'm MONITORE ZOOLOGICO ITALIASO (Pubblicazioni italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) ORGANO UFFICIALE BELLA UNIONE ZOOLOGICA ITALIANA DIRETTO DAI DOTTORI GIULIO CHIARUGI EUGENIO FICALBI Prof, di Anatomia uiiiana Prof. Hi Anatomia com|iavata e di Zoologia iwl R Istituto di Studj Superiori in Firenze nella R. Uuiversita di Pisa Vol. XXTI — Anno XXII — 1911 (con 49 FIGURE E 4 TAVOLE) IN FIRENZJ^ MDCCCCXI II^DICE DEL VOL. XXIL (Anno XXII, 1911). BIBLIOGRAFIA N.B, — 111 quosto volume e coiitcnuta la Bibliogratia dcH'aiinata 1911 e la con- tinuazione di quoUa doUc annate preccdonti. A. — Parte generale. Pag". 49, 261. I. Bibliogratia, Storia e Biografia zoologica e anatomica. Pag. 49, J61. U. Scriiti zoologici d'lndole fllosofica. Pag, 50, 262. III. Scritti compiensivi e vari di Biologia, di Zoologia, di An&tomia. Pag. 50, 262. IV. Gonologia, Ontogenia, Teratologia (*). Pag. 52, 264. V. Citologia e Istologia. Pag. 53, 266. VI. Tecnica zoologica, anatomica e microscopicp. Pag. 55, 268. B. — Parte speciale. Pag. 137. 293. I. Invertebrati in genere. II. Protozoi. Pag. 137, 293. III. DiciemidI, Ortonettidi, Trichoplax e altri invertebrati d'incerto tipo. IV. Spongiari. V. Celenterati (Cnidari e Ctenofori). Pag. 138. VI. Vermi. Pag. 138, 294. 1. Scritti general! o su piu cho una dellc division! del gruppo. 2. Platodi. Pag. 138. 3. Rotifer! e Gastrotriclii. Pag. 138. 4. Nemertini. 5. Briozoi, Foronidi, Gephalodiscus, Rliabdopleura. 6. Brachiopod!. . 7. Entcropncusti. 8. Sipunculidi. 9. Ecliiuridi. 10. Nematodi, Desmoscolecidi, Ghetosoraidi. Pag. 138. 11. Acantocefali. 12. Ghetognati. 13. Echinoderi. (') Per 1.1 Teratologria, tbiU htkIic XII, U, IT. — IV - 14. Anellidi. Pag. 139, 294. VU. Artropodi. Pag. 139, 294. 1. Scritti genorali o su piii che una delle classi. Pag. 294. 2. Tardigradi. 3. Paiitopodi o Picnogonidi. 4. Mei'ostomi o Liraulidi. 5. Aracnidi. Pag. 139, 294. 0. Ci'ostacoi. Pag. 140, 295. 7. Prototracheati o Onicofori. 8. MJriapodi. Pag. 140, 295. 9. Inset ti o Esapodi. Pag. 140, 295. a) So^ifti gencrali o su pin che uno degli o?-dini. Pag. 140, 295. 7j) Atteriyoti o Tisanuri. Pag. 141, 295. c) Archiiteri o Pseudonevr otter i e Mallofayi. Pag. 141, 295. d) Ortoiteri. Pag. 141, 295. e) Rincoti o Emitteri, e Fisapodi o TisanotterL Pag. 142, 296. f) Coleotleri e Sirepsitteri. Pag. 142, 296. (j) Nevrotteri. h) Imenotteri. Pag. 144, 297. i) Dilleri. Pag. 145, 298. k) Afaniiteri. _ I) Lepidotteri. Pag. 145, 298. I Mil. Echinodermi. IX. Molluschi. Pag. 145, 299. 1. Scritli general! o su piii die una delle classi. Pag. 145. . 2. Antineuri. 3. Gastoropodi (Prosobranchi. Eteropodi. Opistobranchi. Ptempodi. Polmo- nati). Pag. 145. 4. Scafopodi. 5. Lamellibrauchi, Acefali o Pelecipodi. 6. Gefalopodi. Pag. 299. X. Tunicati. Pag. 140, 209. XI. Leptocardi o Anfiossidi. Xn. Vertebrati. Pag. 185, 233, 299, 303. I. Parte gener.4lLE. II. Parte anatomic a. Pag. 185, 299. 1. Parte generale. Pag. 185. 2. Sti'uttura esteriore. 3. Apparecchio tegumentale. Pag. 186, 299. 4. Apparecchio scheletrico. Pag. 187, 299. 5. Apparecchio museolare. Pag. 188, 300. 6. Apparecchio intestinale con le annesse glandole. Pag. 188, 300. 7. Apparecchio respiratorio. Pag. 189, 300. 8. Tiroide. Paratiroide. Time. Gorpuscoli tiniici. Pag. 189, 300. 9. Apparecchio circolatoi-io. Milza e altri organi lintbidi. Pag. 190, 300. 10. Cavita del corpo e raombrane sierose. Pag. 190. 11. Apparecchio ui'iuario e genitale. Pag. 190, 301. 12. Gliiandole surrenali. Organi cromaffini, etc. Pag. 192, 301. 13. Apparecchio nervoso centrale e periferico. Pag. 192, 302. 14. Oi'gani di senso. Pag. 195, 303. 15. Organi produttori di Kice, di elettricita. 16. Anatomia topogratica. Pag. 195. 17. Teratologia. Pag. 195, 303. III. Parte zoologica. Pag. 233, 303. 1. Scritti general! o su piu che una delle classi. 2. Giclostomi. 3. Pesci. Pag. 233, 303. 4. Anflbi. Pag. 303. 5. Rettili. Pag. 234, 303. (3. Uccelli. Pag. 234, 304. 7. Maramiferi. Pag. 234, 304. 8. Antropologia ed Ktnologia. Pag. 235, 304. AppencUce : Antropologia applicata alio studio doi pazzi, dei crimi- nali, etc. Pag. 306. G. — Zoolog;ia applicata. Pag. 307. 1. Zoologia medit-a. Pag. 307. 2. Zoologia applicata all' agricoltura e alle industrie. Allevamenti. Giardini zoologici. Acquari. Pag. 307. COMUNICAZIONI ORIGINALI. Beccari N. — Le strie olfattorie nel cervello dell'uomo. Con 1 tig. — Pag. 255- 260. Biondi G. — Sul nucleo dcUe cellule nervose cariocrome (Kcrnzellen) e delle cellule nervose dette « granuli ». Con tav. IV. — Pag. 209-223. Brian A. — Dcscrizione del raaschio della Dinematura producta Miiller (Gope- pode parassita). Con ligg. 4. — Pag. 197-202. Caradonna G. — Gontributo alia istologia del polmone. La disposizione e la distribuzione delle fibre rauscolari liscie nel polmone. Con tav. II. — Pag. 95-105. Carossini G. — SuUo sviluppo delle gliiandole cutanee dello scroto nell'uomo ed in particolare sui rapporti di alcune gliiandole sudoripare coi follicoli piliferi. — Pag. 179-183. Casali R. — Note di topogratia e importanti varieta nel decorse e della distribuzione della porzione cervicale del nervo frenico. Con 2 ligg. — Pag. 169-179. Comolli A. — Di un caso di duplicita completa bilaterale degli ureteri in una bambina. Con 2 rigg. — Pag. 113-119. Emery C. — Alcune ritlessioui sulla classiticazione zoologica. — Pag. 224-231. — VI — Favaro G. — Sviliippo e struttura dclle valvole senoatriali degli anamni. Con ligura, — Pag. 1-3. Favaro G. — Gono c biilbo arterioso negii Anamni. Con 2 ligg. - Pag. 121-125. Favaro G. — L'ondocardio, a proposito di una pubblieazionc di C. A. Torrigiani dal titolo « Studio sullo sviluppo e sulla sti'uttura dei seni del Valsalva c delle valvole semilunai'i nol cuoro umano ». — Pag. 327-330. Gallenga C. — Dei flocculi e di alcune paiticolai'ita della parte pupillare del- I'iride noli'Kquus Zebra. — Pag. 202-204. Giannelli L, — Occlusionc temporanea secondai-ia dclle vie biliari estraepati- clie in embi'ioni di Lepus cuniculus. Con 9 flgg. — Pag. 81-94. Giuffrida-Ru^geri V. — 11 supposto centro antropogenico sud-araericano. Con 2 llg. — Pag. SG9-286. Granata L. — Osservazioni su alcuni stadi di sviluppo di Coi-ynocephalus al- bomaculatus Lev. (Alciopina parasitica Clpde. e Pane.). Con 4 rig. — Pag. 151-158. Grandori R. e Grandori G. — Di uno Spoiozoo deU'epitelio intestinale di Cy- clops 0 Daphina. Con 1 fig. — Pag. 287-292. Griffini A. — Sopca una piccola collezione di Grillacridi del Museo Sud-AIricano di Capetown. — Pag. 125-134. Griffini A. — Descrizione di due nuove Gryllacris. — Pag. 2(3-34. Levi G. — Appanti alia pubblieazionc di Donaggio « Nuovi dati sullc propag- gini nervose del citoplasma e sullo tibre collagene dei gangli spinali ». — I'ag. 140-151. Luna E. — II cervelletto delTOrang-Utan. Con 3 fig. — Pag. 105-112. Luna E. — Ricorclie istologiche ed istochimiche sulla retina dei vertcbrati. — Pag. 119 120. Mobilio C. — Origine dei nervi del plesso brachiale ncl Bue. Con 1 tig. — Pag. 236-254. Pignatari R. — Dei vetri copi'i-oggetti azzui'i'i. — Pag. 204-205. Pitzorno M. — Ulteriori studi sulla struttura dei gangli simpatici nei Selaci. Con 3 tig. — Pag. 4-9. Riquier G. C. — Contributo alio studio della ghiandola lacrimale nmana. Con tav. I. — Pag. 56-65. Russo A. — Cio clie pensa O. van der Stricht dei granuli da me descritti cd arliticialmente aumentati neir oocite della Coniglia. — Pag. 183-184. Senna A. — La spermatogenesi di Gryllotalpa vulgaris Latr. Nota preliminarc. Con 8 tig. — Pag. 65-77. Sera G. L. — Suiruorao Ibssilo sud-americano. Con 3 tig. — Pag. 10-24. Stefanelli A. — Contribute alia piii intima couosceaza dei rapporti tra le pia- stre motrici. Con tav. III. — Pag. 161-169. Sterzi G. — Intorno alio sviluppo del tessuto nervoso nei Selaci. — Pag. 34-44. Trinci G. — Note sopra una Sarcocystis parassita di Gongylus ocellalus Wagl. con considerazioni critiche sulla morfologia e sulla biologia dei Sarcosporidi., VII SUNTI E RIVISTE Asooli G. — Deiranatomia e dolla rniniita struttura del sistoma simpatico dogli Irudinei. — Pag. 232. Cvmlleri A. — Sullo sviluppo della guaina midollaro nelle ribre nervose cen- tral]. — Pag. 45. Sergi S. — Variazioni dei solflii deli'iusula nel cervello umano. — Pag. 46. NOTE BI TECNICA MICROSCOPICA MartinnlH L. — La colorazione paiiottica di Pappenlieim applicata alle sozioni. — Pag. 47. Petacci A. — Ricerclio sulla colnrazinnc di Romanowski e motodo rapido per ottenei'la. — Pag. 47-48. NOTE BIBLIOGRAFICHE L'arazzi D. e Levi G. — Tecnica Microscopica. — Pag. 135. Doyen E., Bouchon I. P., Doyen R. — Atlas d'anatoraie topographique. — Pag. 135 136. Haecker V. — Allgeraeine Vercrbungslelire. — Pag. 159. Schultze Franz Eilhard. — Nomciuilatof Animaliura Geiiei'um et Subgeiierum: Primatium Genera et Subgenera. (Probeliel'erung). — Pag. 1.5'J. NOTIZIE E VARIETA Concorsi a preraio. — Pag. 160. Necrologio. — Pag. 48. Nomenclatura anatomiea. — Pag. 77-79, Notizie. — Pag. 79, 160. Societa italiana per il progresso delle Scionze. — Pag. 206. Unione Zoologica Italiana. — Pag. 80, 136, 206, 232. Firenze, 1912 — Tip. Luigi Niccolai. Monitore Zoologieo Italiano (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana DIRKTTO DAt DOTTORI GIULIO CHIARUGI EUGENIO FICALBI Prof, di Anatomia [umana Prof, di Anatomia comp. e Zoologia nel R. Istituto di Stud'i Super, in Firenze nella R. Universitii di Pisa Ufficio di Direzione ed Amministrazione: Istituto Auatomico, Firenze. 12 nuiueri all'auno — Abbuonamento annuo L. 15. XXII Anno Firenze, Gennaio 1911. N. 1. SOMMARIO : GoMUNiCAZioNi ORiGiNALi : Favaro Gr., Sviluppo 0 struttura dolle valvole senoatriali degli anamni. (Con figure). — Fitzorno M., Ul- teriori studi sulla struttura dei gangli sirapatici nei Selaci. (Con tre figure), — Sera Gr. L., SulF uomo fossile sud-americano. (Con tre figure). — Pag. 1-24. Avvertenza Delle Comunicazioni Originali che si pubblicano nel Monitore Zoologieo Italiano e vietata la riproduzione. COMUNICAZIONI ORIGINALI R. ISTITUTO ANATGMICO DI PADOVA DoTT. GIUSEPPE FAVARO, Prof. inc. ed Aiuto Sviluppo e struttura delle valvole senoatriali degli anamni. Nota preTentiva (Con figura). fe vietata la riproduzione. Le nofcizie embriologiche sopra le valvole senoatriali dei pesci possono riassumersi in quelle assai compendiose del Hochstetter - 2 - (1901-1903), perche le nuraerosissime ricerche sopra lo sviluppo del cuore in tale classe rimangono quasi tutte circoscritte (presciiiden- do da quelle sul cono e bulbo arteriosi) ai primi stadi di sviluppo e anche le poche che trattano di stadi ulteriori, come le recenti del Sobotta (1902), del Weber (1906) e del Senior (1909) nei teleostei, nulla di concrete ci fanno sapere in proposito. Lo stesso vale nei riguardi della struttura, mentre, per quauto concerne la morfologia, le notizie sono abbastanza numerose, benche non sera- pre esatte. II Hochstetter ammette semplicemente che nei selaci tali valvole si sviluppino come pieghe nell' interne del lume cardiaco, in seguito a strozzamento della parete del tube primitive in corrispondenza del future limite fra seno ed atrio. Anche il Sobotta ricorda nei salmonidi una simile piega. Nei corso di estese ricerche da me in- traprese sopra I'istogenesi e I'istologia com- parate dell'endocardio e del tronco arterioso (nelle quah trovo sempre nuovi argomenti a conferma del signiflcato da me (1909-1910) attribuito a tale tonaca cardiaca e quindi indirettamente al cuore stesso), sono giunto a questo proposito a conclusioni, che in breve riassumo, facendo poi seguire, in modo piii succinto ancora, quelle relative ai rima- nenti anamni da me studiati. Nei selaci, tipo Acanthias vulgaris, i lembi valvolari senoatriali si sviluppano principalmente in seguito ad un rallentato accrescimento in ampiezza della parete car- diaca a livello del tuturo margine libero di essi, in confronto con i segmenti di parete contigui: a tale ritardo nello sviluppo par- tecipano dapprima la parete cardiaca in toto, poi solo I'abbozzo miocardiaco rivestito dair endocardio. Questa disposizione rimane perfettamente conser- vata anche nell' adulto (cfr. fig. A), eve troviamo ciascun lembo valvolare costituito da due robuste lamine muscolari rivestite dal- r endocardio e separate da una lamina connettiva di tessuto sotto- epicardiaco; le prime alia base del lerabo divergono, trapassando Tuna nei miocardio del seno, I'altra in quelle deU'atrio. Schemi di sezione perpeiidicolare di lembi valvolari senoatriali ; A di Acanthias, B di Acipenser, G di Esox. e~ endocardio, m := miocardio, p = epicardio, s =^ tessuto sot- toepicardiaco. - 3 - Nei condroganoidi, tipo Acipenser sturio (cfr. fig. jB), troviamo invece che i lembi senoatriali sono costituiti da un forte ispessi- mento dairendocardio senza apprezzabile partecipazione del raio- cardio, ed hanno strattura eguale a quella delle valvole atrioven- tricolari e del cono arterioso (tessuto vescicolare piu o meno modi- ficato). E siccome queste valvole si sviluppano costantemente, an- che nei petromizonti (per mia osservazione), dai cosi detti cusci- netti e cercini endocardiaci (^), cosi noi dobbiamo concludere che anche in corrispondenza deU'orifizio senoatriale dello storione si svi- luppano nei periodo larvale, in sostitazione delle ripiegature della parete cardiaca die rimangono appena accennate, i cuscinetti en- docardiaci. Ricordero poi come negli osteoganoidi, per quanto rife- riscono il Boas (1880) ed il Rose (1890), le valvole siano per lo pill sostituite da noduli fibrosi, che il Rose considera come fa- scetti muscolari degenerati. Finalmente nei teleostei, tipo Esox lucius (cfr. fig. C), ho nota- to una disposizione intermedia, gia parziahnente accennata dal Ley dig (1857) in Leuclscus: il lerabo consta cioe di due lamine miocardiache, non tuttavia cosi autonome come nei selaci (il mio- cardio del seno e atroflzzato), e in corrispondenza del raargine li- bero si ha in certi tratti 1' inspessimento endocardiaco. Nei petromizonti, dove e pure noto lo strozzamento embrionale del tube cardiaco (Gotte, 1890: Hatta, 1808), le valvole si svi- luppano in modo simile a quelle di AcanfMas. Esse non costitui- scono nei giovani Ammocoetes una semplice ripiegatura dell' endo- cardio, come aflferma il Cori (1906), ma contengono nei lore spessore fascetti muscolari, di cui puo rimanere traccia, contrariamente a quanto- noto il Vogt (1894:), nell'adulto. Negli anfibi, tipo Hyla viridis, nei quali pure e noto il primi- tive strozzamento, notiamo, nei lembo senoatriale ventrale, anzi- tutto la ripiegatura delia parete cardiaca e la costituzione delle due lamelle miocardiache, e successivamente la comparsa, sul margine libero, di un cuscinetto endocardiaco : nei lembo dorsale le dispo- sizioni sono meno nette. NelF adulto, mentre si conservano i fasci muscolari (Gaupp, 1899), non rimangono di solito dell'ispessimento endocardiaco che tracce poco manifesto. 0) I cuscinetti del canale auricolare di Acanthias souo in nuraeio di qiiattto (due inaggiori e due minori) e non di duo, come affermauo gli Autori. Egualmeute dicasi per gli antibi (Hyla viridis). - 4 - ISTITUTO ANATOMICO DELLA R. DNIVERSItA DI 8AS8AKI DIUETTO DAL PROF. G. LEVI lilteriori studi sulla struttura dei gangli simpatici nei Selaci NoTA DEL DoTT. MARCO PITZORNO, Aiuto e Libero docente (Con tre figure) E vietata la riproduzione. Proseguendo le mie ricerche sulla struttura del simpatico, da me iniziate nello scorso anno, e suUe quali gia riferii in questa Ri- vista (^), ebbi Tcpportunita di esaminare 11 ganglio cervicale supe- riore di un esemplare di Selache maxima catturata in Alghero, della lunghezza di m. 3,80. In questo ganglio, 11 quale fu trattato col metodo fotografico di Cajal, la sostanza croraaffine e come sempre molto abbondante, ed ha prevalentemente sede lungo i margin! ed alle estremita. II volume delle cellule gangliari oscilla entro limiti molto estesi (da un diametro massimo di 250 ;x, ad uno minimo di 17 !^), prevalgono di gran lunga le grandi cellule; le piccole si tro- vano di preferenza in mezzo alia sostanza cromafflne ed anzi ho notato un graduale aumento delle cellule nervose nel Hmite fra quella sostanza ed 11 gangho vero e proprio. Le piccole cehule sono molto piii stipate delle grandi, le quah sono separate I'una dall'altra da trabecole di connettivo. Queste ultimo hanno una forma per lo piii allungata, ovoidale piriforme, col maggior diametro disposto parallelamente all'asse del ganglio ; le piccole sono quasi semprj piriformi. Tutte le cellule, sia grandi che piccole, hanno due ed anche tre nuclei, spesso sporgenti sulla superficie della cellula. II cilindrasse nasce per lo piii da un polo della cellula; sin dalla sua origine ha un diametro non molto considerevole in pro- porzione al grande volume della cellula, ma uniforme nolle varie cellule; nel sue tratto prossimale e sempre rettilineo con leggeris- sime sinuosita; dope un breve cammino, ripiega, ed entra a far parte dei fasci nervosi a decorso longitudinale. In questo cammino (1) M. Pitzorno. — Sulla struttura dei gaugli simpatici iiei Selaci. — MonUore Zoologico Ilaliano, Anno XXI, N. S, 1910. non da alcuna collaterale. Dei prolungamenti protoplasmatic! pos- siamo distinguerne due varieta: prolungamenti grossi che originano dalla cellula con larga base, e nei quali si conserva visibile la strut- tura fibrillare, e prolungamenti sottili coloriti uniformemente in nero. Tutti questi prolungamenti ])03sono formare degli intricatis- simi plessi pericellulari; nel maggior numero del casi la loro estre- mita si presenta affilata, ma spesso se ne osservano con termina- zione a clava, di questi ultimi in una stessa cellula potei contarne oltre 20. Anche in questa specie si riscontrano quelle formazioni che Cajal C) nel simpatico dell'uomo ha definito col nome di glome- ruli, e che furono da me gia descritte in altra specie di Selaci. Osservai del glomeruli monocellulari, format! dai grossi prolunga- menti protoplasmatici di una sola cellula, che non ho finora riscon- trato in altri Selacei, e di questi alcuni erano avvolti a spira da fibre provenienti da altre cellule, altri no. I glomeruli bicellulari possono venire formati da prolungamenti grossi e prolungamenti sottih, in quest'ultimo case se ne hanno di due forme: od i prolun- gamenti sono molto lunghi e nascono tutti a ciuffo da una parte limitata della cellula, oppure le due cellule sono ravvicinate ed i prolungamenti sono brevi e nascono da tutto un lato del due corpi cellulari. I glomeruli pluricellulari sono numerosi, e nella loro co- stituzione oltre ai prolungamenti protoplasmatici vi prendono parte pure fibre sottili che provengono da altri punti del ganglio. In Se- lache, analogamente a quanto osservai in SmjUiorhinus, si trovano quel gomitoli isolati di forma sferica od ovoidale, aventi I'asse maggiore parallelo all'asse del ganglio e che si differenziano dai precedent! per trovarsi lontani dagli element! cellulari da cu! pro- vengono; sono nettamente distinti dai tessuto circostante. Sebbene in generale queste cellule grand! abbiano contorni re- golari pure non mancano casi di fenestramento dovuto alia forma- zione di uno o due occhielli; in ogni mode pero il fenestramento non interessa ma! piti di un lato della cellula. Debbono po! essere distinte da queste finestre, le quali sono hmitate alia periferia del citoplasma, i ver! e propri canah (diam. 10 12 [Jt.) ! quali dalla superficie penetrano profondamente, percor- rono la cellula in tutta la sua lunghezza e vanno a sboccare al polo opposto da cu! trassero origine ; oppure ripiegano per andare a 0) Cajal R. S. — Las Celulaa del Gran Simpatico del Hombre atlulto. — Trabajos del Laboratorio de InvestUjacwncs Biologicas. Tomo IV. - 6 - fmire presso il punto d'origine. Non di raro si ramificano neH'in- terno della cellula. Per riferirrai ad osservazioni antecedent! ricordo che questi canali intracellulari furono osservati esclusivamente in element! di grandi diniensioni (Fritsch, Holmgren, Levi ed altri) ; il calibro dei canali degli elementi simpatici di Selache e ragguardevolissimo, forse maggiore che in tutte le altre specie fi- nora osservate. Debbono poi essere distinte sia dalle finestre che dai canali delle enormi cavita (fig. 1) a forma sferoidale (diam. trasv.51 a e diam. long. 73 [x) scavate nel citoplasma, le quali sono in gran parte oc- cupate da connettivo. Ad ess3 fanno ca])o alia loro volta dei ca- nalicoli intracellulari. Dal loro contorno si originano sottili prolun- gamenti i quali dopo aver attraversato la cavita, ne fuoriescono. Fig. 1. — Cellula grande di Selaclie maxima cou aiupia cavita uel sao interno, e canale clie sbocca in essa. Ingrandimento 63G X- Alt)"i filamenti si vedono dall'esterno penetrare in esse, i quali si dividono in rami piii sottili a inisura che s'innoltrano neH'interno. Tutti questi rami mtrecciandosi fra loro formano una rete nel tes- suto connettivo occupante I'insenatura. Queste cavita si riscontrano con relativa frequenza uei gangli di Selache. Quando canali e cavita — / sono molto numerosi in una stessa cellula, ne deriva da tal fatto una costituzione spugnosa del citoplasma. Ma il fatto di gran lunga piu interessante da me riscontrato nei gangli di Selache e che, se non erro, non ha il suo riscontro, in altri organi del sistema nervoso centrale e periferico, e I'esisten- za relativaraente frequente nell'interno di un'ampia cavita di una cellula grande di un elemento piii piccolo (fig. 2). La prima cir- conda da ogni lato la seconda, ma nel ponte protoplasraatico che Fig. 2. — Cellula grande di Selache maxima, che nel suo interno contiene ua' altra cellula piii pic- cola. Ingrandimento 480 X- separa la cellula piccola dalla superficie esterna e scavata una fine- stra, attraverso alia quale si fa strada il cilindrasse della cellula piccola. II diametro dell'una e dell'altra varia a seconda dei casi ; nel caso riportato nella fig. 2 la cellula grande misura 68 X 71,4 ;ji, la piccola 51 X 42,5 a. II fatto mi sembro tanto singolare che a prima vista dubitai si trattasse di un artificio di preparazione, ma uno studio piii at- tento mi elimino qualsiasi dubbio in proposito, anzi tutto le due cellule hanno costituzione norraale con struttura fibrillare ben evi- - 8 - dente ; ed in casi fortunati (vedi fig. 2) e apprezzabile nella stessa sezione Torigine del cilindrasse di arnbedue le cellule. I due elementi sono separati da una fessura sottile nella quale s'insinua del con- nettivo, fuorche in singoli punti ove il citoplasma delledue cellule si trova a mutuo contatto. In qualche raro case una sola grande ceilula (vol. a. 127,5 X Hi) conteneva nel suo interne due piccolo cellule (fig. 3), delle quali una misurava diam. long. v-. 63 e diam. tras. V: 39, el'altra 25,5 X 32. /f^^^S \J h Fig. 3. — Ceilula grande di Selache maxima che nel suo interne ne contiene due altre ; queste ul- time preaentauo visibile il loro cilindrasse. Ingrandimento 480 X- Non ho per il memento dati sufficienti per dare una interpre- tazione sicura di questa disposizione, ma debbo iimitarmi a delle supposizioni. Riferendomi a quanto ci e noto sull' istogenesi dei gangli del sistema cerebro-spinale ricordo che fu da Levi (^) dimostrato che in fasi relativamente inoltrate dello sviluppo persiste in alcune re- gioni del ganglio una particolare disposizione a nidi (~) di gruppi di cellule ancora arretrate nella loro evoluzione e prive di capsula (1) Levi G. — I gangli cerebro-spinali. Studi di Istologia e di Istogenesi. Con 462 fig. ecc. Arch. Hal. di Anal, ed Emhr. Supp. al vol. VII, 1908. ('-) Dt'i nidi desoritti da S. Mayer. Diam are ecc. ^ 9 _ propria, la quale persiste negli Urodeli anche nell'adulto, scompare iiegli altri vertebrati quando il connettivo s'insinua neU'interno del nidi a circondare ciascuna cellula. E evidente che la suaccennata disposizione da me osservata in Selache si e costituita in un pe- riodo dello sviluppo in cui almeno alcune fra le cellule del ganglio erano a mutuo contatto e formavano dei nidi ; perche se tutti gli elementi fossero stati circondati, come avviene normalmente nel- l'adulto, da ogni lato da connettivo, evidentemente sarebbero man- cate le condizioni perche I'inclusione di una cellula nell'altra potesse avvenire. 'E probabile che in qualche nido, forse in punti in cui le cellule erano piii stipate che altrove, singoU elementi del nido siano an- dati incontro ad un accrescimento piii rapido e, non avendo trovato condizioni topografiche opportune per crescere secondo il tipo uor- male, il lore citoplasma si sia insinuate fra gh elementi adiacenti ri- masti arretrati nello sviluppo, circondandoli da ogni lato. E evidente che la presenza di cellule piccolo incluse in elementi pill grandi non ne turba la funzionalita, se e lecito indurlo dalla struttura conservatasi perfettamente normale. Soltanto in qualche case ho notato nella cellula grande dei va- cuoli ed altri segni di alterata struttura ; e questo piu particolar- mente nei casi in cui le cellule incluse avevano raggiunto un mag- gior volume ; non e improbabile che I'accrescimento di queste ultimo possa determinare una compressione meccanica della cellula grande e per conseguenza ne possa provocare la degenerazione. Per quanto ritenga premature di stabilire dei confronti fra specie diverse di Selacei, non posso esimermi dal rilevare quanto sia pill complessa la costituzione dei gangh simpatici di Selache di fronte a quelli di altri piccoli Selaci da me studiati e dei quali mi propongo di riferire quanto prima : il che confermerebbe per il sim- patico quanto ha cercato di dimostrare Levi per i gangU cerebro-spi- nali che non soltanto il volume della cellula gangliare ma anche la complessita della sua costituzione e strettamente legata alle mole del corpo dell'animale. 10 G. L. SERA ASSIS. ON. ISTITUTO ANTROP. BOLOGNA SuU'uomo fossile sud-americano. N o t a p 1- e T e ij t i ? a (Con tre tio;ure). E vietata la riprodiizione. I recenti reperti di Necochea nell'Argentina, che sono andati ad aggiungersi (grazie alio zelo infaticabile e straordinario di Flo- rentino Ameghino) ai precedenti gia abbastanza numerosi dell'uomo fossile sud-americano fanno si che su qaesto abbiamo ormai una serie di documenti abbastanza notevole. Di questi resti pero, fra le diverse parti scheletriche, i cranii che siano in istato tale da permettere di osservare fatti morfolo- gici architetturali sono pochi. Non cosi pochi pero che il trarne delle induzioni non sia giustificato. Tanto pill importante poi e I'osservare come la maggior parte di questi cranii ed i piii antichi presentano dei fatti di morfologia caratteristici e cosi spiccatamente marcati da permettere di dedurre fin da ora delle conclusioni importanti suH'uorao fossile sud-ame- ricano. Premettiarao alcune note esplicative sui reperti fossili sud- americani, perche ormai numerosi, a scope di maggiore chiarezza, desumendole dal lavoro del Lehm ann-Nitsche (*) sopratutto, e di qualche altro autore che citeremo a seconda della occasione. I reperti sono esposti nell'ordine della lore collocazione nella serie stratigrafica quale e data dall'Ameghino, per quelle che ri- guarda la lore disposizione successiva ; senza che cio implichi ac- cettazione delle vedute cronologiche di lui. 1° Baradero. Esistono frammenti del cranio, le due diaflsi fe- morali, oltre ossa spezzate e frammenti degli arti inferiori. Del cra- nio il pezzo meglio conservato e la mandibola. (1) K. Le hm anil . Nit sclio. — Nonvellcs lerlH'rrlies sui' la foriuatiou i)anipeenne etc. Biienos Aires, i9Ul . - 11 2° Necochea. Vi sono l.re reperti sotto questo no me : I. Pezzo di calotta craniense. Frammenti di ossa lunghe. II. Cranio deteriorato e privo di buona parte dei suoi costi- tuenti, ma tuttavia in condizioni da permettere una proficua osser- vazione ; parte del corpo della mandibola; vAri pezzi scheletrici. III. Frammenti di un cranio. 3° Miramar (— La Tigra). Cranio in discreto stato per la parte cerebrale. Della faccia e presente la porzione dell'orbita yini- stra formata dal malare. Esiste la mandibola spezzata e le ossa lunghe in istato relativamente buono. 4" Chocorl. Esiste il cranio cerebrale in buono stato, niente pero della faccia ; la mandibola spezzata e frammenti delle parti mediane delle diafisi di alcune ossa lunghe. 5" Fontezuelas. Scheletro intiero abbastanza complete e discre- tamente conservato. II cranio che era in frammenti e stato rico- stituito bene per cio che riguarda la parte cerebrale. La parte facciale invece (per una deformazione postuma?) non e ugualmente bene ricostituita. 6° Samhorombon. Scheletro quasi • complete. Del cranio non esiste che la base, piii una parte della regione posteriore e la man- dibola. Non si ha sinora alcuna illustrazione di questo reperto. 70 Frias. I. Un prime scheletro con cranio trovato dairAmeghino e donate dal Pozzi al Museo Civico di Milano e andato perduto. IL Frammenti dello scheletro senza cranio di almeno due individui. 8° Saladero. Di uho scheletro complete, attraverso varie vi- cende non residuano ormai che due frammenti del femore sinistro e un certo numero di denti. 90 Carcarand. Frammenti di cranii, frammenti di mascellari e mandibole coi lore denti, 32 denti isolati, ossa lunghe, vertebra e costoJe, falangi. IQo Arrecifes. Un cranio in istato abbastanza buono per la parte cerebrale. Della parte facciale non esiste che la regione zi- gomatica destra e I'alveolare. Altri reperti come quelli di Ovejero, Cordoba, Puo Negro sono meno bene noti, Del resto, a quanto desumo dalla tabella del Mochi, nel lavoro citato sotto, per I'Ameghino il prime sarebbe contemporaneo ad Arrecifes, cioe del quaternario inferiore, gli altri dovreljbero appartenere al quaternario superiore. - 12 - Come si vede da questa lista, i crani che permettono un con- fronto legittimo sono cinciue, e sono : Necochea II, Miramar, Cho- cori, Fontezuelas, Arrecifes. Alcuni principii teorici da me svolti in base a fatti che ho posti in luce ed esposti recentemente (') mi permettono di fare alcune osservazioni sopra i detti cranii che qui voglio espoire par- titamente. Non intendo fare un esame dettaghato dei pezzi, esame che e stato compiuto dal Lehmann-Nitsche per moltissimi di essi ('-) e recentemente dal Mochi C), soprattutto per i reperti di Necochea : ma solo voglio porre in evidenza certi fatti, che pos- siamo affermare dietro i principii cui sopra ho accennato. Essenziale fra questi e la importanza che si deve dare alia parte facciale del cranio a preferenza della cerebrale, in quanto a valore tipico, nolle question! di derivazione. Necochea II. Di questo cranio ha date un' ottima descrizione il Mochi nel citato lavoro. La descrizione particolareggiata dell'Ameghino an- cora deve esser pubblicata. Al prof. Mochi debbo la possibihta di dare di questo come di altri cranii delle figure, e ne fo a lui le piii sentite grazie. E un cranio dolico-ipsicefahco. Secondo il Mochi, le misure principaU del cranio cerebrale sarebbero : 186, 118 e 128 (quest'ul- timo valore e meno sicuro degli altri), le quah darebbero 63,4 per rindice orizzontale e 108,5 per il vertico-trasverso. Questo cranio, come risulta dalla figura data, presenta un a- metopismo straordinario. II frontale e disteso e non presenta quella incurvatura nel senso longitudinale che di solito si riscontra. Tal carattere contribuisce certamente in notevole misura a produrre lo aspetto peculiare e strano di questo cranio, Si noti che bisogna as- solutamente scartar la idea di ogni deformazione. Gli archi sopraccigliari non sono che lievemente sviluppati (1) G. L. Sera. — Sul siguiflcato della platicefalia, cou speciale considerazione della razza di Neanderthal. — Archivio per VAnlrop. e la Etnol., XL, f. 3, e 4, e XLI, f. 1. {-) Lavoro citato. (•■') A. Mochi. — Appunti .siilUi palcoantropologia ai.ifeutiua. — Archivio pev I'Antrop. e la Etnol., XL, f. :.'. - 13 - come pure la loro parte mediana, la glabella. Questa regione si continua percio da una parte col frontale, dall'altra con i nasali con una linea curva unica assai differente da quella linea che noi riscontriamo nei cranii di tipo australo-caucasico e specialmente nei dolicocefali australiani, in cui esiste un vero rientramento del ftasion C), Fig. l..Jfonna lateiale del Necochea II. La faccia e grande, enorme, e sia in larghezza, sia in altezza ; malgrado la larghezza, 1' indice facciale superiore di 58,8 e di alta leptoprosopia. CoUa orientazione piii corretta data dal Mochi, il prognatismo assegnato dall'Ameghino a questo cranio si riduce notevoloiente, ma resta sempre grande. (') Vedi per la spiegazioue nieccauica di tal carattere : G. L. Sera. — Nuove oaservazioui e iuduzioui sal cranio di Gibraltar. e I'Etnol, XXXIX, /. 3. Archiv. per I'Antrop. - 14 - II fatto piu caratteristico pero, secondo me, del cranio di Ne- cochea II e la proiezione all' innanzi del raalare e del suo i)rocesso frontale che costituisce il margine esterno dell'orbita. Questo ultimo carattere deve essere inteso relativamente, in quanto la distanza fra il margine esterno e 1' interno dell'orbita ossea nella norma la- terale in tutti i cranii allungati (appartengano essi al tronco au- stralo-caucasico o al mongolico o ad altro che si voglia assumere) e pill grande in media (relativamente, beninteso, al diametro ante- ro-posteriore che e maggiore nei cranii lunghi) di (juello che non sia nei cranii corti: ma i maggiori valori di questa distanza si ri- scontrano nei cranii lunghi di tipo australo-caucasico. Percio se la distanza fra il margine esterno e 1' interne del- l'orbita nei Nocochea II non e tanto piccola presa assolutamente, non e per questo meno piccola relativamente. I malari sono grandi, alti, assai distanti fra lore. Di questi fatti vi e una espressione assai facile ad osservare e questa e che il mar- gine inferiore dell'orbita invece di essere notevolmente inclinato dall'avanti e dall' interno verso 1' indietro e I'esterno come nei cranii australoidi e disposto quasi perpendicolarmente al piano mediano, come si puo consfcatare dalla norma superiore. Inoltre ho osservato che la superflcie del malare ha una certa tendenza a guardar ah' innanzi invece che all' esterno, al contrario cioe di quelle che avviene nei cranii australo-caucasici. Le orbite sono grandi ed alte. Da questi ed altri caratteri il Mochi desumeva " un certo grade di mongolismo „ in questo cranio: ad ammettere un com- plete mongolismo doveva per lui esser ostacolo il fatto che la pla- topia che esso presenta e inferiore : mentre nella parte superiore della faccia abbiamo uno sporgere relative della radice del naso rispetto alle parti circostanti. II Mochi a ragione della unione di caratteri mongolici con altri da questi diversi assegnava al JSTecochea II, con riserbo, la posizione di un preeschimoide, trovando giustamente che il complesso dei caratteri portava ad una somiglianza del Necochea II agli Eschi- mesi attuali a preferenza di altri gruppi. Purtuttavia il Mochi non assegna gli Eschimesi al tipo mon- golico pure, trovando a quanto pare nella assenza o infrequenza della platopia superiore una difficolta a far questo. La affinita del N'ecochea II agli Esquimesi a me sembra cosa affatto certa. A me pare che la analisi fatta dal Mochi la ponga fuori discussione. Vedremo piu in la quale sia la posizione - 15 - degli Esquimesi rispetto ai raongoli nella mia opinione e in base a fatti da me altrove esposti. E bene aggiungere che la capacitii di questo cranio dovrebbe esser piuttosto piccola. Miramar. I valori dei principali diametri sono: 191, 131 e 134: questo ultimo determinate approssimativamente, onde gli indici 68,6 e 102.29. E di forma ovoide; si noti che tal forma, secondo il Mochi, e assolutamente eccezionale in cranii ad indice cefalico inferiore a 70. II Mochi pone percio tal fatto in relazione alia deformazione artiflciale presunta di questo cranio, detormazione affermata anche dal L. N. e dal Morselli e negata dall'Ameghino e dal Sergi. Fig. 2. Cranio di Miramai-. (lu questa tigura il ciauio non e oiientiito col piauo tedesco). Orientate il cranio convenientemente e a me pare che I'orien- tamento tedesco sia il piii conveniente nel presente case, perche tale mi si e dimostrato veramente nei crani di tipo allungato, si - 16 - pongono in evidenza alcuni fatti notevolissinii per farsi un giudizio di questo cranio. La inclinazione del frontale appare non diversa sensibilmente da qiiella del precedente, ma si dimostra un notevole appiattimento nella zona parieto-occipitale. L'occipite appare allora protrudero a guisa di calcagno. Questi fatti collimano col pentagonoidismo della norma posteriore che presenta inoltre una distanza biparietale mag- giore della bimastoidea. Se si aggiunge che la forma ovoide della norma verticale con bozze poste assai all'indietro e stata da me osservata nei cranii bassi per indice v. t. delle serie assai dolico, che normalmente presentano una frequenza di ellissoidi (serie me- lanesiana di Firenze), tutti questi fatti riuniti rendono assai vero- simile I'ipotesi che, non che trattarsi di deformazione, si tratti di un case di bassezza, relativa ben s' intende, di valore fisiopatologico. La forma particolare, triangolare, di questo cranio visto lateral- mente potrebbe essere spiegabile cosi coU' intervento di fattori fisio- patologici nel senso e nella maniera da me esposti altrove, sopra una forma che normalmente doveva essere altissima. Si noti che 1' indice v. t. di 102,21 per un cranio di 68,9 se- condo le convenzioni accettate del valore limite di 100 e alto, ma conforme ai fatti da me trovati e piuttosto basso. Anche in questo cranio la curvatura del frontale e piccolissima, gli archi sopraccigliari lievemente accennati ed il nasion non pare depresso. Ma, cosa piia importante, il contorno esterno dell'orbita visto lateralmente ha un aspetto angolare non dissimile da quello che si riscontra spesso negh Esquiraesi, e il margine orbitale infe- riore del malare, unico pezzo rimasto della faccia, manifesta quella proiezione all'innanzi che abbiamo veduta nel cranio precedente. La saperficie del malare e poi estesa e sviluppata in altezza. lo riiengo per questi caratteri che la somiglianza del cranio di Mi- ram ar al Necochea 11, affermata dall'Ameghino, sia assai mar- cata. Se Miramar e cameconco, dobbiamo tener in considera- zione che indici bassi individualmente si trovano anche abbastanza frequenti negli esquimes:, e d'altra parte secondo me I'altezza del- l'orbita non e un carattere tale da escludere I'appartenenza di un cranio ad un tipo, dipendendo essa altezza da parecchi elementi di natura meccanica e non tipica. Per quello che riguarda I'altezza della faccia lo state dei frammenti residui non permette, a parer mio, una ricostruzione attendibile. La capacita del cranio di La Tigra, secondo il metodo di Welcker, e di 1406 cm^ - 17 - Chocort. I diametri principali di questo cranio sono 196, 140 e 133 : Quest'ultimo assai approssimativamente secondo Mochi. Essi danno gli indici di 71.4 e 95. I due indici lo porrebbero fra i platicefali, ma i caratteri del cranio cerebrale rendono piii che verosimile alta- mente probabile, piii ancora che per Miramar, la presenza di pro- cess! di natura fisiopatologica. Esso e forternente pentagonoide nella norma superiore, con bozze parietali notevolissimamente sporgenti. Del pari pentagonoide e la norma posteriore, in cui il lato in- feriore si presenta quasi rettilineo : in questa stessa norma la lar- ghezza biparietale e assai piu grande della bimastoidea. Esiste un notevole appiattimento nella regione parieto-occipitale con occi- pite proiettato all'indietro. Anche la base all'indietro del foro occipitale, per cio che si puo giudicare dalla norma laterale, e pianeggiante. Considerando poi che I'indice v. t. reale e di sole 5 unita al di sotto di 100, e logico ammeltere che il cranio di Cho- cori doveva appartenere ad un tipo alto. Del resto il L. N. lo da per alto, a ragione del grande valore dell'altezza auricolo-bregma- tica. Questo fatto e assai grave indizio contro I'asserita bassezza tipica. Griacche quella altezza e mono soggetta alle oscilljizioni fi-" siopatologiche di quelle che non sia il tratto (nella proiezione sul piano mediano) posto fra la proiezione del punto acustico e il ba- sion, come ho dimostrato nel luogo detto. Adunque I'indice ami- colo-longitudinale lo porrebbe fra gli or tocefali seguendo le division! del Martin. Gli arch! sopraccigliar! sembrano alquanto sviluppati, ma il nasion non e molto rientrante, una volta ben orientate il cranio. II frontale invece e disteso e presenta presso a poco lo anda- mento che nei cranii precedent!. La faccia manca completamente. Un giudizio sicuro sopra questo cranio non e percio possibile, solo con dubbio possiamo ponsare che possa assimilars! a! due pre- cedent!. Fontezuelas. Questo cranio assai famoso ha, secondo Soren Hansen, ise- guenti diametri: 185, 136, 140, onde si ricavano gli indici 73,5 e 102,9. La capsula cerebrale e in buono state ma lo stesso non puo dirsi della faccia in cui sembra, secondo il L. N., che il raascellare - 18 - sinistro sia stato respinto per deformazione postuma all'indietro, in alto e airinterno, in guisa che la linea mediana della faccia e spo- stata a destra. II margine inferiore dell'orbita sinistra che e solo presente per L. N. e un po' troppo in alto. Hansen dice che la ricostruzione della faccia non e attendibile, perche era troppo spez- zata ed i frammenti sono stati male riconnessi. La cosa certo e ammissibile per quello che riguarda la altezza della faccia che deve essere stata diminuita dalla deformazione, ma da un esame delle norme facciale, laterale e superiore e certo che la connessione del margine inferiore della orbita sinistra col mascellare non deve essere stata affatto turbata. Orbene nella norma laterale e chiaramente visibile il grande aggetto che fa il malare all'nmanzi, aggetto che raramente io ho potato vedere cosi pronunciato. Fie. 3. Norma laterale del cranio di Fontezuelas o Pontiraelo. Questo aggetto del malare si dimostra nella norma superiore con una disposizione di quasi perpendicolarita del margine inferiore della apertura dell'orbita rispetto al piano raediano. La superficie del malare e rivolta notevolmente all'innanzi ed e assai sviluppata in estensione, in ragione soprattutto della note- vole altezza. II margine esterno dell'orbita e a piccola distanza dal margine interne rispetto ad una linea antero-posteriore. - 19 - La radiee del naso e appiattita secondo L. N. Le arcate so- praccigliari fanno una salienza piccola, sicche la linea del fram- mento residiio del nasali, della porzione soprauasale del frontale, insiiio al frontale e ben poco inflessa. Inline 11 frontale sebbene assai alto ha ben poca curvatuia. Come kI vede i caratteri mongolici di questo cranio sono numerosi e spiccati. Ad essi e da agginngere la rapida caduta della curva sagittale poco dietro il bregma, che Hansen dice essere un carat- tere del cranio eschimese C). L'Hansen btesso pero attribui per prinio questo cranio alia antica razza di Lagoa Santa, e dietro di lui tutti gli autori hanno fatto lo stesso. La ragione principale di questa attribuzione sembra essere stata soprattutto il fatto del carattere ipsistenocefalico del cranio. Gia a dir vero allora si sarebbe dovuto pensare che il cranio eschimese presenta le stesse forme per la parte cerebrale, ma dietro quelle che sopra ho ricordato dello scarso valore tipico che ormai bisogna attribuire ai tipi morfometrici del cranio cerebrale, deve apparire ancora meno attendibile la attribuzione dell' Hansen. Per quello che riguarda la faccia 1' Hans en dice testualmente dope aver parlato del cattivo state di conservazione : " Pour cette raison il faut se borner a la remarque generale que la face presente le meme aspect que celle de la race de Lagoa Santa „. Abbiamo visto che cio non e affatto vero per la norma late- rale ma anche per la norma facciale dobbiamo tener con to dell'ac- corciamento che assai probabilmente deve essersi verificato. Inoltre malgrado questo accorciamento il L. N. dice che il ma- scellare e abbastanza alto. Per lo spostamento poi del margine infe- riore dell'orbita in alto, poco sopra ricordato, la cameconchia del Fonteznelas deve esser ridotta e si attenua cosi un altro carat- tere della pretesa somiglianza di questo cranio colla razza di Lagoa Santa. In conclusione a me sembra che il mongolismo di questo cra- nio sia abbastanza evidente. La capacita calcolata secondo il me- todo di Welcker sarebbe di 1453 cm^. Arrecifes I diametri principali di questo cranio sono : 187, 141 e 145 quest'ultimo apprezzato approssimativamente dal Mochi. Gli indici (1) Sijrou Hiioscu. — Lagoa SiUita llaouu. « 1! Milsco Lundl », Vopenhaijue, ISS!^. - 20 - sarebbero percio 75,4 e 102,8. L'indice auricolo longitudinale di 66,13 io pone anche fra i cranii alti. Cio e rimarchevole perche essendo stato dato per alto, dietro la semplice ispezione, a quanto mi risulta, dall'Ameghino, il L. N. lo diede poi, a causa di un duplice errore intervenutogli, per basso, errore che fu scoperto dal Rivet (^), ma die era stato gia visto dal Mochi e Biasutti C). II frontale e piuttosto pieno e la sua curvatura, discreta, comin- cia a formarsi relativamente in basso, due o tre cm. ai di sopra della glabella. Gli archi sopraccigliari sono ben marcati e la gla- bella e sporgente. II nasion pare dovesse esser rientrante giacche, sebbene manclii, il L. N. dice che puo esser ricostrutto approssi- mativamente. La faccia e mesoprosopa ma verso la cameprosopia, come ha messo in rilievo il Mochi. Esaminando il cranio dalla norma superiore si vede il margine inferiore dell'orbita (ricostraito?) volgere notevolmente verso I'indietro e infaori, molto diversamente da cio che si e detto del crani sopra descritti. La faccia del malare e rivolta piii verso I'esterno che all' innanzi. Cos! nella norma ver- ticale come nella laterale e visibile che il margine esterno dell'aper- tura dell'orbita e molto all'indietro rispetto al margine interne e relativamente alia linea antero-posteriore. Parimenti, la posizione del malare non e cosi all'mnanzi come nei casi precedenti, ma sebbene pero non perfettamente eguale a quella che si riscontra in crani di tipo australo-caucasico o anche in melanesiani e assai piu prossima alia disposizione presentata da questi che a quella del cranii descritti sopra. Intorno a questo cranio le vedute sono quasi concordi, sia nella sua assegnazione a un periodo geologico relativamente recente sia nella interpretazione dei fatti morfologici. A me pare di poter abbracciare la opinione del Mochi che lo pone nel tipo di Lagoa-Santa, per quel tanto che questo tipo ha, secondo me, di caratteri australoidi. Da questo compendioso esamedei caratteri dei cranii fossili su- damericani risultano bene tre conclusion! principal! : (1) V. Rivet. — La race de Lagoa Santa chez les populations pr6colombienne3 de I'Equateur. Bull. et. ineni. Soc. anthrop. de P. 5" Ser. IX. (-) Mochi e Biasutti. Sul politopismo dellc forme crauionsi. Atti Societa ital. per il Prog, delle Sc. Seconda riunione. Tirenze 1908. - 21 - La prima e che tutti questi cranii appartengono al tipo dolico ipsi-cefalico, L'unico cranio che per il valore dell' indice v. t. sem- bra allontanarsi da questo tipo, il cranio di Chocori, abbiamo veduto dovor cio alia presenza di fatti di natura flsiopatologica. II fatto generale anzidetto da una notevole conferma paleon- tologica, cioe in sede di fatto, a mie conciusioni, cai ero arrivato in via puramente morfogenetica e di meccanica craniense, allorquando ho asserito che il prime affermarsi della ummiitd del cranio, cioe il prirno prodursi del fatto della flessione della base dovette aver luogo con forme lunghe ed alte, qualunque siano le idee che vo- gliamo assumere sulia origine dell'uomo, mono-, cioe, o polifiletiche. La assenza di forme brachicefaliche e una prova di piii, se ve ne era bisogno, del carattere recente della brachicefaha. Ma per me non e dubbio che quando saremo in possesso di forme piii antiche delle descritte ci troveremo innanzi a forme me- no allungate e piii basse assai, forse al disotto anche dei limiti della platicefalia recente, a motive del verificarsi in queste forme della estensione della base, affatto parallelamente a quanto si os- serva nel cranio di Gibraltar. E possibile che gia qualcuna di queste forme sia stata trovata col Diprothomo e coll'Homo sine mento. Ma di questi reperti ad altra occasione. Litanto possiamo dire che i reperti sudamericani per quel loro caratteri di forma del cranio cerebrale infirmano sempre piu il va- lore che si e attribuito alia forma del cranio di Neanderthal, in or- dine ad una teoria della discendenza, e porgono una nuova confer- ma alia mia ipotesi esplicativa della platicefalia del Neanderthal e recente. La seconda delle conciusioni e non meno importante della prima. Tre dei suddetti cranii con certezza, uno con dubbio, sopra 5 presentano aflinita piii o meno spiccate col tipo eschimese recente, presentano cioe tratti di mongolismo. Uno solo di questi cranii, e quelle che I'Ameghino e il L. N. ritengono piii recente, il pezzo di Arrecifes, presenta caratteri che noi diciamo australoidi, o per porci di accordo con vari autori, potrebbesi dire appartenere al tipo di Lagoa Santa. Per quanto tre cranii o al piu quattro siano pochi purtuttavia dobbiamo aver presente che le osservazioni e le induzioni della paleontologia umana non si sono finora compiute che su pezzi sin- goli 0 certo sopra un numero di pezzi spessissimo non superiore al case presente. - 22 - Perciu non credo di esser ardito affermando che si deve esser grandemente impressionati dal fatto che tre o qiiattro cranii pre- sentino caratteri simili in guisa piii o meno uniforrae, e solo con differeiize, per di piii graduaii, cliu interessano note secondarie. Non e infatti negabile la raaggior rozzezza generale del Necocheall al confronto ad es. del Fonfcezuelas, ma e innegabile, per ognu- no che vorra esaminare i fatti da nie portati e, meglio ancora, rie- saminare i pezzi, al di faori di idee ricevute, la loro comune paren- tela, nialgrado le loro differenze. E osserviamo anche la diffei-enza della capacita che essi di- mostrano, dalla capacita " piccola „ del Necochea II, ai 1406 cm^ del Miramai- e ai 1458 del Fontezuelas. Ma cio che di gran lunga e piii iniportante e ii signiflcato da attribuire ai tratti di mongolismo di questi pezzi. Si crede infatti comunemente che il tipo mongolo puro sia dato dai cranii brachi-plati dell'Asia centrale : Calmucchi, Buria- ti, ecc. Mi spiego questa opinione nel modo seguente : II tratto che caratterizza soprattutto il cranio mongolico e la conformazione speciale deU'orbita che si dice mongolica. Questa conformazione e prodotta, come altrove ho indicate dall'aggetto al- I'innanzi del margine esterno C) o in altri termini dalla posizione relativamente avanzata rispetto alia radice del naso del suddetto margine esterno nella norma laterale. Ma io ho anche dimostrato che questa disposizione della radice del naso (che e solidale del resto con tutta la parte mediana ed anteriore della base del cranio) e variabile per motivi di meccani- ca craniense. E in particolare nei crani allungati soprattutto alti, questa parte mediana della base si presenta posta piu all'innanzi, rispetto alle altre parti circostanti della base, di quelle che non sia nei crani corti, soprattutto platicefalici O. I motivi per cui I'occhio mongo- lico e piu evidente e frequente nei crani brachiplati e per i quali questa forma vien ritenuta piu schiettamente mongolica sono per cio solamenLe meccanici ; ma, come I'occhio mongolico non si pre- senta nei brachiplati dell' Europa centrale (Tirolesi, ad es.), ma puo aversi una conformazione che gli si avvicina, cosi d'altra parte Tocchio mongolico puo mancare o esser poco evidente nei dolico alti di tipo mongolico, pur essendo present! piii o meno i caratteri (') G. L. Sera. Xota suirotcliid luou^olioo « Atli della Nut;, rotn. d'uiitrup. ». XV I'. 1". (-) Vx. L. Sera. — Sul sijiuificato della platicefaliu ucc. I'aj;. 'JO ikU'cstnitto. - 23 - tipici che contribuiscono a determinarlo. In altre parole I'occhio mon- golico sarebbe prodotto da due ordini di fattori, meccanici cioe e tipici. I fattori meccanici sono quelli poco anzi detti, quelli tipici sono dati da una proiezione all'innanzi di tutto il malare e deli' apofisi malare del mascellare, come noi abbiamo descritto sopra nei vari cranii. Questi due ordini di fattori possono cospirare alio stesso ef- fetto 0 contemperarsi. E cosl che I'opposto piu energico dell'occhio mongolico si ha nei dolico alti di tipo australo-caucasico (Austra- liani del Nord), perche in queste forme si sommano i fattori mec- canici con quelli tipi.-i sfavorevoli alia produzione dell'occhio mon- golico, come I'occhio mongolico piir spiccato si ha nei brachiplati di souche mongoWc'd, per la ragione contraria. Forme intermedie si hauno cosi uei dolico alti di soiiche mongolica come nei brachi bassi di souche australo-caucasica. Accettate simili spiegazioni, noi possiamo coraprendere come nelle forme dolico alte raongoliche manchi la platopia superiore necessariamente, e come cio non possa piii esser portato contro la loro appartenenza alia souche mongolica. Per ragioni meccauiche, cioe, non avendosi nelle forme dolico- ipsicefale le condizioni favorevoli alia produzione dell'occhio mon- golico, pur avendosi le note tipiche mongoliche, non puo ritenersi, come sembra si sia ritenuto flnora, che la presenza dell'occhio mon- golico, 0 in altri termini, della platopia superiore sia in ogni case conditio sine qua non della appartenenza al tronco mongolico. Bisogna percin in\'ece daie una grande attenzione agli altri caratteri cui abbiamo gia accennato perche questi si manifestano in ogni tipo morfometrico di architettura craniense. Dopo tutto quello che ho fatto rilevare a proposito del mon- golismo si presenta logicamente inevitabile un'ipotesi di cui si com- prendera la portata. L'uomo fossile sud myiericano^ qucde ci e dato dai cranii di Ne- cochea II, Miramar e Fontezuelds, p7'ohahilmente rappresenta I'ante- nato del tronco mongolico. La diversita infatti delle forme craniensi dalla dolicocefalia estrema, alia estrema brachicefalia, dalla plati alia ipsicefaha nei complesso del mongoh recenti, pub trovare (in via subordinata del resto) la sua spiegazione nelle idee da me fissate intorno alle trasformazioni craniensi. Colla formulazione di detta ipotesi, come si vede, non siamo completamente nell' ambito delle idee dell'Ameghino, ma sotto - 24 - certi rispetbi 1' ammettere che 1' aomo fossile sud-americano sia I'antenato del tronco mongolico e forse piu importante, per le vedute dell'A. suU'antichita di quelle forme, che Tammettere che esse siano le progenitrici di tutte le forme dell'uomo attuale. Ma oltraccio I'ammettere questa derivazione speciale per il tronco mongolico ci porta a piii grosse conseguenze in riguardo alia questione del poligenismo o monogenismo, ove si faccia derivare r uomo fossile americano dalle platirrine. L'Ameghino afferrao questa dei'ivazione ben nettamente. In sense piii riservato la affi- nita di alcuni caratteri dell'uomo fossile sud-americano con le pla- tirrine e soprattutto con le Hapalidae e stata ammessa anche dal Mochi. La questione e cosi grave che richiede uno studio assai attento e particolare. La terza conclusione e che, qualunque sia la identiftcazione dei terreni del Sud-America, sia che si vogiia cioe seguire il sistema deH'Ameghino, sia qualunque dei parecchi proposti, i crani che noi abbiamo detto di tipo mongolico sono i piia antichi: sembra dnnque che Toltro tipo che noi abbiamo detto presentare caratteri australoidi, il tipo di Lagoa Santa della maggior parte degli au- tori, e piu recente e la sua apparizione si puo forse assegnare al quaternario inferiore. L'ipotesi di Ameghino che sia un tipo di formazione locale si presenta poco probabile. GosiMO Gherubini, Amministratore-responsabile. Fireiize, 1911. — Tip. L. Niccolai, Via Faeiiza, 44. MonitoFe Zoologieo Italiano (Pubblieazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana DIRKTTO i>Ai DOTTORI 6IULI0 GHIARUGI EU6ENI0 FIGALBI Prof, di Anatomia uiuaua Prof, di Anatomia comp. e Z6ologia Del R. Istituto di Studi Super, in Firenze. nella R. Uuiversita di Pisa Ufficio di Direzione ed Amministrazioue: Istituto Aiiatomico, Firenze. 12 numeri all'anno — Abbuonamento annuo L. 15. XXII A.nno Firenze, Febbraio 1911. N. 3. SOMMARIO : CoMUNiCAZioNi oRiGiNALi : Grriffini A.., Descrizione di due nuove Gryllacris. — Sterzi G-., Intorno alio sviluppo del tessuto nervoso nei Selaci. — Pag. 26-44. SuNTi E Riviste: 1. Civalleri A.., Sullo sviluppo della guaiua midoUare nolle tibre nervose centrali. — 2. Sergi S., Variazioni dei solchi dell' in- sula nel cervello uraano. — Pag. 45-46. NoTK DI TEGNiGA MiCRoscopiCA : 1. Martinotti L., La colorazionc panottica di Pappenheim applicata alle sezioni. — 2. Fetacci A^., Ricerche sulla colorazione di Roraanowski e metodo rapido per otteneiia. — Pag. 47-48. Necrologio: Angelo De Garlini. — Pag. 48. Avvertenza Delle Coiiiunicazioiii Originali che si pubblicano nel Mqnitore Zoologieo italiano e vietata la riproduzione. La Direzione del MONITORE ZOO LOG ICO, nelV intendimento di diffondere la conoscenza delle me^norie su argomeido zoologieo ed anatomico, che si pnhhlicayio in Italia, rivolge pr-egJdera agli Autori di volerle inviare un breve Riassunto dei loro scritti, che si dard cura di stampare, con soUecitudine, in questo giornale. - 26 - COMUNICAZIONI ORIGINALI ISTITUTO TECNICO DI BOI.OQNA Descrizione di due nuove Gryllacris PEL DoTT. ACHILLE GRIFFINI E vietata la riproduzione. Gli eseraplari sui quali foiido la descrizione delle seguenbi due specie, I'una del Messico, I'altra del Tonkino, fanno parte delle ric- che collezioni entomologiche del K. Zoologiches Museum di Berlino di cui una parte mi fu gia comunicata nel 1908, e fu da me illu- strata in una serie di mie pubblicazioni di quell'anno e del 1909, ed un'altra parte mi venne inviata in esame nei primi mesi dell'an- no corrente, speditami cortesemente dal prof. A. Brauer, che qui pubblicamente ringrazio. Siccome le nuove condizioni d'orario scolastico imposte come mmimo obbligatorio a qualunque costo, dalla nefasta legge del 1906 anche a noi insegnanti secondari anziani che pur scegliemmo que- sta carriera a ben altri patti, e pei quali piii il tempo che il de- naro era prezioso, sono tali da lasciar libere ben poche ore per gli studi, e siccome percio non posso prevedere quando potro condurre a termine tutto il lavoro sul raateriale comunicatomi dal Museo di Berlino e da altri Musei, credo conveniente di pubblicare frattanto le piu importanti novita che man mano verro trovandovi. Avendo io gia pubblicato in lavori del 1909 e del 1910, che in seguito saranno citati, dei prospetti riassuntivi sulle Gryllacris ame- ricane e sulle Gryllacris hyalino-fascialae, alle quali ultime appar- tiene la specie del Tonkino, mi riesce per ora particolarmente fa- cile lo stabilire il valore e la posizione sistematica delle due nuove specie che ora passo a descrivere, e che faccio quindi precedere tutte le altre. Gryllacris Studti n. sp. (^ Statura minore, tanien haud gracili ; elytrislongitudinemP/^ femorum posticorum perpanmi superantibus, apicem horum femorum - 27 - suhattingentihus. Pallide flavescens ; vertice capitis atro, in quo ma- cutis 2 oceltaribus sat 'magnis, albicantibus^ optime conspiciendis ; pronoto ahdomineque paltidis concolorihus ; etytrv- subhyalinis, vetiis venulisque fuscis; alis hyatinis, venis venulisque paltidis ; pedibus pattidis tibiis atiticis et posticis tongiuscute post basim superne atro annulatis, annulo vittaeforme longo, tibiis intermediis eodem modo an- nulatis, sed anntdo fusco^ brevi. Longitudo corporis mm. 21 „ pronoti „ 4,9 „ elytrorum „ 18,3 „ femoruY}i anticorum „ 6,4: „ femorum posticoruyn „ 11,7 Habitat : Mexico. Typus : 1 cf , in alcool (K. Musaei Zoologici Berolinensis) a doc- tore V. Studt collectus. Corpus statura minore, tamen baud gracili, nitidum, pallide flavidum. Caput modicum, ab antico visum regulariter ovale. Occiput et vertex regulariter convexa. Fastigium verticis rotundatum, anterius parum minus convoxum, lateribus obtuse rotundatis, latitudinem 1 Vz pi'imi articuli antennarum attingens sed minime superans. Frons breviuscula, sub lente sparse minute punctulata. Sulci subo- culares baud distinguendi. Organa buccali'a regulariter confecta. Color capitis pallide flavidus, excepto vertice cum fastigio toto atro, in quo maculae 2 ocellares albicantes sat magnae, ovatae- subrhomboidales, bene delineatae, optime conspiciuntur. Occiput testaceum, hoc colore a colore atro verticis baud perfecte diviso. Color ater verticis anterius (inferius) utrinque usque ad angulum internum inferum scrobum antennarum est extensus, in medio ta- men leviter minus extensus ideoque margo interns hujus partis atrae inter antennas sinuatus, a colore pallido dimidii inferi fastigii frontis perfecte divisus. Macula ocellaris frontalis omnino indistin- cta. Inter fastigia capitis sulcus transversus nullus adest. Antennae articulo basali basi pallido, ad apicem brunneo, hoc colore intus magis evoluto, in piceum vergente, extus evanido ; articulo secun- do apud basim intus brunneo, apice pallido ; sequentibus circiter 50 totis pallidis ; post hos antennae crebre pallido et fusco annulatae. Oculi nigerrimi, apice supero et margine interne (parum visendo) pallido. Organa buccalia tota paUida, apice tantum mandibularum leviter infuscato. - 28 - Pronotum a supero visum subquadratum, leviter longius quam latius, totum concolor pallide flavidum. Margo anticus rotundatus in medio minime productus, limbo optime expresso ; sulcus anticus valliformis parum expressus ; sulculus longitudinalis abbreviatus antice posticeque fossularis, fossula postica fere sagittata ; sulcus posticus fere omnino nullus ; metazona non ascendens, sat aequa- lis, lateribus admodum externe gibbulosis, margine postico limbato, trancato, in medio leviter sinuate. Lobi laterales humiles, toti subaeque alti ; angulo antico rotundato, margine infero longiusculo leviter sinuato, angulo postico rotundato-truncato, margine ])ostico subobliquo, sinu humerali nullo ; sulci loborum optime impressi, intervalli gibbulosi. Punctum impressum adest in vertice gibbulae inter ramum posteriorem sulci V-formis et sulcum posticum sitae. Elytra apicem abdominis et femorum posticorum snbattingen- tia, parum lata, apice angustiuscule rotundata, pallida, subhyalina, venis venulisque omnibus fuscis, venis tantum ad basim in testa- ceum vergentibus. Venae et venulae fuscae optime deflnitae, angii- stae, baud fusco cinctae. Alae subcycloideae, pallidae, subhyalinae, venis venulisque pallidis. Pedes modici, baud graciles, pallidi, geniculis etiam pallidis, sed tibiis sat longe post basim (ad mm. 2-3,5 post basim) super- ne atro vel fnsco aimulatae. Annulus vittaeformis tantum superne et parum ad latera est extensus, inferius nullus vel subnullus ; an- nulus tibiarum anticarum et posticarum longus (mm. 2,5), ater ; annulus tibiarum intermediarum brevis (mm. 1), dilute fuscus ; extremitates annulorum (praecipue infera) minus fuscae. Mai'gines articulares extremi geniculorum posticorum subtillime incerteque infuscati. Tibiae 4 anticae solito modo spinosae, spinis utrinque 4, pal- lidis, modice longis. Femora postica breviuscula, basi optime in- crassata, parte apicali attenuata brevi et baud gracili ; subtus spi- nulis nigris, apicem versus fortioribus, in margine externo 5-7, in margine interne 8-9. Tibiae posticae superne longe post basim le- viter planatae, spinulis in margine interne 3-4, in margine exter- no 4-5, apice nigris et in parte atro-annulata subtotis nigris, necnon spinulis apicalibus instructae. Abdomen totum concolor pallidum. Segmentum abdom.inale dorsale VIII ^^ baud productura ; segmentum IX posterius inferius versum, subcucuUatum, transversum, margine apicali in medio fere recte truncate, transverse, leviter concave, ad latera supra basim utriusque cerci sinuato et ad cercum obtuse rotundato-anguloso, - 29 angulo intus apad cercum posito. Sab hoc segmento valvulae ana- les parfcim sunt tectae, basi cum basim cerciferam extus connexae, intus posticeque spinanl acutam modicani, apice nigram, leviter incurvam, vergentes. Cerci graciliusculi. Lamina subgenitalis ^ longa et sat ampla, longior quam latior, basi fere transverse rectangularis, dein versus apicem longe atte- nuata sed parum constricta, apice baud angusta, longitudinaliter ab apice usque fere ad basim sulcata, sulco basim versus evanido- apice latiore et magis excavato ; ideoque apex subbilobus, lobulis longitudinaliter tumidulis. Styli in lateribus partis basalis subrectan- guJaris posterius inserti, longiasculi, graciles, teretiusculi, longitu- dinem partis posticae attenuatae laminae subgenitalis superantes. E questa, dopo la G-ryllacris alternans Brunner e la Gr. ahluta Brunner, la terza specie del genere che si conosca come proveniente dal Messico. Le tre specie messicane sono facilmente distinguibili come segue: A. Elytra ampla et longa, longitudinem 2 V^ femorum po- sticorum superantia, subhyalina, venis venulisijue infuscatis. Prono- tum nigrum, testaceo varium. Tibiae anticae solae late atro fascia- tae. Apex abdominis infascatus. Lamina subgenitalis J^ valde tran- sversa Gr. alternans Brunner. AA. Elytra minus evoluta, longitudinem duplam femorum posticorum non attingentia. Pronotum pallidum. Lamina subgeni- talis cT elongata: B. Elytra subhyalina venis venulisque infuscatis longitudinem 1 V2 femorum posticorum leviter superantia. Tibiae omnes atro vel fusco annulatae. Apex abdominis pallidus. Segmentum anale cf sine spinis longis inferius versis. Caput tantum in vertice atrum, ibique maculis ocellaribus 2 distinctis Gr. Studti n. sp. BB. Elytra testacea, longitudinem 1 V2 femorum posticorum baud attingentia. Tibiae testaceae. Apex abilominis infuscatus. Segmentum anale ^-f spmis 2 longis inferius versis armatum. Caput vertice et parte supera frontis atris, ibique maculis ocellaribus 3 distinctis. Gr. abluta Brunner. La Gr. Studti andrebbe coUocata nella sezione AAA del pro- spetto delle Gryllacris americane da me pubblicato (^), introducen- dovi le seguenti modificazioni : (1) A. Griffini. — Sulla Oryllacris rubrmervosa Serville, con appunti aul gt^uem DWelona Biuu- ner e snlle Gryllacris arwricane. — Oiornalc « liedia », Firenze, Vol, VI, 190i). ~ 30 - AAA. Species statura modica vel minore. Elytra breviuscula vel brevia, longitudinem 1 V-z femorum posticorum baud vel aegre attingentia vel perparum superantia, Alae subcycloideae : D. Tibiae basi nigrae. Maculae ocellares distinctae. Elytra testacea : Gr. panamensis Kirby ; Gr. cubensis (Brunner) ; Gr. cyclops Saussure et Pictet. Vide: Grifflni, Op. cit., 1909, " Redia „, vol. VI, pag 189 190. DD. Tibiae basi baud nigrae, sed pallidae, vel longe post basim superne atro annulatae, geniculis tamen semper pallidis : ]^. Caput saltern in vertice atrum: F. Maculae ocellares, saltern duae verticis, distinctae : G. Apex abdominis infuscatus. Elytra testacea, longitudinem 1 Vg femorum posticorum non attingentia. Tibiae baud annulatae: Gr. piCta Brunner ; Gr. abluta Brunner. (Vide : Grifflni, Op. cit., 1909, " Redia „, vol. VI, pag. 190) {'). GG. Apex abdominis concolor, pallidus. Elytra subhyalina, venis venulisque fuscis, longitudinem 1 7? femorum posticorum parum superantia. Tibiae post basim fusco annulatae : Gr. Studti n. sp. FF. (Et reliqua, ut in Grifflni, Op. cit., 1909, " Redia „ Vol. VI, pag. 190-191). Si puo osservare come nolle Gryllacris americane I'armatura genitale dei maschi si presenti molto varia e spesso assai strava- gante. II caso piia straordinario e quello da me descritto e figurato negli Annals and Magazine of Natural History del 1909, per la Gr. Longstaffi Griff. Gryllacris Braueri n. sp. ' cf $ In sectionem hyalino -fasciatarum inter Gr. Panteli Boliv. et Gr. Wolffi, Krausse locanda. Statura modica sed corpore robusto, praecipue anterius crasso. Testaceo ferruginea fere tola concolor, tan- tum capite maculis 3 ocellaribus sulphur eis distinctissimis, quarum 2 verticis fere punctiformibus, frontali magna, scutifonnl, acute deli- neata; fronte et apice abdominis (praecipue in cf j rufatis, mandibu- lis atris; pronoto pedibusque concoloribiLs; elytris ut alis areolis om- (') I)i qiiesto due specie fnroiio poi anche da me descritti esemplaii nei luiei Studi sopra ale. Gryllacris del Museum d'Hint. Natur. de (relieve ; Hevue ^tii^sc de Zoologie. Tome 1~ ■ 1909, en- gine 401-404, - 31 - nihus fuscis, venis testaceis, venulis pallidis hyalino utrinque cinctis; elytris ipsis apicem abdominis et femorum posticorum attingentibus. <^ 2 Longitude ) corporis mm. 31-35 26.5 - 32,5 » yronoti jj 8 8-8,2 n elytrorum J? 23 - 23,5 22,3-22,9 n femorum anticorum n 10,2-11 10-10,4 V feynonmi posticorum J? 18,8 - 19 17,8-19 » ovipositoris n — 13-13,5 Habitat : Tonkin. Typi : 3 cf et 2 $ (K. Zoologici Musaei Berolinensis), exsiccati, a D." H. Fruhstorfer ad Than-Moi collecti. Corpus praecipue anterius robustum, sat nitidum, testaceo • ferrugineum. Caput maiusculum, ab antico visum late ovoideum, pronoto tamen minime latins quia pronotum latera antice perparum ad- pressa praebet. Occiput et vertex regulariter bene convexa. Fasti- gium verticis latitudinem 1 V2 pi'imi articuli antennarum optinie attingens, inferius planiusculum, lateribus obtuse crassiuscule cariim- latis. Fastigium frontis superne in medio levissime concavum, late- ribus ibi levissime tumidulis. Frons ampla, sub lente minute punc- tulata et minutissime transverse rugulosa, inferius depressa. Sulci suboculares adsunt, apud medium interrupti, inferius dilatati. Organa buccalia elongata. Color capitis testaceo-ferrugineus, anterius interdum leviter rufatus, mandibulis maxima parte atris. Clypeus, labrum, palpique cum reliquo capite concoloria. Antennae robustiusculae, etiam fer- rugineae, post basim incerte crebreque fnsco et pallido annulatae. Maculae ocellares sulphureae distinctissiraae : maculae verticis ova- les, parvae : macula frontalis magna, scutiforrais, totum fastigium frontis replens, superne cum sulco transverse inter fastigia capitis sito contigua, ideoque ibi margine supero recto, marginibus latera- libus subrotundatis, margine infero obtuse subrotundato vel obtuse subangulato. Pronotum a supero visum latum, lobis lateralibus praecipue anterius perparum adpressis, totum concolor, testaceo-ferrugineum, levissime pallido nebulosum, puberulum. Margo anticus in medio rotundatus leviter prominulus, crassiusculus; sulcus anticus valli- formis adest perparum excavatus; sulculus longitudinalis incertus, parvus, brevis, parum impressus, Gibbulae 2 in parte antica pronotj - 32 - sed plus quam ad 1 mm. post sulcum anticum adsunt, et post eas depressiones quaedam. Sulcus posticus irregularis, parum definitus; ante eum impressiones transversae, una utrinque, adsunt. Metazona depressa, brevissima, minute rugulosa, margine postico limbato, truncato, in medio leviter sinuate. Gibbulae adsunt ad latera meta- zonae extus positae et ante eam. Lobi laterales sat ampli, postice quam antice altiores, angulo antico ample rotundato, margine infero late rotundato, oblique, angulo postico rotundato subtruncato, parum distincto a margine postico toto oblique : sinu humerali nullo. Sul- cus V-formis optirae excavatus, gibbulam amplectens, vertice a margine infero remote ; sulcus posticus parum expressus. Elytra subellyptica, apicem abdominis attingentia vel subattin- gentia vel subsuperantia, apice sat anguste regulariter rotundata ; venis testaceis, areolis fuscis, venulis pallidis et pallido utrinque cinctis, ideoque fere fusco tessellata. Alae subcycloideae, venis pallide testaceis, areolis fuscis, venulis pallidis et utrinque hyalino- cinctis, ideoque fusco tessellatae, colore fusco in areolis basalibus latiore, in areolis mediis et marginalibus gradatim minus evoluto. Pedes robiisti, puberuli, concolores, ferrugineo-testacei. Tibiae 4 anticae solito mode spinosae, spinis praecipue basalibus valde longis, rufescentibus, apice pallidis. Femora postica basi sat bene incrassata, apicem versus regulariter attenuata, ibique baud gracilia, subtus spinulis nigris in margine externo 5-11, in margine interne numerosioribus, usque ad 18. Tibiae posticae superne post basim planatae, utrinque spinis acutis, robustis, sat longis, nigris, 6-7, exceptis apicalibus solitis pallidioribus et tantum apice fuscis. Apex abdominis praecipue in cf leviter rufatus. Segmentum abdominale dorsale VII cT superne breve ; segmentum VIII produc- tum, circiter mm. 2,6 long am ; segmentum IX convexum, parum cucullatum, margine postico in medio excise, in utroque latere appendicem parum longam, crassiusculam, subconicam vel subcylin- dricam apice rotundatam. inferius intusque versam, apud medium intus spinam plus minusve fuscam intus versam gerentem, prae- bente ; his 2 appendicibus inter se saepe apice convergentibus vel cruciatis. Cerci longi. Lamina subgenitalis cf transversa subrectan- gularis, superflcie inaequali, margine apicali transverse in medio leviter vel levissime sinuato-inciso, utrinque leviter rotundato; stylis lateralibus sat longis. Segmentum dorsale ante-ultimum $ superne breve, lateribus inferius melius productis ; segmentum ultimum melius productum, posterius fere verticale, margine partis superae arguto. Ovipositor bre- viusculus, falcato-incurvus, rigidus, sat nitidus, latiusculus, longitu- naliter apud marginem superum sulcaLus fere usque ad apicem, ubi subtriaiigularis, seu superne subobliquus, post sulcum subdilatatus, vertice sat acuto. Lamina subgenitalis 5 longiuscula, trapetioidalis, ad apicem attenuata, apice tamen triangulariter obtuse sed optime incisa, lobis triangularibus acutis, lateribus praecipue basim versus tumidulis, interdum fere callosis. Segmentum ventrale ultimum $ posterius in lol)um longum subcylindricum, apud apicem leviter crassiorem, apice rotundatum, productum, medium laminae subge- nitalis circiter attingentem. Ho dedicata questa specie al prof. dott. A. Brauer, distintis- simo entomologo del Museo Zoologico di Berlino, che con tanta cortesia e' sollecitudine voile quest'anno comunicarmi altre impor- tant! collezioni di Grillacridi possedute da quel ricco Museo. La Gr. Braueri e certamente affinissima alia Gr. Wolffl de- scritta dal Krausse in mode troppo sommario omettendo caratteri importantissimi, ed alia Gr. Pmiteli Bolivar che io ho ridescritta e della quale ho anche fatto conoscere una sottospecie. Queste specie entrano nella sezione CC del mio Prospetto delle hyalino-fasciatae (^), e si possono cosi disporre : Species asiaticae, elytris parum longis, ut alls pictis, seu elytris alisque areolis fuscis, venulis paUidis utrinque hyaline marginatis vel pallido marginatis : M. Elytra mm. 18 longa. longitudinem tantum ''j.^ abdominis attingentia. Margo posticus pronoti niger. Pedes nigro maculati et lineati (Krausse) : Gr. Wolffi Krausse 1906, Line neue Gryllacridenspezies : Insekten Borse, Leipzig, 23 Ihg. n. 8, pag. 32 (cf ). Habitat : Tonkin. MM. Elytra mm. 22-27 longa, longitudine circiter abdominis. Pronotum atro varium vel concolor. Pedes concolores : N. Maculae ocellares optime distinctae, quarum frontalis magna, scutiforniis. Pronotum concolor. Segmentum ventrale ultimum $ in lobum subcyhndricum apice rotundatum productum. Elytra lon- gitudine mm. 22-23,5. Coi'pus robustius : Gr. Braueri n. sp. Habitat : Tonkin. (1) A. Griff ini. Prospetto tlcllo Giylluciis byaliuo-fasciatae ; Atti Svc. Ital. Scienze Salur. Ml- lunv, vol. XLIX, 1910, pag. 14. - 34 - NN. Maculae ocellares nullae. Segmentum ventrale ultimum $ in lobum triangularem vel subtriangularem productum : 0. Caput et pronotum atro varia. Elytra longitudine mm. 22-23: Gr. Panteli Bolivar 1899. (Vide in : Griffini 1910, Op. cit., Prosp. delle Gryllacr. hyalino- fasciatae; Atti Soc. Ital. Scienze Nat. Milano, XLIX, pag. 14). Habitat : India. 00. Caput et pronotum concoloria. Elytra longitudine mm. 27: Gil. Panteli subsp. Poultoniana Griffini 1909. (Vide in: Griffini 1910, Op. cit., pag. 14). Habitat : Silhet. ISTITUTO ANATOMICO DELLA B. UNIVEKSItA DI CAQLIARI Prof. GIUSEPPE STERZI Intorno alio sviluppo del tessuto nervoso nei Selaci. E vietata la riproduzione. Nello studiare lo sviluppo del sistema nervoso centrale dei se- laci per completare il 1" libro del II volume della mia opera: " II sistema nervoso centrale dei vertebrati „, ho riscontrato alcuni fatti che mi sembrano di un certo interesse perche pongono sotto una luce assolutamente nuova lo sviluppo del tessuto nervoso dei se- laci e fanno supporre che se ne possano rinvenire di simili anche negli altri vertebrati. Per cio espongo brevemente tali fatti nelia seguente nota. Riguardo alia istogenesi del tessuto nervoso dei vertebrati in generale e dei selaci in particolare, le opinioni sono poco discordi ; si ritiene infatti che le pareti del tube midoUare siano primitiva- mente costituite da un solo strato di cellule epiteliali e che que- ste, moltiphcandosi piii e piu volte, vadano a formare I'abbozzo del tube neurale. Tali cellule sarebbero distinte le une dalle altre e costituite da un nucleo, piii o meno voluminoso, circondato da un sottile strato di citoplasma. 35 E questo e difatti I'aspetto del tubo midollare di un piccolo embrione di selacio, quando lo si esamini in sezioni di materiale incluso in paraffina. Pero, in tali sezioni gli Autori non hanno po- sto attenzione ad alcuni fafcti, che per me sono invece di grande iraportanza; le cellule del tubo midollare non hanno invero limiti regolari, il citoplasma deli'una non essendo mai separate da quello delle vicine per mezzo di una linea netta e precisa; tra cellula e cellula si trovano poi degli spazi irregolari, ora grossi piia di un nucleo ed ora sottilissimi; inflne frequentemente piii nuclei sono immersi in una sola massa citoplasmatica, quasi a formare un grosso elemento polinucleato (e questo aspetto e stato creduto da alcuni Autori, che lo riscontrarono anche in embrioni di vertebrati superiori, come la dimostrazione che le cellule nervose definitive provengono dalla fusione di parecchie cellule embrionaii). Ma se invece di ricorrere alia inclusione in paraffina, la quale, malgrado ogni cura piii scrupolosa, determina sempre una coarta- zione del citoplasma, ci serviamo della inclusione in celloidina od in gomma-sciroppo, oppure esaminiamo del frammenti di tubo mi- dollare di embrioni di Acanthias o di Mustelus lunghi meno di 40 mm. dissociandoli sul portaoggetti, troviamo disposizioni che ci conducono a formarci un concetto del tutto diverse sulla istogenesi del tessuto nervoso ; infatti allora vediamo che il tubo midollare dei selaci e formato da un neurosincisio, cioe da una sola e grande massa citoplasmatica, neha quale sono sparsi numerosi nuclei. Al- cune osservazioni fatte in embrioni di polio e di pecora, nei quali ho esaminata anche la struttura del tubo midollare fresco, disso- ciato in soluzione di cloruro sodico al 0,75 % a cui avevo aggiunto piccola quantita di soluzione satura di bleu di metilene, mi fanno pensare che il neurosincizio formi il tubo midollare di tutti i ver- tebrati nei primi stadi del loro sviluppo ; pero intorno agli altri vertebrati non oso ancora fare una affermazione recisa come nei selaci, volendo prima estendere le indagini. Solamente in corrispondenza della lamina ependimale (che for- ma, come tra poco vedremo, la parte piu interna del neurosincizio) si osservano talvolta delle apparenze, le quali la farebbero supporre costituita da vere cellule, congiunte 1' una all'altra per mezzo di sostanza cementante. Ma si deve tener presente a questo propo- sito che gia negli embrioni di Acanthias lunghi 6 mm. attorno ai nuclei della predetta lamina compaiono nei citoplasma delle fi- brille, le quali si riuniscono in un fascio poco compatto ai poll nucleai'i : queste flbrille da principio non sporgono dalle pareti della - 36 - fessura centrale, ma lo fanno in seguito, trasformandosi cosi in ciglia vibratili, ed allora, al raomento di uscire dal citoplasma, mosfcraiio un chiaro bottoncino basale : dal lato opposto del nacleo il fascio fibrillare cresce verso la periferia del. tub() midoUare, insi- nuandosi tra i nuclei indifferenziati del neurosincizio. Ora, siccorae tra il fascio di fibrille che appartiene ad un nu- cleo ed il fascio del nucleo vicino rimane una sottile zona di cito- plasma senza fibrille, questa zona puo a torto venire interpi'etata come uno strato di sostanza cementante. Non deve del resto sem- brare strano che le cellule ependimali siano fuse insieme neli'em- brione, poiche anche nell'adulto possono essere anastomizzate Tuna con I'altra per mezzo di ponti citoplasmatici ed anche essere fuse, e furono descritte dallo Studnicka {*) non solo nei selaci, ma anche in altri pesci, negli anfibi e perfino nelFuomo. II neurosincizio si conserva per buon tratto iiello sviluppo dei selaci. In embrioni di Acanthias lunghi 30 mm., nei quali sono gia bene difterenziate la sostanza bianca e la sostanza grigia, e nei v^ quali oltre agli abbozzi delle colonne si osservano perfino quelli di alcuni fasci, la sostanza grigia si conserva ancora alio stato sinci- ziale; infatti la formano numerosi nuclei grossi, ellittici, immei'si in poco citoplasma comune, nei quale incondnciano gia ad osser- varsl le neuro fibrille. In embrioni piii avanzati (40 mm.) la differen- ziazione del citoplasma e molto progredita (vedremo ti'a poco quale ne sia la natura), ed ha raggiunto il suo compimento nelle colonne ventrali di embrioni lunghi 50 mm., nei quali si vedono alia nieta del troaco colonne ventrali con cellule radicolari dai contorni netti e precisi. Trattando con il metodo del Golgi la midoUa spinale di embrioni nei quali non e ancora avvenuta la separazione di cellule nervose dal neurosincizio (embrioni di 30-40 mm.), si osserva che il bicromato d'argento si deposita irregolarmente, e cosi puo simulare la presenza di cellule nervose enormi (le quali corrispondono invece ad un tratto piu 0 meno esteso di neurosincizio con i saoi nuclei); in tal rnodo e date ottenere iramagini come ({uelle rappresentate da Lenhossek ('■) (fig. 9-14) in embrioni di Pristiurus, ove si vedono cellule nervose grandi come mezzo abbozzo di colonna ventrale. Ammettendo che nei giovani stadi la midoUa spinale sia costi- (1) Studniika F. K. — TJutei-.sucbiiiineu iibcr deii Bau des Epeixlyiiis iler nervoseu Ceiittaloi- gane. Anatom. Ifefte, herausg. Merkel u. Jionnett, H. 48, 1900, pag. 364-365. (-) Lonho9s6k (von) M. — BeobaLlituugeu an ilou Spiualguuglien uml dem Riitkenmark von Pristiuiusembryoueu. Anal. Anz., Bd. Til, 1802, paij. 519. - 37 - tuita da un neurosincizio, si spiegano le irregolarita nella forma e nei limiti delle supposte cellule embrionali che si vedono nei pre- parati inclusi in paraffina. Secondo questa concezione (la quale forse non incontrera troppo favore nei sostenitori della teoria del neurone, perche essi ammettoiio I'indipendenza delle cellule nervose fino dalla loro prima comparsa), il tessuto nervoso al principio dello sviluppo si coraporta in modo simile agli altri tessuti embrionali, che pure compaiono come sincizi. Alia concezione del neurosincizio taluno potrenbe obiettare che anche in stadi embrionali assai giovani, nei quali il neurosin- cizio e evidente, si possono avere col metodo del Golgi dei prepa- rati nei quali si vedono elementi distinti e sopratutto cellule epen- dimali con la loro forma tipica e con prolungamenti estesi fino alia periferia della raidolla. Ma alia obiezione si puo rispondere che col metodo del Golgi non si ottengono mai elementi a contorni precisi e regolari, ma che la deposizione di sale argentico da delle figure a contorni irregolari ed accidentati, le quali (hmostiano che tale deposizione non ha trovato dinanzi a se un limite netto, qual'e quelle prodotto da una mernbrana celUilare o da uno strato di sostanza cementante, che ne impedisca la diffasione. Inoltre devo aggiungere che I'esame di molti preparati ottenuti col metodo del Golgi ed il confronto tra essi e quelli fatti col metodo fcjtografico del Cajal o col metodo del Bielschowsky per le neuroflbrille, mi hanno convinto che il metodo del Golgi si deve riguardare come una grossolana de- posizione di bicromato argentico tra le neuroflbrille e tra le fibrille ependimali, deposizione che e dovuta alia grande affinita che hanno queste fibrille per i sali metallici e specialmente per quelli d'ar- gento. Quindi il metodo del Golgi applicato al neurosincizio ci in- dichera quale e il cammino di un fascio di neurofibrille o di fibrille ependimali (cammino the invece ci e dimostrato con grande finezza dai metodi suddetti del Cajal e del Bielschowsky), ma non ci in- dichera veri limiti cellulari ; tutto al pii^i, siccome le neurofibrille indicano con approssimazione quali saraimo il limite e la forma della futura cellula nervosa e della futura cellula ependimale, ne risulta che il metodo del Golgi ci potra indicare quali zone dei ci- toplasma neurosinciziale siano sotto la dipendenza del singoli nuclei del neurosincizio; insomma, per valermi di un paragone grossolano, agii'a come la ebollizione della cartilagine, la quale ci fa riconoscere quali zone della sostanza fondamentale siano prodotte dal metabo- lismo di una determinata cellula o dj un determinate gruppo di cellule. - 38 - Come crescono i nuclei del neurosincizio ? E come si differen- zia il suo citoplasma, in modo da aversi neuroblasti e spongiobla- st! distinti? Per rispondere a queste due domande ho fatto nume- rose indagini, i cui risultati riassumero nelle pagine seguenti. La moUijJlicazione del nuclei neurosinciziali. — Non e ancora stabilito in qual modo I'epitelio ependimale primitive si moltiplichi e dia origine a quell'enorme complesso di nuclei che sono diffusi nel neurosincizio e che diventeranno poi i nuclei dei neuroblasti e degU spongioblasti ; nei selaci la questione non venne neppure mai avanzata. II Bonome (') ha osservato che negli uccelli e nei mam- miferi le cellule genninali (cosi egli chiama tutte le cellule che cir- condano il canale centrale e che sono capaci di inoltipHcarsi) si moltiplicano in maniera del tutto particolare, che, a quanto mi sembra, costituirebbe una nuova specie di moltiplicazione diretta; infatti il Bonome afferraa che i nuclei delle cellule suddette emet tone dei corpicciuoli, i quali non si possono " altrimenti interpre- tare che come dei paranuclei o cariosomi „ ; questi si allontanano poi dal nucleo che li ha prodotti e danno origine a nuovi element! cellular!. Inoltre ha veduto che nella zona periependimale vi sono cel- lule il cui nucleo produce contemporaneamente molte gemmazioni, le quali si dispongono attorno ad esse come ! dent! di una ruota da timone e poi si distaccano dalla cellula madre, generando nuove cehule. II Bonome crede che questo modo di moltiplicazione sia da riguardare come una frammentazione del nucleo (a me sembre- rebbe invece una particolare forma di gemmazione, poiche il nucleo paterno non viene diviso in tant! frammenti, ma permane nella cellula madre). Ho voluto ricordare questi risultati delle indagini del Bonome intorno alia moltiplicazione degli element! del tubo midollare degli uccelli e dei mammiferi, perche non ho ma! osser- vato nessun fatto simile nel tubo midollare de! selaci. In quest! pesci i nuclei del neurosincizio si moltiplicano per cariocines! dei nuclei dell'ependima. Le figure cariocinetiche si osservano gia al memento nel quale incomincia a formars! la doccia midollare ; quando poi il tubo midollare si e costituito, aUora diventano nu- merose. E per mezzo di questa moltipUcazione che si inspessiscono (1) Bouome A. — Suiristoguiiesi della uevioj;lia uonualc (lei voitebrati. Arch, di Anat. e di Einbriol. Vol. VI, 1907, pag. 261-264. - 39 - le pareti laterali del tubo midollaro, ed appunto per cio le cariocinesi sono quasi tutte situate nelle pareti deirampia fessura centrale (nome col quale indico la cavita che precede il canale centrale de- finitivo). I fasi acromatici delle figure cariocinetiche sono orientati in due modi, poiche la maggior parte di essi ha I'asse principale perpendicolare alle pareti della fessura centrale, ed alcuni lo lianno invece parallelo a queste pareti ; i primi sono quel fusi che appar- tengono a cariocinesi destinate ad originare nuclei i quali inspessi- scono le pareti del tubo midollare, gli altri invece sono di carioci- nesi le quali originano nuclei che vanno a formare nuovi elementi deU'ependima e quindi servono ad assicurare il rivestiraento della fessura centrale, che nei primi stadi va continuamente allargan- dosi ('). Negli embrioni di Acanthias, di ScyHium e di Torpedo lunghi 6-10 mm., le figure cariocinetiche si trovano tutte nello strato ependimale del neurosincizio e nelle sezioni trasversali di un em- brione di Acanthias lungo 8 mm. fatte aha meta del dorso ed aventi lo spessore di 5 [■>■ I'ana, si contano in media una diecina di cario- cinesi per sezione; i nuclei che provengono dalle cariocinesi dirette perpendicolarmente alle pareti della fessura centrale si trovano su- bito attorno alio strato ependimale (strato che deve venire an- ch' esso riguardato come porzione del neurosincizio, dato che i suoi elementi non sono completamente separati tra loro ne dal resto del citoplasma neurosinciziale). Questi nuclei spingono verso la periferia i nuclei formatisi precedentemente e per il continue ripetersi del processo, ne risulta che i nuclei dell'abbozzo midollare sono tanto piia giovani quanto piu sono vicini alia fessura midollare. In Acanthias, in Scyllium ed in Mustelus il processo carioci- netico continua per tutta la vita embrionale; pero, a cominciare da embrioni lunghi 25-30 mm., benche raramente, si vedono figure cariocinetiche anche lontano dalla fessura centrale e qualche rara volta se ne riscontrano perfino in prossimita della superficie mi- dollare. Inoltre si trovano del nuclei con una forma tale da lasciar sorgere il dubbio che lontano dalla fessura midollare e specialmente negh abbozzi delie colonne ventraU avvengano delle moltiphcazioni dirette. lo pero non intendo per ora che di avanzare una ipotesi, e la fondo sulla osservazione di frequent! nuclei piii o meno stroz- 0) Era giii in corso di stanipa il presente lavoio quaudo coniparve ana nota deU'Brliard (Diplosomeu uud Mitoseu in cilieutragenden Epeudym eines Haiflscliembryo. Anat. Anz., Bd. XXXYIII, n. 6-7, 24 Janiiar 1911), il quale nella tela coioidea di embrioni di Acanthias ha appunto osseivato questa eecon da forma di orientamento dei fusi per la neoformazione delle cellule ependimali. - 40 - zati verso la loro meta e di frequenti coppie di nuclei molto viciiii, come se dopo la loro formazione non si fossero ancora allontanati I'un dall'altro. ~\^ \^ * * II differenziamento del neurosincizio. — II tubo midollare negli embrioni di selacoidei lunghi raeno di 10 mm. e costituito, come sopra vedemmo, da un grande iraraero di nuclei siuiili tra loro ed i;nmersi in una piccola quantita di citoplasma indift'erenziato ; a questo periodo della sfcruttura del neurosincizio potremo dare il nome di stadio mdifferenziato del neurosincizio. Vi e una differen- ziazione degli elementi neurosinciziali solamente nolle pareti della fessura centrale, ove, accanto a nuclei circondati da citoplasma con flbrille ependimali e che verosimiimente rappresentano le anti- che cellule ectodermiche, che hanno formate il tubo midollare pi'i- mitivo, si vedono cellule circondate da abbondante citoplasma ialino, le quali sono in attiva moltiplicazione cariocinetica e formano le cellule germiyiali dello His. Poco prima che incomincino a costituirsi gli abbozzi delle co- lonne ventrali (fatto che s'inizia gia in embrioni di Acanthias lun- ghi 12 mm.), i nuclei indifferenziati del tubo neurale (lascio per ora da parte quelli della lamina ependimale) si modificano per forma e struttura e contemporaneamente si modifica pure il citoplasma sinciziale che sta attorno a ciascuno di essi ; cosi il tubo neurale viene ad essere costituito da neurohlasti e da spongioblasU, nel senso ammesso dallo His per i cranioti superiori. I neurohlasti compaiono negli abbozzi delle colonne ventrali gia in embrioni di Acanthias lunghi 8 mm. Si vede infatti che al- cuni dei nuclei periferici del neurosincizio nel territorio ove si forme- ranno le colonne ventrali migrano nella massa citoplasmatica neu- rosinciziale verso la superficie del tubo neurale, senza pero rag- giungerla; cosi, mentre la quasi totalita dei nuclei neurosinciziah rimangono separati I'uno dall'altro per mezzo di una quantita mi- nima di citoplasma, quest! pochi nuclei migrati sono circondati da una zona di citoplasma abbastanza abbondante. Progredendo nello sviluppo, questi nuclei diventano molto piii voluminosi degli altri ed il loro reticolo cromatico si fa meno fitto; per il loro ingrossa- mento possono avvicinarsi I'uno all'altro in mode da formare dei gruppi di due o tre nuclei. Negli embrioni di Acanthias lunghi 15- 20 mm. nel citoplasma indifferenziato e comune a questi nuclei - 41 - incominciano a comparire le neuroflbrille, in forma di un pennello che da un lato si espande su una delle estremita del nucleo incap- pucciandolo, mentre daH'alfcro iato rimane riunito e termina a punta; attorno a qualche nucleo il metodo fotografico del Cajal fa ricono- scere un principio di reticolo neuroflbrillare. In alcuni nuclei il fiocchetto di fibrille sembra originare da un cumulo centrale omogeneo di sostanza speciale che ha affinita per il sale argentico come lo hanno le neuroflbrille ; non so ancora se si tratti di cattivo differenziamento (e se quindi questo cumulo di sostanza non sia da riguardare come un fascio di neuro- flbrille) oppure se quel cumulo indichi uno stadio della diflferenzia- zione del citoplasma in neuroflbrille. Come adunque vedesi, io ho trovato in questo stadio dello sviluppo del tubo midollare dei selaci dei fatti simili a queUi riscontrati dal Best a (^) col suo me- todo speciale negli embrioni di uccelli. In embrioni lunghi 25 mm. i nuclei sono intieramente circondati da neuroflbrille ed il brevis- simo pennello degli stadi precedenti e divenuto un vero cilindras- sile, che ormai esce anche daUa midolla e si addentra nolle radici ventrah ; pero neppure a questo stadio il neurosincizio si e diviso in cellule distinte Tuna dall'altra. Vi sono infatti ancora, nella parte piu centrale del tubo midollare, numerosissimi nuclei indifferenziati immersi in scarso citoplasma, come si osservava negli stadi pre- cedenti ; nelle colonne ventrah si hanno i grandi nuclei sopra de- scritti circondaii dalle neuroflbrille, ma, se ogni nucleo e circon- dato da una massa citoplasmatica propria con neuroflbrille, pero queste masse non sono separate I'una dall'altra per mezzo di una membrana o di uno spazio. Ad ogni modo io ritengo che a questo stadio si possano indicare come neuroblasti. i nuclei suddetti col citoplasma dififerenziato in flbrille che li circonda. Col crescere degli embrioni si vede infatti che, mentre aumenta il differenziamento del citoplasma di ogni neuroblasto, si formano anche dei piccoli spazi che limitano il citoplasma di un neuroblasto da quelle dei neuroblasti vicini o dalla massa citoplasmatica del neurosincizio non ancora difC'erenziata ; e. questi spazi aumentano e si fondono, di modo che in embrioni di Acanthias lunghi da 45 a 50 mm., i neuroblasti sono ormai nettamente delimitati. II Bo- nome (loc. cit. pag. 383), che non segui le modiflcazioni sopra de- scritte e esamino un solo embrione di Mustelus lungo 50 mm., vi (1) Best a C. — Sopra le prime fasi di sviluppo delle nenrofibrille negli elementi del luidollo epiuale. Atti del i" Congresso della Soc. ital. di nevrologia, Napoli^ 1909. - 42 - distingue due specie di neuroblasti ; alcuni, i quali hanno grosso il nucleo ed abbondanfce e ialino il citoplasma, " sono destinati a di- venire cellule ganglionar! „ ; altri, che hanno ovale il nucleo, gra- nuloso il citoplasma e due prolungamenti polari che si anastomiz- zano con quelli dei neuroblasti vicini, " sono destinati a divenire fibre nervose od a dare origine a specie di plessi nervosi „. Le mie indagini non mi hanno permesso di riconoscere a nessun stadio questi due tipi di neuroblasti. Nelle colonne ventrali di embrioni di Mustelus e di Scylhum lunghi 30-60 mm. il Pighini C) ha osservato dei gruppi di nuclei con vario aspetto, cioe ora avvicinati semplicemente I'uno all'altro ed ora fusi insieme. L'A. crede che questi speciali rapporti ven- gano a confermare le vedute delFragnito, del Capo bianco, del Bet he, ecc, che sfcudiando sopra tutto lo sviluppo della midolla spinale del polio, emisero e sostennero I'opinione che il nucleo della cellula nervosa deflnitiva rappresenti la fusione di vari nuclei em- brionah costituenti una colonna nucleare od un sincizio. Su questo argomento io non concordo col Pighini; infatti non ho mai potuto osservare una chiara fusione di vari nuclei in una sola massa e senza tale constatazione non si potra mai asserire che il nucleo della cellula deflnitiva derivi da piii nuclei riuniti in uno solo. Ma vi e un altro fatto che vieta di accettare la suddetta ipotesi, ed e la presenza delle neurofibrihe, le quah formano sistemi distinti at- torno ad ognuno di quel nuclei che diventeranno nuclei di neuro- blasti ; se i nuclei si fondessero, dovrebbero necessariamente fon- dersi anche i sistemi neurofibrillari e dovrebbero scomparire nel punto di fusione dei nuclei, ed io non ho mai potuto vedere nep- pure una traccia di tale fatto. Faccio poi notare che, anche lasciando da parte Torigine del nucleo della cellula nervosa, tra il mode di interpretare la genesi dei neuroblasti ammessa dal Pighini e quelle osservato da me, vi e profonda diversita ; il Pighini crede infatti che nei primi stsrdi si abbiano cellule distinte I'una dall'altra, le quali si fonde- rebbero poi a gruppi per formare tanti piccoh sincizi, ciascuno dei quali corrisponde ad una futura cellula nervosa ; io invece ho ve- duto che nei primi stadi vi e un neurosincizio solo, che forma tutto il tubo neurale e che secondariamente alcuni nuclei di esse, cir- (1) rigliini. — Sulla origine e fonuazioiie (tclla cellnla nervosa negli embrioni di aelaci. J2m- Sta sperim. di Freniatria e Med. legale, Vol. 31, 1905, pay. 06. Auche in: Bibliogr. anatomique, 2'. 14, F. 1, 1V05, pag. 'J4. 43 - condandosi di una zona di citoplasina differenziato in neurofibrille, diventano neuroblast!. Gli sponglohlasti incominciano a differenziarsi piu tardi del neu- roblast!, ed anche ess! si vedono comparire da principio negl! ab- bozz! delle colonne ventral!. Qiiando si formano le prime neurofi- brille attorno ai nuclei neuroblastic! (embrioni di Acanthias lungh! 15 mm.), in mezzo a quest! si notano alcun! nuclei del neurosin- cizio ! quali si distinguono dagl! altr! perche sono piccoli, sferici e con la cromatina molto addensata ; 1! circonda uno strato sottile di citoplasma, distinto dal resto della massa citoplasmatica neuro- sinciziale, perche e ialino ed omogeneo ; esse ha contorn! regolari ma e ancora faso col resto del citoplasma neurosinciziale. Quest! nuclei con il loro alone citoplasmatico sono ! prim! spongioblast!. Le fibre di nevroglia compaiono molto tardi e vidi le prime in em- brioni di Acanthias lunghi 75 mm.; si formano in vicinanza de! nuclei spongioblastici e crescendo si allungano e si spingono lon- tano da essi. Forse le fibre compaiono cosi tardi perche negli em- brioni lunghi meno di 75 mm. provvedono a formare il tessuto di sostegno del tubo nervoso le cellule ependimali con le loro grosse e ramificate fibre che si spingono fine alia periferia del tubo sud- detto. Anche nei selacoidei molte di queste cellule, rnnanendo incluse nello spessore delle pareti del tubo nervoso, si trasformano in cel- lule di nevroglia. II Bono me (loc. cit. pag. 332), descrivendo le disposizio.ni os- servate in un embrione di Mustelus lungo 50 mm., afferma che gli spongioblast! hanno nucleo piccolo, male differenziabile dal pro- toplasma per la intensa colorabilita di quest'ultimo e che essi danno origine a prolungament! diretti in vario sense. Come il tubo nervoso, cosi anche le radio! ed i gangh nervosi sono in origine alio state sinciziale, e solo secondariamente si dif- ferenziano in essi cellule distinte le une dalle altre. Nel tubo nervoso il differenziamento incomincia dalla periferia e progredisce verso il centre ; cosi, in embrioni di Acanthias lun- ghi 80 mm., gli abbozzi delle colonne contengono ormai vere cel- lule nervose e vere cehule di nevroglia con contorni bene netti e separate tra loro e dalle fibre nervose per mezzo di spazi (che verosimilmente servono alia circolazione plasmatica ed hanno quindi grande importanza nutritiva), mentre nelle parti central! delle paret! nervose, vicino all' ependima, il neurosincizio si conserva ancora nello stadio indifferenziato. - 44 - II Bono me, occupandosi della istogenesi della nevroglia nei ver- tebrati, conclude che " non tutte le cellule indifferenti o migrant! giungono a maturazione per differenziarsi o in sspongio- o in neuro- blasts Una parte dello medesime durante la migrazione si modifica profondamente sia dal lato morfologico, sia dal lato chimico e scorn- pare, fornendo materiale per la formazione del reticolo. Un'altra parte rimane tale, senza differenziarsi, per tutta la vita embrionale ed anche dope la nascita (loc. cit. pag. 336) „. Nei selaci non sono riuscito ad osservare queste special! forme di element! cellulari. Nel passo ora citato I'A. accenna alia presenza d! un reticolo, che in altri luoghi indica col nome di reticolo sinciziale; questo re- ticolo non ha niente di comune col citoplasma neurosinciziale nel senso stabilito da me, e rappresenterebbe uno stadio dello sviluppo della nevroglia, stadio che non ho potuto riscontrare nei selaci. Da quanto ho sopra esposto, sembrami d! poter concludere che: !» il tessuto nervoso del nevrasse da principio e costituito da un sincizio (neurosincizio), come gli altri tessuti embrionali ; 2° i nuclei del neurosincizio si moltiplicano per cariocinesi da! nuclei delle cellule germinal! che si trovano tra le cellule epen- dimali, ed i nuclei neoformati spingono verso la periferia quelli ori- ginati prima ; 8" il neurosincizio, che dapprima trovas! in uno stadio in- differente, si diff"erenzia poi in neuroblast! ed in spongioblast! ; 4'-' ! neuroblast! si costituiscono perche in una zona di cito- plasma neurosinciziale che circonda alcun! grandi nuclei special!, s! formano le neurofibrille e perche allora questa zona di citoplasma si separa dal resto del neurosincizio ; 50 gli spongioblast! si producono perche attorno a piccoli nuclei particolar! si diff'erenzia dal resto del citoplasma neurosin- ciziale un sottile strato d! citoplasma ialino, in cui cominciano a formarsi le fibre di nevroglia ; 60 il diff'erenziamento del neurosincizio progredisce dalla pe- riferia verso il centre dell'abbozzo neurale. E probabile che queste conclusioni, le quali valgono per lo svi- luppo del sistema nervoso centrale dei selaci, debbano venire appli- cate anche a quelle degli altri cranioti. Esse concordano coi risul- tati dello Held, !1 quale sostiene che anche il sistema nervoso pe- riferico deriva da un sincizio (neurencizio). — 4a — SUNTI E RIVISTE 1. Civalleri A. — Sallo sviluppo dclla guaiiia raidollai-c nellc fibre ncrvosc central!. — Mem. della Reale Accad. delle Scienze di Torino, serie 2'\ torn. 61. 1910. Le modalita della gonesi e dello sviluppo della guaina midollare costitui- scono — come e noto — una (fuestione quaato raai studiata e dibattuta. Dal- I'esposizione sommaria, clie I'A. corapie, delle varie opinion] esprosse dai diversi Autori risulta quanto poco sicure sieno le nozioni die attualraeiite abbiamo in proposito. Le ricerche personal! del C. furono condotte sul m!dollo spluale di embrioni di polio. I metodi d! indagine furono i piu svariati, s!a r!guardo alia tissazione che alia colorazione del materiale; e cio alio scopo di poter convenienteraente studiare le forraazioni che precedono la comparsa della mielina. L'evoluzione del midollo spinalo fu soguita tin dal prime apparire del velo marginale. II quale, a un momento date, per la scomparsa dei liraiti cellulari degli elementi che lo compongono, assume I'aspetto di uu sincizio, a struttnra tine- mente librillare. Questo sincizio subisce in seguito uu processo di vacuohzza- zione che gli conferisee I'apparenza di un tine reticolo. Direttamente immerse nella sostanza propria delle trabecole di questa trama sinciziale, decorrono al lore primo apparire le libre norvose. In seguito cominciano a comparire nelle trabecole granulazioni lipoid! mi- nute e numerosissime, le quali tendono a confluire e a fondersi aU'intorno di ogni libra nervosa, per formare il primo abbozzo della guaina midollare. Conttmporaneamente, in seno al sincizio vanno individualizzandosi gli ele- menti di sostegno, moiti dei quali — in quanto si adattano alia posizione clie le tibre nervose occupano nello spessore delle trabecole del sincizio — assumono in una fase del loro sviluppo una particolar forma {cellule ad anello). Tutti gli elementi nevroglici conscrvano — a comune col sincizio — lapro- prieta di toi'mare granuli mielogeni. II G. conferma dunque I'opinioue di taluni Autori, che agli elementi di so- stegno spetti la t'unziono di produrre la guaina mielinica ; pero non crede di poter escludere che ad una tale fiuiziono compartecipi — sia pure secondaria- mente — anche il neuroplasma delle tibre ; e cio per gli intimi rapporti che le tibre norvose precocemente contraggono colle trabecole del velo marginale. L' involucre lipoide della libra nervosa si trasforma poi in mielinico, allor- quando in esse vengono a fondersi altri granuli (protargono) che compaiono successivamente in seno al tessuto di sostegno. Tutto il sincizio costituente il tessuto di sostegno del midollo spinale es- sendo — secondo le vedute dell'A. — di natura indubbiamente ectodermica, la guaina midollare delle tibre nervose centrali e di conseguenza pure una produ- zione esclusivamente ectodermica, Tullio Terni. - 46 - 2. Sergi Sergio. — Variazioni dei solchi dell' insula nol cervoUo uraano. Con 2 tavole. — Atli Soc. Rom. cli Antrop., vol. 15, fasc. 62,2). 209-224. 10 W. Da ricerche eseguito in numerosi cervelli appartenenti a diverse razze urna- ne I'A. viene alle soguenti conclusioni : Non esiste un tipo unico di solcatura nell' insula delFuomo e la variabilita e alquanto piii notevole nolla zona antoro-superiore che nella zona infei'o-po- steriore. Si possono distinguere due tipi di segraenti : i longitudinal! o infero-poste- riofi ed i trasvorsali o antero-superiori. Essi comspondono a duo zone distinte deir insula; gli uni o gli altri si possono spostare di raolto nella direzione della zona contigua per il provalere oradeH'una ora dell'altra, ma non si osservano compensi di sviluppo reciproci tra di quelli, si che si puo dii'e che esistano neir insula due carapi cortieali abbastanza ben deflniti. Lo studio quindi della solcatura delF insula conferma I'esistenza di duo zone cortieali differenti corrispondenti a quelle che Flechsig detlni per mezzo dello studio della niielinizzazione, Campbell per i caratteri istologici e Monakow e Giannell|i per i caratteri flsiologici. L'orientamento piu stabile e quelle dei segraenti infero-posteriori o longi- tudinali. La stabilita di questo orientamento permette la fbrmazione dei solchi longitudinali cospicui [s. centrale e s. longitudinale]. L'orientamento dei seg- raenti della zona supero-anteriore e meno stabile, e questa variabilita raaggiore e in correlazione con quanto conosciarao sulla sua raielinizzazione per la quale da Flechsig e suddivisa in tre aree. La raaggior stabilita dei segraenti longi- tudinali deir insula posteriore corrisponde alia zona alia quale Flechsig attri- buisce caratteri primordiali. Entro ogni zona insulare la variabilita di nuraero, di forma e di posizione dei segraenti dei solchi e sottoposta a leggi di corapenso. Quando serabra che si effettui un corapenso tra i segraenti delle due zone contigue non si tratta che di spostaraento ed incontro dei segraenti estrerai periferici che si anastoraizzano ; cosi il soico centrale dell' insula che e il solco limite della zona posteriore, pud unirsi con qualche segmento della zona ante- riore ai suoi estrerai. Tra i due lati di uno stesso cervello quasi sempre esiste una grande sorai- glianza dei segraenti forraatori dei solchi e nella loro orientazione. Questa so- miglianza permette di poter seguire la origine dello variazioni. Le variazioni tra i duo lati non seguono una legge costante coraune, non vi sono cioe caratteristiche proprie dei segraenti forraatori dei solchi per ogni lato. Non sono deterrainabili differenze sessuali. L'A. non ha potuto determinare differenze speciflcho di razza per i casi esarainati (Giapponesi, Indiani, Sudanesi, Ovarabo, Herero, Ottentotti, Negro di Tabor). Ha pero notato che le forme piii seraplici si hanno tra i negri o non tra le popolazioni asiatiche che con quelli sono state poste a confronto ; che tra i negri si ritrovano ancho le forrae piu coraplessc ; che nei Giapponesi ed Indiani esarainati prevale per lo piii lo sviluppo dei segraenti della zona poste- riore a D; che in queste raedesime popolazioni e piii frequente lo sviluppo raag- giore dei segraenti della zona anterioro dell' insula che nei negri. - 47 - NOTE DI TECNICA MICROSCOPICA 1. Martinotti Leonardo. — La colorazione panottica di Pappenlieim applicata alle sezioni — liifoi-ma mecL, an. 20, n. iO, pp. 260-261, 1910. 1.** Le sezioiii attaccate ai portaoggetti, sparafflnate e passate nella sorie degli alcool, sono prese e direttamente dall'alcool o passate prima in acqua ven- gon coperto con un po' di soluzione di May Griinwald. Vengono lasciate cosi per circa un rainuto. 2." Senza gettare il liquido si versa sopra al vetro dell'acqua distillata, la- sciandola cadere a poco a poco, evitando possibilraente ogni dispersione fuori del vetro. II volume dell'acqua dove essere circa il doppio di quello della solu- zione colorante. Si lascia agire il colore ancora per due minuti. 3." Si getta tutto il liquido e, senza lavare, si copre la sezione con una so- luzione diluita di Gierasa in acqua distillata [1 goccia di miscela preparata da Griibler in 1 ce. di acqua distill.] colla quale si colora per 3 minuti. 4.° Lavaggio in acqua distillata. 5." Aceurato essicamento con carta bibula. 6.0 Immersione rapida in alcool assoluto. Il diflferenziamento si effettua in tempo variabile dai 30" ai 60" ed e contrassegnato, quando la sezione e ricca di eleraenti acidotili, dalla tinta rosea che assumono le sezioni. 7." Si rischiara in xilolo e si cliiude in balsamo. La colorazione riesce con materiale tissato con i fissativi usuali [alcool, for- molo, Zenker] soprattutto con tissativi a base di subliraato. I nuclei vengono coloriti in azzurro intense, il connettivo e le emazie rosa, 1 leucoeiti eosiuotili scarlatto, i neutroflli rosa, le Mastzellen violetto. 2. Petacci Arluro. — Ricerche sulla colorazione di Romanowski e raetodo rapido per ottenerla. — PoUclinico, an. 17, fa.'ic. 6, pp. 280-284. 1910. Sono moditicazioni al metodo classico del Romanowski per la colorazione del sangue. L'A. consiglia di procedere nel seguente modo : Preparare le seguenti soluzioi^i A. Bleu di metilene gr. 1 Acqua distillata » 100 Carbonate di soda » 0,50 B. Eosina 1 %o » 100 Versare contemporaneamente le duo soluzioni A c B su gr. 100 di cloro- formio ed agitare in un recipiente ampio. Dopo qualche ora o nel giorno successivo preparare la seguente miscela : Colore estratto col cloroforraio ce. 25 Eosina sol. acquosa 1 "/o gocco 25 Alcool metil. pure emc. 45 Etere solforico » 25 - 48 -^ Versare qualche goccia sul preparato in raodo che ne resti coperto, toglie- re quasi subito I'eccesso di colore facendone restare un sottile strato. Si fa essiccare 11 pi'oparato e si raonta direttamcnte in balsamo. L'A. filiene che il clorofoi'mio non solo estragga dal bleu di raelilene il rosso di raetilene, ma estragga anclie dal bleu, private di tutto il rosso ed unito all'eosina, un colore che da solo e capace di dare la colorazionedi Romano wski, Anche dal rosso di metilene ripreso in soluzione acquosa ed unito ad eosi- na il cloroformio estrae un colore die ha elettivita per la croraatina. Ang^elo De Carlini K morto a Pavia il prof. Angelo De Carlini, uno dei soci fondatori dell'U- nione Zoologica, insegnante molto stiraato al Liceo Foscolo di Pavia. Lasciu sorame cospicue in beneficenza : tra I'altro fondo una borsa di studio per uno studente di raedicina. Tra i lavori del De Carlini meritano di essere ricordati : — Artropodi dell' isola di S. Pietro (Sardegna). Soc. entoraologica, Firenze 1885. — Rincoti, emitter! ed omotteri pavesi. Ibid. 1886. — Vertebrati della Valtellina. Milano, Bernardoni, 1888. — Artropodi della Valtellina. Societa entoraologica, Firenze 1889, — Rincoti del Sottoceneri. » » » 1887. — Artropodi di Val Mgezzo » » » 1892, — Rincoti raccolti nel paese dei Somali. Annali del Museo Civico di Gene- va, 1892. Rincoti di Nkole (Africa centrale) raccolti dal capitano Casati. Soc. entorao- logica, Firenze 1894. — Rincoti del Giuba e suoi alfluenti (Spedizione Bottego). Annali del Museo Civico, Genova 1895. — Rincoti dell' isola di Cetalonia. Soc. entomol., Firenze 1901. I gerieri e le specie nuove desci'itti dal De Carlini si trovano depositati al Museo di Pavia: i lavori di fauna alpina meritarono le lodi del Senatore Ga- merano al Congresso di Borraio. Rina Monti. GosiMo Gherubini, Amministratore-responsabile. Firenze, 1911. — Tip. L. Niccolai, Via Faeuza. 44. lonitoFe Zoologico Italiano (Pubblicazioiii Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Oryano iifficiale della Unione Zoologica Italiana DIKKTTO i>Ai DOTTORI QIULIO GHIARUGI EUGENIO FIGALBI Prof, di Anatomia iimana Prof, ili Auatomia comp. e Zoologia nel R. Istituto di Studi Supor. in Fireuze nella R. Uuiversita di Pisa Ufficio di Direzione ed Amministrazione: Istituto Auatomico, Firenze. 12 numeri all'anno — Abbuonamento annuo L. 15. XXII Anno THirenze, Marzo 1911. N. 3. SOMMARIO : BiBLlOGRAFlA. — Pag. 49-55. GoMUNiCAZioNi oRiGiNALi : Riquier G-. C, Gontribnto alio studio della ghiandola lacrimale umana. (Con tav. 1). — Senna A.., La spcrmatogcnesi di Gryllotalpa vulgaris Latr. Nota preliminare. (Con 8 ligg.). — Pag. 56-77. NOMENCLATURA ANATOMICA, — Pag. 77. NoTiziE. — Pag. 79. Unione Zoologica Italiana. — Pag. 80. Avvertenza Delle Comunicazioni Original! che si pubblicano nel Monitore Zoologico italiano e vietata la riproduzione. BIBLIOGRAFIA Si da notizia soltanto dei lavori pubbltcati in Italia. A. - PARTE GENERALE I. Bitoliografia, Storia e Biografia zoologica e anatomica Abba. — Paolo Mantegazza (nocrologio). — Riv. di igiene e di San. puhbl., An. 21, N. 18, pp. 546-548. Torino, 1910. Arrigoni Degli Oddi E. — Comraeraorazione di Richard Powdler Sharpe fatta alia Societa Zoologica italiana con sede in Roma. — Boll. Sac. Zoologica italiana, Ser. II, Vol. 11, (Anno 19), Fasc. 1-2, p)p. 56-59. Roma, 1910. Canna, Marcacci, Sala, Romiti. — In raemoria di Giovanni Zoja. — Pavia, Ed. Maltei e S^jeroni, 38 pp. 1910. Ficalbi E. o Monticelli Fr. 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Oggi, per consenso unanime, alcune ghiandoia occupano un po- sto ben definite nella classificazione generale; altri tipi ghiandolari invece, per quanto riguarda la loro struttura, sono oggetto di vivo dibattito fra gli Autori. E in questa discrepanza di opinioni per assegnare un posto ra- zionale ad una ghiandoia o ad un determinate gruppo di esse, sem- bra quasi che gli A. A. si dilettino (e il loro scope, in genere, e quelle di semplificare !) a mandar fuori classificazioni sempre piu intricate e mono rispondenti al vero. Basti ricordare, ad esempio, che la gh. lacrimaie da alcuni vien considerata come gh. tubulare, da altri come racemosa composta, da altri ancora come gh. a grappolo composta con acini tuhuliformi e da altri, m fine, come gh. sacculiforme. Un tal fatto davvero ci lascia non poco nieravigliati quando si pensi che gia nel 1888 F lemming, nel sue magistrale e classico lavoro, aveva fornito ad ogni studioso lo schema il piii semplice ed il piu esatto, secondo il quale le ghiandole potevano venir classi- flcate ! ^ 61 - Sarebbe qui davvero il caso di riportare per esteso i] lavoro deiratiatoraico tedesco che gia fin d'allora aveva per iscopo di por- tare un po' d' ordine, un po' di sistema nella classiflcazione delle ghiandole. Questo io non posso e non devo fare data la specialita del mio argomento ; dal lavoro di Flemming togliero solo quanto puo interessare la ghiandola in esame. Flemming, trattando I'argomento dal punto di vista generale, data la difficolta di stabilire una distinzione netta tra la forma a tube e quella ad acino, riteneva che la divisione delle ghiandole in tubulari ed acinose, basata unicamente sulla forma dei fondi ciechi ghiandolari, non fosse stata trop])o felice, in quanto che si erano do- vute ammettere, fra questi due tipi principali, numerose forme di passaggio, che, per essere fatte entrare nel tipo delle ghiandole aci- nose, dovevano subire descrizioni il piii delle volte inesatte. Egli, secondo la disposizione piu o meno complessa dei tubuli 0 degii acini, divideva le ghiandole in semjjlici e composte; le prime poi suddivideva in ser.iplici non ramificate e in semplici ramificate; le seconde in composte lohulari e in composte lohari. Secondo questo A. nei mammiferi di ghiandole con cul di sacco realmente sferico esisterebbero solo le gh. sebecee, i polmoni, la gh. mammaria, le ovale e fine ad un certo punto anche i reni ; " tutte le altre ghiandole del nostro organismo, diceva, constano " di tubi epltehali cihndrici ramificati o no, che in certi tratti pos- " sono mutaie di calibre, ma pei quali, senza dir cosa contraria al " vero, non si puo assolutamente parlare di dilatazione sferica, os- " sia di vescicole terminali appese a tubuli pii] sottili. „ Flemming al termine alveolo od acino sostituiva il ten nine sistema di canali. II pancreas era ritenuto una ghiandola acinosa al punto di me- ritarsi il nome di ghiandola salivare addominale. ha, ts che nh erg ev si oppose ad una tale opinione, studio I'argomento e concluse che il pancreas era una gh. tubidare ramificata. Quest' idea, condivisa e riportata da Flemming, fu accettata da molti altri A. A. Anche oggi dalla piu parte degli studiosi il pancreas e consi- derate come una ghiandola tubulare, poiche in esse di rigonfiamenti a sfera appesi alle ultime porzioni dei canali escretori, non se ne riscontrano affatto. Cio puo valere anche per le ghiandole salivari, e per I'uno e per le altre non si puo parlare di vescicole terminali 0 di acini (in sense moderno). Si possono e vero incontrare in que- ste ghiandole i cosidetti infundibuli a clava^ bisogna tener presente - &8 - pero die non si tratta di dilatazioni vere e proprie dei tubuli ter- rainali, ma, secondo F lemming, solo di un abbassamento dell'epi- telio nelle porzioni terrainali dei tubuli che determina un aumento del lume ghiandolare. lo non discuto questa idea di Fie m rain g, che cederebbe alia critica, amo meglio pero, riferendomi alia tanto semplice quanto ra- zionale ipotesi di Sala, ritenere tali dilatazioni claviformi come espressione di un fenomeno di adattamento funzionale. Secondo questo A. " le ghiandole il cui secreto e liquido e pub " percio uscirne senza bisogno di accumularsi in grande quantita " nel lume ghiandolare, presentano prevalentemente una forma tu- " bulare ; quelle invece il cui secreto e dense e poco scorrevole " hanno di preferenza una forma ad acino; in queste poi si scorge " che la forma ad acino si fa tanto meno spiccata per avvicinarsi " alia forma tubulare quanto piii il secreto diventa scorrevole. „ In base a cio si puo ritenere che esistendo originariamente la forma tubulare tipica, questa possa qualche poco venir modificata, quando la ghiandola venga chiamata a compiere la sua funzione. Quando ancora le ghiandole venivano distinte in acinose e tu- bulari secondo i criteri prima accennati, la ghiandola lacrimale era ritenuta una ghiandola sierosa molto simile alia parotide e, insieme a questa, faceva parte del gruppo delle acinose. Per primo F lemming distruggeva un tale concetto metten- dola nelle tubulari composte ; dope di lui anatomic! ed oftalmologi, con ricerche comparative ed embriologiche, dimostravano I'esattezza della sua classificazione e consideravano la gh. lacrimale come una vera e propria ghiandola tubulare. Malgrado cio, ancor oggi qualche Autore non accetta una tale classificazione ; io credo quindi opportune riferire i diversi reperti, confrontarli gh uni cogli altri, fare di tutti un obiettivo esame, nel- r intento di far risaltare la razionalita di quella classificazione. F ale hi (1900) s'occupava dello sviluppo della gh. lacrimale nel- I'uomo, nel bue, nella cavia e nel coniglio, e in embrioni umani di 7 crn. di lunghezza dimostrava la presenza di veri acini e di tubuli con lume centrale. In feti di 26 cm. notava la completa differen- ziazione degli acini facendo pero rimarcare la strettezza e la poca chiarezza del lume ghiandolare. Pero il reperto di Falchi, puo ve- nire ben diversamente interpretato, quando si abbia presente lo schema generale di sviluppo delle ghiandole. - 59 Gia Flemming nel siio lavoro accennava a questo fatto e diceva " che una ghiandola embrionale, nella quale si vedono ap- " pena spun tare gli accenni dei canali secernenti in forma di bot- " toncini rotondi alle estremita dei canali deferenti, ha certamente " in iLitto e per tutto I'aspetto di una ghiandola acinosa o alveolare " quale dovrebbe essere secondo lo schema tradizionale e cioe: acini " rotondi attaccati a pedimcoli sottili. „ Un tale acino pero, faceva rilevare I'A., non e cio che molti chiamano acino od alveole, ossia una estremita singola ed ultima del canale, ma bensi il punto di partenza di tutto un sistema di canali, poiche da questa rotonda forma d'impianto vengono poi ad originarsi dei tubali ramificati. Realmente Falchi si trovava di fronte una ghiandola che preci- samente nell'embrione, assumeva una forma acinosa piii pura che non nell'adulto. Non bisogiia pero dimenticare che un tale reperto si osserva anche nello sviluppo delle piu pure ghiandole tabulari. II Toldt, da iniziaii aggregati cellulari foggiati a bottone, ha potuto seguire lo sviluppo dei tubi delle ghiandole peptiche. Lo studio della morfologia delle ghiandole ha avuto un note- vole sviluppo coll'introduzione dei metodi di ricostruzione. Maziarsky (1901), col metodo di modellazione del Born,ri- costruiva a forte ingrandimento la ghiandola lacrimale e daU'esarae accurate del modello ottenuto, traeva la conclusione che si trattasse di una ghiandola tubulare. Puglisi-AUegra (1903) riteneva la ghiandola lacrimale come una ghiandola tubulare composta, L'A. metteva facilmente in evi- denza una tale struttura tubulare mediante preparati per dilacera- zione o allestiti in seguito a macerazione non molto prolungata in acido arsenioso. Un tale reperto e evidentissimo nella tartaruga marina. Speciale (1905) studiava sistematicamente lo sviluppo della gh. lacrimale uniana e, accordandosi con quanto Puglisi- Allegra aveva descritto nella tartaruga marina, yeniva alia conclusione che fin dair inizio fosse una ghiandola tubulare ramificata senza acini visibili. Dubreuil (1907), in un esteso ed accurate studio sulla strut- tura e sulla funzione della ghiandola lacrimale, credeva opportune definirla una gJuandola a grappolo composta ad acini tubulifonni. uniformandosi alia classificazione di Renault. Tourneux (1911) nel sue manuale di Istologia Umana di- vide le ghiandole in alveolari u in tubulose e fra questi due tipi ~ 60 - principali crede indispensabile di mettere le ghiandole intermediarie 0 sacculiformi : la gliiandola lacriraale, secondo questo A. fa parte del nuovo gruppo. Vediamo pero se queste classificazioni hanno ragione di es- sere. Dubrenil chiamala ghiandola " a grappolo composta, „ riferen- dosi alia distribazione del canali escretori dai quali partono molte- plici diramazioni ; e col termine di " acini tiibuUformi „ indica i ta- biili secernenti avvicinandoli per un certo grado agli infundibuli a clava che si riscontrano in talune ghiandole. Tourneux, chiama piccoli sacchi le porzioni secernenti, ripe- tendo con altra parola il concetto del suo connazionale. Secondo questi A. A. i canali secernenti starebbero per quel che riguarda la forma fra i cilindri e le vescicole sfericlie. lo credo pero die I'istituire una classe di mezzo, nella quale le unita secer- nenti sarebbero acini tuhidifo^mi o saccidiformi, sia cosa che serva solo a far confusione; a mono che pero Dubreuil non intenda dare alia parola acino I'antico significato. Osservando bene sezioni di questa ghiandola nell'uomo, si vede che i canali o sono addirittura tubuh o si avvicinano molto piii alia forma cilindrica che non a quella vescicolare. Una struttura che ricorda gli infundibuh a clava, se e stata verificata in alcune specie animali, non fu raai da me riscontrata nell' uomo, dove dalla na- scita alia piii tarda eta, la ghiandola ha struttura spiccatamente tubulare. Nel corso delle mie ricerche non mi fu mai dato di os- servare in sezioni microscopiche le dilatazioni a clava, che, per quanto abbiamo detto in principio di questa nota e precisamente sulla interpretazione da darsi alle medesime, anche essendo presenti, non permetterebbero mai di ascrivere la ghiandola lacrimale al gruppo delle ghiandole alveolar l. Le dilatazioni ovalari che taiora capitano nel campo microscopico vanno interpretate come ramificazioni, di- gitazioni dei tubuli secernenti che possono simulare I'esistenza di un vero infundibulo a clava, quando per avventura il taglio sia ca- duto perpendicolarmente al piano di questa divisione. E da ricor- darsi ancora che in tutto il sistema di canali I'epitelio ha struttura assolutamente uguale. lo crederei dopo quanto e stato sopra esposto di poter conclu- dere, come gia un giorno F lemming, che la ghiandola lacrimale e una (jhiandola tuHdare composta. - 61 - Potendo disporre di un discrete numero di ghiandole lacrimali umane, ho creduto opportune studiare la distribuzione del connet- tivo nelle diverse eta; ho esaminato cosi ghiandole lacrimali di feti prematuri (di 7 mesi), di feti a termine, di bambini, di individui di media eta e di adulti. Per quanto riguarda la tecnica ho usato i comuni metodi pel connettivo: Mai lory, Van Gieson, Cajal tricromico ; ii Biel- schowsky, ingegnosaraente modificato dal Levi e il Cajal foto- grafico; 11 nuovo metodo proposto dal Train a. I miei reperti pero sono la piu parte desunti da preparati fatti col Bielschowsky, col Cajal e col Trajna; coi due primi me- todi ho ottenuto i risultati inigUori e col Traina ho avuto reperti molto superior! a quelli che si ottengono col Mai lory, col Van Gieson e col Cajal tricromico — Questo metodo per quanto non raggiunga la estrema finezza di dettaglio che si ha coi metodi ad impregnazione, e raccomandabile in tal genere di ricerche perche al pregio di poter essere applicato con successo a pezzi fissati in uno qualunque dei comuni flssativi, aggiunge quelle di essere ra- pido e di facile allestimento. Nella figura ho riprodotto fedelmente, coU'aiuto della camera chiara, solo dei preparati ottenuti col Traina, per dar agio a chi apphca ii metodo di vedere come devono presentarsi le sezioni quando la colorazione sia ben riuscita. Per le studio del tessuto elastice mi sono servito del metodo Unna-Taenzer, modificato dal Livini, e del metodo di Wei- gert, al quale si puo con successo far seguire la colorazione del Traina, e che mi ha fornito i risultati migliori. Per le cellule pla- smatiche ho usato I'Unna-Pappenheim. Sezioni micrescopiche di ghiandole lacrimali di feti umani set- timini, asportate in tote e trattate coi metodi ad impregnazione e col Traina, ci permettone di vedere una robusta travata connet- tiva che divide in due porzioni il tessuto ghiandolare. Questa tra- vata, che per la massima parte si origina daha espansione fibrosa del tendine dell'elevatere della palpebra superiore, e esclusivamente costituita da fibre collagene, da fibre elastiche e da cellule fisse. Alia periferia la ghiandola e hmitata da una capsula esile, poco differenziata, costituita da connettivo lasso fibrihare, contenente in- - <52 - trecci elastic! disposti parallelamente alia superflcie, e, solo di tratto in tratto, qualche cellula adiposa. Da qaesta capsula si dipartono, senza un oixline ben determi- nato, fascetti di finre che vanno a costituiro lo stroma di sostegno della gliiandola. La ghiandola a quest'epoca e divisa in zone di forma generalmente circolare ; i tubuli secernent-i e i piu piccoli con- dotti escretori giacciono immersi in un tessuto connettivo intersLi- ziale straordinariamento delicate, uniforme in tutta la sua esten sione, costituito da sottili fibre connettive e da elementi cellulari di forma svariata, provvisti di esili prolungamenti ramificati che si anastomizzano circondando ciascun tubulo. La differenziazione in lobi e lobuli non e ancora corapiuta ; tubuli secernenti e condottini escretori mal si distinguono gli uni dagli altri, perche i loro lumi non sono ben cliiari, e perche questi nei condotti escretori non ban no ancora raggiunta la consueta grandezza. Solo in qualche case si distinguono i tubuli secernenti dai con- dottini escretori per la maggior quantita di connettivo e per la co- stante presenza di fibre elastiche in questi ultimi. II connettivo e intimamente accollato alia superflcie esterna dei tubuli secernenti ; riesce pero impossibile vedere quali rapporti esistano fra esse e la membrana basale. I vasi di un certo calibre e i dotti escretori maggiori decor- rono nei sepimenti connettivi esistenti fra le zone circolari di tes- suto ghiandolare. Le fibre elastiche si mettono facilmente in evidenza nella capsula, nei sepimenti connettivali attorno ai vasi ed ai condotti escretori ; sono invece difflcilmente dnnostrabili intorno ai tubuli secernenti. Non e detto pero che a quest'epoca la regione intratubu- lare sia affatto sprovvista di tessuto elastico ; io ho potuto, qualche volta, notare la presenza di vere fibre elastiche, per quanto estre- mamente sottih, addossate ai tubuli secernenti. Molto sovente, alia periferia della ghiandola esistono fra la capsula ed il tessuto ghiandolare, degli spazii occupati da tessuto adipose. Non esistono accumuli linfatici, ne quel certo grade di infiltra- zione che vedremo verificarsi molto sovente nolle ghiandole adulte. Le cellule plasmatiche sono rarissinie. In feti a termine ed in individui che hanno vissuto qualche tempo (8-10 giorni; 1-3-20 mesi) il quadro muta d'assai ; la ghian- - 63 - dola assume una struttura che, fino ad un certo punto, puo rite- nersi stabile, definitiva. La ghiandola e divisa in lobi e lobuli ; la capsula che la liniita e ispessita e si presenta formata da lamelle ricche di fibre connet- tive e di fil)re elastiche e scarse invece di elementi cellulari. Da questa capsula si dipartono dei veri fasci di fibre presen- tanti qua e la qualche raro nucleo, che penetrano nella ghiandola dividendola in lobi — qaesti si poti'ebbero chiamare fasci di primo online o interlobar i. In essi decorrono i vasi e i condotti escretori che vengono cosi ad essere forniti di una robusta tonaca avventi- zia. Da questi fasci di primo ordine e dall'avventizia dei vasi e dei condotti escretori si staccano altri accumuli di fibre che, accompa- gnando i vasi ed i coiidutti di minor calibre, dopo un decorso piii 0 meno tortuoso, dividono i lobi in lobuli : sarebbero questi i fasci di secondo ordine o interlolmlari. Da questi ultimi poi si dipartono lungo tutto il loro decorso, dei piccoli fasci di fibrille che si risolvono in una delicata rete, oia fitta ora lassa, attorno ai condottini escretori e ai tubuli secernenti. I reticoli connettivi dei vari tubuli secernenti sono gli uni co- gli altri in connessione in modo da costituire un intreccio retico- lare esile, delicate, ma sempre ben definite attorno ai tubuli se- cernenti. I preparati coi metodi com uni ben poco lasciano vedere di tutto questo che si mette molto bene in evidenza coi metodi ad impre- gnazione e abbastanza chiararaente col Traina. In questo periodo il connettivo intertubulare, e come abbiamo visto, assai delicate e poco abbondante, sufficiente appena a sepa- rare i tubuli secernenti gli uni dagli altri e a permettere ai piccoli vasi il loro tragitto. Gli elementi che lo costituiscono sono fibre connettive, in prevalenza, cellule e fibre elastiche. Le fibre sono in genere molto sottili riunite talora in fascetti; le cellule sono rare e si presentano come elementi lamellari o fusati con pi-olunga- menti. Per quanto riguarda le fibre elastiche non credo necessario ri- ferire quanto dai diversi A. A. e stato descritto ; diro solo che at- torno ai tubuli secernenti, per quanto scarse e tenuissime, le fibre elastiche formano una fine impalcatura costante e con tecnica ac- curata sempre dimostrabile. Un tale intreccio elastico si fa grade grade piii fitto lungo il decorso dei condotti escretori. E poiche, come abbiamo gia osservato, nella ghiandola lacrimale i tubuli se- cernenti che costituiscono il lobule si continuano nel condotto escre- - 64 - tore (condotto iiitralobulure) seiiza una differenza strutturale a ca- rico dell'epitelio, dobbiamo qui ricordare die e solo per la maggior copia di tessuto connettivo ed elastico che nei preparati microsco- pici si riesca a distinguere I'uno dagli altri. Si possono trovare globuli bianchi e linfociti liberi nelle luaglie del tessuto connettivo ; abbastanza facilmente frammisti a questi, specialmente in prossimita dei vasi e dei condotti, si osservaiio cel- lule plasmatiche. Alia periferia della ghiandola e nel connettivo che separa un lobulo dall'altro e facile trovare ammassi, piii o mono considere- voli, di cellule adipose. Questa descrizione ha, fino ad un certo punto, un carattere generale e puo valere anche per le ghiandole lacrimali di individui di media eta e di adulti. Infatti I'esame di sezioni microscopiche di ghiandole lacrimali di individui la cui eta oscillava tra i 20 e gli 80 anni, non ci ha dato reperti gran che differenti. Si nota solo che il connettivo, costituente 1' impalcatura della ghiandola e andato mano mano aumentando specialmente attorno ai vasi e ai condotti escretori. Anche nella regione intratubulare si e fatto piia ricco di fibre collagene tanto che i tubuh ghiandolari sono ben nettamente separati gli uni dagli altri. Si vedono qui le reti, a maghe piu o meno regolari, che i capillari sanguigni formano attorno ai tubuli ghiandolari. Anche le fibre elastiche sono aumentate ; nella capsula sono grosse, serpeggianti e costituiscono quasi uno strato continuo; nel connettivo interlobare sono pure cresciute in numero e forniscono una fitta impalcatura ai vasi ed ai condotti escretori. Nel connettivo intertubulare, contrariamente al reperto di qual- che A., le fibre elastiche formano attorno ai fondi ciechi ghiando- lari intrecci reticolari che per quanto esili sono pero sempre dimo- strabih. Bisogna ricordare ancora che fra le maglie del connettivo si ]'invengono globuli bianchi, hnfociti e cellule plasmatiche; questi elementi sono distribuiti in tutta la ghiandola e non mai raccolti in maggior numero in determinati punti di essa ; non di veri ac- cumuli linfatici si deve quindi parlare, ma solo di un lieve grado di infiltrazione uniforme. - 65 Bibliografia Dubrenil. — Les glandes ]acrymales dos nianiinilVres et do riioinnie. — A. Rey et C.ie Lyon, 1907. 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Anzitutto ho potuto accertare che nell'osservazione dei fatti I'autore tedesco e incorso in non pochi errori ; in secondo luogo che il pro- (1) vom Ratb O. — Znr Kenntnias der Spermatogenese von Gryllotalpa vulgaris Latr. — Arch, fiir mikrosc. Anat. Bd. 40, 1S92. — Id, id. — Neue Beitriige zvr Frage der Chromntinreduction in der Samcn — und Eireife., ibidem, Bd. 46, 1895. — 66 — cesso maturativo di Gryllotaljm deve riportarsi alio schema pseu- domitotico preriduzionale col quale concordano altri ortotteri e tra questi i grillodei tipici. Le note del vom Rath contano bensi piu di tre lustri di vita e nel frattempo non furono esenti da critiche; bastera ricordare i dubbi espressi dal Gregoire(^) suU'esattezza delle osservazioni e cheilBuchner (-) trova pienamente giustificati; ma non e men vero che codeste note, per essere le uniche suU'argomento e tra le prime ricerche di gonogenesi favorevoli all'ipotesi weissmanniana, vengono citate tuttora e se ne riportano le conclusion! nei lavori congeneri e nei trattati generali come se fossero le piii attendibili {% Secondo il vom Rath, il numero del cromosomi spermatogo- niali e di 12 e la loro forma e rotonda. Negli spermatociti primi lo spirema continuo si divide lougitudinalmente, poi sisegmentain 6 porzioni, ognuna delle quah e omologa a due segmenti spermato- goniali uniti insieme. I doppi segmenti si raccorciano e saldandosi per i capi formano ciasctmo un anello; si hanno quindi nel nucleo 6 anelli dai quah si originano le note tetradi costituite da 4 cro- matidi rotondi — il vom Rath 11 chiama cromosomi — molto di- staccati gh uni dagli altri, posti come ai quattro angoli d' un qua- drate e riuniti fra loro da un filamento di hnina. I 24 cromatidi delle 6 tetradi si dispongono nel prime fuse in due fila parallele, ognuna delle quail consta di 12 cromatidi e separandosi indivisi nell'anafase passano nei nuclei figh. Senza che intervenga una fase di riposo, i 12 cromatidi degli spermatociti secondi si dispongono all'equatore del secondo fuse in maniera identica a quella della prima mitosi e si ripartiscono alia lor volta in due gruppi di. 6 per costituire i nuclei degli spermatids Con altre parole si puo dire che le tetradi si sdoppiano al prime fuse ciascuna in due diadi e que- ste si dissociano nei loro due cromatidi nella seconda cinesi. II vom Rath ne deduce che la prima divisione e equazionale la seconda e riduzionale. Or bene tutto questo e molto semplice, chiaro, se si vuole, ma anche molto inesatto. E diro subito che negli spermatogoni il numero del cromosomi (') Gi"6goire V. — Les r^sultats awjuis siir les ciueses de maturation dans les deux regnes. — l.er Mem. La Cellule, torn. XXII, '1905. (-) B n c li n e r P . — Das accessorische Uhi'oniosom in Spermatogeuese und Ovogenese der Oi- tlioptereu, zugleich ein Beitrag zur Kenntniss der Reduction. — Arch, filr Zellforsch. Bd. 3, 1909. (■*) Korschelt e Heider ad es. nel loro ottiiuo Lehrbuch d. vergleicli. Entwickel., al rias- suuto del processo maturativo deacritto da vom Rath premettono le parole: in eiuer besouders ein- I'achen nnd klareu.... W'eise. - 67 - lion e di 12 e la loro forma non e rotonda. Negii spermatociti I'ori- gine dei doppi segment! e diversa e non si ha la formazione di 6 anelli; I'aspetto poi che assumono le tetradi prims della messa al fuso e durante la medesima e affatto differente; deve inoltre dirsi fantastico il tratto di linina fra gli eleraenti costituenti le te- tradi e sul quale il vom Rath insiste in particolar modo. Nella prima anafase i cromosomi mostransi divisi longitudinalmente ; tra la prima e seconda mitosi vi e un'intercinesi, infine anche la Gryl- lotalpa ha un cromosoma accessorio che si comporta come un mo- nosoma; gh spermatidi sono quindi di due sorta. Questo per i fatti. Quanto all'interpretazione io ho concluso in sense opposto a quello di vom Rath, cioe che delle due cinesi la prima divisione e riduzionale e la seconda equazionale. Anche am- mettendo del resto le tetradi e il signiflcato che loro accorda vom Rath, sarebbe impossibile decidere, come giustamente osserva il Gregoire, se siano le meta trasversali o le meta longitudinah che si separano alia prima cinesi. Eppure G ryllotalpa fu considerato finora come esempio tipico di maturazione postriduzionale! Lo studio della spermatogenesi di questo ortottero era quindi da rifarsi completamente e in questa nota preliminare ne accenno le linee generah, riserbandomi di trattare I'argomento in modo det- tagliato, anche per quanto riguarda I'evoluzione degli spermatidi in spermatozoi e I'elemento mitocondriale, in un lavoro di prossima pubbhcazione. Nei testicoli adulti di Gr. vulgaris Latr. (0 gli spermatogoni si trovaho nolle cisti situate all'estremita distale dei tubi seminiferi. Sono cellule piriforini, raggruppate a rosetta, cohe porzioni piii strette volte verso il centre e riunite da un residuo/usiorale. Spesso sono ben visibili un idiozoma e i centrioli, inoltre col metodo Benda, quasi tutta la porzione al disotto del nucleo si presenta occupata da granulazioni mitocondriali. II nucleo, voluminoso in rapporto alia massa del citoplaama, e di forma sferica e nella fase di riposo mostra un sottile reticolo lungo il quale sono sparse granulazioni cromatiche. Esiste inoltre una massa cospicua, molto tingibile, simile ad un nucleolo e nella quale seml)ra concentrata la maggior parte delia cromatina. Questa massa si presenta, talora gia nella fase di riposo, divisa in due por- (1) I sistomatiii suuo d'aicordo iiuiriiiuuiettere die hi Crr. vubjaris Latr. e estesa a Uitta rEuropa ed e I'uuica specie die vi abili. Ciu dieo per esdiideio il dulibio che la specie da me stiidiata sia diflfereute da (pielhi di vom Rath. - 68 - zioni die qualche volta ho osservato in connessione fra loro me- diante un ponte cromatico, come nota Wassilieff in Blatta [^). I due cor|ii nucleolari poi si separano e in tale condizione sono sem- pre visibili nella fase di spirema. Nella mitosi tanto degli spermatogoni primi che secondi, i fe- nomeni nucleari decorrono in modo normale. Dopo una fase di spi- rema sottile, il filamento ispessisce e si divide trasversalmente in segmenti di lunghezza diversa che moscrano traccie evidenti d'una scissione longitudinale. Le due masse nucleolari anzidette sono in connessione con tronchi spirematici; una di esse, addossata alia membrana del nu- cleo, appare piii compatta e probabilmente rappresenta il cromosoma accessorio; I'altra massa di forma irregolare e riferibile ad un nu- cleolo e di essa non si ha piii traccia quando i cromosomi acqui- stano il loro aspetto definitivo nella messa al faso. Come dissi in precedenza, la forma dei cromosomi non e ro- tonda, bensi a bastoncino coUe estremita piii o meno ricurve. Nelle piastre equatorial! (fig. 1) si contano non gia 12, ma 17 cromosomi, numero che ritengo esatto per la cui'a posta nell'accertarlo e che conferma la presenza d' un cromosoma accessorio, finora non indi- cate in questa specie. La formola cromosomica in Gryllotalpa e quindi : autosomi 16 -f 1 allosoma (monosoma). Fig. 1. Vig. -2. I'iasUa cuiali.riiik- di spii-matogouio. X ^^^^- ^'^"^ giovani spunuatociti all' iuiziu deUa cie- sfita. >: 150U. Si constata inoltre che gli autosomi sono di grandezza diversa e si possono distinguere in coppie di due cromosomi uguali per di- mensioni e forma. Questi rapporti ciomosomici non acquistano pero queU'evidenza assoluta che si i"ivela in altri ortotteri e riesce altresi dubbioso riconoscere quale sia il cromosoma accessorio che certa- mente e di medie dimension!. (1) "Wassilieff A. — Die S|)LiiuatogL')icsc \ou Watta gciiiiuuica, — Arch. iiM'r. Anat. Bd. 70, l'J07. - 69 - Nella metafcise i cromosomi divisi longitudinalmente si dispon- gono aU'equatore in modo die ii piano di esso corrisponda alia li- nea di divisione. La cofetituzione dei nuclei figli non avviene mediante vescicole cromosomiche ma nel modo normale. I cromosomi durante I'orien- tamento polare perdono la loro forma regolare e si fanno granu- losi; una vacuolizzazione, che potrebbe anche essere una scissione longitudinale, e visibile in questo periodo, il monosoma mantiene invece la sua compattezza e la sua posizione in contatto colla merabrana, successivamente I'area nucleare e occupata da tilamejiti a percorso tortuoso c con frequent! anastomosi e la maggior parte della cromatina appare riunita in granuli e ammassi di dimenzioni diverse. I giovani spermatociti sono dapprima disposti a rosetta nelle cisti e riuniti aU'estremita dal residuo fusiorale, ma poi si separano e assumono sovente un aspetto tondeggiante. Difteriscono dagli spermatogoni da cui derivano specialmente per le dimensioni minori e per la distribuzione differente della cromatina nel nucleo, la quale e sotto forma di piccolo masse irregolari che sono in connessione con brevi filamenti, senza quest' ultimi unendosi fra loro costitui- scano un vero reticolo. Anche su questo punto, io mi trovo in disaccordo con vom Rath, secondo il quale negli spermatociti in riposo la cromatina sarebbe distribuita ancor piii finamente sul reticolo che negli sper- matogoni. Nei nuclei degli spermatociti all'lnizio della crescita (fig. 2) si nota una rnassa molto colorabile, tondeggiante od allungata e al tutto paragonabile a quella che la maggior parte degli autori indi- cano come cromosoma accessorio. Ben presto la massa unica, come si e gia notato negli spermatogoni, si divide in due porzioni un poco disuguali fra loro, che dapprima restano unite per mezzo di un ponte cromatico poi si separano e si scostano. Wassiiieff (1. c.) Buchner {I. c.) e Dues berg (') hanno gia descritto in diversi ortotteri (Blatta, Oedipoda^ Pezotettix ecc.) questo fatto, ma sono in disaccordo sulla natura della massa che si divide. Secondo Wassileff e " ein Nu- cleolus von doppelter Struktur „ per Buchner e il cromosoma ac- cessorio, per Duesljerg e invece un vero nucleolo. Di quest'ultimo assai spesso non si e rilevata la presenza negli ortotteri e in piu d' un case fu confuso col monosoma. (1) TJuesberg I. ^ Xouvcllus leclicicln's sur r;ij)])aicil iuil,u(;llouUiiu.l (.Ics cclliUvs sOmiualvs. — Arch, fur Zellf orach. Bd. >i Ue/t I I'JiO. - 70 - In Gryllotalpa^ sono proclive a ritenere chb la massa unica pri- mitiva sia costituita dalla unione del cromosoma accessorio col nu- cleolo e che percio si verifichino in una fase niolto precoce — al- I'inizio deH'accresciraento — quegli stretti rapporti che 11 nucleolo contrae col monosoma e che furono descritti nel periodo della cre- scita degli sperinatociti negli ortotteri e in altre forme. In un altro grillodeo ad es. il Brunelli(') ha constatato du- rante e alia fine deiraccrescimento la formazione costante d'lin ap- parente nucleolo doppio dovuto alia unione del cromosoma accessorio col nucleolo. Si ammette che tale comportamento abbia un signi- ficato nel metabolismo cellulare e sia in particolare evidente nolle forme soggette ad ibernare. 11 decorso ulteriore di questi due co'rpi rende verisimile del re- sto la mia interpretazione. Durante la crescita il monosoma si allunga e assottigliandosi ad un estremo forma un prolungamento che nella fase di spirema orientate si rivolge come le anse cromatiche verso un polo del nucleo. Anche in altri ortotteri si nota questo prolungamento che ta- lora fu interpretato come un'ansa cromatica in connessione col mo- nosoma mentre eftettivamente fa parte di quest' ultimo. Wassi- leff e Buchner (/. c.) lo considerano come I'espressione d'un " Ab- stromungsprozess „ di materia nucleare in corrispondenza al polo mitocondriale — dove cioe si avrebbe I'accumulo dei mitocondri — a sostegno della nota teoria della natura cromatica del condrioma. In Gryllotalpa^ nessun reperto puo corroborare I'idea d'un rap- porto genetico tra il prolungamento del monosoma e il corpo mito- condriale ; in secondo luogo Tallungarsi del monosoma e la sua po- sizione nella fase di spirema si puo interpretare piii semplicemente come il risultato deH'orientamento verso un polo di tutta la so- stanza cromatica del nucleo ; per ultimo e da rilevare che I'accu- mulo dei mitocondri si verifica in punti diversi del citoplasma. Quanto al nucleolo, esse durante I'accrescimento degli sperina- tociti si fa un poco piii pallido, ma non modifica la sua forma ton- deggiante, ne emette un prolungamento come e il case del nucleolo cromatinico che il Buchner descrive in Oedipoda; esse mantiensi inoltre separate dal monosoma, si addossa inflne alia membrana, poi al termine della crescita scorapare dall'area nucieare. E interes- (1) Brunei li Ct . — Lu spcnuiiluguuesi del (liyllus deserlus Pull. (Divisioui siitiiiuitoiiouiuli e iiialuiativo). — Mem. R. Accad. Lincei, ler. o, vol. VII, lOO'.K - 71 - sante la constatazione che contemporaneamente apparisce aU'esterno della membrana, o in un altro punto del citoplasma, iin corpo globu- lare al tutto identico alio scomparso nucleolo. Che il nucleolo o parti di esso possano fuoruscire dal nucleo e state sostenuto pit! volte e in organismi diversi, ma la questione si connette ad altre non poco discusse e sn un terreno tanto infldo non trovo conve- niente per ora inoltrarmi. Qui aggiungero soltanto che questo corpo globulare e sempre presente nolle mitosi allato del fuso e talora apparentemente nell' interno di esso, ma non sublsce alcuna divi- sione e passa in uno degli spermatidi, Esso rammenta quel corpi detti cromatoidi tanto spesso indicati nolle cellule sessuali e che pure ho osservato in Gryllol.alpa^ nonche formazioni dubbie anche di vertebrati come ad es. la " production enigmatique „ degli sper- matociti di Alytes (') e sulle quali gli autori non si pronunciano. E quasi superfluo avvertire che col cromosoma accessorio detto corpo non ha nulla a vedere. Per ora ritorniamo ai nuclei degli sperma- .tociti in crescita. Col ridursi delle masse cromatiche accennate a proposito dei nuclei in riposo si rende sempre piii evidente la formazione di sottih filamenti, qua e la subnodosi e fittamente intrecciati fra loro. In seguito i filamenti hanno percorso mono irregolare e si mostrano ripiegati ad ansa e congiunti per le estremita libere alia membrana nucleare. In questa fase i filamenti cominciano ad orientarsi polar- mente. Questo orientamento diviene poi molto cospicuo quando le anse si fanno piii ispessite ; si ha allora un tipico stadio di bou- quet (fig. 3) che, come quello precedente di stadio leptotene, e noto in molti ortotteri ma sembra mancante, a detta del B rune Hi, nel- I'afflne Gryllus. Cio che interessa notare si e che tra la fase a filamenti sot- tili e quella che segue a filamenti ispessiti non e intercalate un periodo nel quale i filamenti stessi assumono un decorso parahelo a coppie, una fase cioe di nuclei zigoteni caratteristica d'una pa- rasindesi. L'origine delle anse pachitene e invece il risultato del raccor- ciarsi e conseguente ispessirsi del filamento semplice, il quale in questo periodo mostra il principio d'una scissione longitudinale che si fa poi pill distinta quando va scomparendo I'orientamento polare delle anse. Questa divisione longitudinale e Tunica che si osseivi (1) Janssens F. A., e Willoms J. — La si)erm atog6ne.se clans TAlytes obstetricaus. — La, Cellule torn. 25, 1909. - 72 - nella profase e, per la mancanza ) Encyklopiidie der luikrosckopiscbeu. — Technik, 1903. (7) Frey. — Handbucb der Histologie und Histocbemie des Menscbeu. — Leipzig, 1874. (8) Gerlac'h. — Citato da Miiller. 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Fig. 2. — Sezione trasversa di un bronco di Bos taurus obliqna all'asse del bronco. Fig. 3. — Sezione trasversa di un bronco di Ovis arie.^ perpendicolare all'asse del lironco con un cosi detto rovesciamento di Eber. Fig. 4. — Sezione trasversa di un bronco di Equus caballus perpendicolare all'asse del bronco, che dimostra come alcuue tibro-cellule muscolari seguano I'andamento delle pieghe longitudinali, ed altre si dispongano attorno ai lobuli glandolari. - 106 - DAI-L' 18T1TUTO DI ANATOMIA UMANA NOliMALE DELLA K. UNIVEBSHi DI PALERMO (dikettore prof. r. versaki). II cervelletto deH'Orang-Utan PER EMERICO LUNA AIUTO E PROFE8SORE IMCARICATO DI ISTOLOGIA GENERAI-K {(Jon B figure). i; vietata la riprodnzione. Negli antichi lavori di Tiedemann e Sandifort e riprodotta sommariamente la descrizione del cervelletto dell'Orang. In seguito Bisclioff, Chapman e Fick si sono limitati a far risaltare le somiglianze del cervelletto deH'uorao con quelle dell'Orang. Recentemente il Bo Ik ha date di quest'ultimo una descrizione completa, servendosi di tre esemplari. ' Questo Autore pero, nella descrizione delle singole parti, ha adottato la nomenclatura classica, tolta dalla antropotomia. Tale nomenclatura, come ha dimostrato successivamente lo stesso Bolk, e tutt'altro che razionale, perche basata sul concetto classico che la divisione anatomica del cervelletto debba essere fatta in dire- zione sagittale. Ricerche embriologiche ed anatomocomparative portano invece ad- ammettere che la divisione anatomica piu razio- nale del cervelletto debba essere trasversale, risultando cosi di un Lobus anterior e di un Lobus posterior, divisi da un solco pro- fondo 0 Sulcus primarius. Scope della presente nota e quella appunto di ricercare se il cervelletto dell'Orang risponda, non solo nolle sue linee fondamen- tali, ma anche nolle piii minute particolarita morfologiche, alio schema classico del Bolk. Subordinatamente a questo ho cercato di determinare la proiezione corticale dei nuclei cerebellari, conti- imando cosi le ricerche da me iniziate su tale argomento e gia pubblicate in una nota precedente C). A tale scopo mi sono avvalso di un cervelletto di Orang, mes- somi gentilmente a disposizione dall'illustre prof. G. Levi, diret- (1) E. Luna, — Uoutribnto alio studio snlla niorfologia del cervelletto di alcuui mammiferi. Fo- lia neurobiulogica , Bd. Ill, 1909. - 107 - tore deiristitufco anatomico di Sassari, al quale porgo i piu vivi riugraziamenti. Fig. 1. — A. Lobus anterior; 2J. Lobus posterior; 1. Sulcus primarius : 2. Lobulus simplex. A rendere piu complete le mie ricerche, sarebbe stato deside- rabile studiare altri esemplari della stessa specie, pero mi e stato impossibile averue. Fig. 2. — 1. Sulcus parauiedianus medialis ; 2. Sulcus paramedianus lateralis; 3. Sulcus iutercru- ralis ; 4. Sulcus horizontalis. Rimando per la esatta conoscenza dello schema di Bo Ik ai lavori original! di quegto autore, a quelli di Rynberk ed alia mia nota precedente. Uno sguardo generale al cervelletto dell'Orang ci dimostra chiaramente come esse sia molto simile a quelle dell'uomo e nello stesso tempo si avvicini a quelle del Cebtis capucinus, da me precedentemente illustrate. II Sulcus primarius e abbastanza profondo e si estende da un margine laterale all'altro del cervelletto. Esse appartiene a quella - 108 - categoria di solchi che io ho indicato col nome di solchi di 1" or- dine C) 0 pormette di distingiiere un Lobus anterior ed uii Lobus posterior. rig. 3. — Sulcus primaiius; '2. Sulcus i)raeciuralis : 3. Sulcus liorizoutalis ; i. Sulcus intercruralis. II Lobus anterior e molto sviluppato e comprende i V4 ante- riori della faccia superiore del cervelletto. Esso presenta cinque sol- chi di 1° ordine 0 solchi interlobulari. Tali solchi, sono concavi, con I'apertura anteriore, e perraettono di dividere il Lobus anterior in sei Lobuh, che indicheremo coi numeri 1, 2, 3, 4, 5, 6. 11 Lobulo 1 e an blocchetto di cinque brevi lamelle mediane, le quali corrispondono evidentemente al Lobulo centrale della no- menclatura classica; e difatti si vede che esse si prolungano anche laterahnente, formando cosi le due ali del Lobulo centrale. II Lobulo 2 e costituito da quattro lamelle lunghe, concave in avanti, le quali delimitano il cosidetto Margo mesencephalicus ce- rebelii. II Lobulo 3 e formato da tre lameUe, ancora piii lunghe delle precedenti : esse si estendono da un margine laterale all'altro del- r intero cervelletto. II Lobulo 4 ed il Lobulo 5 sono formati ciascuno da due lun- ghe lamelle. II Lol)ulo 6 e il piii voluminoso e risulta formato da sei la- melle lunghe. Esaminando una sezione sagittale del cervelletto, condotta a circa 2 centimetri in fuori della linea mediana (fig. 3), si nota che i solchi interlobulari gia ricordati si spingono fino in vicinanza del centre mldollare, dal quale sono separati a mezzo di una esile la- mine tta grigia. II Sulcus primarius e fra tntti il piu profondo e presenta una cospicua raraificazione. Nel Lobus posterior dobbiamo distinguere il Lobulus simplex, il Lol)ulus medianus posterior ed i due Lobulilaterales posteriores. (') Loc. cit. pag. 317-318. — 109 — II Lobulus simplex si presenta come una larga fascia, la quale abl)raccia le ultime lamelle del Lobus anterior: le lamelle che lo costituiscono sono in numero di quattro e si estendono da un mar- gine all'altro del cervelletto, descrivendo nel loro insieme una curva aperta in avanti. Posteriormente e in rapporto con in Lobulus medianus poste- rior e pill specialmente con il crus 1 di un lato e con quello del- I'altro lato ; da tali forraazioni e separate a mezzo di un solco di prime ordine, ben evidente, che io ho di gia ricordato descrivendo il cervelletto del cane, del gatto, etc. e che si potrel)be indicare col nome di Sulcus praecruralis. II Lobulus medianus posterior e molto semplice e risulta co- stituito dalle seguenti parti : Sublobulus C2, rappresentato da brevi lamelle mediane con di- rezione trasversale ; Sublobulus C 1, rappresentato da una breve lamella mediana. Sublobulus b e Sublobulus a, costituiti entrambi da poche la- melle mediane e trasversali. Tutte queste formazioni sono l>en evidenti nella superficie infe- riore del cervelletto, ove formano il verme inferiore della nomencla- tura classica. Esse sono separate tra di loro a mezzo di solchi di l" ordine, molto brevi, i quaU vanno rispettivamente col nome di Sulcus prae- piramidalis, Fisswa secunda, Sulcus uvulonodularis. II Lolmlus ansiformis e molto complicate e si allontana quindi, almeno a prima vista, dallo schema tipico del Bo Ik. L'esame ulte- riore mostra pero che per quanto complicate ed arricchito di nuove formazioni, esse puo sempre essere ricondotto a quello schema. Note anzitutto c-he nell'Orang mancano le lamelle lunghe del Crus 1, descritte dal Rynberk in altri animah. II Crus 1°, che comprende il Lobulus semilunaris superior ed inferior ed il Lobulus gracilis della nomenclatura classica, si pre- senta come un complesso di lunghe lamella situate posteriormente al Lobulus simplex, dal quale sono separate a mezzo del Sulcus praecrurahs. Esse comprende il quarto posteriore della superficie superiore e gran parte della superficie inferiore dell'intero cervelletto. In cor- rispondenza del margins posteriore o Marge mielencephalicus si nota un solco profondo di 1° ordine, che corrisponde al solco di Vicq D'Azyr o Sulcus horizontahs deirantropotomia. Esso e bene - no - evidente in una sezione sagittale (fig. 3), ma si riconosce anche ali'esame esterno del cervelletto. II Crus 2" e separate dal Cms V a mezzo di un solco profon- do di 1" ordine o Sulcus intercruralis. E formate da lamelle nu- merose e brevi; due selchi di V ordine, ben evident! nelle sezioni sagittali (fig. 3), permettono di scomporre il Crus 2" in tre sublobuli. II Lobulus paramedianus, che corrisponde all'Amigdala della no- menclatura classica, e una formazione ben evidente, ovoidale, la quale e situata tra il Lobulus medianus posterior, da cui e sepa- rate a mezzo del Sulcus paramedianus medialis, ed il Crus 2°, da cui e separate a mezzo del Sulcus paramedianus lateralis. L'intero Lobulus paramedianus e formate da sei brevi lamelle: esse ante- riormente e in rapporto con la Formatio vermicularis. Quest'ultima formazione e molto rudimentale e sta come in- nicchiata tra il Lobulus paramedianus posteriormente e la parte pill anteriore del Lobus anterior anteriormente ; essa corrisponde medialmente al Sulcus interpeduncularis. Proiettando i nuclei del cervelletto (nuclei dentati e nuclei del tetto) sulla superficie cerebellare, si nota subito una grande diffe- renza tra il reperto nell'Orang e quelle che si ha negU altri ani- mali da me precedentemente presi in esame. Mentre infatti in que- sti ultimi i nuclei si proiettano nel Lobus anterior ed in quelle posterior, nell'Orang invece essi sono circoscritti al Lobus anterior. Le dimensioni dei nuclei in senso anteroposteriore variano tra i mm. 10 ed i mm. 12 ; la distanza che li separa dalla zona cor- rispondente della superficie superiere del cervelletto e di mm. 8. RiASSUNTO E CONCLUSIONI Come risulta dalla precedente esposizione, lo schema ideato dal Bel k si presta abbastanza bene anche per lo studio del cer- velletto di una scimmia antropomorfa qual'e I'Orang. Con ricerche in corse ho potuto stabilire che esso si presta egualmente per lo studio del cervelletto dell'uomo, ed in questo senso ho gia iniziato altre ricerche per lo studio del cervelletto dal punto di vista an- tropologico. Lo schema dunque, oltre ad essere rigorosamente scientifico perche fondato su basi morfogenetiche ed anatomo-comparative, ha anche il grande vantaggio di facilitare lo studio della morfologia del cervelletto, ehminando le grandi imperfezioni e lacune deUo schema classico. Esso permette di studiare con grande facihta il cervelletto dal punto di vista anatomo-comparativo, e le ricerche - Ill - da me intraprese da qualche anno ne danno una prova molto evi- dente. Fermando ora in modo speciale la nostra attenzione sul cer- velletto deirOrang, notiamo gia ad una superflciale osservazione che il Lobus anterior ha preso un grande sviluppo rispetto a tutte le altre parti e specialmente di fronte al Lobulus medianus posterior. Gia in Cebtts capucinus il Lobus anterior, rispetto a quel che si nota negli altri mammiferi inferior!, ha raggiunto un discrete grade di sviluppo ; esse e molto piii sviluppato nell'Orang, dove forma quasi la totalita della superficie superiore del cervelletto. In conseguenza di tale maggiore estensione del Lobus anterior si ha che proiettando i nuclei dentati e del tetto suUa superficie cere- bellare, essi vengono a trovarsi in pieno Lobus anterior (fig. 1), contrariamente a quel che si osserva in Canis familiaris, Felis do- mestica ecc. ... ed in parte anche in Gebus capucinus. La grande estensione del Lobus anterior importa anche un au- mento del suoi solchi piimari interlobulari, e difatti mentre nei mammiferi gia da me in precedenza studiati, si hanno nel LoIjus anterior solo tre solchi interlobulari, nell'Orang invcce si hanno cinque solchi di V ordine, i quaU permettono di dehmitare nell'in- tero lobo anteriore sei lobuh. Di fronte al grande sviluppo del Lobus anterior sta la picco- lezza del Lobulus medianus posterior, il quale e ridotto a brevi e poche lamelle mediane situate sulla superficie inferiore del . cer- velletto. 11 lobulus ansiformis e nell'Orang ben sviluppato, ed occupa quasi tutta la superficie inferiore. II suo sviluppo porta come con- seguenza anche un'aumento dei solchi di 1" ordine. Uno fra questi, il cosi detto solco di Vicq D'Azyr, si puo considerare, almeno rispetto agli altri mammiferi da me esaminati, una acquisizione n uova ; esse, per quanto a prima vista sembri molto profondo, pure non supera in profondita gli altri solchi di 1° ordine, com- preso il Sulcus primarius. E finalmente ricordero che il Lobulus paramedianus e nel- l'Orang poco sviluppato, ed e limitato, medialmente dal Sulcus pa- ramedianus mediahs, lateralmente dal Sulcus paramedianus latera- lis, che io ho pel primo descritto negh animah precedentemente studiati. - 112 - Bibliografia. (1) Tiedemann. — Hirn des Oraiig-outangs uiit dem des Mensclien verglichen. — Zeitachrf.f. I'hyts. 11 B, H. I, Darmstadt, 1826. (2) Sandifoit. — Outleedkuudigu Boschouwiug van euuvolwasscu orang-outau. — Vcrhandl over dc natuurlijke Geschiedenis der Nederlandsche overzeesche liezittinijen : Leiden, IS 39. (3) Bischoff. — Ubei- das Gehirn eiues Orangoiitan. — Sitzuntjsli. der mathein. physik. Clasne der Kon. C. ac. v. W. zu Milnchen, B. II, 1875. (4) Chapman. — On the Strnctnre of the Oraug-oiitaug. — Proe. of the Acad, of Ii^atur. Scien- ces of Vhyladelphia, 1880. (5) Fick. — Vergleich. auat. Studieu an cinen erwachseiieu Orang-outang. — Arch. f. Anat. u. Physiol. 1895. (6) Bolk L. — Beitriige zur Aft'enauatoiuie. II. Uber das Gehirn von Orang-utang ; Petrus Cam- per, 1901. (7) Id. — Beitrage znr Attenatomie. IV. Das Kloinhirn der Neuweltatfen. — Morph. lahrbiich' 1902, Bd. XXXI, R. I. (8) Id. — Hauptziige der vergleicheuden Anatoinie des Cerebelhims der Siingetiere mit besonde rer Beriicksiclitigiing des menschlichen Kleinhirns. — Monafsclirift. f. Psych, u. Neur. 1902, Bd XII, H. 5. (9) Id. — On the Development of the Cerebellum in Man, I and II. — Proceedingti of the k Akad. van Wetenschappen te Amsterdam, vol. VIII, 2[eet. of Sat., 27 May. p. 1-7, and ibidem, Mee ting of Sat., 29 lune, p. 85-95, Amsterdam. (10) Pd. — Das Cerebellum der Saugetiere. Bine vergieichende anatomische Uutersuchuug 1, 2 nnd 3 Teil. Petrus Camper. — Nederlandsche Bydragen tot der Anatomic, Deel III, ajl. I, Cladz. I- 136; Decl. Ill, afl. ^i, bladz. 137-250; Deel XV, ajl. 1-2, biz. 251-330. (11) G. van Rynberk. — Over functioneele localisatie in liet cerebellum. — Rotterdam, 1906. (12) I d. — Die neneren Beitrage zur Anatomie und Physiologie des Kleinhirns der Sanger. — Folia neurobiologica, 1907. (13) Id. — Das Lokalisationproblem im Kleinhirn. — Ergebnisse der Physiologie ; Wiesbaden, 1908 VII lahrganB. (14) E. Luna. — Contributo alio studio sulhi morfologia del cervelletto di .aliuiii ni.animiferi. 1" nota. Sulla proiezi(me eorticale dei nuclei eerebellari. — Folia nourobiologica, Bd. III. 1909. GosiMo Gherubini, Amministratore-responsabile. Firenze, 1911. — Tip. L. Niccolai, Via Faenza, 52. MoNiTORE ZooLOGico Italiano - AllllO XXII. Tav. II. M s^: VS E I. trr-y^^f^.-. M- ,i>^;;'_yv' ; ^^ J-. • . .\'A v\'V . , M VS RE •Jl'.^-'?^^ M Firenze - Istituto Micrografico Italiano. lonitoFe Zoologieo Italiaao ( Pubblicazioiii Italiaiie di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo iifficiale della Unione Zoologica Itaiiana DIKKTTO DAI DOTTORl GIDLIO CHIARUGI EDGENIO FIGALBI Pr f. di Auatoini'a uiuaua Prof, di Auatomia conip. e Zoologia nel R. Istituto di Studi Super, in Firenne nella R. Universit.'l di Piaa Ufficio di Direzione ed Ammiuistrazioue: Istituto Anatomico, Firenze. 12 numeri aU'anno — Abbuonameuto annuo L. 15. XXII Anno "Pirenze, Maggio 1911. N. 5. SOMMARIO : CoMUNiCAZiONi ORiGiNALi : Comolli A.., Di un caso di dupli- cita completa bilaterale degli uroteri in una bambino. (Con 2 figure). — T-iuna E., Ricerche istologiclie ed istocliimiciie sulla retina dei vertebrati. — Favaro G-., Gono e bulbo arterioso negli Anarani. (Con 2 ligure). — G-riffiini A.., Sopra una piccola collezione di Grillacridi del Museo Sud- Al'ricano di Capetown. — Fag. 113-134. Note BiiiLioGRAPiCHE: Carazzi JD. e Levi G-., Tecnica microscopica. — Doyen E., Bouchpn I. F*., Doyen R., Atlas d'anatoraie topo- grallque. — Pag. 135-136. Unionk Zoologica Italiana. — Pag. 136. Avvertenza Delle Comuiiicazioni Originali che si pubblicano nel Monilore Zoologico Italiano e vietata la riproduzione. COMUNICAZIONI ORIGINALI ISTITUTl CLINICI DI PE RF KZ I ON A M EN TO IN M IT, A N O ISTITUTO ANATOMICO DlKErTO DAI. PROF. F. LIVINI DoTT. ANTONIO COMOLLI, Aiuto Di un caso di duplicita completa bilaterale degli ureteri in una bambina (Con 2 figure). fi vietata la riproduzione. La descrizione che qui faccio del caso di duplicita completa bilaterale degli ureteri nel quale mi sono imbattuto nel corso delle preparazioni anatomiche di questo anno scolastico 1910-11, ha un - iu - certo interesse, dato il nuraero abbastanza piccolo di casi simili registrati nella letteratura. Nel recente accurato lavoro di assieme SLille anoraalie ureteral! di J. e P. Del mas (*), gli autori ne citano in fatti solamente quindici. Si tratta di una bambina morta nel secondo anno di vita. Non ho riscontrato alcuna anomalia ne a carico della porzione addomi- nale del tubo digerente, ne a carico dei genitali. Asportati lo sto- maco e Tintestino tenue e crasso coi loro mesi, e i vasi utero-o- varici che hanno comportamento normale, si mettono in evi- denza due reni a carattere nettamente lobulato e quattro ureteri, due per ciascun lato, che hanno un decorso generale somigliante a quelle dei casi normali. Essi sono completamente distinti e indipen- denti I'uno dall'altro ed hanno ciascuno origine da una porzione di- stinta del rispettivo rene, che abbandonauo uscendo per Tilo; scor- rono poi I'uno addossato ah'altro e sboccano in vescica con orifizi distinti (fig. 1). Ecco una descrizione particolareggiata del case ; avverto che tenendo conto del mode con cui gli ureteri originano, sono da di- stinguere, da ciascun lato, in superiore ed inferiore, potendo nel case nostro, a cagione del loro comportamento, ingenerare confu- sione la denominazione di interne ed esterno adottata dagli autori (-). Lato destro. — Dai tre quinti inferior! del rene originano tre calici maggiori che, riunendosi in un punto, formano una dilatazione triangolare cosi piccola da non assuraere V importanza di una vera pelvi; tale dilatazione si continua senza limite netto qqW uretere inferiore che, come un sottile tubo diretto dapprima verso I'alto e medialmente e poi verso il basso con curva a concavita inferiore, esce dall'estremo inferiore dell' ilo renale e si porta a ridosso del muscolo psoas; in questa porzione esse e in rapporto anteriormen- te col ramo inferiore di biforcazione dell'arteria e della vena re- nale. In seguito, costeggiando per un tratto il margine mediale del rene, si porta in basso quasi verticalmente fin presso all'incontro coi vasi iliaci, dove si piega medialmente e in basso, contornandoli a circa mezzo centimetre sotto la biforcazione dell'arteria iliaca primitiva. Poi I'uretere descrive una curva a concavita anteriore e mediale, seguendo per un tratto la parete pelvica che abbandona (') Delmas J. e P — Snr lea anomalies urfiterales-Annales des maladies des organes g^nitn- nriuaiiea. An. 28, Vol. I, N. 9-10-11. (-) II i)ezz() doveva serviro pei- la dimo.stiazione della topograii.a degli nreteii ed in qnesti era stata praticata 1" iniezione con sego. L' iniozione fn pnie fat.ta nella cava inferiore e nell'aorta. - 115 - portandosi in avanti per penetrare nella parete vescicale e sbocca- re in fine con un orifizio posto press'a poco all'angolo laterale de- stro del trigono. Fino all'uscita deli'ilo renale I'uretere ha un cali- bre uniformemente piccolo ; si fa poi gradatamente piii cospicuo, raggiungendo un dianietro di circa 5 mm., nel punto di mezzo delia Fig. 1. — Figuia d'assifme ahiuanto schoiiiatii^zata (^/4 del uaturale). porzione verticale; in seguito dirainuisce gradatamente, cosicche, poco dope oltrepassati i vasi iliaci, ritorna sottile e tale si mantiene fino alio sbocco in vescica. Dall'unione di due calici maggiori, corrispondenti ai duequiiiti superiori del rene, trae origine, senza accenno alia formazione di - 116 - una pelvi, Vuretere superiore di piccolo calibro, che si volge subito verso il basso per poi piegarsi per breve tratto medialraente, e, uscito dall' ilo circa alia meta di esso, di nuovo rivolgendosi in basso raggiungere con dolce curva a concavita latero-inferiore la vena cava inferiore. Nel primo tratto si trova in rapporto anteriormente col ramo superiore di biforcazione dell'arteria e della vena renale e, all'uscita dall' ilo, col ramo inferiore di questi due vasi. Toccata la cava, I'ureterj si dirige in basso e lateralniente e, prima di rag- giungere I'estremita inferiore del rene, incrocia I'uretere inferiore passandogli al davanti per metterglisi poi a lato e correre lateral- mente ed in intimo contatto con esso fino alia cavita pelvica con- servando un comportamento e contraendo del rapporti simili. A circa cm. 1.5 dair imbocco in vescica di nuovo incrocia dal davanti V u- retere inferiore, ponendoglisi al lato mediale e, descrivendo una curva a concavita anteriore e mediale, penetra nella parete vesci- cale e va a sboccare con orifizio posto medialmente in vicinanza di quello dell'uretere ora descritto. Quanto al volume quest'urete- re e uniformemente sottile nolle due porzioni estreme e legger- mente rigonfio verso la meta della parte addominale, dove rag- giunge air incirca un diametro di 4 mm. Lato sinistro. — Uiiretere inferiore appare come la continuazione di una piccola pelvi triangolare che 6 formata dal riunirsi di tre calici maggiori e che, gradataraente affllandosi si continua in quello ; la pelvi e in contatto anteriormente e su])eriormente colla branca inferiore dell'arteria renale e colla branca media della venn, II ter- ritorio renale corrisponde circa ai tre quinti inferiori del rene. Con un calibro abbastanza cospicuo, dirigendosi in alto e medialmente e poi verso il basso, I'uretere descrive una curva ; esce cosi dallo ilo renale all' estremo inferiore di questo dove contrae rapporto anteriormente prima colla branca inferiore della vena renale, poi con un ramo arterioso renale che nasce dii^ettamente dall'aorta a circa cm. 1,5 sotto I'origine della renale propriamente detta. Uscito dair ilo I'uretere si dirige in basso leggermente oblique verso la hnea mediana, decorrendo sul muscolo psoas e, raggiunti i vasi iliaci nel punto di divisione dell'arteria iliaca comune, descriv end una curva e convessita anteriore, li supera e penetra nella piccola pelvi ; quivi decorre prima sulla parete laterale di questa, si ripiega poi verso I'avanti e medialmente e va a raggiungere la vescica neha quale sbocca circa ah'apice di sinistra del trigone. II calibro dell'uretere abbastanza cospicuo nella prima porzione dove si conti- nua colla polvi, diminuisce poi di poco e gradatamente fino al - 117 - punto in cui avviene 1' incrocio col ramo arterioso soprannume- rario ; in seguito di nuovo aumenta fino ad un mezzo centi- metro ; alquanto sotto l' incrocio coi vasi iliaci nella parte pelvica diminuisce sensibilraente di calibro. Jj'tiretere superm'e incomincia proprio all'unione di tre calici maggiori di cui e una continuazione diretta senza Tintermezzo di un bacinetto ; il territorio di origine dei calici corrisponde ai due quinti superiori del rene. L'uretere, molto sottile, scende dapprima obliquamente verso la linea mediana entrando in rapporto anterior- mente coi rami superiori dell'arteria e della vena renale, esce dal- rilo per I'estremo superiore e si dirige subito verso il basso, dopo aver incrociato dal didietro I'arteria e la vena renale prima della lore divisione e il ramo arterioso soprannummerario, si volge al- quanto lateralmente, raggiunge l'uretere inferiore poco dopo che questo ha abbandonato I'ilo, gli passa davanti e gli si pone late- ralmente. Discende poi con questo in direzione verticale seguen- dolo per un tratto e scostandoglisi leggermente per raggiungerlo di nuovo all'incrocio coi vasi iliaci ; lo segue contraendo rapporti si- mili, nella piccola pelvi dove lo incrocia anteriormente (ad una di- stanza dall'imbocco in vescica di qualche millimetre maggiore del- I'incrocio dall'altro lato), gli si porta al lato mediale e sbocca in vescica con oriflzio posto medialmente a quelle dell'uretere infe- riore. L' uretere ha fra i quattro il calibro minore ; sottile nolle por- zioni estreme, aumenta leggermente e insensibilmente alia meta circa della parte addorainale dove non raggiunge che un diametro di mono che 3 mm. L'arteria uterina dei due lati entra in rapporto diretto cogli ureteri anteriormente nel punto in cui si incrociano nella piccola pelvi (fig. 2). Lo sbocco in vescica avviene, come ho detto, ai due estremi lateral! del trigone ; questo presenta una conformazione normale. I due orifizi laterali si trovano su di una linea orizzontale posta poco dietro la linea di riunione dei due mediah. Le distanze sono le se- guenti : daH'orifizio interne dell'uretra agli orifizi ureteral! mediali, mm. 13 a destra, mm. 14 a sinistra ; fra gli orifizi ureteral! me- diali e i laterali, mm. 3 a destra, mm. 4 a sinistra; quella fra gli orifizi ureteral! dei due lati di mm. 13 fra ! mediali e mm. 19 fra ! laterali. Gli orifizi ureteral! mediali (fig. 2) sono piccoli ed appaiono co- me un fore regolarmente ovale a becco di fiauto, con direzione obli- qua dall'alto al basso ed in sense latero-mediale ; i lateral! invece - 118 - sono formati da una piega semilunare della mucosa a concavita volba in basso e medialnnente ; occorre pero notare che la forma di questi ultimi puo esseie stata modificata dall'iniezione praticata negli ureteri. Per questa ragione ed anche per la mancanza di un punto di repere ben definito, torna difficile stabilire quale degli ori- fizi occupa una posizione che piii si avvicina a quella degli ureteri unici normali. Gli autori in generale considerano come meati anor- mali quelli degli ureteri superiori (interni; e come uretere supple- mentare quelle che raccoglie Turina della porzioue superiore del rene. Fig. 2. Porzioue iDferiore degli ureteri, loro sbocco in veseica e rapporto (-oirarteria uteriua. (Ingrandimento della 711 eta). Nel nostro caso e interessante rilevare I'incrocio apparente de- gli ureteri, tanto da un lato che dall'altro. Gli ureteri superiori dapprima mediah rispetto agh inferiori, incrociano questi portandosi lateralmente ad essi, per sboccare poi, incrociandoh una seconda volta, in veseica con orifizi mediali. Non si tratta dunque di un vero incrocio, come fu riscontrato in qualche caso. Accennero in fine come per 1' interpretazione della duplicita degli ureteri esistano due teorie. E noto che le vie d'escrezione del rene originano da un bottone che, nato dalla parete dorsale del canale di Wolff nella porzioue vicina alia cloaca, si porta, crescendo, in direzione craniale ; cosi in un dato memento dello svikippo I'uretere originate dal boltene e il canale di Wolff si aprono con una branca comune nel seno uro-genitale ; poi pro- - 119 - seguendo lo sviluppo, secondo alcuni per Tabbassamento di uno sprone di sostanza mesodennica fra uretere e canale di Wolff, o, secondo altri, specialmente per lo sviluppo eccentrico della cavita del seno uro-genitale, il segmento comune scompare e si hanno due sbocchi distinti. Per i casi di duplicita ureterale potrebbero valere due in- terpretazioni ; o si puo ammettere che I'abbozzo normale dell'ure- tere si biforchi irnmediatamente al disopra del suo punto di origine dal canale di Wolff e che neiraccrescimento successive il segmento ureterale comune scompaia per sviluppo eccentrico delle parti in maniera analoga a quella colla quale scompare il segmento comune all'uretere e al canale di Wolff; in tal mode i due ureteri finiscono coUo sboccare separatamente in vescica : ovvero si puo pensare ad una evaginazione primitivamente doppia in corrispondenza dell' e- stremo inferiore del canale di Wolff, ed in tal case gli sbocchi ure- terali in vescica sarebbero fin dall' inizio indipendenti. dai.l' istituto di anatomia umana noumalk della k. cniversitA di palkkmo (diuettork prof. r. versari). Ricerche istologiche ed istochimiche suila retina dei vertebrati PER EMERICO LUNA AIUTO E PROFESSOKE INCARICATO DI ISTOLOGIA GKNKRAI-K Not a preTentira J; vietata la riproduzione. Riassumo brevemente in questa nota preliminare i risultati di una serie di ricerche da ine intraprese sulla fine struttura e suila istochimica della retina nella serie dei vertebrati. Scope principale di tali ricerche e state quelle di studiare la distribuzione dei lipoid! nei vari elementi retinici, Consultando la bibliografla, si nota che i vari autori accennano qua e la, nei vari strati della retina, alia presenza di sostanze grasse o semigrasse : la mancanza pero di metodi di tecnica opportuni ha reso fine ad era impossibile differenziare esattamente tali sostanze, e cosi pure ha impedito lo studio della lore esatta distribuzione. A colmare tale - 120 - lacuna, ho praticato le mie ricerche su di un abbondante materiale zoologico, servendomi del piu recenti metodi di tecnica indicati dai vari autori per lo studio dei lipoidi. Mi sono servito a preferenza del mefcodo Ciaccio, basato sulla colorazione col Sudan: ho an- che adoperato pero 11 metodo Weigert-Regaud, e quello fondato sull'azione del tetrossido di osmio. Inoltre, per chiarire alcuni fatti non ancora ben precisati, ho sottoposto pezzettini di retina ai metodi indicati per la ricerca del glicogeno. Riservandomi di esporre in un prossimo lavoro i risultati par- ticolareggiati da me ottenuti, mi limito a riferire per ora le conclu- sioni delle mie ricerche. Nella retina dei vertebrati i lipoidi sono molto diffusi, e questo si spiega facilmente quando si pensi, da un lato, che quest'organo e da considei'arsi come un vero e proprio ganglio nervoso, mem- branoso, situato nel fondo dell'occhio, e d'altro lato che nel sistema nervoso i lipoidi sono in grande quantita. I hpoidi sono distribuiti per tutti gli strati retinici e si pre- sentano con aspetto vario. Alio state di lipoidi da imbibizione si tro- vano specialmente nel segmento esterno dei coni e dei bastoncini, nell'elissoide e nel protoplasma delle cellule nervose. Si trovano mvece in forma di granuli od anche di zolle nell'epi- telio pigmentato, nell'elissoide, nei due strati plessiformi esterno ed interne e nel protoplasma di alcune cellule dello strato granuloso esterno, dello strato granuloso interne e dello strato gangliare. E finalmente i lipoidi possono presentarsi in forma di vescicole piii o meno grosse, nolle quali la periferia e piii colorata del centre. Que- ste vescicole rappresentano nell'epitelio pigmentato le gocce di grasso 0 Fettropfen degli autori tedeschi; in alcuni aniraali esse sono invece situate tra il segmento esterno ed il segmento interne dei coni e qui rappresentano le cosiddette Oltropfen o gocce di olio. Impiegando i vari metodi per la ricerca dei lipoidi ho notato costantemente che il cosiddette paraboloide o corpo accessorio, si- tuato nel segmento interne di alcuni coni e bastoncini, resta incolore. Trattando invece lembetti di retina col metodo Langhans, i para- boloid! si colorano in brunoraogano; impiegando il metodo Vasta- rini-Cresi essi assumono una colorazione rosso amaranto. Queste reazioni ci indicano chiaramente che il paraboloide e costituito da glicogeno. - 121 - U. ISTITUTO ANAIOMICO DI PADOVA DoTT. GIUSEPPE FAVAUO, Puof. inc. ed Aiuto Gono e bulbo artericso negli anamni (Con 2 figure) E vietata 'a riproduzione. E oggidi concordemente ammesso, dopo le classiche ricerche del Gegenbaur, die tra ventricolo cardiaco e tronco arterioso dei pesci siano intercalati due segmenti nettamente distinti I'uno dal- I'altro, e cioe uno caudale, detto cotms arteriosus o bulbus cordis, I'altro craniale, detto bulbus arteriosus. Mentre il Cuvier ed il Meckel erano d'avviso che tali for- mazioni si corrispondessero, aitri Ricercatori invece, qualiilTiede- man (1809) ed il Miiller (1846), corainciarono a distinguerle ba- sandosi sulla loro diversa struttura e funzione, finche venneilGe- genbaur (18(36) a stabilire nettamente i loro different! caratteri e la loro reciproca autonomia. 11 cono arterioso e bene sviluppato, benche con dimensioni dif- ferent], nei selaci (tig. 2, 5), ganoidi, dipnoi e in un numero molto esiguo di teleostei. II bulbo arterioso si ritiene invece meno sviluppato nei selaci e ganoidi, ma bene distinto pero nei ciclostomi (fig. 2, A) e soprat- tutto nei teleostei (fig. 2, G). E pure oggidi ammesso che parti essenziali del cono, per le qnali esse si differenzia dal bulbo, siano le valvole airinterno e la mu- scolatura cardiaca aU'esterno (Hoyer, 1900). Nei selaci queste valvole, costituite da una serie longitudinale di gruppi anulari di lembi, si sviluppano, per le ricerche soprattutto del Gegenbaur (1891), del Hoyer (1900), del Hochstetter (1903) e del Greil (1903) da me confermate ed ampliate, in seguito ad ineguale accrescimento di vari rihevi longitudinah della superflcie interna del cono (detti poco propriamente cercini, bourrelets, Wiilste), dovuti a proliferazione dell'angiotelio embrionale (fig. 1, B). Nei pochissimi teleostei provvisti di cono distinto, questo e - 12^ - breve e possiede due soli gruppi aniilari di lembi (Stan ni us, 1854; Boas, 1880; Senior, 1907), mentre nei rimanenti teleostei trovasi uno solo di tali gruppi, e il cono atrofico sarebbe rappresentato, per il Boas (1880) dallo strozzamento esistente tra ventricolo e bulbo, per 11 Hoyer ^1900) resterebbe confuso, almeno alio stato adulto, con la porzione piia craniale del ventricolo. L'ipotesi del Hoyer si avvicina a quella ammessa preceden- temente dal Gegenbaur (1866), il quale sostenne quindi I'omolo- gia, seguita poi dallo Stohr (1876) e dagli altri ed anche oggidi ge-- neralmente riconosciuta, fra I'unico gruppo anulare di valvole arteriose dei teleostei e il gruppo valvolare piu craniale dei selaci e del ga- noidi, basandosi, oltreche su di una pretesa speciale struttura, so- pra il livello a cui giunge esternamente la muscolatura cardiaca. Negli anflbi (fig. 2, D), a somiglianza die nei dipnoi, esiste bene sviluppato il solo cono, con valvole arteriose caudali, spirale e cra- niali e con muscolatura striata all'esterno (Boas, 1882; Langer, 1894). E stato poi recentemente dimostrato dal Su chard (1902) e dal Greil (1903), e posso confermarlo, che negli anfibi il miocar- dio si spinge anche cranialmente al cono, intorno cioe al tronco ar- teriose (fig. 2, D). Per mezzo delle mie ricerche sopra I'istologia e I'embriologia comparate dell'endocardio, sono giunto a dimostrare che gli odierni concetti sopra I'anatomia comparata del cono e del bulbo arterioso sono completamente errati, e che il Cuvier ed il Meckel erano in proposito meno lontani dal vero. Ho osservato anzitutto che nei giovanissimi Ammocoetes (dai 4 ai 7, 8 mm.) si sviluppano all'estremo craniale del ventricolo, per prohferazione dell'angiotelio, due corti rilievi longitudinah, uno de- stro e I'altro sinistro (fig. 1, A)^ dei quali mentre la porzione piu caudale, in rapporto aU'esterno con I'abbozzo miocardiaco, da origine all'unico gruppo anulare di valvole arteriose, la rimanente porzione craniale, libera da muscolatura aU'esterno, non si atrofizza e nep- pure si differenzia in lembi, ma si conserva nello spessore della pa- rete del bulbo arterioso (fig. 2, J.), costituendo i cuscinetti bulbar! (impropriamente detti bourrelets) del Vialleton (1903). Dallo studio poi di alcune larve di teleosteo {Belone acus) ho potuto concludere, che i rilievi endocardiaci descritti dal Hoyer (1900) - 123 - e in seguito dal Sobotta (1902) e dal Weber (1906), non riman- gono limitati alia sede delle future valvole arteriose, ma si spingono anche cranialmente nel dominio del bulbo: questa porzione anteriore si confonde poi con la parete bulbare, mentre la posteriore da en- gine, in mode identico a quelle veduto nei petromizonti, alle val- vole arteriose. Fig. 1. — Sezioni scliematiche longitudinali e frontali (rispetto al cuore) dei rilievi lougitudinali em- briouali : A del bulbo arterioso dei ijetromizonti, Ji del cono arterioso dei selaci. a) i)orzione dei lilievi da cui si s\-ilupperanuo i cnseiuetti bulbaii doll'adiilto ; e) endotelio endocar- diaco del veutiicolo ; m) abbozzo del miotardio ; ;•) i-ilievi lougitudiuali embrionaU, dovuti a pro- liferazione dell' endotelio ; t) endotelio del tr.ouco arterioso; «) porzione dei rilievi, da cui si svilup- peranno in A I'uuico, in li il piii caudale dei gruppi anulari di valvole arteriose. Noi vediamo quindi che non solo a livello del cono, ma anche cranialmente ad esso, possono aversi tanto il miocardio (anfibi), quanto i rilievi longitudinali (petromizonti, teleostei); non e invero- simile che la non avvenuta differenziazione del tratto craniale di questi in lembi valvolari stia in rapporto con I'assenza del miocar- dio aU'esterno. Se noi seguiamo era, in un anamnio adulto provvednto di cono (fig. 2 5 e D), sia il miocardio che I'endocardio a partire dal ven- tricolo, noi vediamo che quanto piia si riduce I'uno, altrettanto au- menta gradatamente di spessore I'altro, il quale produce inoltre le varie forraazioni valvolari sotto forma di inspessimenti in toto dei suoi strati interni ; dove scompare il miocardio, I'endocardio ha rag- giunto il massimo di spessore e si conunua direttamente con le due tonache intima e media del tronco arterioso, mentre il connet- bivo del miocardio si prolunga, aU'esterno di esse, nella lassa tonaca esterna. Abbiamo cosi una nuova conferma al significato da me attribuito (1910) all'endocardio. Dove il bulbo arterioso fa immediatamente seguito al ventri- colo e il miocardio cessa bruscamente (fig. 2, J. e C), anche Pin- spessimento dell'endocardio e brusco e il suo passaggio nella parete propria del bulbo poco manifesto. - 124 - Concludendo in base ai fatti ora brevemeiite esposti, io am- metto che non si debbano piu riconoscere nel cono e nel bulbo arte- rioso, dal punt.o di vista delFanatomia e deU'embriologia comparate, orgaiii autoiioini e distinti, quali si osservano nei singoli ordini e nelle siiigole specie, ma bensi formazioni, le quali in parte si cor- rispondono. Fig. 2. — Sezioui semischematiche longitndiuali e froutali (lispetto al cuoie) del bulbo arterioso : A di potrouiizonto, O di teleoateo ; e del cono aiteiioso : B di selacio, D di uufibio, tutti alio stato detinitivo. a) ciisciuetti bulbaii ; b) bnlbo arterioso e sua parete i)i<)iiiiu (iutima -f- luedia) ; c) eouo ■ aiteiioso e suo eiidocaidio ; d) griippo anulaie piii eiauialo di lembi valvolari arteiiosi ; e) endocardio veu- tricolare ; m) luiocardio : t) trouco arterioso e sua parete propria (iutima + media) ; v) I'unico o il piii caudale del gruppi anulari di valvole arteriose. Le omologie debbono pero istituirsi solo fra i derivati dell'en- docardio, cioe delle tonache vascolari intima e media, del cono e del bulbo, e saranno quindi omologhe tra lore quelle formazioni, che si sviluppano a livello di segmenti omologhi dei rilievi longitu- dinali embrionali (cfr. insieme le due figure). II miocardio del cono e I'avventizia del bulbo non hanno invece a tale proposito alcun va- lor e. Io sostengo quindi che 1) L'ENDOCARDIO del cono DEI SELACI, GANOIDI ETC. E OMOLOGO ALLA PARETE PROPRIA (iNTIMA + MEDIA) DEL BULBO ARTERIOSO, SINO ALLE VALVOLE ARTERIOSE INCLUSE, DEI TELEOSTEI E DEI PETROMIZONTI ; 2) l'UNICO G-RUPPO ANULARE di lembi VALVOLARI ARTERIOSI DEI TELEOSTEI E OMOLOGO AL GRUPPO PIU CAUDALE, ANZICHE AL PIU CRA- NIALE, DELLE VALVOLE ARTERIOSE DEI SELACI E GANOIDI. EgUalmeutC dicasi per i petromizonti da un lato, per i dipnoi e per gli anfibi - 125 - dall'altro. II cosi detto bulbo arterioso dei selaci e ganoidi Jion e che la porzione iniziale del tronco arterioso; 3) nei ran teleostei provveduti di cono distinto, I'endocardio di questo e omologo alia base del bulbo dei rimanenti teleostei; 4) i cuscinetti bulbari dei petromizonti corrispondono in mas- siina parte alia porzione media e craniale dei rilievi longitudinali e del successive apparato valvolare del cono dei selaci; 5) IL BULBO ARTERIOSO NON E OHE UN CONO, IL GUI MIOUARDIO E I GUI LEMBI VALVOLARI DIFFERENZIATI RESTANO GIRCOSCRITTI AL- l'eSTREMO VE:1TRIC0LARE, MENTRE IL RIMANENTE ENDOCARDIO SI INSPES- SISGE, GOSTITUENDO LA PARETIj PROPRIA DEL BULBO. I8T1TUTO TKCNICO DI BOI.OGNA Sopra una piccola collezione di Grillacridi del Museo Sud-Africano di Capetown PKL DoiT. ACHILLK GKIFFINI E vietata la riprodiiziouo Ho ricevuto in questi giorni, speditimi gentilmente in esame dal sig. dott. L. Peringuey, i G-rillacridi posseduti dal Museo Sud- Africano di Cax^etoion (Capo di Buona Speranza). Delia cortese pre- mura a mio riguardo, colla quale il dott. Peringuey voile giovare ai miei studi, esponendo questi insetti a tutti i rischi di un cosi lungo viaggio, onde comunicarmeli, mi sia qui concesso di ringra- ziare anche pubblicamente quel distinto entomologo. I Grillacridi del Museo Sud-Africano che cosi mi giunsero sono 19 esemplari, tutti conservati a secco e trapassati da spilli di an- tico modello, molti dei quali hanno date luogo ad ampia forma- zione di verderame che ha rovinato lo spillo e non di rado anche I'insetto. Come gia osservai nolle mie Note sopra alcuni Stenopel- matidi e Grillacridi del Museo di Sarawak (Borneo) (^), sarebbe piu (1) Bolletl. Mvs. Zuuloij. Anal. Compar. Torinu, Vul. XXVJ, *V, 636, I'Jli, - 126 - clie mai desiderabile che in tutti i Musei, e principalmente in quelli delle regioni tropicali, questi insetti, come in generale gli Orfcotteri e tanti altri, si conservassero in alcool, poiche gli esemplari a secco, specialmente in quel climi, sono troppo soggetti a molte e gravi cause di deterioramento e di distruzione. Ho studiato con niolto interesse quella piccola coUezione di Grillacridi, essendo in generale rarissime nelle varie raccolte le spe- cie provenienti dalla regione del Capo di Buona Speranza, ed essen- do molte di queste assai incompletamente note. Infatti, ho potuto cosi finalmente identificare V Eremus sphinx di Grerstaecker, rimasto finora molto incerto, e mi fu date trovarne anche il ^T, mentre la descrizione originale era fatta sopra una 2. Precisata questa specie, ho potuto precisarne anche altre ad essa atfini, che fin qui rimanevano dubbiosamente distinguibili. Ho anche ]iconosciuta qualche torma nuova o stata recentemente da me de- scritta, e mi fu possibile il dare alcune mighori indicazioni sopra la Grryllacris nana Br. e sopra la Gr. lyrata Kirby. I risuitati di tah miei studi espongo nella presente nota. E poiche poi ho recentissimamente pubblicato un Catalogo sinonimico e sistematico dei Grillacridi africani, lascio qui di indicare, a scopo di brevita, tutte le sinonimie e le citazioni bibliogratiche che si trovano contenute in quel Catalogo, rimandandovi senz' altro il lettore. Gryllacris nana Brunner. cf 2 Gryllacris nana Brunner 1888, Monogr. der Gryllacr. ; Verhandl. K. K. Zoolog. Bot. Gesellsch. Wien, Band 38, pag. 364-65. — Griffini 1911. Catal. sinon. sistem. dei Grillacridi africani; Bol- lett. Mus. Zoolog. Anat. Comp. Torino, vol. XXVI, n. 634, pag. 10-11. Non avevo mai vista questa specie, descritta da Brunner se- condo i suoi tipi provenienti da Port Natal. Dopo un dihgente studio credo di poter considerare come ap- partenenti ad una varietd di tale specie i seguenti due esemplari del Museo Sud-africano : Una 9 : Cape Col. : Port Saint- Johns. (Found in cocon un- der tree bark). Una 9. : Delagoa Bay, 6-89. La varieta potrebbe distinguersi colla seguente diagnosi : A typis speciei cliff ert praecijme fastigio vcrticis minus lato^ femoribu- scpie posticis utrinque spinulosis. Le difterenze pero non sono grandi e si riferiscono a caratteri — 12? — soggetti generalmente a qualche variazione, quindi, anche perche non ho potuto vedere che quelle due 9, credo superfluo per ora I'assegnarvi un nome nuovo. Ne do qui i principal! caratteri : Longitude corporis mm. 14,5 — 15 „ pronoti „ 3,5 — 3,6 „ elytrorum .... „ 9,8 — 10,5 „ femorum anticorum . „ 4,5 „ femorum posticorum „ 8,9 „ ovipositoris (*) „ 14 (circiter) Corpus statura parva sed haud gracile, testaceo-ferrugineum. Caput ovatum subrotundatum. Fastigium verticis latitudi- nem 1 Vo pi'imi articuli antennarura attingens vel etiam levissime superans, lateribus obtusiusculis. Palpi apice perparum dilatati. Fades interdum lineis vel maculis nebulosis incertis signata. Ma- culae ocellares nullae. Pronotum a supero visum parum longius quam latius. Margo anticus rotundatus perparum productus ; sulcus anticus regularis, in medio interdum minus expressus ; sulculus longitudinalis abbrevia- tus sat excavatus ; sulcus posticus subnullus, ; metazona brevissima, margine postico truncate. Lobi laterales modice alti, angulis late rotundatis, margine infero subrecto, margine postico toto oblique, sinu humerali nuUo ; sulcus V-formis distinctus, sulcus posticus fere nuilus. Elytra testacea modice opaca, ad apicem fere subhyalina, venis venulisque praeci])ue ad apicem ferrugineis, apice jotundata. Alae subhyalinae, leviter albido rosae, ferrugineo venosae, cycio- ideae. Pedes concolores. Tibiae 4 anticae ad medmm subinflatae, sub- gibbulosae, subtus utrinque tantum spinis 2 parvis (haud minimis) praeditae, necnon spinula apicah sohta. Femora postica basi crassa, apice attenuata, parte apicali attenuata brevi et parum distincta, subtus utrinque spinulis 4-5 apice fuscis armata. Tibiae posticae longe post basim superne planatae, ibique utrinque spinulis perpar- vis apice fuscis 4-6. Ovipositor molhs, longus, subrectus, gracilis, parce pubescens, apice rotundatus, utrinque lineola parum elevata, longitudinali, (1) La luugliezzii deH'ovopositore uoii puu darsi cbe approssimativa qnando si tratta di esejii- plari a secco spettauti a specie che hauuo I'ovopositoro molle, esile ed alliiiigato, il ([ualc col dissec- caiuento si fa tutto irregolaruiente oontorto in piii sensi. - 128 - praeditus. Lamina sul)genitalis 2 brevis, transversa, apice sensim sinuato, ibique utrinque rotundata. Segmentum ventrale ultimum 9 longiusculum, ante apicem transverse subconcavum, apice breviter transverse fere laminari. Questa piccola e tozza specie pare abbia come sua rappresen- tante nelF Africa occi den tale, fra quelle ad ovopositore breve, falcato e rigido, la Gr. infelix Griff. Gryllacris lyrata Kirby 1899. 2 Gryllacris aliena Brunner 1888, Monogr. cit., pag. 338 (Nee. Gr. aliena Walker). (^,2 Gryllacris lyrata Griffini 1911, Catal. cit., pag. 15. Di questa specie, nota di varie localita dell' Africa meridionale, la coUezione del Museo Sud-africano conteneva: Un (j^ : Kafue Riv. N. Rhodesia, I. Drury, 06. Un cf : Griqua T, Walter, 1894. Due 2 (senza etichetta di provenienza). Una $ : Delagoa B., 1-90. Una larva 2 : Mashona L., R. Pillans, 1898. Una larva $ : Kafae Riv. N. Rhodesia, I. Drury, 06. Due altre larve piccole : Delagoa. La specie varia alquanto di tinta, ma alcuni esemplari proba- bilmente sono divenuti bruni per alterazione nel disseccarsi. Tutti gU esemplari sopra enumerati corrispondono bene a quelli da me descritti nel 1909. La fronte ha generalmente 4 macchiette quasi puntiformi, nere, di cui due alia base del fastigio e due piu sotto; a queste se ne aggiungono poi talora altre due minime, puntiformi, inferiori late- rali. II fastigium verticis ha una macchietta nera irregolare, talora geminata, per lo piu separata dall'arco oscuro presentato dal vertice e dall'occipite. Sotto ciascun occhio e contigua con esso esiste pure una macchiettina nera. II disegno del pronoto e costante. Le parti nere cosi sono di- sposte: Superiormente si notano due linee a guisa di 7 aventi I'an- golo volto in fuori, e fra queste posteriormente una macchiettina; superiormente inoltre ai lati del margine anteriore stanno due h- neette oblique e ai lati della metazona altre due che si incurvano anteriormente in giu nel ramo posteriore del solco v/ -forme. I lobi laterali del pronoto hanno circa a meta del margine posteriore un punto nero. Questi disegni del capo e del pronoto sono meno distinti negli - l29 - esemplari imbruniti. Non esiste peru mai sul pronoto alcuna linea posterioro trasversa oscura. Le elitre generalraente sono pallide, quasi ialine, un po' testa- cee alia l)ase, con venature pure pallide: ie ali sono ialine o quasi, un i)o' biancheggianti, con venature pallide. Pero in qualclie esem- plare iuibrunito la venatura delle elitre e un poco scura e cosi pure quella delle ali. Le zampe sono sempre tozze. Tutti i ginocchi sono legger- mente rossicci. Le spine delle fcibie posteriori possono unctie essere 7 su (jualciie margine e non sempre hanno la base nera. I caratteri deU'armatura genitale del (^ corrispondono a quelli descritti dal Karny e da me. La lamina sottogenitale della $ e ot- tusa, leggermente ma distintamente sinuata all'estremo apice. L'ovo- positore, molle, esile, lungo, ha Tapice arrotondato. Eremus Pering-ueyi n. sp. 2 Apud E. marginatwii Brimner locandus. Stahcra magis parva, sidmnicolor femigineus, pedihus et facie leviter p)allidiorihus: capite haud magnOj sed regulari; pronoto anterius non proditdo; tihiis 4 anticis suhtus utrinque tantum spinis 2 parvis, spimdis apicalibus exceptls, instructis; ovipositore elongato, angusto, subrecto, molli, ajrice rotundato: lamina suhgenitali suhrotundata, apice levissime incisa. Longitudo corporis mm. 13,2 „ pronoti „ 3 „ femorwn anticorum. . „ 3,4 „ femorurn posticorum . ,, 6,5 „ ovipositoris „ 11 (circitor) Habitat : Transvaal. Typus : 1 $ (Musaei Sud-africani in Capetow^n) indicationem sequentem gerens: Sabi-Riv., Transvaal, H. A. Fry, 98. Specie che ricorda molto ii Neanias Glaimingi da me descritto quest'anno secondo due esemplari del Museo di Berlino, provenienti dall'Africa orientale ('). Naturalmonte ne differisce per la mancanza totale di rudimenti d'elitre, inoltre poi pei femori posteriori molto pill tozzi, ed anche pel fastigium verticis lievemente piii largo. Passo alia descrizione di quest'esemplare, sfortunatamente unico. Corpus graciliusculum, subelongatum, pedibus l)reviusculis, fer- rugineum nebulosum sat nitidum. (1) Vedi in A. (j li ff ini. — Le upecie africaiie del yen. Xeauias Bncaiwr .- shiulio mouografico comunicato al Zoolog. Jabrbiicher di Jena, e di prossiiua pubblitassioue. — 130 — Caput baud magnum, ab antico visum ovoideum. Fastigium verticis latitudinem fere duplam primi articub antennarum attin- gens, a fastigio frontis sulco incerto arcuato, concavitatem super- iie vergente, divisum, anterius minus convexum sed semper rotun- datum, lateribus obtuse rotundatis. Labium angustuhim. Color ca- pitis ferrugineo-testaceus, nebulosus, arcu verticis incerte leviter fiisciore, macula in fastigio verticis lineolisque subverticalibus fron- talibus incertissimis. Maculae ocellares nullae. Pronotum a supero visum subquadratum, semicylindricum, margine antico rotundato, non producto, margine postico distincte concaviusculo, sulco antico perparum expresso, sulculo longitudinali fossulari, metazona transverse convexiuscula ; lobi laterales fere trapetioidei, angulo antico obtuse rotundato, angulo postico cum margine postico toto rotundato obliquo, sinu humerali nuUo : sulci soliti regulares. Mesonotum et metanotum ad basim utrinque foveolato-im- pressa. Color thoracis ferruginous praecipue utrinque nebulosus. Abdo- men concolor. Pedes 4 antici graciles. Tibiae 4 anticae subtus utrinque tan- tum spinis parvis 2 praeditae, exceptis spinulis perparvis apicali- bus. Femora postica basi lere obesa, apice brevissime attenuata, subtus apicem versus spinulis utrinque circiter 3-5 praedita. Tibiae posticae superne in dimidio apicali parum depressae, ibique spinulis apice fuscis utrinque 4-5. Ovipositor longus, mollis, gracilis, subrectus, testaceo-ferrugi- neus, minute pubescens, longitudinaliter utrinque linea vittaeformi ferruginea baud plana praeditus, apice rotundatus. Lamina subge- nitalis transversa, rotundata, apice minime incisa, basi, cum apice segmenti ultimi ventrabs, forsan per alterationem, atrata. Eremus sphinx Gerstaecker. 9 Eremus sphinx Gerstaecker 1860, Ueber die Locust. Gattung Gryllacris ; Arch. f. Naturgescb., Band XXVI, pag. 278. - Griffini 1911, Catal. cit., pag. 17. Nessun autore, me compreso, aveva potuto finora trovare nolle collezioni esemplari esattamente riferibili a questa specie. Brunner non fece che tradurre la descrizione originaie di Gerstaecker, inve- ro alquanto deficiente. lo stesso nel 1909 descrissi col nome di var. Shelfordi un Eremus di Mauritius, avvicinandolo dubitativa- mente ixll'Er. sphinx, e recentemente avevo pure con dubbio attri- buito a questa specie un Eremus del Capo di Buona Speranza, ap- - 131 - partenente al Museo di Berlino, e die ora mi risulta essere invece una specie differente, quella appunto di cui sara detto in appresso sotto il nome di E. chimaera. Nella piccola collezione del Museo Sud-africano trovo finalmen- te i seguenti esemplari che posso riferire con esattezza all'^. sphinx. Una 9 : Cape Town, R. Irima, 7-86. Una 9- Stellenboscii, L. Peringuey, 1897. Due 9 (pi'ive di etichetta di provenienza). Un c/ : Cape, Cape Town, 1893. Comincio anzitutto a darne le principali dimensioni : Lungliezza del corpo mm. 13,8 15-18 „ del pronoto „ 3,2 3-3,7 „ dei femori anteriori „ 4,4 4,8-5,2 „ dei femori posteriori „ 8,6 7,8-9,5 „ deli'ovopositore „ — 13-16 Delle quattro 9? due sono abbastanza grandi (corpo mm. 18, ovopositore mm. 16), una e un po' minore (corpo mm. 16, ovopo- sitore mm. 14), ed una e piu piccola (corpo mm. 15, ovopositore mra. 13). Pero esse si corrispondono perfettamente in special modo nella sstruttura dell'armatura genitale che e rimarchevole in parti- colare per la forma non comune della lamina sottogenitale, non stata descritta da Gerstaecker. Questa lamina e piu larga che lunga, a margini esterni con- cavi, ad apice largamente ed abbastanza profondamente inciso, coi iobi assai divergenti, rivolti lateralmente all'infuori e quivi incur- vati all'insu coi loro apici, ove si fanno acuti, in forma quasi di artigli. La lamina stessa ha pure una lievissima incisione al mezzo del margine basale. L'ovopositore e lungo, hevemente incurvato all'estrema base, poi dritto, rigido, tenuto da tutti gli esemplari quasi drizzato ver- ticalmente ; e appuntito all'apice, percorso d' ambo i lati da una carenula situata alquanfeo piii prossima al margine superiore che non aU'inferiore, la quale coraincia leggera, considerevolmente dopo la base, e finisce bruscamente un po' prima dell'apice ove e accom- pagnata da due piccoli granuli oscuri, uno per parte, irregolari, di forma un po'allungata. Nel cT, finora inedlto, il segmento YIII addominale dorsale non e pill lungo del VII, anzi e forse leggermente piu breve ; il seg- mento IX e proteso, convesso, ma non ripiegato in giu ; esso si attenua alquanto all'apice, quivi si av valla prima un po'trasversal- - 132 - mente, e termina col margine apicale quasi piano e quasi orizzon- tale. Questo margine visto superiormente appare arrotondato e lie- vissimamente sinuato al mezzo, ma visto posteriormente e inferior- mcnte mostra I'incisione mediana piu distinta ed a ciascun lato di essa un breve angolo spiniforme volto in giu ed in sotto. La lamina sottogenitalc del cf e grande, ampia, con margine apicale angusta- mente e acutamente inciso al mezzo e con angoli acuti ai labi di quest'incisione. 11 margine apicale stesso porta ai lati i due stili abbastanza lunglii o dritti. II colore in tutti gli esemplari e ferrugineo nebuloso, colle zampe piu pallide, quasi testacee, aventi i ginocchi appena appena indistintamente ombreggiati di tinta piii scura. Nel cf compariscono sul pronoto incertissimi disegni un po' brunicci. II capo ha il vertice superiormente rotondato, ma il fastigium verticis anteriormente e pochissimo convesso, quasi pianeggiante, a margini laterali un po' oLtusi (^) ; questo non raggiunge propria- mente la larghezza doppia di quella del prime articolo delle an- tenne, ma vi si avvicina ; presso i lati, il fastigium verticis pre- senta due leggeri e incerti solclii verticali ; il suo margine inferiore e un po' angoloso al mezzo e quindi quivi leggermente discendente fra due piccolo e tenui gibbosita della sommita della fronte ; pero la linea di separazione fra le due parti e indecisa. La punteggiatura della fronte e assai incerta. II clipeo ed il labbro sono angusti. II pi'onoto e semicilindrico, col margine anteriore rotondato, minimamente prominente, il posteriore sensibilmente concave, i solchi dorsali poco marcati, i lobi laterali piii lunghi che alti, senza distinto angolo posteriore inferiore, e con margine posteriore infe- riore iQugamente oblique. In tali lobi si nota una piccola gibbulo- sita distinta innanzi al ramo anteriore del solco V-forme. Le tibie anterioi-i hanno 5 spine per parte, includendo fra que- ste anche le apicali ; le tibie medio ne hanno 5 sul margine ante- riore e 4 sul posteriore ; tutte queste spine sono mediocri. I femori posteriori sono abbastanza robusti, brevemente attenuati all'apice, ed hanno in generale 4-5 piccole spine oscure su ciascun margine ; in case eccezionale su qualche margine le spine possono essere 3 oppure 6. Le tibie posteriori piuttosto lungi dalla base si fanno superiormente pianeggianti ed hanno 5-6 spine piccole ma ben di- stinte su ciascun marsrine. (1) Ci6 lioii a in contratldiziouc colla diagnosi di Gerstaccker, poioh^ questo antore sciive: V Sclieitel stark gowdlbt >> ma uou « Sclieitolgipt'el ». - 133 - Eremus chimaera, Griffini, n. sp. 1911. Questa iiuova specie sara da me descritta in un prossimo ia- voro intitolato : Studi sui Grillacridi del K. Zoologisches Museum di Beiiino C). II tipo ne e appunto una $ del Museo di Berlino pro- veniente dal Capo di Buona Speranza. Ne do qui la semplice diagnosi, rimandando per la piu estesa de- scrizione al prossimo lavoro teste citato : 2 . Species Er. sphinyi Gerst. valde proxima, a qua differt prae- cipue propter ovipositorem breviorem necnon propter laminam sub- genitalein, $ cditer covfectam, seu subrotundatam^ integram, lateribus subsinuatis. Corpus femigineum, capite pedibusque levlter paUidiori- bus; fastigio verticis fere duplatn jjrimi articuli ayitennarum latitu- dlnem attingente^ tibiis posticis suhcylindricis, tantum spinulis yninu- tis 4o utrinque armatis. Longltudo corporis mm. 16,8 „ p)ronoti „ 3,2 „ femorum anticorum „ 4,9 „ femorum posticorum „ 8,5 „ ooipositoris „ 11,6 Di questa stessa specie, nolle coUezioni del Museo di Capetown osservo un altro esemplare $ ma assai immature, dai tegument! poco chitinizzati, quindi mal conservati e deformati in piil parti. Esse non reca etichetta con indicazione di provenienza. I suoi ca- ratteri, principalmente quelli deU'ovopositore e della lamina sotto- genitale, coincidono con quelli del tipo ; solo esse appare avere 3-4 spine per parte alle tibie anterior!, invece di 4, e 3 spine per parte ai femori posteriori invece di 3-6 ; diflerenze invero di minima importanza. Le dimensioni principal! di questo esemplare piccolo ed imma- ture sono : Lunghezza del corpo mm. 11 „ del pronoto „ 2,4 „ dei femori anterior! „ 3,5 „ dei femori posteriori „ 6,5 „ deir ovopositore „ 10 Eremus glomerinus (Gerst.) subsp. Knothae Grift". cT, $. Eremus glomerinus aub^). Knothae^ Griffini, 1908. Sopra (') Xogli Atti della Soc. Italiaiia Ui iSuieuze Natutali. Milano, vol. L, I'Jll, - 134 - ale. Griliacr. del gen. Ereraus ; Atti Soc. Ital. Scienze natur. Milano, vol. XLVII, pag. 6 9. - Griffini, 1911, Catal. cit., pag. 17. Riferisco a questa forma una 9 molto guasta, recante rindica- zione : Keutani, J. C. Kolbe, 1901. Le sue principali dimension! sono : Lunghezza del corpo mm. 17 (circa) „ del pronoto „ 3,4 „ del femori anteriori „ 4 „ del femori posteiiori „ 7,9 „ deir ovopositore „ 8,7 I disegni del capo e del pronoto sono anche in questa 2 molto vaghi; le zampe sono totalmente pallide. II fastigium verticis se non raggiunge la tripla larghezza del prime articolo delle antenne, certo ne raggiunge la larghezza 2 V'2 e la supera; ha i margini laterali incertamente carenati. Non esiste solco arcuato distinto dividente la fronte dalla sommita del capo. II pronoto e fatto come nel tipo, solo non ha marcato il solco longitudinale abbreviate. Le spine in tutte 4 le tibie anteriori sono 4 per parte, calcolandovi anche le apicali. I femori posteriori hanno inferiormente fin 10 minute spine per parte. La lamina sottogenitale appare diversa, cioe triloba, coi lobi laterali tumidi, non piu lunghi di quelle mediano, subparalleli, ad apici subacutamente rotondati. L' ovopositore e fatto come nel tipo, rigido cioe, con carenula laterale longitudinale, largo, ma bruscamente poi appuntito all' e- stremo apice, colla punta pero ferruginea come il resto; esse pre- aenta come nel tipo un po' prima dell'apice, da ciascun lato, un tu- bercoletlo superiore ed uno inferiore, nerastri, che in questo esem- plare sono a guisa di lineette rilevate diversamente oblique. Colgo Toccasione per avvertire come la descrizione che dell'^'r, glomerinus da il Brunner, traducendola semplicemente da quella originale di Gerstaecker, present! qualche inesattezza. Cosi il Brunner dice: " Ovipositor latus, apice rotundatus „, ma in Ger- staecker si legge piu esattamente: " Auftallend breite Legescheide; die Spitze ist von unten her gerundet abgesturapft, und der Ober- I'and kurz vor derselben leicht ausgeschweift „. La lunghezza dell' ovopositore e data da Gerstaecker in li- nee 4 ^aj che corrisponderebbero a mm. 9,7 — 9,8. - 135 - NOTE BIBLIOGRAFICHE 1. Carazzi D. e Levi G. — Tecnica microscopica. — Milano, Soe. editr. libr., i9H. Un Vol. in S° di pp. YIII-oOO. — Prezzo L. 13. QiiGsto Mamiale di tecnica microscopica, clie rappresonta la seconda edizione, in forma completamente nuova, di quello pubblicato alcuni anni in dietro dal Prof. Carazzi, e un' ottima guida alie ricerche di istologia e di embriologia ani- male, di istologia patologica e di parassitologia. Gio die da uno speciale carattere a questo libro e la scelta giudiziosa dei metodi di preparazione die la pratica ha diraostrato veramente mei'itevoli di cssere raccomandati : ({uesti sono descritti con una larghezza e precisione, che perraette di applicarli con sicurezza di resultato ; mentre sono piii brevemente e semplicemente accennati, o trascurati del tntto, i metodi meno attendibili od inlldi. Gosi lo studioso, e in particolare chi e alia prime sue armi, puo bene orientarsi in mezzo alia selva intricata dclla moderna tecnica microscopica. Utile e pure lo .studio comparativo, die si trova di frequente, Ira procedi- menti tecnici analoghi, il quale ue mette in evidenza i relativi pregi e diletti, e ie particolari indicazioni e controindicazioni. Gli Autori cercano anche (tin dove e possibile in una materia, nella quale si precede tuttora con criterii essenzialmente empirici) di rendere ragione delle varie operazioni die descrivono. Specialmente degna di ricordo e la esposizione sommaria delle nozioni teoriche che si rileriscono alia colorazione istologica, I'atta in chiara forma, sul fondamento dei piii recenti studi. La distribuzione della materia nel libro e buona. La edizione e nitida ed accurata. G. Chiarugi. 2. Doyen E., Bouchon I. P., Doyen R. — Atlas d' Anatomie topogratique. — A. Maloine, Pat-is 1911. 8" (jrande. 12 fasc. Questa, diretta dal Doyen, e una bella iconografia tratta con i moderni mezzi fotomeccanici da una serie molto completa di sezioni di cadaveri cotigelati, o altrimenti induriti in toto. II piano dell'opera e state saggiamente studiato: infatti noi troviamo distri- buito in 12 puntate 265 ehotipie che riproducono I'aspetto I) di serie complete di sezioni del tronco nell' uomo e nella donna, condotte per piani paralleli, sia al piano sagittale, sia al piano frontale, sia al piano trasverso orizzontale; sempre essendo ben determinate il livello al quale corrisponde il singolo piano di ogni sezione; 2) di serie complete di sezioni degli arti per piani perpendicolari al- I'asse degli arti stessi; 3) di sezioni fuori serie condotte trasversalmento nella regione del bacino ; 4) di una intiera serie per piani trasversi orizzontali con- dotta nel tronco di un negro. Non occ.orre insistere per far rilevare il valore di questa opera utilissima per il pratico, e non meno giovevole per rinsegnaraonto; valore che le e con- - 136 - ferito dalla precisione del metodo seguito neirapparecchiare il raateriale e dalla esatta e corapleta riproduzione di esso in nitide tavole. Chiunque abbia toecato questo ramo degli studii anatomici sa quanto giovi lo studio dello sezioni, e sa anehe quanto difflcilraente queste si possono trovare in sei'ie complete uei musei d'anatomia anche i piii ricchi. L'Atlante del Doyen puo supplii'O, (per quanto e possibile a un libro so- stituiie il vero libro maestro rlic e il cadavere) utilmente a questa defleienza. Ma io credo che questa Jjella pubblicazione sia per avere un' azione anche piii utile, che sia cioe per invogliare i ricercatori ad applicare piii largamente il metodo delle sezioni a questo carapo di studii, ed i preparatori a rivolgere a questo tipo di preparati maggiori cure; non potra accadere diversamente quando si considcri quale splendido risultato abbia ottenuto il Doyen in questa sua opera con notevole semplicita di mezzi tecniei. Banchi. UNION E ZOOLOGICA ITALIANA Segreieria. — Poiche alcuni si sono laraontati di errori incorsi nell' Elenco dei socii teste pubblicato, sono vivamente pregati i signori Socii di volere con cortese sollecitudino comunicare a questa Segreteria il cambiamento di residenza e d'indirizzo non appena qucsti sieffettuano per evitare disguidi postali e per la sicurozza del recapito di quanto deve essere loro indirizzato (pubblicazioni, circolari, inviti, ecc.). GosiMo Gherubini, Amministratore-responsabile. Fireuze, 1911. — Tip. L.. Niccolai, Via Faenza, 52. MonitoFe Zoologieo Italiano (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale deiia Unione Zoologica Italiana DlllKTTO DAI DOTTORI GinLIO CHIARUGI EUGENIO FIOALBI Pr.f. di Anatomia umana Prof, i^i Anatomia comp. e Zoologia nel R. Istituto di Stndi Super, in Firenze nedla E. Universitii di Pisa Ufficio di Direzione ed Amministrazione: Istituto Anatomico, Firenze. 12 numeri all'anno — Abbuonamento annuo L. 15. XXII Anno "Firenze, Griugno 1911. N. 6. SOMMARIO: BiBLIOGRAFlA. — Pag. 137-146. CoMUNiCAZioNi ORiGiNALi : Levi Gr., Appimti alia pubblicazione di Do- naggio « Nuovi dati suUe propaggini nervose del citoplasma e sulle fibre collagene dei gangli spinali ». — Granata L., Osservazioni su alcuni stadi di sviluppo di Corynocephalus albomaculatus Lev. (Alciopina parasi- tica Clpde. e Pane). (Con 4 fig.). — Pag. 146-158. Note bibliografiche : 3. Schultze Franz DSilhard. Nomenclator Ani- malium Generum et Subgenci'Lim : Primatiura genera et subgenera (Probe- lieferung). — 4. Haecker "V,, Allgomeine Vererbungslebre. — Pag. 159, NoTiziE. — Pag. 160. Avvertenza Delle Coiimnicazioiii Originali clie si pubblicano nel Monitore. Zoologieo Italiano e vietata la riproduzione. BiBLIOGRAFlA Si da notizia soUanto dei lavori puhhiicati in Ltalia. B. - PARTE SPECIALE II. Protozoi. Basile Carlo. — Sulla Leishmaniosi del. cane e sulFospite intermedio del Kala- Azar infantile. — Aiti R. Ace. d. Lincei, Rendic. CI. sc. fis. mat. e nat., Se)'. 5, Vol. 19, Sem. 2, Fasc. 10, pjx 523-527. Roma, 1910. Basile Carlo. — Sulla trasraissione della Leishmaniosi. — Aili R. Ace. d. Lin- cei, Rendic. CI. sc. fis. mat. e nat., Ser. 5, Vol. 20, Sem. 1, Fasc. 1,P2^. 50-51. Roma, 1911. Basile Carlo. — Sulla Leishmaniosi e sul suo modo di trasmissione. Nota 4^ prel. — Alti d. R. Ace. d. Lineei, Rendic. CI. Sc. fis. mat. e nat., Sey\ 5, Vol. 20, Sem. 1, Fasc. 4, pp. 278-282: Fasc. 6, 2>P- 479-485, con lav. Roma, 1911. Basile Carlo e Visentini Arrigo. — Sulla identita delle Leishmaniosi. — AUi R. Ace. d. Lincei, Rendic. CI. sc. fis. mat. e nat., Ser. 5, Vol. 20, Sem. I, Fasc. 8, pp. 590-591. Roma, 1911. - 138 - Comes S. — Osservazioni suUa emofagia del Balantidium cntozoon Ehr. in rela zione alia funzione digestiva di questo parassita. — Monit. Zool. ital., An. 20, N. 2-3, jip. 94-95. Firenze, 1909. Emery Carlo. — I Missosporidii sono Pi'otozoi? — Monit. Zool. iUil., An. 20, N. 8, pp. 247-249. Firenze, 1909. Enriques Paolo. — Le abitudini degli infusorii. — La Gioveniit ital., An. 1, N. 12. Estr. di pag. 11. Bologna, 1909. Marzocchi Vittorio. — Sul parassita del Giallume del Bombyx mori (Mycrospo- ridium polyedricuin Bolle). — Ann. d. R. Ace. d'Agricolt. di Torino, Yol. 52 {1909), pp. 83-96. Torino 1910. Pierantoni U. — Su alcuni E^uplotidae del Gollo di Napoli. — Boll. Soc. di Na- turalisti in Napoli, Ser. II, Yol. 3, (Anno 23), pp. 53-04, con 1 tav., Na- 2Mjli, 1910. Sangiorgi Giuseppe. — Sulla possibilita della trasraissione dei protozoi, paras- siti del sangue, per mezzo del Gimex lectularius. — Yedi M. Z., XXI, 11-12, 248. V. Celenterati (Cnidari e Ctenof ori). Ghigi Alessandro. ~- Raccolte planctoniclie fatte dalla R. Nave Liguria nel viaggio di circonnavigazione del 1903-05 sotto il Comando di S. A. R. Luigi di Savoia diica degli Abruzzi. — Ctenofori: in Yol. 2, Fasc. 1, pp. 1-24. Firenze, 1909. {Puhbl. d. R. Isi. di St. Supo'iori in Firenze, Sez. di Sc. Nat. Fii'enze, 1910). VI. Vermi. 2. Platodi. Guerrini Guido. — Sul meccanismo di aziono del Distoma opatico. — Yedi M. Z., XX, 8, 236. Monticelli Fr. Sav, — Forma giovanc di Aphanurus stossiehii. — Monit. Zool. ital., An. 20, N. 2-3, pjp. 67-68. Fi7'enze, 1909. 3. ROTIFERI E GaSTROTRICHI. Iroso I. — Primo contribute alia conoscenza dei Roti fieri del lago-stagno crate- rico di Asti-oni. — Mo7iit. Zool. ital., An. 21, N. ii-12, pp. 299-304. Fi- renze, 1910. Marcolongo I. — Primo contribute alio studio dei Gastrotrichi del lago-stagno craterico di Astroni. — Monit. zool. ital.. An. 21, N. 11-12, jx 315. Firenze, 1910. 10. Nematodi, Desmoscolegidi, Ghetosomidi. Noe Giovanni. — Contribuzioni alia sistcraatica ed alia anatomia del genere Filaria. I." La Filaria Grassii (Noe 1907). — Ricerche fatte nel Laboratorio di Anatomia normale della R. Universitd di Roma etc., Yol. 15, Fasc. 3-4, pp. 235-252, con 1 tav. Roma, 1911. Schifone Guglielmo. — Anchilostomiasi da Ancylostoraura araericanum (Necator amcricanus Stiles) in Italia. — Rifonna med.. An. 24, N. 48, pp. 1328-1331. Napoli, 1908. Tecce Pasquale. — Sopra un caso di Filaria labialis, Pane. — Riforma -med., An. 24, N. 34, pp. 933-934. Napoli, 1908. - 139 - Vessichelli N. — Di un nuovo Dacnitis parassita del Petrorayzon planeri. — Monit. Zool. ital., An. 21, N. 11-12, 2>p. 304-307. Firenze, 1910. Zibordi Doraeni(io. — Sulla rilariosi ematica del cane. — Clin, veter.. An. 33, N. 43, 2jp. 684-689; N. 44, pp. 697-704; N. 45, pp. 714-717 ; N. 46, pp. 734-740. Milano, 1910. 14. Anellidi. Baldasseroni Vincenzo. — Tliyphlodrilus ducalis n. g. n. sp. di Tifloscolecide raccolto dalla Regia Nave « Liguria » (Gampagua 1903-1905). Nota prelim. — Monit. Zool. ital.. An. 20, N. 7, pp. 227-228. Firenze, 1909. Cerruti A. — Genni sulle lafve di un Prionospio. — Monit. Zool. ital., An. 21, N. 11-12, pp. 311-312. Firenze, 1910. Cerruti Attilio. — Ricerche sulla Anatoraia e sulla biologia del Microspio Mecz- nikowianus Glprd. — Lavori fatti n. 1st. di Anat. comp. d. R. Univ. di Napoli, Ser. 2, Vol. 2, Mem. di 34 pjag. e 3 tav. estratta dal Vol: 13, Ser. 2, N. 12 degli Atti d. R. Ace. d. Se. /is. e mat. di Napoli, 1907. Napoli, 1910. Chinaglia Loopoldo. — Helodrilus (Eophila) Laurentii n. sp. Nuovo lumbricido italiano. — Boll. Musei Zool. Anat. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 25, N. 620, pp. 1-2. Torino, 1910. Chinaglia Leopoldo. — Materiali per la fauna della provincia di Brescia. Alcuni Lombrichi raccolti nel Bresciano. — Commentari deW Ateneo di Brescia, An. 1910. Estr. di pag. 12. Cognetti De Martiis L. — Nuove specie dei generi Megascolides o Pheretima. — Annali d. Museo Ciinco di St. nat. di Genova, Ser. Ill, Vol. 4, pp). 327-334, con 9 fig. Getwva, 1908-1909. Cognetti De Martiis Luigi. — Lombrichi raccolti da L. Fea nolle Isole del Capo vorde e nel Golfo di Guinea. — Annali d. Museo Civico di St. nat. di Ge- nova, Ser. Ill, Vol. 4, pp. 79-118, eon 2 tav. Genova, 1908-1909. Monticelli Fr. Sav. — Raphidrilus neraasoma Montic, nuovo Gtenodrilide del Golfo di Napoli. (Revisione dei Gtenodrilidi). — Arch, zool., Vol. 4, Fasc. 4, pp). 401-436, con 1 fig. e 2 tav. Napoli, 1910. VII. Artropodi. 5. Aracnidi. Berlese Antonio. — Acari nuovi. — Redia, Gior^nale di Entomologia, Vol. 6, Fasc. 2, pp. 199-234, con 4 tav. Fi?'enze, 1910. Berlese Antonio. — Lista di nuove specie e nuovi generi di Acari. — Redia, Giornale di Entomologia, Vol. 6, Fasc. 2, pp. 242-271. Firenze, 1910. Berlese A. — Brevi diagnosi di generi e specie nuove di Acari. — Redia, Giornale di Entomologia, Vol. 6, Fasc. 2, pp. 346-388. Firenze, 1910. Borelli Alfredo. — Descrizione di un nuovo scorpiono del Venezuela. Ananteris Gussinii n. sp. — Boll. Musei Zool. Anat. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 25, N. 630, pp. 1-3. Tori^io, 1910. Borelli Alfredo. — Scorpion! nuovi o poco noti del Brasile. — Boll. Mus. Zool. Anal. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 25, N. 629, p)p. 1-8. I'orino, 1910. Ellingsen E. — Gontribution to the knowledge of the Pseudoscorpions from material belonging tho the Museo Civico in Genova. — Annali d. Museo Civico di St. Nat. di Genova, Ser. Ill, Vol. 4, pp. 205-220. Genova, 1908- 1909. - 140 - EUingsen E. — Collezioni zoologiche fatte nell' Uganda dal Dott. E. Bayon. Pseiuloscoi'pioiis from Uganda collected by D.r E. Bayon. — Annali d. Mu- seo Civico cU St. Nat. di Genova, Ser. Ill, Yol. 4, pp. 536 538. Genova, 1908-1909. Monti Rina. — Contributo alia biologia degli Idracnidi Alpini in relazione al- rarabiente. — Alti Soc. It. Sc. nat. e Mus. civ. Stor. nat. in Milano, Vol. 49, Fuse. 2-3, pp. 1G7-243, con fig. Milano, 1910. Simon E. — Araclinides recueillis par L. Fea sur la cote occidentalc d'AIVique. 2ine partie. — Annali d. Museo Civico di St. Nat. di Genova, Ser. Ill, Vol. 4, pp. 335-449, con 21 fig. Genova, 1908-1909. 6. Grostacei. Arcangeli Alceste. — Armadillidium Gestroi B. L. Contributo alia raiglior co- noscenza di questo Isopode italiano. Con tav. III. — Monit. Zool. ital.. An. 21, N. 1, pp. 13-27. Firenze, 1910. Arcangeli Alceste. — Armadillidiuna Peraccai Tua. Contribute alia raigliore co- noscenza di questo isopode italiano. — Atti Soc. Toscana di Sc. Nat., Pro- cessi verbali, Vol. 19, N. 4, pip. 60-65. Pisa, 1910. Fabiani R. — Salle specie di Ranina llnora note ed in particolare suUa Ranina Aldrovandii. — Atti d. Ace. sc. ven.-trent. istriana, Ser. 3, An. 3, pp. 85-102, con tav. Padova, 1910. Issel Raffaele. — Ricerche intorno alia biologia ed alia morfologia dei Crostacei dccapodi. Parte I. Studi sui Paguridi, — Atxh. zool., Vol. 4, Fasc. 3, pp. 335- 397, con 3 tav. Napjoli, 1910. Masi L. — Notizie su alcune Cypridae raccolte a Maccarese. — Boll. Soc. zool. ital., Ser. II, Vol. 11, (Anno 19), fasc. 3-6, pp. 93-96. Roma, 1910. 8. MiRIAPODI. Silvestri F. — Collezioni zoologiche fatte nell'Uganda dal Dott. E. Bayon. Con- ti'ibuzione alia conoscenza dei Miriapodi dell'Uganda. — Annali del Museo Civico di St. Nat. di Genova, Ser. Ill, Vol. 4, pp. 457-478, con 9 fig. Ge- nova, 1908-1909. 9. InSETTI 0 ESAPODI. a) Scritti general! o su piii che uno degli ordini Bayer Emile. — Les zoocecidiens de la Boheme. — Marcellia, Riv. intern, di Cecidologia, Vol. 9, Fasc. 1-3, pp. 63-104; Fasc. 4-5, pjp. 127-158. Avellino, 1910. Coban Roberto. — Cecidi della Vallo del Brenta. — Atti d. Soc. ital. di Sc. nat. e d. Museo civ. di St. nat. in Milano, Vol. 49, Fasc. 4, pp. 355-406. Pa- via, 1911. Corti Alfredo. — Le Gallo della Valtellina. Terzo contributo alia conoscenza dclla Cccidiologia Vallellinese. — Atti Soc. ital. di Sc. nat. e del Museo civ. di St. nat. in Milano, Vol. 49, Fasc. 4, pp. 297-354. Pavia, 1911. Kiister Ernst. — Ueber die Sprossaehnlichkeit der prosoplasmatischen Gallen. — Marcellia, Vol. 9, Fasc. 4-5, pp. 159-160. Avellino, 1910. Leeuwen-Reijnvaan (van) J. und W. — Einige Gallen aus Java. Vierter Bei- trag. — Marcellia, Vol. 9, Fasc. 4-5, p. 168 ; Fasc. 6, pp. 169-193, con fig. Avellino, 1910. Leeuwen-Reijnvaan (van) J. und W. — Einige Gallen aus Java. Funfter Bcitrag. Marcellia, Vol. 10, An. 1911, Fasc. 2, pp. 65-80, Avellino, 1911, - HI - Masi L. — Sul numo'o e sulla donominazione dei parassiti della most-a dello olive. — Vedi M. Z.,XXI, 5, 109. Nalepa A. — Die Besiedlung neuer Wirtsptianzen durch die Gallmilben. — Ma)-- cellia, Rio. intern, di Cecidulogia, Yol. 9, Fasc. 3, pp. 105-109. Avellino, 1910. Schmidt Hugo. — Neue Zoocecidien der niederschlesischen Ebene. — Marcel- lia, Vol. 9, Fasc. 6, i^p. 198-200. Avellino, 1910. Schmidt Hugo. — Neue Zoocecidien der niederschlesischen Ebene. — Marcel- lia, Vol. 10 (An. 1911), Fasc. i, pp. 26-27. Avellino, 1911. Trotter A. — F^ugillo di gallo raccolte dal D.r A. Foi-ti in Asia Minore. — Mar- cellia. Vol. 9, Fa-^c. 6, pp. t93-i97. Avellino, 1910. Trotter A. — Le cognizioni ceeidiologiche e teratologiche di Ulisse Aldovrandi. — Marcellia, Riv. intern, di Cecidiologia, Vol. 9, Fasc. 3, pip. 111-120; Fasc. 4-5, 2121- 121-126. Avellino, 1910. Trotter A. — Gonti ibuto alia conoscenza delle galle della America del Nord. Con 21 fig. e 1 tav. — Marcellia, Vol. 10, An. 1911, Fasc. I, 2>P- 28-32 ; Fasc. 2, pp. 33-61. Avellino, 1911. b) At'erigoti o Tisanuri Caroli E. — Su alcuni Gollemboli della tribii dei Ncanurini. — Munit. Zool. Hal., An. 21, N. 11-12, pp. 321-322. Firenze, 1910. Silvestri F. — Tisanuri laccolti da L. Fea alle Isole del Capo Verde, alia Guinea portoghese, o alle Isole S. Thome, Principe e Fernando Poo. — Annali d. Museo civico di St. nat. di Genova, Ser. Ill, Vol. 4, pi). 133-187, con 24 fig. Genova, 1908-1909. c) Architteri o Pseudonsurotteri e Mallofagi Bentivoglio T. — La Lindenia tetraphylla in Italia. — Monit. Zool. ital., An. 21, N. 11-12, 2Jp. 309-310. Firenze, 1910. Bentivoglio Tito. — Cattui'a della Lindenia tetraphylla in Lucca. — Atti Soc. tosc. di Sc. nat., Processi verbali. Vol. 19, N. 4, 2:>P- 59-60. Pisa, 1910. Ribaga Gostantino. — Anisopsocus lichenophilus, nuovo Gopeognato trovato in Italia. — Redia, Giornale di Entomologia, Vol. 6, fasc. 2, p. 272-281, con 8 fig. Firenze, 1910. d) Ortotteri. Borelli Alfredo. — Descrizione di una nuova specie di Forficola di Gosta Rica. Sparatta Galverti nov. sp. — Boll. Musei Zool. Anal, cooqi. d. R. Univ. di Torino, Vol. 25, N. 623, pp. 1-3. Torino, 1910. Borelli Allredo. — Di una Forficola poco nota della regione otiopica (Borellia Andreinii). — Boll. Musei Zool. Anat. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 25, N. 616, 2J1>. i-3. Torhio, 1910. Giglio-Tos Ermanno. — Fasmidi esotici del R. Museo zoologico di Torino o del .Museo civico di Storia naturale di Genova. — Boll. Musei Zool. Anatoni. comp. della R. Univ. di Torino, Vol. 25, N. 625, pp. 1-57. Torino, 1910. Griffini Achille. — La rigenerazione delle zampe nogli Ortotteri saltatori. — Natura, Vol. 2. Estr. di p. 30 con fg. Pavia, 1911. Griffini Achille. — Intorno ad alcune Gryllacris di Sumatra c di Isole vicine. — Annali del Museo Civico di St. Nat, di Genova, Ser ie III, Vol. 4,2)p. 8-22, Genova, 1908-1909, - 142 - Griffini Achille. — Revisione dei tipi di alcune Gryllacris di Pictct et Saussure. — Monit. Zool. ital., An. 20, N. 4, pp. lOo-iiS. Firenze, WOO. Griffini Achillo. — Revisione dei tipi di alcune Gryllacris descritte da Brunner appartenenti al Museo di Storia Naturale di Ginevra. — Munit. Zool. ital., An. 20, N. 6, pp. 186-192. Firenze, 1900. e) Rincoti o Emiteri, e Fisapodi o Tisanotteri. Berlcse Antonio. — La Diaspis pcntagona Targ. e gli Insetti suoi nemiei. — Yedi M. Z., XXI, tl-12, 248. Grassi R., Foa A. e Topi M. — Studi sulla diffusione della flllossera. — Atli R. Ace. dei Lincei, Rendic. Clas.se, sc. ps. mat. e nat., Se?'. 5, Vol, 20, tSem. 1, Fasc. 5, pp). 305-310. Roma, 1911. Grevillius A. Y. — Notizen ueber Thysanopterocecidien aiif Stellaria media Cyr., S. grarainaea L., imd Polygonum convolvulus L. — Marcellia, Yol. 9, Fasc. 4-5, pp. 161-167, con fig. Avellino, 1910. Houard G. — Action des cecidozoaires externes, appartenents au genre Astero- lecaniura, sur les tissus de quelques tiges. — Matxellia, Vol. 10, An. 1911, Fasc. 1, p)p. 3-25, con fig. Avellino, 1911. Leona7~di G. — Notizie sopra una cocciniglia degli agrurai nuova per V Italia (Aonidiella aurantii Mask). — Vedi M. Z., XXI, 5, 109. Mai'telli G. — Osservazioni fatto sulle cocciniglie dell'olivo e loro parassiti in Puglia ed in Calabria. — Yedi M. Z., XXI, 5, 109. Pierantoni U. — La simbiosi ereditaria e la biologia sessuale d'lcerya. — Monit. Zool. ital., An. 21, N. 11-12, pp. 294-296. Firenze, 1910. Pierantoni Umberto. — L'origine di alcuni organi d'lcerya purchasi e la sim- biosi ereditaria. — Boll. Soc. di Naturalisti in Napoli, Serie II, Vol. 3, {Anno 23), pp. 147-150. Napoli, 1910. Silvestri F. e Mai^telli G. — La cocciniglia del llco. (Geroplastes rusci L.). — Vedi M. Z., XXI, 5, 110. Topi Mario. — Sulla esistenza delle alate gallecole della flllossera della vite. Nota prol. — Atti R. Ace. dei Lincei, Rendic. Classe sc. fis. mat. e nat., Serie 5, Vol. 19, Sem. 2, Fasc. 12, pp. 678-683. Roma, 1910. f) Coleotteri e Strepsitteri. Beflfa (Delia' G. — Indicazioni topograflche coleotterologiche nuove. — Riv. Colcotterologica ital.. An. 9, N. 4-5, pp. 77-83. Borgo S. Donnino, 1911. Beflfa (Delia) e Gagliardi. — Coleotteri della Toscana omessi nel catalogo del Dott. Bertolini. — Riv. Coleotterol. ital, An. 7, N. 12, pp. 226-237 ; An. 8, N. 1, pp. 17-22; An. 9, N. 2, 2)p. 37-47. Borgo S. Donnino, 1909-1911. Cecconi Giacomo. — Fauna coleotterologica dell'Isola di Pianosa nell'Adriatico. — Riv. Coleotterol. ital., An. 9, N. 3, pp. 64-68. Borgo S. Donnino, 1911. Gestro R. — Maleriali per !o studio delle Hispidae. Diagnosi preliminari di al- cune spocin di Madagascar. — Annali del Museo Civico di St. Nat. di Ge- nova, Ser. Ill, Vol. 4, pp. 119-132. Genova, 1908-1909. Gestro R. — Gollezioni zoologiclie latte nell' Uganda dal Dott. E. Bayon. Con- tribuzione alio studio degli Ichthyurus ali'icani. — Annali del Museo Civico di St. Nat. di Genova, Ser. Ill, Yol. 4, pp. 188-192, con 2 fig. Genova, 1908-1909. Gestro R. — Gontribuzione alio studio dei Cupedidi. — Annali del Museo Ci- vico di St. Nat. di Genova, Serie III, Yol. 4, pp. 454-456. Genova, 1908-1909, Gestro R. — Gollezioni zoologiche fatte nell' Uganda dal Dott. E. Bayon. Ap- punti sui Paussidi. — Annali del Museo Civico di St. Nat. di Qcnova, Serie III, Vol. 4, pp. 550 553. Genova, 1008-1909. Gestro R. — Material! per lo studio delle Hispidae. Nuovi appunti sul genere Prionispa. — Annali del Museo Civico di St. Nat. di Genova, Serie III, Yol. 4, pp. 554-558. Genova, 1908-1909. Gestro R. — Material! per lo studio delle Hispidae. Le specie del sottogenere Triplispa. — Annali del Museo Civico di St. Nat. di Uenoca, Sei-ie III, Vol. 4, pp. 559-501. Genova, 1908-1909. Gestro R. — Material! per lo studio delle Hispidae. Una Dactylispa australiana. — Annali del Museo Civico di St. Nat. di Genov>a, Serie III, Vol. 4, pp. 562-563. Genova, 1908-1909. Gestro R. — Material! per lo studio delle Hispidae. Saggio suUe Hispide di Madagascar. — Annali del Museo Civico di St. Nat. di Genova, Serie III, Vol. 4, pp. 221-301, con 1 tav. Genova, 1908-1909. Gestro R. e Dodero A. — Nuovi Coleotter! cavernicol! italiani. — Annali del Museo Civico di St. Nat. di Genova, Serie III, Vol. 4, pp. 201-204. Ge- nova, 1908-1909. Grouvelle A. — Meligethes nouveaux de TAbyssinie et du Choa. — Annali del Museo Civico di St. Nat. di Genova, Serie III, Vol. 4, pp. 75-78. Genova, 1908-1909. Grouvelle A. — Etude sur les Macroura. Note complem. — Annali del Museo Civico di St. Nat. di Genova, Serie III, Vol. 4, p. 78. Genova, 1908-1909. Guercio (Del) (3iacorao. — Prima contribuziono alia conoscenza degli Elateridi e de! Gebrionidi. — Redia, Gio7-n. di Entomologia, Vol.6,Fasc.2,pp.235- 241. Firenze, 1910. Kerremans C. — Gollezioni zoologiche fatte nell' Uganda dal Dott. E. Bayon. Buprestidae. — Annali del Museo Civico di St. Nat. di Gevova, Serie III, Vol. 4, pp. 542-545. Genova, 1908-1909. Krausse Anton. — Su qualclie eoleottero sardo. — Riv. Coleotterol. ital., An. 8, N. 12, p. 246. Borgo S. Donnino, 1910. Krausse-Heldrungen A. H. — Typhaea furaata var. n. obscura. — Riv. Coleot- teroloyica Hal., An. 9, N. 4-5, p. 109. Borgo S. Donnino, 1911. Leoni G. — Specie e varieta nuove o rare d! coleottei^i italiani. Nota 5. — Riv. Coleotterologtca ital.. An. 9, N. 1, pp. 2-12. Borgo S. Donnino, 1911. Leoni Giuseppe. — Le Asida italiane. Gon rig. — Riv. Coleotterol. ital.. An. 7, N. 8-11, pp. 142-189 ; N. 12, pp. 211-226 ; An. 8, N. 1, pp. 9-12 ; N. 2-3, pp. 40-55 ; N. 4, pp. 69-94. Borgo S. Donnino, 1909-10. Olivier E. — Descriptions dos Lampyrides nouveaux du Museo Civique de Ge- nes. — Annali del Museo Civico di St. Nat. di Genova, Serie III, Vol. 4, pp. 315-319. Genova, 1908-1909. Pangella Giorgina. — Viaggio del Dott. Enrico Festa nel Darien, nell' Ecuador e region! vicine. XXXIII. Buprestidi. — Boll. Musei Zool. Anal. comp). d. R. Univ. di Torino, Vol. 25, N. 618, pp. 1-3. Torino, 1910. Pangella Giorgina. — Viaggio del Dott. A. Borelli nel Gliaco Boliviano, nel Matto Grosso e nella Repubblica Argentina. Buprestidi. — Boll. Musei Zool. Anat. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 25, N. 619, ptp. 1-4. Torino, 1910. Pangella Giorgina. — Di alcun! Buprestidi d'Africa e di Madagascar. — Boll. Musei Zool. Anat. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 25, N. 622, pj). 1-6. Torino, 1910., Porta A. — Tavole di classiflcazione degli Scaritini italiani da Fleischer a Rcit- ter. — Riv. Coleotterologica ital.. An. 9, N. 4-5, pjj. 83-108. Borgo S. Don- nino, 1911. - 144 - Ronchetti Vitlorio. — Trichodos favarius var. nov. inlerruplefasciatus milii. — U NatiD'alista siciliano, An. 21, N. S., Vol. i, N. 0-10, p. 201, con fig. Palo'mo, 1911. Teodoro G. — Nota sui Coccinellidi chilocorini raccolti in Padova. — .1/^/ d. Ace. sc. ven .-trent.-istr ia na , Ser. 3, An. 3, pp. 137-138. Padova, 1910. Topi Mario. — Rieorche sul Fhloeotribus oleao. — Aiii d. R. Ace. dei Lincei, Rendic. Classe sc. fis., mat. e nat., Ser. 5, Vol. 20, Sem. 1, Fasc. 1, 2Jp. 52-57. Roma, 1911. Topi Mario. — Ricercho sugli Ilesiiii deU'olivo. — Alti d. R. Acc. dei Lincei, Rendic. Class, sc. fis. mat. e nat., Ser. 5, Vol. 20, Sem. 1, Fasc. 2, pp. 138- 142. Roma, 1911. Vitale F. — La biologia del Lixus cylindricus Fabr. — II JS'aturalisla sicil., An. 21, y. S, Vol. 1, Fasc. 1-8, ^jp. 137-142. Palermo, 1909-10. Vitale Francesco. — Goleottori nuovi o rari per la Sicilia. — Riv. Coleoilerol. ital.. An. 8., Fasc. 8-11, pp. 195-213. Borgo S. Donnino, 1910. Vitale Francesco. — Goleotteri nuovi o rari per la Sicilia. — Riv. Coleotterol. ital., An. 9, N. i, pp. 13-18. Borgo S. Donnino, 1911. Wasmann E. — Myrmechusa, eine neue Galtung zwischen Myrrnedonia und Lomecliusa. — Annali del Museo Civico di St. Nat. di Genova, Scrie III, Vol. 4, pp. 38-42, con 5 fig. Genova, 1908-1909. h) Imenotteri. Buysson (Du) R. — Hyraenopteres nouveaux ou pen connus. — Annali del Museo Civico di St. Nat. di Genova, Serie III, Vol. 4, pp. 312-315. Ge- nova, 1908-1909. Lepri Giuseppe. — Materiali per iin catalogo degli Imenotteri del Lazio. — Boll. Soc. zool. ital., Ser. II, Vol. 11, {Anno 19), Fasc. 1-2, p)Xj. 38-45. Roma, 1910. Mantero G. — Gollezioni zoologiche fatte noU' Uganda dal Dott. E. Bayon. Sc- conda contribuzione alia conoscenza delle Chrisididae dell'Uganda. — Annali del Museo Civico di St. Nat. di Genova, Serie III, Vol. 4, j^P- 546-549. Genova, 1908-1909. Mantero G. — lUustrazione dei nidi di alcuni Eumenidi americani, posseduti dal Museo Civico di Storia Naturale di Genova. — Annali del Museo Civico di St. Nat. di Genova, Serie III, Vol. 4, pp. 539-541, con 1 tavola. Ge- nova, 1908-1909. Mantero G. — Gollezioni zoologiche I'atte nell' Uganda dal Dolt. E. Bayon. Ghri- sididae. — Annali del Museo Civico di St. Nat. di Genova, Serie III, Vol. 4, pjp. 450-453, con 1 fig. Genova, 1908-1909. Mantero Giacomo. — Res ligusticae. Materiali per un catalogo degli Imenotteri liguri. Parte V : Supplemeuto ai Formicidi, Grisidi, Mutillidi, Braconidi e Ginipidi. — Annali del Museo Civico di St. Nat. di Genova, Serie III, Vol. 4, pp. 43-74, con 4 fig. Genova, 1908-1909. Ribaga G. — Altri nuovi endof'agi della Diaspide pentagona. — II Coltivatore, An. 56, N. 2, p. 46. Casale Monferrato, 1910. Schulz W. A. — Die Trigonaloiden des Genueser Naturliist. Museums. — Annali del Museo Civico di St. Nat. di Genova, Serie III, Vol. 4, 2yp- 23-37, con 9 fig. Genova, 1908-1909. Silvestri F. — Notizie preliminari sullo sviluppo del Gopidosoma Buyssoni (Meyr) (Hyraenoptera : Ghalcididae). — Monilore Zaologico ital., An. 21, N. 11-12, pp. 290-298. Firenze, 1910. - 145 - Silvestri F., Martelli G. o Masi L. — Sagli imonntteri parassiti ectofagi della mosca delle olive tino ad ora ossorvati nella Italia meridionale e sulla loro iraportanza nel corabattere la mosca stessa. — Yedi M. Z., XXI, 5, ilO. Zavattari Edoardo. — Sulla posizione sistematica del genore Bradynobaenns Spin. — Boll. Musei Zool. Anat. com]), d. R. Univ. di Torino, Vol. 25, N. 621, pp. 1-5. Torino, 1910. Zavattari Edoardo. — Imenotteri dell' isola d' Elba. — Boll. Musei Zool. Anat. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 25, N. 628, pj^j. 1-5. Torino, 1910. Zavattari Edoardo. — Imenotteri della Valle del Roja. — Boll. Musei Zool. Anat. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 25, N. 633, pp. 1-4. Torino, 1910. Zavattari E. — Un nuovo Masaride dell'America meridionale. — Annali del Museo Civico di St. Nat. di Genova, Serie III, Vol. 4, pp. 531-535, con 2 fig. Genova, 1908-1909. i) Ditteri. Guercio {Bel) Giacomo. — Intorno a due nemici nuovi dell'olivo e alle gravi alterazioni che determinano. — Vedi M. Z., XXI, 11-12, 249. Martelli G. — Note dietologiche sulla mosca delle olive. — Vedi M. Z., XXI, 5, 109. Silvestri F. — Descrizione e cenni biologici di una nuova specie di Aspliondylia dannosa al lupino. — Vedi M. Z., XXI, 5, 110. Silvestri F. — Generazioni della mosca delle olive. — Vedi M. Z., XXI, 5,110. I) Lepidotteri. Aurivillius G. — Schraetterlinge gesaramelt in Westafrika von Leonardo Fea in den Jahren 1897-1902. — Amiali del Museo Civico di St. Nat. di Ge- nova, Ser. Ill, Vol. 4, pp. 494-530. Genova, 1908- 1909. Gay G. — Su la presenza di Euchloe in Val Pellice. — Monit. Zool. ital., An. 20, N. 2-3, pp. 83-84. Firenze, 1909. Silvestri F. — La Tignola dell' olivo (Prays oleellus Fabr.). — Vedi M. Z., XXI, 5, HO. Silvestri F. — A proposito di certe osservazioni sulla Tignola dolF olivo. — Vedi M. Z., XXI, 5, 110. Silvestri F. — Descrizione "e prime notizie biologiche deirp]coHllembio delFolivo (Oecophyllembius neglectus Silv.); nuovo genere di Lepidotteri minatori alio state di larva delle foglie dell'olivo. — Vedi M. Z., XXI, 5, 110. Turati E. — Nuove lorme di Lepidotteri e note criticlie. — II Naturalista sicil.. An. 21, N. S., Vol. i, N. 1-8, pp. 1-133, con tav. Palermo, 1909-910. Cf. M. Z., XXI, 4, 82. IX. Mollusclii. 1. SCRITTI GENERALI O SU Pit CHE UNA DELLE GLASSL Gregorio (De) Antonio. — Su talunc coiichiglie raediterranee viventi e fossili (principalmente di Sicilia). — II Naturalista sicil.. An. 21, N. S., Vol. 1, N. 9-10, pp. 231-240. Palermo, 19H. 3. Gasteropodi (Prosobranchi, Eteropodi, Opistobranchi, Pteropodi. POLMONATi) Capua Giujfre Antonino. — Contribute alia conoscenza della spermatogenesi della Phyllirhoe bucephala. — Vedi M. Z., XX, 5, 155. - 146 - Corti A. — Ricerche sulla mucosa del tubo digerente di Helix pomatia L. — Monit. Zool. ital., An. 20, N. 2-3, 2:>p. 55-60. Firenze, 1909. Issel Raffaele. — Raccolte planctoniche fatte dalla R. Nave Liguria nel viaggio di circonnavigazione del 1903-05 sotto il comando di S. A. R. Luigi di Sa- voia duca degli Abruzzi. — MoUuschi. II Ete)^02wdi: in Vol. 2, Fasc. 2, pp. 27-45. Pubbl. del R. Istituto di Studi Superiori in Firenze, Sez. di Sc. Nat. Firenze, 1910). Levi Elda. — Due casi di conohiglia scalariforme in Planorbis umbelicatus (Miiller). — Atii Soc. dei natur. e matem. di Modena, Ser. 4, Vol. 12, An. 43, pp. 11-10, con fig. Modena, 1910. Moglia Angelo Giuseppe. — Sul signilicato funzionale del pigraento nei gangli nervosi dei MoUuschi Gasteropodi. — Archivio Zoologico, Vol. 4, Fasc. 3, pp. 317-334, con 2 tav. Napoli, 1910. X. Tunicati. Valle (Delia) Antonio. — Osservazioni su alcune Ascidie del Golfo di Napoli. — Lavori faiti n. 1st. di Anat. comi^. d. R. Univ. di Napjoli, Ser. 2, Vol. 2, Mem. di 87 pag. e 5 tav., estr. dal Vol. 13, Ser. 2, N. 11 degli Atti d. R. Ace. d. Sc. fis. e mat. di Napoli, 1908. Napoli, 1910. COMUNICAZIONI ORIGINALI ISTITDTO ANATOMICO DI SASSAUI Appunti alia pubblicazione di Donaggio " Nuovi dati sulle propaggini nervose del citoplasma e sulle fibre collagene dei gangli spinali „ DI GIUSEPPE LEVI E vietata la liproduzione. Donaggio in una recente pubblicazione ('), che cortesemente egli mi ha inviato, si occapa della costituzione delle cellule fenestrate in due specie di Teleostei, Xiphias gladus ed Orthagoriscus raola, conferniando quanto da me fu dimostrato, che le cellule dei gangli di questi Teleostei di gran mole possiedono una zona fenestrata di (1) Douaftfiio T. — Nuovi dati snlle in'opagjiini iiervoso del ciloplasiua e .siiHb tibre collageue dei gangli siiiiiali. — Kiv. sperim. di Freii. Vol. 37, f. i, i'JH. - 14- straordinaria estensione e di apparenze diverse da quelle descritte da Cajal nei gaiigli del Mamrniferi: e viea pariraenti confermata la penetrazione di fibre collagene fra le trabecole della zona ferie- strata. Donaggio fondandosi esclusivameiite sul fatto da lui osservato, che in pi-eparati trattati con suoi metodi T, II e VII la zona fe- nestrata ed il cilindrasse si colorano con tinta diversa della parte centrale della cellula che circonda il nucleo, ne induce che " il co- sidetto fenestramento sia un sistema di prolungamenti cellulari della stessa natura del prolungaraento cilindrassile „ e mette in dubbio che la zona fenestrata derivi da una metamorfosi del proto- plasma della cellula gangliare stessa. 10 sono convinto che il Donaggio sarebbe giunto ad una conclusione ben diversa se, anziche riferirsi esclusivamente alia mia nota preliminare apparsa nel Monit. zool. anno 17, 1906, avesse te- nuto conto anche degh altri miei lavori sullo stesso argomento (') dei quali egli sembra ignorare I'esistenza. Ed egli avrebbe cosi anche evitato di incorrere in non poche inesattezze nel riferire i risultati antecedents 11 Donaggio infatti afferma a pag. 9 del suo lavoro : " che finora I'indagine di tali forme e stata condotta esclusi- vamente col metodo Cajal, metodo che, come ho detto, da una colorazione identica a tutte le parti deU'elemento dei gangli ed anche diffusa, in rnodo che non solo spesso e impossibile di esami- nare la struttura intima del citoplasma, ma sempre manca una differenziazione fra le varie parti costituenti I'elemento. „ Tale asserzione e assolutamente inesatta; a pag, 337 della mia monografia si legge (per tralasciar di riferire la descrizione anahtica data in altre parti del lavoro): " Ho piia volte rammentato per quali particolarita citologiche comuni alle cellule fenestrate di tutti gli animah, la zona fenestrata differisca dalla parte centrale della cellula ; mancanza di tigroide, individualita delle neurofibrille . Nelle trabecole che de- fininimo come protoplasmatiche (di Orthagoriscus e di alcuni Mam- miferi) le fibrille sono pure parallele ed individualizzate, ma sem- brano piu divaricate, quasi che a separare le singole fibrille si trovi, (1) Levi G. — Struttura eil istogenesi dei gangli corebiospinali dei Mamrniferi. — Anat. Am. Bd. 30, 1907. Id. — I gangli cerebrospinali. Studi di Istologia coiuparata e di Istogenesi con 462 Fig. in 60 Tav. e 9 Fig. nel testo, — Huppletn, al Vol. 7 dell' Arch, ital. di Anat. e di Einbr. Firenze. L. Nico- lai 1908. - 148 - in niaggior quantita die nei neuriti, un'aUra sostanza (forse lo spon- gioplasma?); iiioltre le fibrille sembrano meno individiializzate che nei neuriti, forse per qualche anastoraosi che fra di esse si stabi- lisce. La struttura suddetta e costante in tutte le trabecole e fibre della zona fenestrata e per di piii essa e apprezzabile sin dalle piu precoci fasi della differenziazione della regione. „ Di tali differenze strutturali fra le due parti della cellula, le quali sono ampiamente illustrate dalle figure, Donaggio non fa parola; e I'A. stesso confessa che i suoi inetodi I, IT e VII sono poco adatti alia colorazione delle fibrille, ma invece permettono una differenziazione fra parte centrale della cellula e zona fene- strata, differenziazione che e fondata esclusivamente sulla colora- zione metacroniatica rossastra che quest' ultima assume. E si deve parimenti attribuire ad imperfetta conoscenza della letteratura, se il Donaggio non fa alcun cenno dei larghi canali scavati nei protoplasma di molte cellule gangliari di Orthagoriscus e percorsi da prolungamenti della cjipsula: " i quali talora si spingono sin presso il nucleo, non rispet- tando che la zona perinucleare, la quale puo essere anche molto sottile, e si distingue dal restante della cellula per il particolaie decorso vorticose delle fibrille „ (Tav. V-VI, figg. 42, 43, 44, 45, 46) ; basta uno sguardo a quelle figure per convincere il lettore che fra i canaU scavati nei protoplasma cellulare e le vere e proprie finestre limitato alia parte piij periferica sussistono le piu svariate forme di transizione. Ma I'errore piu grave nei quale incorre Donaggio e quelle ri- guardante la genesi della zona fenestrata ; a pag. 10 egli afferma : " Ora, se anche le propaggini si volessero considerare come una trasformazione ulteriore, a traverso varie fasi dello sviluppo, di frammenti di citoplasma — secondo il concetto di G. Levi, svolto in base a varie osservazioni, sopratutto nei Cheloni — si dovreb- bero cogliere appunto in esemplari in via di sviluppo, questi fram- menti di citoplasma per mezzo della colorazione diffusa accennata, molto propizia all' indagine ; ora ne in un piccolo esemplare di Xiphias, ne nell'esemplare di Orthagoriscus mi fu dato di osservare alcuni di tali frammenti „. Se il Donaggio avesse letto le mie pubblicazioni sovracitate, egli si sarebbe convinto che la genesi del fenestramento fu da me accuratamente studiata sovra una numerosa serie di embrioni e di giovani esemplari di Pesci e di Mammiferi, mentre le ricerche isto- genetiche eseguite sui Ciieloni furono limitatissime — I'A. eviden- - 140 - temente ignoi'a che nei Cheloni il fenestramento e rarissinio e si presenta con caratteri molto diversi da quello dei Pesci. Sarebbe certamente fuor di luogo il riassumere in queste righe i coniplicati processi i quali trasformano in eleraenti fenestrati le cellule uniformemente sferiche deU'embrione, e mi limito a riman- dare il lettore a pag. 219-222 ed a pag. 239-279 della mia mono- grafia sovracitata. Quando il Donaggio avra letto quelle pagine ed avra esami- nate le numerose figure le quali docuraentano la mia descrizione, egli acquisfcera la convinzione, clie fu da me ampiamente dimostrato quanto egli ha invano ricercato nei piccoli esemplari di Xifias, e di Urthagoriscus, che le flnestre della parte periferica della cellula sono durante, lo sviluppo rappresentate da sottili canali, nei quali s'insi- nuano nuclei mesenchimali; e che coll'evoluzione deha cellula i ca- nali acquistano un'ampiezza sempre maggiore; e che io ho seguite le minute modiflcazioni di struttura, le quali conducono alia trasforma- zione del protoplasma a struttura reticolata, quale s' osserva in quelle fasi dello sviluppo, in trabecole protoplasmatiche a fibrille pa- rallele ed individuahzzate. Del resto, la fig. C, del lavoro stesso di Donaggio ci offre un argomento contro la sua stessa tesi ; in alcune cellule di quella figura infatti, la zona periferica colorita in rosso, la quale si conti- nua nei cilindrasse periferico, (lo induce almeno dal suo calibre, il Donaggio non fa alcun cenno del cilindrasse centrale piii sottile), appare a costituzione uniforme, oppure scavata da piccole flnestre ; dove trova adunque il Donaggio gli argomenti in appoggio della sua supposizione, che quella zona si sia costituita per formazione di prolungamenti di natura nervosa? Riepilogando adunque, io son convinto che il fatto messo in evidenza da Donaggio, che nolle cellule di alcuni Teleostei la zona fenestrata assume di fronte ad alcuni metodi una colorazione meta- cromatica diversa dalla parte centrale della cellula, non ha alcun valore contro I'interpretazione da me data alia zona suddetta, la quale si fonda principalmente sulla circostanza, che Torigine del fenestra- mento si deve rintracciare in cavita che si vanno scavando durante lo sviluppo nell'interno della cellula, la di cui forma e in quel pe- riodo regolarmente sferica. La questione e strettamente istogenetica e deve essere discussa in base a fatti desunti daH'embriologia. In quanto all'lnterpretazione della colorazione metacromatica diversa delle due parti della cellula, e evidente che questa deve 'essere messa in rapporto colla presenza e rispettivamente coUa - 150 - mancanza di tigroide, e colla ditferente disposizione delle fibrille neir una e neH'altra. Con questo non voglio affermare che nei metodi adottati da Donaggio i^i sia colorita anche la tigroide, ed anzi la sua fig. D di- mostra il contrario, ma e probabile che la presenza di questa so- stanza abbia impressa a quella parte della cellula che la contiene una tingibihta diversa. Infatti nei metodi piii sicuramente elettivi per le neurofibrille di quelli adoperati dal Donaggio in questo caso (mi riferisco sopra- tutto al suo metodo III che fa finora prediletto dall'A.) non appare affatto I'antagonismo della colorabilita fra cilindrasse e parte ceii-' trale della cellula. Come si rileva da figure antecedent! di Donaggio, da quelle di Toraaselli e di tanti altri, il cilindrasse e la zona polare si colorano colla stessa tinta del rimanente della cellula e la differenza fra le due region! e puramente strutturale; come e noto da lungo tempo, molto prima dell'introduzione nella tecnica dei metodi elettivi, nella parte centrale della cellula contenente tigroide le fibrille formano un reticolo, nella zona polare le fibrille tendono ad individualizzarsi, per divenire indipendenti e parallele nei cilindrasse ; una struttura non molto diversa da quella del cilindrasse hanno le trabecole della zona fenestrata. Ho creduto di insistere alquanto suU'origine del fenestramento, perche sono convinto che tale problema, come pure quello, che ad esso intimamente si collega, della genesi delle fibre clavate da distacco di voluminosi lobi protoplasmatici dalla ceUula ganghare in via di sviluppo, siano di fondamentale importanza per la conoscenza dei fenomeni biologic! della cellula nervosa. E la loro importanza e messa chiaramente in evidenza dalle recentisbime ricerche sulle modificazioni che avvengono nei gang!! mantenut! fuori dell'organismo in ambiente asettico, le qual! sono in intimo nesso con quelle di Nageotte sul trapianto dei gangli e coUe mie suU' istogenesi di questi organi negh animah di gran mole. Cajal (') ha infatti osservato che in gangh di gatto e di conigho neonate mantenuti in siero di sangue ed in hquido cefalo-rachidiano alia temperatura di 37°, gia dopo 24 ore si differenziano in molte cellule grossi lobi protoplasmatici peduncolati, identic! a quelli da 0) Cajal S. — Algunus expeiimentoa de cousorvacion y autolisis del tejido nervoso. — Tmlf, (fui J^abor- de invent, biol. de la Univ. de Madrid. T. VIII, 3, 1910, - 161 - me descritti in fefci di Ungulati, identita che Cajal dimentica di rilevare. E dunque evidente che anche in questo caso, come nelle espe- rienze di Nageotte, sfcimoli abno'rai possono dare un quadro mor- fologico identico a quelle che in altre specie si svolge durante Ton- togenesi normale. Sassari 28 maggio 1911. Osservazioni su alcuni stadi di sviiuppo di Corynocephalus aibomaculatus Lev. (Alciopina parasitica CIpde. e Pane.) DI LEOPOLDO GRANATA (Con 4 figure). fi vietata la riproduzione Nell'esaminare la ricca raccolta di plancton dello stretto di Messina esistente in questo istituto, alio scope di procurarmi ma- teriale di confronto per lo studio degli Alciopidi e dei Fillodocidi raccolti dalia R. N. " Liguria „, gentilmente affidatorai dal profes- sor Rosa, ha destato la mia attenzione un tubetto contenente vari esemplari determinati come. Alciopina parasitica Clpde e Pane, trovati in uno Ctenoforo. Nessuna indicazione piii precisa mi e state possibile rintracciare, relativamente all'ospite e all'epoca della raccolta. La determinazione, fatta in questo istituto, oltre che al paras- sitismo in uno Ctenoforo, caratteristico della forma di Claparede e Panceri, fu dovuta certo anche alia notevole somiglianza, che subito colpisce, di alcuni stadi, con gli stadi descritti e flgurati da questi autori (4 e 5). Senonche, esaminando specialmente gli indi- vidui pill adulti, io ho potuto facilmente stabihrne 1' identita col Corynocephalus clhomaculatus Lev., e questo fatto mi ha indotto a intraprendere un esame piii accurate dei vari individui, i quali, as- sieme ai pochi esemplari raccolti dalla " Liguria „ rappresentano una serie quasi completa di stadi di sviiuppo. Sotto il nome di Alciopina parasitica, nel 1867 Claparede e Panceri descrissero una serie di stadi giovanili di un Alciopide, parassita della cavita gastro-vascolnre di Cydippe densa Forsk. del Mediterraneo e dell'Atlantico : questo caso di parassitismo, gia raro tra 1 Policheti, era il primo osservato tra gli Alciopidi ; e in oltre i dati di Claparede sono i primi che iioi abbiamo sullo sviluppo di queste forme. Un'altra larva di Alciopide era tuttavia stata tro- vata a Nizza da Leuckart (8), e Greeff (6) dice di ritenerla " senza dubbio identica ad uno degli stadi descntti da Claparede,,, seb- bene quest'ultirao la conHideri come un Alciopide giovine, mutilato, in via di rigenerare la sua estremita posteriore : opinione che mi sembra assai attendibile. Un'altra specie di Alciopina {A. Panceri), parassita ugual- mente di Gydippe de?isa, fu stabilita in segiiito da Buchholz(3) per una forma assai vicina all'^. parasitica : avro occasione di esa- minare pid avanti il valore dei caratteri distintivi delle due specie. Panceri (11) trovo nella stessa Cydippe un'altra larva di Alciopide appartenente alia Rhynchonerella gracilis Costa. La specie di Costa e ora considerata da Ap stein (2) come sinonima di Callizona nasida Greeff, e questo Autore ne descrive anche qualche stadio giovanile, rilevando interessanti particolarita di sviluppo che non trovano pero riscontro nella descrizione delle forme osservate da Panceri. Negli stadi giovanissimi Apstein osserva, tra i cirri tentaco- lari del 2" e del 3° segraento, la forinazione di un vero parapodio, munito di acicula e di setole capillari ; in individui piii avanzati nello sviluppo esso appare poi sempre piii ridotto, fino a scompa- rire negli adulti. I parapodi di Callizona nasuta portano, oltre le setole capillari, un'unica setola robusta. Panceri in larve di 10 mm., con antenne ed occhi gia sviluppati, nota la formazione di una fa- scia di lunghe cigha sul bordo posteriore del lobo cefalico ; il seg- mento boccale e provveduto di due paia di cirri lentacolari spor- genti dal capo; il primo segment© presenta un piede incomplete, gli altri hanno piedi sviluppati con setole sottili e 4 setole robuste. Greeff (6, nota a pag. 118) ebbe occasione di osservare, pa- rassite della Cydippe . densa del golfo di Napoli, larve di Vanadis crystallina Greeff e di Alciopa lepiduta (Krohnia lepidota) Krohn, e questo fatto giustifica I'opinione che il parassitismo, nelle Cydip- pe, 0 in altri Ctenofori, o in altri animah pelagici, (*) sia un feno- meno, piii che comune, generale per I'intera famiglia degli Alciopidi. (I) II Dr. Balilasseroni mi comunica ora geutilmente i disegni da Ini osoguiti da preparati del compianto prof. Miugazziui, di alcuiie foriuo trovate parassite di Sit'onol'ori : si tratta di un Alcio- pode (iiidfterniiiiabilo) e di alcnne larve di Fillodocidi, da riferirsi probabihuento al gen. Felagobia. 153 Claparede e Panceri de^cris&ero deWAlciopina parasitica sei stadi di sviluppo. Le larve del 1" stadio (4, Tav. XXXII fig. 24), lunghe circa 1 mm., sono caratterizzate dalla presenza di ciglia vi- bratili poste, anteriormente, dalla bocca alia meta del dorso, e po- steriormente, all'estremita caudate. La testa, non distinta dal resto del corpo, e sprovvista di appendici ; gli occlii, non rilevati, sono muniti di un piccolo cristallino, circondato da uno stato di pigmento. Le ciglia vibratili scompaiono in uno stadio subito seguente (stadio 2°), e Claparede mette giustamente questo fatto in rela- zione col parassitisrao : " Sia — Egli osserva — che lo sviluppo delle uova si compia nell' interno dell' ospite, sia che si compia liberamente e le larve vengano poi ingerite dalla Cydippe, — nel qual caso le ciglia del I*' stadio avrebbero grande importanza per la migrazione — il debole sviluppo deli'apparato cigliare e la sua pronta scomparsa, sembrano collegarsi al genere di vita parassita. La lunga durata delle ciglia nelle larve libere, e la loro persi- stenza in certe parti del corpo, anche nella famiglia degli Alcio- pidi, confermano I'importanza di questo carattere e il suo legame intimo col genere particolare di vita di queste larve „ (4, p. 257). E degna di nota la formazione di ciglia vibratili che in Bliyn- chonerella gracilis {Callizona nasuta) si compirebbe nelle larve pi'ima di abbandonare I'ospite. (Panceri). Nel 2^^ stadio la testa si sviluppa e gli occhi divengono appa- riscenti ; il segraento boccale si distingue per I'appa- lizione di due appendici rudimentali, e i primi tre • segmenti appaiono muniti di piedi setigeri, mentre altri cominciano a differenziarsi nei segmenti se- guenti. L' individuo piD giovane da me esaminato mi- sura circa 1 mm. e Va di lunghezza e corrisponde alio stadio 3" di Claparede, di poco piii giovane di qnello rappresentato dalla fig. 7 di questo Auto- re : il confronto con la mia fig. 1 puo chiaramente mostrarne la rassomiglianza. Quattro piccoli tuber- coh, posti sul lobo cefalico, rappresentano i rudi- menti delle antenne; gh occhi bene sviluppati, sfe- -v rici, mostrano il oristallino e una piccola zona ^ pigmentata della coroide. Due piccole appendici por- "^^ tate dal segmento boccale, la cui origine risale, ^jg. i. Lav^a tu auio- come vederamo, alio stadio precedente, rappresen- dlo^^visu* Xi 'fato tano I'abbozzo del 1^ paio di cirri tentacolari. I lo'llat; ^''^'' '"'"'' -^ - 154 - parapodi del primi segmenti, iiei quali e gia possibile distinguere Tabbozzo dei cirri, sono provvisti di due minute setole. In uno stadio seguente (4^ di Claparede) nuovi parapodi si rendono evidenti, mentre i parapodi dei segmenti anteriori acqui- stano uno sviluppo maggiore ; la regione posteriore del corpo ri- mane tuttavia nuda e gli ultimi parapodi non si sviluppano che in uno stadio molto avanzato. I tubercoli del lobo cefalico appaiono di poco piii accentuati. In uno stadio seguente ancora le antenne cominciano a mo- strarsi nettamente, inserite su una sporgenza arrotondata, che di- venta poi a mano a mano pii^i evidente e che e una delle caratte- ristiche piu spiccate del gen. Gorynocephcdus. Le fig. 9, 10, 11 di Claparede e Panceri mostrano in mode non dubbio la presenza di questo carattere nella forma da loro descritta. Altri caratteri di capitale importanza appaiono in questo sta- dio, e cioe la divisione ventrale dei se^'-menti e Taccenno alia for- mazione della papilla ventrale : ambedue qurssti caratteri, distintivi del Go7"ynocephalus albomaculatus^ non appaiono ne dalle figure ne dalla descrizione di Claparede. Un'esatta corrispondenza si nota al contrario nella conforma- zione degli occhi e specialmente nell'evoluzione dei cirri tentacolari e dei parapodi. Nello stadio su accennato, mentre le tre prime paia di para- podi conservano solo le due minute setole (v. fig. 1 e fig. 3), nei parapodi seguenti, oltre queste, che subito dopo scompaiono, si nota la presenza di un piccolo ciutfo di setole capillari. Un simile comportamento e facile riscontrare in una figura di A p stein (2, tav. V, fig. 48) rappresentante uno stadio giovanile di Gallizona Heiiseni Apst. In uno stadio seguente, che corrisponde al 6° ed ultimo stu- diato da Claparede, i tre primi parapodi perdono le loro setole; i parapodi seguenti, alquanto piu sviluppati, acquistano setole di due sorta: le une capillari, le altre — 1 o 2 per ogni parapodio — piu robuste, una apicale ed una ventrale.* Le setole robuste appaiono ricoperte di minutissime spine, similmente a quanto appare dalla descrizione di Claparede. Lo studio degh esemplari piu sviluppati presenta il massimo interesse e permette di seguire passo per passo I'evoluzione ulte- riore dei vari caratteri. La sporgenza arrotondata del lobo cefalico si rende, come ab- biamo detto, a mano a mano piii evidente, e in essa sono inserite - 155 - dirette verso il lato ventrale, le antenne (fig. 2). Gli occhi, sferici, raostrano il cristallino disposto secondo Tasse trasversale (caratte- re questo di qiuilche importanza per la distinzione della specie). Le appendici del segmento boccale, che nello stadio 6" di Claparede (ofr. fig. 11) appaiono ancora rudimentali, crescono gradualmente. .--- ^ .'(''- 2^-- -ct/... ~ii- -ctZ\ -^^■- ■-<:/3. -^ '^^-J Fig. 2. X circa 40. a = aiiteiiiie ; ct z=i cirri teutacolari Di grande interesse e I'evoluzione delle 3 prime paia di para- podi di cui le prime doe danno origine rispettivamente al 2^ e al 30 paio di cirri tentacolari, il 3° subisce una sorte diversa. La fig. 3 rappresenta il 2° parapodio sinistro di un individuo dello stadio 5°. II piede porta ancora le setole ; il cirro dorsale e articolato alia sua base, il cirro ventrale si presenta come un tu- Fig. 3. X 37(1 bercolo che in seguito appare sempre piii distinto mentre il piede perde da prima le setole e quindi comincia a regredire. La fig. 4 a mostra lo stesso parapodio in uno stadio piu avanzato. In seguito ogtii traccia del piede scompare e i cirri tentacolari appaiono nella loro forma deflnitiva : il loro sviluppo complete e raggiunto solo negli individui adulti. Le fig. 4, ti,6,c, rappreserjtano rispettivamente le appendici dei - 156 - segment! 8-, -i" e 5" dello stesso individuo. La fig. b rappresenta quello che nell'adulto e il 1" parapodio. Qaesto subisee all' inizio, un'evoliizione del tatto simile a quella del 2° e 3° paio di cirri ten- Lacolari e in esso si compie ugualmente la regressione del piede. Solo, metitre il cirro dorsale nei due segment! anteriori assume la forma cilindro-conica allungata del cirro tentacolare, in questo si evolve in modo del tutto simile al cirro dorsale del parapodio seguente, che noi vediamo nello stadio rappresentato dalla fig. 4 c assumere una forma tozza caratteristica. E facile vedere un'esatta corrispon- denza, anohe nei caratteri dei parapodi, comparando la mia fig. 4 c con la fig. 14 di Clap are de. Pig. i. X l""' a = 2° puio di ciiii tentacolari ; h =^ 1" parapodio ; c = 2" parapodio : cd =: cirro dorsale ; cv =z cirro veiitrale. I cirri dorsali acquistano poi tutti la forma laminare rotonda caratteristica della forma adulta. II cirro ventrale del 1" parapodio si presenta fine negli stadi piii adulti del tutto simile, per forma e dimension!, al cirro tenta- colare ventrale del segmento precedente, come si puo riscontrare anche nella fig. 3 di Levinsen (9). I cirri ventrali dei parapodi se- guenti, piu sviluppati del prime, acquistano poi la forma ovale ca- ratteristica. lo ho lungamente esaminati i miei esemplari piii adulti, alio scopo di seguire una possibile nuova formazione del piede nei 1° parapodio; esso manca pero completamente anche neirindividuo piii sviluppato, lungo circa 15 mm. Le dimension! massime date da Levinsen per il Gorynocephalus allomaculatus sono di 82 mm., ed e percio possibile che lo sviluppo di questa parte si compia in seguito, negli individui divenuti liberi. Ho notato la sua mancanza anche negh esemplari raccolti dalla " Liguria „. Un' altra ipotesi, forse piu attendibile. e che il 1" paropodio venga a coslituire nella femmina uu receptaculum seminis, quale e - 157 - stato osservato in numerose specie. Quest' organo e costituito in generale da una sorta di tasca fonnata dai cirri dei prinai parapodi (mancanti del piede) piii o meno brasfonnati. Solo in qualche caso, in Callizonella lepidota Apst. (^cfr. Her in g 7, pag. 159 e Apstein 2, pag. 13) e in GaUizona nasida Grreeff (Apstein 2), in mancanza di un vero ricettacolo, lo sperina e contenuto tra il piede e il cirro venbrale del 4° e 5*^ parapodio. Fino da uno stadio di poco piii avanzato dello stadio 6° di Claparede e possibile notare lo sviluppo di altri caratteri impor- tantissimi : la formazione dell'acicula e la presenza nei primi 3-4 parapodi di 4 o 5 setole robaste, da prima appena sporgenti dal piede e in seguito senipre piii appariscenti. Sono questi i caratteri distintivi deW'Alciopina panceri di Buchholz e, come gia noto Cla- parede, e possibile ancora dubitare dell' identita di questa forma con VAlciopina p)arasUica. Negli individui piii adulti le setole capillari dei primi parapodi vanno gradatamente scomparendo, e la lore assenza e appunto una delle caratteristiche della specie (Apstein 1 e 2). Nei parapodi se- guenti, assieme ad iin ciuffo di setole capillari se ne contano due 0 tre robusbe-, delle quali una e inserita quasi all'apice del piede e sporge parallelarnente all'Acicula, ie altre sono inserite piii in basso, ventralmente. II gen. Cori/nocephalus, creato nel 1885 da Levins en, e carat- terizzato anzitutto dalla presenza di setole capillari e di setole ro- baste e dalla mancanza di appendice nel piede : noi notiamo quindi la corrispondenza di questi caratteri fondamantali neWAlciopina parasitica Clap, e Pane. II gen. Alciopina (1867) fu abbandonato come rappresentato da sole forme giovanili, da ascriversi, secondo si esprime Apstein nella sua revisione degli Alciopidi, agli altri generi. Non mi consta die la forma di CI aparede sia stata ritrovata in seguito nel Mediterraneo o altrove : nel Mediterraneo furono tut- tavia segnalate dal Lo Bianco (10) due specie di ConjnocepjJialus : albomaculatus e gazellae. Le caratteristiche dello sviluppo larvale di C. albomaculatus trovano un esatto riscontro negli stadi descritti da Claparede La forma degli occhi, la sporgenza arrotondata del lobo cefalico, ii numero e la forma dei cirri tentacolari permettono di escludere I'identita cuu le altre due specie del genere, tenuis e gazellae^ carat- - 158 - terizzate, I'lma dagli occhi allungati, disposti ad angolo retto e col cnstallino rivolto in avanti, I'altra dalla mancanza delle papille ven- trali bianche, dai segmenti noii bipartiti ventralmente e dalla pre- senza di 5 paia di cirri tentacolari, portati da 5 segmenti. I fatti rilevati mi appaiono quindi tali da permettere di ab- bandonare 11 gen. Corynocephalus, come piia recente, e di radunare sotto il gen. Alciopina le tre specie fin'ora note. Gen. ALCIOPINA Clap, e Pane. Corynocephalus, Lev. A. PARASITICA Clap, e Pane. = Corynocephalus albomaculatus Lev. A. TENUIS Apst. =: Corynocephalus tenuis Apst. A. GAZELLAE Apst. = „ (jazellac A pit. Mi e grato porgere al prof. Rosa i piu sentiti ringraziamenti per I'ospitalita concessami nel suo laboratorio e per i consigli di cui mi fu largo durante lo svolgimento di queste ricerche. Firenze. Laborat. di Zoologia degli Inverfebrati. Aprile .911. Bibliografia 1. Apstein C. — Die Akiopideu lies uatuthistoiischeu Museuuis iu Hamburg. — Jahrb. d. Ham- burg. Wissensch. AnstaUen. XIII Jahrg. p. 125. 1890. 2. Id. — Die Alciopideu uiid Tomopterideu der Plankton expedition. — Kiel u. Leipzig i'.)OU. 3. Bucliholz R. — Zur Entwickelungsgesuluchte vou Alciope. — Zeitschri/t. fur WissenNchaft. Zool. Bd. lb. p. 95. taf. ir, 1S69. 4. Claparede E. — Les aunelides chetopodes dn golfe de Naples. — Geneve et Bale, 1868. p. 253, I'l. XXXII (GapUolo redatto in collaborazione con P. Pauceri). 5. Clap a rede E. e Panceri P. — Nota sopra uu alciopide parassita della Cydippe densa. Forsk. Mein. della Soc. Ital. di Sci. Nat. vol. III. Milano 1867. 6. 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Fis. e Matem. di XapoU. .\nno VII, 1S6S. - 159 - NOTE BIBLIOGRAFICHE 3. Schultze Franz Eilhard. — Noraenclator Animalium Generura et Subcrcnorum : Primatitim cconora ot subgenera (Probeliefefung). — Berlin, R. FriedUin- der lend tiuhn. 19J1. Con quosto titolo e uscilo in questi giorni un lascicolo di saggio (rigiiar- dante i Primati) di un nuovo Nomenclator Zoologicics pubblicato da Franz Eilhard Sciiultze per incarico delia R. Accaderaia dello Scienze di Berliuo. Que- st'opera, ('he si presenta ccme uu complemento di quelia graiidiosa raccoila di raonograhe zooiogicho, iniziata dallo stesso benemerito Autore e intitoiata « Das Tierreich », sara certaraente bene accolta dagh Zoologi tutli e dagh sludiosi di sistemalica in specie. hiCatti, mentre oggi la lelteratui-a scientifica possiedo un buon numero di recenti ed aecurati nomenclatori e cataloghi di singoli gi'uppi tassonomiei, nianca invece un' opera complessiva e moderua di questo genere sopra I'intero Regno Animate. L' ultimo Index Zoologiciis edito a cura dello « Zoological Record » e destinato a servire di supplemento ai nomenclatori pre- cedenti lAgassiz, Marschall, Scudder) si arresta al 1900: da quell' epoca ai giorni nostri sono cii'ca 40,000 i nuovi generi o sottogeneri islituiti, e la ri- cerca di essi costituisce un iraprobo e iaticoso lavoro bibliogratico a chi ne abbisogni per necessita di studio. La pubblicazione del nuovo Nomenclator die comprendora i nomi dei generi 0 dei sottogenei'i, delle iorme aniraali attuali e possibilmente anche di quelle estinte, descritti lino al 1" Gennaio 1910, ovviera a questo iuconveuiente: I'au- toi'ovole nome di F. K. Schultze e resarae del lascicolo di saggio danno la certezza cho 1' opera sara scrupolosamente accurata. In questo lascicolo, dopo un breve elenco bibliogratico, riguardante le opere ed i periodici di capitale importanza, sono citati in ordine alfabetico i nomi dei generi e dei sottogeneri dei Primati; a ciascun nome, accorapagnato, secondo le regole di nomenclatura scientilica, dal nome dell'autore die lo istitui e dall' anno di pubblicazione, ianno seguito una o piii accurate notazioni bibliogratidie relative; i generi ipoletici q qiielli d' incerta sede, sono espressamonte menzionati, mentre altre indicazioni di minore importanza, sono affldato ad opportuni segni convenzionali. 4. Haecker V. — Allegmeine Vererbungslehre. — Braunschweig. Triedr. Vieioeg e Suhn, 1911. 1 vol. in 8'^, pag. x-392, con 135 fig. nel testo e 4 lav. lito- grafiche. Prezzo Marchi 14, legato Mar eld 15. L'A. di questo bel volume e noto gia in Biologia per i suoi interessanti e important! lavori di citologia, die si rileriscono precisamente a quogli argomenti biologici sulla sessualita, sulla lecondazioiie,suiribridismo,che tantosviluppo-hanno preso in questi ultimi anni e die tanto interesse hanno a buon diritto destato Ira gli scienziati. Non si potrebbe dun(j[ue desiderare una raigliore competenza. Kgli voile presentare ai biologi, ai medici, ai coltivatori riunite in tal vo- lume quelle nozioni e quelle questioni clie in questi ultimi 25 anni si sono venute acquistando e dibattendo nel campo biologico, curando sopratutto di ricondurre tutte le svariate e intricate questioni delTeredita organica al substrato mate- riale, al protoplasraa ed alle cellule genetiche, senza del quale non e possibile die esse assumano quel grade di positiyisrao e di scrieta scientilica die e ne- cessario per cose di tanta importanza pratica e teorica. II libro e diviso in .5 parti. Nella prima, dopo un accenno al concetto gene- rale e volgare dell'eredita, esamina i metodi da seguirsi nel tare le osservazioni. Nella seconda da le nozioni tbndamentali sul protoplasma e sulle sue parti, sul nucleo, sui cromosomi, sulle cellule genetiche e sulla loro raaturaziqne e lorma- zione, assolutamcnte indispensabili per trattare I'argoraento su basi concrete e scientiliche. Dedica la terza parte all'csame della teoria dell" eredita di Weis- mann, e discute il problema della trasmissibilita lamarckiaua dei caratteri ac- quisiti. Nella quarta riferisce i risultati degli esperimeuti di ibridismo in rapporto con la legge di Mendel, e inline nella quinta tratta delle varie ipotesi relative all'individualita dei cromosomi, al problema della riduzione cromatica, alia ere- dita organica ed alia determinazione del sesso. -- KiO - NOTIZIE In onore di Gugliklmo Waldeyer. — II 27 luglio prossimo verra festeg- giato a Bci'linoil cinquantenario della laurea dottorale di Gugliolmo Waldeyer. Nel dare questo aniuinzio, la Redazione del Monitore Zoologico si onora di in- viare air illustre Maestro un roverente saluto. La produzione scientiflca di Waldeyer e tuttora tanto viva o fresca, che a stento riusciamo a persuaderci clic tanti anni siano traseorsi dalla pubblicazione del suo classico lavoro « Sidlo sviliippo dell'ovario ». Da allora ad oggi la mente di lui, dotata di meravigliosa plasticita, ha seguito revoluzione dcirAnatomia del- I'uomo, contribuendo validamente airincreraento di questa. Speciali benemerenze egli ha acquistato nel riassumere lucidamente lo stato di importanti questioni e nel dittbndere la conoscenza doi progressi compiuti in alcuni campi di studio. Valga a questo proposito il ricordo dello scritto sulla teoria del neurone, e quelle sullo cellule sessuali nel Trattato di Erabriologia comparata di Hertwig. Ma ci6 che specialmente e da ammirare nel Waldeyer e la grande versa- tilita deir ingegno e la estensione della cuitura, che gli hanno permesso di spie- gare la sua operosita nelle piii diverse parti delle discipline anatoraiehe. Ci e grato inline di ricordare che studiosi italiani, Roraiti per il prirao, trovarono araiclievole ospitalita nell'Istituto diretto da Waldeyer. Onoranze a G. F. Ingrassia. — Nel corrente raese fu festeggiato in Catania il IV Gentenario della nascita di Gian Filippo Ingrassia. CoNCORSO iNTERNAZiONALE AL Premio Elia De Gyon. — La Classe di Scienze Fisiche della R. Accademia di Bologna bandisce il 2" concorso internazionale al premio biennale di L. 3000, istituito dal suo Membro Corrispondente prof. Elia De Gyon, all" intento di favorire e promuovere le ricerche e gli studii sugli ar- goraenti che Egli coltivo con tanto successo. Tale premio sara quindi conferito a concorrenti i quali nei lavori trattino qualcuno degli stessi argoraenti e par- ticolarmente di quelli riguardanti : 1" Le funzioni del cuoro, e sopratutto dei sistemi nervosi cardiaco e vaso- raotore. 2'j Le funzioni del labirinto dell'orecchio. 3'^ Le funzioni delle glandule tiroidi, dell' ipolisi e della glandula pineale. La scadenza di questo secondo concorso e stabilita al 1° raarzo 1913. R. ISTITUTO LOMBARDO DI SCIENZE E LeTTERE. — CONGORSI A PRKMI. Premio Fossati. — Illustrare con ricerche personali e coi migliori metodi moderni di tecnica raicroscopica la questione dei vicendevoli rapporti delle cel- lule gangliari del sistema nervoso centrale. Scadenza 1" aprile 1913, ore 15. Premio L. 200(». 11 premio Fossati di L. 2000, sul tema : « L' istogenesi del tessuto nervoso centrale, con particolare riguardo alia struttura interna degli elementi cellu- lari » e stato conferito al Dott. Ferruccio Marcora. GosiMo Gheuubini, Amministratore-responsabile. Eiieuze, 1911. — Tip. L. Niccolai, Via Faenza, 52. MonitoFe Zoologieo Italiano (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiaie deiia Unione Zoologica italiana DIUKTTO DAI DOTTORI GIULIO GHIARU6I EUGENIO FIGALBI Pr f. di Auatomia umaua Prof, di Anatomia comp. e Zoologia nel R. Istituto di Stiidi Super, iu Fireuze nella R. University, di Piaa Uffieio di Direzione ed Amministrazione: Istittito Anatomico, Firenze. 12 numeri all'anno — Abbuonamento annuo L. 15. XXII Anno "Firenze, Luglio 1911. N. T. SOMMARIO : GoMUNiCAZioNi oRiGiNALi : Stefanelli A.., Gontributo alia pill intiraa conoscenza dei rappoi'ti tra le piastre motrici. (Con tav. 111). — Casali R., Note di topografla e iraportanti varieta nel decorso e nella distribuzione della porzione cervicale del nervo frenico. (Con 2 fig.). — Ca- rossini G-., Sullo sviluppo delle ghiandole cutanea dello scroto nell'iiorao ed in particolare sui rapporti di alcune ghiandole sudoriparecoi fbllicoli pilife- ri. — Russo -A.., Gio clie pensa 0. Van der Stricht dei granuli da rae descritti ed artiflcialraente auraentati neH'oocite della Coniglia. — Pag. 161-184. Avvertenza Delle Comunicazioni Oiiginali che si pubblicano nel Monitore Zoologieo Italiano e vietata la riproduzione. COMUNICAZIONI ORIGINALI 18TIT0T0 d' I8TOLOGIA E FISIOLOOIA GENERALE DELLA R. UNIVERBITI DI NAPOLI DIHETTO DAL PROF. G. PALADINO DoTT. ADGUSTO STEFANELIJ, Aidto Contributo alia piu intima conoscenza dei rapporti tra le piastre motrici (Con Tav. III). i; vietata la riproduzione. Nel 1898 cosi scriveva il Crevatin a proposito delle piastre motrici : - 162 - " Chi badasse agli anni che sono passati da quando il Doyere scoperse la terminazione dei nervi nei muscoli, ed al nuraero degli scritti fatti intorno ad esse ed alia fama degli scrittori, dovrebbe credere che poche cose nel campo dell'istologia ci fossero note cosi appieno come le terminazioni motrici. Per contrario, dopo tante ricerche sono ancor oggidi dubbi non pochi „ (^). Dal tempo in cui queste parole furono scritte molti fatti nuovi ed important! sono stati senza dubbio acquisiti alia scienza intorno ad una piu minuta conoscenza della piastra motrice ; ma cio non- dimeno il giudizio da loro espresso piii di dieci anni or sono po- trebbe reggere ancora inalterato, se ci mettiamo a considerare le opposte opinioni, che si contendono il campo, suU'intima struttura della terminazione di moto, e snll'origine ed ulteriore destine delle fibrille nervose ultra-terminali. Ad ognuno e noto come sulla esistenza di queste negli inver- tebrati e sulla loro fusione in rete TApathy ("') si fondasse per la sua concezione di una continuita assoluta delle neuroflbrille in tutta la loro estensione, dando alle terminazioni nervose il significato di formazioni intercalari e non gia, come comunemente si credeva, di terminali dei nervi. Le quali quindi sarebbero rimaste fra loro in intimi rapporti di continuita per mezzo delle fibrille ultra-terminali, che si sarebbero fuse in rete nella grata elementare. E noto pure come questo concetto fosse dallo stesso Apathy applicato ai ver- tebrati, in seguito ad alcune sue considerazioni intorno ai reperti del Ruffini suUe piastre motrici dei muscoli dell' eminenza tenare dell'uomo C). Ma quel reperti, non essendo tali da giustificare appieno le in- duzioni dell'Apathy, potevano al piii portare alia conclusione, che " le piastre motrici nell'uomo non rappresentano la terminazione vera e propria dei nervi motori, perche al di la delle stesse esiste una continuita anatomica ben dimostrabile, determinata da fibrille nervose amieliniche, di cui non conosciamo ancora gh ultimi rap- porti „ f ) ; e ad ogni modo lasciavano sempre insoluta laquestione se le fibrille ultra-terminali avessero riunito (se pure cio avveniva), 0) F. Crevatin. — Sulla anastomosi nelle piastre motrici e suUe cosi dette piastre intercalate. — liendic. d. Ji. Accad. di Scienze di Bologna, ^'uova serie, Vol. Ill, fasc. i", 1S9S-9. ('-') Apathy. — Daa leitonde Element des Kervensystems und seine topographischen Beziehun- gen zu den Zelleu. — Mittheil. d. Zoolog. Stat, zu Neapel, Bd. 12. 1897. (•') A. Ruffini e S. Apathy. — Sulle fibrille nervose ultratermlnali nelle piastre motrici del- r nomo. — jRii;. di Pat. nerv. e nientale. Vol. V., fasc, 10, 1900. - 163 - " fra loro le piastre raotrici o direttamente o per mezzo della gra- ta^ 0 refce, elementare di Apathy „ (*). La quale continuando a riraanere, almeno per i vertebrati, alio state di una pura ipotesi non suffragata da prove convincenti, la- scio agio agli osservatori, che si seguirono e che erano partigiani di altre dottrine, forse ancor meno di quelle dimostrate, di ammettere un altro significato, per quanto artificioso, suH'interpretazione delle fibrille ultra-terminali alio scopo precipuo di consolidare, col concetto di terminazione^ le teorie da loro seguite. Cosi il Perroncito inizio una nuova tendenza nella maniera di considerare le fibrille ultra-terminali, cercando di dimostrare nel- la serie del suoi lavori, che queste altro non sono se non delle collaterali di fibre motrici ordinarie, le quali, come dagli strozza- menti preterminali delle fibre midoUate, cosi possono pigliare origine dalle piastre motrici per terminarsi poi sui fusi neuro-muscolari (^). II Crevatin esplicitamente si oppose alle idee del Ruffini e deir Apathy, " perche delle fibrille simili alle ultra-terminali del -Ruffini possono partire non solo da piastre motrici, ma anche da fibre sul punto di generare le piastre „, sicche bisognava credere che " le fibrihe nervose esihssime, che si possono scorgere nelle fibre muscolari non diano alia teoria dell'Apathy tal appoggio da doverci ora costringere a lasciare I'opinione fin qui universalmente avuta per vera : essere le piastre motrici terminazioni finali e non apparenti del nervi „ (^). ISTon mi fermo a considerare la fallacia di questa argomenta- zione, la quale si basa sulla somiglianza delle fibrille ultra-termi- nali alle collaterali per negarne il giusto valore, quasiche un'ultra- terminale non dovesse apparire una fibrilla nervosa come tutte le altre, la quale solo se ne differenzia per I'origine sua dalla piastra ed il cammino oltre di essa. Cio non ostante, e sempre per la stessa ragione della rasso- migiianza, anche altri rimasero nell'ordine di idee del Perroncito, e il Sommariva (*) considero, che la fibrilla ultra-terminale " si (1) A. Ruffini. — Le fibrille uervose ultratenninali nelle terminazioni nervose di seuso e la teoria del neurone. — Itiv. di Pat. nerv. e merit. Vol. VI, fasc. S, 1901. (2) A. Perroncito. — Sulla terminazione dei nervi suUe fibre muscolari striate; Bollett. Soc. med. chir. Favia, 1 feb. 1901 ; Arch. ital. Biol., vol. XXXVI, p. 245-254. — Studi ulteriori sulla ter- minazione dei nervi nei muscoli a fibre striate ; Bollett. Soc. Med. Chir. Pavia, i luglio 1902 ; Arch. ital. d. Biol., T. XXXVIII, fasc. Ill, 1902 ; Congresso Soc. Ital. di Patologia, Firenze ottob. 1903. P) F. Crevatin. — Sulle fibrille nervose ultratermiuali ; Bendic. d. B. Accad. d. Scienze Bolo- gna, nuova serie, vol. V, fasc. 2», 1901. (■•) Sommariva. — Contributo aUo studio delle terminazioni nervose nei muscoli striati ; Monit. Zool. Ital. 1892, n. 12. - 164 - pu5 ragionevolmente confrontare ai ponti anastomotici, che si tro- vano nelle terminazioni stesse „. Solo il Rossi C) nel 1902 e il Ceccherelli riel 1903 cerca- rono apportare qualche contributo alia teoria dell' Apathy, e spe- cialmente quest'ultitno, perche vide delle fibrille ultra-terminali indubbiamente partenti da una piastra andare a inettersi in diretta continuazione con una rete interstiziale (-). Se non che le ricerche del Rossi venivano considerate poco scrupolose dal Perroncito, e quelle del Ceccherelli di nessun valore teorico dal Re gaud e Favre c^) per il fatto che erano state eseguite sui muscoli linguali, che per detti autori dovrebbero trovarsi in condizioni cosi particolari d' innervazione, da riuscire imprudente il generalizzare ai muscoli striati delle conclusioni ba- sate su quelli della hngua. In conclusione gli osservatori, togUendo alle ultra-terminali quel significato che d(>vrebbero avere, se realmente nascono e vanno al di la della piastra, viene implicitamente a rigettare dai vertebrati la teoria dell' Apathy di una grata elemerUare, che, pigliando ori- gine dalle flbrille ultra-terminali, sarebbe al di la delle cosi dette terminazioni. E pero necessario studiare ulteriormente e con maggiore accu- ratezza la maniera di comportarsi delle fibrille ultra terminali, pri- ma di giungere a siffatta conclusione; si che credo che delle ricerche scrupolose coqdotte salle piastre motrici potrebbero assumere, come gia noto il Ruffini {% un gran valore teorico, se dai loro reci- proci rapporti possa argomentarsi a dottrine tanto discusse ed im- portanti sulla costituzione del tessuto nervoso. Nell'intento di studiare dappresso questo argomento, mi son proposto innanzi tutto di precisare il concetto, che dobbiamo avere di una fibrllla ultra-terminale per poterla ben distinguere dalle cosi dette collaterali. Perche solo cosi si puo rimuovere la confusione, che regna al riguardo, e che, non lasciando giustamente apprez- zare i risultati delle varie ricerche, da agio agli osservatori di in- terpretare i fatti come loro meglio aggrada. (1) Rossi. — Sur les lilameuts nerveux (tibrilles ueiveuses ultra-tenniniiles) daus les placiues luo- trices de Lacerta agilis ; Le Nevraxe, vol. Ill, fasc. 3, 1902. (-) G. Ceccherelli. — Sulle piastre motrici e sulle flbiillo ultra-teruiiuali iiei muscoli della lingua di liana esculenta ; Arch. Ital. di Anat. e di EmbrioL, vol. II, 1903. (3) 01. Uegiiud et M. Favre. — Les terminaiaons nerveuses et les organes uerveux seusitils de I'appareil locomoteur ; liev. General. d'Histologie. Tome I, fasc. 1, 1904, (■•) A. Kuffini. — Le espansioni nervose penl'ericlie alia luce dell' aualisi modeiua ; Monit, Zool. Hal., vol. XVII, u. 1-2-3, 1906. - 165 - Alio scopo, oltre che del classico metodo al cloruro di oro se- condo le indicazioni del Ruffini (^), mi sono grandemente avvalso di quelle airargento ridotto di Ramon y Cajal (^), perche, essendo un metodo neuroflbrillare, mi ha permesso di seguire piu intima- mente la struttura vera della piastra motrit^e e la maniera come vi pigliano origine le fibrille ultra-terminali, I migliori risultati li ho ottenuti sulle hngue di due comunis- simi ofidii, Zamenis viridiflavus ed Elaphis qicadrilineatus, nonche sui muscoli delle varie parti del corpo di Lacerta muralis e Lacerta viridis ; in riguardo alia struttura della piastra notevoh risultati ho pure ottenuti suUa hngua di alcuni piccoli mammiferi, e special- men te del Myoxus avellanarius. Osserviamo ora la fig. 1^ ottenuta col metodo Ruffini: una fibra midoUata, inviando da tre successivi strozzamenti delle esili fibrille, origina una estesa piastra motrice, la attraversa e continua oltre il suo cammino, in maniera da dare a questa formazione piii un'apparenza di accidentalita, che quella di una terminazione. Ab- biamo ancora nella fig. 2^ un ottimo esempio di piastra motrice che, essendo intercalata fra due fibre midollate, le quah vengono a f<)ndersi ad arco dentro la piastra stessa, manca dell' element© es- senziale per essere considerata come terminazione. Ma, lasciando da parte questi casi speciali e non molto fre- quenti, che pur sono tanto signiflcativi, desidero richiamare ancora I'attenzione sulla fig. 1% e propriamente su quella piastra dalla ([uale, per quattro distinte radici, si origina un esile filamento, che corre ad ignota destinazione. E desso una collaterale della fibra motrice, o non piuttosto un' ultra-terminale ? Per le ragioni gia illustrate dal prof. Paladino (^) in una serie d'interessantissimi lavori sui rapporti tra nevroglio ed elementi nervosi non posso ripetere che sia una collaterale, e d'altra parte non saprei come riunire sotto quest'appellativo quel sottih fill ner- vosi, che partonsi dagli strozzamenti preterminah delle fibre midol- (1) A. Ruffini. — Uu metodo di reazione al cloruro d'oro per le fibre e le eepansioni uervose periferiche. — Atti B. Accad. Fisiocritici, Siena, serie 4" Vol.^ XIII, N. 1-2, 1902. (-) Kamon y Gajal. — Trabajos del Laborat. de investigac. biologicas de \a TJniversidad de Ma- drid, T. Ill, pag. 4, 1904. (■*) G, Paladino. — Di uu uuovo processo per le indagini microacopiche del sistema nervoso ceutrale, Mend. S. Accad. d. Seienze Fis. e Mat. di Napoli, fasc. 1° gennaio 1889 ; Contribuzione alia raigliore conoscenza dei componenti i centri nervosi merce il processo del joduro di palladio, Ibd. fasc. 9<> a 12», settembre a dicembre 1891 ; Della contiuuazione del nevroglio nello scheletro mieUnico delle fibre nervose ecc, Ibd. fasc. 7» a 12", luglio a dicembre 1892 ; Encore sur les rapports les plus intimes entre la n6vrogIie et les cellules et les fibres nerveuses, Arehiv. Ital. de Biol., T. LI, fasc. II e Send. M. Accad. Seienze Fis. e Mat, di Napoli, fasc. 8-12, 1908, - 166 - « _ . — late, essendo e.ssi il risultato dello sfioccamento cilindrassile, che spesso s'inizia gia prima della cosi detta terminazione. Ma pur vo- lendo concedere troppo ai sostenitori delle collaterali, come si puo arrivare al punto dct affermare, che anche le sottili fibrille, che fuo- riescono dalla piasfcra, vale a dire da un reticolato nel quale il ci- liihlrasse della fibra motrice ha perduto ogni individualita, siano collaterali ? Gria Ramony Cajal, Van Gehuchten, Retzius ecc, am- misero che le terminazioni dei nervi siano ad estremi liberi, e piu recentemcnte Tello C) e BoekeC^), sebbene abbiano usati metodi neurofibrillari, sono giunti a negare che nelle piastre motrici av- vengano delle anastomosi fra i rami costituenti I'arborizzazione, non ostante che gi^ altri osservatori avessero portato un certo contri- bute all'opinione del Gerlach, il quale considerava la piastra come costituita da una rete a larghe maghe. Fra questi gia il.Crevatin nel 1898 riscontro nelle piastre dei muscoli delle zampe dei coni- gli ricche anastomosi, le quali, secondo altri osservatori sarebbero ancor piii numerose nelle piastre in via di sviluppo. lo, che ho fatte ricerche di proposito, posso affermare che, sia col metodo al cloruro di oro come con quelle all'argento ridotto, per quanto difficile, pur si riesce sempre a mettere in evidenza che la vera struttura della piastra motrice sia la reticolata; e basta dare uno sguarde alle fig. 3, 4, 5 per convincersi di questo fatto. Ora, come e possibile dare il significato di collaterali, pur am- mettendone la presenza, a quel fill esilissimi che, in questo retico- lato originandosi, spingono oltre il loro cammino ? Specie quando detto reticolato sia complicato, come dimostro il Gem ell i C), dalla presenza di altre fibrille di natura amielinica, provenienti in- sieme con la fibra midollata (fig, 4), o da punti diversi ? Attentamente poi osservando la fig. 5, disegnata a fortissimo ingrandimento, un altro fatto colpisce la nostra attenzione, vale a dire che le fibrille, che si continuano oltre la piastra, possono pi- gliare origine da quelle varicosita reticolate, messe in evidenza dal Dogiel nel 1905 {*) anche nei corpuscoli di senso, e che, nello (1) Fr. Tello. — Terminaciiiues eu los ruiisclos estriados. — Trabajos d. Lab. d. Inv. biol. d. ia Univ. d. Madrid, Tomo 4", 1905. (') J. Bo eke. — Die motorische Endplatte bei den litihereu Vertebrateu, ilire Entwickeluug. Form uud Zusamnienliang mit Muskelfaser. — Anat. Am., XXXV lid., N. 8-iO, 1909. B A. G erne 111. — Nuove osservazioni suUa struttura delle placclie motrici e dei fusi ueuro- muscolari. — Monit. Zool. Ital. N. 2-3. 1906. (*) Dogiel. — Der fibrilliire Bau der Xervenendapparate in der Haut des Meuschen uud der Saugethiere und die Keuronentheorie. — Aiiat. Anz., B. XXVII, N. 4-5, 1905. - 167 - studio sulle piastre motrici, fecero concludere al Cajal (*) contro aU'indipendenza delle neurofibrille, sostenuta dal Nissl e Bethe. Si che e giuocoforza conchiudere che tutte le flbrille, che pi- gliano origine dalle piastre motrici, debbano considerarsi come ul- tra-terminali, taiito piii se per esse piastre si ammettano le strut- ture reticolate descritte, perche il cilindrasse della fibra motrice e le neurofibrille perdono ogni individualita nel costituirle ; e che inol- tre neppure alle fibrille, che da esso si dipartono prima dell'espan- sione, piio darsi il signiflcato di collaterali, ma sempre di terminah, essendo il prodotto, diciamo cosi anticipato, dello sfloccamento ter- minale del cilindrasse. II quale sfloccamento risulta piia cospicuo nei bassi vertebrati e si limita sempre piu a misura, che saliamo nella scala zoologica, perche, con le funzioni, anche gli organi adi- bitivi si specializzano e individuahzzano sempre piu. Infatti laddove in quelli possiamo trovare sempre esempi di piastre date da un vero bouquet di segmenti midollati, provenienti tutti dagli strozza- menti preterminal], negli alti vertebrati assai di rado avviene d'in- contrarsi in una flbia, che si divida in pm di due, prima di dare origine alia piastra. Le cosi dette collaterali quindi, che sono fill amielinici, che nella stessa maniera si originano dagli strozzamenti preterminal!, debbono andar considerati come terminali, e sono de- stinati o ai fasi neuro-muscolari, o a costituire piastre secondarie sulle comuni fibre muscolari od a recarsi direttamente nelle piastre tipiche piii o meno vicine (fig. 6). A che cosa sono invece destinate le fibrille ultra-terminali ? Riuniscono esse per avventura fra loro le piastre motrici diretta- 7nente^ come pare abbia considerate il Glra bower (-), o, come avrebbe trovato il Ceccherelli, per mezzo della grata elementare dell'Apathy? Per questa ricerca un ottimo materiale mi e stato offerto ol- tre che dalle lingue degh ofldii, trattate col metodo Cajal, piii an- cora dai muscoli della coda di Lacerta muralis, trattati con quelle al cloruro di oro. Mi e risultato che le fibrille ultra-terminali, se sono spesse volte deputate a dare origine a piastrine di secondo ordine, o, piu di rado, a mettere in intimo rapporto le piastre gemelle (fig. 7), situate cioe sulla stessa fibra midollata, piii generalmente (1) Ramon y Cajal. — Contribucion al estiidio de la estructura de laa placas rnotrices. — Trabajos del Lab. d. Invest., biol. de Madrid, Tomo III, 1004. (-) Grabower. — Ueber Kervenendignugen im menschlichen Mnskel. — Arch. Mikroxl-. Anat. Bd. 60. 1902. '' - 168 - riuniscono quelle piastre, che, provenendo da fibre diverse, potreb- bero dirsi autonome, cosi come si e dimostrato per alcuni apparati terminali di sense (Ceccherelli C). ecc). La fig. 8 ci offre un esempio assai dimostrativo di questa di- sposizione, (pur ammettendo con il Cilimbaris C) che qualche volta le fibrille ultra-terminali si vadano a terminare sui fusi neu- ro-muscolari) : nell'insieme ne risulta come una rete, i cui punti nodali sono rappresentati dalle piastre motrici, (vedi anche fig. 4), ed i ponti anastomotici dalle fibrille ultra-terminali ; fibrille che ora- mai, dope quanto si e detto, sarebbe piia appropriate, come propose il Ruffini, chiamare ultra-espansionali. Si che esiste, almeno negli organi da me esaminati, una rete nervosa periferica diffusa di natura motoria nei vertebrati, ma essa non e una grata eleraentare interposta, nel senso dell'Apathy, fra le espansioni di moto, ma tutt'una con queste, che ne rappresen- tano i punti nodali. E cio con maggiore ricchezza si osserva nei muscoli del pene della Lacerta muralis, dove piccole e numerosis- sime espansioni grappolari sono sparse lungo una folta .rete amie- linica, proveniente da fibre midollate. Per il fatto che dappertutto ho costantemente trovato fra loro riunite da esihssimi filamenti le piastrine secondarie ed essendo queste in dipendenza immediata sia delle fibrille terminah, prove- nienti dagh strozzamenti preterminali dehe fibre motrici, sia delle piastre tipiche, fornite di ultra-espansionali, cosi elogico estendere quella conclusione anche alle altre parti del corpo, ammettendo che una rete diffusa unica, comprendente piastre primarie e secondarie, compenetri la musculatura in tutta la sua estensione. Spiegazione della Tavola 4 Pig. 1. — Piastre motrici nell'arto posteriore di Lacerta viridis ; — Kor. 8 c. Fig. 2. — Piastra motrice nella lingua di Elaphis quadrilineatus ; 1" Kor. "is' 4 Fig. 3. — » » » coda di Lacerta viridis ; — Kor. 6 c. Pig. 4. — » » » lingua di Elaphis quadrilineatus; 1" Kor, IT (1) G. Ceccherelli. — Snlle espansioni nervose di senso nella mucosa della lingua dell' uomo. — Anat. Am., Bd. XXT, JSf. 2-3, 1904. («) P. A. Cilimbaris. — Histologische Untersucliungen iiber die Muskelspindeln der Au- genmuskeln. — Arch. /. Mikrosk. Anat., 75 Bd. 4 E. 1910. - 169 - 12 c. Fig. 5. — » >> » » » » » ; 1" Kor. 3 Fig. 6. — Piastre inotrici neH'aito anteriore di Lacerta muralis ; Kor. 6 3 Fig. 7. — » » » posteriore di Lacerta muralis ; Kor. 4 Fig. 8. — » » tiella Imae della coda di Lacerta muralis; -- Kor. I8TITUTO ANATOMICO DELLA R. UNIVEKSItA DI PISA DoTT. RANIEEO CASALI, Assistente Note di topografia e important! varieta nel decorso e nella distribuzione della porzione cervicale del n. frenico (Con 2 figure) fe vietata la ripiodn/ione Negli esercizi di dissezione da me eseguiti sopra 26 cadaveri umani alio scopo di corapiere uno studio anatomo-topografico della " 7'egio colli lateralis „ ho, fra I'altro, avuto occasione di rilevare qual- che utile osservazione sulla topografia della porzione cervicale del n. frenico. Ho inoltre potuto osservare qualche importante varieta nel decorso e nella distribuzione interessante pure la porzione cervicale del detto nervo. E poiche queste osservazioni hanno un certo interesse pratico credo opportuno illustrarle brevemente. II n. frenico ha il suo punto di emergenza dal margine laterale del m. lungo del capo a hvello del raargine superiore della cartilagine tiroidea e di conseguenza a hvello del punto di partizione dell'a. carotide comune in carotide interna e caroiide esterna. Quindi il nervo si dirige in basso e un po' medialmente, costeggiando il mar- gine laterale del m. lungo del capo. In questo tratto esso giace sulla faccia ventrale di quel fasci del muscolo scaleno anteriore, che pro- - 170 - veiigono dai tubercoli anteriori dei process! trasversi delle vertebre cervicali terza, quarta, quinta. Riceve poi spesso poco al di sopra del tubercolo carotico la radice che gli proviene dal quinto paio cervicale. In tre preparati la radice proveniente dal quinto percor- reva trasversalmente la faccia ventrale del muscolo scalene anfce- riore e si gettava nel nervo frenico ad angolo aperto in alto e la- teralmente un po'al di sotto del tubercolo carotico. L'arteria cer- vicalis ascendens glace per tutto il suo decorso lateralmente al nervo, oppurc I'incrocia ventralraente facendoglisi laterale solo per il suo tratto superiore: il punto d'incrocio e assai vicino al tuber- colo carotico. In altri casi invece l'arteria e per tutto il suo decorso mediale al nervo. Queste modalita di rapporto fra il nervo frenico e r arteria cervicalis ascendens hanno ana frequenza pressoche eguale e dipendono dal vario punto di origine che l'arteria puo, nei diversi casi, prendere dall'a. tiroidea inferiore o dalle altre arterie emananti dal tronco tireo-bicervico-scapolare o dai detto tronco di- rettamente. II n. frenico poi, giacendo sempre sulla faccia ventrale del m. scalene anteriore, costeggia lateralmente il tubercolo carotico e si dirige in basso e medialmente, incrociando medialmente i fasci piii interni dei m. scaleno anteriore per raggiungere il margine mediale del muscolo detto. Cio avviene piu frequentemente a livello del quadrante superiore o inferiore deH'arco dell'arteria succlavia, meno spesso assai piii in basso in vicinanza della clavicola. Queste differenze dipendono principalmente dalla differente lar- ghezza che puo presentare il m. scaleno anteriore ne diversi casi. Sulla faccia ventrale del m. scaleno anteriore in corrispondenza dell'arco dell'a. succlavia il n. ha un rapporto importante con alcuni rami collaterali deh'a. succlavia. Se esiste un tronco comune per le a. a. tiroidea inferiore, cervicale ascendente, cervicale superflciale, trasversa della scapola e trasversa del collo (tronco tireo-bicervico- scapolare), esse viene a giacere sul margine mediale del ra. scaleno anteriore, ricoprendo la porzione corrispondente del n. frenico. Ma anche se non esiste questo tronco comune, le a.a. trasversa del collo e trasversa della scapola (nei casi frequenti in cui si ini- ziano dalla porzione toracica dell' a. succlavia) incrociano sempre ventraimente il n. frenico. Quando poi questo nervo ha raggiunto il margine mediale del m. scaleno anteriore si comporta differentemente rispetto all'a. suc- clavia a secondo del punto in cui esse raggiunse il margine mediale del muscolo. In altre parole il nervo incrocia ventraimente la por- - 171 - zione toracica dell'a. succlavia solo in quel casi in cui esso raggiunse ii margine mediale del m. in corrispondenza del quadranfce supe- riore della detta arfceria: infatlj in tali casi il nervo trovasi vicino al margine mediale del muscolo tra il quadrante anteriore dell'a. succlavia e il tronco comune suddetto e la porzione iniziale delle a.a. trasversa del collo e trasversa della scapola. Negli altri casi i rapporti sono indiretti, poiche i fasci mediali del m. scaleno anteriore separano il nervo dall'a, succlavia. Riguardo al rapporto del n. frenico coll'a. raainmaria interna possono verificarsi tre modalita: o il nervo si mantiene laterale all'arteria, o. la incrocia ventralmente per farsi ad essa mediale, oppure inflne si fa essa dorsale. Anche per il rapporto fra il n. frenico e I'a. mammaria interna ho potuto osservare che le diverse modalita sono determinate spe- cialmente dal differente punto deU'a. succlavia dal quale nei diversi casi origina I'a. mammaria interna, ripetendosi cosi quanto da me e stato detto a proposito del rapporto fra il n. frenico e I'a. cer- vicalis ascendens. E evidente che, quanto piii I'a. mammaria interna nasce medialmente, tanto piu lontani diventeranno i rapporti fra essa e il nervo. Secondo Pellegrini le collaterali dell'a. succlavia sinistra ten- dono a nascere piu medialmente di quelle dell'a. succlavia destra. Cio ammesso, i rapporti del n. frenico coll'a. mammaria interna dovrebbero essere a sinistra assai mono intimi che a destra. lo ho voluto osservare se nei miei preparati ci fosse una confer- ma della conclusione suddetta del Pellegrini, in quantoche si sa- rebbe potuto allora stabilire due tipi di rapporto di cui uno proprio del lato destro, I'altro proprio del lato sinistro. Pero nei miei pre- parati ho visto che assai spesso I'a. mammaria interna nasce a destra piia medialmente che a sinistra. In basso il n. frenico penetra nei torace dorsalmente alia vena succlavia, fra questa e la cupola pleurica, talora assai vicino al confluente delle vene giugulare interna e succlavia. Quello che riguarda i rapporti fra il n. frenico e i'aponevrosi del m. scaleno anteriore si trova esposto in un lavoro di Dominici. Secondo questo osservatore il n. frenico fin dal suo punto di ori- gine e ricoperto dalla aponevrosi del m. scaleno anteriore e nei suo tragitto sulia faccia anteriore del muscolo nella grande mag- gioranza dei casi perfora I'aponevrosi per potersi addentrare nella cavita toracica. Tale perforazione avviene ner punto in cui il ner- vo e incrociato dall'a. trasversa della scapola, ossia a hvello del - 172 - punto di unione fra il terzo inferiore e i due terzi superiori del Qiuscolo stesso. La porzione cervicale del n. frenico noii da rami : solaraente Henle parla di un sobbile ramo che dal n. frenico andrebbo aim. scalene anteriore. Invece il nervo in parola presenta alcune anastomosi. Sono sbati descritti rami anastomotici fra il n. frenico e I'ansa deir ipoglosso (Haller, Wriesberg), fra il n. frenico e il ramo esterno dello spinale (Blandin), fra il n, frenico e il pneumoga- slric(» (Velentin) ecc. Questi rami anastomotici hanno una grande importanza anche per la filogenesi. Ma le anastomosi meglio definite e che piii m'interessano sono quella col simpatico cervicale e specialmente quella col n. del m. succlavio. Dal n. del m. succlavio al disotto del tendine intermedio del m. omo-joideo si stacca un sottile ramo, il quale si applica sul margine esterno del ra. scalene anteriore e incrocia I'arteria quindi la vena succlavia, descrivendo una curva con la concavita in alto e in avanti. Inline esse penetra nel torace tra il margine superio- re della prima costa e I'origine del tronco venoso brachiocefalico e si unisce al n. frenico passando dietro I'arteria mammaria interna (Henle), talora davanti (Poirier e C harpy). Nei due preparati che adesso mi faccio a descrivere la posi- zione della porzione cervicale del n. frenico e assai diversa da quella abituale. Come si puo vedere chiaramente rappresentato nella figura I, il n. frenico sinistro giunto a livello del tubercolo carotico non ac- cenna affatto a piegare medialmente. Esse dope avere incrociato dorsalmente I'a. cervicalis ascendens viene giii in basso quasi ver- ticalmente appoggiato sul margine laterale del m. scalene anterio- re. Lungo questo tragitto e separate dall'a. succlavia (porzione scalenica) dai fasci piu laterali del muscolo e incrocia dorsalmente le a. a. trasversa del cello e trasversa della sca})ola, le quali decor- rono quasi trasversalmente sulla faccia ventrale del m. scalene anteriore. Finalmente il nervo, giunto sulla vena succlavia, abbandona il margine laterale del muscolo piegando medialmente, incrocia con - 173 - direzione obliqua verso Tinterno il quadrante ventrale dellavena, e fra il margine superiore della prima costa e il quadrante inferiore della vena entra nella cavita toracica, situandosi medialmente alia a. mammaria interna. ,.f<' .<^"*^- l\\ \,r- Fig. I. — 1. u. freuico. — 2. n. laringeo iufeiiore. Anche in un secondo case la varieta di posizione interessa il n. frenico sinistro. Anche qui il nervo dopo avere incrociato dor- salmente I'a. cervicalis ascendens prosegue sul margine laterale del m. scalene anteriore, scorrendo in basso quasi verticalmente. An- che qui il nervo e separate dall'a. succlavia per mezzo di fasci piia laterali del muscolo. A livello del punto in cui il nervo e in- crociato ventralmente dall'a. trasversa del coUo esse volge medial- mente fine a raggiungere il margine mediale del muscolo in corri- spondenza del quadrante superiore della vena succlavia. In questo tratto il nervo giace sulla faccia ventrale del muscoK) scaleno an- teriore, formando una curva con la concavita aperta in alto e all' in- terne ed e incrociato ventralmente dall'arteria trasversa della sca- pola e dal ramo di questa che e destinato al m. succlavio. - 174 - Finahnente giimbo il nervo suUa vena succlavia, passa fra (luecsfca vena e la cupola plearica, quindi incrocia dorsahnente I'a. mamaiaria interna penetrando cosi nel torace. In questi dae preparati percio il n. frenico scorre sul margine lateraledel m. scalene, anteriore e assume colle a.a. cervicalisascen- dens, trasversa colli, transversa scapulae gli stessi rapporti. Esso guadagna il margine mediale del m. scalene anteriore solamente in vicinanza della prima costa alio scope di penetrare nella cavita to- racica. I due preparati differiscono essenzialmente per quelle die ri- guarda il rapporto del n. frenico colla vena succlavia, poiche, men- tre nel secondo caso il nervo e posteriore alia vena (cio che del resto e il rapporto abituale), nel prime invece esso e anteriore. Questa varieta di posizione del n. frenico ha una certa impor- tanza pratica e merita di essere rilevata perche mi ri^;ulta che nessun altro osservatore I'ha descritta precedenteinente. Esistono nella letteratura dei casi di variato rapporto fra il n. frenico e la vena succlavia, pur restando immutato il rapporto fra ii nervo e il muscolo scalene anteriore. Cosi Cruveilhier, Quain, Koster, Turner citano ciascuno un caso, nel quale il n. frenico passava davanti alia v. succlavia, pur restando immutato il rapporto fra il nervo e il muscolo sca- lene anteriore. In un caso di Wriesberg il n. frenico era inglobato nella parete anteriore della vena detta. Longet, W. Grueber hanno visto dei casi in cui il n. fre- nico perforava da parte a parte la vena : il nervo era separato dalla corrente sanguigna solamente mediante Tendotelio vascolare. Solo Calori cita un caso di rapporto variato fra il n. frenico e il m. scaleno anteriore, nel quale il nervo in parola giaceva leg- germente all'esterno del punto di mezzo della larghezza del muscolo. Questo caso merita essere esposto piCi largamente perche presenta coi miei due una certa analogia. In questo preparato di Calori dun- que dalla porzione scalenica dell' a. succlavia destra nasceva un corto e grosso tronco arterioso tireo-cervico-mammario, il quale perforava da dietro in avanti il m. scaleno anteriore, dividendolo cosi in un fascio laterale e uno mediale. II n. frenico discendeva su questo fascio laterale essendo addossato contro la faccia laterale del tronco arterioso tireo-cervico-mammario che ha perforate il m. scaleno anteriore. L'autore non dice se il nervo passasse in posizione norraale per - 175 - rispetto alia v. succlavia, ma e lecito arguirlo poiche non e fatta parolu del rapporto fra il nervo e la vena. Come si vede, i miei due casi sono alquanto different! da quelle di Calori, poiche in quelli il nervo trovasi sul margine laterale del muscolo, in questo un poco aU'esterno del punto di mezzo della sua larghezza. Inoltre in uno dei miei casi il variato rapporto ri- spetto al m. scaleno anteriore si accoppia con la posizione aiiteriore del nervo rispetto alia v. succlavia. L'importanza pratica del preparato descritto da Calori, e di quelli descritti da me e evidente: il variato rapporto del n. frenico col m. scaleno anteriore e con la vena succlavia deve essere infatti ricordato in. qualunque intervento chirurgico sulla base del collo, ma specialmente nei casi in cui si pratichi la legatura dell' a. suc- clavia. A proposito del case da lui descritto, Calori fa notare : " E precetto chirurgico di taghare questa esterna meta (del m. scaleno anteriore) per ischivare il detto nervo, allacciando la seconda porzione in discorso (la porzione scalenica dell' a. suc- clavia). In questo individuo il precetto sarebbe state non diro niente, ma pericoloso, o se vuogli, micidiale, avvegnache 1' operatore non avvertito della possibilita di tale aberrazione di luogo, avrebbe quel nervo leso o troncato „. Ora, se tale pericolo poteva verificarai nel case di Calori, a maggiore ragione era inerente alia varieta di posizione, che il nervo frenico presenta nei miei due casi. Nei quali unzi, poiche il nervo decorre proprio sul margine laterale del m. scaleno anteriore, il pericolo sarebbe esistito non solo nei casi di allacciatura della por- zione scalenica dell' a. succlavia, ma anche nolle manovre che si praticano nella, legatura della porzione clavicolare dell' arteria detta. Si ricordi appunto a questo proposito che il luogo di elezione, nel quale si lega I'arteria, e precisamente sul margine laterale del m. scaleno anteriore. Nel preparato della fig. II trovasi quella varieta di distribu- zione della porzione cervicale del n. frenico, che qui voglio bieve- mente ricordare. Come si vede nella figura, il n. frenico mentre raggiunge il margine mediale del m. scaleno anteriore si divide in due rami, di - 176 - cui poi il laterale si biforca. Si ha cosi che il n. frenico appare in vicinanza della clavicola diviso in tre rami: uno mediale (il piu grosso), uno interraedio (il piu sottile), uno laterale. I'i". II. Ho dissecabo accuratamente per vedere Tulteriore decorso e la distribuzione di questi rami ed ho potuto assodare : 1. il ramo mediale volgeva medialmente, incrociando dorsal- men te I'a. maramaria interna, quindi penetrava nel torace fra la V. succlavia e la cupola pleurica. Questo ramo proseguiva poi nel torace verso il diaframma avendo il decorso e la distribuzione del n. frenico. 2. II ramo intermedio decorreva in basso quasi verticalmente costeggiando il margine mediale del m. scalene anteriore. Quindi esso s'impegnava dietro la clavicola, fra questa e la vena succlavia per distribuirsi al m. succlavio. Percio il ramo intermedio presentava la distribuzione del nervo del m. succlavio ed era accompagnato da un ramo arterioso ema- - 177 - nato dall'a. tras versa della scapola destinato pure al m. suc- clavio. 3. II ramo laterals piegava lateralniente essendo situate suUa faccia ventrale del m. scalene anteriore. Quindi dietro la clavicola, fra questa e la vena succlavia, si accorapagnava ben presto all' a. trasversa della scapola, della quale seguiva 11 decorso. Cioe il nervo accompagnato dall'arteria incrociava ventralmente I'a. ascellare e il plesso brachiale per condursi vei'so I'incisura scapolare, la quale come e noto, e convertita in foro da un legamento. Qui il nervo si separava dall'arteria e passava sotto al legamento per guadagnare la fossa sopraspinosa, mentre I'arteria passava al di sopra del le- gamento stesso. Questo ramo laterale aveva dunque la distribu- zione e parte del decorso del n. soprascapolare. Una dissezione minuziosa mi permette di escludere che esi- stessero nel mio preparato il n. soprascapolare e il n. del m. suc- clavio nella lore sede abituale: neppure esisteva di conseguenza quel ramo anastomotico che va dal n. del m. succlavio al n. fre- nico e che, secondo gli autori, avrebbe per ufficio di portare al n. frenico un certo numero di fibre provenienti dal quinto pajo dei nervi cervicali. La distribuzione che la porzione cervicale del n. frenico pre- senta in questo preparato non ha riscontro nella letteratura, ed ha grande importanza appunto in quanto dimostra una possibihta fi- nora mai avvertita. Inoltre essa non sembra avere alcun signiflcato anatomo-com- parativo in quanto che, non sta, a mia notizia, a rappresenture una disposizione normale in qualche specie animale. Piuttosto essa sta a dimostrare la grande complessita delle origini e della costituzione del n. frenico il quale viene considerato come un ramo del plesso cervicale, mentre in realta la sua origine dal plesso brachiale e tutt'altro che trascurabile per entita e per importanza. Infatti gli perviene dal plesso brachiale la radice che emana dal quinto paio dei nervi cervicali ed un discrete numero di fibre il plesso brachiale stesso gli invia mediante quel ramo ana- stomotico, che dal nervo del m. succlavio, ramo del plesso bra- chiale, va al frenico. E I'miportanza della origine del n. frenico dal plesso brachiale viene dal mio preparato messa in maggiore rilievo, perche in esso dal n. frenico vengono innervati alcuni muscoli della cintura sca- polare mediante due tronchi nervosi, i quali abitualmente sone rami d€l plesso brachiale. - 178 - II nervo del muscolo succlavio e dunque abitualmente un ramo del plesso brachiale. Esso origina dal ramo anteriore del tronco primario superiore del plesso stesso, proveiiendo percio le sue fibre radicolari dal quinto e sesto nervi cervicali. Quindi esso discende sulla faccia anteriore del rn. scaleno anteriore lateralmente al n. frenico, e si divide in due rami : uno muscolare, uno anastomotico per il n. frenico. II prime ramo passa davanti o dietro alia v. succlavia onde raggiungere il m. succlavio al quale e destinato : del ramo anasto- motico ho detto gia il decorso e I'importanza. Come semplice curiosita anatomica note che il nervo del m. succlavio in due miiei preparati era laterale al m. scaleno anteriore non contraendo con questo alcun rapporto immediate : invece con- traeva un intimo rapporto coll'a. succlavia poiche incrociava il qua- drante ventrale della porzione clavicolare di essa. II n. soprascapolare nasce dal tronco primario superiore del plesso brachiale e piii precisamente le sue fibre radicolari proven- gono in massima parte dal quinto, in minima parte dal quarto nervo cervicale. II nervo cosi originate passa sul m. scaleno medio quindi accompagna il ventre posteriore del m. omo-jodeo verso lascapola, avendo di lato Tarteria e la vena trasversa nella scapola detti an- che vasi soprascapolari. Giunto infine all' incisura scapolare si com- porta ne] mode detto altrove. Ora poiche nel mio preparato il nervo del m. succlavio e il n. soprascapolare provengono dalla porzione cervicale del n. frenico, si puo assai giustamente pensare che nella radice del n. frenico proveniente dal quinto nervo' cervicale fossero comprese quelle fi- bre, le quali sono destinate a formare il n. succlavio. Questo sa- rebbe percio restate conglobato nel n. frenico, perdendo la sua in- dividualita, e verrebbe a staccarsi dal tronco principale in prossi- mita del muscolo, al quale devesi distribuire. In quanto poi al n. soprascapolare si puo pensare che le sue fibre costitutive venissero conglobate nel n. frenico, per cio che ri- guarda quelle provenienti dal quarto nervo cervicale mediante I'ori- gine principale del n. frenico stesso (che avviene appunto dal quarto) e per quel che riguarda le fibre provenienti dal quinto nervo cervi- cale mediante la radice che da questo va quasi costantemente al nervo frenico. - 179 - Bibliografia. (Jalori L. — Di alcuue auoiualie nei rami delle pvincipali arterie del collo e delle vone superficiali del luedesiiao cousidei-ate iu rolazione coUa pratica chirurgica. — Iivlo(jna : Tipi Fava e Oara- ijnani, 1S74. 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Sullo sviluppo delle ghiandole cutanee dello scroto nell' uomo ed in particolare sui rapporti di alcune ghiandole sudoripare coi fol- licoli piliferi. NOTA PRELIMINAHE DI GIOVANNI CAHOSSINI. E vietata la riproduzione E noto che le ghiandole sebacee si sviluppano sempre secon- dariamente dall'obbozzo di un follicolo pilifero. Sappiamo ugual- mente che in molti Mammiferi tutte le ghiandole sudoripare della pelle rivestita da peli provengono da una gemma epiteliale che al- cuni ritengono come abbozzo secondario del folHcolo (Stohr, Ba- ckmund, Wimpfheimer, Diem), altri come germe a se che con quelle del pelo ha solo rapporti di contiguita (Jess, Weber, Mau- rer, Beccari). NelFuomo invece le ghiandole sudoripare sembrano svilupparsi con minor regolarita. Intanto alcune regioni del corpo hanno senza dubbio ghiandole sudoripare libere che non possono aver mai avuto rapporto con follicoli pihferi (palma della mano, pianta del piede) ; d'altra parte pero anche le regioni provviste di peli posseggono ghiandole sudoripare libere e certamente, come hanno dimostrato - 180 - le classiche ricerche dello Stohr, molti peli si sviluppaiio senza contrarre alcuri rapporto con queste ghiandole. Pero lo Stohr stesso in alcuni abbozzi di peli noto al di so- pra del germe della ghiandola sebacea, un altro ingrossamento che poteva far penaare ad un primitive abbozzo di ghiandola sudoripara, ma lascio insoluto I'argomento che invece ripresero i suoi allievi Diem e Wimpfheimer. II Diem si occupo principalmente di animali e non fece osser- vazioni importanti nell'uomo. II Wimpfheime r invece studio nel- I'uomo lo sviluppo delle ghiandole sudoripare nelle regioni coperte da peh. Egli vide alcune ghiandole sudoripare che indipendenti dai peli si aprivano alia superfice, altre che sboccavano in immediata vicinanza di un pelo, anzi nell'insenatura del foHicolo, o addirittura nel follicolo nel punto dove questo si continua con I'epidermide. Noto inoltre in alcuni abbozzi piliferi molto piu giovani, una for- mazione laterale sviluppatasi secondariamente, che egli ritenne quale abbozzo della ghiandola sudoripara ; mancarono pero a que- sto Aatore, come alio Stohr, gh stadi intermedi per potere asse- rire che realmente si trattasse di cio. Per quanto egh ritenesse ne- cessari ulteriori studi, crede di essere in grade di affermare che nella pelle delTuomo rivestita da peli le ghiandole sudoripare, al- meno in gran parte, si sviluppano in maniera analoga a quelle degh altri mammiferi. II recentfe trattate di Embriologia del Keibel riporta sullo svi- luppo delle ghiandole sudoripare i resultati delle ricerche degli au- tori ricordati, e mette in rilievo la mancanza di studi sepra lo svi- luppo delle ghiandole cutanee in molte regioni del corpo. Nella presente nota riassumo i primi resultati dei miei studi, che, dietro consiglio del prof. Chiarugi, ho intrapreso sullo svilup- po di questi organ! nello scroto. Ho potuto disporre di dieci feti umani di diverse stadio di sviluppo : 11 piu giovane misurava 13 centimetri di lunghezza c. p.; il piu adulte era un feto a termine di 50 centimetri di lunghezza c. p.. Gli abbozzi dei follicoli piliferi cominciano a comparire per la prima volta, nella regione da me studiata, in feti di cent. 19 e si presentano assai regolarmente disposti, in mode da resultare pressoche equidistanti : sone rappresentati da prima da semplici gemme selide che si approfondano sempre piu nel derma setto- stante, acquistando una forma clavata. - 181 - I germi piliferi non presentaiio, salvo qualche eccezione, la precoce tendenza a dividers! in due gemme distinte come vide Beccari nella pecora. In numerosi preparati in serie ho veduto solo tre abbozzi simili alle figure 1» e 2^ di Beccari menfcre tutti g!i altri abbozzi piliferi, che presentano iin prime accenno di ghian- dola sudoripara, erano sempre piii progrediti nello sviluppo. Solo quando i germi del pelo hanno raggiunto un aspetto cla- vato (stadio dello zaffo del pelo), in tutti quanti si osserva so- pra un lato, nel limite circa fra terzo superiore e terzo medio, un rilievo che va mano niano allungandosi : e senza dubbio I'ingros- samento a cui alludono lo Stohr ed il Wimpheimer echo io ho potuto seguire nei suoi successivi stadi di sviluppo. Sara utile seguire di pari passo nella lore evoluzione tanto il follicolo pilifero quanto questa formazione laterale che dara origine alia ghiandola sudoripara, come chiaramente ho potuto accertare in base a preparati di varie epoche di sviluppo. In tutti i germi piliferi che si trovano nello stadio dello zaffo del pelo, ho notato che I'abbozzo della ghiandola sudoripara man- tiene I'aspetto di un semplice ingrossamento. Inooraincia ad allun- garsi solo in abbozzi piliferi nei quali e gia comparsa la papilla (stadio dello zaffo del bulbo) ed in questi stadi a volte si al- lunga tanto da raggiungere in profondita il livello del bulbo. II ci- lindro epiteliale, che abbiamo gia considerate come ghiandolare e che e ancora solido negli stadi fin'ora ricordati, si allunga sempre piu negli stadi successivi ed acquista una cavita centrale solo quando il pelo e molto progredito nello sviluppo ed ha gia acquistato tutte le sue guaine. Posseggo figure nolle quali si osservano peli inguai- nati coi quali si connette un abbozzo di ghiandola sudoripara che solo ora presenta nelle parti piu profonde un principle di lume e tende a disporsi a gomitolo. Quando il foUicolo pilifero e la ghiandola sudoripara hanno raggiunto questo stadio di sviluppo si differenziano nello spessore della parete del folhcolo le prime cellule sebacee. Queste compaiono immediatamente sotto al punto di sbocco della ghiandola sudori- para nel canale del pelo, aumentando di numero in questo stretto intervallo e spostano lateralmente la ghiandola sudoripara, abo- lendo cosi i rapporti di immediata vicinanza che fine ad ora esi- stevano fra le due formazioni. Queste cellule, primi elementi della ghiandola sebacea, successivamente aumentano in mode notevole di volume e formano come due lobi laterali che oltre a svilupparsi - 182 - in profondita, si sviluppano anche in larghezza, fino a circondare quasi tofcalmente il follicolo pilifero. Ad un cerfco stadio di sviluppo ed in generale nello stadio ul- tiniamente descritto, quando cioe nei follicoli piliferi si sono gia completamente abbozzate anche le ghiandole sebacee (in feti cioe fra il 5° e il 6" mese), compaiono fra i follicoli piliferi stesbi, numerosi abbozzi di altre forrnazioni cutanee che nei primi momenti di loro comparsa possono confondersi con germi piliferi. Pero in stadi ira- mediatamenbe successivi il dubbio cessa perche esse assumono ca- ratteri loro propri che li fanno distinguere dagli abbozzi dei peli : si allungano, assumono I'aspetto di cilindri solidi, di calibre uni- forme in tutta la loro lunghezza, con decorso costantemente per- pendicolare alia superflcie e non presentano mai all'apice addensa- meuti di cellule connettivali. Nella pelle dello scroto di feti al 6°-7o mese questi cilindri epiteliah incominciano ad avere una cavita cen- trale, e nella loro parte piii profonda, tendono a disporsi a gomitolo. A questi stadi non puo piia nascer dubbio che si tratti di ghiandole sudoripare. JSTello scroto quindi oltre a ghiandole sudoripare che accompa- guano i peli se ne sviluppano altre che, indubbiamente, non con- traggono mai alcun rapporto col follicolo pilifero. Si puo quindi concludere che nella pelle dello scroto deiruomo da tutti i pi-imitivi abbozzi piliferi si sviluppa sei'/ondariamente una ghiandola sudoripara, ed in epoca ancora successiva la ghiandola sebacea. Rare sono le formazioni, riscontrate invece in modo costan- te nella pecora, di abbozzi cutanei che per precoce divisione in due diano origine contemporaneamente al follicolo pilifero ed alia ghian- dola sudoripara annessa. Quando poi il follicolo pilifero e le ghiandole sudoripara e se- bacee annesse hanno raggiunto uno stadio inoltrato di sviluppo, cominciano a comparire, sparsi fra i foUicoU piliferi, gli abbozzi delle ghiandole sudoripare libere, le quah vanno acquistando, assai prima della nascita, tutti i caratteri di ghiandole funzionantip Bibliografia 1. Backmund Karl. — Entwickelung der Haare und Sohweissdriisen der katze. — Anai^. Ucflc, ■1 Abth., H. 79-80 (B. 26, H. 2-3), s. 316-383. Wiesbaden, 1904. 2. Beccari Nello. — Sullo sviluppo delle ghiandole sudoripare e sebacee nella pecora. — Arch, ital. di Anat. ed Embr., Vol. S, Fasc. 2, pp. 271-291. Firenze, 1909. - 183 - 3. Diem Franz. — Beitrage zur Entwickehing der Schweissdriisen an der beliaarten Hant der Siiugetiere. — Auat. Hefte, 1 Abth., H 102 (B. 34, H. i), s. 187-236, Wiesbaden, 1907. i. Jess. — Beitrage zur vergieichende Anatomie der Haut der Haussaugetiere. — Inaug. Diss., Basel, 1895. 5. Keibel Franz u. Mall Franlvlin P. — Handbuch der EutwicklimgesgschicUte des Mensulieu. — Bd. I, S. 280. Leipzig, 1910. 6. Maurer Fr. — Die Epidermis nnd ihre Abkiiramliuge. — Leipzig 1895. 7. Stohr Pb. — Eutwickolungsgeschiclite dea menscbliobeii Wollliaares. — Anat. IleJ'te, I Abth., H. 71 (B. 23, H. 1), pp. 1-66, Wiesbaden, 1903. 8. Wimpf heimer Carl. — Zur Eutwickelung der Schweissdriisen der beliaartetl Haut. -— Anat. Hefte, 1 Abth., H. 104 (B. 34, H. 3), pp. 429-504, Wiesbaden, 1907. Gio che pensa 0. Van der Stricht dei granuli da me descritti ed artificialmente aumentati neil'oocite della Goniglia. PER A. KUSSO J; vietata la riproduzione. Sarebbe assai facile contestare le osservazioni pubblicate da PerroncJto nel N. 9-10 c. a. delVAuatomischer Anzeiger, ma taccio perche ho promesso di chiudere una polemica incresciosa, inutile e poco onorevole per il nostro paese. Mi permetto pero solo disingannare il P. circa la supposta di- vergenza tra i risultati fondamentali delle mie ricerche su la vi- tellogenesi nel Coniglio e quelli di 0. Van der Stricht. Oltre al con- tenuto delle diverse memorie finora pubblicate da questo valente citologo, le quali tutte confermano pienamente che i granuli da me descritti neil'oocite di Conigha sono cio che si e convenuto chia- mare Mitocondri, ecco quanto egli dichiara dietro mia analoga do- manda : Je m'empresse cle vous dire que je n'ai jamais doute de la na- ture mitochondriale des granulatioyis que vous avez decrites et figu- re'es dans le vitellus de I'oeuf de Lapine. Elles co7Tespondent incon- TESTABLEMENT d de veritaUes mitochotidries, qui ont la plus grande importance dans le processus de la vitellogenese. Vo^ls avez parfaitement trache I'importante question de I'in- fluence de la Lecithine, en injection, sur I' augmentation en nombre de ces granulations, etc. Gand, 3 mai 1911. - 184 - Oltre a cio, successivaraente, cioe in data 15 maggio 1911, cosi si espriraeva : Je suis entierement de voire avis au sujet de la nature des gra- nulations que vous avez decrites dans le vitellus de I'oeuf de Lapine. Elles representent inoontestablement des Mitochondries de Benda. Si vous le jugez utile, vous pouvez parfaitement citer mon avis quand I'occasion se presente. Dopo di che, considerando che dal complesso dell' ultima nota del P. pare risulti egli non riconosca a me e al Meves alcuna aii- torita per decidere in merito dei granidi tanto cotitrastati, ma pare ne riconosca qualcuna al Van der Stricht (meno male !), la polemica potrebbe cosi ritenersi veramente chiusa!!! Catania, 13 luglio 1911. GosiMO Gherubini, Amministratore-responsabile.' Firenze, 1911. — Tip. L. Niccolai, Via Faenza, 52. YujiiliJic Z(jo1o{^ico Italia ii(j-Aii no. XXII. TavIII. '^Siefunellidis. LITOCRAFW ARTlSTICC-5CtE^TI^CA MonitoFe Zoologico Italiano (PubblJcazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana DIBKTTO DAI DOTTORI GIULIO GHIARDGI EUGENIO FIGALBI Pr f. di Anatoiiii'a uiuana Prof, di Anatomia comp. e Zoologia nel R. Istituto di Studi Super, in Flreuze iiella R. Universita di Pisa Ufficio di Direzione ed Amministi-azione: Istituto Anatomico, Firenze. IS numeri all'anno — Abbuonaraento annuo L. 15. XXII Anno inirenze, Agosto 1911. N. 8. SOMMARIO: BiBLlOGRAFlA. — Pag. 185-196. GoMUNiCAZioNi ORiGiNALi: Brian A.., Desciizione del raaschio della Dine- matura product a Miiller (Gopepode parassita). — G-allenga C, Dei tlocculi e di alcime particolarita della parte pupillare dell' iride noil' Equus Zebra. — Fignatari R., Dei vctri copri-oggetti azzurri. — Pag. 197-205. NoTiziE. — Pag. 206. Unione Zoologica Italiana. — Pag. 206-208. Avvertenza Delle Coiiiuiiicazioni Oiiginali che si pubblicano nel Monitort Zoologico Italiano e vietata la riproduzione. BIBLIOGRAFIA Si da notizia soHanto dei lavori pubblicati in Italia. XII. Vertebrati. II. PARTE ANATOMIC A. 1. Parte generale. Antonini A. — Sopra TAnatomia dei Camelidi del Prof. Lesbre. — Clin. Vete?\, An. 33, N. 41, pp. 649-657 ; N. 42, pp. 665-673 ; N. 43, pp. 689-692. Milano, 1910. Pighini Giacorao. — Un caso di microcefalia pura. Gon 5 flg. — Riv. sper. di Freniai)'. e med. leg. d. alien, ment., Vol. 35, Fasc. 2-3 4, pp. 122-152. Reggie- Emilia, 1909. - 186 - Vitali Giovanni. — Varieta bilaterale del nervo muscolo-cutaneo e delle arterie dell'arto suporiore. Bicipilc a trc cap! od arco ascellarc nello stesso indi- viduo. — AUi d. R. Ace. d. Fisiocritici in Siena, Ser. 3, Vol. 2, (An. Ace. 219), N. 3-4, pp. 63-70. Siena, 1910. 3. Apparecghio tegumentale. AlbertiB (De) Dino. — Un caso di polimastia in soggetto epilettico. Con fig. — A7^ch. di Antrop. crim., psich. e med. legale, Vol. 30, (Vol. 1, Set\ 4), Fase. 4-5, pp. 488-492. Torino, 1909. Beccain Nello. — Sullo sviluppo delle ghiandole sudoripare e scbacee nella pecora. — Vedi M. Z., XXI, 1, 3. Beccari Nello. — Le ghiandole suborbitali nella Gazella dorcas. Nota pre), con 2 fig. — Monit. Zool. ital.. An. 20, N. 1, pp. 1-10. Firenze, 1909. Corti A. — Gontributo alia conoscenza degli elementi granulosi delle ghiandole cLitanee di Triton cristatus Laur. — Motiit. Zool. ital.. An. 20, N. 2-3, pp. 68-70. Firenze, 1909. Ducceschi V. — Osservazioni anatomiche e risiologiche sopra gli apparati sen- si livi della cute umana. — Arch. Fisiologia, Vol. 9, Fasc. 4, pp. 341-366, con tavole. Firenze, 1911. Furlotti A. — Ricei'che sulle gliiandole culanco del Ti-itono creslalo. — Monil. Zuol. Hal., An. 20, N. 2-3, pp. 70-74. Firenze, 1909. Furlotti Arnalda. — Ulteriori rieerche sulle ghiandole cutaiioe di Triton crista- tus Laur. Con tav. 20-21 e 3 figg. nol testo. — Arch. ital. Anatontia ed Emhriol., Vol. 9, Fasc. 2, pp. 274-297. Firenze, 1910. Gatti Giovanni. — Idro-cirabocefalia con doppio vortice capillizio in nanocefalo mongoloide. Gonsiderazioni sulla raorfogenia e sul significato patogenetico delle anoraalie del vortice dei capelli. Con 2 fig. — A7xh. di Antr. crim,., psich. e med. leg.. Vol. 31, (Vol. 2, Ser. 4), Fasc. 6, p)p. 532-364. Torino, 1910. Majocchi Domenico. — 11 pelo come organo di tatto e 1" innervazione del me- desimo secondo il Malpiglii e secondo le rieerche dei raoderui. — Mem. d. R. Ace. d. Sc. d. Isl. di Bologna, Suppl. al Vol. 7, pp. 39-35, con fig. Bologna, 1910. Mobilio Camillo. — Sulla fine distribuzione dei nervi nell' organo cheratogeno degli equidi. Con 4 figg. — Monit. Zool. ital., An. 21, N. 9-10, pp. 199-230. Firenze, 1910. Romagna-Manoia A. — Un caso di albinismo parziale. Con 1 fig. — Atli d. Soc. ram. di Antrop., Vol. 15, Fasc. 3, j^p. 387-391. Roma, 1910. Romagna-Manoia A. — Un caso di ipertricosi universale. Con 1 tav. — Atti d. Soc. rom. di Antrop., Vol. 13, Fasc. 3, p)p. 373-386. Roma, 1910. Valenti Giulio. — Un caso di fossetta coccigea in un adulto. Con 2 fig. — Rendie. R. Ace. d. Sc. d. 1st. di Bologna, in : Bull. d. Sc. med., An. 82, {Ser. 8, Vol. 11), Fasc. 6, pp. 426 429. Bologna, 1911. Vitali Giovanni. — Le espansioni nervose nella raatrice e nel tessuto velhitato della membrana cheratogena dello zoccolo del Cavallo. Nota riass. — Atti d. R. Ace. dei Fisiocritici in Siena, Ser. 3, Vol. 2, (An. ace. 219), N. 3-6. Siena, 1910. Vitali Giovanni. — Le espansioni nervose nel tessuto podofiUoso del piede del cavallo. Nota prev. — Atti R. Ace. dei Fisiocr. in Siena, (An. ace. 218), Ser. 3, Vol. J, N. 6, pp. 353-556. Siena, 1909. 187 4. Apparkcchio scheletrigo. Angelotti Guido. — Sui solclii dell'arteria raeniugea media nell' endocranio. — Atti d. Soc. rom. di Ant}'op., Vol. 15, Fasc. 3, P2X S92-395, con fig. Roma, 1910. Bertelli D. — Ricerche sidla anatoraia del naso iimauo. I. Noraenclatura. II. Rap- poi'ti della cartilagine alata con le ossa nasali. III. Signiflcato della incisura nasale. Con tav. XXXII XXXIII. — Arch. ital. Anat. ed EmhrioL, Vol. 9, Fasc. 3, pp. 465-497. Firenze, 1910. Blasio (De) A. — Cranio di delinquente con processo pararaastoideo. Rara ano- raalia costale in rapinante napoletano. — Vedi M. Z., XXI, 5, 109. Bovero Alfonso. — Annotazioni suiranatoraia del palato duro. Ossificazioni au- tonorae e suture accessoi-ie dei pi'ocessi palatini dei maseellari. Partecipa- zione del vomere alia eostituzione del palato dei raamraileri. Forami e canali vascolari anomali della volta palatina. Con 1 tav. — Me^n. d. R. Ace. d. Sc. di Torino, Ser. 2, T. 60, pp. 249-312. Torino, 1909. Bruni Cesare Angelo. — Sui primi sladi di sviluppo della colonna vertebrale dei Rettili e degli Uccelli. Con 1 tav. — Atti d. R. Ace. d. Sc. di Torino, Vol. 45, Disp. 15, 2W- 506-513. Torituj, 1910. Cevidalli Attilio. — Sinostosi e asirametria cranica nel feto. Con 2 fig. — Arch. di Antrop. crim., psich. e nied. leg., Vol. 31, {Vol. 2, Ser. 4), Fasc. 6, pp. 577-591. Torino, 1910. Gaetani (De) Luigi. — Ossa interparietal! e preinterparietali. — Atti Soc. To- scana di Sc. Nat., Memorie, Vol. 26, pp. 151-159, con 2 fig. Pisa, 1910. Giuffrida-Ruggeri V. — I crani egiziani antichi e arabo-egiziani della Univer- sita di Napoli. Un osso postzigomatico. — Vedi M. Z., XXI, 5, 107. Levi Giuseppte. — Contributi alia conoscenza del condrocranio cerebrale dei Maramiferi. — Vedi M. Z., XXI, 1, 4. Mileo A. — L'osso trasverso nel carpo dei Ghirotteri. — Monit. Zool. Hal., An. 21, N. 11-12, pp. 318-321. Firenze, 1910. Mobilio Caraillo. — Variazioni vertebro-costali negli equidi. Con 8 tig. — Monit. Zool. ital. An. 21, N. 6-7, pp. 127-162. Firenze, 1910. Nannetti Alfonso. — Note sulla divisione anomala del malare (con illustrazione di 11 nuovi casi). — Arch, per V A^ity^op. e I'Elnol., Vol. 39, Fasc. 1-2, 2)p. 18-45, con fig. Firenze, 1909. Paoli Angelo. — Case di anomalia nella sesta e settima vertebra cervicale di un Cavallo. Con 3 tig. — Monil. Zool. ital., An. 20, N. 8, ijp. 237-242. Firenze, 1909. Pugliesi Emma. — II cranio della Lucioperca sandra Cuv. Morfologia e studi comparativi. — Atti Soc. Hal. Sc. nat. e Museo Civ. St. nat. Milano, Vol. 49, Fasc. 2-3, pp. 278-288 ; Fasc. 4, pp. 289-296, con tavole. Milano, 1910. Regalia E. — Sui piede ornitico. — Avicula, An. 14, N. 155, jjp. 151-155 ; N. 156, pp. 160-161. Siena, 1910. Sella M. — SuUo sviluppo dello scheletro assiale nei Murenoidi. — Atti R. Ace. dei Lincei, Rendic. Classe sc. fis. mat. e 7iat., Serie 5, Vol. 20, Sem. 1, Fasc. 7, 2W- 513-517, con fig. Roma, 1911. Serafini Giuseppe. — Costa cervicale. Fenomeni di corapressione del plesso bra- cliiale. Tic del collo. Resezione estra-periostea della costa. — Arch, di Ortopedia, An. 27, Fasc. 6, 2W- 421-434, eon fig. Milano, 1910. Soli Ugo. — Influenza del timo sullo sviluppo scheletrico. — Vedi M. Z., XXI, I, 3. - 188 - Teodoro G. — Contributo alio studio sulla oblitcrazionc dcllc suture facciali. — Alii d. Ace. sc. ven.-trenL-istriana, Ser. 3, An. 3,p2). 103-120. Padova, 1910. Zanolli V. — Studi sullo atlante e suH'epistroleo. — Aiti d. Ace. sc. ven.-irent. istriana, Ser. 3, An. 3, i^p. 50-75. Padova, 1910. 5. Apparecchio muscolare. Banchi Arturo. — Di un fascio rotuleo del ra. plantare graoile osservato ncl- r uorao. — Monit. Zool. ital.. An. 21, N. 8, pp. 180-182. Fii-enze, 1910. Brighenti Alberto e Laera Guido. — Influenza della paralisi vaso-raotoria sul peso e sul contenuto in acqua e sostanze tisse dei muscoli dello scheletro. — Arch, di farmac. sper. e sc. aff., Vol. 10, Fasc. 11-12, p)P- 437-448. Siena, 1910. Giannelli Luigi. — Alcuni ricordi sopra una rara varieta muscolare deir arte superiore. — Monit. Zool. ital.. An. 20, N. 1, pji. 13-15. Fi7mze, 1900. Giannelli Luigi. — Vestigio costante di un muscolo estensore breve deiraliucc. — Monit. Zool. ital., An. 21, N. 2, pp. 29-34. Firenze, 1910. Luna Emerico. — Sulla innervazione dei muscoli lombricali della raano. — Arch, di Anat. pat. e sc. aff.. An. 6, Fasc. 1. Estr. di 8 2W- Palermo, 1910. Luna Emerico. — Di una rara varieta del muscolo controepitrocleare di Wood. Con 1 flg. — Ai'ch. di Anat. piat. e sc. aff.. An. 4, Fasc. 1. Estr. di 10 pp. Palermo, 1908. Marcucci Ermete. — Sull' incrocio dei muscoli nel cinto pelvico dei Saurii. — Lavori fatti n. 1st. di Anat. Comp. d. R. Univ. di Napoli, Ser. 2, Vol. 2. Mem. di 10 pp. e una tav, Estr. d. Vol. 13, Ser. 2, N. 14 degli Atli d. R. Ace. d. Sc. fis. e mat. di Napoli, 1907. Napoli, 1910. Valenli Giulio. — Sopra un muscolo radiale accessorio (m. extensor carpi ra- dialis accessorius, Wood.). — Rendic. d. Sess. d. R. Ace. d. Sc. d. 1st. di Bologna, CI. Sc. fis., N. S., Vol. 14 (1909-10), pp. 121-125, con figure. Bo- logna, 1910. Vedi anche : Rendic. Soe. med.-chir. di Bologna in : Bull. Sc. med.. An. 81, Ser. 8, Vol. 10, Fasc. 10, pp. 533-535, con fig. Bolo- gna, 1910. Valenti Giulio. — Sopra un muscolo gluteo soprannumerario. Con flg. — Mem,, d. R. Ace. d. Sc. d. 1st. di Bologna, Classe sc. fis., Sez. med. e chir., Ser. 6, T. 6, pp. 15-17. Bologna, 1909. Zavattari Edoardo. — 1 muscoli ioidei dei Sauri in rapporto con i muscoli ioidei degli altri Vertebrati. Con 2 tav. — Me^n. d. R. Ace. d. Sc. di To- rino, Ser. 2, T. 60, pp. 351-392; T. 61, p)p. 55-134. Torino, 1909-10. 6. Apparecchio intestinale con le annesse ghiandole Arena Giiido. — Contributo alia conoscenza della cosi detta Ipoflsi faringea nolF uomo. Ricerche istologiche. Nota prel. — Riforma med.. An. 26, N. 39, 2W- 1078-1080. Napoli, 1910. Carrara Arlurn. — Sulla rigenerazione del pancreas. — Vedi M. Z., XXI, 1, 3. Comolli Antonio. — Contributo alia conoscenza della circolazione linfatica dello stomaco. Nota prel. Con 1 flg. — Monit. Zool. ital.. An. 21, N. 4, pp. 83-85 Firenze, 1910. Diamare V. — Ancora a proposito di secreziono interna del pancreas. Replica ai sigg. D.ri G. Van Rynberk e U. Lorabroso. — II Tommasi (Giorn. di Biol. Med. e Chir.), An. 4, N. 10. Estr. di pp. 6. Napoli, 1909. Engel Eniilio. — Nuovc ricerche sui vasi biliari aberranti. — Ricerche fatte net Lab. di Anat. norm, della R. Univ. di Roma, ecc, Vol. 15, Fasc. 3-4, pp. 135-233, con 4 tav. Roma, 1911. - 189 - Gaetaiii (De) Luigi. — Uno storaaco triloculare. — Aiti Soc. Toscana di Sc. Nat., Processi verbali, Yol. 19, N. 5, pp- 72-78, con I fig. Pisa, 1910. Golgi C. — Di una mimita particolarita di struttura deU'epitelio della mucosa gastrica ed intestiiiale di alcuni Vertebrati (Riassunto). — Monit. Zool. ilat.. An. 20, N. 2-3, 2W- 30-52. Firenze, 1909. Livhii F. — Dati embriologici da servire per la interpretazione di anomalio congenite del canale alimentare e deH'apparecchio polraonare. — Yedi M. Z., XXI, r,-7, 123. Linai F. — Della secondaria, teraporanea occlusione di un tratto della cavita del eatiale intestinale durante lo sviluppo emhrionale. II. Nota prel. Uccelli. — Yedi M. Z., XXI, 6-7, 123. Lombroso Ugo. — La secrezione interna del pancreas. Replica al Prof. V. Dia- raare. — II Tommasi (Giot^n. Biol. Med. e Cfm\), An. 4, N. 7 . Eslr. di 9 pp. Napoli, 1909. Malesani Amelio. — Contribute alio studio della rigenerazione della mucosa gastrica. — Yedi M. Z., XXI, 1, 4. Mannu Andrea. — Un caso di varieta addominale ascendente del colon pelvico. Con fig. — Monit. Zool. ital., An. 20, N. 12, pp. 344-347. Fitrnze, 1909. Pende Nicolo. — V ipotisi faringea, la sua struttura e la sua importanza in pa- tologia. — Riforma 'medica, An. 26, N. 34, pjj. 938-939. Napoli, 1910. Pej^ere A. — Delia presenza di ghiandole salivari nel sistema tiro-paratiroideo- tiraico deir uomo. — Yedi M. Z., XXI, 5, 103. Righetti Carlo. — Di un caso rarissimo di anomala dispbsizione congenita dol- I'intestino. Con 3 tig. — Monii. Zool. ital.. An. 20, N. 6, pp. 192-204. Firenze, 1909. Rynberk (van) G. — Ancora la secrezione interna del pancreas. Controreplica al Prof. V. Diamare. — II Tommasi {Giorn. di Biol. Med. e Chir.), An. 4, N. 7. Estr. di p. 7. Nap)oli, 1909. Sergi Sergio. — Mancanza congenita ed ereditaria di un incisive. — Atti d. Soc. 7'om. di Ant^-op., Yol. 15, Fasc. 3, p)p. 395-399. Roma, 1910. Solieri Sante. — Sugli invaginaraenti dell' intestine nella sezione ileo cecalo in rapporto alia disposizione anatomica di essa. — Atti d. R. Ace. d. Fisio- criiici in Siena, Ser. 5, Yol. 2, (An. Ace. 219), N. 3-4, pp. 71-85, con fiy. Siena, 1910. 7. Apparecchio respiratorio. Berlelli T>. — Yedi M. Z., in questo N, pag. 187. Giannelli Luigi. — Contributo alio studio delle prime fasi di sviluppo dell' ap- parecchio polmonare nei Vertebrati. — Yedi M. Z., XXI, 0-7, 123. Livini F. — Yedi in questo N. e pjag. Pensa Antonio. — Osservazioni suUa morfologia e sullo sviluppo della Arteria pulmonalis nelF uorao. — Yedi M. Z., XXI, 6-7, 124. 8. TiRoiDE, Paratiroide, Timo, Corpuscoli timici. Giacomini Ercole. — 1 corpi post-brancliiali nelle Gieche e nelle Anguille adulte. — Monit. Zool. Hal., An. 20, N. 2-3, pp. 88-92, con 3 fig. Firenze, 1909. Soli Ugo. — Contributo alia funzione del timo nel polio e in alcuni mammiferi. Con 10 flg. — Mem. d. R. Ace. di Sc. leit. ed arti in Modena, Ser. 3, Yol. 9, {Appendiee). Estr. di 136 pp. Modena, 1909. Soli Ugo. — Yedi M. Z., in questo N., p)ag. 187. - 190 - 9. Apparecchio gircolatorio. Milza e altri organi linfoidi. Comolli Antonio. — Vedi M. Z., in questo N., pag. 188. Diamare Vincenzo. — 1 vasi splacnici e lo loro relazioni topografiche in Scyl- liura catulus e Torpedo raarraorata. (Gontributo alia anatomia splacnica degli Elasmobranchi). Mcmoria I. — Arehivio zoologico, Vol. 4, Fasc. 4, pp. 437-488, con 8 fig. e i tav. NapjoLi, iOlO. Favaro G. — Sopra il signillcato dell'endocardio. — Comun. fatta all' Ace. mecl. di Padova, sed. del 28 gen. 1910. Eslr. di 2 pp. Padova, 1910. Fedele M, — Sulla innervazione del cuore nei Rettili e nei Hatraci. — Monil. Zool. Hal., An. 21, N. 11-12, pp. 291-294. Firefize, 1910. Fedele Marco. — Ricerche sulla innervazione del cuore. 1. Rettili e Batraci. — Lavori fatii n. 1st. di Anat. comp. d. R. Univ. di Napoli, Ser. 2, Vol. 2, Mem. di 24 pag. e 2 tav. Eslr. d. Vol. 15, Sei; 2, N. 2, d. Atti d. R. Ace. d. Sc. fis. e mat. di Napoli, 1910. Napoli, 1910. Sunto in : Rendic. d. Ace. d. Sc. fis. e mat., Ser. 3, Vol. 16, (An. 49), Fasc. 10 12, pp. 311-312. Na- pjoli, 1910. 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Sangiorgi Giuseppe. — Sull'apparato reticolare interno di Golgi nell'epitelio renale in condizioni patologico-sperimentali. — Yedi M. Z., XXI, i, 6. Terni Tullio. — Sidla presenza di ovociti nell' interno di un'arapolla testicolaro di Spclei'pes (Geotviton) fuscus. — Monit. Zool. ital., An. 20, N. 10, pip). 206- 299. Firenze, 1909. Terni Tullio. — La spermatogenesi nel Geotriton fuscus. Nota riassuntiva. — Monit. Zool. ital., An. 21, N. 8, pp. 169-180. Firenze, 1910. Versari Riccardo. — Sulla esistenza di uno sflntere a fibre liscie in corrispon- denza dello sbocco delFuretere umano in vescica. Nota prev. Con tav. — Arch, di Anal. pat. e sc. aff., An. 5. Estr. di 6 pip. Palermo, 1909. Versari Riccardo. — La morfogenesi della guaina dell' uretere umano. — Ri- cerche fatte nel Lahoralorio di Anatomia normale della R. Universitd di Roma etc., Yol. 15, Fasc. 3-4, pp. 125-134, con 1 tav. Roma, 1911. 12. 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Napoli, 1908, Testut L, e Jacob 0. — Trattato di Anatomia topogTartca con applicazioni me- dico-chirurgiche. — Vedi M, Z,, XXI, 5, 101. 17. Teratologia. Cignozzi Oresto. — Su talunc cisti congenite del coUo di origine branchiale e parabranchiale. — Policlinico, An. 18, Vol. 18-C, Fasc. 2, pp. 87-96, Fasc. 4, pp. 183192 e Fasc, 6, pp, 254-266. Roma, 1911. Frattin Giuseppe. — Curvature e pseudoartrosi della tibia di origine congenita. — Arch, di Ortop,, Vol. 26, Fasc, 6, pp. 461-477, con fig. Milano, 1909. - 196 - Galli Ai'turo. — Contributo speriraentalo alia conoseenza dclla moocanica del piede equino. — Nuovo Ercolani, An. 15, JS. 31, pp. 48(5-489; N. 32, P2J. 501-506; N. 33, 2^- 517-523; N. 34, pp. 533-537; N. 35,ijp. 546-553, am fig. Pisa, 1910. Lunghetti Bernafdino. — Su uii pulcino raostruoso di 2UU ore di sviluppo. — Rendic. Soc. med. chir. di Bologna, Ad. del 13 die. 1910, in: Boll. Sc. med., An. 82 (Ser. 8, Vol. 11), Fasc. 2, pp. 122-124. Bologna, 1911. Lunghetti Bernardino. — Sopra un caso di brachidattilia simmetrica dolla raano. — Rendic. Soc. nied.-chir. di Bologna, Ad. del 13 die. 1910, in: Bull. Sc. med., An. 82, (Ser. 8, Vol. 11), Fasc. 2, pp. 126127. Bologna, 1911. Sabatini Gioacchino. — Sopra un caso di mancanza congenita del pcrone. — Mem. d. R. Ace. di Sc. Lett, ed Arli in Modena, Serie 3, Vol. 9, Aj^pen- dice. Estr. di 28 pp., con tav. Modena, 1909. Trinci Ugo. — Due casi di anoraalie congenite non comuni. [Arti]. Con 4 tig. — Arch, di Or top., An. 27, Fase. 3-4, p^j. 229-248. Milano, 1910. Uflfreduzzi 0. — Ermafroditismo vero neiruomo. Con 8 fig. — Arch, di Antrop. crim., psich. e )ned. leg.. Vol. 31, (Vol. 2, Ser. 4), Fasc. 6, pp. 602-619. Torino, 1910. Verga Giovanni. — AlaUormazionc congenita dell' apparato urogenitale in adulto. — Vcdi M. Z., XX, It 12, 212. - 197 - COMUNICAZIONI ORIGINALI Oes rizione del maschio della Dinematura producta Mijller (Copepode parassita) NoTA m ALESSANDRO BRIAN (Con 4 figui'e). E viotatit la riiiioduzioiie. A tutt'oggi il maschio del gen. Dinematura non era conosciuto die per una specie soltanto, la Bin. latifolia Stp. et Liltk., e fu descritto per prime da Van Bene den (^), il quale per isbaglio ri- feriva questo maschio ad un'altra specie, alia Din. elongata Van Ben. {= Din. prothida MiilL), ed e sotto di questo nome che egli ne pubbUcava nel 1892 la descrizione. Come giustamente fece osservare piu tardi Wilson ('), la for- ma di maschio studiata da quell'autore appartiene veramente, non alia Diyi. elongata ma bensi alia Din. latifolia. E questa ultima Tunica specie fra le cinque o sei altre finora scoperte, di cui il maschio sia state studiato, la prima volta da Van Beneden, re- centemente dal Wilson (^). Scope della presente Nota si e di descrivere un'altra forma di maschio che ritengo per nuova, riferentesi appunto a quella stessa specie, Dm. elofigata, che gia aveva indotto in errore Van Bene- den. Ebbi occasione di osservare e determinare quest'altro maschio, qualche tempo fa, studiando il materiale di copepodi parassiti che si conserva nel Museo Zoologico della R. Universita di Geneva. La femmina della Dinematura producta Miill. (tale e il nome che per legge di priorita prevalse sulla Din. elongata), e una forma da molto tempo conosciuta poiche ad essa rivolse I'attenzione per la prima volta Miiller nel 1785; e piu tardi la descrissero vari (') Le m^le ile eertaius Caligidos. — Bull, ile I'Acad. roi/ale dc Belgiqiic, 3 scric, t. XXIII, n. .5, 1892. (■-) North American Parasitic Copepods. — Calujidac. Fart. 3, and 4. Frot:,ccdinrjs of the Vn. S<, Nat. Mvs. Vol. XXXIII, 1007, p. 3S3 . P) Op. eitata, p. 3S6. - 198 - autorevoli naturalist! quali Van Beneden C), Olsson ('), Steen- strup e Lutken (•') e in ultimo Wilson (^). Non e affatto il case quindi di descrivorla nuovamente (fig. 1). Fig. 1. II materiale che mi ha servito per lo studio del maschio non comprendeva che soli due esemplari di questo sesso, frammisti ad una ventina e piii di fern mine, stati raccolti tutti sullo stesso pe- sce. Questa differenza di numero dimostra la rarita dei primi ri- spetto alle seconde, tale essendo forse la ragione per cui quelli ri- masero si a lungo ignorati. E bene avvertire che la scoperta del maschio presenta sempro qualche interesse perche porta a conoscere il dimorfismo sessualo sempre notevole nei Caligidi ma piii che tutto accentuate nel gen. Dinematura e generi afflni della tribii dei Pandarini. Le disuguaglianze di forma tra i due sessi avevano gia indotto in errore distinti carcinologhi sulla determinazione di alcuni di questi crostacei, che furono riferiti a generi diversi mentre erano C) Btdletin de I' Academic royale de Belgique, t. XXIV, n. 3. JRecherches stir les Cntntaces. Meinoi- res de r Academic, T. XXXIII, p- 149. pi. XXIV, 1S61. {-) Piodroiniis Faiiuac Copepodoium parasit. Scaudiuav. — Lund, ISG'J. (■') Bidrag til Kundsk. om det aabue Havs Snyltekrebs pg Leruaeer. — Komjelvje Danske Yi- denskahernes fiehikals Ukrifter, 5 Raekke, 5 Bind, iSOI. pp. 37 L 37-1, pi. Yll, fi(i. i3. ^■') Op. cUata, p. 380, pi, XXIII. - 199 - semplicemente maschio e femmina di una stessa specie. A questo proposito si puo ricordare come Burmeister riferisse al genere Pcmdarus e al gen. Dinemoura due forme che furono piii tardi rico- nosciute come i due sessi di una sola specie. Dana descrisse lo S^ji- cilligus curticaudis che non era altro in realta che il maschio d'un Pandarus da lui stesso descritto. Thomson nel 1890 riconobbe che il Nogagus elongatus di Heller costituiva il sesso maschile i\\ Pan- darns dentahis. Da tufcto cio si rileva 1' importanza per la determinazione di certi caligidi, di conoscere non solo la femmina ma altresi la forma maschile di una stessa specie. Descrizione. II maschio della Dinematura x:)roducta (fig. 2) nel suo complesso e pill piccolo della femmina. Esso raggiunge soltanto la lunghezza di 12,5 millimetri mentre la femmina puo sorpassare i 20 millime- tri, non compresi i suoi cordoni oviferi esterni per lo meno altret- tanto lunghi. '11^ Fig. 2. Neli'esame del cefalotorace o scudo cefalo-toracico non riscon- triamo grandi diflfe)-enze fra i caratteri suoi e quelli che si osser- vano sulla femmina. Questa parte anteriore del corpo e quasi circo- lare, relativamente convessa dorsalmente a modo di scudo. II suo diametro e presso a poco della lunghezza di milhmetri 5,75 mentre neUa femmina detto diametro giunge a circa 7 millimetri. Le appendici boccali e natatorie cho sono inserite sul cefalo- - 200 - toi"ace del maschio, sono relativamente simili a quelle corrispon- (lenti (lella femmina. Le antenne del primo i)aio coUe loro lamine basali munite di sotole tattili e colla loro sti'uttura bi-articolata, soniit^liano altresi a quelle dell'altro sesso. Forse sono alquanto piu sottili ed allungate nel sesso che ora descriviamo, ma non costrutte diversamente. Le antenne del secondo paio sono tri-articolate, singolarmente chitinizzate e robuste e munite di potente uncino adunco e aguzzo sulla punta. Questi organi costituiscono un forte mezzo di fissa- zione del parassita sulla pelle dell'ospite. TuLte le altre appendici che seguono sul lato ventrale dello scudo cefalo-toracico, cioe il rostro boccale coUe appendici mascel- lari tri-articolate a' suoi lati, gli uncini situati alia base del primo paio di piedi mascellari, le due paia di piedi mascellari e le tre prime paia di piedi natatori, per quanto li abbia esaminati uno per uno e confrontati con quelli della femmina. non mi hanno mostrato alcuna caratteristica speciale. Le stesse mandibole racchiuse nel lostro boccale presentano da 11 e 12 piccoli denti disposti a sega ne piii ne mono come nella femmina. Altresi uguale nei due sessi e la forma e la disposizione dei cuscinetti adesivi propri a questo genere e a molti altri Pan- darini e che si trovano alia base di qualche piede natatorio e sul margine antero-laterale del cefalo-torace. La differenza di forma fra i due sessi si rivela invece molto accentuata nella regione posteriore del corpo a cominciare dall'ul- timo anello toracico libero. 11 segmento genitale del maschio di forma ovale-allungata si presenta piu assottighato, molto meno voluminoso e privo di quelle elitre dorsali cosi caratteristiche della femmina. La sua lunghezza e appena di tre millimetri circa. Anche il post-addome e foggiato molto differentemente. Questa ultiuia parte del corpo, nel maschio, e di semplicissima struttura all'esterno, e assai stretta, bi-articolata ed e sprovvista di lamine fogliacee e solo serba le due lamine caudali munite di quattro setole piumate, dritte. Dette lamine caudali sono certamente piu grandi di quelle della femmina ; ma cola per contro si notano altre paia di appendici fogliacee che complicano la struttura del post-addome e lo rendono nel suo insieme piii appariscente (^). Nel maschio la lun- (1) Kella femmina e bene distinta la presenza, dopo il segmento genitale, di un sesto seginentu, gu.arnito di uu paio di lamine dorsali e provvisto ventialmente di iiu paio di piedi natatori rudi- uieutali, appfiidici clif maiuaiui coniplttaiMciiti' ml mas( liio. — 201 — ghezza del post-addome, comprese le setole caudali e di circa 3,5 mil- lime tri. Fiff. 3. Un altro carattere dimorfico saliente si riscontra esaminando la struttura del quarto paio di piedi natafcori molto diverse nei due sessi. Nella femmina questi piedi sono degenerati in un modo curioso, consistono di lamelle inarticolate, piatte, ovaliformi , molto sviluppate fissate dal lato ventrale dell'ultimo anello toraci- co e che non ricordano nerameno lontanamente I'aspetto del piede di copepode. Invece nel maschio (fig. 3) tale paio di piede e fog- giato normalmente come il quarto paio di piedi dei Trebius, Noga- gus ecc, e sono cioe, costituiti, di un segmento basale allungato a cui sono fissati due rami natatori di cui ciascuno ha conservato I'originaria segmentazione di tre articoli provvisti delle lore spine e dolle lore setole piumate. L'esopodite o rarao esterno porta sul prime articolo, verso il margine esteriore, una spina, il secondo ar- ticolo rispettivamente un' altra spina, il terzo articolo tre spine Fis. 4. e cinque setole piumate. Accanto al punto d'origine della spina del secondo articolo, si notano suli'articolo stesso, piccolissime e nume- rose punte chitiniche limitate in uno spazio ristretto (fig. 4). - 202 - L'endopodite o ramo interno invece non porta che sei setole piumate sul margine inferiore e distribuite nel seguente modo: una sul primo articolo, un'altra sul secondo e qaattru sull'articolo ter- minale. II quarto anello toracico a cui detto paio di piedi ora descritti e fissato, nel maschio, somiglia su per giu a quello del Trebius e generi affini. Gli esemplari di Dinematura produda fra i quali ho trovato la forma maschile ora descritta, provengono dalla pelle di un Selachus maximus pescato nel Golfo di Geneva. Essi furono raccolti dal pre- paratore B. Borgioli il 15 luglio 1905, e devo alia costante genti- lezza del prof. C. Parona Direttore del Museo Zool. dell'Ateneo Ligure, di averne potuto compiere lo studio. CLINICA OCULISTICA DELLA K. UNIVEKSITA DI P4KMA Dei flocculi e di alcune particolarita della parte pupillare dell'iride nell' Equus Zebra Not A DEF. DoTT. Pkof. C. GALLENGA E vietata la riproduzioue Do brevemente relazione di alcune osservazioni, che sulla parte pupillare dell'iride di questa specie di equidi ho potuto fare in rap- porto ai precedent! studii fatti su questo argomento (^) in occhi di parecchie specie di perissodattih e artiodattili. Gh esemplari di zebra, di cui ho avuto a mia disposizione i globi oculari appartenevano a individui adulti. Dal complesso dei miei esami risulta, che il tratto uveale an- teriore deli'occhio di zebra poco o nulla differisce da quello del ca- vallo : tuttavia appare nell'esame comparative dell'una e dell' altra specie, che nella zebra lo sfintere pupillare ha uno sviluppo piti con- siderevole, sia per essere piu espanso, sia per essere costituito da (') Gallonga. — DoU'cctropiou uveae coiij;. o dci llocc. puiiill. eco, — Archiclu di OUaliiwlugia- JVapoH Vol. XII fasc. 5-6 1000, - 203 - fasci piu robusti e piu larghi, d'onde ne risulta uno spessore mag- giore : nel resto la costituzione e i rapporti dell'iride sono identici in queste due specie di animali; anche il corpo ciliare presenta nelle varie sue parti le sfcesse particolarita di struttura, se si eccet- tua clie i fasci del muscolo ciliare, negli esemplari da me esami- nati, appaiono alquanto piii distinti e robusti nella zebra. Lo sviliippo piij considerevole dello sflntere di questa ultima specie di equidi e forse da attribuire alle particolari condizioni di vita, di ambiente e di clima, in cui si trova alio stato libero i'ani- male delle teire africane. Venendo a considerare le particolarita della porzione i-^^tinale dell'iride e delle sue dipendenze al margine pupillare, cioe ectropion uveae e flocculi marginali, ricordero, come nel mio studio prima citato, ho, specialniente nel cavallo, riconosciute due varieta di flocculi pupillari : e cioe i flocculi pupillari pieni e i cavitarii, a se- conda, che essi presentano in quantita considerevole, o in misura insigniflcante, certi spazii, riempiti di liqnido sieroso, di forma al- lungata e rotondeggiante fra loro comunicanti, spazii cavi che erano gia stati bi'evemente descritti da Alt (^j, che non ne aveva pero data I'interpretazione e che in base a esami su feti di cavallo ho diraostrato dipendere da persistenza del sinus anularis di v. Szili jun C^). Si sa che nell'occhio degli animali a pupilla disposta orizzon- talmente d'ordinario la porzione pupillare dell'iride e al suo margine libero, limitata dall'eversione piia o meno considerevole della parte retinica pigmentata posteriore suUa superflcie anteriore dell' iride e in rapporto a questa disposizione (che talora si presenta anche nel- l'occhio umano per fatto teratologico) il rnargine pupillare e piii o meno abbondantemente fornito di flocculi piii. o meno sporgenti nel campo della pupilla, dall'orlo superiore e inferiore. Dove man- cano i flocculi e negh interstizii di essi e spesso ben evidente I'ectropion uveae e quivi in sezioni meridionali dell'iride spesso si rinviene fra i due foglietti dello strato retinico dell'iride al mar- gine pupillare lo spazio corrispondente al seno anulare, che nell'uomo si oblitera nel settimo mese di vita intrauterina. Nella zebra, a somiglianza di quanto si osserva nel cavallo le stesse disposizioni di eversione del pigmento posteriore deil' iride, di flocculi, e di persistenza del seno anulare di v. Szili si rinven- (1) Alt. — American Journal of Ophthlmology, Vol. XI, pag. 322-338. (") V. Szili. — Arehiv. fur Ophthalmologie B. LIT pp. 450-49'.), 1902. - 204 - gono: in essa pero i flocculi negli esemplari da me studiati, sono pieni e non si rinvengono nel loro interno cosi abbondanti come nel cavallo o almeno in certe razze di questa specie, quegli spazii, di CLii lio detto or ora e ciie fanno paragonare tali flocculi a una massa spugnosa pigmentata (fl. cavi). Generalmente i flocculi pupillari della zebra sono assai volumi- nosi, e nel loro interno riproducono la struttura dei flocculi del ca- vallo, con cui pure rassomigliano perfettamente per i rapporti fra la massa epiteliale pigmentata o retinica, che li costituisce e lo scarso stroma connettivale vascolarizzato compreso nel loro interno: stroma e vasi, che sono in diretta continuita collo stroma della pars uvealis iridis dell'estremo margine pupiflare, lungo il peduncolo di inserzione del flocculo stesso. Riassumendo si puo dire, da quanto ho avuto mode di osser- vare, che neU'occhio di zebra i flocculi pupillari sono piia volumi- nosi che nel cavallo, che pre^'algono i flocculi cosidetti pieni in confronto dei cavi e che inflne neU'occhio di zebra I'apparato dello sfintere dellMride, (che come si sa si forma dall'epitelio posteriore dell'iride), presenta uno sviluppo piu considerevole, che nel cavallo dei nostri paesi. CLINICA OCULISTICA DELLA R. UNIVERSITA DT PARMA (PROF. G. OALLENGa) Dei vetri copri-oggetti azzurri Breve nota del Dott. R. PIGNATARI, Assistentk. E vietata la liprodnzione Da parecchi anni il prof. Gallenga ha proposto I'uso nella pratica microscopica dei vetri azzurri come porta-oggetti, sia nel- r indagine a luce naturale che a luce artificiale. Tali vetri riescono utili anche nella microfotografia di preparati, specialmente se colo- rati in rosso. In una sua breve comunicazione (*) Gallenga ha indicate le (') Monitore Zoologico. Firenze, anno XX, n. i, 1909. - 205 - circostanze, nelle quali I'uso di tali porta-oggetti riesce piu conve- niente. Egli era venuto a questa proposta dei vetri azzurri, tenendo conto di quanto si pratica talora dai dermatologi per I'esame della superficie della cute mediante lamine di colore azzurro cobalto alio scopo di far risaltare meglio le alterazioni di colorito (Br oca, Ha an, Julien ecc). Un' altra indicazione di tale uso dei porta-oggetti azzurri e quella della diminuzione del sense di miodesopsia, che specialmente i miopi risentono nell' indagine microscopica, miodesopsia che e no- tevolmente diminuita coll'uso di tali porta-oggetti specialmente al- lorquando si deve rico]"rere a forti ingrandimenti ed a luce molto forte. L'esperienza di questi due ultimi anni ci ha maggiormente con- fermata I'utilita di questi porta-oggetti colorati in azzurro nelle ri- ce rche istologiche. Tuttavia lo spessore generalmente un po' considerevole di tali porta-oggetti, ottenuti dalle corauni lastre di vetro cobalto, che si trovano in comraercio, puo rendere meno gradevole il lore uso. Per questa ragione recentemente in questa Clinica si e pensato di so- stituire ad essi, come nella sua breve nota aveva indicate il pro- fessor Gallenga, dei vetri copri-oggetti colorati a diversa inten- sita 0 gradazione in azzurro cobalto ; e I'offlcina della Ditta S. Gior- gio di Torino (Via Esposizione, 2) ha posto in commercio tah copri-oggetti. Essi hanno in confronto dei porta-oggetti diversi van- taggi, tra cui non ultimo quelle di permettere esami di confronto di sezioni di uno stesso pezzo anatomico trattato con una identica sostanza di tinzione, cohocate su due punti di uno stesso vetro copri-oggetti comune diafano ricoprendo una sezione con un vetrino ordinario incoloro e I'altra con un copri-oggetti azzurro : si pu5 cosi facilmente osservare e paragonare le due sezioni e rilevarne i par- ticolari risultanti dal diverse potere risolvente dovuto all'uso dei due diversi copri-oggetti. 206 - NOTIZIE SociETA Italiaxa PER iL Progresso delle Scienze. — La Quinta Riunione (Iclla So(;iela avra liioi::;() in Roma dal 12 al 18 ottobre 101 1. Sono aiimiiiziati i seguonti discorsi su argoraenti biologic! : Glassi riunite: I). Rosa. I dilemmi fondaraentali circa il metodo deU'evolu- zione. — R. Pirutta. Gli organi del sensi nelle piante. — G. B. Grassi. Tema di Biologia da dostinarsi. Discorsi di Classe : G. Vhiarugi. La Biologia geiieralo nell' ultimo cinquan- tcnnio. — L. Camernno. Gli studi zoologici in Italia nel primo cinquantennio di vita nazionale. — G. Valenti. L'Anatomia doiruomo neirultimo cinquanteiinio. — 0. Mattirulo. Gio cl;o ban fatto i Botanici Italiani negli ultimi cinquant'anni. — F. Botlazzi. Lo s\iiiippo della Fisiologia. — A. Bignami. Sullo svolgimento dolla Patologia noil' ultimo cinquantennio. — L. Sahhatani. La Farmacologia in qucsti ultimi cinquant'anni. UNIONS ZOOLOGICA ITALIANA Convegfno in Pisa nel mese di Settembre 1911. Noi giorni 25, 26, 27 e 28 settembre 1911 avra luogo in Pisa il Convegno della Unione Zoologica Italiana, secondo il seguonte programraa: i." giorno, 25 settembre. — A ore 10 riceviraonto dei convonuti e seduta inaugurale nell' aula magna del palazzo della R. Universita con intervento delle Autorita Municipal!. A ore 15 seduta scientitlca nell'aula grande della Scuola medica (via Sollerino). 2.*^ giorno, 26 sette'tnbre. — A ore 9.30 seduta scientitica nell'aula suddetta della Scuola medica. Nel pomeriggio (^) gita in carrozza alia Gertosa di Calci (raonuraento nazionale) e alle R. Terme di San Giuliano. 5," giorno, 27 settetribre. — A ore 9.30 seduta scientitlca nel solito locale. Nel pomeriggio (') gita in carrozza alia real tenuta di San Rossore, con visita all'allevamento dei Dromedari. Gli intervenuti proseguiranno poi per Rocca d' Arno (Marina di Pisa), ovc coloro, (;he non avessero partecipato alia gita, potranno recarsi colla traravia a vapore. Qui\i pranzo socialo ('). 4.'^ giorno, 28 settembre. — A ore 0,3() seduta araministrativa. Nel pome- (}) AU'ora, cou Ic luodalita. u per la quota, die sarauuo indicate ila si>eiiale avvjso aftisso upl- r aula delle adunair/.e. - 2^07 - riggio convegno alia stazione ferroviaria di Pisa per partiro per Livorno (col treno delle ore 13.4S) ed clVottuaro una gila a Montcucro (colliiie dei dintorni di Livorno; bella veduta del circostante tcrritorio o del mare; si va con la tramvia elettrica, che si prende alia stazione di Livorno e poi con la funico- lare). A Montenero cena di chiusura e di congedo (la ({uota sara preventiva- mente indicata). Dopo la cena, i convenuti potranno partire dalla stazione di Livorno per le varie direzioni, oppure ritornare a Pisa, con gli ultimi treni. Nei giorni 26 e 27 a ore 8 riunione, in aule dolla Scuola raedica, delle commissioni speciali, che devono riferire neile sedate plenarie sui temi ad esse afRdati in studio. Le tre adunanze plenarie scientiflche (che saranno pubbliehe) comprende- ranno coraunicazioni, diraostrazioni, letture di occasione, relazioni, proposte e risoluzioni nel campo teorico e pratico delle discipline zoologiche. Le comuni- cazioni devono essere prima del 25 settembre annunziate per iscritto al Segre- tario del Gomitato. Alia Presidenza del Convegno spetta coordinare il lavoro e stabilire I'ordine del giorno delle adunanze. Potranno prender parte al Convegno: i. I soci delF Unione zoologica con le loro Signore o altre persone di fanaiglia; i soci si iscriveranno con lettera diretta al Segretario del Comitato ordinatore, accompagnata dalla tassa di iscri- zione di L. 1,50 per ogni socio (') ; 2. Ogni altra persona anche estranea aH'U- nione, purclie presentata per lettera da un socio; la tassa di iscrizione e di lire 2 per persona. Ricevuta la iscrizione, la Segreteria inviera la relativa tessera al precise indirizzo, die 1' interessato avra avuto cura d' indicare. Le quote per le gite e le refezioni si paglieranno anticipate al Segretario del Gomitato (o ad altra persona da lui incaricata), all'atto di iscrizione ad esse. Se da tutte le suaccennate contribuzioni resultera, pagate le spese, qualche residuo, questo passera alia cassa dell'Unione zoologica. Durante il loro soggiorno in Pisa ai convenuti saranno concesse dall' Hotel Netimio facilitazioni sul prezzo dell'alloggio e del vitto (-). I soci della Unione zoologica e le altre persone, die desiderano prender parte al Convegno, sono invitati a voler soiled tamente mandate la propria ade- sione. Pisa, 25 luglio 1911. Il Comitato ordinatore Presidente Arcangeli dott. prof. Giovanni, Preside della Facolta di Scienze fls,, mat. e nat., Presidente della Soc. toscana di Sc. naturali. — Buonamici aw. prof. sen. Francesco, Sindaco di Pisa. — Queirolo dottore profes- sore Gio. Batta. Doputato di Pisa. — Supino aw. professore David, Rettore della R. Universita. — Guarnieri dott. prof. Giuseiipe, Preside (1) O, pill semplicemente, potranno iscriversi per mezzo di cartoliua-vaglia di L. 1,50. (-) Camera (servizio e illnininazione compresi) da L. 3 a piii. Vitto con scon to del 10 »/o suijjrezzi noruiali del Eestaurant (presentazione di tessera). della Facolta di Medicina. — Barpi dott. prof. Ugo, Direttore della Scuola Veterinaria. — Ca7'uso dott. prof. Girolamo, Direttore della Scuola sup. di Agraria. — Romiti dott. prof. Guglielmo, Vice-presidentc della Soc. tosc. di Sc. naturali. — Canavari dott. prof. Mario, Vice-presidente della Soc. tosc. di Sc. naturali. — Ficalbi dott. prof. Eugenia, Presidente della Unione zoologica italiana. — B' Achiardi dott. prof. Giovanni, Segretario della Soc, tosc. di Sc. nat. — Aloisi dott. lib. doc. Piero, Vice-segretario della Soc. tosc. di Sc. nat. — Segretario Razzauii dott. Alberto, Aiuto neiristituto di Zoologia e Anatoraia comp. (Via del Museo, N. 2. — Pisa). Riunondosi I'Assomblea annuale in Pisa sono cola eonvocatc tutte le Gom- missioni nominate dalla Unione per: lo studio della fauna alpina lo studio della fauna marina costiera la Gaccia la storia della Zoologia in Italia la nomenclatura zoologica italiana e generalo la nomenclatura zoologico-anatomica il catalogo generale internazionale della Letteratura scientilica. Sono quindi invitati tutti i Coramissari delle singole Gommissioni ad inter- venire alle adunanze che queste terranno. A ciascuno la segreteria, pertanto, fara pervenire regolare lettera personalo di convocazione. GosiMo Gherubini, Amministratore-responsabile. Firenze, 1911. — Tip. L. Niccolai, Via Faeuza, 52 MonitoFe Zoologieo Italiano (Pubblicazioiii Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana DIKKTTO DAI DOTTOHl GIDLIO CHIARUGI ED6ENI0 FIGALBI Pr f. (li Anatomia umaua Piof. di Auatomia comp. e Zoologia iiol n. Istitiito (li Stiidi Super, in Flrenze iioUa li. LTnivorsita di Pisa Ufficio di Direzione ed Amministrazione: I.stifuf.o Auaf.omiro, Firenze. 18 numeri all'anno — Abbuonameuto annuo L. 15. XXII Anno "Pirenze, Settembre 1911. N. 9. SOMMARlO: GoMUNiGAZioNi oRiGiNALi: Biondi Gr., Sul nuclco delle cel- lule nervose cai'iocrome (Kernzcllen) e delle cellule nervoso dette « gra- nuli ». (Con tavola IV). — Emery C, Alcune riflessioni, suUa classitica- zione zoologica. — Pag. 209-231. SuNTi E Rivtste: A.scoli G., Dell'Anatomia e della minuta sti'uttura del si- stema sirapatico degli Ii'udinei. — Pag. 232. Unione Zoologica Italiana. — Pag. 232. Avvertenza Delle Coiiiunicjizioiii Originali clie si pubbllcaiio iiel Moniiore Zoulogico Italiano e vietata la riprodaziuiie. COMUNICAZIONI ORIGINALI DALi. isrnuro ni anatomia uma.va noiimai.k dki.la k. uni\kksiia di pai.kumo (niUKTTORK PltOF. U. VKUSAIil). Sul nucleo delle cellule nervose cariocrome (Kernzellen) 6 delle cellule nervose dette " granuli „ PKK iL DouT. GIOSUE B[OND[, assistenik (Con tavoia JV). E vietata !a liproduzione. Coi metodi all'argento ridotto, il nucleo delle cellule nervose somatocronie (') e stato minutamente studiato da Cajal, Marin e- sco, Athias, Lache, Collin, Luna, da me ed anche da altri. (1) Adotto per lo studio della struttnra del nucleo delle cellule nervose. la classiliiai^iouc di ([ii n!l proposta dal Nissl e seguita dal Levi, dairAtliias e da altti. - 210 - Ben poco pero e stafco studiato quello delle Kernzellen e piii ancora quello dei Granula. ■ La scarsezza delle nostre conoscenze in proposito forse trova la sua spiegazione nel fatfco che 1' indagine delle particolarita strut- turali del nucleo di questi plementi e molto raeno agevole che non di quelle del nucleo delle Somatozellen. ISTon si puo d'altra parte, a priori, riferire al nucleo delle Kern- zellen e dei Granula tutto quello clie I'argento ridotto ci ha fatto conoscere sul nucleo delle Somatozellen. Sappiamo gia dagli studi interessanti di Levi che frail nucleo delle Somatozellen e quello delle Kernzellen e dei Granula esistono notevoli #ifferenze e special mente il nucleo dei Granula, piii che la tipica e caratteristica struttura del nucleo della cellula nervosa so- matocroma, ricorda quella dei nuclei nevroglici. Secondo il recente studio riassuntivo di Cajal, riflettente la fine struttura dei nuclei delle cellule piramidali della corteccia ce- rebrale di alcuni mammiferi, nel nucleo delle cellule nervose soma- tocrome si possono riconoscere oltre la membrana e la rete lininica i seguenti componenti : l.° Uno 0 piu nucleoli ed eventualmente dei nucleoli sopran- nunierari. Sono formati da una sostanza fondamentale, nella quale si trovano dei granuli argentofili e talora dei vacuoli (corpuscoh rifrangenti di Lache); 2.0 Le zolle basoflle di Levi; 3.0 II corpo accessorio ; 4." I granuli neutrofili carioplasmatici ; 5.0 Le zolle jaline. Altri componenti non costanti sarebbero i paranucleoli (*), os- servati da Timofeew nolle cellule gangliari degli uccelli, il baston- cino intranucleare ecc. Ad essi si possono aggiuugere i corpuscoli acidofili paranucleolari di Marinesco. Come riferii in altro lavoro, io ho potuto dimostrare che le zolle jaline di Cajal e i paranucleoU o nucleoli acidofiU di Timofeew non sono che denominazioni diverse di uno stesso elemento e che il cosi detto nucleolo acidofilo del nucleo deUe cellule nervose degli uc- celh a.ltro non e se non una zolla jalina piu voluminosa e piu re- golarmente rotondeggiante delle altre. Non mi intrattengo, d'altra parte, a riferire dettagli morfolo- (') Qneste forma7,ioiii sono state deaijiiiato da Tiinofeow col iioiiie
  • a re o a a a Amebe e Flagellati primitivi - 232 - SUNTI E RIVISTE Ascoli 6iu!io. — DeH'Anatomia e dolla minuta struttura del sistoma simpatico degli Ifudinei. — Boll. d. Soc. meet. chir. di Pavia, an. 24, n. 2, pxj. 117- 198 con 5 Tav. 1911. In questo studio I'A. si e servito del raetodo airargento ridotto. II sistema simpatico degli Irudinei risulta coraposto, secondo I'Ascoli, di cellule varie per forma e disposizionc. Dalle loro reti neurolibrillari variamente intrecciate in- torno al nuclco emerge ed irradia ua complesso di librille di gran lunga supe- riore al nuraero degli elementi e portato quasi all'intinito da successive ramifi- cazioni. Le flbrille si dispongono variamente a fasci ed a plessi. Solo un numero molto limitato di librille si presentano fornite di uno speciale apparecchio ter- minale. Le cellule del simpatico degli irudinei non si presentano come elementi rigorosamente limitati e circoscritti ; tondono invece in certa guisa ad aggrup- pamento sinciziale. L'A. ritiene, in seguito alle sue osservazioni, verosimile I'allacciamento ti- brillare di cellule e territorii diversi. Porta anche a sostegno di questa ipotesi I'osservazione singolare che le tibrille del plesso enterico si addossano alle fibre rauscolari, ma non vi terminano, ne si risolvono intorno ad esse ma ritornano invece al plesso. 11 solo fatto che faccia ostacolo al concetto della rete diffusa e I'eccezionalita della dimostrazione sicura e dii'etta dei raccordi. L'enorme esten- sione e la complessita degli emissari delle singole cellule ne danno, secondo I'A., la I'acile e suf'riciente ragione. II sistema simpatico degli Irudinei risulta dunque da queste ricerclie come una Ibrmazione unita mal scindibile in element! tra loro indipendenti e separati. II raccordo del suoi elementi cellulari si compie in due modi : per fusione protoplasmatica di cellule e prolungamenti cellulari ; per continnita di flbrille di rete in rete. La fusione protoplasmatica riunisce prolungamenti di cellule di- verse; od anche raccoglie in lormazione sinciziale gruppi maggiori o minoiu di elementi gangliarii II raccordo delle flbrille raette in rapporto reeiproco cellule dei gangli e dei plessi e stende ti-a esse una rete diffusa. II raccordo puo stabilirsi per vie breve ; cosi serabra av venire a volte nei gangli mascellari, in generale pero si effettua a distanza. Le ricerclie dell' Ascoli concordano, nelle linee generali, con i classici studi dell'Apathy. N. Beccari. UNIONE ZOOLOGICA ITALIANA 11 Convegno della Unione zoologica italiana, che era indetto in Pisa pei giorni 2Tt, 26, 27 e 28 del setterabre e stato, per ragioni di opportunita, diffo- rito, col medesimo programma, ad epoca, che sara indicata da ulteriore avviso. GosiMo Gherubini, Amministratore-responsabile. Fiieiize, 1911. — Tip. L. Niccolai, Via Faeiiza, 52. ^hniilorc Z()('/o(jii o //(/lidjio . linto . \. \7/ 7m: /I 26 W 17 21 ^* // • f 35 J6 mm :i7 '"^M :iS 2if 3J JO 39 .12 3i 30 hf J9 . f MonitoFe Zoologico Italiano (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Etnbriologia) Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana DIRKTTO DAI DOTTORI GIULIO GHIARUGI EUGENIO FIOALBI Pr f. di Auatoiu'ia uniaua Prof, di Auatomia comp. e Zoologia nel E. Istituto di Studi Super, iu Fireuze nella R. Universita di Pisa Ufficio di Direzidne ed Amministrazione : Istituto Anatomico, Firenze. 18 numeri all'anno — Abbuonamento annuo L. 15. XXII Anno Firenze, Ottobre 1911. N. lO. SOMMARIO: BiBLIOGRAFIA. — Pag. 233-235. GoMUNiCAZiONi ORiGiNALi: Mobilio C, Origine dci ncrvi del plcsso brachialo nel Bue. (Con 1 flgura). — Beccari N., Lo strie olfattorie nel ccrvello deir uomo. (Con i figure). Pag. 236-260. Avvertenza Delle Comunicazioni Originali che si pubblicano nel Monitore Zoologico Italiano e vietata la riproduzione. BIBLIOGRAFIA Si da notizia soltanto dei lavori pubblicati in Italia. XII. Vertebrati. III. PARTE ZOOLOGICA 3. Pesci. Gregorio (De) A. — Cattura di uii grosso squalo (Alopias vulpes L.) nel Poi to di Palermo. — II Naturalista siciliano. An. 21, N. S., Vol. I, N. 9-10, 24J. 220-230. Palermo, 1911. Ninni E. — I pesci e la pesca d'acqua dolcc nolle provincio di Venezia c Tro- viso. — Yecli M. Z., XXI, 5, 109. Ninni E. — Mostrnosita in un anguilla. — Riv. ital. di Sc. nat, An. 30, N. 11, pp. 153-154. Siena, 1910. Parona Gorrado. — Esistono gli Ostracionidi nel Mediterraneo ? A proposito del rinveniraento di un Ostracion triqueter Lin. nolle aequo del Porto di Geneva. — Aiti Sac. Ligustica Sc. nat. c geogr., Vol. 20. Esir. di pag. 9. Genova, 1909. Pugliesi Emma. — II cranio della Lucioperca sandra Guv. Morfologia e studi comparativi. — Atti Soc. ital. di Sc. nat. e del Museo civ. di St. nat. in - 234 - Milano, Vol. 49, Fasc. 2-3, pp. 278-288 ; Fasc. 4, pp. 289-296, con tav. Pavia, 1911. Sanzo L. — Uova e larve di Auxis bisus. — Monit. Zool. ital., An. 20, N. 2-3, pp. 79-80. Firenze, 1909. Supino Felice. — II sonno invernale e ralimentazione delle carpe. — Rendic. Istit. Lamb. Sc. e Lett., S. 2, Vol. 44, Fasc. 8, pp. 387-401. Milano, 1911. Supino Felice. — Sviluppo larvale o biologia dei pesci delle nostre acque dolci. — Atti Soc. ital. Sc. nat. e Museo Civ. St. nat. Milano, Vol. 49, Fasc. 2-3, 2jp. 122-147, con tav. e figure nel testo. Milano, 1910. 5. Rettili. Bignotti Gaetano. — Sulla variabilita della corazzatura cutanea della Lacerta muralis (Laur). — Atti Soc. d. natur. e mat. di Modena, Ser. 4, Vol. 12, An. 43, pp. 42-48. Modena, 1910. Gay G. — Sulla coda raostruosa delle lucertole. — Monit. Zool. ital.. An. 20, N. 2-3, pp. 84-88. Firenze, 1909. Peracca M. G. — Rettili raccolti nell'Alto Zambese (Barotseland) dal signor Cav. Luigi Jalla. — Boll. Musei Zool. Anal. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 25, N. 624, pp. 1-5. Torino, 1910. 6. UCCELLI. Altobello G. — Avifauna dell'Abruzzo e del Molise. — Avicula, An. 14, N. 154, p)p. 133-140. Siena, 1910. Arrigoni degli Oddi E. — Nidificazione del Tordo in Italia. — Avicula, An. 14, N. 156, p. 101. Siena, 1910. Arrigoni degli Oddi E. — Nota ornitologica sopra la recente cattura della Geocichla sibirica (Pall.) in Italia. — Atti R. 1st. Veneto sc. lett. ed arti, An. Ace. 1910-911, T. 70, (Ser. 8, T. 13), Bisp. 2, pp. 55-64. Venezia, 1911. Bonomi A. — Uccelli rauniti d'anello d'alluminio. — Avicula, An. 14, N. 156, P2X 158-160. Siena, 1910. Bonomi Agostino. — Per I'avifauna della Corsica. — Avicula, An. 14, N. 155, 2:>p. 149-151. Siena, 1910. Ghigi A. — Sul processo di rautazione nel Gennaeus Swinhoii. — Monit. Zool. ital.. An. 20, N. 2-3, pjp. 95-96. Firenze, 1909. Ghigi Alessandro. — Ricerche di sistematica sperimentale sul genere Genaeus, Wagler (Sunto). — Rend. d. Sess. d. R. Ace. d. Sc. d. 1st. di Bologna, CI. sc. fis., N. S., Vol. 13 (1908-09), pp. 127-128. Bologna, 1909. Martorelli G. — Esposizione critica di alcuni recenti studi sulle migrazioni degli uccelli. — Natura, Vol. 1, Fasc. 10, 2)p. 339-342 e Fasc. 11, pp. 345-364. Milano, 1910. Ninni E. — Saggio di una avifauna bellunese. — Avicula, An. 14, N. 150, pp. 73-83 ; N. 151, pp. 89-101 ; N. 152, pp. 111-114; N. 154, pp. 142-147. Siena, 1910. Salvadori T. e Festa E. — Nuova specie del genere Thinocorus. — Boll. Musei Zool. Anal. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 25, N. 631, 2W- ^■~- Torino, 1910. 7. Mammiferi Camerano Lorenzo. — Osservazioni sullo Starabecco del Baltoro nei monti del Karakorara e su quello del Laliul. Con 1 tav. — Atti d. R. Ace. d. Sc. di Torino, CI. Sc. fis. mat. e nat., Vol. 46, Bisp. 6, 2W- i99-2l2. Torino, 1911, - 235 - Camerano Lorenzo. — Le « Ocapia » del Miisoo zoologico di Torino. Con 1 lav. — Atti d. R. Ace. d. Sc. di Torino, Class. Sc. fls. mat. e nat., Vol. 40, Disp. 6, 2>p. 212-215. Torino, 1911. Gregorio (De) A. — Genni di un giovanissirao esemplaro di Balaenoptera mu- scuIlis (L) Van Ben. catturato a Palermo. — H Naturalista siciliano. An. 21, N. S. Vol. 1, N. 9 10, pp. 206-217, con lav. Palermo, 1911. Iss3l Ai'turo. — Alcuni raammiferi fossili del Genovesato e del Savonese. Con 4 tav. — Mem. d. R. Ace. dei Lined, Classe Se. fis. mat. e nat., Ser. 5, Vol. 8, Fasc. 5, pp. 192-224. Roma, 1910. Razzauti Alberto. — Grampus griseus (G. Guv.). Gon tav. VI. — Monil. Zool. Hal., An. 21, N. 4, prp. 85-95. Fi7'enze, 1910. 8. Antuopologia ed Etnologia Andreucci Ai'uoifo. — Grani umani presunti quaternari di San Gimignano (ir'rov. di Siena), ivi co:iservati nella Biblioteca Gomunale. — Ai^ch. per I'Antrop. e I'Etnol., Vol. 40, Fasc. 3-4, pp. 461-468. Firenze, 1910. Angelotti Guido. — Intorno a due tipi cranici del territorio etrusco. — Atti Soc. rom. di Antrop)., Vol. 15, Fasc. 3, pp. 285-307, con fig. Roma, 1910. Baglioni S. — Gontributo alia conoscenza della musica naturale. Ricerche di analisi acustica su alcuni strumenti di popoli naturali. — Atti d. Soc. rom. di Antrop.. Vol. 15, Fasc. 3, p)p. 313-360, con fig. Roma, 1910. Baldasseroni Francesco. — II Museo di Etnografla italiana e la esposiziono del 1911 in Roma. — Arch. 2jer rAnlrop. e I'Etnol., Vol. 40, Fasc. 3-4, pp. 457-460. Firenze, 1910. Bellucci Giuseppe. — Sul bisogno di dissetarsi attribuito all'anima dei morti. Riti funebri antichi, concetti tradizionali e riti funebri moderni. — Arch. per I'Antrop. e VEtnoL, Vol. 39, Fasc. 3-4, pp. 213-229, con fig. Firenze, 1909. Bellucci G. — La placenta nelle tradizioni italiane e nell' etnografla. — Arch. per r Antrop. e I'Etnol., Vol. 40, Fasc. 3-4, pp. 316-352. Firenze, 1910. Biasutti Renato. — Gontributi alFantropologia e air antropogeografla delle popolazioni del Pacifico settentrionale. — Arch, per V Antrop. e VEtnoL, Vol. 40, Fasc. 1, pp. 51-96, con fig. Firenze, 1910. Biasutti R. — Alcune osservazioni sulla distribuzione gcogratica dcH'indice ce- lalico e dei principali tipi cranioraelrici. — Arch, per I'Antrop. e I'Etnol., Vol. 40, Fasc. 3-4, pp. 353-373, con tav. Firenze, 1910. Biasutti R. ~ I Tasraaniani come forma di isolamento geograftco. — Arch. per I'Antrop. e I'Etnol., Vol. 40, Fasc. 1, p)iJ. 105-116. Firenze, 1910. Campana (Del) Domenico. — Notizie sopra una raccolta etnograflca. — Arch. per I'Antrop. e I'Etnol., Vol. 40, Fasc. 2, p)p. 264 269. Firenze, 1910. Campana (Del) D. — Intorno ai Sadhus, dell' India inglese, monaci mondicanti. — A7^ch. 2:>er I'Antrop. e I'Etnol., Vol. 40, Fasc. 3-4, pip. 374 380, con fig. Firenze, 1910. Campana (Del) Domenico. — Notizie intorno all'uso della siringa o tlauto di pane. — Arc/i. pjer I'AntrojJ. e I'Etnol., Vol. 39, Fasc. 1-2, pip- 46-61, con lav. e fig. Firenze, 1909. >-v(^J - 236 - COMUNICAZIONI ORIGINALI ISllTUrO ni ANAIOMIA Nf)RMAf,K DEI. LA R. SCUOLA SUPEHIOUE VETEKINARIA DI TdRINO DIRETTO DAL PROK. U. ZIMMERL Origine dei nervi del plesso brachiaie nei Bue DoTT. CAMILLO MOBILIO, Aiuto e liiHEno DorENiE (Con 1 figurd) E vietata la riprodnzione Le origini dei nervi del plesso brachiaie degli equidi, indicate dapprima dallo Chauveau (*), e poi accennate da quasi tutti gli altri trattatisti, sono state in seguito oggetto di special! ricerche per parte del Bar pi (-) e del Caradonna [^). Questi ultimi hanno fatto rilevare delle particolarita di molto valore, precisando in modo de- finitive da quali paia tale plesso e formate e da quali ciascun nervo, che da esse parte, trae le sue fibre costituitive. Nel bue invece, a tale proposito, non abbiamo alcuna nozione, e solo riguardo alia forniazione del plesso si trova ripetuto quanto era stato scritto dallo Chauveau e che e stato poi, senza modifi- cazione, riprodotto nel testo pubbhcato con la collaborazione dei pro- fessori Arloing e Lesbre ("). Cio mi ha indotto a pensare che esse meritassero maggiore svolgimento, dope piii estese e precise osservazioni, a somiglianza di quanto e avvenuto per gli equidi. L'aver poi osservato in due preparati dei nervi dell'arto tora- cico di bue, fatti per il Museo, che nella costituzione del plesso bra- (1) Chauveau. Anatoiuie compar6e des animaux domestiques, 1857. (-) Ugo Barpi. lutoruo aU'origine dei nervi del plesso brachiaie nel cavallo. Giornale d'I])polo- gia, u. 7-8, 1901. Pisa. (■') Caradonna. Ricerche sulla costituzione del plesso brachiaie, sulla distribuzione dei suoi rami termiuali, ecc. Monitore zoologico italiano, 1901. (■*) Chauveau-Arloing-Lesbre. Trattato di Anatomia coniparata degli animali doinestici. Se- conda trad, italiana sulla quinta ediz. franceso con note ed aggiunte del dott. prof. T. Mongiar- dino. ViiliiiDf •_>". 'I'oriuo, 1910. - 237 - chiale entra anche il II paio dei nervi dorsali, contrariameute a qiianto hanno asserito Chauveau, Arloing, Lesbre e il Gurlt (^), e dopo anche il Martin (^), Ellenberger e Baum (^), il Bar- pi (^) ed il Mongiardino ('''), e stato il movente per cui ho intra- preso le ricerche, di cui ora vengo a dare esposizione. Per il materiale, devo dire che, per ragioni facili a compren- dersi, non mi e stato possibile avere in ogni case bovini adulti. Ho potuto esaminare soltanto una vacca e quattro vite'lini e poi dei feti a termine, che ho potuto avere dal Macello, per il gentile in- teressamento dei veterinari locali ed in special modo dei dottori Mascheroni e Rossi, ai quah mi e grato esprimere anche qui sentiti ringraziaraenti. Gli animah esaminati sono stati in nuraero di 10. Teonica. Riguardo alia tecnica, devo dichiarare che ho seguito in parte quella del prof. Pa pi (*^) ed in parte quella del Bar pi, apportando pero una modiflcazione, che ho creduto necessaria per evitare in modo assoluto qualsiasi possibile errore ed anche per ottenere dei preparati molto behi e dimostrativi, quantunque per essa si abbia bisogno di maggior tempo e di maggiore pazienza. Tolta la pelle, si isola un pezzo che comprende il coUo, gh arti toracici e le prime 5-6 vertebre dorsali e corrispondenti costole. Si legano fortemente le meningi che avvolgono il midoho spinale, sia in corrispondenza del taglio anteriore, cioe in avanti dell'atlante, sia di quello posteriore, alio scope di far rimanere completamente rac- chiuso in detti invogli il midollo stesso ed evitare cosi che questo, principalmente se I'animale e morto da qualche giorno e non si e ben conservato, nelle successive manipolazioni, possa rompersi ed andar via a poco a poco, perdendo percio la forma. II pezzo isolate giace sopra uno dei lati ed un aiuto sullcva (1) E. F. Guilt. Handbuch der vergleieheiideu Auatoiiiie der llaus-siiu^etliiere. Beiliu, IStJd. (-) Paul Mai'tiu. Lehrbuuh dei- Anatoruie der Haustieie. II Band. Stuttgart, 1904. (3) W. Ellenberger und H. Baum. Haudbucli der vergleicbenden Auatomie der Hansliere. Berlin, 1906. {*) XJgo Barpi. Compeudio di anatomia descrittiva del Oavallo cou accenni aH'anatomia del Bue, del Maiale e del Cane. 2» ediz. Vol. I. Pisa, 1907. (5) Teresio Mongiardino. Mauuale di auatoiuia descrittiva couiparata degli auiiuali douie- stici. Vol. n. Torino, 1907. (6) Clemeute Papi. Avvertenze relative alia preparazione del plesso brachiale ed alle radici da cui ha origine il uervo deutato e respiratorio di C. Bell. Gazzetta Medic o-Veteriuaria. Auiio 111, maggio e giugno. Milano. — 23S — I'arto anteriore posfco in alto, in maniera che restino distesi i mu- scoli pettorali, che vengono tagliati, in vioinanza dell'arto, insieme col mastoido-omerale. A questo punto I'aiuto non solo tira in alto I'estremita distale dell'arto, ma lo piega in modo da allontanare, il piu che e possi- bile, la parte anteriore della regione scapolare dalla base della re- gione laterale del collo e del costato, ed il preparatore, allontanando con precauzione il connettivo, incomincia a vedere, nello spazio che cosi va formandosi, i nervi. Scopre allora il nervo cubitale ed il mediano, sine in corrispon- denza della faccia interna della regione del cubito, li taglia a questo livello ed attacca sul moncone prossimale di ciascuno di essi un cartoncino, su cui e scritto, con inchiostro di China, il nome del nervo. II cartoncino, che verra applicato a tutti i nervi, e che potra essere di un centimetro quadrato aU'incirca, deve essere spesso ed anche doppio affinche non abbia a rompersi nelle successive mani- polazioni. E necessario scrivere con 1' inchiostro di China perche cosi non vi e pericolo che si cancelli. La sosLituzione del cartello scritto al segno rappresentato da un cartello o da una placca metallica numerata, come si e fatto finora, e molto utile, perche in tal modo si ha sempre cognizione immediata del nervo che si guarda, senza andare a riscontrare nella tabeila dei segni. II n. cubitale e mediano, sezionati come abbiamo detto, ven- gono liberati dalle parti vicine e tirati fino in corrispondenza del nervo muscolo-cutaneo. Si libera e si seziona anche questo, indi si passa al radiale, al circonflesso, al soprascapolare, ai sottoscapolari, ai nervi dei gi'ande rotondo e del gran dorsale. A questo punto si porta via tutto I'arto e si passa alia preparazione dei nervi desti- nati al tronco. Fatto questo, si portano via le costole ad una ad una, inco- minciando dall' ultima e conservando i nervi intercostali con I'ana- stomoai di ciascuno di essi, nei casi in cai esiste, con la branca sot- tocutanea toracica. Poscia si prepara il nervo diaframmatico, di cui finora non si erano messe in evidenza che le radici soltanto ; si isolano i nervi del lungo del collo, si conserva, volendo, il simpatico ed il vago, e finalmente si volta il pezzo per fare le medesime operazioni dal- I'altro lato. Keyta in ultimo da asportare la volta dello speco vertebrale, - :>39 - mettere in evidenza le radici spinali, bolarle e togliere il midollo spinale con tafcti i nervi. L'insieme di dette parti si porta nella soluzione acquosa di acido acetico al 5 °/o, vi si lascia per due o tre giorni e dopo si precede all'osservazione dell'origine dei nervi. Per fare questo, si estende il preparato nervoso su di una ta- voletta, si fissa il midollo con due spilli all'estremita, e propria- mente nei punti in cui si son fatte le legature sulle meningi, si distendono i singoli nervi, e ciascuno vien fissato alia sua estremita con uno spillo. Indi si dividono le fibre con I'aiuto di aghi e di pinzette, cio che riesce relativamente facile, dopo I'azione dell'acido acetico, che rammollisce e gonfia il connettivo, e cosi si ottiene un preparato eminentemente dimostrativo, come e riprodotto nella figura annessa alia presente memoria. Tutti i dieci preparati in tal maniera compiuti restano ora nel Museo della Scuola. Modo di costituzione del plesso hrucJdale. Chauveau-Arloing e Lesbre (') dicono che nel Bue, Pecora e Capra " il plesso bracciale e costituito dalle branche inferiori del sesto, del settimo, dell'ottavo paio cervicale e del prime dorsale. II secondo dorsale non concorre per nulla alia sua formazione, mentre la branca inferiore del sesto cervicale vi si getta quasi interamente, dopo aver emanate il nervo per I'angolare e per il romboide „. Le stesse affermazioni si risoontrano nei testi di tutti gh au- tori citati a pagina 1. Dalle mie osservazioni risulta invece che il plesso brachiale del bue e costituito dalle branche inferiori del quinto, sesto, settimo ed ottavo paio cervicale e del primo e secondo dorsale. E vengo subito a dimostrare come il V paio cervicale ed il I dorsale, che finora non sono stati considerati nella costituzione del plesso brachiale, vi concorrano realmente : La branca inferiore del V paio cervicale cede un primo nervo dell'angolare e del romboide e poi si divide in tre branche, delle quail una si porta direttamente al mastoido-omerale, un'altra riceve un ramo dalla branca inferiore del VI paio cervicale, per formare un nervo che distingueremo con la denominazione di n. del mastoi- do omerale, la terza concorre alia formazione del nervo frenico. (1) Loc. cit. i);ig. G83. - 240 - Come si vede dunqne la branca inferiore del V paio cervicale deve assolutamente considerarsi come facente parte del plesso bra- chiale, poiche sianastomizza con la VI branca per formar un nervo speciale, quello del mastoido-omerale, ed ancora con la stessa branca e con quella del VII paio cervicale per formare il nervo frenico, ed aggiungero inoltre che in un caso concorreva alia formazione del nervo soprascapolare e che alcune delle sue fibre talvolta si uni- scono con altre del VII paio per formare il n. dello scaleno infe- riore. La branca inferiore del II paio dorsale c destinata in gran parte alia formazione del II nervo intercostale, pero da essa, ac- canto al punto in cui si diparte il ramo che la stessa branca manda al ganglio cervicale posteriore, si stacca un be) cordoncino, che scorre in avanti e leggermente obliquo in basso, sopra la pleura, incrocia I'esile 1° nervo intercostale, e si congiunge alia branca infe- riore del I paio dorsale. Tale cordoncino e poi destinato in raassi- ma parte al nervo mediano, ma lascia delle fibre per il cubitale, soventi per il nervo sottocutaneo-toracico, per la 2^ Ijranca toracica inferiore e talvolta anche per il radiale, ed in due casi concorreva, con poche fibre, alia formazione del 1° nervo intercostale. Modo di origine dei nervi die derivano dal plesso brachiale. 1° Nervo del mastoido-omerale (Fig,, m. o.) Abbiamo dato questo nome ad un grosso fascio nervoso, for- mate dall'anastomosi della branca inferiore del V paio cervicale con \m ramo proveniente dal VI paio cervicale e la cui destinazione e indicata dalla denominazione stessa. Quest'ultimo ramo rappresenta un quinto circa della branca da cui deriva e scorre diretto in avanti, all'interno dello scaleno infe- riore, presso il margine dorsale di questo, finche ra^-giunge la V branca. Ordinariamente si unisce con una porzione soltanto di que- sta, che I'altra, non considerando il / n. dell'angolare e del I'om- hoide, di cui subito verremo a dire, si porta alio stesso mastoido- omerale direttamente, come indica la figura. In un caso solo d'ambo i lati ed in un altro soltanto a destra il ramo in discorso della branca inferiore del VI p. cervicale si univa a tutta quella del V paio. Vi e ancora da notare che talvolta il ramo del VI p. per il n. del mastoido-omerale e molto grosso, quasi un terzo di tutta la - 241 - branca inferiore di detto paio, e che al contrario in altri soggetti e esilissimo. Ill un vitello le fibre avevano direzione opposta : in gran parte dal VI p. arrivavano al V per formare il nervo di cui parliamo, le altre dal V si portavano al VI, concorrendo alia formazione del n. soprascapolare. 2° N. DEL MUSCOLO SOTTOCLAVICOLARE DI MeOKEL (Fig. S. Cl. M.) Come e note, questo muscolo e un fascetto rettangolare, di colore rosso vivo, che da una parte si attacca aU'esterno della prima articolazione sterno-costale e daU'altra s'impianta sulla faccia me- diale del mastoido-omerale. A tale muscoletto e destinato uno speciale ramettino nervoso, che distingueremo percio come n. del m. sotto-clavicolare di Meckel^ e che deriva ordinariamente dalla branca inferiore del VII paio cervicale, Nel maggior numero del casi esse nasce insieme col ramo fre- nico della stessa branca e da questo si separa dope 2-3 cm. di per- corso. Puo essere un pochino piii spesso di detto ramo frenico, op- pure pill sottile 0 dello stesso diametro. In due casi, a destra, vi era, oltre il nervo normale, un altro ramo, per lo stesso muscolo di Meckel, derivante dal VII paio cer- vicale con poche fibre anche dal VI. Ill due altri individui, a sinistra, ed in due altri a destra si originava dal VI e VII paio cervicale. Ilramo di quest'ultimo paio non nasceva insieme col ramo destinato al n. diaframmatico, ma vicino ad esse. 3° Nervo diaframmatico {N. 2)hrenicus) (Fig. diaf.) Deriva costantemente dalle branche inferiori del V, del VI e del VII paio cervicale. II ramo inferiore del V paio e ordinariamente il piu grosso, talvolta pero resta meno spesso di quelle del VI, che e poi sem- pre di diametro maggiore di quelle del VII. Quest'ultimo ramo tal- volta e doppio (2 su 10) e cosi anche quelle del VI paio (2 su 10). In uno di questi due casi, uno dei rami del VI p. si univa in un tronco con uno del VII p. prima di arrivare al cordone formate dairanastomosi dei due rami normali delle stesse paia. Vi e da notare inoltre che il ramo frenico del V paio cervicale - 242 - scurre da priiicipio nello spessore dello scaleno inferiore, presso la sua faccia mediale e poi luiigo questa faccia e che non si accolla al coi'done formato dall'unione dei rami della VI e VII branca in- feriore dei nervi cervicali prima di essere giunto iiella cavita tora- cica: a destra in corrispondenza del 1° spazio intercostale e tal- volta anche piu indietro, a sinistra dietro I'a. ascellare. Ho detto che si accolla, perche difatti i due cordoni sono te- nuti uno accanto all'altro da tessuto connettivo lasso, ma non uni- scono le loro fibre, tanto che facilmente possano essere separati. Solo quando sono presso il diaframma, prima che tutto il nervo frenico si divida nei suoi due rami terminali, essi si uniscono, co- me e indicato dalla flgura. Ognuno dei due cordoni si divide cioe in 2 rami ed il piii sottile del cordone proveniente dal V p. c. si unisce col piii grosso derivante dal VI e VII p. c. per costibuire un fascio che si porta al piJastro del proprio lato, gli altri 2 rami che restano si uniscono in un altro fascio, che si distribuisce alia porzione carnosa del diafj-amma, dal proprio lato. Spesso pero i rami sono presso a poco eguali. -to Nervo pretoragico o dell'angolare e del romboide {N. pretoracicuSj n. dorsalis scapulae). Devo, innanzi tutto, premettere, a proposito di questo nervo, che nientre negli equidi e rappresentato da un unico fascio, prove- niente dal VI paio cervicale, nel bue e costituito da due distinti rami: uno proviene daUa branca inferiore del V paio cervicale, e lo distingueremo col nome di primo nervo dell'angolare e del romboide (fig. I a. r.) ; I'altro deriva dalla branca inferiore del VI paio cervi- cale e lo chiameremo secondo nervo dell' angolai'e e del rotnboide. Quest'ultimo soltanto e state finora considerate. Entrambi nascono dalle rispettive branche prima che queste si siano gettate nel plesso, si volgono indietro ed in alto, e, appena giunti sull'angoiare, si di- vidono in due rami. Di questi, uno si distribuisce al detto muscolo, I'altro risale sullo spessore di questo, lasciando talvolta esih tal'al- tra forti collaterali, finche ne vien fuori e si divide in due rami divergent!, destinati al romboide. In un caso soltanto mancava il I n. dell'angolare e del rom- boide. In an altro vi era un'anastomosi tra il I ed il II nervo. II // nervo deh'angolare c del romboide si anastomizza nor- malmente col nervo del gran dentate. Tale anastomosi puo essere - 248 - rappresentata da un fascetto che esso cede alia radice di quest'ul- timo, proveniente dal II paio cervicale (4 su 10 d'ambo i lati) op- pure daH'incontro di due rami, di cui uno proviene dal II n. del- I'angolare e del romboide, I'altro dalla detta radice (5 su 10 d'ambo i lati ed 1 s'u 10 a destra). Si ha cosi la formazione di un fascetto che e destinato in parte al muscolo angolare deH'omoplata ed in parte al gran dentate. In un caso, a sinistra, i due modi di anastomosi ora descritti erano entrambi rappresentati. 5° NeRVO per IL muscolo gran DENTATO 0 N. TORAGICO SUPERIORE 0 N. RESPiRATORio DI Carlo Bell {N. thoracciUs lonyiis) (Fig., gr. d.) Deriva ordinariamente dalle branche inferiori del VII ed VIII paio cervicale. La radice proveniente dal VII paio nasce sulla faccia dorsale e, talvolta, sul margine caudale della branca inferiore di questo; e piu spessa di quella dell'VIII p., e scorre all'indietro sotto il cer- vicale ascendente, sulla faccia laterale dello scalene minimo. La ra- dice dell'VIII paio scorre dapprima sulla faccia mediale, indi sul margine superiore dello scalene minimo e si unisce alia precedente in corrispondenza della faccia esterna della \^ costola. In 4 casi su 10 d'ambo i lati ed 1 a sinistra il nervo del mu- scolo gran dentate era costituito, oltre che dal VII ed VIII paio cervicale, dal VI p. c, per mezzo di un ramo proveniente dal II n. dell'angolare e del romboide e che si univa alia radice del VII p. (Fig., lato destro). Questa manda sempr6 uno o due rami al gran dentate direttamente, cioe prima che si sia unita con la radice del- l'VIII p., ed abbiamo gia detto che in 5 casi su 10 d'ambo i lati ed i]i 1 su 10 a destra uno di tali rami si univa con un altro pro- veniente dal II n. deH'angolare e del romboide, per distribuirsi con- temporaneamente all'angolare ed al gran dentate, vale a dire a tutto il dentate ventrale (Fig., lato sinistro). 6° NeRVI DEI MUSCOLI SCALENI. Abbiamo potuto stabilire che i quattro muscoli scaleni del bue ricevono ciascuno un nervo apposite; si ha quindi: a) Nervo dello scaleno sopracostale (V. scalenus supraco- stalis). E questo rappresentato da due cordoncini nervosi : il prinio (fig., I s. s.) deriva dall'VIII p. c. (2 casi su lo d'aiiilto i lati e 1 - 244 - sii 10 a sinistra) e si porta sulla faccia laterale del muscolo, di- stribuendosi alia porzione anteriore dello stesso; il secondo deriva dal I p. dorsale (2 volte su 10 d'ambo i lati e 1 su 10 a destra) s'incurva in alto ed all'indietro, scorre sulla faccia esterna dello scalene minimo tra questo e lo scaleno sopracostalo, alia cui parte posteriore si distribuisce. In 2 altri casi su 10 d'ambo i lati ed in 1 su 10 a sinistra e 1 su 10 a destra i due detti cordoncini, rappresentanti il n. dello scaleno soprascostale, derivavano pure alio stesso mode, pero le due radici, dall'VIII p. c. e del I d., si univano in un tronco unico, il quale poi si divideva in due, avendosi cosi una disposizione a forma di X. In un case vi era un solo ramo proveniente dall'VIII p. c. In un altro individuo vi erano 2 rami distinti provenienti dall'VIII p. c. a destra, e dal I d. a sinistra. b) Nervo dello scaleno minimo {N. scalenus minimus) (fig., S. mi). — E un esilissimo e breve ramellino, proveniente dall'VIII p. c, die raggiunge il muscolo sulla sua faccia mediale, presso il margine ventrale. In un case derivava pure dalla branca inferiore di questo paio, ma per mezzo del ramo die lo stesso dava alio scaleno sopracostale. c) Nervo dello scaleno medio {N. scalenus medius) (Fig., S. me). — E rappresentato da un ramellino che derivava 4 volte su 10 dal VII p. c; 3 volte su 10 dall'VIII p. c; in 2 altri animali de- rivava anche dal VII p. c, ma insieme col nervo per lo scaleno inferiore, ed in un altro a destra proveniva dal VII p. c, a sinistra dall'VIII p. c. (vedi Figura). d) Nervo dello scaleno inferiore {y. scalenus veyitralis) (Fig., sc. i.) — Lo scaleno inferiore puo essere innervate da un cordon- cino proveniente dalla branca inferiore del VII p. c. (3 su 10), co- me si vede nella figura, lato destro. In altri due animali a questo nervo dello scaleno inferiore, proveniente dal VII p. c, arrivava un ramellino proveniente dal ramo frenico del V p. c. (figura, lato si- nistro); in un altro animale questo medesimo ramo frenico cedeva 1 ramellino direttamente al muscolo scaleno inferiore, che era in- nervate anche dal solito ramo del VII; in due altri animali, nota- vansi due filuzzi del ramo frenico del V p. c, un ramellino del VII ed uno del VI p. c; in altri due casi esisteva un filetto del V ed un altro del Nl solamente. - 245 - T Nervo del muscolo lungo flessore del collo {N. longus colli) (Fig. 1. c.) II muscolo lungo del collo riceve un numero di rami nervosi variabile nei diversi soggetti e talvolta anche nello stesso lato. Puo ricevere un grosso ramo soltanto dal VII p. c. (4 su 10 d'ambo i lati; 1 su 10 a destra), ramo che si porta in basso ed in- dietro, si divide subito in due branche, di cui una si suddivide suUa faccia laterale e ventrale del muscolo, in avanti deli'entrata del petto, Taltra continua il cammino, insieme col ramo simpatico, molto sviluppato, che la stessa branca inferiore del VII p. c. cede al ganglio cervicale posteriore, riceve da questo 1-2 flluzzi, e si di- stribuisce alia parte toracica del muscolo di cui porta il nome. In altri casi (1 su 10 d'ambo i lati, 1 su 10 a sinistra) ciuesti due rami sono distinti ed uno deriva dal VII p. c, Taltio dal- I'VIII p. c. In 1 case vi era un ramo del VI p. c. ed un altro del VII p. c. d'ambo i lati, in un altro solo al lato sinistro. In questo stesso individuo, a destra, si notavano 4 rami: 1 del VI p. c, 2 del VII p. c. ed il quarto dell'VIII p. c. Quest'ultimo riceveva il ramo sim- patico. In un altro vitello si osservavano tre rami: uno del VI. p. c, I'altro del VII p. c. e I'ultimo dell'VIII p. c. In un altro case si notavano 2 rami del I p. dorsale a sinistra, e 2, uno del VII p. c, I'altro dell'VIII p. c. a destra. 8° Nervi toracici inferior: o pettorali {Nn. tlioracales ventrales). Nel bue possiamo descrivere soltanto due nervi toracici infe- riori, invece di 5 come negli equidi : a) La PRIMA BRANCA TORACICA INFERIORE (Fig., I br. t. i.) 6 rappresentata da un grosso fascio nervoso che si distribuisce in gran parte al pettorale profondo, ma cede anche dei rami al pettorale superficiale e talvolta anche al mastoido-omerale. Essa vien formata dall'unione di due rami, che si uniscono sotto I'arteria ascellare, che abbracciano. Uno di questi rami porta fibre dal VI e VII p. c. (5 su 10 d'ambo i lati, 2 su 10 a destra ed 1 su 10 a sinistra); I'altro dal- rVIII p. c. (Figura, lato sinistro). Talvolta pero il primo ramo deriva - 246 - soltanto dal VII p. c. (4 su 10 a sinistra ed 1 su 10 a destra (Fig., lato destro). In due dei vitelli in cui a sinistra il nervo nasceva solo dal VII ed VIII paio cervicale, a destra era costituito da un ramo prove- niente dal VII ed un altro dall'VIII p. c. e questo portava anche po- che fibre dal I p. dorsale. In uno di questi casi pero i due rami cor- revano separati, e solo ad un certo punto il secondo cedeva un esile fascetto anastomotico al primo. Anche nel maggior numero degli altri casi non tutte le fibre del ramo proveniente dall'VIII p. c. (o dall'VIII p. c. e I p. d.) si uni- scono con quelle del ramo che deriva dal VI e VII p. c. (o solo dal VII p. c), ma soltanto con una parte di queste, come si vede nella figura, lato destro. b) La seconda branca toracica inferiore (Fig., II br. t. i.) e rappresentata anche da un grosso ramo, che sembra un collaterale del nervo sottocutaneo toracico. Esse si distribuisce intieramente alio sterno-trochiniano. Deriva dall'VIII p. c. e dal I p. d. (4 su 10 d'ambo i iati, 1 su 10 a destra); piii spesso pero il ramo emanate da quest'ultimo paio porta anche qualche flbra dal II p. dorsale (5 su 10 d'ambo i Iati, 1 su 10 a sinistra). Le fibre dell'VIII p. c. sono le piii numerose. In un case, al lato destro, lo ' sterno-trochiniano riceveva tre distinti rami, nascenti successivamente, alia distanza di circa 2 cm., dalla branca sottocutanea-toracica. In due vitelli, al lato sinistro (vedi figura) era rappresentata da 2 rami distinti, di cui il primo si com portava normalmente, il secondo riceveva le branche perforanti del II e III nervo interco- stale ; a destra si notavano tre rami successivi, come nel caso pre- cedente, e dei quali il primo era normale, gli altri due ricevevano rispettivamente le branche perforanti del II e III nervo interco- stale. 9° Nervo sottocutaneo toracico {N. cutaneus brachii medialis) (Fig. s. cut. t.) Deriva dall'VIII p. c. e dal I d. (2 su 10 d'ambo i Iati, 2 su 10 a destra) oppure dall'VIII p. c, dal I p. d. e dal II p. d. (6 su 10 d'ambo i Iati, 2 su 10 a sinistra). Contrariamente a quanto si osserva nella II branca toracica inlbriore, coUa quale e confuao a principio, il n. sotlocutaneo-tora- - 247 - cico riceve raolfco fibre dal I p. d., fibre che sono talvolta in egual nuraero di quelle dell'VIII p. c, ma ordinariamente molto piii nu- merose, ed in qualctie caso quest'ultimo paio e rappresentato solo da pochissinie fibre. Quelle del II p. dorsale, quando esistono, sono pochissime, raramente trovansi in quantita rilevante, in relazione al numero delle fibre che lo stesso paio cede al plesso. Si anastomizza talvolta finanche col 6<^ p. intercostale. 10" Nervo per il musgolo gran dorsale {N. thoraco-dortialis) (Fig. gr. dors.) E costituito in gran parte da fibre provenienti dalla branca in- feriore dell'VIII p. c, a cui pero si uniscono, anteriormente, alcune fibre del VII p. c. e posteriormente alcune altre del I p. d. In 1 caso su 10 d'ambo i lati ed in 2 altri su 10 al lato de- stro ed in 1 su 10 a sinistra risultava formato dall'VIII p. c. con poche fibre del VII, senza I'intervento del I p. d.; in quest'ultimo caso, al lato destro, mancava invece il VII p. c. ed era formato dairVlII p. c. con qualche fibra del I p. d. Le fibre del VII p. c. e del I p. d. talvolta costituiscono ri- spettivamente un fascetto clie e eguale a meta spessore del ramo proveniente dall'VIII p. c, in altri soggetti invece danno luogo a dei fascettini molto piccoli, che possono essere ridotti alio spessore di un comune filo di cotone. 11^ NeRVO del MUSCOLO ADDUTTORE del BRACCIO 0 GRANDE ROTONDO {N. suhscapularis inferior). II muscolo adduttore del braccio riceve ordinariamente due ra- mi nervosi, che distingueremo con la denominazione di nervo del grande rotondo proprimnente cletto e di N. accessorio del g^'ande rotondo. a) II nervo del grande rotondo propriayneyite detto (fig. gr. rot.) talvolta e aderente al margine superiore del nervo del gran dorsale per lungo tratto (3 su 10 d'ambo i lati, 5 a destra, 2 a sinistra); tal'altra invece nasce in un medesimo fascio col n. ascellare e n. del gran dorsale ma subito se ne separa e corre isolato (1 su 10 d'ambo i lati, 2 su 10 a destra e 4 su 10 a sinistra). Esso nasce sempre iusierae col li nervo del sottoscapolare e - 248 - deriva dal VI e YII p. c. (4 su 10 d'ambo i lati, 1 su 10 a sini- stra) oppure dal VI, VII ed VIII p. c. (1 su 10 d'ambo i lati, 1 su 10 a sinistra e 2 su 10 a destra) o dal VII ed VIII p. c. (2 su 10 a destra e 1 su 10 a sinistra) oppure dal VII ed VIII p. c. e dal I p. d. (1 su 10 a sinistra) oppure dal solo VII p. c. (1 su 10 a destra ed 1 su 10 a sinistra). b) II n. accessorio del grande rotondo (Fig. a. gr. rot.) e molto pill sottile del precedente ed e da considerarsi come un ramo col- laterale del nervo del grande dorsale. Questo, nei casi in cui porta sul suo margine superiore il n. proprio del grande rotondo, abban- dona I'accessorio di guesto stesso muscolo \n corrispondenza del margine posteriore del m. sottoscapolare; quando invece il n. del gr. rotondo propr. detto e discosto dal n. del grande dorsale il n. accessorio del gr. rotondo nasce piu in avanti ed e meno sottile che negli altri casi. Per Torigine vedi il n. gran dorsale. In 3 casi su 10 mancava d'ambo i lati ed in uno a sinistra. 12° Nervi per il muscolo sottoscapolare {Nn. siibscapulares superiores). II muscolo sottoscapolare riceve tre distinti rami nervosi, che distingueremo come I, II e III nervo del sottoscapolare. a) II I nervo del muscolo sottoscapolare (Fig., sott. scap. I) e il piii grcsso ed e confuse, da principio, col n. soprascapolare. Esse rag- giunge il margine anteriore e la faccia interna del muscolo a cui e destinato, quasi tra ilS^ medio e 1' infer iore, dividendosi in piii bran- che, variamente disposte. Origina dal VI e VII paio cervicale. Le fibre del VI p. possono formare un fascio quasi dello stesso spessore di quelle costituito dalle fibre del VII, ma nel maggior numej'o dei casi danno luogo ad un fascio che varia da un terzo ad un quinto dell'altro. h) II II n. del muscolo sottoscapolare (Fig. sott. scap. II) nasce insieme col nervo del muscolo grande rotondo propriamente detto, ed ha la stessa origine di questo, fatta eccezione soltanto delle fibre del I p. d. che talvolta concorrono a formare quest'ultimo, e che mai le ho viste portarsi anche al muscolo sottoscapolare; inoltre nei due casi (1 a destra, I'altro a sinistra) in cui il n. del grande rotondo originava solo dal VII p. c, il n. del sottoscapolare rice- veva anche fibre dal VI p. c. Spesso il II n. del sottoscapolare e anche accollato al n. ascellare. - 249 - Esso raggiunge, diviso anche in 2-3 o piu digitazioiii, il proprio muscolo tra il terzo medio ed il posteriore circa della larghezza di questo stesso, (3 molto in basso, quasi in coiTispondenza del collo della scapola. c) II /// n. del muscolo sottoscapolar e (Fig., sott. scap. Ill) e nn esile ramellino collaterale del n. circonflesso, di cui ha la stessa origine, e raggiunge il suo muscolo tra la faccia mediale ed il mar- gine posteriore del medesirao, poco al disopra deH'articolazione sca- polo-omerale. In 1 caso su 10 mancava d'ambo i lati, ed in 2 a destra ed 1 a sinistra. 13° Nervo soprascapolare {N. supra o prescapularis (Fig., sop. scap.) Deriva dal VI e VII paio cervicale. Le fibre di quest'ultimo paio sono ordinariamente un poco piii numerose. In 1 caso soltanto concorreva alia formazione di questo nervo anche la branca inferiore del V p. c, mediante poche fibre. 14o Nervo ascellare o circonflesso {N. axillaris) (Fig., asc.) Deiiva dal VI e VII paio cervicale. Le fibre di quest'ultimo paio sono nel maggior numero del casi piii abbondanti, spesso pero sono in eguale quantita, e talvolta si veriflca il contrario. 150 Nervo muscolo-cutaneo 0 brachiale anteriore {N. musculus-cuianeus) (Fig. m. cut.) Risulta dall'unione di due rami: uno molto grosso e lungo, I'al- tro relativamente breve ed esile. II prime porta fibre dal VI e VII p. cervicale, scorre con la branca che questi stessi destinano al me- diano e con la quale e intimamente unite, e, poco prima che detta branca raggiunga I'altra per dar luogo al nominate nervo, si unisce al secondo ramo. Questo scorre con la seconda branca di origine dello stesso mediano, se ne discosta soltanto in ultimo, per un tratto di circa 2 cm., e proviene dall'VIII p. cervicale. E sempre molto sottile, ma talvolta e rappresentato da un esihssimo fila- mento. In 1 caso su 10 a sinistra ed in 1 a destra il ramo dell'VIII p. c. mancava. — 25») — 16" Nehvo radiale o brachiale posteriore [N. racUalis) (Fig., rad.) Risulta daH'incontro di due rami: uno, piu lungo, proviene dal VII p. c, I'altro risulta a sua volta daH'unione di due altri fasci, provenienti rispettivamente daU'VIII p. c. e dal I p. dorsale (3 su 10 d'ambo i lati). I rami che le branche inferiori delle tre dette paia cedono al radiale sono presso a poco dello stesso spessore, pero spesso prevale quello dell'VIII p. c. Spesso, oltre che dalle tre dette paia, origina anche dal A^I p. c, con poche fibre (6 su 10 d'ambo i lati, 1 su 10 a destra) oppure dal VI, VII, VIII p. c, I p. d. ed anche qualche fibra del II p. d. (1 su 10 a sinistra). 17° Nervo cubitale o n. cubito-cutaneo {N. ubiaris, n. cuUtalis) (Fig., cub.) E costituito dall'unione di due rami pressoche eguali: uno pro- viene dalla branca iuferiore dell'VIII p. cervicale, I'altro dal I p. dorsale e quest'ultimo porta anche qualche fibra dal II p. dorsale. Ordinariamente il ramo dell'VIII p. cervicale e il piii grosso, talvolta pero si puo verificare il contrario. Le fibre del II p. dorsale sono sempre poche, ma spesso sono pochissime ed in 1 case, a de- stra, mancavano. 180 Nervo mediano o curito-plantare (i*f. medmrms) (Fig., med.) Risulta dall'unione di due lunghi rami che si riuniscono sotto I'a. ascellare: il primo e meno spesso ed e confuse, come abbiamo detto, col ramo anteriore del n. muscolo-cutaneo, da cui pero in ultimo si separa per circa 2 cm. Esse porta poche fibre dal VI p. c. e le rimanenti dal VII; I'altro, quasi il doppio del precedente, ri- sulta a sua volta dall'incontro di due rami: 1' anteriore di questi, un po' piu spesso, e emanate daU'VIII p. c, I'altro e date dal I p. dorsale e porta anche la maggior parte delle fibre che il II p. dor- sale cede al plesso. L'VIII p. cervicale e quello die in maggiore misura concorre alia formazione del mediano, vien poi il VII p. c, indi il I e poi il 11 dorsale ed in ultimo il VI p. cervicale. Si verifica pero talvolta che le fibre del II p. dorsale sono un po' piia abbondanti di quelle - 251 - del I e quelle del VI p. c. talvolta sono piii abbondanti di quelle del II p. dorsale. In due casi soltaiito, al lato sinistro, mancava il concorso del VI p. cervicale. Credo utile ora, prima di porre termine alia presente monogra- fia, di dare uno specchietto delle origini dei nervi del plesso bra- chiale nel bue, collocandovi accanto un riassunto di quanto si co- nosce negli equidi, affinche, a colpo d'occhio, sia facile valutare le differenze. Devo avvertire che lo specchietto riguardante gli equidi e stato ricavato dalla descrizione dei nervi fatta dal prof. Zimmerl (*), il quale, oltre ad estese osservazioni personali compiute nel Labora- torio di questa Scuola, si e aervito delle ricerche di Chauveau, delle memorie del Barjti e del Caradonn^i, le quali sono state sin da principio citate, e di quanto scrivono nei loro trattati il Martin ed Ellenberger e Baum. Nel sottostante specchietto ho messo le seguenti abbreviazioni : ... d'a. i I. ; ... a sin. ; ... a d., che vogliono significare rispettiva- mente: tante volte d'ambo i lati; tante volte a sinistra e tante a destray sempre su 10, perche dieci sono stati gli animali esaminati. Quantunque in ciascuno dei 10 aniraali siano stati esaminati i plessi di ogni lato, e quindi ogni nervo sia stato osservato 20 volte, io non ho creduto dare la percentuale, poiche il numero delle osser- vazioni non mi e parse ancora bastevole per far questo. (1) Umber to Zimmerl. Trattato di anatomia veteriuaiia. Sistema uervoso. Casa Ed. Dr. F. Val- lardi. Milano, 1911. - 252 - « M a M s — o CQ MM ^ > . > s i > C O l_l ■"^ M M t* f "" -H M -I M ^ H M M > > ^ ■O I— I —■ .~ rt -T ■* 6 S o CO =3 ^' m H-T ;-) »-* m > 0 ^^ ^ flj -^ k _o k ^ t> — i. '^ -I > a 1 ^ 1 > A-^ -^ ^ ^ P S< ^CS 3. M> M * i — M M M " f> t> ^ - ca £ t> ^ -S- ^ MM .- rs " 'w fi, 0 1— 1 -^ C8 N • »H 2!- M (i •-- T3 d ^ u M M M C8 0. 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  • 1 FIKKNZE DIUKTTU DAI, PKOK. G. C H 1 A U IJ O I Le strie olfattorie nel cervello deH'uomo. DoTT. NELLO BECCARI, aiuto (Uou 1 figura) E vietata la liproduzioiie. Verranno pubblicate fra breve alcune ricerche intese ad illu- strare dal punto di vista morfologico e strutturale la sostanza per- forata anteriore del cervello umano. Per tale studio credei necessa- rio, affinche il lavoro riescisse piii completo, raccogliere un buon nuraero di cervelli e stabilire cosi il tipo di forma piii costante. Ne venne di conseguenza che, avendo a disposizione un cosi ricco materiale, io non limitassi lo studio unicamente alia regione che avevo avuto intenzione di illustrare, ma lo estendessi anche a quelle parti che con essa si trovano in pid intimo rapporto. Percio in un ultimo capitolo di quel lavoro esporro anche i risultati delle ricerche condotte con solo indirizzo morfologico sul trigono, suUe circonvoluzioni e sulle strie olfattorie. Desidero intanto render noto separatamente come io abbia tro- vate distribuite nei 50 cervelli raccolti le strie olfattarie sulle quali ho pill specialmente rivolto la mia attenzione. Ricca a tale proposito e specialmente la vecchia letteratura. Metzger, Sommering, Vicq d'Azyr, Valentin, Foville si occuparono con molto interesse di queste strie, che essi considera- rono come radici del nervo olfattorio. Possiamo trovare in essi, e pill specialmente nel Sommering, riuniti e discussi tutti gli Au- tori pill antichi. Io mi limito a ricordare che dai piii e ammessa la presenza di una stria olfattoria mediale ineno sviluppata e piii corta pero di quella esterna (fa eccezione il Valentin che la ritiene poco ma- nifesta). La stria laterale e da Metzger e Summering ritenuta piii costantemente indivisa, mentre Vicq d'Azyr la figura duphce e chiaraa il ramo posteriore radice interna lunga. Neppure i trattati moderni sono concordi. Ritengono la maggior parte che la stria la- terale sia unica, ma ammottono alcuni (Schwalbu, Oborsteinor, 256 - Dejerine) la sua duplicita. E' spesso ricordata una stria mediale che si perderebbe sullo spazio perforate. Senza entrare ora in discussioni che verranno esposte nel la- voro definitivo premetto che io considero le strie ben distinte dai rilievi corticali sui quah sono adagiate. Seguendo Retzius, van Gehuchten e Dejerine chiamo i rilievi circon voluzioni ol- fattorie, (mediale e laterale). Schema delle strie olfattorie nel cervello dell'iiomo. ae, stria accessoria laterale; am, stria accessoria mediale; d, solco diagonale ; e, emiiieuza paraolfat- toria ; la, stria laterale anteriore ; Ip, stria laterale posteriore ; m, stria mediale ; p, solco paraol- fattorio anteriore ; t, tratto olfattorie. Per le strie mantengo le denominazioni: S tria olf. laterale ; e Stria olf. mediale ; mentre non parlero di stria olfattoria media. La stria olfattoria laterale potra essere in di visa, parzial- mente divisa, e totalmente divisa. In quest'ultimo caso avre- mo una: stria olfattoria laterale anteriore ed una stria olfattoria laterale posteriore. Quando esistono, e si vedra con quale frequenza, potranno es- sere ricordate una : stria olfattoria laterale accessoria ed una stria olfattoria mediale accessoria. 1. Strie olfattorie mediali. Dissc il Vicq d'Azyr che la radice interna breve era un fa- st;etto molto corto, come una propaggine mediale del nervo olfat- - 257 - torio. Ho veduto la stria raediale con questi caratteri in 83 emi- sferi su 100 (46 cervelli su 50). In 7 emisferi mancava qualnnque accenno ad una stria mediale : i fasci bianchi del tratto olfattorio giunti sul trigono si raccogl evano manifestaniente boltanto in una stria laterale. Questa e la disposizione flgurata nella Tav. Ill e VI dal Sommering. In soli 8 emisferi la stria mediale era piii sviluppata del nor- maie ; decorieva sulla circonvoluzione olfattoria interna lino in vicinanza del punto in cui questa uliima si confonde con la piega fronto-olfatto-iimbica. La stria olfattoria raediale varia quindi poco per presenza e forma. Nel 93 % degli emisferi esaminati, quando piia quando meno appariscente, pur tuttavia esiste. Nel niaggior numero dei casi ap- pare come una corta propaggine bianca (lunga 1-2 mm.) la quale partendosi dalla parte mediale della estremita posteriore del tratto ol- fattorio si perde sulla origine della circonvoluzione olfattoria mediale. 2. Strie olfattoeie laterali. Le strie olfattoria laterali presentano una varieta di aspetto e di distribuzione molto piia considerevole delle strie mediali. Sono sempre piii sviluppate e si scorgono sempre dibtmtamen- te sulla circonvoluzione olfattoria laterale dove appaiono, per usare unaantica espressione, come dipinte. II variare della disposizione delle strie olfattorie dipende principalmente dalla tendenza delle strie a scindersi in fascetti separati. Parleremo per que«to, come ho gia detto, di stria olfattoria laterale indivisa, parzialmente divisa e totalmente di- visa. Seguendo quindi I'enunciato concetto, i casi raccolti possono essere divisi, rispetto al comportamento della stria laterale, in tre grandi gruppi: 1." Emisferi con str. olf. lat. indivisa, 2.0 J, ,j „ jj jj parzialmente divisa, 3." „ „ „ „ „ totalmente divisa. 1" Gruppo. Emisferi con stria olf. laterale indivisa. — La stria olf. lat. era indivisa in 52 emisferi, complessivamente in 31 cervelli. Di questi 31 cervelli, 21 avevano la stria laterale indivisa da ambo i lati ; 10 da un sol lato e precisamento 4 dal lato destro e 6 da quello sinislro. — 258 - E importante conoscere come era la stria laterale del lato opposto. Ebbene in 4 cervelli esisteva diiplicita parziale in 6 du- plicita totale. 2° Gruppo. Emisferi con stria olfattoria laterale parzialmente diV'isa. — La varieta consiste nell'essere la stria divisa in due fa- scetti soltanto alia sua origine dal tratto olfattorio. Oltrepassato di poco il trigone i fascetti tornano a riunirsi e la stria arriva indivisa al polo anteriore del lobo sfenoidale. Gli emisferi con questa varieta erano soltanto 16; 4 soli cer- velli avevano la duplicita bilateralmente. Degli 8 cervelli con la stria parzialmente divisa da un sol lato, 2 avevano la varieta a de- stra, 6 a sinistra. La stria laterale del lato opposto in 4 cervelli era indivisa; in 4 totalmente divisa. Per quanto esiguo, il gruppo dei cervelli con stria lat. parzialmente divisa e molto omogeneo. Si puo, in altre parole, ritenere che i casi siano realmente simili, che, cioe, in ciascuno la varieta possa essere interpretata come tendenza alia scissione di un medesimo fascio. 3° Gruppo. Emisferi con stria olfattoria latetrile totalmente divisa. — La stria laterale si scinde in due strie secondarie che possono essere chiamate: stria olf. lat. anteriore, e stria olf. lat. posteriore. Le strie in qualche case sono di grandezza quasi eguale e si seguono entrambi fino al polo anteriore del lobo sfenoidale, oppure una e piu cospicua (I'anteriore) e niggiunge sola il lobo sfenoidale ; I'altra piii sottile si perde sulla circonvoluzione olfattoria laterale. Si comprende quindi come sia possibile che in questo gruppo siano stati riuniti casi non del tutto analoghi. Questo errore inevitabile spiega forse la sconcordanza che si manifesta nel rapporto fra il numero dei casi di ciascun gruppo. Nei 50 cervelli da me raccolti 32 emisferi avevano la stria olf. laterale totalmente divisa. 11 cervelli avevano la varieta dai due lati. Dei 10 cervelli asimmetrici : 4 avevano nell'emisfero op- posto la stria laterale parzialmente divisa, 6 indivisa. La stria di- visa era a destra in 8 cervelli, a sinistra in 2. 259 — 3. Strie olfattorie agcessorie e sfioocamenti. In 4 casi esisteva un fascetto bianco sottile molto netto il quale partendosi dal punto di origine della stria laterale, sul suo margine interno, traversava obliquamente il trigone daU'esterno verso I'interno e dall'avanti all'indietro e si sperdeva sulla circon- voluzione olfattoria mediale in prossimita del solco paraolfattorio anteriore lungo il quale per breve tratto decorreva parallel©. Ho chiamato questa stria: stria olfat tori a mediale ac- cess oria. In un solo cervello era bilaterale. In questo anche le altre strie erano simmetriche e le laterali erano totalmente divise. In uno dei due cervelli asimmetrici la stria accessoria era a destra, nell'altro a sinistra. Nel primo caso la stria laterale era totalmente divisa, nell'dltro parzialmente. In due soli emisferi esisteva una stria sottile che, partendosi dall'estremita posteriore del tratto olfattorio da un punto analogo a quelle dal quale si stacca la stria mediale accessoria, giunta in vicinanza del solco paraolfattorio anteriore, invece di piegare me- dialniente, piegava verso I'esterno per poi perdersi sopra la circon- voluzione olfattoria laterale dopo un breve tragitto paralleio alle altre strie laterali. Ho chiamato questa stria: stria olfattoria laterale accessoria. Probabilmente fu veduta dal Sommering il quale ricorda come possibile la presenza di una terza stria. La stria laterale dei due emisferi, entrambi sinistri, in uno era parzialmente divisa, nell'altro totalmente. In un cervello si notava a destra uno sfioccamento di fibre, il quale, originate dal margine interno della stria olfattoria laterale indivisa, si perdeva sul trigone e sulla circenvoluzione olfattoria laterale prima di raggiungere il solco paraolfattorio. In un altre cervello le sfioccamento era a sinistra. La stria laterale era total- mente divisa. A me sembra che la presenza di strie accesserie rappresenti una maggier tendenza delle strie a scindersi in fascetti secondarii. In un numero di casi di pece superiore al 50 Vo la stria olfat- toria laterale nel cervello umano e indivisa. Quande esiste divisiene si formane due strie secendarie che pessono essere chiamate stria olfattoria laterale anteriore e stria olfattoria laterale posteriore. - 260 - Le due strie o sono ugualmente sviluppate e allora entrambi raggiungono il polo anteriore del lobo sfenoidale ; oppure la poste- rjore e piu ridotta e si perde sulla circonvoluzione olfattoria la- terale. A queste strie di presenza costante si aggiungono a volte strie accessorie. Nel 2 7o ^^^i casi esiste una stria olfattoria lateral e ac- cessoria; nel 4 o/o una stria olfattoria mediale accessoria. In rari casi (2 7o) dalla stria laterale parte uno sfioccainento di fibre che si perde sul trigone olfattorio. La stria olfattoria mediale in 83 emisferi su 100 e corta, poco distinta e non presenta varieta apprezzabili. Nel 7 % iwanca completamente ed e piia sviluppata nell' 8 7o- Autori citati 1. Dejerine J. — Anatomie des centres nerveux. — Tome i-2, Paris, 1S95-1902. 2. Foville M. — Trait6 complet db rAnatomie, de la Physiologie et de la Pathologie du systeme ner- veux c6rebro-8pinal. — Paris, Fortin. Mass. e C. 1844. 3. (lehuchten (van), A. — Anatomie du systeme nerveux de I'horame. 4. me Edition. — Luvain 1906. 4. Metzger Daniel. — Nervorum primi paris historia. — Script, nevrol. tuin. selecti s. Opera min. ad anat., phisiol. et patholog. nerv. sped., T. 1, pp. 108-126. Lipsiae, 1791. i. Obersteiner Heinrich. — Auleitung beim Stndiuiu des Baues der uerviiseu Centralorgaue im gesunden und kranken Zustande. — Leipzig u. Wien. F. Deuticke, 1892. 6. 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Questo conti- nente " Olartide „, che aveva realmente una fauna di clima tem- perate, la quale poteva migrare dall'Eurasia in America e viceversa, sia per il ponte dell'estremo oriente che per quelle dell' Atlantico (quest'ultimo pero non e ammesso da tutti i geologi), spiega come i Camelli d'origine aiaericana passarono nell'Eurasia, e cosi probabil- mente gli Equidi e altre famiglie, mentre i Cervidi, i Bovidi e altri facevano il cammino inverse. Quando poi il chma divenne piii freddo, le faune eurasiatiche e nord-americane dovettero discendere vei'so il sud, mentre erano gia scomparwi o scomparivano gl'istmi di passaggio fra 1' uno e I'altro continente: onde al pliocene tro- viamo che si sono formate linee parallele di Equidi, Camelidi, Cer- vidi, Felidi, ecc. in America e neU'Eurasia, discendenti dai mede- simi progenitori circumpolari. Al pliocene avveniva la riunione delle due Americhe, e cosi troviamo queate forme parallele sino all' e- stremo sud, le quali peraltro non indicano nessun poliflletismo, co- - ^70 - m' e stato preteso senza successo da qualche paleontologo, e ac- colto frettolosamente dagl' incompetenti: paladini delle novita meno accertate non mailcano mai, e se si dovesse tener con to delle loro predilezioni la scienza sarebbe alia merce del dilettanti. Se I'antropogenesi fosse avvenuta in modo somigliante a que- sto accennato, sarebbe sempre monofiletica: vuol dire che si sareb- bero avuti i precursori nell'Olartide; ma, mentre per gli altri ani- mail citati, cio si ammette in base a documenti positivi, per I'Uomo sarebbe completamente gratuito. Specialmente rAmeghino(') non sarebbe soddisfatto di tale ipotesi, poiche egli farebbe valere I'as- senza completa di reperti fossili sia di Primati superiori che del- rUomo in tutto il Nord-America, e continuerebbe ad ammettere il centre di forraazione nel Sud-America senza curarsi dell'Olartide. Del resto quest' ipotesi dell'origine boreale deH'Uomo, sebbene ventilata da diversi antropologi, non e stata presa in considerazione dai paleontologi, tranne ultimamente dal Branca (^), il quale ha accennato alia possibilita che i nostri antenati siano sepolti sotto i ghiacci della Groenlandia o altro site polare. Anche il centre di formazione sud-americano andrebbe inteso in sense monogenico per tutta I'umanita, secondo ]' Ameghino (■'). II suo schema e il seguente : un Homosimius sarebbe passato dal Sud-America in Africa nel miocene inferiore o prima, poiche nel miocene superiore manca ogni connessione fra i due continent! au- strali: esse avrebbe date origine alio Pseudohomo Heiclelhergensis deha Paleogea; mentre Homo si sviluppava nella Neogea, o meglio si era gia sviluppato dui'ante il pliocene. Da esse deriverebbero da un lato H. ater (Negro-Australoides), da un altro H. sajjiens, il quale si suddivide in H. 'primigeniiis^ cioe il Neandertal, e Home sapiens propriamente detto (Caucaso-Mongolicus). Come si vede e uno schema dicotomico ma non pohgenistico : di questi schemi (e pii^i facilmente ancora di pohgenistici) se ne possono ideare raolti a titolo di svago o distrazione, ma non si sa con quanta utilita. La regione scelta dall' Ameghino ha poi questo svantaggio zoo- geografico — agli occhi dei vecchi paleontologi — , cioe, che essa presenta una fauna in ritardo su quella del vecchio continente nei period! paleontologici, sebbene dall'Ameghino si voglia sostenere il contrario, e anche il Sergi ammetta la precedenza deiruomo (1) Correggeudo le bozze appieiido con dolore la perdita dell' emiBeuto scienziato argentiiio. (2) W. Branca. — Der Stand nnserer Kenntnisse vom fossilen Menschen. — Leipzig, i9iO, p. 64. (■*) n. Ameghino. — Les formations s^dimentaires du Cr^taci' siiiicrienr ct du tcrtiaire dc Patagonie. — Anal, del Museo nac. de Btienos Aire.t, 1006. - 271 - sudamericano, cio die, come vedremo piu avanfci, non e necessario. Per quest' ultimo punto il Morselli — e io gli fo plauso — non esita a dichiarare, che si tratta di " ipotesi azzardosissime, poco consistenti fmo ad oggi, costituenti anzi un pericolo per I'Antropo- logia scientifica „ (0; tanto piii che facilmente le accolgono gl' ine- sperti, 0 anche persone, quali il Rutot, molto autorevoli, ma troppo proclivi alle novita impressionanti. Per quanto io non sia sospetto di tenerezza per la discenden- za diretta dagli Antropoidi, avendola gia combattuta (-), e in cio mi trovo d'accordo col Branca, riconosco la giustezza delle critiche iatte dallo Schwalbe C), dal von Luschan (*) e dalBrancame- desimo C) all'Ameghino, che utilizza le scimie inferiori come pro- genitrici — e non puo fame a meno, poiche nel Sud-America non vi sono altre forme di Primati, a meno che non s'inventino, il che pure da altri e state tentato come vedremo piii avanti. Altresi mi seml)rano molto conclusive le esperienze del Friedenthal C^) sul- I'affinita del siero del sangue degli Antropoidi e dell'Uomo, pur te- nendo fermo il concetto che il philum antropoideo e il philum uma- no sono ben distinti, conforme la teoria neomonogenista. Questa teoria ci da una visione abbastanza hmpida deU'antro- pogenesi ; ma, secondo la nostra opinione implicando il concetto ortogenetico, ci vieta dallo sceghere come cuUa dell' umanita una regione in cai — a parte cio che e state asserito per il ritardo di altre serie animali (') — certamente la linea direttiva del nostro philum e rimasta interrotta a molta distanza e le collaterah man- cano del tutto, cosicche, come dice il Branca, e I'ultima regione alia quale razionalmente si possa pensare. Ad ogni modo discutia- mo questa pretesa precedenza deirUomo sud-americano. La riunione fra le due Americhe essendo gia avvenuta al plio- cene, a rigore anche a quell'epoca — tanto piii poi al quaternario (') E. Moisolli. — Autropologia generate. — Torino 1910, p. t0r>9. (-) La inia posizione e stata molto bene lioonoscintii dallo Zanolli. L'litica alle lecenti teorie siiU'origine deH'uomo. Fadova 1909, p. 14. (■') G. Suhwalbe. Studien zur Morphologle der siulanierikauisclien Piimatenform. Zeit. f. Morph. M, Anlhrop. XIII, 1910, fasc. 2"^'. (*) Zeitsch. f. Ethnol. 1910, faxc. VI, p. 93S. Nolla diseiissioue a proposito della Comuuieazioue di M. Fi-iedouiauu, Voilage eiues Gipsabgusses des Schiideldaehe.s von Dipiothomo plateusis Ame- gbiuo. Ibidem. (S) W. Branca. Op. cit. p. 41. 0') H. Friedenthal. Die Stelluug des Meusclien ini zoologi.scheu System. Zeitsch. f. Ethnol. 1910, fasc. VI, p. 989. Vedi anche F. Kaffaele. L' iudividuo e la specie. Falermo, Handrou, pcuj. 165 e negg. Q) A. Gaudry. Sur le berceau do I'humanite. Gongrea internat. d'Anthrop. et d'Archeol. prehist. Compt. rend, do la, XIIl^ aosslon (Monaco 1906), t. I, p. 163. Monaco 1907. - 272 - — potrebbero trovarsi nell' America australe I'uomo o il suo ])re- cursore, provenienti da altri continenti. Infatti e stato ammesso dal Lehmann-Ni tsche I'uomo terziario sud-americano, H. neogaens, senza il coroliario, che altri ne trae indebitamente, di faiio deriva- re in situ. Un atlante appartenente appunto al pliocene di Monte Hermo- so si conserva da molti anni nel Museo di La Plata, e soltanto ul- tiniamenbe e stato stadiato daU'Araeghino e dal Lehmann- Nitsche. Senza entrare in dettagli anatomicl (M, I'essenziale e che quest'atlante e un po' piu piccolo e piii tozzo di quelle dell'uomo attuale, con superflci articolari superiori irregolarmente ovoidali e a direzione quasi orizzontale, cio che secondo il Lehmann-Nit- sche indica che il peso soprastante doveva essere relativamente piccolo. Paragonato con la prima vertebra degli Antropoidi appare molto diverse: il suo aspetto e invece cosi umanoide che il Ver- neau ha detto di poterne trovare di simili a Parigi senza alcun dubbio. Tuttavia il Lehmann-Nitsche crede che cio sia possibile per molti caratteri, ma non per tutti: in ogni case sarebbero certi indigeni sud-americani che avrebbero conservato la rassomiglianza maggiore con questo lore antenato terziario (-), la cui statura do- vrebbe essere stata alquanto pii^i piccola, forse pigmea. Del resto scheletri umani di statura molto piccola sono stati trovati dall' A- meghino in epoca piu tardiva, come diremo piii avanti, e non e escluso che quest'atlante, come quella moneta romana trovata in fondo a una tei'ramara, si sia insinuato in qualche frattura e cosi sia disceso entro uno strato pii^i basso che quelle in cui originaria- mente si trovava. Ma I'opinione dell'Ameghino e tutt' altra e molto originale. Egli riunisce quest' atlante a un piccolo femore fossile, scoperto uella stessa formazione, ma in altra locahta: con queste due ossa egli ha create un nuovo animale, il Tetraprothomo argentinv.s, che nella serie ipotebica del precursor! deU'Uomo scenderebbe, come dice il nome, al quarto posto, quindi lontanissimo dall'Uomo. Seb- bene il femore sia incomplete, gli si puo assegnare, completandolo, una lunghezza di 185 mm., laddove quelle dell' Uomo in media e (') Per qnesti vedi : Fl. Aiuegliino. Notes preliminares sobrt- el Tetraprothomo argeutiuus. .lmo7. del Mvseo nac. de Buenos Aires XVI, 1907 .- e R. Leli in an n - Kitsch e. Nouvelles recherches sur la formation pampdenne et Ihorame fossile de la Kepuliliiiiie Argentine. Jiev. del 2luxeo de La I'lata XIX, 1907. (-) Non conviene fare molto assegnameufco su quest'atlante, esseudovi delle iucertezze sulla sua provenienza ; vedi : F. F. Outes e C. Brnch. Los Aborigenes de la Roimblica Argentina, liuenvf MreK. I'.nu, p. :S'.K - 273 - lungo 460 mm.: cio nonostante TAmeghino con molta abilita (*) aostiene che esso sia appartenulo a un animale eretto, alto circa 1 meti-o. Fig. 1. — Fuiuore di Monte Hermoso (parte supeiiore liccistrnila) - ':; jiv- 'mt- ('l^i F'- AiiifnliiiioK Disgraziatamente questa sua creazioiio non e durata piiuli qnalche anno, poiche i suoi colleghi paleontologi sollocitamente gliel'hanno demolita. L'Abel (-)sin dal 1908 ha mostratn, che il femore di Monte Hermoso presenta la sua maggiore rassomiglianza non col femore umano ma coi femori dei grandi Lemuri del Madagascar, fignrati dal Grand idler, per cui lo assegnerebbe al medesimo sott'ordine dei (1) Vedi il mio riassunto ; Un nnovo precursore (lelluoino, Tctrupiotlioiuo argeiitimis. — Riv. d'ltalia, XII (I'JOO), fasc, I « Jiassegna scientifica », con figure. ('-) Yerhandl. der zoolog.-botan. Genellschaft. Wien, LVIII (iOOS), p. 3S. - 274 - Primati. II Branca (') con molti raffronti trova impossibile che il femore e I'atlante appartengano alia medesima specie, e poco soste- nibile anche che siano da riferire al medesiin(D genera : quindi di- chiara inesistente il TetraprotJiomo argentinus. La stessa incongruenza fra le due ossa e messa in rilievo dal Morselli (-) e dal Friedernann (^), Questi trova la snperficie articolare del femore (vedi fig. 1) di una forma stranissima per nn Primate, cioe I'articolazione del ginocchio in forma di un solco che ricorda piuttosto la disposizione dei Felidi e dei Canidi : anche I'a- spetto tozzo e robusto conferma questa interpretazione, la quale ronde inutili tutti i lunghi ragionamenti dell'Ameghino, che ap- paiono anche sforzati. Per I'atlante il Branca aderisce al giudizio nnanimo che sia umano. Che non lo sia e sostenuto soltanto dal Sergi, il quale accetta completamente le idee dell'Ameghino, che gli hanno fatto intravedere, com' egli dice, " un nuovo mondo „, cioo che anche I'America del sud abbia avuto i suoi Antropoidi di grande dimen- sione corrispondenti a quelli della Paleogea, un ciclo completo di evoluzione sino all'uomo (^). Uno di questi Antropoidi sarebbe ap- punto date — nonostante la contraria dimostrazione fatta dal Branca — dal femore e daU'atjante dei quali si e parlato. Ma il fossile piia importante, secondo il Sergi, e rappresen- tato da una calotta del Pampeano medio (pliocene inferiore se- condo I'Ameghino, quaternario inferiore secondo molti altri), che I'Ameghino ha esumato dal porto di Buenos Aires e battezzato come Diprothomo platensis. II Sergi riferisce gli apprezzamenti dell'Ameghino e conclude: " II s'agit, comme on voit, d'un an- thropo'ide de grande dimension ayant un crane superieur a celui du Pithecanthropus. Mais ce qu'il importe le plus de savoir c'est que les formes de ce crane-ci sont typiquement identiques a celles des singes americains vivants et fossiles „. Approva pienamente I'analisi e la ricostruzione fatta dall'Ameghino " seulement il a le tort, dans la restauration de la face, d'y mettre des dents humaines ,,. Invece e Tunica cosa che I'Ameghino abbia indovinato : lo Sch- waibe, il von Lnschan, il Lehman n-Nitsche citati, coloro che hanno visto la figura, il gesso o I'originale della calotta del porto (■) ^\'.- Branca — Op. cit., p. 36 e segg. (-) E. Morselli. — Op. cit., p. i061. (S) M. FriedeTuann. — Loc. cit.. p. 935. (*) G. Sergi. — Pak^oiitologie siift-aini'Micaiiu'. « Scicatia » UiviMa di. Seienza. anno IT (lUlO). Vol. VIII, K. -1, p.471. - 275 - di Buenos Aires, sono tutfci unanimi nel dichiarare che non ha nulla neanche di lontanamente scimmiesco ; e se il Sergi si raeravigiia che un morfologo possa scambiare per umana una callotta di antro- poide, lo Schwallje a sua volta dichiara che si tratta di " Phan- tasiegebilde „ C), e noi aderiamo a! suo giudizio senza riserve. Si puo affermare che alio stato attuale della scienza si ha la massima probabilita — e possiamo anche dire la cerlezza — che questi Antropoidi sud-americani dei ([uali parla il Sergi (a onor del vero I'Ameghino ha parlato sempre di Ominidi) non sono niai esistiti. Soltanto la luro esistenza e necessaiia per il poligeni- srao, vale a dire per niettere nel Sud-Aaierica I'origine e lo sviluppo di un philuni distinto dell' unianita. Ma il monogenisnio, che noi seguiamo, e neanche la scienza, non possono avere di queste tene- rezze subiettive, non possono scambiare un pio desiderio per la realta: tutto questo sforzo poligenistico sud-americano e condan- nato a restare sterile e senza av venire, e una pagina che sara quanto prima cancellata e che sarebbe state meglio non fosse stata mai scritta. A cancellarla da niano lo stesso Sergi, sebbene in un mode molto strano: " io credo, ha scritto in una sua opera posteriore ('), die I'atlante e il femore attribuiti ad un precursore dell'uomo, e detto Tdraprothomo, possono riferirsi al BiprotlLomo platensis; cioe I'uno e I'altro sarelibeiT) lo stesso animale „. Ma la calotta del Dvpro- thoinu, pur essendo incompleta, cioe ridotta alia parte anteriore, raisura in proiezione 162 mm., e nella curva 190 ram., mentre il femore di Monte Hermoso ricostruito della parte mancante misura 185 mm. Basta enuiiciare queste cifre, per scorgere subito tutta la leggerezza di una simile asserzione, la quale uUimamente non e piii riapparsa; cosi il Sergi ha finite col dare la calotta in discorso come appartenente agli Hominidae C), e, immagino, coi relativi denti umani. Di questo mi rallegro, poiche, come praticava Saturno coi suoi hgli, tutto rientra nel nulla. Allora bisogna concludere che, da una parte resta la lacuna fra lo Platirrino fossili americane {HomimciUu!^, HornocejUfus, An- thropops) e I'Uomo — dal memento che gli sforzi per cctlmarla hanno condotto al piu visibile insuccesso scientifico — ; e dall'altra non si (1) O. Sckwalbo. — Xachtrag zu meincr Arbeit: Ueber Aincijkhio's D 'q> ruth omo platensis. Zeitsuli. f. Morph. n. Autlirop. Brt. XIII (1911), Heft 3, p. 539. (-) G. Sergi. — L' noiuo. — Torino p. 63. L9H. (*) G. Sergi. — Siil Diprotlioiiio iilatcnsis. AiiR'^liiiio. — luvisla di Antropol. « At(i Soc. Worn, dl Anlrcp. » fane. I, p. 121, lOli. - 276 - comprende perche non possa esser giunto TUoino iiel Sud-America da altri continenti, dove il suo «viluppo sembra piii razionale ('). L'Holmes crede die rAmerica fu I'liltima sede a essere rag- giiinta dair Uomo nella sua piii antica peregrinazione ecumenica, e iens. Tntrodnzione al Cofao di aut.iopologia, » (-) W. Holmes. — Some Problenis of tlic Anii^ricaii Uaro. — American Anthropologist 19iO, n. ?, p. no. ( ) \V. lira ma. ~ Op. cit. p. 11. {■') Til. A rid I. — Palii()j,a(n;ia)>liiscdie.s ziiiu Slainnibauiu ect. Lot, cit. p. 72. - 283 - bien ici le centre d'apparition, diversification et dispersion du genre humain „. Noi veramente abbiamo ridotto a due quei cinque tipi sopra enumerati, sembra in ordine cronologico (il che e strano per H. si- nemento, che essendo del pampeano inferiore non doveva essere messo in ultimo), ed e probal)ile che molti antropologi saranno di questo parere. Due soli tipi, quindi, non possono rappresentare il massimo sviluppo e differenziamento del genere umano, tanto piii che uno di essi, H. pampeus^ sarebbe secondo io stesso Ameghi^io " tres generalise „, e come tale anzi e da lui designate alia fun- zione di precursore diretto del genere umano. Sebbene quanto precede mostri chiararaente cbe noi siamo ben lontani dall'attribuire tale missione a H. pampaeus, e abbiamo gia detto che la stessa statigrafla dell'Ameghino lo fa piu recente di H. sinemento (onde sorgerebbe la domanda: chi ha dato origine a quest'ultimo?) ; tuttavia riteniamo del maggiore interesse esporre come un paleontologo cosi esperto sia giunto a questo giudizio su H. pampaeus, tanto piii che gli antropologi non si sono mai accor- dati sul significato da dare al tipo generalizzato, e qualcuno anche ne ha negatu I'esistenza. Nella volta del cranio, dice I'Ameghino, la generahzzazione consiste neH'appiattaraento che pii^i o mono presenta la generalita dei mammiferi. La specializzazione consiste nel cranio alto a volta molto convessa, sopratutto nella parte anteriore, quest'ultimo ca- rattere essendo proprio delle razze uraane piii elevate. H. pam- jjaeiis, col suo cranio eccessivamente piatto, quasi senza fronto, e fra gli Ominidi una forma altamente generalizzata. Nel contorno orizzontale del cranio la speciahzzazione va dal cranio stretto e allungato della generalita dei mammiferi e dei primati inferiori ai crani larghi e corti delle razze umane superiori che per tale rispetto presentano il piii alto grade di specializzazione. II cranio di JSTecochea, eccessivamente lungo e strettissimo, rappre- senta uno stadio generalizzato comune a tutte lescimie del Nuovo Mondo e a molte di quelle dell'Antico. Nella regione sopraorbitaria la visiera appare con la costitu- zione del gruppo dei Primati, in cui e un carattere generalizzato. La specializzazione si e prodotta in due direzioni divergenti. Una di queste e 1' ispessimento neandertaloide, il processo vei'so la " be- stializzazione „, come gia e state accennato. Nell'altra direzione si e avuta invece la tendenza alia scomparsa della visiera, come con- seguenza dello sviluppo dei lobi frontali, scomparsa che e stata rag- - 284 - giunta nelle razze umane superiori e anche in parecchie scimie sud-americane. H. Pampaeus. meiitre possiede una visiera, non pre- senta neanche I'inizio di sporgenze sopraorbitarie, onde e per tale riguardo il tipo' umano piii generalizzato sinora conosciuto. Le orbifce grandi, tanto alte quanfco larghe o piu alte che larghe, sono la conformazione propria ai Priuiati in generale e per conse- gaenza rappresentano il carattere generalizzato. La specializzazione consiste nella diminuzione della grandezza delle orbite, e sopratutto nella loro diminuzione in altezza e nel loro allargamento trasversale come si vede nelTuomo attuale : un grade estremo e raggiunto nel ben note " vecchio „ di Cro-Magnon. L'Uomo di Necochea con le sue orbite grandissime e piu alte die larghe e dunque un tipo ge- neralizzato. Nella conformazione delle ossa nasali la generalizzazione con- siste nella loro continuita coi frontali, come nella maggior parte del mam mi fori. La specializzazione consiste nel cambiamento della (lirezione, per cui la parte superiore del nasali si infossa e 1' infe- riore si fa sporgente. L' infossamento della regione del nasion, partecipandovi anche la parte piu inferiore del frontale, raggiunge il raassimo grado di specializzazione negli Australiani, e anche in parecchie scimie del Vecchio Continente. L'Uomo di Necochea, coi suoi nasali suUo stesso piano obliquo che la parte inferiore del frontale e senza infossamento nella regione del nasion, e il tipo umano pii^i generalizzato che si conosca. Per cui I'Ameghino conclude, che H. pampaeus ^qv \ suoi ca- ratteri generalizzati e un tipo che riunisce tutte le condizioni ne cessarie di organizzazione per aver potuto dare origine " non seu- lement aux difterents peuples d'Amerique, mais aussi aux anciennes races fossiles d'Europe, avec la seule exception de Homo (Palaeaii- thropiis) heldelbergensis, qui represente une branche laterale do I'humanit^ qui s'est separee de tres bonne heure et qui s'est eteiiiLe sans laisser de descendance „. II cranio di Gibraltar o Gibiltei'i-a (il prime nome fu gia adoperato dal De Quatrefages) per le sue or- bite, e Galley-Hill per altri caratteri, presentano — egli aggiunge — dei rapporti con H. pampaeus, ma lo hanno gia sorpassato per la loro pill avanzata specializzazione. Questa esposizione dei caratteri di generalizzazione fatta dallo Ameghino ha un'impronta veramente magistrale, mostrando il naturalista provetto che sa giustificare obiettivamente cio che afferma, e il polemista geniale che non si perde nelle piccole scher- maglie, ma affronta la quistione in tutta la sua ampiezza, con una - 285 - chiarezza meiitale cho potrebbe proporsi a modeilo. A questa prima impressione deve seguire pero qualche riflessione. La pill ovvia a proscntarsi c cho I'Amegliino ha omesso qual- che cosa, della quale pure doveva occuparsi: infatti egli non ci dice nulla della mandibola! Le mandibole di Necochea n. 2, e di Miramar hauno una sporgenza mentoniera Ijene sviluppata. Dol)biamo ritro- vare in uu'altra pubblicazione cio ch'egli pensa della mandibola. Occupandosi di //. sinemento egli dice che questi ha una man- dibola ortognata, essendo i denti impiantati verticalmente, onde ne deduce che I'assenza del mento non e un caiattere scimmiesco, poi- che in tal case dovrebbe senipre essere acconipagnata dal progna- tismo ('), 0 meglio profatnia inferiore. I due fatti iuvece non hanno nessuna relazione necessaria tVa di loro, e cin si comprende, per- che secondo I'Ameghino, ne I'uno ne I'altro sono caratteri eredi- tati da antenati scimmieschi, ma sono caratteri acquisiti seconda- riamente, e quindi I'uno puo aversi senza I'altro. L'assenza del mento e la profatnia inferiore (che egli chiama prognatismo) sono specializzazioni ; questo credo che sia il suo pensiero. Egli anirnette bensi — e non potrebbe non ammetterlo — che le scimie hanno il mento sfuggente con sporgenza dei denti, ma in modo indipen- dente, pohflletico, come abbiamo visto per le arcate sopraorbitarie. Non ci dice pero qual'e il carattere generalizzato : che sia I'orto- gnatismo e il mento sporgente dell'Uomo di Necochea stentiamo a supporlo. Un'altra lacuna troviamo a proposito dell'apertura nasale : e evidente che I'Ameghino non potrebbe dire che la leptorrinia rap- presenta la condizione piii generalizzata nei Mammiferi e nei Primati, e che percio H. pampaeus e un tipo generalizzato. La dimostrazione dell'Ameghino dunque, cosi seducente nelle sue linee generali, non e in tutto perfetta, e non crediamo che sara adottata in antropologia, ne dai monogenisti ne dai pohgenisti, seb- bene si vada disegnando fra questi nltimi un' " Ameghinofilia „, che forse I'Ameghino stesso ripudia e non a torto. Non e guari, lo Zaborowski ha potuto dire di queste nuove scoperte sud-americane : " Elles constituent en eflfet, I'argumeni actuellement le plus perentoire en faveur du polygenisme „ (~). Quando dieci anni fa egh stesso aveva sentenziato : " Le fils d'un pere indigene de Java n' a pu naitre au p(Me „, probabilmente, se (') M. AmugUiuo. Desciibiiiuieuto de dos es(iuelettos occ. Loe. r.li. p. o, dell'estratto, (-) Bull, et Mem. tioc. Anthrop. de Faris, i910, p. 2'2iK - 286 - qualcuno gli avesse domandato, se un tale figlio poteva nascere alia foce del Pl.ita, avrebbe risposto di no, con lo stesso tono di chi non ainmette il menonio dubbio. Ci permettiamo anche di cre- dere che la sentenza di dieci anni fa, in favore del centre antro- pogenico tropicale, sarebbe stata piii appropiiata come professione di fede di un monogenista, anziche di un poligenista, quale lo Zaborowski dice di essere sempre stato, ne lo metto in dubbio, data la stima che ho per I'eminente niio collega. Ma non dispiaccia alio Zaborowski, dal memento che il auo giudizio (sempre autorevole) non e quelle di un neoilta - e si sa che I'opinione dei neoflti ha uii'importanza molto minore, per I'ine- sperienza — , di prendere nota di questo, che lescoperte dell' A - meghino hanno cosi poco di perentorio in favore del poligenismo, che I'Ameghino stesso non arriva nean(;he a immaginare in quale altra parte del mondo, fuori che nell'Argentina, possa essere nato un altro Uomo. In altre sedi egli non trova che branche collaterali senza discendenza, ma non TUomo. Cosi — sebbene io pensi che I'Uorao non sia nato ne al Polo ne alia foce del Plata, e che nel SudAmerica sia immigrate, come gia e stato esposto — tutto ci distoglie da quella singolare opi- nione, come ben dice il Morselli (*), " che nella evoluzione orga- nica due philum lontani e discesi da branche diflferenti di mammiferi possano coiivergere verso conformazioni sempre pii". simili „. (1) E. Muiselli. Op. cit, p. IWS. fe!>®Ai DOTTORl GIDLIO GHIARU6I EUGENIO FIGALBI Pi' f. tli Aiiatoinia umana Prof, di Anatomia coinp. e Zoologia iiel R. Istituto P- 39-56, con fiy. Milano, 1011. Griffini Achille. — Ua nuovo genere di Grillacridi deirAfrica orientale. — Atii Soc. Hal. Sc. nat. e Museo civ. SI. nat. Milano, Vol. 50, Fasc. i,i'>p. 43-51, con fi(j. Pavia, 1911. Griffini Achille. — Note eritichc c sinonimiclie sopra alcuni Gfiilacridi c Ste- nopelinatidi dcscritti da antichi aiitori. — Alii Soc. Hal. Sc. nal. e Museo civ. SI. nat. Milano, Vol. 50, Fasc. 1, 2W- ^-'-^O. Pavia, 1011. Griffini Achille. — Dcscrizione di due nuovc Gryllacris. — Monil. Zool. Hal., An. 22, N. 2, 2tp- 26-31. Firenze, 1011. Griffini Achille. — Sopra una piccola collezione di Grillaci-idi del Museo suda- iricano di Capetown. — Monii. Zool. Hal., An. 22, N. 5, pp. 125-134. Fi- renze, 1011. Griffini -Achille. -- Sulla (Jryllaci'ls annata, Walker e sopra una nuova specie congenere (Gryllaci-is Ficalbii). — Boll. d. 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Parte IV. — Bull. d. Labor, di Zool. gen. e agr. d. R. Scuola sup. di Agricollura in Porlici, Vol. 5, p)p. 110-171, con figg. Porlici, 1911. Masi Luigi. — Diagiiosi di alcuni Imenotteri Calcididi. — Boll. Soc. zool. Hal., Ser. II, Vol. 11, Fasc. 7-10, pp. 238-24i. Roma, 1910. Santschi F. -- Forraicides i-ecoltes par M. le Pi of. F. Silvestri aux Ktats Unis en 1908. — Bull. Soc. entomol. italiana. An. 41, 1909, pp. 3-7, con 1 fig. Firenze, 19H. Schrottky A. C. — Iclmeumonidarum species quatuor novae. — Boll. d. Lab. di Zool. gen. e agr. d. R. Scuola sup. di Agricollura in Porlici, Vol. 5, pp. 3136. Portici, i911. Silvestri F. — Vedi M. Z., i?t questo N., pag. 294, VII, 1, (Trigona). Szepligeti Gy. — Zwei neue Braconiden aus Brasilien. — Boll. d. Labor, di Zool. gen. e agr. d. R. Scuola sup. di Agricollura in Portici, Vol. 5, pp. 285- 286. Portici, 1911. Szepligeti Gy. — Bin neuer Sigalplius (Braconidao) aus Dacus oleae (Gmel). — Boll. d. Labor, di Zool. gen. e agr. d. R. Scuola sup. di Agricollura in Porlici, Vol. 5, p. 323. Portici, 1911. i) Ditteri. Bezzi M. — Restauraziono del geiiere Cat'porayia (Rond) A. Costa. — Boll. d. Lab. di Zool. gen. e agr. d. R. Scuola step, di Agricollura in Portici, Vol. 5, pp. 3-33 con figg. Portici, 1911. I) Lepidotteri. Bargagli P. — Osservazioni sui danni della Ocneria dispar (L.). — Bull. Soc. ento/uol. italiana, An. 41, pp. 269-272. Firenze, 1909. Cecconi Giacomo. — La Oeonistis quadra L. nella faggeta di Vallombrosa. — Bull. Soc. entomol. italiana , An. 41, 1909, 2^P- 235-243. Firenze, 1911. Cecconi G. e De Joannis J. — Di uii nuovo microlepidottero della Colonia Eri- trea (Famiglia Phycitinae, Genere Mussidia). — Bull. Soc. entoinol. italiana. An. 41, 1909, pp. 813, con 4 figg. Firenze, 1911. Rostagno F. e Zapelloni L. — Rhopalocera Faunae romanae: Addenda. — Boll. Soc. zool. italiana, Ser. II, Vol. 12, Fasc. 14, pp. 1-28. Roma, 1911. Rostagno F. e Zapelloni L. — Lepidoptera Faunae romanae : Lycaenidae et He- speriidao. — Boll. Soc. zool. italiana, Ser. II, Vol. 11, Fasc. 11-12, pp. 333- 350. Roma, 1910. Verson Enrico. — Sul fenomeno di maneata colorazione in uova fecondate di lilugello. — Atti R. 1st. veneto Sc. lelt. ed arti. An. Ace. 1910-911, T. 70, (Ser. 8, T. 13), DisjJ. 6,p)p. 547-555. Venezia, 1911. — Ann. d. R. Slaz. ba- cologica di Padova, Vol. 38, pp. 61-70, con fig. Padova, 1911. Verson Enrico. — Le appendici ghiandolari del soritterio bombicino e il signi- flcato di esse nei processi esuviali. — Atli R 1st. veneto Sc. lett. ed arti, An. Ace. 1910-911, T. 70, (Ser. 8, T. 13). pp. 363-372, con tav. Venezia, 1911. — A7in. d. R. Slaz. bacologica di Padova, Vol. 38, pp. 21-31, con tav. Padova, 1911, I - 299 - Verson E. — II guscio deH'uovo borabicino e le impronte ch' esso rcca alia supcrflcie sua estorna. — Ann, d. R. Stazione hacologica di Padova, Yol. 38,. pp. 116-120, con fig. Padova, 1911. IX. Mollusclii. 6. Cefalopodi Brunati R. — II (lon. Helosepiolla Do-Al. — At/i Sac. ital. Sc. nat. e Museo civ. di S/. nat. in Mi la no. Vol. 50, Fasc. 1, ijp. 30-36, con lav. Pavia, 1911. X. Tunicati. Todaro Francesco. — Sopra uii nuovo orgaiio di scnso nelle Salpidae. — Atli Soc. Hal. p7^og. .Kienzc, -J-'- riunione, NajMli 1910, 2)p. 669-670. Roma, 1911. XII. Vertetorati. II. PARTE AN ATOMIC A. 3. Apparegchio tegumeatale. Beccari Nollo. — Riccrclic intorno allc tasche cd ai corpi gliiandolari suborbi- tal] in vario specie di Ruininanti (Anatomia, strutlura e sviluppo). Con tav. XLIX-LV. — Arch. Hal. Anat. ed Embriol., Yol. 9, Fasc. 4, pp. 660- 717. Firenze. 1910. Carossini Giovanni. — Sullo sviluppo delle ghiandolo cutanee dello scroto nel- Tuomo ed in particolare sui rappoiti di alcune ghiandole sudoripare coi follicoli piliferi — Monil. Zool. Hal., An. 22, N. 7, pip. 179-183. Firenze, 1911. 4. Apparegchio scheletrigo. Bovero Alfonso. — Annotazioni sull'anatonaia del palato duro. Separazione delle partes horizontales delle ossa palatine. Con 1 tav. — Mem. d. R. Ace. d. Sc. di Torino, Ser. 2, T. 58, Sc. fis. mat. e nat, pp. 59-140. Torino, 1908. Bruni Angelo Cesare. — Intorno ai derivati scheletrici estracranici del secondo arco branchiale neiruomo. — Mem. d. R. Ace. d. Sc. di Torino, Ser. 2, T. 59, Sc. fis. mat. e nat, pp. 279-342, con tav. Torino, 1909. Frassetto F. — Morfologia del margine alveolare del raascellare superiore. — Aiti Soc. Hal. progr. scienze, 4'^ riunione, Napoli 1910, p. 861. Roma, 1911. Malan Arnaldo. - Sdoppiamonto del condotto uditivo estorno. — Arcli. ital. Otologia, Yol. 22, Fasc. 5, pp. 408-413, con pg. Torino, 1911. Nicola Beniamino. — Sullo sviluppo, sui canali perforanti e suUe lessure della porziono laterale delFala magna dell'os sphenoidale. — Mem. d. R. Ace. d. Scienze di Torino, Ser. 2, T. 56, 2Jp. 117-146, con tav. Torino, 1906. Romagna-Manoia. — Sullo variazioni delle docce dei seni venosi posteriori della dura madre. Con 4 flg. — Riv. di Antrop., Yol. 16, Fasc. 1, pp. 137- 141. Roma, 1911. Sergi Sergio. — I rilievi cerebrali delle fosse temporali nei crani deformati del Peril. Con 4 rig. — Atti Soc. rom. di Antrop., Yot 15, Fasc. 3, pp. 271-284. Roma, 1910. Sperino Giuseppe. — La ossitlcazione e la posizione della trochlea del Musculus obliquus superior oculi, la spina e la fovea trochlearis. — Mem. R. Ace. Sc. lett ed arti di Modena, Ser. 3, Yol. 6, pp. 191-238, con tav. Modena, 1906, - HOO - Sperino G. — Ossificazione incorapleta dolla trochlea del Musculus obliquus su- perior oeuli. — Mem. R. Ace. Sc. lett. ed arti cli Modena, Ser. 3, Vol. 6, Rendic. d. Adunanze, ji. XXXIII. Modena, 1906. Vram Ugo G, — Contributo alio studio dell'osteologia del Semnopithecus obscu- rus Keid. — Boll. Soc. zool. italiana, Ser. II, Vol. 12, Fasc. 1-4, x)P- 58-73. Roma, 1911. 5. Apparecchio muscolare. Civalleri Alberto. — I muscoli levatores glandulae thyreoideae. — Metn. d. R. Ace. d. Sc. di Torino, Ser. 2, T. 58, Sc. fis. mat. e nat., pp. 335-362, con tav. Torino, 1908. Sperino G. — Vedi M. Z. in questo N., pag. 299 e 300. 6. Apparecchio intestinale con le annesse ghiandole Agata (d') Giuseppe. — Di una fine particolarita di struttura delle cellule epi- teliali della cistifellea. — Bull. Soc. med.-chir. Pavia, An. 24, N. 3, pp. 531- 534, con fig. Pavia, 1910. Bruni Angelo Cesare. — Contributo alio studio delle anomalie congenite del le- gato. — Giorn. Accad. Medic. Torino, An. 74, N. 4-5, pp. 6i-72,con figg. Torino, 1911. Castellnni L. — Lo sviluppo della circolazione sanguigna nei denti transitorii deiruomo. — Vedi M. Z., XXI, 1, 3. Ferroni Ersilio. — Di uno speciale contegno della parotide durante lo stato puerperale. — Annali Ostetricia e Ginecologia, An. 33, Vol. 1, N. 6, pp. 629-636. Milano, 1911. 7. Apparecchio respiratorio. Caradonna Giambattista. — Contributo alia istojogia del polraone. Lo stroma elastico nol parenchima polmonare. — Ann. d. Faeoltd di Med. di Perugia, Ser. 4, Vol. 1, Fasc. 1-2, pp. 47-61. Perugia, 1911. Caradonna Giambattista. — Contributo alia istologia del polraone. La disposi- zione e la distribuzione delle fibre muscolari liscie nel polmone. Con 1 Tav. — Monit. Zool. ital.. An. 22, X. 4, pip. 95105. Firenze, 1911. 8. TiROiDE, Paratiroide, Timo, Corpuscoli timici. Capobianco F. — Sui corpuscoli di Hassall del timo. — Atti Soc. ital. progr. scienze, 4^ riunione, Napoli, 1910, pjp. 831-832. Roma, 1911. Negri A. e Gozzi C. — Sul potero di rigeneraziono delle cellule della ghiandola paratiroide: nota riassuntiva. — Boll. Soc. med.-chir. Pacta, An. 24, N. 3, pp. 418-423. Pavia, 1910. Bonconi Tullio Lucio. — Comportamento del timo dell' uomo nellc varie eta della vita e in svariate condizioni morbose. — Mem. d. R. Ace. d. Sc. lett. ed arti di Modena, Ser. 3, Vol. 9, Apj^endice, pp. 133-170. Modena, 1910. Soli Ugo. — Contributo alia funzione del timo nel polio e in alcuni mammiferi. — Mem. Ace. d. Sc. Lett, ed Arti di Modena, Ser. 3, Vol. 9, Appendice, 2jp. 3-132. Modena, 1910. 9. Apparecchio circolatorio. Milza e altri orgam linfoidi. Casali Raniero. — L'arco dell'arteria succlavia dal punto di vista morfologico 0 topograflco. — Policlinico, An. 18, Vol. 18-C, Fasc. 10, pp. 452-467. Roma, 1911. - 8Ul - Favaro Giuseppe. — Gono e bulbo arterioso negli anamni. — Monit. Zool. Hal., An. 22, N. 5, pp. 121125, con 2 fif/. Firenze, 1911. Favaro Giuseppe. — Sviluppo e struttura dolle valvole scnoatriali degli Anamni. Nota prev. — Monit. Zool. ital.. An. 22, N. 1, pp. 1-3, con 1 firogr. scienze, 4-^ riunione, Napoli 1910, pp. 833-837. Roma, 1911. Romagna-Manoia. — Vedi M. Z., in quesio N., pag. 299. Torrigiani Gamillo Arluro. — Studio suUo sviluppo e sulla struttura doi seni del Valsalva c delle valvole semilunari nel cuore umano. Con tav, XLV- XLVIII e 1 fig. nel teste. — Arch. ital. Anat. ed Embriol., Vol. 9, Fasc. 4, 2)p. 570-598. Firenze, 1910. Vanzetti Ferruccio. — Sulla presenza di tessuto eartilaginoo nel cuore di co- niglio. Con tav. lY. — Arch. sc. med., Yol. 35, Fasc. 3, pp. 171-187. To- rino, 1911. 11. Apparecchio urinario e genitale. Balli R. — Ricerche anatomiche sulFutriculus prostaticus. — Mem. d. R. Ace. d. Sc. lett. ed arti di Modena, Ser. 3, Vol. 8, Appendice, pp. 97-113, con tav. Modena, 1909. Barnabo Valentino. — Nuove ricerche esperimentali sulle cellule interstiziali del testicolo. — Boll. Soc. zool. ital., Ser. II, Vol. 12, Fasc. 1-4, pp. 40-42. Roma, 1911. Comolli Antonio. — Di un case di duplicita complela bilaterale degli uretori in una bambina. — Monit. Zool. ital.. An. 22, N. 5, pp. 113-119, con 2 fig. Firenze, 1911. Decio Gesare. — Sulla minuta struttura dell'epitelio uterino. — Bull. Soc. med.- chir. Pavia, An. 24, N. 3, p)p. 478-481, con tav. Pavia, 1910. Gasbarrini Antonio. — Su una forma particolare di reazione della mucosa ute- rina in seguito ad alcuni traumi (Placentazione artiliciale di Leo Loeb). — Bull. Soc. med.-chir. Pavia, An. 24, N. 3, pp. 546-555, configure. Pavia, 1910. Russo A. — Gio che pensa 0. van der Striclit dei granuli da me descritti ed artiflcialmente aumentati nell'oocite della Goniglia. — Monit. Zool. ital., Ah. 22, N. 7, pp. 183-184. Firenze, 1911. Stefanelli Augusto. — Contribute alia innervazione dei genitali femminili nei maramiferi. — Atti Soc. ital. p)rogresso Scienze, 4^ riunione, Napoli, 1910, pp. 840-841. Roma, 1911. 12. Ghiandole surrenali, Organi cromapfini etc. Sperino Giuseppe e Balli Ruggero. — La circolazione dell'organo parasirapatico dello Zuckerkandl ueH'uomo. — Mem. d. R. Ace. d. Sc. Lett, ed Arti di Modena, Ser. 3, Vol. 8, pp. 11-24. Modena, 1909. 302 - 13. Apparecchio nervoso centrale e periferico. Bonfigli Rodolfo. — Gyrus cunei e plica cuneo-lingualis anterior. — Riv. cli Ant7'op., Yol. 16, Fasc. 1, pp. 107-111, con figg. Roma, 1911. Capobianco F. — Contributo alia conoscenza delle vie linfatiche del sistema nervoso centrale. — Atti Soc. ital., iirogresso screnze, 4-^ riunione, Na- poli 1910, pp. 830-831. Roma, 1911. Casali Raniero. — Note di topograrta e iraportauti varieta nel decorso e nella distribuzione della porzione cervicale del nervo frenico. — Munit. Zool. ital., An. 22, N. 7, pp. 169-179, con 2 figg. Firenze, 1911. Cutore Gaetano. — 11 corpo pineale di alcuni mamraileri. Con tav. LYI-LVIII. — A7'ch. ital. Anatomia eel Emhriologia, Vol. 9, Fasc. 4, pp). 599-659. Fi- 7-enze, 1911. (Continuaz. e fine). Giannuli Francesco. — SiUla Anatomia delle radiazioni rolandiche. Con 2 tav. Riv. Sper. di frcyiiatr. e nied. leg. d. alien, ment.. Vol. 37, Fasc. 3, p)p). 581-611. Reggio Emilia, 1911. {Continuaz. e fine). Lasagna Francesco. — Dei rapporti fra seno mascellare e nervo raascellare super i ore. — Giot^n. Accad. Medic. Torino, An. 74, N. 6-10, pp. 288-291. Torino, 1911. Levi Giuseppe. — Appunti alia pubblicazione di Donaggio intitolata: Nuovi dati sulle propaggini nervose del citoplasma e sulle fibre collagene dei gangli spinali. — Monii. Zool. ital.. An. 22, N. 6, p)p. 146-151. Firenze, 1911. Luna Emerico. — II cervelletto dell'Orang-Utan. — Monil. Zool. ital.. An. 22, N. 4, pp. 106-112, con 3 fig. Fi7'enze, 1911. Marano Antonino. — Contribute alia raigliore conoscenza delle fibre del Mauthner nel midoUo spinale dei pesci ossei. — Atii Soc. ital. p7-og7'esso scienze, ^" riunione, Napoli 1910, pp. 841-843. Roma, 1911. Mingazzini G. — Lezioni di Anatomia clinica dei centri nervosi illustrate. Con numerose figure nel teste e una tavola separata. — 638 pip). Unione Ti). editr. To7'i7iese. Tori^io, 1908. Mingazzini G. — Sui tumori del lobo temporale sinistro e deir angolo ponto- cerebellare. — Riv. di Patol. ne7'v. e me7iL, Vol. 16, Fasc. 8, pp. 457-470, C071 figg. Firenze, 1911. Pitzorno Marco. — Ulteriori studi sulla struttura dei gangli simpatici nei Se- laci. — Monit. Zool. ital.. An. 22, N. 1, p)p- 4-9, con 3 fig. Firenze, 1911. Roncoroni Luigi. — Le lunzioni dei lobi prefrontal! in rapporto ai dati archi- tettonici. — Riv. di Pat. nerv. e 'ment.. Vol. 16, Fasc. 9, pp. 521-548. Firenze, 1911. Rossi Umberto. — Sulla struttura del lobo posteriore della Ipofisi. — An7i. d. Fac. di Med. di Perugia, Ser. 4, Vol. 1, Fasc. 1-2, pp. 115-116. Perugia, 1911. Sala Guide. — A proposito di un case di sezione trasversa completa del rai- dollo spinale [nell'uomo]. — Boll. Soc. nied.-chir. Pavia, An. 24, N. 3, pjp. 424-428, con figure. Pavia, 1910. Sala Guido. — Sulla flna struttura del ganglio ciliare : sunto. — Boll. d. Soc. med.-chir. Pavia, An. 24, N. 3, pp. 429-430. Pavia, 1910. Sergi Sergio. — Sui solchi teraporo-occipitali inferiori nel cervello dell'uomo. — Riv. di Antrop., Vol. 16, Fasc. 1, pp. 121-131. Ro)7ia, 1911. Sterzi Giuseppe. — I progress! della Nevrologia. Prelezione. — Cagliari, tipjogr. e legato7Ha iiidustriale, 28 pp. [1910\. Sterzi Giuseppe. — Intorno alio sviluppo del tessuto nervoso nei Selaci. — Monil. Zool. ital.. An. 22, N. 2, p>p. 34-44. Firenze, 1911. - 303 - Ugolotti F. — Sopra un caso di lesione del nucleo lenticolare di sinistra. — Riv. di Pat. nerv. e merit.. Vol. 16, Fasc. 8, j)p. 471-482, con figure. Fi- renze, 1911. 14. OrCtAni di senso. Gallenga G. — Dei tiocculi e di alcune pai'ticolarita della parte pupillare dol- r iride neil' Equus Zebra. — Monit. Zool. ilal., An. 22, N. 8, pi). 202 204. l^'irenze, 1911. Luna Emerico. — Ricerche istologiche od istochimiclie sulla retina dei verto- brati. Nota prev. — Monit. Zool. ital.. An. 22, N. 5, pp. 119-120. Fii-enze, 1911. Malan A. — Vedi M. Z., in questo N., pag. 299. Riquier Giuseppe Carlo. — Gontributo alio studio della glandula lacrimale umana. — Monit. Zool. ital., An. 22, N. 3, pp. 56-65, con 1 tavola. Fi- renze, 1911. 17. Teratologia. Fermi Fi'ancesco. — Delia spina bifida. — Morgagni, An. 53, P. 1 (Archivio), X. 8, jqx 281-299 e N. 9, pp. 341-360. Milano, 1911. Sabatini Gioachino. — Sopra un caso di raancanza congenita del Perone. — Mem. d. R. Ace. d. Sc. Lett, ed Arti di Modena, Ser. 3, Vol. 9, Appendice, pp. 184-208, con lav. Modena. 1910. Sotti Guido e Sarteschi Umberto. — Intorno ad un caso di gigantismo acro- megalico ed infantilismo sessuale con agenesia del sisteraa ipotlsario acces- sorio e con ipotisi cerebralo Integra. — Arch. Scienze mediche. Vol. 35, Fasc. 3, pp. 188-220. Torino, 1911. XII. Vertebrati. III. PARTE ZOOLOGICA 3. Pesci. Carruccio A. — Sovra un raro Odontaspis taurus Miill. catturato prcsso il Golfo di Cagliari. — Boll. Soc. zool. ital, Ser. II, Vol. 11, Fasc. 7-10, 2>P- 267 272. Roma, 1910. Mon^i Rina. — Selacbe maxima (3uan. pescata sulle costo di Sardegna. — Rivi- sta mensile di pesca e idrohiologia, Anno 5 {12), 1910, N. 4-6, p)p. 158-161 • 4. Anfibi. Masi L. — Alcuni Antibi introdotti recentemente nel Museo Zoologico di Roma (Gimnotioni ed Anuri). — Boll. Soc. zool. ital., Ser. II, Vol. 11, Fasc. 11-12, pp. 294-299. Roma, 1910. 5. Rettili. Carruccio A. — Su due individui del gen. I'hrynosoraa, Wiegmaiui, portati vivi dal Texas (America N.). — Boll. Soc. zool. ital., Ser. II, Vol. 11, Fasc. 7-10, pp, 273-278. Roma, 1910. Lepri Giuseppe. — Otldi del Benadir. — Boll. Soc. zool. ital., Ser. II, Vol. 11, Fasc. 11-12, pp. 317-328. Roma, 1910. Lepri Giuseppe. — Aggiunte alia raccolta erpetelogica del R. Museo Zoologico- — Boll. Soc. zool. ital., Ser. II, Vol. 12, Fasc. 1-4, pp. 43-49. Roma, 1911. Masi L. — Notizie su alcuni Cheloni donati al R. Museo zoologico di Roma. — Boll. Soc. zool. ital., Ser. II, Vol. 12, Fasc. 1-4, pp. 29-39. Roma, 1911. - 304 - 6. UCCELLI. Baliani Armando. — Atlanto degli Uccclli ilaliani. — Genora, Scuola civ. d'arte e mesL, 1910. . Beaux ^De) Oscar. — II prirao Turdus sibiricus Pall, catturato in Italia. — Bo/J. Soc. zool. ital., Serie II, Vol. 11, Fasc. 11-12, pp. 329-332, con 1 tav. RoDia, 1910. Carruccio A. — Ani'ora sul Plautus irapennis, Briinnich. — Boll. Soc. zool. ital., Se7\ II, Vol. 11, Fasc. 11-12, pp. 351-354. Roma, 1910. Cavazza Filippo. — Ancora sulle forme della Loxia curvirostra L. (Risposta al Dr. Hartert). — Boll. Soc. zool. rial., Scr. II, Vol. 11, Fasc. 7-10, 2jp. 209-224. Roma, 1910. 7. Mammiferi Balducci Enrico. — Di una nuova specie di Hylocliocrus. L'Hylocliocrus Giglioli. — Pubbl. d. R. Isl. di St. Super, in Firenze, Sez. di sc. fisiche e naturali. Firenze, 1909. 18 pp., con lav. Camerano Lorenzo. — Ricerche intorno alio Stambecco delle Alpi. Parte I e II. — Mem. d. R. Ace. d. Sc. di Torino, Ser. 2, T. 56, Sc. fis. mat. e nat., pp. 283-358, con 5 tav. e T. 57, pip. 1-70, con 3 tav. Torino, 1906-07. Carruccio A. — A proposito dei recenti studi sopra una nuova specie del gen, Talpa (Talpa romana, Oldtield Thomas). — Boll. Soc. zool. ital., Ser. II, Vol. II, Fasc. 7-1.0, p)p. 258-264. Roma, 1910. Carruccio A. — Sulle specie del gen. Talpa viventi in Europa secondo la recen- tissima opera del Prof. L. E. Trouessart. — Boll. Soc. zool. ital., Ser. II, Vol. 11, Fasc. 7-10, pp. 265-266. Roma, 1910. Damiani Giacomo. — Sopra una Balaenoptera presa nel novcmbre 1910 a Marciana-Marina. — Boll. Soc. zool. ital., Ser. II, Vol. 12, Fasc. 1-4, pp. 50-57. Roma, 1911. Sacco Federico. — Resti fossili di Rinoceronti della Astigiana. — Mem. R. Ace. d. Scienze di Torino, Ser. 2, T. 56, pp. 105-116, con tav. Torino, 1906. 8. Antuopologia ed Etnologia Baglioni S. — Contribute alia conoscenza della musica naturale. Strumenti mu- si(iali sardi. — Riv. di AntrojJ., Vol. 16, Fasc. 1, pjp. 75-84, con figure. Roma, 1911. 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Puccioni Nolle. — Appunti di craniologia canarienso. — Arch, per V Antrop. e V Etnol., Vol. 39, Fasc 1-2, pp. 115-130, con fig. Firenze, 1909. Puccioni N. — Crani dolla necropoli di Siuwah. — Arch, per VAntroji. e V Etnol., Vol. 40, Fasc. 2, pp). 131-144, con fig. Fi)^enze, 1910. Puccioni Nello. — Musoo Nazionale di Antropologia e Etnologia in Firenze. Le Collezioni Antropologiche. — Arch, per VAntrop. e V Etnol., Vol. 39, Fasc. 3-4, pp. 265-273. Firenze, 1909. - 306 - Sera G. L. — SuH'uorao fossile sud-araericano. Nota prev. — Monit. Zool. ital.. Anno 22, N. i, pp. iO-24, con 3 fig. Firenze, 1911. Sera G. L. — Nuove osservazioni ed induzioni «ul cranio di Gibraltar. — Arch. per I'Anirop. e I'Etnol., Vol. 39, Fasc. 3-4, pp. 151-212, con tav. e fig. Firenze, 1909. Sera G. L. — Sulla plagioeofalia. — Rendic. Soc. ital. Antro]). in: Arch, per I'Antrop. e I'Etnol., Vol. 39, Fasc. 3-1, jjp. 305-306. Firenze, 1909. Sera G. 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Ace. d'Agricolt. di Torino, Vol. 53, (1910), pp. 529-540. Torino, 1911. 2. ZoOLOGIA APPLICATA ALL'aGRJGOLTURA E ALLE INDUSTRIE. Allevamenti. Giardini zoologici. Acquari. Baldacci A. — Le cavallette. — Boll. d. Soc. d. Agr. Hal., An. 16, N. 4. 2jp. 111-113. Roma, 1911. Bargagli P. — Di un altro insetto nocivo al Populus canadensis Desf. — Atti R. Ace. d. Georyofdi di Firenze, Ser. 5, Vol. 8, Disp. 3-4, pjp. 250-253. Firenze, 1911. Berlese Antonio. — Esperienze del 1910 contro la « Mosca delle olive », ese- guite sotto la direzione della R. Stazione di Entoraologia agraria. — Redia, Vol. 7, Fasc. 1, pjp. Ill- 155, con 2 tav. Firenze, 1911. ' Berlese A. — Diaspis del gelso o mosca delle olive. — II Coltivatore, An. 56, N. 26, p, 335. Casale-Monferralo, 1910. Berlese A. — Cose flllosseriche. — II Coltivatore, An. 56, N. 9, p)p. 267-269. Casale Mo7iferrato, 1910, Berlese A. — Contro la mosca delle olive. — L" Agricoltura Toscana, An. 2, Fasc. 3, pp. 49-53. Firenze, 1911. Bert E. — Allevamento del bachi da seta nei « tilimbar ». — II Coltivatore, An. 57, N, 10, pp. 294-297, con fig. Casale Monferrato, 1911. Bianco (Lo). — Risultalo delle indagini sul pesce novello nel Tirreno. — Ann. di Agr. (1910), Atti Comm. Consult, p. la pesca, (Seifs. Die. 1909), pp. 200- 240. Roma, 1911. Bonucceili V. P. — II fleotripide dell'ulivo. — II Coltivatore, An. 57, N. 15, ppj. 459-463, con fig. Casale Monferrato, 1911. Campbell C. — Sulla lotta contro la mosca dell'olivo. — II Coltivatore, An. 57, N. 2, p>p. 48-52. Casale Monferrato, 1911. Catoni Giulio. — La tignola dell'uva. — II Coltivatore, An. 56, K. 13, pp. 390- 396 ; N. 14, ijp. 422-427, con fig. Casale Monferrato, 1910. Felice (De) T. — Una visita al Giardino Zoologico di Berlino. — Boll. Soc. zool. ital., Ser. II, Vol. 11, Fasc. 7-10, pp. 242-257. Roma, 1910. Frattesi Ferdinando. — I pidocclii delle fave. — II Coltivatore, An. 56, N. 22, p)p. 104-106. Casale Monferrato, 1910. Giannelli Giacinto. — I Microlepidotteri del Piemonte e principalmente della Valle d'Aosta con i bruci nocivi alle derrate ed all' agricoltura, ed il nomo - 308 - delle sostanze di eui si nutrono. — An. 11. Ace. cVAgricolt. di Torino, Yul. 53 (1910), P21. 3-144. To^Hno, 1911. Guercio (Del) Giacomo. — Mezzi chimici c mezzi raeccanici per ostacolare la diffusione del Fleotripide dell' Olivo. — Reclia, Yol. 7, Fasc. i, jjp- 204 214. Fii^enze, 1911. Guercio (Del) Giacomo. — Vedi in questo N., pag. 294 e 297. Guercio (Del) Giacomo. — Note pt'climinari intorno ad un nuovo ncraice del riso, del tritoglio o della medica nell'agro di ]Molinella. — Atti R. Ace. d. Georgofili di Firenze, Ser. 5, Yol. 8, pp. 254-263. Fi7^enze, 1911. Guercio (Del) Giacomo. — Osservazioni sulla tignola e sopra altri insetti del- rolivo in Calabria. — Alti R. Ace. d. Georgofili di Fii^enze, Ser. 5, Yol. 0, Disp. 1, pjp. 31-96, con tavole. Fit^etize, 1909. 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Petri L. — Sopra un caso di parassitisrao di una cocciniglia (Mytilapsis fulva Targ. var.?) suUe radici di olivo. — Yedi M. Z., XXI, 4, 80. Pierantoni Umberto. — Sulla utilizzazione dei ragni quali prcdatori d' insetti nocivi in agricoltura. — Atti d. R. 1st. d' Incoraggiamento di Napoli, Ser. 6, Yol. 7. Estr. di pp. 8. Napoli, 1909. Police G. — Prima Serie di osservazioni ed esperienze intorno alia pesca con le sorgenti luminose. — Monit. Zool. Hal., An. 21, N. 11-12, pp. 275-286. Firenze, 1910. Rasetti G. E. — La tignola dell'olivo. — II Progresso Agricolo, An. 8, N. 10, 2>p. 71-72. Pisa, 1911. Rasetti G. E. — La lotta contro la flllossera coi vapori di solftu'O di carbonio. — II P)-ogresso Agricolo, An. 8, N. 9, ppj. 57-61. Pisa, 1911. Silvestri F. — Parassiti introdotti in Italia nel 1909 per combatterc la Diaspis pentagona, Targ. — Boll. d. Soc. di Agr. ital., An. 14, N. 23. Estr. di 10 pag. eon fig. Roma, 1909. Zago F. — La tignola del Melo. — U Agricoltura Toscana, An. 1, Fasc. 9, Pix 201-203. Firenze, 1910. Zerboni Luigi. — Zootecnia messicana. — Clin. Yeter., An. 33, Fasc. 48, pp. 766-769. Milano, 1910. - 309 - COMUNICAZIONI ORIGINALI I.ABORATOltlO DI ZOOLOGIA, ANAiOMIA E FISIOLOGIA COMPARATE DEIjL' UNIVEKSITA DI PKKUGIA Note sopra una Sarcocystis parassiia di Gongyius ocellatus Wagl., con considerazioni critiche sulla morfologia e sulia biologia dei Sarcosporidi. (Con H tigux'e nel testo). Prof. GIULIO TRINCI hj vietata la lipiodiv/ione. Esaminando microscopicamente una serie di sozioni di Gongy- ius ocellatus Wagl. adiilto, praticate in sonso trasverHO lungo la regione ceivicale e lungo quella anteriore del t]"onco al livello del cuore, la mia attenzione e stata richiamata da un nuinero di pic- c(jle cisti parassitarie incluse entro la muscolatura. Le osservazioni comniute in proposifco forniscono argoniento per la presente nota. 11 materiale proveniva dalla Sicilia ed era stato fissato con una miscela di liquido di Miiller e di I'oruiolo; le sezioni (spessore 12 u) erano state colorite con emallume e con eosina. Le cisti in parola (lig. 1, u.) rimangono comprese — ciaacuna entro una flbra — nella zona profonda della muscolatura dorsale, presso il margine di questa volto verso la cavita toracica e situato, rispetti- vamente nel coUo e nel tronco, dietro la faringe o dietio I'esofago. Tutte presentano un involucio a contorno piii o meno regolarmente circolare od ovalare, in diretto contatto colla sostanza muscolare della fibra parassitata; intej'namente comprendono una folia di mi- nutissimi elementi, molto ravvicinati gli uni agli altri, distribuiti in modo quasi uniforme, ciascuno munito di un corpuscolo inten- samente colorito dairemallume. L'esanie seriale delle sezioni dirao- stra die coteste cisti a sezione presso die circolare costituiscono nel loro complesso dei corpi, i quali, ricostruiti mentalinente, pos- Bono imniaginarsi come fusi m(,)lD() allungati, quasi cilindri, conte- - 810 - nuti ciascuno entro una fibra, orientati con Tasse longitiidinale se- condo la direzione della fibra stessa. In altri termini, le inimagini visibili nei preparati rappresentano sezioni trasverse di cotesti corpi affusolati giacenti entro fibre pure colpite trasversalmente dal taglio. La lesidenza intramuscolare delle cisti, le loro dimension!, la loro conformazione, la striatura dell' involucro ed i caratteri del contenuto m' hanno facilmente convinto trattarsi di parassiti del gruppo del Neosporidi. Fra questi conosciamo i Sarcosporidi come parassiti speciflci del tessuto muscolare striato ; ma anclie alcuni Cnidosporidi invadono la muscolatura e presentano, al pari dei pri- mi, un involucro radiato. Peraltro i particolari relativi alia costitu- zione dei germi, che solo in pochi casi tavorevoli sono riuscito a distinguere isolatamente, mi conducono a riconoscere i parassiti in esame per utricoli di Sarcosporidi : i germi infatti, mentre hanno tutti i distintivi dei noti corpuscoli falciformi, mancano asso- lutamente del caratteristico e resistente involucro bivalve proprio delle spore dei Cnidosporidi. Sebbene le mie osservazioni abbiano carattere incidentale, ne quindi possano gettare gran luce sulle molteplici e complesse que- stioni relative alia morfologia ed alia biologia dei Sarcosporidi — forse i meno conosciuti fra i Protozoi — , ritengo tuttavia non del tutto superfluo renderle note, specie in considerazione che limita- tissime notizie s'hanno flnora intorno ai Sarcosporidi dei Ptettili e che mi sara offerta opportunita per alcune riflessioni d'ordine ge- nerale. Nell'ultima edizione del suo ottimo manuale di protozoologia (6), Doflein accenna genericamente a Sarcosporidi parassiti dei Ret- tili (come ospiti indica Platydactylus mauritanicus e Lacerta mura- lis\ ma tralascia del tutto di occuparsene nella parte speciografica deH'opera : anche Braun (3) e Braun-Liihe (4) indicano Platyda- ctylus e Lacerta come ospiti di Sarcosporidi. Pare che 1' informazio- ne relativa a Lacerta si debba a reperti del Liihe; ma, a quanto mi risulta, una sola forma, parassita del Gecko, e stata finora det- tagliatamente descritta per il Rettili, la specie Sarcocystis platyda- ctyli Bertram; Tunica segnalata per i Rettili anche dal Labbe nella sua monografia sugU Sporozoi (13). Tale forma e stata rin- venuta e descritta per la prima volta nel 1892, dal Bertram (1), in un esemplare di Platydactylus mauritanicus proveniente dall' i- sola di Menorca; piii recentemente lo stesso parassita e state osser- vato e descritto con maggiore dift'usione dal Weber (31, 32, 38) in un Gecko catturato ad Algeri. Gli utricoli di S. xjkUydactyli si pre- - 311 - sentano sotto forma di cisti affusate od ovali lunghe da 1 a 2 mm., larghe circa U,4 mm.; sono rivestiti da una cuticola dello spessore variabile da 1 a 10 a; internamente sono ripartiti, da sottili tra- mezzi, in concanierazioni contenenti corpiiscoli falciformi. Bertram ne ha rinvenuti nei muscoli del dorso, del petto e deiraddomc; Weber in quelli superficiali del collo, del tronco e degli arti. Gli utricoli da me osservati in Gongijlus, in numero di sette, hanno una lunghezza, calcolata in base alio spessore delle sezioni, variabile tra i 200 e gli 800 y-; la larghezza oscilla dai 30 ;-»■, per i piii brevi, ai 60 ;--, per i piii lunghi. Tali dimensioni risultano sen- sibilmente minori di quelle attribuite a S. platydactyli^ ma trovano riscontro in altri Sarcosporidi : sembra del resto un fatto comunu che, anche in una stessa specie, le cisti alio state mature si pre- sentino piu o meno voluminose entro limiti molto ampi. Non ostante le varie dimensioni, tutti gli utricoli in ;esame si rivelano dal contenuto nello stesso stadio di evoluzione, che di certo deve essere molto prossimo a quello di maturita completa. Ciascuno di essi, come gia ho avvertito, giace neH'interno d'una libra muscola- re con I'asse longitudinale orientate secondo la direzione di questa e di soUto si trova spostato alquanto perifericamente, di mode che un tratto dell' involucre aderisce, o quasi, al Scircolemma, mentre tutto il resto e circondato dalla sostanza muscolare (fig. 1): dispo- sizione questa che deve avere un significato perche I'ho riscoiitra- ta in tutti gli utricoli e perche, inoltre, viene segnalata dal v. Ratz (23) anche per altri Sarcosporidi. Probabilmente, come vuole questo autore, deve riferirsi al fatto che gli utricoh, dope essersi sviluppati a spese della flbra, I'abbandonano in parte o totalmente per migrare nel connettivo interstiziale. La struttura dell' involucre utricolare (*) corrisponde in massima a quella descritta da un numero di autori per altri Sarcosporidi: si distinguono cioe due strati intimamente coerenti (figg. 1 e 2) ; uno esterno (s. e.) trovantesi in diretto contatto con la sostanza mu- scolare della fibra parassitata o, in parte, col sarcolemma, ed uno interne is. i.) molto piu esile, limitante le cavita deH'utricolo. II prime raggiunge uno spessore variabile da y- 2 ^/^ a 3 V2) '^'i Pi'*^' senta palhdo ed e caiatterizzato da una striatura radiale per lo piii () Nou so quiiuto inopriamoute Do tie in eil iilUi deliuiscouo coiue « ec to plasma » 1' luvolu- cro degli utricoli dei Sarcosporidi : tutti convengono che I'utricolo loaturo rappresenta una vera t; propria cisti concamerata couteuente uu numero enorme di minutissiuii germi ; quindi non si com- preude perc-lie il rivcstiiiioiito esterno debba cliiamarsi « ectoplasuia », auclie so esso si dilTereii zia — il che non e provato — da primitivi p;uisporoblasti. - 312 - riettissima ; il secondo ha invece Taspetto di una tenuissitna mem- )3rana jaliiia di spessure appona appr(!zzal)ii(j con i m^ggioii ingran- dimentj. Le opinioni sono divise (lii'ca I'essenza a il significato di cotesti due strati, specialmente di quello esterno. Due modi di \'edere predominano in proposito : 1") che I'aspetto di striatura o di ciliazione deU'involucro esterno dipenda dall'essere questo attra- versato da numerosi poricanali; 2°) che rinvolucro stesso risulti d'un sisteraa di bastoncelh accollati gh uni agh altri, liberi con resticiiio distale, inscriti col pro&sitnale alia tenue membrana Jalina che costituiyce lo strato interno. Limitandonii ai risultati delle os- servazioni piu recenti, ricordo che Laveran-Mesnil (14), i quali hanno studiato a fresco la struttura deirinvolucro degli utricoli di porco e di niontone, affermauo appunto che lo strato esterno con- sta di filamenti inseriti perpendicolarmente o obliquamente sulla sottilissima membiana jalina, mentre con I'estremo libero, a quanto sembra, aderiscono alia mioiibrille. Anche il v. Ratz, in base ad un esame a fresco di vari Sarcosporidi, viene a identiche conclu- sioni : lo strato superficiale dell'" ectoplasma „ (cosi I'A. chiama rinvolucro) risulta di corte propaggini filamentose, simili a ciglia, connesse col sottile strato interno omogenoo, le quali verosimil- mente costituiscono un apparato di adesione peril parassita: negli utricoli pill grandi, in seguito alia distruzione della fibra muscolare, lo strato bastoncellifo]-uie regredisce e scompare. Altri autori for- mulano varie interpretazioni. Rie vel-Beh reus (24), ad esempio, per i Sarcosporidi di Lama [Auchenia), negano che i'involucro ester- no sia costituito da un apparato filamentoso : si tratta d'uno strato piuttosto spesso, a struttura omogenea, il quale aderisce col mar- gine interno ad una sottilissima membrana amorfa ed e solcato superflcialmente da numerose incisioni obhque che si approfondano entro il suo spessore. Una disposizione del tutto speciale, non de- scritta da altri autori, e quella segnalata di AV iHey-Chalmers- Marshall (34) per SarcocysUs hubali [sec. Shipley (25) identica a S. tenella Railliet] : gli utricoli sarebbero muniti di due involucri ; uno esterno avventizio, nucleate, ed uno interno — tunica pro- pria — , non nucleate e striate (*). ( ) l'ii)l)iibiliiifii(e gli AA. liauuo avnto in esaiuc .staili avauzuti in Lui era stata distnitta la ti- bia ))arassitata : quello clie designano come « invohicro esterno nnoleato » potiebbe essere il sarco- leuiina con i nuclei della filira distnitta — i quali, come e lilevato da parecclii osservatori, non sn- liiscono al((iiii7,ioni — , oppnie iin ii\t\stimonto foiuiato dal connuttivo intersti/iale. Altri AA. infatti (IfsciiviMio uli iiliiculi, dopo la distiiizione dcllc liUri' circonilati dal sarcolcmuia o dal conuettivo intianiiis> — , paragonabile a certe tossine microbiche, che inoculato in rtosi infinitesimali nel coui- glio provoca fenoiueni coleiiforiui rapidamente luorfcali, mentre in altri iiuiiiiali I'azioue di cotesto veleuo risulta poco sensibile o nulla. Kievel-Belirens trovano nel Sarcosiioridio del Lama un ve- leno ravvicinabile agli enziuii piii che alle tossine ; capace, in seguito ad inoculazione, di agire iu- dirottamente sul sistema nervoso centrale. Teichmann aft'eriua che il veleuo di S. tcnella per al- cnni caratteri si ravvicina a quelle rabico, per altri agli alcaloidi vegetali. TJlteriori ricerche di Teichmann-Braun sopra (juesto veleno porterebbero a considerarlo per una vera tossina (« Sark o- sporidi oto X i u ») velouosa per il coniglio, non per altri aniraali, e capace di detormiuarc un'ag- glomcrazione dei corpuscoli rossi nel sangue di parecchi animali, non del coniglio. - 323 - sintomi esterni approzzal)ili. Verosimilmeiite 1' involnoro utiicolare si oppone alia diffnsione del veleno : questo peialtro, dai risultati sperimentali della Erdmann (9), sembra abbia una fanzione per la trasmissione del Sarcosporidio da un ospite ad uno nuovo nei casi di ingestione di carni parassitate; la fanzione di determinare alte- razioni dell' epitelio intesfcinale del nuovo ospite, in seguito alle quali i corpuscoli falciformi possono penetrare nolle pareti dell' in- testine e, di qui, evolvendosi, migrare nella muscolatura. In quanto riguarda la determinazione sistematica del Sarcospo- ridio di Gongylus di cui e trattato nella presente nota, e evidente che esso presenta tutti i caratteri del g. Sarcocystis Lank., I'unico genere a cui si riferiscoiio tutti i Sarcosporidi finora conosciuti. Le designazioni speciflche di cotesto genere vengono provvisoriamente, piia che altro, basate sulla qualita dell'ospite. Naturalmente non puo considerarsi questo un criterio troppo scientiflco ; ma finche la morfologia e, soprattutto, le fasi del ciclo biologico dei vari soggetti non saranno chiarite, non si saprebbe a quale altro criterio atte- nersi. Nel nostro caso puo farsi questione se, data I'affinita siste- matica degli ospiti ed il loro habitat comune (nord-Africa, isole del Mediterraneo, ecc), il Sarcosporidio di Gongylus sia identico a quelle di Platy dactylics . I particolari morfologici da me illustrati non cor- rispondono completamente a quelli attribuiti dal Bertram e dal Weber a Sarcocystis platydactyli ; quindi, finche le nozioni non sa- ranno maggiormente estese, conviene tenere distinte le due forme ed indicare la parassita di Gongyht9 con una designazione propria: propongo quella di Sarcocystis gong-yli. Gon cio non intendo esclu- dere 1' ipotesi d'una identita delle due forme non ostante che fra I'una e I'altra sussistano caratteri differenziah : le esperienze del Negri (18 e 19, II) e della Erdmann (7) dimostrano che uno stesso Sarcosporidio puo adattarsi ad ospiti diversi e, in ciascuno, presentare peculiari caratteri distintivi. Nel constatare da ultimo che anche per il Sarcosporidio og- getto della presente nota, come per tutti gli altri rinvenuti in di- versi ospiti, nulla di precise puo affermarsi circa lo svolgimento del ciclo biologico e circa il mode di trasmissione, colgo I'opportu- nita per qualche considerazione in proposito. Negh ultimi anni s' e tentata, con successo, la trasmissione sperimentale del parassita da un ospite all'altro. Smith (26) ha - ^24 - constatato che, nutrendo topi sani con carnn di topi infetti, la ma- lattia pub tra.smettersi per le vie digerenti ; cio che hanno confer- mato pure Koch (12), Negre (16) e Negri (18 e 19, II). Negri inoltre ha dimostrato la trasmissibilita del Sarcosporidio del topo alia cavia in yeguito ad ingestione, da parte di questa, di muscoli infetti del primo ; e la Erdmann (7) la trasmissibilita del Sarco- sporidio del montone al topo. Coteste esperienze hanno permesso, al Negri (19,111), al Negro (17) ed alia Erdmann (7 e 9), di precisare, oltre quelle conosciute, alcune fasi evolutive in rapporto col processo di sporulazione; ed in particolare, alia Erdmann, di seguire, nella mucosa intestinale, nolle vie linfatiche e nel tessuto adiposo, la serie degli stadii che precedono I'infezione intrarnusco- lare. So non che, considerando che la maggioranza degli animali soggetti a sarcosporidiosi e costituita da erbivori, giova riconoscere che le precedenti esperienze, per quanto dimostrino la possibiljta di trasmettere il parassita per le vie intestinali in seguito ad inge- stione di carni infette, non illuminano grjm che sul metodo di tra- smissione presumibilmente normale. Per conseguenza sembra discu- tibile se, alio scopo di studiare Tevoluzione normale del parassita, debba proprio scegliersi come il piii opportune, secondo il consiglio dello Hartmann (10), materiale tratto da a.nimali infettati artifi- cialmente. A. mio avviso le ricerche gia avanzate sopra questo in- dirizzo, lasciano sempre aperto un numero di questioni ; se cioe e regola che i parassiti passino da un ospite ad un altro della stessa specie per via diretta; se attraversino invece un ciclo esogeno, al di fuori del corpo degli Amnioti, alio state libero o alio state di pa- I'assiti in altri animali; se la formazione. del corpuscoli falcifornii rappresenti un prccesso moltiplicativo asessuale (schizogonia) utile alia diffusione del parassita nello stesso ospite, oppure uno propagativo sessuale (sporogonia) per la trasraissione ad altri ospiti; se il ciclo biologico comprenda ambedue queste forme di riproduzione, e, in case affermativo, se esse si alternino nello stesso 0 in ospiti diversi ; se, inline, gh Amnioti debbano considerarsi ospiti definitivi od intermedii. Per la ragione che prevalentemente gli erbivori vanno soggetti a sarcosporidiosi, a me sembrano molto giustificate le ipotesi dello Smith che i parassiti muscolari possano essere forme aberranti prese da invertebrati ingeriti coll'alimento, oppure che esista uno stadio intestinale il quale permetta I'espulsioiie di germi propaga- tor! all'esterno. Ipotesi quest'ultima appoggiata dalle esperienze del Negre, il quale, fLicendo ingerire le feci di topi sarcosporidiati a - 325 - topi sani, e riuscito a trasmettere Tinfezione. Se effettivamente esiste uno stadio intestinale di propagazione, e verosimile ch' esso non corrisponda alio stadio di corpuscolo falciforme, ma presenti peculiad adattamenti protettivi : un numero di osservazioni infatti, per opera di Laveran-Mesnil, di Negre, di Willey-Chalm ers- Marshall, dimostrano che cotesti corpuscoli straordinariamente delicati ben poco sopravvivono, quando vengono sottratti alle con- dizioni dell'ambiente intramuscolare deH'ospite vivo. Altre ipotesi meritevoli di menzione sono inflne quella di Janin(ll) che I'infezione, nei carnivori si effettui direttamente, negli erbivori per opera d'un ospite intermedio; e quella di Per r in (21) che alcune forme di Sarcocystis vengano trasmesse da ditteri (Cal- liphora), nei quali attraverserebbero uno stadio di flagellati, forse rappresentato dagli Herpetomcmas propri di tali insetti. Concludendo questa rapida rassegna critica, credo di poter affer- mare che Tinfezione diretta per carni parassitate dimostrata dalla esperienza, devo considerarsi, non come metodo normale di tra- smissione dei Sarcosporidi da un ospite all'altro, ma semplicemente come un modo possibile di trasmissione accidentale : sembrano in- vece pill attendibili le ipotesi che esista uno stadio intestinale. diverse da quelle di corpuscolo falciforme, atto alia vita nell'am- biente esterno e capace di trasmettere il parassita in seguito ad ingestione ; oppure che, al di fuori dell' organismo degli Amnioti, il parassita, dope aver attraversato un ciclo in altri ospiti, venga.tra- smesso da questi ai primi. Settembre 1911. Bibliografia 1. Bertram. — Beitriige zur Keuutiiiss der Sarkosporidieu, iifl)8t eiiiom Anliaiij;e iilmr [liirasiti- sclie Schlauche in rter Loibeshohle von Kotatcrien. — Zool. Jahrh., Abth. f. Anat.., Bd. 5, lfii)2. 2. Betegh v. 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Tali inspessimenti angiote- liali, oltre a fornir materiale per I'endocardio ventricolaro dell'adalto, per i setti aorticopolmonare ed eventualmente aortico e per la pa- rete (^tonache intima e media) del tratto iniziale delle arterie (fatto inoppugnabilraente dimostrato dal Greil in Lacerta, ne a questa soltanto circoscritto), danno luogo, scavandosi a poco a puco, alle valvole semilanari m totalita, alia parete del seni del Valsalva ed all'anello fibroso, mentre il connettivo, die si addossa second«,ria- mente aU'esterno, prende assai minor parte alia loro costituzione. Le valvole semilunar! non rappresentano quindi, allorche s! sono completamente costituite (ed era questo gia il caso del feto piu giovane studiato dal T.), duplicature dell'endocardio come co- niunemente si ritiene, ma bensi inspessimenti in toto di esso, e cosi dicasi dalla massima parte della parete dei seni, in diretto rap- porto di continuita con I'arteria. 'Allorche dal ventricolo si passa alia radice di una valvola semilunare, 1' endocardio parietale, anzi- che prolungarsi come endocardio valvolare sulla faccia assiale del lembo, si inspessisce bruscamente trapassando nelle formazioni ora ricordate per tutto il loro spessore. Di fronte alia continuita embriologica ed anatomica, I'assenza d! rapporti istologici non puo avere che un' importanza secondaria. II criterio istologico, seguito nei riguardi del signiticato del- l'endocardio sia parietale che valvolare, ha valore piuttosto ristretto come in tutti i casi in cui venga usato al fine di stabilire omologie od omodinamie (intese in sense ampio), potendo queste verificarsi anche fra un organo rimasto piu o meno rudimentale sotto forma, ad as., di legamento, ed uno bene sviluppato, com'e un muscolo, essenzialmente different! nella struttura, ma corrispondenti sotto particolari riguard! dal punto di vista anatomico, anatomo-compa- rativo ed embriologico. Un fatto analogo io credo si veriflchi per I'endocardio rispetto alle due tonache intima e media di un vaso completamente evoluto. A concludere per una tale corrispondenza io sono condotto, oltreche dal fatto anatomico della loro continuita nelle zone di passaggio piu o meno estese fra cuore ed alberi venosi, dallo studio - 329 - embriologico di qiieste in rapporto con altri segment! cardiaci, verificando in generale il fatto che quanto piii sottile e raeno ad- dossato e il miocardio all'esterno di un endocardio parietale embrio- nale, tanto piii qiiesto si differenzia e si inspessisce e viceversa. II miocardio agisce infatti sull'endocardio rallentando e riducendo in esso quel grado di differenziamonto isbologico e di spessore, che consegue qualsiasi intima-media vasale libera da pressioni all'ester- no, per soddisfare alle condizioni flsiologiche richieste dall'ampiezza del vaso, dalla pressione endovasale ecc. La sola continuita non basterebbe a stabilire la corrispondenza, pur essendo valido argomento a favore di essa, come del resto una eventuale interruzione in una determinata zona non sarebbe senza altro sufficente a negarla. Constato ad ogni modo che anche a livello degli orifizi arteriosi la continuita, comunque modificata, esiste del pari : il fatto e piii evidente negh anamni. Tanto I'intima-media, quanto I'endocardio comprese le zone di passaggio, aumentano di spessore sia per accrescimento intersti- ziale, di cui I'inspessimento angioteliale rappresenta una peculiare modalita, sia per apposizione di strati daU'esterno. Di tali fenomeni, piu o mono fra di loro compenetrati, prevale ora I'uno ora I'altro, a seconda della sede e dello stadio di sviluppo: la proliferazione endoteliale rimane per lo pii^i circoscritta, in arterie periferiche, a ristrette zone anulari. Prescindendo dagli endoteli stratificati descritti in qualche ar- teria speciale, il tessuto degli inspessimenti di soli to si differenzia dando luogo, oltre a tessuto fibroso ed a fibre elastiche soprat- tutto negli strati superficiah, a tessuto connettivo vescicolare (ve- siculoses Stutzgewebe) piij o meno modificato fino a costituire tipico tessuto cartilagineo : e caratteristico ad es. quelle descritto dair Oehl nella tonaca media del prime tratto della polmonare e deir aorta negli uccelli e che le mie ricerche dimostrano avere appunto una tale origine. Le cartilagini cardiache di alcuni rettili (Greil) e mammiferi hanno eguale derivazione. Omettendo per ora altri argomenti a sostegno della mia opi- nione, aggiungero soltanto che le mie ricerche mi conducono d'al- tronde a ritenere che ne la vecchia teoria classica, che ammette I'endocardio equivalente all' intima, o per lo meno in continuita sol- tanto con essa, ne per altri motivi quella del Luschka, recente- mente propugnata dal Nagayo, secondo la quale I'endocardio cor- risponderebbe alle tre tonache vascolari, ne finalmente quella, che riterrebbe I'endocardio un quid autonomo e di natura diversa da - 830 - qualsiasi tonaca vasale, corrispondano al vero (^). La questione e importante non tanto per se stessa, quanto perche e direttamente collegata al significato morfologico del cuore. Padova, 14 ottobre 1911. (1) Seuondo il Toirif;i'iui (P'^o- 590-591), se ho bcu coiuineso il suo uoucetto iiuautimquo iilto- lato da un lapsus, io avrei confermato il Seipp cii-ca i rapporti del tessuto olastico fra vene ed oiecchiette. Ci6 non e vero, perche il Seipp (cho io ricordo seiupliceiueute uella bibliografia del mio lavoro sul « Miocardio poliuouare », henche egli nou si sia occupato delle vene polmonari) si mostra a tale proposito seguace della vecchia opiuione classica e contrario alia teoria del Luschka (pag. 107-108), senza far cenno ad altri modi di continuitii. Forse il T. e stato tratto in iugauno dalla flg. 7 (lueta destra) del lavoro del Seipp, la qviale (eseguita da altra niano e senza precoucetti), pur dimostrando 1' insosteuibilita della teoria del Luschka, mostra del pari la poca atteudibilita di quanto crede 11 Seipp di poter provare, nientre viceversa riproduce foudamyntalmeute i fatti secondo il concetto da me propugnato. GosiMO Gherubini, Amministratore-responsabile. Firenze, 1911. — Tip. L. I^iccolai, Via Faenza, 52. Conto corrente colla Posta. JJonltore Zoologleo ItallaDo (Pubblioazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) / - Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana DIRKTTO DAI DOTTORI GinUO GHIARUGI EUGENIO FIGALBI Prof, di Aoatoitiia comp. e Zoologia Delia K. Uiiiversita di Pisa Prof, di Anatomia uniaoa uel R. Istituto di 6tudli iiuper. in Firenze Xlfficio di Direzione ed Amministrazione : Istituto Anatomico, Firenze. 12 numeri all'anuo — Abbuonamento annuo L. 15. O XXII Anno Firenze, G-ennaio 1911 N. 1. SOCIETA EDlTillCE LIBRARIA ■ MILANO Prof. GIULIO GHIARUGI I>irettore d.ell' Istitvi-to -A.natoi3cxico d.i Firenze ISTITUZIONI DI AMTOMIA DELL'yOMO A. BONGINI FIRENZE — Via Leone X, 2 — FIRENZE in Legno, Zincotipia, A.utotipia, G-alvanotipia Tricromia, duattrocromia lllustrazioni per giornali, opere scientifiche, lavori commerciali g)®(8 Foriiitore del R. Istitato di iStndi snperiori e RR. 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Prix: L, 12, ARCHIVIO ZOOLOGICO PUBBLICATO SOTTO GLI AUSPICI DELLA UNIONE ZOOLOGICA ITALIANA PER GURA DEL COMITATO DI JREDAZIONE Vol. IV — 1909-1910. INDICE. — Delia Valle P. L'oro;anizzazione della croraatina studiata mediant© il numero dei cromosorai. Tav. 1. — Morjera A. Ricerche sulla glandola ed il ca- nale di Leydig nei maschi di Scyllium. Tav. 2. Cerruti A. {Oliyognatus parasiticus n. sp. endoparassita dello Spiomecznikowianus Clprd. Tav. 3. — Dequal L. ilicer- che istologiche snll'epitelio cutaneo e intestinale di&WOctolasium complanatum (Ant. Dug.). Tav. 4. — Porta A. Gli Acantooefali dei Mammiferi. Tav. 6. — Police G. Sulla discussa natura di alcune parti del sisteraa nervoso viscerale degli insetti. Tav. 6. — Mogira A. G. Sul significato iunzionale del pigraento nei gangli nervosi dei Mol- luschi Gasteropodi, Tav. 7-8. — Issel R. Ricerche intorno alia biologia ed alia raorfologia dei crostacei decapodi. Parte I. Studi su i Paguridi. Tav. 9-11. — Mon- ticelH Fr. Sav. Hapliidrilus nemasoma nuovo Ctenodrilide del Golfo di Napoli. Tav. 12-13. — Diamare V. I vasi splacnici e le loro relazioni topografiche in Scyllium canicula e Torpedo marmorata. Contributo all'anatornia splancnica negli Elasnio- branchi. Tav. 14 ed otto figure nei testo. L'abbonamento airARCHIVIO ZOOLOGICO e di L. 40 al Volume. Redazione: Prof. FR. SAV. MOMTICELLI. - Istituto Zoologico ■ Universita di Napoli. Commissionarii o rappresentanti: per 1' Italia alia € Libreria Nuova » di Riccardo Marghieri: Gall. Umberto I Napoli per I'estero alia Libreria Th. O. Weii/el: Konigstrasse 1. Leipzig. II volume V e in corso di stampa. A datare daH'anno 1905 1' Unione Zoolog-iea Italiana pubblica il Dl Specie nuove di animali italiani descritte in Italia ed all'Estero Sono pubblicati: II Rcpertorio per il 1905 — Parte 1.* (Specie nuove di auimali italiani- descritti in Italia) redatta dal prof. E. Ficalbi [Pisa] [M. Z. Ital. Anno 18, N. 4). — Parte 2* (Specie nuove di animali italiani descritti all' estero re- datta dal prof. Fr. Sav. Monticelli [Napoli] M. Z. Ital. Anno 19, N. 8). II Repertorio per il 1906 redatio dai prof. E. Ficalbi [Pisa] e Fr. Sav. Monticelli [Napoli] {M. Z. Ital. Anno 19, N. 19). II Repertorio per il 1906 redatto dai prof.fi E. Ficalbi [Pisa] e Fr. Sav. Monticelli [Napoli] {M. Z. Ital. Anno 21, N. 3). Gli estratti sono in vendita presso la Segreteria dell'U. Z. I. al prezzo di L. 3,00 per ciascuna parte del Repertorio 1905 e di L. 5,00 per i Reper- tori 1906 e 1907. Istituto Micrografico Italiano per rapplicazione della fotografia e delle arti grafiche alia scienza Via Guelfa 30 - FIRENZE - Telefono 21-06 (LOCALI r>ROPRI) Riprodnzioni ad uno o piu colorl, sia dal vero cbe da di- segni, da soggetti macroscopici e microscopici, spet- tanti a ricerche o pubblicazioni scicntifiche. Micro e macrofotografie ad uno o piu colori. Dispositive per proiezione a scopo d' insegnamento scienti- fico, raccolte sotto la diiezione di illustri scenziati. Dispositive a colori coi vari procedimenti. Preparati microscopici. Consulenze tecniche. iiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiniiMiiiini iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinitiiiiiiiiiiiiiiiiiii Ditta F. KORISTKA MIIjANO - Via Giuseppe Revere, S - IVIILANO Unica Fabbrica Nazionale -^ -^^ di Microscopi ed Accessori DITTA FORNITRICE di tutti I Gabinetti Universitari del Regno MicroscopioEraMe iiioMo composto di stativo '^ ^ niunito di apparato A.l3l)e con dialraiDuia ad iride e con mo- vimento a pignone e cvemagliera per spo- starlo sotto il piano del tavolino, con tavolino in ebanite, manovella di ferino all'inclinazione della parte superiore, divisione a m llimetri al tubo portaoculare; revolver triple; due obbiet- tivi a secco 3 e 7*, un obbiettivo ad immer- sione omogenea Vjj" ; tre oculan 2, 8 e 4, in- grandimenti fino a 1000 diametri; il tutto posto in elegante armadietto di mogano lucidato: con Statiyo IV a tavoliuo reltaiiplare Csso L. 400 con Statiyo IV« a tayolino circolarc gireyole e con viti di spostamento per muovere j .^_ 11 preparato h, **0 Le stesse combinazioni, collo stativo nuovo mod. Ill e Jlla con impugnatuia e movimenta micrometrico coniandato da bottoni laterali (secondo figura) Lire 60 in piii. CATALOGO GENERALE GRATIS A SEMPLICEIRICHIESTA SI accordano pagamenti rateali mensili Conto corrente colla Posta. IBoDitope Zoologieo Itallano (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale deila Unione Zoologica Italiana DIRETTO DAI DOTTORI GIULIO GHIARUGI EUGENIO FIGALBI Frot. di Anatomia uiiiana I'rof. di Anatomia conip. e Zoologia Del R. Istituto di Studl Super, in Kiienjie nella R. Uuiversiti di Pisa Ufficio di Direzione ed Amministrazione : Istituto Anatomico, Firenze. 12 numeri all'auno — Abbuonamento annuo L.. 15. XXH Anno Firenze, Febbralo 1911 N. 3. SOCIETA EDJTllICE LIBRARIA - MILANO Prof. GIULIO GHIARUGI IDirettore d.ell' Istitvito .A.ia.gLtoxxi±co d.i Firexaze ISTITUZIONI DI ANATOMIA DELL'UOMO A. BONGINI FIRENZE — Via Leone X, 2 — FIRENZE in Legno, Zincotipia, -A.utotipia, Galvanotipia Tricromia, Gtuattrocromia lustrazioni per giornali, opere scientifiche, lavori commerciali Fornitore del B. Istituto di ^tnd'i superioi'i e BR. Ospedali in Firenxe Massima sollecitudine - rrezzt mitUsitni. VIBNlST^V VIII I.i'ABBRICA RINOMATA in MICROSCOPI di qiialita insuperabile, di MIOIiOTOMI e tutti gli altri accessor! per la microscopia ruOVI CONDEWSATORI per ricerche ultramicroscopiche Apparecchi di polarizzazione, Eraometri, Ferroraetri ecc. APPARECCHI DI PROIEZIONE PERFEZIONATI APPARECCHI DI MICROFOTOGRAFIA Nnovl obbiettivi folografiei \^m. Nuovo Combinar F. 6,8 — F. 4,8 . _^,., Solar F. 6.8 ^^li* Polar F. 4 Sono usciti : Catalogo generale n. 27 del 1903 in lingua francese. Catalogo n. 27'' di microscopi ed accessori in italiano. Catalogo speclale n. 8 di microtomi in tedesco. CHARLES CLAUSEN, Libraire-Editeur — TURIN INSTITUT ANATOMIQUB DE FLOUENCE, DIRIOA PAR LE PROF. G. CHIARUOl. D.r FERDINAND LIVINI l" Ass slant et Lil)re Docent d'Anatoinie humaine LE TISSU ELASTIQUE DANS LES ORGANES DU CORPS HUMAIN. i^« MEMOIRE. Sa distribution dans I'appareil digestif. (Avec 7 Planches chromolithographiques et 1 Figure dans le texte), P?*ix: L. 12. ARCHIVIO ZOOLOGICO PUUBLICATO SOTTO GLI AUSPICI DELLA UNIONE ZOOL.OGICA ITALIANA PER CURA DEL COMITATO Dl REDAZIONE Vol. IV — 1909-1910. INDICE. — Delia Valle P. L'organizzazione delia cromatina studiata medianto il numero dei cromosomi. Tav. 1. — Morgera A. Eicercho sulla, glandola ed il c;i- nale di Leydig nei uoaschi di Sryllium. Tav. 2. Cerruti A. (Oliffognatus parasitic i/.s n. sp. endoparassita dello Spiomecznikowiarms Clpkd. Tav. 3. — Dequal L. Ricer- <;he istologiche suU'epitelio cutaneo e intestinale dieWOctolaHixim romplanatum (Ak r. Dug.). Tav. 4. — Porta A. Gli Acantocefali dei Mammiferi. Tav. 5. — Police G. Sulla iiiscussa natura di alcune parti del sistema nervoso viscerale degli insetti. Tav. (5. — Moglia A. G. Sul sigaificato funzionale del pigmento nei gangli nervosi dei Mol- luschi Gasteropodi. Tav. 7-8. — Issel R. Ricerche intorno alia biologia ed alia morfologia dei crostacei decapodi. Parte I. Studi su i Paguridi. Tav. 9-11. — IVIo:j- licelli Fr. Sav. haphidrilus nemasoma nuovo Ctenodrilide del Gollo di Napoli. Tav. 12-13. — DJamare V. I vasi splacnici e le loro relazioni topografiche in Scyllium •caaicula e Torpedo marmorata. Contribute all'anatoraia splancnica negli Elasmo- branchi. Tav. 14 ed otto figure nei testo. L'abbonamento all'ARCHIVIO ZOOLOGICO h dl L. 40 al Volume. Redazione: Prof. FR. SAV. MONTICELLI. - Istituto Zoologico ■ University di Napoli. Commissionarii e rappresentanti: per r Italia alia « Libreria Nuova » di Riccardo Marghieri: Gall. Umberto I Napoli per Pestero alia Libreria Th. O. Weiijel: Konigstrasse 1. Leipzig, II volume V e in corso di stampa. A ciatare daH'anuo 1905 l' Unione Zoolog-ica Italiana pubblica il Dl Specie nuove di animali italiani descritte in Italia ed all'Estero Sono pubblicati: ]] ll«'])ertorio per il 1905 — Parte I." (Specie nuove di animali italiani ■desoritti in Italia) redatta dal prof. E. Ficalbi [Pisa] {M. Z. Ital. Anno 18, N. 4). — Parte 2* (Specie nuove di animali italiani descritti all' estero re- datta dal prof.'. Fr. Sav. Monticelli [Napoli] M. Z. Ital. Anno 19, N. 8). II Repirtorio per il 1906 redatio dai prof. E. Ficalbi [Pisa] e Fr. Sav. Monticelli [Napoli] (M. Z. Ital. Anno 19, N. 19). II Repertorio per il 1906 redatto dai prof." E. Ficalbi [Pisa] e Fr. Sav. Monticelli [Napoli] {M. Z. Ital. Anno 21, N. 3). Gli estratti sono in vendita presso la Segreteria dell'U. Z. I. al prez? » di Tj. 3,00 per ciascuna parte del Repertorio 1905 e di L. 5,00 per i Reper- tori 1906 e 1907. Istituto MicrogTafico Italiano per rapplicazione della fotografia e delle arti grafiche alia scienza. Via Guelfa 30 - FIRENZE - Telefono 21-06 (LOCA.LI PROPRI) Riproduzioni ad uno o piu color!, sia dal vero cbe da di- segni; da soggetti macroscopici e microscopici, spet- tanti a ricerche o pubblicazioni scientifiche. Micro e macrofotografie ad uno o piu colori. Dispositive per proiezione a scopo d' insegnamento scienti- fico, raccolte sotto la direzione di illustri scenziati. Dispositive a colori coi vari procedimenti. Preparati microscopici. Consulenze tecniche. itiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiliiiiiiii'iiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiib Ditta F. KORISTKA MIIjANO - Via Griuseppe Revere, 3 - MILANO Unica Fabbrica Nazionale -^ -^ di Microscopi ed Accessor^ DITTA FORNITRICE di tutti i Gabinetti Universitari del Regno MlcroscopgraiiJe bioS^'Io composto ai stauyo '^ '^ mum to di apparato A.l)l)e con dialramma ad iride e con mo- vimento a pignone e cremagliera per spo- starlo sotto il piano del tavolino, con tavolino in ebanite, manovella di fermo all'inclinazione della parte superiore, divisione a millimetri al tubo portaoculare; revolver triple; due obbiet-^ tivi a secco 3 e 7*, un obbiettivo ad immer- sione omogenea Vu"; tre oculan 2, 3 e 4, in- grandimenti fino a 1000 diametri; 11 tutto posto- in elegante armadietto di mogano lucidato: con. Stativo IV a tavolino reltanplare Jsso L. 400; con Slalivo IVa a tavolino circolarc gireyole e. con viti di spostamento per muovere j .._ il preparato h, t*w Le stesse combinazioni, collo stativo nuovo- mod. Ill e llla con impugnatuia e movimento. micronietrico coiuandato da bottoni laterali (secondo figura) Lire 60 in piu. CATALOGO GENEKALE GRATIS A SEMPLICE' RICHIESTA S i accordano pagamenti rateali mensili Conto corrente colla Posta. IBoDltoFe Zoologieo Italiaoa (Pubblicazioni Itaiiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana DIRETTO DAI DOTTORI GIULIO GHIARUGI EUGENIO FIGALBI Prof, di Anatomia uinana Prof, di Anatomia conip. e Zoologia ael R. Istituto di situdi Super, in Kirenze nella R. University di Pisa Ufficio di Direzione ed Amininistrazione : Istituto Anatomico, Firenze. 12 Humeri all'anno — Abbuonaniento annuo L. 15. XXII Anno Firenze, Marzo 1911 N. 3, SOCIETA EDITRICE LIBRARIA - MILANO Prof. GIULIO GHIARUGI Direttore dell' Istitxito .^natozx:iico d.i Firenze ISTITUZIONI DI ANATOMIA DELL'DOMO A. BONGINI FIRENZE — Via Leone X, 2 — FIRENZE in Legno, Zincotipia, A.utotipia, Galvanotipia Tricromia, Quattrocromia lustrazioni per giornali, opere scientifiche, lavori commerciali — -S>®(g Foi'uitore del R. Istitnto di IStadi snperiori e RR. Oispedali in Firenze Masshna sollecitudine - Prezzi ntiti&Himi. VIENNA. VIII FABBRIGA RINOMA.TA DI MICROSCOPI di qualita insuperabile, di MIOROTOMI e tutti gli altri accessor! per la microscopia NUOVI CONDENSATORI per ricerche ultramicroscopiche Apparecchi di polarizzazione, Emometri, Ferrometri ecc. APPARECCHI DI PROIEZIONE PERFEZIONATI APPARECCHI DI MICROFOTOGRAFIA Nuovi obbiettivi fotogpaflei Niiovo Combinar F. 6,8 — F. 4,8 Solar F. 6,8 Polar F. 4 Sono usciti: Catalogo generals n. 27 del 1908 in lingua francese. Catalogo n. 2T di microscopi ed accessori in italiano. Catalogo speciale n. 8 di microtdmi in tedesco. O IP E E/ E DI FILIFPO C-A.VOLINI Ristampa a cura della Society di Naturalisti in Napoli Napoli — Detken et Rocholl 1910 Un grosso Volume in quarto grande di XL-528 pagine contenente tutte le opere di Zoologia e di Botanica dell'illustre naturalista napoletano accu- ratamente ristampate, con 33 grandi tavole in fotoincisione, riproduzione fedele degli originali di Oavolini. Precedono la ristampa la Philippi Oaolini Vita di Teodoro Monticelli, scritta d'incarico della R, Accademia delle scienze di Napoli subito dopo la di lui morte, ricca di Note ed illustrazioni Storicbe desunte da documenti originali ed autograft ; ed un Indice-sommario-riassuntivo degli studii zoologici e botanici del Oavolini raggruppati metodicamente se- condo gli argomenti trattati seguendo 1' ordine cronologico, che mettouo il lettore subito al Corrente di tutta I'opera scientifica di Filippo Oavolini. Prezzo del Volume L. 45. ARCHIVIO ZOOLOGICO PUBBLICATO SOTTO GLI AUSPIGI BELLA UNIONE ZOOLOGICA ITALIANA PER GURA DEL COMITATO DI REDAZIONE Vol. V — 1911 (in corso di stampa) conterra: INDICE. — Dequal L. Contributo alia conoscenza degli Irudinei italiani. Tav. 1. — Cassani R. Ricerche sull'ovario degli Eraitteri. Tav. 2. — Cavazza F, Studio di sistematica sperimentale sulle variazioni della « Coturnix coturnix » Tav. 3-7. — Cotronei 6. La fascia vitellogena nell'occite in crescita ii Antedon rosacea La- JWARCK. Tav. 8. — Bernardi llio. PoHcheti raccolti nel Mediterraneo dalJa R. N. « Washington » (1881-82). Duo figure nel testo. — Della Valle P. La coatinuiti delle forme di divisione nucleare ed il valore morlologico di cromosomi. — Studii sui globuli sanguigni delle larve di Salamandra maculosa. Tav. 9-10 ed una figura nel testo. — Mileo N. Ricerche suUa morfologia dell'osso transverse del carpo dei Chirotteri. Tav. 11-12. — TaglianI G. Enoplocotyle minima Tagl. ectoparassita della Muraena helena L. Tav. 13-14. — Vessichelli N. Di un nuovo Cytolichinae parassita del connettivo sottocutaneo di Ardea cinerea. Tav. 16. L'abbonamento airARCHiVIO ZOOLOGICO e di L. 40 al Volume. Fuori abbonamento il prezzo di ciascun volume e dl L. 45. Redazlone: Prof. FR. SAV. MONITICELLI. - Istituto Zoologico - Universita di Napoli. Commissionarii e rappresentanti: per r Italia alia « Libreria Nuova » di Riccardo Marghieri: Gall. Umberto I Napoli per I'estero alia Libreria Vessichelli. A datare dall'anno 1905 l' Unione Zoologica Italiana pubblica il K. E IP E I^ T O I^ I O Specie nuove di animali italiani deseritte in Italia ed aIl*Estero Gli estratti sono in vendita presso la Segreteria dell'U. Z. I. Sono pubblicati : II Repertorio per il 1905 — Parte 1^ (Specie nuove di animali italiani descritti in Italia) redatta dal Prof. E. Ficalbi [Pisa] L. 3. Parte 2^ (Specie nuove di animali italiani descritti all' estero) re- datta dal Prof. Fr. Sav. Monti celli [Napoli] L. 3. II Repertorio per il 1906 redatto dal Prof. E. Ficalbi [Pisa] e Fr. Sav. Monticelli [Napoli] L. 5. II Repertorio per il 1907 redatto dai Prof." E. Ficalbi [Pisa e Fr. Sav. Monticelli [Napoli] L. 5. II Repertorio per il 1908-1909 redatto dal Professore A. Ghigi [Ferrara] L. 8. Istituto Micrograflco Italiano per I'applicazione della fotografia e delle arti grafiche al!a scienza Via Guelfa 30 - FIRENZE - Telefono 21-05 (LOCALI PROPRI) Riproduzioni ad uno o piu colori, sia dal vero cbe da di- segni, da soggetti macroscopici e microscopici, spet- tanti a ricerche o pubblicazioni scientifiche. Micro e macrofotografie ad uno o piu colori. Dispositive per proiezione a scopo d' inse^namento acienti- fico, raccolte sotto la diiezione di illustri scenziati. Dispositive a colori coi vari procedimenti. Preparati microscopici. Consulenze tecniche. iiiiiiiiiiiiiiiiriiiiMiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiniiiiiiuiiiiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiniiiiiiiiiiii» Ditta F. KORISTKA MILANO - Via Griuseppe Revere, 3 - MIL A NO Unica Fabbrica Nazionale ^ -i^ di Microscopi ed Accessori DITTA FORNITRICE di tutti i Gabinetti Universitari del Regno MlcmcopOTMemnil-i!o rn^Sli'IpAli: A-tobe con dialramma ad iride e con mo- vimento a pignont^ e cremagliera per spo- starlo sotto il piano del tavolino, con tavolino in ebanite, manovella di fermo all'inclinazione della parte superiore, divisione a millimetri al tubo portaoculare; revolver triplo; due obbiet- tivi a secco 3 e 7*, un obbiettivo ad immer- sione omogenea Vu"; *i'e oculari 2, 8 e 4, in- grandimenti fino a 1000 diametri; il tutto posto in elegante armadietto di mogano lucidato: con Slalivo IV a tavolino rellanplare Jsso L. 400 con Stalivo Via a tavoliuo circolare Eireyole e con viti di spostamento per muovere j -^-. il preparato ii, ^*^ Le stesse combinazioni, collo stativo nuovo mod. Ill e ilia con impugnatura e movimento micrometrico conaandato da bottoni laterali (secondo figura) Lire 60 in piili. CATALOGO GENEBALE GRATIS A SEMPLICE' RICHIESTA 5' accordano pagamenti rateali mensiii Conto corrente colla Posta. JBonitore Zoologieo Italiano (Pubblioazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana DIRKTTO DAI DOTTORI GIULIO GHIARUGI EUGENIO FIGALBI Prof, di Anatomia umana Prof, di Anatomia comp. e Zoologia uel R. latituto di Studl Super, in Firenze nella R. Uuiversita di Pisa TTfficio di Direzione ed Amministrazione : Istitulo Anatomico, Firenze. 12 numeri all'anuo — Abbuonamento annuo L. 15. XXII Anno Firenze, Aprile 1911 N. 4. Verlag von Urban & Schwarzenberg, Berlin und Wien. Soeben erschien; KOFsas deF noFmalen (listologie Ein Leitfaden fiir den praktischen Unterricht in der Histologie und mikroskopischen Anatomie von Prof. Dr. Rudolf Krause -Berlin. Mit 208 farbigen Figuren auf 98 Tafein und 30 Textabbildungen. = Freis: M. S3.50 gebunden. = O- f^g.Tn.Tr^TTTnT^.r-n VIENNA VIII FABBRIOA RINOMATA MICROSCOPI di quality insuperabile, di MIOROTOMI e tutti gli altri accessori per la microscopia WUOVI CONDENSATORI per ricerche ultramicroscopiche Appareuchi di polarizzazione, Emometri, Ferroraetri ecc. APPARECCHI DI PROIEZIONE PERFEZIONATi APPARECCHI DI MiCRUFOTOGRAFIA Nuovi obbiettivi fotogpafiel Niiovo Combinar F, 6,8 — F. 4,8 Solar F. 6,8 Polar F. 4 Sono usciti : Catalogo generale n. 27 del 1908 in lingua francese. Gatalogo n. 27'' di microscopi ed accossori in italiano. Catalogo specials n. 8 di microtomi in tedesco. O IP E I^ E DI FILIPFO C-A.VOLINI Ristampa a cura delta Societa di Naturalist! in Napoli Napoli — Detken et Rocholl — 1910 Un grosso Volume in quarto grande di XL-528 pagine contenente tutte le opere di Zoologia e di Botanica dell'illustre naturalista napoletano accu- ratamertte ristampate, con 33 grandi» tavole in fotoincisione, riproduzione ledele degli originali di Oavolini. Preeedono la ristampa la Philippi Caolini Vita di Teodoro Monticelli, scritta d'incarico della R. Acoademia delle scienze di Napoli subito dopo la di lui morte, ricca di Note ed illustrazioni Storicbe desunte da documenti originali ed autograft ; ed un Indice-sommario-riassuntivo degli studii zoologici e botanici del Gavolini raggruppati metodicamente se- condo gli argomenti trattati seguendo 1' ordine cronologico, che mettouo il lettore subito al Corrente di tutta I'opera scientifica di Filippo Oavolini. Prezzo del "Volume L. 45. TARIFFA per gli estratti di Comiinicazioni original!, i^ubblicate nel Monitore Zoologico, richiesti clagli Autori oltre i 50 di diritto. Nuraero F J^ G- I IfT :E3 delle c 0 p i e 4 8 12 1() 20 24 2R 32 Lire Lire Lire Lire Lire Lire Lire Lire 50 4.— 5.— 6,— 7.50 9.— 10.50 12.— 13.— 100 7. — 8.50 10.— 11.50 13.— 14.50 16.— 18.— 150 10.— 12.— 13.— 15.— 17.— 19.— 21.— 24.— j^B^saisBSMaa A RCH I VIO ZOOLOGICO PUBBLIGATO SOTTO GLI AUSPICI BELLA UNIONE ZOOLOGICA ITALIANA PER CUR A DEL COMITATO DI REDAZIONE Vol. V 1911 (in corso di stampa) con t er ra: INDICE, — Dequal L. Contributo alia conoscenza degli Irudinei italiani. Tav. 1. — Cassani R. Ricerche sull'ovario degli Emitter!. Tav. 2. — Cavazza F. Studio di sistematica sperimentale suUe variazioni della « Coturnix coturnix > Tav. 3-7. — Cotroriei 6. La fascia vitellogena nell'occite in crescita ii Antedon rosacea La- MAUCK. Tav. 8. — Bernard! Ilio. Policheti raccolti nel Mediterraneo dalla R. N. « Washington » (1881-82). Due figure nel testo. — Della Valle P. La continuity delle lorme di divisione nucleare ed il valore morfologico di cromosomi. — Studii sui globuli sanguigni delle larve di Salamandra maculosa. Tav, 9-10 ed una figura nel testo. — Mileo N. Ricerche suUa morfologia dell'osso transverse del carpo dei Chiiotteri. Tav. 11-12. — Tagliani G. Enoplocotyle minima Tagl. ectoparassita della Muraena helena L. Tav. 13-14. — Vessichelli N. Di un nuovo Cytolichinae parassiia del connettivo sottocutaneodi Ardea cinerea. Tav. 15. L'abbonamento aH'ARCHIViO ZOOLOGICO e di L. 40 al Volume. Fuori abbonamento II prezzo di ciascun volume e di L. 45. RedazJone: Prof. FR. SAV. MONTiCELLI. - Istituto Zoologico - Universita di Napoli. Commissionarii e rappresentanti: per r Italia alia € Libreria Nuova » di Riccardo Marghieri: Gall. Uraberto I Napoli per I'estero alia Libreria Vessichelli. Istituto Micrograflco Italiano per rapplicazione della fotografia e delle arti grafiche alia scienaa Via Guelfa 30 - FIRENZE - Telefono 21-05 (LOCA.LI FROPRI) Ripvoduzioni ad uno o piu colori, sia dal vero che da di- segni, da soggetti macroscopici e m.icroscopici, spet- tanti a ricerche o pubblicazioni scientifiche. Micro e macrofotografie ad uno o piu colori. Dispositive per proiezione a scopo d' insegnamento scienti- fico, raccolte sotto la diiezione di illustii scenziati. Dispositive a colori coi vari procedimenti. Preparati microscopici. Consnlenze tecniche. iiiiiiiii iiiniiniiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiHiiniiiiiiiiiiMiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiik Ditta F. KORISTKA MILANO - Via Griuseppe Revere, 3 - MILANO Unica Fabbrica Nazionale ^^ ■^ di Microscopi ed Accessori DITTA FORNITRICE di tutti i Gabinetti Universitari del Regno MlcroscoploEfaMemoilBilo Sto'^/l^':^^^:^ -A-bbe con diairamma ad iride e con mo- vimento a pignone e cremagliera per spo- starlo sotto il piano del tavolino, con tavolina in ebanite, manovella di fermo all'inclinazione della parte superiore, divislone a raiilimetri al tubo portaoculare; revolver triple; due obbiet- tivi a secco 8 e 7*, un obbiettivo ad imnaer- sione omogenea Vu" ! tre oculari 2, 8 e 4, in- grandimenti fino a 1000 diametri; il tutto posto in elegante armadietto di mogano lucidato: con SlaliYo IV a tayoliuo reltaiiplare flsso L. 4oa con Stalivo I?« a tavolino circolare glreyole ^ con viti di spostamento per muovere , ..^ il preparato L« ts*w Le stesse corabinazioni, collo stativo nuova mod. Ill e Jlla con impugnatura e movimento microraetrico comandato da bottoni lateral* (secondo figura) Lire 60 in piii. CATALOGO GENERALE GRATIS A SEMPLICEl RICHIESTA Si accordano pagamenti rateali mensili Conto corrente colla Posta. jHomtoFe Zoologieo Italiafio (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana DIRETTO DAI DOTTORI GIULIO GHIARUGI EUGENIO FIGALBI I'rot. fli Anatomia nmantt I'rof. di Anatoiriia conip. e Zooloj/ia uel K. Istiuuo Ui tjlmll Super, in Kiienze nella R. Uuiversitii di I'isa TJfiicio di Direzioiie eel Amministrazione: Islilufo Analoinico, Fiienze. 12 numeii all'anno — Abbuonamento annuo L. 15. XXII Anno Firenze, Miaggio 1911 N. 5. SOCIETA EDITRICE LIBRARIA - MILAKO Prof. GIULIO CHIARUai IDirettore d.ell' Istitvito .A.Txa.toxxxico d.i Firenae ISTITUZIONI DI ANATOMIA DELUOOMO A. BONGINI FIRENZE — Via Leone X, 2 — FIRENZE in Legno, Zincotipia, A^utotipia, Qalvanotipia Tricromia, Q,uattrocroinia lllustrazioni per giornali, opere scientifiche, lavori commerciali S)#® — Fornitore del R. Istitnto di iStndi superiori e RR. Ospedali in Fii-oiixc Massiina sollecihidinc - Prezzi tnifts'iitiir. VIBNISr^ VIII FABBRICA RINOMATA H in ICROSCOPI di qualita insuperabile, di MIOROTOMI e tutti gli altri accessori per la microscopia lUOVI CONDENSATORI ^per ricerche ultramicroscopiche Appareochi di polarizzazione, Emometri, Ferrometri ecc. APPARECCHI DI PROIEZIONE PERFEZIONATI APPARECCHi DI MICROFOTOGRAFIA Nuovi obbieltivi fotogpafiei Nuovo Combinar F. 6,8 — F. 4,8 Solar F. 6,8 Polar F. 4 Sono usciti: Catalogo generale n. 27 del 1908 in lingua francese. Catalogo n. 2T di microscopi ed accessori in italiano. Catalogo spsciale n. 8 di microtomi in tedesco. O lE^ E K. E DI PILIPPO CAVOLINI Ristampa a cura della Societa di Naturalisti in Napoli Napoli — Detken et Bocholl — 1910 Un grosso Volume in quarto grande di XL-528 pagine contenente tutte le opere di Zoologia e di Botanica dell'illustre naturalista napoletano accu- ratatnente ristampate, con 33 grandi tavole in fotoincisione, riproduzione fedele degli originali di Oavolini. Precedono la ristampa la Philippi Caolini Vita di Teodoro Monticelli, scritta d'incarico della R. Accademia delle soienze di Napoli subito dopo la di lui morte, ricca di Note ed illustrazioni Storiche desunte da docuoaenti originali ed autografi ; ed un Indice-sommario-riassuntivo degli studii zoologici e botanici del Cavolini raggruppati metodicamente se- condo gli argomenti trattati seguendo 1' ordine cronologico, che mettouo il lettore subito al Corrente di tutta I'opera scientifica di Filippo Cavolini. Frezzo del Volume L. 45. TARIFFA per gii estratti di Comunicazioni originali, pubblicate uel Monitoro Zoolof/ico, richiesti dagli Aiitori oltre i 50 di diritto. Numero F J^ G- X IvT E delle c 0 p i e 4 8 12 ic. 20 24 2S 32 Lire Lire Lire Liif Lire Lire Lire Lire 50 4.— 5.— 6.^ 7.50 9.— 10.50 12.— 13.— 100 7. — 8.50 10.— 11.50 13.— 14.50 16.— 18.— 150 10.— 12.— 13.— 15.— 17.— 19.— 21.— 24.^ ARCHIVIO ZOOLOGICO PUBBLICATO SOTTO GLI AUSPICI BELLA UNIONE ZOOLOGICA ITALIANA PER CURA DEL COMITATO DI REDAZIONE Vol. V 1911 (in corso di stampa) cont erra: INDICE. — Dequal L. Contributo alia conoscenza degli Irudinei italiani. Tav. 1. Cassani R. Ricerche sull'ovario degli Emitteri. Tav. 2. — Cavazza F. Studio di sistematica sperimentale suUe variazioni della • Cofurnix coturnix* Tav. 3-7. — Cotronei G. La fascia vitellogena nell'occite in crescita di Antedon rosacea La- marck. Tav, 8. — Bernard! Ilio. Policheti raccolti nel Mediterraneo dalla R. N. € Washington » (1881-82). Due figure nel testo. — Delia Valle P. La continuity delle forme di divisione nucleare ed il valore morfologico di cromosomi. — Studii sui globuli sanguigni delle larve di Salamandra maculosa. Tav. 9-10 ed una figura nel testo. — Mileo N. Ricerche suUa morfologia dell'osso transverso del carpo dei Chirotteri. Tav. 11-12. — Tagliani G. Enoplocotyle minima Tagl. ectoparassita della Muraena helena L. Tav. 13-14. — Vessichelli N. Di un nuovo Cytolichinae parassita del connettivo sottocutaneo di Ardea cinerea. Tav. 15. L'abbonamento airARCHIVIG ZOOLOGICO e di L. 40 al Volume. Fuori abbonamento 11 prezzo di ciascun volume e di L. 45. Redazione: Prof. FR. SAV. MONTICELLI. - Istituto Zoologico - Universita dl NapolL Commissionarii e rappresentanti: per r Italia alia c Libreria Nuova » di Riccardo Marghieri: Gall. Umberto I Napoli per I'estero alia Libreria Vessichelli. Istituto Micrograflco Italiano per rapplicazione della fotografia e delle arti grafiche alia scienza Via Guelfa 30 - FIE.ENZE - Telefono 21-05 (LOCALI PROPRI) Ripioduzioni ad uno o piu colori, sia dal vero die da di- segni, da soggetti macroscopici e microscopici, spet* tanti a ricerche o pubblicazioni scientifiche. Micro e macrotbtografie ad uno o piu colori. Dispositive per proiezione a scopo d' insegnamento scienti- fico, raccolte sotto la diiezione di illustri scenziati. Dispositive a colori coi vari procedimenti. Preparati microscopici. Consulenze tecniche. iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiniiiiiiiniiitiiiiiiiiDiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiniiiiiiiiiiniiiiiiiiiii niiiiiii iiiu Ditta r. KORISTKA IViiLANO - Via Griuseppe Revere, 3 - MILANO Unica Fabbrica Nazionale -^ -^ di Microscopi ed Accessor^ DITTA FORNITRICE di tutti I Gabinetti (Jniversitari del Regno Microscopio Eraiifie loJ'^ilo composto di stauyo f fe mum to di apparato A-bbe con diaframma ad iride e con mo- vimento a pignonn e ciemagliera per spo- starlo sotto il piano del tavolino, con tavolino^ in ebanite, manovella di fermo ali'inclinazione della parte superiore, divisione a mnlimetri al tubo portaoculare; revolver triplo; due obbiet- tivi a secco 3 e 7*, un obbiettivo ad immer- sione omogenea Vu" ! tre oculari 2, 8 e 4, in- grandimenti fino a 1000 diametri; il tutto posto. in elegante armadietto di mogano lucidato: con StatlTo IV a tavoliiio reltaiiplare flsso I. 400. con StatiYO IVa a tavolino clrcolare glreyole e con viti di spostamento per muovere , .^- il preparato Lt •*« Le stesse conibinazioni, collo stativo nuovo mod. Ill ellla con impugnatura e moviraento micrometrico comandato da bottoni laterali (secondo figura) Lire 60 in piii. CATAIiOGO GENERALE GRATIS A SEMPLICE; RICHIESTA S I accordano pagamenti rateaii mensili Conto corrente colla Posta. Pubblicato il 18 lus-lio 1911. IBomtore Zoologleo ItaliaDo (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana DIRKTTO DAI DOTfORI GIULIO GHIARUGI EUGENIO FIGALBI Prof, di Anutoiuia unianu Prof, di Anatomia coinp. o Zoologia nel R. Istituto di Studi Super, in Kiienzo nella H. Uiiiversita di Pisa TJfficio di Direzione ed Amministrazione: Istituto Atuifomico, Firenze. 12 Humeri all'anuo — Abbuonamento annuo L. 15. XXII Anno Firenze, G-iugno 1911 IST. 6. SOCIETA EDITRICE LIBRARIA - MlLAl^O Prof. GTULIO CHIARUGI IDirettore d.ell' Istitiato .A-natomico d.1 Firenze ISTITUZIONI DI AIATOMIA DELL'DOMO A. BONGINI FIRENZE — Via Leone X, 2 — FIRENZE in Legno, Zincotipia, -A.utotipia, Gralvanotipia Tricromia, Quattrocromia illustraziojii per giornaii, opere scientifiche, lavori commerciali ^ -g)!SS>(S Foruitore del R. Istitnto di Stiidi' snperiori e RR. Of^pedali iu Firenze Masshna solfecifudine - Prezzi fnitissinii. VIENNA VIII FABBRIOA RINOMATA m MICROSCOPI di qualita insuperabile, di miorotom:! e tutti gli altri accessori per la microscopia FUOVI CONDEUSATORI [per ricerche ultramicroscopiche Apparecchi di polarizzazione, Emometri, Ferroraetri ecc. APPARECCHI DI PROIEZIONE PERFEZIONATI APPARECCHI DI MICROFOTOGRAFIA Nuovi obbiettivi fotogpaflei Nuovo Combinav F. 6,8 — F. 4,8 Solar F. 6,8 Polar F. 4 Sono usciti: Catalogo generale n. 27 del 1908 in lingua francese. Catalogo n. 27^' di microsoopi ed accessori in italiano. Catalogo spQciale n. 8 di microtomi in tedesco. O IP E I^ El DI FILIPPO CAVOLINI Ristampa a cura della Society di Naturalist! in Napoti Napoli Detken et Rocholl 1910 Un grosso Volume in quarto grande di XL-528 pagine contenente tutte le opere di Zoologia e di Botanica deH'illuatre naturalista napoletano accu- ratamente ristampate, con 33 grandi tavole in fotoiiicisione, riproduzione fedele degli originali di Oavolini. Precedono la ristampa la Philippi Caoliai Vita di Teodoro Monticelli, scritta d'incarico della R. Accademia dalle scienze di Napoli subito dopo la di lui morte, ricca di Note ed illustrazioni Storiche desunte da documenti originali ed autograft ; ed un Indies- sommario-riassuntivo degli studii zoologici e botanici del Oavolini raggruppati metodicamente se- condo gli argomenti trattati seguendo I'ordine cronologico, che mettouo il lettore subito al Corrente di tutta I'opera scientifica di Filippo Oavolini. iPrezzo del "Volume L. 45. TAEIFFA per g'li estratti di Comimicazioni originali, pubblicate nel Monitore Zoologico, richiesti dagli Autori oltre i 50 di diritto. Numero IP .A. G- I i5r E delle c 0 pi e 4 8 12 MS 20 24 28 32 Lire Lire Lire Liif Lire Lire Lire Lire 50 4.— 5. — 6.— 7.50 9.— 10.50 12.— 13.— 100 7,— 8.50 10.— 11.50 13.— 14.50 IC— 18.— 150 10.— 12.— 13.— 15.— 17.— 19.— 21.— 24.— ARCHIVIO ZOOLOGICO PUBBLICATO SOTTO GLI AUSPICI BELLA UNIONE ZOOLOGICA ITALIANA PER GURA DEL COMITATO DI EEDAZIONE Vol. V — 1911 (in corso di stampa) con t er ra: INDICE. — Dcqual L. Contributq alia conoscenza degli Irudinei italiani. Tav. 1. — Cassani R. Ricerche sull'ovario degli Emitteri. Tav. 2. — Cavazza F. Studio di sistematica sperimentale sulle variazioni della € Coturnix coturnix » Tav. 3-7. — Cotronei G. La fascia vitellogena nell'occite in crescita ii Antedon rosacea La- jviARCK. Tav. 8, — Bernardi llio. Policheti raccolti nel Mediterraneo dalJa R. N. « Washington » (1881-82). Due figure nel testo. — Della Va!!e P. La continuita delle forme di divisione nucleare ed il valore mortologico di cromosomi. — Studii sui globuli sanguigni delle larve di Salamandra maculo&a. Tav. 9-10 ed una figura nel testo. — IVIiSeo N. Eicerche suUa morfologia dell'osso transverse del carpo dei Chirotteri. Tav. 11-12. — Tagliani G. Enoplocotyle minima Tagl. ectoparassita della Muraena helena L. Tav. 13-14. L'abbonamento all'ARCHIVIQ ZOOLOGICO b di I.. 40 al Volume. Fuori abbonamento il prezzo di ciascun volume e di L. 45. Redazione: Prof. PR. SAV. MONTICELLI. - Istituto Zoologico - University di Napoli. Commissionarii e rappresentanti: per ritalia alia « Libreria Nuova.» di Riccardo Marghieri: Gall. Umberto I Napo)i Istituto MicrogTafico Italiano per rapplicazione della fotografia e delle arti graHche alia scienza Via Guelfa 30 - FIRENZE - Telefono 21-05 (LOCALI PROPRI) Riproduzioni ad uno o piu colori, sia dal vero che da di- segni, da soggetti macroscopici e microscopici, spjet- tanti a ricercbe o pnbblicazioni scientidche. Micro e macrofotografie ad uno o piu colori. Dispositive per proiezione a scopo d' insegnaniento sclenti- fico, raccolte sotto la diiezione di illustri scenziati. Dispositive a colori coi vari procedimenti. Preparati microscopici. Consulenze tecniche. EiDZziOTsTi :p:e^o:p"e^is niiiiiiiiiMiiiiiiiiniiiiiiiiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiniiiniiiiiiiijiiniiitiiiiiiiiiiiiiiii Ditta F. KORISTKA MILANO - Via G-iuseppe Revere, 3 - MILANO Unica Fabbrica Nazionale ^^ -^^ di Microscopi ed Accessor) DITTA FORNITRICE di tutti I Gabinetti Universitari del Regno licroscopio pMe mtM co^posto di statiyo *^ ^ muDito di apparato A-bbe con diaframma ad iride e con mo* vimento a pignone e cremagliera per spo- starlo sotto il piano del tavolino, con tavolino in ebanite, manovella di fermo all'inclinazione della parte superiore, divisione a milimetri al tubo portaoculare ; revolver triple; due obbiet- tivi a secco 8 e 7*, un obbiettivo ad immer- sione omogenea Vu" ; tre oculari 2, 8 e 4, in- grandimenti fino a 1000 diametri; il tutto posto in elegante armadietto di mogano lucidato: con Stallyo IV a tayolliio reltaiiplare flsso L. 400 con Staliyo Wa a tavolino circolare gireyolc e con viti di spostamento per muovere j .._ il preparato \j, 410 Le stesse combinazioni, collo stativo nuovo mod. Ill ellla con impugnatura e movimento micrometrico comandato da bottoni lateral! (secondo figura) Lire 60 in piia, CATALOGO GENEBALE GRATIS A SEMPLICE' RICHIESTA S i accordano pagamenti rateali mensili Conto corrente colla Posta. Pubblicato il 10 asosto 1911. lIoDltofe ZoologlGo lUliaQo (Pubblicazioni italiane di Zoologia, Aiiatomia, Embriologia) Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana DIRETTO DAI DOTTORI GIULIO CHIARUGI EUGENIO FIGALBI Prof, di Aoatoiniu uiuaua I'rot. di Anatoinia coiup. e Zoologia uel R. Istituto (li Miidi Super, in Kiienze nella K. Uuiversita di Pisa Ufficio di Direzione ed Amministrazione : Istituto Anafomico, Firenze. 12 :-umeri ali'auiio — Abbuoaamento annixo L.. 15. XXII Anno Firenze, Luglio 1911 N. VT. SOCIKTA EDITKIGE LIBRARIA - M1LA]S0 Prof. GIULIO CHIARUGI liirettore d.ell' Istitiato .^^jaatonniico d.i Fireiaze ISTITUZIONI DI ANATOMIA DELL'UOMO A. BONGINI FIRENZE — Via Leone X, 2 — FIRENZE in Legno, Zincotipia, A.utotipia, G-alvanotipia Tricromia, duattrocromia lustrazioni per glornali, opere scientifiche, lavori commerciali •^ S)®® Foruitore del R. Istitnto <1i Ntndi siiperioi'i e KR. Ospedali in Firenze Massimu soUecitudine - Prczzi niitiasitni. viEisrisr^ VIII FABBRICA RINOMATA MICROSCOPI di qualita insuperabile, di MilOROTOMI e tiitti gli altri accessori per la microscopia NUOVI CONDENSATORI [per ricerche ultramicroscopiche Appareochi di polarizzazione, Emometri, Ferrometri ecc. APPARECCHI DI PROIEZIONE PERFEZIONATI APPARECCHI Di MICROFOTOGRAFIA , Nuovi obbiettivi fotogpafiei Niiovo Combinar F. 6,8 — F. 4,8 Solar F. 6,8 ______ Polar F. 4 Sono useiti: Catalogo generale n. 27 del 1903 in lingua francese. Catalogo n. IT di microscopi ed accessori in italiano. Catalogo speciale n. 8 di microtomi in tedesco. O I^ El E. E FILIPPO CAVOLIlSri Ristampa a ciira della Societa di Naturalisti in Napoli Napoli — Detken et Rocholl — 1910 Un grosso Volume in quarto grande di XL-528 pagine contenente tutte le opere di Zoologia e di Botanica dell'illastre naturalista napoletano accu- ratamente ristampate, con 33 grandi tavole in fotoiucisione, riprodnzione fedele degli original! di CavoHni. Precedono la ristampa la Philippi Caolini Vita di Teodoro Monticelli, scritta d'incarico della R. Acoademia delle scienze di Napoli subito dopo la di lui morte, ricca di Note ed illustrazioni Storicbe dosunte da docuraenti originali ed autograft; ed un Indies- sommario-riassuntivo degli stadii zoologici e botanici del Cavolini raggruppati metodicamente se- coudo gli argomenti trattati seguendo I'ordine cronologico, che mettouo il lettore subito al Corrente di tutta I'opera scientifica di Filippo Cavolini. Prezzo del Volume L. 45. TAEIFFA per gli estratti di Conutnicazioni origiiiali, pubblicate nel 3Ionitore ZoologicOy richiesti dagli Aiitori oltre i 50 di diritto. Numero :£" J^ Gr I InT E delle c 0 pie 4 8 12 ii; l.iie •20 24 vs 32 LiiB Liiti Li re Lire Lire Lire Lire 50 4.— 5.— 6.— 7.50 9.— 10.50 12.— 13.— 100 7.— 8.50 10.— 11.50 13.— 14..50 16.— 18.— 150 10.— 12.— 13.— 15.— 17.— 19.— 21.— 24.— ARCHIVIO ZOOLOGICO PUBBLIGATO SOTTO GLI AUSPICI BELLA UNIONE ZOOLOGICA ITALIANA PER CUR A DEL COMITATO DI REDAZIONE Vol. V — 1911 (in corso di stampa) con t er ra: INDICE. — Dequal L. Contributo alia conoscenza degli Irudinei italiani. Tav. 1. — Cassani R. Ricerche sull'ovario degli Eraitteri. Tav, 2. — Cavazza F. Studio di sisteraatica sperimentale sulle variazioni della * Coturnix coturnix » Tav. 3-7. — Cotronei G. La fascia vitellogena neU'occite in crescita ii Antedon rosacea La- marck. Tav. 8. — Bernard! Ilio. Policheti raccolti nel Mediterraneo dalla K. N. € Washington » (1881-82). Duo figure nel testo. — Della Valle P. La continuity delle forme di divisione nucleare ed il valore morfologico di cromosomi, — Studii sui globuli sanguigni delle larve di Salamandra maculosa. Tav. 910 ed una figura nel testo. — Nlileo N. Ricerche suUa morfologia dell'osso transverso del carpo dei Chirotteri. Tav. 11-12, — Tagliani 6. Fmoplocotyle minima Tagl. ectoparassita della Muraena helena L. Tav. 13-14. L'abbonamento all'ARCHIVIO ZOOLOGICO e di I^, 40 al Volume. Fuori abbonamento II prezzo di ciascun volume e di L. 45. Redazione: Prof. FR. SAV. MONTICELLI. - Istituto Zoologico - Universita di Napoii. Commissionarii e rappresentanti: per ritalia alia « Libreria Nuova » di Riccardo Marghieri: Gall. Umberto I Napoii Istituto Micrografico Italiano per Tapplicazione della fotografia e delle arti grafiche al!a scienza Via Guelfa 30 - FIRENZE - Telefono 21-05 (LOCALI I^iiOPRI) Riproduzioni ad uno o piu colori, sia dal veio die da di- segni, da soggetti macroscopici e microscopici, spet- tanti a ricerche o pubblicazioni scientifiche. Micro e macrofotografie ad uno o piu colori. Dispositive per proiezione a scopo d' insegnamento scienti- fico, raccolte sotto la diiezione di illustri scenziati. Dispositive a colori coi vari procedimenti. Preparati microscopici. Consulenze tecniche. ,,,, ,,,,, ,,,,,,,,,,11111111111 iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiiiiitiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiniMiiiiiiiniiiiiiiiMiiiiiiiik Ditta F. KORISTKA MILANO - Via Griuseppe Revere, 2 - MILANO Unica Fabbrica Nazionale -^ ■^ di Microscopi ed Accessor^ DITTA FORNITRICE di tutti i Gabinetti Iniversitari del Regno MlMMPEraiiilemoa-'lo ro?t°rdi'I,?p'a,"r A-bbe con dialramma ad iride e con mo- vimento a pignone e cremagliera per spo- starlo sotto il piano del tavolino, con tavolina in ebanite, manovella di fermo all'inclinazione della parte superiore, divisione a miliraetri al tubo portaoculai-e ; revolver triplo; due obbiet- tivi a secco 3 e 7*, up obbiettivo ad imnaer- sione omogenea Vu" j t^e oculari 2, 8 e 4, in- grandimenti fino a 1000 diametri; il tutto posto in elegante armadietto di mogano lucidato: con Staliyo IV a layolino reltaiiplare Isso L. 400 con Stativo lYa a tavolino circolare gireyolc ^ con viti di spostamento per muovere , ... il preparato u, 410 Le stesse combinazioni, collo stativo nuovo jnod. Ill e Jlla con impugnatura e moviment(v niicronietrico comandato da bottoni laterali (secondo figura) Lire 60 in piii. CATALOGO GENEBALE GRATIS A SEMPLICEi RICHIESTA S i accordano pagamenti rateali mensili Gonto corrente colla Posta. Pubblicato il 30 agosto 1911. Jlomtofe Zoologieo Italiano (Pubblicazioni Italiatie di Zoologia, Anatomia, Enibriologia) Organo ufficiaie della Unione Zoologica Italiaiia DIRKTTO DAI DOTTORI GIULIO GHIARUGI EUGENIO FIOALBI Prof, di Anatomia uiiiaua Prof, di Anatomia conip. e Zoologia uel R. IstitiUo di >tudY Super, in Kirenze nella K. Uuiversitii di Pisa TJfficio di Direzione ed Amministrazione : Istituto Anatomico, Firenze. 12 i-umeri alPauno — Abbuonamento annuo L. 15. XXII Anno Firenze, Agosto 1911 N". 8. SOCIETA EDITKICE LIBRARIA - MILAJSO Prof. GIULIO GHIARUGI IDirettore delP Istitiito -A-iaatoxaalco d.i IFirexaze ISTITUZIONI DI ANATOMIA DELL'OOMQ &. BONGi^l FIRENZE — Via Leone X, 2 — FIRENZE in Legno, Zincotipia, Autotipia, Qalvanotipia Tricromia, Gtuattrocromia lllustrazioni per giornali, opere scientifiche, lavori commerciali — ' S)@(S Foriiitore del R. l!>$titnto
  • j^ G- I IsT E delle c 0 pi e 4 8 12 ic. ■20 24 ;)2 hire Lire Lite Lire Liie Lire Lire Live 50 4.— 5.— 6.— 7.50 0.— 10.50 12.— 13.— 100 7. — 8.50 10.— 11.50 13.— 14.50 16.— 18.— 150 10.— 12.— 13.— 15.— 17.— 19.— 21.— 24.— ARCHIVIO ZOOLOGICO PUBBLICATO SOTTO GLI AUSPICI BELLA UNIONE ZOOLOGICA ITALIANA PER CURA DEL COMITATO DI REDAZIONE Vol. V — 1911 (in corso di stampa) con terra: INDICE. — Dequal L. Contributo alia conoscenza degli Irudinei italianL Tav. 1. — Cassani R. Ricerche sull'ovario degli Eraitteri. Tav. 2. — Cavazza F. Studio di sistematica speriraentale suUe variazioni della « Coturnix coturnix » Tav. 3-7. — Cotronei 6. La fascia vitellogena neU'occite in crescita li Antedon rosacea La- marck. Tav. 8, — Bernard! IliO. Policiieti raccolti nel Mediterraneo dalla H. N. € Washington » (1881-82). Due figure nel testo. — Della Valle P. La continuity delle forme di divisione nucleare ed il valore morfologico di cromosomi. — Studii «ui globuli sanguigni delle larve di Salamandra maculosa. Tav. 9-10 ed una figura nel testo. — Mileo N. Ricerche suUa morfologia dell'osso transverse del carpo •dei Chirotteri. Tav. 11-12, — Tagliani G. Enoplocotyle minima Tagl. ectoparassita ■della Muraena helena L. Tav. 13-14. L'abbonamento all'ARCHIVIO ZOOLOGICO e di L. lO al Volume. Fuori abbonamento il prezzo dl ciascun volume e di L. 45. Redazione: Prof. FR. SAV. MONTICELLI. - Istituto Zoologico - Universita dl Napoli. Commissionarii e rappresentanti: per r Italia alia « Libreria Nuova » di Riccardo Marghieri: Gall. Umberto I Napoli Istitiito Micrografico Italiano per rapplicazione della fotografia e delle arti grafiche al!a scienza Via Guelfa 30 - FIRENZE - Telefono 21-05 (LOCALI I^ROPRI) Ripioduzioni ad uno o piu colori, sia dal vero cbe da di- segni, da soggetti macroscopici e aiicroscopici, spet- tanti a riceiche o pubblicazioni scientifiche. Micro e macrotbtografie ad mio o piu colori. Dispositive per proiezione a scopo d' insegnamento scienti' fico, raccolte sotto la diiezione di illustri scenziati. Dispositive a colori coi vari procedimenti. Preparati microscopici. Consulenze tecniche. i E I?. E DI FILIPPO CA.VOLINI Ristampa a cura della Societa di Naturalisti in Napoli Napoli Detken et Rocholl 1910 Uq grosso Volume in quarto grande di XL-528 pagiue conteaente tutte le opere di Zoolo^ia e di Botanica deil'illustre naturalista napoletano accu- ratamente ristampate, con 33 grandi tavole in fotoiucisione, riproduzioae fedele degli originali di Cavolini. Precedono la ristampa la Philippi Caolini Vita di Teodoro Monticelli, scritta d'incarico della R. Accademia dalle scienze di Napoli subito dopo la di lui morte, ricca di Note ed illustrazioni Storiche dftsuute da documenti originali ed autograft; ed un Indies- sommario-riassuntivo degli studii zoologioi e botauici del Cavolini raggruppati metodicamente se- condo gli argomenti trattati seguendo I'ordine cronologico, che mettouo il lettore subito al Corrente di tutta I'opera scientifica di Filippo Cavolini. Prezzo del Volume L. 45. TAR IF FA l^er gli estratti di Coinuiiicazioni originali, pubblicate uel Monitore Zoologico, richiesti dagli Autori oltre i 50 di diritto. Kuraero IP J^ (3- I IsT E delle c 0 p i e 4 8 12 lo -20 24 t-'s Lire 32 Lire Lire Lire IJI-.' Lin- Liie Lire 50 4.— 5.— 6.— 7.50 0.— 10.50 12.— 13.— 100 7. — 8.50 10.— 11.50 13.— 14.50 16.— 18.— 150 10.— 12.— 13.— 15.— 17.— 19 — 21.— 24.— ARCHIVIO ZOOLOGICO PUBBLICATO SOTTO GLI AUSPICI DELLA UNIONE ZOOLOGICA ITALIANA PER CURA DEL COMITATO DI HEDAZIONE Vol. V 1911 (in corso di stauipa) conterra: INDICE. — Dequal L. Contributo alia conoscenza degli Irudinei italiani. Tav. 1. — Cassani R. Ricerche suU'ovario de^li Eraitteri.. Tav. 2. — Cavazza F. Studio di sistematica sperimentale sulle variazioni della < Coturnix cotarnix » Tav. 3-7. — Cotronei G. La fascia vitellogena nell'occite ia crescita ii Antedon I'osacea La- marck. Tav. 8. — Bernard! Ilio. Policheti raocolti nel Mediterraneo dalla R. N. < Washington » (1881-82). Due figure nel testo. — Della Valle P. La coatinuiti delle forme di divisione nucleare ed il valore morfologico di cromosomi. — Studii sui globuli sanguigni delle larve di Salamandra maculo&a. Tav. 9-10 ed una figura nel testo. — Mileo N. Ricerche suUa morfologia dell'osso trans verso del carpo del Chirotteri. Tav. 11-12. — Tagliani G. Enoplocotyle minima Tagl. ectoparassita della Muraena helena L. Tav. 13-14. L'abbonametito ali'ARCHIVIO ZOOLOGICO e di L. 40 al Volume. Fuori abbonamento il prezzo di ciascun volume e di L. 45. Redazlone: Prof. FR. SAV. MONTICELLI. - Istituto Zoologico - Universita di Napoli. Commissionarii e rappresentanti: ;per 1' Italia alia € Libreria Nuova » di Riccardo Marghieri: Gall. Umberto I Napoli Istituto Micrograflco Italiano per I'applicazione della fotografia e delle arti grafiche alia scienza Via Guelfa 30 - FIRENZE - Telefono 21-05 (LOCALI PROPRI) Riproduzioni ad uno o piu colori, sia dal vero cbe da dU segni; da soggetti macroscopici e microscopici, spet- tanti a ricerche o pubblicazioni scientifiche. Micro e macrofotografie ad uno o piu colori. Dispositive per proiezione a scopo d' insegnamento scienti- fico, raccolte sotto la diiezione di illustri scenziati. Dispositive a colori coi vari procedimenti. Preparati microscopici. Consulenze tecniche. IIIIIIIIIII!lMlllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllinillllllllllirilllllllllllllllllllMIMIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIII||J||||||||||||||||||||||||.. Ditta F. KOMSTKA MILANO - Via Giuseppe Revere, 2 - MILANO Unica Fabbrica Nazionale -^ -^ di IVIicroscopi ed Accessori' DITTA FORNITRICE di tutti i Gabinetti Universitari del Regno Microscopic imt iiioa«ilo rrii'lpparli: A-bbe con diaframma ad iride e con mo- vimento a pignonn e cremagliera per spo- starlo sotto il piano del tavolino, con tavolino in ebanite, manovella di fermo all'inclinazione della parte superiore, divisione a millimetri al tubo portaoculare ; revolver triple; due obbiet- tivi a secco 3 e 7*, un obbiettivo ad immer- sione omogenea ^/u"; tre oculari 2, 3 e 4, in- grandimenti fino a 1000 diametri; il tutto posto in elegante armadietto di mogano lucidato: con Stativo IV a tayoliuo reltaiiplare Jsso L. 400 con Statiyo IVa a tavolino circolare mmlt e con viti di spostamento per muovere , ..^ il preparato u, "»* Le stesse combinazioni, collo stativo nuovo mod. Ill eJIIa con impugnatura e movimento. micrometrico comandato da bottoni lateral! )secondo figura) Lire 60 in piii. CATALOGO GENEBALE GRATIS A SEMPLICEi RICHIESTA S i accordano pagamenti rateali mensili Conto correrite coila Posta. Pubblicato il 20 ii'onuaio 1912. IHoDltof e Zoologieo Italiano (Pubblicazioni Italiaiie di Zoologia, Aiiatomia, Embriologia) Organo ufficiaie delta Unione Zoologica Itaiiana DIUETTO DAI DOTTORI GIULIO CHIARUGI EUGENIO FIGALBI I'rot. (li Aoatoniiu uinuii:i I'l'of. di ADatoiiiia coiiip. e Zuolo^ia del K. Istinito di Mnill Super, in l<'ireni!e nella U. U.iiversiia di Pisa Ufficio di Direzione ed Amministrazione: Istituto Anatofnico, Firenze. 12 r-uineri all'aauo — Abbuonamento annuo L. 15. XXII Anno Firenze, Decembre 1911 N. IS. SOCIETA EDITIUCE LIBIURIA - MILA.NO Prof. GIULIO CHIARUGI IDirettore dell' Istitxato -A-Xiatorxiico d.i Fireiaze ISTITUZIONI DI ANATQMIA DELL'HOMO A. BONGINI FIRENZE — Via Leone X, 2 — FIRENZE in Legno, Zincotipia, A.utotipia, Galvanotipia Tricromia, Q,uattrocromia lllustrazioni per giornali, opere scientifiche, lavori commerciali Foi'Jiitore <1el R. li^titato di l^tiidV j^Hjierioi-i e KR. O^pedali in FireiiKc Mass/ma sotlecitudine - Prezzi niifi.ssinii. VIKNN^ VIII FABBRICA RINOMA.TA DI x,xICKOSCOPI di quality insuperabile, di m:iorotom:i e Lutti gli altri accessori per la microscopia NuOVI COIDENSATORI per ricerche ultramicroscopiche Appareochi di polarizzazione, Emometri, Ferroraetri ecc. APPARECCHI DI PROIEZIONE PERFEZIONATI APPARECCHI DI MICROFOTOGRAFIA Nuovi obbiettivi fotograflei Nuovo Corabinar F. 6,8 — F. 4,8 Solar F. 6,8 ::j^ gfPolar F. 4 Sono usciti : Catalogo generals n. 27 del 1908 in lingua francese. Catalogo n, 27^ di microscopi ed accessori in italiano. Catalogo speciale n. 8 di microtomi in tsdesco. O IP IB K. E FILIPPO Cj^VOLINI Ristampa a cura delia Societa di Naturalist! in Napoli Napoli Detken et Rocholl 1910 Un grosso Volume in quarto grande di XL-528 pagiue contenente tutte le opere di Zoologia e di Botauica dell'illustre naturalista napoletano accu- ratamente ristampate, con 33 grandi tavole in fotaincisione, riproduzione fedele degli originali di Oavolini. Precedono la ristampa la Philippi Caolioi Vita di Teodoro Monticelli, scritta d'incarico della R. Accademia delle scienze di Napoli aubito dopo la di lui morte, ricca di Note ed illustrazioni Storiohe desunte da docuraenti originali ed autograft ; ed un Indice-sommario-riassuntivo degli studii zoologici e botanici del Cavolioi raggruppati metodicamente so- condo gli argotnenti trattati seguendo I'ordine cronologico, che mettouo il lettore subito al Corrente di tutta I'opera scientifica di Filippo Cavolini. Frezzo del "Volume L. 45. TARIFFA per gli estratti di Comiinicazioni originali, pubblicate nel Monitore Zoologico, richiesti dagli Autori oltre i 50 di diritto. Nuraero IP ^A. C3- I IsT E delle " c 0 p i e 4 8 12 10 20 24 2S Lire :^2 Lire Lire Lire Lire Lir<_- Lire Lire 50 4.— 5.— 6.— 7.50 9.— 10.50 12.— 13.— 100 7. — 8.50 10.— 11.50 13.— 14.50 10.— 18.— 150 10.— 12.— 13.— 15.— 17.— 19.— L'l.— 24.— ARCHIVIO ZOOLOGICO PUBBLICATO SOTTO GLI AUSPICI BELLA UNIONE ZOOLOGICA ITALIANA PER GURA DEL COMITATO DI REDAZIONE Vol. V 1911 (in corso di stampa) conterra: INDICE. — Dequal L. Contribute alia conoscenza degli Irudinei italiani. Tav. 1. -^ Cassani R. Ricerche suH'ovario de^li Emitteri. Tav. 2. — Cavazza F. StucJio di «istematica sperimentale sulle variazioni della « Coturnix cotarnix » Tav. 3-7. — Cotronei G. La fascia vitellogena nell'occite in crescita ii Antedon rosacea La- marck. Tav. 8. — Bernard! Ilio. Policheti raccolti nel Mediterraneo daila R. N. « Washington » (I881-b2). Due figure nel testo. — Delia Valle P. La continuity delle forme di divisione nucleare ed il valore morfologico di cromosomi. — Studii sui globuli sangLiigni delle larve di Salamandra maculosa. Tav. 9-10 ed una figura nel testo. — Mileo N. Ricerche sulla morfologia dell'osso transverse del carpo -dei Chirotteri. Tav. 11-12. — Tagllani G. Enoplocotyle minima Tagl. ectoparassita della Muraena Jielena L. Tav. 13-14. L'abbonamento all'ARCHIVIO ZOOLOGICO e di L. 40 al Volume. Fuori abbonamento il prezzo di ciascun volume e di L. 45. Redazione: Prof. FR. SAV. MONTiCELLI. - Istituto Zoologico - Universita di Napoli. Commissionarii e rappresentanti: gjer I'italia alia « Libreria Nuova » di Riccardo Marghieri: Gall. Umberto I Napoli Istituto Micrografico Italiano per rapplicazione della fotografia e delle arti grafiche alia scisn^ia Via Guelfa 30 - FIRENZB - Telefono 21-05 (LOCA.LI PROPRI) lliprodnzioni ad uno o piu colori, sia dal vero che da di- segni, da soggetti macroscopici e microscopici, spet- tanti a ricercbe o pnbblicazioni scientiliche. Micro e macrofotografie ad uno o piu colori. Dispositive per proiezione a. scopo d'insegnamento scienti- fico, raccolte sotto la direzione di illustri scenziati. Dispositive a colori coi vari procedimenti. l^-eparati microscopici. Consiilenze tecniche. iiiii'Miiiniliililiiliiillll llllllllllllllllllll>lllllllllMllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll■llllllllllllllllllll■lllllllllllllllllllt^ Ditta F. KOmSTKA MILAKO - Via Griuseppe Revere, 2 - MILANO Unica Fabbrica Nazionale -^ -^ di Microscopi ed Accessori' DITTA FORNITRICE di tutti I Gabinetti Universitari del Regno MicroscoDio araMe luod 'io composto di statiyo. xmuxui>uu|jm feiuii » 111 « raunito di apparato- diairaruma ad iride e con mo- e cremagliera per spo- A-bbe con vimento a pignone starlo sotto il piano del tavolino, con tavolino in ebanite, manovella di fermo alJ'inclinazione della parte superiore, divisione a mi'limetri al tubo portaoculare; revolver triplo; due obbiet- tivi a secco 3 e 7*, un obbiettivo ad immer- sione omogenea Vjj"; tre oculari 2, 8 e 4, in- grandimenti fino a 1000 diametri; il tutto posto in elegante arnaadietto di mogano lucidato: con Slalivo IV a tavolino rellaiiplare fisso L. 400 con Slalivo.lVaatayoliuocircolarc Eireyolc e con viti di spostamento per muovere , . ^ il preparato Li ^AU Le stesse combinazioni, collo stativo nuovo n)od. Ill ellla con impuguatu; a e movimenta micrometrico coniaudato da bottoni laterali )secondo figura) Lire 60 in piu. CATALOGO GENERALE GRATIS A SEMPLIGE HICHIESTA S i accordano pagamenti rateali mensili MBL WHOI Library - Serials 5 WHSE 01326