estremo del cor- puscolo opposlo a (|iiello per il quale era penetrata la rd)ra e. (l()|)o brevissinio Iragitto, penetrano in un allro eorpuscolo, dove formano I'espansione cilindrassile; quindi alcuni rami luoriescono per passare in altro eorpuscolo e cosi di seguito, lino a forinare, come dissi, tre, quat- tro ed anche piii corpuscoli in continuazione. Questi pero non sono di- sposti funo dope I'allro sulla stessa linea, ma d'ordinario stanno luUi avvicinati fra loi-o; cio si verifiea in parte perche alcuni di detii coi- puscoli, di forma mollo allungata, presentansi lortuosi sicclie un eorpu- scolo puo annidarsi e nascondersi nolle insenature dell" altro, in paitc perche la tibra nervea nel passare d^i un eorpuscolo all' altro si ripiega in vario modo. Talvolta in qualcuna di queste serie di corpuscoli si osservano duo iihve nervee ])enetrare conlemj)oraneamente 1' una nel cor|)uscolo die sta ad un estremo, Taltra nel cor|)uscolo die sta all'estremo opposto delta serie. In tal modo la espansione cilindrassile neirinterno di (|uesti corpuscoli deriva da ramiUcazioni di due fibre nervee die camminano 1' una verso T altra. (Juesti corpuscoli per foiina sono mollo variabili : essi ora sono cilindrici mollo allungati, ora di forma fusata, ora ovoidali, ora rotondi. R. ISTIIDTO OSTETRICO-GINECOLOGICO DI OKNOVA. Sulla struttura e suite connessioni delta notooorda in un embrione umauo della lunghezza di mm. 3 in linea retta PKt, Doii'. FLORENZO D'EltCHIA, ,^ssIs ientk. Kicevuta il 12 "emiaio 1901. £ vietata la riprodnzioue. NcUa ([uarta pubblicazione sulle anomalie dell' embrione umano, il (iiacomini ('), dope aver fatto rilevai'e die to studio di queste ano- malie incominciava ad incontrare il favore degli anatomici, e dope aver (') Giacomini C. — Anomalie di avilappo doll'erabrione nniaiio. Coniniiioazioin^ IV^. — Atfi (lella It. Accadomia deUr S'rlenze di Torino, Vol. XX VII, IHD-J. 11 riconlato die lo osservazioni di Koll inaiiii, di Uoinili, di (lliiariiiii , (li IMiysalix, di Koibol c di His erano tiilte concordi nel ricono- scerc I'inleresse graiidc clic prosentava il siiddolto ai'gomonto, cosi si osprinie: (( Spero clie tutti coloro clie s' intci-ossano di cmbriologia umaiia c posseggoiio |)rodotti aborlivi dei prinii mesi risponderanno aira|)pelio, c ronderanno di piibblica raginiip lo loro osser\azioni. j)i'eparaiido cosi il matcriale \)vv iin miuvo capitolo are alia ipoUsi, la coida termina. Procedendo poi alTesame delle sezioni, che dalla 72^ lino alia |)rima, interessano tutto il resto del corpo dell' embrione lino all' estremo cau- dale, si osserva clie il setlo trasverso mesodermale, interjiosto tra canale niidollare e cavila celomatica, si presenta dapprima molto strello, e nella 08'' sezione si fonde col niesencliima die circonda I' aorta. La corda, in questa sezione, si trova al lato sinistro dell' embrione, e si i)one in rap- porto di contiguita con una cavita semicircolare rivestita da epitelio e situata accanto, ed a sinistra dell'aorta. Nella GG'' sezione, inline, nel punto ove Famnios presenta una la- cerazione avvenuta m;lto probabilmente durante lo sviluppo dell' uo\o. ed appare la vescicola onibellicale, si perdono le traccie della iiotocorda. Si noti die in (juesto punto T embrione e anormalniente deformato per uii moviinento di lorsione die lia subito intorno al suo asse longi- tudinale e gli organi embrionali si presentaiio alterati iiei loro rap- porti 0. Da questa mia osserNazione si puo ({uindi desumere die in un em- brione umano lungo 3 mm,, probabilmente gia morto prima dell'espul- sione dell' novo, e appartenente, per lo stato di conservazione degli organi c dei tessiiti, alia categoria delle Corme atrotiche di His-Giacomini, si trova conservata solo nel 3° anleriore dell' embrione, un organo Ibrnito in due sezioni di una cavita centrale, e di una connessione cellulare solida coir intestino pi'imitivo, che sembra essere la notocorda. Ouantuncjue 1' embrione da me studiato aj)|)arlenga alle forme atrotiche, pure mi son |)ermesso di tare le consideiazioni die seguono, pensando che le altei-azioni nella coslituzione nella forma e nei rap|)orti degli organi noii erano mollo accentuate nel 3" anleriore dell' embrione. (') Si iioti cbe 1' embriouo. ilu me studiato niisur;i 3 niiii., nieutie si couosco cLe, uell' eiubrionu iiiiiaiio (li u mm. le vescicole acusticbe soiio laiipreseiUate dalle t'ossette auditive aiicora in coiiiies- siouo coir ectoderma. Que-t . sconeoidauza tVa il gi'ado di sviluppo delle vescicole acusticbe e la luu- uliezza deH'ombrioue potrebbc luettersi iu rapporto col grado di atiofia piuttosto avauzato dell' eui- biioue, il quale staudo alio sviluppo delle vescicole acusticbe dovreblje misnrare almeuo 6 mm. di huigbezza. L' aver tvovato poi qualcbo flgura caiiocinetica uel tubo midollare, e solo ucUa rcgioue caudale dell' embrione, potrebbe stare ad indicare cbo couie i tessuti degli aiiuessi ovnlari, anclie ijuelli deir euibrioue, gi:\ morto, possono seguitare a vivere e moltiplicarsi nella cavit'i utcriua dopo r interruzione della gravidanza. (") Sui rapporti della vescicola oiubellicale col sacco amuiotico di questo euibrioue ; ritoriieiO con un' altra nota. — 14 Cos! lion esseiulo aiicura l)(3n iiota F (tiigino clella nolucorda ed il nieccanisiiio del siio sviluppo, mi sono doiiiaiidato cosa sta a raj)|)rescn- tarc la cavila coiilrale ossei'\ala nolla nohx^oi'da dell'embrione da mc sludiato, e (|iialc iiiiportanza a!)bia la conncssiono cellullare, clic si trova tra notocorda ed intestino primitivo in coriispondenza della regione del cervello posteriore. In priino luogo ho eei'cato di vedere se la suddescritta cavita ccn- trale della notocorda ncn fosse da considerarsi una cavita artiliciale, nia c'ontro questo niio niodo di vedere si opponeva il fatto die nella cavita non vi erano detriti cellnlari, die essa aveva contoi-ni regolari e die a com|)0]-re la corda concorrevano nuclei di cellule epiteliali ben conser- vati e non quel piccoli dementi cellulari siniili a leucociti, die si tro- vano in gran quantita nel mesoderma dell' embrione studiato, c die se- condo il Giacomini ed altri osservatori rappresentano cellule epiteliali 0 connettivali regredite, e proprie delle forme embrionali atrolidie. Posto cio, mi era cosi dalo di esdiidere da una parte che la delta cavita della notocorda fosse iin j)rodollo artiliciale, formatosi in seguito alia distruzione posl-nwrlem degli dementi cellulari centrali delta noto- corda, e dair altra di pensare die la delta cavita centrale della noto- corda non potessc rappresentare altro che un avanzo della doccia cor- date {Chordariinic di Kollmann (^)), trasformafa in un canale cordate, oppure un avanzo del canale nulorordale di Eternod (') (^) {'') o del canale archcnieorico di \. Beneden f). Essendo possibile di porre in discussione Ic due teorie suUo sviluppo della corda, di Kollmann e di Eternod-\. IJeneden, per potere chia- rire il valorc morfologico della suddetta ca\ita e della connessione cd- lulare tra corda ed intestino, a (juale delle due possiamo qui attenerci? La risposta non e facile, poiche sia con Tuna che con T altra teoria inconiriamo delle dillicolta neircsatta interj)retazione dei fatti osservati. Secondo il Kollmann la corda deriverebbe, come nei pesci, dal- I'enloderma e si presenterebbe dapprima sollo foi'ina di placca. quindi ('} Kolliuanu I. — Die Kutwickcluug der Chorda doisalia bei dem Meiischcu. — Anat. Ah::., 18'JO, B- 5. (^) Eternod A. C F. — Coramuuicatiou siir uii oouf huiuaiii avec enibryon cxccssivcniciit ienue. — Compt. Rend, du XI Congres int. med.,lioma, IS'J 1 ; Monit. Zool. It., ISOU, Vol. 5; Arch. Ital. de Biol., 1894, sup'pl. XII e XIV. (') Eteruod A. C. F. — Premiers stades de la ciroolatiou sauguigne daus I'ooul' et I'ombryou liuuiaiu. — Anat. Anz., B. 15, 1808-00, j^ag. 181 a ISO. C*) Eteruod A. U. F. — II y a un canal uotocordal daus 1' embryou liumaiu. — Anat. 'Anz., B. 16, 1899. C) Vau Beueden E. - Sur la prcsonci', cbez I'ljomiui', dun canal arclienteriquo, — Anat. Anz, B. 15, 1898-90, pag. 349-350. — 15 ill loriua (li (loccia cordale cd inline di c-ordono solido ccilnlai'o distaccato ed indipondcnte dall' entodoi-ma. Per consegucnza pensando a qucslo meccanisnio di sviluppo, mal ci spieglieremmo la persistenza di una cavila centralo deila nolocorda, se non pensassimo clie, anche dopo il distacco della corda daU'entoderma, jtormanessero per (jualche tempo le vesiigia della primitiva doccia cordale cliiusa e sei)arala dell' en- lodenna. La teoria del Kollmann sullo svilupiio della corda dorsale iimana ci darehbc pero ben ragione deH'intima connessione tra corda ed inle- stino priniitivo, pensando alia genesi comune dei due organi dall'en- lodernia e tenendo presente, come dice I'Hertwig clie 1' estremo ante- riore della corda lin dalla sua origine resia collegato per un certo lem|)o, lungo nn tratlo, coH'epilelio della cavita cefalo addominale. La corda col ))rogredire dello sviluppo embrionale si dislacca dairepilelio intestinale, dalla cosi delta tasca di Seessel o tasca palatina di Seleiika, c linisce liberaniente nel mesencliima, spesso con un' estremita uncinala (Kcihel-Kann, Carius) C). Se invece ci attcniamo aH'allra leoria e coll' Eternod e con V. Beneden pensiamo die la corda origini dal canale arclienterico, allora la spiegazione dei fatti osservati si complica d' alquanto. Ed intatti, secondo I'Eternod ed il v. Beneden il canale cordale sarebhc un organo a se, distinto geneticamente daU'entoderma, il (juale canale, dopo la distruzione della sua parete ventrale si traslbrmei-ebbe in doccia, quindi in placca cordale, e questa s' interporrebbc tra le due lamine laterali dell' entoderma per trasforniarsi inline in un cordone cellulare solido, distinto ed indipendente dall' entoderma. Ora, con quest' altra teoria sullo sviluppo della nolocorda umana, la cavita centralo riscontrata nel mio case starehbe a rappresentare le ve- stigia del canale notocordale, e mal si capirebbe come il canale ai'chen- terico sia presente in un embrione piii sviluppato di quelli esaminati da Eternod (^), quando stando alle stesse ricerche di Eternod, sem- brerebbe die il canale notocordale si trasformi ben |)resto in |)lacca cordale c successivamente in cordone cellulare solido. Ouanto j)oi alia connessione tra corda e intestino, dovremmo pen- sare, attenendoci alia teoria di >. Beneden e dell' Eternod, die, nel (') Hertwig. — Trattato di einbriologia dell' uoino e dei veitobiati. — Trad. lial. Vallardi. {~) Del tre embrioni aludiati dall' Etoniod il primo misurava 1,3 mill., cd eracoutemito iu uu novo di 10,0-8,2-6,0 lum. ; il secondo misurava 2,11 mm. ed era contennto iu uu uovo di 16,3, 14,0 e 12,0 mm. e del terxo embrione non d;\ la luughezza, per6 questo e contenuto in uu uovo cbe misura nei diveisi diametri 16,4-14,9-10,1 mm. Confrontaudo queste misuie del terzo uovo di Eternod con quelle dell'uovo da me studiato, risulta evidente il maggior sviluppo di quest'ultimo. iG inio caso, hi sutkloscrilta coiinessione sia awcimla secoiKlariainoiilc Ira i dill' organi ncl inoincnto in cui essi ('(uitiagguno inlimi rapporli di \icinaiiza, come ad os. sarebbe secondaria, secondo il lluiniti (1. c), r adosione tra corda ed estremita dclla tasca di Ralchke. Ill base a (|iiesle considerazioni a me sembra, che, pur attencn- domi piiitlosto alia teoria del Kollmaini elie a ({iiella del V. Ucncdeii, e delTElornod, per polermi dar coiilo dei latti osscrvali, le due di- verse leorie dovrebbero essere riprese in esame con ulleriori sludi, per delinire, jiossibilinente, in modo concrelo e delinili\o. Torigine ed il meccanismu di sxiluppo della corda dorsale umana. ISrnUTO ANATOMICO PI PADOVA DIHETTO DAI. PKOF. D. BKKTELLI. GIUSEPPE FAVARO SruDENTii del VI" Coiiso. Note critico-bibliografiche sal Muscolo sterno-cleido-mastoideo. Kicevuta 1' 11 geuuaio 1901 fi vietata la riproduzioue. Mi ])ropongo di relliUcare nolizie storiclie concernenii il muscolo slerno-cleido-mastoideo e di chiarire alcune conti'oversie inlorno al si- gnilicato da darsi al muscolo cleido-occipilale di Wood. Le questioni die inlcndo discutere si rileriscono ai seguenli ar- gomenli : I. xVlla di\isione dello slerno-cleido-masloideo in due iiuiscoli ; II. Alia divisione in tre j)er lo sdoj)j)iamento del lascio clavicolare: III. Alia divisione in (jualtro, cioe alio sdopjjiamenlo anclie del la- scio sternale ; IV. Al muscolo cleido-occipilale. Riguardo al prime argomento il Vlacovicli asseri die lo slerno- cleido-masloideo, consideralo diviso in due muscoli per la prima xolla dair Albino, era rilenulo dagli analomici anleriori a (jueslo come un solo ed unico muscolo. I'er do die si riferisce al secondo argomento, aU'erma il Roniili a\ere rEuslacliio vedulo lo slerno-cleido-masloideo cosliluito di Ire muscoli dislinli. 11 Vlacovicli propose la divisione in Ire porzioni, die chiamo sh^rnalc o sterno-mastoideu^ clacirolarc sirperficiale o cleido- — 17 orripitale G clavicolnre profonda o cleido-mastoidm. 11 K ran so (27) sc- (lici anni dopo tcce una divisionc del fascio clavicolare egiialc a (jiiolla del Vlacovich. Ouanio al tcrzo argoincnlo, il Romiti credo avere il Vlacovich dimostrato clie anclie la porzione sternale poteva essere distinta in due lacerti e sogginnge die dipoi il Krause, non conoscendo i lavoii del nosti'o Analoniico, diode del muscolo storno-cleido-mastoideo nn signili- calo rondamentalnionte identico a quollo del Vlacovich. Per cjuanto riguarda il muscolo cloido-occipitale, il Wood (26) af- lenna cho esso fu come variola osservato da Sommerring, Kclch, Meckel, Theile, Macvvhinnie, Hallett, Wagner, Gruber, Henle. Ouain, Flower e Mnrio, o che egli F ha chiamalo cleido- occipitale. Qiianlo poi al dillerente modo d' interpetrare qucsto lacerto, il Romiti ed il Testut (34) ammettono la divisione del fascio clavicolare come venne intesa dal Vlacovich e dal Krause, ed aggiungono quale variola il muscolo di Wood ; il Poirier (35) invcce idontifica nettamente le duo forniazioni, avvertondo che il fascio cleido-occipitale puo mancare. Per ben chiarire cio cho si rilerisce ai duo primi argomenti, cioo alia divisione in due ed in Ire muscoli, giovora esporre nella storia dollo storno-cleido-mastoideo quel punti che concernono direttamonte la questione. Galeno (1), riassumondo e discutendo le cognizioni che si avovano ai suoi tempi intorno al muscolo, no da un'ampia o particolareggiata do- scriziono sia dal punlo di vista morlologico cho da quollo lunzionale. Egli considera il muscolo bensi unico nei riguardi dell' azione (tootov oXov Tov [j.uv i'va ypT] xi^zo-^y.i f^ ts vctvYjasL xaX r(i '/psta), ma non tale anatomicamonto, poiche ha origin! e torminazioni dift'eronti (od^ I'va §s.... oia. zb xa; sy/^Da=i<; ts xal 'M.zn.'^bozic, o'V/ cjj.ota? aTraaa? zh^iia.c, s^siv); esso infatti possiede duo origini, 1' una carnosa dalF occipito, 1' altra in parte tondinea da sol to F oi-ecchio ; dolle inserzioni, una carnosa alia cla- vicola, I'altra tondinea alio stoi'no (ai' xs y^P sx'foaetc; aoxoa S6o slal, aaf>- VMO'i^:; [j,sv (^ zi Ivioo, vsDf/OiSeatspa 6s ttwc r^ otto to ooc. at x; zaxatpoacic.... o%ijvmo-i]c, [j.sv Tj sic xTjV vX'J.v %a8-/]X0Daa, vsopwS-/]? Ss 'q sv xtp orsDvq) ao|j/foo|jiv/j.). Osserva poi Galeno come ancho (|uesto secondo muscolo, (|uollo cioo che nasce sotlo Forocchio, possa con una diligente dissozione scindei'si in duo (rs'ivsaflai oi xto? y.al aox6<; omoc, 6 SsDxspoc [J.dc, si obo oovaxat xcji pooXojjivc.) [ji/pi xoaooxoo XsTrxoDpYsiaO'ai). L'uno di (juosti s'in- scrisco tendineo alio slerno, Faltro, carnoso, al principio dolla clavicola giacendo tra questo muscolo che si reca alio sterno e il suddetto che M. z. — 18 nasce llalloccipile (to [jiv gov itspov zb TTfjo-j^iov stj/fosrci x(]) OTSfjvc;) O'.a vsopwSoo? TTspatoc, TO oe sTepov el? tyjV ap'/TjV ty^c xXsiSoc aapy.OciStj xa- Ta'foaiv ^roisiTaf |j-so&v xhijj.svov aoTOu ts tgdtod Ttpo? to OTspvov 7r£pa(- vovTog 7,7.1 TOO TTpoaQ-sv pTid'svTO? TOO T/jV sV/^ooiv :r£7:o'/^[J-svoo s6 Iviod). Oribasio (2) ripete le opinioni di Galeno; Avicenna (3) am- iiiette il muscolo come iinico, ma riporta poi in siiccinto le considerazioni di Galeno. II Mondino (i) c piu tardi il Benedetti (o) e rAcliillini (6) accennano molto vagamente al muscolo considerandolo come unico, mentre il De Zerbi (8) ripete le opinioni di Galeno e di Avicenna. Kerengario da Carj)! (7) e meglio ancora il Massa (9) fanno men- zione del muscolo con termini piii precisi e lo riconoscono egualmentc unico. wSilvio (10) lo considera come divisibile in tre iJJasloidei duo, uterque in ires dmdiius) senza pero accennare alle modalila delta par- tizione. Yes alio ill) descrive il muscolo come unico nell' uomo [sic sane ul unirus dunlaxxd utrobique in hominibus mi hi repertvs sit musculus^. In certi mammileri trovo il muscolo bipaj'lito su[»eriormente, ma in nes- suno degli animali da lui ossenati V estremo inserito alia clavicola ed alio sterno era divisibile in due o tre porzioni, quantunque, osserva, cio sia stato atlermato da qualclie anatomico, alkidendo con evidenza a Ga- leno, che accusa lieramentc d' aver attribuito all'uomo I'anatomia del cane e delle scimmie. Bartolomeo Eustacliio (12) difende Galeno dalle accuse mos- segli a reccnlioribus analomicis e si studia di conciliarc le opinioni di esso con i risultati da lui avuti nella dissezione del corpo umano. Se- condo r Eustacliio il muscolo di ciascun lato puo essere diviso faci- lissimamente in due e talora in tre {miiscoli... yeuiini... facillime in duos dividi, nonnunquam in Ires possunl). Non fa uiteriori accenni sul modo delta tripartizione ; descrive invece minutamente i due muscoli, dei (luali 1' exterior va dallo sterno al |)rocesso mastoideo ed a semi- cercliio nella parte vicina, abbracciando il secondo muscolo ; questo dalla clavicola va all'apice del detto.processo. Una porzione nee hrevis nee angusta di questi muscoli s' inserisce anclie all'osso occipitale. La maggior parte degli anatomici anteriori allWlbino descrisse, del |)ari che Vesalio, il muscolo come" unico; qualclie autore lo consi- dero tutta\ia doppio ; Ira (piesti il Bauhino(13) ed il Laurenzio(l4), c tra i meno noti il Jessenia (13) ed il ('abrolio (IG\ II Laurenzio accenna inoltre alia di>isione in tre; il Bidloo ^h)) ed il Blancardo (20) indicano come variela la triplice inserzione inferiore. — 19 — 'L' Albino (21) poi descrive iin muscolo slerno-masfouleo chc si altacca al temporale ccl aH'oceipitalc ed iin cleido-mastoidco inserito al solo processo masloideo. Vide pero due volte una |)ai-te del cleido-ma- stoideo distaccarsi per andare a congiungersi al inargine posteriorc dello sterno-raastoideo. Nolo linalmenle come gia ancora 11 Riolano(17) ed il Gelee(18) e pill tardi il Portal (22) ricordino clie (Jaleno descrisse il muscolo doppio e come i due primi aggiungano clie Silvio considero il muscolo diviso in tre. Vm) premcsso, consideriamo il prime argomento conccrnente la bi- partizionc del muscolo. In base a quanto ho rilerito vediamo clie ben prima dell' Albino lo sterno-cleido-mastoideo venne consideralo doppio, ed anzi tale lo si ritenne dai primi anatomici con a capo Galeno, mentre solo piii tardi fu descritto come unico. Circa al secondo argomento, che si riferisce alia tripartizione del muscolo, abbiamo veduto come I'Eustachio I'avesse considerata inco- stante, senza poi cliiarire ulteriormente il concetto. Egli, del resto, non lece che ripetero presso a poco Topinione di (ialeno. (iio\a anzi notare che mentre questi considera la tripartizione in seguito ad un diligente esamc, come normale, Silvio I'ammctte senza riserve, Yes alio la nega recisamente ed Eustachio la ritiene come una varieta. (Jia sappiamo come tale osservazione di Galeno sia poi sfuggita ad anatomici poste- riori, quali Riolano, Gelee, Portal, tanto e vero che i due primi at- tribuirono il nierito delta tripartizione al Silvio. Interj)etrando ora la descrizione che ci da Galeno deirorgano, vediamo com' egli considerasse un muscolo che nasce dall'occipite e s'inserisce alia clavicola ed un secondo che j)artendo dal processo ma- sloideo si divide in due laccrti, dei quali I'uno va alio sterno e I'al- tro alia clavicola. In altre parole distingue (Jaleno un muscolo cleido- occipitale, uno sterno-mastoideo ed un cleido-mastoidco. Venendo ora al lavoro del Vlacovich, troviamo che questi ha fatto una divisione del muscolo eguale a quella esposta da Galeno, la quale, ripeluta senza ulteriori specificazioni da qualche anatomico posteriorc, era pas- sata a poco a poco neH'oblio. (jo non ostante il Breglia (31) ed il Testut (34) dc|)lorano giu- stamente la quasi generate dimenticauza in cui e tenuto il lavoro del Vlacovich di fronte a quelle del Krause, coinparso parecchi anni dope, per tjuanto si riferisce alia divisione del lacerto clavicolare. Per cio che concerne invece la priorita nella divisione del lascio sternale, essa spetta al Krause anziche al Vlacovich, il quale in due — 20 — lavcri (28) disciite a|)|)iint() Ic eoneliisioni del Ki-aiise rela1i\t' a (|uel lascio. Venendo linalmente all' ultimo argoinento, rigiiardante il iniiscoio cleido-occipitalo, noto cho tra i nunierosl aiilori citali dal Wood manea il B I'll gn one (23), il quale nei prinii anni dello scorso secolo avcva descritto e noniinalo il muscolo detto j)oi di Wood. II Meckel (24), chc pur cita il Brugnone a proposito del muscolo sterno-masccllare, non fa menzione di esso quando riferisce del lacerto in pai'ola. 11 Bru- gnone descrive un muscolo da lui gia osservato nel 1788 e chc dimmSi rieiflo-masfo'idipn extraordinaire. S' incontra, egli alferma, soventc questo muscolo, (/xi naif de la clavicule trh-dislinct de rordinaire el se termine attssi a pari dans I'os orcipHal. Per ([uanto era si riferisce al dilferente modo con cui il laceilo cleido-occipitale viene inteso dagli anatomici, credo di dover fare le se- guenti osservazioni. II Ylaco\ic]i ed il Krause videro in questo fascio una formazione costante die |)uo mancai'c solo come varieta e die riunendosi con i rimanenti fasci, specialmente con lo sterno-occipitale (Krause), forma un tutto apparentemente unico. 11 Brugnone ed il Wood considerarono invece come variata disposizione un muscolo il quale va dalla clayicola aH'occipitale conservandosi indipendente in tolalita o quasi dallo sterno- deido-mastoid«^o. Per queste ragioni appunto lio creduto di dover separare nei riguardi slorici quanto concerne in realta una slessa formazione. (Jia accennai come il Bomiti ed il Testut considerino separata- mente i due fasci. In verita, esaminando i lavori pubblicati dal Wood su questo ar- gomento (20), ci sentiamo inclinati a rifenere die I'anatomico inglcse abbia realmente considerato, quantunque da un dilferente punlo di vista, la stessa formazione die il Ylacovich a\eva in precedenza determinata; si potra tutt' al piii ammettere die il Wood, il quale non conosceva il lavoro del Ylacovich, abbia trascurato qualdie caso in cui il cleido- occipitale e ristretto e si confonde con gli allri fasci. La ragione di tali controversie dipendc daU'estrema \ariabilila del fascio. II cleido-occipitale apparisce nell'uomo come una formazione nd inaggior numero dei casi coslante ed unica; puo confondersi con gli altri lacerli dello slerno-deido-mastoideo ; oppurc rendersene \m o meno autonomo; puo assumere forme, dimensioni, rapporti difl'erenli: jmo presentarsi sdoppial.) per li-alli piii o meno estesi (Wood, AYalsham in Testut (30), Maubrac ^211), D'Evant (32), Le Double (3G) ecc.) ed anclie in totalita (Wood). lo poi, tra numerose dissezioni eseguite a — 21 — tale scopo, ho trovato in due soggetti la coincidenza di un iaseio cleido- occipitale confiiso con lo sterno-cleido-mastoideo e di un secondo cleido- 0('ci|)ilale aulonomo ('). Tutlaxia, di solilo. ii Iaseio cleido-occipitale si presenta unico. (Conclusion!. (Jaleno stabili per primo la divisione dello sterno-cleido-masloideo in due muscoli distinti, corrispondenti al cleido-occipitale ed al fascio clie prende origine dal processo mastoideo. Diniostro pure possibile, merce un diligente esame di quest' ultimo lacerto, lo sdoppianiento di esso in due muscoli, corrispondenti alio sterno-mastoideo cd al cleido- mastoideo, venendo a slabilire in tal modo anche la tripartizione dello sterno-cleido-mastoideo. 11 muscolo venne in seguito ritenuto come unico, e questo con- cetto, quantunque Silvio avesse tentato di richiamare in vigore quello della tripartizione, fu sanzionato daH'autorita di Yesalio. Eustachio considero lo sterno-cleido-mastoideo, ad imitazione di (ialeno, doppio, ritenendo la tripartizione come un fatto incostante; distinse pero due muscoli clie potremmo chiamare stei'uo-mastoido-occipitale e cleido-ma- stoido-occipitale. L' opinione di Vesalio ebbe un numero di seguaci maggiore di quella di Eustachio. Sostenitore di quest' ultima fu piii tardi T Albino. 11 concetto della divisione normale in tre parti, trascurato e di- menticato per vari secoli, troyasi nuovamente nei la>oii del Ylacovich, il quale credette, a torto, d'essere stato il primo a fare una tale di- visione. (*) Le osservazioni si riferiscono a due bambini di pochi mesi. Nell' nno, al lato sinistro, si staccava dalla clavicola, ventralmente al cleido-mastoideo, un fascio muscolare il quale rimauendo addossato alio sterno -cleido-mastoideo, a met;\ altezza si divideva in due lacerti ; di questi 1' uno si riuniva con il fascio sterno-occipitale, facilmente separabile nella meta superiore dallo aterno-mastoi- doo ; I'altro si recava dorsalmente per inserirsi alia linea semicircolare superiore in corrisijoudenza del margine laterale del trapezio. Al lato destro era poi un muscolo cleido-occipitale perfettamente isolato in tutto il suo percorso e medialmeute all' inserzioue inferiore di qiiesto si staccava un fa- scetto, phe addossandosi quasi anbito al margins esteruo del lacerto sternale, saliva, serbando autonomg le fibre, siuo aH'occipitale. II fascio cleido-mastoideo di ambo i lati era perfettanieute isolabile. Una disposiziouo consiniile a questa di destra ho riscontrato, tra quattro scimmie delle fanii- glio dei Cinocefali e Cercopiteci da me dissecate, pure al lato destro di un Cynocephalus hahuin ; il fascio sterno-occipitale era separate dallo steruo-mastoideo per mezzo di abbondantecounettivo lasso e si fondeva con il secondo fascio cleido-occipitale. Nell'altro soggetto, al fascio cleido-occipitale di sinistra, confuse con lo sterno-cleido-raaetoideo, seguiva dorsalmente una serio di fascetti isolati, recantisi dalla clavicola in diotro ed in alto, sparsi nullo spessore della aponevrosi cervicale snperticiale ; di questi I'anteriore arrivava alia linea occipi- tale, raentre gli altri si perdevano insonsibilmente nella aponevrosi. — 22 — I! R rail so finalmente considero lo stcrno-cleido-mastoidco como iin muscolo qiiadrigemello, merco lo sdoppianiento anclio del lascio sternale. 11 muscolo cleido-occipitale di Wood era stato descritto o cliia- malo cleido-mastoideo straordinario dal Briignone. II lacerlo cloido-oeeipitalo trovasi noiruomo con tale rre(|iien7.a da do\ersi considerare come disposizione noi'male; piio presentarsi ora con- fuso con gli altri fasci dello sterno-cleido-mastoideo, ora isolato parzial- mente o totalmente da essi, Nel primo caso abbiamo il fascio cleido- occipitale nel sense inteso dal Vlacovich e dal Krause; nel secondo il cleido-occipitale come venne considerate dal Wood. Lo sdoppianiento risconti'asi I'aramente. Bibliografla. (1) FAAIIXOY K. — AflAXTA. — Medicornm Graecornm Opera quae extant. — Ed. an: D. C. G. KiUin. Vol. XVII], Pars II, Lipsiae, 1830. Pag. 941. (2) Oribaaii — Opera quae extant orauia — .7. B. Rasario intcrpr. Tomus II, Bastleae., SIDLVII. Pag. 896. (3) Avicennae— Fen I, Lib. I. Canoiiis.— G. Cremonense interpr. Patavii, 1648. Pag. M.S. (4) Moudini — Anatomia. — Tractatus nonus a pag. XXIX del Fasciculus mediciae etc. J. de Ketam. («. I.). MD. Pag. XXXVIII. 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N. 25. Pag. 433. (28) Vlacovicli G. P. — Snl muscolo steruo-cleido-mastoideo. — Atti del R. Istitxito Veneto di Sc, Lett, ed Art. Vol. II, Serie V. Venezia, 1876. — Sul fascio sternale del muscolo sterno-cleido-mastoideo. — Id. Vol. IV, Serie V. Venezia, 1878. (29) ila nbrac O. — Rechorches anatomiques et physiologiques snr le muscle sterno-cleido-masto'idien. — These pour le doct. en Med. Serie 5, N. 38. Bordeaux, 1883. Ofr. PI. 1. (30) Tea tut L. — Les anomalies musculaires chez I'horame expliqufies par 1' Anatomic comparee. — Paris, 1SS4. Pag 217. (31) Breglia A. — Osservazioni e cousiderazioni sallo sterno-cleido-mastoideo dell'uomo. — Riforma Medica. Napoli, 1890. Pag. 1287. (32) D'Evant T. — Fasci anomali del m. sternomastoideo. — Qiornale deWAss. dei Natural, e Med. Anno III, Puntata 2. Napoli, 1892. Pag. 5 dell' Estr. (3.J) Eomiti G. — Trattato di Anatomia dell'uomo. — Milano {s. a.). Volume prima. Pag. 585- (34) Tostui L. — Traite d' Anatomie humaiue. — Troisilme edition. Tome I. Paris, 1896. Pag. 669. (35) Poirier P. — Trait6 d'Anatomie huraaine. — Tome second. Premier fascicule. Paris, 1896. Pag. 384. (30) Le Double A. F. — Trait6 des variations du syatSme musculaire de I'hornme. — Tome premier. Paris, 1897. Pag. 108. ISTITDTO ANATOMICO DI FIRENZE. Proposta di uno studio coUettivo sul peso dell' Encefalo negli Italiani DEL Prof. GIULIO CHIARUGI. Ai cultori dell' anatomia 6 noto quaiito siano delicienti i dati die si posseggono sid peso delF encefalo negli Italiani. La classica nienioria di Caloii (^) pnbblicata nel 1870, sebbene si londi sopra nn ricco raa- teriale di osservazione, e lungi dal fornirci gli elenienti per nn particola- reggiato studio ctnografico, nello stesso modo che non serve che in nia- niera incomi)leta alio studio di alcuni problemi d' indole generale sul peso deir encefalo e delle sue parti. (') Calori L. — Del cervello uei dae tipi brachicefalo e dolicocofalo italiani. — Memorie del- I'Accad. d. Sc. d. 1st. di Bologna, Serie 2, Tomo 10, Bologna, 1870. — 24 Caloii ha pesato T encefalo in 421 soggetti dell' Emilia e di altrt' Provincie d' Italia, ma non ha lemito eonto nelle singole osservazioni della rogionc alia (juaie appartencva rindivldiio esaminato. La classid- cazione degli oncofali in gruppi vennc fatta sollanto avuto riguardo alia forma cranica e al sesso e fu determinata la media aritmetica del peso onceralico nei inaschi e nelle lemmine brachieefali e dolicocefali. Non fu tenuto conto della statura e del j)cso del corpo, e se in iin certo nnnieio di casi qiiesta determinazione fu falta, non venne registrata di fronte alle singole osservazioni. Degli emisferi cerebrali fu indicato il peso eom- plessivo e non separatamente il peso delT emisfero destro e del sinistro. La midolla allungata ed il ponle venivano pesati insieme. Ne ya omessa qualche osservazione sul metodo di pesatura adotlato dall'A. Egli prima di i)esarlo spogliava I'encefalo dalla aracnoidc e pia ma- dre,mentre la maggioranza degli autori si astiene da questa operazione |)re- liminare. Percio il ralfronto dei resultati di Calori con quelli oUenuli dagli anatomici che lianno determinato il peso dell' encefalo in altre po- ])olazioni non puo essere fatto : quegli A. ehe nel farlo non hanno te- nuto conlo di questa circostanza, sono arrivati a conelusioni non atlen- dibili. (ili Italiaui a])j)ariscono nel confronto non solo con altri popoli di Europa ma anche con alcuni po])oli dell' Asia (Chinesi), come provvi- sti di un encefalo meno pesante. Tralasciamo qualche altra osseivazione, ma non una che riguarda la pratica di pesare gii emisferi ora unili, ora separati : lo svuotamento dei ventricoli cerebrali dal liquido cefalo-j'a- chidiano non puo aver luogo in ugual misura nell' un caso e nell' altro. I'aggiungendosi cosi un ditferente grade di precisione nella pesata. Per lo studio del nostro argomento ha un pregio assai maggiore la memoria che Tenchini (') ha puljblicato nel 1884 sul peso dell' en- cefalo in Lomi)ardi della Provincia di Brescia. Egli ha esaminato 32(5 individui, tenendo conto della eta, del sesso, della forma del cranio, della statura. Ha studiato, applicando Iin dove era possibile il metodo della media seriate, le variazioni del peso dcU' encefalo secondo il sesso, secondo 1' eta e secondo la statura. Delle |)rincipali parti delle quali r encefalo risulta soltanto il peso del cervelletto e state determinato in tutti i casi, inentre non e state pesato il ponte ed il bulbo. Gli emisferi cerebrali sono stati presi in considerazione soltanto in 67 casi e dal solo j)unto di vista della difterenza di peso fra il destro e il sinistro. Riguardo al metodo seguito, ricorderemo che I' A., a difl'erenza di (') Tenchini L. — Sul peso deU'encefalo, degli omisfori cerebrali p ilel cervelletto iioi Lombardi della provincia Bresciana. — Parma, L. Battel ed., 18S4. 25 (jiianto laeeva Calori, pcsava I'dicefalo rivestito dallo (\\u) \m\ interne meningi ; lo pesava aneora inliero, non nieltendosi pereiu in eondizioni da potere eliiuinare il liciuido cefalo-rachidiano dei venlricoli cerebrali; staeeava il cervelletto recidendo i peduncoli cerebellari medii snhito (lo|)(» la loro emergenza dall' organo ; staeeava gli emisl'eri dal rima- ncnte eon nn taglio attraverso i peduncoli eerebrali eondolto lungo i tratti ottiei. 11 lavoro di Teneliini inspiro a Franeesehi (') delta Scnola di Bologna il proposito di eseguire la pesatura dell' eneefalo e delle sue parti nei Bolognesi. La sua niemoria puhblieata net 1888 e da segnalare pel- 11 nuinero gi-ande delle osservazioni e per V obiettivo che 1' autore si proponeva di contribuire alia conoscenza del peso dell' eneefalo negli llaliani delle diverse regioni. Franceschi deterniino in iOO soggetti il peso totale dell'encefalo e in j)iu di 300 di questi il peso del cervello e delle due sue meta (emisferi cerebrali), il peso del cervelletto e delle due sue mcta, il peso complessivo del ponte e del bulbo, tenendo conto del sesso, della eta e delta statura; studio anche il peso dei talami ottiei e dei corpi striati. Uiporta nella sua niemoria i pesi niassinii e minimi ottenuti e i pesi medj determinati col metodo della media aritmetica. Franceschi pesava F eneefalo intiero, spogliato delle nieningi; se- parava quindi il cervello dal rimanente sezionando i jjeduncoli cerebrali subito at davanti della protulieranza; isolava il cervelletto col sezionare i peduncoli cerebellari. I n' altra piu piccola serie (73 cast) e quella comunicata da Ten- eliini *) desunta da osservazioni eseguite nell' Istiluto Anatomico di Pavia. Fu determinato in questi soggetti il |)eso totale dell' eneefalo, tenendo conto del sesso, dell' eta e della statura. Deve essere citato anclie un lavoro di Weisbac C) clie ha pesato r eneefalo in 40 giovani veneti brachicefali. Gi acorn ini ha eseguito numerose pesature dell'encefalo, ma non ha mai di queste pubblicato un resoconto particolareggiato e si e limi- tato nella sua celebrata (aiida alto studio delle circonvoluzioni cere- brali (^), oltre a dare le regole jier una esatta pesatura del viscere, a (') Franceschi G. — Sul peso dell' eneefalo, del cervello, degli eraisferi cerebrali, del cervel- letto e delle sne metu, del midoUo allungato e node e dei corpi striati e talami ottiei in 400 liolo- gnesi. — Boll. d. sc. mediche, Anno LIX, Serie VI, Vol. XXI. Bologna, 188S. (') Teuchini L. — Dell'encefalo uniano. — SlUano, F. Vallardi ed., 1883. (') Citato da Calori, jjag. 115. C") Giacomini C. — Guida alio stndio delle circonvolnzioni cerebrali dell' nomo. — Torino, E. Loescher ed., 1884. 26 — registrare i pcsi niassimi e minimi noi (juali nei masclii e nelle femmine si (' imballulo o a poche altre indicazioni. A clii ricorcassc nclla serie numerosa degli sdidi clie sulF cncofalo sono stati escguHi in Italia in qiiosti ultimi decenni, trovercbijo (jua o la delie determinazioni di peso oncefalico di Italiani, ma, o per il luimero scarso delle osservazioni o per la mancanza di dati snila provenienza e su alcuni caratteri antropologici degii individui sottoposli ad csame o per non essere stata eseguita la pesatura delle principali parti dell' en- cefalo, qucsti lavoii non |)oss(hio dawero colmare la lacuna die ab- biamo la men lata (*). Se poi si consider! che il metodo dai diversi anatomiei finora seguito e stato non uniforme e talora non sufficientemente j)reciso, i-isidta anche piii evidente la convenienza di proeedere a nuove, niime- rose, pill complete e piii esatte determinazioni. Sulla utilita delle quali credo die non possa cader dubl)io. Pochi paesi come 1' Italia offrono una cosi grande molteplicita di dementi etnici variamente distribuiti nelle diverse regioni. Xello stesso modo che ha condotto a resultati interessanti lo studio etnogi-alico dell' indice cefalico, delta statura, del color dei capelli e degli occhi e di qualche al- tro carattere antro[)ologico degli Italiani (*), cosi potra essere del peso deir enccfalo. Sara utile aggiungere un altro demento, e di primaria im])ortanza, agli allri che possediamo, per mettere sopra una base aua- tomica sempre piii completa e sicura le caratteristiche differenziali fra le diverse popolazioni d' Italia. Anche indipendentemente dalla sua importanza elnologica, per altri motivi questo studio del peso encelalico condotto su abbondanle nia- teriale e con uniformita di metodo, sarebbe non senza prolitto. E in- latti ben noto che moiti dubbi ancora rimangono sulle cause di varia- zioni del i)eso encelalico e sui limiti die possono raggiungere, e tutti comprendono come delle conoscenze |)recise in proposito siano indispen- sabili per ben valutare i resultati che si traggono dallo studio del peso, oncefalico negli individui di eletto ingegno, nei pazzi e nei criminali. Un lavoro come quello al quale ho accennato, non puo essere na- turalmente opera di uno o di pochi ma richiede il concorso di tutti quelli che si interessano a tali studi e che disscminati nelle varie regioni di Italia possono mettere a contribute il materiale anatomico a ciascun di loro accessibile. (^hiamando a raccolta tutti gli anatomic! di buona vo- (') Non ci sembra ora nccessario ricordare ed anali/.zare qnesti lavori. 1^) Cf. Livi R. — Antropometria m\\ita.re. — Roma, Vof/Jiera ed., lH9il. 27 — loiita c pregandoli a cooperare a quosta impresa, vorrei potcrlo faro con aiitorita maggiore, ma mi auguro die l' utilita (IclT ojxM-a piii clie il nume di chi la |)ropono abbia cllicacia ncl porsiiadci'o tiitli a parto- ciparvi. Scella del matcriale. — Si dovranno csaminarc individiii doi duo sossi, dello varie eta, oscludend) coloro clie siano morti in soguito a malattia cerebrale o che prosontino anomalie gravi nella conformazione deir encefalo, come ad es. mancanza del corpo calloso, poroncefalia, ecc. Saranno pure esclusi i pazzi e i delinquenti. 3/etodo da segnire. — II metodo che propongo per la pesatura del- r encefalo o sostanzialmente quello gia descritto da (Jiacomini nella sua Gidda con alcune modificazioni per renderlo piii precise e per rac- cogiiere altri dati oltro ((uelli che il nostro Autore si proponeva. La modilicazione di maggiore importanza eonsiste nell' eseguiro la divisione fra il cervello e il rimanente dell' encefalo con un taglio un po' differentemente condotto da (juanto Giacomini suggerisce. Com' e nolo, egli pralicava una sozionc trasversa a livello dei peduncoli cere- brali fra il punto di emergenza del 111" pajo c le eminonze mammillari. A me sembra preferibile portare piii indietro la sezione e cioe faria coi-rispondere a un piano che j)assi ventral mente nel limitc IVa i)edun- coli cerebrali e ponte e passi dorsalmente subito al di dietro della la- mina quadiigemina. Mi sembra che in tal maniera si riesca ad una piu esatta separazione delle due grandi parti che sulla base embriologica dobbiamo distinguere nell' encefalo dell' adulto, il Uombencefalo e il Cer- vello. Inoltre credo utile che venga indicate oltro al peso complessivo del Rombencefelo, il peso delle principali parti nolle quali esse puo essere decomposto, la midolla allungata, il ponte e il cervellotto. (iio premesso, ecco ({uali sono le indicazioni che ci-edoroi neces- sario fossero raccolte e le regole che dovrebbero essere seguite nella pesatura dell' encefalo. Le espoiigo con una certa minuziosita e pro- lissita, perche sono porsuaso che in ((uesta operazionc molte sono le cause di errore, ond' o necessario di eliminaro colla massima cura (|uello che e possibile. 1. Nome e Cognome del soggotto. E utile che sia registrato per rintracciare pin facilmente altre indicazioni, di solito non contenute nella Tabella mortuaria. 2. Sesso. 3. Eta. 28 — L Luogo (li nascita. E necessario che venga indicato con precisione. Le Tabelle raortuarie re- cano spesso notazioni incomplete od errate, registrando, invece che il luogo di nascita, il luogo di provenienza o quello di ultimo domicilio. E percio ne- cessario trascurare le indicazioni delle tabelle mortuarie e, avendo preso ricordo del nome e del cognome del soggetto, rintracciare il luogo di nascita presso le amministrazioni ospitaliere o dei luoghi di ricovero. 3. Pi'ofessione. Non suole essere indicata nella Tabella raortuaria; ricorrere alle stesse fonti che per il numero 4. f). Ultima malattia c causa della mortc. E naturalmente preferibile, quando cio sia possibile, attenerci a quanto sia risultato alia autopsia. 7. Statu ra. Perche quesfca misura risulti precisa si seguano queste regole : Disporre il cadavere intiero supino ben diritto, a talloni riuniti e testa estesa; appog- giare sulla linea di mezzo della sua superficie ventrale un regolo di legno rigido e di un sol pezzo; riportave sul regolo la posizioue del vertice e del tallone per mezzo di una squadra o della sega a lastra; misurare 1' intervallo fra questi due punti. 8. Diametri anteroposteriore massimo e trasvcrso massinio del erauio. Si misurino dopo aver distaccato dal cranio le parti molli, compreso il muscolo temporale. 9. indicc cel'alico. L' operatore e dispensato dal calcolare questo valore. Pcsatura dell' eucel'alo. Aperta la cavita del cranio si estrae subito I'encefalo e si procede senza indugio alia pesatura. Questa si eseguisce senza che I'encefalo venga spogliato dalla aracnoide e pia madre e senza che siano tolti i grossi vasi che in questa sono contenuti. II viscere coUa base in alto viene deposto su di un telo arroto- lato in doppio, coperto di carta pergamena : con questa si evita 1' adesione del cervello, e specialmente delle sue superficii di sezione, al telo. Si ricordi per prima cosa di regolarizzare la sezione del midollo allungato con un taglio trasverso che passi subito sopra alia radicola piii craniale del !» nervo cervicale. Poi si proceda alia pesatura delle varie parti deir encet'alo. - 29 10. l\\so del biilbo. Si separa il bulbo dal ponte con un taglio perpendicolare all' asse del bulbo, condotto nel limite fra bulbo e ponte. II taglio va prolungato da ogni lato obliquamente in dietro e in basso per recidere i corpi restifornii. 11. Peso (lei ponte. Per isolare il ponte si conduca dapprima un taglio rasente al margins su- periore della sua superficie ventrale. Si mantenga il coltello ben perpendicolare rispetto al ponte, in modo da riuscire dorsalmente subito al di dietro della la- mina quadrigemina. Si sezionino i peduncoli cerebellari medii secondo una linea che passi subito al di fuori della emergenza del nervo del V" paio diretta verso la emergenza del nervo del VII" paio, avendo cura di non ledere il flocculo. Dopo di che, scostando il ponte dal cervelletto, e facile recidere trasversalmente i peduncoli cerebellari superiori nel punto di lore emergenza dal cervelletto. 12. Peso del cervelletto. Coi tagli precedentemente condotti il cervelletto e rimasto isolate e si pesa. 13. Peso totale del rombencelalo. Si addizionano per ottenerlo i pesi del bulbo, del ponte e del cervelletto. E preferibile avere il peso del roaibencefalo in questa maniera indiretta, per- cbe colla esecuzione dei tagli sopra indicati scoia un po' di sangue dai grossi vasi ed esce del liquido cefalo-rachidiano dagli spazi sottoaracnoideali e dal 4° ventricolo. 11. Peso della meta destia e della meta sinistra del cervello. Rimanendo I'organo colla superficie ventrale verso 1' operatore, si ese- guisca un taglio che cada suUa linea mediana e vi si mantenga con precisione: si raggiunge con questo taglio la superficie superiore del corpo calloso e cosi si divide il cervello in due meta che si pesano separatamente. Si abbia cura di far prima bene scolare il liquido dai ventricoli laterali. 15. Peso totale del cervello. Si sommano i due precedenti valori per avere il peso totale del cervello. Molto spesso nella estrazione dell' encefalo si lascia a posto il corpo pituitario. Poiche il peso di quest' organo oscilla intorno al mezzo graramo, sara pratica- mente indifterente trascurarlo oppure tenerne conto assegnando una meta del suo peso a ciascuna delle meta nelle quali abbiamo diviso il cervello. Se ci at- terremo a questa regola, potra essere notato nella Tabella. 16 Peso totale dell' encefalo. Si sommano il peso delrombencefalo e il peso del cervello per avere il peso totale deir encefalo. 30 — Lc indicazioni o le cleterminazioni dclle qiiali c stalo lallo cenno verranno rogislratc in apposite Tabcllc (') cliu I'lstitiito Anatoinico di Fircnzo si ollVe di I'oi'nire a colore) die intendono di partccipare a qiio- slo lavoro. Le Tabelle verranno accompagnate da alciini esfratti dcl!e klruzioni^ in modo die gli operator! le abbiano sempre present! e pos- sano unirorniarvisi, Ciascuna serie di osservazioni sara poi in\iata all' Istltuto Anato- mico di Firenzc c, con (juelle considerazioni die gli Antori stessi cie- d-eranno con\enienle di aggiungervi, verra a ciira del detto Istiliito in- tegralmenlc pubblicata. Quando la niesse delle osser\azioni sara divenuta a siillicienza co- |)iosa, sara il nionicnlo di procederc a (|ii('l lavoro di sinlcsi die per- inella di utilizzarle in conformita del |)r()grainma die ci sianio proposli. Sarenio lieli di conoscere lin da ora il nonie di coloro die inten- dono di segnire la nostra inizialiva, e, per la niigliore riuscila delTini- prcsa, t'arenio tesoro dei loro consigli. (') .Modulo lU'llii tabflhi: Sala A.na,toinica di Nome e Cognome Sesso Eta anni. V Comune di Luogo dr nascita. . • , t^ . • ,. ' rrovmcia di Professione Ultima malattia e causa della morte Osservuzione N. Statura, Metri centimetri Diametro antero-posteriore massimo dei cranio centimetri. Diametro trasverso massimo del cranio centimetii. Inclice cefalico , ROMBENCEFALO Bulbo* Ponte Cervelletto gr. Somma gr. * Eogolai izzare la seziouo iuferioie del bulbo subito sopra al 1" iiervo coi'vicak'. CERVELLO' ( Meta destra. .gr f I Meta sinistra. » i Somma gr. * Quaudo uclla pe-satiira del cervello si sia tenuto coiito del corpo pituitario, iiidicarlo al posto delle paientesi quadre. Peso totale dell' Encefalo gr. Firma delVOperatore 31 — SuU' importanza del nucleo oellulare nei process! cli S9crezione- NOTA DEL DOTT. G. GALEOTTI PROFESSOUK UI PATOI-OOI\ GENKltALE NELLA K. UNIVEKSItX DI CAOLIAUl. lliccvata 1' 11 uovombro I'JUO. i5 Fictiita la riproduziono. Soiio reccnlciiiciilc ai)[)ai'si nci f\ R. dc la Socicic da liiolofjic (n" I" c 18, 1900) duo lavori, uno di Vigier (Note sur le nUc dii nuclcole dans la secretion) ed uno di JMi\ sali\ (Travail srcreloire da nojja/f dans les glandes (jrannleuses de la Salamandre lerrestre), i (juali Iraltano della parte clie prende il inicleo cellulare nei processi di secre- zione. Ouesti autori non fanno alcun cenno dei resultati ottenuti da Trambusti o da me, in ricerclie sullo stesso argomento, ricerclie clie segnano fbrse il prinio |)a.sso nella esatfa deteniiinazione dei meecani- smi citologici come londanienlo dei processi secretori. La breve descrizione die fa il Physalix intorno airatlivita se- cretoria delle cellule ghiandulari nella epidermite delle salamandre, col- lima perfettamente con quanto Ti'ambusti ed io aFibiamo i)ubblicato, e a ({uesto proposito mi sembra non inopportune ricopiare qui alcuni pe- riodi da ambo le parti, Nei 1894 io scrivevo (Ueber die Granulationen in den Zellen. Inter- nal ionale Monatschrifl f. Anaf. n. Phijs., 189:5, Vol. XII, Fasc. 10), a |)roposito degli stessi elementi cellulari : « I.a prima prej)arazione dei « granuli di secrezione avviene nei- nucleo. Gli elementi granulari, clie « in esse si ritrovano, sono per i loro caratteil idcntici a quelli clie poi « in determinati momenti si vedono nei cito[)lasma in vicinanza del « nucleo, Quando il corpo eelluhiro e riempito di gi'anuli non se ne t( vede alcuno net nucleo, ma ([uando poi il citoplasma si vuota dei K suoi prodotti di secrezione, com{)aiono di nuovo i granuli nei nu- (( cleo ecc. » e a projiosito del panci'cas : « La produzione dei granuli di zimogeno avviene per le cellule c( pancreatiche in egual modo die j)er le cellule del vdeno (dello '< Spclerpes), cioe (juesti granuli lianno la loro |)iima origine nei nucleo. " da queslo escono in un modo assai visibile ad un date momento, e net « traversare il citoplasma si ingrossano e si traiitbrmano. » Da altra parte IMnsalix: ^( C'est dans I'interieur de ces tubes « nucleiniens qu'on voit tout d'aboi'd se difieiencier les premiei's grains « de venin sous forme de petites spheres Iiomogenes, legerement colo- 32 — « rccs en rose par Icosinc. Ces granulations deviennent de phis en plus due oculari 2 e 4; il tutto posto in elegante armadietto in mogano L. ^00 (ingrandimenti fino a 1000 diametri) HiioYO oMietliYo Vw Seffliauocroinatico IMMERSIONF OMOGENFA Obbiettivo raccomandato per la grande potenza e per la sua durata (Vedi Zeit- schrlit fur icissenschatt. Mici-oscopie del 12 settembro 1394, Band XI, Heffc 2) L. 200 coi duo oculari compensatori 4 ed 8. CATALOGOnGENERAuT GRATIS a semplicc richiesta Paxjamenli rateali mcnsili pel SlgJ'' Ulficiali sanitari comunall. Firenze, 1901. — SocieU Tip. Fiorentina, Via S. Gallo, 33. '"^-KyL. Italiaio (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatoraia,Einbriologia) Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana DIRETTO DAI DOTTORI GIULIO CHIARU6I EUGENIO FICALBI Prof, di Anatomia umaua Prof, (li Anatomia corup. e Zoologia Jiol It. Istiitnto tli Studi Super, iu Firenze uella E. Uuiversitk di Padova" Ufl5.cio di Direzione ed Amministrazione : Istiluto Anatoniico, Firenze. 13 numeri all'anno — Abbuonamento annuo Xi. S5. XII Anno Firenze, Febbraio 1901 N. 2 SOMMABIO : Comunicazioni Obiginali : Qanfini C, H significato morfologico del titherculum pJiar'yoigeiim ossis occipitis. {Con tavola I). — D'Erchia F. Di uu piccolo corpo vescicolare posto sulla volta del cervello anteriorc di un em- brione umano, lungo 3,5 mm. in linea retta. — Zimmerl U., Intorno ad un' anomalia delle ossa nasali in alcune specie di animali domestici (Con 5 figure). — Pag. 33-50. SlUDIO COLLETTIVO DEL PKSO DELL' KNCliFiLO NKGLI ITALIANI : Adesioni. — Pag. 50. Unione zoologica italiana : IP Assemblea ordinaria e Convegno zoologico nazio- nale in Napoli. - Elenco dci Soci al 1" Grennaio 1901. — Pag. 50-55. NoTiziB. — Pag. 55-56. Avverter\za Delle Comunicazioni Originali die si pubblicano nel Moni- tore Zoologico Italiano e vietata la riproduzione. COMUNICAZIONI ORIGINALI ISTITUTO ANATOMICO DI GENOVA DIRETTO DAL PKOF. P. LA CHI. II significato morfologico del tubercuhim pharyngeum ossis occipitis DEL IJOTT. C. GANFINI, AlUTO. (Con Tavola I). liicovuta il 18 diceuibie lOOO. E vietata la rii)roduzioiie. li sigiiifK-alo die lino ad oggi si o date al tubercnlum pliarynfjeinn deir osso oedpilalc si 6 (jiiello di una produzione ossca destinata al- i'inscrzionc deiraponcvrosi faringoa. Peru, se da cpicsto (alio dovcssc AI. Z. — 34 — ripctcrc lu sua originc, dovrcbbc coinportai'si come tuttc lo altro s|)()r- gcnzc ossco destinalc ad iin simile ullicio. 11 grado siio maggiore o mi- norc di svilii|)p() dovrehbc essere proporzionato e alio sviluppo delle altre sporgenze ossee ed alia potenza cui da altacco. Invecc il hthrrrif- lum pharijnfjeitm puo essere sviluppatissimo in crani in cui sono appcna disegnatc le inscrzioni muscolari o ligamentose e puo non trovarsi in crani chc posseggono qiieste ultimc in modo esagerato. L'inserzionc della non spessa aponevrosi faringea dovrebbe d'altra parte caiisare una ben leggera sporgenza. Inoltre ossei'vando un osso occipilaie ancora giovanissimo si puo, non semprc pci'o, apprezzare ii lubei'colo I'aringeo; in un' epoca, cioe, in cui non sono ancora comparse le comuni sporgenze destinate ad attacco di tendini o di ligamenli (lig. 1, ff.). Per I'esame di alcuni crani e per alcune considerazioni cmbriolo- gichc ed analomo-comparative che in scguito espongo, io mi sono I'atlo un concetto diverso. E prima di tutto guardiamo come si presenta il lubcrcuhfin pliarijuijeinn relativamente alio parti scheletriclie vicine e agliorgani die vengono in rapporto con questa parte piii posteriorc della base del ci-anio. Mi valgo ])ercio della descrizione di Mingazzini (I) che mi sembi'a motto corrisi)ondente al vero. At davanti dei condili dell'occipitale Iroviamo da ambedue i lati due infossamenti Irasversali {fovcae praecoiuhjloldcac', limitati anterior- niente dalla cristu muscularis (Krause). In avanti alia foveae pnuran- (hjloidem\ si nolano alti-e due fossette piii })iccole, spesso poco raarcate (foveae parvae), limitate anteriormente a loro volta da una cresta die il Mingazzini cliiama « crista sinostosica » rapprcsentante, secondo le sue vcdute, il saldamento fra i due pezzi costituenti I'apolisi basilare (pre-e basioccipitale). II (iihercidwn pharijngeum c situato sulla linea mediana c puo venire compreso fra due lincc riunienti idealmente in senso trasversale gli estrcmi mediali ddle crislac sinoslosirac in avanti, e le due crislac mmcularcs indietro. Per riguardo agli organi die vengono in rapporto colla parte basi- lare deH'occipitale, rilerisco (juanto si puo vedere da una dissezione un po'accurata. Abbiamo innanzi tutto i due muscoli loncjus capitis a rectus capitis anterior. II primo si attacca cranialmente, mediante un corto ten- dine di forma cilindrica, alia parte di apolisi l)asilare posta lateralmente al lnl)crcuii/in pkanjuijcuin ossia per tiitta la fovea parva. 11 secondo e situato posteriormente e si attacca alia crisia muscularis. Nella linea mediana Ira i due muscoli lunyhi del capo, si la strada il fascio su))crliciale del lifiamenlum ohturatorium anterius, ossia it la- — 35 rcrliis singnlarls di Wcitbi'cclit (2), clic giuslamentc dalla maggiur l)aiio (legii aulori vione considerato come una prosecuzione o per nicglio dire come rorigine del ////. lonfjilinlinale anlcrius. 11 suddetlo ligamento giiinlo al tubercolo laringeo vi si attacca sii tutta la sua superiicie, con- Ibndendosi lateralmente col corto e rotondo tendine del m. longus capitis. Si ha |)ercio una figura ad T a branche ricurve. Lo spazio lasciato aperto anteriormente viene occiipato dal connettivo clie costlluisce il ligamento occipito-laringeo, attraverso al ([uale si fa strada la bi/rsa pharjjnym. L'inserzionc del ligamento faringeo al tubercolo laringeo e dunque poco estesa. Molto piii estesa e piii imj)oi1ante c la inserzione del /?//. longi- hidinale antcrius; ma cio ha, secondo me, un ben aUro-signilicato. Per potersi fare un concetto esatto sut come si Ibrmi il tubercolo laringeo e su cio che rappresenti, e necessario ricorrere all'anatomia comj)arata etl airend)riologia. L" embriologia ci insegna che dobbiamo riguardare la |)arte basilare deir occi])itale non come una Ibrmazione ossea a se, ma come la fusione di un certo numero di segmenti scheletrici (secondo il Chiarugi (3), nei mammiteri sono 4) simili al segmenti vertebrali del tronco. Dagli studi di Froriep (i) sappiamo che i segmenti piu craniali che in seguito si Ibndono tra di lore, presentano del caratteri di sviluppo sostanzialmente simili a (juelli dclle altre vertebre. Egli distingue nello svilu])po di una \ertebra tre periodi. Nel prime periodo si ha la Ibrmazione, attorno alia corda dorsale, dell' arco vertebrale primitive che venti-almente si presenta [)iii spesso a costituire cio che Fi-oriej) chiama IlijpocliordalsparKje o lermaglio ipocordale. Nel secondo periodo, o di passaggio, la connessione ti'a il primitive arco c la corda si indebolisce; si Ibrina caudalmente e dorsalmente al primitivo arco, un corpo cai'tilagineo che e il |)iimo ab- bozzo del coi'po vertebrale. L'arco \ertcbrale primitivo ed il lermaglio ijjocordale I'imangono. Net 3/' pei'iodo o definitive si ha involuzione e sparizione del lermaglio ipocordale, ossia delta porzione ventrale del- I'arco primitivo, il quale nolle ])arti laterali si condrilica e si Ibnde in una sola massa colla cartilaglne del corpo vertebrale. Oucsti diUcrenli tre ])eriodi distingue Froriep anche nei segmenti occipilali; naturalmentc in quest! non si possono riconoscere tutti i det- lagli specialmente nei segmenti piii craniali che ben ))resto si Ibndono assieme. (jo che a noi importa pero, e il latto che anche nella regionc occi|)itale si forma il lermaglio ipocordale che e destinato in seguito, come abbiamo visto, a sparire. Peru nella parte piii alia vi sono delle Ibrmazioni che ci dicono come (jueslo lermaglio abbia la tendenza a pei- sistere. Cosi Froriep ci dice che esse permane per un tenqto piii lungo 36 nclla seconda vertebra, c clic nella prima in liiogo di involversi, si con- drilica j)rima, quiiidi si ossiliea c rimanc sotto forma di arco anteriore dcll'atlantc. I professori Laclii (o) c (]hiarugi (O'l iiiollre sliidiando il modo di Ibrmazione del terzo condilo e dei processi basilari li consideraiio come riidimenti di uii arco ipocordale. Andando anclie piii cranialmcnle iioi troviamo iici segmenti occipitali, il tubercolo faringeo che io ci'cdo, con Lachi (7), ripeta la stcssa origine. I caralteri seguenti prescntati da alciini crani parlaiio in laNore dcUa omodinamia tra le formazioni predettc, arco anteriore deH'atlanle, condilo mediano e tnbercolo faringeo. In uno di essi (fig. 2) si tralta dl iin comiine caso di sinostosi oc- cipilo-atloidea. II tubercolo anteriore dell'arco dell'atlante /. a. abba- stanza sviliippalo si continua senza linea di demarcazione col tubercolo faringeo (. /. sviluppato esso j)ure e sotto la forma non tanto rara di cresta fai'ingea. Ne risulta nella parte mediana dell' allante e deila j)arte basilare fuse, una prominenza a forma di cresta percorrente lutto (|uesto pezzo osseo. Nella fig. 3 e rappresentalo un fatto presso a poco simile; non si tratta piii di sinostosi occij)ito-atloidea, uia di un caso di condilo me- diano. Questo (c. />?.) si continua col tubercolo faringeo (/. f.) immedia- tamente auterioie, e solo un snperlicialissimo solco ci sta ad indicare dove linisce Tuna formazione c dove comincia I'alfra. Alia base esse sono completamente fuse. Ouesti due casi, die non sono poi tanto raramenle riscontrabili. e che diinoslrano la prosecuzione seriale di queste parti, danno ai)poggio air idea che esse sicno analoghe serialmente. Un' altro fatto che j)aila in favore delta omodinamia del tubercolo faringeo col tubercolo dell'arco anteriore deH'atlante e col condilo me- diano e il segucnte: Come si Nede nella Fig. i il tubercolo faringeo (7./.) alcune volte (io I'ho tro\ato 2 volte su -500 crani) presenia nella sua ])arte mediana un solco piii o meno marcato che divide il tubercolo stesso in una meta destra ed In una sinistra. Alia obbiezione che il solco descritto possa esser dato da un vaso decori-ente in quel sito rispondo col far notare che almcno noi-malmente ivi non decorre alcun vaso, e esi- stendo doM'ebbe essere di dimensioni tali da coi"rispondere alia profon- (lita del solco e percio facilmente apprezzabile. Ora, per (pianto abbia ricercato, non ho trovato descritta tale anomala disposizione vascolarc. IMuttosto io met to a confronto I'accenno di divisione in d\io parti del tu- bercolo faringeo con la varieta non tanto frequente ad osservarsi nel- 37 — I'arco anleriore (loiratlantc c di ciii io riprodiico iin cvidente esemplare nclla Fig. o [a. /.), varicta doviita alia iion avvcniita uiiionc dei due piinti ossoi die carallcrizzano la ossilicaziono dell'arco anleriore (Romiti e Laclii 8). II fatto deserillo o ranigiirato nella Fig. L trova anclie maggior so- niiglianza in aleuni casi di condilo mediano. Quasi lulli gli aulori clie si sono occu])ali di (jueslo argomenlo hanno deserillo delle osservazioni di eondilo mediano diviso, cd a me place di notare clie il prof. Legge (9) le raggruppa nella categoria di « Condili abnoi'mi congiunti o no con i condili lalerali, ftisi Ira di loro^ ma non complelamonic, rosirrhr rinianr ruslanlemcnle una Irarcia del la primifiva divisione. Mi sono dato la cuia di riguardare anclie nei crani di mammifen elie erano a mia disposizione. Nel coniglio, cane, galto, porco, monlone, nella faccia inferiore della parte basilare deH'occijiilale si nola una cre- sta ossea percorrente in senso antero-posleriorc e nella linea mediana (juasi tutta Tajjolisi basilai'e. La cresta a dislanza variabile dal contorno del gran foro occipitale raggiunge la sua massiina allezza e quindi va (lolcemenle sl'uniando in avanti, ed indietro lino al contorno del gran foro (Fig. 7, c. f.). Che la cresla ora descrilla sia omologa al tubercolo faringeo dell'uomo non si |)uo neppure metlere in dubbio, |)oiclie anche neH'uomo molto frequentemente si puo vedere il tubercolo costituito da una cresta simile; tanto e vero che moiti aiitori tedesclii danno alia j)ro- diizione ossea che ci occupa il nome di « crista pharyngea. » La Fig. (5 ci fa vedere chiaramente questa dis])osizione neirocci])ilale umano; serve anche a far notare la grande somiglianza clie vi e fra la crisla j)liaryn- gea umana e la omologa dei mammiferi. Nei mammiferi citati la cresta suddetta non si liniiia all'apofisi basi- lare, ma si ritrova scendendo caudahnente nolle j)rime vcrtebre cervicali, ed e conosciuta col noinc di apofisi inferiore del corpo (Chauveau (10)) 0 ipoapolisi (Milne Edwards (11)). Nel coniglio essa raggiunge il suo massimo sviluppo nclla seconda vertebra; nella terza si vede ancora, nella quarta e appena visibile, nella quinta manca del tutto (Fig. 8, i. p.). Come appare chiaramente, nei mammiferi c ancora piii facile di ri- portare la cresta faringea ad una produzione i])oaporisaria; essa e addi- rillura simile a quella che si osserva nell'atlante, nelT epistrofeo ed in genere nelle prime vcrtebre cervicali colla dillerenza pero, che in queste si trova segmentata, ve ne lia una cloe per ogni segmento; neH'occipi- tale invece trattandosi di segmenti fusi insieme la produzione ipoapofisa- — 38 — ria non j)rosenta sogmontazione; in allrc parole le ipoapofisi tloi sognioiiti oci'ipitali lianno subito lo slesso processo di fusionc di qiiesti ed haniio dato luogo alia crista pliar\ ngoa. Anche Fanaloinia com|)arata duiiipio rallbrza la inia vodiila di coiisiderarc il tubcrcolo faringeo c la crosla I'a- ringoa conie una produzionc ipoapollsaria. * * * 11 tcrniinc di ipoapofisi da nio adoporalo indica quella produziono dci scgmonti vcrtebrali dell' adulto chc neH'cmbriono corris|)ondo alia parte vontralc dcirarco vertebrate |)riniitivo, ^W IhjpochordnhpmKje di Froriep. Nella inassinia parte dei casi e inipossibile di trovare nci segmenti oceipitali un arco ipoapolisario completainenle disegnato come si osserva neH'atlante o in qualclie esemplarc di lerzo condilo. (Yedi i casi di listarella ossea del prof. Laclii(3)). Oiiasi senipre si ritrova solo la pai-te mediana dell'arco (3" condilo e tubercolo laringeo}. Pci'6 nel cra- nio che riproduco nella Fig. 9 sono accennate anche le parti laterali. 11 tubercolo faringeo (t. f.) ha una direzione ti-asversale e si continua la- tcralmentc con due I'ialzi ossei, le cristap musn/lares, in niodo da dare I'idea di un arco completo saldato al corpo del basiocci])italc. Ouesta interpretazione e appoggiata anche dal fat to seguente. Si sa che i cosi detti ])rocessi basilari sono stati ripoi'tali dal Chiarugi (7) a rudimenti di arco ipocordalc spettante a quel segmento che colla porzione mediana da luogo al tei'zo condilo. Se cio e vero per i processi basilari posti in immediata vicinanza del gran foro occipitale, non credo che lo sia anche |)ei' ([uelli che piii o nieno ne distano. Non nego che la produzionc di (juesti nltimi I'iconosca la medesima origine, che rappresentino cioe ru- dimenti di aico ipocordale, ma e molto pin probabile che raj)presentino i rudimenti di un arco piii craniale. Ora nella fig. 10 si vede un pro- cesso basilare (p. h.) che e distante undici inillimetri dal contorno del gran foro occipitale e medialmente si continua col tubercolo faringeo. In altre parole si ha una esagerazionc del fatto ra|)presentato nella fig. 9. In (juesto caso le parti laterali dell' arco sono accennate piii che nel nor- male, ma non esageratamenle; in quello della fig. 10 invece vi e stala una esagerazione nello sviluppo di esse in modo da costituire un pro- cesso basilai-e; nella stessa maniera che anche nel segmento piii caudale della porzione occipitale possiamo avere le diverse gradazioni di lista- I'clla ossea o di tubercolo (processo basilare). Ora io mi domando se il tubercolo faringeo dell' occipitale umano ci stia a raj)i)i'escntare ri|)oai)ofisi di uno o di i)iu segmenti. Natural- mente n(ni posso dai'o una risposta matematicamenle esatta. ma dal- — 39 I'osame di parecehi crani, o tcniilo eonlo del niodo con ciii questa forma- zione si presenta, sono indotto a credere clie qiiaiulo il tubercolo faringeo ripete la forma di crcsta longitiidinale, allora ra])pre.senta la ipoapofisi di pill segmenti, pero dei segmenti occipitali piii caiidali; esso intatti non si estende mai a quella i)arte di basiiare che costitiiisce il preba- sioccipiUile. In aicuni crani in cui esiste iin conato di divisione fra il lire ed il basioccipitale non ho visto mai il tubercolo laringeo oltrepassare la linea di divisione di queste duo parti. In un caso (fig. 11) in cui il conato di divisione sotto forma di una fessura (f.) abbastanza ampia, trasvei-salc, risiede sulla linea mediana, e singolarmentc evidentc questo fatto. In questo ultimo caso e negli altri simili il tubercolo laringeo (t. f.) sta sempre posteriorinente alia divisione. Nei casi pero in cui si ha la foi-ma vera e propria di tubercolo e non di crcsta, allora ci'cdo che rappresenti la ipoapofisi di un solo segmento. Riassumendo abbiamo veduto: 1° che, come il tubercolo dell'arco anteriore dell'atlante da in- serzione a! JUjamcnlum lonfjitHdinalp aniprius^ anchc il tubercolo laringeo da inserzione, pin die allro, alia stessa formazione ligamentosa ; 2° che, in casi di alterato sviluppo, si puo vederc il tubercolo faringeo continuarsi e quasi fondersi col tubercolo dell' arco anteriore dell'atlante e col condilo mediano che rappresentauo formazioni ipocordali; 3° che il tubercolo faringeo puo presentare, per condizioni ab- normi di sviluppo, alcune \arieta presentate pure daH'arco anteriore deH'atlante e dal condilo mediano; i° che nei mammiferi inferiori airuomo vi ha perfetta corrispon- dcnza di situazione e di forma tra la ipoapofisi dellc vcrlebre cervical! e la crista phartjmjea; y che e possibile talora di vedere accennato sul segmento della parte basiiare dell' occipitale do\e ha sede il tubercolo faringeo, una disposizione ad arco di cni la parte mediana e costituita dal tubercolo faringeo stesso: eccezionalmente e possibile che una parte (lualunque di questa formazione arcuata si s\iluppi in una prominenza ossea ; alia stessa guisa che nei segmento piii caudate della stessa parte basiiare dell'oc- cipitale possiamo avere nna listarella o un tubei'colo. osseo (process! ba- silar! vicini al gran foro). Per quest! fatti io credo di poter concludere che si debba dare al luherculum pharyngeiim il signilicato di produzione ipocordale. Bibliografla. (1) Mingazzini. — Sul processus basilaris oasis occipitis. — Anat. Anz. 1891. Pag. 391. (2) Woitbrecht. — Syiidosinologia, 1742. Pag. 84. — 40 (3) Cliiarngi. — Lo avilnppo tlei norvi vago, accossorio, ii)oglo8SO e primi cervicali iici aanropsiill e raamiuifori. — Pisa, 18S9. Pacj 86. (4) Froriep. — Zur Eiitwichelungsgeschichte der Wirbelsiiule in3l)osoudore ties Atlas uiid diu- Ocii- pitalregioii. — Archiv. fur Anat. und Eatioick., 1883^80. (5) Laclii. — Sul inodo di forraazioiie e snl significato del tcvzo coiidilo iieirnomo. — Atti li. Ac. Fisiocritici, Siena, 188!). (G) Lachi. — Sul cosidetto coiulilo inediano occipitale. — Atti d. R. Accad. Medica, Geneva, 18.)5. (7) Cliiarugi. — II terzo condilo ed i process! basilar! del cranio umano. (Rudimcnti di un air.o ipo- cordale oceipit.le). — Mon. Zool. 1895. Pag. .Off. (8) Komiti e Lachi. — Catalogo ragionato del mnsoo anat. di Sienu. — 1SS3. Pag. 51. (9) Lcgge. — Aiicora del coudilo occipitale mediano deU'aoiuo. — Camerino, 1885. (10) (; li luvoau. — Traite d'anatomie coniparee des animanx doniostiques. — Paris. 1871. Pag. aO. (11) Milno Edwards. — Lecons sur la phisiol. et I'anat. compareo. — T. X, P. I. Pag. 284. Spiegazione delle figure. Le figure sono state riprodotte dal vero per mezzo di fotografie. Indica. zione generale: t. f. tubercolo faringeo. Fm. 1. — Occipitale di feto quasi a termine. Fig. 2. — Saldatura dell' atlante coll' occipitale. II tubercolo dell' arco anteriore dell'atlante at. si continua senza linea di demarcazioue col tubercolo fa- ringeo Fig. 3. — Occipitale presentaiite il condilo mediano cm. die si continua col tubercolo faringeo. Fig. 4. — Tubercolo faringeo diviso in duo parti da un solco longitudinale. Fig. 5. — Saldatura dell'atlante con 1' occipitale. Divisione dell' arco anteriore dell' atlante at. Fig. 6. Occipitale umano presentante il tubercolo faringeo a forma allungata antero- posteriormente. Fig. 7 — Cranio di coniglio adulto. — cf. e la cresta faringea. Fig. 8. — Le prime 5 vertebre cervicali di coniglio adulto. — ip. e la ipoapofisi delle vertebre. Fig. 9. Occipitale presentante il tubercolo faringeo diretto trasversalmente. Fig. 10. — P. b. processo basilare che medialmente si continua col tubercolo faringeo. Fig. 11. — Accenno alia divisione tra il pre- ed il basioccipitale. — /". e la fes- sura trasversalo che indica la divisione. H. ISTITUTO 03TETRIC0-GINF.C0L0G1C0 1)1 GKNOVA. Di un piccolo corpo vescicolare posto sulla volta del cervello anteriore di ud embrione umano, lungo 3.5 mm. in linea retta PEF- DoTT. FLORENZO D'ERCHIA. assistente. fiicevuta il 12 gemiaio 1901. i; vietata la riprodnzione. Per Ic ragioni esposte al principio di una nota sulla corda dor- sale (*), c per esscrmi gia una volla occujiafo degli organi, clio si svi- (') F, D' Erchia. — Sulla struttara o sulle coiinos.sioui della iiotocorda in un embrione iiniano dolla Inngli. di mm. 3 in linea votin. — Monitor e Zoologico Ital., Anno XII, fa^c. 1, 1901. 41 - hi|)j)an() a spose di (|uclla rogiono del cci-\ollo antcriore clio si (lide- reiizia in cerxello intermcdio 0, mi permetto di acccniiaro brevcmcnlo ad nil ratio, chc poti-oi)bc loi-so avcio iniporlanza sia da iin |)unt() di vista iieneralo, per gli slndii dcll'ontogonosi dclla nostra s[)ocie. sia da un pnnto di vista speciale, per nieylio speciiicare il significato morlolo- gico dcil'epilisi uniana. Si tralta delta presenza di nn piccolo corpo vescicolare avenle la forma di una lentc piano-convcssa, e posfo alia volta del futuro cervcllo intcrmedio, in nn enil)rione Inngo 3-i) mm., e appaiienente ad nn novo, sottoposto gia ad esamc, per to studio della strnttnra della placenta nmana nei |)rimordi dello sviluppo ("). Delto corpo vescicolare preseiita la sua superflcie plana in intimo con tat to col mesoderma, e rivolta in alto ; qiiella convessa, adagiala strettamcntc sulla sostanza cercbrah;, e accolta in una Inlossainra semi- circolarc scavata in questa. Ouesta vescicola e sitnala un po' a sinistra della linea sagittale me- diana. tenendo conto : 1" che I'embrione In taglialo in liO sezioni sa- gitlali condotte da sinistra a destra e dalTavanti alT indletro ; 1'^ die il coi'jio vescicolare si trova solo in ii sezioni, dalla il'^alla 'l"y^\ ;V' in- line, che il conteggio delle sezioni lu lalto da sinistra a destra, gnar- dando t'embrione dalla regione dorsale. La delta vescicola presenta a considerare la sua sezione mediana nella 23'"^ sezione, e nellaSl'^e 2o"^ si ])resenta tagliata in supcrlicie suite sue jiareti laterali. In tal modo la cavita di detto corpo vescicolare e ben dislinta in W sezioni, c cioe nella SS"", 2;V' e 21^^. I. a sirifllura di esso e molto semplice : e costitnito da cellule la- mellari, le (juali viste in supcrlicie prescntano un nucleo ovalai-e, pinl- tosto vescicolare, mentre viste in sezioni si presenfano sotto forma di cellule endoteliali, come quelle del vasi sanguigni, e fornite di nuclei al- lungati. Ouesta parete cosi cosfituita dalla sua parte convcssa si adagia streltamenle alle cellule della sostanza cercbrale, in gran parte ridollo in (juei piccoli elementi, che si Irovano nolle forme embrionali, che secondo la classificazione di His -(iiacomini , Yann(t denominate (ilrofiche. (') F. D'Ercliiii. — Coritributo alio stuilio dulla volta del ccitoHo iutfriiiedio o della rogioiiu paratisai-ia in eiubrioni di pesci e di iiiammiferi (cou 2 tav.) — Monitore Zoolof/ico Ital., anno VII, fasc. 3 6 5, 1806. {•) ¥. W Erchia. — Coiitributo alio studio dell' utero gravido e puerperale. — Attl della &'o- cietd di Ostetricia e Ginecolor/ia, Vol. 5, 18US. Trad, in tedesco e xiubhl. nella Zeitschrift f. Geo. u. Gyn. Band XI, H. 8. M. Z. — 4'2 La cavita di del to corpo vcscicolare non conliono ne corpiiscoli bianclii nc rossi, e sarebbo del liill<» priva di elemcnti ligurali, so in essa non si Ibssero spinle dellc celhile laniellari (listaccale dalla parctc. Quanto ai nipporti f/enelici di ([iieslo va)v\h) con la volta del t-er- M'llo da una j)artc o coirccloderma daH'allra, senibia elie nclla scziono 21% dove la vescicola e sezionata supcrliciahnonte nclla sua parcle, \i sia come una s|)ccie di continuazione cclhilare fra soslanza ccrebralc c ■|)aretc del corpo vescicolare. Pcro, considerando clie laiilo nel nicso- dcrnia die ciicoiula il corpo vescicolare, quanlo nclla soslanza ccie- brale abbondano (juei piccoli elenienli cellulari, del quali lio giii parlalo, non 0 possibile stabilirc con sicurezza se i piccoli elenienli, die si nio- strano sotio forma di una conliuuazionc cellulare tra paretc cercbrale e superlicie eslerna del corpo vescicolare, rapprescntino F insicme di una vera connessione esislente fra i due organi, e die jiossa stai'e a dinio- slrarci Forigine del corpo vescicolare dalla volta del cervello anteriore. L'ectoderina, poi, non ])resenla alciin rappoi'to diretto colla sudde- scritta vescicola. Pero e degno d' interesse il \e(lere come il mcsoderma, die e interj)osto tra eclodernia e parete supcriore plana ddla vescicola, si assotligli, o die Fectoderma in (jiieslo punlo s' infossi come se avesse teudenza a raggiungei'c la vescicola. Lc cellule epildiali del riveslinienio eclodermico in (|uesto piinto si presentano inoltre mollo piii basse di (|uelle circoslanti e contengono del pigmenlo. In base alio studio dei rapp(U-li e ddla slrullura del corpo \escico- lare, e in base at niodo di com[)ortarsi delFectodcrnia nella reglone (»c- cupata dal suddescritto coi-j)o, credo die si possa con una ceria ragione- volezza, esdudere cbe il dctto corpo vescicolare sia una prodiizionc artiliciale o una cavita linfatica o sanguigna. lliinarrebbe allora a pen- sare cbe esso fosse probabilmente un (u-gano di sense rudimentalc, e l»iu propriameute il rudiniento delFocdiio |)arielale dei i-etlili, del tullo distinto dalla epilisi. E \ero, pero, die la volta del cer\ello interniedio e Fepilisi nd iio- stro case non ancora sono dilTcrenziati ; ma e da notare die nei reltili Focdiio parietale si dillcrenzia un po' prima di tutti gli altri organi ddla volta del cer\ello inlermedio, e die nd nosiro caso Fembrione lia siibilo forse un ritardo nclla dill'ercnziazione dei siioi organi per dislur])i nu- tritivi. (^on (jueslo si polrebbe compreiideic la mancanza di corrdazione die esiste tra lo sNilujipo del rudimenlo di (luel corpo vescicolare, die — 4c lonlanamonle |)arrcbijo iin riidiinenlo (Icll' occliio pai'iclalo, e la dilVcivn- ziazionc dolla ^olta del cervcllo intermcdio e dei siioi organi. La constalazionc di (|ii(sl() fallo, (jiiantiin(|iie inollo |)roblonialico noir interprelazionc, ci j)ciiiicllercbbc, se si Irallasse rcahiienlc di un or- gano ra|)|)rosentante il rudimenlo del terzo occliio dei rotlili, di rilcnero clio Tuomo, per qiianto nella sua storia ontogenetiea ricapitoli breve- nicnlo c succintamcntc la filogenesi, la i'ica|)itoli anclic dcltaglialamente; 0 clio la opilisi uiiiana, coino (|uella dei rellili c dci ntainiiiircii, sia una prodnzionc a paiic da non confondersi col voro occliio pariclalc. ISTliUTO III ZDOTOJIIA DKLF.A R. UNIVEKSITA DI PAKMA DIItKTTU UAL I'liOK. l\ NEGUIMl. ZTMiMERL DoTT. UAIBERTO, assistk.ntk. Intorno ad un'anomalia delle ossa iiasali in alcune specie di animali domestici. (Con 5 figure). Rioovutii il 2S oomiiiio 1001. fi vietatii la riprodnzione. Stimo cosa non priva di inlercssc rendcrc iiota un' aiiomalia da mo osscrvata nelle ossa nasali di alcune specie di animali domestici, sia per- clic da quanto mi consta nessun caso consimile e stato sino ad ora descrilto negli animali stessi, sia ancora perche il signilicalo die a quella ho crcduto attribuirc spiega alcune })ai1icolarita die normalmente si ri- sconli'ano nelle dettc ossa. L' anomalia in qucstionc e data dalla divisione delle ossa nasali per sutura trasversale per niodo die ciascuna di esse viene ad ossore costi- tuita da due pezzi ossci distinti, dei quali uno superiore die colle ossa vicine conserva i rappoi'ti cbe si lianno nei casi normali, uno inlcriore articolato soltanto colla parte superiore. La prima di queste anomalie (fig. 1) notasi nel cranio di un bar- dotto. In qucsto soggetto le due ossa nasali vengono diviso in due parti: una su])criore ed una inferiore, in corrispondenza del piinto in cui si articolano coll' apofisi nasale dell' osso incisivo. II prime dei pezzi ossei risuitauti da questa divisione nella sua parte superiore, per la forma e rap|)orti, non si scosta per nulla dalle ossa 44 — iiasali iiorniali ; iiirononnonk' pero, anziclie conliiuiarsi ncl pioliinga- nuMilo nasalo, si tcrniina biiiscamenlc in corrispondenza della sulura che Di nolevolo qiicsia por jjrovita chiamoro inrisiro-uasule fig. Il-S. I. X.' parte j)i'cscnta ii suo nuirginc inferiore in- cavalo internamente per una hingliezza di due eentimotii, pei- modo che iinendosi con quello deiralti'o lain forma iin'insenatura di forma quasi I'cttaniiolaro la (jualo ricoi'da cosi I' incavatura clic notasi nolle corrispon- jA denli ossa doll' uomo o doi carnivori; (luo- |i - slo margino inoltro o tagiiato a danno doila ,.'^" faccia interna pei- !' articolazione colla paiie f|*; inferiore. . 11 second 0 pezzo osseo e di forma trian- golare con una lungliezza di dieci centime- li'i, ed ollVe a considerare due facco, die nulla presenlano degno di nota, tre margini e Ire angoli. !1 niai'gine sujieriore-esternc* e mollo sotlile e si unisce per sutura squa- mosa colla parte superiore, il niai-gine in- terno si unisce per armonia con quello del- I'allro lato, F inferiore esterno e libero, degli angoli: il superiore si articola colla prima parte; 1' esterno in parte colla piima porzione, in parte coH'apolisi nasale dell'osso incisivo; I'inferiore e libero e va a costiluiie il prolunganiento Jiasale. La j)arle inferiore unendosi colla pai'te superiore I'iproduce nella forma le ossa na- sal! normali degli equini. Per poter stabilire se Tanomalia ora descritta avesse ([ualche signi- ficato oj)pui'e appartenesse ad uno di quel casi teratologic! clie ancoi-a sfuggono a qualsiasi spiegazione, ho esaminato una serie di 2()fi crani a|)partenenti a varie specie di animal! domestici a linedi vedcre se fosse slato |)ossibile trovare qualche cosa die ricordasse se non completamenle almeno in parte il caso che sto illustrando [). Negli equini sopra G7 casi csaminati ho li'ovato un cranio di cavallo. del quale disgraziatamente se ne consei'va solo una mcta, in cui T osso FiGi KA 1. — Crauio di biudotto. STN sutura trasverso-uasale. (') Sento il dovere di riiioraziare il cliiaiissiino Prof. Valdouio per avornii ))ornK'Sso di nsu- tVnii'o di^l ricpo inatprial« appurtoiieiito al Gubiuotto di /ootociiia. — 45 — nasalo ancora osisUMile cd in ixtFoIIo slalo di conserNaziono, ripvoduce (|iiasi osaltamcnte 1' anomalia dianzi dcscriUa (lig. 2). In (|uesto easo la divisionc avvienc pure a breve distanza dalla sulura incisivo-nasale, c I'linico ratio che la distinguere ((uesl' anomalia da (juella osscrvata nel bardotlo consiste in cio che il margine inleriore della parte siiperiore in ciii e diviso V osso nasale, anziclie esserc inca- valo al suo lato interno, preseiita iin' insenatura nella parte mediana per modo cheessa riproduce nella foi-ma le ossa nasali, come ordinariamente si ossei'vano iiei l)o\ iiii. FiGUKA 2. — Crauio appuilenento ad uu cavallu. STN sutura trasverso-naaale. — SIN sutura iuciaivo-nas;ile. La |)arle inleriore e pure di forma triangolaro con una lunghczza di tredici centimetri o va a costituire il prolungamento nasale; di note- vole qucsta porzionc presenta solo il margine superiore eonvesso e den- tellato peradattarsi all' incavaliira corrispondente presenlata dalla parte superiore. 1 due pezzi si uniscono Ira di loro pei* siitura deiitala. mentre nel |)rimo caso si univano per sutura s(|uamosa: nel loro insieme riprodiicono ancora la foi-ma delle ossa nasali normali. In uii altro cranio a|)parlenente ad un asino, i prolunganienti na- sali sono costituiti da due ossa a parte di forma o\alare e della lungliezza di circa tre centimetri, e i-iunile alia parte suj)erioi-e inediante sulura dentata in modo pcro die facile riesce il distaccarle ; ho slimalo couve- nicntc riportarc anclie questo caso perche mi e sembralo die ricordasse, sebbene non csattamente, le anomalie sopra menzionate. Residui di divisione di uu osso nasale per sutura Irasversale ho po- lulo notare ancora in un cranio di cavallo; in (|uesto, sebbene la sino- stosi della sutura fosse com|)leta sopratutto al lato eslcrno, e non fosse assolutamente possibilc la separazione dei due pezzi ossei |)er Tela avan- zata deir animale, pur lullavia rimanevano evident! le Iraccc delF esi- stenza della sutura, die ora poliemo anche chiamare per brevita fm- — 46 — .srerso-nnsale, cd anclie in qiicslo caso ossa avvcniva a bi'ovo dislaiiza (lalla suliira incisivo-nasale. Nell' (\same di (|iiesti crani ho poliilo nolare aiicoia come rie(|iien- lemenle (18 casi s()|)ia ()7) le ossa nasali picsenlino al loro margine estcrno libero ad una distanza da nno a due eentimetri dalla siilura in- cisivo-nasale. ne! |)unto cioe in eui nei casi anormali descrilli corrisponde la sulura Inisvrrsu-ndstile, uno s|)igolo sj)oi'genle doj)o il quale V osso sa rapidamenfe assotligliandosi (fig. 3). In alcnni casi poi non niollo rari (8 sopra 67) lie potuto osservaic. in cori'ispondenza della saglienza oi-a acccnnata, nn'incisura die si |)i(i- lungava in alio j)er nno (» due cenlinieiii lig. 3\ r" l''lniii£A ?>. — t)sso nasulc di carallo clio iiiostra al sno margine lilieio cstoiiio imo spigolo sagliente ed nii' iiicisiira. Pcrtanto io credo die, dala la coslanza della posizione, non sarcbbe illogico sn|)|)ori'e die lanto la sporgenza come V incisnra non ra|)presen- lino allro die le tracce di una divisione ora inlerainente scom])arsa. Ho avuto occasione di esaminare ancora due crani di Icti cquini, in uno dei (|uali, dell' eta di due mesi, Ic ossa nasali, sebbenc fossero ([nasi intei'amente ossilicate, si arrestavano bruscamentc a breve distanza dalla sutura incisivo-nasale ed erano poi continuale da una lamina di tessnlo fibroso; nel secondo, a termine di svilu|)|)o, ciascun osso nasale era co- slituito da due pczzi ossei distinti e divisi fra di loro da una lamina di tessuto libroso. Crani con sutura trasverso-nasale lio potuto ancora osservare diia- ramente nei suini. In (|uesti animali due sopra Irentotto presentano la delta anomalia. Nel j)rimo di questi crani la divisione dellc ossa nasali e completa ed awienc in corrispondenza della parte supcriorc della sutura incisivo- nasale per niodo die le due ossa vengono divise a meta (llg. i). La parte sui)criore di notevole presenta soltanto il suo margine iii- feriore denlellato, destinato ad unirsi perfettamente colla porzione inle- riore dando hiogo cosi ad una vera sutura dentata. La pai'te inleriore nulla presenta di notevole. L' anomalia |)resentata dal secondo cranio si scosta da quella ora — 47 — descritta, pel Catfo chc la siilura trasverso-nasalo nun c complcta die nell'osso cii dcslra; nel sinistro, invcce, si ha una profunda incavatura sul niargine interno, la quale poi e occupata da un sccondo \wz7A) osseo clie costiluisce il prolun^aniento nasale ; tanto da una parte ehe dall'altra pei'6 i due pezzi ossei sono completamentc saldati insieme e solo riman- gono le tracce evidenti della divisione. Anelic in (jueslo case si tiatta (li un aniniale di eta niolto avanzata (iig. o). FiGUUA 4. — Cranio di'suiuo. STN sutnra trasveiso-uasalo. OG osso del grngno. FiGUKA 5. — Ciaiiio (li suiiio. STN sntura trj.sveiso-iiasak OG osso del 'Tncjno. Ho potuto esaminare solo sedici erani di bovini i quali nidla pre- scntavano di anormale, Nci earnivori (112 eiani di rane) osscrvati nessiina anonialia pre- sentavano nelle ossa nasali. Ho esaminato ancora 20 crani a|)partenenti a |)ieeoli riiniinanti, come puie 10 crani di cavia e due di coniglio, e solo nelle ossa nasali di una ca\ia ho potuto nolare inleriormente cd al lato interno due pic- coli ossicini sopraniunerari ; tracce di sutura trasverso-nasale, sebbenc non molto evident!, ho notato ancora in una delle ossa nasali apparte- nenli ad un cranio di coniglio. 48 Sopra (|ii('sl(,' iiltimc specie aniiDiili, come |)iiie s()|)ia allie noii an- coia esaniiiiale, e mia iiileii/.ioiie riloriiare (jiiaiulo saiii a iiiia disposi- zioiie 111) iiiaieriah; piii copioso e piii adallo. Anoiiialie (lello ossa nasali, clie a mio awiso liamio slretto ra|)poi-t() con (|iielle da mc osscr\atc iiegii aniinali domeslici, sono stale piii'e de- scribe neir uomo. .Mayer /) pole osscrvai'e, con una |)ercenliiale del i al 3 7„ , ^il- r estreniila delle ossa nasali dne ossicini sopranunKMari. clie rilenni; analoi;lu alTosso del ij^riigno dl alcmii Miaininiferi, c die cliianio col noine di Inlrrnasali. J[yrtl (- , die pure osser\6 un ossicino sopi'anumerario inciinealo lia le ossa nasali, ci'ede die le ossa dal )la\er rilenule c(tnie oiiiolo- glie a quelle del i;ri!^iio di cerli aniinali, rappresentino piiilloslo Fosso prenasale de^li sdenlail. Anclie il Valenti Q die Jia descrillo ((ualiro casi di anonialie ddlo ossa nasali, in due di (jucsli nolo due ossicini sopranuinerari ndle linea mcdiana die egli ritcnne con I'Hyrtl onioloi^lii all'osso prenasale degli sdentali. Ora, volendo trarre (jualche conclusione da (|uanto sono andalo espo- ncndo scnza pero i)relendere di risolvere la (jueslione intorno al signi- licato niorCologico di (|uestc anomalie, credo non sara ipolesi soverdiia- inenle azzardala rattribuirc anclie ai casi da me descritii iiii valo'e reversi\o, e cio sia per la rrc({iienza abbastanza nolevolc colla quale della anomalia si presenla cogli stcssi caratteri in varie s])ecie di ani- mali, sia ancora per il lalto die essa riproduce una disposizione normale in alcuni animali die occupano un grado piii basso ndia scala zoologica. Se ora si vuol meltere in rapporto le anomalie delle ossa nasali pel" sulura trasverso-nasale o per ossa sopraiuimerarie colla dis|)osizione chc normalniente lianno ([ueste ossa in alciine specie animali, si deve innanzi tutto esdudere chc, tanto la parte inleriore risultanle da tale divisione trasversale, come pure le ossa soprannumerarie, sieno oniologhe air osso del grngno, come crede il Mayer, poiclie quest' anomalia si os- serNa anclie nci suini die di laic osso sono lorniti (Fig. IV-Y 00): esse devono (juindi coi rispondere piuttoslo al prenasale di alcuni sdentali. Se tale signilicalo lianno le anomalie ora citate, si de\e ancora lo- (') Mayor. — Archiv fur phiniol. hcilkuHde, IHI'J, p. 23b. (•) Hyrtl. — Ocster. Zeitsck. fiir prakt. Ileilkunde, ISdl^ j». JO. (^) y alonti. — Monitore Zoolofjico, 1801, p- 61. 49 gicamcnte ammettere chc il prokingamento nasalc di ciii sono forniti ccrii aniniali dcbba ancli' esso cori'is|)on(lerc all' osso prenasale dcgli sdcniali, il quale nei nostri aniniali supci-iori si trovercbbc c()ni|)lola- nicnto luso coll' osso nasalc pci- niodo chc normalnicnlc non nc riinar- I'cbbc liaccia alcuna. Un ritorno quindi alia priniiliva disposizionc dcllc ossa nasali, at- lualnicnlc ra|)i)icscntala ancoia dagii sdcniali, ncgli aniniali forniti di prolungamcnto nasalc dcvc nccessarianicnlc picscniaisi con una divi- sione trasversalc, menlic invccc ncgli aniniali chc di talc prolnnganicnlo sono privi dcvc nianil'cslai'si colla pi'cscnza di ossa soj)ranunicraiic conic nci casi dcscritti da 11 \ rll, Mayer c Valcnti ncll'uonio. Dalle niic osservazioni faKc sopra gli aniniali, e da quelle del Mayer, HyrtI c Valcnti snH'uonio, risulta ancora cvidente come la divisione dcllc ossa nasali per sutura trasvcrsale sia |>iii tixMjuenIc nc- gli aniniali forniti di prolungamcnto nasale chc in quclli chc nc sono |)rivi. Ncgli equini inlatii ii crani sopra 68 presentavano (juesf ano- malia con una j)erccnluale (juindi del 7 % circa, aslracndo da tutti (|uelli die presentavano particolaritii che si potevano intcrprelare come residui di una divisione poscia interamente scomparsa; nci suini 2 crani sopra :]S presentavano la sutura trasverso-nasalc con una fre(|uenza (juindi del 6 % circa, nci bovini c cani privi di j)rolunganiento nessun cranio, sopra 128 osscrvati, prescntava traccie di sutura; ncll' uomo il Mayer trovo nella |)ropoi'zione del 2 al 3 % dei crani, il Valcnti r osservo ancora piii rai-amcntc. Cio potrebbe avcre la sua ragione nci fatto che un fcnomeno reversivo forse si manifesta piii facilniente nei primi in quanto chc in cssi esiste gia, sebbene non perfettamente distinta, la parte oniologa a (piclla rappresentata attualmente in alcuni sdentati dall'osso prenasale, nicntre nei secondi privi di prokingamento dcvc manil'eslarsi con la for- niazione di un nuovo centi'o di ossilicazione. Oualunquc pero sia il signitlcato che si voglia attribuire alio ano- malie oi'a descritte, riniane semprc dimostrato chc Ic ossa nasali dcgli e(|uini e suini si sviluppano con una ccrta frequenza per due anziche per un solo nucleo d'ossificazione, al contrario cioe di cio che all'erniano con- coi'denicnte tutti i trattatisti. Un tal niodo di sviluppo c state ancora animesso da Albrecht, come riferisce il Debierre Q, c poscia dimostrato dal Livini (') per (^) Debierre. — Trattato elementare di Anatoraia dell' tiomo. — Milano, Ed. F. Valhirdi. (") Liviiii. — Varietii doUe ossa nasali. — Monit. Zool. It., 1898,11. 100. — 50 — 1(^ ossa nasali (k'H'iiomo, dal (iii^Hioli '), dal Maggi (*), dal Uomili (;') |)(M' alciiiH^ sciinnii(3. So lo svilii|)|)o per diic micloi d'ossiCicaziune ei da lagionc dcdla di- visionc, die lalvolta ossorvasi nolle ossa nasali nessiina luce pero esse porta sul signilicalo niorfologico rappresentato da una tale anomalia, per cui mi e seinbralo cosa non interanienle|)riva di iondanienlo il riceiTarno la causa |)i-inia in un lenoniono atavico. Studio coUettivo del peso dell' Encefalo negli Italiaiii. Aflesio^ii. Hanno aderilo alia nostra proposla di uno studio collet live del i)eso deH'Encefalo ne.iili Italiani e collahorei-anno con noi: il Prof. (i. Roniili, Diretlore delTIstituto Anatomicodi Pisa; il Prof. P. Lachi, Direltore dcl- r Islituto Anatomico di Genova; il Prof. G. Valenti, Direttore dell'Isti- tuto Anatomico di Bologna; il Prof. R. Staderini, Direttore deH'Istilulo Anatomico di (Catania; il Prol\ U. Rossi, Direttore delT Islitulo Anato- mico di Perugia; il Prof. L. Giannelli, Direttore dell'lstituto Anatomico di Fcrrara; il Dott. C. Falcone, Libero Docente JielF Universita di Na- poli; il Dott. A. IJovcro, Setlore nell'lstituto Anatomico di Torino; il Dott. G. Cabibbe, Settore nell'Islituto Anatomico di Siena. Tra colore die lianno approvato la nostra proposta segnaliamo il Dott. Maggiore Piodolfo Livi. (/. r. UNIONE ZOOLOGICA STALSArJA. il ' Assemblea ordinaria e Convegno Zoologico NazionaSe in Napoli. Nella prima Assemblea dell' Unione Zoologica italiana, tenutasi a Bolo- gna nel settembre del 1900, fu designata Napoli a sede della seconda As- semblea ordinaria e Convegno Zoologico nazionale, da tenersi nell' aprile del 1901. II Comitato ordinatore del Convegno, rairando sempre agli scopi della (*) Giglioli. — Stufli eraniologici sul CimpiHizo. — Oenova, 1872. (") Maggi. — Sopra una varietil morfologica dcllo ossa nasali o intcrmascellari noil' orango. — Bend, d- R. 1st. Lomh., Serie 2'^, Vol. 24, Fasc. 0, 1891. (■') Komiti. — Di una varisainia varietil delle ossa nasali o rti alcnno varic<:'» ncrvnap o nmsoo- lari. - Atli d. R. Accad. FisiocriHci in Siena, Serie .3«, Vol. 3, 1883. — 51 — Unioue, invita pertanto ad intervenire a questa Assemblea e Convegno a nome della Presidenza dell'U. Z. I., nou solo i socJ, ma aucora le altre Societa ita- liane di Zoologia e di tutte le discipline affini e quanti in Italia si iuteres- sano agli studii di biologia animale. E saranno ancora ospiti graditi tntti quegli stranieri clie volessero onovare della loro presenza queste adunanze della nostra Unione. La adesione al Convegno Zoologico di Napoli dovra essere inviata non oltre il 10 marzo 1901. I soci dell' U. Z. I. che vorranno prender parte al Convegno dovranno far pervenire al Segretario del Comitato ordinatore, dott. Carlo Patroin (Isti- tuto Zoologico della E,. University di Napoli), L. 2 mediante cartolina-vaglia. Essi riceveranno, entro il mese di marzo, una tessera d' iscrizione e le carte di riconoscimento per usufruire del ribassi suUe ferrovie e sui piroscafi. Gli estranei all' Unione godranno degli stessi vantaggi dei soci. La loro quota di adesione e fissata pero in L. 5. La tessera d'iscrizione da diritto a tutti gli aderenti a ritirare dalla Se- greteria del Convegno in Napoli la tessera-programma, il distintivo del Con- vegno e quanto altro a questo si riferisce (scontrini per gite, per banchetto sociale ecc.) L'iscrizione potra pure ottenersi direttamente nell'ufficio di Segreteria in Napoli; in tal caso non si ha diritto a riduzioni sul prezzo del viaggio. Tutti gli aderenti riceveranno il rendiconto dell' adunanza. II programma del Convegno e stabilito come segue: Martedi 9 aprile. — Riunione dell'ufficio di Presidenza e del Comitate ordinatore. Mercoledl 10 aprile. — Ore ant. - Seduta inaugurale nella R. Universita. Ore pom.- Visita all' Acquario, agl'Istituti scian- tifici dell'Universita ed ai Musei della Citta. Giovedi 11 aprile. — Ore ant. - Gita nel golfo con pesca pelagica e visita a Baia, Capri e Sorrento (colazione a Capri). Venerdl 12 aprile — Ore ant. - Seduta scientifica e dimostrazioni. ■■> pom. idem idem Sahato 13 aprile — Ore ant. - Seduta scientifica e dimostrazioni. » pom. - Seduta amministrativa e cliiusura del Convegno. Alia sera Banchetto sociale. Colore che intendono fare comunicazioni scientifiche, dimostrazioni di preparati, ecc, sono pregati di darne notizia, possibilmente, nella prima quin- dicina di marzo, con lettera al Segretario dell'Unione prof. Fr. Sav. Monticelli (Istituto Zoologico, R. Universita — Napoli). II Comitato si augura che i soci vorranno intervenire in gran immero al Convegno di Napoli, dove li attende cordiale accoglienza. II Comitato ordinatore C. Paladino Presidente, Gr. Antonelli, A. Della Valli:, Fr. Bassani, Fr. Say. Monticklli, C. Patroni, Segretario. 52 Gita a Pompei Chiuso il Convegno, si fara, il 14 aprile, per quegli intervenuti che vo- lessero prendervi parte, e dato che si raggiunga un numero sufficiente di adesioni, una gita a Porapei. La quota personale per questa gita e preventi- vata in Lire otto circa, e comprende il prezzo del viaggio di andata e ritorno da Napoli a Pompei e la colazione a Pompei. II ritorno a Napoli si eftettue- rebbe in tempo per poterne ripartire coi treni della sera. La Direzione del Museo e degli Scavi di Napoli e Pompei acconsente a far guidare gli Zoologi^ nella visita della Citti morta, da un fiinzionario del personale scientifico della Direzione stessa, ed a fare eseguiro uno scavo alia loro presenza. L'ingresso sara gratuito per gli intervenuti al Congresso. N. B. Alia gita net golfo e relativa colazione a Capri, al banchetto sociale ed alia escursione a Pompei potranno prender parte le Signore degli aderenti ed anche persone estranee al Convegno da questi presentate. Ufflcio di Presidenza per il 1901. Parona Prof. Corrado, Prcsidente Pavesi Prol'. Pietro, Emery Prof. Carlo, Vice-prcsidenti Segretario-Cassiere^ Prof. Fr. Sav. Monticelli Vicc-Sei/retar/o. Dott. Alessandro Ghig-i. ELENCO DEI SOCI AL i GENNAIO 1901. Acquisto Prof. Vincenzo. di Istologia. R. Qniversita. Palermo — "^'Andres Prof. Angelo, di Zoologia ed Anatomia comparata. E,. Universita. Parma — Antonelli Prof. Giovanni, di Anatomia umana. R. Universita. Napoli — Arba- nasic Pietro. Cagliari — Arborio-Melli Conte Carlo. Vercelli — *Ariola Dott. Vincenzo, Assistente uell' Istituto Zoologico. R. Universita. Genova — '^Arri- goni Degli Oddi Dott. E., Libero docente di Zoologia. R. Universita. Padova — Balducci Dott. Enrico, Assistente nel Museo di Zoologia ed Anatomia compa- rata dei Vertebrati. R, Istituto Superiore. Firenze — BancM Dott. Arturo, Aiuto nell' Istituto di Anatomia umana R. Istituto Superiore. Firenze. — Bas- sani Prof. Francesco, di Geologia e Paleontologia. R. Universita. Napoli — Bellini Prof. Rafifaello, di Storia Naturale, R. Scuola Tecnica. Chivasso — Bellotti Dott. Cristofaro, Milano — -'Bentivoglio Prof. Tito, di Storia Naturale. R. Liceo. Reggio (Emilia) — *Berlese Prof. Antonio, di Zoologia. R. Scuola superiore di Agricoltura. Portici — *Berninzoni Dott. M., Aiuto nell" Isti- tuto di Fisiologia. R. Universita. Genova — Bertacchini Prof. Pietro, Libero docente di Istologia, Assistente nell' Istituto di Anatomia umana. R. Uni- versita. Modena — Bertelli Prof. Dante, di Anatomia umana. R. Uni- versita. Padova — Bezzi Prof. Mario, di Storia Naturale. R. Liceo. Son- drio — ''Bignofti Dott. Gaetano , Assistente nell'Istituto di Zoologia ed 53 — Anatomia Comparata. R. Uuiversita. Siena — '■ Bombicci Prof. Luigi, di Mineralo- gia. R Universita. Bologna — *Borrelli Dott. Alfredo, Assistente Settore.E,. Mnseo di Anatomia comparata. Torino — *Bnan Dott. Alessandro, Assistente onorario nel MuseoZoologico. R. Universita. Genova — Buffa Dott. Pietro, Assistente nel- ristituto di Zoologia ed Anatomia comparata. R. Universita. Padova — ""Calzolari Prof. Augusto, di Storia Naturale. R. Liceo. Ferrara — * Camerano Prof. Lorenzo, di Zoologia ed Anatomia comparata. R. Universita. Torino — Cannaviello Dott. Enrico, Napoli — ■ Cajyoblanco Dott. Francesco, Assistente nell'Istituto di Isto- logia e Fisologia generale. R. Universita. Napoli — Caruana-Gatto Conte Al- fredo, Valletta (JMalta) — ''Cattaneo Prof. Giacomo, di Anatomia comparata. R. Universita. Genova — Cavanna Prof. Guelfo, R. Provveditore agli studi. Macerata — Ceccuni Dott. Giacomo, R. Istitato forestale. Vallombrosa — Chia- rugi Prof. Giulio, di Anatomia umaua. R. Istituto Superiore. Firenze — Ciami- clan Prof Giacomo, di Chimica. R. Universita Bologna — Ciofalo Prof. Sa- verio, di Storia Naturale. Termini Imerese — ■Cogyi Prof. Alessandro, di Zoologia ed Anatomia comparata. R. Universita. Siena — Cognetti Dott. Luigi, Assistente nell'Istituto di Zoologia ed Anatomia comparata. R. Universita. Modena — Corti Dott. Emilio, Assistente ijeU'lstituto Zoologico. R. Universita. Pavia — ■Crevatiu Dott. Francesco, Assistente nell'Istituto di Anatomia com- parata. R. Uuiversita. Bologna — *Damiani Prof. Giacomo, di Storia Naturale. R. Scuola Tecnica. Portoferraio — Be Amicis Prof. Giovanni Augusto, di Storia Naturale. R. Liceo « Balbo ». Casale Monferrato — De Carlini Prof. Angelo, di Storia Naturale. R. Liceo. Pavia — ""Delia Valle Prof. Antonio, di Anatomia e Fisiologia comparate. R. Universita. Napoli — De Marchi Dott. Marco, Museo Zoologico R. Universita di Pavia — Dervieux Dott. Luigi, To- rino — De Stefani-Perez Dott. Teodosio, Assistente nell'Istituto Zoologico. R. Universita di Palermo — ■'Diamare Dott. Vincenzo. 1" Coadiutore nell' Istituto di Anatomia comparata. R. Universita. Napoli — Dodero Agostino, Sturla — Dohrn Prof. Anton,, Direttore della Stazione Zoologica. Napoli (') — *Doria Marchese Giacomo (Senatore del Regno). Direttore del Museo Civico di Storia Naturale. Genova ~ Eisig Prof. Hugo, Vice-direttore della Stazione Zoologica. Napoli — 'Emery Prof. Carlo, di Zoologia. R. Uuiversita. Bologna — Fabani Dott. Sac. Carlo, Valle di Morbegno (Sondrio) — Fabbrini Prof, fimilio, di Storia Naturale. R. Liceo. Lucca — -Faggioli Dott. Fausto, R. Uni- versita. Genova — ■Fenizia Prof. Carlo, Napoli — Festa Dott. Enrico. Assi- stente aggiunto nel Museo Zoologico. R. Universita. Torino — Ficalld Prof. Eugenio, di Zoologia ed Anatomia comparata. R. Universita. Padova — *Fioc- chilli Dott. Giro, Moatebruciato {Stradella) — Flore Dott. Gaspare, Museo Zoologico. R. Universita. Palermo — '•Fiori Prof. Andrea, di Storia Naturale. R. Liceo « Galvani ». Bologna — 'Floret Prof. Eduardo, di Storia Naturale. Scuola Normale « Laura Bassi ». Bologna — '''Foresti Dott. Ludovico, Bologna — '•■ Fornasini Dott. Carlo, Assistente onorario nell'Istituto Geologico. R. Uni- versita. Bologna — Frassetto Dott. Fabio. Museo Zoologico. Torino — Furlaal Aleardo, R. Universita. Genova — '■Gay Dott. Michele, {Villar-Pellice). Pine- rolo — Gestro Prof. Raffaello, Vice Direttore del Museo Civico di Storia Natu- rale, Genova — *Ghigi Dott. Alessaudro. Assistente nell'Istituto Zoologico (') Socio perpetuo. 54 R. Universita. Bologna — *Giacomini Prof. Ercole, di Zoologia ed Anatomia comparata. Universita. Perugia — Giardina Dott. Andrea, Assistente nel- ristituto Zoologico. R. Universita. Palermo — 'Giglio-Tos Prof. Ermanuo, Assistente nel Museo Zoologico. R. Universita. Torino — '^'Giglioli-HUlyer Prof. Eurico, di Zoologia ed Anatomia comparata dei Vertebrati. R. Istituto Superiore. Firenze — Gnocchi Dott. Alessandro, Pavia — Grassi Prof. Gr. Bat- tista, di Anatomia Comparata. R. Universita. Roma — ''^Imparati Prof. Edoardo, di Storia Naturale. R. Scuola Normale, Ravenna — *Issel Dott. Raff'aello, di Geolo- gia. R. Universita. Geneva — Jatta Dott. Giuseppe, Stazione Zoologica. Napoli — ■'■Jona Prof. Alfredo, Direttore del Museo Civico « Spallanzani».Reggio (Emilia) — Kwietnieirski Dott. Casirairo, Assistente nell' Istituto Zoologico. R. Universita. Padova — Lepri Dott. Giuseppe, Roma — Levi Dott. Giuseppe, Aiuto nell'Isti- tuto di Anatomia umana. R. Istituto Superiore. Firenze — Lioy Prof. Paolo. Vicenza — '■Livini Dott. Ferdinando, Aiuto nell' Istituto di Anatomia uma- na. R. Istituto Superiore. Firenze — Lo Bianco Dott. Salvatore, Conservatore nella Stazione Zoologica. Napoli — '''Longhi Prof. Paolo, di Storia Natu- rale. R. Scuola Tecnica. Padova — *Maggi Prof. Leopoldo, di Anatomia Com- parata. R. Universita. Pavia — *Mag7'etti Dott. Paolo. Milano — *MajoccIu Prof. Domenico, di Dermosifilopatia. R. Universita. Bologna — Mantero Dott. Giacomo, Assistente nel Museo Civico di Storia Naturale. Geneva — Marclii Prof. Ezio, di Zootecnia. Universita. Perugia — Mariani Prof. Ernesto, Mu- seo Civico di Storia Naturale. (Sezione di Geologia). Milano — Martorelli Prof. Giaciuto, Museo Civico di Storia Naturale. Milano — *Mazza Prof. Fe- lice, di Storia Naturale. R. Istituto Tecnico. Assistente nell'Istituto di Zoologia ed Anatomia comparata. R. Universita. Cagliari — ■'MazzareUi Prof. Giuseppe, di Zoologia ed Anatomia comparata. Museo Civico di Storia Naturale. Milano. — Mingazziiii Prof. Pio, di Zoologia ed Anatomia comparata. R. Universita. Catania — '^ Monti prof. Achille, di Anatomia patologica. R. Universita. Pavia ■'■Monti Dott. Rina, Assistente nell'Istituto di Anatomia comparata. R. Univer- sita. Pavia (') — '■' Monticelli Prof. Francesco Saverio, di Zoologia. R. Univer- versitii. Napoli — *Neviani Prof. Antonio, di Storia Naturale. R. Liceo « Vi- sconti s>. Roma — '''Nobili Dott. Giuseppe. Assistente nel Museo Zoologico. To- i-ino — '■-Norsa Dott. Elisa, Assistente nell'Istituto di Zoologia. R. Universita. Bologna — Ocldono Dott. Edoardo, 1" Assistente nell'Istituto di Anatomia umana. R. Universita. Pavia— • Orlandi Dott. Sigismondo, Assistente nell'Isti- tuto di Anatomia comparata. R. Universita. Geneva — *Paladino Prof. Gio- vanni, di Istoiogia e Fisiologia generale. R. Universita. Napoli. — '■'Paravicini Dott. Giuseppe, Milano — •Parana Prof. Corrado, di Zoologia. R. Universita. Geneva — *Patroni Dott. Carlo, Coadiutore nell'Istituto Zoologico. R. Univer- sita. Napoli — '-Pavesi Prof. Pietro, di Zoologia. R. Universita. Pavia — Pe- racca Dott. Mario, Museo Zoologico. Torino — Pero Prof. Paolo, di Storia Naturale. R. Liceo. Treviso — Perroncito Prof. Edoardo, Direttore della Scuola Veterinaria. Torino — 'Picaglia Dott. Luigi, di Storia Naturale. R. Liceo. Modena — Pierantoni Dott. Umberto, Assistente nell'Istituto Zoologico. R. Universiti\. Napoli — '-'Pitzorno Dott Marco, Libero docente in Anatomia. As- sistente nell'Istituto di Anatomia umana. Sassari — Porta Dott. Antonio, As- sistente neir Istituto di Zoologia ed Anatomia comparata. R. Universita. (') Socio porpetuo. 55 — Parma — Prates Carlo, Museo Zoologico. E. Universita. Napoli — Qnintieri Dott. Luigi, Museo Zoologico. E. Universita. Napoli — '-liaffaele Prof. Fede- rico, di Anatomia comparata e di Zoologia, E. Universita. Palermo — ''Biggio Prof. Giuseppe, di Storia Naturale. E. Istituto Tecnico. Palermo -- Rizzardi Prof. Umberto, Aggiunto al E. Istituto Tecnico. Pavia — '^Romiti Prof. Gu- glielmo, di Anatomia umana. E. Universita. Pisa — Rosa Prof. Daniele, di Zoologia ed Anatomia comparata. E. Universita. Modena. ''Russo Prof. Achille, di Zoologia ed Anatomia comparata. E. Universita. Cagliari — '^Sacchi Prof Maria, di Storia Naturale. E. Scuola Normale. Genova — Sala prof. Luigi, di Anatomia umana. E. Universita. Pavia — Salvadori Conte Tommaso, Vice diret- tore del Museo Zoologico. E. Universita, Torino — '■■ Sbrozzi Prot. Dino, Catte- dra ambulante di Agricoltura. Eimini — *Senna Dott. Augelo, Libero docente di Zoologia. E. Istituto Superiore, Firenze — Sergi Prof. Giuseppe, di Antro- pologia. E. Universita. Eoma — *Setti Prof. Ernesto, di Storia Natu- rals. E. Istituto Tecnico. Modica — "Simoni Prandi Dott. Luigi, Bologna. — Sordelli Prof. Ferdinando, Museo Civico di Storia Naturale. Milano — ■'Staderini Prof. Eutilio, di Anatomia umana. E. Universita. Catania — Stossich Prof. Michele, di Storia Naturale, Ginnasio Comunale. Trieste — Supino Dott. Felice, Libero docente di Zoologia. E. Universita. Eoma — Tagliani Dott. Giu- lio, Assistente nell' Istituto Zoologico. E. Universita. Napoli — Tanari Mar- chese Luigi (Senatore del Eegno). Bologna — Taramelli Prof. Torquato, di Geologia. E. Universita. Pavia — ''"Tosi Dott. Alessandro. Eimini — Tuvati Coute Gianfranco. Milano — *Valenti Prof, Giulio. di Anatomia umana. E. Universita. Bologna — Verson Prof. Enrico, Direttore della Stazione Bacolo- gica. Padova — Vignoli Prof. Tito, Direttore del Museo Civico di Storia Na- turale. Milano — '-^-Vinassa Prof. Paolo, Libero docente di Geologia e Paleonto- logia. E. Universita. Bologna - Vinciguerra Prof. Decio, Direttore della E. Stazione di Piscicoltura. Eoma — Wliitaker Giuseppe. Palermo. Sono contrassegnati da un asterisco i nomi dei soci clie intervennero ed aderirono alia prima Assemblea ordinaria dell'Unione e Convegno Zoologico nazionale di Bologna nel settembre 1900. A questa intervennero ed aderirono pure i seguenti signori non soci dell Unione. Alzona Carlo - Atbertoni Prof. Pietro — Barhadoro Luigi — Bensa Ing. Paolo — Bucknell Enrico — Bortolotti Ciro — Conti prof. Alberto — Crevatin Dott. Bice — Fallardi Dott. Federico — Francia Dott. Tito — Guv- vleri Prof. Eaffaele — Guerrini Dott. Guido — Pagani Dott. Umberto — Pellacani Prof. Paolo — Veneziani Arnoldo — Altohello Dott, Giuseppe — Bargagli Piero — Lanino Ing. Giuseppe -- Luigioni Paolo — Morini Prof, Fausto — Pantanelli I'rof. Dante — StefaneUi Prof. Pietro — Del Guercio Prof. Giacomo. tm ♦- NOTIZIE Nuove nomine: Sala D''. Luigi, Professore di Anatomia umana normale nella Universita di Ferrara, e stato nominate ordlnario della stessa disciplina nella E. Uni- versita di Pavia. — 56 — Raffaelo D'", Federico, Professore straordinario di Zoologia, Anato- inia e Fisiologia comparate nella R. Universita di Palermo, e stato nominato ordinario dello sfcesso insegiiamento nella R. Universita di Messina. Rosa D''. Daniel e, Professore straordinario di Zoologia, Anatomia e Fisiologia comparate nella R. Universita di Sassari, e stato nominate straor- dinario dello stesso insegnamento nella R. Universita di Modena. — Si e costituita una Societa Italiana di Biologia per promovere lo stu- dio delle Scienze biologiche e tatto quanto interessa e riguarda i progressi generali e 1' insegnamento di questt; discipline. Le adesioni possono essere inviate al Prof. Giulio Fan o, via Gino Cap- poui, N" 3, Firenze. — Dal 16 al 19 settembre di quest"anno sara tenuto in Torino il V" Con- gresso iiiternazionale dei Fisiologhi. Durante il Congresso avra luogo una Esposizione internazionale di apparecchi, di preparazioni microscopiche e di tutto cio che puo interessare lo studio della Biologia. La Stazione Zoologica di Napoli esporra gli animali raarini piu utili per la Fisiologia comparata. COSIMO ClIliHUBLNI, AjIMINISTRATOHE-RESPOxNSABlLK. Milano- Via Gr, Revere, S. -Milano li\!CA FACDllICA .\AZIO\ALE DI iiCROSCOP! 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(//i^f-^^ 6rrw^ m (Pubblicazioui Italiaiie di Zoolog-ia, Anatomia, Einbriologia) Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana DAI DOTTOKI GIULIO CHIARUGI EUGENIO FIGALBI Prof, (li Aiiatomiu umaiia iiel K. Istituto tli Stiuli .Super, in Fireuze Prof.
  • dorsalo ad eccezionc del |)iccolo ramuscolo clie costituisce il prinio nervo intorcostalo. In (|uant() al raino fornito dal secondo dorsalc csso iion ra|)])rescnta chc una niolto i)iccola parte della sua brauca inleriore, coslituendo il reslo il grosso nervo intercoslale ». Ad eccezione di qucsti piii aulorevoli scrittori di Iratlati di Anato- niia Veterinaria e (*oin|)arala e di allri piecoli maniiali in cui la descri- zione del j)lesso bracliiale e falla piii o nieno inconijiletamenle sotlo la guida di quelli, non abbianio lavori speciali che ci diano un'esatta e scru- -polosa desci'izioue del plesso brachiale. E, come si e veduto, non tutti sono stati d'accordo nel deterniinare le paia di nervi che vanno a cosli- luirlo. eonie pure non tulti lianno lo stesso criterio nel descrivere i rami che da (piesto plesso si dipartono per 1' innervazione dell' arto anieriore e delle parti ad esso circostanli. Non solo, ma ])er (pianto limilala sol- la nto a pochi recenti autori lo studio della origine del rami terminali, |)ur tuttavia queste ricerche son ben lonlanc da un fondamento sicuro e da una ricerca seria e coscienziosa. Sulla distribuzione poi dei rami terminali del plesso si lianno, specie dal classico trattato dello Cliauveau ed Arloing e dall' ultimo trattato di Ellemberger e Baum, delle insullicienti descrizioni, per quanto i rapporti ed il decoi-so di essi siano forse lro|)po minutamente trattati. 111. — Metodi di preparazionk e di ricerca che sono stati adoperati. Le numerose preparazioni fatte prima di intraprendere queste ri- cerche mi avevano |)ersuaso gia che il metodo migiiore, piii adatto e piii comodo per ottenere la dimostrazione e la integrita del plesso brachiale e de' suoi rami terminali e quelle suggerito dal Prof. Pa pi, ma con (|ualche piccola variante, sia per essere piii sollecito nella preparazione, sia per essere in grade di poter utilizzare tutte le volte che mi fosse state possibile i j)lessi dei due arti dello stesso animate. Quando di un animate poteva utilizzare solo un lato, seguii pcrfetta- mente i suoi dettati (') ; poneva cioe Tanimale sul fianco stesso in cui doveva preparare il plesso; esportava le costole del lato opposto, i visct'ri del cavo toracico e ievava una porzione del muscolo lungo llessore del collo in corrispondenza del primo, secondo e terzo corpo delle vertebre dorsali, coiravverlenza di non intaccare il cordone nervoso del secondo dorsale che si trova immedialamente sottojiosto. Esportava le costole ed 1 (*) Pa pi. — Awerteuze relative alia preparazione (lei plesso brachiale ed alle radici da cni 'ha origine il nervo dentate o respiratorio di C. Bell. Gazzelta Medico Veterinaria, 1873, pag. 249. — 05 — muscoli intercostali rispettando il imiseolo iiraiule dontato e grande dor- sale; sollevava con precauzioiie qiiesti inuscoli eon Tinlcnto di non ledere i loro rami nervosi ; toglieva tntto il connettiNo die avvolge il ])lesso, e niette\a nettamente alio seoporto Uitti i snoi rami. Omisi solo di espor- tare porzione dei corpi delle vertebre cervicali e dorsali da dove eseono i tronchi nervosi costituenti il plesso. Ouando pero polelli ntilizzare i due arti (lello stesso animale, allora segai nel mezzo la colonna vertebrale e lo sterno ed operai separatamente nei due arti col metodo indicato. Fatta la preparazione del plesso e de'suoi rami terminali, tagliava ciascuno dei suoi cordoni cervicali e dorsali in corris|)ondenza del foro di coniiigazione delle vertebre, tagliava quindi ciascuno dei lami terminali, previa preparazione, legando separatamente i monconi con nn lilo por- tante una placca metallica ove era impresso un numero e separaAa tutti questi cordoni daH'arto. In tal modo i numei'i di ciascuna placca metal- lica mi lasciavano la indicazione o del ramo terminale o di quello di ori- gine del plesso. (ao tatto disjioneva il fascio di ner\i su di una grande bacinella al fondodella quale aveva lasciato congelare uno strato di circa un centimetro di cera, e con s|)illi tissava il plesso sn di essa per sotto- |)orlo alia macerazione. La tecnica della macerazione In ancli'essa oggetto di ricerche clie eseguii pi'inia di adoperare i plessi. Doveva ottenere la macerazione del connettivo interlibrillare dei nervi senza clie la sostanza nervosa risen- tisse soverchiamente deH'agente macerante onde |)oter seguire poi i sin- goli fascetti di ciascun nervo fino aH'origine loro. Proxando su pezzi di ner^o esportati dal cadavere Aidi die la ma- cerazione prolungata in acqua portava il dissolviniento del connettivo in- terfibrillare ma macerava eccessivamente anche il tessuto nervoso. Le soluzioni anche leggere di acido cloridrico o di acido nitrico mentre macerano il connettivo riducono in poltiglia la sostanza nervosa ; le so- luzioni di acido cloridrico hanno un'azione piii pronta di quella del- Tacido nitrico. L'acido acetico glaciale adoperato in soluzione al o ])er 100 mi ha dato dei risultati assolutaniente sorprendenti, ed e (|uello appunto che ho adoperato nella macerazione di tutti i plessi cui e soggetto il pre- sente lavoro. Sara bene j)ero che faccia nolo un fatto singolare: per eco- nomia di spesa volli ])rovare per la macerazione le soluzioni di acido ace- tico pirolegnoso, e nelle ripetute prove fatte vidi con sorpresa che esso aveva nessun'azione macerante ne del connettivo ne del tessuto nervoso. Per ottenere quindi la macerazione del plesso disposto come ho in- dicato, in una bacinella e lissalo con si)illi su cera, versa\a in essa una M. z. 6G soliizione al o por 100 di aeido aeetico glaciale e lasciava ii preparato iier quarantolto a sessanla ore. Esportava il plesso dalla bacinella o lo (lis|)o- neva sopra una la\()Iclla di legno nera e con 1' aiiito dclle pinze o dedi aghi da niicroscopio, separava delicataniente i lascetti nervosi tra di l(tro, i qiiali erano divLMUiti sisibili per la trasparenza e lacihnente di\isil)ili per la consistenza gelatinosa die il connettivo aveva acquistata. In tal niodo con la massima precisione e sicnrezza giungeva da un nionc(»ne di un nervo terniinale ai nionconi delle radici dei nervi spinali costituenti il jtiesso determinando cosi con la piii scrupolosa esattezza Torigine di ciascuna di esse hranche terniinali. Imniensa t'u la pazienza occorsa per una s\ delicata preparazione come grande fii il teni|)o pei- il completo dissecamento dei fasci nervosi. I plessi da nie ))reparati sono stati 50, di ciii 17 di cavallo, 14 di cavalla, II di asino, 6 di asina, 5 di mulo e 2 di miila. I piii importanti per le particolarita clie presentavano lurono Iblogralati prima di sollo- porli alia macerazione. IV. — HiSlLTATI OTTENITI. A. Costitnzione di-'l plesso hrachiale (Ta\ . 1). il plesso bracliiale e costitiiito dal sesto, settimo ed ottaxo paio dei nervi cervicali e dal primo e sccondo paio dei nervi dorsali, Una tal costitnzione fn pei- la prima volta desciitta dal Houi-gelat ^) ed io r ho trovata costante in tutti i |)reparati senza eccezione di sorta esenzaclie alcuno di essi mi abbiano dato mai il benelie minimo dubbio dell'assenza o deiraggiiinta delle radici di alcuni di essi nervi. La riu- nione di queste branche nervose che provengono dal midollo s|)inale forma un plesso nervoso e n(in un ganglio come lo chiamava il Bour- gelat, dal quale si partono dei rami die vanno a distribuirsi nelT arto anteriore, nelle masse nuiscolari ad esso circostanti e nella j)elle. Air opposto di quello die dicono gli autori, dalle niie osservazioni risulta cLe nessuna di queste radici nervose vanno completamente a costituire il plesso. Infatti il sesto |)aio dei nervi cervicali concorre alia forniazione del plesso, come dicono (lliauveau ed Arloing, per mezzo di un i-amo che si distacca dal ramo diaframmatico di questo nervo in vicinanza della sua oiigine. II settimo ed ottavo paio vi con- coiTono |)er la loro maggior parte, lolti due rami non molto considere- voli che si distaccano in vicinanza delta loro uscita dal foro rachideo e (') Bourgelat. — Loc. eit. — 67 — die dirigendosi dorsal men te vanno iiisieme a formare il nervo del mii- scolo grande dentate o nervo respiratorio di (Uirlo liell. Dall' ottavo inoltre si dislacca un'altra branca clie si imnierge nel nniscolo hingo flessore del collo. Ouesti due nervi per la lore eniergenza diretta dalle radici nervose del settimo ed ottavo, non dovrebbero essere compresi fra i rami del plesso braehiale, purtutlavia ho creduto di non tralasciare il ioro esame, vista la grande importanza dei rapporti col plesso e con le i)ai-li da esso innervate. II prime nervo dorsale concorre anch' esso alia formazione del plesso, tolto il piccolo ramuscolo clie costituisce il prime nervo intercostale. Prima di uscire dalla cavita toracica circon- dando la prima costola si accolla una piccola branca |)roveniente dal secondo nervo dorsale e riceve alcuni rami anastomotici provenienii dal ganglio cervicale inferiore del gran simpatico. L' intreccio delle cint|ue paia di nervi spinali costituite, come e state indicate, si fa in mode costante salvo alcuna eccezione. E situate fra i due scaleni ed a livello della testa delta jirima costola ; grossola- namente ha la figura di un elisse allungato diretto indietro ed in basso con la estremita anterioi-e data dalT incontro della branca del sesto nervo cervicale col settimo, e la |)oslei'iore dalla eniergenza dal plesso dei nervi cubitale e mediano. 11 tipo cosi descritto di composizione del plesso braehiale 1' ho ri- scontrato nella grandissima maggioi'anza dei casi pei'6 in alcuni prepa- rali ho osservato delle varieta clie non possono essere trascurate. Nella preparazione N. 18, late sinistro di un asino intero, ho ri- scontrato che il sesto paio dei nervi cranici piuttosto che addossarsi al settimo e con esso formare 1' estremita anteiiore del plesso, si divideva in due branche. una delle quali andava a gettarsi e costituire parte delle fibre del nervo soprascapolare ; I'allra s' immergeva nella massa del plesso all'altezza dell' ottavo nervo cervicale. In un altro preparato, IS. 30, late destro di un asino castrate, il sesto nervo cervicale era diviso in due branche poco dope la sua ori- gine, delle quali, la superiore andava ad incontrare, come noi'iiialmente avviene, il settimo nervo cervicale, e la inferiore, passando al disopra del nervo soprascapolare, andava isolatamente a costituire una delle branche di origine del nervo muscolo-cutaneo immergendosi in esso a circa un centimetre e mezzo al disotto della sua eniergenza dal plesso. Una terza varieta V ho riscontrata nel preparato N. 6 appartenente ad un asino, lato sinistro, in cui dall'ottavo paio dei nervi cervicali partiva un iiletto nervoso perfettamente isolate che si dirigeva trasver- salmente in avanti, passava al disopra del nervo ascellare, fra questo ed — 68 il nervo niiiscolo-ciitaneo e si |)ortava al nervo soprascapolare iinendosi alio altro libre a circa due centimetri dalla sua emergenza dal plesso. \i. OrUjine e (Ushihuzione dei rami coUatemli e trnninali del plesso hrachiale. La origine dei rami enianati dal j)lesso brachiale e stata da poclii auloi'i studiata, e di questi non tutti sono d'accordo nell'ainniettere un li|)o unico e definito di origine. In quanto pui alia distribuzione, le de- scrizioni date anclie dai ])iu accurati traltatisti sono assolutaniente in- sut'licienti. Non e per (juesto die mi proponga (|ui di fare una descri- zione minuta e particolareggiata di ciascun nervo, solo indicare con precisione la loro distribuzione in un muscolo od in un gru])po di mu- scoli ed il loro percoi'so nella estensione degli stessi. In tal mod;} si potranno avere dei dati certi della intluenza clie una branca od un ramo nervoso puo esercilare su di un muscolo o su una |)arte di esso. 1. IScrviis fhoraralis lonrjifs. — Xer\o al muscolo gi'ande dentate o ner\o respiratorio di Carlo Bell. Orifjine. — 11 nervo destinato al muscolo grande dentate nasce co- stantemente dal settimo ed otta\o paio dei nervi cervicali, non appena essi sono usciti dagli spazi intertrasversari. La sua origine e data da due cordoni nervosi clie dope breve tragitto si fondono ])er costituire il nervo, senza che essi abbiano rapporti col plesso. Riguardo alia origine di questo nervo il Prof. Paj)i (0 rettiiico I'er- rore commesso da Chauveau ed Arloing nella loro prima edizione del trattato di Anatomia comparata degli animali domestici, e malgrado mantenuto nelle successive, di far j)rovenire cioe questo nervo dal seslo e settimo paio cervicale. In tuiti i miei preparati il nervo respiratorio di C. Re 11 r ho trovato provenire dal settimo ed ottavo come fu descritto dal Pa pi. Dislribnzione. — Ouesto nervo si distribuisce al muscolo grande dentate. Dope aver percorsa la sua faccia esterna per un terzo della sua larghezza, si espande a ventaglio ed alcune fibre si portano in alto verso I'origine del muscolo, alt re in basso fornendo ordinariamente un fila- mento a ciascuna dentellatura. 2. Neri'O del muscolo liiufjo flessore del collo. E questo un sottile ramo nervoso che si origina costantemente dal- I'ottavo paio dei nervi cervicali in vicinanza dell'emergenza della branca (') Papi. — Avvertenze relative alia prepiirazione del plesso brachiale ed alleradici da cai ha ori- gine il nervo dentato o respiratorio di C. Bell. Gazzetta Medica Yeterinaria, 1873, pag. 249. — 69 del norvo respiratorio di (]. Hell. Esso ben tosto si affoiula nel nuiscolo lungo llessore del collo diNldendosi in due rami; I'uno anteriorc clie si distribuisee alia corrispondente |)orzi(»ne niuscolare, I'altro posteriore clie si porta al restanle posteriore del inuseolo stesso. Questo lilamento nervoso destinato al niuscolo lungo flessore del collo non vieiie descritfo da ncssun autore di Anatoniia Veterinai-ia. 3. Nerrus suprnscapularis. — Ner\o soprascapolare. Origriic — II nervo soprascapolare si origina dalla estreniita ante- riore del plesso bracliiale ; esso e eostituito ordinariamente da fibre del sesto, settimo ed ottavo paio del nervi eervicali. In due lati destri di ca- \allo (') ; in uno destro di asino (^) ; in due sinistri di cavallo ('); in due destri y) ed in nn slnisti'o di asina (' ; ed in due sinistri di eavalla (^) (juesto nervo lia avuto origine ^olo dal seslo e seltinio paio dei ner\i eervicali. Non tro\ai traccie del sesto paio, ma eostituito dal solo settimo ed ottavo cervicale in due lati destri f) ed in due sinistri di cavallo (*) ; ed in un sinistro di asino. f ) La sua origine adunque presenta molte varieta. Dishibuzione. — Al passaggio IVa it muscolo sottoscapolare ed an- tispinato, il nervo soprascapolare da alcuni sottili ramuseoli a quel mu- scolo; compare quindi nella fossa antispinata distribuendo numerosi rami su|)eriori ed interiori al muscolo dello stesso nome; atlraversa, semi)re a contatto dell'osso, la Ibssa antispinata delta scapola avvolgendo il margine inferiore delta spina acromiana e si esaurisce mediante molte- plici rami divergenti nello spessore del muscolo retrospinato. EIASSUNTO. Origine 70 per cento dal Vr, VIP VHP . 20 per cento dal VP, VIP 10 per cento dal VIP, VHP Dishibuzione Rami al muscolo sottoscapolare Rami al muscolo antispinato Rami al muscolo retrospinato. {. Nerims subscapulares. — Nervo sottoscapolare. Onfjine. — 11 nervo sottoscapolare non ha un' origine costante. II piii spesso I'ho veduto originarc dal sesto e settimo nervo cervicale; (') Osservazione n. 10 e 50. (*) Osservazione n. 30. (') Osservazione n. I e 20. {^) Osservazione n. 27 e 28. (5) Osservazione n. 26. (8) Osservazione n. 16 e 41. (') Osservazione n. 12 e 48. (') Osservazione n. 9 e 11. (**) Osservazione n. 18. — 70 — |)(M(') ii) sci lali dcstri di cavallo ('); in un destro di asino ("); in due sinislri di cavallo (^) ed uno sinistro di asino ('*) era costituito da librc |)rovenienli dal solo settimo paio cervicale. In aitri setle casi: cioe in un lalo desiro di cavallo (^); in un deslro di asino ("}; in un sinistro di cavallo ('); in un destio di cavalla (") ed in Ire sinistri pure di cavallaO era cosliluilo dal setlimo ed oltavo |)aio di nervi cervical!. In soli tre casi Irovaichc il seslo, settimo ed otta\o j)aio ccrvicali concorrevano alia formazione di qucsto nervo, e cioe nel lato sinistro di un cavallo (*"); nel sinistro di un'asina ("); e nel lato destro dl un mulo ('■). La sua variahilita di origine e in relazione anche con la variabilita delta sua emergenza dal plesso. Tutte le volte die I' ho veduto oiiginarsi dal sesto e settimo paio, emergeva dal |)lcsso con due branche, clie entrambe avcvano elenienti delle due paia di ner\i da cui provenivano; quando invece prendeva origine dal settimo e dalFottavo, la branca superiore era esclusivamente di|)endente dal settimo, la inferiore dal- rottavo. In due casi ove ossei'vai che il nervo sottoscapolare proveniva dal sesto, settimo ed ottavo paio, la branca superiore aveva elementi del seslo e del settimo, la inleriore del settimo e dell' ottavo, la (juale non si originava dal plesso ma era in uno dei casi una collaterale del nervo ascellare (osservazione N. II) e nell'altro una divisione del nei'vo at nuiscolo grande rotondo (osservazione N. Sfi). In un prej)arato, lato destro di asino (") ho constatata un'anasto- mosi Ira il nei'vo ascellare e la bi'anca inleriore del nervo sottoscapo- lare. In (juesto caso il nervo sottosca|)()lare aveva origine dal sesto e settimo paio cervicale e gli elementi dell' otiavo gli pervenivano daH'ana- stomosi inviata dall' ascellare e che i)ren(levano parte soltanto alia for- mazione della branca inferiore. Dixlrihitzionr. — Ouesto nervo costituito di una branca superiore ed una branca inferiore si esaurisce nel muscolo sottoscapolare. La branca superiore si divide toslo in due rami che si portano, 1' uno ai (>) Osservazione n. 2, 10, 12, 30. 48, 50. (*) Osservazione n. 7 (^) Ossorvazioue n. 1 o 9. C*) Osservazione n. G. (5) Osservazione n. 15. (") Osservazione n. 17. (') Osservazione n. 20. (") Osservazione n. 13. (") Osservazione n. 14, IC, 19. ('") Osservazione n. 11. (") Osservazione n. 26. (*^) Osservazione n. 42. ('^) Osservazione u. 30. 71 — I'asci anleriori Paliro ai posteriori del muscoio sotloscapolare e si esau- riscono iieila sua ineta superiore. La branca iiilerioro ])iu grossa delia |)rece(ienle, c, come si e veduto, soggella a moile \aiieta lia una ((M'lui- nazionc costante, cioe si porta ad iniicr\are i lasci modi ed inieriori del muscoio sotloscapolare. RTASSUNTO. Origine \ Distrihuzione 60 per cento dal VF, VIF | Al muscoio sottoscapolare. 20 per cento dal VII*^ 14 per cento dal VIF, VJIP 6 per cento dal VI^ VIF, VIIF. ;■). Ncrri/s miiscoJo-ciilunetis. — Nervo muscolo-cutaneo; n. bracciale anieriore; n. cutaueo esterno; n. bracciale cutaneo eslerno;ii. perforante del (^asserio; n. radio cutaneo; n. cutaneo laterale di llenle; ramus magnus nervi mediani di Arnold; radio cutaneo di Chaussier. ■ Oriyine. — II nervo muscolo-cutaneo nasce dal plesso bracliiale con un sol tronco e le sue fibre ordinai'ianiente provengono dal settimo ed otiavo ]);iio dei nervi cervicali. In (|uaitro casi: due lati destri di ca- valla ('); uno destro 0 e Faltro sinistro di cavallo (') ed in un desiro di asino C) Iw riscontrato clie Ic fibi-e del nervo-muscolo-culaneo jiro- venivano dal sesto, settimo ed ottavo paio. Disfrihfzione. — II ner\o muscolo-cutaneo giunto all'altezza dell'ar- teria ascellare fornisce delle bianclie collaterali ai muscoli anteriori del braccio. In (piesfo ])unto si dislaccn un ramo clie s'insinua fra le due branche del muscoio coraco-omerale e (|ui fornisce: un lilctlo destinato alia porzione superficiale di questo muscoio; un altro lilelto piii esile per la porzione pi'ofonda; ed un tei'zo che si esaurisce net terzo superiore del muscoio corto flessore dell'antibraccio. Un ramo anteriore che costi- tuisce un'altra branca collaterale del nervo muscolo-cutaneo e il nei'vo del bicipitc il quale nella sua laccia profonda si divide in due rami che si risolvono ordinariamente in piii liluzzi destinati ciascuno alle due porzioni del bicipite. In quattro preparazioni di grossi ca\alli ho potuto dissecarc un piccolo ramuscolo che si distaccava dalla branca anteriore destinata al bicipite e s'insinuava nel foro di nutrizione dell'omero. (*) Osservazione n. 8 e 40. {°) Oaservazioi'e n. 50. (3) Osservazione n. 11. C*) Osservazione n. 30. — 72 — . ('onio (liniostroro in appresso, I'anastomosi esistento Ira il iiervo iniiscolo-c'ulaiu'o cd il ncrvo inediano non devc considerarsi come una lusionc dello libro di (juolio con (|iioslo, ma solamonte un accoUamonto 0 mcglio una ])iii o meno tardiva divisione del cutaneo dal modiano. Ouindi la branca anastomotica non sara clic la continuazione del nervo nuiscolo-ciitanco, i cui i rami terminali sono rapi)rosentali dal nervo ciilaneus anlibrarhii Infemlis o nervo sotloculaneo antibraccialo e dal I'amo destinato alia porzionc inferioi'c del muscolo corto ilessore del- r antibraccio. Queste due branche die riunile si distaccano dal mediano, all'al- tezza della meta dell'omero ])assano al disotlo del muscolo bicipite e toslo si (lividono nel ramo destinato al muscolo corto Ilessore dell'an- tibraccio e nel ramo sottocutaneo antibraccialo clie fatlo superficiale nella laccia esterna delK antibraccio dii ])rima due ramuscoli al muscolo stei'no-aponeurotico, cjuindi si sdoppia in due filamenti sottocutanei die corrono sulla faccia esterna dell'aponeurosi antibracciale e die accom- pagnano con le loro divisioni le due vene sottocutaneo dell' antibraccio. II lilamento anteriore termina sulla pelle della laccia anieriore delld re- gione del carpo; il posteriore biforcato verso il (juarto inferiore del radio giunge con uno dei suoi rami nella guaina car|)ea e nella cute, con I'al- tro fin presso la regione del nodello. RIASSUNTO. Origine 90 per cento dal VIP, YIIY . . . 10 per cento dal YF, Yir, VHP n) Branche coliaterali b) Rami terminali Distribuzione un filetto alia porzione superfi- ciale del muscolo coraco- omerale. un filetto alia porzione profon- da dello stesso rauscolo. un filetto al corto flessore del- 1' antibraccio. un ramo al muscolo bicipite. un filetto al foro di nutrizione dell' omero. ramo al muscolo corto flessore deir antibraccio. un filetto al muscolo sterno- aponeurotico. due rami sottocutanei. 6. Nervus axillaris. — Nervo ascellare c circumflesso. Orifjine. — 11 nei'vo ascellare o circumllesso i)rende la sua origine dal settimo ed ottavo paio dei nervi cervicali. Solo in tre preparati vidi concorrervi anclie qualche filetto del sesto; e cioe: nel lato destro e si- 73 nistro di iin asino (') c nol lalo deslro di iiii caNallo (^); ed in allri Ire cscmplari cioc: duo ncl lalo siiiistro di cavallo (') cd uiio iiel siiiislro di asino (^) vidi agginn^orsi scarsi lilolli del prinio paio doi noi-vi dorsali. Dislr/fzioiic. — Onosto norxo nianda nn iirinio lanio collaloialo die si |)()ila al nuiscolo grande lolondo o ciie Iia olonionli dol setlinio o dol- rollavo paio dci noivi corvicaii. Esso ])en toslo si dixido in Ire hianelie delie ({nali: una superiorc clie eorro per un eeilo lialto nel soico Ira (|ueslo niuscoio cd il solloscapolare c si esauriscc nella parle superiore del grande lotondo; una niediana e I'altra inferiore die s'immergono e lenninano nella parte eoriispondenle del nuiscolo stesso. Due allri rami collaterali, niollo esili, sono deslinali; T uno suj)e- riore airarticolaziono della spalla Taltro al muscolo eorlo llessore del- rantibraedo. Un quarlo collalerale e destinato alia eule della regione l)rad)iale anieriore eniergendo e lacendosi solloculaneo dalFinlerstizio IVa il lungo ed il corto abdutlore del hraccio. ,Un ultimo ranio collalerale e destinato alia cute deiranlihraccio eniergendo dal niargine inferiore del mediano cslensore delF antibraccio. Le branche terminali di questo nervo vanno ai niuscoli abduttori del braccio. Al lungo abdutlore vanno due rami: uno superiore piii grosso e I'altro inferiore i)iii piccolo die si esauriscono nella sostanza del nuiscolo; al corto abdutlore giungc un ranio nel mezzo della por- zione muscolare che si csaurisce in essa. RIASSUNTO. Origine B8 per cento dal VIP, VI tl'^ . . . 6 per cento dal VI^ VIF, VHP 6 per cento dal VII", VIIF, I' (') Osservazione u. 6 e 7. (-) Osservazione ii. 39. (^) Osservazione n. 22 e 24. ("*) Osservazione n. 44. Distribuzione nervo al muscolo graude ro- tondo. ramo all' articolazione della spalla. a) Branche ) ramo al muscolo corto flessore collaterali i dell' antibraccio. / ramo sottocutaneo bracliiale f anteriore. ramo sottocutaneo antibraccia- \ le dorsale. ramo al lungo abduttore del b) Branche \ braccio. terminali ) ramo al corto abduttore del braccio. — 74 — 7. Nerri/s nididlis. — Ncrvo radiale. II nervo radialo v una (Idle braiiclic |)ii! voluiuinoso del plesso l)ia- ehiale, spesso siipera in Nolnnie il ner\o mediano ed il ciibitalc. Origine. — Esso pi'cnde la sua oiigine nel plesso IVa il nervo inu- scolo-cutaneo ed il nervo mediano; \v sue llhre |)rovengono dal seltinio ed ollavo j)aio dei ner\i eei'Nicali e dal p'rinio paio dorsalc. Solo in due lali deslri di eavalla ('); due sinistri ed un destro di cavallo(-); uno dcstro di nuilo ( ') e due sinistri ('') ed uno destro di ninla i';^) il settinio paio non j)arteeipaNa alia Ibrniazione di (piesto nervo. Dislriht/zionc. — Ne! suo lungo <'auiuiino si possono dislinguere dei raini eollaterali e dei rami terminali. a) Rami rollafcmli. — Nel punio in cui il nervo radiale s'im- nietle neirinterstizio Ira il museolo i^rande rolondo, i inuseoli oleeranici e la faecia |)osteriore delT omero, emcitle nn j)rimo grosso ramo siipe- riore elie s'immerge tosto e si esaurisee nella massa del grosso esten- sorc deH'antibraceio. !n appresso da nn seeondo lamo eollaterale, me- diano |)er |)osizione, clie e |)roprio dei lungo eslensore deli' antibraecio. Onindi un ramo inleiiore clie si esaurisee nel mediano eslensore del- ranlibraecioe nel museolo anconeo. AUiaverso rintei'stizio soj)ra indicalo manda un ramo al eorto eslensore dellanlihraeeio e due rami solloeu- tanei che si distribuiseono alia cute della faceia esterna deiranlibraecio, Spesso in vicinanza di questi rami, altre voile, ma piii raramenle, da uno di essi si distaeca un'esilissima branca ehe si porta ad innerNare la porzione mediana del museolo corlo llessore dell'anlibraeeio. Oueslo ramo non mai descrillo io T ho Irovalo nella proporzione deH'ollanla per eento. I) liaiiii lenninali. — II nervo radiale ginnio snlla faecia anle- riore delTarlieolazione omero-radiale, si lermina con un ramo anteiiore che s'immerge nello spessore del museolo eslensore anteriore del mcla- carpo; con un ramo posleriore che da rami alle Ire porzioni dell' eslensore anieriore delle lalangi; passa fra il museolo di 'riiiernesse e I'eslensore lalerale delle lalangi, innerva anche (piesi" ultimo museolo e si lermina eon parecchie branche discendenti ed ascendenli al museolo llessore esterno del melaearpo. In ullimodaun ramo inleriore che corre sulla fae- cia anieriore del radio laseiando qualehe liletto periosleo e che tormina biforcalo nello spessore del mnscolo eslensore obli(pio del melaearpo. ( ') Oaservaziouo ii. -1 o o. (') Ossorviizione n. 11, 15, J3. (^) Osservazione u. 42. (') Osservazione n. 4.'J c 47. (5) Osservazione u. 4!). — 75 — RI ASS UNTO. Oruiiiie 8-2 per cento dal VIF, VII T, I'' 18 per -.ento dal VIII", 1"^ a) Branche coUiiterali b) Branclie termiuali Distrihuzione rami al muscolo grosso esteii- sore deirantibraccio. rami al muscolo Inngo esten- sore deirantibraccio. rami al muscolo ni^diano esten sore deirantibraccio. rami al muscolo ancoueo rami al muscolo corto estensore dell' aiitibraccio. due rami sottocutauoi antibrac- ciali uu ramo al corto flessore del- 1' antibraccio. rami all'esteusore anteriore del metacarpo. porzione prin- rami al ni.esteuA cipale. sore auteriorem. di Thier- delle falangi / nesse. 'm.di Phillips, rami al muscolo estensore la- terale delle falangi. rami a) muscolo flessore ester- no del metacarpo. rami all' estensore obliquo del metacarpo. rami periostei. (Continuaj Studio collettivo del peso dell' Enoefalo iiegli Italiani. Adcsioni. A^giungiaino ;iir(3lenco ili coloio olio luuiiio adorilo alia noslia pio- posla di uno studio oolloltivo siil j)oso deireiioclalo negli llaliaiii o oho oi giovoraiino dolla loro collaboraziono il nonic del sigiiori IN'of. Sal a, Dirottoro doll' Islitulo analomioo di Tavia ; Prof. I). IJortolli, ])irol- toro (loir Islitulo aiiatoinioo di i'a(lo>a; IM-of, F. Leggc, l)irottoi-o dol- r Istiluto anatomico di Cagliaii ; (lolonnelio doll. V. Imbriaoo, Dirot- 76 — tore (li Sanila in Fiienzo ; Doll. T. I)"Evanl, libero doconte nella U. Uni- versila di Napoli ; Dott. (i. Salvi dell' Istiliilo aiialomico di Sassari ; Dolt. A. Mori dell' Ospedalc^ di ('ainpii^lia Maritlima. l/on. Miiiislro della (iiiei'ra si e compiaciiilo di raccoinaiidare a^li ulliciali niediei di laceogliere osscrvazioiii negli ospedali inilitari. 11 Piof. NValdeycr lia aimunzialo una sua comunieazione alia |)ios- sinia adiinanza della Analoniiselic (iesellseliart col titolo : « Ueber Chia- riiJL;i"s Vorschlag, die Ilirwagung Ijetrcllend ». g. c. COSI.MO (^JIKUUBINI, AMMlMSI'l{ATOKK-HESPOiNSABn.K. Ill «) Milano- Via Gr. Revere, 3. -Milano INICA FABBRICA NAZIOXALE MICROSCOPI ED ACCESSORI DITTA FOHNITRIGE di tulti i Gabinetti Dniversitari del Rtgno MICROSCOPIO GRANDE IVIODELLO con cremagliera, apparato Abbe, diafrauima ad iride, tavolino in ebanite, revolver, due obbiettivi a secco 3 e 7*, uno ad immersione omogenea V12" > f^"® oculari 2 e 4; il lutto jiosto in elegante armadietto m mogano L. 400 {iiigrandimenti fino a 1000 diametri) Mm oiiettiTo V15" SemiapocroDiatico IMMERSIONE OMOGENEA Obbiettivo raccomandato per la graiide potenza e per la sua durata (Vedi Zeit- schrlit fur iciasenscha/t. Microscopic del 12 setteiubro 1S94, Band XI, Heft 2) L. 200 coi duo ocuiari compensatori 4 ed 8. CATALOGcTGilNiRALi" GRATIS a semplice nchiesta Pufjamenti rateali ?nensili pel SigJ'' Ufficiali sanitari comunali. Firenzo, 1901. —Societal Tip. Fioieutiua, Via S. Gallo, :J3. \y Mm (I'libblicazioiii Kaliaiie (li Zoolo<>iii, Aiiatoiuia, Eiiibrioloj,'ia) Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana DIUETTO pAi DOTTORI GIULIO CHIARUGI EUGENIO FICALBI Prof, di Aiiatoiuiii uiiiana I'lof. (U Aiiatomiii coiiip. e Zoologia iiul i;. Istituto (li StuiU Super, in L''iicii/,e iiella It. I'uiversitii di Padova Ufficio di Direzione ed Amministrazione : Islilufo Aiiatomico , Firenze. 12 numeri all' anno — Abbuonamento annuo L. 15. XII Anno Firenze, Aprile 1901 N. 4 SOMMARIO: Bibliograpia. — Pag. 77-S4. CoMUNKAzioNi OniGiNALi: CaradoHna Q., liicerche sulla costituzione del plesso brachiale, sulla distribuzione dei suoi rami terminali e suU' aiiastoiuosi fra il nervo muscolo-cutaneo ed il nervo mediauo uegli equiiii. (Con tavole II e III). 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Oriyinp. — II nervo niodiiiiio e una delle hianclie |)iu iinpoilaiili 85 del picsso brachialc; Ic sue lihic provongono iiolla ma^i^ioi- parte dci casi (lal scllimo cd ollavo paio dci n(>r\i eer\icali c dal |)i'inio c secondo paio (lei nervi dorsali. Solo come eecezione tro\ai nianeaiile in otio |)i-e- |»arati dei lilelli nervosi proxciiienli dal sellimo paio; e cio in un lato desiro (V ed in iiii sinislio di cavalio \'): in lie lali desiri [) ed lino si- nislro di cavalla C): in un lalo sinistio di asina (') ed in nn sinislni di nulla ('"'). Jhslrihiizionc. — II neivo niediano cosi costilnilo. [iriina al(|iianlo sehiaceialo, j)oi assai regolannenle cilindrieo, discende (jiiasi \erlicai- nienle siil lalo inlerno delTarlo lornendo dei rami collateral e dei rami lerminali a iiran ])arte dei muscoli dell'arto anteriore. aj Rami rolhitcrali. — Ouesto nervo |)riina di ricevere Fanasto- mo-si 0 nieglio raccollamenlo delle lihie iierNose provenienti dal ner\o imiscolo-culaneo non Ibrnisce alcuna branca collaterale. At disotto del- ranastomosi da una sottile branca la (jiiale si distacca aH'altozza del collelto anatoinico deiromero e va a poitarsi nel inargine posteriore delta porzione superliciale del nuiscolo coraco-omerale. A livello dell' inser- zione inl'eriore delta stessa porzione superliciale del muscolo coraco-ome- rale, si j)arte un esile liletio ner\oso die si porta alia laccia anteriore delFarticotazione omei'o-radiale e si distribuisce at legamento anlerioic di <|uesla articolazione. All'altezza dell' estremila inferiore delfomei'o si distaccano due rand: uno motto piccolo die va ai legamenti della laccia esterna del- I' articolazione omero-radiale, e laltro die forma un I'amo \ascolare. Ad un ccntimeti'O circa |iiu in l)asso si distaccano dal niediano ed alia sicssa attezza due brandie delle (|uali la superliciale si (li\ide losto oi-dinariamente in (piatlro tiletti: uno superiore ed ascendente die s"im- merge nello spessoi'e del muscolo llessore inlerno del melacar|)o c si esaiirisce nel suo quarto sii|)erioi-e; Ire inleriori discendenti die pene- Iraiio nel muscolo slesso a di\erse allezze e lo iniier\aiio nel suo re- slanlc inferiore. La tiranca profonda si divide pur essa in tre rami prin- cipali die per la loro posizione possono essere distiiiti in superliciale, mediano e profondo. II raino superliciale iiianda un esilc lildlo al llessore obli(pio del metacarpo e con Ire brandie terniinali \;\ ad inner\arei tre ca|>i del llessore profondo delle falani:!: doc il cajx) omeralc. (|uello cu- (V) Osseivazione ii. 12. (") Osservazinue ii. 11. ('') Osaerviizioiii n. 4, 5, 8. (■*) Ossorvazioiie ii. :i. ('') Oa.serviizioiie n. 44. ('') Oaservazione n. 47. — 86 — I)ilal(! 0 (jiicllo radiale. 11 i-aiiio modiano ron due hranclic I'lina asccn- (lentc, discendcnte lallia. \a al imiscolo llossorc siiperliciale delle fa- langi. 11 ranio |)r()lond() in iillimo da mi lilelto disccndcnle dostinatn al pci'ioslio dclla laccia anici'iorc del radio; una piccola bi'anca ])()st('ri(ti(' (•he entra nelT areata radio-eubitale e peneira nel Ibro di niitrizloiie del I'adio; e con la maggior parte delle sue fibre si tennina nella poiv/ione radiate del inuscolj llessore |)rofondo delle lalani^i. b Ihoni ierminali. — I.e branelie lenninali del nei\o iiiediaiio sono due e naseono insieme al disollo delta i;uaina earpica, e snbilo dopo le loro orii^ini jirendono diverso (lee(trso. Tali briinclie sono: 1" tl ner\o planlare o collalerale interno dello slineo ctie e ta dirella conlinnazione del nel■^o niediano; fornisee liingo il siio j)erc(»rso inotti ranuiscoli eiitanci c due speciali, uno verso resln^niila su|»eriore I'altro verso il terzo inferiore del nielaearpo ctie si portano ii prinio al nui- s(M»lo interosseo esterno, it secondo al niuseolo lond)rieale coi'rispondenle. In |)('" sopra delta nieta dello stineo si dislacea un ranio etie si di- rige ol)li(|uanienle in basso, cireonda indielro i lendini ilessori delle la- langi |)er eongiuni-ersi eol eollalerale eslerno dello slineo. 1'^ W nervo |)lanlai'e o eotlaterale eslei'no dello slineo e eosliluilo dalla riunione della bi-anea lerminah; del eubitale fusa con la liianea del nervo inediano, I'usioiu' elie avviene nella laccia interna delT osso |)isirornie. Ancti'(\sso come il j)rece(lenle da rami ai nuiscoli inlerossei e lombricali e numerosi e sollilissimi ramuscoli alia cute del lalo c(»r- rispondenle. l)o])o av^enula la fusione dc;! nervo niediano col cnbilale. dal li'onco ctie ne risulla si dijiarle alFallozza dell'eslremila superiore del nielaearpo una cospicua branca nervosa ctic decorre Ira i lendini Ilessori delle lalangi ed il legamenlo sospensore del nodello, la quale einelle ramuscoli die si distribuiscono alia laccia esterna di queslo te- gauiento, con la branca priiicipale penelj-a nel legamenlo slesso e si poiia nella sua laccia jirofonda terminando in soltiti litamenti die pos- sono esser seguiti iin presso I" articolazione del nodelto. 1 {\\w iiervi collaterali dello slineo si terininano ciascuno nei nervi digitati, i (luali |)rendono il loro jiunlo di origine netta parte superiore delta regione del nodello. Essi sono ordinarianienle due; il digitale |)o- steriore ed il digitate anieriore. Non e coslanle it digitate niediano de- scrilto dai |>iii degti aulori. die quando esisle puo a\ere origine o da!- r anieriore o dal posteriore. tiiner\ano lullo il j)iede ed il decorso ta direzionc ed i rami die da essi parlono iiresentano ditlerenze nolevo- lissinie non sottanto I'ra due |)iedi dello slesso indi\iduo ma anclie Ira le laccie di uno stesso piede. 87 Originc 84 per cento d.il VII'', vrir. r'. ir'.- IGper cento (lul Viri',!"', ir'. cq RIASSUNTO. Disfribuzione ramo al muscolo coraco-omerale iporzione su- lierficiale). ramo al legamento anteriore dell' articolazione oraevo-radiale, ramo ai legaraenti della faccia osterna dell'ar- ticolazioiie omero-radiale. ramo vascolare. o3 0) 5 3 \ S s I ramo siiperiore od ascenderite al quarto superiore del muscolo flessore interno I del metacarpo. I ramo inferiore o discendente al restante del muscolo flessore interno del meta- carpo. ramo al muscolo flessore ohliquo del 0) metacarpo. ^ [ ramo al capo omerale del flessore 3 ^ I profondo delle falangi. 3 g 1 ramo al capo olecraneo del flessoro gn/ profondo delle falangi. I «) ramo al capo radiale del flessore pro- fondo delle falangi. d — ' a cS -2 CQ a3 "1 -o' ^s. 1^ n O > U f5 CD ramo mediano al muscolo flessoro superfi- ciale delle falangi o filetto periosteo. o y, V ramo vascolare. so ramo al f'oro di nutriziono del radio. s- 2 / ramo al capo radiale del muscolo ^ flessore profondo delle falangi. ;;: rami cutanei. — 2 \ larao al muscolo interosseo interno. 2 3 ramo al muscolo lomhricale interno, '-'^t ramo anastomotico col nervo collate- 3 rale esterno. _^ nervo digitale anteriore. g 2\ nervo digitale mediano (quando esi- \ nervo digitale posteriore. rami al sospensore del \ saperficiali. •^ nodello / profondi. -, u { rami cutanei. S -2 ramo al muscolo interosseo esterno. >-' ;:3 j ramo al muscolo lombricale esterno. § ' ramo anastomotico che proviene dal nervo collaterale interno. ■^ I ^ nevvo digitale anteriore. ^ 'g s ' nervo digitale mediano (<}uando esi- ' til ste)._ ~^ nervo digitale posteriore. — 88 — !l. .\('fr//.s l/ioniro-dorsdiis. — .Nei'\(t ;il inuscolo grande dorsalo. Oiicslo iKM'vo prendc la sua orijiinc (laHOllavo paio doi iicinj cci- \icali (' dal priino paio dci nervi dorsali. Sodici voile sii conlo lio lio- \alo (|iialcli(' fascio di lij)i'(' del sccondo pain dei nervi dorsali die si p()ila\aii(> a cosliliiire ipiesle nervo. I>se pei'o soiio stale sein|)re in ])ie- colissinia (|iiaiilila ed appailenevaiio a due lati desiri ') e (|iialli(t sini- slii di ea\allo i^- e a due lali sinislri di eavalla [.. Alia sua uscita dal plesso si dirige indielro e sulla I'aceia prolonda del nuiseolo i^iande dorsale ove si esaurisce con nuuieiosi liletii dis|»osli a ventaiilio uella soslanza del nuiseolo e nella sua aponeurosi. RIASSUNTO. Ovigine I DMvihuzione 84 per cento dall' VIIl'', l' . al muscolo grande dorsale. 16 per cento dall' VIH'', I'', II'i I 10. Nrrrt/s ifhiaris. — n. cubilal<'. u. (•ul)ilo-eulane(». u. n/liilalis di Soni Ml erini.;', n. eubilo-digilal di (ilia ussier. Orif/iitc. — Le lihre del nervo euhilale |)ro\engono dalFoitaNo jtaio dei ner\i eervicali (\ dal prinio e seeondo paio doi-sale. In (\\w lali de- siri di eaNalla ;^), in uno deslro f) e due sinislri di eavallo '' . in un lalo sinistro di asina ;') ed uno sinislro di uuda f") lio lro\alo die il uer\o euhilale a\('\a la sua (U'igine dal solo primo e second(t paio dei iiervi doi'sali. Dislrih/fzioiic. — II nervo eubilale airaltez/a della inela della esleii- sione (l( lldiiiero roruisee un sollile lilello ner\(>so al nuiseolo luuiio eslcMi- sore dell" anlihraceio ed un raino solloeulaiieo die si dislrihuisce alia pelle della laecia |)osleriore deH'anlihraeeio. (liiiiilo alTallezza deHaiiieolazioiie oiiiero-radiale si (li\idein Ire rami pri!iei|)ali clu^ jier la loro siluazione possono essere disliiili in an- teriore inediano e posleriore. II raiiio anleriore |)iii jiieeolit \a al lies- sore iiileriio del iiielaearpo e si esaurisce raniilicandosi iidla slia por- zi(uie inuscolare. Da esso si slaccano dei lilelli arlicolari in nuinero variabile (da uno a Ire'i ma sempre iiiollo tsili die si perdoiHi ndle |)arli (') Ossei'Tazioui n. 2 i^ 10, ('^) Osaervazioni ii. 1, i), 11, 50. (■') OsHerv.izioni u. IG. 19. C") Osservazioiii ii. 1, .''). ('') Oaservaziono ii. li;. (") Osaerva/.ioni ii. 11, li'i. (') Osservazioiie ii. 44. (**) Oaservazioue ii. 47. 89 circoslaiili dcIT aiiicola/ioiic. II I'liiiio iii(mIj;iih) si dhidc joslo in (lii(> hrjiiH'lic clic si |i(>fl;iiio lisitclliNiiiiiciilc ;il niuscolo llcssorc sii|i('i-lici;il(' (lell(! lalaii^ii cd alia iiorzioiic (micialc del lk'SS(tr(' iiioloiido. 11 lanio |io- slcriorc da una hiaiica |millosi(> |»iccola al ra|)() olccraiwo del llcssorc (»hii(|ii(> del iiiclacar|)i-c c lallia inlcriorc. al caiio (ticci'aiico del llcssoi'c ijndondo dellc ralangi c la iiiassa |)i-inci|ialc di (|iicsl(> lanio eoifc liiiij^o il niai';:iiie |»(tsleriorc del llcssorc ol)li(|iio del iiicla('ai|to liii pi'csso Tosso sopracarpiaiio o iiisHoriiic onc si snoI^c iicl siioi due rami leriiiinali. I)) lidiiii (cnitiiudi. — • II eid)ilalc si divide in due hranelic Icrnii- nali a IincIIo dclla I'Ciiionc earpica, dislinlc sccondo la loro posi/jonc in snpcrlieialc c prolonda. I,a hranea siiperlieiale o solioeiilanea alli'a\ersa I" in!crsli/.io lascialo dai lendini lerniinali dei niiiseoli llcssori eslcrno (h\ ol)li(|iio del niela- carpo c I'aponeiirosi anlil)raeeialc. c ('(»n parecelii lilanienii si dislrihnisce sidia pellc dclla faceia cslerna ('{\ aiilci'iorc del niclaearpo lin sollo Tarlicolazionc del noddle. La hranea prol'onda si londc eon nn ranio dei nerNo lucdiano snila laeeja interna deH'osso pisilornie per eosliliiirc il ncr\o colhilcralo eslcrno dcllo stineo. EI ASS UNTO. OrUjine 86 per cento dall' VIIF, i" e 11" 14 per cento dal I-' e 11''. Distribuzioiie j ramo al muscolo lungo estensore clel- ' r antibraccio. ramo sottocutaueo. I , ramo al muscolo flessoro i ramo \ • , i i ^ , . ; mterno del metacarpo. I anteriore i .... a I ' rami articolari. ' ramo al flessore superti- «) Branche . ^ ciale delle falangi. collateral! ',• ramo al capo omerale del J mediauo t ^ n J f muscolo nessore pro- I \ fondo delle falangi. I ramo al capo olecraneo del ' I muscolo Hessore obli- I ramo ' quo del metacarpo. posteriore j ramo al capo olecraneo del ' muscolo flessore pro- ton do delle falangi. 7 , T, I , ramo superticiale sottocutaueo. 0) Jaranche \ * i i • <• i i , . ,. ' ramo proioudu cue si londe col nervo terminali i i- ( mediano. — 90 11. \rrr((s riiUmcus lirachil nifdidlis. — Nerio sottociilanco lo- racico. ()ri(/lii('. — Ouc'slo iieiNo |)iiill()sl() jiiiosso die si ilislacca dal plesso hraciiialc, si origiiia ii piii (Idle Nolte dali' olUno paio dci iicrNi ccrNi- cali u (lal priiiio paio dei iicrNi dorsali. In iiiolli preparali lio \ediilt) die si a^iiiiini;e\aiH) andic ddle librc dd sot'oiulo paio dei nervi dor- sali (' do ill due lali desti'i (' ed in due siiiislri di easallo r}: in due desiii ■• cd in iin sinisiro di ca\alla * ; in due lati deslri ^°^ ed in i\uc sinisiri (" di asiiio; in iiii lalo sinisiro di asina '} ed nn sinisiro di inula ^\ Allre \olle I" origine di (juesto neiNo lo \i(li date dal solo primo e seeondo |)aio dei nervi doi-sali: e eio in uii lalo destro i^'') e due sinisiri di (•a\allo^*"; in un lalo sinisiro di asina ("^j ed in un lalo desiro di luulo ('-j ed in un destro di inula /'j. Dlslrihuzionc. — Parlilo del plesso hiaeliiale si |)orla indieiro sulla reiiione del eoslato se^uendo la vena degli s|)eroni e eon minierose ler- ininazioni rinlorzale dai ner\i perloranli lorina una rele nervosa nella I'aeeia inlerna del |)ellieeiaio del toraee, polendosi seguire le sue branelie lerniiiiali Iin i)ress(» il lianeo. (iiiinlo alTallez/a del <|uarlo spazio inlereoslale forma insieme al iier\o perl'oranle die ine(uilra. un ranio sj)eeiale elie si poria sujierli- eialinenle e terinina eon una rieca arljorizzazione nella pelle della melii posleriore della spalla e del hraeeio. lilASSUNTO. Origine 62 per cento dall' VIII' , I" •J6 per cento dall' VIII' . I'l, II'>. 12 per cento dall' I'\ II' Dust rib uzione AI muscolo sottocutaueo del toraee ed alia pelle della meta posteriore della spalla e del braccio. (') (-) {') V) (■■) (") (■) ('■') (") Osserviizioiii ii. 2-10. Osservazioiii u. l-'J. Ossei'vazioui ii. 8-3t^. ( )s8ervaziouo n. iJ. I )sservazioui ii. 7-17. Osservazioui u. 6-lS. Osservazioue ii. 44. Oosovvazione u. 47. ( )ssorvazioue u. 12. Oaservazioui ii. 11-U^. Osservazioue u. 26. Osservazioue u. 42. Osservazioue n. 41). 91 (1. Anaslomosi del ncvvo masculu-vulaneo col iirrro iiicdKHto. Dalle ricLTche da ine csciiuilc siii ciiKiiiaiila ])l('ssi hi'acliiali (k'- si-rilli, risulta clie 1' anastomosi IVa il irtvo imiscolo-ciilaiR'd ed il ikmxo iiR'diaiio 0 coslanto, o che essa e eosliluila seini)ro da (aKci di lihic clic il ner\o imiscolo-culanco invia a! ncrvo mediano. In iin solo caso ho risconlralo iin' anaslomosi elio lio indicalo \nu innanzi col nome di ana- slomosi plossilornie coslihiila da lihi'c die dal nc'r\o nicdiano \anno a |)orlarsi ncl nt'iNO inuscolo-ciilaneo. II \ohiine ordinario di laic anaslomosi v niolio Nariahilc, ina seni- prc voliiminosa, ordinarianicnic lafiiiiiingc i diu' Icizi dclla gfosscz/a dclla radice del nei'No nmscolo-cnlanco. Essa si dislacca a li\ello ciiTa della laccia interna deirarlicolazione scajjolo-onierale o\e inconira sii- bilo rarleria ascellaie elie inerocia in Inori ad angolo acnio e laf-^iiiinizc il Ironco del mediano eon nn liaiiilio ol)li(|no in liasso ed in a\anli. La hranea anaslonKdiea e eosliluila di libie del sellinio' |»aio dei nei\i eer\ieali elie sono in |)oea (juanlila e da Inlle <]uelle dell'olla\o elie vanno a cosliluire I'origine del nei\o mnseolo-eiilaneo. Tniti gli aulori parlano di (juesla anastomosi eomeeoslilnila da lila- menti elie si |)ortano reciprocamente daH'nno aH'alli-o eordone; ma iin'ae- enrata dissezione la ben Nedeie come vi somj realmeiile delle libre del nu'diano elie si dirigono \erso il nei\o mnseolo-eulaneo. le (|iiali peio liingo r anaslomosi s'ineonliano e si I'ondono eon una parle di (pielle proNenicnIi dal museolo-eiilaneo e coslilniseono or nno or dne, allre voile Ire lilelti nervosi die si dislribuiscono ai mnseoli |)ellorali. Oiiesli lilelli nervosi elie sono il risullalo della Insione di lilamenii del nervo me- diano e di ([uelli del nervo ninseolo-ciilaneo pro\en^ono dalFotlavo |)aio (lei nervi cervieali. II reslo delle libre del nerNO nuiscolo-enlaneo si ad- dossano al mediano. Ho detio si addossano e non si londono col mediano j)erdie la dis- sezione previa macerazione mi lia lallo convinto die realmentc le libre del nervo muscolo-cntaneo si accollano a ([uelle del mediano jicr un tratto di dieci a quindici centimeiri, per disgiungersi poi di nuovo e costituire i rami terminali del ner\o mnseolo-eiilaneo stesso dali dal filamento al muscolo corlo Ilessore deiranlibraceio e dal nervo sollocutaneo anli- bracciale. In lulli i cin(|uanla preparali t'atii ho posta molla attenzione nel delerminare csattamenle il \eroslalo di quesla anastomosi ed ho vednlo 92 cosliiiilciiiciilt' hi (lisposi/ioMc s piii. In nn caso OsscrNazionc N. '•] Iki li(»\alo nnanasloniosi clic pci- la spccialc (lis|)()sizi(>n(' dellc lihro die la cosliluiNano lio crcdiilo di cliia- niarlc anasloniosi picssirornic. Inlalll in cssa si risconlravano librc del ncTM) iiiuscolo-ciilaMco clic aiKhnano al mcdiano ed allic ciic dal nic- diano anda\an(> al nciNo niiiscolo-ciilaiico. \r prime, contc s(MH|)i-t'. i"i- niancNano addossalc al iicino niediand c cosliliiiNano in basso lo due hranclic loiniinali del irmno niiiscolo-culanco; Ir sccondc si porUnano ai lilclli lUTNosi dcllo branclic collalciali drilo slesso ihtno. In nlliino dehho nolarc un failo inipoilaniissinio risconlralo nclhi sludio dciranasloniosi in discoiso anclic per \v diMhizioni lisioloiiiclic clic |)()ss(m() da csso scaiiii-irc; e cioe la pccscnza di librc nervosa clic dal ncrvH nuiscolo-enlanco passa\ano Uioiio il niariiinc siipcriorc dell" ana- slomosi e rinnintaNano al plesso lun^o la radiee del nervo mediano deserivendo un'ansa a eoneavila sujjeriorc. Tali libre si oriiiinavan(t e ril(>rna\ano airazione di uno di essi alia rorinazione deiraliro; o|)piire alciini lardano a dislribiiirsi ed allora rimangono sii iino di essi (juando apparlengono alTaltro a cui si resli- liiiscono medianle T anasloniosi. Nel caso deiranaslomosi Ira il nciM* niuscolo-cnianeo ed il iumm) mediano, la parlecipazione del prime alia formazione del secondo r mollo rara. e coslilnila da scarsissime libre die si gellano nel mediano e die — 93 — |)(»ss(Mi(» sc^iiirsi lino iii siioi rami Iciiiiiiiali. hi (|iialo nun |>iio csscrc iiilcrpirlala allrimciili di conic sojira c slalo iiidicalo: cioc (l(»\ iila ad una lardl\a divisionc dellc lihrc del noi\(> modiano da (jiicllc del iicino imisc'olo-ciilaneo. Nollo stesso iiiodo si {k\c considciare ranastuiuosi plL'ssildiinc li- scoiilrala lud prcpaialo N. i), la (|ual(' iioii |»ii(') cssorc iiilcrprrlala clic conic iin do|i|)io caso di lardiva disisionc dcllc lihi-c dci siii^oli iicrvi, chc Ncn^ono poi rcsliliiilc pci' inozzo dell' anaslomosi. Ma lali disposizioiii non possono cssci'c rilciuilc die anoiiuilie. |iei- clic son casi rai-i. iiicnirc iiel nia^zgior niinicro delle \olle (|iieslo scaiiiiiio nciili c(|uini non a\>icne. Da cio la nalnralc conscgiicnza chc ranaslo- iiKisi fia il nei-\o imiscolo-culanco ed il nei\o incdiano, c(tnie rc;j;()hi. non c una \era anaslomosi ma iin semplice accollamenlo di lihrc del nervo miiscolo-culanco sni iier\o mediano, perchc esse in hasso \aiiiio coinplclamcnlc a cosliliiirc allri ncr\i del luljo Jii{lij)eiidenli dal mediano. Tnirallro pero semhra sia runici(t dell' anaslomosi ansirormc ri- scoidrala nei piii dei |)rc|)arali. A che cosa servira (piindi I'aiisa nervosa di (|iiesl(t ^enere, cenlri- I'liiia ncl siio iia^illo discendenle e cenlripela in (|iiello ascendenle? (Jie se si ricongiiinj^e per le dne sue estremila al medesimo paio ner- M)so di orijiine del plesso, non deve essa riunire la radice molrice alia ratlice sensiti\a della midolla? La sola possihile ipolesi per ispiegare (jnesia anaslomosi e (juclla di riconginngerla aj Icnomeni di sensihilita ricorrenle. Non voglio en- Irare nella discnssione di (jneslo lallo lisiologico, dico solo die e slalo diinosii-alo delinilivamenlc da Magciidie, il (juale rilene\a pero die la rillessione si eirelliiava ndle anse lerminali anaslomidie die aniniel- le\a nella peril'eria fra i nervi moloii c sensiti\i, menlre il Longel nel puiito di conginnzion(; Ira i due ner\i in corris|)on(lenza del ganglio e Hernard in pnnii mol'.o variahili della estensione del nervo. II lallo (|uindi della presenza di qnesle anaslomosi ansiformi \eirel)hc a conlcr- mare analomicamenle la ipolesi del Hernard a\ \alorala dal lallo die se essa non piio esscre conrermala spciiiiienlalmenle deve esscre rileiuila come lale solo |)erdie la caralterislica della disjiosizione di (|uesle lihrc di ricongiiingere una delerminala pailc dei ceniri midollari da ciii esse vengono ed a cui rilornano, apparlicne alle lihrc di sensihilita ricor- renle. M. z. — 94 I). Tcfiildii d' iiiiicrrdzioiir snisilii'd. (\ cdi la\(ila llj. I ii('i\i s(,'nsili^i si (lisliihiiiscoiio n\r si iiaiiiKi scnsazioiii da racco- iiiierc : i piii imporlanti pcro ollre (jiirlli dci iniiscnii. Ic^aincnli. Icii- diiii occ. cd i |)ifi indis|)cnsal)ili a coiiosccisi sono ecilaniciilc (|ii<'lli ciilanci. Oiii li()\oreiii(> rlio ciascun irtvo si dislrihiiiscc ad una dclcnui- iiala |)arl(' dclla culc in niodo clio- cssa \n\n senile dixisa in lanii Iciiilori (luanli s(in(» i \\n-\\ clic \ i si ixtrlano. alia ricevc i rami inlciiori del picsso cciNicalc supcilicialo nella sua j)Oi7ionc anlcrioic r siipriiorc. Oucslo Icniloiio ha una luiina alliini>ala, piii iiraiulc in alio, sircllo in hasso c corri- spdndc picssoclio alia nicta supcrioic del niiiscolo |)()sls|)inalt> cd a (piasi Uillo lanlispinalo. La porzione niodiana c poslcrioie o inNccc sollo la dipendonza di iin ranid dt'l ncrNo solloculanco loraeico, die nnilosi col (piailo ncr\o pcilorantc, corre, come si c \islo, sul inariiinc inlcriorc del niiiscolo grandc dorsale e si dislribiiiscc a (picsla parte dclla ciilc. I>) La i-egione posteriore estcrna del hraccio c anch'essa inncr- vala dallo slesso ranio sottocutaneo toracico or ora iiidicato, tacendo se- gnilo in hasso alia rcgione della spalla. II Icrritorio iniiervato da tal ncrxo ha lornia Irapezoidale e coi'ris|)onde all' incirca alia inassa dei mnscoli olecranici. La rcgione anteriorc del hraccio invece die corri- sponde al griippo dei nuiscoli estensori dcIT antihraccio c il lerrilorio del ranio supcriore sollociitaiieo del nervo asccllare. r) L' anlihraccio ha (juatlro terrilori, dislinii a seconda dclla loro siUiazionc in anteriorc, posteriore, estcrno ed interno. 1. II Icrritorio anteriorc occni)a la parte nicdiana della laccia ante- riorc deirantihraceio e corrispondc ahhastanza hene alia rcgione del nui- scolo estensore anteriorc del metacarpo. E il Icrritorio del ranio sotto- cutaneo inlerioi-e del nervo asccllare. i. II tei'ritorio posteriore comprende tnlla (jnclla porzione dclla laccia posteriore deiranlil)raccio che si estendc dal cuhito lino al car|)o ed ai lali corrispondc all' incirca al grnppo dei mnscoli llessori del metacarpo. Lsso c innerAato dal ramo soltocutanco del ncr\o cn- Jiitalc. '•). II tcri-itorio estcrno e compreso Ira il tciriloiio anteriorc ed il posteriore; in alto e limilato dal niarginc inlcriorc del mnscolo corto estensore dell' anlihraccio, in hasso da una linea curva che dal (juarlo inlcriorc del mdio, in [jrossimita cioe del linutc iideriore del terrilorio 95 — iirilcriorc, \a ;il liiiiilo iiircrioic del Icriitorio posleiiorc. I<] desso iiiiier- valo (la due Ironchi ncrvosi |)i-()viMii('iili dal ium-no radiale. \. II Icrrilorio inlenio audi" csso liniltalo da (|iioll(> aidoriorc in aNaiili (' dal poslcriorc indiclro. in alio ra^gimijj,!' la rogiunc sulloslci- iialc, in basso si (•oiiliniia iiclla ivgioiie carpca. Ksso apparlieiic alia hranca solloriilaiR'a aiilihiaccialc del iicrNO imiscolu-ciilaneo. (I) I lorrilori iicrMtsi dclla iTi;ioiie dclla inanu (carjx), inelacaipo (^ dil(0 sono in nninei'o di ciiKiiio. 1. Oiicllo (k'lla biaiica sollocnlaiK'a aiilibi'accialc del ikmno iiui- scolo-ciilaiRM) cIk' la sciiiiilo al loirilono iiilcrno dcH' aiililiiaccio, si |)(tila sulla laccia anlcriorc del c-arjx) c si |)n)lunga con una slrclla fascia sid lalo inlcino del niclacar|)o lin picsso la I'accia jioslcro-inlcina dcl- I'arlicolazionc del nodello. 2. Quello della hranca sollocidanea del ner\o cubilale clie coni- sponde alia laccia postero-inlcrna del carpo, segnilo del lerrilorio posle- riore deirantibraccio. I{. Ouello del lanio snperliciale lenninale sollocnianeo del cubilale die coirisponde ad una lascia trasveisale direlta in avaiili ed in basso \erso il dito, che dalla laccia poslero-esterna dal carpo si porta su (|uella eslerna del metacarpo ed anlero-esteina della prima lalange. \ e 0. In ultimo i due territori esterno eti inlerno. die si congiun- goiio nella laccia posteriore, del rami terniinali del nervo mediano die si estcndono dalla regione dei tendini dei llessori delle I'alangi a (pidla del pasliirale ed alia ungiieale. II terrilorio interno e escliisi\o al nerMt me- diano, inenlre resterno e dato dal collalerale esterno dello slinco, risullalo della fusione del ner\o mediano col cubilale. Oucslc mie ricerche die s(»n. (") Schmarda L. — Zoologie. — Wicn, 1871, (*) Gadow H. — Vogel. — Bronn's Klassen und Ordnungen des Thicr-lleichs. Leipziff, 1801 ('') Perrier II. — ]^]lemeuts d'Auatoiuie comparee. — Paris, 189.". ('") Ileliqua librorum Friderici II imperatoris de arte venaudi cum nvihua. — Lij>siae, 1788-89^ auclor -J. G. Schneider. (") iSartholini Casji. — Diaplnaguiati.s structura iiuva. — Maugoti .J., BibUotheca analomi- ca. Tomus primus. Genevae, MDCXCIX. 97 rail 1 1 ') die adcriscono allc coslo, > rolik '' ciio si atlaccano allc |»a- li'li (Iclla ca\ita loracica, (lafiis (' elio con la loro siiperlieie |)osleri()r<' soiio Ibrinali alia parclc dorsalc del loracc. VM)v (iiicsla opinionc anclic Clans ('. Per (ieolf roy-Sai nl-Hilaire (') i |)()lmoni noii aderiseono alle coste, ma sollanio poggiano sopra di esse. Per W'iedershei ni ,'') i polinonl premono torleinenle sulle vertebre e sulle eosle. toiler (' animisc die i |)(»lmoni degli uecelli non sono rieo|)ei'li da liiiiica sierosa come ([uelli del luammireri ; die una memhrana sol- lile e lucente isola dalla eavita toraeica i polmoni in uno spazio spe- ciale, ad essi proprio : die la pleiii'a. il mediaslino. il pericardio. il dia- Iramma eonlengono aria. La memhrana ricordala da (loiter e eerta- menle il diaframma (Miiilico, il (|nale non isola i polmoni dalla cavila loraeiea, ma siiddi\ide la eavita pleuro-periloneale in loraee e addome. Camper [^} crede die la pleura scenda nelTaddome Ibrmando nn condollo membranoso eomnnicante eon il lemoic. Cam|)er ed Ifun[<'r se(tpi"Jr(ino, alia stessa epoea, die I'aria si espande non solo nei saeclii aerileri, ma andie nelle ossa. Si sjtiega eos'i per (piale ragione pole avere Camix'r idee lanl(» siraiie rigiiardo alia pleura. Munler ") allerma die i |)olm(mi sono allaecali al dialVamma. alio eosle ed alle paili lalerali delle xeriebre. Seeondo (iirardi ('"; i polmoni non sono per lulla la eslen-sione drc(ui(lari dalla pleura, |>erelio (pn'sla, asc(;ndeii(l(» dalle parli lateral! delle eosle e slendcuulosi sopra di essi, non copre die la superlieie loro anleriore e conea\a. (Jirardi inlerpelra eome pleura il diarramma or- nilico. Alia eavila loraeiea aeeenna eon le segiienii parole: » Nel torace il <|uale si vededi\iso in (Uw eaxila lalerali deslra e sinislra da una o pill membrane, die ligurano il mediaslino, \i si riseontiano in ogni (') TerrauUr M. — Memoiros ponr servii' :i riiistohe ualiiiello Uih aiiiuiiiiix. — ^ra(?('w)/e ili'ii Sciences. Tome III, Secondp, Parfic Paris, MDCC'XXXIIT. (") Vrolik G. — Camper's und Hun toi'H (iedjipken iilier diMi \n(,/.on dt-r i;;ilironkrofili<»ii liti Viiirelii. —Reil's Arcliiv. SecJtster Band. HaUe, isor,. (■') Carna .J. Y. — llnndhnch i\ei- 7A>o]oi:io. — Lcipziff, 18(18-187',. C") Clans C. — Mannale (li Zoologia. (Ti'ailii/.iono del Prol'. Cattanfio). (") Geoffro y-Sai n t-TIilai re K. — Pliilosojdiie anatoiniiine. ])es organoa rospiratoircst. — Pa- rift. 1818. ('') Wicdersheim R. — (Jrnndriss der vorgleichendon Anatomic der AVirbelthiere. — Jena, 1898. (') Coiter V. — JDe Avinm aspera artoria, )iulmonibu9, etc. (Extornarnni et internarnm princi- palinm hnmani corporis partinm tabnlao). — Noriberffae, /.'>".'?. (^) Campor. — Momoire sur la strnctnre des os dans los oisc^aux. — Acnd. des Sc. Mhn. dfis Stir, ftrang. pour 1773. Paris, I77i;. ('■') Hunter .1. — An account of certain receptacles of air in birds. — I'liilosopliicnl Transactions, I'd/. LXIV, Part I. London, 1774. ('") Gi rardi M. — Saggio di osservazioiii anatomiclie intorno agli organi dt-lla respirazione degli uecelli. — Memorie di Mntematica c Fisica de.lla SocietH italiana. Veronn, 1784. — 98 — lalo due ami)ic vesciclio )k Opinava cho aleiini dci sacclii aciil'cii lus- scro conUnuili iicl lorace. Ticdeinanii ') oblx' idee orralc ligiiai'do alli' ploiira; crfMlo die (ssa I'ivcsia solamcntc la siipcrlicio anlcrioio doi polinoni c cosliliiisca i sacclii acrilcri. Ainniise il mediaslino die divide la cavila loiacica de- slia dalla siiiislra e die centiene, come nei nianiniiferi, ciioi-e, esolafio, aorla. JMild (■ e CuNier ' descrisseio (piale |)leiira, come (lirardi, il (lialVamma oniitico. Fiild all'eimo die esisle Ira ])leiira e polmone uno slralo di (essiiio conneltivo il (jiiale circonda anclie la snperJicie siipe- riore del viscere. Marlinazzi <'*) ed Owen ^') crederono, come Ti edema nil, die la pleiiia rivesfa sollanto la siipeiiicie Nenli'ale dei polmoni. (lolas "^ I'll di opinione die i polmoni sono lissali alle pareli della cavita nella quale vengono accoiti; die la loro siiperlicie anieriore c ii\eslila dalle pareti di due sacdii aeriferi. Lereboiillet ('). aumentando la confusione die esisteva sii (jueslo argomenlo, soslenne die la pleura rivesle solamente la siiperlicie \en- Irale dei |)olmoni e die e ricoperla dal dialVamma |)olmonale. .Iac(niemin (^) riguardo alia |)leiira degli uccelli la il segiienle acceniio : " Les |)ai'ois de ces |)odies pnemnatirpies^ son! fermees par la |)levre, (|uanl a cdlcs jilaeees dans la paitie anU'rieure de la cavite pectoro-abdominale ». Owen (") avverte die nella A|)leri\ aiislralis manca iin sacco loracico sieroso, manca la pleura. Stan ni us '" ammise die la siiperlicie iiileriore del polmone c riveslila dal |)erilonco. il (|uale ipiivi preiidc iiome di pleura. Solto (') Tiefleniaiin F. — Zoologie. Zwoitor r.sind. — Annfomie und Naturticfirhirlite iJrr Vi'if/eL Heide.lbcrij, ISIO. (-) Fnld. — De organis qnibns .aves spiritnin (Incniit. — Wiirtzhurt/. IfilO. (^) ('iivier G. — Lecoiis d'Anatomie coiiipanie rec. et pnbl. par Dnm6vil. — BruoreUeft, IfiHO. C*) Martinazzi C. — Jieapirationis orcrana in variis aiiinialibns coiisidorata. — Ticini, MDCCCXXIII. (5) Owen R. — Avos. — To dd's Cyclopaedia ofAnatomj/ and Phiisiology, Vol. I. London, ISSi:. (") Colas. — Essai snr I'organisatioii dn ponmon dos oiseaux. — Jo?(j-ho/, comph'menfnfre du Dictionnaire des ficiences mCdicales, Paris, 182 a. (') Lereboiillet. — Anatoinie coniparee de I'appareil nispiratoire dans les auiinanx vertobivs. Strnfthonrt/, is:is. (*) J acq no III in E. — Snr la pnenmaticite dea oiacanx. — Novoriim Acfnrii.m Acad. Caes. LeO' polditio-C'arolinae Naturae rurio.torum vohiminis nndevifiesimi pnrx posterior. Vrcitislnvine, et I'.nnnae, 1842. (■') Owon It. — Memoir on tbc Ajiterix australis. — Ti-avsactiovs of the r:nolof/irrfl Socie.fii of London, 1844. ('") St an nil! a H. — Lobrbiicli dor vergloicbenden Anatnmie der Wirboltbiern. —Berlin, 184(1. 99 — iilla |)Ieiii'a, in {'orrispondenza di (lucsla siiporlicic del polnKtiic. si di- sl(Mule Faponevrosi diarraininalica. Ne contribui a ))()rtare luce la descrizione
  • deiiva. Sappex ^^^ leee accurate ricerclie riguardo alia pleura degli uc- celli. Trovo die la iinione tra polnieni, |)areti toraciclie e dialVainma e falla ill ([ualclie gallinaeeo, speeialnienle ne! jiollo, da laiuelle e da Jila- inenli connettivi : ciie negli inlervalli lasciali dalle lanielle e dai lila- menti la supeificie polmonale e liscia, non aderenle. Su|)pose die (piesli inlervalli potessero rappresentare i rudimenti di una cavita pleurica. (londuse: die la suiierlicie jiolnionale e ricoperla da tessulo conneltivo il (piale unisce i polmoni ai diversi organi die li circondauo, in basse li unisce al dialramma, in alio alle xertebre, alle coste, ai inuscoli in- lerrostali : die a causa del coniielllvo disposto inlorno ai polmoni, inanea la pleura negli uccelli. Ouesl<' c()ndiisi(Mii riirono accolle da Hoiile C). Sa|»pe\ alVerina di passare soilo silenzio la cavila loracica |)erclie e sullicienleinenie conosciiila : ma non era nel vero (piaiido laeeva lale allermazione. A quel tempo dominavano errori su (|iiesl(t argomenlo ed Kgii slesso (*rede\a die la siipeilide venlrale del dialVamma (Uiiiticd di\i(lesse i polmoni dai \isceri del lorace (Mleiraddome, ri|)elen(lo Ter- lore nel (|uale era eadiilo (loilcr. ed aveva opinione die il cos) dello dialVamma toraco-addominale separasse Faddome dai lorace. Uoiiget C'l di\ise la cavila del Ironco degli uccelli in Ire grandi sc(miparliiiieiili. l/aiileriore-inleriore si eslende per quasi lulla la luii- gliezza del Ironco; conliene il ciiore. i grossi \asi, i saccIii aeriferi cer- vicali ed inlerimMlii. l/anleriore-supcriore, occupato dai pijliuoni, e diviso dairallro per mezzo del diarramma ornitico. L'ullimo scomparliineiilo lr(t\asi in corrispondenza della porzioiie su|)eriore e posleriore del tr(Ui('o e accoglie i visceri addominali ed i sacclii aerileri poslerioii. II dia- rramma loraco-addominale separa (|uesto scomparliiiienlo dai (hw alli'i. (iegenbaur [') non Leniie conio del diarramiiia e ammise die i (*) (inillot N. — Mi'^nioirf! snr l';tpj):ir(il ilo hi renpii'at.ioii dans Iti.s oisi>im\. — Aiivoh-f; ilrx Srii'nrps naturelles. Troisiime siirie, Tome civquu'ine. Paris, IS4I1. ('-') Sappoy Ph. — ■ Kechercliea aur I'appareil respifat.oiro des oisoanx. — Pnri.i, /.S'/7. (') Roiile L. — Aiiiitomie conipiir6e. — Par in, 7898. [*) IJouget ell. — Lo ilhiphrasnie ciiez, les inainniiiercH, los oisi'aiix (^t hxs roptih^s. Bull. Snr. lie. Bifilof/ie, Tom. IIT, isr,!. (■•) Gegpinbanr C. — (irund/iiuo der v('riii (lejili iiccclli, in corrispondcnzii dclhi siipcrlicic antfi-iorc sono liNcslili (lal peritoneo. Tiiiri (') alti'ibiiisco alia suporlicic del dialVaniina posia a conlallo del polmonc. I'lillicio cd il sigiiilicalo di pleura. - (iaiiipana (*) sostiene clie nell' inlerstizio dorso-polmonalo e una S('in|)li('(' horsd plnnini. l.a siiperlicic \('nlral(' del pnlnioni e Uitta imila |)('r nu'/./A) di lessiilo connoltivo lasso alia parelo dei sacclii aerilcri sii- pcrioic (' mcdio-superiore, e |)erci() spn)\ vista di pleura. Noii esisle negli iiccelli una caNila s|)lanenica hipleurale conipleta, nia si lianno due horse plciirirhc. rudinientarie. 11 lo^liello |)arietale di cpiesle horse e una inend)iana spessa, I'iveslila da endolelio, laeilnienle dislaccaltile dalla parete coslo-niuscolare. (losi ^li uecelli posseggoiio le pleure. die oecupano un senijilice intersti/io |iarielo-\iscerale e non possono con- siderarsi eonie Nero sierose sj)lancniclie eoniplele, nia devono essere ri- iiuardate come horse pleuiiche. Credo clie negii uccelli esisia una sola eavila splanenica eana nego il dialVanima oi'nitieo, ([uindi non pole Tarsi idea della eavita loi'acica e descrisse, naturalnienle. i rapporii dei sacclii aeii- I'eri in\ecc die con il dialVaniina. con la superlicie \enliale dei |)olinoni. i'agen si ecliei' (') aiiimelle die i polnioni in corrisponden/a della superlicie \enlrale siano rivestiti da una nieinhrana sierosa. dallii |)leura, la (|uale e iinila alie nienihrane diarraninialidie. Cadial ^ si occupa incidentalinenle delle pleure degli uccelli in un la\oro sullo sviluppo della porzione celalo-toracica. Alfenna die alio slato enihrionale esisle la eavita plcurica negli iicedli; die negli uccelli adulli trovasi la pleura, nia alio stato rudiinenlario ; die i suoi due lo- glielli sono liheri in coi-rispondenza delle doccie vertebrali e aderiscono sui lali ; die sul diaframnia non e sierosa. Mise in evidenza, |)er mezzo del nilrato d'argento, ro|)itdlo della pleura. In corrispondenza (Idle doc- cie vertehrali Cadial avrehbe Irovato la pleura con disposizione iden- tica a (|uella che riscontrasi nei maminireri. Ouesta niemhrana si esten- derehhe in direzione della larghezza lino ad una linea verticale die di\i(le il polmone in due jiarti eguali. Si comprende che Cadiat feco le ricer- clie nd polio e poi generalizzo alia classe i risullali delle sue indagini. (*) Tigri A. — Del mascolo diafrainraa iiegli nccelli. — Catania, 1S71. (") (Jam pan a. — Physiologie de la respiratiou cliez les oiseanx. — Paris. 18~'>. (•') Pagenatecher A. — AUgeineino Zoologie. Di-ittor 'llieil. — Berlin, lH7fS. (■■) Cadiat. — Du doreloppement de la portion ('r'i>lialo-tlioi';ici(|uo do V cmhvynn . —^ J ourn'il ilc i Aiiatomie et de la. Phjjsiologie. Pari-i, ifiTS. — 101 — Noil Irovo chc del Ijuoro di (-adijil si;i shilo Iciiiilo coiilo jm'i- (|iianl() conccnic Ic |)loiir(' (Icii,!! iiccclli. Ilii\l('\ 1/ , seguito (la (iadow c da SicOrl ', proixtsc clic la (•a\ila loraco-addominale venissc di\isa in cnrila rcspij-tiloria c c<(riln nirdiiico-iKldomitm/e. Siiddivisc la caNilii respiiaioria in niriln jxiIiiioikiIc clio (•(nilicnc i polnuMii (mI i sacclii acrileri ('ciNicali c in cdrilu siih- poliiioiKilc coniprcsa Ira il dialraniiua itolmonalc c il dialVamnia loraco- addondnalc {scph/ni (thli(fin/iii di IIuxIcn;. Oiicsia conlienc i rinianciili sacrlii acrilci'i. La cax ilii cai'diaco-addonHiialc, |Mtsla sollo c diclio al scllo ()l)li(|ii(), acco-ilic il ciioro c i;li allri visccri. Talc snddivisionc dolla eavila {(traco-addoiuiiialc iion piio csscrc ani- mcssa. II sclto ol)lif|ii() non c allio clic la parole Nonlralc dci sacclii iii- l(M-iiiodii c la parcic poslcriorc del |»c!icardi(), (piiiidi iion dohhianio al- Irilinirii'li sij^nilicalo di dialVanmia. 1*^ il diarraiimia oniilico chc si^iiiia i liniili Ira ca\i[a loracica c ca\il;i addoniinalc. (ilaiis alVcrnia clic i pohnoiii dci^li iiccclli 11011 sono conic (pndli dci nianiniircri accolli in iin sacco piciirico. \<'niincno (iadow scppc lihcraisi daiili crrori (he (l(»niina\ano sii (|ncslo argonicnio. Anmiisc clic solanicnic nclla sii|)crlicic Ncniralc i |)oliiioni sono ricopciii dalla pleura, ia (jiialc (' una incndirana sii>rosa in slrclla nnione con il diarrainina oniilico. I] piii innan/i, iicl descii- vere il diarrainina. alVerina chc (picslo ('• parte dclla iiia ricordala pleura. UocIk' ("'' crede chc i polnioiii siano spro\ \ isli di pleura: di\i(lc. come Hoiigol, la ca\ila del Ironco in li'c por/ioni, .la (J II el ;'') alVenna clic i polinoni sono posli in corrispoiidcnza dclla siipcrlicic dorsalc dclla ca\ilii loi'acica; chc con il nonic di dia- IVainina In descrilla una sollilc lamina di naliira mnscolarc clie |)arle dalla |)arelc dorsalc dclla i;al)l)ia loracica c ri\esle la siiperlicie iiiferi(n"e del |)()linoiu? ; chc iiiolire la ca\ila del Ironco (' divisa in Ire scomparli- menti, imo mediano e due laterali, \u'v mezzo di due diarrammi lihrosi loraco-addominali chc si estendono come lamine \cilicali dalla siipcr- licic dorsalc alia siiperlicie venlrale. Siel'ert eoiisidera I'allo impoiiaiilc chc Ira polmone e diaframma. (*) Huxley Tli. — On the reapiratorv orgiiiis ol' Apterix. — Pror.eedinfj.i of fhr zoolfujiral -S'n- riefy of London, 1882. Part III. (") Siefort E. — I^eber die Athmung tier Ueptilieii iiiirl X i\>iii\. — Archiv fih' die f/Cfifimmfr Physiolof/ie. Vierundsechszigstcr Hand. Bonn, 189(1. (■') KocIm- (t. — Coiitribntion :\ I'etncle ile I'.anatoniie coiii]iiirr;e rtes rcservoira arrii'DM (I'origiiK^ piilnionaire cliez lea oiseanx. — AnnaUs de.9 Scienre.i naturelle.^. Tome XI. Parrs, t.'HU. C*) Vogt C. nnd Ynng K. — Lelirbncli iler ijraktisclien vevgleicliondMi ATiat.nniii'. — nrniific/rn- phle der llnnxtmihe henrheitrf von .Taqiiet. JSraniixrlivjein, 18S.'i-18.')-J. — 102 — Ira polmoiK' c coslc iion si IroNi tiiio s|iii/i(t il (|iialo sia da paragonarc fiinzionalincnlc ai sacchi ploiirici doi maniinilVii. Scroiulo U(Mt(?rer(' i polinoni (l('i»li iiccclli noii soiio i-ivcslili da plciiia e la loro supcrlicie dorsale <• adcrcnlc alle coslc. Biir i^*) ainnicllc clic la siiperlicic coslalc dci ixdmoiii c miilaslrcl- laniciilc per mc/./.o di Icssiilo connclliNo alia pai'clc loracica ; ciic i pol- moid su liilla la .siipcilicic sono ri\cslili da una incinbrana solUiissiiiia; die il congiiin^imenlo inlimo del polinone con la |)arcte toraciea avvieno per riinirsi della pleura costale con la pleuia polnionale ; cho in corri- spondenza della siiperlicie \eiilrale la pleura del viscere si Ibnde eon il cosi dello dialVaninia pohnonale. Inter|)elra il si^nilicalo dei dialVamnii in (|uesta guisa : (' IJeide sind niclils Vnderes als Tlieile der IMenra hez. {\os I'eritonennis..., » Da (|uanlo ho sopra esposlo. cliiaro apparisce clio riguardo alle |)leiire degli uccelli abhianio cognizioni scarse e conti'adillorie. Fino a poco tempo fa si amniisero. a lorlo. due diafrauinii negii nccelli e eosi della ca\ila celonialica In fatla una di\isione shagliala. Le pleure non pole\ano essere eonvenienlenienle descrille |)erclie non si conosccNa la lo|»ogralia della caAila loracica. Dinioslrai in allri lavori ') die gli uccelli lianno un solo dia- lVaninia : die il cos) dello dialVainnia loraco-add(tminale non e allro die la parele Ncnlrale dei sacdii aerifeii iiileiinedii e la parele itdsteriorc (1(^1 pericardio ; die il diariamina ornilico chiiKh^ in liasso la cavilii lo- racica. I risullali di (juesle iiiie ricerdie slahiliscono nellanienle i liinili della ca\ila loracica. la (|uale e circoscrilla dorsalnicnle c laleralineiile dai cor|»i (Idle Ncrlehre. dalle coslc, dagli organi die occnpano gli spazii inlei'coslali ; \eiilralnienle e diiiisa dal diarraniiiia. II niediaslino la siiddivide in due casila eiiiro alle *|iiali sono accolli i poluKUii. Per lo sNiliijipo delle pl(Mire In* sliidialo einliri(Mii di polio. I polnioni si s\iluppaiio eiilro ai leganienli polinonali-epalid, si piio (juindi airerinare die lianno nei priiiii sladii di svilnppo i iiiede- siini rapjxM'li dei legaineiili polinonali-epaiici ; rapporii die oriiiai S(Uio noli. I'rinia del sellinio gioni(» d' ineiihaziiUK' i polinoni. lolli i legaiiii con il niesenlei'io dcusale e ciui i!,li ahliozzi del diarrainina. s(M1o liheri (') Itetterpr E. — Aiuiloitiio ot I'liysiologio ;niiiii:ilcs. — Parix, JSOd. \^) JJIir ^M. — JJeitriige ziir Kciiiiliiis dor Aii.at,omio und Pliysiolojiiodor Atliciiiworkzcituo hoi ilon \'<''tr<'lii. — Tilbinger zooloijisclie Arheiten. II Ba,vd, No. 3. Leipzig, iSftc. (•') 14ertelli O. — Coiitrilmto .-ilia inoi't'oloo;ia fid alio svilnppo ilel diaCiMiiima oiiiit.irn. — Jlloni- tore zoologico italiano, 18hH. — Svilnppo dei sacolii aoriCeri del polio. Divisioue dolla eavita ci-loiiwitif.i df.sli nccelli. — Memorie deWi Socie.fii toficanfi di strienze nntiirnli, Vol. 17, lS9ft. — 1.0B — nclla cavith ('clonialica. Al scUiiuo liidiiKt iiicomiiiciaiio ad addossarsi sli-('t(amenl<\ per hi'CNc Irallo, sidle paicti latcrali dol coloina. Dal scltinio ^iorno (riiicuha/iono raddossaincnio dollc pareli lalc- rali dci poliiioiii allc paiTii dclla caNilii cclitmalica \a liradalamcnlc au- menlando. tanlo die al (|iiall(>nli('('siiii(» i:i()i'n() Ic pareli lalerali e dorsali (lei |)(>lmoni sono per liilla la eslensi(tne appoiit;jale alle eorrispondeiili siipeiiieie delle cavila pleiiriclie. Ill basso i polmoiii sono I'lisi, jjiiina cogii ahho/.zi del dialVaniiiia, dopo. col diarramiiia e cos'i \enlralnienle non possoiio avere sioiusa, II modiastino |)i'iniiti\anienl<' e una lamina connettiva die accogiio I'aorla e Fesofago, eniro alia (piale ])oi si spingono i jii-oressi sjiinosi venlrali delle vert(*l)re; in sladii inollo giovani e assai esleso in diivzione sagiltale. I leganieiili poliiioiiali-epatici sono iinili al inesenlerio dorsalc; in seguito uniseono i polmoni al iiiesenlerio dorsale ed al iiiediaslino. Agli nllimi stadii ddla ineiihazione il colleganienlo dei polmoni al me- senterio e falto da scarsi (ilamenli di lessulo eonnellivo, 11 niediaslino a (|uesti sladii a\anzali dello sviluppo si e ridollo in direzione sagillale peirlie la |)afle inl'eriore ha eonlrihnilo alia eosliliizione del dialVamma. Del legamenlo polmonale-epalieo andie 11 Irallo die iini\a il polmone al mediastino |)a!iedpa a ronnare il diariamma e eosi si compfende peielie negli emhrioni agli idliini sladii ddla iiieuhazione e negli in(li\idtii adiilli \enne a maneare niia valida iini(tne lia polmoni e ni(»(liaslino. Alio slalo emhrionale ahliiaino sladii nei (|iiali esiste niia pan'le inlerna delle ca- \ila pleuiidie assai eslesa in direzione sagillale : sedremo come iiel- radnll(» il niediaslino e rislrello in (jiiesla (lii-ezi(»iie e eoiiie in conse- giienza I'aorla o Tesolago si sono resi siiperlidali. (Contiima.) GIULIO BIZZOZERO. Una delle piu elette intelligonze clie onoravano ITtalia si e spenta la- sciaudo in lutto la scienza, in desolazione i oolleghi e gli amici. L'8 Aprile di quest'anno, in Torino, colpito da pneumonite doppia, raancava ai vivi Giulio Bizzozero, senatore del regno, proi'essore ordinario di Patologia generale e libero docente di Istologia nell'Ateneo torinese. Giulio Bizzozero nacque in Varese di Lombavdia il 20 Marzo 184G, feco a Milano gli studi secondari ed in ben giovane eta si I'eco a Pavia per gli studi universitari, riportando la Lanrea in Medicina e Chirurgia nel 1866. Gia dali'inizio dei suoi stndi universitari egli comprese quale via dovesse seguire un cultore delle scienze mediche. In mezzo ai molti propalatori delle antiche teorie speculative, nell'Ateneo ticinese un Salvatore Tommasi, un Oehl, un Mantegazza a quel tempo proclamavano e diffondevano lo mo- — 104 — derne teorie positive sulla base della ossei'vazione e della esperienza; Eizzo- zero, attenendosi a queste, voile partire dalla osservazione diretta del fatti, trovo modo di penetrare nei laboratori scientitici scarsissimi in quel tempo ed aperti solo eccezionalmente ai giovaiii, e nell'Istituto di Fisiologia diretto da Oelil egli ancor sediceniie condusse a terraine il suo primo lavoro che I'iguarda la fina anatoinia delle ossa lunghe dei batraci. Frequento poi il labo- ratorio diMantegazza ed in seguito visito gli Istituti scientifici di Zurigo e di Berlino contiuuando a far ricercbe sn diversi argomenti di istologia iior- male e patologioa cbe rese di pubblica ragione in vari periodici. Ottenuta la Laurea, essendo scoppiata la guerra contro I'Austria, egli ab- l)andon6 per breve tempo gli studi per eiitrare come medico militare volon- tario nell'esercito combattente. ma sabito dojio la guerra torno a Pavia, perche i lavori gia pubblicati avevano sollevata tal fama di lui che venne cola cliia- mato, a soli 21 anni. a sostituire iiell'insegnamento della Patologia generale il sno maestro Mantegazza trasferitosi a Firenze. A Pavia Bizzozero resto solo poclii anni: nel 18T3, dietro concorso, in nominate Professore ordinario di Patologia generale a Torino. In questa universitk egli I'anno 1878 apri un corso libero di INIicroscopia clinica, e due anni pin tardi convert! questo in un corso di Istologia normale, corso che si puo chiamare verameiite classico e che continue a fare senza interruzione Hno alia morte. A Pavia ed a Torino Pi zzozero si dedicu interamente al lavoro scienti- lico ; istitui nuovi laboratori, raduno in ossi numerosi allievi, che egli instrado nei pin rigorosi metodi di indagine, riuscendo cosi a creare una schiera di giovani scienziati, che sono ora sparsi nelle varie universita italiane. Vari Inrono gli argomenti di studio del Nostro, ma sebbene molti ed importanti siano i snoi lavori di Patologia, pure puo dirsi che egli predilesse sopratutto ]o ricercbe di Istologia normale. Noi qui diamo in appendice la serie dei la- vori di indole anatomica; fra questi ben noti sono quelli sngli orgaiii emato- poietici, sul sangue e sulla prodnzione e rigenerazione fisiologica degli olementi ghiandolari. Npgli ultimi anni B izzozer o, ali^tto da una malattia endooculai-e, ora impedito dal fare lunghe osservazioni al microscopio; per quosto fatto egli, p\ire non avendo cessato di indirizzare i suoi allievi nelle ricerche di micro- scopia. dove mutare argomento dei suoi studi, e cosi entro nel campo del- I'igiene. I numerosi lavori suoi e degli allievi Giulio Bizzozero soleva dapprima riunire in volumi intitolati dal laboratorio suo, ma piu tardi, cioe nel 1H7G, fondo VArchivio per le scienze mediche, periodico che per la scelta e I'impor- tanza dei lavori coutenutivi, provenienti oltre che dai laboratori di Torino an- che da molti altri d'ltalia, puo essere considerato come un modello del genera. D'anirao franco e nobile, zelante del dovere, caro agli amici, adorato dagli allievi suoi, Bizzozero si distingueva sopratutto per I'acutezza della intelli- genza, la precisione delle idee, la larghezza delle vedute,la sicurezza del giu- dizio. II suo discorso era sempve semplice, misnrato, spoglio di ogni orna- raento rettorico; cio che sopratutto egli curava non era la bellezza della forma ma la limpidezzn della esposizione. Ed e sopratutto per essere egli stato sem- pre chiaro, piano, ordinato, esatto dicitore che le sue lezioni riuscivano mira- — 105 — bill B venivano altamente apprezzate e molto frequentate. Le stesse doti si ti'ovano in tutti i suoi scritti, e la chiarezza e la esattezza della descriziono formano uno dei pregi maggiori del suo Manuale di iiiicroscopia clinica, il quale uscito la prima volta nel 1879, fu poi tradotto in molte liiigue e fini per essere stampato in una quinta ediziouo or souo pochi musi. A', h'usdvi. i8(5'2. — Delia disLribuziane dei cauali vascohiri ncUo oss;i kiugliu dei I)a- Lraci. (Archivio per la zoologia, vol. il). 1861. — Studi comparativi sni ueniaspernai e sulle ciglia vibratili. (Aunali uiiiversali di Mediciua, vol. CLXXXVll), 1861. - Delia cellule eigliate del reticolo malpighiauu deU'eiiiderinide, deilu uuicose e dei cancroidi. (Ibid., vol. CLXXXX). 1865. — Sui coipuscoli soinoventi. (Comuu.diP. Man lu gazzjii. (Keiidicunli 11. Istituto Lombardo, CI. Sc. Fis. e Nat., vol. II). 1866. — Sulla neol'oraiazioue del tessuto connettivo e .'sullc cellule sciuo- veuti. (Morgagni). 1867. — Sul parencliiiaa della ghiandola piueale. (Gazz. med. Italiana-Loiu- bardia, Serie VI, t. I). 1868. — Del niicroscopio e della tecnica microscopicii : Manuale pei uie- dici e per gli studeuti di E. Frev. (Sunto con note. Aniiali univ. di Medic. vol. CCII). 1868. — Sulla vitalita degli eleiueuti coutrattili. Nota uei Keudicouti del li. Istituto lombardo, serie II, vol. I; iu e.stf>so in Morgagni). 1868. — Nota ci-itica sulla meinoria del D'Aul'recli fc intonio alio svilupfio del tessuto couuettivo. (Morgagni). 1868. — Sulla funzione ematopoietica del midollo delle ossa. Comunic. I. ((xazzetta niedica italiana). 1869. — Sulla funzione ematopoietica del midollo delle ossa. Comunic. II. (Ibid). 1869. — Sul niidoll-o delle ossa. Studi. (Morgagni). 1869. — Sulla struttura del tessuto connettivo compatto. (Kendiconti del 11. Istituto lombardo, Ser. ii, vol. II). 1870. — Sulla struttura degli epiteli pavimentosi stratificati. (Reudic. It. Istit. Lombardo, serie II, vol. IIIU 1870. — Sul tessuto tendineo (Ibid) 1870. — Sulla struttura del tessuto teudineo. (Morgagni). 1870. — Rivista dei recenti progressi della tecnica microscopica {Aniiali Universali di Medicina, vol. CCXII). 1871. — Ricercbe sulla struttura dei tendini ; nota alia memoria del I'. Lanzilotti-Bu 0 ns anti. (Gazzetta med. Ital. Lombarda). 1871.. — Sulla struttura del parenchima della gbiandola pineale (Rendic. R. Istituto lombardo, vol. IV). 1872. — Zur Bindegewebsfrage. (Central blatt f. d. med. Wissenscb). 1872. — Sulle alterazioni del tessuto muscolare in seguito al taglio dei nervi (in collab. con C. Golgi). (Rendic. R. Istituto lombardo, vol. V). 1872. — Sulla struttura delle gbiandole linfatiche. Nota. (Rendic. R. Istit. lombardo, vol. V). 1873. — Sulla struttura del tessuto tendineo. (Osservatore-Gazzetta delle Cliniclie). 1873. — Sulla struttura delle ghiandole linfatiche. (In esteso, Giornale della R. AcG. di Med. di Torino). 1874. — Intorno al lavoro del prof. Robin sul midollo delle ossa ; osserva- zioni critiche. (Gazzetta med. Italiana-Lombardia, ser. VII, t. I). 1874. — Ueber die innere Grenzscliicht der menschlichen serosen Hiiute. (Ceutralblatt 1. d. med. Visseusch). 1874. — Sui rapporti del cervelletto colla fossa occipitale mediana (in collaborazione con Lombroso. (Arch, per I'Antropol. e I'Etnol., vol. III). — 106 — 1876. — Sulla strutfcura dellc membrane sierose e particolavmeiite del pe- ritoijoo diaframmatico in coUab. coii G. Salvioli. Nota. (Giorn. deila R. Ace. di Mediciua di Torino). 1876-1878. — Studi suUa ytruttnra e sui lint'atici delle sierose umane (hi collab. con G. Salvioli). Parte 1. (Arch, per le scienze med., vol. 1); parte II (ibid., vol. 11). '■ 1878. — Geschichtlidies iiber die Kenntuiss des Kiiochenmarkes. (Wiener Med. Jahrbuch, II Heft). 1879. — II crorao-citometro. ( Atti della Li Accad. delle Scieuze di Torino, vol. XIV). 1879. — liicerche sperimentali suUa ematopoiesi splenica (in collabor. cou G. Salvioli). (Arch, per le Scienze Med., vol IVj. 1875-1879. — Riviste d' Istologia. (Anuali universali di Mediciua dal vo- lume CCXXXII al CCL). 1880. — SuUe variazioni quantitative dell'emoglobina iu seguito a sottra- zioni sanguigne (iu collab. con G. Salvioli) (Arcli. per le Scieuze medichu, vol. IV). 1880. — Della trasfusione del sangue nel peritoueo e della sua influenza suUa ricchezza globulare del sangue circolante (in collaboraz. cou C. Golgij. (Archiv. per le Scienze med., vol. ]V), 1880. — Sulla ematopoiesi negli uccelli (iu collab. con A. Torre). Nota prev. (Atti R. Ace. delle Scienze di Torino). 1880. — Sulla produzione del globuli rossi del sangue. I. Sulla produzione dei globuli rossi negli uccelli (in collab. cou A. Torre). (Arch, per le Scienze med., vol. IV). 1881. — Sulla scissione dei globuli .sanguigni rossi uella vita estrauteriua. (Osservatore, Gazzetta delle Clin. In esteso nel Giornale della Li. Ace. di Me- diciua di Torino). 1882. — Comraemorazione di T. Schwann. (Atti della R, Ace. delle Scieuze di Torino, vol. XVII). 1882. — Di uu nuovo eiemento morfologico del sangue dei mammiferi e della sua importanza uella trombosi e nella coagulazione. (Giornale della Li. Ace. di Medicina di Torino e Gazzetta degli ospedali. In esteso Milauo, Vallardi e Arch. Italienne de Biologie, T. 1) 1882. - Le piastrine del sangue e la coagulazione. (Giorn. R. Ace. diMed. di Torino e Gazzetta degli Ospedali). 1882. — Le piastrine del sangue dei mammiferi ed i corpuscoli iuvisibili di Norris. (Gazzetta degli Ospedali e Arch. Ital. de Biologie, T. I). 1882. — Bluttplattchen und Thrombosis. (Centralblatt f. d. med. Wis- seusch.). 1882. — L'ematopoiesi nei vertebrati inferiori {in collab. cou A. Torre). Nota. (Osservatore, Gazzetta delle cliuiche). 1883. — Die Bluttplattchen im peptonisirten Blute. (Centralblatt f. d. med. Wiss). 1883. — Le troisieme element du sang. (^Semaine medicale e Gazzetta degli Ospedali). 1884. -- Sulla preesistenza delle piastrine nel sangue normale dei mammi- feri. (Gazzetta degli Ospedali). 1884. — Sulla produzione dei globuli rossi nelle varie classi dei verte- brati (in collaborazioue con A. Torre\ i^Arch. per le Scienze mediche, vo- lume VII). 1884. - Sulla produzione dei globuli rossi (in collab. con A. Torre). (Arch. per le Scienze Med.. \ ol. VII). 1884-18S5. — Sul consume- delle cellule ghiandolari dei mammiferi nelle ghindole adulte i^in collab. con Vassale). Atti della R. Accad. delle Scienze di Torino, vol. XX). 1886. - Sul destino dei globuli rossi nella trasfusione del sangue defibri- nato in collab. con Sanquirico). (Arch. Scieuze med. vol. IX). 1886. — Sulla struttura degli epiteli pavimentosi stratiticati. (Ibid.). 1886. — Commemor. del D. A. Tori'e- (Giorn. R. Ace. Med. di Torino). — 107 — 1886. — Nuovo metodo per la dimostiazione degli oleiueuti iu cariociuesi iiei tessuti. (Zeitschrift f. Wiss. Mikrosk., 1.11 Bd.) 1887. — Sulla proiluzione e rigenoraziuiie fisiologica degli elementi gliiau- dulari (in collab. con Vass alej.-(Arch. bcienze nied,, vol. Xi). 1887. — Nota aggiuntiva al lavoro procodente. (ibid.). 1888. — Coramemorazione di Gaetano Salvioli. (Annuario K. Universita di Torino, 1888-1889). 18. Con tav. — Vedi M. Z., XI, 7, 211. Fusari R. — Caso di sdoppiamento totale e simmetrico di uu tratto del mi- dollo spinale con canale vertebrale chiuso ed ipertricosi loml}a]'e. Con tav. — Giorn. d. R. Accad. di Medicina di Torino, An. 64. N. 2., pay. 83-96. Torino 1901. Gemelli E. — Contributo alia conoscenza sulla struttura della gliiandola pi- tuitaria nei mammiferi. Con tav. — Uull. d. Soc. Med. Chir. di Facia, 1900. N 4, pag. 231-240. Favia 1900. Graziani G. — Sopia i rapporti delle arterie, delle vene e dei nervi satelliti. Con tav. VII^ ~ Vedi M. Z., XI, 12, 355. Guerri e Coluzzi. — Contributo alio studio della struttura del ganglio ci- liare. — Annali d. Facolth di Medicina e Mem. d. Accad. med.-chir. di Fe- ruyia, Vol. 12, Fasc. 1-2, pag. 23-28. Ferugia 1900. Leggiardi-Laura C. — Sopra il significato della cosidetta « du[dicitH della scissura di Rolando » e sopra un rapi)orto costante della scissura post- rolandica. — Gior. d. R. Accad. di Medicina di Torino, An. 63, N. 9-12, pag. 830-838. Torino 1900. Leggiardi-Laura C. — Di un solco tiasverso del lobo parietale costante- mente rappresentato nell'uomo. Con figure. — Riv. di Biologia generate, An. 3, X\ 1-2, pag. 104-105. Como 11)01. Orestano F. — Le vie cerebellari efferent!. Con figure. — Riv. di Fatol. ner vosa e mentale. Vol. 6, Fasc. 2, pag. 49-69. Firenze 1901. Rossi U. — SuUo sviluppo della ipofisi. — Vedi M. Z., XI, 7, 212. Rossi U. — SuUo sviluppo della ipofisi e sui rapporti primitivi della corda dorsale e dell'intestino. Con 2 tav. — Vedi M. Z., XI, 7, 212. Sperino G. — L'encefalo dell'auatomico Carlo Giacomini. Con favole. — Riv. sperim. di Freniatria, Vol. 27, Fasc. 1, pag. 146-171. Reggio Emilia 1901. {Continua). Staderini R. — I lobi laterali dell' ipofisi e il loro rapporto con la parete ce- rebrale in embrioni di Gonyilus ocellatus (Sunto) - Rendic. d. 1" Assemblea — Ill — (i d. Convegno d. Uiiione Zovl. Ital. in Jtolot/nu {24-27 Settenihre I'JUU), in: Monit. ZooJ. Itcd., An. 11^ suppL, pay. 11. Firenze, Dicembre 1900. Staurenyhi C. — Nota intorno all'ossificazione della grande lalce in alciini leti di Eqtius caballus L. — Vedi M. Z.. XI, 12, 355. Sirleo L. — Degenerazioni secoudai-ie alia disti'uzioiie dei nuclei del f'unicolo gracile (fascio di BurdacJi) e del fiinicolo cuueato (fascio di Goll). Con tav. — Arch. ital. di Medicnia int., Vol. 3, Faac. 3-G, pay. 121-131. Fa- lermo 1900. Ugolotti. — Couti-ibuzione alia studio delle vie piraniidali nell' uonio. — Eendic. d. Assoc, med.-chir. di Farina, An. 1, N. 10, pay. 207. Far- ma, 1900. Ugolotti. — Contribuzione alio studio delle vie piramulali nelFuomo. Con tav. — liiv. speriin. di Freniatria, Vol. 27, Fasc. 1, jjay. 38-07. Meygio Emi- lia, 1901. A. Organi L)i senso. CalamLda U. — Terminazioui nervose nella membrana tinipauica. — (Jior. d. R. Accad. di Medicina di Torino, An. 64, N. 3, pay. 189-192. Torino 1901. Coggi A. — Sulle ampolle del Lorenzini (Sunto). — Rendic. d. 7" Assemblea a d. Convegno d. Unione Zool. Ital. in Bologna (24-27 Settembre 1900), in: Monit. Zool. Ital., An. 11, suppl., pay. 43-44. Firenze, Dicembre 1900. Crevatin F. - Sulle terminazioui nervose della congiuntiva. — Rendic. d. Accad. d. Sc. d. Lstit. di Boloyna, seduta d. 10 Dicembre 1900, in: IJoll. d. Sc. med., An. 72, Serie 8, Vol. I, Fasc. 3, pay. 153. Boloyna 1901. Crevatin F. — Su di alcuni corpuscoli del plesso sub-epiteliale della cornea dei topi. — Rendic. d. R. Accad. d. Sc. d. lstit. di Boloyna, Seduta d. 10 Dicembre 1900, in: Bid I. d. Sc. med., A7i. 72, Serie 8, Vol. 1, Fasc. 3, pay. 153-154, Boloyna 1901. Levi G. — Osservazioni sullo sviluppo dei coni e bastoncini della retina degli L'rodeli. Con tav. XIV*. — Lo Sperinientale (Arch, di Biol. norm. epatoL), An. 54, Fasc. 0, j)ay. 521-539. Firenze 1900. Pagano G. — Ancora sulle tibre associative perit'eriche dei nervi ottici. — Vcdl M. Z, XI, 12, 354. Fornatota. - Del mesoderma pericristallinico nogli embrioui dei vertebrati. — Vcdi M. Z., XI, 7, 213. Turuatola. — Delia lormazione dei vasi uel viireo embriunale. — Vedi M. Z., XI, 7, 213. Tornatola. — Note intorno alle « (Osservazioni suU' origine del vitreo » del dott. A. Carini. — Vedi M. Z., XI, 7, 213. Versari R. — Coutributo alia conoscenza della uiorfogeuesi degli strati va- scolari della coroide ueU'occhio deiruomo e di altri mammiferi. Con tav. - Vedi M. Z., XI, 7, 214. Wiederslieim R — DeH'orgauo uditivo. Con 37 figure. — Riv. di Bioloyia ycnerale, An. 3, N. 3, pay. 101-198. Como 1901. 5. SCHKLKTRO E ArTICOLAZIONI. Bignotti G. -- Sul tarso del Alas decumanas. — Rendic. d. / " Assemblea e d. Conveyno d. Unione Zool. Ital. in Boloyna (24-27 Settembre 1900), in. : Monit Zool. Ital., An. 11, Sapp'.. pay. 17-19. Firenze, Dicembre J900, — 11*2 — Coraini E. — L'articolazione bigemina del bregma comparativamente studiata negli animali attuali. Con figure. — Atti d. Soc. Romana di Antropol.^ Vol. 7, Fasc. 3, pag. 49-66. Eoma 1901. 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Ital., An. 11, suppL, pag. 15-16. Firenze, Dicembre 1900. Maggi L. — Aggiunte ai nuovi ossicini craniali negli Antropoidi. — Rendic. d. R. Istit. Lamb, di Sc. e Lett., Serie 2, Vol. 34, Fasc. 7, pag. 471-475. Milano, 1901. Maggi L. — Nuovi ossicini craniali degli Antropoidi e loro significato morfo- logico. Con tav. — Rend. d. R. Istit. Lomh. di Sc. e Lett., Serie 2, Vol. 34, Fasc. 3, pag. 147-163. Milano 1901. Monti A. — Su gli scheletri di alcune scimmie rachiticlie: osservazioni ana- tomo-comparative. — Mem. d. R. Istit. Lomb. d. Sc. e Lett., CI. di Sc. fis., matem. e nat.. Vol. 19 {Vol. 10 d. Serie 3), Fasc. 3. Milano 1900. Sergi Ge. — Le forme del cranio umano ]iello sviluppo fetale in relazione alle forme adulte : 2^ comunicazione. Con figg. — Riv. di Sc. biologiche, An. 2 N. 11-12, pag. 831-847. 1900. Staurenghi C. — Note di craniologia. Con tav. I e II. — Annali d. Museo- civ. di St. Nat. di Genova, Serie 2, Vol. 20 {1899-1901}, pag. 635-660. Ge- nova 1901. Staurenghi C. — Nuclei complementari costanti del post-sfenoide del B. tau- rus L. non ancora descritti, loro dislocazione nel corso de.Uo sviluppo em- briouale, ed omologia cogli ossicini petro-sfeno-basioccipitali umani. — — Boll. d. Soc. Med.-Chir. di Pavia. 1900, N. 4, pag. 173-200. Pavia 1900. Con 3 tavole. Tietze F. — Due crani scafoidei. Idee sulla scafocefalia. — Vedi AI. Z., XI, 6, 185. Valenti G-. - So^Dra un caso di costa raddoppiata osservato nell' uomo. — Rend. d. R. Accad. d. Sc. d. Istit. di Bologna, sedrda d. 13 Gennaio 1901, in: Boll. d. Sc. med., An. 72, Serie 8, Vol. 1, Fasc. 3, pag. 154-155. lio- logna 1901. Zimmerl U. — lutorno ad un'anomalia delle ossa nasali in alcune specie di animali domestici. Con 5 figure. — Monit. Zool, Ital , An 12, N. 2, J)^U- 43-50. Firenze 1901. HI 6. Apparecchio muscolare. Fajardo F. — A proposito di un'anomalia muscolare. — II Foliclinico, An. 8, Vol. ,V-C. Fasc. 3, jnig. 152. Roma 1001. Favaro G. — Note critico-bibliografiche sul muscolo sterno-cleido-inastoideo. — Monit. Zool. Ital., An. 12, N. /, pag. 16-23. Firenze 1901. Fiorani P. L. — II muscolo ileo-capsulo-femorale. Con tav. — Riv. veneta di Sc. med., Tonio 34, An. 18, Fasc. G, pag. 241-248. Venezia t'JOl. • Focacei M. — Contributo alio studio del muscolo interdigastrico di Bianclii. Con 1 tav. — Atti d. Soc. d. Natural, e Matem. di Modena, Serie 4, .In. 33, Vol. 2, pag. 260-277. Modena 1901. 7. Apparecchio cardiaco-vascolare. Milza. Betagh G. - Sulla presenza del tessuto cellulo-adiposo nello glandole linfa- ticlie. Con figure. — II Foliclinico, An. 8, Vol. 8-C, Fasc. 4, pag. 180-1!/ 1. Roma itIOl. Gardini A. L. — Note anatomo-fisiologicha sulle vene del cuore umano. — Rendic. d. Assoc, med-chir. di Parma, An. 2, N. 1. Parma 1901. Giannelli L. — Alcuni ricordi sullo sviluppo della milza nei Rettili. — Atti d. R. Accad. d. Fisiocritici in Siena, Serie 4, Vol. 12, An. Accad. 209, pag. 443-447. Siena 1900. Sala L. — Sullo sviluppo dei cuori linf'atici e dei dotti toracici neU'embrione di polio. Con 2 tav. — Vedi M. Z., XI, 7, 213. Sertoli A. — Glandole linfatiche inguinal! aberrant!. — Giorn. d. R. Esercito, An. 48, N. 12, pag. il57-li60. Roma 1900. Sisto P. e Morandi E. - Contributo alio studio del reticolo delle linfoglan- dule. Con tav. — Atti d. R. Accad. d. Sc. di Toriyio, Vol. 36, Disp. .1, j)ag. 94-112. Torino 1901. Zimmerl U. — Ricerche anatomo-comparate sui vasi cardiaci degli animal i domestici. — Parma, tij). Operaia S. Anna, 1900, pj). 56. Con 3 tav. 8. TUBO DIGESTIVO E GHIANDOLE ANNESSE. Bossi v. — Ricerclie sui denti e sulla conoscenza dell'eta del Camelus dro- medarius della E,. Mandria di S. Rossore. — 11 Nuovo Ercolani, An. 5, N. 24, An. 6, N. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 e 8. Pisa 1901. {Continuaz. e fine). Cabibbe G. — Contributo alio studio istologico della cistifellea e del cole- doco. — Atti d. R. Accad. d. Fisiocritici in Siena, Serie 4, Vol. 12, An. 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Zlmmerl U. — Contributo alia conoscenza dell' ontogenesi dello storaaco dei Rurainanti (Organogenesi). Con tav. I e II. — Vedi M. Z., AT, 7, 214. 9. ApPARECCHIO POLMONAUK. Bp.ANCHIE. TlMO. TlROIDE. Ceeca R. — Note anatomiche sopra i corpi tiroidei accessorii del ooUo. — Rendic. Accad. d. Soc. med. cliir. di Bologna, seduta d. 31 Gennaio 190 i, in : Boll. d. Sc med., An. 72, Serie 8, Vol I, Fasc. 4, pag. 212-214. Bologna 1901. Citelli S. — Studio suila struttura della mucosa laringea nell'uomo. Con ta- vole. — Arch. ital. di Laringolog., An. 21, Fasc. 1, pag. 14-47. Napoli 1901. D'Ajutolo G. — Appunti critici sulle glandole tiroidee accessorie. [Si riferisce al lavoro del Dott. R. Cecca]. ~ Rend. Accad. d. Soc. med. chir. di Bolo- gna, sedida d. 22 Febbraio 1901, in: Boll. d. Sc. med., An. 72, Serie S, Vol. 1, Fasc. 4, pag. 214-216. Bologyia 1901. Giaeomini E. — Sulla struttura delle branchie dei Petromizonti. — Rendic. d. 1"' Assemblea e d. Convegno d. Unione Zool. 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Sfameni P. - Contributo alio studio delle terminazioni nervose nei vas! san- guign! dei genital! femminil! estern!. — Monit. Zool. Ital., An. 12, N. /, pag. 5-6. Firenze 1901. 11. Tkratologia. Berghinz G. — Megacolon congenito. — La Clinica wed. ital.. An. 40, N, 1, pag. 26-31. Milano 1901. Crispino M. — Un caso di destrocardia congenita pnra. — Vedi M. Z.. XT, 10, 309. DeganeUo U. — Un caso di poroencefalia. Con fig. — Vedi M. Z., XI, 10, 306. Faconti A. — Delle anomalie dei genital! femminil!. Con figg. — La Trihuna medica, Ati. 7, N. 3, pag. 33-37. Milano 1901. Impallomeni. — Inversione totale dei visceri. — Boll. d. Soc. f.anci.nnna d. O.spedali di Roma, An. 20, Fane. 1, pag. 233. Roma J 900. Marchese B. — Un caso di utero unicorne e presentazione podalica ripe- tuta. Con fig. — Arch, di O.stetr. e Ginecol., An. 8, N. 1, pag. 10-26. Na- poli 1901. Ninni E. — Sopra lo scheletro di un uccello mostruoso. Con fig. — Vedi M. Z., XI, 10, 308. Parodi F. — Un caso d! rene unico con anomalie genital!. Con fig. — Vedi M. Z., XI, 6, 182. Parodi F. — Un nuovo caso di rene nnico con anomalie genital!. — Boll. d. R. Accad. med. di Genova, An. 15, N. 3, pag. 36-37. Genova 1900. Rondino A. — Una rara anomalia di un embrione [umano] ne! primissimi stadi! di sviluppo. Con 1 tav. e 2 fig. — Vedi M. Z., XI, 7, 212. III. PARTE ZOOLOGICA. 1. Parte generale. Ghigi A. — Criter! e material! per la fauna Emiliana ed in particolar modo del Bolognese. — Boll. d. Naturalista, An. 21, N. 2, pag. 17-20 e X'. 3. pag. 26-28. Siena 1901. Issel il. — Primo saggio della fauna termale italiana (Riassunto). — Rendic. d. F Assemblea e d. Convegno d. Unione Zool. Ital. in Bologna (24-27 Set- — 116 — tembre 1900), in: Monit. Zool. Ital., An. il, siippl., pag. 11-12. Firenze, Di- cembre 1900. Issel R. — Saggio sulla fauna termale italiana. Nota 1\ — Atti d. li. Accnd. d. Sc. di Torino, Vol. ,16, Disp. 1, pag. .53-71. Torino 1901. Issel R. — Saggio sulla fauna termale italiana. Nota 2=*. — Atti d. li. Accad. d. Sc. di Torino, Vol. 36, Disp. 4, pag. 163-175. Torivo 1901. 2. Pesci. CoJnndruccio S. — SuUe trasformazioni dei Leptocefalidi in Mnrenoidi : nota rettificata. — Vedi M. Z., XI, 11, 327. Paeeiola L. — Un po' di cronologia relativa agli studii suUo sviluppo dei Murenoidi. — Boll. d. Soc. Zool. Hal., An. 9 (Serie 2, Vol. 1), Fane. o-C, pag. 247-262. Roma 1900. Faeoiola L. — II Maschio della Smarts vulgaris. — Boll. d. Katuralista, An. 19, N. 4, pag. 19. Siena 1900. Faceiola L. — Esame degli studii suUo sviluppo dei Murenoidi e I'organiz- zazione dei Leptocefali. Con 2 tav. — Atti d. Soc. d. Natural, e Mate.ni. di Modena, Serie 4, An. 33, Vol. 2, pag. 41-85. Modena 1901. 3. Anfibi. Chiarugi G. — Alcune osservazioni sulla vita sessuale della Salamandrina per.ipicillata. — liendic. d. 1" Assemblea e d. Conve.gvo d. Unione Zool. Ital. in Bologna {24-27 Settembre 1900), in: Monit. Zool. Ital., An. 11, siippl., pag. 41-43. Firenze, Dicembre 1900. 4. Rettili. Depoli G. — Importanza lei Retttili per la caratteristica della fauna fiu- mana. — Rio. ital. di Sc. Nat., An. 21, N. 1, jjag. 17-19. Siena 1901. 5. UCCELLI. Angelini G. — Nidificazione del f'alco grillaio {Cerchneis naumanni Fleisch) nel Romano. — lloll. d. Soc. Zool ital., An. 9 {Serie 2, Vol. 1), Fasc. 5-6, pag. 265-266. Roma 1900. Angelini G. — Rarita ornitiche catturate presso Roma {Porphyrio caerulens. Vandelli ; Fuligula marila Linn. ; Anas boschas Linn.). — Boll. d. Soc. Zool. ital., An. 9 {Serie 2, Vol. 1), Fasc. 5-6, pag. 245-246. Roma 1900. Faleonieri di Carpegna G. — Nota sopra un esemplare di cicogna di Abdi)n (C Abdi7nii Licht. - Abdimia Abdimi Sharpe) inviato in dono da S. E. Fer- dinando Martini ed ucciso nella nostra colonia eritrea nel 1899 (Paese dei Bogos). — Boll. d. Soc. Zool. ital., An. 9 {Serie 2, Vol. 1), Fasc. 5-6, pag. 267-268. Roma 1900. Ghigi A. — Di un ibrido fra Numida e Pavone. — Rendic. d. 1" A.'isemblea e d. Convegno d. Unione Zool. Ital. in Bologna (24-27 settembre 1900), in : Monit. Zool. Ital., An. 11, suppl., pag. 16-17. Firenze, Dicembre 1900. Ghigi A. — Osservazioni sopra alcuni uccelli palustri {Ardea purpurea, Fii- lica atra, Fodiceps cristatus) e sul Cuculus canorus. — Rendic. d. 1" As- semblea e d. Convegno d. Unione Zool. Ital. in Bologna {24-27 settembre 1900), in: Monit. Zool. ital., An. 11, suppl., pag. 44-47. Firenze, Dicembre 1900. , — 117 — Martorelli G-. ~ Nota ornitologica sopra 1' Ardeula idne Hartlaub, e cenno sul dicroismo di varii Ardeidi. Con 1 tav. — Atti d. Soc. Ital. di Sc. Nat. e d. Museo Civicn di St. Nat. in Milan o, Vol. 30, Fasc. S-4,png. 349- 350. Milano 1901. Martorelli G. — Sopra un esemplare aborrante di JJendrocojnis major. — Rendic. d. I" Assemhlea e d. Convegno d. Unione Zool. Hal. in Bologna {24- 27 Scttembre 1900), in: Monit. Zool. ital.. An. II, fiuppl., j}«y- 43. Firenze, Dicembre 1900. Ninni E. — Note ornitologiche pei- la provincia di Venezia {Grallae et Palmi- pp.des). — Aftl d. Soc. ital. di Sc. Nat. e d. Mnseo civ. di St. nat. in Milano, An. 39, Fasc. 2, pag. J5:i-170. Milano 1900. Salvador! T. — Viaggio del Dott. A. Borelli nel Matto Grosso e nel Paraguay. V. Uccelli. — Boll. d. Musei di Zool. pxI Anat. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol 15 (1900), N. 378. Torino 1900, pp. 19. Salvador! T. - Contribuzioiie alTAvifauna dell'America Australe (Patagonia, Terra del Fuoco, Isola degli Stati, Isole Falkland). — Annali d. Museo civ. di St. Nat. di Genova, Serie 2, Vol. 28 {IS99-I901), pag. 009-634, Ge- nova 1901. Salvador! T. — Collezioni ornitologiche fatte nelle isole del Capo Verde da Leonardo Fea. — Annali d. Museo civ. di St. Nat. di Genova, Serie 2, Vol. 20 (1899-1901), pag. 283-312. Genova 1901. Salvador! T. — Uccelli della Guinea Portoghese raccolti da Leonardo Fea. ~ Annali d. Mn.sen civ. di St. Nat. di Genova, Se)-ie 2, Vol. 20 (1899-1901), pag. 7i9-799. Genova 1901. 6. Mammifiori. [iossi V. — Ricerche sui denti e suUa conoscenza dell'eta del Camelus dronie- darius della R. Mandria di S. Rossore. Con tav. — Vedi M. Z.., XI, 12, 350 e in questo N. a pag. 113. Carrueclo A. — Sui caratteri morfologici di un Lophopithecns femoralis Hors- field donate daS. M. il re Unniberto al Museo Zoologico del)a R. Universita di Roma. - Boll. d. Soc. Zool. Ital, An. 9 (Serie 2, Vol. 1), Fasc. 5-0, pag. 21 1-22 i . Roma 1900 ( Continua). Mezzana N. — Sulla cattura di un Hyperoodon bidens Flem. nel Mare Li- gustico, — Boll. d. Naturalista, An. 20, N. 11, pag. 121-122. Siena 1900. Noumann O. — Die Gemse der Abruzzen. Hit. 2 Abbild. — Annali d. Museo civ. di St. Nat di Genova, Serie 2, Vol. 20 (1S99- 1901), pag. 347-350. Ge- nova, 1901. Sordelli F. — I buoi muschiati del Museo di Milano. Con 1 tav. — Atti d. Soc. Ital. di Sc. Nat. e d. Museo Civico di St. Nat. in Mihmo, Vol. 39, Fasc. 3-4, pag. 357-364. Milano 1901. Thomas O. — List of the Mammals obtained by Dr. G. Franco Grille in the province of Parana, Bi-azil. — Annali d. Museo civ. di St. Nat. di Genova, Serie 2, Vol. 20 (1899-1901), pag. 546-549. Genova, 1901. Thomas O. — Description of a new Phascogale from British New Guinea, ob- tained by. Dr. L. Loria. — Annali d. Museo civ. di St. Nat. di Genova, Serie 2, Vol. 20 (1899-1901), pag. 191-192. Genova 1901. J 18 7. Antropologia ed Etnologia. Caeeiamali G. B. — Ullomo movgolus. — BnU. d. NatnraliMa, An. 20, N. IJ-10, pa;/. 9'.)- 104. Siena i'JOO. Caeeianaali G. B. — La stirpe mongolioa in China ed in Europa. — Im Vita, An. 19, N. 9. Brescia 1900. Favaro G. — Cenni antropologici dei crani di Santorio de' Santorii, Stef'ano Gallini, Baitolomeo Signoroni, Giacomo Andrea Giacomini e Carlo Conti. — Arch, di P.sich , Sc. 2ycn. e Antrnpol. crimin., Vol. 22, Fasc. S,pag.250- 253. Torino 1901. Giuflfrida-Ruggeri V. — Le origin! italiche. — Eiv. di Sc. biologichp, An. 2, N. 11-12, pag. 926-932. 1900. Giuffrida-Ruggeri V. — Ricerche morfologiche e craniometriche nella norma laterale e nella norma facciale. Con 4 fig. — Atti d. Soc. Bomana di An- tropol., Vol. 7, Fasc. 2, pag. 179-197. Roma 1900. Monteverde G. — Una vaiieta di pigmei della Melanesia. Con fig. — Atti d. Soc. Bomana di Antropol., Vol. 7, Fasc. 2, j)(tg- 133-101. Boma 1900. Sergi G. — Le forme del cranio umano nello sviluppo fetale in relazione alle forme adulte. Con fig. — Vedi M. Z., XI, 10, 308. Sergi G. — Studi di crani antichi. — Atti d. Soc. Bomana di Antropol., Vol. 7 Fasc. 2, pag. 162-174. Boma 1900. Sergi G. — Crani Esquimesi. Con fig. — Atti d Soc. Bomana di Antropol. Vol. 7, Fasc. 3, pag. 93-102. Boma 1901. Tedesehi E. JE. — Cinquanta crani di Rovigno d'l.stria. Un nuovo raetodo d seriazione delle forme craniche. — Atti d. Soc. Bomana d' Antropol., Vol.7 Fasc. 2, pag. 198-213. Boma WOO. Vrara U. G. -r- Un cranio artificialmente det'ormato di un Indiano dell'Ame rica del Sud. Con fig. — Alti d. Snc. Bomano. d' Antropol., Vol. 7, Fasc. 2 pag. 175-178. Boma 1900. Vram U. G. - Secondo contribute alTantropologia del Peru Antico (Cranio \ logia : varieta craniche con speciale riguardo all' accrescimento del te .schio). Con fig. — Atti d. Soc. Bomana d' Antropol., Vol. 7, Fasc. 3, pag 07-79. Boma 1901. COMUNICAZIONI ORIGINALI ISTITCTO ANATOMICO DI PADOVA. Prof. D. BERTELLI. Sviluppo e conformazione delle pleura negli uccelli. (Continn;izioiie i' (iiio, vodi ii. 4.) Al (Iccimo iiionio |)(» (* Naiino aiiinontando . Fino at decimo giorno la superlicie polnionale. tranne ta jjoizion*^ die corrisponde agli al)lj()zzi del dialVanima. e ricoperta da epitelio. e ricoperte da epitelio soiio per lulta la eslensioiie le pareti del celoina clie diventeranno cavita pleuriclie. Del resto, at none gioriio d' inciiba- zione le cavita pleuriche si presentano pei' la massinia parte formate, sono niancanti solo caudalmente. A tale stadio di sviluppo si' hanno (piindi net polio cavita pleuriche e si hanno pleure costituite da due tbglietti completaniente liberi, i quali seguilano Tuno nelTallro in corri- s|)ondenza deirangolo laterale delle ca\ita j)leuriche. IN'nso che i leganii tra pleura \iscerale e pleura parietale siano conseguenza delta pressione che i visceri esercitano sul torace. Per causa di questa pressione, in (pialche tratto sparisce I'epitelio e cosi gli strati solto-epiteliali si trovano addossati e si uniscono. La j)ressione dei pol- nioni sulle j)areti toraciche incoinincia presto : anche alio stato enibrio- nale deve essere foi'te, i)erche gia all'ottavo giorno d' incubazione Iralli delta parete dorsale dei polnioni sono stretianiente aj)poggiati alia |)arele loracica e gia a queslo stadio si vedono le solcature costali, pi'odotte |»er la pressione esercitata sui polmoni dall' estremo dorsale delle coste, die ventralniente sporge nella cavita celomatica. E queste solcature sono gia tanto prol'onde at dodicesimo giorno d' incubazione, che in sezioni sa- gittali si presentano chiaraniente visil)ili ad occhio nudo. Negli individui aduiti ho ti-ovato stretta adesione tra polmoni e pareti toraciche nell'anatra domestica [Anas hoscas)^ percio volli studiare in (p.iali rap|)()rti stanno i loglietti pleurici negli embrioni di questa specie. Fino al diciottesimo giorno d' incubazione si trova epitelio su tulte le superficie dei polmoni eccetto, ormai ne sappiamo la ragione, in cor- lispondenza delta su|)erlicie inferiore. Ouindi anche in questa specie, lino ad un certo stadio del periodo endjrionale, si hanno i due loglietti >- 120 - pleurici dislinti. Dopo (jiioslo sladio ineoinincia la loro fusiono e gi;i al vonliduosinio giorno, in corrispoiulenza dci due lerzi inlcriori dolla sii- perlioie dorsale dei polinoiii, si trovauo aicc sprovvislc di ej)itelio, il (juale invece si nianl'icMie (jua.si conlinuo in (•onispondenza del terzo sii- periore di (|uesla siiperlicie,. in corrispondenza del inediaslino e in eoi ri- spondenza dei eorjii delle Neriebre. j.a lusione dei loglielli j)leiirici va gradalanienle aunienlando, lanht die agli ullinii stadii della incubazione i |)()lin()ni aderiseeno foiienienle alia |)arete dorsale dei toraee ; si lianno dis|)()siziuni clie londanienlal- HKMile sono siniili a (pielle degli individni adulli. Sliidiaiuo oi'a le pleiire negli individni adnlli. Adotiero 1' online clie seguii neir es|)orre lo svilnj)])o; tratteio eioe ])rinia della pleura costale, poi dei rap|)orli lia superlicie ventrale dei polnioni e diafraniiiia, e linal- nienle della j)leui'a inediaslinica. Le su])ei'licie dorsali dei polnioni sono addossale ed unite alle |)ai-eli della cavila toracica. Higuardo aH'addossamento e solo da nolare elie |)iesentasi sirelto per lulla la eslensione del viseei-e. Merita studio accuralo il niodo di unione Ira superlicie dorsali dei polnioni e cavita toracica. Ho studiato fra i jialniijjedi I'anatra [Anus hoscas) sia la doniestica. sia la salvatica; fra i Iranipolieri il chiurlo niaggiore {Ninnenins (m/ifd- la); Ira i gallinacei il polio ed il taccliino {Gallus domeslio/s, Mrleafjris fj(illopavo); fra le coloinbe il piccione (Col/fmba (lomeslird): fra i passe- racei la i)assera {Passer Jialiae). Ho studiato anche individni di allre s])ecie, ma perclie di esse non potei avere che uno o due eseniplari, cos'i mi limitero a ricordare (piesti, (|uando nella esposizione dei lisultati delle ricerclie olVriranno argomenlo j)er convalidazioni. Trovai la unione meno eslesa tra polnioni e pareti toraciche nei gal- linacei, trovai la unione piii inlima nei palinipedi. Come tipi per la de- scrizione scelgo percio il |)ollo e Tanalra domestica. 11 congiungimento Ira pleura polnionale e pleura parietale avviene 0 per mezzo di lilamenti connettivi che lasciano tra loro larga superficie libera dei foglielli, o per mezzo di fusione sn tratti sempre moltissimo estesi. Nei polio i polnioni in corrispondenza della superlicie dorsale sono uniti alle pareti toraciche ])er mezzo di soltili lilamenti connettivi, i (piali non essendo mollo numerosi, I'esia tra loi'o grande eslensione libera delle cavita pleuriche. 1 lilamenti hanno varia s|)essezza ; siilla pai'ele toracica aderiscono in coi'rispondenza degli spazii intercoslali e delle cosle ; nei — 121 — Icizo iiileiiore dclk' sujicilicic cho ;il)l)iaino j)rcs(» ;i ('(nisidorjire soiio in iiiaggiur ([uantila, vaniio Iit'\cuneiilo diminiiciulo a iiiisura die si lisalc (lorsalinciile. Dellc priinili\e cavila picuricho rinianc iicl |)oll(> juraiulc parlc rapprescntala da liilte (|iielle arec die risiedoiio Ira i lilamcnii. Si iia negli indi\i(liii aduiti rondanientalinenle la stessa disposizione die abbiaiiio Iro- vala lU'fili enil)rioni agli ultiiiii stadii d'incubazione. Ill vicinaiiza dell'angolo lateialc delle cavita pleiiriclie il eonnelliNo solto-epiteliale die rivesle la parete toracica e inolto sjiesso e segiiila iiel eoniiellivo die Irovasi Ira dialVamma e polinoiie. La ove (pieslo e(>iinelli\(t ripiega dalla pai'eic doisale del lofaee siil diarianinia, una lamina coniicl- liNa iiiiisce ad esso il niargine lalerale del polinone; iiella siiperlicie dor- sale di (|iiesla lamina, il logiiello j)leiiric() parielale si rillelleiiel logliello \ iscerale. In Uii^li iiiicr(»seo|)iei, nei (jiiali sono conseixali i rapporii Ira poliiioiii e pareli toracidie. si \e(le elie le eaNila pleurielie soiio largamenle rap- preseiilale, di Irallo in trallo si ineoiilrano le sezioni dei lilamenli. Nel laceliino si liaiino disposizioiii simiii a (juelle del jiollo. Tra i palmipedi, neiranalra domestica Fadereiiza delle sii|ierlide (lorsali dei jiolmoni e intima, avvieiie per fiisioiie. (Hi sirali soUo-epile- liali si uiiiseono talmenle die solo e possibile di mellere in evidenza su ipiesle siiperlieie (jiialclie rarissima e inolto rislrella area di e|)ilelio, Ma anelie in (fiiesia specie, iidia (jiiale e siretia la nnione dei loglielli pieii- riei, si lro\aiio riidimenli delle primilive cavila plenridie. .Nell'anatra salvatica e unioiie aiiehe piii inlima die neHanalra do- mestica. TroNai ([iialchc area epildiale sollanio iidia jiarte piii alia delle siiperlicie dorsali. Ho studiato in sezioni microscopidie i ra|)|)orli Ira parele doisale dei polmoni e torace nell" analra domeslica. Si Irovano solo rarissimi e limitatissimi Iraiti delle primili\e ca\ila pleiiridi(>; nel reslo, Ira polmoni e pareli loracidie, esisle uno slralo di lessuto connellivo cosliliiilo dalla rusioiie dei roglietti pleurici, Le aderenze haniio s()))|)resso (|uasi lolalmeiile le cavita pleurielie. Alciini bronchi del sistenia doisale sono appojzgiali alle pareli loracidie, di\isi da (jiiesic solo jier mezzo dello slralo coiinel- li\o so|)ra descrillo. Ollre cbe neiranalra domeslica lio sludialo in sezioni isloloi;idie i ra|)|)orli tra |)areli dorsali dei polmoni e lorace. in iiii grosso esemplare di |)oiaiia liiiico n/lf/dris). Allelic in (jiieslo, uno slral<» connelliNo lissa ii \iscere al lorace. Nel cigno {Cjj(jntts olor) lo slralo coiuieltivo die unisce i polmoni al 122 lonicc {' liiiilo s|)('ss(» (lii polcrc esserc sliidialo con ^landc racilila allelic in prcpaiali inacroscopici. Ncl cigno si liossono anelic inullo hone ap- |»i(7/arc iiiacroscopicaincnic i rapporti iiilinii dci hionclii con la paiclc (loisalc (Id loracc. La inliiiia iinioiic dclla jiarcic dorsalc dci poliiioiii con la parcic lo- racica non dcvc rccarc nicraviglia, perclic iroNcrcmo la sii|icilicic inl'c- riorc di (picsli visccri, liisa |)er tiilla la cslcnsione con il diariamnia. Da (jiianlo lio sopra esposto si coinprendo die lo siralo coiindlixo . siliialo Ira parcic dorsale del jiolinonc c loiacc, dcriva dalla fusionc dci Ib^liclll sollo-cpildiali ddia |)lciira \isccialc c ddia |)lciira pariclalc. Kra i Iranipolicii ho tro\alo i:cl diiurlo niaiii^ioic die la supcrlicic dro\\cdulo |)cr mezzo dcgli cslrcmi xcrlchrali dclh; coslc die si approlondano nei polmoni solcand(tli: nd reslo dclla supcrlicic (lol•sal(^ ove non esislono lali mezzi di lissila, (pic- sla ("' ollcniila dall.i nnione sirclla dci fogliclli pleurici. Sliidiando lo sNilnppo delle pleiire ahbiamo Irovalo die la sii|>eiricic inleriore dci polmoni non c libera, i polmoni sono liisi \cnlraliiiciile con il diarramma. Anclic nciili individiii adiilli si manlieiie (picsla disposi- zi(mc ; in lalli lacendo sezioni isloloiiidic die compi-cndano diarramma e parle del \isecre. si iro\a die il conncUiNO polmonalc ed il lessnlo dia- 12)3 rr;iiiiiiiali('(» sc^iiilaiio iino lU'irallio. Xoii csish* (|iiiii(li iicnmH'iio iicgli individiii adiilli la pleura (liatVaiuinalica. La porzionc aponevrolica del dialVainina appariscc in (jiiesle se/ioiii come slris('ia sollile di tessuto lihroso. II dialVaiinua lia ({uiiidi suhilo tin cerio ^rado di difrerenziamento. Negli individiii adiilli \mu essere lacil- inenle isolalo, lua nel dislacearlo si aj)prezzano i le^aini elie lia dorsal- inenle con la siipeiiicie infei-iore dei |)olinoni. Negli eiubrioni il lessulo conneUi\o polmonale ed il lessulo dialVammatico sono confusi. Talnni alVennarono Che la siiperlicie inferiore del dialVamma e rico- perla dal periloneo, (jualcnno soslenne perlino die iaie porzione di peri- loneo dcNe essere considerala come pleura, in veco, il periloneo non con- trae rapporii con (juesla siiperlicie, la quale eriveslila dalla porzione superiore dei sacclii aerileri cervicali ed iiilermedii anleriori e |)osleriori. A Iraverso alia porzione aponevrolica del dialramma, die e mollo soltile, si vedono i bronchi di\ergenli ed una grande (juanlila di piccolc diiamazioni hronchiali. In jireparali islologici si osserva die alcune dira- mazioni dei lironchi poggiano iK^lla siiperlicie dorsale del dialramma. I.a unione tra polmoni e diariamma richiama alia menle lintimo lap- poiio die e nei diehjniani Ira polmoni e quel setto di lessulo conne!li\o die loro e unilo ventralmenle. Hougel, Milne-Ed\vards(*j, Huxley C) lianno accennalo ad omologie ira la lo[)ograria dei |)olmoiii dei cheloniani e quella degli uccelli. ma i loro argomenti, basati esdusivamente su os- ser\azioni di morlx)logia, ikmi sono sullicienli a risolvere la inleressanlis- ^ima (|ueslione. Hesta aiicora da determinare il signilicalo del sello die lro\asi in corrisj)ondenza della siiperlicie inieriore dei polmoni ; lale si- gnilicalo non puo essere slabililo die da ricerche (rembriologia. Sludiamo ora il mediaslino e la pleura mediaslinica. Neiradullo il mediaslino e coslilnito da una soltile menibrana liluosa eniro alia quale sono accolli i |)rocessi spinosi venlrali delle Ncrlebre. In direzione .sagiltale si eslende dalla linea niediana della siiperlicie an- leriore dei ('orjii delle verlei)re, alia linea mediana delia su[»erlicie dor- sale del dialVamma. II margine \enlrale del mediaslino e inspessilo sollo forma di sollile cordone, che e piii svilnppalo neila mela anleriore. (ili uccelli non posseggono una caNila mediaslinica, lianno una sem- plice lamina mediaslinica. Negli in(li\i(lui nei ipiali la unione dei pulmoni aNNiene per mezzodi (') -Mi 1 uo-KiI \v;i rds 11. — Ia'coiik siir l;i I'liysmlDuio ol 1' A iiiiLoiiiio couiparn'. I'liiiin ili'ii\irHic'. - I'(iriti,JlD('CCLVJl, (-■) ll'ixlry Th. — M:iiui;U.' il.-ll'AiM,loiniH a\er I'atto nn taglio parallelo al mediastiiKt. in piossimila di (luesli). ^i solle\a delicalameiile il polinone. appariscono i lilainenli coii- iietti\i die Irovansi in corrisjiondeiiza del mediaslino e in c(>rris[)ondeiiza dei corpi delle vertebre. Ancbc in jiezzi fresdii si possono osservare Inlle ((iiesle parlicola- rila ma |)iii dillicilmente. Pure negli embrioni, verso la line della incubazione, si meltono in e\idenza i lilamenti con (|uesti inetodi. Lo siralo cenneltiNo die risiilta (lalla lusione dei i'oglielti pleiiiici si sliidia bene in sezioni islologidie di pezzi inclusi in cdloidina. ma si piio allelic bene apprezzare in preparati macroscopici lalti con i mdddi die III) seguilo per stndiare la disposizione dei lilamenti. Lo sirato cementante Ira Niscere e i»arele toracica raggiunge graiide spessezza iiei grossi palmipedi, i (juali ollVono percio oltimo maleriale. il. z. *» i'26 (iONGLLSIOM. Nc^iii iiccelli la cinilii loracica c liliiilala dorsal itkmi I c c lalcral- iiuMilc (lai corpi clellc vciicbrc. dalle coslo, daij;li or^ani die occiipaiio i;li spazii Jiilcrc-ostali ; venlraliiienlo e cliiusa dal dialVaiiuna. 11 incdiaslino la su(l(li\ide in due cavila, eniro alle (jiiali sono accolli i polinoiii. Prima del deciiiio giorno d' inciibazione si lianno nel polio ca\ila ploiiriche con pareti com|)lolamGnte libero ; la pleura viscerale segiiila nella pleura parietalc in corrispondenza delFangolo esterno dellc cavila jtlenriche. Fiiio al deeinio giorno d" incubazione la swiierlicie j)olni()nale, Iranne la porzione clie corrisponde agli abhozzi del dialVaniina, e rico- jXMia da C|)ilelio, e rivestile da epilelio sono per Intla la estensione le [)areli del celonia che diventeranno cavila plenriclie. NelTanalia doniestica lino a Uitto il dicioltesimo giorno d' incuba- zione la |)leura viscerale e la pleura parlelale non presenlano Ira loro adesioni. Gli uccelli adulti |)osseggono cavita pleiiridie e pleiire rudinienlaiie. Le sui)erlicie dorsali dei polinoni sono sirellanienle addossale ed unile alle pareli della cavila toracica. L' addossamento incomincia nel polio al seilimo giorno d' incuba- zione, al (|uattordicesimo le pareti laterali e dorsali dei polnioni s(»no per lulla la estensione appoggiale alle corrispondenii superlicie delle ca\ila i)leuriclie. Le solcalurc costali inconiiuciano a niaiiii'eslarsi alT ol- tavo giorno d' incubazione. II congiungimento tra pleura ])olmonalo e |)leura parielale awiene o per mezzo di lilamenii connellivi die lasciano Ira loro larga su|)erlicie libera dei Ibglietli o per mezzo di fusione su tralti sempre niollissimo cslesi. llo Irovalo la unione Ira pleura polmonale e ])leura parielale lalla |)er mezzo di lilamenii connetli\i nei gallinacei (idllns domeslin/s. J/clca- (jris (/allojHiro ; ho verificalo il congiungimento per mezzo di fusione dei loglielli pleurici nei |)almipedi {('ijfinus olo)\ Anas boscas); nei tram- polieri {Nifmcnim arf/uala); nolle Colombo {('olvmha domrslira): nei |)assei"acei {Passer Jialiar): nei rapaci [Bi/Ico rul(/aris\ Al decimo giorno (F incubazione si inizia nd polio Fadercjiza dei loglielli pleurici per nuvzo di pochi e sottili lilamenii connetlivi, i (|uali sanno liexementc aumenlando di grossezza a misui-a che ))rocede lo svi- luppo e \anno aumenlando di numero. lanto che alia line della incubazione 127 soiio inolli in coii-isijoiuleiiza della sii|)L'rficic dorsale. Alia line della in- ciiljazione, eccettuati i pmiti nci (|i!ali si iinpianlano i lilaincMili cohikM- liNi od ccfclliiata la porzioiic (k'i poliuoni clie o fusa con il diariannna, liillo il rt'slo della superficie polmonale e Ic i)areli coi'ris|)ondenli dcllo caNila pleuriclio, sono rivestiti da e|)il('lio. Xeiranali'a domestica dopo il dieiotlesiiuo giorno d" incuhazionc in- c'oniincia Taderenza dei foglit'tti pienrici, la (jualc \a giadatanienii' eslendendosi. lanlo clie agli nllimi sladii della incubazione i j)()lni(»ni sono i^ia rorlenuMite lissali in coiTisjiondenza della |)aiele dorsale ; giii si e coslituilo Ira viscere e loraee lo siralo cenientanle elie IroNasi niollo sviluppalo negli individui adulti. Nei gallinacei adulti si lianno le slessedisposizioni rondainenlali clie esistono nei polio agli ultinii sladii della incubazione. L'aderenza dei lu- glielli pleurici si fa |)ei' mezzo di sollili filanjcnli coiinetlivi i (piali, non essendo mollo nunicrosi, lasciano Ira loro giande eslensione lihei'a delie cavita |)leuriclic. Negli indi\idni nei (|uali il congiunginienlo dei Ibglielli pleui'ici si fa per lusione, i polnioni e le pareli loraciclie sono unili pei- mezzo di uno strato di tessuto connettivo die lisulta dalla adcrenza della j)leura polmonale con la pleura parietale. Ouando esisle questo modo di unione, lo strato di tessuto eonnetli\o abolisce per la massima parte le casita pleui'iclie. L'epilelio e quasi lotalmenie scoinparso ; la lusione pi-esenta piccole, larissime intenuzioni, nelle (piali, mantenendosi distihii i lo- glielti, si trova rivestimento epiteliale. Tra 1' cstremo superiore delle costc ed i i)rocessi Irasvei'si delle vertebre c tesa una membranella laigamente riveslita da epitelio nelle specie nelle quali la unione Ira polmoni e j)ai'e!e l(»iacica si la per mezzo di lilamenli. Nelle specie neile quali e lusione tra i i'oglielti pleurici. I»iesenta solo (jualche traccia (Y epitelio. In basso i j)olmoni sono lusi piima cogli abbozzi del diaiVaiiun.K poi col dialranima e cosi non possono a\ere, ventralmenle, sierosa. Manca negli uccelli la i)leura diaframmatica. La superlicie inleriore del dialVamma non e riveslita da peritoneoo da pleura, ma sibbene dalle porzioni superiori dei sacclii cersicali e dt'i sacchi intermedii anteriori e posteriori. 11 mediaslino i)rimiti\amente e una lamina cunnetliNa entro alia (juale sono accoiti I'aorla e I'esofago, entro alia quale |)oi si spingono i processi spinosi ventrali delle vertebre. In stadii nu)lto giovani e assai esteso in direzione sagittale, ma in stadii vicini al lermine della incul)a- zione e niollo ridotto ; in basso si dislende tras^ersaimente per prendere — 128 — i |)arlo alia costiliizioiic 'Id (lialVamma, cnsi rondonsi sii|km liciali lesolaf^^o c I'aorla ciic orano incliisi nel mcscnlerio dorsalc. Dei le^aiiKMili poimonali-cpatici anclic il Irallo clic iini\a il polnumc al incdiaslino (•(»nlril)iiise(^ a cosliliiirc il diarianiina c cosi si (•(»m|)i('nd(' poi'clio ne^li cinbi'ioiii af;li idlimi sladii dclla iiu'uhazionc c nc^li iiidivi- diii adidti vcnne a mancare (juesta iinionc tra |)o]moni e mediaslino. Negli aduiti 11 mediaslino e cosUtiiilo da una sotlile nicndjiana librosa enlro alia quale sono accolli i |)rocessi spiuosi venliali. In di- rezione sagillale si estende dalla linea niediana della superlicie anicrioic (lei eorpi delle verlebre. alia linea niediana della superlicie dorsale del diarraninia. Negli individui nei (|uali !a unione dei loglielti jdeuriei awiene per mezzo di filanienti, questi, in corrispondenza del mediaslino sonct radi e delicalissimi; (juando il congiungiinenio si la per fusione. lo slralo eon- nettivo cementanle e sotlilissimo. II mediaslino piTsenla esleso rivestimenlo epileliale negli individui nei (|uali la unione tra polmoni e pareti loi'aeielie e lassa: |)resenta solo (|ualclie rarissima e mollo rislrella area epiteliale se esisle tiisione dei fogiietti pleurici. Tra pleura polmonale e pleura |)arietale. j)er <|uanto si rilerisre al modo di unione ed alF ej)itelio. si lianno di eontro ai eorpi delle \erle- bre disposizioni siniili a ({uclle del mediaslino. Verso r estremo anteriore delle cavita pleurielie conlribuiseono a di\idere un polnione dalFallro i nuiseoli lunglii anteriori del eollo. Negli indi\idui adulli, a causa della unione die si slabilisce Ira |)ol- moni e pareli della cavita toracica, le priniilixe cavita pleurielie e le primitive pleure vengono ad essere jjntrondamenle modilicale ; le ade- renze tra pleura polmonale e pleura parielale conducono alia abolizione pill 0 ineno estesa delle cavita pleurielie. l/aoria e Tesolago presenlano con il inediastino e con il diarramma rap|to!li inliini i (juali sono elVelto della siretta atlinenza clie lianno oii- l(tgenelicamenle (|uesli organi, prima con il mesenterio dorsale, jioi con il inediastino. 129 — ISTITOTO 1)1 ISTOI.OOIA K I'lSI OT.OC I A l)i:i,l,A It. SCLOLA SUPEKIORK 1)1 .Mi:i> (,'INA Vi: I KKINAKI A 1)1 Nrt.l'i)I,l. (PH(»1'' (i. 1» A T. A D I N (>). I vasi aberrant! del fegato del Solipedi. PulMA NoiA. KlCBHCHK MACUOSfOPlCIIK. KR ISTO^OQICHE i>Ei, Pkof. lion HAHPI K i>Kt, i,AouKANi.o SAVERIO (^^AETANO TORNELLO. (Con Tavola IV='). llicevnta 1' S aprilo ISlOl. fi viotata la riprodnzioiie. I vasi abcrranli del fegato {vasa nhorranlin hepatis) sono vei-osinii!- incnlc rainilica/inni dci condotii l)iliari; Hanno iin calibro divorso c si Irovano I'liori del IVgato nello spossorc doi legaiucnti di (|iiosl' organo, Scopeiii da For rein vonnero descritli piii tardi (hi Kieinaii cd K. H. Weber e I'urono, come vedremo in apj)resso, diversamenle inlerpretati. Mess! in evidenza e stndiati estesamente nei legamenti del legato deiruomo, vennero trascurali o lnconi|)letaniente descritti negli aniinali, e IVa i ni(»]ti an tori elie ab])iaino consultati il solo Sa|)pey dice die lia potnlo osservarli presso qnalcbe nianiniifero e particolarmente nei bue e nei cavallo. In due escmpi del caxalio essi occupavano il bordoepatieo del leganiento laterale sinistro e si anasloniizzavano per la loro eslreniila terminale lorniando una serie regolarissinia di arcate. Rilerisce I'autore die non lia potuto scopi-irne alcuno su di un gran numero di fegati di coniglio, di niaiali, di cani. eec. Lo scopo (telle nostre ricerche si e quelle di stabilire I'esistenza o lueno di tali vasi nei niammiferi, specialniente doniestici. Molto niate- riale d gia raccolto ed i' nostra eura sludiarlo niacr()sco|)icaniente ed istologicamente. Per ora ci liniitianio a descrivere i vasi aberranti del fe- gato (lei solipedi riservandoci in altra coiiuinicazione di portare un eon- tributo per quanto riguarda gli altri animali. Nei cavallo, nell'asino e nei undo i vasi aberranti si veggono be- nissiino anche ad occhio undo ai margini del fegato e propriamente net |)unto in eui s' inseriseono i legamenti, da dove partono divisioni se- condarie formando una specie di arborizzazione die si estende piii o meno nello sp(\ssore del Kjganienlo corrispondente. — 130 — Ondo ineltorli niei;!io in evidonza in inodo da poter distinguorc la l()n» provonienza od il loi'o mndo di compoi'larsi, ci siaino vaisi del mc- lod(» doilc iniezioni a IVoddo pralicale allravcrso il dollo colodoco. La piinia riccrca vcnno latia inedianlc la iniozionc del bleu di Prussia sciollo nelTacqua. OuanluiKjue T inlezione ci avesso dalo risullati soddisfaccnti, pur iiondinieno ahbiamo suhilo al)I)and(»nalo (jueslo inclodo |)()iclie non oUe- iK'iiiiHo una eomplela iniezione. Forse granuli di hlcu di Prussia non • ('()ni|)letaniente diseiolli oeeludevano ii lume dci piii |>i('C(»li dotlolini jjiliari. in allora j)ensanimo di soslituirc a (pieslo li(juido coloianle il hleu d'anilina in una soluzione idroalcoolica, ben sapendo come i coloi'i di anilina si sriolgono coniplelaiiiente nell'alcool. Kd a (jueslo licpiido, die ci lia rornit(> ollinie iniezioni. I'icori'erenio anciie per lulte le lulure i"i- eerclie. Perelie 1' iniezione riesca e necessario pero die ii legato non sia nienoinamente iaceralo in quaiche sua jiarte e die non abbia lesioni l»alologieiie (dislonii, calcoli, cisli da echinoeocco, luniori, ascessi, eec). Difatli in uii legato di niulo die presenlava un ascesso il liquido, si raccolse iiel cavo di esso e (juando spingeiniiio lo stantullo delta siringa per determinare una maggiore pressione onde ottenerc ii passaggio del liquido nelle parti coliateraii si ruppe la capsuia di (ilisson in corrispon- denza dell' ascesso e nulla potemnio osservare. Per ottenere una completa iniezione cbe perni(ilta di lasciar vedere nel ioro decorso e nelle loro diraniazioni i vasi aberianii e necessario: 1, che I'organo sia perlettamente sano ; 2. die sia asj)ortato dalla caNila addoininale con tullo il dia- tVaniina in niodo die i legainenti non siano piinto inlaccati dallo stru- luento tagliente ; ^. che si tengano uniti pure i reni, alnieno il destro; L che sia conscrvata una porzione del pancreas, rpidia cioe at- Iraverso cui passa la vena porta ; "). che sia [lure conservato il jiriino ti'atto (Tintestino tenue jier poter fare I' iniezione attraverso il dolto cob'doco ; 0. che la vena_])orta sia mantenuta intatta dal pancreas |)er tullo il suo decorso lungo la suiierficie del legato ; 7. finalineutc die si adopcrino legati di animali niolto vecdii nei quali i vasi aberrant! sono inegiio evident! che nei giovani. Senza s|)ecil!care i risullati ottenuti sui molli individui die luioiio oggetto d(dle noslre r!cer(;lie, individui iiKtIlo iiuinerosi pei'die abbiaino - 131. — iililizzato moHi le^ali degli aiiiiuali cho serviroiio per Ic esorcilazioni aiialoniiclic, tliremo die I'asino e IVa i solipedi I'aiiimale clic possiedo i \asi abcnaiiti piii grossi o piii niinicrosi e clie il legamenlo del loix) si- nislio (' (|U('llo t'lie ne jtossiodu iin nuiuero maggiore. In im asino il leganKMilit del lolxt sinislro presenlava in corrispon- d(Miza della sua insorzione e per una estensione di 8 a 10 centimelri (|iiadrali sostanza epatica atrolizzala, nello spessore della quale decorre- vano grossi lubi ai latl del quali nieltevano capo degli allri in niodo da roiinare una \eia arborizzazione. La maggior jjarle si prolungavano nello spessore del leganiento per un ti'agitto di (I cm., nienlre alcuni ar- ri\ano lino airinsei'zionc del legamenlo sul centre IVenico del dialraninia. 11 lobo niediano dell' istesso legalo jH-esenlava una conforniazione degna di nola. (^onie si sa tale lobo nei solipedi e diviso in |)iu lin- giielte median le incavature secondarie. La linguetta sulla quale |)assa la vena cava posteriore presentava un' atrofia mollo accenluaia, e nello spessore della sostanza epatica alrofizzata deconcxano numerosi vasi aberranii intrecciantisi tVa di lore e che vimasero lutti bene iniellali dal liquido coloranle. I \asi piii grossi si ))ortaxano luori la sostanza epatica atrolizzata e due di essi si disponevano lungo il b^gamenlo lalci- fonne, menli'e altri s' insinua\ano nello spessore del cenli'o IVenico del dialVamma (lig. I). Da lutti questi vasi si slaccavano altri vasi piii piccoli, a dec()rs(t regolarmente tortuoso, piesentanti alia loro estremilii libera un lieve ri- gonliamento a forma di boltoncino. In un altro asino i vasi aberranii del leganiento sinistro ap])ena iniel- lali si mostrarono di un aspelto stu|)endo tanto clie, essiccato il prepa- ralo e |)osto su di un cristallo, lo abbianio conservalo nel xMiiseo di Ana- tomia di (|U(^sla Scuola (tig. 2). La ligura che riportiamo riproduce' fedelmenie la disposizione di questi vasi, i quali si mostrano sul margine della sostanza epatica del lobo sinislro formando tronclii piuUoslo grossi da cui emanan(> rami se- condai'i die, iniellali come sono, risallano benissimo sollo la capsula di (ilisson. I Ironchi si spingono poi nello spessore del legamenlo for- mando vere diramazioni arboree. Alia loro estremila terminale le tenui suddivisioni si arrestano a contalto di un leggero is])essimento, specie di cordone, e formano a|)parenlemente una delicalissima rele, rete |»ero die lion e formata da anaslomosi ma semplicemente da un inlreccio di vasi. Peru alia periferia di questi intrecci si notano alcune comunica- zioni anaslomoticlie die formano s|)ecie di arcate. (jo abbiamo mcsso in evidenza esaminando con lenli a forti ingrandimenti la tenue rele — 132 — siiddescrittJi. Dii (|ii('sl(» prcitariiln c da altri, ccrlo mono belli ma inollo csplicalivi, ci siaiiio lonnali il coijcclto die dal piinlo in cui si slact-aiKi i \asi abcrranli siiio alia loio Icriiiinazione non osisla il Ncro logaincnln opalico sibheno il fogiiello liliroso clio i-ivcsto la faccia anteriore o la laccia postoriorc dol legato, loglielti rivoslili siilla loro faccia cslcnui dal poritoiico. Oiiosti due fogliotti si addossaiio riiiKi aH'alln) in scguilo alia sconiparsa del [taroncliiina ejiatico rinianendovi inchisi sollanio i dolli biliari. II vcro Icganicnto del legato, costitiiito per inter(t della ri- piegatiira del peritoneo, inconiincierebbe. secondo noi, da (piel leniie ispessinienlo o cordone die abbianio pid indietro ricordato. I \asi aberranli li abbianio rinvennli pure nella toiiaca avventizia della vena porta (fig. 3). Non sono niinierosi, lianno nn corlo Iragitto e la iiiedesiina disposizione raniescente come iielle altre parli. Diaino la ligura di qualdie \aso trovato nell' avventizia della vena porta di un asiiio ill vicinanza at pun to in cui questo vaso penetra nel legato. Mediante il processo di iniezione adottato e servendoci di I'egati sani estratti dalla cavitii deH'addoinc colle regole die abbiamo |)reniesse, abbianio potato dimostrare die iiei solijiedi i vasi aberranti del legato sono abbondanti e molto manifesti. 1 leganienti nei quali si riscontrano, per ordine d' importanza, sono : il legamento del lobo sinisiro, il lega- iiienlo lalciforme, il legamento del lobo deslro ed il legamento epato- renale. Si trovano pure, pero piii nell'asino che nel cavallo, nell' avven- tizia della vena porta e nel centro I'renico del (liaframnia. Messi cosi in evidenza i vasi aberranti dei solipedi e stabilita la loro lo|)ograria, passammo alio studio della loro costituzione microscopica pia- licandone colorazioni ed eseguendo numerose sezioni al microtomo. Rireriamo brevemente il processo adottato. Tagliati jiezzettini di legamento in corrispondenza dei vasi aber- ranti 0 della sostaiiza epatica atrofizzata, li ponemmo per 24 a 48 ore in una soluzione acquosa di formalina al 6 per 100. Tolti dalla formalina liirono posti |)er 24 ore nell'alcool ordinario e (|uindi passali in colora- zione. 1 colori di cui ci ser\imino I'urono Tematossilina e lo scarlatlo. secondo le indicazioni del prof. Faladino, nella proporzione di due parti di ematossilina (mI una di scarlatlo Biebricli. I*erche assumessero bene la dojipia colorazione, trallandosi di jiarti fibrose, li lasciamnio immersi nel miscuglio di tali liquidi per 24 ore ed alcuni aiiclie per 'M\ ore. I.e\ali dalla c(dorazione li passammo in una soluzioiu^ di al- lume, (|uindi ndrac(jua dislillata, poscia nella serie degli alcool segueiido inline scrupolosamente la lecnica per disidratarli. induderli in |)arariina, tagliarii, diiarilicarli e conservarii in balsamo. Dei pezzi cosi prejiarali 133 |)i;ili('iimni() parccchie centinaia di sczioni, cosiccho ora ci Irovianio in |)()ss('ss() (li sczioni longitiidinali c IrasNorsali di ^asi alxTranli sia ncllo spcssorc (lei logaiiuMiti sia nclla soslanza e|)ali('a atrolizzala cd aiiclic in (*()iris|K)n(lenza dci niariiini dci lobi d(3l rciiato. nonclK' di sczioni Ira- sversali c longiludinali di \asi ahcrranli risconliali ncl ccnlro livnico del dialVamina, I vasi aherranli sollo il campo del microscopio si presentano di di- monsioni vaiial)ili. In scziono liasNcrsa si ossorvano vasi a sczionc ncl- tamcnlc cilindrica, allri a sczione ovale od allii inline a sezione niollo iiTei^oIare. Onesrulliina disposizionc si eonslala nei vasi |)riiK'ipali, di nn calihro lilevanle, meniro le due prime nei medi e nei piccoli. I \asi ai)en-anti piii numerosi e di dimensioni piii grandi sono si- Inaii nello spessorc del leganienlo, nienire niollo nieno niinierosi e piii |»i('eoli sono tpielli clie deeorrono alia superlieie del leganienlo. (lonsiderali nei loro assieme. siiMio grandi o piccoli, i \asi aberianli sono I'onnati internamente da un unico strato di cellule cillndriclie ad- dossate Tuna air altra, con un niicleo niollo sviluppalo poslo verso il jiolo rivolto alia lonaca fibrosa. 11 loro prolo|)lasina e leggerinenle granuloso ed in coi-rispondenza del lunie del \aso sono ricoperte tia un acceimo (11 cercine o (^o|)ercliietto. Ouesto stralo epileliale si adagia sopra una meinbrana librosa, la (piale in certi vasi c bene dislinta e direnio (piasi separala dal connellivo circoslante, in certi allri non ajipare dislinia e si conl'onde col lessuto fibrose clie compone il leganienlo, nei ipiale. come nella fibrosa, rinvengonsi nnmerose cellule, die in laluni punii Ibr- mano un vero strato di cellule piatte, poligonali, riunite ai loro niargini. \i ("' clii animette Sclienk Ira Fepitelio e la librosa una mein- brana omogenea. A noi non veiine dalo nei vasi aberranti del legalo dei s(dipedi mettere in evidenza tale meinbrana. Bene spesso la librosa ('• addossata inliinamente aH'epitelio inenire taloia ne I' se|)arala da iino spazio viioto, ehe non deve certamente essere sein|)i'e nn ellello delta pre- jiarazione. Circa la disposizionc di (|ueste parti si notano alcune dillerenze IVa il ca\allo e Tasino, dillerenze clie v bene notare prendendo ad esanii- nare i vasi aberranti in ('O'ris|)ondenza dei niargini del legato e nello spessorc dei legamenti. C(imlh). Nei punto in cui i vasi aberranti luoriescono dai niargini del legato per decorrere nei legamenti sono provvisti di una lonaca librosa assai sviluppata contenenle cellule connelti\ali, ed airintorno di quesia un connellivo librillare mollo lass(» a libre ondiilate die sendjrano adagiale su di uno sirato unico di cellule poligonali, riunite assieme e -^ 13i — possedonii im iiiicico inolto graiide. (a nciiih' dalo riscoiilrarc ncllo spcs- sore (lol Ic^aiiHMito, vicino alia sua inser/ioiie ai inargiiii del fegato, \evo isolc (^paticlic aliolizzato (fi^. 4) nclle (jiiali si scorgono cjiiai-amente la rote gliiaiidolaie e la lolo capillare Ira loro iiilercalale. J.e cellule ej)ali- eliedi (|iiesle isole si presenlauo foilenienle granulose, con iin bel micleo, iin po' distaccatc le line dalle allre. (lis|)()sle a cordoni raniilicali e fra loro inlreccianlisi lasciando spazi \uoli ()ccu))ati dai capillari. Oiiando il vaso aberranle lia abbandonala coni|)leUnnente la so.stanza epalica Fepi- lelio si rende giadatanienle |»iii basso sine da divenire cubico all'eslre- iiiila del vaso, la fibrosa ognor piii si ridnce e si pno dire die si con- I'onda col tessiito libroso del leganienlo, lessiilo sniagliato aH'inloriio deirepilelio. a lasci addensati invece, a decorso ondulato airinCuori di (piesto slralo. Nelle sezioni longiUidinali di vasi abeiianli grossi si nolano giiian- dolo tubular! piti o nieno dilatate ad ampolla rivestitc internamenle da un epitelio die ha gli stessi caratleri di quello del vaso in eui sboccano |)iii 0 meno ampianienh^ OUre a cio si osservano gli sbocclii di vasi se- condari die si aprono nel Inine del vaso ]>rinci|)ale ad angolo |)iii o nieno aciilo. Le dilalazioni gliiandolari non ci In |)ossil)ile niellerle in evidenza nei vasi aberranii piii |)iccoli, Asino. in (juesto aniniale i \asi aberranii ollre essero |)iii luiinerosi e pill sviliip|)ali die nel cavallo ollrono (pialdie diirerenza islologica messi a rallVonlo con (pielli di (piesl'ullinio ailiniab^ Dil'alti vicino al parencliinia epalico, fra le cellide epaliclie roileniente granulose, si osser- vano vasi aberranii la cui fibrosa e enorinenionle sviluppata. Anzi si piio dire che airintorno vi sia iino spesso slralo di lessulo connellivo libril- lare e non bisogna escludere la presenza di (pialche Hbro-cellula inusco- lare (fig. 5). In questo strato connellivale ollre il vaso aberranle od i vasi aberranii, di diniensioni diverse, si osservano anche vasi sanguigni. La fibrosa si I'iduce man mano che il vaso decorre nello sjiessore del le- gauKuilo, ma e pero sempre evidenle meglio die nel cavallo. Osservanimo pure che la librosa si rende ancora lien evidente verso la termina- zione del vaso ed i suoi lasci si dispongono ad audio atlorno al siio epitelio. •Nel leganienb* ralciforme i vasi aberranii sono assai nunierosi e di calibro nolevole, circondali da un grosso stralo di lessulo libroso, nel quale si lro\ano vasi di calibro pin piccolo. Oueslo stralo, coslituito di lasci a fibre mollo ondulale, si conl'oiide col lessulo libroso, ricco di cel- lule, del legamenlo. — 135 ^ Nei Yiisi aberraiili del dialVanima. i'fjiiali Iiaiiiio pure diiiiLMisioiii assai variahili, si Iroxa die il liinie del \as() nel siio jtereorso ollVe dila- lazioni e reslriii'iiinenli inolto irreiiolai'i. Nclla se/ioue lon^iliidinale di nil iirosso vaso, elie ei serNc di j^uida per qiiesia desciizioiie, si conslala 11 solito eijilelio eiicondalo aireslernu da un tessulo coniiellivo piiilloslo lasso, rieeo in el(Mnenti eellnlari e fra (jnesto allri |)iec<»li vasi, elie si veggono in sezione Irasversa. Ai lali delle pareli del vaso e lappezzali dall'islesso epilelio numerosi inlbssanienti o cripte conuinieanii piti o nieno ainpiaiiieiih^ col lunie del \as<), di forma e dnnensioni variabilissinie. Sono qnesic le i^liiandole a cni ahhianio aceennalo |!iii indieiro {Wu:. (I). Nell'asino al pari ehe nel ea\allo lali roiniazi(*ni ghiandolari sono ahbondanti nei gmssi vasi, scarsissime nei medi e niancanli nei pieeoli. La soslanza pi'opria del centro IVenieo del diafraninia, forniata di lessnlo coniiellivo coinpallo disposto a I'asci serrati IVa loro e niollo ondnlali. circonda piii o nieno completaiiienlo i vasi aberranli. Onale e il signillcato del vasi aberranli? Le o])inioni di coloro die si sono occiipali deirargonienio non sono alVallo concordi. Per nndli i cosidd(»lli vasi aberranli allro non sono die veri canali biliari niessi a undo edivennli snperliciali in segnito aH'atrofia della soslanza gliiando- lare, (hnnla verosiinilmente alia |)ressione esercilala sni legalo da parii del corpo ad esso liniilrofe. Dil'alli Toldl e Ziickerkand I liaiino pro- valo die il lobo sinisl/'o del legalo, il (|uale nel corso della \ila si assoU liglia, iiiollo Irequenlemente jierde il suo pareiidiiina |»er nn cerlo Iralbt del suo niargine lalerale, da cui ne conseglie die le |)aili corrispondenii della capsula, le (piali appartengono alia superlicie superiore ed inleriore (Id legato si soviappongono e non coniprendono fra loro die una niiniina jiarle dl legainenlo con avanzi di parenchinia. Quesla dis|)osizione spe- ciale die Toldl e Zuckerkandl lianno denoniinalo A//V//?y/^» Anfmif/ (appendice nieinbranosa; del lobo sinisiro del legale, possiede dolli biliari |»iii 0 meiio raniiticali e fra (juesli lalnni lianno il ragguardevole dianie- Iro di cenliinetri 0,5 ad 1. Le osservazioni noslre, specialnienle nei fegali di asino, convalidano pienanienle le asserzioni dei due cilali anlori, poidie in corrispondenza del niargine del lobo sinisiro era e\idenlissiina uiralrolia del pareii- diinia ejiatico e fra questo decorre\ano gross! e piccoli liibi laiiiilicali. I vasi aberranli dei solipedi sono niollo grandi e cio e forse dovulo al falto che in ((uesli aniniali rajipareechio escrelore del fegalo e niollo s\ilu|)|)ato niancanli come sono di vescicola biliare. La presenza di vasi aberranli nel centre frenico d(d diafrainma crediamo non sia slala linora nolala da alcuno. Hi|)orliaino una liguii! — 13G — (lig. I) lolla (lal Ncro, scmlii'andoci die laic disposizionc ollVa iin iioii licvc iiiloivssc. IJruckc paria osso piiro dei \asi ahcrranli del I'pgalo od osscrxa (•lie si (' slali iiidecisi sc ascriverli alio ghiandole mucipari ehc nol le- galo si)occan() iiei t-anali biliari o sc si de\ono ascrivcrc ai voii dolli biliai'i. Dice die non lia fatlo alcun esperiniento sii (juesti \asi ahei- ranli, ma alVenna die iion |iossono csscrc caiiali jjiliaii e die iiici:lio si dovrcbbero iiaragonai'e alle glandolc imicipari. 1/ opinione del IJriickc non lia niollo valoic pcrclie raiilorc arriva per soni))lice induzionc ad esdudere die siano doUi biliari c eonrcssa hii slesso di non a\erli mai esaminati da Nicino c di non avcrc esegnilo al- cun esperiincnln. Del resto, contro I'opinione di liriicKc si j)iio osscr- vare die i \asi abenanti fonnano in cerii punli dellc reli e sinoia non si conosce alcuna glandola nuici|)ara di simile costituzionc. Paladino nelT inter|)retazione dei \asi aberranii ha difeso T opi- nione di Told I e Zuckerkandl c(nnl)allcnd(t il inodo di vcderc di Brii eke. Sa|)|)C\ dice die i vasi aberranii del legato sono dotti biliari niessi alio scoperto dall" alrolia dei lobuli epatici e spiega raumento mollo iio- levole di calibro die |)resenlano col lalto die, scomjiarendo i lobuli di cui lacevano parle, (piesti lianno i)er cosi dire abbandonato ad essi la |)arle di \ila a cui avcvano dirilto. C-oiiliiuia osservando die lutti conuinicano con i dotti biliari, die lianno essi puie una tinla giallaslia, pero al(|uanto meno e\idenle e die sono costiluiti da una tonaca opiteliale e da una tonaca fibrosa. Ouesta e llote^ollnellle |)iii spessa di (judla dei dotti biliari situati sul loro pro- lungainento e s'iperlrofizza a misura die i lobuli da cui prendono (trigine si atrolizzano. IMii i dotti sono vecclil piii auinenta lo spessore di (|uesta tonaca, la (juale |)ero in taluni |)unti |)uo presentarsi atrofica. Dice die le glandole annesse alia loro parete parteci|)ano di solito air ipertrolia ddla loro tonaca fibrosa, ma si (leformano. 1/ aiilore fa rilexare die i vasi abenanti rappresentano per la niag- gior parle net loro stato priinilixo le prime radicette di un dolto biliaree (piindi 11011 ollrono sul loro conlorno die glandole olricolari, le (piali ta- lora conservano una I'orma abbastanza regolare quando i vasi aberranii sono mollo piccoli o poco ij)ertrolizzati, cioe di origine recente. Ouando i vasi sono antidii e molto isj)essiti si presentano sotto forma di grandi olricoli sl'eroidali od ovoidi jiiu o meno (lelorini e cho si potrebbero pren- dere per dilalazioiii parziali del dollo biliare. IJene spesso e dillicile po- lerle disliiimicre. — 137 — I Niisi ahciianli, secoiulo Sappcx. si anasloinizzaiio tra loio, ana- slomosi analogii(3 a (jiiollo dio si ossciNaiio noi dolli biliari. II SappoN i-ilit'ii(3 die i vasi aherianli cosliliiiscano iiiia dipcn- (l(Miza (lei dolli escnjlori (Id logalo, di ciii non sono die una I'onna [)iii 0 mcno allcrala. E. II. \\('l)(;r consideia i \asi ali(3rnmli come t-anali atloriio ai (|uali 11 paic'iiduiiui o|)alic(( non si e svilnppalo, c da I' islesso nonie agli allri caiiali die si Irovano fiioii della soslanza |)ro|)ria del legalo. Tlieile. in segnilo alle sue licerelie sulle gliiaiidole dei eanali bi- liari, eonsidei'o (jiielll del solco liasxeisale come iiliiandole nuieose die si anasloinizzano a rete e eonsideio pure come gliiandole le reli dei canali biliari da esse lro\ale nella cajisida
  • sla disposlo il Icssiito fomiL'tlivo, Ai liinili lia I'opilolio od il coniu'lliNo si risconlra una inonihrana oinogoiiea. La disparila delle opinioiii risalla iiiollo faciimcnlc da (jiianio pic- cv{\(\ sia ri^uardo a! signilicald dci \asi aberranli sia anclio solto il rappoito della lofo dis|)()sizi<)ii(*. A noi iion o Iceito, alineno \wr ora, en- tiarc iR'l iiR'rilo di laic (|iieslione, laiilo |>iii chc finora non abbiamo |)(iliil(t picparaiv i \asi aboiranli del Iciialo dcH' uoino. sui (piali prcci- saiiiciilo e slala lixolla rallciizioiio (Icgli aulori su i-icordali. IN)ssiam(> jxTo porlarc con plena t'oscienza il iioslro pairre siii \asi abonanli del I'egalo (lei solipcdi sui (|uali le noslre ricerche fiiiono luimemse, accurate e uiinuziose. I Nasi abeiTauli del ieiialo dei solipcdi iioii rormaiio aiiasloiiiosi : (|iicsle si I'isconlraiio sollaiilo sollo foiina di arcalc all' csirciiiiia lerini- iiale dci dclli \asi e |)rccisaincii!c nci puiili do\e si arrcslano ncllospes- soie dei Ic^ainciili. Le anaslouiosi che si veggono negli allri punii non souo die apparcnli. |)oiclie soiio vasi die s' inlrecciano decorrendo a proloiidila diverse. Non ci sap|)iamo spic-uarc I' idea del Saliouriii die coiisidera i Nasi aberranli come canali biliari die non lianno aNulomai rap|)orlo col parcndiinia ej)alico. E se cio Ibsse come si spiega die V iniczione al- IraNciso il dollo coledoco si diUbnde a Intii i Nasi aberranli? dome si spief^a la |)resenza di soslanza epatica alrolizzala fra la (jiiale decorrono i vasi aberranli? Per noi i Nasi aberranli sono dolli biliari messi alio scoperlo in segnilo alT ali'olia e scomparsa del parendiima epalico. in cni si Iro- NaNano siluali dnranle i primi periodi della Nila dcIT animale. accei- lando pienamcnie la iiderprelazione data dal SappcN , dal Beale. dal Toldt e Zuckerkandl ed in paric anclie dal Theile c ci senibra die possano essere dolali di una ceria I'unzione sebbene si trovino luori ia soslanza C|)atica e do per lo sviluppo (hdrepitelio die riveslo il loro lunic. Ollre a cio dobbiamo ricordare. come dalle noslre ricerdie sui Nasi aberranli, e risnllalo die qua e la iVa i vasi stessi si osserNa pa- rendiima epalic(t alrolizzalo rorjuanle delle isole die souo |)errellamenle indipendesili dalla soslanza propria del Iciialo e die perdurano |>er lulla la NJIa deir individno. l);ilr Islituto (li l<"iai(>l()j;iii cd Ist'iIo,i;iu della Ji. ficiiola Snpei'iorn tli iMediciiia V'( tiiiiiaiia di Napuli. Febbraiu-Mar/.d I'JOI. 189 Bibliografla. Ueiilo L. 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Revere, S.-Milano l.MCA FABBRICA NAZIONALE DI MICROSCOPI ED ACCESSORI DITTA FORNITRICE di tutu i Gabinetti Universitari del Regno IVIICROSCOPIO GRANDE MOOELLO con cremagliera, apparato Abbe, diaframnia ad iride, tavolino in ebanite, revolver, due obbietbivi a secco 3 e7*, uno ad immersione omogenea Vi2") due oculari 2 e 4; 11 tutto posto in elegante armadietto in mogano L. 400 {ingyandimcnli /ino a 1000 diametri) Mm oJiMettiYo Vw Semiapcroiiiatico IMMERSIONE OMOGENEA Obbiettivo raccomandato per la grande potenza e per la sua durata (Vedi Zeil- sclu-iit fur icissenschaft. Microscopic del 12 settembro 1394, Band XI, Heft 2) L. 200 coi due oculari compensatori 4 ed 8. catalogF^eneralF gratis a semplico richiesta Pagamenti rateali mensili pel Sig.'^ Ufficiali sanilavi comunali. Fircnze, I'JOl. — Societil Tip. Kioreutiua, Via S. Gallo, 33. '-v ^yV/^^ re (Pubblicazioni Italianedi Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana DIRETTO DAI DOTTORI QIULIO CHIARUGI EUGENIO FICALBI Pi'of. di Anatomia uniaiia net il. Islituto di Studi Super, iu Firenze Prof, di Anatomia comp. e Zoologia nella R. University di Padova Ufficio di Direzione ed Amministrazione : Istituto Anatomico , Firenze. 13 numeri all' anno — Abbuonamento annuo L. 15. XII Anno Firenze, G-iugno 1901 N. 6 SOMMARIO : Fusari R., < 'aso di sdoppiamento totale e sirametrico di un tratto del midollo spmale con canale vertebrale chiuso ed ipertricosi lombare. — Qemelli E., Contributo alia conoscenza sulla struttura della ghiandola pibui- taria nei mammiferi. — Levi Q-, Osservazioni sullo sviluppo dei coni o baston- cini della retina degli Urodeli. — Pag. 141-144. CoMUNicAzioNi Originali: Spampani Q., Alcune ricerche suir origine e la natura del vitreo. (Con tavola V^^). — Facciola L., SuU' use improprio di un noma in morfologia. — Falcone C, Contributo alio studio del tessuto connettivo em- brionale. (Con tavola VI"). — Pag. 145-164. Avverter\za Delle Comunicazioni Originali che si pubblicano nel Moni- iore Zoologico Italiano e vietala la riproduzione. SUNTI E RIYISTE Fusari R. — Case di sdoppiamento totale e simraetrico di un tratto del midollo spinale con canale vertebrale chiuso ed ipertricosi lombare. Con tav. — Giorn. della R. Accad. di medicina di Torino, An. 64, N. 2, pag. 83-96, To- rino, 1901, Si tratta d'una giovane donna con caratteri degenerativi spiccati somatici e psicliici; la medesima alia regions lombare presentava, per un'area romboidale della lunghezza di 15 cm,, un ciuffo di lunghi peli, i quali per la loio direzione caratteristica, farebbero parte secondo I'A., del vertex coccigeus di Ecker, Al disotto di (juesta zona vi era un inf'ossatura imbutiforme, la foveola coccygea; I'apice deir imbuto e unito alle ultimo due vertebre coccigee per mezzo d' un grosso fascio fibrose, il ligamentum caudate di Luschka ed Ecker. Nel cranio, il clivus era, invece che concavo, convesso. Vi era inoltre una sinostosi atlo-occipitale. La faccia posteriore del corpo della 12* vertebra dorsale presenta una spina ossea che divide in due il midollo. M. Z. * — 142 — Le radici posteriori erano impiautate irregolarmente, alcune piii indietro, altre avanti. Tutte le radici anteriori lombari e sacrali apparivano avvicinate alia liuea mediana, cosi che il cordone anteriore appariva mancante. AU'altezza della radice dorsale del prim'^ nerve cervicale, la decussatio pi/ramidum e appena incominciata; le radici posteriori per raggiungere i cordoni posteriori dividono in due parti la sostan/a gelatinosa; piix ventral- mente la sostanza gelatinosa e attraversata da fibre del nervo accessorio spinale. Piu caudalmente il canal centrale ha una forma stellata ed e circondato da una larga zona di nevroglia la quale si prolunga dorsalmente e divide sulla linea mediana i due cordoni posteriori, i quali s'estendono piu ventralmente del consueto, ai lati del canal centrale, sino alia commissura bianca ante- riore: non e possibile il distinguere fra loro il fascio di Goll e di Burdach; piu caudalmente i cordoni posteriori assumono la loro sede normale e s'inco- mincia a distinguere il fascio di Goll da quello di Burdach; le corna po- steriori sono separate dalle anteriori per mezzo di fibre della formatio re- ticularis. Nella porzione prossimale del tratto dorsale il midollo era normale, mentre nella porzione distale di quel tratto incominciano le modificazioni che condu- cono alio sdoppiamento del midollo; questo e causato dall'approfondirsi del solco mediano posteriore a spese del setto posteriore ed inoltre dalla divisione del canal centrale in due : il corno posteriore si sposta lateralmente e fra le fibre dei cordoni posteriori compaiono due nuovi corni posteriori, a ciascuno dei quali arriva un fascio di fibre radicolai'i. Pii!; in basso il corno laterale normale si sposta anche di piu; ciascuna meta del midollo ha ruotato di circa 90" : piu in basso ancora le due meta del midollo sono completamente separate e le corna anteriori si fanno duplici. Ogni metk del midollo corrisponde per la sua struttura ad un intero mi- dollo normale ; la sostanza grigia ha la sua forma ad H e vi si distinguono 4 radici : due anteriori, due posteriori : pero tanto il corno posteriore che 1' ante- riore ventrali sono atrofici, mentre i dorsali sono ben sviluppati ; cosi dicasi delle radici corrispondenti. Inferiormente le due meta del midollo si ricompongono. Mentre lo sdoppiamento parziale del midollo senza spina bifida, non e raro, di casi simili a quelli dell'A. (sdoppiamento totale senza spina bifida) ne tro- viamo solo 6 nella letteratura; e di piu nel caso dell'A. v'era Tipertricosi lombare la quale mancava negli altri casi ; e noto che fra i due fatti fu da molti AA. ammesso esistesse un rapporto. Gemelli E. — Contributo alia conoscenza sulla struttura della ghiandola pituita- ria nei mammiferi. Con tav, — Boll. d. Soc. medico-chirurgica di Pavia, 1900, N. 4, pag. 231-240. Pavia, 1900. Lobo ghiandolare. — Dalla capsula connettiva che avvolge il cosiddetto lobo ghiandolare della ipofisi si staccano sepimenti che penetrando nell' interno deU'orgauo, ramificandosi ed anastomizzandosi con i vicini costituiscono una — 143 — fitta rete nelle areole della quale (che sono di fonna o graiidezza variabili) ven- gono accoiti gli eleraenti epiteliali. Lungo i setti connettivi decorrono i vasi saiiguiferi, clie assumono talvolta la forma di veri laghi. Quanto agli eleraenti epiteliali, Gemelli ne distingue due specie, che sono f'acilmente distinguibili con semplici colorazioni (ad es. col picrocarrainio) o con tutta la serie di doppie colorazioni comunemente in uso. Alcune (cellule cromofile di altri autori) sono grosse, globose, a contorno netto, con protoplasma rifrangente, finainente granuloso ; il nucleo e posto ad uno dei poli della oellula. La massa protoplasmatica ha dei tratti di somiglianza colla sostanza colorante del sangue ; certo non e, secondo I'A., sostanza colloide, come da altri viene ammesso. Queste cellule sarebbero cellule secretrici e per- ci6 le piu iraportanti. Col metodo della reazione nera I'A. ha potuto riconoscere nell' interno di queste cellule un complicato apparato reticolare, paragonabile a quelle dimostrato da Golgi nelle cellule nervose e da altri nelle cellule mi- doUari delle capsule surrenali e nelle cellule di varie ghiandole. Le altre cellule (cellule principali degli Autori) hanno nucleo che si colora intensamente e protoplasma a contorno irregolare e che si confonde con quelle degli elementi vicini. La parte periferica del lobo ghiandolare e composta di cellule secretrici ; mentre a costituire la zona di confine col lobo nervoso entrano soltanto gli altri elementi. Mai I'A. ha incontrato vescicole che altri hanno descritto e rassomigliato alle vescicole della tiroide. Colla reazione nera egli ha potuto mettere in evideuza la disti'ibuzione dei nervi nel lobo ghiandolare. Sono essi in quantita notevolissima. Penetrano nel- 1' interno dell'organo seguendo i setti connettivali e si dividono e s'intrecciano avvolgendo in una fitta rete le areole : alcune fibre penetrano fra le cellule epi- teliali, terminando con bottoncini o ingrossamenti di varia forma e volume. Loho nervoso. — Col metodo Golgi I'A. ha anzitutto riconosciuto che questa parte dell'ipofisi e tutta ravvolta da una corteccia glio-epiteliale, che egli chiama « esterna » per distinguerla dalla zona glio-epiteliale che riveste la cavit^ (prolungamento del 3° ventricolo) che trovasi nell' interno del lobo in questione. Poi, orientando il pezzo in modo da ottenere delle sezioni nelle quali oltre i due lobi vi sia anche 1' infundibolo, ha constatato come nuraerose fibre nervose percorrano in fascio 1' infundibolo, parallelamente alia sua cavita, perpendicolarmente agli elementi glio-epiteliali che la rivestono ; penetrate nel lobo nervoso tendono a portarsi alia periferia irradiandosi a ventaglio. Giunte alia corteccia glio-epiteliale esterna, decorrono per un tratto piu o meno lango parallele alia sua superficie ; poscia vi penetrano ; si uniscono e si anastomizzano ripetutamente ; raggiungono anche I'altra superficie per ripie- garsi e tornare alia prima; terminano con bottoncini circondando gli elementi glio-epiteliali. Infine tra le fibre del lobo nervoso si notano cellule di nevroglia enormi, allungate che si estendono dalla cavita alia corteccia esterna: non cellule nervose. — 144 — Levi G. — Ossei-vazioni sullo sviluppo dei coiii e bastoncini della retina degli Urodeli. — Lo Sperimentale, Anno LIV, F. 6, 1900. Gia M. Scu Itze, al quale dobbiamo le pin complete osservazioni die pos • sediamo sullo sviluppo deile cellole visive (eseguite snU'embrione di pollo)^ considero quegli elementi come prolungamenti protoplasmatici dei gi-auuli esterni. I risultati successivi di Kupfer e di L5we fecero credere che ogni sin- gola cellula visiva risultasse dalla fusione di 3-4 elementi embrionari so- vrapposti, Le ricerche di Levi eseguite su larve di anfibi urodeli, contraddicono de- cisamente quest' ultima ipotesi : i primi abbozzi di cellule visive compaiono gia in larve di 7 mill, di « Salamandrina perspicillata », in forma di piccole sporgenze dello strato granuloso esterno, nelle quali ben presto si difierenzia all' estremo distale un piccolo cono trasversalmente striato, intensamente tingibile colia fucsina acida. Questo cono aumenta rapidamente di volume, la sua striatura dapprima delicatissima si fa piu distinta ed esso assume tutti i caratteri dell' articolo esterno ; e notevole che il numero dei dischi, i quali costituiscono la sua stria- tura, e relativamente raaggiore in queste cellule rudimentali clie nelle cellule visive adulte. In un articolo esterno lungo 6 [j. si potevano contare 30 dischi; percio 1' ipotesi di Boll che gli apparenti dischi dell'adulto risultano dall'ag- glutinamento di piu dischi piu sottili appare assai verosimiie. Al limite fra I'articolo esterno e 1' iuterno si differenzia successivamente I'elissoide sotto forma d'un corpicciuolo elitticc, omogeneo, che si colora in- teusameute colla fucsina acida. Sino a questo punto dello sviluppo non sussiste differenza alcuna tra coni e bastoncini primitivi, cosicche bisogna ammettere che i due tipi di cellule visive si formano da un unica cellula indiflferente : soltanto in larve di 12-13 mill, di lunghezza appaiono i primi accenni d'un differenziamento ; I'articolo esterno nei bastoncini primitivi divien -pm largo, I'articolo interno cilindrico, 1' elis- soide prende la forma d'una lente piano-convessa, Nei coni si conservano meglio i caratteri della primitiva cellula visiva indifferenziata, essi sono conici e piu sottili dei bastoncini, e I'elissoide e elit- tico. Piu tardi si differenzia tanto nei coni che nei bastoncini il paroboloide in forma d'un corpicciuolo chiaro come un vacuolo. Nelle larve di 16-17 mill, le cellule visive hanno raggiuuto il loro com- pleto sviluppo, soltanto sono piu piccole delle cellule visive dell' animale adulto. E notevole che I'accrescimento delle diverse parti non procede in modo eguale, poiche mentre I'articolo interno e I'elissoide quasi conservano le loro dimensioni, I'articolo esterno si accresce notevolmente. — 145 COMUNICAZIONI ORIGINALI DoTT. GIUSEPPE SPAMPANI. Alcune ricerche sulP origine e la natura del vitreo. (Cou tavola V''). i^ vietata la riprodnzione. Quando il Torn a tola piibblicu le sue Ricerche embriologicJie sul- t'occhio (lei Vertebrati (') dietro le quali si concludeva clie il vitreo lion e altro clie una secrezione di alcune cellule retiniche^ volli anclie io prendere in esanie tale questione per constatare se queste osservazioni che assegnavano al vitreo tutl' altra natura da ({uella lino a qui am- messa (^) fossero state veramente giuste. Ma mi avvidi subito che le niie ricerche sopra occhi di varii ani- mali maniniiferi, a diversi periodi di sviluppo, mi portavano a conclu- sioni non conformi a quelle dello scienziato di Messina. Trattandosi pero di uno sperimentatore valente e di conclusione venuta in seguito a ricerche numerose ed accurate, le osservazioni mie, che, come ho detto, portavano fondamentalmente a lutt' altra conclusione, dovevano essere del pari molto numerose. Attendevo peraltro a moltiplicare que- (') I. Toi'uatola. — Ricerche eiubriologiche siiU' occLio dei Vertebrati. — Messina, Tip. D'Ami- co. 1898. (*) Cioe : Lieberkiibn. — Ueber das Ange dea Wirbeltbiererabryo. — Cassel, 1S72, — Beitrage zur Auat. d. embryonalen Auges. — Arch. f. Anat. und Phyg., 1879, Scbiiler. — De oculi evolutione in embryouibus gallinaceis. Dorpati Livonorxiin, 1848, Schwalbe G. — Der Glaskorper. — Jn Sirraici. — Hartnack: contorni: Oc. 1, Ob. 4; elementi cellalari: Oc. 1, Ob. 6. Fig. it. — Bove di 17 mm. Sezione sagittate mediana. Per la fessura coroidea (c) sono penetrati i vasi (va). en, cellule endoteliali dei vasi. — em. giovani emazie. — Hartnack: con- torni: Oc. 4, Ob. 4; particolarita: Oc. 4, Ob. 4. FiG. III. — Maiale di 6 mm. Sezione sagittale centrale di occhio per dirao- strare la rete vascolare pericristallina e periretinica abbracciante il vitreo. Di questa rete, naturalmente, non si vede clie la sezione. va, vasi. — y, sostanza vitrea. — Oc. 1, Ob A, Zeiss. Fig. IV. — Cavia di 19 mm. per dimostrare la penetrazione dei vasi ed i rap- porti fra il vitreo e la retina. va, elementi endoteliali dei vasi. -- Hartnack, Oc. 3, Ob. 4. Fig. V. — Rete vascolare del vitreo e vitreo di maiale di 6 cm. va, vasi. — v, vitreo. — Hartnack, Oc. 3, Ob. 4. Fig. VI. — Vasi di questa rete e vitreo a piii forte ingrandimento. va, vasi. — ?;, vitreo. — Hartnack, Oc. 3, Ob. 7. Fig. Vir. — Porzione di retina e di vitreo di occhio di gatto adulto. m., membranella limitante il vitreo. — r, retina. — y, vitreo. — Hartnack, Oc. 3, Ob. 4. — 154 — SuU' 1130 improprio di lui iiome in morfologia. Not A DEr. Doit. LUIGI FACCIOLA. £ vielata la riprodnzione. Con niarro (da [j.7.'/..o6?, Iiingo) iinito ad altre voci si sono forinali dei sostantivi ed adieltivi coni|)osti, di cui abi)iaino molti esempii in mor- fologia. Fra gli altri: Macrouriis Bl. per un genere di pesci con lunga coda assottigliata, 3Jacrophthalnti/s Latr. per un genere di crostacei con lunghi pediincoli oculari, Macroch'Hus IMiillips per un genere di gaste- ropodi con lungo lajjbro, Macmjlossa Oclisenli. per un genere di lepi- dotteri caratterizzato da lunga proboscide, macronemus Giintli. per una specie di Neniipterus (pesci) con lunghi raggi alle pinne, macrorhynchus Raf. per una specie di Raia con lungo rostro, ecc. In questi esempii i nomi sono bene applicati agli organismi cui si riferiscono perche nella loro etimologia racchiudono il signilicato della ({ualila che si vuole esprimere. In altri casi la voce macro si e ado|)erata improprianiente per si- gnilicare grosso^ per esempio fra i pesci una specie del genere Dentex dai grandi occhi si e cliiamata macrophthalmns Bl., una specie di Gohhis col capo grande, ma non allungato, macrocepkdus Pall., macrocarpus una pianta del genere Panax dai grossi frutli, e via dicendo. Se non che i nomi specilici di macrophthalmns^ macrocephalus, macrocarpus significano che ha lunghi occhi., lungo capo., lunghi frulli e volendosi denotare gros- sezza si deve dire megaphthalmas, megacephalus, megacurpus. Cosi pure sono improprii i nomi di Macrolepidoplera., Macrosporangium., Mucro- spora^ Macrosporidium in opposizione a Microlepidoptera., Microsporan- gium.^ Microspora, Microsporidium^ il cui contrario deve farsi con mega e non con macro. Alio stesso modo da molti si dice anatomia macroscopica, macroscopicamenle., macrocili., invece di analoinia nicgascopica^ megascopi- camente, megacili (o megalociti Erlich), per esprimei'c 1' opposto di anatomia microscopica, microscopicamente, microciti (piccoli eritrociti del sangue\ Nella lingua greca I'adiettivo ;j.7.7.o6; e i suoi derivati contengono sempre 1' idea di lungo (;j.axpoT7j? lunghezza., ;j,av.f>oTp7.-/Y]Xo? che ha lungo collo., |j.o'.zpf;{>[>'4 che ha lunghi capelli^ ad/,oo)v o (j-axpoxE^faXo? che ha lunga testa., [j-ax[>6y3tp che ha lunga mano^ [s.y.xrjO'snXXoQ che ha lunga foglia, [w.-aij6zzb[joz Arist. che ha lunga ala^ [x7.%po37./(,ToXoc; Arist. che ha lunghe dita, [j.axpoppiCo; Teofr, che ha lunga nalice)^ da cui anche quella di alto — loo — ([j.a/,f.Qc '< )/jj[j.-oc; eccelso Olimpo), di profondo (^f psiara [j.ay.pa pozzi profondi), (ii lonliiuo (li spazio ([j-axfjoc; o-vog Hes. /w/?7/rt via^ [i.^.%iAv luiuji^ ta ;j.a- x[joxy.z% i (uof/hi pit) disfanti)^ o di tenip(3 (aaxpov /fyovov ///^/r/o tempo, aay,po,'^/.oc r/<<' //r/ /,v/?//^/ /vVr/) e di prolisso (u.axprJYopo:; clii |)arla prolisso) ma non iiiai (jueiia di (/nDidrzzti in liille le dimensioni. Iiilatli neH'alfa- beto greco I'o grande, ciie si scrive oi ed e un o jjiccolo (d[j.i7vfiOv) du- pHcato, fii cliiamato wasya e non oniacroii. E vero die la voce [iay,[.6c III talvolta usata dagli anticlii scrittori in un sense die puo tradursi per grande, ma astrattamente {[my.rjrjt]^i-y/yj. grandezza d' uniwo) o jier signiti- care moUo (oi [j.axpd; omoiixz xsy.TYj'jivoi Arist. coJoro che hanno acqui- slafo (jmndi sostdnze). Si trova anche appiicato ad oggetti grandi nel lore insieme o di grande capadta ma purehe abijiano una iunghezza considerevole; ad esempio chiamavano 'j.azpd vaOc la nave da gi/erra perche era hinga. Alio stesso mode oggi diiamiamo bene macrosomia lo svilu|)po gigantesce del corpo umano, die diviene grande e sopratntlu alio. Per la voce o.ay.oor ctV. : {]. Sclirevelii, Lexicon graeco-latino-itaUcam. E. S t e fa n o, Thesaurus Graecae Linguae. (j. Mil Her, Dizionnrio delta Lingua Greca. Oontributo alio studio del tessuto conuettivo embrionale I'Kt. Uoir. CESARE FALCONE LIUKKO UOCENJi; UI ANATOMIA UMANA NOUMAI.E, NEl.l.A It UM VKI'.SIJ A DI NAPOH. (Con tavola VI''). Ricevuhi il 18 uiarzo 1901. fi vietata la riproduzioiie. In una serie di ricerdie, di cui comunichero quanto prima i risul- tali, intorno ai rapporti di sviluppo delle cavila jieritendinose co' mu- scoli relativi, mi e accaduto, naturalmente, di sorprendere ne' giovani embrioni di cane, di coniglio e di gatio, a diversi sladi ddlo sviluppo evolutivo, le prime fasi di quesle derivazioni mesodermiclie e di riper- correre 1' intimo meccanismo del la loro successiva formazione. Una tale questione si i-iannoda, in modo assai intimo, ('oH'altra im- |)()itantissima, e non ancora del tutto risdiiarata, della evoluzione em- briologica degli elemenli del tessuto congiuntivo : (|uestione die inerita. — 156 — anche dopo le recenti ricerche, una |)iii iiiinuta disaniina da parte degii islologi e degli enibriologi. E nolo clio qiiando si esaininano i fenomeni evolutivi die mettono capo alia forniazione (lelle cavila j)eritendinose, al principio, al posto della futura cavila, si trova una massa soJida e conii)atta di tessuto em- brionale die liga e riunisce, confondendole come in un corpo unico ed omogeneo neirapparenza strutlurale, lulte le formazioni nieso ed ecto- derniiclie die costituiscono, a quest" epooa, I'abbozzo priniitivo ddle estreniita del corpo. E non senza ragione ho usata I'espressione atfatto generica di tes- suto emhrionale : in (juanto die manca, in ((uesto periodo, ogni piii pic- cola differenziazione niorfologica Ira gli dementi cellulari, quale che sia la loro derivazione blastoderniica ; ed anche perche e nolo che, col nonie di tessuto ronf/iuutiro cmbrionate, sono state evidentemente designate ddle variola niorrologiche, le qiiali non possono certaniente rappresen- tare un medesimo stadio nella evoluzione del tessuto congiuntivo. dome pure, non mi sono attenuto alia es|)ressione di coimettivo primonliale preferita dal Retterer (^) perche questa si riferisce evi- dentemente ad uno stadio, per quanto precoce, ma in cui gia appare una prima dilTerenziazione evolutiva IVa' diversi elemenli di derivazione mesodermica. In uno stadio ancora piii embrionale tli (|uell() al (|uale il Retterer si riferisce, nonche esser possibile la ricerca di caratteri dilTerenziali Ira gli dementi del tessuto mesoderniico che costituisce la gemma degli arti, e perfino molto dithcile slabilire, in base a' caratteri morfologici. i precisi confini Ira il tessuto medesimo e quello di rivestiniento ectodermico. 11 risalire a (juesto stadio veramenle priraordiale, jiuo essere assai utile per la interpretazione dei fenomeni che caratterizzano la succes- siva evoluzione degli dementi del tessuto congiuntivo. Intatti, prima ancora che il connettivo primordiale si presenti sotto Taspetto descritto dal Retterer, di una massa composta di nuclei ova- lart, serrati, ma non cosi da non essere separati da vna sostanza tra- sparenteed oniofjenea, la gemma mesodermica j)rimitiva e coslituila da nu- clei rotondeggianti e cosi stivati fra loro, da presentare (juasi un contorno polie> Poti'ebbe dunque, in questo caso, trattarsl non di una problenialica comparteci|)azione della sostanza inlercellulare alle modificazioni della cariocinesi, ma, viceversa, di una apparenza transitoria della sostanza niedesima, disposla intorno ad un elemento nelle piime fasi della sua formazione. Se non che, per uscire dal canipo delle ipotesi, mi senibra die I'os- servazione non confermi, in tutte le sue particolarita, la descrizioue gia citala dal Hetterer. La fig. 1, la quale riproduce vari dementi sor- piesi nei diversi stadi della divisione cariocinetica, diniostra che mentre, nelle fasi iniziali di questa, la sostanza che ciiconda il nudeo in scis- sione e occupata da soltilissiini lilamenti colorabili, piii tardi, negli stadi lerminali della divisione cellulaie, e s|)ecialmente (juando la dislanza che intercede fra due nuclei ligli c presso a poco idenlica a qudia che divide due nuclei a riposo, (juesla ap|)arenza strutlurale si va facendo sempre pill inconipleta. in modo che non tutta la distanza Ira' due nuclei ligli e occupata da tali lilamenti, i quali coordinandosi invece intorno a ciascuno di essi, lasciano una zona media, dimostrabile anche nei |)reparati meglio colorati, in cui la sostanza ha evidentementeassuntoil carallere uniforme ed oinogeneo che j)resenta fra nuclei a riposo. Questa apjiarenza e ordinaria; ed autorlzza, a mio awiso, a niodili- care il concetto strutlurale anzidcitto net sense che, diiianle il mecca- nisino della scissione eellulare indirella, si forma, intorno al nudeo in cariocinesi una sostanza costiliiila da sottilissimi lilanienli, debolmente colorabili, la quale, a|)pena avvenuta la divisione, si dispone intorno a due nuclei figli, fra i quali prestissimo s'interpone la sostanza fondamen- tale ialina, come fra nuclei a ri|)oso. Come si vede, quindi, la descrizione data dal Retterer, se non im plica una lacuna di osservazione, dannosa jjer la interpetrazione di im|)ortanti fenomeni evolutivi, e certamente inconipleta, nei sense che non accompagna, lino agii ultimi stadi della cariocinesi, le modifica- zioni dei rapporii strutturali intra ed intercdlulari, die sono res])o- nente della attivita forniativa per parte degli dementi costilutivi del tessuto embrionale. (') M. Duval. — Conipeudio d' istoloi;i;i. Trad, con note dei professoii Fusari e Sala. — 162 — Non mi sembra discutibile, sulla base della osservazione, il fatto che la comparsa della sostanza fondamentale ialina fra due nuclei figli, quando e ancora diniostiabile il sottile sirato di fdanienti coordinato inlorno ai nuclei niedesimi, renda assai piii accettabile la interpetrazione alia (juale ho gia implicitaniente fatto accenno: che cioe quello strato di sottili lilanienti costiluisca una apparenza precoce e transitoria della sostanza protoj)lasmatica perinucleare, destinata ad intejirare il corpo della cellula neoformata, nella sua definitiva individualita. Da questo moniento, gli ulteriori fenonieni evolutivi, per parte del connettivo embrionale, si ditTerenziano sensibilmente in rapporto alia diversa futura destinazione del tessnto niedesimo. E iniportante seguirc le modiiicazioni strutturali, nelle zone desti- nate a dar luogo alia formazione delle borse mucose e delle cavita |)eritendinose, anche per dedurre ulteriori argomenti a sostegno delle |)recedenti atTermazioni, relative alio sviluppo delle cellule del tessuto connettivo. In questi punti, due fenonieni principalissimi preludono alle fasi che potrebbero dirsi di riassorbimento del tessuto embrionale: I'au- mento notevolissimo della sostanza ialina e Tarresto di sviluppo, a cui segue rapidamente la progressiva scomparsa dei prolungamenti cellulai-i. Mentre nelle altre zone connettivali, le ulteriori fasi evolutive del tessuto souo caratterizzate precisamente dallo svilu|)po progressivo dei prolungamenti, i quali, aunientando di lunghczza e di ramiticazioni se- condarie, assumono, coi iirolungamenti delle cellule vicine, dei rapporti che variano a seconda delle diverse modalita del tessuto: in questi punti invece, la scomparsa degli elementi cellulari precede col mecca- nismo che abbiamo accennato precedentemente: la sostanza ialina, cioe, aumentata notevolmente rende sempre piii mediati i rapporti intercel- lulari, tanto piii che le tibrille presentano un'attivita di accrescimento non j)roporzionale a quella della sostanza ialina. II prime fenomeno poi che caratterizza il meccanismo della scom- parsa del tessuto e costituito dalla diminuita coesione della sostanza fondamentale ialina collo strato di protoj)lasma perinucleare. Si formano cioe, a spese della sostanza fondamentale, degli spazi \uoti intorno al corpo cellulare, i quali, quando corrispondono al punto di relativa emergenza, sono attraversati dai sottili prolungamenti librillari, che sono evidentemente emanazione dello strato di |)rol()plasma perinucleare. Si inizia cosi quello stadio che e designato dal Retterer col no- me di frssido rrficolare a mnfjlie vhoU\ nel (pialo c piii che ovvio rico- nosccrc che la individualita della cellula connettivale si Integra nel — 163 — nucleo e nello slrato i)erinuclcare, co'relativi filaiuenti fibrillari; mentre la sostanza iaiina, come vero e proprio cemento intercellulare, modili- cando, nei divorsi piinti, i rapporti fra gli elenienti in via di sviluppo, dirige la costiliizione ulleriore del tessulo e determina le diverse nioda- litii del connettivo adiilto. Oiiesti spazi si Ibnnano con una ^n-andc costanza di rapporti, sem- pre prima alia i)erlferia del la sostanza protoplasmatica periniicleare; ed una volta incominciato questo disgregamento nella continuila del tes- suto, I'elemento tende rapidamente ad isolarsi, perdendo sempre piii i suoi rapporti colle cellule vicine, perche e evidente il fatto, al quale ab- biamo gia |)recedentemente accennato, clie, cioe, colla niancata coesione intercellulare nel tessuto, coincide I'impicciolimento c j)oi la scoraparsa dei prolungamenti cellulari. E cosi die I'elemento cellulare del giovane tessuto connettivo, ri- dotto alia sua |)iii semplice espressione, assume tutta I'apparenza di un elemento lint'oide, di un corpuscolo bianco: ed e assai razionale I'ipotesi die a queste radicali moditicazioni morfologiche sia coordinate anclie il sorgere di un diverse signilicato funzionale dell" elemento; il quale, sva- nita ogni sua ulteriore connessione, acquista, prima di tutto, il carattere speciale della semovenza e, con questa, un nuovo e ben diverse compito lisiologico (fig. 3). Conseguenza di (piesla evohizione, die potrebbe dirsi regressiva, delle giovani cellule costitutive del connettivo embrionale, e la comparsa di una cavitii die piii tardi, grazie alio speciale orientamento, gia de- scritto da Retterer, delle cellule parietali fendotelio) diventa benissimo ddimitala e si dispone in rapporto a' tendini in via di sviluppo, nelle indicate regioni degli arti. Non ho potuto convincermi della trasformazione della sostanza Ibn- damentale iaiina in una die presenta tulli i caralteri della sostanza mu- cosa, nel periodo in cui quella, aumentando notevolniente di volume, de- termina una evidente rarefazione degli dementi cellulari costitutivi del connettivo embrionale. In ogni mode, se questa aflermazione, dovesse trovare precise ri- scontro nella osservazione obiettiva dei fatti, tanto raeno razionale di- venterebbe Tipotesi, contro la quale io credo depongano eloquentemente i fenomeni evolutivi accennati piii sopra: I'ipotesi cioe die vorrebbe riconoscere nella sostanza iaiina fondamentale una parte costitutiva e integrante del corpo della cellula connettivale in via di sviluppo (il cosiddetto ialoplnsma). Ma questo volute stadio del tessuto mucoso e escluso anclie dalla 164 inaniera di comportarsi degli elenienti cellulari. E nolo die nei pniiti in cui si sviluppera questa caratteristica inotlalita del lessiito connettivo (gelatina di Wliarton, cavita primitive i)eiilinfatiche dell'orecchio, ecc.) la prima trasrormazione die si determina nel mesencliima consiste neilo sviluppo e neH'anastomosi reciproca dei proliingamenli llbriliari dei di- versi elementi cellidari, i qiiali perdono cosi i loro movimenti ameboidi e diventano tissi ('). Ora abbiamo gia visto die iielie regioni embrio- nali destinate a dar luogo alio sviluppo delle cavita peritendinose, col- I'aumento della sostanza ialina intercdliilare, coincide invece una ra- plda e progressiva scomparsa dei prolungamenti fibi'illari dei giovani elenienti connettivali. (') Duval. — Loc. cit. CosiMO Cherubim, Ammimstratore-respoxsabile. Milano - Via Gr. 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  • ropagazione delle Opalinine parassite del Lombrico. Kit'erisco brevemente alcune osservazioni fatte intorno alio sviluppo ed alia propagazione delV Hopiitophrya e delV Aiioplophrya, opalinine (infusori olo- trichi) parassite del Lombrico. L' Hopiitophrya Lumbrici St. trovasi frequen- tissima nel tubo digerente dei Lombricidi. E un'opalinina semplicissima I'azione riducente del parassitismo avendola privata della bocca, dell'ano, del micronucleo. NelV Hopiitophrya ho osservato un particolare modo di moltiplicazione per scissione. Essa si scinde senza subire alcun strozzamento e mantenendo la sua forma generale, tanto che, alle volte, se si potessero riunire le due parti dell'ani- — 180 — male appeua diviso, si avrobbe I'adulto primitive. Nell'int'usorio si cominciano da prima a distinguex-e due linee oscure clie partendo dalla periferia nella parte mediana dell'aniraale, si avanzano direttamente verso il centro. Le linee che sono fessuro strettissime coi bordi ri^estiti dal prolungamento della membrana esterna, son corte da principio, poi vanno sempre piii avanzandosi una verso I'altra, finche giungono ad incontrarsi. Le due parti deU'animale restano per alcun po' di tempo ancora aderenti, poi si staccano e la forma pressoche ret- tangolare che presentano va rapidamente e gi-adualmente modificandosi, finche I'aniraale arriva al completo sviluppo. II macronucleo nella scissione viene ixaturalmente diviso come la restante parte del corpo dall'avanzarsi delle due fessure, e pare che una piccola parte di esso veuga eliminata, quella cioe che si trova nel centro, lungo la linea di divisione. U Anopl'ophrya circulans St. iuvece, altra opalinina parassita del Lombrico ed assai affine alia prima si scinde prendendo una forma sempre piii pronunciata di otto come avviene in quasi tutti gli infusori. E notevole anche che mentre yvqW Hoplitophrya manca il micronucleo e non si puo parlare del fenomeno della coniugazione, neW Ano- ploplirya tanto affine alia prima il micronucleo esiste pero piccolissimo ed in determinati periodi della vita deU'animale, e la coniugazione avviene. Ho potuto osservare tutto il processo di incistidamento dei due infusori e come nella cisti per molteplici suddivisioni del macronucleo e quindi del protoplasma, vadano formandosi tanti individui che piccolissimi usciranno dalla cisti, qnando questa verra a trovarsi in condizioni opportune. Le cisti vengono all' esterno coi prodotti di eliminazione per I'apertura anale del Lombrico e si mescolauo al terriccio. lo infatti le potei vedere esaminando escrementi di vermi affetti. Si capisce come le cisti sparse per 11 terrano possano essere ingoiate di nuovo dai Lombrici che in tal modo si infettano del parassita, senza notare che talvolta i Lombrici si cibano dei loro simili. Le cisti le potei osservare nell'esofago e nel ventriglio del verme pervenute col cibo. Quivi giunte le cisti, si produce nel loro integumento un foro e da questo escono i piccoli individui provvisti di nucleo, che da prima rotondi vanno rapidamente crescendo e prendendo la forma ovale dell'adulto. Bellini R. — Alcune osservazioni sulla distribuzione ipsonietrica dei mollu- schi terrestri neW isola di Capri. (Sunto). — (Legge Pierantoni per I'A. assente). Un capitolo ancor quasi del tutto ignoto della biologia dei molluschi e quello riguardante la distribuzione ipsometrica delle specie terrestri e le mo- dificazioni che in queste la conchiglia assume a seconda dell'altitudine in cui vivouo. Ogni osservazione, anche limitata, su questo argomento e utile per au- mentare di nuovi dati le scarsissime notizie che sinora abbiamo. Espongo in breve alcune osservazioni da me eseguite nella nostra isola di Capri, localita avente un'interessante e ricca fauna molacologica ('), a lungo da me studiata; evidentemente si avvereranno in molti altri luoghi; ma sin d'ora, da sparsi dati raccolti, posso dire che le localita insulari, di breve peri- (') Per avere un' idea della riccbezza di questa fauna baatera osservare cbe lueutre in Capri, di 10 Km.- d' area, abitano 67 specie di molluschi extramarini, questo unmero non 6 di molto sorpas- s ito ^7S) da quelli viventi nella regione vulcaniea napoletana, di cui la sola contrada vesnviana mi- sura oltro 100 Km." di superficie. Riguardo alle specie marine e anche notevole un fatto analogo. 181 metro e di altezza in proporzione, mosti-ano queste osservazioni piu decise e pin si cure. Nell'isola molti molluschi terrestri vivono in campi linaitati in estensione ed altri sono piu o meno unit'ormemente distribuiti. longitudinalmente od alti- tudinalmente; ma il primo t'atto clie ci colpisce e il seguente: Le specie unifor- memente distribuite sono forme comuni a tutta V Italia, alia maggior parte del- r Europa e di oAtri continenti o per lo meno hanno in diverse latiiudini forme rappresentative. Sono vale a dire specie, che, vivendo in differenti climi, possono anche vivere a diiferenti altezze, coincidendo la distribuzione latimetrica con I'alti- metrica. Le altre, esclusive di Capri o dell' Italia meridionale, vivono in campi li" mitati, caratterizzati da condizioni speciali di clima, di suolo, di flora; la loca- lizzazione 4 tanto piu ristretta per quanto piii le forme hanno distribuzione geografica liraitata (es. Helix surrentina, Schm.; H. Cerioi, Bellini; Testacella drymonia, Bourg; Clatisilia poestaiia, Phil.) e gli esemplari hanno dimension! tanfo raaggiori per quanto vivono ad uu livello pin basso. Infine un fatto legato alia localizzazione suddetta e la conformazione della conchiglia, che varia con I'altezza secondo la legge seguente: Rimanendo co- stanti la forma propria ed i caratteri della conchiglia in ciascun genere le spe- cie pill acute sono quelle viventi ad altezza 'tnaggiore. Un esempio dimostrativo ci vien dato dalle specie del genere Helix, i cui tre tipi (a conchiglia lenticolare, depressa, conica) abitano le tre zone ipsorae- triche di cui ora diro, il tipo lenticolare nella zona piii bassa ed il conico in in quella piu alta. Fondandomi suUe osservazioni sopra accennate, ho potuto distinguere nel- l'isola di Capri tre zone ipsoraetriche malacologiche, caratterizzate dalla pre- senza di una o piu forme esclusive della zona, od in questa di preferenza dominanti, alle qnali se ne accompagnano altre (che ho chiamato forme conco- mitanti), le quali possono vivere anche in altre zone; qualcuna delle forme esclusive puo anche distinguere division! orizzontali della zona principale {sotto-zone). Ecoo in breve, i caratteri delle tre zone: I. Zona della Rmnina decollata. Tra il livello del mare e la Valletta di Ca- pri (120 m.). Caratterizzata dall' abbondanza della Rumina decollata e Cyclo- storna apenninum, con moltissime forme concomitant! di tipo littorale {Helix^ pisana, variabilis, ecc). II. Zona di%\V Helix elata e surrentina. Tra il liraite superiore della prece- dente e I'altezza del Monte San Michele (215 m.). Le specie che vi abitano sono in gran parte localizzate e vi si trovano anche le due forme endemiche del- risola {Testacella drymonia ed Helix Cerioi). Questa zona puo esser divisa in due sotto-zone: orientale ad Helix elata, occidentale ad Helix surrentina; nella parte alta vi vivono individui dl Buli- minus e Pupa, generi a conchiglia acuta; pero trattandosi di specie quasi cora- pletameute meridionali abitano la parte elevata dalla zona, ma caratterizzano la terza, che da queste forme prende il nome. in. Zona dei Buliminus e delle Pupa. Tra 245 m. e la vetta del Monte So- laro (618 m.) Vi abitano a preferenza Buliminus e Pupa (rupestris, Philippii, M. z. — 182 — avenacea): altre t'orme localizzate non vi esistono, ma le specie concoraitanti sono quelle quasi cosmojjolite. La ragione clie determina queste localizzazioni e queste niodificazioni di specie e per me alquanto complessa, concorrendo a questo scopo parecchi fat- tori. E noto come i moUuschi terrestri sieno soggetti a condizioni d'esistenza variabili secondo I'altezza, dovute principalmente al cambiamento della flora dal basso verso I'alto, la quale in generale ed in particolare influisce sulla fre- quenza o scarsezza di questi organismi ; in generale pei'che i molluschi si ci- bano di vegetal! e quando questi sono in deScieuza anche quelli scarseggiano; in, particolare perche generalmente ogni forma vive su di una data pianta. Sa- rei quasi propenso ad ammettere che le varie differenziazioni leggiere della conchiglia derivino dalla diversita del nutrimento, allorquando nella ristretta area venga a mancare la pianta a preferenza dal moUusco prescelta. L' Helix vayidbilis offre individui a conchiglia di varia altezzfi ed in uno stesso luogo ristretto a seconda delle piante sii cui vive. Egualmente i molluschi viventi in basso hanno uno sviluppo organico mag- giore, perche maggiore e il rigoglio della flora. In seconda linea vengono le cause climatiche e la ragione dell'acutezza della spire variante con I'altezza tenderei a spiegarla con la pressione atmo- sferica, ossia: La tendeuza eliotropica della spira nella conchiglia dei mol- luschi terrestri varierebbe in ragione iuversa della pressione a t m o s f e r i c a. La quale, accertato il fatto con sicurezza, dovra essere considerata come uno di quel fattori biologici, che, agendo costantemente, determinano conti- nue variazioni negli organismi che popolano la superficie del glodo. Berlese A. — Intorno alia rinnovazione dell'epifelio del mesenteron negli ar- tropodi tracheati. Recentemente il Karawaiew, 1898, dubito che gli elementi cellulari che si trovano al fondo deU'epitelio nel mesenteron degli insetti derivassero dalla cavita viscerale, fossero, cioe cellule mesenchimatiche libere le quali si addos- sano alia tunica propria del mesenteron, dopo aver traversato gli involucri mu- scolari e quindi penetrati attraverso alia detta membrana si infiltrano alia base delle cellule epiteliari e quivi rimangono fino a che loro convenga di moltiplicare dando nuove cellule attive nell' opera della digestione. Pero il Karawaiew escluse cotale ipotesi non convenendo colle idee allora in voga, messe iunanzi dall'Hyemons circa la origine ectodermica del mesenteron. L'Anglars, pochi mesi dopo (1899) non sentendosi abbastanza impen- sierito per questa questione di foglietti embrionali. alfermo recisamente che le cellule epiteliari delmesenterou degl' insetti provengono direttamente da ele- menti mesenchimatici prima liberi nella cavita viscerale. lo stesso, alcuni mesi dopo (1899) pur non conoscendo le idee dell'An- glars ho esposto a pag. 144 in una nota alia mia memoria sui fenomeni che avvengono nella ninfosi, alcune frasi che afi"ermano sicuramente cotale origine per le cellule epiteliari del mesenteron. Come si comportano gli altri artropodi a questo proposito? E bene innanzi a tutto conoscere esattamente in quale guisa stieno le cose negli insetti, giacche questi sono stati meglio studiati e piu volte. 183 Procedendo dall' interno del mesointestiuo all'esterno, si trovano i se- guenti tessuti, oltre alia peritrofica della quale iion e il case di occuparsi qui. 1". Epitelio di cellule col doppio ufficio, alternativamente di assorbimento (cellule con orletto) e quindi di secrezione (cellule a calice). Queste poi si di- sfanno e cadono nel luine dell' intestine. 2". Alia loro base, intercalati irregolarraente i'ra le cellule, altri elementi o gruppi di elementi piu o meno evoluti sono stati detti cellule imaginali. lo li cliiamo splancnociti inter ni e ci6 per evitare ogni confusione. 3". Membrana epiteliare o tunica propria che dir si voglia. 40. Altri elementi amebocitif'ormi addossati alia tunica pi-opria. Questi sieno splancnociti esterni. 5'^. Involucri muscolari. 6°. Foglietto peritoneale splancnico (*). Adunque negi' insetti gli splancnociti non costituiscono ne dentro ne fuori della tunica propria un tessuto continue, ma sono sempre elementi o gruppi di elementi isolati. Non si puo quindi parlare di vero e proprio strato ma- tricale. Lo stesso accade nei Chilopodi e negli Acari. In questi casi (salvo qual- che diff'erenza pei Chilopodi), lo splancnocita, una volta divenuto interno genera un mazzetto di cellule epiteliari anziche una sola, come si vedra essere per gli Araneidi, Scorpioni, ecc. Nei Chilognati, gli splancnociti penetrati sotto il foglietto splancnico diven- gouo parte di un vero £essuto o parenchima cellnlare, modificandosi alquanto, poiche crescono di dimensioni, ecc, il quale a torto dal Vis art e stato chia- mato tessuto adiposo [Julus. Glomeris), poiche non ha nulla a che fare col grasso. lo lo avevo gia chiamato strato matricale o matrice. Ciascun element© della matrice, fattosi strada attraverso alio strato muscolare ed alia tunica propria, specialmente al cardias ed al piloro, oi-igina una cellula epiteliare e non piii, Adunque peri Chilognati gli strati sono cosi distribuiti (dair interno al- l'esterno). I''. Epitelio. 2"^. Membrana epiteliare. 3°. Strato muscolare. 4". Matrice o parenchima generate dagli splancnociti. 5°. Foglietto splancnico. (') In generale si ammette I'esisteuza ili 1111 setto cardiaco, detto auche improi)riaraente cUa- Jragma dorsale, con rapijorti col raso pulsaiite, teso sotto a questo trasversalmente e fissato ai lian- clii del corpo. Iiioltre si paria ancbe di un cliafragma venirale, steso di traverse, sotto al tubo dige- rente, tra questo e il cordone iiervoso e lissato esse pure ai fiauchi. Ma ci6 nou e conforme verity. ilolti insetti diniostrano altie disposizioni, e saranuo come dir(^ io. Vedansi, ad esempio classic©, sezioui sagittal! e trasverse di larve di Hylotoma liogae nel terzo posteriore del corpo. Si vedra che il setto cardiaco ed il nenrale costituiscono un nnico tubulo discosto sempre dalle pareti del corpo, formate da due lamine che comprendono le cellale pericardiali ed in rapporto col vaso che puo flonsiderarsi come una sua ripiegatura. Dimenticati i nomi molto impropri suvriferiti sar^ bene chia- mare peritoneo quest' involucro cbe decorre attraverso tutto il corpo ed avvolge molti visceri. Ma oltre a questo si vede un esile foglietto clie strettaraente abbraccia il tubo digerente e com- prende persino i malpighiani, almeno uella loro origine. Sia questo il foglietto Splancnico. (Del resto per maggiori particolaritk sn questa questione, figure, ecc, vedi la mia attuale Memoria (II) suUa iiinfosi uella Rivisla di Patologia vegetale, anno X, 1901). — 184 — Gli Araneidi, Scorpioni e Cheliferi e fino ad un certo puuto auche gli Opi- lionidi ed i Prostigmati (fra gli Acari) iion sembrano avere appi-ezzabile strata muscolare attorno al mesenteron, almeno nella regione addominale. E note che questi animali mostrano moltissimi e complicati diverticoli ciechi del mesen- teron nei quali per via di digestione intracellulare, come io ho dimostrato si elabora il cibo. Si puo considerare cotale disposizione come una maggiore com- plicazione in confronto di quei molti ciechi che come villi rivestono il mesen- teron di parecchi insetti ad es. di Carabidi, Staidlinidi, ecc. La diversity sta nella diversa funzione giacche questi ultimi nulla piii fanno che elaborare il succo digestive che vieue poi versato nel lume dell' inte- stine, mentre negli aracnidi anzidetti la digestione e intracellulare. Ma la maggiore diversita consiste, oltre che nella mancanza di tuniche muscolari negli aracnidi suddetti, antora nella presenza di un abbondantis- simo strato matricale al di fuori della membrana epiteliare e questo lega fra loro tutti i diverticoli in una massa unica. II foglietto splancnico riveste questa massa all'esterno. Levando la pelle all'addome di un ragno si vede rimanere insieme tutto il complesso dei diverticoli, Le cellule dell'epitelio sono rinnovate una per una, tolti gli Opilionidi ed i Prostigmati, da un elemento della matrice che immigra a traverso alia tu- nica epiteliare. Per gli Aracnidi surriferiti adunque (salvo piccole differenze per i Pro- stigmati e gli Opilionidij la disposizione degli strati nel mesenteron addominale sarebbe la seguente : 1°. Epitelio. 2°. Membrana epiteliare. 3^. Strato matricale. 4°. Foglietto splancnico. Conclude : Elementi cellular! di origine mesodermale, molto simili agli amebociti im- migrano dalla cavita viscerale sotto il foglietto splancnico e quivi possono as- sieme riunirsi in un tessuto continue pin o meno vistoso, tanto piu ricco quauto minere e il numere delle cellule epiteliari a cui essi daranne finalmente ori- gine. Esempio classico ne sieno gli Araneidi e gli Scorpioni ed in grade ap- pena minore gli Opilioni ed i Chilognati. Quando pero ciascuno splancnecita immigrate fine entro I'epitelio puo dare origine ad un gran numere di cellule (moltiplicando per via diretta ed indi- retta, formando ciee i cesi detti mazzetti di cellule), allora non enecessaria la fermaziene di uno strato matricale continue, ma gli elementi se ne stanno iselati e riuniti in gruppi e si addossano alia membrana epiteliare all'esterno. Cosi si comportano gl' Insetti, i Chilopodi e gli Acari. Per questi animali adunque non si puo parlare di matrice. Quanto ai rapperti di parentela fra gli splancnociti ed i leucociti noto che I'Anglars chiama senza piu leucociti e quelli veri liberi e quelli che diver- ranno splancnociti. E un fatto pero che una tenue differenza tra gli uni e gli altri si puo rinvenire, ma ferse non basta per negare una origine comune. Non e qui pero il luogo dove io possa dilungarmi a riferire per quali ragioni io dubiti tuttavia di una origine comune dagli amebociti di tutti i tessuti meso- — 185 ~ dermali, pure a rigore quando altri volesse afiermarla anche il mio dubbio, tuttoche giustificato in parte, potrebbe male in6rmare il concetto. Sarebbe ora utile cbe coloro i quali si occupano dello studio dell'epitelio neir intestino dei vertebrati, considerando queste recenti osseivazioni a propo- sito degli Artropodi, vedessero, se, couforme I'opinione spesso espressa da molti, vi ha veramente un rapporto di parentela fra i leucociti e le cellule stesse, perche, io per mio conto, dietro esarai di epiteli di vertebrati diversi sono venuto nel dubbio che cio possa veramente accadere. Paladino fa notare che le osservazioni di Berlese, a parte la istografia, si ri- feriscono ad una questione importante, cioe, la trasformazioue degli amebociti in elementi epiteliali. La presenza di amebociti fra gli elemeuti epiteliali e sotto gli stessi noil puo basLare per afFermare la trasformazione degli uni negli altri. Crede supertiuo ricoraare quanto si sa in proposito suUa rigenerazione dell'epitelio. Raffaele obietta che per quanto si riferisce ai vertebrati : 1" In alcuni ver- tebrati non esistono leucociti ; 2" I leucociti si formano, come sembra dimostrato da recenti osservazioni, in epoca abbastanza avanzata dello sviluppo embrionale. Per queste ragioni non puo ritenersi senz'altro la genesi dell'epitelio intesti- nale dui leucociti. Todaro dice che I'opinione espressa dal Berese e stata mauifestata nella scienza varie volte. Egli crede che coloro che 1' hanno sostenuta non hanno messa attenzione al fatto che, anche nell' intestino degli Artropodi, ha luogo la muta e rimane sulla propria un sottilissimo strato nucleare derivato dall'epi- telio precedente il quale rifa il nuovo epitelio. Antonelii associandosi alle precedenti osservazioni, considerando I'estreraa importanza della questione e sotto I'aspetto morfogenico e sotto quello fisiolo- gico e patologico; considerando inoltre quanto oggi e da tutti risaputo sui due gx'uppi degli amebociti; il circolante e I'abberrante, trova che sarebbe vera- mente da desiderarsi che nei preparati di Berlese si trovasse la dimostra- zione di fatto della successiva metamortosi dei leucociti in cellule protoplasma- tiche e caliciformi epiteliali. Berlese risponde a Paladino che la sua couvinzioue in proposito alia ori- gine delle cellule epiteliali dell' intestino da elementi amebocitiformi non pro- viene dal fatto di aver trovati questi ultimi sotto ai precedenti, ma da quello di averli trovati fra i primi ed in via di moltiplicazione (per cariocinesi); ed inoltre dal fatto che non puo essere dimostrata la moltiplicazione del vero nucleo della cellula epiteliale ormai matura, ma che cio che si e fin'ora ritenuto per nucleo della cellula iu atto di moltiplicare, appartiene invece ad un elemento a se, simil- limo ai leucociti che stanno fuori dell'epitelio.' Ad Antone'li oltre che quanto sopra ha detto, il Berlese risponie che quanto alia trasformazione di elementi leucocitiformi in cellule epiteliali (protoplasma- tiche e caliciformi) e bene considerare quello che ne dicono tutti coloro che hanno studiato il mesenteron degli artropodi nella sua istologia, i quali tutti ammettono I'origine dei mazzetti di cellule, nidi di cellule, ecc. dipen- dere da un solo elemento amebocitiforme che da prima e esterno alia base e quindi interno alia base dell'epitelio dove poi moltiplica. Queste afferraazioni di tutti gli autori (nessuno eccettuato) iiifirmano an- cora quella del Todaro che, cioe, durante la muta rimanga sulla tunica propria un sottilissimo strato nucleare derivato dall'epitelio precedente. — 186 — Quanto alia osservazione piu grave di Raffaele, il Berlese risponde die uon esistono tessuti preformati e che questi deiivano da elementi che si molti- plicano o che si aggregano, quindi se esiste una tunica epiteliale, devono avere esistito a loro tempo cellule singole destinate a formarla e sono quests cellule che il Berlese chiama splancnociti, giacche spesso possono essere diflferenziate anche morfologicamente dagli amebociti veri e che, del resto, ha chiamato sem- pre amebocitifo rmi o leucocitiformi. Se esse appartengono invece all'endoderma piuttosto che al mesoderma, cio uon e contrario alle idee del Berlese, ma anzi tenderebbe a dimostrare, per quelle forme nelle quaii la comparsa dei leucociti e posteriore alia formazione dell' intestine, che vi hanno differenze oltre che morfologiche, anclie nell'epoca di oi'igine, tra gli elementi destinati alia riproduzione deU'epitelio dell'intestino e gli amebociti veri. Delia Valle propone, e I'assemblea approva, di rimaudare il seguito di questa discussione al termine delle comunicazioni scientifiche. BarpI U. — Intorno al vast aherranti del fegato dei solipedi. Riterisce brevemeute intorno a ricerche istituite sui vasi abex-ranti del fe- gato dei solipedi e dimostra, mediante preparati, come tali vasi in questi ani- mali sono molto manifesti specialmente nel legamento sinistro. Coadiuvato da un allievo della Scuola Veterinaria di Napoli inietto un gran numero di fegati attr.averso il dotto coledoco mediante una soluzione idroalcoolica di bleu d'ani- lina e pote constatare la presenza di vasi aberranti nella tonaca avventizia della vena porta e nel centro frenico del diaframma. Paria della disposizione dei vasi aberranti, della loro struttura, combatte I'opinione di alcuni osserva- tori^ specialmente per quanto riguarda la rete anastomotica dei vasi aberranti e la presenza di produzioni ghiaadolari nei vasi aberranti di medio e di pic- colo calibro, e sostiene I'opinione di coloro che li ritengono dotti biliari messi alio scoperto dall'atrofia e scomparsa della sostanza epatica. Barpi dimostra due preparati che illustrano la sua comuuioazione. In uno sono iniettati i vasi aberranti dei legamento sinistro del fegato di un asino, neir altro e evidente un tratto di sostanza epatica atrofica. Delia Valle A. — Di alcune particolaritcl osservate nelle Ascidie del Golfo di Nap) oil. 1. Diversa maniera di origine delle nuove colonie di Diplosoma Listeri. — Ho seguito con atteuzioiie per vari masi le diverse fasi che si sono andate suc- cedendo in due grosse colonie ai Diplosoma Listeri, le quali, sviluppate spon- taneamente, com' e caso comuue, sulle pareti delle vasche della Stazione Zoo- logica, permettevano, per la loro posizione opportuna, di segnare dei punci e delle linee di riscontro. Una di queste colonie era fissata su d' una lastra verticale, molto bene il- luminata, che forma una parete della vasca del grande laboratorio. La massa generale si e tenuta insieme unita per qualche settimana (era d'agosto) ; poi ha cominciato a distaccare delle colonie secondarie. Ma il movimento di mi- grazione, cosi della colonia madre come delle colonie figlie, e state sempre verso la stessa direzione, cioe verso la superfioie di livello. Si sarebbe detto che la colonia avesse sete d'ossigeno. Eppure, se mai si fosse voluto fare una 187 previsione, tutto avrebbe dovuto far conchiudere che la migrazione sarebbe stata diretta precisamente nel senso contrario, cioe verso il foiido, dove tutta una popolazione di Clone, di Briozoi, di Spugne, trovava condizioni di vita pror sperosa. Invece gl'individui della colonia che erano piii vegeti si affollarono in scliiera fitta verso I'orlo superiore ; anzi taluni si spinsero cosi presto avanti agli altri che si distaccarono in gruppi dalla massa comune. Jntanto tutta la colonia si vedeva presa da un certo malessere generale. Noii era piu la tunica comune limpida e trasparente dei primi giorni, ma una sostanza opalina gial- liccia, quasi opaca ; non piu I'aspetto vegeto degl'individui, ma un rimanersene spesso chiusi a lungo, in uno stato di semicontrazione. Nei primi giorni d'ottobre lo stato di sofferenza della colonia era gia molto avanzato, soprattutto verso il lembo inferiors. Ed appunto qui cominci© piu tardi un vero disfacimento, tale che in breve, dell' antica colonia madre, restarono solo cinque o sei pezzettini : alcuni residui scampati dalla distru- zione della colonia principale, altri derivati da scissione. Ma anche questi pez- zettini, gia fin da prima poco trasparenti, di tinta giallo-sudicia e vizzi, non tardarono a seguire la sorte comune. La seconda colonia di cui intendo dire e cresciuta su di una parete delle vasche dell' Acquario. Nei primi giorni di novembre era una colonia relativamente estesa, perfeitamente sana, e, com'e il caso in queste condizioni di buona salute, quasi senza prolungamenti tnnicali sporgenti oltre dal lembo comune. Nondimeno, durante il corso del mese, anch'essa comincio a muo- versi. Lentissimo era il movimento, ma incessante, e, come nelle colonie della vasca del laboratorio, sempre diretto in alto^ verso la superficie di livello dell'acqua, e sempre accompagnato da un notevole processo di frastagliamento. Sul comiuciare di dicembre Tantica colonia non esisteva ormai piii come tale; solo vari pezzi, per lo piii assai piccoli, si vedevano qua e la isolati e distanti I'uno dall'altro. In questo stato sono passati i mesi della stagione fredda. Ma al venir di primavera ognuno dei frammenti s'e risvegliato a nuova vita, fa- cendosi centre d'attiva gemmazione. Oggi (aprile), queste nuove colonie figlie, nate dall'antica primitiva, sono nel loro pieno vigors di vita, sotto forma di larghe macchie bianche, con ampii coni cloaoali comuni. Come risultato generale di queste osservazioni suUe colonie viveuti si ha che per i Diplosomi si deve ammettere come mezzo molto attivo per la molti- plicazione delle colonie la scissione spontanea. Nuove colonie fiorenti si pos- sono distaccare dal margins libero delle colonie migrant! ; altre prendono ori- gine forse da qusi frammenti che rimangono abbandonati per via, quando la migrazione precede con troppa fretta e irregolarmente. Esaminando questi frammenti lasciati indietro, spesso avviene di vedere in essi degli individui vivaci si, ma incapsulati quasi in una cisti protettrice. Non mi e riuscito di stabilire con certezza in sito se questi individui abbiano il potere di sopravvi- vere piu a lungo degli altri, e rimanendo la dove si fermarono la prima volta, e riuscire poi a loro volta fondatori di nuove colonie. Credo nondimeno probabile la cosa, tenendo conto specialmente di un'altra osservazione che diro. Mantenendo ia circolazione in un bicchiere delle colonie di Diplosoma prese direttamente dal mare, mi e avvenuto piu d' una volta di vedere che le colonie invece di morire tutte insieme, si disfanno a poco a poco. In tal caso, nel fondo del bicchiere si raccoglie un certo detrito bianco, il quale — 188 — «saminato piu attentamente si dimostra formato dl granelli, ciascuno conteneiite qualche uovo, o qualche larva, o qualche individuo incapsulato in un involucre formato dalla tunica comune. Raccogliendo alcuni di questi granelli e tenen- doli in una vaschetta con acqua fresca, ma non corrente, vari fra essi diven- nero aderenti al vetro. Rimessi in tale state in vasche dove la circolazione d'acqua e continua, in pochi giorni ottenni delle piccole colonie. Cosi, possiamo conchmdere. se questo disfacimento si fosse fatto in pieno mare, quelle antiche colonie madri. per mezzo di questi propagoli mandati in giro, si sarebbero molti- plicate a distanza, precisamente come avviene per le larva liberamente vagauti. Riepilogando : tre maniere vi sono nei Diplosomi per dare origine anuove colonie: 1. le larve ; 2. la scissione di colonie tiglie con relativa migrazione strisciando sul sostegno ; 3. i propagoli. 2. Migrazione della Ciona intestinalis . — Nella grande vasca del labora- torio della Stazione Zoologica di Napoli sono assai frequenti i casi d'individui di Ciona intestinalis peduncolati. Su di essi ha gia richiamato I'attenzione il Lo Bianco, il quale, facendo pure notare la presenza sul corpo di tali ascidie d'un gran numero di bollicine d'aria, attribuiva giustamente a queste la prima ragione della formazioue del peduncolo. Li ho guardati anch' io con curiosita questi strani animali, per varie settimane di seguito, nell'occasione che, vo- lendo studiare la migrazione delle colonie di Diplosoma, di cui piu sopra ho detto, aveva ottenuto, grazie alia cortesia della Direzione della Stazione, che per qualche tempo non si procedesse alia solita ripulitura della vasca. E molto notevole il fatto che la Ciona, stirata su dalle bollicine, spinge dalla base d' inserzione del peduncolo molte appendici rizoidi lluttuauti in tutti i versi. Esaminando queste appendici, si trovauo costituite interamente sul tipo dei prolungamenti ectodermici del Diplosomi nel momento che essi sono distesi in forma di ditb di guanto. Manca, nondimeno, quella che nei prolunga- menti dei Diplosomi e la parte caratteristica, cioe la speciale papilla adesiva. In talune appendici il prolungamento ectodei-mico si va ritirando o anche si e addirittura ritirato, cosi che tutto si riduce a semplici appendici inerti della sostanza della tunica che non tardano a cadere piu o meno in rovina. Si ripete cosi quello che in altre circostanze avviene delle appendici radiciformi che strisciano fissate al sostegno. Questo si vede quando le Ascidie sono inse- rite nel mezzo della vasca. Ma quando, invece, la Ciona ha preso inserzione su d'una parete verticale, all ora non pill prolungamenti cilindrici, liberamente fluttuanti si formano, ma solo appendici adesive; le quali strisciando suUa parete si ramificano varia- mente, si allargano uell'estremo distale come vere foglie, segregano un'abbon- dante sostanza tunicale. Intanto I'animale, tratto su dall'aria, cambia sempre posto, e migra in alto. Nuove appendici di tissazione si rendono allora necessa- rie, e I'ectoderma le emette abbondantemente. Ma non bastano an.cora, perche la base del peduncolo d' inserzione si va continuamente alloutanando. Insomnia, in ultimo il risultato di tutto questo distendersi incessantemente e fissarsi di nuovo e di continue, e uno spostamento successivo del punto d' in- serzione dell'ascidia sul sostegno : una vera migrazione, che riesce assai piii evidente nei casi in cui, amisura che I'animale si fissa sempre piu avanti, talora si va pure a mano a mano atrotizzando la parte radicale che rimane indietro. 189 Seduta pomeridiana. II Presidents annunzia che le dimostrazioni inerenti alle comunicazioni si faranno dalle 17 in poi nella sala del Museo Zoologico. Da quindi la parola ai soci per le Comunicazioni scientiflehe. Bassani F. — Su alcuni axmnzi di jjesci del j)liocene toscano. II corapianto Roberto Lawley, cultore benemerito di paleontologia, raccolse, com'e noto, anni addietro, nelle argille plioceniche delle colline to- scane e sopratutto nei dintorni di Orciano, di Voiterra e di Siena, una ingente quantita di avanzi di vertebrati e ne illustro buona parte in parecchie Me- morie (1). Egli ne cito 138 specie, distribuite in 65 generi : di esse, 126 appar- tengono ai pesci e sono princijjalraente rappresentate da denti, da squame e da doruliti, 3 ai cheloniani e 9 ai raammiferi. Quelle indicate con nomi nnovi sommano a 61. In codesti suoi studii egli ebbe il merito notevolissimo di istituire copiosi ed efificaci confronti con la fauna odierna, acquistando alio scopo un ricco matei'iale osteologico, preparato ottiinameute, e di riconoscere intimi rapporti fra un gran numero dei predetti resti pliocenici ed altri viyenti. Tattavia, pur dichiarando spesso che tali resti « corrispondono afFatto, a specie attuali e ne sono i rappresentaiiti alio stato fossile », li pubblico quasi tutti con nomi specifici nuovi. Dei riraanenti, riferi molti a specie neogeniche e parecchi a specie eoceniche, cretacee e giurassicbe {Aspidorhynchus ornatissimus Ag., Carcharias tenuis Ag., Chimaera Bucklandi Eg., C. Egertoni Buckl. sp., C. lep- tognathus Ag., C. Mantelli Ag., Corax Egertoni Ag., Galeocerdo minor Ag., Lamna elegans Ag., L. [OdontaspisJ JJronni Ag., L. [Od.J Hopei Ag., Myliohatis jynnctatus Ag., M. suturahs Ag., Notidanits microdon Ag., Otodus appendicu- latus Ag., Oxyrhina Mantelli Ag., Spinax major Ag., Tetrapturus minor Ag.) Natui-almente, qnesta associazione di forme spettanti a periodi terrestri cosi differenti parve molto strana, e qualche naturalista ne rilevo, incidental- mente, la poca probabilita o, per dir meglio, la inammissibilita. A malgrado di cio, alcuni studiosi, disposti a concedere alle specie una straordinaria resistenza attraverso le epoche geologiclie, trovarono nelle suaccennate risultanze un nuovo argoraento in appoggio della loro opinione. Piu tardi, Arturo Smith Woodward [-), Luigi Segu enza (■^) ed io stesso (^) rettificammo alcune fra le deterrainazioni di Lawley, basandoci, in generale, suUe descrizioni e suUe ligure. (') Monogriifia del genore Notidanus. — Osserrazioni sopra nua mascella loss, del geu. Sphmro- dug. — Pesci ed altri vertebrati fos.s. del pliocene toscano. — Nnovi studii sopra ai pesci ed altri vert. foss. delle colline toscane. — Quattro meraorie sopra a resti fossili. — Rea'.i foss. di Selache tro- vati a Kicava. — Studii coinparativi sui pesci foss. coi viventi dei gen. Carcharodon, Oxyrhina e Ga- leocerdo. — Nnovi denti fossili di "i^otidamis rinvenuti ad Orciano pisauo. (") Arturo Smith Woodward. Catalogue of the fossil fishes in the British Museum — Part. I. (^} Luigi Seguenza. — I vertebrati foss. della prov. di Messina. Part. I. Pesci, pag. 70. {") Bassani. — Note paleontologiche. — Ittioliti niioc. della Sardegna. — La ittiofanna di G-assii.o. — 190 — Se lion che, per giungere a deduzioni veramente fondate, era necessario lo studio diretto degli eseinplari, tanto piu che di molte fra le specie pubblicate, note e uuove, Lawley non aveva dato il disegno. Ora io, in questi ultinii inesi, ho avuto 1' opportunita di esaminare, in qualche coUezione pnbblica e privata, parecchi avanzi di pesci pliocenici della Toscana, raccolti e determi- nati da lui, i quali, per quanto scarsi, mi hanuo fornito risultati soddisfacenti. Fra essi, infatti, ho riconosciato le specie seguenti. Aggiungo fra paren- tesi i nomi con cui vennero indicate da L aw 1 e y. Specie viventi. Acanthias vulgaris. {Spinax major Agassiz). Carcharias [Prionodon] glaucus . . . {Pnonodon suhglaucits Lawl.), Carcharias [Prionodon] glyphis . . , (Glyphis urcianensis Lawl.). Carcharias [PrionodonJ lamia {Carcharias tenuis Ag., Carcharodon minimus Lawl., Corax Egertoni Ag., Galeocerdo etrusciis Lawl., Pnonodon siiblamia Lawl). Carcharodon Rondeleti (C. angustidens Ag., C. etruscus Lawl., C sul- cidens Ag.). Centrina Salvianii (C. Bassanii Lawl.). • Chrysaphrys aurata ( C Agassizii £. Sism.). Galeus canis (Galeocerdo minor Ag., G. Pantanellii Lawl.). Myliobatis aquila {M. angustidens E. Sism.). Notidanus griseus. . .'. {N. gigas E. Sism., N. Meneghinii Lawl., N. microdon Ag., N. prhnigenius Ag., N. re- curvus Ag.). Odontaspis ferox (Lamna [Od.] Bronni Ag., L. [Od.] Hopei Ag., L. [Od.] duhia Ag.). Oxyrhina Spailanzanii {Otodus appendiculatus Ag., Ot. sulcatus E. Sism., Ox. Desori Ag,). Raja clavata {R. antiqua Ag.). Scyllium stellare (-S'. Pauluceii Lawl.). Scymnus lichia {S. Majori Lawl.). Squatina angelus (Ucatilis Ag., 0. trigonodon Ag., 0. xij)hodon Ag.). Da questo elenco risulta : 1." che quasi tutti gli esemplari esaminati da me spettano a forme dei nostri mari, Cio conferma, del resto, le osservazioni di Lawley, il quale, evidentemente, partiva dal falso principio che gli avanzi di specie viventi, — 191 — quando si trovano in depositi auterioii al moderno, vanno distiiiti con nomi specific! nuovi. 2." che delle 18 specie eoceniche e secondarie citate da Law ley, io ne ho rinveuute 1 1 determinate erroueamente, le quali sono in vece neogeniche od attuali. Ripeto che il materiale avuto a mia disposizione e state molto scarso. Certo, se si potesse studiare I'iutera collezione (la quale si conserva a Mon- tecchio, presso Pontedera, in provincia di Pisa), si riconoscerebbe che quella fauna e costituita in grandissima parte da specie viventi e che non vi e rap- presentata alcuna specie mesozoica, ne eocenica. Bassani presenta un problematico avauzo organico raccolto uel calcare eo- cenico dell'Appennino del Molise, che interessa molto i convenuti. Paladino G. — Su alcuni puntl covtroversi della stndtura Intbna del ceutri nervosi. Richiamo Tattenzione degli osservatori su tre punti della struttura intima dell'asse cerebro-spinale, cioe a dire 1'^ sul reticolo periferico delle cellule ner- vose e della sua penetrazione in queste e della sua continuazione col tessuto interstiziale; 2" sulla penetrazione del nevroglio interstiziale nella guaiua mie- linica delle fibre nervose o sulla continuazione del nevroglio interstiziale in quello che io chiamai nevroylio mieHnico, e 3'^ infiue sul inodo di comportarsi delle fibre delle radici dorsali come giungono nel ipidoUo spinale. I. In ordine al reticolo pericellulare ed endocellulare delle cellule nervose present© due preparati di midollo spinale di Trygon violaceus, in uno dei quali si vede chiaramente un nitido reticolo adattato immediatamente sull'elemento nervoso ed in chiara e diretta continuazione col tessuto interstiziale, meutre uel- I'altro si vede chiaramente una cellula nervosa circondata dall'identico reticolo anzidetto continuantesi non solo col tessuto interstiziale ma altresi con un re- ticolo che si svolge dentro il protoplasma cellulare. Ed in effetti siccome il ta- glio ha preso di sbieco la cellula, cosi si ha a vedere per una parte di questa il reticolo superficiale e pericellulare, e per I'altra parte die comprende anche il nucleo il reticolo che corre dentro la cellula ed arriva sino allaperiferia del nucleo. Tale reticolo endocellulare risulta da rami piii sottili di quelli che compongono le maglie del reticolo superficiale, ma in diretta continuazione coUo stesso. Le maglie del reticolo superficiale sono di varia forma ed i raggi che le limitano si riuniscono nei punti d'incontro, ed in qualcuno di questi vi e proprio un pic- colo corpuscolo nevroglico. Neir uno e nell'altro preparato si deve notare che il reticolo che involge il corpo cellulare si continua sui prolungamenti di qnesto, cioe tanto sui dendriti, quanto suU'assone o prolungamento cilindrassile come dimostrai sin dal 1892 e come di poi confermarono Colucci C, Capobianco, Fragnito ed altri miei allievi. Di che natui-a e mai il detto reticolo pericellulare ed endocellulare? Prima di dare una congrua risposta ad una tale interrogazione e mio debito rammen- tare che molte tra le question! sorte intorno Tistologia dei centri nervosi sono derivate dal fatto che i metodi adoperati se mettono in evidenza alcune parti restano inefficaci colle altre, sicche coi preparati che si ottengono mentre da un lato s' induce dall'altro si suppone, dovecche e da seguirsi il precetto di pre- — 192 — ferire quei metodi che lasciano contemporaneamente vedere tanto gli element! nervosi quanto gli interstiziaii. Da questo punto di vista i metodi die piii mi hanno risposto alio scopo sono stati quello all'joduro di palladio e I'altro consistente nell'uso della ru- bina acida in soluzione picro-alcoolica (rubina acida gramme ], acido picrico grammi 3, alcool a 91 grammi 100). Ebbene con questi metodi a preferenza si ottengono preparati che presentano colorati e gli element! nervosi e le glia- cellule, e queste di molto varia dimensione e con proluugamenti in rapporti tra loro prossimali e distali. Quando le cellule nervosa sono annidate in lacune del tessuto interstiziale o del nevroglio esse non si trovano libere, ma souo in cambio circondate da imo strato di nevroglio rarefatto. costituito da piccole gliacellule con e senza nucleo e con prolungamenti fibrillar! che s'intrecciano variamente e che si vanno a continuare col reticolo pericellulare, e nel tutto insieme costituiscono quello che io ho chiamato il ragnatelo nevroglico. Merce la soluzione di rubina acida anzidetta si hanno preparati dove e possibile di vedere chiaramente il reticolo pericellulare in continuazione al- I'esterno col resto del ragnatelo nevroglico ed in generale col nevroglio in- terstiziale, ed all'interno continuantesi con fili piii sottili che alia loro volta s! riuniscono e formano una rete a maglie piii strette e giungente fino al nu- cleo. II dubbio che il reticolo superficiale o pericellulare possa essere inter- pretato per intracellulare e vittoriosaraente vinto dal fatto che il reticolo esterno ed interno si trovano a different! piani, onde I'uno si Tede a fuoco piu alto e I'altro a fuoco piu basso, ed inoltre dalla presenza del nucleo alio stesso livello del reticolo interno, il che da garanzia e sicurezza che quanto si vede a detto livello e dentro e non sopra la cellala. Le cellule nervose adun- que nel midollo spinale sono circondate da nevroglio che forma un reticolo intorno alle cellule in continuazione con quello che la rubina acida mette in evidenza dentro le stesse. Una tale continuazione del ragnatelo nevroglico dentro le cellule fa sem- pre piu intimi i rapporti tra nevroglio e le cellule nervose. E cio c! deve aiutare ad apprezzare al loio giusto vaiore alcuni de! piii recent! trovati, fra i qual! il rivestiraento retioolare delle cellule nervose descritto dal Gclgi, il reticolo illustrate da Donaggio, quello da Bethe e da altri. Or dopo la ripetuta conferma e I'estensione de! predetti rapporti intimi tra nevroglio e cellule nervose, prima di concludere altrimenti sull'essenza del re- ticolo peri ed endocellulare m! pare s! dovesse escludere che sinno parte del ragnatelo nevroglico adattato a reticolo pericellulare e continuantesi nel reti- colo endocellulare. La significazione di questi rapporti intimi tra nevroglio e le cellule nervose e della massima importan^a, e senza divagare in interpretazioni fantastiche son d' avviso che debba il nevroglio rappresentare un apparecchio nutritive, un apparecchio per la piii intima distribuzione de! succhi plasmatic! a vantaggio delle cellule nervose attraverso le maglie del reticolo pericellulare e seguendo i ram! della rete endocellulare. Nel contempo il nevroglio pericellulare deve servire quale mezzo isolante della conducibilita nervosa. II. II nevroglio non solo si adatta imraediatamenfce alle fibre nei centri nerves!, ma piglia intimi rapporti anz! si coatinua nello scheletro mielinico. Io vi present© un altro prej^arato che e una sezione trasversa del midollo 193 spiiiale di Trygon violacms e die osservato, specialuiente in coi-rispondenza dei cordoni ventfali costituiti dalle fibre pin grandi, vi fara avere cbiara la no- zione che le cellule nevrogliche interstiziali di molto varia dimensione man- dano tntte prolungamenti che o corrono suUa periferia dello scheletro mieli- nico, giacche queste fibre iiervose non lianno membrana di Schwann, oppure vi si addentrano e collo stesso si continuano. Tale penetrazione avviene o nelle fibre contigue alle cellule nevrogliche o nelle fibre dalle stesse lontane. In ogni sezione trasversa di fibra nervosa si ha a vedere 11 cilindrassile centrale o piii o meno eccentrico, e tra questo e la periferia si trovano rami in varia direzione, convergenti talora in rigonfiamenti t'usoidi, in qualcuno dei quali si deve distinguere un accenno di nucleo. Mentre arrivano a circondare il cilindro dell'asse alia periferia si mettono in continuazione col nevroglio interstiziale. Rispondono detti rami alia colorazione della rubina acida come il nevroglio interstiziale, a simiglianza del come gli uni e I'altro avevano lispo- sto di gi^ alia reazione del joduro di palladio. II nevroglio adunque non lascia lacune canaliculate a traverse cui corrono liberamente le fibre nervose, si bene vi penetra dentro e ne costituisce lo scheletro mielinico. I migliori preparati I'ho ottenuti con pezzi di midollo spina;le colorati dopo di averli smielinizzati merce bagui successivi di benzoic ed alcool a parti uguali, di benzoic solo, e poi di alcool assoluto a caldo, o pure dopo averli sottoposti all'azione digestiva del succo gastrico. Tali rapporti tra il nevroglio interstiziale e lo scheletro mielinico non sono meno interessa^jti di quelli tra nevroglio e cellule nervose. Ci I'anno meglio comprendere la vera natura dello scheletro mielinico e ci i'anno apprezzare al giusto valore in massima i coUaterali cbe sono da ritenersi quali filamenti o raggi di nevroglio e non rami- del cilindrasse. III. Ed eccomi al raodo di comportarsi delle fibre delle radici dorsali al lore arrivo nel midoilo spinale. Secondo lo schema dato negli ultimi tempi da Kolliker, Ramon y Cayal, van Gehuchten, ecc. le fibre nervose delle dette radici si sarebbero biforcate in un ramo ascendente pin lungo ed in un ramo discendente piu corto. Questo trovato istologico sarebbe stato in accordo coi dati sperimentali riflettenti le conseguenze della recisione delle radici dor- sali, a cui conseguitano degenerazioni ascendent! e degenerazioni discendenti. Intanto coi metodi che colorano contemporaneamente tutto non si hanno a confermare le biforcazioni anzidette. Gia. il Golgi aveva ritenuto che fossero rare, ma io devo essere piu reciso a non ammetterle addirittura. Quelle che in cambio si avvera e questo: le fibre delle radici dorsali arrivate che sono nel midollo si ripiegano in sopra, pero alcune si ripiegano in senso opposto verso I'estremo caudale, sicche si incrociano con quelle che vanno in sopra od ia- nanzi. Tale effettivo comportarsi delle fibre delle radici spinali dorsali spiega poi come alia recisione di queste debbano conseguire degenerazioni ascendenfci 6 discendenti del midollo spinale. Cosi stando le cose, lo schema divulgate negli ultimi anni da Kolliker, Ramon y Cayal, van Gehuchten, ecc. in ordine alia disposizione delle fibre sensitive e loro rapporti colle cellule nervose nel midollo spinale va ri- veduto sulla base dei nuovi rapporti da me messi in luce tra nevroglio ed elementi nervosi. — 194 — Diamare V. — Cisti epiteliali nel cosiddetto pancreas dei Petromizonti. Alia strana condizione del t'egato il cui dotto sparisce, all'epoca della tra- sformazione deW Aminocoetes in Petromyzon, si riannoda strettamente la que- stioue d'un eventuale pancreas. II coraplesso di follicoli esistenti suU' inizio dell' intestine medio (org. d^ Langerhans) laoiV Aminocoetes e, secondo alcuni, un pancreas, secondo altri (Schneider) una milza. Kupf'f er, al quale poco chiara apparisce la significazione dell'organo, trova che il prime apparire d'un pancreas nelV Ammocoetes segue le linee generali consuete, ma che gli abbozzi ventrali si visolvono in tessuto epatico, mentre I'abbozzo dorsale, coUegandosi al fegato. fornisce proprio esso la via d' escrezione al medesimo: ossia qui non tratterebbesi d'un coledoco. ma d'un omologo del dotto di Sautorini. Brachet, ispirandosi ad una con- cezione di Mayr. ammette un pancreas, per cosi dire, virtuale, in una zona del medio intestino, laddove T organo di Langerhans inclina a i-iguardare tutt' al piu, come equivalente alls cosidette isole di Langerhans dei verte- brati piu evoluti. lutanto nel Petromyzon ed in forme di transizioni un differente organo e in- dicato da Schneider e daNestler come residuo dell' obliterato dotto del fegato. Kupffer, che definisce I'organo « un tutt'altro che insignificante pan- creas della forma adulta », suppone che sorga piu tardi, appunto dal dotto di Santorini. Giacomini, ha dato recentemente particolari suUa posizione. rapporti e struttura di tale massa con i quali riesco ad accordarmi in parte, differendo per altro su interpretazioni raorfologiche. Ma qui come osservazione che forse potra avere qualche interesse nello stato delle queptioni, di cui per- cio ho dato un cenno, vorrei semplicemente ed in breve far noto un reperto che mi si e ofiferto, nell' esame di tagli seriali deli' intestino medio e suoi annessi glandular! d'un esemplare molto grande di Petromyzon marimis, gentilmente avuto vivento dalla Stazione Zoologica. II complesso glaudulare anteriore, sito neilo spessore dell'iutestino, sembra sui tagli che risulti di due masse riunite fra loro da un tratto della stessa so- stanza. Ora, sul punto in cui gli ammassi stanno per ridursi e sono prossimi a scomparire poi sui tagli seguenti, ed inoltre, sul punto in cui il complesso po- steriore sta per incunearsi nel fegato, ho rinvenuto dico, in ciascuna delle tre masse in parola, una cisti, fatta da particolare epitelio semplice. Le cisti epiteliali non hanno un rivestimento proprio conn etti vale o cap- sula, ma giacciono, strettamente vicine a quelli che Giacomini omologa a' tubi zimogenici, ed alle vescicole piu grandi, omologate dall'A. ad isole di L an ger bans, nella stessa trama interstiziale. Qneste formazioni che io per ora chiamero semplicemente « costituenti glandulari » soao separati dall'epitelio ci- stico talora solo da capillari : in taluni punti esiste pero tale intima connessione tra le « vescicole piu grandi » e I'epitelio che, nella retrazione provocata dal fissatore, alcune di queste ultima hanno seguito I'epitelio ed appariscono saldate ad esso, quasi ne fossero diretta continuazione. L'epitelio delle cisti risulta di cellule la cui altezza varia alquanto, con un nucleo piu piccolo delle « vescicole piu grandi », ma piii oscuro. Per i caratteri del nucleo e per i caratteri generali questo epitelio oflfre spiccata somiglianza con l'epitelio intestinale. Analogamente a questo ultimo le cellule si colori- scono in rosso-vinoso con eraallume ed eosina e mostrano del pari assai evi- - li dente quel particolare orlo striate, indicate come orlo ciliato o « bordnva a spazzola » neU'epitelio renale, in cui sopratutto fu studiato e variamente in- terpretato (Tornier, Disse, Nicolas, Sauer, Trambusti, Renaut, Monti). Sopratutto distintissimo, come neU'epitelio renale notarono Sauer ed i germani Monti, e come io constato neU'epitelio intestinale dello stesso Petromyzon, e quella serie di puntini che si mostrano intensamente iutinti alia base dell'orlo. Veramente se quest'ultirao risulti poi di ciglia e discussions in tesi molto generale e non concerne lo scopo della presente comunicazione. Devo far osservare pero che oltre alia « bordura a spazzola » si riscontrano in tratti delle cisti, in alcuni elementi, come dei bastoncelli rigidi o variamente affasciati, emanantl dal citoplasma, i quali s'intingono del pari vivamente con 1' eosina. Questi hanno propriamente tutto I'aspetto di ciglia ed e a rilevare che si riscon- trano del pari, con identici caratteri, oltre alia cosidetta bordura a spazzola, sull' estremita distale di cellule epiteliali dell' intestino. Si dovra tener conto di cio, in una piu esatta valutazione della « bordura » in generale. Nell'interno delle cisti s'osserva un coagulo areolato, con nodi alquanto piii, densi e piu colorabili (eosina, congorotlij o singoli minimi grumetti sparsi. Singo- lare e un rientramento. con interruzione dell'epitelio, in una cisti : sembra che il tratto interrotto sia completato da un capillare sanguigno. Immagini analo- ghe ho trovato talora anche nelle < grandi vescicole » della massa glandulare. In riassunto delle impressioni che riporto dall' esame dei preparati devo insistere che le forraazioni cistiche rinvenute hanno disposizione abbastanza regolare ne' tre ammassi glandular! e presentano caratteri intestinali spicca- tissimi. Mi domando se eveutualmente rappresentino ordinarie vestigia d'uu derivato intestinale, a un di presso come gia sappiamo verificarsi di certi de- rivati dell' intestino medesimo ? (AUudo specialmente alle vestigia brauchiali e sopratutto al corjDo postbranchiale, i cui rudimenti a mo' di cisti persistono nella tiroide e nelle paratiroidi dell' uomo e di vertebrati). Nel caso attuale le cisti potrebbero eveutualmente essere i rudimenti dello scomparso dotto del fegato ? Quando rifletto che il dotto occupa la zona in cui, per un ulteriore pro- cesso di torsione dell'intestino (Nestler, Kupffer), ruota I'organo di Lan- gerhans, e quando constato sui miei tagli di Ammocoetes che follicoli di Lan. gerhans si spiccano dall'epitelio intestinale, propriamente anche sul punto di sbocco del dotto e, quando si tien presente che il lurae del dotto si perde in tratti staccati (Nes tl er), si puo immaginare, dico, senza stbrzo, come possano da cio risultarne tratti cistici, persistenti in seno alia massa che ne prende il posto. In tagli, non seriali, d'un intestino ed annessi, di Petromyzon Planeri. ho veduto sezioni di cisti analoghe. Diamare mostra i disegni e preparati che illustrano la sua nota. D'Evant T. — Sin rami minori deW aorta ventrale e specialmente sulla irri- gazione del plesso celiaco del simpatico. Fa rilevare che mentre i grossi rami dell' aorta ventrale sono ben cono- sciuti sia nelle loro condizioni ordinarie, che anormali, ed anche per quel che riguarda il loro significato e tipo morfologico, lo stesso non si puo dire per un'altra serie di piccoli rami, che si distaccano dalla parete antero-laterale dell'aorta ventrale, e che pure hanno importanza relativa agli organi cui si distribuiscoflo. Meglio conosciuti sono i corrispondenti rametti del segmento — 196 — toracico deir^4. In quanto a quelli del seginento addomiuale iioii ne ha trovato ceuno.in opere special!, e solo qualche nozione se ne trova nel Theile e nel Roiuiti, i quali hanno solo nominati dei rametti glaudolari e nervosi. Ora, data la iniportanza fisiopatologica grandissima del plesso solare, e dei ganglii sernilunari, renali e metenserici che vi si trovano intercalati, noncbe la grande massa della sosfanza nervea che compi-ende tanto la parte plessitbro'e quanto la parte gangliare di questo centro nervoso, I'A. fa rilevare che, mentre la parte morfologica di questo centro e abbastanza ben conosciuta anche nelle sue principali varieta, non e ben determinata la sua irrigazione. A tale scopo I'A- ha istituito delle ricerche sull'uomo e in qualcho manamifero piu grosso e comune. Da queste osservazioni fatte su preparati ad iniezione fina niolto pene- trante od a caldo, legando i maggiori vasi collateral! a qualche distanza, e veuato alle seguenti conclusioni: 1" L'aorta ventrale da, fra le tre serie di rami pari ed imparl, una doppia serie pari di piccoli rami, die si staccano dalla sua parete antero-laterale in una linea verticale, fra la serie dei rami viscerali pari (numerosi nei Sauropsidi, e ridotti per fusione nell'uomo e nei mammiferi) e quella del gruppo celiaco- mensenterico, anche tanto ridotti nell' uomo rispetto agli animali inferiori ; 2'' Che essi rami sono pari ed hanno disposizione segmentaria, almeno originariamente e tipicamente, potendosi trovare numerose varieta tanto di numero, quanto di origine anche dai rami collaterali prossimi, ma esistono costantemente ; 3" Sono al numero di qunttro e talvolta di cinque paja, che pero sono separati da intervalli minori di quelli che separano i tronchi angiomerici col- laterali, trovandosi raggruppati in un limite piu ristretto. 4° 11 4" pajo, piu basso (caudalmente), piu grosso, corrisponde alle arte- viae uretericae mediae di Haller. II 3'^ ed il 2" vanno alle giaiidole linfatiche del plesso aortico, ed alia capsula adiposa del rene ; il 1° pajo (piu craniale) puo nascere dall'aorta o dalla capsulare, ha decorso ricorrente, ed irriga il mar- gine mediale del ganglio semilunare, o del ganglio che corrisponde alia fusione del ganglio semilunare ed aortico, si puo anastomizzare con qnello del lato op- posto, e da esso partono i rami pel ganglio celiaco. Esso rappresenta nell'uomo quell'unico o doppio ramo che, nei solipedi, l'aorta ventrale da al plesso solare. Su questo punto le ricerche saranno continuate. In quanto alia irrigazione arteriosa del ganglio semilunare conclude : 1" Che la sua irrigazione e in rapporto tanto di questo ramo quanto con rami sussidiari che vengono da una delle tre aa. capsular! ; '2° Che vi puo es- sere anastomosi tra i due lati ; 3 " Che spesso si forma una specie di circolo co- ronario intorno al ganglio, e dal quale si staccano le sue arteriole ; i-'^ Che il ganglio ha percio diverse sorgenti d' irrigazione, per la sua importanza fuii- zionale, e che pero la sua nutrizione e abbondantemeute assicurata. D'Evant presenta le figure ed i preparati che accompagnano la sua comu- nicazione. Capobianco F. — La ergogra^a del gastrocneviio nelVuomo. II muscolo gastrocnemio, rinforzato dal soleo, col quale ha tendine unico, com' e noto, ha funzione di estendere il piede suUa gamba ed allorche la pianta — 197 — del piede poggi su di uu piano resistente o sul suolo, variando il punto fisso, puo sollevare il corpo sulla punta del pledi ed ha percio gioco importantissimo- nel cammino, nella corsa, nel salto ecc. Profittando di quest' azione e per alcuni iniei S'tudii io lio teutato di otte- nere la grafia della tatica del muscolo in parola mediants una modificazione del- I'ergografo del Mosso, die tanti servigi ha reso alia sperimentazione umana. Ho usato cioe I'ordinario apparecchio inscrittore del Mosso e ne ho sol- tanto rese piu luughe le dae aste parallele, su cui scorre il mobile, per per- mettere a quest' ultimo piu ample escursioni. Air apparecchio fissatore dell' antibraccio ho poi sostituito uno stivale di t'ela forte e resistente, fornito di una suola rigida, di ferro o di legno, la quale anteriormente s'articola a cerniera fissata su di un predellino di legno alto alcuni centimetri sul livello del tavolo ov'e disposto tutto 1' apparecchio. Po- steriormente detta suola si prolunga in uno sperone, che i'uoriesce dal limite dello stivale ed anche dal predellino. Al foro di cui e fornito questo sperone si attacca una resistente minugia, la quale scende per riflettersi al disotto di una puleggia hssata al tavolo e ad un livello piu basso del piano del pre- dellino di legno, ove si trova fissato lo stivale. Dopo il passaggio sotto la pu- leggia la minugia va ad attaccarsi al mobile deH'apparecchio inscrittore, preci- samente come nell' ergografo del Mosso la corda, che e tratta dal dito medio. II movimento e semplice ed awiene nel modo seguente: I'individuo, che si assoggetta all'esperimento, siede su di una sedia per evitare nei risultati difFerenze dovute a diversita individual! del peso del corpo. Una larga cinghia di cuoio gli stiinge i muscoli della coscia per impedire nella miglior maniera la loro entrata in azione in qualsiasi periodo dello esperimento. La gamba e leggermente avvicinata alia coscia e il soggetto e invitato a sollevare ritmi- camente, con successioiie volontaria o regolata da metronomo, il calcagno, men- tre la punta del piede e fissata alia cerniera, che rende impossibile qualunque spostamento in altri sensi. II peso da sollevare puo essere variabile, ma per ottenere una piu facile stanchezza ho preferito '20 Kg. Dopo il sollevamento per contrazione del tricipite surale e questo peso che trae giu il calcagno e si ha I'abbassamento e sulla carta la linea di ritorno al riposo. Cosi praticando si ottengono tracciati caratteristici della fatica del mu- scolo, che, mutatis mutandis, riproducono con grande fedelta il tipo della curva ergografica delflessore del dito medio della mano, ottenuta con I'efficace e sem- plicissimo apparecchio del Mosso, di guisa che basta conoscere la curva della fatica della mano in un dato individuo per riconoscerne in mezzo a parecchi saggi di persone diverse quella fornita dalla fatica del tricipite surale. Questo breve cenno sara quanto prima seguito da una descrizione piii anipia ed esauriente e dalla riproduzione dei caratteristici tracciati, di cui presento ora ai Signori Socii alcuni saggi. Capobianco presenta le grafiche relative ed il disegno dell' apparecchia adoperato. Capobianco F. — La influenza di agenti fisico chimici sui muscoli lisci dHn- vertebrati. Espongo qui alcune conclusioni generali, tratte da un lungo studio speri- mentale, seguito su due invertebrati Y Eledone mosdiata ed il Sipunculus nudus, M. Z. ■ — 198 — poiche il lavoro complete vecle la luce negli atti dell' Accademia Reale dalle Scienze di Napoli. Alio scopo di portare un contributo alia questione sempre viva e discussa della velenosita specifica muscolare o nervosa dei varii tossici, e profittando della liberale ospitalita presso la stazione zoologica di Napoli, io ho provato sni preparati neuro-muscolari dei predetti animali marini I'azione di oltre 50 veleni, tra sostanze miiierali, anestetici, alcaloidi e glucosidi, essenze, nouche gli effetti delle variazioni di "temperatura; determinando altresi la conceutra- zione della soluzione di cloruro sodico fisiologica per sifFatti aniinali e che deve avere un contenuto del 2-3 'Vo di sale; e non solo in questi due inverte- brati, ma nella torpedine, nell' octopus ed in altri animali marini. Mediante un opportune dispositive io ho potuto nelle esperienze sul sipun- culus ottenere tracciati grafici della contrazione muscolare dopo I'azione dei piu differenti tossici. Da una cosi ampia serie di esperienze io ho concluso: 1° Che vi ha dei muscoli lisci inattaccabili o quasi anche dai piu forti veleni muscolari ; 2" Che vi ha muscoli lisci vulnerabili anche a veleni, che per altri mu- scoli sono di trascurabile azione e che se non giungono proprio ad avvelenar quelli profondamente v'inducono p3r6 cangiamenti rilevabili graficamente nel decorso della contrazione muscolare; 3° Che anche le fibre nervose amidollari degl'invertebiati sono dotate di quel potere di resistenza ai tossici, generalmente riconosciuto per le fibre nervose midoUari dei vertebrati ; 4" Che parlando di velenosita specifica muscolare o nervosa, si debba di necessita precisare la classe di animali, su cui quella piio esplicax'si e che. per conseguenza. non esistano assoluti e generali veleni muscolari o nervosi; 5'J Che, infine, i muscoli lisci degl'iuvertebrati possono fornire una curva di contrazione, che in date condizioni, riproduce con grande verosimigliauza quella di una fibra striata. Bianchi L. — I fasci associativi lunghi del lobo frontale^^). Bianchi mostra i preparati che fanno oggetto della sua comunicazioue. Monticeili Fr. Sav. e Lo Bianco S. — Coviunicazioni sui Peneidi del golfo di Napoli. Facendo seguito alia nostra precedente comunicazione al Convegno di Bo- logna ed a complemento di questa (-) diamo ora notizia riassuntiva di altre os- servazioni occorseci nello studio che proseguiamo sui Peneidi del golfo di -Napoli nelle seguenti tre comunicazioni : I. Sviluppo embrionale e larvale del Penaeiis memhranaceus Risso. — Con- tinuando nei tentativi, riusciti fino allora vani, come dicemmo nella precedente comunicazione, per ottenere nelle vasche la deposizione delle uova di questa specie, ci e finalmbnte riuscito, nello scorso novembre, di raccogliere alcune volte le uova che femmine mature avevano deposte nella vasca dove da tempo (') 11 riassiiiito ili questa comunicazione, non ha potuto essere pubblicato perclie I'A. non lia inviato in tempo il nianoscritto alia segreteria. Fr. S'av. Monticeili- i^) Mouit. ZooL, Anno XI, Supplemento, 3900, pag. 2S-31. — 199 — le teuevamo. Queste uova, nell'aspetto e nella forma, souo del tutto identiche a quelle di Sicyonia sculpta e mostrano le medesime caratteristiche di queste uella capsula trasparente che le involge, che si comporta come in quelle di Sicyonia. Dalle quali difFeriscono le uova di P. membranaceus per il colorito diverse che e piu chiaro, di una tinta grigio-giallastra, e per essere piu fina- niente granulate nella massa : auche nelle dimensioni di poco esse difFeriscono da quelle di Sicyonia. Come le uova di questa specie quelle di P. membranaceus presentano una segmentazione totale e con processo rapido. si che presto si giunge alia formazione di un embrione scudiforrae coriispondente a quello gia descritto in AS'icj/OJiia, che, con lo svilupparsi progressive delle appendici, si completa nella forma nupliare. Ma le seguenti vicende di questa prima forma embrionale, scudiforme, di P. membranaceus non abbiamo potuto seguire ulterior- mente, come sono sfuggite alia nostra osservazione alcune fasi della segmen- tazione per la scarsezza del material e ottenuto e per il facile alterarsi delle uova. che subito muoiono. Cosicche la forma nupliare di questa specie non ci e ancora nota ; ma tutto quauto ora sappiamo dello sviluppo, ci conduce a con- •cludere che questa debba essere simile a quello di Sicyonia. Ed, in ogni modo, le osservazioni fatte sullo svilnppo di P. membranaceus, confermano quelle fatte «u Sicyonia, permettendo delle couclusioni generali sulla segmentazione e sullo svilui^pamento dei Peneidi in genere, nei quali, vien cosi provato, in rapporto alia loro biologia, come le uova si segmentino totalraente, dando luogo ad un NaupHus che mena vita autonoma, pelagica. Quanto alle larve, che nella precedente comunicazioue dicemmo di non essere riusciti ancora ad identificare per larve di P. membranaceus, ora possiamo asse- rire — completandone in gran parte la serie.con nuove forme raccolte nel plankton nello scorso dicembre — di aver rintracciata anche la serie larvale di sviluppo di questa specie, restando solo da ottenere, per affermarlo in modo assoluto, la trasformazione sperimentale in giovane P. membranaceus dell'ultimo stadio di Mysis da noi raccolto. Forma che, per altro, gia mostra tutte in gran parte accennate, le caratteristiche essenziali che trovansi esplicate nella forma gio- vane di P. membranaceus, che noi gia possediamo. Le forme larvali della serie P. membranaceus si distinguono per 1' aspetto generate, per la figura dello scudo dorsale, come pel colorito da quelle che abbiamo descritte degli altri Peneidi. Mentre 1' intestine e colorato in I'osso saturno intense, come nelle larve di Solenocera, la parte anteriore dell'apparato digeronte spicca, iuvece, per il sue colorito verde diffuse attraverso le scudo dorsale, colore ora piu, ora raeno intense che ricorda quello delle larve di Sicyonia. Ed e ancora no- tevele della serie in esame una pigmentazione verde ora raddensata in macchie (antenne), era diffusa (nel ventaglio codale e nelle spine dorsali dell'addeme), che si osserva nelle larve di stadii avanzati e piu specialmente in quelli di Mysis. La piu giovane larva di questa serie, che noi possediamoj e una Zoea ad occhi peduncelati, con segmenti toracici gia nettamente distinti e ferca codale tipi- •ca. Lo scudo dorsale e ristrette in avanti ed a margine anteriore troncato con una spina mediana forte e robusta, lunga quanto le antenne anteriori (antennule); spina che mostra, ai due lati della sua base, una insenatura che determina due punte sporgenti dal margine anteriore delle scudo dorsale; dagli angoli esterni del quale sporgone, inoltre, due spine brevi e robuste. Questa Zoea, per successive modificazioui, che rientrano nel quadro ordi- — 200 — nario dello sviluppo larvale dei peneidi — salvo quelle speciali inerenti alio scudo dorsale, nel quale sempre piu si accentua la forte spina centrale ante- riore e si vanno individualizzando le due lateral! — da origine a diverse altre fasi di Zoea e ad altre successive di Mysis. Le diverse modificazioni piu importanti di questi stadii sono determinate dalla forma che gradatamente assume, nel ventaglio codale, che va completan- dosi, il telson e dal trasformarsi dello scudo dorsale nel suo margine ante- riore. La spina centrale di questo persiste e diventa sempre piu robusta, slar- gandosi maggiormente alia base, cosi da occupare, nell'ultimo stadio di Mysis, tutta la larghezza del margino anteriore dello scudo dorsale, fra gli occbi. Ed in questo stadio, lungo il dorso di detta spina (il vostro) e verso la sua base, si sono sviluppate delle altre spine che fanno serie con quelle sorte lungo la linea dorsale del cefalotorace. Le due spine laterali esterne auteriori dello scudo dorsale, con 1' allungarsi e sporgere di quella centrale, per formare il rostro, restano spostate indietro : ed, allungandosi anch'esse, finiscono per trovarsi die- tro il peduucolo oculare e sotto di questo (latero-ventralmente), per il curvarsi dello scudo dorsale verso il ventre, nell'ultimo stadio di Mysis; nel quale, die- tro ciascuna di queste spine laterali se ne osserva ancora un'altra poco spor- gente. Gli stadii di Mysis sono inoltre caratterizzati dalle spine dorsali dei segmenti addominali, che si trovano in ciascuno di questi, iielle prime fasi, e che vanno poi in alcuni scomparendo, in altri crescendo di forza e lunghezza. nelle fasi successive. Cosicche, nell'ultimo 'stadio di Mysis, si trova solo una forte e robusta spina dorsale nel terzo segmento, mentre son ridotte quelle del 4" e 5"; ed una iunga ed affinata spina sporge dal mezzo dall'estremita distale del 6'' che raggiuDge quasi meta della lunghezza del telson. E da quest' ultima fase di Mysis, che, come si e detto, ha gia tutte le imprcnte della forma giovanile, che dovrebbe venir fuori il piccolo P. membranaceus : ma questa trasforma- zione non abbiamo ancora potuto ottenere sperimentalmente, avendo invece raccolte delle torme giovanili di poco piia avanzate nella cloaca del Pyrosnma descritte nella precedente comunicazione. Lo stadio misidiforme rappresentato dal Claus nella lig 7 della tav. HI ('), mostra molte rassomiglianze con quelli della serie larvale di P. membranaceus. II. SuW Aristeus antennatus. Risso. — Le due specie del mar di Nizza. de- scritte dal Risso coi nomi di Penaeus antennatus (1816. Hist. Nat. Crust. Nice"! e di P. fnUacevs (1826), entrambe riportate nella sua Hist. Nat. Europe Merid. (V. 5, p. 69\ hanno avuto vicende diverse. Per la prima il Duvernov (18-11), su eseroplari ricevuti dello stesso Risso, e nei quali egli, appunto, riconobbe il P. antennatus di Risso; creo il genere Aristeus fondato sulla caratteristica ar- chitettura delle branchie. Alia seconda Heller ha, nel 1862(2), identificato un peneide del mediterraneo che egli descrisse, nelle sole caratteristiche esterne. riferendolo senz' altro al /-•. foliaceus. Risso. Nel golfo di Napoli abbiamo rinvenuto numevosi esemplari di una forma di Peneide, che vive a grande profondita ; peneide che per la caratteristica delle- branchie corrisponde al genere Aristeus e per tutte le altre della lorma esterna si riferisce alia specie di Risso (P. antennatus). Senonche dall'esame compa- (') Untersucli. zur Krforscli. ecc. — Wien, JS70. (") Beitrage znr iialiereii Keiintiiiss ilcr Miuronrcn. — Sitz. Ber. K. Akad. Wieti. l') Bd. paij. 121, Taf. 2, fig. 50. 201 rativo con gli altri peneiili, che di questa forma abbiamo fatto per poterla deterrainare, ci siamo accorti che ad essa pure corrispondevano le caratteri- stiche dair Heller assegnate al P. foliaceus di Risso. Spinti da questa con- stataziojie ad uno studio della questione sistematica che ci si poneva dinnauzi, siamo pervenuti, in seguito a questo. alia conclusione che il P. foliaceus del Risso 1826, identiticato dall' Heller uel 1862, nou difFerisce dal /■'. antennatus Risso 1816, cioe VAristeus antennatus. Ed in questa conclusione ci ha confer- mato r esame comparative dei nostri Aristeus antennatus del golfo di Napoli con uno degli esemplari di P. foliaceus (a secco) del Museo di Stor. Nat. di Vienna (cortesemente messo a nostra disposizione. insieme a tutta la collezione di pe- neidi del Mecliterraneo, dalla direzione del Museo), cho puo ritenersi come tipo della forma descritta come P. foliaceus dall' Heller. Del resto comparando pure le descrizioni e le figure, che delle due specie da lo stesso Risso, si vede com' esse non permettano bene distinguere le due forme : entrambe per i caratteri concreti specihci che racchiudono potendosi riferire ad una sola ed unica specie. Quindi P. foliaceus Risso e sinonimo di Aristeus antennatus Risso (Duverno}'). III. Di una particolainta di struttara anatomica dell' intestino nel genere Penaeus. — Dallo studio comparativo dell' apparecchio digerente dei Peneidi, insieme ad altre caratteristiche, che, nel tipo fondamentale di struttura anato- mica, individualizzano le singole forme (v. specialmente i rapporti e I'architet- tura deU'intestino auteriorej, ci e venuto fatto di riconoscere, nell' intestino delle specie del genere Penaeus, una disposizione anatomica che manca affatto in tutti gli altri generi della famiglia {Aristeus, Solenocera, Sicyonia) da noi stu- diati hnora del golfo di Napoli, e che vale a costituire, per queste forme, una caratteristica dilForenziale generica, non priva d' importanza. Particolarita alia quale ora solo accenniamo per notizia. Difatti, a cominciare dal 5" segmento addominale si difFerenzia, piu o meno bruscamente dall'intestino posteriore, per la sua struttura ed anche per I'aspetto diverso che presenta, 1' intestino termi- nale (rettale od anale). Nel punto dove il primo passa nel secondo, nelle specie del genere Penaeus, si osserva uno slargamento che determina una corrispon- Jente dilatazione della parte iniziale deU'intestino anale, che va poi restrin- gendosi gradatamente ad imbuto per riprendere il calibro normale. Dal dorso o al j)recedenle. Hichat (2, pag. 213-2()4 . basandosi su caralteri islologici, tisiologici e patologici ha creduto di poter interpretare questu spazio come una cavita sierosa, analoga alle cavita pleurica e peritoneale, e per cio ha dovuto consideiaie I'aracnoide come lormala da due foglietti, uno parietale, che riveste la sui)errieie interna della dura madre. ed uno viscerale, che costituisce la aracnoide l)ropriamenle delta. La sierosa aracnokktJp si dislinguerebbe dalle altre sierose perehe il foglietto viscerale, invece di aderire strettamente al viscere che riveste, come fa la pleura coi polmoni ed il peritoneo cogli organi addominali, ne e separate da una serie di cavita linfatiche, che nel loi-o insieme Ibrmano lo spazio inlraaracnoidale. II concetto emesso da Bichat sni linire del secolo Will e stato subito accettato dagli Anatomici, ed e stato seguito da tulti fino alia seconda meta del secolo XIX. Kolliker (12) fu il jirimo a sostenere che lo spazio inlradinvlc non e una cavita sierosa, ma che e omologo agli altri spazi meaingei, e che I'aracnoide e formata da una sola membrana che e I'aracnoide pro- priamente delta; le ricerche successive conlermarono questo concetto, lino a stabilire, come fecero quelle di Key e Uetzius (11, pag. 126 e segg.)," una identita di stiuttnra Ira lo spazio intraaracnoidale e lo spazio inlra- dnrale, e jier cio gli Anatomici tedeschi, italiani ed inglesi hanno finito per seguire intieramente (piesta nuova inlerpretazione, e ricordano solo come curiosita storica la teoria di Bichat. Invece in Francia queste nuove idee non fecero |)er nulla abbandonare (juesta teoria, che ancora oggi tutti Anatomici francesi considerano come classica. La caviia inlradf/ralc dei mammiferi presenta un rivestim^nto endo- teliale completo. e su (piesto i)unto gli Aiuitomici sono concordi; ri- guardo al suo significalo essa non e altro che una fessura prodotta in seno alia lamina conneltiva, che costituisce la meninge ])rimitiva per la fusione di numerosi piccoli spazi linfatici, cosa che ho potuto verilicare tanto nella lilogenesi che nella ontogenesi. (lomincia a conq)arire negli anlibi, ed e bene svilu|)pata nei rettili, nei (juali e formala da molle piccole cavita separate da trabecole: negli uccelli e nei manuniferi, essa si completa, diminuendo le trabecole e fondendosi le cavitii. — 213 — Avvencndo in lal niodo lo s\iIiip|M) dello sjttizio iulntdiintle^ si puo aninietterc die esso sia una rnvilii sienmi? (ili Anatomici tVancesi lo allcrniano, tiitti gli altri lo negano. Oiiesta prolonda disparita A piii apj)arenlo die reale, o dipende solo da! sigiiilicato die si mioI dai'e alle jiarole « caritu sierosa ». Se inlatti si liiiiila il signilicato di rarila sirrosr alle ca\ilii provenieiili dalla ca- \ila eelomatiea e i'i\estite (juindi daire|)itelio iiiesoderniico SelialTer e Thaiie, i", |)ag. ^98. Kraiise, li, pag. 3i^, ecc). noii puo essere conipresa Ira esse la rariu) inlrailurnle, come non vi |)ossono essere coniprese le altre ca\ita niesendiimali: se invece, eonie faniio molli altri Anatomici (Cadiat. 3, pag. U)4 e segg., Hyrtl, 10. |)ag. lo4 e segg., Rom it i, ^3, Vol. 1°, pag. 78, Duval, o, pag. 330. lierdal, 1, pag. 108, ecc; si estende il signilicato di canU) sicrose, oltre die alle (•a\ita provenienli dalla divisione delta cavita eelomatiea, anche alle cavita di origine prettamenle connetlivale e die sono percio rivestite da un endo- telio, come sono le cavita articolari, le borse sierose, le guainetendinee, ecc, pu('» essere comjireso in questa categoria anche lo spazio intrndumJe. In ogni caso, quando si intende per aranioidc m la meninge coni- presa tra la dura e la pia madre )\ non si puo parlare di due loglietti aracnoidei, uno parietale. ed uno \iscerale, come fanno i sostenitori della teoria di Ricliat, poidie oltre all' essere un artitizio di tecnica la se|)arazione nel lelo del foglietto parietale dalla dura madre, come pre- tendono die possa farsi Bicliat (2, pag. 242), Duval (5, pag. 723) ecc, e cliiaramente dimostrato dalla filogenesi e dalla ontogenesi die lo spazio in trad u rale si forma per la fusione di molli |)iccoli spazi linfatici. come gli altri spazi meningei e le altre cavita niesendiimali. Potrebbe paiiarsi di dnplicila dell' aracnoide, solamente quando col iiome di ammoide si in- tendesse non la meninge, ma Tendotelio die riveste lo spazu) inlradiiralf. Resia a vedere il signilicato dello spazio intraaracnoidale. Moiti Anatomici (Krause, 15, pag. 731, Todt 3o, pag. 303, Gerlacli, 8, pag. 148, Obersteiner, 16, pag. i8:), Cliarpy i, pag. 120, (Jegen- baur, 7. pag. 413, Ko Hiker, 13, pag. 832. Romiti, 23, Yd. II pag. 722, Ran be r 19, pag. 309, Szymonowicz, 32, pag. 290, ecc), seguendo i risultati delle ricerdie di Key e Retzius (II, |)ag. 120 e segg.) e di altri, ammettono die le pai'di di questo sjiazio, come pure le trabecole, i nervi e le dentellature dei legamenti denticolati die lo attraversano, siano rivestite da un endoldio; mentre altri Ana- tomici (Pouchet et Tourneux, 18, j)ag. 340, Sclnvalbe, 28, pag. 78:>, Sappey, 2(1, pag. 29, Hyrtl, 10, |)ag. 890, Renaut. 21, pag. 77:;, Duval, o, pag. 723, Testut, 33, i)ag. 923, ecc.) negano la esistenza di (|uesto rivestimento endoteliale. Per i primi vi e identila di strut- — 214 — lura Ira lo spazio inlnuhinilc c lo spazio nilriuuiKiioidalc. |)t'r i se- condi invecc (iiiosla idciitilii manca. Jl(» \oliito cLiarire (juesta qiie- slione ed lio iallo riccrclic in ivieniiii;] spiiiali di iionio e di altri niaimiiit'eri, esaininaiulole a fresco in soluziont' lisiolo^ica di clorui'n di sodio 0 trattandole con soluzione di nitrato d'argenio 1 "j, e lacendo contcnij)oraneamente dei |noj)arati di risconlio nclla superficie esterna (lell'ai'acnoide o nella siiperlicie interna delia dura niadre. In tal nii)d(» non sono mai riuseilo a porre in evidenza un rivestimento endoteliaie sulie superficie esterna delia j)ia niadre o sulla superficie interna del- I'aracnoide ed attorno alle tia])ecoie intraaracnoidali. mentre lo ho seni|)re riscontrato nella superficie esterna dellaracnoide. e nella superficie in- terna della dura madre: onde mi pare die si possa concludere die lo spazi(» intraai'acnoidale e lo spazio intradurale lianno sti'uttura dilVe- rente. La niancanza di rivestimento endoteliaie avvicina lo spazu) in- traararnoidale agli spazi linlatici die si trovano tra le maglie del tes- suto connettivo lasso, come atlerma anche lien ant (21, pag. 773). Essa puo spiegare come alcuni degli xVnatomici die seguono la teoria di in chat (Pouchet e Ton men \. IS, jiag. 3HS. Renaut, 21, pag. 773. Duval, '■), pag. 723, Testut, 33, pag. 918, ecc.) dicano .s?>ro-so sola- menle lo spazio intradurale, e non anche lo s|)azio intraaracnoidale: non si riesce invece a spiegare come altri di questi Anatomici ^(Uiarpx, jiag. t37 e segg., ed altri), ammettendo un livestimento endoteliaie anche nello spazio intraaracnoidale, chiamino rarita sirrosa solo lo sjiazio intradurale, e non anche lo sjjazio intraaracnoidale. Basandosi sulla filogenesi e sulla ontogenesi delle meningi, come oggi vengono ammesse, gli Anatomici moderni dividono in vario modo queste membrane. In alcuni trattati, specialmente tedeschi, si afierma. seguendo Key Retzius (11, jiag. 126 , che tbndamentalmente le me- ningi sono due, la Icpfomeninf/e e la puchimcninge, delle (juali la prima corrisjionde alia pia madre ed airaracnoide, la seconda alia dura ma- dre ed all'endorachide: inteso invece lo sviluppo delle meningi nel senso che ho esposto |)iu sopra, si vede come (juesta divisione sia coni])leta- mente arbitraria e non corrisponda alia realta, anche tenendo con1i> che la pia madre e 1' aracnoide anatomo-jiatologicamente hanno carat- .teri comuni, i)erche (piesti dipendono dagli inlimi rapporti e probabil- mente anche dalla strutluia di queste (\\\e membrane. Invece gli Anato- mici, che, seguendo la teoria di Bichat, considerano la aracn(»ide come lormata da due foglietti, respingono (piesto modo di raggruj)|iare le me- ningi f^conlr. (IharpN , 4, pag. 137;, e riuniscono invece la aracnoide alia dura madre: come raltra, anche questa divisione. essendo basata su un' ipolesi non i-ispondente alia realta, non lia alcun londamenio di \ero. — 215 — Adiinque coucliidendo la lilogeiiesi e la uiitogenesi delle meningi spinali permetloiio di stabilire: clie gli s|)azi tra le meningi spinali sonu spazi liiifatici nel voro st'iiso della parola, cioe sono spazi prudottisi in seno al lessnto connel- livo. e die possono anche essere chiamali spdzi sierosi, se si designano con tale denominazione gli spazi connettivi : clie, in rapporto all'ordine della loro comparsa, lo spazio periduralc neirnonio ha jx'ninio ({nasi coni])letaniente la sua lunzione lintatica ed e oceu|)at(» da uii tessuto di riempinienlo: lo spazio hilnuhinilp e simile per la sua strullura (e probabilinenie anche per la sua lunzione alle cavita linralich.^ riveslite da endolelio (horse sinoviali, guaine tendi- nee, ecc.) : e lo spazio intraaranwidale e paragonabile agli spazi clic si trovano Ira le maglie del tessuto connettivo lasso: che I'araenoide e forniata da un solo foglielto. elie e il Ibglietto vi- seerale o araen(nde |)roj)riainente detta. Bibliografia. 1. Berdal H. — Kouveaux eltiiuents d'Histologie iiormale. V JCilit. — Paris, 1890. 2. Bioliat X. — TiMitii o. Toldt C. — Lebrbucb der Gewebelehre, II Aufl. — Stuttgart, 18S 1. 216 i)6. Waldever W. — B!'itrai:e zur Keiiiituiss dcr Lyniplibahneii (^). I resultati delle ricerche che nello stesso indiri/zo io ho poi seguite sul- I'encefalo di embrioni in differeuti eta di uccelli e di mammiferi, sottoposti ai pill diversi trattamenti, mi consentono di estendere ora quelle conclusioni, tratte per la midolla spinale, alle rimanenti parti del nevrasse embrionale. Massime sulle sezioni di encefalo di Mus decumanus lunghe 7 mm, coudotte nel sense frontale e dopo colorazione al miscuglio di ematossilina e scarlatto (Paladino), io ho potuto riscontrare esempii chiarissimi di questa penetrazione di elementi mesodermici tra quelli costituenti la compage della parete delle vescicole cerebrali. In moltissimi punti si vede una uotevole intiniita di rapporti tra gli strati raesoblastici ed il limite periferico della sostanza nervosa ejnsieme un pas- saggio frequente di cellule mesodermiche, che immigrano dentro di quella. In altri punti invece tra lamina mesodermica e parete della vescicola ce- rebrale intercede uno spazio, in cui qua e la si vedono elementi asseriati, la cui provenienza mesodermica e innegabile e che sono evidentemente orientati per penetrare nella sostanza nervosa fetale, ove si possono perfettamente ri- conoscere dai peculiari caratteri morfologici differenziali. Anche frequente e il reperto della contemporanea penetrazione di speroni vasali e di elementi mesodermici, i quali s'addentrano insieme al vase e poi se he allontanano per invadere zone vicine. II destino di questi elementi immigranti si puo perfettamente stabilire, seguendo i loro stadi nei periodi piii avauzati di vita embrionale, ovvero su altre zone encefaliche dello stesso embrione, perocche la immigrazione di essi e le fasi della successiva loro trasformazioue in elementi nevroglici normali non sono strettamente conteraporanee, ma mentre in un punto si riscontra in atto la immigrazione, in altri si assiste alia differenziazione di elementi gia immigrati. Anche per il cervello, adunque, mi pare possa ritenersi dimostrata la par- tecipazione del mesoderma nella genesi della nevroglia. Le figure illustrative che accompagneranno il lavoro complete chiariranno meglio il mode e le forme, con cui questa partecipazione si effettua, come puo rilevax'si anche da alcuni preparati, che io ho avuto I'onore di preseutare all'osservazione degli egregi socii, che vollero assicurarsi della cosa. La duplice genesi della nevroglia trova adunque il suo terreno fertile di osservazione anche nell' encefalo fetale e la raolteplice fonte di pro- duzione nevroglica s'accorda perfettamente col multiplo e vario destino di questo tessuto interstiziale nella compage del nevrasse, come quelle che in- volge e compenetra le cellule nervose, forma Io scheletro mielinico delle iibre nervose, piglia rapporto con i vasi e con la sua meninge come ha da anni sostenuto il Paladino, alle cui idee un novello appoggio 6 venuto recente- (') Fi'. Capobianco e O. Fraguito, — Nuove ricerche su la genesi ed i rapporti luutui degli elementi uervosi e nevroglici. Annali di Ncvrologia, N. 2-4, 1808, pare che non negli erbivori. I preparati microscopici inerenti dimostrano iu modo evidentissimo que- ste particolarita, M. z. ** — '234 — Neir aniinale piu giovane le glandole del B runner liaiino uno sviluppo miuore, e quivi si lende dimostrabile facilmeute la loro conformazione tubu- lare, intravista la prima volta dal Prof. Paladino, iu quanto si possono seguiro i primi avvolgimeuti che fa il dotto escretore sceudondo uel tessuto counettivo sottomucoso. La tonaca del Middeldorpf manda delle gittate tra le varie sezioni della glandola, e di queste gittate le piu costanti si dispongono attorno alia por- zione iniziale dei dotti escretori. Cacace E. — Re.frattavietcl della volpe aU'azione del hacillo del carbonchio. La refrattarieta degli animali alle infezioiii e un argomento, che merita il maggiore interesse da parte del biologo, non solo per la nozione biologica, ma anche per la pratica applicazione, che ne puo derivare. Ispiraudomi a tale idea, mi permetto richiamare I'attenzione del Congresso su uu fatto nuovo, non osservato da altri: la refrattarieta della volpe all'azione del bacillo del carbonchio. Non pochi sono gli studii snll' immunita degli animali per il carbonchio. Da essi si rileva che la refrattarieta assoluta e rarissima (rapaci), e che 1' im- munita, di cui son dotati varii animali, non e che relativa, come si osserva, in generale, negli uccelli, nei rettili, negli anfibii e nei pesci. Anche, fra i mammi- feri, i ratti godono d' immunita non completa ; ed i montoni d'Algeri, procla- mati dallo Chauveau intierameute immuni, furono, in seguito, da lui stesso riconosciuti relativamente immuni. Parimenti i carnivori non sono del tutto refrattarii al carbonchio: Tous- saint uccise due cani e Roger dette la morte a quattro cani ed ad un gatto merce inoculazioni di bacillo del carbonchio. La volp^, per quanto io sappia, non e stata mai sottoposta a simili inoculazioni, e percio ha formato oggetto dei miei studii. In una volpe, di pochi mesi, dopo un digiuno di sei giorni, ho inoculate, merce iniezione intraperitoneale, cinque centimetri cubici di una cultura molto virulenta di bacilli di carbonchio, la cui dose mortale per una cavia, del peso di 500 grammi, era appena V^o di cmc. L' animale non presento alcun fenomeno morboso. Furono, inoltre, eseguite con intervalli di circa venti giorni, due altre inoculazioni (otto e dieci cmc), e si ottenne sempre lo stesso risultato. Fo anche rilevare che I'inoculazione del siero di sangue della volpe, in quan- tita variabile da un cmc. ad ua decimo di cmc, salvo dalla morte otto cavie, cui, conteraporaneamente, fu iniettata una dose mortale di Vjo 4. GO. Kiccardi. — Studi iutorno ai crani papuani. — Arch, per VAntrop. e VEtnol., Firenze, 1878. 61. Richiardi. — Processo verbale adnnanza 14 Gennaio 1877. — Soc. Toscana di Sc- nat. in Pisa {citato da Bianchi (5)). 62. Romiti. — Lo sviluppo e le rariet.^ dell'osso occipitale noil' nomo. — Atti E. Ace. Fisiocritici, Siena, Ser. Ill, Vol. Ill, 1881. 63. Komiti. — Oasa interparietali umane. — Atti Soc. toscana di se. nat., Pisa, Gennaio 1882. 64. Romiti. — Ancora sulle ossa interparietal! umane. — Boll. Soc. fra i cultori di se. med di Sie7ia, 1884, pag. 78. 6.5. Romiti. — Per la storia delle ossa interparietali nell'uorao. — Ibidem, 1885, pag. 238. 66. Romiti. — Trattato d'Anatomia dell' iiomo. — Milano, Vol. I, pag. 242. &!. Riiini. — Anatomia del cavallo. — Bologna, 1508 {citato da Ficalbi {26)). 68. Sergi. — Interparietali e preinterparietali del cranio umauo. — Atti R. Ace. med. di Roma, An. XII, Vol. II, 1886. 69. Sergi. — Crani .siamesi. — Boll. d. R. Ace. med. di Roma, An. XVI, fase. 5, Roma, 1880-00. 70. Serrea. — Lois de I'oateogenie. — Citato da B ianchi {9). 71. Staurenghi. — Dimostrazione dell'esistenza delle osaa preinterparietali nei crani normali di Bos taurus L. e deW Ovis aries L. e della autura sagittale nel Bon taurus. — Boll. Soc. med. chir. di Pavia, 1805. 72. Staurenghi. — Osaa interparietali in una Columba livia. — Ibidem, Aprile, 1805. 73. Staurenghi. — Ossa soprannuraeraiie nel cranio dell'Anser d. oraologhe alle o.saa interparietali dei mammileri. — Ibidem, Luglio 1896. 74. Staurenghi. — Contribnzione all 'osteogenesi dell'occipitale umauo e dei mammiferi con una nota aullo sviluppo del frontale e del parietale dell'uomo. — Ibidem, 28 Maggio, 1807. 75. Staurenghi. — Nuove ricerche aulle ossa interparietali degli uecelli. — Ibidem. 1000. 76. Stieda. — Die anomalien der raenachlichen Hinterhauptschtippe. — Anat. Hefle, 1892. 77. Virchow. — Ueber einige Merkmale niederer IVIenscheuraaae am Schadel. — Abhandl. der K. Akad. der Wissensehaft, Berlin, 1875. 78. Welcker. — Untersuchungen iiber Wachathum uud Bau des meuachlichen Schadels. — Leipzig, 1862, Bd. I. 79 Wiedersheim. — Compendio d'Anatomia comparata dei vertebra ti. — Trad. Cattaneo. III. — FOSSETTA FABINGEA. 1. Morsel li. — Sn alcune anomalie dell'osso occipitale negli alienati. — Riv. sper. di freniatria, R. Emilia, Vol. 16, fasc. 3°. 2. Pandolfiui e Ragnotti. — Osservazioui anatomiche. — Atti Ace. med. eliir. d. Perugia, Vol. 10, 1808. 252 — 3. Romiti. — Annunzio di alcune ricerche anatoiniche ecc. — Boll. Soc. fra i adtori delle sc. med. in Siena, IV, 1886, fasc 5, par/. 161. 4. Romiti. — La fossotta fariugea uell'osgo occipitale dell' uouio. — Atti soc. Toscana di sc. nat., Vol. 11, 1S90. 5. Rossi. — II cauale cranio -favingeo e la fossetta fariugoa, ricerclie antiopologicLe. — 3Ion. ZooL, Firenze, Ari. II, 1801. TIZIE Annunziamo la morte del Chiarissimo Prof. G. Y. Ciaccio, Diretfcore del Gabinetto di Anatomia Comparata della R. Universiba di Bologna. Di lui e delle sue opere diremo nel prossimo numero. CosiMO Cherubim, Amministratokk-kespons.\bile. Milano - Via Gr. Revere, 3. - Milano INICA FABDUICA NAZIO\ALE miCROSCOPI ED ACCESSORI DITTA FORNITRIGE di tutti i Gabinetti Uiiiversitari del Regno IVIICROSCOPIO GRANDE IVIODELLO con cremagliera, apparato Abbe, diaframma ad iride, tavolino in ebanite, revolver, due oL-biettivi a secco '6 e 7*, uno ad immersione omogenea Vi2"i duo oculari 2 e 4; il tutto jiosto in elegante armadietto in mogano L. 400 (ivgrandimenti ftno a lOoO diametri) B Mm oljliieltiYo '/w SemiaiiQcroinatico IMMERSIONE OMOGENFA Obbiettivo raccomandato per la grande poteuza e per la sua durata (Vedi Zeit- srhrlft fur irissciischa/t. Microscopie del 12 settembro 1894, Band XI, Heft 2) L. 200 coi due oculari coujpensatori 4 ed 8. CATALOGcTGENERALir GRATIS a semplice richie.sta Ihujamenli rateali mcnsili pel Sig.'^'' Uljiciali sanitari comunali. Fireuzo, lOOl. — Societfl Tip. Fioreutiua, Via S. Gallo, 33. (Pubblicazioni Itali;Mie di Zoologia, Anatomia, Eiubriologia) Organo ufficiale della Unione Zoologica Itaiiana DIRKTTO DAI DOTTORI GIULIO CHIARUGI EUGENIO FICALBI I'lof. (li Ati;itoiiii:i uiiuiiia iK.'l l;. Tslituto (U Studi Super, in FiiX'iize Prof, di Anatomia coiup. a Zoologia nella K. Universitil di Padova Ufficio di Direzione ed. Amministrazione : Istituto Anatoiiiico, Firenz IS numeri all' anno — Abbuonamento annuo L. 15. XII Anno Firenze, Sett em tore 1901 N. 9 SOMMABIO : BinLioGRAFiA. — Pag. 253-260. CoMUNicAzioNi Obiginali: Qhigi A., Anomalie negli arti posteriori di un polio. (Con 4 figure). — Qiuffrida=Ruggeri V., Osso nasale bipai-tito, postfrontale e altri wormiani nello scheletro faceiale. (Con 7 figure). — Pag. 260-274. Studio collettivo del peso dell' encefat.o negli italiani: Elenco delle Osserva- zioni inviate. 1^ Serie. — Pag. 274. NoTiziE. — Pag. 275. Avverter\za Delle Comunicazioni Originali che si pubblicano nel Monl- to)'c Zoolof/ico Italiano e vietata la riproduzione. BIBLIOGRAFIA St da nottzia sollanto del Icwori pubbllcatl in Italki. I. Scritti general! di Zoologia e di Anatomia. -- Rendiconto della Seconda Assembiea ordinaria e del Convegno deirUnione Zoolog-ica itaiiana in Napoli (10-13 aprile 1901). — Estr. di pag. 66 dal Monit. Zool. ital., An. 12, N. 7-8. Firenze, Soc. Up. fiorentina, 1901. Amieo-Roxas S. — La trapiantazione ovaricain rapporto al processo deU'ovu- lazione, della gravidanza e del metabolismo organico. — Arch, di Ostetr. e Ginecol., An. 8, N. 5, pag. 262-288 e N. 6, 'pag. 344-368. Napoli, 1901. Andres A. — La lotta per 1' e.sistenza sostenuta dairuomo centre gli ani- mali: discorse inaugurals. — Parma, tip. Rossi-Ubaldi, 1901. Andres A. — La determinaziene della lunghezza base nella misuraziene ra- zienale degli erganismi. — Rendic. I'dssolttta indipcmlmza del dito sopra- numerario dall'alluce^ mi pare una prova di piii in lavere deH'opinione gia da me sostenuta, secondo la ipiale il dito sopranumerario degli uc- celli e il prealiuce leratolofpcamenie mluppalo. ISTITUTO ANTUOPOLOGICO DELLA li. UNlVKKSI'I'l 1)1 r.OMA. Osso nasale bipartito, postfrontale e altri wormiani nello scheletro facciale. RiCERCHE DEr> DoTT. V. GIUFFRIDA-RUGGERI, as.sistente. (Con 7 figure). K vietiita Li riproduzioue. Parlando dei cosidetti wormiani del cranio umano ('), che in gran parte, grazie alle ricerche del Maggi, sono ossa lontanellari, ho emesso ([ualche dnbbio suH'opinione che essi dipendano esclusivamenteda un'in- sutliciente ossiticazione, in relazione all'eccessivo sviluppo encet'alico a una data epoca dell' ontogenesi : opinione sostenuta special men te dagli antropologi francesi : Hovelacque e Herve (^), Manouvrier ('), Pa- (*) Giuf frida-Knggeri. — Snl siguiflcato delle ossa foutanellad e dei foraiui parietal! e sulla pretesa pennria ossea del cranio umano. — AUi della Societa Itomana di Antropologia, Vol. YII, Fasc. 3. (2) Hovelacque et Herve. — Precis d'Authropologie. — Paris, 1887, pag. 59 e pag. 227. f) Manouvrier. — Denxieme etude snr le Pithecantropus erectus. - Bull, de la Soc. d' An- thropologie de Paris, 1895, pag. 590. 266 pillaiill {'). A crc(lt3re inesaltii la spiegazionc addolla, dalla (juale si Irao come corollario la conferma all' antica opinione die i worniiani siano nil s('f>no di sii|)eriorita morfologica ("). mi spingcva |)riiicipal- nuMito il I'allo ben nolo della presenza di nunierosi A\oriniaiii anelie in allri aiiimali nci quail non si piio dire die sia insullidente 1' ossili- eazione. Lo stesso dubbio ho manifestato per cio die rigiiarda la siitura metopiea f) o allre rare divisioni delle ossa eraniche (*), dai citati aii- li'opologi spiegate iiello stesso niodo. E iiivero, se coiisideriamo adesso lo scheletro facciale, troviamo gli stessi fatli: eioe, ossa worniiane e divi- sioni anoniale sia nell' iiomo die in altre sj)ecie aniiiiali, senza elie si possa addurre 1' ossilicazione insulficiente, die non avrebbe nessuna ra- gione di avverarsi, I'encefalo essendo fuori di causa. Acceniio quanto al- r uoiiio alle division! ben note dell'osso zigoinatico, tra le quali niollo eomuiie la bipartizione, piii rara la tripartizione, da me pure osservala in un caso ('). Piii rara e la divisione di altre ossa, ma e stata dal Li- vini osservata quella delt'osso nasale C), die io posso arricchire di un altro caso, che sarebbe il secondo caso di tale anonialia rarissiina, non avendoiie il Livini segnalato allri nella letteratura. Agli autori citati dal Livini posso aggiungere lo Zuckerkandl, die in un' opera di grande mole f) non iie parla : nella Tav. Ill di tale opera si vedono importantissime anomalie dello scheletro nasale, riduzione o scomparsa (Idle ossa nasali con invasione del mascdlari o del frontale, ecc, pero nianca qualunque osso nasale bipartite. Rit'erisco la descrizione data dal Livini : « L'osso nasale di sinistra presenta a nietii delta sua altezza, la dove cioe esse e norinalmente piii (') Papilla ult. — Le tiansformisme ot son iuterpretatiou en craniologie. — liull. de la Soc d' Anthropologie de Paris, 1897, Fasc- 4. (^) Mari 1116. — SuUe ossa interparietali e preiiiteiparictali nel cranio nma.no . ~- Archivio per V Antropologia 0 V Etnologia, 1888, p. ii5. (^) II Oalori (Delia stirpe cLe ha iiopolato 1' antica neci'opoli della Certosa di Bologna e dello genti affiui, Bologna, 1873) e state tra i priini ad ammettere cIk! la sntura metopiea sia una « circo- stanza favoievole e direi quasi di perfezionamento pel tipo umano ». L' idea poi e stata ripresa dal Belsanti e dal Papillanlt in un uotevole lavoro. Centre tale interpretazione sta il I'atto che il Calori stesso mette la frequenza della sntura metopiea nei crani bologuesi sette volte su cento. {Mem. dell'Ace delle Scienze dell' Istitulo di Bologna. Serie II, torn. VIII, pag 213); mentre in craui di alienati della stes3:i regions (Emiliani) io ho trovato una propoi'zione piti freqnente, circa il IO^/q: ragione per cui credo che si dcbba distingnere un raetopismo progressivo, in dipendenza di un raag- giore aviluppo dei lohi frontali del cervelle, da un altro metopismo (che io credo piii frequente) indi- pendente dall' encefalo. C*) Ad esempio 1' anomala divisione del parietala, la quale ;lalle ricerche del Ranke risulta molto piii frequente neU' orange che nell' uonio, malgrado che il cranio doll' orango non presenti certo pennria di sostanza ossea. (^) G i uf f rida-Ruggeri. — Un esso zigomatico tripartite e altre rare anomalie. — Rivista sperimenialc di freniatria, 1897, Fasc. II. (") Livini. — Variet<\ delle ossa nasali. — Monitore Zoologico Italiano, 1898, pag. 100. (') Zuckerkandl. — Normale uud patholegische Anateniie der Nasenhiihle und ihrer pnouiua- tischeu Anhange. — Wien, 1893 (5 cdiz.), 1 Band. 267 ristrelto, una liiiea di sutura trasvcrsalo con leggiera oblifjuita in dentro 0 in basso, iinea dcntcllala, ben manill'sta tanto sulla I'accia esterna como su quella interna : per opera di (jiiesta sutiira I'osso in (|uistione viene diviso in due ossetti di ugual grandezza, 1' uno superiore, inleriore I'allro. So |).'r un niomento noi faccianio aslrazione di ([uesia Iinea di sutura, il nasaie di sinistra si niostra nel suo contorno o nelle sue diniensioni nguale a quello di destra, ed anibeduo non dissimili dai normali ». La descrizione riferita si adatta esattainente al mio caso, come si vede an- clie dalla Fig. 1, clie rappresenta i'osso nasaie sinistro del cranio Ro- mano 1503, di sesso maschile. L' unica differenza e che in mezzo della sutura anomala (die non e denlellala; si osserva un Ibro, clie |)eraltr() e identico a quello clie si suole osservare nelle ossa nasali normali. Passando ai cosidetii wormiani ricliiamo lallenzione sulla Fig. 2 clio ra|)presenta un postlrontale da me irovato in un cranio di Abissino (N. 088 del Cat.). Esse e identico a quello gia descritto dal Maggi (/), trovalo in altro cranio umano ; e per rubicazione non si puo dubitare clie si Iratti di postlrontale, essendo la |)Osizione di (juesf osso, come ri- sulta dalle ricerchc del Maggi, nei retlili permo-triassici gia tra il li-on- tale e il zigomatico, posizione clie e conservata nei mammiferi atluali che hanno cintura ossea orbitale complela: nei ruminanti e negli aiitre- poidi. In questi ultimi il postlrontale e abbastanza Irequente, come ri- sulla dalle citate ricerche del Maggi, e un bel caso ne presenta un cranio di gorilla die possiede il nostro museo (N. in',) del Cat.) : I' ossi- cino si trova a destra nella posizione identica a (piella die si vede nella Fig. 2, e circa il doppio di volume e allungato in senso irasxersale. Tale (') Maggi. — Postfroutali uei inaiiimiferi Vol. XXX, Tav. III. fig. Ib-IG. Rcndiconti del R. 1st. Loinb. di go. a lelt., ISm, — 268 — cranio di gorilla c notovole aitresi per la presenza di un osso fronto- nasale. Oltrc ('lie dalla paleonlologia e dairanaloniia comparata rosisleiiza (lei postlrontali nell' uoino vicne confcrinala daH'embriologia, avendo il Maggi trovato nei feti iiniani tra il zigoinatico ed il tVontale (frontalc medio) una raembrana ossogena, i cui nuclei di ossificazione si possono vedere anche ad ocehio nudo. Inline all' obbiezione die la dimensione d-elTosso sarebbe Iroppo |)iccola risj)onde lo stesso autore nella sua bella monograiia. Egli dice del suo caso analogo : « Per le sue dimension! niolto j)iccole in conl'ronlo di quelle della cintura ossea orbilale, e per i suoi |)arlicolari analomici suddetti, questo })ost!'rontale potrebbe essere considerato |)er un cosidetlo osso wormiano; ma la sua posizione non per- nietle una lale determinazione. Piuttoslo esso mostra come i postlrontali possono essere, relativamenle alle ossa contigue. motto piii piccoli ^). Cio awiene |)er Testensione delTossilicazione del fronlale (» del zigoma- tico, 0 di entiambi, e si comprende, se si jieiisa che normalmente queste ossilicazioni sono cosi potenti da invadere completamenle la posizione del postirontale. II caso piii IVequente e V invasione per parte del zigo- matico, o di cio resia Iraccia nella forma della sulnra Ironto-zigomatica ; a volte si ha la lusione pix'coce del postirontale col zigomatico o col fronlale, e di cio si osservano anche delle Iraccie in alcuni accenni di suture che si possono \edere non infrequenlemente al di sollo o anche — 269 — ^ al (li sopra dolla sutiira IVonlo-zigoniatica. Dati tali lalli morfologici si comprende die noi non conveniaino nfU'opinione deilo Slaurenghi (^), il quale crede di vedei'e il postlVonlalc nel pezzo superiore degli ordinari zigoinatici bi|)artili. Come non eonvenianio alValto nelT o|)inione del Ranke (*), clie inclinerebbe a vedere il posttVontale nelT osso da lui denoniinato inlerteniporalc, e da me [iretemporale [^). II Prol". Maggi, ciic, Irovandosi ultimanienle a Roma, lia avuto la bonta di yenire nel- r Istiluto, dove pote osservare il caso eccezionale da me gia illustrato, ritiene che si tratti dal lato filogenetico di iin opercolare, opinione che (livido complelamenle. Anclic I'ossicino spiracolare che si |)iio trovare in tal(^ sito, e per la sua forma triangolare, sebbeue sia di sviluppo minore, ha (|ualehe analogia col precedente, i-esta come questo sempre piii o meno se])aialo dal frontale. I casi in cui vi ha la riunione col frontale sono dovuti ad allro falto morfologico, cioe a un wormiano fontanellare in corrispondenza della fontanella pterica, a un e|>iplerico : questo e molto pill frequcnte e non ha (juella foi-ma triangolare paragonabile alia forma fetale. Mi son voluto fermare sul |)ostfrontale, sia perche e rarissimo nel- r uomo, non avendo in parecchie migliaia di crani trovato altro caso ve- ramente dimostrativo (se ne trovano nella collezione o piii piccoli o sem- |)licemente accennati), sia per le notevoli divergenze di ojiinioni. Non mi fermo iuvece su qualche caso che ho ])ui'e trovato di wormiano tra il zi- gomatico e il mascellare, non avendo sinora importanza morfologica. IMu degui di nota sono i wormiani che si osservano con una cerla fre- (juenza nello spazio interorbilale. I wormiani che si possono riscontrare nelF intervallo interorbitale, faccndo astrazione dell'ossicino fronto-nasale, sul quale come molto noto non vale la pena di fermarsi, si possono dividere in due categorie, a seconda che la loro aulonomia si costituisce a spese del frontale o a spese deirapofisi montante del mascellare. 1 wormiani della prima ca- tcgoria non giungouo mai sino all' osso lagrimale, ma restano limitati al confluente fra 1' oss'o nasale, il frontale e il mascellare, e prendono forme diverse, di che reco due esem])i: il cranio Picmontese S'iGO del Cat. (*) Stanreughi. — Nuove oaservazioni di crauiologia. — Pavia, 1901, yag. 94. (•) Kanke. — Die iiberziihligeu Hautknochon ties menselilichen SchiicleldacliB. - Ahhandl. der k. buyer Alademie der Wisg., CI. II, Bd. XX, Ablh. II, 1899, pag. 464. — Mariui6 e Garabara (Coutribuzioue alio studio delle aiiomalie del pterion uel crauio nnv.xao. - Archivio per I' Antr apologia e r lUnologia, iS89, p. 385) parlando del postfrontale aggiuugouo in nota : « E quiudi probabile che neir apice della grand' ala dello sfenoido esista normalmente nno speciale piinto di ossiflcazioue » ; accennando con cW) all' idea die adesso vorrebbe sosteneie il Kanke. (^) Gint'frid a- Raggei'i. — Divisione longitiidinale dell' ala magna dollo sfoiioi lo (Oaso pre- temporale). — Anatomischer Anzeiger, Bd. XVIII, N. 20-21, 1900. - 270 — (Fig. 3) e il cranio Peruviano 2301 del Cat. (Fig. 4); una forma a sc- miluna con la convcssiln in alto prcsenta il cranio 24(58 Padovano. No! cranio 2285 Peruviano infantile si trova la stessa disposizione clie abbiamo visto nella Fig. 3 aj)|)artenentc a un cranio Pieniontese adulto, ma nel cranio Peruviano infantile e bilateralc. in niodo che le due os- sicina insieme vengono a formare un triangolo con I'apice in alto e la base in basso, base che oltrepassa dai due lati lo spazio occupato dal margine superiore dei nasali. Nel cranio 'HiO Romano infantile si ha una disposizione analoga complicata da due incisure, che si prolungano sino / Fio. 3. Fig. 4. al margine interno delTorbita. Nel cranio 47o rmbroadolescentc si hanno soltanto (jueste due incisure, che si possono mcttere in rapporti coi solchi notati dallo Staurenghi ('), avvertcndo pero che hanno tutto 1' aspetto di suture, e come tali si possono forse mettere in rapporto con quanto diro in line di (|uesto lavoro. Solo aggiungo che avevo gia fatte tale osservazioni, (|uando e apparso I' ultimo fascicolo di una autorevole Pii- vista tcdesca, in cui si ti-ova un lavoro dello Scln\albe sullo slesso argomento (■). L' illustre anatomico di Strassburgo chiama triangolo so- pranasalc la disposizione sopra descritta, e la illustra con figure (Fig. 1, 2, 3 della Tav. XIV), che corrispondono precisamente a quanto io ho pure trovato. Chiama inoltre solchi orbito-frontali Faltra disposizione so- (') Op. cit., pag. 86( noncli6 dello atesso A.: Doll' iiiesisteiiza di ossa pro- e post-frontali iiol crauio umano e dei niammileri. Milano, iS9i (^) Sell w alb e. —Ueber den suprau;is.aleii Tlicil der Stirniialit. — ^et7sc/tri/^ fiir Morphologie und Anlhropologie, Band III, Heft 2, JSOl. 271 pra descritta, o ne da una (igura (Fig\ 0 della Tav. XIV), clic corrispondc csaltamente alle incisuro dcscrillo: lo Sclnvalbe ritiono cIio si Iralli dl solclii vasali. Pcrrettamente ti|)ici sono invece i wormiaiii della nosira seconda categoria, cioe qiielli costituiti a spese deirapofisi montante del nia- scellare ; essi vengono sempi'e in eontatto per il loro mai'gine poste- riore con la sutuia lagrimale e sono di forma piii o mono (jiiadi-ilatera 0 rombica. L' unica dilTeienza die si puo riscontrare e, clie alcuni piii gi-andi vengono in contatio delF osso nasale, come mostra la Fig. 5, chc ap|)aiiiene a iin cr.inio Komano (N. 1197 del Cat., 1' anomalia e identica ai due lali), allri |)iii piecoli non arrivano sino all' osso nasale, come I^A/'•^ ■ Fig. 5. Fig. 6. moslra la Fig. 6, die apparliene a un altro cranio Komano (N. 1240 del Cat.). Nel cranio Padovano 1310 si osserva al lalo destro un wormiano del jirimo tipo (Fig. o), nel lato sinisiro un wormiano del secondo tipo (Fig. 6). Un wormiano del V tipo inconti'iamo nel cranio Unibro infan- tile 434 al lato destro; woriniani del 2" tipo incontriamo nel cranio Uni- bro 417 sia a destra clio a sinistra, nel cranio 1369 Sardo pure bilate- ralmenle, nel cranio 2192 di Oi'vieto bilateralmente. Inline nel cranio 373 Umbi"o si trovano ad entrambi i lati dei worniiani die non si possono riferire ne al 1" ti|)o no al 2", poiclie prendono eontatto col lagrimale per tutto il loro margine posteriore e col nasale solo per un punto, cioe per I'estremo superiore del loro margine anteriore o mediale. Realmentc succede di frequenle die, restando sempre a spese dell' ajHilisi montante — 272 — del masccllare, piii diNontano piccoli c |)iu varia la lornia c 1' ubicazionc (ii lali ossicini. Cosi nel cranio IfilK) lloinano si vede uii wormiano di forma Iriangolare die sta lia il nasale, il mascellare, il fronlalc e il la- grimale. Nel cranio liii;) lomano si vede a destra un wormiano Ira il mascellare e il IVonlale, a sinistra un wormiano fra il nasale, il Irontale e il mascellare. Nel cranio 1198 jiure Komano si osserva un wormiano per ciascun lalo tra il mascellare e il IVonlale. Inutile di prolungare tale cnunierazione : solo aggiungo clic nel cranio 1152 di Orvieto esistono due Avormiani nello stesso lato, cioe a sinistra, entrambi a contatto del Irontale e a spese del mascellare: essendo uno dietro 1' altro, c (juello die- sta pill indietro die prende contatto col lagrimale: nessuno dei due prende contatto col nasale. Ho voluto accennare tali ubicazioni e modalila diverse degliossicini die stanno nell' intcrvallo interorbitale, perche V anatomia comparata se ne puo eventualmente giovare. Si comprende come data la costanza del- I'ubicazione e delta forma tipica e la frequenza delta bilateralita si possa pensare cliei \Yormiani della nostra seconda categoria abbiano un valore morlologico. Airubicazione costante e alia forma tipica si aggiunge il fatto del Irovarsi in altri animali: vedansi gli ossicini chiamali da Cornevin f) fontandlare lacrimo-fronto-nasale e wormiano orbitale, (|uest' ultimo al punto d'incontro fra ii mascellare, il frontale e il la- crimale. Ma anche qui le opinioni sono discordi (juanto al signiticalo : to Staurenghi crede die si tratti del prefrontale ("). Jl prefronlale, com' c noto, fa parte del cercine orbilario, e di buon'ora nella filogenesi prende I'dazione col lagrimale, col nasale e col frontale, di che si possono vc- dere esempi in animali fossili, come mostrano diverse figure della Pa- leozoologia dello Zittel , e la Fig. 412 della Zoologia dell' Emery (188^), e anche in animali attuali, ad es. nel Crocodihis vulgaris (Fig. 430 del- I'Emery). In contatto col mascellare si puo vedere nella Fig. 421 dello stesso Emer\ , che rapjiresenta il cranio di un Monitor; come pure nella Fig. 09 [Salauumdra aira) e 7o {Lacerta cujilis) del AViedersheim (traduz. ital.); come pure in fossili (Bernard). L'unico tatto che non s'accorderebbe col significato di prefrontale dalo dallo Staurenghi a quest' osso che potremmo chiamare prelagrimale sarebbe che secondo il (') Cornevin. — fitade aur les os worraieus ties aniiuanx donieatiques. — Revue d' Anthropolo- gic., iSS3, p. 664 e 666. — Anche qnest' antore considerava come segno di snperiorit.^ i wovniiani del cranio cerebrale (nelF uomo), meulre credeva accidentali i wonniaui dello sclioletro facciale. I pro- gresai dell' anatomia comparata ci suggeriscono 1' opiniouc clu- bisogua esamiuare tanto gli uni che gli altri con critorio morfologico e senza provenzioiii. (') Staurenghi. — Nuove osservazioni cit., pag. 9o. 273 Maggi il prefi'onlale devc trovarsi al di sopra del lagrimale ('), appog- giandosi alle ricerclic di Rambaud c llonault (*), clie sono conlcrmali rcalmentc da alcuni reperti fossili ('). II Rankc poi, die no lia ligiirato uii caso tipico ('*), riliene che si tralti di im osso Ibnlanellaro. Noll' intervallo interorbitale iio incoiitiato inline dei worniiani naso- IVonlali in un case che presentava notevole atrolia delle ossa nasali (cranio 2008 Sardo): ma sii cio non mi fermo. Passo piutlosto a nn' alU'a !»arle dello sclicletro lacciale, alia volla |)alatina, dove sono state cosi ioiiiinalo di trovare un bel case di duo worniiani inlerpalatini (Fig. 7) Fjg. 7. nel cranio 1827 Abissino, identici a qiR'Hi ligiirali e illiislrali dal da- le ri f). Tale disposizione e accennata allresi nel cranio 1217 lloniano. La ligura mi dispcnsa dalla descrizione: solo faro notare che I'osscrva- zione del Calori, che tali ossa circoscrivono i confini ordinari del lore palatine, e nuovamente conl'ermata. Concludendo diro, che dai fatti i-ileriti (e dagli altri sui (jwali ho sorvolato, come I'esistenza dei postorbilali C'), ad es. il cr. 373 Umbro) si (') Maggi. _ Le ossa sovnioibitali uei Alainiiiileri. — lluniticonli del 11. Isl. Loinb. di sc. c Lett., ISDS, pag. 3 dell' estratto . (^) Itambaad et Konault— Origine et (level oijpeijioiit dcs oa. — /'am, 1864- (") Cfr. Gaudry. — Essai de paleontologie philosopliique. — PaWs, iS9G, pwj. 122, fir;. 100; uouolio Bernard. — E16iiients de palcoutologie. — Paris, 1S95, pag. S04, fig. 453. C) Rauke. - Op. cit. Loc. cit., pag. 463. (5) Calori. — Suiranatomia del palato duro. — Mcni. dell' Ace. delle Scienze dell' IsUl.uto di Bologna, l891. 1^) 11 Prof, ilaggi che Jia potuto coiistatare la pi-e.s(uiza dei nuclei dei iioslorbitali in >iii ind- iialo umano e in un bambino di aei giorni e la presouza di un postorbitale piii o meuo ridotto in due eraui Arabi del Museo Civico di Milauo (Bullett. sclent, di Pavia, 1891, n. 3), ti-ovandosi, eonio ho detto, ultiniaiuente a Roma, iutereasandoisi benevolinente delle uiio ricerche, ha conferiuato che si tratta di postorbitale, quiudi mi dispeuso di darjie la figura. Del regto si trova nolla sua posizione tipica, cioe all' cstremit.\ autcriore della graude ala dello nt'eiioido (parote interna dell' orbita). — 274 — piio (Icdiirrc die i cosidolli wofmiiiiii soiio rio(nienti iicllo sciieleiro laccialc. Ma e |)rincipalmentc sui woiiniani dollo spazio intemrbitalt; die lio voliilo ricliiainaro rattenzione, scl)l)('ne la loro intcrpictazione noii sia facile. lM)rse alciini lalli die si risconlrano nelia teratologia potrebbcro j)ortare qiialciie luce in proposito. AIIikIo sj)eciaimente a un cranio dc- lonne illustrato da! (^alori, e nd (|iiale sono visibili degli ossicini for- matisi sia a spesc ddia branca montanle del mascdiare, sia a spese ddia |)()rzi()ne nasale del IVonlale o gobba nasale, (ossicini dei quali abbiamo visli gli e(|iii\alenli neiradullo), sia a spese del processo orbitale inleriio del Irontale. in (juesfultinio caso siamo in presenza di un osso die la parte netlanienle di «jud Iratto del mai'gine orbitale die sta al diso{)ra del lagrimalc, (juindi jjotrebbe credersi die si tratti realmente di un pre- Irontalc. 11 Calori, sebbene non accenni a tale possibilila, parla preci- saniente di c un ossetto Iriangolare die ajipartiene al frontale c corri- s))onde al processo orbitale interiio Ininiante un osso particolare » (") : corrisponderebbe quindi press' a jioco alia posi/.ionc data dal Maggi al pret'rontale. I.a tigura e molto doquente, e mi permetto di richiamare su di essa Tattenzione del prof. Maggi. Forse non e lontana dal vero roi)i- nione di un autore recente, il quale non aninielte die le produzioni tera- tologiche entrino piiraniente e scniplicemenle nd doniinio ddia patolo- gia : ((loin d'etre, egli dice, une partic accessoire do ITlmbrNologie norniale, il I'aut conccvoir la science des nionsti-es comme une branche iniportante de la Biologic gdierale » ^^). Studio collettivo del peso dell' Encefalo negli Italiani. Elenco (Idle Osservazioni inmale: 1"^ Serie, Dairistituto Anatomico di Bologna Osservazioni N. 22 » > di Perugia . . » ^ 29 Dal R. Ispettorato di Sanita Militare » » 42 Dair Istituto Anatomico di Firenze » » 100 Totale N. 193 (') Calori.— Sulhl usistciizu di uu yniiiilo \v()iini:uu) e di altic .inoiualio ib/ll' oviito liiCGialo in iin nconato dclbiine per gola liipina e iniciorialnna. — Memorie dell' Accademia dclle mUnzc dcW Isti- tutu di Bolinjna, ISSI, paij. ,"i'ff. — Vedi in liy,-. 5 yli ossetti dcsignati fc e i. ("j Kabaud. — Conception geueralo de la luoiistruosite. —Revue de V Ecole d'AnUiropologie de Paris, loot, pa(j. 311. ' — 275 — NOTIZIE CONCORSI A PREMI. Presso il R. Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti e aperto il se- guente concorso: « Sviluppo deir apparecchio respiratorio nei vertebrati polmoiiati ». — Premio L. 5000. Scadenza 31 Dicembi-e 190B. (Fondazione ^finich). — Premio di fondazione Fossati di L. 2000. Tema: Intorno ai cosidetti nuclei d' origine e di terrainazione dei nervi cranici. Se od in qual misnra ne sia giustificata la delimitazioue in senso ana- toraico e fisiologico. Illustrare 1' aigomento dal punto di vista storico-critico e con ricei-clie origiiiali. Scadetiza 31 Marzo 1U03, ore 15. COSIMO ChKKUBINI, AmMIMSTHATOHE-KKSI'ONSABILE. Viennent de pai-fli^re : COMPTES-EENDUS DE L'ASSOCfATIOiX 1JE8 ANAT0M[STE8. 3*^ Session — Lyon, 1901 PUBLIES I'AK A.. NICOiiA-S, Profcsseur a VUniversitd de Nancy.- 1 Vol, in-8 de xxiv-266 pages avec 68 figures dans le texte. 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  • lo;;i;i iiella IJ. UDivcrsita di Padova Ufficio di Direzione ed Amministrazione : Istituto Anatomico, Firenze. 13 numeri all' anno — Abbuonamento annuo L. B5. XII Anno Firenze, Ottobre 1901 N. lO SOMMARIO : Bibliogkafia. — Pag. 277-286. CoMUNicAzioNi Originali: D'Evant T., Dei rami uiinori dell' aorta addomiiiale con specials considerazione intorno alia irrigazione del plesso solare (Con tav. VII"). — Livini F., Sviluppo di alcuui organi derivati dalla regione brauchiale no- gli aiifibi urodeli {Contlnua7:ione ejine). (Con 3 figure nel teste).-— Pag. 287-308. Avverter\za Delle Comunicazioni Originali die si pubblicano nel Mom- tore Zooloyico IbaUano e vietata la riproduzione. BIBLIOGRAFIA ^l (id nothla soUanlo del lavorl puhbltcatt in Italia. VIII. Celenterati. Curreri G. — Osservazioni sulla struttura deirectoderma del Ctenofuri. Con tav. — Bull d. Soc. Zool. ital, An. 10 {Serle 2, Vol 2), Fasc. 1--2, pa(/. 58- 76*. Boma, 1901. IX. Vermi. i. Parte generale. 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II lerzo, ed il se- condo procedendo nel senso cranio-caiidaie. sono i piii soltili, si porlano laleralmenU;, concedono rameiti al picsso londjo-aortieo, ai nodi linl'a- lici periaoiiici ed anebe alia capsula adiposa del rene. II primo paio, pill prossimo all' eslremo craniale delFaiieria ed il piii imporlanlc dl lulti, e (|uello cbe |)otrebbe cliianiarsl miiio celiaco o so/are. Esso puo a\ere orif/iiie oilre die dairaoria, anclic dalla capsulare mc'Jla, ma In ogiil caso, da iin |)unlo tanlo vlcino alia sua origine, cbeiltroncu soinbri bilbrcalo, ed e (come la capsulare) di inrosUmle lireJIo. Irovandosi spesso il desiro un pochino piii in basso del sinislro. (larallerislica di (|ueslo ramello e il suo decorso ricorrenle in alio e in deniro, descrivendo un arco a concasita mediale e comessila laterale die si a|)poggia al mar- line iiKjdiale del ganglio semilunare a cui tornisce numerosi rametti. II suo eslremo superiorc, seguendo 11 coriio mediale del ganglio semilu- nare, si anastoniizza (|uasi sempre con F omologo dell' opposto lalo o a picno canale o per sollili rametti, complelando cosi una grande areata die passa al di sopra del tronco celiaco accompagnando il robuslo Irallo anaslomolico die sullo stesso puiito congiunge i due gangli semibinari. s|»esso ho poluto vedere una grossa anastomosi fra quest' arteria ed un ramo della cajisulare superiore, da eostituire un' areata che rasenta o il margine superiore o la laeeia posteriore del ganglio semilunare. 111. Ouesto ramo celiaco o solare esiste andie in molli animali in- leriori. Non |)ossodire se il rametto celiaco sia addirillura costante, nella serie dei mammireri, sia perclie non ho pot u to eslendere le inie ricerche a molli animali, sia perche le condizioni moirologiche del ganglio sono Nariabili, sia perche in molli slugge per la sua lenuilii. Non ebbi occa- .sione di [loler dissecare nessun antropoidc, ne, die io mi sajipia, si Iro- vano osservazioni su (jueslo |»unlo anche in ojiere speciali. Lo S|)e- — 2U1 — riiio *) |)iii-liiml(» (lei i-;iini \isc(M'iili (IcITaorla del (iiiiipaiizr. nulla lia li(i- valo clio iMcrilasse di loniiare i'allenzioiic. Jnoliro per (|iianl(» ri^iiai'da i so- li|>(Mli solo noirantifo Irattato di Aiialomiadol Franck {-) vi lia una li^uia in cui (' i^rossolanaincnle ia|)|»rt'S(Milalo uno di (jucsti ranielti dol picsso solare; c nulla se nc dice nel teslo. Ma \)vv (juanto riguarda i solipedi, i r/niii)i(i)ili, (' (jualchc jMtrhideniKi, Ic niie iniczioni t'alle nel cavallo C), noirasino c noil" aoiia di hue c di nionlonc, nonche lo oss('i-\azioni lalU; suir aofla di niaialo anclie senza iniczione alcuna mi iionnrllono di con- rliiudcre, che in lulli (jucsti aniinali osservati il paio terzo c socondo sono 0 niancanti aHaltu o nutlto scarsanienle rapprcsentati, nientre si numlieno costante nolla sua esislenza il paio piimo. La sua oritjitie nei solipedi e a varia altezza j)er il destro e jier il sinislio, ma la dilVerenza e piii marcala die nell' uomo; spesso nasce con un ironeo eomune eon la eaj)sulare ; il ralibro ne e grandissimo. il dccorso e ngualmenle rieoirenle e eurviline), di guisa ehe nalo dall" aorta il ramello eeliaco |)orlasi in all(» ed in a\anli, deserive una cui\a a eonea\ila mediale e eaudale, rasenia il ganglio, lo irriga, e si aiiastomizza eon la omologa, ed anelie eon la eapsularo. IV. In (jiianlo al lipo morfologico eireolalorio del ganglio seniilu- nare, 6 ovvio jtoter dimoslrarc ehe la maggior fjuantita di sangue aiie- rioso arriva al ganglio per mezzo del ramello ehe ehiamo crliaco o solair, ma coesislono altri ramclli ehe \i giungono in direzionc raggiala, se- gucndo in xontroscnso alcuni dei piii robusli rami ehe se nc staeeano. Kssi proxcngono o dalla stessa capsulai'e media o dalla inleriore o linaneo dalla renale, oppure dalla capsulare superiore. Per (piesia rieehezza di arteriole di varia provenienza, rimane costante il latlo ehe la eircolazione del gangli(t semilunare e intimamente e largamente eonnessa a (|uella delle arterie eapsulai'i c percio a quclla dolla caj)sula surrenalc; almeiio nell' uomo, mentre negli animali interi(M-i da mo osservati e (|uasi coslaiile Torigine autonoma del ramo eeliaco o solare, il ehe da una cerla mag- giorc indipendenza alia eircolazione del ganglio eeliac(t, in (juesli ani- mali. Ad ogni modo si puo dire in generale die il ganglio semilunare ha un' arleria |)rineipale maggiore e niolte accessorie minoi'i ; (juindi plii- ralila d' origine dei vasi die lo irrigaiio per meglio assieurare la \ilalila di un organo lanto iniportante. (') Aii;itoiiiJ;i del Vuu\Knr/A'.. Torino, iNO-"). (^) Couii)(!ii(Ho di Aiiatoiiiin coiup:u-at:i doj;!! aiiiiuidi doiiicslioi. — Vcisimii' I,a ii /; i I lo ll-i-11 ik. ii- santi. Milano, I880. {^) Nello osservazioiii cllo lio potutu fan; siii sulipcdi soiio slato validaiuciilo (.■ijadiiivalu ilal rriif. U. Ijarpi della E. Scnola Veteriiiaria di Xapoli, al ijiiale di-bbo espiiuK'iu i luit-i riii^iazia- lueuti per la coiteso preinura avuta a mio riguardo. -t — 292 — L'anasloniosi chc ii ramo celiaco o solarc la con quello deirallio iaio assicui'a la circolazione verso il marginc mcdiale del ganglio e nel seg- mcnlo siio sii|)oriore, nicnlre la simile anastomosi clie s|)esso si stabilisce colla capsiihire siiperiore circoscrive il ganglio in una specie di circulo coioiiaiio incomplelo, dal quale provengono i suoi rameili nutritizi; quc- sli iKMU'lrano nel ganglio avvolli da una gnaina linlalica, e vi si dislri- buiscono nel niodo coniune a luUi i gangli del sislenia nervoso vegctalivo. Spiegazione delle figure (grandezza naturale). I rametti descritti nel testo come rami minori deli' aorta, e quelli destinati al ganglio solare come rametti celiaci, sono colorati fortemente in nero. FiGURA l'\ — Un segmento dell' aorta addominale (giovanetto). Sono accennati i dae reni e le capsule soprarenali. a. aorta A sinistra., disposizione normale dell'arteria frenica interiore e della reiiale, nouche della capsulare infeiiore e superiore. La capsulaie media nasce con un tronco co- mune col rametto celiaco; la sua terminazione raggiunge il ganglio attraver- sando I'occhiello del ganglio stesso A Destra 1' arteria renale e doppia; normale la frenica e la capsulare me- dia. Vi sono inoltre due rametti glandulari. II rametto celiaco di questo lato, a differenza di quello di sinistra, nasce direttamente dall' aorta, e portasi al ganglio, g, con decorso arcuato e ricorrente. La disposizione che osservasi al lato dcstro di questa tigura, se vi si ag- giunga anche il ramo ureterico che meglio appare nella figura 3, e la dispo- sizione normale dei rami minori descritti nel testo; di questi il prima paio e costituito da ?*, r, cioe dal ra7no celiaco, il 2" ed il 3" sono rami glandulari, che trovausi piu in sotto: e piii in basso ancora, havvi il ramo ureterico (fig. 3). II ganglio da ambo i lati e stellato, per la fusione del ganglio semilunare pro- priOjCol ganglio renale e col ganglio mesenterico. Questo reperto non e molto raro. Figura 2'\ — Aorta addominale di uomo. II ganglio semilunare di Destra, g, oltre il rametto celiaco {7'c) che viene direttamente dall' aorta, riceve anche un piccolo ramo sussidiario dalla capsu- lare propria e questi due formano insieme una anastomosi ad arco (a n). A sinistra il ganglio, oltre il rametto celiaco che proviene dall' arteria capsulare (ordinariamente questa origine e piiJi frequente a sinistra) riceve altri rametti dalla capsulare stessa, dalla frenica, e da una arteria adiposa della capsula re- nale. L'arteria capsulare superiore e rappresentata da otto ramuscoli della frenica- Figura 3^. — Segmento dell' aorta addominale (uomo) r, rene destro ; as, capsula surrenale; a, aorta. Circolo coronario del ganglio semilunare. Doppio circolo coronario e doppia anastomosi omo-ed etero-laterale dei rametti celiaci- A destra il rametto celiaco viene dall' arteria capsulare media acm, ed e doppio; il piu laterale si congiunge con un rametto proveuiente dalla capsulare superiore, e quasi dello stesso calibi'o; decorre sul margiue laterale del ganglio dopo avergli abbaiidonato parecchi ramuscoli; il ramo mediate ha cammino retrograde, ricorrente, (e rappresenta il vero rametto celiaco"), da ramuscoli al ganglio, ed al disopra Jell' arteria celiaca si anastomizza ad arco col rametto •celiaco di sinistra che proviene daU'inizio dell'arteria frenica inferiore sinistra. — 293 — FiGURA 4'\ — Aorta addominale (uomo). Origine multii)la dei rametti nu- tritivi del ganglio celiaco di destra. Qui il ganglio, fj, risulta dalla fusione di parecchie masse gangliari, come nella fig. 1, ed e reperto frequente: nel centro rimaue una lacuna, occupata d'ordinario da un nodo linfatico. II rametto ce- liaco, ricorrente, re, provieue dairaorta; altri tre ramuscoli riceve il ganglio dalla capsulare media cm — I, I, rami per i nodi linfatici. — cs, Capsula sur- renale di destra. Tutte quests figure sono state disegnate dal vero dal Prof, barone G. Mat- tej. ed io intendo di esternargli qui la mia riconoscenza. ISTirUTO ANATOMIC" DI FIKENZE, DUtETTO DAL I'KOl". U. CHIAKUOI. UoTT. FERDINANDO LIVINI AIUTO B I,IBfc;uO DOCENTE Ul ANATOMIA UMANA. Sviliippo di alcuni organi derivati dalla regione branchiale negli anfibi urodeli. ^^^ (Continuazioue e fine) (") (Gou 3 figure nel testo). E viotatci la rijiroduziouc. Alia descrizione sommaiia dcllc lormazioni chc si incontrano nclla Sdltininnflrina adiilla a costituirc il sistcma cho puo chiamarsi tinio- llroidcM), I'accio ura segiiirc il riassiinto dei resullali ottemili dalle mie i-icerclie intorno alio sviliippo delle lormazioni medcsime. 1. — Corpo liroide. — E qucslo Forgano del sistema fimo-liioideo, clie, prinio, eonipare nella ontogenesi. 11 sue ahbozzo e giii riconosei- bile in embrioni della lungliezza tolale di mill, o, li, in linea relta. In (pieslo stadio, Ira T eslremo craniale della cavita intestinale e recto- derma e interposto nn ammasso celhdare solido, enlodermico, chc dor- sal men te e mollo largo, mentre si assottiglia (fatta eccezionc per ii Iralto pill craniale, dove si lormera Tapertnia della bocca) nel portarsi (*) 11 lavoro completo, cou un csteao liassuuto storico, c corredato da tavole a illiistrazioui ui;! testo o ill corao di pnbblicazione. (■') Vedi: An. XI (1900), JV. 12. (Tav. A'F")- M. Z. '* - 294 — vcnIraliiKiiilc serso 1' (^clodcrma col quale si Ibiulc |)i'r iiii liallo assai cstos(t in limgliezza. Ora ii corpo tiroide sorgo como geniina soiida dalia suix-ilicic caiidale di (iiiesto sprone enlodormieo, sulla iinea di mezzo. cianialiiRMilo alT oslrciiio della cavilii iiilostinale (Fig. A): la gemma si prohinga eaiidalmeiile lino a raggiungere I'abbozzo del euore. Siiceessivamenlc, man mano chc la caxila intostinale si sj)inge |)iii cranialmente, si vede I'abbozzo tiroideo impianlarsi: dapprima in parte sullo sprone entodermico di ciii sopra, in parte sul tratto |)iii eraniale della parete ventrale della faringe (Fig. //); j)iu tardi soltanto su (juesto ultimo tratto (Fig. C), subito caudalmente all' arco mandibolare. Esami- iiando embrioni di (|uesto stadio (mill. 7, i) di huigliezza lotaK;'. s(,'nza lener eonto di stadl piii giovani, si sarebbe indotti a ritenei'e. (pianio Fig. A.C) — Sezione sauittale media- ra-di au ouibriono di Sdlamandrina, perspicillata della Imighezza totale in iniliim. 5,3; — t — abbozzo della tiroide; c^' — cavita iutestiuale: c = abbozzo del cuoi\'. — Ingraudiiu. 56 diarn. Fig. B. — Seziono sajiittalc inediaua di uii eiubrioue di Salamandrina perspicillata didla lungbezza totalo di luillim. 6,2 — t = abbozzo della tiroide; ci— cavit.\ iutestiuale; c = abbozzo del cuore. — lugraudiai. 70 diau). generalment<3 si alFerma, clie la tiroide nasce eonie una gemma soiida dalla i)arete ventrale della faringe ('). Nolo che, in (|uesto stadio, non esiste piii ti-accia dello sprone entodermico che metteva in rai)j)orlo la faringe coll' ectoderma e dal quale ha preso origine la tiroide. IMima di seguire la tiroide iielle ulteriori fasi di svilup|»o, credo utile intratlenermi sul signilicato da atlribuire al nostro rcperto. (*) I contoi'ui di questa e dolle seguenti figure veuuero diseguati colla camera cbiara di Abbe. (") Qualcuno riticue che la tiroide, auziche como gemma soiida, sorga, uegli Anlibi, come uu diverticolo cavo della parete veutrale della faringe. Non si e d' accordo circa il livello al quale gemma o diverticolo preudouo origine. — 295 Mi gi()\a ricliiamare anzilutio la (Icscrizioiic clic Do Men run (' ) (la iiilorno ai priini nioiiit'iili di sviluppo dclla tiroitlc iioj^li Anuri. La jia- relo voiiliak' dolla raringo, nol suo Icizo anterioro o siilla linoa di mezzo, j)roscnta, nolle giovani larvo di Ran<( Icinporaria, una doccia prolbnda ciic largamenti; comiinica colla cavita i'aringea in axanii, nicnlic si rostringc indiclro. Oucsla doccia, si noli bene, cntra in inlinio rapporht coU'oclo- dernia a coniinciarc subilo al di diclro del scllo chc sc|)aia la ca\ila laringea dalio sloniodeo. Ota la liroide nascc conic una gemma solida dalla [)artc piii caudalc del fondo di (juella doccia, in un ])unlo nel quale pill non esiste rapporto ; IVa cssa doccia cd cctoderma, e die corrispondc a livedo dclla Ffessura hraneliiale: la gemma si porta caudalmenle parallela air asse della laringc e dclla larva. Ouanto alia doccia essa e destinata a scomparire ben presto senza lasciar traccia. ConlVoiilando ora (jiiesta di- sposizioiie c(ui (piella da me os- servata nella Sdldiiiaiidrina^ a])- paie tra le due la piii grande rassomiglianza, lanlo clie a me sembra si possa a ragione ri- tcnerc la doccia, dalla (juale prende origine la liroide nella Rana^ oinologa alio sjirone en- todcrmico a spese del (|uale si sviluppa lo stesso organo nella Sdln- mandrina. (Uic nella Salamandrina non si coslituisca una doccia si in- tendc lacilmento, considerando clie la cavita laringea, in (|uel momcnto non si sjiinge tanlo cranialnienie da venire a corrispondcre alio sprone di cui so|)ra (clV. Fig. .1). Si domanda ora: Ouale il signilicato della doccia desciitta da I)e Meuron nella Riii basso dei Vertobiati o la tiroide mcdiaua dei Alatii- mil'cri. 2m lalti: 1° chc la liroide del Prlromijwn, alio slalo di Aiiiiiiornclrs, r una s|)('(*i(' di liliiaiidola niueipara die, se per (jiialche rigiiardo dilleri- sce dair eiuloslilo del Tunicati, pi'csenia pero con esse taiiti punii di rassoiui^lianza, da potei'si ritenere omologlie le due formazioni. 2° clie essa gliiandola si trasfoimera in un organo che corrisponde alia tiroide dcgli allri Vertebrali. Ora qual' e raspetto col (juale si i)resenta I'endo- slilo? E una duccia huigiUidinale assai proj'oiida, sulla linea di mezzo della superficie ventrale della faringe in corrispondenza della regione l)ian- chiale, doccia i cui labbri sono ravvicinali li'a loro. eccetto a ciascuna delle due estremita ove si divaricano alquanto. L'analogia fra questa e la doccia che compare uegli Anuri per dare origine alia tiroide c scomparire bentosto, a me pare non possa sluggii'e ad aleiino. Ed e da meravigiiare die di essa De Meuron non. si sia alVatlo curalo di ricercare il signilieato. Si potrebbe, a parer mio, am- mettere die la formazione omologa all" eiidoslilo dei Tunicati die nd Pelronn/zon assume uno sviluppo consitlerevole ed una comidicala slruttiira, |)er trasformarsi piii lardi nella tiroide vera e proi)ria, com- paia anche in allri Vertebrali Anuri), pero per un tempo brevissimo; che a sue spesc prenda origine la tiroide, e che essa scompaia poi rapidamente senza lasciar traccia. (]hc se poi lo sprone entodermico die esisle nella Saliiiiuindrina e a spese del (jualc si forma in (|ueslo Urodelo la tiroide e oniologo alia doccia degli Anuri. si)etterebbe an- che ad esso iT significato di un rudimento deU'eudostilo dei Tunicati: rudimenlo piii modilicato di quello che non sia uegli Anuri. Sarebbe iuteressaute indagare se e sotto quale aspelto esso compaia nei Selaci, preudendo di ((uesti Vertebrali in considerazione stadi piii giovani di (|uelli die sono stati, sotto il punto di vista die noi considerianio, da altri csamiiiati. Per concludere, secoudo i concetti espressi, la liroide degli Aniibi si svilupjierebbe a spese di una formazione omologa aU'endostilo dei Tunicati e che, dopo aver dato origine alia tiroide, scompare. Ritorniamo. d(q)o (juesta digressione, a prendere in esame le ul- teriori modilicazioni che awengono nella liroide della S(ilnm(nuJrl)UL L' organo auiHenta in lungliezza non solo, ma verso Festremo cau- dale si slarga ahjuanto. meiitre sta tutlora in connessione colla fa- ringe. Da (juesta |)oi si separa per strangolamenlo lembrioui ddia Iiin- ghezza tolale di millimetri 10, in linea retla). Ap[)ena appena la liroide si 0 resa indipendente, ecco sotto qual forma si presenia: incomincia, {'i-anialinciile. allilata; poi subito si slarga nolcNolmenle. nello stesso — 297 — k'm|jo ('he si inciirva al(|uanto, la convcssita essendo riNolla venlral- mente, fincho in corrispondenza del tiatlo nel quale daila superficie ventralc dell' joide, si distacca iin pi'olungamenlo cartilaginco che di- verra Vos Ihi/reoideum (Wicdcrslicim), cssa si hiforca. Ciasciino dei due lobi si j)orla indietro e lateraliiit^nte, risiedendo: dappriina tra il nuiscojo <>eiiio-joideo (che gli sta ventralniente) e il muscolo slei-no- joideo (ehe lili sla doi'saliuente) ; poi di lato a questo ultinio museolo. Verso r estreino caudale, tra i due lobi e sulla stessa linea Irasversale sla r ahbozzo eartilagineo dell' os t/ifjreoideum. Nolo che in questo sladio la liroide ha perduto ogni rapporto col cuore. licsulta da quanto e state detto che la divisione delta tiroide in {\[w lobi inconiincia assai per tem|io, e precede dall' estrenio caudate verso r estrenio craniale. Relalivamente alia strultura e da avvertire che in (juesto moniento 1' organo che ci occupa e costituito da elementi cellulari, tutlora ric- chissimi di sferule vitelline, dei quali non e possibilc distinguere i li- miti, e die rassomigliano senipre perfettaniente agti elementi epiteliali della parete faringea. II processo che deve condurre alia divisione coinpleta indue lobi va innanzi rapidamente; ma gia prima che essa sia compiuta, (juando esiste ancora un sottile istmo che riunisce cranialmente i due lobi, questi, al lore estrenio caudale, mostrano gia delle genimazioni secondarie, prime accenno delta suddivisione in lobuli, la quale suddivisione adunque, al |)ari della divisione della tiroide in due lobi, si inizia all' estrenio cau- dale per |)ropagarsi poi verso quelle craniale. La divisione cornpleta della tiroide in due lobi, che sono in ge- nere di inegual volume e di foi'uia irregolare, e avvenuta in embrioni della lunghezza tolale di millimetri 11,3, quando da poco si e rotta la membrana faringea, e pure da poco le fessure branchiali, salvo la prima, si sono aperte all' esterno. I lobi liioidei risiedono era un |)o' piii caii- dalmente : ciascuno di essi resulta di (juattro o cintjue lobuletli di forma irregolare e di inegual volume, i (|uali sono parzialmente separati tra lore per un tenuissimo strato connettivale. (ili elementi essenziali, dei (juali essi resultano, hanno un nucleo sferico, o ellittico o ovoidale, molto Yoluminoso relalivamente al corpo cellulare piccolo e con po- chissime o |)unte sferule vitelline. I*er questi caratteri gli elementi in (juestione dilVeriscono notabilmenle da quelli che costituiscono la parete epiteliale della faringe, che hanno un corpo cellulare voluminoso, nel cui interno Irovansi tutlora in buon numero e grosse le sferule vi- telline. — 398 — 1.(3 inodilica/ioni successive dclla tiroide consistono dapprima in una niaiiiiioic suddivisioiie in loi)uli clic si icndoiKi iili iini dagli allri in(li|»(Mideiili, separali sollanlo per iin sollilc siralo cunnclliNale : poi lu'lla liaslormazione di qnesti lobulelli soiidi in vescicole cliiiise. Sui mcccanisnio col (|iiale (|ucsta ultima traslonnaziono si compie intendo ora inlratlenernii. A tale rignardo duo sono le opinioni prcdominanti. Per alcuni Ic cavila delle vescicole si costituirebbcro per dislrnzione deiiii elenienli cel- hdari centiali dei varii lobuli ; per allii invece la formazione delle cavita sarebbe lej;ala al proccsso di allivila secretoria delle cellule, in qnanlo il secrcto elaborate da queste riversandosi alio esteino deteimi- nerebbe un divaricaniento degli elcmenti vicini, e cosi il piccolo spazio nel quale esso secrelo e contenuto costituirebbe la primitiva cavita ve- scicolare. E Andersson (') die sostiene questa ultima opinione in base a ricerclie da lui praticate in Mammileii. Oi-a nella Salariiandriiia la lorniazione delle vescicole avviene sicufamenle secondo il meccanismo da Andersson indicate, come si rileva dallo studio di sezioni di larve lissale nel li(|ui(lo di Hermann e coloiite col metodo (laleotti ('). IM-emetto clie la formazione delle vescicole incomiacia gcneral- mcnte in larve della lunghezza totale di millinuMri l*!; ma piii dimostra- livi riescono sladi un i)o' piii avanzati (larve della luugliezza totale di millimelii 1(1), dove si iucontrano, in un nu'desinu) soggetlo, lobidelti tiroidei soiidi, vescicole die cominciano ap|)ena a costituirsi ed altre gia nolev(»lmente sviluppate con stadi inlermi'dii. La cellule liroidee presentano, in questo sladio, i seguenti caratteri: il corp(» cdlulare e abbastanza voluminoso ; nel suo interno mancano aHatto slerule vitelline ed invece si trovano in gran numero granuli di dille- rente grossezza, ma generalmeute piccoli, coloriti in verde dal \er(le metile. II niicleo e assai grosso, di Ibrma ovoidale o sleroidale o ellit- lica, ed ora situate nella parte centrale dclla ccllula, ora eccentrico. Mi in- teressa particolarmeiite il tar notare come nessuno dei nuclei moslri il minimo segno di altcrazione. I'rendendo in considerazione i rapporti reciprod Ira le cellule, s nola quanto segue : Vedesi (jualclie gruppo cdlulare di cui gli dementi sono tra lore in inlimo conlatio, i limili Ira i varii dementi essendo indicati da sollili (^) Aiulorsson. — Zur Kenntnisa ilor Morphologic (\ov Scliilddri'isp. — Arch. f. Annf. u I'hysiol., Anat. Aht., Jalirg. 1S94, H. 3-4. Leipzig, 1894. (') Oiilentti. — Jieitrag znr Kpiint.nias dov Sokrof.innaPiscliciimiiu'oii iii don Epitliol/.elleii di r Schilddriisp. — Arcli.f. mikrosk. Anat., Bd. 48, 1897. — 299 — linee colorilc in Nci'dc. Allrovc si iiota iiivece iin [ticcolo griippo di cellule ill iiu'zzo alle (fiiali s!a un niimiscolo spazio occiipato da una so- stanza, di aspelto oniogeneo, eolorifa intensainenle in \erde, nclla slessa nianiera dci granuli conlenuti nelT iiilerno del corpo cellulaie. Ho deltn « nirnuscolo spazio )> ed insisto su (piesto punio: I'esulta Infalti, dal- r esanie di sezionl seriate, die esse corrisponde ad un terzo ed anche nieno del vohnne del nueleo. Ouesto spazio, lo indieo snbito, i-appresenta una eavila vescicolare (|uando inconiincia a lormarsi, ed il nialeriale in esso eontenuto e sostanza eolloide. Tanto dimostra lo studio di allri |)unti dello stcsso |)re|)aralo. Di latto, vedesi altrove, in mezzo ad un piccolo gruppo di cellule, uno spazio, una cavitii occupata dalla stessa sostanza intensamente co- lorita in verde, nia un poco piii grande clie nel caso precedente, avendo nn volume la meta o })oco piii di (juello del nueleo. Nolle cellule die direttamente limitano la cavita in questione, il nueleo trovasi piii vicino alia superficie del coipo cellulare op|)osta a quella die guarda verso cssa cavita. inentre in quella jiarte del coi|)o cellulare die sta fra la cavita ed il nueleo trovansi accumulati i granuli coloriti in verde ai quali di sopra accennavo. Altrove la eavila e piii ainpia, in grade vario nei diversi punti, e si osservano inline vescicole relativamente grosse, la cui parole e costi- tuita da pareccliie celhile disposte in un unico strato liiito altorno ad una cavita occupata dalla solila sostanza, il eolloide, die si presenta ora come una massa di aspetto omogeneo tinta intensamente in verde, pcro con intensita ditterente non solo nolle varle vescicole, ma anche nei vaiii puiili di una stessa vescicola, presentando inoltre in alciine di (|ucstc, dello slerule cliiare, come \acuoli, di iiiimero e di grandezza dilVerenle. Nolo come le vescicole sieno separate I' una dalF altra per un sot- lile stralo connettivale ricdiissimo di cellule pigmentate e con vasellini sanguiCeri. La interjiretazione dei i'atti cos'i sommariamente indicati sembrami lacile. Le cellule tiroidee sono giii, nello stadio die considerianio, in atli- vita secretoria ed i numerosi granuli colorili in verde, dal verde motile, die tl•o^ansi nel corpo cellulare rappresentano il prodotto di secrezione, come racilmente ci si |)ersuade, Ira 1' altro, col confronto eon cellule tiroidee di Salamandrine adulte die abbiano subito lo stesso Irattamento (lissazione nel liquido di Hermann; colorazione col nielodo (Jaleotti). II secreto, liversandosi alF esterno in mezzo ad un piccolo grupj)o — 300 — (li cellule, (Jcleriiiina il {Jivaiicainenlo di (|iR'sle e la IbrmazioiU'
  • (Do M(Miron('), da ogni lalo, dalla parole doi'salo dollo rossiii'o bran- cliiali, 2^ a 0=^ inclusive, si vede sorgere una gennna o|)ilolialo solida olie si |)orla dorsalmonle incurvandosi un pn' di lalo. Lc genmio diniinui- soono di volume a proeederc dalla piii craniale alia piii caudalo. Ouella dolla ullima fossura non giungo a rondorsi indipendenle o scomparo ben presto; le altre (juallro invecc si separeranno dalla paiole dolla fos- sura branoliialo dalla (|ualo lianno prcso origino. si avvioinoranno Ira loro 0 si Ibndoranno in un ammasso unico, il lobo limioo del lalo corri- spondente. Nogli Anlibi lo cose avvorrebbero in maniera ditleronte. Negli Irodoli Mauror f) avrebbe ossorvato die, almono in al- ouno specie, si cosliluiscono, da ciascun lato. come nei Solaci, cincpie genime tiniiche dalla parole dorsalo dello oinijuo fossuro branoliiali ; lo prime due spai'ii'obbero preoocemonle ; dollo altre Ire piii oaudali Mau- r(^r non lia potulo riconoscero so lulte o so solamento (|ualcuna e (|ualo di esse costituisca il timo. Nogli Anuri I'organo in causa |)rende origine, da ciascun lato, per una sola gemma epitoliale cho proviene: per alcuni dalla parole dorsalo dolla 2'' fossura, j)or altri alio stesso livello, ma dal trallo |)iii latoralo dolla |)arete dorsalo dolla faringo C)\ questa gemma, nei primi mo- monli dollo sviluppo, si lro\a do'-salmento in rapporto col ganglio del faciale. Riassumo ora ([uanto si osser\a in proposilo nolla Salamandriiui. Molto pi-ecoceniente (ombrioni della lunghezza lotalo_ di mill. 7,o), in corris|)on(lenza dell' estromo craniale dolla vescicola audiliva, dal li'atto pill latoralo dolla pareto dorsalo dolla faringo, si nota. da ambo i lali. una gemma opiteliale solida die si porta dorsalmonle, incurvandosi (') lie Meiiron. — loc. cit. (°) ilaurer. — Scliilddniso, Tliyiiins mid Kieiiieiiresto doi- Aiiip)iil)ieii. — Morp/ioL Jalirh., Bd. 13, 188S. (^) Per (5<;tte, il lirao in Bomhinalor dorivii dalla parete doisale della 2^^ fessiira bi-aiicliiale; l)n Meuron in Uana e Bufo inentro prima dice die esso sorge coiiio « boiir<;eon dorsal , (iiiiMce poi col coiicln- dere die proviene dalla. 2^ I'esanra V>rancliialp. — 302 — al(|u;inlo di Into, c si lucllc in iiiliino riipporht col gangiio del racialc. Oiic- sla g(Mnnia,cli(' coniiiarc in :} sezioni ^IrasNcrso-Ncrticali), corrispondc scnza alciin (lul)l)i(» a quolia clic rapprosunta TablMtzzo del tinio nogii Aiuiii.Di cio e lacilo pcrsnadorsi dal confronto colla doscrizione e con lo (igiiro cho nc da de Mciiron (') : lo genime, nei duo casi, si corrispondono, ollroolio por la lornia o pel volunio, pel livollo a! (jualc sorgon(» oslromo ci'anialo dclla voscicola aiidiliva o pel rapporto clio aniboduo conlraggono col faciaie. Insisto poro siil roperto die (jucsla gemma, nella SdhimfDulrina, sorge dalla parete dorsale della laringe, non dalla i- lessiira branchiale. cio clic per Maurerf) avviene anche negli Aniiri. ()ra e inleressante notarc come (juesla gemma si mantcnga per nn tempo piii o meno hingo senza aumenlare di \olume, o ahneno hen jioco, e linisce coll" alrolizzarsi, |tin preslo o |)iii lardi, e scomparire. In casi eccezionali puo I'ormarsi anclie nna gemma piii caudale, ma die lia nna diirala assai piii breve della |)recedente, e come (jnesla de- slinata a scoin|)arire. II limo, nella Salamandriiid, sorge come gemma epileliale solida dal Iralto piii dislale della snperlicie dorsale del ")' zalVo enlodermico branchiale. Dico za/fo e non hisai enlodermica, poicbe di hisai, (jnando il limo si svilnppa, non puo ancora parlarsi, esistendo tnllora nno zall'o solido clie la rappresenta. Riserl)and()mi di Ibrnire maggiori |)articolari nel la\oro complelo, mi limitero ora ad indicare die la gemma timica per strangolamenio si rende in(li|)endente (embrione della hingbezza totale di mill. 11,')), e si presenta allora come un corpicciolo com|)atlo, di forma irregolare, co- slilnilo da cellule con nucleo voluminoso e piccolo corpo celliilare nel (piale mancano o sono scarse e piccolo le sl'erule vitelline. Successivamente puo avvenire, sebbene di rado, die 1" abbozzo del timo si conservi nnico, aiimentando seinorkTiiii;(iii 7,11 di-r vorlaiiliiion ^littoiliinr; von Jaooliy: licbor dio Eiitwi- cklniiK 'If' Nnhpiidriiaeii ° |)aio di fessure brancliiali. Ora invece nella Salaman- ilrina, esaminando sezioni trasverso-verticali a pi'ocedere daH'estrenio craniate verso (|iiello caudale, si vedono gli abbozzi dei coi'pi post- brandiiali apparire (piando gia c compaiso il \'f zalt'o enlodermico, proprio la dove, come sopra acccnnavo, sarebbe da as|)ettarsi un (>" zaffo 0 coiraspetto col (|uale si vedono. nelle sezioni piii craniali, coni- parire successivamente (|uelli die diverranno vere tasdie entodermiche. Da (piesli i due abbozzi (lilteriscono solo perche sono meno sviluppati e non I'aggiungono V ectoderma, il die non si o|)pone di certo a die essi possano essere considerali come il 0° pa jo di tasclie, die invece di raggiungere rectoderma ed aprirsi airesterno, si svolgeranno in allr** senso, dando origine ad un organo cui e riserbata una lunzione dilVerente. (*) Maurer. — loc. cit. {^) Pliitt. — Tlio ilevolopmeiit of the Tliyroid (ilaiiil and oT llio snni-api>i'i<-ar(li:il HikHi's in Nectunis. — Annt. Anz., Bd. 11, N. 1H-I!t. Jena, 18'J(!. — 305 — IndicliianH) oi'U T ullcriore nutdo di compoilaisi di ({iiosli or^ani. 1*110 avv(Miire clie a|)|)cna gli a!)l)ozzi, destro e sinistio, doi corpi |)()sl-l)i'anclilali compaiono, siono iigiialniento sviluppati; ma (jiiosia e I'eccezioiie. J)i solito, imo, il siiiistro. e lin dairinizio nolovolinento piii volmiiiiioso deir altro. Successivameiile il piii piccolo, il dcslro, riinanc scinpic pill indictro ncllo sviliijipo v linisce, di re^^ola, |)or alrolizzarsi 0 scoiiipaiiic. Seguiamo il sinisiro ludle sue varic lasi cvoluUve. L'organo rimane per breve tempo in conncssione colla t'aringc dalla quale si scpara per strangolamento. II momenlo [)evo nel quale qucslo dislacco avviene varia mollo nei varii casi: cosi si trova Torgano gia in- dipendenle in embrioni della lunghezza totale di mill. 10 (poco dope cioe la sua com|)arsa), mentre lo si inconlra tultora in connessione colla la- ringe, |)er nn peduncolo pin o meno grosso, in sladii assai pin avanzali. A|)pena distaccato, il cor|)o j)ost-branchiale si pi'esenta come un ammasso ej)iteliale di forma irregolare die risiede IVa la paretc dorsale del |)cricardio e la paretc ventralc della faringc dalla quale lo separa un sottile strato connettivale. Dapprima le cellule delle (juali esse resulla costituito sono ricche di slei-ule vitelline, rassoniigliando perfettamente a (pielle della jtarete epileliale della laringe; ben presto pero le slerule scompaiono. Frattanto 1' organo aumenta di volume, specie in lun- ghezza, non allonlanandosi pero dal hiogo (l(»\e lia preso origine. in seguito avviene la divisione in Iol)uletti solidi, la (piale si inizia al- I'eslremo caudate delToi-gano jier jMocedere poi cranialmente. Nolo conn; (juesta (lixisione si inizi e si compia ora piii presto, oi-a jilii tardi, senza regola lissa. Soltanto mollo lardivamente (larve della lunghezza tolale di mill. 2(1, e anche piii avanzate nello sviluppo) avviene la traslornni- zlone dei varii lobuli in ^escicole chiuse. Per esser breve diro die il meccanismo col (piale (jueste vescicole si lormano e identico a qucllo col quale si costituiscono le \escicole del corpo tiroide, come evidente- inente dimostra I'esame di sezioni di lai've lissale nel li(piido di Her- mann e colorite col metodo (iai colli. Si riconosce anche come non esistano dillcrenze apprezzabili tra i caraltei'i degli dementi delle pareli delle \escicole del corpo posl-bi'anchiale e quelli delle pareti delle ve- scicole lii'oidee, nello stesso modo die esiste la piii grande rassomi- glianza Ira la sostanza contennta nell' interne delle vescicole nei due organi. Onesta rassomiglianza, debbo notarlo, e stala linora sempre negata; ma \oglio anclui rilevare come le osserNazioni sidle (piali (|udla o|)inione si appoggia, sono stale latle con melodi un |)o" troppo grosso_ lani, iierdie se ne possano accettare senz' altro i resultati. — 30(5 — UelaliNaint'iilc alia posiziono, il coijio posl-braiuliiak' poi- Uilld il p('ri(Kl(t lai\alo si allonlaiia hcii jxx'o dal j)unl() dal (|ual(' o soiht. Sol- laiilo (liiraiilc la iiiclainuirosi si sj)in^era gracio a grado caiidaliiR'nIe iiiH* a rai^'gi lingo re 11 puslo (lelinili\o. I'oclit' parole siil corpo posl-jji-ancliialc di dcslra. Dissi giac(MiK' per l(t |tiii liii da jirincipio esso sia mono s\Jhij»palo del siiiistro. Si slarca |)iii |)n'slo o |)iii lardi (non polroi dir sciiiprc) dalla faringe; jna non crescc alVatto u. ainieiio, non cresco In proporzione dcH'allro c liniscc por alrolizzarsi c scunipariro in iin nioniento clio o \arial)ilissinio noi \aiii soggelli. Dovcsi pero aiuniclk'rc cho cccozionaliuenle esso possa ronsLTNarsi anchc nciradulto; rio si dcdiicc dal I'allo die lo si incontra in lai"Ne avanzalissinie, e anelie dnianle la nielamoi-josi. laloia ngnal- menle svihippalo, di (piello di sinislia. 11 perelio dei due eor|)i posl-brancliiali nnusia di solilo deslinalo ad alrolizzarsi e s|)arjre non saprei indieare. (a '•imane da |)ivndere in considerazione (|iianlo riguarda Torganit indicalo eol N. \ nella lig. Ill della Tav. \\. oigano al (piale do il nonie di paralii'oide, a eagione dclla sua slrulliira, a cordoni epiteliall solidi. perlellainente jiaragonabile alia slrulliiia delle paraliroidi di aleiinl Mani- niileri; inline (pianlo riguarda T ispessinienio degli eslrenii lalerali della laringe C\;\\. XV, lig. II. Ill e IV, 2)('): (|iiesto lonnazioni |)rendono origine durante la metaniorfosi. Di esse diro eolla niassinia brevila, poielie rilerire eon una eeria anipiezza e con ehlarezza sullieienle (pianlo le eoneej-nc;, rieliiederebbe niinierose iigui'c clie jni i'isei"l)o di riporlare nel bnoro eom|)leto. Mi intercssa subilo meltere in evidenza ehe se I'organo, al (jiiale i(t lio dato il nonie di paratiroide, e paragonabile alio paraliroidi dei .Maniniileri per la sua sirutlura, ne dillerisee iuNeee |)er lo sxilnppo. Allorquando hi funzione delle fessure brancbiali vieno a cessare, la "r' di queste, per la sconi|)arsa della sua cavila, diNiene una Ibrnia- zione solida, e nienlre perde il ra|>porlo eoireeloderina lesta in\eee in connessione colla laringe. Oia il trallo |)rossiinale della gia 5** fcssura branebiale, Iratlo i cui elenienli sono senza dubbio di origine enloder- niiea. non seoni|)are. nia e deslinalo a sNolgersi ullerioi'niente. Al lerniine della nielaniorfosi niosli-asi. daH'uno e dalTallro lalo, sotio Ibrnia di una (') Uol luiiiiisculo iiiiiiuasao ccUulare, indicuto iiollu Wji. ^'l dolhi 'i'uv. XV col X. 7, uoii ]io troviiUi truccia uello larve piii iivauzate e ueiuiueuo alia flue della uiotamorl'osi. — 307 - appt'iidicc opitelialo solida chc parlo dall' eslreino lalcialo dolla laringe c clic si porla caudalinento o lateralinente; ([uesta ajipeiidicL' |)oi dalla raringe si scpara c, t'osliliiiscc la |)aratiroido, la (|iiale si Irova lin da (lueslo inoiiR'nto nolla posizioiic elie avra poi nolFadidlo. Si iia diin(|iii' •liicslo lalto intriessaiilissiiiKc iin oigano la (-iii fimzione vioiio a cos- sart' e die. in luogo di scoinpariir. si trasroniia in un altro organu con diUcrt-nk' liinzione. II valore niurrulogico della |)ai'aliroidc dolla Sdlaman- drina pcrtanto c ([Ujsto : prodollo dclla trasroiniazionc del Iralto |)ros- siniale della 3-^ fessiira bianchiale. (]io clie si verilica nella IV'- Ibssura, si vcrilica, lino ad nn corto |)iiiil(i, per la f'' e per la 3**. Anclie di esse riniane il li-allo jiiii pi-(issi- niale, ({uellu in corrispondenza del quale, (|nando erano fessnre, esse eo- ninnieavano eolla cavita I'aringca : il Irattu die resta c pero piii bre\e elie nel casu della 'r' I'essura. Di piii esso non si separa dalla laringe ; nia ({nello della i-* si londe eon ([uello dclla 3-' cd insienic coslilniscono un ispessimento airestremo latcrale della laringe del lalo conispundenle. ipicllo die si Irdva poi nelFadnlfo. Onesto ispessimento jnio ])erlanlo considerarsi oniodinanio alia paraliroide della Sdldiiiitiidriitd, dalla (|nale ])cr6 si dillerenzia per la siriitlnra die piii rassomigiia a (|nella del liino. Esislono dnnqne di regola nella SalainaixIriiHi le scgiienli lornia- zioni pari e laterali : liroide. timo, lobulo timico eslcrno. paialiroide eti una lorinazione a (juesriillima oinodinama is|)essinicnlo deireslreino lalerale dclla parete epitdiale della laringe. L'na sola e di solilo imparl e latcrale: il coijxi post-hrandiialc. Durante il periodo larvale prcndono origine : 1" la tiroidc (Tav. X\', Fig. J. II c 111, 1), die surge come gemma solida dalla parte caudate di uno sprone entodcrinicu die entra in iiilimo rappoi'lo coll'cctodcnna, sprone die si [)u6, con (jualdie I'oiida- menlo. lilcnere un rndinienio dcIF endostilo del Tunicati. • 2" II coi-po post-hi'andiiale Tav. \Y, Fig. V, (i), die nasce come gemma solida dalla parete ventrale della iaringc mcdialmente alia carti- lagiiie del (J" arcu brandiialc, c chc, per la maniera colla (|uale si s\i- lu|)pa c per il livello al (jualc sorge dalla faringe, puo ragione\oliiienlc considerarsi come il jirodotto di Irasformazione di una 6*^ tasca ento- dcrmica brancliiale. 3" il timo Tav. XV, Fig. Ill, IN e V, 3), die |)rendc origine come gemma solida dal tratto piii distale della superlicic dorsale della iJ* ta- sca entodermica braiichiale. — 308 — V II lobulo liiiiico eslt'ino ^rax. \\. Fi^. Ill c IV, ')), die r iinii parlo (lislaccala del liino Ulcl (|iialo coiiscrNa la siriitliira) c clic (' pcrcio oinologo al lohiilo limico eslerno di alciini Maiuiiiirrii (gallo;. Dui-anlc la nictamoi-rosi si sviluppano : la |)aratiroide (') (Tav. \V, JM^. Ill, i) (' r ispessimento doircslrcmo laleralc dclla parole epileliale della laringe (Tav. \V, Fig. II, III c IV, 2) die rappresentano : il 1° il resto della porziono prossimale della o"" fcssiira branchialc, di (|iiel tratlo eioe, ill corrispondenza del (jiialc la lessiiia eonuinicava colla laringe; il 2" il reslo del Iralto coi'ris])ondcntc della \'' e di (piello della :V' les- sura brancliiale insieiiie lusi. C) Maurer ba descritto in alcuni Urodeli ilue corpiccioli, lUi ciascuu lato, clie por la striit- lura coirispondouo alia paratiioide della Salamandrina o clie chiaiua « corpuscoli epituliali »; sul loro iuolIo di loriiiazioue perd Maurer dice soltaiito cho si svihippauo duraiito la inetaiiiorlosi d inimediata- mouto dopo. Nieute altro pu6 atrginngere, per essergli maufato il materiale di studio. Supitonc sultaiilo cbo possauo esser residui di tasche branchiali. CosiiMO Chekubini, Amministkatohe-responsabile. Milano - Via Gr. Revere, 2. - Milano UMCA FAimUICA NAZIO\i\LK MICROSCOPI ED ACCESSORI DITTA FORNITRICE di tutti i Gabinetti Uiiiversitari del Regno MICROSCOPIO GRANDE MODELLO con crcmaglicra, appai'ato Abbe, diaframnia ad iride, tavolino in ebanite, revolver, duo obbiettivi a secco '6 e 7*, uno ad immersioue omoi^enea V12" » 'l"o oculari 2 i; 4; il tutto ]iosto in elegante armadietto m mogano L. 400 {ingrandimenii fino a 1000 diametri) Imn oliMettiYo Vw Seiiiiapcromatico IMMERSIONS OMOGENF.A Obbiettivo raccomandato per la grando potenza e per la sua durata (Vedi Zeil- schrlfi fur irissniscliaft. ]\Iicrosc(ipie del 12 settenibro 1394, Band XI, Heft 2) L. 200 coi due oculari coinjicnsatori 4 ed 8. CATAL060 GENERALE GRATIS a fc.LMn[ilice nchiesta Pagamcnli raleali mensill pei ^=s^'' Siij.''' 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Ricerche anatomiclie intorno all'esistenza di nervi e al loro modo di terminare nel tessuto adiposo, nel periostio, nel pericon- drio e nei tessuti che rinforzano le articolazioni. NoTA DEL DoTT. SPAMENI ANTONINO, aiuto. E vietata la riprodnzioue. In una nota preventiva ('), comuiiicata alia R. Accademia di Me- dicina di Torino, nella seduta del i niaggio 1900, accennai ad alcune forme di terminazioni nervose, trovate nel periostio e nel grasso del- i' articolazione del ginocchio di cane, nel pericondrio della cartilagine lingiiale di rana. Qualche teni|)o dopo la piibblicazione di quella noty, servendoiui sempre del solito metodo al cloruro d' oro, sono riuscito a mettere in (') A. Sfameni. — Coutiibuto alia coDOScenza (Telle termiuazioui nervose del tessuto adiposo, del pericondrio o del periostio in alcuui aniiuali. — G/ornale della 11. Accademia di Med. di To- rino, N. 5, 1900. 314 evidenza altrc Ici-minazioni ncrvose nci legaiiicnti, nella eapsula librosa e nolle IVangie sinoviali delT artieolaz-ione del ginocchio (cane). Ho gia (leseritto am|)iainente tiilte codeste niiove terniinazioni ner- vee in un lavoro deliniti\o, die pei- niolivi speciali non ha potiilo an- cora venire in luce. Credo percio opportuno esporre qui in riassunlo ii risuitato delle niie ricerche, con quello stesso ordine, clie ho seguito nel siKhletlo lavoro. Tesstfto adiposo. — l)o|)o niolte |)rove infruttuose praticate sul tes- siito adipose mediante la colorazione aurica, per una raia evenienza, ol- teiiiii dal grasso inti'a-articoiare del ginocchio di cane un discrete nu- meio di preparali assai dimostrativi, i (juali mi mettono in grade di poter dire (jualche cosa di nuovo rispetto alia innervazione del tessuto in j)arola. Finora non si conosce il mode, con ciii i ner\i di queslo tessuto vanno a lei-niinare nel lobulo — Fusari e Monti (') — anzi secondo allri, i nervi non larebbero che attraversarlo, per distribuirsi |)oi ad altri organi — Uomiti C), Ouain C*), Duval ('). Dalle rnie osservazioni risulta in prime luogo che il tessuto adipose possiede nerv'i |)roprii. Per era mi limito ad indicare le figure che ver- ranno annesse al lavoro completo e dalle quali apparira maggiormente r evidenza delle mie asserzioni. Cosi nella fig. 1, Tav. I e state rafli- gurato un frammento di tessuto adij)oso, in cui oltre ai vasi venosi e arteriosi, oltre ai capillari sanguigni, nolle magiie dei quali stanno col- locate le cellule adipose, si osserva un lascio di fibre nervose: esse ri- sulta di piccolo fibre a doppio contorno, a'cune delle quali si staccano in un date |)unto dal fascio principale e dopo successive divisioni dieo- tomiche, si distribuiscono ai vari lobuli gi'assosi in forma di sottile ed ampia arborescenza. La grossezza di queste fibre varia da 33a a o;j.: esse in line scniprc piii assottigliandosi c soguendo un andamento irre- golare, serpeggiano in mezzo alle cellule adipose. Ogni fibra lungo que- sto tragitto perde assai per tempo il tenue rivestimento mielinico ed il cilindrasse si va mane mano sfioccando in tanti piccoli ciuffetti, che nel lore insieme danno a tutta la termimiziono F aspetto di una elegante in- (iorescenza. La fig. 2, Ta^. i raj)j)resenta iino dei tanti ramoscelli terniinali^ visto a forte ingrandimento: osservando alcune di queste espansioni as- (') Fusari e Monti. — Conipendio d'Istologia geueriile, pn.^/. It4. {-) G. Ilomiti. — Trattato di Anatomia dell'noino, Vol. I, parte 1^ e 2", pag. 83. (^) J. Quain. — Tnittato completo di Anatoiuia niiiaiia. Prima tiadnz. ital. snlla 10^ ingkse, Vol. I, parte 2", x>ag. 88. C^) M. Du\ral. — Oompeiulio d^Istologia, pag. 32:!, 1890. 315 sili e lacendo asti'azioiie (lallo foniie svariaU? die il eilindrasse puu as- siimerc per elletto delle sostanze acidc, le (|iiali lo disorganizzano nello sfesso tempo clie ne rendono la coloiazione piii inlensa, jiossiamo rite- nere die andie ne' grasso la leriniiiazione nervosa presenta caratteri costanli e abbastanza bene definibili. Essa consiste di una specie di ^a- ricosila finale del eilindrasse, variabile per forma e per intensita di tinta, risullante di una massa granulosa, la (juale manda in \arie dire- zioni un cerlo numero di a|)pendici; sul eilindrasse slanno pure addos- sati i soliti nuclei di Schwann. Codeste varicosita terminali lianno una certa somiglianza con dementi nervosi analoghi, scoperti in altri organi — Panasci, Fusari, Pensa (') — e denominati cellule terminali gan- gliari. Riguardo ai rapporti die il eilindrasse contrae colle cellule adipose, posso allermarc, come I'isulta dalla !ig. 3, Tav. I, cbe esso si adatfa con una specie di concavila alia suj)erllcie convessa delta cellula gras- sosa e precisamente da quella parie, in cui la zona protoplasmatica e piii spessa, cioc dove risiede il nucleo; senihra pure che alcune delicate propagini delta varicosita terminalo restino immerse dentro il protopla- sma medesimo. Abbiamo duncpie questo fatto Imjtortanlissimo die il ei- lindrasse si mette a contalto imniodiato col prolo|)lasma delle cellule adijiose. Ma oltre alle sudddte libre. ilestinate ad innervare gli dementi anatomici del grasso, troviamo in esso altre forme, piu complesse, di terminazioni nervose: una di ({ueste e rappresentata nella fig. 4, Tav. J. Si tratta di un vero corjiuscolo nerxoso, che trovasi prevalentemente an- nidato net connettivo interlobulare, nia puo anche trovarsi in mezzo alle celkile adipose, come si vedra dalla pi-ecedente figura. Jl corpuscolo viene formato da una sola fibra midollata, grossa, 22[j. e jirovvista di guaina di llenle: questa guaina ad un cerlo punto si arresta e contemporanea- mente la libra nervosa, spogliandosi della mielina, si risolve in un in- treccio di fibre assili varicose, le (juali intrecciandosi variamente ed anastomizzandosi, formano a guisa di una matassa, la piastra nervosa terminate. Xon e raro scorgere qualche nucleo di Schwann che sta a contatto del eilindrasse, intorno at Inollre ho riscoiilralo qualclic piastrina lerminale analoga a (juelle del periostio, come pure si scorgono sottili filainenli pallidi, specie nel j)unlo d' inserzione del legamento all' osso. f'apsi/la fihrosa. — Anche nella capsula fibrosa abbondano gli or- gani nervosi lei'ininali del Ruffini, i quali preseniano, ris|)etto alia loro conligurazione, molla somiglianza con quelli descritti nel periostio : essi hanno di parlicolare talvolta una reticella amielinica che contorna ester- namenle il corjiuscolo e deriva ila una piccola libra, satellite delta grossa libra midollata che forma la robusta espansione terminate. Non mancano allresi le solite piastrine nervose, ma queste sono ancora piii abbondanii nel conneltivo rai'o che ra(l(lo|)pia la membrana sinoviale. 323 Sinurialc. — lliguarcio ai nervi dt'Ila sinoNialo lutii ho a\uto elie scaisi icsultali, perche diflicilmenle il metodo di Fisclicr dii negli e|)i- lelii e negli endolelii una colorazioiic soddisfacenle. Solo ho nolato cho i vasi sangiiigni '^arlerie), i quali si distribuiscono in grandc quanlita alhi siiioviale e le stesse anse vascohiri delle grosse IVangie sinoviali sono coslantemeiile acconipagnati da libre pallide, lalvolta anche da fibre lukhillate. Nella (ig. 11, Tav. ii si vedianno peiietiai'e nel pedun- colo di una grossa frangia sinoviaK' \arii lasctdli di libro paliide, sot- tilissinie. die si i)oiiano lin verso i' eslremita distale della frangia ine- desima per linire poi o in mezzo ad una sostanza finainente granulosa, leggennente colorata, opfiure bi-useameiile eon una speeie d' ingrossa- mcnto nucleifonne. Non ho ineontralo alcuno dei bulbi terminali articolari, descritti dal Kraiii^e. nia puo darsi ehe eio dipenda dal metodo di eolorazione. CONSIDERAZIOM FUNZIONALI. In (jiianlo alle terminazioni nervose, che abbiamo riseontralo nel tessuto adij)oso, bisogna disfinguere : a Ouelle che eonfi'aggono rapporti immediati col proloplasma e terminazioni nervose a ])iastrina che si.trovano non solo nel tessuto adiposo, ma anche nel periostio, nel connettivo lasso j)erisi- noviale e nella capsula fibrosa sono, con ogni verosimiglianza, di natura sensitiva. intendendo pero questa sensibilita nello stesso senso che la intese il Testut '}. « Questa sensibilita (egli dice; presenta il seguente carattere generate, che da poco marrata e per cosi dire latente che e alio state noi-male, si esagera sotto I' inlluenza di certe condizioni j)a- tologiche.... Essa si riduce probabilmente, alio stato normale, ad iinpressioni in- coscienti che arrivano al midollo e vengono riflesse verso il loro punto di partenza, sotto forma di fenomeni vaso-motori riflessi, destinati a re- golare gli scambi nutritivi. » (') L. Teatut. — Viiisseanx et uerfs dcs tissus conjonetif, fibreux, sereux et osseaux. — These presenile an couconrg pour I'agregation. Section d'Aiiatomie et de Piiysiologie, pag. 8-lGG. Paris, G. Masson, Editeur, 1880. — 324 — -Maggiore imporlanza rivestono anchc dal piinto di lista fiinzionale i coriJiiscoli del Uiiffini, che al)l)iani<) lisconlrato nel iiorioslio, nei |)imli (li altacco dei Icgainenti, nel ccrcine fii)roso delle eartilagini se- iniluiiari c iiella ca|)sida fibrosa. Indnhhianicnte (|iiesta tenninazionc ner- \()sa (' di naliira sc'!isiti\a; ma a (juale s|)ecic di seiisijjilita sai'ebbe de- slinala? lo credo die su tale qiiistione non si sia detta 1" ultima pa- rola e mi riservo di parlarne a liingo nei lavoro, die sara piii lanii |tui)bli('alo. Iiilaiilo a me |)are di |)oter ammellere die gli organi i!er\osi tei"- minali del Uiillini vengono eccitali in virtii di uiio stiramento del lessiito, in ciii risiedono; alio stesso modo come gli organi muscolo ten- dinei di (lolgi, coi ({uali (|uelli lianno una eerta somigiianza. vengono eccitati (jiiando la contrazione di un fascdlo di libre muscolari slira il tendinuecio. in cui risiede Torgano miiscolo-lendineo. Questo mio concetto, abbozzalo gia in una seniplice ipotesi dallo Srameni P., (*) si basa non solo sulla topografia e sulla disposizione dei suddelti corpuscoli rispelto al tessulo ambiente, ma |)ure sulle das- siclie esperienze del Bicliat (*) intorno alia sensibilita dei legamenti. Ritengo die i corpuscoli di Pacini, descritti da qualdie A. lap- presentano lerminazioni nervose ausiliarie e die la parte piii impoilante nella sensibilita dei tessuti fibrosi 1' baniio appunto gli organi ner\osi terminali del Rull'ini. 1 caratteri di (|uesta sensibilita possiamo rias- suinerli ndle segucnti parole: alio stato normale stimoli leggeri, senza provocare alcun dolore, contribniscono alia coordinazione dei moNimeiiti deir animale; se poi lo stimolo cresce, si manifesta il doloi'e. die e laiito pill vi\o, (|uanlo piu cresce lo stimolo oltre misina. E un modo di lun- zionare comune a tutte le terminazioni nervose sensitive, essendo tulle capaci di dare una sensazione dolorosa, ogni qual volta io stimolo mec- canico, cbimico, elettrico, termico o luminoso die sia, ollrepassa certi limiti. Altro carattere che presenta qiiesla sensibilita consiste nell' esa- gerarsi alio sia to jiatologico. Tutto r insieme di fibre |)allide, in forma di plesso gangliare lig. 1. Tav. II che abbiamo riscontrato nd pericondiio deUa cartilagine lin- guale di rana e le fibre di Remak incontrate nei \arii tessuti fibrosi, servono probabilmente a regolare 11 trolismo dei inedesimi. Ouelle altre lerminazioni nervose speciali esistenti nella slessa rana al disotlo ddla mucosa linguale, del pa\inienlo orale e ddla \olla palaliiia lig. 2. (') Stametii P. — Loc. cit., par/, rv. (') Kicliat in Testut. — Luc. cit., pag. 11 325 Tav. II), L'oino pure quelle Iroxate nella cartilaginc del setto nasale di topo, e nelle frangie sinoviali del ginocchio (cane) sono, con ogni vero- simigliauza, lerminazioni nervose sensitive; ma non lio ragioni sulli- cienti per giudicare della natura di (juesta sensibilila. Sul rapporto dei corpuscoli di Pacini modificati cogli organi mu- scolo-tendinei di G-olgi e su di uno speciale modo di aggrup- pamento dei medesimi nel perimisio dell'uomo e dello scoiattolo i-Ki. DoTT. GINO PICCONI ASSISTESTE VOLONTARIO ALL'iSTITU lO t)I ANATOMTA DMANA SORMALE DELLA R. DNIVERSITA DI SIENA. Eicevuta il d\ 8 luglio 1901. E vietata la riprocUizione. Esaminando vari nuiscoli deH'arto superiore, ed i lore relalivi len- dini, di un feto di otto mesi e mezzo, trattati col metodo del Fischer al cloruro d'oro, mi accadde di notare un' interessante maniera di inneiva- zionc degli organi muscolo-tendinei di Golgi da nessuno, per quanto a me consta, tino ad ora conosciuta neiruomo. Iiilendo |)arlare di quel raj)- porto clie contraggono i corpuscoli di Pacini modificati cogli organi muscoli-tendinei, di ciii Cattanco si occupo pel prinio nel 1888 e ]\u\'- fini successivamente nel I89(), studiando il falto il prinio autore nel co- nigiio ed il secondo nel coniglio e nel gatto. E |)oiclie (juesto reperto mi sendjra degno di esser reso palese, cosi in questa mia nola espdngo brevemente i resultati delle mie ricerclie, riserbandomi di trattare in seguito rargomenio piii estesamente e corrc- dando il lavoro delle relative figure. Due sono specialmente i modi con cui i corpuscoli di Pacini modi- licali prendono rapporto cogli organi muscolo-tendinei: e cioe |)ossiamo avere un rapporin di seinplice ririnanza ed un vapporlo di vero e pro- prio runldllo. Nel prime case, cioe quando i corpuscoli Paciniani contraggono col- forgano muscolo-tendineo rapporto di vicinanza, essi si trovano \aria- mente distanti da questo, lungo il decorso del fascetto nervoso destinato alia innervazione delt'organo muscolo-tendineo, oppure ari'ivano lino a toccare colla loro estremita il lendinetto innervalo o a disporsi lungo uno dei suoi margini. (;ener;dMient(> a!)biamo un solo cor|)uscolo Paci- ,^i, z. — 326 — iiiano, nia iioii v faro il caso di Iroxarnc vaiii. siluali a Naria dislanza Ira loro hiiiiio il rasecllo ium'voso siicldello, al (|iiak' quasi sem|)iT si inank'ngono vicini e talora |)aralieli. Nel secondo caso, quando cioe abbiamo il rapporlo di conlallo, i corj)uscoli di Pacini ap|)aiono, alia osservazione in supciiicie, adagiati sullc facce del tendinetto in coiiispondenza delle espansioni nervose ter- minali (leH'organo. Anclic in qiicsto caso il numcro dei corpuscoli \aria si clie possiamo riscontrarne uno solo o |)iii. Infatti io ne ho rilrovati lino a sei, variamente siluati ed orientati. J*arlo qui, per ora, sempliccniente di o contatto » e non di * con- nessione » perche non oso asseiire die nei pi'cparati da me esaininati i coi'puscoli Paciniani siano contenuli nell' inlerno deH'organo muscolo- lendineo, come felicemente dimostio, pei- il galto, il Ruffini. Tutti (juesti corpuscoli |)ro\engono, con grandissima i)rol)abilita, da una 0 da piii libi-e distinle decoirenti nello slesso lascello ncrvoso die porta le fibre destinate a dai'o le espansioni proprie deH'organo mu- scolo-tendineo, ed lianno generalniente la forma di piccole clave. Non inolto raramenle jiero vi si riscontrano dei corpuscoli die, j)iii o meno globosi di forma esteriore, prcsentano il loro cilinder axis in vario grado ravvollo su se stesso a forinare una terniinazione ad anse o a gomilolo. Nello scoialtolo non mi fu dato conslalare il rapporlo di ^icinanza dei corpuscoli Paciniani; ma ottenni, per contro, dei preparati nei (juali appare con grande evidenza il ra|)porto di contatto. Anclie nello scoial- tolo si ripetono adunque gli stessi fatti osservati nei feto umano, giac- clie, mentre |)osso asserire die i cor|)uscoli Paciniani modificati (die sono in questo animale inolto allungati e pi'ovvisti di un discreto nuniero di capsule" si dispongono sul tendinetto di (lolgi colle stesse modalita die si riscontrano neiruonio, non posso d'alti'a parte escludere die esista an- clie il ra|)poi'lo di vicinanza piii volte ricordato. E non posso venire a <|uesta esclusione dacche, per la diflicolta die abbiamo nelle nostre re- gioni di procurarci tale niateriale, non j)osseggo un numero di preparati bastevoli a permettermi di trarre Un d"ora, a (piesto proposito, delle ineccepibili condusioni. I/altro fatto die mi sembra degno di esser ridiiamato alia atten- zione degli isl(tlogi riguarda uno speciale niodo di aggrupjiamento dei corpuscoli di I'acini modilicati, gia intravisto da (lolgi, die si ritrova nei perimisio dell'uomo e dello scoialtolo. Xeiruomo tale aggruppaniento si verilica in forma di grappoletti generalniente non molti serrali, ma spesso costiluiti da un numero assai — 3^27 — rilevaiile di corpuscoli (4, 8, loj, disposli hiiiiio il [(orcorso di un trun- I'hicino nerv(rso e provenienti da fibre di questo, oppiiie da lihie isolate e decorrenti iiella lamina connettivale che avvoige il imiscolo e il tendi- iie. Oiiesti ^ra|)|)oletti si ritmvano talora in ahhondan/a, attaccati al Ironeliieino ner\oso il quale, in queslo caso, viene a ionnare lo stelo sessile di un jiira|)|)olo coniposlo, eostituito dalTinsieine dei grappolelti seeondai'i deseritti. II nunieio dei. eorpuscoli die prendono parte alia loiniazione di tali grappoli conijjosli varia, nei niiei |)r(q)ai'ati, da 15 a ;?(». La forma e in tutto simile a quella descritta per i eorpuscoli aventi rapporto coi^li organi muscolo-tendinei, Nello seoiattolo raggruiipamento delle forme modilieate dei eorpu- scoli Paciniani si presenia inveee in forma di Iralcio, oppure di ciuf- felto ed e notevole il fatto che tali aggruppamenti sono formati da un numero straordinario di eorpuscoli i|)ersino cincpiania si slrettamente ravvicinati gli uni agli altri da semhrare talvolla come intrecciati li'a lore. Questi eorpuscoli lianno un volume maggiore di quelli corrispon- denti dell'uomo e si avvicinano mollo, sollo ogni riguardo, alia foiina classica del corjjuscolo Paciniano. Siena, 3 luglio 1!H)]. ISTiTUTO DI AXAIOMIA UMANA NOIiJIALE DELLA K. UNIVKHSStA. DI UKNO'SA DIKKTTO DAL PKOF. P. I, A C H I . La struttura e lo sviluppo delle cellule interstiziali del testicolo. NoTA PKKVENTIVA pElt IL DoTT. C. UANKIXI, A!U10. llicevuta il 26 agosto 1901. E vietata la riproduzioue. Ho studiato la struttura delle cellule interstiziali del testicolo nelle \arie classi dei vertebrati; inoltre ne ho studiato lo sviluppo e la isto- genesi in alcuni mammiferi. I'ubblico. colla presente nota |)reventiva, i resulfali cui io sono giunlo, riserbandomi di pul»I)licare per esteso il mio lavoro pill presto che a\i'o condolld a termine altre ricerche suUo stesso ariiomento. ;28 — Pel' la roparti/.ioiic delle cellule inlerstiziali del testicolo nei vari veitebrali j)oss() liii d" ora conferniare in parte i resultati di Fried- mann {) circa alia loro |)i'eseiiza in Intti i \ertebrati, eccelto die nei pesci. (lontrarianienle a Friedniann pero, li<» Irovato cellule inlersti- ziali in discreta (|uanlita anclie in alcuni degli anfibi urodeli da me esaniinati (Triton alpestris e cristatus). In tuiti gli altri vertebrati esi- stono, in piii o meno grande quantila, cellule inlerstiziali ed anzi si puo riconoscere die, mentre la (|uantita di esse non e in relazione alcuna cbgli altri tessiiti costituenti il testicolo, e invece in relazione diretta col grado di evoluzione delle classi dei \ei'tel)rati; cosi si puo riconoscere in massinia, che nei mammiferi esse sono i-appresentate in quantila niag- giore che negli iiccelli, nei rettili e negii anilbi. (lirca alia disposizione delle cellule inlerstiziali, va distinto il caso in cui esse sono in debole quantita o in grande : nei primo caso sono in genere isolate Ira loro, ma si ])Ossono anclie rinnire a gruppi o a lobuli di due 0 tre od anche piii ; nei secondo caso. quando cioe sono in grande quantila si uniscono a cordoni cdlulari il cui aspetto e, natui-alniente, vario secondo il inodo con cui cade la sezione rispetto alia diiezione dei cordoni stessi. In ambedue i casi, ma piii evidentemente quando le cel- lule inlerstiziali sono abbondanti, ho polulo confermare i I'esullati di Nussbaum (■) c di Beissner (') recentemente contiaddetti da Plato ^^*) e da Friedmann (I. c".} circa alia delimitazioiic da parte di tessuto con- nettivo dei cordoni o degli ammassi di cellule inlerstiziali. Uelativamente at rapporto che le cellule interstiziali prendono con i vasi sanguigni, i miei preparati mi portano a schierarnii con coloro che negano assolutamente il detio rapporto e j)er cio, ed anche |)er altre ragioni, io non posso considerare le cellule interstiziali come apparte- nenti a quella \arieta di cellule connellivali da Waldeyer dette (cel- lule perivascolari )) od anche « Plasmazdlen -). Le cellule interstiziali sono inlimamente costituite in modo idcntico in tutti i verlebrali in cui sono rappresentale, e la loro intima strultura puo riportarsi in massima a (|uanto Lenltossek f) e Plato 1. c)hanno (') Friedniiinn. — JJeitriiiii' ziir Keiiiitnias fler An;U. nnd I'liisiol. der innnnliflieii (les;clil(^- chtsoisiaue. — ArcJi. fur .Vik. Anaf., Bd. 5l^ 1808. (-) Nu.ssl)auiii. — Zur dilfei-eiizierniig des Gesclilechts im Tierreich. — Arch, fur Mile Anat., Bd. XVIII, ISSO. (*) Beisaiier. — Die Zwischeusubstanz des Hodeiis mul ihie JJedeatnim. — Archiv. fur Mik. Anat; Bd. LI, 1898. C*) Plato. — Die interstitielle Zelleii des Kod^ns niid ilire physiolosisclie Bedeutniii;'. — Arch. f. Mik. Anat., Bd. XLVIII, 1890. (5) Lenhossek. - BeltragB znr Keiintiiiss der Zwisrlieuzelloii .l germinale che non vengono im|)iegate alia costituzione dei canalini semi- nali. II connettivo che formera Talbuginea si comporta alio stesso modo del connettivo che in\ade la ghiandola sessuale, ossia anch'esso lac- chiude Ira i suoi fasci accumuli di elementi cellulari che divengono in seguito cellule interstiziali. vSpecialmente nel gatto e nel cane, anclie nei {}) Tonriieiix. — Des cellules iiitorstitielles du testicule. — Journal de Vanat. et de la 2^1nj- Siol., 1879. (^) Nagel. — Ueber dii: Eutwiek. des Uroueiiitalsysteins dfs Moiischen. — Arcli. Mik. Anot. Bd. XXXIV, 18S9. {?) Miuot. — Human Eiubriologio. New-York, 1802. (■*) Plato. — Znr Keuutuiss der Anat. nud Pliysiol. der Gcsclilechtsorgane. — Arch. f. Jlik. Anat., Bd. L., 1897. (^) Friedmann, — Loc. cit. (•*) Senat. — Loc. cit. [') Kegaud. — Loc. cit. — 331 — prinii mesi di Nila, r tialo di ossorxarc cellule interstiziali tipicho inlra- albuginee. Devo dire clie tanto Nussbaum C) clic Mihalkow ics (') a\e\aiio prima di me trovato clie le cellule interstiziali del testicolo derivavano da elemenli non connettivali; Xussl)aum intui la origine dall'epitelio germinate per aver trovato clie le cellule interstiziali del testicolo rasso- migliavano istologicamente ai tubi di uova abortiti deli' ovario e Mi- llalko^\ics le fa derivare dagli elementi dei cordoni sessuali clie egli descrive nelle gliiandole geruiinali di ambo i sessi e da cui la anclie derivai'e le ca|)sule surrenali. Le cellule interstiziali originate nel mode clie sopra ho detto, co- minciano ad aumentare di volume per aumento del loro protoplasma, ed aumentano anclie di numero come ne faiino fede le nuiiierose figure cariocineticlie die si osservano in esse nei j)rimi periodi di sviluppo. II periodo di accrescimento delta sostanza interstiziale esisle in tutti i iiiam- niiferi clie io ho esaminato, ma dura variamente; inentre int'atti nel topo si puo osservare un aumento della sostanza interstiziale lino alia iia- scita, nel cane e net gatto esso si segue fiiio ai due o tre mesi dope la nascita. In seguito lo sviluppo maggiore clie jirendono i canalini seminali |)orta ad un disequilibrio tra lo sviluppo di essi e quello della sostanza interstiziale in niodo che sembra che la sostan/a interstiziale diminuisca di ({uantita. In (juesto tempo le cellule interstiziali cambiano anche la loro torma e la loro disposizione in modo vario secondo i \ari mamnii- feri e cio dipende dalla primitiva variabile quantita della sostanza in- tei'stiziale, dalla maggiore o niinore durata del periodo di accrescimento e dair adattamento cui le cellule interstiziali devono sottostare a causa del contemporaneo sviluppo degli altri elementi del testicolo. Pure va- riabile, secondo i vari mammit'eri e it momento in cui nelle cellule in- terstiziali cominciano ad ajqiarire i granuli riducenti Tosniio, pero essi appaiono sempre presto e quando non si puo neppure lontanamente parlare di funzione spermatogenetica. Conteinporaneamente alia appari- zione dei granuli I'iducenti I'osmio si ha I'oi-dinamento del protojilasma in due zone. Circa alia funzione ed al signilicato delle cellule interstiziali del te- sticolo, data la loro strut tura e la loro origine, io credo clie sia giustifi- (') Xussbanni. — Zur Ditferenzieinng dea Gesclilechts im Tierreich. — Arch. Mik. Anat., Bd. XVIII, 1880. (") Mihalkowics. — TJntersuohnngen iiber die Enlwick. des Harus uml GescblecbtSiipparates del- Aiunioteu. — Intemat. llonatsch., 1885. 332 calo il ino(l(t di Nedere di Milial lotw ics (') die paragono Ic ccllnlc iii- terstiziali con (|iiell(3 delle capsule surrenali. Ma su cio lio inleiuiimenh) di tonuire |»iii prol'ondanienle (jiiando avru condotto a teniiine alciine serie di ricerche clie lio intra|)ieso. ISTITUTO ANATOMIl'O DI F1E.KNZE, DIKETTO DAL PaoF. G. CHIAKUGl. Ossei'vazioni salle variazioni delle arterie iiiache. NOTA I-KKI.I,\UNAItB LlEI, DoTT. GIUSEPPE LEVI, AlUTO. Ricevuta il 21 luglio 1901 E vietata la riproduzifuin. Nella presente nota io I'iassumem il piii succintaiiiente possibile, alcuni risuitati di ricerche eseguite col melodo statistico siille variazioni delle arterie iiiache. In queste io ebbi di mira il dopjiio scopo di : 1° stabilire il tipo nonuale o jiiii Irequente, e viciao a (luello gli altri tipi, i)er la loro frequenza ris])ettiva piii vicini o piii lonlani al prinio. 2° slabilire un confronio IVa <|iiesti tipi e le disposizioiii die si riscontrano in altri Mammiferi. Le niie osservazioni fiirono eseguite su 110 niezzi bacini, jirove- nienti da soggetti diversi adulti (60 niaschi, aO femmine) ; inoltre su 21 feti a termine e su 3 feti al 4°-()" niese di vita inti-auterina. Tralasciero di pai-lare dei feti, dai quali del resto non trassi che ben ))ochi risuitati degni di rilievo. In questa nota mi liniitero alia enumerazione delle variazioni piii trequenti nelF origine dei rami principali, riservandomi a descrivere altroNe le variazioni piii rare, i rajiporti e la distribuzionc delle ar- terie, ed i rami collaterali ; e lasciero pure da parte qualsiasi accenno bibliogralico. La dmsione deW aorUi avviene al corjio delta i^ lombare in il) casi, al corpo delta B' in 6, al corpo delta 5=' in o casi (per non citare che i casi estremi). V(i. sacralc media nasce in 80 casi alia divisione dell' aorta o|)|)ure lino a 3 mill, al disopra, in 20 casi a- 10 mill. |)iii in alto. (') Miliallvowica. — Loc. cit. 383 La. iliani comune e in 32 casi liinga 3-6 cm., in 19 casi i-o cm., in 6 casi 9 10 cm. V(i. iliara interna e in 33 casi Uinga 3-i cm., in II casi 2-3 cm., in 10 casi (i-7 cm.; come sno estrenio inferiore e considerato il punto d'origine dell' a. ghitea. Xei trattati si descrive una divisione dell'a. ipogastrica in un tronco anteriore il quale tornisce per lo piu le aa. pudenda, ischiatica, prosiatica e vescicale superiore ed in nn tronco posteriore il quale I'ornisce le sa- crali laterali e 1" ileo-lombare e si continua nella glutea. E questa di- sposizione e infatli freqnente. 11 tronco anteriore corris})ontle al tratto piu distale della j)rimitiva ombelicale, il quale e molto assottigliato, avendo gia fornito la grossa a. glutea, e si assottiglia di mano in mano clie da esse si partono altre arterie. Ouando tutti i rami nel t'eto si dipartono dall' ombelicale in pros- simita della glutea, si ha F apparenza di una divisione dell' ipogastrica in un ciullo di rami. Ho voiuto ricordare queste nozioni, sebbene siano a Uitti note, al- finche riesca piu chiara la mia successiva esposizione. L' unico metodo il quale renda possibile una ricerca slatistica sulle variazioni del tipo di divisione delF i|)ogastrica, e di analizzare le va- riazioni del punto d' origine di ogni singola arteria ; ed a ([ueslo metodo infatti mi atterro. A. Gltffea {(jlulea superior) : costituisce il cosiddetto tronco poste- riore di biforcazione del!' iliaca inlerna; e jiercio le diirerenze della sua origine sono indicate dalle ditTerenzc di lunghezza dell' i|)ogastrica; e queste sono bensi per lo piii in rapporto col livello della divisione del- r aorta e colla lunghezza dell' iliaca comune, ma possono anche esserne indipendenti. La glutea si divide nei suoi rami lerminali alia sua emergenza dal bacino, la quale avviene invariahilmente alia somniita della grande incisura ischiatica. 11 nuinero de rami di divisione e assai variabile ; esso e : di 2, in 18 casi ; di 3, in 30 « di i, in 20 » di 3, in 10 » di 6, in 2 » Nei trattati troxiamo descritta come tipica una di\isione in 2 rami (superliciale e profondo). M. Z. »x» 334 I rami die possono originarsi dalla divisione della glutea sarobbero, secondo me, i seguenti : T. Ramo j)rorondo superiore il quale decorre fra m. medio ghiteo ed osso iliaco, segiiendo 1' inserzione siij)oriore del m. piccolo glutco. II. Uamo profondo inferiore direlto in fuori ed iin po' in basso, Ira mm. medio e piccolo ghiteo. III. Ramo al m. piccolo ghiteo. lY. Rami ascendenti Ira m. gran ghiteo ed osso, i qiiali nascono dalla a. glutea, per lo piii con unico tronco comune. Y. Ramo superliciale alia faccia anteriore del m. gran ghiteo. YI. Ramo discendente di Morestin il quale si volge prima me- dialmente e poi in basso, in rapporto colla faccia dorsale del m. |)ira- midale. II ramo 1 nasce in 5o casi con tronco comune al ramo !l ; nei rimanenti 45 casi nasce direttamente dalla glutea. II ramo III esiste in 80 su 100 casi e nasce direttamente dalla glutea in 45. II ramo IV nasce in 62 casi dal ramo superliciale. II ramo VI esiste solo in 30 casi ed in 17 di questi rappresenta una cosi)icua ischiatica accessoi-ia, ed io credo die come tale (juel i-amo debba essere senipre inter|)retato. A. Ileo lombare ; nasce : a) dalla glutea 1-0 cm, dojio la sua origino in 36 casi ; b) dair ipogastrica 0-1 cm. al disopra della glutea in 26 casi ; r) dair ipogastrica 1-5 cm. al disopra della glutea in 28 casi ; d) dalla glutea 1-3 cm. dope la sua origine in 8 casi. Nelle femmine prevale T origine delFileo-lombare dalla glutea; ma questa prevalenza non e di grado tale da modilicare la cifra comples- siva : questo latto e da mettersi in rapporto colla minor lunghezza del- r iliaca interna nelle femmine. Nei feti invece 1' origine deirileo-lombare dall' ipogastrica e piii freipiente die negli adulti : e probabile die jier il forte svilup|)o della glutea dopo la nascita, il tratio piii |)rossimale dell' ipogastrica prenda parte alia formazione della parete della glutea, e cosi i rami di quella porzione dell" ipogastrica, divengano rami della glutea. Raiiuj iliaco inferwre. — Ho dato questa denominazione ad un' ar- teria piccola, ma quasi costanle, la (juale passa h-a psoas ed osso, ed entra in un foro nulritizio ddia porzione inferiore dell' ileo; essa vien descritta, in genere, come un ramo deirolturatoria. A me risullerebbe die (pK st'arleria ha le origin! seguenti: — 335 — Dair ischiatica: 6 voile. Dal tronco anteriorc deiripogaslrica: 9 voile. DaH'ileo loinbare: II volte. Dairolliiraloria: 24 voile. Dalla glulea: 35 volte. A. Sacmle laterale. — Le arterie di fori sacrali soiio nclla maggio- ranza del easi (57), riiinite in due lami: il superiore al V foro, Tinfe- rioi-e al 'I'-T foro. In 31 casi anche questi 2 rami sono riunili in un unieo tronco co- mune. In 9 casi esislono 3 arterie sacrali. Quando la sacrale e unica, prende origine: 1° dalla glutea in 17 casi; 2° daH'ipogastrica in 13 casi. Quando esislono 2 arterie sacrali, la superiore nasee: I" dalla glulea in 57 casi; 2*^ dair ipogaslrica in 20 casi (sempre con tronco coniune alTileo lonibare). La sacrale inferiorc nasce: V dalla glulea in 58 casi; 2° daH'ischiatrica in 9 casi; 3° dair ipogaslrica in 5 casi; 4 ' dal tronco anteriore in 3 casi, A. Ischialica (glutea inferior). — I. Quando quest' arleria e iinica prende origine : 1° Dal tronco anteriore in 61 caso. «) isolala in 17 casi; h) con tronco comune alia pudenda in 44 casi. 2^' Dalla glutea in 22 casi a) j)rinia della sua uscita dal bacino: in 10 casi; h) dopo la sua uscita dal bacino: in 0 casi. II. L' ischiatica e sdoppiata in due Ironchi, i qiiali possono anclie avei'e origine distinta: in 21 casi. Di questa disposizione ho osservalo le seguenti varieta: 1*^ II tronco ischio-pudendo fornisce alia stessa allezza della pudenda o piii in alto di quella (semi)re denlro la cavila del bacino' un' ischiatica accessoria (^divisione precoce dell' ischiatica): 6 casi. 2° L'una delle due ischiatiche proviene dal tronco anteriore, Taltra dalla glulea: in 11 casi. 3^ Ambedue nascono dalla glutea: in 5 casi: In tali casi d' ischiatica doppia, ciascuna delle due ha un lerritorio — 336 — di distiibiizione ben determinato; la piii interna penetra fra i due piani fibrosi del gran leganiento sacro-sciatico, e termina nel gran gluteo (poi- zione interna e superiore^; la piii esterna discende lungo il margine in- terne del nervo sciatico, per un tratto variabile. A. Pudenda interna. — Quest' arteria prende origine: 1° dal tronco anteriore sep'arataniente dall'ischiatica in un piano anteriore a quella: in 4o casi; 2" dairisehiatica: in (13 casi; il piu spesso in j)rossimita delta sua origine, piu di rado distalmente. Speciale menzione meritano le variazioni deH'arteria penis (rispet- tivamente elitoridis), le quali furono in gran j)arte descritte da altri A.; raa non ne fu sospettata la grande frequenza; esse si possono riunire in 4 gruppi : • ' 1" Anastomosi fralearterie penis oppure fra le cavernose dei due lati: (7 casi). 2^ Distribuzione bdaterale delFarteria j)enis d' un lato (8 casi): per lo pill e I'arteria cavernosa d'un lato clie da un ramo all'arteria cavernosa del lato opposto. 3'^ L'arteria penis od uno dei suoi rami riceve T anastomosi a pieno canale, delta vaginale, vescicale anteriore od olturaloria (10 casi). 4'^ Rami della prostatica (o vaginale) o delta vescicale anteriore, coslituiscono un ramo cavernoso accessorio, oppure sostituiscono uno solo od ambedue i rami dell'arteria penis (17 casi). A. Otfuratoria. — Quest' arteria prende origine: 1° dair iliaca interna, 82 casi; 2' dalFepigastrica, 23 casi; 3"* con due radici, o casi. Risullerel)l)e dunque da questa statistica clie I'ottui'atoria nasce dal- I'epigastrica solo nel 25,2 °/o circa dei casi, cifra che si discosta al- quanto da statistiche precedenti; le piii ample che possediamo danno il 30-31 7o di frequenza. Queste discordanze sono da attribuirsi a ditlerenze antropologiche, o sono semi)licemente dovute at minor numero d'osscrvazioni? Per ora e impossibilc il decidei'lo. L' otturatoria e\ liypogastrica, puo nascere: 1" dal tronco anteriore alio stesso livello delle altre arterie: 37 casi. 2' dairisehiatica: 17 casi; 3° dalla pudenda: "> casi; 4" dalla glulea: 22 casi. lo ho dedicate speciale attenzione al ramo anastomotico fra ottura- toria ed epigastrica che trovai in 37 casi, (|uasi senipre con radice co- — 337 — inline al fanio luihico (leiroUuratoria, e giunsi alia conclnsionc, i)er mezzo (li lino sludio aecurato tleila sua sedc, che quel raiuo e (unohtgo ad una seeonda radiee dell' olliiraloria. Per i liiniti listretli elie voglio dare a (juesla nola, noii mi e |)ossi- bile (li entrare in questa dillicile e eonlroversa questione. A. Prostalica[vaginale). — Dalle descrizioni che tro\iamo nei Irattati risulterebbe che tntte le arterie del collo della vescica, della prostata, e delle veseieliette seminali, sono date da una sola arteria, la vescicale inlbriore. INtiiier In il |)riino a rompere la tradizione, distinguendo una ar- teria proslalica (omologa alia vaginale), dall' arteria veseicolo-deferen- ziale (oinologa all' uterina), e dalla >escicale inleriore. lo mi assoeio completamenle alia distinzione di Poirier. i.a prostatica nasce: V Dal tronco anteriore, alia sua divisicme, in l^ casi. 2" Dair ond)elicale, in (I casi. T Dair olturatoria, in 7 easi. r Dair ischiatica, in li casi. o° Dalla pudenda, in !(> casi. La vaginale puo essere unica o doppia; (|uan(lo e unica nasce: 1° Dal tronco anteriore, alia sua (livisi(»ne, in 1(1 casi. i" Dair uterina, in 1 case. ii" Dair otturatoria, in 1 caso. 4" Dair iscliialica, in ^i casi. 0° Dalla jiudenda, in 12 casi. In altri 21 casi esistono due vaginali, con [)unti d" origino variabi- lissimi. .4. Vescicale inferiore. — Esisle soltanio in 'i)i casi. Essa ])rende origine: 1° Dalla |)rostatica, in 20 casi. 2° Dalla vaginale, in 8 casi. T Dair onibelicale (distalmente dall' uterina), in 7 casi. 4° Dair uterina (o vesciculo-deferentiale), in G casi. 0° Dalla pudenda, in 2 casi. Questa arteria e deslinata al collo della vescica ed alia porzione in- feriore della laccia sua anteriore. .4, Einorroidaria media. — Questa arteria lia origine comune con la prostatica-vaginale in 21 casi; nasce isolata in 4li casi; per lo i)iu, in tal caso, nasce dalla pudenda (30 casi); o 'dall" ischiatica (in 13 casi). Nei casi in cui quest' arteria ha oiigine distinta dalla i)rostatica (o vaginale), e assai esile. — 338 — Arlrrid rrsricoln-dcfcrciizifdc (omologa all'arteria iitorina). — llenle, e cdii liii (|iial('lu' allro Aiitore, descrivono col noiiie di fleferenziak' un ramo dcU' ipo^aslrica die aceoinpagna il fiinicolo. L' aiicria vescicolo-deiei'enziale lomiseo bensi costantemenlc iin laiuo delcienziale, ma qiiesto iion e certamente il suo ramo principale, poiclie essa si ramilica largamente sidla laceia anteriore delia vesci- elietta seminale. 11 suo punlo (T origine Naria pochissimo; in 4" casi su 'JO, esso nasce dall' onibclicale nel punlo in cui (piesl' arteria, staccandosi dal tronco anterioro, diminuisce inipn)vvisan)cnte di calibre. Merita d' esser ricordato, che qucsta arteria, come Y uterina. in- erocia 1' uretere, passandogli anteriormente. A. Uterina. — Nasce dall' ombelicale all' identica sede della vesci- colodelerenziale. A. yescirdll superiori. — Su 100 ossei\azioni complete, ti'ovai in 70 casi, i vescicali superioi'i, I" una anteriore, I'altra posteriore; in 10 §asi le due yescicali nascono con un tronco comune; in \i casi .\i sono 3 vescicali, in 7 casi i vescicali. A. Vescicale posteriore. — Quest' arteria prende origine: 1" Dair ombelicale, in 77 casi. 2" Dair uterina — vescicolo-deCei'enziale, in 2^ casi. i. Yesciralc anteriore. — Nasce solo in (i casi dalla prostatica (o va- ginale): in tulli i rimanenti casi, dall' ombelicale distiiitamente dalla vescicale |)osteri()re. In (juasi la meta dei casi. dalla vescicale anteriore destra o sinistra, oppure da anastomosi fra i rami delle vescicali anteriori dei i lati, pro- viene un cospicuo ramo imparl, mediano die si porta in basso, sulla lac- eia sui)eriore del collo vescicale e dell' ureira, ove, per lo piii, termina; pero in lo casi passa al di sotto della sinlisi pubica e si anastoniizza con rami dell' arteria penis, oppure sostituisce uno dei suoi rami. A. lliaea eslerna. — Nel maggior numero del casi ;38}, ha una lunghezza di 10-1 1 cm. A. Epifjaslrira. — Nasce dall'iliaca |ier lo |)iu in un punlo piii j)rossimale della (•irc(tnllessa. ma talora alio stesso livello, ed andie piii distal mente. A. Circonflessa iliaea. — In 40 casi (|uest' arteria fornisce un I'aino addominale ed ascendente prima della spina iliaea anterior superiore (epigastrica lalerale), alia distanza da (juel punto di 0-1 cm. — o volte, di i-2 cm. — 32 volte, di 2,0o cm. — 12 volte. L'esistenza di (luesto ramo (messo in evidenza da S tied a) n(ui e — 339 — ricordata iiei liattati. II famo addoiiiinalo od ascendentc. il (iiiale s(3- condo la descrizione classica si porla in alto a livello della s|)ina iliaca antoriore, esistcva in 41) casi. II ranio iliaco, il quale per la sua direziono rappi'esenia la couli- nuazione della cireontlessa si porta |)er lo piii alFindietro lungo le inserzioni del inuscolo iliaco (in 31 casi); piii di rado entra IVa i niu- scoli trasverso e piccolo ohiiquo e si |)orta esso pure in alto ed alFin- dietro. Mi riniane ora da parlare dei risultati delle ricerclie sugli animali. Merce osservazioni personali ed alcuni dati raccolti nella lettera- tura, riescii a lorniarmi un'idea del tipo di divisione e talora anche della distribuzione delle arterie iliache di tuiti gli ordini dei Mam- mi I'eri. Senza ferniarmi in particolari mi limitero a riassumere la conclu- sione d' indole piii generale die emerge da (|ueste ricerclie. In tuIti gli ordini di Mammiferi sussistono variazioni IVa i diversi generi d'un ordine non solo, ma anche fra gl'individui dello stesso ge- nere o specie. Pero io mi convinsi clie spesso le suddette variazioni non sono ca- pricciose ma obbediscono ad una delerminata legge, la (}uale puo essere formulata nei termini seguenti: 1° Una detei'minata t'oi-ma in alcuni ordini di Mammiferi pre- j>enta delle variazioni non solo in singoli individui della stessa specie, ma anche nello stesso indi\iduo fra i due lati del corpo; 2° In altri ordini il medesimo carattere non varia pih tVa indi- vidui dello stesso genere, ma varia invece fra le singole specie d'un ordine; 3" Altre volte (juesto medesimo carattere appare con grande pre- valenza molte s|)ecie di un ordine e presenta soltanto ([ualche singola variante. 40 Altre volte inline (juesto carattere si mantieiie fisso in tutte le sj)ecie di nn ordine ed assurge jiercio a carattere generalc dell' or- dine. Alcune forme del sistema ailerioso dapprima estremamente Nariabili si trasformerebbero gradatamente nella filogenesi, lino a divenire im- mutabili. Un esempio inolto isti'uttixo ci e olferto dallo studio conij)arativo del tipo di divisione dell' aorta; mentre in alcuni animali 1' aorta fornisce come nell'uomo le due iliache comuni e si continua nell'ai'teria cau- date (tipo I), in altri mancano le arterie iliache; 1' aorta dopo aver for- — 340 — iiilo successhamenlt' le due iliacho cslcnic e le due iliache interne si conlinua nell' arteria caudale [[\[)o 11)0. Fra i due li|)i esislono iiradi di passaggiu: i'iliaca eoniune j)Uo csserc straordinarianienle eorla e d'altro eanto tanto le iliaehe eslerne clie le interne possono naseere dall' aorta alio stesso liveilo. Nei Mai'supiali ti'ovianio su 4 generi in :{ il ti|)o 11. in 1 (^ specie) il li|)o 1. Xei Rodilori su 12 specie esaniinate (e di alcune piii esemplari) in il esisteva il ti|)o I, in iino solo il SciHri/s aureogaster (') il tipo II. Nciiii Ingulati (8 s|)ecie; e costante il ti|)o II. Fra glinsettivori troviamo in una specie il tipo 1, [Erinacaeus] nel- I'altro (7V/wm)da un lato il ti|)o 1, dall'altro il 11. Nei Carnivori e assolutamente costante (in 14 specie) il tijio 11. Nei Pinnipedi in un eseniplare di una specie esisteva il tipo 11, in un altro della stessa specie ed in una seconda specie il tipo 1. Fra i Chiropteri troviamo che I'iliaca comune manca d'anibedue i lati nel Pteropi/s: nel Yesprrfilio i tipi I e 11 si alternano con forme in- termedie. Nelle Frosimie ritroviamo il li|)o I, se sia costante o no non posso diilo perclie non trovai notizie die sur un solo esemplare e non ne ebbi alcuno a mia dlsposizione. Nei Primates sendjra essere costante il tipo 1, (le s|)ecie descritte da altri A. assieme a (juelle studiate da me formano un numero rilevante). Sintetizzando questi dati |)ossiamo concludere che il tipo 11 e |)re- sumibilmente lisso (con varianti di grado lieve di cui non credo oppor-: tuno di parlare qui) iiegli Ungulati e Carnivori, il tipo I nei Primates. La certezza completa non I'avremo tinche non saranno esaminate tutte le specie di questi ordini ; in ogni modo non si puo escludere asso- lutamente la possibilita di una variazione; in un caso (uomo) descritto da Cruveilhier mancava I'iliaca comune da un lato e I'iliaca esterna ed interna nascevano daH'aorta; (|uesto caso pero e torse I'unico della lette- ratura. Ouesto carattere sembra mantenersi tutlora variabilissimo nei Mar- (^) II tipo II deve esseie cousiderato come uua modilicazioue secoudaiia avveuuia nel corse del- I'outogeTiesi: infatti fu dimostrato da Hoch-stetter che (TTeber die xirspriinglicha Eauptschlar/etdei- etc. MoTjjhol. Jahrb. Bd. X VI} uegli embiioui di gatto ad uu dato periodo esistouo le iliache coinuui ma che in soguito esse si fondono in un nnico tronco; non mi 6 dato per ora di discutere le cause di que- sta fnsioue, ma e certo che essa non pu5 essere interpretata quale na adattamento secondario ad altre disposizioni niorfologiche o funzionali dell' auimalo, perche come vedremo, spesso varia nei siugoli iu- dividui della stessa specie. (-) Zuckerkandl. ~ Zur Morphologie del- arteria pudenda interna. {Sitzungsber. den Kainerl. Akad. in Wien, Bd. CIX, Abth. Ill, JuU 1900). * — 341 — siipiali, Insettivori, IMnnipodi, (lliiropleri ; in (|iicsti ordini iion si t' |)e- raiu'o slal)ilita una lissita in una dctciinlnata specie. Xei Hodiloi'i lende eei'laiiicnle a prevalerc ma iion si e peranco lissato il ti|)() I. I'll altro esemj)io ci e dalo dalT origine deiroltiiraloi'ia. Oiiesf ai- teria piio avere 3 origini. I. daila cirnnn/lexn fcmoris inlrrna : II. (lair epif/ash'ird; III. dair ilidcd nilcrud. Nei Alarsiipiali trovianio deseritto solo il ti|)o 111 ZiicKerkandll) ; iiei llodilori e coslante il tipo III; solo la (^avia la eccezionc poielie in ^ esemplari di qiiesta specie trovammo il lipo I. Negii Ungolati esiste talora il tipo III, talora il I. Nei (]arnivori rottiiratoria ex Jn/por/oslriea tende a scomparire, poiclie manca in S s|>ecie, esiste ma rndimentale in 4. In i specie Fot- turatoi'ia e I'ornita dalla circonllessa fcmoris, isi 3 daU'epigastrica. SemJjra si sia stabilita una certa lissita nei singoli generi e specie, poiclie non riscontrai variazioni nei numerosi esem|)lari delta stessa specie da me studiati (gatto, cane). Nei IM'imati e scomparso il tipo I, ed apjtare invece con frequenza maggiore il tipo II; infatti si trova negli Afctopitechi, Platirrine ad eccezione deW Ateles, in alcuiie (^atarrine, in altre incontriamo it. tipo I, In alcune specie il tijio III sembra essersi lissato (Cercopi therm rin'dis), in altre e ancora variabile net Macdci/s inniins ueH'Orang, neH'uomo. Ho delinilo come scomparso dall" ordine dei Primates il tipo I ; con cio non e escluso die possa liapparire eccezionalmenle : io lo trovai in un feto ed altri casi ne son rileriti nella letteratura. (^onchidendo, I' origine dell' otiuratoria e divenuta lissa in alcune specie di Roditori, Ungulati, (larnivoii, si manliene variabile in molte, e torse in tiitle le specie di Pri'aatcs\ non e divenuta stabile in alcuno degli ordini clie abbiamo avuto agio di studiare piii com|)letamente ; nei Rodentia soltanto notiamo una prevalenza molto spiccata di un de- terminato tipo (tijio III), E cosi (juando avremo agio di passare in i-assegna tutte le varia- zioni di questo distretto vascolare, ci persuaderemo clie alcune tonne sono diversamente variabili nolle singole specie di ordini diversi ; la variabilita di altre non e invece apparentemente soggetta a legge alcuna. — 342 NOTIZIE Ce?sava di vivere nella sua Villa a Montepiano (Prato-Toscana) il Pro- fessore P. Sonsino, distinto Kimintolooo. UNIONE ZOOLOGICA ITALIANA. .A. AT" "V T S 0_ Si |)regaiio i signori Socii die non liamio ancora versala !a (jiiola sot'ialc del corrente anno 11)01 di volersi ineltere in regola con la cassa (a norma delFarL 4 dello Statulo^; inviandola {per rarlolina vdfjlui) al Segi'etai'io-(;assiei-e Prof. FR. SAV. IVIONTICELLI Istitnto Zoologico, K. Uuiversita di Zs'apoli. CosiMO Cherubim, Ammimstratoke-responsabile. J. Henle's Grundriss der Anatomie des Menschen Neu bearbeitct von 13 1-. F I^. >I K RL li E L. Profi'ssor der Aiiatoiiiie in Gijtting-e)i Vierte Auflage 13 u. e "V o 1 11 in i : '.JS JVlk. — Legato H'^ JM Iv. 343 Viennent de j^^t't'Ciitre : COMPT ES-EENDUS DE L'ASSOCIATION DES ANATOMISTES. ti" Session — Lyon, 1901 P U B L I E S I'Ai: A.. WICOLA-S, Profcsseur a I'Universite de Nana/. 1 Vol. in-8 de xxiv-266 pages avec 68 figures dans le texte. Prix : lO francs. Pour la rente, s'adresser a M'' Hacquard, 20 rue de Thionville a Nancy. m Milano - Via Gr. 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GIUHO CHIARUGI Pi'olVssoro ordiiiario di Anatoiuia umaiia e Diiettore (leiristitnto Auatoniioo ili Fireiize. Due volumi di complessive pagine 1000 circa con circa GOO tigure nere eel a colori. E iiscita la 1^ puntata di pag. 160. — Prezzo L. -4^,00. Di imminente puhblicazione : .» ARCHIVIO ITALIANO D[ ANATOMIA E DI EMBRIOLOGIA PUP.IJLICATO r>.\ D. BALDI, Fisa — D. BERTELLI, Padoi-a — S. BIANOHI, Siena G. CHIARUGI, Firenze — B. GIACOMINI, Feraqla — J,. GIA.NNELLI, Ferrara P. LACHI, Genovn — G. ROMITI, Flsa - U. ROSSI, Ferugia R. STADERINI, Catania — G. VALENTI, Bologna !•: DIKETTO DA G. CHIARUGI. L'Archivio Italiano di Anatomia e di Embriologia si ptibblicliera in tre fascicoli che formerauno ogni anno un volume di pagine 500 a GOO, con illustrazioni e con tavole. II prezzo annuo di abbonamento e: Per I'ltalia L. 30. Per I'Estero Fr. 31.50 comprese le spese di spedizione, II primo fascicolo dell' Archivio vedra la luce nel prossimo Gennajo 1902. Per quanto riguarda la Direzione rivolgersi al Prof. G. ChiarljGI, Istituto Anatomico, Via Alfani 33, Firenzk. Per quanto riguarda rAraministrazione dirigersi alia Ditta LUIGl NIC- GOLAI, Editore, Via Faenza 44, Firenze. Firenze, 1901. — Societil Tip. Fioreiitina, Via S. Gallo, 3;3 --^t-i,i$MvC^' ore lu\m Italiam (Pubblicazioni Italiaiie — Q. Chiarugi, La seginentazione delle uova di Salamandrina pcr.spicillata (Continuaz. e fine). — Pag. B60-381. Nkcrdlogio: G. V. Ciaccio. — Pag. ,8^1. Awertei\2a - Delle Comunicazioni. Originali die si piibblicano nel Moni- tore Zooloyico ItalianQ e vieiala la riproduzione. BIBLIOGRAFIA Si da notizia $oltanto del lavovi '^uhhUcaU in Italia. VI. Protozoi. Bortolotti O. - Sviluppo e propagazione delle Opalinine parassite del Lom- brico. — Rendic. d. 2"- Assemblea ordin. e del Convegno dell' Unione Zoo- logica Hal. in Napoli (iO-13 Aprile foot), in: Jlonit. Zool. ital., An. i2, N. 7, img. ITJ-ISO. Firenze, 1901. Silvesti-i A. — Fauna protistologica neogenica deli'alta Valle Tibei'ina. — Mem. d. pontif. Acmd.. d. JVuovi Lbicei, Vol, 17, paq. 233-306. Roma, 1901. IX. Vermi. 1. Paute generale. Parona C. e Mazza F. — Sulla castrazione temporanea delle Aterine dovuta ad elmintiasi. - Rendic. d. I'! Assemblea e d. Convegno d. Unione Zool. Ital. in Bologna {24-27 Settemhre 1900), in: Monit. Zool. Ital, An. 11, Suppl.,pag. 13-14. Firen:ce, Dicembre 1900. M. z. * — 346 — Parona C. e Mazza F. — Sulla casti-azione teraporanea delle Aterine dovuta ad elmintiasi. Con tav. — Boll. d. Musei di Zool. e Anat. comp. d. R. Univ. di Genova, 1900, N. 97. Genova, dp. Ciminago, p)p. 7. 2. Platodi o Platielminti (TaRBKLLARi, Trematodi, Cestodi). Borelli A. — Di una nuova Planaria d'acqua dolce della Repubblica Argen- tina. — Boll. d. Musei di Zool. ed Anat. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 16, N. 400. Torino, Settembre 1901, pp. 5. Cerruti A. — Di un tenioide dioiV Alauda arvensis, con riguardo speciale ad un organo parauterine. — Rendic. d. Accad. d. Sc. fis. e matem. {Sez. d. Soc. r. di Napoli), Serie 3, Vol. 7 {An. 40), Fasc. 7, pag. 239. Ka- poH, i901. Monti R. — La rigenerazione nelle Planarie marine. Con tav. — Vedi M. Z., XII, 1, 3. Vaullegeard A. — Sur les Tetrarhynques de la collection lielminthologique du Prof. C. Parona de Genes, — Boll. d. Musei di Zool. e Anat. comp. d. R. Univ. di Genova, N. 103, 1901. Genova tip. Ciminago, pp. 7. 3. Nematodi o Nematelminti. Noe G. — Propagazione delle filarie del sangue unicamente per la puntura delle zanzare. — Atti d. R. Accad. d. Lincei, CI. di Sc. fis., matem. e nat. {Rendic), An. 298, Ser. 5, Vol. iO, Fasc. 8, i<> Semestre, pag. 317-319. Roma, 1901. Parona C. — Spedizione polare di S. A. R. Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi. Diagnosi di una nuova specie di Nematode. — Boll. d. Musei di Zool. ed Anat. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 16, N. 393. Torino, Luglio 1901, pp. 1. Rizzo A. — Sul modo di adesione di alcuni Nematodi parassiti alia parete intestinale dei Mammiferi. Con fig. — Atti d. R. Accad. d. Lincei, CI. di Sc. fis., matem. •>. nat. (Rendic), An. 298, Serie 5, Vol. 10, Fasc 8, r Semestre, pag. 309-317. Roma, 1901. 12 Anellidi (Auchianellidi. Oligocheti. Policheti. Irudinei ). Cognetti L. — Res Italicae. I. Octola&iian hemiandrmn nov. sp. ed altri Lum- hricidi raccolti dal Dott. E, Festa nei dintorni della Spezia. Con fig. — Boll. d. Musei di Zool. e Anat. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 16, N. 383. Torino, Gennaio 1901, pp. 8. Pierantoni U. — Sopra una nuova specie di oligochete marino {Enchytraeus macrochaetus n. sp.). — Rendic. d. 2"' Assemblea ordin. e del Convegno ilel- VUnione Zoologica ital. in Napoli (10-13 aprile 1901), in: Monit Zool.ital., An. 12, N. 7, pag. 201-202. Firenze, 1901. Visart (de) E. — Res Italicae : Tnbifix Camerani, n. sp. Con figg. — Boll. d. Musei di Zool. ed Anat. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 16, N. 387. To- rino, Giugno 1901, pp. 4. X. Artropodi. 1. Parte generale. Delpino F. — Sugli Artropodi fillobii e sulle complicazioni dei loro rapporti biologici (Sunto). — Rendic. d. 2" Assemblea ord. e del Convegno delVUnione 347 Zoologica ital. in Napoli {ld-J3 aprile 190 i), in : Monit. Zool. ital., An. 12, y. 8, pag. 229-230. Firenze, 1901. 4. Crostacei. Brian A. — Caso di anomalia verificatosi su di una « Brachiella » del tonno. Con fig. — Boll. d. Musei di Zool. e Anat. compar. d. R. i'niv. di Genova N. 104, 1901. Genova, tip. Ciminago, pp. 3. Gino G. — Ricerche sopra la variazione dieW Astacus pallipes Lereb. — Boll. d. Musei di Zool. ed Anat. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 16, N. 401. Torino, Settembre 1901, pp. 38. Monticellil F. S. e Lo Bianco S. — Comunicazioni, sui Peneidi del Golto di Napoli. — Rendic. d. 2" Assemblea ordin. e del Convegno dell' Unions Zoologica ital. in Napoli {10-13 aprile 1901), in : Monit. Zool. ital., An. 12 N. 7, pag. 198-201. Firenze, 1901. Monticelli F. S. e Lo Bianco S. — Uova e larve di Solenocera siplionocera Phil. — Vedi M. Z., XII, 11, 311. Nobili G. — Decapodi raccolti dal dott. Filippo Silvestri nell' America meri- dionale. Con figg. — Boll. d. Musei di Zool. ed Anat. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 16, N.402. Torino, Settembre 1901, pp. 16. Nobili G. — Note intorno ad una collezione di Crostacei di Sarawak (Borneo) Con figg. — Boll. d. Mu^ei di Zool. ed Anat. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 16, N. 397. Torino, Agosto 1901, pp. 14. Silvestri F. — Vedi in questo A", a : Coleotteri. 5. Aracxidi. Borelli A. — Scorpioni raccolti dal dott. Filippo Silvestri nella Repubblica Argentina e region! vicine. — Boll. d. Musei di Zool. ed Anat. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 16, N. 403. Torino, Ottohre 1901, pp. 12. Borelli A. — Material! per la conoscenza della fauna eritrea, raccolti dal dott. Paolo Magretti : Scorpioni. — Boll. d. Musei di Zool. ed Anat. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 16, N- 384. Torino, Gennaio 1901, jrp. 5. De Carlini A. — Rincoti ed Aracnidi dell' isola di Cefalonia. — Bull. d. Soc. Entomol. ital., An. 33, Trimestre 2, pag. 75-79. Firenze, 1901. Leardi-Airaghi Z. — Aracnidi d'Alraora. — Atti d. Soc. ital. di Sc. Kat. e d. Maseo civ. di St. Nat. di Milano, Vol. 40, Fasc. 2-3, pag. 85-94. Mi- lano, 1901. Leonardi G. — Una specie di Oribates nociva ai cereali. — Boll, di Entomol. agraria e Fatolog. Vegetate, An. . Tiroide. Bertelli D. — Sviluppo e conformazione delle pleure negli uccelli. — Vedi M Z., XII U, 311. Livini F. ■ — Sviluppo di alcuni derivati dalla regione branchiale negli anfil)i iirodeli. — Vedi M. Z, XII, 9, 257 e XIL 11, 311. Motta-Coco A. — Contributo al reperto del tessuto linfo-adenoide nella glan» dola tiroide e sulla rigenerazione della stessa. — Boll. d. Sedute d. Accad. Gioenia di Sc. Nat. in Catania, Fasc. 67 {Marzo 1901), pag. 15-21. Ca- tania, 1901. Perrando G. G. — Contributo prelimiuare intorno alia struttura della tiroide dei neonati. — Genova, t'p. Carlini, 1901. pp. 14. 10. Apparecchio uro-gexitale. Capsule surrenaei. Amico-Roxas S. — La trapiautazione ovarica in rapporto al processo delTovu- lazione, della gravidanza e del metabolismo organico. — Vedi M. Z., XII. 9, 253. Faconti A. — Delle anomaiie dei genitali femminili. Con iigg. — Vedi M. Z . XII, 5. 115. Fod -C. — Sul trapiantamento dei testicoli. — Vedi M. Z., XII 9, 254. Foci C. — Sull'innesto delle ovale. — Vedi M. Z. XII, 9, 254. Ganfini C. — La struttura e lo sviluppo delle cellule interstiziali del testicolo: nota prev. — Vedi M Z., XII, 11, 311. Herlitzka A. — Quelques remarques a propos de la transplantation des ovaires. — Vedi M. Z. XII, 1, 2 Parodi F. — Un nuovo caso di rene unico con anomaiie genitali. — Vedi M. Z.. XII. 5, 115. 11. Teratologia. Bertacchini P. — Tentativi di produzione artificiale dell' iperdattilia in larve di Raua, - Vedi M. Z., XII 9, 256. Casali T. — Interessante caso di anomaiie congenite cardiache. — Gazz. med. d. Marche, An. 9, N. 2. Civitanova-Marche, 1901. Drago U. — Sulla genesi di alcune anomaiie del sistema nervoso centrale del- I'embrione di polio. — Vedi M. Z., XII, 11, 311. — 354 — Gbigi A. — Sulla polidattilia dei gallinacei. — Rendic. d. 2" Assembled ordin. e del Convegno dell'Unione Zooloyica ital. in Napoli {10-/3 aprile 1901). in: Monit. Zool. ital. An. 12, N. 7, pag. 178-179. Fireuze, 190L Ghigi A. — Anomalie negli arti posteriori di ua polio. Con 4 fig. — Monit. Zool. ital, An. 12, N. 9, pag. 260-265. Firenze, Will. Faeonti A. — Delle anomalie dei genitali femrainili. — La Clinica Ostetrica. An. 3, Fasc. 8. Roma, 1901. Fusari R. — Caso di sdoppiamento totals e simmetrico di un tratto del midollo spinale con canale vertebrale chiuso ed ipertricosi lombare. Con tav. — . Vedi M. Z., XII, 5, 110. Marimo F. — Una varieta rara di melomelus didactilus. — Rendic. d. Assoc, med.-chir. di Parma, An. 2, N. 4. Parma, 1901. III. PARTE ZOOLOGICA. 2. Peso I. Bassani F. — Su alcuui avanzi di pesci del pliocene toscano. — Rendic. d. 2'- Assemblea ordin. e del Convegno delVUnione Zoologica ital in Napoli {10-13 Aprile HJOl), in: Monit. Zool ital, An. 12, N. 7, pag. 189-191. Fi- renze, 1901. Monti R. — Studi sperimentali suUa rigenerazione nei Rabdoceli marini {I'la- giostoma Girardii-Graff). — Vedi M. Z. XII, 1, 3. Rosmini O. — Ricerche intorno alia variazione del Petromyzon Planeri Bloch. — Boll. d. Musei di Zool ed Anal comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 16, N. 390. Torino, Luglio 1901. pp. 29. A. Rettili. Sordelli F. — Anomalia in una testuggine {Cinixgs Belliana G-ray) del Sudan orientale. Con figg. — Atti d. Soc. ital. di Sc. Xat. e d. Aluseo civ. di St. Nat. di Milano, Vol. 40, Fasc. 2-3, pag. 111-114. Milano, 1901. 5. UCCELLI. Alessandrini G. — Sulla cattura della Pyrrosia aicrea Fallen, in Roma. — Boll. d. Soc. zool. ital, An. 9 {Serie 2, Vol. 1) Fasc. 5-6, pag. 269-270. Roma, 1900. Arrighi-Griffoli C. — Note ed appunti di un cacciatore sui nostri uccelli mi- gratori. Parte 2'\ — Avicula, Giorn. omit, ital. An. 5, N. 41-42, pag. 74-78. {continuaz. continua). Ghigi A. — Intorno al genere Tragopan. — Rendic. d. 2" Assemhlea ordin. e del Convegno deW Unione Zoologica ital in Napoli {10-13 aprile 1901), in: Monit. Zool. ital, An. 12, X. 7, pag. 203-204. Firenze, 1901. Magnelli R. — Costumi degli uccelli. — Avicula, Giorn. ornitol ital.. An. 5, N. 43-44, pag. 98-102, Siena, 1901. Martorelli G. — Due nuovi casi d'ibridismo negli uccelli. Con tav. — Atti d. Soc. ital. di Sc. Nat. e d. Museo civ. dl St. Nat. in Milano, Vol. 40, Fasc. 2-3, pag. 129-151. Milano, 1901. Ninni E. — Sul passaggio straordinario del Merops Apiaster L. nella proviucia di Treviso. — Avicula, Giorn. oraitol. ital. An. 5, A" 43-44, pag. 94-9S. Siena, 1901. — 355 — Ninni E. — Sul passo primaverile auticipato (1901) di alcune specie di Uccelli della Provincia di Treviso e Veiiezia. — Avicula, Giorn. omit, ital., An. 5, ^V. 41-42, pag. 57-59. Siena, 1901. Ronna E. — Gli uccelli uidiacei (allevamento-educazione-malattie e cure). — Auicula, Giorn. ornitol. ital., An. 5, Fasc. 41-42, pag. 71-74; Fasc. 43-44, pag. 104-118. Siena, 1901 {continuaz. continua). Salvadori T. — Intorno ad alcuni uccelli dello Spitzberghe. — Boll. d. Musei di Zool. ed Anat. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 16, N. 388. Torino, Giiigno 1901. pp. 4. Salvadori T. — Spediziooepolare di S.A. R. Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi. Cenni preventivi suUe raccolte ornitologiche. — Boll. d. Musei di Zool. ed Anat. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 16, N. 391. Torino, Luglio 1901, pp. 1. Untersteiner E. — L'anno ornitologico al piede delle Alpi. — Avicula, Giorn, ornitol. ital., pag. 113-117, Siena, 1901 {continuaz. continua). Vallon Gc. — Note ornitologiche per la provincia del Friuli durante l'anno 1901 (dal Gennaio al 15 Maggio). — Avicula, Giorn. ornitol. ital.. An. 5, N. 41-42, pag. 78-82. Siena, 1901, 6, Mammiferi. Albini G. — Sul letargo delle marmotte. Nota 2^. — Rendic. d. Accad. d. Sc, fis. e niatem. {Sez. d. Soc, r, di Napoli), Serie 3, Vol. 7 (An. 40), Fasc. 3, pag. 127-129. Napoli, 1901. Lucifero A. — Mammalia calabra — Elenco dei Mammiferi calabresi. — Riv. ital. di Sc. Nat., An. 21, N. 5-6, pag. 57-62, • N. 9-10, pag. 115-120. Siena, 1901. (continua). Rieci A. — IJ Eleplias primigenius della Dobrogea (Rumania,. Con fig. — Atti d. R. Accad. d. Lincei, CI. di Sc. fis., matem. e nat. {Rendic), An. 298, Serie 5, Vol. 10, Fasc. 1, 2^ Seinestre, pag. 14-17. Roma, 1901. Bicci A. — IJ Elephas trogontherii Pohlig. di Montecatini in Val di Nievole. Con fig. — Atti d. R. Accad. d. Lincei, CI. di Sc, fis., matem. e nat. {Ren- dic), An. 298, Serie 5, Vol. 10, Fasc. 4, 2'^ Semestre, pag. 93-98. Roma, 1901. 7. Antropologia ed Etnologia. Chiarugi G. — Proposta di uno studio collettivo sul peso deU'encefalo negli Italian]. — Vedi M. Z., XII, 5, Ho. De Blasio A. — L'uomo preistorico in terra di Bari. — Riv. rneasile di Psich. forense, Antropol. crimin. e Sc. affini. An. 4, N. 3-4. Napoli, 1901. Vedi anche: Riv. ital. di Sc. Nat., A71. 21, N. 7-8, pag. 89-97. Siena, 1901. Mainardi A. — II nuovo Laboratorio antropometrico fiorentino. — Riv, ital. di Sc Nat., An. 21, N 9-10, pag. 121-123. Siena, 1901. Sergi G. — Le forme del cranio uraano nello sviluppo fetale in relazione alle forme adulte : 2'^ comunicazione. Con figg. — Vedi M. Z., XII, 5, 112. Sperino G. — L'encefalo dell' anatomico Carlo Giacomini. Con tavole. ~ Vedi M. Z., XII, 5, 110. Tedeschi E. E. — Ricerche morfologiche. — Vedi M. Z., XII, 10, 282. APPENDICE Antropologia applicata allo studio dei pa2zi, dei criminali, ecc. Pianetta C. — Un caso di ipertricosi in alienato. — Arch, di Psich., Sc. pen. ed Antropol. crimin., Vol. 22, Fasc. 4-5, pag, 454-457, Torino, 1901. — 356 — Sanna-Salaris G. — Una centuria di delinquenti sardi. Con 2 tavole. — Arrh. di Psich., Sc. pen. ed Antropol. crimin.. Vol. 22, Fasc. 1-2, pay. 1-33 e Fasc. 3, pag. 189-193. Torino, 1001. Verga A. — Studi anatomici sul cranio e suH'encei'alo, psicologici e freniatrici. — Vedi M. Z., XI, 10, 309. Zuecarelli A. — Antropologia criminale : prelezione. — Gazs. med. lamb., .bi. 60, N. l,pag. 9; N. 2, pag. 14-15; N. 3, pag. 23-24; N. 4, pag. 3.5-30 e N. 5, pag. 45-46 Milano, 1901. XVI. Zoologia applicata alia IVEedicina, alia Agricoltura, alle Industrie, ecc. — Cacce e passaggi di uccelli — Cattuie di specie rave od avventizie — Va- rieta — Mostruosita — Ibridismi ed altre note ornitologiche. — Vedi: .4?"?- cida, Giorn. ornitol. ital., An. 5, N. 41-42 c 43-44. 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Berlese A. — Misura dell'e reticelle clie permettono il passaggio ai parassiti della Cochylis e non alia ffii-falla. Con fig. — J)oll. di Entomol. agraria e Patol. veget.. An. 8, X. 9. jyay. 210-212. Padova, 1901. 357 Bonazzi J. — L'industria zootecnica della provincia di Bologna e suo miglio- ramento. 1. 1 Bovini. — Boloyna, tip. Gamberini e Parmeggiani 1900, j^og. 40. Cacac8 E. — Refrattarieta della volpe all'azioue del bacillo del carboachio. — Rendic. d.2'Assemblea ordin. e del Convegno delVUnione Zoologica ital. in Napoli {10-13 aprile 190 i) in: Monit. Zool. ital., An. 12, N. 8, pag. '234- 235. Firenze, 1901. CalamaBi E. — Contro la tiguola della vite. Con figg. — L' agricoltura veneta, An. 3, X. 9, ijag. 162-168. Verona, 1901. Cillis (Da) M. — Contro la mosca oiearia [Dacus oleae). — Tvani, tip. Vec- chi, 1901, pp. 39. Di Mattel E. — La profilassi malarica coUa protezione dell' uoino dalle zan- zare. — Atti d. Accad. Giuenia di Sc. 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II punto principale in cui divergono gli osservatori che si occuparono del reticolo delle ghiandole linfatiche e, se questo si debba ritenere come formate da auastomosi di cellule a prolungamenti, come vogliono Koelliker, His, Toldt, Demoor ecc, oppure da fibre le quail partono dalla capsula o dalle trabecole e s' inseriscono alia superficie delle ampolle e sono rivestite da cel- lule, le quali sono adunque in rapporto di contiguita e non di continuita colle fibre, come sostengono Bizzozzero, Ranvier ed altri. Gli AA. adoperando i metodi di fissazione e colorazione piu recenti (ed in special modo raccomandano 1' inieziono interstiziale del liquido di Renaut) giuusero alia conclusione che le ghiandole linfatiche difFeriscono notevolmente nei neonati e negli adulti. Nei primi il reticolo e formato con grande preva- lenza da ramificazioni di cellule intrecciantisi in vari sensi, mentre le fibre le quali partono dalla capsula, dalle trabecole o dalla tonaca connettiva dei vasi e si mettono facilmente in evidenza col metodo di Hansen, sono piuttosto scarse. Nell'adulto invece il reticolo cellulare si riduce assai, ma conserva il suo aspetto ed i suoi rapporti di pura contiguita colle fibre, le quali aumentano notevolmente e si fanno piu robuste ; nei vecchio il reticolo di cellule scom- pare completamente, mentre le fibre si fanno sempre piu robuste. Le fibre elastiche aumentano esse pure in spessore e lunghezza in rapporto air eta. L. Clerc. — Scissioni dirette e follicoli pluriovulari nei parenchima ovarico. Con Tav. — Giorn. d. R. Accad. di Medicina di 2'orino, Anno LXIV, N. 3, pag. 177-188, 1901. In questi ultimi due anni furono riferiti nella letteratura reperti di uova con 2 vescicole germinative e di uova gemelle (racchiuse nei medesimo folli- colo) ; furono anche osservati da alcuni accenni ad una divisione diretta del- I'uovo, negati da altri ed attribuiti a difetto di fissazione. — 360 — L'A. studio questa questioue in ovaie umane e d'aniniali vari. In una giovane diciassettenne v'erano iieil'ovaia numerose uova priuior- diali in avidente divisions diretta: ma il pareuchinia ovarico nei dintorni di quei I'ollicoli presenta segni d'atrofia. L'A., anche in base a risultati molto simili ottenuti in un'ovaia di una donna di 22 anni ritiene che queste divisioni dirette d'uova primordiali abbiano an signiticato regressive. Questa supposizione deli'A. sarebbe confermata dalle figure che egli pote osservare nell'ovaia d'una bambina di 9 mesi ; in questa vi souo molte zone della corticale in preda a degenerazione ; inoltre in alcuui tbllicoli gia vesci- colari si notano formazioni simili ad uova primordiali racchiuse fra le celtule dell'epitelio germinativo, che I'A. interpreta come ovuli non destiuati ad una regolare evoluzione; anche fra questi egli osservo talvolta divisioni dirette, tal'altra dei latti degenerativi. Sarebbe stato opportune che I'A. prima di definire come uova quelle t'or- mazioni avesse stabilito i caratteri dift'erenziali che passano fra di esse e le cosidette cellule nutritive colle quali le cellule riprodotte dal Clerc nella tig. 5 dei suo lavoro presentano grande rassomiglianza; questi eiementi gia descritti da Nag el e da altri, si trovano con grande frequenza nei follicoli di ovaia tanto umane che di animali fra I'epitelio follicolare e precederebbero la formazione dei cosidetti « vacuoli epiteliali » : tali vacuoli, intorno ai quali le cellule foUicolari sono disposte radialmente proprio come intorno a uova, furono gia osservati da Bernhardt, Wagner, Waldeyer, Flemming ecc. e fu da questi AA. ammesso che fossero destinati a formare il liquor follicoli: in- fatti nella fig. 5 del lavoro del Clerc vediamo vicino ad alcuni grossi nuclei altre tigure in tutto simili a questi vacuoli, uno dei quali e riprodotto nella fig. 5 a pag. 50, del trattato di Nagel, Die iveihliclien G esdilechtsorgmie, Aht. 1. (Handbucli der Anatomie des Menschen herausgegeben von K. v. Barder- leben, 1896). G. Levi. COMUNICAZIONI ORIGINALI LABOKArOlllO d'iSTOI.OGIA DELI.A is. LNiVEi;SirA DI PALERMO, DIRKTTO DAL PKOF. V. ACiJUlSTO. Oontributo alio studio delle terminazioni nervose nei miiscoli striati. XoTA DI DOMENICO SO.MMARIVA, stuuentk in mkdicisa. E vietiita I;i liprodnzioiio. Speriiucntando sopi'a iiii largo niateriale le diverse reazioni iisale per lo sliuiio (lelle lenninazioni iiciNOse mi si e olVerla roceasione di notare alciiiie parlicolaii disposizioiii e s|)eeiaii alteggianiciili delle ueui'o-iibrille 361 tenniiiali, clio sliiiio noii |)i'i\() (rinleresse comiinicare con la |)resente nota; laiilo piii chc i perfezionanicnti intnxlolti nella Iccnica al cloruro (li oro, I'helaiulo alcuni) parlicolarila di slriiltura, dicdiTo origiiie, spe- cialniente pei reperti oltemili dal IhilTini nolle piastre motrici e dal- rApatln, a deduzioni clie hanno il valoi'e di seniplici i|)otesi. Xella mia ricerca mi sono |)iii specialmentc oceupato delle lermi- nazioni nervose negli aniibi aniiri [Ihnm Esculenla e Disrofjlossi/s Pirtus). Adoperai per questo sliidio con insistenza il nietodo Apathy sulle sezioni, rilenendolo il piii adatto alio scopo elie io mi proponevo; nia do- vetti dopo molli tentativi desistere, perclie i risullali liirono negativi; ho sperimcntato i diversi metodi al cloruro di oro a fresco e dopo va- rie prove ho creduto pin convenienti, pel materiale su cui operavo: il mctodo Lo^^it modilicalo dal (Mpolloue in cui nella preaciditicazione alFacido lormico sostituivo I'acido citrico; ed il medolo llul'lini, coi (juali ho oltenuto reazioni mollo chiare e dimostrative. Neirado|)erare i due melodi mi ha i^uidato il conxincimento che Tuno compleli I'altro, poiclie il melodo liuffini per la diderenziazione del tessuto muscolare dal nervoso e senza dubbio superiore al metodo L(nvit-(iii)oilone, il (juale alia sua volta com|)leta il metodo Ruffini permettendo meglio lo studio (lei nuclei di arborizzazione o. delle guainc^ di Scln\ann <> di Henle. 1 miei i)i'epai'ati sono slati eseguiti cpiasi tulli per ischiac.ciamento, riducendo i pezzeiti di tessuto muscolare alia maggiore piccolezza possi- bile, ed usando con molta cautela la dilacerazione, per non alterare i mu- tui rapporti fra le libre muscolari e la terminazione nervosa. li Ivolliker ammette che nei cespugli del Kiihne vi sian(t, ma in numero scarsissimo, dei cordoni a rosario che si anastomizzano; gli altri autori non si associano alia idea di una anastomosi intraterniinale ed ammettono invece solo delle, rare pseudo-anastomosi. Alcuni autori, come il Ranvicr, non ne fanno alcun oenno, forse perche lo considerano come un fatto privo d' imporlanza; ditatti una pseudo-anastomosi e for- mata da due cordoni a rosario, i quali nel loro decorso si accavalcano r uno sulFald'o, senza j)ero contrarre ra|)|)orli di sorta. 1 miei preparati mi permcttono di osservare delle vere anastomosi, le (|uali sono allalto diverse dalle pseudoanaslomosi. Le ho trovate frequenti nella Bana EsciiUnila; e specialmente nel DisrotjlossKs Piclits si osserva (jualche volta in una stessa terminazione la esistenza di due o piii di rado li'e anastomosi inlratcrminali. M. z. *- 362 Oiiesta anastomosi consislc in un piccolo j)onte di sostanza isotropa, che iinisce un conione a rosario ad un altio: alio volte, ma raramente, due eordoni a rosario sono uniti per mezzo di due di questi ponli. FiGUUA 1. In quanto alia loi'o natura vi e poco da dire: ho sospesa la ridu- zione del cloruro d'oro in nioltissimi stadi e I' ho fatto anche durare un tempo maggiore del necessario, ottenendone delle imagini che i foto- grafi chiamerebhero brueiate, ed in lutli questi casi ho potuto sem|)re constalare che (|iiesti ponti si colorano con la stessa intensita e dello stesso uiodo dei cilindrassi; siccbe io credo amniissibile che questi |)onli anastomizzanti un cordone a rosario con un altro non sono che dei ci- lindrassi, ricoslituiti dalla spennellatura del cilindrasse, che da origine alia terminazione. II loro ])unto di origine e vario potendo cominciare o dai granuli, il che si osserva piii spesso, o dalla sostanza intergranulare: alle volte il loro |)unto di parlenza si trova vicinct ai nuclei di arborizzazione. Ouesto |)icc()l() ponle, sebbene nella generalita dei casi sia unico, ])ure (jualclie rara volta trovasi verso I'estremita foggialo a mo' di - 363 — corna: alloi'a ad un piccolo ingrandimento seml)ra die il cordone, a ciii aderiscono (|ueste corna, sia spezzato e die es^e \adano a fissarsi su due cordoiii diversi; ma osservaiido a forte iiigrandiinento un piepa- rato ben riuscito, sara facile accorgersi die i due cornicini vanno a ter- nilnare in due granuli vicini del cordone a rosario, e die lo spazio die li .st'para e occupato dalla sostanza intergranulare dei detti cordoni. Ma, i'i|)eto, questa e la forma piu rara a trovarsi. II cordone a rosario continua diritto senza alcuna deformazione sino al |)onte anastomotico; rare volte forma un angolo con la convessita ri- Yolta verso il ponte, ma e da osservarsi die in questi casi il ponte si trova leggermente cur- • |. vato, dimododie ^i puo ritenere die a causa '.! • |: " ! delta pressione del vetrino copri-oggetti, nei prepai"ati per iscliiacciamento, o degli aghi, nei rari preparati fatti per dilacerazione, lafibra muscolare abhia subito queste deformazioni. Sulla lungliezza e sulla posizione di questo ponte di anastomosi non si possono stabilire regole generali: (jualche volta i due cordoni a rosario, die esso riunisce sono vicini tra di loro, altra volta sono piuttosto lontani: fra due cordoni si possono trovare. come ho detto, due ponti, 0, come spesso accade. due cordoni a I'osario brevi e vicini sono riuniti da due ponti jiosti a breve distanza tra di loro, nientre cor- doni a rosario lungliissimi e piuttosto distanti non lianno che un sol ponte die li anastomizzi, e questo ponte stesso puo trovarsi anclie al termine (|uasi dei due cordoni. In (|uanto alia grossezza (juesto ponte ha presso a poco lo sjiessore di un cilindrasse nudo prossimo a spenndlarsi; ma se ne ri- scontrano anclie dei piii grandi ed in un me- desimo cespuglio si trovano ponti piccoli e ponti grandi. come rilevasi dalla lig. 3. I ponti di anastomosi sono sforiilti di ((ualsiasi guaina, e giacciono, come del resto e naturale, nello slesso piano della terminazione. Inoltre essi si trovano tanto fra cordoni a rosario originati dalla biforcazione di uno stesso cilindrasse, quanto tra cordoni a rosario, che hanno origine da cilindrassi uscenti a varie altezze dal nervo, che forma il cespuglio. FlGUUA 2. — 364 111 nil |)iv|»;ir;il() di Rana esriilentu ho iiolalo die il cilindrasse, libe- ratosi dalla giiaina miclinica, (lava originc ad un cordoiie a rosario, die ben presto si divideva in dne porzioni, (Idle (piali una procedeva nornialmente, iiientre I'altra si jiiegava ad ansa e dopo un cerlo pereorso sembrava andasse a londersi con la |)iiiiia porzione; e dieo senibrava, mm4m FiGUUA 3. perche, osserxando attentainenic il prepaiato a forte ingrandimento (Ko- ristka oc. i, ob. 9*), non si resta convinti se (piella fusione fosse reale, 0 se la seconda branca si ferniasse brus(^ainente all'altezza delta prima essendosi sjiezzata per nna causa accidentale (|ualsiasi. — 365 — Figure siinili a qiiesta oi'a descritta, e clic haniio tiitto I'aspetto di verc anasloniosi, ho anclie riseontralo nolle lermiiiazioni iiervose di />/- scofjlossus Pirli/s. Sicclie si |)iio dire die 1' anasloniosi intiaterminale nei cespugli del Kiiline |»u6 avvenire in due modi: o due cordoni a rosario sono uniti tra di loro per mezzo di un ponte di sostanza isoti'opa (il ciie e il fatto pill coniune); oppure, come piii raramente si osserva, due cordoni a ro- sario si mettono direttamente a conlatto Ira di loro Ibndendosi. 11 Gerlacli sia con la reazione al clornro d'oro, sia col metodo della iniezione vitale di bleu di nietilene, credette di vedere la esistenza di una vera rete nervosa, la quale coprirebbe tutte le fibre muscolari, e (|ueslo concetto im plica la necessita di nna anasloniosi tra i diversi lasci derivanti dai vari tronclii nervosi. Anche il prof. Mondino nsando una tecnica speciale (eoloiazione in vita colTazzniTO di nietilene e tratlamento dei tessuti morti secondo il metodo Golgi col cloruro d'oro e I'acido arsenico) noto una rete ner- vosa, della cui struttura da la desci-izione nel suo trattato C). Ma fuori di (juesti due osservatori tntti gii altri hanno considerato sempre il cespuglio del Kiibne come unico senza alcun accenno a pos- sibile comunicazione, relazione 0 anastomosi fra una terminazioue nervosa e le alt re. Avendo visto i disegni ed una negativa del reperto accennato dal professore Mondino, ho cercato accuratamente d' indagare questo fatto, ed ho realmonte \isto che in tutta la fibra muscolare si osserva un nu- mero infinito di corpicciuoli globosi, simili a quclli del disegno del Mondino, e disposti con una regolarita ed una simmetria conipleta. Questi noduli o grannli si trovano nelle librille muscolari primi- tive in corrispondenza dei dischi chiari, dimodoche assumono 1' aspetto di dischi oscuri iin|)regnati eccessivamente ; inoltre si osserva questo fatto quando la riduzione del sale d'oro e stata al({uanto ])rotratta : ma nessuna comunicazione ho visto tra i granuli dei cordoni a rosario dei cespugli del Kiibne e questi noduli delle librille muscolari ])rimiti\e. Sicclie credevo di poter escludere una anastomosi interterminale, (|uando la niia attenzione fu attii-ata da un fatto importante, che da prova di questa anastomosi tra cespuglio e cespuglio. Si osserva alle volte (tanto nella Rana esculenla che nel Discof/los- ( ) Casimiro Mondino. — Lezioni di Anatoraia Gener.ile e tecuica microscopica. — Kosen- berg e Sellier, editori-libr.ai. Torino, 189:s. — 366 — stfs Picli(s) die dai corcloni a rosario partono clei filamenti isotioj)i siinili ai ponti, di cui gia ho parlalo, clie si dirigono tuori la terniinazione e, dope iin decorso vario, vanno a linire sul cordone di iin' allra terniina- zione nervosa. II punto dove sembra clie queste ni)iiile jji-endano origine, o termi- nlno. piio essere nei granuli o nolla sostanza granulosa dei cordoni a I'osai'io, oppure vicino ai nuclei di arborizzazione. Queste fibrille sono senipre piu sottili di un cilii^drasse, di cui as- sumono il colore con la reazione al cloruro d' oro, sono nudi, e privi di nuclei durante il loro percorso. Se le due terminazioni, che esse uniscono, sono in uno stesso piano, esse vi si mantengono, ma, se si trovano in piani diversi, allora traversano successivamente tutti gli strati, sicche girando progressivamente e lentainente la vite niicrometrica del micro- scopio, si ba T impressione che la fibrilla si alVondi nel protoplasma delta fibra muscolare. Sulla libra muscolare la tibrilla nervosa non percoi're delle vie spe- ciali, ma traversa a capriccio i dischi bianchi ed i dischi oscuri si obli- quamente che perpendicolarmente : se giace nello stesso piano delta ter- niinazione nervosa, ha, come questa, una posizione epilemmale. II loro decorso, come ho detto e vario, potendo descrivere delle linee rette, o delle curve, le prime pero sono in prevalenza. La fibrilla congiungente le due terminazioni e unica, puo tuttavia rare volte dividersi in due fdirille |)iii sottili, |)resso il cordone a rosario delta terniinazione nervosa. In (jualche raro caso si trovano tre terminazioni nervose riunite tra di loro per mezzo di due fibrille, ed allora si ha che la fibrilla che parte dal cesi)Uglio N. 1, o va direttamente al eespuglio N. 2 e vi si fernia, ed allora da questo eespuglio N. i parte una fibrilla che va al eespuglio N. 3, oppure dalla fibrilla che unisce il eespuglio N. 1 al N. 2, parte un sottile ramuscolo, che si getla su di un cordone a rosario del ee- spuglio N. 3. La ligura N. 4 rappresenta un fatto singolare. Dair estremita del eespuglio A si parte ai solito una fibrilla che descrive quasi un angolo retto e ^a a spennellarsi in un cordone a ro- sai'io, scindendosi prima in due fibrille. Ma guardando attentamente si vede che dalla branca del filamento di sinistra, che termina con un nu- cleo ed a circa nieta di delta branca, si origina una sottile fibrilla, la quale passa sopra il cordone a losario e va a gettarsi sulla terniina- zione nervosa B, ove finisce : e si vede inoltre che dalla parte desti'a del cordone a rosario in parola si stacca una fibrilla. che termina su di 367 — un cordone a rosario del ccspuglio B : abbiamo in altre parole le due terminazioni nervose anastomizzate Ira di lore per un doppiojcgame : uno diretto e Taltro indiretto. Ma cio non e tutto: dall' ultimo granulo FiGUKA 4. — J. cespuglio sulla flbra scnra a destra. — Ji cespugllo sulla fibra chiara a sinistra. — O cespnglio sulla fibra obliqna in centro. delia estreniita sinistra del delto cordone a rosario si parterun' altra fibrilla, che ridiseende in basso, tenendosi quasi parallela al nervo da cui deriva il cespuglio i, lo attra versa formando un angolo quasi retto, piega a sinisti-a e terniina nel cesj)ugIio C, che ha origini separate dai cespugli A G B e giace inoltre in un altro piano. Mi sembra questo un fatto motto importante, perche esso ci rileva qualche cosa piu dell' anastomosi Ira terminazione e terminazione ; in- — 368 — latti, trascurando i! raimiseolo clio la, \wv cosi dire, comunicare direl- tamenle il cespii^lio A. eol cesj)ugiio /A noi abbiamo clie il cordonocen- tralc a losario, da ciii liamio oiigine, od a ciii terminano, le tie iibrille, die lanno anastomizzare tra di loro le tre teniiinazioni, e una specie di centio conuine, una vera stazione di arrivo o di partenza. Ed abbiamo inollre che diverse fibre imiseolari sono tra di loro in comunicazione, dii'o eosi, nervosa. Or siccome IVa lutte le terminazioni nervose di una Rami Esni- lenfa o di un DimufJossus Pictits pareccliie si troveranno nelle condi- zioni oia desciilte, io credo die a tale rei)erto si possa attribuire una importanza maggiore di quella che ha una semplice anastomosi inter- terniinale. Devo ancora notare che in casi di |)iii cespugli riuniti fra di loro, non mi e occorso di trovare una librilla die termini in un fuso neuro- muscolare : cosa che puo dipendere dai maneggi di tecnica. L' altra |)ai'licolaril:i da me risconliala nelle terminazioni nervose delta Riina csriflenta e del Disror/lossNs Pich/s, ha un certo valore per alcune recenti osservazioni fatte dal llulTini , dall' A])athy e dal Per- roncito non sui cespugli del Kiihne, nia suite placche del Rouget. In molti cespugli del Kiihne si notano dei tilamenti, simili a quelli descritti, che |)artendo dai cordoni a rosario raramente vanno a linire sulla stessa libra muscolare, ma di solito si uniscono a fibre piii o meno lontane. La loro origine e i)erlettamente uguale a (juella delle fibrille delle anastomosi : doe dai granuli o dalla sostanza granulosa del cordone a rosario, in prevalenza dai primi ; qualche volta presso un nudeo di ar- borizzazione, che si trova sovi'apposto in niodo da nascondere 1' origine delta fibrilla. Essa e isotropa, nuda e decorre nello stesso piano della termina- zionc nervosa, raramente ne oltiejjassa i limiti : il suo contegno e vario, il pill delle volte e dritta, quasi |)erpendicolare alia libra muscolai-e. dove giace il cespuglio che la origina, e se ne allonlana per la lunghezza di due 0 tre fibre muscolari ; altre volte la fibrilla e piegata qua e la con angoli a vertice curve: rare volte si avvolge a si)ira ad una fibra mu- scolare e su di essa termina; in un sol caso essa si avvolgeva successi- vameute a spira attorno a due fibre muscolari e lerminava sulla seconda. Poche volte (piesta fibrilla, che va olti-e alia terminazione nervosa, — 369 — non si trova iRM-peiulioolare alia iibni iniiscolare, ma giace liiiigo di essa, percorrendola i)er uii biion Iratlo a zig-zag. Ouesta fil)nlla generalmente si trova iinica, ma |>iio l)iroicarsi od assumeiT la forma di iin y: si lia in (iiiesto caso una ligura molto elegante. Ordinariamenle da un cordone a rosario |)rende oi'igine una sola fibrilla ullraterminale ; aleune \oHe due. A questo jninto devo dieliiarare che parlando di librilla ulti-a-ter- minale intendo di usare, senza discuterne il valore, la espressione usata per un dato anatomico simile dal prof. Ruffini. II eordone a rosario si coinporta qui eome nel caso precedente, in cui una librilla riunisce due terminazioni nervose: cioe il ])iii delle volte prosegue dritto il suo percorso, sebbene in qualclie caso formi una piccolissima : ./ ansa. ' I --^s Nel suo percorso la librilla ullra- terminale puo avere dei grossi nuclei rotondi od ovalari, in cui si distingue benissimo una parte periferica molto grande, clie si colora debolmente, ed una parte centrale piii piccola, che si colora intensamente : la librilla passa so|)i"a di essi come se fossero dei sostegni : il loro numero e vario. possono mancare, e vi sono librille in cui se ne contano sino a ti'e. Una sola volta (lig. o)|la librilla ultra-terminale giunta a certa dislanza dalla terminazione nervosa si spennellava in un piccolo cordone a rosario, da cui partiva iiu'altra librill i ultra-lerniinale, clie andava a linire in una libra muscolare vicina. II modo di sj)ennellarsi di coteste librille ulti'a-terminali e presso che identico in tutte ; esse 'si fermano presso un nucleo e quivi brusca- mente si sfioccano in un cordone a rosario, piiittosto cospicuo, che va gradatamente diminuendo di spessore. Ouando la librilla ultra-terminale non si sdoppia si ha il cordone a rosario da un solo lato, nei casi in cui sin da principio la librilla ultra- terminale si e sdoppiata, ciascuna delle due librille secondarie da oi-igine ad un piccolo cordone a rosario rivolto verso il propi-io lato. Alle volte FiGUKA 5. 370 (fig. ()) la librilla iiltra-terminale siibito (lo|)o il nucleo si divide in due tratti die si spennellaiui eiascuno in un cordone a rosario : poclie volte una librilla ultra-terniinale, clie non si e allatto divisa, forma un cor- done a rosario, clie si prolunga da una banda e dall' altra della fibrilla. Un modo particolare di terniinazione delle librille, che mi e capitato di osservare in tutto due volte, eonsiste nel fatto clie dopo un certo de- corso la fibrilla si fernia bruscamente e termina in una jiiccola areola oscura di diametro (juasi uguale a quello della fibrilla. FlGUR-A 6. II cordone a rosario lormalo dalla fibrilla ultra-terminale nulla offre di parlicolare : c piuttosto piccolo e privo dei nuclei di arboriz- zazione. 11 prof. Uul'lini non pote con precisione stabilire, dove queste fibrille terminassero, ad ogni modo ritiene die vadano a linire in plac- chette rudimentali. II Perroncilo a sua volta vide (jualdie cosa di jiiii importante che cioe questa fibrilla ullra-lerminale « sa a raggiungere un luso mu- « scolare, ad una certa distanza dalla caratteristica terminazione ner- — 371 — « vosa del fuse stesso, c ([ui o teimiiia subito in iino, due o tre bot- « loiii 0 in una i)iacchetta rudinieiitale, opj)ure jirinia di terniinare, at- « taceandosi strettamenle alia soltile libra muscolare del I'uso, decorre « per un tratto della sua superficie con carattere epilemmale ». Qui si tratterebbe in altri termini di una intima connessione Ira la terminazione motrice ed il I'uso neuro-niuscolarc. Le mie ricerclie fatte con la maggiore diligenza possibile e su pre- |)arati eseguiti con la massima cui-a per impedire alterazioni meccani- che, non mi hanno permesso di conlermare ({uesta importanic partico- larilii ; ho visto invece in ogni caso clie queste librille ultra-terminali vanno a linire in fibre muscolari munite di cespugli del Kiihne. 11 Pei"roncito osservo che la maggior parte delle librille, che si partono dalla terminazione nervosa, si originano dal cilindrasse prima che formi la terminazione, ed a ({ueste da pure il nome di librille ulti-a- terminali. A dir vero io penso che non si convenga tale denominazione a queste librille, che anch' io ho potulo varie volte notai'c, poiche si con- netterebbe il valore di librilla che \mvie ed oltrepassa la terminazione ; mentre capita alle volte che il cilindrasse, liberatosi dalla mielina e dalle guaine di Schwann e di Henle, prosegua nudo per un buon tratto spennellandosi ])oscia in un cespuglio e sarebbe curioso che, j)er questo latto di un lungo cilindrasse nudo, si dovesse considerare quel cespuglio, simile in tutto agli altri, come una terminazione ultra-termi- nale. INe vale il dire che la suddivisione della librilla ultra-terminale rappresenta una piccola terminazione, perche capita spesso, s|)ecie nel Dixoglossus Pictus, di vedere cilindrassi, simili in tutto agli altri, ap- pena divenuti nudi, sjiennellarsi in cespugli piccolissimi, che quasi non meritano questo nome di cespuglio essendo ridotti a due o tre cordoni a rosario brevissimi. Ouesto pero vale per i casi da me illustrati, in cui la librilla ultra- terminale non finisce nel tiiso neuro-muscolare ; ma })er i casi citati dal Perroncito la questione cambia, perche li abbiamo un dato ditteren- ziale che e il raodo di terminare della fibrilla diverse da quelle della placca motrice. A proposito di quest' ultima particolarita anatomica devo osservare che essa corrisponde a quella descritta dal Rut'Cini e dal Perroncito; tanto pill che I' ho anche ottenuto in \ari preparati di Lacerin }Juralis, come r ottenne il Perroncito. Credo anche di poter considerare come [simile a (juesti il reperto rappresentato dalla lig. 4'^; j)oiche daU'esame comparativo risulta chiara — 372 — la loro ideiilita, tanto da rice\ert' 1' inipressionc di \vc librille iillra-lci'- ininali a curd one a rosario imico. E ccrtamenle di grande importanza determinaie (juali rappoili csi- stano tra le terminazioni ncrvose e le fibrille niiiscolari i)iimitive, i)uiche la conoscenza miniita di questi fatti polrcbbe darci la spiegazione della rapidita di contrazione, di ciii sono dotale le fibre muscolari striate ; e lion e improbabile clie questi rapporti siano cosi intimi da inettere in contatto diretto V elemento nervoso con la librilla niuscolare |)ri- mitiva. II prof. iMondino, servendosi di una tecnica speciale, vide nei ces[)ugli del Jviiline die « il cilindrasse arrivato in contatto della libra « muscolare, si divide in tre, quattro fascetti di fibrille cilindrassili ve- « stiti di una inverniciatura di mielina.... » ed aggiunge die ((....sono « sottoposte al sarcoleinnia, i)oiclie si vedono lornire tratto tratto nel (( loro breve tragitto, fibrille nervose primiti\e die si distribuiscono (( agli elementi muscolari ; in tali fibrille i)oi finiscono col risolversi (( alle loro estreiiiita. Oueste fibrille a rosai-io decorrono secondo le co- (( lonne muscolari, ma risolvendosi ripetutamente in arcate nei Ion* « punti di pill cospicuo rigonfiamento arrivano ad estendei-si a tulla la (( fibra muscolare. » E jtoiche vide qualche cosa di simile anclie nelle placclie del 11 ou- get, egli ne conclude die « la relazione die incontrano queste fibrille (( cogli elementi muscolari a livello della stria di Amici si puo ritenere (( valga appunto a provocare in un sol tempo la contrazione della serie (( degli elementi contrattili, onde consta la fibra muscolare primitiva (( del muscolo striate, dappoidie essi riescono innervati uno |)er uno : « nella quale disposizione sta la ragione della dillerente ra])i(lita di »' contrazione della fibra muscolare striata in confronto alia liscia. » Questa deduzione e importante, perclie ci da un dato anatomico come Ibndamento dell' atto funzionale caratteristico della fibra muscolare striata. Pure la maggior i)arte degli osservatori non lerma I'altenzione su questa particolarita descritta dal Mondino. Le tre |)articolarita anatomidie da me I'isc-ontrate moslrano die dai cordoni a rosario si |)artouo dei lilamenti in cosi gran numero ed estesi in modo tale die la maggior parte delli^ fibrille muscolari primitive contraggono rapporti con le diverse terminazioni nervose : senza andare agli estremi di una rete nervosa a niaglie ])oligonali cliiuse, non po- trcbbe la i-apidita essere determinata da queste llbrille sia ultra-lermi- nali, sia di anastomosi ? In (|uesto caso |)0i'o mi senibra die il nonio di lihrilla o termina- ziono iiltra-teiniinale |)o,ssa gencrarc iin equivoco, -Ma senza eiitrare a discutere la proprieta dell' esj)ressione usala dal Uiiiriiii per queste librille, iie le ipotesi die si sono liitte e die si po- trebbero fare siil loro valore fuiizionale, io mi limito a far conoscere colla presente nota che nelle terminazioni nervose degli anfibi aiuiri esiste ([iiella particolarila di struttiua, a cui il Ruft'ini ha dato il nome di lerminazione ullra-terminale, e die essa si piio ragionevolmente eon- IVontare ai penti anaslomotici, che si trovano nelle terminazioni stesse. ISTITUTO AN A TOM ICO DI FIUEXZK. Prof. GIULIO CHIARUGI. La segmentazione delle uova di Salamanc/rina persplci/lata. (Contiunazioue e line. Vedi Vol. X, pag. ITG). {') IV. Sl/nlio iiiirrosropico drlle i/oai in sef/nioifazione. Per Io studio mieroscopico delle uova in segmentazione, (jueste vengono fissate per mezzo del liquido del (iilson e sottoposte conse- cntivamente ai consueti trattamenti eon alcool, prima a 30° (addizionato di tintura di .lodio), poi a 70", e in (juesto vengono conservate. Mentre si liberano le uova, prima della lissazione, dall'involucro esterno e dal medio, si estraggono dall' involucnt interno (juando lianno soggioi-nato qualche tempo in alcool a 70". 11 materiale cosi preparato |)uo essere utilizzato in duplice maniera: 0 si fannno delle uova delle sezioni in serie o si allestiscono dei pre- parati d' insieme. Per eseguire le sezioni in sei'ie le uova vengono induse in parat- lina, le sezioni sono lissate colTacipia sul vetrino e colorite; ho gene- ralmente ])referito la colorazione col carminio boracico. (') Per ragioui indipeiideuti dalla iiiia volonta, Iio dovuto ritardare lino ad oggi la pubblicazione degli iiltinii paragrafi di questa Xota, pnr esseudo da molto tempo gifi pronto il materiale relativo. 374 La liccliczza delle uo\;i in deiitoplasnia rendi' singolarniente dif- ficile ottenere biione preparazioni ed ocrunono |)aiticolari cautele, che saranno in altro inoniento iiiimitainente indicate, per ottenere risultati soddisfacenti. Le preparazioni d'insieme rendono buoni ser\igi pei- le lasi avan- zate di segmentazione e particolarmente per lo studio dell'emisfero ani- male. Ecco come debbono essere esegiiite: in nova cbe trovinsi in al- cool a 70°, colla punta degW aglii si isola nn framniento, cosi ad es. si puo isolare tiitto I'emisfero animale; dopo trattaniento con alcool a con- centrazione crescente e infine con alcool assoiiilo si riscliiara il framinento in un olio essenziale e si monta nel balsanio fra due vetrini copriog- getti tenuti a conveniente distanza per mezzo di un cei'cliietto di vetro; cosi si piio bene esaminare Tuna e Faltra superlicie. Le preparazioni d' insieme eseguite nella maniera anzidetta ci ser- vono per prendere idea del grado al (|ua!e la segmentazione e arrivata oltrepassato che sia lo stadio a 32 blastomeri, (piando cioe la nuniera- zione di questi riesce da prima ditlicile poi addirittura impnssibile. Mettendo a sviluppare uova a quattro blastomeri alia temperatura costante di lo° (1 e raccogliendone di tre in tre ore, misuravo il diametro medio delle cellule superficiaii delta regione corrispondente al |)oIo su- periore. Naturalmente questo diametro va durante la segmentazione diminuendo ma non in maniera uniforme. Dalla 12=' alia Si'^ ora la di- minuzione e i)iu rapida di quello die non sia dalla 2^^ alia 48^ l*er dare idea dei valori oltenuti, riportero le seguenti cilre, le quali, come e perfino superlluo accennare, non hanno die un valore approssimativo : Dopo 12 ore di sviluppo, a lo°C, dallo stadio \ blastomeri. le celhde del polo superiore misuravano in media 191) a, dopo 21 ore ne misura- vano 110, do])0 36 ore ne misuravano 'iS, dopo 18 ore ne misuravano 30. Per la cronologia del processo di segmentazione va notato die i fenomeni nudeari die preludiano ad una fase di segmentazione incomin- ciano e si compiono prima die la fase precedente sia arrivata al suo tcrmine. In novo con il \° solco meridiano die interessi soltanto un terzo delta circonferenza, il nucleo di ciascun lilastomero e (juiescente, ma tosto, prima die il solco raggiunga I' e(|uatore, si trova nello stadio della j)lacca equatoriale. In novo con il prime solco meridiano com|)leto ma net (juale il sccondo mei-idiano non lia raggiunto ancora il |)olo in- fcriore, i nuclei dei ({ualiro blastomeri sono in nunimento cinetico, e la — 375 — loro (livisione o terminata e sono gia toniati alio state di nuclei quie- scent! (|uancl() 11 secondo solco meridiano e complctn nia non si Iianno ancoi'a tracce del priino solco orizzontale. Ed ora (jualclie osservazlone sul meccanisnio col (juale si opera la separazione dei blastomeri quando gli atti interni del processo carioci- nelico sono coinj)iuti. 11 solco die indica superliciahnente rintervallo fra due hlastomeri IVatelli non si a|)profonda in principio fra I'uno e I'altro; pero alio spigolo col quale esso tennina fa seguito un sepimento che sta fra le due cellule ed e coniune ad ambedne; soltanto j)iu tardi questo divisorio si delaniina. La delaminazione incomincia dal fondo del solco su|)erficiale e dall' estremita opposta, percio nei pi-inii stadii dalla cavita di segnientazione. la quale si prolunga in un solco simile al superli- ciale fra i due blastomeri contigui. Che realmente il sepimento del (|uale so|)ra e fatio cenno rimanga per qualche tempo indiviso, e chiaramente rivelato dalla disposizione che in esso |iresentano i granuli di pigmento: non esiste una duplice stria, ma una stria semj)lice di granuli di pigmento a punti piu grossa, a punti |)iu sottile o interrotta e da ciascun lato in continuazione di- retta col pigmento gi'annlai-e dell" iuterno di ciascun blastomero: sol- tanto pill tardi compare una dop])ia stria |)iginentata, che indica die il processo di delaminazione si e coinpiuto. Chi esamini ad es. uno stadio a 2 blastomeri, quando, anche su- j)erlicialmente, la di\isione e incomjileta, rede dallo strato pigmentato corticate nascere un setto indiviso |)igmentato che si insinua net \i- tello e tormina con una estremita leggermente ingrossata continnantesi in una nubecola di granuli di |)igmento. E il progressi\o svilu|)|)(t di questo setto che accenna alia divisione fra le due cellule, le quali non diventeranno distinte se non quando il setto si sara delaminato. Cosl lo strato protoplasmatico superliciale pigmentato e la ma trice dalla quale procedono i sepimenti divisorii fra le cellule. I inedesimi fatti si verilicano in stadii piii aNanzati di segmentazione. La struttura dell' novo nei primi stadii di segmentazione, cosi nello stadio a due blastomeri, specialmente (piando la divisione e incomjdeta ed esistono le particolarita di struttura sopra indicate, fa comprendere che qualunque operazione diretta a distaccare Tun blastomero dairaltro non inio riuscire perfetta e dei materiali spettanti ad una cellula deb- bono di necessita rimanere insieme all'altra. A cio pero non intendiamo di altribuire inqiortanza nelFapprezzamento dei risultati interessanti che si sono avutl dallo studio dello s\iliip|)o di blastomeri isolali. 376 Lo studio (k'l inec'canisnio col (|iialc si coinpio la scparazioiu' Ira blastomero e blastoniero ci da occasione di ossersarc come il j)roto|)lasnia |)i;^menlalo itcrvada la sostanza dell' novo. Possiamo Ibiidai-e la descri- zione su (luaiilo, ad escinpio, si osserva uello sladio a i blastoineii. Nei seginento su|)eriore dell'iioNo iin sottile stralercllo corticale e riccamente infillndo di pigiueiito, ma snhilo al di sotto i gianuli, abhondanti. sono (lissriiu)Kili^ Ira le sferule \ilelline piuUoslo piccole; ma procedendo verso il centre dell' novo il pigmento diminiiisce di (piantita e rade grannlazioni si tnnano IVa le sferule vitelline via \ia |)iii \oluminose. Net segmento inl'erioie il pigmento e scarso negli strati superliciali, ma diminuisce ancora andando dalla su|)erlicie verso il centro. E nella re- gione centrale dell' novo specialmente in (|uella parte die rimane al di sotto del piano e(|uatorialc che si trovano le sl'eriile vitelline \)\ii grosse c sono pill piccoli e piii radi i granuli di pigmento. La stria pigmentata che scende dalla coi-teccia a dividei'e un bla- stoniero dair altro e un centro di dilTusione di granuli di pigmento e cio si accompagna colla diminuzione net volume delle sferule vitelline nella regione immediatamente contigua; cio verisimilmente j)erclie lorni- scono esse il maleriale a spese del (juale il protoplasma pigmentato si costitiiisce. Si vede dun(|ue il sepimento divisorio fra i blastomeri ric- camente inliltrato di pigmento e la sostanza vicina con granuli disse- minati, piii radi via via die si precede verso la parte centrale del blastomero. Dal tin (jui detto si comprende die la regione circostante al nucleo e poverissima in i>iginento. Diremo ora della cavita di segmentazione. Essa fa la sua coni|)arsa (|uando non e ancora terminata la divisione detl' novo nei j)rimi due bla- stomeri. In novo net ((uale il primo soico meridiano non interessa che un terzo della circonferenza dell' novo, la cavita di segmentazione e, in sezione |)erpendicolare al piano di divisione, in foi'iiia di un piccolissimo occhidlo die corrisponde ed e contenuto nell' estremo della stria pig- mentata formante il sej)imento divisorio fra i due blastomeri; essa si trova air altezza dei nuclei. Jien presto le sue dimensioni si accrescono: cosi in novo nel (piale il primo solco meridiano non raggiunge ancora I' e{|uatore la delta cavita e discretamente am|)ia, a forma di pera, colla grossa estremita in basso; la stria pigmentata die sta nel limite dei (hw blastomeri raggiunge Tapice di questa ca\ita piriforme e delami- nandosi ne costituisce le pareti, mentre dal punlo di mezzo della l)ase si ricostituisce in una stria |)igmentata per ora bre\issima. La cavita di segmentazione e ugualmente estesa nei \arii suoi diamelri; il massimo — 377 — (li'lla sua ampiczza corrisponde all' altezza dci nuc-lei. Oiiesti sono piii vicini alia siipedicie die limita la cavita die alia siipcrficie estenia (loir novo. Col rendorsi conipleto il prinio soico moridiano si nota il gra- (liialc estendersi della cavita di segiuentazione verso il polo inferiore. In iio\o a 4 blastonieri la cavita di segiuentazione ingrandila appa- risce in sezionc orizzontale a figura losangica coi lali convessi verso il centro e gii angoli direlti verso gli interslizii dei J3lastomeri tra i qiiali si insiniiano al(|uanfo. Le sezioni verticali dimostrano che ii massimo della sua anipiezza corrisponde alia altezza dei nuclei e percio cade al di sopra del piano equatoriale ; i nuclei sono piii |)rossimi ad essa die alia superlicie estenia dell' novo; la cavita si i-esiringe piii rapidaniente verso il polo supcriorc die verso 1' inferiore e al prinio si avvicina assai colla sua punta. La superlicie cdlulare che la ddiniila c ra|)prescnlala da un sottilissimo straterdlo greniito di granuli di pigniento, die lacil- iiienle si distacca dal vitello sottostante, il (juale la seguito al sejii- mento pignientato die sta fra i blastonieri. In uova a 8 blasloineri la cavit;i e ancora aumentala; la sua niag- giore ampiezza corrisj)on(lc a livello del solco latitudinale; e liniilata dalla superlicie interna convessa ddle varie cellule e coi suoi angoli e s|)igoli si insinua abpianto fra 1' una e 1' altra. Si puo a questo stadio gia |)arlarc di un telto della cavita di segnientazione fatto dalle cellule che lanno capo al |)olo superiore e di una base coslituila dalle grosse cel- lule del seginenlo inferiore. Senza descrivere la cavita di segnientazione in ciascuno dei successivi stadii, ci liniiteremo a costatare die in uova die non abbiano raggiunto le 18 ore dallo stadio a 4 blastonieri (a teniperatura di IS**) il tetlo e formato da un solo piano di cellule, nia da 18 ore in la coinincia in esse una divisione tangenziale e ne risultano due piani di cellule sovrapposte. Oltrei>assale le 27 ore dal piincijiio della segnientazione, la cavita di segmentazione apparisce appiattita in sense verticale; corrisponde alia parte superiore dell' novo; e limitata in alto da una linea concava, in basso da una linea convessa; il tetto luisura circa un terzo della base ed e formato da 2 o 3 piani di cellule: (|iiattro cellule al piii so- vrapposte si trovano iid pavinienio lungo la linea ove ha il massimo di grossezza. Nello studio della cavilii di segmeiilazione abbiamo accennalo al fatto die i blastonieri presentano ndia superlicie die prospetta \erso la cavita uno straterdlo assai pignientato in conlinuazione con quelle primilivamente semplice poi ddaniinato che sta fra blaslomero e bla- slomero. Ouesto slralerdlo comincia a un certo niomcnto a mostrarsi M. z. — 378 — noil unirormcmeiitc pigrnentato ; talc parlicolaiita Immi dimostrabilc nei prej)arali d' insienic, o piii ovidonle nolle cellule del lello, dove detto stralo e meglio SNiIuppalo, cioe piu rieeo in ^raiiniazioni pi^nienlarie. Si nola clie il piginento si raccoglie di jji-eleienza apj)mssiiiiali\aniente dove 11 blaslomei'O e piii sporgente verso la cavita di segmentazione in un' area circolare o ovale o allungata a striscia e con cliiara disposizione relicolata. Xon sempre questa area pigmentala si trova nel centre della snj)erficie clie guarda la cavita di segmentazione ma puo essere sitiiala pill verso la periferia (*). La descritta particolarita comincia ad essere accennata nolle cel- lule del tetto di nova clie si sono sviluppalo per 12 ore dallo stadio a 4 blastomeii alia teinperatura di 15° ed e evidentissima in uova clie abbiano appena da tre ore oltrepassato quelle stadio. Clie durante la segmentazione esislano diHerenze fra varii grup|)i di blastomeri e cosache risulla ad uu esame superficiale : i blastoraeri del segnicnto animate in conlVonto a quelli del segmento vegetative, i blastomeri del tetlo delle cavita di segnienlazione in confronto a (pielli clie lie costituiscono il iiavinionto, dilleriscono fra lore per caratteri a tu-tti ben noti. Ma un' accurata analisi dimostra un' altra singolare ed interessante difTerenziazione, die riguarda le cellule del telto della cavita di segnienlazione. Arrivali al momento nel quale per una di\isi(»ne tan- genziale o i)arallela alia superlieie si e fornialo nel lotto un piano su- perliciale e un piano prolondo di cellule, ([uoste in ciascuno dei due piani mostrano caratteri s|)0('iali. Le cellule dello sirato su|)ei iore lianno le superlici libore, corrispondenli alia superlieie dell' novo, (|uasi pia- neggianti o l«ggerniente convesse e tutle regolarmente livellate su una medesima linea; invece la su|)erricic libera delle eellule dello strato proi'oudo, la quale guarda verso la cavila di segmenlazione, e, s|)ecial- niente in giovani sladii, rorleinemente convessa e s|)(>rgenle verso la cavita. Ma cio die e piii interessante e la difTorente inanjera colla quale e distribuito il |)ignienlo, del die possiamo jirendero cliiara idea collo studio di jireparati di insieme. Nolle cellule del piano superiore il pigmento e accuinulato in uno straterello unitbrine alia superficie della (•(^llula, specialmonte nella faocia libera, inolire nd limili Ira collula e cellula, cli(* spiecano come lineo scure mollo e\i(lonli. Nolle cellule del f') Afl nna osserv^azione anperficialn si i)otrebbe supporrfi cliR il jn^niento fosso raoeoUo intorno al luiclio, ma locliettaiulo con accurate/, zii o sp(!cialmente prendeuilo in consirlerazioue le cellule piii pori- foiiclte della cupola, le (juali si vedoiio di lato, Jipparisce evidentissima la posizioue supL-rficiale del pigmento dal lat della cavitiY di segmeptaziono ; il cJie poi 6 coufemiato dall' esuiuo didle sozioni. — 37y — piano |)rofondo il pigmcnto 6 ugiialmcntc raccollo in uno slratcM'cUo su- |)ei"rK*iale ma in ([uelia sii|)ci'ticic clie guarda la caNita di sognionla/.iono non (' dislribnilo unilbrmonienle, ma c accnmiilalo in iin'area circoscrilta clie corrisimndo alia parte piii spoi-gcntc della t'ollnia e i\i si proscnta come nello stadio immediatamente precedente, qiiando il tetto era lor- mato da una sola Ida di blastomeri. V. Di alciine anoinalir di scfjnmitazione. Anomalie di segmentazionc |)ossono essere oltenute sperimenlal- mente: eosi in altre (^omunicazioni ('') abbianio leniito parola di quelle iVe(|n(Mili ad osservare quando si sollopongano le uo^a a bassa lempe- ratura e si riportino poi a temperalura ordinaria. Ma non e delle ano- malie sperimenlali clie intendiamo ora occu|)arci; accenniamo invece a ([uelle non rare ad incontrarc in uova clie si sviluppino in condizioni lisiologiclie e clie possono lorse dipendere da congenite deviazioni dal tipo noi'male di sti'uttura. Avvertiamo di non essere andati espressamente alia ricerca di queste clic ])ossono esser designate come anomalie sponlanee di seginen- tazione, ina di aver preso ricordo di quelle clie ci sono capitate nel corso di altre osservazioni ; sicche il numero dei casi I'accolti e assai esiguo e di pochi soltanto |)arleremo. Piii volte ci e occorso di osservare una distintissima asimmetria del 1" solco meridiano: esagerandosi una disposizione IVequentissima ad in- contrarc e gia considerala come \ariazione lisiologica, il |)rinio solco puo dividere I'uovo in due meta di \olume enormemente dill'eiente. Fu osservato un novo in uno stadio nel quale esistevano neH'emi- sfero animate tre solclii meridiani clic muovevano dal polo e si prolun- garono piii tardi nell'emisfero vegetativo; essi al moniento delta prima osservazione erano ugualmente incompleti. Cosi 1' novo in questo stadio era diviso incompletamente in tre cellule. Successivamente ciascuna di (pieste per un solco essenzialmente a decorso meridiano, ma clic prese ori- gine per ciascuna cellula a varia distanza dal polo, si divise in due, ot- tenendosi un novo a sei cellule. L' osservazione non pole esser proseguita oltre (pies to stadio. In un novo il 1"" solco meridiano era da una i)arte bilido cosi da (*) Chiarugi e Biinclii, I. e, — Cliiarugi G., II raffredclameuto come causa di auomalie di avilnppo delle uova di anfibi. Lo Sperimentale, Arch, di Biol., Anno 61 {1897), fasc. 4. Firenze. 380 eomprondero una siiperlicic a loiiiia di V; da (|ik'sI(> lato il soleo si s\i- lii|»|»o |)iii Icidamcntc; lo sue due hraccia orano ^iunte al liniite dol- I'aroa |)igmonlala nientre dall' altro lato, esso aveva raggiunto il polo. Oiiando gli indicati solchi fiirono ('()m|)leli si nolo die i due rami die da uu lalo rappresonlavano i] [)rinio soleo niei'idiano si ricongiungcvano a qualche distanza dal polo. Cos\ a queslo stadio 1' uovo era rajipresen- talo da Ire eellule, due niaggiori die ne eompreiidevano fra loro una piccola. Lo sviluppo del 11" soleo meridiano avvenne noimalmente e cosi m |)asso alio stadio a 5 eellule. Normalmenle anelie si puo dire elie si forinasse il prinio soleo lalitudinale, eon questo elie dalla parte ove il 1" meridiano era hilido, il soleo lalitudinale terminava ineonlrandosi eon eiaseuno dei rami. Si avevano dunque a questo stadio 9 cellule, 4 pic- eole raceolte al polo superiore, al disotto i eellule grosse e fra due di queste interealata la sovrannumeraria. Si passo poi alio stadio a 17 eellule, S superiori |)ieeole e 1) inferiori fra le (juali la sovrannumeraria. A questo |)unto termino 1' osservazione. Interessante fu 1' anomalia riseontrata in un altro uovo, nel quale si lormo un prime soleo meridiano regolare e complete ma il il" meri- diano non si sviluppo bene die in un emisfero nientre nell" altro non era rappresentato die da un soleo brevissimo ; sieche si passo jier uno stadio a :{ cellule. 11 1" soleo lalitudinale, dal lato nel (|uale il IT meridiano era regolare, si sviluppo in un solo (juadrante, nientre nell" altro emi- sfero, partendo dall' eslienio del riidiinenlo del ]\° meridiano e inelinan- dosi assai' in basso si estese ad anibedue i (juadranti ; cosl si arrivo ad uno stadio di 3 cellule superiori e di 3 cellule inferiori. Tanto le prime die le scconde si divisero, passando cosi ad uno stadio a 12 cellule. L' osservazione cesso a (|uesto punto. Un'aHra anomalia della (juale ora faremo cenno consisteva in do die il primo soleo, invece di ,essere disposto secondo un meridiano o di avvicinarsi almeno a (piesla situazione, era e(|ualoriale: da una ])arle cadeva addiriltura nel segmento bianco, dall' altra scorreva presso a limite inferiore del segmento neio. Invece il secondo soleo prese una di- rezione esattamente meridiana altraversando la fovea e dividendola in due parti alquanto diseguali. II |)olo animale si costilui al punto di in- crocio del H" soleo colla |)()rzione |)iu elevata del |)rinio, slioranle il li- mited del segmento nero; inlorno a (|ueslo polo si eoslituirono i cellule per via di solchi die nell' insieme lenexano un deeorso essenzialniente mcM'idiano. La segmentazione non fu studiala ollre questo j)unto, ma I'lioNo fu lasciato a svilui)pare e rembrione, esaminato (|uando aveva reslremila cefalica gia diHerenziata, si inostro con caialleii noriiiali. — 381 — Uieoi-dci'oiuo inline di avoro nna \(»lla vcclulo un novo cIk' ncl seg- mento animale risiiltava di i cellnle due piii piceole, due piii grandi fra lorn separate da due solchi a croce e delimitate alia periferia da un soleo laliludinale decoiTente al di sopra dell' equatore. Nella rinianeiile su|)er- licie deir novo si prolungava soltanio uno dei solelii a croce con una delle sue nieta che arrivava al pole inleriore. Nell uununziare la morte del Prof. G. V. Ciaccio , promofctemmo un cenno sulla vita e sulle opera di lui, che qui pubblichiamo : GIUSEPPE VIJSrCENZO CIACCIO. Giuseppe Vincenzo Ciaccio, nato il 15 Ottobre 1824 in Catanzaro, ove fece i primi studii, segui i corsi di Medicina e Chirurgia in Napoli, e si laureo nel 1845, I primi anni della sua carriera scientifica furono dedicati alle scienze mediche e cliivurgiche, e nel 1855 egli otteiine, per concorso, la cat- tedra di chirurgia teoretica e ostetricia nella scuola universitaria del patrio Liceo, cattedra che tenne fine al 186U. Dopo quell' epoca si reco all' estero per perfe- zionarsi nelle scienze mediche e microscopiche ; dimor6 per qualche tempo a Parigi, ed a Londra, ove si trattenne per piu di due anni. avendo a maestri Backer Brown, Spencer Wells, e Leonello Beale. Passato a Berlino, tu allievo di Kiihne e di Virchow. Tornato nel 64 in Italia, lu ben presto nominato professore straordinario di anatomia microscopica nell' University di Napoli. Fu medico militare nella guerra del 1866, dopo la quale fu nominato professore supplente di iisiologia e di anatomia sublime nell'Universita di Pa- dova. Divenne poi straordinario di fisiologia sperimentale con I'incarico del- r istologia nell'Universita di Parma, e ordinario in seguito a concorso nel 1869. Fu nel 1870 che egli passo ad occupare la cattedra di anatomia compa- rata e microscopica nell'Universita di Bologna, ove insegno per piii di 20 anni. Mori nel Giugno 1901. Fu socio ordinaiio della real Socista microscopica di Londra (1863), accade. mico benedettino della reale Accademia delle Scienze dell' Istituto di Bologna (1875), socio nazionale della Societa italiana delle Scienze, detta dei XL (1891), e socio di molte altre accademie scientifiche. Intorno alle terminazioni nervose di senso e di nioto si aggirano per lo piu le sue opere, tra cui ricordiamo alcune delle principali : Intorno alia minuta fabbrica della pelle della Raua esculenta. Palermo, 1867. Dell' anatomia sottile dei corpuscoli Paciniani dell' uomo od altri mammi- teri e degli uccelli, Torino, 1868, Osservazioni intorno alia struttura della congiuntiva umana. (Memorie del- I'Accad. dflle Sc, di Bologna, 1874). 0.sservazioni intorno al modo come torminuno i nervi motori nei muscoli — 382 — striati delle torpedini e delle razze, e intorno alia somiglianza tra la piastra elettrica delle torpedini e la motrice. (Ibid., 1877). Delia niinuta fabbrica degli occhi dei Dittori. (Ibid., 1885). Intorno alls piastre nervose finali ne' teudini de' vertebrati. (Ibid., 1890). Elenco delle altve opere, non cltate sojyi'a, del Prof. Ciaccio. Snl valore delle due vocl Ragione ed Esperienza in mediciua e flulla bont.'i delle due setts mediche, I'einpirica e la razionale. Napoli, 1849. Peir unitil della medicina e della chirurgia, Napoli, 1855. Delle Epnlidi e la lor cura pe' canstici, Napoli, 1858. Trattato aulla patologia. Diaguosl e cura delle malattle del cuore di 0. W. Marham, recato dall' in- glese nell' idioma italiano con uua giunta del traduttore snlle Novrosi cardiache. Napoli, 1859. On the Anatomy of Nerves, Fibres and Cells, and the ultimate distribution of Nerves Fibres. (Jour- nal of microscopical Science, 1865, Loudra). Sulla nuova dottrina istologica del Prof. Deale. (II Morgagni, 1863, Napoli). On the Nerves of the Coriioa ecc. (Transaction ot the Royal Microscopical Societj' of London, 1803). Oil the distribution of Nerves to the skin of the Trogen (Ibid., 1864). Beobacbtungen iiber die Paeiniscber Korpercber ana dem Mesenteriuni der Katze. (Centrabbl. f. d. Med. Wissonschaften, 1804). Osservazioni intorno alia interna fabbrica del corpo vitreo ecc. (L'imparziale, Firenze, 1868). Esperienze intorno all' azione di alcunc materie coloranti e sostanze cbiraiche sugli spermatozoi, ecc. (Arcbivio per la Zoologia, Fisiologia e Anatoniia coraparata, 1869). Esperienze comparative intorno all' azione di alcuni fluidi aoriforrai e materie vaporabili sopra il mo- viniento degli spermatozoi, ecc. (Ibid., 1870). Nuove ricerche intorno al finale diatribuiraento dei nervi nell' organo elettrico ecc. (Ibid., 1870). Intorno a certe particolarita di struttura dei caualetti lagrimali, Parma, 1870. Osservazioui intorno all' interna costituzione dei corpuscoli della linfa ecc. Bologna, 1870. Esperienze flsiologicbe comparative intorno all' azione del succo delle glandule del Lieberkiibn. Bo- logna, 1870. Nuove ricercbe sull' interna tessitura dei tendini. (Memorie dell' Acc.ad. delle Sc. di Bologna, 1872). Osservazioui intoriio alia struttura della congiuntiva uniana. (Ibid., 1874). Osservazioui intorno alia membrana dal Deschenot. (Ibid., 1875). So;>ra all' essiccazione dell' iiitcro umor vitreo dell' occbio umano ecc. (Ibid., 1879). Nuove investigazioni nncro.scopiche aopra il distribnimento o terminazione delle fibre nervee nella cornea (Ibid., 1881). Osservazioui istologicbo intorno alle terminazioni delle fibre nervee motrici nei muscoli striati. (Ibi- dem., (1883). O.sserv.izioni anatomiche comparative intorno agli occhi della talpa illnminata e cieca. (Ibid., 1884). Nuove osservazioui intorno alia notoniia minnta di quel muscoli die negli insetti uiuovono le all. (Ibid., 1887). Delia soluzioue di ipoclorito di sodio. (Ibid., 1887). Nuova ricerca sopra il flgurameuto e struttura delle fascette della cornea. (Ibid., 1889). Di uua nuovissima e notabile particolarita di struttura osservata nella cornea di uu cavallo. (Ibi- dem., 1891). Lezioni di notomia minuta generale. Bologna, 1 890-95. Delia natura e cagione onde muove il color cangiante negli occhi delle Tabanidao. (Ibid., 1893). Osservazioui miscroacopicbe circa 1' interna fabbrica degli occhi delle squille. (Ibid., 1894). La scoperta dei muscoli bianchi o roasi rivendicata a Stefano Lorenzini (Rendiconto dell' Accad. delle Scienze, 1898). Osservazioui microacopiche intorno .agli organi elettrici. fMemorie dell' Accad. delle Sc. di Bologna, 1899). Parallelo tra gli spermatozoi del Triton criatatus e quelli della Rana eaculenta. (Ibid., 1900), P. E. CosiMO Cherubini, Amministhatouk-uesponsabile. — 383 ~ CHARLES CLAUSEN, Libraire-Editeur — TURIN INSTITUT ANATOMIQUE OE FLORENCE, DIRIGE PAR LE PROF. G. f ' H I A R U G I . D/ FERDINAND LIVINI 1'^'' Assistaut et Libre Dot-out (.TAiiatomie liumaine. LE TISSU ^LASTIQUE DANS LES ORGANES DU CORPS HUMAIN. P^^ MEMOIRE. Sa distribution dans I'appareil digestif. (Avec 7 Planclies chroniolithogi-aphiques et 1 Figure dans le texte). I^nix: I^. 12. Milano - Via G-. 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