JHoDitore Zoologieo ItaliaDo (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale della Unione Zooiogica italiana DIRETTO DAI DOTTORI GIULIO GHIARUGI EUGENIO FIGALBI Prof Hi Anatomia iiinana Prof, di Anatoiiiia conip. e Zoologia ttol R. [stiiuto Hi J^tudl Super, in Kirenze nella K. Uuiversitik di Pisa Ufficio di Direzione ed Amministrazione : IsHtuto Anafomico, Firenze. 12 numeri all'anno — Abbuonamento annuo L 15. XIX Anno Firenze. G-ennaio 1908. N, 1 SOCIETA EDITRICE LIBRARIA - MILANO Prof. GIULIO GHIARUGI IDirettore dell' latitxato -A.natomico d.i Firenze ISTITUZIONI DI ANATOMIA DELL'UOMO E' pubblicato il Vol. I, il fasc. MO del Vol. II e il fasc. 1-2 del Vol. m. A. BONGINI FIRENZE — Via Leone X, 2 — FIRENZE in Legno, Zincotipia, A.utotipia, Qalvanotipia Tricromia, duattrocromia lllustrazioni per giornali, opere scientifiche, lavori commerciali — «««» Fornitore del R. iMtitnto di StadY snperiori e RB. Otiipedali in Firenze Massima soUeciftidine - Prezzi tnitissint _J ARCHIVIO ITALIANO DI ANATOMIA K i>i EMBRIOLOGIA PUBBL.ICATO DA D. BALUl, t'isa — D. BEETELLI, Fadova — S. BIANCHI, Hiena a. OHIARDGI, Firenze-E. GIACOMINI, Bologna - h. (HANNELLI, Ftrrara P. LACHI, Genova - F. LIVINI, Parma -^. ROMITI, i^isa - U. ROSSI, Perugia G. SALVI, ^Msari - R. STADERINI, Catania - G. VALENTI, Bologna B3 DIRBTTO DA Gr. CHIAR-UGI. Sommario del Fasc. 3" - Anno VI. LlTlni F. — Morfologia del M. Serratus anterior nell'uomo. (Con tav. XXI- XXIII). — Pag. 429-441. Bauchl A. — Sui rapporti del rene collo scheletro assile e col bacmo nel feto 6 nel neonate, e di alcune correlazioni nello accrescimento di diversi organi nelle prime etk. (Con 11 figure). — Pag. 442-468. Sparyoli B. — Sull'innervazione segmentale della cute negli uccelli. (Con 5 figure nel teste). — Pag. 469-481. Clacclo C. — Sopra special! cellule granulose della mucosa intestinale. (Con tav. XXIV). — Pag. 482-498, Vottazzi F. — Saggi su Leonardo da Vinci. Leonardo da Vmci Anatomico — Pag. 499-547. J7Archivio Italiano di Anatomia e di Embriologia sipubblicain quattro fascicoli che formeranno ogni amio un volume di jpagine 800 circa eon illustrazioni e con tavole. — II prezzo annuo di ahhonaonento h: Per V Italia L. 30; per VEstero Fr. 31.50 comprese le spese di spedizione. Amministrazione: Ditta LUIGI NSGGOUI - Via Faenza, 44 - FIRENZE. X PUBBLIGATO SOTTO GLI AUSPICI BELLA UNIONB ZOOLOGICA ITALIANA PER CURA DEL COMITATO DI jREDAZIONE Volume III — Fascicolo secondo. (pag. 101-224) cox 4 TAVOLE E 3 IKCISIONI XEL TESTO Noe G. — Due nuove specie di ditteri appartenenti ad nn geoere nuovo — Tav. 5-6 e tre figure nel testo pag. 101 Comes S. — Ricerchef* sperimentali. sulle modificazioni morfologiche della zona peUucida e degli inclusi dell'uovo dei rnatnmiteri. — Tav. 7-8. » 165 Prezzo del Fascicolo per il pubblico L. 12 per i Soci della Unione Zoologica » 9 N. B. — II ribasso s'intende fatto alia persona dti iSocii: essi volendo ti^u- fruirne devono richiedere VArchivio nella lore quality, al Segretario della Unione Zoologica Italiana (1). Pvezzo deirintero Tolnine 3 — li. 40 _^ (per i soci L. 30) (1) Attualraeute: Prof. Fb. Sav. Moxticelli — Istituto Zoologico, K. Univoisita di Napoli. _.... ♦ THE JOURNAL OF EXPERIMENTAL ZOOLOGY PUBBLIGATO DA W. K. Brooks, Baltimore; W. E. Castle, Cambridge; E. G. Conhlm, Philadelphia C. B. Davenport, Gold Spring Harbor; R. G. Ha^-rison, Baltimore; H. S. Jennings, Baltimore; F. R. Lillie, Chicago; /. Lueb, Berkeley; T. H. Morgan, New York; G. H. Parker, Cambridge; C. 0. Whitman, Chicago; E. B. Wilson, New York. Questo Archivio trimestrale pubblichera Comunicazioni originali nel campo della Zoologia sperimentale. Quattro fascicoli formeranno ogni anno un volume di circa 600 pagine con molte illustrazioni. Tr-o voliimi sono oi»Tni>loti; il quarto si trova in corso di stampa. Prczzo di Abbonamento dollari.5.50 (ca. L. 28) — Prezzo di un lasc. separ. dollari 2. iSi prega di indirizzare tutte le Comunicazioni al Redatiore: Prof. R. G. HARRISON, Corner Wolfe and Monument Streets, Baltimoi^e, Md. S. U. C. REICHERT VIENNA - VIll BeuuoEasse, 24-26 - VIENNA SPECIALiTA MIOROSOOPI di prima qualita Emometro del ProL Dott. FLEISGHL Nuovo Emometro perfezionato del Prof. MIESCHER Ferrometro del Dott. JOLLES KSATTA DETEUMIIAZIONK nVX FKKRO NEL SANOCE Oleum iLloErafici "CoiHliiiiar,, e "Solar,, di prima quality E nscllo rficentenieiite il BOOVO CATALOGO Nodi. 24 riccaiiieute illnstralo iiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiMiiMiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiniiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinniiiiiHi Ditta F. KORISTKA MILAlsrO - Via G-iuseppe Revere, 3 - MILANO Unica Fabbrica Nazionale -^ ■^ di Microscopi ed Accessori DITTA FORNITRICE di tutti i Gabinetti Universitari del Regno MIcroscopgraMefflodello J^^p^'^'Sifrdf a° j.aiato Abbe con diaframma ad iride e con niovimento a pignone e cremagliera per spo- starlo sotto il piano del tavolino, con tavolino in ebanite, manovella di fermo aU'inclinazione della parte superiore, divisione a raillimetri al tubo portaoculare ; revolver triple; due obbiet- tivi a secco 3 e 7*, un obbiettivo ad immer- sione omogenea '/,,"; due oculari 2 e 4, ingran- dimenti fino a 1000 diametri; il tutto posto in elegante armadietto di mogano lucidato: — con Stativo IV« a tavolino reltanplare fisso L. 400 c-,on SlatlYO ITa a tavolino circolarc girevole e con viti di spostamento per muovere j /-- il preparato lj« ^^^' CATALOGO GENERALE GRATIS A SEIiPLICE RICHIESTA Si accordano pagamenti rateali mensiii Jlouitope Zoologleo Italiano (Pubblicazioni italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale delia Unione Zooiogica Italiana DIRETTO DAI DOTTORI 6IULI0 CmARUGI EUGENIO FICALBI Prof, di Anatomia umana Prof, di Anatomia comp. e Zoologia uel R. Istitnto di litudT Super. In Kirenze nella K. UuiversitJi di Pisa XJfficio di Direzioue ed Amministrazione : Isiiiuto Anatomico, Firenze. 12 numeri all'anno — Abbuonamento annuo L.. 15. XIX Anno Firenze. Febbraio 1908. N. 2 I SOCIETA E DITIUCE LIBRARIA - MILANO Prof. GIULIO GHIARUGI JDirettore d.ell-' Istitiato ..^natorxxico d.1 Firexaze ISTITUZIONI DI ANATOMimLL'UOMO E' pubblicato il Vol. I, il fasc. 1-10 del Vol. II o il fasc. 1-2 del Vol. UI. A. BONGINI FIRENZE — Via Leone X, 2 — FIRENZE ^tnbxo b'^ncimoxxx in Legno, Zincotipia, A.utotipia, Galvanotipia Tricromia, Gtuattrocromia lllustrazioni per giornali, opere scientifiche, lavori commerciali ^-j®^- - Fornitore del K. Istitnto di IStndi snpcriori e Kit. Ospedaii in Fii'cnzo Masshna sollecffudine - Prezzi tnifisshni. ARCHIVIO ITALIANO 1>I ANATOMIA K Di EMBRIOLOGIA PUBBLICATO DA D. BALDI, Fisa — D. BERTELLI, radova — S. BIANCHI, Siena G, OHIARUGI, Fireme — T.. GIACOMINI, Bologna — h. GIANNELLI, Ferrara P. LACHI, Genova — F. LIVINI, Farma — Q. ROMITI, FUa—U. EOSSI, Perugia O. SALVI, Saasari — R. STADERINI, Catania — G. VALENTI, Bologna R DIRBTTO r>A a. CHIARTJGI. Sommario del Fasc. 4'' - Anno VI. Liyini F, — II Proencefalo di un Marsupiale {Hypsiprymnus rufescens). Con tav. XXV-XXVII. — Pag. 649-584. Lnnghetti B. — Contributo alia conoscenza della conformazione e dello sviluppo e delle sinoviali tendinee e muscolari del prede. Ricerche morfologiche. Con tav. XXVIII-XXXII e 12 figure nel testo. — Pa- gina 585-659. Beccar! N. — Ricerche sulle cellule e fibre del Mauthner e sulle lore con- nesaioni in pesci ed anfibii. (Salmo f'ario, S. irideus e Salamandrina perspicillata). Con tav. XXXIil-XXXIX. — Pag. 660-705. Zalla M. — Ricerche sopra la struttura e I'istogenesi della sostanza mi- dollare dell'ovaja. Con tav. XL-XLIV. — Pag. 706-736. J/Archivio Italiano di Anatomia e di Embpiologia si pubbliea in quattro fascicoU che former anno ogni anno un vohime di pagine 800 circa con illustrazioni e con tavole. — II prezzo annuo di ahhonamento d: Per V Italia L. 30; per VEstero Fr. 31.60 comprese le spese di spedizione. Amministrazione: Ditta LUIGI M!r,COlAI - Via Faenza, 44 - FIRENZE. Istituto Micrograflco Italiano per Tapplicazione della fotografia e delle arti grafiche alia scienza Via Guelfa 30 FIEENZE - Telefono 21-05 (LOCA.LI PROPRI) Riproduzioni ad nno o piu colori, sia dal vero che da di- segni, da soggetti macroscopici e microscopici, spet- tanti a ricerche o pubblicazioni scientifiche. Micro e macrototografie ad nno o piu colori. Dispositive per proiezione a scopo d' insegnamento scienti- fico, raccolte sotto la direzione di illustii sceuziati. Dispositive a colori coi vari procediiiienti. Preparati microscopici. Consulenze tccniche. .A.I^GI3:i"VIO PUBBLICATO SOTTO GLI AUSPIGI DELLA UNIONE ZOOLOGICA ITALIANA PER CUR A DEL COMITA'TO DI REDAZIONE \ '-^ — VOLUaiE III — FASCIGOLO SECONDO. (pa^. 101-224) COX 4 TAVOLE E 3 JNCISIOXI XEL TESTO Noe G. — Due nuove specie di ditteri appartenenti ad un genere nuovo — Tav. 5-6 e tre figure nel testo pag. lOi <5omes S. — Ricerche sperimentaii sulle modificazioni morfologiche della zona pellucida e degli inclusi dell'uovo dei mammiferi. — Tav. 7-8. ^ 166 Prezzo del Fascicolo per il pubblico L. 12 per i Soci della Unione Zoologica » 0 N. B. — II ribcusso sHntende fatto alia persona dei iSocii: e,s-si volendo usu- fruirne devono richkdere VArchivio nella loro qualitA, al Segretario della Unione ■Zoologica Italiana (1). Prezzo dcH'intero Tolnnie 8 — 1.. 40 (per i soci L. 30) (1) Attnaliuento : Prof. Fr. Sav. >Ionticeli,i — Istitutu Zonlogico, It. Uiiiv««r.siti» ili Xapoli. C. REICHERT VIENNA - Vlll Beilliopsse, 24-26 - VIENNA SPECIALITA m:ioro80opi di prima qualita Emometro del ProLtDott. FLEISGHL Nuovo Emometro perfezionato del Prof. MIESCHER "" FerrometrTdel" Dott ' JOLLES PEU LA b^ATTA DETEKMIMAZIONK DKL FEUItO NEL SANUUB II Oliliietim fotoErafici "Comliiiiar,, e "Solar,, digprima qualita E nsciti rLCtJUlemente il NIIOVO CATAL060 Niiui. 24 riccauieuie ilMrato iiiiiiiiuiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiMHiini Ditta F. KOmSTKA MILAISrO - Via G-iuseppe Revere, 3 - IVULANO Unica Fabbrica Nazionale -^ ■^ di Microscopi ed Accessori DITTA FORNITRICE di tutti 1 Gabinetti Universitari del Regno MlcroscopgraniciiiotlellQ iva Cnifj ^dT"";^ parato Abbe con diaframma ad iride e con movimento a pignone e cremagliera per spo- starlo sotto il piano del tavolino, con tavolino- in ebanite, manovella di fermo all'inclinazione della parte supei'iore, divisione a raillimetri al tubo portaoculare ; revolver triple; due obbiet- tivi a secco 3 e 7*, un obbiettivo ad imiier- sione omogenea Vu"; due oculari 2 e 4, ingran- dimenti fino 'a 1000 diametri; il tutto posto in elegante arraadietto di mogano lucidato: — con Stallyo IVa a lavoliuo reltaiiplare fisso L. 400 con Slaliyo IVa a tayolino circolarc gireyole e con viti di spostamento per muovere , ..^ il preparato h, **U CATAIiOGO GENEB.ALE GRATIS AlSEMPLIClilBICHIESTA Si accordano pa^amenti rateali mensill JloDitore Zoologieo ItaliaDo (Pubblicazioni Italiane dl Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana DIHETTO DAI DOTTORI GIULIO GHIARUGI EU6ENI0 FIGALBI Frof. di Aoatomia umana Prof, di Anatomia conip. e Zoologia aul R. Istituto di Studl Super, in Kirenze nella H. Uuiversiti di Pisa Ufficio di Direzione ed Amministrazione : Istituto Anatomico, Firenze. 12 Humeri alPanuo — Abbuonameuto annuo L. 15- XIX Anno Firenze, Marzo Aprile 1998. N. 3-4 "V ' — V^ SOCIETA EDITIUCE LIBRARIA - MILANQ Prof. GIULIO OHIARUGI I^ipfittore d.ell' Istitvxto ..^x3.atoxxa.lco d.1 ZPirenze ISTITUZIONI DI ANATOMIA DELL'UOMO E' pubblicato il Vol. I, il fasc. 1-10 del Vol. E e il fasc. 1-2 del Vol. ID. A. BONGINI FIRENZE — Via Leone X, 2 — FIRENZE r in Legno, Zincotipia, A.utotipia, Galvanotipia Tricromia, duattrocromia lustrazioni per giornali, opere scientifiche, lavori commerciali ■s^®i ANATOMIA i^ »• EMBRIOLOGIA PUBBLIOATO DA D. BALUl, n'srt — D. BERTELLI, fadova — S. BIANOHI, Siena G. OHIARUGI, Firenze — E. GIAGOMINI, Bologna — L. GrlANNELL.!, Ferrara P. LACHF, Genova — F. LIVINI, Parma ~ Q. KOMITI, Fisa — U. ROSSI, Perugia G. SALVI, Sassari — R. STADERINI, Catania - G. VALENTI, Bologna K DIRETTO Gr. CHIARUOI. Sommario del Fasc. 4^ - Anno VI. LiTini F. — II Broencefalo di un Marsupiale {Hypsiprymnus rufescens). Con tav. XXV-XXVII e 3 figure nel testo. — Pag. 549-584. Lnnglietti B. — Contributo alia conoscenza della conformazione e dello svilrppo delle sinoviali tendinee e muscolari del piede. Ricerche morfoiogiche. Con tav. XXVITI-XXXII e 12 figure nel testo. — Pa- gina 585-659, Beccarl N. — Ricerche sulle cellule e fibre del Mauthner e sulle loro con- nessioni in pesci ed anfibii. (Salmo fario, S. irideus e Salamandrina perspicillata). Con tav. XXXIII-XXXIX. — Pag. 660-705. Zalla M. — Ricerche sopra la struttura e I'istogenesi della sostanza mi- dollare dell'ovaja. Con tav. XL-XLIV. — Pag. 706-736. X^Archivio Italiano di Anatomia e di Embriologia si pubblica in quattro fascicoli die formeranno ogni anno un volume di pagine 800 circa con illustrazioni e con tavole. — II prezzo annuo di abbonamento d: Per I' Italia L. 30; per VEstero Fr. 31.50 comprese le spese di spedizione. Amministrazione: Ditta LUI6I f!!<'.GOLAI - Via Faenza, 44 ■ FIRENZE. Istituto Micrograflco Italiano per rapplicazione . della fotografia e delle arti grafiche alia scienza Via Guelfa 30 - FIRENZE - Telefono 21-05 (LOCA.LI PROF^RI) Riproduzioni ad uno o piu colori, sia dal vero cbe da di- segni; da soggetti macroscopici e niicroscopici, spet- tanti a ricerche o pubblicazioni scientifiche. Micro e macrofotografie ad uno o piu colori. Dispositive per proiezione a scopo d' insegnamento scienti- fico, raccolte sotto la diieziono di illustri scenziati. Dispositive a colori coi vari procedimenti. Preparati microscopici. -Consulenze tecniche. EDizioisri :p:ro:p:e^ie X PUBBLICATO SOTTO GLI AUSPICI DELLA XJNIONE ZOOLOGICA ITALIANA PER GURA DEL COMITATO DI REDAZIONE Volume III — Fascioolo secondo. (pag. 101-224) cox 4 TAVOLE E 3 INCISIONI NEL TESTO "Noe G. — Due nuove specie di ditteri apparteuenti ad un genere nuovo — Tav. 5-6 e tre figure nel testo pag. 101 ■Comes S. — Ricerclie sperimentali sulle modificazioni morfologiche della zoii;i pellucida e degli inclusi dell'iiovo dei mammiteri. — Tav. 7-8. » 166 F*rezzo del Fascicolo per il pubblico L. 12 per i Soci della Unione Zoologica » 9 N. B. — II ribasso s'intende fatto alia persona dei Socii: es.ii volendo zi.'iii- fruirne devono richiedere VArchivio nella loro qualiti, al Seyretario della Unione 2oologic.a Italiana (1). Prczzo deirintero Tolnnie 3 — li. 40 (per i soci L. 30) (1) Attualiuento : Prof. Fb. Sav. Monticelli — latituU) Zoologico, K. Uuiversitii di Napuli. C. EEICHERT VIEMA - yill Beiiiiopsse, 24-26 - VIENNl SPECIALiTA IMIOROSOOFI di prima qualita Emometro del Prof. Dott. FLEISCHL Nuovo Emometro perfezionato del Prof. MIESCHER Ferrometro del Dott. JOLLES PEll LA ESATTA DETEIUIINAZIONE DEL FEllllO NEL SANOUB CUiellivi Mcirafici "Coiiil)iM„e "Solar,, di prima qualita E nscilo receuteiiieute il HDOYO CATHLOGO Niiiii. 24 riccameuieMlluslrato iiiiiiiiiiiriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiium'"""""""""""""*' Ditta F. KORISTKA MILANO - Via Griuseppe Revere, 2 - MILANO Unica Fabbrica Nazionale -^ -i*^ di Microscopi ed Accessori' DITTA FORNITRICE di tutti i Gabinetti Universitari del Regno MIcroscopEraiitlGiiiodcllo Jva munifo ^It^^^ parato Abbo con diaframma ad iride e con niovimento a pignout^ e cremagliera per spo- starlo sotto il piano del tavolino, con tavolino in ebanite, manovella di fenno all'inclinazione della parte supeviore, divisione a raillimetri al tubo portaoculare; revolver triple; due obbiet- tivi a secco 3 e 7*, un obbiettivo ad imnaer- sione omogeuea '/,/'; due oculari 2 e4, ingran- dimenti fino a ICiOO diametri; il tutto posto in elegante armadietto di mogano lucidato: — con StatiTo IVa a tayolioo rcltsiiplare fisso L. 400 con Staliyo lYa a tayoliuo circolarc gireyole e con viti di spostainento per unuovere , .._ il preparato Li ^Ivi CATALOGO GENERALE GRATIS a;semi'i,ick|jiuciiiesta ^^' f '> Si accordano pagamenti ratcali mensiU JloDitofe ZoologiGo Italiano (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana DIRETTO DAI DOTTORI GIULIO GHIARUGI EUGENIO FIGALBI Prof, di Aoatomia umana Prof, di Aaatomia conip. e Zoologia iiei R. Istituto di ^tiidl Super, in Klrenze nella K. Uuiversitit di Pisa Ufiicio di Direzione ed Amministrazione : Istituto Aiiatomico, Firenze. 12 numerl all'anno — Abbuonamento annuo L.. 15. XIX Anno Firenze, G^iugno 1908 N. B I SO SOCIETA EDITRICE LIBRARIA - MILANO Prof. GIULIO GHIARUGI IDirettore dell' Istitxato .A.natorxiico di IFireaaze ISTITUZIONI DI ANATOMIA DELL'UOMQ E' pubblicato il Vol. I, il fasc. 1-10 del Vol, II o il fasc. 1-2 del Vol. HI. A. BONGINI FIRENZE — Via Leone X, 2 — FIRENZE in Legno, Zincotipia, A.utotipia, Galvanotipia Tricromia, Q,uattrocroinia lllustrazioni per giornali, opere scientifichc, lavori commerciali Fornitore del R. Istituto di Stad'i superior! e RR. Ospedali in Firenze Massinta sollecittidine - Prezzi tnitissimi. ARCHIVIO ITALIANO DI ANATOMIA E ui EMBRIOLOGIA FUBBLICATO DA D. BALDI, Fiaa — A. BANCHI, Fireuze - D. BEttTELLI, l^adova — S. ISl ANOHI, Siena Ci. CHIARUGI, Firenze — O. GANFINI, Genova — E. GIACOMINI, Bologna L. GIANNELLI, Ferrara — P. l.ACHI, Genova — G. LEVI, Firenze F. LIVINI, Farma — F. PARDl, Pisa — G. PERNA, Bologna — G. ROMITI, J'isa G. SALVI, 6 9 N. B. — 11 ribasso s'intende fatto alia persona dei Socii: essi volendo usu- frvirne devono richiedere VArchivio nella lore qualiti, al Segretario delta Unione Zoologica Italiana (1). Prezzo deirintero Tolame 3 — li. 40 (per i soci L. 30) (1) Attualmeute : Prof. Fr. Sav. Monticelli — latituto Zoologico, K. Universit.^ di Napoli. C. REICHERT VIEMA - YIU BeDllOEasse, 24-26 - VIENNA SPEClALiTA ]y£IOIiOSOOFI di prima qualita Emometro del Prof. Dott. FLEISGHL Nuovo Emometro perfezionato del Prof. MIE3CHER Ferrometro del Dott. JOLLES PEB LA ESATTA DETERMINAZIONE UKL FERRO NEL SANUUB ^-„ Offleliivi fotoErafici "Coniliiuar,, e "Solar,, di prima quality E nscito recentemenle il NUOVO CWALOeo Ndiii. 24 riccaiJieiiie llluslrato iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiMiiiiMiiiiinniiiiiiiiiiiiiMMiiiiiiiiiiiiiiiiiriiiiii iiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiim iiiiiiiiiiiii» Ditta F. KORISTKA MILANO - Via G-iuseppe Revere, S - MILANO Unica Fabbrica Nazionale -^ -H^ di Microscopi ed Accessori DITTA FORNITRICE di tutti I Gabinetti Universitari del Regno MlcroscopgraMemoilello ivaCniS ^d}^^^ parato Abbe con diaframma ad iride e con movimento a pignonti e cremagliera per spo- starlo sotto il piano del tavolino, con tavolino in ebanite, manovella di fermo all'inclinazione della parte superiore, divisione a raillimetri al tubo portaoculare ; revolver triple; due obbiet- tivi a secco 3 e 7*, un obbiettivo ad iimaer- sione omogenea '/.«"; I ANATOMIA E ui EMBRIOLOGIA PUBBLICATO DA D. BALDI, Fisa — A. BANCHI, Firenze - D. BEKTELLI, Fadova — S. BIANOHI, Siena G. CHIARUGI, Firenze -r- O. GANFINI, Genova — E. GIACOMINI, Bologna L. GIANNELLI, ferrara — P. LACHI, Genova — G. LEVI, Firenze F. LIVINI, Farma — F. P AUDI, Pisa — G. PERNA, Bologna — G. ROMITI, i'isa G. SALVI, Sassari — R. STADERINI, Catania — G. VALENTI, Bologna B DIUBTTO DA a. CHiA-RXjai. Sommario del Fasc. l"" - Anno VII. LiTini F. — Intorno al M. scaleno. (Con tav. I). — Pag. 1-17. Trinci 6. — L' evoluzione storica del problema della riduzione cromatica Id rapporto all' attuale ipotesi dell' esistenza d' un tipo unico e fon- damentale di maturazione nei due regni. (Con 3 figure nel testo). — Pag. 18-95. Tltall G. — Anatomia e sviluppo della mandibola e dell'articolazione man- dibolare. (Con 7 figure nel testo e tavole). — Pag. 96-120. (Continua). Cntore G. — Modificazioni strutturali delle cellule motrici del midoUo spi- nale, durante il letargo. (Con lav, II). — Pag. 121-144. Comolll i. — Struttura ed istogenesi del connettivo del corpo surrenale. (Con tavole III-VII). — Pag. 145-164. Staderini R. — La Hypophysis cerebri degli anfibii. (Con tav. VIII-XIII). — Pag. 165-189. J/Archivio Italiano di Anatomia e di EmbpioIog:ia si imhhUca in quattro fascicoU che formeranno ogni anno un volume di pagine 800 circa €on illustrazioni e con tavole. — II prezzo annuo di ahbonamento ^: Per V Italia L. 30; lyer VEstero Fr. 31.50 comprese le spese di spedizione. Amministrazione: Ditta LUIGI fl'^-OfllAI - Via Faenza, 44 - FIRENZE. C, mCHERT VIENNA - VIIl Beiiuopsse, 24-26 - VIENNA SPECIALiTA IVIIOROSOOFI di prima qualita Emometro del Prof. Dott. FLEISGHL Nuovo Emometro perfezionato del Prof. MIESCHER Ferrometro del Dott. JOLLES PEIt LA ESATTA DETEIOIINAZIONE DEL FERKO NEL SANUUK Oleliiyi Mografici "Coniliiii^r,, e "Solar,, di prima q^ualit^ E nscito recenlenieQle il SUOVO CATALOGO Num. 24 rlccauiente illnstrato ■ iiiiiitiiiiiiniiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinniiiiiiiiiiiiiniiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiininiiiiiu Ditta F. KORISTKA MILAISrO - Via G-iuseppe Revere, 2 - MILANO Unica Fabbrica Nazionale ^^ -4^ di Microscopi ed Accessorl DITTA FORNITRICE di tutti i Gabinetti Universitari del Regno MicroscQDloOTfleBioilello ivaTuniS ^It^'^^ parato Abbe con diaframraa ad iride e con movimento a pignone e cremagliera per spo- starlo sotto il piano del tavolino, con tavolino in ebanite, manovella di fermo all'inclinazione della parte snperiore, divisione $i raillimetri al tubo portaoculare; revolver triplo; due obbiet- tivi a secco 3 e 7*, un obbiettivo ad immer- sione omogenea. */,."; due oculari 2 e4, ingran- dimenti fino a 1000 diametri;il tutto posto in elegante armadietto di mogano lucidato: — con Statiyo IVa a tavolino reltaDplare flsso 1. 400 con Statiyo IVa a layolino circolare gireyole e con viti di spostamento per muovere . . ^ il preparato It, 410 CATALOGO GENEBALE GRATIS A SEMPLrCB RICKIE8TA Si accordano pagamenti rateali mensiii JIoDitore Zoologieo Itallano (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiaie della Unione Zooiogica Italiana DIRETTO DAI DOTTORI GIULIO CmARUGI EUGENIO FIGALBI Prof, di ADatoniia umaoa l^rof. di Anatomia coiiip. e Zoologia uel K. Istituto di Mudi Super, in l<'ireoze nella K. Ui-iversitk di Pisa TJfficio di Direzione ed Ammimstrazione : Istituto Atiafomico, Firenze. 12 nutueri aH'anuo — Abbuouamento annuo L<. 15. XIX Anno Firenze, Agosto 1908 N, 8 "V ^ >^ SOCIETA EDITRICE LIBRARIA - MILANO Prof. GIULIO CHIARUGI IDirettore d.elP Istitu-to .A.riatozaa.ico d.i Firenze ISTITUZIONI DI ANATOMIA DELL'UOMO E' pubblicato il Vol. 1, il fasc. 1-10 del Vol. II e il fasc. 1-2 del Vol. UI. A. BONGINI FIRENZE — Via Leone X, 2 — FIRENZE in Legno, Zincotipia, A.utotipia, Galvanotipia Tricromia, Quattrocromia lllustrazioni per giornali, opere scientifiche, lavori commerciali SMBS — Fornitore del K. Istitnto di $!>tad'i saperiori e Kit. ONpedali in Firoiize Mussinia sollecitudine - Prezzi initissinti. ARCHIVIO ITALIANO ANATOMIA i^ •>! EMBRIOLOGIA PUBBLICATO DA D. BALDI, Fiaa — A. BANOHI, Firenze - D. BEK.TELLI, Fadova — S. BIANCHI, Siena O, GHIARUGI, Firenze — O, GANFINI, Genova — E. GIACOMINI, Bologna L. GIANNELLI, Ferrara — P. LACHI, Genova — G. LEVI, Firenze F, LIVINI, Farma — F. PAEDI, Fisa — G. PERNA, Bologna — G. KOMITI, Fisa G. SALVI, Saasari — R. STADERINI, Catania — G. VALENTI, Bologna DA a. CHiARuai. Sommario del Fasc. 1° - Anno VII. Lirinl F. — Intorno al M. scaleno. (Con tav, I). — Pag. 1-17. Trinci G. — L' evoluzione storica del problerna della riduzione cromatica in rapporto all' attuale ipotesi dell' esistenza d' un tipo unico e fon- damentale di maturazione nei due regni. (Con 3 figure nel testo). — Pag. 18-95. Titali G. — Anatomia e sviluppo della mandibola e dell' articolazione man- dibolare. (Con 7 figure nel testo e tavole). — Pag. 96-120. (Continua). Catore G. — Modificazioni strutturali delle cellule motrici del midoUo spi- nale, durante il letargo. (Con tav. II). — Pag. 121-144. Comolli 4.. — Struttura ed istogenesi del connettivo del corpo surrenale. (Con tavole III- VII). — Pag. 146-164. Staderini B. — La Hypophysis cerebri degli anfibii. (Con tav. VIII-XIII). — Pag. 165-189. i'Archivio Italiano di Anatomia e di Embriologfia si puhhlica in. quattro fascicoli che formeranno ogni anno un volume di pagine 800 circa eon illustrazioni e von tavole. — II prezzo annuo di ahbonamento d: Per V Italia L. 30; per VEstero Fr. 31.50 comprese le spese di spedizione. Amministrazione: Oitta LUI6I r!!<^.OOUI - Via Faenza, 44 - FIRENZE. Istituto Micrograflco Italiano per I'applicaziona della fotografia e delle arti grafiche al!a scienza Via Guelfa 30 - FIRENZE - Telefono 21-05 (LOCA.LI I^ROPRI) Riprodnzioni ad uno o piii colori, sia dal vero cbe da di- segni; da soggetti macroscopici e microscopici, spet- tanti a ricercbe o pubblicazioni scientificbe. Micro e macrofotografie ad nno o piu colori. Dispositive per proiezione a scopo d' insegnamento scienti- fico, raccolte sotto la diiezione di illustii scenziati. Dispositive a colori coi vari procedimenti. Preparati microscopici. Consulenze tecnicbe. EiDizzon^i :p:e2.o:p'e^ie ZOOLOOIOO PUBBLICATO SOTTO GLI AUSPIGI DELLA XJNIONE ZOOLOGICA ITALIANA PER CURA DEL COMITATO DI HEDAZIONE Volume III — Fascicolo terzo. (pag. 2-25-348) CON 3 TAVOLE ED UNA INCISIONE NEL TESTO zisriDiCE Porta A. — Gli Acantocefali degli Aufibii e dei Rettili. — Tav. 9. Arcangeli A. — Coatributo alle conoscenze della struttura miuuta dello stomaco del Box salpa Lin. secondo lo stato funzionale. — Tav. 10-11 ed una ligiira nel teste. II fascicolo quarto a coraplemento di questo volume e in corso di stampa Frezzo del Fascicolo per il pubblico L. 12 per i Soci della Unione Zoologica » 9 N. B, — II ribasso sHntende fatto alia pers6na dei Socii: essi volendo u.su- fruirne devono richiedere VArchivio nella loro qualiti, al Segretario della Unione Zoologica Italiana (1). Prezzo deirintero Volume 3 — E.. 40 (per i soci L. 30) (1) Attualmente : Prof. Fb. Sav. Monticelli — Istituto Zoologico, R. University d Napoli. C. REICHERT VIENNA - Vlli Beuwsse, 24-26 - VIENNA SPECIALITA IN MIOROSOOPI di prima quality :L/!IIo:e^otoa^i Emometro del Prof. Dott. FLEISCHL Nuovo [n-.omelro perfezionato del Prof. MIE3CHER Ferrometro del DoU. JOLLES FEB LA ESATTA DKTERiMIKAZIONE DKL FERKO NEL SANQUB Olelim fotoEraSn "ComMoar,, e "Solar,, di prima qualita E nscito recenteniente il NOOVO CATALOGO Nudi. 24 riccauienle illnslralo IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIillllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllliniM» Ditta F. KOMSTKA MILANO - Via Giuseppe Revere, 2 - MILANO Unica Fabbrica Nazionale -^ -4^ di Microscopi ed Accessori DITTA FORNITRICE di tutti i Gabinetti Unlversitari del Regno MicroscopioEraiiieiDodellQ i°™p^t!nifo ^df"""!^ parato Abbe con dialrarama ad iride e con movimento a pignonn e cremagliera per spo- starlo sotto il piano del tavolino, con tavolino in ebanite, manovella di ferino all'incliiiazion© della parte superiore, divisione a millimetri al tubo portaoculare; revolver triploj due obbiet- tivi a secco 8 e 7*, un obbiettivo ad immer- sione omogeuea '/u"; due oculari 2 e4, ingran- dimenti fino a ICOO diametri; il tutto posto in elegante armadietto di mogano lucidato: — con StatiYo IVa a tavolino reltaiiEolare fisso L. 400 con Slaliyo IVa a tavolino circolarc lirevole e con viti di spostamento per muovere , .^« ijjjl il preparato h, 4*0 M; CATALOGO GENERALE GRATIS iSm A SEWPLICE RICHIESTA Si accordano pagarrenti rateali niensill Jloiiitope ZoologiGo Itallano (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana DIRETTO DAI DOTTORI GIULIO GHIARUGI EUGENIO FIGALBI Prof, di Aoatomia umana Pi-ot. di Aoatomia conip. e Zoologia uel R. Istituto di ttudi Super, in Fireuze nella K. Ui>iversit& di Pisa XJf&cio di Direzione ed Amministrazione: latituto Anatomico, Firenze. 13 icumeri all'anno — Abbuonamento annuo L. 15. XIX Anno Firenze, Settembre 1908 N. & I SO SOCIETA EDITRICE LIBRARIA - MILANO Prof. GIULIO GHIARUGI IDirettore d.ell' Is-titvi-to -A-iaatoiaciico d.i £^ixex3.ze ISTITUZIONI DI ASATQMIA DELL'UOMO E' pubblicato il Vol. I, il fasc. 1-10 del Vol. II e il fasc. 1-2 del Vol. ffl, A. BONGINI FIRENZE — Via Leone X, 2 — FIRENZE in Legno, Zincotipia, A.utotipia, G-alvanotipia Tricromia, duattrocromia lliustrazioni per giornaii, opere scientifiche, lavori commerciali Fornitore del R. Istitnto di 8tiidi Htiiieriori e RB. Ospedali in Firenze Massima sollecitudine - Prezzi tnitissitni. ARCHIVIO ITALIANO ANATOMIA ^) ui EMBRIOLOGIA PUBBLICATO DA T>. B ALDI, Pita — A. BANOHI, Firenze - D. BERTELLI, Fadova — S. BIANCHI, Siena (i. OHIARDGI, Firenze — O. GANFINI, Genova - E. GIACOMINl, Bologna L. GIANNELLI, Ferrara — P. LAOHI, Genova — G. LEVI, Firenze F. LIVINI, Farma — F. PAEDI, Fisa — G. PERNA, Bologna — G. ROMITI, Pita G. SALVI, /Sa««art' - R. STADERINI, CWania - G. VALENTI, Bologna H DIRBTTO DA G-. CHIARUOI. Sommario del Fasc. l"" - Anno VII. Lirini F, — Intomo al M. scaleno. (Con tav. I). — Pag. 1-17. Trinci 6. — L' evoluzione storica del problema della riduzione cromatica in rapporto all' attuale ipotesi dell' esistenza d' un tipo unioo e fon- damentale di maturazione nei due regni. (Con 3 figure nel testo). — P.g. 18-95. Titali G. — Anatomia e sviluppo della mandibola e dell'articolazione man- dibolare. (Con 7 figure nel testo e tavole). — Pag. 96-120. (Continua), Cntoro G. — Modificazioni strutturali delle cellule motrici del midollo spi- nale, durante il letargo. (Con tav. II). — Pag. 121-144. Oomolli i. — Struttura ed istogenesi del connettivo del corpo surrenale. (Con tavole III-VII). — Pag. 145-164. StaderinI R. — La Hypophysis cerebri degli anfibii. (Con tav. VIII-XIII). — Pag. 165-189. ii'Archlvio Italiano di Anatomia e di Embriolog'ia sipubhlicain quattro fascicoli che formeranno ogni anno un volume di pagine 800 circa oon illustrazioni e con tavole. — II prezzo annuo di ahbonamento d : Per V Italia L. 30; per VEstero Fr. 31.60 comprese le spese di spedizione^ Amministrazione: Ditta LUIGI ri'^-OOUl • Via Faenza, 44 - FIRENZE. Istituto Micrografico Italiano per rappiicazione della fotografia a delle arti grafiche alia scienza Via Guelfa 30 - FIRENZE - Telefono 31-06 (LOCALI PROPRI) Riprodnzioni ad uno o piu colori, sia dal vero cbe da di- segni, da soggetti macroscopici e microscopici^ spet- tanti a ricerche o pubblicazioni scientifiche. Micro e macrofotografie ad uno o piu colori. Dispositive per proiezione a scopo d' insegnamento scienti- fico, raccolte sotto la direzione di illustii scenziati. Dispositive a colori coi vari procedimenti. Preparati microscopici. Consulenze tecniclie. EIDJlZIOIsri I=^i^Or^'E^IE J^JE^GTUi'^XO PUBBLICATO SOTTO GLI AUSPICI DELLA UNIONE ZOOLOGICA ITALIANA PER CURA DEL COMITATO DI BEDAZIONE y GLUME III — FASCIOOLO TERZO. (pag. 225-348) CON 3 TAVOLE ED XJNA INCISIONE NEL TESTO Porta A. — Gli Acantocefali degli Anfibii e dei Rettili. — Tav. 9. Arcangeli A. — Contribato alle conoscenze della struttura minuta dello stomaco del Box salpa Lin. secondb lo stato lunzionale. — Tav. 10-11 ed una figura nel t>estc. II fascicolo quarto a complemento di questo volume e io corso di starapa Prezzo del Fascicolo per il pubblico. L. 12 per i Soci della Unione Zoologica » 9 N. B. — 11 rihasso s'intende fatto alia persona dei Socii: essi volendo usu- fruirne devono richiedere VArchivio nella loro quality, al Segretario della Unione Zoologica Italiana (1). Prezzo deir inter© Tolniue 3 — 1-.. 40 (per i soci L. 30) (I) Attualmente: Prof. Fb. Sav. Monticelli — Istituto Zoologico, R. Uuivei«ita d Napoli. C. REICHERT VIENNA - VIII BeMOpsse, 24-26 - VIENNA SPECIALITA IN MICR0800PI di prima quality isj^xg:roi:(Di^x Emometro del Prof. Dott. FLEISCHL Nuovo Emometro perfezionato del Prof. MiESCHER Ferrometro del Dott. JOLLES PSB LA BSATTA DETEUMINAZIONE OKL FERUO NEL SANOUB OlJliiettm [otograficl "Conibuiar,, e " Solar „ di prima quality J nscilo recentemeiile il BUOVO CATALOGO Nuiii. 24 rlccaineute illnstrato iiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiniiiniiiii Ditta F. KORISTKA MilLANO - Via Griuseppe Revere, 3 - MILANO linica Fabbrica Nazionale -^ -^ di Microscopi ed Accesson DITTA FORNITRICE di tutti I Gabinetti Universitari del Regno MicroscoplograMeiflodellQ Jva muniS ^dT'i"^ parato Abbe con diairamma ad iride e con movimento a pignone e cremagliera per spo- starlo sotto il piano del tavolino, con tavolino in ebanite, manovella di fermo all'inclinazione della parte superiore, divislone a millimetri al tube portaoculare ; revolver triplo; due obbiet- tivi a secco 8 e 7*, un obbiettivo ad immer- sione omogenea Vjs"; due oculari 2 e 4, ingran- dimenti fino a 1000 diametri; il tutto posto in elegante armadietto di mogano lucidato: — con Slatiyo IVa a tanolioo reltaDgoiare Isso L. 400 con Slativo IVa a tayollno circolare glreyole e con viti di spostamento per muovere , .._ il preparato b, ^*0 CATALOGO QENEBALE GRATIS A SEMPLICE RICHIESTA Si aocordano pagamenti rateali mensili IHoDitore Zoologieo Italiano (Pubblioazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale deila Unione Zoologica italiana DIRETTO DAI DOTTORI GIULIO CHIARUGI EU6ENI0 FICALBI I'rot'. di Aoatoniiu uniana Prof, di Anatomia coiii|). e Zuologia iicl U. [stitulo di itmU Super. In Firenze nella R. Ui.iversit& di Pisa Ufficio di Direzione ed Amministrazione : IstUuto Anatomico, Firenze. 12 nutaeri all'anno — Abbuonainento annuo T^ 15. XIX Anno Firenze, Ottobre 1908 N. lO y SQCIETA EDITRICE LIBRARIA - MILANO ^ Prof. GIULIO CHIARUGI ^Irettore d.ell' Istitiato -A-iaatonnico d.i ZFirenze ISTITUZIONI DI ANATOMIA DELL'UOMO E' pubblicato il Vol. I, il fasc. 1-10 del Vol. II o il fasc. 1-2 del Vol. Ul. A. BONGINI FIRENZE — Via Leone X, 2 — FIRENZE in Legno, Zincotipia, A.utotipia, Qalvanotipia Tricromia, Quattrocromia lllustrazioni per giornali, opere scientifiche, lavori commerciali Fornitore del K. Istituto di $$tndi superior! e RR. Ospedall in Firenze Massima sollecititdine - Prezzi tnittssitni. ARCHIVIO ITALIANO ANATOMIA •: ■» EMBRIOLOGIA PUBUhlOATO DA D, BALDl, /'iart — A.BAXGHI, Firenze - U. IJKK TKLL.!, I'adova^'S. BlANCHl, 6««na (>, CHIAHUGI, t'irenze — O. GANFINI, Genova — E. GIACOMINI, Bologna L. GIANNELLI, Ftrrara — P. LACHI, Genova — G. LEVI, Firenze F. LIVINI, Farma — F. PAHDl, Pisa — G. PERXA, Bologna — G. ROMITI, Fisa a. SALVI, ISassari — R. STADERINI, Va'ania - G, VALENTI, Bologna V. DIKETTO l»A Sommario del Fasc. 2^ - Anno VIL Aastoui A. — Muscoli auricolari estrinseci dell'uomo. Con tav. XIV-XVII. — Pag. 193-243. Biscostii A. — Sui cambiamenti ilell'epitelio dei villi intestinali attribuiti ai vari stadi di assorbimento. Con tav. XVIII-XIX. — Pag. 244-263. Yenioul G. — Intorno al fondamento istologico di alcune funzioni del villo intestinale. <'on tav. XX e 3 figure uel teste. — Pag. 264-293. De Bonis V. — Sui fenomeni di secrezione nelle cellule ghiandolari delle vescicole seminali e delle ghiandole di Cowper. Con tav. XXI, — Pag. 294-306. Titall G. — Auatomia e sviluppo della mandibola e deU'articolazione man- dibolare. (Continuaz. Continua). — Pag. 307-3 0, Banclii A, — Nuove osservazioni suUa Parafibula nei Rettili e nei Mam- miferi. Con tav. XXII-XXIII. — Pag. 361-370. Recensione: Edinger L. Vorlesungen iiber den Ban der nervosen Zentra- lorgane des Menschen und der Tiere fiir Aertze und Studierende. — Pag. 371-372. X'Archivio Italiano di Anatomia e di Embriologia si imhbUca in quattro fascicoli che formeranno ogni anno un volume di pagine 800 circa oon illustrazioni e con tavole. — II prezzo annuo di abhonamento d: Per V Italia L. 30; per VEntero Fr. 31.50 comprese le spese di spedizione. Amministrazione: Ditta LUI6I M!<'.OOUI - Via Faenza, 44 - FIRENZE. Istitiito Micrografico Italiano per rapplicazione della fotografia e delle art! grafiche alia scienza Via Guelfa 30 - FIRENZE - Telefono 2:-05 (LOCA.LI PROPRI) liiprodiizioni ad uno o piu colori, sia dal vero che da di- Hegni, da soggotti macroscopici e microscopic!', spet- taiiti a ricerclie o pubblicazioni scientitiche. Micro e macro tbtogra fie a(J uno o piu colori. Dispositive per proiezione a scope d'insegnameiito acienti- fico, raccolte sotto la direzione di illustri scenziati. Dispositive a colori coi vari procedimenti. Preparati microscopici. Consulenze tccniehe. EiDxzioisri :p:Ee>o:P"E?/iE ZOOLOOXCO PUBBLICATO SOTTO GLI AUSPICI DELLA XJNIONE ZOOLOGICA ITALIANA PER CURA DEL COMITATO DI REDAZIONE Volume III — Fascicolo terzo. (pag. 225-348) CON 3 TAVOLE ED UNA INCISIONE NEL TESTO Porta A. — Gli Acantocefali degli Antibii e dei Kettili. — Tav. 9. Arcangeli A. — Conti-ibuto alle conoscenze della struttura minuta dello stomaco. del Box salpa Lm. secondo \o stato lunzionale. — Tav. 10-11 ed una figura nel teste. II fascicolo quarto a coraplemento di questo volume e in corso di stampa F*rezzo del Fascicolo per il pubblico L. 12 per i Soci della Unione Zoologica > 9 N. B. — II ribasso sHntende fatto alia persona dei Socii: essi volendo tisu- fruirne dtvono richiedere VArchivio nella loro qualitA, al Segretario della Unione Zoologica Italiana (I). Prezzo deirintero Tolnme 3 — l^. 40 (per i soci L. 30) (1) Attualmonte: Prof. Fb. Sav. Monticelli — Istituto Zoologico, R. University A Napoli. C. RIIGHERT VIENNA - VIII Beuuopsse, 24-26 - VIENNA SPECIALITA IN MIOROSCOPI di prima qualita Emometro del Prof. Dott. FLEISCHL Nuovo Emometro perfezionato del Frof. MIESCHER Ferrometro del Dolt. JOLLES FEU LA KSATTA DKTEUMIKAZIONE DKL FEUUO NEL SANGUB ^ Oliliiellm Mografici "Comliiiiar,, e "Solar,, di prima quality E nscito receiitenieiile il NUOVO CATALOGO Num. 24 riccauieute illnstralo <••»■ iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii il iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitniiiiiiiiiiiiiii||||,|„,|„,„„„„ Ditta F. KOMSTKA MILANO - Via Giuseppe Revere, 3 - MILANO Unica Fabbrica Nazionale ^^ -^^ di Microscopi ed Accessori DITTA FORNITRICE di tutti I Gabinelti Universitari del Regno Microscopio iraufle moflello composto di stativo '■ ■ . II. i-Va mum to di ap- parato Abbe con diaframma ad iride e con movimento a pignonn e cremagliera per spo- starlo sotto il piano del tavolino, con tavolino in ebanite, manovella di fermo all'inclinazione della parte superiore, divisione a millimetri al tubo portaoculare; revolver triple; due obbiet- tivi a secco 3 e 7*, un obbiettivo ad immer- sione omogenea V,s"; due oculari 2 e4, ingran- dimenti fino a 1000 diametri;il tutto posto in elegante armadietto di mogano lucidato: — con Stativo IVa a tavolino reltanplare flsso L. 400 con staliyo IVa a tayolino circolarc girevole e con viti di spostamento per muovere , ..^ il preparato L, 41Q ^ CATALOGO GENERALE GRATIS '-j: A SEMPLICE RICHIESTA Si accordano pagamenii rateali mensilj JloDitoFe Zoologieo Italiano (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embrioloqia) Organo uffioiale della Utiione Zoologica Italiana DIRETTO DAI DOTTORI GITJLIO CHIARUGI EU6ENI0 FIGALBI Prof, di Anatomia umaua Prof, di Anatomia comp. e Zoolopia uel R. Istituto di StndT Snper. in Firenze nella R. Uuiversiti di Pisa Ufficio di Direzione ed Amministrazione : Istituto Anatomico, Firenze. 12 numeri airanno — Abbuonamento annuo L- 15. XIX Anno Firenze, Novemtore 1908 N. 11 SOClETl EDITRICE LIBRARIA - MILANO Prof. GIULIO CHIARUGI IDirettore cLell' Xstitxito -A^natomico d.i Firenze ISTITUZrONI DI ASATOMIA DELL'UOMO E' pubblicato il Vol. I, il fasc. 1-10 del Vol. II e il fasc. 1-2 del Vol. HI. A. BONGINI FIRENZE — Via Leone X, 2 — FIRENZE in Legno, Zincotipia, A.utotipia, Galvanotipia Tricromia, duattrocromia lllustrazioni per giornali, opere scieiilifiche, lavori commerciali ^)®^ Fornitoro del U. Istituto di IStadi' snperiori e IIB. Ospedali in Fireuxe Massintu sollecitttdine - Prezzi tntfissinti. ■\ ARCHIVIO ITALIANO I>I ANATOMIA £ !>• EMBRIOLOGIA PUBBLICATO DA D. BALDI, Pita — A. BANCHI, Firenze - D. BERTELLI, Padova — S. BIANCHI, Siena G. OHIARUGI, Firenze — O. GANFINI, Genova - E. GIACOMINI, Bologna L. GIANNBLLI, Ferrara — P. LACHI, Genova — G. LEVI, Firenne F. LIVINI, Farma — F. PARDI, Pisa — G, PERNA, Bologna — G. ROMITI, Fisa G. SAL VI, Saasari — R. STADERINI, Catania - G. VALENTI, Bologna B DIRBTTO DA G^. CHIARUGI. Sommario del Fasc. 2" - Anno VII. iLttitoni A. — Muscoli auricolari estriiiseci dell'uomo. Con tav. XIV-XVII — Pag. 193-243. Biscossl A. — Sui cambiamenti JeH'epitelio dei villi intestinal! attribuiti ai vari stadl di assorbimento. Con tav. XVIII-XIX. — Pag. 244-268. Vernoni G. — Intorno al fondamento istologico di alcune funzioni del villo intestinale, C'on tav. XX e 3 figure uel testo. — Pag. 264-293. De Bonis T. — Sui fenomeni di secrezione nelle cellule ghiandolari delle vescicole seminali e delle ghiandole di Cowper. Con tav. XXI. Pag. 294-306. Titall G. — Anatomia e sviluppo della mandibola e dell'articolazione man- dibolare. (Continuaz. Continua). — Pag. 307-360. Banchi A. — Nuove osservazioni sulla Parafibula nei Rettili e nei Mam- miferi. Con tav. XXII-XXIII. — Pag. 361-370. Recensione : Edinger L. Vorlesungen iiber den Bau der nervosen Zentra- lorgane des Menschen und der Tiere fiir Aertze und Studierende. Pag. 371-372. X'Archivio Italiano di Anatomia e di Embriologia si puhblica in quattro fascicoU che formeranno ogni anno un volume di pagine 800 oirca oon illmtrazioni e con tavole. — II prezzo annuo di ahhonamento d : Pt V Italia L. 30; per I'Estero Fr. 31.50 comprese le spese di spedizione. Amministrazione: Ditta LUIGI fi!<'.CQUI - Via Faenza, 44 - FIRENZE. Istituto Micrograflco Italiano per rapplicazione della fotografia e delle arti grafiche alia scieoza Via Guelfa 30 - FIRENZE - Telefono 21-05 (LOCALI FROPRI) Riprodnzioni ad uno o piu colori, sia dal vero che da di- segni, da soggetti macroscopici e microscopici, spet- tanti a ricerche o pubblicazioni scientifiche. Micro e macrotbtografie ad uno o piu colori. Dispositive per proiezione a scopo d'insegnamento scienti- fico, raccotte sotto la direzione di illustri scenziati. Dispositive a colori coi vari procedimenti. Preparati microscopici. Consulenze tecniche. EiDizion^i :f^]e^oi^:e^ie ZOOLOCS-ICO PUBBLICATO SOTTO GLI AUSPIGI DELLA UNIONE ZOOLOGICA ITALIANA PER CURA DEL COMITATO DI JEIEDAZIONE Volume III — Fascicolo tbrzo. (pag. 226-348) CON 3 TAVOLE ED UNA INCISIONE NEL TESTO Porta A. — Gli Acantocefali degli Aufibii e dei Rettili. — Tav. 9. Arcangeli A. — Contributo alle conoscenze della struttura miuuta dello stomaco del Box salpa Lin. secondo lo stato funzionale. — Tav. 10-11 ed una figura nel teste. II fascicolo quarto a complemento di questo volume e in corso di stampa Prezzo del Fascicolo per il pubblico L. 12 per i Soci della Unions Zoologica » 9 N. B. — II ribasso sHntende fatto alia persona dei Socii: essi volendo iisU' fruirne devono richiedere VArchivio nel la loro qualiti, al Segretario della Unione Zoologica Italiana (1). Prezzo deirtntero Tolnme 3 — Ki. 40 (per i soci L. 30) (1) Attualmente : Prof. Fa. Sav. Monticelh — Istituto Zoologioo, B. Univ«r«it4 d Napoli. C. KEICHERT VIEMA - VIII BeiinoEasse, 24-26 - VIEHHA SPECIALiTA IN MIOROSOOFI di prima qualita Emometro del Prof. Dott. FLEISGHL Nuovo Emometro perfezionato del Prof. MIESCHER Ferrometro del Dott. JOLLES PEU LA ESATTA DBTEKMIKAZIONE DKL FERRO NEL SANGOE Jl omieliiyi Mografici "CoiiiliiDar,, e "Solar,, di prima qualita E uscilo recenteniente il NUOVO CATALOGO Nnm. 24 riccauieiile illnstrato iHiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMniiiiniiiiiiiiiiiniiiiiiuiiiiiiiiiiMiiiininiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiniiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiinii Ditta F. KORISTKA IMIXiANO - Via G-iuseppe Revere, S - MILANO Unica Fabbrica Nazionale >^ -<^ di Microscopi ed Accessori DITTA FORNITRICE di tutti i Gabinetti Universitari del Regno MicroscoDiOKraMeiiioilello iv™'^°';°h^o ^li"^!^ parato Abbe con diaframma ad iride e con nioviraento a pignone e cremagliera per spo- starlo sotto il piano del tavolino, con tavolino in ebanite, manovella di fermo all'inclinazione della parte superiore, divisione a millimetri al tubo portaoculare; revolver triple; due obbiet- tivi a secco 3 e 7*, un obbiettivo ad immer- sions omogenea '/u"; due oculari 2 e 4, ingran- dimenti fino a 1000 diametri; il tutto posto in elegante arraadietto di mogano lucidato: — con Stativo IVa a layolino retlaDplare flsso 1. 400 con StatiYO IVa a tayolino circolarc girevole « L.410 con viti di spostamento per muovere 11 preparato CATALOGO GENEBALE GRATIS A SEMPLICE RICHIESTA Si accordano pagamenti rateali monsijl jWoDitoFe Zoologieo Italiano (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale delia Unione ZoolDgica Italiana DIRETTO DAI DOTTORI GIULIO GHIARUGI EUGENIO FIGALBI Prof, di ADatoinia uniaaa Prof, di Anatomia conip. e Zoologia uel K. Istituto di ^tudl Super, in Kireazu Delia K. Uiiiversit^ di Pisa Ufficio di Direzione ed Amministrazione: Istitiito Anatomico, Firenze. 12 Humeri all'anno — Abbuonameuto annuo L. 15. XIX Anno Firenze, Decembre 1908 N. IS "v y SOCIETA EDITRICE LIBRARIA - MILANO Prof. aiULIO GHIARUGI IDirettore d.ell' Istitxato .A-natozaaico d.1 IFirerxze ISTITUZIONI DI ANATOMIA DELL'UOMO E' pubblicato il Vol. 1, il fasc. 1-10 del Vol. II e il fasc. 1-2 del Vol. UI. A. BONGINI FIRENZE — Via Leone X, 2 — FIRENZE in Legno, Zincotipia, A.utotipia, Galvanotipia Tricromia, duattrocromia lllustrazioni per giornali, opere scientifiche, lavori commerciali S)0^ Fornitore del K. Istitnto di IStndi superior! e RK. 0.<<(pedali in Firenze Massitna sollecitudine - Prezzi mitisshni. J ARCHIVIO ITALIANO i>i ANATOMIA K m EMBRIOLOGIA PUBBLICATO DA D. BALDI.Vtsa — A. BANCHI, Fireme — D. BERTELLI, Fadova — S. BI ANCHI, Siena Qt. CHIARUGI, Firenze — O. GANFINI, Genova — E. GIACOMINI, Bologna L. GIANNELLI, Ferrara — P. LACHI, Genova — G. LEVI, Firenze F. LIVINI, Parma — F. PARDI, Fisa — G. PERNA, Bologna — G. ROMITI, Pisa G. SALVI, Sassari — R. STADBRINI, Ca/ania - G. VALENTI, Bologna B DIRBTTO DA a. CHiA-Ruai. Sommario del Fasc. 2° - Anno VII. Aastoni A. — Muscoli auricolari estrinseci dell'uomo. Con tav. XIV-XVII. — Pag. 193-243. Biscossi A. — Sui cambiaraenti Jell'epitelio del villi intestinali attribuiti ai vari stadi di assorbiinento. Con tav. XVIII-XIX. — Pag. 244-263. Vernoni €r. — Intorno al fondamento istologico di alcune funzioni del villo intestinale. C'on tav. XX e 3 figure uel testo. — Pag- 264-293. De Bonis T. — Sui fenomeni di secrezione nelle cellule ghiandolari delle vescicole seminali e delle ghiandole di Cowper. Con tav. XXI. — Pag. 294-306. Vitali G. — Anatomia e sviluppo della mandibola e dell'articolazione man- dibolare. (Contimiaz, Continua). — Pag- 307-3 '^0. Baachi A. — Nuove osservazioni suUa Parafibula nei Rettili e nei Mam- miferi. Con tav. XXII-XXIII. — Pag. 361-370. Recensione : Edinger L. Vorlesungen iiber den Bau der nervosen Zentra- lorgane des Menschen und der Tiere flir Aertze und Studierende. — Pag. 371-372. i'Archivio Italiano di Anatomia e di Embriologia si pubblica in quattro fascicoU die formeranno ogni anno un volume di pagine 800 circa con illustrazioni e con tavole. — II prezzo annuo di ahbonamento d : Per V Italia L. 30; per VEstero Fr. 31.50 comprese le spese di spedizione. Amministrazione: Ditta LUIGI r!!^.00lAI - Via Faenza, 44 - FIRENZE. Istituto Micrografico Italiano psr I'applicasiona delia fotografia e delle aHi grafiche alia scisa^a Via Guelfa 30 - FIRENZE - Telefono 21-05 (LOCA^LI PROPRI) Riprodnzioni ad uno o pin colon", sia dal vero cbe da di- segni, da soggetti raacroscopici e inicroscopici, spet- tanti a ricerche o pubblicazioni scientifiche. Micro e macrofotografie ad nno o piu colori. Dispositive per proiezione a scopo d' insegnamento scienti- fico, raccolte sotto la direzione di illustri scenziati. 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(Pubblicazioni italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) ORGANO UFFICIALE BELLA UNIONE 200L0GICA ITALIANA DIRETTO DAI DOTTORI GIULIO CHIARUGI EUGENIO FICALBI I'roC. ill An.iiiimia \uiiana Prof, fli Anatomia cninparata e di Zoolo^iia iiel K Istituto ili Stiidj Sui'oriori in Firi'iize nelJa K. Universh^ di Pisa Vol. XIX — Anno XIX — 1908 (CON 40 FIGURE E 7 TAVOLE) IN FIRENZE MDCCCCVIIl INDICE DEL VOL. XIX. (Anno XIX, 1908). BIBLIOGRAFIA N.B. — In quGsto volume e conlonuta la Bibliogratla deirannata 1908 c la con- tinuazionc di quolla delle annate precedenti. A. — Parte generale. Pag. 57, 193, 217, 265. I. Bibliografia, Storia e BiograHa zoologica e anatomica. Pag. 57, 193, 265. II. Scritti zoologici d'indole filosofica. Pag. 194, 266. III. Scritti comprensivi e vari di Biologia, di Zoologia, di Anatomia. Pag. 58, 194,266. IV. Gonologia, Ontogenia, Teratoiogia (*). Pag. 58, 194, 268. V. Citologia e Istologia. Pag. 59, 217, 268. VI. Tecnica zoologica, anatomica e microscopica. Pag. 61, 218, 269. B. — Parte speciale. Pag. 129, 218, 289. I. Invertebrati in genere. II. Protozoi. Pag. 129, 218, 289. III. DiciemidI, Ortonettidi, Triclioplax e altri Invertebrati d'incerto tipo. IV. Spongiari. V. Celenterati (Cnidari e Ctenofori). Pag. 219. VI. Vermi. Pag. 129, 219, 290. 1. Scritti genorali o su piu che una dollc divisioni (sottonotate) del grup])o. 2. Platodi. Pag. 129, 219, 290. 3. Rotiferi e Gastrotrichi. 4. Nemertini. 5. Briozoi, Foronidi, Geplial(3discus, RUabdoplcura. I'ag. 290. 6. Brachiopodi. 7. Enteropneusti. 8. Sipunculidi. 9. Ecliiui'idi. Pag. 290. 10. Nematodi, Desmoscolecidi. Chetosoraidi. Pag. 130, 219, 290. 11. Acantocefali. Pag. 130. 220, 290. 12. Chetognati. 13. Flchinoderi. (») Per la Teratoiogia, re.li .in.ho XIT, II, li. ZO<^/Q 14. Aiiellidi. Pag. 130, 220, 290. MI. Arlropodi. Pag. 130, 220, 291. 1. Scritti gcnorali o su piii che una dt'lle classi. 2. Tardigradi. 3. Pautopodi o Picnogonidi. 4. ]Morostoini o Liraulidi. 5. Aracnidi. Pag. 130, 220, 291. (). Crostacei. Pag. 131, 220, 291. 7. Prototracheati o Onicolori. 8. Minapodi. Pag. 131, 291. 9. Insctti 0 Esapodi. Pag. 131, 220, 291. a) Scritti generali o su piu che uno dcgli ordini. Pag. 220. h) Atten'rjoti o Tisanitri. c) Arcliitteri u P.seudonevrottcri c Mallofagi. Pag. 291. d) Ortolteri. Pag. 131, 221, 291. e) Riiicoti 0 Emitter i, e Fisapodi u Ti.snnotlen. Pag. 132, 221, 291. f) Coleotleri e Strepsitteri. Pag. 132, 221, 291. g) Nevr otter i. h) Imenotteri. Pag. 132, 222. 0 Dillei'i. Pag. 132, 222. k) Afanitteri. I) Lepidotteri. Pag. 133, 222, 292. VIII. Echinodermi. Pag. 133, 222. IX. Molluschi. Pag. 133, 222, 292. 1. Scritti generali o su piii che una dellc classi. Pag. 222. 2. Anfineuri. 3. Gastcroi)odi (Prosobranchi. Etci'opodi. Opistol)ranohi. Pteropodi. Polmo- natij. Pag. 133, 222. 4. Scalopodi. .5. Lamellibranchi, Acefali o Pelecipodi. Pag. 223. 6. Cefalopodi. Pag. 223, 292. X. Tunicati. XI. Leptocardi o Anfiossidi. XII. Vertebrati. Pag. 161, 241, 293. I. Parte generale. II. Parte axatomica. Pag. 161, 241, 293. 1. Parte generale. Pag. 161, 293. 2. Struttura esteriorc. 3. Apparecchio tegumentale. Pag. 161, 241, 293. 4. Apparecchio seheletrico. Pag. 162, 241, 293. .5. Apparecchio musculare. Pag. 162, 242, 293. 0. Apparecchio intestinale con le annesse glandole. Pag. 162, 242, 294. 7. Apparecchio respiratorio. Pag. 164, 243, 294. 8. Tiroide. Paratiroide. Timo. Corpuscoli tiniici. Pag. 164, 243, 294. 9. Apparecchio circolatorio. Milza e altri organi linfoidi. Paj?. 164. 243, 294. 10. Gavita del corpo e membrane sierosc. H. Apparecchio urinario e genitale. Pag. 165, 243, 295. 12. Ghiandole surrouali, Organi cromaffnii, etc. Pag. 165, 244, 295. 13. Apparecchio nervoso centrale e perifcrico. Pag. 166, 244, 295. 14. Organi di senso. Pag. 166, 245, 296. 15. Organi produttori di luce, di elettricita. 16. .\natoraia topograttca. Pag. 167, 245. 17. Teratologia. Pag. 167, 296. III. Parte zoologica. Pag. 168, 245, 296. 1. Scritti gcnerah o sii piii che una dolle classi. Pag. 245. 2. Ciclostomi. 3. Pesci. Pag. i6^, 245, 296. 4. Anfibi. Pag. 168. 5. Rettili. Pag. 168. 6. Uccelli. Pag. 16«, 245, 297. 7. Maramiferi. I>ag. 169. 246, 297. 8. Antropologia ed Etnologia. Pag. 169, 24('), 297. Appendice : Antropologia applicata alio studio dei pazzi, doi crimi- nali, etc. Pag. 170, 297. C. — Zoologia applicata. Pau'. 171. 208. 1. Zoologia medica. Pag. 171. 2. Zoologia applicata all' agricoltura e alle industrie. Allevaraonti. Giardini zoologici. Acquari. Pag. 298. COMUNICAZIONI ORIGINALI. Baglioni S. — II nesso tra le condizioni esterne e la forma o la funzionc di alcuni organi nei pesci. Nota i'\ Meccanica respiratoria. Con 9 tig. — Pag. 180. Baglioni S. — II nesso tra le condizioni esterae e la Ibrma e Ic lunzioni di alcuni organi nei pesci. Nota 2^ Vescica natatoria. Con 2 tig. — Pag. 200. Banchi A. — Nuove osservazioni sullo sviluppo dei nervi periferici indipenden- tcmente dai centri nervosi. Con tav. YII. — Pag. 143. Carreras R — L'impregnazione argentica associata all'uso della piridina poi' la colorazione del tessuto nervoso. — Pag. 177. Cavatorti P. — II tipo normale e le variazioni delle arterie della base deH'cn- ccfalo. Nota preliminare. — Pag. 248. Cesa-Bianchi D. — Alcune osservazioni sulla cellula interstiziale dell'ovaia. — Pag. 258. Cherie-Ligniere M. -- Annotazioni anatomiche intorno alle fascie del collo neH'uonio. Con 1 fig. — Pag. 134. Colo (Di) F. — Una rivendicazione ad .\ntouio Scarpa. Nota storico-critica. — Pag. 172. Frassetto F. — Studi suUe forme del cranio umano (forme eurasiohe). Con 3 tig. — Pag. 1. — VI Gasparro E. — Osservazioiii suiroriii-iiie dclle cellule sessuali nol Gongylus occl- latus. Con tav. IV-VI. - Pap. 1U5. Giannelli L. — Alc.uno osservazioni alia Meraoi'ia « Rieerehe sopra la struttura e la isto.izenosi della sostanza midollare dell'ovaia » del dott. Mario Zalla. Pajr. 123. Giannelli L. — Goutributo alio studio dello sviliippo del pancreas iiosli Iccelli. Not a preventiva. — Pag. 196. Giannelli. L. — Nuovo contributo alio studio dello sviluppo ik-l pancreas nei Mammileri. Cou 8 tig. — Pag. 44. Giannelli L. — Replica al dott. M. Zalla. — Pg. 128. Griffini A. — Descrizione di un nuovo Grillacride di Timor. — Pag. 9U. Guerrini G. — Di un particolare apparato di secrezione osservalo nel « Disto- niuin hepalicam ». — Pag. 152. Insabato L. — Sul connettivo neirutero fetale con particolare riguardo alia sna istogenesi. Nota prelirainare. — Pag. 281. Issel B. — Diagnosi prelirainari di un nuovo genere e di due nuove specie di Cefalopodi appartenenti alia lam. Cranchiidae raccolti dalla R. Nave « Li- guria ». — Pag. 102. LacM P. — Applicazioni della lotogralia a colori uelle scienze l)iologiche. — Pag. 14. Levi G. — Sullo sviluppo della cresta apicale degli arti. Con tav. Ill e 2 lig. — Pag. 93. Maglio C. — Sulla presunta rete nervosa i)ci'ilerica degli Idracnidi. Con G lig. Pag. 116. Mobilio C. — Intorno alle valvole del goHo giugulare e doi tronchi bracluo- celalici negli animali domestici. Con 7 rig. — Pag. 62 e 160. (Aggiunta). Ottolenghi D. — Nuove ricerclie sul Trypanosoma Hrucei e sul Trypanosoma equinum. Con tav. II. — Pag. 29. Senna A. — Su una larva di F.chiurus (R. abyssalis, Skor.) del plancton di Messina. Con 1 tig. — Pag. 38. Sergi a. — Contributo alio studio delle omologie dei solclii cerebral! nei lelidi e nei canidi. Osservazioni su due cervelli di Ghepardo asiatico (Cynailurus jubatus). Con tigg. — Pag. 270 e 305. (Krrata-corrige). Terni T. — Contributo alia conoseenza del testicolo del Geotriton luscus. Nota preliminare. — Pag. 299. Trinci G. — Sulle questioni concernenti le ditferenze morfologiche dei cromo- somi d'uno stesso nucleo. Con 2 fig. — Pag. 224. Visentini A. — Alcune osservazioni sull'anatomia del pancreas degli uccelli. Con tav. I. — Pag. 17. Zalla M. — Risposta al prof. Giannelli. ~ Pag. 125. SUNTI E RIVISTE Cesa-Bianchi 1). — Osservazioni sulla struttura e suHa funzione della cosidetta gbiandola interstiziale deU'ovaia. — Pag. 27. CivaUeri A. — Sulla esistenza di una « Ipolisi laringea » nell'uomo adulto. — Pag. 157. Fra; f P' 0^ 6" n 1 P' 0^ 7" ;; F' P^ (1) S' J) f P' (1) 9" '£' P' (ij E da notare come anche in questa sorie si trovmo dei Cuboidi che possono essere inciusi negli Sfenoidi. CONSIDERAZIONl. Tra i fatti esposti nei capitoli precedenti sono degni di speciale considerazione alcuni riguardanfci i Cuboidi ed i Platicefali. Cuboidi. F note come queste forme sieno state giudicate sempre indecise per i dubbi espressi dal Sergi circa il lore posto nei due gruppi da (juesto stesso autore stabiliti (gruppo ourafricano ed eurasico). Ma in seguito ai risultafci esposti nei capitoli precedenti a me pare che esse rientrino nettamente nelle forme eurasiche. Vi rien- trano pero come le ha stabilite il Sergi, e cioe col titolo di varieta principale ? Intanto la caratteristica di una varieta principale e quella di non potersi scambiare con un' altra varieta :,un Ellissoide non si puo scambiare con un Pentagonoide, ne con uno Sferoide ecc. Ora escludendo, come si e sempre fatto per le altre varieta, lo scheletro facciale, noi abbiamo trovato che un Cuboide puo scambiarsi facil- mente con un Pentagonoide alto e largo, con occipite adulto cp' -' 0* (I Serie, 3" Caso), 0 con uno Sfenoide tetragono cp^ p* 0', -z,^ p' 0' (II Serie, 2« ed 8° Caso) e con uno Sferoide F' P' 0' (III Serie. 4" Caso). Tutto ciit vuol dire — e lo abbiamo gia notato — che al- - 12 - cuni Caboidi rientrano nei Pentagonoidi, altri negli Sfenoidi ed al- tri inline negli Sferoidi (^). E posto che invece di Cuboide, possiamo dire a volte Penta- gonoide, a volte Sfenoide e a volte Sferoide, volendo semplificare potremmo fare a meno di parlare di Cuboidi, tanto piia che sono anche forme molto rare. Platicefali. Anche per i Platicefali valgono le stesse conside- razioni. Difatti, posto che la maggior parte dei Platicefali non sono che dei Pentagonoidi o dei Romboidi o degli Sferoidi depressi non conviene faili rientrare in questi tre gruppi invece di fame un gruppo a parte? Si confronti a questo proposito: " SuU'origine e sul- Tevoluzione delle forme del cranio umano (forme em'asiche). Atti della Societa Romana di Antropologia. Vol. XIV, fasc. I, 1908 „. CONCLUSIONI. Come tre sono risultate le varieta eurafricane principali, Pen- tagonoide (cp t^ w), Ovoide (t p o) ed Ellissoide (F P 0) ; cosi tre risul- tano le varieta eurasiche principali Pentagonoide largo {^^ r.^ w^). Sfenoide (f p' o^), e Sferoide (F^ P^ 0^). Riduciamo cosi a sei le nove varieta principali proposte dal Sergi ed indichiamo V Elissoide e lo Sferoide come forme tipiche rappresentanti i due gruppi. Anche per il numero complessivo delle forme craniche eurasi- che abbiamo lo stesso risultato che ottenemmo per il numero com- plessivo delle forme craniche eurafricane. Abbiamo cioe 27 (') forme, distribuite in 3 serie, ciascuna delle quali raccoglie 9 casi. Nel quadro che segue son rappresentate (coi lore simboli) le 27 forme craniche eurafricane (colonna di sinistra) e le 27 forme craniche eurasiche (colonna di destra). (') Uiio studio fiitto Miii ("ulioidi piii tipiti di F PO 9' ^^ 0^ 1 i ?^ P^ 0' Fi p^ 0^ 1 f P^ F' p' P' 0 P' 0 F^ P^ 0 f 1 P' 0' ) '/ P^ 0^ ] pipl Ql fi -1 ,.)' 1^1^ (Ft:... F' ::' to' ) -J / | r -' 0^ / -f F^ tt' 0^ ) = F' -' (Y ) f p 0 f p^ 0^ 9 p 0 '^' p' o' F p 0 F^ p' o' f p <■> f p^ -o' 9 P w -^' p' („' F p ' CO CO M 50 133 CO o ~:4' iiiiliciiiio k' Itjiiiic tii)itlio. iudicauo If loiuif iniiiciiiali. - 14 - I8TITUTO ANATOMICO DELLA h. UNIVEKSITA Dl GENOVA Applicazioni della fotografia a colori nelle scienze biologiche NoTA DEL Pkof. P. LACHI E vietafa la ii])ii)duzioui!. La geniale invenzione delle lastre autocrome dei fratelli Lu- miei'e se ha gi^ trovato applicazioni nell' arte come mezzo di riproduzione a colori, altre e non minori credo che dovra apportarne nelle scienze biologiche, specialmente se al processo ora in uso ver- ranno introdotti alcuni miglioramenti. lo I'ho adoperata a servigio dell'anatomia, e ne espongo ora i resultati. Debbo pero subito avvertire che non sono il primo a fame un tale uso, poiche avanti di me il Franqois-Franck in una me- moria pubblicata il 15 giugno 1907 nei Coraptes rendus de la Societe de Biologie de Paris, num. 21, e il Benda in altro lavoro pubblicato nel Berliner klinische Wochenschrift, n. 48, comparso il 2 dicembre 1907, mostrano di avere usato al detto scopo le lastre autocrome Lumiere, forse anche avanti che queste tossero introdotte in com- mercio. In Italia e dacche e possibile procacciarsi dette lastre non ho trovato che se ne sia reso note I'uso in biologia. Ecco il motivo per cui espongo i resultati da me ottenuti, nella fiducia di invogliare altri a seguire il mio esempio. La tecnica che si usa per adoperare le dette lastre e alquanto complessa e si trova indicata in una memoria che accompagna le lastre stesse e che viene data dai venditori di oggetti fotografici. Diro solo che diversifica da (iuella delle ordinarie lastre, sia per la necessita di uno speciale schermo fornito dalla casa Lumiere, sia per il modo di applicazione delle lastre suUo chassis, sia per la posa occorrente, sia in inflne per i trattamenti svariati occorrenti per lo sviluppo. II Benda gia ricordato fa vedere di aver assai bene stu- diata una tale tecnica, tantoche vi ha introdotte alcune utili modi- ficazioni. lo non entro in dettaglio a questo riguardo, ma ricordo solo, per quanto riguarda la esposizione, che richiede molta pratica degli obiet- tivi di cui si dispone, dei diaframmi che si adoperano e della qualita - 15 - e quantita della luce. Per quanto si trovino indicazioni per la durata di esposizione, pure mi convinco che I'esperienza personals e quella che meglio di ogni altra puo servire di guida. I resultati che si ottengono gia visibili dopo il priiiio sviluppo, si accentuano nei bagni successivi, portando inline ad effetti assoluta- mente sorprendenti. Oltre la forma dell'oggetto fotografato vengono riprodotti i suoi colori con tutte le loro tonalita e sfumature in ma- niera da dare I'impressione di vedere realmente Toggetto. Con tal processo ho fotografato parti di cadaveri dissecate o no, cadaveri intieii, organi vari del corpo umano (cerveUo, fegato, milza, muscoli ecc.) ottenendo sempre il resultato desiderabile. Si comprende ora facihnente come una tale specie di fotografia possa e debba trovare la sua applicazione anche assai piu larga che la ordinaria. Piante, animali, organi e parti che non si possono o non si vogliono conservare, o che conservati coi processi in uso per- dono al quanto del loro colorito, possono essere riprodotti fedelmente con tal processo. E cosi si comprende come possa usarsi in botanica, in zoolo- gia, anatomia comparata ed umana; in anatomia patologica dove alcuni reperti del memento sono soggetti a scomparire poi ; in fisiologia per la riproduzione di pallori o rossori di parti, durante esperimenti, reazioni chimiche sui hquidi animali che si esprimono con colori ecc, e potremmo moltiphcare gU esempi a dimostrazione di quanto asseriamo. In medicina legale poi io trovo che la foto- grafia a colori sara per rendere preziosi servigi. II conservare una esatta riproduzione di un cadavere, oltreche nella sua forma e po- sizione anche nei dettagli di colorito, che valgano ad attestare con- dizioni di putrefazione piii o meno avanzata, della sede di ipostasi cadaveriche, delle eventuali effusioni di sanguo, delle ferite in genere e in specie di quelle di arma da fuoco esplose piu o meno vicino al sog- getto, e di moltissimi altri casi facihnente immaginabili ecc. costitui- sce certamente una prova irrefragabile di cio che era al momento della osservazione e che servira a dirimere molte volte controverse questioni peritali. Un'altra forse piii pi'eziosa applicazione della fotografia a co- lori, e quella relativa alia microfotogratia, permettendo di riprodurre a vari ingrandimenti preparati citologici eseguiti colic i)iii svariate colorazioni. La tecnica nell'uso delle lastre a tale scope e c(mie nei caso - 16 - precedente. Con una lampada ad arco di 10 amperes, quale e quella di cui dispongo a tale oggetto, ho fotografato molti preparafci coloratT 0 con sola ematossilina o con emallume e orange, emallume ed eritrosina, ematossilina ferrica e orange, con la colorazione di van Gieson; con quella recentemente adoperata dal mio assistente dott. Federici (verde luce, safranina, emallume) ottenendo sempre ec- cellenti resultati. A tale oggetto mi sono servito sia di obiettivi (leboli sia di forti, anche ad immersione, usando una posa varia da 50" ai 110". E cosi die ho ottenuto riproduzioni di sezioni meristemi di Hyacinthus, di vilh intestinah con la cuticola dell'epiteho, epite- lio cilindrico del faringe con ciglia vibratili, ghiandole, bacteri etc. etc. ottenendo sempre la riproduzione fedele dei colori impiegati. Un tal genere di fotografia e forse piu facile della fotografia di organi o di animali perche quando si abbia la pratica sufflciente per la microfotografla, non si ha che da studiare la durata della espo- sizione, la quale, poiche la luce e fissa e costante permette di sta- bilire criteri di durata che portano a resultati certamente sicuri. E poiche i raggi luminosi non giungono alia lastra per riflessione, ma direttamente attraverso il preparato, che e trasparente, cosi si comprende come occorra relativamente una posa minore di quella necessaria per la fotografia di oggetti grossolani (contrariamente a quanto asserisce Franqois-Frank), e come i resultati siano gene- ralmente migliori. Ma un'altra assai pratica applicazione della fotografia a colori e come mezzo di dimostrazione. Le fotografie ottenute macro-o mi- croscopiche, se sono bene riuscite possono essere passate e mostrate a un non numeroso uditorio ; se si tratta di molte persone, come avviene nelle scuole, possono essere proiettate con i comuni appa- recchi di proiezione di cui oggi quasi tatti i laboratori sono for- niti. Senza entrare in dettaglio, e facile il comprendere il vantag- gio di poter mostrare con i relativi colori, organi, parti di animali, di piante etc., anche meglio che con i preparati stessi che richiedono la vicinanza dell'osservatore. Per i preparati microscopici e in specie per quelli ottenuti da forti ingrandimenti, come giustamente osserva il Ben da, I'utihta e incontestabile, poiche la proiezione diretta dal microbcopio presenta talora alcune difficolta, in specie per la defl- cente illuminazione e perche i preparati possono alterarsi a causa - 17 - del calore proveniente dal fascio luminoso necessario. Invece con tal mezzo si possono mostrare come con una coraune dispositiva ingraiidimenti quali si possono osservaie direttamente col micro- scopio. * * * Come si vede, io sono entusiasta di questa specie di fotogra- fia, e pur riconoscendo in essa alcune mende die forse la casa Lu- miere riuscira a correggere, spero di invogliare i cultori di scienze biologiche a introduriie I'uso uelle loro ricerche e dimostrazioni. Genova, gennajo 1908. I.AUORATORIO DI TATOLOGIA GKNKKAI.K ED ISTOLOCilA DKM.A U. UNIVKKSIIA DI I'AXIA DlUt;i lU DAL I'UOK. C. GOLUl Alcune osservazioni sull'anaiomia del pancreas degli uccelli DoTT. AKRLUO ViSENTIM (Con tav. 1) K vietata la liiirodii/.iont'. Nel corso di una serie di ricerche dirette a stabilire il com- portamento istologico del pancreas dopo I'allacciatura de' suoi dotti escretori, mi si e presentata la necessiLa di esLendere anclie al pan- creas del Colombo le esperienze da me compiute nel CcUie. I risul- Lati di queste mdagini, che riguardano alcune interessanti quistioni della tisiopalolugia del pancreas, verranno esposti m esceso in una prussima pubblicaziune. Prima pero di procedere nel Colombo alia legatura ed escisione del dotti pancreatici ho reputaio lndl^pensabilt' conoscere con as- soluta sicurezza la struttura anatomica del pancreas del Colombo, in special modo stabihre esatiamente i rapporti fra le varie por- zioni di quest'organo. A tale scopo ho sottoposto parecchi pancreas di Colombo a un rigoroso esame macroscopico e microscopico, anche median tc sezioni in serie dell'intera ansa duodenale, la quale, come e note, negli uccelli coniprende, nello spazio fra le due branch^ deH'iiiLe- stiuo, 11 pancreas con i suui doLti escretori. - 18 - I dati che ho potuto assodare mi sembra meritino di esse- re resi iioti, perche essi differiscono dalla descrizione del Gian- nelli per il pancreas del passero e da quella che il Pugnatinuno studio per massima parte istologico, ha dato del pancreas di Co- lombo, che questo autore ha preso come tipo non avendo notato nessuna differenza importante fra gallinacei, colorabi, passeracei da lui esaminati. II Pugnat (-22) descrive il pancreas degli uccelli come formato da tre lobi che occupano quasi tutto lo spazio delimitate dalFansa duodenale, due piu grandi, I'uno ventrale, I'altro dorsale, il terzo pill piccolo che si porta cranialmente fino alio stomaco. I due lobi pancreatic! principali sarebbero addossati I'uno al- I'altro alia loro base, ma separati completamente dal mesentere ; il lobo ventrale si continuerebbe anteriormente e in alto mediante un ponte assai esile di tessuto, con il terzo lobo, quelle piii pic- colo che si porta fino alio stomaco. Ciascuno dei tre lobi poi pessederebbe, sempre secendo il Pu- gnat, un condotto escretere proprie, si avrebbero cesi negli uc- celli tre lobi pancreatici indipendenti con tre condotti escretori per- fettamente distinti. II Pugnat non dice di aver sezionate in serie e in toto alcun pancreas di Colombo. II Giannelli (14) ha riconesciuto che tutta questa descrizione non e cenferme al vero, almeno per la famiglia delle Fringillidae, di cui anche il Pugnat studio alcuni esemplari. II Giannelli ha potuto stabilire che nel passero i due seg- ment! principali del pancreas, ventrale e dorsale, seno riuniti a mezzo di un ponte di sestanza ghiandelare e il terzo, piii piccolo (giustasplenico), di solito si centinua con il segmento ventrale, spesso anche si unisce con entrambe le porzioni principah del pan- creas. Esistono, nel passero, tre condotti escretori di cui due ap- appartengono al lobulo pancreatico dorsale e sono congiunti fra loro per mezzo di un condotto reuniente, il terzo appartiene al segmento ventrale. I canali escretori del lobulo giustasplenico si scaricano nei precedent!. Una descrizione assai sommaria doUa morfologia del pancreas degli uccelli si trova anche nei trattati del Bronn (5) e dell'Op- pel (21). Secondo Gadow (11) il pancreas degli uccelli e per lo piii costituito di due lobi ma puo anche essere rappresentato da tre segmenti od essere unico. Cosi il numero dei dotti escretori varia da 1 a 3 e non e sempre in relazione con il numero dei lobuh e neppure e costante in uno stesso genere e in una stessa specie. - 19 - lo ho esaminato in coraplesso venti pancreas di Columba livia (Lin.): per alcuni ini sono limiuito ad una osservazione macroscopica il pill possibiie accuraba e metodica ; oltre a cio in altri iio prati- cato sezioni in serie di quelle porzioni che presentavano un parti- colare interesse ; infine ne ho sezionato in serie completamente sei, fissati e inclusi in toto insieme con I'intera ansa del duodeno, re- cise le due branche dell' intestino molto in alto, rispettivamente presso alio stomaco e al fegato, cosi da conservare non solo tutto il pancreas, ma anche la milza, senza alterare i rapporti reciproci dei diversi organi. Di Passer Italiae (VieiUot) ho sezionato in serie due esem- plari soltanto e non ho creduto necessario esaminare altri individui di qnesta specie perche le mie osservazioni concordano con quelle del Giannelli sopra ricordate. * * * Aperto I'addome di un Colombo si trova subito, un poco a de- stra della linea mediana, I'ansa che 1' intestino tenue forma nel sue tratto iniziale. Essa ha I'aspetto di V con vertice rivolto in direzione caudale e comprende uno spazio triangolare che e limitato dair intestino ai lati e dal fegato e dalla milza cranialmente, dove le branche del duodeno si continuano rispettivamente con lo sto- maco e con il resto del tenue ed e occupato dal mesentere, da vasi, dai dotti epatici e dal pancreas con i suoi canali escretori. II pancreas appare macroscopicamente costituito da due segmen- ti, I'uno ventrale e I'altro dorsale ; quest'ultimo si estende molto in direzione craniale e ventrale a costituire un lobulo descritto di sohto come indipendente : esso raggiunge la milza e fu percio chia- mato dal Giannelli giustasplenico. guesto lobulo giustasplenico di sohto e assai esile, e rappre- sentato da una sottile linguetta di tessuto situata presso la branca smistra dell'ansa duodenale e in qualche caso manca affatto. Talo- ra, ad un esame superflciale esso sembra indipendente dal resto del pancreas, di solito pero gi^ ad occhio nudo ci si puo convince- re come esso sia con regolare costanza congiunto con il segmento dorsale, anzi costituisca una vera e propria porzione di esso, la quale si estende cranialmente e ventralmente fin presso il fegato e la milza, costituendo nel suo tratto piii ventrale il lobulo sopra descritto: qui spesso si congiunge con il segmento pancreatico ventrale pivi grande. - 20 - NeU'esame delle sezioni in serie questa disposizione anatomica trova plena e costante coiifi-nna, anche in quel casi in cai, come dissi, la continuita fra la porzioue dorsale del pancreas e il lobulo giustasplenico non appare evidentissiina. Mediante I'esame micro- scopico ho inoltre potato stabilire, die questa porzione giustaspleni- ca possiede u.n condotto escretore che non sbocca direttamente nel duodeno, ma si congiunge con il sistema escretore del pancreas dorsale e con quello del segmento ventrale nei casi in cui le due porzioni del pancreas sono unite. Una diniostrazione ulteriore del fatto anatomico io ho potuto ottenere mediante iniezione di inchiostro di china eseguita per il dotto escretare della porzione dorsale del pancreas : il materiale iniettato a debolissinia pressione giunse anche fino al lobulo giu- stasplenico. Nessuna comunicazione esiste fra il sistema escretore di questa porzione del pancreas e il dotto epatico che con essa e in intimo rapporto di contiguita. La configurazione descritta, questa costante continuita anato- mica del lobulo giustasplenico con il segmento dorsale del pancreas induce a considerare ii lobulo giustasplenico del pancreas del Co- lombo non come un segmento a se, corrispondente ad uno dei due abbozzi ventrah del pancreas embrionale (cosi ammette il Pugnat), ma come una semplice espansione del pancreas dorsale. Nel passe- ro invece la disposizione anatomica del lobulo giustasplenico non e costante : in due dei quattro passeri, che rappresentano il materiale studiato dal Giannelli, il lobulo giustasplenico si congiungeva con entrambi i segmenti pancreatici principali, in uu altro caso era unito solo con il segmento ventrale, nel quarto inhne, anomalo, era isolate (i suoi dotti escretori in questo caso si aprivano in una lacuna vascolare, dipendente da un ramo della vena porta). 11 segmento pancreatico dorsale del Colombo occupa dal late dorsale lo spazio delimitato dall'ansa duodenale, deila quale di soli- to non raggiunge la concavita; dal terzo caudale dell'ansa si estende cranialmente e ventrahnente se spesso si biforca in due grossi rami uno dei quali, pih lungo, forma il lobulo giustasplenico sopra ricor- dato. Le due porzioni, dorsale e ventrale del pancreas, conijirese fra le due lamine del meso-duodeno, alcune volte sono indipendenti I'una rispetto all'altra, altre volte invece sono unite per mezzo di un jionte di sostanza ghiandolare. 11 condotto escretore della por- zione dorsale del pancreas si stacca dal margine destro di essa, circa a meta della sua lunghezza e, decorrendo parallelo alia bran- - 21 - ca duodenale destra, va a sboccare nell' intestine molto in alto quasi in livello della milza. I] segmento pancreatico ventrale ha, come il dorsale, all'in- grosso la forma di un lungo prisma di tessuto posto ventralmente nella curva duodenale di cui occupa la concavita caudale ; verso I'alto e in avanti arriva circa all'unione del due terzi inferiori con il terzo superiore dell'ansa intestinale. Quivi spesso si unisce con quel lobulo giustasplenico che e in rapporto con il pancreas dorsale : esiste in questo caso una pertetta continuita anche macroscopica fra i due segmenti, ventrale e dorsale. Fra i margini contigui delle due porzioni di pancreas, per lo piii divise da vasi e dalle pliche del mesentere che qui si saldano, con I'esame su sezioni in serie, non e infrequente trovare, come gia ricordai descrivendo il segmento dorsale, dei ponti di tessuto pancreatico che uniscono il pancreas ventrale a quelle dorsale. Di solito il segmento ventrale circa a meta della sua lunghezza e diviso da un incisura piii o meno profonda in due porzioni che rimangono pero unite per un ponte di tessuto ghiandolare di varia grossezza. II segmento ventrale resta cosi formate dall'uniene di due lobi. Da ognuno di questi si stacca un condetto escretore che si porta alia branca destra del duodeno, mantenendosi di solito in- dipendente dall'altro per tutto il sue decorso; in qualche case pero, assai rare, i due condotti, giunti presse I'intestino si uniscono in une sole e uniti sboccano nel duodeno. Lungo il lore decorso i condotti escretori del segniente ventrale del pancreas talera si ad- dossane al pancreas dorsale e in essi pesseno sbeccare dei piccoli dotti secondari che partone da lebuli di tessuto pancreatico appar- tenenti al segmento dorsale. Oltre i tre canah escretori del pancreas gia descritti si trovane, nello spazie delimitate dall'ansa del duodeno, anche i due dotti epatici, I'uno principale, I'altro secondario, sul cui decorso credo opportune un breve cenne, perche per i lore rapporti con il pan- creas, essi pesseno essere scambiati per canali escretori di questo organ 0. II detto epatice principale, piii grosso e piii breve del secon- dario, dal legate si porta direttamente alia branca sinistra del duo- deno eve sbecca vicinissime al piloro. Nel suo decorso questo ca- nale escretore epatice viene a trovarsi in rapporto di contiguita con la milza e con il lobule giustasplenico del pancreas dorsale, che esse avvicina neU'ultimo tratto del suo decorso a direzione tra- sversale, anzi in alcuni casi tale cendotte attraversa il lobulo giu- — 22 — stasplenico oppure e raccolto in una doccia vera e propria di tes- suto pancreatico ; in esso pero non sbocca nessun canale escretore del pancreas. 11 dotto epatico secondario e invece assai esile e lungo : de- corre dall'alto in basso parallelo alia branca destra del duodeno e dal fegato va a sboccare nell'intestino vicinissimo alio sbocco dei dotti escretori del segmento pancreatico ventrale. Come i canali pancreatici anche quelli del fegato possiedono una mucosa ad epitelio cilindrico seniplice, essa forma numerose pliche longitudinali molto spiccate ; la parete dei dotti e per la massima parte costituita da un grossso strato di fibre muscolari liscie a direzione circolare, che si continuano, alio sbocco dei dotti, con quelle della tonaca intestinale, negli uccelli pure assai abbondanti. Ad un esame istologico fine il pancreas degli uccelli si pre- senta come una ghiandula tubulare, a struttura compatta, non lobulata. I tubuli secernenti si continuano con fini dotti escretori, costituiti da un epitelio semplice, impiantato su un'esile parete connettivale ; i tratti escretori intercalari mancano quasi affatto. I tubuli sono piccoli, costituiti da elementi die presentano le solite particolarita di struttura delle cellule pancreatiche ; assai rare sono le cellule cosi dette centroacinose. II tessuto connettivo e scarso. Fra i tubuli ghiandolari si trovano numerose isole di Lan- gerhans, costituite da cellule piccolo, di forma poligonare, con nucleo povero di cromatina : questi elementi formano colonne cellula]-i assai stipate, che si intrecciano in vario modo e sono divise le une dalle altre da vasi sanguigni. Mentre le cellule pancreatiche di soUto assumono con le ematossiiine una tinta bluastra, il protopla- sma delle cellule delle isole si mantiene chiaro e si colora piu m- tensamente con I'eosina, resistendo poi alia decolorazione per modo che gli accumuli di Langerhans si differenziano bene dal tessuto esocrino che li circonda. Gli elementi cellulari sono addossati alia parete esilissima dei vasi di soUto rappresentata dal solo endotelio i numerosi capillari formano una fitta rete fra le colonne epiteliali. Le isole di Langerhans del pancreas degli uccelli oltre che nu- merose sono spesso anche molto grandi, piu che in altre specie animali; nolle sezioni di pancreas se ne trovano di solito di varie dimensioni, pero esaminando in serie sezioni successive si puo con- Man if ore Zoologico Italiano.. Anno XIX. Tav. I. Pancreas di Co/umba IJvia (Linn.), semischem. rt, segmento pancrcatico vcntrale ; 5, segmento pancrcatico dorsale, con b' suo lobulo giustasplenico ; c, dotti escretori del pancreas vcntrale ; (/, dotto cscretorc del pancreas dorsale; <■, hranca sinistra del duodeno ; /, branca destra dello stesso. - 28 - vincersi che, se vi sono in realta delle isole di piccolo volume, pero molte di quelle piccole rappresentano spesso sezioni di por- zioni periferiche di grosse isole. La larga partecipazione del tessuto iusulare nel pancreas degli uccelli puo forse trovare spiegazione (e qui pero tuttora necessario un prudente riserbo) nella probabile funzione di (jueste ghiandole, regolatrice del ricambio degli idrati di carbonio : cio forse in rap- porto con I'alimento. Le isole di Langerhans degli uccelli pur essendo con il tessuto tubulare in stretto rapporto di contiguita, sono di solito separate dai tubuli da un sottilissimo strato di connettivo; io non ho mai osservato in nessun punto cellule che potessero farmi pensare a stadi di passaggio fra gli elementi dei tubuli e quelli delle isole, ne mai avvenne, iniettando inchiostro di china per i dotti escretori che il materiale di iniezione penetrasse nelle isole di Langerhans. Ho ricordato questi fatti, gia noti, perche confermano 1' indi- pendenza morfologica delle isole di Langei-hans e si oppongono al " balancement ,, morfologico tuttora sostenuto dal Laguesse (19), trasformazione di isole in acini e di acini in isole. Del resto, come negli uccelli, in nessuna altra specie ammale di cui ho esamiiiato il pancreas nelle metodiche ricerche che da qualche anno vado compiendo suhe isole di Langerhans, mi e avvenuto, in condizioni normali, di riscontrare forme di passaggio fra le due for- mazioni che costituiscono il pancreas, tubuli ed isole. Non e inutile anzi a questo proposito che io ricordi un dato di fatto importan- tissimo di cui la maggior parte degh autori di solito non tiene conto, la pecuhare vascolarizzazione e innervazione delle isole di Langerhans, descritta dalPensa (22) : data questa particolare e ca- ratteristica distribuzione dei vasi e dei nervi nelle isole, ben diversa dal modo con cui vasi e nervi si distribuiscono nella porzione eso- crina del pancreas, la dottrina del balancement morfologico soste- nuta dal Laguesse riesoe di assai difficile comprensione. Nel pancreas degli uccelli le isole del Langerhans si trovano in tutte le diverse porzioni della ghiandola e anche in egual mi- sura distribuite, perfino nei ponti di tessuto pancreatico che uni- scono il segmento ventrale con quello dorsale. Non ho observato, come il Giannelli nel passero, che il seg- mento giustasplenico si present! in modo particolare ricco di isole di Langerhans. Nella porzione di pancreas vicina alia milza, i)iu che nelle altre regioni, ho notato invece la presenza di immerosi accu- muli di tessuto linfoide, che sono abbastanza frequenti in tuLto il - 24 - pancreas degli uccelli e si riscontrano, piu di rado, anche nei mam- miferi. Questi accumuli di tessuto linfoide possono talora presen- tare la struttura di veri follicoli ; essi si distiiiguono sempre assai facilmente per i loro caratteri dalle isole di Langerhans, con le quali qualche volta anche assumono rapporti ., Nuove ricerche sul Trypanosoma Brucei e sul Trypanosoma eqninum. (Con tav. II). — Senna A.'., Su una larva di Echiurus (E. abyssalis Skor.;. (Con 1 tig.). — Gian- nelli Gr., Nuovo contributo alio studio dello sviluppo del pancreas nei Mammiferi. (Con 8 flg.). — Pag. 29-54. SuNTi E RiviSTE : 3. Monti R., Sul sistema nervoso degli insetti. — 4. F'ran- gito O., Le tibrille e la sostanza librillogena nelle cellule ganglionari dei vertebrati. — Pag. 55-56. Invito: Pag. 56. Avvertenza Delle Comunicazioni Originali die si pubblicano nel Monitore Zoologico Italiano e vietata la riproduzione. COMUNICAZIONI ORIGINALI ISTITUO d'iGIENE DKLI/UNIVEKSITA di SIENA — DIKETTORE PIIOF. A. SCI-AVO. Nuove ricerche sul Trypanosoma Brucei e sui Trypanosoma equinum DEL DoTT. D. OTTOLKNGHI, Assistente (Con tavola II). J; vietata la riprodiizioiui. In due precedent! pubblicazioni C) ho riferito che, nelle cavie e nei ratti infettati con Try}). Brucei o con Try}), equinum, si pos- sono mettere in evidenza alcune forme speciali di questi protozoi (1) Monitore zool. it. i'JOl <■ Atti delta !x. Accad. dei Fiiiocritici di Hiena, iOO', - 30 - che a me parevano doversi interpretare come figure di coniugazione e qiiindi come una prova che tali parassiti compiono negii stessi mammiferi il loro ciclo di sviluppo sessuato. Nelle ricerche istituite dopo quelle pubblicazioni ho raccolto parecchi altri fatti che sono in buon accordo con sift'atta interpre- tazione e che pero stimo opportune di riassumere qui, riserbandomi di fare una piii completa e diffusa relazione di questi miei studi, quando siano esauriti alcuni esperimenti che ho ancora in corso. Mi occupero per ora solamente del Tryp. Briicei e del Tryp. equinum, sebbene abbia buone ragioni per ritenere che anche il T7'yp. gamhiense si comporti in mode interamente simile a quelli, per quanto riguarda i fatti di cui e questione nella presente nota. Quanto alle figure che riporto, avvertiro che esse, per m.aggior chiarezza, riproducono semphcemente le hnee principah delle im. magini microscopiche, che sono ricavate da preparati allestiti con materiale tolto a cavie infette, e che furono disegnate con I'aiuto della camera lucida di Apathy e con un ingrandimento di circa 2000 diametri. Gia ebbi occasione di dire altrove che, negli animali infettati con Tryp. Brucei o con Tryp. equinum., compaiono, a un certo me- mento dell'infezione, delle figure costituite dall'accoppiamento di due tripanosomi, dei quali uno non pare differente dai tripanosomi co- munemente presenti in circolo, mentre I'altro e piti grande di essi, circa il doppio, e presenta nel sue interne piii nuclei. Aggiungevo che I'unione fra i due individui avviene per le estremita posteriori di essi, ed e caratterizzata da una vera fusione di queste due estremita. Ora, I'esame di un gran numero di tali figure dimostra che ah'inizio dell'accoppiamento o, possiamo dire, della coniugazione, e talvolta ancora visibile una sorta di setto delicatissimo che corri- sponde alia superficie con cui i due individui in coniugazione si sono posti a mutuo contatto (fig. 1, a. Tryp. equinum). Ma la ra- rita delle figure in cui e riconoscibile tale setto, di fronte alia fre- quenza delle altre, nelle quaU la continuita fra i protoplasmi dei due individui e evidentemente completa, prova che ogni sorta di separazione fra essi scompare in uno stadio molto precoce della coniugazione. A parte cio, nei primi tempi dopo avvenuto I'accoppiamento, - 31 - si osserva che rindividuo piu piccolo, diciamo il microgamete, pos- siede un solo nucleo vescicolare e con stnittiira abbastanza sera- plice, e che I'individuo piu grande, diciamo il macrogamete, ha tre 0 pid nuclei — del quali uno eccentrico e piu o meno vicino all'estre- mita posteriore — ,etre membrane ondulanti. Due di queste origi- nano alquanto al davanti deh'estremita posteriore, percorrono tutta la lunghezza del tripanosoma e si riuniscono al suo estremo ante- riore terminando in uno o due tlageUi. La terza membrana invece (fig. 1, b) di soUto ha origine vicino al punto d'unione fra i due gameti, e piu breve delle altre due e non aderisce per tutta la sua lunghezza al corpo del parassita, costituendo cosi una formazione imparl che ha sopratutto I'aspetto di un flagello in gran parte libero. Peraltro, aU'esame raicroscopico, non serapre si vede che i ma- crogameti in coniugazione abbiano tre membrane : cio dipende spesso dal fatto che, durante I'allestimento del preparato, una deUe mem- brane, e particolannente quella impari che e come dissi un po' piu indipendente dehe altre, viene a trovarsi sotto il corpo del protozoo 0 nascosta fra le pieghe delle altre due, onde non e possibile rin- tracciarla che con un'accurata osservazione. Ma, in qualche caso, si riconosce facilmente che la membrana impari manca veramente, come d'altra parte puo accadere che le membrane (vedi fig. 3) siano in numero di quatti'o. La presenza dunque di piu di due membrane nel macrogamete se e carattere quasi costante, non e pero assolu- tamente essenziale. Accanto ahe forme di coniugazione descritte finora, ve ne hanno altre che presentano interessanti modificazioni della parte nucleare. In alcune di queste il nucleo del microgamete (fig. 2, Tryp. Brucei e fig. 3, Tr/jp. equinum) non e piu unico, ma consta ordinariamente di tre masse, delle quali una, piii vicina al blefaroplasto, ha i soliti caratteri di un nucleo normale, mentre le altre due, sebbene an- ch'esse tcoideggianti e contenenti blocchetti di cromatina, hanno I'aspetto di nuclei in uno stadio discretamente avanzato di cariolisi. In queste stesse forme, nel macrogamete, il iiucleo eccentrico tro- vasi quasi sempre in tutta vicinanza dell'estremit^ po.steriore e die- tro ai blefaroplasti da cui partono le membrane ondulanti che per- corrono tutto il corpo del protozoo : il blefaroplasto della membrana impari e o vicino a quel nucleo eccentrico o dietro ad esso in pros- simita del blefaroplasto del microgamete ; infine i nuclei centrali o sono ridotti a frammenti irregolari di cromatina oi)pure, per la co- lorazione diffusa che hanno assunta e per la poca nettezza della - 32 - struttura, appaiono chiaramente in preda a process! degenerativi. Si noti peraltro die la degenerazione dei nuclei centrali non avviene sempre contemporaneamente in ciascuno di essi: talora e gia ma- nifeista in uno, mentre ancora manca o e appena iniziale neH'altro (V. ad esempio le fig. 2 e 3). In un'altra serie di forme di coniugazione le modificazioni della parte nucleare sono anche maggiori die in quelle cui accennai te- ste, e possono venire riassunte cosi: un corpicciolo di natura nu- deare staccatos! dal nucleo dei niicroganiete migra nel corpo d! questo verso I'estremita posteriore e penetra poi nel raacrogamete per mettersi in rapporto con il nucleo eccentrico di esso. Nel Tryp. Brucei, per !l quale le mie osservazion! in proposito sono pill numerose, si possono distinguere con molta nettezza que- st! varii grupp! di figure di coniugazione che corrispondono alle di- verse fas! d! tale fenomeno: 1.0 Figure di coniugazione, in cui, nel iiiicrogamete, il nucleo e framraentato o ridotto ad un ammasso d! sostanza senza strut- tura precisa ed ha addossato — dalla parte rivolta verso V estre- mita posteriore — una sorta di zoUa tondeggiante, tinta in rossa- stro, con la colorazione di Rornanowsky, e contenente quattro granuli tint! intensamente in rosso e disposti a tetrade (.fig. 4, a). 2." Figure di coniugazione, il cui microgamete, in prossiniita del punto d'unione con il macrogamete, presenta una zolla tondeg- giante tinta in rossastro, simile a quella teste decritta ma conte- nente, in luogo della tetrade, due grossi granuli colorat! in rosso e riuniti fra loro a costituire un corpicciuolo a forma d! manubrio (fig. 5, a). 3." Figure di coniugazione, nolle quali il microgamete non ha pill traccia di quel corpicciuolo a forma di manubrio: un corpicciuolo di egual forma e grandezza e colore, ma non piii immerse in una specie di zolla, bensi libero, trovasi invece nel macrogamete, poco lungi dal punto d'unione con il microgamete (fig. 6, a). 4.° Figure di coniugazione in cui tale corpicciuolo e piii o meno vicino al nucleo eccentrico del macrogamete (fig. 7, a), dal quale in alcuni casi e diviso solamente per mezzo di una sottihssima striscia di protoplasma tinta in rossastro (fig. 8, a). Aggiungo subito che non ho inai trovato il corpicciuolo in di- scorso in punti del macrogamete diversi da quelli cui ho accen- nato : onde pare veramente che il termine della sua migrazione sia rapprebentato dal nucleo eccentrico del juacrogamete. Nel Tryp. equinum si hanno, a questo riguardo, immagini as- - 33 - sai siinili a quelle che offre il Tryp. Brucei, con questa differenza per altro che il corpicciuolo che si stacca dal nucleo del microga- mete (fig. 9, a) e che penetra poi nel inacrogamete (fig. 10, al aj)- pare sempre, almeno nei casi osservati finora da me, come un bloc- chetto alquanto allungato a forma di bastoncino. Per ora non mi e stato possibile giudicare se queste differenzo fra i due tripauosomi, come pure quelle alfcre notate nello stesso Tryp. Brucei, che cioe da prima si ha la comparsa di una tetrade e poi di un corpicciuolo a forma di manubrio, siano reali oppure apparent], Potrebbe darsi infatti che i quattro granuh della tetrade 0 pel' la posizione che prendono in qualche moraento o per e«sersi raccolti strettamente insieme dessero I'immagine di un manubrio o di un bastoncino, pur essendo effettivamente una tetrade. Tocca quindi a nuove ricerche di chiarire questo punto. Nella serie ormai molto numerosa di osservazioni raccolte da me, le forme di coniugazione nolle quali il corpiccmolo derivato dal microgamete si e addossato al nucleo eccentrico del macrogamete, sono anche le ultime in cui questo corpicciuolo sia ancora visibile. Poco piu tardi all'estremita posteriore del macrogamete si trova solamente un nucleo piii grande (') e talora notevolmente piu grando di quelle che vi si vedeva negli stadi precedent! (fig. 11, Tryp. Brucei, fig. 12, Tryp. equinum): il che induce a ritenere che quel tale corpicciuolo sia scomparso perche si e fuse con il nucleo ec- centrico del macrogamete, e che questo, a punto in seguito a tale fusione, sia aumentato di volume. E che veramente I'ingrossamento del nucleo eccentrico del ma- crogamete sia posteriore di tempo al momento in cui il corpicciuolo migrate dal microgamete vi si e addossato, risulta da piu fatti. Anzitutto, nolle cavie infette e in alcuni casi piii adatti, si vedc che in un certo periodo di tempo o vi sono le forme di coniuga- zione iniziali o le forme di coniugazione contenenti quel corpic- ciuolo di cui ci occupiamo, e che, in un allro periodo di tempo successive al prime, tutte queste forme o mancano o sono estre- mamente scarse e sono invece abbastanza frequenti quelle altre che sono caratterizzate da un grosso nucleo eccentrico e dall' as- senza del corpicciuolo proveniente dal microgamete. Inoltre, men- tre nelle prime forme il nucleo del microgamete e ben conservato (') hu liiii;ilic7,/,a >\v%\\ iissi niiis.sinio t- iiiiiiiiiio ilrl mulcd enriitriio ilil inacronaiiulr nsrilla. priuiii (Iclla scoiuimrsa tlol cui-picciiiolo itroveuicutu dal luiciogamotu, rispoltivauicntc ila /i - a fi -',i e «la (i 1,5 a |x 2, u, iIojid la scoiniiarsa i)o loiupiiila la loro t'liiizioiio. - 36 - senti in circolo {% Questa considerazione non mi pare senza im- portanza, perche si comprende di leggieri che, se la divisione del protoplasma si compie con grande rapidita, deve essere oltremodo difficile di sorprendere delle forme in cui essa e quasi al termine come deve essere quasi impossibile di ricunoscere gli individui per tal modo originati. Se peitanto io aggiungero che fin )ra non mi e riuscito di osservare a punto dei macrogameti compie tarn ente svi- luppati nell'aLto in cui si scindono in piii tripanosomi, cio, sebbene rappresenti una lacuna cbe mi sforzero di colmare, non reciiera molta meraviglia ne parra costituire un'obbiezione all' interpreta- zione che ho dato dei fatti che sono andato esponendo. Si noti ancora che questa lacuna e veramente piC'*ola, giacche ho anche rilevato la presenza di forme, con molti nuclei e con molte membrane ondulanfci completamente sviluppate, che hanno all'estremita posteriore o piu vacuoli piccoh o un grosso vacuolo unico (fig. 17 A, a) - forse originatosi dalla fusione dei primi - che paiono doversi ragionevolmente ritenere come una sorta di pre- parazione alia defiDitiva scissione. Se, oltre a cio, si consideri infine che, nolle cavie infette, poco tempo dopo la comparsa degli elementi pohnucleati cui sto accen- nando, non si riesce a trovare piu altro che i soliti tripanosomi e le solite figure di scissione agamica, come se quegli elementi poll- nucleati veramente si fossero gia divisi per I'appunto in tripanosomi identici ai sohti e cosi avessoro interamente compito il loro ciclo di sviluppo, ~ parra lecito concludere, con molta probabilita di es- sere nel vero, che i'evoluzione dei macrogameti fecondati termini semplicemente con la scissione in piii individui simih, almeno per I'appai-enza, a quelh che si trovano ordinariamente negli animali infetti. Ulteriori ricerche, spero, diranno meglio quale valore deve darsi a cotesta conclusione che per ora naturalmente non puo essere che provvisoria. # Ho detto che nel macrogamete si possono rilevare, avanti alia coniugazione, alcuni particolari che sono in armonia col fatto che a quel fenomeno segue un processo di fecondazione. (') Ni^lla fi^. 17 ho disennato accauto ad un graiido clcnicuto i)uliiuieloato (A) auclii' mio dt;i soliti tiipauonomi che si tiovauo in circolo (K), per diuiostrare che la luufithezza dei due 6 quasi esattauioute la stessa e die iic. Fino a pochi anni fa, la presenza nel Mediberraneo di larve atbribuite al gen. Echiurus cosbibuiva un fatbo singolare, perche malgrado le reiberabe ricerche non si era mai trovabo alcuna specie adulta del genere anzidebbo. Inoltre inentre le larve brocoforiformi erano state segnalate piii volte nel plancbon di Messina e il L o Bianco le tndichi di regolare comparsa e abbondanbi da gennaio a marzo nel knephoplancton del golfo di Napoli, le larve invece in sbato di svilui)po piii avanzato e con bene evidenti i caratberi di Eddurus apparivano di occasionale comparsa e se ne fa meiizione nei soli lavori, orniai non piia recenti, di Salensky e di Ha.bschek. A cliiarire (|uesbi due fatbi conbribiiiroiio le pesclie del yachb 39 - Puritan eseguite nel 1902 sotto gli auspici del defunto F. A. Krupp, durante le quali, come si apprende dalla relazione di Lo Bianco, si ottennero a 1100 raetri e piii di profondita nelle adiacenze di Capri, due esemplari di Echiurus, rispettivamentf di 15 e 30 mm. circa di lungliezza, coi caratteri (Jegli adulti e die il prof. Sluiter ha riportato all'i;. pallasi Guer., specie die deve chiamarsi pii:i esatta- mente col nome di E. ecUiurus (Pall.). Un altro esemplare di soli 5 mm. di lungliezza, pescato nel 1901 durante le ricerche del yacht Maia, si riconobbe appartenente a detta specie. L'habitat abissale di questi esemplari del Mediterraneo ha ri- velato la causa dell'introvabilita degli Echiurus adulti osservata in precedenza, essi iufntti vivendo nei grandi londi erano sfuggiti alle solite ricerche che sono drcoscritte a profonJita niolto minori. Pa- rinienti si e spiegata la rarita delle larve a sviluppo molto avan- zato in quanto che esse, come avviene di altri organism! che du- rante lo sviluppo hanno lai-ga distribuzione verticale, scendono nelle talde d'acqua prossirae al fondo quando s'avvicina la line del loro ciclo evoluLivo. Questi dati contrastavano pero con quanto ci e noto dell'eco- logia dell'i;. echiurus, il quale nell'Atlantico seitentr., nel mar del Nord, nella Manica, e nel Sund, dove e comunissimo ed usato dai pescatori come esca, e specie prettamente littorale e le cui larve non si trovano mai ntl plancton. Si era quindi in presenza, per quanto rignarda VEchlurus del Mediterraneo d'un esempio molto interessante di larga distribuzione verticale dovuta a speciali con- dizioni d'ambiente, oppure, come appariva piu presumibile, la de- terniinazione della specie non corrispondeva al vero. E infatti nel 1905 ic Skorikow, dallo studio degli stessi esemplari adulti del Puritaii ha potuto dimostrare ch'essi non appartengono all'i;. echiu- rus, come era d'opinione il prof. SI u iter, ma ad una spede nuova che chiama E. abyssalis, la quale differisce dalla prima per la no- tevole grandezza del nefrostoma dei nefridi, per le papille del tegu- niento niolto cospicue, per gli uncini anterior! ricurvi e allungati 0 per le setole anal! curve all'infuor! disposte in due serie, I'ester- na d! 7 e- I'interna di 6 setole. Lo Skorikow poi aggiunge: es ist naralich sehr wahrschein- lidi, dass dieser Species jene pelagische Larve zugehort, die iiberall im Mittelmeer vorkommt, und deren Entwicklung mehrmal nnter- sucht worden war (Salensky, Greef, Hatschek). Al Salensky dol)biumo infatti le prime notizie su una larva di Echiurus del golfo di Napoli o della quale studio 6 eseniplaii, - 40 - ne segui in parte lo sviluppo tornendo interessanti dati sulla or- ganizzazione e metamorfosi. L'ultitno stato larvale da lui osservato preseiita bea evident! i caratteri del genere e malgrado i dubbi successivamente espressi dallo Spengel e riportati anche da Schmidt lain che si tratta cioe d'una larva di Thalassema, Vd ^^ri- mitiva determinazione deve ritenersi esatta. 11 Greef, su una larva trocoforiforme di Echiurus del golfo di Napoli e corrispondente ad uno dei prirni stadi esarninati dal Sa- lensky, nulla aggiunge di nuoVo e si limita a riportare quanto era noto in precedenza sullo sviluppo degli Echiuridi in genere. Hat- schek, nel 1880, pubblica il suo noto lavoro su una larva di Echiurus del plancton di Messina che e quella stessa che il G rob- ben trovo due anni prima e ne fece cenno, indicandone per la pri- ma volta i nefridi, nella 4^ ed. tedesca del Trattato di zoologia del Glaus. Hatschek, oltre la formazione e struttura del mesoderma e lo sviluppo degli organi, fornisce iniportanti notizie sui diversi stadi larvali che divide in 5 periodi di sviluppo, I'ultimo dei quali e quello del giovane Echiurus con habitat ancora planctonico, ma con I'organizzazione tipica del genere, mentre nel periodo prece- dente (IV) egli figura e descrive una larva simile ma piii giovane dell'ultimo stadio osservato dal Salens ky. Chiude inline la serie delle pubblicazioni sull'argomento un accurate lavoro prevalente- mente istologico, pubbhcato nel 1905 dallo stesso Salensky, ma che riguarda solamente larve molto giovani e cioe nello stato di trocofora e nel 2" periodo di sviluppo di Hatschek. Dall'esame di quanto e stato finora pubblicato appare poco ve- risimile I'opinione espressa dallo Skorikow e si sarebbe indotti invece a ritenere piia probabile la presenza nel Mediterraneo di piu di una specie di Echiurus. Questa probabilita si avvalora ancor piu pel rinvenimento di una larva di Echiurus in stato avanzato di sviluppo e alia quale meglio che a quelle studiate dal Salensky e da Hatschek convengono (4uei caratteri che lo Skorikow asse- gna aH'i^. abyssulis. Questa larva, raccolta in maggio nel plancton di Messina, ha una lunghezza di mm. 2, 5 ed una larghezza massima di ram. 1, 3 circa. La porzione anteriore del corpo o lobo preorale (troniba) e di forma tronco-conica, convessa dal lato dorsale, alquanto spianata e dechve all'innanzi dal lato ventrale; manca la gronda mediana ma due linee sinuose e hevemente rilevate indicano i hmiti laterah del solco che si formera in seguito. La regione trocale, priva di ciglia, assume la forma (I'liu coUare cospicuo, a lati convessi, di diametro - 41 - uguale a quello della base del lobo preorale; le strozzature che a guisa di solchi la delimitano e separano rispettivamente dal lobo pre- orale e dalla porzione posteriore del corpo sono ben .marcate e dal lato ventrale e nel mezzo di quella anteriore s'apre a guisa di fes- sura la bocca, limitata iu basso da un breve margine angolare al- quanto rilevato. / ''^S?-? '""/ill — Firenze - Istituto Micrografico Italiano La parte posteriore del corpo e ovale, un poco pii^i rigonfia nel senso dorso-ventrale che nel laterale, regolarmente arrotondata e al- tenuata al polo posteriore dove sbocca un poco eccentrico il foro anale. II colore della larva, che fu fissata in alcool, e bruno-giallastro lievemente piu chiaro lungo il percorso del cordone nervoso; a luce di- retta il lobo preorale e la regione trocale sono piu opachi della parte posteriore, a luce riflessa la trasparenza del corpo e sufli- ciente da lasciar scorgere la disposizione degli organi interni. II tegumento del lobo preorale niostra lievi solcature trasvorse sill lato ventrale, e liscio nel resto; la parte posteriore del corjjo e provvista di papille di forma conico-arrotondata, piii cospicue nella regione mediana che non altrove e disposte in linee trasversali alter- nate, specialmente verso il mezzo del corpo, con linee di papille molto piu piccolo. 11 nuinero complessivo delle linee di papille e di 10. - 42 - Le setole ventrali o anteriori sono di color giallastro, ricurve ull'ingiu, niolto sviluppate e yporg^nti, sinussar.e all'apice; rischia- r.-mdo la larva si scorge, molto disfcinta la loro porzione interna piu limga e lineare che s' addentra profondainente nel corpo e il sisteraa di muscoli estrinsoci che dalla parte prossimale dell'invaginazione epidermica che rivesteciascuna setola, si dirige alia parete del corpo. Le setole anali, a guisa di uncini ricurvi airinfuori, sono di- sposte ill due serie, 1' interna di 6. I'esterna di 7 setole e formano una corona inten'otta in prossiraita del cordone nervoso. La parete del corpo e piia ispessita nel lobo preorale che nella parte posteriore. Nel prime, al disotto del rivestiraento esterno provvisto di sottile cuticola vi e uno strato con fibrille muscolari loiigitudinali, il quale lascia ancor libera nel centre una porzione dcUa priniitiva cavita del lobo preorale; essa non e naturalniente in connessione colla cavita generale del corpo, ma separata dal ri- vestimento peritoneale di questa. Nella porzione posteriore del corpo la muscolatura della parete si mostra invece gia differenziata in tre straterelli, uno esterno sottostante ai tegumento e forraata di fibrille muscolari circolari, uno medio di fibrille longitudinali ed uno interno nel quale le fibrille hanno una direzione un po obliqua: quest' ul- timo e tappezzato dal peritoneo. II tube digerente e molto piu luiigo del corpo e ampiamente circonvoluto. Alia bocca fa seguito una breve porzione faringea, poi un esofago che visto da un lato forma un'ansa all'altezza delle se- tole ventrali, poi si dilata due volte, si dirige dorsalraente con per- corso a spirale e sbocca in un intestine sacciforme che discende al- (juanto sinuoso luii.i^o I'asse longitadinale del corpo, quindi s'incurva risale restringendosi fino verso il mezzo del corpo e ripiegatosi ad angolo ridiscende ondulato e sbocca nell'ano. Una sezione trasver- sale rivela che la parte sacciforme dell'intestino e provvista d' un sifone intimamente connesso alia parete di quella, ma rilevato dal lato esterno: ad esso coirisponde dal lato interno una depressione a forma di gronda della parete dell'intestino. II tube digerente e so- stenuto da numerose briglie muscolari specialmente cospicue verso il mezzo del corpo e cheattraverso I'ampia cavita generale lo collegano alia parete del corpo. L'apparecchio escretore e rappresentato unicamente in questa larva da due nefridi terminali, poiche dei reni cefalici non v'e piii traccia ed i nefridi anteriori non si sono ancora formati. I nefridi terminali, situati ai lati della parte terminale dell'intestino hanno I'aspetto di due sacchi piriformi allungati con parete assai sottile ^ 43 - cosbituita escki^-ivaineiite dal rivestimento peritoneale e da un epi- telio nori cigliato ;iir iiiterno: essi sono in comiinicazione colla ca- vita generale mediante un nefrostoma imbutiforme e dal lato Oji- posto sboccauo ncli'intestino rettale ai lati del foro anale. Rischiarando la larva, si rende visibile un tratto del vaso dor- sale posto lungo la linea mediana del lobo preorale, poi i due vasi laterali e nella parte posteriore del corpo il vaso ventrale addos- sato al cordone nervoso. Infine il sistema nervoso consta d'un cor- done ventrale a niargini ondulati che percorre la linea mediana della parte posteriore del corpo seguendo la curva della parete cui e applicato; e d'un iargo coUare periesofageo che segue il contorno del lobo preorale. La succinta descrizione che ho dato di questa larva e suffi- cente a diniosti-are che si tratta indubbiamente d' una larva di Echlanis per la presenza di una corona di set-ole anah, carattere che manca alle larve di Thalassema ; e che la larva trovasi in un periodo di sviluppo prossimo a queho deli'ultimo stadio della larva di Salensky e piu avanzato del 4o periodo di sviluppo della larva di Hatschek, il che si deduce per non citare che aicuni caratteri dalla lunghezza e dalle circonvoluzioni del canale digerente, che nello sviluppo degli Echiuridi e dei Sipuncuhdi sono tanto rnaggiori quanto piii le larve sono sviluppate; dalla regione trocale priva di cigha, dalla presenza dei soh nefridi terminali, dall' aspetto esterno della larva. Quando pero si procedesse a confrouLi, che pur chiari appariscono dall'esame delle figure e delle descrizioni, per stabilire se, tasbonomicamente parlando, queste larve si possono riportare ad una stessa specie di Er]durus, secondo I'opinione dello Skorikow sorgono dubbi in proposito, poiche, anche senza tener calcolo di quelle differenze strettamente inerenti alio state di sviluppo, si nota nella forma e numero delle setole anali notevoli discrepanze che sono di qual';he valore data la flssita di questo carattere anche negli adulti e giustamente se ne serve lo Skorikow per separare VEchlarus ahijssalis &d\\'E. echiurus. Nelle larve la forinazione delle setole ha luogo nel 3° periodo di sviluppo, contemporaneamente per tutte le setole anali e in modo identico a queho delle setole anteriori: in consegueiiza esse non subiscono ulteriori modificazioni apprezzabili. Ora la larva di Salensky ha una corona di sole 4 setole ricurve all'infuoi-i e costituenti una sola serie e sebbene lo stesso A. in prop ci stanno a rappresentare porzioni di ghiandola priinordiale destinate a non canalizzarsi ed a non tra- sformarsi nella sostanza pancreatica secernente ordinaria; fatti (ihe ban no riscontro in quanto precedentemente potetti ritrovare nei Rettili e nedi Anfibi. * * * Gli embrioni di cavia, presso a poco dello stesso stadio di svi- luppo, da me studiati, furono fissati in liquido di Zenker, merce il quale si pongono bene in rilievo le cellule degli isolotti di Langer- hans sottoponendo le sezioni tratte da embrioni in t;il modo fissati alia doppia colorazione ematossilina-eosina; e, siccome le differenze tra loro, per quant.o concerne il pancreas, non sono tali da renderne necessaria una descrizione separata, cosi mi limitero alia descrizione in uno di quelli di 10 mui. (descrizione che si potrebbe quasi ri- petere per quelle di 9) della primordiale ghiandola pancreatica, se- guendola nelle sezioni microtomiche trasverse serial! dall' innanzi all'indietro; e per maggiore chiarezza parte da quelle sezioni del- I'embrione, che interessano la vescicola biliare ed il condotto cistico, e neUe quali percio non si ha traccia di abbozzo pancreatico. L'estremita posteriore della vescicola biliare, situata alia parte ventrale del fegato, si continua col canale cistico, che, andando in- dietro, si porta verso il lato dorsale ricevendo alia sua destra ed alia sua sinistra dei condottini biliari, e meritando fin d'allora per- cio il nome di condotto coledoco. Questo si segue per circa 100 [j- (16 sezioni) decorrente al lato ventrale della vena porta; a lui con- fluiscono nel suo percorso nuovi canahcoli, sia a destra sia dorsal- mente, che sono i tratti di unione a quel condotto dei cordoni epa- tici che accerchiano la detta vena, ed inflne sbocca. Fig. 1 OC, nel duodeno D attraverso la sua parete dorsale, II duodeno gia pre- senta, sebbene poco accentuata, una prima ansa a concavita poste- riore, la di cui branca sinistra brevissima si continua con lo sto- maco, e con esse former^ in seguito ana curva a concavita cra- niale, mentre la branca destra si continua nell'ansa intestinale. 11 condotto coledoco sbocca dorsalmente alia convessita di questa ansa duodenale rappresentata appunto nella Fig. 1. E questo condotto in tutta la sua estensione tappezzato da epitelio pluristratificato di forma non determinata, e solo in alcu- ni i)unLi assume apparenze di forma cilindrica; e quelle che piii - 48 preme far rilevare si e che esso non emette dal suo contorno, ne in protfsiinica ne a distanza dal duodeno, alcuna evaginazione, alcun germoglio cellulare, che possa far pensare ad un qualche possibile abbozzo pancreatico ventrale. Conserva sempre la sua forma roton- deggiante, regolarmente calibrata, continuandosi solo qua e la con gli accennati condottini biliari, tanto che si puo concludere che in questi embrioni, sebbene assai innanzi nello sviluppo, non si ha traccia di abbozzi ventrali sboccanti nel coledoco. Fig. 1. (semiscli.). — MG -= mesogastrio dorsale ; GE = cavitii epato-eiiterica .- ML -— luesolatu- rale; F = fegato; YV ^= vena ijorta; CO ^ coledoco ; D =; duodeno ; ,S' = stoniaco. — Ivor. Oc. 2. Ob. 2. — Vs del ^ero. Nel punto, in cui il duodeno riceve il condotto coledoco, il mesentere dorsale (e cio e posto in evidenza dalla Fig. 1) conti- nuasi a sinistra nel mesogastrio M.G ed a destra nel meso late- rale ML^ I'uno daU'altro diviso per mezzo della fessura verticale CE rappresentante la sezione della cavita epato-enterica. II mesogastrio contiene lo stomaco 5, che e ormai una porzione alquanto dilatata del tubo intestinale e ruotata a sinistra, ed il meso laterale rac- chiude entro di se la vena porta VP accerchiata da cordoni epa- tici F in tutto il suo contorno tranno al la to ventrale, in corri- spondenza del quale e in rapporto con il condotto coledoco C'C che si affonda nel duodeno D. A circa 180 !-"- di distanza dallo sbocco del coledoco la cavita epato-enterica si apre per I'hiatus di Wislov7 nella cavita celoma- tica generale, e tale comunicazione si segue per 13 sezioni (130 y), finche compare, dopo questo tratto, il limite posteriore deir hiatus rappresentato dal bordo anteriore del mesoduodeno. La Fig. 2 e tratta da una sezione trasversa condotta nel punto, in cui si ini- zia il mesoduodeno, e questa ci mostra come la cavita epato-ente- rica (JE aU'indietro dell' hiatus di Wislow si prolunghi gia posterior- mente in un cui di sacco tra lo stomaco 5', che si e addentrato - 49 - nella parte ventrale della primitiva cresta epiploica dello Swaen, ed il mesogastrio dorsale MG^ che si continua sulla linea mediana col mesoduodeno il/D, situato a destra di quella cavita, tanto da permettere piu indiefcro aU'abbozzo pancreatico dorsate di spostarsi dal mesoduodeno nel mesogastrio. II cul di sacco posteriore della cavita epato-enterica e meno accentuato, ma pure esiste, nell'em- brione di cavla di mm. 9. Fig. 2. (seniis('li.). — MG = luesogastrio dorsale; CE = cavita epato-euterica : MD =: iiiusoduo ileno; Vr =r v<'iia porta: AD = abbozzo rlorsale dol pancreas; D := duodono ; S =: stoiuaco. — Kor. Of. 2. Ob. 2. — 2 ., del vero. Soltanto quando nolle sezioni comincia ad apparire il mesoduo- deno, e quindi alia distanza di circa ;^ 810 dallo sbocco del cole- doco, ci 6 dato notare ventralmente alia vena porta, Fig. 2 VP^ un piccolo accumulo di cellule epiteliali AD, situate tra quella vena Fig. 3. (seniisch.). — OE = cavitA epato-enterica; VF = vena porta; AD = abbozzo dorsale del pancrea.s; D = duodeno ; lA = ansa intostinale; VP = vena porta; M — mesencHnia all' in- uaiizi .soMtitiiito dallo stouiaco. — Kor. Of. 2. Ob. 2. — ^'^ del vero. ed il duodeno I) spostato un po' verso destra, accumulo che e I'espressione in sezione dell'estremita piu craniale di^U'abbozzo pan- creatico dorsale. Quest'abbozzo va gradatamente ingrossandosi col procedere dall'innanzi all'indietro, e per circa (30 \^ apparo total- - 50 - raente pieno, mentre poi com])aiono nel suo interno delle fessure piu 0 meno ample, delle quail mi occupero in seguito. Esso pol ac- crescendosi in volume abbraccia tutto 11 contorno ventrale della vena porta prima dl iniziare il suo dislocamento dal mesoduodeno nel mesogastrio, e dopo SO y- dacche ci si e rivelato si fonde col con- torno binistro del duodeno Z), come mostra la Fig. 3. Perdura tale fusione per un'estensione di circa 50 :^-, ed e in questo tratto che il lume intestinale si prolunga entro I'abbozzo dorsale (v. Fig. 4). La fig. 3.^ rappresenta il punto ove comincia la fusione dell'ab- bozzo pancreatico AI) con la parete sinistra del duodeno D, e gia qui dalla cresta epiploica dello Swaen, al lato ventrale della ca- vita epato-enterica CE, e scomparso lo stomaco, il quale viene se- guito posteriormente da una massa di mesenchima M. A1)S. Fig. 4. (semisuli.). — ADS ed AD t= parti sinistra e destra dell'abliozzo dorsale del pancreas D =: duodeno; VP =: vena porta. — Kor. Oc. 2. Ob. 5. — ~l^ del vero. La fig. 4/ e tratta da una sezione corrispondente alia parte media dell'accennata fusione, al punto cioe dove il lume dell' inte- stine duodeno D si addentra nell'abbozzo dorsale J. D, e per com- prendere le apparenze da essa offerte e necessario dire che nolle sezioni susseguenti a quella rappresentata dalla fig. 3.^ (una delle quali e appunto riprodotta dalla fig. 4.^), in cui si iniziano i rapporti di continuita dell'abbozzo col duodeno, la vena porta si continua come vena mesenterica nell'ansa intestinale, e I'abbozzo dorsale ri- mane diviso nolle sezioni in due segment!, uno dei quali posto a sinistra della vena porta, fig. 4^^ ^ D aS, ed e quelle che si prolun- ghera per lungo tratto caudalmente, ed uno A D situate a destra della detta vena, ed e quella parte deU'abbozzo fuso dapprima col duodeno D, e che poi si seguira posteriormente libero per una certa estensione. Sopra entrambi questi segment! tra poco ritornero. Li- tanto, sintetizzando in poche parole quanto ho precedentemente espo- sto, si puo dire che I'abbozzo dorsale del pancreas, distaccatosi dal - 51 - contorno sinistro del duodeno, si divide in una parte, che segue per breve tratto il suo tragitto all' indietro a destra della vena porta (e corrisponde al segmento destro ricordato dell'abbozzo), ed in una parte che si reca sul lato ventrale di quella vena diri'gendosi a sua volta da un lato per breve estensione in senso caudo-craniale (ed Fig. 5. (seniisch.). — . T'. n(jn si scorgono. Le fig. 7^ ed S.'"* moslrano come tali caratteristici elementi, L, possano ritrovarsi sia alia periferia dell'abbozzo, sia anche incastrati nel suo interno, e come non si rinvengano a limi- tare quelle fessure canaliformi che ho detto esistere sparse neH'al)- bozzo stesso. Questi spociali gruppetti di cellule (od anche cellule isolate), che entrano nella costituzione della parte non canalicolata deH'ab- bozzo pancreatico dorsale, sono perfettamente identic! a quelli da me descritti in periodo molto precoce di sviluppo nel Lepus cuni- ciUus, e nei quali dimostrai non scavarsi giammai alcun canalicolo, - 54 - mentre questo avviene per il resfo della parte piena con elementi iiiimunj da ogni modificazione morfologica. Provai allora, seguendoli in una serie completa di embrioni, die erano essi da considerarsi come i primitivi isolotti di Langerhans, e come tali io credo di po- tere mterpetrare gl'identici gruppetti del pancreas primordiale degii embrioni di cavia di mm. 9-10; ed e percio clie mi sento inclinato ad affermare che quelle caratteristiche formazioni si originano anche nella cavia cobaya in epoca molto precoce in seno dell'abbozzo pan- creatico dorsale, che e I'unico esistente in questo animale, a spese della sua porzione non canalicolata. * # * Da quanto sono venuto esponendo si possono trarre le seguenti conclusioni. l.a Negli embrioni di cavia di mm. 9-10 non si ha traccia alcuna di abbozzi ventrali del pancreas ; ed, associando questa mia osservazione a quelle antecedentemente .fatte da Helly Konrad in embrioni, assai meno avanzati, dello stesso animale, si puo con- cluderne che in quel Mammifero tutto quanto il ptincreas deve la sua esistenza all'abbozzo dorsale. 2.^ Negh embrioni da me studiati I'abbozzo dorsale si di- stacca dal contorno sinistro del duodeno, e si divide in una parte, che per breve tratto si porta all'indietro a destra della vena porta, ed in una parte che recasi ventralmente a quella vena estenden- dosi sul suo lato ventrale in senso caudo-craniale, ma estendendosi segnatamente in direzione cranio-caudale dapprima a sinistra della vena porta, per addentrarsi poi nel mesogastrio dorsale. 3.'^ L'intiero abbozzo dorsale, nel quale si addentra un poco il lume intestinale, resulta costituito da un ammasso cellulare epi- teliale, non penetrate da mcisenchima e da vasi, ed in cui si di- stingue una porzione canalicolata ed una piena, a spese della quale ultima si sono gia differenziati i primitivi isolotti di Langerhans. 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Le cellule nervose doi gangli degli insetti sono situate in genei-e alia pei'i- fei-ia deiroi'gano, ed in base ai risultati coi comuni metodi, sono state divise in cellule massime, raedie e piccole croraatiche: I'A. distingue inolti-e delie cellule piccolissinie con scarsissinio citoplasma e quelle fusilormi die si trovano presso il neurilemma. Con metodi elettivi per le neuroflbrille I'A. ha potuto dimostrare nelle grandi cell, di Gryilotalpa vulrj. I'esislenza di un uuico grosso prolungamento, a rt- brillc rigide, stipate, parallele, le quali si espandono a ventaglio nel corpo ccl- lulare. Nella parte corticale della cellula si distinguouo lihrille lunglie, nel centi'o un reticolo a maglie strette di diflicile aualisi; sulla natura nei-vosa di quest'ul- timo I'A. fa qualche riserva. Nelle cellule medie le flhrille mantengono nou di rado la loro individualita e circondano il nucleo formando degli anelli; altre volte vi si distingue un re- ticolo in continuita colle librille del prolungamento. Nelle cellule piccole croraatiche le librille passano nel corpo cellulare senza scomporsi e nel prolungamento si ha quindi una tibrilla contripeta e una cen- triluga. Nelle cellule fusilbrrai le numerose tlbrille, nelKentrare dal prolungamento nella cellula si biforcano bensi in tlbrille elementari, ma mantengono la loro individualita e la loi'o direzione passando nell'altro prolungamento. Nelle cellule medio di Hydrophilus le tlbrille (in numero di 4 e piu) conser- vano la loro individualita, mantenondosi talora corticali, altre volte formando auelli concentrici in tutto il citoplasma. Nelle cellule croraatiche di raolti coleotteri acquatici pote distinguere tlbrille le quali attraversata una cellula raggiungouo i prolungaraenti di cellule vicine e si continuano neH'interno di queste ultime. -Molte cellule sono rivestite da un iuvolucro (dalFapparenza di una grossa hbra; che FA. ritiene sia un apparecchio isolante. 1 prolungaraenti raggiunta la sostanza punteggiata (Punksubstanz di Leydig) si dividono in neurotii)rille isolate le quali entrano a far parte del reticolo. In ({uanto alia sLruttura di quest' ultimo I'A. non dubita che essa sia una vera rete a maglie chiuse, la quale pud assumere speciali disposizioni in alcuni organi. 4. 0. Fragnito. — Le tlbrille e la sostanza tlbrillogena nelle cellule ganglionari dei vertebrati. Annali di Xevrol. cnmo -25, F. 3, 1907. Tello, Besta, Held, Cajal hanno cercato di dimostrare die le neuroli- brille appaiono nel protoplasma dei neuroblasti, sia prima ancora che da ({uesti ultimi si sia dili'orenziato il neurite (Held), sia poco dopo. In embrioni di polio le librille si formerebbero verso il terzo gioruo d' incubazione. - 56 - Fragnito nega qualsiasi valore a tali risultati; ogli ha lavorato su ombrioni (li polio col metodo 5" di Donaggio e giunge al sorprendente risultato che le tlbfille appaiono uelle cellule gangliari soltanto all'll giorno d'incubazione. Col metodo Donaggio la sostanza cromatica assume una tinta azzurro-chiara mentre le tibrille si colorano in violotto; ebbene all'll" giorno appare nelle cellule del midollo e dei gangli una zoUa quasi omogenea colonta in violotto, che I'A. chiama di sostanza rtbrillogena, perche in essa si ditlorenziano suecessivamente doi lilamenti ben individualizzati, quali divengono piii chiari procedendo verso la periferia e si seguono sia nei prolungamenti protoplasmatici che nel cilindrasse. L'A. collegando questo roperto con quelli da lui precedontomoute ottenuti suH'origine della cellula nervosa da lusione di piii nevroblasti, afferma che la zona tibrillogena deriva da metamorlbsi del nucleo di un nevroblasto secondario, 0 gli argomenti principali sul quale egli si fonda e I'aver incontrato delle cel- lule con due nuclei, o I'analogia nella colorabilita del nucleo con quella della zona tibrillogena. Ma I'A., nel negare I'esistenza di Mbrille nel citoplasma dei neuroblasti in periodi precoci della loro evoluzione, dimentica che i cilindrassi danno col me- todo Cajal una reazione ideutica al reticolo intracellulare ; lo spero bene che Fragnito non vorra disconoscere la natura nervosa delle tibrille contenute nei neuriti, in quei precoci periodi, oppure egli erode che le librille appaiono prima nel neurite che dentro la cellula ? Gli studi da me condotti su erabrioni di Mara- miferi e di Teleostei. che pubblichoro fra breve, mi portano a confermare la precoce coraparsa delle neurotibrille, quale fu atlermata da Held e da Cajal. II lavoro di Fragnito dimostra secondo me una sola cosa : che il metodo di Donaggio non e in grado di colorire le neurotibrille in precoci periodi della evoluzione della cellula nervosa, G. Levi. INVITO II sottoscritto incaricato di schvere per il Manuale di Anatomia microscopica comparata di ()ppel il capitolo rigiiardante il sistema ti- reo-timico, indirizza ai suoi egregi Golleghi italiani. i ({uali gia si occu- parono con tanta ciira di questa materia, la pregliiera di aiutarlo nel suo lavoro spedendogli gentilmente delle copie dei loro lavori relativi alia materia indicata. Prof. .J. ScHAFFER (Wien). C'.dSiMti Cup:rui;im, Ammimstratore-responsabile. Eirenze, 1908. — Tip. L. Nicuolai, Via Faenza, 44. Monitope Zoologico Italiano (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiaie deila Unione Zooiogica ttaljana DlUKTTl) i)Ai DOTTOEI GIULIO CHIARUGI EU6ENI0 FIGALBI Prof, (li Auiitoinia iiiiKuui Piof. di Anatomia coni]). t^ Zoologia nel K. Istitiito eli Stiuli Suiiir. iu Firenze nelUi K. Uiiiversitii di Pisa Ufficio di Direzione ed Ainministrazione: Istitiito Anatomico, Firenze. 12 numeri all'anno — Abbuonamento annuo L. 15. XIX -A.nno Firenze, Marzo-Aprile 1908 N. 3—4:. SOMMARIO: BiBLlOGRAFiA. — Pag. 57-61. GoMUMCAZioNi original:: Mobilio C-, Intorno alio valvole del golfo giugu- larc e dei tronchi brachio-cefalici negli animali domestici. (Con 7 figure). — Griffini A., Descrizioue d'un nuovo Grillacrido di Timor. — Levi G-., Sullo sviluppo deila cresta apicale degli arti. (Con tav. III e 2 figure nel testo). — Issel R., Diagnosi preliminari di un nuovo genere e di due nuove specie di Gelalopodi appartenenti alia fain. Cranchiidae raccolti dalla R. Nave « Liguria ». — Pag. 62-104. NoTiziE. — Pag. 104. Avvertenza Delle Comunicazioni Originali che si pubblicano nel Monitore Zoologico Italiano e vietata la riproduzione. BIBLIOGRAFIA ,Si da notizia soltanto dei lavori pubblicati in Italia. A. - PARTE GENERALE I. Bibliografia, Storia e Biografia zooiogica e anatomica Bottazzi Filippo. — Saggi su Leonardo da Vinci. — Ay^ch. ital. Anatomia ed Eiubriol., Vol. 6, Fasc. 3, pp. 499-5-J7. Firenze, i907. 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Maf'chi Ezio. — Ricerche sperimentali suUa organogenesi delle corna doi cavi- corni. — Vedi M. Z., XVIII, 12, 283. Paladino G. — Nouvelles etudes sur la placentation de la femrac. Contribution a la physiologie de I'uterus. Avec 3 pi. — Arch. ital. de Biol., Vol. 48, Fasc. 2, pp. 211-249. Turin, 1907. Perroncito Aldo. — La rigenerazione dei nervi dal punto di vista auatomico. — Vedi M. Z., XVIII. 11, 261. Pes <). — Breve nota suU' istogenesi del nervo ottico. — 19" Congresso d. Ass. Oftalm. ital., An. 37, Fasc. 3-5, pp. 334-335. Pavia, 1908. Politi Aloisio Gaetano. — Liquido araniotico. Ricerche sperimentali sulla genesi, composizione chimica e funzione. — Ay^ch. di Ostetr. e Ginec, Ser. 2, An. 1, N. 2, lip. 97-160 (Continua). Napoli, 1908. Russo Achille. — A proposito di una critica ad una mia Nota preliminarc dal titolo « SuU'origine dei mitocondri e sulia Ibrmazione del deutoplasma nel- I'oocite di alcuni Manimileri ». — Monitore zoologico ilaliano. An. 18, N. 9-10, pp. 247-248. 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Reichert C. — Nuovo condensatore a specchio per la visione di eleraenti ul- Iramicroscopici. — Sjjerimentale (Arch. Biol. norm, e patol.) An. 61, Fasc. 4, pp. 407-411. Firenze, 1907. Vastarini-Cresi G. — Un nuovo raetodo di colorazione del glicogeno nei tes- suti. — Atti d. R. Ace. med.-chirurg. di Napoli, 1907, N. 3. Estr. di pp, 10, con tav. Napoli, 1907. COMUNICAZIONI ORIGINALI ISTITUTO DI ANATOMIA NOKMALE DKLI.A K. SCUOLA SDPKKlOliE VETKKIN/IKIA DI i OKINO DIRETTO DAI- PROF. U. ZIMMEKL Intorno alle valvole del golfo giugulare e dei tronchi brachio-cefalici negli animali domestici DoTT. CAMILLO MOBILIO, Assistente (Gon 7 fifjure) E v^ietata la liprodiizione. Mentre I'apparecchio valvolare delle giugulari dell'uomo e stato frequentemente oggetto di accurate e special! indagini da parte di non pochi anatomici, fra i quali bastera citare il Grubur {'), I'HouzeO e da ultimo il Tenchini (^), nulla, per quanto mi con - sta, e state tatto nei nostri animali domestici. Le notizie che a tale proposito si possono avere si limitano a quelle date dai trat- tatisti, le quali poi, non essendo di solito il frutto di ricerche in- tese a questo solo scope, sono spesso incomplete e non sempre concordi fra di lore. E poiche stimo che la conoscenza di queste valvole e del lore modo di funzionare non sia del tutto priva d'interesse, anche per quanto riguarda i nostri animali domestici, per I'interpi-etazione di fatti che frequentemente in questi si osservano, come sarebbe, ad esempio, il polso giugulare dei bovini, ho creduto opportune intra- prendere uno studio accurate intorno ad un tale ai-gomento, ed era rendo noti in breve i risultati ottenuti. Le mie ricerche sono state circoscritte ai soli mammiferi do- mestici, e propriamente all'equus caballus, eq. asinus ed eq. mulus, tra i perissodactyla ; al bos taurus, ovis aries, capra hircus, e sus scropha (var. domestica), tra gh artiodactyla ; al canis familiaris e felis domestica, tra i carnivora. (*) Gruber W. — Viei- Abliaudluufiou aus duiu Gebietc dor nicdiciiiistli-cbiruigischeu Auato- mie. — Berlin i847. O Houz6 A. Ue rAiiluoit. — Ilechorclies anatoiuiquos et physiolojiiiiiies sui les valvules des veinea (Th. pour le doctoiat eu iiii'd.). J'«m 1854. (^ Teucliini Lorenzo. — Sul bulbo giugulare iuferiore dell'uomo. Parma. - 63 - Prima di venire ai risultati delle mie indagini, credo conve- niente esporre brevemente la tecnica .seguita. Da prima, nei soggetti che servirono pei- I'esperienza, aperto il torace dal lato destro, dalla cava anteriore, senza previo alcun lavaggio, iniettava uu miscuglio di sego, cera vergine, olio di oliva e trementina, come gia ebbe ad usare il Tenchiiii nelle sue ri- cerche sull'uomo. Fatto cio, asportava il pezzo da esaminare, che faceva essiccare aU'aria a fine di dargli una certa consistenza, poi, dopo aver tolta la maggior parte del materiale d'iniezione coU'aiuto di una pinza, lo portava nell'olio essenziale di trementina, per togliere tutto quellu die rimaneva aderente alle pareti. Sitfatto raetodo pero non mi diede buoni risultati, prima per- che con i mezzi meccanici non si riusciva a togliere il materiale pastoso senza ledere le valvole, e la trementina non riusciva a pu- lire completamente, secondo perche il sangue rimasto coagulato te- neva aderente le valvole alle pareti delle vene, non permettendo quindi accurate osservazioni. Inoltre non mi riusciva possibile determinare la sufficienza o mono delle valvole stesse, perche, come or ora ho detto, o resta- vano inerti fisse alle pareti venose, oppure, forse per la density esagerata della massa d'iniezione a paragone del sangue, si chiude- vano soltanto dopo aver perraesso il passaggio ad una certa quan- tita di sostanza. E che in tal mode avvenisse si deve assolutamente ammettere perche negli equini, dove tal fatto notavasi, mai ho po- tuto constatare anastomosi tra la cava ed i suoi vasi affluenti. In altri casi infine si chiudevano incompletamente, sebbene in appa- renza, date il loro sviluppo, si dovessero giudicare sufficienti. Convintomi quindi che la tecnica usata non corrispondeva alio scope prefissomi, ho stimato opportune fare alcune modifiche. Innanzi tutto ho diviso I'operazione m due tempi ; nel primo, dopo aver aperto il torace nel modo piii sopra indicate, praticava il lavaggio delle vene, iniettando acqua dalle giugulari ; poi, per determinare la sufficienza delle valvole, fatto uscire il liquido, ripe- teva I'iniezione dalla cava anteriore ; ed allora, quando esse erano sufficienti, arrestavano completamente I'acqua, in case contrario questa passava oltre in maggiore o minore quantita a seconda del grade d'insufficienza. Talvolta, dopo (piest'operazione, insufflava dell'aria, ed anche in questo case, quando I'apparecchio valvolare era sufficiente, non passava oltre. - 64 Nel secondo tempo, iniettava dalla cava solo sego, potendosi questo piu facilmente togliere, dopo I'essiccamento, anche con una semplice pinzetta, ed il rimanente veniva allontanato in breve con la trementina, principalmente se portata alia temperatura di 50-60 gradi. Per evitare ressiccamento del vasi die dovevano essere esami- nati e che, quando le loro valvole erano state sufficienti, si riduce- vano, nella parte in cui il materiale non era passato, a semplici cordoncini, impedendo cosi I'esame dalle valvole stesse dalla loro faccia interna, ripeteva pure in quelli I'iniezione di sego in senso centripeto, oppure insufflava talvolta seraplicemente aria. Oporando in tal modo, i vasi rimanevano dilatati e le valvole, distese a guisa di diaframmi, si prestavano ad un accurate esame. Esposta cosi la tecnica da me usata, vengo senz'altro ai risul- tati delle mie indagini. Devo aggiungere pero subito che sebbene mi fossi proposto lo studio del sistema valvolare delle sole giugulari, come quelle che offre maggiore interesse, tuttavia avendo avuto opportunita di os- servare tutte le valvole dei vasi che sboccano nel cosi detto golfo delle giugulari, anche di queste rendero nota. EqUUS CABALLUS, EQ. AblNUS, EQ. MULUS. Le mie osservazioni sono state fatte sopra 45 soggetti, e cioe 18 cavain, 25 asini e 3 muh, e note subito che nessuna differenza esiste tra queste specie. L'eta di questi animali variava da 1 anno a 20 ; ed un solo esemplare apparteneva ad un feto di circa 8 mesi (asino). Venae jugulares. Intorno alle valvole che guarmscono lo sbocco delle giugulari nel confluente nessuna notizia viene data dai trattatisti, ad ecce- zione del Colin ('), il quale dice ; " E a notarsi che le valvole sono assai grandi nel punto dove una branca sbocca in un tronco o al punto di unione di due o di un maggior numero di grosse vene. Spesso allora esse si presentano sotto la forma di grandi lamine semilunari che si staccano dallo sperone risultante dall'unione delle due vene, come se ne vedono dei bellissimi esempi alia riunione (•) G. Coli n. — TraiW (le Pbysiologie compait'i; dcs aiiiiuanx. JDevxieme edition, Tome il, pag. 488, Paris i873. - 65 - delle due giugulari e delle omerali con la vena cava anteriore. Que- ste lamine si trovano qui cosi lunglie nel cavallo, per esempio, che il liquido spinto nella giugulare non passa immediatamente ne con facilita nolle bracliiali ; esso non rifluisce che dopo una'certa disten- zione della vena cava anteriore „. In varie altre parti afferma che le valvole venose non offrono mai un impedlmento completo. In tutti i casi da me esaminati, ciascuna giugulare al suo sbocco era fornita sempre di una valvola a due lembi, (V. fig. I-l) ad eccezione di due asini, nei quali a sinistra si avevano tre lembi. In ciciscuna valvola i due lembi sono diretti dall'alto al basso e daU'esterno all' interne, per mode che mentre superiormente si trovano divisi da quelli del lato opposto da una distanza media di mm. 18, inferiormente questa e ridotta a 6 mm., e nel loro insie- me le due valvole, guardate dalla cava, assumono la forma di un V coll'apice in basso. Dei due lembi, il mediale col margine aderente raggiunge e si flssa sullo sperone formate dalle due giugulari per continuarsi sulla volta e sul pavimento della cava, mentre il laterale raggiunge in avanti, col suo margine aderente, lo sperone che trovasi fra la giu- gulare e r ascellare, nel rimanente poi si comporta come 1' altro lembo. II prime si presenta molto piii sviluppato del secondo, infatti ha un'altezza media di mm. 15, mentre I'altro e alto solo 5 mm. La loro lunghezza, la distanza cioe fra le punte della semiluna, e varia, essendo in relazione dello sviluppo del confluente giugulare. Approssimativamente si puo dire che e di mm. 25 in un animale di media taglia. La disposizione dell'apparecchio valvolare quale e stata teste descritta, credo debba ritenersi normale, avendola potuta consta- tare nella maggioranza dei casi esaminati, e cioe in 3o sopra 45. Le variazioni che ho potuto notare verranno ora brevemente accennate : - 66 - — In 8 soggetti, le valvole delle due giugulari si presentavano disposte quasi verticalmente, ed inoltre i lembi di ciascuna val- vola avevano dimensioni quasi eguali, il mediale supeiando di poco il laterale. Fig. n. — In altri 2 casi (v. flg. II), una cavalla ed un asino, mentre la giugulare destra al suo sbocco si presenta normale, fatta ecce- zione deU'eccessivo sviluppo del lembo laterale che viene a sorpas- sare leggermente il mediale, la sinistra invece viene a sboccare al disotto deH'ascellare dello stesso lato e del dotto toracico, ed i lembi valvolari hanno una disposizione quasi orizzontnle: il supe- riore e molto piu sviluppato dell' inferiore. — In 2 asini poi, la giugulare di sinistra era fornita di tre lembi valvolari, eguali per dimensione e disposti in modo da ricor- dare le valvole semilunari dell'aorta. Fig. m. — Da ultimo in 1 asino (fig. Ill), la giugulare destra era prov- vista di un doppio apparecchio valvolare, il quale riproduceva qViasi esattamente un caso analogo osservato e descritto dal T e n c h i n i nell'uomo. Nel caso in questione lo sbocco della detta vena era for- nito di due lembi valvolari aventi dimensioni eguali, ed al davanti di questi stava un sepimento, disposto a guisa di diaframma, la cui apertura ellissoidale coincideva con la rima formata dai lembi ora accennati; si diiferenzia quindi da quello descritto dal Tenchini - 67 - per il solo fatto che in questo il foro del diafrainraa era ovale e djsposto trasversalmente. II diametro longitudinale del foro ellis- soidale era di mm. 9, il trasversale di 4. Sul valore d'un tale apparecchio vaivolare io non- oso pronun- ciarmi in modo assoluto, sebbene sia tratto a pensare che esso ol- tre che impedire il hbero corso del sangue, hmitando il lume della vena, non riesca di nessuna utilita alle valvole che si trovano ap- plicate dietro, se pnre non ne ostacola la chiusura al momento op- portune. II Tenchini invece a tale proposito si esprime molto diversa- mente, e cioe: " Si dovrebbe dire essere questo un tipo misto, comprendente insieme quelle delle valvole ostiali e quelle delle pa- rietali, e, nel senso funzioiiale, essere un apparato niolto piii va- lido a garantire il regolare corso del sangue „. Determinate cosi il modo di comportarsi deU'apparecchio vai- volare delle giugulari al lore sbocco nel golfo ed indicate le varia- zioni che mi fu date di osservare, rimane ancora da stabilire se esso sia 0 no sufficiente. Per questo mi valsi della tecnica piii avanti esposta, la quale mi sembra corrispondere perfettamente alio scope preflssomi. Tralasciando i primi casi, i cui risultati, a causa deirimperfe- zione della tecnica, riuscirono incerti, nei rimanenti 48 soggetti (') ho potuto constatare in 43 a destra e 40 a sinistra la perfetta suf- ticienza dell'apparato vaivolare era descritto, ed a cio mi prenie ancora aggiungere che in quel pochi casi, in cui il liquido riusciva ad oltrepassare le valvole ostiali delle giugulari, costantemente era trattenuto dalla valvola parietale che si trova in queste pochi cen- timetri piii avanti, come avro occasione di dire piii in la. In base a questi risultati credo poter senz' altro conchiudere che le valvole alio sbocco delle giugulari nel contluente sono nor- malmente sufficienti, e che se talvolta questo non avviene le valvole parietali, che trovansi poco avanti, ne completano i'ufficio. V. Axillares Le ascellari, al loro sbocco nel confluente sono munite ciascuna di una valvola a due lembi (fig. 1-2), i quah per la direzione ed il modo di disporsi poco si discostano da quelli gia descritti nelle giu- gulari, solo che nel maggior numero dei casi la loro inclinazione dal- I'alto in basso e daU'esterno all' interne e piii accentuata. (') Duiiiute la coniiiortiziouu di qiiesta muiuoria, ho avuto occasioue di o.ssfrvarc allii aiiiiuali, o per cii> il iiaiuero iier il valore fuiizionale 6 magglore di quelle per la raoifologia vaholaic Dei due lembi, il mediale col suo margine aderente raggiunge anteriormente, in comuiie con quello lateralo della giugulare dello stesso lato, lo sperone clie divide quest'ultima dall' ascellare, per continuarsi poi sulla faccia inferiore e superiore della cava. E alto in media mra. 10. 11 laterale, sebbene offra notevoli variazioni di volume non solo fra animale ed animale ma ancora nello stesso soggetto fra un lato e I'altro, tuttavia di solito e meno sviluppato del mediale, non raggiungendo in media che un'altezza di mm. 5. Esso, col suo margine aderente, in avanti s'impianta per un certo tratto sul segmento esterno dello sbocco dell'ascellare, per compor- tarsi nel rimanente come I'altro lembo. II tipo ora descritto si presenta molto costante, e le poche variazioni che si possono notare sono di solito di poca importanza. Cos! in un asitio, alio sbocco dell'ascellare di sinistra, il lembo la- terale era piii sviluppato del mediale ; in un cavallo, pure a sini- stra, faceva corapletamente difetto il lembo laterale, mentre il mediale era notevolmente piii sviluppato del solito. In due asini a sinistra ed in uno a destra, le valvole eraiio a tre lembi di cui uno mediale, disposto come suol essere nei casi normali, ai quali corrispondeva ancora per le dirnensioni ; gli altri due tenevano il posto del laterale ed erano necessarianiente piii piccoli di quanto questo mostrasi normalmente, avendo ciascuno un'altezza di mm. 5 ed una larghezza di mm. 9. Nel case di gia descritto (fig. II), nel quale la giugulare di sinistra trovavasi situata sul pavimento della cava, al disotto del- I'ascellai-e, in quest'ultima il lembo mediale era divenuto inferiore ed era molto sviluppato, mentre il laterale trovavasi in alto ed era assai ridotto. In un mnlo, i lembi mediali delle valvole ascellari, come quelli laterali delle valvole gingulari, s'impiantavano, anziche sul margine libero dello sperone che trovasi tra queste due vene, sulle sue facce, per modo che una parte di questo, alta circa \ ., cm., veniva a far sporgenza nella cava. A questo proposito devo ancora aggiun- gere che I'acqua, spinta da (juesta vena con una pressione che in qualunque altro soggetto sai-ebbo riuscita a sfiancare le valvole ed a passare oltre, nel caso pi'esente invece fu egualmente trattenuta. Sorge percio il dubbio che la disposizione anoniala ora descritta possa avere un'efficacia maggioi-e di quella che osservasi comune- mente. Da quanto son venuto esponendo, credo si possa conchiudere che anche le valvole delle ascellari normalmente sono sufficienti. - 69 - Infatti sopra 48 aiiimali esaminati, ossia sopra 96 ascellari, in 15 di queste soltanto I'acqua riusciva a passare, e fra esse poi in 13 I'insufficienza verifieavasi a destra, dal lato cioe in cui per I'esi- genza della tecnica era costretto ad aprire il torac^, dopo aver asportato I'arto. Si comprende quindi che ia vena in quistione, al inomento deU'esperienza, veniva ad essere piti o meno alterata, onde e lecito supporre che nelle condizioni norniali anche la per- centLiale d'insufficienza notata debba ridursi, infatti al lato sinistro, dove ogni cosa rinianeva al suo posto, si ebbero due casi sol- tanto d'insufHcienza. Venae mammariae intemae L'apparecchio vaivolare della vena mamrnaria interna e quello che presenta la minore stabilita di caratteri, poiche spesso varia nei diflferenti soggetti ed anche nei due lati. Nel maggior nuniero dei casi si hanno due valvole disposte, come nelle vene precedenti, dall'alto al basso e dall'esterno all'in- terno, solo si distinguono da quelle per essere maggiormente incli- nate, tanto da disporsi quasi orizzontalmente. Col loro margine aderente s'inseriscono in parte sullo sbocco della vena stessa i)er continuarsi poi sulla faccia interna della cava. I due lembi ora accennati hanno una larghezza media di mm. 10 ed un'altezza : il mediale di mm. 7, il laterale di 4 ; non di rado tanto I'uno che I'altro possono avere le medesime dimensioni ; tal- volta poi il laterale puo essere rudimentale ed il mediale svilup- patissimo, come in un mulo, in cui il primo aveva un'altezza di mm. 2, il secondo di 15. Talvolta gli sbocchi delle due mammarie sono ellissoidaU e di- retti dall'avanti all'indietro, parallelamente al piano mediano del corpo, e quindi le due valvole cambiano la loro posizione in modo che I'apertura da esse limitata e diretta nello stesso sense. In due soli soggetti non si aveva traccia di valvole, mentre in altri due mancava la valvola laterale. In un asino si aveva un'unica valvola anulare a guisa di dia- framma. Riguardo alia sufficienza, si puo stabilire che si avvera quando le valvole sono bene sviluppate, ossia circa nei 60% dei casi; nei rimanenti o si ha incompleta sufficienza, cioe si verifica il rigur- gito appena si accentua un po' la pressione, o insufticienza. - 70 - Ductus thoraciciis La presenza di valvole alio sbocco del dotfco toracico degli equini gia venne rilevata dal Girard (^), il quale a tale proposito dice: " II canaie toracico, alia sua terminazione nella vena bra- chiale, forma una dilatazione o seno, il di cui sbocco nella vena presenta una graude valvola, disposta in raaniera da impedire il riflusso del sangue nel canaie „. In nota poi aggiunge : " Malgrado questa valvola, il sangue rifluisce sovente nel canaie ; cio che si ossorva in tutti gli animali che muoiono di morte violenta, o che fanno dei grandi sforzi o che provano delle vive agitazioni morendo „. II Mangosio C) scrive : " Al luogo deU'apertura del canal to- racico nel sistema venose evvi un' ampia valvola, qualche volta dimezzata, disposta in modo da non lasciare introdurre il sangue nel canaie stesso „. II Lavocat (^) cosi si esprime : " II canaie toracico si riversa nel tronco venoso brachiale sinistro. II suo orificio e guarnito di una o di due valvole, che non sono assai sviluppate per potersi opporre intieramente all'entrata del sangue, sopratutto nel caso di morte violenta „. Ed il Patellani (') " 11 dotto toracico nel luogo dello sbocco nella vena presenta all' interne una valvola, la quale impedisce I'en- trata del sangue nel canaie, come il rigurgito della linfa „. (^) Strangev^ays, Johnston, Call (^) dicono che lo sbocco del canaie toracico e dilatato ed e guarnito di una valvola, che impe- disce il rigurgito del sangue. II Leyh (") scrive che alia terminazione del canaie toracico, la memhrana interna forma una valvola semilimare cite impedisce al sangue di penetrare nel canaie. II Frank C) afferma che lo sbocco del dotto toracico (} fornito d'una 0 due vclvole, nel maggior nuniero dei casi insufflcienti. (') J. Girard. — Traite d'Auatomie v6t6riuaire. — Troisihne edition, Tome second, pag. 266, Faris, 1830. C) i3. G. Maiijiosio. — Trattato di anatomia descrittiva e tisiologia veteriuaria. — I'arte III, pag. 240. Torino, 1847. (^) A. Lavocat. — Trait6 complut de I'auatomie dcs aiiiiiunix domt'stiques. — CiiKjuiiiinc II- vrainon. Deuxi&me partie, Pag. 117. Faris, 1848. C) Luigi Patellaui. — Abbozzo per uu trattato di anatoiiiia c tisiologia veteriuaria. — Vol. 11, Fag. 245. Milano, 1847. (5) Tlioraas Straugewys, J. Wilson Johnston, T. J. Call. — Descriptive anatomy of the Horse and domestic animals. — Fag. 358-9. Edimbiirg, 1870. (0) Fred^-ric A. Leyh. — Anatomie des auimaux domestiiiues. — Traduite de I'alleiiuiiuie par A. Zundel Fag. 503. Pren,?. 1871. 0 Ludw. Frank. — Handbuch der anatomic der llausthiere. — Fag. 893. lituttgart, 1871. -Ti- ll Colin C) ne fornisce indicazioni piu esatte, egli cosi scrive : " All' inserzione del canale toracico esistono due valvole semilunari, larghe ed assai sottili, son messe I'una di fronte all'altra e fissate al canale toracico per il loro bordo convesso : lasciarto tra di lore una fessura allungata la cui direzione e parallela all'asse dclla vena cava. Ne esistono due del tutto simili, uui assai piu piccole, sul- I'orifizio del tronco linfatico destro. Queste valvole, ber.che possano applicarsi esattamente Tuna sull'altra con il loro bordo libero, ed anche sovrapporsi, non si oppongono sempre ad un piccolo riflusso di sangue delle vene nel canale presso i solipedi : ma esse mettono a questo riflusso un ostacolo piia difficile a superarsi presso i rumi- nanti, il porco e gli animali carnivori, il di cui canale contiene ra- ramente del sangue „. II Martin (-) asserisce anche che alio sbocco del canale toracico trovansi due valvole. Ellemberger e Bauiu (") invece amniettono una e talvolta due valvole per impedire il refliisso del sangue dalla cava nel dotto toracico, pero non sempre tale apparecchio e sufficiente. Accennano ancora alia presenza di valvole alia terminazione del vaso linfatico in discorso Chau veau- Arloi ng-Losbre ('), il Bar pi (^) ed il Varaldi (*'). Nei solipedi lo sbocco del dotto toracico e guarnito di due lembi- valvolari semilunari, i quali con la parte mediana del loro margine aderente s' inseriscono sul contorno del detto sbocco, per conti- nuarsi in alto sulla faccia interna della cava, in basso sulla faccia interna della valvola mediale della giugulare di sinistra, quando lo sbocco e unico, di entrambi (^uando lo sbocco e doppio. Le due val- vole ora accennate vengono a limitare col loro margine libero un' apertura ellissoidale, diretta dall'alto in basso e dall' indietro in avanti e quasi parallela all'asse longitudinale della cava. In due casi che mi fu date di osscrvare, sembrava che la ter- minazione del dotto avesse subito un movimento di torsione sopra (') G Colin — Loc. cit., Pag. 213. (3) Paul Martin. — Lehibuch der anatoniie dtr Haustiorc. — II Band, I'ag. 033. Stuttgart, 1904. (2) W. Ellemberfjei- 11. Hanni. — Ilaiulbiuh der Vergleinclieudon anatomie der Haustiere — Pag. 724. Berlin, 1006. (*) Chauveaii, J. ArloinR, F. X. Le.sbre. — Anatomie compare des uniiiiaiix domesti.iuM. — CiniiuHvie edition. Tome dertxiime Pag. 333. I'ari^, lOO.'t. (5) U. Barpi. — CDiuiusndio d'anatomia doscrittiva del eavallo. eon ae.enui all' anal. >iinii dil hue, del niaiale e del cane. — Vol. II, Pag. 120. Pim, 1907. (») L. Varaldi. — Anatomia veterinaria. — Vol. II, Pag. 403. Alilano, Casa Edit. Vallardi. - 72 - se stesso dall' interno aU'esterno, traendo seco in questo sposta- inento le due valvole, le quali assumevano una disposizione a spi- rale, come pure ritorta veniva a trovarsi I'apertura da esse limitata. Aggiungo subito che per tale spostamento i due lembi non arri- vavano piii a corabaciarsi, donde ne derivava, come si vedra piu innanzi, una completa insufficienza. In due altri casi, al posto delle valvole, si aveva un vero e proprio diaframma, che portava nel mezzo un foro ellissoidale. In un altro individoo finalmente, il cui dotto toracico aveva doppio sbocco, in quelle di destra osservavasi un altro diaframma, ma incompleto, perche Tapertura ellissoidale raggiungeva superior- mente le pareti vasali. Dai risultati delle mie osservazioni, abbastanza numerose, si deve ammettere die normalmente alio sbocco del canale toracico trovansi sempre due valvole, solo per eccezione ve ne puo essere solamento una, la quale assume Ja forma di diaframma, con un foro nel mezzo. Quindi mi pare che il disaccordo fra gli anatomici pill sopra citati, intorno alle modalita presentate dall'apparecchio valvolare di questo vaso linfatico, dipenda dal numero assai hmi- tato di casi da essi presi in esame, per modo che ciascuno ha ri- tenuto come normale quella disposizione che gli e occorso di ve- dere. In quanto alia sufficienza o meno delle valvole ora descritte, ho potato conatatare che in 26 su 43 esemplari essa era completa; dei rimanenti, in 13 nei quali I'apparecchio valvolare era costituito 0 da un semplice diaframma piu o meno complete o da valvole disposte a spirale o poco sviluppate, pei- modo che i margini liberi non potevano mettersi a contatto, si aveva insufficienza; in 4 esem- plari, in cui il dotto aha sua terminazione era doppio, da un lato non si aveva rigurgito raentre si verificava dall'altro. Oltre alle valvole ora accennate, ad un centimetre circa da queste, ho potuto osservare, nei pochi soggetti in cui vi ho date uno sguardo, sempre altri due lembi valvolari, e due ancora piii avanti e quasi alia stessa distanza, tutti si bene sviluppati da farmi cre- dere alia lore sufficienza. Truncus lymphaticus dexter. Degli anatomici citati a proposito dell'altro grande vaso hnfa- tico, ricordano la presenza di valvole alio sbocco del tronco hnfa- tico destio solamente alcuni. - 73 - Cosi il Mangosio (*) dice : "II gran vaso linfatico destro, ovun- « que pero vada a terminarsi, la sua apertura e munita di una val- vola destinata alio stesso uso di quella corrispondente del canal toracico „. Strangeways, Wilson, Call (^) dicono die alio sbocco di questo vaso trovasi una valvola; il Colin C) afferma che vi e una doppia valvola semilunare e lo stesso asseriscono il Martin {% TEllemberger e Baum ('), Chauveau, Arloing, Lesbre ('). II Barpi (') accenna ad una valvola semilunare ed il Varal- di (*); " La sua apertura di sbocco e per lo pii:i sormontata da valvole. Alio sbocco di questo tronco linfatico trovansi sempre due belle valvole semilunari, bene sviluppate e di cui la fig. 1-5 da un'esatta idea. Esse sono abbastanza ample non solo per poter aderire con i lore margini liberi, ma per potersi addossare con una parte della loro faccia anteriore e formare come una cresta spor- gente nella cava, onde la pressione esercitata sull'altra faccia tra- sforma i lembi valvolari come in due archi addossati per parte della loro convessita ed il meccanismo cosi viene a renders! piii resistente. A seconda dell'ampiezza della vena linfatica, le predette val- vole presentano un'altezza che va da 2 a 7 mm. In quanto al valore funzionale, ricordero che gli autori piii so- pra citati lo considerano eguale a quelle del dotto toracico, nel quale si e visto che frequentemente si ha insLifficienza, mentre nella vena linfatica io non ho notato mai rigurgito essendo sempre le valvole sufflcienti. Bos TAURUS Ho potuto studiare questa specie in 11 soggetti, di cui 4 sol- tanto adulti, 4 vitelli da 1 a 5 mesi, e il rimanente feti da quattro agli otto mesi. (') C. G. Mangosio. — Loc. cit. pag. 241. I?) Thomas, Strangeways, J. "Wilaon Johnston, T. .S. C;iU. — Lac. cit. pag. :io'J. O G. Colin. — Loc. cit. pag. 102. {*) Paul Martin. — Loc. cit. pag. 933. C) W. Ellemberger, 11. P.aiini. — Loc. cit. pag. (") Chawveau, Arloing, Lesbro. — Loc. cit. pag. :i3S. C) Ugo Barpi. — Loc. cit. pag. 121. (*) L. Vaialdi. — Loc. cit. pag. 402. - 74: - V. lugulares externae Alio sbocco di ciascuna veaa giugulare esterna del bue tro- vansi due lembi valvolari (fig. IV- 1) disposti nello stesso modo di quelli corrispondenfci degli equini, dai quali differiscono soltanto per il fatto che il margine aderente del laterale si fissa sulla faccia cor- rispondente del setto situate tra la giugulare e Tascellare, inoltre il margine libero e molto piii incavato di modo che le valvole si avvicinano piii alia forma di un V anzicbe a quella semilunare, ed infine fra esse non si ha quella proporzione notata negli equini, potendo essere indifferentemente eguali o Tuna maggiore dell'altra. Fig. IV. In un vitello (fig. IV) la valvola mediale destra era alta mm. 4, larga mm. 14, la laterale alta mm. 7; un po' meno sviluppate quelle di sinistra. In una vacca di cinque anni, erano larghe mm. 20; alte le mediah mm. 11, le laterali 8. Due indivi'dui fra 11 non presentavano la disposizione valvo- lare ora descritta: uno (V. fig. V) ricordava quella della cavalla e dell'asino, riprodotta nella fig. II, solamente che lo sbocco della giugulare era al di sopra di quelle ascellare e non al di sotto ; I'al- tro al lato destro, aveva tre lembi: uno mediale, sviluppato, e due laterali, uno superiore I'altro inferiore, piccolissimi. Riguardo alia sufflcieuza, pur seguendo scrupolosamente la so- lita tecnica, i risultati delle mie esperienze sono stati diametral mente opposti a quelli ottenuti negli equini. Infatti in due soli casi sopra undici (un vitello ed un feto) ho potuto notare completa suf- ficienza delle valvole delle due giugulari esterne, ed in due altri, - 75 - (in un vitello a destra, ed in un bue a sinistra) solaniente da un lato; mentre in fcutti gli altri soggetti si aveva insutficienza. i Fig. V. Dai pochi casi osservati sarei quindi tratto a pensare che nei bovini normalmente I'apparecchic valvolare delle giugulari esterne sia insufficiente. Una tale circostanza credo non sia priva d'interesse, potendo a mio avviso, darci una spiegazione attendibile sul polso giugulare, il quale nei bovini, a differenza di tutti gli altri animali, si presenta molto accentuate. Diverse sono le interpretazioni che vennero date dai flsiologi e dai clinici per spiegare il polso venose in genere, ma tralasciando tutte le ipotesi che a tale riguardo sono state emesse, poiche cio esorbiterebbe dai limiti che mi sono proposto per questa memoria, ricordo solamente che dai piii si ritiene che esse sia determinate da una trasmissione di onda e non di massa. Ora se una tale spiegazione puo accettarsi per il maggior nu- mero dei casi in cui tale polso e appena percettibile, altrettanto credo non possa farsi per quelle dei bovini, nei quali di solito e talniente manifesto da peter essere rilevato anche rimanendo ad una notevole distanza dall'animale. In questo caso quindi penso debba trattarsi di una vera e propria trasmissione di massa, cosa che in questi animali, a differenza di tutti gli altri presi in esame, puo av venire con la massima facilita, data I'insufficienza delle val- vole situate alio sbocco delle giugulari, come pure insufficienti sono le parietali (V. nota III) disseminate lungo i detti vasi. Ho stimato conveniente insistere su questo argomento, oltru - 76 - che per la sua importanza, anche perche dalle ricerche bibliografi- che fatte non mi risulfca die alcun altro se ne sia interessato. Venae jugulares internae. In tatfci i casi in cui queste vene si aprono direttamente nel golfo giugulare, si trovano sullo sbocco di ciascuna di esse due lem- betti valvolari del tutto simili a quelli delle esterne, da cui differi- SGono soltanto per essere disposte verHcalmente (fig. IV-l'), faceva eccezione solaniente una vacca, in cui le due giugulari interne era- no niolto pill piccole di quanto sogliono essere normalmente, e le valvole tendevano piii airorizzontale che alia verticale, erano dirette cioe dairalfco al basso e da sinistra a destra. In un vi telle (fig. IV), la valvola laterale destra era alta mm. 6, larga mm. 7, la mediale alta mm. 5 ; a sinistra invece la mediale era alta mm. 7, la laterale 4. Quando le giugulari interne immettono nolle esterne, il loro sbocco e guarnito dalle ordinarie valvole ostiali, come tutte le altre vene affluenti. L'apparecchio valvolare delle vene giugulari interne e relativa- mente piu sviluppato di quelle delle esterne, ed e percio un p6 mono insufficiente. Uifatti in 8 giugulari su 21 la sufficienza e stata completa ; nolle altre si e avuto il rigurgito ma non con la facilita con cui veriflcavasi nolle altre giugulari. Axillares. Contrariamente a quanto si e visto negli equini, nei quali le valvole delle ascellari si presentavano con caratteri costanti e piut- tosto rari erano i casi anomali, nei bovini invece, almeno da quanto si puo dedurre dai pochi casi da me esaminati, non si ha una di- sposizione da potersi prendere come tipo, ma variano da un indi- viduo all'altro, sebbene entro certi limiti, per mode che mi e state possibile fare diverse categorie : A) In tre esemplari si avevano due lembi valvolari per cia- scuna ascellare; il mediate ricordava perfettamente il corrispondente degli equini, ed era alto, nel vitello della fig. IV, mm. 4 e largo 11; il laterale era piu o meno ndotto, cominciava dall'esterno e si ter- minava sul pavimento deila cava, prima di raggiungere I'altra punta della semiluna mediale. B) In quattro altri soggetti si avevano due lembi a destra simili a quelli del precedent!, e tre a sinistra. Di questi, uno era situate superiormente, gli altri in basso : il prime era molto svi- - 77 - luppato ed a semiluria, gli altri due, come piccolissime saccocce, cominciavano ciascuno presso un estremo dell'altro lembo e termi- navano sul pavimcnto della cava, senza toccarsi. C) In tre animali si trovavano due lembi valvolari al lato destro, perfettamente simili a quelli degli equini, ed al lato sinistro un solo lembo, rappresentante il mediale. D) Finalmente in una vacca vi era un lembo a sinistra e tre a destra, disposti in modo caratteristico : il lembo mediale ed il laterale erano normali, come negli equini, soltanto che i loro estremi infero-interni non si toccavano, ma eran distant! circa 3 mm. In questo spazio si sitaava la terza valvola, a forma di sonda, con la parte convessa rivolta al lume deirascellare; con I'estremo libero concavo, guardante nella cava ; coll'altro, curvo, flsso nelFangolo che forma I'ascellare con lo sperone che la divide dalla giugulare vicina. Questa valvola era larga mm. 3, lunga 12. Rigaardo al valore funzionale, ricordero che nei casi indicati alia lettera A. si aveva imperfetta sufficienza, poiche, sebbene in piccola quantita e non facilmente, un po' di hquido prendeva la via delle ascellari ; in quelU della B si verificava la stessa cosa, ma prevalentemente a sinistra, dove si avevano tre lembi, in quelli della C, perfetta sufficienza a destra, insufficienza a sinistra, perche I'unico lembo, pur essendo sviluppato, non arrivava a co- prire lo sbocco della vena ; nel caso riferentesi alia lettera D, si aveva pure insufficienza. V. mammariae internae Nei bue troviamo sempre due lembi valvolari, per ciascuna mammaria, che si comportano come nel maggior numero dei casi dogli equini, Notero soltanto che sono un po'piii sviluppati, e lo sperone su cui s'impianta il lembo superiore e molto lungo, triangolare, con I'apice rivolto in avanti. Ductus thoracicus Riguardo alle valvolo di questo vaso linfatico, poco rimane da aggiungere a quanto si e detto per quelle degli equini, poiche, sia unica o multipla la sua terminazione, ordinariamente ogni sbocco e fornito di due lembetti semilunari simili agli ordinari dei prece- dent! animali. In duo esemplari (V. fig. IV), alia terminazione di un ramo linfatico che metteva nel tronco formate dalle due giugulari interne - 78 e che proveniva dai gangli prepettorali di sinistra, si notava una piccola valvoletta disposta in modo da ricordare I'apertura del guscio della chiocciola. Data questa disposizione, si comprende come essa non poteva impedire il rigurgito. Devo ora spendere due parole sulla terminazione del canale toracico di una vacca, date il modo caratteristico con cui si verifica : II canale sembra che sbocchi con un unico ramo al disopra della giugulare esterna sinistra, dove questa sta per flnire, e con una dilatazione grande quanto un piccolo novo di colomba. Aperta questa dilatazione, si vede che il suo fondo si dispone ad imbuto e da in un canaletto, che scende verticalmente tra la giugulare e I'ascellare sinistra, e, giunto presso la cefalica, s'incurva posterior- mente, risale un poco, e va ad aprirsi, con un piccolo orifizio, tra la valvola ascellare mediale e quella giugulare laterale, su di uno sperone trasversale ben sviluppato. Su questo sbocco non si trovano valvole, pero ve ne sono due parietali formate da due lembetti ciascuna, lungo il canaletto, le quali hanno impedito il rigurgito del hquido. Per la grande vena linfatica non ho da aggiungere nulla a quanto si e detto per gli equini. OVIS ARIES — CaPRA HIRCUS Ho studiato queste due specie in 6 esemplari, di cui 4 appar- tenenti aha prima e 2 alia seconda, ed ho riscontrato, tanto nel- I'una che nell'altra una grandissima analogia con quanto si'osserva negh equini, sia per I'apparecchio valvolare, come per il numero delle giugulari. Infatti, contrariamente a quanto affermano gli ana- tomici, abbiamo potuto assodare che non esistono le giugulari in- terne nei nostri piccoli ruminanti. Le due valvole che guarniscono lo sbocco delle giugulari sono state sufflcienti in 4 casi, negh altri 2 hanno lasciato passare il liquido, il quale pero e state completaraente fermato da altre due valvole poste circa 1 cm. piu avanti, immediatamente dope lo sbocco di una vena proveniente dalla regione laterale del collo. Anche le due valvole delle ascellari, e cosi quelle degh altri vasi (la noi considerati, si son mostrate completamente sufflcienti. - 79 - SUS SCROPHA Le mie indagini nel maiale sono state limitate a /|uattro ani- mali, i soli che mi e stato possibile avere in condizione da poter esser utilizzati per uno studio accurate. I risultati pero mi sembrano ugualmeiite interessanti, onde stimo conveniente renderne breve- mente conto. Di questi esemplari uno apparteneva ad un feto a termine e tre avevano un'eta varia da 1 a 2 anni. V. Jugulares externae Le due vene giugulari esterne al loro sbocco nel tronco brachio- cefalico sono munite di due larghe valvole, le quali, nel soggetto piu adiilto, misuravano mm. 12 di larghezza e 6 di altezza. Esse inoltre si mostrarono completamente sufficient! (fig. VI-1). V. Jugulares iniernae Queste vene sono provviste, alia loro terminazione, di due lembi valvolari semilunari: uno mediale, Taltro laterale. II prime aderisce, col margine convosso, alia parete interna del ti'onco brachio-cefalico; ii secondo s'impianta sullo sperone della propiia vena, guarda nel lame del detto tronco, ed e piij sviluppato del precedente (fig. VI-1). Kig. VI. In un animale di media taglia il lembo mediale era alto mm. 4, il laterale 7; entrambi larghi mm. 10. In un case la giugulare interna sinistra era munita di 3 lem- bi: uno mediale, normale, e due laterally a saccoccia e piccolissimi (fig. VI-1). - 80 - La giugulare interna destra, in un altro individuo era priva di valvole. Quando le valvole esistono, sono sufficienti. V. axillares Alio sbocco delle vene ascellari trovansi ordinariamente due lembi valvolari, uno mediale e I'altro laterale che ricordano molto bene quelli degli equini. In un animale di media taglia, il lembo mediale era alto mm. 5, il laterale 3; entrambi larghi m'm. 12. In un maiale I'ascellare destra era provvista del solo lembo mediale. In un altro, ambedue le ascellari mostravano tre lembi valvolari, il mediale normale (largo mm. 12, alto 4), e due laterali meta piu piccoli (fig. VI-2). Nei casi in cui i lembi erano due la sufficienza era completa; nei rimanenti si aveva insufflcienza. V. mammariae internae Nei quattro animali esaminati si notavano sempre due lembi valvolari per ciascuna vena, del tutto simili a quelli degli animali procedenti, e due volte solamente sufficienti (fig. VI-3). In quanto alle dimensioni, erano larghi mm. 7; il superiore alto mm. 3, I'inferiore 1. Ductus thoracicus II canale toracico ho potuto soltanto osservarlo in 2 animali, dei quail in uno finiva ad ampolla, come piccolo bulbo, nei punto d'incontro tra le due giugulari sinistre e I'ascellare; il fondo di que- sta dilatazione era hmitata da una lamina membranosa, resistente, avente nei mezzo un foro ovale, e, date lo spessore della lamina stessa, i margini di quest'apertura, in qualsiasi sense venisse la pres- sione, non potevano ravvicinarsi ed il rigurgito necessariamente si doveva avere. Nei secondo animale (fig. VI, 4) il canale hnfatico terminava con una dilatazione, allungata e caratteristica, sul cui pavimento, e verso la parte piu rigonfia e ricurva, si notava una doccia, che ri- tornava dall'avanti all'lndietro per aprirsi nei tronco brachiocefalico sinistro, con un foro quasi simile a quelle precedente. Qui vi era un rudimento di valvola, quasi a ferro di cavallo, ma neanche questa poteva impedire il rigurgito. Dato lo scarso numero dei casi esaminati, non credo poter - 81 - trarre alcuna conclusione, tanto piu che le due sole osservazioni si tiovano in contrasto con quanto afferma il Colin, il quale dice che nel maiale si ha piii difflcilmente il rigurgito del sangue di quanto suole avvenire nei solipedi. Credo quindi che p6r poter ri- solvere la quistione definitivamente altre ricerche occorrano in proposito. Truncus limphaticus dexter. In tre animali si avevano i soliti due lembi semilunar! suffi- cienti (fig. VI, 5). Nel quarto soggetto lo sbocco di questo vaso era provvisto di tre lerabi valvolari : uno mediale^ guardante nel tronco brachio-ce- falico destro, molto sviluppato, e due laterally fissati col margine convesso sulla parete esterna del detto tronco. Non erano suffl- cienti. Sulla parete interna dello stesso tronco brachio-cefalico si apri- vano altri due vasi linfatici, bene sviluppati, i cui sbocchi erano muniti di due valvole semilunari e sufficienti. La valvola laterale, rivolta alia cavita del tronco, era tre volte maggiore della mediale irapiantata sulla suddetta parete. Canis familiaris. Questa specie e stata studiata in 8 individui, di cui 4 piccoli, da lusso, e 4 grossi, uno di S. Bernardo, un altro cane da loresa^ il settimo Danese, I'ultimo Levriere Riisso. V. jugulares externae. Le giugulari esterne sono provviste di duo lembi valvolari, uno mediale, I'altro laterale, inclinati dall'alto in basso e daU'interno al- I'esterno. Hanno una forma perfettamente semilunare, per lo piii sono quasi eguali, pero uno puo svilupparsi un poco piii dell'altro. (fig. VII, 1). Nel cane Danese eran larghi mm. 13, alti 9 ; in un cane pic- colo, larghi mm. 5 e alti 3. Faceva eccezione il cane di S. Bernardo il quale invece di duo lembi, ne aveva a destra 3, uno mediale, gli altri latorali. 11 prime, como una semiluna ])Osta verticalmente, s'impiantava sullo sperone che divide la giugulare esterna dalla interna, era alto mm. 7 e largo 10; gli altri due, foggiati a saccoccia, erano disposti I'un sopra I'al- tro e s'inserivano sulla parete esterna della vena, spingendosi il su- - 82 - periore sulla volta e Tinferiore sul pavimento di questa sino a toe- care le due punte della s-^miluna mediale. La valvola superiors era larga mm. 7, alta 5 ; I'inferiore larga 9 0 alta 4 mm. Fig. vn. Al lato sinistro si aveva una disposizione aiialoga, pero con 4 lembi, uno mediale e tre laterali, molto piccoli. Salvo in quest'ultima vena, in cui la sufflcienza valvolare non e stata completa, in tutti gli altri casi si e avuta perfetta. V. jugulares internae. Lo sbocco di questi vasi e munito ordinariamente di due lembi valvolari simili a quelli delle esterne, e piu o meno sviluppati a seconda del volume die le giugulari stesse acquistano (fig. VII, 1'). Soltanto in un animale al lato sinistro e nel cane di S. Bernar- do in ambo i lati si aveva un sol lembo, il quale rappresentava il laterale ed era abbastauza ampio per compiere da solo Tufflcio a cui era destinato. Anche qui rapparecchio valvolare e stato sempre sufficiente. V. Axillares. Alia terminazione delle ascellari nel tronco brachio-cefalico tro- vansi costantemente due lembi valvolari disposti come nei casi nor- mali delle specie procedenti, e rassomiglianti moltissimo a quelli degli equini. - 83 - Qui ancora di piu notasi la differenza di sviluppo tra i due lembi, poiche il mediale e sempre molto piu ampio del lateraJe (fig. VII, 2). Nel cane Danese queste valvole erano larghe mm; 14 ; la me- diale alta ram. 9, la laterale 2. Sempre perfettamente sufficient!. V. Mammariae internae. Queste vene, giunte a qualche centimetre dalia cava anteriore, si riuniscono in un sol tronco, il quale si apre nel predetto vase, nella direzione e pii^i o meno vicino alio sperone che sta tra i due tronchi brachio-cefalici (fig. VII, 3). Proprio sullo sbocco del suddetto tronco nella cava non si vede altro che un piccolo sperone nella parte anteriore, pero uno o piu millimetri piu sotto si notano due piccolo laminette valvolari falci- formi, dirette dall'avanti e ilall'esterno all'indietro ed all'lnterno, tal- volta dall'interno ail'esterno. Nel cane Danese erano alte circa mm. 3. Si presentarono sufficient! in un solo case. Ductus thoracicus. Trunmts lymphaticus dexter. Sei animal! sopra 8 presentavano, secondo il solito, due lembi valvolari perfettamente sufficient!. In un cane non vi era traccia di valvole alia terminazione di quest! tronchi, pero ve n'erano due, come le ordinarie parietal!, circa un centimetre prima e queste non impedivano del tutto il rigur- .gito. Nel cane da presa il canale toracico flniva con duo rami in una dilatazione molto ampia, circa quanto un novo di colomba, e questa, nella parte anteriore immetteva in uno stretto canahno, il quale girava sul lato mediale del tronco brachio-cefaUco sinistro e si apriva di lato alia valvola mediale della giugulare esterna. Sullo sbocco s'impiantavano due lamine valvolari, la laterale circa il dop- pio piu alta della mediale. La grande vena linfatica terminava nell'angolo tra I'ascellare e la giugulare esterna destra ed il sue sbocco era munito di una lamina valvolare di forma irregolare, la quale presentava verso la parte superiore una piccola apertura ovoidale, ed i cui margin! po- tevano benissimo, a tempo opportune, unirsi per occludere comple- tamente il fore. Sui fori terminal! degli altri piccoli canalini linfatici, die qua e la sboccano nei tronchi brachio-cetahci, trovans! o due lembetti - 84: - valvolari semilunari, o uno solo molto sviluppato, oppure la val- vola e parietale qualche mm. prima della terminazione. Nel cane Danese il canale toracico terminava con tre rami in una grossa ampolla (v. fig. VII, 4) e questa si apriva alio stesso punto di queJla del cane da presa, ma il suo sbocco era occluso da una la- mina, la quale era forata due volte per dar passaggio alia linfa e questi fori potevano chiudersi per il riavvicinarsi dei margini, quando la pressione veniva dalla cava, ma non perfettamente. Felis domestica. Nei 3 soggetti in cui questa specie e stata studiata, non si sono notate differenze da quanto normalmente osservasi nel cane. CONCLUSIONI. Jugulares internae et externae. V Alia terminazione delle giugulari, mettano esse capo nel golfo giugulare (equini, bovini, capra e pecora) o nei tronchi-bra- chio-cefalici (maiale, carnivori), si hanno normalmente due valvole semilunari. 2" Le variazioni sono piuttosto rare ; cosi nei solipedi si pos- sono trovare tre valvole (2 volte a sinistra su 43 soggetti) ; lo stesso dicasi dei bovini (1 v. alia giug. esterna destra su 11 sogg.), e del maiale in cui, oltre a trovarsi i detti tre lembi (1 v. alia giug. int. sin. su 4 sogg.), si puo notare I'assenza completa di valvole (1 v. nella giug. int. dest.) ; nel cane le variazioni sono meno infrequenti e piu varie, difatti si puo avere un solo lembo (1 v. alia giug. int. sin. ed 1 v. alle due giug. int. su 8 sogg.), oppure tre (1 v. alia giug. est. dest.) ed anche quattro (1 v. alia giug. est. sin.). 3° Queste valvole sono negli equini normalmente sufficienti (43 volte a destra e 40 a sinistra su 48 sogg.), e nei pochi casi in cui questo non si verifica, le valvole parietali che trovansi qualche centimetre avanti nolle giugulari impediscono il riflusso. 40 Nei bovini invece le valvole delle giugulari esterne si pos- sono ritenere insufficienti, poiche sopra 11 sogg. in 2 soltanto non si e avuto il rigurgito in entrambi i lati, ed in un case a destra ed in un altro a sinistra ; quelle delle giugulari interne danno una per- centuale d'insufficienza minore, perche di 21 giug. interne, 13 sol- tanto hanno lasciato passare il liquido. 5" L'insufficienza dell'apparecchio valvolare dei bovini spiega, - 85 - a mio credere, il polso giugulare cosi evidente in questi animali, perche quivi e possibile la trasmissione di massa non solo quella di onda ; e rinsufficienza deile valvole concorda con la loro confor- mazione, perche esse tendono a ridursi, avendo perduto la forma semilunare ed essendosi avvicinate a quella di ferro di cavallo, a danno deH'anipiezza delle facce, e quindi si comprende come non possano corabaciare. 6" Nella pecora e nella capra le valvole giugulari sono suf- ficienti, e nei 2 casi sopra 6 in cui tali non sono stati, si e veri- ficato quello che si e visto negli equini ; anche nel maiale sono sufficienti, e lo stesso e dei caruivori, nei quali I'insufficenza e ec- cezionale, aveiidola notata solo nel cane ed in un sol case. Axillares. 1" Alio sbocco delle ascellari trovansi normalmente anche due lembi valvolari. 2" In queste vene pero i casi di variazione sono piu frequenti che nelle giugulari; negli equini puo mancare il lembo laterale (1 cavallo al lato sinistro), possono trovarsi tre valvole (2 asini a sin. ed 1 a dest.). Molto maggiori sono le variazioni nei bovini: di 11 soggetti in 3 soltanto si avevano i due lembi in arabedue le ascel- lari, in 4 altri animali se ne trovavano due a destra e tre a sini- stra, in altri 3 sogg. due lembi a destra ed uno a sinistra, nell'ul- timo un lembo a sinistra e tre a destra. Nel maiale si hanno anche spesso variazioni, difatti di 4 esemplari, in uno a destra vi era il solo lembo mediate, ed in un altro tre lembi in ambo i lati. Nei X)ic- coli 7'uminanti e nei carnivori non ho notato variazioni. 3" Anche queste valvole negh equini sono normalmente suf- ficienti, perche di 96 ascellari solo in 15 e passato il liquido, di cui 2 a sinistra e 13 a destra, pero da questo lato veniva aperto il torace, onde e da credere che se si fosse lasciato tutto intatto non sempre I'insufficieiiza si sarebbe verificata. Nei bovini sono frequen- temente insufficient! ; nel maiale, di 8 ascellari, 3 permettevano il rigurgito ; nei piccoli rumlnanti e nei carnicori sempre sufficienti. V. Mammariae. Alio sbocco di queste vene 1 rovansi due valvole ; solo negli equini in due casi mancavano, in altri due faceva difetto la late- rale, in un asino si aveva una valvola anulare. In tutti gli animali esaminati sono spesso insufficienti. - 86 - Ductus thoracicus. 1° Lo sbocco del dotto toracico e guarnito di 2 valvole se- milunari. 2" Le variazioni die ho potuto notare sono : negli equini, di 43 casi, in tre si aveva una valvola a diaframma, dei quali uno iu- completo ; nel hue raancavano una volta alio sbocco, ma trattavasi del caso speciale descritto a pag. 18 ; nel cane, di 8 soggetti uno non aveva valvole alio sbocco, ma ve n'erano piu sopra, in un altro si nolava una disposizione irregolare. 3" Negli equini sono state sufficienti 26 volte sopra 43, e 13 insufficienti, inoltre in 4 casi in cui si aveva doppio sbocco in uno di questi le valvole erano sufficienti nell'altro no, quindi si puo dire che sono sutficienti nel 60 7o circa; nei ruminanii e carnivori sono sufficienti, nel maiale di 2 casi in uno non vi era valvola, nell'al- tro era insufficiente. Truncus lymphaticus dexter. Questo vaso ha sempre due lembi valvolari semilunari suffi- cienti; solo nel maiale una volta ho visto tre lembi e nel cane uno, a forma di diaframma forato irregolarmente, ed in un altro non si notavano valvole alio sbocco ma se ne trovavano piii in alto. Dalle mie ricerche risulta ancora che in generale I'apparecchio valvolare che piia risponde alio scope e quelle costituito di due val- vole, meno efficace si mostra quando e formate da una sola, da tre 0 da quattro. Quando vi e una sola valvola, e quasi sempre la mediale, la quale assume un'ampiezza maggiore, tanto che spesso riesce da sola ad impedire il rigurgito. Le variazioni negli equini sono piu frequenti nell'asino e nel mulo che nel cavallo. In tutti gh animaU le variazioni sono piii frequenti al lato si- nistro anziche al destro, cosi, delle 36 variazioni notate nelle diflfe- renti vena, 23 volte esse si avevano a sinistra e 13 a destra; questo trova riscontro con quanto e state osservato nell'uomo da molti ricercatori. NoTA 1. — Durante lo mie osservazioni suUe valvole del goKb, ho creduto bene poi-tare la niia atienzione aaclio sulle parietali clie si trovano lungo il de- corso delle giugulari, essendo intoino a questo uon coneordi gli anatoraici. Cosi: - 87 - II Gurlt (•) dice serapliceraeute che lungo le giugulari degll equini \i sono 2-3 sine a I imia di valvolc: il Pate Hani {-) anche scrive die se ne truvano tre-quattro pnia : il Lavocat C^) ne parla piii distesaraente ed afferma clie: « di distanza in distanza, la giugulare e giiarnita di valvole assai regolarraente disposte e serapre triple ». Il Colin C) si esprime in questo modo: « Presso il cavallo no ho contate sette lungo la giugulare, di due ciascuna, e non di tre, come si dice nei trat- tati di anatoraia degli aniraali domestici, dal golfo sino airunione della facciale con la glosso-lacfiale ». II Frank {^) asserisce che lungo le giugulari si Irovano or dinar iamente 5 paia di valvole nel terzo posteriore. E il Martin (*): « 11 terzo craniale della vena giugulare e priva di val- vole; solo sullo sbocco dei rami che la forraano trovansi valvole. Nei due terzi caudali se ne trovano di regola 5, in parte disposte in tre ». Ellemberger e Baura (') dicono die: « Nella parte cauciale di ciascuna vena giugulare si trovano da 2 a 5 paia di valvole, la parte craniale ne e priva ». Nella giugulare degli equini, considerando I'origine di questa dalla riuniono del tronco temporale superficiale con la raascellare interna, sino a 4-5 cm. dal confluente, ho trovato da 5 ad 8 valvole: di queste, 4-6 dope lo sbocco della glosso-facciale, 1-2 innanzi. La prima valvola posta dope la confluenza delle due radici della giugulare, e incostanto e puo avere due o tre lembi. La second a e messa poco in avanti dallo sbocco della glosso-facciale, e co- stante e risulta sempre di due lembi. Le altre 4-6 valvole trovansi nei due terzi posteriori del tratto venoso che sta dopo la terminazione della glosso-facciale. Esse hanno fra loro una distanza pressoche uguale, di 4-6 cm., pero una puo trovarsi a qualche millimelro dal- I'altra oppure a 9-10 cm. Quella che prima s' incontra verso la meta del collo e formata ordiuaria- mente di due lembi, ma spesso risulta di tre. L'ultima, quella cioe situata qual- che cm. avanti le valvole del golfo, ha due lembi soltanto, in rari casi pud averne tre. Le altre interposte son formate ordinariamente di tre lembi e spesso una di esse ne ha quattro, specialraente nell'asino. NoTA II. — II Pate Hani, a pag. 244 del testo citato, dice che: « II dutto toracico sbocca nella vena ascellare sinistra, alio volte nella cava anteriore o nella giugulare sinistra. Il tronco tracheale destro s'apre nell'ascellare destra oppure neH'altro condotto latteo », II Lavocat (pag. 117 loc. cit.) dice che: « II canale toracico si apre nel (') C. F. Gurlt. — Zusatz zu den Auatomischon AbbiUlmiguu dor Ilaussiiugetliiere. Pag. 5S3, Berlino 1829. (*) L. Patellaui. — Loc. cit. pag. 314. (') A. Lavocat. — Loc. cit. pag. 41. {*) G. Colin. — Loc. cit. pag. 487. (*) L. Frank. — Loc. cit. pag. 117. (*) P. Martin. — Loc. cit. pag. 897. C) W. Ellemberger uud U. Bauui. — Loc. cit. pag. 704. tronco venoso brachiale sinistro; che talvolta la terminazione si fa con due tronchi i quali si aprono ciascuno nel tronco brachiale corrispondente, cbe la sua terminazione puo aver luogo, dal lato sinistro, con piu divisioni che si aprono nel tronco brachiale e nelle vene vicine; e che talvolta resta sempre a destra e si apre nel tronco brachiale destro, isolataraente o dopo essersi unite al canale linfatico destro. II tronco linfatico destro si termina ordinariamente nel tronco venoso brachiale destro ». II Girard (pag. 266 loc. cit.) dice che terraina alia base del tronco venoso brachiale sinistro: assai sovente il canale toracico si riversa nel tronco bra- chiale destro talvolta anche alia somrnitd delta i^ena cava anteriure. A p. 278: « II tronco linfatico destro si terraina il piu sovente nella vena brachiale de- stra; talvolta si riunisce al canale toracico, altra volta, si apre a lato di que- st'ultirao condotto ». Strangeways, Johnston, Call (pag. 358 loc. cit.) amraettono che il ca- nale toracico pud sboccare nelFascellare sinistra o nella cava anteriore e dicono poi che la vena linfatica destra sbocca nel golfo giugulare. II Leyh ( pag. 503) afferma anche che il canale toracico normalmente sboc- ca nella vena ascellare sinistra, e che talvolta sbocca nella destra, oppure nella cava anteriore, e che la vena linfatica destra si riversa nell'ascellare destra, tal- volta nell'altro canale linfatico. Nei 48 equini da me osservati, non ho visto mai sboccare il dotto toracico ne la grande vena linfatica destra nelle ascellari. II dotto toracico si apriva o con un solo sbocco nel conlluente giugulare al lato sinistro, come indica la fig. II, o vi terminava con due rami di cui uno a sinistra I'altro a destra della linea raediana {v. fig. I). La grande vena linfatica sboccava, nel maggior numero dei casi, nel golfo giugulare a destra della linea mediana, di lato al canale toracico ; spesso, quan- do il predetto vaso aveva due rami terminali si apriva tra questi (fig. I). Ab- biamo visto talvolta la vena linfatica formata da quattro o cinque canaletti che partivano dai gangli prepettorali, si anastomizzavano qua e la fra di loro, e linivano coll'unirsi in due tronchi; di questi uno metteva neirarapolla termi- nale del dotto toracico, I'altro si riversava in un'altra dilatazione, posta al lato destro della precedente, ed in cui arrivava anche qualche linfatico dei gangli sotto-tracheali. In parecchi soggetti abbiamo osservato delle anastoraosi tra i due grossi tronchi linfatici, rappresentate da uno o piu rami variamente in- trecciati. Ho creduto necessario fermarmi su questo argomento non colFidea di ripor- tare cose nuove, essendo quanto abbiamo detto gia riferito quasi nello stesso modo da tutti gli anatomici piii recenti, ma perche nell'angolo formate dall'in- contro della giugulare coll'ascellare, in queste ultimo abbiamo notato che spesso a destra e quasi sempre a sinistra mette foce non un vaso linfatico, ma una vena, la quale da nessuno vieno ricordata. Questa in poclii soggetti era rappre- sentata dalla vena soprascapolare, ma nel maggior numero dei casi era una pic- cola vena proveniente dalla regione della punta della spalla, faccia interna In qualche animale essa veniva dalla parte postcriore della laccia laterale del collo. NoTA III. Nella giugulare esterna del bue trovansi da cinque ad otto val- vole; trc di due lembi ciascuna, si trovano costantemonte nel tratto compreso - 89 - tra la confluenza del tronco temporale superficiale con la mascellare interna e la terminazione della glosso-facciale ; le altre due o cinque nella raeta poste- riore del rimanentc della vena. Ordinariamente risultano di due lembi, talvolta qualcuna ne ha tre. Lunt^o la giugulare interna, dallo sboeco della vena tiroidea sin presso il golfo giugulare, trovansi da cinque a soi valvole, con due lerabi, meno una in- terposta che ne ha tre. NoTA IV. In un vitello di quatlro mesi, tra la vena cefalica destra e I'ascel- lare corrispondcnte, a circa un centimetro prima della loro terminazione, no- tavasi un rarao anastomotico lungo mm. 15, spesso 4. In un feto di ([uattro mesi circa si vedevano, presso il confluente giugulare, due anastomosi trasvor- se : una tra la vena ascellare destra e la giugulare estcrna dello stesso lato lunga mm. 4 e spessa 2; I'altra tra la stessa ascellare e la giugulare interna de>;tra. Questa circonda la vena giugulare destra esterua, cd e lunga mm. 18, del diametro di 4. NoTA V. Nella giugulare dei piccoli ruminanti trovansi anche delle valvole le quali non differiscono sia per il numero che per la disposizione da quelle che occupano le esterne dei bovini. In una pecora, verso la meta della luiigliezza della giugulare destra, trovavasi una valvola a forma di dialramma largamente forato. NoTA VI. Lungo la giugulare esterna del maiale si trovano cinque valvole, cominciando daU'origine del tronco temporale superliciale sino a circa due cen- liraetri avanti lo sboeco deH'ascellare. Tre, di due lerabi ciascuna, si trovano nel terzo posteriore della vena ossia una due centimetri circa avanti quella della giugulare esterna nel tronco brachio-cef'alico, e le altre due a distanza 'li tre centimetri I'una dall'altra. Gome negli altri animali dallo sboeco della glosso- facciale verso la parte posteriore della vena esiste uno spazio piuttosto lungo privo di valvole. Subito avanti la glosso-lacciale, se ne trova un'altra di due o tre lembi e lo stesso dicasi di quella situata piii in alto. Nella giugulare interna ho potuto osservare solamente due valvole di tre lerabi ciascuna : una tre centimetri avanti la sua terminazione nella giugulare esterna, Taiti-a alcuni centiraetri priraa della precedente; questa arriva sino alia raeta della vena, se la si considera formata dope lo sboeco della tiroidea. NoTA VII. Lungo la giugulare esterna del cane trovansi tre valvole di due lembi ciascuna. Una e posta subito innanzi lo sboeco della glosso-facciale e due nel terzo posteriore del vaso ; dista I'ultima circa due centimetri da quella del tronco brachio-cefalico, I'altra e alia stessa distanza delle precedente. Nella giugulare interna, nel tratto corapreso tra lo sboeco della tiroidea an- teriore e la terrainazion?, se ne possono avere una o due, ed in alcuni casi non ve ne e aliatto. - 90 - U. 18T1TUTO TECMICO DI GKNOVA Cescrizione d'un nuovo Grillacride di Timor PEL DoTT. ACHILLE (xRIFFINI. La specie che sto per descrivere fa parte delle collezioni di Grillacridi del Civico Museo di Storia Naturale di Genova, che re- centeraente lio studiate unitaraente a quelle del K, Zool. Museum di Berlino, pure statemi comunicate in esame, e sulle quail sto pub- blicando il risultato delle mie osservazioni. Questa specie, unica dell'isola Timor, oltre che per I'habitat particolare si distingue anche per un complesso di caratteri tale, che repute opportuno descriverla separatamente, non includendola neppure nel mio studio monografico sui Grillacridi della Nuova Guinea o negli studi sulle specie malesi di questa famigha. Geyllaoris Loriae n. sp. 9 Magfiifica species, verisimiliter jjroxima Gryllacricli moestissi- mae Brunnei*. Corpus robustum, castaneo-ferrugineum nitidum; pro- noto nigerrmio, metazona et parte postica lohorum lateralium flavida : cajjite majusculo, castaneo-ferrugineo, macidis ocellaribus flavis acide delineatis, quarum frontali magna, scidiformi, macidis fastigii ver- ticis parvis, lateralihus ; elytris testaceis, latis, abdomen modice supe- rantibus, venis venulisque concoloribus ; alls, cxcepto apice marginis antici elytris simile, venulis pallidis distinde hyalino circumdatis, areolis brunneis ; pedibus ferrugineo-castaneis, basi flavidis ; oriposi- tore valde falcato-incurvo. Longitudo corporis mm. 39 „ pronoti „ 8.4 „ elytrorum „ 37.2 „ femorum anticorum „ 12 „ femorum posticorum „ 21.8 „ ovipositor is „ 15 Habitat : Timor-Cupan. Tyjjus: 1 V (Musaei Civici Hist. Natur. Januensis) a D.^'o L. Loria " aprile 1889 „ collecta. Caput maiusculum. Occiput elevatum, valde convexum. Fasti - 91 - gium verticis rotundatum sed anterius leviter depressum, lateribus obtusiusculis, articuli primi antennarum latitudinem 1 V2 superans, inferius sub lente verticaliter minute rugulosum. Frons sub lente transverse minute rugulosa, inferius depresso-concaviuscula, utrin- que puucto impresso maiusculo praedita. Sulci suboculares superne subtiles^inferius latissimi et profundiusculi, valliforraes. Clypeus valde elongatus et sat angustus, fere triangularis: labrum modice magnum. Color capitis castaneo-ferrugineus pulcherrimus, nitidissimus, clypeo pallidiore, fere testaceo, labro etiam sed minus pallidiore, mandibulis concoloribus. Fastigium frontis macula amplissima acute delineata, scutiformi, laete flava, ornatum : haec macula superne transversa, levissime convexa, cum toto margine infero fastigii ver- ticis contigua, marginibus externis cum lateribus fastigii frontis contigua, a sulcis internis scrobum antennarum marginata, subtus versus medium frontis leviter attenuata, apice infero subacute ro- tundato. Latera fastigii verticis maculas 2 ocelliformes parvas, ovales, verticales, extus vergentes, praebent. Oculi, genae, occiput, articuli primi duo antennarum, ut frons pulcherrime castaneo-ferru- ginea nitida ; articuli reliqui antennarum (circiter 50 in utraque antenna typi adsunt) breves, latiusculi, fulvi, articulationibus di- stincte subtiliter castaneo-ferrugineis. Margo posticus extremus occipitis et genarum subtillime (ut pars postica capitis sub pronoto recondita) flavicans. Pronotum latiusculum, quam caput parum minus latum, niti- dum, fere corneum. Margo anticus in medio parnm rotundato-pro- ductus: sulcus anticus latus sed perpjirum profundus; sulculus longitudinaiis abbreviutus linearis, obsoletus, ante sulcum posticum transversum impressionem cordiformem, verticem posterius vergen- tom, efflciens; sulcus posticus parum ante marginem posticum si- tus, bene expressus; metazona, inter hunc sulcum et marginem posticum limitata, parum sed sensim ascendit: margo posticus recta truncatus et optime limbatus ut margines loborum lateralium. Lobi laterales pronoti parum adpressi, roiundato-descendentes, latiusculi, margine infero fere recto, angulis late rotundato-subtrun- catis, marginibus antico et postico sat rotundatis, sinu humerali expresso. Sulcus ample V-formis, vertice infero subrotundato, valde expressus, sulculus posticus minimus; intervalli convexi. Color pronoLi nigerriraus nitidus, excepta metazona (a sulco l)Ostico ad marginem posticum circiter mm. 1,3 lata) pallide flava; hoc colore etiam in partem posticam loborum lateiiilium usque ad medium marginis inferi eorum, per latitudinem parum raajorem - 92 - latitudinis metazonae, descendente, semper cum margine postico pronoti contiguo et hunc marginem semper includente ; color flavus a colore antico nigro semper distincte limitatus, nuaquam cum eo permixtus vel eum versus infuscatus. Margo inferus et anguli antici loborum lateralium pronoti deiii subtiliter flavo-ferrugineo limbati. Elytra apicem abdominis et femorum posticorum distincte sed modice superantia, apicem ovipositoris valde incurvi etiam levissime superantia; ovato-ellyptica, apicem versus parum attenuata, ibique sat late rotundata, latiuscula (latitudine in medio circiter 15 mm.), testacea, apicem et margines versus gradatim minus colorata, sub- liyalina, venis venulisque concoloribus. Alae margine antico et campo apicali elytris similibus, areolis ultimis cum margine externo postico contiguis hyalinis, caeterum areolis colore brunneo, sub luce quadarn violaceo nitente repletis, venulis omnibus pallidis, utrinque distinctissime et sat anguste hyalino-flavido circumdatis; fasciae hyalinae propterea irregulares et crebre interruptae in utraque ala circiter 9. Abdomen ferrugineo-castaneum, apice parum pallidiore. Pedes breviusculi et robusti, parum pubescentes. Coxae et pleu- rae flavae. Ima basis femorum superne etiam flavida, hoc colore tamen in colorem ferrugineo-castaneum gradatim transeunte. Cae- terum, pedes ferrugineo-castanei nitidi, spinis concoloribus, condylo articulari tibiarum flavido, tarsis ferrugineo-testaceis. Tibiae anticae et intermediae solito modo spinosae, spinis lon- gis. Femora postica, basi optime incrassata, apice modice sed sat longe attenuata; sublus, margine externo spinis 6-7 brevibus sed robustis, margine interno spmis 1-4 in dimidio apicali, sitis, armata. Tibiae posticae superne post basim planae, utrinque spinis 6 prae- ditae, necnon spina apicali parum pallidiore supra subtusque in utroque margine instructae. Tarsi majusculi, validi. Cerci 9 longi, subtiles, recti, apice acuminati, pilosi. Oviposi- tor valde falcatus, incurvus, laevis, parum latus, ante apicem le- vissime glandi forme dilatatus, sed semper compressus, apice sat acuto, baud tamen acuminato, colore ferrugineo-castaneo, basi supra flavida. Lamina subgenitalis flavida, late transversa, margine po- stico toto late rotundato, in medio obtusissime subangulato. Questa specie vista di fianco, cogli organi del volo chiusi, ri- co]"da lontanamente per aspetto generale certi conocefalidi del ge- nere Salomona. Genova, 10 marzo 1908. - 93 - I3TITUTO ANATOMICO DI FIRENZE DIRKTTO DAL PHOK. G. CHI A RUG I. Sullo sviluppo della cresta apicale degli arti DI GIUSEPPE LEVI (Con tav. Ill e 2 figure nel testo). fe vietata la riproduziono. Col norae di cresta apicale degli arti (Extremitatenscheitel- leiste) Peter (1) designo un ispessimento, visibile anche dall'esterno con una lente, il quale appare transitoriamente in embrioni di Am- nioti sull'orlo distale degli arti ; di essa avevano trattato fugace- mente Kolliker, His, Mollier, Voeltzkow, senza determinarne I'epoca della comparsa e le modificazioni alle quali va incontro; la cresta fa inoltre rafflgurata, senza ulteriore illustrazione, da Bardeen e Lewis e recentemente da H. Rabl. II prirao accenno alia comparsa della cresta nei Rettili sarebbe apprezzabile, secondo Peter, all'apice delFarto anteriore in un em- brione di Lacerta con 33 segmenti, sotto forma di un ispessimento abbastanza ben delimitate dello strato piii profondo dell'ectoderma; gli elementi pavimentosi superficiali non vi partecipano affatto; in stadi successivi essa risalta meglio, i suoi elementi convergono radial mente vorso il mesoderma, e flnisce col trasformarsi in una piega epiteliale sovrapposta al mesenchima, la quale dopo qualche tempo regredisce e scompare. Negli Uccelli la cresta ha una costi- tuzione simile a quella dei Rettili. Nei Mammiferi invece ha I'ap- parenza di un rilievo triangolare e non si trasforma mai in una piega. Tale formazione transitoria avrebbe, secondo Peter, molta ana- logia coll'abbozzo delle pinne dei pesci, analogia gia riconosciuta in passato da Mollier; ma, mentre nei Pesci la piega ectodermica si trasforma nella pinna definitiva per penetrazione fra i suoi due foglietti di elementi mesenchimali, negli Amnioti appare quando gli arti son gia ben sviluppati, non vi penetra il mesenchima e non (1) ret (3 1- K. — Mitheillungeu zui- Entwickolunjisgoschiclite iler Eidcchso. 4 o 5. Die Extroiuitii- teuscheitdloisto dor Amuioteu etc. - Arch. /. mikr. Anat. Jid. 61, I'JOS. (Kifeiisco sulia lotteratnra autocoduuto). - 94 - prende parte alcuna alia costituzione di un organo definitivo come nel prime case. Questo fatfco dimostra, secondo Bra us C), che nella formazione degli arti rectoderma talora precede il mesoderma (nei Pesci e ne- gli Anflbi), altre volte, come negli Amnioti, alia proliferazione me- sodermica segue Tepiteliale. Nell'esaminare alcune ottime serie di embrioni di Mammiferi, ho potuto convincermi che lo sviluppo della cresta apicale offre alcune particolarita rimarchevoli, che non voglio tralasciare di ren- dere note. Embrione di Ovis aries di 3 mill, di lungh. vertico-caudale. Esaminando Tembrione al microscopio semphce (flg. I), I'arto ante- riore appare come un rihevo fusiforme situate al davanti dei somiti; I'arto posteriore non e visibile ; I'embrione fu sezionato in un piano perpendicolare all'asse maggiore dell'abbozzo dell'arto. All'esame della serie I'organo visivo appare alio stadio di di- verticolo non ancora peduncolizzato della vescicola cerebrale; I'oto- ciste comunica largamente coU'esterno. i / \ ■■, /' Fig. I. L'arto anteriore e impiantato ad un livello corrispondente al 7", 8", 9" segmento mesodermico ; in sezione (Tav. Ill, fig. 2) ha la forma di un segmento di sfera (diam. 0,26 per 0,13 mill.) e corri- (') Brans H. — Eutwickoluiig tier Form der Extremitiiten nnd Flxtromitiiteuakeletts. — Ifert- wig's Handb. der vergleich. u. experim, Entwick. Bd. Ill, Th. II, 1006. - 95 - sponde in alto alia parte ventrale del somiti, in basso al celoraa; dorsalmente e ventralmente e nettamente delimitato dalla parete del tronco, in direzioiie craniale e caudale invece, i suoi liiniti sono meno netti. E costituito da elementi mesenchimali sferici compatti; alia sua radice si trovano le estremita ventrali del 7°, 8", 9", so- mite. L'ectoderma pavimentoso semplice, con nucleo sporgente, della parete del tronco diviene cubico stratiflcato (a 2 strati) alia super- ficie dell'arto; il passaggio fra I'uno e I'altro e segnato, in corri- spondenza della radice dorsale e ventrale dell'arto, da un breve tratto ad epitelio cubico semplice ; in corrispondenza dell' estremo craniale e caudale dell'arto la transizione fra le due forme di epi- telio e pill graduale. Embrione di Ovis aries di 4.5 mill, di lungh. vertico-caudale. Si e iniziata la peduncolizzazione dell'abbozzo della retina. L'abbozzo dell'arto anteriore raggiunge 0.23 mm. di altezza ed e meglio delimitato dalla parete del tronco in confronto all'altro embrione, non solo dorsalmente e ventralmente, ma anche in dire- zione craniale e caudale. Esse si trova ad uno stadio di transizione fra il semplice rilievo e la forma a paletta; in una sezione dell'arto condotta in direzione dorso-ventrale si distingue digia i^Tav. Ill, Fig. 3) un'estremo apicale tuttora convesso, rivolto alquanto ven- tralmente, il quale segna il limite fra le due faccie, dorsale e ven- trale; i segmenti mesodermici si spingono sino alia radice dell'arto (Tav. Ill, Fig. 3 so) ; I'epitelio pavimentoso semplice della parete del tronco diviene cubico semplice in corrispondenza dell'aito, e s'ispes- sisce sempre piu verso il suo apice, divenendo in quella regione cilindrico stratiflcato. L'arto posteriore e rappresentato da un rilievo diffuse e po- chissimo pronunziato (Tav. Ill, Fig. 1) ; tale organo si trova evi- dentemente ad uno stadio di aviluppo molto meno inoltrato del- l'arto anteriore dell'embrione di 3 mm., che fu da noi precedente- mente descritto. L'epitelio pavimentoso del tronco diviene cubico in corrispondenza dell'arto stesso, e cubico a due strati a livello della sua porzione piii sporgente. Nonostante la differenziazione poco netta dell'abbozzo dell'arto posteriore dal tronco, non credo si possa dubitare che 1' ispessimento dell'ectoderma corrisponda veramente alia regione dell'arto; infatti l'epitelio diviene piii alto proprio ove incomincia a rendersi evidente il rilievo mesenchimale che rappre- senta l'arto, e d'altro canto in nessuna altra regione del tronco o - 96 - della testa Tectoderma appare ispessito, bensi e dappertutto costi- tuito da cellule pavimentose. Embrione di Ovis aries di 6 mm. di vertico-caadale. L'ab- bozzo della retina sta per assumere la forma di tazza ; una fes- sura, la quale si continua nella cavita del suo peduncolo, separa ancora i suoi due foglietti. II cristallino e in connessione coU'ecto- derma, ma e gia cavo. NeH'arto anteriore incoraincia a divenire distinta la forma a spatola (" palette „ dei francesi); esso ha raggiunto un' altezza di 0.73 mm. e nel suo accrescimento si e spinto ventralmente, in modo die la sua faccia originariamente dorsale e divenuta laterale e la sua faccia ventrale mediale. In una sezione condotta paralle- lamente al suo asse ed in un piano dorso-ventrale, I'arto ha la forma di una lente biconvessa (di 0,44 mm. di diam.), mozzata alia sua inserzione al tronco (Tav. Ill, Fig. 4). E costituito da elementi mesenchimali anche piu compatti che nello stadio anteeedente, ccn vasi e nervi ben differenziati. L'epitelio pavimentoso semplice del tronco diviene cubico in corrispondenza della radice dell'arto ed il suo spessore va sempre piia aumentando in direzione distale; all'apice poi, al limite fra faccia dorsale e ventrale (Tav. Ill, Fig. I), forma un rilievo netta- mente dehmitato di 0,1 X 0,06 mm. di diam., il quale, come risulta daU'esame della serie, s'estende lungo tutto il margine convesso della spatola sin presso la sua radice; tale rilievo e costituito da una flla superficiale di elementi alquanto appiattiti, chiari (Tav. Ill, Fig. 5), la quale si continua per una certa estensione in uno strato analogo dell'epitelio vicino, e di 6-7 file di cellule eccezionalmente stipate a scarso citoplasma, a contorno poco netto e con nucleo piccolo, oscuro che si continuano esse pure nolle cellule cilindriche dell'epitelio dell'arto. La fila piu profonda di questi elementi e im- piantata sopra una grossa membrana basale, colorita intensamente dall'eosina; in prossimita di quest'ultima si trova un vaso. L'arto posteriore e natnralmente in uno stadio mono progre- dito; ha ancora la forma di un semplice rilievo (di 0.45 mm. di altezza); la gemma ectodermica e mono nettamente limitata dal- I'epitelio vicino; 1' ispessimento dei suoi strati profondi e piii gra- duale (Tav. Ill, Fig. 6). Embrione di Ovis aries di 11.5 mm. di lungh. vertico-caudale (Fig. II). Retina a forma di tazza riunita alia vescicola cerebrale da un - 97 - peduncolo tuttora cavo. Cristallino a forma di vescicola con fibre ben distinte sulla sua parete posteriore. In ambedue gli arti I'abbozzo della mano (e rispettivamente del piede) sono fortemente appiattiti e sono nettamente differen- ziati dal rimanente deirarto (fig. II); coUa lente si distingue lungo tatto il margine della spatola una cresta. Fig. n. L'arto anteriore misura 1.4: ram. di altezza; nella sua parte assile si distinguono gli abbozzi scheletrici in forma di una massa mesenchimale non segmentata. L'epitelio che riveste il tronco e costituito da due strati di cellule, il piu superflciale pavimentoso con nucleo schiacciato, il pill profondo di elementi cubici disposti irregolarmente, e tale co- stituzione esso conserva anche alia superflcie dell'arto, fuorche al suo apice ove si rigonfia bruscamente in una gemma nettamente delimitata; quest'ultima e, in confronto alio stadio antecedente al- quanto ridotta di volume, piii rotondeggiante e piii sporgente (Tav. Ill, Fig. 7), specialmente verso I'esterno; misura nelle sezioni mediane, le sole che possano dare idea della sua vera estensione, 0.06 mm. di diam. per 0,038 di altezza. Non vi puo essere alcun dubbio che questa gemma rappresenta - 98 - la sezione trasversa della cresta, la quale e visibile colla lente lungo il margine dell'arto. La gemma appare ricoperta da uno strato superficiale di ele- meiiti appiattiti, identici a quelli deU'epitelio dell'arto, coi quali del resto sono in diretta contiimita; le sue cellule piu profonde, che si continuano nel secondo strato deU'epitelio dell'arto, sono molto sti- pate, hanno disposizione radiale e limiti indistinti ; nucleo e cito- plasma sono fortemente tingibili. Nell'arto posteriore troviamo strutture analoghe. Embrione di Ovis aries di 16 mm. di lungh. vertico-caudale. (furono sezionati in serie soitanto gli arti). La testa incomincia a raddrizzarsi ; la curvatura nucale forma un angolo ottuso. L'orecchio esterno e gia discretamente sviluppato. Nell'arto anteriore s'inizia la rotazione della mano ; la sua faccia palmare (in origine ventrale) incomincia a volgersi in di- rezione caudale. Colla lente non si distingue la cresta apicale. Uno degli arti posteriori fu sezionato in un piano parallelo all'asse della mano e perpendicolare alle sue faccie, uno degli arti anteriori perpendicolarmente al suo asse. Nel prime la condriflcazione e progredita nella cintura e nel femore, mentre lo scheletro dell'avambraccio e della mano si trova ancora alio stadio precartilagineo ed in parte a quelle mesenchimale. In ambedue gli arti I'epitelio ha una costituzione analoga a quelle dello stadio antecedente ; due strati di cellule, pavimentose le superficiali, cubiche le profonde. La cresta apicale mostra evidenti segni di regressione ed e poco ben delimitata ; nell'arto anteriore ha appena 0.02 mill, di altezza. Anche a questo stadio (Tav. Ill Fig. 8) I'epiteho piatto passa immutato al di sopra della gemma (nella figura le sue cellule appaiono alquanto sporgenti soitanto perche la sezione non e perfettamente mediana) ; nel continuarsi nel secon- do strato deU'epitelio dell'arto, la lore disposizione si regolarizza. NegU arti di un embrione di Ovis di 18 mill, la cresta apicale e anche piii ridotta e soitanto una maggiore altezza delle cellule del secondo strato ne indica la presenza. Infine in un embrione di Ovis di 22 mill, la cresta e scomparsa senza lasciar traccia di se. In un embrione di Sus scrofa di 12,5 mill, di lunghezza vertico- caudale (corrispondente alio stadio 81 delle Keibel's Normentafeln vol. 1) in ambedue gli arti mano e piede hanno forma appiattita. Abbozzo dello scheletro degh arti prettamente mesenchimale ; questi - 99 - sembrano ad uno stadio di sviluppo piu arretrato che neU'embnone di Ovis di 11,5 mill. La cresta apicale e voluminosa e sporgente ; lo strato superficiale di cellule pavimentose passa al disopra di essa senza modificare la sua costituzione. In un embrione di Talpa europea di 4,5 mill, di lunghezza vertico-caudale I'arto anteriore ha la forma di spatola (0,8 mill, di altezza) ; I'epitelio pavimentoso semplice che riveate il tronco di- viene stratificato in corrispondenza dell'arto ; risulta cioe di uno strato superficiale di cellule appiattite e di un altro profondo cubico; qui pure la gemma a forma biconvessa che risiede all'apice si co- stituisce esclusivamente a spese di questo secondo strato, mentre il prime passa invariato al disopra della gemma stessa. L'arto po- steriore e ancora un semplice rilievo (0,27 mill, di altezza) e la cresta apicale e in quest'ultimo meno sollevata ed anche mono nettamente delimitata dall'epitelio vicino. Quest'ultimo, cubico semplice nella parte prossimale dell'arto, diviene cubico a due strati pii:i distalmente, e s' ispessisce ancor piii all'apice, ove forma una vera gemma diffusa di 4 strati di cellule disposte irregolar- mente. Quest'arto si trova ad un periodo di sviluppo poco piu inoltrato dell'arto anteriore di Ovis 4,5 mill.; I'ispessimento diffuso deU'ectoderma tende a concentrarsi in una zona alquanto piu limi- tata. Un quadro analogo a quello ora descritto ci e offerto da un embrione di Mus musculus di 3,5 mill, di lungh. vertico-caudale; nell'arco posteriore di quest'embrione la cresta e ancora niolto dif- fusa. In un embrione di Mus muse, di 7 mill, essa e in via di re- gressione. Non possedevo embrioni di Lacerta nei quali la cresta avesse la forma di piega epiteliale descritta da Peter; in quelli da me. esaminati essa era gia in via di regressione e la sua presenza era segnata soltanto da una maggiore altezza delle sue cellule piii profonde. Non riuscii a distinguere niente che ricordasse la cresta apicale in embrioni di Anfibi, sebbene abbia esaminati molti stadi relativi al primo sviluppo degli arti. E evidente dunque che I'origine della cresta apicale risale ai pri- mi periodi dello sviluppo degh arti. Mi sembra percio interessante - 100 - di definire con esattezza come si comporti rectoderma in quel pe- riodo, ill vertebrati appartenenti a classi differenti, Nei Pesci Balfour, Boyer, Mollier, Rabl ed altri videro che un ispessimento ecfcodermico talora accornpagna, altre volte se- gue a breve distanza la proliterazione mesoderraica che forma la pinna; e negli Anflbi, secondo Widersheim, I'ectoderma precede I'attivit^ del mesoderma. Mollier (*) non ha potuto osservare nei Rettili (in embrioni di Lacerta a 17 soraiti) un ispessimento ectodermico corrispondente a quella sporgenza della somatopleura che rappresenta il primissimo accenno della forraazione dell'arto ; in quel territorio gh element! ectoderraici sono bensi talora piu alti ed anche disposti a due strati, ma I'A, ritiene che queste formazioni siano accidentali. Soltanto piu tardi (in embrioni a 21 somiti) I'ectoderma ac- cenna a reagire contro la suaccennata sporgenza mesodermica, e vi si riconoscono 2 strati di cellule ispessite ; infine in embrioni a 37 somiti tali disposizioni perdurano, e di piu alia sommita del- l'arto vi e un rilievo che piii tardi diverra una piega (cresta api- cale). Le mie osservazioni sui Mammiferi, per quanto meno complete di queUe di Mollier sui Rettili dal punto di vista del comportamento del mesoderma, concordano in massima con quelle nei dimostrare che I'ectoderma e ispessito nella regione deU'abbozzo dell'arto, se non contemporaneamente alia comparsa della prima sporgenza determi- nata dal mesoderma, certo poco dopo (vedi I'arto posteriore del- I'embrione di Ovis di 4,5 mill.); per la mancanza di stadi adatti non ho potuto dimostrare se i due fenomeni sono contemporanei. Non bisogna dimenticare che nei Mammiferi con maggiore facilita che nei Rettili noi possiamo sorprendere tale modificazione nella struttura dell'ectoderma nella regione dell'arto, perche nei primi, a diflferenza che nei secondi, I'epitelio e piatto in tale periodo. E in questo primitivo ispessimento ectodermico che si puo, secondo me, rintracciare I'origine della cresta apicale. Dall'anahsi della costituzione dell'epitelio nelle varie fasi che I'arto percorre durante il suo sviJuppo, risulta evidente il nesso esistente fra le due formazioni ; noi vediamo infatti che Tispessimento deh'ectoder- ma e fin dalla sua prima comparsa piu pronunziato nella parte piu sporgente del rilievo dell'arto, e si fa piu distinto, e megho limi- (') Mollier S. — Die paaiigeu Kxtnuutiitpn del Wirbcltliierc. — Anatom. Hefte U. XVI (Bd. V, H. 3), 189o. - 101 - tato quanto piu quest'ultimo si accresce, finche quando I'arto si appiattisce, si localizza lungo il suo margine convesso libero, diffe- renziaiidosi in una cresta iiettamente limitata dall'ep^telio vicino.^ A questo periodo la sua struttura, come anche quella dell'epi- teiio che riveste il riinanente dell'arto, si modifica ; lo strato su- perficiale pavimentoso (che verosimilmente rappresenta il future epitrichio) si differenzia nettamente dallo strato sensitivo sottostan- te. E poi rimarctievole (fatto gia notato da Peter) che la gemma apicale e costituita esclusivamente dagli element! di quest' ultimo, mentre il primo non vi partecipa affatto. La regressione di tale formazione s'inizia contemporaneam-ente alia comparsa degli abbozzi scheletrici negli arti e poco dopo non se ne trova piu traccia. Ma se i fatti fin qui descritti sono semplici ed evidenti, il si- gnificato ne e oscurissimo ; io non pretendo certo di darne una in- terpretazione sicura, ma mi sembra in accordo coi fatti osservati I'ipotesi seguente : L'ispessimento epiteliale, che assieme alia proliferazione del mesoderma segna I'inizio della formazione dell'arto, non partecipa in egual misura in tutti i vertebrati al suo sviluppo ulteriore ; mentre nei Pesci tutta la porzione ispessita dell'ectoderma, trasfor- raatasi in una piega per I'attivita del mesenchima che I'estrofiette, forma il rivestimento della pinna, negli Amnioti essa rivestirebbe I'arto soltanto durante una fase transitoria, cioe finche quest' ul- timo ha la forma di un semplice rihevo; ma quando I'arto inco- muicia a crescere ed a differenziarsi, I'abbozzo ectodermico pri- mitivo viene sospinto dall'epitelio di nuova formazione, prove- niente dal tronco, verso I'apice, ove si concentrerebbo in una zona ristretta, sia formando una piega, come nei Rettili, sia un rilievo soUdo come nei Mammiferi. L'analogia illustrata da Peter fra lo sviluppo della pinna dei Pesci e quelle della cresta apicale esiste- rebbe bensi, ma in un periodo piu precoce di quanto lo supponesse quell'A. In favore di questa supposizione starebbe il fatto che nehe f-isi precoci le mitosi son piii numerose nolle porzioni vicine dell'epi- telio del tronco, che nell'ispessimento ectodermico. Altri studi dimostreranno, lo spero, se quest'interpretazione del signiflcato morfologico della cresta e esatta o no ; mi accon- tento per ora di avere illustrate un fatto indiscutibile : che I'ori- gine della cresta apicale risale ai primissimi poriodi dello sviluppo degli arti. - 102 - Spiegazione della Tavola III Fiff. 1. — Arto posteriore di uu eiubiione di Ovis aries di 4,5 mill, di liingli. — so. somite mesoder- mico. s. soiiiatopleiira, ce. cavita celomatica, cW. corpo di "Wolff* piinto ove lispessimento ecto- dermico corrispondente all'arto e piii pronnnziato. Ingr. 170 X Fig. 2. — Ai'to ;uiterioi-e in un einbrione di Ovis aries di 3 mill, di liingh. Indicazioni come sopra. Tngi-. 170 X Fig. 3. — Arto anteriore di un embrione di OtIs aries di 4,5 di lungh. Ingr. 170 X F'.g. 4. — Ai-to anteriore di iiu embrione di Ovis aries di 6 mill, di lungh. Ingr. 67 X Fig. 5. — Cresta apicale dell'arto anteriore suddetto. Ingr. 427 X Fig. 6. — Cresta apicale dell'arto posteriore dello stesso embrione. Ingr. 170 X Fig. 7. — Cresta apicale dell'arto anteriore di un embrione di Ovis aries di 11,5 mill, di limgliezza.. Ingr. 170 X Fig. 8. — Cresta apicale dell'arto anteriore di uu embrione di Ovis aries di 16 mill, di luughezza Ingr. 427 X KAFFAELE ISSEL Diagnosi preliminari di un nuovo genere e di due nuove specie di Gefalopodj appartenenti alia fam. Cranchiidae raccoiti dalla R. Nave " Liguria „ E vietata la riproduzione. Liocranchia elongata n. sp. Capo breve, con occhi grandi e poco prominenti, muniti alia base di una papilla diretfca in basso. Membrana boccale eptagonale, con lobi poco sporgenti; il lobo ventrale (fra le braccia del •i*' paio) e fianclieggiato da una piccola cresta accessoria. Braccia sessili 3241 ; 2 e 4 presso a poco uguali ; quelle del 4 paio assai piu esili delle altre. Membrana ombrellare giungente sino a meta del braccio nel V paio, a Vs "el 2°, a V, nel 3°. Membrane tettrici e natatorie a tutte le braccia ; le natatorie un poco allar- gate nella meta superiore. Braccia tentacolari robuste, con peduncolo percorso per intero da un solco e paletta molto ricurva, munita di cresta natatoria per Va della lunghezza. Ventose ad anello, senza dentelli, biseriate sulle braccia e sulla meta inferiore del peduncolo, quadriseriate sulla paletta; quelle delle due serie mediane un po' maggiori delle laterali. MoxiTORE ZooLOGico Italiano - Afino XIX Tav. III. 9 •, . »i. \ »,. Ce ';, '. ' :> ^ B' *-'^-;^-. v.;.' ./' y^ >ii»-''^' Fircp./c- - Istitiitc Microgralico Italianr - 103 - Mantello di forma molto allungata, pressoche cilindrica, ristret- to piuttosto bruscamente aU'estremita posteriore. Striscia cartilaginea dorsale con 38 tubercoli. Striscie ventrali a V, giiingenti sino a Vj circa della iunghezza del mantello con 9 o 10 tubercoli ; 1° tubercolo bifido. Lujighezza del mantello 26 mm., larghezza massima mm. 8 Habitat: staz, 5; Mare Caraibico. Zygaenopsis pacifica n. sp. Occhi piccoli, di forma sub-emisferica con superficie superiore tra- pezia e con setole alia base. Peduncoli oculari cilindrici, un po rigonfi, lunghi un poco meno di Ve della Iunghezza totale del man- tello. Rostro cefalico molto lungo ; bulbo boccale a tronco di cono. Braccia sessili 3241; laddove 8 e circa il triplo di 1, mentre 2 e 4 sono quasi uguali. Braccia tentacolari robuste con paletta a mo di falcetto, munita di cresta natatoria per Vs f^ella sua Iunghezza. Ventosa delle braccia sessili biseriate, con armatura composta di sporgenze ottuse irregolarmente traforate. Ventose del peduncolo tentacolare biseriate, piccolo e fatte a cono molto aperto. Ventose della paletta quadriseriate, grandi ; quelle delle serie mediane molto maggiore delle lateral!, con cerchio corneo munito, per tutta la sua circonferenza, di una quarantina di dentelh uguali e minutissimi. Mantello a cono allungato ed appuntito posteriormente ; striscie cartilaginee ventrali con 6 tubercoli semplici o diramati in 2-4. Pinne lunghe un po' meno di 74 della Iunghezza totale del mantello, formanti insieme una lamella pressoche circolare, un po pill larga che lunga. Tegumento incoloro, trasparente, piccoli cromatofori nerastri qua e la sul mantello, cromatofori rosso-bruni sulle palette e sul capo. Lunghezza del mantello mm. 26; larghezza massima mm. 5 Va- Habitat: Staz. 19; Oceano Pacifico. Liguriella podophtalma n. gen. n. sp. Capo piccolo, globoso, con lungo rostro cefalico. Occhi grandi, conico-ehssoidah, con vistosa papilla che sporge obliquamente dal margine dorsale. Peduncoli oculari ovoidi, rigonfi, sorretti a loro volta da un fusto oreve e sottile. Sul peduncolo, ventralmente 10 tubercoli (luminosi ?); 4 piu in alto e distanziati, - 104 - 6 inferiori contigui, piu grandi e disposti lungo una linea ricurva. Bulbo boccale sporgente, subcilindrico. Braccia sessili brevi e sottili con membrane tettrici ; braccia del 1" paio piu brevi; le altre presso a poco uguali. Braccia tentacolari robuste, a paletta un po' compressa lateral- mente e munita di cresta natatoria per tutta la sua lungliezza. Yentose delle braccia sessili biseriate con pochi e brevi dentelli Ventose del peduncolo tentacolare biseriate sul terzo mediano, qua- driseriate sul terzo superiore e sulla paletta, ventose della paletta con due serie di minuti dentelli e al disotto di queste una terza serie, limitata alia parte superiore dell'anello, e compos ta di due dentelli lunghi ed acuminati e di pochi altri minori. Ventose della ])aletta con peduncoli molto lunghi. Mantello cilindroide, terminate in punta ottusa, e munito, soltanto dal lato dorsale, di una sottile striscia cartilaginea con 18 tubercoletti fatti a denti di sega ; le sommita di questi tu- bercoli sono spigoli trasversalmente allungati. Pinne piccole, semilunari. Tegumento incoloro, con pochi ciomatofori rosso-bruni sulle palette e sul capo. Lunghezza del mantello mm. 9 ; larghezza massima nmi. 4. Habitat: Staz. 10; Oceano ALlantico. NOTIZIE GoNGORsi. — R. Istituto Lombarclo di Sdenze e Letters. Premi di fonda- zione Fossati: lUustrare un punto di anatomia macro- o microscopica del sistema nervoso centrale. Scadenza 31 marzo 1909, ore 15. Premi o L. 2000. L'istogenesi del tessuto nervoso centrale. con particolare riguardo alia strut- tura mterna degli elemeuti cellulari. Scadenza 1" aprile 1910, ore 15. Premio ISTITUTO ZOOLOGICO DELLA R. UNIVERSITA DI MESSINA Goloro che desiderassero materiale di studio dello stretto di Messina sono progali di rivolgersi direitamente alia Direzione doll' Istituto Zoo- logico della R. Universita di Messina. II Direttore Prof. Dott. G. Mazzarelli. GosiMo Gherubini, Amministratore-responsabile. Fireuze, 10U8. — Tip. L. Njccolai, Via Faenza, 44. Monitore Zoologico Italiano (Pubblicazioni Italiane di Zootogia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiaie deila Unione Zoologica Italiana UIKKTTO DAI DOTTORl GIULIO CHIARUGI EUGENIO FICALBI Prof, iti Anatdniia iiinaiiu Trof. di Aiiatimiia ri.iii]). c Zoiilogia iiel K. Istitutodi Stiuli SuiKT. in Fiicnze ni-lla K. L'niveisita di I'isa Ufficio di Direzione ed Auiiniuistrazione: Lstitiito Anatomico, Firenze. 12 nameri all'anno — Abbuonamento annuo L. 15. XIX Anno Firenze. Maggio 1908. N. 5. SOMMARIO: GoMUNiCAZioNi ORiGiNALi: Gasparro .E., Osseivazioni suU'ori- gine delle cellule sessuali nel Gongylus ocellatus. (Con tav. \\\). — Ma- glio O., Sulla presunta rete nervosa perilen'ca degli Idracnidi. (Con G tl- gure nel teste). — Giannelli L., Alcune osservazioni alia raemoria « Ri- cerche sopra la struttura e la istogenesi deila sostanza midollare dell'ovaia » del D.r Mario Zalla. — Zalla M., Risposta al Prof. Giannelli. — G-ian- nelli L., Replica. — Pag. 105-128. NoTiziE. — Pag. 128. Avvertenza Delle Comunicazioni Originali che si pubblicano nel Monitore Zoologico Italiano e vietata la riproduzione. COMUNICAZIONI ORIGINALI I-ABORATORIO DI ANATOMIA COMPARATA DELLA K. UNIVERStlA DI BOLOGNA DIBKTTO DAL PROF. E. GIACOMINI DoTT. EMERITA GASPARRO Osservazioni suH'origine delle cellule sessuali nel Gongylus ocellatus (Con tav. IV-V) li vietata la rifirodtizione. Le ricerche suUo sviluppo delle gonadi e suU' origine deile cel- lule sessuali nei Rettili sono assai scarse in confronto di quelle fatte su altri Vertebrati e specialmente sugli Anamnii. Invero, dopo - 106 - i lavori del Braun (1877), del Mihalkowics (1885), dell' Hof- fmann (1889), bisogna venire a quelli dell'AIlen suUa Chrysemys pubblicati nel 1906, quando erano gia in corso queste niie indagini sul Gongylus ocellatus. E di tali osservazioni io feci oggetto della niia tesi di laurea discussa il 28 giugno 1907. Una delle questioni piii importanti per lo sviluppo delle gonadi e quella che si riferisce alia prima origine delle cellule sessnali che in esse vengono a ritrovarsi, questione che si riconnette con la di- stinzione istituita da Nussbaura e da Weismann tra cellule genitali e cellule somatiche, la quale, .basata anche sopra osserva- zioni eseguite nei Vertebrati, stabilirebbo che le cellule sessuali pri- mitive non hanno nulla di comune con le cellule somatiche, ma rappresenterebbero dei blastomeri provenienti dalle prime segmen- tazioni e conservanti, attraverso gli stadi successivi di sviluppo, le proprieta fondamentali del plasma germinale da cui provengono. Quando si studi lo sviluppo delle gonadi, allorche sono gia apparse le creste genitali che ce ne rappresentano il prime accenno, accade di vedere che nelle medesime si trovano cellule caratteristiche, sia per la loro grandezza, sia per le proprieta del lore nucleo, le quali sono generalmente indicate come cellule sessuali primitive (Urkeim- zellen) od ovuli primordiali. E poiche esse appariscono tra quelle deU'epiteho peritoneale o celomatico che ricopre le creste genitali, si ritenne comunemente che derivassero da una differenziazione degli elementi del detto epitelio nella regione delle pieghe genitali. Ma le osservazioni del Bo veri suU'Ascaris megalocephala avevano posto in rilievo questo fatto importantissimo: che cioe, sine dalla prima segmentazione dell'uovo, una delle prime due cellule embrionali si differenziava gia come cellula sessuale primitiva rappresentando lo stipite da cui discfindono le cellule germinali, che poi risiedono nelle gonadi. Si venne pertanto nel concetto di gia formulate dal Nuss- baum che, anche nei Vertebrati, le cellule sessuali dovessero com- parire assai presto, ossia fine dai primi momenti della segmenta- zione, 0 almeno in un periodo assai anteriore a quello in cui si stabilisce I'accenno delle gonadi; si dubito, in altre parole, che le cellule sessuali non derivassero da una differenziazione delle cellule deU'epiteho peritoneale o celomatico, e che il ritrovarle nell'abbozzo delle gonadi non significasse senz'altro essersi le medesime originate in cotesti organi, potendo invece pensarsi che soltanto secondaria- mente vi si raccogliessero e prendessero sede. Riferendo qui brevemente la bibliografia relativa aU'origine delle cellule sessuali nei Vertebrati, mi limitero a ricordare le os- - 107 - servazioni degli Autori che principalmente se ne occaparono, e rile- vero subibo che in proposito furono espresse due differenti opinioni: V Le cellule sessuuli provengono da differenziazione di cellule dell'epiLelio peritoneale o di cellule da questo derivate (Waldeyer); 2"" Le cellule sessuali derivano da cellule embrionali, ossia da speciali blasfcomeri che si differenziano direttamente in cellule sjssiiali (Nussbaum). Delia prima opinione furono, tra gli alfcri, Braun, Benda, Nagel, Senion, Allen (secondo il parere eraesso in suoi precedenti lavori), i quali pensano che gli spermatogonii e gli oogonii, nello stadio eui- brionale, derivano dalle cellule deU'epitelio peritoneale, ed in seguito il loro numero auinenta, non per ulteriore trasformazione di cellule del detto epiteho, ma per divisione delle cellule sessuali gia ditt'e- renziate. Balbiani, Prenant, Loisel pensano d'altro canto che almeno una gran parte degli spermatogonii provengano tardiva- mente, nel periodo postembrionale e nella vita adulta, dalla trasfcr- mazione di cellule vegetative derivate da quelle dell'epiteho peri- toneale. Regaud aramise da prima che gli spermatogonii derivassero durante la vita adulta dalla proliferazione delle cellule sertoliane; piii recenteraente espresse I'avviso che essi provengano, durante i primi period! tra la nascita e la maturita sessuale, dalla trasfor- mazione delle cellule vegetative derivate dall'epitelio peritoneale. Braun e Balbiani dappriraa, Coert, Winiwarter e Skro- b an sky dope, hanno pure affermato che gli oogonii derivano dalla differenziazione di cellule deU'epitelio peritoneale nella vitaembrio- nale. Hoffmann intende col Braun I'ovario primitive solo come un ispessimento deU'epitelio peritoneale i cui i singoU element! forma- no gli ovuli primordiali in seguito a proliferazione.' Altri Autori invece seguono la seconda opinione. Nussbaum per prime nell'SO, studiando lo sviluppo delle go- nad! nei Teleostei e negli Anfibii, mise in evidenza il fatto che le cellule sessuali provengono da speciali cellule embrionali, gia diffe- renziate in un primissimo stadio di sviluppo, le quali migrerebbero secondaiiamente nella regione delle gonadi. E (piesta osservazione fu di poi confermata da Eigenmann nel'92 e nel'OG sul Cymatogaster ; da Beard e da Woods nel'903 sugli Elasmobranchi ; da Wheeler ner99 sul Petromyzon. Nussbaum stesso ('901) ritenne che similmente si svolgessero le cose negli Uccelli. - 108 - Hoffmann nella Lacerta agilis, come pure negli Uccelli, aveva osservato cellule sessuali, oltre che nella regione genitale, anche nella splancnopleura vicina a questa regione, e vide tali cellule sessuali, situate fuori delle gonadi, sparire piu tardi, senza potere per altro stabilire se la loro scomparsa fosse dovuta a disfacimento, o a tra- sformazione di esse in ordiiiarie cellule dell'epitelio celomatico, o alia completa loro migrazione nella regione genitale. L' A lien net 1904 in un embrione di Tryonix, lungo mm. 3 trovo cellule genitali che dall'entoderma andavano lungo la splan- cnopleura, e ritenne che i varii punti in cui aveva riscontrato que- ste cellule segnassero le tappe di una loro migrazione. II Mi not in giovani embrioni di Acanthias trovo ovuli pri- mordiaU nel mesenterio, lontani dalla regione sessuale, ed in em- brioni di polio sparsi nella splancnopleura, e siccome egli non rite- neva possibile una migrazione di tali cellule dalle varie regioni, in cui esse si possono rinvenire, verso le gonadi, cosi penso che si trattasse di una forma speciale di cellule simili agli ovuli primor- diali. Recentemente pero il Minot si associa all'opinione di colore che ammettono la migrazione, e ritiene che le cellule sessuali si raccolgono secondariamente nell'epiteho germinativo, ossia nolle gonadi. Nel 1906 Allen, che gia nel suo antecedente lavoro (1901:) sul- r organogenesi dell' ovario e del testicolo nel Maiale e nel Coniglio aveva affermato la precoce differenziazione delle cellule sessuali in embrioni di Tryonix, studiando poi 1' origine di dette cellule in un'altra tartaruga, nella Chrysemys, ne ha notato la presenza in giovanissimi embrioni nei quali non si sono ancora accennate le gonadi. Egli ha osservato che le cellule sessuali si trovano dappri- ma nell'ipoblasto dell' area pellucida; esse in seguito migrano lungo I'entoderma, raggiungono quel'a sua porzione situata al disotto della corda dorsale, e di la, attraverso il mesenterio, si portano nell'ab- bozzo delle gonadi. Lo stesso autore ha pubblicato nell'ottobre 1907 un altro lavoro sull'origine delle cellule sessuali nella Rana pipiens, e, sebbene non abbia potuto osservare stadi giovanissimi, pure am- mette che anche in questa specie avviene la migrazione delle cel- lule sessuali dall' entoderma all' abbozzo delle gonadi, attraverso il mesenterio. Recentissimamente il Rubaschkin, studiando 1' origine delle cellule sessuali nel Polio e nei Mammiferi, ha notato che esse si differenziano, nei primi stadi di sviluppo, a spese dell'epitelio della splancnopleura, di poi si portano alia radice del mesenterio, nella - 109 - regione retroperitoneale, fino a che, in massima parte, si riuniscono neli' abbozzo delle gonadi, e soltanto qui comincia la loro attiva moltiplicazione. Ma questo della migrazione di cellule sessuali noh e un fatto rilevato 'solo di recente, perche lino da molti anni addietro vaii Au- tori richiamarono Tattenzione salla diversa sede die le cellule ses- suali mostiano in svariate forme di Vertebrati durante i primi stadi embrionali. lo non mi dilungo maggiormente in dati bibliogratici, riman- dando per questi al lavoro deU'Allen suUa Crysemys pubblicato nell'Anat. Anz. del settembre 1906. Gli Autori che si sono occupati dello sviluppo delle gonadi (ovario e testicolo) nei Vertebrati, lianno ritenuto per cellule ses- suali [primitive,!')], secondo la denominazione di NussDa um !-eguita dall'Alle n, certi elementi distinguibili e per la loro grandezza e per i caratteri del grosso nucleo chiaro, vescicolare che contengono, cel- lule che furono oSservate talora soltanto nell' abbozzo delle gonadi e talora anche in region! da queste piu o meno lontane. TaU cellule appariscono sin dai primi stadii dello sviluppo eni- brionale, e, secondo alcuni Autori ed Allen medesimo, in quelle forme che si sviluppano da uova ricche di tuorlo, si caratterizzano per la presenza nel loro citopiasma di granuli di tuorlo piu o meno numerosi i quali vi persistono a lungo, anche dopo la scomparsa dei granuli consimiU contenuti in altre cellule dell'embrione. lo ho seguito lo sviluppo delle gonadi in uno Scincide, nel Gon- gylus ocellatus, servendomi di embrioni a vario grade di sviluppo, dai giovanissimi della lunghezza di 3 rnm., fino a quelli quasi a ter- mine. Gli embrioni, precedentemente coloriti in toto con emallume, furono tagliati trasversalmente in serie e le sezioni furono poi pas- sate in eosina per ottenere la doppia colorazione. Embrioni della lunghezza Male di mm. S. Non avendo potuto avere a mia disposizione stadii piu giovani di embrioni della lunghezza totale di mm. 3, con 16 o 18 somiti, devo, per quanto concerne gli stadii anteriori a questi, riferirmi al (1) Si dissoio iiiiclit) ovuli primordiali. E con <[nnM:i dciioiuiiiiizioiie si viiole iutciiilcrc I'l-lluk' iiou ancoia scssualmcntc tlirtcioiiziatc e clie potiauuo ptjicio duiu oiiyiuu o ml oogouii od a apL-nuatosouii. - no - recente lavoro dell' A lien suUa origine delle cellule sessuali nella Chrysemys (Anat. Anz. settembre 1906) perche, accordandosi cio che io ho veduto nel Gongylus con quanto TAllen rilevo negli stadii piu avanzati della Chrysemys, ritengo che vi debba essere una completa somiglianza anche circa alia comparsa delle cellule sessuah nei primjssiini stadii, sui quali a me mancano osservazioDi dirette. Dalle ricerche dell'Allen risulta che le cellule sessuali com- paiono assai presto, vengono dapprima a ritrovarsi neU'entoderma al margine dell'area pellucida, e di la, portandosi verso la linea me- dia na, migrano nel raesenterio, e solo una parte di esse raggiun- gono le future gonadi. Pur non potendo dare precisi ragguagli intorno alia prima com- parsa deUe cellule sessuali nel Gongylus, perche, come ho avvertito, mi sono mancati gli stadii embrionali piii precoci, tuttavia credo si debba ritenei'e che anche in questa specie le cellule sessuali compa- iono dapprima neU'entoderma, poiche, secondo quanto diro, negli embrioni piii giovani da me esaminati, si rintracciano manifest! segni di migrazione delle cellule sessuali, le quali pertanto non si dift'eren- zierebbero in situ nolle gonadi. In embrioni di Gongylus deUa lunghezza totale di mm. 3, con 16 0 18 somiti, non si ha ancora accenno di gonadi, ma si trove- rebbero cellule sessuali neU'entoderma, ed esse avrebbero gia comin- ciato a migrare, iungo I'entoderma stesso, verso la linea mediana. Infatti neU'entoderma, tendenti ad avvicinarsi alia linea me- diana sotto la notocorda, si notano cellule con caratteri I all che le fanno distinguere dai circostanti elementi entodermici. Esse sono piu grandi, con nucloo voluminoso, rotondo, vescicolare, mentre le altre cellule dell'entoderma e quelle, del mesoderma, che si va estendendo lateralmente, hanno il nucleo ovale. II nucleo di cia- scuna di queste grandi cellule,' da me ritenute come sessuali, con- tiene un distinto nucleolo ed un reticolo cromatico i cui filameiiti risultano format! da mmuti granuli di cromatina. Per affermare con certezza che queste siano cellule sessuali, avrei dovuto vedere nel loro citoplasma granuli di tuorlo, essendo, secondo I'Allen, tale carattere essenziale per distinguerle dalle altre cellule dell'en- toderma. Ma tenuto conto delle loro proprieta sopra ricordate e del fatto che in stadii poco piii avanzati, come ora esporro, nume- rose cellule, indubbiamente sessuali, s'incontrano nel mesenterio, e subito aU'esterno dell'epitelio intestinale, non credo troppo azzar- dato aramettere che anche nel Gongylus, in embrioni assai giovani, le cellule sessuali compaiono dapprima neU'entoderma. - Ill - Ma cio che maggiormente confei'ma qiianto si e qui asserito, sono le ricerche eseguite sui varii successivi stadii di sviluppo, a partire da embrioni della lunghe.zza totale di mm. 4. Embrioni della lunghezza di mm. 4 (flg. 1-6). In questo stadio I'intestino, sebbene gia costituito, si apre ancora largamente sulla inassa del tuorlo sottostante ; il mesen- terio e gia formato, e raccenno delle gonadi e appena appariscente tra la radice del mesenterio ed il rene primitivo, come un leggero ispessimento dell'epitelio peritoneale. Kel mesenterio e nella parete dell'intesfcino subito aU'esterno dell'epitelio, s'incontrano cellule con i caratteri propri delle cellule sessuali. Esse sono molto piii grandi delle altre, di forma generalmente sferica ; mostrano il citoplasraa ricco di grossi granuli, e contengono un voluminoso nucleo chiaro, vescicolare, con un distinto nucleolo ed un reticolo cj-omatico, i cui fllamenti sono cotitituiti da minutissimi granuli di cromatina (fig. 13). Esaminando la serie delle sezioni si vede che queste cellule stanno sparse sia nello spessore del mesenterio, sia attorno all'epitelio inte- stinale, specialmente dove I'intestino si apre sulla massa del tuorlo; inoltre si trovano situate superficialmente presso I'epitelio perito- neale che riveste le due facce laterali del mesenterio; se ne rin- vengono poi alcune poste piii dorsalmente, presso la radice del mesenterio, o tra questa e 1 'aorta, ed inline altre nell'accenno delle gonadi. Con lo studio della serie delle sezioni si rileva anche che le cellule in parola sono molto piia frequent! nella porzione caudale dell'embrione e vanno facendosi piu rare nella porzione craniale. D'altra parte, poiche le cellule sessuali sono piu numerose nel me- senterio e presso I'intestmo che nell'accenno delle gonadi, e poiche la loro sede svariata si estende dall'intestino all'abbozzo delle go- nadi medesime, se ne deve arguire la loro migrazione verso il luogo ove si formeranno le gonadi, e tal fatto e chiaramente dimo- strato dalla figura schematica (fig. 6) nella quale sono stati proiettati su un piano solo i vari punti in cui furono rinvenute le cellule ses- suali nella porzione caudale dell'embrione, e si puo dire che le diverse sedi occupate dalle cellule stiano ad indicare il cammino seguito da esse per giangere all'abbozzo delle gonadi. Embrioni della lunghezza di mm. 4-6,5 (fig. 7-9 e 11). In embrioni un po' piu avanzati (lunghezza deireml)rione in- curvato mm. 4 e mm. 5) quando, essendo piii accentuato I'abbozzo - 112 - delle gonadi, queste si presentano come due lunghe creste o pieghe da una parte e dall'altra del mesenterio, ricoperte dall'epitelio pe- ritoneale, le cellule sessuali, anche in questo stadio molto piu nu- merose nella porzione caudale che nella craniale, s'incontrano pure nella parete intestinale e negli stessi punti del mesenterio in cui si videro in embrioni piii giovani, dandoci egualmente indizio che esse, per la stessa via, si portauo nell'abbozzo delle gonadi (fig. 7 e 8). Certaraente una parte di esse si raccolgono in tale abbozzo, tendendo a portarsi verso la sua periferia, tra le cellule dell'epitelio perito- neale, ma moltissime deviano, tanto che, con molta frequenza, si trovano presso I'aorta (fig. 8), presso le vene renali reveenti, mentre alcune si spingono ancora piu oltre, ed in un embrione di mm. 5 ho persino riscontrato una cellula sessuale situata molto dorsalmente, presso un ganglio del simpatico. Nella fig. 9 e schematicamente rappresentata una sezione di embrione della lunghezza di mm. 6,5: le gonadi sono meglio dehneate di quel che non fossero neh' em- brione di mm. 4, e su un piano solo sono proiettati i varii punti in cui si trovano le cellule sessuali nolle diverse sezioni, in modo clie, anche qui, si scorgono le tracce del loro cammino verso le gonadi, e si puo altresi vedere che alcune di esse, deviando e pro- gredendo nella loro migrazione, hanno oltrepassato le gonadi, giun- gendo in una sede anomala presso I'aorta (1). Embrioni della lunghezza Male di mm. 7 (fig. 10). Le cellule sessuali a.berranti non si notano soltanto in embrioni giovani, nei quali non sia ancora avvenuta la difl:erenziazione del sesso, ma si possono riscontrare anche in embrioni piu avanzati, quando cominciano a distinguersi i caratteri deH'ovario e del testi- colo. Ed in questi embrioni pii^i progrediti nello sviluppo si rintrac- ciano, sebbene m.eno frequentemente, cellule sessuali in svariatis- sime sedi, ma sempre pero in quella porzione del corpo dell'em- brione in cui trovasi il territorio delle gonadi. In un embrione della lunghezza totale di mm. 7 in cui la ghiandola sessuale si e differenziata in ovario, seguendo la serie delle sezioni dalla regione caudale alia craniale, ho osservato cel- lule sessuah alia base dell'abbozzo degli ovari ed all' interne di essi ed anche presso I'arteria onfalo-mesenterica, alia radice del mesen- terio, non che presso le vene renali reveenti (fig. 10). (1) Queste cellnle sessnali litrovate in sede anomala, in renioui i)iii o lueuo lontano dalle jjonadi, furouo ebiamato cellule sessuali extraregimiali o aberranti. ^ 113 -^ E poi notevole il fatto che, al momento clella diflfereiiziazione in ovario o testicolo, Je cellule sessuali si trovano sempre piu nu- merose alia base od ilo della gonade che alia sua periferia. E non solo negli stadii antecedenti alia differenziazione del sesso, ma anche quando questa e completamente avvenuta, si pos- sono ritrovare cellule sessuali fuori delle gonadi, per altro esse sono ora in region! sempre piii vicine alle gonadi stesse, ne e raro il case di rinvenirle nei prolungaraenti caudali delle pliche genitali ('). Col progredire dello sviluppo embrionale le cellule sessuali aberrant! si fanno sempre piia rare, ma tuttavia e ancora possibile d'incontrarne qualcuna anche neU'embrione pressoche a termine. * * * L'aver dunque notato la presenza di ovuli primordial! in re- gion! pill 0 meno lontane dal luogo dove si stanno per formare o si sono gia formate le gonadi, I'averli ritrovati durante i giovanis- simi stadi assai numerosi presso I'epitelio intestinale e nel mesen- terio, raved! inoltre veduti negli stadii di gona.de indifferente o ap- pena differenziata piu abbondanti alia base (ilo) delle gonadi che alia loro perileria o margine celomico, dove s' intromettono tra le cellule deir epitelio peritoneale, mi induce ad aftermare che, anche nel Gongylus, le cellule sessuali primitive non provengono dalla differenziazione di ceUule deU'epitelio peritoneale, ma che esse devono diflferenziarsi assai presto, flno dalle fasi iniziali dello sviluppo em- brionale, e che appariscono dapprima nell'entoderma, per modo che soltanto secondariamente, dopo una lunga migrazione, una parte di esse si raccolgono e prendono sede nolle gonadi, accordandosi que- sto mio risultato con queho ottenuto dall'Allen con le sue ricerche sulla Chrysemys. E certo adunque, per (lueho che sappiamo dalle osservazioni, sia pure in parte frammentarie, di numerosi autori in altri veite- brati e per quello che risulta dalle mie ricerche sul Gongylus (-), che si effettua una migrazione delle cellule sessuali dal luogo ove prima esse compaiono C). Ma quando si vogha determinare la maniera con cui tale migrazione avvenga, si trova che e assai difficile il preci- sarlo. Se pero si considera che ovuli primordial! aberrant! si vedono (') n Gia II no Hi ha osservato ovuli piinionliali uhcnanti in cniln-ioni a ses.so (lilleionziato tli Seps ilialcidus. (^) Ossfivaz.ioni consiniili i. — Sezioni tra.svei'.so-vertii'ali di un fiiilirione dclla luugliczza di nnii. -1 per mostrare la di- ver.sa po.sizione delle cellule sessuali. Le ligg. 1 e 2 riguardano la porzioue craniate dell'enilMioue. le figg. 3, 4 e 5 la j)orzioue caudale. Fig. 6. — Figura schematica nella quale .sono proiettate si(i]>ra un mccb'sinio piano le eellule sessuali trovate in diverse regioni nella seriti delle sezioni. Fig. 7-8. — ^lostrano, oltro alli- cellule .sessuali nelle gouadi. auche cellule sessuali alierranti in uu erabrione di mm. 6.5. Fig. 9. — Figura schematica in cui sono proiettate sidlo stessii piauo le cellule sessuali aberranti r quelle delle gonadi del medesirao embrione di mm. 6. .5. Fig. 10. — Figura schematica in cui sono proiettate sul medesimo piano le cellule sessuali situate. oltrecbd nell'abbozzo delle gonadi, ancbe alia radice del me.seuterio e presso le vene renali revcenti, la vena onfalo-mesenterica e I'intestino, in un embrione di mm. 7. Fig. 11. — Cellule sessuali nel meaeuterio in vicinanza di-ll' iutestino. Lunghezza di'ireiiiliiiiuu- cbil cervello medio al polo posteriore mm. 0,25. — 116 — Fig. 12. — Cellula sessuale uoUa parote intestinale iu viciuauza (k'll'epitelio di livestiini'uto. Luu- gliczza massiiua deU'embrioue iucurvato mm. 4. Fig. 13. — Cellule sessuali nello spossore del meseuteiio iu uu tratto loutaiio dalle gouadi. Viste a forte ingraudimeutiK Luughozza massima doU'embrione mm. 5. I8TIT0TO d'aNATOMIA COMPARATA DELLA B. DNIVEKSITI di PAVIA Sulla presunta rete nervosa periferica degli Idracnidi Noxa del dott. C. MAGLIO, assistente (Gon 6 figure nel testo). E vietata la riproduzione. La presenza negli idracnidi di una rete nervosa periferica e stata affermata per la prima volta da R. v. Scliaub (1888) in se- guito ad alcune osservazioni da lui fatte nelVAtax. Per analogia poi egli estese a tutti gli altri idracnidi quanto aveva osservato sul vivo in questa specie ed ammise, fra I'altro, che una parte delle fini ramificazioni, cli'egli vide uelV Hydrodroma dispar originarsi dai nervi del ganglio sottoesofageo, servissero a formare la rete accen- nata. I dati di v. Schaub non sono stati mai contraddetti ; li tro- viamo accolti nell'opera capitale del Piersig (1897-1900, p. 35), e ammessi anche piii recentemente da Sig Thor (1904) (^). Tuttavia essi riposano su di un errore fondamentale d'osservazione ; cio che V. Schaub descrisse e figuro come una rete nervosa, non e una vera e propria rete di cellule, i cui prolungamenti si anastomizzino tra lore, ma e invece I'espressione della sezione ottica degli inter- stizi esistenti fra le grandi cellule d'un particolare tessuto connet- tivale, riraasto finoi'a ignorato e nQWAtax.Q negli altri idracarini. Che le cose stiano veramente cosi, e facile rilevare dallo studio ^QlVAta.c crassipes (Miill), specie abbas tanza comune nei nostri paesi buona parte dell'anno, e con ogni probabilita la stessa di cui egli si e valso. Di tutti gl' idracnidi noti VAtax crassipes e forse il piii accon- cio per io studio sul vivo, pur non possedendo la trasparenza quasi (') Vi si cita appunto (pag. 142) I'eseiupio Ai-XVAtax (suUa fede di v. Schaub) couif iuid dci rari casi, iu cui .si ossyrviuo negli aeari prostigiuatici gangli uei'vosi accessori, - 117 - completa di molti entomostraci. Su di un fondo turchino pallidis- simo 0 addirittura incoloro spicca come una graiide macchia nerastra il ventricolo coi suoi diverfcicoli e sulla linea mediana del dorso il tubo eacretore giallicci(» e tipicaniente foggiato ad ipsilon (fig. 1). Fig. 1. — Atax crassipes (M.) (ilalvivo). Lmiyo la linea lueiliana rorgauo escretoro ad ijisilou, ab- bracciato tntt'airintoriio dal ventricolo (tratteggiato), in cui spiccano disseminate nuiuerose goc- cie oleose (inchisi del citoplasnia delle cellule digestive) ; I'area punteggiata corrisponde sul da- vanti alle gliiandole salivari, sui lati e posteiiornieute a diverse parti dell'apparato riproduttore : le vescicole sono facilmente visibili a maggior iugi'andiniento lungo la periferia del tronco ed in a (regioni ialine delle Steissdriisen): o ocebio ; b organo di senso ; m nmscoli. ca. 50 X Questi due organi tleterrainano un'area affatto opaca, attorno alia quale si nota una zona piii I'istretta, quasi un orlo, di media tra- sparenza, die corrisponde sul davanti alle ghiandole salivari, sui lati specialmente a porzioni d'ovario o di testicolo; dai conflni di questa zona flno alia periferia del corpo la trasparenza si fa quasi assoluta e lascia riconoscere anche delicatissimi particolari della struttura interna. L'estensione della regione ialina varia sopratutto a seconda dello stato di replezione dei ciechi gastrici e del grado di sviluppo degli organi sessuali (^) ; giova quindi per facilitare I'e- same, benche non sia necessario, scegliere di preferenza giovani imraagini od anche individui sottoposti prima nell'acquario a pro- lungato digiuno. Quando si disponga cosi di esemplari particolarmente idonei (') fe ridotlissinia ni'llc feiiiuiinc prossimo alia deposi/.ione delle nova e in tui ([iiesti eleiiieuti, cresciuti eonsidorevolniento in volume t- diventati assolutameute opailii, riempiouo a volte la (jiiasi totality del corpo. - 118 - alio stuilio sul vivo, e agevole rilevare nella zona ialina anche coi corauni obbiettivi a aecco una figura di rete simile a quella dise- gnata da v. Sciiaub (figg. 2 e 3). Osservandola a forte ingiandi- Fig. 2. — Atax cra.i.sipe.s (M.) (ilal vivo). ReKii""' circumoculare destra secondo v. Scbaiib, loc. cit. tav. V, fig. C, a ghiandole salivai-i ; o occbio ; b oigauo di seuso (obbiettivo ad imniersioiii')- mento, i nodi di essa si rivelano come piccoli vani aU'incirca trian- golari 0 trapezoidali, delimitati da grosse vescicole trasparenti, ia- line, oraogenee, die per reciproca pressione hanno assunto una for- ma subpoliedrica, lasciando fra loro degli intersfcizi riempiti dal liquido celomatico (plasma o sangue), pressoche incoloro, in cui ba- gnano tutti gli organi interni delVAtax. Tutt'altra e la descrizione che del punti nodali da il v. Schaub, il quale li dice costituiti di una 0 piu cellule gangliari ('). Va perb notato, che non sempre gl'in- terstizi accennati mostrano un aspetto omogeneo, perche con fre- quenza vi immigrano alcuni dei nuiii(!rosi leucociti di cui e ricco il plasma. Grazie ai loro movimenti ameboidi essi strisciano alia perife- ria delle vescicole ed e facile osservarli di preferenza nei vani limi- tati verso I'esterno dalla basilare della cute, ne'quali possono rima- nere anche lunga pezza immobili. Ora non e da escludere che in simili condizioni,colla loro granulazionegrossolana, abbiano tratto in inganno (') « An di3ii (lurclisiclitigeu Atax- Alton sioht iiiau bei Anweudung von Immersion, dass iinter der diitinisiitiMi Ilaut ein woitniascliiges Netz periiiliciiscluT Xeivenfasera liegt, dereii Kuotcn- imnkto gewiihiilich uutor dor Haarborsteu, au8 eimn' (xbi mchreren Gauglienzellen gebildet wordeu » (V. Scbaub, 18ti8, p. 128-129). - 119 - il V. Schaub si da confermarlo neH'illusiorie di avere dinanzi a se dei gangli nervosi C). D'altro canto le maglie della rete sono di natura analoga ai nodi; ognuno cioe di quelli che v. Schaub ri- tenne prolungamenti delle cellule gangliari (fibre nervosa perifericlie) non rappresenta in realta che I'intercapedine, vista in sezione ottica, tra due faccio opposte di elenienti contigui, cosi avvicinate fra loro da formare in apparenza un unico setto divisorio. Fig. 3. — Atax crat)sipes (M.) Q (dal vivo). Renione fircumoculare destra, a veutiicolo ; h oigaiio di .sen.so, ca. 200 X Le vescicole che circoscrivono gl'interstizi descritti sono di di- mensioni assai superiori alle dimensioni medio degli elementi dei tessuti deWAtax C). Esse godono di una notevolissima elasticita, che si palesa ad ogni contrazione muscolare. Le vescicole vicine al muscolo che si contrae si spostano prontamente deforraandosi in logger I'.rado, cosi che viene a mutare I'aspetto degli interstizi, i quali si stirano o si accorciano passando da triangolari a trape- zoidal! 0 viceversa, per lifonnarsi in condizioni identiche o molto simih alle primitive tosto cessata I'azione perturbatrice. Siffatte proprieta elastiche devono dipendere dalla presenza di una membra- nella e dal turgore proprio di queste vescichette. Una semplice (') Poicht' i piinti iiodali lion sono cbo dugli iuteivstizi, iiou 6 auiiui.ssiUilo alcuu lu'sso tra la loro distnliuzione e (lucUa dello sotolo della cute; la coincideuza degli uui e dello altre, posta coiue re- gola da V. Schaub, e che non sarobbe senza importanza se si trattasse veramente di gangli, po- tendo far so.spettaro neUo setole una fuuzione tattile coUegata alia presenza di una rete nervosa, ha il valoro di uu fatto accidentale, che si verifica d'altronde piutto.sto di rado. (2) \ralgauo ad es. le seguenti misure prese da una femmina: 80 fx pur 50 (regionc circuniocu- lare), 104 per 50 (id.), 70 per 55 (fianco), 72 per 64 (id.). - 120 - rottura deirintegumento, provocando fuoruscita di materiale e di- minuzione della pressione interna deir^^a:r, basta a far si che le Pior. 4. — Atax cra.isipes (M.) ^ — Esemplare sottoposto coll.i ciate forata a un leggero scliiarcia- meuto. Vescicole del fianco sinistro, ca. 400 X vescichette si vadano man raano isolando ed assumano la forma sferica (fig. 4), fenomeno ciie si verifica anche nella morte naturale deir acaro (fig. 5) ; ma per la loro grande delicatezza riesce quasi impossibile trarle intatte dall' interne del corpo. Fig. .5. — Atax crassipes (M.) Q — Esemplare moilo strato 8uporficiale; c' vescicole profoudc, ca. 100 rentricolo ; c vescicole dello Viene naturale il sospetto, che si tratti di cellule ; pero a fresco non si distingue in esse un nucleo. Per accertarne la pre- - 121 - senza conviene ricorrere ai preparati in toto colorati od alle se- zioni ('). Gli uni e le altre provano all'evidenza, che le vescicole sono delle vere cellule (fig. 6) ; mentre xi^WAtax vivo, grazie alia Fig. 6. — Atax crassipes (M.) (*) — Vescicole del tiauco destro, I leucociti, t testicolo, v ventricolo, mb meniLrana basilare. Sezione frontale ; fiss. Heiiuiugs, color, camiallnine, ca. 400 X rifrangenza omogenea di tiitti i costituenti cellulari ed alia picco- lezza del nucleo, non si distingue in esse alcun particolare di struttura, nelle sezioni invece si mostrano tornite ciascuna di un nucleefcto di forma un po' ovoidale immerso in un tenuissimo strato di citoplasma granuloso, che costituisce come una tenue membrana alia vescichetta : tutto il resto e un unico grande spazio vuoto e cio lascia presumere, che I'ialoma, riempiente quasi in totalita la cellula prima della fissazione, sia una soluzione acquosa di qualche sostanza, probabilmente salina, di natura tale da non fornire pre- cipitati insolubili nei reagenti adoperati dopo la fissazione. E inte- ressante notare in proposito la grande rassomiglianza di struttura presentata da queste cellule con le cehule costituenti la corda dorsale dei vertebrati, nelle quali si ha I'ingrossamento del corpo cellulare per la forniazione di grandi vacuoli ripieni di un liquido acquoso. Oia un attento esame di esemplari vivi molto trasparenti guardati, ad esempio, dal dorso lascia scorgere sotto alia prima assise superficiale di vescicole, che poggiano conti'O la faccia in- terna della cute, una o piii assise profonde; anche nelle sezioni si (') La preparaziono in toto ilil buoni friitti, qiiaudo si iiupioK'iiiio esemplari niolto trasparenti. II iiietiido dello sezioni oft're ditticolta mm lievi caiisate dalla preseiiza della diitina e dulla natura de^li I'lciiieiiti elie interessa studiaro. Per clii ahliia di iiiira la confezione delle sezioni, otVre realuiento i|iialrlie vantaffpo eoiue fissativo la niisce.la ep. 225-259, con 1 lav. Najjoli, 1908. 14. Anellidi. Cognetti De Martiis Luigi. — Spedizione al Ruwenzori di S. A. R. Luigi A.di Savoia, Duca degli Abruzzi. Nuovi Eudrilini del Monte Ruwenzori (Diagnosi preliminari). — Boll, dei Musei di Zool. ed Anat. comp). della R. Univer- sild di Torino, Vol. 22, N. 559, 2>p. i-2. Torino, 1907. 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Torino, 1907. - 134 COMUNICAZIONI ORIGINALI ISriTUTO ANATOMICO DI PAKMA DIRBTTO DAL PROK. F. LlVINl Dot.. MASSIMO CHERlE-LIttNIERE DISSETIOUE E LIBEBO DOCENTK DI ANAIOMIA TOPOGKAPICA Annotazioni anatomiche intorno alle fascie del collo neH'uomo (Cou una tiyjura) E vietata la riproduzione. Alio scopo cli portare un contributo alia conoscenza della di- sposizione delle fascie nel collo, argoraento, come e noto, tanto discusso, ho intrapreso delle ricerche in 12 cadaveri umaiii ; 2 di neonati, gli altri di eta variabile da 9 a 91 anni : 8 erano di sesso maschile, 4 femminile. Per cinque ho ricorso al metodo delle sezioni trasversali previa congelazione, per gli altri mi sono servito della dissezione. * * * Velpeau non riconosee nel collo alcuna fascia: afferma che tutti i vasi e i nervi della regione, la trachea, I'esofago sono avvolti da guaine fibro-cellulari, piii o meno dense, le quali si continuano Tuna coU'altra, unendosi, inline, alia guaina comune e alle fascie del torace. Merkel attribuisce valore di aponeurosi solo a quel foglietto fibroso che e corauneraente considerate come aponeurosi cervi- cale media, e che egh denomina aponeurosi propria del collo. La maggior parte degli Autori pero (Cruveilhier, Richet, Sappey, Beaunis e Bouchard, Tillaux, Debierre, Testut, Charpy, Romiti, Chiarugi, . . . ) descrivono nel collo tre fasci'e: una superficiale, una media ed una profonda. Secondo Sebileau, oltre queste tre fascie, ne esisterebbe una quarta, che egli denomina aponeurosi trasversa del collo: si staccherebbe essa dalla parte laterale della fascia media e si dirige- rebbe medialmente; raggiunta la vena giugulare interna, si divide- rebbe in due foglietti, del quali uno passa davanti, I'altro dietro il - 135 - fascio vascolo-nervoso : il primo, pervenuto al corpo tiroide, si sdop- pia per formargli una guaiua completa; il secondo si insinua tra la fascia cervicale profonda, cui non aderisce, e la parte posteriore della faringe. Dice pero Charpy che a torto questo Autore unisce le guaine vascolari e viscerale alia fascia media, e che invece esse sorio so- spcse alia colonna vertebrale mediante lamelle, denominate setti sagitta li. Fayet e .Jonnesco descrivono dietro alia faringe due foglietti aponeurotic! : uno che avvolge la taringe stessa, la cartilagine ti- roide, il corpo tiroide e la trachea (guaina previscerale) ; I'altro teso, dorsalmente al precedente, fra il fascio nerveo-vascolare di un lato e quelle del lato opposto (lamina tras versa in term e- diaria). Trolard cosi concepisce cio che egli chiama : " Scheletro fibrose viscerale e vascolo-nervoso del collo „ : la fascia media si mette in rapporto, coi suoi margini dorsaU, col setto in- termuscolare (dipendenza della fascia superficiale), inserendovisi nella sua parte superiore, aderendovi soltanto nella inferiore. Per tal modo viene delimitata una cavita semi-cilindrica, di cui la parte plana riposa sulla colonna vertebrale. Questa cavita e suddivisa in tre compartimenti dalla presenza di due setti sagittali, che, partendo dalla fascia cervicale media, si insinuano tra il fascio vascolo-ner- voso da un lato e I'esofago e la trachea dall'altro, raggiungendo la fascia prevertebrale. Restano per tal modo delimitati lateralmente le due guaine vascolo nervose, e, medialmente la guaina viscerale. Ecco ora quanto I'esame dei miei preparati mi permise di assodare. A parer mio devonsi nel collo riconoscere quattro fascie : su- perficiale, media, profonda o trasversa, prevertebrale. Fascia superficiale. — Partendo dalla linea mediana ventrale, lungo la quale e intmiamente unita alia fjiscia media, essa si dirige lateralmentc, sdoppiandosi al margine anteriore del m. sterno-cleido- mastoideo per formargli una guaina completa, secondo viene univer- salmente ammesso. Oltrepassato il margine posteriore del muscolo, i due foglietti non si riuniscono di nuovo, come si credo genoral- mente, ma decorrono, separati da tessuto cellulare, nella regione - 136 - laterale del collo, raggiungendo il m. trapezio, che avvolgono C). II tessuto cellulare che li divide talora e abbastanza lasso e in discreta quantita, sicche riesce molto facile separarli natural- mente; tal'altra e scarso e stipato di modo che la separazione riesce difficile; tanto piia che in qualche case esistono dei tramezzi fibrosi tesi tra I'una e I'altra lamina. In ogni caso la dimostrazione dell'esistenza dei due foglietti a piu evidente nelle sezioni trasver- sali che nei preparati per dissezione. Arrivati alia linea raediana doi-sale, essi si confondono nel ligamento posteriore della nuca. Dal foglietto profondo, presso il margine posteriore dello sterno- cleido-mastoideo parte un sepimento (corrispondente al setto in- termuscolare di Charpy) che si porta ventro-mediaJmente alia fascia che ricopre gli scaleni, e su di essa si impianta. E una dipendenza della fascia snperficiale la capsula della ghiandola sotto-mascellare. Anche su questo punto non vi e accordo fra gh Autori. Merkel afferma che la cosidetta capsula non e che uno spazio fessurale, originato in seno al connettivo amorfo in seguito agli spostamenti che la ghiandola subisce nei moviraenti della testa, del collo, del m. digastrico .... Charpy ritiene che la fascia superficiale, inserita in alto al margine inferiore della mandibola, passi davanti all' joide senza ade- rirvi. Oltrepassato di poco quest' osso, si sdoppia in due lamine : la superficiale si continua nella regione sotto-joidea, la profonda si ri- flette in alto per inserirsi all' joide stesso. Essa dehmita cosi, as- sieme alia fascia da cui deriva, uno spazio angolare che accoglie il margine inferiore della ghiandola. Quest' ultima nel rimanente della sua superficie profonda e solo tappezzata dal sottile perimisio del m. milo-joideo. Per Trolard il foglietto superficiale della capsula e dato dalla fascia superficiale, il profondo dalla media. Secondo T e s t u t la fascia superficiale si divide al margine infe- riore della ghiandola sotto-mascellare in due foglietti che 1' avvol- gono e si inseriscono il superficiale al margine inferiore della man- dibola, il profondo alia linea railo-joidea, formando la capsula della ghiandola, che sarebbe, per tal modo, osteo-fibrosa. Dalle mie ricerche risulta che la fascia cervicale superficiale (<) Questa disposizione spiega come Merkel scriva che il tessuto cellulare situate sotto gli strati suporficiali nella rogione laterale del collo e che 6 nn prolungameuto di quelle che iii avauti circonda i grossi vasi e in diotro si porde sotto il luuacolo tiapozio, sia avvolto da un involucre raembranoso the uo tappozza tauto la superiicie esteina che 1' interna. - 137 - nella sua parte sup(iriore, partendo dalla linea mediana ventrale, si porta sul raargine antero-interno della ghiandola sotto-mascellare, e si sdoppia in due robuste lamine, che avvolgono la ghiandola stessa, per ricongiungersi poi al sue margine postero-esterno. Qui ri- ceve fascetti di rinforzo dalla guaina vascolare, i quali, spingendosi in alto fra le ghiandole sotto-mascellare e parotide, concorrono a formare il setto interghiandolare. I due foglietti sul margine superiore della ghiandola sotto-raascellare si saldano di nuovo e, cosl uniti, si inseriscono al margine inferiore della mandibola. La loggia della ghiandola sotto-mascellare e, per tanto, non gia osteo-fibrosa, ma solainente ilbrosa, come appunto vuole Tillaux. - 1S8 - Anche lo s p a z i o s o p r as t er n a 1 e e una dipendenza della fa- scia superficiale. Tillaux, Hyrtl, Fiihrer, Henle, Krause, Quain, Gray, Taguchi, Charpy, . . .. ritengono che detto spazio sia limitato dalla fascia cervicale superficiale, che ne forma la parete anteriore, e dalla fascia cervicale media (o dal foglietto premuscolare di que- st'ultima), la quale ne costituisce la parete posteriore. Merkel lo descrive come risultante dalla divisione dell'unica aponeurosi da lui riconosciuta nel collo, e lo denomina spazio fessurale soprasternale. Risulta dai miei preparati che, secondo quanto scrivono Pau- let, Dit tel, Luschka, Petrequin, Poulsen, Testut,.... lo spazio soprasternale e formate da uno sdoppiamento della fascia cervicale superficiale ; il foglietto superficiale si inserisce al labbro anteriore dell' incisura semilunare dello sterno, ii profondo al labbro posteriore di detta incisura. Quest'ultimo e raddoppiato dalla fascia cervicale media, che gli scende dorsalmente, per inserirsi alia super- ficie posteriore dello sterno un centimetre circa sotto il suo mar- gine superiore. Fascia media. — Essa, secondo Richet ed altri, si inserisce in alto air joide, in basso giunge alia faccia posteriore dello sterno, e sui lati, dopo aver avvolti i muscoli sottojoidei, cessa al margine esterno del muscolo omo-joideo ; solo eccezionalmente si continua lateralmente a questo sotto forma di lamina esilissima, che si perde nel cellulare circostante. Altri Autori, invece, ritengono che la fascia cervicale media si continui in alto nella regione sopra-joidea, e, lateralmente, oltre il margine esterno del m. omo-joideo (Paulet, Cruveilhier, Morel, Duval, Fayet, Tillaux, Debierre, Beaunis e Bouchard, Romiti...) Trolard la fa continuare anche posteriorm en te nella regione della nuca sui muscoh angolare dell'omoplata e splenio; Sebileau la fa inserire coi suoi margini laterali all'apice delle apofisi tra- sverse. Infine Tillaux e Charpy distinguono nella fascia media due foglietti : uno superficiale, lamina premuscolare; V altro profondo, lamina intermuscolare. La maggior parte degli Autori descrive I'aponeurosi media se- parata dalla superficiale da un esile straterello cellulare. Testut, che nel Trattato di Anatomia descrittiva adotta que- - 139 - sta opinione, in quelle di Anatomia topografica in collaborazione con Jacob afferma che le due fascie sono fra loro saldate suUa linea mediana. L'esame dei miei preparati pennette di stabilire -che la fascia media non e presente che nelia porzione sottojoidea del collo. In- timamente unita alia superficiale sulla linea mediana, se ne di- sgiunge man mano che si porta lateralmente. Avvolge, suddividendosi in tre sottih lamine, i muscoli sterno- cleido-joideo, sterno-tiroideo, tiro-jodeo, e si fa molto robusta nel- 1' intervallo che separa questi muscoli daU' omo-joideo ; finalmente avvolge anche quest'ultimo, fornendogli una guaina. Si mantiene accollata al foglietto profoudo della guaina dello sterno-cleido- raastoideo, al quale aderisce mediante un sottilissimo strato di con- uettivo lasso e dal quale puo essere divisa facilraente. In corri- spondenza pero del margine laterale del m. omo-joideo I'aderenza si fa molto piu tenace nel terzo inferiore del collo, mentre nei due terzi superior! ha luogo un vero coalite. Fascia trasversa o profonda. — Gia dissi precedentemente come Sebileau intenda questa fascia, la quale verrebbe a costi- taire come " un meso cervicale, risultante di due lamine, che si lascia guidare dai vasi che incontra e sdoppiare dagli organi che trova „. Essa e nettamente distinta daUa retrostante fascia preverte- brale, specialmente nella parte inferiore del collo,. rimanendone quivi separata da abbondante tessuto connettivo, mentre piii in alto, e perche I'aponeurosi prevertebraie e piii sottile, e perche mi- nore e il connettivo, la dissezione ne riesce mono agevole. La fascia trasversa sulla linea mediana ventrale e rappresen- tata da una lamina piia o meno robusta secondo i soggetti; ma sempre molto bene evidente, che e anteriormente m rapporto col- I'esofago, dal quale la separa uno straterello di connettivo lasso che si addensa sui lati dell'esofago stesso per formare due setti antero-posteriori. Piu in alto, dove corrisponde alia faringe, 11 con- nettivo e in minor quantita e i setti vi sono meno sviluppati. Raggiunto il margine laterale della trachea e deU'esofago, I'apo- neurosi trasversa si divide in due foglietti. Uno, che chiamerei vascolo-vi see rale, si insinua fra gli organi ora ricordati e il fascio nerveo-vascolare, dirigendosi antero-lateralmente, fine a rag- giungere la faccia profonda della fascia cervicale media, alia (luale si unisce : esse concorre a formare la guaina viscerale, quella - 140 - cioe che avvolge la trachea, I'esofago e il corpo tiroide, e la guai- na vascolare, che separa fra loro. L'altro foghetto, retro vascolare, continua 11 decorso ini- ziale, dirigendosi lateralmente nella parte inferiore del coUo, dbrso- lateralmente nella parte superiore ; passa dietro il fascio vascolo- nervoso e raggiunge, saldandovisi, la fascia cervicale media in basso, la superflciale in alto. Ecco, pertanto, come secondo questa descrizione dovrebbero intendersi le guaine viscerale e vascolare. La guaina vascolo- nervosa, triangolare, e data medial- mente dal foglietto vascolo-viscerale, che la separa dalla guaina vi- scerale; dorsalmente dal foghetto retro-vascolare ; lateralmente dalla fascia cervicale media nella parte bassa del collo, dalla lamina profonda della fascia superflciale nella parte superiore. La guaina viscerale, quadrangolare, e costituita poste- riormente dalla fascia tras versa, sui lati delle lamine vascolo-visce- rali di tale fascia, anteriormente dalla fascia cervicale media. La distinzione della fascia trasversa dalla fascia prevertebrale e, adanque, giustificata sia dal fatto che due foglietti esistono po- steriormente fra I'esofago e la colonna vertebrale, sia, anche, perche i setti vascolo-viscerali e retro-vascolari mi pare non potrebbero ragionevolmente essere considerati come dipendenze o della fascia cervicale superflciale o della media, in quanto in alto mettono capo alia prima, in basso alia seconda. Tali fatti, risultanti dall' esame delle sezioni trasversali, ricevettero plena conferma dai preparati per dissezione. In questi recidevo da prima la trachea e 1' esofago a livello del margine craniale deho sterno, quindi li stiravo in alto: per tal guisa si rendeva evidente la 'fascia trasversa. Aprendo dipoi la guaina vascolo-nervosa mi riusciva sempre di dimostrare i due foglietti vascolo-viscerale e retro-vascolare, originantisi dalla bifor- cazione della fascia trasversale e disponentisi ad angolo diedro fra loro. Fascia peevertebrale. — Gia dissi come essa sia separata dalla fliscia trasversa del collo da un cellulare che ne permette facilraente la dissezione, specie nella parte inferiore. Robusta e resistente in basso, si assottiglia in alto e si confonde sulla linea mediana col legamento comune anteriore delle vertebre. Lateral- mente ricopre la faccia anteriore dei muscoli prevertebral!, quindi si appUca sul muscolo scalene anteriore, e, successivamente, sullo scalene posteriore, dope aver mandate medialmente una propaggine - 141 - che avvolge i nervi del plesso brachiale. Ricoperto anche lo sca- leno posteriore si porta nella iiuca siiirangolare dell' omoplata, e termina nel legamento posteriore della nuca. Nel liinite fra scalene posteriore e angolare viene ad inserirsi sLilia fascia il setto intermuscolare, proveniente dalla fascia super- ficiale, setto che divide la regione antero-laterale del collo dalla posteriore. * * Concludendo : Devc'Dbi nel collo riconoscere quattro fascie : superficiale, media, profonda o trasversa, prevertebrale. La fascia superficiale avvolge i muscoli sterno-cleido- mastoideo e trapezio; neH'intervallo fra i due muscoli nella regione laterale i due foglietti non si saldano, ma rimangono separati da connettivo. La capsula della ghiandola sottomascellare e esclusiva dipendenza della fascia superficiale. La ghiandola ne viene comple- tamente avvolta, anche in corrispondenza del suo margine superiore. Anche lo spazio sopra-sternale e formate soltanto da uno sdoppiaraento della fascia superficiale. La fascia media e limitata alia regione sotto-joidea. Sui lati uon si estende oltre il m omo-joideo e si unisce alia lamina pro- fonda della fascia superficiale. La fascia trasversa o profonda, unica nella sua parte di mezzo, si sdoppia ai margin! lateral! della trachea e deU'esofago in due foglietti: vascolo-viscerale e retro-vascolare. II prime si dispone fra gli organi ora ricordati e il fascio nerveo-vascolare, I'altro passa dietro quest'ultimo. La guaina vi seer ale e formata dalla fascia trasversa dor- salmente, dai foglietti vascolo-viscerali lateralraente, dalla fascia media ventralmente. La guaina vascolo- nervosa, triangolare, e data medial- mente dal foglietto vascolo-viscerale, dorsalmente dal foglietto retro- vascolare, lateralmente dalla fascia media in basso e dalla lamina profonda della superficiale in alto. La fascia prevertebrale si estende sui muscoli preverte- brali, sugliscaleni esi spinge posteriormente nella nuca. Da inserzione ai sett! intermuscolari della fascia superficiale, e con quest! con- corre a dividere la regione antero-laterale del collo dalla posteriore. - 142 - Autori citati Beauuia e Bouchard. — Niiovi elemeuti ili Auatomia dedcrittiva u d' Eiuliriologia. Trad. ital. di Autouelli. — Milano. C harpy. — Muscles peauciers du cou et de hi tete et apouevroses. (Traite d'auatomic humaiue pu- blic sous la direttiou de P. Poirier) — Paris. Chiarugi. — Istituzioni di Anatomia deU'uomo. — Milano, 1904. Cruveilhier. — Traits d'Auatomie descriptive. — I'aris, 1SS7. Debierre. — Trait6 elera6ntaire d'Auatomie de I'liomme. — Paris, 1S90. Dittel. — Die Topographie der Halsfascien. — Wien, iS57. Fayet. — Les apoufivroses cervicales. — These de Paris, 1895. Fiihrer. — Handbuch der cbirurgischen Auatomie. — Berlin, 1S57. (Citato da Taguchi). Gray. — Auatomy descriptive and surgical. — London 18S7. (Citato da Taguchi). Henle. — Haudbuch der systematischeu Auatomie des Menscheu. — Bratinsweig, 1S71. 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(Le aree muscolari sono state ahiuauto impiccio- lite per rendero piii evidente il" comportamento dolle fasce). La vertebra colpita e la IV cervicale, all'-mione del terzo superiore coi due terzi inferiori. La linea rossa coutiuua rappresenta la fascia cervicale superftciale, quella a tratti brevi la media, I'altra a puntiui la fascia profouda o trasversa, e quella a tratti lunghi e puuti alteruati la fascia prevertebrale. c. I. = cavita laringea s. y. =: muscolo sterno-cleido-joideo fa. r= faringe t. y. =z muscolo tiro-joideo V. =: IV vertebra cervicale s. c. m. = muscolo sterno-cleido-mastoidoo tn. =^ midollo spinale t. = muscolo trapezio I. n. = legamento della nuca ni. p. = muscoli prevertebrali g. = veua giugulare interna s. a. == muscolo scaleno anteriore c. =r arteria carotido comune a. o =: muscolo angolare dell'omoplata Q. y. = muscolo omo-joideo 143 - isrrruTO anatomico di fiuenze dirktto dai. pkof. o. chiaku^i- Nuove osservazioni sullo sviluppo dei nervi periferici indipendentemente dai centri nervosi DoTT. A. BANCHI, aidto (Con tav. VII) ^ viutata ia riproduzione. Alle osservazioni da me pubblicate prima, nel 1904-1905 ('), sLilIa possibilita che hanno gli abbozzi cellulari dei nervi periferici di progredire nello sviluppo flno a un certo stadio, se anche ven- gano distaccati dai centri e con essi non riprendano connessioni; a tali osservazioni, rinnovate e confermate con altra mia pubblica- zione del 1906 C), furono mosse varie critiche. Alle critiche del dott. A. Gem ell i O risposi gia C), e, credo, esaurientemente, per quella parte della critica che si riferiva alia maniera colla quale sulla scorta dei fatti io aveva argomentato, al metodo logico da me seguito. II Gemelli faceva peroame anche I'appunto di non avere adoperato nella ricerca il metodo del Cajal, specifico, ed attribuiva ad imperfezione del metodo da me adope- rato, e quindi a imperfetta osservazione, i miei risultati, ai quali con- trapponeva i proprii ottenuti col metodo stesso del Cajal. A questa critica io rispondeva allora che non potevo consen- tire col Gemelli che le connessioni di un nervo bene identificato e identificabile col metodo da me usato (Galeotti), se ci fossero state, dovessero necessariamente essere sfuggite alia mia osservazione per difetto del metodo di preparazione. Adognimodole critiche del Gemelli, oltre le molte argomen- (') Sviluppo (legli arti pelviei del Bufo Vulgaris iunestati in sode anomala. — Monitore Zool. Ita- liano, l'JO-1. ed Arch. Italiano di Anat. e di Embi:, Vol. IT, Firenze, 1905. (2) Sullo sviluppo dei nervi periferici in maniera iiulipendtutf dul sisteuin ncrvoso ccntrale. — AiMt. Am. lid. 28, Jena, 1900. (3) Rendi^. delVjKtituto Lombardo di ,%. e Lett, Serie II, vol. 39, 1906. L'ivMa di I'ntol. Sen-, e Mentale, vol. XI, 1906. («) A proposito etc del dott. Gomel li etc - liiviMa di Patologia .\,Tvo.sa e Mentale, Vol. XI, 1906. - 144 - tazioni alle quali con altre argomenfcazioni risposi gia, contenevano un dato di fatto ; quello di avere egli adoperato un metodo di colo- razione diverse da quello da me usato e che egli presumeva ina- deguato. A qaesto fatto intendo rispondere con altri fatti ed e questo precisamente lo scopo della presente nota. Oltre le critiche delG-emelli, e almeno piu serie, le mie af- ferraazioni sollevarono di recente quelle di Ross Granville Har- rison (^). Ecco in breve in che cosa esse consistono e su quali esperienze si fondano. A pag. 249 Harrison incomincia col dire a mio riguardo che " e un errore sostenere che i pezzi trapiantati non contengono trac- cie di vasi o nervi, perche i nervi spinali raggiungono alio stadio in questione il primitivo muscolo addominale che sta al confine dell'abbozzo dell'arto inferiore, e che Banchi disegna nella sua fi- gura „, ed aggiunge in nota, che a questa mia affermazione fatta a p. 675 della mia nota del 1905, io contraddico poi, a pag. 689. Ora sta in fatto che io nella nota anzidetta a pag. 675 dichiaro che : " Nei pezzi da me innestati non era affatto traccia di vasi e di nervi differenziati.... soltanto appena si distingueva qualche cellula muscolare dell'abbozzo (muscolare) destinato all'arto, e distaccatosi ventralmente dal miotomo. » Io intendevo qui di parlare appunto di nervi differenziati, e cio per dimostrare come i miei innesti fossero tratti da larve in piii precoce stadio di sviluppo che quelle usate da Braus, il quale avea trovato negli innesti abbozzi di nervi e vasi che poi aveva veduto regredire. A pag. 689 poi alia conclusione 6 io dico che: " I nervi non sono contenuti nel pezzo innestato, al memento dell'innesto, se non forse sotto forma della estrema punta dell'abbozzo di un nervo, rap- presentato da poche, giovanissime, cellule del nervo „. Non e questo un contraddire alia affermazione precedente, perche la si esclude la presenza di nervi differenziati, qui si accetta la ipotesi, che i nervi possano essere presenti sotto forma di un abbozzo molto primitivo quale e formate dalle cellule piii distali e piii indifferenti della catena cellulare che prelude alia formazione del nervo differenziato. L'Harrison afferma (pag. 249) che questi nervi, da me esclusi, possono essere osservati solo in sezioni ben colorate e sotto forti in- grandimenti, e che cio si vede bene in arti addominah preparati in (') Experiiueuts in transplantiug Uinbs and tlioii- beariug upou the probloms of the development of nerves. — The Journal of experim. Zoology, vol. IV, Baltimore U. S. A. i907. - 145 - toto (in situ?!). La flg. 2 di Harrison, che si riferisce a una larva di Rana palustris di 11 mm. mostra un abbozzo di arto posteriore precocissimo e presso a questo, ma fuori di questo, fa vedere un tronchicino nervoso, die, dalla figura, apparisce notevolraente diffe- renziato. L'A. infatti (pag. 253) in base alle sue osservazioni, dichiara di non accogliere I'affermazione di Braus che a questo stadio man- cliino i nervi negli arti normali. EfFettivamente io non so a quale stadio del Bufo vulgaris cor- risponda quello di Rana studiato dall'Harrison. Ma e un fatto che, alio stadio che mi ha servito per distac- care Tinnesto, nell'abbozzo dell'arto del Bufo vulgaris non ho tro- vata traccia di nervi, ne differenziati, ne in abbozzo precoce. Nolle mie prime esperienze io feci questa osservazione su innesti distac- cati, ed anchesularve intiere (in ^o^o secondol'espressionedi Harri- son) che avevo colorate collo stesso metodo (Galeotti) del quale mi era servito per Io studio dello sviluppo degli innesti. Ora ho ripe- tute queste osservazioni facendo uso del metodo di Cajal ed ecco quanto mi risulta. Adoprando larve alio stesso stadio di quelle che servirono per distaccare I'innesto, col metodo di Cajal, usato lar- gamente, e con di versa durata nell'epoca del trattamento all'ar- gento e nella durata della reazione successiva col riduttore, non ho potuto mai vedere colorate fibre o fascetti di fibre che raggiunges- sero I'abbozzo dell'arto C) e nemmeno che vi si avvicinassero. Anzi appena appena, in tutta vicinanza delle radici e dei gangli spinali, apparivano poche e dubbie fibre nervose ben tinte. Gia e in fatto che a questo stadio la colorazione di Cajal permette invero di riconoscere le masse gangliari ai lati del mi- dollo spinale, e gli abbozzi di nervi che da esse partono, molto meno chiaramente che il metodo di Galeotti ; e questo perche ne nei gangli, ne nei nervi si hanno intensamente tinte le fibrille, e tanto i gangli che i nervi si distinguono si puo dire solo per I'a- spetto generale ne giova affatto la colorazione specifica del metodo, che non ha luogo. EgU e vero pero che qua e la in queste fDrmazioni si trovano fibre, di calibre diverse, brevi, a decorso irregolare, tinte fortemente in bruno, e che sembrano, negli abbozzi di nervi o di gangli, con- giungere due o tre cellule in catena. Osservando attentamente si («) Alio stadio in i)ari.la, iicl iiuale le vcscicolo otticlio sono ancora unite allcncefnlo \wv un jie- (luncolo cavo, trattai col Cajal nunieroso larvo, facendo loro subire un' iniprojinazione iip. 463-469. Torino, 1907. 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Pes o. — Sulla flna anatomia della sclerotica. — 19^ Congresso d. Assoc. Oflaim. ital.. An. 37, Fasc. 3-5, pp. 331-333. Pavia, 1908. Soprana F. — Ulteriore contributo alia conoscenza delPatrofla rauscolare pro- gressiva da lesione dei canali seraicircolari. — Atti d. R. 1st. venelo di sc. leltere ed ai ti. An. ace. 1907-908, Tomo 67, Parle 2, IJisp. 2, 2>p- ^^i- 171, con tav. Yenezia 1907. Torretta Achille. — Lesioni del labirinto non acustico dimostrate con ricercho speriraentali e cliniche. — Policlimco, An. 15, Yol. 15-C, Fasc. 4, pp. 145- 158, Fasc. 5, pp. 220-240. Roma, 1908. (Continua). 16. Anatomia topografica. Cherie-Ligniere M. — Yedi M. Z., in questo N. p. 166. Cherie-Ligniere Massimo. — Anatomia topografica del coUo doll' adulto fatta per sezioni seriali. Tesi. — Parma, tip. Adoi-ni-Ugolotti e C, 1908,pp. 200. Tiicomi Allegra Giuseppe. — I. Sulla cura chirurgiea delle nevralgie del ti-i- gemino. 11. Procosso transmascellare per la scoperta simultanea del nervo raandibolare e del nervo linguale nella loro porzione discendente. 111. Topo- gratia dciroritizio superiore del canale dentario e della spina di Spix. — Policlinico, An. 14, Yol. 14 C, Fasc. 9, pp. 377-386. Roma, 1907. 17. Teratologia. Colorni Carlo. — Di un feto mostruoso con lessura addomino-vescico-pubica. — Liicina, An. 12, N. 8, pp. 122-124; N. 10, pr. 148-151: N. 11, pp. 165-167 e N. 12, pp. 183-187 ; con fig. Bologna, 1907. Fiori Luigi. — Di una cisti branchialo soprajoidea avente intimo rapporto con la ghiandola sottomasceliare. — Policlinico, An. 15, Sez. pratica, Fasc. 1, jij). 3-5. Roma, 1908. Girardi Alessandro. — Contributo alio studio delle cisli congenite del pavi- mento della bocca. — (Jazz. med. Hal., An. 59, X. 12, pp. 111-113, con fig. Torino, 1908. Malatesta Ramberto. — Di un caso di diverticolo di Meckel aperto aH'ombc- Ijeo. — Policlinico, An. 14, Yol. 14-C, Fasc. 11, pp. 473-183. Roma, 1907. 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Angelini Giovanni. — Un altro esemplare italiano del Larus leucopterus Faber. — Doll, della Soc. zoologica italiana, Ser. II, Vol. 8, fasc. 7-8-9. Roma, 1907. Cavazza Filippo. — Nota sn una cattura di Calandrella minor Cab. — Boll. della Soc. zoologica italiana, Ser. II, Vol. 9, Fasc. 1-2, pp. 87-93. Roma, 1908. Chigi Francesco. — Fauna ornitica del governo di Charckov di N. Somov. Re- censione. — Boll, delta. Soc. zoologica italiana, Serie II, Vol. 8, Fasc. 1-2, pp. 91-96. Roma, 1908. Leone (De) Nicola. — Nota sal valore spociflco delle Acredule italiane. — Boll. della Soc. zoologica italiana, Ser. II, Vol. 8, Fasc. 4 -5-6, p>p^. 195-202. Roina, 1907. Leone (De) Nicola. — Strix flammea (L.) maschio, a colorito anormale. — Bol- lettino della Soc. zoologica italiana, Ser. II, Vol. 8, Fasc. 4-5-6, ptp. 193- 194. Roma, 1907. Falconieri di Carpegna Guido. — Acclimatazione in Italia del Nandu, Rhea americana. — Boll, della Soc. zoologica italiana, Ser. II, Vol. 9, Fasc. 1-2, pp. 40-11. 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II, Vol. 8, Fasc. 1-5-0, pp. 225- 228, Fasc. 7-8-9, pp. 265-270, con 2 tav. Roma, 1907. Festa E. — Spedizione al Ruwenzori di S. A. R. Luigi A. di Savoia Duca degli Abruzzi. Nyctinomus Aloysii-Sabaudiae, n. sp. Diagnosi preventiva. — Boll, dei Musei di Zool. ed Anal. comp. della R. Unicersitddi Torino, Yol. 22, N. 546, pp. 1-2. Torino, 1907. Mola Pas(iiiale. — Ancora della Linco della Sardegna. — Boll, della Soc. zoo- log ica italiana, Ser. II, \ol.9, Fasc. 1-2, pp. 16-18. Roma, 1908. Mola Pasquale. — Gonsidei-azioni sopia an problematico incrocio di Felidi. — Boll, della Soc. zooloyica italiana, Ser. II, Vol. 9, Fasc. 12, 2yp. 42-45, con 1 fig. Roma, 1908. t 8. AnTROPOLOCHA EI) FlTXOLOGIA. — Accordo internazionale per runilioazione delle raisiire craniometricho c cefa- lometriche. — Atti d. Soc. romana di Antropol., Vol.13, Fasc. 3, pp. 373- 387, con figg. 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Rapporto al XIV Gongr. di Igieue in Berlino. — Annali di Med. navale, An. 13, Vol. 2, Fasc. 5, ppi. 585-005 con fig. Roma, 1907 . Facciola Luigi. — Andamento e carattere delle t'ebbri malariclie nel corso dcl- Tanuo in rapporto alia nuova dottriua anoi'elica. — II Tommasi, An. 3, N. 10, pp. 227-229. Napoli, 1908. Felice {De) Tito. — Gontributo alia cura della I'iroplasinosi nei Boviui. —Vedi M. Z., XVIIl, 12, 281. Fiorentini. — L'ancliilostomiasi nella provincia di Messina. — 11 Ramazzini, An. 2, Fasc. 2, pp. 08-77. con fig', e lac. Firenze, 1908. Gasperini G. — Ulterior! ricerclio sulla etiologia protozoaria della linlangite epizuutica eifuina. — Rendic. Accad. med. fis. fiorenlina, sedula 13 febbruio 19o8, in: Sperimentale, Arch. Biologia norm, e paloL, An. 02, Fasc. 1-2, pp. 190-194. Firenze, 1908. Mircoli Stelano. — Sul non esclusivismo anolelico. — 11 Tommasi, An. 3, X. IS, pp. 418-422. Xapoli, 1908. Perroncito E. — Provvedimenti igienici per corabatlere la dirtusione degli eclii- nocoechi. — Giorn. d. R. Accad. di Med. Torino, An. 71, X. 1-2, pp. 27-29. Torino, 1908. Rizzacasa Nicola. — Ascaridi quale complicazione durante e dopo gli interventi addonnnali. — Gazz. med. lombarda. An. 07, X. 17, pp. 101-104. Milano, 1908. — Arch, di Ostetricia e Ginecol., Ser. 2, An. 1, X. 2, pp. 101-108. Xapoli, 1908. Viola G. — Gritica della doltrina zanzaro inalarica. — 11 Tounnasi, An. 2, X. 35, pp. 817-824, X. 36, pp. 841-850; An. 3,X. 1, pp. 2-9 ; X. 2, pp. 25-32. Xapoli, 1907-1908. Vedi anohe sul inedesinio argomento lettere di Grassi, di Viola e di v-tstellino nel med. pei'iodico, An. 3, X. 9, pag. 208 e X. 11, pp. 32V-331. Zannoni Prospero. — Reperto di un nematode nel sacco pericardico di uno storno. — La Clinica Veterinaria, Sez. pratica. An. 31, X. 11, pp. 177-179. Milano, 1908. COMUNICAZIONI ORIGINALI ISTITUrO ANATOMICO DELLA R. UNIVEIISIlA DI PISA DoTT. FKANCESCO DI COLO Ina rivendicazione ad Antonio Scarpa Kota storlco-critica E vietata la ripioduzione. In due lavori piuttosto recenti, rispettivamente di B. Lun- ghetti (" Ricerche sulla struttura della pelle del condotto uditivo esterno „. Bull, ^elle Scienze mediche di Bologna. Anno LXXVII, Serie VIII, vol. VI, 1906) e di H. Ehrlich (" Zur Frage der Balz- taubheit bei Tetrao Urogallus „ Anat. Anzeiger. n. 7-8, 1907), lavori bene condotti ed interessanti per i resultati a cui giungono, trovo nondimeno un'omissione in cui giaincorse Schwalbe ed alia quale, per amore della verita storica, in base all'esatta conoscenza della Ibtteratura suirargomento, mi sembra opportune di porre riparo. Nel 1890 Schwalbe (*), con estese ed accurate riv^.erche che contribuirono a chiarire la questione ancora oggi dibattuta della sordita temporanea del gallo di montagna (Tetrao Urogallus), pote riconoscere la vera natura di quella piega esistente nella parete po- stero-inferiore del condotto uditivo esterno di tale uccello, alia quale veniva attribuito, in special mode da Graff (-), una considerevole importanza nella produzionedel fenomeno. Graff, seguendo I'ipotesi gia emessa da Wurm(^) suirargomento, spiegava la sordita tempora- nea del Tetrao Urogallus, ammettendo che la piega del condotto uditivo esterno godesse della proprieta di rigonfiarsi, tanto che la (•) Schwalbe G. — Uober dcr Gehiirgangwnlst der Vilgel. — Archii) fiir Anatomie und Phy- siologie. Anat. Abtheilung., 1890, pag. 42. (*) Graff L. V. — Zur Naturgeschichtc des Auerliahnos (Tetrao Urogallus). — ZeiUchrift fur VTiss. Zoologie, Bd. XLI, 1885. (3) Wurm W. — Das Auerwild, desson Naturgeschichte, Jagd und Hege. — StuUgart 1874. Idem. — Die Taubheit des scliloifeiideu Aiierhalmes. Eiiu- Erwiderung. — Zeitschri/t fiir ICwf- sensch. Zoologie, Bd. XLI, 1SS5. - 178 - denoraino Scliwellfalte (piega rigonfiatoria) e quindi di occludere il condotto. L'opinione di Graff pero, analoganiente a quella di Wurm, non era basata sull'esame istologico, che neppure tale autore esegui, bensi sul resultato avuto dairiniezione di una miscela d'olioedi pa- raffina, praticata nella parete posteriors del condotto uditivo esterno. Con tale procediraento Graff ottenne infatti il sollevamento della piega e rocclusione del condotto. Le idee di Wurm e di Graff ebbero per qualche tempo for- tuna, tanto che le loro osservazioni vennero riprodotte con notevole ricchezza di particolarinelie opere di Gadow (*) edi Fiirbringer (-'), ma furono in seguito riconosciute insussisteuti per parte di Sch- walbe (^) il quale, in base ai risultati dell'esame istologico, dinio- stro che la cosidetta Schtvellfaltb non merita in nessun modo tale denominazione, poiche essa poggia sopra un tessuto connettivale dense nel quale si diramano dei vasi sanguigni, ma per nulla in quantita straordinaria, ne con disposizione insolita. Non si puo quindi parlare' di un tessuto cavernoso, bensi i vasi che percorrono la piega sono in rapporto con vere e proprie glandolo epiteliali. La piega e congiunta alia parete posteriore del condotto uditivo esterno per mezzo di tessuto connettivo lasso e ricco di lacune nel quale decorrono vasi che neppure qui sono voluminosi, ne in numero, ne con andamento tale da poter far pensare ad un tessuto erettilo. 11 tessuto lasso fra la piega e la parete del condotto si estende lungo tutta la parete postero-inferiore di questo fino presso 1' orificio esterno ; percio la piega e mobile e con cio s' intende, secondo Schv^albe, il resultato ottenuto da Graff coll' iniezione praticata nella parete posteriore del condotto. Egli sarebbe infatti penetrate coir iniezione, non nella vera e propria piega, ma in quel tessuto lasso e ricco di lacune, al riempimento delle quali era da attribuirsi il sollevamento della piega stessa in modo da determinare la chiu- sura del condotto. La piega adunque tanto discussa non e altri- menti dovuta che a tessuto connettivo compatto nel quale sono immerse un numero considerevole di glandole epiteliali, analoghe, per la loro struttura istologica, alle comuni glandole sebacee. Schv^albe dice, nel succitato lavoro, che I'avere constatata I'esi- (') Gadow H. — In IJrouu's KliiMScii iiml ()ir|iliol(>nic iiiiil Sy.slfmiitik ilor Vogol. liil. 11, — AUgmcbier Theil, IH8H, pay. iO~:i, (') Low citato. - 174 - stenza di queste glandolo nel condotto uditivo esterno del gallo di montagna e, con disposizione e conformazione pressoche analoga, anclie nel gallo domestico, nel tacchino e nel fagiano, suscito in lui non poca sorpresa e tale sorpresa e giustificabile se si pensa die la pelle degli uccelli veniva fino ad allora considerata come priva di glandole, ad eccezione dell'uropigia. Cosi leggesi infatti in Lej^dig (M, in Kossmann (-) e in Wiedersheim (^). Tralasciando per ora di occuparmi dell' intima struttura e del signiftcato delle glandole del condotto uditivo esterno di tali ani- mali, argomento questo che mi propongo di svolgere, colla scorta di personali indagini, in una mia prossima pubblicazione, aggiungero come le ricerche bibliografiche di Sch walbe poterono nondimeno sta* bilire che Gadow (*) ammetteva in alcuni uccelli, oltre all'uropigia, la presenza di piccolo glandole, da lui indicate come ceruminose, nel meato uditivo, localita dove, come io medesimo ho potuto co- statare, assolutamente non esistono. Onde, giusta I'opinione dellc stesso Schwalbe, e da ritenersi che Gadow, esponendo quanto sopra, si sia riferito non ad osservazioni proprie, ma ad una remi- niscenza non del tutto esatta di quanto dice Tiedemann 0 a tale proposito. Quest'ultimo autore accenna infatti aU'esistenza, nei gallinacei, di glandole secernenti una materia grassosa, simile a cerume, e situate all'estremita del condotto uditivo, ma anch'esso non si riferisce ad osservazioni personali, bensi al lavoro di un ri- cercatore nostrano : A. Comparetti (") il quale, a pag. 160 della sua opera, cosi si esprime: "Interior superficies communiter valde laevis cum epidermide, quae facile separatur, oblinita humore seba- ceo, e glandulis plurimis subjectis secrete ; sed sub finem meatus eminet maxime in gallinis acervus glandularis qui, instar marginis trasversi et inferioris, se oftert, sub quo principium osseimi meatus subest, praesertim retrorsum... In hoc acervo fere hemycilindrico glandulae oblongae trasversas sectiones occupant, sicuti glandulae Meibomii in tarsis palpebrarum, quarum 13 aut 14 enumeravi in longitudine part. 13 aut 15 „. Schwalbe non esito quindi ad at- (') Luydig F. — Traitfi d' Histolojiie dt' riiimnm- et dus aiiiiuanx. Tiaduit de rAllfinaiid par It. Laliillonue. — I'ari^ 1866, pag. S.S\ ft Kossmann K. — Ueber die Talj;diii.scii dor ^'(")i^l■l. — Zeitxchr. f. Wiss. Zuolor/ie, Bd. XXI, 1871, pag. 573. O "SV i e d (■ r s li (■ i ni K. — Lclirbncli dcr v<'ri;lcii'liciid('ii Anatomie der TVirbeltliwre. — 2 Avfl 1886, pag. 29. (*) Giidow H. — Loco citato, pag. 4S8. f) T iedo luiinn F. — Anatomie uud Naturgoschicbte dor Viigel. — Heidelberg, 1810, Bd. I, pag. 03. (') Comparetti A. — Observaliones do aure interna comparata. — J'atavii 1789. - 175 - tribuire a Comparetti (1789) il merito della scoperta. Se non che gia assai prima, nel 1772, Antonio Scarpa avova rivelata nei condotto uditivo esterno degli uccelli e precisamente nel gallo d'india e nel polio, la presenza di special! organi glandolari che ras- soraiglio alle glandole sebacee delle palpebre. Nel Capitolo V. pa- ragrafo 7", infatti delle sue " Observationes anatomicae de structura fenestrae rotundae auris et de tympano secundario „ lo Scarpa ('), occupandosi della conformazione del condotto uditivo esterno degli uccelli, dice che la membrana cutanea la quale riveste o meglio, secondo la sua propria espressione, succinge mollemente la cavity del canale ( . . . . cavum canalis mollius succingit), e spalmata di una certa materia sebacea, a guisa di cerume. Confutando, a questo proposito, I'opinione di Dehrara, secondo il ciuale di tale sostanza non sarebbe esistita traccia alcuna negli uccelii ( . . . . Hujus ne ve- stigium quidem invenimus in avibus), Scarpa afferma I'esistenza della secrezione ceruminosa in questi animali, alia quale provvedono, come egli stesso dimostra nella Fig. IP della Tav. IP dell' opera anzidetta, speciali glandole (2). " Le glandole che soraministrano la materia ceruminosa, oosi riferisce Scarpa, nel paragrafo 8, non sono ne molte, ne abbastanza cospicue, ne sparse per il meato come nell'uomo, ma distinguemmo essere una sola „. Esse sono riunite cioe in un ammasso di forma semilunare, situato nella parte piii profonda del condotto, presso il timpano, e ricoperto da una membrana sua propria, prodotta dalla tunica interna del condotto uditivo. Giova ricordare a questo pro- posito che, sempre secondo le osservazioni di Scarpa, la pelle del capo negli uccelli, dopo essersi ingrossata in corrispondenza del meato acustico, si intlette profondamente in esso e si divide dopo breve tratto in due membrane, 1' una esterna che nei volatili piii grandi e quasi cartilaginea e si attacca validamente al cranio, I'al- tra pill sottile e piu interna che costituisce il rivestimento cutaneo del condotto uditivo esterno. Ora la glandola del cerume e situaia tra r una e 1' altra membrana del condotto di cui, dice Scarpa, attornia in modo 1' estremita presso il timpano, da presentare la flgura di una lunetta. Ma la scoperta fatta da Scarpa cadde ben presto in dimen- (') S c il I- p il A. — Obscrviitioiics iiHiitoniicai^ ili; .structiini fuiiestriic idtimdiic iiiiris vt ilc lyin- panii wcuiuliiiio. — ifiitinae 1772. — Veda.si iiiu'lie in: S c ii r p ii A. — Opert^ viiiio. Kiliziono cu- liita (lii Van non i. — Firenze 1836-38, Vol. lo, Parte V, pag. S'J.'t. (*) Xello Opere varie, I'dizioiie curatii tlii Vaniioni, title ti;:iira corii-ipoMilc :illa n ' dcllii Tav. X doirAtlauto XXXIII. - 176 - ticanza, tanto che le stesse glandole vennero descritte successiva- mente da Comparetti come di cosa da lui stesso per primo osser- vata. Ne al Comparetti, per quanto citato da Tiedemann, ar- rise a lungo la sorte, poiche, come abbiamo sopra accennato, non solo Leydig, Kossmann e Wiedersheim non citano Compa- retti, ma non fanno neppure paiola suU'esistenza di glandole nel condotto uditivo esterno degli uccelli. E tale convincimento ri- niase per lungo tempo presso gli Anatomici e i Naturalist! tedeschi, nonostante che Giovan Battista Ercolani {') avesse gia fine dal 1843 rivendicata ad Antonio Scarpa la sua scoperta e nuo- vamente (2), nel 1875, insistito su di essa, scoperia che egli pure confermo con speciali ricerche che portarono un valido contribute alia conoscenza dell'organo dell'udito degli ucceUi. Per dire il vero, Schwalbe, si corresse in seguito dell'errore in cui era incorso. Difatti, a pag. 180 del sue " Das Aiissere Ohr „ (-), dope avere accennato alle proprie ricerche e ricordato che le glan- dole del condotto uditivo esterno erano state gianegh uccelh descritte da Comparetti e da Tiedemann, aggiunge: " Dieser historischen Notiz sei noch hinzugefiigt, das inzwischen Herr Prof. M. Furbrin- ger in Jena mich auf eine bei Ercolani befindliche Bemerkung auf- merksam gemacht hat, nachwelcher, noch vor Comparetti, Scarpa die betreffenden Drtisen erwahnt hat „. Mala timida rivendicazione di Schwalbe, se pur cosi puo chia- marsi, non e valsa a far si che in altri due successivi lavori, quelh in principle citati, il merito di Scarpa venisse riconosciuto. Mi e sembrato percio doveroso d'insistere nel riparare a que- sta ingiusta dimenticanza verso il grande Anatomico nostro il quale, oltre ad avere scoperto negli uccelli i:analogo delle cripte secernent! il cerume, ha anche il merito non piccolo, mi place qui il rilevarlo, di aver data una giusta interpretazione della funzione alia quale !1 secreto di tali glandole e devoluto, funzione che egli ritenne pura- mente protettiva del condotto e della membrana del timpano. Questa 'interpretazione corrisponde infatti all'ipotesi ormai co- munemente ammessa riguardo alia funzione del cerume negli animal! superior! ed anche nell' uomo, ma sulla quale non poco per I'addie- tro fu discusso. (') Ercolaui G. B. — Ricerche anatoiniclie suU'organo dell'uiUto degli uccelli e segnatameiite euU'oiecchio esterno e snlla ciivitA del tinipaiK). — Nnovi Ann. di He. Nafurali. Bologna tomo IX, 1843, pag. 417. (2) Ercolani G. ]'.. — Note anatoniiclie sull'orcccliio esterno e 8\il (iniiiano degli uccelli. — Annuario della Societa dei NaturalltiU di Modena, Serie II, Anno IX, Fasc. .V«, lS7o. (') Schwalbe G. — Uas aiisserci Ohr in Handbuch d. Anat. d. Memclien di Bar dele ben. tiinneiurgune, V hand, II AMci.lviig. Jena IN'JS. - 177 ISIITUTO ANATOMII'O DKI.LA l(. UNIVKKSITA 1)1 PISA DoTT. R. CARRERAS, 2o D.ssettoke. L' impregnazione argentica associata all'uso delia piridina per la colorazione del tessuto nervoso Nota di tecuica E vietata la riproiiuzione. Avendo dovuto, per ricerche speciali, far uso dei vari metodi fin qui consigliati per la impregnazione e colorazione del sistema nervoso centrale, ho potuto constatare come molti di essi non corrispondono perfettamente alio scopo, o per la grande incostanza della loro riuscita, o per la difflcolta di conservare i preparati, o per la onorme durata dei passaggi necessari od infine perche la porzione superficiale del pezzo resta piu o meno inutilizzata. Tale difetto, che per 1' intento delle mie ricerche doveva essere assoluta- mente eliminate, e comune a tutti i metodi basati sulla riduzione dell'argento, ne a tale inconveniente si puo completamente ovviare con I'avvolgimento dei pezzi in carta bibula o in celloidina : non lo presentano invece quel metodi che ottengono la colorazione sulle sezioni anziche nel pezzo in toto. *I1 metodo Donaggio percio, mi si presentava, fra tutti, come il pill adatto per quanto desideravo ottenere, e per la sua rela- tiva semplicita e per la finezza ed uniformita della colorazione. Pero neppure da osso ebbi resultati completi, specialmente per la grande difflcolta di ottenere una buona difterenziazione, in tessuti nei quali gli element! nervosi siano poco numerosi e non niggruppati in determinate zone del pezzo. Fu percio che mi proposi di sperimentare un metodo che mi ha dato ottimi resultati sul midollo spinale, del quale mi sono ser- vito come tessuto di saggio, anche per poter avere facili confronti con i resultati degh altri metodi. - 178 - Credo opportune pertanto dar conto nella presente nota dei procedimenti mediante i quali ho potuto ottenere i prirai risultafci, riservandomi di riferire piu in esteso, quando abbia potuto con ul- teriori ricerche, confermare piu ampiamente i risultati ottenuti, ed abbia determinato alcune modiflcazioni indispensabili in casi spe- ciali. E questo un metodo ai sali d'argento, che puo essere conside- rato come una sorta di associazione del metodo Donaggio e del metodo cosi detto fotografico di Cajal, con I'aggiunta di alcuni pas- saggi indispensabili, i quali ne rendono il resultato sicuro e di una grande finezza. I pezzi, al solito molto piccoli (2-3 mm.) vengono dapprima sot- toposti ai medesimi trattamenti usati per il metodo Donaggio (me- todo III) fino alia inclusione in parafflna, e cioe : fissazione in piri- dina per 5-6 giorni, lavatura in acqua rinnovata spesso per 24 ore, passaggio per altre 24 ore in una soluzione acquosa di molibdato d'am- monio al 4 % con I'aggiunta di una goccia di acido cloridrico per ogni gramme di molibdato, nuova lavatura in acqua per pochi minuti ed inline passaggio successivo in alcool comune, alcool as- soluto, xilolo, xilolo e paraffina ed inclusione in parafflna. Le sezioni, sottili 3-6 \j., attaccate al coprioggetti con acqua distillata, sparaffinate in xilolo, passate in alcool assoluto flno a completa liberazione dal xilolo, vengono lasciate in una miscela composta delle due soluzioni seguenti: I. Alcool assoluto gr. 50 loduro d'ammonio „ 2 loduro di cadmio „ 2 Bromuro di cadmio „ 2 II. Acqua distillata gr. 50 Gelatina ), 0.50 La soluzione di gelatina deve esser fatta a caldo ed aggiunta alia soluzione I dopo raffreddamento : si forma allora, nel mescolare le due soluzioni un precipitate floccoso che si deve lasciar deposi- tare prima di far use della miscela, che devra esser decantata. Dope che le sezioni seno rimaste in questa miscela per 2-3 ore, si passane, senza lavarle ed in camera oscura aha luce rossa, in una soluzione di nitrate d'argento al 3-3 V^ %, alia quale si ag- giungono, al momento di mettervi le sezioni, due e tre minutissimi - 179 - cristalli di iodaro di potassio, ed ivi si lasciano, sempre alio scuro per V.i d'ora-1 ora Vz '<^ seconda della stagione, e cioe piu d'in- verno che d'estate. L'argento allora si flssa, in seno alle sezioni, sotto forma di un finissimo precipifcato di ioduro e bromuro d'argento, la cui di- stribuzione viene per cosi dire, regolata e resa piia fine dalla pre- senza della gelatina; per tal modo le sezioni stesse si riducono ad una sorta di pellicola fotografica, per la sensibilizzazione della quale I'elemento nervoso sostituisce I'azione della luce. Passando ora i tagli, sempre senza lavarli, in un riduttore foto- grafico (acido pirogallico al 1 7o) si ottiene la riduzione quasi im- mediata dell'argento con una grande finezza di dettaglio, e senza bisogno di alcuna nozione speciale per cogliere il memento giusto della reazione. Dopo una buona lavatura in acqua, a consigliabile, prima di uscire dalla camera oscura, di passare i vetrini per qualche minuto in una soluzione acquosa di iposolfito di soda al 20 7o» ^^o scope di liberare le sezioni dal sale d'argento non ridotto, cio che ha importanza per la nettezza del preparato e per la sua ulteriore conservazione ; dopo avere di nuovo ben lavato le sezioni in acqua vengono eseguiti i comuni passaggi per la chiusura in balsamo del Canada. Durante i passaggi descritti, i vetrini debbono sempre essere tenuti con le sezioni rivolte in alto. Quando i pezzi erano stati ben fissati in piridina, con questo procedimento ho sempre ottenuto sul midollo spinale di coniglio, dei preparati i quali niente hanno da invidiare ai buoni preparati colorati col metodo Donaggio, sia per la finezza che per la niti- dezza del dettaglio, col vantaggio di una maggiore costanza nella riuscita, essendo eliminata la causa di errore dovuta al giusto ap- prezzamento della tonalita utile della colorazione. Tali preparati si conservano a lungo senza mostrare altera- zioni di sorta. - 180 - II nesso tra le condizioni esterne e la forma e la funzione di alcuni organ! nei pesci (^) Di S. BAGLIONI LIliERO UOCKNl'K E AlUTO NELL' IS 11 TO "O I'lSIOI-OaiCO DELLA It. UNIVEKSllA DI KOMA NOTA 1.=" — Meccanica respiratoria. (Con 9 figure nel testo). E vietata la liproduzione. E condizione indispensabile pei-che nei process! respiratori di ogni animale si effettui lo scambio gassoso esterno (che essenzial- mente consiste in eliminazione di CO^ e assorbimento di O^), che quella particella dell'ambiente (aria o acqua) destinata a fornire I'ossigeno e ad assumere I'anidride carbonica, che e percio in di- retto rapporfco colla superficie del corpo differenziata pel detto scambio (polmoni o trachee per la respirazione aerea, branchie per la respirazione acquatica) non ristagni, ma si rinnovi continuamente. E appmito questo rinnovamento continue dell' aria risp. dell' acqua di respirazione il compito dei movimenti respiratori. I movimenti respiratori nei pesci hanno lo scope di determi- nare una corrente di acqua, che entrando dall'apertura buccale, o degli sflatatoi in alcuni selaci, circola attraverso I'apparecchio bran- chiale per fuoriuscire dalle aperture branchiali esterne ai due lati del corpo. Non e una corrente continua sibbene una corrente ritmi- camente intermittente, ma che ha pero una ben determinata e co- stante direzione. Vediamo le modalita meccaniche, che nei diversi pesci determinano questa corrente ritmica respiratoria. Per semplicita di esposizione consideriamo dapprima in via generale il case dei comuni teleostei marini. In questi per la pre- senza dell'opercolo, che e una parete rigida comune tanto alia ca- (1) In quosta e in una seguento nota sulla vescic^a natatoria uii propougo di riassumcre brevemente alcuni dei rusultati, die piii mi seiubiano possano interesaare gli zoologi, ottenuti da una serie di ricerclie eseguite nella stazione zoologica di Napoli, di cui ho ampiamente trattato nella ;Jei'^ e che si puo facilmente riconoscere daU'esterno. Prendendo ad es. in considerazione il caso della trvjla corax (fig. 2, 3, 4, 5), si nota all'angolo dorso-caudale dell' opercolo un'incisura nella sostanza os- 186 - sea, cui si attacca una vera membrana semilunare, priva di sostan- za muscolare (V). E precisamente questo il punto, attiaverso cui mascellii valvola liuecale A valvola braucbiostega maiulibola Dpurculo appaiecchio branchiostego Fig. G, 7 — Schema del nieocanisnio respiratorio del teleostei. A, fase inspiratoria ; B, fase espiratoiia. La parte auteriore rappresenta la sezione verticale, la parte posteriore (al di dietro dell'inter- ruzione uelle linee nere) la sezione orizzontale della cavitil orobranchiale. Le fi-eccio indicano sia la direzione dei movimeuti respiratoii, sia la diiezioiie deH'acqua re- spirata. I movimenti concomitauti di abbassamento e di. aoUevaiueuto della maiulibola iiou 8ono stati indicati con alcuna freccia. B FiK. 7. avviene I'uscita dell'acqua espirata. La membrana semilunare com- pie appunto rufficio di valvola, poiche durante I'inspirazione im- pedisce I'ingresso dell'acqua circostante addossandosi ermeticamente - 1S7 - ai lati del tronco, mentre si apre spinta dall'ondata di acqua cac- ciata daU'interno della cavita orobranchiale (Cfr. il testo delle figure annesse). Questa sezione particolare deirapparecchio branchiostego, che ho pi'oposto di chiaraare " valvola branchiostega „ si puo ricono- scere in tutti i teleostei, sebbene si trovi in diversi punti dell'oper- colo, come diremo in seguito. Le figure 6 e 7 rappresentano schematicamente le due fasi d' inspirazione e di espirazione del raeccanismo respiratorio dei te- leostei, secondo un tipo ideale, in cui tanto rapparecchio branchio- stego che Topercolo compiono escursioni di uguale grandezza. Come vedremo, cio non e il caso, almeno, della maggioianza dei teleostei, nei quali prevale ora I'uno ora I'altro di questi due ordegni respi- ratori. I due schemi sono stati fatti in base a quelli dati da Dahl- gren e riprodotti da Wiedersheim (*), correggendone 1' inesat- tezza, per cio che si riferisce ai movimenti dell'apparecchio bran- chiostego. Anche i selaci posseggono analoghi apparecchi valvolari, sia ah'ingresso, sia all'uscita dell'acqua respirata. Premesse queste conaide'razioni general! sulla meccanica respi- ratoria dei pesci e prescindendo dalle modalita del lore ritmo re- spiratorio, che si possono rilevare applicando il metodo grafico (per la cui nozione debbo rinviare alia mia memoria citata), esaminiamo qui brevemente le particolarita offerte dai singoli gruppi di pesci da me studiati. Esaminando comparativamente il meccanismo respiratorio dei vari pesci si giunge alia conclusione, che veramente non esiste per essi un unico modo di respirare, che indifferentemente nelle diverse specie present! lo stesse particolarita. Esistono invece tante varia- zioni (ti])i respirator!) della forma, che possiamo dire, fondamentale, illustrata precedentemente. Queste variazioni si manifestano colla prevalenza deh' uno o dell'altro segmento degU organi respiratori, ad es. col prevalere dei movimenti opercoiari, mentre diventano secondar! quelli dell'apparecchio branchiostego e viceversa. Si hanno cosi altrettanti tipi di respirazione, i -quali alia loro volta non sono propri ai singoli individui appartenenti a una stessa famiglia della classificazione sisteraatica, sibbene sono caratteristici di tutti quel (') ELnliihiuug i. d. vuigl. Auat. dcr Wiibollicre — Jena, pa->^ hiternaz. sc. mediche, An. 30, Fasc. U, pp. 496-502. NapoU, 1908. Bagyio Gino. - Gontributo sperimentale alio studio dei rapporti fra milza e fegato. — Yedi M. Z., XIX, 7, 162. . • , , • ..„■ Cinotti Felice. - L'eraolisi nella milza degli aniraali tiroparatiroulectoraizzati. _ II Nuovo Ercolani, An. 13, N. 17, pp. 260-261, con tav. Pisa, 1J08. Delitaln F - H fegato del cane dopo ral»lazione completa dell apparato t.ro- paratiroideo. - Yedi M. Z., XIX, 7, 163. Gemelli Agostino. - Saggio di una teoria biologica sulla genesi della iame. Rivista di Fisica, Matematica e Sc. nat.. An. 8, N. 95. Pavia, DO/. Estr. di pp. 15. * , .• i ■• w/; Monti Rina. - L'insegnamento della zoologia nolle Scuole di mcdicuia. - Atlt d. Soc. ital. di Sc. nat., Vol. 46. Milano, 1908. Estr. di pp. 21. Rossi Giacinto. - Lesioni riscontrate nolle capsule surrenali e nel tessuto cro- raaffine in seguito alia tiroparatiroidectomia. — Vedi M. Z, XIX, 7, 166. IV. Gonologia, Ontogenia, Teratologia (Per la Teratologia vedi anche XII, II, 17) Balli Ruggero. — Organi rudimentali dei genitali maschili. Descrizione, sviluppo e signiticato di tali organi, con ricerche originali sopra quelli di incerto si- gnificato. Con tav. — Modena, tiix G. Ferraguti e C, 1908, pp. 58. Basile Carlo. — Influenza della lecitina sulla determinazione del sesso e sui ca- ratteri raendeliani. — Rendic. d. R. Ace. d. Lincei, Cl. di sc. fisiche, mat. e nat.. Vol. 17, Ser. 5, l'> son., Fasc. 10, pp. 643-652. Roma, 1908. Bossi Virginio. — Alcune considerazioni sulle ricerche del Prof. P. Ghisleri ni- tornoalla rigenerazione dell'apparato teguraontario del piede dei Solipedi. — Vedi M. Z., XIX, 7, 161. Castellani Luigi. — Contributo alia conoscenza dello sviluppo e della struttura della merabrana otturatriee del bacino dell'uorao. — Vedi M. Z., XIX, 7, 162. Cirincione Speciale. — Sullo sviluppo della glandola lacrimale nell'uomo. — Atti d. R. Ace. d. sc. mediche di Palermo, Vol. 19. Estr. di pp. 31, con 22 tav. - 195 - Ciulla Mario. — Studio cliuico e mcdico-logale della gi-avidanza tardiva. — Gi- twadugia ,>uxl.erm, An. 1, Fasc. 5. pp. 258-280. Genova, 1908. (Continuaz. Gasparro Kmei'ita. — Osservazioni suH'origine delle cellule ses^uali nel Cioagy- lus ocellatus. Con tav. IV-VI. — Monitore zool. ital., An. 19, N. 5, pp. 105-116. Firenze, 1908. Giacomini Krcole. — latorno alia gonogenesi nolle Anguille e all'epoca del dil- ferenziamento sessuale in questi Murcuoidi. — Rivisla mensile di pesca. An. 10, X. .■>'. Estr. di ptp. 9. Giacomini Krcole. — Sulla disposizione del sistema intei-renaie e del sistema feoci-omo nelle Anguille adullo, nellc"Cieclie e nei Leplocefali. — Rendic. d. ^ess. d. R. Ace. d. Sc. d. Isl. di Bologna, An. Ace. 1907-908. Eslr. di 2U). 7. Bologna, 1908. Giacomini Krcole. — Altre osservazioni intorno aU'epoca del dirterenziaraento sessuale nelle Anguille. — Rendie. d. Sess. d. R. Aee. d. Se. d. Isl. di Bo- logna, An. Aee. 1907-908. Eslr. di pp. 4. Bologna, 1908. Giannelli L. — Particolarita riguardauti lo sloraaco e le sue aperture pilorica e cardiaca in un embrione umauo di circa 75 giorni. — Vedi M. Z., XIX, 7, 163. Giannelli Liiigi. — Nuovo contribute alio sviluppo del pancreas nei raararai- fei-i. — Yedi M. Z., XIX, 7, 163. Levi Giuseppe. — Sullo sviluppo della cresla apicale degli arti. Con lav. Ill e 3 ttgg. — Monitore zool. ital.. An. 19, N. 3-4, pp. 93-102. Firenze, 1908. Politi Aloisio Gaetano. — Liquido amniotico : ricerche speriraentali sulla genesi, composizione chimica e lunzioue. — Arch. Ostetrieia e Gineeologia, S. 2, An. 1, N. 3, pp. 193-292, con tavole. Napoli, 1908. (Continuaz. e fine). Rondoni Pietro. — Gontributo alia patologia dello sviluppo del cervello. — Yedi M. Z., XIX, 7, 166. Buffini Angelo. — Appunti di citologia intorno agli elementi ectodermici della Gastrula negli Anflbi urodeli. Nota 3'S con 2 figure. — Atti d. R. Ace. d. Fisiocriticidi Siena, Ser. 4, Yol. 19, An. Ace. 216 (1907), N.7-8, pp. 323- 326. Siena, 1907. Bufflni A[ngolo]. — Gontributo alia conoscenza della Ontogenesi degli Anfibi urodeli ed anuri. Nota 2-^ — Atti d. R. Aee. dei Fisioeritici in Siena, Serie 4, Yol. 19, An. Ace. 216 (1907), N. 7-8, pp. 313-314. Siana. 1907. Russo Achille. — Sulla origine e sulla funzione dell'apparato mitocondriale nelle cellule sessuali dei mammiferi. — Boll. d. Aecad. Gioenia di sc. nat. in (•(ilania, Ser. 2, Fasc. 2, Gennajo, 1908. Estratto di pp. 10 con figg. Sfameni P, — Sulla genesi della placenta marginata e circumvallata (a propo- sito dei lavori di Liepmann e di Kroiner). — Perugia, tip. Dunnini, 1907. pp. 19. — Arch. ital. Ginec, An. 11, X. 4, pp. 129-144, con fig. Xapoli, 1908. .Sfameni I>. — Ancora poclie parole sulla genesi della placenta marginale e cir- cumvallata. — Arch. ital. di Ginec, An. 11, N. 7, pp. 242-249. Napoli, ■ 1908. Signoris Krmanno. — Lo sviluppo del feto nelle donne a baciuo arapio. — Ainutli Ostetrieia e Ginecol., An. 30, Yol. 1, N. 3, pp. 353-374. Milano, 1908. - 196 - COMUNICAZIONI ORIGINALI I S T I T U 1' O A N A T O M I C O U 1 F E K U A R A . Contributo alio studio delh sviluppo del pancreas negli Ucceili Nota preveuti?a DEL Prof. LUIGI GIANNELLI E vietata la riproduzione. I resultati da me ottenuti dalle ricerche ora compiute su que- st'argomento in una serie completa di embrioni di polio mi sembrano di tale importanza da meritare di renderli subito noti nei loro tratti principal!, riservandomi di descriverli ampiamente e di confortare la mia descrizione con figure esplicative in una memoria completa, che spero poter presto consegnare alia stampa. Tali resultati puo dirsi sieno il coronamento dei miei studi suUo sviluppo di questa ghiandola, e collimano in modo perfetto e sono I'indiscutibile conferma di quanto in altre class! di vertebrati (Rettili, Anfibi e Mammlferi) io ho sempre sostenuto suUa genesi degli iso- lotti di Langerhans. Li espongo in poclie parole. 1. Dei tre abbozzi del pancreas, che nei primi tempi della loro evoluzione sono stati gia descritti negli Ucceili da Felix, Saint Remy, Hammar, Brouha, Chore nshitzky, Weber, il prime a comparire e I'abbozzo dorsale, che in embrioni di giorni 4 ed ore 18 d'incubazione si rivela sotto forma di un ispessimento dell'epi- teho che tappezza il dorso della doccia intestinale, ispessimento avvicinato da considerevoli lacune vascolari comunicanti con la vena omfalo-mesenterica destra, e nei quale si insinua irregolarmente il lume intestinale. In epoca success! va, e variabile, compaiono gli abbozzi ventral!, ma quest! in forma di due evaginazioni, che il primitivo coledoco emette per le sue superfici lateral! nei punto ove esse si continuano con le pareti corrispondenti dell'intestino. - 197 - La posizione dei tre abbozzi ed i rapporti reciproci, in seguito airallungamento del tubo intestinale ed alia formazione dell'ansa del duodeno, variano poi considerevolmente. 2. Gli isolotti di Langerhans si producono esclusivaraente a spese deirabbozzo dorsals, e non se ne ha mai traccia nei ventrali. II primo accenno alia loro costituzione si ha in periodo di sviluppo molto precoce, in embrioni di giorni 5 ed ore 1, ed esiste un certo rapporto tra essi e le citate lacune vascolari, nel sense che si diffe- renziano in tali formazioni quelle parti del primitivo ammasso pieno dell'abbozzo dorsale, le quali sono piu intimamente connesse con quelle lacune. 3. Di questi isolotti, che aumentano col progredire della evo- luzione in numero ed in volume, e cosparso sempre I'abbozzo dor- sale del pancreas in tutto il suo decorso, ma segnatamente se ne mostra ricco, tanto da resultarne quasi totalmente costituito, in quel segmento che sta in rapporto con la milza, e che corrispon- derebbe, sebbene non ne condivida la conflgurazione, al segmento (jiustasplenico da me altra volta descritto nel passero^ ricchissinio pure esse di accumuh ceUulari di Langerhans. 4. L'abbozzo dorsale in embrioni un po'avanzati si estende dalla milza sino al fondo dell'ansa duodenale seguendo la vena porta ed il ramo venoso che a questa affluisce da tale ansa; sta dapprima in rapporto di contiguita con la parte posteriore della milza, e poi I'abbandona per accompagnarsi dope poco, entro I'ansa del duodeno, con le altre porzioni di pancreas provenienti dagli ab- bozzi vent]-ali. OH'isolotti di Langerhans diminuiscono in numero ed in volume col procedere dall'innanzi all'indietro, ma non esiste tratto di abbozzo dorsale che ne sia privo. 5. Gli abbozzi ventrali, in seguito agli spostamenti che su- biscono in correlazione con gli spostamenti intestinali, vanno svi- luppandosi il destro kingo la branca s,nistra e ventrale dell'ansa duodenale, che si congiunge alio stomaco, ed il sinistro lungo la branca destra e dorsale dell'ansa stessa, che vioino al punto di pas- saggio nel resto dell' intestine riceve i condotti del fegato, della vescicola biliare e del pancreas. Questi due abbozzi si differenziano in qualunque sezione con nettezza dall'abbozzo dorsale data la loro struttura esclusivaraente canalicolare e la mancanza assoluta in essi di isolotti di Langerhans. 6. Gli abbozzi ventrali si fondono sia tra loro, sia con l'ab- bozzo dorsale, ed in ordine cronologico si ha prima la fusione tra abbozzo dorsale ed abbozzo ventrale destro, poi la fusione tra i due - 198 - abbozzi ventrali ed infine la fusione tra abbozzo ventrale sinistro ed abbozzo dorsale. Tali punti di unione si tianno primitivamente, e permangono, lungo tutta I'ansa duodenale, ed, in corrispondenza di quelli cui partecipa I'abbozzo dorsale, questo in period! avanzati di sviluppo si sospinge entro il vicino abbozzo ventrale trascinan- dovi percio alcune formazioni di Langerhans, che sono proprie sol- tanto di lui. Le dette fusioni si compiono a vari livelli e non sono continue in tutto il decorso degli abbozzi. 7. - Questo minuto studio sullo sviluppo del pancreas nel polio mi ha reso conto delle apparenze che I'organo presenta nel- I'adulto e della parliecipazione dei vari abbozzi alia costituzione dei suoi diversi segmenti. Esaminando il pancreas del polio adulto, accolto nell'ansa duodenale, si vede che il suo aspetto varia secon- do che lo si riguarda dal lato ventrale o dal dorsale. Ventralmente resulta di due striscie allungate di sostanza ghiandolare ; I'una costeggia la branca sinistra e ventrale dell'ansa e si segue fino alia continuazione del duodeno nello stomaco, Tal- tra costeggia la brant3a destra e dorsale della stessa ansa e si tor- mina piu indietro della prima. Le due striscie sembrano indipen- denti tra loro, ma tale indipendenza e solo apparente giacche, al- lontanandole I'una dall'altra, numerosi tratti di unione si veggono esistere tra esse in modo che possono dirsi fuse lungo il loro decorso. La striscia sinistra proviene dall'abbozzo ventrale destro, la striscia destra daU'abbozzo ventrale sinistro ed i tratti di unione dalle primitive fusioni tra quel due abbozzi. Anche dal lato dorsale il pancreas ci si presenta in forma di due strisce allungate separate da vasi decorrenti lungo I'asse del- l'ansa come decorrono parallelamente a quest'asse le strisce stesse, delle quali I'una e sinistra I'altra destra. La sinistra puo dirsi totalmente unita aha striscia corrispondente ventrale, di cui e quasi una continuazione e tormina alio stesso suo hvello ; la destra sta unita per un certo tratto alia corrispondente striscia ventrale, e poi I'abbandona per fondersi dapprima intimamente col segmento craniale della striscia sinistra e prolungarsi poi da sola fino alia milza. Di piu anche lungo I'ansa questa striscia destra in qualche punto e per breve estensione sta unita alia striscia sinistra. Que- st'ultima proviene al solito dall'abbozzo ventrale destro ; la striscia destra invece e dipendenza dell'abbozzo dorsale, ed i tratti di unio- ne pill 0 meno estesi, che coUegano questa striscia alle altre parti del pancreas, rappresentano i pjimitivi prolungamenti anastomotici del pancreas dorsale con i pancreas venti-ali. - 199 - 8. — Nella parte craniale della branca destra dell'ansa del duodeno sboccano quasi alio stesso livello i due condotti epatico ed epato-cistico, il primo subito al dietro del secondo, e nelle loro vicinanze i tre condotti pancreatici che sono i condotti dei tre pri- mitivi abbozzi della ghiandola. L'uno di questi e anteriore, si distacca dall'intestino dorsalmente alio sbocco dei condotti epatico ed epato-cibtico, si porta dall'innanzi air indietro e verso sinistra e si perde nella parte anteriore della striscia pancreatica sinistra. E il condotto del primitivo abbozzo ventrale destro. II secondo di questi condotti, il piii voluminoso dei tre, si distacca dall' intestine all' indietro del condotto epatico, e dopo un lungo percorso in sense cranio-caudale si affonda nella spessezza della parte media della ghiandola. E' il condotto del pri- mitivo abbozzo ventrale sinistro. Subito al di dietro di lui si di- stacca dall'intestino un altro piccolo condotto, il piii esile di tutti, che si accompagna per breve tratto al precedente e poi si perde nella striscia dorsale destra. E questo ii condotto dell'abbozzo dor- sale del pancreas. 9. — L'esihta del condotto pancreatico dorsale e da attri- buirsi verisimilmente sia al fatto delle unioni tra abbozzo dorsale ed abbozzi ventrali, per cui il prodotto di secrezione del primo puo essere raccolto dagli altri, sia al fatto della scarsita di produzioni canahcolate da parte dell'abbozzo dorsale (posto in ralfronto con i ventrali) adibito segnatamente alia formazione degli isolotti di Langerhans. E confortante ora per me il poter trarre dal lungo e paziente mio studio suUo sviluppo del pancreas in vari rappresentanti delle quattro classi di vertebrati, Anlibi Rettili Uccelli e Mammiferi, la conclusione ge^ienUe che gli accumuli cellulari di Langerhans trag- gono origine esclusivamente dall'abbozzo dorsale, e rappresentano porzioni primitive di quest'abbozzo che si conservano piene essendo destinate a noii trasformarsi in sostanza pancreatica ordinaria. - ^00 - II nesso tra le condizioni esterne e la forma e la funzione di alcuni organi nei pesci Dl S. BAGLIONI, (Roma). NOTA 2.^ — Vescica natatoria C). (Con 2 figure nel teste). i; vietata la riprotluzione. L' influenza decisiva delle condizioni esteriori di vita sulla forma e la funzione degli organi animali si puo facilmente dimostrare an- che per un altro organo speciale dei pesci teleostei, noto col norae di vescica natatoria. II problema della funzione di quest'organo ca- ratteristico, formate da una vescica piii o meno ampia, semplice o doppia, ri plena di una miscela gasosa, in cui prevale la quantita per- centuale dell'ossigeno, racchiuso neU'interno della cavita addominale, e state oggetto delle piii svariate discussioni, e ha dato luogo alle teorie piii disparate e pii^i strane. Di queste diverse ipotesi voglio ricordare qui solo le due piu important!, per la lore diffusione tra gli zoologi, e specialmente per la lore attendibilita. La prima e forse la piii antica, espressa dal noto jatromeccanico Borelli e basata su considerazioni teoretiche, la seconda e di A. Moreau (1876), che si distingue da tutte le altre perche basata su dati di fatto sperimentali. Secondo il concetto di Borelli la vescica natatoria dei pesci si dovi;ebbe considerare come un apparecchio fisico, che puo deter- minare spostamenti del corpo del pesce nell'acqua airinsu o al- ringiu, essendo la vescica capace di aumentare o diminuire di vo- lume, potendo essere piii o meno compressa da deterrainati muscoli, e quindi verrebbe ad essere corrispondentemente diminuito o au- mentato il peso specifico del corpo del pesce nell'acqua. II pesce sarebbe percio in grade, come il noto diavoletto di Cartesio, di sa- lire 0 scendere nell'acqua, col solo rilasciare o contrarre i muscoli, che agiscono sulle pareti della vescica. (') Vedi Nota i' « Meccanica respiratoria >> iu Monit. Zoul. Hal., An. XIX, N. 7, pp. 180-191. - 201 - Questa teoria, che come ho detto fu basata solo su argomenta- zioni teoretiche e di analogia, ha avuto un grande successo, certa- mente per la sua grande seniphcita e verosiraiglianza, tanto che anche oggi e professata ancora da noii pochi zoologi, sebbene le esperienze di A. Moreau I'abbiano completamente confutata. Infatti i risultati sperimentah di A. Moreau depongono netta- mente a favore di un altro concetto non mono chiaro della tun- zione della vescica natatoria. Secondo questa teoria alia vescica compete esclusivamente il significato di un apparecchio idrostatico. II pesce non si serve di quest'organo come un istroraento di loco- mozione, sibbene per alleggeriie il suo peso relativo e per mante- ■ nersi senza grandi sforzi muscolari in una determinata falda di acqua, che rappresenta il suo habitat normale. Si sa infatti, che tutti i tessuti viventi hanno un peso specifico maggiore di uno, donde ne segue, che posti nell'acqua tenderebbero per la' forza di gravita ad andare a fondo. II pesce senza vescica natatoria, ossia senza un apparecchio gasoso, che tende a compensare o a neutra- lizzare il peso specifico, dovrebbe continuamente fare sforzi musco- lari (movimenti di nuoto), se, come avviene, deve mantenersi in un determinato strato di acqua sopra il suolo marino. Secondo dunque la teoria di A. Moreau la vescica avrebbe il compito, diminuendo il peso specifico dell' animale, di porre il corpo del pesce in grado di potersi mantenere ad una determinata altezza d'acqua senza eccessivi e continuati sforzi muscolari. Mo- reau ha dimostrato infatti, che ogni pesce, che possiede una ve- scica, considerate nella falda d'acqua, dove egli vive normalmente, ha un peso specifico uguale ad uno. Questa falda d'acqua ben determinata per ciascun pesce (de- nominata da Moreau plan ties moindres efforts) non e tuttavia da ritenere come una barriera insormontabile, in cui sarebbe confinato il pesce dal volume della sua vescica e da cui non si potesse al- lontanare mai in nessun case ascendendo o discendendo. Coll'ascen- dere, venendo a diminuire la pressione esterna acquea, che gravita sulla vescica ripiena di gas, questa si distende aumentando di vo- lume. Donde ne segue, che il peso specifico dell' animale diventa minore sempie piu e i'animale, se non provvede a tornare in un livello piu basso, verrebbe trascinato in alto sino alia superticie, dove — come accade per 1' appunto in parecchie circostanze — verrebb(^ a galleggiare con gran parte del suo ventre enormemente rigonfio, fuori dell' acqua. Pero detto cangiamento di falda acquea di dimora nurmalo puo tuttavia avvenire senza danno apprezzabile, - 202 - a condizione che questo spostamento si compia a poco a poco, en- tro Lin periodo di tempo abbastanza lungo, affinche la vescica irnta- toria median te processi secretivi o di riassorbimento del gas ossi- geno, in essa contenufco, possa modificare il siio stato di tensione gasosa, adattandolo alia nuova pressione acquea, di guisa che anche qui il corpo del pesce infine sia di peso specifico eguale ad uno. La ristrettezza dello spazio non mi permette di riferire un po' dettagliatamente gli esperimenti su cui Moreau ha fondato la detta teoria. Diro solo, che questa teoria fu confei-mata in seguito da altri fisiologi e che anche i risultati di alciini miei esperimenti in proposito sono d'accordo completamente con essa. Pur tuttavia ho trovato che questa dottrina non spiega in modo esauriente e completo il compito funzionale della vescica natatoria. Pill precisamente essa non considera affatto una circostanza impor- tante, messa bene in rihevo per la prima volta da Weber e poi confermata da altri (J oh. Miiller ecc), che cioe la vescica natatoria in molti pesci possiede dei rapporti molto intimi coll' organo del labirinto, essendo congiunta ad esso ora per mia catena di ossicini ora per dei prolungamenti caratteristici delle sue pareti. Fu appunto questa circostanza notevole, che indusse Weber ad ascrivere alia vescica natatoria il significato di un organo necessario all'audizione, teoria che pero si e dimosti-ata in seguito insostenibile, sia perche secondo le piii recenti ricerche i pesci difetterebbero di un vero organo dell'udito, non possedendo un vero apparecchio cocleare, sia perche e stato dimostrato essere un' altra la vera funzione del la- birinto, e finalmente perche molti pesci ossei, come vedremo, raan- cano di vescica natatoria. Secondo le mie ricerche, per cui qui per difetto di spazio non posso che rimandare alia memoria cicata al principio della nota precedente, la vescica natatoria non si dee soltanto considerare come un ordegno idrostatico nel senso ammesso da Moreau, sibbene anche come un vero e proprio organo di senso speciale, in quantoche essa, 0 piia esattamente le sue pareti, ricche di terminazioni ner- vose, e I'organo ricettore periferico degli eccitamenti adeguati e spe- cifici, che provengono daha distensione o compressione del conte- nuto gasoso in rapporto a corrispondenti cangiamenti della pressione esterna acquea. Detti eccitamenti determinano imperiosamente, se- condo ogni probabilita colla raediazione del labirinto — che in realta adempie in tutti i vertebrati una funzione analoga — determinati e costanti movimenti riflessi di nuoto, che tendono direttamente a - 203 - riportare il pesce nella sua falda d'aoqua iniziale, cola cioe dove la vescica natatoria ha il suo volume normale. Se, por esempio, un pesce fornito di vescica natatoria e spinto ad allontanarsi dalla sua falda d'acqua, nuotando verso un livello superlore, ne coDsegue, come abbiamo detto, una distensione pro- porzionale della sua vescica, perche coirasceudere diminuisce di altrettanto la pressione esterna. Con detta distensione della vescica va di pari passo una diminuzione del peso specifico, die aumentera sempre piu coH'ascesa, flno a produrre, come si e visto, danni ir- reparabili, trascinando il pesce passivamente alia superflcie. Pero cio non accade mai in condizioni normali, pel fatto che il pesce col cessare dello stimolo abnorme (inseguimento di altri pesci pre- doni 0 cerca di preda) ciie lo ha spinto ad allontanarsi momenta- neamente dalla sua falda d'acqua, immediatamente e costantemente esegue movimenti di nuoto in direzione opposta, ossia verso il basso, che lo riportano al suo habitat normale. Sono per I'appunto questi i movimenti riflessi di nuoto compensatori, che 1' animale e . costretto a compiere in seguito agli eccicamenti specifici provenienti dalle pareti della vescica eccessivamente distesa. Analoghi processi in senso inverse hanno luogo, se il pesce invece e spinto ad allontanarsi dal suo piano acqueo del minimi sforzi per un livello piii basso. La vescica natatoria e quindi da considerare come un carat- teristico organo di senso, il quale serve ai pesci per apprezzare i diversi livelli d'acqua e per ovviare alle couseguenze dannose, deri- vanti dal rapido cangiamento del lore luogo di dimora. Oltraccio essa possiede una funzione idrostatica nel senso espresso da Moreau, inquantoche pone in grade I'animale, col diminuire il suo peso spe- cifico, rendendolo uguale a quelle dell'elemento in cui vive, di man- tenersi in un determinate strato d'acqua e di compiervi traslazioni natatorie in senso orizzontale col minimo dispendio di forze muscolari. Se questo e alio stal o odierno delle nostre conoscenze il com- pito funzionale della vescica natatoria, vediamo ora come si modi- fica quest'organo in rapporto alle diverse maniere di vita tenuta dai singoli gruppi di pesci, a seconda, cioe, che essi conducono vita di fondo (bentoiiica) o di pelage (nectonica). Gia da lungo tempo si sa come non pochi teleostei difettano completamente di detto organo. E cio che maggiormente sembra strano e sorprendente, e il fatto che spesso alcune specie non hanno vescica, mentre altre lore vicine parenti morfologicamente - 204 - ne hanno una sviluppatissima. Ne si puo dire, che sia facile a tutta prima scoprire un nesso plausibile tra la mancanza di questo organo e (iualche altra particolarita nella struttura del corpo. E percio che i diversi aufcori sinoi'a si son limitati solo a far rilevare questa circostanza apparentemente inspiegabile. Infatti nei vari trattati non si dice- altro, se non che la vescica natatoria si coni- porta diversamente spesso in ispecie tra lore molto affini, in alcune e presente mentre in altre raanca del tutto. Un esempio evidente di questo diverse coraportamento e fornito dalla famiglia dei gobiidi. Se pero si sottopongono a un esame un po' piii minute tutte le specie dei teleostei mancanti di vescica, considerandole special- mente in rapporto al loro genere di vita normale nel mare, si giunge facilmente alia conclusione, che esse tutte rnenano vita hentonica^ in antitesi alle forme nectoniche, che posseggono quasi senza eccezione detto organo. Ad esempio mancaiio di vescica : gU scorpenidi, i trachinidi, i mullidi, i pleuronectidi, i blennidi, i pedi- culati e alcuni gobiidi, ossia tutte forme bentoniche tipiche di pesci, che nella loro vita adulta giacciono sul fondo marine ; non hanno quindi da mantenere il loro corpo in seno all'acqua lottando contro la forza di gravita, che li trarrebbe" al fondo. I pesci nectonici invece, per esempio i percidi, sparidi, scienidi, labridi, ofidiidi, murenidi, sclerodermi ecc. posseggono una ben sviluppata vescica. Essa sa- rebbe percio un organo, la cui tunzione e in istretto rapporto colla vita nectonica dei teleostei. A questa conclusione non si giunge solo comparando i diversi teleostei nella loro vita adulta, ma anche e in una maniera piu chiara e netta traendo partite dalle seguenti osservazioni nei loro periodi larvali o giovanih. E noto, come tutti i pesci bentonici non incominciano la loro vita sul fondo marine, sibbene menano sinche sono giovani una vita nectonica, nuotando liberamente nolle falde d'acqua saperion. Soltanto a poco a poco col crescere in eta abban- donano il mare libero, deponendosi sul suolo marine dove passano la loro vita di adulti. Ora e un date di fatto dimostrato per parec- chi di questi pesci (pleuronectidi, uranoscopus, cristiceps, muUus) — 6 che e molto probabile valga anche per tutti gli altri — che finche essi vivono nectonici nel loro periodo giovanile posseggono una ve- scica natatoria ben sviluppata e capace di funzionare, la quale col pro- gredire dell'eta, e divenendo bentonici, subisce una involuziojie, sino alia scomparsa completa (pleuronectidi), oppure ne rimane un piccolo rudimento incapace di funzionare (uranoscopus). - 205 - Per i pleuronectidi cio e stato dimostrato da Cunningham (^), da Ehrenbaum ('■) e da Thilo(^). Per r uranoscopiis scaber e pel cristiceps vnlgano le segnenti mie osservazioni. In quindici esemplari viventi di uVanoscopus di diversa eta ho potato stabilire la presenza di una vescica natatoria (doppia), che nolle forme giovanili e plena di gas, mediocremente sviluppata, mentre negli stadi piu avanzati si riduce ad un nodetto duro, sohdo, incapace di funzionare. JSTella tabella annessa ho riay- sunto i miei dati di osservazione, mentre le figg. 1 e 2 illustrano il comportamento della vescica natatoria. Fig. 1 — Giovaue nranoscopus (graudezza natniale circa 57 mm. di lungliezza del coipo). E stato aperto 11 cavo addomiuale per poire alio scoperto gli organ! iuteriii. H, vescica nata toria couteiientc gas di circa 2,5 mm. di massimo diamctro, L, legato, M, stomaco, G, vescica biliarc. Fig. 2 — Adulto uranoscoims (grand, nat. di cina 147 mm. di liinghezza). Le indicazioni dtlla prci iilciitc ligura. I,a vescica natatoria si e trastorniala in un nodulo dnro solido, di circa 1 mm. di diamctro massimo. (') J. T. Gun n i II };li am. - A treatise on the eoinmon sole (Solea vnlgari.s), ISiX). (*) E. Ehrenbaum. — Wissenncha/U. Muere.sunlei:s. ttxir. Xeuc Fobjtt, lid. :'. //. /. (») O. Tbilo. — Zooloij. Am. IM. 31, X 131-1, 1907. - 206 - Da queste osservazioni emerge chiaramente come le forme pe- lagiche dell' uranoscopus possiedono una vera e propria vescica na- tatoria, che, col i>rogredire dell'eta e quando I'animale comincia la sua vita bentonica, regredisce, impiccolendosi, perdendo il contenuto gasoso, e non ne rimane che un radimento sifcuato nel mesenteric, die collega stomaco, fegato e vescica biliare, in forma di un nodetto argenteo solido, che io ho sempre rinvenuto, anche nelle forme piia grand] di uranoscopus. Rapporto tra la vescica natatoria e V eta dell' uranoscopus. 10 11 12 13 14 15 i ^ a CU)0 s >3 ='" 3 .2 .5 ■s « a i g (D g C3 .M.9d P^ .2 22 3.8 45 1 45 1,5 47 51 1,6 2 55 2,5 62 2 85 3 85 3,3 102 1 loO 1,2 140 1,2 145 1,2 200 0,75 330 1 OSSEPvYAZIOXT Vesicicii (loppia, in parte sgonfla a causa della preparazione. Pieua d'. gas : la vescica anteriore (cefalica) lia pareti piii spes.se della vescica posteriore (caijdale) con cui coniunica diiettameute mediante un foro cii- colare situate nel sepimento, che le divide. Diametro tiasveisale mm. 2,2. Vescica di color argenteo, sferica, pieua di gas; vicino ad essa e in direzione caudale ve ue ha un'altra piii piccola e non argentea. Come nella precedente. Idem Idem Idem. La ve.scica principale e di forma allinigata. Diametro trasver- sale mm. 2,3. Vescica di forma alluugata. Diametro trasverso mm. 1. Kon 6 cava ne (-ontiene gas ; posta in acqua di mare non galleggia, sibbene scende al fondo. Come nella precedente. Idem : appare come un nodetto argenteo. Idem Idem Da tagli eseguiti su larve di cristiceps di diversa eta ho potuto parimenti desumere, che anche in questo pesce, che nell'eta adulta fa vita bentonica e non possiede vescica natatoria, neU'eta giova- nile, in cui mena vita pelagica, ha una vescica molto sviluppata plena di gas, che va medesimamente regredendo col crescere del- Teta. Finalmente aggiungero che uguale comportamento della ve- - 207 - scica natatoria e stato piii recentemente dimostrato nei mullidi da S. Lo Bianco (*). Una spiegazione tacile ed ovvia di questo intimo rapporto tra vescica natatoria e vita nectonica dei teleostei scaturisce diretta- mente dalle considerazioni suesposte in ordine al significato funzio- nale di detto organo. Abbianio visto infatti, che, secondo la dottrina pill attendibile, la vescica dei pesci ossei si dee considerare da iin lato come un particolare organo di sense, mediante il quale i pesci pos- sono riconoscere i diversi strati acquei ed ovviare alle conseguenze pericolose di troppo rapidi cangiamenti di falda, dall'altro lato come nn ordegno idrostatico, che diminuendo il peso specifico del pesce lo pone in grado di mantenersi e di locomoversi orizzontalmente nel determinate strato acqueo, che rappresenta la sua dimora abi- tuale, col minimo dispendio di forza muscolare. E' evidente che tutto cio viene in considerazione soltanto per i pesci nectonici e non per i bentonici. Infatti solamente quelli di- morano abitualraente nel mezzo dell' acqua, al di sopra del suolo, nolle diverse falde, mentre questi ultimi non abbisognano ne di un istrumento idrostatico, poiche, riposando abitualmente sul suolo marine, non hanuo da lottare contro la forza di gravita, ne di un simile organo di sense, poiche, nel case che sijno spinti ad allonta- narsi dal lore soggiorno normale per nuotare verso I'alto, possono sempi'e ritornarvi, seguendo semplicemente la forza di giavica che li trae in basso. Cosi il nesso tra la vescica e la vita nectonica conferma la attendibilita della dottrina suesposta relativamente al compito fun- zionale della vescica, cio che non si puo dire per le altre teorie, quella di Borelli compresa. D'altra parte abbiamo in cio un bel- I'esempio della mii-abile capacita di adattamento degli organismi alle speciali condizioni di lore esistenza. Se la funzione di un organo diviene superflua od inutile, 1' organo e condannato a scoraparire completamente o a ridursi a un minuscolo rudimento incapace di funzionare, come avviene per la vescica natatoria quando i pesci bentonici passano dalla lore vita larvale pelagica a quella di adulti sul fondo del mare. (I) S. Lo lUaiico. — S\iln]i;)(( IjuvmIc, luuljiiiiort'dsi e l>iiili)y:ia della « Trijrlia di faiiSK •> (Mul- liis liailiatiis Lin.). — Mitlli. n. d. /.oul.xj. Sla/. z. Xeapel. i'J Jid. / lleft. I'JOS, ,S'. IS. RENDICONTO BELLA SETTIMA ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DELL'UNIONE ZOOLOGICA ITALIANA IN PAKMA (^ettembre 1907). Ufficio di Presidenza : Presidente: Andres prof. Angelo — Vice Presidenti: Russo prof. Achil- le, Parona prof. Corrado — Segretario: Monticelli prof. Fran- cesco Saverio — Vice Seyreiario: Ghigi i)rof. Alessandro — Cassiere-Economo: Pierantoni prof. Umberto. S6 Settembre (iiel Gabiuetto rti Zoolosia della R. Universitii di rainia). II presidente prof. Andres dichiara aperta la settima assemblea or- dinaria dell'U. Z. I., che si riunisce in Parma in occasione del primo Gon- gresso della « Societa italiana pel progresso delle scicnze ». Fa notare che il Convegno deH'U. Z. I., che come fu stabilito dalla Assemblea di Milano del 1907, doveva tenersi a Bormio, venne rinviato all'anno 1908, perche la U. Z. I. fu invitata a prendere parte al primo congresso della « Societa italiana pel progresso delle Scienze » in Parma, ed anzi incari- cata dal comitato ordinatore della stessa di organizzare la IX sezione ; della quale appunto e presidente lo stesso presidente della U. Z. I. II presidente comunica che si sono continuate le praticlie per otte- nere die nella Gommissione internazionale della nomenclatiira zoologica sia ammesso a far parte anclie iin delegato italiano (v. Rend. dell'As- semblea di Milano 1907, pag. 104). Gonseguentemente si scrisse di nuovo il 26 maggio rispettivamente al Ministro della P. I. ed al Ministro degli A. E. e s'interesso Ton. Cardani di appoggiare 1' istanza. Al 18 giiigno dal Ministro di P. I. si rispose clie si era passata la pratica al Ministro degli A. E. II 22 giugno dal Ministro di A. E. si rispose che si era in trattative col Ministro della P. I. La presidenza deH'U. Z. I. fece sollecita- zioni anche j)er mezzo dell' on. Credaro (25 giugno) e seppe dallo stesso (2 luglio) che il Ministro della P. I. faceva ancora pratiche con quello degli A. E. Dopo cio piii nulla! Comunica inoltre, che fin dal 5 aprile, vennero fatte pratiche col Mini- stero della P. I. perche mandasse una rappresentanza dell'U. Z. I. al Gon- Kresso internazionale di Zoologia tenutosi a Boston nello scorso agosto. ^ £09 - Fu inviata aH'iiopo lettera della presidoiizo, appnggiata dall' on. Cardanl. Si ebhe risposta negativa gia al 18 aprile. Kinnovata la pratica valen- dosi dell' appoggio dell' on. Credaro, si ebbero risposte indeterminate. Sinche dopo telegramraa alia fine di luglio il Ministero ris^pose che « le condizioni del bilancio non lo permettevano ». Di pari passo si fecero pratiche con la Societa Generale di Navigazione, col Lloyd italiano e col Lloyd sabaudo. onde avere facilitazioni sul prezzo, come quelle concesse dalle Societa tedesche di Navigazione alia Sociota Zoologica tedesca, ma senza esito concreto. Comunica ancora che assieme al Rendiconto, oltre Telenco (Roper- torio) delle specie nuove di animali descritle in Italia, verra piibblicato anclie I'elenco delle specie nuove italiane descritte in pubblicazioni estere. La redazione delle prime, come per 1' anno scorso, continuera ad essere curata dal prof. Ficalbi, mentre quella delle specie descritte all' estero d'accordo col prot. Ficalbi e stata assunta dal prof. Monticelli die si varra dell'opera di specialist!. II presidente informa che TU. Z. I. delego a proprio rappresentante alle feste Aldrovandiane il Presidente ed il Segrelario; al congresso in- ternazionale di fisiologia di Heidelberg delego il prof. Fano; al congresso zoologico di Boston il prof. Chigi; ed al congresso di Parma delego, per la composizione delle Sezioni : i prof. Andres j^'r la IX sozione (Zoologia), Giuffrida per la X sezione (Antropologia), Chiarngi per la XI sezione (Anatomia), Fano per la XII (Fisiologia), Monti per la XIII (Palologia). Corti (anche per parte di Ariola assente) dichiara di aver trovato i conti ed i! bilancio consuntivo del 190G in perfetto ordine e ne propone all'assemblea I'approvazione. E approvato. Corti deplora nel consuntivo 1906 la diminuzione di introiti per il capilolo delle quote sociali. Nota la cifra versata alia redazione del- r«Archivio Zoologico » e prende occasione come socio di considerare le condizioni della nostra massima pubblicazione. Crede fermamente che causa principale della vita assai tarda sia il complesso di condizioni o restrittive o inopportune date all'Archivio. Eliminare sopratutto la. limi- tazione del numero degli estratti che si impone agli autori con uu danno reale alle migliori contribuzioni alh^ quali si aprono alt re porte piii liberali. Police osserva che data I'assenza del prof. Monticeri che cura la redazione dell'Archivio non puo discutersi con competenza su questo argomento. L'Archivio, a quanto egli sa, non e la pubblicazione dell'U. Z. I. ma un giornale per azioni, sussidiato dall'U., sol to i cui auspici si stampa. Sono le condizioni economiche in cui versa l' Arch ivio, che im- pediscono che la sua vita sia piii attiva ed alia redazione di essere piii liberate nel concedere estralti in maggior numero. Con gli scarsi fondi di cui I'Archivio dispone e uno sforzo enorme quello di poter presen- tare delle pubblicazioni che rivaleggiano con le migliori estere, sforzo - 210 - che finora e stato possibile merce il contributo personale del prof. Emery e del prof. Monticelli che oltre alle azioni hanno versate ingenti somme. Corti ossei'va clie curare piii soUecitaraeiite la starapa dei volurai potra certo con altri dettagli migliorare la lista degli abbonati e quindi le linanze deH'Archivio. Enriques raccomanda di fare maggiore reclame per rArchivio zoo- logico, inviando ripetute circolari, in Italia e all' Estero, contenenti i ti- toli dei lavori pubblicati finora e tutto quanto la direzione ritenga op- portune. II Segretario da lettura del bilancio preventive pel 1907 che viene approvato. II Presidente propone, e 1' assemblea appro va, la nomina di Monti e Corti a Revisori dei conti per I'anno 1907. II Presidente comunica che la Societa botanica terra il convegno per il prossimo anno a Trieste, e che I'llnione era stata invitata dal prof. Marchesetti a tenere anche essa il suo convegno a Trieste. Dope discussione a cui pigliano parte Romiti, Police e Monti, viene approvata la proposta di Romiti d'irapegnarsi per Trieste dopo Bormio e Taormina per cui I'Unione s'era gia precedenteraente impegnata. Resta quindi fissato il prossimo convegno per Bormio, rimandando eventualmente fra due anni la gita a Trieste. II Presidente dichiara aperte le urne per I'elezione di un Vice-Pre- sidento, del Segretario e del Vice-Segretario. RisuKauo eletti pel trien- nio 1908-1910, il prof. Romiti Vice-Presidente, il prof. Monticelli Segretario ed il prof. GMgi Vice-Segretario. Essendosi dimesso per recente lettera il prof. Parona da Vice-Pre- sidente, il prof. Romiti, eletto 2'^ Vice-Presidente, viene proclamato !» Vice-Presidente e, per deliberazione delf Assemblea, si passa seduta stante all'elezione del 2° Vice-Presidente che, per votazione, viene eletto nella persona del prof. Rosa. II prof. Romiti ringrazia 1' Assemblea per la carica a cui e stato eletto. .A.VVZSO II Repertorio per I'anno 1906 delle specie nuove di animali italiani descritte in pubblicazionl italiane ed in quelle estere, che deve accom- pagnare questo Rendiconto dell'Unione, verra pubblicato in un prossimo numero del « Monitore ». - 211 di specie nuove di animali italiani descritte in pubblicazioni estere neil'anno 1905 Ad iniziativa della Unione Zoologica Italiana fu pubblicato, per opera del prof. E. Ficalbi, il « Repe)'(orio di specie nuove di animali italiani descritte in Italia neWanno 1905 » (^). L'assemblea della Unione tenuta in Milano nel 1906 delibero (vedi M. Z. Anno 1907, pag. 104) di completare il Repertorio, con una seconda parte che elencasse anche le specie nuove di animali italiani descritte in pubblicazioni estere (per in- tegrare il Repertovio a norma di quanto t'u deliberato nel Convegno di Rimini 1903); ed invito il prof. Ficalbi e scegiiersi un collaboratore per questa parte del lavoro. II sottoscritto accetto di buon grado la propo- sta del collega Ficalbi di coadiuvarlo ed ora presenta 1' elenco da lui compilato, a complemento della parte gia pubblicata dal collega Ficalbi, e redatto sul medesimo modello di quello, avvertendo che ha tenuto conto anche delle nuove sottospecie. II Repertorio per I'anno 1900, che e in pubblicazione contempora- neamente al presente, avra le due parti (specie descritte in pubblica- zioni nazionali e specie descritte in pubblicazioni estere) completamente fuse in un unico elenco. II sottoscritto ringrazia gli specialisti e tutti coloro, che lo hanno coadiuvato nello spoglio dei periodic!. Napoli, aprile 1908. Fr. Sav. Monticelli. (») Voili M. 2., Anno XVIIJ, N. -1, %>!'■ iOO-120. - 212 - Protozoa. Kliizoijoda. (Hadiolaiia). Thalassicolla golatiuosa. Goltb di Napoli, — Brandt, K.: Arcliiv Protistenkunde, «, 1905, (247). I'rotozoa. SjiDrozoa. (Gienarinida). Agg-res'ata iiiaclii. Siill' Inachus dorsettensis. — Siiuiith, Geoffrey: Mitth. Zool, Stat. Napoli, 17, 1905, (400). Vermes. Annelida. (Oligocliaeta). Fi'idericia valdeiii^is. Val Pellice (Piemonte). — Issel, Raffaele : Zoologisclie Jalirlji'iclier, Syst., 33, 1905, (464). Vermes. Annelida. (Oligocliaeta). Fridericia uiacnlata. Val Pellice (Piemonte). — Issel, Raflaele: Zoologisclie Jalirbiiclier, Syst., 23, 1905, (400). Vermes. .Vnnelida. (Oligocliaeta). Fi'idericia aarita. Val Pellice (Piemonte). — Issel, Rallaele : Zoo- logisclie Jalirbiiclier, Syst., 33, 1905, (408). Vermes. Annelida. (Oligocliaeta). Marionina Coj>'nettii. Val Pellice (Piemonte). — Issel, Raffaele: Zoo- logisclie Jalirhiicher, Syst., 33, 1905, (456). Vermes. Annelida. (Oligocliaeta). lleseiichytraeiis rliabdog-eiias. Val Pellice (Piemonte). — Issel, Raffaele: Zoologische Jalirbiiclier, Syst., 33, 1905, (401). Ai'tbropoda. (Jrustacea. (Cumacea). Campylaspis vitrea. Capri. — CJalman, W. T. : Mitth. Zool. Stat. Neapel, 17, 1905, (425). Artliropoda. Crustacea, (('nmacea). Canipylaspis spiiiosa. Capri. ■ — Caiman, W. T. : Mittli. Zool. Stat. Naepel, 17, 1905, (426), Artliroiioda. Crustacea. (Cuuiacea). Cniiiellopsis piiritaiii. (^apri. — t.'aliuaii, W.T.: Mitth. Zool. Stat. Neapel, 17, 1905, (418). - 213 - Artliropoda. Crnatacea. (Curaacea). Diastylis capreensis. Capri. — Caiman, W. T.: Mitlli. Zool. Slat. Neapel, 17, 1905 (428). Artlu'opoda. Arachnoidea. (Acari). Kriophyes piseadoplataiii. Valtellina. — Corti, A.: Zoologischer Aiizeiger, Leipzig, 2H, 1905, (769-770). Artliropoda. Arachnoidea. (Araueoidei). Blothras Peyerimhofli. Mondovi (Piemonte). — Simon, E.: Bulle- tin Societe entomologique de France, Paris, lil05, (282-283). Artlu'opoda. ilyriapoda. (Diplopoda). C'ylindroinlns apenninornm n. subsp. albanensis Frascati, AI- ])ano (Koma). — Verhoeff, K. W.: Zoologischer Anzeiger Leipzig, 39, 1905, (511). Artliropoda. Myriapoda. (Diplopoda). Jnlns (C'yiindroialns) allobrog^iens ii. subsp. tnrinensis Turiui (Alpi Marittime). — Brol^mann, II. W. : La Feuille des Jeunes Naturalistes, Paris, 1905, (4) 35, (97-98). Arthro])oda. Tnsi-eta. (Rliyiicota). l^encaspis corsa. Vizzavona (Corsica). — Unding-er, L. : Zoologi- scher Anzeiger, Leipzig, 39, 1905, (252-253). Artlu-opoda. Iii.secta. (Coleoptera) . Anophtlialmns bilimeki n. subsp. ters:estinns. Nabresina (Trieste). — Miiller, Josef. : Wiener Entoiiiologische Zeitung, \Men, 24. 1905, (32). Artliro])oda. Iiiseeta. (Coleoptera). Atlioas villig^eroideiii. Monte Rosa. — Better, E.: Verhandlung. Naturlbrshond. Verein. in Brunn, 43, 1905, (55). Arthroi)oila. Inaecta. (Coleoptera). Bathyscia Bnclieti. Nizza (Alpi Marittime). — Abeille De Ferrin. E.: Bulletin Societe entomologique de France, Paris, 1905, (208-209). Artliropoda. Insecta. (Coleoptera). Cetonia (Potosia) llayeti. Malta (?). — Le Comte, G. : Bulletin Societe ontoniologique de France, Paris, 1905, (274-275). Artliropoda. lusccta. ((^oleoptera). Heliotaurns Si^eidlitzi. Sicilia. — Beitter, E. : Verhandhuig. iia- turforsch, Vereines in Briinn, 44, 1900, (1 1 1). - 2U - Arthropoda. Insecta. (Coleoptera). Laeniosthenes cavicola n. subsp. Roninaldi. St. Romualdo (Sud- Istria). — .lluller, Josef.: Wiener Entomologische Zeitung, Wien, a4, 1905, (32). Artlu-opoda. Inaecta. (Coleoptera). liCistas Dauieli. Sardegna. — Reitter, Edmund. : Wiener Entmolo- gische Zeitung, Wlen. 34, 1905, (221). Ai'tlu'opoda. Insecta. (Coleoptera). lieptoderas Uoheuwarti n. subsp. reticnlatns. Trieste. — llul- ler, Josef. : Wiener Entomologische Zeitung, Wien, ;!J4, 1955, (32). Artluopoda. lusetta. (Coleoptera). licptnsa lonibai'da. M. Grigna (Lombardia). — Bernhaner, Max.: Verhandlungen K. K. zoologisch. botanischen Gesellsctiatt in Wien, 55, 1905, (587-588). Arthropoda. lusecta. (Coleoptera). Tetropinm C«abrieli. Tirolo. — Weise, I.: Deutsche Entomologische Zeitschritt, Berlin. 1905, (130). Arthropoda. Insecta. (Coleoptera). Toniocarabas coiivexas n. subsp. Paganettii. S. Eufemia d'Aspro- monte, Calabria. — Born, Paul.: Societas entomologica, Ziirich, 20, 1905, (121-122). Arthropoda. Insecta. (Coleoptera). Troglorhyuchns (Sfiolariella n. subg.) Paganettii. Aspromonte (Calabria). — Flach, Iv. : Wiener Entomologische Zeitung, Wien, 24, 1905, (318-319). Arthropoda. Insecta. (Hymenoptera.) .Uagachile (Chalicodonia) Incidifrons. Bonifacio (Corsica). — Fer-^ ton, Ch.: Annates Societe Entomolog. de France, 74, 1905, (57-58), Arthrojioda. lusecta. (Hymenoptera). Osmia erythrogastra. Bonifacio (Corsica). — Ferton, Ch.: Annates Societe Entomolog. de France, 74, 1905, (56-57). Arthropoda. Insecta. (Hymenoptera). Tacliysphex rnfiventraliis. Bonifacio (Corsica). — Ferton, Ch. ; Annales Societe Entomolog. de France, 74, 1905, (03-09). Arthi'opoda. Insecta. (Dipthcra). Asilns flavii^copala. Sicilia. — Pandelle L.: Revue d'Entomologie, Caen, 24, 1905, (65). - 215 - Artlir()i)oda. Insecta. (Diiitera). Asilas diao^onali!^. Corsica. — Paudelle, L.: Revue d'Entomologie, Caen, 34, luo;:, (86-87). Artlm.ixMla. Iiisccta. (Diptera). Asilns vermicalaris. Corsica. — Paudelle, L.: Revue d'Entomolo- gie, Caen, 34, 1905, (87-88). Aitliniixida. Insecta. (Diptera). Clinocera (Roederia) Czernyi. Italia centrale. Monti Sibillini (Mace- rata). — Be».Ki, M. : Annates Historico-naturales Musei Xationalis Hungarici, 3, 1905. (863-Ilg. 1). Arthropoda. lusecta. (Diptera). Clinocera (IViedemaniiia) oxystoma. Italia centrale, Monti Sibil- lini (Macerata). — Bezzi, M. : .Vnnales Historico-naturales Musei Nationalis Hungarici, 3, 1905, (304, tig. 2). Arthropoda. Insecta. (Lepidoptera). Orgya etrnsea. Firenze, Casentino (Toscana). — Verity, Roger: Bulletin Societe entomologitiue de France, Paris, lilOo, (59-01). Mollusca. (Scapliopoda). Psendoparastrophia (n. g.) levigrata (n. sp.). Napoli. — Distaiio, Arcangelo.: Zoologische .lahrbiicher Syst., 33, 1905, (430). - 216 - Indice alfabetico delle Quove specie e dei nuovi generi Aggregata inachi Smith Geoffrey. — Protozoa Pag. 212 Anoplitalmus biliraeki tergestinus (n. subsp.) Mulleb. — Arthropoda . » 213 Asilus llaviscopula PA>fDELLE. — Arthirqjoda » 214 » diagonalis » Arthi'opoda » 215 » vermicularis » Arthropoda » ivi Athous villigeroides Retter. — Arthropoda » 213 Bathyscia Bucheti Abeille de Pebrin. — Arthropoda » ivi Blothrus Pej-erimhoffi Simon. — Arih?^opoda » ivi Carapylaspis spinosa Calman. — Arthropoda » 212 » viti'ea » Arthrojjoda » ivi Getonia (Potosia) Mayeti Le Compte. — Arthropoda » 213 Glinocera (Roederia) Gzernyi Bezzi. — Arthropmla » 214 Clinocera (Wiederaannia; oxystoma » Arthropoda » ivi Gumellopsis puritani Galman. — Arthropoda » 212 Gylindrojulus appenninorura albanensis (n. subsp.) Werhoeff. — Arthro- poda . . • * 213 Diastylis capreeusis Calm an. — Artltropoda » ivi Eriophyes pseudoplatani Gorti. — Arthropoda » ivi Fridericia aurita (ssel. — Vermes * ^.^^ » maculata » Yermes » i^'i » valdonsis » Vermes » i^i Heliotaurus Seidlitzi Reitter. — Arthropoda » 213 Julus {Gylindroiidus) allobrogicus turinensis (n. subsp.) Brolemann. — Arthropoda ^ ^^^ Laemosthenes cavicola Romualdi (a. subsp.) Muller. — Arthropoda. . » 214 Leistus Danicli Reitter. — ArtJirojJoda » i"^'i Leptoderus Hohenwarti reticulatus (n. subsp.) Muller. — Arthropoda . » ivi Leucaspis corsa Lindinger. — Arthropoda » 213 Leptusa lorabarda Bernauer. — Arthropoda » 214 Marionina Gognettii Issel. — Vermes » 212 Megacliile (Gbalicodoma; lucidifrons Ferton. Arthropoda » 214 Mesenchytraeus rhabdogenus Issel. Veri/ies » 212 Orgya etrusca Verity. — Arthropoda » 215 Osmia erythrogastra Ferton. — Arthropoda. . » 214 Pseudoparastrophia (n. g.) levigata Distaso. — Mollusca » 215 Tachysphcx rutiventralis Ferton. — Arthro2>oda » 214 Tetropium GabrieH Weise. — ArthrojMda » i^'i Thalassicolla golatinosa Bramdl. — Protozoa » 212 Tomocarabus convexus Paganetti (n. subsp.) Born. — Arthropoda. . . » 214 Troglorhynchus (Solariella n. subg. Paganettii) Flack. Artltropoda . . » ivi Gosimo Gherubini, Amministratore-responsabile. Firenze, 1908. — Tip. L. Niccolai, Via Faeiiza, 44. MonitoFe Zoologico Italiano (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale delia Unione Zoologica Italiana DIBETTO DAI DOTTORI 6IITLI0 CHIARUGI EUGENIO FICALBI Prof, (li Auiitoiuia uiuaua Prof, di Aiiiitomia conip. o Zoologia nel R. Istituto di Studi Super, in Firenze nella R. UniveraiU di Pisa Ufficio di Direzione ed Amministrazione: Istituto Auatomico, Firenze. 12 numeri all'anno — Abbuonamento annuo L. 15. XIX Anno Firenze. Settembre 1908. N. 9. SOMMARIO: BiBLIOGRAFlA. — Pag. 217-223. GoMUNiCAZiom oRiGiNALi: Trinci G., Sulle question! concernenti le differenze raortblogiclie del cromosomi d'uno stesso nucleo. (Con 2 flg. nel testo). — Pag. 224-239. SuNTi E Riviste: Note di tecnica microscopica : 1. Biffi U., Un nuovo raetodo per F allestimento delle preparazioni raicroscopiehe a fresco. — 2. Mi- nerbi C, Un perfezionamento nella tecnica della colorazione in due tempi colleosina-bleu di raetilene per Temodiagnosi e la citodiagnosi cliniche. — Pag. 240. Avvertenza Delle Comunicazioni Originali che si pubblicano nel Monitore Zoologico Italiano e vietata la riproduzione. BiBLIOGRAFlA Si da notizia soltanto dei lavori pubblicati in Italia. A. - PARTE GENERALE [Continuazioyie) V. Citologia e Istologia Biffi Ugo. — Eritrociti granulosi di Ghauirard-Fiessinger e policroraatofllia. Con 1 tav. e due gratiche. — Boll. d. sc. mediche, An. 79, Ser. 8, Vol. 8, Fasc. 6, P2J. 249-260. Bologna, 1908. Yedi anche ivi a pp. 296-297 in Rend, d. Soc. med.-chir. di Bologna, ad. d. H aprile 1908. Biffi Ugo. — I cristalli endoglobulari di ossiemoglobina. — Rendic. d. Soc. med.- chir. di Bologna, Ad. d. 16 Maggie 1908 in Boll. d. sc. nied.. An. 79, Scr. S, Vol. 8, Fasc. 0, p)p- 300-301. Bologna, 1908. Biffi U. e Galli P. — Ricercho sul sangue e sullo urine dei nconati o doi lat- tanti. — Ricista di Clinica picdiatrica. Vol. 6, Fasc. 1, pp. 1-27, con fnj- Firenze, 1908. - 218 - Corti Alfredo. — Su alcuni elemonti del sangue di maramiferi. — Atti del Con- gresso d. Naturalisti italiani (Milano, 1906). Milano, 1907. pj). 540-545. Cutore G[aetano]. — La cellula nervosa secondo i piii recenti metodi di tecnica istologica. — Rivista ital. di Nevropat., Psichiat7-ia ed Elettroterapia, Vol. 1, Fasc. 1, pp. 21-29. Catania, 1907. Esposito G. — Rilievi di morfologia ccllulare nei gangli spinali dell'uomo. — Rirista ital. di Xevrojjat., Psicliiatria ed Elettroterapia, Vol. 1, Fasc. 2, jip. 65-80, con figg. Catania, 1908. Livini F. — Istogeuesi del tessuto connettivo: l''^ coraunicaz. prev. — Boll. Soc. Medica Parma, S. 2, An. i, Fasc. 5 6, pp. 122-124. Parma, 1908. Perroncito Aldo. — II ripristino funzionale nel territorio dei nervi lesi in rap- porto con la questione anatomica della rigenerazione. — R. 1st. lomb. di sc. e lettere. Rendic, Serie 2, Vol. 40, Fasc. 16, pp. 920-922. Milano, 1907. Pighini Giacomo. — Sopra una speciale forma reticolare di precipitazione della sostanza nervosa e sulle strutture di precipitazione di vari tessuti organici, Con tav. — Rivista sper. di Freniatr., Vol. 34, Fasc. 1-2, pp. 247-263. Reggio Emilia, 1908. VI. Tecnica zoologiea, anatomica e microscopica Balli Ruggero. — II metodo Weigert per le fibre elastiche nella ricerca del glicogeno. — Boll. d. Soc. med. chirurg. di Modena, An. 9, 1907-908, (34" d. Societd). Estr. di pp. 3. Modena, 1908. Biffi Ugo. — Un nuovo metodo per Tallestimento delle preparazioni microsco- piche a fresco. — Rendic. d. Soc. med.-chir. di Bologna, Ad. del 15 Feb- br. 1908, in Boll. d. sc. med., An. 79, Ser. 8, Vol. 8, Fasc. 4, pp. 204-205. Bologna, 1908. Lunghetti Bernardino. — Su alcuni metodi di colorazione della cartilagine fi- brosa e sulla lore applicazione pratica. — Rendic. d. Soc. med.-chir. di Bologna, Ad. del 16 Maggio 1908, in Boll. d. sc. mediche, An. 79, Ser. 8, Vol. 8, Fasc. 6, pp. 301-302. Bolognti, 1908. Minerbi Gesare. — Un perfezionamento nella tecnica della colorazione coll'eo- sina-bleu di metilene in due tempi per I'emodiagnosi e la citodiagnosi cli niche. — Gazz. d. Osped. e d. Cliniche, An. 28, N. 72, pp. 761-763. Mi- lano, 1907. Pes Orlatido. — La photographie d'une chambre noire vivante on la photogra- phie du fond de ra3il. — Vedi M. Z., XIX, 7, 167. Rebaudi Stefano. — Nuovi metodi di ricerck istologica del sangue e cloronar- cosi. — Annali Ostetricia e GinecoL, An. 30, Vol. 1, N. 5, pp. 625-667. Milano, 1908. B. - PARTE SPECIALE II. Protozoi. Enriques Paolo. — Di un nuovo infusorio oligotrico (Turbilina instabilis n. gn., n. sp.) e suo significato per la filogenia dei Peritrichi. Nota. — Rend. d. R. Ace. d. Lincei, CI. di sc. /Is., mat. e nat. Vol. 17, Ser. 5, P sem., Fa.fc. 4, 2>p- 224-235, con figg. Roma, 1908. Mazzarelli G[iu!seppe]. — Sulle alUnita del gen. Branchiophaga Mazz. Nota. — Atti del Congresso d. Naturalisti Italiani {Milano, 15-19 sett. 1906). Mi- lano, tip. d. Opernj, 1907. pp. 570-571. - 219 - Ottolenghi D. — Ricerche sul Trypanosoma equinura. Nota preliminare. — Atti d. R. Ace. d. Fisiocrilici in Siena, Ser. 4, Vol. 19, An. ace. 216 (1907), X. 7-8, pp. 261-264. Siena, 1907. Ottolenghi D. — Nuove ricercho sul Trypanosoma Hriicci o sul Trypanosoma equinura. — Monitore zool. ital., An. 19, N. 2, pp. 29-38, con tav. 2^ Fi7^enze, 1908. V. Celenterati (Cnidari e Ctenofori). Airaghi Carlo. — Goralli doi calcari grigi del Venoto. Con tav. \T. — Atti d. Congresso d. Xaturalisti Italiani, (Milano 15-19 sett. 1900). Milano, tip), d. Operai, 1907, pp. 299-313. Senna Angelo. — Larve pelagiclie di Attiniari. Con 4 tav. — Raccolte plancto- niche latte dalla R. Nave Liguria nel Viaggio di circuranavigazione del 1903 05 sotto il comando di S, A. R. Luigi di Savoja Duca degli Abruzzi Vol. 1, Fase. 3. — Puhbl. d. R. 1st. di St. sup. p>ratiei e di perfcziona- niento in Firenze, Sez. di sc. fisiche e nat. Firenze, 1907. VI. Vermi. 2. Platodi. Arcangeli Alceste. — Ricerche sulla struttura dcUe ventose dei Distomi. Nota prelim. — Atti d. Congfesso d. Naturalisti Italiani {Milano, 15-19 sett. 1900). Milano, tip. d. OperaJ, 1907. pp. 578-579. Barnabo V[alentino]. — Sugli effetti delle inoculazioni negli animali dell'estratto di Taenia saginata. — Boll. d. Soc. zool. ital., Ser. 2, Vol. 9, 1908, Fase. 3-6, pp. 145-150 {Continuaz. e fine). Roma, 1908, Fasciolo Alba. — Considerazioni bibliografiche suUe anoraalie dei Ccstodi. — 1st. zool. d. R. Univ. di Genova, A. 6, 1906, ppj. 11. Genova, tip. Cimt- nago. Mela Pasquale. — Ghoanotaenia infundibulum Blocli. — Boll. d. Soe. zool. ital., Ser. 2, Vol. 9, 1908, Fase. 3-6, pp. 167-177. Roma, 1908. Sambon v. Louis. — Brevi notizie su di uno Sparganum parassita dell'uomo noirAt'rica orientale inglese. Nota. — Atti d. Congr. d. Naturalisti Italiani (Milano, 15-19 sett. 1906). Milano, tip. d. Ojjcraj, 1907. pp. 732-734. 10. Neriatodi, Desmoscolegidi, Chetosomidi. Alessandrini Giulio. — 1! Gongylonema scutatum (Miiller) nella prov. di Uoma. Nota preventiva. — Boll. d. Soe. zool. Hal., Ser. 2, Vol. 9, 1908, Fase. 3-6, pp. 163-166, con fig. Roma, 1908. Bertolini Giulio. — Di nlcuni parassiti del bestiame dell'Agro romano e della Sardegna. — II Niiooo Ercolani, An. 13, N. 18, pp. 277-281 (Continua). Pisa, 1908. Camerano Lorenzo. — Gordii d'lrlanda. — Boll. d. Mt(sei dt Zool. ed Anat. CO, np. d. R. Univ. di Torino, Vol. 23, N. 578. Torino, 1908. pp. 2. Camerano Lorenzo. — Nota sul Cliordodes Hawkeri, Camcr. — Boll. d. Musei di Zool. e Anat. eom,p. d. R. Univ. di Torino, Vol. 23, N. 580. Torino, 1908. pp. 2. Isola Domenico. — Nuovo ospite dello Sclerostoma oquino. — Isl. zool. d. R. Univ. di Genova, N, 2, 1906, pp. 3. Genova, tip. Qiminayo. - 220 - Pierantoni Uraborto. — Sulla Filaria labialis Pane (1864). — Annuario d. Mu- sea zool. d. R. Univ. di Napoli, (Nuova Serie), Vol 2, N. 25. Napoli, 1908. Est)-, di 2ip. 6, con tav. 13^. 11. ACANTOCEFALl. Porta Antonio. — Gouti-ibuto alio studio degli Acantocefali dei Pesci. Con 32 ligure. — Biolofjica, Vol. i, Fasc. 3, N. 19, pp. 377-423. Torino, 1907. 14. Ankllidi. Cognetti De-Martiis Luigi. — Descrizione d'una nuova Pheretima del Giappone. — Boll. d. Musci di Zool. ed Amit. comp. d. R. Univ. di To7-ino, Vol. 23, N. 577. Torino, 1908. pp. 2, con fig. Cognetti De Martiis Luigi. — Contributo alia conoscenza della drifolafauna papuasica. — Boll. d. Musei di zool. ed anat. comp. d. R. Univ. di To- rino, Vol. 23, N. 584. Torino, 1908. pp. 4, con fig. Monticelli Fr. Sav. — Sessualita e gestazione nello Gtenodrilus serratus 0. Schm. Com. preliminaro riassuntiva. — Atti d. Congresso dei Naturalisti Italiani (Milano, 15-19 settemhre 1906). Milano, tip. d. Operaj, 1907. pp. 524-526. Rosa Daniele. — Nuove specie di Tomoptcridi. — Boll. d. Musei di Zool. ed Anat. comp. d. R. Univ. di Torino. Vol. 23, N. 588. Torino, 1908, pp. 2. VII. Artropodi. 5. Aracnidi. Monti Rina. — Di una specie nuova di Panisus Koen. — Rendic. d. R. 1st. lomb. di sc. e lettere, Serie 2, Vol. 41, Fasc. 12, pp. 637-640, con tav. Milano, 1908. 6. Grostagei. AlesBandri (De) G. — Contribuzione alio studio dei Cirripedi fossili della Fran- cia. Nota preliminare. — Aiti d. Congresso d. Naturalisti italiani (Mi- lano, 15-19 sett. 1906). Milano, tip. d. Operaj, 1907, jjjj. 362-367. Artom Cesare. — La maturazione, la feeondazione e i prirai stadi' di sviluppo delTuovo deirArteraia salina Lin. di Cagliari. Tav. 5-6. — Biologica, Vol. 1 (1007), Fasc. 4, N. 24, pp. 495-515. Torino, 1908. 9. InSETTI 0 ElSAPODI. a) Scritti general! o su piii che uno degli ordini Berleso Antonio. — Considerazioni sui rapporti tra piante, toro insetti neraici e cause neraiche di questi. — Redia, Gioj^n. di EntomoL, Vol. 4, Fasc. 2, pp. 198-246. Firenze, 1907. Berlese Antonio, Del Guercio Giacorao, Paoli Guido. — Osservazioni sopra un reconte scritto relative ad inseiti nocivi all'olivo. — Redia, Giorn. di En- tomoL, Vol. 4, Fasc. 2, 2)p. 259-328. Firenze, 1907. Guercio (Del) G[iacomo]. — Notizie intorno a due nemici nuovi e ad un note neraico dell'olivo mal conosciuto con un cenno sui rapporti di uno di essi con i microsporidi. [Hysteroj)terum apterum, H. grylloides, Rhynchites cribrij)ennis] — Redia, Giorn. di Entomol., Vol. 4, Fasc. 2, pp. 334-359, con figg. Firenze, 1907. - 221 - Mariani Giuclitta. — Secondo contributo alio studio dclla Cecidologia valdo- staiia. — Atti d. R. Soc. Hal. di Sc. nat. e del Museo civico di St. nat. in Milam, "Vol. 16, Fasc. 4, i^p. 289 323, con fig. Milano, 1908. d) Ortotteri. Borelli Alfredo. — Doscrizione di una nuova Forticola di Madeira. Pseudocheli- dura madeirensis nov. sp. — Boll. d. Musei di zool. ed anat. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 23, N. 582. Torino, 1908. pp. 3. con fly. Griffini Achille. — Sopra alcuni Stcnopelmatidi e sopra alcune Mecopodidi raa- lesi ed austro-raalesi. — Atti d. Soc. ital. di sc. nat. e del Museo civico di St. nat. in Milano, Vol. 46, Fasc. 4, pp. 271-288. Milano, 1908. Griffini Achille. — Sopra alcuni Gryllacris raalesi ed austro-malesi. — BolL d. Musei di Zool. ed anat. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 23, N. 581. Torino, 1908. i>p. U. e) Rincoti o Emitter!, e Fisapodi o Tisanotteri. B\iffa Pietro. — Prime notizie sui Tisanotteri italiani. Nota preliminare. - Alt^i d. Accad. scientifica veneto-trentino-istriana, Nuova Serie, An. 3, Fasc. 1-2, 2)p. 99-103. Padova, 1906. Buffa Pietro. — Alcune notizie anatoraiche sui Tisanotteri tubuliferi. — Redia, Giorn. di Entomol., Vol. 4, Fasc. 2, pp. 369-381, con figg. Firenze, 1907. Buffa Pietro. — Esarae della raccolta di Tisanotteri italiam esistente nel Museo Civico di Storia Naturale di Genova. - Redia, Giorn. di Entomol., Vol. 4, Fasc. 2, pp. 382-391, con figg. Firenze, 1907. Fuschini C. - Contributo alio studio della Pliilloxera quercus Boyer. Nota pre- liminare. - Redia, Giorn. di Entomol., Vol. 4, Fasc. 2, jip. 360-368. Fi- renze, 1907. Bagusa Enrico. — Emitteri di Sieilia. — II Naluralista Siciliano, An. U, X. 10-11-12, pp. 209-287. Palermo, 1907. f) Coleotteri e Strepsitteri. Fiori A. — La Cartodera bicostata Reitt. in Sieilia. — II Xaturalisfa Siciliano, An. 19, N. 1-2, pp. 3-4. Palermo, 1906. Griffini Achille. — Studi sui Lucanidi. IV. Sulle forme priodonti dell'Odontolabis brookeanus e sulle forme capito di alcuni Eurytrachelus. — Atti d. Soc. ital. di Sc. nat. e del Museo civico di St. nat. in Milano, Vol. 46, Fasc. 2, pp. 104-127, con figg. Milano, 1907. Leoni Giuseppe. — Note sopra alcune forme del gen. Otiorhynchus Sch. s. g. Arammichnus Gozis. — II Naluralista Siciliano, An. 19, N. 10-11-12, pp. 238-241. Palermo, 1907. Leoni G. — Note sugli Anisorrynchus italiani. — II Naluralista Siciliano, An. 19, N. 1-2, pp. 9-13. Palermo, 1906. ^ . Leoni Giuseppe. — Le variazioni della Cantharis fusca L. — U Naluralista Si- ciliano, An. 20, N. 1-2-3, ptj)- 48-53. Palermo, 1908. Kruger Geo. C. — Bolasco's Jagd auf Agrypnus notodonta Latr. — H Nalu- ralista Siciliano, An. 19, N. 1-2, pp. 2-3. Palermo, 1906. Mattei G. E. — Elenco dei Coleotteri saprofagi visitanti inflorescenze di Aroidee in Itaha. — 11 Naluralista Siciliano, An. 19, N. 1-2, pp. 11-22. Palermo, id06. Ragusa Enrico. — Coleotteri nuovi o poco conosciuti della Sieilia. — H ^(itu- ralista Siciliano, An. 19, N. 1-2, pp. 4-8; N. 3-5, pp. 61-64; N. 10-11-12, pp. 242-251. Palermo, 1906-907. (Continuaz., continua). - 222 - Ragusa Enrico. — Catalogo ragionato dei Goleotteri di Sicilia. — II Natura- lista Siciliano, An. 19, N. 1-2, pp. 22-48; N. 3-5, 2)p. 104-112: N. 10-11-12, pp. 256-280; An. 20, N. 1-2-3, pp. 63-65. Palermo, 1906-07-08. {Continuaz. continua). h) Imenotteri. Lepri Giuseppe. — Gontributo alia coaoscenza degli Imenotteri tentredinei del Lazio. — Boll. d. Soc. Zool. ital., Ser. 2, Vol. 9, 1908, Fasc. 3-6, pp 151- 158. Roma, 1908. Silvestri F[ilippo]. — Gontribuzioni alia conoscenza biologica degli Imenotteri parassiti. II-IV, — Boll. d. Labo7\ di zool. generale e agraria d. R. Scuola Super. d'Agricoltura di Portici, Vol. 3. Fortici, 1908. pp. 38-88, con tavole e figg. i) Ditteri Bezzi Mario. — Ulteriori notizie della Ditterofauna delle Gaverne. — Atti d. Soc. ital. di Sc. nal. e del Museo civico di St. tiat. in Milano, Vol. 46, Fasc. 3, 2Jp. 177-187. Milano, 1908. Paoli Guido. — Intorno airorgano del (iraber nelle larve di Ditteri tabanidi. — Redia, Giorn. di EntomoL, Vol. 4, Fasc. 2, pp. 247-258, con figg. Firenze, 1907. I) Lepidotteri. Pellegrini Vittorio, — La Gnethoeampa pityocampa e raodo di combatterla. — Atti d. Congresso d. Naturalisti Italiani {Milano, 15-19 sett. 1906). Milano, tip. d. Operaj, 1907. pp. 744-746, con fig. Rocci Ubaldo. — Sul mimetismo nei Lepidotteri. — 1st. zool. d. R. Univ. di Genova, N. 7, 1906, jW- ^5. Genova, tip. Ciminago. Silvestri F [Hippo]. — Gontribuzioni alia conoscenza degli insetti dannosi alio olivo e di quelli che con essi hanno rapporto. La tignola deH'olivo. — Vedi M. Z., XVIII, 12, 289. Turati Emillo. — Nuove forme di Lepidotteri. — II Naluralista Siciliano, An. 20, N. 1-2-3, pp. 1-10, con 6 tav. Palermo, 1908. VIII. Echinodermi. Fabiani Ramiro. — Anoraalie negli ambulacri di un Ecbinolampas. — Atti d. Ace. scientifica venetotrentino-istriana, Nuova Serie, An. 4, Fasc. 1-2, pp. 75-78, con figg. Padova, 1907. IX. Mollusclii. 1. SCRITTI GENERALI 0 SU PIU CHE UNA DELLE CLASSI. Rymberk van G. — Sul significato funzionale dello stilo cristallino dei Mollu- sclii. Gontributo alia tisiologia comparata della digestione. — Boll. d. R. Ace. Medica di Roma, An. 34, Fasc. 1, pp. 40-54 Roma, 1908. 3. Gasteropodi (Prosobranchi, Eteropodi, Opistobranchi, Pteropodi polmonati). Ariola V. — Ricerche sulla digestione delle Aplisie. — 1st. zool. d. R. Univ. di Genova, N. 4, 1906, pp. 11. Genova, tip. Ciminago. - 223 - Fleischer. — Liodes algirica Rye (ac.) raarginata m. — II Naturalista sici- liano. An. 19, N. 1-2, pp. 1-2. Palermo, 1906. 5. Lamellibranchi, Acefali o Pelecipodi. Mariani Ernesto. — Contributo alio studio dello Bivalvi del Calcare di Esino nella Lorabardia. — Atti d. Soc. ital. di Sc. nat. e del Museo P- 1070-1071. Milano, 1907. Mazza Felice. — Sul grado di sviluppo delle cellule germinali in quelle anguille disliiite a Cagliari col nome di Filati-otas. Con tav. XI-XIII. — AUi d. Con- (j)'csso d. Naluralisti Italiani {Milano, 15-19 selt. 1906). Milano, tip. d. Operaj, 1907. i^p. 622-631. Pacciarini Alfonso. — Un.caso di doppia vagina e doppio utcro. — Gazz. d. Ospedali e d. Cliniche, An. 28, N. 150, pp. 1584-1585. Milano, 1907. Trinci (Uulio. — L"evoluzione dell'elemento croraatico neiroogenesi dei Sauri durante il primo periodo post-goniale. — Mem. d. R. Ace. d. Sc. d. 1st. di ■Bologna, Cl. di Sc. fis., Sez. d. Sc. nat., Ser. 6, Tomo 5, 1907-08, pp. 167- 199, con tav. Bologna, 1908. 12. Ghiandole surrenali, Organi cromaffini etc. Comolli Antonio. — Struttura ed istogenesi del connettivo del corpo surrenale [mamraiferi, uomo corapreso]. Con tav. III-VII. — Arch. Hal. Anatomia ed Embriologia , Yol. 7, Fasc. 1, pp. 145-164. Firenze, 1908. Marrassini A. — Contribution a I'etude de la structure et de la fonction des capsules surrenales. Resume d. I'A. — A7'ch. ital. de Biol., Tome 46, Fasc. 1, pp. 73-82. Turin, 1906. 13. ApPARECCHIO NERVOSO CEKTRALE E PERIFERICO. Barbieri Giro. — Intorno alio sviluppo dei nervi cranici nei Teleostei. Nota. — Atti d. Congresso d. Naturalisii Italiani {Milano. 15-19 sett. 1906). Mi- lano, tip. d. Operaj, 1907. p)p. 590-596. Barnabo Valentino. — Sulla ipertrofla compensatoria della ipofisi cerebrale. — Boll, della Soc. zoologica italiana, Ser. 2, Vol. 8, Fasc. 4-5-6, pjp. 159- 170. Roma, 1907. Deganello U. — Degenerescences dans le nevraxe de la grenouille consecutives a rexportation du labyrinthe de Toreille. Contribution experimentale a la con-iaissance des voies acoustiquos centrales de la grenouille et a la phy- siologic du labyrinthe non-acoustique. Resume de I'A. — Arch. ital. biol.. Tome 46, Fasc. 1, pp. 156-172, avec 1 jji- Turin, 1906. Fano (Da) Gorrado. — A proposito delle nuove dottrine sulle modificazioni della struttura dei gangli spinali nella tabe. — Boll. d. Soc. med.-chir. di Pacia, An. 21, N. 3, pp. 191-208, con figg. Pavia, 1907. Gemelli Agostino. — Sui processi della secrezione dell'iporisi. Conclusioni. — Atti d. Congr. d. Naturalisti italiani {Milano. 15-19 sett. 1906). Milano, tip. d. Operaj, 1907. pp. 730-731. Giannelli Augusto. — Sulla interruzione del Sulcus Rolandi. — Atti d. Soc. roniana di antrop., Yol. 14, Fasc. 1, jjp. 45-59, con figg. Roma, 1908. Marcora Ferruccio. — Di una fine alterazione delle cellule nervose del nucleo d'origine del grande ipoglosso consecutiva alio strappameato ed al taglio del nervo. — Boll. d. Soc. med.-chir. di Pavia, An. 22, N. 2, pp. 134-137, con tav. Pavia, 1908. Sala Guide. — Sui fatti che si svolgouo in seguito alle ferite asettiche del cer- vello. Nota prev. — Boll. d. Soc. med.-chir. di Pavia, An.22,N. I, pp. 1-7, con tav. Pa via, 1908. Sergi Sergio. — Sul limite posteriore del lobo parietalo e sui solchi occipitali esterni nel cervcllo dell' uomo. — Atti d. Soc. Romana di Antropologia, Vol. 14, Fasc. I, pp. 75-87, con tar. Roma, 1908. - 245 - Staderini Rutilio. — La Hypophysis cerebri degli Anflbii: note aiiatomoem- l)iiolosiclie. Con tav. VIII-XIII. — Arcfi. ital. AnaUjmia eel Kmbrudoiiia, Vol. 7, Fasc. 1, pp. 165-iOL Firenze, 1908. 14. Organi di senso. M.jocchi D. — Intorno alia Duplicatio supercilii. I Gongr. d. Soc. llal. per il progresso d. scienze; Parma, sett. 1907. — Atti d. Soc. Romcmadi Anh-op. Vol. 11, Fasc. 1, pp. 100. Roma, 190H. Torretta Achille. — Lesioni del labirinto non acusticu diinostrate con ricorclie sperimentali e cliniche. — II Policlinico, An. 15, Vol. 15, Sez. chir., Fasc. 6, pp. 270-288, Fasc. 7, j)jt. 325-:>28. (Conlinuaz. roulinua). Roma, 1908. Vittone A. — Sur la prolbndeur do la cliambre anterieure du bulbe oculaire on rapport avec Tage et avec la retraclion. — A?'ch. ital. hioL, Tome 46, Fasc. 3, pp. 448-450. Turin, 1900. 16. AnATOMIA TOl'OGUAFICA. I'isano a. — Vedi M. Z. in questo X., p. 243. III. PARTK ZUOLOGIGA 1. SCRITTI GENERALI 0 SU PIU CHE UNA DELLE CLASSI. Piaz (Dal) G. — Sui vertebrati delle arenarie mioceniche di Belluno. — Alti d. Accad. scientifica venelo-fy^entino-istriana, Nuova Serie, An. 5, Fasc. 1, pp. 106-120, con fig. Padova, 1908. Ugolini Riccardo. — Resti di Vertebrati marini del Pliocene di Orciano. Con tav. II. — Alii d. Congresso d. Naturalisti Ilaliani (Milano, 15-19 sell. 1900). Milano, tip. d. Operaj, 1907. p^j. 195-207. 3. Pesci. Ninni Krailio. — Metacroraatismi in pesci raccolti nel mare e lagune di Vene- zia. Nota. — Atli d. Congre.-iso d. Naluralisii Ilaliani {Mlano, 15-19 sell. 1906). Milano, lip. d. Operaj, 1907. pp. 585-589. 6. UCCELLI. Arrigoni degli Oddi E[ttore]. — Note ornitologicho sulla collezione del Monte apparlenente alia signora marchesa M. Paolucci. — Atli d. R. 1st. Veneto di sc. leltere ed arti. An. ace. 1907-908, Tomo 67, Parle 2, (Ser. . d. Opera^j, 1907. j>j>. 532-539. - 246 - Ghigi Alossandro. — T.a leggo suUa caccia dal punto di vista zoolo^ico. — Atti d. Conrjresso d. Nalio^alisti Italiaw, (Milaiio, 15-19 sett. 1900). Milanu, tip. d. OperaJ, 1907. pp. 111-117. Ghigi Alessaiidro. — SuH'iraportanza dcllavicultura dal punto di vista biolo- gico. —Atti d.Congresso d. Naluralisti Italiani {Milam, 15-19 se.t. 1906). Milano, tip. d. Operai, 1907. pp. 111-113. Giglioli H. K. — Avifauna italioa. Nuovo elenco sistemati(;o dellc specie di uc- celli stazionarie, di passaggio e di accidentalo comparsa in Italia, coi nomi volgai'i, colla loro distribuzione geogrartca, con notizie intorno alia loro biologin, ed un esame critico delle variazioni e dello cosidette sottospecie. — Firenze, Stat), tip. S. Giuscpj^e, 1907. pp. 781, in S.' Giordano Domonico. — Specie ornitologiclie stazionarie e di passo delle due Raguse (in Sicilia, I906j. Nota. — Atti d. Congr. d. Naturalisti Italiani {Milano, 13-19 sett. 1906). Milano, tip. d. Operaj, 1907. pp. 737-7 IS. Marjlii Giuseppe. — Note ed osservazioni intorno all'Avifauna tridentina. — Trento, tip. Monanni, 1907. pp. 117 in S^, con 15 fUpj. e 2 tav. col. Marchi (De) Marco. — I Trochilidi deU'Argenlina. Con tav. XIV-XXIII. — Atti d. Conyj-esso d. Naturalisti Italiani {Milano, 15-19 sett. 19116). Milano, lip. d. Operai, 1907. pp. 632-129. Maitorelli Giacinto. — 11 Lanius Homeyeri, Gabanis in Italia. — Atti d. Soc. ital. di Sc. nat. e del Museo civico di St. nat. in Milano, Vol. 46, Fasc. 4, pp. 257-270, con far. Milano, 1908. Niimi Emilio. — A proposito della Sula bassana, L. nel Yeneto. — Avicula, An. 12, N. 123-124, pp. 33-34. Siena, 1908. Pavesi Pietro. — Ottavo calendario ornitologico pavese (1902-0(3). — Atti d. Congresso d. Naturalisti Italiani {Mdano, 15-19 sell. 1906). Milano, tip. d. Operaj, 1907. pp. 605-614. Pisani Francesco. — Avifauna Calabra (Distretto di Rossano Calabro). — Avi- cula, An. 11, N. 119-120, pp. 113121. Siena, 1907. Ridolfi Carlo. — Gollezione ornitologica di Meleto in \a\ d'Elsa. — Firenze, tip. llicci, 1908. pp. VI-89, in 8." Salvador! T. — I Puffini dei mari italiani. — Avicula, An. 12, N. 121-122,24'- 1-4. Siena, 1908. Salvador! T. — Gyps erlangeri, nov. sp. — Boll. d. Musei di zool. ed anat. comp. d. R. Univ. di ToiHno, Vol. 23, N. 576. Torino, 1908. pp. 6. ScuthoflF (Dj) Georges. — Le isole Ghausey. — Avicula, An. 12, N. 121-122, pp. 24-25. Siena, 1908. 7. Mammiferi Parona C. F. — A proposito dei resti di un elofaute (El. priraigenius Blum.) scoperto in un deposito quaternario della Collina di Torino. Con tav. IV. — Atli d. Congresso d. Naturalisti Italiani {Milano, 15-19 sett. 1906). Milano, tip. d. Operaj, 1907. pp. 240-245. 8. 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L'origine dell'art. basilare, od in altri termini I'unione per con- vergenza delle due vertebrali, avviene: o a livello del solco bulbo- pro-tuberanziale o craniahnente (fine a 30 mm.) o caudalmente ad esse (fino a 15 mm.). Nel 49 7o ^^^i casi l'origine della basilare av- viene a livello del solco bulboprotuberanziale: in ordine di frequenza (20 7o) seguono i casi in cui l'origine avviene da 1 a 5 mm. cau- dalmente al solco suddetto. Le due aa. vertebrali, in un case che fa illustrate particolar- mente, non si univano, cosicche mancava la basilare. - i>19 - II. — Divisione nei rami terminali. II punto a livello del quale la basilare si divide nei rami ter- minali oscilla da mm. 10 cranialmente a 8 caudalmente rispetto al margine superiore del ponte. E piti frequente (50 Vo) il caso in cui la divisione avviene a livello di tale margine: segue, in ordine di frequenza, il caso (18 %) ^n cui avviene 1 o 2 mm. caudalmente ad esso, indi quello (12 7o) i^i cui avviene 2 mm. cranialmente. Indico ora quali sono, nelle mie osservazioni, i rami tormmali. Soltanto nei 32 7o la basilare si divide nelle due cerebiali po- steriori, fatto che dagli autori e descritto invece come tipico : dei rimanenti 67 casi, in 50 uno dei due' rami di divisione e una delle cerebrali posteriori (16 volte la destra e 34 la sinistra) Taltro o una delle cerebellari superiori (7 casi : 4 a d. e 3 a s.) o un tronco che si inoscula poi con un tronco di calibro uguale proveniente dalla carotide per dare insieme la cerebrale posteriore (12 casi: 9 a d. e 3 a s.) 0 da una comunicante posteriore (31 casi). Negli al- tri 17 casi le cerebrali posteriori non sono affatto rappresentate, i rami terminali della basilare essendo costituiti o dalle due comu- nicanti posteriori (9 casi) o da due tronchi che, unendosi con altri due provenienti dalle carotidi, formano poi le cerebrali posteriori (2 casi) ovvero da una comunicante ed uno dei suddetti tronchi (4 casi) 0 dalle due cerebellari superiori (2 casi). III. — Lumjliezza. La lunghezza della basilare oscilla fra mm. 3 e mm. 40: nella maggior parte dei casi e di mm. 27-30. Una si grande variazione dipende in massima parte dalla variazione del punto di origine, che vedemmo" essere assai notevole in confront© di quella del punto di terminazione. IV. — Calibro all'origine. II calibro oscilla fra mm. 1 e mm. 8: piia frequentemente e di mm. 5 0 6. V. - Decorso. Nella grande maggioranza dei casi la basilare oescrive una curva 0 a destra (47 volte) o a sinistra (30 volte). In 16 casi essa e ret- tilinea: e 6 volte ho visto la basilare dividers!, dopo pochi milli- metri di decorso (da 5 a 8), in due rami che dopo- essere rimasti isolati per un tratto piii o meno lungo (variabile fra 3 e 12 mm.) tornano ad unirsi, formando cosi un occhiello, dopo il quale la ba- silare continua come vaso a se. VI. — Eami collaterali. Oltre le aa. protuberanziali, delle quali, data la loro grande va- - 250 - riabilita e la loro piccolezza, non ho creduto di dover tener conto pobdono prendere origine dalla basilare, come rami coUaterali, 6 vasi. Li enumero in ordine di freqnenza: 1. Arteria cerebollare superiore sinistra: 94 casi su 103. 2. „ „ „ destra: 91 casi su 101. 3. „ „ media sinistra : 80 Vo- 4. „ „ „ destra: 79 7o- 5. Arteria auditiva interna sinistra : 70 7o- 6. „ „ „ destra: 67 Vo. Diro sommariamente dell'origine di ognuno di questi rami; poi indichero sommariamente il loro calibro relative: a) Arteria gerebellare superiore sinistra. — Gia vedemmo come in 5 casi sorga dalla basilare come ramo-terminalo : 2 volte nasce dalla cerebellare media sinistra, 1 volta dalla cerebellare po- steriore sinistra. Nei rimanenti 92 casi I'A. in discorso e un ramo collaterale della basilare. II suo punto di origine allora oscilla da mm. 1 a mm. 38 dall'origine della basilare: piu frequentemente e a mm. 30 circa. Inoltre, in 3 casi fra gli ultimi, esiste un' arteria cerebellare superiore sinistra sopranumeraria: e, di queste, 2 hanno origine dalla basilare (onde la cifra del 94 su 103 sopradetta) e I'altra dall'ar- teria comunicante posteriore sinistra. L' arteria in discorso non mancava mai nelle mie osservazioni ; b) Arteria cerebellare superiore destra. — Come dicemmo pill sopra, essa in 6 casi trae origine dalla basilare come ramo ter- minale ; in 2 casi nasce dalla cerebellare media destra, una sola volta sorge dalla cerebrale posteriore destra. Nei rimanenti 91 casi essa e un ramo collaterale della basilare : in uno di questi esisteva una seconda arteria cerebellare superiore destra che originava dalla comunicante posteriore destra. In questi 91 casi il suo punto d'ori- gine oscillava fra mm. 1 e mm. 34, essendo piii frequentemente a mm. 23-24. Anche di questa arteria non notai mai la inancanza nelle mie osservazioni ; c)-,Arteria cerebellare media sinistra. — Essa nasce come ramo collaterale della basilare (ad una distanza dall'origine di que- sta che varia da mm. 1 a mm. 22, essendo piu frequentemente a mm. 3-4) nelT 80 "/o *^^i casi ; 19 volte dalla vertebrale sinistra ; una volta da un tronco originatosi dalla vertebrale sinistra stessa e dal quale nasce pure la cerebellare media destra. Non ho mai notato la sua assenza ; - 251 - cl) Arteria cerebellake media destra. — Si trova come ramo collaterale della basilare nel 79 % *lei casi : sorge essa ad una disfcanza dall'origine di questo che varia da mm.. 1 a mm. 22, piu frequentemente a mm. 34. 20 volte invece nasce dalla verte- brale destra e una volta dal suddescritto tronco, comune alia ce- rebellare media sinistra. Nei miei casi non mancava mai ; e) Arteria auditiva interna sinistra. — Trae- origine dalla l)asilare, come ramo collaterale, in 70 casi ed il suo punto di origine oscilla da mm. 1 a mm. 22 dall'origine della basilare, essendo piii frequentemente a mm. 15-16. In 21 casi nasce invece dalla verte- brale sinistra, in 8 dalla cerebellare media sinistra. Mancava una sola volta ; f) Arteria auditiva interna destra. — Si presenta come ramo collaterale della basilare nel 67 per cento dei casi, nascendo ad una distanza dall'origine di questa variante da mm. 3 a mm. 20, e pill frequentemente a mm. 15-16. Sorge invece dalla cerebellare media destra nel 26 per cento : dalla vertebrale destra nel 5 per cento. Mancava due volte. E da notarsi per queste due ultimo arterie la proporzione in- versa della frequenza con cui nascono dalla cerebellare media e dalla vertebrale relativa. Avuto riguardo al loro calibre relative, diro che I'ordine in cui furono disposte piia sopra rispecchia anche lo stato delle cose ri- guardo al calibro, avvertendo pero non esistere differenze notevoli fra le aa. di destra e quelle di sinistra. Se pero cio e la regola, esistono numerose eccezioni : spesso ad es. le cerebellari medio sono assai piii grosse delle cerebellar! supe- rior! ; e cio accade quando esse danno le relative auditive. Ad ogni mode pero le auditive restano sempre di calibro inferiore alle altre. Indico era, esistendo un determinato numero di rami collate- ral!, quali sono quest!: il case piii frequente e che esistano tutti e se! ! rami suindicati : segue, per frequenza, il tipo in cui nascono dalla basilare le aa. cerebellari superior! e le cerebellari medio, men- tre le auditive sono collateral! delle cerebellar! medio ; inline in po- chissim! casi la basilare d^ soltanto le cerebellari medio. A. carotis interna. Lato destro. I. Divisione nei rami terminali. — Nella grandissima mag- gioranza dei casi (92 7o) la carotide int. di destra da 2 soli rami - 252 - terminali, a differenza di quanto affermano gli antori, che ne am- mettouo quasi tutti quattro, soltanto pochissimi tre. Negli altri otto casi, ne da tre. Indico ora quali sono questi rami raggruppandoli in tipi che enumero per ordine di frequenza: A. cerebrale ant. destra e a. cerebrale media destra (82 Vo). A. cerebrale media destra e tronco unico delle cerebral! anteriori (7 «/o). A. cerebrale ant. destra, a. cerebrale media destra e cerebi'ale po- ster, destra (4 o/o). A. cerebrale media destra e a. comunicante anteriore (3 V")- Seguono colla percentuale dell' 1 " 'o i segaenti tipi : A. cerebrale anter. destra, a. cerebrale media destra e a. comuni- cante poster, destra. A. cerebrale anter. destra, a. cerebrale media destra e a. coroidea destra. A. cerebrale poster, destra, a. cerebrale media destra e a. comuni- cante anteriore. A. cerebrale anter. destra, a. cerebrale media destra e ramo parte- cipante alia formazione della cerebrale posteriore destra. II. Rami collaterali. — Sposto, per la carotide, I'ordine se- guito per la basilare, perche dovendo parlare della lunghezza del tratto intraesagonale e del calibre che in esso la detta a. presenta, mi e d'uopo, dapprima, dimostrare come esista realmente un tratto di carotide che entra a formare il poligond del Willis: fatto che e negate dagli autori, i quali nell'ammettere come rami terminali anche i rami che ora enumerero come collaterali mostrano di non credere che la carotide entri a far parte del poligono del Willis. Natural mente, ho posto fra i rami collaterali solo quelli che nascono a dislanza dal punto in cui la carotide si sfiocca nei rami terminali, e note che alcuni autori, pur non parlando, nel teste, che di rami terminali, hanno corredato il loro hbro con figure, dalle quali risulta chiaramente che quel rami si devono invece conside- rare come collaterali (Barbieri, Debierre). Eiuiinero i rami collaterali della carotide di destra in ordine di frequenza: Coroidea destra (48 Vo). Comunicante post, destra (47 Vo)- Cerebrale post, destra (24 Vo)- Ramo partecipante alia formazione della cerebrale poster, destra (11 "/o). - 253 - Comunicante anteriore (1 «/o). Tali rami non nascono mai dalla carotide in iiumero maggiore di due: enuraero tali associazioni in ordine di frequenza: Cerebrale posteriore destra e coroidea d. (25 o/o). Comunicante poster, destra e coroidea d. (23 Vo)- Comunicante poster, destra sola (23 ^lo). Ramo partecipante alia formazione della cerebrale poster, destra, solo (11 «/o). Cerebrale poster, destra, sola (9 Vo)- Comunicante post, destra e comunicante anter. (1 o/o). III. Lunghezza del tratto intraesagonale. — Fra I'ultimo del rami coUaterali e la divisione terminale possono correre fino a 8 mm. : il piu spesso (48 Vo) intercedono 5 mm. : segue il case in cui il tratto intraesagonale e di 4 nmi. In 8 soli casi la carotide non prende direttamente parte a formare il poligono del Willis, fornendo soltanto rami terminali. IV. Calihro dell' arteria nel tratto intraesagonale. — II calibre oscilla fra 3 e 8 rani.; nel maggior numero dei casi e di 5 mm. (5(3 7o); nel 22 Vo il calibre e di 4 mm. Lato sinistro. Seguo I'ordine tenuto per la carotide del lato destro. I. Divisione dei rami terminali. — Nel 96 ^/o la carotide int. del lato sinistro da soltanto due rami terminali ; negli altri 4 casi ne da tre. Ed ecco quali sono questi rami : Cerebrale anter. sin. e cerebr. media sin. (86 7o). Cerebrale media sin. e comunicante ant. (6 7o)- Cerebrale media sin. e tronco unico delle cerebral! anter. (4 'Vo). (Jerebrale anter. sin., cerebr. media s. e coroidea s. (3 7o). Comunic. anter., cereb. media s. e comunic. post. s. (1 7'o). II. Rami coUaterali. — I rami coUaterali della carotide in- terna sin. sono i seguenti : li indico in ordine di frequenza : Comunicante poster, sin. (65 "/u). Coroidea sin. (81 7o). Cerebrale poster, sin. (25 7/o). - 254 - Ramo partecipante alia formazione della cerebrale poster, sin. solo (8 %). III. Lunghezza del tratto iniraesagonale. — In soli due casi la carotide int. di sinistia non dii rami collaterali e quindi non entra a far parte del poligoau del Willis. Negli altri casi, con pari frequenza (30 Vo) si ha una lunghezza di 4 e di 5 mm. : segue il 10 ^Vo per il percoi'so di mm. 6. II tratto intraesagonale puo giun- gere fino a 11 mm. IV. Calihrio delVarteria nel tratto intraesagonale. — Oscilla fra 3 e 8 mm. : il piii delle volte e di mm. 5 (49%) : segue subito il 23 o/o in cui il calibro e di mm. 4 ed il 22 "/o in cui e di mm. 6. A. CEREBRALIS POSTERIOR Lato destro. I. Origin e. — L'a. cerebrale posteriore nasce, dal lato de- stro, 48 volte dalla basilare : 39 dalla carotide destra : 12 da un ramo carotideo e da uno basilare e 1 volta dalla vertebrale senza formazione della basilare. IL Lunghezza del tratto intraesagonale. — Oscilla fra mm. 1 e mm. 20 : nel maggior numero dei casi (38 ^jo) e di mm. 8. III. Calibro dell'arteria nel tratto intraesago- nale. — Varia fra mm. 1 e mm. 6: nei casi di origine carotidea 0 basilare e il piu delle volte di mm. 4 : nei casi di origine mista, le due radici hanno per lo piii il calibro di mm. 2. Lato sinistro. I. Origine. — L'a. cerebrale posteriore nasce, dal lato si- nistro, 66 volte dalla basilare, 25 dalla carotide sin. 8 da un tronco carotideo e da uno basilare, 1 volta dalla vertebrale sinistra senza formazione della basilare. IL Lunghezza del tratto intra esagonale. — Oscilla fra mm. 3 e mm. 14 : nel maggior numero dei casi e di mm. 8 (46 o/o). III. Calibro dell'arteria nel tratto intraesago- nale. — Varia da mm. 2 a mm. 5: nei casi di origine carotidea 0 basilare e di mm. 4 : nei casi di origine mista ogni radice ha per lo piu il calibro di mm. 2. A. COMUNICANS POSTERIOR Lato destro. L Origine. — Per la comunicante posteriore uso con ri- - 255 - serva le parole origine e terniinazione, considerando che in base alle ricerche della De Vriese, la coinunicante stessa non sarebbe che il ramo di biforcazione caudale della carotide ed avrebbe quindi la sua origine in alto, la sua terniinazione in basso. E siccome le mie ricerche parmi che si accordino con quelle della De Vriese, do alia parola origine e terniinazione lo stesso significato che vi attribuisce la De Vriese, senza voler per ora entrare nel merito della questione. La coniunicante poster, del lato destro nasce 48 volte dalla carotide desti'a, 39 volte dalla cerebrale poster, destra. In un case mancava qualunque comunicazione fra carotide e basilare. In 12 casi non esiste un vero rarno coniunicante posteriore, come tale considerate : esistono invece due tronchi, di calibro uguale, di cui uno deriva dalla carotide e uno dalla basilare, che inosculandosi a pieno canale danno origine ad uno piii grosso di essi, che e la ce- rebrale posteriore destra. II. Terniinazione. — In 48 casi la lerminazione avviene nella cerebrale posteriore destra (e sono questi i 48 casi in cui ve- demmo I'art. essere originata dalla carotide d.): del 39 casi in cui la vedenimo originarsi dalla cerebrale posteriore, in 33 essa termiua alia basilare, in 6 alia cerebellare superiore destra. I rimanenti casi sono gia indicati piii sopra. III. Lunghezza. — Oacilla fra mm. 4 e mm. 13: il piu delle volte e di mm. 9. IV. Calibrio dell'arteria nel tratto intraesago- nale. — Oscilla fra mm. 2 e mm. 4: nel maggior nuniero dei casi e di mm. 3. Lato sinistro. I. Origine. — Nasce 65 volte dalla carotide sin.: 25 volte dalla cerebrale poster, sin. In 8 casi non esiste una vera art. coniu- nicante poster, propriamente detta: esistono pero due tronchi, di calibro uguale, derivaiiti uno dalla carotide e I'altro dalla basilare, i quali inosculandosi a pieno canale, danno origine ad un ramo piii grosso di ognuno di essi, la cerebrale posteriore sinistra. In un case finalmente manca qualaiuiLU) comunicaziune fra carotide e basilare. II. Terniinazione. — In 66 casi (e sono quelli nei quali r origins e dalla carotide) 1' A. in parola tormina nella cerebrale poster, sinistra; e dei 25 casi in cui originava dalla cerebrale i)Oste- riore sin., \n 20 tormina alia basilare, in 5 alia cerebellare superiore sinistra. I rimanenti casi sono gia indicati piii sopra. - 256 - III. Lunghezza del tratto intraesagonale. — Varia da mm. 3 a mm. 13: nel piu del casi e di mm. 8. IV. C a 1 i b ro d e 1 1' a r t. nel t r a 1 1 o i n t r a e s a g o n a 1 e. — Oscilla fra mm. 2 e mm. 4: 11 piu delle volte e di mm. 3. A. COROIDEA ANTERIOR Lato destro. JSfe considero soltarito I'origine, giacche essa non fa parte del circolo del Willis. Plio nascere dalla cerebrale media destra o dalla carotide de- stra : dalla prima nasce 51 volte ad una distanza dall' origine della cerebrale media stessa che varia dai 2 mm. ai mm. 7, piu spesso a 6: dalla seconda sorge 49 volte, di cui 48 come ramo coUaterale, e 1 terminale. Lato sinistro. Anche la coroidea ant. del lato sinistro puo avere origine o dalla relativa cerebrale media o dalla carotide dello stesso lato. Ha la prima origine in 66 casi ad una distanza dall'origine della stessa art. cerebrale media sinistra variante da mm. 1 a mm. 8, piu spesso a 5 :. deriva invece dalla carotide in 34 casi, di cui 31 come ramo collaterale e 3 terminale. A. Cerebralis media Lato destro. Nei miei casi ha sempre origine come ramo terminale della carotide destra: appena nata ha un calibre che varia da mm. 2 a mm. 6, piu spesso e di mm. 3. Lato sinistro. Come dal lato destro, anche dal lato sinistro I'A. cerebrale me- dia ha sempre origine dalla carotide relativa, come ramo terminale : 11 suo calibre, appena sorta, oscilla fra mm. 2 e mm. 5 : il piu delle volte e di mm. 3. A. cerebralis anterior I. Origine. — Per comodita di descrizione e per maggiore chiarezza uniro la trattazione dell' origine dell' art. del lato destro con quella dell'art. del lato sin. In 89 casi tanto la cerebrale ant. destra quanto la sinistra de- rivano ognuna dalla carotide del proprio lato e di essa sono due rami terminah. In 7 casi tanto Tuna quanto I'altra sorgono invece per biforcazione terminale di un tronco unico derivante dalla caro- tide destra. In 4 casi infine nascono ambedue, pure come rami terminali, da un tronco unico che prende origiiie dalla carotide si- nistra. II. Lunghezza del tratto intraesagonale. Lato destro. — Varia da mm. 12 a mm. 18: piij spesso e di mm. 16. Lato sinistro. — Oscilla fra 9 e 18 mm.: nella maggioranza dei casi e di mm. 15. III. Calibro dell'arteria nel tratto intraesagoflale. Lato destro. — E compreso fra mm. 2 e mm. 5: il piu delle volte e di mm. 3. Lato sinistro. — Varia fra mm. 2 e mm. 4: nel maggior nu- mero dei casi e di mm. 3. A. COMUNICANS ANTERIOR Puo intercedere: a) fra le due cerebrali anteriori (79 "^., uei casi); h) fiii una carotide e una cerebrale anteriore (11 7o)- infine puo mancare (10 Vo)- Piu precisamente : I caso. — Intercede fra due cerebrali anteriori. Dei 79 casi ricordati, si presenta come ramo anastomotico tra- sversale in 46 casi: e obliqua dall'avanti all'indietro e da destra a sinistra in 1 caso: dall'avanti all'indietro e da sinistra a destra in 2 casi: si presenta come reticolato in 2 casi: e doppia in 18 casi; da origine nel suo punto di mezzo ad un arteria mediana (frontale degli autori) in 10 casi. Dei 18 casi di art. comun. ant. doppia, in 5 si hanno due a. trasversali parallele, in 2 esse sono oblique, di- stinte ed incrociantisi, pure in 2 una di queste e piii corta e ar- riva solo a meta dell'altra, nella quale si immette (forma ad y), in 9 le due arterie hanno sbocco comune in un'art. cerebrale anteriore e isolate invece nell'altra (forma a V). II caso. — Intercede fra una cerebrale anteriore e una carotide. Degli 11 casi suddetti, in 7 intercede fra la cerebrale ant. sin. e la carotide sin.: in 4 fra la cerebrale ant. d. e la carotide destra. Noto che in uno dei 7 casi ora citati, esistono altre 2 art. paral- lele e trasversali che fanno comunicare fra loro le due cerebrali anteriori. III caso. — Manca. Dei 10 casi sopraricordati, in uno solo manca quaJsiasi comu- nicazione fra le dno cerpl)i-;ili anteriori. In n rnsi invece le due cc- - 258 - rebrali anteriori si uniscono in un tronco unico per poi dividersi an- cora dopo an percorso piii o raeuo lungo. 11 calibro dell'a. comunicante anter. oscilla fra 1 mm. e 3 mm. nel maggior numero dei casi e di 2. I9TITDTO ANATOMICO DELLA R. UNXVKKSITA DI PAVIA DIRE TTO DAL PBOF. L. SAL A. Alcune osservazioni sulla cellula interstiziale dell'ovaja PER iL DoTT. D. CESA-BIANCHI ASei^S^WKK B vietata la riprodnzione. In un lavoro di recente pubblicato sulla struttura e sull'isto- genesi della cosidetta ghiandola interstiziale dell' ovaia il dottor Zalla (') e arrivato a conclusioni, che se corrispondono in gran parte a quelle alle quali mi condussero le mie precedenti ricerche suir argomento C"-^), pure in alcuni punti presentano delle diver- genze d'interpretazione piu che di fatto ; e solo alio scope di cliia- rir queste che riprendo brevemente la questione. Cos! lo Zalla afferma che la cellula interstiziale, o midoUare, deH'ovaia non deve essere confusa con la cellula luteinica, dalla quale si differenzia e per i caratteri citologici e per I'origine. Che fra i due elementi esistano differenze non si puo certo negare; basta del resto confrontare quanto ho scritto sulla struttura di queste cellule e le figure che accompagnano i relativi lavori C^-'*) per con- vincersi doUe differenze che esistono fra gli elementi in discorso ; ma che queste differenze siano tali da obbligarci a considerare la cellula luteinica e 1' interstiziale come elementi ben distinti, pre- (') Zalla M. — Iticeiche sopra la atnittnra e I' iwtojioucsi della sostaiiza niidollaie s. Bil. :'.". .V. /. - 259 - sentanti tutfc' al piu una " certa superficiale rassomiglianza „, ri- tengo per lo meno eccessivo. Difatti le differenze principali fra i due element! si rilevano nelle dimensioni, maggiori per la celluia luteinica, sebbene anche sotto questo rapporto si osservino delle variazioni profonde a seconda degli animali e dello state di sviluppo del corpo luteo, e nel modo diverse di presentarsi del materiale metaplasmatico, il quale mentre nella celluia interstiziale si presenta per lo pill sotto forma di goccioline piccolo, uniformi, occupanti tutto il corpo cellulare fin a nascondere talora anche il nncleo, pur non occupandolo mai, nella celluia luteinica invece — quando si abbia I'avvertenza di distinguerlo dal pigmento lipocromo che in questo elemento e particolarmeute abbondante — si presenta sotto forma di gocciole di dimensioni diverse, ma per lo piia notevoli, occupanti di preferenza la parte periferica dell'elemento cellulare. Se non che di fronte a queste differenze esistono fra i due element! numerose corrispondenze di forma, di struttura, di comportamento verso le sostanze coloranti, che non ripeto ora, avendole gia ac- cennate ne' miei precedenti lavori ; ricordero solo che il materiale metoplasmatico di entrambe le cellule si comporta di fronte alle reazioni microchimiche in modo analogo ; presenta cioe in entrambi i casi la cosidetta colorazione secondaria in presenza di ac. osmico, si scioglie lentamente negli alcool a temperatura ambiente, etc. ; di modo che e probabile che anche il grasso della celluia intersti- ziale sia costituito in gran parte almeno da lecitina, come ho di- mostrato per la celluia luteinica e come e note si verifichi anche per la celluia cortico-surrenale, che tante analogie presenta con gU element! in discorso. Ma oltre che per i caratteri citologici lo Zalla afferma che la celluia luteinica e 1' interstizialo si differenziano anche per I'origine e poiche ammette, a ragione, che quest' ultima derivi dalle theca- zellen, ne viene di conseguenza che per la prima ritiene come di- mostrata I'origine dagli elementi della granulosa dell'ovisacco. Ora non sara inutile ricordare che se questa genesi della celluia lutei- nica, affermata specialmente in seguito alle ricerche di Sobotta, e accettata da molti autori, e invece respinta da altri non meno numerosi — pur limitandoci ai piu recenti — i quali sostengono che anche la celluia luteinica come I'interstiziale ripeta la sua origine dalle thecazellen. Affermare quindi recisamente che esiste una difle- renza d'origine sicura fra i due elementi mi pare alio state odierno delle nostre conoscenze un po' arrischiato. Riassumendo, date le numerose corrispondenze che si possono dimostrare tra la celluia - 260 - luteinica e 1' interstiziale, non ostante le diiferenze ricordate, mi pare sia lecito affermare, che fra i due element! intercede qualche cosa di piu clie non la saperficiale rassomiglianza di cui parla lo Zalla; e che le cose stiano in questi termini ne conviene, alnieno in parte, anche il nostro A., quando nelle conclusioni del suo la- voro afferma : che es.-sendo la cellula interstiziale o midollare e la luteinica le risultanti degli oscuri fenomeni che si svolgono nell' o- vaia, nel cayo della prima dopo I'atresia foliicolare, iiel caso della seconda dopo la rottura del follicolo, e giustificato affermare che esiste una certa analogia fra cellula midollare e luteinica. In una appendice al suo lavoro lo Zalla osserva poi che la mia affermazione che tutti gli AA. ammettono 1' identita della cellula interstiziale con la cellula della theca interna del follicolo pecca d' inesattezza. Quest' appunto sarebbe certamente fondato quando si prenda I'espressione identita nel sense stretto, matematico della parola, poiche non si puo certo parlare d' identita fra le tliecazellen di dimension! relativamente piccole, aprotoplasma scarso, finamente granuloso e le cellule interstiziali in plena attivita, presentanti quindi dimensioni molto maggiori ed un protoplasma abbondante ricco di materiali raetaplasmatici. Se non che I'espressione identita, come risulta evidente dal complesso del mio lavoro, deve essere presa in senso largo ; con essa difatti io intesi d'aflfermare che le tliecazellen — dalle quali si originano per consenso oramai quasi una- nime lo cellule interstiziali — ra])presentano un periodo nell'evolu- zione della cellula interstiziale, rappresentano lo state giovane, per cosi dire, di questo elemento. Intesa in questo senso 1' identita fra cellula interstiziale e cellula della theca interna dei follicoli, che hanno raggiunto un certo grade di sviluppo, mi pare non possa essere ne- gata. Tralascio per brevita di ricordare tutta la seiie di autori, al- cuni anche fra i piia recenti (Ganfini, Regaud e Dubreuil), che chiamando col nome di cellule interstiziali le cellule della theca in- terna, oppure affermando che la tonaca propria dei follicoli e costi- tuita da ceUule interstiziali, mostrano di accettare quanto ho sopra espresso. Se lo Zalla dalle sue ricerche e state tratto ad affermare che la cellula midollare (od interstiziale) e la cellula della theca interna, devono essere assolutamente distinte, pur derivando I'una dall'altra, oltre che per il volume, per I'aspetto generale, pei caratteri del citoplasma e del nucleo, pel contenuto metaplasmatico, cio dipende dal fatto di essersi sopratutto preoccupato di ridurre la cellula in- terstiziale ad un unico tipo, ben definite, perenne per tutta la vita - 261 - deiranimale, sulle cui ca^atterisfciche si diffonde a lungo, mentre invece come hanno dimostrato numerosi ricercatori fra i piu re- cent!, le cellule interstiziali possono presentarsi nclla stcssa ovaia, e talora anche nello stesso campo inicroscopico sotto' i piu diversi aspetti, a seconda del lore periodo evolutive e del loro stato fun- zionale. A questo proposito lo Zalla ricorda bensi la distinzione pro- posta da Saiutmont (') di ben cinque tipi di cellule interstiziali (cellula giovane, cellula di transizione, cellula adulta, cellula degene- rata e cellula ipertrofica) nelT ovaia della gatta, ma afferma che questa distinzione gli sembra artificiale e che ad ogni modo niente di simile si osserva sicuramente n.ella coniglia. Invoce e precisa- mente nell'ovaia della coniglia che i diversi lipi di cellule intersti- ziali, legati ai diversi stadi di sviluppo e di attivita di questo ele- mentu, sono particolarmente manifesti, come hanno mostrato le belle ricerche di Regaud e Dubreuil ('), i quali distinguono nella cellula interstiziale dell'ovaia della coniglia, uno stadio giovane, uno stadio adulto, uno stadio senescente ed uno stadio decrepito, che conduce inline alia distruzione dell' elemento, presentanti fra loro profonde ditferenze di forma, di struttura e di coniportamento delle sostanze metaplasmatiche. Del resto che le cellule interstiziali presentino nella loro evo- luzione delle modificazioni profonde fino ad arrivare alia loro com- pleta distruzione e un fatto logico, necessario anzi se si ammette che esse abbiano origine dall'atresia dei foliicoh ovarici, il che im- porta, come e evidente, una nooformazione continua di cellule in- terstiziali durante tutta la vita sessuale. Cio am'messo, non si capisce come si possa sostenere " la per- sistenza degli elementi midollari (od interstiziali) una volta costituiti per tutta la vita dell'animale „, come ha affermato il Limon, e come accetta lo Zalia; se si ha una nooformazione continua di cellule interstiziali in rapporto al continue succedersi di atresie follicolari per tutta la vita scs-^uale, bisogna di necessita ammettere una corrispondente continua distruzione di elementi. Ora che que- sta distruzione avvenga per il meccanismo sostenuto da Gantini C) oppure, come e assai piu probabile, per quelle ammesso da Regaud (') Saintmont. - Keuiierches ri'latives ii rorKanojiciusf /o gr. 30 Soluzione satura (1 "/o) ^i acido arsenioso puro » 30 Alcool 96 . * 30 - 264 - 2" Passaggio in una soluzione 1 "/o di nitrato d'argeato per un periodo clic puo andare dalle 1-3 ore sino a parccchi giorni; 3<> Passaggio (previa lavatura in acqua dist.) in un rilevatore fotograflco; I'A. adopera la formula seguente: Idrochinonc gr. 20 Solfito di soda » 5 Formal! na » 50 Acqua » 1000 4" Lavaggio, indurimento od inclusione dei pezzi (preferibilmcnle in cel- loidina); 5" Viraggio delle sezioni coll'oro; questo si oltiene mescolando al me- mento le due seguenti soluzioni: A — Iposolfito sodico gr. 30 Solfocianuro ammonico » 30 Acqua » 1000 B — Cloruro d'oro 1 "/„ Le sezioni debbono permanere nel liquido di viraggio per alcuni minuti, flnche esse hanno assunto una tinta grigia. I passaggi succossivi non sono indispensabili, ma servono a dare maggior risalto alia colorazione dell'apparato reticolare; 6" Previa lavatura in acqua distillata, rischiaramento nel liquido seguente: Permanganate di potassa gr. 0.50 Aeido soUbrico » 1 Acqua distillata » 1000 7° Lavatura in acido ossalico 1 °/n, poi in acqua distillata; 8" Colorazione con carmallume, lavaggio; 9" Disidratazione e rischiaramento. NOTIZIE Nei giorni 18-23 ottobre si tenne in Firenze il II Congresso della Societa italiana per il progresso delle scienze. I convenuti furono numerosissimi e taiito le relazioni d' indole generale die raolte comunicazioni tenute nelle singole sezioni riescirono iuteressanti ed al- cune ofl'ersero opportunita a vivaci discussioni. Nella seduta del 23 ottobre i\\ deliberate, in seguito al vote espresso da tutti gli appartenenti alle sezioni biologiche, die queste siano riunite nei Con- gress! succossivi in un'unica sezione: e tale desiderio, manifestato cosi esplicita- mente da parte di cultori auterevoli di quelle scienze, dimostra sempre piii che i lini di sintesi scientilica die questa giovane ma gia vigorosa Associazione si propone, rispondono ad un desiderio vivamente sentito fra gli studiosi italiani. GosiMo Cherubini, Amministratore-responsabile. Firenze, 1008. — Tip. L. Niccolai, Via Faeuza, 44. fflonitoFe Zoologico Italiano (Pubblicazioiii Italiane di Zoologia, Aiiatomia, Embriologia) Organo ufficiaie della Unione Zoologica italiana niHKTTO DAI DOTTORI GIULIO CHIARUGI EUGENIO FICALBI Prof, di Aiiatomia uiiiaiia Prof, di Anatomia coiup. e Zoologia nel 11. Istituto di Stiidii Sniier. in Fireiize nella K. llniversitu di Pisa Ufficio di Direzione ed Amministrazione: Istituto Auatoniirn. Fircjtzp. 12 numeri all'auno — Abbuonamento annuo L. 15. XIX Anno Firenze, Novembre 1908. N. 11. SOMMARIO: BiBLIOGRAFIA. — Pag. 265-269. GoMUNiCAZioNi ORiGiNALi: Sergi Q., Contributo alio studio dello omologio (lei solchi cerebrali nei felidi e nei canidi. (Con flgg.). — IncLibrto L., Sul connettivo neirutero tetale con particolarc riguardo alia sua istogenesi. — Pag. 270-285. SuNTi E Rivjste: 7. G-iglio-Tos E., e G-ranata L., I mitocondri nelle cel- lule seminali maschili di Pamphagus marraoratus (Burm.). — 8. Mingazzi- ni G-., Sul decorso delle vie cerebro-cerobellari dciruorao. — 9. IPensa A.., Studio sulla morlblogia e sulla topografla della cistonia chili e del ductus thoracicus neU'uomo ed in altri mararaiferi. — 10. Sapegno M., Sul signi- licato delle linee trasversali (Querlinien) della libra muscolare cardiaca. — Note di tecniga microscopica: 4. Lepas C, Intorno ad un nuovo metodo di coloi-azione delle sezioni istologiche e dei preparati di sangue. — Pag. 285-288. AvvERTENZA. — Necrolc/gi: — Pag. 288. Avvertenza Delle Comunicazioni Originali che si pubblicano nel Monilore Zoologico Italiano e vietata la riproduzione. BIBLIOGRAFIA Si da notisia so/tanto dei lavori pubblicati in Italia. A. - PARTE GENERALE I. Bibliografia, Storia e Biografia zoologica e anatomica — Indice gencrale dello pubblicazioni della Societa Venoto-Trcntina di Scienzo Naturali. — Atti d. Ace. Scientifica veneto-trentina-istriana, Nuova Serie, An. 4, Fasc. i-2, pp. XIX-XXXIX. Padova, 1907. Andres Angelo. — I raeriti zoologici di Ulisse Aldrovandi. — Atti Soc. ital. Progresso Scienze, Riunione /^, Parma 1907, pp. 20 1-231. Roma, 1908. Euflfa I'[ietrol. — Giovanni Canestrini. Gommeraoraziono. Segue 1' Elenco delle Pubblicazioni di G. G. (1858-1899;. — Atti d. Ace. Scientifica veneto-tren- tino-istriana, Nuova Scrie, An. 4, Fasc. 1-2, pp. IV-XVUI. Padova, 1907. — 266 - Camerano Lorenzo. — Materiali per la storia dclla zoologia in Italia nella pri- ma raeta del secolo XIX. V. I manoseritti di Franco Andrea Bonelli. IV. — Boll. d. Musei di Zool. ed Anat. com p. d. R. Univ. di Torino. Yol. 23, N. 579. Torino, 1908, pp. 7. Colo (di) Francesco. — Una rivendicazione ad Antonio Scarpa. Nota storico- criti.«a. - Monitore Zool. ItaL, An. 19, N. 7, pp. 172-176. Firenze, 1908. Gemelli Agostino. — Un precursore della raodcrna raorlblogia comparata. Nota. — AtU d. Congresso d. Naturalisti Italiani {Milano, 15-19 sett. 1900). Mi- lam, tip. d. Opteraj, 1907, pp. 820-821. Parona Corrado. — ProC. Micheie Stossich. — 1st. Zool. d. R. UmversitndiGc- nova, N. 3, 1906, pp. 5. Genova, tip. Ciminago. Vinciguerra D. — Genni biogratici di Pietro Pavesi. — Annali del Museo ci- vico di St. nat. di Genova, Ser. Ill, Vol. 3, pp. 579-586, con ritratto. Ge- nova, 1907-08. II. Scritti zoologici d' indole filosofica Caullery M — La raethode et les cri teres de .la morphologie. — Rivista di Scienza « Scieniia », Yol. 4, Anno 2, {1908), N. 7 (5), pp. 87-100. Bolo- gna, 1908. Conn H. W. — H metodo deH'evoluzione. Esposizione delle condizioni della scienza presente per rapporto alia questione delle leggi e delle Ibrze che hanno prodotto I'origiue della specie. Trad. dalFinglese del dott. Giuseppe Nobili. — Torino, F.lli Bocca, 1907. pp. 360, con 25 flgg. nel testo. Dantec (Le) F. — Comment se pose la question de I'heredite des caracteres acquis. — Rivista di Scienza t< Scientia », Yol. 4, An. 2 (1908), N. 8 (1), p>p. 303-330. Bologna, 1908. Giglio-Tos Erraanno. — SuU'interpretazione mortologica e flsiologica degli mfu- sorl. — Biologica, Yol. 2, N. 3, pp. 1-79. Torino, 1908. Giglio-Tos Ermanno. — L'eredita e le leggi razionali dell'ibridismo. — Biolo- gica, Yol. 2, N. 10, pj). 1-36. Torino, 1908. Levi A — II pensiero scientiflco europeo nel secolo decimonono. — Rivista di Scienza « Scientia », Yol. 4, An. 2 {1908), N. 8 (4), pp. 209-256. Bolo- gna, 1908. Rabaud Etienne. — L'evolution teratologique. — Rivista di Scienza « Scien- tia », Yol. 3, An. 2 {1908), N. 5, pp. 45-64. Bologna, 1908. Rosa Daniele. — Delle leggi che reggono la variabilita filogenetica. - Rivista di Scienza « Scientia », Yol. 4, An. 2 (1908), N. 8 (4), pp. 331-340. Bo- logna, 1908. . XJexkilll von J. — Die neuen Fragen in der experiraentellen Biologic. — Rivi- sta di Scienza « Scientia », Yol. 4, Anno 2 (1908), N. 7 (3), pp. 72-86. Bologna, 1908. Traduzione dell'articolo in Supplemento a detto periodico, pp. 3-16. III. Scritti comprensivi e vari di Biologia, di Zoologia, di Anatomia Borzi A. — Sulla necessita di dare un indirizzo prevalentemento biologico al- I'insegnamento della botanica e della zoologia nelle scuole secondanc. — Atti d. Congresso d. Naturalisti Italiani (Milano, 15-19 sett. 1906). Mila- no, tip. d. Operaj, 1907. pp. 129-136. Boruttau II. — Die innere Sekretion. — Rivista di Scienza «. Scieniia », Yol. - 267 - 4, Anno 2 (1908), N. 7 (3), x^P- iOi-113. Bologna, 1908. Traduzione deirar- ticolo in SupiMmento a cleito j^eriodico, pp. 17-30. Capparelli Andrea. — Per la fondazione di una stazione di biologia marina nel- I'isola dei Giclopi. — Atti d. Congresso d. Naturalisli Ikdiani (Milano, 15-19 sett. 1906). Milano, tip. d. Opera j, 1907. p. 110. Cecconi Giacomo. — Gontributo alia fauna delle Isole Tremiti. — Boll. d. Mu- sei di Zool. ed anat. camp. d. R. Univ. di Torino, Yol. 23, N. 583. To- rino, 1908. iHJ. 53. Ciamician Giacomo. — La chimica organica negli organismi. — Bologna, N. Zanichelli ed., 1908. pp. VI-102. Fano Giulio. — Chimica e Biologia. — Rivista di Seienza, An. 1, (1907), Vol. 2, N. 4, pp. 278-285. Bologna, 1907. — Alti Soc. ital. Progresso Scienze, Riunione i*, Parma, 1907. pp. 243-249. Roma, 1908. Foa Pio. — Sul signiflcato biologico dei tumori. — Rivisia di Scienza.o. Scien- tla », Yol. 3, An. 2 (1908), N. 5, pp. 83-100. Bologna, 1908. Giordano Domenico. — Sulla necessita dell'insegnamento della storia naturale negli Istituti nautici. — Atti d. Congresso d. Naturalisti Italiani (Milano, 15-19 sell. 1906). Milano, tip. d. Oj^eraJ, 1907. pp. 12ii-128. Goggio Empedocle. — Intorno all'insegnamento delle scienze naturali nolle scuole secondarie italiane. — AtU d. Congresso d. Naturalisti Italiani (Milano, 15-19. sett. 1906). Milano, tip. d. Operaj, 1907. pp. 118-125. Issel A. — Intorno alia proposta di promuovere periodiche riunioni di studiosi di Scienze Naturali. — Atti d. Congresso d. Natio^alisti Italiani (Milano, 15-19 self. 1906). Milano, tip. d. Operaj, 1907. pjx 75-76. Largajolli ^■ittorio. — Ricerche biolimnologiche sui laglii Trentini. 11 lago di Terlago. — Atti d. Accad. scientifica veneto-trentino-istriana, Nuova Se- rie. An. 3, Fasc. 1-2, pp. 33-40, con figg. Padova, 1906. — 11 lago di Torel (Bacino del Noce). — Ibidem, An. 4, Fasc. 1-2, pp. 1-7, con figg. Padova, 1907. Lehniann 0. — Scheinbar lebende liiessende Kristalle kiinstliche Zellen und Muskeln. — Rivista di Scienza « Scientia », Vol. 4, An. 2 (1908), N. 8 (I), pp. 283-302. Bologna, 1908. Traduzione deU'articolo nel Supp)l. a detto periodico, pp. 73-91. Lieto i,de) Vollaro Agostino. — Fenomeni di accentuata vulnerabilita di alcuni teiisuti oculari negli aniraali privati del pancreas: primo contribute spei-i- mentalc alio studio dei rapporti tra pancreas e occhio [Cani]. — Arch. Otlalmologia, An. 14, N. 7, pp. 359-368 e N. 8-9, pp. 385-398. Napoli, 1907. Mjnti Rina. — La circolazione della vita nei laghi alpini (Sunto dell'A). — Atli d. Congresso d. Naturalisti Italiani (Milano, 15-19 sell. 1906). Milaiut, tip. d. Operaj, 1907. pp. 144-116. Monticelli Fr. Sav. — Repertorio di specie nuove di animali italiani dcscritlo in pubblicazioni ostere nell'anno 1905. — Monitore Zool. Ital., An. 19, N. 8, pp. 211-216. Firenze, 1908. Pavesi Pictro. — Genni sui. IMusei di Storia Naturale nel Pavese. Nota. — Alti d. Congresso d. Naturalisli Italiani (Milano, 15-19 sett. 1906). Milano, lip. d. Operaj, 1907. pp. 775-780. Volterra V. — Proposta di una Associazioue italiana per il progresso delle scienze. — Atti d. Congresso d. Naturalisti Italiani (Milano 15-19 Sett. 1906). Mi- lano, tip. d. Operaj, 1907. P2>. 77-82. - 268 - IV. Gonologia, Ontogenia, Teratologia (Per la Teratologia vedi anche XII, II, 17) Ariola V. — Pressione osraotica e potcre fecondante nei neraatosperrai. — 1st. Zool. d. R, Universitd di Genova, N. I, 190(),2U>- ^- Genova, tip. Ciitdnacjo. Banchi A. — Nuove osservazioni sullo sviluppo dei nervi periferici iudipeiiden- tcmentc dai centri nervosi. — Moniiof'e Zool. Hal., An. 19, N. 6, 2W- ^^3- 152, con 1 lav. Fii^enze, 1908. Bruni An^clo Gesare. — Intorno ai derivati scheletrici estracranici del secondo arco branchiale nell'iiomo. Ricerche iTiorlblogiche. Con 1 tav. — Mem. d. R. Ace. d. Sc. di Torino, Ser. 2, Tomo 59, pp. 279-342. Torino, 1908. 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(*) Per la nomonclatiu-a vedi il mio lavoio : Contribiito alio studio dei solebi e dei {liii corobrali nel gatto domestico (Folia donicstica) in Uicerche fatle nel laboraforio lU AnatovH'i n^inimlr .<•.•. 1,'onui, Vol. XIV. (In corso di stanipa). - 2n - arcLiati soprasilviani, in seguito a questa rotazione daU'avanfci al- r indietro, hanno subito modificazioni piu o meno profonde, che si sono anche fatte risentire verso la parte posteriore della faccia esterna del cervello. Notiamo anteriorinente che il sulcus coronalis si e unito defi- nitivamente alia pars coronalis del sulcus lateralis e che il sulcus ectosylvius anterior si e unite al posterior per mezzo della pars ectosylvia media, che si e piti sviluppata, pur lasciando sempre superiormente un piccolo ramo rivolto in alto e talora anche un po' in avanti, simmetrico ad un altro rametto che si volge indietro ed in alto con cui tormina superiormente I'ectosylvius posterior. Per quanto riguarda la superficie posteriore dell'emisfero, dob- biamo notare che, come altra volua ampiamente dimostramnio per il gatto, talora la pars posterior del sulcus lateralis, la dove; si va a con- giungei'e con la pars sagittalis, si distacca nei felidi e poi con I'estremo superiore, prolungandosi ancora orizzontalraente e paraUelamente alia pars sagittalis, s' incontra con un piccolo solco piii o meno pronunziato che qualche volta si trova sopra la porzione anteriore della pars sagittalis, e viene a formare un nuovo segmento, la pars supralateralis, che puo rendersi indipendente e divenire un solco a se. Nei canidi questo fatto e costante, poiche la pars posterior in- sieme con la sagittalis forma un arco unico e senza interruzione, e al di sopra si vede sempre un altro solco parallelo che qui prende il nome di entolateralis, detto dagh autori anche sulcus confinis. Nei canidi inoltre tra la pars posterior del sulcus lateralis e il sulcus suprasylvius posterior si trova un'altro solco Tectolateralis. Ha esse un omologo nei felidi, o e una formazione de novo? DaU'esame di una serie di cervelli di varie specie di felini, non ero ancora riuscito a poter trovare alcun piccolo solco che mi ri- chiamasse I'ectolateralis. Solo trovavo talora in quella zona solchi vascolari piii o meno profondi che sboccavano per lo piu nei sulcus sagittahs e raramen- te si anastomizzavano col suprasylvius, ma sempre con una dire- zione perpendicolare a quella che assume nei canidi il solco in que- stione. Ora pero, nei paragonare tra loro i due emisferi di un cer- vello femminile di Cynailurus, che in questo mio lavoro riprodu- 00, mi e parse di aver trovato una soluzione che puo soddisfare. Mi risulterebbe anche per I'ectolateralis, come abbiamo visto per il sulcus entolateralis, un'origine doppia. La porzione posteriore sarebbe formata dall'angolo d' incontro del sulcus suprasylvius po- sterior col sulcus suprasylvius superior-anterior ; o meglio sarebbe •- 278 - omologa al terzo posteriore della pars superior del suprasylvius superior-anterior. Infatti, se noi osserviamo T incontro dei due sol- chi suprasylvii, vediamo che es80 puo presentarsi sotto varie forme, e nel raio studio sul Felis^ domestica riscontrai che, "su quattro tipi principali (a, ft, v^ o) in cui suddivisi le varie forme del sulcus supra- sylvius posterior, due si fondavano suU' incontro col suprasylvius superior-anterior {'^, /) ; poiche 1' incontro poteva avvenire ad ango- lo acuto (tipo a) 0 ad arco (tipo S). Iraportante e ora per noi il tipo p ; poiche, quando I'anastomosi si forma ad arco, accade spesso che questo si spinga molto indietro e talora un po' in alto, formando una gobba molto accentuata colla convessita posteriore, e cio a causa di una digitazione che interessa il bordo superiore dell'estre- mo posteriore del sulcus suprasylvius superior-anterior. Se ora poi imraaginiamo che avvenga la rotazione di cui ab- biamo gia parlato, dall'avanti all' indietro nel lobo frontale, accade che anche questo solco, il suprasylvius superior-anterior, venga come spinto contro il posterior ; per cai viene ad anastomizzarsi il sapra- sylvius posterior coll' inizio del terzo posteriore della pars superior del suprasylvius superior-anterior. E allora come corollario molto evidente ne deriva che la gibbosita descritta si distacchi e formi un solco a se, I'ectolateralis, e che i due sulci suprasylvii non si incontrino piii ad arco o ad angolo, ma ambedue, senza alcuna di- stinzione, formino un unico arco continuo molto aperto colla con- cavita in avanti e un p6 in basso. E questo e quelle che troviamo nei canidi. E il processo evolutivo viene confermato, come ho gia detto, dall'esame dei due emisferi del cervello femminile di Cynai- lurus, rammentando quelle che gia ha affermato Sergio Sergi che " la legge di movimento dei solchi e dimostrabile in tutti i suoi particolari quasi in ogni case per il confronto tra i due lati di ogni cervello. „ (') Ma dallo stesso aniinale risulta come nella formazione del sul- cus ectolaterahs vi concorra anche in parte I'estremita posteriore della pars sagittalis del sulcus lateralis, cioe I'elementum anterius dell'ectolateralis sarebbe omologo a quel segmento del lateralis che distaccatosi dalla pars posterior, rimaneva direi quasi fluttuante, la dove, a causa di questo distacco, si formava un ponte superficiale (') Sorgio Sergi. — Contrilmto alio studio dfl lobo frontale e parietalo nelle rozzo uraane — in UicercUe fatte nel laboratorio di Anatomia iwrmale. I>oma, vol. XI V 1908, pag.T'l; o per lo sdulio analitico conipkto
  • Sla elementum anterins. — Is pars sagittalis. — la par.s ansata. — Ic pars coronalis del sulcus lateralis. — crm pars cruciata minor del sulcus splenialis. — ssp sulcus suprasylvius posterior. — sss sulcu.s suprasylvius superior-anterior. — ea sulcus ectosylvius anterior, em pars media del sulcus ectoeylvius posterior, ep sulcus ectosylvius posterior. — d sulcus diagonalis. — co sulcus coronalis. — er sulcus cruciatus. — ps sulcus praesylvius. — rp fissura rhinalis posterior. — ra fissura rhinalis anterior. — s fissura Sylvii. Nolle superfici mediali : sspl sulcus suprasplenialis. — spl sulcus splenialis. — itpl sulcus infras- pleuialis. — crin pars cruciata minor. — rpa pars ascendens della flssura rhinalis posterior. — ot pars occipito-teraporalis. — cr sulcus cruciatus. — g sulcus genualis. — h sulcus hippocampi. . Volendo ora riassumere ed in brevi parole mostrare le modifi- cazioni die i solchi hanno subito nel passare dalla famiglia dei fe- lidi a quella dei canidi, o piii propriamente il passaggio dal genere Felis al genere Canis attraverso al genere Cynailurus, si puo osser- vareil seguente schema: prima pero debbo far notare che alcune volte dei caratteri special! che io ho attribuito ad un genere si possono trovare casualmente in esemplari appartenenti ad altro genere; ma - 275 - mentre Landau (^) vuol da cio dedurre che e impossible fare una vera distinzione tra felidi e canidi, credo che si possa affermare mvece che tali casi particolari ci aiutano a comprendere le omolo- gio e le modificazioni avvenute tra I'un genera e I'altro e non tol- gono nessLin valore alia netta distinzione che ora facciamo. Infatti a questo proposito Krueg dice: " dass eine Vereinigung der F. anterior und postica auf eineni Felidengehirn immer eine eben so seltene Erscheinung sein wird, wie die Trennung dieser beiden Furchen auf einem Canidengehirn (^) „ quindi ad esempio, si puo continuare a dire che I'unione dei due solchi ectosylviie carattere di canide, la separazione e invece carattere di felide. Primo sistema di solchi o Arcus superior si corapone nel Fells di tre solchi : lateralis, coronalis, postcruciatus. II sulcus lateralis si compone di cinque parti : posterior o medilateralis, supralatera- lis, sagittalis, ansata, coronahs. La pars posterior si compone di due elementi : inferius e superius, oppure soltanto corrisponde al- I'elementum inferius. In qaesto secondo case, essendosi distaccata la pars sagittalis, I'elementum superius della pars posterior e dive- nuto elementum posterius della pai's supralateralis, che si puo con- giungere ad un nuovo elemento, che talora trovasi sopra la pars sagittalis. Nel Cynaikirus il distacco della pars sagittalis vi e sempre e la pars supralateralis e molto ben manifesta, anzi, nell'emisfero sini- stro del cervelio maschiie, si distinguono ben nettamente i due ele- menti : posterius (sip) e anterius (sla) e formano gia quasi il sulcus entolateralis, poiche ambedue gh elementi si sono uniti tra lore e si sono distaccati dalla pars posterior. Nei Canidi il sistema non e uguale poiche vi manca la por- zione superiore della pars posterior del sulcus lateralis che e dive- nuto elementum posterius del sulcus entolateralis, e la porzione posteriore della pars sagittalis, che e divenuto elementum anterius del sulcus ectolateralis ; tutto il resto dell'arcus superior, a causa della rotazione, si e saldato i)i un unico arco senza interruzioni o ponti superficiali. Secondo sistema di solchi o arcus medius si compone nel Fells di quattro solchi : suprasylvius posterior, suprasylvius superior- anterior, ectosylvius anterior, diagonahs. Mentre tutti gli altri si (') E. Landau. — UtntraK zur Keiiiitnis (les Katzonliirus (Uinifurchen) iu Uegenbaurs Mor phologiaches Jahrlmcli Bd. XXXVIII U. 1 e H I'JOS. (') Krueg. — Op. cit., pag. 018. - 276 - compongono di un'unica pars e di un unico elementum, il supra- sj'lvius superior-anterior si compone di quattro pars : superior, an- terior, ectosylviana, ansata minor; e la pars superior a sua volta si compone di due elementi : posterius o anterius. Nel Gynailurus femmina I'elementum posterius si porta ad un piano diverse dal resto dell'arco, cioe piia in alto ed indietro, riu- nendosi all'elementum posterius della pars sagittalis del sulcus la- teralis, che a sua volta si era portato ad un piano diverse da quelle dell'arcus superior, cioe piu in basso ed in avanti. Per tal modo si viene gia a formare I'ectolateralis. Pero, siccome abbiamo gia detto che nel Gynailurus manca la rotazione del lobo frontale, avviene che I'arcus medius rimane qui interrotto, ed il sulcus suprasylvius posterior e distaccato per largo tratto dal sulcus suprasylvius su- perior-anterior (*). Nei canidi infine il sulcus ectolateralis si e ben sviluppato e reso stabile, mentre, a causa della rotazione, I'arcus medius si e nuovamente saldato ed il sulcus suprasylvius posterior si e unite al suprasylvius superior-anterior, senza lasciar traccia di divisione. Bisogna notare inoltre che il sulcus ectosylvius anterior, che ab- biamo visto far parte integrale del secondo sistema di solchi nel Fehs, e ancora solco di questo gruppo nel Gynailurus, e infatti, nel cervello maschile di Ghepardo, I'emisfero destro presenta il detto solco unite con la sua estremita superiore alia pars ectosyl- viana del sulcus suprasylvius superior-anterior ; ma non cosi inei canidi dove fa parte di un nuovo gruppo di solchi, poiche in que- sta famiglia esiste un Terzo sistema di solchi o arcus eclosylvianus il quale si com- pone di tre solchi: ectosylvius posterior, ectosylvius medius, ecto- sylvius anterior. Nel Felis I'ectosylvius medius e molto ridotto e costituisce una pars dell'ectosylvius posterior, che e un solco che mai si uni- see ad altri solchi. Nel Gynailurus talora la pars ectosylvia media, si sviluppa molto, come vediamo nel cervello maschile, ma rimane sempre unita all'ectosylvius posterior e distinta daU'ectosylvius anterior. Nei canidi infine la pars ectosylvia e divenuta sulcus, poiche (') Degno til uota, pcrclu' i' la prima volta clic In trovo ; k il caso che ai \n\f> vi'dere nello schema dell'emisfero sinistro del Kliepardo femmiiia, in cui il .sulcus suprasylvius posterioi- con la estremita •uperioro si e aua.stomiKzato al lateralis, ricacciando indietro la pars i)osterior di quest'ultimo e met- tendosi al sue ))osto ; percii) il prime o il secondo si.stciu.i s )U0 coufusi iusieme ; un fatto quasi simile si osserva auche iiel Cynailuius di Krue;;. - L'VY - si e sviluppata e approfondita tanto quanto gli altri due ectosyl- vii ; e inoltre, a causa della solita rotazione, tutte e tre gli ecto- sylvii si sono anasLomizzati tra loro, costituemlo.un terzo arco ininteiTotto al disotto dei primi due. Qui peio spesso si trovano due rametti che si volgono verso I'alto e clie limitano I'ectosylvius medius ai suoi estremi. II tutto e raccliiuso neila tabella a pagina segnente. Fiuora abbiamo parlato della superficie crauialo : diamo ora un rapido sguardo alia mediale. In che differiscono qui i felidi dai canidi ? Nella porzione mediale (tentoria compresa) troviamo sempre tre archi concentrici. Di questi il secondo e per noi il piii impor- tante. Nel Felis e formato dai sulci cruciatus e splenialis e dalla pars ascendens seu tentoria della fissura rliinalis posterior : e questi tre solchi sono divisi tra loro da due larghi ponti superficiali. Nel Cynailurus troviamo due fatti nuovi ; in tutti i quattro emisferi da me studiati ed anche nel cervello figurato da Krueg (tav. XXXV) il sulcus splenialis, con la sua estremita anteriore, si porta molto in alto e si prolunga, tanto che arriva ad incidere il margine del mantello ed a portarsi sulla superflcie craniale, for- mando cosi quelle che dagli autori nel cane e detta fissura cru- ciata minor ; inoltre nella piega di passaggio retrohmbica, sempre riscontriamo I'esistenza di un solco il quale, distaccato per brevi ponti superficiah dall'estremita superiore della pars ascendens della fissura rhinalis posterior e dall'estremita infero-posteriore del sul- cus splenialis, ne segue la direzione in tre emisferi, mentre una sola volta (emisf. destro femni.) si mostra un po' oblique rispetto al- I'andatura deU'arco. Nei canidi poi si osserva che la rotazione del lobo frontale, di cui pill volte abbiamo parlato nella superflcie craniale, e molto ma- nifesta anche nella mediale. Ed allora anche qui per lo sviluppo del lobo frontale, si delineano profondamente altri piccoli solchi, tra i quah predomina il genualis, ed anche qui i grandi archi, che originano dietro il sulcus cruciatus, vengono portati indietro e le loro porzioni posteriori in basso, per cui, ad esempio, la pars po- sterior seu tentoria del sulcus supraspleniahs diventa sulcus (o meglio pars) postsplenialis. Ma nell'arcus medius i solchi non po- tendo nella parte posteriore seguire totalmente la rotazione che si ha nella parte anteriore, sono venuti come a schiacciarsi gh uni contro gli altri ed allora I'arco medio sembra aU'esterno formato da - 278 - .schfiiHi (' iabella indicanli le omologie di alcuai solclii cerebraU della superficie crn- /)iah' (lei felidi e dei canidi e Vorigine, del sulcus entolateralis e del sulcus eclo- lateralis. o , 1 1 FELIDI CANIDI '•r. 1 Aj'cus superior-siUcna lateralis- pars posterior-elementum infe- rius Arcus superior-sulcus lateralis- pars posterior Ai-cua suiierior-sulcus lateralis- pars posterioi-elemeutum su- perius Sulcus eutolateralis-elementum posterius Arcus superioi'-sulcus lateralis pars supralateralis-elementum posterius Arcus superior-sulcus lateralis- pars sagittalis-elementum po- sterius 3 Sulcus ectolateralia-elementum auterius -1 Arcus sujierioi'-sulcus lateralis- pars sagittalis-elementum an- terius Arcus superior-sukus lateralis- pars sagittalis 5 Arcus medins-sukus saprasyl- vius posterior Arcus mediussuk-us suprasyl- vius posterior G Arcus medins-sulcus suprasyl- vius supe-aut.-pars sup. ant.- elemeutum posterius Sidcus ectolateralis-elementuui posterius 7 Arcus mediussulcus suprasyl- vius suiiL'-ant.-pars sup. ant.- elemtiituni auterius Sulcus suprasylvius superior-an- terior 8 Sulcus ectosylviiis posterior-pars ectosylvia i)ropriameute detta Arcus ectosylviauus-sulcus ecto- syhnus posterior 9 Sulcus ectosylvius posterior-pars media Arcus ectosylvianus-sulcus ecto- syhnus medius 10 Ai'cus medius-sulcus ectosylvius anterior Arcus ectosylvianus-sulcus ecto- sylvius anterior X Pai's supralateralis-elementum auterius Sulcus eutolateralis-elementum auterius cr Sidcus cruciatus Sulcus cruciatus K Fissura Sylvii Fissura Sylvii - 279 - un solo segmento perche i ponti superficiali sono scomparsi e solo, come ha fatto ben rilevare il Broca (V), si notano tre pieghe pro- fonde una tra il snlcLis cruciatus e lo splenialis (parieto-limbica an- teriore) un'altra tra lo splenialis ed il soleo vertical^ che abbiamo riscontrato anche nel Cynailurus (parieto-limbica posteriore) ed una terza tra questo solco e la fissura rhinalis (retrolimbica). Quindi dal modo di comportarsi dell'arcus medius possiamo concludere che due solchi, divisi da una piega superficiale, spinti I'uno contro I'al- tro, non diminuiscono di lunghezza ma riducono e rendono pro- fonda la piega superficiale. Ma continuando la nostra descrizione su quest'arco, vediamo che il sulcus cruciatus nell'unirsi collo sple- nialis, si e anastomizzato all'inizio anteriore del terzo medio, per cui al di sopra I'estremita dello splenialis e libera e prolungandosi forma, come gia notammo per il Cynailurus, la pars cruciata mi- nor ; inoltre la fissura rhinalis, come ben si manifesta nel canis fa- miliaris figurato da Krueg nella tav. XXXIV, si e anastomizzata al sulcus spleniahs o meglio a quel piccolo solco che sta sotto il sulcus splenalis per mezzo di quel rametto della sua biforcazione che si rivolge verso I'interno, mentre I'altro rametto e rimasto in- variabile e costituisce per Ji^Uenberger la fissura (per noi pars) occipito-temporalis. Volendo ora riassumere cio che sulla superficie mediale abbia- mo trovato d'importante per il Cynailurus, diremo che vi sono due caratteri di canide nella costante formazione della pars cruciata minor del sulcus splenialis, e nella costante esistenza di un solco nella piega retrohmbica. Ma questo solco e una parte dello splenialis che si e resa in- dipendente o e una neolormazione ? Per il Cynailurus non e una neoformazione perche lo ritrovia- mo talora anche nei grossi fehdi. Pero in costoro in generale e raj ipresentato da piu solchetti superficiali variabilissimi di forma, di lunghezza e di posizione. Invece nei quattro emisferi di Cynai- lurus da mo studiati troviamo che esse e costantemente formato da un unico solco ben nettamente dehneato; manca nel Cynailurus di Krueg, ma io credo che cio dipenda da inesattezza del disegno, poiche non si vede neanche la fissura rhinalis posterior. Se ora nei n(»stri disegni osserviamo il modo di comportarsi di questo solco, che per la sua posizione potremmo chiamare infrasplenialis, scor- (') Paul Broca. — Anaturuio coiiiparre ilu cerveau. — Sur la circouvolutiou limbiquc et la scissuro limbiqiie, in Memoires sur le eervemi de I'homme et de« primates Paris 1S88, pag. 330 fig. 30. - 280 - giamo che esso puo essere considerato come risultantedella somma di vari segment!. Infatti nel Cynailurus maschio mentre nell'emisfero sinistro e formato da un rametto termiiiante alle estremita con due uncini il superiore rivolto indietro, 1' inferiore innaiizi, nell' emisfero de- stro il rametto termina con le estremita biforcate, e con molta pro- babilita queste biforcazioni, specialmente la superiore, debbono et^- sere avvenute per lo spostamento in basso deile porzioni delle estre- mita del sulcus splenialis e del sulcus suprasplenialis : e cio vieue confermato dal fatto che mentre nel suprasplenialis dell' emisfero sinistro la pars postsplenialis e molto sviluppata, lo e poco nell'e- misfero destro ; e lo stesso dicasi per lo splenialis. Ed allora possiamo concludere che il sulcus infrasplenialis che nel cane si trova tra due pieghe profonde come incassato nell'ar- cus medius avendo al di sopra I'estremita posteriore del sulcus splenialis e al disotto il rametto interne della pars ascendens della rhinalis posterior, avanti lo splenium e dietro la pars postsplenia- lis, si ritrova gia, nei grossi felidi ma ancora in forma molto in- decisa. E ben marcato invece nel Cynailurus dove per la sua dispo- sizione mostra di essere formato da un segmento centrale a cui si aggiungono talvolta dai piccoh rami che si distaccano dal sulcus splenialis e dalla pars postsplenialis del sulcus supraspleniahs. E inline da osservare in ambedue gli emisferi del Cynailurus maschio un piccolo solco quasi vascolare, che mai io ho trovato descritto dagli autori, e che sta tra le porzioni posteriori del soichi splenalis e suprasplenialis al hmite della superficie mediale colla tentoria. CONCLUSIONI 1^ II genere Cynailurus, per la disposizione dei solchi cere- brali nelle superfici craniale e mediale, ha caratteri in termed! tra i felidi e i canidi. 2a Dallo studio de! detti solchi possiamo dedurre con abba- stanza sicurezza I'origine del sulcus entolateralis, del sulcus ecto- lateralis e del sulcus da noi detto infrasplenialis. S^ Possiamo estendere ai carnivori il concetto di rotazione quale recentemente e state espresso per I'aomo da Sergio Sergi: " Gli element! singoli o i grupp! in toto compiono dei movimeuti di rotazione intorno al loro asse od ai lore assi, ma non tutti con la stessa intensita, per cui spesso element! di un gruppo si stac- - 281 - cano per fondersi con quelli di un altro o per rimanere isolati ; ed element! isolati si fondono con quelli di un gruppo o piii gruppi C) „. 4a Troviamo inoltre che due solchi, divisi da una piega su- perficiale, spinti I'uno contro I'altro, non diminuiscorio di lunghezza ma riducono o rendono profonda la piega superficiale. E mio dovere porgere qui pubblicamente i miei piii vivi rin- graziamenti al senatore prof. Gr. B. Giassi che con tanta genti- lezza mi ha ricevuto e dato ospitalita nel suo laboratorio, non che anche al dott. Giovanni Noe che mi e state largo di cortesie. ISTITUTO ANATOMICO DI FIKKNZE; PROF. G. CHIAROQI. Sul connettivo nell'utero fetale con particolare riguardo alia sua istogenesi NOTA PUELIMINAHK DI LUIGl INSABATO, STUDENTE IN MEDICINA ;& vietata la riproduzione. L' anno scorso in dicembre presentai airAccademia Medico- fisica fiorentina, i primi risultati di alcnne mie ricerche suUo svi- luppo del tessuto collagene nell'utero fetale umano. Nel proseguire tali ricerche, alcuni altri fatti potei constatare che stimo degni di rendere noti : tanto piii che da essi io credo possa ricavarsi un concetto sintetico abbastanza chiaro suU'istogenesi dell'utero. Mi servii prevalentemente del metodo Bjelschowsky per il connettivo : su questa tecnica ormai nota non insisto : ricordo sol- tanto una modificazione che trovai utile specialmente quando non si disponga di materiale fresco fissato in Flemming (essendo noto che questa fissazione e condizione quasi indispensabile per una buona riescita del metodo) ; le sezioni sparaffinate, prima di esser trattate con la soluzione argento-ammoniacale, vengono immerse per un quarto d'ora in liquido di Flemming. In tal modo ottenni sem[»re baonissimi preparati anche di uteri tissati in altri liqukU. (') Voili oil. cit. - 282 - Gi^ nell'utero di un feto al 2° mese il tessuto fibrillare colla- gene e abbondante e disposto in due strati : nello strato interno il decorso delle fibrille e piuttosto irregolare ma con una certa ten- denza a disporsi radialmente; all' esterno di questo strato se ne trova un altro di fascetti di fibrille circolari intersecate da poche altre dirette parallelamente all' asse raaggiore dell' utero, le quali ultimo sono situate prevalentemente verso la periferia. In stadi anche poco piu avanzati il coUagene fibrillare si fa sempre piii abbondante e nello stesso tempo nei due strati sud- detti si rende piii manifesta e regolare la disposizione dei fasci di fibrille. Dal confronto con stadi successivi mi credo in diritto di affer- mare clie lo strato interno corrisponde al corion della mucosa: esso e un po' pill spesso anteriormente e posteriormente che non ai lati dell'utero. Al terzo mese della vita intrauterina, nell'utero si dimostrano chiarissimamente, con le colorazioni adatte, le prime cellule musco- lari lisce ben differenziate, disposte in piccolissimi fascetti o isolate. Si vede con cio chiaramente che le prime cellule muscolari lisce compaiono molto presto, finance, come sostiene Cadiat, al 2° mese; ma prima che esse diventino cosi numerose da formare I'ele- mento preponderante dell' organo, trascorre molto tempo : I'accresci- mento della muscolatura avviene dunque lentamente. Debbo poi aggiungere che anche quando essa ha raggiunto un notevole sviluppo (al 6° mese ed anche alia nascita), singoli elementi possono tuttora persistere ad un grade di sviluppo alquanto arre- trato. Che dalla muscolatura dei vasi si origini la muscolatura ute- rina, diventando essi centri di irradiazione per la formazione del miometrio, come vogliono Roesger e Keiffer, non posso in nessun mode confermare : dai miei preparati mi consta non esservi alcuna continuita tra le pareti dei vasi e le prime cellule muscolari Usee. Queste ultimo originano da elementi mesenchimali un po'allun- gati, che hanno il loro grande asse disposto parallelamente ai fasci di fibrille collagene circolari. Nelle maglie strettissime del reticolo interposto tra i fasci pa- ralleli di collagene, il quale reticolo si costituisce a spese delle nu- mcrosissime anastomosi che i fasci suddetti si scambiano, stanno allogati questi elementi hi via di differenziazione : il loro nucleo si allunga nella direzione dei fasci di collagene e vi si aggiunge alle - 283 - estremita abbondante protoplasma. La cellula muscolare gia diffe- renziata viene a trovarsi racchiusa in un vero iuvolucro reticolare intessiito da fibrille collagene. Per lo piu si trovano due, tre, quat- tro di questi elementi, run dietro I'altro in modo 'da fonnare pic- coli fascetti. Al terzo mese e apprezzabile immediatamente al disotto del- I'epitelio, la sezione ottica di una membraneila che da la reazione del Bjelschowsky ; essa corrisponde perfettamente alia " membrana basale „ degli Auton ; orbene, tutti i preparati Bjelschowsky, e in specie le sezioni oblique suli'asse longitudinale deirutero, dimostrano die essa e composta di una fitta rete di fibrille collagene, la quale e in diretfca continuita col tessuto collagene della mucosa. Pero al di sopra di questa formazione esiste una vera formazione cutico- lare, abbastanza ben differenziata dagli elementi epiteliali sovra- stanti ; I'esistenza di queste due membrane di natura ben diversa era stuggita agli AA. precedenti i quali parlano semplicemente di una membrana basale senza determinarne esattamente la natura. In alcune sezioni si osservano inglobati lateramente nel tes- suto uterine, residui del canali di Wolff; attorno ad essi esiste una speciale disposizione del tessuto collagene che e superfluo di descrivere ora. Negh uteri del terzo e del quarto mese si e acceiituata una forma schiacciata del lume uterino che era, per quanto meno ac- centuata, gia apprezzabile nei primi stadi : vi si distinguono quindi due facce, anteriore e posieriore, e due angoli. Lo strato di fibre collagene circolari nolle pareti anteriore e posteriore e lontano dalla cavita uterina : se ne avvicina venendone quasi a contatto in cor- rispondenza degli angoli ; e questo perche il corion della mucosa (ricco di fibre collagene) e molto spesso in corrispondenza delle facce, e si assottiglia progressivamente verso gli angoli ove le fibre circolari sono tangenziali alia breve curva della cavita ute- rina. In un utero di tre mesi e mezzo ho potuto studiare il modo con cui il connettivo delle tube inserite ancor molto obliquamente sul corpo uterino, passa in quelle a 4. — Studio sulla morfologia e sulla topogratia della cisterna chili e del doctus thoracicus neH'uorao ed in altri Mamraiferi, — liicerche fatte nel Lab. di Anat. della R. Unto, di Roma etc. Vol. 14, 1908. Furono studiate le variazioni che 11 dotto toracico e la cisterna chili oftVono noH'uomo su 60 individui (fra i quali 30 adulti, 5 feti dal 4° al 7" mese); e fu- rono inoltre considerate le variazioni di quegli organi fra Mammiferi di specie different! (21 specie;. Non seguo I'A. nella descrizioue particolareggiata e precisa che egli da delle disposiziuni osservate e mi accontento di ricordarc i risultati di maggiore inte- resse. • - 287 - II dotto toracico si presenta sdoppiato piii spesso di quanto generalraentc si oroda ; tale sdoppiamento talora e parziale, altre volte interessa il dotto in tutta la sua estcnsione ; eccezionalmente anelie lo sbocco del due canali nel si- stema venoso e distinto (una volta nell'uomo, un'altra in un Cercopithecus). In qualche Mammifero la duplicita parziale del dotto e forse -una disposizione normale. Ed in alcune specie cd anche neiruorao come variazione, esso decorre a si- nistra dell'aorta anziche a destra come di consucto. E col conlronto con quanto s'osserva negli Uccelli die lo studio di queste variazioni diviene particolarniente interessante. Poiche noi sappiamo clie a differenza di quanto e apprezzabile negli Anfibi e nei Rettili ove il canale coUettore della linfa e una sacca die inguaina I'aorta ed e unita ad essa da lacinie connettivali, negli Uccelli si ha per la prima volta un canale toracico individualizzato ; o piu esattamente esistono permanente- mente in quel Vertcbrati due dotti toracici, con duplice sbocco, dei quali pero •il sinistro ha caratteri di maggior stabilita (I'A. osservo in Anser una mancanza od una riduziorie del v,anale toracico destro). L"A. suppone che la porzioue piii caudale del dotto toracico sinistro, e la porzione terminale del dotto toracico destro, passando dagli Uccelli ai Maramiferi, si siano ridottc. La disposizione caratteristica degli Uccelli si puo pero ritrovare, come ho gia delto, quale vavieta anche nei Maramiferi; ed una forma che s'avvi- dna molto a quella fu ritrovata costantemente nel kanguro da :kIilne-Ed wards. Ed e notevole che come, fu osservato da Sabin, il sistema coUettore della linfa anche durante una fase transitoria dello sviluppo si present! duphce; suc- cessivaraente avviene una riduzione del dotto sinistro. La disposizione a plesso del dotto toracico sarebhe secondo I'A. I'effetto di un accrescimento tardivo di vasi che erano appena al)bozzati in periodi anteriori. 11 tratto del dotto piii vicino alio sbocco presenta poche variazioni, proba- bilmente perche esso e la porzione piii antica dal punto di vista ontogenetico. 10. Sapegno Wl. — Sul significato dello linee trasversali (Querlinien) della fibra muscolare cardiaca. — Paihologica, vol. i, n. 2, Nov. 1908, p. 35-36. Per tale studio sono state eseguite ricerche anatomiche e sperimentali. In l)aso alio prime I'A. ha potuto constatare che il numero delle linee trasversali varia da cuore a cuorc e die esse si riscontrano in maggior abbondanza e piii nette nei cuori che all'autopsia si presentano evidentemente contratti. Le con- dizioni varie patologiche del cuore non avrebbero inlluenza diretta sull'abbon- danza di dette linee ed esse mancherebbero nei 'cuori evidentemente llaccidi. In vidnanza di queste linee I'A. ha inoltre osservato una diversita di morfologia e di distribuzione della striatura trasversale della flbra muscolare. Le linee tra- sversali non avrebbero alcun rapporto diretto ne con la ipertrofia, ne con la framracntazione della flbra muscolare cardiaca. Sperimentalraente ha notato che solo le energiche e irregolari contrazioni provocate nel cuore di animali non staccati daU'organismo, sono capad di por- lare un aumcnto notevole nel numero delle linee trasversali. L'A. conclude che : « le linee trasversali sono un qualcosa che si forma m sc"-uito a contrazioni energiche, disordinate, dissociantesi nei varii fascetti mi- no^-i della flbra muscolare solo negli ultimi istanti della vita ddl' animale, con la graduale scomparsa della vitalita dcll'demcnto contrattilo ». - 288 - RiE^uardo al meccanismo intimo di pi-ocluziono di tali formazioni nulla puo cnunoiaro per ora di positivamente dimostrabile. N. Beccari. Note di tecnica microscopica 4. Lepas C. — Intorno ad un nuovo motodo di colorazione dello sezioni istologiche c doi preparati di sangue. Lo Spcrimentole, Arch, di Biol., Atino LXII F. 2, 190S. \\ metodo di color.aziono proposto dall'A. riesce sopratutto in sezioni di pezzi fissati in liquidi a base di sublimato (di Zenker, di P'oa, ecc). 1 ]n'oparati debbono essere colorati per trenta minuti nella seguenle inisoela: Verde di jodio (lodgriin) gr. uno Fucsina acida fSaiirefuehsin) » uno Acqua distillata cmc. 100 24 ore dope ciie lu fatta la miscela, questa vien flltrata e sterilizzata per un minuto neU'autoclave. Rapido lavaggio doi preparati in acqua e trattamonto per pochi secondi con una soluzione 1 % di acido picrico (in alcool 90 "/o). Aleool assoluto, xylolo, balsamo. Col metodo suddetto il connettivo e la fibrina si colorano in rosso, i nuclei in verde cupo, la raucina ed il protoplasraa in verde gialJastro ; sono inoltre apprezzabili anche le granulazioni protoplasmatiche. Lo stesso metodo serve pure per la colorazione dclle granulazioni neutrotlle del sangue e del midollo osseo: allora bisogna i>rocedere nel mode scguente: I preparati fatti per strisciamento debbono essere flssati in alcool assoluto (nel quale fu lissato un gr. per 100 di acido fenico) ed anche in sublimate per V4 d'ora; colorazione come sopra. Le granulazioni neutroflle si tingono in bruno paonazzo, i nuclei in verde chiaro, le emazie in bruno chiaro. AVVERTENZA Nel Rendiconto delle Sessioni della R. Accademia delle Scienze di Bologna, CI. Sc. Fis., N. S., Vol. XII, Fasc. 4°, 1908 e pubblicata una comanicazione del Dr. GiULio Trinci erroneamento inlitolota « L'evoluzione prologonista pre- diacinetica deirelemento cromatico nell'oogenesi dei Sauri ». II Dr. Trinci rende noto clie il titolo va moditicato come segue: « L'evoluzione postgoniale prc- diacinelica dell'elemenlo cromatico nell'oogenesi dei Sauri ». NECROI^Oai — Annunziamo con dolore il decesso, avvenuto a Roma in questo mese dopo lunga malattia, del prol". Francesco Legge, ordinario di Anatomia umana nella R. Universita di.Cagliari. Di lui e della sua attivita scientifica diremo in altro numero. — E morto ad Omegna alFela di 31 anni il dott. Giuseppe Nobili, assistente al Museo zoologico di Torino, ben noto per i suoi lavori di carcinologia. CosiMO Gherubini, Amministratore-responsabile. Firenze, 1908. — Tip. L. Niccolai, Via Faenza, 44. MonitoFe Zoologico Italiano (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Ariatomia, Embriologia) Organo ufficiaie deiia Unione Zoologica Itaiiana DIKKTTO DAI DOTTORI GIULIO CHIARDGI EDGENIO FICALBI Prof. (U Anatoniia luuana Prof, di Anatoniia coiup. o Zoologia nel R. Istitiito di Stiuli Super, in Firenze nella K. Universitiv di Pisa Ufficio di Direzione ed Amministrazione: l.stituto Atiatoinico, Firenzc. 12 numeri aU'anno — Abbuonamento annuo L. 15. XIX Anno Firenze, Decemtore 1908. N. 13. SOMMARIO: BiBLlOGRAFlA. — Pag. 289-298. GoMUNiCAZioNi oRiGiNALi: Terni T., Gontributo alia conoscenza del testicolo del Geott'itou fus.'us. — Pag. 299-303. SuNTi E Riviste: Gigiic-Tcs E., L'eredita e le leggi razionali delFibridismo. — Pag. 303-305. Necrologio. — Errata-corrige: — Pag. 305. Fica.bi .E. e IVTonticelli Ft. Sav., Repcrtorio di specie nuove di ani- mali trovate in Italia e descritte in pubblicazioni italiane o forestiere uel- lauuo 1906. — Pag. 306-316. Avvertenza Delle Coinunicazioni Originali che si pubblicano nel Monitore Zoologico Italiano e vietata la riproduzione. BIBLIOGRAFIA Si da notizia soUanto dei lavori pubblicati in Italia. B. - PARTE SPECIALE II. Protozoi. Brugnatelli Ernesto. — Osservazioni sopra un cnccidio (Klossiella muris) che ha dato occasionc ad una nuova dottrina sulla funzione renale. — Boll. d. Sac. med.-chir, di Pavia, Anno 22, N. i, pp. 8-14, con lav. Pavia, lOOS. Ciuffo Giuseppe. — Su alcunc particolarita morfologiche della Spirocheta paj- lida. — Boll. d. Sac. med.-chir. di Pavia, Anno 22, N. 2, pp. 88-05, con tav. Pavia, 1908. Gaspeiini G. — La linfangito protozoaria ed il suo agente specifico Lympho- sporidium equi. — Rendic. Accad. med.-fisica fiorcntina, seduta II mag- fjio 1908, in : S])erimentale (Arch. BioUxjia norm, e i^atol.). Anno 62, Fasc. 3, pp. 346-375. Firenze, 1908. Osimo Giuseppina. — II genero Siderolithes Larak. Gon lav. e ligg. - ^^d' 'j- li. Ace. d. sc. di Torino, CI. di. sc. fis. mat. e nat., Vol. 12, Di.sp. l-i>, pp. 207-219. Torino, 1906-907. - 290 - VI. Vermi. 2. Platodi. Guerrini Guido. — Di un particolare apparato di sccrezionc osservato nol « Di- stomura hepaticum ». — Monitore Zool. ItaL, Anno 19, N. 6, iJ«(/. 152-157. Firenze, 1908. Monticelli Fr. Sav. — II genere Encotyllabe Diesing. — Annuario del Museo Zoologico clella R. Univ. di Napoli, Nuuva kerie, Yol. 2, N. 20, iJp. 1-13, con 1 tav. Napoli, 1907. Monticelli Fr. Sav. — II gencx'e Nietzscliia von Baer. — Annuario del Museo Zoologico della R. Unive?'sitd di Napoli, Nuova serie, Vol. 2, N. 27, P2J. 1-19, con 5 fig. e i tav. Najioli, 1908. Nazari Alessio. — Gisticet'co racemoso del cei'vello. Cou 1 tav. e 1 tig. — Bull. d. R. Ace. med. di Roma. Anno 34, Fasc. 1-3, pp. 30-35. Roma, 1908. Nazal i Alessio. — Echinococco multiloculare del legato. — Bull. d. R. Ace. nied. di Roma, Anno 34, Fasc. 1-3, pjj. 28-29, con 1 fig. Roma, 1908. 5. Briozoi, FoRONiDi, Cephalodiscus, Rhabdopleira. Neviani Antonio. — I prirai studi anatomici sui Briozoi. — Atti d. Congresso d. Naturalisti Italiani (Milano, 15-19 Sett. 1906). Milano, 1907, pp. 786-788. 9. ECHIURIDI. Senna Angelo. — Su una larva di Echiurus (E. abyssalis Skor.) del plancton di Messina. — Monitore Zool. Ital. Anno 19, N. 2, pp. 38-44, con 1 fig- Fi- renze, 1908. 10. Nematodi, Desmoscolecidi, Ghetosomidi. Preti L. — II potere emolitico di estratti di Anchilostoma duodenale. — Boll. d. Soc. med.-chir. di Pavia, Anno 22, N. 1, pp. 78-80. Pavia, 1908. Strada Ferdinando. — Sulla presenza di Oxiuridi incapsulati nella cavita peri- toneale. — Arch, per le sc. niediche. Vol. 31, Fasc. 5, pp. 418-428, con fig. Torino, 1907. 11. ACANTOCEPALI. Porta Antonio. — Nota sugli Acantocefali di Mammileri del Museo Zoologico di Napoli. — Annuario del Museo Zoologico della R. Univ. di Napoli, Nuova serie, Vol. 2, N. 22, p)p- ^-6, con 9 figure. Nai^oli, 1908. 14. Anellidi. Cognetti de Martiis Luigi. — Nuovo contributo alia conoscenza della drilo- fauna neotropicale. Con 1 tav. — Atti d. R. Ace. d. Sc. di Torino, Classe (li S(\ fis. mat. e naturali. Vol. 42, Bisp. 11, pp. 411-422. Torino, 1906-07. Cognetti de Martiis Luigi. — I cosidetti « pcni » dei Griodrilini. Ricerohe ana- tomo-istologiclio e lisiologiche. Gon 1 tav. e 1 flg. — Atti d. R. Ace. d. Sc. di Torino. Classe di Sc. fis. tnat. e naturali. Vol. 43, Bisji. 15,p)p). 690-703. Torino, 1901-08. Cognetti de Martiis Luigi. — Lombrichi di Costa Rica e del Venezuela. Con 1 tav. — Atti d. R. Aec. d. Sc. di To?'ino, Classe d. Sc.fis. mat. e natwali. Vol. 43, Bisp. 14, pp. 505-518. Torino 1907-08. Rosa Daniele. — Nota sui Lombrichi ricordati da Stol'ano Dello Chiaje. — An- nuario del Museo Zoologico della R. Universitd di Napoli, Nuova serie, Vol. 2, N. 17, pp. 1-3. Napoli, 1906. - 291 - VII. Artropodi. 5. Aracnidi. EUingsen E. — Materiali por una fauna dell'Arcipelago Toscano. VIII. Isola del Giglio. Notes on Pseudoscorpions. — Annali del Museo civico di St. nat. di Genova. Serie III, Vol. 3, pp. 668-670. Genova, 1907-08. Maglio G. — Sulla presunta rete nervosa periferica degli Idracnidi. — Moni- lore Zool. Ital., Anno 19, N. 5, pp. 116-123, con 6 fig. Firenze, 1908. Simon E. — Arachnides recueillis par L. Kea sur la cote occideutale d'Afrique, I partie. — Annali del Museo civico di SI. nat. di Genova, Serie III, Vol. 3, pp. 218-323. Genova, 1907-08. 6. Grostacei. Nobili Giuseppe. — Nuove ossei'vazioni sulla ideutita di Brachycarpus neapoli- tanus Gano e Palaomon biunguiculatus Lucas. — Annuario del Museo Zoo- loyico delta li. Universiln di Napoli, Nuova serie, Vol. 2, N. 21, pp. 1-6, con 1 lav. Napoli, 1907. 8. MlRIAl'ODI. Silvestri F. — Gavernieola. I. Descrizione di una nuova specie di Lithobius dclle grotte di Sardegna. — Annali del Museo civico di St. nat. di Ge- nova, Serie III, Vol. 3, pp. 647-648. Genova, 1907-08. Silvestri F. — Materiali per una fauna deH'Arcipelago Toscano. VII. Isola del Gigliu. Descrizione di un nuovo geuere di Glomeridellidae. — Annali del Museo civico di St. nat. di Genova, Serie III, Vol. 3, px). 611-646. Ge- nova, 1907-08. 9. INSETTI 0 ESAPODI. r.) Architteri o Pseudoneurotteri e Mallofagi Martin R. — Voyage du feu Leonardo Fca dans I'Afrique occidentale. Odona- tes. — Annali del Museo civico di St. nat. di Genova, Serie III, Vol. 3, pp. 640-667. Genova, 1907-08. d) Oitotten. Borelli A. — Ortotteri I'accolti da Leonardo Foa nell'Africa occidentale. Der- raatteri. — Annali del Museo civico di St. nat. di Genova, Sene 111, Vol. 3, pp. 345-390. Genova, 1907-08. Grriffini A. — Ortotteri raccolti da Leonardo Fea neH'Alrica occidentale. II. Fa- sraidi 0 Mantidi. — Annali del Museo^ civico di St. nat. di Genova, Se- rie III, Vol. 3, pp. 391-418. Genova, 1907-08. Griffini Achille. — Descrizione d'un nuovo Grillacride di Timor. — Monitore Zool. Ital., Anno 19, N. 3-4, p)p. 90-92. Firenze, 1908. e) Rincotl o Emit eri, e Fisapodi o Tisanotteri. Buffa Pictro. — Esanie di una piccola raccolta di Tisanotteri esistente nel .Mu- seo zoologico della R. Universila di Napoli. — Annuario del Museo zoolo- (jico della R. Universila di Napoli, Nuova serie. Vol. 2, N. 23, pp. 1-6, con 5 fig. Napoli, 1908. f) Coleotteri e Gtrepsilten. Dodero A. — Contribuzione alio studio del genore Leptotyplilus Fauvcl. — An-, nali del Museo civico di St. nat. di Genova, Serie III, Vol. 3, pp. 631 640, con 1 tavola. Genova, 1907-08. - 292 - Galiaii C. J. — Description of news genera and species of Longicornes Coleop- tcra from Sumatra. — Annali del Museo civico di st. nat. di Genova. Se- rie III, Vol. 3, pp. 66-112. Genova, 1907-08. Gestro R. — Una gita in Garfagnana. — Annali del Museo civico di SI. nat. di Genova, Serie III, Vol. 3, pjx 168-177. Genova, 1907-08. Gillet J. J. E. — Remarques sur quelques Goprides du Museo Civico de Genes et descriptions despeces nouvelles. — Annali del Museo civico di St. nat. di Genova, Serie III, Vol. 3, pp. 587-603. Genova, 1907-08. Grouvelle A. — Etude sur le genre Macro ura. — Annali del Museo civico di St. nat. di Genova, Serie III, Vol. 3, pp. 552-578. Genova, 1907-08. Janson 01. 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Vol. 3, pp. 339-342. Ge- nova, 1907-08. Regimbart M. — Hydropnilides provenant du voyage de M. L. Fea dans I'Afri- que occidentale. — Annali del Museo civico di St. nat. di Genova, Se- rie III, Vol. 3, pp. 46-62. Genova, 1907-08. Kolari A. e F. — Material! per una fauna deU'Arcipelago Toscano. VI. Isola del Gigho. Nuova specie di Gurculionide ipogeo. — Annali del Museo civico di St. nat. di Genova, Serie III, Vol. 3, pp. 470-472. Genova, 1907-08. Solari A. e F. — Studi sugli Acalles. — Annali del Museo civico di St. nat. di Genova, Serie III, Vol. 3, pp. 479-551. Genova, 1907-08. Xambeu P. — Res Ligusticae, XXXVIII. Description de la larve de Sphodropsis Ghilianii, Schaum. — Annali del Museo civico di St. nat. di Genova, Se- rie III, Vol. 3, pp. 324-325. Genova, 1907 OS. I) Leptdotteri. Verson Enrico. — Sul vaso pulsante della Sericaria. — Atti d. R. 1st. veneto di Sc. Lett, ed Arti, Tomo 67 (Serie 8, Tomo 10), Disp. 10, Parte 2, PX). 1291-1321, con 2 tav. Venezia. Anno ace. 1907-08. IX. Molluschi. 6. Gefalopodi Issel Raffaele. — Diagnosi prelirainari di un nviovo genere o di due nuove spe- cie di Cclalopodi appartenenti alia fara. Granchiidae raccolti dalla R. Nave K Liguria ». — Monitore Zool. Hal., Anno 19, N. 3-4, pp. 102-104. Fi- renze, 1908, - 293 - XII. Vertebrati. 1 1. P A R T E A N A T 0 M I C A. 1. Parte generale. Eynberk van (}. — Sairsio di anatomia segmeiilale. La inelameria somnlica, nervosa, cutanea e muscolare dci vertebrati. — R. Ace. d. Lincei, Memo- rie. Set'. 5, CI. di sc. /is., mat. c naturali. Vol. 7, pp. 1-318, con fig(j. Ro- ma, 1908. 3. Apparegchio tegumentale. Bizzozzero E. — SuUe cellule cromatolbre e di Langet-lian^ nella pelle. Con tav. 21. — At'cJi. jier le Sc. mediche, Vol. 30, Fuse. 6, /p. 611-633. To- rino, 1906. Cignozzi Oreste. — Sulla polimastia. — Ri forma medica, An. 21, N. 10, jjp. 261-267, con figg. Napoli, 190S. Foa Carlo. — Sui fattori die deterrainano Taccrescimento e la funzione dclla ghiandola mamraaria. — Arch. Fisiologia, Vol. 5, Ease. 6, pp. 520-532. Firenze, 1908. Francini Metello. — Per lo studio delle pseudoraammelle soprannumerarie. — .1 tU d. R. Ace. d. Fisiocritici in Siena, Ser. 4, Vol. 20, N. 5-6, pp. 255- 258, con fig. Siena, 1908. 4. Apparegchio scheletrigo. BancM Arturo. — Nuove osservazioni sulla paraflbula nei Rettili o uei .Mam- raileri. Con tav. XXII-XXIII. — Arch. ital. Anatomia ed Embriol., Vol. 7, Fasc. 2, pp. 361-370. Firenze, 1908. Bruni Gesare. — Di alcune disposizioni anoraale nel torace. — Arch, per le sc. iitediche, Vol. 32, Fasc. 2, pp. 166-179, con fig. Torino, 1908. Frassetto Fabio. — Studi suUe forme del cranio umano (forme eurasiche). — Momtore Zool. ital.. An. 19, N. 1, p)p. 1-13, con 3 figg. Firenze, 1908. Valejiti Giulio. — Sopra I'origine delle coste nella outogenesi del Gongylus ocel- latus. — Rendic. d. R. Ace. d. Sc. d. 1st. di Bologna, ad. del 10 niaggio 1908, in Boll. d. sc. med.. An. 79, Ser. 8, Vol. 8, Fasc. 8, pp. 386-387. Bologna, 1908. Zavattari Edoardo. — Materiale per lo studio dell'osso ioide dci Sauri. Con 1 tav. — Atti d. R. Ace. d. Sc. di Torino, Classe di Sc. fis. mat. e natu- rali. Vol. 43, Disp. 15, pp. 706-713. Torino, 1907-08. 5. Apparegchio muscolare. Austoni Araatore. — Muscoli auricolari estrinsecl dell'uomo. Con tav. XIV-X^ 11. — At'ch. ital: Anat. ed Embriol., Vol. 7, Fasc. 2, pp. 193-243. Firenze, 1908. Bruni Angelo Cesare. — Del cosiddetto muscolo tenare cutaneo (Le Double) e di altri fasci accessorii superficiali dei muscoli abductor pollicis brevis e abductor hallucis (brevis) neH'Uorao ed in alcuni Primati. — Atti d. R. Ace. d. Sc. di Torino, d. di Sc. fis. mat. e nat.. Vol. 42, Disp. 7, pp. 251- 260. Torino, 1906-907. Cherie-Ligniere Massimo. — Annotazioui anatomiche intorno alle fascie del collo nieiruoNio. — Monifore Zool. Ital., An. 19, N. 6, pp. 134-142, con 1 fig. Firenze, 1908. Santucci Aleardo. — Di un'anomalia muscolare della regioue inguinale. - Atti d. R. Ace. d. Fisiocritici in Siena, Ser. 4, Vol. 20, N. 5-6, pp. 315-319, con fig. Siena, 1908. - 294 - 6. Apparecchio intestinale con le annesse ghiandole Biscossi Adalgisa. — Sui cambiamenti deU'epitelio dei villi intestinali attribuiti ai vari stadi di assorbimento [Uccelli]. Con tav, XVIII-XIX. — At'ch. ital. Anaiomiaecl Embriologia, Vol. 7, Fasc. 2, pj). 244-263. Firenze, 1908. Fabris A. — Legatura del coiidotto coledoco e prooessi rigenerativi del fegato. Ricerclie sporimentali. - Arch, per le Sc. mecl, Vol. 31, Fasc. 5, 2Jp- 429- 447. Torino. 1907. Righetti Carlo. — Sulla reseziono delle ghiandole salivari [cani e conigli]. Con ta\'. — Zo Speritnentale (At^ch. Biologia norm, e patol.), An. 62, Fasc. 4, pp. 459-478. Firenze, 1908. Bubinato Giovanni. — Osservazioni anatomo-cliniche sul rapporto Ira diabete niellito ed isole del Langerhans. — Rendie. d. Soc. med.-chir. di Bologna, Ad. del 4 luglio 1908, in Boll. d. Sc. med., Anno 79, Ser. 8, Vol. 8, Fasc. 9, pp. 409-410. Bologna, 1908. Silvesiri Torindo. — DelFindipendenza anatomica, fiinzionale e clinica dei lobi del legato. — Riforma medica, An. 23, N. 46, pp. 1266-1271. Napoli, 1907. Tiberti N. — Ulteriori ricerche sperimentali intorno alle isole del Langerhans. — Lo Sperimentale (A)xh. Biologia norm, e p)alol.). An. 62, Fasc. 4, pjp. 399-414. Firenze, 1908. * Vernoni Guide. — Intorno al fondamento istologico di alcuue funzioni del villo intestinale [gatto]. Con tav. XX e 3 figure nel teste. — Arch. ital. Anat. ed EmbrioL, Vol. 7, Fasc. 2, pp. 264 293. Firenze, 1908. Visentini Arrigo. — Alcune osservazioni suil'anatomia del pancreas degli uc- celli. — Monitore Zool. Ital., An. 19, N. 1, pp. 17-27, con 1 tav. Firenze, 1908. 7. Apparecchio respiratorio. Baglioni S. — 11 nesso tra le condizioni esterne e la forma e la funzione di al- cuni organi nei pesci. Nota 1.-^ Meccanica respiratoria. — Monitore Zool. Ital., An. 19, N. 7, pp. 180-191 con 9 figg. Firenze, 1908. Baglioni S. — II nesso tra le condizioni esterne e la forma e la funzione di al- cuni organi nei pesci. Nota 2.'^ Vescica uatatoria. — Monitore Zool. Ital., An. 19, N. 18, pp. 200-207, con 2 fig. Firenze, 1908. 8. TlROIDE, PaRATIROIDE, TiMO, CoRPUSCOLI TIMICI. Tenchini Lorenzo. — Sulla morfologia della ghiandola tiroide nei pazzi. Pubbl. postuma di P. Cavatorti. — Riv. sper. di Freniatria e Med. leg., Vol. 34, F'asc. 3-4, pp. 761-766. Reg gio- Emilia, 1908. Verson Saverio. — Contribute alio studio della ghiandola tiroide e suoi annessi. Con. tav. 14-17. — Arch, per le Sc. med., Vol. 31, Fasc. 6, pjx 477-522. Torino, 1907. 9. Apparecchio cirgolatorio. Milza e altri organi linfoid:. Agosti Francesco. — Ricerche sulla distribuziono dei nervi della milza. Con 1 tav. — Atti d. R. Accad. d. Sc. di Torino, Classe d. S. fis. mat. e na- iurali, Vol. 43, Disjx 13, pp. 417-424. Torino, 1907-08. Cavatorti Pietro. — II tipo norraale e Iq variazioni delle arterie della base del- I'encefalo. Nota preliminare. — Monitore Zool. Ital., An. 19, N. 10, ppj. 248-258. Firenze, 1908. Foa Pio. — Contribute alia conosccnza degli elementi costitutivi della polpa splenica. Ricerche anatoraiche e sperimentali. Con tav. 19. — Arch, jjer le Sc. mediche, Vol. 30, Fasc. 6, i^p. 559-590. Torino, 1906. - 295 - Mobilio Camillo. — Intorno alle valvole del golfo giugulare c dei tronchi bra- chio-ceralici nep. 125-128. Firenze, 1908. 12. Ghia>;dole surrexali, Organi cromaffini etc. Raineri G. — Le capsule surrenali in rapporto alia ovariectomia, all'ovaro-iste- roctomia, alia isterectomia: studio sperim. [Gonigli]. Nota prev. — Annali di Ostetricia e Ginec, An. 30, Vol. 1, N. 6, 2Jp. 744-747. Milano, 1908. Trinci Giulio. — Cellule cromaffini e « Mastzelien » nella regione cardiaca dei Mamraiferi. — Rendic. d. R. Ace. d. Sc. d. 1st. di Bologna, Adun. del 26 maggio 1907, in Bull. d. Sc. med.. Anno 78, Ser. 8, Vol. 7, Fase. 10, ji. 187. Bologna, 1907. Cfr. M. Z., XVIII, 12, 286. 13. Apparecchio nervoso centrale e periferico. Cerletti Ugo. — Sopra speciali corpi a (brnia navicolare della (•(•rtccci.i ^-vw- brale normale e palologica e sopra alcuiii rapporti Ira il tessuto cerebrale - 296 - e la pia madre. Con tav. 2-3. — Riciata sjjer. di F7'ematria e Med. leg., Vol. 34, Fasc. 1-2, x>P- 224-246. Reggio-Emilin, 1908. Cimoroni A. — SuH'ipertrofia dell'ipotisi cerebrale negli animali stiroidati, — Boll. d. R. Ace. Died, di Roma, An. 33, Fasc. 3-6, 2W- 171-175. Roma, 1907. Giannuli Francesco. — L'lnsula di Reil in rapporto ali'anartria ed all'afasia. — Riv. S2)er. di Freniairia e Med. leg., Vol. 34, Fasc. 3-4, ^jp. 321-368, con figg. Reg gio- Emilia, 1908. Perusini G. — Alcuno proposte intese ad una unirtcazione teenica nclla rac- colta del raateriale per ricerche sul sistema nervoso ccnti'ale delFuomo. Con 3 ligg. — Rivista spe7\ di FreniaiiHa e Med. leg.. Vol. 33, Fasc. 4, 2J2X 976-983. Reggio-Emilia, 1907. 14. Organi di senso. Ausloni A. — Muscoli auricolari estrinseci deiruomo. — Vedi M. Z., in questo N., pag. 293. Calderaro. — Sul modo di ottenere sezioni in serie dei globi ocuiari inclusi in celloidina. — Clinica Oculistica, An. 9, gennaio 1908, 2^. 3068. Palermo, 1908. Calderar.'. — Glandole rudimentali nella congiuntiva bulbare deiruomo. — Cli- nica Oculistica, An. 9, luglio 1908, 2W- 3259-3260. Palermo, 1908. Majocchi Domenico. — Sopra alia duplicatio supercilii. — Rendic. d. R. Ace. d. Sc. d. Isl. di Bologna, Adun. del 26 maggio 1907, in Bull. d. Sc. med.. Anno 78, Ser. 8, Vol. 7, Fasc. 9, p2^. 439-440. Bologna 1907. 17. Teratologia. Biancardi Guido. — . Le mostruosita fetali nella pratica della Guardia ostetrica di Milauo. — Arfc Ostetrica, An. 21, N. 20, pp. 297-306. Milano, 1908. (Continua). Bussi Armando. — Di un case di anencefalia causa di distocia e della sua ezio- logia embriologica. — Rifor^na medica. An. 24, N. 12, p)P- 318-321. Na- poli, 1908. Buzzoni Renzo. — Sopra un case di tcto mostruoso per saldamento deiramnios ed aderenza della placenta alia parete addominale. — Arte Ostetrica, An 21, N. 19, pp. 281-288, con figure. Milano, 1908. Corberi Giuseppe. — Osservazioni microscopiche sul midollo e sul cervello di un idrocefalico (idrocefalo interne congenito). — Rifo7^ma medica. An. 23 N. 48, pp. 1326-1327. Na2wli, 1907. Fiancini Metello. — Sul meningocele con procidenza di midollo. — Atti d R. Ace. d. Fisiocrilici in Siena, Ser. 4, Vol. 20, N. 3-4, p2J. 103-155 con figg. Siena, 1908. Levi 1. — Sopra due casi di amputazioni congenite. Nota, — Annali di Oste t)'icia e Ginec., An. 30, Vol. 1, N. 5, p2J. 668-675, con tav. Milano, 1908 Paltracca Ernesto. — Atrofla bilaterale dei nervi ottici e malformazione era nica. — Atti d. R. Ace. d. Fisiocriiiei in Siena, Ser. 4, Vol. 20, N. 1-2 P2J. 75-87, con fig. Siena, 1908. III. PARTE ZOOLOGIGA 3. Pesci. Lanzi L. — Contribute alia conosccnza della ontogenesi dei Teloostomi (Olo- stci od Kuganoidi e Teleostei). — Atti d. R. Ace. d. Fisiocrilici in Siena, Ser. 4, Vol. 20, N. 5-6, pp. 246-247. Siena, 1908. - 29? - Trois Enrico Filippo. — Nota sopra una forma di metacromatismo osservata in un esemplaro di Pleiironectcs italieus Giintli, preso nella Lagiina di Veuezia. — Alii del R. 1st. Veneto di Sc. Lett, ed Arti, Tunio 67 (Set'. 8, Tomo 10), Disp. iO, Parte i, pp. 221-222. Venezia, Anno ace. 1907-08. 6. UCCELLI. Martorelli Giacinto. — Elenco dei papnngalli del Musoo Zoologico Universita- rio di Napoli, con note e illustrazioni — A?im(a)'io del Micseo Zoologico delta R. Universitd di Napoli, Nuava Serie, Vol. 2, N. 24, pp. 1-9 con I tavola. NajMli, 1908. Salvador! T. — Uccelli deU'Ei'iti'ea raccolti da! sig. llario Capomazza. — An- nali del Museo civico di St. nat. di Genova, Serie III, Vol. 3, pp. 0080SO. Genova, 1907-08. 7. Mammiferi Andersen Knud. — Chiropteran notes. — Annali del Museo civico di St. nat. di Genova. Ser. III. Vol. 3, pp. 5-45. Genova, 1907-8. Andersen Knud. — Cliiropteran notes. Parte 11. — Annali del Museo civico di St. nat. di Genova, Sene III, Vol. 3, pp. 473-478. Genova, 1907-08. Camerano Lorenzo. — 11 quagga del Museo Zoologico di ^Torino. — Atti d. R. Ace. d. Sc. di Torino, Classe di Sc. fis. mat. e naturali. Vol. ±3, Disp. 8, pp. 246-249, con 1 tav. Torino, 1907-08. 8. Antropologia ed Etnologia. Giuflfrida-F.uggeri V. — L'antropologia e le arti belle. — Rivista d' Italia, 1007, fasc. 12. Perusini G. — Sulla uniformita delle misure cefalometriche. — Riv. Sper. di Freniatria e Med. leg.. Vol. 34, Fasc. 1-2, pip. 282 285. Reggio-Ennlia, 1908. Sergi G. — Di una classiflcazione razionale dei gruppi umani. — Atti Soc. Hal. Progresso Scienze, Riunione 1'^ (Parma 1907) pp. 232-242. Roma, 1908. Sergi Sergio. — Sulla craniologia degli Herero. — Bull. d. R. Ace. med. di Roma, Anno 34. Fasc. 1-3, pp. 100-116, con 2 fig. Roma, 1908. Appendige: Antropologia appligata allo studio dei pazzi, dei griminali, etc. Ascarelli Attilio. — 11 tipo cranico faociale in 300 omicidi. Con 4 figg. — AjtJ). di Psich. Neuropat. Antrop. eriminale e Med. legale, Vol. 29 {Vol. 5 d. Ser. 3), Fasc. 3, pp. 209-233. Torino, 1908. — Boll. d. R. Ace. med. di Roma, An. 33, Fasc. 7-8, pp. 276-301. Roma, 1907. Blasio CDe) Abele. — 1 renitenti di leva. — A}-ch. Psich. New'op. Antrop. criminate e Med. legale. Vol. 29 (Vol. 5 d. Ser. 3), Fasc. 6, j)p. 545-551. Torino, 1908. Marimo F. — Gorvolli di delinquent!. — Arch. Psich. Neurop. Antrop. cri- minate e Med. legale, Vol. 28, (Vol. 4 d. Ser. 3), Fasc. 1-5, pp. 582-581. Torino, 1907. Marro Giovanni. — Sur la division du parietal (avec trois observations origi- nelles dans des cranes d'idiots;. Con tav. 3. — A)-ch. Psich. Neurop. Antrop. eriminale e Med. legale, Vol. 28 (Vol. 4 d. Ser. 3) Fasc. 6, pip. 745-748. Torino, 1907. Marro Giovanni. — Sur la division de I'os propre du nez (Observations origi- nelles dans des cranes de criminels ct d'alienes). Con. tav. 7. — Arch. Psich. Neuro]). Antrop. eriminale e Med. legale, Vul. 28 (Vol. 1, d. Ser. 3), Fasc. 6, pip. 653-672. Torino, 1907. - 298. - Marro Giovanni. — Variations craniennes chez les crirainels et les alienes. Con lav. 6. — Arch, di Psich. Neurop. Antrop. criminale e Med. legale, Vol. 28, {Vol. 4 d. Ser. 3), Fasc. 6, pp. 674-692. Torino, i907. Masini M. U. e Albertis (de) D. — Oxicefalia, plagiocefalia e trigonocefalia in un araoralc. Con 2 figg. — Arch. Psich. Nevrop. Antrop. criminale e Med. legale. Vol. 29, (Vol. 5 d. Ser. 3) Fasc. 4-5, pp. 304-508. Torino, 1908. Paravicino Giuseppe. — Ossicine criptiche e « Foramen dorsi sellae » nel cranio d'un itliota. — Arch, di Psich. Newojx Antrop. criminale e Med. legale, Vol. 28 (Vol. 4 d. Ser. 3), Fasc. 6, pp. 709-713. Torino, 1007. Pianetta Cesare. — SuUe anoraalie delle estremita nei pazzi. Con 2 figg. — A)'ch. Psich. Neurop. Antrop. ctnminale e Med. legale. Vol. 27 (Vol. 4. a. Ser. 3) Fasc. 4-5, pp. 498-512. Torino, 1907. C. - ZOOLOGIA APPLICATA. 2. ZoOLOGIA APPLICATA ALL'AGRICOLTURA E ALLE INDUSTRIE. Allevamenti. Giardini zoologigi. Acquari. Cuboni G. — Le facolta di Scienze Naturali nelle Universita e Tinsegnaraento superiore agrario. — Aiti d. Congresso d. Naturalisti Ilaliani (Milano, 15-19 sett. 1906). Milano, tip. d. Operai, 1907. pp. 89-91. Giudice (Lo) Pietro. — L'acqua del Lago piccolo del Faro (Messina) in rapporto colla recente raoria dei raolluschi bivalvi. — Biologica, Vol. 1, Fasc. 3, X. 19 bis, lijj. 441-455, con figg. Torino, 1907. Ribaga Costantino. — Di una peculiare alterazione delle foglie di gelso dovuta ail un Omottero. — Redia, Giorn. di Entomol., Vol. 4, Fasc. 2, pp. 329-333, con tav. 5. Firenze, 1907. > » » t - 299 - COMUNICAZIONI ORIGINALI ISTITUTO ANATOMICO Dl FIRENZE DIKBTTO DAL PROF. G. CHIARUai. Contribute alia conoscenza del testicolo del Geotriton fuscus NoTA PKELIMINAIIE DI TDLLIO TCRNI E vietata la riproduziooe. Nel testicolo dello Spelerpes le ampolle seminali (corrispon- denti ai tubuli di v. La Yallette St. George' alle capsule di Spengel, ai lobuli di Kingsbury) sono disposie radialmente attorno all'asse maggiore dell'organo. Come Spengel ha ricono- sciuto in generale per gli Urodeli, e in particolare Kingsbury per il Besmognatkus, Mc. Gregor per VAmphiuma ecc, anche il testicolo dello Spelerpes e percorso nei sno maggior asse da un canale longitudinale epiteliale (il Sammelkanal degli AA.) il quale secondo Mc. Gregor rapresenterebbe I'epitelio germinale, ma che invece secondo Hoffman ('86) si svilupperebbe insieme alle sue diramazioni dal mesonefros. In questo tubo collettore si gettano gli spermatozoi giunti a maturazione. Ogni lobulo o ampolla ha all'ingrosso la forma di un cono, che in sezione trasversa appare come un triangolo, coUa base rivolta alia superflcie esterna del te- sticolo (sulla quale i limiti dei diversi lobuli sono segnati da solchi che rendono la superflcie stessa tutta mammellonata); coll'apice che, per mezzo di un corto condotto, ha rapporti di continuita coll'epitelio del canale collettore. Non e qui il luogo di rintracciare nei lobuli i diversi stadii delta spermatogenesi. Solo vogliamo chiarire che, come nei testicoli di altri Urodeli, cosi anche nello Spelerpes gli spermatogoni si tro- vano raccolti verso I'apice del lobulo rivolto verso I'asse dell'orga- no {Regenerationsfeld di V. Rath), mentre gli sperm.atozoi maturi sono presenti verso la base periferica del lobulo stesso. Con tutta certezza gli spermatozoi si sono differenziati in situ : le modalita delta trasformazione di essi saranno forse toccate in seguito, se sara possibile colmare le tacune, probaljilmcnte causate dalla irre- - 300 - peiibilita dello Spelerpes in alcuni mesi dell'anno. Infceressante e per ora di accennare a certe apparenze c a certi rapporti die gli spermatozoi dello Spelerpes mostrano alio stato di completa matu- razione, quando sono ancora contenuti neiriaterno deH'ampolla te- sticolare. Tutti gli autori sono d'accordo nel riconoscere che le cellule follicolari (rispettivamente Randzelleri, XdJirzellen, Stiltzzellen dei diversi A A.) le quali in numero variabile circondano il grande sper- matogonio (Ursamenzelle), per il ripetuto dividersi di esso vengono a delimitare la *Sperm(2^ocis^'i, cosi denominata da v. La Vallette St. George. Nella spermatocisti non ancora matura il rapporto fra cellule follicolari e cellule sessuali e assai intimo: questo rap- porto diviene molto piii stretto quantio, per le successive trasfor- mazioni che I'onda spermatogenetica produce nel lobulo testicolare, le due sorta di elementi subiscono cambiamenti profondi cosi nella loro forma come nel loro ordinamento e posizione. Gli spermatozoi — lunghissimi e filiformi — si allineano nu- merosi parallelamente I'uno accanto all'altro, a formare dei veri e propri sistemi o fasci, indipendenti fra di loro e sparsi qua e la verso la periferia del testicolo. Ognuno di questi sistemi si distingue : 1° per I'essere i singoli spermatozoi di cui esse risulta formate, diretti parallelamente fra di loro ; 2° per essersi essi maturati in blocco ; 3° per il loro impiantarsi su di un inanipoio di cellule fol- licolari proprio ad ogni sistema. Sono appunto le modalita di questa terza caratteristica dei sistemi di spermatozoi, che qui vogliono essere prese rapidamente in esame. Hermann ('89), occupandosi dell'istogenesi del testicolo, addu- ce un' immagine di Spermatocisti di Salamandra maculosa giunta a completa maturazione, in cui un fascio di spermatozoi arriva fra due cellule foHicolari : ma, ne e chiara la penetrazione degli sper- matozoi nel protoplasma di ogni singola cellula, ne il tesio com- menta e correda in mode alcuno 1' immagine suddetta. II Kingsbury ('02) nel Desmognathus noto che gli Spermato- zoi maturi si inseriscono nel protoplasma delle cellule toUicolari. Ad ogni mode cosi Kingsbury, come Mc. Gregor ('99), Mo- ves ('97), v. La Valette St. George ('76), v. Rath ('94), lanssens ('02) e gli altri AA. che ho potuto finora consultare, non hanno trattato in mode particolareggiato questo argomento. Le spermatocisti giunte a completa maturazione sono costituite - 301 - da un numero molto variabile di fascotti di Spermatozoi, i quali possono arrivare piu o meno obliquamente sopra un gruppo di cel- lule follicolari. II numero di tali fascetti e in stretto rapporto con quelb delle cellule d'impianto, poiche ognuno di essi fa capo al protoplasma di una singola cellula. Le cellule follicolari possono es- sere disposte Tuna accanto all'altra su di un piano piii o meno re- golare a contatto o col'a parete connettivale deU'ampolla, o con uno strato di cellule del ciclo spermatogenetico non amcora matu- rate, 0 coi resti di cellule degenerate che si trovnijo abbondante- meiite nella porzione di ampolla giunta a maturazione (resti che possono appartenere cosi a cellule del ciclo sessuale, come a cel- lule follicolari restate in situ dopo il distacco degli Spermatozoi). Oppure assai spesso il gruppo di cellule follicolari presenta una caratteristica disposizione a cono cavo, il quale puo trovarsi racchiuso fra cellule sessuali immature [Spermatociti) o in rapporto diretto colla parete connettivale deU'ampolla. Quando si avvera tale dispo- sizione, si hanno nelle sezioni osservate in serie delle immagini raolto caratteristiche di spermatocisti, le quali verranno descritte minutamente in altro luogo. Ma comunque siano aggruppate le cellule follicolari e qualun- que sia il numero degli spermatozoi che fanno lore capo, in ogni sistema tanto le teste munite del loro uncino terminale che i pezzi intermedii decorrono in generale diritti e rigidi parallelamente fra di loro ; mentre che le lunghe code — libere nella cavita ampol- lare — descrivono dei lievi ondeggiamenti, pur conservando fra loro un net to parallelismo. Veniamo adesso a descrivere la minuta struttura delle cellule follicolari. Sono esse elementi che offrono una notevole variety nei loro caratteri morfologici. Raraniente conservano il tipo dei primi stadii della loro evoluzione, quando, fornite di scarsissimo proto- plasma e coi nuclei di forma irregolarmente sfaccettata o semilu- nare, rivestivano spermatogoni e spermatociti. In generale invece queste cellule appaiono piii grandi m toto : il loro nucleo ha subito cambiamenti tali da diveniio molto dissi- milo dall'aspetto che priniitivamente aveva, e il loiu protoplasma e aumentato considerevolmente in rapporto alia speciale e nuova funzione. II nucleo diviene assai piii grande ; il suo contorno si arrotonda come per uno sumssamento degli spigoli ed assume una forma per lo piii grossolanamento'ovalare o fusiformc, col maggior asse diretto secondo la direzione dei fasci di si)ermatozoi. - 302 - Spesso la superficie del nucleo che guarda verso 11 fascio degli spermatozoi e concava e alia sua concavita corrisponde un fascetto di spermatozoi. Questo risulta in particolar modo evidente quando la spermatocisti e colpita dal taglio in modo che i fllamenti termi- nal! delle teste del zoospermii contenuti nel protoplasma cellulare siano tagliati trasversalmente. La cromatina in parte e raggruppata qua e la suUa membrana nucleare, in parte nell'lnterno del nucleo in masse informi e dif- formi. Nell'insieme la cromatina e in quantita relativamente mi- nore che nelle primitive piccolo cellule follicolari: essa si trova ad essere come disseminata nel nucleo divenato piu grande. La forma del nucleo assume talvolta caratteri svariati, nel senso che puo mostrar.si lobato e frammentato, o anche completamente diviso in due da una stretta fessura hneare. II protoplasma non circonda da tutti i lati il nucleo. Puo man- care in alcuni tratti di esse, ma e specialmente abbondante la dove vengono ad inserirsi le teste degli spermatozoi. Dalla parte opposta invece il protoplasma molto frequentemente presenta un vacuole piii 0 meno grande, che in preparati trattati coll' acido osraico si mostra ripieno di una sostanza omogenea nerastra (quando natural- mente pero il trattamento successive delle sezioni non abbia favo- rite I'allontanamento di essa). II vacuolo puo interessare tanta parte della cellula da produrre nel nucleo di essa una smangiatura accentuata, Talvolta i diversi caratteri descritti si riassumono nella stessa cellula. Sicuramente le immagini spesso diverse che questi elementi ci offrono, sono da attribuirsi al diverse grade di evoluzione o di involuzione di queste cellule di sostegno e di nutrizione insieme. Il protoplasma non ha contorni netti : colle diverse colorazioni si mostra discretamente granaloso e sfumato alia periferia. La sua caratteristica piu saliente e di essere penetrate dal- I'estremita delle teste degli spermatozoi. Questi ultimi — egregia- mente descritti da Ballowita — hanno una testa aghiforme, ter- minata da un I'igido e sottile aculeo (S^jiess), munito di un caratte- ristico uncino. E appunto questo aculeo termiiiale che e contenuto per un certo tratto del sue decorso nel protoplasma delle cellule di sostegno. In ogni cellula vieiie a fissarsi in tal modo un fascetto com.posto di un numero molto variabile di spermatozoi (che oscilla fra 15 e 50), il quale e individuahzzato dai circostanti e diretto sensibilmente verso il nucleo follicolare, con cui spesso contrae I'intimo rapporto - 303 - sopra descritto. II nucleo puo perfino assumere una forma spiccata- mente semilunare e allora nella sua concavita e innicchiato il gruppo degli spermatozoi. E evidente che questo cambiamento nella forma del nucleo e un particolare adattamento al suo intimo rapporto col fascetto di spermatozoi. Questo rapporto e incomparabilmente piu intimo che nelle cel- lule del Sertoli, come in parte e gia state osservato da altri AA., in altri animali. In piii le cellule follicolari, nel perdere il rapporto col sistema di spermatozoi che si emancipa verso il canale centrale, degenerano completamente. Solo in tal mode il j^^rforatorimn, il quale — come si e detio — e munito di un uncino, puo liberarsi dal protoplasma follicolare. SUNTI E RIVISTE 1. Giglio-Tos, Erraanno. — L'Erodita e le leggi razionali doll' ihridismo. — Diolo- (jiea, Yol. II, N. 10, pp. 1-30, 1908. L' A. si rivolge ai colloghi e 11 prega, nello intoresse della biologia, di voler veriflcare se le leggi die csporra veugano o no confei'mate dagli espcrimonti che hanno fatto o vorranno fare contribucndo cosi alia soluzione di uiio del piti importanti problemi della Biologia. Istituisce, in altri termini, un referendum sopra leggi da lui iramaginate, e raette a disposizione di chi vorra rispondere il periodico « Biologica » che egli dirige. Per far comprendere come queste leggi razionali dell" ihridismo siano una conseguenza della sua. intorpretazione dei fenomcni vitali 1' A. espone prima succintamentc quali sono le basi di questa. Passa quindi alia enumerazione ed alia illustrazione dcUe sue leggi. Esse sono: 1. Gli ibridi della 1* generazione presentano caratteri somatici interraedii, se ncssuno dei caratteri dei genitori e dorainante: presentano invece caratteri somatici di uno di essi, se i caratteri di questo sono dorainanti; in ogni case i gameti che essi producono non possono mai essere puri. 2. Se i caratteri della specie sono equivalenti, cioe se nessuno di essi e do- minante, 1' incrocio di ibridi della !.'"■ generazione unilateralmente, cioe derivati ncllo stesso sense dalle specie stipiti, dara prodotti press' a poco uguali a quelli della 1^ generazione. Gli ibridi percio si conservano. Se poi i caratteri di una delle specie sono dominanti, gli ibridi della 2*'^ ge- nerazione derivanti da incrocio degli unilaterali presenteranno, sebbene impuri, i caratteri di questa, percio si raanterranno, anche in (juesto caso, press' a poco uguah a quelli della 1" generazione. Anche in questo caso adunquc gli ibridi si conservano, mantenendosi quasi costanli. 3. Se si incrociano Ira di loro ibridi di P' generazione reciproci, cioe deri- - a04 - vati dalle specie stipiti in senso incrociato, si otterranno prodotti che faranno ritorno ad una delle specie stipiti, sebbene non perfottamente puri, ma con lievi traccie dell' altra specie. Gli ibridi, in questo solo caso, non si consei'vano. 4. II ritorno alle specie stipiti si fa a quella che nel prime incrocio ha lun- zionato come maschio, se 1' ibrido derivato da questo incrocio che si unisce con r ibrido suo reciproco e un maschio: si fa invece a quella che ha funzionato come foramina, se 1' ibrido che ne e derivato e che si incrocia col suo reciproco e una femmina. 5. Se nessuno dei caratteri delle specie stipiti e dominante, i prodotti di tutti gli incroci possibili degli ibridi di 1-^ generazione saranno per raeta inter- raedii Ira le due specie: deir altra meta, un quarto avra fatto ritorno ad una o r altro quarto all' altra delle specie stipiti. 6. Se i caratteri di una delle specie sono dorainanti, i prodotti di tutti gli incroci possibili degli ibridi di 1=^ generazione saranno per ^/^ somiglianti alia specie a carattore dominante e per '/4 invece alia specie a carattere recessive. Si veriflca dunque la legge di Mendel. Ma '/^ dei primi ^^ presentera i caratteri della specie dominante con raaggior intensita degli altri -/^ e quelli che avranno fatto ritorno alia specie stipite a carattere recessive non saranno puri, ma pre- seuteranno tract'ie dei caratteri dominanti dell' altra specie. 7. Qualunque sia la generazione degli ibridi che si voglia considerare, si ve- riflchera sempre questo fatto: se gli ibridi unilaterali si incrociano fra di lore, gli ibridi che ne deriveranno si conserveranno, oscillando piii o meno tra le due specie stipiti; se invece gli ibridi unilateraU si incrociano con gli altri unilaterali loro rcciproci, i lore prodotti faranno ritorno ad una delle specie stipiti, seguendo le noriue stabilite dalla legge 4*^ 8. In qualsiasi generazione di ibridi, se questi sono tutti fecondi, gli incroci, secondo ogni combinazione possibile, daranno sempre come risultato che meta dei prodotti faranno ritorno ad una delle due specie stipiti e 1' altra meta si conserveranno come ibridi, con variazioni dei loro caratteri piu o meno oscil- lanti. 9. La legge Q'^ degli ibridi della 2" generazione si veritica anche per quelli delle generazioni successive, se esistono le condizioni che abbiamo supposto ne- cessarie in tal caso. 10. Se tra due specie stipiti non si ottengono che ibridi unilaterali fecondi, gli ibridi incrociandosi si manterranno piii o meno costanti e non sara possibile il ritorno a nessuna delle specie stipidi. 11. Se gli ibridi reciproci di due specie non sono fecondi che gli uui nel senso maschile e gli altri nel senso femminile, il loro incrocio produrra inevita- bilraente il ritorno ad una delle specie stipiti, secondo le norme della 4^ e, ben inteso, con prodotti non perfettaraente puri. 12. Se si incrocia un ibrido mascliio con la specie stipite che nella sua pro- duzione ha funzionato come femmina, oppure un ibrido femmina con la specie che nella sua produzione ha funzionato come maschio, I'ibridismo si conserva; se invece si incrocia un ibrido maschio, con la specie che nella sua produzione ha funzionato come maschio, oppure reciprocamente, un ibrido femmina con la specie che nella sua produzione ha funzionato come femmina, si ha il ritorno ad una delle specie stipiti. 13. II ritorno alia specie stipite si fa a quella che ha funzionato come ma- - 305 - schio nella produzione degli ibridi, se i maschi di guesti ibridi si incrociano con le femmine di questa specie : oppiire si la a ([uella clie ha I'unzionato come lem- mina, se le femmine degli ibridi si incrociano coi maschi di questa specie. 14. Quando tra due specie I'incrocio reciproco non sia jpossibile o non dia ibridi fecondi, se i gameti maschili degli ibridi ottenuti si uniranno ai gameti femminili della specie elie ha lunzionato come maschio nella loro produzione si avra il ritorno dei prodotti a questa specie stipite, e, se si uniranno ai gameti lemminili della specie che ha funzionato come femmina, 1" ibrido si conservera, se invece i gameti femminili dell' ibrido si uniranno a quelli maschili della spe- cie che ha funzionato come femmina nella sua produzione, avra luogo il ritorno a questa specie stipite e si conservera per contro 1' ibrido, se questi gameti femminili si uniranno a quelli maschili della specie che funziono come maschio nella sua produzione. Se gh ibridi reciproci di due specie non sono fecondi che in un sense, Tin- crocio dei loro gameti con quelli delle specie stipiti seguira le norme stabilite dalla legge 12^. N. Beccari. NECROLOaiO L'immane sciagura che ha colpito il nostro paese lascio un lulto anche nella famiglia anatomica; il Prof. Autou>o Ziucoiie ordinario di Anato- mia nella R. Uuiversita di Messina, soccombette al terremoto che il 28 decem- bre 1908 distrusse quella citta. ERRATA-GORRIGE Corregge.re iiello osscrvaKioni su clue cervelli di Ghepardo asiatico. — Sergi Quiriuo: Fig. i i di femmina. — Fig. 2 di maschio. - 306 - di specie nuove di animal! trovate in Italia 6 descritte in pubblicazionj italiane o forestiere nell'anno 1906 PREFAZIONE Presentasi qui rolonco clelle specie nuove per la Scienza di aniraali trovate in Italia; specie che sono state descritte in pubblicazioni italiane (> forestiere nell'anno 1906 o qualcheduna in anni precedent!. Le avver- tenze sopra la "forma, le abbreviazioni, etc., fatte per il Repertorio del 1905, valgano anche per il presente. E. FiCALBi; Fr. Sav. Monticelli. Protozoa. Flagellata. Cji^yninodiiiinni rosenm. Napoli. — Dog:ieI, Valentin: Mittli. zool. Stat. Neapel, 18, Berlin, 1906, (20). Protozoa. Flagellata. Gymnodininm aiiine. Napoli. — Dogiel, Valentin: Mitth. zool. Stat. Neapel, 18, Berlin, 1906, {2(j). Protozoa. Flagellata. Oyniiiodininni parasiticniii. Napoli. — Dogiel, Valentin: Mitth. zool. Stat. Neapel, 18, Berlin, 1906, (28). Protozoa. Flagellata. Ciymnodininni coernlenni. Napoli. ^ Dogiel, Valentin: Mitth. zool. Slat. Neapel, 18, Berlin, 1906, (35). I'rotozoa. Flagellata. Ponchetia armata. Napoli. — Dogiel, Valentin: Mitth. zool. Stat. Neapel, 18, Berlin, 1906, (36). Protozoa. Infusoria. Capriiia anrantiaca. (n. g.). Branchie degli Agoni del lago di Lugano. — llaxxarelli, Giuseppe: Rivista mensile di Pesca, Milano, 8, 1906, (205-208 con 3 fig.). - 307 - Coolenterata. Cnidaiia. Tiarella parthenopea. (n. g.). r^olfo di Napoli. — Triiici, (;iulio: Monitore zool. ital., Firenze, 17, 1906, (208-213 com 2 liy.)- Vermes. Platoda. Tiumatoila. 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Coleoptera. ilalthodes (llaltharcns) Bandii. Sicilia. — Fiori, Andrea: Hi vi- sta Coleotterologica italiana. Camerino, 4, 1900, (21-23). - 312 - Aitliropoda. Insecta. Coleoptera. llalthodes (Maltliarcus) ttaiiglbaneri. Santa Maria del Taro in I'rovincia di Parma. — Fiori, Andrea: Ri vista Goleotterologica ita- liana, Canierino, 4, 1906, (4-6). Aithioiioda. Insecta. Coleoptera. Halthodes (llaltliarcns) latialis. Frascati. — Fioi-i, Andrea: Ri- vista ColeoUerologica italiana, Gamerino, 4, 1906, (13-15). xVitbiopoda. Insecta. Coleoptera. SlecinaiK hestetieus. Linata (Sicilia). — Vitale L^rancesco: Naturali- sta siciliano, Palermo, 18, N. 6, 1906, (134-135). Artlu-opoda. Insecta. Coleoptera. II edon augur. Corsica. — Fanvel, Albert: Revue d' Entomologie, Caen, 35, 1906, (89). Ai-tlu-opoda. Insecta. Coleoptera. Manophyes metallicus. Francavilla Sicula. — Vitale, Francesco: Naturalista sicil., Palermo, 18, N. 6, 1906, (136). Arthropoda. Insecta. Coleoptera. IVanophyes mornlns. 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Emilia. — l.nze, G.: Verhandlungen K. K. zoologisch-botanischen Gesellschalt, \Men, 56, 1906, (567-568). - 313 - Artliropoda. Insecta. Coleoptera. Phyllodrepa (Dialycera) Gekerae. Bazzano (Bolon^na). — Reit- ter, Edmund: Wiener Entoraologische Zeitiing, Wien, 24, 1905, (242). Artliropoclu. Insocta. Cok-optera. Polydrosns transalpiuas. M. Baldo, M. Grappa, Toscana, Emilia. — Daniel, K.: Miinciiener Koleopterologischo Zeitschrift, Miinchen 3, 1900, (182-184). Arthropoda. Insecta. Coleoptera. Kaymondionymos ISolarii. Flumentargin (Sardegna). — Gangl- baner, Ludwig: Muncliener Koleopterologisclie Zeitschrill, Miin- chen, 3, 1900, (102-163). Aithiopoda. lusecta. Colooplera. Baymondianynias Doderoi. Ozieri (Sardegna). — Oanglbaner, L.: Munchener Koleopterologisclie Zeitschrift, Miinchen, 3, 1900, (165-100). Arthropoda. lusecta. Coleoptera. Bhizostylops inquirendus, (n. g.). Bevagna in Umbria. — Silve- stri, Filippo: Redia, Giorn. di Entomologia, Firenze, 3, (1905), 1906, (315-324 con 1 tav.). Arthropoda. Insects. Coleoptera. Bhizotrogns praecox. Umbria. — Leoni, Giuseppe: Rivista Goleot- terologica italiana, Gamerino, 4, 1900, (02-03). Arthropoda. Insecta. Coleoptera. ISphenoplioras eIiconeusi«. Montalbano d'Elicona (Sicilia). — Vi- tale, Francesco: Naturalisla sicil., Palermo, 18, N. 0, 1900, (133-134). Artluopoila. Insecta. Coleoptera. Tentyria calabrica. Antonimina (Galabria). — Reitter, Edmund: Wiener Entomologische Zeitung, Wien, 25, 1906, (130). Arlliropoda. Insecta. ('oleoptora. Thylacites hnmilis. Gampo Ingleso (Messina). — Vitale, Francesco: Naturalista sicil., Palermo, 18, N. 0, 1900, (132-133). Arthropoda. Insecta. Coleoptera. Tracliypliloeus apnanns. Etruria. — Solari, Angclo e Solari, Ferdinando: Genova, Ann. Museo Giv. st. nat., (Ser. Ill), 2, (42), 1905-0, (93-94). - 314 - Arthropoda. Insecta. Coleoptera. Trachyphloeus proletarias. Messina. — Vitale, Francesco: Natu- ralista sicil., Palermo, 18, N. 6, 1906, (131-132). Arthropoda. Insecta. Coleoptera. Triniinm Paganettii. Eufemia d'Aspromonte (Calabria). — Reit- ter, Edmund: Wiener Entomologische Zeitung, Wien, 25, 1906, (129). Arthropoda. Insecta. Hymenoptera. Prosopis daliiiatica. Passomartino (Istria). — Alfken, I. D.: Zeit- schrift f. Hymenopt. und Dipterol., Teschendorf, 6, 1906, (92). Arthropoda. Inaecta. Lepidoptera. Acidalia eaphorbiata. M. Pacanaglia (Nizza). — Balestre, L.: Bul- letin Societe entomologique de France, Paris, 1906, (80). Artliropoda. Insecta. Lepidoptera. Ino Turatii. Monteforte. — Bartel, Max.: Societas entomologica, Zu- rich. 20, 1906, (178-179). Arthropoda. Inaecta. Diptera. lionchoptera strobli. Sibillini ed Abruzzi. (Ital. centrale). — De Meijere, I. G. H.: Tijdschrift voor Entomologie, 'S Gravenhage, 1906, (86). Arthropoda. Insecta. Diptera. Pegomyia ventralis. Italia. — Stein, P.: Wiener Entomologische Zeitung, Wien, »5, 1906, (75). Mollusca. Gastropoda. llnrella (Opica) sybaritica. Morano e Gastrovillari (Calabria). — Kobelt, W.: Nai)oli, Annuario del Museo zoologico della R. Univer- sita, (Nuova Serie), 2, N. 12, 1906, (10 con lig.). - 315 - ladice alfabetico delle nuove specie e dei nuovi generi Abaraalekia Lazarewi Del Guergio. — Arthropoda Pag. 308 Acallorneuraa Reitteri Mainardi. — Arthropoda 309 Acercus spatulifor Marucci. — Arthropoda 308 Acidalia euphorbiata Balestre. — Arthropoda 314 Agrilus albomai'ginatus Fiori. — Arthropoda 309 Amara (Paralei rides n. subg.) Bickhardti Sainte Claire Deville. — Ar- thropoda 309 Amaurops roraana Raffray. — Arthropoda 309 Anaspis Bickhardti Schilsky. — Arthropoda 309 Anillus Sekerae Reitter. — Arthropoda 309 Aonidiella taxus Leonard:. — Arthrojioda 309 Apion raonticola Schilsky\ — Arthropoda 309 Apion liguricum Solari A. e Solari F. — Arthropoda 309 Apion rufura Solari A. e Solari F. — Arthrop)Oda 309 Arrhenurus Maggii Maglio. — Arthropoda -. 308 Ascocotyle italica Alessandrini. — Yermes 307 Berabidion (Peryphus) Vodozi Sainte Claire Deville. — Arthropoda . . 310 Bruchidius Ganglbaueri Schilsky. — Arthropoda 310 Bythinus ealabricus Reitter. — Arthropoda 310 Cantharis sicula Pic. — Arthropoda 310 Gaprina aurantiaca Mazzarelli. — Protozoa 306 Gebrio Fiorii Leoni. — Arthropoda 310 Chilotoma italica Leoni. — Arthropoda 310 Gicindela Fiorii Grandi. — Arthropoda 310 Cisurgus Ragusae Reitter. — Arthropoda 310 Grossobothi'ium campanulatum Klaptogz. — Yer^nes 307 Dasytes palustris Fiori. — Arthropoda 310 Dichotrachelus Doderoi Solari A. e Solari F. — Arthropoda 310 Dichotrachelus Ragusae Solari A. e Solari F. — Arthropoda 310 Epuraea Ragusae Reitter. — ArthroiMda 310 Kudipnus auronitens D'Amore Fracassi. — Arthropoda 311 Euphilippia olivina Berlese e Silvestri. — Arthropoda 309 Euplectus Hummleri Reitter. — Arthropoda 311 Fridericia ilvana Issel. — Yermes 308 Gamasus (Pergaraasus) falculiger Berlese. — Arthropoda 308 Geronisia cultrifera Verhoeff. — Arthropoda 308 Gymnodi Ilium affine Dogiel. — Protozoa 30G Gyranodinium coeruleum Dogiel. — Protozoa 306 Gyranodinium parasiticura Dogiel. — Protozoa 306 Gymnodinium roseura Dogiel. — Protozoa 306 Helodrilus (Allolobophora) Targionii Baldasseroni. — Yermes 307 Helodrilus (Dendrobaena) dioraedaeus Cognetti De Martiis. — Yermes. . 307 Helodrilus (Lophila) Gestri Cognetti Da Martiis. — Yermes 307 Heterocerus lluviatilis Fiori. — Arthropoda 311 Hoplia (Decamera) Fiorii D'Amore Fracassi. — Arthropoda 311 - 316 - Hydryphantes Koenikei Maglio. — Arthropoda Pag. 308 Hypopliloeus (Parapliloeus) Leonhardi Reitter. — ArlhroiJoda 311 Ictitliyotomus sanguinarius EisiG. — Vei-nies 308 Ino Turatii Bartel. — Ai-throjMda 314 Labidostomis sardoa Jacobson. — Arth^^opoda 311 Laria ecalcarata Daniel. — Arihy^ojMda 311 Latelmis Gecconii Reitter. — Artht^ojMda 311 Lernanthi'opus lichiae Goggio. — Ai^thropoda 308 Liosoraa Bedeli Daniel. — Arthropoda 311 Liosoma subcoriaceum Daniel. — Ay^thropoda 311 Lonchoptora strobli De Meijeue, — Arthropoda 314 Malthodes (Maltharcus) Baudii Fiori. — AiHhropoda 311 Malthodes (Maltharcus) Ganglbaueri Fiori. — Arthropoda 312 Malthodes (Maltharcus) latialis Fiori. — Arthropoda 312 Mecinus hesteticus Vitale. — Arthropoda 312 Medon augur Fatjvel. — Arthropoda 312 Monorygraa rotundum Klaptogz. — Vermes 307 INIurella (Opica) sybaritica Kobelt, — Mollusca 314 Nauophies metallicus Vitale. — Arthropoda 312 Nanophie^ raorulus Vitale. — Arthropoda 312 Nymphon parasiticura Merton. — Arthropoda 308 Oraalium blandum Luze. — Arthropoda 312 Orchestes quercicola Fiori. — Arthropioda 312 Otioniiynchus (Arammicluius) syracusanus Fiori. — Arthropoda 312 Otiorrhynchus crilmrostris Leoni. — Arthropoda 312 Otiorrhynchus sirenteiisis D'Amore Fracassi. — Arthropoda 312 Pegomya ventralis Stein. — Ai^thropoda . . . . ' 314 Phyllodrepa (Dialycera) Gekcrae Reitter. — Arthrop)oda 313 Phyllodrepa palpalis Luze. — Arthrop)oda 312 Porcellio Diomedus Dollfus. — ArUv^opoda 308 Pouchetia armata Dogiel. — Protozoa 306 Prosopis dalmatica Alfken. — Arthropoda 314 Polydrosus transalpinus Daniel. — Arthropoda 313 Polygordius triestinus Hempelmann. — Vermes 307 Rayraondianymus Doderoi Ganglbauer. — Arthropoda 313 Raymondionymus Solarii Ganglrauer. — Arthrop)oda 313 Rhizostylops inquirendus (n. g.) Silvestri. — Arthropoda 313 Rhizotrogus praecox Leoni. — Arthropoda 313 Sphenophorus eliconensis Vitale. — Arthropoda 313 Taenia Blanc hardi Mola. — Vermes 307 Tentyria calabrica Reitter. — Arthropoda 313 Tliylacites humilis Vitale. — Arthropoda 313 Tiarella parthenopea Trinci. — Coelenterata 307 Trachyphloeus apuanus Solari A. e Solari F. — Arthropoda 313 Trachyphloeus proletarius Vitale. — ArthroiMda 314 Ti'imiura Paganettii Reitter. — Arthropoda 314 Trochopus onchacanthus Massa. — Vermes 307 GosiMO Cherubini, Amministratore-responsabile. i^erue, 1908. — Tip. L. Niccolai, Via Fasnzft, 44.