Jlomtope Zoologieo ItaliaDo (Pubblioazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana DIRETTO DAI DOTTORI GIULIO GHIARUGI EUGENIO FIGALBI Prof, fii Anatoriiia umana Prof, di Anatomia coiup. e Zoologia uel R. Istituto di MudT Supur. in Kirenze nella K. Uiiiversiti di PJsa TJfflcio di Direzione ed Amministrazione : Istituto Anatomico^ Firenze. 12 numeri all'anno — AblDuonamento annuo L. 15. XVIII Anno Firenze, G-ennaio ISC'? N. 1 1 Spazio disponihile A. BONGINI FIRENZE — Via Leone X, 2 — FIRENZE in Legno, Zincotipia, A.utotipia, Galvanotipia Tricromia, duattrocromia lllustrazioni per giornali, opere scientifiche, lavori commerciali Fornitore del R. Istituto 4li Stndi superior! e RR. Ospedali iu Fivcnxc Massima soUecitucline - Prezzi mitissimi. ARCHIVIO ITALIANO i>l ANATOMIA •: •>• EMBRIOLOGIA PUBBLICATO DA D. BALiDI, Fiaa — D. BERTELLI, Fadova — S. BIANCHI, Siena Q. OHIARUGI, Fireme — E. GIAOOMINI, Bologna — L. GIANNELLI, Ferrara P. LAGHI, Geneva — F. LIVINI, Firenze — G. JROMITI, Fisa — U. EOSSI, Ferugia G. SALVI, Sasaari — R. STADERINI, Catania - G. VALENTI, Bologna E DIRETTO DA G. CHIARXJGI. Sommario del Fasc. 4" - Anno V. Banchi A. — Snlla rigenerazione degli abbozzi del Fegato e del Panoreas. Ricerche sperimentali sul « Bufo vulgaris ». Con tav. XXIX-XXXI, — Pag. 607-532. Trincl 6. — Studii sull'oocite dei Celenterati durante il periodo di cre- scita. Con tav. XXXII-XXXVl. — Pag. 633-666. Carnzzi D. — L'embriologia dell'Aplysia e i problomi fondament&li del- Tembriologia comparata. {Contimiaz e fine). — Pag. 667-709. L^Archivio Italiano di Anatomia e di Embriologia si inihhlica in qiiaitro fascicoU die formeranno ogni anno un volume di jxigine 800 circa con illustrazioni e con tavole. — II prezzo annuo di ahhonamento h: Per VltaHa L. 30; j)er VEstero Fr. 31.50 comprese le spese di spedizione. Amministrazione: Ditta LUIGI NICCOIAI - Via Faenza, 44 - FIRENZE. THE JOURNAL OF EXPERIMENTAL ZOOLOGY PUBBLICATO DA W. K. Brooks, Baltimore; ^y. E. Castle, Cambridge; £". G. Conklin, Philadeiphia; C. B. Davenport, Cold Spring Harbor; R. G. Harrison, Baltimore; H. S..Jennings,'B?A%m\ove; F. R. Lillie, Chicago; /. Lceh, Berkeley; T. H. Morgan, New York; G. H. Parker, Cambridge; C. 0. Wliitwan, Chicago: F. I!. Wilson, Ne\v York. Questo Ai^cliivio trimestrale pubblichera Comunicazioni original! nel campo della Zoologia sperimentalo. Quattro fascicoli formeranno ogni anno un volume di circa 600 pagine con molte illustrazioni. Tre volurai sono completi; il quarto si trova in corso di stampa. Prezzo di Abbonameuto dullari 5.50 (ca. L. 28) — Prezzo di un lase. separ. dollari 2. Si prega di indirizzare tutte le Comunicazioni al Redatiore: Prof. R. G. HARRISON, Corner Wolfe and Monument Streets, Baltimore, Md. S. U. iiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiMiiiiMiiiiiiiiiiniiMiititiiniiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiniiiiiiMiiiiiiiiiiiiiniiii SOCIETA EDITRICE LIBRARIA - MILAMO Prof. GIULIO OHIARUGI IDirettore dell' Istitvito A-xxatoxxiico di Firenze ISTITUZIONI .DI ANATOMIA_l)ELi;U01IO E pubblicato il Vol. I, il fasc. MO del Vol. II o il fasc. 1-2 del Vol. III. C. REICHERT VIENNA - VIll Beiinogasse, 24-26 - VIENNA SPECIALITA MIOROSOOFI di prima qualita iMriciE^OTonynx Emometro del Prof. Oott. FLEISGHL Nuovo Emometro perfezionato del Prof. MIESCHER Ferrometro del Dott. JOLLES PER LA KSATTA UKTEUimNA/IOKE 1>EL FKItltO NEL SANOUE Oleliivi fotograflci "Couiliiiiar,, e "Solar,, di prima quality E nscito receuiementt! il NUOVO CATALOGO Nddi. 24 rjccaiuenle illnstrato IIIIIIIIIMIIIIIIIMIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIlilllMllllllllllllMlliiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiHiiiii Ditta F. KORISTKA MILANO - Via G-iuseppe Revere, 3 - MILANO Unica Fabbrica Nazionale -^ -^ di Microscopi ed Accessori DITTA FORNITRICE di tutti i Gabinetti Universitari del Regno NDOYoMicroscopjograpfle niodello ^rNuovo Stativo IVa munito di apparato Abbe con diafiamma ad iride e con movimento a pi- gnone e cremagliera per spostarlo sotto il piano del tavolino, con tavolino in ebanite, manovella di ferino all' iuclinazione della parte superjore, divisione a millimetri al tubo portaoculare; revolver triple; due ob- biettivi a secco 8 e 7*, un obbiettivo ad im- mersione omogenea Vu"; tlue oculari 2e4- ingrandjmenti fino a 1000 diametri; il tutto posto in elegante armadietto di mogano lu- cidato: — con Statiyo IVa a tavolino circolarc glreyole ^ e con viti di spostamento per muovere il preparato (secondo figura) L. 410.— con Slatiyo IVa a lavoliDo rettauplare flsso L. 400.— CATALOGO GENEK.ALE GRATIS A SEMPLICE RICHIESTA Si accordano pagamenti rateali mensili jBoDitore Zoologieo ItaliaDo (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologiaj Organo ufficiale delta Unione Zoologica Italiana DIRETTO DAI DOTTORI GIULIO GHIARUGI EUGENIO FIGALBI Prof, di Anatomia uinana Prof, di Anatomia conip. e Zoologia tiel R. Istituto di SitudI Super, in Kirenze nella K. XJniversitk di Pisa Ufficio di Direzione ed Amministrazione : Istituto Anaiomico., 'Firenze. 12 Humeri all'anno — Abbuonamento annuo L- 15. XVIII Anno Firenze, Febbraio IQC? N. 3 SOCIETA EDITRICE LIBRARIA - MILANO Prof, GIULIO GHIARUGI I3irettore d.ell' Istitxato ^A-MLatosaciico di DPireiize ISTITUZIONI DI ANATOMIA DELL'DOMO E' pubblicato il Vol. I, il fasc. MO del Vol. II o il fasc. 1-2 del Vol. ffl. A. BONGINI FIRENZE — Via Leone X, 2 — FIRENZE ^ixxhxo y%xxtx^xo\xx in Legno, Zincotipia, A.utotipia, Qalvanotipia Tricromia, Gtuattrocromia lllustrazioni per giornali, opere scientifiche, lavori commerciali -^m& Fornitore del R. Istitnto
  • A D. BALDI, fiaa — D. BEKTELLI, Fadova — S. BIANCHI, Siena Q. CHIAKUGI, Firenze — E. GIAOOMINI, Bologna — L. GIANNELLI, Ferrara P. LACHI, Geneva — F. LIVINI, Firenze — (i. ROMITI, Fisa — U. ROSSI, Ferugta a. SALVI, Saaaari — R. STADERINI, Catania - G. VALENTI, Bologna B DiKE'rro UA G. CHIARXJGH. Sommario del Fasc. 4"^ - Anno V. ]{nnchi A. — Sulla rigenerazione degli abbozzi del Fegato e del Pancreas. Ricerche sperimentali sul « Bufo vulgaris >. Con tav. XXIX-XXXI. — Pag. 607-532. Tiinci G. — Studii sull'oocite dei Celenterati durante il periodo di cre- scita. Con tav. XXXII-XXXVI. — Pag. 533-666. Cnrnzzi D. — L'embriologia dell'Aplysia e i problemi fondamentali del- lembriologia comparata. {Continuaz. e fine). — Pag. 667-709. X^ Archivio Italiano di Anatomia e di Embriologia ni pubUica in quattro fascicoli die fornieranno ogni anno im volume di pagine 800 circa con illnstrazioni e con tavole. — II prezzo annuo di ahbonamento d : Per V Italia L. 30; i>er VEstero Fr. 31.50 comprese le spese di spedizione. Amministrazione: Ditta LUIGI NICCOLAI - Via Faenza, 44 - FIRENZE. Spazio disponibile Spazio disponibile C. REICHERT VIENNA - VIII Beiiuopsse, 24-26 - VIENNA speciautA IN MIOROSOOPI di prima qualita :m:ici^otoin/IT Emometro del Prof. Dott. FLEISGHL Nuovo Emometro perfezionato del Prof. MIESCHER Ferrometro del Dott. JOLLES FEU LA BSATTA DBTBIUIINA/IONE UEL FEKRO NEL SANGUB OliliiettiYl fotoEraJci "ConiliiBar,, e "Solar,, di prima qualita E nscilo recenteineBte D NnOVO CATAL060 Noiii. 24 riccauieiite illuslralo uiiiiiHiiiniiiii Ill iimiiiiiiiiiiiiiimiiiiimuiii iinmiimiiiiiiiiiiiimiiiiiimiiiiinimmii iiiiiiiiiimiiiiiiunt Ditta F. KORISTKA MILANO - Via G-iuseppe Revere, 2 - MILANO ^ Unica Fabbrica Nazioflale -^ -4^ di Microscopi ed Accessor! DITTA FORNITRICE di tutti i Gabinetti Universitari del Regno NnoYoMicroscopEranfleiiioaello ^eT&uovo Stativo TVa munito di apparato Abbe con diaframma ad iride e con movimento a pi- gnone e cremagliera per spostarlo 80tto il piano del tavolino, con tavolino in ebanite, manovella di fermo all' inclinazione della parte superiore, divisione a millimetri al tubo portaoculare; revolver triple; due ob- biettivi a secco 3 e 7*, un obbiettivo ad im- mersione omogenea Vu"; 1 ANATOMIA « •>! EMBRIOLOGIA PUBBLIOATO DA D. BALDI, i^isa — D. BERTELLI, Fadova — !S. BIANCHI, -Siena Q. OHIARDGI, Firenze — E. (JIACOMINI, Bologna — L. GIANNELLI, Ferrara P. LACHI, Cr'enoca — F. LIVINI, Firenze — G. ROMITI, Fisa — U. ROSSI, Perugia G. SALVI, 5o8»ari — R. STADERINI, Catania - G. VALENTI, Bologna BJ OIKETTO DA Gr. CHIARUai. Sommario del Fasc. 4" - Anno V. Itnnchl A. — Sulla rigenerazione degli abbozzi del Fegato e del Pancreas. Ricerche sperimentali sul < Bufo vulgaris ». Con tav. XXIX-XXXI. — Pag. 607-632. TrIncI G. — Studii sull'oocite dei Celenterati durante il periodo di cre- scita. Con tav. XXXII-XXXVI. — Pag. 533-666. Cftrnzzi D. — L'embriologia dell'Aplysia e i problem! fondamentali del- rembriologia comparata. {Continuaz. e fine). — Pag. 667-709; X^Archivio Italiano di Anatomia e di Embriologia si puhhlica in quattro fascicoli che formeranno ogni anno un volume di pagine 800 circa con illustrazioni e con tavole. — II prezzo annuo di ahhonamento i : Per V Italia. L. 30; 2)er VEstero Fr. 31.50 coniprese le spese di spedizione. Amministrazione: Ditta LUI61 NICCOIAI • Via Faenza, 44 - FIRENZE. THE JOURNAL OF EXPERIMENTAL ZOOLOGY PUBBLICATO DA W. K. Brooks, Baltimore; W. E. Castle, Cambridge; E. G. Coukii/t, Philadelphia • C. B. Bavenjiort, Cold Spring Harbor; R. G. Harrison, Baltimore; H. S. Jennings, Baltimore; F. R. Lillie, Chicago; J. Loeb, Berkeley; T. H. Morgan, Nc\v York; G. H. Parker, Cambridge; C. 0. Whitman, Cliicaffo; /■:. /;. Wilson, Ncm^ York. Questo Arcliivio trimestrale pubblichera Comimicazioni originali nel campo della Zoologia sperimcntale. Quattro fascicoli Ibrmeranno ogni anno un volume di circa 600 pagine con molto illustrazioni. Tre volumi sono completi; il quarto si trova in corso di stampa. Prezzo di Abbonaraento dollar! 5.50 (ca. L. 28; -^ Prezzo di un fasc. separ. dollari 2. Si prega di indirizzare tutte le Comunicazioni al Redattore : Prof. R. G. HARRISON, Corner Wolfe and Monument Streets, Baltimo7-e, Md. S. U. itiiiiiuiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiHiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiii,, Spazio disponibile C. REICHERT VlENNi - VIll BeDllopsse, 24-26 - VIENNA SPECIALiTA MI0RO80OPI di prima qualita jsKxa:R(Drr(Dis/Li Emometro del Prof. Dott. FLEISCHL Nuovo Emometro perfezionato del Prof. MIESCHER Ferrometro del Doit. JOLLES PEU J,K KSATTA DETEBJIINAZlOfiB DEL FEBUO KEL SANGUK J OfflelliYi MoiraM "Cfliiil]«,j ''Solar,, ' di prima qualita E nscito recoiiteiueule il Nnovo CATiLOGO Nddi. 24 riccaieiile illnslrato iMiiniiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiii iniimiiniiiiiiiiimniiimiimiiiiiniimiiimmiii iiiiiimiimiiminiiiiiiiiiiiiimiimnniiu Ditta F. KORISTKA MILANO - Via G-iuseppe Revere, S - MILANO Unica Fabbrica Nazionale ^ -^ di Microscopi ed Accessor) DITTA FORNITRICE di tutti i GabinettI Universitari del Regno NMoMlcroscopioEraMeinoMo ^rfiuovo Stativo IVa raunito di apparato Abbe con diafrarama ad iride e con movimento a pU gnont^ e cremagliera per spostarlo sotto il piano del tavolino, con tavolino in ebanite, manovella di ferino all' inclinazione clella parte superiore, divisione a millimetri al tubo portaoculare; revolver triplo; due ob- biettivi a secco 3 e 7*, un obbiettivo ad im- mersione omogenea Vi?"; ' y SOCIETA EDITRICE LIBRARIA - MILAiXO Prof. GIULIO CHIARUGI IDirettore d.ell' Istitvxto .A-natoniico d.1 IPireiize ISTITUZIONI DI AMTOMIA DELL'UOMO E' pubblicato il Vol. I, il fasc. 1-10 del Vol. II e il fasc. 1-2 del Vol. lU. A. BONGINI FIRENZE — Via Leone X, 2 — FIRENZE in Legno, Zincotipia, A.utotipia, G-alvanotipia Tricromia, Gtuattrocromia illustrazioni per giornali, opere scientifiche, lavori commerciali — ■ •»«« Fornitore del R. Istituto di 8tadi snperiori e KR. Ospedali iu Firenxe Massitna sollecitiidine - Prezzi tnitt'sSinti. ARCHIVIO ITALIANO 1>1 ANATOMIA E »' EMBRIOLOGIA PaBBLlCATO DA D. BALDI, P»»a — D, BERTBLLI, Fadova — S. BIANUHl, Hiena a. OHIARDGI, Firenze — E. GIACOMINI, Bologna — L. GIANNELLI, Ferrara P. LACHI, Genova — F. LIVINI, Firenze — G. ROMITI, Pisa — U. ROSSI, Perugia O. SALVI, Saaaari — R. STADERINI, Catania — G. VALENTI, Bologna K DIKBTTO O. CHIARXJai. Sommario del Fasc. 4" - Anno V. Banchi A. — Sulla rigenerazione degli abbozzi del Fegato e del Pancreas. Ricerche sperimentali sul < Bufo vulgaris ». Con tav. XXIX-XXXI, — Pag. 507-532. TrincI (i. — Studii suU'oocite dei Celenterati durante il periodo di ere- scita. Con tav. XXXII-XXXVI. — Pag. .533-666. ^ Carazzi D. — L'embriologia dell'Aplysia e i problem! fondamentali del- rembriologia comparata. {Continuaz. e fine). — Pag. 667-709. 77Arehivio Italiano di Anatomia e di Embriologia sipuhUicain quattro fascicoli die former anno ogni anno un vohime di /pagine 800 circa con illustrazioni e con tavole. — II prezzo annuo di ahbonamento e: Per V Italia L. 30; per I'Estero Fr. 31.50 comprese le spese di spedizione. Amministrazione: Ditta LUIGI NICCOLAI - Via Faenza, 44 - FIRENZE. Spazio disponibile iiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniHiMiiiiiiMiHiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiMiiMiiiiMiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiui Spazio disponibile C. REICHERT raHNA - Vlll Beiiuogasse, 24-26 - VIEMA SPECIALITA IN MIOROSOOPI di prima qualita nvs^ioi^oTo:M:i Emometro del Prof. Dott. FLEISCHL Nuovo Emometro perfezionato del Prof. MIESCHER Ferrometro del Dott. JOLLES PEB LA ESATTA DETERMINAZIONE UEL FEBBO NEL SANOUB I Olelliyi MograJci "ComlJiMr,, e "Solar,, '" di prima quality E nscito recentenienle il NOOVO CATALOGO Nddi. 24 rlccainente Ulnstrato iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMMiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii iiiiiiiniiiiiiiiiiiiitiii I imiiimiimiiiniiiiiimi iiiiiiiiiiiiiiniiiniit Ditta F. KORISTKA MILANO - Via G-iuseppe Revere, 2 - MILANO ~ Unica Fabbrica Nazionale ^ -1^ di Microscopi ed Accessori DITTA FORNITRICE di tutti i Gabinetti Universitarl del Regno NnoYoMlcroscopioEraMeinoMo ITZIII Stativo lYa muni to di apparato Abbe con diaframma ad iride e con movimento a pi- gnoDH e cremagliera per spostarlo sotto 11 piano del tavolino, con tavolino in ebanite, manovella di ferino all' inclinazione della parte superiore, divisione a millimetri al tubo portaoculare; revolver triplo; due ob- biettivi a secco 3 e 7*, un obbiettivo ad im- mersione omogenea V,s"; ^^^ oculari 2e4- ingrandimenti fino a 1000 diametn; il tutto posto in elegante armadietto di mogano lu- cidato: — con StatiTo IVa a ta?olino circolare gireyole 6 con viti di spostamento per muovere il preparato (secondo figura) L. 410.— SlaliYo IVa a tayoliiio rellauplare flsso L. 400.— CATALOGO GENERALE GRATIS A SEMPLICE RICHIESTA Si accordano pagamenti rateali mensiii con JIomtoFe Zoologieo Italiano (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embrioiogia) Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana DIHKTTO DAI DOTTORI GIULIO CmARUGI EUGENIO FIGALBI Prof, di Anatomia umana Prof, di Anatomia conip. e Zoologia nel R. Istituto di titudl Super, in Kirenze nella K. Uuiversitii di Pisa Ufficio di Direzione ed Amministrazione : Istituto Anatomico, Firenze. 12 cuiueri aU'anuo — Abbuouamento annuo L. 15. XVIII Anno Firenze, Hagglo-Giugno 1907. N, 5-6. "V >r SOCIETA EDITRICE LIBRAIUA - MILANO Prof. GIULIO bniARUGI Oirettore d.ell' Istitiato J^n.a.tox3a.iao d.i Firenze ISTITUZIONI DI ANATOMIA DELL'DOMO E' pubblicato il Vol. I, il fasc. MO del Vol. II e il fasc. 1-2 del Vol. IH. A. BONGINI FIRENZE — Via Leone X, 2 — FIRENZE in Legno, Zincotipia, A.utotipia, Galvanotipia Tricromia, duattrocromia lllustrazioni per giornali, opere scientifiche, lavori commerciaii ~S)9& Fornitore del R. Istituto di 8tadi superiori e RR. Ospedali in Firenze Massima sollecitudine - Prezzi tnitissinii. Spazio disponibile fiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiitiiiiiiMiMiiniiiiiiiiiiiiiiiiiniiniiiHiiiiiiiiiiiHitiiiiiiiiiiiiinniiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiniinniiiniiiiiiiiiiiiiit Spazio disponibile ARCHIVIO ITALIANO i>I ANATOMIA i^ ui EMBRIOLOGIA PUBULICATO DA U. BALDI, Pisa — D. BERTELLI, Padova — S. BIANCHI, Siena O. CHIARDGI, Firenz€ — E. GIACOxMINI, Bologna— h. GIANNELLI, Ferrara P. LACHI, Geneva — F. LIVINI, Firenze — (Jt. ROMITI, Fiaa^TJ. ROSSI, Perugia G. SALVI, -S'a«»art — R. STADERINI, Catania — G. VALENTI, Bologna E DIKETTO DA O. CHIA.RXJGI. Sommario del Fasc. 1° - Anno VI. Oiannelll L. — Ricerche istologicbe sull' Ovidutto dei Mammiferi. (Con tav. I-II). — Pag. 1-39. €e8a*Bianchi D. — Le inclosioni del protoplasma della cellula nervosa gangliare. (Con tav. III-VIII). — Pag. 40-128. BufBni A. — Contributo alia conoscenza della Ontogenesi degli Anfibi anuri ed urodeli. Nota 1." (Con tav. IX-XI e 3 fig. nel testo. — Pa- gine 129-166. Bonome A. — Sull'istogenesi della nevroglia normale nei vertebrad. Ri- cerche. (Con tav. XII-XX). — Pag. 157-256. (Continua). X'Archivio Italiano di Anatomia e di Embriologia si pubhlica in quaitro faseicoli die formerarino ogni anno tin volume di pagine 800 circa con illustrazioni e eon tavole. — J I prezzo anmio di ahhonamento d: Per V Italia L. 30; per VEstero Fr. 31.50 comprese le spese di spedizione. Amministrazione: Ditta LUIGI NICCOIAI - Via Faenza, 44 • FIRENZL. C. REICHERT VIENNA - VIII BeiiuoEasse, 24-26 - VIENM SPECIALiTA m:ior6soopi di prima quality Emometro del Prof. Dott. FLEISGHL Nuovo Emometro perfezionato del Prof. MIESCHER Ferrometro del Dott. JOLLES PEU LA ESATTA DETERMINAZIONK l>KL FEBRO NEL SANUDR Olellyi foteaficl ''CoiiiMuar,, e " Solar ,^ di prima quality E nscilo recenteniente il NOOVO CATALOGO Nddi. 24 riccauienle illustrato iniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii:iiiiiiciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii» Ditta F. KORISTKA MILANO - Via G-iuseppe Revere, 2 - MILANO Unica Fabbrica Nazionaie -^ -^ di Microscopi ed Accessori DITTA FORNITRICE di tutti i Gabinetti Universitari del Regno NnoYoMicroscopMieifloflello drNuova Stativo IVa munito di apparato Abbe con diaframma ad iride e con movimento a pi- gnone e cremagliera per spostarlo sotto iV piano del tavolino, con tavolino in ebanite manovella di ferino all' inclinazione della parte superiore, divisione a millimetri al tubo portaoculare; revolver triplo; due ob- biettivi a secco 3 e 7*, un obbiettivo ad im- raersione omogenea Vu"; ^^^ oculari 2e4, ingrandimenti fino a 1000 diametrijil tutto posto in elegante armadietto di mogano lu- cidato: — con Statlyo IVa a tavolino clrcclarc ^ireyole e con viti di spostamento per muovere il preparato (secondo figura) L. 410.— o.on Statlyo IVa a tayolino reltaDplare fisso L. 400.— CATALOGO GENERALE GRATIS A SEMPLICE RICHIESTA ^M Si accordano pagamenti rateaii (nensill JBoDitoFe Zoologieo ItallaDo (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale delia Unione Zoologica Italiana DIUKTTO DAI DOTTORI 6IULI0 GHIARUGI EUGENIO FIGALBI Prof, di Anatomia umana Prof, di Anuiomia coiup. e Zoologia uel R. Istituto di MudI Super, in Firenze nella H. Uuiverskk di Pisa UfScio di Direzione ed Amministrazione : Istituto Anatomico, Firenze. 12 Humeri all'&uno — Abbuonamento annuo L. 15. XVIII Anno Firenze, Luglio IQC? . N. 7', MILANO I SOCIETA EDITRICE LIBIURIA - Prof. GIULIO GHIARUGI X>lrettore clell' Istltiato -A.natoixaico d.i IFirenze ISTITUZIONI DI ANATOMIA DELL'UOMO E' pubblicato il Vol. I, il lasc. 1-10 del Vol. U e il iasc. 1-2 del Vol. ID. A. BONGINI FIRENZE — Via Leone X, 2 — FIRENZE in Legno, Zincotipia, A.utotipia, Galvanotipia Tricromia, Quattrocromia liiustrazioni per giornali, opere scientifiche, lavori commerciali LFornitore del R. Istitnto di StndV superior! e RB. Ospedali in Firenze I Massinta soilecitudine - Prezzi fnitissitni, j ARCHIVIO ITALIANO ANATOMIA * »i EMBRIOLOGIA HUBUMCATO DA D. liALDl, I'uu — D. BEblTELLI, l^adova - -S. HlANCHl, Hitua G. GHIARUGI, f'irenze-E. GIACOMINI, ^oio.^na - L. GIANNELLI, Fermra V. LACHl, G'enora-F. LIVINI, Firenze — ii. ROMITI, Fisa-U. ROSSI, Femgia (}. SALVI, 6-assari - R. STADERINI, t'aiania - G. VALENTI, Bo^o^nn R DIKBTTO DA Sommario del Fasc. 2 - Anno VI. Bonome A. — Sull'istogenesi della nevrogha normale nei vertebrati. (Con tav. XII-XX). — Pag. 257-345. fContinuaz. e fine). ^anflnl C. — Sul probabile significato fisiologico dell' atresia follicolare nell'ovajo di alcuni maparaiferi. (Con 4 figure). — Pag. 346-367. Fayaro G. — H canale ed i vasi oaudali negli Amnioti, con particolare riguardo alia specie umana. (Con 13 figure nel testo). — Pag. 368 388. Banclii V. — 11 V arco aortico branchiale nella interpretazione di alcune varietk delHarco dell'aorta e dei suoi rami, con osservazioni originali. {Con rJ figure uel testo). — Pag. 889-427). iy^Archivio Italiano di Anatomia e di Embpiologia si puhhlica in quattro JascieoH che formerauno ogni amio tm volume di pagine 800 circa con ilhistrazioni e con tavole. — II prezzo atmtio di ahbonaniento e: Per VlloHo L. 30; per vmtero Fr. 31.50 compresele spese M spedizione. Amministrazione: Ditta LUlGI NICCOIAI - Via Faenza, 44 - FIRENZE. ZOOLOOIOO PUIiliLICATO SOTTO GLI AUSPICI BELLA UNIONE ZOOLOGICA ITALIANA VEB. CUR A DEL COMITATO DI REDAZIONE VOLr.MK 111 — Fascicolo SHCoXDo. (pa^. 10 1 ■224) ( (IX 1 lAvoLE E ;{ rxcisroxi m:i. ri-.siw Noe G. — Due nuove specie di ditteri apparteueiiii ad un genere nuovo — Tav. 5-6 e tre figure nel testo pag. 101 Comes S. — Ricerche sperimentali sulle modificazioni morfologiche della zona peilucida e degli inclusi dell'uovo dei rnammiferi. — Tav. 7-8. ^ 1H5 Prezzo del Fascicolo per il pubblico . " L. 12 per i Soci della Unioue Zoologica » 9 N. B. — II ribasso s^intende fatto alia persona dei JSocii: essi volendo u,su- fruirne devono richiedere VArehivio nella loro qaaliti, al Segretario della Unione Zoologica Italiana (I). PreJBzo deirintero Tolnnie 3 — li. M\ (per i soci L. 30) (li AUualm«snte; Prof. Fk. .Sav. Moxiicki.i.i — rstituto Zdolotjico. II. riiivei.sita ili Xa|)oli, THE JOURNAL OF EXPERIMENTAL ZOOLOGY PUBBLIGATO DA vr. K. /i/'oo^s, Baltiraoi'c; ^V. E. Castle, Cambridge; E. G. Conhlin, Philadelphia- r. B. Davenport, Cold Spring Harbor; R. G. Harrison, Baltimore; H. f>. Jennings, Baltimore; F. li. Lillie, Chicago; J. Loeb, Berkeley; T. H. ilfo>-^«/i, New York; G. H. Parker, Cambridge; (\ 6. Whitman, Chicago; K. B. Wilson, New York. Ouesto Archivio trimes^trale pubblichera Comiiniciiziorii origiiiali nel campo della Zoologia sperimentale. Quattro lascicoli I'ormeraano ogni anno un volume di circa 600 pagine con molte illustrazioni. Tre volurai sono c<>mi»leti; il ((uarto si trova in corso di stampa. Prezzo di Abbpnamento dollaii 5.50 (c;i. L. ;^»; — prezzo di un lasc. separ. dollari 2. Si prega di indirizzare tutle le. Cotnunicazioni al Uedattorc : Prol. il. G. H.\RR1S()N. Corner Wolfe and Monument Sti-eets, Baltimmw Md. b. L . C. REICHERT VIENNA - yill BcDllogasse, 24-26 - VIENNA SPECIALiTA MI0RO80OPI di prima quality nyriciE^OTOiMiJ Emometro del Prof. Oott. FLEISGHL Nuovo Emometro perfezionato del Prof. MIESCHER Ferrometro del Dott. JOLLES PEU LA KSATTA DETEKMINAZIONE DEL FERRO NEL SAKOUB OI)l)ie1i7i fotoErafici "ComMiiar,, e "Solar,, ijff- di prima quality E Dscifo receuleiiieDte 11 NUOVO CATALOGO Nddi. 24 riccauieute illnstrato iiiiiiiiiiiMiiiiiiriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiHiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii II Ditta F. KOMSTKA MILANO - Via Griuseppe Revere, 2 - MILANO Unica Fabbrica Nazionale ^^ -^ di Microscopi ed Accessor) DITTA FORNITRICE di tutti i Gabinetti Universitari del Regno NpoYoMicroscDpiograiiile Hiodello dei'^Nuovo Stativo lYa niunito di apparato Abbe con diairamma ad iride e con movimento a pi- gnoDH e cremagliera per spostarlo sotto il piano del tavolino, con tavolino in ebanite manovella di ferino all' inclinazione della parte superiore, divisione a millimetri al tubo portaoculare; revolver triplo; due ob- biettivi a secco 3 e 7*, un obbiettivo ad im- niersione omogenea Vu"; y- SOCIEJA EDITRICE LIBRARIA - MILANO Prof. GIULIO GHIARUGI XDirettore dell' Istituto -A-natorxiico d.i Firenze ISTITUZIONI DI ANATOMIA DELL'UOMO E' pubblicato il Vol. I, il lasc. 1-10 del Vol. II o il lasc. 1-2 del Vol. lU. A. BONGINI FIRENZE — Via Leone X, 2 — FIRENZE in Legno, Zincotipia, A.utotipia, Galvanotipia Tricromia, duattrocromia lllustrazioni per giornali, opere scientifiche, lavori commerciali Fornitore del R. iMtitnto <1i Stiidi snperiori e RR. OMpcMlali in Fii*oii7:c f Mcissimu sollecitudine - JPrezzi mitissinti. j ARCHIVIO ITALIANO 1)1 ANATOMIA F m EMBRIOLOGIA PUBBUCATO DA D. BALDI, Pt»a — D. BERTELLI, Fadova — S. BXANCHI, Siena Q. CHIARDGI, Firenze — E. GIACOMINI, Bologna — L. GrIANNELLI, Ferrara P. LACHI, Genova — F. LIVINI, Firenze — G. ROMITI, Fisa — U. ROSSI, Perugia Qt. SALVI, Saasari — R. STADERINI, Cafania — G. VALENTI, Bologna K DIRBTTO DA Gr. CHIARUGI. Sommario del Fasc. 2' - Anno VI. Bonome 1. — Sull'istogenesi della nevroglia normale nei vertebrati. (Con tav. XII-XX). — Pag. 257-346. (Continuaz. e fine). Oauflni C. — Sul probabile significato fisiologico dell' atresia follicolare nell'ovajo di alcuni mammiferi. (Con 4 figure). — Pag. 346-357. Fayaro G. — II canale ed i vasi caudali negli Amnioti, con particolare riguardo alia specie umana. (Con 13 figure nel testo). — Pag. 358 388. Banchi 4.. — II V arco aortico branchiale nella interpretazione di alcune varietk dell'arco dell'aorta e del suoi rami, con osservazioni originali. (Con 19 figure nel testo). — Pag. 389-427). iy'Apchivio Italiano di Anatomia e di Embriologia si pubblica in quattro fascicoli die former anno ogni anno un volume di pagine 800 circa con illustrazioni e con tavole. — II prezzo annuo di ahbonamento d: Per V Italia L. 30; perVEstero Fr. 31.50 comprese le spese di spedizione. Amministrazione: Oitta LUIGI NICCOIAI - Via Faenza, 44 - FIRENZE. I PUBP.LICATO SOTTO GLI AUSPICI DELLA UNIONE ZOOLOGICA ITALIANA PER CURA DEL COMITATO DI EEDAZIONE Volume III — Fascicolo secondc*. (pag. 101-224) CON 4 TAVOLE E 3 INCISIONI NEL TESTO IIsTIDIGE Noe G. — Due nuove specie di ditteri appartenenti ad un genere nuovo — Tav. 5-6 e tre figure nel testo . pag. 101 Comes S. — Ricerche sperimentali sulle modificazioni morfologiche della zcna pellucida e degli inclusi dell'uovo dei mammiferi. — Tav. 7-8. » 166 Prezzo del Fascicolo per il pubblico L. 12 per i Soci della Unione Zoologica » 9 N. B. — 11 ribasso sHntende fatto alia persona dei Socii: essi volendo itsu- fruirne dtvono richiedere VArchivio nella loro qualiti, al Segretario della Unione Zoologica Italiana (1). Prezzo dell'intero Volume 3 — I<. 40 (per i soci L. 30) (1) Attuahueute ; I'rol'. Fk. Sav. Monticelli — Istitvito Zoologico, R. Uin\(i>ilH ili Maipoli. THE JOURNAL OF EXPERIMENTAL ZOOLOGY PUBBLICATO DA W. K. Brooks, Baltimore; "\V. E. Castle, Cambridge; E. (Jr. Vonklin, Philadelphia; C. B. Davenport, Cold Spring Harbor; R. G. Harrison, Baltimore; H. S. Jennings, Baltimore; F. R. Lillie, Chicago; /. Lueb, Berkeley; T. H. Morgan, New York; G. H. Farker, CaraJ)ridge; C. 0. 'Whittudn, Chicago; E. B. Wilswi, New York. Questo Archivio trimestrale pubblichera Comunicazioni originali nel c;ainpo della Zoologia sperimentale. Quattro fascicoli forraeranno ogni anno un volume di circa 600 pagine con molte illustrazioni. Tre volurai sono corapleti; il ([uarto si trova in corso di stampa. Prezzo di Abbonamento dollari 5.50 (ca. L. 28; — Prezzo di un lasc, separ. dollari 2. Si prega di indirizzare tutte le Comunicazioni al Redattore: Prof. R. G. HARRISON, Corner Wolfe and Monument Streets, Baltimore, Md. S. U. C. REICHERT VIENNA - VIII Bennopsse, 24-26 - VIENNA SPECIALiTA m:icrosoofi di prima qualita ijvCioi^otoim:! Emometro del Prof. Dott. FLEISGHL Nuovo Emometro perfezionato del Prof. MIESCHER Ferrometro del Dott. JOLLES PEK I.A ESATTA UPiTEU)IINA/>IONE DKL FEltUO NEL SANUUB Olelilyi folografici "CoDiliiiiar,, e "Solar,, di prima quality E nscito recentenieflte il NUOVO CATALOGO M. 24 riccauienie illnstrato MIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIinilltllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllMlllllllllllllMlliniMIIIMIIII IIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIII Ditta F. KOmSTKA MIHiAlSrO - Via G-iuseppe Revere, 2 - MILANO Unica Fabbrica Nazionale -^ ■^ di Microscopi ed Accessori DITTA FORNITRICE di tutti i Gabinetti Universitari del Regno NflOYo ffiicroscopio imt modello derNuovo Stativo IVa muni to di apparato Abbe con diaframma ad iride e con raovimento a pi- gnonn e cremagliera per spostarlo sotto il piano del tavolino, con tavolino in ebanite manovella di ferino all' inclinazione della, parte superiore, divisione a raillimetri al tubo portaoculare; revolver triplo; due ob- biettivi a secco 3 e 7*, un obbiettivo ad im- •nersione omogenea Vu"; due oculari 2e4, .ngrandimenti fino a 1000 diametri; il tutto posto in elegante arraadietto di mogano lu- cidato: — con Stati70 IVa a tavoliuo circolarc gireyole . e con viti di spostaniento per muovere il preparato (secondo figura) L. 4lO.— r , iiiiiiin Statiyo IVa a tavoliuo reltaugolare flsso '**%jt L. 400.— CATALOGO GENERALE GRATIS A SEMFLICfc; RICHIESTA Si accordano pa^amenti rateali mensili jBoDitofe Zoologieo Italiano (Pubolioazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana DIRETTO DAI DOTTOKI GIULIO CHIARUGI EUGENIO FIGALBI . Prof, (ii Aoatomia uinana Prof, di Anatomia conip. e Zoologia uel R. Istituto di >tudl Super, in Firen2e nella K. University di Pisa TJfficio di Direzione ed Amministrazione : Istituto Anatomico, Fir«nze. 18 numeri all'anno — Abbuonamento anntio L.. 15. XVIII Anno Firenze, Settembre-Ottobre 1907. N. 9-10. SOCIETA EDITIUCE LIBRARIA - MILAN Prof. GIULIO CHIARUGI IDirettore dell' Tstitiito .A^natomico d.i IFirenze ISTITUZIONl DI ANATOMIA DELL'DOMQ E' pubblicato il Vol. I, il fasc, 1-10 del Vol. II o il fasc. 1-2 del Vol. m. A. BONGINI FIRENZE — Via Leone X, 2 — FIRENZE [0 J in Legno, Zincotipia, A.utotipia, G-alvanotipia Tricromia, duattrocromia lllustrazioni per giornali, opere scientifiche, lavori commerciali Fornitore del R. Istitato di IStndi snperiori e RR. Ospedali in Firenze Massima solleeitudine - /*fezzi fnifissitni. ARCHIVIO ITALIANO I>I ANATOMIA K »! EMBRIOLOGIA PUBBLICATO 1>A D. BALOi, tina — D. BERTELLI, Fadova — S. BlANUHl, Siena a. CHIARDGI, Firenze — E. GIACOMINI, Bologna — L. GIANNELLI, Ferrara P. LACHI, Genova — F. LIVINI, Firenze — (i. ROMITI, Fisa—XJ. ROSSI, Perugia G. SALVI, Sasaari — R. STADERINI, Catania — G. VALENTI, Bologna DA Sommario del Fasc. 2' - Anno VI. l^onome A. — SuU'istogenesi della nevroglia norniale nei vertebrati. (Con tav. XII-XX). — Pag. 257-345. (Continuaz. e fine). Crauflni C. — Sul probabile significato fisiologico dell' atresia follicolare nell'ovajo di alcuni mammiferi. (Con 4 figure). — Pag. 346-357. Fayaro 6. — II canale ed i vasi caudali negli Amnioti, con particolare riguardo alia specie umana. (Con 13 figure nel testo). — Pag. 358 388. Baiiclii i. — II V arco aortico branchiale nella interpretazione di alcune variety deirarco dell'aorta e dei suoi rami, con osservazioni originali. (Con. 19 figure nel testo). — Pag. 389-427). X^Arehivio Italiano di Anatomia e di Embriologia si imbhlica in quattro fascicoU che formeranno ogni anno un volume di ijagine 800 circa con illustrazioni e con tavole. — II jprezzo annuo di ahbonamento d: Per r Italia L. 30; per V Ester o Fr. 31.50 comprese le spesc di spedizione. Amministrazione: Ditta LUIGI NICOOIAI - Via Faenza, 44 - FIRENZE. X PUBBLICATO SOTTO GLI AUSPICI DELLA UNIONE ZOOLOGICA ITALIANA PER CUR A del'comitato di redazione Volume III — Fascicqlo secondo. (pag. 101-224) cox 4 TAVOLE E 3 I^XISIONI XEL TESTO' Noe G. — Due nuove specie di ditteri appartenenti ad un genere nuovo — Tav. 5-6 e tre figure nel testo pag. 101 Comes S. — Ricerche sperimentali sulie modificazioni morfologiche della zona pellucida e degli inclusi dell'uovo dei mammiferi. — Tav. 7-8. » 166 Prezzo del Fascicolo per il pubblico L. 12 per i Soci della Unione Zooiogica » 9 N. B. — II ribasso sHMende fatto alia persona dei Socii: essi volendo usu- fruirne devono richiedere VArchivio ne)la loro quality, al Segretario della Unione Zooiogica Italiana (1). Prezzo deirintero Tolnme 3 — li. 4<> ______ (per i soci L, 30) (1; Attualnieute : Prol'. i'R. Sav. MoN'I'ICELLI — Istituto Zoologioo, K. I iii\ iTsit;i di Xapoli. maem THE JOURNAL OF EXPERIMENTAL ZOOLOGY PUBBLICATO DA vr. A'. Brooks, Baltimore; W. E. Castle, Cambridge; E. G. Vonklin, Philadelphia- C. D. Davenport, Gold Spring Hariwr; R. G. Harrison, Baltimore; H. S. Jennings, Baltimore; F. H. Lillie, Chicago; /. Loeb, Berkeley; T. H. Morgan, New York; G. E. Parker, Cambridge; C. O. Whitman. Chicago; E. B. Wilson, New York. Qiiesto Archivio trimestrale pubbliciiera Comunicazioni oi-iginali nel campo della Zoologia sperimentale. Quattro fascicoli I'orraeranno ogni anno un volume di circa 600 pagine con molte illustrazioni. Tre voliirai sono comploti; il quarto si trova in coreo di starapa. Prozzo di Abbonamento dollari 5.50 (ca. L. 28) — Prezzo di un lasc. sepai'. dollari 2. Si prega di indirizzare tutte le Comunicazioni al liedatlore: Prof. R. G. HARRISON, Corner Wolfe and JMonument Streets, Baltimore, Md. S. U. C. REICHERT VIENNA - Till Benuoiasse, 24-26 - VIENNt SPECIALITA IN MIOROSOOPI » di prima qualita nvLicii:.OTOivci Emometro del Prof. Dott. FLEISGHL Nuovo Emometro perfezionato del Prof. MIESCHER Ferrometro del Dott. JOLLES FEB LA KSATTA DETEBMINAZIOIVE DJEL FERUO NEL SANUUE Obliietlm Mopaficl "Comlijiiar „." Solar,, di prima qualita E nscito receiitenieute il KOOYO CATALOM Num. 24 riccaiiierie illnstrato lllllllllllinillllttlllllllllllllllllllllltllllllllllllllllllllllllllUIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIHItllMIIIIIIIIIIIII Ditta F. KOBISTKA MUjANO - Via Griuseppe Revere, S - MILANO Unica Fabbrica Nazionale -^ -*^ di Microscopi ed Accessori DITTA FORNITRICE di tutti i Gabinetti Universitari del Regno MlcroscopOT^Giiiotello iv'^^^^'^ifi ^dT"a''p° parato Abbe con diafrarama ad iride e con movimento a pignone e cremagliera per spo- starlo sotto il piano del tavolino, con tavolino in ebanite, manovella di ferino all'inclinazione della parte superiore, divisione a millimetri al tubo portaoculare; revolver triplo; due obbiet- tivi a secco 3 e 7*, un obbiettivo ad immer- sione omogenea Vu"; due oculari 2 e4, ingran- dimenti fino a 1000 diametri; il tutto posto in elegante armadietto di mogano lucidato: — con 'Statiyo ITa a tavolino reltausolare Jsso L. 400 con statlTo IVa a tavolino circolarc gimole e con viti di spostamento per mupvere il preparato L.410 CATALOGO OENERALE GRATIS A SEMPLICE RICHIESTA Si accordano pagamenti rateali mensiti IBoDitoFe Zoologieo Italiano (Pubblioazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale della Unione Zoologica ttaliana DIBETTO DAI DOTTORI GIULIO GHIARUGI EUGENIO FIGALBI Prof, di Anatomia umana Prof, di Anatomia comp. e Zoologia uel R. Istituto di StudI Super, in Kirenze nella R. Uuiversitii di Pisa Ufflcio di Direzione ed Amministrazione : Istituto Anatomico, Firenze. 12 numeri all'anno — Abbuonamento annuo L. IB. XVIII Anno Firenze, Novembre IQC?. N. 11 (0 J SOCIETA EDITRICE LIBRARIA - MILAN Prof. GIULIO GHIARUGI Ulrettore d.ell' Istitiato .A.raatom.ico d.i Firenze ISTITUZIONI DI ANATOMIA DELL' UOMO E' pubblicato il Vol. I, il lasc. 1-10 del Vol. II e il lasc. 1-2 del Vol. lU. A. BONGINI FIRENZE — Via Leone X, 2 — FIRENZE in Legno, Zincotipia, A.utotipia, G-alvanotipia Tricromia, Gtuattrocromia lllustrazioni per giornali, opere scientifiche, lavori commerciali Fornitore del B. Istituto di IStadi* snperiori e RK. Ospedali in Fivenze Massitna solfecitudine - Prezzi tnitissinii. ARCHIVIO ITALIANO 1>I ANATOMIA • »> EMBRIOLOGIA PUBBLICATO DA D. BALDl, Fiaa — D. BERTELLI, Fadova — S. BIANOHI, Siena G. OHIARUGI, Firenze — E. GIAGOMINI, Bologna — L. GIANNELLI, Ferrara P. LACHI, G'enoua — F. LIVINI, Pormo — G. ROMITI, Fisa — XJ. ROSSI, Perugia G. SALVI, Saaaari — R. STADERINI, Ca/onia - G. VALENTI, Bologna B DIRBTTO DA a. CHIARUG-I. Sommario del Fasc. 3"^ - Anno VI. Lirini Jr'. — Morfologia del M. Serratus anterior nell'uomo. (Con tav. XXI- XXIII). — Pag. 429-441. Banchi A. — Sui rapporti del rene coUo scheletro assile e col bacino nel feto e nel neonato, e di alcune correlazioni nello accrescimento di diversi organi nelle prime etk. (Con 11 figure), — Pag. 442-468. Sparroli R. — Sull'innervazione segmentale della cute negli uccelli. (Con 5 figure nel testoj. — Pag. 469-481. Giacclo C. — Sopra special! cellule granulose della mucosa intestinale. (Con tav. XXIV). — Pag. 482-498. Kottazzi F. — Saggi su Leonardo da Vinci. Leonardo da Vinci Anatomico — Pag. 499-647. 2/Archivio Italiano di Anatomia e di Embriologia si puhhlica in quattro fascicoU che formeranno ogni anno un volume di pagine 800 circa eon illustrazidni e con tavole. — II prezzo annuo di ahionamento d : Per V Italia L. 30; per VEstero Fr. 31.50 eomprese le spese di spedizione. Amministrazione: Ditta LUI6I \\\mih\ ■ Via Faenza, 44 - FIRENZE. zooiLiOca-ico PUBBLICATO SOTTO GLI AUSPICI BELLA UNIONE ZOOLOGICA ITALIANA PER CURA DEL COMITATO DI HEDAZIONE Volume III — Fascioolg seoondo. (pag. 101-224) CON i TAVOLE E 3 IXCISIOXI NEL TESTO . Noe G. — Due nuove specie di ditteri appartenenti ad un genei-e nuovo — Tav. 5-6 e tre figure nel testo pag. 101 Comes S. — Ricercho sperimentali sulle modificazioni morfologiche della zona pellucida e degli inclusi dell'uovo dei mammiteri, — Tav. 7-8. » 166 Prezzo del Fascicolo per il pubblico L. 12 per i Soci della Unione Zoologica » 9 N. B. — II ribasso sHntende fatto alia persona dei Socii: essi volendo usu- fruirne devono richiedere VArchivio nella loro qualiti, al Segretario delta Unione 21oologica Italiana (1). Prezzo deirintero Tolanie 3 — li. 40 (per i soci L. 30) (1) Attualnieute : Prof. Fr. Sav. Mon'TICELLI — Istituto Zoologico, R. Uriiversita di Napoli. THE JOURNAL OF EXPERIMENTAL ZOOLOGY PUBBLICATO DA W. K.. Brooks, Baltimore; W. E. CasKe, Cambridge; E. G: ((mkhn, Philadelphia ('. B. BaverqMvt, Cold Spring Harbor; R. G. Harrisan, Baltimore;. E. S. Jennings, Baltimore ; F.' R. LiUie, Chicago ; .7. Loeb, Berkeley ; T. H. Morgan, New York; G, H. Parker, Cambridge; C. 0. Whitman, Chicago; E. B. ^Yils(nK N*mv Yoi'k. Questo Archivio trimestrale pubblichera Comunicazioni origiuali nel campo della -Zoologia sperimentale. Quattro fascicoli rorraerauno ogui anno un volimie di circa 600 pagine cou molte illustrazioni. Tre volurai sono comploti; il quarto si trova in "Corso di stampa. Prezzo di Abbonamenlo dollar! .k^^^*^ ' ' '>i — ri(.v./.n di un laM-. separ. dollari 2. Si prega di indirizzare tutle le Comunicuziuni at Redattore: ^of. R. G. HARRISON, Corner Wolfe and Monument streets. Bn'twmrr, Md.S.U. C. REICHERT VIENNA - VIII Beuuogasse, 24-26 - VIENNA SPECIALiTA IN MIOIiOSOOPI di prima qualita nyiTICI^OTOls^I Emometro del Prof. Dott. FLEISGHL Nuovo Emoir.etro perfezionato del Prof. MIESCHER Ferrometro del Dott. JOLLES PEH LA KSATTA DETERMINA/ilOME DKL FEItltO NEL 8AN0UB w 01)l}ie!li?i folopfici " CoDiliiiiar „ e " Solar „ di prima qualita E nscito rcceiitciueiite il NUOVO CATALOGO Nam. 24 rlccaoieiils ilWralo iiiMiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiitiiiiiiiiiiMHiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinnniiiiiiiiiiiiiitiiiiniiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii Ditta F. KOmSTKA MILANO - Via G-iuseppe Revere, S - MIHiANO Unica Fabbrica Nazionale ^ -4^ di Microscopi ed Accessor! DITTA FORNITRICE di tutti i Gabinetti Universitari del Regno MlcroscopioaraMemQilGilo i^/j'^^^^'^i^^o' ^d^L^- parato Abbe con diairamma ad iride e con movimento a pignonn e cremagliera per spo- starlo sotto il piano del tavolino, con tavolino in ebanite, manovella di fei-mo all'inclinazione della parte superiore, divisione a raillimetri al tubo portaoculare; revolver tripio; due obbiet- tivi a secco 3 e 7*, un obbiettivo ad immer- sione oraogenea Vis"; ^"^ oculari 2 e4, ingran- dimenti fino a IcioO diametri;il tutto posto in elegante armadietto di mogano lucidato: — con Staliyo IVa a tavoliuo reltauplare fisso L. 400 con Statlyo IVa a tayolino circolarc girevole e con viti di spostamento per muovere , ..« il preparato Li ts*v CATALOGO GENERALE GRATIS A SEMPLICE RICHIEJiTA SI accordano pagamenti rateali mensili JIoDitofe Zoologieo Italiano (Pubblioazioni Italiane di Zoologia, Aaatomia, Embriologia) Organo ufficiale delia Unione Zoologica Italiana l>IRKTTO DAI DOTTORI GIULIO GHIARUGI EUGENIO FIGALBI Hrot. di Anatomiu umana Prot. "Ii Anatoiuia comp. e Zoologia uol K. [stituto di btudi Super, in Kirenne nelhi K. U..iversitii di Pisa Ufficio di Direzione ed Amministrazione : Istituto Anatomico., Firenze. IS numeri all'anno — Abbuonameiito annuo L 15. XVIII J^nno Firenze, Decembre 190*7. N. 12 SOCIETA EDITRICE LIBRARIA - MILAN Prof. GIULIO GHIARUGI IDirettore dell' Istitvito -A-zaatoraaico d.i 'Fi.Texx-z.e ISTITUZIONI DI AIJATOMIA DELL'UQMO E' pubblicato il Vol. 1, i) fasc. MO del Vol. II e il fasc. 1-2 del Vol. lU. A. BONGINi FIRENZE — Via Leone X, 2 — FIRENZE ^0 ^ in Legno, Zincotipia, A.utotipia, Galvanotipia Tricromia, duattrocromia lustrazioni per giornali, opere scientifichc, lavori commerciali -■>->®« Fornitore del K. Istitnto di IStndi suiK'i'ioii e KR. Ospeduli in FiroitKO Massintd soUccHndiiie - l*rezzi tnitismnii. A ARCHIVIO ITALIANO OI ANATOMIA F. »i EMBRIOLOGIA PUBBIilCATO DA D. BALUI, Fiaa — D. BERTELLI, Fadova — S. BIANUHI, Hiena O. OHIARDGI, Firenze — E, GIACOMINI, Bologna — L. GIANNELLI, Ferrara P. LACHI, Genova — F. LIVINI, Parma — d. ROMITI, Fisa — U. ROSSI, Perugia G. SALVI, Sassari — R. STADERINI, Catania - G. VALENTI, Bologna F3 DlItETTO DA G. CHIARUai. Sommario del Fasc. 3° - Anno VI. LlTini F. — Morfologia del iW. Serratus anterior nell'uomo. (Con tav. XXI- XXIII). — Pag. 429-441. Banchi A. — Sui rapporti del rene collo scheletro assile e col bacino nel fete e nel neonato, e di alcune correlazioni nello accrescimento di diversi organi nelle prime eta. (Con 11 figure). — Pag. 442-468. SparToli R. — Sull'innervazione segmentale della cute negli uccellL (Con 5 figure nel testo). — Pag. 469-481. Ciacclo C. — Sopra special! cellule granulose della mucosa intestinale. (Con tav. XXIV). — Pag. 482-498. Botttizzi F, — Saggi su Leonardo da Vinci. Leonardo da Vinci Anatomico — Pag. 499-647. X^Archivio Italiano di Anatomia e di Embriologia si pubblica in quattro fascicoU ehe fortneranno ogni anno tin volume di pa gi7i€ 800 circa con illustrazioni e con tavole. — II prezzo annuo di ahbonamento d : Per I' Italia L. 30; per I'lEstero Fr. 31.60 comprese le spese di spedizione. Amministrazione: Ditta LUIGI :!!<^.OOLAI - Via Faenza, 44 - FIRENZE. PUBliLICATO SOTTO GLI AUSPICI DELLA UNIONE ZOOLOGICA ITALIANA PER CURA DEL COMITATO Dl REDAZIONE Volume in — Fascicolo ^econdo. (pag. 101--2-24) (X3K 4 TAVOLE E 3 IXCISIONI XET. I'KSl'O Hoe Gr. — Due nuove specie di ditteri appartenenti ad un genera duoa'o — Tav. B-6 e tre figure nel testo . pag. lOl Comes S. — Eicerche sperimentali sulle modific&zioni morfologiche della zona pellucidu e degli inclusi deil'aovo dei mammiteri. — Tav. 7-8. » 16B Frezzo del Fascicolo per il pubblico L. 12 per i Soci della Unione Zoologica » 9 N. B. — II ribasso s^intende fatto alia persona t/ei Socii: essi volendo tisu- fruirne devono richiedere VArchivio nella loro qualiti, al Segretario della Unione Zoologica Italiana (1). Prezzo deirintero Tolame 3 — L.. 40 (per i soci L. 30) (1) Attualmente : Prof. Fn. Sav. Monticelli — Istituto Zoologico, U. Uuivcrsita
  • Ilcn nella regione cardiaea dei Mammi- leri. — Pag. 213. NOTIZIE E VARIETA Premi e Goncorsi. — Pag. 2.5G. Necrologie. — Pag. 216. Varia. — Pag. 192. Pietro Pavesi: Necrologia (Gorrado Pai'ona). — Pag. 2.50. Unions Zoologica Italiana. — Pag. 1 66. Gongrcsso Znologico internazionale. — Pag. 36. Fireiize, 1!)07 — Tipogratia Luigi Niccolai. Monitore Zoologieo Italiano (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale deila Unione Zoologica Italiana DIRKTTO DAI DOTTORI GIULIO CHIARUGI EUGENIO FIGALBI I'rof. (li Anatomia niiiana I'roC. ili Anatimiia coiiip. e Zoologia Del K. Istituto di Studl Super, in I'irenze nella U. Universitk h) hnenotteri. i) Ditteri. 7i\ Afanitteri. I) Lepidotteri. VIII. Echinodermi. IX. Moiluschi. 1. Scritli general! o su piii che una delle elassi. 2. Anlineuri. 3. Gasteropodi (Prosobi'anchi. Eteroixxli. Opistohrandii. Pl(M-()i)odi. Polmo- nati;. - 3 - 4. Scalopodi. 5. Laraellibrauchi, Acefali o Pelecipodi. G. Gelalopodi. X. Tuiiicati. XI. Lep'ocardi o Anfiossid'. XII. Vertebrati. I. Parte generale. 11. Parte anatomica. 1. Parte gonorale. 2. Struttura estei'iore. 0. Apparecchio tegumentale. 4. Apparecchio sclieletrico. 5. Apparecchio rausculare. 6. Apparecchio intestinalo con le annesse glandole. 7. Apparecchio respiratorio. 8. Tiroide. Paratiroide. Timo. Corpuscoli tiraici. 9. Apparecchio circolatorio. Milza e altri organ! linfoidi. 10. Gavita del corpo e membrane sierose. 11. Apparecchio urinario e genitale. 12. Ghiandole surrenali, Organi cromafflni, etc. 13. Apparecchio nervoso centrale e periferico. 14. Oi'gani di senso. 15. Organi produttori di luce, di elcttricita. 16^ Anatomia topogralica. 17. Teratologia. 111. Parte zoologica. 1. Scritti goncrali o su i)iu chc una delle classi 2. Giclostomi. 3. Pesci. 4. Antibi. 5. Rettili. 6. UcceUi. 7. Mammileri. 8. Antropologia ed F^tnologia ; con A2^pendu-e : Antropologia applicata alio studio dei pa^zi, del crimi- nah, etc. G. — Zoolog;ia applicata 1. Zoologia mcdica. 2. Zoologia apphcata ail' agricollura c alle induslrie. Allcvaim'iili. (iiardini zoologici. Acquari. COMUNICAZIONI ORIGINALI I8TITUTO ANATOMICO DELL' UNIVERSITA 1)1 CATANIA, DIKETrO DAL PROF. R. STADERINI. DoTT. GAETANO CUTORE AJUTO E LIBERO DOC£NT£ Di un osso malare bipartite (Con 3 figure) ^ vietata la riproduzioue. Dopo i casi di bipartizione del malare neH'uomo illustrati da San- difort (44), Laurent (29), Cuvier (12), Garbiglietti (18-19), Breschet (8), Barkow (4), Calori (10), Be Lorenzi (14-15), Ni- colucci (36), Mantegazza (31), Morselli (33), (4ruber (22), Hil- gendorf (24), Zoia (51-52), Hyrtl (26), Bonitz (16), Flesch (17), Amadei (2), Riccardi (37 a 40), Giovanardi (21), Taruffi (47) Virchow(50), Kopernicki (28), Balz (3), Albrecht (1), Romi- ti (41-42), Lachi (42), Tarenetzky (46), Koganei (27), Harris- son (23), Buschan(9), Matiegka (32), Russel(43) Toldt (49), Ni- •cola (34-35), Bartels (5), Hrdlicka (25), Schumacher (45) e pa- recchi altri che, per brevita, tralascio di ricordare, parrebbe superfluo registrare ancora quelli che capitano all'osservazione. Tuttavia, ove si consideri, che all'osso malare bipartite s'e vo- lute attribuire un significato etnico, tanto da farlo considerare quasi come normale negl'individui di razza gialla (Hilgendorf (24), Bo- nitz (16), Tarenetzky (46)) e da meritargli in conseguenza il iTome di OS japonicmn ; che finora, per quanto sappia,, soltanto due casi (Mantegazza (31), Morselli (33)) sono stati descritti in crani di Siciliani, e che le conoscenze suH'ossificazione del malare si sono mo- dificate per ricerche molto recenti (Toldt (48-49) :, per tiitte queste considerazioni ho creduto opportune di illustrare il case rinvenuto fra i 360 crani posseduti da questTstituto anatomico. Si tratta, come dimostra la fig. 1*, di un'anomala sutura an- tero-posterioi-e del malare di destra, la quale si osserva molto net- tamente nel cranio n. 185, appartenente ad un fanciallo di Palaz- zolo Acreide, provincia di Siracusa (6). Manca la mandibola e la porzione basilare deiroccipitale. Nella sutura lombdoidea, tanto a destra quanto a sinistra, ad un centimetre circa dall'asterion, si nota un wormiano. Nel temporals di sinistra, per la presenza di una sutura a docorso antcro-posteriore, si distingue nella parte piu alta — o — della squama, una listerella ossea lunga 15 mm., e larga 5 mm., die rimane completamente distaccata dal resto della squama. II cranio in parola mostra una ossificazione non perfettamente normale, difatti le diverse ossa sono attraversate piii qua piia la da un numero straordinariamente grande di forami vascolari di sva- riate dimensioni, che danno ad esse un aspetto certamente anor- male. In alcune ossa specialmente, si hanno delle aree dove il ta- volato esterno, per un gran numero di forellini, molto vicini 1' uiio all'altro, prende I'aspetto del tessuto osseo spongioso. Cio si nota specialmente nei parietali, verso gli angoli posterior-superiori, per una superficie piia estesa nel temporale di sinistra (cm. 6 X 4,5), che in quelle di destra (cm. 3 X 3) e nelle due volte orbitarie, per la parte spettante all'osso frontale. Queste aree, che si posson chiamare cri- brose, dovute ad un irregolare processo evolutive delle ossa, sono state descrJLLe nel frontale, col nome di cribra orUtalia dallo Zinn Welcker, Toldt, Koganei, Osawa, Ad,achi e Le Double (30). Le aree ci'ibrose del parietale {cribra paretalia) sono eccessiva- mente rare, difatti finora, secondo il Le Doable, dal quale tolgo queste notizie, ne hanno soltanto parlato AVelcker, Toldt, Sch- midt, Adachi, e lo stesso Le Double, descrivendone complessi- vamente 10 casi su 9800 crani (0,1 Vo)- Forami anomali piii ampii, ma meno numerosi, si trovano nelle altre parti del frontale, nelle grandi ali dello sfenoide, nel mascellar superiore, nelle ossa nasali, e, disposti in serie lineare, in numero di 8-10, lungo la linea curva temporale dei due lati, ma piti a destra. Non voglio tralasciar di notare che identicamente disposti in serie lineare e press'a poco in egual numero, ho riscon- trato dei forami nella fossa temporale destra, lungo la linea curva superiore, in altri due cranii di fanciuUi: uno, recentissimo, apparte- nente ad individuo di 7 anni, 9> da Catania; I'altro a bastanza an- tico, del V'^ 0 VI^ secolo, trovato nelle catacombe di Siracusa. Forami emissari venosi notevolmente ampii si notano inoltre nei due temporali: in quelle di destra sono in numero di tre e, se- condo la classificazione adottata dal Bovero e dal Calamida (7), vanno distinti in 2 sottozigomatici laterali ed 1 prezigomatico; nel temporale di sinistra sono in numero di due, 1 prezigomatico, che corrisponde a quelle di destra, ed 1 molto ampio (quanto un foro condiloideo anteriore di adulto) sottozigomatico. Viceversa sono piccohssimi alcuni dei forami venosi emissarii che si rinvengono normalmente, cioe quelli parietali o quelli condi- loidei i)()steriori. 6 I forami mastoidei sono bene sviluppati ed in numero di due per lato. II foro lacero posteriore, a destra e molto ristretto ed in forma di fessura, in modo da non lasciare ben distinguere la con- formazione circolare della parte destinata ad accogliere il principio della vena giugnlare interna. Riporto le principali rnisure del cranio in esame : Capacita cranica cm. 1080 Lungliezza masyima mm. 161 Larghezza „ „ 129 Altezza (') „ 131 Lunghezza frontale minima ,. 81 Altezza auricolare „ 103 Larghezza della base ci'anica .... „ 89 Circonferenza orizzontale „ 455 „ sagittale „ 335 „ trasversale „ 295 Altezza della faccia (superiore) ... „ 54 Larghezza „ (secondo Virchow) „ 84 Larghezza bizigomatica ,, 90 Altezza del naso „ 38 Larghezza „ „ 19 . Altezza dell'orbita \ ^^^.^^1^ • • • • „ 3 ( sinistra .... „ 3 Larghezza ,, '' . . , " ^o ^ " sinistra .... „ .33 Lunghezza del palato „ 42 Larghezza „ „ „ 25 Angolo di profllo „ 80° Indice cefaiico (di larghezza) .... „ 80,1 „ verticale (di altezza) „ 80,0 „ faciale superiore bizigomatico (secondo Kollmann) „ 52 „ orbitale „ 90 „ nasale „ 50 „ palatino „ 50,9 Risulta dunque che il cranio in esame, secondo le misure ed indici adottati dal Congresso di Francoforte C), e prognato, brachi- cefalo, ipsicetalo, leptoprosopo, ipsiconco, mesorrino, leptostafilino. Osservando il ci'anio dalla norma verticale, non si puo far rien- trare in nessuna delle varieta stabilite dal Sergi (^), perche si pre- (•) Per la inancanza ilella porzione basilare dell'occipitale, I'altezza qui segnata non 6 la comple- inentare dei Tedeschi (basilo-bregmatica del Broca), ina quella di Baer-Ecker, misurata cio6 dal- I'opisthion al vert ice. (2) Kranlifurter Verstiindigung iieber eiii gemeinsanies crauioiiietrisches Verfahren. — Archiv. f. Anlhropologie. Bd. XV, iS84. {^) Sergi. — Specie e varieta umane. — Torino, i'JUO. 7 - senta asimmetrico, priiicipalmente a cagione della gobba parietale che e spiccata a destra, metitre manca a sinistra. Come anche rie- sce difficile, per la mancanza della mandiboia, di adottare per la faccia la classiticazione dello stesso Autore. Fig. 1. Una pill parti colareggiata descrizione merita la sutura anomala del malare. Tale sutura trovasi, come ho detto, nel malare di de- stra (v. fig. 1^), ha decorso antero-posteriore, descrive una leggera curva a concavita inferiore (carva piii accentuata nella meta po- steriore del suo decorso) e divide il corpo del malare in due pezzi, di cui il superiore, come nel maggior numero del casi di sutura orizzontale del malare, e notevolmente piu sviluppato in altezza deir inferiore. La sutura e nettissima nella superficie laterale del malare, dove si presenta dentellata, lunga 14 mm. ed estesa dalla meta circa della sutura temporo-malare alia sutura maxillo-malare, che ha forma angolare coll'apice rivolto posieriormente. I/estremita posteriore della sutura anomala dista dal margine masseterino mm. 5, mentre I'estremita anteriore dista mm. 8 da questo e mm. 32 daU'articolazione fronto-malare. La sutura anomala si osserva anche nettamente alia super- ficie mediale del malare, ma quivi dista dal margine masseterino 7 mm. ed e lunga appena 3 mm. perche, resisi molto sporgenti il processo zigomatico del mascellare superiore e I'apofisi zigomatica del temporale, appena per cosi breve distanza rimangono separati r uno dall'altro (fig. 3.^')- - 8 - L'altezza del corpo del mahire di destra e di 16 ram., quella assoluta e di 40 mm.; la larghezza e di 22 mm. Per render piu evident! le modificazioni morfologiche che ha subito il malare di destra, parmi utile riportare anche alcuni dati relativaraente al malare di sinistra. Esso e unico e non lascia apprez- zare nessuna traccia di suture anomale. Nella superflcie laterale, la sua articolazione col corrispondente mascellare superiore e curvilinea; il corpo e alto 8 mm. e l'altezza assoluta e di mm. 31, meiitre la larghezza e di mm. 25. L'indice zigomatico, stabilito dal Matiegka (32), e dunque di 80,6 a sinistra e di 55 a destra. II maggiore sviluppo in altezza e la minor larghezza del ma- lare bipartito e un fatto eh' e stato notato ormai da diversi osser- vatori (Zoia, Riccardi, ecc.) e l'indice zigomatico dimostra me- glio che il rapporto fra la larghezza media e l'altezza, nei malari bipartiti, si modifica in maniera pressoche costante. Basta difatti confrontare gl'indici da mo ottenuti con quelli che riporta il Ma- tiegka, per convincersi di cio. Quest'A. in 50 crani normal! ottenne, per l'indice zigomatico, una media che si aggira intorno ai 78, mentre per il solo malaie bipartito 1' indice era di 55,6. Pig. 2. Fig. Osservando la parete anteriore della fossa infratemporale di sinistra (fig. 2"), nettamente si nota che il processo zigomatico del mascellare superiore corrisponde pressoche all'estremita inferiore della sutura maxillo-malare. Se si confiontano le figure schematiche - 9 - 2" e 8% che riproducono la parete anteriore e laterale 'delle due fosse infratemporali, si riceve 1' impresbioiie che a sinistra la su- tura maxillo-malare rappresenti quel tratto della corrispondente sutura che, a destra (fig. S'"*) sta superioniieiite al decorso della su- tura anomala del malare. L'apice del processo zigoinatico del ma- scellare che, a sinistra, va a terminare quasi sul margine masse- terino dell'arcata, a destra sLa notevohnento j)iu in alto di questo margine e corrisponde aU'estremita anteriore della sutura anomala. Inoltre, nel malare di destra, il pezzo soprastante alia sutura anomala e alto 8 ram. ed altrettanto, com'e state detto, e alto ii corp ) del malare di sinistra. Aggiungi che il margine masseterino del malare a destra e, come normalinente, grosso e smusso, ma piii regolare che non a sinistra. Diverse parbicolarita morfologiche porterebbero dunque a pen- sare alia possibile presenza, anche nel malare di sinistra, di un pezzo inferiore che, meno sviluppato di quelle di destra, e pero meno aderente alia porzione soprastante, si sia distaccato colla distru- zione delle parti moUi che servivano a riunirli. Con ricerche comparative, ho volute procurarmi altri dati che potessero render sostenibile quest'ipotesi. JVli sono domandato : Se il malare di destra e da ritenersi esageratamente sviluppato in al- tezza, come viene dimostrato dal relative indice, quelle di sinistra e di altezza normale o difettosa ? Per poter rispondere a tale que- sito, ho misurato I'altezza del malare in altri 4 cranii di fanciuili che hanno in comune con quelle del malare bipartite, diverse mi- sure craniometriche. I dati ricavati riporto in millimetn nella tabella che segue. Nuniero Diainetro za atica Altezza del corpo del malare Altezza assoluta del malare '5 " 2 5 .2 so 3 a destra a sinistra cs a del cranio antero posteriore trasverso a destia a sinistra 5 " 185 161 129 90 16 0,8 40 31 1080 (con malare bipartit(i) Oiianca) 167 125 90 11 11 33 33 1180 45 164 133 90 10 0,9 33 32 1180 5 160 126 90 0,9 0,9 33 34 1160 (nuovaserie) 176 165 122 90 11 11 83 33 1120 - 10 - Da queste misurazioni risulta che nel cranio col malare destro bipartito (N. 185), il malare sinistro non solo e mono sviluppato in altezza rispetto al primo, ma e anche il meno sviluppato rispet- to ai malari clegli altri crani. La differenza e per altro cosi piccola da non poter rappresentare un dato sicuro per far concludere che il malare sinistro nel cranio N. 185 sia meno sviluppato del normale. Si puo soltanto concludere che le diverse particolarita morfologiche sovraesposte, nel lore insierae, lenderebbero a far ammettere come possibile che, nel cranio in esame, oltre al malare destro, anche il sinistro non sia normaluiente sviluppato. Come ben s'intende, man- cano i dati per poter dare una dimostrazione positiva di questa sempHce ipotesi. Del resto e da considerare, a questo riguardo, da un canto che il processo di ossilicazione non s'e svolto normalmente nelle di- verse ossa del teschio in esame, e dall' altro che frequentemente nel casi di bipartizione del malare, il pezzo inferiore (per quanto esso ontogeneticamente rappresenti, com'e note, il pezzo principale deir osso) rimane piii piccolo del superiore, alcune volte in forma di hsterella ossea alta appena 34 mm. (Ric car di (37)), altre volte in forma di osso wormiano (Riccardi (38)). II pezzo sottostante alia sutura anomala orizzontale dell'osso malare, oltre a presentare dimensioni variabilissime, puo subire diversi destini ; cosi puo an- dare disperse, specialmente quando e molto piccolo e non artico- lato a bastanza sohdamente col pezzo superiore (III casodiAma- dei (2)), come anche puo saldarsi nel mascellare superiore, costituendo in tal mode il cosi detto arcus maxillo-temporalis infrajngalis (Chiarugi (11)). Secondo ilRomiti(41) potrebbe avvenire il fatto opposto e il pezzo inferiore del malare bipartito rappresentare un arco maxillo-temporale infra-iugale staccatosi dal mascellare supe- riore. La bipartizione del malare e certamente fra le varieta ossee piii importanti sopra tutto perche si collega a diversi problemi sulla filogenesi e suU' ontogonesi di questa parte dello scheletro, i quali tuttavia attendono una soluzione. Com'e noto, relativamente alia genesi di quest'osso finora hanno predominate i concetti deH'Albrecht (1), cioe che il pezzo supe- riore dell'osso malare bipartito dell' uomo o epimalare (post-malare premalare) corrisponda al post-frontale ed il pezzo inferiore o ipo- malare al quadrato-jugale dei vertebrati inferiori. Per quel che si riferisce alio sviluppo ontogenetico, Tosso ma- lare ha dato iuogo ad opinioni disparate ; cosi, mentre per alcuni - 11 - esso deriva da un sol centro di ossiflcazione, per altri deriva da due e per altri inflne, da tre. I nomi degli autori che si sono oc- cupati dello sviluppo dell'osso raalare si trovano riportati in diversi trattati, in conseguenza mi limito a ricordare soltanto le recenti ricerche del Toldt (48-49), le quali hanno fatto conosccre che lo sviluppo del malare neH'uomo comincia, verso la fine del 2" mese, da una piastra fondamentale che giace nell'angolo infero-laterale del margine orbitario, e che in seguito vari punti secondarii di ossiflcazione si sviluppano sia lungo il margine orbitario, sia nella sLiperficie laterale, sia in quella mediale, mentre la piastra fonda- mentale e destinata a scomparire. Lo sviluppo cosi complesso per vari punti di ossiflcazione, ci permette di spiegare i diversi modi di presentarsi del malare diviso in 2 o, piii raramente, in 3 pezzi ossei. Quali fattori contribuiscano a render persistente una o piii su- ture anomale nel malare, non s'e potuto con sicurezza determinare. S' e preteso, da alcuni osservatori, fra i quali I'Amadei (2), di po- tere stabilire un rapporto fra le suture anomale del malare ed altri fenomeni di arresti di sviluppo concomitanti. Ma se cio e vero per alcuni casi, fra i quah dobbiamo segnare questo da me descntto, che presenta delle estese aree cribrose nel frontale e nei parietali e numerosi canali venosi emissari anomali (in maniera da ricordare il cranio IV, anch' esso di fanciullo, descritto dal Delorenzi (15), non puo ammettersi per altri, piii numerosi, descritti in cranii ben conformati (Riccardi (37); Matiegka (32), etc.). S' e voluto anche stabilire un rapporto fi'a la sutura anomala del malare e la forma del cranio. Ma invero, se ci riferiamo all' in- dice cefalico, per quanto Matiegka affermi che essa e piu frequents nei dolicocefali e nei mesocefali, troviamo che la partizione del ma- lare e stata rfscontrata oltreche in crani dohcocefah (Riccardi 40, Amadei 2) e mesocefali (Delorenzi 15, Nicolucci 36, Matie- gka 32, Riccardi 37), anche in crani brachicefali (Delorenzi 15, Amadei 2, Zoja 51 ((Jsserv, 91), case attuale) ed iperbrachicefali (Delorenzi 15, Amadei 2, Zoja 51 (Osserv. 95), Nicola 35). Rispetto ali'angolo di profile, pare che sia nel vero il G-arl»i- glietti, il quale propende a credere che 1' anomalia del malare coesista piu frequentemente col prognatismo. In crani prognati di- fatti essa e stata descritta, in 7 casi dal Riccardi (37-40), ed inoltre dal Davis (13), dal aarl)iglietti (20) e da me. Si puo diro dunque che quest'anomalia sfugga a ([ualsiasi Icggt^ costanto rispetto alle diverse particolarita di conformazionc del - 12 - cranio, come anche pare che essa iion sia neppure in rapporto con le razze. Difatti ii signitlcato etnologico ciie s' e voluto attribuire all'osso malare bipartite da Virchow (50) in poi, non e stato confermato man mano die le osservazioni si son fatte piu numerose. Quest'ano- malia e stata riscontrata, oltreche in crani antichi (Riccardi 37, Garbiglietti 18), anche in crani moderni di razze diverse; nei negri (Van der Hoeven), Barlcow, Riccardi (40), Soemme- ring; in individui di razza gialla: chinesi (Dusseau, Hrdliclca), giapponesi (Hilgendorf, Donitz, Balz, Tarenetzky, Koga- nei); in americani (Russel, Hrdlicl^a) e fra gli Em'opei : in crani russi (Gruber), tedeschi (Flescli), olandesi (Virchow), svizzeri (Matiegka), austro-ungarici (Hyrtl), e llnahiiente in crani italiani di diverse regioni : dell'Emilia (Calori), veneti (Dumeril), toscani (Civinini, Romiti, Lachi), piemontesi (Deiorenzi), lombardi (Zoja), marcliigiani (Riccardi), sardi (Riccardi), etc. In crani siciliani, I'anomaiia e stata finora descritta, per quanto e a niia conoscenza, dal Mantegazza (31) e dal Morselli (33); ciuesto da me ora descrittu sarebbe dunque il terzo caso. Credo di dovere tar notare che il cranio con malare bipartite descritto dal Mantegazza apparteneva ad individuo adulto di Caiientini ed il mio, come ho detto, ad un ragazzo di Palazzolo Acreide, cioe entrambi della provincia di Siracusa. Senza intrattenermi oltre a ricordare che il malare bipartite e stato riscontrato in idioti (Albrecht 1), in alienati (Buschan 9), e, non piu frequentemente che nell' aoino, anche nelle scimmie (Hrdlicka — 3 volte su 380 crani ch scimmie — ed inoltre Dar- win, Toldt, Fr asset to, Flesch, ecc.) ed in altri inammiferi, mi sembra di poter concludere che la divisione del nifilare, piii che si- gniflcato reversivo, pare abbia semphcemente quelle di un arresto ed irregolarita di sviluppo, che ha luogo per cause tuttora non ben determinabih. Certamente non 1' indice cefalico, ne 1' angolo di profile, ne la razza, ne la distribuzione geografica pare abbiano un rapporto ben dimostrabile con questa anemalia e la maggiore frequenza che cssa, secondo il Matiegka (32), avrebbe nelle isole, bale marine e ceste, mi sumbra, a dir vero, tutt' altre che dimostrata. Bibliografia. (1) Albrecht. — Sur le crane remarquable d'un idiote de 21 ans. - Communications I att a la Soc. d'Anthropol. de Bruxelles, 1883. - 13 - (2) Amadei. — Cinque casi di divisione aDotnala dell' osso zigoinatico nell' uomo. — Arch, 'per VAntrop. e I'Elnol , Vol. 7, 1877. (3) Balz. — Miltheil. d. DeulscUr. Ges. f. Nat. u Volkerli. Oslasiens, 2S Heft. Yokohama, iSS3, (cit. da Le Double). (4) Barkow. — Comparative Mor|il)olotrie des MeDschen und der inenschenalinlichen. — Thiere Zweiler Theil., lireslau, 1S6S. (5) Bartels. — Internal. Monatsch. f. Anal, u Phys , 1904. (fi) Berte. — L'Istitiitc ADatoinico di Catania nel triennio scolastico 1882-81. — Catania, 1885. 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CARLO GANFINI, aiuto e libeuo docknte. ft vietata la riproduzione Mi occupo gia da qualche tempo di studiare le formazioni ipocor- dali dei vertebrati. Fino ad era ho esaminato solo poclii embrioni di uccelli e di mammiferi ed i preparati che ho fatto sono cosi poco numerosi che non mi permettono di fondare alcuna conchisione re- cisasulle moltephci questioni che siconnettono coll'argomento. Credo pero interessante di fare questa breve comunicazione specialmente per cio che riguarda i mammiferi poiclie, per quauto e a mia co- gnizione, nessuno iino ad oggi ha descritto in quesfci vertebrati una formazione che sia omologa al cordone sub-cordale degli Ittiopsidi e che io, segaendo Nicolas, chiamo cresta ipocordale. Del riassunto vstorico che il lieinhardt fa della qaestione si ri- - 15 - leva che mentre raolti autori si sono occupati della cresta ipocordale dei pesci, degli anfibi e dei rettili, solo pochi, anzi si puo dire che il solo Nicolas, I'lia studiata in embrioni di uccelli e recentemente rUssoff in una sola space {Buteo vulgaris). Per quelle che riguarda i mamniiferi non trovo indicazioni di sorta ne nella rivista del Reinhardt che ho riscontrato esser molto accurata (solo pochi lavori sono sfuggiti all'autore ; fra questi note quello di Dorello) ne nel lavoro di Nicolas, ne in altri (1). lo ho sezionato ed esaminato alcuni embrioni di Gallus d. e Se- rinus canariae, di Mns muscidus e di Cavia cobai/a. Tralascio di descrivere le parfcicolarita che ho riscontrato nella cresta ipocordale degli uccelli perche non avrei da aggiungere nulla di interessante a cio che ne scrive il Nicolas; solamente devo registrare il fatto che mentre il Nicolas ha trovato in embrioni di Anas dom., Gallus dom., Phasianus pidus, la cresta ipocordale solo nella porzione cefalica io I'ho vista distintamente anche nel tronco ■'v-^ Fi^'. 1. — Sezione sagittale mediana di embrione di Serinus Can. con 20 somiti. — Hy = Ipofisi. C := Corda dorsale. Ip =: Cresta ipocordale. di un embrione di polio con 17 somiti, ed in cio le mie osservazioni concoj'dano con quelle che Ussoff ha fatto nel Buteo., ma egli in questo uccello ha trovato la ipocorda anche nella regione caudale. (1) Veramente St ader in i ha descritto in embrioni abbastaoza avanzati di coni({lio (da 9 a 19 mill.) e di pecora (di 16 luill.) non solo alcuni affgetti della parte epiteliale dorsale deH'intestino {rrcte hr/pocordale di Nicolas), ma anche delle inseuature dorsali del liime intestinale a livello di tali ajf- getti [ijouttierv Itypocordale di Nicolas). Staderin i pero ha trovato tali formazioni solo nella regione della tasca di Seessel e nel tratto immediatamente posteriore, n6 dii a queste forniaaioni il signili- cato di formazioni ipocordali - 16 - Un'altro fatto degno di nota e che negli embrioni di uccelli da me esaminati si nota evidentemente una disposizione segmentata, se non regolarmente, della cresta ipocordale (fig. 1''^). Ciie la cresta ipocordale avesse questo carattere, fu dapprima affermato da Sthor neila rana; anche Nicolas lo conferma per I'em- brioni di oca, ma non per quelli di polio e di fagiano. Fra MAMMiFERi un'erabriono di Mus musculus lungo 2 V2 ^^^^^^- e state scomposto in 160 sezioni trasversali di 15 a ciascuna. Nella regione del tronco, alcune sezioni ai disotto degli archi branchial!, la parete dorsale deU'intestino presenta, proprio nel punto di mezzo, un rialzo diretto dorsalmente verso la corda dorsale; questo rialzo non e dovuto ad aumento numerico degli elementi costituenti la parete intestinale, ma e dovuto ad un semplice cambianiento di forma di questi elementi. Mentre per solito essi sono molto bassi, quasi appiattiti, nella re- gione indicata si fanno cilindrici ; sono circa quattro 0 cinqne cel- lule che in tal guisa si modificano. I nuclei di queste cellule piia alte si dispongono perifericamente al polo della cellula opposto al lume / • \i /B.- Fig. 2. — Sezione trasversale di embrione di Mus muse, liingo 2 mill. — Jp ^=. Ci'esta ipocordale. intestinale. — Questa modiflcazione nella forma delle cellule inte- stinali si segue ininterrottamente per 150 a: quindi si ritorna alle condizioni usuah. Nel lume intestinale non si osservano cambiamenti di forma notevoli in relazione al descritto rialzo cellulare. - 17 - Embrione di Mus musculns lungo 2 mill. E stato scomposto in sezioni trasversali di 10 y. ciascuna. In ogni sezione si nota che la parete posteriore dell' intestine e costituita da un semplice rango di cellule appiattite. Quando poro si arriva, scorrendo le sezioni, a livello della estremita inferiore del cuore si vede die la parete posteriore dell'intestino, nella sua parte mediana, di fronte alia corda dorsale, si ispessisce; rispessiraento dappiima poco marcato va sempre piii accentuandosi fino a che esso prende, nel suo massimo sviluppo, la figura di una prominenza rotonda che dall' intestine, a cui resta aderente, si dirige indietro verso la curda dorsale. A forte ingrandiniento si nota che I'ispessimento e dato da un'accumulo di cellule le quali evidentemente appartengono all'epi- teho intestinale e sono in numero di 8-10 per ogni sezione. Sono fortemente stipate fra loro ne lasciano scorgere una disposizione in qualsiasi modo ordinata. L'aggetto che esse formano e solido e il suo diametro trasversale e comparabile a quello della corda dor- sale. II massimo di sviluppo suo si mantiene per due o tre sezioni soltanto, quindi torna a diminuire per sparire completamente. Tutto sommato, questo aggetto ipocordale si osserva per una lunghezza di 200 u. II lume intestinale non offre alcuno speciale cambiamento di figura in rapporto alia cresta ipocordale. Embrione di Gavia cobaya lungo 6 mill. - E stato sezionato trasversalmente ; ciascuna sezione e di 15 \j.. In questo embrione trovo la cresta ipocordale nella regione del tronco, ma un po' piu caudalmente che negli enibrioni di topo. Essa incomincia all' incirca a livello dell' abbozzo della ghian- dola sessuale e si segue in basso per quasi mezzo miUimetro. Alia sua costituzione prendono parte, al solito, le cellule della parete po- steriore dell'intestino, corrispondentemente alia corda dorsale. Questi elementi non solo si fanno cilindrici, ina aumentano anche di nu- mero in modo da costituire un'aggetto solido che si spinge dorsal- mente verso la corda dorsale senza pero giungere fino a questa. L'aggetto in questione ha un figura che varia nelle diverse sezioni ; in alcune si presenta globose, in altre triangolare ed in questo case essu si insinua fra le due aorte che qui si trovano molto ravvici- nate fra lore, ma non ancora fuse assieme. Fra la cresta ipocor- dale e la corda dorsale riniane percio la sezione delle due aorte. La cresta ipocordale si presenta ininterrotta in tutta la sua lun- ghezza, pero si notane delle differenze nel suo volume tra una sezione - lb - 0 I'altra. In rekizione ad essa il lume iiitestinale non oftre cambia- menti di forma notevoli. Kig. 3. — Sezioiie trasvers;ile di eiiibrione di Cavia coh. lungo 5 mill. — Jp. -= Cresla ipoeordalf Come si vede dalla descrizione di questi embrioni nei mara- miferi esiste, ad un periodo dello sviluppo non ancora bene deter- minato, un'aggetto della parete dorsale dell'intestino che io non esito a qualificare per cresta ipocordale specialmente dopo quanto conosciamo dai lavori di Balfour, Henneguy, Sthor Reinhardt, Prenant, Dor ell o, Nicolas, sulla ipocorda dei pesci, degli anfibi, dei rettili e degli uccelli, e dal recente lavoro di Ussoff sulla ipo- corda (che egli chiama entocorda) degli ittiopsidi e sauropsidi. Specialmente la sede e la forma dell'aggetto che io ho descritto negli embrioni di raammiferi corrispondono esattamente alia sede od alia forma della ipocorda degli altri vertebrati. Dello tre porzioni in cui viene distinta la ipocorda, (porzione cefalica, del tronco e caudale) nei mammiferi io ho trovato solo quella del tronco. Devo pero avvertire che questa mia conclusione e soggetta forse a suhire alcune coriczioni poiche io ho seziqnato i miei embrioni trasversalmente ; ora, a causa della incurvatura cefalica e caudale, le sezioni trasversali male si prestano ad un' esame accurato della ipocorda di queste regioni. Conseguente- mente io non posso dir nulla circa al modo ed all'ordine di spari- zione di queste tre poizioni della cresta ipocordale, ammettendo che esse, confoi'me a quanto e stato descritto negh altri vertebrati, sieno destinate a disfarsi successivamente senza prendere parte - 19 - alcuna alia formazione di organi. Me queste questioni, come pure la possibile segmentazione della ciesta ipocordale die ho vista negli uccelli e non nei raammiferi, il possibile rapporto che la ipocorda ceftilica puo avere collo sviluppo della ipofisi, la fusione della ipo- corda colla corda dorsale vera come recentemente descrisse Ussoff sono altrettanti quesiti che io mi propongo di studiare dettagliata- mente con le ulteriori osservazioni sulla cresfca ipocordale dei ver- tebrati. Per ora io mi limito ad asserire il semplice fatto della esi- stenza di una cresta ipocordale anche in embrioni di mammiferi, sebbene Gegenbaur avverta " Dies4 bei niederen Tieren ver- breitete, bei den hoheren vermisste Hypocorda stellt eine ratselhafte Bildung dar „. Bibliografia Nicolas — Siir lu crete et la gouttiertj hypocordales des eiiiljr^oiis d'oiseaiix. — Compl. Ix'cndits de VAssocial. des Anutom. Paris. 1890. Keinhardt — Die Hypo'orda bei Salaiiiandra maculosa. — Morjih. Jahr. I'.IOI. 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Le moderne conoscenze suirintimo modo di unii-si I'm lore dolle fibre muscolari liscie sono tutte, o ({uasi, scatiiiit*' =S^i-' V Fig. 1. — Lamella connetiivale (di II ordine) con le creste che limitano le logge niuscolari o guaine pericellulari (di III ordine). Microscopio Koristka, V,. imm. cm., Oc. 4 coinpens. a i=z. log^ie niuscolari o pericellulari. 6, /■, /■ r= fibrocellule niuscolari ancora in sito ; queste sono disposte ad angolo retto a) de- corso delle librille che costituiscono la lamella. c = fibrille ilellu lamella che in questo punto sono dissociate ; su ogni tibrilla si vedono le spine dalla cui unione risultano delle creste che sono una parte delle giiaioe pericellulari (di III ordine) non ancora disciolte dai liquidi maceratori. Si scorgono parecchi nuclei delle cellule co"n6!tivali della lamella, trasversalmente orientati. aventi sempre uguale spessore, disposte con somma regolarita pa- rallelamente I'una all'altra in un sol piano senza intrecciarsi ne la- sciar spazi fra di loro, tanto da costituire una membrana continua. Osservando queste lamine, a volte si vede che le fibrihe da cui sono formate si presentano regolarmente e finaraente ondulate, di guisa che, osservate di fianco, le lamelle suddette appaiono dotate di una lievissima e regolare increspatura. Le fibrille, che coH'acido acetico diventano molto trasparenti, - 25 - poscia scorapaiono, si possono vedere anche nei preparati colorati. Si colorano male col carminio, un po' meglio con alcuni colori pro- toplasmatic!, quali r eosina ; abbastanza bene coU'indaco-carminio (assumendo una colorazione verde mare) ed intensamente coUa fuc- sina acida. L'altro elemento istologico che concorre a formare queste la- melle connettivali e dato da cellule connettivali esilissime, endote- liformi, visibili solo per i loro nuclei e che stanno applicate sullo strato delle fibrille tenendole unite. I nuclei di queste cellule sono a bastoncino, cogli estremi appuntiti disposti sempre con grande regolarita e col loro asse parallelo al decorso delle fibrille : anch'es- si a volte risentono delle pieghettature o increspature della lamella connettivale presentandosi spesso incurvati nel sense stesso delle fibrille : nei preparati non colorati questi nuclei non si vedono, ma appaiono subito quando si aggiunga un po' di acido acetico ; si co- lorano benissimo con tutti i colori nucleari e specialmente molto bene col carminio, assumendo una intensa colorazione rossa men- tre le fibrille hanno una lievissima sfumatura rosa (Vedi fig. 1 d). Ma nei preparati per dissociazione coll'alcool al terzo si possono studiare molto bene anche i rapporti che con dette lamelle connet- tivali contraggono le fibro-collule muscolari. Queste, in tutti i pre- parati che ho avuto campo di esaminare, si dispongono regolar- mente ad angolo retto al decorso delle fibrille della lamella connet- tivale. Spesse volte capita di osservare dei tratti di questa lamella pressoche isolati, per I'azione dei liquid! dissociatori, e conservanti ancora una o due fibro-cellule che dimostrano evidentemente un tale modo di unione (fig. 16); se si osserva, inoltre, con attenzione nei tratti di lamella rimasti perfettamente liberi da fibro-cellule, si notano deUe striature trasvorsali ahe fibrille, e quindi disposte nello stesso sense delle fibre muscolari, come delle impronte delle fi- bro-cellule formate da tratti di sostanza i>iii rifrangente, distant! Tuna dall'altra dello spessore di una fibra muscolare (fig. 1 «)• Questo reperto riscontrato costantemente mi fece pensare ad una sostanza cementante che tenesse saldate le fibre muscolari alia trama connettivale: la reazione col nitrate d'argento molte volte mi ha fallito, ma in alcuni preparati di storaaco di gallus domesticus sono riuscito a vedere disegnati da una lievissima linea nera i con- torni delle fibre muscolari in tratti di lamelle che ne erano atl'atto sprovviste. La difflcoltk della reazione molto orobabilmente deriva dal do- - 26 - vere associare, sebbene in tempi successivi, 11 nitrato d'argento al llquldi dissoclanti. Ora vedlamo che cosa stiano veramente a rappresentare que- ste linoe, che lo ho chiamato, con inesattezza, Impronta delle flbro-cellule, pero, solamente alio scopo di dare un'ldea chiara del loro modo di presentarsi. Siccome e risultafco chiaramente — e cio si vedra anche in appresso — che su queste lamelle connettivali viene ad impiantarsi 0 a saldarsi tutto un coniplicato sistema di fine trabecole di so- stanza amorfa costituente alle singole fibre muscolaii altrettante tenui loggette che le inguainano, riesce evidente la interpretazione di queste linee o creste. Esse altro non stanno a rappresentare che quella parte della parete delle loggette pericellulari che viene ad impiantarsi sulle lamelle connettivali; parte che non e stata peranco disciolta dal- I'azione del hquido macerante (alcool al terzo) mentre lo e state tutto 11 rimanente di questo sistema di trabecole pericellulari. La ragione della loro maggiore resistenza dipende dal fatto che le pareti di queste loggette pericellulari, in corrispondenza del loro punto d' impianto sulle lamelle, sono piu spesse che altrove. Nella fig. 1 — ove le strutture che sono andato descrivendo furono schematizzate — in alto e a destra si vede che, riuscendo a dissociare la lamella connettivale nolle singole fibrille, (date che la dissociazione avvenga la dove si trovano le gia sopra accennate impronte o creste) ciascuna di esse presenta numerose spine ; evi- dentemente non sono altro che un piccolo tratto di queste creste, residuo unico della parete delle cehette pericellulari rimaste indi- sciolte (fig. 1 c). Cosi ne risulta che ogni fascetto muscolare e cir- condato da robuste pareti connettivali le quail costituiscono come lo scheletro della cospicua massa muscolare dello stomaco di molti uccelli. Da queste staccandosi si insinuerebbero tra i muscoli le sottili lamelle connettivali fibrillari, sulle quah, finalmente, pren- derebbe attacco un terzo sistema di sostegno di natura amorfa e solubile iieir alcool al terzo, date dalle esilissime ceUette che rav- volgono le singole fibre muscolari, B) Preparati per sezioni ' Studiando poi i preparati in sezioni, oltre a trovare la confer- ma delle strutture gia descritte e del rapporti tra fibre muscolari e connetcivo, e interessante rilevare altre particolarita. 27 - Sczioni longitudinali. — Nelle sezioni fatte longitiidinalmente o parallelamente al decorso delle fibre muscolari, cioe a dire nelle se- zioni trasversali dello stomaco, si nota la seguente disposizione per cio che riguarda la sua parete. Le fibre muscolari liscie sono disposte in modo che il loro maggior asse decorre parallelo o quasi alia superflcie gastrica e costituiscono delle lamine o piani muscolari in numero va- rio. Molti, negli animali a pareti muscolari considerevoli (passeracei, gallinacei, trampolieri), ove possono oltrepassare la diecina; scarsi in quelli a tonache muscolari piii deboli, ove possono essere da tre a cinque (rapaci). Queste lamine si dispongono circolarmente attorno al lume dello stomaco e sono separate le une dalle altre da un tramezzo con- nettivale piuttosto spesso, costituito in massima parte da connettivo fibrose con scarsi nuclei e con vasi sanguigni (fig. 2). In alcuni >-' ;v V*!! cf' d J:- ). Si vedono in a le lamelle connettivali diriyersi parallelamente fra loro da una parete all'al- tra dello stomaco; in a' 6 evidente la struttura fibrillare della lamella e in a" i nuclei delle cel- lule connettivali endoteliformi che stanno applicati alia lamella stessa. Obh. -1. Oc. 3. punti partono da questi grossi tramezzi connettivaU, sottilissiine lainelle costituite da una serie di fibrille fra loro giustapposte c che tendono a disporsi in un piano quasi parallelo a quello delle libre muscolari e quindi anche alia sezione di taglio. Nei prejxa- rati colorati colla picro-fuxina di Van Gieson le singole fibrille clio costituiscono queste lamelle sono spesso tutto lievemente ed omo- geneamente ondulate; inoltre esse si dispongono in sense trasver- sale al decorso delle fibre muscolari col maggior asse delle quuH formano un angolo retto. - 28 - Altre volte — sempre nei preparati colorati col motodo di Van Gieson — si vedono le fibre muscolari liscie ed in un piano su- periore, applicata ad esse, la tenuissima lamella connettivale gia de- scritta, Di sovente, pero, non e possibile scorgere il nesso di con- tinuita di questa coi grossi tramezzi fibrosi. Altre volte ancora, at- traverso un sottile strato di muscoli, si osserva un tratto piia o meno grande di tali laraelle disposte in un piano sottostante. Fig. 3. — SezioDe fatta trasversalmente o perpendicolarmente al decorso delle fibre musrnl.iri liscie (sezione verticale dello stomaco), a piccolo ingrandimento. Obb. 5. On. 3. a =: trivate ronnettivali di I ordine, che delimitano degli spazi romboiilali alibaslauza re^^olari entro ai quali si trovano i fascetti niiiscolari {tt avate perifasrico/ari). b ■=. travate connettivali di II ordine, che costituiscono lo stroma i)rincipale dei singoli fa- scetti muscolari {Iravate o laineUe inter fascicolari). c -^= reticolo costitiiito dalle f;uaine pericellulari di sostanza aiiiorfa che sono state tagliate trasversalmente {iamelle pericellular i). E un fatto questo molto interessante a rilevarsi perche, ado- perando niezzi di colorazione non apecifici pel connettivo come la mi- scela di Van Gieson, si possono avere quelle apparenze fallaci di tratti d'uiiionc trasversale fra una fibra muscolare e la vicina o fra - 29 - una ed un'altra a distanza, che hanno condotto tanti osservatori ad interpretazioni erronee facendo credere si trattasse di ponti proto- plasmatici intercellulari. Inoltre la presenza di queste sottili lamelle le cui flbrille de- corrono perpendicolarmente alia direzione delle fibre mascolari, in al- cuni casi puo produrre in queste ultirae ana finissinia striatura tra- sversale, dovuta sempliceraente ad una illusione ottica. Sezioni trasversali. — Completano questo studio sottili sezioni fatte trasversalmente o perpendicolarmente alia direzione delle fibre rauscolari e colorate con metodi adatti a rendere una chiara differen- ziazione dei mezzi connettivafi, dei muscoli, quali la miscela di Van Gieson. Osservando una sezione di stomaco fatta in corrispondenza del massimo spessore della tonaca muscolare, cioe verso la porzione equatoriale del globo rappresentaiite lo stomaco si osserva quanto segue : P Anzitutto, delle grosse travate o setti connettivali che hanno un decorso piii o meno ondulato e sono costituiti da un connettivo che risuita per la massima parte di fasci di fibrille con scarsi nuclei allungati e un po'contorti e da qualche vaso ; questi corrispondono a quel grossi sepimenti di ugual natura che nolle se- zioni longitudinaU dividevano i vari fascetti o lamine muscolari. Tali travate, che costituiscono la vera impalcatura principale di sostegno della cospicua massa muscolare, hanno utia disposizione caratteristica e regolarissima. Esse si dispongono in due serie di linee parallele fra loro, incrociantesi quelle di una serie con quelle deh'altra, quasi sempre sotto lo stesso angolo in mode da formare delle regolarissime figure romboidali entro le quali stanno stipati i fascetti di fibre muscolari liscie. Da cio risuita un primo ordine di travate connettivali perifa- scicolari (fig. 3, a) le quah delimitano loggette policdriche, allun- gate nel sense stesso della flbra muscolare — parallelamente, cioe alia superflcie gastrica — entro cui stanno altrettanti fascetti di fibre rauscolari. Questo robusto sistema di sostegno delle masse muscolari disposto in una maniera cosi caratteristica corrisponde, forse, ad una qualche legge meccanica, come crede Schreiner (25). Quando, invece, con la sezione si cade in corrispondenza delle parti periferiche dello stomaco, ove la parete e molto ridotta, non si riscontra piij questa disposizione delle grosse travate connetti- vali delimitanti regolari spazi poligonah. Diminuito lo spessore della tonaca muscolare, diminuisce la complicazione del connettivo di bostegno, il quale allora si dispone semplicemente in luniine die - 80 - costituiscono altrettanti piani parallel! fra i quali giacciono i fascetti di fibre muscolari liscie. 2° Un altro sistema di sostegno vediamo — nelie sezioni trasversali - staccarsi da quello gia descritto ed internarsi nello spessore del singoli fascetti muscolari racchiusi entro le loggie po- liedriche. La natiira e la struttura istologica di queste lamine di secondo ordine o interfascicolari (fig. 3 h) e differente dalle formazioni sopra descritte. Alcane, un po' piu spesse e piu corte, ricordano V /^^. %r^ ■^v ..^ r Fig. 4. — La medesima serione die nella lignra 3, a forte ingrandimento. Obiettivo */,5 semiapocromat CO, immersione omogeoca Koristka e ociilare 4 coinpens Qui 6 bene visibile il reticolo pericellulare entro alle maglie del quale si trovano le sin^ole libre inuscolari liscie; alcune di queste sono state tagliate in corrispondenza del uucleo. a = travate connet«ivali interfascicolari. le travate perifascicolari e da esse solo differiscono per 11 rainore spessore e per la disposizione piu irregolare. Altre, invece, appaiono come strutture molto piii fini, rappresentate solo da una linea piu 0 meno curva e flnamente increspata, qualche volta raraificata e suUa quale, a regolari intervalli, si fissano sempre dei nifclei allun- gati nel senso longiludinale. Queste strutture che formano I'elemento di sostegno dei fasci muscolari allogati entro le singole loggette poliedriche sarebbero in - 81 - massima parte rappresentate da quelle lamelle connettivali di na- tura flbrillare gia descritte nei preparati per dissociazione. Ma se noi, ora, osserviamo il preparato a forte ingrandimento, previe opportune colorazioni, possiamo convincerci di an terzo si- stema di sostegno che contribuisce, con gli altri qui descritti, a reudere estremamente complesso lo stroma della musculatura liscia. Con i setti di secondo ordine o interfascicolari prende rapporto una serie di tante piccolo trabecole poligonali costituenti altret- tante cellette perfettamente chiuse che circondano ogni singola fibra muscolare, cui formano un vero astiiccio ; sarebbero questi sepi- menti di terzo ordine o pericellulari (fig. 3 c e fig. 4). iSTel maggior numero del casi queste fine trabecole pericellulari sono cosi addossate alle fibre muscolari, che la distinzione ne rie- sce impossibile ; altre volte, invece, raggrinzandosi la fibra musco- lare per azione dei reagenti, si possono scorgere queste trabecole esilissime : ma e quando, nolle varie manipolazioni che subisce la sezione, si stacca la fibra muscolare e resta solo la trabecola, che questa appare benissimo evideute in modo da non lasciar dubbio sulla sua esistenza. A questo proposito diro come non mi sia mai riuscito di colorare queste trabecole pericellulari colla picrofucsina di Van Gieson, come pare sia riuscito a S-^iaffer che riporta an- che rillustrazione nel suo lavoro. Ho veduto colorarsi bene in rosso le fibre delle grosse travate connettivali di prime ordine, disposte irregolarmentc, nientre le trabecole pericellullari non asaumevano che una leggerissima sfumatura rosea che facilmente si confondeva coi tessuti circostanti. Invece sono riuscito a colorarle col metodo AVeigert usato per le fibre elastiche. Inoltre, coll'artificio di fare in qualche punto uscire le fibre muscolari da questi loro esilissimi in- volucri, nei passaggi delle sezioni nei vari liquid!, ho potuto per- suadermi della evidenza della struttura descritta. Mettendo delle sezioni trasversali di stomaco a digerire per 'zi ore (37°) in una soiuzione di tripsina alcahnizzata con Na, Co.j, quando la digestione e avvenuta bene, si pub osservare la scom- parsa deile fibre muscolari e la presenza di un elegantissiiuo e te- nue reticolato deliniitante piccoli spazi poligonah. Facendo perve- nire sotto il vetrino coprioggetto una soiuzione debole di fucsina acida, questo reticolo si colora in rosso e riesce pii^i manifesto. Esso risulta dal complesso delle tenui trabecole pericellulari che la tripsina non ha digerito e che sono state tagliate trasversal- mente. Ora sarobbe molto importante poter stabilire di che gostanza - 32 - sono queste trabecole di terzo ordine o pericellulari. Secondo Vol- pino sono formate da sostanza ialina e a questi sottilissimi sepi- menti le cellule si attaccherebbero per mezzo di spine; S chaffer le ha masse in evidenza nei tagli trasversali colla colorazione di Van Grieson e le dice dipendenza del mezzo connettivo inframusco- lare ; Bertacchini pure li descrisse come semplici prolungamenti amorfl delle lamelle connettivali. Ora, sebbene sia innegabile il rapporto che queste trabecole pericellulari prendono coi mezzi connettivi e specialmente con le trabecole di second'ordine, pure io credo che esse non ripetano una struttura connettivale perche anche coi piii forti ingrandimenti appaiono omogenee e ialine. Sono esse formate da una sostanza analoga alia sostanza cementante sparsa cosi abbondantemente nei tessuti aiiimali? Quantunque riesca piuttosto difficile la concezione Fig. 5. — Sezione nei piano sagittale dello stomaco per diinostrare la disposizione delle limine con- nettivali (scheinatiia). In A si vede lo stra'o glandulare. di una sostanza cementante che formi strutture' cosi complicate, come sono questi sistemi di trabecole o cellette racchiudenti le sin- gole fibre muscolari, pure la loro omogeneit^, la poca colorabilita, I'impregnazione parziale col nitrato d'argento — come e riuscito a me — la solubilita nell'alcool al terzo, che si potrebbe chiamare il solvente per eccellenza del cemento e I'insolubilita neH'acido arse- nicico che manifesta la sua azione piii che altro sui tessuti con- nettivi, gonfiandoli dapprinia, poi scioglieudoli, tutto questo insieme - 33 - di fatti, insomma, mi fa pensare che si possa, verosimilmente, trat- tare di una sostanza die ha molte analogie col cemento e die ha rapporto coi mezzi connettivah inframuscolari (trabecole di prirao e di secondo ordine). Dai vari aspetti che presenta il tessuto connettivo nelle se- zioni fatte longitudinalmente e in quelle fatte trasversalraente al decorso delle fibre muscolari, si puo ricostruire il complicate si- stema di sostegno che questo tessuto forma alia cospicua massa muscolare. Per averne una idea esatta e bene praticare sezioiii trasver- sali al decorso delle fibre muscolari, cioe sagittali, rispetto alio sto- maco, che passino un po' aU'esterno del suo piano verticale ed antero-posteriore. Allora, come appare dalio schema rappresentato dalla fig. 5, si vede che dalla parete interna dello stomaco partono verso I'esterno e con direzione a larga spirale due serie di sepimenti connettivah a direzione opposta : una e data da lamelle fra lore paraUele che volgono tutte a destra, I'altra da lamelle che volgono a sini- stra. In tal guisa dall'lntersezione di questi due sistemi di linee paraUele ne risultano altrettanti spazi romboidah entro i quali giac- ciono i fasci di fibre muscolari liscie. Siccome gli angoli sotto i quali si incrociano questi due sistemi di lamelle connettivah vanno diminuendo mano a mano che dal- rinterno ci portiamo aU'esterno, ne viene di conseguenza che, anche gli spazi romboidah, presentano, entro certi limiti, una variazione di forma abbastanza regolare. Si comprende, allora, come si abbiano due diversi aspetti nella disposizione del connettivo nelle sezioni a seconda che queste, ri- spettivamente al decorso delle fibre muscolari, cadono longitudi- nalmente o trasversalmente. Infatti nelle prime, che neUo schema fig 5 corrispondono al piano indicate daUa hnea a 6, si trovera lo strato muscolare in- frammezzato da lamelle connettivah disposte fra lore parallelamente : si avra, cioe, quell' aspetto indicate neUa fig. 2 ; mentre. nelle se- zioni trasversali alia direzione delle fibre muscolari, cioe, neUe sagit- tali rispetto alio stomaco si avra, per il connettivo, quella dispo- sizione a spazi romboidah abbastanza regolari come e riportato nella fig. 3, e indicate nello schema fig. 5. Per ben stabilire a quale epoca, nel corso dello sviluppo, ap- paiano i primi diflferenziamenti fra tessuto muscolare e stroma con- - 34 - nettivo ho eseguite ricerche sistematiche su due serie complete di embrioni di polio. Ecco quanto ho riscontrato : Nell'So Q 91 giorno di incubazione ancora non si nota una di- stinzione tra i futuri elementi contrattili e quelli di sostegno. Nella 10^ giornata si osserva gia, nelle sezioni frontali dello stomaco, fatte parallelamente al decorso delle fibre muscolari, un differenziamerito in vari strati che corrispondono rispettivamente a quelli della parete dello stomaco stesso. Air 11° giorno si cominciano a differenziare cellule connetti- vali in mezzo agli altri elementi rotondeggianti 0 allungati. Esse hanno un corpo ramificato e non preseritano ancora una disposi- zione ben netta e precisa. Nel 12' giorno si delimitano i)iani di elementi connettivali e la massa muscolare si suddivide in fasci come appare dalla fig. 6^. d. Fig. 6. — Sezione tli [larete di stomaco embrionale (12 giorni) in cui si vpdono delimitati piani di ele- menti connettivali (d) e la inassa nmscolare suddivisa in fasci (e) in a strato glandulare. in h sottomucosa. in c una lamina connettivali; fondamentale che serve d'inipianto alle varie lameUe. Obb. 6. Oc. 3. Al 13° giorno, si nota un complesso di cellule connettivali ad- dossate le une alle altre, le quali formano al disotto della mucosa una lamina connettivale su cui si inii)iantanu le cellule connetti- vali ramificate. - 35 - Le cellule connettivali vanno poi mano a mano ispessendosi mentre le lamelle assumono forma allungata e compaiono delle fi- brille. Al 15° giorno le fibrille si presentano nettamente individualiz- zate e si mantengono tali fiiio alio stato dello sviluppo completo. CONCLUSIONI Confrontando i reperti ottenuti nei preparati per dissociazione con quelli in sezioni, sia trasversali, sia longitudinal!, la struttura di qiiesto complicato apparecchio di sostegno delle masse musco- lari liscie nello stomaco degli uccelli viene cosi ricostruita: 1.° Un prirao sistema di grosse travate connettivali, lungo le quali decorrono numerosi vasi, costituisce lo scheletro dello stro- ma e delimita una serie di loggette poliedriche nelle quali sono allogati altrettanti fasci di fibre muscolari. Sono queste le lamelle 0 travate di prime ordine o perifascicolari. 2.0 Da queste partono numerose travate, piia piccolo e di- sposte irregolarmente, le quali s'addentrano nello spessore dei fa- sci muscolari e costituiscono uno scheletro piu fine del precedente. Queste sono le lamelle o travate di secondo ordine o interfasci- colari. 3.° Finalmente esiste tutto un altro sistema die circonda ogni singola libra muscolare cui costituisce una completa guaina o celletta di sostegno e che si mette in relazione specie coUe travate di secondo ordine: sono le lamelle di terzo ordine o guaine peri- cellulari. Riguardo alia struttura, le lamelle di prime e di secondo ordi- ne sono date da una robusta trama fibrosa con acarse cellule con- nettivali e con vasi; le guaine di terzo ordine p cellette pericellu- lari hanno invece una struttura perfettamente amorf'a e per i lore caratteri fisico-chimici e per le reazioni di colorazione fanno, con ve- rusimiglianza, supporre una natura uguale od analoga al cemento. Bibliografia (1) Kul t schitzky. — Ueber die Art iler VerbinduDg glatter Muskelfasern mit einander — Biol. Cenlralb. Bd. VII, i8S7-SS. (2) Busachi. — Ueber die Neubildung von glattem Muskelgewebe. — Be{tr. zur path. Anal. u. alUj. Path. Bd. IV, iSSS. 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Avvertenza Delle Coiiiunicazioni Originali che si pubblicano nel Monitore Zoologico Italiano e vietata la riproduzione. BIBLIOGRAPIA Si da notizia soltanto dei lavori puhblicati in Italia. A. - PARTE GENERALE I. Bibliografia, Storia e Biografia zooiogica e anatomica Camerano Lorenzo. — Giulio Bazetta. Cenni biogralici. — Boll. Musei Zool. e Aiiat. corap. Univ. Torino, Vol. 21, N. 522. Torino, I'JdO. iiji. /. Gameraao Lorenzo. — Material! per la storia della Zoologia in Italia nella - 38 - prima meta del Secolo XIX. II. [Giuseppe Gautieri]. — Boll. Musei Zool. e Anat. comp. Univ. Torino, Vol. 21, N. 526. Torino, 1906. pp. 10. Camerano Lorenzo. - Materiali per la storia della Zoologia in Italia nella prima meta del Secolo XIX. I[. I manoscritti di Franco Andrea Bonelli : II. Appunti di lilosofia naturale. — Boll. d. Musei di Zool. e Anal. comp. Univ. Torino, Vol. 21, N. 535. Torino. 1906. p)p- ^5. Camerano Lorenzo. — Materiali per la storia della Zoologia in Italia nella prima meta del Secolo XIX. III. I manoscritti di Franco Andrea Bonelli : III Appvmti intorno ai Mammiferi. — Boll. Musei Zool. e Anat. comp. Univ. Torino, Yol. 21, N. 536. Torino, 1906. ijp. 6. Fedeli Carlo. — Antonio Matani. Elogio detto in Pistoia il 25 Novemhre 1906. (Solenni onoranze per le Scuole mediche Pistoiesi). — Bagni di Montecatini, Stab, tipo-lito. Montecatini, 1906. pp. 10, in 8°. Fedeli Carlo, vedi Zamheccari C. Meli Romolo. — Una lettera inedita dell'insigne naturalista Giambaitista Brocchi. — Boll. Soc. Zool. ital., Ser. 2, Vol. 7, Fasc. 7-9, pp. 303-323. Roma, 1906. Zambeccari Giuseppe. — Lettera di — a Francesco Redi sulle vivisezioni ed asportazioni di alcune viscere (1680). Edito nuovamente con introduzione da G. Fedeli. — Pisa 1906, pp). 32, in 8" (Ediz. di 204 esemplari). II. Scritti zoologici d'indole filosofica Gemelli Agostino. — I nuovi orizzonti della biologia. L'attuale movimento neo- vitalista. — Rivista inlernaz. di sc. sociali e discipline ausiliarie. Estr. di p)p. 29. Roma, tip. Unions coop, edit., 1906. Gemelli Agostino. — Per I'evoluzione. — Riv. di Fisica, Mat. e Sc. nat. (Pavid), An. 7, 1906, N. 83. Pavia, 1906, Estr. di pp. 28. Rosa Daniele. — Vi e una legge della riduzione progressiva della variabilita. Risposta al prof. L. Plate. — Biologica, Vol. 1, N. 3. Estr. di pp. 15. Torino, 1906. Stenta Mario. — Biologia novissima. — Trieste, tip. Caprin, p)}). 9. Estr. da « II Palvese », An. 1, N. 1. III. Scritti comprensivi e vari di Biologia, di Zoologia, di Anatomia — Per I'insegnaraento delle scienze naturali nelle Scuole secoudaric. Considerazioni e proposte della Societa di Naturalist! in Napoli, sottoposte a referendum fra i naturalist! italiani. — Boll. Soc. Naturalisti in Napoli, Ser. 1, Vol. 19, An. 19 (1905), P2X 327-338. Napoli, 1906. Brunelli Gustavo. — Letargia nei mammiferi. — Vedi M. Z., XVII, 12, 319. IV. 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Gioenia di Sc. nat. in Catania, Ser. 4, Vol. 19, Mem. 16. Catania [1W6]. Estr. di pp. 44. Favaro Giuseppe. — Ricerche intorno alia morfologia ed alio sviluppo dei vasi, seni e cuori caudali nei Ciclostomi e nei Pesci. Con 158 figg. — Atti d. R. 1st. Veneto di Sc. Lett, ed Arti, Anno ace. 1905-906, T. 65, Parle 2, Appendice alia Disp. 10, pp. 1-279. Venezia, 1906. Favaro Giuseppe. — Ricerche anatomo-embriologiche intorno alia circolazione caudale ed ai cuori linfatici posteriori degli Antlbi, con particolare riguardo agli Urodeli. Con 20 flgg. — Atti d. Ace . scientifica veneto-trentino-istriana, CI. 1, Anno 3 (1906). Estr. di pip. 47. Padova, 1906. Griacomini Ercole. — Sulla maniera di gestazione e sugli anuessi embrionali del Gougylus ocellatus Forsk. — Memorie d. R. Ace. d. Sc. d. 1st. di Bologna, Ser. 6, T. 3, pp. 401-445, con 2 tav. doppie e 4 flgg. 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Stimo non inutile dire brevemente di una anormale disposi- zione dell'apparecchio ciliare neH'occhio umano, di cui non parmi trovinsi speciali indicazioni nelle pubblicazioni anatomiclie, e die ricorda alquanto cio che si osserva nell'occhio di diversi animali. Un bambino di sesso maschiie, L. G., che all'epoca della na- scita, come osservo il medico che assistette al parte, presentava i caratteri di completa maturita, del peso di gr. 3,170, dopo alcuni giorni di vita incomincio ad essere sofferente con la comparsa di un diffuse esantema papulose ; in seguito si manifesto un deciso progressive deperimento, che rapidamente si aggravu e provoco il decesso dopo 17 giorni di vita. Poche ore dopo la morte furono euucleati i giobi oculari, che fissati in formalina vennero dopo gli opportuni passaggi inclusi in celloidina e sezionati in direzione meridionale, sia trasversalmente, sia verticalmente. AU'esame microscopico ho riscontrato nelle diverse parti una normale struttura senza alterazioni patologiche particolari, e sopi'a- tutto mancanza di processi flogistici di data recente o pregressa, air infuori di una particolare disposizione in corrispondenza della superficie posteriore deU' iride in un punto limitato dal segmento inferiore esterno, consistente nella presenza di un piccolo processo ciliare normalmente costituito, perfettamente isolate, aderente e - 43 - dipendente dagli strati posteriori deH'iride, alia distanza di circa I mm. e 7.^ dal margine ciliare di questa, del tutto separate dal corpo ciliare vicino, come vedesi nella fig. 1^. Tutto questo processo ci- liare anormale era compreso in circa 7 sezioni dello spessore vario di 20-40 a ciascuna. Tenuto conto della particolarita di questo reperto, mi diedi con cura a ricercare, se alcunche di simile poteva vedersi nei numerosi preparati di occhi normali umani, conservati nel laboratorio della Cli- nica, ma senza risultato positivo. Per quanto io abbia ricercato nella letteratura non ho del pari trovato cenno speciale di tale disposizione, ne ebbi conferma di cio da richieste fatte a parecchi competenti di questo argomento. II prof. Axenfeld di Freiburg (Br.), che gentilmente voile riscon- trare la sua abbondante raccolta di preparati di occhi di neonati e di adulti normali, mi scrisse affermandomi che le ricerche sue erano state negative per I'occhio dei neonati e degh adulti, e mi faceva dlevare, come invece cio si possa riscontrare negli occhi di neonati prematuri ; il che (come fra breve diro) e perfettamente corrispon- dente al reale. Concludeva egli che I'anomalia da me riscontrata nel neonate a termine poteva considerarsi come " .... dann ist Ihr Fall insofern eine Anomalie, als die Pviickwanderung des Processus nach dem Ciliarkorper verzogert ist.... „. A questa importante osservazione del ch. prof. Axenfeld e d'uopo aggiungere, che la particolarita del nostro reperto emerge specialmente dal fatto, che nei nostro caso il processo cihare si di- parte isolatamente dagli strati posteriori dello stroma irideo ad una distanza dalla sua inserzione di circa 1mm. e Va? "^1 quale tratto I'iride stessa e perfettamente normale e differenziata. Questo processo ciliare P (fig. V) consta di un corpo irregolar- mente rotondeggiante che restringendosi alia sua base (b-c) si con- fonde col tessuto irideo ; alia parte opposta esso termina in 2 o 3 appendici linguiformi (g, g) dal cui estremo si dipartono alcune fi- brille dalla zonula. In alcuni preparati si osserva ancora che dalla parte corrispondente del vicino corpo ciliare a precisamente dalla parte piii anteriore dei processi ciliari veri (x-x) si distaccano altre fibriUe (z-z) della zonula, che vanno ad applicarsi alia superficie posteriore delle appendici linguiformi g g del processo ciliare anor- male P portandosi all'estremo di queste. Alia costituzione del processo ciliare anormale in discorso con- corre, sia lo stroma della pars uveahs iridis, quanto la pars retinica iridis, sebbene quest' ultima si modifichi in guisa da riprodurre le - 44 - particolarita anatomiche della pars ciliaris retinae dei process! ciliari di sede normale. Come vedesi nella fig. 1* nella parte assile di qiiesto proces- so P si continua direttamente lo stioma connettivale dell' iride, ed ad ingrandimento maggiore si scorge un vaseliino, clie vi penetra e le cui estreme diramazioni si spingono lungo le appendici lingui- formi g g. Abbondano in questa porzione connettivale del process© P gli eleraenti cellulari a nuclei rotondi, ovali e fusiformi, mancano in- vece gli elementi pigmentati, ma cio e in rapporto alia tenera eta del soggetto e conformemente a quanto si osserva nel normale, ed in questo stesso occhio in tutto il resto dello stroma del tratto uveale anteriore. II rivestimento retinico del processo ciliare P e costituito a differenza del resto dell' iride, da cui si diparte, ed a somiglianza dei processi ciliari propriamenfce detti, da un duplice strato di cel- lule, Taiio profondo di elementi pigmentati, Taltro superflciale di cellule non pigmentate. Verso la base b-c, questo duplice strato di cellule si continua col duplice strato di cellule pigmentate della pars iridica retinae^ riproducendo per lo strato superflciale la di- sposizione che all'estremo anteriore della superficie interna del corpo ciliare si osserva, del passaggio dello strato non pigmentato della pars ciliaris retinae nello strato pigmentato superflciale o in- terne delle pars iridica retinae. All'estremo delle appendici linguiformi g-g si scorge in alcuni preparati, che le cellule dello strato superflciale non pigmentato for- mano dei piccoli cumuli o rilievi, come si osserva frequentemente alia parte estrema dei processi ciliari propriamente detti. Non mi soffermo ad esporre altri cenni di struttura per non se- gnalare particolari di nessuna importanza. A valutare i rapporti di questo anormale processo ciliare di- pendente dalla superficie posteriore dell' iride, tenendo conto della osservazione sopra riferita del prof. Axenfeld, ritengo conveniente richiamare I'attenzione sulla disposizione che in questa parte del tratto uveale, di regola si riscontra negli occhi dei feti umani negli ultimi mesi di gestazione. Piu dimostrativa di una particolareggiata descrizione parmi riesca I'osservazione della figura 2% S% 4^ e 5^ che riproducono - 46 - microfotografie di questa regione iridociliare in feti di 6 a 8 mesi di gravidanza. Nella figura 2^ e rappresentata la sezione meridionale dell'oc- chio di un feto di 6 mesi nafco vivo e vissuto alcune ore ; quivi si vede la sezione quasi inediana di un piccolo processo ciliare : esa- minando sezioni vicine si rilevano i rapporti di continuita col corpo ciliare. Presso la base si vedono due cumuli di cellule epiteliali pigmentate immerse nello stroma irideo, in cui si sono infossate dalle parti vicine. La figura 3^ appartiene all'occhio di un feto settimestre vissuto due giorni ; vi si vede che il processo ciliare molto voluminoso e sezionato sulle parti laterali (e percio quasi tutto costituito da pigmento retinico) per una larga base si applica e si continua colla porzione periferica dell' iride. La figura 4* (feto di 7 mesi e V2) presenta una disposizione quasi perfettamente aualoga a quelle della figura V nel neonate caduto sotto la mia osservazione, tuttavia, a differenza di quanto si constata in esse, per quest' occhio fetale e possibile vedere nolle parti vicine la continuita col resto del processo applicato al corpo ciliare, di cui rappresenta come una propaggine. La figura S"" (feto di 8 mesi) indica come in questo periodo i process! ciliari si spingono ancora notevolmente in avanti a ridosso della superficie posteriore dell'iride, cui parzialmente aderiscono. Dope il principio del 9° mese il corpo ed i processi ciliari ten- dono ad assumere la loro forma deflnitiva, e comunemente la super- ficie posteriore dell' iride appare libera dei suoi rapporti coU'estre- mita dei processi ciliari in relazione alia definitiva sistemazione della camera anteriore e del suo recesso posteriore, nonche al defi- nilivo assetto dello spazio di Fontana, che nell'uomo appunto si stabilisce verso al termine della gravidanza (Angelucci — Sullo sviluppo del tratto ureale anteriore. Mem. Ace. dei Lincei, 1880, CCLXXVII). Quanto invece ho osservato nel feto a termine vissuto 17 giorni che formo oggetto prime di questo studio, rappresenta la persistenza di uno state fetale (dal 6°-8° e principio del 9° mese di vita intraute- rina) che Axon fold rileva ed interpreta come un ritardo del re- trarsi 0 retrocedere (Riickwanderung) dei processi ciliari. Cio invece costituisce la regola negli occhi di diversi mammiferi (dove appunto e diversa che nell'uomo la disposizione sia dell'angolo della camera anteriore, dello spazio di Fontana sia lo sviluppo del corpo ciliare) nei quali spesso si rinviene nelle sezioni 1' applicarsi - 46 - all'iride di porzioni estese dei process! ciliari : ad es. nel coniglio, come e raffigurato dalla microfotografia 6^, dove la disposizione raggiunge anche neH'adulto proporzioni considerevoli. Nei ruminanti (pecora, capra ecc.) si rinvengono soventi analoghe condizioni, seb- bene in grade meno rilevante. Spiegazione delle Tavole C. — Cornea. I. — Iride. d. — Angolo camera anteriore. Sopra alcune tinte di ematossilina Nota di tecnica microscopica DEL DoTT. OARMELO CIACCIO. ft viutata la rijirodiizione. I) Ematossilina vanadica. L'ematossilina, come ho potuto no- tary, forma coi sali di vanadio una lacca nera molto simile a quella prodotta coi sali di ferro e nelle tinzioni si comporta alio stesso modo deU'ematossilina ferrica di Heidenhain. Circa al modo di servirsene per la tinzione dei tessuti vi sono due process!: uno per cosi dire rapido, I'altro lento: dei due pero e preferibile il secondo per la maggiore finezza e regolarita della tinta non solo, ma anche per il risparmio di tempo. II prime processo si compie come per l'ematossilina al ferro e cioe : a) immergendo le sezione per 6-24 ore in una soluzione al 10 7o di cloruro di vanadio; b) lavando abbondantemente in acqua; c) immergendo le sezioni in una soluzione idro-alcoolica di ematossilina per 24 ore ; d) lavando abbondantemente in acqua; e) differenziando in una soluzione al 1 o 2 '^j^ di allume ferrico. II secondo processo si compie nel seguente modo : E necessario anzitutto tenere pronte : una soluzione di ematos- silina secondo la formula di Heidenhain ed un'altra di cloruro di - 47 - vanadio al 5 "o. Al momento di servirsene si mischiano 4 o 5 parti della soluzione di cloruro di vanadio con una parto della soluzione di ematossilina; dopo avere agitato il tutto, si filtra. Nel liquido filtrato le sezioni vanno tenute da un'ora a ventiquattro a seconda dei risultati die si vogliono ottenere, dopo di che si lava in acqua e si trasportano le sezioni in una soluzione all' 1 Vo di allunie fer- rico per la decolorazione. Con questo metodo si colorano in nero: i nuclei, i granuli di secrezione, I'crgastoplasma, i centrosomi ; insomma, ripeto, si hanno risultati quasi simili a quelli ottenuti coU'ematossilina ferrica, ma con maggiore finezza e regolarita. Per il baono esito della colorazione e quasi indifferente la fis- sazione adoperata, pero i migliori risultati si ottengono coUe fissa- zioni in liquido di Bouin, Hermann e sublimate. II) Emateina jodica. Come ognuno sa la tecnica microscopica si e molto avvantaggiata dopo che P. Mayer della Stazione Zoo- logica di Napoli, ha introdotto I'emateina, che sarebbe il vero prin- ciple pure ricavato dal legno di campeggio. Di colori a base di emateina oggi noi possediamo : Temallume di Meyer, I'emocalcio e I'emateina I A di Apathy. 10 da pill tempo mi servo di una tinta a base di emateina in cui all'acido acetico dell'emateina I A di Apathy e sostituito il jodo: ecco il modo di prepararla. Si sciolgono in 100 gr. di acqaa distillata 10 gr. di aliume e si aggiungono 100 gr. di glicerina, 10 gr. di tintura di jodio fresca e 100 gr. di una soluzione di emateina cosi costituita: emateina pura. ... 2 decigrammi alcool assoluto ... 10 gr. acqua distillata . . . 100 gr. 11 colore COS! ottenuto si puo adoperare anche subito e si con- serva inalterato per molto tempo. La tinta ottenuta e di una delicatezza estrema, quasi simile a quel la data dai colori di anilina e non da quasi mai ipercolora- zioni. II miglior modo di servirsene e il seguente: ^ a) colorazione per pochi minuti; b) lavaggio abbondante in acqua di fonte; c) lavaggio in acqua distillata; Giro Marina 7 gennaio 1907. - -18 - VINCENZO BALDASSERONl Contributo alia conoscenza del Lombrichi italiani. fi vietata la riproduzione. Nel R. Museo di Zoologia degli Invertebrati di Firenze e con- servata una discreta quantita di Lombrichi raccolti in varie parti d' Italia, che io ho potuto studiare per il gentile consenso del prof. Rosa. Tale studio si presentava non privo d' interesse, poiche questa collezione, frutto di raccolte fatte in varie epoche dal compianto prof. A. Targioni-Tozzetti e poi da altri volenterosi (^), con- tiene Lombrichi di locahta italiane molto diverse e soprattutto della Toscana, che era finora, sotto questo riguardo, molto mal nota. La massima parte di questi Lombrichi non era stata ancora determinata, tranne alcuni, raccolti in Sardegna ed in Toscana, stu- diati dal prof. Targioni-Tozzetti, che aveva comunicato il re- sultato di questi studi inediti, anzi proprio i tipi studiati, al pro- fessor Panceri, il quale F,e ne servi pel suo " Catalogo degli Anel- lidi, Geflrei e Turbeharie d'ltalia „ (14). Ma gia il prof. Rosa dubitava nel 1884 {16) fiel valore di questo catalogo, sia perche puramente nominale, sia perche " si tratta qui generalmente di forme discusse e, massime ai tempi cui risalgono le determinazioni, mal note „ e piii recentemente il dr. Cognetti (5) esprimeva la convinzione che il Lumhricus gigas Ant. Dug., raccolto dal Targioni-Tozzetti a Siliqua, fosse Y Hormogaster Redii Rosa. Avendo esaminati proprio questi tipi, ho constatato quanto fossero fondati tali dubbi, e nel presente catalogo ho potuto indicare il vero nome delle specie ci- tato dal Panceri : Fam : Megascolecidae. Suhfam : Megascolecinae. Pontodrilus litoralis (Grube). J\iichaelsen 11^ pag. 180. Cognetti 3. Loc: Sardegna (Cagliari). (*) Ricordo fra questi il prof. Cu v ann a ed il capitano Andreini: iuoltre dal prof. B a t e 11 i mi furono gentilmente coiiiUDicati alcuni lombrichi appartenenti al K. Istituto Supenore di AJagistero Feiniiiinile. - 49 - II Cognetti ebbe questa specie da Portotorres ; gli esemplari di collezione numerosi ed adulti furono raccolti dal Targioni a Ca- gliari nel 1869. Fam : Glossoscolecidae. Subfam : Hormogastrinae Hormogaster Redii (Rosa). Rosa 17, 18. Michaelsen 11, pag. 446. Log. Toscana (Castiglioncello, Grosseto). Gli esemplari di Castiglioncello raostrano tre paia di sperma- teche nella posizione normale agli intersegmenti Vio> 'Vm *Vi2? quelle del primo paio pero sono piccolissime e quasi nascoste nella parete del corpo : gli esemplari di Sassari invece, secondo il dot- tor Pitzorno {15) presentano " bensi talora tre paia di spermate- che, come dice il Rosa, ma piii spesso se ne vedono due paia sole „. Hormogaster praetiosa (M c h 1 s n). Michaelsen 10, 11, pag. 447. Cognetti (5). Panceri: 14. Lumhricus gigas — partim — (non Lumbricus gi- gas Ant. Dug.). Panceri: 14: Lumbricus teres {non L^imbriciis teres Ant. Dug.). Panceri: 14. Lumbricus agricola = terrester (non Lumbricus agricola Hoftmstr. nee Lumbricus terrestris L.). Lac: Toscana (Firenze, Pomarance, Grosseto, Castellina del Chianti, Castrocaro). Sardegna (Siliqua). Gli esemplari di Siliqua, poco ben conservati, lunghi circa 400 mm., con 500-600 segmenti, con setole ventrali e dorsali gemi- nate lungo tutto il corpo sono assai piii grandi degli Hormogaster da me raccolti a Firenze e di quelli di collezione provenienti da altri paesi della Toscana. Questi presentano alcuni caratteri un po' diversi da quelli che il Michaelsen d&, nella diagnosi {W) di questa specie ; inoltre in un solo esemplare di Siliqua ho osservato due paia di piccolissime spermateche agli intersegmenti *7u» ^Vi2) mentre in tutti gli esemplari raccolti a Firenze, a Pomarance, a Grosseto, a Castellina in Chianti e a Castrocaro trovai molte sper- mateche agh intersegmenti ^Vu^ *'/i2j *7i:i5 laddove il Michaelsen dice questa specie mancare di spermateche. Credo pertanto oppor- tune dare una decrizione particolareggiata, fatta su esemplari rac- colti in grande quantita a Firenze, di questa forma : Caratteri esternl. Lunghezza di esemplari non contratti circa 300 mm. col dia- metro di 5-7 mm. (Mchlsn. Lunghezza 360 mm., spessore 9-10 mm.), - 50 - Segmenti in nuinero variabile da circa 350 a 190. (Mchlsn, Segmenti 600 circa). Forma cilindrica un po' compressa nella regione del clitello. Colore generale grigio carneo ; al clitello piii scuro. Prostomio sen'z.Si processus 2)osiicits die intacchi il prime segmento, il quale e integro. Setole sigmoidi con nodulo, lunghe ij. 360 circa, strettamente geminate tanto le serie dorsali che le ventrali, queste pero sono tra loro distant! il doppio delle dorsali. Questa disposizione si osserva su tutto il corpo del verme. Nei segmenti 11 e 12 talora, 12 e 13 ed in qualche individuo 11, 12 e 13 le setole ventrali e dorsali sono portate da cuscinetti biancastri e sono convertite in setole copulatrici. Queste ultime setole sono lunghe circa mm. 1, curve da una sola parte, con un solco longitudinale, coi lembi seghettati, all'estre- mita libera. Nel clitello ed in alcuni segmenti susseguenti fino al trentesimo e talora anclie oltre, le setole ventrali sono pure tra- sformate in setole copulatrici ; le dorsali nel clitello, dove sono por- tate da piccolissimi puntolini bianchi, sono di forma sigmoide nor- male. (Mchlsn. Setole tanto dorsali che ventrali geminate : ab =. 2 cd. Non volendo taghare I'esemplare il Michaelsen non pote ricono- scere la disposizione delle setole dalla meta fino all'estremita po- steriore del corpo). Clitello non troppo appariscente un po' depresso con segmenti ben limitati anche dorsalmente esteso sui segmenti (13, 14 — 26) = 13, 14. (Mchlsn. Clitello a sella sui segmenti (13, 14 — 30) — 17, IS;. Tubercula pubertatis in una serie interrotta dalle linee interseg- mentah, posta sui lati del corpo con limiti non ben distinti dal (17, 18-23, 25). (Mchlsn. Tubercula pubertatis come una striscia rialzata sui lati del corpo estesa circa dalla meta del 20** segmento alia meta del 26"). Aperture yyiaschili aH'intersegmento ^Vie con labbra rigonfie al- Taltezza dei tubercula pubertatis. Aperture femminili al margine posteriore del 14'^ segmento a livello dell'aperture maschih. Aperture delle spermateche rararaente visibili, come piccolissime fessure, tra la serie delle setole dorsali e la linea mediana dorsaie agli intersegment! ^7in ^^Uz^ 'Vi3- - 51 - Nefridiopori al margine anteriore del segmento presso la se- conda setola ventrale. Caratteri interni. Primo setto ben visibile e il Vg sottile, i setti V7-V9 ispessiti ed infundiboliformi. Ventrigli tre nei segment! 6, 7, 8. Ciiori in 7 paia nei segment! 5-11. Vescicole seminali due paia lobate nei segment! 11 e 12 attac- cate a! dissepiment! anterior!. Testes e padiglioni liber! nei segment! 10 e 11. Spermateche piccolissime e numerose tra la linea mediana dor- sale e le setole dorsal! in numero variabilissimo disposte in fila sugl! intersegment! *7ii? ^Vi27 *7i3 ed in qualche esomplare anche sul Vio- Qi-ieste spermateche cosi ordinate si scorgono talora anche dall'esterno per trasparenza^ sia in animah vivi che conservati in alcool. (Secondo Mchlsn le spermateche mancano). Liquido celomico contenente almeno due sorta di linfociti. Fissandoli con acido osmico al 2 % ho potuto osservare ame- bociti sferoidi con pseudopodii petaloidi ed eleociti sfeiici con molte goccioline di grasso assai brillanti colorate in giallo. Da questa descrizione s! puo notare' che gli esemplari raccolti a Firenze sono per qualche carattere ben distinti dagl! esemplari descritti dal Michaelsen, ma sia perche credo queste divergenze essere in parte imputabiU al fatto che I'autorevole drilologo tedesco nonpote esaminare che due soh esemplari in alcool, sia perche il ca- rattere fondamentale che distingue VHormogaster Redii dairil. prae- Uosa, la geminazione delle setole ventraH e dorsal! si ritrova in tutti gli esemplari da me studiati, ho preferito, nonostante le mi- nor! dimension! e la presenza di spermateche, non stabilire alcuna distinzione fra queste forme. Fam. Lumbricidae Eiseniella tetraedra {typicd) (Sav.) Rosa 19 pag. 71 Allurus ^e^raedr«s Michaelsen. 11 pag. 473. Loc. Toscana (Firenze, Elba, Grosseto). Eisenia foetida (Sav.) Rosa 19 pag. 30 Allolohophora foetida. Michaelsen 11 pag. 470 Panceri 14 Lumbricus pider {non Liimbricus pider. Koffmstv.). Loc. Toscana (Grosseto, Castiglioncello, Firenze, Lucignano Val di Pesa, Forconali della Lama, Bibbiena, Panzano in Chianti). Umbria (Pozzuolo). Veneto (Belluno). ^ 52 - Eisenia rosea. (Sav.) Rosa 19 pag. 31 Allohophora rosea. Michaelsen 11 pag. 478. Panceri 14 Lumbricus chloroticus—pai-tim — (non Lumhricus chloroticus Sav.). Loc. Toscana (Firenze, Grosseto, Boscolungo). Veiieto (Belluno). Tutti questi esemplari, alcuni dei quali in alcool dal 1876, pre- sentano mucociti tipici (Rosa 20) benissimo conservati. Helodrilus (AUolobojJhora) smaragdinus (Rosa). Rosa 19 pag. 53 Allolohophora smaragdina. Michaelsen 11 pag. 482. Cognetti 4 e 9. Loc. Veneto (Treviso, Belluno). In tutti gli esemplari da me esaminati il prime poro dorsale si trova costantemente all'intersegmento 74? come gia aveva osser- vato il Cognetti (.9). Helodrilus {Allolohophora) caliginosus (Sav.) subsp. trapezoides (Ant. Dug.) Rosa 19 pag. -^1 Allolohophora caliginosa trap. Michaelsen 11 pag. 482. Panceri 14 Lumhricus ruhellus — partim — [non Lumhricus ruhellus Hoffmstr.). Panceri 14 Lumhricus anatomicus fnon Lumhricus anatomicus Ant. Dug.). Loc. Moncenisio. Toscana (Grosseto, Montepescali, Castighon- cello, Pomarance, Lucignano Val di Pesa, Firenze, Bibbiena). Lipari. Riferisco a questa specie anche un esemplare raocolto a Lipari ma molto incompleto e guasto. Helodrilus (Alllolohophora) chloroticus (Sav.). Rosa 19, pag. 50 Allolohophora cldorotica. Michaelsen ii, pag. 482. Panceri 14 Lumhricus chloroticus — partim — . Loc. Toscana (Firenze, Grosseto). Helodrilus (Allolohopliora) Targionii (B a 1 d a s s e r o n i). Baldasseroni 1. Panceri 14 Lumbricus gigas— partim — (non Lumhricus gigas. Ant. Dug.). Loc. Firenze. Helodrilus (Bendrohaena) rubidus. (Sav.). var. suhrubicunda (Eisen). Rosa 19 pag. 37 Allolobophora piUris subp. suhrubicunda Mi- chaelsen 11 pag. 491. - 53 - Panceri 4 Lumbricus chloroticus — partim — {non Lumbricus cldoroticus. Sav.). Helodrilus (Eophila) Andreinii n. sp. [DiAGNosi preliminare]. Co^ore aidesiaco dorsalraente, giallastro ventralmente. Prostomio ^'3. Setole geminate a & "7 2 a/. Primo poro dor- sale '7,j. Clitello (27-38) = 12. Tubercula pubertatis (29-38, 40)= 10, 12. Aperture maschili al 15° visibili come brevi fessure sopra un piccolo rigonfiamcnto. Setti Ve'Vio molto ispessiti. Vescicole seminali nei segmenti 11 e 12. Spermateche tre paia nei segment! 10, 11, 12, oontro il setto anteriore. Lmig. 130, diam. 8 mm. Segmenti 200. Loc. Toscana (Grosseto, Elba). Helodrilus {Eophila) thyrrenus n. sp. [DiAGNOsi preliminare]. Colove rossastro, al clitello arancione. Prostomio non intaccante il primo segmento. Setole distanti ab = be < cd. Primo p)oru dorsale Vy • Clitello (25-30) = 6. Tubercula puber- tatis 26, 27, 28 in serie continua distinta dorsalmente dal clitello da un leggiero solco. Aperture mascluli non visibili. Setti anteriori non ispessiti. Vescicole seminali nei segmenti lie 12. Spermateche due paia nei segmenti 10 e 11 aprentisi agli intersegment! Vio"*/ii- Lu7ig. 75, diam. 2 mm. Segmenti 86. Loc. Toscana (Grosseto). Helodi'ilus {Bimastus) constrictus (Rosa) Rosa i6', .9 pag. S9 All olobojyhora constricta. Michael sen 11 pag. 503. Loc. Toscana (Grosseto). Helodrilus [Bimastus) Eiseni (Levins.) Rosa 19 pag. 66 Allolobophora Eiseni Michaelsen 11, pag. 503. Loc. Toscana (Grosseto). Octolasium lacteum (Oerley). Rosa 19 pag. 59 Allolobophora cyanea— partim. — Mich iielsen 1 1 pag. 506. Loc. Toscana (Firenze, Cimone). Veneto (Belluno). Alcuni esemplari di Firenze presentano, come alcuni del Cadore studiati dal Cognetti (4), papille biancastre rilevate sui segmenti 21 6 22. Octolasium transpadanum (Rosa). Rosa 16 e 19 pag. 58 Allolobophora transpadana. Michael- sen 7 i pag. 507. Panceri 4 Lumbricus trapezoideus (non Lumbricus trapesoi- dhis Ant. Dug.) Loc. Toscana (Firenze, Montepescali). Veneto (Tr^iso) Malta. - 54 - Riporto a questa specie due individui adulti provenienti da Malta con clitello poco appariscente sui yegmenti 29-36, nel quale anche dorsalniente le liiiee intersegmentali sono distintissime, tu- bercula puhertatis 29-36, interrotti dagli intersegmenti, primo poro dorsale all' intersegmento *Vi2- Odolasium complanatmn. (Ant. Dug.). Rosa 19 pag. 57 AUolobopJiora coynplanata. Michaelsen 11 pag. 508. hoc. Toscana (Firenze, S. Donate in Collina, Bibbiena, Casti- glioncello, Castel del Piano). Veneto (Treviso). Roma. Calabria. Gli esemplari provenienti dalla Calabria mostrano qualche va- riazione notevole nel numero delle spermateche. Un esemplare, con clitello V2 28-87 ; tubercula puhertatis 29-39, presenta sei sole paia di spermateche Vg-^Via e ie setole dorsali c impiantate su papille rigonfie nei segment! 30, 31 e 41. Un altro esemplare dello stesso vaso e normalissimo ; ma, tra altri individui raccolti in Calabria, ne ho trovato uno che presentava sul lato sinistro 7 spermateche, delle quali le prime due, aprentesi alTintersegmento 7, e v's* ^rano contenute nel 7° segmento ; sul lato destro 5 sole spermateche, la prima nell'So segmento con Tapertura all' intersegmento 7.)» 1^ se- conda coll'apertura al V^o e la terza aperta al ^7^^ contenute nel 10° segmento, la quarta e la quinta rispettivamente nei segmenti 11 e 12. Anche il Cognetti, che in un suo lavoro (6) diceva poco proba- bile una variabilita nel numero delle spermateche d.Q\V Odolasium complanatum, ha poi trovato (9) esemplari di questa specie apparte- nenti all' I. R. Museo di Storia Naturale di Vienna mancanti di al- cune spermateche. Octolasium hemiandrum (Cognetti). Cognetti 2 e 7. Michaelsen 12 e 13. Loc. Toscana (Montalto, Boscolungo, Elba, Grosseto, Forc(»nali della Lama, Casalta in Chianti). Gli esemplari provenienti da Grosseto, da Boscolungo, da Ca- salta, dair Elba presentano sette paia di spermateche ed aperture maschili al 15° segmento ; e per questi e gh altri caratteri concor- dano bene assai colla diagnosi data dal Cognetti (8). Note in al- cuni le setole del 7° e 12° segmento portate da papille biancastre e negli esemplari di Casalta la presenza, gia riscontrata ueW Octo- lasium Dajnianii (Cognetti 8), di due cordoni longitudinali dal 150 segmento, ove si trovano le aperture maschili, ai tuhercula puhtrialis. Vari individui adulti presi a Montalto, mancando 1' ul- - 55 - tima spermateca, presentano sul lato destro sei sole paia di sper- mateche Vtj ^Vi2- Octolasium Damianii (Cognetti). Cognetti 7 e 5. Log. Toscana (Elba, Forconali della Lama). Di questa specie ho trovato due eseraplari adulti, con aperture maschili al 27° segmento, provenienti dai Forconali della Lama. Uno di essi ha, come 1' unico esemplare dell' Elba, che e poco ben con- servato, 5 paia di spermateche 77-^7ii I I'altro presenta 6 sperma- teche, 77-^'/i-25 ^^^ l^to sinistro. Tale anomalia per la quale questo esemplare si riannoda con alcuni 0. kemiandrum di Montalto ed il fatto che con questi due esemplari, nell' identica localita, e state raccolto anche un 0. licmicrndrum tipico, mi fa dubitare che queste due specie siano molto intimamente connesse. II Cognetti (5, 6) ed il Michaelsen (12) sono concordi nel ritenere che la raeroan- dria di per se sola non sia sufficiente a dar valore di specie a quel Lumbricide che la present! ed io credo che non lo sia, anche se ac- compagnata da altri caratteri, i quali in tine si possoiio tutti con- siderare come anoraalie, se si vuole, da quel fenomeno dipendenti. Cosi la riduzione delle spermateche da 7 a 6 a 5 paia constatata in 0. liemiandrum ed 0. Damianii^ si nota anche negli esemplari di 0. coYnplanatum della Calabria ; lo spostamento poi dell'aperture maschili non e un caso nuovo nei Lumbricidi. Probabilmente questi due Octolasium sono soltanto forme del- \'0. coniplanatwn, le quali presentano variazioni interessanti e no- tevoli, causate, alcune, dal fenomeno principale, la meroandria ; non specie distinte a se e presentano talora qualche affinita anche col- V Octolasium trcmspadcmum^ cioe con una specie ormai ben fissa e distinta, ma da quella verosimilmente derivata ; pero questa e una semplice ipotesi, in parte ammessa anche dal Cognetti (S), alia quale manca il conforto di una lunga serie di osservazioni, perciu, sia pur provvisoriamente, ho maiitenuto due specie distinte. Lumhricus rubcllus. (Hoffmstr). Rosa 19 pag. 22. Michaelsen 11 pag. 509. Cognetti 4. Panceri 14 Lumbricus rubellus—partim. Loc. Toscana (Forconali della Lama). Veneto (Belluno). Piemonte (Casal Monferrato). Lumbricus terrestris (L. Mil 11.) Rosa 19 pag. 25 Lumbricus herculeus. Michaelsen 11 pag. 51L Loc. Moncenisio. ^ 56 - Lnmbricus polyphemus (Fitz). Rosa i5 pag. 16. Michaelsen ii pag. 512, 12. Wessely 21 pag. 6 Log. Veneto (Belluno). Un solo esemplare adulto : non mi consta che questa specie sia stata prima d'ora notificata per 1' Italia. Delle ventitre specie di questa collezione, diciannove sono rap- presentate anche da esemplari raccolti in Toscana. Alcune erano gia state notificate per questa regione dal prof. Rosa (16, 19)^ altre dal dr. Cognetti (7); questi trovo inoltre in Pianosa (Arcipelago toscano) il Microscolex pliosphoreus (Ant. Dug.) (Cognetti 7); di- modoche le specie di Lombrichi della Toscana, note sine ad oggi, sono le seguenti, delle quali quelle segnate con asterisco vengono per la prima volta in questo lavoro con sicurezza indicate per tale regione. Microscolex pJiosphoreus (Ant. Dug.). ■ * Hormogaster Bedii (Rosa). * H. praetiosa (Mchlsn.). Eisieniella tetraedra {typlca) (»Sav.). Eisenia foetida (Sav.). * E. rosea (Sav.). Helodrilus (Allolohophora) chlorotlcus (Sav.). H. (A) caliyiiiosus (Sav.) subsp. trapezoides (Ant. Dug.). * H. (A) Targionii (Baldasseroni). * H. (Dendrohaena) rubidus (Sav.) var. suhruhicunda (Eisen). * Helodrilus {Eophila) Andre inii n. sp. * Helodrilus (Eo.) thyrrenus n. sp. * Helodrihcs {Bimastus) constr ictus (Rosa). * Helodrilus {Bj. Eiseni (Levins.). Octolasium complauatum (Ant. Dug.). * 0. transpadanum (Rosa). 0. liemiandrum (Cognetti). 0. Damianii (Cognetti). * 0. lacteum (Oerley). Limibricus rubellus (Hoffras tr.). Dal Laboratorio di Zoologia degli Invertebrati del R, Istituto di Studi Superiori in Firenze, Gennaio 1907. - 57 - Bibliografia (I) Baldasseroni V. — Descrizione 6e\V Helodrilus (Allolohophora) Targionii. uiiova specie di Luinbricide della Toscana. — Monit. Zool. Ital. An. i7. JV. 5, 1906. (8) Cognetti L. — Octolasium heiniandrum dov. sp. ed altri Lumbricidi raccoiti daldottorE. Festa nei dintorni della Spezia. — Boll. Mus. Zool. Analom. Comp. Torino. Vol. 16, N. 38.3, 1901, (3) Id. — Gli OliiTocheti della Sardegna. — Boll. Mus. Zool. Anatoni. (.'amp. Torino. Vol. 16. nu- itiero 404, 1901. (4) Id. — Lumbricidi del Cadore e del Tirolo. — Boll. Mus. Zool. Anatom. Comp. Torino. Vol. IS, If. 434, 1903. (5) Id. — Contribute alJa conoscenza degli Oligocheti della Liguria. — Boll. Mus. Zool. Anatom. Comp. Torino. Vol. IS, N. 44:i, 1903. (6) Id. — Lumbricidi dei Pirenei. — Boll. Mus. Zool.- Anatom. Comp. Torino. Vol. 19, N. 476, 1904. (7) Id. — Oligocheti deli'isola d' Elba e di Fianosa. — Boll. Mus. Zool. Anaiom. Comp. Torino. Vol. 20. N. 490. 1905. (8) Id. — Lombrichi liguri del Museo Civico di Genova. — Ann. Mus. Civ. Stor. Nal. Genova. Ser. 3' Vol. 2, {42), 1905. (9) Id. — Nuovi dati sui Lumbricidi delT Europa orientale — Boll. Mus. Zool. Anatom. Comp. To- rino. Vol. 21, N. 527, 1906. (10) Michaelsen W. — Revision der Kinberg'schen Oligochaeten-Typen. — Ofv. Ah. Fork. Vol.56 , 1899. (II) Id. — Oligochaeta in « Das Tierreich n. Lief. 10, 1900. (12) Id. — Neue Oligocbaeten und neue Fundorte alt-bekannter. — Mitteil. Natur. Mus. XIX. Ham- burg. 1902. (13) Id. — Die geographische Verbreitung der Oligocbaeten. — Berlin, 1903. (14) Panceri P. — Catalogo degli Anellidi, Getirei e Turbellarie d' Italia. — Atli. Soc. It. Sc. Nat. Vol. 18, 1875. (15) Pitzorno M — SuU'apparato circolatorio deW Ho rmog aster Redti. Rosa. — Monit. Zool. Ital. An. X supplemenlo, 1899. (16) Rosa D. — I Lumbricidi del Piemonte. — Torino, 1881. (17) Id. — Hormogasler Redii n. g. n. sp. — Boll. Mus. Zool. Anatom. Comp. Torino. Vol. 2, nu- mero 19. 1887. (18) Id. — Sulla struttura delV Hormogaster Redii. — Mem. R. Ace. Sc. Torino. Ser. 2'>- Vol. 39, 1888. (19) Id. — Revisione dei Lumbricidi. — Mem. R. Ace. Sc. Torino. Sez. 2^, Vol. 43. 1893. (20) Id. — I Liofociti degli Oligocheti. — Mem. R. Ace. Sc. Torino. Ser. 5* Vol. 46, 1896. (21) Wessely K. — Die Lumbriciden Oberost^rreichs. — Ltnz. 1905. SUNTI E RIVISTE 1. Da Fano C. — Osservazioni sulla fine struttura della nevroglia. — Ricerclic fatte nel Lab. di Anatomia della R. Univ. di Roitut ed in altri Lab. bio- logici, Yol. 12, 1906. 11 lavoro di Weigert sidla struttura della nevroglia, apparso piu di diei-i anni or sono, ha dato un grando irapulso agli studii sul tessnto di sostegno dei centri nervosi e da questi nuovi studii le vedute esposte dal Weigert ed accolte allora con grande I'avore, vennero ad essere raolto modilicate. L'A. si e proposto il lodevole corapito di ricercare un niiovo meiodo olot- - 58 - tivo per le fibre di nevroglia, il quale uon offrisse i ben noti inconvenienti del metodo di Weigert; e sembra die egli vi sia riescito combinando la flssazione alia piridina colla colorazione delle sezioni con eraatossilina Mallory. I metodi proposti sarebbero invero in numero di tre, ma io rai accoutento di rilerirne due. Metodo 1. — Fissazione per 24-48 ore in nitrato di piridina puro. Lavaggio in acqua corrente per circa 6 ore, indurimento ed inclusione. Passaggio delle sezioni per 15 rainuti in soluzione acquosa 0,25 % di per- manganate di potassa, lavaggio in acqua e successive passaggio in soluzione di acido ossalico 1 "o. Colorazione delle sezioni in ematossilina fostbtunstica di Mallory per 24-48 ore, lavaggio in acqua distillata, disidratazione, xilolo, balsamo. Metodo 2. — Fissazione di piccoli pezzi in una miscela di tre parti di ni- trato di piridina ed una parte di soluzione di acido osraico 1 ^/o per 36-72 ore. [.avaggio in acqua per 6-12 ore, indurimento, inclusione. Le sezioni vengono tratlate come sopra con permanganate potassico ed acido ossalico, e poi ven- gono colorite sia col metodo aU'ematossilina ferrica, sia col metodo di Benda. Furono esaraiuati dall'A. i centri nervosi di uomo, bue, cavallo, cane, coniglio, polio ed anche il midollo di Araphioxus, Aramocoetes, Torpedine, Storione. La costituzione dell'ependima non fu studiata a fondo ; sembro pero all'A., in accordo con Held, che i prolungamenti delle cellule ependiraali persistano nell'adulto e stiano in intimo rapporto colle fibre di nevroglia. In quanto alia nevroglia, i metodi dell' A. permettono di distinguere nel tes- suto di sostegno dei centri, fibre rigide, colorite intensamente in azzurro (col i metodo) ed un intreccio grossolano di rilamenti colorati in rosa; le prime sono certamente le vere fibre di nevroglia, le seconde sono sottili propaggini delle cellule di nevroglia; le prime seguono sempre le seconde e stanno lore sovrap- poste in modo che fra le une e le altre vengono a stabilirsi intimi rapporti. Gli intimi rapporti fra fibre e prolungamenti protoplasmatici sono rilevabdi tanto a distanza dalla cellula, die in prossimita del corpo cellulare, ove le fibre si ri- solvono in fine fibrille ; queste procedono talora fin sul corpo cellulare incro- ciandovisi, ora decorrono lungo il margine cellulare e passano poi in un prolun- gamento vicino; il protoplasma delle cellule di nevroglia resta a sua volta limi- tato dalle fibrille suddette. Non e accettabile dunque, secondo I'A., la veduta di Weigert che fibre e cellule di nevroglia siano affatto indipeudenti ; e dubbio pero se le fibre for- mino un costituente della parte corticale del citoplasma o se siano semplicemento aderenti alia sua superflcie. Uno speciale capitolo e dedicate al problema dei rapporti che possono esi- stere fra la nevroglia e la « Golgi-Netz » e la « Fiill-Netz » di B e t h e ; e noto die Held suppose che queste reti siano costituite da una sostanza che deriva dalla nevroglia e che con essa si riconnette. Tale veduta di Held non e accet- tata dall'A., il quale del resto non possiede elementi sicuri per deflnire la natura delle reti suddette. Molto intimi sono i rapporti degli elementi di nevroglia colle meningi e coi vasi ; verso questi oi'gani si dirigono vere propaggini cellulari costituite da una parte non difl'erenziata e da una parte dilierenziata in fibre. Anche il problema dell'origine della nevrogha fu trattato dall'A., il quale rcspinge la \eduta di Held, sull'esistenza di una membranella basale costituita dai prolungamenti distali delle cellule ependimali c deslinata a iormarc una bar- - 59 - riera fra element i conneltivali ed elementi epiteliali. Gita pure qualclie fatlo il quale potrebbe far supporre che la nevroglia abbia doppia origine, epiteliale o mesenchimale, ma non si tratta, come egli stesso riconosce, di argoraenti deeisivi. La difterenziazione delle fibre di nevroglia, se con cfuesta parola s' intende il divenir esse capaci di reagire in modo caratteristico di fronte ai metodi dal- I'A. adoperati, avverrebbe in feti uraani al 4" mese ; in questi feti si osservoreb- bero due tipi di cellule di nevroglia ; le une provviste di un piccolo prolunga- raento differenziabile coll'ematossilina .Mallory, le altre con corpo protoplasmatico indifterenziato. In feti piii progrediti un numero serapre raaggiore di fibre si diflferenzia. G. Levi. 2. Giovannini S. — Singolare reperto di papille pilifere composte. — Estratto di PXJ. 2 dal Giornale della R. Aceadeiuia di Medicina di Torino, 1905, N. 5-6. — Nuovi reperti di papille pilifere composte. Gomunicaziono preventiva. — Estratto di 2>P- 4 dalla Gazzetta degli Ospedali e delle Cliniclie, Anno 1906, N. 114. Milano. L'A. riferisce di aver riscontrato nella pelle della barba di un uomo di 51 anni delle papille pilifere, le quali, in luogo di essere semplici, si dividevano in 2 0 3 distiute branche. Queste talora si suddividevano alia loro volta in brancbe socondarie, fino a 12. II fatto si osservava in piu dei ^/j delle papille. Inoltro i peli presentavansi irregolari in ispecie per la mancanza o riduzione della raidolla. In seguito a tale reperto, I'A. intraprese lo studio microscopico della pelle della barba in 40 cadaveri,e 10 volte rinvenne papille composte, con maggiore 0 minore coraplessita, a seconda dei casi. Queste ricerche permettono all'A. di concludere che nella barba le papille pilifere composte, lungi dall'essere una ra- rita, si rinvengono, quando piii quando meno frequenti, in buon numero di sog- getti. Che7'ie-Li(j)iiere. 3. Giovannini S. - Ricerche intorno alia corneificazione dei peli umani compiute colla digestione artiflciale. Esfy-atto di pp. 12 daW Archivio per le Scienze Mediche, Vol. 30, Anno 1906. Torino {con una figura nel testo). Due quesiti si propone I'A. in queste sue ricerche : determinare I'altezza, alia quale le cellule della radice del pelo umano passano a corneificazione ; sta- bilire se questa, una volta iniziatasi, procede in modo uniforme. L'A. penso di ricorrerc alia digestione artificiale dei peli, la quale, col dis- solvere la parte non corneiflcata, risparmiando quella che gia e corneificata, avrebbe permesso di rispondere ai proposti quesiti. A tale scopo si servi di una miscela di pepsina (gr. 0.50), acido cloridrico (gr. 1.00), acqua gr. 100. Conclusioui : « I risultati forniti dalla digestione artificiale permettono una risposta ai que- siti proposti solo rispetto alia corteccia ed alia culicola pilare. La prima passa a corneificazione per lo piii al cominciare della parte superiore del follo, e la seconda a meta altezza di questo o poco piii sopra. Si I'una che I'altra non hanno in sostanza un punto di corneificazione fisso ; ma variabile alquanto da un pelo all'altro. La corneificazione serabra sin da principio occupare per intero lo cellule della cuticola. Nella corteccia, invece, per tutla la parte superiore del collo, e un po' anche piu in alto, essa mantiensi liraitata alle sole (ibrillc proto- plasmatiche, risparmiando interamente i nuclei cellulari, e soltanto nel fusto so- prastante raggiunge il suo grade ultimo e definitive. ('herie-Ligitirre. - 60 - 4. Sallenga C. — Dell' ecti'opion uveae congenitura e dei cosidetti flocculi pupil- laii, con speciale riguardo al loro rapporto col sinus anularis di Szili. — Estr. di pp. 68 cl. Amiali Ottalmologia, An. 13, Vol. 13, Fasc. 5-6. Napoli 1906. Con iavole. Nei Perissodattili e Ai'tiodattili, il margine pupillare e Ibrnito, alia parte SLiperiore e inferiore, di appendici di forma svariata, per lo piii globosi, ed ora pill, ora meno grosse. Queste appendici « graniili o nocculi uveali » ricor- rono talora anclie neiriiorao; oltre a cio csiste spesso un certo grado di ecto- prion uveae, di passaggio, cioe, dello strato pigmentato retinico sulla superfi- cie anteriore deli' iride. L'A. ha fatto di quelle appendici uno studio comparativo in diversi animali (cavallo, capra, capriolo, pecora, })ove, lama, maiale). La loro struttura (in spe- cie nel cavallo) e variabile, per la presenza o meno di spazi diversaraente ampi rierapiti di umore acqueo, o per la prevalenza dello stroma connettivale, oltre alio sviluppo della parte epiteliale o retiuica (flocculi cavitari ; flocculi pieni). Per riconoscere I'origine ed il signiflcato dei ricordati spazi (sui quali soltanto I'Alt aveva richiamato I'attenzione), I'A. ne segui lo svilppo in feti di cavalli .della 2^ meta della gestazione, in confronto anche a feti umani ; pote cosi stabi- lire che essi sono, negli animali, in rapporto col seno anulare di Szili, seno che lo stesso A. descrisse, nel 1902, nel feto umano Ira il 4° e il 7<* mese, dopo il qual tempo si oblitera. La persistenza del seno si osserva spesso negli animali, anche nei punti dove mancano i flocculi. L'A. aggiunge alcuni particolari di ricerche per 1' interpretazione di relativi fatti teratologici nell'occhio umano (cisti, tumori pigmentati epiteliali dell'iride....). Per tutte queste ricerche egli utilizzo largamente il metodo di depigmen- tazione di Alfleri, cosi modiflcato. Le sezioni in celloidina, dopo un passaggio in acqua stillata, vengono immerse per 3-10 minuti in una soluzione 2 % di per- manganate potassico, poi lavate rapidamente in acqua e portate, per 10-12 minuti in una miscela a parti eguali di acido ossalico al mezzo °'o e di solttto di soda pure al mezzo "1^. fl vantaggio della modificazione sta in cio che le se- zioni, anche se sottili, non divengono friabili, e molto piii regolare e il grado di depigmentazione. 5.^ Capobianco F. — Sulla rigenerazione speriraentale del parenchima ovarico. — BoileUino della Sac. di Natural, in Napoli. Serie I, vol. XIV. Napnli 1906. Raschiando delicatamente I'epitelio germinativo dell'ovaio di gatta gravida in 2 0 3 punti, oppure praticando una superflciale incisione a cuneo, si osser- vano dopo un mese fatti rigenerativi nelFepitelio medesirao. Importa che la le- sione sia lievissima, poiche in case diverso si provoca una neoformazione con- nettivale, la quale turba il quadro della rigenerazione nell'epitelio. In un case di asportazione a cuneo di tessuto, si ebbe una vera propaggine deH'opitelio germinale che si approfonda nell' incisione con processo perfettamente normale. L'A. crede che questo case di rigenerazione sperimentale riproduca molto bene i caratteri della rigenerazione flsiologica. CosiMO Chbkubini, Amministratorej-responsabile. Kirenze, iy()7. — Tip. L. Niccolai. Via FaeDia.44. Monitore Zoologico Italiano. Anno XVIII. tav. i-n. ^^ V Stab- Fotomecoaaico e Kotwohiniioo - i-MiwiBe MonitoFe Zoologico Italiano (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiaie della Unione Zoologica Italiana OIRKTTO DAI DOTTORI GIULIO GHIARUGI EUGENIO FIGALBI Prof, ili Auatoiiiia uiiiuua I'rof. di Anatomia comp. « Zoologia nel R. Istitiito diStiidl Super, in Kirenze nella R. Universita di I'isa Ufficio di Direzione ed Amministrazione: Istituto Anatomico, Fireiize. 12 numeri all'anno — Abbuonamento annuo L. 15. XVII r Anno Firenze, Marzo 190*7 N. 3 SOMMARIO : BiBLIOGRAFiA : Pag. 61-68. GoMUNiCAZiONi ORIGIN ALi: Tricomi A.llegra G-., Musculus gracilis surae bi- ceps, fascio sopraonumerario nascente dalla rotula. (Con 3 tigiu'e). — Is- sel R., Nuove specie di Molluschi Eteropodi raceolti dalla R. Nave « Li- guria » (1903-05): nota preliminare. (Con 2 figure). — Pag. 69-79. SuNTi E Riviste: 6. Levi .E., Contribute anatomo-comparativo alia conoscenza dei tratti tettobulbari. — 7. Favaro G., Intorno al signiflcato morfolo- gico del ligaraentum sacrococcygeum anterius nella specie umana. — 8. Fu- sari R., Contribute alio studio dei nervi cutanei e delle terminazioni nella cute e nella mucosa orale deirAmmocoetes branchialis. Avvertenza Delle Comunicazioni Originaii che si pubblicano nel Monitore Zoologico Italiano e vietata la riproduzione. BIBLIOGRAFIA Si da notizia soUanto dei lavori pubhlicati in Italia. B. - PARTE SPECIALE II. Protozoi. Issel Raifaclo. — Intorno alia struttura e alia biologia deU'infusorio Trichodi- nopsis paradoxa. — Annali del Museo civico di St. Nat. di Genova, Ser. Ill, Yol. 2, {'12), ])a(j. SSi-3h7 con G fixj. e 2 tav. Genora. 1905-0. V. Celenterati (Cnidari e Ctenofori). Trinci (jiulio. — Sopra una Discomedusa del Goll'o di Paria (America del Sud).. — Annuariu d. Museo zool. d. R. Univ. di Napuli, (Nuova Serie), Vol. 2,t N. 9. Napoli, 1906, pp. 4. - 62 - VI. Vermi. 1. SCRITTI GENERAL! O SU PIU BIVISIONI DEL GRUPPO. Plana Gian Pietro. — Esame mieroscopico delle foci per la ricerca di elminti 3.^ Cora. — Clinica Velerinaria, An. 29, N. 51, pp. 1225-1226. Milano, 1906. 2. Platodl Alessandrim G[iulio]. — Su di una specie del gen. Ascocotyle Lss. rinvenuta parassita del cane. — Boll. Sue. zool. ital., Ser. 2, Vol. 7, Fasc. 4-6, pp. 221-224. Roma, 1906. Alessandrini Giulio. — II Bothriocephalus latus Bremser nella provincia di Roma. — Boll. Soc. zool. Hal., Sei'. 2, Vol. 7, Fasc. 4-6, pp. 231-232. Roma, 1906. Barnabo Valentino. — SuU'azione negli aniraali dell'estratto di Taenia saginata. — Lo Spjurinientale, An. 60, Fasc. 5, jJp- 611-620. Firenze, 1906. Barnabo Valentino. — Sugli effetti delle inoculazioni negli aniraali dell'estratto di Taenia saginata. — Boll. Soc. zool. Hal., Se}\ 2, Vol. 7, Fasc. 1-3, pp. 72-82; Fasc. 4-6, pp. 147-164. Roma, 1906. (Contmua). Calandruccio S. — Ulteriori ricerche sulla Taenia nana. — Boll. Soc. zool. Hal., Se?'. 2, Vol. 7, Fasc. 1-3, pp. 65-69. Roma, 1906. Lotti Riccardo. — Gontributo alia conosccuza dei Distomi parassili nell'inte- stino dei pesci della provincia di Roma. — Boll. Soc. zool. Hal., Se>\ 2, Vol. 7, Fasc. 4-6, pp. 227-228. Roma, 1906. Massa Donato. — Materiale per una revisione del genere Trocliopus. Con 2 tav. — Arch. Zoologico, Vol. 3, Fasc. 1, pp. 43-71. Napoli, 1906. Mola Pasquale. — Di alcune specie poco studiate o mal note di Gestodi. Tav. 3 e 4. — Annuai'fo d. Museo zool. d. R. Univ. di Napoli, {Nuova Se?^ie), Vol. 2, N. 6, pp. 12, con fig. Napoli, 1906. Monticelli Fr. Sav. — Sul Gotylogaster michaelis Montic. [1892]. — Annuario d. Museo Zool. d. R. Univ. di Napoli, (Nuova Serie), Vol. 2, N. 15. Napoli, 1906, pp. 8, con figg. Pasquali Alfredo. — Gontributo alia echinococcosi multiloculare dei bovini. — Clinica Veterinaria, An. 29, N. 50, jjp. 1201-1205, con figg. Milano, 1906. Stossich M. — Alcuni Distomi della collezione elmintologica del Museo Zoolo- gico di Napoli. (Tav. 2*^). — Annuario d. Museo Zool. d. R. Univ. di Na- p)oli, (Nuova Serie), Vol. 1, N. 23, pp. 14. Napoli, 1904. 5. Briozoi, FoRONiDi, Gephalodiscus, Rhabdopleura. Neviani Antonio. — Briozoi ritenuti uova di Mitili. — Boll. Soc. zool. Hal., Ser. 2, Vol. 7, Fasc. 4-6, pp. 184-190, con fig. Roma, 1906. Neviani A. — Sulla Schizotheca serratimargo Hinck sp. — Annuario d. Museo zool. d. R. Univ. di Napoli, (Nuova Serie), Vol. 2, N. 1, pp. 8, con figg. Napoli, 1905. 7. Enteropneusti. Spengel J. W. — Flinige weitere Beobachtungen an Ptychodera Erythraca Spen- gel. — Annuario d. Museo zool. d. R. Univ. di Napoli, (Nuova Serie), Vol. 1, N. 22, pp. 4. Napoli, 1904. 10. Nematodi, Desmosculkcidi, Ghetosomidi. Acqua (dell') A. — Filariosi del cane. — Clinica Veterinaria, An. 29, N. 10, Ijp. 246-252. Milano, 1906. - 63 - Alessandrini Giulio. — Nuovo caso di Filaria conjunctivae Addario, parassita dell'iiomo. — Boll. Soc. zonl. Hal., Ser. 2, Vol. 7, Fasc. 4-6, pp. 233-231. Rouia, 1906. Pavoni Giovanni. — Sviluppo precoco degli organi dclla riproduzionc in un ne- matode, Ascaris capsularia Rud., nello stadio di passaggio dalla forma em- brionale a quella larvale. — Boll. Soc. zool. ital., Ser. 2, Vol. 7, Fasc. 4-6, • pp. 215-220, con tav. Roma, 1906. 11. ACANTOGEFALI. Monticelli Fr. Sav. — Sull' Echinorhynchus aurantiacus Risso. — Annuario d. Museo zool. d. R. Univ. di Napoli, (Nuova Serie), Vol. 1, N. 30, pjJ. 4, con fig. Napoli, lOOo. Monticelli Fr. Saverio. — Su di un echinorinco della GoUezione del Museo zoo- logico di Napoli (Echinorynchus rhytidodes Monticelli). Con tav. 5'\ — An- nuario d. Museo zool. d. R. Univ. di Napoli, (Nuova Serie), Vol. I, N. 25, pip- i-1. Napoli. 1905. Monticelli Fr. Sav. — Per una rettillca. A proposito di una proposta classitlca- zione degli Acantocefali. — Boll. Soc. Naturalist i in Najioli, Ser. 1, Vol. 19, An. 19 (1905), pp. 217-218. Najjoli, 1906. 14. Anellidi. Cognetti De Martiis Luigi. — Res Ligusticae, XXXVI. Lombrichi liguri del Museo Givico di Geneva. — Annali d. Museo civico di St. Nat. di Genova, Ser. Ill, Vol. 2, (42), pp. 102-127 con 5 fig. Genova, 1905-6. c ognetti De Martiis Luigi. — Nuovi Megascolecidi Africani. Diagnosi prelimi- nare. (Spedizione al Ruwenzori di S. A. R. Luigi Araedeo di Savoja, Duca degli Abruzzi, III). — Boll. Musei Zool. Anat. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 21, N. 539. Torino, 1906. pp. 4. Condorelli Francaviglia Mario. — Mignatta in trachea espulsa un anno dopo che vi era penetrata. — Boll. Soc. Zool. ital., Ser. 2, Vol. 7, Fasc. 1-3, pp. 1-10. Roma, 1906. Issel Rattaele. — Materiali per una Fauna dell'Arcipelago toscano. Enchitroidi dell'Isola d'Elba. — Annali del Museo civico di St. Nat. di Genova, Serie III, Vol. 2, (42), pp. 5-8 con 5 fig. Genova, 1905-6. Pierantoni Umberto. — Nuovi Discodrilidi del Giappono e della California. Tav. 5. — Annuario d. Museo Zool. d. R. Univ. di Napoli, (Nuova Serie), Vol. 2, N. 11. pp. 10, Napoli. 1906. Pierantoni U[mberto]. — Girrodrilus cirratus, n. g. n. sp. parassita dcirAstacus japonicus. — Boll. Soc. Naturalisti in Napoli, Ser. 1, Vol. 19, An. 19 (1905), pp. 48-51, con tav. Napoli, 1906. Pierantoni Umberto. — Osservazioni sul genci-e Branchiobdella Odier. Tav. 2. — Annuario d. Museo zool. d. R. Univ. di Napoli, (Nuova Serie), Vol. 2, N. 4, pp. 12. Napoli, 1906. Pierantoni Umberto. — Girrodrilus cirratus n. g. n. sp. parassita deU'Astacus. japonicus. Tav. G.'^ — Annuario d. Museo Zool. d. R. Univ. di Napoli, (Nuova Serie), Vol. 1, N. 31, pp. 2. Napoli, 1905. Pierantoni Umberto. — Una nuova raaniera di gestazionc esterna della Piono- syllis puUigera Krolui. Tav. 1. — Annuario d. Museo zool. d. R. Univ. di Napoli, (Nuora Serie), Vol. 2, N. 3, pp. 4. Naj)oli, 1905. Pierantoni Umberto. — Sopra glcuni Oligocheli raccolti nel liume Sarno. — Annuario d. Museo zool. d. R. Univ. di Napoli, (Nuoca Serie), Vol. I, N. 26, pp. 1. Napoli, 1904. - 64 - Rosa Daniele. — Sui neJndii con sbocco iutestinale coraune dcirAllolobnphora Antipae Mich. (Lumbricidi). Con 1 tav. — A}-ch. zoologico, Vol. 3, Fuse. I, pp. 73-97. Napoli, 1906. VII. Artropodi. 5. Aracnidi. Berlese Antonio. — Monografia del genere Garaasus Latr. — Redia, Giorn. d. Entom., Vol. 3, 1905, Fasc. 1, pp. 66-304, con figg. e tav. II-XIX. Ft- renze, 1906. Brian Alessandro. — Sui Gopepodi raccolti uel golfo di Napoli da Oronzio G. ed Achillo Costa. Tav. 3-' e 4^. — AmmaiHo d. Micseo zool. d. R. Univ. di Napoli, (Nicova Serie), Vol. 1, N. 24, pp. 12. Napoli, 1905. Ellingsen Ed. — Report on the Pseudoscorpions of the Guinea Coast (Alrica) collected by L. Fea. — Annali del Museo civico di St. Nat. di Genova, S('?-. Ill, Vol. 2, (42), pp. 243-265 con 1 tav. Genova, 1905-6. Marucci V. — Gontributo alia conoscenza degli Idracnidi del Lazio. — Boll. Soc. zool. ital., Ser. 2, Vol. 7, Fasc. 7-9, pp. 282-288, con fig. Roma, 1906. Trani E. — Sul Pirata piraticus Clerk. — Boll. Soc. Naturalisti in Napoli, Ser. 1, Vol. 19, An. 19 (1905), pp. 128-131. Napoli, 1906. Trani Emilio. — Di una specie di Epeiridae nuova per la fauna italiana. - An- nuario d. Museo zool. d. R. Univ. di Napoli, (Nuova Serie), Vol. 1, N. 28, pp. 4, con figg. Napoli, 1905. 6. Grostacei. Artom Gesare. — Osservazioni e ralironto tra le Artemie sessuate c Ic Artemic pai'tenogenetiche. — Biologica, Vol. 1, N. 1, pag. 1 a 4. Torino, 1906. Carruccio Antonio. — Sovra una gigantesca Macrocheira Kaerapferi de Hann. — Boll. Soc. zool. ital., Ser. 2, Vol. 7, Fasc. 1-3, pp. 85-95, con tav. Ro- ma, 1906. Goggio Empedoclu. — Intorno al genere Lernanthropus, De Blainv. (Epachthes, V. Nordm.) con descrizione di tre specie non descritte. Tav. 2.-'- — Pisa, tip. Nistri, 1906. Estr. di pp. 20, d. Atti d. Soc. Tosc. di Sc. Nat. in Pisa, Memorie, Vol. 22. Masi Luigi. — Sulla presenza della Podopsis Slabbei'i v. Ben. nello stagno di Maccarese. — Boll. Soc. zool. ital., Ser. 2, Vol. 7, Fasc. 1-3, %)p. 11-20. Roma, 1906. Masi Luigi. — Contribute alia sistematica delle Ilyocyprinae. — Boll. Soc. zool. ital., Ser. 2, Vol. 7, Fasc. 4-6, p2). 133-146 ; Fasc. 7-9, pji. 249-268 ; con figg. Roma, 1906. Masi L. — Materiali per una Fauna (lelFArcipelago toscano. Isola del Giglio. 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Note sui Machilidae. — Redia, Giorn. d. Enlom., Vol. 3, 1905, Fasc. 2, pp. 325-340, con figg. Firenze, 1906. c) Architteri o Pseudoneurotteri e Mallofagi Silvestri Filippo. — Gontribuzione alia conoscenza del Termitidi e Termitortli deir Eritrea. — Redia, Gio7-n. d. Entom., Vol. 3, 1905, Fasc. 2, p)p. 341- 359, con p.gg. Firenze, 1906. d) Ortotteri. Berlese Antonio. — Sopra una anomalia negli organi sessuali esterni femminei di Locusta viridissiraa L. — Redia, Giorn. di Enlom., Vol. 3, 1905, Fasc. 2, p)}^- 305-314. Firenze, 1906. Con figg. BorelU Alfredo. — Viaggio del dott. Enrico Festa nel Darien, nell'Ecuador e re- gioni vicinc, XXXI. Di una nuova specie di Forficola, Ancistrogaster Festae. — Boll. Musei Zool. e Anat. comp. Univ. Torino, Vol. 21, N. 528. Torino, 1906. pp. 3, con fig. Borelli Alfredo. — Di una nuova specie di Forticola di Madagascar. — Boll. Musei Zool. Anat. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 21, X. 533. Torino, 1906. 2W- 4, con fig. Borelli Alfredo. — Nuove specie di Forflcole (Diagnosi preliminari). (Spedizione al Ruwenzori di S. A. R. Luigi Amedeo di Savoja, Duca dogii Abruzzi. V). — Boll. Musei Zool. Anat. comp. d. R. Univ. di To?'ino, Vol. 21, N. 541. To7'ino, 1906. ijp. 8. Borelli Alfredo. — Forflcole di Costa Rica. — Boll. Musei Zool. Anat. comp). d. R. Univ. di Torino, Vol. 21, N. 531. Torino, 1906. pp. 20. Griffini Achille. — Ortotteri raccolti da L. Fea ■ nell' Africa occidentale. I. Hetro- didi. Conocefalidi. Meconemidi. Pseudoflllidi. Mecopodidi e Fanerotteridi. — Annali del Miiseo civico di St. Nat. di Genova, Ser. Ill, Vol. 2, (42), pay. 358-397. Genova, 1905-6. Paoli Guido. — Due casi di ginandromorttsmo nei Forficulidi. — Boll. Soc. zool. ital., Ser. 2, Vol. 7, Fasc. 4-6, pp. 203-206, con figg. Roma, 1906. e) Rincjti 0 Emit eri, e Fisapodi o Tisanntteri. Berlese A. e Paoli G. — Serie mascliile della Pollinia Pollinii Costa. — Redia, Giorn. d. Entom., Vol. 3, 1905, Fasc. 2, pj). 393-395, con figg. Firenze, 1906. Berlese A. e Silvestri F. — Descrizione di un nuovo generc e di una nuova specie di Lecanite vivente sull'olivo. — Redia, Giorn. d. Entom., Vol. 3, Fasc. 2, pp. 396-107, am figg. Firenze, 1906. Guercio (del) Giacomo. — Intorno a Ire specie rare di Mizozilini italiani e alio diverse galie prodotte da varii Afldi sul Populus nigra. — Redia, Giorn. d. Entom., Vol. 3, 1905, Fasc. 2, pp. 360-385, con figg. Firenze, 1906. Horvath G. — Les Tingitides d' Achille Costa. — Ann. d. Museo Zool. d. R. Univ. . di Napoli, {Nuova Serie), Vol. 2, N 10. Napoli, 1906. pp. 4. - 66 - Howard L. 0. — On the parasites of Diaspis pentagona. — Reclia, Giorn. d. EntoiH., Vol. 3, 1905, Fuse. 2, pp. 389-392, con ftcjg. Firenze, 1906. Leonard! (tustavo. — Generi o specie di Diaspiti. Saggio di sistomatica delle Fioriniae. Memoria. — Redia, Giorn. d. Enlom., Yol. 3, 1905, Fasc. i, pp. 16-6o. Firenze, 1906. Con figg. f) Coleotteri e Strepsitteri. Gestro Raftaello. — Materiali per lo studio delle Hispidae. XXV. Sulla Gono- phora iaterrupta. XXVI. Osservazioni sopra alcune Hispidae della collezione Oberthiir. XXVII. Ricerche intorno alia disposizione delle specie nel genere Cryplonychus. '— Annali del Museo civico di St. Xat. di Genova, Ser. Ill, Vol. 2, (42), p. 128-134. Genova, 1905-6. Gestro R. — Materiali per lo studio delle Hispidae. XXVUI. Descriziono di al- cune Hispidae inedite. XXIX. Hispidae del viaggio di L. Fea neirAllrica oc- cidentale. XXX. Fllenco delle Hispidae attricane. — Anyiali del Museo ci- vico di St. Nat. di Genova, Ser. Ill, Vol. 2, (-12), p. 468-557, con 2 fig. Genova, 1905-6. Gestro R. — Saggio sugli Iclithyurus africani. — Annali del Museo civico di St. Naf. di Genova, Ser. Ill, Vol. 2, (42), pag. 217-233 con 11 fig. Geno- va, 1905-6. Gestro R. — Studi sugli Ichthyurus. — Annali del Museo civico di St. Nat. di Genova, Ser. Ill, \ol. 2, (42), pag. 266-307 con 20 fig. Genova, 1905-6. Griffini Achille. — Lucanidi raccolti da Leonardo Fea neU'Aflfrica occidentale. — Annali del Museo civico di St. Nat. di Genova, Ser. Ill, Vol. 2, (42), p. 135-148. Genova, 1905-6. Grouvelle A. — Glavicornes nouveaux du Musee civique de Genes. — Annali del Museo civico di St. Nat. di Genova, Ser. Ill, Vol. 2, (42), pag. 308- 333. Genova, 1905-6. Kerremans Ch. — Buprestides recueillis par M. L. Fea dans I'Atricjiie occiden- tale determines et decrits. — Annali del Museo civico di St. Nat. di Ge- nova, Ser. Ill, Vol. 2, (42), p. 406-4 H. Genova, 1905-6. Leonardi Gustavo. — Diagnosi di cocciniglie nuove. — Redia, Giorn. di Ento- mologia. Vol. 3, 1905, Fasc. 1, P2'- ^-7- Firenze, 1906. Con figure. Lesne P. — Viaggio di L. Fea nell'Affrica occidentale. Bostrychidae. — Annali del Museo civico di St. Nat. di Genova, Ser. Ill, Vol. 2. (42), p. 412-417 con fig. Gemwa, 1905-6. Lewis G. — Viaggio di Leonardo Fea nell'Attrica occidentale. Histeridae. — Annali del Museo civico di St. Nat. di Genova, Ser. III. Vol. 2, (42), pag. 398-405 con 1 fig. Genova, 1905-6. Olivier Ernest. — Lampyrides captures par Mr. L. Fea dans TAIrique occiden tale determines et decrits. — Annali del Museo civico di St. Nat. di Ge- nova, Ser. Ill, Vol.2, (^12), pag. 235-236. Genova, 1905-6. Pangella Giorgina. — Nuova specie di Passalidi. Diagnosi preventiva. (Spedi zione al Ruwenzori di S. A. R. Luigi Amedeo di Savoja, Duca degli Abruzzi IV). — Boll. Musei Zool. Anat. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 21, N. 540 Torino, 1906. pp. 2. Silvestri Filippo. — Descriziono di un nuovo genere di Rhipiphoridae. — Re dia, Giorn. d. Entom., Vol. 3, 1905, Fasc. 2, pp. 315-321, con tav. 20 Firenze, 1906. Solari Angelo o Ferdinando. — Materiali per lo studio dei Barini, — Annali - 67 - del Museo civico di St. Nat. di Genova, Ser. Ill, Vol. 2, (42), p. 418-444. Genova, 1905-6. Solari Angelo e Ferdinando. — Gurculionidi della Fauna Paleartica. Note e de- scrizioni. II. — Annali del Museo civico di St. Nat. di Genova, Ser. Ill, Vol. 2, (42), p. 87-101. Genova, 1905-6. Weise J. — Aufzahlung von Hispinen aus Nicaragua. — Amiali del Museo ci- vico di St. Nat. di Genova, Ser. Ill, Yol. 2, (42), p. 237-242. Genova, 1905-6. ^ h) Imenotteri. Buysson (du) R. — Note hymenopterologi((ue. — Annuario d. Museo zool. d. R. Unir. di NajjoU, (Xuova Seric), Vol. 2, N. 2, 2)p- •^. NajJoli, 1905. Emery Carlo. — Studi sulle Ibrmiche della Fauna Neotropica. — Boll. d. Soc. Knlo/H. Ital., An. 37, Trim. 2-4, pp. 107-194, con figg. Firenze, 1905. (Pub- blicato nel 1906. Kieflfer J. J. — Nouveaux Proctotrypidae exoliques conserves an Musee civique de Genes. — Annali del Museo civico di St. Nat. di Genova, Ser. Ill, Vol. 2, (42), p. 9-39 con 1 /ig. Genova, 1905-6. Magretti Paolo. — Materiali per la conosceuza della Fauna Eritrea. — Boll. d. Soc. Entom. Ital., An. 37, Trim. 1, pp. 3-96. Firenze, 1905. (Puhhli- cato nel 1906). Mautero Giacomo. — Materiali per una Fauna deH'Arcipelago toscano. Catalogo degli Imenotteri dell'Isola del Giglio. — Annali del Museo civico di St. Nat. di Genova, Ser. Ill, Vol. 2, (42), p. 40-86. Genova, 1905-6. Mantero Giacomo. — Res Ligus.ticae. XXXVII. Materiali per un catalogo degli Imenotteri liguri. Parte IV. Cinipidi. — Annali del Museo civico di SI. Nat. di Genova, Ser. Ill, Vol.2, (42), j:). 445-467, con 2 fig. Genova, 1905-6. Zavattari Edoardo. — Di alcuni Imenotteri della Somalia Italiana. — Boll. d. Musei di Zool. e Anal, comjj. di Torino, Vol. 22, N. 548. Torino, 1907. pp. 4. Zavattari Edoardo. — Imenotteri deH'Alto Zambesi raccolti dal Rev. L. Jalla. — Boll. d. Musei di Zool. c Anat. comj). d. Univ. di Torino, Vol. 22, N. 550. Torino, 1907. pp. 4. i) Ditteri Becker Th. — Notiz su Usia taeniolata Ach. Costa. — Annuario d. Museo Zool. d. R. Univ. di Najjoli, (Nuova Serie), Vol. 2, N. H. Napoli, 1906. 2»p. I- Bezzi Mario. — Intorno al tipo della Echinomyia Paolilli A. Costa. — Annua- rio d. Museo Zool. d. R. Univ. di Napoli, (Nuova Serie), Vol. 2, N. 7. Napoli, 1906. pp. 4. "Bezzi Mario. — Ditteri eritrei raccolti dal dott. Andreini e dal prof. Tellini. — Boll. d. Soc. Entom. Ital., An. 37, Trim. 2-4, pp. 195-304. Firenze, 1905. (Pubblicato nel 1906). I) Lepidotteri. Rostagno Fortunato. — Note entomologiche. — Boll. Soc. zool. ital., Ser. 2, Vol. 7, Fasc. 7-9, j^p. 269-274. Roma, 1906. Verity Roger. — Rliopalocera palaearctica. Iconographie et description des pa- pillonS diurnes de la region palearctique. — Florence, R. Varilij ed., 1906- 907. In 4'> con tavole. (In cor.w di pubblicazione). - 68 - IX. Molluschi. Pollonera Carlo. — Nuove specie di Molluschi terrestri. (Diagnosi preventive). (Spedizione al Ruwenzori di S. A. R. Luigi Araedeo di Savoja, duca degli Abruzzi). — Boll. d. Musei di zool. e anat. comp. d. Univ. di Torino, Vol. 21, N. 538. Torino, 1906. p2J. 1. Praus Franceschini Carlo. — Elenco delle conchiglie del Gollb di Napoli e del Mediterraneo esistenti nel Museo Zoologico di Napoli. — Annunrio d. Mu- seo zool. d. R. Univ. di Napoli, {Nuova Serie), Vol. 2, N. 5, pp. 68. Napoli, 1906. 3. Gasteropodi (Prosobranchi, Eteropodi, Opistobra?alla rotula, portandosi infuori si restringe tanto che poco prima di oar luogo alia porzione carnosa non misura in larghez/a die 2 mm. -To- ll piccolo fascio muscolare, che segue al tendine, e nastri- forme, si mantiene indipendente dalla capsula articolare e dalla su- Fig. 1. — Regione del iiiiKucliio vednta di dietro. gi, mitsmiltis gemellns internum. — .sw, mnscuhis semimembranosus. — p, muscuhbs poplitevs. — be, mu- sculiui biceps femoris. — s, musculvji soleus. — pg, mvseuhis plantaris. — apg, capo accessorio del TO. plnntare. perflcie esterna del condilo esterno del femore, su cui passa. Le fibre muscolari si succedono alle fibre tendinee sopra due Knee, che, partendo rispettivamente dal margine superiore ed inferiore del tendine, s'incoatrano ad angolo aperto in avanti, formando una spe- cie di V coricato (> ), di cui la branca superiore e un po' piii lunga della inferiore (fig. 2). Mi riesce assai difficile dire quale potrebbe essere il valore fun- zionale di questo fascio soprannumerario, e impossibile dire quale ne sia il valore morfologico. Indipendente dalla capsula articolare, esse non esplicava la sua azione su questo organo. Era anche in- dipendente dal vasto esterno e dall'aletta corrispondente della ro- tula, da cui era ricoperto, dal tendine del gemello esterno, che co- steggiava all' interne, dal condilo esterno del femore e dal ligamento capsulare posteriore, su cui strisciava. Sono registrati parecchi casi, in cui il muscolo plantare gracile viene rinforzato da un fascio soprannumerario, il quale provione - 71 - dagli organi che si trovano circostanti al suo capo superiore di at- tacco ; cosi : Fig. 2. — Ilegione del giuocchio veduta dal lato esteruo. t'l, teml. in. ijuadriccps. — p, patella. — Ip, lig. patellae prop. — .sm, tend. ;/(. .tciidmcinbranoxtui. — ca, caps^ila articularin Jibwm. 1) dalFaponevrosi della gamba, e qui ii fascio soprannume- rario ha ricevuto il nome di muscolo tensore dell' aponevrosi della gamba (Meyer, M a ca lister, Meckel (0; 2) dal tendine del semimembranoso, e quando questo capo si rende indipendente, puo ricevere il nome di plantaris minor, s. popliteus superior,^, popliteus minor come nel case del Calori (^); 3) dal muscolo bicipite f) ; 4) dalla capsula articolare del giuocchio (Hall, Wood, Gru- ber, Smith, House, Davies-Colley ('), Macalister ("), Nord- lund C^); (') Le Double. — Variatiou.-i du sy.sti'iiu' umsculaiic di- riiouiiiiu. — J'aris, Ifi'JT, paij. 310. (^) Krau-so "W. — Aiiatnnii.sclu! Varictiitcii. — Annovcr, ISSI), pmj. III. (■') Testut L. — Les aiionialics iinist'olaiifs clicz riioiiiiiic. — 1'ari.s, 1. — Ip, Vig. patellae propr. — cpg, capo accessorio »«.. plantaris ■ p, patella. 6) dal femore (Meckel, Theile C^) e ('), tre cm. al di sopra del condilo esterno (Kolliker (^)); 7) dal condilo esterno del femore (Turner (■')); 8) dal muscolo gemello esterno (Giacomini (")); 9) daH'aponevrosi del muscolo popliteo (Hyrtl, Chudzni- ski (')• 10) dalla tibia ('') ; 11) dalla fibula (Macalister (~) ). II plantare gracile e certamente I'omologo del palmare gracilt;, come questo fa parte deWd 2) rouator -flexor mass di Humphry e puo divenir doppio per differenziazione di un nuovo fascio di questa massa comune. II fascio soprannurnerario puo presentare, sia nelle sue inserzioni superior!, sia nelle sue inserzioni inferiori, tutti i caratteri di mobilita del fascio principale. E cosi si spie- gano tutti i casi di anomalia, tanto del plantare quanto del pal- mare gracile, registrati fino adesso. Ma il casb attuale non puo rientrare in questo concetto d' in- dole generale, poiche la rotula resta assai al difuori dal campo di distribuzione degli organi, che possono eventualmente dare origine a qualche fascio anomalo soprannurnerario della|)ronrt^or-/?(^a;o/- mass. E allora bisogna limitarsi a considerare il fatto come una f) V.mU nut. - 73 - semplice variazione individuale? Per quanto abbia pofcuto ricercare nella letterafcura nou ho trovato alcun cenno di qualche cosa di simile che potesse essermi di guida. Nell'arto inferiore sinistro dello stesso cadavere e raddoppiato il tendine del muscolo estensore proprio deH'alluce ; il fascio so- prannuraerario e molto sottile e va ad inserirsi al lato interno della testa del 1° metatarseo. Ed il tendine del peroniero anteriore s'iaserisce a tutta la superflcie superiore del V metatarseo, allar- gandosi in un'espansione teiidinea a forma di ventaglio. Nell'arto inferiore destro esiste un musculus tensor fasciae fsu- ralis, nastriforrae, il quale nasce dal capo corto del bicipite femo- rale in vicinanza del femore, passa tra questo ed il capo lufigo dello stesso muscolo, si porta in fuori, seguendo le fibre del capo corto e termina nel fascia suralis con fibre tendinee in corrispon- denza del capitulum fibulae. 11 capo muscolare e lungo 23 cm., largo 8 mm., e spesso appena 2 mm. E anche raddoppiato il muscolo peroniero anteriore. II fascio carnoso in soprannumero si distacca, a meta della gamba, dalla parte carnosa del peroniero anteriore, decorre Jungo il suo margine esterno e va ad inserirsi con un piccolo tendine allargato su tutto il margine esterno del V metatarseo. Le sue fibre tendinee piii distali arrivano fine alia base della 1^ falange del V dito, dove pigliano parte alia costituzione deiraponevrosi dorsale dello stesso dito, inserendosi al lato esterno. L'arto inferiore destro presenta inoltre le seguenti anomalie vascolari. La vena safena esterna non si approfonda nel cavo del poplite per sboccare nella vena poplitea, ma si mantiene superfi- ciale, scorre nel tessuto connottivo sottocutaneo della coscia, por- tandosi in dentro, raccoglie alcune vene sottocutanee della regione posteriore ed interna della coscia e va a sboccare nella safena in- terna in corrispondenza del triangolo di Scarpa. Manca Varteria suralis. Esiste una piccola arteria safena, che accompagna la vena safena esterna e dopo un decorso di 10 cm. circa, si esaurisce nella regione posteriore della gamba. Quest'arteria safena nasce da un ramo, che si origina dalla poplitea e che si distribuisce al tes- suto connettivo sottocutaneo ed alia cute della regione interna del ginocchio. Havvi precoce divisione deU'artcria poplitea in tronco tibio- - 74 - peroniero e in tibiale anteriore. Quest'ultima passa in avanti del muscolo popliteo. Esiste un'arcata plantare superflciale, di cui mi sono occupato in una nota precedente. (V. Atti Ace. Pelorit. V. XXI, fasc. 2, pag. 217-218). Messina, febbraio 1907. DAL I.ABUUAIOBIO DI ANATOMIA COMPAUATA DELLA K. 0N1VEK81TA DI GENOVA DIKETTO DAL PBOF. G. CATl'ANEO DoTT. KAFFAELE ISSEL, assistente e libeko docentk Nuove specie di iVlolluschi Eteropodi raccoiti dalla R. Nave « Liguria > (1903-05) Nota prelim in are (') (Con due figure). E vietata la lijntKlnzioue 1. — Atlanta Aloysii Sabaudi n. sp. La conchiglia di questa specie (tig. 1) e biancastra, translucida, fragile ; segnata da molte strie di accrescimento sinuose e ben distinte ; il suo diametro varia da mm. 2 a mm. 2,5 (non com- presa la carena). La spira e relativamente poco appiattita, misu- rando, in una conchiglia di 2 mm. circa 440 y. di spessore; Tultimo giro e assai rigonfio alia sua estremita. I giri di spira sono in nu- mero di 7 ; i primi 5 Vs formano un cono prominente il cui asse e diretto in alto presso alcuni individui, mentre presso altri volge alquanto all'indietro; il giro che forma la base del cono e in parte nascosto dall'ultimo e dal penultimo giro. La parte prominente della spira occupa complessivamente uno spazio pari a circa ^/^ del dia- (') II lavoio (letiuitivo uauiiii ucUu Fttbblicazioni del 11. Istituto di Htudi nuperiori, pratici e di per- /ezionamento in Firenzc uella sm-ic dullr « Kaccolte plauctonicln' fatto tlalla K. Navi" " Ligvuia ,, ». - 75 - metro massimo della conchiglia o un poco maggiore. La carena e poco proininente neirultimo tratto e raggiunge la sua massima larghezza (di a 350 circa) verso la meta dell'ultimo giro; in alcuni esemplari i giri sono a contatto fra di loro, in altri intercede fra I'ultimo e il penultimo un breve ed angusto spazio in cui penetra la carena. L'apertura ha forma di un ovale tanto largo che quasi si avvicina ad un circolo ; i suoi margin! sono lievemente estro- flessi e la fessura ben evidente. FiS. 1. h'opercoh) ha base subquadrangolare ed e segnato da strie di accrescimento in scarso numero (9 neU'esemplare esaminato). DeU'animale ho potuto esaminare gli occhi, la radula e gli otoliti. La massa pigmentale degh occhi e subcilindrica e di note- voli dimensioni, presentando lunghezza e larghezza di a 200 circa in un esemplare di 2 mm. La radula e composta di 56-68 serie. I denti centrali di cia- scuna serie haniio una larghezza pari a circa 1 volta V-^ i'altezza, presentano una convessita ben accentuata dei margini laterali e sono muniti di due appendici laterali fortemente divergenti, ad estremita arrotondata, e di una cuspide centrale che soende sino al livello di questa ostremita. Nei denti intermedi vediamo due cuspidi quasi diritte, di cui la mterna e lunga un po' piu di '/;t della esterna, ed una cresta subquadrangolare. I denti laterali esterni sono lievemente ricurvi nella i)arte prossimale e piu bru- scamente nella distale ; i denti laterali intenii presentano una curva uniform e. - 76 - Gli otoliti discoidi si rivelano composti da un nucleo centrale di circa 26 a di diametro nel mezzo del quale si apre una fessura ellittica e da una zona periferica, ove si notano strie concentriciie di accrescimento. Localitd. Stazione 35 ; stabilita nell'Oceano Indiano, durante la navigazione fra Colombo e Massaua a IO^jO' di lat. N e 58°40' di long. E Gr., il 17 marzo 1905, 2. — Pterotrachev (Euryops) minuscola n. sp. Questa Pterotracliea e la piii piccola fra le congeneri : i maschi misurano in lunghezza 16-23 mm. e le fern mine 16-27 mm. com- presa la jjrobosckle. Questo organo si dilata fortemente a bulbo nella sua estremita cosi da assumere, in questo tratto un calibro dop- pio di quello che presenta nella sua porzione basale. II tegumento^ trasparente, non presenta alcun tubercolo o den- tello frontale; scarsi tubercoli spiccano sul tegumento ventrale nella regione che sta innanzi alia natatoia; an poco piii frequenti nella zona che circonda la base di questa appendice ; mancano affatto nella parte dorsale e posteriore del corpo. Siffatti tubercoh hanno con- torno circolare e diametro variabile da 220 a 280 u.. La natatoia e inserita un poco all' indietro del punto mediano fra la massa viscerale (o nucleo) e gli occhi ed e un poco piii lunga che larga (mm. 5 per 3 72 ^^'^ ^^'^ femmina di 27 mm., e mm. 5 per 4 in un maschio di 24 mm.). II suo margine anteriore e arroton- dato; il posteriore presenta la caratteristica forma a lama di scure. La ventosa copulatrice del maschio (fig. 2) ha cospicue dimen- sioni misurando, nella sua massima larghezza, -x 720 circa ed e in- serita, fine a V3 circa della sua altezza, in un incavo del margine mferiore della natatoia. Degna di nota, dal punto di vista sistema- tico, e la sua forma ad anfora panciuta, con orlo cilindrico spor- 2'ente e fondo subconico. - 77 - La massa viscerale e piriforme ; la sua lunghezza e pari a un po' meno del doppio dell'altezza e il suo vertice, ove si apro il foro anale, s'incurva forfcemente all'indietro. Le appendici hranddali sono in numero di 12 o 13. L'apparato genitale mascJiile e costituito, nella sua parte esterna, da una tasca appiattita, subquadrangolare, di natura apparentemente glandolare, dalla quale emergono due tubi di colore bruno ternn- nanti a fondo cieco; il pritno, molto liingo, corre parallelo al mar- gine superiore della tasca anzidetta ; 1' altro, brevissimo, e ricurvo in basso. In mezzo alle due inserzioni dei fondi ciechi si stacca un vistoso pene (lungo mm. 1,7 in un maschio di 24 mm.), trilobo alia sua estremita distale. Oltre alia massa viscerale si protende, assottigliandosi grada- tamente, una porzione caudale appiattita ai lati; a piccolo ingran- dimento della lente sembra che finisca in punta; ad ingrandimento |)iu forte si scorge invece al suo termine una piccolissima pinna biloba, orizzontale, larga circa 600 [j-. In due esemplari ho veduto un breve cordone caudale che non oltrepassa in lunghezza i ''/.^ di millimetro; esso presenta vicino alia estremita libera due ingrossa- menti discoidi contigui e tormina con un rigonfiamento sferoidale. La radida e composta di una ventina di serie (20 neli' indivi- duo esaminato). I denti mediani hanno un'altezza (misurata alle ap- pendici laterali) pari ai 7.-, della larghezza; la loro cuspide centrale ol- trepassa il livello delle appendici lateraU ed e fiancheggicita, per ogni lato, da 4-6 cuspidi laterali appuntite, diritte o appena sensibJlmente ricurve, lunghe un terzo circa della cuspide centrale. I denti inter- medi hanno una cuspide lievemente ricurva verso 1' esterno e sono sormontati da una cresta che termina in basso con un piccolo uncino; nuUa di notevole nei denti laterali. Localitd. Stazione 26 ; stabilita nel mare di Sulu, durante la navigazione da Menado a Manilla, a 10° 15' di lat. N. e 121^ e 48' di long. E. Gr., il 24 ottobre 1904. 3. — FlKOLOlDA LiGUEIAE N. SP. I due esemplaii di questa specie raccolti nel viaggio della " Liguria „ sono lunghi mm. 13. ed appartengono entrambi al sesso maschile. II tegumento e trasparente, disseminato di glandole unicellular! del diametro di 18-30 p-, le quali diventano piu frequent! che altrove nella' regione basale della proboscide. - 78 - La proboscide e notevole per il suo sviluppo, raggiungendo un terzo circa della totale lunghezza del corpo; essa presenta una graduale diminuzione di calibro dalla regione oculare sino alia sua estreruita. Gli occhi sono collocati ciascuno in una piccola infossatura ellittica ai lati del capo, ed hanno forma di cono che regolarniente si restringe dalla retina sino alia base del cristallino, innanzi al quale sporge la cornea per una lunghezza pari a Va ^i^'ca del dia- metro del cristallino medesimo. Due tentacoli rudimentali, contratti nel Jiquido conservatore, sporgono immediatamente al disotto degli occhi. II corpo comincia ad assottigliarsi a circa V4 della sua lun- ghezza e tormina con una lamina subtroncata, appiattita e a mar- gine basale diritto ; non ho potuto scorgere alcuna traccia di ap- pendice caudale. La natatoia e situata un poco all'indietro della meta del corpo e misura mm. 2.8 di lunghezza per 2.2 di altezza; e foggiata a lama di scure, alquanto meno protesa al margine posteriore che non all'anteriore. Nel punto piii sporgente di quest'ultimo e collo- cata una ventosa copulatrice del diametro di a 220. Lo stato di conservazione degli esemplari non mi permetfce di dir molto sui visceri; la massa viscerale presenta la solita forma a pera, le sue proporzioni debbono essere assai variabili poiche nel prime individuo apparisce alquanto piurigonfla che non nelsecondo. Di contro aha massa viscerale, dalla parte destra, si osserva un organo accessorio deWapparato maschile, composto di una massa bruna, globosa, sorretta da un tubo che sbocca presso I'organo co- pulatore ed e diretto in alto oppure all'indietro. Neha radula i denfi inediani hanno lunghezza pari ad una volta V; I'altezza; presentano margini esterni incavati ed appena sensibilmente divergenti, margine superiore ed inferiore pressoche paralleli, cuspide centrale aguzza, fiancheggiata, per ogni lato da 4 cuspidi laterah lunghe non piu di V3 della prima. All'unica cuspide, quasi diritta, dei denti intermedi, sovrasta una cresta subqua- drangolare incavata nel suo margine superiore; nulla di notevole, dal punto di vista tassonomico; nei due ordini di denti laterali. Localitd. Stazione 10; stabilita durante la navigazione da Bahia a Buenos- Ayres, a 28o 38' lat. S e 47« 31' 30" long. W. Gr., 11 18 gennaio 1904. - 79 - SUNTI E RIVISTE 6. Levi, E. — Gontributo anatorao-compai'ativo alia conoscenza doi tratti tetto- bulbari. — Ric. cli Pat. nerr. e ment., Vol. XII, F. 3, 1907. Spctta indubbiaraente ad Kdinger il merito di aver messo nella raentata luce rimportanza dei ti-atti tetto-l)ulbari, le quali vie per la loro costanle prc- sonza nei vertebra ti inferiori meritarono il nome dato da Edinger di « vie Ibndamentali del sisteraa nervoso centrale ». L'A. si propose di studiare queste vie in un Olocefalo, in alciine specie di Anfibi, Rettili ed Uccelli, ed inline in ratti ai quali era state estirpato un tu- bercolo quadrigemello anteriore. 1 tratti tetto-bulbari sono enorraemente sviluppati nei verteln-ati inferiori relativamente agli altri sistemi, fatto legato alia preponderanza della funzione visiva. La loro mielinizzazione e molto precoce. Fra questi fasci, molto costante e un sistema mediale crociato, che unisce il tetto ottico ai nuclei raotori oeulari; la sua mielinizzazione e precoce tanto che fu possibile all'A. di raetterlo in evidenza, ben distinto dagli altri, in giovani Rettili ed Uccelli. Non fu possibile di seguire questo fascio sin nei midollo spinale contraria- mente a quanto affermano altri AA. Fu inoltre dimostrata I'esistenza di tibre lo quali discendendo dal corpo qua- drigemello anteriore, s'incrociano nella fontana di Meynert e risalgono poi verso il corpo quadrigemello anteriore del lato opposto. Nei Pesci e nei Rettili esiste un 2*^ sistema tetto-bulbare destinato ad unire il tetto ottico coi nuclei motori del V, VI, VII, IX, X e XII; esso comprende le tibre della porzione mesencofalica del V e decorre nella sua porzione caudale assieme al fascicolo longitudinale ])OSteriore. Goncordemente a risultati di altri A. A. non fu dimostrata I'esistenza di fasci omolaterali discendenti dal tetto verso la sostanza reticolare del ponte e del bull)0. Con queste ricerche viene ad essere confermata I'importanza fondamentale di questi fasci nei vertebrati inferiori, nei quali non esistono vie cortico-spinali. Nei Mammiferi la loro funzione viene ad essere circoscritta; essi in (juesta ulti- ma classe di vertebrati sono destinati probabilmente a dirigere la mobilita ocu- lare ed a contribuire alie funzioni della masticaziono e della deglutiziono; forse costituiscono pure una via riflessa fra I'occliio e I'orecchio (Held). 7. Favara, G. — Intorno al signidcato inorfologico del ligamentura sacrococcy- geum anterius nella specie umana. — .1/^/ e Ment. deUa K. Accad. di Pa- dxjva. Vol. 23, 1906. La parte principale del legamento sacrococc.igeo anteriore non rappresonta secondo I'A., muscoli caudali regressi, come vuole Fick, bensi la parete fibrosa del canale caudale, come si riscontra nei segraento posteriore della coda di altri Mammiferi. Mentre questo canale fibrose e costante neH'uomo, il canale scliele- trico apparo come varieta e per brevi tratti, sotto forma di cercUi eraali in- completi. -so- il canalo caudalo dcH'uomo accoglie I'aorla e gli orgaiii satclliti; csso e piii coito, i)iu arapio e piii appiattito in scnso sagittale che negli animali a coda esterna. 8. Fusari, R. — Coiitributo alio studio dei nei'vi cutanei e delle terraiuazioni nella cute e nella mucosa oi-ale dell* Ammocoetes hraiicliialis. — Arch, per le scienze mi'dichc, Vnf. :W, 1906. II ganglio spiuale neH'Ammocoetes non ha liraili hen circoscritti, come noto gia il Frend; I'A. trovo cellule nervose bipolari sulle due branclie anclie a no- tevole distanza dal ganglio. La capsula degli elementi del ganglio si continua nella guaina delle fibre nervose. L'A. trovo inoltre nei rami piu distali e nel plcsso sottocutaneo cellule ner- vose bipolari o tripolari, i prolungamenti delle quali si continuano in tibre; si tratta forse di elementi simpatici. Le ramillcazioni dei nervi cutanei lormano nell'ipoderma un ricco plesso dal quale partono tibre nervose isolate penetranti nell'epitelio: mancano speciali ter- rainazioni sottocutanee nel derma. Le tibre noll'attraversare il derma ripiegauo bruscamente ad angolo retto per seguire per un certo tratto il piano del derma e riprendere poi la dire- zione primitiva. Spocialmente nolle labbra le ramiticazioni intraepidermiche sono ricchissime; ciascuna di queste e data da una sola tibra, la quale giunta noil' epidermide si scompone in pennelli di tibrille decorrenti fra le cellule epiteliab, senza anasto- mizzarsi fra loro. come gia aveva notato il Retzius; queste tibrille si dividono talora al loro estremo distale in 2-3 rami, altre volte terminano con un bot- toncino. Non I'u possibilc di dimostrare la continuita allermata da Marenghi, Ira tibre nervose od alcune cellule epidermiche (probabilmente le cellule prismatiche superticiali). Alolte cellule granulose sono abbracciate nella loro parte prot'onda da espan- sioni di tilamonti nervosi, i quali, data la ttmzione die i piii attribuiscono alle cellule suddette, rappresentorebbero tibre secretorie. La mucosa buccale e ricca di nervi ; i fascetti di tibre nervose gia prima di raggiungcre la mucosa si dividono in rami, alcuni dei quali entrano in rapporto con rami derivati da tascL»tti vicini. Fasci di tibre percorrono 1' asse delle fran- gie che si trovano nell'apei'tura della bocca; giunte aU'estremita di dette I'rangie le flbre peneti-ano nell'epitelio. In nessun punto deiroi-itlzio buccale esiste continuita t'ra le tibrille nervose e le cellule. Solo nell'epitelio linguale si notano espansioni di tibrille a guisa di tril'oglio ni intimo rapporto con cellule raucose. ,'()SI.M() CU 10 HUH IN I, AMMlNl.STKAT()KE-KESl'ONSAlilL,Ii. C'lrooze, lyii7. — Tip. Li. Niccolai, Via Kaeiua. 44. MonitoFe Zoologico Italiano (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo iifficiaie della Unione Zoologica Itaiiana DIKKTTO DAI DOT TORI GIULIO CHIARUGI EUGENIO FIGALBI Prof, tii Auatoiiiia iiiiiauu Prof, di Anatnmia comii. e Zoolo((ia nel R. Istitiito diStmlJ Super, in b'iieuze nella K. Uuiversita ili Pisa Ufficio cli Direzione ed Araministrazione: Istituto Aii.ato?tiico, Firenze. 12 numeri all'anno — Abbuonamento annuo L. 15. XVIII Anno Firenze, Aprile ISC'? N. 4 SOMMARIO : BiRLlOGRAPiA : Pag. 81-88. GoMUNiCAZioNi oRiGiNALi: Levi G-., Intorno alia cosidetta rigonoraziono col- laterale doi neui'oni i-adioolari posteriori. — Senna A., Nuove larve pe- lagichc di Geriantidi o di Zoautidi. — Pag. 89-102. SuNTi E Riviste: 9. Bertelli D., II diaframma degli Antlbi — Pag. 102. RENDICONTO DELLA SESTA ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DELL' UNIONE ZOOLOGICA ITALIANA IN MILANO (Stt'embre 1906). — Pag. 103-108. Ficalbi E., Repertorio di specie nuove di animali italiani descritte in Italia nell'anno 1905. — Pag. 109 120. Avvertenza Delle Comunicazioni Originali che si piibblicano nel Monitore. Zoologico Italiano e vietata la riproduzione. BIBLIOGRAFIA Si da notizia soUanto dei lavori pulMicati in Italia. B. - PARTE SPECIALE (ContmKazionc) XII. Vertebrati. IL PARTE ANATOMIGA 1. Parte oenerale. Lombardini Acliille. — Manuale di Anatomia pittorica. 3-' od. per cura di Vit- torio Lombardini. — Milano, U. Huepli ed., 1007. 2>p. XII-WO, con 56 incis. Sobotta J. — Atlante di anatomia doscrittiva dell' uomo, 1-' trad. ital. del dolt. - 82 - G. "Delia Valle. Parte II. Le viscere dell' uorao comprcso il cuore. Con 19 tav. color, e 187 ligg. secondo gli orig. di K. Hajek. — Roma-Milano, Soc. eel. D. Alighieri, 1907, pp. 231-400. Sobotta J. — Gompendio di anatoraia descrittiva dell'uomo con richiami al re- lativo atlante. l-"^ trad. it. con note ed aggiunte per il dott. G. Delia Valle. Parte I. Ossa, Legaraenti, Articolazioni e Muscoli. — Ror/ta-Milano, Soc. ed. D. Alighieri, 1907. pp. 228. 3. Apparegchio tegumentale. Ajutolo (D') Giovanni. — Sulla direzione anomala dei capelli. — Mem. d. R. Ace. d. Sc. d. 1st. di Bologna, Ser. 6, T. 3, ppi. 291-297, con figg. e tav. Bologna, 1906. Audenino E. — Contribute alio studio delle pieghe longitudinali della mano. — Arch. Psich., NeuropaL, Antrop. crim. e Med. leg., Vol. 28, (Vol. 4 d. Ser. 3), Fasc. 1-2, pp. 199-202, con 3 fig. Torino, 1907. Bovero A. — Morfologia delle arterie della Glandula mammaria. — Vcdi M. Z., XVII, 12, 345. Cevidalli A. e Benassi (]. — Ricerclie suUe pieghe palmari. — Vcdi M. Z., XVII, 12, 350. Cevidalli Attilio. — Una scheda per lo studio antropologico della mano. — Vedi M. Z., XVII, 12, 350. Fusari R. — Contribute alio studio dei nervi cutanei e delle terminazioni nella (nite e nella mucosa orale dell'Ammocoetes branchialis. — A7-ch. Sc. med., Vol. 30, Torino, 1906. Estr. di p)p. 12, con tav. Giovannini Sebastiano. — Ricerche intorno alia corneificazione dei peli umani compiute coUa digestione artiflciale. Con 1 flg. — A?-ch. sc. med.. Vol. 30, Fasc. 5, pp. 463-474. Torino, 1906. Meynier Erailio. — Influenza dell' inanizione sulla struttura della ghiandola mam- maria funzionante. — Rivista di Clinica Pediatrica, Vol. 4, Fasc. 12, pp. 881-895. Firenze, 1906. Peymsini Gaetano. — Sui caratteri detti « degenerativi » delle sopracciglia (Vortici sopraccigliari e sopracciglio-frontali). — Vedi M. Z., XVII, 12, 350. Sergi Sergio. — Sulla disposizione dei capelli intorno alia fronte. — A Hi d. Soc. roitiana di Antropologia, Vol. 13, Fasc. 1, pp. 71-84, con tav. Roma, 1907. Tommasi Gorrado. — Ipertricosi auricolare famigliare. Sunto. Con 5 tigg. — Arch. Psich., Neuropat, Antrop. crim. e Med. leg.. Vol. 28 (Vol. 4 d. Ser. 3), Fasc. 1-2, pp. 60-67. Torino, 1907. Vitali Giovanni. — Contribute alio studio istologico dell'unghia. Sulla presenza di vasi sanguigni nello strato di Malpighi deirungliia umana. Con tav. 9. — Ricerche fatte net Lab. di Anal. norm, d, Univ. di Roma e in allri Lab. biol., Vol. 11, Fasc. 4, pp. 357-364. Roma, 1906. 4. Apparegchio sgheletrigo. Ahundo (D') G. — Atrofle cerebrali sperimeutali e atrolie craniensi concomi- tanti. — Vedi M. Z., XVII, 12, 342. Alegiani Umber to. — Congenito difetto del femore [uomo]. — Policlinico, An. 13, Vol. 13-C., Fasc. i), pp. 404-420, con figg. Roma, 1906. Balducci Enrico. — Morlologia dello sterno dogli uccelli italiani. — Boll. Soc. cool. Hal, Ser. 2, Vol. 7, Fasc. 4-6, pp. 113-122, con tav. Roma, 1906. Civalleri Alberto. — Osservazioui sulle ossa nasali. Ricerche di morlologia com- parata. — Ricerche fatte nel Lab. di Anal. norm. d. Univ. di Roma e in allri Lab. biol.. Vol. il, Fasc. 4, pp. 261-355, con tav. 8. Roma, 1906. - 83 - I — . Favaro Giuseppe. — Intorno al signiflcato morfologico del ligamentum sacro- coccygeum anterius nclla specie uraaiia. Nota prev. — Atti e Mem. d. R. Arcdd. di Padova, Vol. 23, IHsij. I, 2n>- G7-GH. Padora, 1906. Frassetto Fabio. — Solclii suturali nel parietale umano. — Atti d. Hoc. romann di Antropologia, Vol. 13, Fasc. 1, IW- 39-43, con 2 figg. Roma, 1907. (ihigi Alessandro. — Osservazioni aiiatoraiclie ed crabriologiche sulla lorma esterna c sullo schelctro delle estremita nella Testudo graeca. — Vedi M. Z., A' 17//, l^ 39. Giuflfrida-Ruggeri V. — Nuove anomalic [Processo ischiatico anomalo. Spina caniua bilaterale]. — Atli d. Soc. 7'omana di Anlrojtologia, Vol.13, Fasc.l, pji. 119-120, con 2 fig. Roma, 1907. Giult'rida-Ruggeri V. — tiranio di epilettico con spina fac^cialc anoraala bilate- rale e altrc notevoli anomalic. — Vedi M. Z., XVII, 12, 350. Lombroso G. — Anomalie in crani preistorici. — Arch. Psich., Neurop., An- trojj. crim. e Med. leg., Vol. 28 (Vol. 4 d. Ser. 3), Fasc. 1-2, pp. 213. To- rino, 1907. Lovett R. \\ ., Davis S. K. c Montgomery A. M. — Gurve tisiologiche della spina umana, loro origine e sviluppo. — Arch. Ortoped. An. 23, Fasc. 5-6, p)p. 372-389. Milano, 1900. Pellegrini Augusto. — Divisione trasversale del condilo latei-ale del femore. Con flg. — Monit. cool, ital., An. 17, N. 11, pp. 328-331. Firenze, 1906. Staurenghi Cesare. — Processus petrosi post-sphenoidales (risp. dorsales-post- sphenoidales) nogli Sciuromorpha, Prosimiae, Antilopinae, e loro articola- zione sostituente, od associata col dorsum sellae post-splienoidale. — Proces- sus petrosi praesphenoidales nolle pareti laterali della loggia dcU'ipotlsi della Mustela foina Briss. e del Ganis vulpes L. — Annotazione intorno al dorsum sellae dell'E. caballus L. — Atti d. Soc. It. di Sc. nat., Vol. 45, pp. 143-221, con 4 tav. Milano, 1907. 5. AprARECCHIO MUSCOLARE. Bertelli Dante. — II diaframma dogli Anrtbi. — Atli d. R. 1st. Venelo di sc. icllcre ed arti, To>m> 00, (Ser. 8, Tomo 9), Parte 2, Anno ace. 1906-7, Disp). 5, lip. 341-347. Venezia. ButJ'a P. — Lo sviluppo della muscolatura cutanea del Tropidonotus nati'ix L. — Vedi M. Z., XVIII, 2, 39. Favera (Dalla) (i. B. — Le connessioni deU'esofago col dialVamma nell'uomo : nota prev. — Vedi M. Z., XVII, 12, 346. Giglio-Tos Ermanno. — A proposito del diaframma degli Anlibi anui'i. — Bio- logica, Vol. 1, N. 4, x>ag- -^' « '^'^- Torino, 1906. Lunghetti H. — Sopra I'ossilicazione dei sesamoid! intratendinei. Nota proven- tiva. - Monit. zool. ital.. An. 17, N. 11, J'/k 321-322. Firenze, 1906. Marcucci Ermete. — Sull'incrocio dei muscoli lu'l . •into pelvicodei Sauru (1906). — Lavori fatti nell'Istit. di Anat. comp. d. U. Unir. di Napoli, Ser. 2, Vol. 1, Napoli, 1907. pp. 10, con 2 tav. Vedi aiiche: AlO d. R. Arcad. d. Sc. fis. e mat. di Napoli, Ser. 2, Vol. 13, N. 7. 6. ApI'ARECCHIO INTESTINALE con le ANNESSE GHIANnOLE Arcangeli Alceste. — I cambiameuti ncU'epitelio intostinale del Box salpa L. durante I'assorbimento. — Vedi M. Z., XVII, 6, 175. Banchi Arturo. - Di uno sloraaco a clessidra. Stomaco quadrdoculare. Gon lig. Monit. zool. ital.. An. 17, N. 11, pp. 331-333. Firenze, 1906. - 84 - Barnabo Valentino. — Sulla cziologia dello stomaco a bisaccia. — Policlinicn, A, I. IS, Vol. 13-V, Fasc. S, x)p. 351-380; Fasc. 0, JW- 421-428; Fasc. 10, PIK 107-416 : Fasc. 11, pp. 490-500. Roma, 1006. Ceccherelli Giiilio. — Coutributo alia conoscenza delle cspansioni ncrvoso di senso ncUa mucosa del cavo orale o della lingua dell' uomo. — Alti d. R. Ace. d. Fisiocritici in Siena, Serie 4, Vol. 18, Anno 215 (1906), N. 6, pp. 283-293. Siena, 1906. Cutore Gactano. — Ghiandolo intracpiteliali pluricellulari nella cistifolloa del cane o sulla loro art'ermata presenza nella mucosa uretrale muliebrc. — Vedi M. Z., XVII 1, 2, 40. Ficsari R. — I'n metodo seraplice di colorazione elettiva dei granuli delle cel- lule del Paneth nell'intestino umano. — Vedi M. Z., XVII, 10, 298. Gargano Claudio. — Ricerche sulla struttura del tubo digerente della Lacerta muralis Laur. (1906). — Lavori fatti neW 1st. di Anal. comp. d. R. Univ. di Napoli, Ser. 2, Vol. 1, Napuli, 1907. pp. 37, con 3 tav. Vedi anchc : x\tti d. R. Ace. d. Sc. fis. e mat. di Napoli, Ser. 2, Vol. 13, N. 6. Gruglielmi Achille. — Su alcune modilicazioni del fegato in gravidanza. — An- na/i Ostetr. e Ginec, Anno 28, 2" Seni., N. 11, pp. 468-485. Milano, 1906. Manis Silvio. — Contributo alia conoscenza morfologica, anatomica ed istolo- gica della lingua del Fenicottero. — Bioloyi.ca, Vol. 1, N. 10, pp. 147-156 con 1 lav. ToiHno, 1906. Marehesiai R. — Contributo alio studio della secrezione delle glandole salivari. — Vedi M. Z., XVIII, 2, 41. Verson S. — Contribution a I'etudc de la regeneration de la muqueuse gastri- que. Resume de FA. — Vedi M. Z., XVII, 10, 296. Vifjorila Domenieo. — Sulla costituziono e gcnesi dello strato euticolare dello stomaco muscoloso degli Uccelli. — Vedi M. Z., XVIII, 2, 40. 7. Apparecchio respiratorio. Bcrlelli D. — Sulla moi'lblogia e sullo sviluppo della lariuge degli Uccelli. — Vedi M. Z., XVII, 10, 294. Vedova (Delia) T. — Monogratia e ricerche sullo sviluppo delle cavita nasali nell'uomo. Con prefazione di G. Romiti. — Milano, U. Hoepli ed., 1907. pp. XII-168 in 8°, eon 16 tav. e 10 fiufj. S. TiRoiDE, Paratiroide, Timo, Gorpusgoli timici. Martini Kurico. — Sopi'a uu rarissimo caso di adenocistoma papillilero in ti- rnidc alicrraulc. — PoUclinico, An. 14, Vol. 14-V, Fasc. 2, pji. 60-78, con I'nj. Roma, 190? . Pepere Alberto. — Le gliiandole paralii-didet'. Iticerdie auatomiclie e sperimen- tali. Con 5 tav. — Torino, Unio/w lip.-cd. lorinese, 1906, pp. 312. Tarozzi Giulio. — Ricerche istologidic sul tiuio nella vita intra ed extraute- i-ina, (juale (-ontributo alio studio della genesi dei tumori primitivi della i-e- gione timica. — Atli d. R. Ace. d. Fisiocritici in Siena, Serie 4, Vol. 18, Anno 215 (1906), N. 6, pp. 219-258 con lav. Siena, 1906. Verson Saverio. — Element! cellular! identic! a! megacariocil! nella gliiandola tiroide. — Vedi M. Z., XVII, 10, 298. 0. API'AUEGCHIO CIRCOLATOUIO. MlLZA E ALTKI ORGANI LINFoIDI. Fararo Giuseppe. — Ricwche intorno alia morlblogia ed alio sviluppo dei vasi, seni e cuor! caudal! nei Giclostomi e nei Pesci. — Vedi M. Z., XVIII, 2, 39- - 85 - Fnvaro Giuseiy^e. — Rieei'chc anatomo-cmbriologichc intorno alia ciiTolazioiic caudale ed ai ouori liulatici posteriori degli Aulibi, conparticolaro i-iguardo agli Urodcli. — Vcdi M. Z., XVIII, 2, 30. Massenti V. — La rate du chien api-es I'ablation complete do I'appareil thyreo- pai-athyreoidien, — Vedi M. Z., XVII, 10, 204 a Maneiiti erorrtv/r/dMassenti. Manno Andrea. ~ Arteriae plantares pedis (Aves, Reptilia, Amphibia). Con tav. XXV-XXVII. — Arch. ital. anat. emhriol.. Vol. 5, Fasc, 3, jtp. 118-153. Fi- rm :-e, 1006. Pellegrini Augasto. — Le arteriae subclavia e axillaris neiriiomo, sludiale col metodo statistico. Con tav. XI o 56 tigg. (Gontinuaz. c line;. — Arch. Hal. (mat. emhriol., Vol. 5, Fasc. 3, pp. 466-505. Firenze, 1006. Poso Ofclia. — Gontributo alio sviluppo della milza nei vcrtebrati. — Renrf. d. Ace. d. Sc. fisichc e mat., Serie 3, Vol. 12, (An. 45), Fasc. 1-2, pp. 34-40. Na- poli, 1006. Rocca (La) Gesare. — Ramo presternale, non ancora descritto, dell' artcria ti- roidea inleriore deslra. — Arch. anat. patol. e sc. afjim. Vol 2, Fasc. 2, Palermo, 1006. Estr. di pp. 8, con tav. Tricomi-AUegra Giuseppe. — Areata plantarc superliciale. — Atti d. R. Ace. Peloritmia, Vol. 22, Fasc. 2, Messina, 1006. Estr. dipp. 20, con figg. 11. Apparegchio ukixario e genitale. Aievoli. — Annotazioni sui canali anomali del pene uraano (Urethra dui)lex. Gondotti paruretrali). — Vedi M. Z., XVII, 12, 348. Barnabo Valentino. — Gontributo alio studio della struttura della glandola in- terstiziale del testicolo nella Gavia. — Boll. Soc. zool. ital., Ser. 2, Vol. 7, Fasc. 7-0, pp. 275-281. Roma, 1006. Barnabo Valentino. — La glandola interstiziale del testicolo. Storia, morl'o- logia, anatomia coraparata, istogenesi, flsiologia, tisiopatologia c probabile siguilicato delle cellule interstiziali del testicolo. — Boll. Soc. zool. Hal., Ser. 2, Vol. 7, Fasc. 7-0, pp. 280-302, Roma, 1006. (Continua). Barnabo V. — Sui rappoi-ti delle cellule interstiziali del testicolo colle glandole a secrezione interna. — Boll. Soc. zool. ital., Ser. 2, Vol. 7, Fasc. 4-6, pp. 220-230. Roma, 1006. Bolognesi Giusejjpe. — Di una particolare disposizione dei vasi renali in un caso di anomalia di sviluppo uell'apparato genitn-ui'inai'io di un fdiiiglio. Vi'di M. Z., XVII, 12, 345. CajKihidiicd Francesco. — Sulla rigenerazione speriineiitale del parenrhinia ova- rico. — VediM. Z., XVII I, 2, 30. Carraro Arluro. — Le modificazioni deU'epitelio uterino durante la gravidanza in alcuni aniraali. — Vedi M. Z., XVIII, 2, 3i>. ('(i/arani M. — Utero unicolle sul)septus. — Vedi ^[. Z., XVII, 12, 3 tS. Cerruti Attilio. — Gonlribuzioni i)er lo studio dell'organo di Bidder nei Hiil'o- uidi. L Di una speciale penetrazione di ovuli in ovuli adiaccuti nei h'i(/'o vulgaris Laui-. (1903). — Lavori fatti nelV Istit. di anal. comp. d. R. Univ. di Napoli, Ser. 2, Vol. 1, Napoli, 1007. pp. 8, con 1 tav. Vedi anche: .Mti d. R. Ace. d. Sc. fis. e mat. di Napoli, Ser. 2, Vol. 12, N. 1. Cerruti Attilio. — SuU'evoluzione dell'uovo ovarico nei Selaci (190();. — Lavori I'll Hi nell'Ist. di Anal. comp. d. It. Univ. di Najioti. Ser.2, Vol. I, Xajtoli, 1007. pp. 00, con 7 tav. WmII aiichc: Alii d. U. Accad. d. Sr. fis. e mat. di Xa- poti, Ser. 2, Vol. 13, X. 3. - 86 - Cesn-Binnchi Domenico. — I/inncsto dcUa tuba neU'dvaja. — IVr?/ 3/. Z., XV//, 10, 29 J. Comes S. — Sulla struttura o sulla costituzione chimica dclla zona ju'llucida doll'uovo in alcuui mammitbri. — VecU M. Z., XYIII, 2, 39. Dominieis (Be) Angela. — Gencsi c valore di una nuova ivazionc dollo siK'rma. — Ycdl M. Z., XYIII, 2, 41. Galbo Cnlogero. — Sulla nuova roaziono uiicrochimica doUo spcrma de'l Bai-hc- i-i(). — Yedi M. Z., XYIII, 2, 41. (kinfini Carlo. — Sulla struttura e sviluppo dcUe ccllulo iiiterstiziali doH'ovajo. — Yedi M. Z., XYII, 10, 295. Giminelli Luigi. — Gontributo alia miiidiorc conosocuza dello sviluppd doUe Shiandolc genitali uei Mammiferi (Lcpus cuuiculus). II. Nota. Sviluppc del testicolo. — Yedi M. Z., XYII, 10, 295. (iiamielU Luigi. — Uova priraordiali aberranti in embrioni di Sops (dialcidos a sosso difforonziato. — Yedi M. Z., XYII, 10, 295. Giannelli L[ui<;il. — Ricorche istolo^ichc sull'ovidutto dci mammileri. — Alti Ace. sc. med. e wiL in Ferrara, An. SO, Fnsc. 3-4, pp. 109412. Ferrara, 1906. Merlo Giicseppe. — Gontril)uto alia casistica della t;-ravidanza in utero didelfo. — Yedi M. Z., XYII, 12, 348. .ABirgera Artiiro. — Sullo sviluppo dei tubuli retti e dclla rote testis ncUa Ca- via cobaya. — Yedi M. Z., XYIII, 2, 40. 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Pellegrino M. — La capsula sui'i-enalo del bue. — II Tommasi, An. I, N. :i5, pj). 866-870, (' N. 36, i^p. 885-889 con figfj. Napoli, 1906. 13. APrAREGCHIO NERVOSO CENTRALE E TERIFERICO. Bertolotti Mario. — Le conuessioiii auastomotiche oculogirc del mesoccfalo. — liio. I'atol. nerv. ment.. Vol. 11, Fasc. 9, pj}. 385-103, con figg. Firenze, 1906. Bianchi Vincenzo. — SuUe prime i'asi di sviluppo dei ccntri ncrvosi uci verte- hrati. Cou 2 tav. — Annali Nevrologia, An. 25, Fasc. 1-2. Najioli, 1907. Estr. di pp. 16. Ceni Carlo. — Di un caso di amielia sperimontale. Coutrihuto alio studio dei uorvi perifei'iei. — Yedi M. Z., XVIII, 2, 39. ChJarugi Giidio. — Delia rcji'ioue paratisaria del teleucel'alo o di alcuui ispes- simcuti del corrispoudente ectoderma teirumentale iu emhrioiu' di Toi'pedn ocollata. — Yedi M. Z., XVII, 10, 294. CrisafuUi E. — L'istologia e la morfologia del cervello di uu deliuqueute alie- uato. — Vedi M. Z., XVII, 12, 350. Gemelli Agostino. — Sulla Hue strutlura dei calici di Held. Nota preventiva. — Vedi M. Z., XVIII. 2, 40. Gemelli Ag;ostino. — I processi della secrezione deU'ipollsi dei mammiferi. — Arch. sc. med.. Vol. 30, Fasc. 5, pip. 521-550. Torino, 1906. Gemelli Agostino. — Nuove osservazioni suH'ipofisi dalle marmotto durante il letargo nella stagione estiva. Contribute alia fisiologia deU'ipolisi. — Bii)- logica. Vol. 1, N. 9, pp). 130-146. Torino, 1906. Giannelli A. — Sul nucleo di origine del faciale superiore. — Iliv. Pat. nerv. ment.. Vol. 11, Fasc. 11, 2W- 523-534, con figg. Firenze, 1906. Lailes L. — Contribution a la morphologie du cerveau de la femme crimincUe. — Vedi M. Z., XVII, 12, 350. Lattes Leone. — Asimraetric cerebrali nei normali e nei dolinquenti. Con 1 tav. — Arch. Psich., Neuropat., Antrop. crim. e Med. leg., Vol. 28, (Vol. 4 d. Ser. 3), Fasc. 1-2, pp. 1-22. Torino, 1907. 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Veneto di sc. lett ed arti, Tomo 66 (Ser. 8, Tomo 9), Parte 2, Anno ace. 1906-7, Disjx 1, pp. 59-72, con tav. Venezia. Ugolotti Ferdinando. — Sullo vie piraraidali dell' uomo. Con 17 flgg. — Riv. sjjcr. Freniatria e Med. legale. Vol. 32, Fa-ic. 3-4, pp. 776-802. Reggio- Emilia, 1906. Zancla Aiu'elio. — Sulla line strutlura del conarium umano. — A^'ch. Anal. patol. e so. afjini, Vol. 2, Fasc. 2. Palermo, l906.FMr.dip)p.iO,configg. 14, Organi m SENSO. Alagna Gaspare. — Contribute alio studio dei linfatiei della meml^rana del timpano. — Vedi M. Z., XVII, 12, 345. Calamida U. — Vai'ieta e anomalie mastoidee (Reperti operativi). — Boll. d. mal. d. orecchio, gola e naso, An. 21, N. 12, pjj. 245-249. Firenze, 1906. Deganello Umberto. — Degenerazioni nel nevrasse della rana consecutive all'a- sportazione del labirinto deirorecchio. Contribute sperimentale alia cono- scenza delle vie acustiche centrali della rana e alia lisiologia del labirinto non aeustico. — Vedi M. Z., XVII, 12, 343. Falchi F. — Siu" le developpement de la glande lacryraale. — Vedi M. Z., XVII, 10, 295. Monesi Luigi. — Osservazioni di erabriologia e di anatomia eomparata suUe vie lacriraali con speciale riguardo alle vie lacrimali del coniglio. Con tav. — Annali di OtMlmologia, An. 35, Fasc. 10-11, pp. 868-880. Pavia, 1906. Pes Orlando. — Problerai e ricerche sull'istogenesi del nervo ottico. — Biologica, Vol. 1, N. 5, pp. 33-56, con 1 tav. Torino, 1906. 16. Anatomia topografica. Este (D') Stelano. — Sopra ima partioolarita anatomica della regione sopra- clavicolare. Con tigui-a. — Riforma medica, An. 23, N. 1, pp. 10-11. Na- 2)oli, 1907. 17. Teratologia. Aievoli E. — Intorno a qualche dettaglio istologico nello studio della spina bi- lida. — Arch. Orfoped., An. 23, Fasc. 5-6, 2>P- 349-355. Milano, 1906. Alessandria (D') Pietro. — Un case d' iraene imperforate. — Boll. d. Soc. Lan- cisiana d. Ospi. di Roma, An. 27, Fasc. 1, pp. 84-90. Roma, 1907. Bindi Ferruccio. — Contribute alio studio delle cisti del funicolo. Relazione su due casi personali di ciste spermatica e cisto connettivale. — Clinica chirurg.. Anno 15, N. 1, pp. 177-190. Milano, 1907. ~ 89 - COMUNICAZIONI ORIGINALI ISTITUTO ANATOMICO DI FIRBNZK ; PROF. G. C H I A R U G I . DoTT. GHUSEPPE LEVI. Intorno alia cosidetta rigenerazione collaterale del neuroni radicolari posteriori E vietatn \n riprodnz.ione. Una serie di nuovi fatti rilevati negli ultimi dueanni nei gan- gli di molti vertebrati ha raodificata la concezione foi"se troppo schematica che noi ci eravamo fatta della struttura di quegli organi. Fra i nuovi tipi celluUari che il metodo Cajal ci permise di diraostrare in essi, i piii frequenti, e certamente i piii degni d'inte- resse sono gh elementi con fibre a clava terminale e le cellule fe- nestrate: il lore significato e rimasto fine a tuttora molto oscuro, sebbene non manchino ipotesi dirette a spiegarli. La prima supposizione di Cajal, che le sfere terminali siano organi di sense paragonabili ai corpuscoli di Krause, non si ac- corda piii colla loro costituzione neurofibrillare, da me dimostrata prima nei Cheloni e poi nei Mammiferi, e sopratutto colla loro en- gine da lobulazioni della cellula gangliare. L'ipotesi di Nageotte, accettata recentemente da Cajal, sem- bra a prima vista pit; in armonia coi fatti ; in casi di tabe, di pa- ralisi progressiva, di nevrite radicolare, fu da quell'A. dimostrata I'esistenza nei gangli spinali di molte fini fibre amieliniche con sfera terminale, le quali erano indivise all'inizio del processo morbo- so, si dividevano riccamente e formavano complicati gomitoli quando il processo era piu avanzato. Non vi pu() essere dubbio sulT iden- tita fra queste figure e quelle dw s' incontrano in condizioni nor- mali ; quelle che ne stabilisce la natura morbosa e la loro moltipli- cazione eccessiva ed o presumibile che esse abbiano la fuiizione di organi riparatori, tencndo anclie conto della rassoiniglianza fra le - 90 - fini fibre clavate dei gangli e quelle del nervi in via di rigenera- zione. Basterebbe I'iniziarsi di un processo morboso nol cilindrasse. per stimolare in punti svariati del neurone dei processi riparatori, i quali conducono alia formazione di un nuniero esuberante di nuove fibre. Qui non si.avrebbe, come nella rigenerazione dei nervi, la re- staurazione di un organo scomparso per mezzo di porzioni di or- gaiii equivalenti, bensi le nuove fibre nascerebbero da punti del neurone vicini al suo centre trofico, anche molto prima della di- struzione delle fibre radicolari ; esse sarebbero infatti evidenti in casi in cui la lesione delle fibre radicolari era inapprezzabile. Le collaterali dei gangli normali sarebbero esse pure il risul- tato di un processo di neoformazione, un fatto entro ceiti limiti fisiologico, che puo essere esagerato in condizioni patologiche. Marinesco ha incontrato in due casi di polinevrite ed in due casi di rabbia umana un notevole aumento delle cellule fenestrate dei gangli spinali e del ganglio plessiforme ; particolarmente nume- rosi erano gli elementi con anse fibrillari alia periferia, le quali ra,ppresenterebbero una fase iniziale nella difierenziazione dell' ap- parecchio fenestrate. Figure analoghe, ed altre piu complesse (gomitoli di fini fibre provenienti dal neurita della cellula o da neuriti di altre cellule) furono viste da Nageotte in gangli di coniglio trapiantati, da Thomas nei gangli corrispondenti ad un arte amputate da 12 anni, da Bielschowsky in gangli invasi da metastasi carcinomatose. Veratti ha notato )iel cane la comparsa di reti periceliulari i n scguito a ferite del ganglio spinale. Fibre clavate e reti di fibre si formano dunque in cellule che ne erano prive per un gruppo di cause morbose tra loro simili; tal Mto rappresenta un argomento di piu in favore della supposizione, gia da me manifestata nel mio studio sui gangli dei Cheloni, e che le mie ricerche successive hanno confermata, che queste due specie di formazioni, apparentemente tanto dissimili, debbano essere mor- (ologicamente e funzionalmente analoghe. Sia vero o no 1' ipotesi della rigenerazione collaterale, certo e che questi nuovi fatti lumeggiano ognora piu il grande interesse delle forme anomali delle cehule dei gangli sensitivi ; ed e per que- sto che ho creduto non inutile di raffrontare (iuelle tra le forme da me osservate nei gangli dell' uomo, che mi sembrarono piu impor- lanti, colle forme descritte in quegli organi in condizioni morbose. Anzi tutto io sono riescito a dimostrare che queste disposi- - 91 - zioni — fibre clavate e fenestramento della periferia del corpo cel- lulare — ie quali furono finora ritenute come una rarita nei gan- gli normali, e lo sono realmente in alcune specie, s' incontrano sotto apparenze svariate in tutti i vertebrati di grande mole; esistono poi alcune specie nelle quali tutti gli element! sono fenestrati. Quest'argomento sarebbe da per se sufficiente per far sorgere dei dubbi suirattendibiiita dell' ipotesi della rigenerazione collate- rale ; ma per potermeno valere bisognerebbe che io dimostrassi che le forme di fenestramento che s' incontrano nei vari vertebrati sono veramente omologhe, dimostrazione che mi farebbe deviare dal mio programma. Non si accorda affatto coll' ipotesi di Nageotte la genesi di queste figure, che recenteraente descrissi; la lore comparsa, almcno negh Artiodactyla e relativamente precoce ; le appendici clavate derivano da veri lobi del corpo cellulare che si sono peduncolizzati ed allontanati dalla cellula; il fenestramento deve invece la sua ori- gine ad uno sforacchiamento del citoplasma che si produce in cor- rispondenza deH'origine del neurita od anche in altri punti. Evidentemente tali fatti non possono essere interpretati come fenomeni rigenerativi. Nell'uomo la comparsa delle figure in questione e alquanto piu tardiva, ma e vei-isimile che figure simih abbiano neU'uomo e negli animali un significato fra loro diffe rente? E superfluo che mi sforzi a dimostrare I'assurdita di una tale supposizione. Richiamero ancora un altro fatto, il quale ha anche maggior valore contro l' ipotesi suddetta. Se da un lato e vero che le fibre clavate ed il fenestramento sono fatti piuttosto rari nei gangli spinah dell' uomo e degli ani- mali, d' altro canto ho avuto occasione di persuadermi che nei gangli encefalici dei Maramiferi e fra questi piii paiticolarmente in quelli dei Primati, quasi tutte le cellule si discostano dalla forma ritenuta finora come tipica. E fuor di dubbio che I'apprezzamcnto di Ca^jAl, che sol tan to il 20 7o delle cellule dei gangli si discosta dalla forma normale, e inesatto per quel che riguarda alcuni gan- gli della testa dell' uomo ; nei ganglio di Gasser e sopratutto nei gangho plessiforrae dell'uomo adulto son ben rare le ceUule le quali ripetono la forma cosidetta tipica per la cellula dei gangli sensibivi. L' ipotesi di Nageotte porterebbe come conseguenza logica che (luasi tutte le cellule di quel gangli sono, anche in condi/ioni nor- mali, in pn-da ad attivissimi processi rigenerativi; anche prescindendo dall'inconsistenza di una tale supposizione, e ammissibile die questi - 92 - ipotetici process! rigenerativi abbiano un eguale intensita nei gio- vani ed in uomini di eta avanzata? (*). Esclusa adunque la supposizione che si tratti di fenomeni ri- generativi, le strutture in questione debbono essei'e necessariamente legate alia funzione della cellula del ganglio; si potra forse tentare di spiegarne il signiflcato, quando sara meglio nota la loro costitu- zione, la quale e anche neH'uomo normale molto piii complessa di quanto risulti dalla descrizione di Cajal. Le cellule fenestrate non sono soltanto piu numerose, ma hanno anche una costituzione piu coniplicata nel ganglio plessiforme del- r uomo che negli altri della stessa specie, ed e sopratutto suUe figure incontrate in quell' ergano che si fonda la mia descrizione. Per quel che riguarda gli altri Mammiferi rimando alia mia recente nota in proposito (Anat. Anz., Bd. 30, F. 7-8). La rete di fibre che costituisce la parte fenestrata della cellula ha le caratteristiche seguenti : L" Le fibre che costituiscono la rete sono tanto sottih da sembrare in alcuni punti costituite da neurofibrille isolate; le fibre della rete di consueto non hanno un decorso molto tortuoso e ta- lora formano colle loro anastomosi delle maglie serrate. 2.'^ La rete ha connessioni scarse ed indirette col corpo cel- lulare, a diff'erenza di t^uanto abbiamo notato m altri Mammiferi. Le reti piu estese si anastomizzano in generale con uno o due punti del cilindrasse, piu di rado col corpo cellulare al quale sono sem- plicemente sovrapposte, cosicche spesso si riceve 1' impressione, quando non appare nel preparato I'anastomosi col cilindrasse, che la rete non sia in continuita colla cellula che essa riveste; ma il confronto fra molte figure di questo genere ci permette di affer- niare quasi con sicurezza che tale continuita deve essere an fatto costante. 3." Dalla periferia della rete si dipartono quasi sempre lunghi e sottih filamenti, a decorso tortuoso, che spesso formano complicati (') Xei settf iioniiiii luliilti da iiic tiuora csaiiiiuati lum lio imtiito imtaru ililiLiuuuc appiuzzabili in lappoito aU'etii. Kossi Iia incontrato il tii)u di cellula itiiro.sa (desganado), clie Cajal iiileipiuto come il lisultato di un processo di atrofia senile della cellula, in giovaui niorti di lualattie acute. lo slesso lio incontrato molte cellule di questo tipo in alcuni Mammiferi ed iu un giovane di JO auni niorto di m.dattia acuta. II mmic di cellula corrosa carat teiizKa molto bene rocesso regiessivo parzialc una cellula a sviluppo completo. - 93 - gomitoli, quasi aempre si ramificano e terminano con caratteristi- che fonnazioni sferiche, clavate o lobate, a costituzione chiaramente neurofibrillare; si tratta evidentemente di formazioni analoghe a quelle che partono direttamente dal corpo cellulare o dal cilindrasse, anziche dalla rete che circonda la cellula, come in questo caso. II decorso di queste sottili fibre e talvolta complicatissirao; alia costituzione dei gomitoli possouo partecipare molte fibre, prove- nienti da cellule diffei'enti; si comprende che non e sempre facile di sLabiiire questo punto d'importanza essenziale, perche il numero di fibre che si diparte da una sola rete e in realta molto maggiore di quanto sembra a prima vista; e per quanto abbia avutocuradi fare sezioni spesse, data la lunghezza ed il decorso complicate di queste fibre, non sempre no appare I'origine. In alcune cellule le fibre avvolgono il cilindrasse oppure si trovano in intimo rapporto con una zona limitata del corpo cellulare. In altri casi dall' intreccio di que- ste fibre, le quali in alcuni punti si ramificano, ma non si anasto- mizzano fra di loro, si costituisce un ampio plesso di una grande estensione ; fra le fibre del plesso s' incontrano qua e la piccole sfere 0 clave terminal!, il che dimostra che almeno alcune fibre hanno la loro terminazione nel plesso stesso. Molti dei plessi che erano stati in passato descritti in gangli spinali di animali (non dell'uomo), e che erano stati creduti di ori- gine simpatica, aono sicuramente invece formati da queste sottili collaterali. E probabilmente molte fra le figure interpretato in pas- sato come terminazioni pericellulari corrispondono alle reti che ho descritto, nolle quali I'anastomosi col cilindrasse non era visibile soltanto per la insufticienza deha tecnica impiegata. Se per alcune di queste sottili fibre e possibile di scoprii-e il punto in cui esse terminano, punto indicate dalla presenza della clava, altre si portano a tale distanza, che e impossibile di seguirlo in preparati Cajal. Quando la rete e molto estesa e complicata, tanto da oltre- passare di molto i limiti del corpo cellulare, e le fibre clavate che ne prendono origine sono molto numerose, ne risulta un intreccio inestricabile. Tralascio deliberatamento in questa comunicaziono qualsiasi accenno sulle connessioni che per mezzo di (jueste complicate for- mazioni si stabiliscono fra cellule gangliari distinte; collegaiuU) i fatti osservati neU'Orthagoriscus, dei quali ho gia date qualche ceinio in un' altra nota, con (luelli dimostrabili nei Mannniferi superioii, mi sono formato la convinzione che le reti sono capaci di stabilire - 94 - talora anasfcomosi fra iieuroni diversi ; ma di quesfco spero di poter dare in avvenh'e una dimostrazione piu ampia di qiianto mi sia concesso di fare qui. Concludendo adanque, le fibre clavate sono piii numerose nel- I'aomo clie in tatti gli altri animali e rappureccliio fenestrate e, almeno nel ganglio plessiforme, piii frequente, piii esteso e costi- tuito da fibre piu sottili ; inoltre la comparsa di queste forraazioni e pii^i tardiva nell'uomo che negii Artiodactyli ; nel prime esse man- cano affatto nei primi anni di vita ed incominciano a formarsi verso il 4 anno. Riguardo al loro meccanismo istogenetico nell'uomo non ha ancora dati precisi ; certamente il caratteristico fonomeno dello sforacchiamento del citoplasma e della peduucolizzazione di grossi lobi deve essere qui meno evidente ; forse questa e una conseguen- za del ritardo nella loro difterenziazione: sembra quasi che la cellula piu progredita nello sviluppo possieda una minor plasticita di quella embrionale. Esclusa I'ipotesi della rigenerazic^ne collaterale, quale valore hanno queste strutture costante in tutti i gangli sensitivi e che variano solo quantitativamente da un ganglio all'altro ? 10 credo che i nuovi fatti osservati non conlraddicano, ma anzi confermino la veduta gia da me espressa, che esse rappresentino una paiticolare forma di aumento della rnassa della cellula gan- gliare e piu precisamente delle neurofibrille, le quali rappresentano la sua parte essenziale. Non vi puo essere dubbio che durante la difterenziazione della cellula gangliare il numero delle neurofibrille aumenta progressiva- raente — il loro spessore resta invariato secondo quanto risulta dalle osservazioni di Cajal, di Held e dalle mie. — Per I'accresci- mento dehe neurofibrille non si modiflca la forma sferica della cel- kda ganghare, quando, come avviene nei piccoli animah, non e sor- passata una grandezza hmite. Ma quando, come negli individui di gran mole, raccrescimento delle neurofibrille e tale da condurre ad un enorme aumento del corpo cellulare, incompatibile col normale svolgimento dei process! metabohci della medesima, ha luogo il fenestramento e la lobulazione del protoplasma; la formaziono di fibre clavate e di reti pericellulari sarebbe adunque da considerarsi come una fc-rrna di adattamento della cellula gangliare ad un au- mento eccessivo di neurofibrille. 11 punto piu importanLe che resta da stabilire e, se tale pro- - 95 - porzionalita fra grandezza dell' individuo e numero delle neurofi- brille che sono sotto la dipendenza della cellula gangliare, e limitata ai centri o vale anche per gli orgaiii nervosi periferici. E molto probabile che nelle espansioni nervose periferiche 11 numero delle neurofibrille, e per conseguenza il territoi'io che si trova sotto la dipendenza di una unica cellula gangliare, sia piu ampio negli indi- vidai di gran mole; permette almeno di supporlo il maggior spes- sore del ciiindrasse. Ho espresso questi concetti in mani(!ra forse alquanto schema- tica, ma quando mi sara concesso di descrivere ampiamente la larg.-i messe di fatti che ho raccolto, spero di poter dare un piii ampio svolgimento alia mia ipotesi e di poter considerare i vari casi ai quali essa e apphcabile. Come si spiega, ad esempio, che la gran- dezza limite delle varie cellule non e sempre la stessa anche in uno stesso ganglio? Molte grandi cellule sono uniformemente sferi- che, mentre altre molto piu piccolo sono provviste di reti e coUa- terali ? Questo si nota ad esempio nel ganglio del vago ove le cel- lule sono relativamente piccolo e ciononostante sempre prov^'iste di ample reti. Forse nelle cellule che presiedono a funzioni piii complesse e piii elevate la grandezza hmite e piia bassa e I'aumento delle neurofibrille avviene costantemente in forma di collaterali e di reti. Le disposizioni delle quah ci siamo intrattenuti in questo la- voro rappresentano adunque un singolare aspetto deU'lpertrofia fisiologica alia quale le cellule gangliari vanno incontro durante il loro sviluppo, e'^ che e paragonabile a quella del muscoli vokaitari ; non credo di osare troppo con questo confronto, se pensiamo che una certa analogia esiste fra il comportamento delle miofibrille e quelle delle neurofibrille durante lo sviluppo. L'aumento quantitative delle collaterah in gangli spinah colpiti da processi morbosi e suscettibile, secondo me, di una identica in- terpretazione; noi abbiamo qui pure un aumento eccessivo di neu- rohbrille, provocate anziche dalla attivita formativa normale che si esplica durante lo sviluppo, da stimoli irritativi abnormi, i quali possono essere di natura svariatissiraa, come sappiamo. E poiche questi stimoli agiscono su cellule che hanno raggiunta la loro gran- dezza limite, l'aumento di neurofibrille conduce, anziche all' ingran- dimento della cellula, alia formazione di collaterali, analogamente a quanto avviene durante lo sviluppo normale. Noi avremmo in tali casi un esempio di ipertrofia ])atologica delle neurofibrille la quale offre un quadro anatomico identico a quello dell' ipertrolia fisiologica. - 96 - Bibliografia. (1) Ciijal S. 11. -^ Tipos celnlanis ile los yiaiijilios sonsitivo.s etc. — Trnbajoa del Labor, de Investiga- cHon, ecc, T. 4. 1905. (■_') Id. — Die histofioneticho Boweise cler Nenroiilehre von His uiid Forel. — Anat. Anz., Bd. 30, N. 5 e 6, 1907. (?>) Bielschowsky M. — Ueber das Verhalteu der Axeiicjiinder in Goscliwiilsten des Norvensy- stems etc. — Journ. /. Psychol, u. Neur., Bd. 7, 1906. (4) Levi G. — La stiuttnra dci gangli cerebiospinali dei Cheloni. — Monit. Zool. it., Anno 17, N. 4, 1906. ('■>) Id. — La strnttura dei gaugli cerebrospiuali net Selaci c nei Teleostei. — Ibidem N. 8. (0) Id. — Strnttura ed istogeneai dei gangli cerebrospiuali dei Mammiferi. — Anat. Anz., Bd. 30, 1907. (7) Mariuesco G. — Qnelques recherches sui- la niorpliol. norm, et ])atbol. dos cellules des gan- glions etc. — Le Nevraxe, Vol. 8, 1906. (8) Nageotte J. — K^generatiou collaterale de.s libres uerveuses teniiinees par des mas.sues de croissance. — No%i.v. leonogr. de la Salpetr., 1906. (9) Id. — Greflfe de ganglions racliidiens, siirvie des elements nobels etc. — Comptes rendiM de la lrof. Francesco Saverio — Virc Scfiretario .- Ghig"! prof. Ales- sandro — Cassievc-Economo : Pierantoni inof. Umberto. Mercoledi 19 Settembre Seduta antimeridiana (in una sala ilel Museo Civico di Storia Naturale) II i)resiclente prof. Ficalbi dichiara aperta la sesta Assembloa ordi- iiaria dcirUnione zoologica Italiana che si radima presso la Sede del CongTcsso dei Naturalisti italiani raccolti a Milano in qiiesto Settembre (15-19) per iniziativa della Societa italiana di scienze naturali, per ade- rire al quale Gongresso TUnione. per deliberato dell'Assemblea di F^orlo- Hu'raio del 1905, ha rinunziato quest'anno al ijroprio Gonvegiio, slabi- Iciido di lenere solamente I'ordinaria assemblea generale all'epoca del dclto Gongresso. Ringrazia la presidenza della Socieia italiana di scienze nalurali e del Museo civico di storia naturale per la cortese ospitalita concessa aiPadunanza delTUniono ed e lielo di constatare quanto sia riuscila gradila al Goniitalo del Gongresso la deliberazione di Portoferraio. e come TUnione sia largamente rappresentala al Gongresso per numero de' suoi Soci che hanno anche personalmente aderito, coslituendo la ([nasi tolalita della sezione di zoologia del Gongresso al (juale hanno porlato il contj'ibuto di numerose comunicazioni. 11 Prosidente constata con piacere Tintervento del jirof. Carruccio al- I'adunanza delTUnione e si augura che vorra entrare ^ farni; parte. II i)rof. Carruccio ringrazia ed accetta con plauso delTAssemblea. II Presidente comunica che il prof. Emsry trovandosi ammalalo in Isvizzera non ha potuto intervenire al Gongresso e i)render parte all'As- semblea deirUnione e propone con unanime approvazione dei socii pre- - 104 - senti d'inviare airillustro scienziato e Iienemorito socio deirUnione un telegramma esprimente raiigurio di completa guarigione; Da notizia che il giorno innanzi si e inaugiirato il Gongresso na- zioiiale di Pesca e che in seguito all'invito riceviito, I'lifficio di Presi- denza ha preso parte alia cerimonia inaugiirale; Da lettura della lettera inviata a S. E. il ^^linistro della Piibblica Istruzione per ottenere. in adenipimeiito al voto emesso nella Assemhlea di Portoferraio, che un delegato italiano sia ammesso a far parte della Commissione internazionale per le regole di nomenclatura zoologica ; Da ragione del lavoro compiuto dalla Commissione per il Gatalogo internazionale della letteratura scientitica ed avverte che I'Assemblea (leve rinnovare la suddetta Commissione. L'Assemldea per acclamazione conibrma in carica la (Jlomniissione uscente. nelle persone dei professori Ficalbi, Camerano, Emery e Monticelli. 11 Segretario comunica una breve relazione del prof. Romiti sull'esi- to della riunione federale di anatomia tenutasi a Ginevra nelT agosto 1905. Poiche una nuova riunione dovra aver luogo nel termine di un quimiuennio, occorre nominare i delegati dellTnione. L"assemblea designa risi)ettivamente i soci Romiti, Fusari e Monticelli. Ficalbi presenta il « Repertorio dei generi e delle specie nuove de- scrilLe in ItaHa nelFanno 1U05 », a termini dell' impegno assunto nelKAs- semblea di Portoferrajo. Vinciguerra, Corti, Neviani, Garraccio, elogiando il la- voro fatto dal prof. Ficalbi, trovano che esso riesce incomplete, perche opinano si debba tener conto anche delle specie italiane descritte da autori stranieri o di quelle descritte in periodici stranieri. Carruccio de- sidera inoltre che il Repertorio sia iniziato da un periodo alquanto an- teriore. Parona appoggiando questa proposta dice che si potrebbero re- digere alcune annate, andando a ritroso. Ficalbi espone le ragioni per le quali non puo accettare un aumento di lavoro e Carruccio propone che si nomini una commissione che lo aiuti per quanto riguarda lo spoglio della letteratura straniera. La proposta Carruccio da luogo a discussione, alia ({uale pigliano parte Ficalbi, Carruccio, Monticelli, Parona, Pierantoni, Neviani e Ghigi, volendosi dimoslrare specialmenle per parte della segreteria che il metodo seguito dal prof. Ficalbi e conforme a quelle indicate dalla deli- berazione di Portoferrajo. Ghid richiamando il verbale delFAssemblea di Portolerraio legge il resoconto della discussione svoltasi intorno al « Repertorio ». mettendo in evidenza come le considerazioni e le obbie- zioni espresse oggi, fossero gia state esposte allora e come la delil)era- zione presa fosse il frutto di matura riflessione circa la possiliilita pra- tica di tradurre prontamente in latti il desiderio della Unione. Rileva come a verbale si Irovi anche la riserva del ])rof. Ficalbi circa gli scrilti di autori stranieri ed ilaliani in periodici estei-i. Bisognercbbe dunque, prendere oggi una nu(na deliberazione, nel ({ual case il prof Ficalbi declinerebbe Tincarico, e la pubblicazione non avrebbe seguito. Dopo qucste dichiarazioni, I'Assemblea i)rega il ])rof Ficalbi perche - 105 - scelga iin collahoratore di suo gradimento, il quale assiima il compito, sotto responsaljilita propria, di compulsare la letteratura straniera, va- londosi a sua volta, se lo ritenga opportiino, deU'opera di specialist! nei vari gruppi di animali. II Presidente pone in discussione la pi'oposta avanzata dal prof. Emery nelPAssemblea di Portoferrajo e. di comune accordo, posta alF ordine del giorno della attuale seduta : Emery propone die delle comunicazioni dei soci assenti si debba leggere il solo titolo. La proposta e approvata senza discussione. Mazzarelli e Monti, revisori del conto consuntivo 1U()5, dichiarano di avorlo trovato regolare e ne propongono airassemblea I'approvazione. E approvato. Si approva pure il hilancio preventive per Taniio 1900 presentato dal Consiglio. II presidente propone e I'assemblea approva, la nomlna di Ariola e Corti a revisori del conto consuntivo 1906. Monticelli riferisce sulla pul)blicazione deH'Archivio zoologico c I'as- semblea ne prende atto. II Presidente dichiara aperte le urne per la elezione di un Vice- Presidente e del Gassiere-Economo e nomina scrutatori i soci Porta e Bnffa. Visto il risultato della votazione il Presidente proclama eletti per il triennio 1907-1909 a Vice-Presidente (giusta le norme flssate daH'arl. 0 dello Statute) il prof. Corrado Parana, ed a Gassiere-Economo il prof. Um- berto Pierantoni. II Presidente pone in discussione il luogo e I'epoca della prossima assemblea ordinaria deiranno 1907 e dice come vi siano due proposte: una per tenere il Gonvegno in Valtellina, I'altra per tenerlo in Sicilia. Di comune accordo, anche per aderire al desiderio espresso dal Vice- Presidente, prof. Rasso, viene stabilito di tenere I'adunanza e Gcmvegno del 1907 alia tine d'agosto a P>(n'mio in Valtellina e (juella del 1908. in aprile in Sicilia. - 106 - Elenco delle comunicazioni scientifiche lette da Soc: dalla U. Z. I. nella Sezione di Zoologia del Congresso dei Naturalisu ita- liani in Milano 15-19 Settembre 1906. (0 1. Pavesi P. — Fenologia dcgii iiccelli del Pavese. 2. Marchi E. — Nuove contribuzioni alia conoscenza della cheralogenesi dei cavicorni. 3. Pellegrini V. — La Cnethocdmpa i)iih\ioc(imi¥i e modo di comjjatterla. 4. Giordano D. — Specie ornitol().u,i('lie stazionarie o di passo delle due Raguse. 5. Ninni E. — Metacromatisiui in pesci raccolti iiel mare e nelle lagiine di Venezia. 6. Mazza F. — Siille branchie suppleinentari di alcuni CiprinodonHiii. 7. Mazza F. — lUustrazione di alcuni preparati relativi alio svihippo delle cellule germinali delle anguille. ?^. Barbieri G. — Sviluppo dei nervi cranici nei leleostei. '.). Giannelli L. — Ricerche istologiche sull'ovidutto dei mammiieri. 10. Lunghettl H. — Sullo sviluppo delle sinoviali peritendinee. 11. Staurenglii G. — Fixura lateralis hregniafica degli Equidat\ appa- rentemente suturale. 12. Sviluppo e varieta della Sqimnia occipitalis dell'uoino. 13. Dimostrazione dell'esislenza delVOs interpfirietale anche nel Siis scrofa e nel Meleagris galloparo. 14. Duplicita dei centri ossilicativi dell'O-v nasale iiaWOn.s aries e Sus scrofa. 15. — — Dimostrazione di alcune variela nello scheletro celalico dei mammiferi. 10. Gemelli A. — Sulla rigenerazione autogena dei nervi, studiata col mezzo di innesti di arti di Bufo rulgaris in sede anomala. 17. Gemelli A. — I processi della secrezione deH'ipofisi dei mammiferi. IS. Monticelli Fr. Sav. ~ Sessualita e gestazione nello Ctenodrilus ser- ralits. (). Schm. 1 delibero (vedi M. Z. I., Anno i9():i, pag. :'>7:)) di promuoveiv la compilazione di un rei)ertori() od clenco annuale delle tonne nuove, die si descrivono via via degli aniniali italiani. da inserirsi anno per anno in appendice at Rendiconto; e fu convenuto clie I'elenco dovrebhe constare di due parti: la prima per le forme nuove descritte in Italia, la seconda per quelle pubblicate alTestero. Nel conv(\uno successivo di Porloferraio del I'.K).") at sottoscritto fu affidato I'incarico di compilare felenco, cominciando dal 1905, ed egli lo assunse per la parte riguardante le specie descritte in pubblicazioni ita- liane (vedi M. Z. I.. Anno 1905, pag. 247). Ora (jui il compilato elenco presenia, quale (salvo qualche possibile omissione, riparabile al caso in elenchi futuri) lo ricavo dallo spoglio delle pubblicazioni italiane dell'anno soddetto. Esso, per necessita di cose, e piu ristrello di cio, die sul primo non si desiderasse, e, cioe, mero elenco, senza le diagnosi, e contempla solo le specie e non le sottospe- cie, e le varieta. E dato secondo la forma a scliede, e queste sono compilate tutte suUo stesso modello, die risulta chiaro anclie senza speciale spiegazione ; di spiegazione possono far pure a meno le abbreviazioni l)ibliografidie, die furono adottate. Le scliede nell'elenco sono ordinate secondo la par- tizione degli animali, die si segue nel M. Z. 1. (e che risulta neU'Oyv//- namento della mato-ia indicato a pag. 1, 2 e 3 del presente XVllI vo- lume), e nei gruppi adottati, i generi sono per ordine alfabetico. Potra il presente elenco valere come un saggio, e servire di base concreta a eventuali ulterior! discussioni e deliberazioni. Protozoa. (Spoiozoa) . m*aiichiop]ia8:a alosicida. (n. gen.). Farassita negli Agoni del lago di Lugano. — MaKKarelli, Giuseppe. Monilore zool. ital.. Firenze. 16, 1905, (p. 227-229). VcDiics. Aiaiiliirc'i>liala. Kchyiiorliyiichn!!) soleae. Intestine) di Solea impar ; Portoferraio. — Porta, Antonio. x\rchivio zoologico. Napoli, SJ, fasc. 2. 1905. (119 e seg.). Venncs. Auuclitla. (OligocliUL-ta). Octoclasinm l>amiaiiii. Isola d' Elba. — I'osfiictti De llartiis, Luigi. Torino, iJoU. Musei zool. anat., ao, A." 4!>0, 1905. (:!-C.). - no - Aitliropoda. Aiacliiioidcii. (Acaii). Al it'll it!^ elon»^atn«ii. Firenze. — Berlese, Antonio. Rodia. Giorn. di l-:iiloniologia, Firenze, 2 (1904), t'asc. I, i<.)05, (13). Artliro]iii(la. Aiachiioiilfii. (Acaii). Aliclin.s ornatas. Firenze. — Berlese, Antonio, lledia, cUoi'ii. di Kn- tomologia, Firenze. 2, (1904), fasc. I. 1905, (18-14). Artlnuinxla. .Viacliiioidca. (Acaii). Alichns arborio;er. Firenze. — Berlese, Antonio. Redia, Giorn. di Entomolo-ia. Firenze, 2, (1904). fasc. I. 1905, (14). Aitliropoda. Aiacluioidca. (Acaii). Aliclins pyrigeras. Monti presso Pisa. — Berlese, Anionio. Redia, Giorn. di Entomologia, Firenze, 3, (1904), fasc. II, 1905, (232). Artlii(i]>()da. Aiailiui)idi!a. (Ac-aii). Aniei'oseins niiiiasealns. Udiiie. — Bei'lese, Antonio. Redia, Giorn. di Entomologia. Firenze, 2, (1904), fasc. II, 1V)05, (235). Avtliidiioda. Arachiididea. (Acaii;. Aniei'oseins zerconiformis. Fortici. — Berlese, Antonio. Redia, Giorn. di Entoniologia, Firenze. 3, (1904). fasc. II, 1905, (234-235). ^ AitliiDpuda. .Vraclinoidea. (Acaii). Aineroseias italicns. Udine. — Berlese, Antonio. Redia, (Uorii. di Entoniologia. Firenze, 2, (1904), fasc. II. 1905, (234). .Vitliidpcida. Aiaclniiiidea. (Acari). Atractides Pavesii. Flume Ticino. — llaglio. Carlo. Milano, Rend. 1st. lorn]).. (Ser. II), 38, 1905, (152-154). .\iilirc)]K)da. Aracliuoidca. (Acari). Bdella caeca. Firenze. — Berlese, Antonio. Redia, Giorn. di Ento- mologia. Firenze. 2, (1904). fasc. I, 1905, (15). AitliioiKida. .\iailiiii)idca. (Acari). Cariibodes palmifer. Firenze. — Berlese, Antonio. Redia. Giorn. di Entoniologia. Firenze, 2, (1904), fasc. I, 1905. (27). .\illirda. .\raclni(.idr;L. (.\cari). Dameosoma laciniatnm. Firenze. — Berlese, Anionio. Redia. (iiorn. di Entomologia, Firenze, 2, (1904), fasc. II, 1905, (230). Artliioiioda. Araclmoidca. (Acari). Dameosoma liicultratnm. Firenze. — Berlese, Antonio. Redia, Giorn. di Entomologia, Firenze. 2, (1904), fasc. II. 1905, (236-237). - Ill - Aitlii<>i)0(lii. Araclnioidea. (Acari). Dixparipes spatlinlijjer. Firenze. — Berlese, Antonio. Ucdin. 'liorn. tli Entoniologia. Firenzo, 2, (I'.tOl), I'asc. I, 1U05, (11). Artliiiii>i>il;i. ArMcliiioidca. (Acari). Ilifiiparipe^ii loiij;>:itai*!^ns. Tianio ('J'i'('ntino). — Berlc^c, Antoni(». Redia. 'liorn. di Fntomologia. Firenze. 2, (11»01), (asc. II, I'.ior). (237-2:^,8). Ailliriii»)ila. Aiaclmoiik'a. (Acari). Disparipes echidna. Boboli in Firenze. — Berlei!ic, Antonio. Kodia. Giorn. di Entoniologia, Firenze, 3, (1904), fasc. II, 1905, (2;i8). Artludiiiiila. Aiacliiioidea. (Acaii). Erytliraens Passerini. Meloria.. — Berlese, Antonio. Kedia, (iiorn. di Kniomolo.u'ia. Firenze. JJ, (lOOl). fasc. I. 1005, (Ki). AilliKiiMiila. Aimliiioidra. (Araii). (Uamasellns (Digainajtielln.*^) perpnsillns. Trentino. — Berlesc, Antonio. Redia. Giorn. di I-hitomologia, Firenze, 2, (1004), fasc. II, 1005, (2;-54). Artlii(i]i(iila. Ar.iiliiKiiilca. (Acari). lloloi^taspis ccliinatns. Firenze. — Bei>Ie»«e, Antonio. Redia. Giorn. di Entomologia. Firenze. 2, (1004), fasc. I, 1005. (20). AitlirKiKxla. .Vracliiioidea. (Acari). IlypoclitlioiiinK i^plendidns. Firenze. — Berle^iio, Antonio. Redia. Giorn. di Knloiuologia, Firenze. 2, (1004), fasc. I. 1005. (2(>). .\rtlniiiMi(la. .\ rarliimiclca. (.\cari). l.aelapM (CoKiiiolaelaps) onustns. Firenze. — Berlfsc, Antonio. Redia. (iiorn. di Entoniologia. Firenze. 2, (1904), fasc. I, 1905, (16-17). Artlir.iiiocla. .Vracliiinidca. (Acari). liaolaps (HypoaNpi^) a$«peratiiK. I'adova, Firenze. — Berloi^o, An- tonio. Hedia. Giorn. di Entoniologia. Firenze, 2, (100 t). fasc. I. 1005, (17). .Vrllinii.oila. .\i arlinnidca. (Acari). liaelapN (Hypoa»iipi)ii) expolitn»«. Firenze. — Borlese. Antonio. Redia. Giorn. di Fnloniologia. Firenze, 2, (tool), lii.^'. I. I005. (IS). Arllir(i|i(Hla. .\ra( liiioiilca. (.\cari). I.aclap*^ (Hypoa^pis) polliicidnM. Irenliiio. — BorloMo, Aiil(» nio. Redia. (Jiorn. di b:nloniologia. Firenze, 2, (lOOI), fasc. 1. 1005 (18-10). - 112 - .Vitliiiipdiln. Ariiclmoidca. (Acari). liOlioiiiaiiiiia cylindrica. Fironze. — Berlese, Antonio. Rtnlia. Giorn. (li Kiitomologia. Firenze. 3, (1«»0-1). iasc. I. 1905. (23). AvtliroiKida. Aiaclnididi-a. (Acaii). liOlioniannia iiinrcioi{)4), lasc. I, 1*J()5, (22-23). Arthropoda. Aiailiiioidca. (Atari). Pijfiiiepliorniii cnl trains. — Firenze, Veneto. — Berlese, Antonio. Redia. (tiorn. di I^:ntomolop-ia. PMrenze. 2, (1904), fasc. I, lUO.'. (11-12). Artliriipoda. Aiacluioidia. (Aiari). Pig:ntepliorns abdoniinalis. Firenze e altrove. — Berlese, Anto- nio. Redia. Gioni. di Fnlomolouia. Firenze. 2, (1904), tasc. I, 1905, (12). Aitliiopuda. Aiacliuoidoa. (Atari). Pig^niephorns niauicatns. Firenze. — Berlese, Antonio. Redia, Gioni. di Kntoiiiologia, Firenze, 2, (1904), fasc. I. 1905, (12). Arthropoda. Arachnoidea. (Acari). Pigmcpliorns inconspicnns. Padova. — Berlese, Antonio. Redia, (iiorn. di Entoniologia, Firenze, 3, (1904), fasc. I, 1905, (12-13). Artliropoda. Araclmoidea. (Acari). Polyxo placophora (n. gen.). Valle Anzasca. — llonti, Rina. Milano, Rend. 1st. lomi)., (Ser. II), 38, 1905, (168 e seg.). Arthropoda. ,Vrarhiioiilca. (Acari). Scirns brevicornis. Firenze. — Berlese, Antonio. Redia, Giorn. di Entoniologia, Firenze, 3, (1904), fasc. II, 1905, (231). Arthropoda. Araclmoidea. (-Vcari). 8perchon ticineiise. Fiume Ticino. — llaglio, Carlo. Milano, Rend. 1st. lonib., (Ser. II), 38, 1905, (150-152). Arthropoda. jVraclinoidca. (Acari). ^phaerolichnH ariuipes (n. g.). Firenze. — Berlese, Antonio. Re- dia, Giorn. di Entoniologia, Firenze, 3, (1904), lasc. I, 1905, (14-15). Arthropoda. Arachuoidca. (Acari). Tarsocheylns paradoxus (n. g.). Firenze. — Berlese, Antonio. Re- dia. Giorn. di Entoniologia, Firenze, 2, (1904), fasc. I, 1905, (15-10). ArtlMoi)o(hi. Aiachuoidca. (Acari). Tegeocranus lacvis. Udine. — Berlese, Antonio. Redia, Giorn. di Entoniologia, Firenze, 2, (1904). fasc. II, 1905. (237). Artliropoda. Araclmoidea. (Acari). Trhypochtlionins longisetns (n. g.). Firenze. — Berlese, Antonio. Redia, (iioni. di Entoniologia, Firenzt>, 2, (1904), lasc. I, 1905, (27). - 114 - Artlnopoila. Aiafhnoidi'a. (Acari). Trachynropoda (.Tanetiella) pnlchclla. Fironze. — Berlese, Antonio. Rodia, Giorn. di Entomologia, Firenzo, 2, (1904), fasc. I. 1905, (21). Aitlu-oimda. Aiailinoidua. (Acari). Tracliyaropoda (Janetiella) bella. Bo])oli in Firenzo. — Ber- lese, Antonio. Redia, Giorn. di Entomologia, Firenze, 3, (1904). fasc. II, 1905, (235-236). Aitlii'iipoda. Arachiiiiidea. (Acari). Tripochtonins ba()4). fa.sc. I. 1905. (21-22). Artliropoda. Crustacea. (Co])cpoda). Hatscliekia (ClaTella) obesa. Richiardi, sp. n. Sulle branchie della Aluraena helena. — Croggio, Empedocle. Archivio zoologico, Na- poli, 2, fasc. II, 1905, (215-225). Artlu'opoda. (.'nustaeea. (Copepoda). Hatscliekia cernae. Sulle branchie della Gerna gigas. Palermo. — tioggio, Empedocle. Archivio zoologico. Napoli. 3, fasc. II. 1905. (215-225). Artliropoda. Cru.stacea. (Copepoda). Hatscliekia Ricliiardii. Sulle branchie del Labrus morula, Toscana. — Gogg-io, Empedocle. Archivio zoologico, Napoli, 2, fasc. II, 1905, (215-225). Artliropoda. {Jru.stacea. (O.stracoda). €ypris Vincigaerrae. Lago di Fondi (Roma). — llasi, L. Monitore zool. ital., Firenzo, 16, 1905, (240 e seg.). .VrMii(i)ioda. ^lyriapoda. (DiplopodaV Doderia gennensis, (n. g.). Liguria. — i^ilvestri, Filippo. Genova, Ann. Museo Civ. st. nal., (Ser. III). 1, (41), 1904-5. (00-04). Arlliiopoda. Iiisecta. Tliysauma. Macliilis alternata. Italia. — Silvestri, Filippo. Redia. Giorn. di Enlomologia, Firenze, 2, (1904). fasc. I, 190.5, (5-0). — 115 — Aitluiipoila. Insecta. Thysamua. Praemacliili!^ excelsior, (ii. g.)- I^evayna. Portici. — Silvestri, Filippo. Rcdia, (iiorn. di Eutomologia, Fironze, 2, (190-1), lasc. I, 1905, (1-2). Ai-tluoputla. lusucta. Thysainira. Praemacliilis meticwlosa. Italia. — Silvestri. Filippo. Redia. Giorn. di Entomologia, Firenze, a, (1901), lasc. I, 1905, (6-7). Arllirii]p(>(la. Iiisii'cta. Tliysamiia. l*i'ocampo(lea brevicanda, (ii. gen.). Italia meridionale. — Silve- stri, Filii)po. Redia, Giorn. di Fntoniologia, Firenze, 2, (1904). fasc. I. 1905, (115-120 con tav.). AitliioiHxla. Tiisfcta. Art('i-a vel Pseudoiu'uioptcia. Mteuotroctes Enderleini. Firenze. — Bibaga, Costanlino. Redia, Giornale di Entomologia, Firenze, 2, (1904), fasc. I, 1905, (100-109). Aitliio])(Mla. Iiisecta. Rbyuclmta. Sipha elegaiis. Dintorni di Firenze. — Del Gnercio, Giacomo. Re- dia, (liorn. di Entomologia, Firenze, 2, (1904), fasc. II, 1905, (137 e seg.). Arthropoda. Insecta. Coleoptera. Acalles italicos. Gampohasso. — Solarl, Angelo e Ferdinando. Ge- nova. Ann. Miiseo Civ. st. nat., (Ser. Ill), 1, (41), 1904-5, (529 e seg.). AithmiiiMla. Insecta. (.'okoiitcia. Alophns italicos. Gampopericoli sul <;ran Sasso d'ltalia; Majella. — Fiori, Andrea. Rivista Goleotterologica italiana, Gamerino, 3, 1905, (04-65). ArtlnopiMla. luscfta. CiilfoptiTa. Apion Holdhausi. Isola d'Elba. — n'agner, Hans. Rivista Goleot- terologica italiana, Gamerino, 3, 1905, (37-38). Aitlnoi»Mla. lusecta. Coloopteia. Apion ilvense. Isola (VFAha. — Warner, Hans. Rivista Goleottero- logica italiana, Gamerino, 3, 1905, (38-39). Arllin>p<"la. lu.sucta. ('ok'optcra. Itatbyscia (Apliaobius) Fabiaiii. Golli Rerici (V(>ncto). Specie ca- vernicola. — Wodero, Agostino. r,cn()va, Ann. .Museo Giv. st. nat.. (Ser. III). 1, (11), 1904-5, (55-57). Aitliropmla. lusccta. Oolcopteia. Bathyscia Bavcli. Isola di Gapri. Specie cavernicola. - Bodero, Agostino. Geneva. Ann. Museo Giv. st. nat.. (Ser. HI). 1, (41). loo 1-.., (57-58). - 116 Artliio))()(la. Iiisecta. Colooptera. Katliyscia liostiae. Sardegna. Specie cavernicola. — Dodero, Ago- sliiio. Genova, Ann. Museo Civ. st. nal., (Ser. Ill), 1, (11), 1904-5, (58-59). Aillir(i|nMlii. Iiisuetii. Coleopterii. ISythinns (Bythoxenns) Ayiuerichi. Sardegna. — Dodero, xVgo- stino. (ienova, Ann. Museo CA\. st. nat., (Ser. Ill), 1, (41), 1904-5, (53-55). Aitliiojuxlii. Insecta. Colcoptwa. Kytliinns insnlaris. Isola d'Elha. — Holdlians, Carlo. Rivista Co- leotterologica italiana, Camerino, 3, 1905, (;50-31). Artliiii|(o(l:i. Insfcta. Colcoiyteia. Bytliiiins (Bytlioxenns) majori. Isola d' Elba. — Holdliaii«^, Carlo. Rivista Coleotlerologica italiana, Camerino, 3, 1905, (81-32). Artlin.iMida. Iiiscrta. ('Dlcoptera. C'epheiiiiium (Cepheniiarinui) iiisnlare. Isola dKllia. — Hol- dliaas, Carlo. Rivista Coleotlerologica italiana. Camerino. 3, 1905, (33). Aitlii(i))()(la. Insfita. Coleojitfia. Ceplienninin (CJepliennariaiii) tarsalc. Jsola d'Elba. — Hol- dhans, Carlo. Rivista Coleotlerologica italiana, Camerino, 3, 1905, (33-34). Aillir()j)i)(la. IiisiH'ta. ( '(ilcdptfia. Cepheniiiniii (C'eplieiiiiarinni) nobile. Isola d'EUia. — HoIdhauiK, Carlo. Rivista (loleotterologica italiana. Camerino. 3, 1905. (35). Artliiopoila. Iiisctta. Colt'opteru. C'oiioi'liyiichns lini|>^ioiiii. Roma. — ISolari, Angelo c Ferdinando. (ienova, Ann. Museo Civ. si. nat., (Ser. Ill), 1, (41), 1904-5, (528-529). Artliidiioda. Iiisccta, ( 'iilcojitcra. CybocephaluM iiiai*{>;iiiatns. Colli holognesi. — Fiori, Andrea. Ri- vista Goleotterologica italiana, Camerino. 3, 1905, (l;>4-138). Ailliropcida. Iiisi-cta. CoUdptc ra. Uniouins (Proplieletes, ii. sulig.) i>;i*aiidii. Rorgo Panigale (Rolo- gna). — Fiori, Andrea. Rivista Goleotterologica italiana, Camerino, 3, 1905, (131-1:54). AilliniiMxla. Insecta. Coleoplcra. .Ueira Aniorei. Cerchio (Abruzzo). — Solari, Angelo e Ferdinando. Genova, Ann. Museo Civ. st. nat., (Ser. Ill), 1, (41), 1904-/3, (526). - 117 Artliropotla. Iiisccta. (Joleoptoni. l*!^ilotlii*ix (l>olichoinorp1ins, n. subg.) rnfiiiianns. Casalecchio (Bol()!j,na). — Fiori, Audiva. Kivista Coleullcruloyica ilaliana, Ga- merino, 3, 1905, (8*2-85). Artliriii>()(lii. Iiisccta. Coleoiitcia. Pselaplins conoisi/ernnni. Isola d'Elba. — Iloldhaas, Carlo. Rivi- sta ColootteroloLiica ilaliana, Camerino, 3, 1905, (:32-oo). .\_rthr(Pi>()ila. Insecta. ('iik'Oiitt'ra. Pliyllobins claroscntellatas. Mossiiiesc. — Vitale, Francesco. Ri- vista Coleotterologica ilaliana. Gamerino. 3, 1905, (205-200). AitliioiMxla. Iiisccta. ( 'i)lciii>tcia. Taiiyniecns crassicornis. Roma. — Solari, Aogelo c Ferdinanclo. Geneva. Ann. Museo Giv. st. nat., (Ser. Ill), 1, (41), 1904-5, (527). ArtlinipiMla. lusecta. Hynu'iioptera. l>i*yiiins iiiger. Ralia meridionale. — ■ Kieifer, J. J. (xenova, Ann. Museo Giv. St. nat., (Ser. Ill), 1, (41), 1904-5, (352-353). .Vit)ii'(iiiii(la. lusccta. Hynii'Udiitcia. £citopria proxima. Sardeg'na. — Kieifer, J. J. Geneva. Ann. Mu- seo Giv. St. nat., (Ser. Ill), 1, (4). 1904-5, (378). -Vitluoimda. Iiisecta. Hynieiioptt'ia. Kpyris foveatns. Liguria. — Kieffer, J. J. Geneva, Ann. Museo Giv. St. nat.. (Ser. Ill), 1, (41), 1904-5. (39(3-397). Aitliri(iii)(la. Iiisccta. Ilyiiicudiitcia. Uoiiatopnis plaiiiceps. Isola del Giglio. — - Kieffer, J. J. ({enova, Ann. Museo Giv. st. nat.. (Ser. Ill), 1, (41), 1904-5, (355 e seg.), Arlliidiidda. lusccta. Ilyiuciioittcra. <-onatopns albosi;»:natas. Isola del (Jiglio. — Kieffer, J. J. Gene- va, Ann. Museo Giv. st. nat., (Ser. Ill), 1, (41), 1904-5, (358). .Vitlii()]i(»la. lusccta. Hyiiiciioi)tcia. Cwoiiatopiis nnilineatns. Sardegna. — Kieffer, ,1. J. Geneva, Ann. Museo Giv. st. nal., (Ser. Ill), 1, (41). 1904-5, (358 e seg.). .\rtliiniMMla. Iiisicla. HyiiK'Uoiitcia. Cioiiatopns biiiiieatns. Isola del (iiglio. — Kieffer, .1. J. Geneva. Ann. Museo Giv. st. nal., (Ser. Ill), 1, (41), 1904-5, (359 e seg.). Alt hiiiiKiila. lusccta. llyniciuiiitcra. CioiiatopiiK bifasciatns. Isola del Giglio. — Kieffer, J. .1. Geneva, Ann. Museo Giv. si. nal.. (Ser. Ill), 1, (41), 1904-5. (3()0). - 118 - Arthiopoda. Iiisecta. Uymeuoiitoia. Ciioiiatoi>u»$ canielina$«. Isola del Gigiio. — Kieifer, J. J. Genova, Ann. Museo Civ. st. nat., (Ser. Ill), 1, (41). 1904-5, (301). Aitliroixxla. Iiisccta. Hyiut>ii(ii>tcia. Cxonatopn^ gracilicornis. Isola del Gigiio. — Kiejffer, J. J. Genova, Ann. Miiseo Civ. st. nat.. (Ser. III). 1, (41), 1904-5, (361 e seg.). Aitlu'opoda. Insecta. lI.vnieiioplcrH. Ciioiiatopas dentatiforceps. Isola del Gigiio. — Kieifer, J. J. Ge- nova. Ann. Mnseo Civ. st. nat., (Ser. Ill), 1, (41), 1904-5, (362 e seg.). Aitlu()])oda. Iiisecta. Hyiiieiioi)t(>ra. Holepyris bidentatns. Isola Asinara. — Kieifer, J. J. Genova, Ann. Museo Civ. st. nat., (Ser. III). 1, (41). 1904-5, (392 e seg.). Artlnc>|i()da. In.secta. Hymeuoptera. Holepyris pedestris. Isola del Gigiio. — Kieifer, J. .J. Genova. Ann. Museo Civ. st. nat., (Ser. Ill), 1, (41). 1904-5, (393). Arthiopoda. In.secta. Hymeuoptcia. Holepyris liyalipennis. Isola Asinara. Kieifer, J. J. Genova. Ann. Museo Civ. st. nat.. (Ser. Ill), 1, (41). 1904-5. (394). Aitliropoda. In.secta. Hymeuopteia. Holepyris dnbiiis. Isola del Gigiio. — Kieifer, J. .1. Genova, Ann. Museo Civico st. nat., (Ser. III). 1, (41), 1904-5, (394 e seg.). .\jtliio])oda. In.secta. llynieuopteia. Iscliiiopas bitabercnlatns, Marshall, (n. g.). Isola del Gigiio. — .llantero, Giacomo. Genova, Ann. Museo Civ. st. nat., (Ser. III). 1, (41), 1904-5, (451 e seg.). Aitliiopoda. lusecta. Hyiuenopteia. Parascleroderiua iiigricep^i. Isola del Gigiio. — Kieifer, J. J. Ge- nova. Ann. Museo Civ. st. nat., (Ser. Ill), 1, (41), 1904-5, (370). Aftlii-opoda. Insecta. Ilymeuopteia. Parasierola Ciesi^troi. Sai'degna. — Kieifer, J. J. Genova. Ann. Mu- seo Civ. St. nat.. (St^r. Ill), 1, (41), 1904-5, (380). ArlliKijioda. Iii.'Co(la. Iiisecta. Hymeuoptera. Periseiiins mandibnlaris. Isola del Giglio. — Kieffcr, J. J. Ge- iiova. Ann. Museo Civ. st. nat.. (Sor. III). 1, (41), l'J04-5. (385 e sog.)- Aithroptxla. lusecta. Hyrnenoptcra. Perisenins Gestroi. Isola del Giglio. — Kieffer, .1. .1. Gcnova. Ann. Aluseo Civ. st. naL. (Ser. III). 1, (41), 1904-5, (380). ,\i llnniioda. Insccta. Hyuiciioiitera. Ponipilns Doriae. Isola del Giglio. — llaiitcro, Giacomo. Gcnova. Ann. Mus(^() Civ. st. nat., (Serie III). 1, (41). 10U4-5, (453). Arthropiiila. Insccta. Hyineuoiitoia. Psendisobrachiniii iiiteniiedinni. Sardegna. — KieflFer. J. J. Ge- nova, Ann. Miiseo Civ. st. nat., (Ser. Ill), 1, (41). 1904-5. (309). Ai'thi'opoila. lusecta. Hymeuoptera. Scleroderma cereicolle. Isola del Giglio. — Kieffer, J. J. Genova. Ann. Museo Civ. st. nat., (Ser. Ill), 1, (41). 1904-5, (374). Arthropoda. Insecta. Diptcrti. Ufycterotypns Bezzii, (n. gen.). Agro romano. — Moe, Giovanni. Roma. Rend. Ace. Lincei. (Ser. V), 14, 1905, Somestre 2". (114-120 con fig.). Artliropoda. lusecta. Diptera. Mycterotypus irritans. Agro romano. — .\oe, Giovanni. Roma. Rend. Acc. Li)icei, (Ser. V), 14, 1905. Semestre 2". (114-120 con lig.). Artliiiipoda. lusecta. Lepidoptera. Acidalia tabianaria. Colline di Tabiano e di Salsomaggiore (Par- ma). — Tnrati, Emilio. Natiiralisla Siciliano. Palermo, 18, N. 2-3, 1905, (43-44). Artlinipoda. lusecta. Lepidoptera. Acidalia C.;ianellaria. Donna/ nella Valle d'Aosta. — Tnrati, Knii- lio. Naturalista Siciliano, Palermo, 18, N. 2-3, 1905, (44-45). Mollu.sca. Ga.sti'opoda. Acme Itayonl. Fegino, presso Genova. — PoUonera, Carl(». Torino, lioll. Musei zool. anal., SJO, N. 517, 1905, (2-3 con lig.). ^follusca. (lastropoda. I'aKiotia siiig^nlarii^, (n. gen.). Alpi marillime. — Polloiiera, Carlo. Torino. Roll. Musei zool. anal., 20, N. 517, 1905, (1-2 con lig.). - 120 - "Mollusca. Gastropoda. €lansilia (Papillifera) planasieiisis. Isola di Pianosa. — Pollo- nera, Carlo. Torino, Boll. Musoi zool. anal., ao, N. 517, 19U5, (8 con fig.). Mollusca. (rastiopoila. Ferrnssacia paulncciana. Isola di Pianosa. — Polloiiera, Carlo. Torino, Boll. xMusei zool. anat.. 30, N. 517, 1905, (7-8 con fig.). }»Iolhisca. (lastidpoila. Xerophila (Caixdidnla) aethalia. — Portotenaio. — Pollonera, Carlo. Torino, Boll. Musei zool. anat., 30, N. 517, 1905, (5). Mollusca. Gastropoda. Xerophila (Canclidola) tyrrena. Isola di Pianosa. — Pollonera, Carlo. Torino, Boll. Musei zool. anat., ao, N. 517, 1905, (0). Mollusca. (fastroiioda. Xerophila (Candidula) tnrhinnla. Isola di Pianosa. — Pollonera, Carlo. Torino, Boll. Musei zool. anat.. 30, N. 517, 1905, (7). E. FiCALBI. COSIMO CHRRUBINI, AMMINISTRATORE-RESPONSABILE. Kirenre, 1907. — Tip. L. Niccolai. Via Kaeii2.a,44. 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Criteri e metodo di comparazione antropo- metrica iVa le individualita umane. Cinque letture. — In Lavori dcW Isti- tuto di Clinica medica generate di Padova, Vol. 2. Milano, tl Hoepli ed., 1905, pp. 165-344 e 369-394, con tavole. Appenwck: Antroi'()LO(;ia applicata allo studio dei pazzi. dei criminal!. ecc. Ascarelli A. — Le iin{)route digitali iielie prostitute. — Arch, di I'sidnatrta, Neuroijat., Antrop. erim. e Med. leg.. Vol. 27 (3 d. Ser. 3), Fasc. 6, p>p. 811-821, con 1 tav. e 6 tahelle. Torino, 1906. - 1-5 - Benedikt M. — Protcsta indirizzata alia R. Accademia di iVIedieiiia di Roma. — Boll. d. R. Ace. nu'd. di Rnmd, An. .12, Fasc. 7-H, pp. 487-480. Ro- uia, 1906. Cerletti U. o Per sini G. — 11 prohleina aulropoineli'ico nel cretinisrao ciidc- mico. — Riv. sper. Freniatria e Med. legale, Yol. ^2. Fasc 3-4,* pp. 837- 858. Rer/gio Emilia, 1900. Lombrrso G. — Risposta alia « Protesta -indirizzata alia R. Accademia di me- diciua in Roma dal Prof. D/ M. Benedikt s. o. ». — Boll. d. 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[Gontieiie fra I'altro: Notizie suUe Cattedre di Zoologia ge- nerale ed agraria, di baehicoltura e di apicoltura, di zootocnia, di anatomia e fisiologia degli aniraali domestici; e I'elenco delle pubblicazioni dei Prod. F. Silvestri, G. Leonardi, R.. Zappa e U. Ziramorl; inoltre conticne: Baldas- sarre S. L'incrociamento e il meticciaraento dello razze suino Yorkshire e Casertana]. Baldassarre S. — L'inci'ociameutu ed il metifciameuto delle razze Yorkshire e Casertana. — In La R. Scuola Svperlore di Agricoltui^a in Portici, nel passato e nel p)resente. Portici, Stab. tip. Vesuviano, 1906, pp. 208-242, con figg. Baldassarre Salvatorc. — La razza bovina nata. — Clinica Yeterinaria, An. 29, N. 37, pp. 889-901, e N. 38, ^jjj. 914-926, con figure. Mdano, 1906. Berlese Araedeo. — Sopra una nuova specie di JNIucedinea parassita del Cero- plastes Rusci. — Redia, Giorn. d. Entom.. Yol. 3, 1905, Fasc. l,j)p.8-lo, con tav. I. Firenze, 1906. 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Pirocchi A. — I bovini del Monteneirro. — Clinica Veterinaria, An. 29, N. 17, j>p. 1129-1113, con figy. Milano, 1906. Pirocchi A. — Gli ovini della Bosnia-Flrzegovina. — Clinica Yelorinaria, An. 29, y. 50, pp. 1205-1212, con figg. .Milano, 1906. Poli A. — Le condizioni della pesca nella provincia di Piaienza. — Piacenza, Up. Del Maino, 1906, P, pp. 19. COMUNICAZIONI ORIGINALI ISTITOTO DI ANATOMIA CHIRURGICA DET.LA R. UNIVERSITA Dl PALERMO (DIRETTO DAL PROF. G. PARLA VECCHIO). Contributo alia morfologia ed istogenesi del tessuto mieloide PER iL DoTT. CARMELO CIACCIO ASSISTENTK E vietata la riprodnzione. Gli elementi raieloidi del sangue nei vertebrati superiori trag- gono origine, come ognuno sa, dal midollo delle ossa, mentre dalla milza e dalle glandule linfaticho originano gli elementi linfoidi : questo fatto stabilito principalmente da Ehiiich e la sua scuola e in opposizione alia teoria di Oushkof seguita da Lowit, Gull and, Kantak ecc. che ammette la formazione di elementi mieloidi in tutti gli organi linfatici. Tra queste due opposte teorie, una monista per cosi dire e I'altra dualista, abbiamo ilDominici, il quale ammette che alio stato adulto e normale realmente esiste dualismo funzionale degli organi emopoietici, ma che pero esiste alio stato latente un tessuto hn- foide negli organi mieloidi ed uno mieloide nei linfoidi, che per con- dizioni speciali (infezioni-anemia) puo andare soggetto a rivivescenza ; e cosi ha descritto quello stato speciale della milza che va sotto il nome di trasformazione mieloide „. In fondo pero Dominici si accorda con Ehrlich per quanto riguarda 1' individuo adulto e nor- male - Ad ogni modo se la teoria di Ehrlich e vera nelle linee - 128 - general! , pure essa va soggetta a (lualche eccezione. — Infatti Mo- rel e Sou Hie hanno trovato element! mieloid! nella milza degli In- settivori e Pardi conferma questo fatto, aggiungendo altresi la presenza di megacariociti !n altri animali. - lo e Pizzini abbiamo descritto element! m!elo!di nella m!lza del cane durante la digestlone mentre sono scars!ss!mi nel dlgiuno. Alio stato embrionale Invece prima che il midollo osseo entri in funzione gl! element! mieloid! si formano nel fegato, nella milza e nelle glandule linfatiche. Ad ogni mode possiamo affermare che in tutt! i Vertebrati forniti di midollo osseo esiste un dualismo piuttosto netto tra la funzione linfoide e quella mieloide degli organi emopoietici. — Ma come os- servano anche Renaut p Metschnikoff i Pesci mancano di mi- dollo osseo e pure hanno nel loro sangue element! mieloidi: questo fatto di Anatomia Coraparata sembrerebbe a prima vista costituire un eccezione alia teoria di Ehrlich a far conchiudere che filoge- neticamente non esiste dualismo emopoietico. lo pero credo di avere risoluto la questione con due note pre- cedent!, in cui ho accennato che la funzione mieloide tanto nei Se- laci che nei Teleostei, si compie in un organo distinto dagli organi a struttura hnfoide (milza-timo) e quest'organo e il tessuto hnfore- nale, sul quale richiamo Tattenzione appunto colle present! ricerche. II tessuto linfatico, che si trova interposto tra i tubuli del rene dei Pesci, sebbene abbia richiamato I'attenzione degU studios!, pure non e stato interpretato secondo il suo valore morfologico. E cosi parecchi autor! come Sedwigck, Braun, C. Emery hanno am- messo che durante lo sviluppo del rene esso costituisca un Uasteyna da cui originano i tuboli renali e che la parte non utihzzata a que- sto scope diventera la massa linfatica degli individui adulti. — Qualche autore (Grosglik) ha anche ammesso che possa rappresen- tare la sostanza corticale delle capsule surrenali degh altri verte- brati, mentre gli organ! di Stannius rappresenterebbero la sostanza midollaie. Bizzozzero e Torre in uno studio sulla formazione dei globuli ross! nei Vertebrati a proposito dei Pesci notano la produzione di questi element! oltre che nella milza anche )iel tessuto linfo-renale. Laguesse in un lavoro sullo sviluppo della milza accenna di passaggio a questo tessuto e cosi Huot che ne stabilisce i rap- port! coi reni e le capsule surrenali. - 129 - Sw. Vincent considera i reni cefalici dei Teleostei come glan- dule einolinfaticlie, in cui oltre alia fonnazione di globuli rossi esisterebbe anche una funzione emolitica. Le mie ricerche furono fatte in diverse specie di Teleostei e di Selaci : come tipi per la descrizione istologica teri'o presente TAnguilla e lo Scillium catulus ; prima pero voglio accennare ai metodi di ricerca adoperati. Come liquidi fissatori ho adoperato il liquido di Bouin, ridu- cendo la dose dell'acido acetico alia meta, ed il mio liquido formol- cromo-acetico. Tanto I'uno che I'altro di questi liquidi fissatori hanno il van- taggio di flssare abbastanza bene le piia flni granulazioni del pro- toplasma e le piii delicate strutture cellulari. La coiorazione fu fatta sulle sezioni con svariate sostanze co- lorant!: il processo di coiorazione pero piii adatto alio scopo sa- rebbe il seguente : a) Coiorazione per pochi minuti in una soluzione ac([Uosa concentrata di eosina, eritrosina, oppure eosina orange. b) Lavaggio in acqua. c) Coiorazione per alcuni minuti in una soluzione acquosa al 1 o/oo ^i tionina oppui'e al V2 7" di toluidina 0 di brillant-cre- syl-blau. d) Lavaggio in acqua, decolorazione progressiva in alcool or- dinario e poi in alcool assoluto. In questa coiorazione e buono fare a meno 0 servirsi con molta precauzione dell' olio di garofani che porta via molto facilmcnte la tinta basica. Un'altra coiorazione elegante ed adatta alio scopo e da usarsi solo dope la fissazione in Bouin e la seguente : a) Coiorazione in una soluzione idroalcoolica semi satura di fucxina acida per pochi minuti : b) Lavaggio rapido in alcool a 90". c) Passaggio in una soluzione semi-satura idro-alcolica di acido picrico per pochi minuti. d) Lavaggio in alcool a 90°. e) Nuova coiorazione per circa 10 minuti in una soluzione idro-alcoolica al 2 % di verde-jodo. f) Decolorazione progressiva e piuttosto rapida. - 130 - * * * La struttura fondamentale del tessuto linfo-renale e simile a quella che si riscontra in un organo emopoietico ; ci troviamo percio dinanzi ad un tessuto finamente reticolare (tessuto adenoide) infiltrato di elementi cellulari e provvisto di capillari larghi e di seni venosi ridotti per lo piii al solo endotelio. — 8i viene cosi a ve- rificare quel fattore principale e necessario per la formazione e ma- turazione degli elementi ematici, quale sarebbe il rallentamento della circolazione. II tessuto di sostegno e costiluito da piccole cellule ramiflcate che si anastomizzano tra loro e si mettono in relazione da una parte coi vasi e dall'altra col tessuto connettivo della capsula del rene. Gli elementi che si riscontrano in questo flnissimo tessuto adenoide possiamo distinguerli in due categorie : elementi giovani cioe ed elementi maturi. Gli elementi della prima categoria sono rappresentati dalle se- guenti specie : 1." Cellule simili ai linfociti, con nucleo cioe ipercromatico e protoplasma assente o scarso. 2." Cellule piii grandi delle precedent! con nucleo i)iii chiaro e protoplasma scarso. 3." Mielociti basofili: cioe cellule a nucleo grande amblio- cromatico, protoplasma omogeneo ed avente affinita per alcune tinte basiche come : bleu di raetilene, di tionina o di toluidina. 4." Cellule di forma leggermente ellittica, nucleo colorabile in- tensamente, protoplasma omogeneo leggermente acidotilo e che bi- sogna interpretare come emazie giovani per gli stadii di passaggio che si osservano tra queste e le emazie adulte. Tra gli elementi della seconda categoria troviamo : 1.'' Emazie. 2." Leucociti il cai protoplasma e lornito di granulazioni. Le granulazioni possono essere di tre specie: a) a granuli basofili e metacromatici (Mastzellen). b) a piccoli granuli acidoflli ed omogenei. c) a grandi granuli acidofili e a dopnio contorno. II nucleo di questi elementi presenta per lo piii i caratteri dei nuclei delle cellule giovani ; esso e il piia delle volte unico e rogo- lare, in alcuni casi foggiati a ferro di cavallo ad S italica, oppure plurinucleato. - 131 - Le forme a piccoli granuli abbondano a preferenza nell' An- guilla, le forme a grosai granuli abbondano invece nello Scyllium. La topografia di questi element! e varia. In alcuni punti tro- viamo degli ammassi follicolari costituiti in gran parte di piccoli elementi e qaa e la qualche forma granulosa. In altri punti le forme granulose sono abbondanti ed in altri punti inline troviamo le di- verse specie commiste tra lore senza un ordine speciale. Come originano gli elementi granulosi? Nei Mammiferi in generale si ammette, specie dopo le belle ricerche di Dominici, che la cellula madre dei leucociti granulosi sia il mielocita basofilo che avrebbe la proprieta di elaborare delle granulazioni protoplasmatiche. II mielocita basofilo alia sua volta origmerebbe da una cellula detta primitiva (Saxer), jalina (Renaut), la quale ha tutti i caratteri di un linfocita, ma che pero, secondo Dominici, differirebbe dal linfocita perche, sebbene in piccolo, esse ha i caratteri del mielocita grande. Nel tessuto linfo-renale si notano tutti gli stadii di passaggio tra le forme giovani e quelle granulose, ma non potrei affermare I'origine di queste ultime da mielociti basofili. Esistono e vero que- sti ultinii elementi, specie nei selaci, ma aono abbastanza rari, ed in generale si vedono granulazioni tanto nei hnfociti, quanto nei monoimcleari piii grossi. Similmente si osservano stadii di passaggio tra quelle forme che ho considerate come emazie giovani e le emazie adulte. Qual' e il destine di questi elementi cellulari ? Essi penetrano nel sangue : infatti i capillari ed i seni venosi dell'organo sono pieni di leucociti adulti e di emazie, mentre e rare trovarvi qualche ele- mento giovane. Adunque appare chiaramente come il tessuto linfo-renale dei Pesci sia da considerarsi come un organo emopoietico a struttura e funzione mieloide, rappresentando cosi un organo omologo al mi- dollo osseo degli altri Vertebrati. D'altra parte vediamo come sin dai Seiaci esiste duahsmo tra gli organi emopoietici, in organi linfoidi cioe ed organi mieloidi. Ho volute anche ricercare se in altri Vertebrati esistesse un residue di quest'organo mieloide dei Pesci : le ricerche condotte a tale scope alio state adulto ed embrionale sono poco estese, ma ad ogni mode accennero ai^ pochi fatti osservati, riserbandomi ri- cerche piu complete in un prossimo lavoro : - 132 - Nella rana anche alio adulto esistono ai lati della capsula sur- renale sparsi qua e la del cumuli celiulari che hanno tufcta I'appa- reiiza di foUicoli linfatici. Essi sono costituifci da una finissima tra- raa connettivale in cui si iiotano elementi diversi, che si possouo raggruppare nelle forme seguenti : !» Linfociti. 2^ Grossi monouucleari a protoplasma basulllo, a nucleo grosso. 30 Elementi simili a precedenti col nucleo foggiato a ferro di cavallo 0 a coroncina. 4" Element] simili a tutte le specie precedenti ma con proto- plasma fornito di granulazioni, le (iuali sono per lo piu grosse e sul tipo delle eosinofile. Oltre questi foUicoli si notano anche qua e la elemtnti simih a quelli descritti tra la massa del rene. Evidentemente questi fatti dimostrano che negh Anfibii esiste qualche cosa che alio stato rudimentale ricorda iltessuto mieloide del rene dei Pesci. Studiando poi embrioni di rana 11 fatto apparisce con niate- matica evidenza. In embrioni di «, 10, 1-2 miUimetri di lunghezza parziale si nota tra i tuboli renali una massa Imfatica e dei larghi capillari; questa massa studiata con metodi opportuni dimostra, una struttura mie- loid(i. Un'osservazione analoga ho fatto in un embrione di piccione di 10 giorni, in cui ho osservato chiaramente la formazione di ele- menti granulosi per lo piu eosinofili a spese di elementi sprovvisti di granuh. Le poche ricerche embriologiche istituite flno ad ora non mi permettono di dare delle conclusioni sicure: ad ogni mode vediamo esistere sia dal punto di vista filogenetico che ontogenetico un rap- porto tra gli elementi mieloidi e la massa interpc'Sta tra gli elementi renali. D' aitra parte se questo, secondo afferma Emery, deriva dal- I'epitelio celomatico, potremmo mutare indirizzo riguardo all'origine degU elementi del sangue, potendo questi derivare da un punto limi- tato e non gia da tutto il mesenchima dell'embrione come general- mente si ammette. - 133 - LABOR&TOKIO Dl ANATOMIA E FISIOLOOIA COMPARATE DELL'uNIVEKSITA D1 PARMA (dIRKTTORE prof. a. ANDRES) Osservazioni e ricerche sul sangue di Erinaceus europaeus L. in letargo ed in attivita DEL DoTT. ALFREDO CORTI, libero docknte e assistente. E vietata la ripiodnzionc. II problema della letargia o dello speciale sonno profondo e prolungato oude sono presi in determinate epoche dell' anno e in determinate condizioni molti animali di varia specie, potiii avvan- taggiare verso una soluzione o dilucidazione da ricerche e conside- razioni complesse, a indirizzo diverse. Comunque la lontana solu- zione possa essere raggiunta, sono certamente sempre di assai grande interesse le indagini e le conoscenze sul modo di comportarsi dei vari apparecchi organici, sulle manifestazioni funzionali dei vari or- ganisrai che per periodi notevoli tanto si allontanano dalle condi- zioni abituali di esistenza. E gioverebbe assai, qualunque sia lo scope cui si puu mirare e r indirizzo che si vuol seguire in tali studi, il poter istituire le ricerche in modo comparative, con metodi prestabiliti, sulle varie specie di animali che soggiaciono a periodico letargo, tenendo nel debito conto le condizioni offerte dalla specie e dagli individui sin- goli studiati. Gia possediamo una carta copia di dati per vari mammiferi, raccolti e ricavati con intenti e indirizzi diversi. Ricerche e osser- vazioni di ecologia, di fisica niiimale, di chimica biologica, di istochi- mica, di istogenia, di citologia, furono eseguite o sulla marmotta, o sul ghiro, 0 sul riccio, o su pipistrelli di varia specie. Ma nel maggior nu- mero dei casi manca flnora I'indirizzo comparative che dovrebbe gio- vare assai, date le diverse condizioni di vita, la disparita tassonomica dei vari animali; cosi che quanto fu indagato in una specie non fu controllato o ricercato con uguale profondita nelle altn> o in indi- vidui della stessa specie che offrano differenze profonde con gli stu- diati in rapporto a quanto puo con questi studi riconnettersi. E accenno qui soltanto ai mammiferi; clu; appena si pu{> im- - 134 - maginare quale fonte feconda deve essere, per le condizioni di vita tamo diverse, lo stadiu dei vertebrati eterotermi e deg'i iiiverte- brati soggetti a periodico letargo. I mamraiferi nostrali ci offroiiu furfcunatamente vari aspetti del fenomeno. Cosi il letargo della marniotta, e, per consenso di nu- merosi osservatori, profondo e continuo, inentre per 1' opposto quello dei pipistrelli e senipie caiatterizzato da frequenti risvegii, come potei constatare in osservazioni periodiche che feci a Parma. ii riccio ci offre invece una condizioue che direi intermedia; o, meglio, i singoJi Individ ui possono con facilita adattare questa fun- zione conservatrice alle condizioni ambienti. Cosi nei paesi a clima teijiperaLo caldo il riccio pai'e non sia affatto soggetto a letargo, e recentemente A. Lucifero (') accennando con frase dubitativa al sonno invernale del riccio osserva che in Calabria e durante la fredda sttigione che tale animale e maggiormente cacciato, ed e rinvenuto sempre sveglio. La Sig/' Dott.'' R. Monti (^) avendo fatto osservazioni in propo- sito, credo in Laboratorio a Pavia, trovo che gli animali interrom- pevano spesso il sonno per nutrirsi; ogni tre o quattro giorni ; ra- ramente durava il sonno ininterrotto oltre una settimana, concluse che nel riccio il sonno invernale non ha mai quel carattere di pro- fondo letargo non interrotto per molti mesi che si osserva iielle marmotte. II Dott. A. Beretta (■'), avendo sperimentato a Bologna su parecchi ricci osservo in alcuni individui il sonno continuo per lunghi periodi; in altri interrotto di tanto in tanto da momenti di veglia; non pero con la frequenza mdicata dalla Monti. lo tenni per tre inverni molti ricci in alcune camere dell' Uni- versita di Parma, e notai cpme agenti di grandissima importanza per la continuita e profondita del sonno siano le condizioni am- bienti e le iniziali o preparatoi'ie: occorre cioe che gli animali si trovino in condizioni pid che possibile normah e che non abbiano a sotfrire o pei" cambiamenti di dieta o altro. La camera che me- glio serviva a me era piuttosto fredda ma a temperatura non molto variabile; io fornivo ai miei animali in abbondanza truccioli fini di legno e paglia ove essi si atfondavano ed innicchiavano. (') A. Lucifero. — Maiiiiiialia cal.ilini — eleiico dt-i iiiaiiiitiri tithiliifsi. MioLsta it. d. xc. nat. XXV. - H-12, Siena lUOd. O R. Monti — Le leggi del liuuovaiueuto deir orgiuiimuo, stiidiatc iic^li animali ilieniauti. — liendic. Istit. lomb. nc. e lett. Serie II — XXXVIII - Milano WOn. (•') A. Bevretta — Dell' iutliieuza dt-ll' accuiuiilo dell' adipu sulla deteriuiuazioue c sul dccorso del 80U1I0 invernale nei uiannnifcii il)ernanti. — Monit. zool. U. XIII - '.) - Firenze l'.J02. - 1B5 - Or bene io ho potubo notarc come in tali condizioni gli animal! doimissero continuatamente per molte settimane; con sottili e fia- gili liste di carta disposte e fissate attorno agli animali aveva fatto in modo che ogni loro piccolo movimento non mi potesse sfuggire, nelle ispezioni periodiche che avevo cura di fare. E il sonno era profondo che ocuorrevano lunghe osservazioni per poter afferraro i brevi e lontani movimenti respirator!. In animali tenuti in condizioni meno opportune il sonno era menu profondo, come lo attestavano i movimenti respiratori piu frequenti e di maggior profondila. Raramente pero ho notato anche in tal caso dei risvegli. Io credo pertanto che i singoli individui della specie che ci in- teressa posseggano a un grado molto aviluppato una potenziahta regolatrice che conceda loro di apprutittare con maggiore o minoro intensita della letargia invernale come mezzo di ditesa dalle condi- zioni esterne con cui i singoli individui trovansi in rapporto; o, per essere forse ])m esatti, le diverse condizioni agendo suU' organismo ne ottengano reazioni diverse, proporzionah, in certo qual modo, agli stimoli. Carattere che probabilmente e in istretta connessione con i diversi habitat e con le condizioni assai muievoli di arabiente con cui qnesta specie trovasi in rapporto. La marmotta ha potuto hssare con costanza molto maggiore la caretteristica continuita del sonno invernale per le condizioni peculiari, uniformi, cui tutti gli individui, si puo dire, soggiaciono. Tuttavia quando le condizioni esterne mutino prolbndamente anche r organismo della marmotta reagisce in modo diverse assai dal normale, e vediamo le raarmotte svernare completamente sveglie a Torino come gia il Mangili ne aveva avuto notizia e recentemente di nuovo osservava il Prof. Alb in i ('). Le indagini che ho iniziato sul riccio hanno scope vario e in- (hrizzo diverse. Ora riferisco in (]uesta nota quanto ho potuto ri- cavare da osservazioni fatte sul sangue di animali sorpresi durante la ibernazione a periodo piii o meno lungo dall'inizio, e durante r attivita estiva in momenti fisiologici diversi. Riferiro primamente come sia degna di nota la varia rapidita di coagulazione del sangue a seconda dei momenti vari osservati. Cosi il sangue esbratto dall' animale ibernante resiste assai a lungo mentre il sangue ottenuto da animali durante la attivita estiva, in (') G. BruunUi. — SiilT cuijiiin- dilla lctiiii.'iii lu'i iiiMiimiifiTi. — Monti. Zool. it. XVII - 5 Firenze, 1905. - 136 - ambienti sempre a temperatura i)resso a poco identica, forma, coefceris paribus, in tempo assai piu breve il coagulo. lo non lio potuto finora indagare il fattore di tale diverse comportarsi. Su una decina di animali lio cercato di stabilire la density del sangue : e mi sono valso per cio di un micropicnometro di mia co- struzione costituito da una cella di vetro che si continua ai due poll opposti in due tubi capillari. Per riempirlo si aspira da un tubo mentre 1' estremita libera dell' altro e imniersa nel liquido. Orien- tando r istrumentu in mode che il sangue invada uno dei tubi te- nuti verso il basso e riempia la cella e la prima parte e piia larga del capillare rivolto verso 1' alto si ottiene con facilita un momento in cui il sangue cessa di tluire per il tubo inferiore trattenuto dalle forze di capillarita e dalla vischiosita propria. Segnando sul tubo superiore il livello riesce abbastanza facile ottenere ogni volta la identica quantita di sangue, poiche aspirandone nel picnometro una quantita leggermente superiore alia necessaria questa si estrae con facilita e regolarita applicando con cura pezzetti di carta bibula al- r apertura del tubo rivolto in basso. — Mettendo poi il picnometro in posizione orizzontale il sangue si dispone in posizione di equili- brio ritirandosi dalla porzione distale del tubo che era rivolto in basso per invadere la porzione prossimale del tubo rivolto prima in alto: con cio si ha cosi anche il vantaggio die non e necessario ne urgente il procedere all' istante alia pesata. Naturalmente, il calcolo e poi assai facile conoscendosi il peso del picnometro vuoto e pieno di quantita uguali di acqua e di sangue. Qualche difficolta si incontra nell' ottenere nell' istrumento la stessa quantita d' acqua che di sangue, per le diverse proprieta flsiche dei due corpi. Ma t)'attandosi per 1' acqua di una unica misurazione con un po di pa- zienza si puo ottenere questo date necessario. Un inconveniente che spesso si nota e quelle del coagulo che si forma nel micropicno- metro e talvolta si dura assai tatica a liberarnelo. Ebbi pertanto un peso specifico medio di 1,045-1,046 per gli ani- mali svegli, durante I'attivita estiva; e, ripeto, ebbi cura negli ani- mali non ibernanti di fare osservazioni su individui colpiti in mo- menti di funzionahta diversa specie in rapporto alle funzioni di nutrizione. Negli animali ibernanti il peso specifico del sangue ri- sulto un poco superiore, e cioe di 1.049. Risultati assai interessanti da queste mie ricerche ebbi stu- diando quanto riguarda la costituzione anatomica del sangue, o me- - 137 - glio i diversi rapporti numerici fra globuli lossi e globuli bianchi in genere e fra le diverse categorie di questi ultimi in ispecie. Mi servii per la numerazione del contaglobuli Thoma-Zeiss, ormai riconosciuto come il mezzo piii pratico e diffuso, servendomi dei due diversi niescolatori di Potain e delle rispettive diverse soluzioni per le emazie e per i leucociti. II numero delle emazie del sangue di riccio si puo calcolare fra 9 • e 10 milioni per millimetro cube. Tale cifra non mi risulta variare dall' attivita estiva deli' animale al riposo letargico inver- nale. E una cifra assai alta, doppia circa della cifra media dell'uomo, del coniglio, del cane, del bue e del maiale che ne hanno circa 5 milioni, superiore a quella del cavallo che ne ha circa 7 e uguale solo, per restare sempre fra gli animali piii noti, a quella della pecora che ha appunto 9 o 10 milioni di emazie per millimetro cubo di sangue. II numero dei leucociti per millimetro cubo non e mai nel sangue di riccio molto alto; ma presenta, cio, che e pure notevole, varia- zioni profonde in rapporto ai diversi •mornenti funzionali. Durante r attivita estiva il numero totale dei leucociti e nel riccio legato, come negli altri mammiferi, a condizioni speciali dell'organismo, e specialmente ai vari mornenti delle funzioni di nutrizione. Da animali osservati nel momento di pieno e prolungato assorbimento intesti- nale ebbi appunto il numero massimo che osservai di globuli bianchi per millimetro cubo che fu di 7000. Tale cifra scendeva a 6000-5500 in animah osservati a 8-10 ore dal pasto, e fino a 4500 in animali che non avevano mangiato da 15-20 ore. Ma durante il periodo letargico il numero dei leucociti che ri- sulta al calcolo col contaglobuli scende di un gran balzo; e non se ne trovano che 1500, talvolta soli 1200 per millimetro cubo. Noto subito come durante I'ibernazione, forse causa la minor attivita del ricambio e della circolazione parecchi organi si trovano pervasi da un numero maggiore del normale di globuli bianchi usciti dal torrente circolatorio. Nei vasi, per la stessa causa del rallentarsi della circolazione e probabile aderiscano alle pareti e si trovino nolle parti periferiche delle olonne di sangue maggior numero di globuli bianchi di (juanto gia sa|)piamo avvenire in condizioni normali. Noteru qui come in quasi tutte le osservazioni da mo fatte mi sia valso di sangue tolto da grossi vasi o direttamente dal cuoro. Feci alciTne ricerche anche sul volume complessivo porcentuale degli elementi (iguraLi del saiiguo, e mi servii a tal uopo doll' ema- - 138 - tocrito di Edin, usando come soluzione diluitrice del sangue e nello stesso tempo fissatrice degli elementi il liqiiido di Miiller. Facevo in modo che la meta periterica dei tubetti dell' istrumento fosse ripiena di liquido fissatore, e la meta prossiinale di sangu*^. Girando la centrifuga gli elementi portandosi alia parte distale attraversano e si mescolano con il liquido di Miiller. Ottenni con cio delle cifre abbastanza uniformi per osservazioni simili; e cioe 45 volumi di elementi per 100 di sangue in animali svegli, e 60 volumi per 100 di sangue degli animali ibernanti. Ma i risultati ottenuti nelle esperienze con I'ematocrito non sono da accettare incondizionatamente; e appunto in questo case non so certo attribuire del tutto la variazione della cifra che indica il volume totale percentuale di elementi figurati alia sola variazione del numero dei leucociti che coraunque grande non puo, mi sembra, im])ortare le cifre cosi diverse all' ematocrito. L' esatoe dei preparati al microscopio per la statistica dei glo- buli bianchi mi diede anche risultati interessanti, che credo degni di nota e da essere qui riportati. Feci ed osservai numerosi preparati di cinque individui colpiti in momenti diversi di funzionalita; ebbi cura nello strisciare e di- stendere il sangue sulla lamella coprioggetto di usare di un vetrino di dimensioni minori di quelle della lamella stessa, m modo che i margini del sangue steso riraanessero integri e bene visibili; poiche, come si sa, sui margini dei preparati si vanno a ritrovare con maggiore frequenza che non nehe parti .medio i globuli bianchi. Come agenti fissatori mi servii del calore, secondo E hrlich, della miscela di alcool assoluto ed etere secondo Nikiforoff e dei vapori di formalina. Cental complessivamenbe molte mighaia di elementi, e riporto ora dai miei quaderni le cifre ottenute. Riccio A. ucciso il 4 febbraio 1905 dope lungo periodo di inin- terrotto sonno letargico; i movimenti respii"atori sono quasi nuUi; licavo : leucociti polinucleati 92 ; mononucleati 336, con alta percentuale di forme di passaggio. Riccio M. ucciso il 25 febbraio 1906, ibernante contiimatamente da tre mesi; movimenti respiratori quasi nulli; ricavo : leucociti polinucleati 118; mononucleati 822, con poche forme di passaggio. Kiccio D, ucciso il 21 marzo 1905, ibernante ma con moti re- spiratori profondi e continui; ricavo: leucociti polinucleati 94; mononucleati 244. - 139 - Riccio L ucciso il 12 dicembre 1905, sveglio, a 30 ore dall' ul- timo pasto; ricavo : leucociti polinucleati 924; mononucloati 3822. Eiccio H. ucciso i' 11 dicembre 1905, sveglio, a 15 ore dall' ul- timo pasto, in pieno assorbimento essendo lo stomaco e tuLto 1' in- testino ancora pervasi da sostanze in digestione ; ricavo : leucociti polinucleati 406 ; mononucleati 2560 sempre con percentuale bassa di forme di passaggio. Neir esame del preparati di sangue di animali ibernanti i leuco- citi si rinvengono cosi rari che occorrono esami prolungati di molti preparati per ottenere cifre discrete. I dati assoluti ricavati sono notevoli per la grandissima pro- porzione numerica dei leucociti mononucleati considerati in gruppo, su i leucociti poliraorfi, proporzione che si mantiene anche nel le- targo, e m un case anzi e notevolmente accresciuta; credo che per interpretare tale ultima cifra cosi diversa ed elevata (Riccio M.) si possa forse pensare a una forte diminuzione di polimorfi, forse per esodo per diapedesi del torrente sanguigno. La proporzione dei mononucleati e dei polimorfi e piu chiara e facile cosi ridotta: Riccio A. pol. 1 ; mon. 4. Riccio M. pol. 1 ; mon. 7 Riccio I), pol. 1; mon. 2-3. Riccio I. pol. 1; mon. 4. Riccio H. pol. 1; mon. 6 Riferiro come appendice a questa nota alcune ricerche fatte suir emoglobina nelle emazie, e cioe suUa resistenza dello stroma nel cedere il pigmento ematico che come si sa e sottratto facil- mente dall'acqua pura. Con soluzioni di cloruro di sodio a titoio noto, seguendo il metodo di Mosso, si cerca a quale concentrazione il pigmento non e pill ceduto, per modo che la soluzione non diventa opalescente e le emazie precipitano dopo un certo tempo al fondo. Preparai a tal uopo ventidue soluzioni contenenti da gr. 0.38 a gr. 0.80 di Na CI per 100 di H2O, con variazioni di gr. 0,02 di sale dall' una all' altra. In altrettanti tubi da saggio si mescolano venti centimetri cubici di ognuna di queste soluzioni con venti millimetri cubici di sangue; per misurare questo mi valsi di sottili tubi graduati in antecedenza con cui aspiravo il sangue che poi facevo cadere n*ella soluzione di cloruro sodico. Dopo pochi momenti si possono fare le osservaziojii, e notare a qual grado il sangue non si scioglie completamente e la soluzione 6 opalescente, mentro la soluzione di grado imnieirw»f' ft *' Sc/.iciM- l(.M;;iiudiiial. i.i izzoutale mediana di iiii ANATOMIC!) 1)1 FIKKNZE DIKETTO DAI, PKOK. Q. C II 1 A K IJ G I . DoTT. GIUSEPPE LEVI La capsula delle cellule del gangli sensitivi. Penetrazione di fibre collagene nel loro protoplasma. (Con 1 ii»ura nel teste) E vietata la iii)roduzione. La capsula che riveste la cellula del gangli sensitivi fu descritta miniitamente per la prima volta da Key e Retzius; (*) da essi fu meglio dimostrata la continuita esistente fra le cellule endote- liali che si trovano alia superficie interna della capsula e la guaina di Schwann; ben poco di nuovo aggiunsero le indagini successive alia classica descrizione di quegh Aa. S'incomincio a mettere in dubbio la natura endoteliale degli elementi che rivestono la cellula gangliare, dopoche Balfour, ("-) Erik Miiller, (^) Dohrn ('), e recentemente Kol]iker(^) e Stree- ter {'') ebbero dimostrato che questi elementi hanno origine co- mune alle cellule gangliari, derivano cioe dall'abbozzo del ganglio. Morpurgo e Tirelli (^) ritennero invece che le cellule capsulari provenissero da elementi mesenchimali immigrati. Ad ogni modo i sovracitati risultati embriologici tenderebbero a stabilire che tanto la capsula, che le cellule satelliti derivano dal- l'abbozzo del ganglio, mentre altri Aa. piia recenti affermano che esistono delle cellule epiteliali di origine ectodermica che rivestono (') Key A. e lletzius (1. — Stiulieii in del' Anatomie iIoh Nerveusystius uiul des Bindejrewe- bc8. — Stok-holm 1876. C) Balfour. — The dcveloiinieiit of Elasiuolnaiicli Fisclien — Jtyitrn. of Anat. and Phys Vol. II i877. (") Miiller Erik. — SfnditMi \\\h-v die Siiiiialyaiijilien. — Yerhandl. d. Biol. Vers. Stocktiolm iSOO. {*) Doliru A. — Stndit^ii ziir Ui-;;(s(lii(litc d«-s W'ii Ixllliicrkiiipcrs. Mitth. dfi- zool. Statwn Ncapel lid. to, ISOl. (■>) Kiilliker A. — Die Entwickelmij; der Klciiiiiitc de.s Nerveusysteiiis. — Zeitachr. /. iri.fS. Zuol. lid. S2, I'JOo. (") Streeter Vr. L. — On tlie histogenesis of Spinal (!aii';lia on Mammals. — I'roci-fd. Aksvc. Amer. Aiuit. — Amer. Joitrn. of Anat. Vol 4, iOOo. (') Morpurjro e 'I'iielli. -— Sullo svilnp|Mi del ^aiij;!! invi-rtelnali dil conit;lio. — Torino. i892. - 154 - la cellula gangliare e cho sono affatto estranei alia capsula stessa. Secondo Cajal (*) quest! elementi sarebbero provvisti di prolunga- menti appiattiti e varicosi al loro estremo. Retzius (-) confernio questo reperto di Cajal. Holmgren (•') ha studiato con particolare cura questi elementi, die egli definisce come intracapsulari ; V intimo rapporto esistente t'ra di essi e la cellula gangliare forma la base della sua teoria sul trofospongio. Senza estendermi sui tanto controversi risultati di Holmgren sul rapporto fra canalicoli e trofospongio, sulle modi- ficazioni che quest' ultimo subisce in condizioni funzionali differenti ecc, ricordo semplicemente che prolungamenti delle cellule intra- capsulari penetrerebbero nel protoplasm a della cellula gangliare per formarvi una rete di fllamenti ramificati (il trofospongio). Lenhossek (') distingue alia periferia della cellula gangliare due rivestimenti di natura differente: 1) gli amficiti o cellule satelliti, co- stanti in tutti i gangli, fuorche in queUi dell' acustico, i quali formano un rivestimento continue affatto indipendente dalla capsula connetti- vale, sono piu abbondanti in corrispondenza dell'origine del neurite, si continuano nella guaina di Schwann e corrispondono perfettamente, anche per 1' origine, agli elementi di quest' ultima ; infatti gli amfi- citi derivano, analogamente alle cellule ganghari, dall' abbozzo del gangho ; nei gangli dell' acustico tutte le cellule germinah divengono amficiti. 2). una sottile membranella connettiva, esterna agli amficiti, la quale corrisponde veramente alia capsula degli Aa., e si continua noir endoneurio che riveste la fibra nervosa e come I'endoneurio presenta alia sua superficie interna un endotelio. La capsula man- cherebbe in molte cellule dell'uomo, nel gatto e nel cane, costan- temetite poi sarebbe assente nei gangh spinali del cavallo. Le vedute di Lenhossek differiscono adunque da quelle gene- ralmente accettate finora, per una piii netta distinzione fra capsula connettivale ed amficiti epitehali ; ed a torto Kokn ('') non vede nella descrizione di Lenhossek che una ripetizione delle precedents (') Cajal li. S. (• Oloiiz. F. — Los j;aii;;li(»s seiisitivos craueali's dc los Maiiiiforos. — J{ev. tri- mestr. microgr. Vol. 2, 1897. (°) Retzins G. — Woltcics ziii- Fiaan^ von lU^n tVoidii NorveuiMuHouiijioii and andircn cct. — J{lol. Untem N. F. IX, liXJO. (') Holiugren E. — Bcitriific znr Moi-pliolouic dcr Zellr. — Anat. Uefte. H. '>U, I'.HXS. Ihidem H. S5, 1904. {*) Leiiliossuk M. — Zur ICcnntniss dii SidnalnanulicnzcUon. — Arch.f. mikr. Anat. lid. 09, 1906. (^) Kohn A. — Ueber die Sclii'ideuzflk'n (Kandzillcn) ])(Miplieior (iunnlienztlleu. — AmU. Anz. lid. 30, 1907. - 155 - Nei raiei stucli sui gangli sensitivi ho notatu spiccate differenze da specie a specie, tanto neila costituzione della capsula, che nel nu- meio e nel volume degli amficiti. Nei gangli dei piccoli animali (topo, cavia) gli amficiti mancano o sono scarsissimi; rinvolucro della collula gangliare e rappresentato da una tenue capsula di flbrille collagene, con qualche cellula appiabtita alia sua superficie interna ; soltanto in qualche punto, e particolarmente presso 1' origine del neurite si trova qualche amficita. Nei grossi Mammiferi invece (cavallo, hue, montone, delfino, uomo, ecc.) incontriamo con grande costanza nei gangli spinali ed encefalici, interposte fra capsula e cellula gangliare delle cellule spesso voluminose, con protoplasma abbondante, le quali hanno tutti i caratteri degli amficiti. In alcune cellule dei gangli encefalici esse sono in numero stragrande e talvolta contraggono rapporti partico- larmente intimi colla cellula stessa. Gia Cajal aveva notato che nelle cellule fenestrate esse s' insinuano nelle maglie della rete, la quale e in diretta continuita col protoplasma della cellula ganghare; anzi io avrei osservato che gli amficiti s' insinuano nell' interno della cellula gangliare, non appena avviene il fenestramento di que- st'ultima, in un periodo relativaraente precoce adunque; si potrebbe quasi supporre che essi avessero una parte attiva nel processo del fenestramento. Nelle cellule corrose (desgarradas) gh amficiti diven- gono numerosissimi, e si ha quasi I'impressione che essi abbiano invaso una parte del protoplasma di quelle. Nelle scimmie, ed anche nel cavallo e nell' oca, ho notato un intimissimo rapporto fra amficiti e protoplasma della cellula gan- gliare ; i priini sono innicchiati in profonde fossette della superficie della cellula. E singolave che gli amficiti s' incontrino esclusivamente in gangli a cellule voluminose, costituiti prevalentemente da elementi a tipo anomalo, manchino affatto nei gangli a piccole cellule (gangli del- r acustico, gangli spinali di piccoli animali). vSembra adunque che esista veramente un rapporto fra amfi- citi ed intima costituzione delki cellula gangliare. In quanto alia lore origine, i miei studi suU'istogenesi dei gan- gli, per quanto non ancora completi, mi permettono di confermare i risultati precedenti die concludono per un origine ectodermica degli amficiti. Mentre nei mammiferi la capsula coniietti vale non contrae alcun rapporto col protoplasma della cellula gangliare ed anzi iie e separata dagli amficiti, in alcuni Teleostei la capsula contrae rapporti partico- larmente intimi col corpo cellulare, e gli amficiti mancano affatto. - 156 - Ebbi gia occasione di riferire brevemente sulla singolarissima costituzione delle cellule gangliari di Orthagoriscus mola; (') noi sappiamo che la loro porzione periferica e costituita da una rebe di grossolanc trabecole a strufctura neurofibrillare. Orbene col metodo di Bielschowsky f) ho potuto dimostrare che negli spazi delimi- tati dalle trabecole di protoplasma nervoso sono contenuti fascetti di fibre collagene; i preparati Bielschowsky danno un imagine iii- versa di quella che si ottiene col meiodo Cajal; nei primi sono colorite esclusivamente le fibre collagene e resta quasi scolorito tutto il rimanente, compreso il protoplasma della cellula nervosa. Fig. 1. — Sexione tiuifieuzialo di una lelliila di im r, 1. _ Cnore e vasi che lu- iiaseoiio : vfduta della I'artia veiitiale. Dal vero. A. aorta — r. pol- mouaie — C. arteria corouaria soin-aniiiinieraria — k. artiiia aili|io.sa della a. coroiiaria sinistra — a', ai'teria adi))Osa deUa a. corouaria destTa. Nel case 1" di Brooks e in quelle di Krause, la disposizione dei rami della a. soprannumeraria era come ho detto di poco diversa; invece nel 2^ caso di Brooks esisteva notevole ed ampia un'anastomosi tra questa arteria ed un ramo proveniente dalla a. succlavia destra ; nel caso di Meyer poi 1' a. corouaria soprannu- - 1G4 - mero era rappresentata soltanto da un ramo della a. succlavia de- stra che scendeva sul cuore. Ora noi sappiarao che dalla a. succlavia scendono normalmente al pericardio alcuni ramoscelli arteriosi e si puo intendere come questi, sviluppandosi oltre il normale, possono dal pericardio parie- tale estendersi fino a irrorare il pericardio viscerale in alto dove lia luogo attorno ai grossi vasi la riflessione e continuazione del- I'una nell'altra porzione della formazione pericardica ; ed in tal modo si spiegano: V il caso di Mayer, che perde cosi anch'esso il valore di una vera e pura a. coronaj'ia soprani) umero ; 2° I'ana- stomosi con un ramo della a. succlavia destra da parte della a. cor. anormale nel 2" caso di Brook. Prescindendo ora da cio, e tornando al caso attuale, noi ve- diamo che non altrettanto facilmente si possono intendere i tre casi simili alnostro (Krause e Brooks) e questo stesso, nei quali I'n. nasce dalla radice dell'a. polmonare. Per trovare una qualche luce intorno a siffatta disposizione, occorre rammentare che i vasi coronarii rappresentano vasa vasorum sviluppati eccezionalmente in ragione della evoluzione grande com- piuta dal vaso cardiaco ; se a questo si ponga mente non fara ecces- siva meraviglia che in taluni casi, rarissimi invero, ai vasa vasorum sistematizzati ormai nelle due aa. coronarie aortiche, un altro se ne aggiunga della a. polmonare ; che anzi se noi abbiamo riguardo a come comparisce dapprima nei vertebrati, cioe negli anfibii, il si- steina delle aa. coronarie, noi troviamo appunto che al suo com- parire e rappresentato da un vaso unico che nasce dalla faccia ante- riore del bulbo aortico e su di esso in questa faccia si stende sino alia radice. Ed ora io dico : forse che I'a. coronaria soprannumeraria, la quale appunto nasce da quella a. polmonare che fu la porzione ventrale del primitive bulbo arterioso, e non si estende oltre i li- miti di esso, forse che non puo essere rappresentante di quell' unico vaso cardiaco primitive il quale poi fu sostituito dalle due aa. co- ronarie aortiche? Questa non e che una ipotesi, ma a me sembra Tunica che abbia qualche fondamento ; ad ogni modo la grande rarita del caso e il tentativo di darne una spiegazione, mai finora fatto da alcuno, a me sembrarono sul'ficiente giustificazione di questa breve nota. - 165 - Autori citati (1) Banchi A. — Morf,)l<>j;i;i delle ai'teriae coronariae cordis. Con 38 tijiuiv. — Arch. itaUano di Atuit. c di Embriologixi, Vol. III. Firenzc, lOO-t. (w) Brooks. — Two cases of an abuonnal coronary artcros of tlic llcait, ari.sinj; frou tlie puliiuiiia- res arterea. — The Juornal of Anatomie and Vjisiolugn, Vol. XX. London- Edinbmtnj, tSS5-S6. (3) Hepburn. — Auoruial arraujienicnt of cardiac coronary artcriac. — The .Journal of Anatomy and rhysiology. Vol XXIX. London- Edinbotirg, lSg4-t).^. (4) Krause. — Varictiitcn dcs arterielleu System. — lu lliuk'x llaiidlnidi d. .systcin. Anatoiiiw d. Menschen. Bd. III. Braunschweig, 1S68. (5) Mayer. — Lu G-raefe and Walter.s Journal Tom. X. Cilato da Tluilc in Knciclopcdia Ariato- mica, Vol. 3. Xapoli 1882. (6) W. St. ("lair Synimcrs. — Note on accessory coronary arteries. — Tlir ■huDial of Analoiny and Fhysiologtj, Vol. XLI. London -Edinbourg 1907. SUNTI E RIVISTE 10. Bruni A. C. — Ricerche sui muscoli suprannumerarii del dorso dolla mano ncll'uomo. — Arch, per le scienze mediche, Yol. SO, 1906. Su 108 mani esaminate, io piu della mcta dei casi esistevaiio alia laccia dorsale dei muscoli soprannumerarii. Fu possibile di stabilire due tipi Ibndamentali di tali vai'iaziuni, m base al loro modo di presentarsi ed alia loro probabile origine, eioe : 1" muscoli derivati dalla muscolatura estensoria uormale innervati dal nervo radiale 2'^' muscoli derivati dalla muscolatura iuterossea normale. innervati dal nervo cubitale. I muscoli del 1" tipo sono i piii rari, e Ira quelli del 2" sono i piii li'etfui-nti i capi accessoi'i degli interossei. Oltre a questi due tipi si puu osservare una coml)inazione delle modalita dei 2 tipi precedenti, per Cusiono di muscoli dei due tiid ( mm. monogastrici a doppia innervazioue). Queste formazioui rappresentano, socondo I'A., nella loro maggioranza, un processo progressive per I'uorao: fanno eccezione soltanlo i muscoli derivati dalla parte embrionalo, del piano prolbndo estensorio, la quak- apparo transito- riamente, o che rappresentano nell'adulto. (juando persistono, dei muscoli nor- malmente destinati a sparire. Levi. - 166 - N 0 T I Z I E UNIONE ZOOLOGICA ITALIANA Niqjoli, maggio 10O7. ECiREGio Go^•socIO. In consider azione del faUo che in quest' anno dat I'J-'Jo agoslo si radmia a Boston il VI Congi'esso Zoologico internazionale (^) e die a Parma dal 23-30 settenibre si terra il Congresso _?;er la costituenda « Societd Italiann per il p7~ogresso delle Scienze » (giusla la circolare qui allegata) la Presidenza dell'U. Z. I. ha creduto o^wortuno di rimandare all' anno venturo, 1908, H Convegno dell'Umone, che per deliberazione deW Asseinhlca di Mil a no (1006), doveva tenersi net prossimo agosto (1907) a Borniio in Valtellina. L'annuale Assemblea generate dei socii si radunerd invece nel settemhre a Parma, durante il congresso delta Societd italiana per il p>rogresso delle scienze; at quale la Presidenza dell' t:. z. I. inrita rivamente i Socii ad aderire e partecipare numerosi. Circolare del Comitato ordinators della Socieia Italiana per il progresso delle Scienze Roma, i!0 maggio 1907. llluatrissiinu Signore, Nel Congresso dei Naturalisti Italiani teiiutosi a Milaiio nel settembre 1906 111 lalto solenne voto per la costituzione di una Societa Italiana per il progresso delle Scienze. La proposta, die trovo unanime consenso neH'assemhlea, e la manifestazione di un desiderio e di un bisogno sentiti o soddisfatti da molto tempo presso tiittc le nazioni, che prcndono parte a! grande movimento scien- tiflco moderno. Vigorosi Irutti lianno portatcj associaziuni roiisimili, come e ben noto, in Inghilterra dal 1831, in Germania dal 1S22, in Svizzera dal 1815, in Francia dal 1864, negli Stati Unili d'America dal 1853 ed in tempi reconti nell'Australia (') La Segreteria cluirU. Z. I., iielViuteicsse tlei Socii clie vok-ssero ivcarsi ;il Coujiiesso di Bostou, Mta raccoglifudo liitte le infonuazioui necossaiie per coloi'o che ue faianno licliiesta ed ha iuiziate pratiche cou le Societa di uavijtazione italiane per oftenere. in lavoie dei Soci, le facilitazioni di viaggio che le Societa tedesche di navigazioue liamio coucesso ai iiuiiilni della Societa Zoologica tedesca. - 167 - 0 neH'Alrica del Sud ; Ira queste, TassDinazionc Rritaiinit^a vanta I'isiiltati, cho possono dirsi gloi'iosi. In Italia an primo Gongresso di scienziati In tenuto nel 1839 a Pisa ; o ad esso seguirono undici Gorigressi tenuti a Torino (i840j, Firenze (1841), Padova (1842), Lucca (1843), Milano (1844), Napoli (1845), Genova (1846), Venezia (1847), Siena (1862), Roma (1873), Palermo (1875). Se peru 1 risultati scientilici di (lueste riunioni iiosli'e meritano larga men- zione, bisogna riconoseere die I'iiitento priacipale seguito in esse ebbe carat- tere politico ; e tali convegni giovarono mirabilmente airallratellamento delle Ibrze intellettuali delle varie provincic, in un paese, che voleva e consegui il proprio risorgimcnto a nazionc unica. In oggi pero il m()\ imento in favore della ricostituzinnc di tali congi'cssi si ispira unicamente ad un ideale scientitico. Nou e chi non senta la necessita di tempei'aro Ira i cultori della scienza la tendenza all'eccessiva specializzazione ; un congresso a larga rappresentanza di scienze, che hanno punti di coutatto e carapi comuni, viene a meglio discipli- nare le riunioni di specialisti dando loro necessai'iamente una benetica armonia di intenti. E gli studiosi di una disciplina, raccoiti a lianco di studiosi di una disciplina alllne, comprendono meglio gli aiuti rcciproci che possono prestarsi ; e dairanalisi f'atta da un punto di vista spocialc possono salire a vedute o com- prensioni tilosolicamente piii larglie. In molli, ancora, e il desiderio di una solenne manilestazione nazionalc delle scienze di fronte al paese, il quale Ibrse non apprezza ancora al suo giusto valore Timportanza della ricorca scientilica, ne quale lorza rappresenti, per la prosperita civile ed economica di una nazione, I'insieme di uomini che del culto delle scienze hanno Catto lo scopo della loro vita. In altri, inline, e il proposito di creare in Italia una vita scientilica, pro- priamente detta, che estenda le sue radici e tragga i suoi succhi dalle Ibrzo vive del paese stesso, cio che non puo non riescire di straordinario incremento della coltura nazionale. R tale scopo verra raggiunto col riunii'e le energie vo- lenterose di tutti colore che amano lo scienze ; e cioe non solo dei loro cultori, per cosi dire, di professione, ma anche di colore che ne seguono con vigile simpatia il progresso continuo o glorioso. Si verra (;osi a ricostituire con nuovc vedute I'antica associazione italiana riprendendo la interrotta tradizione dei Gongressi inlbrmati ai nuovi bisogni dei tempi. La nuova Societa, alia quale chiediamo Tadesione della S. V., risponde quindi a necessita complesse e scntite per diverse ragioni. La concordia e lo slancio, con cui numerose societa od enti scientitici hanno accordato il loro_ appoggio alia grandiosa iniziativa, dimostrano ampiamente la nostra allei'mazione. K tali societa troveranno nolla nuova, a cui avi-anno dato vita, modo di esplicare an- che piii intensamcnte la propria attivita ed insieme di conlribuire al largo in- tento, comune a quanti hanno a cuorc il progresso delle scienze. La sottoscritta conimissione nominata dalla Presidenza del Gongresso di Mi- lano, a traduri'c in alto il veto (h-l Gongresso stesso ed a costituirsi in Gomitato Ordinatore della I'utura Associazione, ha scelt(j Parma a sede del primo congresso di ({uesta, da tenersi ael settembro del 1907; ivi si procedera a Ibrmare la nuova Societa formulandone il relative Statute ed il Kegolamento. La S. V. e quindi pregata di inviare la propria adesione a questo Gongresso. La quota di iscriziono e stata Mssata lin d'ora in lire 5, pei' (are Ironte alle - 168 - spese (li organizzazione o per costituire nn prirao fondo alia nuova Societa. Lo scicnze che si propone sieno rappresentate, sono disti-ibuite nelle seguenti sezio- ni: I. Matematica, Astronomia, Geodesia; II. Fisica, Fisica terrestre, Meteorolo- gia; III. Meccanica ed Ingegneria, Elettrotecnica; IV. Chimica ed applicazioni ; V. Agronomia; VI. Geografla; Vn. Mineralogia, Geologia e Paleontologia; VIII. Botanica; IX. Zoologia ed Anatomia coraparata; X. Antropologia, Etnografia, Faletnogralla; XI. Anatomia, Istologia; XII. Fisiologia; XIII. Patologia, Igiene, Batteriologia ; XIV. Statistica e Scienze economiche. Ci affrettiarao ad aggiungere che I'adesione. oggi chiesta, non implica alcun vincolo rispetto alia Societa da fondarsi, spettando alia prima riunione di Parma il compito di regolare la costituzione e le norme per I'esistenza della Societa Italiana per il Progrcsso delle Scienz-e. IL GOMITATO ORDINATORE Senatoie Pietro BlasJeriia, Preaideute deirAccadeiuiii doi Lincei, I'residente onorario. Ettore Artiui - Amico Bigiiami - Senatore Luigi Bodio • Deputato Pietro Cardani - (liovanni Celoria - Giulio Fano - Pio Foil - Senatore Camillo Golgi - Enianuele Jona - Arturo Issel - Deputato Liiigi Lttzzatti - Ettore Marcliiafava - Elia Millosevicli - Fr. Sav. Monticelli - MafFeo Paiita- leoiii - Senatore Eiuannele Paterui') - Leone Pesci - Lnigi Pigorini - RoruTialdo I'irotta - Gu- g'lielmo Romiti - Alfonso Sella - Bonaldo Stringlier - Senatore Vito Volterra (1). / Soci deU'U. Z. I. che dcsidernni) di lecjcjere rnppoj'ti e relazioni sul pti^o- gresso delle respettive hranche di scienza o di fare delle comunicazioni ori- ginali nelle Sez. IX (Zoologia ed Anatomia Vornp)arata)^ X (Antropologia, Etnografia, Paletnologia), XI (Anato/nia ed Istologia), XII (Fisiologia) sono iiregati d' informarne con sollecitudine i relativi j^^^esidenti : Prof. ANDRES (Parma), Prof PIGORINI (Roma), Prof. ROMITI (Pisa), Prof FANO (Fi- re nze). Fr. Sav. Monticelli Segretario dell' U. Z. 1. (I) Per iuformazioni o comunicazioni .serivere all' iudirizzo : (^ouiitato ordinatore dcUa Society per il Progresso delle Scienze (Roma, Via del Collegio Romano, 2fi). CosiMO Chbkubini, Amministratore-responsabile. Kirenre, l'J07. — Ti}'. L.- Niccolai, Via Kaeuiu,44. Monitore Zoologico Italiano (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale deila Unione Zoologica Itaiiana DIKBTTO i>Ai DOTTORI GIULIO GHIARUGI EUGENIO FICALBI Prof, di ADatoiiiiu umaiia I'rof.
  • j>. SS-07. Milano, t9()7. Briosi Giovanni. — In ricordo di Fedei'ieo Deljtino. Con filratlo. - MO (L J.si. liolduico d. Univ. di Paria, .SV'r. 2, \()l.lO,pp. Y-XXI. Milanu. IVo; . - 170 - Favaro Giuseppe. — Per la storia dcirembriologia. Prelezione. — Padota, f.lli Driicker ed., 1907, pp. 28, in 8.^ Stefanelli P. — Pio Mingazzini. — Boll. d. Soc. Entom. Ital., An. 37, Trim.!, 2J2X 97-100. Firenze, 1905. {Pubblicato nel 1900). II. Scritti zoologici d' indole filosofica Vignoli Tito. — De Yi'ies, specie c varieta, e loro genesi per mutazione. — Rendic. Istit. lomb. Sc. e Lett., S. 2, Yol. 40, Fasc. 12-13. pp. 712-718. Mi- lano, 1907. III. Scritti comprensivi e vari di Biologia, di Zoologia, di Anatomia Broglio Annibalo. — Alriine osservazioni sulla somatomeria e sui resultali die ' ricavansi dalle raisure relative. — Rendic. d. R. 1st. lomb. di sc. e lelt., Ser. 2, Yol. 39, Fasc. 17, pp. 921-932 e Fasc. 18, pp. 943-964. Milano, 1906. 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Antonelli F". — Nuovo metodo per la precipitazione e conservazione degli cic- incnti istologici deH'orina e di altri iifiuidi organici. — Annali Med. na- rale. An. 13, Vol. 1, Fasc. 1, pp). 38-40. Roma, 1907. Curreri Giuseppe. — Aletodi vccchi e nuovi per determinai-e e ritrovare la jto sizione di uno o piii punti interessanti di preparati microscopici. — Ricer- che fatle nel Laboratorio di Anat. norm, delta R. Vnir. di Ro>na, Vol. 12, Fasc. 1, pp). 53-85, con 1 tav. Roma, 1906. - 174 - COMUNICAZIONI ORIGINALI T,AnOnATORIO Dl ANATOMIA COMPAKATA DKl.LA R. I'NIVEKSITA DI GENOVA DIKETTO DAL PUOF. GIACOMO CATTANEO Un nuovo genere di Molluschi Eteropodi raccolto dalla R. Nave Liguria (1903-05). NOTA PKELIMINARE DEL DoTT. RAFFAELE ISSEL, ASSISTKNTE E LIBEKO DOCENTE (Con una tigura; E viotat.il lii liproihizioue. Una fortunata pesca di plancton eseguita dalla R. Nave Liguria nel golfo di Bengala mi permette di aggiungero ai sette generi di Molluschi Eteropodi sinora conosciuti [Oxrjgijrus, Atlanta, Cariiiaria, Fterosoma, Cardiapoda, Pterotrachea, Firoloida) un genere nuovo, il quale, se presenta notevole affinica col gen. Fterosoma (almeno per quanto si puo inferirne dalle descrizioni piuttosto succinte di que- st'ultimo) se ne allontana tuttavia per molti caratteri, sopratutto l)er il maggiore sviluppo e la foggia della espansione tegumentale, nonche per la forma differente della conchiglia. Denomino il nuovo genere Aloysia in onore di S. A. R. Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi ed espongo una diagnosi preliminare deH'unica specie (*). Aloysia xjhyllosoma n. gen. n. sp. II corpo di questo Eteropodo e appiattito e il tegumento, di una trasparenza perfetta, lateralmente espanso ]>er tutta la sua lun- ghezza di guisa che I'animale assume un aspetto fogliaceo ; il suo contorno e quelle di un ovale diviso in due meba simmetriche da due intagli ; I'uno cefalico, I'altro caudale ; il prime di questi lascia (1) II lavoio (lefinitivo usi'iia iiellc I'libblU-nzioiii del h: htUntu di ,Stvdi .Supcriori in Firenze, uel- la flerie tlclk- « Uaccolte plauctouicUc fiitte dalla R. N. Liguria ». - 175 - libera una breve e tozza proboscide, il secondo una appendice cau- dale conica e terminata in punta. La lunghezza del corpo (disteso), esclusa I'appendice caudale lunga 3 mm., 6 di mm. 14, la larghezza h di mm. 8 a livello degli occhi e sale a mm. 9 al terzo posteriore del corpo. La caratteristica espansione aliforme del tegumento ha margini interi ovunque, tranne che nella parte posteriore ove si scorgono, coll'aiuto della lente, irregolari dentelli. Tutto il tegumento poi e costellato da macchioline opache di due grandezze diverse ; le une risultano da aggregati cellulari ton- deggianti di 250-400 [^ di diametro, le altre hanno forma per lo piu ailungata e misurano da 120 a 180 u. La nmscolatura del corpo, appiattita nel senso dorso-ventrale, forma uno strato continue largo in media mm. 1,4, sine alia base della natatoja, qui si divide in due fasci che decorrono separati pei- riunirsi poi a circa meta delFappendice caudale. Gli occhi hanno un cristallino sferico sorretto da un peduncolo cilindi-ico e sono muniti alia base di un forte strato pigmentato, in- terrotto per breve tratto dal lato dorsale. Presso al margine interne dell'occhio sinistro ha origine un breve tentacolo ; nessuna traccia di tentacolo dal lato destro. Un poco piu indietro della meta dello spazio compreso fra gli occhi e la base dell'appendice caudale trovasi il nucleo o uiassa C'iscerale, ailungata nel senso del corpo e un po'inclinata sul piano dello stesso dall'avanti in alto all'indietro in basso. - 176 - Essa e protetta soltanto nella sua parte superiore da una con- chiglia cornea, trasparente, robusta. Questa conchiglia comincia poste- rionnente con una spirale di due giri e si prolunga aH'innanzi in una lamina subtriangolare, leggermente ricurva a tetto, il cui margine anteriore viene da una profonda insenatura diviso in due lobi, il minore di questi (il sinistro) si riflette alquanto in alto. Le dimensio- ni della conchiglia sono : lunghezza mm. 3, larghezza massima ram. 1,6; altezza ram, 0,7. Sotto al margine sinistro della conchiglia si scorgono le appendici brmichiali, in numero di 6, decrescenti in grandezza dall'avanti all'indietro. La natatoia e spessa, carnosa ; emerge ventralmente un poco all'indietro della massa viscerale ed ha forma subtriangolare col vertico rivolto in avanti ; il suo margine posteriore e raunito di una ventosa ad apertura ovale, lunga ram. 0,8, le cui pareti appariscono neH'interno finaraente pieghettate. La radula somiglia a quella del gen. Carinaria, coUa differenza che i denti mediani presentano due piccolo cuspidi accessorie situate esternamente alia base delle due cuspidi laterali. Queste sono al- quanto pill strette e piu brevi della cuspide centrale. Hubitat. Stazione 33, stabilita nel golfo del Bengala a IS" 35' lat. N. e 83° 47' long. E. Gr. il 25 febbraio 1905. R. ISTITUTO DI ZOOLOOIA DEGLI INVERTEBRATI IN FIKKNZE PuoF. DANIELE ROSA Diagnosi preliminari di nuovi Tomopteridi raccoiti dalla R. N. « Liguria »(*) » {; vietata la riprodiizione. Tomopteris Aloysii Sahaudiae n. sp. Stazione XV (Pacifico, davanti alia costa del Messico). Lunghezza 15 mm. di cui 3 per la coda. Non esiste un 1" cirro ; 2^ cirro lungo V3 del corpo. Pinne ventrali con un processo (*) II lavoro detinitivo nsciiii nelle rubhlicazloni del K. Istituto di Studi Superiori in Fimize v nella s.Mie delle « liaci'olto planctoiiiclie fatte dalla K. N. " Lij^airia „ nel viaKJiio di ciicoiinaviga zione del 1903-05 sotto il toiuaudo di S. A. K. Luigi di Savoia Duca degli Aliruzzi ». - 177 - aculeiforme al margine posteriore. Una rosetta sul tronco delle due prime paia di parapodii ; una rosetta minore sulle due pinne dal 3*^ parapodio in poi. Una grossa ghiandola presso I'aculeo, dal lato che guarda verso la base della pinna, sul 3^ parapodio e se- guenti ; ghiandole accessorie mancano. Cervello ovale trasverso ; ocelli neri. Gonadi nel solo ramo dorsale del parapodii, dal 2*^ sino ulmeno al 15". Tomopteris Diicrii n. sp. Stazione XV (v. sopra). Lunghezza 20 mm. di cui 5 per la coda. Esiste il V cirro ; 2" cirro lungo 7. del corpo. Pinno ventrali con un processo aculei- forme al margine posteriore. Una rosetta sul tronco delle due prime paia di parapodii ; una rosetta minore sulle due pinne dal 3" parapodio in poi. Una piccola ghiandola (ghiandola accessoria) sulla pinna ventrale di tutti i parapodii alia base dell'aculeo (dal lato apicale); una ghiandola grandissiraa addossata alia prima (ma dal lato che guarda verso la base della pinna) nel parapodio 5" e seguenti. Cervello molto allungato trasversalmente, rigonfio ai due capi ; occhi bruni. Gonadi nel ramo dorsale dei parapodii dal 2" sino almeno al 14". Tomopteris Cavallii n. sp. Stazione X (Atlantico, fra Bahia e Buenos Aires). Stazione XIII (Pacifico, davanti a Valparaiso). Stazione XX (Pacifico, tra la Nuova Caledonia e la Nuova Zelanda). Stazione XXXIV (Oceano indiano, Ceylon). Lunghezza massima 6 mm. Non esistono ne coda ne V cirro; 2° cirro lungo Vs ^el corpo. Una grossa ghiandola sulla larga pinna ventrale dei parapodii 4° e seguenti, al margine posteriore ; man- cano ghiandole accessorie e rosette. Cervello ovale trasverso, occhi bruno chiari 0 gialli. Gonadi nel ramo dorsale dei parapodii. Firenze, 7 sriugno 1907. - 178 - ISrnUTO ANATOMICO DI PAUMA F. LIVINI Sovra un peculiare rapporto tra un fascio del M. Scaleno e I'arteria succlavia neiruomo (Con due figure). E vietata In riproiluzione. In una pubblicazione, che vedra tra breve la luce, esporro una serie di fatti, e considerazioni relative, per mostrare come vi sieno ragioni sufficienti per ritenere irrazionale una divisione morfolo- gica della massa scalenica, nell' uomo, in due o piii muscoli di- stinti, secondo si ammette generalmente ; qui voglio holtanto rife- rire sovra una varieta osservata in un tra gli ulLiuii soggetti che appunto mi servirono per lo studio del M. scaleno, varieta, che, se non unica, e certo estremamente rara, e sembrami, per questo, fne- ritevole di un particolare ricordo. Pietro C, di anni 52, facchino. - II M. scaleno anteriore {') si inseriva, in basso, al margine mediale della 1^ costa; in alto, gli at- tacchi si facevano in questa forma : con due distinti tendini il niu- scolo raggiungeva i tubercoli ventrali dei processi trasversi della 6=^ e 5'* vertebra cervicale, mentre fibre muscolo-tendinee piu profonde si portavano alle doccie intertubercolari delle medesime vcrtebre ; un fascetto piu alto, al hvello del margine superiore del corpo della 5' vertebra, si divideva in due tendinetti, anteriore e posteriore, che si inserivano al tubercolo ventrale, respettivamente al dorsale della 4*^ ('). - Lo scaleno posteriore era diviso, in basso, in due fasci, super- ftciale e profondo : il prime raggiungeva il margine superiore della 2--^ costa, il secondo la superficie superiore della 1% portandosi in alto, si riunivano essi bentosto in una massa unica, che tornava poi a 0) Si potranno conservare, per semplicitii di dicitura, i nomi di scaleno anteriore e scaliuo posteriore, purclic riniauga iuteso clic essi, co)ue a siio tempo diniostrerO, sono parti di una mtili- sinia foriiiazioue. (2) L' iuserzioue par/.ialo del M. scaleno anteriore ai tubercoli dorsali, gia segnahita da (luaklie Autore, e tutt'altro die rara. — 179 -- dividers! in diversi fascetti : i piii bassi si inserivano ai tubercoli ventrali e dorsali della 7% 6"" e 5^ vertebra cervicale, uno raggiun- geva la doccia intertubercolare della 4^, ed infine i due piu craniali rispettivamente il tubercolo dorsale della 3^ ed il processo trasverso, indiviso, della 2'\ Kiu. 1. - zl» = aiteiia siacliivia: »ft= parte aiitfiiuie del ui. scaleuo (scaleiio aiitmoie) ; sp — parte IM.st.rion- <1<-1 in. scaleiio (scaleiio iiosteriore) ; x— fascio aberrante del m. scali-iu). Dal margine mediale dello scaleno posteriore, all'altezza della 5^ vertebra (tig. 1), si separava un fascio muscolare diretto in basso verso lo scaleno anteriore, e si divideva in duo : un fascetto mediale, — 180 — carnoso, si univa a quest'ultimo, in corrispondenza del suo margine laterale e della superficie posteriore ; I'altro, laterale, si continuava in un tendine che prima si assottigliava, nel portarsi in basso, poi tornava a slargarsi, perdendosi sulla parete mediale dell'arteria suc- clavia, poco al di fuori dello scaleno anterioi'e. I due rami piia cra- niali del plesso brachiale emergevano al disopra del fascio ora descritto, per decorrere poi alia sua superficie laterale. In presenza di una disposizione cosi strana, e per me nuova, volli teste ricercare, mediante un'accurata dissezione, se non si Fig. — .J.6-,:= arti'iia succluvia ; x =r fascio aberraiito dfl iii. scaleiK trattasse di un scmplice contatto tra tendine ed arteria, e se quelle non facesse che strisciare sul vaso, per raggiungere la prima costa: il reperto fu negative: il tendine si sfloccava, a ventaglio, perden- dosi realmente sulla parete arteriosa ; la quale si sollevava, allor- ctie venivano esercitate sul tendine stesso trazioni in alto. Isolai - 181 - allora dal rimanente il muscoletto aberrante con I'arteria succlavia e le parti contigue, ed immersi il pezzo in una miscela di acqua, glicerina e formalina; dopo qualche tempo, il cunnettivo lasso pe- riarterioso era rigonfiato e pote facilmente essere asportato. Un esame al microscopio semplice permise poi di seguire senza diffi- colta le fibre piu superficiali del tendine iiel connettivo denso pe- riarterioso; fu pero impossibile accompagnarle fin sulla costa, poi- che si riducevano in filamenti microscopici ; che la raggiungessero non posso escludere, e sicuro pero che le connessioni del tendine con la costa dovevano essere, se mai, molto lasse, mentre eraiio tenaci coll'arteria, dalla quale trazioni abbastanza energiche non valsero a distaccarlo. Asportato, infine, il connettivo periarterioso piu denso colle fibre superficiali del nostro tendine che vi si perdevano, ap- parve la disposizione delle fibre piu profonde, quale e esattamente riprodotta nella figura 2 : si dividevano esse in piccolissimi fascetti decorrenti perpendicolarmente, o quasi, all'asse dell'arteria, e questi alia loru volta si sfioccavano in numerose, raicroscopiche fibre, le quali si perdevano sulla parete mediale dell'arteria stessa. Sulla esistenza di rapporti tra tendini ed arterie, paragonabili a quelli da me osservati, non ho tiovato alcun cenno nei Trattati di Anatomia all'uopo consultati ; certo, come sopra dicevo, si tratta per lo mono di una variazione rarissima; della quale potrebbe essere questa la interpretazione. II tendine aberrante dello scaleno, per raggiungere la prima costa, decorreva dapprima davanti all'arteria succlavia, in intimo contatto conessa; per ragioni che ci sfuggono, tale contatto dev'essere in seguito divenuto cosi intimo da derivarne una vera coalescenza tra la parete arteriosa e le fibre tendinee im- mediatamente contigue ad essa. In seguito a tale coalescenza, ve- risimilmente il tratto piu basso del tendine e stato sottratto, al- meno in parte, all'azione della corrispondente parte muscolare; di conseguenza, per mancata o incompleta funzione, e andato incontro ad atrofia : agli effetti pratici, la contrazione muscolare doveva farsi risentire di preferenza sul vaso, come lo dimostra il fatto, di sopra ricordato, chy trazioni esercitate sul muscolo dnterminavano il sol- levamento della parete arteriosa, e come dimostrano anche le con- nessioni, molto tenaci fra tendine e vaso, debolissimc invece, se pure esistevano, fra tendine e costa. - 182 - ISTITUTO D'IGIKNE DELL UNIVERSITA DI SIENA — DIKETTORE PROF. A. SCLAVO. Contributo alia conoscenza del Trypanosoma Brucei NOTA PRKLIMINARE DEL DoTT. D. OTTOLKNGHI (Con 2 figure) E vietata la iiv)i'oduzione. Le nostre conoscenze intorno alia biologia del Trypanosoma Brucei e, in particolare, intorno al suo ciclo vitale sono ancora raolto incomplete. Nondimeno e opinione diffusa oggidi, che questo parassita compia il suo sviluppo in due specie animali differenti, percorrendone la~ fase monogonica nell' organismo di mammiferi, e la fase anfigonica nell' organismo di una o piia specie del genere Glossina. Tale opinione si fonda, da un lato, sul fatto che finora non fu- rono osservati fenomeni di fecoudazione nei tripanosomi che si tro- vano negh animah colpiti da nagana, e, d' altro lato, oltre che su considerazioni epidemiologiche, anche su alcune osservazioni fatte da Koch (') nolle mosche tsetse infette da Trypanosoma Brucei. "Koch ha intatti descritto, in codesti insetti, elementi che per i loro caratteri morfologici si devono considerare con probabilita come individui sessuati, altri elementi che sarebbero individui fecondati, ed altri infine che egli ritiene provenienti dalla scissione di questi ultimi e destinati ad acquistare, in uno stadio successive di svi- luppo, r aspetto proprio ai tripanosomi comunemente present! nel sangue dei mammiferi. Koch peraltro non e riuscito a trovare, nolle glossine, alcuna forma del parassita ne a stabilire alcun fatto che dimostri sicura- mente che la fecondazione del Trypanosoma Brucei avvenga nella mosca. Onde 1' opinione che la generazione anfigonica di questo pro- tozoo si debba compire nella glossina non ha finora per se che delle prove indirette, fra le quali la piii importante e forse quella che nessuno ha riscontrato nel mammifero malato di nagana ele- menti sessuati fecondantisi. (') Deiilscha mcd. Woch., l'.K)r>, X f, - 183 - Occupandomi io peraltro da qualche tempo dello studio del Try- panosoma Brucei ('), avevo potuto rilevare piu volte, in cavie e in ratti infebti, delle forme di questo parassita che, se avevano qualche somiglianza con quelle descritte da Koch nella glossina come pro- babiU individui fecondati, non corrispondevano per contro a nessuna di quelle osservate fin ad ora dagh Autori negli animali colpiti da nagana. Senza entrare in troppo minuti particolari, bastera per ora che di coteste forme descriva rapidamente i tipi piu degni di menzione. Essi sono: 1° elementi grandi circa il doppio dei sohti, provvisti di due blefaroplasti (^), di due membrane ondulanti — che terminano in un solo flagello o in due — , di un grosso nucleo centrale e di una massa di cromatina, posta nell'estremita posteriore del parassita, dletro ai blefaroplasti, e piii c meno prossiraa all' orlo libero di essa ; 2° elementi molto simili ai precedenti, ma in cui si trovano chie masse di cromatina vicino all'estremita posteriore; e poi tutta una serie di figure in cui si ha I'impressione di assistere alia gra- duale migrazione di quelle masse di cromatina dalla parte centrale del protozoo, presso al nucleo propriamente detto, fine air orlo h- bero dell'estremita posteriore, come se si avesse qui veramente a che fare con fenomeni di riduzione nucleare; 3" elementi assai piii grandi dei soliti, con due membrane ondulanti che terminano in un unico fiagello, con un nucleo cen- trale in cui la cromatina e disposta in mode da dare al nucleo I'aspetto di una piastra equatoriale o di un diaster con le anse molto avvicinate. In questi elementi si notano, oltre ai due blefti- roplasti in rapporto con le membrane ondulanti, altri due blefaro- plasti (0, per lo meno, formazioni di tale aspetto) posti piii verso il centre e in rapporto con due fiagelli piii o meno lunghi che ter- minano liberi; 4" elementi simili ai precedenti, ma con sei nuclei, ora riu- niti presso il centre del protozoo, ora sparsi per il suo corpo; 5" grandi elementi, ordinariamente tozzi, provveduti ili un numero vario, ma sempre notevole, di blefaroplasti, di membrane ondulanti e di fiagelli e di vacuoli in rapporto con i blefaroplasti. (') V. AIti (Iclla It. Accadeiiiia dei Fisiocritici in Siena, lllOli. (I) Indico, socondo I'uso di uiolli A. A., col uoiue di bletaropliisto quel corpieciiiolo o quel cor- l>i«ciu(>li di solito lotoiide^igianti, clic si liovauo ntllii parte posteriore del Tinpniwsoiim lintcei, elie hanno proprieta simili alia cromatina e che sono in rapporto, almeno di eontiyiiila, eon la memliraiia ondiilante, ma aeuza eutrare per ci6 uella qnestione della loro vera fnnzione. - 184 - Ho contato in molte di queste forme 5 a 7 flagelli, ma essi costi- tuiscono spesso un viluppo cosi intricato che non e sempre possibile determinarne il numero. Quanto alia parte nucleare, essa prebenta tante modificazioni, che una descrizione completa mi porterebbe troppo lungi; bastera quindi che io dica cojne di solito il nucleo non e unico, ma e costituito da una grossa massa e da una piu piccola, oppure da piia masse (3-9) di grandezza e di forma ora co- stante ora varia, oppure da una massa grande e da alcune piccole, oppure anche da poche masse piccole intensamente tinte poste in diversi punti del corpo del protozoo. L'esame della parte nucleare dimostra che non tutti i nuclei di uno stesso elemento sono uguali fra loro: alcani sono piiipallidi, altri meno; alcuni sono piii com- patti ed altri meno; alcuni paiono in riposo ed altri danno T im- pressione di essere in movimento, nel sense che si da ordinaria- mente a questi termini quando si riferiscono al nucleo, o, piii preci- samente, alia parte cromatica di esso. La prima idea che s'affacciava alia mente nell'esaminare cote- ste forme era che si trattasse qui semplicemente di fenomeni di scissione agamica multipla. Ma contro a tale spiegazione vi erano, oltre ad altri fatti e considerazioni, sopratutto i fenomeni che si osservano nella parte nucleare del parassita, fenomeni veramente complessi, che non trovano riscontro nelle modificazioni assaisem- plici che presenta il nucleo nella solita scissione agamica del Try- jicmosoma Brucei, (^uale e gia stata descritta esattamente da molti autori. E pero sembrava piii logico dubitare che gli elementi osser- vati da me fossero invece in rapporto con qualche speciale stadio di sviluppo di quel parassita. Le ricerche successive, istituite anch' esse sulla cavia e sul ratto albino, hanno rafforzata tale mia supposizione, e mi hanno permesso anche di osservare delle figure che paiono veramente do- versi interpretare come fenomeni di coniugazione. Di tali figure ri- porto due esempi nelle fotografie che accompagnano questa notn. Nella fotogr. 1 e riprodotto un elemento provvisto di sei nuclei e di due membrane ondulanti — uno di quegli elementi a cui ac- cennavo prima — il quale e unite, per il sue estremo posteriore, in vicinanza dei due bletaroplasti, con un altro tripanosoma conte- nente un solo nucleo allungato e intensamente colorato. L' esame accurate di questa figura, nel preparato microscopico, dimostra bene che vi e una vera fusione fra le estremita posteiuori dei due tripa- nosomi, tanto piu che vi si vede I'assoluta identita di colorazione del protoplasma nei due elementi, quasi la unione sia stata tale da - 185 - permettere la libera diffusione dei due protoplasmi I'uno nell'altro. Nella fotogr. 2 si ha, a mio avviso, uno stadio successivo: I'indi- viduo pill piccolo, che possiamo chiamare maschile, non presenta pill traccia del nucleo, menlre e ancora ben netto il blefaroplasto, e abbastanza ben colorabile, sebbene meno che nella figura prece- dente, Y orlo libero della inerabrana ondulante. Aggiungero subito che mi e occorso molte volte di osser- vare delle forme in tutto simili a quelle rappresentate nella fig. 2, e talora piu d' una in uno stesso preparato, mentre quelle ripro- dotte nella flg. 1 sono abbastanza rare. i B C Fn^ 1. Fi luaizo 1903, - 191 - Ma, oltre Tesplicita dichiarazione piu sopra riportata, c'e tutta rintonazione del lavoro che suona conferma del Mingazzini, e ci sono altri brani che la M. dimentica. Essa scrisse a p. 14: " Come gia al Mingazzini, anche a me, quando incominciai lo studio di questi preparati, si presento alia mente I'idea, espressa in quasi tutti i trattati moderni dallo Stohr all'Ebner, che cioe le imagini curiose presentate dai villi, fossero dovute ad incom- plete fissazioni, ad un distacco dell'epitelio, con fcrmazione di uno spazio artificiale piii o meno rierapito di mi liqaido coagulabile. " II Mingazzini ha gia, per suo conto, studiato molto minu- tamente la questione, specialmente nel polio, ed e venuto a con- cludere che: " questo aspetto del villo non e un prodotto artificiale, " ma una delle condizioni istologiche del villo assorbente normale, " e che non dipende dalla quahta del liquido fissatore „. " Ma io avevo un documento di prova irrefragabile nel con- Ironto coi villi degli animali letargici. In questi non si osservano mai le variazioni strutturali riscontrate nei villi durante la dige- stione, qualunque sia il hquido adoperato come fissatore, e percio bisogna per forza ammettere che le differenze osservate stanno in rapporto con I'attivita funzionale. " Vediamo dunque come si presentano i villi nei diversi stadi della digestione. " In un prime periodo I'epitelio, ancora aderente alio stroma, ecc. ecc. ,,. E a pag. 19: " L'epitelio si va progressiva.mente rischiarando nella sua parte piii alta e ricomponendo al suo piede „. Cra domando a qualunque lettore non prevenuto se V insieine del lavoro della M. non debba esser interpretato come decisamente favorevole ai risultati del Mingazzini. Se in un primo periodo l'epitelio e ancora aderente alio stroma non e gia implicita la con- seguenza che in seguito non lo sara piii ? E se alia fine della se- crezione interna l'epitelio si va ricomponendo al suo piede non si deve intendere che prima s'era scomposto per lasciare lo spazio del Griinhagen ? Mi pare che nessun dubbio possa r.estare, malgrado le espres- sioni incerte sparse qua e la, suUe idee della M. Ora essa dichiara esplicitamente di rinnegare il Mingazzini e i relativi spazi sotto- epjteliali e sta bene; ma ha torto quando vuole accusare i suoi critici di averla fraintesa nel lavoro del 1903. Quanto ai risultati esposti nella sua Nota recente, benche non contengano proprio niente di nuovo, non mi pare che raggiungano - 192 - neppure lo scopo propostosi dall'A. di dimostrare, cioe, priva di va- lore la nostra obiezione suUa tecnica adoperata nella Nota del 1903; e sotto parecchi riguardi trovo censurabile anche la tecnica della Nota odierna. La M. non voile tener conto di quanto e detto nell'in- troduzione dell'Arcangeli, e su per giii dice anche il Bezzola, circa la poca attendibilita dei risultati ottenuti dall'istologia nel decidere le questioni di flsiologia, a cagione delle gravi, e spesso insuperabili, difficolta tecniche. Ma essa avrebbe un tor to molto piu grave, se non volesse riconoscere lealmente I'ingiustizia delle accuse ri volte al lavoro fatto nel mio laboratorio. Padova, 15 giugno 1907. NOTIZIE Una Balenottera arenata sul litorale toscano Nolla notte dal 19 al 20 di questo mose uii Plnjsalus aniiquoruiti (Balae- noptera musculus) dette in secco sidla spiaggia di San Vincenzo nella Marerama pisana. Nel movimenti per liberarsi sempre piii si incaglio e dopo una piuttosto lunga agonia, che qualcuno si argomento di affrettare con qualche fucilata e qualelie colpaccio alia testa, esalo I'ultimo poderoso tiato il di 20 qualche oi'a dopo mezzogiorno. Avuta notizia di questo cetaceo (che veniva segnalato come Capodoglio;, mi recai con gli Assistenti a Sanvincenzo per tentarne il recupero. L'animale era arenato di traverso in uu banco di sabbia piol'oudo da 1 me- tro a i metro e V^ Le misure che di esso furono potute prendere sono le se- guenti : Lungliezza totale m. 11,50. Squarcio della bocca M. 2,35. Lunghezza della pinna pettorale M. 1,45. Distanza daH'cstremita del muso alia parte ante- riore dello stiatatoio J\I. 1,20. Distanza da questo punto alia pinna dorsale M. 0,60. Distanza dalla parte anteriore della radice della pinna suddetta a tutta la coda M. 3,70. Si trattava di un individuo di sesso feramineo. Forse non si e molto lontani dal vero calcolandone il peso totale in una diecina di tonnellate. Buona parte di quelFammasso di carne fu divorato (che stomachi!) dai buoni marem- mani di Sanvincenzo e dei luoghi limitrofi. . Per speciali circostanze non potemrao ricuperare, a tacere di qualche altro osso, che la testa; e lo scheletro di essa (che scarnito pesava non meno di ({uattro quintali e mezzo) e gia ormai nel maceratoio dell'Istituto zoologico di Pisa, da dove (insieme alio scheletro di un'altra Balenottera catturata anni or sono a Livorno e piii graude quasi del doppio, ciie dalla geutilezza di quel Mu- nicipio potei ottenere in done) passera nella bella e interessante collezione di scheletri di cetacei del nostro Museo. Pisa, Giugno 1907. E. Ficalbi. Cosmo Chbrubini, Amministkatore-responsabile. Kirenze, li>(i7. — Tip. L. Niccolai, Via Faenia,44. Monitore Zoologieo Italiano (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo iifficiale della Unione Zoologica Italiana UIBKTTO i)Ai DOTTORI GIULIO CHIARUGI EUGENIC FICALBI Prof, (li Anatomia iimaua Prof di Amtnn.ia /.n,-.., ^ '/„ i oel K. istitnto .liStnci, S,.per. in Kirenze neu'a Rt'uZersltr.U fe *"" Ufficio di Direzione ed Amministrazione: Istihito Anatomiro, Fireme. 12 numeri airanno — Abbuonamento annuo L. 15. XVIir Anno Firenze, Agosto 190*7. N. 8. SOMMARIO: CoMuxiCAZioNi oRiniNALi: Beccari N., Casn di persisteuza del mesociste pnmitivo. (Con 3 lipui-e). — Patis JE., e Ricci a., Di una variazione dei muscoli pellicciaj del collo. CCon 1 flo;ura) — Enriques F- ' DeUa circolazione sanguigna nella Phoronis xjsanonophila. — Mucci o"' e C'lardi U Sopra im caso di .AIusculus Peronaeus diaiti quinti (Huxlei e Wood). — Ciaccio C, Un caso d' inclusioni rauscolari nel midollo osseo temorale di una cavia e bi-evi considerazioni sulle indusioni muscolai-i in genere. — Pag. 193-212. SuNTi E RiyisTE:;il. Dorellol*., Ossorvazioni anatomiclio ed embrioloo-iche sopi'a la porziono intratora<-iea od add(»miiiale del norvo vaffo — \> Rus- so A.., Siill'onginc dei mitocondn e sulla formazione del deulonlasma nol- 1 ooeilo di aleum mamnnCeri. — 13. Trinci Q., Cellule .Tomallini e « Mastzellen » nella regione cardiaca dei mammiferi. — 14 F'a.ladiuo a Xuovi studii sulla plafentazione della donna. — Pag. 21''>'>16 ' Notizie: Necrologio. — Pag. 216. Avvertenza Delle Comunicazioni Originali che si pubblicano nel Monitore Zoologwo Italiano e vietata la riproduzione. COMUNICAZIONI ORIGINALI I8T1TUTO ANATOMICO DI FIRENZE, DIRETTO DAI. PROF. Q. CHIARUGI. Caso di persistenza del Mesociste primitivo DoTT. NELLO BECCARI (Con B figure) K vii'tiita la riinodii/inno. In Lin soggetto maschio adulto normalmente sviluppato, o nol quale si aveva soltanto una variazione non rara dello artorie dol- I'arto toracico, fu voduto che le pieglie ombclicali latorali facovaiio - 194 - eccezionalmente sporgenza nell'addome determinando imo sviluppo ed un aspetto non comune delle fossette inguinali. Osservando la disposizione delle parti in questa regione (fig. 1), si riconobbe che I'uraco non era applicato dal peritoneo contro la parete anteriore dell'addome come si riscontra normalmente, ma possedeva un vero 0 proprio meso sufficientemente sviluppato tanto da permettere di ricongiuiigere a traverso ad esso due dita cacciate nelle fossette in- guinali mediali. f~~~ - ^ «• J;/ Fia 1 _ P„rzione inferioic della parete aadomiuale del caso csseivato (.la una L.togiaha). "' b. ligament., ombelicalc medio ; d. ligamento ombelicale late.ale ; e. fossa sopravesc.oale : /. fossa in-ruinale mcdiale ; g. vescica ; p. piega epigastrica. Le pieghe sollevate dai ligamenti ombelicali lateral! apparivano notevolmente alte, e colla loro base si inserivano non gia sulla pa- rete addominale anteriore, ma sibbene sulla plica ombelicale me- diale. Di questo rapporto da una chiara idea la flgura rappresentante una sezione trasversa della regione condotta a meta altezza fra I'ombelico e I'apice della vescica (fig. 2). Da quanto abbiamo detto si comprende che nel caso nostro 195 - non esistono pieghe orabelicali laterali come si intendono in Ana- tomia descrittiva, che le fossette sopravescicali rimangono inal di- stinte fra loru, e che la parete anteriore di qiieste non corrisponde atfatto alia parete addominale anteriore, ma ne e separata per lo insinuarsi che fanno le fossette inguinah mediali sin suUa hnoa di mezzo. Fig. 2. — SczioDC trasvorsa, schematizziita. dclUi parete anteriore (leHaddinne del caso osservato, coudotta a metii altezza fra lombelico o rai)ice della vescica. rt. piega oiiibelicale media ; c. nieso della arteria ombelii-ale. (Le altre indieazioni eniiie per la tig. 1). Delle fossette inguinal! quelle laterali sono nonnah, quelle me- diali invece sono eccezionalmente ample e profonde, in conseguenza della maggior sporgenza delle pliche ombehcali laterali. Queste ultime non raggiungono la parete anteriore dell' addonie ma si fcr- mano sulla plica ombelicale mediana presso al suo margine libero, (juindi accade che le due fossette si vengono ad incontrare sulla linea mediana anteriormente all'uraco, rimanendo distinte soltanto per la interposizione di quel meso che congiunge 1' uraco alia pa- rete addominale anteriore. Anche questo meso fa parte della pa- rete mediale delle fossette inguinah mediali, parete che e a comune alle fossette dei due lati e che aumenta di altrettanto la profondita di dette fossette. Quy,le puo essere la spiegazione di questa speciale disposi- zione? E noto che neU'embrione umano esiste uno stadio nel quale la porzione intraddominale deH'allantoide e le arterie ombelicali attraversano la cavita addominale involte dal peritoneo, il qua- le le coUega alia parete anteriore dello addome per un meso (mesociste) che in diversa misura, si costituisce a ciaacuna di queste furmazioni (fig. 3, A). Questo fatto si puo osservare con molta chiarezza in foti di pecora di 18-20 centimetri di lunghezza. In questo stadio il meso doll' allantoido, e quindi degli organi che da essa derivcranno, si attacca dirottamente sulla parete addo- - 196 - minale anteriore sulla linea di mezzo; il meso delle aa. ombelicali si continua invece col peritoneo che involge I'uraco. In altri termini abbiamo tra i meso delle arterie e 1' uraco un rapporto in parte simile a quelle che il ligamento largo contrae con I'utero ed i suoi ammessi, (fig. 3, B). Fig. 3. — Sezioni trasversali, schoraatizzate, della parete addominale anteiiore di ombrioui iimaui, condotte in corrispoiidenza della vescica (Cuuoo e Veau). A. esiste il mesociste ; le aa. ombelicali tendouo a peduncolizzaisi. H. la vescica teude ad accoUarsi alia pareto addomiuale e le aa. ombelicali sono corupleta- mentc iieduucolizzate. a. mesociste ; b. vescica ; c. meso della a. ombelicale ; d. a. ombclicale. In uno stadio immediatamente successive rallantoide perde il suo meso, mentre le aa. ombelicali lo mantengono, anzi lo accre- scono. Successivamente pero nel normale anche esse in seguito per- dono il meso e si accollano alia parete addominale anteriore. Nel case nostro e chiaro che si e mantenuta la primitiva di- sposizione, e precisamente si e resa deflnitiva nella regione quella seeonda fase dello sviluppo del mesociste in quanto si determina il distacco delle aa. ombelicali e la costituzione del lore meso. Non ha progredito lo svolgimento del processo fine a far bCom])arire prima il mesociste e poi il meso delle aa. ombelicah, obli- terando quella porzione della cavita addominale che si insinuava fra queste formazioni e la parete anteriore dell'addome (cul di sacco prevoscicale primitive). Dunque e un arresto di sviluppo la sufficiente spiegazione del fatto ; le due aa. ombelicali, e quindi i ligament! ombelicali lateral!, sono in questo case eccezionalmente brevi, come lo dimostra la prolbndita delle pieghe che esse sollevano. E questo accorciamento un effetto del mancato accollamento del meso alia parete anteriore dell'addome o ne e la causa? — 191 ISTIIUTO ANAIOMICO Ul FIKKNZK DIKKTIO DAI, PKOl'. G. CHIAKUOI. Di una variazione dei muscoli pellicciaj del collo E. PABIS e G. EICCI (Con 1 fio;urft) E victata la riproduzioue. In un cadavere di sesso maschile, dell'apparente eta di anni 50, con muscolatura bene sviluppata, si riscontra quanto appresso : Dal lato destro nella regione laterale del cello e nella nuca subito sotto la pelle e nello stesso piano muscolare del miiscolo pellicciaio del collo, che in questo soggetto e sviluppatissimo, si trova un muscolefcto, che attraversa, in direzione orizzontale dal- I'avanti all'indietro, le regioni anterolaterale, laterale e posteriore del collo, estendendosi dall'angolo delle labbra fino alia protuberanza occipitale esterna. Esso muscolo nel tratto suo piii anteriore, e cioe in corrispon- denza della guancia e del labbro, e espanso, piatto ed haun aspetto simile in tutto al risorio di Santorini, col margine superiore del (ILiale confina. In prossimita dell'angolo della mandibola i fasci mu- scolari si addensano in un ventre muscolare fusiforme, allungato e che si prolunga fino ad an centimetre circa al dinanzi del margine posteriore del muscolo sternocleidomastoideo, ove, restringendosi, si trasfonna in parte in un tendinetto della lunghezza di 4-5 mm. A (juesta porzione piii sottile, e in parte tendinea, fa seguito un nuovo ventre carnoso, che si prolunga fino oltre un centimetre die- tro dal margine antero-superiore del muscolo trapezio ed ivi si tra- sforma in una lamina tendinea nastriforme, a fascetti quasi divisi : so ne contano 5, i quah, passando profondamente sotto I'aponevrosi del trapezio, prendono inserzione sulla protuberanza occipitale esterna. Rapporti. — I fasci della porzione piu anteriore del muscolo ri- posano sul nmscolo massetere dal quale sono separati mediante I'aponevrosi masseterina. II tratto medio a forma ill ventre musco- lare scorre trasvorsalmentc sulla regione parotidea, divjso dalla - 198 - glandula per mezzo della fascia die copre la loggia parotidea, in- crocia il muscolo sterno cleido-mastoideo, im centimetro e mezzo al di sotto della apoflsi mastoide. ^«^^'?'4^ig|||#^ II ventre posteriore di questo muscolo digastrico, comincia al margine posteriore del muscolo sternocleidomasuoideo, giace sul muscolo splenio, ed in piccolissima parte sul trapezio, in corrispon- denza del quale prende origine la sopra descritta fascia tendinea d'inserzione del muscolo. Come abbiamo gia detto questo muscolo si trova nello stesso piano del pellicciaio del collo, ed e avvolto in una robusta fascia 0 guaina aponevrotica, mediante la quale e connesso con la fascia cervicale superficiale. E coperto dal connettivo sottocutaneo e dalla pelle. Riguardo a formazioni eguali, o simili alia nostra, noi troviamo nella letteratura clie : a) 11 muscolo pellicciaio pu6, secondo Zagorski, estendcrsi fino all'apofisi mastoidea. /)) Beaunis-Boucliard, nol Traitu d'Anatomie, ricordano un - 199 - fascio muscolare sottocutaneo, il quale proviene dalla linea curva superiore deH'occipitale, passa dietro all'orecchio, e va a perdersi al di sotto dell'arcata zigomatica. c) Theile ha veduto lo stesso fascio nascere dal rafe cervi- cale posteriore un po' al di sotto della protuberanza occipitale esterna. d) M. Flesck ha osservato una lamina muscolare di 8 mm. di lunghezza, la quale inserendosi sulla linea curva-occipitale supe- riore si portava obhquamente sul trapezio, lo splenico, lo sterno- cleido mastoideo, e si terminava in parte sul margine posteriore del pelhcciaio del coUo ed in parte nell'aponevrosi parotideo-masseterina. e) Muscolo occipitale trasverso. Sotto questo nome descrive il Testut un muscolo soprannumerario, segnalato per la prima volta da Eilhard, Schultze, de Rostok, che nasce dalla protube- ranza occipitale esterna, o sulla parte piii interna della linea curva occipitale ; da questo punto si porta trasversalmente in fuori e rie- sce ad attaccarsi sul tendine del muscolo sterno cleido mastoideo, 0 suir estremita posteriore del muscolo auricolare posteriore. In quest'ultimo case, una porzione tendinea separa il muscolo in que- stione dall' auricolare posteriore, e I'insieme assume I'aspetto di un digastrico. L' occipitale trasverso giace ordinariamente su di un piano pill superficiale del trapezio. /■) Griiber nel 1880 ha segnalato un muscolo soprannumera- rio, che, dalla regione posteriore della testa, giungeva flno alia com- messura delle labbra, incrociando in parte le fibre del pellicciaio del collo ed in parte unendosi a quelle. g) Virchow. Da ambo i lati d'un cadavere ^ segnala: A destra. Un muscolo che prende origine sulla linea curva su- periore dell'occipitale, medialmente all'inserzione dello sterno-cleido- mastoideo, attraversa questo muscolo un po' al di sotto dell'orecchio. Di qui corre attraverso la regione parotidea masseterica e buccina- toria fine all'angolo della bocca. Nella regione masseterica trascorre superiormente e copre il dotto di Stenone, s'incrocia con le fibre salienti del m. subcutaneus colli, e con parecchie sue fibre finisce a quelle del pellicciaio. Nella regione masseterica le sue fibre irraggiano da ogni parte : le superiori e le inferiori finiscono nella pelle del vise e nella fascia parotideo-masseterina, ma le mediane la sorpassano portandosi nella regione buccinatoria, convergono all'angolo della bocca e for- mano con la lore convergenza una dentellatura triplice davanti del risorio del Santorini, e terminano poi alTangolo della bocca tra il - 200 - m. zigomatico e le fibre del pellicciaio, in gran parte nella muscola- tura delle labbra ed in parte nella pelle dell'angolo dolla bocca. A sinistra. Un muscolo nasceva dalla protuberanza occipitale esterna e presso la linea curva superiore saliva arcuatamente, su- perficialmente al trapezio ed alio splenio, attraversando obiiquamente lo sterno cleido-inastoideo 9 linee sotto I'orecchio, e si comportava come il miiscolo di destra. La porzione posteriore di questo muscolo, e specialmente di (luello di sinistra, e analoga all' occipitalis minor. La porzione ter- miiiale dell'angolo delle labbra e analoga a quella del risorio. Quindi il muscolo di ciascun lato si puo considerare come un occipitale unite ad un risorio del Santorini. h) Henle crede 1' occipitale minore anomalo essere una di- pendenza del pellicciaio, altri pensa ugualmente del muscolo risorio. Henle ha veduto 2 volte una striscia muscolare che dalla linea curva occipitale superiore attraversando sotto I'orecchio correva fino alia guancia, e di sopra della tuberosita zigomatica si irraggiava nella pelle o nell'aponevrosi del viso. i) Hallet ha veduto il risorio che dalla pelle andando in fuori dello sternocleidomastoideo, nel suo terzo superiore, sotto alia conca dell'orecchio e sopra alia parotide, era separato per un tratto molto considerevole dal pellicciaio del collo e andava fino all'angolo della bocca. k) J. Wood ha veduto un fascetto del peUicciaio, che dal tra- pezio e dair occipito-frontale andava fino alia fascia parotidea e fl- niva 0 sopra o nel muscolo risorio. I) Macalister ricorda le inserzioni del risorio nella fascia 0 nel processo mastoideo, ed una formazione di fibre del trasverso della nuca che andava a flnire nel m. risorio. m) Titone descrive un fascio muscolare dalla linea curva occipitale superiore al m. risorio. A parer nostro e fuori di dubbio che questa formazione mu- scolare da noi descritta e parte della muscolatura cutanea della regione, e se ci riferiamo alle osservazioni fatte su questa parte del sistema muscolare nella anatomia comparata, risulta evidente che nel case nostro siamo in presenza di una anomalia per eccesso, cioe per I'avvenuta conservazione in un sistema di parti che nor- malmente nella nostra specie non si formano e non si sviluppano, 0 si trasformano in lamino aponevrotiche (aponevrosi parotidea, masseterina), e precisamente di un tratto dello strato a fibre tra- sversali del pellicciaio, o meglio dello sfincter colli. - 201 - PAOLO ENRIQUES Delia circolazione sanguigna nella Phoronis 2Jsa7nniopftila KiSPOSTA *I- DOTT. M. DE SeI.YS-LoNGCH AMPS K vietiita la liproduzioiie. Tl dott. Selys -Long champs, nella sua monografia del genere Phoronis ('), attacca assai vivamente i resultati delle mie ricerche sopra alia circolazione di questi animali ('). lo ho sostenuto che nel vaso mediano il sangue si muove oscillando, con forti reflussi ; e che specialmente il plasma e soggetto al reflusso, meno assai i globuli ; SI che ne segue, nel vaso laterale, un nofcevole accumulo di globuli, i quali accompagnati da poco plasma compiono il giro completo ; il mio egregio contradittore sostiene invece che la circo- lazione e in questi animali perfettamente regolare, dando evidente- mente a questo aggettivo un significato antropomorfico ; il sangue avrebbe secondo I'A. sempre la stessa percentuale di globuli, sia nel vaso mediano che nel laterale, concedendo egli soltanto che in animali incompletamente distesi, nei " retours en arriere du sang afferent, la proportion de plasma soit plus forte que dans les pous- sees ascendantes, mais il n'en demeure pas moins que, d'une fa- con generale, c'est le sang complet que fait le tour de I'appareil circulatoire „. Prima di mostrare quanto siano da accettarsi le conclusioni dell'A. sulla regplarit^ di questa circolazione, devo mettere in evi- denza alcuni punti che forse per la brevita della mia nota avevano assunto un aspetto troppo rigido. La diversita che esiste tra il san- gue dei due vasi, secondo le mie osservazioni, sono, come dico a pag. 452 verso meta, di questo genere: il mediano contiene un san- gue ricco di plasma, il laterale, contiene globuli con poco plasma interposto : quando io poi arrivo alia conclusione che circolano sol- tanto i glol)uli, cio e da intendersi naturalmente in via approssi- mata, come ogni fenomeno biologico ; che se dovesse intendersi in (') In Faviia nnd Flora d. Onlfes v. Xeajn't. i'JOl . (-) Delia circolazione oscillaiilc iiolla Phomnix jmainmophHa. — lifiidiconti Ace. I.incei, P. i-i, sem. 2^, pp. 451-4o4, i'JOo. - 202 - forma matematicamente esatta, non sarei partito dal considerare quel poco di plasma clie e interposto tra i molti globuli nel vaso laterale. Un altro punto poi e strano che il Selys-Longchamps non abbia inteso bene, la dove dice: " Enriques estime que ce mode de circulation est unique dans le regne animal „ (pag. 105), mentre io dicevo, nelle ultime righe della mia nota : " Una circolazione di questo genere e, per quelle che io so, unica nel regno animale „. E la cosa e differentissima, perche cio esprime soltanto che io non conosco casi consimiU in altri animah, come probabilmente non ne conosce il Selys-Longchamps ne altri; ma per mostrare che non repute, a priori, questa circolazione, quale io la intendo, come unica nel regno animale, ripetero cio che nella nota stessa e detto, cioe che la- forma del movimento dei globuli nella Phoronis corrisponde ad una possibilita di cui avevo fatto cenno in un mio precedente lavoro (') prima di aver mai messo una Phoronis sotto I'obbiettivo del microscopio. A questo schiarimento tenevo assai perche pareva che il Selys-Longchamps volesse attribuirmi quel sentimento di autocompiacimento proprio di chi descrive una stranezza, uno scherzo di natura, cio che era del tutto lontano da ogni mia in- tenzione. Ed ora entriamo in merito agli argomenti deH'A. per la circo- lazione regolare e contro i miei resultati. Essi sono di due generi : critica del metodo da me usato, e descrizione della circolazione secondo il metodo usato da lui. DiceTA.: " II faut bien se dire que la position normale, physiologique, des Phoronis, est verticale, et que c'est en les observant epanouies, dans une quantite d'eau rela- tivement grande et simplement sous la loupe que Ton a le plus de chances de voir fonctionner normalement leur appareil circulatoire. Si, au contraire, on manipule les animaux, et les place sous un cou- vre-objet, ils seront lents a se remettre, et peut-etre n'aura-t-on pas I'occasion d'observei- la circulation reguliere, sans oscillations, telle qu'elle se produit naturellement „ (p. 105). Ora, e verissimo che ioho osservato animali completamente tolti dal loro tube, e situati tra un porta-oggetti ed un copri-oggetti, cio che mi ha permesso di ado- prare obbiettivi assai forti ; ma e anche vero che non solo in queste condizioni ho fatto le osservazioni ; ed anzi, ho esplicitamente av- vertito (pag. 452) che non e necessario porre il copri-oggetti sopra all'animale, e che anche toghendo un solo pezzetto di tube si con- (') Dij;esti<)iie, cin'olazioiic o assoiljiiiuMilo iicUc Ololniic. — Arcliivio zoologico, Vul. 1, p. l-o8, VJ02. - 203 - statano gli stessi fenomeni die si osservano negli animali completa- mente liberati da esso. Cio significa che io ho fatto osservazioni sopra animali che erano in bonissime condizioni ; ne si potra dire che un pezzetto di tube fcolto costituisca una causa raolto patolo- gica per questi animah; si sa infatti che si puo fare (piesta opera- zione senza ferirh affatto, e che non si toghe con cio nulla che abbia aderenza al corpo. Quanto alia posizione fisiologica che e secondo TA., verticale, anche cio non e giusto, perche, se e vero che essi stanno spesso col capo rivolto in su, e anche vero che i singoli individui aggruppati sono molto intrecciati tra loro, si che i laterali sono orizzontali o comunque orientati; cio resulta chiarissimo an- che da chi guardi la fig. 7, pi. 1, dello stesso Selys-Longchamps, Tunica figura che riproduca nel suo lavoro un gruppo di Phoronis nella loro posizione normale. Si vede come gh individui siano con- torti spesso, talora assai diritti, ma rivolti in tutte le direzioni ; ce ne sono anche alcuni a capo aU'ingiii. Percio, la posizione fisio- logica verticale e un antropomorfismo senza significato per la Pho- ronis. Questo riguardo alle osservazioni mie. Come poi abbia fatto il Selys-Longchamps a constatare che il rapporto tra plasma e globuli e lo stesso nei due vasi, serven- dosi di una semplice lente, io non lo so ; egh insiste specialmente su questo punto, che lo state di distensione o contrazione degli ani- mali ha la massima importanza riguardo ai fenomeni circolatori. Su questo terreno sono pienamente d'accordo, ma entro certi limiti: io pure ho constatato delle differenze nei due casi, nel sense che in animali molto contratti si puo assolutamente vedere soltanto glo- buli nel vaso laterale, e notevoli refiussi del sangue in questo vaso (in sense dunque ascendente, visto che il moto normale e qui di- scendente); refiussi i quali portano talora anche una grande quan- tita di globuli nel vaso raediano ; ma avevo gia esphcitamente no- tato nella mia nota (pag. 455 in principio) che cio specialmente ac- cade in conseguenza di contrazioni della parte anteriore del corpo. L'attribuirmi implicitamente di non aver tenuto conto di questo importante elemento, non e dunque giustificato. Posso pero assicu- rare che le osservazioni su individui distesi completamente, mi ha senipre ugualmente mostrato una fortissima diversity nella quantitik di globuli, nei due vasi. Ma per una via indiretta noi vediamo pure che il Selys-Long- champs non puo aver ragione nelle sue asserzioni: il sistema va- sale di Phoronis non possiede un tale apparato valvolare da im- pedire il reflusso del sangue nel vaso mediano, durante la diastole. - 204 - Nessuno ha descritto un simile apparato, nemmeno il Selys-Long- champs iiella sua monografia; come possiamo duiique credere che ci sia? Parla, e vero, I'A., di valvole, ma soltanto per i capillari tentacolari, alia cui base si trovano dei setti, 11 cui significato del resto, come valvolare, non e tanto chiaro e semplice quanto sem- bra all'autore, che vi accenna con due parole. Ma in ogni caso, que- st! vasi sono rami collaterali del circolo, e sul tragitto del circolo valvole non si sospettano nemmeno. Dato questo, come puo il vaso mediano, quando da uno state di contrazione intensissima passa a quelle di estensione, succhiare il sangue soltanto dalla parte poste- riore del corpo ? Vie piii ristrette o tortuose possono e vero avere una influenza, tale da rendere maggiore la quantita di sangue che viene da una parte o dall'altra ; ma non possono impedire che ne venga da ambedue! La cosa e tanto chiara, che pare strano che I'A. non vi abbia pensato ; egli cade in sostanza in contraddizione net- tissima con se stesso, dfcendo di non vedere oscillazioni (pag. 105 in ultimo) e non dicendo di vedere valvole. Di piu h anche chiaro che le spinte in avanti durante la sistole essendo visibilmente piii intense, che non le aspirazioni indietro durante la diastole, cio deve produrre una differenza nel risucchio dei globuli e del plasma, e proprio nel sense in cui io lo ho osservato, constatando che i globuli rimangono impigliati nelle vie tortuose cui arrivauo, piii che non il plasma. Da questo fatto resulta la differenza — grande — di proporzione tra globuli e plasma nei due vasi principaii. Che tale differenza sia minore di quanto io ne ho avuto I'impressione, e pos- sibile ; non mi credo infallibile, specialmente nel giudicare di una cosa che non si puo assoggettare a misure. Ma cio che ha detto ii Longcharaps, le osservazioni fatte con mezzi insufficient!, e senza tener conto affatto dei vari element! funzionali del sistema in questione, non mi provano nemmeno di avere avuto una impressione quantitativamente diversa dal vero, nel sense voluto daU'autore. E veramente peccato che egli abbia trattato il lato funzionale della circolazione senza raffigurarsi nel lore complesso le condizioni di quQSti animah, e guardando soltanto colla lente cio che forse colla lente era visibile assai male. Del resto anche in altri punti della sua monografia si vede che egli poco si cura dei concetti fun- zionali, cosi la dove dice (pag. 91) che " les produits assimiles au cours de la digestion (1 !) se presentent sous la forme de gouttelet- tes „ ecc. Io non sapevo che colla digestione si formassero dei pro- dotti assimilati; e se per caso si tratti di una scoperta sulla na- - 205 - tura enzimatica deH'assimilazione .... allora valeva la pena di scrivere la monografia apposta per questo ! Luglio 1907. ISTIIUTO ANAIOiMICO DI FIKENZK; PKOF. Q. C H I A 1{ U Q I . Sopra un caso di Miisculus Peronaeus digiti quinti (Huxlei e Wood) O. MUCCl e U. CJIARDI i; vietata la riproduzione. In un soggetto maschio adulto abbiamo rinvenuto, in ambedue i piedi, un muscolo soprannumemrio. Esso si inserisce in alto, con un tendine sottile e lungo circa centimetri 3, subito al disotto del malleolo esterno sul tendine del m. corto peroniero laterale, la dove questo tendine si e reso libero da fibre muscolari ; e lo segue in tutto il suo decorso passando con esso sotto il ligamento anulare esterno o laterale del tarso, A 4 centimetri circa in alto deli' in- serzione terminale del corto peroniero, questo tendinetto si continua con un corpo carnoso affusato della lunghezza di circa 3 V? centim. e dello spessore di 5 millim. Da questo piccolo corpo muscolare parte di nuovo un tendine che corre lungo la faccia esterna del quinto nietatarso, passando al disopra dell'espansione aponevrotica d'inserzione del tendine del m. peroneo anteriore, quindi raggiunge le falangi del quinto dito e lungh'esse decorre, parallelamente al tendine che il m. estensor co- mune delle dita invia a questo stesso dito; tormina, inserendosi con tendine distinto, sulla faccia dorsale della falangeola, alia base dell'unghia. Questo muscoletto e in rapporto per la sua superfice posterio- re, nei due terzi superiori col tendine del muscolo corto peroniero laterale, nel suo terzo inferiore, dapprima con la parte terminale del tendine del m. peroniero corto anteriore, col quinto osso me- tatarsale, e quindi con le tre falangi del piccolo dito. La superlice laterale interna del m. descritto nel quarto superiore e in rapporto col porone e col malleolo peroneale a cui gira intorno, accompa- - 206 - gnando il tendine del ra. corto peroniero. Negli altri tre quarti e e in diretto contatto col m. pedidio e col tendine che il m. esten- sor comune delle dita manda al quinto dito. Nella sua parte ante- riore nel primo terzo e in rapporto con il ligamento anuiare ester- no del tarso dal quale e ricoperto, negli altri due terzi e ricoperto dall'aponevrosi del piede. Questo muscolo soprannumerario doveva aiutare il m. estensor comune delle dita ad estendere il piccolo dito del piede. Molti autori parlano nelie lore opere di aver rinvenuto in que- sta regione del piede delle anomalie muscolari, le quali, benche pre- sentino differenze notevoli dalla nostra, specialmente riguardo alle loro inserzioni, tuttavia meritano di essere ascritte alia stessa ca- tegoria. II Testut (Bull, de la Societe Anat., 1884, pag. 352), riferisce di avere avuto occasione di vedere un muscolo soprannmnerario, non molto dissimile da questo sopradescritto, che si inseriva con un tendine di origine molto gracile sul tendine del m. corto pero- niero, girava con esso intorno al malleolo esterno, ma non puo rife- rire dove il tendine terminale si inserisse, avendo subito quel piede I'amputazione all'altezza dell'articolazione tarsometatarsea. Fra i due tendini era compreso un piccolo corpo muscolare di 18 milliraetri di lunghezza. Lo stesso A., cita anche un altro caso simile, rinvenuto da un suo allievo, di un muscoletto che nasceva dal tendine del m. corto peroniero dopo che questi aveva girato il malleolo. II corpo carnoso di questo muscolo aveva una lunghezza di 35 miUimetri e uno spes- sore di 10 mm.; il tendine terminale si fondeva, alia altezza della prima falange, col tendine che il m. estensor comune invia al quinto dito. II Testut erode che questi due muscoli non siano altro che la riproduzione del peroniero del quinto dito, normale in alcuni mammiferi. Anche Macalister, secondo che riferisce il Testut ebbe oc- casione di vedere un muscolo il cui tendine di origine nasceva al quarto inferiore del perone al disotto del m. corto peroniero, e il suo tendine terminale si sperdeva nell'aponevrosi dorsale del quinto dito. In questo caso del Macalister il muscolo si e reso indipendente dal m. peroniero laterale e si inserisce direttamente sul perone. Pure I'Allett, secondo che cita Henle (Muskellohre-Handbuch der sist. Anat., vol. I, 1871, pag. 301), rinvenne un muscolo simile al nostro, che nasceva dal tendine del m. corto peroneo e raggiungeva il quinto dito; in un caso trovo che detto muscolo n'inseriva con un Lon- dinetto gia al terzo medio della gamba; in un altro lo stesso A. trovo una disposizione alquanto differente, e il tendine di origine del m. so- prannumerario invcce di staccarsi dal ni. corto peroniero si staccava dal m. lungo peroniero a livello della articolazione malleolare, ma - 207 - tanto nell'uno che nell'altro caso Tinserzione terminale avveniva sul tendine dell'estensore del quinto dito. Wood (Prooc. of the Roy. Soc, vol. VIII, pag. 302) narra di aver visto partirsi dal disopra del malleolo un fascetto carnoso il cui tendine terminale si univa all'espansione d'inserzione del tendine del m. estensore comune sul quinto dito. Oltre i casi surriferiti in cui e stato rinvenuto un muscolo so- prannumerario completo, sebbene piccolo, pure, e piii di frequente, fu osservata una formazione piia ludimentale, rappresentata da un sem- plice fascetto tendineo. II Pozzi (Journal de I'Anat. et de la FisioL, 1872, pag. 269) rinvenne una linguetta fibrosa, che si partiva subito al disopra dell'inserzione terminale del m. corto peroniero, ed andava ad inse- rirsi alia parte esterna dell'estremita posteriore della prima falange del quinto dito; ne diede anche un disegno. Cosi pure Calori vide questa hnguetta fibrosa e la chiamo " Prolungamento falangeo del breve peroneo laterale „. Giacomini nel negro trovo una si fatta disposizione (Arch. Ital. de Biologie, vol. VI). Turner, Cruveilhier (Traite d'Anat. Descr., 2-'' ediz., torn. I, pag. 760) rinvennero una disposizione simile. Nella inserzione terminale di questo tendinetto si possono avere delle variazioni e fu veduto (Chudzinski in un negro) terminare nel cuboide, oppure (Wood, Prooc. of the Roy. Soc. of London, volu- me XIII-XIV-XV) nel tendine del m. abduttoredel mignolo,o(Krause) nell'estensore dello stesso dito, ovvero, ora sul quinto ora sul quarto osso metatarseo, ed anche (Theile), sulla faccia esterna del calca- gno. Sotto questo ultimo aspetto di un tendine rudimentale fu da alcuni AA. ritenuta questa formazione quasi costante e normale, e si trova comunemente citata sui manuali di Anatomia umana (Sappey, Romiti, Chiarugi). Ruge e Bischoff, stimarono questa formazione forma atrofica di un muscolo ormai scomparso nell'uomo ma che si ritrova in altri mammiferi e lo dissero Peroneus parvus. Tra i mammiferi piu prossimi all'uomo e che presentano detto muscolo sono gli Antropoidi e in essi e normale, e fu costante- mente rinvenuto da Gratiolet ed Alix (Recherches sur I'Anat. du Troglodytes, pag. 198) e da Alix (Buh. de la Soc. Antrop. t. IV, pag. 559). Nell'ordine dei carnivori e frequente, ed il gatto e quelle che ne offre I'esempio piij che chiaro (Strauss-Durcheim Anat. du Chat., tom. II, pag. 438). L'Orso presenta lo stesso muscolo, solo che s'inserisce distal- mente sulla prima delle falangi del piccolo dito. Meckel nel suo studio suir Anatomia dell'orso araericano testimonia (luesto fat to. Alix, nella Rossetta, trovo che il corto peroniero maudava una linguetta tendinea alia prima falange del piccolo dito; ma in alcuni casi questa era divenuta cosi robusta da sostituire il tendine principale, mentre questo che s'inseriva alia base del quinto metatar- - 208 - seo diveniva un tendine secondario e spariva del tutto in alcu- ni casi. Fra gli Insettivori il Formichiere ha un tendine che parte dal m. corto peroneo e si porta al quinto dito, ora fondendosi col ten- dine del m. estensore comune, ora rimanendo indipendente, nel quale case si inserisce sulla prima falange. Anche nei Marsupiali, secondo il Meckel, si hanno disposi- zioni simili ; nel Kanguron il m. corto peroniero manda un tendine, non piti al quinto dito, ma al quarto; questo si ha pare nell' Aye, secondo quelle che e ricordato da Ahx. Neirippopotamo (Gratiolet, Recherches sur I'Anat. de I'lppopo- tame, pubblicato da Alix, 1866, pagina 292) si ha che il m. corto peroniero fornisce tendini tanto al quarto, quanto al quinto dito. Fra i Monotremi, rOrnitorinco non ha il pedidio ma esse e sosti- tuito da un estensore laterale che nasce dall'apofisi del perone e tor- mina dando origine a cinque tendini che terminano ciascuno sulle falangi di uno dei diti del piede ; oltre a questo muscolo si ha pure un corto peroneo che nasce all'apoflsi del perone e termina sulle falangi del quinto dito, sia sulla prima, sia sulla seconda, sia sulla terza ; talvolta puo av venire che si tonda con il muscolo estensore. ISTITUTO d'aNATOMIA CHIRURGICA DELI.A It. UNIVERSItX di PALERMO DIliK'TO DAL PKOF. G. PARLAVECCHIO Urr caso d'inclusioni muscolari nel midollo osseo femorale di una cavia e brevi considerazioni sulle inclusioni muscolari in genera PER IL DoTT. CARMELO CIACCIO ASSISTENTK E vietata la riproduzioiu-. La presenza di fibre muscolari striate in organi, che comune- mente non ne contengono o che solo ne contongono in alcuni ani- mail rappresenta una vera curiosita istologica, a cui gli autori che se ne sono occupati non hanno ancora date una spiegazione suffl- ciente e definitiva. Gli organi nei quah sono state descritte fibre muscolari striate solo in alcune specie sono finora il timo e la glandola pineale. Nel time esse sono state intraviste nella rana da Fleischl (1), Afanas- siew (2), da Ver Eecke (3), ma questi autori non le hanno inter- petrate come fibre muscolari striate, ma invece come cellule ner- - 209 - vose 0 come corpuscoli concentrici; nella stessa rana Nusbaum e Makowsky (4), hanno descritto element! con una striatura con- contrica senza dare alcuna interpetrazione ; solo Mayer (5) e stato il primo a descrivere nel timo della rana forme simili a fibre mu- scolari striate. Recentemente Pensa (6-7-8) ha fatto uno studio molto accurato ed ha descritto fibre muscolari striate in animali appartenenti a diverse classi di Vertebrati, seriza riuscire pero a riscontrarle nei Mammiferi; similmente Hammar (9) conferma le ricerche di Pensa negli Anfibii e negh Uccelli. Nella glandola pineale poi sono state notate solo in alcuni Mammiferi da Nicolas (10) e da Dimitrowa (11). In altri organi poi sono state riscontrate anche fibre musco- lari striate, ma solo casualmente. Un organo in cui le fibre muscolari sono state osservate con una relativa frequenza e la tiroide; in essafurono viste per la prima volta da Wolfler (12) nell'uomo neonato, in seguito sono state de- scritto da Zielinska (13) nel cane, da Capobianco (14) e da Kohn (15) nel conigho e poi anche da Crispino (16), da Zoia (17), e da qualche altro. Con minore e sempre relativa frequenza sono state descritto fibre muscolari striate nella tonsilla palatina da Topter (18), Glas (19), Alagna (20). Finalmente siffatti elementi sono stati descritti da Lubar- sch (21) nel rene di un neonato e da Stieda (22) in qualche caso nolle pareti delle vene polmonari. Nulla ho potuto trovare, scor- rendo la letteratura, di inclusioni muscolari nel midoho osseo. II reperto di cui e oggetto la presente r.ota e stato da me no- tato in una cavia destinata alio studio del mononucleati a corpo incluso di Kurlow, Cesaris-Demel: I'animale in parola era adul- to, di sesso femminile, ben nutrito e senza apparent! anomalie ana- tomiche e funzionali. Gli organi fissati in liquido di Bouin e colo- rati con bleu di tionina o di toluidina si presentavano normali : studiando il midoUo osseo della diafisi femorale ho notato per pa- recchie sezioni nella zona periferica delle vere e proprie fibre mu- scolari striate ; queste in numero di una o due per sezione (di 5-7 ;/■) presentavano i seguenti caratteri : Lunghezza : 100 u. circa ; larghezza 30 i^. circa ; dopjiin stria- tura, come tutte le fibre muscolari striate; sarcolemma nonualc ; nel resto il midoUo osseo presentava caratteri normali. - 210 - Come spiegare ora la presenza di siffatti element! ? Gli autori non sono d' accordo nella spiegazione di tali uno- malie : Wolfler e Capobianco a proposito della tiroide affermano die rinclusione sia avvenuta in un' epoca precedente alio sviluppo della capsula connettivale d'involucro, e che poi le fibre muscolari si siano evolute per proprio conto; anzi Capobianco parla addi- ritturadigermiembrionali aberranti. Secondo Kohn invece, alraeno per il coniglio, si tratterebbe d'un muscolo vero e proprio (muscolo crico-tiroideo). Crispino rigetta I'idea di Kohn, dicendo che essa non si accorda con la rarita del reperto e quindi che, benche esse (fibre muscolari) provengano daU'esterno, si tratta sempre di ano- malie " ed aramette invece che la loro inclusione rimonti all'e- poca dello sviluppo, gia prima del complete accrescimento e diffe- renziazione deU'epiteho gland(>lare „. Riguardo al timo degli Anfibii Anuri, Pensa ha studiato la questione dal punto di vista embriologico e crede " di poter con- " cludere che gli elementi muscolari che si trovano nell'interno del " timo provengono da quegli stessi elementi del segmento celoma- " tico del 2° arco branchiale dai quali trae ojiginc una formazione " nmscolare lamellare che durante il periodo larvale s'ii]serisce alio " scheletro delle branchie e che piii tardi contribuisce a formare " il M. Depressor Mandibulae. Molto probabilmente questi elementi " di origine celomatica rimangono inclusi nel timo durante quel " periodo dello sviluppo in cui abbiamo veduto il muscolo assu- " mere rapporti molto intimi coll' abbozzo epiteliale del timo, " quando ancora il mesenchima non ha formate intorno ad esse un " involucre connettivale „. Riguardo alia presenza di fibre muscolari nella glandola pineale di aicuni animah, Nicolas non sa come spiegarla, dicendo che " leur presence dans la glande pineale est aussi etonnante qu'in- " comprensible „. Le fibre muscolari rinvenute da Stieda nehe vene polmonari proverebbero secondo questo A. dalla muscolatura degli atrii. Per la tonsilla Glas ed Alagna ammettono che si tratti di inclusioni avvenute nell'epoca embrionale e specialmente dalla pia- stra muscolare destinata alia formazione dei muscoli Constrictores pharyngis. Nel mio case riguardante 1' inclusione nel midollo osseo biso- gna pensare ad un fatto avvenuto nell'epoca embrionale anteriore alia formazione della parete diafisaria: infatti osservando un arte - 211 - embrionale si nota che gli element! muscolari ed i cartilaginei sono coiitigui; porcio non e difficile iiiimagiiiare rinclusioiie di fibre urn- scolari fra gli elementi ossci in formazione. Un fatto degno di nota nel mio caso e che sebbene si trat- tasse di un animale adulto pure le fibre muscolari erano normali e senza alcuno accenno a fenomeni di sarcolisi. Infatti quest'ultimo fatto e stato descritto nel timo da Meyer e da Pens a e nella tonsilla specialmente da Alagna. Secondo me la diversita del fe- nomeno potrebbe spiegarsi col fatto che il timo e la tonsilla sono organi linfoidi e quindi dotati di forte potere macrofagico, mentre il midollo osseo e un organo mieloide in cui il potere macrofagico e scarso: infatti in alcune raie ricerche recenti sulla presenza di enterochinasi negU organi linfatici ho notato che essa si riscontrava negli organi linfoidi mentre era assente nel midollo ossoo. Percio, secondo me, il fenomeno della sarcolisi potrebbe spiegarsi come una digestione extracellulare per i fermenti secret! dai macrofagi. Le inclusioni muscolari in organi che normalmente non ne con- tengono e che da tutte le osservazioni suddette pare rimontino al periodo embrionale porta una certa luce sulia formazione del rabdo- raiomi in organi in cui non esistono fibre muscolari (rene, testi- colo, ecc). Infatti si puo dedurre che I'origine di questi tumori sia dovuta ad elementi muscolari inclusi durante il periodo embrionale e che non hanno subito fenomeni di sarcolisi per lo scarso od assente potere digestive: il che darebbe un certo fondamento alia recente teoria di Beard che i tumori si formino per mancato sviluppo del fermenti pancreatici. Se questa ipotesi non si possa estendere a tutti i tumori puu avere una certa importanza per i rabdomiomi, ammettendo che i germi muscolari inclusi non vanno incontro a processi sarcohtici per difetto o mancanza di fermenti digestivi (cho si possono riscontrare in tossati e hquidi dell'organismo dif- ferenti), e che per una causa ancora ignota sono atti cosi a proli- ferare. Palermo, 7 settembre 1907. Bibliografia (1) I'Mcischl. — Sifzunijberichtc d. Ak. d. WLssemcliaft. lid. (UK tSdi). (2) A fanaasiew. — Arch. f. Mikr. Anat., IS77. (:5) Vor E()«;ko. — Bull, (le VAcad. Koyale de. mid. de la ndtjii/iu;, l.c .S., XIJl, ISOO. (4) Nii.sbiiiiiii imtl Machowaky. — Anat. Anz., ltd. XXI, I'JO'J. (5) Mayi!!-. — Anal. Anz., I lid., ISSO. — Ibidem, lid. Ill, ISS8. (G-7-8) I'ensa. - liollclliw, dclla Hoc. Med. Cliir. di I'avia, I'JO-J. - IhU., I'JOl. - Aiuil. .[iizcic,fr, XXVII, lid. I'joo. - 212 - (9) Hammar. — Aiiat. Anz., Bd. XXVII, 1905. (10) Xii-olii8. — Comp. Ji. de la Soc. de Biol., 1900. (11) Diiui Irowa. — Neoraxe, Vol. II, 1901. (12) AVolflor. — Langebeck's Arch., Bd. XXIX, ISSo. (13) Zielinska. — Yirchoio's Arch., 1894. (14) Capobiauco. — liiforma viedica, n. 73, 1S0:>. (15) Kolin. — Arch. f. mikr. Anat., 1895. (16) Crispino. — Ppliclinico, n. 44, 1902. (17) Zoia. — Mem. della li. Ace. dei Lhicci, i>. HI, n. IV. (18) Topfer. — Arch. f. Laryng., 1901. (19) Glas. — Anat. Anzeiger, 1905. (20) Alagua. — La I'ratlca Oto-rino-luringokitrica, 1907, givgno. (21) Lubarscb. — Citato da Alagua. (22) Stioda. — Arch. f. mikr. Aiiat., Bd. 14, 1877. SUNTI E RIVISTE 11. Dorello P. — Osservazioni auatomiche od cmbriologiche sopra la porzione in- tratoracica ed addominale del nervo vago. — Ricerche fatte ml Laborat. di Anat. um. della R. Univ. di Roma Vol. 13, f. I, 1907. La descrizione die vien generalmente data dei rapporti dei due nervi va- ghi coll'esofago e coUo stomaco non corrisponde secondo Dorello alia realta dei latti ; e opinione geuerale die il vago di sinistra si porti sulla faccia anteriore dell'csofago e dello stomaeo, quello di destra sulla posteriore, pui-e esseudo da tutti ricouosciuto die i nervi dei due lati scambiano Ira di loro numerosissime anastoraosi. Invece secondo I'A. dascuno dei due vaghi, neH'uomo e negli animali, in coirispondeuza della raeta eaudale deU'esofago si divide in una porzione ante- riore ed in una posteriore ; le porzioni anteriori e posteriori dei due lati con- lluendo Ira di loro danno origine ad un tronco comune anteriore ed ad un trouco comune posteriore ; il prime si continua col plesso gaslrico anteriore, il secondo col plesso gastrico posteriore. Lc osservazioiji embriologidie dell'A. su erabrioni di Plecotus e di maiale, lo lianno indotto alia persuasione die la posizione assunta dai due tronchi co- muni e unicamente dovuta ad unione sulla linea mediana di porzioni derivate dai nervi dei due lati, e si produce conteraporanearaente alio sviluppo dei vaghi; essa non sarebbe affatto determinata dalla rotazione deU'esofago e dello stoma- eo, come ei'a state ritenuto flnora. Levi. 12. Russo A. — Sull'origine dei mitocondri e sulla Ibrraazione del deutoplasma neH'oocite di alcuni maminireri. — Rend, della R. Accad. dei Lincei. Vol. 10, Serie 5, 2 Sem, F. 4, 1907. Alediante soraministrazione di ibrti dosi di lecitiiia, I'A. provoco neirinterno degli oociti di coniglia un aumento dei condromiti, riconoscibili come tali col metodo Benda-Van der Stricht. Gollcgando questo fatto colla particolare sede di queste Ibrmazioni nei piii piccoli oociti (ove haniio sede alia perileria del vitello, quasi in contatto colle cellule follicolai'i) e colla loro scomparsa durante il digiuno, I'A. conclude per roriginc e.xtraovulare dei condromiti. - 213 - Negli oociti piu progrediti nello sviluppo, i cordoncini di condromiti in al- ciini puiiti s'ingrossano per accumulo di granuli formando i « hoyaux vitello- gencs » di Van dor Sti-iclit ; ma in qiiesti addonsamenti non tutti i grauuli lo- stano basotili, bensi tendono ad assumere una reazioue acidolila; i condromiti si trasformerebbex'o adunque nei corpi acidotili deH'oocite, i quail Ibrmano la parte piu cospicua del materiale deutoplasmatico di alcune uova. QuGsto risultato dell'A. e senza dul)bio intercssante, ma nt)n possiamo esi- raerci dal sollevare qualclie dubbio sulla natura delle Ibrmazioni clie I'A. inter- preta scnz'altro come mitocondri; e noto quanto sia dillicile per ora di dillc- renziare i mitocondri da altri costituenti del citoplasma. E d' altro canto come spiega il Russo che i mitocondri s'incoutrano sompro anclie nelle cellule sessuali maschili e talora aucho in cellule somatiche ? Inoltre i risultati delle belle ricerche di Koltzotf e di quelle recentissimc di Mewcs sulla divisione degli spei'matociti nelPApe mal si conciliano colle idee di Russo; I'ipotesi di Koltzoir che i mitocondri rappresentino element! lormativi della cellula, ai quali spetterebbe il compito di costituire uno sclieletro solido nella raedesima, sembra per il memento la piu verisimile ed il lore comporta- mento nella mitosi illustrato da molti Autori, ma piu completamente che dagli altri da Mewes, tenderebbe a confermare quelKipotesi. Levi. 13. Trinci G. — Cellule cromallini e « Mastzellen » nella regione cardiaca dei raaramiferi. — Estr. d. sessioni della R. Acc.d. sc. d. Isl.di Boluyna, Aw Accad. 1906-7, 12^ sess., 26 maggio 1007. L'A., lacendo punto di partenza da un lavoro di Schwartz in cui e dimo- strata, nella regione cardiaca del topo, la presenza di particolari « cellule gra- nulose », si propone di ricercarese le medesime siano in realta da identiticarsi con le « .Mastzellen » di Ehi'lich, secondo quanto ha dubbiamente espresso lo SchAA-artz stesso, o seppuro non rappresentino element! cromatlini, come potreb- be supporsi in seguito alio osservazion! d! Giacomini e di Kose nel cuore dei Petromizonti e degli UccelU, favorevoli ad una simile ipotes!. Nella regione cardiaca dei JMammileri sottoposti alia ricerca I'A. i-iconosce Tesistenza di « Mastzellen » tipiche piii o meno abbondanti secondo le specie, conlermando cosi la dubbia asserzione di Schwartz. Gontemporancamente dimo- stra che, secondo le prevision!, in stretto rapporto con i gangli e nervi simpa- tici del plesso subpericardiale, esistono numerosi deposit! di tessuto cromatline sotto forma d! cellule isolate, di nidi e di aggregati d! nidi. Le proprieta mor- fologiche e citologiche di tali giacimenti cori'ispondono in tutti i particolari a quelle descritte da Kohn per i paragaugli carotic! dei Mammileri stessi. L'A. prende inline occasione da! suoi report! per rilevare come le « .Mast- zellen » e le cellule cromalfmi, essendo entrambe devolute, secondo il parore do! piii, ad una funzione secretrice e nello stesso tempo caratterizzate da una larga distribuzione neirorganismo, vengono a costituire una speciale calegoi-ia di olementi gliiandolari distinguibili sotto la comune designazione di « dillusi »; nella quale categoria sono Ibrse da annoverars! anche altri dementi muiiiti ill analoglie proprieta. 14. Paladino G. — Nuovi studii sulla ]ilacentazione della donna. — Altid. U. .We. Med.-chirug. di Napoli, n. 1, IV Uiv. Conclusion! riassuntive : i) Per orientarsi suirannidameulo dell lutvo neU'utero della donna biMigna - 214 - innanzi tutto definirc lo stato dclla mucosa uterina ncl momcnlo delFarrivo dol- I'uovo fecnndato, e contempoi-aneamcnlo toner prosonte clic il raatei'iale compa- rativo di studio dcbba utilizzai'si cum (jrano salts, ricordandosi cho alia placen- tazione dclla douua non puo esteudersi quello cho si osserva in questo o quel gruppo di raammiferi. 2) Pel fatto clio i fenoraeni, che si svolgono nclla sfera genitale al tempo dcH'ovulazione e della fecondazione, sono fenoraeni in massima associati c non subordinati, cosi la mucosa uterina si trova gia preparata, cioe di aver subitn prolbndi eangiaraenti, di essersi trasCorraata in clecidua, la quale non e punlo una Ibrmazione uniforme. 3) Lo schema della decidua umana tale quale lo si continua generalmente a rilenere e interamente errato. Confermo oggi quanto ho di gia dimostrato die per la decidua della douna non vi ha parteeipazione di sorta ne Tepitelio di rivestimento, e ne Tepitelio glandolare. L'epiteho superticiale cade e con esso quello che riveste il prime tratto dei tubi glandolari, mentre il resto dell'epi- telio glandolare si distrugge gradatamente in sito durante che le glandole si slormano e come tali si annullano. 4) Coiiteraporaneamente migrano nello stroma della mucosa cellule linfoidi in grande quantita, le quali aumentano serapre piii di numero ed in parte an- che in diraensione trasformandosi in cellule decitluali, cioe a dire cellule polie- driche, fusiformi, irrogolarmente triangolari e tutte con un florido nucleo e con ricco protoplasma. Intramezzate alle cellule deciduali si trovano disseminate da pertutto cellule linfoidi, pero accumulate in cospicua proporzione in certi punti, sia della caduca sercttina, sia della eapsularis, sia delle gittate che partono dalla capsula deciduale verso il corion. Molte di tali cellule linfoidi hanno nucleo polimorfo, altre sono linfociti o e tra questi non raancano normoblasti o globuli rossi nucleati. 5) II punto della decidua ove si arrestera Tuovo non e punto determinate, c quindi il lavorio deciduale e molto esteso ed in dati casi assolutamente esu- bcrante, com' e appunto il case da me studiato e riprodotto nella flgura 6. 6") L'uovo fecondato nella donna non si annida ne direttamento nel carum uteri e ne nella spessezza della mucosa dope aver traversato Tepitelio, ma in cambio si ferraa in una sinuositd della decidua, che e la mucosa profondaraente trasformata. I bordi dell' insenatura concrescono, s' innalzano, si raggiungono e si fondono da non lasciarvi traccia. Non pochi parlano come mezzo di chiusura di un turacciolo librinoso od addirittura di un coagulo sanguigno, ma con ogni probabilita in simili casi si deve trattare di un fatto abnorrae e di concresceuza non completa della eapsularis. 1) Al pari della decidua eapsularis la caduca vera ha la struttura soprac- cennata. 8) II corion dell'uovo umano gia al 13" o 14" giorno e fornito di villi piii 0 mono ramificati su tutta la sua superttcie. L'asse dei villi e di connettivo lorma mucosa, o tra gli ordinari elementi di questa spiccano alcune cellule ro- tonde con protoplasma reticolato e ricche di granulazioni acidotilc. Dalla seconda settiraana in i)oi sono forniti di vasi contenenti corpuscoli rossi c qualche corpuscolo bianco del sangue. 9) II rivestimento epiteliale dei villi e di due strati : il profondo ed il super- flciale, sinciziale o plasmodiale anchc detto. Questo proviene da quello ed en- trambi derivano daU'ectoblasto e quindi dal raatcriale di segmentazionc. Dope - 215 - la positiva dimostrazione da me data della caduta dcU'epitclio uterino e della nessuna partecipazione sua alia fonnazione decidiialo, si e resa insostenibiio la derivazioue di esso dallo strato sincizialo. 10) Secondo Ic mie ossei'vazioni dove nello strato di Langhaiis e nolle cosl dette colonne cellulari vi si trovano stadii diU'eronti di mitosi, nello strato sin- cizialo 0 relative gemrae vi e una spiccata moltiplicazionc amitotica dei nuclei, clie per scissione ineorapleta forraano catene piii o mono lunglie. 11) La formazione a scopetta no'u si trova daportutlo sullo strato sinci- zialo, 0 no manca, come pure e sostenuto da alcuni. Nei tratti ove si trova si puo accompagnare col sincizio divenuto alveolare, per cui questo strato acqui- sta un maggior grado di coesione e contemporaneamento la possibilita di iso- lare lo correnti esterne moitiplicandolo ed accrescondo la tensione di superlicie. 12) Nou e piu il case di ripetere clie i villi si attaccano alia docidua ap- profondandosi in essa, e raolto meno nelle glandole della mucosa ^ uterina. In cambio Tinnesto dei villi avviene sulla superflcle della decidua oppure su qual- cuna delle rare propaggini die questa raanda verso il corion. Nol punto di at- tacco il villo porde lo strato sinciziale, mentre gli elementi dello strato di Lan- ghans si raoltiplicano per mitosi si da formare dei veri cumuli o colonne cellu- lari. Alia sua volta la decidua non resta inditterente, ma aumonta la sostanza intercellularo, si addensa, le cellule s' impiccioliscono, quasi si avvia a trasfor- marsi in forma connettivale compatta, allinc di fornire punti di maggiore resi- slenza agli elementi superticiali dei cumuli anzidetti. 13) Non e da confondersi, come del resto alcuni pur lanno, il Irofoblasto, la Irofosfera, il Irofosponyio con Vembriotrofo nel sense di Bonnet. U trofolila- sto e la trolbsfera non possono identiricarsi coirombriotrolo ne per la coslilu- ziono istologica e ne per la gencsi, ed alia sua volta il trofoblasto limitato ad iudicare lo strato sinciziale non pad comprendore la trofoslcra clio e molto dif- feronte del pari per costituzione e per gcnosi. 14) Gli spazii intervillosi non sono ne vasi preesistonti o ne vasi neoformati dilatati, e neppure sono spiegabili cogli altri schomi ammessi dai ' differenti os- servatori. Per me gli spazii intervillosi inizialmente non sono altro so non i re- sidui della camera incubatrice o spazio intercedente tra il corion e la capsula decidual©, risultanto dalla decidua basalis o dalla rillossa. Tale spazio e solcato in direzione opposta dai villi del corion o dalle rare propaggini della decidua. Dopo I'attacco dei villi alia docidua, gli spazii interraodii rostano in comunica- zione tra loro, ma chiusi tra il corion e la capsula deciduale. La comunicazione tra i vasi deciduali e gli spazii intervillosi non e precoce come generalmente si ammette. Secondo le mie osservazioni al prime mese non e ancora avvenuta. 15) Gio del resto e in porfetto accordo col prime loro contenuto, die non e sangue come generalmente si ammette. D' altra parte se dall' inizio si stalnlisse tale comunicazione sarebbe questa una condizione gravemonte nociva pei- la continuazione del processo gravidico e p^r I'attacco dei villi alia decidua, im- pedilo dair irrorapere del sangue sgorgato dai vasi malorni. 10; II prime contenuto degli spazii intervillosi. clio non e da conlondersi ne coU'embriotrolb e ne col latto uterino dei pachidormi, cousiste in cambio con un materiale complcsso prodotto direttamente dalla ncolbrmazione deciduale, una einoiinfa sui generis, in cui tra una massa granulosa o qua e la i-eticolala coii- vergono gli elementi linlbidi della (^aduca, tra i (juali alcuni normoblast! o cor- — 216 — puscoli rossi nucleati, ed i prodotti della profonda istolisi che invade parte delle deciduali e tutto I'epitelio delle poche glandole che sfacendosi non hanno perduto aiu'ora la eomunicazione colla camera incnbatrice. Inoltre si trovano sezioni delle gcmmo siiiciziali, o proprio queste in toto che si sono staccate dal sincizio. 17) L'ufficio del conteniito anzidotto e della piii alta importanza, perche serve sccondo me a fornire il prirao nutrimonto all'embiione avanti lo sviluppo della cifcolazione allantoidea. II compito di sopperire al bisogno di nutrimento deU'era- bdone affldato al contenuto della vescica ombelicale se e vero per i sauropsidi ecc. va erroncamente esteso ai mammilbri come io ho ripetutamente sostenuto coi mioi lavori. 18j Le collide gigautescho provengono da ditferenti sorgenti, ma le piii gene- rali sono la aool'ormazione deciduale e secondo me le flbro-cellule muscolari sia dei lasci che corrono nello stroma della mucosa uterina, sia dei fasci piu pro- Ibndi della tunica muscolare. Quelle provenienti dalle cellule deciduali si sviluppano dai primordii della placentazione, e devono contribuire alia produzione del nuovo sangue o dei nuovi vasi deciduah. 19) E stato facile per tanto tempo contentarsi a ritenere lo scambio ma- teriale tra la madro e I'embrione quale un puro fenomeno osmotico, ed a con- sidorare la placenta quasi un organo dializzatore, un liltro deputato ad attrarre 0 separare gli elementi del sangue matcrno per metterli in servigio dello svi- luppo deireral)rionu. Intanto lo scambio matoriale tra I'embrione e la madre non avviene per tutto il prime periodo tra il sangue embrionale ed il materno, ma invece tra i villi coriali e la decidua e propriamente tra W rivesiimento sinciziale dei villi coriali ed il primo contenuto dcgli spazii intervillosi, onde ne sorge die tra I'uno e Taltro si avvera una I'unzione complessissima, un vero fenomeno di sim- biosi, per cui se I'embrione respira e si approvvigiona di nutrimento dalla ma- dre, contemporaneamente le da coi prodotti di disassimilazione del sue meta- bolismo elementi morfologici e chimici inservienti a spiegare i fatti sin' ora in- coinprensibili della telefonia o di trasmissione a cosi di)'e riversiva di carattori erodilarii dall'embrione alia madro, nonche di trasmissione di germi morbosi inlbttanti da quello a questa, germi arrivati nell'embrione col zooperraa. 20) I vettori di questi germi sono le isole di pi^oliferazione sinciziale, le quali si distaccano e migrano nelle vene profonde della decidua e quindi nel tori'ente circolatorio materno, che le porta aU'ovaja e ad altri organi. 21) La funzione del sincizio e complessissima e quello che crroneamente si e ripetuto per esse ricorda in qualche guisa quanto si amraiso per I'epitelio in- tcstinale dopo gli studii iniziali sulla osmosi. NOTIZIE Necrologio. — Annunziamo con vivo cordoglio la morte del Ghiarissimo Prof. Pietro l*aTesi, ordinario di Zoologia nella R. Univei-sita di I'avia. Di iui e della sua opera scientilica sara detto nel prossimo numero. CosiMo Gheuubim, Amministratore-responsabile. Pirenze, 1907. — Tip. L. Niccolai, Via Faeiiza, 44. Honitore Zoolopo Italiano (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana DIRKTTO DAI DOTTORI GIULIO GHIARUGI EUGENIO FIGALBI Prof, (li Anatomia uniana Prof, di An.'itoniia coi;i|i. e Zoologia nel K. Istitiuo diStiidt Super, in Kirenze nella K. Universita di Pisa Ufficio di Direzione ed Amministrazione: Istituto Atiatomico, Firenze. 12 numeri all'anno — Abbuonamento annuo L- 15. XVIII Anno Firenze, Settembre-Ottobre 1907. N. 9-1 0. SOMMARIO: BiBLlOGRAFiA: Pag. 217-234. CoMUNicAZioNi ORiGiNALi: Carazzi D., Artefatti, pigmento e vacuoli nelle cellule del gangli spinali di mammiferi. (Con 1 tav.). — Russo A.., A pro- posito di una critica ad una mia Nota preliminaro dal titolo « Sail' oi'i- gine del mitocondri e sulla Ibrraazione del deutoplasraa neU'oocitedi alcuni Mammiferi ». — Levi G-., Risposta al Prof. Achille Russo. — Pag. 235-250. Necrologia: Pietro Paves i. — Pag. 250-253. Sunt: e Riviste: 15. Sterzi G., II sistema nervoso centrale dei vertelirati. Ri- cerehe anatomiehe ed orabriologiche. — 16. Oivalleri -A.., I rauscoli leva- tores (jlanclulae ihyrdoideae. — 17. Cesa-Kianchi D., Gontributo alia conoseenza dei fenomeni di seereziono della cellula luteinica. — Pag. 253-256, Notizie: Pag. 256. Avvertenza Delle Comunicazioni Originali che si pubblicano nel Monitore Zoologico Italiano e vietata la riproduzione. BIBLIOGRAFIA Si da notizia soltanto dei lavori puhblicati in Italia. B. - PARTE SPECIALE II. Protozoi. Battaglia Mai'io. — Trypanosoma Vespertilionis. — Ricerehe fntle nel Lahorn- lorio di Anal. norm, della R. Univ. di Roma, Vol. 1'2, Fasc. 1, iqi. .'>-'> t con 2 lav. Roma, 1906. B[ertarelli K.|. — Lo recenti scoperle sui parassiti ematici e i concetti Jilogc- netici modcrni sugli emoparassiti. — Rir. Igiene e Sanild pulihlica. An. IS, N. .V, 2>1>- 05-G9. Torino, 1907. Comes 8. — L'appai'ato cromidiale delle Grcgarine nolle sue rclazioni col nn- cleo: nota i)relim. — Roll. Sedute Ace. (iioenia Sc. nal. CaUmia, Faxc.9:i, Marzo 1907, pp. 21-28. Catania, 1907. - 218 - Enriques Paolo. — U daalismo nuclcare negli Infusori e il suo signiflcato morrologi(>o e funzioiiale. — liioloyica. Vol. i, N. 17, pp. 325-351. Torino, 1907. Enriques P. — Delle coudizjoni die determinano la coniugazione negli Infusori e del diftei-enziamento sessuale nei Vorlicellidi. — Bologna, tip. Noe 1906 8», 2W- GO. Garg'iulo Ant. — I Protisti nello acqiie stagnanti dei dintorni di Locce. — Riv. ital. Sc. nat, An. 27, N. 7-8, pp. 71-76. Siena, 1907. (Continua). Marzocchi Vittorio. — Sul cosidetto microsporidio poliedrico del giallume del Borabyx mori : nota prev. — Giorn. Accad. MecUcina Torino, An. 70, N. 7-8, p)p. 382-384. Torino, 1907. Pace Domenico. — Parassiti e pseudoparassiti della cellula nervosa: appunti preliminari di parassitologia cornparata del nevrasse. — Tommasi, An. 2, N. 19, pp. 433-436. Napoli, 1907. Patella Vineenzo. — I. La raicrochiraica e lo stato cadaverico dei mononucleati nel sangue. 11. Protozoi (iagellati e corpuscoli di Kurlotf-Demel nei mono- nucleati del sangue della cavia. — Riforma medica. An. 23, N. 8, pp. 198- 204 e N. 9, JW- 229-236. Napoli, 1907. Patella Vineenzo. — Corpi di Kurloff-Demel in alcuni mononucleati del sangue della cavia e protozoi diflagellati epiglobulari. — Atti Accad. Fisiocritici Siena, An. Accad. 216, S. 4, Yol. 19, N. 5-6, pp. 173-222, con figure. Siena, 1907. Patella Y. — Protozoi llagellali e corpuscoli di Kurlott-Dorael. — Atti Accad. Fisiocyntici Siena, Proc. Verb., An. 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Alba Fasciolo. — Gonsiderazioni bibliografiche sulle anoraalie dei Gestodi. — Alii Soc. ligustica Sc. nat. e geogr.. An. 17, Fasc. 1-2. Genova, 1906. Alessandrini Giulio. — II Botriocephalus latus Bremser, nella Provincia di Roma. — Boll. R. Accad. med. di Roma, An. 32, Fasc. 7-8, pp. 491-499. Roma 1906. Breazzano Antonio. — Sul rostello delle Davainee. Gontributo alia morfologia del rostello (1901). — Lavori fatli ncll'lst. di Anal. comp. d. R. Unii\di Napoli, Ser. 2, Vol. 1, Napoli 1907 . ppj. 8, con lav. Vedi anchc : Alii d. R. Ace. d. Sc. fis. e mat. di Na2)oli, Ser. 2, Vol. 11, N. 3. - 219 - Cerruti Attilio. — Di un tenioide (loH'Alauda arvensis con riguardo spociale ad un organo parauterino (1901j. — Lamri falli ncW Ist. di Anat. comp.d. R. Univ. di Napoli, Ser. 2, Vol. 1, Najioli 1907, 2^p. 8, con tav. Yedi anche : Atti d. R. Ace. d. Sc. fis. e mat. di NajJoU, Ser. 2, Vol. li, N. 6. Drago Umberto. — Azione speriraentale dei succhi digerenti suH'invokicro dolle ova di alcunc Tenie. — Mem. Accad. Gioenia Sc. nat. Catania, An. 83, 1006, Ser. I, Vol. 19, Mem. [[I di pjx 16. Catania, 1906. 8. SiPUNGULim. , Semia Angolo. — Sulla struttura di alcuno larve (Pelagosphaora) di Sipunculidi. — Raccolte plancloniche falte dalla R. Nave Liguria net viaggio di circwu- navigazione 19031905, Vol. 1, Fasc. 1-2. Firenze, 1906. 10. Nematodi, Desmoscolecidi, Ghetosomidi. Ale sandrini (iiulio. — Sopra una cpizoozia ne' piccioni da Hetorakis maculosa Rud. Con tav. XII. — Annali Igiene sperim.. Vol. 17, N. S., Fa.sc 3, PI). 323-329. Roma, 1907. Alessandrini Giulio. — Nuovo caso di Fiiaria conjunctivae Add., parassita del- I'uomo. — .1/. Z., XVIII, 5-6, 125. Cinotti Felice. — Su di un caso di Fiiaria raedinensis nel cane. — Vedi M. Z., XVIII, 5-6, 125. IsoIp D. — Nuovo ospite dello sclerostoma equino. — Atti Soc. ligustica Sc. not., An. 17, Fasc. 1-2. Genova, 1906. Marzocchi Vittorio. — Sulla penetrazione delle larve mature dcirAnguilluIa intestinalis attraverso la cute. — Giorn. Accad. Medicina Torino, An. 70, N. 1-2, pp. 3-13. Torino, 1907. Vallillo Giovanni. — Un'osservazioue> suIl'Eustrongylus gigas. — Clinica vete- rinaria, Ser. pratica, An. 30, N. 17, pp. 271-280, con fig. Milano, 1907. 14. Anellidi. Cogn=tti De Martiis Luigi. — Nuovo contributo alia conoscenza della Drilo- launa neotropicalo. — Atti d. R. Ace. d. Sc. Torino, Vol. 42, Tot^ino, 1907. Estr. di pp. 11, con tav. Pierantoni ULraberto]. — Forme larvali anomalo nello sviluppo del Saccocirrus. Milano, tip. d. Operai, 1907. Estr. d. Atli del Congresso d. Xatirralisti Italiani {Milano 1906), 2>1'- 8 con figg. Pierantoni Umberto. — II genere Saccocirrus Bobretzky e le sue specie. . Con tav. — Annuario d. Museo Zool. d. R. Univ. di Napoli, Nuova Ser., Vol. 2, N. 18, pp. 12. Pierantoni U. — Organi gcnitali c glandolc salivari nei Protodrili. — Boll. Soc. Naturalisti Napoli, An. 20, S. 1, Vol. 20, 1906, pi>. 153-157, con figure. Napoli, 1907. VII. Artropodi. 1. SCRITTI GENERALl 0 SU PIU CHE UNA DELLE CLASSI. Stefani (de; Perez T. — Breve dcscrizione dei Zoocecidi siciliani sino ad oggi conosciuti. — Naturalista Sieiliano, An. 18, N. 7, pp. 16016S <■ -V- <*>', pp. 178-191. Palermo, 1906. Continuaz. e fine. - 220 - 5. Aracnidi. Police Gesualdo. — Ricerche sul sistema nervoso dcirEuseorpius italicus (1900). — Lavori fattl nell'Ist. di Anat. comp. d. R. Univ. di Najjoli, Ser. 2, Vol. 1, Napoli 1907, pp. 12, con tav. Yedi anche : Afti d. R. Accad. d. Sc. fis. e mat. di Napoli, Ser. 2, Yol. 10, N. 7. 6. Crostacei. Brian Alessandro. — Descrizione di un Gopepode parassita del pesce Rombo. — Riv. ital. Sc. nat., An. 26, N. 11-12, pp. 125-127. Siena, 1906. Ninni Erailio. — Albinismo parzialc di due Garcinus moeuas e di Grangon vul- garis. — Boll. Naturalista, An. 26, N. 8, pp. 76-77. Siena, 1906. Biggio G. — Rinvenimento di Macruri nuovi pel mare del Gompartiraento marittirao di I'alormo e pel Mediterraneo. — Naturalista Siciliano, An. 18, N. 7, pp. 151-160 e N. 8, pp. 170-178, con fir; are. Palermo, 1906. Continuaz. e fine. 8. MiRIAPODI. Depoli Guido. — Analisi dei Miriapodi coraponenti la fauna Fiumana, — Riv. ital. Sc. nat, An. 27, N. 3-4, pp. 23-27. Siena, 1907. (Coniinua). 9. Insetti o Esapodi. a) Scritti general! o su piCi che uno degli ordini — Gontribuzioni alia conoscenza degli Insetti dannosi all' olivo o di quelli che con essi hanno rapporti. — Boll. d. Labor atorio di zool. gen. e agraria • d. R. Scuola Sup. di AgricoUura di Portici, Vol. 2, Poriici 1907. Estr. di pp. 82. Contiene : Martelli G. — Note dietologiche sulla raosca delle olive. Silvestri F. — Generazioni delta mosca dellc olive. Silvestri F. (In collaborazione con G. Martelli e L. Masi). — Sugli irac- notteri parassiti ectofagi della mosca delle olive lino ad ora osservati nel- ritalia raeridionale. Gon flgg. Brunelli G. — Sulla distruzione degli oociti nelle rcgine dei Termitidi infotte da Protozoi ed altre ricerche sull'ovario degli Insetti. — Atti Accad. Lincei, CI. Sc. fis. matem. e nat., Rendic, An. 103, S. 5, Vol. 15, Sent. 1, Fasc. 1, pp. 56-62. Roma, 1906. Coniglio Fanales G. — Prime contribute alia conoscenza della Fauna entomo- logica di Galtagirone: nota I. — Naturalista Siciliano, An. 19, N. 6-7, pp. 130-134. Palermo, 1907. Figuier L. — Vjta e costumi degli animah : GF insetti. ll'»^ edizione ital. con note 0 aggiunte. — Milano, edit. Treves, 1907, 8" fig. pj). .tvJ-626. Monti Rina. — Sul sistema nervoso degli Insetti. Gon tavola. — Atti Accad. Fisiocritici Siena, An. Accad. 216, S. 4, Vol. 19, N. 4, pp. 85-97. Siena, 1907. Pierantoni Umbcrto. — Osservazioni sul parassitismo esercitato da un Imenot- tero su di un Alidc degli agrumi. (Aphidius aurantii n. sp. e Toxoptera aurantii, Fonscol). — Napoli, Cooj^erativa tipografica, 1907. Estr. d. Atti d. R. Jstituto d' Incoraggiamento di Napoli, Ser. 6, Vol. 4,pi).8, con tav- '-) Architteri o Pseudoneurotteri e Mallofagi Brunelli G. — Vedi in queslo N. e p. - 221 - Ribaga Gostantino. — Copoognati nuovi. — Redia, giornale di Entomologia, Ynl. I, Fdsc. I, pp. 181-1S9 con I fig. e I tav. Firenze, 1907. Sandias Andrea. — Alcune ricerche sui Termitidi. — Riv. ital. Sc. nat., An. '26, N. 11-12, pp. 121-125; An. 27, N. 1-2, 2)p. 7 -11. Siena 1906 e 1007. Continua. d) Ortotteri. Pierantoni Umberto. — Contributo alio studio del sistcma norvoso stomato-ga- strico degli ortotteri saltatori (1900). — Lavori fatti neU'Ist. di Anal, comp. d. R. Univ. di Napoli, Ser. 2, Vol. 1, Ndpoli, 1907, ptp- 8, cun tav. Vedi anche: Atti d. R. Ace. d. Sc. /Is. c mat. di Napoli, Sa: 2, Vol. 10, X. 10. e) Rincoti o Emit'eri, e Fisapodi o Tisanotteri. Franceschini Felice. — Sulla prclesa antica presenza in Italia della Diaspis pen- tagoua. — Aiti Soc. Hal. Sc. nat. e Museo civ. St. nat. Milano, Vol. 45, Fasc. 1. Milano, 1906. Guercio (Del) G. — Intoruo ad alcune nuove divisioni del geucre Aphis Linne. — Redia, gioi'iude di Entomologia, Vol. 4, Fasc. 1, pj). 190-192. f) Coleotteri e Strepsitteri. Amore (d') Fracassi Antonio. — Una rettitica ed una sinonimia. — Natvrali- sta Siciliano, An. 18, N. 9-10, p)p. 193-194. Palermo, 1906. Amore (d') Fracassi Antonio. — Una nuova specie appartenente al genere Ru- dipnus. — Xaturalista Siciliano, An. 18, N. 9-10, pp. 198-200. Palermo, 1906. Amore (d') Fracassi Antonio. — Una nuova specie appartenente al geucre Po- lydrosus Germ. subg. Metallites Germ. — Xaturalista Siciliano, An. 19, X. 8-9, pjp. 161-163. Palermo, 1907. Amore (d') Fracassi Antonio. — Gen. Golpotus Muls. et Rey. (Opusc. entora. IV. Paris. 1853). Tavola sinottica e descrizione delle specie appartenenti alia fauna curopea, caucasica e circuraraediterranea. — Xaturalista Siciliano, An. 19, X. 8-9, pp. 177-199. Palermo, 1907. Bolasco G. — Caccia all'Agrypnus notodonta Latr. — Xaturalista Siciliano, An. 18, X. 11-12, pp. 258-260. Palermo, 1906. Coniglio Fanales G. — Di un caso d'accoppiamento noi Coleotteri fra specie diverse. — Xaturalista Siciliano, An. 18, X. 9-10, p. 220. Palermo, 1906. Fiori A. — Una breve escursione in Sicilia. — Xaturalista Siciliano, An. 18, N. 9-10, pp. 200-211. Palermo, 1906. Fiori A. — Alcuni Mastigus Latr. raccolti presso la stazioi:e di Chicuti-Sorra Capriola, nelle Puglie. — Xaturalista Siciliano, An. 18, X. 11-12, pp. 242- 246. Palermo, 1906. Fiori A. — Alcuni appunti sugli Apiiudius Lin. d'ltalia. — Xaturalista Sici- liano, An. 19, X. 6-7, pp. 113-125. Palermo, 1907. Ganglbauer L. — Mathinus marginicoUis n. sp. — Xaturalista Siciliano, An. 19, X. 3-5, pp. 49-50. Palermo, 1906. Ganglbauer L. — Die Malthodes aus der Gruppo des nigriceps iMuls. - Xatu- ralista Siciliano, An. 19, X. 3-5, pp. 50-55. Palermo, 1906. Grandi Guido. — Osscrvazioni sulla variabilita delle Lampyris. Con lav. — Xa- lurtdista Siciliaru), An. 19, X. 8-9, pp. 163-173. Palermo, 1907. - 222 - Griffini Acliillo. — Studi sui Lucanidi. II (Sull' Odontolabis Lowei Vavr.). — Atti Sor. itdJ. Sc. nat. e Micseo civ. St. 7iai. Milnno, An. -15, Fasc.2.Milano, 1906. Kerremans Gh. — Materiali per lo studio della Fauna critrea raccolti nel 1901-3 dal dott. Andreini. Ill Buprestides. — Bollettino della Soc. Entomologica italiana, An. 38, (1906), frimestri 1-2, pj). 91-104. Firenze, 1907. Leoni Giuseppe. — I Goniatus italiani. — NaturaUsta Siciliano, An. 19, N. 3-5, pp. 75-81. Palermo, 1906. Leoni Giuseppe. — L'Amara equestris Duft.- e I'Araara sicula Dej. — NaturaU- sta Siciliano, An. 18, N. 9-10, pp. 195-196. Palermo, 1906. Leoni Giuseppe. — Revisione critica delle specie del gen. Pygidia Muls. — Na- turalista Siciliano, An. 19, N. 6-7, pp. 142-150. Palermo, 1907. Morseletto F. — Su di una notevole scarsita di Lucauus cervus ed Oryctes grypus dovuta a insetti parassiti. — Boll. NaturaUsta, An. 26, N. 1, pp. 2-3. Siena, 1906. Pic Maurice. — Hylophilus nouveau des lies du Gap vert. — Annali del Mu- seo civico di St. Nat. di Genova, Ser. Ill, Vol. 2, (12), pp. 234. Genova, 1905-906. Pic Maurice. — Un nouveau Malacodcrrae de Sicile. — NaturaUsta Siciliano, ■\7i. 18, N. 9-10, p>p. 197-198. Palermo, 1906. Ragusa Enrico. — Gli Apion di Sicilia. — NaturaUsta Siciliano, An. 18, N. 9-10, pp. 211-218. Palermo, 1906. Ragusa Enrico. — Goleotteri uuovi o poco conosciuti della Sicilia. — Natura- Usta Siciliano, An. 18, N. 9-10, pp. 221-238 e N. 11-12, pp. 247-258 ; An. 19, N. 3-5, pp. 61-64. Palermo, 1906. Continua. Ragusa Enrico. — Catalogo ragionato dei Goleotteri di Sicilia. — NaturaUsta Siciliano, An. 18, N. ^11-12, JW- 260-287; An. 19, N. 3-5, pp. 104-112. Pa- lermo, 1906. Continuaz. continua. Reitter Eilraund. — Epuraea Ragusae nov. spec. — NaturaUsta Sieiliano, An. 18, N. 9-10, p. 219. Palermo, 1906. Reitter Edmund. — Gisurgus Ragusae nov. sp. — NaturaUsta Siciliano, An. 18, N. 11-12, p. 241. Palermo, 1906. Solari Angelo e Ferdinando. — Una nuova specie di Dichotrachelus della Sici- lia. — NaturaUsta Siciliano, An. 18, N. 11-12, pp. 246-247. Palermo, 1906. Vitale Francesco. — I Goleotteri messinesi. — Boll. NaturaUsta, An. 26, N. 1, pp. 1-2; N. 9, pp. 85-88. Siena, 1906. Continuaz. continua. Vitale Francesco. Noterelle di Goleotterologia sicula. — NaturaUsta sici- liano. An. 19, N. 3-5, pp. 64-75 e N. 6-7, pp. 125-130. Palermo, 1907. Conlinua. Vitale Fi-ancesco. — Osservazioni su alcune specie di Rincofori messinesi: nota IV. — NaturaUsta Siciliano, An. 19, N. 6-7, p)p. 135-112. Palermo, 1907. Continua. h) Imenotteri. Ducke AdoUb. — Secondo supplcmento alia revisione dei Grisididi dcllo State hrasiliano del Para. — Bullettino della Soc. Entomologica italiana, An. 38, (1906), trimestri 1-2, pp. 3-19. Firenze, 1907. Silvestri Filippo. — Sviluppo delFAgeniaspis luscicollis Dalm. Thorns. (Ghalei- didae): nota prelim. — AlU Accad. Lincei,Cl. Sc. fis., matem.enat., Rendic, An. 303, S. 5, Vol. 15, Sem. 1, Fasc. 11, pp. 650-657. Roma, 1906. - 223 - i) Ditteri Bezzi Mario. — Mosche ematofaghe. — Rendic. Istit. lomh. Sc. e Lett., S. 2, Vol. 40, Fa.sc. S, pp. 433- J60. Mild no, 1907. Corti Emilio. — Aggiunte alia Fauna ditterologica della Provincia di Pavia. — — Boll. d. Soc. Entomologica italiana. An. 38, (1906), trimestri 1-2, pp. 80-90. Firenze, 1907. Noe Giovanni. — Due nuove specie di Ditteri appartencnti ad un gencre nuovo [Mycterotypus]. — Archivio zoologico, Vol. 3, Fasc. 2, pp. 101-103, con 2 lav. Najxjli, 1907. Stefani (de) T. — A proposito della mosca olearia (Dacus oleae Rossi). I canoni del prof. Berlese. — Naturalista Siciliano, An. 19, N. 8-9. jjjj. 174-170. Palermo, 1907. I) Lepidotteri. Costantini Alessandro. — Material! per la fauna entomologica del Modenese e Reggiano. Nuove forme di lepidotteri. II Contribute. — Riv. ital. Sc. nat., An. 20, N. 11-12, pp. 135-138; An. 27, pp. 11-13. Siena, 1900 e 1907. Mariani Giuditta. — Fauna Valdostana: Lepidotteri. — Boll. Xaturalis/a, An. 20, X. 11, pp. 104-105. Siena, 1906. Polimanti 0. — Goulribution a la physiologie de la larve du ver a sole (Bom- byx mori) : Resume de TA. — Arch. ital. Biologie, T. 17, Fasc. 3, pp. 341- 372. Turin, 1907. Ragusa ?]nrico. — Note Lepidotterologiche. — Naturalista Siciliano, An. 18, y. 11-12, pp. 287-288; An. 19, N. 3-5, pp. 50-00. Palermo, 1900. Continua. Kocci Ubaldo. — Contribuzione alio studio dei Lepidotteri del Piemonte. — Boll. d. Soc. Entomologica ilaliana, An. 38, (1906), trimestyn 1-2, pp. 52-79. Firenze, 1901. Verity Roger. — Elenco dei Lepidotteri della Vallombrosa (Appennino toscano 8UU-9UU metri). — Boll. d. Soc. Entomologica italiana, An. 38, (1900), tri- mestri 1-2, pp. 20-51. Firenze, 1907. VIII. Ecliinoderini. Andeer Giovanni. — Sulla piastra calcarea circumoculare delle Astcrie. — Boll. Sedate Accad. Gioenia Sc. nat. Catania, Fasc. 93, Marzo 1907, pp. 28-29. Catania, 1907. RuBso Giuseppe. — Le cellule nutrici del tosticolo degli Echinidi: nota prel.— Boll, sedute Accad. Gioenia Sc. nat. Catania, Fasc. 94, Giugno 1907, pt-p. 34-38. Catania, 1907. IX. Molluschi. 1. SCRITTI GENEUALI O SU Pit) CHE UNA UELLE CLASSI. Bacci Pietro !•:. o Bernardi liio. — I Molluseiii. — Rir. ital. Sc. nat.. An. 20, A. 3-4, pp. 44-48; An. 27, X. 1-2, j,p. 11-17. Sic, /a 1900-907. Continuaz. Continua. - 224 - 3. Gasteropodi (Prosobraxghi, Eteropodi, Opistobranchi, Pteropodi, POLMONATi). Ariola (i. — Ricerclie sulla digostione delle Aplisie. — Atti Soc. ligustica Sc. nat. e (jeogr., An. 17, Fasc. 1-2. Genova, 1906. 5. Lamellibranchi, Acepali o Pelecipodi. Monterosato. — Concliiologia. Articolo sul Pecten operciilaris o sue forme. — Xado-alista Siciliano, An. 18, N. 7, pjx 115-151, am figg. Palermo, 1900. XII. Vertebrati. 1 1. P A R T E A N A T 0 M I G A. 1 Parte gknerale. Barpi Ugo. — Compoiulio cli anatoraia dcserittiva del cavallo, con accenni al- I'anatomia del bue, del majale, del cane: 2^ ediz. — Pisa, edit Guidi-Buf- farini, 1907, 16^, 2 volumi, pp. 439 e 291. Brucke G. — Bellezza e difetti del corpo uraano : traduz. di J. Perrod; 2-^ ediz. — To)'in(>, edit. Bocca, 1907, 8" fig., pp. 191. Corrado Gaetano. — Rapporti raetrici tra le varie parti del corpo fetale ed al- tre considerazioni in ordine all'identita (studio medico-legale ed antropolo- gico) (continuazione e line). — Giorn. Assoc. Napolet. Medici e Nalurali- sti. An. 15, 1905, Punt. 3-6, pp). 165-190. NajJoU, 1907. Mongiardino Teresio. — Manuale di Anatomia descrittiva comparala degli ' animali doraestici. Vol. II. — Torino, Unione tip.-editrice, 1907, 8" fig., PI). 559. 3. Apparecchio tegumentale. Ajutolo (d') Giovanni, — Sulla direzione anomala dei capelli. Con 1 tav. e 6 figure nel teste. — A7~ch. Psich., Neuropatol., AntrojMl. crimin. e Medi- cina legale. Vol. 28, S. 3, Vol. 4, Fasc. 3, pp. 310-319. Torino, 1907. Agostino (d') Francesco. — Sulle mararaelle soprannumerarie. — Tommasi, An. 2, N. 27, pp. 633-638. Napoli, 1907. Bruno Alessandro. — Sulla cariocinesi nelle cellule epiderraiche : contribuzioni istologiche [Anfibi]. — Boll. Soc. Naturalisti Napoli, An. 20, S. 1, Vol. 20, 1906, pp. 38-41, con tavola. Napoli, 1907. Gasti Giovanni. — Sui disegni papillari: alcune leggi sulla frequenza, sulla for- ma e sulle combinazioni dei disegni papillari delle dita delle raani, rilevati da una centuria di stranieri e da due centurie di individui dell'Italia media, uormali e delinquenti. — Atti d. Soc. romana di Antrupologia, Vol. 13, Fasc. 2, itp. 187-194, con figure. Roma, 1907. Marchi E. — Sulla organogenesi delle corna. — Boll, e Arch. Istit. Umhro Sc. e Lett., Sez. Sc, An. 1, N. 1. Perugia, 1906. 4. Apparecchio scheletrico. Benedetti Aloandro. - Del cranio e deU'encefalo di un ciclope (Sus s.). — Pe- rugia, Unione lip. coop., 1907, 8", pjp. 9, con 2 lavole. Cherie-Lignvere Massimo. — Ancora sui derivati del secondo ai'co liranehiale (cartilaginc di Reichert) nell'uomo adulto (normali, pazzi, delinquenti). — Arch. Antropol. e Etnol., Vol. 36, Fasc. 2, pp. 113-135. Firenze, 1906. - 225 - Fana Giulio. — L'esame istologico delle ossa nella distinzione di ossa uraano da ossa di animali. -- Giorn. internaz. Sc. med.. An. 20, Fasc. 4,j)p. If>~-lC>9, con tav. Napoli, 1007. Ghigi Alessandro. — Ossei'vazioiii anatoraiohe ed embriologiche sulla forma csterna e sullo sclieletro delle estremita nella Tostudo graeca. — Rendic. Sess. Accad. Sc. Istil. Bologna, N. S., Vol. 10 (1005-900), jj. 51. Bologna, 1006. Lanzi Luigi. — Le anomalie della pars raastoidea del temporale uraano, con la descrizione di un nuovo gruppo di anomalie e considorazioni sulla pars ma- stoidea normale. — Atti d. R. Ace. d. Fisiocritici in Siena, Anno ace. 216, Serie 4, Vol. 10, N. 1, ;jp. 00-120, con figg. Siena, 1007. Mannu Andrea. — Sui rudimenti della vertebra occipitale nel craino umano. — Atli d. Soc. Roiiiann di Antropologia, Vol. 13, Fasc. 2, jjp. 227-248, con figure. Roma, 1007. Paravicini Giuseppe. — Fossetta occipitale mediana in cranio idrocefalico. — Vedi M. Z., XVIII, 5-6, 125. Pittaluga Rosetta. — Studi osteologici suUe sciraie antropomorfe. — AUi Soc. roiuana Anlropologi.a, Vol. 13, Fasc. 2, pp. 155-185. Roma, 1007. Regalia E. — Sui nuraeri eccezionali di falangi dei piedi negli Uccelli. — Avi- cula., Giorn. omit, ital., An. 11, N. 113-114, j^P- 62-64. Siena, 1007. Staurenghi Gesare. — Gomunicazione preventiva di craniologia eomparata : fes- sura bregmatica lateralis in varie specie dei mammiferi. — Gazz. med. lomharda. An. 66, X. 5, pyp. 46-47. Milano, 1007 . Supino Felice. — II cranio dei pesci. — Roma, edit. Lux, 1007, 8" /ig., pp. ocJ-lOO. 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Grimaldi Achille. —La caccia nel 1906. — Avicicla, Giorn. omit, ital., An. 10, y. 101-102, pp. 72-73. Siena, 1906. Grimaldi Achille. — Ancora 11 passo dei Glieppi. — Avicula, Giorn. omit, ital.. An. 10, N. 97-98, pp. 14-15. Siena, 1906. Lanzi Luigi. — La Fringilla cisalpina e la Fringilla domestica. — A?5?"cwZfl, 6'?or«. omit, ital.. An. 10, N. 107-108, pp. 141-146. Siena, 1906. Leone (de) Niccola. — Strix flaramea Linn, a coloraziono anormale. — Au^cwZrt, Giorn. omit, ital.. An. 11, N. 111-112, pp. 30-32. Siena, 1907. Martorelli Giacinto. — Gli uccelli d'ltalia descritti popolarmcnte e ligurati. — Milano, edit. Cogliati, 1906, 8", in corso di p)uhblicazione. Martorelli Giacinto. — Straordinarie comparse di Uccelli. II Gabbiano di Ross (Rhodostethia rosea, Maggiliv.) nel Mediterraneo. II Gulbianco del deserto (Saxieola deserti, Riippel) in Lorabardia. — Avicula, Giorn. omit, ital.. An. 10, N. 99-100, pp. 35-36. Siena, 1906. Martorelli Giacinto. — Di alcune nuove apparizioni in Italia di Uccelli raigra- tori siberiani ed americani e dell' influenza del moto rotatorio della terra sulla direzione generale delle migrazioni. — Atti Soc. ital. Sc. nat. e Museo civ. St. nat. Milano, Vol. 46, Fasc. 1, pp. 1-30, con figure. Milano, 1907. Ninni E. — Sopra il Trinca canutus, L. nel Veneto. — Avicula, Giorn. omit. ital., An. 10, N. 105-106, pp. 109-110. Siena, 1906. Ninni Erailio. — Sopra una Ptilocorys cristata anomala nel becco. — Avicula, Giorn. omit, ital, An. 11, N. 109-110, pp. 1-2. Siena, 1907. Raggi Luigi. — Monogratia dei Rampicanti itahani. — Avicula, Giorn. 07-mt. ital.. An. 11, N. 111-112, pp. 39-46: N. 113-114, pp. 64-67; N. 115-116, pp. 91-93. Siena, 1907. Continuazione, continua. Ronna E — I Paridi italiani. — Avicula, Giorn. omit, ital.. An. 10, N. 99-100, pp. 37-40; An. 11, N. 109-110; pp. 12-19, N. 115-116, pj). 74-79. S,ena, 1906 e 1907. Continuaz. continua. Salvadori T. — Nota intorno alio stercorario raezzano (Lestris pomatorlnnus). Avicula, Giorn. omit, ital., An. 9, N. 95-96, p. 151. Siena, 1905. Stefani (de) Perez T. — Importante cattura ornitologica fatta in Sicilia. — Avicula, Giorn. omit, ital.. An. 9, N. 95-96, pp. 157-158. Siena, 1905. Sturniolo G - Gontributo alio studio degli Uccelli Siciliani rContniuaz. al con- iributo sullo stesso argomento di G. Zodda]. - Avicula, Giorn. omit, ital.. An. 9, N. 95-96, pp. 145-151; An. 10, N. 99-100, pp. 40-43; An. 11, N. 109-110, p)p. 9-12. Siena, 1905. 1906 e 1907. Continua. Untersteiner Ercole. - L'anno ornitologico al piede delle Alpi. - Avicula, Giorn. omit, ital., An. 10, N. 103-104, pp. 100-102. Siena 1906. (Continuaz. continua). Vallon G. — Escursioni ornitologiche nel Friuli. IV Serie. 1906. — Avicula, Giorn. omit, ital.. An. 10, N. 105-106, pp. 111-118; N. 107-108, pp. 129- 133; An. 11, N. 109-110, pp. 2-9; N. 113-114, pp. 54-62; X. 115-116, pp. 84-87. Siena, 1906 e 1907. Zodda Giuseppe. — Dell'attitudine raellisuga della capinera. — Avicula, Giorn. omit, ital., An. 11, N. 111-112, pp. 25-30. Siena, 1907. 7. Mammikeri Baldassarre Salvatore. — La razzabovina ;mto. — YediM. Z., XVIII, 5-6, 126. Berlant Renato. — II couiglio e le sue razze. — Vedi M. Z., XVIII, o-b, l~b. - 233 - Bianchini Arnaldo. — II Myoxus quercinus nell' Italia centrale. — Boll. Natu- ral ista. An. 27, N. 2, p. 9. Siena, 1906. Figuier L. — Vita e costurai degli aairaali : i mamraiferi. XVIII ediz. ital. — Milano, edit. Treves, 1907, 8", pj). .rj-651. Ghidini An?;iolo. — Micromaramiferi. Gome raccoglierli e conservarli. — Boll. Naturalista, An. 26, N. 5-6, pp. 52-55 ; N. 7, pp. 61-65. Siena, 1906. Lopez Gorrado. — II Myoxus quercinus Lin. e diffuso in tutta Italia. — Bull. Naturalista, An. 27, N. 5-6, lip. 48-50. Siena, 1907. Lucifero Armando. — Mammalia calabra: Elenco dei Mammiferi calabresi. — Riv. ital. Sc. nat., An. 26, N. 5-6, pp. 53-56; N.7-8,pp. 82-92; N. 11-12, pp. 127-134 ; An. 27, N. 5-6, pp. 45-55. Siena, 1906 e 1907. (Continuaz. continna). Pirocchi A. — Bovini e Oviui della Bosnia Erzegovina e del Montenegro. — ^ Vecli M. Z.. XVI n, 5-6, 126127. 8. Antropologia ed Etnologia Audenino E. — La mano : appunti antropometrici e antropologici. Gon tavolo. — Riv. sperim. Freniatria, Vol. 33, Fasc. 2-3, pp. 416-429. Reggio Emilia, 1907. Biasutti Renato. — A proposito dei caratteri cranici di una razza primitiva. — A7^ch. Antropol. e Etnol., Vol. 36, Fasc. 2, p)p- 165-173. Firenze, 1906. Blasio (de) A. — Appunti di Antropologia, ad uso dei licenziati dalle scuole norraali iscritti al corso di perfezionamento universitario. — Napoli, tip. Pierro, 1906, 8°, pp. 225. Cacciamali G. B. — A proposito di un recente libro su Greta [Mosso. — Escur- sioni nel Mediterraneo e gli sca\i di Greta]. — Riv. ital. Sc. nat.. An. 27, N. 7-8, lip. 65-71. Siena, 1907. Frassetto Fabio. — Grani antichi del contado di Garaerino (III e II secolo avanti Cristo). — Atti Soc. romana Antropologia, Vol. 13, Fasc. 2, pp. 195-225, con figure. Roma, 1907. Giuffrida Ruggeri V. — Garatteri sessuali di afflnamento e altre questioni antropologiche. — Arch. Antropol. e Etnol., Vol. 36, Fasc. 2, pp. 137-161. Firenze, 1906. Lombroso C. — Anoraalie in crani preistori('i. — Vecli M. Z., XVIII, 4, 83. Menabuoni Gino. — Gontributo alio studio delle macchie mongoliche bleu nei bambini ouropei. — Riv. Clinica Pediatrica, Vol. 5, Fasc. 1, pp. 19-25, run fig. Firenze, 1907. Mochi Aldobrandino.- — Dati craniologici sui Sande. — Arch. Antropol. ed Etnol., Vol. 36, Fasc. 2, pp. 175-187, con tav. Firenze, 1906. Niceforo Alfredo. — Ricerche antropologiche sulle classi \)0\QV(i.— Ratnazzini, Giorn. ital. Medicina sociale, An. 1, Fasc. 3, pp. 192-211. Firenze, 1907. Puccioni Nello. — Gli Indiani di Buffalo Bill. — Arch. Antropol. ed Etnol., VjI. 36, Fasc. 1, pp. 85-88. 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Acqua (DeW) A. — Filariosi del cane. — Vedi M. Z., XVIIl, 3, 02. Alessandrini Giulio. — Filaria conjunctivae Addario, parassita dell' uomo. — Vedi M. Z., XV III, 3, 03. Barnabo Valentino. — Azione negli animali dell'estratto di Taenia saginata. — Vedi M. Z., XVIII, 3, 02. Boeri Giovanni. — Le coordinate statiche del corpo uraano (Bergonie) nella clinica. I. U peso del corpo ed il segmento antropometrico (Bouchard). — Vedi M. Z., XVIII, 5-0, 123. Bosurgi Emilio. — Di un nuovo mezzo di distruzione doUe zanzare malariche. — Gazz. Ospedali, An. 28, N. 21, pp. 222-223. Milano, 1907. Celli A. — La malaria in Italia durante il 1906: ricerclie epidemiologiche e pro- Ulatticlie: riassunto. — Annali Igiene sperim.. Vol. 17, N. S., Fasc. o,p)p. 433-482. Roma, 1907. CondorelU Franeaviglia Mario. — IMignatta in trachea. — ^ed^ M. Z., XVIII, 3, 63. Plana Gian Pietro. — Esame microscopico delle feci per la ricerca di elminli. — Vedi M. Z., XVIII, 3, 02. 2. ZoOLOGIA APPLIGATA ALL'aGRIGOLTURA E ALLE INDUSTRIE. AlLEVAMENTI. GIARDINI ZOOLOGICI. ACQUARl. — Notizie di caccia; caccie e passaggi di uccelli, cattura di specie rare od avventizie, ed altre note ornitologiche, vedi in: Avicula, Giorn. omit, ital., An. 9, N. 95-90; An. 10, N. 97-98, 99-100, 101-102, 103-104, 105-100, 107-108, An. 11, N. 109-110, 111-112, 113-114, 115-116. Siena, 1905, 1900 e 1907. — Notizie di caccia e di pesca. Vedi in: Boll. Naturalisla, An. 20, N. A 2, 4, 8, 9, 10, 11; An. 27, N. 1, 2, 7. Siena, 1900-907. Barbieri Giro. — Pesca d'acqua dolce e marina. — Milano, edit. F. Vallardi, 1907, 10° pp. 198. Faelli Ferruccio. — Risposta ad una recensione ornitologica : Faelli F. Animali da cortile. (Manual! Hoepli: 1905). — Avicula, Giorn. omit, ital., An. 10, N. 97-98, pp. 9-14. Siena, 1900. GrififoU G. A. — Risposta al chiar. prof. A. Grimaldi intorno ad un mistero di caccia non ancora svelato. — Avicula, Giorn. omil. ital., An. 9, N. 95-90, j)p. 150-157. Siena, 1905. R. G. — Dalle raeraorie di campagna e di caccia (Cai)riolo). — Boll. Natura- lisla, An. 20, N. 2, pp. 15-18. Siena, 1900. - 235 COMUNICAZIONI ORIGINALI ISTITOTO DI ZOOLOGIA E ANATOMIA COMPARATA DELLA K. UNIVKKSITA DI PADOVA Artefattj, pigmento e vacuoli nelle cellule dei gangli spinali di mammiferi NoTA DEL Prof. DAY. GARAZZI (Gon tavola III). E vietata la riprodiizione. Alia fine del 1903 e sul principio del 1904 11 Rohde C) de- scriveva delle speciali formazioni nelle cellule dei gangli spinali della rana e del cane ed in quelle dei gangli cerebrali della Tethys leporina, mollusco marino ben note agli istologi per Tenorme vo- lume delle sue cellule nervose, talune delle quali visibili ad occhio nudo. Poco dopo il Goldschmidt e lo Schuberg C) nella recen- sione dei lavori del Rohde rilevavano ch'egli era caduto nel gros- solano errore di ritenere per vere formazioni endocellulari (battez- zandole con i nomi dx sfere, centrosomi e mitocondri) delle preci- pitazioni di sublimate adoperato come fissativo. II Rohde, nella risposta (^), confermava le precedenti osservazioni. Anche il Cesa-Bianchi riscontrava le stesse formazioni nelle uova e nelle cellule dei gangli spinali di parecchi mammiferi, e ne faceva oggetto di quattro lavori C) comparsi nel 1905 e nel 1906. Nella lunga discussione, svolta nell' ultima e maggiore pubbli- cazione, il Cesa-Bianchi ricorda le obbiezioni sollevate dal Qold- schmidt al Rohde e tien conto della descrizione di artefatti tro- {') Kohcle, E. Untorsuclmngeu iibcr den Ban der Zello. II Uober cigeuartige aus dw ZcUo waiiderudo « Spliiireu » uud « Centiosoiiion », ilire Entstoliuiig mid iliivu Zcrfall. in ZcU. wiss. Zool. 75, i>. 147, 1903. — III Die Entstelmng von Mitoclionibicn und Cliondioiuitcn aus tigcnaitigcu intra- iiud oxtrazelluliireu « Spliiiren » (Idiozonien) ibid. 70., p. 53, 1904. («) in Zool. ZeiUr. p. 542, 1904. (■') in Zool. Am. p. 359. v. 28., 1904. (') Cosa-Bianchi, dott. Dom. DuU'osiatenza di paiticolaii I'ormazioui noil' novo di alcuni luaniniit'eri. Boll. iSoc. Medica-Ohir. I'avUt, 24 pp., 1905. Lo stesso. Ueber dius Vorkoniuieu besonderer Gebildo in den Eiein niancher Siiugetiere. Archiv. mikr. Anat. Bd. 67. pag. C47-C79. 190G. Lo stenso. Di una paiticolariU di stniltma della ccllula nervosa dei gangli spinali. Monit. Znolo- gico ital. anno XVII. pag. C-IG, 1900. Lo utaiso. Le iuclusioui del piotoplasma della oelluli nervosa gangliaio. Aichiviu Aiuit. Jimbr. v. VI p. 40-128, 19U7. - 236 - vati nelle cellule dei gangli spinali dal Dahlgren, parecchi anni prima (*). Ma conclude escludendo T ipotesi, sostenuta dal Rohde, accettata deflnitivamente dal van der Stricht, die si tratti di sfere e di centrosomi ; escludendo del pari che possa trattarsi di parassiti o di artefatti ; e finisce con queste parole : " Riassumendo " ritengo che dalle mie ricerche risulti in mode indubbio che le for- mazioni descritte dal Rohde nelle cellule nervose della rana e dame nel protoplasma della cellula uovo e della cellula nervosa gan- gliare dei mammiferi non possono essere interpretate come analoghe al centrosoma ed alia sfera attrattiva nel sense degh Autori. II significato tuttavia di queste formazioni resta ancora completa- mente oscuro (p. 80). „ Quando comparve nel Monitore Zoologico la terza Nota del Cesa-Bianchi fui colpito da un'espressione, che mi parve dovesse spiegare il significato rimasto oscuro a questo Autore. S' intende bene che non pensai neppure di prendere sul serio 1' ipotesi del centrosoma e delle sfere sostenuta dal Rohde, e nei primi lavori accarezzata, benche non condivisa, dal Cesa-Bianchi. A pag. 14 di quella Nota preliminare si legge : " I corpi descritti si possono poi dimostrare senza colorazione alcuna giacche appaiono molto evident!, per la loro spiccata rifrangenza, osservando le sezioni sem- plicemente sparaffinate. „ Ora una spiccata ritrangenza diventava comprensibile ammettendo 1' ipotesi parassitaria ; e per vedere se essa era fondata, chiesi ed ottenni dalla cortesia dell' Autore, di esaminare qualcuno dei suoi preparati. Ma se lo studio di questi mi fece trovare qualche piccola differenza fra le figure disegnate nel terzo e nel quarto lavoro dal Cesa-Bianchi e quel che mostravano i pre- parati, non potei tuttavia farmi un'opinione ben chiara del problema e voUi procedere per conto mio a nuove ricerche con materiale diverse. Limitai I'esame a gangli spinali di Bos tmiriis, per la facilita di averne molti e freschissimi, e perche le notevoh dimensioni (spe- cialmente di queUi cervicah) permettono senza fatica di fame due od anche quattro pezzi. Cosi taghati, non solo vengono penetrati piii rapidamente dal fissativo, ma si prestano ad un esame comparative di uno stesso ganglio trattato con liquid! fissatori divers!. Di questi ne seels! quattro: 1) Soluzione satura di sublimate (') Dalhgren , Ulric. A Centrosome Artefact in the Spiual Ganglion of the Dog. Anat. Am. Bd. 13. p. 149-151, 1897. - 237 - neH'acqua con cloruro sodico; 2) Liqnido dello Zenker (liquido del Miiller cc. 100, sublimato gr. 5, ac. acetico glac. gr. 5) ; 3) Liquido del Flemming, debole ; 4) Formalina 20 % (formalina 1, soluzione flsiologica 4). Dopo una fissazione prolungata per 20-24 ore passavo dai primi tre all'acqua e poi all'alcool; dalla formalina, invece, di- rettamente all'alcool 97 o/o- Per il trattamento delle porzioni di ganglio fissate nei liquid! con sublimato diro piu avanti. Compiuto r imparaffinamento facevo sezioni in serie di 5 (/. Coloravo con liquido del Mann, o con Emateina di Apathy, o con Zaffranina, o col metodo Benda-Heidenhain all'ematossilina ferrica 0 con la miscela di Jenner, o col cloruro d'oro (Nachvergoldung) di Apathy. L'esame delle sezioni mi da costantemente questo risultato : quelle fissate nel liquido di Zenker presentano qua e la del corpi Rohde-Cesa-Bianchi ; quelle fissate con liquido del Flemming o con formalina mai. Quanto alle sezioni da pezzi fissati in sublimato saturo il risultato e completamente negative se i pezzi sono stati precedentemente trattati con alcool jodo-jodurato; e pure negative trattando le sezioni con quelle stesso alcool. Ma se I'eccesso di su- blimato e tolto sulle sezioni con la sola acqua jodata (senza joduro potassico) si osservano non raramente formazioni analoghe a quelle descritte dai due Autori. Ma per precisare le cose occorreva procedere sistematicamente all'esame delle sezioni, non solo prima della colorazione, ma anche prima del trattamento con alcool jodo-jodurato, riparando cosi ad una dimenticanza del Cesa-Bianchi, dimenticanza che fu la prin- cipale cagione del sue errore. Se il pezzo di ganglio fissate in li- quido di Zenker e state trattato con alcool jodo-jodurato prima di essere imparaffinato e poi se ne osservano le sezioni sparafflnate, passate nell'acqua e non colorate, allora i corpi del Cesa-Bianchi " appaiono molto evidenti per la lore spiccata rifrangenza „. Ma se si evita il trattamento preventive sul pezzo e si esaminano le se- zioni sparaffinate, passate nell'acqua e non ancora sottoposte all'a- zioyie dell'alcool jodo-jodurato, l'esame al microscopio mostra sulla superficie di sezione del corpi giallo-bruni, alcuni di forma irregolare ad angoli vivi, sparsi sul connettivo e fra i fasci di fibre, altri piu regolari, tondeggianti, nel soma delle cellule ganglionari. Esaminati a luce diretta assumono un colore giallo brillante, come quelli dc- scritti e disegnati dai Rohde (tav. XVll, fig. 15-18). Se allora si apre il diafrarama iride e si disegnano esattamente alia camera - 238 - chiara tutti i corpi giallo-bruni visibili nel campo del microsco- pio, e in seguito si toglie il preparato dallo stromento e lo s'im- merge neiralcool a 70 % jodo-jodurato per un paio d'ore (del vesto prove di controllo m' hanno dimostrato die il risultato e lo stesso lasciandovelo per soli 10 minuti o per 24 ore) e si torna a lavare con acqiia, rimesso sotto I'obiettivo lo stesso punto del preparato, non si trovano piii i corpi color giallo bruni, ma nel soma delle cell.ile ganglionari si riscontrano, alio stesso posto precise occupato prima da quel corpi, delle formazioni che " appaiono molto evijlenti per la lore spiccata rifrangenza „. Al di fuori delle cellule nervose, nel connettivo o fra i fasci di fibre, riesce difficile ritrovare qual- cosa di simile. Tuttavia, dopo colorato e chiuso il preparato, spe- cialmente il metodo del Mann permette non solo di scorgere nel protoplasma delle cellule ganglionari tutte le formazioni corrispon- denti ai corpi giallo-bruni visti prima del trattamento con I'alcool jodato, ma inoltre ne mette in evidenza anche qualcuno di quelli collocati nel connettivo e fra i fasci. Anche questi corpi sono esat- tamente nel posto indicate nel prime disegno da qualche corpo giallo-bruno; nondimeno il maggior numero di quelli extra cellular! e completamente sparito; mentre quelli dentro alle cellule vi si ritrovano tutti senza eccezione. Parmi ora di essere autorizzato a concludere: 1° Le formazioni descritte dal Rohde e dal Cesa-Bianchi sono visibili solo sui pezzi di ganglio fissati in liquidi contenenti sublimate ; 2° Esse sono i'effetto di una precipitazione di sali di mercu- rio (acetate, cremate ?) neH'interno della cellula ganglionare. Ergo: i corpi del Rohde e del Cesa-Bianchi sono artefatti. Sara opportune adesso prendere in esame qualche possibile ob- biezione e prima di tutto si deve porre la pregiudiziale : I corpi da me presi in esame sono proprio gli stessi descritti dai due autori menzionati? 11 confronto tra le figure della mia tavola e quelle delle tavole XVll (vol. 75), VI (vol. 76) del Rohde, III e IV del Cesa-Bian- chi, non puo lasciar dubbio. Vero e che quest' ultimo disegna una maggior regolarita di figura e una piu sottile e distinta struttura raggiata di quel che mostrano i miei disegni; ma I'esame d(M suoi preparati mi ha dimostrato che egli e caduto in qualche piccola inesattezza nella riproduzione. Certamente in perfetta buona fede, ma ossessionato dall'lpotesi dapprima accarezzata (quella cioe di - 239 - considerare gli artefatti come sfere e centrosorai) vide qualche cosa di piu di quel che c' e; tuttavia si tratta di minute differenze, le quali non possono lasciar incerto il lettore sulla reale identita esi- stente fra le formazioni figurate dal Cesa-Bianchi e le mie. Noil si deve trascurare die il modo di comportarsi rispetto alle sostanze coloranti e pure identico nei due casi; come sono identiche le dimensioni di quel corpi. Inoltre anch'io ne ho veduti con una zona interna piij chiara e un anello centrale (fig. 4), op- pure con un solo e sottilissimo granule nel centre (fig. 2), od an- che Gon due o tre piccolissimi centrioli (fig. 3), o con un centriolo isolato al disopra di un fascio di raggi a ventaglio (fig. 4 presso all'oilo) ; 0 con due zone interne chiare, simulanti una specie di di- visione (fig. 5), e, finaimente, una figura corrispondente esattamente ai corpi in divisione del Cesa-Bianchi (fig. 1). Anche quelle for- mazioni meno distinte, da lui credute in degenerazione, collocate nello spazio lasciato dal retrarsi del protoplasma fra quest' ultimo e la capsula connettivale, si vedono non di rado nei miei prepa- rati; e cosi pure delle cellule con due o tre corpi, o con uno solo addossato e in parte nascosto dal nucleo (fig. 6). Tutto dunque I'insieme delle osservazioni ci porta a concludere che i corpi di Cesa-Bianchi e quelh da me descritti sono proprio la stessa cosa. Quando il Goldschmidt e lo Schuberg si dichiararono con- vinti deH'origine artificiale dei corpi descritti dal Rohde, quest'ul- timo cerco difendersi adducendo parecchi argomenti, ma dimenti- cando I'essenziale, quelle di dirci se le sue sfere di colore giallo brillante si scoloravano trattando le sezioni con alcool jodo-jodu- rato, anzi dimenticando addirittura di assicurarci di aver adoperato questo reagente, e trascurando anche le prove di controllo con i fis- sativi privi di sublimate, eppure d'incontestata precisione, come ad esempio le soluzioni osmiche. Vero ache il Rohde dice di aver avuto un'immagine simile alle sue pretese sfere da gangli fissati in alcool, ma Tunica figura (23, tav. XVII) mostra trattarsi di cosa diversa; ed e strano che egli non abbia volute servirsi di nessuno dei fissativi da tanti ri- cercatori preferiti per lo studio del centrosoma, come ad esempio il liquido del Boveri, la miscela dell' Hermann, ecc. E ancora da notare, come ho detto piir indietro, che il solo sublimate saturo non da figure di artefatti cosi nette, quah si ottengono dopo le fissazioni nello Zenker; cio ri«ulta dalle mie esperienze ed e affer- - 240 - mato del resto, anche dal Cesa-Bianchi. Ora non c'e dubbio che gli artofatti in parola non sono semplicemente cristalli di sublimato, bensi I'effetto di un tratfcarnento subito dal protoplasma dalla mi- scela di sublimato con altri reagenti; nel caso del fissativo di Zen- ker: acido acetico e bicromato potassico. Sarebbe da ritenere quindi che il sublimato usato dal Rohde contenesse anche qualche altra sostanza, forse dell'acido acetico, benche egli dica soltanto: fissato in sublimato. Prima di lasciare questo autore ricordero ch'io dieci anni fa ebbi occasione di fissare numerosi gangii nervosi di Tethys leporina, appena tolti dall'animale vivente, per tre ore nel semplice subli- mato saturo, trattandoli in seguito con alcool jodo-jodurato. Con- servo ancora serie di sezioni di quel gangii e non riesco a trovare una cellula sola con ia minima traccia delle pretese sfere o mito- condri del Rohde. II Cesa-Bianchi, piu accurate del ricercatore tedesco, si pone la domanda se i corpi da lui descritti sono artefatti, e non trascu- ra la Nota del Dahlgren. Ma cade nell'errore, veramente imper- donabile, di non tener nessun conto di quest'ultima pubblicazione. Ecco come si esprime in proposito : " Dalle figure di questi corpic- cioh [che son gU artefatti del Dahlgren], piu ancora che dalla lore descrizione, appare perb evidente fsic], ch'essi non corrispondono affatto alle formazioni in questione „. Questa affermazione del Ce- sa-Bianchi e certo singolare, perche se i due piccoh cliches del Dahlgren mostrano poco (come al sohto succede delle riproduzioni micro fotogiafiche), quel poco e proprio la stessa identica cosa di quel che si vede nolle non mono infelici microfotografie inserite alia fine della prima Nota dello stesso Cesa-Bianchi! Ma perche poi tener conto dei due disgraziati cliches e trascurare la nettissima e precisa descrizione dell'autore americano? Vale la pena di rife- rirne alcune righe : " The central disk was somewhat darker than the ground color of the cytoplasm [Si noti che le sezioni erano colorate con ematos- silina ferrica] and was also free from the granules. It was usually somewhat larger than the nucleus, and generally regular in form. A black spot, or corpuscle, appeared in its centre, and, by focus- sing, a radial arrangement of the disk was visible „. Ora doraando al lettore se queste parole non sembrano la traduzione in inglese della descrizione dei corpi del Cesa-Bianchi. II Dahlgren continua: " Before placing the sections in the jodine mixture, crystals of sublimate [lasciamo stare I'inesattezza - 24] - chimica], corrisponding in position, form and side to the above men- tioned disk, were found in the cells „. Perche il Cesa-Biunchi non ha imitate I'autore americano e non ha ripetuti i confronti da lai fatti? E veramente deplorevole questa trascuranza, in conse- guenza della quale la letteratura citologica conta cinque lavori di pill, i quattro del Cesa-Bianchi e questo mio. II C«sa-Bianchi nel suo lavoro aggiunge ancora : " vero e che le formazioni da me descritte sono piii evidenti e numerose nei preparati fissati con liquido di Zenker, tuttavia si possono di- mostrare anche nei preparati fissati in liquidi osmici, non conte- nenti del sublimate ; la soluzione satura poi di questo sale e il li- quido che meno si presta per la lore dimostrazione „. Se la frase " si possono dimostrare „ si riferisce non ad una possibilita teo- rica ma ad un fatto constatato, devo, con mio dispiacere, smentire il Cesa-Bianchi. Mai nei miei preparati di gangh fissati in Flem- ming ho ottenuto traccia di quelle formazioni, e ricordo che iidte le figure del Cesa-Bianchi sono tratte da sezioni di pezzi fissati con hquido di Zenker. Che la semplice soluzione satura di subhmato non dia bene distinti tali artefatti, anzi non ne dia neppure traccia se il pezzo e ben trattato, cioe a lungo e in Mo con alcool jodo-jodurato, ri- sulta anche a me, ma non dimostra nulla contro il fatto indiscu- tibile della formazione di artefatti per I'azione di un fissativo con- tenente sublimate. L'artefatto non e un cumulo di cristalli di su- blimate (s'esprime erroneamente anche il Dahlgren, come s'e visto piia sopra), ma e I'effetto di un sale, nella composizione del quale entra il sublimate (acetato, cremate di mercurio ?'?). E dice Yeffetto, perche dope il trattamento con I'alcool jodo-jodurato il sale cristallizzato se ne va, tanto e vero che scompare il colore giallo- bruno, ma rimane un corpo rifrangente, rimane come una trama 0 una speciale modiflcazione del citoplasma, dovuta alia compres- sione dei cristalli prima formatisi, forse anche rimane un composto organico di mercurio e di cromo, il quale assume la caratteristica colorazione descritta dal Rohde e dal Cesa-Bianchi, men tre vien sciolto il semplice sale inorganico. E su per giu e questa anche la spiegazione che del fenomeno da il Dahlgren. Non ha poi nessuna importanza rattermazione " che facendo subire, in precedenza alia colorazione, un bagno prolungato in alcool jodato alle sezioni fissate in liquidi a base di sublimate si riesce ad eliminare con sicurezza ogni traccia di questo sale „. Non si tratta di levare ogni traccia dl sale, ma bensi la traccia lasclata dal sale^ - 242 - cio ch'e molto divei'so, e a tanto iion si arriva, (quando il ganglio veane fissato nel liqiiido di Zenker) iiepi)iire comportandosi con le dovute cautele tecniche, dal Cesa-Bianchi dimenticate. I trattatisti di tecnica microscopica, il sottoscritto fra questi, mettono in guar- dia i giovani sulla difficolta di estrarre bene e completameute il su- blimato dai tessuti ; e avvertono che I'estrazione non si deve fare dopo^ sulle sezioni, bensi 23rima d'imparaffinare il pezzo; aggiungono, inoltre, che la sola fcintura di jodo non e sufficente per raggiungere lo scope, ma che e necessaria I'aggiunta del joduro potassico. Se il Cesa-Bianchi, colpevole di non aver tenuto il debito conto della Nota di Dahlgren, si fosse almeno rammentato di quel due canoni di tecnica della fissazione col sublimate, forse si sarebbe accorto che le formazioni d'ignoto significato erano del semplici artefatti. Infatti, dope essermi messo nelle identiche condizioni speri- mentali del Cesa-Bianchi, ottenendo risultati identici (e cio ri- sulta dalla descrizione fatta nelle pagine precedenti), volli ripetere le osservazioni sopra altri gangli, fissati egualmente nel liquido di Zenker, ma tenuti in Mo e a lungo nell'alcool jodo-jodurato prima deir imparaffinamento. Le operazioni successive erano le stesse gia indicate. Nelle se- zioni cosi ottenute si osservano ancora le formazioni in discorso, ma I'aspetto di artefatto e piii evidente; il Cesa-Bianchi direbbe che sono forme in degenerazione. Infatti non mostrano piii una struttura radiale, e pur conservandosi rotonde e presentando anche le solite variazioni nelle dimension!, si colorano meno con i colori basici e mancano di un corpo o di un anello centrale. I quali ultimi sono sostituiti da tre o quattro granulazioni lucenti sparse in di- sordine sulla superficie. Col Nachvergoldung di Apathy esse diven- tano di un colore nero lucente, m contrasto col porpora intense del soma. In questa descrizione il lettore avra riconosciuto i pretesi " Corpi enigmatici „ del Cesa-Bianchi. Anch' essi son dunque artefatti e non rappresentano niente afifatto " il prodotto di una particolare degenerazione della cehula nervosa gangliare. „ E sono artefatti dovuti alia stessa causa di quelli descritti sotto i nomi di centrosoma e di sfere. La'differenza dipende dal tempo in cui viene fatto il trattamento col I'alcool jodo-jodurato. Se questo e adoperato prima dell' imparaffinamento, sul pezzo in toto, la tintura jodo-jodurata ha il potere di sciogliere una parte maggiore di so- stanza inorganica e forsanco d'intaccare la combinazione dei sali di meicurio con la sostanza organica nel soma cellulare. Al con- - 243 - trario, se facciamo precedere 1' iraparaffinamento al trattamento con I'alcool jodo-jodurato, gli artefatti mantengono I'aspetto com- plicato a struttura radiale etc., che ha tratto in inganno gli autori piii volte ricordati. Da quanto ho detto risulta insostenibile I'opi- nione delDahlgren che i cristaUi si formino nella parafflna, per- che nel caso del trattamento sul pezzo in toto con I'alcool jodo- jodurato dovrebbe sparire ogni traccia di artefatti nelle sezioni. E invece ragionevole credere, a mio modo di vedere, che gh artefatti si formino durante la prolungata flssazione nella miscela di subli- mate, acido acetico e acido cromico (o bicromato potassico). II trat- tamento con I'alcool jodurato ha solo il potere di sciogliere I'aggru})- pamento di cristalli, ma non di cancellare la trama ch' essi hanno scavato nel citoplasma. Nella difesa, pill volte citata, il Rohde, come un argomento a suo favore porta questo : se le formazioni da lui descritte fossero artefatti si dovrebbero trovare in tutte le specie di elementi, quando il fissativo contenga sublimate ; egli invece ha potuto repertarli solo nolle cellule dei gangli spinali. Abbiamo gia visto che il Cesa-Bianchi ne descrisse di identic! nell'ovoplasma di diverse femmine di mam- miferi. Ora la presenza delle formazioni in parola limitata alle cellule dei gangli spinali e alle uova, molto piii frequente, come ha cura di farcisapere il Cesa-Bianchi, nelle cellule gangliaripiugrandi (e son pill grandi nei mammiferi di maggior mole per la legge dimostrata da Levi), costituisce una riprova ch'esse sono artefatti. Evidentemente occorre un mezzo omogeneo e vasto, com'e il soma di una cellula ganglionare e quelle di un novo di mammitero, perche possa compiersi il lento depositarsi dei sail che daranno 1' impronta alia trama degU artefatti. AH' infuori di quelle cellule il deposito o non avviene 0 solo in modo irregolare, e non cosi stabilmente da resistere, e lasciar traccia di se, al trattamento con I'alcool jodo-jodurato. Non bastassero tutte queste prove a dimostrare che le forma- zioni descritte dal Rohde e dal Cesa-Bianchi sono artefatti, mi pare che sarebbe sufficente la controprova : con fissativi privi di su- l)limato esse non si vedono piii. Si potra dire che I'alcool ha il potere di distruggerh, per quanto la cosa debba parer strana, quando si pensa alia resistenza dimostrata da quel corpi a tutti i successivi trat- tamenti tecnici ; ma sara dif.lcile sostenere la stessa tesi per la formalina e addirittura impossibile per le miscele a base di acido osmico. Del resto, considerate le notevoli dimensioni di quel, corpi, ci sarebbe un solo modo, e abbastanza facile, di dimostrare hi lore reale esistenza : far delle sezioni di gangli non flssati, ma sempU- — 244 — cemente congelati ; spero che i due egregi scopritori non vorranno farci credere alia sparizione di detti corpi per effetto del freddo. Mi pare di aver esaminato accuratamente tntti i lati del pro- blema e di non aver trascurato nessuna obbiezione. Ho dovuto dilun- garmi in particolari, ma quando si pensa che soltanto nell' ultimo lavoro del Cesa-Bianchi ben 40 pagine di stampa son dedicate alle pretese sfere e centrosomi, e altre quattro ai pretesi " corpi enigma- tici „ per concludere che il loro significato " resta ancora comple- tamente oscuro „ non si trovera esagerato averne dedicate meno della quinta parte a provarne ii significato chiarissimo : si tratta di artefatti dovuti a difetti di tecnica. Del resto e gia tanto e tanto complicata la struttura reale delle cellule nervose, da non poter essere giudicata inutile la mia dimostrazione della inesistenza delle pretese sfere, mitocondri etc. E mi auguro di non illudermi esprimendo la speranza che il van der Stricht vorra ripudiare 1' afiermazione : " On ne s'explique guere le doute de I'Auteur [il Cesa Bianchi] concernant la signi- fication de ces formations cytoplasmiques. Si la description est exa- cte, il faut bien les interpreter comme spheres attractives. „ Rico- noscendole invece per del semphci artefatti ci guadagnera la verita non solo, ma anche il buon sense. II. PiGMENTO. Neir ultimo suo lavoro il Cesa-Bianchi tratta di alcune gra- nulazioni da lui dette " nucleoidi „ e le mette in rapporto genetico con la produzione del pigmento. Le mie osservazioni confermano la sua ipotesi, perche ho potuto anch'io rilevare non di rado dehe granulazioni colorate vivamente in rosso col metodo Mann e con la zaffranina, in nero intense con I'ematossilina ferrica Benda Hei- denhain ; assumono, insomma, le sostanze che colorano la cro- matina del nucleo. Orbene, tali granulazioni le ho viste sempre in vicinanza del prolungamento della cellula gangliare, nella zona del pigmento (vedi figura 2, nella quale si ha una sezione superficial e quasi esattamente normale al prolungamento, il posto del quale e dunque sull'asse ottico; e figura 7 a sinistra, qui la sezione lascia scorgere bene I'origine del prolungamento e, a sinistra, la zona del pigmento). Quanto al pigmento stesso propriamente detto, o pigmento li- pocromo, Tatfermazione del Cesa-Bianchi, di non averlo riscon- - 245 - trato che pochissime volte nelle cellule nervose del gangli spinali del bue, e risultato di un difetto d'osservazione. II pigraento in- vece si trova nella grande maggioranza delle cellule nervose gan- glionari del Bos taurus adulto, come si trova in quelle dell'uomo, ma non sempre e visibile sulle sezioni colorate. Esaminando invece i preparati dopo tolta la paraffina e prima della colorazione, il pigmento si svela a prima vista. Ma per rintracciarlo bisogna avere la serie delle sezioni complete e ricordarsi ch'esso costituisce uno strato molto sottile in vicinanza del prolunganiento, Una differenza col pigmento lipocromo dell'uomo sta nell'estre- ma piccolezza delle granulazioni, dalla quale deriva la difficolta di scorgere la zona pigmentata nelle sezioni colorate colla miscela del Mann. Invece quella di Jenner lo mette in evidenza abbastanza bene e meglio ancora I'ematossilina ferrica, se i pezzi furono fissati con liquido dello Zenker. In quelli fissati con la miscela del Flem- ming si fanno risaltare le granulazioni di pigmento colorando le sezioni con zaffranina. III. Vacuoli. Nell'ultimo dei lavori tante volte menzionati il Cesa-Bianchi descrive una caratteristica figura, dall'autore ritenuta come intima- mente legata alia formazione dei vacuoli. Non sono riuscito a farmi nessuna idea in proposito, non avendo mai riscontrato, nei miei preparati, figure comparabili alle sue. Ma anch'io, come tanti altri autori, ho visto talora delle cellule gangliari con larghi vacuoli. L'opinione ch'io mi son fatta non concorda con quella del Lu- garo, del Nelis, del van Gehuchten, del Cesa-Bianchi di con- siderarh effetto di un processo di degenerazione cistica, e quindi una condizione patologica della cellula gangliare; beninteso ch'io mi riferisco ai vacuoli trovati nei miei preparati, e dei quali do' una breve descrizione, accompagnata dalle figure 8, 9 e 10 della tavola qui unita. Premetto che cellule ganglionar! con vacuoli ne ho trovate poche, vale a dire sopra una ventina di gangli spinali di Bos taurus parzialmente sezionati, solo in cimiue sono riuscito a trovarne e sempre in nuniero piccolissimo, uno, raramente due, e per eccezione tre su tutta la superficie di sezione dell' intero ganglio. Di sohto ho visto il vacuole unico (fig. 8, 10), molto di rado doppio (fig. 9) e una sol volta mi sono imbaituto in una cellula con tre vacuoli fra lore vicini. Ho potuto seguire, tutti i vacuoli osaervati dal - 246 - principio alia fine, con I'esame delle sezioni continue, e sempre ho trovato queyti caratteri : nessuna tiaccia di degenerazione nel cito- plasma e nel niicleo ; in un case (fig. 9) il nucleo mancava su tutte le sezioni della cellula vacuolizzata ; mentre anche in quelle con tre vacuoli esso trovavasi regolarmente sviluppato. II citoplasma si mostra distintamente addensato suU'orlo del vacuole, e qui riesce visibile anche una struttura fibrillare. Seguendo il vacuole nelle successive sezioni non ho mai constatato traccia di deformazione della sua parete, ne la presenza di un contenuto, sia sotto forma di precipitate di qualche liquido, sia di element! cellular! estranei (linfociti o amebociti). Risulta, mi pare, aU'evidenza che i vacuoli da me riscontrati nei gangli spinal! di Bos niente hanno da fare con quell! descritti da At hi as e da Mencl. Si tratta invece di cavita avent! una forma regolare sferica od ovoide, priva d! contenuto, e per nessun motive riferibile ad un processo degenerative della cellula. Quale significato si dovrebbe ahora assegnare a quest! special! vacuoli? Si potrebbe ritenerl! rappresentant! degl! spazi occupati nella cellula vivente dalle flnestre che il Levi C) ha descritto di re- cente in alcune cellule di gangli spinal! d! fet! d! Bos taurus ; oppure da que! lob! od appendici, costituit! da un fitto ammasso di nevrofi- brille, che lo stesso autoi'e ha trovat! nei gangli d! fet! d! Sus scrofa e di Ovis aries. In quest'ultimo case il vacuole sarebbe visibile perche il coltello del microtome avrebbe tagliato il peduncolo che tiene unite il lobo od appendice al rimanente della cellula. L'ipotesi darebbe una spiegazione della presenza contemporanea di due od anche tre va- cuoli in una medesima cellula, bene isolati un dall'altro e perfetta- mnnte delimitati, la qua! cosa non dovrebbe avvenire se s! trattasse di vacuoli rappresentant! una degenerazione cistica. Ma l'ipotesi non regge di fronte al fatto che le formazioni lo- bular! descritte dal Levi scompaiono o quasi nell'adulto e il fene- stramento ha un aspetto ben diverse da quelle de! vacuoli. Tutta- via credo interessante aver richiamato I'attenzione su quest! va- cuoli della cellula gangliare, perche son convinto che non tutti pos- sono considerarsi come una degenerazione senile o come una mani- festazione patologica. Padova, settembre 1907. (') Levi G. Struttiiiii ihI i.slogonesi tloi gangli ceiebro-spiuali dei uuuumiferi. Anat. Am. XXX, pag. 180, 1007. - 247 Spiegazione della tavola III Tutto le tiguie souo da sf/.ioiii di gangli, o pezzi di gaiigli, siduali cui-vicali o dorsali di J'os tau- lu.s adulto disegnato lOii I'aiuto dclhi camera cliiara. L' iugraudiiuBUto aiiinossioiativo e di 700 diametii per Ic ligurLi 1-7 (obbiettivo suuiiaiMx roiu. Ill5 ", Of. comp. 4) c di 300 diaui. per le tig. 8-10 (obbiett. DD Zeiss, oc. coiiip. 4). Le sezioni bauiio lo spessore di 5 ,ji.. Fig. 1. Cellula gaugl. ; in alto iiii lorpti Ce.sa I?, die .siimda la divisioiie di uu eeiitrosonia. Fissazioiio Zeuker, coloraz. >[auu. Fig. 2. Sezione siiperfic. di uua gros.sa tell, gaugl. in coiiiapondenza doUo .strato di pigiueuto. In alto uu corpo di Cesa B. (jua e hi piccole gniuulazioni color ro.s80 vivo. Zeuker, Mauu. Fig. y. Cellula gaugl. cou corpo del Cesa B. ; il ceutriolo e forniato, da tre inccolissimo granulazioni, contoruate da uu aloue eliiaro. Zenker, Mann. Fig. 4. Cellula gaugl. cou due corpi del Cesa B. QueUo in alto luostra iin ceutriolo isolato e sotto uu astro di raggi a veutaglio ; quelle piii interuo ba uu piccolo anello scuro coutrale su fondo cbiaro. Zenker, Manu. i'ig. 5. Corpo del Ce.sa B. isolato, con due porzioui central! cbiare. Zenker, Euiateiua di Apatlij- ed eosiua. Fig. 6. Nucleo di cell, gaugl. cou addossato uu mezzo corix) di Ce.sa 15. Zenker e Xachvergolduni) di Apatby. Fig. 7. Porzione di cell. gang, vicino aU'origiue del proluugauieuto, del iiuale .si vede la struttura distintamente tilirilliU'e. A sinistra la zona del pigmeuto con alcuue granulazioui piii grosse colo- rate in rosso vivo. Zeuker, Manu. Fig. 8. Cellula gaugl. con vacuole. Struttura librillare del soma, piii distiuta e stipata in prossiuiita del vacuolo. A destra del uucleo uu corpo di Cosa B. Zenker, Maun. Fig. 9. Cellula gaugl. con due vacuoli, intoruo ai ([uali e distiuta la struttiu-a tibrillare. Zenker, Mauu. Fig. 10. Cellula con vacuolo molto grande. La struttma librillare e ben distiuta, .specialmeute nella pai'te superiore e laterale del vacuolo, dove il sonui e piii coiupresso percLe addossato alia capsula. Fissazioue in tbrnialiua. Coloraz. Emateina Apitby, Eosiua. A proposito di una critica ad una mia Nota preliminare dal titolo « SuH'origine dei mitocondri e sulla formazione del deutoplasma nell'oocite di alcuni Mammiferi >^. ACHILLE RDSSO E victata la riproduzionc. Alle osservazioiii, che il Levi, in Sunti e Rin'sle del precedeiite Ih- scicolu di questu gioriiale, iece alia Nota preliminare sopra citala, rispondo : 1. Ho scnz'alii'o identificato come mitocondri i [j:raniili che nel- I'ooplasma anneriscoiio con 1' Einalossilina I'errica, dopo lissazioiie delle ovale con il metodo di Itcnda, per scjj,uire la dciioiiiiiiazione che a lali - 248 - corpi fu data dai moltissimi autori, che prima di me si occuparono dello stesso argomento. 2. La difllcolta di distingiiere i mitocundri da altri costituenti del ciloplasma, se ha qualche valore per le cellule del soma, non ha va- lore alcuno per le cellule sessuali, in cui tali formazioni sono per con- senso generale ricon')sciljili con il motodo escogitato dal Benda. 3. Circa alia identificazione di tali corpi con le formazioni haso- file del protoplasma di alcune cellule somatiche, ho espresso nella Nota in quistione le- mie riserve, e mi fa proprio meraviglia che il Levi voglia farmi dire cio che non ho detto. Nell'oocite della Coniglia invece ripeto ed affermo che i granuli an- neriti dai reattivi, per il loro speciale ordinamento, per il loro diffo- renziamento durante lo sviluppo, e da ritenere senz''rdlro che siano i corpi descritti dagli autori come 'initocondri. 4. Se i mitocondri nell'oocite, come io ho dimostrato sperimental- mente, sono element! di nutrizione che provengono dall' esterno. dove sono elahorati da speciali gruppi cellulari, e spiegabile la loro presenza nolle cellule sessuali maschili. Indipendentemente da qualsiasi altra con- siderazione, I'A. della critica, prima di rivolgere a me la domanda perche i mitocondri si riscontrano anche nelle cellule sessuali maschili, poteva tenere presente che nel testicolo, come nell'ovaia sono apparecchi nu- trftori quasi identici con compito anche identico. 5. Delle ipotesi degli Autori citati dal Levi e deirapplicazione alle strutture da me rilevate, credo di non occuparrai avendo io per il prime introdotto nell'indagine dell'ovaia dei mammiferi element! positivi tali da dispensarmi da qualsiasi .speculazione. Catania, 5 ottobre 1907. Risposta al Prof. Achille Russo DEL DoTT. GIUSEPPE LEVI. 1." Russo riosce adun((ue a distinguere facilmente neH'oocite di Mammiferi i mitocondri da altri costituenti del citoplasma, ed esclude assolutamcnto che I'errore sia possibile. Mi permetto pero di rilevare che (juesta e semplicemente una sua opinione personate ; Benda il quale ha il grande merito di aver per il primo riconosciuta la grande impor- tanza dei mitocondri e d! aver trovato un metodo capace di colorirli elettivamenle, nel capitolo « die Mitochondria » (Krgebn, der Anat. u. Entwick. 1902), delinisce il suo stesso metodo come « unzuverlassig » (pag. 7 1(5 e 750) ed altribuiscc appunto a tale deficienza tecnica la grande dillicolla che si ha di raggiungere in questo campo dei risullali sicuri ; - 249 - 0 lion mi consta che la modificazione di van dor Stricht al motodo siid- detto. abbia eliminato qiiesti ineonvenienti. 2.0 II rimprovero che mi miiove Russo, che. circa all' idontifica- zione dei corpi da Ini descritti coUe formazioni basofile del protoplasma di alcnne cellule somatiche, io ^W vogrlia far dire quello che non ha detto, mi riesce assolutamente incomprensibile ; riferisco le mie parole: « Gome spieo-a il Russo che i mitocondri s'incontrano anche nelle cel- lule sessuali maschili e talora anche nelle cellule somatiche? ». Non vedo quali ragioni abbia Russo per non accettare I'identita. da altri affermata. fra mitocondri delle cellule sessuali (^ (ju(>lli delle cel- lule somatiche. 3.0 La supposizione del Russo che negli element! sessuali ni;tschili i mitocondri provengano daU'esterno, e che siano forniti ad ossi dagli « apparecchi nutrilori del testicolo » ^I'A. allude presumibilmente alle co- sidette cellule interstiziali) e non solo infbndata, ma affatto insoslenibile. Tutti sanno che negli sperinatozoi i mitocondri sono localizzati nella guaina omonima a forma spirale molto caratteristica ; la relativa inva- riabilita della forma di qiiesta guaina in molte specie di vertebrati, il mec- canismo affatto particolare della sua genesi. ed altri argomenti ancora. ci permettono di escludere assolutamente che essa rappresenti un accu- mulo di sostanze nutritizie. •Ho L' ipotesi di Koltzoff sembra al Russo una semplice specula- zione — mi permetto di osservare che un tale disprezzo per quelTipo- tesi non e tanto giustificato, se uno sperimentatore dell'autorita del Mo- ves la discute a lungo, e finisce coU'accettarla : ma ad ogni niodo pur rifiutandosi di discutere quelT ipotesi, Russo non ha affatto il dirillo di esimersi dal tener conto dei fatti importanti illustrati dal Renda. da Mo- ves, da Koltzoff stesso, da Schreiner, da Nils Holmgreen e da mo] I i altri. fatti che servirono di fondamento all' ipotesi suddetia o che non s'accor- dano certamente colla conclusione di Russo. Da questi Autori fu dimostrato, con grandc coiicordanza di risultati, che i mitocondri sono trasmessi da una mitosi all'altra come formazioni neltainente individualizzate : essi adunque persistono immutati durante la dilloronziazione di una generazione di cellule non solo, ma sono tra- smessi da una generazione cellulare all'altra. Io (lomando a Russo so egli conosce altri osompi di un matoriab^ di luilriziono ch(» si coniporti in modo aiialogo : la carnllorislica jtiii spiccala dei matci'iali di mil ri/ioiic foniiali. r una liraiidc lahilita e inufaliilila di formo, o (juosti i\\\(' caralh'ri dox I't'bhoi'o ossoiv anclic pii'i s|)iccati in elonKnili a ricambio allivissimo. (|uali sono le colluh; sessuali. Insisto adunque nella mja critica alle ric(U'cli(' di Husso: esse di- moslrano che la somministraziono di lecilina ])rovoca ii"! citoyilasma del- I'oocito un aumonto di granulazioni. Io ([uali roagiscono in maniora idon- tica ai condriomiti, anche di Ironic alio colorazioni ril(Miute spociliclio per (juollc formazioni; ma (jucsCanalogia nella roazionc microcliimica - 250 - lion 0 iin elenu'iilo sudicicnlo per dislruggorc la ricca messe di fatti che lo studio della diil(3reii/iazioiie e della luuUiplicazione delle cellule ses- siiali ci ha dato. L'esperimento e un aiiito prezioso nell' indagine mor- I'olouica e piio servire spesso ad illiistrare dei problenii altrimenti inso- luhili, ma i vantaggi che esso offre iion ci danno il diritto di dimenti- care i risultati dell' indagine diretta. Pietro Pavesi 11 dottore I'ietru Pavesi, I'rofessore ordinario di Zoologia o Preside della facolta di scienze nella R. Universita di Pavia, moriva il 31 agosto p. p. in Asso (Como), dopo essci'o slato per 31 anni insegnanto neirAteneo lombardo. Da pochi giorni erasi recato cola presso il suo primogenito dott. Giacomo, per trascorrere i poclii giorni di riposo, die si i)ermetteva nel lungo anno sco- lastico e non pensava cerlo clie I'aria purissima di quel luogo gli sarebbe stata fatale. Assalito da furiosa polraonite doppia, complicata da vizio 'eardiaco, si spegneva all'alba di quel giorno. Nato in Pavia il 24 sQltembre 1844, vi compiva tutti gli sUidi, laureandosi nel 1865 in scienze naturali. Nello stesso anno fu nominato Prol'essore di storia naturale nel Liceo cantonale di Lugano, poi nel 1871 coadiutore di Anatoraia comparata nell' Universita di Napoli, quando ivi insegnava 1' illustre Panceri, indi professore all' Istiluto di Agronoraia in Gaserta. Passava, nel 1874, Professore di Zoologia e di Anatomia comparata all' Universita di Genova e dopo un biennio, nel 1876, veniva trasferito, quale Professore straordinario di Zoologia, neirAte- neo di Pavia, ove nel 1878 era promosso ad Ordinario, ottenendovi anclie 1' in- carico della Corologia (1886) o quello della Parassitologia umana (1888) e pre- siedendo la lacolta per piii anni. Nella sua lunga carriera scientiflca, nella ({uale lascio orma che restera, coltivo molteplici rami della Zoologia, occupandosi lino dai primi tempi di aracnologia, illustrandola con scritti sui ragni italiani, sopra quelli dell' Africa, e di altre regioni, divenendone uno specialista distintissimo. Si interesso pure, per lunglii«simo tempo di pesci d'acqua dolce italiani o della piscicoltura in genere, anclie dal punto di vista legislative, della coltura. della dilesa e della propagaziono dei pesci nei nostri laglii e liumi, nonche di pesci marini, lasciandoci le classiche memorie sulla Selache maxima e sulla pe- sca del tonno. Questa sua attitudine lo porto a far parte di svariate pubbliclie commissioni, Ira lo quali quella I'eale di pesca, quella di ittiologia lombarda e quelle pel trattato internazionale di pesca Ira 1' Italia e 1' impero Austro-Unga- rico e della Svizzera. A Napoli, a Genova oltre gli studi sui pesci no compi altri sui tunicati e sui celenterati. Di capitalo importanza pel noslro paese furono la scoperta e la illustrazione - 251 - della fauna pelagica clei laghi italiani, con die pose le prime hasi fra noi per gli studi dcH'Idrobiologia. Pot'tato dalla passione chc nutriva per la caecia, Cece pure studi brdlanti suU'Avirauna italica in genere ed in particolare della provincia di Pavia e di conseguenza tratto della caecia e delle leggi die la dovrebl)ero regolare. Tutto ci6 egli fece con genialita di forma, con vedute pronte e sicure, con rapid 0 intuito, contribuendo cosi efficacemente agli studi svariati dei quali ebbe ad occuparsi. Cid risalta ancora dalle belle biografie scientiflche che, con grandc atfetto e con profonde cognizioni, ebbe a dettare di ahpianti nostri rim- pianti zoologici, quali Gornalia, Pauceri, Ninni, Bettoni, Canestrini, i fratdli Zoja, e Maggi, nonche in una eruditissima discussione sopra un periodo interes- santissimo della vita dello Spallanzani. r.a sua invidiabile attivita e la sua laboriosa vila di sdenziato ben lo dimo- strano le nuraerosissime pubblicazioni scientillclie sopra soggetti svariati di Zoo- logia speciografica ed ancora di indole generale. II suo ingogno pronto e versa- tile gli permise inoltre di rivolgersi nelle ore di svago, a studi ed osservazioni estranee alia scienza da lui prediletta, dettando dotte memorie di stoxna citta- dina, quali quella del Paratico di pescatori, della strada delle Catene, del Pa- lazzo deir Universita, dello stemraa di Pavia, dei Bastioni, del I^ordello, delle tiere di Pavia, del Ponte del Lusertino, ecc. ccc. Prese parte a numerose commissioni di concorsi e ad altre governative; (u merabro di molte accademie scientiliche, fi'a le quali quella dell' Istituto lom- bardo, per oltre venfanni, quella delle scienze di Bologna, dell'Unione zoologica italiana, di cui fu il 1" Presideute, dell' Ateneo di Brescia, dell' I. R. Accademia degli Agiati di Rovereto, ecc. II Pavesi fu anche attivissimo uomo politico, essendo state Consigliere co- munale, e Assessore alia pubblica istruziono nell891.Nel 1893 fu nominate Com- missario regie del Gomune di Pavia. Rieletto nel 1899 a Consigliere comunalc, I'u Sindaco della Gitta, carica che tenne col massirao zelo e con decoro lino al 1903 ; iraprontando tutto la sua vita politica a prineipii schiettaraente democra- tici. Membro di numerose societa scientiliche e cittadine, era insignito di raolti titoli accademici italiani ed esteri, nonche di parecchio onorirtcienze, fra le quali quella di grande Ufflciale e Gommendatore dei vari ordini nostri, della Gommenda di Francesco Giuseppe ed altra alta onorirtcienza del Bey di Tuiiisi. Le sue opcre, la sua lunga carriera scicntihca e didattica e la sua rettitu- dine, lasciano indimcnticabile ricordo di lui, attestatogli daH'iiiianime rimpianto della cittadinanza pavese, che gli rese somini onori funebri, e degli scienziati. Resta profondo il rimpianto della sua dipartita in eta in cui ancor molto la scienza avre])be potuto da lui attendere; c ben altro tempo e calma, non con- cessa in oggi aH'amicissirao suo che scrive, occorrerebbe per dire degnamente ddla l)ella ligura imi»ersonata in Pietro Pavesi. Geneva, 5 Setlemore 1907. GORRADO PARONA. - 252 - Pubblicaziuni scientifiche del prof. Par est A) Sene sopra la ornitologia e la Caccia. Tiitoruo ad una imova forma ili trachea di Manneordia 187-1. — Studi anatomici sopra alcunl iic- ciilli 187(>. — Sulla prima e leceutissima comparsa iu Lombardia del Beceafico di Proveuza 1877. — A proposito di uii uccello uiiovo per la fauua lombaixla 1879. — Uecelli rari occorsi uel Pavese 1881. — lutorno ad una raritiY oriiitologica italiaiia 1886. — Caleiidario oruitologico pavese (1 a 8") dal 1886 al 1906. — Di lui altro uccello iiuovo per la Lombardia 1898. — L'ucccl delle tempeste iiel cuore d'ltalia 1899. — Feuologia del Cigui dolla Prov. di Pavia 1905. — 11 piviere tortoliuo in Prov. di Pavia 1905. — Delia couservazione dell'avifauua in genero ecc. 1907. — E sempre il merlo bianco 1903. — Caccia e pesca 1887. — Caccia 1887. — Per la caccia 1890. — Istituzioue di una sezione or- uitologico-cinegenetica del Comizio agrario 1898. — Una proposta di caccia 1901. B) Serie sopra la ittiologia e la Pesca. I pesci e la pesca nel Canton Ticiuo 1871-73. — Coutribuzioue alia storia natiu'ale del Gen. Se- lacLe 1874. — Di una Si^laclie presa nel Mediterraueo ligiu-e 1877. — Cobitis larvata 1877. — Seconda contribuzione alia niorlologia e .sistematica del Selacbi 1878. — Intorno ai pesci vivi ed in partico- lare sui uiascbi d'anguilla, osservati all'esposizione di Beriino 1880. — Braui biologici di due cele- Ijrati pesci nostraU d'acqua dolce 1884. — Le migrazioni del Tonno 1887. — La distribnzione del Pesci in Lombardia 1899. — Un Coregono uel Ticino 1898. — Un antico piscicultore dimenticato. — II persico Hole 1904. -- La legislazione della pesca in Italia 1907. — Gli acipenseri uostrali 1907. — Contro la pesca dei bianchetti 1875. — II regolamento sulla pesca 1879. — Piscicoltnra 1880. — L" ul- tima semeute di pesci nei nostri lagbi 1881. — Pesca iluviale e lacustre, Piscicoltnra 1882. — Con- fereuza di piscicoltma a Finmelatte 1885. — Che ne e state de' miei pesciolini 1886. — Stazioui di piscicoltui'a ueUa media ed alta Italia 1886. — Convenzione tia I'ltalia e la Svizzera per la pesca ecc. 1887. — Piscicoltnra 1887. — L'iudustria del tonno 1889. — La scienza per la pratica 1899. C) Serie aracnologica. Aiacnidi di Pavia 1864. — Araneidi italiaui 1868. — Sull'atto della copula della letragnatha externa 1869. — Catal. sistem. degli araneidi italiani 1870. — Aracuidi 1872. — Enumerazione dei Kagni dei dintorui di Pavia 1873. — Catal. sistem. dei Ragui del Canton Ticino 1873. — Sopra una uuova specie di ragni 1873. — Note aracnologiche I-V 1875. — Gli aracnidi turclii 1876. — Risidtati aracnologici (Crociere del Violante) 1876. — Sugli aracnidi di Grecia 1877. — Nuovi risnltati arac- nologici delle crociere del Violante 1878. — Aiacnidi e miriapodi delFAgro romauo 1878. — Saggio di una fauna ar.icuologica del Varesotto 1879. — Studi sugli aracuidi africaui, 1 Tunisia ISSO. 2 Inbam- Tiane 1881. 3 Scioa 1883. — Sulla istituzione di due nuovi geueri di aracnidi 1880. — Considerazioui sull'aracuofauna dell'Abissinia 1883. — Aracnidi critici di Bremi-Woltf 1884. — Aracuidi di Assab e di Massaua 1885. — Esplorazioui del Giuba compiuta dal cap. Bottego : Aracnidi 1895. — Aracnidi della Somalia 1895. — Aracuidi del Viaggio Festa iu Palestiua 1895. — Aracuidi dell'alto Zambeso 1^97. _ Ai-acnidi Somali e Galla raccolti dal principe Enspoli 1897. — Aracuidi di Romania 1898. — Sugli aracuidi raccolti a Giava dal prof. Penzig 1895. — Un uuovo ueoastomide americano 1898. D) 8erie elniintologica. Sulla Trichiuosi di Raveccliia 1869. — Osserv. critiche alia memoria di Grassi e Parona: Intorno airAncbUostoma duodenale 1878. — Sopra due elmiuti rari di rettili 1881. — Trematode uuovo i)a- rassita di un pesce tiuviale 1881. — Qiuidio sinottico delle tenie umane 1889. — Ascaridt> iiu loslato uel guscio di ovo galliuaceo 1893. E) Serie sui Tutiicati e i C'elenterati. Intorno alia circoliizione del sangue nel Pyrosoma 1872. — Sui ritmo delle pulsazioui allaii/,aiii sciilto d.i liii luedesimo 1899. I) Biografie e yecrohigl. Dei meriti scientitici del prof. Paolo Pauceri 1877. — II prof, ("oriialia a Pavia 1882. — Ai fu- ucbri del dott. Augelo Maestri 1889. — Comuieuioraziouo del conte A. P. Xinni 1892. — Ai fnnebri del prof. T. Prada 1892. — Per Ratfaello e Alfonso Zoja 1896. — Necrologia del dott. Ettore Bet- toiii 1898. — Giovanni Zoja 1899. — Francesco Orsi 1901. — Domeuico Stet'aniui 1901. — Oraziono fiinebre pel prof. Leopoldo Maggi 1905. — Epicella cellula luteinica. — Boll. d. Soc. Medico-chir. di Pavia, Sed. del II giugno 1907 . Eslr. di pp. id. Pavia, 1907. Le ricerche vennero eseguite sui corpi lutei di Bos taurus, Kquus cahallvs 0 Sus ScropJia dom., e quasi esclusivamente sui corpi lutei gravidic! nei piii diversi period! di sviluppo, dai prim! giorni lino all'epoca del parte. Le conclusioni sono dall'A. cosi formulate : « La cellula luteinica per la sua struttura complessa, pei diversi aspetti che assume nei vari momenti della sua attivita e pei- gli intimi rapporti che con- trae con la ricca rete capillare che I'avvolge, deve essere considerala come un - 256 - clemento gliiandolaro, dotato di una notevole c forse anche importante attivita secrctoi'ia. Quest' attivita si svolge in diversi periodi, in ciascuno dei quali I'ele- mento oellulare viene ad assuraere tali caratteristiclio di slruttura, che permet- tono in ogni caso di ben did'erenziarlo. 11 pi'odotto di seerezione e rappresen- tato dapprima da una particolare sostanza, di probabile natura albuminoidea, che sotto forma di minutissimi granuli, assumenti intensamente le sostanze co- loranti, occupa la parte centrale del citoplasma, direttamente circondante il nucleo ; in seguito questa sostanza, sebbeiie i nostri mezzi d'indagine ci per- mettano solo di constatare i I'atti stabiliti c non di seguire le inodalita ed i fenomeni con cui si svolgono, si verrcbbe, con ogni probabilita. trasformando in gocciole di lecitina, le quali occupano dapprima le parti piii periferiche del protoplasma, poi fuoi-escono da questo ed arrivano in circolo. La lecitina quindi rappresenta il prodotto ultimo dell'attivita secretoria doUe cellule del corpo luteo. La luteina inline, che pure normalraonte si trova in questi elcmenti, non ha che un' iraportanza atVatto secondaria, almouo dal punto di vista dell'attivita secretoria ; essa che e di origine ematica, derivando dal riassorbiraento del san- gno stravasato per la rotlura del follicolo di Graaf, sarebbe seraplicemente de- po^itata nel corpo cellulare, ove si comporta in modo del tutto passive, come e provato del resto dal latto cba essa si trova nel citoplasma, mantenendo inal- terati i suoi caratteri in tutti i periodi dell'attivita cellulare. L'origine ematica della luteina, oltre che per i suoi caratteri flsico-chimici, e provata anche dal fatto, cho mentre essa e abboridantissima nei corpi lutei degli auimali, nei quali lo scoppio del Ibllicolo e accompagnato da forte eraor- ragia, e invece assai scarsa e talora manca, quando questa emorragia non e che minima o non si veririca attatto ». NOTIZIE CONCORSI A PREMI / R. Istilulo Lomhardo di Scienze e Lelterc Pj^emio di fondaziune Fossaii. Tenia pel 1909. lllustrare un punto di anatomia macro- o microscopica del sistema nervoso centrale. Scadenza 31 marzij 1909, ore 15. I'remio L. 2000. 11 premio Fossati di L. 2000, sul tema: « illustrare qualche fatto di lina anatomia dei centri visivi dei vertebrati suporiori », venne assegnato al dolt. Guido Sala di Tavia. OMoniiero anche un i)i'iunio tV incoraggiaraento il prof. 1). Lo Monaco e il laureando (J. Fitu. CoSIMo CUERUIUM, AMMIMSTRATORE-RESroXSABILE. Eiiciize, li)(J7. — 'I'ip. L. Niccolai, Via Faouza, 44. ■'^loiiifoir Ztv^lofjicolkdiiuw . limo . 1 'I HI 7^//:/// ^"■-T ^^'' 0^ t^:® o 4^' @ 0« ^/^?- .^ ^^ /^;. ■^ ^-H^ ^ '^©S' /^ ^ artixxii/i.-^. keri,'cM^I{4'(if'>i^iSCmt2ll Monitope Zoologico Italiano (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana DIIIKTTO DAI DOTTORl GIULIO CHIARUGI EUGENIO FIGALBI Hrof. ili Anatoinia miiaiia Prof, cii Anatomia ci):.i|i. e Zoologia nel R. Istituto (1 i Stud! Super, in Kirenze nella K. University ili Pisa Ufficio di Direzione ed Ataministrazioiie: Istifuto Aiiatomico^ Firenze. 12 nuraeri all'anno ^ Abbuonamento annuo L. 15. XVIII Anno Firenze, Novembre lQO*7 N. 11. SOMMARIO: BiBLiOGRAFiA: Pag. 257-262. GoMUNiCAZioNi ORiGiNALi: Cesa-I-?ianciii D., Alcune osservazioni alia nota « Ai'tefatti, pigmento e vacuoli nelle cellule dei gangli spinali di raammi- lei-i » del Prof. D. Carazzi. — Carazzi D., Replica. — Bertini-Tan- credi, Rara disposizione deU'areata zigoraatica in un cane. CGon 1 flg.). — Ciaccio C, Golorazione dei tessuti con una miscela colorante di eosina, orange, bleu di toluidina. — Pag. 262-278. SuNTi E RiviSTE : 18. Comes S., Ricerche sperimentali sulle modificazioni raorfologiclie e chimiche della zona pellucida e degli inelusi dolF novo dei raamraiferi. — Pag. 279-280. Avvertenza Delle Comunicazioni Originali che si piibblicano nel Monitore Zoologico Italiano e vietata la riproduzione. BIBLIOGRAFIA Si da notizia soUanto dei lavori pubblicati in Italia, A. - PARTE GENERALE I. Bibliografla, Storia e Biografia zoologica e anatomica — La Societa di Naturalisti in Napoli nel XXV anno della sua londaziono (1881- 1906). — Napoli, tip. Giannini, 1907, pp. H6. Bonomi A. — Vittore Fatio. — Avicula, Gio7'n. omit. Hal., An. lo, N. 105-100, i>p. l>i-L-25. Siena, 1906. Gemelli Agostino. — Un precursore della moderna morlologia coinijarata : P. Fortunate da Brescia dei Minori riformati. — Milano, tip. d. operai, 1907. Est7\ di pp. 8 d. Atli d. Vongresso d. Soc. d. Xaliimli.'iU Ilaliani {Milano, 1906). — 258 — Imparati Ecloardo. — Nccrolojiia del prul". Pietro Pavosi. — Riv. Hal. Sc. not., An. 27, N. 7-8, pp. 76-77. Siena, 1907. Livini Fordinando. — Lorenzo Tenchini. — Monitoi^e Zonl. Hal., An. 17, X. 11, pp. 337-310. Firenze, 1906. Livini F[erdinando]. — Elenco ed autoriassunti delle pubblicazioni scientitiche. — Firenze, tip. Niccolai, 1907. pp. 56, in 8". Pierantoni U. — Giovanni Luigi Rossi : conno comraeraorativo. — B(jII. Soc. Na- turalisli Napoli, An. 20, S. 1, Vol. 20, 1906, ijp. 163-161. NajMli, 1907. Ruffini Angelo. — Curriculum vitae. — Siena, tip. ed. S. Bernardinu, 1907, P2X 36, in 8". II. Scritti zoologici d'indole filosofica Balducci Enrico. — Divagazioni sull' origiuo doUa vita. — Bioloyica, Vol. 1' N. 13, Torino, 1907. Estr. di pjp. 7. Driesch Hans. — Vedi M. Z. in questo N. e pay. Enriqucs Paolo. — Vedi M. Z. in questo N. c pag. Maiitegazza P. — De evolutione regredienti. — Parma, tip. Fiaccadori, 1906, ^'6, jtp. 21. Baffaele Federico. — II concetto di specie in biologia. I. Avanti e in Darwin. II. La critica post-darwiniana. — Rivista di Scienza, An. 1 e 2, pp. 67-90 e 237-264. Bologna, 1907. Vitale F. — Una questione di tilosolia naturale. — Naturalista Siciliano, An. 19, N. 3-5, pp. 82-88. Palermo, 1906. Ziegler H. E. — La selezione naturale. — Rivista di Scienza, An. 1, N. I, pp. 91-98. Bologna, 1907. III. Scritti comprensivi e vari di Biologia, di Zoologia, di Anatomia Besta R. — Anatomia e Fisiologia comparale : 2-' edizione. — Milano, edit. Hoepli, 1907, i6'> figg., pp. vij-229. Buscalioni L. — L'infiuenza delle condizioni di cliraa sui carattcri specifici : nota prev. — Boll. Seduie Accad. Gioenia Sc. nat. Catania, Fasc. 94, giugno 1907, pp. 16-19. Catania, 1907. Brehm A. E. — La vita degli aniraali. 2-^ ediz., a cura del prof. Lessona. — Torino, Unione tip. editrice, 1906. Cao G. — Sal passaggio dei gerrai a traverso I'intestino delle larve di alcuni insetti. — Messina, tip. Crupi, 1906, 8'^, pp. 17. Carazzi Davide. — Proposte di raodificazioni alia classiflcazione sisteraatica del regno aniraale. — Aiti R. 1st. veneto di sc, lettere ed arti. An. ace. 1906- 1907, Tomo 66, Parte 2^, pp. 697-710. Venezia, 1907. Claparede Edouard. — La fonction du sommeil — Rivista di Scienza, An. 1, Vol. 2, N. 3, pp. 143-160. Bologna, 1907. Driesch Hans. — La tisiologia dello sviluppo della lorraa organica individuale. — Rivista di Scienza, An. 1, N. 2, pp). 265-281. Bologna, .1907. Enriques Paolo. — La morte. — Rivista di Scienza, An. 1, Vol. 2, N. 3, j)p. 106-126. Bologna, 1907. Figuier L. — Vita e costurai degli animali: GF insetti. 11 -^ edizione ital. con note e aggiunte. — Vedi M. Z., XVIII, 9-10, 220. Gemelli Agostino. — Fatti cd ipotesi nello studio del sonno. — Biologica, Vol. 1, N. 16. Torino, 1907. Estr. di pp. 29. - 259 • Ghigi Alessandro. — Contributo alio studio dcH'ibridisrao nbgli uccelli. Nota. — Rend. cl. Ace. d. Lincei, Vol. 16, Scr. 5, P seni., fasc. 9, pp. 791-800. Roma, 1907. Haacke G. e Mazzarelli G. — La patria e la vita degli aniraali. — Milano, edit. F. Yallardi, 1900, /" fig. In corso di puhblicazione. Issel R. — Sulla termobiosi negii animali acqualici : I'icercho launistiche o biolo- gichc. — Atti Soc. ligustica Sc. tuit., An. 17, Fasc. 1-2. Genova, 1900. Monti Rina. — La circolazione della vita nei laghi. Confcrenza. — Rivista mensile di pescn. An. 9, N. 1-5, [Milano] 1907. Estr. di pp. 21. Regalia E. — Fauna della grotta di Pertosa (Salerno) : 2* nota. — Arch. Antrojiol. ed Etnol., Vol. 36, Fasc. 1, pp. 27-57. Firenze, 1906. Sandias Andrea. — Nuovi fenomeni d'interlerenza animale. — Riv. Hal. Sc. nal., An. 27, N. 5-6, 2>P- ^1-45. Siena, 1907. IV. Gronologia, Ontogenia, Teratologia (Per la Teratologia vedi anche XII, II, 17) Barbieri Giro. — Sulla origine delle raostruosita erabrionali doppie nei Tclco- sto'i. — Atti Soc. Ital. Sc. nat. e Museo civ. St. nat. Mdano, An. 45, Fasc. 2. Milano, 1906. Ceni Carlo. — L'influenza dei centri corticali sui fenomeni della generazionc c della porpotuazione della specie : ricerche sperimentali. Con tavole. — Riv. Sperim. Freniatria, Vol. 33, Fasc. 2-3, pp. 351-363. Reggio Emilia, 1907. Corrado Gaetano. — Rapporti metrici tra le varie parti del corpo fetale ed al- tre considerazioni in ordine all'identita (studio medico-legale ed antropolo- gico) (contiuuazione c tine). — Vedi M. Z., XVIII, 9-10, 224. Delage Y. — La parthenogenese experimentale et les proprietes des solutions electrolytiques. — Rivista di Scienza, An. 1, N. 3, 2^]>- 55-105. Bologna, 1907. Evant (D') T[eodoro]. — L'organogenia umana nei suoi rapporti coll'embriologia generale. Lezione. — Napoli, stab. tip. A. Tocco e Salvietti, 1907, pp. 24, in 8". Fusari R. — Sui rapporti esistenti Jra la mestruazioue ed il principio della gravidanza nella donna. — Giorn. Accad. Medicina Torino, An. 70, N. 5-6, pp. 296-299. Torino, 1907. Ganfini Carlo. — La cresta ipocordale negli embrioni di mamrailcri. Con tigg. — Monitore zool. ital.. An. 18, N. 1, pp. 14-19. Firenze, 1907. Ghigi Alessandro. — Osservazioni anatomiche ed embriologiche sulla forma esterna e sullo sclieletro delle estremita nella Testudo graeca. — Vedi M. Z., XVIII, 9-10, 225. Ghigi Alessandro. — Ricerche sulla morfologia della piuma. — Memorie d. li. Ace. d. Sc. d. 1st. di Bologna, Ser. 6, Tomo 4, Bologna, 1907. Estr. di jq). 42, con 2 tav. e 4 figg. Giacomini Flrcole. — Ricerche sugli annessi embrionali del Gongylus ocellatus Forsk. — Rendic. Sess. Accad. Sc. Istil. Bologna, N. S., Vol. 10 (1905-906), lip. 73-7S. Bologna, 1906. Giannelli. L. — Contributo alio studio dello svihippo del pancreas nei raarami- leri. — Vedi M. 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In una recunte nota Carazzi (^) avendo portato I'attenzione sulk; speciali formazioni riscontrate dal Rohde nelle cellule dei gangli spinali della rana, gatto e cane e dei gangli cerebrali di The- tys leporina (-) ed in seguito da me pure osservate nelle uova e nelle cellule dei gangli spinali di alcuni mammiferi (■^), veniva alia conclusione che si tratta di figure artificiali, dovute alia precipita- zione di sali di mercurio (acetate, cromato?) nell' interne della cul- lula ganglionare. Come e note il Rohde sostenne che le forme da lui descritte dovessero essere interpetrate come centrosfere ; io invece non avendo trovato argomenti validi a sostegno di nessuna delle nuraerose ipotesi, che si potevano avanzare sulla natura di queste formazioni mi sono accontentato di affermare che ii lore significato restava del tutto oscuro. («) 111 Mvnit. Zuol. it., I'M'. (2) lu ZeiUsch. /. wins. Zovl., Bd. 75-70. (*) In Archiv f. mikr. Aiyat.- M. l>7 c Aichiiio di Anal, p Embr.. Vol. VI. - 268 - Poicho il Curazzi nellu sua esposiziono o incorso in nuraerose inesattezze, desidero ritornare brevemente suH'argomento alio scopo di fame rilevare almeno le principali. Cosi il Carazzi afferma che io ero " ossessionato dall' ipotesi dapprima accarezzata, quella cioe di considerare gli artefatti come sfere e centrosomi „. E pensare che alLii (Van der Strichi) per poco non ini lia accusato del contrario. Su die cosa si sia basato il Carazzi per uscire in una simile aft'ermazione davvero non si comprende. Difatti mentre gia la maggior parte della mia prima nota preventiva era dedicata all'esposizione dei numerosi argomenti, che militano contro 1' ipotesi della centrosfera, nell'ultima raemoria affermavo che la formazione in discorso " non puo assolutamente essere interpretata come centrosoma e relativa sfera d'attrazione „. Che se la pretesa ossessione il Carazzi I'arguisce dal fatto d'aver io trattato quanto riguarda la formazione in discorso nel capitolo del mio lavoro dedicate ai centrosomi e sfere, questo dipende dal fatto che io ho creduto bene di riunire in un solo capitolo tutte le numerose formazioni descritte dagli autori come centrosomi e sfere della cellula nervosa ed era quindi naturale che la pretesa centro- sfera di Rohde, figurasse accanto alle formazioni descritte da Lenhossek, Hatai, Sjovall, Van der Stricht, etc., alle quali e in buona parte dedicate il prime capitolo del mio lavoro. II Carazzi poi atferma che io, sempre pare a causa della sud- detta ossessione, nei disegni ho riprodotto qualche cosa di piu, quan- tunque, dice, si tratti di minute ditferenze, di queUo ciie mostrino i preparati. Sono spiacente di dovere respingere I'alfermazione del Carazzi: dichiaro anzi di tenere a disposizione di chi vorra esa- minarli la maggior parte dei preparati dai quali vennero tratti i disegni. DaU'esarae comparato di questi risulta che se si puo par- lare di mancata esattissima corrispondenza, questa, per difficolta tecniche di riproduzione, e dovuta a difetto non gia ad eccesso di finezza dei disegni, i quali non riproducono che malamente Tele- ganza e la finissima regolarita, che presentano le figure in que- stione, come possono fame fede tutti quelli che hanno esaminato a lungo e con cura i miei preparati. Con ogni probability I'afferma- zione del Carazzi dipende dal fatto che egli non e forse mai riu- scito nelle sue ricerche (come ho dovuto persuadermi dall'esame accurate di alcuni preparati inviatimi dallo stcsso Carazzi) a met- tere in evidenza qu(;lle figure a struttura delicatissima ed assai complicata che io ho potuto talora osservare ed alle quali si rife- riscono in mode particolare e la descrizione che ne ho data nol mio - 264 - lavoro ed i disegni che raccompagnano. Queste formazioni vera- inente tipiche non si riescono a dimostrare che in niodo eccezio- nale ed io non ho raancato di farlo notare, ed esclusivamente fa- cendo iiso del metodo dl colorazione del Mann. In seguito il Carazzi a proposito della pubbhcazione del Dahlgren C), da me ricordata mentre era stata tvascuvata dal Rohde, mi rimprovera di non aver tenuto conto di questa breve nota, Veramente se io non avessi tenuto conto della nota del Dahlgren solo in considerazione dei due disgraziati cliches delVaM- tore americano (i quali, tra parentesi, mostrano molto meno del poco che mostrano le microfotografie annesse alia mia nota pre- ventiva), come vuol far credere il Carazzi, il mio errore sarebbe stato vei'amente imperdonabile. -Ma oltre e piii che dai disegni e pre- cisamente dalla descrizione che il Dahlgren da delle figure da lui osservate, che sono stato tratto ad affermare che esse non corri- spondono a quehe osservate dal Rohde e da me. Anzi a questo proposito mi rincresce che il Carazzi deUe parole del Dahlgren abbia citato solo quelle che potevano venire in sostegno della sua tesi dimenticando completamente le altre. Domando quindi venia al lettore se dovro supplire a questa dimenticanza con qualche nuova citazione. Chi vorra leggere la noticina del Dahlgren — si tratta di poco piu di una pagina — vedra, che la figura osservata dal- I'autore americano — the central disck — come la chiama, pre- senta per Io piia le stesse dimensioni del nucleo ed e sempre unica in uno stesso elemento cellulare. Di piii: These disck always occu- pied the same relative position in all the cells — namely between the pigment mass and nucleus and generally near the exit of the neu- rite. Ed ancora: Also, there was a very distinct concentric arran- gement of the granules of the cytoplasm around this disck. E non posso proseguire neUe citazioni poiche il Dahlgren non da mag- giori ragguagli sulla formazione da lui osservata. Se ora si passa a confrontai^e le due formazioni in questione, ri- sulta: che mentre la figura di Dahlgren presenta per Io piu le uguah dimensioni del nucleo, le formazioni invece osservate dal Rohde e da me presentano dimensioni diversissime, tanto che si passa dalle forme di appena qualche [x di diametro, osservate dal Rohde nolle cellule ganglionari della rana e da me neH'ovoplasma del Canguro ad esempio, a formazioni che raggiungono quasi quelle del nucleo. Ed ancora, mentre la figura di Dahlgren e sempre unica in una stessa (') In Anat. Am., ISUT. - 265 - ccllula, le pretese sfere del Rohde sono per lo piu numerose in uno stesso elemento, talora anzi numerosissime, come il Carazzi potra persuaders! osservando le figure annesse alia seconda parte della monografia del Rohde sulla struttura della cellula. Di piu mentre la figura di Dahlgi-en occupa una posizione costante nel corpo cellulare, die Tautore americano determina con precisione e della quale sembra giustamente preoccuparsi, poiche la ricorda an- cora alia fine della nota, dicendo di non poterla spiegare e di non sapere avanzare alcuna ipotesi in proposito, le fonnazioni invece osservate da Rohde e da me possono trovarsi indifferentemente in tutte le parti del citoplasma non solo, ma anche al di fuori di qaesto, completamente libere. 11 Rodhe poi avrebbe osservata la presenza delle pretese sfei'e e specialmente delle piii piccolo anche neir interno del nucleo. Inline il Dahlgren afferma che le granulazioni del citoplasma prendono una disposizione distintamente concentrica attorno alle figure da lui osservate, disposizione che mai in nessun case si os- serva per le sfere del Rohde. Di fronte a c^ueste numerose e profonde differenze mi pare che il fatto di aver I'autore americano osservate un disco, con un cor- puscolo centrale, che fuocheggiando dimostra una disposizione ra- diale, non sia sufficiente per identificare gli artefatti del Dahlgren alle formazioni del Rohde. Se a questo si aggiunga: ritenere il Dahlgren che la figura da lui osservata sia dovuta alia presenza di cristalli di sublimate, che si sarebbero venuti formando nella pa- raffina (!) ed a causa di questo mezzo appunto avrebbero assunto il particolare aspetto sopra ricordato, cercando di dare una spiega- zione che in verita non riesce troppo comprensibile del fenomeno, mi sembra che il non aver creduto di tenere in eccessiva conside- razione la nota del Dahlgren non possa costituire un imperdona- bile errore. In seguito il Carazzi mi rimprovera di non aver tenufco conto dei due canoni fondamentali di tecnica, che riguardano I'estrazione del sublimate dai pezzi fissati in hquidi contenenti questo sale, e ricorda quanto i trattatisti, lui compreso, suggeriscono in proposito, e cioe che I'estrazione non deve essere eseguita sulle sezioni, ma sul pezzo in toto prima dell' imparaffinamento, e che a questo scopo non e sufficiente la tintura di jodio, ma occorre I'aggiunta di joduro potassico. Oia allorche nolle mie ricerche ho fatto use di liquid! fissatori contenenti sul)limato, mi sono sempre scrupolosamente attenuto - 266 - alle nonne sopni ricordate, ho anzi eccoiluto in esse come diro fra poco, e se non vi ho accennato nei brevi appunti di tecnica pre- messi alia mia nofca, e precisamenfce perche queste iiorrae sono tanto elemeiiLari e d'uso continue, almejio nei nostri laboratori, da non poter essere dimenticate anche da chi si dedichi da poco tempo alle ricerche istologiche e da rendere quindi del tutto inutile un particolare accenno ad esse. Per la stessa ragione probabilmeiito anche il Rohdc, non piu giovane ne novizio alle ricerche mici'o- scopiche, non avra creduto necessario di doverle accennare, del die il Carazzi rimprovera pure il ricercatore tedesco. II trattamento al quale io ho sernpre sottoposto i pezzi di gangli fissati in liquidi contenente sublimate e il seguente : Lavag- gio dei pezzi tolti dal fissativo in acqua corrente per 24 ore, pra- tica che e bene usare in ogni caso, giacche permette di sottrarre ai pezzi la maggior parte dei sali che vi si sono depositati durante la fissazione. Passaggio dei pezzi in alcool a 50° e poi a 70", con aggiunta del 2 per cento della seguente miscela : Joduro di potassio gr. 6, jodio metallico gr. 4, acqua distillata gr. 100. I pezzi vi ri- mangono per almeno 24 ore, cambiando due o tre volte I'alcool jodo-jodurato. Passaggi nella serie ascendente degli alcool, inclusione in pa- raffina, previa rischiaramento in olio di cedro dense. Le sezioni sparaffinate vengono in seguito passate in alcool assohito, alcool a 950, poi alcool a 90'' con raggiunta del 2 % della suddetta mi- scela jodo-jodurata. Quivi le sezioni rimangono — controUando al microscopio — lino a completa scomparsa degli eventuali cristalli di subliraato che avessero ancora potuto trovarsi in essi. Serie discen- dente degli alcool, colorazione ecc. E a questo trattamento, che ho dovuto ora forzatamente esporre in mode dettagliato e che del resto e .quelle comunemente seguito nei nostri laboratori, che 10 alludevo nella mia nota affermando che . cosi si riesce ad allontanare con sicurezza ogni ti-accia di sublimato. Avendo poi sempre sottoposto i pezzi di gangli fissati in hquidi contenente sublimato all'azione dell'alcool jodo-jodurato, non ho mai avuto I'occasione di esaminare le sezioni prima che su esse avesse agito I'jodio, essendo troppo evidente che in esse dovessero trovarsi numerosi cristalli di subhmato. Non insisto poi sul fatto che i cristalli di sublimato, che talora si osservano neUe sezioni special- mente quando non si e fatto agire anche su queste oltre che sui pezzi I'jodio e I'joduro di potassio, presentano caratteristiche loro proprie, che permettono di bone Individ ualizzarli in ogni caso. - 267 - Passaiifio ora alio ricerche eseguitp dal Carazzi, questi in base ad esse conclude: che le formazioni descritte dal Rohde e da me sono visibili solo in gangli fissati in liquid! contenente sublimato e che sono I'effetto di una precipitazione di sali di niercurio (acetato cromato?) nell' interne della cellula gan^lionare. Che le formazioni in questione appaiano ben manifeste e pre- sentmo tutta la lore complicata strnttura nei pez/i fissati in li- quido di Zenker e di Mann, e un ftitto che ho piu volte rilevato nei niiei lavori; non ritengo pero che esse si possano dimostrare solo con (|uesti liquidi a base di sublimato. Cosi Emil Rohde nelle sue estese ricerche sull'argomento atterma di aver osservato le pre- tese sfere anche in gangh fissati in alcool, osserva anzi come que- sto flssatore produca in esse profonde alterazioni, e data I'autorita del ricercatore tedesco mi sembra non si possa non tener conto della SLiei affermazione, checche ne dica il Carazzi. Da parte mia non ho usato nelle raie ricerche I'alcool e la formalina poiche non mi sembiavano troppo indicati per avere una buona fissaziont; dei gangli spinal i. Ho fatto invece use assai frequente dei fissatori a base di acido osmico (liquidi di Flemming, di Hermann, di Altmann) con lo scope uppimto di stabilire un termine di confronto coi liquidi a base di sublimato (liipiido di Zenker e di Mann). Devo subito dichiarare, che mentre con questi ultimi, seinpre osservando le cautele sopra esposte, si riesce a dimostrare sebbene non molto facilmente !e formazioni in discorso, con tutte le loro particolarita di struttura, esse invece non appaiono che in casi ra- rissimi nei pezzi fissati in liquidi osinici, e fra questi di preferenza il liquido forte di Flemming e quelle di Altmann. In questi casi poi esse per lo piii non presentano la forma regolare e la complessa ed elegante sti'uttura, che talora mostrano nei proi)arati fissati in liquido di Zenker ad esempio ; sono per lo piii di forma irregolare, omogenee, senza corpo centrale e struttura raggiata evidente, il che forse e anche da atti-ibuire in parte al fatto che il metodo di co- lorazione del Mann, il migliore per la dimostrazione delle figure in questione, non da che risultati mediocri, e solo facendo use di par- ticolari espedienti di tecnica. sui pezzi fissati in liquidi osmici. Per queste considerazioni sono state e sono tuttora molto riservato per qnanto rignarda la possibilita della dimostrazione deile figure a rag- giera coi liquidi osmici. 'J'uttavia credo che se il Carazzi vorra isti- tuire delle ricerche estese ad una serie di gangli nei sense indicate, sottoponendo dapprima le sezioni fissate in liquidi osmici all' im- bianchimento, per I'azione successiva del permanganate di potassa - 268 - e deU'acido ossalico, e colorandole quindi col metodo del Mann, al che si riesce sebbene con qualche difficolta, potra egli pure osservare lo formazioni che io ho talora notato e che con tutta probabilita si (levono niettere in relazione con quelle che si osservano tacendo uso del liquido di Zenker. A proposito poi della possibilita di diniostrare le figure in di- scorso nei pezzi freschi, sezionati per con^relamento, non so se il Carazzi ha fatto delle ricerche in proposito; io le ho eseguite lin dal principio delle mie indagini senza aver rnai potuto osservar(3 delle figure a raggiera. Questo argoniento pero che se positivo avrebbe un valore assoiuto, non ha nei caso di niancato reperto che un valore relative ; a parte difatti le profonde alterazioni che ii congelamento provoca negli elenienti cellulari, se dovessimo rite- nere artificiali tutte le particolarita di struttura che non e possibile osservare a fresco nolle sezioni ottenute per congelamento, ben poco resterebbe di tutto quelle che le ricerche istologiche hanno niesso in evidenza specie in questi ultimi tempi. Ammessa la natura artificiale delle forme descritte dal Rohde e da me, il Carazzi afferma che esse sono I'effetto di una precipita- zione di sail di mercurio (acetate, cromato?). Che si tratti di crornato mi pare sia escluso dal fatto che le stesse formazioni si possono met- tere in evidenza, quantunque con minore chiarezza, ed il Carazzi lo conferma, nei pezzi fissati in subhmato acetico; che si tratti poi di acetato pare difhcile se il Ro hde e riuscito a dimostrare le sue pretese sfere nei gangli hssati in soluzione di semplice subhmato, poiche egli non accenna all'aggiunta al hquido fissatore di nessun'al- tra sostanza. Riguardo infine alia natura intima delle foj-me m discussione il Carazzi riiiene che non si tratti di un cumulo di cristalli, ma bensi dell' effetto di un sale, della tmccia, in altre parole, lasciata nei citoplasma dal sale cristallizzato che scompare in seguito al trattamento jodo-jodurato. Che i cristalli del sali impiegati per la fissazione possano lasciare una traccia nei protoplasma degli ele- ment! cellulari e probabile : ma che questa traccia permanga a lungo nonostante tutti i trattamenti ai quali vengono sottoposte le se- zioni per Tallestimento dei preparati, e sopratutto che queste trac- cie debbano presentare I'aspetto fine e la struttura delicata e com- plessa delle figure osservato, debbano comportarsi in niotlo costante e caratteristico di fi'ontt; ai vari metodi di colorazione, debbano as- sumerc colori diversi nelle varie parti che le costituiscono, come si puo ad esempio osservare con tutta evidenza negli ovociti della - 269 - cagna, ai)pare per lo meno difficile. Tralascio tutta la serie di coii- siderazioni, che si potrebbero avanzare su questo argomento, sia perche andrei troppo per le lunglie, sia perche esse non potrebbero avere che un'importanza secondaria. Voglio solo accennare ad una affermazione fatta dal Carazzi, per cornbattere un argomento avan- zato dal Rohde a difesa della sua tesi, II Carazzi afferma che il fatto di riscontrare le pretese sfere solo negli elemenLi cellular! di grandi dimensioni (cellule nervose gangliari e uova) costituisce una rijirova che si tratta di artefatti, " poiche occorre un mezzo omogeneo e vasto come 6 il soma di una cellula ganglionare o quello di un uovo di mammiferi. perche possa compiersi il lento depositarsi dei sali, che daranno 1' impronta alia traccia degli artefatti „. Ammesso questo non si saprebbe come spie- gare le formazioni extracellulari (nettamente stabihte dal Rohde e da me), non si comprenderebbe perche le supposte sfere debbano essere particolarmente numerosc nelle cellule ganglionar! della rana (vedi le figure del Rohde), element! certamente piu piccol! delle cellule corrispondent! della maggior parte dei mammiferi, per non parlare delle enormi cellule d! Tethys; non si comprenderebbe in- fine perche formazioni identiche debbano riscontrars! in element! cellular! di dimensione relativamente molto piccole, appartenent! ad organ! divers!, ma suUe qual! non insisto perche non ancora note. Concludendo la lunga discussione a cu! mi ha obbhgato la nota del Carazzi, mi sembra piu pradente attenermi ancora, per quantu riguarda la natura delle formazioni in questione, al significato " com- pletamente oscuro „ da me proposto nel lavoro citato. Eseluse di- fatt! I'ipotes! della centrosfera, nonostante raffermazione del Rohde, del Van de Stricht e d'altri, e I'ipotes! parassitaria, quantun(iue accarezzata da molti, per le ragion! che ho esposto a lungo nel mio lavoro, rimane I'affermaziune ora avanzata dal Carazzi, che si tiatt! cioe di figure artificial!. Mi propongo di eseguire delle ricei-- che sistematiche nel sense indicate dal Carazzi; ad ogn! mode gia fin d' ora ritengo, per quanto ho sopra esposto, che se le figure a raggiera dovranno essere considerate come prodotti artificiah, esse tuttavia si vanno lormando con un processo diverse da quello in- dicato sopra. Se non che il Carazzi, e qui sarebbe' veramente il case di dire ossessionato dall'idea degli artefatti, oitre che le formazioni a raggiera ritiene prodotti artificial! anche Ic figure da me chiamato col nome di corpi enigmatici, ed aile quali (- drdicato il i|uartu pa- ragrafo del mio lavoro. - 270 - Con mio rincrescimento anche qui devo smentire recisamente r atfermazione del Carazzi die per nulla affatto corrisponde al vero. Se il Carazzi vorra rileggere con atbenzione quant(j io ho allora scritto in proposito (non si tratta pin delle 20, e non 40, pagine da me dedicate alle pretese sfere del Rohde, ma di solo 5 paginette) vedra che si tratta di formazioni le quali si riscontrano rarissime volte, eccezionalmente, nella cellula ner- vosa gangliare dei mammiferi, situate sempre nell'interno del ci- toplasma, senza alcuna struttura apparente, omogenee, solo talora presentanti piccoli vacuoli, spiccatamente acidofile, che si colorano in rosso vivo col Mann, non si colorano coU'ematossilina ferrica, e che infine il protoplasma deha cellula nervosa, che le accoglie appare retratto attorno ad esse: in altre parole esse si mostrano contenute in vacuoh del citoplasma (Vedi fig. 24-32). Se poi il Ca- lazzi vorra fissare in hquidi osmici e sezionare in serie numerosi gangli di Riccio, vedra che queste formazioni si colorano in nero intense per I'azione deU'acido osraico. E se questo non bastasse an- cora a dimostrare la grande differenza che corre fra le formazioni a raggiera ed i corpi enigmatici, ricordero che figure del tutto ana- loghe a queste vennero riscontrate nella cellula nervosa gangliare, da Holmgren, da Athias, da Legendre. E poiche il Carazzi me ne oflfre il destro ricordero infine che Pace C) in una recentis- sima nota preliminare sui parassiti e pseudo-parassiti della cellula nervosa, descrive, fissando in sublimate e colorando col Mann, delle formazioni che per tutti i loro caratteri corrispondono ai miei corpi enigmatici; il Pace inchna a considerarh come parassiti. Io invece per le considerazioni che ho esposto nel mio lavoro piia volte citato e che non voglio ora ripetere, mi ostino a considerarh come il pro- dotto di una particolare degenerazione della cellula nervosa, pur conservando loro per prudenza il nome di corpi enigmatici ; ad ogni mode respingo recisamente I'affermazione avanzata dal Carazzi, che anche questi corpi siano dei prodotti artificiali. In un socondo paragrafo della sua nota il Carazzi si occupa l)revemente della questione del pigmento della cellula nervosa gan- gliare, conferma I'esistenza delle granulazioni nucleoidi da me messe iti evidenza ed accetta 1' ipotesi che ho avanzato sul rapporto ge- netico che dette granulazioni luunio con la furmazione d(;l pigmento. f) lu II Toinmasi. i907. - ^71 - Piiiaviinti il Carazzi afferma die il pii^nneuLo yi trova nella grande maggioranza delle cellule ganglionari di Bue cosi come nell'uomo ; anche qui il Carazzi non e d'accordo con me e con la grande maggioranza degli Autori che si sono occupati della questione del pigmento nella cellula nervosa. Se il Carazzi vorra esaminare comparativamente sezioni di gangli spinali di diversi maniiiiiferi e deU'uomo, tenendo conto dell'eta, vedra che il pigmento lipo- cromo si riscoiitra nei primi in quantita molto minore e questo noil gia in segiiito a suppostc* difetto d'osservazione, giacche che il pigmento sia megiio visibile senza alcuna colorazione e che si riscontri per lo piii in corrispondenza del cono d'origine del pro- lungamento nervoso, e cosa nota da tempo e ricordata da tutti quelh che si sono occupati dell'argomento, ma bensi per il fatto che il materiale uniano forinante oggetto delle nostre ricerche, pro- viene quasi sempre da individui adulti o da individui morti per affezioni toccanti direbtamente od indirettamente il sistema nervoso, mentre per quanto riguarda gli animali le ricerche sono per lo piii eseguite su individui normal! e relativamente giovani. Nel terzo ed ultimo paragrafo della sua nota il Carazzi ac- cenna all'esistenza dei vacuoli, che egli ha potuto raramente ri- scontrare nella cellula nervosa gangliare, ed afferma di non avere mai osservato le figure grossolaraente reticolari, che io ho messo in rapporto con la formazione dei vacuoli. Che il Carazzi non abbia osservato le mie figure non mi reca meravigha, poiche egli ha hmitato le sue ricerche ad una ventina di gangli spinali di Bue parzialmente sezionati; se il Carazzi avesse esteso un poco di piii le sue indagini e sopratutto le avesse portate suU'animale da me a preferenza iiulicato per questo scope, il cavallo, avrebbe certamente osservato le formazioni in discorso. Riguardo poi al significato che si deve assegnare ai vacuoli il Ca- razzi non crede die si tratti di un processo di degenerazione cistica e quindi di una condizione patologica deU'elemento cellulare come affermano quasi tutti gli autori e come io pure ho sostenuto nel mio lavoro ed avanza in proposito I'idea, che i vacuoli siano in rapporto col fenestramento e con la presenza di clave terminali di recente messi in evidenza dal Levi nelle cellule nervose gangliari fetali di alcuni mammiferi. Certamente il Carazzi, solo pel fatto di avere supposto I'esistenza di questo rapporto, non deve mai avcrc osservato prcparati di gangli spinali allestiti col metodo lb- - 272 - tografico di Cajal! Ma il Carazzi stesso conviene che 1' ipotesi sua " non regge di fionte al fatto che le formazioni lobular! de- scrilte dal Levi scompaiono o quasi nell'adiilto (mentre e preci- samente neU'uoaio adulLo che Cajal per il primo ha messo in evidenza e fenestramento e sfere terminali) ed il tenestramento ha aspetto ben diverse da quelle del vacuoli „ e qui biamo com- pletamente d'accordo. Senonche la convinzioiie del Carazzi che i vacuoli delle cel- lule ganghonari non rappreser.tino I'effetto di un processio pato- logico, pare non troppo ferma poiche sul finire della sua nota dice d'essere convinto che non tutii i vacuoli possono considerarsi come una degenerazione senile e come una manifestazione patologica. E qui non si riesce a compr«ndere il perche se questa spiega- zione, che appare tanto ovvia, si puo applicare ad alcuni non si debba estendere a tutti i vacuoli, che presentano fra lore caratteri affatto simili; esclusi naturalmente quelh descritti da Mencl e da Athias che per consenso degh stessi autori debbono essere considerati come tutt'altra cosa. Pavia, Novumbre 1907. REPLICA Con la sua risposta il Cesa-Bianchi diCondo ancora la sua protesa sco- porta; io non voglio seguiiio nella sua polemica, ohe credo pcrfettamento inu- tile pci' la scienza. La sola ({uestione che abbia un valore scientitico e laseguentc: se si taglia un ganglio spinale in quattro pezzi ed ognuno di questi si lissa in liquid! di- vei-si, nelle sezioni del quarto che venne lissato nello Zenker si vedono i corpi del Cesa-Bianchi, negli altri tre pezzi, qualunque sia il flssativo, purclie in esse non coesistano il sublimate e I'acido cromico, di quei corpi non c'e traccia. Iv'co quel ch' io ho dimostrato e questo il Cesa-Bianchi deve irapugriare, non con delle considerazioni, ma con dei latti. Per intanto rimane slabilito che le formazioni da lui descritte sono artefatti. Padova, dicembre 1907. D. Carazzi. - 2T6 - Kara disposizione dell'arcata zigomatica in un cane PEK 11. DoTT. BERTINI-TANCREDI MEniCO ASSISTENTE NEL K. MANICOMIO DI TORINO fc victata la riprodnzione. Nella collezione craniologica del Manicomio di Collegno, raccolta (lal dott. G. Marrn, si trova un cranio di bull-dog mastino (ffini- ijiiim) presentante una rara anomalia, la quale assume una note- vole importanza dal punto di vista anatomo comparative. L'anomalia e data dalla presenza di ossicini accessori die si trovano in corrispondenza deU'estremo anteriore della sutura tem- poro-zigomatica e die estendendosi in alto per circa mm. 8 restrin- gono notevolmente I'apertura die interrompe posteriormente nei carnivori il contorno osseo orbitario. Ossicini nell 'areata zigomatica, si trovano con estrema ra- ritii nei crani umani, il Gruber li riscontro died volte su 4000 crani ed ammette die queste piccole formazioni ossee rappresentino delle epifisi persistenti originate in maniera affatto accidentale in seguito alia comparsa di un punto anomalo di ossificazione. II Le Double ha osservato la presenza di simili ossicini sull'arcata zigo- matica sinistra di un orango (unico case trovato in animali che sia sine ad ora riferito dalla letteratura in argomento) ed attribuisce a questi ossicini il valore di semplici ossa Wormiane ; cosi pure il Calori che prima ancora del Gruber aveva notato due volte la presenza di tali ossetti in crani di exencefali. II Marro, a cui dobbiamo una buona monografia in i>roposito distingue fra le formazioni ossee che si possono trovare nell'arcata zigomatica : gli ossicini che si riscontrano intercalati nclla sutura temporo-malare; costiLuenti I'estremita del processo zigomatico del temporale o la porzione posteriore inferioi-e del malare e quelle altre ossa isolate che possano costituire addirittura tutta o gran parte il processo zigomatico del temporale. Di queste anomalie riporta vari casi interpretando, sia le grandi formazioni ossee acces- sorie dell'arcata zigomatica, sia I'ossicino risultante dall'indipendenza dell'estremit^ zigomatica del temporale come rappresentante d(^l- I'osso quadrate. Con questa sua interpretazione (in appoggio alia quale egli rileva il basso valore dell'lndice della squama del temporale, carat- - -aU - tere evidentemento regressive clie egli noto nei casi proprii come in quelli raccolti nella letteratura) il Marro svolse ed avvaloro iin concetto gia espresso dall'Albrecht. L'Albreclit trovo nel cranio di un neonato I'indipendenza della parte zigomatica del temporale ; caso il quale fu invocato da questo autore a sostegno della sua teoria " .sul valore morfologico deH'articolazione mandibolare „. Secondo I'Hackel il primo arco branchiale (di cui la mandibohi costituisce il pezzo inferiore) come tutti gli altri archi risulta co- stituito di pill porzioni e secondo alcuni autori queste porzioni do- vevano trovarsi, nei progenitori dei sauri e dei maniraiferi deile lontane epoclie geologiche, dispotste in maniera che ciascun lato doveva risulfcare costituito da due porzioni articolate tra loro, e col cranio per mezzo dell'osso (juadrato. Ora, delle ossa compo- nenti queste articolazioni alcuno cessarono gradatamente dal loro primitivo utficio, si ridussero nelle proporzioni ed attualmente ne rimangono ancora tracce, nei mammiferi, in alcuni ossetti dell'ap- parato uditivo ed il Gegenbaur, il Ko Hiker, il AVidersheim ritengono che il rappresentante dell'osso qnadrato sia precisamente I'incudine, mentre 1' Huxley, il Parkur, il Bettany ammettono essere il martello. Questi due ossetli si trovano articolati Lra loro ed 0 appunto questa artii;olazione incndine-malleare dei mammiferi che la yi rilicne omologa deirarticolazione quadrato-articolare dei gnatostomi, non mammiferi. L'All)recliL non ammette tali teorie e ritiene invece che I'osiso " squama del temporale „ dei mammiferi sia costituito da due elementi ; dallo squamosale e daU'osso quadrate ; ritenendo ipial(! rapjtresentante di quest'ultimo, il processo zigomatico del tem- porale. Ultreche nel caao sopracitato, egli trova I'indipendenza del- Telemento quadrate, anche in quelh descritti nella letteratura di suture trasversah che dividono la squama del temporale in due porzioni : mia superiere e I'altra inferiore unita al processo zigoma- tico ; in questi casi I'elemento quadrate avrebbe invase piia e meno il campo delle squamosale. II Marro trova giustamente piia verosimile ancora che le squa- mosale, proprio dei mammiferi, possa sostituire il (quadrate, proprio dei vertebrati inferieri, legittimando cosi 1' interpretaziene da lui emessa per ritenere le piccolo fermazioni ossee che si trovano nelia sutura tempero-zigonatica, all'estremita anteriore del processo zi- gomatico dei temporale, pure rappresentanti dell'osse quadrate. Is^illa grande quantita di cranii conservati nel Musee Zeelogice, di - 275 - Anatomia Compnrata e della Scuola Superiore di Veterinaria di To- rino, solo ho trovato il cranio di un Lliama nel quale esiste da ambo i lati una corta quantita di ossicini situati tra la sutura iron to malare e la sutura del malare col temporale. Nel Lhama, come in tutti i rurainanti, I'osso jugale forma per una buona mota la parte inferiore dell'arcata orbitaria ; posteriormente si apre ad angolo acuto, formando in alto, il processo frontale del malare, in basso il pi'ocesso zigomatico ; in (piesto angolo si insinua il procosso zigomatico del temporale. In questo cranio e da notarsi anzitutto che la sutura fronLo- jugale e ad un livello piu basso di quelle che non sia negh altri esemplari cosicche trovasi alio stesso livello del margine superiore dell'arcata zigornatica, mentreche negli aUri esemplari la sutura jugo-frontale trovasi piia in alto ed il margine posteriore del malare cade a picco sul margine superiore dell'arcata zigomotica. Cosa pure imporcantc. 6 da notaro che il diametro di queste ossa o superiore al diametro corrispoiidciite negli altri boggetti. Gli ossicini sopracitati, giustajiposti esnttatnoiito I'nno all'altro a guisa di mo- saico, occupano una zona triangolare di cui I'apico si ti'ova in cor- risi»ondenza del terzo interne della sutura jugo-lVontale e la cui base e costituita da un ossetto unico piu grosso degli altri che forma in tal panto il margine superiore del malare. - 276 - II cranio di cane del quale io presenfco la fotografia possiede pure alcune anomalie di ordine generale, come ad es. maggiore am- piezza deirarcafca zigomatica dal lato in cui si trovano gli ossetti in parola : pure dalla stessa parte si trova il malare completamente saldato col mascellare; i varii diametri verticali dell'arcata sono rispettivaniente superiori di varii mm. a quelli del lato opposto. AU'estrenio posteriore del margine orbitario inferiore di destra sono situate due formazioni ossee anoraali : I'anteriore assai piccola, a rornia triangolare, con apice rivolto in basso ; alia base misura mm. 5 e mm. 3 Vo ^^^ altezza — trovasi completamente unita alle parti adiacenti mediante una fine dentellatura del suoi margini. La posteriore e pure triangolare coll'apice in alto, ha dimensioni mag- giori del precedente (mm. 9 Vi di altezza — mm. 12 di base). La faccia interna trovasi piii espansa, percio i diametri sono superiori a quelli esterni ; il margine e assottigliato; I'apice e costituito da una faccetta sca])rosn. A sinistra esiste pure una simile anomaiia poro in grade molto rainore ; I'ossetto anomalo epure collocate a fare parte del processo frontale dell'osso zigomatico, pero mentre nel prime case questo interessava tutto qnanto lo spessore dell'osso malare, a sinistra in voce si puo dire adagiato sulla faccia interna ed unite al ma- lare mediante un piccolissimo tratto nella sua parte inferiore. Esternamente, di questo ossetto, non si vede che la parte superiore lunga mm. 6 V2 e che deborda al disopra del malare di mm. 1 formando I'apice del processo frontale dello zigomatico. Tanto a destra quanto a sinistra questi ossetti abbiamo visto essere collocati postei'iormente ed in rtipporto coll'osso malare ; essi costituiscono precisamente li processo frontale dell'osso zigo- matico sal quale va ad inserirsi I'arcata fibrosa costituente il margine posteriore dell'orbita. Secondo il concetto del Marro questi ossetti verrebbero interpretati come rappresentanti deH'osso qua- drate pero in questo case tale ipotesi si adatterebbe poco age- volmente poiche il i)rocesso zigomatico del temporale nel sue estremo anteriore hnisce in kunina sottile, posta appena a con- tatto delle formazioni ossee anzidette. Piii verosimilmente, poiche queste ossa sono unite mediante sutura e si trovano disposte nella parte posteriore deU'osso zigomatico, si potrebbe invece parlare di osso quadrato-jugale, che si trova in alcuni rettih ed uccelli, situato ah'estremita posteriore deU'osso zigomatico ed ar- ticolato coll'osso quadrate. i'rescindendo dalle elevate interpretazioni morfologiche che - 277 - si possoiio discutere per le special! formazioni ossee descritte nol mio caso ; io osservo infine clie per la posizione possono esse sompliceniento rappresentare I'ossificazione inferiore del legamento orbitario postcriore col quale direttaraente si continuano, signiii- cazioiie aaaloga a quella di molti altri processi ossei. Bibliografia I. Albruclil. — Siir lo (.raiie icniarc^iialilc ilo iiii iiliiili- dc 'Jl aus. — BruxeUes, lUiio. 3. Grubur. — Heichert's Archiv, Leipzig, 1S73. 3. Calori. — Meiuoric deUa A cciulenila tlelle Sciciizc, Jiolvijna, 11^08. 4. Marro. — Annali di Freniatria, lOOG. 5. Gegeubaur. — Verfrleichende Anatouiie der Wirlu'llliiL-ie. Leipziy, IH'JS. 0. Iluxlcy, Parker, Bettauy, citati dal Marro (4). 7. Kdlliker. AVidersheim , citati daH'Albrecht (1). 8. Le-Doii blf . — Trait6 des variatious des os dii crano dc 1 lioiuiiu'. — Paris, I'JO.'i. isnruio d'anatomia chikuugica uei,t,a k. univkksiiA di talkkmo DIIiElTO DAL PKOF. G. PAKf.A VKCCHIO Colorazione dei tessuti con una miscela colorante di eosina, orange, bleu di toluidina i>EK ii> DoTT. CARMELO CIACJGIO ASSISIUNTK. E viiilaUi la i ijirodii/.inne. r.a miscela colorante, che io adopero da parecchio temiio con vaiiUi^-gio si prei)ara iiel modo seguoiiLe: Si polvcrizza in un inortaio di vetro con qualcho goccia di gli- cerina neutia : Eosina centigr. cinque o died, Orange G. centigr. died o venti, Bleu di toluidina gr. una. Si aggiunge a poco a poco agitando sempre: Alcool motilico cc.^ trenia, 0 quindi : ^ Glicerina neutra cc.'^ cinqiianta. Questa miscela va conservata in bottiglio a tappo smerigliato. Nel memento di scrvirsene si sciolgono poche gocce di essa in un godu con acijua, distillata: la soJuzione vieno limpida e senza Ibi- nicizione di precipitate. 11 numno deile gocce da servire per la di- luizione varia a seconda dtU liquido tissatore ed a seconda del tenq>o in cui si vuole che avvenga la colorazione, - 278 - Quosta tinta agisce bene dopo svariati liquid! flssatori, ma piu .faciliiiente con liquidi a base di formolo, alcool o sublimato. L' e- bpcM-Jenza personale puo rendeiia vantaggiosa con tutti i liquidi lis- satori, variando le quantita del colore acido o basico. Riaultati ot- timi si ottengono a preferenza per gli crgani emopoietici dopo lis- sazione in liquido di Dominici (jodo-cloruro di mercurio foraiolizzato). II processo da seguire per la colorazione e abbastanza yemplice: a) le sezioni dell'acqua distillata si passano nel liquido co loranto per un tempo indeterminate come sopra ho detto. h) lavaggio rapido in acqua distillata, c) pochi minuti in alcool a 90^, d) alcool assoluto, xilolo, balsanio (possibilmente neutro). Con tale processo di colorazione, che si pub davvero chiamaie universale, si colorano: Nel sistema nervoso i granuli di Nissl in bleu-violetto, in rosso gli elementi nevroglici. Negli organi glandolari si colorano bene i granuli di secrezione. Nell'intestino si ha una colorazione molto elegante del granuli di Paneth, del granuli delle cellule eritej'o-croniafiiiii, delle cellule luucose, dei granuli dei loucociti di Heidenhain, delle phisniazoUen e mastzellen, Negli organi emopoietici si colorano benissimo tutti i granuli dei leucociti: i neutrofili in rosso, in rosso aranciato gli eosinotili, in violetto i granuli delle mastzellen; le emazie in orange, il pru- to[)lasma delle Plasmazellen in bleu-violetto. Nei tessuti patologici si colora in rosa il cunnettivij, in russo vivo la sostanza jalina, in violaceo la sostanza aniiluide: si colo- rano bene anche in generalo i microi-ganisini, che nun haiinu l)isu- gno di colorazioni speciali. In particolar modo insisto a raccomandarc (piosta coloi;izione dtjpo lissazione in liquido di Donuiiici formalizzuLu, per gli organi emopoietici e per 1' intestine: io linora non ho visto alcuna colora- zione che dia risultati cosi completi ed utih per lo studio dei sud- detti elementi cellularj : in tal case la miscela sopra indicata e utile adoperarla col seguente processo : Si sciolgono 8 o 10 gocce in 15-20 cc.-' d'HgO distillata e vi si lasciano le sezioni per 12 ore; poscia si eseguono le norme dette sopra: la disidratazione in alcool assoluto si puo prolungare anche per molto tempo e cioe lino a quando le sezioni hanno acquistato una tinta rosea-violetta. - S79 - SUNTI E RIVISTE 18. Co.:)33 S. — RicL'i'/lii' spci'iraeiitali sullo modilicazioni moi-Colop-iclio o cliimi- clic della zona pelliicida e degli inclusi doU'iiovo dei 7naininil(,'i'i. — Arch. zooL, Vol. 3, f. 2, pp. 165-221, con 2 tnv. Xajxjli, 1907. Lc ricei'che doH'A., eseguite prefoiibilinente su ovaia di Fetifi domeslica, lo portaroiid alle seguenti conclusioni : « 1. La strullura deU'iiovo noi Maramifei'i 6 inlliioiizaliile, sia inorCologi- oamontc die chimicaraonte, da lunzioni peculiari dell'orgauo geiiitale. (periodo della (rega, gravidaiiza, periodo di riposo sessualo). « 2. Qiiest'iiitluenza viene anclie pi'esso a poco esercitata da processi spe- I'imeutali condotti in raodo da alterarc le condizioni nutritive, sia della glandola ovarica, sia dell'organismo intero (aziune del digiuno, iuiezinni di lecitine se- condo ha dimostrato il Kusso). « 3. GonsegLienteuiente I'liono, come ogni allra parte istologica dell'orga- nismo, e variabile nella sua costituzione col variaro del ricarabio dei materiali chc ad esse dii'ettamente o indirettamente provengono. « 4. Questa variabilita nella struttura chimica e morlblogica dell'uovo ri- llette particolarraeute alcune sue parti. Queste parti sono : la zona peliucida, i cromidii, i nucleoli delle cellule foUicolari, i corpi tigurati del liquor folliculi. « 5. La zona pellucida e morfologicamente costituita da due porzioni. L'una, clie possiamo considerar come fondaraentale, e colorabile poco coi reat- tivi e risulta da una diilerenziazioue del protoplasma basale delle cellule della corona radiata. P'ssa non e una produzione strettamente cuticolare, avendo struttura piuttosto granulosa ed essendo permeabile. Essa si riscontra in tutte le nova, anzi e la sola costituente della pellucida di (fuelle nova die si dissero a 1 e c i 1 0 z o n a t e (leucozonate). « L'altra porzione e generalmente intercalata nella prima, costituendo uno slrato. continuo o discontinuo, piii dense, non radiato, piu colorabile dai reat- tivi, e precisamente coloral)'le in nero coll'ematossilina ferrica, in azzurro col reattivo del Pollacci: si riscontra nella maggioranza delle nova in maggioi-e o minore abbondanza ; queste uova furono percio dette lecitozonate (mela- zonato). « 6. Questa seconda porzione scorapare durante il periodo della gi-avi- . danza e coll'azione del digiuno prolungato, cioe sotto condizioni particolari di denutrizione; essa aumenta durante il periodo della frega. La sua posizione va- ria col variare di tali momenti lisiologici : da cio si ricava die tale porzione costituisce un accumulo di materiali di riserva per Tuovo, da questo usulruibile quando ne abbia di bisogno. « 7. Direttamente legati aU'esistenza della porzione trottca o di riserva della pellucida, e non considerabili come prodotti metabolici deH'ooplasma o di siioi inclusi caratteristici, esistono alia periferia dell' ooplasina stesso, special! corpi cromatici, risultaiiti dal condensamento dei materiali di quella jiorzioiie, passanti pei- la pellucida. Questi corpi sono ugualmente inlluenzabili dalle me- desime condizioni lisiologiche o sperimentali die moditicano il ricambio dei ma- teriali e possono aumentare di numero, dirainuire, modilicare la loro costitu- zione, e scomparire aflatto. Essi constano d'una poi'zione (bndamentale, >la - 280 - eonsitlcrare come differenziazione ovoplasraica die eeraonta il materialo troflco, e (li quesl'ultirao, il quale vi si condensa e, condensatovisi, si disgroga a seeonda dello state flsiologico dolFovaia, e deH'organismo, con modalita caratteristiehe. « 8. Pare die neirulteriore modillcazione i eorpi cromalici portino alia forraazione del grasso die si presenta, nei preparati, sotto I'orma vacuolare, contribuendo alia formaziouc del vitello uutritivo. Andie i vacuoli si trovano ill relazione diretta con le diverse condizioni flsiologiche studiate. « 9. L'ovoplasma distingue una sua porzione periferica piu granulosa e piu colorata della centrale, dovuta alia continua liltrazione di materiale trotlco della pelludda. Quindi la presenza di questa zona ovoplasraica sta pure in re- lazione con la porzione trotica della pellucida medesima. « 10. Esiste uno spazio perivitellino, dove talora si condensa del mate- riale proveniente dalla pellucida, spazio die puo in determinate condizioni di- ventare virtuale. « 11. I nucleoli delle cellule follicolari, e in special modo quelli del disco proligero sono, non meno delle parti precedenti, influenzabili dallo state tlsio- logico deiranimale. Similmente si comportano i corpi flgurati del liquor Iblliculi dovuti anch'ossi al condensamonto di sostanze sciolte nel liquido follicolare. « 12. A meglio dimostrare la funzione nutritiva di questi corpi e del li- ({uido die li contiene, bisogna ricordar I'esistenza d'un ricco reticolato die fa comunicare la pellucida col liquido stesso ed e invero un sistema circolatorio, come disse Paladino, e nutritive nel tempo stesso. « 13. Tanto la seeonda porzione della pellucida o porzione trofica, i cro- midii in parte, ed i corpi flgurati del liquor folliculi, sono cliiraicamcnte delle sostanze fosforate. « 14. Tali sostanze, cc'D raolta probabilita, dalle ricerche microdiimiehe fatte, appartengono al gruppo delle lecitine. Esse, elaborate dalle cellule folli- colari che assumono forma e funzione glandolare, arrivando a queste cellule sia per le vie sanguigne, sia dal liquor folliculi, vanno a beneflzio dell'uovo durante la sua maturazione. « 1.5. Gonseguenteraeute la membrana pellucida delFuovo dei Mammiferi e analoga e chimicamente omologa al tuorlo delle uova dei Sauropsidi, ricco, come si sa, di lecitine, e ne sostituisce il deutoplasma nell'uovo dei Mammiferi poco rappresentato. « 16. La vescicola gerrainativa e regolata, nei suoi movimenti da un tat- tismo troflco die la fa avvicinare al punto della pellucida o dell'ovoplasma maggiormente nutrito, cioe contenente un maggior cumulo di material! lecitici. « 17. In ordine alia distinzione fatta delle due specie di uova in lecito- zonate ed alecitozonate, distinzione che si riferisce alia loro diversa costitu- zione diimica, si puo pensare, col Russo, che esse abbiano una pcculiare im- porlauza uella successiva outogenesi. CosiMo Cherui'.ini. Ammimstratore-rksponsap.ile. rhciizc, 1907. — Tip. L. Niceolai, Via Fiieiiza, 44. Monitope Zoologico Italiano (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Orgaiio ufficiale delia Unione Zoologica Italiana DIHKTTO i>Ai DO'l'TORI GIULIO CHIARUGI EUGENIO FICALBI Prof, il i AiiatoMilu iimuiia I'rof. di An.itoinia coi;ip. e /oolo^ia lie! R, Istitiiio il iStiKlK Super, in Kirenze nella K. Universita ili I'isa LTfficio di Direzione ed Amministrazione: Istitnto Auaf.omico, Firenze. 12 nuxneri all'anno — Abbuonamento annuo L. 15. XVIII Anno Firenze, Decembre 190^7 N. IS. SOMMARIO: Bibliografia: Pag. 281-289. GoMUNiCAZioNi ORiGiNALi: 1^6 vi Gr., Delia colorazioDG elettiva del connettivo col metodo Bielschowsky. — Cavatorti P., Di una rara variaziono dclle arterie della base dell' encefalo nelF uorao. (Con 1 tig.). — Pag. 290-297. SuNTi E RiviSTE : 19. Supino F., Osservazioni sul nuraero dei nervi occipito- spinali dei Teleostei. — 20. Russo A.., Modifleazioni speriraentali dellele- mento epiteliale doH'ovaja di Maramiferi. — 21. Van Ryntjerk G-., Sulla metameria del sistema nervoso simpatico. II L'innervazione pilomotrice. — 22. ]Pende N., Le modiflcazioni del pancreas e degli isolotti di Langer- hans dopo la occlusione dei canali pancreatici. — Pag. 298-300. Avvertenza Delle Comunicazioni Originali che si pubblicano nel Monitore Zoologico Italiano e vietata la riproduzione. BIBLIOGRAFIA Si da notizia soUanto dei lavori pubblicati in Italia. B. - PARTE SPECIALE II. Protozoi. Felice (De) Tito. — Contributo alia cura della I'iroplasmosi nei Bovini. — Boll, di'lla Soc. zoologica italiana, S'trie II, Vol. VIII, Fasc. 1, 2 e 3, pp. 19-28. Roma, 1907. Mazzarclli Giuseppe. — Epizoozia degli agoni. Vedi M. Z., XVII, 12, :i5l. Ottolenghi D. — Contributo alia conoscenza del Trypanosoma Bruoei. Nota pre- lirainare. — Monitore zool. ital.. An. 18, y. 7, j^P- 182-187, con 2 fig. Fi- renze, 1907. - 28^ - V. Celenterati (Cnidari e Ctenofori). Senna Angelo. — Nuove larve pelagiche di Geriantidi e di Zoantidi. Nota pre- liniinare. — Monitore zoologico italiano. An. 18, N. 4, pj). 96-102. Fi- renze, 1907. VI. Vermi. 2. Platodi. Alessandrini Giulio. — Su un Dithyridium Rud. del polraone di Gallina. — Bol- lettmo delta Soc. zoologica ttaliana, Se7\ II, Yol. VIII, Fasc. 1, 2 e 3, pp. 49-52, con 1 fig. Roma, 1907. Barnabo V, — Sugli effetti delle inoculazioni negli aniraali deU'estratto di Tae- nia saginata. (Gontiauaz, contiiiua). — Bollettino delta Soc. zootogica ita- liana, Ser. II, Vol. VIII, Fasc. 1, 2 e 3, pp. 85-87. Roma, 1907. Mola Pasquale. — Nota intorno ad una forma di Cestode di pesce fluviatile. — Bollettino delta Soc. zootogica italiana, Ser. II, Vol. VIII, Fasc. 1,2 e 3, 2ip. 67-73, con una tav. Roma, 1907. 5, Briozoi, Foronidi, Cephalodiscus, Rhabdopleura. Neviani Antonio. — Di un libro poco noto sugli Zoofiti e Litoflti del Mediter- raneo dell'abate Francesco Maratti (Briozoi), — Bolt, delta Soc. zoologica italiana, Ser. II, Vol. VIII, Fasc. 1, 2 e 3, pp. 102-118. Roma, 1907. 8. SlPUNCULIDI. Enriques Paolo. — Delia circolazione sanguigna nella Phoronis psaramopliila. — Monitore zoologico italiano. An. 18, N. 8, pp. 201-205. Firenze, 1907. 14, Anellidi. Baldasseroni Vincenzo, — Gontributo alia conoscenza dei Lombrichi italiani, — Monitore zoologico italiano. An. 18, N. 2, pp). 48-57. Firenze, 1907. Cognetti De Martiis Luigi, — Ricerche anatomiche e istologiche suH'apparato riproduttore del genere « Kynotus •». — Atti d. R. Ace. d. Sc. di Torino, Vol. 42, Estr. di pjp. 16, con tav. Torino, 1907. Rosa Daniele, — Diagnosi preliminari di nuovi Tomopteridi raccolti dalla R. N. « Liguria ». — Monitore zoologico italiano, An. 18, N. 7, 2^P- 176-177. Fi- renze, 1907. VII. Artropodi. 6. Grostacei. Artom Cesare. — II numoro dei cromosorai e la maturazione dell'uovo dell'Ar- temia partenogenetica di Gapodistria e deU'Artemia sessuata di Gagliari, — Vedi M. Z., XVIII, 7, 170. Artom Gesare. — Ricerche speriraentali sulla variazione della Artemia salina L. di Gagliari. — Biotogica, RaccoUa di scritti di Biotogia, Vol. 1, Fasc. 2, jjp. 247-264, con 4 figg. Torino, 1907. Masi Luigi. — Contribute alia sistoraatica delle Ilyocyprinae. (Gontinuaz. e fine). Bollettino delta Soc. zoologica italiana, Ser. II, Vol. VIII, Fasc. 1,2 e 3, pp. 55-57, con 2 tav. Roma, 1907. - 283 - 9. InSETTI 0 ESAPODI. a) Scritti general! o su piii che uno degli ordini Berlese Antonio, Berlese Amedeo, Del Guercio Giacomo, Paoli Guido. — Ma- teriali per la storia di alcuni Insetti deH'Olivo. —YediM. Z., XVIII, 5-6, 126. e) Rincoti o Emit eri, e Fisapodi o Tisanotferi. BuflFa Piotro. — Trontuua specie di Tisauotteri italiani. — Atti della Soc. to- scana di Sc. naturali, Memorie, Vol. 23, pp. 227-303, con 8 fig. e 2 tav. Pisa, 1907. Buffa Pietro. — Alcuni Tisanotteri del Portogallo. — Atti della Soc. toscana di Sc. naturali. P?'oeessi verbali, Vol. 16, N. 5, pag. 58. Pisa, 1007. Buffa Pietro. — Alcune notizie sopra una nuova specie di Tisanottero apparte- uente al genere Melanothrips. — AtU della Soc. toscana di Sc. naturali, Processi verbali, Vol. 16, N. 5, pp. 58-61. Pisa, 1907. i) D Uteri Berlese Antonio. — .... Gontro la naosca delle olive (Dacus oleae). — Vedt M. Z., XVIII, 5-6, 126. IX. Mollusclii. ! 3. Gasteropodi (Prosobranchi, Eteropodi, Opistobranghi, Pteropodi, polmonati). Issel Rallaele. — Un nuovo genere di Mollusclii Eteropodi raccolto dalla R. Nave Liguria (1903-05). Nota preliminare. — Monitore zoologico italiano, An. 18, N. 7, pp. 174-176, con 1 fig. Firenze, 1907. Issel Raffaele. — Nuove specie di Mollusclii Eteropodi raccolti dalla R. Nave Liguria (1903-05): nota preliminare. — Monitore zoologico italiano, An. 18, N. 3, pp. 74-78, con 2 fig. Firenze, 1907. Marcucci Giuseppe. Su alcune variazioni biologiche della Limnaea bilbrrais (Kiis), Gontributo alio studio dell' influenza deirarabiente nello sviluppo degli ani- raali. — Bollettino delta Soc. zoologica italiana, Serie II, Vol. NIII, Fasc. 1, 2 e 3, pp. 29-48, con 1 tav. Roina, 1907. XII. Vertebrati. 1 1. P A R T E A N A T 0 M I C A. 3. Apparegchio tegumentale. Ghigi Alessandro. — Ricerclie sulla morfologia della piuraa. — Vedi M. Z., XV II I, 11, 259. Marchi l-]zio. — Ricerclie speriraentali sulla organogenesi delle corna dei cavi- • •orni. — Moderno Zoojatro, N. 22, 1907. Torino, 1907. Estr. di pip. 23, con figg. Parona Gorrado. — Sdoppiamento del vessillo in due penne di polio. — Atti Soc. ligustica Sc. nat. e geogr., An. 17, Fasc. 1-2. Geneva, 1906. 4. Apparegchio scheletrico. Bertini Tancredi. — Rara disposizione dell' areata zigoraatica in un cane. — Monitore zoologico italiano, An. 18, N. 11, 2jp. 273-277, con 1 fig. Firen- ze, 1907. - 284 - Bovero Alfonso. — Anaotazioni suH'anatomia del palato duro. Separazione delle < partes horizontales » delle ossa palatine. Con tav. — Mem. d. R. Ace. d. Sc. di Torino, Se)\ 2, Tomo 58, j^p. 59-140. Torino, 1907. Cutore Gaotano. — Di un osso malare bipartito. — Monitore zoologin) italiano, An. 18, X. 1, pp. 1-14, con 3 fig(j. Firenze, 1907. Marchi Ezio. — Morfogenesi speriraentale del cranio dei cavicorni. — Alti d. Concp-. d. Xaluralisti italiani {Milano, 1906). Eslr. di j)p. 4. Milano, 1907. Pensa Antonio. — Osservazioni sulla « spina supra meatum ». — Boll. d. Soc. medico-chi7-urg. di Pavia. Sed. d. 6 luglio 1907. Estr. di pp. 16, con 2 tav. Pavia, 1907. Staurenghi Cesare. — Fixura bregmatica lateralis degli Ecxuidao apparentemente suturale. — Sviluppo e varieta della squama occipitalis dell'uomo. — Dimo- strazione di alcune varieta nello scheletro celalico dei Mammiferi. — Dirao- strazione dell' esistenza dell' os interparietalis nel Sus scrofa e nel Melea- gris gallopavo. — Duplicita dei ceutri ossilicativi delFos nasale nell'Ovis aries e Sus scrofa. — Alti d. Congr. d. Naturalisti italiani {Milano 1906). Estr. di 2JP- iO. Milano, 1907. Staurenghi Cesare. — Coraunicazione proventiva di craniologia comparata: esistenza costante del fonticulus orhitalis nel feto dell'E. caballus L., ed ossicino fontanellare corrispondente in un E. caballus adulto, oraologo col- Vos pj^aefrontale dei Rettili. — Gazz. med. lomb.. An. 46, N. 40, pp. 357- 360. Milano, 1907. 5. Apparecchio musgolare. Civalleri Alberto. — I muscoli « levatores glandulae thyreoideae ». — Memorie d. R. Ace. d. Sc. di Torino, Ser. 2, Tomo 58, pjj. 335-362, con tav. To- rino, 1907. Livini Ferdinando. — Sopra un.peculiare rapporto tra un fascio del ra. scalcno e Tai'teria succlavia nell'uorao. — Monitore zoologico italiano. An. 18, N. 7, 2)p. 178-181, con 2 fig. Firenze, 1907. Livini F[erdinaudo]. — Morfologia del M. sernflu.'i anterior neiruomo, con 3 tav. — Arch, di Anaf. e di EtnhrioL, Vol. 6, Fasc. 3, pp. 429-441. Fi- renze, 1907. Mucci 0. e Ciardi U. — Sopra un raso di Musculus peronaeus digiti quinti (Huxlei e Wood). — Monitore zoologico italiano, An. 18, y. 8, pp. 205-208. Firenze, 1907. Pabis E. e Ricci G. — Di una variazione dei muscoli pellicciaj del collo. — Mofiilore zoologico italiano, An. 18, N. 8, pp. 197-200, con 1 fig. Firenze, 1907. Tricomi Allegra Giuseppe. — Musculus gracilis surae biceps, fascio soprannu- merario nascente dalla rotula. — Monito7^e zoologico italiano. An. 18, N. 3, pp. 69-74, con 3 fig. Firenze, 1907. Tricomi Allegra Giuseppe. — Anomalie muscolari. — Alii d. R. Ace. Pelori- tana, Yol. 22, Fasc. 1, Messina, 1907. Estr. di pp. 31. Vastarini-Cresi G. — Di un nuovo muscolo soprannumerario del collo {M. ma- stoido-triticeus). — Alti d. R. Ace. rned.-chirurg. di Napoli, Napoli, N. 1, 1907. Estr. di p)p. 28, eon tav. 6. Apparecchio intestinale con le annesse ghiandole Anile Antonino. — Topografla delle glandole di Brunner nella scimmia. — Alti d. R. Ace. lued.-chirurg. di Napoli, N. 1, 1906. Estr. di pp. 6, con tav. Nd^^oli, 1906. - 285 - Aroangeli Alceste. — Gontributo alia conoscenza della «truttura minuta della mucosa stomacale del Tropidonotus natrix. — Atti d. Soc. Toscana di Sc. naturali, Memorie, Vol. 23, pp. 304-332, con I tav. Pisa, 1907. Balli Ruggcro. — Siil connettivo di sostegno doi rauscoli lisci dello storaaco de- gli uecelli. — Monilore zooloijico iMiano. An. Lfi. X. I, pp. 19-36, con 0 figg. Firenze, WOT. Carazzi David. — A proposilo di assorliimento intestinale. — Monitore zooId- gico ilaliano, An. 18, N. 7, pp. 187-192. Firenze, 1907. Cevidalli Attilio e Leoncini Francesco. — Ricerche sulle alterazioni cadavericlic del pancreas. — Lo Spcrimenlale, An. 61, Fasc. 5, pp. 365-608. Firenze, 1907. Corti Alfredo. — I ciechi dell'intcstino terrainale di Golimbus septentrionalis L. — Atli Soc. ital. Sc. nat. e Museo civ. Si. nal. Milano, An. 45, Fasc. 2. Milano, 1900. Diamare Viucenzo. — Sul nuovo indirizzo della qucstioue del rapporto tra pan- creas ed economia del glucosio neH'organisrao. Rivista storico-critica e ri- cerche. — II Tonnnasi, An. 2, X. 6-7. NajJoli, 1907. Estr. di pp. 31. Marchesini R. — Pancreas di Gavie ed infezione carbonchiosa. — BolleUino della Soc. zoologica italiana, Ser. II, Vol. VIII, Fasc. 1, 2 e 3,2'p- 58-66, con 3 tav. Roma, 1907. Pende N. — Le raoditicazioni del pancreas e degli isolotti di Langorhans dope la occlusione dei canali pancreatici. (Gontributo alia tisiologia del pancreas). — Ricerche fatte nel Laboratorio di Anatomia norm, della R. Universild di Roma ed in allri Lahoratori hiologici, Vol. 13, Fasc. 1 e2, jjp- 119-116, con 1 tav. Ro)na, 1907. Rynberk (van) G. — Sulla funzione eudoci'ina del pancreas nei vertebrati e sugli olementi morfologici che partccipano ad essa. — Arch, di Fisinl., Vol. 4. Fasc. 6. 2>l>- 497-50'.). Firenze, 1907. 7. ArPARECCIUO RESPIRAToKIO. Deganello Umberto. — Gli ordegui ncrvosi periferici del ritmo respiratoi-ii) noi I'fsci teieostei. Ricerche anatomiclu> e speriracntali. — Rendifi. d. L'. Arc d. Lint'ei, CI. di sc. /is. mat. e nat.. Scr. 5, Vol. 16, 2-' srrii.. Fasc. 4, jip. 279-291, cun figg. Roma. 1907. Falcone Roberto. — Gomunicazioni liniatiche dirette tra le cavita periencelaliclio e la mucosa del seno frontale. — Vedi M. Z., XVIII, 9-10, 227. 8. TiROiDE, Paratiroide. Timo, Gorpuscoli timigi. Civalleri A. — Vedi in questo N., pag. 284. 9. ApPARECCIIIO CIRCOLATORIO. MiLZA E ALTRI ORfiAM LINFOIDI. Banchi Arturo. — Un nuovo rarissirao caso di arteria coronaria cordis sopran- nuraeraria. — Monilore zoologico italiano. Anno 18, N. 5-6, i^p. 162-165, con 1 fig. Firenze, 19(>7. Pensa Antonio. — Della struttura e dello sviluppo dei gangli linfatici degli Ue- celli. — Vedi M. Z., XVIIl, 7, 171. Tricomi Allegra Giuseppe. — Gontributo alia morfologia doll' arteria dorsalis pedis e dei suoi rami. — Resoconti d. tornate d. Classi d. R. Accad. Pe- loritana, aprile-giugno 1907 . Messina, 1907. Estr. di pp. 8. Tricomi Allegra Giuseppe. — Gontributo alia morlblogia delle artcriae plantares. - 286 - — Gazzetta Siciliana di med. e chirurg., An. 6, Palermo, giugno 1907. Estr. di pp. 20. con figg. Trinci G. — Vedi in guesto N. e pag. 11. Apparecchio urinario e genitale. Beccari Nello. — Gaso di persistenza del mesociste primitivo. — Monitore zoo- logico italiano. Anno 18, N. 8, pp. 193-196, con 3 -figg. Firenze, 1907. Cesa-BiancM Domenico. — Osservazioni sulla struttura e suUa funzione della cosidetta « gliiandola interstiziale dell'ovaja ». — Arch, di FisioL, Vol. 4, Fasc. 6, p)P- 523-560, con tav. Firenze, 1907. Cesa-Bianchi Domenico. — Osservazioni sul modo di comportarsi della gliian- dola interstiziale dell'ovaja negli animali ibernanti. — Boll. d. Soc. medico- chirurg. di Pavia. Sed. del 5 luglio 1907. Pavia, 1907. Versari Riccardo. — Sullo sviluppo della tonaca muscolare della vescica urina- ria delFuorao, con speciale riguardo alio sviluppo della muscolatura del tri- gone e dello sflntere a fibre liscie. — Yedi M. Z., XYIII, U, 260. 12. Ghiandole surrenali, Oroani cromaffini etc. Comolli A. — Intorno al tessato di sostegno del corpo surrenale. Nota prelimi- nare. — Monitore zoologico italiano, An. 18, N. 5-6, pp. 158-161, con 2 figg. Firenze, 1907. f perino Giuseppe e Balli Ruggero. — La circolazione dell'organo parasirapatico dello Zuckerkandl nell'uomo. —Mem. d. R. Ace. di Sc. lett. ed a?^ti in Mo- dena, Ser. 3, Vol. 8 (Sez. scienze). Modena, 1907. Estr. di pp. 26. Trinci Giulio. — Cellule cromaffini e « Mastzellen » nella regione cardiaca dci Mamraiferi. — Rendic. d. sess. d. R. Ace. d. sc. d. 1st. di Bologna, Anno ace. 1906-1907, 12'^ sess. Estr. di x)p>. 2. Bologna, 1907. — R. Ace. d. Sc. d. 1st. di Bologna, Ser. 6, Tomo 4, pp. 295-308, eon tav. Bologna, 1907. 13. Apparecchio nervoso gentrale e periferico. Beccari Nello. — La fibra del Mauthner e la sua cellula di origine con parti- colare riguardo alle sue connessioni con I'acustico. — Comun. fatta all' Ace. niedico-fisica fiorentina nell'ad. d. 16 tnaggio 1907, in S2)erimentale, An. 61, Fasc. 4, pp. 513-518, Firenze, 1907. Benedetti Aleandro. — Del cranio e dell'encefalo di un ciclope (Sus s.). — Yedt M. Z., XVIII, 9-10, 224. Carazzi Dav. — Artel'atti, pigraento e vacuoli nolle cellule dei gangli spinali di mamraiferi. — Monitore zoologico italiano. An. 18, N. 9-10, pp. 235-247, con tav. III. Firenze, 1907. Cesa-Bianchi D. — Alcune osservazioni alia nota « Artefatti, pigraento e va-' cuoli nelle cellule dei gangli spinali di raammiferi » del prof. Dav. Carazzi. — Monitore zoologico italiano. An. 18, N. 11, pp. 262-272. Firenze, 1907. Carazzi Dav. — Replica. — Monitore zoologico italiano, An. 18, N. 11, pp. 272. Firenze, 1907. Ciaccio Carmelo. — Rapporti istogenetici tra il simpatico e le cellule cromaf- fini. — Vedi M. Z., XVII, 12, 342. Deganello Umberto. — Vedi in guesto N., pag. 285. Dorello Prime. — Osservazioni anatomiche ed embriologiche sopra la porzione intratoracica ed addominale del nervo vago. — Ricerche fatte net Labora- torio di Anat. norm, della R. Universitd di Roma ed in altri Laboraiori biologici, Vol. 13, Fasc. i e 2, pp. 65-118, con 6 tav. Roma, 1907. - 287 - Garbini Guido e Rebizzi Renato. — Ricerche speriraentali sulle malformazioni ed eterotopie arliliciali del midoUo spinale. — Boll, ed Ai'ch. cl. 1st. Um- hro fli Sc. e lell. (Scz. di Scienze). Est?-, di iJp. S. Perugia, 1907. Garbini Guido e Rebizzi Renato. — Le mairorraazioni ed eterotopie artificiali del midollo spinale. — Annali d. Manicomio Prov. di Pei'ugia, An. i, Fasc. 1-2. Est)', di pp. 43, con 4 tav. Perugia, 1907. Gemelli Agostino. — Gontributo alio studio dei calici di Held: nota prev. — Atti Soc. ital. Sc. nat. e Micseo civ. St. nal. Milano, Yol. 45, Fasc. 4, pp. 292-293. Milano, 1907. Gemelli Agostino. — Gontributo alio studio dei calici di Held. — Yedi M. Z., XVIII, 11,260. Gemelli Agostino. — Sui processi della secrezione delFipofisi. Gonclusioni. — Atti d. Congr. d. Nataralisti italiani (Milano 1906). Kstr. di pp. 4. Mi- lano {1907\. Levi Giuseppe. — La capsula delle cellule dei gangli sensitivi. Penetrazione di fibre collagene nel loro protoplasraa. — Monitore zoologico italiano. An. 18, N. 5-6, p)p- 153-158, con 1 fig. Firenze, 1907. Modugno Giovanni. — Sui nidi cellulari (Zellennester) del simpatico della rana : contribute alia conoscenza dei caratteri citologici delle cellule cromafiini. — Yedi M. Z., XYIII, 9-10, 228. Pansini Sergio. — Sulla cosi detta sensibilita ricorrente o suppletiva. — Rifor- ma medica, An. 22, N. 37. Napoli 1906. Esir. di pp. 44, con figg. Bynberk van G. — Sulla segraentazione metaraerica del midollo spinale « Po- lioneuromeria o Mielomeria ». Nota l.'^ I Rettili. — Monitore zoologico ita- liano, An. 18, N. 5-6, pp. 140-152, con 1 fig. Firenze, 1907. Sterzi Giusep)pe. — II sisteraa nervoso centrale dei vertebrati. Ricerche anato- miche ed embriolngiche. Vol. I, Ciclostomi. — Yedi M. Z., XYIII, 11, 260. Supino Felice. — Osservazioni sui numero dei nervi occipito-spinali dei Teleo- stci. — Ricei'che fatte nel Ldboratorio di Anatomia norm, della R. Uni- versitd di Roma ed in altri Laboratori biologici, Yol. 13, Fasc. 1 e 2, pp. 61-64. Roma, 1907. 14. Organi di senso. Carlini Vittorio. — II tessuto elastico in rapportocon le glandolc di Moll: con- tribute istologico. — Annali Ottalmologia, An. 36, Fasc. 3-4, pp. 231-234. Pavia, 1907. Gallenga G. — Della presenza di proccssi ciliari alia superficie posteriore del- I'iride nell'occhio umano. — Monitore zoologico italiano. An. 18, N. 2, pp. 42-46, con tav. I-II. Firenze, 1907. 17. Teratolooia. Barabaschi P. — Di un raro caso di persistenza di uraco pervio. — Cremona, tip. Fezzi, 1906, 16", 2U>- 7. Dalla A. — Membrana congenita della laringc nasale. — Yedi M. Z., XYIII, 9-10, 225. Benedetti A. — Yedi in questo N., pag. 286. Cartolari Enrico. — Erraafrodisrao spurio negli ovini. — Riv. ital. Sc. nat.. An. 26, N. 1-2, pp. 12-14. Siena, 1906. Ciaccio Carraelo. — Un caso d'inclusioni museolari nel midollo osseo femorale (li una cavia e brevi considerazioni sulle inclusioni nuiscolari in gonere. — Monitore zoologico italiano, An. 18, N. 8, pp. 208-212. Firenze, 19o7. - 288 - Paterno-Castello Fiorito. — Ua nuovo caso di brachifalangia siraraetrica. — Riforuui medica, An. 23, N. 25, pp. 673-676, con fig. Najjoli, 1907. Picchi L[uigi]. — Due rari casi di malforraazione pericardica. — Vedi M. Z., XVIII, 9-iO, 227. Ronchetti Vittorio. — Caso di infantilismo. — Giorn. I'Ospedale Maggio7r, An. 2. Milano, 1907. Eslr. di pp. 13, con figg. III. PARTE ZOOLOGICA 5. Rettili. Angelini Giovanni. — Sulla naturalizzazione della Testudo nemoralis (Aldrov.) in Sardegna. — Bollettino della Sac. zoologica italiana, Ser. II, Vol. VIII, Fasc. 1, 2 e 3, pp. 53-54. Rouui, 1907. Giacomini Ercole. — Sulla maniera di gestazione e sugli annessi emlirionali del Gongylus ocellatus Forsk. — Vedi M. Z., XVIII, 2, 39. 6. UCCELLI. Anjiolini Giovanni. — La nuova opera « Gli Uccelli d' Italia » del prof. Gia- cinto Martorelli. — Bollettino della Soc. zoologica italiana, Se7\ II, Vol. VIII, Fasc. 1, 2 e 3, pp. 88-101. Roma, 1907. Angelini Giovanni. — Nuova cattura delF Oedemia fusca (L.) in provincia di Roma. — Bollettino delta Soc. zoologica italiana, Ser. II, Vol. VIII, Faac. 1, 2 e 3, pp. 84. Roma, 1907. Angelini Giovanni. — Comparsa del Pteroeles alchata setarius (Temna.) in Sar- degna. — Bollettino della Soc. zoologica italiana, Ser. II, Vol. VIII, Fasc. 1, 2 e 3, 2)p. 82-83. Roma, 1907. Beccari Nello. — Contrihuto alia avifauna della Colonia eritrea. — Annali d. Museo Civico di St. naturale di Genova, Ser. 3, Vol. 3 (43), pp. 113-161. Genova, 1907. Budau Em. — II pappagallino ondulato ed il suo allevamento. — Vedi M. Z, XVIII, 5-6, 126. Chigi Francesco. — Replica alle note intorno ai Passeri italiani del conte prof. Toramaso Salvadori. — Bollettino della Soc. zoologica italiana, Serie II, Vol. VIII, Fasc. 1, 2 e 3, pp. 74-81. Roma, 1907. Chigi Francesco. — Dati diagnostici di alcune forme della sottofamiglia Anse- °rinae, estratti dal libro « Oche della Russia » di Sergio Alpheraky. — Bollettino della Soc. zoologica italiana, Serie II, Vol. VIII, Fasc. 1, 2 e 3, pp. 1-18, con 1 tav. Roma, 1907. Ghigi Alessandro. — Intorno ad alcune razze di uccelli domestic! descritte e ligurate da Ulisse Aldovrandi. (Per il 111 Gentenario dalla raorte di Ulisse Aldovrandi. — Imola, Coop, tipogr. editr., 1907, pp. 12, con tav. Ghigi .\lessandro. — Sulla forma progenitrice della Faraona domestica e sugli ibridi di quest' ultima con N. ptilorhynca. — Atti d. Congr. d. Naturalisti italiani {Milano 1906). Estr. di i:)p. 10. Milano, 1907. 7. Mammifer^ Ficalbi Eugenio. — Una Balenottera arenata sul litorale toscano. — Monitore zoologico ilaliano. An. 18, N. 7, pp. 192. Firenze, 1907. 8. AnTROPOLOGIA ED Etnologia Giuflfrida-Ruggeri V[incenzo]. — La ('onvenzione intornazionale di Monaco (aprile 190G) suUa unificazione delle raisure antropologiche. — ^«i' (i. CVw^rr. d. Naturalisti italiani (Milano 1906). Estr. di pp. 8. Milano, 1907. - 289 - Zuccarelli Angelo. — Gli uomini priraitivi dellc selci e delle caverne. — Na- poli, Fr. Pen-ella ed., 1906. 2^P' i'^8, con 112 illiistr. a - ZOOLOGIA APPLICATA. 1. ZoOLOGIA MEDICA. Alessandrini Giulio. — Sopra una epizoozia ne' piccioni da Heterakis maculosa Rud. — \edi M.Z., XVIII, 9-10, 219. Braun M. — I parassiti animali deH'uomo: traduz. sulla 3=* ediz. originale del dott. Francesco Grevatin. — Vedi M. Z., XVII, 10, 293. Felice (Be) T. — Vedi M. Z., in questo N., pag. 281. Isola D. — Nuovo ospite dello Sclerostoma equino. — Vedi M. Z. XVIII, 9-10, 219. Marzocchi Vittoyno. — Sulla penetrazione delle larve mature deirAnguillula in- testiualis attraverso la cute. — Vedi M. Z., XVIII, 9-10, 219. Pasquini Pio. — Sull'anofelismo scnza malaria (del suo signiflcato precario e de- gli accorgimenti che ne derivano per la profllassi antimalarica). — Atli d. Sac. per gli studi della malaria, Vol. 8, pjj. 437-460, con lav., 1907. 2. ZOOLOGIA APPLICATA ALL'aGRICOLTURA E ALLE INDUSTRIE. Alley AMENTi. Giardini zoologici. Acquari. — Contribuzioni alia conosccnza dcgli Insotti dannosi aU'olivo c di quelli che con essi lianno vapporti. — Vedi M. Z., XVIII, 9-10, 220. Ghigi Alessandro. — La legge sulla caccia dal punto di vista zoologico. — Atti d. Congr. d. Naturalisti iUdiani (Mdano 1906). Estr. di pp. 6. Milano, 1907. Ghigi Alessandro. — SuH'iraportanza deiravicultura dal punto di vista biolo- gico. — Atti d. Congresso d. Naturalisti italiani (Milano 1906). Estr. di p)p. 4. Milano, 1907. Grinialdi Achille. — La caccia nel 1906. — Vedi M. Z., XVIII, 9-10, 232. Martelli G. — Vedi M. Z., XVIII, 9-10, 220. Pieranloni Uniberio. — Osservazioni sul parassitismo esercitato da un Imonot- tero su di un Aiide degli agrumi. — Vedi M. Z., XVIII, 9-10, 220. Silreslri F. — Vedi M. Z., XVIII, 9-10, 220. Silvestri F[ilippo]. — A proposito del parassiti della raosca delle olive. — II Coltivalore, N. 23-24. Estr. di pp. 10. Casale, tip.-lit. Cassone, 1907. Silvestri F[ilippo]. — Contribuzioni alia conoscenza degli insetti dannosi aU'o- livo e di quelli che con essi hanno rapporto. La tignola dell'olivo. — Boll. d. Labor, di zool. generate e agraria d. R. Ssuola Sup. di Agricoltura di Portici, Vol. 2, pp. 83-184, con figg. Portici, 1907. Stefani (de) T. — A proposito della mosca olearia (Dacus oleae Rossi). I canoni del prof. Berlese. — Vedi M. Z., XVIII, 9-10, 223. - 290 - COMUNICAZIONI ORIGINALI .iJTITUTO ANATOMICO DI FlKBNZb: ; PROF. Q. CHIAKUGI. Jella colorazione elettlva del connettivo col me'odo Bielschowsky DI GIUSEPPE LEVI fe vietata la riproduzione. L'introduzione nella tecnica istologica da ])arte di Simarro, di Bielschowsky e di Cajal di nuovi metodi, i quali permet- tono una colorazione elettiva delle neurofibrille coH'argento, rap- presenta un progresso tecnico indiscutibile ; ed i numerosi ed inte- ressanti studi nel campo dell'istologia normale e patologica del tessuto nervoso, che quel metodi diedero occasione di corapiere, sono la miglior prova dei servigi che essi possono rendere, se ado- perati con criterio. Ma le neurofibrille non sono gh elementi esclusivi dei tessuti, i quali possono essere messi in evidenza con colorazioni ai sali d'argento ; e noto che con esse possono essere colorate facilmente e con grande elettivita le fibrille del connettivo. Maresch (Centralbl. f. allg. Path. Bd. 16) per il prime ado- pero il metodo Bielschovysky per lo studio delle " Gitterfaser „ del fegato in condizioni normali e morbose. lo stesso ebbi occasio- ne di convincermi deJla grande elettivita che quel metodo presenta per il connettivo, ed anzi presentai all'Accad. medico-fisica fiorent. alcuni preparati molto dimostrativi (Sperimentale 1906). Poco tempo dopo apparve una comunicazione dello Studniqka (Zeitschr. f. wiss. Mikr. 1907) nella quale il metodo suddetto era raccomandato per lo studio del connettivo; e lo Studnigka stesso ebbe occasione di servirsene nolle sue ricerche sulla dentina e sul tessuto osseo di alcuni Teleostei (Anat. Anz. Bd. 31). Altri Autori, pur proponendosi uno scopo analogo, diedero la preferenza ad altri metodi all'argento ridotto. Moschini per lo stu- dio del connettivo del corpo surrenale si servi del metodo Cajal, Cesa-Bianchi (Boll. Soc. med. chir. Pavia 1907) trovo utile di mo- dificare alquanto il metodo Cajal per facilitare I'impregnazione del connettivo coH'argento ; dopo la fissazione in formahna, faceva pre- cedere all'impregnazione argentica il trattamento con ClNa. Ciaccio (Anat. Anz. 1907) si servi per lo stesso scopo di un metodo ana- - 291 - logo al Cajal e piu precisamente della modificazione di Levaditi per la colorazione dello Spirochaeta. Gli studi eseguiti in parte da me, in parte da allievi del no- stro Istituto, mi convinsero che il metodo Bielschowsky e indub- biamente preferibile per lo stu'lio del connettivo a tutti gli altri me- todi di impregnazione argentica. Le iraagini che con esso si otten- gono sono tanto interessanti e diverse dalle consuete, da farci spe- rare che le nostre cognizioni sulla struttura di molti organi po- tranno essere non poco estese da nuovi studi eseguiti con quel metodo. Lo scopo di questa mia comunicazione e appunto quello di rendere note quelle modahta del metodo Bielschowsky, le quah permettono di raggiungere risultati sicuri e precisi ; i dati che qui riferisco sono il frutto di una lunga esperienza, ed oso sperare che essi faranno risparmiare tempo e fatica a chi desideri di lavorare in quest' indirizzo. Le formule originarie del metodo, quah furono proposte da Bielschowsky (esse subirono numerose modificazioni per parte dello stesso A.), ottime per la dimostrazione delle neurofibrille, poco si prestano per il connettivo. Le modificazioni che io introduce sono di iieve entita, ma sono indispensabili per ottenere una buona e costante colorazione delle fibre collagene. La piii essenziale e la fissazione ; ma procediamo con ordine : 1. Fissazione ; disponendo soltanto di materiale gia conservato, qualsiasi hquido fissatore puo essere adoperato con speranza di riu- scita, ma non tutti danno risultati egualmente costanti. Uno dei fissatori meno adatti e certamente il formolo, poiche esso altera e rigonfia spesso non indifferentemente le fibre collagene: per la riescita della colorazione delle neurofibrille la fissazione in formolo e invece condizione quasi indispensabile. Preferibile ad ogni altra e la fissazione in liquido di Flemming, ma ottimi risultati, per quanto meno costanti, si ottengono pure col hquido di Zenker. 2. Lavaggio dei pezzi ed indurimento in alcool senza cautele l)articolari ; il soggiorno anche molto prolungato (per molti mesi) in alcool a 90" non danneggia la riuscita della reazione. 3. Inclusione in paraffina, cercando di evitare un soggiorno troppo prolungato nella stufa e temperature troppo elevate. 4. Le sezioni avranno naturalmente uno spessore dift'erente, a seconda dell' organo studiato, e dello scopo che il ricercatore si propone ; per mettere in evidenza il reticolo adenoide della milza e - 292 - dei gangli linfatici, i reticoli di alcune ghiandole (sopratutto in or- gani di embriom e di feto) sono indispensabili sezioni piuttosto sottili (5-10 .a) ; per lo studio della distribuzione di grossolane trabecole di connettivo sono invece consigliabili sezioni piia spesse. Le sezioni deb- bono aderire tenacemente al vetrino, porche il trattaraento succes- sivo coll'argento ammoniacale ne provoca facilmente il distacco ; io resto fedele al cosidetto metodo giapponese (acqua con una picco- lissima quantita di albumina, avendo cura di prolungare per 24 ore I'essiccaraento dei preparati). 5. Trattamento delle sezioni sparafflnate con una soluzione di Nitrato d' Argento 2 Vo pei^ 24 ore, od eventualmente per piu giorni. 6. Trattamento con una soluzione ammoniacale d'argento per 20-40 niinuti; le sezioni assumono una tinta giallognola ; di rado e necessario di prolungare ancora la durata dell' impregnazione ar- gentica. Ecco come deve essere preparata questa soluzione : in una pro- vetta da saggio, a 5 cc. di soluzione di Nitrato d'Argento si ag- giungono 5 goccie di una soluzione di soda 40 Vol il dense preci- pitate bruno che si forma viene ridisciolto in ammoniaca, la quale deve essere aggiunta a goccie, avendo cura di agitare continua- mente la provetta. Per essere sicuri che I'ammoniaca non sia in eccesso, e bene di lasciare indisciolta una piccola quantita di pre- cipitate. II liquido vien filtrate e diluito con 20 cc. di acqua di- stillata. 7. Rapidissimo lavaggio in acqua distillata. 8. Trattamento con una soluzione di formolo 5 ^/o per 5-10 minuti; le sezioni divengono brune. 9. Lavaggio in acqua fontis per un paio di minuti. 10. Soggiorno prolungato per 2 ore od anche piii, in una solu- zione molto diluita di cloruro d'oro (1-2 7oo) ; ^e sezioni debbono assumere un tone violetto ed al microscopio le fibre collagene deb- bono apparire con grande nettezza. 11. Lavaggio in aqua fontis. 12. Trattamento con iposolfito sodico 5 Vo P^^' 10-15 minuti al massimo. 13. Lavaggio in acqua fontis per 12 ore, disidratazione, xilolo, balsamo. I preparati sono molto stabili ; io ne possiedo alcuni che furono eseguiti quasi due anni or sono e che si mantengono perletta- mente tuttora. - 293 - Le fibre collagene appaiono con questo metodo tinte intensa- mente in nero, le cellule ed i nuclei in violetto, la sostanza inter- fibrillare e affatto scolorata ; talora puo essere utile di eseguire una lieve colorazione con una soluzione debole di eosina; in generale pero deve essere evitata una troppo intensa colorazione delle cel- lule. Quando il metodo riesce bene, non vi e traccia di precipitato granulare ne sulle cellule ne sulie fibre collagene ; anche le piti sot- tili fibrille. visibili soltanto coi piu forti ingrandimenti, appaiono tinte uniforraemente in nero. I precipitati granulari debbono essere attribuiti ad un soggiorno troppo prolungato nella soluzione ammo- niacale d'argento, oppnread un incomplete viraggio col cloruro d'oro. Non vorrei lasciar passare senza qualche riserva la mia affer- mazione che questo metodo e elettivo per le fibre collagene ; talora restano colorate anche le fibre elastiche, del resto faciimente rico- noscibili dalle prime per tanti caratteri. La superiorita di questo metodo hu quelli fino ad oggi usati per lo stesso scope non ha bisogno di una lunga dimostrazione ; tanto il metodo Hansen che il metodo Mallory, i piii usati finora, colorano bensi le piii grossolane trabecole di contiettivo ma non certo i fini reticoli degh orfani linfoidi e quelli piu recentemente dimostrati in alcune ghiandole; per lo studio di quel reticoli si ri- correva fino ad oggi al grossolano metodo dello spennellamento ed a quelle della digestione coUa pancreatina ; tutti e due hanno il difetto di allontanare le ceUule dalle fibre collagene, cosicche riesce impossibile di stabihre i rapporti fra le une e le altre, mentre il metodo Bielschowsky colora le piu sottih fibre collagene e nello stesso tempo lascia integri gli altri element!: Un altro vantaggio del metodo, che lo rende prezioso per ri- cerche istogenetich-^, e la facilita coUa quale esse colora le fibre col- lagene sin dai primi periodi della lore comparsa ; ed io rimasi vera- mente sorpreso di poter mettere in evidenza questi elementi in un pe- riodo dello sviluppo nel quale non ne avrei sospettato la presenza. La colorazione del connettivo riesci positiva in tutti i nume- rosi organi nei quali il uietodo fu saggiato da me e da altri nel nostro Istituto; credo superfiuo di enumerare questi organi, ma mi limito a ricordare per la particolare nettezza delle imagini : le Git- terfasern tlel fegato, i reticoli adenoidi della milza e dei gangh lin- fatici, il reticolo delle ghiandole sa.livali tanto ben descritto dal Flint. Nol corpo surrenale il Comolli mise in evidenza un reticolo di un' estrema delicatezza (Vedi Monit. zool. vol. 11, inoltre il la- - 294 - voro piu compieto in corso di pubblicazione nell' Arch, di Anato- mia e di Einbriologia). Con evidenza fino ad oggi sconosciuta e poi possibile dimostrare le fibrille della sostanza fondamentale della cartilaginea ialina e del tessuto osseo ; nelle falangi di un feto uraano al 4" mese ho potufco distinguere nettamente la continuita fra le fibriUe del pericondrio e quelle della sostanza fondamentale cartilaginea. Inoltre, sempre nel nostro Istituto, Inzabato (Rendic. Accad. medico fisica, Sperimentale 1907) ha colorito una quantita stragrande di fibrille coUagene nella muscolare e nella mucosa dell' utero em- brionale e fetale. In tutti gli organi inflne, si possono ottenere imagini molto interessanti e differenti dalle consuete ; ma e particolarmente nelle ghiandole ed anche in altri organi o tessuti non riconosciuti fino ad oggi come ghiandolari, quali il corpo luteo, che 1' intimo rap- porto fra fibrille collagene ed elementi specifici, gia intravisto dal Flint e meglio illustrate piia tardi da Comolli e da Cesa-Bianchi, merita di essere studiato piu a tondo; resta poi da stabilire se il concetto esposto da Mall C) e da Flint che in quegli organi, come negli organi linfoidi, il tessuto di sostegno sia costituito da una varieta speciale di tessuto collagene, che quegli Autori hanno denominato reticulum. I8TITDTO DI ANATOMIA DMANA DELI-A R. ONIVEKSItA UI PAKMA DIBETTO DAL PROF. P. LIVINI Di una rara variazione deile arterie della base dell' encefalo nell' uomo NOTA DEL DoTT. PIETRO CAVATORTI, settoke (Con una fig^ura). E vietata la rii)ioiluzione. Da tempo attendo ad uno studio morfologico delle arterie della base dell'encefalo nell'uomo, pel quale studio ho gia raccolto 121 osservazioni: 100 in adulti e 21 in feti immaturi e neonati. Tra (') MaH. — Kcticulattd and yellow clastic tissues. — Aitat. Anz. Jahrg. Ill, ISHS. - 295 - queste osservazioni, una merita, per la sua rarita, un particolare ricordo : si rifeiisce ad un uomo di 78 anni. Le aa. vertebral! non si uniscono per dare la basilare ; ciascu- na vertebrale, oltre le vario cerebellari, da delle arteriuzze per il Zinc. A. Boneini r<-Ti/e. Via Leone X. 3 bulbo e per il ponte, fra le quali una, piu voluminosa delle altre, unicamente protuberanziale, che si diparte dal lato mediale della re- lativa vertebrale in prossimita del solco bulboprotuberanziale. Le vertebral! decorrono dapprima quasi pa.rallele, a distanza dalla linea mediana di mm. 5 circa, fino in corrispondenza del solco bulbopro- tubnranziale ; indi divergono assumendo decorso tortuoso e conti- nuano come arterie cerebral! posteriori. Nessuna comunicazione di- retta esiste fra il tronco di un'arteria vertebrale e quelle dell'altra. - 296 - Le aa. carotidi danno medialmente, al di dietro del chiasma ottico, un ramo che decorre dapprima, leggermento ondulato, in avaiiti per circa mm. 15, e poi piega, quasi ad angolo retto, verso la linea mediana, per anastomizzarsi a pieno canale con quello del lato opposto ; prende cosi origine un'arcata ti'asversale mediana, lunga mm. 9. Nel punto in cui il ramo della carotide ora descritto si piega medialmente, nasce un ramuscolo, che con decorso tortuoso si porta in avanti, per irrorare la parte olfattiva della faccia infe- riore del lobo frontaie. L'arcata trasversale mediana sopra ricordata si presenta rigonfiata nella sua parte di mezzo, e dal lato anteriore di questo rigonfiamento si diparte una cospicua arteria, che, dopo un decorso di mm. 17, si divide in due rami, che si distribuiscono alle parti normalmente irrorate dalle aa. cerebral! anteriori. La ca- rotide, poi, dopo aver dato le arterie ora descritte si continua come cerebrale media. Ricordo infine che altri rami, assai esili, si originano dalla carotide lateralmente, alio stesso hvello al quale nasce il ramo collaterale per prime descritte : sono i vasi coroidei anteriori. Nessuna comunicazione diretta esiste fra sangae carotideo e sangue vertebi'ale. Riguardo al significato della nostra variazione, apparisce evi- dente come si sia avuto anzitutto un arresto di sviluppo, nel sense che le due vertebral!, cioe le due primitive branche caudal! di di- visione delle carotidi (cfr. De Vriese) (') non si sono scambiate quelle anastomosi, che avrebbero condotto alia formazione di un tronco basiJare unico. Inoltre si e avuta la regres^,!one del tratto craniale di ambedue le suddette branche caudah dehe carotidi, regressione che, spinta flno ad un grade estremo, ha portato alia scomparsa della comunicante posteriore, donde la mancanza di comunicazione diretta fra carotide e veitebrale. Questo per il segmento posteriore del circolo del Willis. Quanto al segmento anteriore, la interpretazione che apparisce piu verisimile e questa : le due aa. cerebral! anteriori, cioe le due pri- mitive branche cranial! d! divisione delle carotidi (cfr. De Vriese), hanno la disposizione normale nel loi'o tratto caudale, sono unite come di regi|ilH)l(>;;i(inc dos artcros ctirebralfs — Archives de biologic ■ Liege, iOO-l. Id. — Ki'(iJicrclict< sur la iiiiMplKiIo^iie do r.VrtiTc liuMilairo. — Dissertation inavguralr, Gaud, 1905. - 297 - vanti di uuesta, cioe nel loro tratto craniale, anziche procedere indipendenti, si sono fuse in un ramo unico che decorre lungo la linea inediana e che poi si biforca in due rami terminal], che si distri- buiscono ai territori nornialmente irrorati dalle aa. cerebrah anteriori. Come in principio accennavo, la variazione che ho descritto e estremamente rara. Infatti, per quanto riguarda la mancanza della una basilare, all'assenza di comunicazione diretta fra le due verte- brah, io non sono riuscito a trovare nella letteratura un case analogo al mio C). Ricordo solo un caso del Batuzeff (-), nel quale le arterie vertebrali erano atrofiche, il tronco basilare mancava ed era sostituito da un ramo che, nato dalla carotide interna, poco prima che essa penetrass^ nel canale carotideo, entrava poi nel crauio pel foro condiloideo anteriore, arrivava nel solco basilare e quivi forniva i rami normalmente dati dalla arteria basilare. Quanto alia mancanza delle arterie comunicanti posteriori, diro che mentre molti autori (Barclay f), Sobotta C)....) fannn menzione di casi in cui era assente una sola comunicante anteriore; danno in- vece come rarissima la mancanza di ambedue, tanto che il Fawcett e il Blachford C) su 700 casi ne ebbero una percentuale del 0,4. Nolle mie osservazioni, oltre al caso che e argomento di questa nota, I'anomalia in discorso esisteva anche in un vecchio di 94 anni. Infine la presenza di un'arteria cerebrale anteriore unica me- diana, citata da varii autori, fu dagli stessi Fawcett e Bla- chford trovata nel 3.2 per cento. (1) Oltre i ]iniicii):ili traltati di Auatomia, ho coiisultato : Qiiaiu. — The auatoray of the arteries of the liuman body. — Loiuloii i.S/-i. Dubreiiil. — Des anomalies art6rielles. — Paris, iS17. Power. — Anatoniii! of tlie arteries of tlie lnuiiaTi body, descriptive and snriiical — Dublin. London, MDCCCLXXXI. Mori. — Snlla disi)Osizi()n(! delle aiterie della b;use dellVneelalo nei norniali e uegli alieuati. — Monit. Zool. Ital. Fiveme, 1803. Parnisetti. — Anoiualie del i)olisono del Willis nei deliu<|iieMli. — Archivio di Psichiatria, Scienze penali ed Antropologia criminale. Torino, 1002. . Lonno. — Le anoiualie del poligono del Willis uellnonio studiate eoinpaiativaniente in aleuni inanuniferi ed iiecelli, eon 19 hg. — Anatom. Anzeiger. Jena, 1905. Howe Walter C. — Anoiualie in the cirele of Willis. Annates of Surijeni. London, l'J03. Windl. — On the arteries forming the cirelo of AV'illis. -- Journal of Anat. and Phjisioloiji/ . London, 188S. (^) liatuzeff. — Citato da Poirier. — Traite d'anatomie humaine. — J'aris, toino ~, p. 713. (*) Harclay. — De.scrii)tion of the arteries of the human body. — Ijondon. 1S12. O Sobotta. — (irundriss der do8krii)tiven Anatomie des Men.schen. — Milnelwn, 1907. (S) Fawcott a. lUac^hford. — The circleof Willis : an Kxaiiiuation of 700 .speeinieii. V- tig. — Journal of Anat. and PliiisioL. London, lOO.'i. - 298 - SUNTI E RIVISTE 19. Sup no f. — Ossei'vazioni sul numero dei nervi occipito-spinali dei Teleostei. — Ricerche fatte nel Lab. di Anat. norm, clella R. Univ. di Ro/Jia etc. — Vol. 13, F. 1 e 2, 1907. In giovani larve di Conger vulg. I'A. osservo die Fipoglosso e costituito da 3 nervi occipito-spinali e non da 2 come si riteneva finora ; ciascuno di questi 3 nervi consta di una radice ventrale e di una dorsale provvista di ganglio; il ganglio del 1" nervo e indipendente, quelli del 2^ e 3° sono fusi fra loro. In osemplari di Conger adulto s'incontrano pure 3 nervi, ma raolto ridotti nella loro parte dorsale. L'ipoglosso dei Teleostei possiede adunque un numero di nervi occipito- spinali eguale a quello degli altri Amnioti, fatto clie ci autorizza a ravvicinarli sempre piii agli altri Gnatostomi. G. Levi. 20. Russo A. — Moditicazioni sperimentali dell'elemento epiteliale deH'ovaia di Mammiferi. — Alti delta R. Accad. dei Lincei, Serie 5, Yol. VI, 1907. Lo scopo principale di queste ricerche fu di stabilire, se provocaudo '^peri- raentalmente nelle uova di Mammiferi un aumento dello lecitine, lo quali for- mano un costituente normale di quelle uova, si potesse arrecare qualche modi- llcazione nei germi. La lecitina fu iniettata (nellc couiglie) sotto la cute e nel peritoneo. Furono minutamente studiate le moditicazioni istologiche deH'ovaio delle couiglie sottoposte al trattamento suddetto, in c