mmi MONITORE ZOOLOGICO ITALIASO (Pubblicazioni italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) ORGANO UFHCIALE BELLA UNIONE ZOOLOGICA ITALIANA DIRETTO DAI DOTTORI GIULIO CHIARUGI EUGENIO FICALBI Prof, di Anatomia umaua Prof, di Anatomia comparata e di Zoologia nel R. Istituto di Studj Superiori di Fii-enze nella R. University di Piaa Yol. XXIV — Anno XXIY — 1913 IN FIRENZE MDCCCCXIII INDICE DEL VOL. XXIV. (Anno XXIV, 1918). BIBLIOGRAFIA N.B, — In quosto volume e contenuta la Bi))liografia dell'aunata 1913 e la con- tiQuazione di quella delle annate precedenti, A. — Parte generale. Pag. 21, 221. I. Bibliografia, Storia e Blografia zoologica e anatomica. Pag. 21, 221. U. Scriiti zoologici d' Indole filosofica. Pag. 22, 222. III. Scritti comprensivi e var? di Biologia, di Zoologia, di Anatomia. Pag. 22, 222. IV. Gonoiogia, Ontogenia, Teratologia. Pag. 23, 223. » V. Citologia e Istologia. Pag. 25, 224. VI. Tecnica zoologica, analomica e microscopica. Pag. 25, 224. VII. Allevamenti, Giardini zoologici, Acquari, Coilezioni, Musei ed altre Istiiuzioni. Pag. 26. B. — Parte speciale. Pag. 101, 153, 177, 205, 225. I. Invertebrati in genere. II. Protozoi. Pag. 101, 225. III. Diciemidi, Ortonettidi, Triclioplax e altri Invertebrati d'incerto tipo. IV. Spongiari. V. Celenterati (Cnidari e Ctenofori). VI. Vermi. Pag. 102, 226. 1. Scritti generali o su piii che una delle divisioni del gruppo. 2. Platodi. Pag. 102, 226. 3. Rotiferi e Gastrotrichi. Pag. 102, 226. 4. Neraertini. 5. Briozoi, Foronidi, Gephalodiscus, Rhabdopleura. 6. Brachiopodi. 7. Enteropneusti. 8. Sipunculidi. 9. Echiuridi. 10. Nematodi, Desmoscolecidi, Ghetosoraidi. Pag. 102, 226. 11. Acantocelali. Pag. 103. 12. Ghetognati. I Q ^ <_/ 7 13. Echinoderi. / W Z- W" ^— - i 7 >y — IV — - 14. Anellidi. Pag. 103, 226. VII. Artropodi. Pag. 103, 226. 1. Scritti general! o su piu die una delle classi. 2. Tardigradi. 3. Pantopodi o Picnogonidi. 4. Merostorai o Limulidi. 5. Aracnidi. Pag. 103, 226. 6. Grostacei. Pag. 104, 226. 7. Prototracheati o Onicofori. 8. Miriapodi. 9. Insetti o Esapodi. Pag. 104, 227. a) Scritti generali o su piu che uno degli ordini. Pag. 227. ft) Atterigoti o Tisanuri. Pag. 104, 227. c) Architteri o Pseudonevrotteri e Mallofagi. Pag. 104. d) Ortoiteri. Pag. 104, 227. e) Rincoti o Emitteri, e Fisapodi o Tisanotteri. Pag. 104, 227. f) Coleotte?'i e Strepsitteri. Pag. 105, 228. g) Nevrotteri. h) Iinenotteri. Pag. 105. i) Dilleri. Pag. 105, 228. k) Afanitteri. I) Lepidotteri. Pag. 106, 228. VIU. Echinodermi. Pag. 106, 228. IX. Molluschi. Pag. 106. 1. Scritti generali o su piu che una delle classi. Pag. 106. 2. Antineuri. 3. Gasteropodi (Prosobranchi. Eteropodi. Opistobranchi. Pteropodi. F'olrao- nati). Pag. 106. 4. Scafopodi. 5. Lamellibrauchi, Acefali o Pelecipodi. 6. Gefalopodi. X. Tunicati. XI. Leptocardi o Anfiossidi. XU. Vertebrati. Pag. 153, 177. 1. Parte generale. II. Parte anatomica. Pag. 153. 1. Parte generale. Pag. 153. 2. Struttura esteriore. 3. Apparecchio tegumentale. Pag. 154. 4. Apparecchio scheletrico. Pag. 154. 5. Apparecchio rausculare. Pag. 155. 6. Apparecchio intestinale con le annesse glandole. Pag. 155. 7. Apparecchio respiratorio. Pag. 156. 8. Tiroide. Paratiroide. Tirao. Corpuscoli tiraici. 1 — V — 9. Apparecchio circolatorio. Milza e altri organi liiitoidi. Pag. 156. 10. Gavita del corpo e membrane sierose. Pag. 157. 11. Apparecchio urinario e genitale. Pag. 157. 12. Ghiandole surrenali. Organi cromaffini, etc. Pag. 157. 13. Apparecchio nervoso centrale e perilerico. Pag. 158. 14. Organi di senso. Pag. 159. 15. Organi produttori di hice, di elettricita. 16. Anatomia topogratica. Pag. 160. 17. Teratologia. Pag. 160. III. Parte zoologica. Pag. 177. 1. Scritti generaU o su piii che una delle classi. 2. Giclostomi. 3. Pesci. Pag. 177. 4. Anflbi. Pag. 178. 5. Rettili. Pag. 178. 6. Uccelli. Pag. 178. 7. Maramiferi. Pag. 179. 8. Antropologia ed Etnologia. Pag. 180. Ajipendice : Antropologia applicata alio studio dei pazzi, dei crimi- nali, etc. Pag. 182. G. — Zoologia applicata. Pag. 205. 1. Zoologia medica. Pag. 205! 2. Zoologia applicata all'agricoltura e alle industrie. Protezione, Gaccia, etc. Pag. 207. COMUNICAZIONI ORIGINALI. Arcangeli A. — Isopodi terrestri nuovi o poco noti in Italia. — Pag. 183-202. Aresu M. — La superflcie cerobrale dell'uomo. — Pag. 6-12. Baldasseroni V. — Lorabrichi della Tripolitania. — Pag. 127-130. Banchi A. — Metodo per diraostrazione di topografia viscerale in preparati da Museo. Gon tav. I. — Pag. 27-30. Beretta A. — Gontributo alia tine architettura dello smalto. Gon tav. XIII. — Pag, 208-217. Brian A. — Di una nuova specie di Hatschekia Poche (Glavella Oken) copepode parassita del Grenilabrus pavo. (H. subpinguis n. sp.) Gon tav. III. — Pag. 60-65. Busacca A. — Sull'origine del pigraento coroideo. Nota preventiva.^ — Pag. 112-115. Buschi G. — Gontribuzione alia conoscenza della istogenesi dell'aorta umana. Nota preventiva. Gon tav. IX-X. — Pag. 141-151. Castellaneta V. — Sulla questione del timo in « Ammocoetes ». Gon tav. XI-XII. — Pag. 161-174. Giannelli L. — Repartizione delle isole di Langerhans nel pancreas degli Uccelli. Nota preventiva. — Pag. 107-112. Granata L. — Ancora sulle divisioni degli spermatociii di « Xylocopa violacea L. ». Con 6 tig. nel testo. — Pag. 31-35. Guerrini G. — Di un easo non ancora descritto di infezione zooparassitaria. Opisthorchis felineus Riv. in fegato di Lepiis cuniculus L. Con ligura. — Pag. 66-68. Livini F. — Osservazioni sul canale intestinale e suirapparecchio polmonare di un embrione uraano di ram. 9,1. Gou tav. IV- VII. — Pag. 73-87. Luna E. — Siii lenomeni di plastorexi e di plastolisi riscontrabili nel processo di involnzioue del pronefro negli Antibi. Nota preventiva. — Pag. 131-133. Malaguzzi-Valeri R. — Di un caso d'articolazione oosto clavicolarc. Con 2 figure. Pag. 152-156. Manca P. — Sulla presenza di condrioconti nelle cellule degli abbozzi dentarii. Con 2 fig. — Pag. 121-127. Mobilio C. — Anoraalia deH'otricolo prostatico in un Kquus asinus. Con 1 fig. Pag. 133-140. Savi L. — Nuovi Ciliotbri appartenenti alia raicrofauna del lago-stagno craterico di Astroni. Nota preliminare. Con 4 flg. — Pag. 95-100. Senna A. — Una nuova cattura di Selache maxima (Gunn) nel Mar Toscano. — Pag. 229-232. Spadolini I. — Contributo alio studio della morfologia del polmone. Nota rias- suntiva. Con 1 fig. e tav. II. — Pag. 49-60. Spadolini I. e Kraus A. — Di una variaziono nel gruppo dei muscoli spino-ap- pendicolari nell'uorao. Con 1 fig. — Pag. 13-18. Sterzi G. — Sullo sviluppo delle ai-terie centrali della midulla spinale, del bulbo e del ponte. Con 2 figure nel testo. — Pag. 16. Id. — Un raodello di ta\olo anatomico. Con 2 fig. — Pag. 115-118. Terni T. — SuU'esistenza di condrioconti nella testa degli spermatozoi adulti di Ui'odeli. Con tav. VIII. — Pag. 88 94. Vernoni G. — Lo sviluppo del cervollo in « Muletia (Tatusia) novemcincta », Edentata. — Pag. 18-20. NOMENCLATURA ANATOMICA Beccari N. — Proposte di raodificazioni alia nomenclatura del cervello. — Pa- gina 47. SUNTI E EIVISTE BioncU G. — Sulla fina anatoraia dei gangli annessi al simpatico craniano nel- I'uomo. — Pag. 157-158. Cotronei G. — Primo contributo sperimentalo alio studio dcllc relazioni degli organi nell'accrescimento e nella melamorfosi degli Anfibi Anuri. L'infiuenza della nutrizione con tiroide di Mammiteri. — Pag. 234-235. Giuffrida-Ruggeri V. — L'uomo attuale. Una specie collettiva. — Pag. 218-219. Sterzi G. — Anatomia del sistema nervoso centrale neU'uomo. — Pag. 233. UNIONE ZOOLOGICA ITALIAN A Ghigi A. — Repertorio di specie nuove di animali trovate in Italia e descritte neiranno 1909. — Pag. 36-46. — Commissione per la nomenclatura zoologica. Comunicazioni e Proposte. — Pag. 69-72. — Regolc internazionali della nomenclatura zoologica. — Pag. 238-266. — VII NOTIZIE E VARIETA Concorsi a premio. — Pag. 120, Personale Universitario. — Pag. 48, 119, 159, 175, 2U3, 220, 235. ERRATAGORRIGE. Nel n. 8 a pag. 172 (Gastellaneta, Sulla questione del tirao ecc.) linea 10 invece di : 14 abbozzi timici di Heptanchus, leggasi : 7 abbozzi tiraici, per lato, di Heptanchus. MonitoFe Zoologico Italiano (Pubblicazioiii Italiaiie di Zoologia, Ariatomia, Etnbriologia) Organo iifficiaie della Unioiie Zoologica Italiana DIUKTTO DAI DOTTORl GIULIO 0HIARU6I EUGENIO FIGALBI Piof. di Anatoinia uiuaua Prof, ili Auiitomia couip. e Zoologia iiel R. Istituto di Stiidi Super, iu Fireiize nella B. Uiiiversita di Pisa Ufficio di Direzione ed Aimniuistrazione: Istituto Anatomico, Fheiize. 12 nnmeri all'anno — Abbiionamento annuo L. 15. XXIV Anno Firenze, G-ennaio 1913. N. 1. SOMMARIO: CoMUNiCAzioNi oRiGiNALi: Sterzi G-., Sullo sviliippo delle ar- terie ccntrali della midoUa spinalc, del bulbo o del ponte. (Con 2 figg.). — A.resu M., [.a superflcie cerebrale dell' uomo. — Spadolini I., e Kraus -A.., Di una variaziono nel gruppo del Museoli spinoappendico- lari nell'uomo. iCon 1 fig.). ~ "Vernoni G-., Lo sviluppo del Gervollo in « Muletia (Tatusia) noveracincta », Edentata. — Pag. 1-20. Avvertenza Delle Comunicazioni Oiiginali che si piibblicano nel Mouitore Zoologico lialiano e vietata la riproduzione. COMUNICAZIONI ORIGINALI ISTITUTO ANATOMICO DELLA R. UNIVERSITA DI CAGLIARI Prof. G. STRRZI Sullo sviluppo delle arterie centrali della midolla spinale, del bulbo e del ponte (Con 2 tig. nel teste). J; vietata la riproduzione E noto per le indagini del Kady i (1899) nell'uomo, dello Ho che (1899) nel coniglio e nel cane, e mie (1904) in questi ed in molti altri mammiferi che le arterie centrali, rami posteriori della catena aiiastomotica anteriore della midolla spinale (tratto arterioso ante- - 2 - riore), attraversano dair avanti all' indietro la fessura midollare e giunte al fondo di essa, si ripiegano ora a destra ed ora a sinistra per penetrare entro alia sostanza nervosa; posso aggiungere che fondamentalmente nello stesso modo si comportano le aa. centrali del bulbo, sebbene I'Adamkiewicz (1890) affermi che esse si di- vidono in due rami, uno destro e sinistro I'altro. Nello studiare lo svilnppo dei vasi della midolla spinale dei mammiferi e dell' uomo (1904) ho poi dimostrato che le aa. centrali nei primi stadi dello sviluppo formano due serie pari, le quali originano da due catene di anastomosi arteriose pari e simmetriche (tratti arteriosi primitivi), situate suUa faccia anteriore della midolla subito ai lati della linea mediana (fig. 1, t. a. p.); a risultati concordi e giunto H. M. Evans (1911). Queste catene per riduzione di alcuni tratti longitudinal! ora dell'una ed ora deh'altra e per parziali fusion! finiscono poi per ( a.c t.a.d. Fig. 1. — Sviluppo ilelle aa. ceutiali della midolla spiiiale, del bulbo e della fessura midollare. La parte centrale indica le disposizioni che si hanuo uegli embrioni di maiale, di pecora e di uomo lunghi circa 10 mm. ; la parte perifei'ica dimostra la disposizioue dotiuitiva. c. v., colonna anteriore; a. c, arteria ceutrale ; t. a. d., tratto arterio.so midollare ventrale ; t. a. p., tratti arteriosi primitivi. costituirne una sola, imparl e mediana, quale la troviamo nell' a- dulto (Sterzi, Evans). Per quale procedimento dalle due serie pari di aa. centrali si passa alia serie imparl che si ha nell'adulto ? Per rispondere a questa domanda ho fatto una serie di indagini, servendomi di embrioni di pecora e di maiale, in parte iniettati con soluzione satura di bleu di Prussia, in parte coi vasi sanguiferi mantenuti pieni di sangue con 1' allacciatura del funicolo ombeli- cale praticata subito dope I'uccisione della madre; ho confrontato i risultati ottenuti con I'esame di embrioni umani. - 3 - Negli embrioni lunghi 10 12 mm. le aa. centrali costituiscono due serie pari, die penetrano nella midolla dai lati del largo solco mediano decorrente sulla faccia ventrale della midolla (fig. 1) ; esse divergendo alquanto uel loro cammino, si recano ai lati della parte ventrale della fessura centrale e terminano spandendosi nello strato germiiiativo e nello strato del mantello dell'abbozzo midollare (fig 1). Originano dai tratti arteriosi primitivi (t.a.p.) che sono congiunti I'uno air altro per mezzo di molte anastomosi trasversali. Negli embrioni a stadio pii^i inoltrato ho potuto seguire passo passo la formazione della fessura midollare; lo sviluppo delle colonne ven- tral! (c. V.) provenienti dallo strato del mantello e piu tardi la com- parsa dei cordoni omonimi fanno sporgere la faccia ventrale della midolla, tranne che in corrispondenza di una stretta striscia imparl e mediana, la quale rappresenta il primitive solco superficiale della midolla (fig. 1); cosi si forma la fessura midollare, di cui la pre- detta striscia costituisce il fondo e le parti della midolla cresciute in fuori formano le pareti. La fessura midollare non e quindi la conseguenza di un infos- samento della superficie midollare, come viene comunemente cre- duto, ma e invece prodotta da un ineguale accrescimento deha parte media e delle parti laterali della faccia ventrale della midolla; insomma essa si costituisce col medesimo processo pel quale si forma la fessura interemisferica (Sterzi 1912). 1 tratti arteriosi primitivi ed il tratto arterioso definitive che deriva da essi, rimangono sempre alia superficie della fessura mi- dollare e bulbare, cioe a misura che questa diventa piii profonda perche le sue pareti crescono ventralmente, vengono spinti a poco a poco ventralmente, senza mai rimanere inclusi nella fessura stessa (fig. 1). Durante questo spostamento (il quale interessa quasi il solo tratto arterioso definitive, poiche i tratti primitivi si riducono non appena la fessura comincia a formarsi), le aa. centrali sono costrette ad allungarsi e si allungano tanto, quanto e profonda la fessura midollare; cosi si formano le aa. centrali definitive, le quali segui- tano a costituire due serie, una destra e sinistra I'altra, in corri- spondenza della loro terminazione, ma si dispongono in una serie sola imparl e mediana lungo il loro tragitto nella fessura midol- lare, perche compresse lateralmente dalle pareti di questa stretta fessura. Questo modo di sviluppo delle aa. centrali e indicate sche- maticamente nella fig. 1 ; la parte centrale di essa rappresenta la midolla al principio dello sviluppo delle aa. centrali coi tratti arte- riosi primitivi {t. a. p.)\ la parte periferica della figura indica la - 4 - formazione della fessura midollare, lo spostamento del tratto arte- rioso definitivo {t. a. d.), rallungamento e lo spostamento in una sola serie delle aa. centrali {a. c). Potremo adunque affermare che le aa. centrali definitive della midolla spinale e del bulbo sono disposte in una serie impari e mediana in seguito alio sviluppo della fessura midollare. Nel ponte del Varolio, ove non si forma una fessura, si man- tiene anche nell'adulto quella disposizione che nella midolla spinale e nel bulbo e primitiva e transitoria. Veramente se ci basiamo sulla descrizione delle aa. centrali del ponte (aa. raedio-protuberan- ziali del Duret, 1873) che trovasi nei libri di Anatomia, dovremmo asserire I'opposto; infatti gli Anatomici, forse tratti in errore da una figura del Duret (Tav. 8, Fig. 1) che e riportata da quasi Fig. 2. — Sviluppo ilolle aa. centrali 57, iS'JO. 2. Duret H. — Sur la distribution des arttTes iiounicitTes dn biilbo riu liidien. — Aixldnes de Phi;- siologie, 5 Annee, ifi73. 3. Evans H. M. — Die Entwitklmig des lUutgefiisssysteuis. — 'Handh. d. Kntiiic.klungs:t:h. d, Menschen herawKj. v. Keibel u. Mall, Bd. II, pg. 620-622. Leipzig, 1911. 4. Hoc lie A. — Vergleicheud-Auatomischos iiber die Blutversorj^uug der RiickeiiniiirkssubstaDZ. — Zeitschr. f. Morphol. u. Anlhrop., Bd. I, 1899. 5. Kadyi H. — Ueber die Blatgefiisse des meiischliclien Iliickeumatkes. — Lemberg, 1SS9. 6. Shiiuamura S. — Ueber die Blutversorgung der Pous und Hiruschenkel-gegend, iusbesoudere des Oculoraotorius. — Xeurologisches Ceiitralblatt, Jarg. 13, 1S94. 7. Sterzi G. — • Die Blutgefiisse des Riiekeuiuarkes. Untersuclumgen iiber ihre vergl. Aiiatoni e mid Eiitwicklungsgesch. — Anatoin. Hefte, I Abt., 74 H., 1904. S. Id. — Lo sviluppo della scissura iiiteremisferica ed il significato del terzo veiitricolo. — Moiii.lnre Zool. Ital., Anno 23, N. 910, i9l2. 9. De Vriese B. — Kecherclies sur la Morphologie de I'Artere basilaire. — Dig.iertation. Oaiid, 190:>. ISTITLTO AXATOMICO DELLA R. UMVERSITA 1)1 CAfiLlARl IlIRKTTO DAL PROF. G. STERZI La superficie cerebrale deiruomo I NoTA PREVENTivA Di MARIO ARESU, Alliovo interno. E vietata la liproduzioue Vari Autori tentarono di determinare la superficie eucefalica e due furono i metodi principalmente usati per giungere a questa determinazione; il metodo grafico, tagliando cioe il cervello in se- zioni di determinato spessore e calcolando quindi il contonio di ogni sezione con I'uso di speciali compassi planimetrici (Anton, laeger ecc.) ed il metodo del rioestimento., che consiste nel ricoprire la superficie cerebrale con varie sostanze (lamine metalliche, fo- glietti di carta, ecc.) cercando di farle penetrare in tutti i solchi ed in tutte le scissure, e calcolando quindi la superficie totale dello lamine o dei fogli adoperati (H. Wagner, Hen neb erg ecc). Senza voler ora minutaniente trattare dei predetti metodi, perche mi riserbo di farlo nel lavoro complete, mi limito a dichiarare che essi sono tutti poco esatti, poiche come non e possibile determi- nare la superficie di una sezione a contorni piu o meno irregolari conoscendone il contorno e lo spessore, cosi non e possibile far pe- - 7 - netrare in tutte le piu piccole anfrattuosita di un cervello una la- mina, per quanto sottile essa sia. Per cio il mio maestro prof. Sterzi mi ha consigliato di in- traprendere nuove indagini, valendomi di un metodo che elimina gli inconvenienti presentati da quelli sopra indicati. In poche parole 11 metodo usato e il seguente. Scoperto I'encefalo, ne misuro il diametro sagittale ed il tra- sver80, presi sulla parete interna del cranio, e faccio una piccola incisione a croce sulla massa cerebrale, in corrispondenza delle loro estremita. Qaindi peso separatamente I'encefalo, il cervello, ed il cervelletto, passo poi 1' encefalo in formalina al 3 % per 15-20 giorni onde ottenere un buon indurimento, ponendo in un vaso assai capace un solo encefalo con molto liquido in modo che I'or- gano non possa deformarsi per effetto della gravita. Allora calcolo le eventual! modificazioni avvenute nei diametri encefalici durante r indurimento. Qnindi con un macrotomo seziono il cervello in fette di 1-2 cm. di spessore e le copro con foglie di argento dello spes- sore di circa 5 <^, aprendo ogni solco, e rivestendone con accura- tezza tutte le pareti; quindi raccolgo Targento con un semplice lavaggio del cervello in acqua, filtro, e faccio il dosaggio dell' ar- gento adoperato. Avendo previamente determinato il rapporto tra quantita di argento e superficie di varie lamine, e sapendo che ad 1 cm^ di superficie corrisponde sempre un certo peso di argento, calcolo la superficie del cervello indurito. Allora, rapportando que- sta superficie ai diametri del cervello fresco e del cervello indurito, correggo la differenza di superficie determinata daH'azione della for- malina. In ogni cadavere misurai I'altezza e per ogni cadavere assunsi anche notizie anamnestiche. Con questo metodo I'approssimazione nel calcolo della super- ficie reale e molto grande e I'errore deve ridursi a poco. Per de- terminare la superficie di un cervello occorrono circa 140 h di tempo, delle quali circa 120 abbisognanp per ricoprire tutte le se- zioni di foglie d'argento, e circa 20 sono necessarie per la dosatura delle foglie d'argento e per i calcoh. Al metodo taluno potrebbe muovere I'appunto che la forma- lina, 0 gli acidi, o i sali contenuti nella sostanza nervosa, possano indurre delle modificazioni chimiche sull'argento; le prove fatte di- mostrarono che tali modificazioni non esistono. Difatti da tali alte- razioni avrei dovuto avere un prodotto solubile, o uno insolubile; se insolubile, sarebbe rimasto sul filtro, e non poteva quindi sfug- gire alia ricerca, se solubile, sarebbe passato insieme con le acque di flltmzione, e qui non trovai la benche minima traccia d'argento. Altro dubbio che si potrebbe anche pensare sarebbe circa le modificazioni che puo avere apportato la formalina alia superfl- cie encefalica primitiva. Ma ho visfco che tali modificazioni sono pressoche costanti ed eguali per determinati diametri, e che si possono riferire a certe forme geometriche regolari aventi rapporti fissi con tale superficie ; si possono quindi calcolare con molta ap- prossimazione. Non posso adesso dilungarmi a discutere questa parte che sara minutamente trattata nel lavoro definitivo, perche ci vor- rebbe per farlo piii spazio di quelle che questa nota consente. Diro soltanto che in base a tali considerazioni ed a speciali formule, ho trovato non gia un valore assoluto del restringimento ma un coef- ficiente, che per ogni cerveUo ho scrupolosamente calcolato. II rivestimonto del cervello e stato ftitto con foglie di argento chimicamente puro; mediante misurazioni e pesature ripetute su varie foglie e risultato che 1 cm^ di superficie ha un peso di gr. 0,0002 e che questa cifra e costante ; cio dimostra che lo spessore delie foglie e pure costante, Le mie osservazioni si limitano per ora a tre encefali : due di iiomo ed uno di donna. I dati che quindi esporro, non possono avere un valore generale, tuttavia in questi 3 cervelli mi sembra di aver trovato una certa uniformita di rapporti che giustifica I'ipotesi che essi possano avere un significato meno specifico di quelle che farebbe pensare la pochezza delle osservazioni. E vengo ad esporre le cifre trovate. Encefalo 1°. — Appartenente a un uomo di 74 anni, di pro-j fessione fabbro e di intelligenza normale, morto per carcinoma alia bocca. Altezza del corpo .... cm. 174 Peso dell'encefalo .... gr. 1260 Diametro sagittale ma^simo. mm. 162 Diametro trasverso massimo. mm. 125 Indurimento in formalina al 3 Vo per 20 giorni. Riduzione dei predetti diametri rispettivamento a mm. 154 e 122. Superficie del cervello cosi ridotto : Emisfero destro cm^ 1056 Emisfero sinistro cm^ 1076 Superficie totale cm"' 2132 - 9 - Superflcie del cervello fresco, calcolata in base al rapporto tra i diaraetri dell'encefalo fresco e guelli deU'encefalo dopo il soggior- 110 in formaiina, secondo le correzioni sopraesposte : Per I'emisfero destro . . . cnr ll-iO Per il sinistro cm"- 1162 Superflcie totale cm"^ 2302 Spessore medio della corteccia cerebrale, calcolato in ognuna dello aezioni praticate per il rivestimento con le foglie di argento, mm. 3,5. Volume della sostanza grigia corticale nell'emisfero destro cm^ 399 Volume della sostanza grigia corticale nel sinistro cm^ 406 T Volume totale cm^ 805 Rapporto tra il peso encefalico e la superflcie ce- rebrale : gr. 1260 : cm' 2302 : : 1 : x. . . . x = 1,82 Rapporto tra il peso encefalico e il peso della so- stanza grigia corticale: gr. 831 : gr. 1260 ::x:l . . . . x = 0,65 II peso della sostanza grigia corticale, per questo e per gli altri encefali, fu stabilito in base alia densita trovata con accuratissime ricerche dal San key. Rapporto tra I'altezza del corpo e la superflcie ce- rebrale : g cm. 174 : cm^ 2302 : : 1 : .t. . . . x = 13,29 * Rapporto tra I'altezza del corpo e il peso dell'en- cefalo : cm. ]74 : gr. 1260 : : 1 : x . . . . x = 7,81 Rapporto indicante la riduzione del diametro sa- gittale : mm. 162 : : mm. 154 : : 1 : x . . . x = 0,95 Rapporto indicante la riduzione del diametro tra- sverso : mm. 125 : mm. 122 : : 1 : x. . . . x = 0,97 * * Encefalo 2.o — Appartiene ad un uomo di 68 anni, di intelli- genza normale, di professione carpentiere, imputato di uxoricidio, morto di peritonite tubercolare. Altezza del corpo cm. 160 Peso deU'encefalo gr. 1314 - lo - Diametro sagittale massimo . . mm, 179 Diametro trasver&o massimo . . „ 122 Indurimento in formalina al 3 Vo ; i diametri si riducono ri- spettivamente a mm. 167 e 118. Siiperficie del cervello fresco con le predette correzioni : Emisfero destro cm- 1202 Emisfero sinistro „ 1172 Superfice totale cm^ 2374 Lo spessore medio della corteccia, fu trovato identico a quello del caso precedente, onde e: Volume della sostanza grigia corticale per I'emi- sfero destro. cm^ 420 Volume della sostanza grigia corticale per 1' emi- sfero sinistro „ 410 Volume totale della sostanza grigia corticale . . cm^ 830 Rapporto tra il peso encefalico e la superflcie : gr. 1314 : cm- 2374 : : 1 : x. . . . x = 1,806 Rapporto tra il peso encefalico e quello della so- stanza grigia corticale: gr. 857 : gr. 1314 : : x : 1 . . . . x = 0,65 Rappoi'to fra I'altezza del corpo e la superflcie ce- rebrale : cm. 160 : cm^ 2374 : : 1 : x . . . . x = 14,83 Rapporto fra I'altezza del corpo e il peso dell'en- cefalo : cm. 160 : gr. 1314 ::1 :x . . . . x = 8,21 Rapporto indicante la riduzione del diametro sa- gittale : ram. 179 : mm. 167 : :1 :x . . . x = 0,93 Rapporto di riduzione del diametro trasverso : mm. 122 : mm. 118 : : 1 .t . . . x = 0,96 * * Encefalo 3." — Vecchia di 70 anni, di scarsa intelligenza, morta per marasma senile. Altezza cm. 147 Peso dell'encefalo gr. 1130 Diametro sagittale massimo . . mm. 163 Diametro trasverso massimo. . ,. 122 - 11 — Essi con rindurimento in formalina 3 % si ridussero rispetti- vamente a mm. 153 e 116. Superficie calcolata per il cervello fresco : Emisfero destro cm^ 943 Emisfero sinistro „ 917 Totale cm' 1860 Spessore medio della corteccia mm. 3,5. Volume della sostanza grigia corticale neU'emi- sfero destro cm.^ 330 Volume della sostanza grigia corticale nell' emi- sfero sinistro : cra.^ 320 Totale cm.' 650 Rapporto tra il peso encefalico e la superficie cerebrale : gr. 1130 : cm.-^ L860 : : 1 : x . . . x= 1,64 Rapporto tra il peso encefalico e quelle della so- stanza grigia corticale : gr. 671 : gr. 1130 : : x : \ . . . . x = 0,59 Rapporto tra I'altezza del corpo e la superficie cerebrale : cm. 147 : cm.' 1860 ::l: x . . . x =z 12,65 Rapporto fra I'altezza del corpo e il peso dell'en- cefalo : cm. 147 : gr. 1130 : : 1 : x' . . . . x= 7,68 Rapporto indicante la riduzione del diametro sa- gittale : mm. 163 : mm. 153 : : \ : x . . . . re = 0,94 Rapporto indicante la riduzione del diametro tra- sverso : mm. 122 : mm. 116 : : 1 : ic . . . . x= 0,95 Nei tre cervelli eseminati ho trovato che la superficie cere- brale dell'uomo e superiore a quella della donna ; e probabile che questa affermazione si possa generalizzare, essendo note che anche il peso cerebrale e superiore nell'uomo, ed avendo trovato uno stretto rapporto tra peso e superficie. La superficie assoluta del cervello in due uomini di inteUi- genza comune, mi e risultata alquanto inferiore a quella di un qua- drato che abbia 50 cm. di lato. Le cifre often ute da me sono su- periori a quelle degh Autorl piu recenti che mi hanno preceduto in - 12 - queste indagini (AVagner, Henneberg) e ritengo che la differenza dipenda dai metodi da essi adoperati, coi quali una buona parte di sLiperficie doveva necessariamente sfuggire al calcolo. Questa premessa impedisce di istituire confronti tra i risultati di questi AA. ed i miei ; cosi ad esempio non si puo mettere a confronto la cifra di cm.- 2210,05 che secondo il Wagner rappre- senta la superflcie cerebrale del grande inateraatico Gauss con le mie cifre di cm.^ 2305 e di cra.^ 2374 trovate in un fabbro ed in un carpentiere. La superflcie del cervello e direttamente proporzionale al peso encefalico. II rapporto tra peso encefalico e superflcie cerebrale va- ria fra 1,64 e 1,82. E probabile che un maggior numero di esami mi faccia constatare in che limiti sono comprese le differenze nei due sessi. Osservai scmpre divorsita tra la superflcie dell'emisfero destro e quella deU'einisfero sinistro ; sono differenze piccole, ed esse con- corderebbero con quello che e noto intorno alle differenze di peso tra i due emisferi. Mi sembra anche degna di nota la costanza del rapporto tra il peso encefalico ed il peso della sostanza grigia corticale nei due cervelli di uomo (indicando con 1 il peso encefalico, il peso della sostanza grigia corticale e di 0,65). Inoltre ho trovato che nei cervello della donna la sostanza grigia ha un peso assolato inferiore a quello della medesima so- stanza neH'uomo, e dato il fatto che il peso cerebrale della donna e in generale inferiore a quello deiruomo, sembrami almeno proba- bile che sia sempre inferiore anche il peso della sostanza grigia corticale femminile rispetto a quella maschile. Inflne ha richiamato la mia attenzione il fatto dell' enorme peso della sostanza grigia corticale rispetto al peso totale dell'en- cefalo. Pero su questo fatto non oso ancora fare deduzioni generah, dato che il peso della sostanza grigia fu calcolato in base al vo- lume ed al peso speciflco. - 13 - ISTITUTO ANATOMICO DI FIRENZE ItlRETTO DAL PROF G. CHIARUGI. Di una variazione nel gruppo dei Muscoli spino-appendicolari neiruomo I. SPADOLINI e A. KRAUS (Con 1 tigura) E vietata la lipioduzione. In un soggetto di senso femminile, adulto, fu da noi osservala la seguente variazione : Subito sotto il primo strato dei muscoli spino-appendicolari (costituito dal M. Trapezio) nel piano cioe dei muscoli Grande Doi"- sale, Romboide, ed Elevatore della scapola si riscontrarono due fa- sci muscolari soprannumerari. Essi si trovavano tanto nella parte sinistra, quanto nella parte destra, ma in quest'ultima assai meglio sviluppati. Ambedue erano collocati in quello spazio a guisa di an- golo acuto che formano insieme il M. Elevatore della scapola col suo margine mediale ed il M. Romboide col suo margine superiore. A destra il primo fascio muscolare soprannumerario (A) piu superficiale, lungo circa 20 cm. e dello spessore di 5 mm., della forma presso a poco di un lungo cordone, cilindrico, andava dalla scapola alia regione occipitale del cranio, incrociando obliquamente il secondo fascio muscolare (B) il quale si trovava situate in un piano alquanto piia profondo. Quest'ultimo, sottile, nastriforme, partiva dalle ultimo vertebre cervicali, e poco dope la sua origine si sdoppiava in due corpi car- nosi ciie assumevano una forma cilindrica, alquanto appiattita, e dei quali, I'uno {a) p\i\ sottile, lungo circa 10 cm. si portava al cra- nio insieme al primo muscolo sopra descritto, I'altro (b) di una lun- ghezza di circa 9 cm. assai piu grosso andava ad inserirsi insieme col M. Elevatore della scapola alia vertebra atlante. - 14 - Inserzioni dei sopradescritti tre fasci Muscolari soprannmnerari. II primo (A) e piu superflciale, prencle attacco presso 1' angolo 1 2 A. Fascio soprannumerario dell'Elevatore della scapola. B. Fascio soprannumerario dello Splenic. a. Suo corpo mediale. b. Suo corpo laterale. VII. Settima vertebra cervicale (apofisi spiuosa). i. Muscolo occipitale. 2. Estremita superiore ilello aterno cleido-mastoideo 3. Estremita superiore del trapezio. 4. Grande complesso. 5. Splenio. 6. Piccolo romboide. 6'. Grande romboide. 7. Sopra siiinoso. 8. Sotto spinoso. i). Angolare della scapola. mediale della scapola ed al margine vertebrale di questa per mezzo di un corto tendine a comune col M. Elevatore della scapola, poi con decorso obliquo raggiunge la liiiea luicale superiore, medial- - 15 - mente all'inserzione del M. Sterno-cleido-mastoideo, e ivi la sua in- serzione si confonde in parte con quella di questo muscolo. II secondo fascio muscolare (B) nasce con una sottile lacinia tendinea dai processi spinosi della 6-'^ e 7-'^ vertebra cervicale e si trova in un piano sottostante a quello dell'inserzione del M. Rom- boide a quest'ultima vertebra. Dope essersi diretto in alto per un tratto di circa 3 cm., si divide in due capi, uno dei quali, {a) e piu lungo e sottile, e situate piia verso la linea mediale, e seguendo il decorso del prime muscolo (A) da noi osservato s'inserisce con questo alia linea nucale superiore lateralmente alio Sterno-cleidoma- stoideo. L'altro capo {b) si porta sulla parte laterale del cello, av- vicinandosi al M. Elevatore della scapola, e termina inserendosi al processo trasverso della vertebra atlante, accanto al M. Elevatore anzidetto. Dal lato di sinistra, due muscoli, come sopra abbiamo accennato, hanno eguale decorso ma sono molto meno svilup- pati che a destra. Quello pii^i superficiale si trova ridotto a un sottile fascietto muscolare che ha la stessa origine e ia stessa in- serzione di quello che si e descritto per prime (A) nella parte de- stra. E come in quest'ultima parte, il secondo prende origine dalla ga e 7a vertebra cervicale, ma, essendo esse pure notevolmente ri- dotto, non presenta piii una divisione in due fasci, ma si confonde subito dopo la sua origine colla parte mediana del muscoletto per prime descritto. Rapporti. — I muscoli da noi descritti si trovano nel secondo strato dei muscoli spino-appendicolari, nell'angolo compreso fra il margine superiore del M. Romboide e il margine mediale del M. Elevatore della scapola. Sono interamente coperti dal M. Trapezio e da questo divisi per una sottile aponevrosi, e decorrono applicati sul muscolo Splenio del collo e in parte sul M. Semi-spinale della testa (Grande complesso). II primo fascio muscolare (A) piu superficiale, nella regione oc- cipitale del cranio e in diretto rapporto col muscolo Sterno-cleido- mastoideo, mentre nella regione scapolare, verso la sua origine, e situato lateralmente al M. Elevatore della scapola. II secondo fascio (B) nel sue tendine d'inserzione alle vertebre e ricoperto in piccola parte dal M. Romboide. Innervazione. — Non possiamo indicarla con sicurezza, certo e che questi nostri muscoli sono innervati da ramoscelli nervosi che provengono dai nervi distribuiti nel M. Elevatore della scapola e nel Romboide. Si puo arguire quindi che I'innervazione provenga dai plessi cervicale e brachiale. - 16 - Azione. — L'azione di questi muscoli cosi esili deve essere invero assai probleinatica; dallo studio delle inserzioni il primo muscolo pill SLiperflciale prendendo punto fisso sulla scapola avrebbe incli- nafcc all'indietro dal proprio lato la testa, mentre fissandosi alia liriea nucale superiore, coucorrerebbe col M. Elevatore della scapola a trarre in alto e in dentro I'angolo mediale della scapola stessa II secondo fascio muscolare col suo capo mediale concorrerebbe al l'azione di inclinare all'indietro la testa; coll'altro capo invece, pren dendo punto fisso suUe ultima vertebre cervical!; insieme al M Semispinale della testa (grande complesso), imprimerebbe al capo per I'obliquita dei suoi fasci, un movimento di rotazione che porta la faccia dal lato opposto, potendo anche pero trarre indietro la testa. I muscoli da noi osservati e descritti, si possono ritenere, il primo (A) come un fascio soprannumerario del M. Elevatore della scapola, il secondo (B) come un fascio soprannumerario del muscolo Splenic. II primo e piu superflciale infatti prende inserzione all'an- golo mediale della scapola insieme col M. Elevatore, e superiormente si attacca all'Occipitale, prolungando in sense cefalico la inserzione superiore di questo muscolo ; il secondo muscolo, piu profondo per uno dei suoi fasci, segue presso a poco il decorso dello Splenio del collo risalendo pero fine aU'Atlante, per I'altro segue lo Splenio della tQ- sta, salvo che ha spostata medialmente I'inserzione propria dello Splenio della testa. Nella Bibliografia, non troviamo niente di simile, almeno in complesso, al fatto da noi osservato. Testut nel trattato " Les Anomalies musculaires chez I'hom- me „ cita solo il case di Budge il quale osservo un fascetto di unione del M. Angolare (Elevatore d. scapola) col M. Trapezio. Le Double nel " Traite des variations du systeme musculaire de I'homme „ riferisce molti casi in cui si osservarono fasci so- prannumeiari del M. Angolare della Scapola provenienti : a) caso Meckel, dalla squama del temporale, h) Blandin, dall'apofisi ma- stoide, c) Macalister, dal Trapezio, rf)Chiarugi, dalla 7* cervicale e prima dorsale, e) Clason, Nicolas, dalla V e seconda costa, f) Souligoux, dalla faccia profonda del Romboide, ^r) Wood, dallo Splenio, /^) dal bordo vertebrale della scapola, Mac-Whin nie, i) dal Gran dentate. In Anatomia coinparata si trova nell' Orang del dottor Hep- burn I'Angolare dell' omoplata che riceveva un fascio di rinforzo 17 - dair apofitii mastoide. Nell' Orang di Duvernoy esistono, indipen- dentemente dai fascetti cervicali, due linguette, delle quali, una si porta all'occipitale, 1' altra alia porzione occipitale dello Sterno, cleido-mastoideo. Nel Pecari il muscolo in questione nasce daR'apo- fisi mastoide. Riassumendo noi vediamo per rapporto al fascio soprannumera- rio del M. Elevatore, che nei casi di Meckel e Blandin, I'Angolare coi suoi fasci soprannumerari estende la sua inserzione superiore dalla colonna vertebrale al cranio, come accade nel caso nostro. Di pii^i vediamo nell'Anatomia comparata che questa inserzione superiore al cranio si presenta normale nei primati e nei roditori. Quindi la valutazione del fascio (A) da noi descritta quale fascio soprannu- merario dell'Angolare, apparisce confermata. Per il secondo fascio (B) abbiamo nella letteratura un caso si- mile al nostro citato da Cur now, nel quale un piccolo fascetto nasce dallo Splenio e dal legamento cervicale posteriore per raggiungere rOccipitale. Nel caso nostro pero il fascio soprannumerario dello Splenio era duplice e mentre I'uno dei capi seguiv^a il decorso (caso C u r- now) dello Splenio del capo, I'altro seguiva quelle dello Splenio del collo. Potremo quindi considerare questo nostro muscolo soprannu- merario, come un muscolo analogo alio Splenio, piu superficiale, che ripete la disposizione dello splenio steaso inviando alcuni fasci al- r Occipitale ed altri all'Atlante. In Anatomia comparata il cane ed i solipedi ci presentano come normale il caso da noi osservato. Nel maiale sappiamo che lo sple- nio si divide in tre capi, di cui, il medio s'inserisce sulla cresta mastoidea, ed i lateral! respettivamente alia protuberanza Occipitale ed all'ala dell'Atlante. Noi crediamo che il nostro muscolo sia qual- che cosa di simile, ma la posizione sua superficiale rispetto alio Splenio normale e composto dalle sue due porzioni, presenti nel caso nostro, ci obbliga a ritenere il muscolo stesso come un fascio soprannumerario e non uaa s^mplice divisione irregolare dello sple- nio normale, per cui riteniamo quasi con sicurezza essere il fascio suddetto un vero e proprio soprannumerario dello Splenio. Da un punto di vista piii generale noi facciamo poi osservare che in questo nostro caso sono presenti, e ben distinti, sebbene esili e rudimentali, tre fasci muscolari che nel lore insieme rappresentano un sistema di muscoli analogo a quello che e normale e presente formate dell' Elevatore e dello Splenio (capitis et cervicis) ; sistema che costitaisce come un duphcato dello strato fatto dai detti muscoli. - 18 - Puo essere qaindi die in questo caso noi siamo in presenza di uno sdoppiamenfco, in un piano parallelo alia superficie del corpo, di queir abbozzo muscolare che da origine ai predetti muscoli ? — Questa ipotesi, in parte avvalorata dalla circostanza che i nervi di tali muscoli soprannumerari provenivano da quelli normali dello strato sottostante, ci darebbe una spiegazione assai semplice del fatto in se stesso. ISTITUTO DI ANATOMIA COMPARATA DELLA R. UNIVERSITA DI BOLOGNA DIRETTO DAL PROF. E. G I AGO MI NX. Lo sviluppo del Cervello in « Muletia (Tatusia) novemcincta », Edentata NOTA PREVENTIVA DEL DOTT. GUIDO YERNONI. E vietata la liproduzione Ho studiato lo sviluppo del cervello di uno sdentato, Muletia (Tatusia) nove/iicincta, attraverso una serie di dieci embrioni, doi quali il piii piccolo misurava mm. 12 di lunghezza, ed il pii^i svi- luppato mm. (50. Ecco i principali fatti die ho potuto mettere in evidenza. Ho rivolto particolare attenzione alle trasformazioni che subisce la regione di passaggio diencefalo-emisferica (nel senso di V. Kupff er) dai primissimi stadi a quelh immediatamente successivi, mettendo in evidenza come, basalmente, in questa regione, si stabilisca pre- cocemente una estesa continuita fra cervello intermediario e cer- vello emisferico, e come la netta distinzione esistente negli stadi piiiprecoci fra queste due parti non sia tanto I'espressione di una relativa indipendenza anatomica di queste zone basali, quanto I'ef- fetto della evaginazione precocissima delle vescicole ottiche. Quanto alia zona di continuita talamo-striata, ho veduto come essa si accresca piu per il concrescere di queste due parti mentre si sviluppano, die non per la lore adesione secondaria. - 19 - Ho potiito sorprendere in atto la formazione della Concrescentia 2)rlmitira come zona di saldamento delle superficie emisferiche me- diali. Attraverso la Concrescentia primitiva cosi formata passano successivamente la Commissura Fornicis e la Commissura Corporis Callosi. La Commissura cmterior invece non passa — com'e general- mente ritenuto — attraverso la Concrescentia primitiva, bensi piu basalmente in una zona d' ispessimento della Lamina reuniens. Ho seguito con notevole evidenza le trasformazioni che subisce assai precocemente la superflcie interna del cervello anteriore, do- vute in gran parte al concrescere della pars medialis corporis striati con 1' ipotalamo all' indietro e con la parete emisferica me- diale — cioe in questo punto col corims ■paracom^nissurale di El- liot Smith — all'innanzi. Ho confermato i'assenza di epifisi in questa specie; ma ho constatato nella fase piu precoce la presenza di una piccolissima evaginazione mediana della faccia interna del tetto diencefalico, al limite fra la Commissura posterior e la Commissura Ha])e- nularum, che rappresenta un accenno, sia pure rudimentalissimo, della ghiandola pineale. li' ippocampo nella regione sopra- e precommessurale su- bisce quelle precise trasformazioni che 1' Elliot Smith ha de- scritte negli sdentati adulti. La Fissura Hippocampi si forma in corrispondenza del primitivo sulcus arcuatus posterior, ma non deriva da esse e deve considerarsi come una formazione indi- pendente. La F. corporis callosi e la F. Hippocampi si formano separata - mente in tempi diversi dello sviluppo e si uniscono solo tardivamente. Tl loro valore o signiflcato morfologico e pero uguale: rappresen- tano cioe due parti di una sola e medesima fessura. La F. rhinalis si compone di due parti; una brevissima e molto tardiva, anteriore, e una piii estesa e meno tardiva, posteriore. Questo secondo tratto non si unisce al prime, ma termina all'in- nanzi prolungandosi nel pallium. II Geroelletto presenta nello sviluppo vari punti di contatto con quel che si riscontra nel coniglio e nel porco. II Flocculo appare di diraensioni ridotte e quasi insignificanti, II Velum ynedullare posterius e costituito di una porzione me- diana che riveste il nodulus e che compare tardivamente, e di due tratti laterali che sono. le valvole del Tarin e sono di formazione - 20 - precocissima. Questo modo di formazione deve avere manifesta- inente un valore generale. Nella zona trasversale media del pavimento del IV Ventricolo si osservano negii stadi prococissimi tracce di tre o qualtro neu- romeri del rombencefalo. II lahhro romboidale (Rautenlippe) si forma lungo il margine mielencefalico: non se ne riscontra invece alcuna feraccia nella re- gione del cervelletto. Dall'estremita anteriore del labbro romboidale si forma il Tubercolo acustico. La tela coroidea del IV ventricolo presenta ample aperture lungo i recessi lateral!. Queste aperture si formano in uno stadio abbastanza avanzato dello sviluppo. Non vi e mai nessuna traccia di apertura mediana della tela coroidea (Foro di Magendie). Per quel che riguarda i Nervi crmiici, esiste nello stadio pin precoce I'anastomosi che unisce il Ganglio di Froriep col tronco dell'ipoglosso. Tutti gli altri nervi appaiono con la stessa disposi- zione che si osserva negli altri mammiferi. In base all'insieme di tutti gli altri fatti osservati risulta che lo sviluppo del cervello in questi sdentati precede a somiglianza che in altri mammiferi superiori. Bologna, marzo 1913. GosiMo Cherubini, Amministratore-responsabile. FiioDze. 1913. — 'i'ip L. Ni(iol;ii, Via Faenza, 52. Monitore Zoologico Italiano (Pubblicazioiii Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiaie della Unione Zoologica italiana DIRKTTO DAI DOTTOKI 6IULI0 OHIARUGI EUGENIO FIGALBI Prof, di Auatoiuiii muaua Prof, di Anatomia comp. e Zoologia iiel K. Istituto di Studi Supei'. in Firenze nella R. Uuiversita di Piaa Ufficio di Direzione ed Amministrazione: Istituto Anatomieo, Firenze. 12 numeri all'auno — Abbuonamento annuo L. 15. XXIV Anno Firenze, Febbraio 1913. N. 3. SOMMARIO : BiBLlOGRAFiA. — Pag. 21-26. CoMUNiCAzioNi oRiGiNALi : Banchi A., Motodo per diraostrazione di topografla viscerale in preparati da Museo. (Con 1 tav.). — Granata L., Ancora suUe division! degli spermatociti di « Xylocopa violacea L. ». (Con 6 flg.). — Pag. 27-35. Ghigi A., Repertorio di specie nuove di aniraali trovate in Italia e descritte nell'anno 1909. — Pag. 36-46. NoMKNCLATURA anatomica: BeccaH N., Proposte. — Pag. 47. Personale Universitario. — Pag. 48. Avvertenza Delle Comunicazioni Oiiginaii che si pubblicano nel Monilore Zoologico Italiano e vietata la riproduzione. BIBLIOGRAFIA *S7 da notizia soUanto (let lavori pubb/tcati in Italia. A. - PARTE GENERALE I. Bibliografia, Storia e Biografia zoologica e anatomica — Dofumenti per la storia della Medicina : Testaraento e inventario dei beni laseiati dall'Anatomico Mondino dei Liuzzi (1326). — Boll. d. Sc. med., An. 84 (Ser. 9, Vol. 1), Fasc. i, pp. 66-74. Bologna, 1913. Balducci Enrico. — Enrico Hillyer Giglioli. — Annali di Ag7ncoltura, 19i2, N. 268, 2jp. 7-16, con ritixilto. Roma, 1912. Balducci Enrico. — Elenco dclle pubblicazioni di Enrico H. Giglioli. — Annali di Agricoltura, 1912, X. 268, pp. 17-10. Rouia, 1912. - ^2 - Balducci Enrico. — Nota intorno all'ulteriore opera del Giglioli per ricerche talassografiche e circa i lavori eseguiti sul raateriale scientifico raccolto da lui nella carapagna del « Washington ». — Annali cli Agricoltura, 1912, N. 268, pp.. 321 324. Roma, 1912. Marimo F. — II Morgagni a Parma. — Boll. Soc. mecl. cli Parma, Ser. 2, An. 5, Fase. 4, pp. 86-89. Parma, 1912. Monticelli F. S. — Discorso corameraorativo di Filippo Cavolini. — Supplemento al Boll, della Soc. di Naturalisti in Napoli, Vol. 24, piJ. 37-52. Na- poli, 1911. II. Scritti zoologici d' indole filosofica Bonome Ang. — 11 probleraa biologico deU'eredita. Discorso inaugurale. — Pa- dova, Tip. G. B. Randi, 1913, 69 pp. Molinari L. — La teoria darwiniana spicgata popolarmente. — Biblioteca Ger- minal, Vol. 4, Milano. L'Univ. p)opolare {Tip). Moderna), 1912, 158 pp. III. Scritti comprensivi e vari di Biologia, di Zoologia, di Anatomia Brunacci Bruno. — Su Tadattamento degli aurtbi all' ambiente liquido esterno raedianto la regolazione della pressionc osraotica dei loro liquidi interni. Importauza dei sacclii linfatici e della voscica urinaria. — Bioch. e Terap. S2m:, An. 4, Fasc. 1. Milano, 1912. 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Giglioli H. Enrico. — Esplorazione talassografica del Mediterraneo eseguita sotto gli auspici del governo italiano. [Ristarapa]. — Annali di Agricoltura, 1912, N. 268, pp. 170-238. Roma, 1912. Giglioli H. Enrico. — Proposte generali per la esplorazione biologiea completa del Mediterraneo e dei mari adiacenti, sottoposte alia Gomraissione talasso- grafica. [Ristampa]. — Annali di Agricoltura, 1912, N. 268, ptp. 280-301. Roma, 1912. Giglioli H. Enrico. — Intorno alia fauna pelagica. Brevi annotazioni fatte du- rante il viaggio di circumnavigazione della « Magenta ». [Ristampa]. — Annali di Agricollura, 1912, N. 268, p). 239-250. Roma, 1912. Giglioli H. Enrico. — DeH'opportunita che siano riprese in Italia le osservazioni e gli studi talassografici. [Ristarapa]. — Annali di Agricoltura, 1912, N. 268, 2ip. 312-320. Roma, 1912. Ghigi Alossandi'o. — Rcpertorio di specie nuove di animali trovato in Italia o desci'itte neiranno 1908. — Monit. Zool. i(a?.. An. 23, N. 3, 2W- 56-76. 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Per I'Anatomia topografica giovano certo i preparati dei musei anatomici, ma la maggior parte di questi sono fatti con metodi e con scopi diversi da quelli che persegue la Anatomia topografica. Per esempio, per quanto riguarda i rapporti topografici tra vi- sceri e cavita che li contengono, sarebbe ben difficile dare una di- mostrazione completa ed esatta coi mezzi di cui dispongono i musei anatomici, anche meglio forniti. Una ragione di questa deficienza sta anche nel fatto che, al- I'infuori del metodo delle sezioni di pezzi congelati, e di quelle dei modelli smontabiU, entrambi costosissimi, ingombranti, e quelle dei modelli anche imperfetto assai, altri sistemi non si sono finora ap- plicati, 0 ricercati, per questo speciale scope. - 28 - L'anno scorso rivolsi la mia attenzione a risolvere, almeno in parte, il probleraa di avere preparati semplici ed economici che po- tessero per la topografica sostituire utilmente il pezzo fresco ed in questa breve nota espongo il metodo da me applicato a questo scopo ed i risultati ottenuti. Piu di ogni altro trovandomi deficienti i preparati di museo atti a dimostrare i rapporti tra cranio ed organi contenuti mi ri- volsi dapprima a provvedere preparati dimostrativi per la topografia cranio cerebrale. Accanto ai preparati noti di serie intiere di teste congelate e sezionate nei diversi piani, volli avere altri pezzi che, con minore sforzo mentale e maggiore evidenza, servissero alia dimostrazionc dei rapporti fra cranio ed organi endocranici. Questo risultato io I'ottenni completamente sostituendo alia parete cranica una riproduzione, matematicamente esatta e coni- pleta in ogni minimo particolare, della stessa parete, fatta con una sostanza trasparente come vetro, dura, conservabile, non deforma- bile, come e infatti la comune celluloide. Per eseguire i preparati, di due dei quali presento le fotografie eseguite lasciando i pezzi nel loro vaso col liquido conservatore (formalina nella fig. I, Melnikow nella fig. II) ho tenuto il metodo seguente. Nel cadavere scelto per eseguire il preparato venne iniettata, in abbondanza, e con la consueta siringa a mano, una soluzione di formalina al 10 7o- L'iniezione fu fatta, dalla carotide comune de- stra, dopo avere allacciate la sinistra e le due vertebrali all'origino dalla succlavia. Dopo 24 ore dall' iniezione si procedette al distacco delle parti molli rivestenti il cranio, per tutta I'estensione di questo che vo- levamo sostituire colla celluloide. Quindi con la sega, accuratamente, avendo cura di non lederc la meninge, fu contornata la parte del cranio da asportare e distac- cata pure colla massima attenzione. Subito dopo, si distaccava la testa dal tronco, e dopo riposta in site la callotta e le parti molli, veniva immerse il tutto in formalina al 5 « o. II giorno appresso si riprendeva la callotta ossea e si raschiava accuratamente, si lavava con sapone e soda, si ungeva con vasel- lina e quindi si procedeva a rilevarne lo stampo in gesso. Lo stampo del convesso della callotta, stampo che veniva cavo, si otteneva appoggiando la callotta stessa, col cavo in alto, sopra un disco di ghisa al quale erano fissate tre aste, provvisto ai loro - 29 - estremi di vite e di dadi, poi circondando la callotta stessa con una fascia di lamiera che veniva lutata contro il disco per mezzo di argilla ; cio fatto, il gesso liquido veniva versato tutto in giro alia callotta fino a riempire la cassetta metaliica cosi formatasi attorno. II disco metallico essendo forato in piii punti, ne accadeva che il gesso della forma rimaneva aderente al disco. Fatto il getto del convesso, e atteso che fosse bene asciutto e assodato, si flssava alia estremita delle tre aste ricordate un al- tro disco, fornito nel centro di una lunga vite ; in mode che i due di- schi e le asLe formavano come I'armatura di una pressa, con la vite che scendeva verso il cavo del getto gia eseguito. Allora, previa ampia spennellatura con vasellina di tutto il getto, si riempiva il cavo di altro gesso liquido e si spingeva in esse I'e&tremita della vite lasciando che vi rimanesse flssata. A questo mode quando il gesso aveva fatto presa ritraendo la vite questa portava al suo estremo una forma che era esattamente la controforma della prima, cioe della callotta. Dopo di cio non rimaneva da fare altro che immergere tutto in una vasca con acqua ben bollente, passare tra le due forme allontanate un foglio di celluloide spesso circa Vio ^i mm., stringere la vite con forza in mode da comprimere al massimo la celluloide tra le due superficie delle forme, poi col raffreddamento rapido dell'acqua, fissare la forma in celluloide cosi ottenuta. A questo modo, con spesa relativamente piccola e mezzi sem- plici, potei sostituire in diversi soggetti, ova tutta, ove parte (Vj) della callotta cranica, ed in altro soggetto ho anche sostituito con la stessa sostanza tutta la parete anteriore del torace, sterno, co- ste, meta mediale della clavicola ecc. Usando di un getto di vapore che esca da un cannello, e di- rigendo il getto sul celluloide applicato contro la forma in gesso, si possono, con adatte pressioni, ritoccare anche quelle particolarita che di prime colpo non siano riuscite abbastanza evidenti C). Nella fig. I si vede uno dei primi preparati da me eseguiti, e ancora nel vaso ove si conserva in formalina al 5 %• E stata scoperta dalle meningi la corteccia dell'emisfero e la callotta in celluloide ha sostituito la callotta ossea cranica. Sulla 0) Con questo iiltimo aistema ho potuto riprodurre esattisaimamente p. es. i aolchi della cortec- cia di nn soggetto nel quale voleva sostituire alia corteccia cerebrale una superficie trasparente ; in questo caso la forma della corteccia prima che col gesso fn rilevata con la gelatlna molto densa. - so - callotta trasparentissima furono segnate, con colori stemperati in acetone, i punti, le linee e le misure che, secondo il metodo di Giacomini, servono a stabilire la posizione della scissura centrale. Nessuna parola occorre per indicare con quale evidenza e utility, dimostrativa questo preparato giovi a far comprendere di prima vista in che consista il process© della topografia cranio-cerebrale e quale sia il valore del metodo applicato in questo caso. Nella fig. II abbiamo uno dei preparati ove furono lasciate in- tegre e a posto le meningi, anzi dove furono iniettati con gelatina al cinabro i vasi arteriosi della testa, ed ora lungo la dura madre scoperta si vede nettissima I'a. meningea media con tutti i suoi rami ; anche il seno laterale della dura e iniettato in gelatina az- zurra e traspare nella regione mastoidea. Anche in questo preparato la callotta ossea, e insieme con essa tutta la regione mastoidea e parte della occipitale, fu sostituita da una esatta riproduzione in celluloide. Sempre col solito colore all'acetone furono qui segnati le linee e i punti e le distanze indicati da diversi autori per il ritrovamen- to dell'a. meningea media nei suoi diversi rami. Cosi con V. sono indicate le linee del metodo di Vogt-Hiiter, con P. quella del metodo Merkel-Poirier, con K. quelle del me- todo Kronlein pel ramo posteriore. Anche per questo preparato come per I'altro e inutile aggiun- gere parola per dimostrare quanto sia utile come elemento dimo- strativo e didattico. - 31 LEOPOLDO GRANATA Ancora suite division! degli spermatociti di " Xylocopa violacea L. " (Con 6 flg. nel tcsto). i; viebata la riproduzione. Dopo le osservazioni di Meves C) suUa spermatogenesi del- I'Ape — confermate da Meves e Duesberg (^) per la Vespa, da Lams (^) per la Formica e da me C) per la Xylocopa — la que- stione della maturazione delle cellule sessuali degli imenotteri, quanto altra mai importante per i fenomeni biologlci che vi sono connessi, parve trovare una risoluzione limpida e indiscutibile. E' noto come in tutte queste forme le divisioni degli sperma- tociti si compiano in modo assai caratteristico : la 1.^ e abortiva e conduce alia separazione di un semplice globule protoplasmatico; la 2.^ sola interessa il nucleo. Ammesso che i maschi derivano da uova che hanno avuto una maturazione normale, emettendo i due globuli polari, si tirova, nelle cellule germinal! maschili, solo la meta del numero normale dei cromosomi : Tunica divisione degli spermatociti e equazionale, il numero dei cromosomi degli spermatogoni (16) viene a trovarsi inal- terato nello spermatide. Nel 1.° fuso di segmentazione debbono con- tarsi, nel maschio 16, nella feramina 32 cromosomi. E' noto come i dati di Petrunkewitsch suU' ovogenesi del- I'Ape fossero alquanto in contradizione con questi : nelF novo il nu- mero normale dei cromosomi (16) sarebbe ridotto a meta dalla 2/ divisione; nelle femmine verrebbe ricostituito dalla fecondazione, nei maschi da uno sdoppiamento longitudinale di cromosomi sem- plici; le cellule sessuale dei maschi avrebbero poi origine da un nucleo di copulazione del 2.° globule pelare con una meta del 1.^ cosi che anche queste dovrebbero possedere 16 cromosomi. Recentemente, due note prehminari inviatemi cortesemente in omaggio dai rispettivi autori, mi hanno messo al corrente di nuove ricerche compiute su questi interessanti fenomeni. (>) Arch. f. Mikroskop. Anat. Bd. LXX. 1007. (-) Arch. f. Mikroskop. Aiiat. Bd. LXXI. 1908. (■>) Arch. f. Zell/orsch. Bd. 1. lOOS. (1) Biologica Vol. II. 1909. - 32 - Nachtsheim C) ha ripreso lo studio della maturazione dell'uovo di Ape stabilendo i seguenti fatti : Nella l.a divisione di maturazione si contano ad ogni polo 8 cromosomi doppi (diadi) che si dividono nella mitosi successiva, cosi che si trovano nell'uovo maturo 8 cromosomi semplici. Contempora- neamente alia 2/ divisione si divide anche il 1." globule polare e si hanno cosi 4 gruppi di 8 cromosomi, due del quali si uniscono a formare il " Richtungskopulationkern „. Questo va in ogni case distrutto. Nelle uova fecondate si contano poi non 16 ma 32 cro- mosomi, nolle uova partenogenetiche non 8 ma 16. Per spiegare questo aumento I'Autore ammette che i cromo- somi del 1." fuse di maturazione siano multipli e si scindano, cosi che solo nel 1." fuso di segmentazione si hanno veri cromosomi semplici. Domandandosi poi se un tale comportamento abbiano i cromosomi anche nella spermatogenesi, Egli richiama i primi dati di Doncaster (1906) secondo i quali Tunica divisione degli sper- matociti sarebbo riduttiva, cosi che si avrebbero negli spermatidi 8 cromosomi invece di 16 come poi Moves ammise e come ammise in seguito lo stesso Doncaster f) (1907). D'altra parte le ricerche di Armbruster (^) sulle divisioni degli spermatociti di Osmia cornuta conducono a risultati a questo ri- guardo assai interessanti. Armbruster osserva, durante I'accrescimento, 16 cromosomi a forma di bastoncini, che diventano poi granuliformi e si dispon- gono al fuso ordinandosi in paia : 8 passano nel globule (anche in questo case la divisione e ineguale) 8 restano nello spermatide ; si ha dunque una vera divisione riduttiva. Questi otto cromosomi di- ventano poi 16 per scissione longitudinale nel sense di Petrunke- witsch, non gia per disgiunzione di parti di cromosomi doppi. Non e possibile per ora la discussione dei dati di Armbru- ster; ma poiche questo Autore sembra ritenere che il sue schema debba essere generale per gli imenotteri, e poiche, d'altra parte, nel mio lavoro sulla maturazione degli spermatociti di Xylocopa^ pare rion sia deflnita abbastanza chiaramente la natura della divi- sione, credo opportune ritornare ora brevomente suH'argomento, al solo scope di fissare alcuni dati di fatto. (1) Naclitsheim, H. — Parthenogeuese, Eireifuug uml Gechlechtsbestiiiimuii}.' l)fi ilcr Ho- nigbiono. — SitziiMgsber. d. OeselUch. f. Morph. m. Phiisiolixj . in Mi'tnchen. 1012. n Anat. Anzeigei; Bd. XXIX, 1906 e Jhi. XXXI, 1001. (•') Armbruster L. — Ueber die Cbrouiatiiivei-hiiltuisse bei solitiireu Bieiii'ii uiid ilire Jie/.ieliiiuj; Tiur Frage iler GeschlecbtsbestiirunuDg. — Her. d. Natvrforsch. (ienellsch. zxt Freiburg. XX Bd. 1013. - 33 - Le present! osservazioni sono state compiute sullo stesso ma- teriale che mi ha servito per il mio lavoro del 1909 : materiale fissato con liquido di Flemming diluito secondo le indicazioni di Meves e colorato con ematossilina ferrica. Per quanto riguarda il periodo di accrescimento e la l^' divi- sione non posso che confermare le mie precedent! osservazioni, che coincidono del resto esattamente con quelle di Meves. Nel mate- riale studiato da Armbruster si notano due fatti important!: la 1'"^ divisione sernbra non esistere e non si nota durante 1' accresci- mento la caratteristica disposizione parallela di filament! rappre- sentata dalle figg. 62 e 63 d! Meves e dalla mia fig. 22. Alia fine della 1^ divisione si ha, tanto nella Xylocopa, come nell'Ape, nella Vespa ecc, uno stadio di intercines! tipica; i cromo- som! subiscono una specie di sgretolamento e la massa cromatica appare spostata verso il centriolo priiicipaie. ^ ^r0^ Fig. 1. Fig. 2. Fig. 3. Fig. 4. fn Fis Fiff. 6. Fig. 1-0. Socouda divisione dcgli spenuatociti di Xylocopa violacea. Le figure sono stale disegnate con I'obb. apocroiu. Zeiss, Imm. Oinog. 2 mm., Ap. num. 1, 3, Oc. comp. 18, tubo evagin. 160 mm., proiezione snl tavolo da lavoro. AU'inizio della profase i cromosomi appaiono aggrovigliati a for- mare una sorta di spiremala cui costituzione eirresolvibile: escludo si tratti di un filamento unico; per quanto sia impossibile definirlo esattamente, alcuni fatti mi inducono a ritenere che i cromosomi conservino durante I'intercinesi la loro individuahta. Mentre essi riprendono la loro compattezza la loro suddivisione longitudinale appare in modo non dubbio; si rende poi invisibile durante la messa al fuso per riapparire chiaramente nella metafase (fig. 2). - 34 - Nelle piastre equatoriali si contano 16 cromosomi doppi (fig. 1) ; la divisione separa le due metd longitudinali (figg. 3, 4). La forma dei cromosomi e la tendenza spiccata all' aggruppa- mento compatto rendono assai difficile il loro conteggio durante la teleofase ; nella fig. 4 si vedono tuttavia due gruppi di 12 cromo- somi, e almeno 14 se ne contano nella fig. 6 che rappresenta una teleofase avanzata. Si nota poi come fatto costante la presenza di 3 cromosomi di dimension! maggiori di tutti gli altri e la cui divisione e, rispetto ai rimanenti, tardiva (fig. 5) : per quanto io, data la scarsezza del mio materiale, non sia in grado di dare una serie completa di fi- gure, bastera osservare la fig. 11 del mio precedente lavoro, che rappresenta una teleofase di cinesi spermatogoniale, per notare co- me anche negli spermatogoni si trovino gli stessi 3 grossi cromo- somi e come essi si comportino analogamente, tanto nella divisione somatica che in quella maturativa : anche questo fatto mi pare stia contro la possibihta di una divisione che separi i cromosomi in due gruppi. Mi e permesso quindi ritenere dimostrato che I'unica divisione nucleare e eqaazioyiale e il numero dei cromosomi degli spermatogoni (16) passa 7ion ridotto 7i.ello spermatide. Lo schema della maturazione delle cellule sessuali di Xylocopa puo cosi ricon- dursi a quelle dell' Ape, quale risulta dalle ricerche di Moves e di Nachtsheim. Quanto ai risultati delle ricerche di Armbruster e alia pos- sibihta che la maturazione deUe cellule sessuah maschili, si compia, anche negli altri casi, secondo lo schema di Osmia, I'Autore pro- mette di esporre nel suo lavoro complete la critica dei fatti sin ora noti. Per quanto riguarda I'Ape la fig. 76 di Moves corrisponde certo esattamente alia fig. 4 di Armbruster, nella quale si con- tano non 16 ma 8 diadi, disposte al fuse durante la 2^ divisione ; ma stanno di fatto anche i dati di numerose altre figure di Moves nelle quali appare chiaro essere 16 (fig. 17) o almeno sempre mag- giore di 8 (fig. 46, 47, 48, 78) il numero dei cromosomi semphci che passano ai due poll. E anche la fig. 5 di Mark e Cop eland (*) mostra la formazione di 16 diadi distinte durante la profase II. Don caster ritenne come e note (1906) che avesse luogo una divisione riduttiva; ma dalla correzione fatta neU'anno seguente risulta anche quale fu la causa della prima interpretazione : le diadi 0) Proc. of the Americ. Acad, of Arts and Sciences, Vol. XLII, n. 5, 1906. - 35 - tendono a disporsi in coppie cosi da simulare una tetrade, e quan- do siano del tutto avvicinate, una unica diade. Fatti simili si notano tnlvolta anche in Xylocopa e mi pare appaiano da qualche figura di Meves. Riguardo alia Formica, per quanto in realta — data la diffi- colta di osservazione — non si abbiano dati completi, e difficile com- prendere quali figure possano far pensare all'esistenza di una divi- sione riduttiva : al contrario la fig. 23 vli Lams mi pare mostri in modo chiaro cromosomi scissi longitudinalmente. Si attendono quin- di, in appoggio delle vedute di Armbruster, nuovi e piu precisi dati. Firenze, Labor, di Zool. degli invertebrati. 36 - dj specie nuove di animal! trovate in Italia e descritte nell'anno 1909. Nel presente repertorio vongono introdotte due modificazioni in confronto ai repertori precedent!. In primo luogo ho completato la parte bibliografica coi titoli dei lavori nei quali le specie nuove sono descritte, e la ho separata dalla parte sistematica. In secondo luogo i confini geografici dell' Italia vengono estesi, in ossoquio alia deliberazione presa dalla Unione Zoologica Italiana nella adu- nanza del 12 Aprile 1912 a Pisa ('), a quelli indicati nella carta d'ltalia disegnata da G. Givelli a corredo della Miscellanea italiana di Adriano Balbi, puhblicata a Milano dallo Stahilimento Givelli nel 1845. Tali confini sono: ad occidente il A'aro ; a settentrione la Giogaia delle Alpi, cosicche rientrano in Italia il Ganton Ticino e parte dei Gri- gioni ; quanto al confine orientale non sara male riprodurre il seguente brano del Balbi {loc. ciL, p. 5). « Pill malagevole a determinarsi e restremita del confine nord-esl. « Quivi, malgrado la giogaia continua segnata su tutte le carte, il suolo « non off re invece che un altopiano, cui sorastan gruppi di monti di varie « altezze. Mancando percio una linea seguita, non v'ha norma per segnare « il confine naturale lungh'esso le alture. II terreno poi calcare di questa « parte d'Europa, singolarmente abbondante di sterminate caverne, viene « percorso da acque che si perdono sotterra, come il Reka, il Poika, ecc, « cosi che manca eziando la base della divisione delle correnti. Stimiarao « pero dopo esaminate le migliori carte di questa parte delTimpero Au- « striaco, che la linea piii conveniente sotto I'aspetto geografico sia quella « che, dal Terglu volgendo a mezzodi passa all'oriente d'Idria, di Planina « e di Adelsberg, tocca la vetta dello Schneeberg e scende a mare colla « Reczina tra la citta di Fiume ed il poggio di Tersatto. Gi conferma in « questa nostra opinione 1' autorita di un giudice competente, quella del « Gav. Antonio Litta Biumi, che la segue nella sua grande Garta d'ltalia « in 84 fogli, ancora inedita ». Gome nel repertorio precedente, un asterisco precede i nomi dello specie che spettano alle annate antecedenti. Alessandro Ghigi. (1) Personalmonte io credo cho il miglior coufiue fauniatico orientale d'ltalia sia I'lsonzo, giacclii' a regioue del Carso ha caratteri propri i ciuali ottiouo, se mai, aHiuita maggiori colla Daliuazia. 37 - I. — PARTE BIBLIOGRAFIOA Alfken, J. 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Haemogregai'ina clavaia Neumann, (p. 36) in Solea lutea. — Golfo di Napoli. » minuta Neumann, (p. 35) in Gobius minuius, — Golfo di Napoli. » IwlypmHita Neumann, (p. 26) in Gobiopaganellus. — Golfo di Napoli. » scorpaenae Neumann, (p. 40) in Scorpaena scrofa. — Golfo di Napoli. » toi^pedinis Neumann, (p. 38) in Torpedo ocellata. — Golfo di Napoli. Immanoplasma (n. g.) scyllii Neumann, (p. 90) in Scyllium canicula. — Golfo di Napoli. Spirochaeta gadi Neumann, (p. 79] in Gadus minuius. — Golfo di Napoli. » pelanudis Neumann, (p. 80) in Pelamys sarda. — Golfo di Napoli. Trypanosoma giganteutn Neumann, (p. 50) in Raya oxyrhynchus. — Golfo di Napoli. » scorpaenae Neumann, (p. 59) in Scorpaena ustulata. — Golfo di Napoli. » triglae Neumann, (p. 60) in Trigla cora.r. — Golfo di Napoli. » variabile Neumann, (p. 52) in Raya punctata. — Golfo di Na- poli. CILIATA Anoplophrya paranaidis Pierantoni, (1, p. 81) storaaco di Paranais elon- gala. — Golfo di Napoli. Uronychia magna Pierantoni, (3, p. 57). — Golfo di Napoli. VERMES PLATELMINTES Turbellaria Procerodes dohrni Wilhelmi, (p. 315) — Golfo di Napoli, Trieste, Araalfi. Cestoda Davainea anatina Fuhrmann, (p. 107) in Anas boschas dora. Italia. » micracantha Fuhrmann, (p. 105) in Turtur turtur. — Museo di Geneva, - 42 - Ichthyotaenia agonis Barbieri, (p. 338) in Alosa finta var. lacustris. — Lago di Como, dintorni di Bellagio. NEMATODA Hystrichis neglectus Jaegerskiold, (p. 30) in Querquedula circia e Numenius arcuatus. — Gagliari. » varispinosus Jaegerskiold, (p. 35) in Mergus 5e;vator, collezionc Parona. — (Italia). ANNELIDA Polychaeta Oligognaihus parasiticus Gerruti, (3, pag. 197) in Spio mecznihoioianus. — GoUo di Napoli. Paranais elongata Pierantoni, (3, p. 445). — Sabbie di Donn' Anna (Posil- lipo) a 3 o 4 raetri di pi'ofondita. Paraonis neapolitana Gerruti, (I, p. 493). — Sabbie del Golfo (ii Napoli a 5 raetri di profondita. » i)aucibranchiata Gerruti, (i, p. 498). — Sabbie di Donn' Anna a 4 metri di profondita. Syllis cirropunctaia Michel, (p. 318). — Posillipo. Vermilliopsis richardi Fauvel, (p. 62'. — Dintorni di Monaco a 45 raetri di profondita. CHAETOGNATA * Sagitta brachicefala Moltschanoff, (p. 208). — Mediterraneo (1907). MOLLUSCA GASTEROPODA Pulmonata Canipyloea tacheoides Pollonera, (I, p. 17). — Isola di Gapraia. Zoniies algirus var. garganica Pollonera, (2, p. 14). — Monte Gargano. » spinellii Pollonera, (3, p. 14). — Recoaro. ARTHROPODA CRUSTACEA Copepoda Nitoera phlegraea Brehm, (p. 422). — Garapi Flegrei. > wolterecki Brehm, (p. 421). — Garapi Flegrei. Pseudolichomolgus (n. g.) pectinis Pesta, in Pecten. — Barcola, Golfo di Trieste. Schizopoda Calyptomma (ii. g.) pwitani Tattersall, (p. 138). — Mediterraneo a 1700 raetri di profondita. Parerythrops lobiancoi Tattersall, (p. 128). — Mediterraneo a 950 — 1100 metri di profondita. - 43 - Pseudomma ki'uppi Tattersall, (p. 133). — Moditerraneo a 950 metri di profondita. Isopoda Titanethes fragilis Budde-hind, (p. 68). — Sardegna. Trichoniscus corsicus Racovitza, (p. 360). — Cor-sica. » paganus Racovitza, (p. 333). — Corsica. ARACHNIDA A.cari Feltria georgei trideniina n. var. Maglio, (p. 287). — Albola ed Erto, ru- scelli in val delle Seghe (Trentino). HjarldaLia largaiollii Maglio, (p. 280). — Fiume Ponale presso Molina di Ledro (Trentino). Hygrobates norvegicu.t imminutus n. var. Maglio, (p. 277). — Pian di Be- dole (Trentino). Leberlia salebrosa rubra n. var. Maglio, (p. 272). — Sorgenti in Pian di Be- dole 0 presso S. Pellegrino (Trentino). Protzia brevipalpis Maglio, (p. 258). — Torrente Albola presso riva di Tiento. Sperchon ticinense multisetosum n. var. Maglio, (p. 264) — nell' Avisio in Val di Fassa e nel Noce presso Diraaro (Trentino). Thyas clypeolata Maglio, (p. 253). — Ruscello di scarico dell' acquedotto di Riva. » tridentina Maglio, (p. 255). — S. Pellegrino presso Val di Fassa (Trentino). Torrenticola elliptica Maglio, (p. 291). — Torrenti del Trentino. A.raneae Besidiopsis racovitzai (ii. g.), Fage (p. 75), — Mediterraneo. Micaria rossii Strand, (p. 137). — Dintorni di Roma. MIRIOPODA Diplopoda Attemsia doUnense Verhoeff, (p. 564). — Doline di Divacca, Istria. CaUipus longohardius Verhoeff, (p. 218). — Lago di Gomo e Riviera di Levante. » sorrentinus, Verhoeff, (p. 217). — Dintorni di Sorrento. Heteroporatia svnile tirolense n. subsp. Verhoeff, (p. 562). — Tirolo orientale. Onychoglomeris ferraniensia Verhoeff, (p. 110). — Ferrania, Appennino ligure. Stenopleuromeris sanguinicolor Verhoeff, (p. 117). — Monte Spinalo, Tirolo raeridionale. ThaiiDioporatia apenninorum Verhoeff, (p, 564). — Pontreraoli e S. Mar- gherita ligure. » apuanmn Verhoeff, (p. 564), — Massa, Forno, Viareggio. INSECTA Frotura Acerentomon microrhinus Berlese, (p. 36). — Italia Gentralo c raeridionale (Boboli, Casal Monlerrato, Vallorabrosa, Mugello); Tiarno. - 4:4: - Ace7'entulus perjyusillus Berlese, (p. 48). — S. Vincenzo (Pisa). Eosentomon rihagai Berlese, (p. 59). — Tiarno (Trcntino). Hemiptera Ischnonyctes pallijxs Reuter, (p. 3). — Sicilia. Aspidiotus labialm'um Marghal, (p. 872) su Stachys glutinosa e Teucrium capitaium. — Gorte (Corsica). » privignus Lindinger, (p. 151) sopra Hipericum coris. — Ererao di S. Zeno, Monte Baldo. Neuroptera Dilar corsicus Navas, (p. 636). — La Foca (Corsica). Hymenoptera Aeolus striativentris Kieffer, (p. 270). — Trieste. Hadronotus brevipennis Kieffer, (p. 270). — Oriolo. » pubescens Kieffer, (p. 269). — Borgofranco in Pcnna. Telenonms alpest7ns Kieffer, (p. 269). — Nava (Alpi Marittirae); Borzoli, Villa Doria. » manteroi Kieffer, (p. 268) da nova di eraitteri. — Dintorni di Geneva. Ualictiis alfkenellus Strand, (p. 22). — Sicilia. > duckei Alfken, (p. 46). — Monte spaccato presso Trieste. » niediterranellus Strand, (p. 43). — Sicilia. » pauxillodes Strand, (p. 45). — Sicilia. » sudaghensis Strand, (p. 55). ~ Sicilia. Pseudoponera ochracea sicula n. subsp. Emery, (p. 365). — Sicilia. Diptera Agromyza monfalconensis Strobl, (p. 295). — Monfalcone (Istria). Argyramoeba heteropyga Sack, (p. 531). — Corsica. (Yassiseta ti-apezina Gorti, (p. 139). — Valle Salirabene (Pavia). » tuberculifera Corti, (p. 132j. — Dintorni di Pavia e di Varese. Empis leptomorion Bezzi, (p. 102). — Lombardia. Eurina chloropoides Strobl, (p. 284). — Monfalcone (Istria). Gampsocera inornata Gorti, (p. 154). — Vallone Villanova (Pavia) Masnago (Varese). Limosina monfalconensis Strobl, (p. 300). — Monfalcone (Istria). Merodon podagricus Villeneuve, (p. 338). — Tattone (Corsica). Phytomyza czernyi Strobl, (p. 298). — Volosca (Istria). Siphonella duinensis Strobl, (p. 288). — Lagune di Duino presso Trieste. Tetanops corsicana Becker, (p. 98). — Corsica. Lepidoptera Aphantopus hyperantus rufilius n. subsp. Fruhstorfer, (1, p. 121). — Mc- ran, Trentino. Argynnis amathusia jugurtha n. subsp. Fruhstorfer, (I , p. 121). — Tren- tino. » daphne nikator n. subsp. Fruhstorfer, (1, p. 113). — Trentino. » jMles paluslris n. subsp. Fruhstorfer, (1, p. 112). — Sempione, AroUa, Cogne. - 45 - Chrysophanus alciphron isohrates n. subsp. Fruhstorfer, (1, p. 120). — Sempione. » » romanorum n. subsp. Fruhstorfer, (1, p. 120). — Dintorni di Roma. » hip2Mthoe cisalinna n. subsp. Fruhstorfer, (2, p. 120). — Ticino, Val Maggia o Fusio. » virgaureae osthelcleri n. subsp. Fruhstorfer, (1, p. 113). — Alpi Piemontesi. Epinephele jurtina phormia n. subsp. Fruhstorfer, (1, p. 121). — Dintorni di Meran, Tirolo IMeridionale. Erebia aethiops derufata n. subsp. Fruhstorfer, (3, p. 125), — Primiero, Tirolo Mei'idionalc. » ligea nicnstrate n. subsp. Fruhstorfer, (3, p. 124). — Ampezzo. » » siscia n. subsp. Fruhstorfer, (3, p. 125). — Gran Sasso d'ltalia. Eumenis arethusa segusiana n. subsp. Fruhstorfer, (1, p. 21). — Val di Susa. Parnassius apollo oUonius n. subsp. Fruhstorfer, (I, p. 161). — Istria. » » pedemontanus n. subsp. Fruhstorfer, (3, p. 151). — Pie- monte. •Satyrus bi-isets turatii n. subsp. Fruhstorfer, (I, p. 130), — Ficuzza, Sicilia. Bankcsia sejyulchrella Chretien, (p. 260). — Corsica. Coleophora adjacentella Chretien, (p. 259). — Corsica, » niausolella Chretien, (p. 259). — Corsica. Depreasay-ia vendettella Chretien, (p. 259). — Corsica. Semasia gy^adensis Galaagni, (p. 248). — Grado (Golfo di Trieste. Coleoptera Anophthalmus ghidinii Gestro e Dodero, (p. 203). — Grotta del Monte Tre Crocette (Varese). Trechus hirtus nuiyeri n. subsp. Muller, (p. 273). — Nabresina presso Trieste. y> schmidti histriensis n. subsp, Muller, (p, 273), — Gastelnuovo, Istria settentr, Anthobium stussineri Bernhauer, (p, 52). — Italia. Anthophagus fenestrellanus Bernhauer, (p. 197). — Golle delle Finestre (Alpi mar.). Atheta paganettii Bernhauer, (p. 200). — Monte Pagano (Italia centrale). Leptusa carinata Bernhauer, (p. 178). — Valle Albergian (Piemonte). •» cephalotes Bernhauer, (p. 179). — Crissolo (Piemonte). » puellaris hnabli n. subsp. Bernhauer, (p. 179). — Monte Pasubio, Austieg (Valarsa). Sipalia arazeccana Bernhauer, (p. 103). — Monte Arazocca. » divet^siventris Bernhauer, (p. 227). — Alpi Apuane, » insularis Bernhauer, (p, 104). — Gennargontu (Sardegna), » romana Bernhauer, (p. 226), — Lago Albano (Roma). Agathidium labratum Reitter, (p. 210). — Garfagnana. Bathyscia heieromu?pha Gestro e Dodero, (p. 202). — Grotta dclla Noga in Valsolda (Gomo), Colon purkynei Fleischer, (p. 243). — Isola di Capri. - 46 Liodes calcaratoicles Reitter, (p. 209}. — Monte Pagano. Ptery.T, ganglhaueri Ericson, (p. 288), — Calabria. Helophorus ganglhaueri Kniz, (p. 297). — Vallo Dono, Golle Mond, Monte Rosa. Basytes lombardus Fiori, (p. 33). — Monte Lignonc Grigna. Sphaerosoma apuanuni Reitter, (p. 2il). — Alpi apuane. » aspromonianuin Reitter, (p. 21). — Aspromonte. » sparsum Reitter, (p. 22). Aspromonte. Anaspis stussineri Fleischer, (p. 242). — Calabria orientale. Orestia semijanthina Reitter, (p. 88). — Sant' Eufemia, Aspromonte. Phyllotreta ganglhaueri Heikertinger, (p. 290). — Trieste. Aphthona wagneri Heikertinger, (p. 13). — Vizzavona (Corsica). Acallorneuma doderoi Solari, (p. 275). — Ficuzza Sicilia. » mainardii Solari, (p. 275). — Seui, Sardegna centrale. Omias fulgidus Formanek, (p. 264). — Oristano, Sardegna. Otiorrhynchus garibaldinus Solari, (p. 264). — Aspromonte. » leonii Solari, (p. 265). — Celano Abruzzo. » luigionii Solari, (p. 259). — Maiella e Monte Greco. •» microphthahnus Solari, (p. 264). — Castel di Sangro. Polydrosus intermedins Lodex, (p. 80). — Roma. Polydrosus splendens Solari, (p. 267). — Vallo Lucano. Sitona gotzelmanni Reitter, (p. 87). — S. Eufemia e S. Stel'auo. (Aspromonte). Torneuma andreinii Solari, (p. 277). — S. Basilio Abruzzo. Trachyphloeus mamillosus Formanek, (p. 625). — M. Viso. VERTEBRATA MAMMALIA Insectivora Sorex minutus lucanius n. subsp. Miller, (p. 417). — Monte Sirino presso Lagonegro (Kasilicata). - 47 - NOMENCLATURA ANATOMICA In base ad alciini stiidii sulla sostanza perforata anteriore e sulla supei'ficie degli emisferi cerebral! delFuomo nelle regioiii prossime al rinencefalo {Arch. Ital. di Anat. eel EmbvioL, Vol. 10, Fasc. 2 e 3, Fi- renze, 1911) N. Beccari propone le seguenti modificazioni alia Nomen- clatura anatomica adottata dalla Commissione di Basilea. Lobus olfactorms (Rhinencephalon) bulbils olfactorius pedunculus olfactorius tractus olfactorius trigonum olfactorium gyrus olfactorius medialis gyrus olfactorius lateralis stria olfacioria medialis stria olfactoria lateralis — simplex, duplex stria accessoria medialis \ stria accessoria lateralis ) raro Lobus pm 'aolfactorms sul)stantia perforata anterior sulcus paraolfactorius anterior eminentia paraolfactoria sulcus diagonalis Planum septale sulcus paraolfactorius posterior stilus (pedunculus) septi pellucidi Lobus frontalis pars orbitalis sulcus olfactorius sulcus orbitalis triradiatus ramus anterior ramus posterior ramus lateralis rami accessorii sulcus orbitalis accessorius gyrus orbitalis medialis gyrus orbitalis medius gyrus orbitalis lateralis gyrus fronto-olfacto-limbicus (= Area Brocae) - 48 - PERSONALE UNIVERSITARIO (di Zoologia, Anatomia comparata, Anatomia umana, Antropologia, Istologia' Anatomia veterinaria). Universita di Bologna Gabinetto di Anatomia umana. Valenti Giulio, Direttorc. 0. di Anatomia umana normalo, Incarieato di Anatomia topografica. Perna Giovanni, Aiuto e Libero Docente di Anatomia umana noi'male. Malaguzzi Valeri Rodolf'o, Assistente. Lunghetti Bernardino, Libero Docente di Anatomia umana normalc. Gabinetto di Istologia e Fisiologia generate. Ruffini Prof. Angelo, S. di Istologia e Fisiologia generale. Tabboni Luigi, Assistente. Gabinetto di Anatomia Yeterinaria. Papi Glemente, 0. di Anatomia Veterinaria, Incarieato di Istologia e Embriologia, Peli Francesco, Assistente, Libero Docente di Anatomia comparata. Gabinetto di Zoologia. Emery Carlo, Direttore, 0. di Zoologia. Enriques Paolo, Aiuto, Libero Docente di Anatomia e Fisiologia comparata. Fiori Attilio, Assistente. Gabinetto di Anatomia compai'ata. Giacomini Ercole, Direttore, 0. di Anatomia comparata. Corti Alfredo, Aiuto, Libero Docente di Zoologia, Anatomia e Fisiologia comparata. Laiizi Luigi, Assistente. Goggio P'mpedochc, Libero Docente di Anatomia e Fisiologia comparata. Ghigi Alessandro, Libero Docente di Zoologia. Incarieato di Zoologia ed Ento- raologia agraria nolla scuola superiore di Agraria. Trinci Giulio, Libero Docente di Anatomia comparata. Gabinetto di AntrojMlogia. Frassetto Fabio, Direttore, S. di Antropologia. Sera Gioacchino Leo, Libero Docente di Antropologia. * * * Universita di Gagliari. Istiiuto Anatomico. Sterzi Giuseppe, Direttore, S. di Anatomia umana. Orrii Eflsio, Aiuto o Libero Docente di Anatomia umana norraale. Del Rio Gioacchino, Assistente. Gabinetto di Zoologia, Fisiologia e Anatomia comparata. GIglio-Tos Ermanno, Direttore, 0. di Zoologia, Anatomia c Fisiologia comparata Paoli Giovanni, Aiuto. CosiMo Cherubini, Amministratore-responsabile. Firenze, 1913. — Tip. L. Niccolai, Via Faenza, 52. tX) Monitore Zoologico Italiano (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo iifficiale delia Unione Zoologica Italiana UIKKTTO nAi DOTTORI GIULIO GHIARU6I EUGENIO FIGALBI Prof, (li Aiiatoiiiia niuana Prof, di Anatomia cotup. e Zoologia uellt. Istituto di Studi Super, iu Fireuze nella R. Univeraita di Pisa Ufficio di Direzione ed Ataministrazione: Istituto Anatomico, Fireme.. 12 numeri all'anno — Abbaonamento annuo L. 15. XXIV Anno Firenze, Marzo 1913. N. 3. SOMMARIO : CoMUNiCAZioNi ORiGiNALi: Spadolini I., Gontributo alio studio della Morfologia del Polmone. (Con 1 flg. e tav. II). — Brian A., Di una nuova specie di Hatschekia Poche (Clavella Oken) copepode parassita del Crenilabrus pavo. (H. subpinguis n. sp.). (Con tav. III). — Guer- rini G., Di un caso non ancora deseritto di infezione zooparassitaria. Opi- sthorchis felineus Riv. nel fegato di Lepus cuniculus L. (Con 1 flg.). — Pag. 49-68. UxioNE ZooLOGiGA Italiana : Gommissione per la Noraenclatura zoologica. — Pag. 69-72. Avvertenza Delle Comunicazioni Original! che si pubblicano nel Monilore Zoologico Italiano e vietata la riproduzione. COMUNICAZIONI ORIGINALI ISTITUTO ANATOMICO DI FIRENZE DIRETTO DAL PROF. G. CHIARUGI Gontributo alio studio della Morfologia del Polmone NOTA RIASSUNTIVA DEL DOTT. I. SPADOLINI (Gon 1 flgura o tavola II). fi Tietata la riproduzione. In un mio lavoro in corso di pubblicazione ho riportato in e- steso i dati da me raccolti in una serie di 175 osservazioni sopra i diversi caratteri del polmone di individui di eta e di sesso diverso. - 50 - Credo opportuno in questa nota preventiva far conoscere in breve i principali resultati, da me ottenuti applicando il metodo statistico, riassumendo successivamente i capitoli piu iniportanti del mio lavoro. I. Forma del polmone, Nell'adulto ambedue i polmoni hanno fondamentalmente la me- desima forma. Questa, come e ben noto, puo essere schematica- mente rappresentata da un cono, al quale con un taglio sagittale, concavo medialmente ed obliquo in avanti ed in fuori, venga rese- cata quella parte che dovrebbe volgere verso il mediastino. Questo cono misura circa cm. 21 di altezza e cm. 17 di diametro antero- posteriore alia base per il polmone destro, mentre per il sinistro misura circa cm. 20 di altezza e cm. 15 di diametro alia base (*); La sua proiezione su un piano tangenziale alia superficie laterale dell'organo, da origine ad un triangolo nel quale la base e minore all'altezza nelle proporzioni indicate e dei due lati il maggiore viene a corrispondere alia proiezione del limite posteriore (-) del polmone, il minore a quella del margine anteriore. Nel feto il cono che ci rappresenta la forma del polmone pre- senta a destra la base maggiore dell'altezza, mentre a sinistra il rapporto e invertito (^). IL A^nce del polmone. La parte piia elevata del polmone viene descritta dagli AA. sotto il nome di apice. Questo, per quanto si presenti con gli stessi caratteri tanto nel feto che nell'adulto, ha tuttavia a destra una forma sostanzialmente diversa da quella di sinistra. A destra I'apice e rappresentato da una sezione di cono so- vrapposta al lobo superiore, incurvata in avanti e sporgente verso il mediastino. A sinistra invece dobbiamo riguardare come apice la parte piu elevata del lobo superiore, che, uniformemente arrotondata, non ci offre a considerare alcuna particolarita propria. 0) Queste medie si liferiscouo esclusivamente ad adulti al di sopia di 20 auui. (-) II limite posterior*; del polmoiH! corrisponde a quella parte dell'organo che ^ accolta nella doccia costo-vertebrale e limita in dietro le due superficie laterale e raediale. (•■') Per ottenere la ])osiz;ione giuata clie occupa il poliuone nel torace, bisogna disporre questo triangolo alquanto inclinato, per modo che I'angolo corrispondente al panto d'unione del margine an- teriore coir inferiore si trovi a corrispondere ad uu piano piii elevato di quello in cui si trova il punto d'unione tra limite posteriore e margine inferiore. Nel mio lavoro saranno riportate in esti-so le niisure iiiedit^ che si ril'eriscono ai tr(^ lati del trian- golo sopra descritto. - 51 III. Faccie pobnonari. II polmone presenta tre faccie. Di queste, la faccia costo-verte- brale e assai estesa e si presenta convessa, specialmente dall'avanti all'indietro, e sovratutto nella sua parte posteriore, accolta nella doccia polnionare del torace. Questa faccia, si continua in alto insen- sibilraente nell'apice ; in basso per mezzo del margine inferiore, conflna colla base; in avanti ed in dietro si iinisce respettivarnente per mezzo dei margini anteriore e posteriore alia faccia mediasti- nica. II polmone raggiange la sua massima altezza siil limite poste- riore dove scende alia dodicesima costa. Da questo limite I'altezza diminuisce lentamente andando verso la colonna vertebrale, men tre decresce rapidamente verso il margine anteriore. Sulla faccia costo- vertebrale possiamo distinguere tre superficie secondarie: una ante- riore, una laterale ed una terza postero-mediale. Le prime due su- perficie che insensibilmente si co)itinuano Tuna nell'altra (raramente separate da un margine distinto), sono in rapporto colle coste, che lasciano su tale superficie una leggera impronta, e cogli spazi in- tercostali. La superficie postero-mediale si mette in rapporto colla parte laterale dei corpi delle vertebre toraciche ed e limitata indiecro dai limite posteriore, in avanti dal margine posteriore. In ambedue i polmoni si osserva su tale superficie un solco, il quale a sinistra e largo e profondo ed e determinate dalla presenza dell'arteria aorta, a destra invece e assai mono accentuate ed e determinate dalla presenza della grande vena azigos, la quale in alto incrocia il margine posteriore per passare a prendere rapporto colla faccia mediastinica. Con molta frequenza si osserva, specialmente nel feto, fra il solco esaminato e il limite posteriore, in ambedue i polmoni, una im- pronta a direzione verticale, scavata dai corpi stessi delle verte- bre. I solchi trasversali che interrompono questa specie di doccia, sono dovuti alle impronte delle fibro-cartilagini intervertebrali spor- genti. La faccia del Polmone applicata centre il mediastino, e ver- ticale e nell'insieme concava. Ha una estensione molto minore di quella precedentemente descritta ed in alto si continua gradata- mente neU'apice : in avanti ed in dietro, per mezzo dei margini an- teriore e posteriore confina colla faccia costo- vertebrale. Ad una certa distanza dal margine posteriore (distanza che e maggiore a destra e mmore a sinistra), si osserva sulla faccia mediastinica una - 52 - superficie infossata " Ilo „ per il quale penetrano nel polmone gli organi costituenti la radice polrnonare. A destra I'llo ha la forma di una racchetta, a sinistra e presso a poco rettangolare. Misura in media 9 cm. di lunghezza e circa 5 cm. di larghezza. Al davanti e al disotto dell'Ilo, si trova una superficie incavata " fossa cardiaca „, determinata dalla sporgenza che fanno sui lati del mediastino il pericardio e il cuore. A sinistra tale fossa e assai piii profonda e meglio delimitata. Sulla faccia mediastinica si tro- vano alcune impronte lasciate dagli organi stessi del mediastino, e precisamente a destra, subito al di sopra dell'Ilo, si trovano tre impronte verticali scavate, quella piu anteriore dalla vena cava superiore, quella piii posteriore dalla vena azigos, dopo che questa ha incrociato il margine posteriore. La terza, che inizia al di sotto dell'apice ed e a ridosso del margine posteriore, e determinata dalla trachea in alto e dair esofago in basso. A sinistra, al di sopra della fossa cardiaca e in avanti, comparisce il solco che corrisponde alia vena anonima, e piu in alto, a ridosso del margine posteriore, 1' im- pronta verticale dell' arteria succlavia. Al di dietro dell' Ilo, fra que- sto e il margine posteriore, quasi esclusivamente nell'adulto, si os- serva il solco scavato dall'arteria aorta. La faccia diaframmatica, o base, del polmone si adatta alia con- vessita del diaframma ed e percio nell' insieme fortemente concava. II suo contorno si puo paragonare a quelle di una semiluna a concavita mediale, che anteriormente si prolunga in una punta assai acuta. Esistono pero importanti differenze fra i due lati. A destra la base del polmone ha uno sviluppo maggiore e si presenta assai allungata, secondo il diametro antero-posteriore del torace. Per il decorso spirale del margine inferiore, si viene a produrre posteriormente una specie di appendice, la dove il margine poste- riore incontra il margine inferiore. A sinistra la faccia diaframmatica e meno ampia, ed a contorno quasi circolare; assai poco accentuata e quella appendice, che a destra compare all'incontro del margine posteriore coll' inferiore, anzi nel 50 o/o circa dei casi questa formazione manca completamente. Su questa faccia, ed in corrispondenza al margine inferiore mediale si osserva un lobulo cardiaco variamente sviluppato. IV. — Margini polmonari. I margini del polmone sono tre e si distinguono in anteriore, posteriore e inferiore. - m - II margine anteriore separa la faccia costo-vertebrale dalla me- diastinica in avanti. Comincia subito al di sotto dell' apice, ma il suo decorso e diverse dai due lati. A destra, scendendo rapidamente in basso descrive una curva uniforme, allungata, a convessita mediale e raggiunge il margine inferiore. A sinistra partendo dall'apice, decorre prima per un certo trat- to quasi orizzontale, quindi facendo presso a poco un angolo retto, si volge in basso e nella parte inferiore disegna una incisura detta dagli A A. " incisura cardiaca „. Essa si presenta diversamente sviluppata, potendo peraltro mancare in un numero di casi relativamente frequente. II margine anteriore dope aver contornato 1' incisura cardiaca s'incontra ad angolo acuto col margine inferiore e da luogo alia formazione di una linguetta " Lingula „, che dobbiamo considerare come esclusiva- mente appartenente al territorio del lobo medio. In certi casi questa linguetta puo costituirsi in un lobo del tutto indipendente. II margine posteriore separa la faccia costo-vertebrale indietro dalla mediastinica. Corrisponde alia linea d' inserzione posteriore del mediastino cioe a livello del passaggio della faccia anteriore nella laterale delle vertebre toraciche. Si soUeva a forma di cresta " cre- sta polmonare „ che comincia dall'apice; neirinsieme e assai piii acuta a destra che a sinistra, dove anzi nel feto si puo considerare quasi mancante. Si osserva specialmente sviluppata nella sua parte superiore, la quale puo assumere talvolta le dimensioni e I'aspetto di un pic- colo lobulo. A destra, presso a poco a livello del solco principale, si puo notare in questo margine una infossatura corrispondente alia vena azigos. In basso questo stesso margine si prolunga nell'appendice che contribuisce a dare alia faccia diaframmatica la forma di semi- luna, appendice specialmente accentuata a destra. II margine posteriore, per i suoi rapporti e per il suo sviluppo, ha valore differente dai due lati. A destra come margine posteriore dell'adulto rimane quelle che primitivamente si e costituito tale durante lo sviluppo, mentre a sinistra, I'arteria aorta che si sposta sempre piii dai piano mediale verso questo lato, venendo a comprimere precisamente contro detto margine, lo scancella ; e nell'adulto apparisce come margine poste- riore polmonare il labbro posteriore dell' impronta aortica nuova- mente formatasi. - u - II margine inferiore del Polmone si decompone in iin segmento esterno, ed in uno interno, o mediale. 11 primo e fra la base e la faccia costo-vertebrale ; il secondo fra la base e la faccia mediasti- nica. II segmento esterno e sottile, convesso nel senso sagittale e leggermente in basso ; si insinua nel seno cofc-to-diaframmatico. II segmento interno e meno acuto e assai piia breve del precedente. E concavo in senso sagittale in ambedue i polraoni ed e interrotto dal solco principale. A sinistra, indietro, in corrispondenza della linea sulla quale si trova I'llo, sul segmento interno mediale si distacca il lobulo cardiaco precedentemente descritto. V. — Lobi polmonari. Ciascun polmone si presenta diviso in lobi per mezzo di inci- sure che interessano piii o meno profondamente il parenchima di quest'organo. Nella serie delle mie osservazioni ho potuto riscon- trare divers.e (12), disposizioni della divisione in lobi del polmone e mi e stato possibile aggruppare queste disposizioni stesse, in modo da potere con giasto criterio valutarne la respettiva importanza, te- nendo conto del valore morfologico diverso di quelle particolarita, che compaiono o meno nei diversi casi. II criterio al quale diedi maggiore importanza, fu il valore dello scissure polmonari. Per riconoscere appunto questo valore diverso, che doveva essere la base delle mie deduzioni, ho dovuto ricorrere, oltreche ai caratteri offerti dalle parti a sviluppo complete (lun- ghezza, profondita, direzione delle scissure, rapporti reciproci fra le medesime e i lati), anche al signiflcato che esse hanno in rapporto ai process! dello sviluppo. In seguito ali'esame delle varieta di divisione in lobi del polmone, che si presentavano all'osservazione fatta colla guida di questi nuovi criteri, ogni parte del polmone assume un signiflcato netto e precise, ed ogni possibile dispositive delle scissure e dei lobi trova senza indugi e senza dubbi in questo ordinamento, il posto che gli compete. II polmone si puo infatti considerare da un punto di vista gene- rale e schematico, coine un organo che si abbozza per segmenti (^) costituiti da due lobi ciascuno. (') Colla esiuessione di segiuonto o di iiilciMcjiiiientiilo uou iiiteudo afFatto di coufcriro alle ae- zioni del pohiione signiflcato alcuiio di lapporto o altro coi segmenti e la motameria del corpo, lua mi riforisco soltanto ai rapporti reciproci t'ra il polmone c le sczioui che lo costituiscono. - 55 Abbiamo quindi una serie di incisure intersegmentali e paral- lele le une alle altre ed una serie di incisure intrasegmentali (fra lobi ventrali e dorsali) che sono invece in prolungamento Tuna del- I'altra. Le incisure intersegmentali sono quelle che Narath (') nel suo schema ha chiamato principali, le intrasegmentali sono quelle dallo stesso autore dette secondarie. Fiji. 1. Nelle mie ricerche ho constatato in modo assoluto che la scis- sura 0 solco, detto dagli A. A. principale, e costante nel polmone di destra come di sinistra. Che io sappia, non vi hanno casi nei quah sia stata osservata la scomparsa deH'incisura principale, cioe la fu- sione del prime segmento del polmone cogli altri. Questo fatto con- ferma in noi I'idea che le incisure intersegmentali abbiano un valore morfologico prevalente sulle intrasegmentali, poiche, oltre a comparire fino dai primi stadi, sono quelle che nei diversi tipi di varieta, con- servano una disposizione piii fissa. Infatti alio stesso modo che non si e mai osservata la scomparsa della incisura principale, solo in casi rarissimi si e veduta comparire incompletamente la 2^ incisura inter- segmentale. D'altra parte, e relativamente frequente la incompletezza e qaalche volta la mancanza della incisura secondaria. Egli e dunque ripeto questo delle intersegmentali, un sistema di scissure che ha trovato un piii stabile assetto morfologico e rappresenta una dispo- sizione pill fondamentale che non quella delle intrasegmentah. Nel processo evolutivo ontogenetico (per ora non parlo della fllo- genesi), i diversi segmenti del polmone si fondono fra di lore ed alio stesso modo si fondono anche i lobi dello stesso segmento. C) 'Mi sono servito per la maggiore iutelligenza di questo argomeuto, dollo scberua dato da Na- rath per la diatribuzione dei biouchi nei respettivi territori polmouari, ponendolo iu rapporto coi li- sultati delle mie osseivazioni. -se- ll processo di fusion e dei segment! non comporta variazione altro che minima, e rarissima, tanto che al massimo puo comparire nil accenno della 2^" incisura intersegmentale, ed in ambedue i lati raggiunge e si arresta sempre alio stesso sfcadio, mentre invece il processo di fusione tra i lol)i non sembra che abbia trovato ancora, il suo assetto definitivo, Gia esso e a sinistra piii avanzato e si estende normalmente anche al 1° segmento, piia cefalico, mentre a destra di norma non arriva a congiungere i due lobi di questo 1° seg- mento. Le varieta poi della divisione in lobi del polmone, che nume- rosis«ime sono state osservate dagli altri e da me, sono tutte colle- gate col diff'erente e irregolare svolgersi di questo processo di fu- sione fra i lobi ; cioe dal permanere o me no di quelle incisure secon- darie (intrasegmentali), da me ricordate. Si deve pero considerare, che anche il processo di fusione dei lobi nelia nostra specie e gia molto vicino a trovare il suo assetto definitivo, poiche le variazioni si aggruppano attorno ad una nor- male molto alta e I'ampiezza deH'oscillazione e limitata ; inoltre comparsa a sviluppo completo delle scissure anormali non interessa oltre la intrasegmentale del secondo segmento. Una incisura, che con molta frequenza interviene a modificare la lobazione polmonare e quella che distacca il lobulo cardiaco ed interseca 1' incisura principale. Questa incisura, per il fatto di pren- dere questa intersezione, apparirebbe a bella prima come intraseg- mentale, e precisamente dovrebbe essere la intrasegmentale del secondo segmento, ma tale intrasegmentale noi la conosciamo e la ritroviamo in tutta la sua completezza, rappresentata in quel casi di variazione segnati coi n, 7, 8, 5, 6, 12 della Tavola I, in alcuni dei quali esisteva anche il lobulo cardiaco, ed e facile quindi per- suaderci specialmente dove esistono contemporaneamente le due scissure, che non vi e rapporto fra I'una e I'altra formazione. Pas- sando ora a considerare il lobulo cardiaco in rapporto al bronco dal quale dipende, si sa, ed io mi sono confermato in questa opinione, che tale lobulo e fornito di un bronco proprio, che rappresenta una divisione secondaria del 2" bronco ventrale. A sinistra infatti il bronco cardiaco si origina dal secondo bronco ventrale e questa disposizione, ch'io considero come primitiva, presenta tali caratteri di flssita che mai mi e state possibile verificare posizioni diverse circa il suo punto d' impianto. A destra invece il bronco cardiaco si presenta come un ramo bronchiale stabilmente differenziato, nascendo direttamente dal tronco principale al di sotto del bronco 2° ventrale. Pero in molti casi ho 57 - potuto osservare che il puuto d' irapianto del bronco cardiaco sul tionco principale subisce notevoli oscillazioni. Qualche volta infatti ho notato che esso bronco cardiaco arrivava ad avere un orificio tangente al bronco 2^ ventrale. Per quesco aggruppamento che sto per fare dei diversi tipi di lobazione pohnonare, mentre terro conto delle incisure intersegmentah e intrasegmentali e dei lobi che esse dehmitano non calcolero affatto il lobulo cardiaco, poiche la com- parsa di esao e legata, a parer mio, con quella anormale di un' in- cisura di un altro ordine, non collegata a fatti morfologici fonda- nientali, e che non e altro in ultima analisi se non una incisura fra bronchi secondari. Anche in altri territori del polmone possono capitare, a complicare la lobazione, incisure di tal genere ch'io chia- mero intrasegmentali accessorie. Si riscontrano infatti dai due lati a carico del lobo superiore e del lobo medio ove assumono talvolta uno sviluppo notevole e possono dar luogo a sinistra alia formazione di un lobo speciale " il lobo linguale „. Dalla grafica della Tavola I, apparisce chiaramente con quale frequenza a sviluppo complete si presentino i diversi tipi di divi- sione in lobi nel polmone destro e sinistro. Quindi facilmente s' intende, che nel polmone di destru lo stadio raggiunto dal processo di fusione (stadio caratteristico nel memento presente dell'evoluzione dell'organo nella nostra specie) e quelle per cui sono scomparse tutte le incisure, salvo la prima in- tersegmentale e la prima intrasegmentale, mentre nel polmone di sinistra lo stadio evolutive raggiunto in questo memento e piu avanz9to, tanto da aver condotto alia scomparsa ancora di una scissura, della prima intrasegmeuLale. Concludendo quindi, anche in base a comparazione tra i resultati ottenuti nell'adulto e nel feto, possiamo dire che nel polmone normale si osservano a destra in- dividuahzzati i lobi superiore medio e inferiore, a sinistra il lobo superiore, inferiore e I'accenno piii o meno evidente di un lobulo cardiaco. Da questo stesso lato nel feto, in una meta circa dei casi, si osserva ben distinto anche un lobo medio. I lobi, 0 i territori, che corrispondono ad un bronco principale, possono suddividersi per la presenza di scissure accessorie in lobi secondari (lobo linguale e lingula, lobo cardiaco ecc). - 58 - II lobo cardiaco, nonostante la frequenza notevole colla quale si riscontra, non ha il valore di lobo principale. Dei lobi polmonari normalmente presenti, il lobo superiore e il medio di de&tra, il lobo medio di sinistra quando e presente e in tal caso anche il superiore di sinistra, sono lobi principali pri- mitivi. II lobo inferiore di destra e quello di sinistra ed anche il lobo superiore di questo lato, quando come di norma il polmone sinistro ha due soli lobi, rappresentano la fusione di due o piii lobi princi- pali, e sono stati da me chiamati lobi polimeri. Nel polmone, per varieta, oltre ai lobi principah normalmente presenti, dai due lati possono individuahzzarsi, il lobo secondo dor- sale (posteriore), e il secondo ventrale da me per la prima volta osservato. A sinistra inoltre, come ho gia fatto rilevare, e possibile la comparsa di un lobo primo dorsale e di un lobo medio (primo ventrale) C). VI. — Scissure interlobari. Le scissure, o incisure interlobari dividono il polmone in lobi. La scissura piu importante, che si riscontra sempre in anibedue i polmoni, e stata finora chiamata scissura o solco principale e se- para a destra il lobo superiore e medio dall' inferiore ; a sinistra il lobo superiore polimero dall' inferiore e, mentre da questo lato e prevalentemente completa su tutte e tre le faccie polmonari, a de- stra e interrotta con una certa frequenza. Una seconda scissura che si riscontra nel polmone e la scissura o solco secondario. Essa e incostante e con molta frequenza rimame limitata nel suo svi- luppo alia faccia costo-vertebrale. Si riscontra in grande prevalenza a destra tanto nel feto come nell'adulto, a sinistra invece e assai rara nell'adulto, mentre compare nel polmone fetale in ragione circa del 50 Vo dei casi. Come ho gia detto queste due scissure hanno diverso signifi- cato morfologico, corrispondendo I'una (solco principale) alia prima scissura intersegmentale, I'altra (solco secondario) alia prima intra- segmentale. Le scissure principali di destra e di sinistra non hanno i medesimi rapporti coi margin! e colle superficie polmonari. (1) Tale niia asserzioue non 6 solo basata snll'Dsaiue dellc appareu/.e estwue ma suU'ossorvazione dei bronchi deatinati ai singoli lobi presenti. Infatti in qualche caso di Polmone sinistro con lobo medio ho potnto dimostrare che il br. dor- sale primo, preudeva origiue dal tronco principale in mode del tutto iudipendente e ad nn livello piii alto di quello del br. ventrale primo. - 59 - A sinistra la scissura principale intacca il margine e il limite posteriore ad un livello ciie e di circa era. 2,5 piia alto che non a destra, e precisaraente a circa cm. 5 dall'apice. mentre a destra questa distanza e di circa cm. 7,5. Cosi pure a sinistra la scissura principale intacca il margine inferiore ad una distanza minore dal margine anteriore che non a destra. Per quanto si riferisce alia di- rezione la scissura principale nell'uno o nell'altro polmone, risale dair Ilo in alto ed in dietro fine al margine posteriore che incide alia distanza dall'apice prima ricordata, poi passa sulla faccia costo- vertebrale, quivi cambia direzione, scendendo in basso e in avauti con obliquita naturalmente molto maggiore nel polmone sinistro. La scissura secondaria decorre a destra sulla faccia costo-ver- tebrale secondo una linea curva in alto, ovvero disegnando una specie di S disposta orizzontalraente. La scissura secondaria si stacca dalla principal.) sulla parte centrale della superficie antero- laterale del polmone. Quando questa scissura apparisce nel polmone sinistro e situata un poco piu in alto che a destra, ha un decorso presso a poco orizzontale, e si stacca dal solco principale in vici- nanza del limite posteriore. VIL — Disposizione del bronchi nei lobi o territori polmonari. Ammettendo, come e confermato direttamente e indirettamente dai resultati delle mie ricerche, una omologia perfetta fra i bronchi principali dei due polmoni, posso affermare che la distribuzione dei bronchi in quest'organo si compie in maniera eguale a destra come a sinistra. I bronchi possono essere semphcemente distinti in ventrah e dorsali (Narath) C) ed aggruppati in coppie sovrapposte di due bronchi ciascuna, rispettivamente uno dorsale ed uno ventrale (bron- chi principali). Ogni coppia di bronchi corrisponde ad un segmento di polmone ed ogni bronco (principale) si distribuisce ad un determi- nat-o territorio polmonare che puo a sua volta costituirsi in un lobo principale. I bronchi principali, coUe loro diramazioni, possono dare origine a lobi secondari, ogni volta che il territorio polmonare corrispon- (') Mi sono noti a questo pioposito i lavoii di Fliut e di Blisniauskaj a che stabiliscono la posizione dei rami broncbiali sul tronco principale, ho seguito pei'6 nel mio lavoro lo schema di Na- rath come quello piii ditfusamente noto e accettato dai Trattatisti, anche perchc le. nuove veduto del Flint e del iilisuianakaj a, anche se accettate nou iurtuiscono sui concetti da me svolti e 8ui criterii da me seguiti. - 60 - dente a qualcuna di queste diramazioni, rimanga separate dal rima- nente dell' organo. In questa evenienza nel polmone compaiono i lobi accessori o di frazionamento, come il cardiaco e il linguale. N. B. La letteratura convpleta sulV argomento c riser vata per la memoria in extenso. ALESSANDRO BRIAN Di una nuova specie di Hatschekia Poche (Clavella Oken) copepode parassita del Crenilabrus pavo. (H. subpinguis n. sp.) (Con tavola 111). E vietiita la lipioduzioiie. La forma femminile di Hatschekia, che descrivero in questa Nota, a prima vista, per I'aspetto piuttosto tozzo del corpo, sembre- rebbe somigliare alia H. Cernae (^), cosi pure per le dimensioni non molto dissimili. Per altri caratteri invece s'avvicinerebbe piuttosto alia H. Ri- chiardi C), come' ad es. per la forma del cefalotorace, ed altrettanto forse per I'aspetto dell'addome attenuate posteriormente e piu ri- gonfio invece nella parte mediana ed anteriore. Ma a nessuna delle due specie ora dette, in verita, ai puo ri- ferire per particolarita sue proprie. Anzitutto la lunghezza dell'ad- dome nella nostra specie, comprende quasi cinque volte la lunghezza del capo o cefalotorace e si distingue sotto questo aspetto dalla H. Richiardii che ha la lunghezza dell'addome proporzionatamente al capo, meno rilevante. Paragonandola a quest'ultima specie, la 0) G-oggio Empedocle. — Intorno al gen. Clavella Oken (Hatschekia Poche): Archivio Zoolo- gico, Vol. 2, Faso-. 2, p. 219, Tav. 13, 1905. Napoli. (-•) Idem. — Op. cit., p. 222. - 61 - nuova forma da me studiata si mostra di dimensioni maggiori. Se quella c limga 0,8 mm., questa raggiunge il doppio di lunghezza cioe 0,16 mm. Basta inoltre osservare la figura dell'H. Cernae per convin- cerci che non puo essere paragonata ad essa, essendo il cefalotorace 0 il capo assai diversamente costrutto nelle due forme; e stretto e con scudo cefalico dorsale mono sviluppato nella forma descritta dal Goggio, e invece largo a forma pressoche romboidale e con scudo cefalico ben delineafco nella nostra (*). Per quanto i piedi natatori non sembrino presentare nella loro forma generale differenze notevoli con quelli di altre specie, mosfcrano tuttavia nei dettagli caratteri peculiari spiccati; per es. le setole delle due paia di detti piedi, sono diverse da quelle di specie gia note, perche piii piatte, larghe, ovali-allungate. (fig. 6). Le nova sono discoidi e non globose, distribuite in un'unica serie nei tubi oviferi, e quest'ultirai sono variabili per lunghezza da 0,70 mm. fino a 2 mm., possono contenere da 9 a 10 uova fino a 25. In questa nuova specie le mascelle (o secondo altri i piedi ma- scellari del T paio) sembrano costituite in modo da rappresentare un'organizzazione tipica e propria. Ne daremo piu sotto la descri- zione. La prima volta (1903) che ebbi sotto gli occhi alcuni csemplari di questa forma, non mancai di notarne i'interesse che essi presentavano, e ne diedi qualche cenno descrittivo in una mia precedente pubbli- cazione (1906) C) senza tuttavia denominare la specie. Aspettavo I'occasione di studiare piii completamente le particolarita e i caratteri di essa appena che avessi potuto procurarmi materiale abbondante. Ed oggi soltanto in seguito a ricerche praticate nei Lalioratorio Ma- rino di Quarto del Mille coU'esame di numerosi Gy^enilahrus messi a mia disposizione dal Direttore prof. R. Issel, mi venne date di avere e studiare in modo piia complete altn esemplari femminili di siflfatti parassiti che ora descrivero. Descrizione della femmina (fig. 1). La lunghezza del corpo, non compresi gli ovisacchi, e di mm. 1,5 a 1,6. La testa come nella H. Richiardii, e relativamente molto (1) Jfella nostra n. sp. i disogni tbriuati da listelli cliitiniei (per sostegno di muscoli) sullo scudo cefalico, somigliaiio alquauto a quelli dell'H. Ricliiardii. (-) Copepodi parassiti dei Pesci d' Italia, p. 70, tav. Ill, fig. 3, 4; e tav. XX, fig. 1-4. Ge- nova, 1906. - 62 - grossa, piuttosio depressa, formata superiormente da uno scudo cefalico il cui contorno mostra lievi insenature, due per ogni lato, nonche un' incisione mediana sulla fronte. La testa quindi vista dal dorso ha un aspetto che s'avvicina alquanto ad una figura polie- drica ; e larga da 0,26 a 0,30 mm. e lunga da 0,22 a 0,25 mm., a seconda degli individui ; anche il suo spessore e discretamente no- tevole. Le antenne del primo paio si presentano come lamine allun- gate e strette a segraentazione indistinta, munite di setoline sui margini e di altre sull'estremita terminale (fig. 4). Le antenne del secondo paio sono assai lunghe e robuste e formate da tre articoli ; il basale e largo e breve, il mediano allun- gato e il terminale ricurvo a mo' di potente artiglio. Questo paio di appendici costituisce I'organo principale di fissazione del paras- sita. Intorno alia base di esse, si nota una specie di impalcatura composta di listelli chitinici, assai robnsta per dar presa ai mu- scoli motori delle antenne stesse (fig. 2). 11 rostro boccale e tozzo, grande, a contorno ovale e legger- mente saliente a guisa di protuberanza. Ai suoi lati si notano le mascelle o quelle appendici che altri vuole sieno i piedi mascellari del primo paio. Si presentano come piccole appendici appuntice in numero di due per ogni mascella, e sorgono fuori da un unico tu- bercolo basale quasi sferico, flssato a sua volta, superiormente di una gibbosita laterale, sul contorno dell'appendice boccale stessa. Le mascelle sporgono quasi trasversalmente dall'una e dall'altra parte della prominenza boccale (fig. 5). I piedi mascellari sono piii sottili e piu slanciati di forma delle antenne del secondo paio e sono costituiti da quattro articoh di cui I'ultimo, quello deh'apice, e rappresentato da un piccolo pezzo foggiato ad uncino e con punta che sembra bifida (fig. 1 e 2). I piedi natatori del primo e del secondo paio, che fanno se- guito immediatamente ad essi, sono di dimensioni disuguali, essen- do il primo paio discretamente piu piccolo del secondo. Sono costi- tuiti di due rami, e ogni ramo e biarticolato (^), e provvisto di se- tele suU'articolo terminale assai larghe e quasi ovaliformi, quali non mi sembra di riscontrare in alti e specie affini (fig. 2 e 6). Per ogni paio, un listello strettissimo di chitina in linea retta riunisce trasversalmente sulla parte ventrale i singoh pezzi basali di ciascun piede col suo corrispondente situate suU'altra parte del to- (1) Vi e pcr6 il ramu iutciuo dol 1° pn'w di piedi, chu seuibia costituitu di uu solo aiticolo. - 63 - race. Non solo le antenne e i piedi mascellari ma anclie questi piedi natatori sporgono fuori del margine laterale del corpo. II cefalotorace e separate dall'addome mediante una parte del cor- po foggiata a coUo, rappresentata cioe da un indistinto segmento ad anello, marcato sui lati del corpo solo da lievi insenature. L'addome somiglia a quelle deH'H. Richiardii, pero come ab- Liamo avvertito sopra, in confronto alle proporzioni del cefalotorace, e assai piu sviluppato in lunghezza, che non in quella specie de- scritta dal Goggio. All'addome segue un piccolo tubercolo arro- tondato che fa le veci del post-addome e che porta terminalmente due piccole larainette ovah munite di 3 o 4 brevi setoline (fig. 7). II corpo del parassita alio stato fresco e semi-trasparente e lascia scorgere molto distintamente il grosso e Jungo canale inte- stinale non del tutto cilindrico perche munito di espansioni delle pareti e relativi strozzamenti, disposti a regolari inter\'alli, che cer- tamente hanno per ufficio di aumentare I'ampiezza della tonaca assorbente. Questo apparato si lascia dividere grossolanamente in una parte anteriore detta stomaco e in un'altra posteriore che si puo deflnire come retto, mentre la piii lunga e ampia parte mediana costituisce I'intestino propriamente detto. II suo colore in tutta la sua estensione e di un rosso cupo pel sangue deli' ospite di cui c ripieno. Immediatamente ai lati dell'intestino e quasi a contatto sono le due allungate glandole del cemento a contenuto chiaro e splendente. Ma piu vistosi sono ivi gli ovidotti (uteri) colorati in bruno, opachi e pur essi laterali. Quando si esamini I'animale vivo, si nota che I'intestino non sta mai in riposo ; le sue pareti mostrano una serie di movimenti peristaltici passanti intermittentemente dallo stomaco all'intestino fine al retto e viceversa. L'azione di solito continua nella stessa direzione per qualche tempo ed in seguito si mostra rovesciata. Sotto rinfluenza di tale movimento, il sangue contenuto nello sto- maco e nell'intestino, e interamente mescolato ed e condotto al contatto con ciascuna porzione della superficie digestiva. E poiche non vi e valvola fra stomaco e intestine, il contenuto delle due porzioni puo passare indietro e in avanti senza impedimento. Questi movimenti peristaltici, indirettamente e con tutta vero- somiglianza, contribuiscono anche all 'ufficio della respirazione, che, come sembra ammesso da qualche autore, si opera appunto nei copepodi parassiti per mezzo del retto. La parte terminale dell'in- testino dilatandosi e restringendosi per Tazione sopra detta, assorbe e rigetta I'acqua dope averne preso I'ossigeno. - 64 - Sul pesce il parassita e poco visibile per il caso di omocromia che presenta il auo corpo (pel colore rosso dell'intestino) colle lamiiie branchiali in mezzo a cui si trova fissato, e difflcilmente si avver- tirebbe la sua presenza, se esso non fosse accompagnato (trattari- dosi di femmina (') ) dai vistosi tiibi oviferi esterni che contrastano colle branchie pel colore delle uova opache e intensamente bruno- verdastre. Ogni uovo ha forma discoide con diametro variabile da 0,14 a 0,16 mm., con spessore di 0,10 mm. circa. Le stesse dimen- sioui si presentano 'su per giu anclie iiella larva nauplius appena sgusciata daJl'uovo. Habitat. Ho fcrovato la prima volta alcuni esemplari di questa specie sulle branchie di un Crenilabrus pavo a Napoli nella Sta- zione Zoologica, nell'estate 1903, altri esemplari ho raccolto in diverse riprese dal mese di marzo al giugno 1912 sulle branchie della siessa specie di pesce, nel Laboratorio marine di Quarto del Mille, (Uenova). II Nauplius deW Hatschekia subpinguls. Come e noto lo sviluppo della maggior parte dei copepodi pa- rassiti presenta una metamorfosi comphcata da passaggi alle fasi di nauplius, metanauplius e cy clops ; dope di quest'ultimo stadio, la larva va soggetta a regressione lAxx o meno intensa secondo del- I'influenza parassitaria. Delia nostra nuova specie non abbiamo potuto osservare che il nauplius in quel prime stadio nel quale I'embrione schiude dal- I'uovo (^). Questa larva e ovale e possiede un occhio frontale imparl (co- stituito da pigmento oscuro) e tre paia di piedi chitinici attorno alia bocca (fig. 9 e 10). II suo corpo e di colore bruno-verdastro ; e opaco mentre le appendici sono trasparenti. (1) Fiiiora non ho trovato in luodo certo che hi fomniiua soltanto. Un nnico esempLare alqnantu diverso, trovato a Napoli e che lio descritto (op. cit. 1906) dnbitando potesse esscre il raaschio, c pi'obabilniente uno .stadir) giovanile della femmina stessa. (-) II tempo impiogato dall'uovo per maturaro e dure origiuo ai nauplius varia a secondo della tomporatura piii o meno favorevole. E sempre tuttavia difficile determinare quosto tempo nolle nova conservate uogli acquari perche bisognerebbe gi^ valutare il grado di maturazione in die si trovavaiio al memento d'essere prese e introdotto nel recipiente. Mi e occorso di notare che alle volte pocho ore bastano, dope avere immesse uova nell' acqua marina, per vederle schiudere nei nauplius, mentre altre volte, perdurando le stesse condizioni di temperatura, mi occorseio dai 3 ai 4 giorni (in primavera). La larva appena sgnseiata muove rapida- meute le tre paia di piedi, ma questo movimeuto nei primi tempi pih che pormettere nu vero nuoto, le consente iippona di strisciare sul foudo del vaso in cui si trova. Lo larvo cosi schiuse, per quanto ho osservato, stavano vive poco tempo) non crescevano oltre dopo la fase di nauplius e perivano. - 65 - Le sue dimensioni non sono superiori a quelle dell'uovo; ha circa 0,16 mm. di lunghezza per 0,10 mm. di larghezza o poco piu. II prime paio di piedi e ad uti solo ramo, i due seguenti sono bi- ramosi. Tutti questi rami sono muniti di lunghe e delicate setole, la cavita boccale e ricoperta da un grosso labbro superiore. Man- cano organi masticator! propriamente detti ; qualclie setola del se- condo e terzo paio di piedi, rivolta verso la bocca, senza dubbio, serve per introdurre particelle alimentari nella cavita boccale. La regione posteriore del nauplius e sprovvista di membra, per contro porta sull'estremita posteriore ampiamente arrotondata due setole terminali, ognuna da un lato e dall'altro dell'ano come per i copepodi liberi {Cyclops), che rappresentano il prime abbozzo della fitrca caudalis. Questa regione e rappresentante del future addome e post-addome mentre la regione anteriore del corpo colle tre paia di piedi corrisponde ai tre segmenti anteriori della testa, tali ap- pendici essendo destinate, come e note, a diventare le antenne (due paia) e i piedi mandibolari. Laboratorio Marino di Quarto dei Milk. Giugno 1912. Spiegazione della Tavola III A' autenue del 1° jiaio pn piedi natatoii A" » del 2" paio sp spermatof'oii mx mascelle ch listelli chitiuici pmx piedi ruascellari. 1. Uatschckia tmhpingnis u. sp. Q Corpo tutto intero con tubi oviferi, visto ventralmente. Luughezza totale mm. l,50ciica. Esem- plare raccolto suUe brauchie di Grenilabms pavo a Napoli. 2. Cefalotorace visto ventralmente colle appeudici. 3. » visto dorsalmente. •t. Antenna del 1" paio. 5. Apparato boccale e mascelle (o piedi mascellari del 1° paio). (i. Primo e secoudo paio di piedi natatori. 7. Post-addome e appendici caudali. 8. Spermatofori (lunghezza uaturale di ogui epermatoforo mm. 0,10) flssati siiU'addome della fenimina. 9. Larva nauplius di forma distintamente ovale. 10. Stessa larva vista dal lato dor.so-anteriore (il auo corpo auzicbe ovale, appare quasi rotondo, ma ci6 non e effetto clio dello scoroio essendo la lars'a rimasta non del tutto orizzontale 8otto il vetrino 66 GABIKETTO DI PATOLOGIA GENERALE E ANATOMIA PATOLOGICA BELLA R. SCUOLA SUPERIORE Dl MEDIGINA VETERINARIA DI MILANO Di un caso non ancora descritto di infezione zooparassitaria. Opisthorchis felineus Riv. in fegato di Lepus cuni cuius L. NoTA DEL Prof. GUIDO GUERRINI — Direttore dell' Istituto (Con ligLira) E vietata la riproduzione. Riassumo un reperto parassitologico che mi serabra di un certo interesse. Si tratta di un fegato di coniglio di razza indigena comune [Lepus cunical'us L.\ inviato in esame in questo Istituto perclie invaso da zooparassiti dei quali si chiedeva 1' identiflcazione. II viscere non presentava altro di notevole che una specie di caverna, di forma cilindrica, a pareti liscie, che interessava nella sua lun- ghezza quasi tutto il lobo destro e che resultava evidentemento dalla dilatazione di un vaso biliare. Nell'interno della cavita era un materiale mucoso, filante, tinto in verdastro dalla bile e, conglobati in esse, quattro zooparassiti piccoli, rosei, semitrasparenti, della forma di una piccola foglia, disposti con gli estremi nello stesso sense del maggior asse della cavita sulla parete della quale si adat- tavano con una delle facce, seguendone la curva. L'esame sistematico dei zooparassiti ha date questo resultato. Corpi di forma schiacciata, a figura lanceolata, con un estre- mo assottigliato e un estremo rotondeggiante. L' estremo assotti- gliato si allunga alquanto in una specie di collo conico che porta all'apice una ventosa. Un'altra ventosa e posta, in voce, in corri- spondenza della base del collo su una delle due facce del zooparas- sita, che, per la presenza della ventosa e per altri caratteri morfo- logici, puo ritenersi per la faccia ventrale. Un esame sommario del zooparassita permette facilmente di ^iudicare che si tratta di un Trematodes. - 67 - Altri elementi rilevati per una piu precisa identificazione della forma zooparassitaria, sono stati rispettivamente i seguenti. Lungliezza massima del zooparassita, compresa fra 9 e 11 mm.; larghezza massima del zooparassita, compresa fra 2 e 2,5 mm. Tegumento del zooparassita, corapletaraente sprovvisto di aculei. Ventosa ventrale un poco piu piccola della ventosa terminale ante- riore e del diametro medio di 0,20 mm. L'apparato digerente consta di un robusto faringe bulboso, di un esofago corto e tozzo, di due ciechi lunghi e sottili, che si stendono sino quasi a raggiungere I'estremita rotondeggiante, posteriore, del zooparassita. L'apparato genitale maschile e costituito da due testicoli posti 1' uno dietro I'altro, I'anteriore un poco piti a sinistra, il posteriore un poco piii a destra e ambedue collocati nella meta posteriore del zooparas- sita, al di sotto della ventosa ventrale. Ambedue i testicoli sono lobati; il posteriore ha cmque lobi, I'anteriore ne ha quattro. L'ap- parato genitale femminile consta di un ovario, anch'esso a lobi, posto anteriormente ai due testicoli, di un sistema di ghiandole vitello- gene, poste ai due lati del zooparassita nel terzo medio circa di questo, raccolte in un certo numero di acini (otto a destra e sette a sinistra) e di un utero mediano posto, in uno spazio delimitato : dalla ventosa ventrale, anteriormente ; dall'ovaio, posteriormente e dai due ciechi, uno per parte. Al di dietro dell'ovaio sono evident!, un receptacuhmi semitiis e una formazione che farebbe pensare al- I'esistenza di un canale del Laurer. II poro genitale o collocato an- teriormente alia ventosa ventrale. Oltre a cio, i zooparassiti posseggono una vescicola di escre- zione biforcata anteriormente e termmata da un canale che, per- corsa un'ampia curva, sbocca circa sulla meta dell'estremo poste- riore del zooparassita. Tutti e quattro i zooparassiti erano individui sessualmente ma- turi. Uova: ovoidi, operculate, lunghe da 26 a 28 ;-i., larghe da 11 a 12 y.. * In conclusione, si tratta, dunque, di un zooparassita, che puo ossere ascritto : per la sua morfologia complessiva, al sottotipo dei Plathebninthes, alia classe dei Trematodes; e alia famiglia delle Fa- sciolidae per I'estremita anteriore foggiata a cono, la superflce gla- bra, la struttura e i rapporti degli apparati genitali e della vescicola d'escrezione, al genere Opisthorchis ; per i testicoli lobati e per al- tri caratteri peculiari, piii precisamente alia specie felmeus. In altre parole, si tratta, dunque, di una infezione epatica del coniglio soste- nuta da]\'0}nstho7'cJiis felineiis Riv. [syn.: Fasciola lanceata Rud. ; Distoma conus Gurlt; Bistomum lanceatum felis cati v. Sieb.; Bisto- mum lanceatum canis familiaris v. Tright ; Bistomum lanceatum Dies.; Bistomum felinemn Riv.; Bistomum sibiricum Wagn.; Bisto- mum tenuicolle Miihl. p. p.]. rigura semischeraatica [X ^' circa]. — u, utei'O; », ghiaud. vitellogene; ve, vescicola di eserezioiic ov, ovario; test, testicoli. II reperLo parassitologico, per quelle che mi consta, e un re- perto nuovo. Qualche case di infezione sostenufca da Trematodes e stato descritto nei leporidi, ma tranne che In una osservazione deilo Stiles e dell'Hassal {Lepus sylvaticus e L. americanus) con la quale fu reso noto un zooparassita che gli AA. denominarono Bi- stomum tricolor^ nei pochi casi finora nofci si e sompre trattato di infezioni sostciiuto dalla Fasciola epatica L. o dal Bicrocoelium lan- ceatum Rud. Di infezioni dei leporidi sostenute da Opisthorchis felineus Riv. non ne era, ripeto per quel che mi costa, aiicora stato segnalato alcun case. E quindi percio che mi e parse intercssante di dare no- tizia di questo mio. - 69 - UNIONE ZOOLOGICA ITALIAN A Commissione per la Nomenclatura zoologica (Prof. Fr. Sav. MONTICELLI, Presidente, E. FICALBI, D. ROSA; A. GHIGI, Segret.) II prof. D. Rosa mi iiidirizzava la seguente lettera nella quale espone alcune sue cousiderazioni e proposte in ordine alia questione che or si dibatte fra gli Zoologi, circa il modo di intendere ed ap- plicare la legge di priorita sancita dalle " Regole internazionali della fiomenclatura zoologica „ : questione preseiitata ed illustrata dalla nostra Commissione all'asserablea di Pisa dell' Unione Zoolo- gica Italiana nell'adunanza del 12 aprile 1912, ctie ne discusse, de- liberando di non associarsi, alnieno per il momento, a chterii restrit- tivi del principio di lorioritd assoluta quale risulta dalle regole in- ternazionali (V. Rendiconto Convegno Pisa U. Z. I. in Monit. Zoolo- gico It. Anno 13, n. 9-10). Firenze 19 novembre 1912. Caro Mo}iticelU, Mi permetto di comunicarti alcune mie vedute circa le que- stioni di nomenclatura che si dovranno discutere al prossimo con- vegno internazionale di Zoologia. Ci troviamo ora dubbiosi davanti a due vie: 0 tenerci saldi a quelle leggi di priorita (*) che furono stabilite dai precedenti congressi ; 0 rispondere ali'appello recentemente rivoltoci dalla Deutsche Zoologische Gesellschaft la quale chiede che si ammettano eccezioni a quella legge e precisamente che si compilino, da apposite Com- missioni, liste di nomi di generi che non si devono sostituire mai con nomi piti antichi. ISTeli'ultimo congresso della JJ. Z. I. in Pisa io (come il profes- sor Ficalbi ed altri) mi sono dichiarato per la prima via. Tuttavia considerando che secondo la legge di priorita senza eccezioni potreramo essere obbligati a chiamare Holothuria la Fi- (*) Priorita che, ad ogni modo, iiou dovn'i uiai ri.salire oltre ad uua determiiiata edizioue del SysUma naturae. 70 - salia 0 Gynocephalus il Galeopiteco, penso ora che sia consigliabile una minore rigidita. Mi pare dunciue che si possa accettare in ■principio la proposta della D. Z. G., che si possano cioe ammettere eccezioni alia legge di priorita. Ma nello stesso tempo vorrei stabiiitu : 1" che tali eccezioni siano realmente eccezioni; 2^ che i nomi di generi cui non si possa piu sostituire un noine piii antico non risultino da elenchi corapilati, senza criterii fissi, da apposite conimissioui, ma che si stabiliscano dal Congresso dei criterl generali precisl, dai quali risulti automaticamente quali nomi di generi si trovano in quelle condizioni. Di tali criteri generali a me sembrano piii importanti que- sti due : a) Nessun nome di genere potra [)er ragioni di priorita es- sere sostituito da altro piu antico che sia gia comunemente impie- gato a designare un altro genere. Questo criterio e gia accennato dalla I). Z. G. nel comunicato di cui sopra si e detto ed esclude le confasioni cui ho accennato in principio ; b) Un nome di genere il quale abbia servito di radicale per for- mare un nome (latino !) di famigha non potra per ragioni di priorita essere sostituito da un nome che non abbia precedentemente ser- vito a quelle scope. Cosi si ha il vantaggio di mantenere inalterati i nomi di fa- miglia, il cui camhiamento e piii dannoso che quelle dei nomi di genere. Ma cosi si ha anche un criterio preciso che ci obbliga a con- servare i nomi generici piii noti, perche sono appunto questi che hanno piii comunemente servito di radicale per formare i nomi di famiglia. Difatti la massima parte dei nomi generici citati a titolo di esempio nel suddetto comunicato della D. Z. G. per questo cri- terio h. restano conservati. Di altri possibili criterii non intendo qui occuparmi. Sarei lie- tissimo se tu fossi d'accordo con me sui punti fondamentali : n a- tura eccezionale deUe eccezioni e stabilimento delle ec- cezioni per mezzo di criterii generali e precisi che ogni specialista possa applicare da se. Cordiali saluti- Daniele Kosa. - 71 - Credetti opportuno di comunicare ai colleghi della commissione questa lettera per sentire il loro pensiero che fu di piena adesioiie alia proposta del prof. Rosa. In seguito di che trasmisi la detta lettera alia direzione del Monitore Zoologico Italiano perche fosse inserita integralmente nel numero di gennaio 1913, per richiamare Tattenzione del Zoologi italiani e provocare un loro gindizio siilla proposta del prof. Rosa, che mi proponevo di presentare alia " Commissione internazionale di nomenclatara zoologica „ nella adunanza di questa in occasione del Congresso internazionale di Zoologia di Monaco (Principato) nel marzo 1913. Ma il ritardo causato dallo sciopero dei tipografi di Firenze, ri- tardando la stampa del Monitore^ non permise che la lettera del prof. Rosa fosse resa pnbblica in tempo utile per poter essere presentata la proposta che contiene al Congresso di Monaco. In vi- sta di che, considerata 1' importanza e la praticita della proposta del prof. Rosa, di accordo coi colleghi della nostra Commissione, fa stabilito di formulare riassuntivamente, nel mode seguente, la suddetta proposta e pubblicarla in foglietti a parte (in quattro lin- gue) cosi da potersi distribuire ai congressisti radunati a Monaco (come di fatto fu praticato). UNIONE ZOOLOGICA ITALIANA Commissione per la Nomenclatura Zoologica Proposte riguardanti la legge cli prioriid La Coraniissiono ritiene clio si possano araraettere eccozioni alia legge di priorita, ma a patto : I) Che si tratti voramente di eccezioni ; 2j Che la designazione dei nomi genorici, ai quali non si potra piii sosti- tuirc un nome piu antico, risulti da regole generali approvate da un Congresso internazionale di Zoologia e tanto precise che qualsiasi zoologo possa senza in- certezza applicarle da se. Fra tali regole la Commissione considera importanti le seguenti : A) — Non si potra ad un nome di genere sostituire uno che avrebbe la priorita, ma clie sia gia comunemente usato per designare un altro genere (Regola gia proposta dalla Deutsche Zoolog. Gesellsch). B) — Un nome di genere che abbia servito di radicale per coraporre un nome (latino) d'una famiglia non potra essere sostituito da un nome, che, pur avendo la priorita, non abbia prima di quelle servito a simile scope. Questa regola (B) ha il doppio vantaggio di conservare i nomi generici piu usati e di evitare cambiamenti ancora piii deplorevoli nei nomi delle I'amiglie. A tali regole potrebbe aggiungersi anche una terza : C) — Che non possano essere richiaraati in uso nomi di generi, che nel loro signiflcato letterale rappresentano un errore di fatto. Napoli, Marzo 1913.. - 72 - Mi limito per ora a far noto ai Socii della U. Z. I. che la pro- posta della nostra Commissione fu da me presentata a nome della U. Z. I. al Congresso internazionale di Zoologia di Monaco nella sozione della Nomenclatura Zoologica, e che essa ha permesso) in seguito ad intesa con la Societa Zoologica tedesca) di formulare d'ac cordo con questa una proposta di aggiunta alia legge di priorita per la quale sarebbero aramesse eccezioni sotto determinate condi zioni che, dalla discussione intervenuta, furono concretate in tre ar ticoh fondamentali. Riraandando I'esame di questa proposta al pros simo congresso internazionale, quello di Monaco, in seduta plenaria decideva nel frattempo una sospensione nella applicazione della legge di priorita, in base aha priorita assoluta, investendo la Commissione internazionale permanente dei poteri di esaminare e decidere sui casi nei quah si possano consentire eccezioni aha legge di priorita. Riferiro con un particolare rapporto sui lavori della Commissione internazionale di nomenclatura come su quelli della sezione di no- menclatura del Congresso di Monaco nel prossimo Convegno (Pa- lermo 1914) della U. Z. I., esponendo i criterii e le norme ammesse riguardanti le eccezioni alia legge di priorita. Prof. Fr. Sav. Monticelli. GosiMO Gherubini, Amministratore-responsabile. Firenze, 1913. — Tip. L. Niccolai, Via Faenza, 52. Spiegazione della Tavola 31. I vari tipi di divisione in lobi del Polmone sono indicati nella parte infc- riore della Tavola con linee vertical! sotto i numeri I-VII; alcuni di questi tipi presontano due niodalita, talche si hanno eonaplessivamente le varieta segnate coi Numeri 1-12. Lc suddetto linee verticali risultano di tratti corrispondenti ai lohi raono- nieri e polimeri. Per ciascun lobo sono indicati, con le lottere a sinistra, i ter- ritori bronchiali chc concorrono a formarli. Nelle varieta da 9 a 11, il territorio secondo ventralo e isolate dal lobo poliraero inferiore, nel quale rimane peraltro compreso il territorio secondo dorsale, appartenente al raedesimo segmento. La frequenza colla quale compaiono i diversi tipi e indicata dalle graflche. P. S. = Gurva di frequenza dei diversi tipi di divisione in lobi nel polmone sinistro. P. D. = Gurva di frequenza dei diversi tipi di divisione in lobi nel polmone destro. 1)1-1)5. = Territori dei bronchi dorsali. V*-V*. = Territori dei bronchi ventrali. Ic. == Territorio del bronco infracardiaco. . ^oiiiloir Zoul 0(11(0 Itdlidiio Anno . L'l/I ' Toy- II .l(/(^cii/i/i(inii'i(/(i (/('( rt/r/ ///// ,// ili\isiSc. nat. c Museo cir. di St. nat. Milano, Vol. 49, 1910. Id. — Materiali per la storia dello sviluppo dellapparecchio pohnonarc. — Mem. Istit. Lomb. di Sc. e Lett., Vol. 21, F. 3, 1910. Minot. — On the solid stage of the large intestine in the chick. — Journal of Boston Society of tned. Sc. Vol. IV, 1900. Roth. — Citato da Fein. Eiickert. — Ueber die Entwicklung der Spiraldanns bei Selachieru. — Arch. f. Entwickhmgsme- chanik, Bd. 4, 1896. Saras in. — Cit. da Kreuter. Schaffer I, — Die oberen cardialen Oe.sophagnsdrusen und ihre Entstteliung. — Virchow's Arch. Bd. 177, S. 181-205, 1904. Schmidt V. — Zur Entwicklung des Kelkopfes und dor Luftriihre bei den AViibeltieren. — Anat. Anzeiger, Vol. 35, 1910. Schridde H. — Die Entvvickelungsgescliichte des menscblicbtii Spcisenihreiieiiitlit'Ies iind ilnr Bedeutung fiir die Meta])lasieU-lire. — Wiesbaden, 1907 - 87 Id. — Ueber die Epithelproliferationea iu der enihryonalen menschliclieu Speiseiiihre. — yirchow's. Arch., Bd. 191. S. 1~S-192, 190S. Souli6 A. et Bardeeu E. — Eecherclies suf le developpeiueut du larynx chez riiomnic. — Jour. (le I'Anat. et de la Physiol., 1007. Taiidler I. — Zur Entwickluiigsgeschiehte des mensclilicheu Dnodeiiuiu in friilien Embryonal- stadien. — Morphol. Jahrb., Bd. 29, pp. 187-316, 1900. Spiegazione delle Tav. IV-VJI. I contorni di tntte le figure sono stati ritratti — eolla camera chiai-a di Abbe — da sezioni trasversali di un embrioue uruano, della lunghezza totale di mill. 9.1, flssato nelliquido di Zencker, e colorato sui vetri coprioggetti con vari metodi, tra i qnali la ematossillina ferrica, la saffranina... L' ingrandimento delle figure 3 e 5 e di 620 diametri ; quello di tiitte le altre di 120 diametri. — Sezioue di esofago e trachea, in corrispondenza della loro estremita craniale. — Sezione di esofago e trachea, poco prima della biforcazioue di quest' ultima. — Segmento di sezione della parete deU'esofago, circa a metii della lunghezza dell'organo. — Sezione di stomaco, dove I'organo ha le sue maasime dimensioni. — Segmento di sezione di parete gastrica. — Sezione di duodeno, iiel tratto iniziale. — Sezione di duodeno, al livello dello sbocco del pancreas dorsale. — Sezione di duodeno, al livello dello sbocco del coledoco. 9. — Sezione di intestino, circa 200 [^ caudalmente alio sbocco del coledoco. Fig. 10. — Sezione di intestino, verso restremo caudale del braccio superiore dell'ansa intestinale. Fig. 11, 12 e 13. — Sezioni di intestino, in corrispondenza dell'abbozzo del cieco ; quella riprodotta nella flgura 11 e la piii craniale delle tre, quella riprodotta nella fig. 13 la piii caudale. Fig. 14. — Sezione del colon, poco prima dello sbocco nella cloaca. Fig. 15-20. — Sezioni di laringe, a diversa altezza, e della trachea : quella riprodotta nella figura l.'i c la piti craniale, e le altro sono successivamente ad uii livello sempre piii caudale. Per maggiori esplicazioni vedasi nel testo a pag. 82 e 83. Fig. 21. — Sezione deU'esofago e dell'apparecchio polmonare, al livello della sua biforcazione. Fig. 22. — Sezione c. s., 30 [-'• dopo la biforcazione dell'apparecchio polmonare. Fig. 23, 24 e 25. — Sezioni c. s., corrispondeuti rispettivamente 70, "POO e 300 y. caudalmente alia sezione riprodotta uella figura 22. Per maggiori esplicazioni vedasi uel testo, a pag. 84 e 85. Fig. 1. Fig. 2. Fig. 3. Fig. 4. Fig. 5. Fig. 6. Fig. 7. Fig. 8. Fig. 9. CALL ISTITUTO ANATOMICO DELLA R. UNIVERSITA DI SASSARI DIRETTO DAL PROF. G. LEA'I SuH'esistenza di condrioconti nella testa degli Spermatozoi adulti di Urodeli DoTT. TULLIO TERNI, Assistento (Con tav. VIII). fe vietatii l.i riprodiizioiie Ho esposto altrove ('•-), lo mie ossorvazioni sulla partecipazio- ne di condrioconti alie division! di maturazione e all' istogenesi del- lo spermatozoo di Geotriton f.; di completamento a codeste ricer- che serve la presente Nota. Nonostante i miei sforzi, non mi era fino ad era riuscito di mettere in evidenza, nello spermatozoo a complete sviluppo, le for- mazioni condriosomiche che avevo ininterrottamente seguito dal periodo di accrescimento al periodo spermatistogenetico ; delle qaali formazioni si poteva pur tuttavia fondatamente supporre la sede nello spermatozoo adulto. Nessuno dei mezzi di fissazione e di colorazione fu capace di rivelarvele, come del resto prevedevo — data la progressiva rilut- tanza a colorarsi dei condrioconti, negli stadii piia avanzati della trasformazione dello spermatide. Rammento come in tali stadii (^), cominciasse la lenta e graduale perdita di colorabilita dei condrio- somi, i quali — addensati nella porzione piii caudale della testa, nel collo e in iin brevissimo tratto della parte iniziale della coda — erano addossati di contro alia periferia dell'involucro protopla- smatico, che man mano si riduceva attorno alio spermatozoo al- lungantesi. Col progressivo allungamento e affinamento della testa, abbiamo visto che i condrioconti perdono seinpre pm alcune delle (1) Terni T. — Sul coiuportameuto dei condriosorai durante le divisioui di maturazione. — Ar- chivio ital. di Anat. e di Embr., vol. X, fasc. 4, i9ii. (2) Id. — Sulla pi'eseuza di condrioconti e .sul loro coiuportameuto durante il periodo istogeneti- co dello spermatozoo. — Arch. ital. di Anat. e di Enibriol., vol. XI, fasc. 2, 1912. - 89 - loro primitive proprieta fisiche (rifrangenza, colorabilita previa fls- sazione, ecc), finche, nello spermabozoo adulto, i condrioconti non sono pill visibili a fresco — ne con I'esame microscopico ordinario ne con quelio col condensatore parabolico. Tecnica e risultati. Esaurito in vano ogni tentativo di tecnica istologica, ricorsi ad altre serie di ricerclie, tentando di agire sugli sperraatozoi con alcuni mezzi ciiimici o fisico-chimici, alio scopo di mettere in evi- denza i condriosomi. Soluzioni di acido acetico e di idrato sodico e potassico in varie concentrazioni non servirono alio scopo ; lo stesso si dica per I'acqua distillata lasciata agire anche a lungo. I notevoli risultati che for- mano oggetto della presente comunicazione, mi sono stati invece forniti dal trattamento degli spermatozoi di G-eotriton con solu- zioni acquose di Na CI. Mentre diluizioni tenui (dal 0,9 al 4 %) la- sciano inalterata la forma degli spermatozoi, anche se agiscono per lunghissimo tempo (mesi) ; soluzioni dal 5 al 10 % producono — dopo un periodo piu o mono lungo di azione — delle interessantis- sime modiflcazioni nella struttura dello spermatozoo. Dopo circa due o tre giorni da che dello sperraa di Geotriton e state diluito in una soluzione al 7 o/o di cloruro di sodio, comin- cia ad osservarsi quanto segue: La parte posteriore della testa, nel punto in cui essa si attac- ca al collo dello spermatozoo, comincia a rigonfiarsi ; dapprima li- mitato ad una zona circoscritta, il rigonfiamento si estende pro- gressivamente nel corso di alcuni giorni in senso cefalico. Fin dal suo prime inturgidirsi, la testa mostra all'esame a fresco la parti- colarita di esser finamente striata, alia sua superficie, in senso lon- gitudinale (vedi Fig. 1). Via via che aumenta il rigonfiarsi della testa, si osserva — dapprima nella sua parte posteriore e progres- sivamente in avanti — che la striatura longitudinale e determinata da sottili filamenti di varia lunghezza, i quah, di pari passo col dilatarsi della testa, si discostano I'uno dall'altro (vedi Fig. 2). Con opportuni mezzi ottici, questi filamenti sono nettamente analizzabili per il notevole loro grade di rifrangenza : assomigliano in tutto ai condrioconti che ho potuto osservare a fresco (*) nel periodo di ma- turazione, nonche negli spermatids Non dubito percio che si tratti degli organuli da me precedentemente descritti, i quali, nella meta- (1) Terui T. — Dimoatrazione di' condrioconti nel vivente. — Anat. Am., Bd. 41, N. IS, 1912, - &0 - morfosi dello spermatide, per la compressione esercitata su di loro dalla membrana citoplasmatica che involge la testa e per il pro- gressivo afflnamento della niassa di cromatina, si sono verosimil- mente messi a mutuo contatto I'uno dell'altro e sono divenuti in- timamente aderenti alia membrana suddetta, quasi raddoppiandola verso r interno. Evidentemente Tazione della soluzione salina e stata quella di far rigonfiare il cilindro cromatinico dello spermatozoo (*) ; come risultato di questo processo, si e avuto un distendimento della membrana citoplasmatica (sulla natura fisica della quale non saprei pronunciarmi). E appunto questo distendimento dell' involucre rive- stente la testa — sulla faccia interna del quale sono saldati i con- drioconti — che ha eflfettuato presumibilmente un discostamento tale del condrioconti, da permetterne la visibihta. E probabile che facihtino la visibilita dei condrioconti anche Tassottigliamento del r involucro citoplasmatico e la diminuzione della rifrangenza della cromatina piii — che un aumento assoiuto dell' indice di rifrazione dei condriosomi. Che questi ultimi siano realmente stipati I'uno contro I'altro attorno alia cromatina dello spermatozoo adulto, in modo da for- mare intorno ad essa come un involucro continuo, lo si desume dal fatto che i condrioconti mostrano una certa resistenza a disco- starsi I'uno dall'altro nel distendimento della membrana che li serra. Di questa resistenza e esponente il fatto frequente che con- driosomi contigui, mentre sono gia distaccati gli uni dagli altri per un certo tratto del loro decorso, rimangono tuttavia ancora aderenti i)er qualche tempo I'un I'altro per le estremita o per la loro parte centrale. Si ottengono cosi talvolta, negli spermatozoi non ancora sufficentemente macerati, delle parvenze di reti, le di cui maglie sono rappresentate dai condrioconti stessi (vedi Fig. 3). Proseguendo Tazione della soluzione salina per piii giorni, dopo che la messa in luce dei condrioconti ha raggiunto il suo " optimum „, il rigonJaamento della testa supera evidentemente i limiti di elasti- cita proprii alia membrana involgente. Questa per conseguenza si rompe: allora la cromatina sembra diffondersi nel liquido ambiente e i condrioconti — rimasti liberi — conservano ancora, per breve tempo, il loro andamento rettilineo e le loro proprieta ottichr. Spesso rimangono in vario numero aderenti per una delle loro (*) E da supporrc cho il ligonfiaiiicnto della testa dcscritto. sia doviito ad una iiiibibiKione della cromatina, la quale si coniportercbbe in tal modo come nii « idrogel » immciso in nna soluzione salina conceutrata. - 91 - estremita a] collo, che si e discontinuato dalla testa ormai di- sgregata. II dissolvimento relativarnente precoce di quest'ultima costi- tuisce evidentemente la ragione per cui sono rinscito a dimostrare i condrioconti solo nella porzione piii caudale della testa. Non escludo pero che condrioconti esistano anche in porzioni della testa pill anteriori di quelle nelle quali io ho potuto dimostrarli, per quanto anche nelle ricerche suUa spermatistogenesi abbia osservato 11 prevalente accumulo dei condrioconti nel segmento posteriore del nucleo dello spermatide allungantesi. Prima che il dissolvimento della testa abbia luogo, gli sperina- tozoi, in cui sono stati messi in evidenza i condriosomi, non mo- strano — eccezione fatta, naturalmente, per il rigonflamento della parte posteriore della testa — nessuna modificazione della loro for- ma: "perforatorium „, porzione anteriore della testa, collo e coda, conservano una costituzione identica a quella di uno spermatozoo vivente esaminato in soluzione flsiologica. Per quanto riguarda poi la non possibile dimostrabilita dei con- drioconti nel collo e nella parte iniziale della coda (nelle quali loca- lita essi si trovano fino agli stadii piii avanzati della spermatisto- genesi), e verosimile che cio dipenda dal fatto che il mezzo di cui ci siamo serviti e state capace di rigonfiare la cromatina e, per con- seguenza, di distendere la membrana che la involge, ma non di agire in modo simile (per ragioni che non sapremmo precisare) sulle so- stanze che costituiscono il collo e il tratto iniziale della coda. II cessare bruscamente del rigonflamento della testa a livello del collo dello spermatozoo, si puo spiegare forse colla supposi- zione che la membrana citoplasmatica sia aderente — essendo inter- posta la guaina a tessuto condriosomico — altrettanto intimamente alia sostanza costituente il collo, che al cilindro di cromatina; per modo che quest'ultima, rigonfiandosi, non riesca ad insinuarsi nel collo, per distendervi il presunto duplice strato membranoso-con- driosomico. Ho stabilito infine che e la concentrazione del 7 7o di Na CI quella che, nel piu breve tempo e nel modo piu soddisfacente, fa rigonfiare la testa e fa apparire nel suo involucre i condrioconti. Sono riuscito a fissare e a colorire gli spermatozoi sottoposti al trattamento su riferito. Strisci di spermatozoi — dei quali avevo seguito al microscopio il rigonfiarsi della testa e la conseguente messa in luce dei condriosomi — erano esposti per 1 ora ai va- - 92 - pod di una raiscela di Flemming-Benda, nella quale venivano quindi immersi per 3-6 ore. La colorazione che si e dimostrata la piu adatta e stata quella di Altmann (Fucsina-Acido picrico). Gli spermatozoi, per quanto ridotti in volume dalla fissazione, mostrano — naturalmente con maggiore evidenza — tutte le particolarita osservate nell'esame a fresco (vedi Fig. 4). Preparati trattati con colorazioni elettive alio scope di seguire le sorti microchimiche della cromatina durante il rigonfiamento della testa, furon fatti dope fissazioni osmiche (Metodo di Pianese) e dope fissazione con alcool metilico (Biondi, May-Griinwald). Ho ottenuto cosi dei preparati molto istruttivi, nei quali si osserva come la cromatina che comincia a rigonfiarsi, perda altresi a poco a poco la sua afflnita coi colori basici d'anilina adoperati. La colo- rabilita coi colori acidi, che si sostituisce alia primitiva basofilia, aumenta gradatamente — fine ad un certo limite — col rigonfiarsi della cromatina. Discitssione e conclusioni. Scarse ed incerte sono le nozioni che possedianio sui condrioso- mi degli spermatozoi degli Atifibi, specialmente urodeh. Per taluni anuri (Rana esculenta [Benda 0''^)], Rana fusca, R. esculenta, R. arvalis, R. mugiens, [Bromann C^)] e stata veduta ora piu, ora meno nitidamente una guaina mitocondriale spirale, risultante di granuli aUineati, che attornia il filamento assile in corrispondenza del pezzo intermedio. Nel Bombinator Benda (^'^) ha veduto for- mazioni mitocondriali situate nella testa. Lo stesso Autore aveva descritto (^) negli spermatozoi del Tri- tone una finissiraa spirale mitocondriale involgente per quasi tutta la sua lunghezza il filamento assile della coda; pero, dope che Me- ves C) ha insistito sul fatto gia precedentemente assodato (^), che r involucre citoplasmatico della coda degli spermatozoi di Urodeli 0) Benda C. — Ueber die Sperm atogenese der Vertebraten nnd liobcror Evcrtebraten. — Verh. der physiol. Gesellsch. zur Berlin, lahrg. 1S97-98, n. 14-17, 1898. {-) Id. — Die Mitocbondrirt. — Ergebnisse der Anat. u. Entivicklunyxgciichichte, Bd. IS, 1903. (■•) Bronian I. — Ueber Bau und Entwicklung der Spennien von Rana fnsca. — Arch. /. mikr. Anat., Bd. 70, 1907. (*) Meves F. — Ueber Struktur und Histogenose der Saiuenfiiden von Salamandra inacnlosa. — Arch. f. mikr. Anat. Bd. 50, 1897. (^) Id. — Struktur und Histogenese der Spermien. — Erffebni.its d. Anat. u. EntewicHuiigsije- schichte, Bd. 11, 1902. - 93 - non e completo, ma e limitato ad un solo lato del filamento assile della coda, Benda (^) si e convinto che si tratti, cosi nel Tritone come nella Salamandra, di una striatura trasversale dell' involncro suddetto, determinato da tratti paralleli di mitocondri allineati. An- che Retzius C) ha intravisto nella Salamandra maculosa uno sfcrato probabilmente mitocondriale attorno al filamento assile. Le mie ricerche mi hanno indotto a scostarmi profondamente dalle idee degli Autori nominati, in primo luogo per quel che ri- guarda la morfologia dei condriosomi degli spermatozoi di Urodeli, in secondo luogo per quanto riguarda la loro sede negh spermato- zoi stessi. Come si puo desumere dalle mie note sopra citate non puo du- bitarsi della natura condriosoinica — almeno nel sense che ad essa si e voluto attribuire — dei condrioconti da me studiati : soprat- tutto quando si tenga conto del caratteristico loro comportamento durante la mitosi. D'altra parte sono assolutamente convinto che i condrioconti che son riuscito a dimostrare nella testa degli sper- matozoi hanno la medesima natura di quelli seguiti nel periodo di accrescimento, di maturazione e di trasformazione dello spermatide. Relativamente poi alia particolare ubicazione dell'apparato con- driosomico nello spermatozoo, si tratta di un fatto che non era stato mai supposto per gli spermatozoi aghiformi degli Urodeli. Puo darsi che le formazioni studiate da Koltzoff C) anche nella testa degli spermatozoi di Axolotl e di Triton (" filamento spirale „ e " filamento longitudinale „) — e da lui considerate come una sorta di scheletro, che determinerebbe la forma caratteristica del " cromogel „ cromatinico, interposto fra la membrana invol- gente (semiperrneabile secondo K.) e la cromatina stessa — siano almeno in parte riconducibili a formazioni condriosomiche. Su cio pero non si pronuncia Koltzoff — che si e proposto di condurre delle ricerche biofisiche e non di morfologia comparata — e nem- meno io sento di poterlo fare. Le numerose fibrille finissime e delicate ordinate longitudinal- mente, nelle quali si scompone in seguito a macerazione, secondo Ballowitz (^) la delicata membrana involgente la testa dello sper- (1) Ketzius G. — Die Sperinien der Aniphibien. — Biol. Untcrs., Neue Folge. Bd. 13, 1906. (-) Koltzoff N. K. — Studien iiber die Gestalt der Zelle. II. Unterauchungen iiber das Kop- fskelet des tierischen Spermiums. — Arch. f. ZeUforschung, Bd. 2, 1908. (■^) Ballowitz E. — Ueber einige Struktureu der Spermien des Spelerpes fuscus Buiiap. — Anat. Ahz., Bd. 28, 1906. 94 - matozoo di Geotriton, corrispondono invece molto verosimilmente ai miei coudrioconti. * « • Per quanto io mi fossi convinto, nel corso delle mie ricerche istogenetiche, che i condrioconti prendessero parte anche alia for- raazione della testa dello spermatozoo di Geotriton, pure la dimo- strazione obiettiva da me fornita prova la conservata individualita — suscettibile di esser resa patente — dei condrioconti medesimi. L'esistenza lore nello spermatozoo di Geotriton acquista mag- gior interesse, se la ricolleghiamo al fatto che negli ovociti della stessa specie fu provata irrelutabilmente [Levi (^)] l'esistenza di condriosomi parimenti fllamentosi. Maggio 1913. Spiegazione della Tavola VIII. (Tutte lo tigure furono disesnate colla camera lucida). Fig. 1. — Spermatozoo di Geotriton f., dopo 2 gioini di penuauonza iu nua soluzione di Na CI al 7 o/o, disegnato a fresco. Ingr. 1800 X- Fig. 2. — Spermatozoo di Geotriton f., dopo 3 giorui di permanenza in una soluzione di Na CI al 7 o/o, disegnato a fresco. Ing. 13X5 X- Fig. 3. — Spermatozoo di Geotriton f., dopo 3 giorni di permanenza in una soluzione di Na CI al 7 »/o, disegnato a fresco. Ingr. 1800 X- Fig. 4. — Spermatozoo di Geotriton f., dopo 3 giorni di permanenza in una soluzione di Na CI al 7 o/o- Fissazione in liquido di Flemming-Benda. Colorazione di Altmann. Ingr. 1700 X- (1) Levi G. — I condriosomi nell'oocite degii Anfibi. — Monitore Zoolog. Ital., An. XXIII, n. 6-7, 1912. - 95 - LIVIA SAVI Nuovi Ciliofori appartenenti alia microfauna del lago-stagno craterico di Astroni N O T A P R E L I JM I N A R E (Con 4 rigure) E vietata la riproduzione Fra le specie di Ciliofori, oltre una cinquantina, fino ad era identificate, che entrano a far parte della microfauna di Astroni, ve ne ha quattro, die sono interamente nuove alia scienza e delie quali in succinto delineo qui le relative descrizioni, in attesa che sia pubblicato il lavoro completo, in corso di preparazione. Le prime tre specie, da me designate con gli appellativi di Urotricha hexatricha^ Coleps trichotus, Urochaenia ichthydioides, appartengono all'ordine degli Holotricha, la quarta specie, che chiamo Drepanina falcata deve ascriversi all'ordine degli Hypotricha. 1. Urotricha hexatricha no v. sp. II corpo di questa specie e ovale, con polo anteriore lieve- mente piu ristretto di quelle posteriore. Esse e per intero rivestito di ciglia delicatissime, assai minute e ravvicinate, regolarmente disposte in serie longitudinali meridiane ; queste ciglia mancano, per uno spazio assai ristretto, attorno alia bocca, sicche al polo anteriore, orale, si differenzia una piccolissima calotta nuda, una specie di cercine peristomiale poco rilevato, nel cui centro si apre la bocca, pressoche circolare, a mo' di lieve fossetta, che puo spia- narsi piii o meno e notevolmente dilatarsi. Mancano le ciglia per uno spazio piu ristretto ancora al polo aborale, intorno al quale, pero, sono impiantate sei robuste setole tattili assai piia lunghe delle ciglia. La bocca da accesso immediate nell'endoplasma, per cui manca ogni traccia di faringe e quindi di bastoncelli di sostegno. L'ano si apre al polo posteriore, ma e dif- - 96 - ficilmente visibile, perche nascosto fra le setole. II macronucleo e situato nella regione di mezzo del corpo, alquanto discosto dall'asse interpolare, ed e costituito da una massa unica ovato-allungata, ap- pena incurvata, lievemente reniforme, accompagnata al lato concavo, mediale, da un piccolissimo micronucleo, non sempre evidente. Esi- ste una sola grande vescicola pulsatile, piu o meno sferica, ravvi- cinata all'estremita posteriore del corpo. Si nota I'assoluta mancanza di vacuole secondarie e di tricocisti. Fig. 1. A differenza delle specie congeneri, Urotricha hexatricha si muove con abbastanza sveltezza, per lo piii roteando, e talvolta I>rocede a scatti, quando prende punto di appoggio suUe sei setole. II suo nutrimento e rappresentato da alghe verdi unicellulari, fra cui Xanthochlorellae e da particelle piii o meno minute, molte pro- babilmente grassose. Per I'aspetto generale Urotricha hexatricha si avvicina a Pro- rodon teres Ehrbg., del quale pero non ha il faringe tubulare e la caratteristica armatura, e molto di piii si accosta a Holophrya di- scolor Ehrbg., alia quale specie potrebbe benissimo riferirsi, ove non possedesse le setole posteriori, caratteristico connotate del ge- nere Urotricha Clap, et Lachm. - 97 - 2. Goleps trichotus spec. nov. Ha il corpo a forma di barile, tronco anteriormente, conico posteriormente, ai lati uii po' schiacciato, si da aversi una lieve disposizione bilaterale. La massiina lunghezza corrispondente a quella dell'asse interpolare, e di 52-55 p.. II Maupas e il Roux danno per la lunghezza misure variabili fra 38 e 46 u., I'Ehr en- berg fra 48 e 60 »fl i-C^/' Tav. IV-V. 1 •♦t'*^?^ ' " 11 12 13 r'1i-?«< 10 > (f ) \'*< 14 V -So. . t", t' it ' » t f^ '' )* a a I, * '• »«»e ... r" ^ 16 is. '^ . ' \^- .-A^ '" ^i^s" 15 17 MoTiitore Zoologico italiano - Anno XXIV. Tav. VI-VII. ■W^^'' i.»*> 24 -?•?»] s'IM'r *'*.*.•.' ■• f ••••■5;' •■•'•?' -■- ■•^i^f'ft.K '.^ ■■■>: m>. & )nil()r(' /('(>/o(//co Italian o . lim,) XXIV 'Iav.V//I fflonitoFe Zoologico Italiano (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo iifficiaie deila Unione Zoologica Italiana DIKKTTO DAI DOTTORI 6IDLI0 CHIARUGI EUGENIO FIGALBI Prof, (li Aiiiitoinia uiuaiia Prof, di Auatoiuia coiup. e Zoologia iiel li. Istitiito P- 147-157 ; N. 5, pp. 204-211, con fig. Milano, 1913. 3. ROTIFERI E GASTROTRICHI. Iroso Isabella. — Prime manipolo di Rotiferi viventi in aleune aequo doici di Napoli. — Annuario del Museo zool. d. R. Univ. di Napoli, (N. S.), Vol. 3, N. 15, pp. 1-3. Napioli, febhraio 1911. 10. Nematodi, Desmoscolecidi, Chetosomidi. Camerano L. — Nuova specie di Ghordodes del Congo (Chordodes Boulengeri). — lioll. d. Musei di Zool. e Anal. comp. d. R. Univ. di Torino, Vol. 27, N. 645, p,p. 1-2. 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I N S E T T I 0 E S A r 0 D I. b) Att.rigoti o Tisanuri. Berlese Antonio. — Per la corologia dei Miricntomi. — Redia, Vol. 8, Fasc. 1, p. 321. Firenze, 1912. c) Arciiitteri o Pseudoneurotteri e Mallofagi Armenante Euclide. — Contributo alio studio dei Mallofagi. Osservazioni sul Menopon pallidum. — Boll. d. Soc. di Naiurcdisti in Napoli, Vol. 20, (Ser. II, 4), (1910), pp. 76-93, con 1 lav. Napoli, 1911. Silvestri F. — Niiove Termiti della Tunisia. — Boll. d. Labor, di Zool. gen. e agr. d. R. Scuola Siqj. d' Agricoltura in Porlici, Vol. 6, pp). 103109, con figg. Porlici, 1912. Silvestri Filippo. — Termiti raccolte da S. A. R. la Duchessa d'Aosta nella re giono dei grandi laghi deH'Alrica equatoriale. — Annuario del Museo zool. d. R. Univ. di Napoli, (N. S.), Vol. 3, N. 22, pp. 1-5, con 4 figg. Napoli, gennaio 1912. d) Ortotteri. Borelli Alfredo. — Nuovo genere di Dermatteri della Repubblica Argentina (Gen. Metasparatta). — Boll. d. Musei di Zool. e Anat. comp. d. R. 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SCRITTI GENERAL! 0 SU PIU CHE UNA DELLE CLASSI. D'Amico Agatina. — I .Mollusclii raccolti nel Meditorraneo dalla R. Nave Washing- ton durante le campagne talassograftche 1881-83. — Arch. Zool. ital.. Vol. 5, pp. 233-279. Napjoli, 1912. 3. Gasteropodi, Prosobranchi, Eteropodi, Opistobranchi, Pteropodi. POLMONATl. lacino Antonino. — Intorno al cosi detto punto nero del Gastropteron Mekcli Kosse. — A7-ch. Zool. ital., Vol. 6, pp. 393-397, con 1 fig. e 1 tav. Na- poli, 1912. Issel Ralfaelc. — Alolluschi eteropodi raccolti dal capitano G. Chierchia durante il viaggio di circumnavigazione della R. Nave Vettor Pisani negli anni 1882-85. — Annuario del Museo zool. d. R. Univ. di Nnpoli, (N. S.), Vol. 3, N. 16, }rp. 1-11, con 3 figg. e 1 tav. Napoli, maggio 1911. Morgera Ai-turo. — La disimraetria dei gasteropodi : esposizione critica dei prin- cipali lavori sulla scorta di ossorvazioni originali. — Napoli, G. Majo (Dc Rubertis), 1913. 76 pp. con tavola. 107 COMUNICAZIONI ORIGINALI ISTITUTO ANATOMICO Dl FERRARA Repartizione delle isole di Langerhans nel pancreas degli Uccelli Prof. LUIGI GIANNELU Nota preventiTa E vietata la riproduzione. Stiidiando istologicamente il pancreas in alcuni Uccelli, ed i re- SLiltati di tale studio furono affldati ad una nota pubblicata nel 1902 uel Monitore Zoologico Italiano, potei constatare che il segmento di pancreas giustasplenico di Passer domesticus si presenta ricchis- simo di accurauli di Langerhans, tanto da esserne per buona parte in alcuni punti costituito, e che tale ricchezza, sia nel loro numero come nel loro volume, e ben lungi dall'osservarsi nei due segment! pancreatici, dorsale e ventrale, che sono incastrati nelT ansa del duodeno. Volli allora a questo riguardo anche ricordare che 1' ac- cennata disposizione ricbiamava alia mente quanto io e Giacomini per primi dimostrammo esistere nel pancreas dei Rettili. Fu durante questo studio, praticato non solo nel passero (nel quale eseguii sezioni serial! dell'organo) ma anche nel polio e nel piccione, che ebbi opportunita di osservare pure negh Uccelli le cel- lule epiteliali delle isole di Langerhans in diretta continuita con le cellule secretrici ordinarie del pancreas. II Laguesse nel 1906, nella " Revue generale d'Histologie „, parlando della repartizione degl'isolotti nel parenchima ghiandolare pancreatico, accenna al mio reperto nel passero notando che fatti pressoche analoghi furono riscontrati nel polio nel 1893 da Renaut, il quale segnalo I'abbondanza ed il volume tutto speciale delle isole nel medio e nel piccolo pancreas e la loro minore ricchezza nel grande ; ed 108 anzi Laguesse, ponendo insieme i resultati degli studi sul pan- creas dei Rettili e degli Uccelli, si esprime nei seguenti termini: " nei Sauropsidi dunque, in maniera generaJe, la regione giusta- splenica del pancreas, che corrisponde, come la coda dell'organo nell'uomo, all'estremita dell'asse della vegetazione Santoriniana, ha una tendenza tutta particolare a formare dal principio dello sviluppo dei numerosi e voluminosi isolotti ed a conservarne durante tutta la vita un grande eccesso „. Le ricerche ulteriori del dott. Visentini sul pancreas di passero e di piccione, consegnate ad una sua memoria inserita nei " Monitore zoologico Italiano „ del 1908, memoria dal titolo " Alcune osservazioni sull'Anatomia del pancreas degli Uccelli „, non confer- marono quanto io precedentemente aveva comunicato, dando percio adito al sospetto della inesattezza od almeno della incorapletezza dei miei studi, tanto piu che egli dice nella sua memoria di avere bezionato in serie completamente sei pancreas di piccione fissati ed inclusi in toto insieme con V intiera ansa del duodeno, e due pan- creas di passero, mentre io, che aveva fatta economia di tempo e di danaro per non venire meno alle esigenze della scuola e per non attentare alle finanze modeste dell'Istituto, sezionai in serie sol- tanto quattro pancreas di passero e praticai delle sezioni a varie al- tezze del pancreas di piccione e di polio. II dott. Visentini infatti afFerma che le isole di Langerhans degli Uccelli, pur essendo con il tessuto tubulare in stretto rap- porto di contiguita, sono di solito separate dai tubuli da un sotti- lissimo strato di connettivo, negando quindi la continuita (il che non imphca, notisi bene, per me 1' idea di un passaggio graduate) delle cellule delle isole con le cellule pancreatiche ordinarie; e per di pill egli sostiene che nei pancreas degli Uccelli le isole di Lan- gerhans si trovano in tutte le diverse porzioni della ghiandola ed in ugual misura distribuite, senza che il segmento giustasplenico se ne mostri in modo particolare ricco, come precedentemente aveva io descritto. Era naturale che prima o poi avrei instituito nuove ricerche sull'argomento, date le cosi sensibili divergenze tra me ed il Dott. Visentini; ed a giudici imparziali e spassionati in questa diver- sita di vedute ho chiamato i Soci deH'Accademia raedica di Ferrara, ai quah nell'adunanza dell'aprile scorso mostrai una serie di nume- rosi e nitidi preparati tratti da pancreas di vari Uccelli ed atti a convincere dell'esattezza di quanto gia da vari anni aveva pubbli- cato. E la presentazione ad altri dei propri preparati vale assai piii - 109 - di qualsiasi descrizione e di qualsiasi pid o meno sfarzosa rappre- sentazione flgurata. Le mie nuove ricerche sono state estese a varie specie di Uc- celli, avendo esaminato il pancreas di passero, di piccione (per ritor- nare cos'i agli animali che furono oggetto di studio per il passato da parte mia e del Dott. Visentini), di polio e di tortora. II pan- creas e stato sempre fissato in toto nel liqiiido di Zenker insieme all'ansa duodenale ed alia milza; dopo fissazione ed indurimento veniva distaccato dall'ansa e risolto in tre segmenti, di cui uno era dato dalla porzione giustasplenica sempre esistente e piu o meno sviluppata ed al quale lasciavo unita la milza, e degli altri due rappresentava ciascuno la meta della parte ghiandolare inclusa nell'ansa del duodeno. Questi vari segmenti o vennero poi sezionati in serie o furono da essi prese sezioni a vari livelli; le sezioni in serie e non in serie furono condotte parallelamente air asse della ghiandola (e quindi dei segmenti) nel piccione e nella tortora, perpen- dicolarmente a quell'asse nel polio e nel passero. Tanto per la tor- tora come per il piccione i pancreas esaminati in sezioni seriali furono due, e due quelli studiati con sezioni non seriate ; per il polio e per il passero uno solo fu studiato col prime procedimento, e due col secondo, e cio per il fatto che per questi due animali non do- veva che confermare possibilmente quanto aveva per il passato veduto 0 nel passero adulto (vedi la gia indicata mia nota) o nel polio durante le varie fasi della vita embrionale (vedi il mio " con- tribute alio studio dello sviluppo del pancreas negh Uccelli „ pub- blicato nell'Archivio Italiano di Anatomia e di Embriologia nel 1908). Riassumo in questa Nota i risultati ottenuti, dei quali, come pure delle considerazioni che da essi emergono, piu ampiamente mi occupero nella memoria in esteso, che vedra la luce non appena avro completate le ricerche, gia iniziate nella stessa classe degli uccelli, sugh effetti che eventualmente possono risentire gl' isolotti di Langerhans per un pii^i o meno prolungato digiuno. E gia dalle esperienze praticate nella tortora mi sembra dover dedurre che tali effetti sono nulli come nulli ho dimostrato essere nei Rettili fino dal 1898, quando esaminando due pancreas di Varanus (vedi mia memoria " Ricerche raacroscopiche e microscopiche sul pancreas „ 1898), I'uno tolto dalTanimale pochi giorni dopo la cattura e I'altro tolto dopo alcunl mesi di digiugno, non trovai difterenza alcuna tra lore sia riguardo al nuraero sia riguardo alia grandezza di quelle speciali formazioni. Nel piccione, e comincio da questo essendo stato studiato piij - no - estesamente dal dott. Yisentini, il segmento giusfeasplenico del pancreas si e sempre presentato ben evidente e bene sviluppato in tiitti e quattro gli esemplari sottoposti ad esame. E una striscia di sostanza pancreatica, la quale, distaccatasi dalla estremita ante- riore della massa principale del pancreas compresa tra le due bran- che dell'ansa del duodeno, si dirige verso la milza ponendovisi in rapporto di contiguita e rimanendone ovunque divisa da uno strato di tessuto connettivo. Nell'ansa del duodeno la ghiandola e divisa in due segmenti, dorsale e ventrale, riuniti tra loro da ponti di sostanza pancreatica. La repartizione degl' isolotti e molto diversa secondo i punti die prendiamo in considerazione, e tale diversita non solo riguarda il numero ma anche il volume di quelle formazioni. Ricchissimo di isolotti e il segmento giustasplenico ; ed, essendomi dato cura di calcolarne il numero per mm.', rilevando con diligente misurazione I'area di molte sezioni (tutte dello spessore di 10 a), contando le isole di Langerhans in ogni area contenute e dividendo poi il loro numero per i millimetri quadrati di saperficie in cui erano sparse, ho avuto per risultato che in tal segmento se ne trovano in media da 4 a 5 per ogni mm^ — Le isole in maggior parte sono grandi, scarse vi si riscontrano le piccolo, le quali al contrario preponderano di gran lunga sulle prime nel resto del pancreas, dove, oltre la minor grossezza, si nota anche un numero eonsiderevol- mente minore di quelle formazioni. Infatti nella meta anteriore della massa ghiandolare contenuta tra le due branche dell'ansa del duodeno puo dirsi che si ha 0,8-1 isola per mm.", nientre nella meta posteriore tale cifra oscilla tra 0,4 e 0,6. Questi numeri par- lano assai piii eloquentemente di qualsiasi descrizione. Con poca diversita le cose si presentano nella toitora : anche in essa e costante il segmento giustasplenico del pancreas, il quale, diritaccatosi dal corpo principale della ghiandola compreso nell'ansa duodenale e diviso in due lobi, dorsale e ventrale, riuniti tra loro da ponti di sostanza pancreatica, si porta verso la milza deprimen- dosi in sua corrispondenza a scodellino per abbracciarne la estre- mita, posteriore. Mg i due organi non contraggono soltanto rapporti di contiguity, ma anche di continnita. Nei due pancreas sozionati in serie ho potuto infatti osservare che la capsula connettivale della milza accerchia la polpa splenica fin verso il fondo dello sco- dellino pancreatico, ma ad un dato punto viene a continuarsi col connettivo che accerchia il pancreas, lasciando cosi a nudo per breve estensione il parenchima della milza e permettendo il rap- - Ill - porbo immediato dello due sostanze, pancreabica e splenica, che si compenetrano Tuna con I'altra. Gli isolobbi anche nella tortora sono assai pin numerosi, ed an- che in generale pid voluminosi, nol segmento giuybasplonico che nel lesbo del pancreas ; la si puu dire che vi 8ono4-5 isolobti per mm.-, e nel resto della ghiandola da 0,8 ad 1,6 per mm.'-, Nel polio si sa (vedi il mio sbiidio, sopra cibato, a contribufco della conoscenza sullo sviluppo del pancreas negh Uccelli) che il pancreas e formato da due strisce allungabe di sosbanza, di cui I'una cosbeggia la branca sinisbra o venbrale dell'ansa del duodeno e I'albra la branca desbra o dorsale, riuniie da brabbi inbermedi ; e quesba massa principale della ghiandola si prolunga poi al dinanzi dell'ansa duodenale in una espansione piu o meno esbesa di bessubo pancreabico che giunge flno alia miiza. E quesbo segmenbo giusta- splenico anche nel polio e sempre cosbanbe, e si carabberizza per I'eccezionale numero e segnabamenbo per il considerevole volume degl' isolobbi di Langerhans, che in balune sezioni sono cosi esbesi da compiendere gran parbe della superficie ghiandolare che si esa- mina. II lore numero per mm."^ oscilla da 5 a 6 : e quale conbrasbo ci e dabo scorgere quando dal segmenbo giusbasplenico passiamo alia parbe di ghiandola conbenuba nell'ansa duodenale ! Qui le isole vanno sensibilmenbe decrescendo in volume ed in numero col procedere verso il fondo dell'ansa, raggiungendo per numero nella meba anberiore di quesba porzione la cifra di 0,3 — 0,5 per mm.-, ed abbassandosi ancor pii^i bale cifra nella meba posberiore. Anche nel pancreas del passero, ed e questa una conferma di un ormai vecchia mia aflfermazione, si ha un identico modo di re- parbizione degl'isolotti. II segmento giusbasplenico se ne presenta ricchissimo, banbo che qui la ghiandola in alcuni punbi puo dirsi quasi del bubto da essi cosbibuiba; sono in voce piu rari e piii pic- coh nei due lobi, dorsale e venbrale, che formano la massa ghian- dolare essenziale inclusa nell'ansa del duodeno. In definibivo posso concludere che nel pancreas degli Uccelli, contrariamente a quelle che ne pensa il dobb. Vis en b in i, le isole di Langerhans non si brovano in ugual misura disbribuibe in butte le diverse sue porzioni, ma se ne mosbra invece in modo parbico- lare provvisbo il segmenbo giusbasplenico. E quesbo costanbe reperto ha grande valore per opporsi anche con altro valido argomenbo alia concezione di colore, che vedono nelle isole di Langerhans parbi solbanbo bransiboriamente diflferenziabe del parenchima pancreabico, e sosbengono che, dope' essersi formabe a spese dei bubuli ghiando- - 112 - lari ordinari ed avere per iin certo tempo compiuta la secrezione pancreatica interna, ritornano per una serie di trasformazioni alio stato di tubuli. Delia descritta ineguale e costante repartizione delle isole nel pancreas degii Uccelli noi ci rendiamo esatto conto richiamando alia mente il particolare modo di svilapparsi del pancreas e degl' iso- lotti nel polio, gia da me descritto con una certa latitudine, modo di sviluppo che e verosimile supporre pressoche uguale negli altri Uccelli. In questi dunque, come nei Rettili (dove e stato da me di- mostrato), queU'ineguale repartizione tiene ad un fatto particolare di sviluppo. In tutti e quattro gli eseraplari esaminati mai ho potuto os- servare la completa indipendenza delle isole dal tessuto ghiandolare ordinario; non esistono tra le due sotitanze soltanto rapporti di con- tiguita, ma ve ne sono anclie di continuita, giacche nelle sezioni seriali notasi che le cellule dei cordoni delle isole si continuano in taluni punti con le cellule dei tubuli pancreaLici, senza pero veder mai stadi di passaggio tra le une e le altre. DALL ISTITUTO DI ANATOMIA UMANA NORMALE DELLA R. UNIVERSITA DI PALERMO DIRETTO DAL PROF. R. VERSARI SulTorigine del pigmento coroideo PER ARCHIMEDE BUSAGGA, interno Nota pretentiTa E vietata la lipioduzione. In una serie di ricerche ohe qui riassumo brevemente ho stu- diato lo sviluppo del pigmento nella coroide, ed i rapporti esistenti tra plastosomi e pigmento. Come materiale ho scelto il polio, e come metodo ho usato quelle di Regaud, aggiungendo al fissatore qualche goccia di acido acetico. Al quinto giorno di incubazione, quando ancora il pigmento - 113 - non e comparso, la membrana vascolare deH'occhio e costituita ol- tre die dai vasi, da cellule connettive di forma prevalenteniente fasata od a pera. Queste cellule contengono un ricco condrioma rappresentato da filamenti (non pero molto lunghi), da bastoncini, da serie di bastoncini e da granuli. Col procedere dello sviluppo le cellule tendono ad assumere sempre piii la forma delie cellule co- roidee adulte (allungate, triangolari, stellate, ecc); il numero dei fi- lamenti mitocondriali dirninuisce, cosi pure quelle delle serie di bastoncini e di granuli, mentre aumentano sempre piia i granuli ed i bastoncini sparsi. Questi non hanno nel corpo cellulare alcuna di- sposizione speciale, solo si nota che spesso i bastoncini formano delle lunghe serie lungo i prolungamenti di ciascuna cellula. Non tutti i plastosomi hanno eguale volume : in mezzo a quelli di grossezza comune e facile riscontrare forme granulari ed a ba- stoncino molto piu grosse. Fra le cellule connettivali con prolungamenti si nota nelle co- roidi embrionali la presenza di cellule rotondeggianti di volume va- riabile ; il loro protoplasma e ricco di elementi mitocondriali anche essi di vario volume, che sin dai primi stadii hanno forma di gra- nuli 0 di corti bastoncini, e mai quella di filamenti. Verso le ore 197 di incubazione troviamo nella coroide le pri- me cellule pigmentate. Nel protoplasma delle cellule rotondeggianti si riscontrano in mezzo agli elementi mitocondriali, granuli di pig- raento ; dapprima essi sono in numero scarso ed abbondano invece i plastosomi, in seguito questi diminuiscono gradatamente mentre aumenta sempre piii la quantita del pigmento, che finisce coll'inva- dere tutta la cellula. In tale stadio non e piu possibile osservare in mezzo al pigmento elementi di natura mitocondriale. Riguardo ai caratteri morfologici notiamo che il pigmento, al pari dei plastosomi, ha forma di granuli e di bastoncini, e che an- che gli elementi pigmentati hanno volume molto variabile. Le stesse particolarita si riscontrano nelle cellule provviste di prolungamenti. In alcune di esse si nota che in prossimita del nu- cleo sono apparsi granuli di pigmento, mentre nel resto del proto- plasma e sui prolungamenti cellulari persistono ancora i plastosomi; in altre cellule invece il primo pigmento si nota sulle estremita dei prolungamenti ; nel resto della cellula si hanno solo plastosomi. Procedendo nello sviluppo il pigmento aumenta sempre piii e prende quindi il predominio sugli elementi mitocondriali, finche si arriva in uno stadio in cui tutta la ceUula e invasa dai pigmento e non presenta piu elementi mitocondriali. - 114 - Verso le ore 257 di incubazione le cellule rotondeggianti, ormai quasi tutte pigmentate, e che sino ad ora hauno mantenuta inal- terata la loro forma, cominciano a presentare sulla loro periferia, una 0 due protuberanze di forma conoide che vanno mano mano accrescendosi sino a trasformare la cellula da rotondeggiante in pi- riforme o fusata. Queste prominenze sin dalla loro origine si pre- sentano pigmentate. Inoltre sempre verso le ore 257 di incubazione si riscontrano nella coroide del polio dei mucchi di cellule rotondeggianti poste prevalentemente in prossimita dei vasi e che presentano nel loro protoplasma, colorato in bruno intenso, dei grossi granuh a contor- ni spesso irregolari, colorati con I'ematossilina ferrica. Ho riscontrato qualcuna di tah cellule entro al lume dei vasi. Essi mancano nella coroide del polio adulto, ma estendendo le ri- cerche ad altri volatih le trovai nell'anitra albina. Tah granuli si co- lorano anche con I'eosina e questa proprieta, insieme ad altri carat- teri che esporro piia diflfasamente in seguito, non lascia alcun dub- bio che le ceUule che le contengono siano dei leucociti eosinofili. In base ai fatti da me osservati, e che qui ho riassunto bre- vemente, credo di potere ammettere che il pigmento coroideo sia dovuto alia pigmentazione dei plastosomi che nolle cellule di co- roidi embrionali sorio abbondantissimi. E da escludersi V ipotesi che possa trattarsi di un vero pro- cesso di trasformazione chimica, poiche con metodi adatti di de- pigmentazione e facile mettere in evidenza, anche in cellule pig- mentate adulte, delle formazioni mitocondriali che costituiscono lo stroma del pigmento. E cio che maggiormente ci conduce ad am- mettere Torigme del pigmento dai plastosomi e il fatto che durante lo sviluppo le cellule coroidee presentano in un prime tempo solo plastosomi i quali in seguito diminuiscono gradatamente per dare posto a delle formazioni pigmentate, flnche si giunge ad uno stadio in cui tutti i plastosomi sono stati sostituiti dal pigmento. Nella membrana vascolare dell'occhio degli embrioni di polio si hanno due forme ben distinte di cellule cioe : cellule rotondeg- gianti e cellule con prolungamenti entrambe ricche di plastosomi, i quah hanno generalmente dimensioni eguali a quelli che si liscon- trano nolle cellule connettive di altri organi. Tuttavia si notano in alcune cellule elementi mitocondriali piu grossi per i quali non mi e state possibile stabilire se si originano dal nucleo o dai pla- stosomi precedentemente esistenti. Anche questi elementi possono dare origine a pigmento ; essi non si colorano raai con I'eosina. - 115 - I primi elementi pigmentati si riscontrano in qualunque punto della cellula, cioe tanto in prossimita del nucleo, quanto sulle estre- mita dei prolungaraenti, e cio contrarlamente a quanto e stato ani- messo recentemente da qualche autore. Quanto alle cellule rotondeggianti esse sono di due specie ; al- cune contengono plastosomi di volume variabile che col procedere dello sviluppo danno origine ad elementi pigmentati, e quindi hanno lo stesso valore delle cellule coroidee sopradescritte. Altre invece — che corapaiono molto tardi nello sviluppo del polio, cioe verso le ore 257 — hanno nel loro protoplasma grossi granuli che non daranno origine a pigmento. Esse sono dei leucociti eosinofili. ISTITUTO ANATOiMICO DELLA R. UNIVERSITA DI CAGLIARI Prof. G. STERZI Un Modello di tavolo anatomico (Con 2 figure) E vietata la riproduzione. I tavoli per dissezioni e per autopsie di cadaveri d'uomo e di animali in uso nolle nostre Scuole e nei nostri Laboratori ricordano ancora i complicati tavoli dei secoli passati; in generale sono in- fatti costituiti da una grande base mediana, flssa al pavimento, sulla quale e collocate un piano di ferro o di raarmo, che talvolta e gi- revole in sense orizzontale. Questi tavoli presentano molti e grandi inconvenienti, a tutti ben noti, dei quali ricordo qui alcuni dei principali : a) non sono facilmente lavabili e sterilizzabili perche costruiti da pill pezzi, con interstizi, fessure, viti, ecc. ; b) lo spostament.o del piano sulla base, essendo a strofinio, dope breve uso diventa difficile ; - 116 - c) i liquid! che colano dai cadaveri discendono per iin tubo centrale che iion essendo bene lavabile e trovandosi in comunica- zione con la fogna, manda sempre odore sgradevole; d) i tavoli suddetti sono fissi al pavimento e per cio diven- tano ingombranti; inoltre non permettono che si faccia cadere su essi la luce ora da un lato ed ora dall'altro, come talvolta e neces- sario; non si possono avvicinare od allontanare secondo i bisogni da una finestra, da una sorgente luminosa qualsiasi, ecc; e) non sono inclinabili sul piano orizzontale e quindi per dare ai cadaveri od ai pezzi anatomici le posizioni necessarie ai bisogni dello studio, occorre sollevarli con parallelepipedi, con rulli, con canei di legno, che dope poco tempo dall'uso sono puzzolenti ed infetti. Per ovviare a questi inconvementi ho fatto costruire (^) un tavolo di nuovo tipo, ii quale offre anche il vantaggio di costare molto mono dei tavoli comunemente usati. Questo nuovo tavolo consiste di una base e di un piano. I Fig. 1. La base (fig. 1 e 2) e formata da un solido e rigido carrello di canna d'acciaio del diametro di mm. 30-50, con saldature a forte, fortemente smaltato in bianco. Esso ha quattro piedi poggianti sa rotelle di ghisa pure smaltate in bianco, del diametro di mm. 120 e fasciate di gorame piene ; le rotelle sono girevoli in tutti i sensi (1) Dalla Ditta A- P. Jauotti, Via S. Massimo, Torino. - 117 - nel piano orizzontale, e danno grande scorrevolezza al carrello, per- mettendo di spostarlo con somina facilita in ogni luogo. Un con- gegno di arresto, costituito da due viti di pressione ctie agiscono su un paio delle rotelle, permette di iminobilizzare a volonta il tavolo nella posizione e nel luogo desiderato. II piano del tavolo e una lastra di vetro, di marmo o di ar- desia artificiale, con bordi rilevati 5 mm. sulla parte centrale e con scanalature multiple per cdnvogliare i liquidi verso gli orifizi di scolo. Se e di vetro basta uno spessore di 30 mm. in corrispon- denza dei bordi; se di marmo o di ardesia artificiale lo spessore sara di mm. 40. E preferibile una superficie scanalata ad una piana perclie con quella vieno diminuita I'area di contatto tra il cadavere od i pezzi ed il piano del tavolo e perche cosi viene favorito il de- flusso dei liquidi. Gli orifizi di scolo occupano un' area circolare di 50 mm. di diametro e si trovano ad una delle estremita del piano, cioe a quella fissa, come si vede nella fig. 2 ; hanno un diametro di 5 mm. I'uno e sono disposti a cribro, in modo da arrestare il passag- gio di materiali solidi. La lastra del piano poggia su un telaio di ferro ad L, pure smaltato in bianco, il quale e spostabile in senso verticale; come ben si vede dalla fig. 2 questo spostamento e ottenuto con una 0 due semplici aste dentate ; una apposita maniglia situata nel -^ 118 - lato mobile del piano serve per Tinnalzamento e rabbassamento come pure per sposbare il tavolo in sense orizzontale. I liqiiidi che colario dal piano sono raccolti in un capace reci- piente di ferro smaltato in bianco con coperchio e apparecchio di chiusura a valvola. In esse si puo tenere una soluzione disinfettante; perche la sua pulizia sia facile, e disposto in guisa da poterlo ri- muovere senza difficolta. Se il tavolo deve servire per vivisezioni o per esperienze su animali vivi, si possono applicare al telaio del piano molle o ganci per fissarvi le funicelle od altri apparecchi di conbenzione. II tavolo predetto si puo costruire in due tipi, cioe in un tipo piccolo ed in un tipo grande. II tipo piccolo, specialmente adatto come tavolo da dissezione di pezzi anatomici, come tavolo da autopsie o da esperienze su ani- mali vivi per Istituti di Fisiologia, di Patologia, di Igiene, di Bat- teriologia ecc, ha le seguenti dimensioni: Misure del piano cm. 60 X cm. 125 Altezza dal suolo cm. 80 Inclinazione snU'orizzontale da 0^ a 30^. II tipo grande, die potrebbe servire come tavolo per disse- zioni 0 per autopsie di cadaveri umani, adatto per Istituti anato- mici ed anatomo-patologici, per sale mortuarie ecc, ha le seguenti dimensioni: Misure del piano cm. 65 X cm. 195 Altezza dal suolo cm. 80 Inclinazione sull'orizzontale da O*' a 25°. Naturalmente si possono costruire innumerevoli altri tipi piii 0 meno grandi dei predetti. I 119 - PERSONALE UNIVERSITARIO (di Zoologia, Anatomia coniparata, Anatomia umana, Antropologia, Istologia, Anatomia veterinaria). UNIVERSITA DI CATANIA Facolta di Medici na e Chirurgia Istitiito Anatomico Staderini Rutilio, Direttore, 0. di Anatomia umana normalo, Incaricato di Em- briologia. Cjtore Gaetano, Aiuto e Incaricato di Anatomia topografica. D* Urso Angelo, Assistente e Libcro Docentc di Anatomia umana norraale. A.ifuso Giovanni, Assistente. Marchese Liborio, Libero Docente di Anatomia umana topograllca. Facolta di Sgienze Fisiche, Matematiche e Naturali Gabinetto di Zoologia eel Analomia comparata Russo Achille, Direttore, 0. di Anatomia o Fisiologia comparata, Incaricato di Zoologia. Monterosso Bruno, Aiuto. Conforti Maria, Assistente (in soprannumero). Comes Salvatore, Libero Docente di Zoologia e Anatomia comparata. Drago Umberto, Libero Docente di Zoologia, Fisiologia e Anatomia comparata. UNIVERSITA DI GENOVA Facolta di Medicina e Chirurgia Istitiito Anatomico Lachi Pilade, Direttore, 0. di Anatomia umana, Incaricato di Anatomia topo- gratica. Ganfini Carlo, Aiuto e Incaricato di Embriologia. Rodi Giuseppe, Assistente. Lachi Giuseppe, Assistente. Facolta di Scienze Fisiche, Matematiche e Naturali Gabinetto di Zoologia Parona Corrado, Direttore, 0. di Zoologia. Ariola Vincenzo, Assistente e Libero Docente di Zoologia. Gabinetto di Anatomia comparata Cattaneo Giacomo, Direttore, 0. di Anatomia comparata. Issel Ratfaele, Aiuto e Libero Docente di Vita Animale nolle sue relazioni con r ambiente. - 120 - UNfVERSITA DI MODENA Facolta di Medicina e Chirurgia Istituto Anatomico Sperino Giuseppe, Dii-ettorc, 0. di Aiiatoraia umaua. liicaricato di Anatomia to- pografica. Ball! Ruggero, Aiuto e Libero Docente di Anatomia uraana normale. Ferrari Paolo, Assistente. Focacci Maurizio, Libero Docente di Anatomia iimana normale. Bertacchini Pietro, Libero Docente d" Istologia normale. ScuoLA DI Medicina Veterinaria Roux Gesare, Direttore. 0. di Anatomia dei Vertobrati domestici, Anatomia te- pogratica ed Istologia. Levi Carlo, Incaricato di Fisiologia Veterinaria e di Istologia. Zannini Prospero, Libero Docente di Anatomia descrittiva dei Vortebrati dome- stici. Incaricato di Podologia. Facolta di Scienze Fisighe; Matematiche e Naturali Gahinetto di Anatomia comparata Coggi Alossandro, Direttore, 0. di Zoologia, Anatomia e Fisiologia comparata. N. N., Aiuto. NOTIZIE XIII'' Premio Riberi L. 20.000. — E aperto un concorso al 13" Premio Riberi di L. 20.000 bandito dalla R. Accademia di Medicina di Torino per lavori scientitici di argomento appartenente alio discipline modiclie in genero. Scadono i toi-mini col 31 dicembre 1916. Per le condizioni del concorso rivolgersi alia Segreteria cleW Accademia . Yia Po, 18. Torino. UNIONE ZOOLOGICA ITALIANA A V V I S 0 Si progano i sig. Socii di informare, con cortese soiled (udine, ({uesta Se- greteria ilstiluto Zoologico R. Universita Napoii) dei camhiamenti di indirizzo, onde cvitare le dispersioni postal! od il rinvio al nditenle, per insufjicienza d' indirizzo di quanto loro viene inviato, come e avvenuto in parecchi casi in occasione della recente spedizione della circolare d' invito al Congresso Idrolo- gico di Pavia. GosiMo Chekubini, Amministratore-responsabile. Fii-enze, 1913. — Tip. L. Niccolai, Via Faenza, 52 fflonitoFe Zoologico Italiano (Pubblicaziorii Italiatie di Zooiogia, Anatomia, Embriologia) Organo iifficiale deila linione Zooiogica Italiana DIKKTTO DAI DOTTOHI GIULIO CHIARDGI EDGENIO FICALBI Piof. ili AiKitDiuKi umuiiii Prof, di Aiiatoiuia couip. o Zoolo<;ia iiel 11. Istitiito di Stndi Super, in Fireiize liellii E,. Universitii di Piaa Ufficio di Direzione ed Amministrazioue: Isf.if.nto Auaf.oinif.o. Fire.nze. 12 nuineri all'anno — Abbuonameuto annuo L. 15. XXIV Anno Firenze, G-iugno 1913. N. 6. SOMMARIO: GoMUNiCAZiONi oRiGiNALi : Matica p., Sulla presenza di condrio- conli nelle cellule degli abbozzi dentarii. (Con 2 fiji'.). — Baldasseroni V., Lombriclii della Tripolitania. — Luna E., Sui I'enomeni di plaslorcxi o di pi astolisi riscontrabili nel processo di involuzioiie del proiiefi'o ncgli An- flbi. — Mobilio C, Anomaiia deU'otrieoIo prnstatico in un Equuss asinus. (Con 1 tig.). Pag. 121-140. A vvertenza Delle Coiimnicazioiii Oiiginali che si pubhlicano nel Monitore Zoologico Italiano e vietata la riprodnzione. GOMUNICAZIONI ORIGINALI ISTITUTO ANATOMICO DELLA R. UNIVERSITA DI SASSABI DIRETTO DAL PROF. G. LEVI I Sulla presenza di condrioconti nelle cellule degli abbozzi dentarii NOTA PRELIMINARE DEL DoTT. PIETRO MANGA (Con 2 figure). E vietata la riprodnzione. Lo scopo della presente nota e di riferire su alcune particola- rita citologiche che abbiamo avuto agio di osservare nello studio — 122 - condotto con particolari metocli, sullo sviluppo embrionario dei denti di alcuni mammifeii. Si tratta deiraccertamento della presenza di formazioni con- drlosomiche negli odontoblast! e negli elementi destinati a trasfor- marsi in prismi dello smalto. Le ricerche ciie numerosi autori han- no condotto sullo sviluppo del dente hanno avuto principalmente per mira — com'e noto — la questione cosi importante e dibat- tuta della genesi delle fibrille collagene della dentina, della sostanza fondamentale interflbrillare e della successiva deposizione in essa dei sali calcarei. L'analisi minuta della struttura del citoplasma degli odonto- blasti non e stata ancora forse abbastanza profondamente studiata; la ricerca dei condriosomi, che in si largo materiale ha notevolmente accresciuto le nostre conoscenze citologiche, ha finora solo sfiorato I'argomento che ci interessa. I lavori di Y. Korff('), di Studnicka (-), di Ebner ('), di Disse (^) non si occupano affatto della presenza dei condriosomi, malgrado che alcune delle strutture citoplasmatiche illustrate da taluni di essi si riferiscano probabilmente a condriomi insufficiente- mente conservati o colorati (p. es. Disse quando parla pag. 312, della struttura fibrillare del protoplasma degU odontoblasti). Anche Fischer (^) descrive brevemente e raffigura (pag. 281) una stria- tura longitudinale degli odontoblasti che e — secondo il nostro mo- do di vedere — determinata da una incompleta messa in evidenza di condriosomi fllamentosi. He in rich C) descrive nelle cellule del- I'avorio dei granuli cha considera come mitrocondriali e che si tra- sformerebbero in vescicole simili ai granuli di secreto ghiandolare. Prenan t (') riferisce molto succintamente di aver visto nel proto- (1) K. V. Korff. — Die Entwickhmg iler Zaliubeingrumlsubstnnz der Saugetbiere. — Arch. f. mikrosk. Anatomic, Bd. 67, 1906. Id. — Ueber die Eutwickluug der Zabnbeiu-uud Knocbeugrnndsnbstanz der Siingetbiere. — Verhandhmgen der Anatomischen Gesellschaft, in liostock i. M. Juni 1906. (2) Studnicka F. K. — Zur Losimg der Dentiufrage. — Anat. Am., Bd. 34. 1909. Id. — Ueber einige Grundsnbatanzgewebe. — Anat. Anz., Bd. 31, 1907. Id. — Die radialeii Pibrillensj'steme bei der Deutinbilduug und im entwickelteu Dentiu der Saugethierzahne. — Anat. Anz. Bd. 30, 1907. (3) V. Ebner. — Histologie der Zabne mit Einsclilu.ss der Histogenese. — Handbnch der Zahn- heilk. herausg. von Scheff. II Aufl. /, Bd. 1902. Id. — Ueber die Eutwickluug der leimgebenden Eibrilleu iu Zabnbein. — Anat. Anz., Bd. 29, 1906. {*) I. Disse. — Wie entstebt die Gruudsubstanz des Zabnbeiues? — Anat. Anz. Bd. 35, 1909. (!>) G. Fiscber. — Ban und Entwickhmg der Miindbolile des Menscben. — Leipzig, 1909. — Terlag von dott. W. Klinkhardt. (0) Heinricb G. — Entwicklung des Zabnbeiues bei Siiugetiere. — Arch. /. tnikr. Anat. Bd. 74. (') P Tenant. — Cornptes rendus de V Assoc, des Anat. XIII Beun. pag. 336. Paris 1911. - 123 - plasma odontoblastico dei condrioconti flessuosi, dei mitocondri e delle vescicole simili a quelli dalio stesso autore descritti negli osteoblasti. Le mie ricerche farono condobte su abbozzi denfcali di feti di mamniiferi (Bos taurus, Ovis aries, Sus scrofa, Capra, Cavia, Mus), a diverse grado di sviluppo. La tecnica usata e stata la segaente : fissazione in liquido di Maximow modiflcato, decalcificazione, quanto occorreva, in acido croraico all'uno per cento, inclusione in paraffina, sezioni di 2-5 ij- iinbianchimento delle sezioni col metodo di Rubaschkin, ematos- silina Heidenhain. Dato il poco potere penetrante del fissatore adoperato, una .is- sazione adeguata si otteneva soltanto in pezzi molto piccoli, e percio avevo cura di enucleare I'abbozzo dentario e, quando il suo volume lo richiedeva, di suddividerlo in piccoli pezzi. Debbo premettere che il metodo da me adoperato da ottimi risultati, ma non e di riuscita costante, almeno in questo materiale. Percio soltanto in pochi stadi, ho raggiunto lo scopo prefissomi, cioe la colorazione dei condrioconti, Pero considerando che la dif- ferenziazione degli element! dell'abbozzo del dente non e ugualmente progredita in tutta Testensione dell' abbozzo stesso, anche dallo studio di un iiumero limitato di stadi, ho ottenuto delle immagini, le quaU mi hanno permesso di seriare la differenziazione degh odon- toblasti. * In un feto di capra di 11 cm. di lunghezza noi troviamo un voluminoso organo dello smalto con polpa costituita dalle caratte- ristiche cellule con lunghi prolungamenti tra loro anastomizzati. La membrana preformativa e gia costituita in corrispondenza deli'apice del dente, ma e ancora sottile; verisimilmente pero, si e gia iniziata in essa la deposizione dei sali calcarei; lo induce al- meno dalla forte affinita per 1' ematossilina. Gli odontoblasti a li- vello della membrana suddetta sono voluminosi ed hanno acquistato un aspetto epiteliale, verso la base della papilla sono ancora sottili e con prolungamenti. Incomincianio dal descrivere questi ultimi. Essi hanno una forma molto allungata (Vedi fig. 1) : la parte del protoplasma che circonda il nucleo si continua in uno o due prolungamenti che si vanno assottigliando gradatamente e dopo un tragitto relativamente lungo si suddividono in due o tre filamenti flessuosi, i quali talora si suddividono alia lor volta, riducendosi a 124 fiiamenti esilissiini, clie vaniio a mettersi in contatto con la mem- brana basale deU'epitelio dello sinalfco. Alfcri prolungamenti esilissi- mi, analoghi ai precedent! si dipartono dal tratto pros&imale del prolungamento protoplasmatico e si comportano in modo anaiogo ai precedenti : i prolungamenti degli odontoblasti contigui si anasto- mizzano fra loro. ■' ' » » ' ' .. •// ■' ,1 S >'.iij '•■ V- |i •6./ /• i > p . ; • \-^r Fi^. 1. — Dii uii ubboy.zo dout.urio di uii tc(<) ili Cqin tli cm. 11, Eijitclio iiitoruo dcllu .siualto iil odontoblasti. Fissaziouo in liquido di ^laxiiuiiw ; imbiaiicameuto dcllc .sczioni ; cinatossiliiui Icr- I'ica. lugrandiineiito 1950 X fii'L-a. La parte basale del corpo cellulare degli odontoblasti si presenta di forma svariata ; talora rotondeggiante, talora conica, puoometterc; verso la papilla anche qualche prolungamento sottile, il quale si anastomizza talora coi prolungamenti analoghi delle cellule mesen- chimali della papilla dentaria. La sostanza fondamentale di quella parte del mesenchima die e percorsa dai prolungamenti periferici degli odontoblasti, ed in — 125 — corrispondenza della quale si costituira la membrana preformativa, e chiara e tiusparente e spicca sal rimanente connettivo della pa- pilla appunto pe]"che esso iion contiene elementi cellulari, ma e percorso soltanto dai prolangamenti fra loro paralleli degli odon- toblasti. Tanto nella parte di citoplasma che circonda il nucleo, clie nel proluiigamento protoplasmafcico, sin nel suo tratto piu distale assottigliato (vedi fig. 1) erano nei miei preparati apprezzabili dei filamenti lisci, di calibro uniforme, tortuosi, intensamente colorati daU'ematossilina ; questi nella parte perinucleare erano avvolti in una piccola raatassa ; nel tratto distale erano diretti lungo I'asse del prolungamento. JSTei prolungamenti piii esili di cui abbiamo fatto cenno, questi filamenti, che possiamo fin d'ora deflnire come con- drioconti, non erano apprezzabili. In prossimita del vertice della papilla, dove e gia costituita la membrana preformativa, gli odontoblasti vanno diventando grada- tamente piii voluminosi e vanno acquistando mi aspetto chiara- mente epiteliale. Essi appaiono in forma di cellule cilindriche o glo- bose con citoplasma abbondante, che alia loro estremita distale pos- siedono numerosi prolungamenti brevi e sottili, i quali si inserisco- no alia membrana basale deU'epitelio dello smalto. SuUe forme di transizione fra questi odontoblasti cilindrici o quelli con prolungamenti ramiflcati, non mi sembra sia qui il luogo di insistere ; anche in queste forme di transizione si distinguono dei condrioconti tortuosi ed intrecciati, ma in numero ancora relativa- mente limitato. In corrispondenza dell'apice della papilla, ove esi- ste gia una spessa membrana preformativa, gli odontoblasti hanno una forma cilindrica o globosa; per lo studio citologico degli odon- toblasti che si trovano a questo stadio di sviluppo, si presta megUo un feto di bue di cm. 14. In questo feto la membrana preformativa ha uno spessore mag- giore ed e ancor piii inflltrata di sail calcarei dell'abbozzo dentario sopra descritto. I voluminosi odontoblasti situati in corrispondenza di quella porzione di membrana preformativa che e sul punto di infiltrarsi, hanno una forma cilindrica (vedi fig. 2) e posseggono un nucleo ovale, situato nella parte basale della cellula, la loro estre- mita periferica si trova in intimo contatto con la faccia interna della membrana preformativa. Ma il citoplasma di queste cellule non si arresta in quel punto, poiche da ciascuna di esse si distacca un prolungamento protopla- smatico (non visibile nella fig. 2) destinato — come e noto — ad insinuarsi neli' apposite canale scavato nella membrana preformativa- - 126 - NelFabbondante citoplasma di questi elementi si trovano dei condrioconti piattosto brevi (vedi fig. 2), incrociantisi in varie di- rezioni, in numero di gran lunga maggiore che nello stadio antece- dentemenfce descritto. Questi filamenti sono uniformemente distri- buiti in tutto il citoplasma: se essi si estendono anche al prolun- gamento protoplasmatico, il quale attraversa la membrana prefer- mativa non saprei per il memento afferraare, '^KH. . J Fig. 2. — Da nu iibbozzo dentario di ua fcto di Bos. t. di cm. 14. Epitelio interuo dcUo suialhj mombraua pret'ormativa, odontablaati e cellule maseucbimali della papilla dentaria. Fis8aziou(; coloraziouo e ingraudimeuto, come uella Fij;. 1. In qiianto agli elementi mesenchimali della polpa, questi non hanno particolarita citologiche molto caratteristiche ed hanno la ben nota costituzione delle cellule connettivali; tanto nel citopla- - 127 - sina perinucleare che nei proliingamenti vi sono condrioconti brevi e sinuosi: nei proiungamenti essi sono orientati lungo i'asse maggiore (V. fig. 2). Negli elementi cilindrici deU'epitelio interno dello smalfco, tanto in questo stadio che negli stadi antecedent! vi sono filamenti brevi in nnmero relativamente scarso, che credo di poter interpre- tare come condrioconti (fig. 1), ma la loro dimostrazione riesce con grande difficolta. VINGENZO BALDASSERONI Lombrichi della Tripolitania E vietata la ripiodiiKione. La piccola collezione illiistrata in questa nota e forraata da alcuni lombrichi raccolti in Tiipolitania dal capitano dott. Alfredo Andreini e dal dott. Ren at o Pampanini. Questi mi dono i lombrichi da lui raccolti a Tahruna, a Cnssabat ed al Garian nei mesi di marzo, aprile e maggio 1913, il capitano Andreini me ne invio da Misurata, ove era di presidio nei dicembre 1912. Ai due egregi raccoglitori mi e grato rivolgerc i miei piii sen- titi ringraziamenti. II materiale esaminato comprende un Megascolecide tipo di una nuova specie appartenente al gen. GordiocMlus, tre specie di Lvjn- bricidi^ ed alcuni esemplari indeterminabili. Fam. MEaASCOLECIDAE. 1900. — Megascolecidae. Michaelsen 3, pag. 120. Subfam. Ocnerodrilinae. Gordiodrilus Fampaninii n. sp. Loc. Tarhuna, Ras Neb. Nolle rupi. Leg. dr. R. Pampanini, 7 marzo 1913. Due soli esemplari adulti. C(',7-atteri este?iii. - 128 - LungUezza di esemplan mediocremente contratti in alcool, mm. 37, didmetro mm. 1.7. Segmenti in iiumero di 84-87. I segmenti precliteJliani presen- tano dal 4^ in poi evidentissimi due solchi circolari, ciie li rendono trianulati. Forma cilindrica brevemente attenuata alle due estremita. Colore (\[ esemplari in alcool, terreo, piu cupo al clitello. Prostomio proepilobo, con piccolo processo posteriore che incide assai poco profondamente il primo segmento. Setole strettamente geminate, talche aa > be, dd ^ 7-2 w- Le setole sono sigmoidi, liscie con nodulo poco rigonfio : hanno uguali dimension! in tutte le regioni del corpo. Clitello a sella esteso sui segmenti 13 — 19=7 molto rigonfio doj'salmente, delimitato sulla faccia ventrale dalla linea delle setole b. Due solchi seminali evidentissimi si estendono lungo la linea delle setole ventrali superiori nei tre segmenti 17-19 sopra due forti rigonfiaraenti. Aperture maschili, invisibili dall'esterno, nei solchi seminali al margine posteriore del 18° segmento. Aperture delle j^rostate invisibili dall'esterno, nei solchi seminali rispettivamente al 18° ed al 19° segmento. La disposizione reciproca delle apertui'e maschili e delle aperture delle prostate e identica a quella figurata dal Beddard per G. elegans (1). Aperture femminili al 14" segmento sulla linea delle setole ven- trali ; anch'esse invisibili liairesterno. Aperture delle spermcdeche agli mtersegmenti '/s ^^^ Vy nf^tta- mente visibili dall'esterno come due pori a forma d'occhiello. Tre paid di papille nella zona mediana ventrale dei segmeni 20, 21, 22 estese sin sugli intersegmenti -7211 '722? 'Vas- Quest] papille, assai sviluppate, sicche nell'animale visto di fianco si nc tano a colpo d' occhio come protuberanze ben marcate, sono \i ogni paio molto ravvicinate tra loro, e portano ciascuna al centre" una piccola area biancastra. Le prime due paia sono presenti in am- bedue gli esemplari nei segmenti 20 e 21, il terzo paio in un esemplare manca Caratteri intenii. Dissepimenti 7(;"79 niolto ispessiti. GJdandole salivari estese fino a tutto il 6'^ segmento. Ventriglio molto sviluppato che occupa il 7° segmento. Tasca esofagea imparl mediana ventrale al 9" segmento. Ouori in due paia nei segmenti 10° e 11". - 129 - Apparato riproduttore mascMle. I segmenti 10" ed 11" con- tengono ciascuno un paio di testicoli con i relativi padiglioni com- pletamente liberi: un paio di vescicole seminali in ciascuno dei seg- menti 10", 11°, 12°; di queste, quelle dell'ultimo paio sono le piii grandi, di forma globosa con superficie molto irregolare con profonde e nume- rose incisure. Prostate due paia; sono tubulari, molto allungate e sboc- cano aU'esterno con un breve canale muscolare di diametro molto minore di quelle del corpo della prostata. Le prostate del paio ante- riore sboccano al margine anteriore del 18°, si estendono all'indietro Alio a tutto 11 2V segmento e sono circa tre volte piii lunghe di quelle del paio posteriore che sboccano al 19° segmento. Apparato riproduttore femminile in posizione normale con ova7'i e tube degli ovidotti al 13" segmento. Spermateche due paia nei segmenti 8" e 9^. Le spermateche del segmento 8" sono piccolo piriforrai e sboccano aU'esterno con lungo canalicolo muscolare molto sottile ; quelle del 9" segmento sono pill grandi, massiccie, globulari a superficie irregolare sboc- cano anch' esse all' esterno con un lungo e sottile canale musco- lare: tanto le une che le altre mancano di diverticoli. Osservazmii. Go7 diodrilus Pampaninii per la presenza di un ventriglio mu- scolare e per la forma delle spermateche si riavvicina a G. robustus Beddard, dal quale e pero nettamente distinto per la disposizione delle setole, per la posizione ed estensione del clitello. Per la presenza di papille nella zona mediana ventrale dei seg- menti 20, 21, 22 puo ricordare G. pajnllatus Beddard (2), nel quale papille consimili sono state segnalate nei segmenti 24, 25, 26 ; ma da questa specie G. Pamp)aninii e perfettamente distinto per molti carat teri. Le specie di Gordiodrilus sinora note sono tutte (cfr. Micha- el sen 6), tranne due G. dominicensis Bedd : (1) e G. travanvoren- sis Michaelsen (5), della regione etiopica, e si puo ritenere giusta- mente Gordiodrilus come un genere indigeno dell' Africa tropicale ; oiitle non e senza interesse I'averne potuto segnalare la presenza sulle coste mediterranee dell' Africa. Fam. Lumbricidae 1900. — Lumbricidae. Michaelsen 3, pag. 470. 1910. — Lumbricidae. Michaelsen 4, pag. 2. - 130 -^ Helochilus {Eiseniella) tetraedrus (Sav). typicus. Loc. Tarhuna, leg. Dr. R. Pampanini. Quattro esemplari adulti. Helodrilus {Eisema) roseus (Sav). Loc. Misurafca, leg. Dr. A. Andrei ni. Tarhuna (Ain Scier- sciara, Abrar Milgah, Uadi Msaaba, Uadi Daunj, Garian (Ain Da- mura, Uadi Garian), leg. Dr. R. Pampanini. Numerosissimi esemplari giovani ed adulti. Di questa specie diffusissima ho avuto anche 4 esemplari daU'Oasi di Biskra in Al- geria. Helodrilus (AUolobophora) caliginosus (Sav). f. trapezoides (Ant. Dug). Loc. Misurata, leg. Dr. A. Andreini. Tarhuna (Ain Scier- sciara, Uadi Msaaba, Uadi Daun, Uadi Saria), Garian (Ain Damura, Uadi Garian), Cussabat (Uadi Zafiania), leg. Dr. R. Pampanini. Numerosissimi esemplari adulti. Bat Lahoratorio di zoologia degli Invertehi'ati del R. Istituto di Studi S'Uperiori in Firenze. Luglio 1913. Lavori citati. 1. Bed (lard, F. E. — Ou a new Genus of Oligochaeta, comprising Five new Specie belonging to the family Ocnerodrilidao. — Ann. Mag. Nat. Hist. Her. 6 Vol. 10, lS'J:i. 2. Id. — Ou some Earthworms from British. East. Africa, and ou the spermatophores of Polj'to- reutus and Stulilmania. — Proc. Zool. tioc. London. Aj)nl. 16, 1901. 3. Michaelsen W. — Oligochaeta iu « Das Tierreich » Lief. 10, 1900. 4. Id. — Znr Kenntnis der Lumbriciden uud ilirer Verbreitung. — Ann. Man. Zool. Acad. Imp. Sc. St. Petersboury. T. 1.5, 1910. 5. Id. — Die Oligochiitenfauua dor vorderiudisch-eeylonischeu liogiou. — Al/h. Natur. Ver. Ham- burg. Bd. 19. Heft. 5. 6. Id. — Oligochaota von tropischeii und subtropischen Afrika. — liiologica. Heft 07-68, 19121913. - 131 DALL'iSTITUTO DI ANATOMIA UMANA NORMALE DELLA R. UNIVERSITA DI PALERMO DIRETTO DAL PROF. R. VERSARI Sui fenomeni di plastorexi e di plastolisi riscontrabili nel processo di involuzione del pronefro negii Anfibi NoTA PREVENTiVA PER EMERIGO LUNA, Aiuto e Prof. inc. di Istologia generale t) vietata la riproduzioue Molto limitate sono le nostre conoscenze sulle alterazioni alle quali vanno incontro le formazioni plastosomiali. Ricordo le ricerche di Romeis (^) sugli spermi di Ascaris me- galocephala ed il reperto di questo A. concernente fatti di con- driclisi nei plastosomi fuoriusciti dal corpo cellulare. D'Agata (^) ha studiato il modo di comportarsi dei plastosomi nelle infezioni sperimentali ed anche Ciaccio C) ha trovato nelle cellule dei plessi coroidei di coiiigli sottoposti ad intossicazioni ed infezioni speri- mentali notevoli modificazioni dei plastosomi. Studiando lo sviluppo dei plastosomi nelle larve di Bufo vul- garis, ho notato nelle cellule del pronefro in via di regressione al- cune particolarita che riassumo brevemente. Cora'e note, il pronefro negli aiiflbi e destinato a scomparire gia nello stadio larvale, per essere sostituito dal raesonefro, ed in uno stesso individuo e spesso facile osservare elementi del prone- fro tanto in plena attivita, quanto in via di regressione ed elementi del mesonefro in via di sviluppo od anche funzionanti. I canalicoli in regressione del pronefro si presentano alle volte di ampiezza molto superiore al normal e ed in tal case gli elementi 0) Romeis. — Beobachtungen ueber Degeneratioiiserscheinungeu von Chondiiosoraen, — Arch. /. mikr. Anat. Bd. SO, H. 4, 1912. (■•') D'Agata. — Sulla genesi del grasso e sulle modificazioni dell'apparato mitocondriale nel- I'iutossicazioue difterica. — Intern. Alonatssehrift, f. Anat. u. Fhys. Bd. 29, 1912. (') Ciaccio. — Beitrag zur celluliiren Pliysiopathologie der Plexus chorioidei ; Beitr. zur Path. Anat. Bd. 55, 1913. - 132 - cellulari che li tappezzano sono molto appiattiti ; quando I'ainpiezza del canale e normale, le cellule di rivestimento hanno generalmente I'altezza ordiilaria. L'aspetto di tali cellule (*) e estremaraente variabile in rapporto con il grade piii o meno avanzato del processo involutivo. In al- cune i plastosomi sono ancora in grande quantita e prevalente- mente situati verso la base della cellula ; essi hanno forma di gra- nuli e di piccoli bastoncini. In altre cellule i plastosomi formano un mucchio granulare disposto da un lato del nucleo : spesso e impossibile distinguere i singoli granuli, sicche essi, insieme riuniti, forma,no una massa mol- to compatta la quale spicca sul resto del protoplasma, completa- raente scolorato ed omogeneo. II mucchio dei plastosomi, specialmente nelle cellule basse dei canalicoli ampi, avvolge talora tutto il contorno del nucleo, attorno al quale forma come un alone granulare che si perde insensibil- mente nel protoplasma vicino ; talora invece di un alone compatto perinucleare si hanno due mucchi disposti ai due poll del nucleo allungato. In alcune cellule si ha un mucchio granulare addossato ad un lato del nucleo; fra i granuli si riconoscono anche dei filamenti piii 0 meno tortuosi, i quali possono anche allontanarsi dal muc- chio principale e perdersi con volute piii o meno ample ed irrego- lari nel citoplasma vicino; talvolta si ha addirittura una massa com- patta di filamenti aggrovigliati, piu o meno lunghi, ed in mezzo ad essi granuli piij o meno grossi e qualche formazione ad anello. In qualcune delle cellule che tappezzano i canalicoli in via di involuzione si riconosce ancora un orlo a spazzola molto rudimen- tale ; in questo case pero I'alterazione dei plastosomi non e mai di grado avanzato. E finahiiente nelle ultimo fasi del processo involutivo il pro- toplasma acquista un aspetto alveolare ed i plastosomi scomi)aiono 0 sono ridotti a qualche rare granule. In tali casi generalmente il nucleolo non si lascia piii colorare daU'ematossihna. Per completare la descrizione dei canalicoli del pronefro in via di regressione, ricordero che spesso il lume di detti canaHcoH e pie- no di blocchi intensamente colorati daU'euuitossilina, senza alcuna struttura, e talvolta anche da elementi cellulari in via di involu- zione. (') Le cellule che tappezzano i caiinli<'(>li del pronefro ancora fnnziouanlc liaiino nid perioilo di riposo la caratteristica struttura dolle cellule a liastoKcino, mentre nel periodo di attivita secretoria la struttura bacillarc c piii o mouo modilicata. - 133 - RiassLimendo quindi, nell' involuzione del pronefro si hanno a carico delle cellule che tappezzano i canalicoli iiotevoli modifica- zioiii dei plastosoini, che vanno dalla semplice disgiegazione dei ba- stoncini (plastoiexi) alia loro trasformazione in granuli, ed alia riu- iiiotie di quest! ulLiiiii in masse compatte, dope di che si airiva alia ioi'o scomparsa piu o meno completa (plastolisi). Quest'ultinia fase coincide con la raorte deU'elemento cellulare. Giugno 1913. h STITUTO 1)1 ANATOMIA NORMALE DKLLA R. SCUOLA VETERINARIA DI TORINO DIRETTO DAL I'ROF. U. ZIMMERL DoTT. CAMILLO MOBILIO, Aiuto e Prof, inc. d'lstologia Anomalia deH'otricolo prostatico in un Equus asinus (Con 1 flgura) J; vietata la riprodnzione II 4 marzo 1913, fu portato a questa Scuola un asinello, da servire per le esercitazioni chirurgiche e poi anatomiche. L'asino aveva I'eta di circa 22 anni ed era di piccola taglia, avendo un peso vivo di 110 kg. soltanto. Poiche trattavasi di uno Stallone, io aveva pregato il Profes- sore di Chirurgia di far esercitare gli studenti sugli organi genitali di un solo lato, e lasciare intatto il testicolo ed il cordone testi- colare dell'altro, affinche avessi potuto poi fare la dimostrazione del canale inguinale. Gentilmente, il Prof, di Chirurgia mi fece conservare illeso il lato destro, e cosi io mi accinsi a preparare gli organi genitali, per la dimostrazione didattica. Non appena ebbi guardato in avanti della cavita del bacino, la mia attenzione fa attratta dalla presenza di un organo non mai da me altra volta visto, onde mi diedi ad osservarlo attentamente. - 134 - Si trattava deU'otricolo prostatico, in questo caso anomalo, e die ora vengo brevemente a descrivere, poiche 11 caso mi sembra abbastanza interessante, sia dal punto di vista anatpmico che, e pill, da quello embriologico, e quindi paniii meriti di essere illustrato. In mezzo alia piega uro-genitale (fig. I), piii ampia del soli to, trovasi Totricolo prostatico (o. pr.). Questo, giunto presso il mar- gine anteriore della detta piega peritoneale, s' incurva iin poco a sinistra e s'immette in uii altro grosso canale, formate di due branche continue, una destra I'altra sinistra. Ciascuna branca volge lateralniente, in avanti della cavita del bacino, raggiunge I'anello inguinale superiore, e quivi penetra, per scendere nel canale inguinale. Dopo un percorso di circa 3 cm. in questo condotto, si restringe a cono, e poi si continua, niolto ridotto nel suo diametro, lungo il margine posteriore del canale deferente (c. d.). Con questo trovasi avvolto dal foglietto viscerale della vaginale. La branca deU'otricolo prostatico giunge cosi alia coda dell'epi- didimo, si coUoca suUa estremita posteriore di questa, tra le anse del canale dell'epididimo e I'albuginea; scorre ancora, serpentine, tra le dette parti, portandosi in corrispondenza del margine esterno del corpo deU'epididimo, e, finalmente, si tormina presso la testa del medesimo, e propriamente 4 cm. prima di raggiungere 1' appendix testis od idatide sessile. L'estremo terminale si rigonfia leggermente ed ha la forma di un seme di mellone. II mode di comportarsi di ciascuna branca deU'otricolo prosta- tico e identico sia a desti'a che a sinistra. In quest'ultimo lato ho potuto compiere accuratarnente le mie osservazioni, come a destra, poiche il testicolo asportato, mediante ki castrazione (insieme col- I'epididimo e parte del cordone testicolare), mi e stato date dal prof. Ghisleni, a cui rendo sentite e pubbliche grazie. II corpo deU'otricolo prostatico e lungo 16 cm. ; il suo diame- tro e in media di 5 mm., ma si assottiglia qua e la e, prima di continuarsi nolle branche lateral!, si riduce ad un diametro di 3 mm. Ciascuna branca, appena originata, ha un diametro di 9 mm. Prima di arrivare all'anello inguinale superiore si rigonfia, fine a raggiungere un diametro di 14 mm., poi si restringe fine a 10 mm., e finalmente si assottiglia a cono, come abbiamo gia detto. II ca- nale che continua I'apice del cavo conico ha un diametro di 3 mm., e tale, su per giia, si mantiene fine alia sua terminazione. Questa e leggermente ingi'ossata. - 135 - L'otricolo prostatico, quale I'abbiamo ora descritto, e tutto pieno di liquido citrino, limpido. Fotografia dell'Otricolo prostatico aiiomalo di equus asinus (i, 5 della grandezza natiirale). O, pr., cor- po deH'otricolo prostastico ; 0. pr'., sua branca destra ; o. pr.", sua brauca sinistra, sezionata in seguito alia castrazione ; c.d., c.d., c.d., canale deferente : c.ep., coda dell'epididimo ; t. ep., testa del medesinio ; a. t., appendix tvstis ; T., testicolo ; a. c.d., a. c.d., ampolla dei oauali deferenti ; Y. gp., V. sp., vescicola spermatica ; pr., prostata; a.i., auello inguinale superiore. - 136 - In esso non si trova alcun nemasperma. Tutte le parti genitali sono completamente e norraalmente svi- luppate. L'appendice testicolare esiste d'ambo i lati, suU'estremita an- fceriore del testicolo, subito al disotto deirangolo tia quesfco e la testa dell'epididimo. Ha una larga base, ovale, diietta trasversal- mente, lunga, a destia, 7 mm. e larga 5; a sinistra 10 e larga 7 mm. L'appendice del testicolo appare frangiata e si solleva, suU'e- stremita anteriore del testicolo, di 2 mm. L'anomalia ora descritta, a parte I'evidente importanza anato- mica, puo anche esser utile in rapporto alia chirurgia e, piu di tutto, ha molto valore dal punto di vista embriologico. Per la chirurgia puo avere un certo interesse, poiche, se mai un caso simile si presentasse durante la castrazione, il Chirurgo potrebbe spiegarsi I'apparente duplicita del canale deferente, ed inol- tre potrebbe darsi ragione della fuoruscita, in quantita non trascu- rabile, di liquido sieroso che verrebbe fuori dopo il taglio della por- zione posteriore del cordone testicolare (^). In riguardo alia questione embriologica, credo non vi sia alcun dubbio che l'anomalia in discorso debba spiegarsi con la mancata obhterazione e scomparsa del canale di Miiller. E ormai generalmente ammesso che il canale di Miiller, men- tre si at]ofizza per la maggior parte della sua estensione, permane (quasi sempre negli equidi) con la sua estremita orale, formando cosi Yappendix testis od idatide sessile di Morgagni, e cosi pure con la sua estremita caudale, che da luogo, unendosi con quella dell'altro lato, all'otricolo prostatico. Nel caso dell'asino di cui parliamo, invece, i canali di Miiller, che prima avevano la loro estremita orale nella regione sottolom- bare, ciascuno presso il rene primitivo e la ghiandola genitale del proprio lato, hanno seguito il testicolo corrispondente nella regione delle borse scrotali, senza subire la solita atrofia della parte me- diana. La persistenza dei canali di Miiller pero, nel caso nosU'o, neanche puo dirsi completa, poiche una piccola parte e scomparsa, essendo I'estreraita orale di essi medesimi, rappresentata dall' ap- (1) Al dott. A. Mensa* il quale fece la dimostiazione pratica della castrazione nell' asiuo che mo- strava la preseute aiioiualia, uapitA appunto di riuiauere iiui)ressionato dalla presenza di uu appa- reiite doppio canale deferente e dalla fuoruscita di liquido sieioso, dopo il taglio della poizione po- steriore del cordone testicolare. Y-'^W si raostro lietissiiuo di essersi potuto spiegare la cosa, quando io lo iuvitai a vedere l'anomalia clie, almeno da uu lato, uii aveva conservata intatta. - 137 - pendix testis, rimasta divisa dal rimanente, per un tratto di circa 4 cm. Possiamo concludere, dunque, che si tratta della persistenza quasi completa dei canali di Miiller. f « « * Con'jpiendo le opportune ricerche bibliograflche, ho potuto ap- prendere clie I'anomalia di cui abbiamo flnora parlato ricorda al- cuni casi descritti da Goubaux, comunicati alia societa Biologica di Parigi e riportati da Ercolani C). L'Ercolani traduce: " 11 10 gennaio 1845 trovai, dice il Gou- baux, in un cavallo la vescicola rnediana nella sua forma normale; ma 11 suo fondo si prolungava in avanti per mezzo di un canale, che aveva di tanto in tanto dei rigonfiamenti che erano pieni di un liquido mucoso di colore citrine. Questo prolungamento della vescicola accompagnava il canale deferente sinistro fine al tragetto inguinale. Non aveva alcuna co- municazione ne col testicolo ne col canale deferente, e terminava in un cul di sacco. Nel 1853 ha osservato " La vescicola mezzana ha il volume d'ana penna ordinaria ed in alcuni punti anche piii esteso ; e lunga 0'" 27. Alia sua estremita anteriore essa si continua a dritta ed a sinistra in un canale che ha piii del doppio del suo volume. Ognuno di questi canah, lungo O*" 89 segue il bordo libero di una specie di me- senterio costante ; poi si rivolgono uno a dritta I'altro a sinistra ; seguono la parte anteriore del canale deferente del lato corrispon- dente e dopo essere passati alia faccia interna del testicolo, terminano in un cul di sacco verso la coda deU'epididimo (?). Questi canali non hanno un calibre uniforme : ove sono piu ristretti hanno il diame- tro di una penna ordinaria, ove sono piii grossi quello di un dito indice umano. Contengono un liquido muccoso secondo I'analisi di Lasaigne. Nello spessore delle pareti questi canali mostrano fibre muscolari. L'A. crede che tatti questi fatti lo autorizzino a riguar- dare la vescicola mezzana di Bourgelat come I'analogo dei canali di (') Ercolaui. — Oijuscoli di Veterluaria. 42" volume Bologna, (iiornale di Medici na Veterinaria. — Ricerche anatomiche e iisiologiehe suUa struttura e fuuzione della vescichetta semiuale iiiediana di Bourgelat — Utero maschile di "Weber — Aggiunta alia predetta memoria. (Ercolani atferma che I'otricolo postatico fu scoverto, nel 1769 da Bourgelat, fondatore delle scuole Veterinarie, e laiiieuta, giustamente, che nesauno lo ricorda. Weber studi6 I'otricolo proata- tlco uol 1830). - 138 - Gaerthner nella femmina, o in altri termini, come i residui dei ca- nali escretori dei corpi di AVolf „ „. L'Ercolani scrive ancora : " Aggiungo per ultimo che io non riportai gl'insegnamenCi del Vitet (Medic. Veterin. tomo I, pag. 634) perche mi parvero piii un' immaginazione che una descrizione. Ora il Goubaux non afferma ma sospetta una analogia fra la di lui auomalia e quanto descrive il Vitet come normale, onde anche gli insegnamenti di questo autore meritano di essere conosciuti i da chi volesse ritentare di rinvenire le anomalie descritte dal ! Goubaux, cosa che io propongo di fare. II Vitet pertanto 1 cosi lascio scritto : " La vescicola mezzana ha la circonferenza ! di '< un ])onice e mezzo, e collocata fra le estremita dei canali deferenti, ' la sua mole negli stalloni uguaglia alcune volte quella delle vesci- cole seminali, essa degenera in un condotto che scorre lungo la doc- cia delle prostate e 8'apre in mezzo al canale dell'uretra un po' al davanti dei canali deferenti. La vescicola contiene un umore piu limpido di quelle contenuto nei canali deferenti. Questo umore viene da un condotto che s'imbocca nella estremita superiore della vesci- cola, il quale condotto avvicinasi al canale deferente, nel luogo dove questo acquista raaggior volume, segue il cordone spermatico destro, per andare a terminare al testicolo dello stesso lato ; per questo Jl la vescicola riceve I'umore suo contenuto dal testicolo „ „. Per quest'ultima affermazione, 1' Ercolani aveva ben ragione di far le sue meraviglie. Io credo pero che il Vitet, volendo descrivere I'otricolo pro- statico, ne abbia fatta la preparazione in un solo equido, e, combi- nazione, si sia irabattuto in un'anomalia, e I'abbia creduta condi- zione anatomica normale. Di queste combinazioni (io ne ricordo parecchie) succedevano non infrequentemente ai primi Anatomici veterinari. Riguardo all'affermazione del Vitet che " la vescicola riceve I'umore suo contenuto dal testicolo „, io penso che egli, avendo visto che il prolungamento dell'otricolo prostatico (solo a destra) si affondava sotto I'albuginea dell'epididimo (ricordando cosi I'anomalia ; da noi descritta), abbia imraaginato che penetrasse nel testicolo, prendendone I'umore. Oppure, e forse il fatto e piii attendibile, si sia imbattuto in un caso di persistenza completa, unilaterale, del canale di MuUer. In questo caso I'A. avrebbe visto il prolungamento dell'otricolo prostatico continuarsi fino nWcqjj^endix testis, impiantata suH'estremita anteriore del testicolo, e di qui la curiosissima per quanto strana sua credenza. - 139 - Tra gli altri nostri animali domestici, un caso analogo a quello da me descritto e statu ricordato da Leuckart nel caprone, giu- sto quanto riporta il Testut. Questo anatoniico scrisse : " Leu- ckart ha pure osservato nel caprone un canale mediano, il quale ad. una certa distanza dall'uretra, si divideva in due branche diver- genti che risalivano in seguito fino aU'epididimo (') „. II Testut non da I'indicazione bibliografica della pubblicazione del Leuckart. lo credo che il caso anomalo sia descritto nel se- guente teste: Leuckart. Zur Morphologie und Anatomie des Ge- schlechtsorgane. Gottinger Studien 1847, Erste Abtheilung. Matema- tische und naturwissen Abhandlungen. Redigirt von dott. Aug. Ber- nhard Krische, prof, in Gottingen. Ma, non ostante che abbia fatto ricerche nelle biblioteche di questa citta ed abbia scritto a parecchie biblioteche universitarie del Regno, tale teste non mi e riuscito di consultarlo. Nel castoro, come scrive anche il Testut nel loco citato, " I'o- tricolo e rappresentato da due canali a fondo cieco, che si esten- dono dall'uretra fino al testicolo „, quindi I'anomalia descritta nel- I'asino ricorda, sebbene non esattamente, la condizione normale che notasi in detto roditore. Nell'uomo sono stati descritti parecchi casi di persistenza del canale di Miiller, e la letteratura che riguarda tale argomento tro- vasi, quasi completa, nella pregevole memoria del Valenti (^). Ora, prima di por termine alia presente monografia, credo utile fare un breve cenno sulla forma dell'epitelio che riveste la mucosa dell'otricolo prostatico, sia per accennare a quella che ho vista nel- I'otricolo anomalo descritto e sia per cercare di spiegare i dispa- reri che esistono su tale argomento negli equidi, non ostante che siano pochissimi quelli che ne hanno tenuto parola, e cioe : 1** L'Ercolani (^) dice che la mucosa e " munita di un deli- cato strato epiteliale pavimentoso „, e, facilmente, intende parlare di epitelio pavimentoso semplice. 2° II Brettauer " nell'utero maschile del cavallo, rinvenne epitelio cilindrico vibratile „ [Balli (■*)], (') L. Tea tut. — Trattato di aiiatoruia uiuaua. Vol. Ill, apparato uro-genitale. Trad, del dott. (liuseppe Sperino, pag. 101. Torino iH'JC. (-) G. Valenti. — Caiiale ntero vaginale in rapporto con geiiitali mascLili normalmente svilup- pati. — R. Accademia delle Scienze dcW Istituto di Bologna, Toino IV, serie VI, 1907. (3) Ei'colani. — Loc. cit, (1) R. Balli. — Organi rudimentali dei genitali maschili. — Tesi di libera docenza. Modena 1908. - 140 - 30 II Bossi C) scrive : " La mucosa deH'otricolo prostatico e provvista di un basso epitelio ciliiidrico semplice, con cellule di sostituzione e di piccole glandole tubulari semplici „. lo, per lo scopo predetto, ho potuto avere parecchi otricoli prostatic! di cavalli, asini e muli, dell'eta variabile da 6 a 30 anni, Tutti questi animali erano gia castrati, da piii o meno lungo tempo. Per la tecnica seguita, non diro altro die ho fatto I'inclusione in parafflna e le colorazioni con i metodi piii comuni. Ho potuto convincermi che si tratta di un epitelio polimorfo : L'epitelio che ordinariamente si osserva e quelle prismatico semplice. Frequentemente, pero, le cellule appaiono piuttosto basse e quindi trattasi di epitelio con cellule cubiche. Talvolta gli elementi sono piatti e non vi e dubbio che, in alcuni punti, l'epitelio e pavimentoso semplice. Si nota, qua e la, anche qualche tratto in cui l'epitelio e stra- tificato, talvolta pavimentoso, tal'altra prismatico. NeH'otricolo anomalo descritto, io non ho potuto compiere un esame inolto accurate, perche, quando mi sono accorto dall'anoma- lia, era gi^ passato alcun tempo dalla morte dell'animale, e quindi gli elementi erano in via di disfacimento. ■Dall'esame di qualche punto, tuttavia, in cui le cellule sono discretamente conservate, ho potuto stabilire che l'epitelio e pri smatico semplice, con le cellule molto alte e quasi fusiformi. La parete ha la stessa struttura di quella deU'orricolo normale^ e solo si nota che le ghiandole tubulari semplici sono molto rare' Abbiamo detto che I'epiteho di rivestimento della mucosa del- Totricolo prostatico e polimorfo. Pero non ci nascondiamo che il nostro studio e molto incom- plete, poiche abbiamo avuto occasione di esaminare I'otricolo di animali castrati. Percio, potrebbe darsi che le variazioni notate fossero in relazione alle conseguenze dell'asportazione delle ghian- dole sessuali. L'argomento merita, dunque, migliore trattazione, ed io mi propongo di ritornarvi sopra, qualora mi sara possibile avere otri- coli prostatici di animali non castrati ed a diverse periodo di eta. Non ho creduto utile, pero, ritardare la pubblicazione della pre- sente monografia, poiche occorrono certamente parecchi anni prima di riuscire ad avere il materiale opportune, di cui ho fatto cenno. (1) V. Bossi. — Trattato di anatomia veteriuaiia. — Vol. II, pag. 868, C. Ed. dutt. Fr. Yal lardi. Milano i9H. I GosiMO Gherubini, Amministratore-responsabile. Firenze, 1913. — Tip. L. Niccolai, Via Faenza, 52 r MonitoFe Zoologieo Italiano (Pubblicazioni Italiane di Zooiogia, Aiiatomia, Embriologia) Organo ufficiaie della Unione Zoologica Italiana DIUKTTO I) A I DOTTOill GIULIO GHIARUGI EU6ENI0 FICALBI Prof, di Anatoiuia iiuiaiia Prof, di Auatomia cotui). e Zooiogia uel R. letituto di Stiuli Siipur. iu Fireuze iweila li. Uuiversita di Pisa Ufficio di Direzione ed Amministrazioue: Isf.itnf.o Auatomico, Firenze. 12 numeri aU'anno — Abbuonarneuto annuo L. 15. XXIV Anno Firenze, Luglio 1913. N. *?. SOMMARIO: CoMUNiCAZioNi ORiGiNALi: Buschi G., Contribuzione alia cono- scenza della istogenesi doiraorta umana. Nota proventiva. (Con tav. IX-X). — Malaguzzi-Valeri R., Di un caso d'articolazione costo clavicolare. (Con 2 ligure). — Pag. 141-156. SuNTi E RivisTK : Biondi C, Sulla flna anatoraia dei gangli annessi al simpatieo craniano nell'uomo. — Pag. 157 158. PeRSONALE UNIVERSITARIO. Pag. 159-160. Avvertenza Delle Comunicazioni Originali che si ])nl)l)lic;nio nel Monilore Zoologieo Italiano e vietata la riproduzione. COMUNICAZIONI ORIGINALI RR. ISTITUTI CLINICI DI PE RFEZ 1 0 N AME NT 0 IN MILANO ISTITUTO ANATOMICO DIRETTO DAL PROF. F. LIVINI DoTT. GIUSEPPE BUSCHI, Aiuto Contribuzione alia conoscenza della istogenesi dell'aorta umana Nota preventiva. (Con tav. IX-X). E vietata la riproduzione. Nel corso di alcuni studi suiristogenesi dei vasi, ho osservato una parbicolarita di struttura dell' aorta umana, che mi sembra - 142 - meritevole di essere singolarmente illustrata. Essa si osserva nel punto di origine dei rami collaterali e terminali dell'aorta. — Le presenti osservazioni riguardano principalmente Torigine delle inter- costali e la divisione dell' aorta nelle iliache primitive ; qualcbe osservazione e stata fatta anche aU'origine dei grossi vasi del collo e dell'arto superiore (tronco brachio-cefalico, carotide primitiva e succlavia sinistra), della renale e della sacrale media. II materiale di studio e costituito da 14 tra embrioni e feti umani di diversa lunghezza (da un rainimo di m/m 54 a un massimo di cm. 54), ed inoltre da bambini e adulti di diversa eta (dai 2 ai 78 anni). Per ben comprendere quel che diro, e necessario premettere alcuni cenni suUa struttura dell'aorta nel feto e nell'adulto, e sopra- tutto sul modo di comportarsi della limitante elastica interna. In quattro embrioni (v. fig. 1 e 2) — la cui lunghezza totale mi- surava rispettivamente m/m 54, 60, 75, 82 — I'aorta e costituita dall'endotelio e piii all'esterno da tessuto connettivo ricco di cellule allungate a grande asse trasversale. Le fibre elastiche sono sotto forma di una rete, le cui maglie quadrangolari negli embrioni piu giovani, si allungano e divengono romboidali col procedere dello sviluppo. — Devesi pero rilevare che, in tutti questi embrioni, nella parte piia interna le lamelle elastiche sono molto piii addossate e tendono a formare una limibante unica. L'aorta dell'embrione di m/m 82, che mostra la limitante interna abbastanza ben formata solo nel torace, ma non neiraddome, dove e visibile solo nella parete anteriore, co- stituisce gia uno stadio di passaggio. L'avventizia si corapone di cellule connettive con scarsissime fibre elastiche circolari. In stadi ulteriori (cm. 11, 13, 15, 21) si forma una vera hmi* tante interna, che in sezione appare come una linea circolare con- tinua, gi'ossa, unica e fortemente festonata. La media risulta di ceUule muscolari lisce e di fibre elastiche ondulate, frequentemente anastomizzate fra di lore. L'avventizia mostra una maggior ric- chezza di fibre elastiche a orientazione generalmente circolare. In feti ancora piii avanzati nello sviluppo (cm. 28, 32, 39) si rende bene evidente un fatto, che si incomincia a notare nel feto dii 21 cm. dello stadio precedente : voglio dire la formazione di uno straterello connettivale con fibre elastiche fra la limitante interna e I'endotelio ; mentre che la media mostra un notevole accrescimento dei suoi elementi muscolari ed elastici, l'avventizia si provvede di un doppio strato di fibre elastiche : longitudinale interne ; circolare, e- sterno. - us - In feti di 42, 47, 49, 54 cm., la limitante interna, molto in- grossata, di spessore ineguale, non e piu una membrana unica, re- golare, ma e sdoppiata per tratbi piu o meno Innghi. Le festona- ture, cosi manifeste nei feti degli stadi precedenti, sono poche e poco accentuate. Contemporaneamente si ingrossa lo strato di tessuto con- nettivo con fibre elastiche tra I'endotelio e la limitante interna, e un altro si differenzia chiaramente tra quest'ujtima e le cellule muscolari della media. Pii^i complicata si presenta la struttui'a nelTadulto, per il grande sviluppo che hanno preso tutte le tuniche e specialmente I'intima. Numerosi lavori sono stati pubblicati a questo proposito, e, seb- bene le opinioni non siano perfettamente concordi, non e ora mia intenzione occuparmi diffusamente della questione. Diro solo, tanto per intenderci, che io ammetto come intima tutto quelle che si trova all'interno delle cellule muscolari lisce, coUe fibre elastiche ad esse frammiste, della tunica media. Tale limite e abbastanza chiaro col metodo di Van Gieson, che colora molto piii viva- raente in rosso I'intima che la media e specialmente il limite tra queste due tuniche. Anche la colorazione delle fibre elastiche serve abbastanza bene, perche le fibre della media piia grosse spiccano su quelle piir esili dell'intima. Pero, come ho detto, aH'origine delle collaterali 1' aorta modi- fica piij 0 meno la sua struttura. La modificazione consiste essen- zialmente nella prohferazione, talora molto cospicua, sempre bene evidente, di un tessuto, compreso tra I'endotelio e le cellule mu- scolari circolari della media. Non tutti i m.etodi si prestano ugual- mente bene alio studio di tale formazione; essendo quasi indispen- sabile mettere in evidenza le fibre elastiche, la colorazione che a me ha date i mighori risultati e stata quella dell'orceina acida (for- nuila Livini), combinata con un colore nucleare, carminio boracico 0 bleu policromo di Unna. Premesso come abbiamo visto, che la struttura dell'aorta varia secondo I'eta dell'individuo, prendero come tipo, per la descrizione che ora faro, il feto di 11 cm. Colorando le fibre elastiche, si osserva (y. fig. 3) che la limitante elastica interna, che in sezione apparisce in forma di una linea continua e regolare, giunta in corrispondenza deU'origine di una intercostale, perde questi caratteri e si divide, SI sfiocca, per cosi dire, in una grande quantita di fibre e fibrille. Queste fibre non si comportano tutte nella stessa maniera, ve ne son delle grosse e delle esili, delle flessuose e delle rettilinee, di luughezza variabile, ma sempre piuttosto brevi. — 144 — Esternamente ad esse si scorgono le fibre elastiche della me- dia, che s' inteiTompono bruscamente per dar passaggio alia colla- terale. Colorando con ematossiJina-eosina, si mette in evidenza I'endo- telio, costituito da un solo strato di cellule alquanto appiattite, sotto al quale si trovano in scarsa quantita cellule connettive con nuclei piu o meno allungati e piu esternamente le cellule muscolari lisce della media, disposte come di norma. II metodo del van Gie- son, quando queste formazioni raggiungono un certo volume, le colora distintamente in rosso. II tratto della parete posteriore dell' aorta, compreso tra lo sbocco delle intercostali, offre da ambo i lati modincazioni uguali a quelle gia accennate. La limitante interna sotti) forma di linea continua o non e visibile in questo tratto, o solamente nella parte centrale, Pero, seguendo il vaso collaterale, si osserva che ben presto la limitante elastica ritorna a presentare i soliti suoi caratteri. Questo modo di comportarsi dell'aorta, come ben si rileva osser- vando un gran numero di sezioni, comprende tutto all' ingiro lo sbocco deir intercostale, formando come un anello piii o meno largo, a seconda che la formazione e piu o meno cospicua. In alcuni casi si estende a qualche distanza dall'origine del vaso, tanto che e vi- sibile in sezioni nelle quali non esiste il lume del ramo collaterale. Queste formazioni furono da me notate in tutte le aorte di feto dagli 11 cm. fino alia nascita, sebbene in qualche raro caso si pre- sentassero poco pronunciate. Per dare alcune cifre, diro che nel caso rappresentato dalla fig. 4, e che si riferisce a un feto di cm. 32 di lunghezza totale, lo spessore massimo di quest' ispessimento era di u. 54, mentre la tunica media misurava solo [j. 145. Queste formazioni, come ben si rileva dalle figure, corrispondono all'angolo formato dall'aorta coll' intercostale o alle sue immediate vicinanze e fanno sporgenza all'interno, nel lume del vaso, a guisa di cu&ci- netto. Faccio notare, e di questo vedremo I'importanza, che nel feto le intercostali, nel punto di uscita dall'aorta, formano general- mente con questa un angolo retto*. Questi i fatti quali si osservano nel feto, quando e rilevabile una limitante elastica interna. Infatti, la particolarita di cui ho detto si mostra chiaramente nel feto a partire dagli 11 cm. (meno bene e solo nel torace, come si rileva dalla fig. 2, nell'embrione di 82 m/m) e negli adulti fino a 30 anni. In stadi piii giovani di 11 cm. non e possibile riscontrare tale mo- dificazione con sicurezza, perche tutta la parete del vaso presenta una struttura quasi uguale in tutti i punti; in individui piu avan- - 145 - zati dei 30 anni la modificazione e molto evidente, ma accompa- gnata da gravi tatti degenerativi. Nel bambino e nell'adulto questi fatti si accentuano ancor piu, tanto da esser visibili anche ad occhio nudo o coll' aiuto di una modesta lente. In questi casi I'intima dell'aorta presenta ovunque uno spessore rilevante, ma all'uscita di una intercostale, tale spes- sore e sempre di molto superiore. Queste formazioni di dimensioni cosi cospicue hanno in sezione generalmente la figura di sprone o di triangolo coH'apice rivolto verso il lume del vaso. Facendo una ricostruzione mentale si puo dire che esiste un anello, che, a guisa di un diaframma perforato, restringe I'origine del vaso. Pero di re- gola nell'adulto 1' intercostale nasce con un angolo piii o meno pro- nunciato, e allora, come e naturale, e come ha gia fatto notare Roux, le cose non si presentano ovunque nella stessa rnaniera. Infatti, la sola porzione di aorta, che forma un angolo acuto colla collaterale, ci mostra un vero e proprio sprone (v. fig. 6), mentre la parte opposta ci fa vedere un ispessimento piuttosto rotondog- giante e regolare. La colorazione coll'orceina ci rivela una grande abbondanza di fibre elastiche sottilissime e tanto ravvicinate che a piccolo ingran- dimento sembrerebbero formare un blocco compatto di sostanza elastica. Invece I'ematossilina-eosina mette in evidenza numerosi nuclei allungati o fusiformi e orientati, di solito, circolarmente. 11 metodo di van Gieson colora parte in rosso e parte in giallo, il che fa pensare che in questi punti si trova indubbiamente del oon- nettivo e, con molta probabilita, anche delle cellule muscolari lisce. Fasci muscolari longitudinali sono ben visibili in questo tratto, ma nella media. Questi fasci, gia osservati da molti altri, sono la con- tinuazione dei fasci circolari dell'intercostale, che diventano piu o meno longitudinali nell' aorta e che possono spingersi a qual- che distanza e complicare anche piii la struttura dell'aorta stessa. In generale, nella vita extrauterina questi ispessimenti pi'esentano un rapporto diretto coU'eta e cioe, quanto piu I'eta e avanzata, tanto pill grande ne e lo spessore. Nel case riprodotto nella fig. 7, tale spessore era di [j- 630, mentre I'intima, nella parte rimanente, misurava solo ;x 150. Oltre I'origine delle intercostali fu da me studiato il punto di biforcazione dell'aorta nelle iliache in quattro feti della lunghezza totale rispettiva di cm. 12, 17, 24, 32. Un maggior numero di os- servazioni sarebbe state certamente di molta utilita ; per ora io esporrb solo quel che ho potuto rilevare con maggior chiarezza. - 146 - Differenze fondamentali con quel che succede alio sbocco delle in- tereostali non furono da me notate. Esaminando I'aorta qualche raillimetro al di sopra della sua divisione, si osserva che tanto nella parete anteriore che nella posteriore e piu precisamente nel punto di mezzo, la limitante interna si risolve in fibre e fibrille elastiche piu 0 meno numerose. Successivamente da ambedue le ricordate pareti si nota la formazione di un rilievo sempre piii pronunciato, finche quello della parete anteriore si salda con quelle della parete posteriore, formando una vera parete di divisione. Per qualche tratto ancora la hmitante interna manca in quella parte delle ilia- che primitive, che corrisponde alia parete divisoria, ma piii in basso le due arterie riprendono la struttura normale. Questi sproni o rilievi son formati da numerosissime fibre e fibrille che ricordano abbastanza bene quelle da noi descritte al- I'origine delle intercostali. In mezzo alle fibre elastiche si trova del connettivo piuttosto scarso e, probabilmente, anche cellule musco- lari hsce, orientate longitudinalmente. S'intende che trattandosi qui di una divisione completa deU'aorta, anche le fibre elastiche e le cellule muscolari della media e la stessa avventizia debbano pren- dere parte al processo. Pero le fibre elastiche e le cellule musco- lari della media si conservano quasi come di norma, finche i due sproni non si sono saldati insieme, e cio dimostra che la parte del vaso che e posta internamente a queste cellule muscolari, e quella che pill specialmente e piii precocemente risente gli effetti della di- visione deU'aorta. Disposizioni particolari all'uscita delle arterie dall'aorta furono viste anche da osservatori non recenti. Remak e, dopo di lui, Eberth, Kolliker, Bardeleben de- scrissero in questi punti dei fasci muscolari longitudinali, che cir- condavano ad arco I'origine del vaso e, secondo essi, avevano I'uf- ficio di aprirlo in modo attivo. Gimbert noto dei rigonfiamenti nel punto di uscita delle arterie. Roux, nei preparati per corrosione, osservo lo sprone, che si trova nell'angolo formate dal vaso prin- cipale con le sue branche, rappresentato da un infossamento lineare e da lui chiamato " Basalhnie „ e piii tardi " Trennungskeil „. Curtis ha rilevato piii specialmente la direzione dei fasci mu- scolari nel punto di divisione delle arterie e ha visto che questi presentano spesso una direzione longitudinale. Triepel nei vasi cerebrali dell'iiomo ha osservato e ben descritto le modificazioni, che subisce la limitante interna nel punto di divisione del vaso ed anche nella convessita del vaso stesso, quando esse presenta delle - 147 - curve inolto pronunciate, come non raramente avviene nelle arterie cerebrali. Fichera, nelle sue esperienze sul circolo coUaterale, ha visto nel cane che I'aorta in corrispondenza deH'origine di ogni ramo arterioso mosfcra un endotelio (?) a piu strati (flno a 4 o 5), r elastica interna delaminata e sfrangiata, formante un intreccio di fibre tra le quali si trovano elementi uguali a quelli dello strato sottoeiidoteliale e cellule muscolari lisce. Ma, fra tutti, chi piii specialmente si e occupato deirargomen- to e The ma. II suo lavoro, fatto cello scope di vedere quale in- fluenza ha sull'aorta e sul sistema arterioso in genere la chiusura delle arterie ombelicali, puo forse prestarsi a qualche critica, ma le sue osservazioni sono indubbiamente del massimo interesse. Que- ste osservazioni furono fatte in tre feti (uno di 29 cm. e due alia 30-33 settimana di gravidanza) e su parecchi bambini e giovani da un minimo di 3 giorni a un massimo di 24 anni. A me interessa- no piij particolarmente quelle praticate nei feti. In essi egli vide che la hmitante interna era sdoppiata nell'aorta in corrispondenza del- I'uscita del tronco brachiocefalico, della carotide e succlavia sinistra, del dotto di Botallo, nell'arco e nel punto di divisione terminale. In questi punti poi osservo delle cellule muscolari disposte longi- tudinalmente sia nella media che neirintima. In questa tunica, al di sotto dell'endotelio insieme colle fibre elastiche provenienti dalle sdoppiamento della hmitante interna, si formerebbe uno strato ben individualizzato, da lui detto " elastisch-musculose Innenschicht „ . La questione riguardante la presenza di cellule muscolari nel- l'aorta sembra orraai risolta in mode positive: Fichera le am- mette soltanto (faccio notare che le sue osservazioni si riferiscono all'aorta del cane) nel punto di uscita dei rami arteriosi, mentre neU'intima, dice egli, " non ho mai riscontrato deUe vere fibre mu- scolari, ma elementi allungati a nucleo fusiforme, i quali si possono differenziare dalle fibre muscolari liscie, perche hanno nucleo assai piii piccolo sia nel diametro trasverso che nel longitudinale, molto pill ricco di cromatina, e citoplasma uniformemente granuloso, piu scarso che nelle fibre muscolari, suddiviso in prolungamenti sotti- lissimi molto lunghi „ ; elementi connettivah che egh identifica colle cellule di Langhans. Per mio cento non posse negarle in mo- do esplicito data la poca differenziazione delle cellule nel teto e la difficolta di una esatta ricerca. Nuclei allungati e orientati longitudinalmente si trovano in- dubbiamente in quelle formazioni, che abbiamo descritto all'origine delle intercostah, e specialmente nel punto in cui queste formazio- - 148 - ni si trovano a contatto col ramo collaterale, ma non posso asse- rire che si tratti di cellule muscolari, anche per il fatto gi^ notato che queste proliferazioni nel feto, quando hanno raggiunto un certo volume, si colorano col van Gieson in rosso e sembrerebbero quindi formate da connettivo. Ad ogni modo, se qualche cellulamuscolare vi si trova, si tratta sempre di cellule isolate o non di veri e propri fasci. Invece verisimilmente cellule muscolari si rinvengono anche nel feto alia biforcazione dell'aorta e nell'adulto all'origine delle coUaterali, sebbene non possa affermarlo in mode assoluto, non avendo potuto fare reazioni flnissime su materiale cadaverico. In un punto le osservazioni di Thoma non concordano con le mie, e cioe riguardo al fatto che le arterie intercostal! " durchaus keinen auffiUligen Einfluss auf die Structur der Aortenwand ausii- ben „. Le mie osservazioni dimostrano invece in modo assoluto I'influenza grande e precoce di queste arterie sulla struttura del- l'aorta. In conclusione si tratterebbe, tanto nella vita intra-, che nella extrauterina, di un processo proliferative costituito da tessuto con- nettivo e da fibre elastiche, compreso tra I'endotelio e le cellule muscolari circolari della media. Quali sono i tessuti che prendono parte a questa proliferazione ? Naturahiiente i tessuti compresi tra i limiti da noi segnati e cioe : il tessuto sottoendoteliale, la lamina elastica interna e il tessuto posto tra questa lamina e le cellule muscolari della media (tessuto sottoelastico di Griinstein). Ma que- ste tessuto sottoelastico, sul quale si conosce ancora cosi poco, con- corre a formare questi ispessimenti? La cosa e indubbia (v. fig. 3) e fu da me osservata colla mas- sima evidenza in un feto di 32 cm. In quest'aorta si osserva che, mentre ci avviciniamo al lume dell'intercostale, il tessuto sottoela- stico forma gia uno strato notevole per lo spessore, anche quando la limitante interna e perfettamente Integra. Se e vero che la li- mitante segna il limite tra le due tuniche, intima e media, certa- mente il tessuto proliferante appartiene alia media, e precisamente al connettivo che si trova tra la limitante interna e le cellule mu- scolari circolari. Che queste ultimo non prendano parte al processo, e dimostrato dal fatto che lo strato delle cellule muscolari della media conserva, su per giii, in tutti i punti il medesimo spessore. Le mie osservazioni permettono di risolvere anche un'altra questione, quella riguardante la membrana elastica interna. Possia- mo domandarci : si tratta all'origine delle arterie di uno sdoppia- mento di questa lamina o una vera limitante in questi punti non I - 149 - si e mai formata? lo credo che I'opinione giusta sia quest'ultima: infatti, negli embrioni della prima serie (mm. 82, 75, 60, ecc.) io non ho mai visto questa membrana gia completa tanto che sipossa pensare a uno sdoppiamento avvenuto in seguito. NeU'embrione di mm. 72, (v. fig. 1) per dire solo degh stadi piti avanzati, si vedono aU'interno due o tre lamelle piii o meno grosse, piii o meno inter- rofcte, senzatraccia di una vera limitante continua. Nell'altro embrione di mm. 82, nell'addome, anteriormenLe si nota una vera membrana elastica, mentre posteriormente in quella zona appunto nella quale nascono le intercostali fa assolutainente difetto e lascia il posto a fibre isolate, diversamente orientate, simili a quelle che nel feto di il cm. si vedranno solo in corrispondenza deH'origine delle colla- terali. E evidente che nel corso dello sviluppo le altre parti del- I'aoita si sono pj"ovvedute di una limitante interna, mentre questa parte, soggetta alio stimolo della corrente sanguigna, ha conservato i caratteri embrionali, tanto da poter dare origine a tessuto connet- tivo ed elastico talora abbondanti, sempre in quantita superiore a quelle che si riscontra negh altri punti deH'aorta. Ed infine possiarao rivolgerci un'ultima doraanda: pciche in questi dati punti si hanno queste speciah formazioni ? Non e mia intenzione seguire il Roux ed il Triepel nei lore calcoli matema- tici, dai quali risulterebbe che in questi punti si ha un aumento di pressione e che la disposizione che presentano i tessuti consente il massimo di lavoro utile col minimo spreco di forza e di materiale. Gia da qualche tempo numerosi lavori hanno messo in rap- porto la struttura degli organi coi fattori meccanico-funzionali (Roux, Thoma, Bonnet). Tale legge vale molto piu per i vasi e sopratutto per le arterie, in cui le leggi idrauliche hanno una importanza ca- pitale. Se ci rivolgiamo all'anatomia comparata, troveremo degli splendidi esempi a conferma di tale tesi. L'aorta di Acanthias vul- garis, che colla sua parte posteriore scorre in una doccia cartila- ginea, mostra anteriormente la comune struttura, mentre posterior- mente e rivestita da un semplice endotelio. L'aorta di Eledone mo- schata nella parte media del suo decorso si trova accollata al tube digestive e in questo punto si nota la mancanza di cellule musco- lari. Oitero anche la vipera, nella quale l'aorta dapprima riveste il tipo elastico e poi il tipo muscolare, I'aquila, il passero, Torso, ecc, nei quali 1' aorta varia la sua struttura in rappoi^to con peculiari condizioni. E giusto pensare che anche nell'aorta umana I'onda san- guigna, che batte con speciale intensita nel punto di uscita delle arterie, abbia prodotto una proliferazione di tessuto che rinforzi la - 150 - parete, e, colla formazione di un acuto sprone, renda minori gli attriti. Se ora noi liuniamo insieme i punti indicati da Thoma e da me, quali sede di special! foimazioni nella vita intiauterina (arco deil'aorta, sbocco dei vasi del collo e dell' arte superiore, interco- stali, renali, mesenteriche, iliache primitive), si vedra die questi stessi punti son quelli die nell'adulto e nel vecdiio vanno piii fa- dlmente e piii gravemente incontro a processi morbosi e special- mente airarteriosclerosi, A questo proposito Orth scrive: " Sede d'elezione di tali ispessinienti e rarco aortico e i punti di origiiie dei rami collaterali in rapporto con evidenti ragioni meccaniche „. E pill diflfusamente il Kaufmann: " Una sede di predilezione, nell'aorta, sono i punti di uscita delle arterie intercostali ; intorno agli oriflci ristretti si scorgono ispessimenti anulari od a pessario. Tutti i punti di divisione delle arterie sono particolarmente col- pi ti „. Pero giova notare die ispessimenti siniili non rappresent^ano, per se stessi, un fatto patologico perclie si trovano gia nella vita intrauterina intimamente legati alio sviluppo. Invece bisogna am- j mettere che queste parti, le quali hanno dovuto, per i fattori mec- canico-funzionali gi^ ricordati, assumeie una struttura speciale, pre- sentino anche una speciale predisposizione ai processi morbosi, co- stituiscano insomma un locus minoris resistentiae. A tal proposito ho in corso un lavoro per vedere se e quando la degenerazione grassa colpisca questi punti. Orbene, io ho visto che gia in ragazzi di 10-16 anni questi punti ne erano colpiti, seb- bene saltuariamente, con grande frequenza, mentre le altre parti si presentavano quasi del tutto immuni. Se e vero, come sostiene J ores, che non tutti gl'ispessimenti deirintiiiia rappresentano I'ar- teriosclerosi, ma solo quelh che sono accompagnati da fatti dege- nerativi, bisogna concludere che i punti di origine delle arterie, nei quali si verificano appunto questi due fatti, molto precocemente vanno incontro all' arteriosclerosi, e che tale affezione, in questi punti, riconosce un fondamento anatomico nella lore particolare struttura, che e legata intimamente alio sviluppo. - 151 - Bibliografia 1. Argaud. — Reclierches sur rHistotopographio ties elements coutractiles et conjoiictifs des pa- rois arterielles chez lea molhisiiiies et les vort6br(^8. — Journal de I'Anal. et. de la I'hi/siuL, I'JOSl'JO'J. 2. Curtis. — Sur los modifications de structure que subiaseut les parois arterielles a. I'origiiie des coUaterales, — Societe de Biologic, iSSS. 3. Faber. — Die Arteriosklerose. — Jena, 1012. 4. Ficliera. — Sul circolo collaterale. — Lo Sperimentalc, 1905. 5. 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Trie pel. — Das elastisclie Gewebo in dor Wand der Arterien der Schaedelhoele. — Anatorn. Refte., R. 22 non. 1896. Spiegazione delle Tavole IX-X Tutte le figure sono state ritratte, colla camera cliiara Abbe-Apathy, da aezioni trasversali di aorta toracica in punti uorrispondenti all'uscita di artcrie intercostali. Ingrandimento per tutte le figure; diametri 04. Fig. 1. — Aorta di un embrione umauo della luugh. tot. di mm. 75. Fisi. Zenker. Coloraz. orceina (metodo Unna-Taenzer-Liviui). Fig. 2. — Aorta di un embrione umano della lungb. tot. di mm. 81. Fiaa. Zenker. Coloraz. c. s. Fig. 3. — Aorta di un foto umano della luugh. tot. di cm. 11. Fiss. Zenker. Coloraz. c. s. Fig. 4. — Aorta di un feto umano dalla luugh. tot. di cm. 32. Fiaa. Forraalina 10 «/o. Coloraz. c. s. Fig. 5. — Aorta di uu neonate della luugh. tot. di cm. 49,5. Fiaa. Zenker. Coloraz. c. a. Fig. 6. — Aorta di un ragazzo di anui 12. Fiaa. Alcool ordin. Coloraz. c. a. Fig. 7. — Aorta di un giovane di anui 30, Fiss. Alcool ordin. Coloraz. c. s. - 152 - ISTITUTO DI ANATOMIA T^MANA NORMALE BELLA R. UNIVERSITA 1)1 ROLOGNA I I DIRETTO DAL PROF. G. VALENTI. Di un caso d' articolazione costo-clavicolare NoTA m Anatomia del Dott. R. MALAdUZZI VAI.ERI, assistoiit.c. (Con 2 rigiire), E vietiita la riprodii/.ioiie. Descrizioni dettagliate di casi di vera articolazione costo- clavicolare, dopo le osservazioni del G ruber (1849), delloSchwe- gel (1859) e del Luschka (1860) non si rinvengono nella piii mo- derna letteratura. Per questo e per le contradditorie notizie che se ne possono leggere nei trattati classici panni degna d' interesse la seguente osservazione. Nel cadavere di M. F. d'aiini 30, morto nel locale Manicomio I'll, dicembre 1912 alia dissezione della regione clavicolare si rinviene bilateralmente una vera, assai sviluppata articolazione fra prima costa e clavicola. Mentre I'articolazione del lato destro vien con- servata coi suoi mezzi ligamentosi, quella del lato sinistro apertaj puo servire alio studio delle superfici articolaii. Dal lato della clavicola si osserva alia superficie inferiore, alia distanza di 15 mm. dallo ostremo sternale, una faccetta articolare rivestita in total ita da cartilagine, di forma ovalare con maggiore asse parallelo all'asse della clavicola, faccetta misurante 20 mm. di lunghezza e 17 di larghezza. Mentre anteriormente la faccetta e limitata da un semplice solco, posteriormente sporge assai, e rile- vata in una vera cresta tagliente limitata da un solco profondo. La clavicola del resto e forte, ben conformata, con curve e tuberosita scapolare ben pronunciate. Dal lato della prima costa la faccetta articolare misurante 19 mm. di lunghezza e 12 mm. di larghezza, rivestita di cartilagine, e data air incirca per meta dalla costa ossea e per meta dalla cartilagine, mal circoscriLLa per la meta che corrisponde alia costa cartilaginea I - 153 - e invece rilevata da un orletto ben manifesto nella meta corrispon- dente alia costa ossea. I mezzi di unione sono rappresentati da una capsula assai Fig. 1. A clavicola sinistra del caso rtescritto. B clavicola sinistra di douna, cou tuborositil costale ben sviluppata lua senza aiticolazione. Lt) clavicole A B viste dalla superflcio inferiore. f. faccetta articolare — t. tuberosity costale. Fig. 2. Lo clavicole A e 11 viste dal niargiue posteriore. f. faccetta articolare — t. tuberosit.i costale. ampia inserita tutt' attorno alle due faccetta articolari nel solco che le circoscrive, capsula che e rinforzata in avanti da un robusto legamento costo-clavicolare, alia cui inserzione costale corrisponde anche il tendine del muscolo succlavio, in questo caso particolar- mente bene sviluppato. Non mi fu possibile praticare una iniezione - 154 - della sinoviale essendo stata aperta la capsula prima di aver co- scienza della singolare disposizione presente in questo soggetto. L'articolazione cosi costituita si puo considerare come una diartrosi (artrodia). Nel case osservato dal Luschka, l'articolazione era pre- sente solo a sinistra, era costituita dal lato della clavicola da " un'a- pofisi presentante la forma di un bottone rotondo, lunga 7 mm. con uno spesso rivestimento cartilagineo „ dal lato della costa da una fossetta ricoperta da cartilagine e data per tre quarti dalla porzione cartilaginea e per un quarto solo dalla porzione ossea. II Gruber dice di avere osservato due soggetti presentanti entrambi l'articola- zione costo-clavicolare bilateralmente, ne descrive pero uno solo in cui la disposizione e opposta a quella del Luschka: Tapofisi e dal lato della prima costa, la faccetta articolare ben poco rilevata e dal lato della clavicola. Simili pare siano le osservazioni dello Schwe- gel a quanto ne riferisce il Luschka. Ora non senza una qualche meraviglia ho potuto constatare, scorrendo i trattatisti classici, come vari la descrizione dei mezzi di unione fra prima costa e clavicola e solo nei piii recenti trat- tati se ne dia una descrizione consona al vero. II B Ian din prima, poi il Cru veil hie r descrivono come normale un'articolazione co- sto-clavicolare a cui e annesso un legamento costo-clavicolare. Waldeyer dice di aver visto alcune volte la tuberosita co- stale abbastanza sviluppata insieme a una borsa mucosa e aggiunge: " Struthersius idem animadvertit et processum ilium cartilagine (?) obtectum vidit, similis observatio mihi videtur Cruveilhierum movisse ut hoc loco articulationem singularem " costo-clavicularem „ sta- tueret „. Lo Sappey da una dettagliata descrizione del legamento co- sto-clavicolare, in cui distingue due foglietti, ma non fa cenno di articolazione fra prima costa e clavicola. Krause e Gegenbaur ne danno notizia molto breve e non ac- cennano ad articolazione. L' Henle per prime nota la strana de- scrizione del Gru veil hie re vi contrappone I'osservazione del Lu- schka riportandola abbastanza estesamente. II Testut descrive il legamento costo-clavicolare seguendo la distinzione in due foglietti fattane dal Sappey e non accenna neppure nella varieta alia pos- sibile articolazione. Infine di recente, mentre il Fick descrive minutamente il le- gamento costo-clavicolare, o romboidale o di Lauth secondo I'ormai classica descrizione dello Sappey, e nota nella varieta, comoassai rara la vera articolazione, il Poirier neH'ultima edizione del sue - 155 - trattato, ripetendo quanto ebbe gia a scrivere in una sua monogra- fia sulla clavicola, dice che: " circa una volta su dieci I'apparec- chio di scivolamento fra prima costa e piii perfetto e si trova una vera articolazione con due faccie articolari, una clavicolare, Taltra costale, il legamento i cui fogliefcti sono allora nettainente separati, forma la capsula di questa articolazione costo-clavicolare „. E di recente pure si puo leggere in una liinga raemoria del dottor Mi- ramond de Laroquette, suU'anatomia e meccanica della cintura scapolare una descrizione accurata dell'iinione costo-clavicolare con- siderata dall'autore come " un'articolazione, poco sviluppata senza dubbio, ma ben in nipporto coi moviiiienti limitati di cui essa e sede „. Ma la dissezione della porzione di regione sottoclavicolare com- presa fra clavicola e prima costa puo persuadere facilmente che nell'unione fra costa e clavicola si e ben lontani da un'articolazione ma si e semplicemente in presenza di un mezzo legamentoso, bre- ve, fortissimo mal individualizzato ai lati ove esse si continua in- sensibilmente col foglietto profondo della fascia del succlavio, lega- mento in cui si posson tatt'al piu distinguere due foglietti solo medialmente (Miramond), fra i quali due foglietti e possibile riscon- trare la borsa mucosa studiata dal Poirier (ma gia nota al G ru- ber e al Waldeyer). Di vera articolazione con superfici articolari ben limitate, con capsula a mezzi legamentosi non v' ha traccia, di regola. Su 80 cadaveri esaminati in questo Istituto nel corrente anno due sole volte riscontrai bilateralmente I'articolazione : I'un caso e gia de- scritto, I'altro presentava una disposizione del tutto simile ma assai meno sviluppata, e in altri due casi I'articolazione era unila- terale e ben poco sviluppata e in uno dei due casi, indubbiamente in seguito a frattura della clavicola, per Tabbassaraento del mon- cone centrale la clavicola aveva assunto piii intimi rapporti colla 1^ costa e nel punto di piii frequente contatto si era sviluppata una piccola articolazione. Dunque in tutto la percentuale di frequenza si puo calcolare al piu del 5 % riducibile al 2,50 7o tenendo conto dei soli casi in cui I'articolazione sia bilaterale, veramente ben sviluppata. Riguardo alia funzione di codesta articolazione costo-clavicola- re, data la sua posizione essa non puo avere funzione propria, speciale ma necessariamente render piu estesi i movimenti dell'ar- ticolazione sterno-clavicolare e in particolare gli anteroposteriori. Le funzioni della clavicola per il Waldeyer si posson ridurre alle - 156 - tre fondamentali seguenti: 1" la clavicola e il falcro della spalla perche seconclo una regola precisa dirige i movimenti dell'arto su- periore; 2" la clavicola regge I'estremita superiore; 3** la clavicola rende la spalla piii adatta a portar pesi. Ora parmi che piu che alfcro alia prima e all'ultima di queste funzioni sian da liferirsi i vantaggi apportati dall'articolazione co- stoclavicolnre, infatti nei movimenti di proiezione della spalla e nell'atto dell'incrociar le braccia essa rendera notevolmente piij li- beri i movimenti della clavicola nella meta sternale in confronto di quel che accada di norma ivi esistendo solo il legamento costocla- vicolare per lo pii^i brevissimo. E d'altro canto nell'atto di portar pesi la clavicola trova cosi modo di appoggiarsi per una piu ampia esten- sione sulla prima costa ripartendo in pii^i arapio campo il peso stesso. Riguardo al significato morfologico di codesta articolazione, inu- tilmente ne ho cercato traccia nei piii elevati mammiferi, in quelli cioe che presentano una clavicola ben sviluppata e piii simile a quella deU'uorao ; negativa e stata la ricerca in 26 scheletri di Si- miae e in due di Prosimiae come lo era stata in altri mammiferi piu bassi : chirotteri, rosicchianti, sdentati, marsupiali. Non credo quindi infondata I'ipotesi che I'articolazione costo- clavicolare rappresenti un perfezionamento della cintura scapolare. Bibliografia 1. — Blandin. — Nouveaux elt'-ments iV Anatomic descriptive. — Paris, Baillivre iS7S, p. 280. 2. Cniveilhier. — Traits d'Anatoinie. — Varis 1851, T. I. 3. Pick. — AnatoTnie der Geleuke in « Handbuch der Anatomie und Mechanik der Gelenke ». Jena, Fischer 1904, T. I pay. 152. 4. Gruber. — Noiie Anomalion als Beitriigo znr phisiologisclien, cliirni-sischeii mid pathologischeu Anatomie. — Berlin. F'urstner p. 20 184'J. 5. 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Waldeyer Guil. — De claviculae articulis et functione. — Diss." in. medica. Berolini 1861. - 157 - SUNTI E RIVISTE 1. Biondi 6. — Sulla fina anatomia dei gangli annossi al simpatico craniano nel- I'liomo. — Ricerche fatte nel Lahoratorio cli Anat. normale della R. Uni- versitd di Roma ed in altri laboratori biologici. Yol. XVI, fasc. 3-4, pag. 135-148. Roma 1912. L'A. cspone rapidaraente le ricerche flnora condotte in questo campo ed i risultati ottcnuti da altri osservatori, e diraostra come 11 problema, anclie dal punto di vista solaraente strutturale istologico, sia tutt'altro die risoluto. L'A. in questa nota si limita ad esporre i risultati del suo studio sul ganglio sotto- mascollare umano. II naetodo seguito fu quello del Gajal edil raateriale fu rac- colto in soggetti di adulti, di vecchi oltre i sessanta anni di eta, e di neonati. L'A. ha intanto rilevato che le cellule del ganglio sottomascellare, volumi- nose e rotondeggianti, sono circondate, ciascuna, da un rivestimento cellulare piuttosto spesso, formato da diversi ordini di anflciti, i cui limiti non sono netti, rivestimento ben distinto dallo stroma gangliare, dal quale pero non e separate da alcuna formazione speciale. A questo rivestimento di anticiti I'A. da il norae di capsula, dichiarando subito che e ben diversa cosa dalla capsula di Lenhossek, che in questo ganglio non esiste. Le cellule della capsula sono intimamente aderenti alia cellula gangliare, tantoche le piu prossime si approfondano in essa scavandosi delle vere e pro- prie nicchie, e in talune sezioni questa disposizione fa sembrare che le cellule gangliari siano fenestrate. Le cellule gangliari in realta sono fenestrate talvolta, ma non con fenestrazioni aperte nella massa del lore corpo, bensi per la pre- senza di ample anse che si staccano dalla periteria, come i manichi di un' an- fora. Rapporti simili tra anflciti e cellule gangliari vide Levi in altre specie. Le cellule gangliari sono senza eccezione multipolari. I dendriti assumono diverse comportamento e I'A. distingue sei casi. L" La cellula pud essere provvista solamonte di dendriti corti e sottili in- tracapsular!. Disposizione assai rara ; piii frequente nei bambini e piu ancora nei vecchi. 2.*^ La cellula e provvista solo di grossi dendriti intracapsulari. 3." I dendriti sempre rimanendo intracapsulari sono, alcuni sottili, altri grossi. 4." La cellula possiede dendriti intracapsulari grossi e sottili, piu dendriti che escono dai limiti della capsula, grossi e varicosi. 5.° I dendriti intra ed extracapsulari, sono tutti grossi e varicosi. E il case piii frequente a riscontrarsi. 6.0 I dendriti sono soltanto, o prevalentemente, extracapsulari. Nel ganglio i dentriti formano i cosidetti glomeruli, invadendo un' area del connettivo interstiziale piii o meno ampia, o si hanno glomeruli composti, o pluri-cellulari di notevole estensione e complessita. II cilindrasse ha decorso rettilineo spesso, sempre molto regolare ; non pre- senta nionte che ricordi il glomerulo iniziale dei gangh spinali. Non furono po- tute osservare collaterali. - 158 - Le fibre afferenti, in generale molto esili, decorrono numerose fra lo cellule della capsula, si intrecciano e forraano gomitoli clie circondano ciascuna cellula gangliare. Qualche volta uno stesso goraitolo compiende due cellule. Si hanno fibre die terraiaano a clava a ridosso del corpo della cellula, e altre clie terrainano egualmente a clava in pieno connottivo interstiziale. Per queste fibre a terminaziono clavata, come per quelle forraanti i gomi- toli, non fu mai potato constatare che avessero coraunque rapporto di conti- nuita col cilindrasse della cellula colla quale sono in relazione. L'A. rileva che nello diverse eta si hanno queste differenze: nel neonato si osservano coraportamenti piii seraplici che nell'adulto ; i dendriti hanno un dc- corso piu breve, meno complicate; non si hanno glomeruli ne semplici ne cora- posti. Nel vecchio si hanno disposizioni simili a quelle del neonato; e diminuita la frequenza dei dentriti extracapsulari, e quelli che esistono hanno dccorso piu scmplice; i glomeruli ci sono sebbene rari, specialmente i composti, nelle eta piii avanzatc. In un vecchio di 85 anni I'estremo dei dendriti intracapsulari di alcune cellule si presentava spcsso terminate da sferule grigiastre, diverse molto di aspetto dalle clave torminali dei dendriti doiradulto. L' A. fa il confronto fra i propri reperti e quelli di altri AA. nei gangli sirapatici e cerebro spinali noll'uomo. Specialmente ricordando i tipi di cellule che Gajal riscontro nel simpatico umano, I'A. nota che: il I" tipo di Gajal, (cellule a corti dendriti intra-ed extracapsulari, glo- meruli), trova il suo riscontro perfotto nello cellule del ganglio sottomascellare. il 2." tipo di Gajal (cellule a lungliissimi dendriti) non ha riscontro af- fatto nel ganglio sottomascellare. L'A. conclude che il ganglio sottomascellare per i dati della morfologia cel- lulare deve ritenersi come un ganglio simpatico, quantuuque prescnti caralteri strutturali particolari clie gli danno una fisonomia tutta propria. B. - 159 - PERSONALE UNIVERSITARIO (di Zoologia, Anatomia comparata, Anatomia umana, Antropologia, Istologia, Anatomia veterinaria). UNIVERSITA DI NAPOLI Facolta di Medicina e Chirurgia Gabinetto di Anatomia umana normals Antonelli Giovanni, Direttoro, 0. di Anatomia umana. Incaricato di Anatomia topograflca. Chinni Luca, Aiuto e Incaricato di esorcitazioni praticho di Anatomia normalc. Vastarini-Cresi Giovanni, Aiuto e incaricato di Anatomia microscopica. Anile Antoniuo, Assistente e Libero Docento di Anatomia umana normalo. Franco Ilario, Assistente. Gross! Giuseppe, Assistente. D' Evant Teodoro, Libero Docente di Anatomia umana normalc c Incaricato di Embriologia. Falcone Gesare, Libero Docente di Anatomia umana normale c di Embriologia. Leuzzi Francesco Antonio, Libero Docente di Anatomia umana normale. Lobello Domenico, Libero Docente di Anatomia umana normale e descrittiva. Gabinetto di Antroj^ologia criminate Zuccarelli Angelo, Direttore. Incaricato di Antropologia crirainale. SCIENZE FiSIGHE E NATURALI Berlese Antonio, Libero Docente di Zoologia. Cerruti Attilio, Libero Docente di Anatomia comparata. Lucarelli Francesco, Libero Docente di Anatomia comparata. Gabinetto di Zoologia Monticelli Francesco Saverio, Direttore, 0. di Zoologia. Taglian Giulio, Coadiutore. Pierantoni Umbcrto, Aiuto e Libero Docente di Zoologia, Anatomia e Fisiologia comparate. Police Gesualdo, Assistente e Libero Docente di Zoologia. Carol! Ernesto, Assistente. Istituto d' Istologia e Fisiologia Generate Paiadino Giovanni, Direttore, 0. d' Istologia e Fisiologia Generale. Stefanelll Augusto, Aiuto. Marano Antonio, Assistente. - 160 — Gabinetto di Anatomia comparaia Delia Valle Antonio, Direttore, 0. di Anatomia coraparata. Delia Valle Paolo, Aiuto. Fedele Marco, Assistente. Gabinetto di Anti'opologta Giuffrida-Ruggeri Vincenzo, Direttore, 0. di Antropologia. De Blasio Abelo, Assistente. Libero Doconte di Antropologia. UNIVERSITA DI PADOVA Facolta di Medicina e Chirurgia Gabinetto di Anatomia umana normale Bertelli Dante, Direttore, 0. di Anatomia umana normale. Favaro Giuseppe, Aiuto e Incaricato di Anatomia coraparata. Ricci Gaetano, Assistente. Stoccada Fabio, Assistente. Facolta di Scienze Fisiche, Matematiche e Naturali Gabinetto di Zoologia e Anatomia comparate Carazzi Davido, Direttore, 0. di Zoologia e Incaricato di Anatomia e Fisiologia coraparata. Grandori Rerao, Aiuto e Libero Docente di Zoologia, Fisiologia e Anatomia comparata. Teodoro Gennaro, Assistente. Arrigoni Degli Oddi Ettore, Libero Docente di Zoologia. Setti Ernesto, Libero Docente di Zoologia. Stenta Mario, Libero Docente di Zoologia, Anatomia e Fisiologia comparata. Gabinetto di Antropologia Tedeschi Enrico, Direttore, 0. di Antropologia. Zanolli Velio, Assistente e Libero Docente di Antropologia. GosiMO Gherubini, Amministratore-responsabile. Firenze, 1913. — Tip. L. Niccolai, Via Faenza, 52 Les ATELIERS OPTIQUES C. REICHERT VIII/2, vien- neut de publier uu nouveau catalogue principal en lauguc fran^aise^ qui, d'une maniere synoptique, comprend de uombrenx microscopes pour toutes les reclierches scienti- liques et tecuiques, un nombre d'accessoires microscopiques et de microtomes, de plus une riclie collection d'appareils pour I'examen du sang et de spectroscopes. Le cataloyue est envof/e gratuitement sur demaude. MoniLore Zoologico italiano - Anno XXIV. Tav. IX-X. Monitore Zoologieo Italiano (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Aiiatomia, Embriolegia) Organo iifficiale deiia Unione Zoologica Itaiiana DIRKTTO i>Ai DOTTORI GIULIO CHIARUGI EUGENIO FIGALBI Prof, ili Auatouiiii uuiaua Prof, di Auatomia comp. e Zoologia nel R. Istituto di Studi Super, in Fireuze nella 11. UniveraitiY di Pisa Ufficio di Direzione ed Amministrazione: Istihdo Anatomico^ Fireuze. 12 uumeri all'anno — Abbuonamento annuo L. 15. XXIV Anno Firenze, A.gosto 1913. N. 8. SOMMARIO: BiRLlOGRAFlA. — Pag. 153-160. GoMUNiCAZioNi ORIGINAL!: Castellancta V., Sulla questione del timo in « Aramo- coetes ». (Con tav. XI-XlIj. — Pag. 1(31-174. Personals universitario. Pag. 175-175. Avvertenza Dnlle Coniunicazioni Oiigiiiaii che si })ui)l)lic:ino iiel Moitilore Zoologieo Italiano e vietata la ripioduzione. BIBLIOGRAFIA Si da votizia aoUanto dei lanori pubhiicati in Italia. J5. -PARTE SPECIALE {Continuazione) II. PARTE ANATOMIGA. XII. Vertebrati. 1. Parte generale. — Trattato di Anatomia iimana. Vol. 1: D. Bertelli, Introduziono ; G. Romiti, Anatomia gcneralo; G. Valenti, Embriologia generale. Osteologia. Artrologia. Con .568 illustrazioni. — 8"^, pp. xvi-561. Milano, F?\ YalUvdi ed., 1912. Bosco (Lo) Vito. — Due casi di microceralia pura, osservazioni cliniehe ed ana- tomiche. — II Pisani, Giorn. di Patul. nerv. e ttient., Vol. 31, Fasc. 2-3, pp. 163-218, con figg. Palermo 1911. Davis G. — Anatomia applicata: la struttura del corpo umano nelle sue funzioni normali e patologiche. Trad, del Dott. G. Verga. — Milano, Soc. Editr. lib)-. In corso di pubblicazione. - 154 Falcone Gesare. — Gompendio di Anatomia toj)ogralica. 3'^ Ediz. — Milano U. Hoeji/i (U. Anefjre/li), 1912, 21 fig., pp. 12-887. Fusari Romoo. — Gompendio di Anatomia umana. — Torino, Unione tip.-ecl., 1912, pp. xix-lWS. Galdi F. — La raorlblogia nei suoi rapporti con la rliiiic.a: Relazione al XXII Gongresso di mcdicina interna in Roma, ott. Wl2. — lioma, tip. Camera del Deputali, C. Colombo, 1912, 69 2'P- — Riassunto in : Giorn. intern. Sc. Med., An. 34, Fasc. 12, pp. 1129-li34. Najioii, 1912. Gentili Gliiara. — Rappoi-ti c proporzioni del corpo umano. Gon 1 Tav. — Arch. Antrop. c.rim., P.sirJi. e Med. teg., Vot. 33, {Vol. 4, Ser. 4), Fasc. 3, jjp- 244-256. Torino, 1912. 3. Apparecchio tegumentale. Allaria G. B. — La niacchia sacrale bleu deH'inlanzia : Lezione. — La Pedialria, An. 21, N. 2, pp. 85-110, con figg. Ngpoli, 1913. Stefanelli Augusto. — Sulle espansioni nervoso dei pcli tattili. — Archivio zool. Hal., Vot. 6, pp. 325-348, con 3 lav. Napoli, 1912. 4. Appakkcchio scheletrigo. Angelotti G. - Di alcnne criticlie al niio studio sulla base del cranio. — Rir. di Antrop)., Vol. 17, Fasc. 1-2, pip. 265-275. liouta, 1912. Bertelli D. — II raargine anteriovc dei lami dolla inandibola umana. — Monitore zool. ital.. Anno 23, N. 9-10, p. 234. Firenze, 1912. Bruni A. C. — Sur les derives squelettiques extra-ccaniens du second arc bran- cliial Chez I'liomme. — Vedi M. Z., XXIII, 12, 292. Cinotti F. — Gonlril)uto alio studio della ossilicazione delle falangi nei cavallo, Gon 12 figure. — Nuoco Ercolnni, An. 17, N. 14, pp. 214 218; N. 15, pp. 230-234 ; N. 16, pp. 246-250 ; N. 17, pp. 261-264 ; N. 18, pjj. 276-278. Pisa, 1912. Fantoni Ferd. — Le modalita e Tepoca del saldaraento delle principali suture del cranio e la loro probabile influenza sulla forma della scatola cranica. — Nuo?'o, tip. Tanchis, 1912, 25 pp. Ferrari Gustavo. — Sulla saldatura dell' os occipitis coU' atlas. Imagini radio- grafiche. — R. Accad. di Scienze, Letlere ed Arti in Modena, Serie 3-\ Vol 10, parte 2'^, (Apipendice). Modena 1912. Estr. di 2jp. 8, con tavola. Gain Arturo. — Alcune considerazioni ippo-mcccaniche sulio apparecchio di sosp'ensione. — Nuoco Ercolani, An. 18, N. 16, 2W- 253-258, con figg. Pisa, 1913. Mileo Nicola. — L'osso trasverso nei carpo dei Ghirotteri. — Archivio zool. Hal, Vol. 5, pjp. 201-232, con 2 tav. Napoli, 1912. Puccioni Neilo. — Ricerche sui rapporti di grandezza tra corpo e ramo ascen- dente nella mandibola. — Arcli. p). V Antrop. e l' Etnol., Vol. 41, Fasc. 1-2, 2Jp. 83-152, con fiigg. Firenze, 1911. Sella Massimo. — Sullo sviluppo dello scheletro assiale dei Mui'cnoidi. — Vedi M. Z., XXIII, 12, 292. Sera G. L. — Per alcune ricerche sulla base del cranio. — Arch.^p. V Anlrojj. e V Elnol., Vol. 41, Fasc. 4, pp. 374-398. Firenze, 1911. Sergi Sergio. — Note morCologiche sul cranio o sul cei-vello di un microcelialo. — Ricerche fatle net Laborat. di Anat. norm, della R. Univ. di Roma. Vol. 16, Fasc. 3-4, pp. 201-241, con 3 fig. e 4 tav. Roma, 1912. — Arch. - 155 - di Antrop. crim., Psich. e Med. leg,, Vol. S3, (Vol. 4, Ser. 4), Fasc. 6, pp. 637-647, con taiiole. Torino, 1912. Sergi Sergio. — Di uii ossiciao sopranumerario tempuro-srenoidale inforiorc. — Rivista di Antrop., Yol. 17, Fasc. 3, jyp. 507-510. Roma, 1912, con fig. Sergi Sergio. — Di una divisione della pofziono ind'a-teraporale doUa graiulc ala dello sfenoide nell" uomo. — Ririsia di Antrop., Yol. 17, Fasc. 3, 2)2). 505-506. Roma, 1912. Sergi Sergio. — Sulle variazioni della fossa retrosacralis negli Hominidae e sul lore signiricato. Con 2 tav. — Rivista di Antro2Mlogia, Yol. 17, Fasc. 3, pp. 393 412. Roma, 1912. Sergi Sergio. — Canalis intrasquamosus c pi'oeessus pai'ietalis sulci oxocranici artei'iae meningeae mediae nel teraporalo dei crani deforraati del Peru. — Rivista di Antro2)., Yol. 17, Fasc. 3, pp. 427-442. Roma, 1912. Sperino Giuseppe e Balli Ruggero. — Suila ossiflcazione bilateralc del ligamen- tum sacroluberosum e relative processus falciformis, del lig. sacrospinosura, del lig. transversum acetahidi e del lig. sacro-iliacura anterius in un adulto. — R. Accad. di Science, Lettere ed Arti in Modena. Serie 3^, Yol. 10, I'arle 2^, (Sezione Science). Modena 1912. Estr. di pp. 8, con 2 tav. Sperino Giuseppe e Balli Ruggero. — Os cuneilorme perfecte et imperfecte bi- partitura. Dati di anatomia sisteraatica e radiogratlca. — R. Accad. di Science, Lettere ed Arti in Modena, Serie 3'\ Yol. 10, Parte 2'\ (Sezione Science). Modena 1912. Estr.. di pp. 20, con tav. Valenti Giulio. — Sulla origine delle coste nel Gongilus ocellatus. — Memorie di'lla R. Accad. delle Science dell' Jstitulo di Bologna, Classe di Science Fisiche, Sezione di Medicina e (Viirurgia, Serie 6, Toino 10, 1912-13, pp. 193-204, con tavola. Bologna, 1913 5. ArPAREGCHIO MUSCOLARE. Bertelli D. ed Austoni A. — Intorno alle idee di Paul Eislcr sopra ai rauscoli auriculari eslrinseci doiruomo. — Monit. cool, ital., An. 23, N. 8, pp. 182-189. Firence, 1912. Cascio (Lo) Girolarao. — Sopra un caso non ancora descritlo di coraportaraento anormaie dei muscoli peronieri laterali dell' uomo. — Ricerche fatle nel Labornt. di Anat. norm, della R. Univ. di Roma, etc., Yol. 16, Fasc. 3-4, 2JJK 195 200, con 1 fig. el tav. Ronm, 1912. Giannelli I uigi. — Vestigi di M. peronaeus digiti V (superior e posterior) e di M. extensor proprius digiti V pedis nclFuomo. — Monit. Zool. ital.. An. 23, N. 5, 2Jp- 122-124. Firenze, 1912. — Alii dell' Accad. d. Science Mediche e Naiurali di Ferrara, An. 86, Fasc. 1-2. Seduta del giugno 1912, jjji. 153- 191. Ferrara, 1912. Mobilio Camillo. — Di alcune anomalie muscolari negli Kquidi. - A?t/i. Scien- tipco di Medicina Yeterinaria, An. 11, N. 7-8, 1913. Torino, 1913. Estr. di 2'P- i4, con flgg. 6. Apparecchio intestinale con le annesse ghiandole Corti Alfredo. — Studi sulla minuta struttura della mucosa intestinale di Ver- tebrati in riguardo ai suoi diversi momenti funzionali. Memoiia I. Con tav. — A)-ch. ital. Anat. ed Emhriol., Yol. 11, Fasc. I, P2>. 1-189. Firenze, 1912. Cotronei Giulio. — Sulla morlblogia comparata del tessuto insulare del pancreas. Sulla questione di un suo equivalente nel pancreas dei Gheloni. — Arch. zool. ital., Yol. 6, 2'J). I 20, con 1 tav. Napoli, 1912. — 156 — Giannelli Luigi. — Roparlizione dello isole di Laiigerlians nel pancreas degli Uccelii. (Nota prevcritiva). — Monil. Zool. iUtl., An. •■^4, N. 5, pp. 108-112. Firenze, 1913. Giannelli Liiigi. — Nuovo contribulo alio studio dello sviluppo del pancreas nei Maraniileri. — Wedi M. Z., XXllI, 5, 112. Golgi C. — Siir une fine particularity dc structure de I'epithelium do la mu queso gastrique et intestinale de quelques vertebres. — Vedi M. Z., XXIll, 12, 293. Livini Ferdinandu. — Intorno ad alcuue particolarita di struttura deU'epitelio faringeo in un leto umano immaturo. — Vedi M. Z., XXIll, 5, 114. Livini Ferdinando. — Gontribii/.ione alia conoscenza della istogenesi deli' inte- stine umano. — Yedi M. Z., XXIIJ, 5, 114. Muggia Alberto. — lieo acuto da porsistenza del diverticolo di Meckel. Osser- vazione clinica. — La Pediatria, An. 21, N. 1, pp. 44-55. Napoli, 1913. Ravenna Ettore. — Eterotopia epatica con caratteri atipici di struttura. — Alti Soc. Load), di Sc. med. e hiol.. An. 2, Fasc. J, piP- 20-34, con fig. Milano, 1913. 7. AlM'ARKCCHIO RESPIRATORIO. Cutore Gaetano. — Sulla normale pi'eseuza di cartilagino elastica nei bi'onchi intrapolinonari deH'uorao, nolle diveise eta della vita. — Boll, dell' Accad. Gioenia di Scienze Nat. in Valania, Fasc. 24, Serie 2'^, dicemhre 1912. Est?-, di 6 pip. Nicolai Vittorio. — Sviluppo dei soni annessi alia cavila nasale. — Arch. ital. Otolog. Rinolog. e Laring., Vol. 24, Fasc. 2, j/p, 89 103, con atlante. Pavia, 1913. Poli (\ — L'apparecchio liufatico del naso e del naso-faringe nei suoi rapporti col resto del coi'po. — Vedi M. Z., XXIII, 8, 117. 9. Api'ARecchio circolai'orio. .Milza e altri orgam linfoidi. Buschi Giuseppe. — Modillcazioiii strulturali dello vono nella veccliiaia. — Alti Soc. lombarda Sc. med. e hiol., Vol. i, Fasc. 3, pp. 506-523. Milano, 1912. Cesaris Demel A. — SuU'azione dello sostanze coloranti vitali o sopravitali sul cuoro isolato di Gouiglio. — Alii della Soc. tosc. di Sc. Nat., Memorie, Vol. 28, ptp. 101-117, con 1 lav. Pisa, 1912. Colombarolli Cosaro. — Sopra un rare case di cardiopatia congenita : consido- razioni ombriologiche, cliniche od anatorno-patologiche. — Morgagni {Arch.), A)i. 55, N. 1, pp. 22-32, con lav. Milano, 1913. Gaetani (De) L^. — Sulla struttura del fascio atrio-vontricolaro. — Monit. zool. Hal., An. 23, N. 9-10, pp. 243-250. Firenze, 1912. Malan Arnaldo. — Rivista degli ultiini lavori suU'anatoniia e sulla patologia del sisteraa linlatico delle cavita nasali o laringoe. — Boll, malai. d. orecchio, naso e gola, An. 31, N. 2, pp. 25-35. Firenze, 1913. Mezzano Lorenzo. — Torminazioni dello arterie linguali nogli aniraali domestici. — Arch. Scienl. di Medicina Velcrinaria, An. It, X. 1-2. Torino, 1913. Estr. di 15 pp., con figg. liocca {La) Cesare. — Lc lasi di sviluppo e di regresso della artcria carotido interna in « Bos taurus ». — Vedi M. Z., XXIII, 5, 112. Sotti Guide. — Nuovo contributo alia conoscenza dello formazioni pseudo-valvo lari deirondocardio. — Archiv. Sc. med., Vol. 36, Fasc. 5-6, pp. 350-381. Torino, 1912. - 157 - Torrigiani Cararaillo Artiiro. — Risposta alio osservazioni di G. P'avaro sul inio lavoro « Studio suUo sviluppo e sulia struttura dei soni del N'alsalva o doUe valvole semilunafi nel cuore uraano ». — Monit. zool. ital.. An. 23, N, 6-7, jjj). 104-166. Firenze, 1912. 10. Gavit\ del corpo e Membrane sierose. Comolli Antonio. — Considcrazioni pratiche intorno ad un case di anormalo di- sposizione del peritoneo. — Atti della Soc. lomh. di Sc.mecl. ebioL, Vol.2, Fasc. 2, ijp. 107-108. Milano, 1913. 11. Apparegghio urinario e gemtale. Barnabo N'aloiitino. — Ulteriori ricerclie sperimontali sulla sccrezionc interna testicolare. — Policlinicu, An. 20, VuL 20-C, Fasc 4, pp. 165-192. Roma, 1913. Batini E. — Sulla rigenerazione della mucosa dell" utero dopo il parte. — Pisa, tip. Slice, fr. JSistri, S'^, pp. 169, cun tavole, 1912. Castiglioni Giovanni. — A proposito di un case di anomalia congenita dell' ap- parato uro-genitale. — Sperimentale, An. 66, Fasc. 5, pp. 583-600, con /)[/(/. Firenze, 1912. Ferulano G. — Sulla prostata e genesi dei corpi prostatici e della ppostatito ipei-ti'otlca. — Giorn. intern, d. Sc. med.. An. 25, Fasc. 8, jW- 337-348. Napoli, 1913. Marrassini A. — A proposito della memoria del Dott. Valentino Barnabd : Ulte- riori ricei'che sulla seci'ezione interna testicolare. — Policlinico, An. 20, Vol. 20-C., Fasc. 6, pp. 279-288. Roma, 1913. Monterosso Bruno. — Su la struttura e la funzione delle cellule parietali della granulosa nel follicolo ovarico del raaiale. Con 1 tav. e 3 tigg. — Atti d. Ace. Gioenia di Sc. nal. in Catania, An. 89, (Ser. 5, Vol. 5), Mem. 22"- di 14 pyp. Catania, 1912. Sergi Quirino. — Contributo alio studio delle anomalic congenite del reno. Esisto neir uomo Taumento del nuraero dei reni ? — Ricerclie fatte nel Laborat. di Anal. norm. d. R. Unic. di Roma, etc., Vol. 16, Fasc. 1-2, pp. 74-89, con 1 lac. Roma, 1911. Terni Tuilio. — La spermatogenesi del (leotriton luscus. — Vedi M. Z., XXII f, 5, 113. Truzzi Eltore. — Di alcuno particolarita istologiche riguardanti la struttura delle cosidelte caruncole dell' uretra feramini-le. — Atti R. 1st. veneto Sc, lett. cd arti. T. 71, Disp. 10, parte 2-\ pp. 1639-1646, con lav. Venezia, 1912. Valenti G. — Sopra un caso di pseudo ermalroditismo feinminile Klebs). -- Monit. zool. ital., An. 23, N. 9-10, pp. 240-243. Firenze, 1912. — R. Accad. delle Scienze delV Islituto di Bologna, Classe di Scienze Fisiche, Sezione Pdi Medicina e Chirurgia, Ser. 6^, T. 9, 1911-912. Bologna, 1912. Estr. di pp. 13, con tavola. Versarl Riccardo. — Sviluppo e lino struttura della valvola ureterica dciruomo. — Ricerche fatte nel Laborat. di Anal. norm. d. R. Univ. di Roma, etc., ■ Vol. 16, Fasc. 1-2, ppt. 1-34, con 3 fig. e 2 lav. Roma, 1911. 12. GhIANDOLE SURRENALI, OrGANI CROMAFFINI ETC. Busacchf Pietro. — I corpi cromafflui del cuore umano. (Con 6 tigg. e tav. 26). — Arch. ital. di Anat. e di EmbrioL, Vol. 11, Fasc. 3, pp. 352-376. Fi- renze, 1912-1913. - 158 - Comolli Antonio. — Studio citologico sui corpi surrenali. Con 2 tav. c 5 rig. nel testo. — Pavia, Tipofjrafia Legatoria Cooperativa, 1912. 178 pp. Comolli Antonio. — Ricerche istologiche suir interronale dei Teleostei. Con tav. 27-28 e 5 rigg. ncl testo. — Arch. ital. cU Anat. e di Emhriol. Vol. 11. Fasc. 3, x^p. 377-408. Firenze, 1912-1913. Giacomini Ercole. — Anatomia mici'oscopica e sviluppo del sistema interronale 0 del sistema cromafflne (sistema leocromo) dei Salmonidi. Pai-te 2*. Sviluppo. Sviluppo del sistema intei-renale. — Mem. d. R. Accad. d. Sr. deli' Istituto di Bologna. Classe di Seienze Fisiche, Sezione delle Scienze Naturali, Ser. 0, T. 9, 1911-912, pp. 381-437, con 6 tav. doppie. Bologna, 1913., 13. APPARECCHIO XERVOSO CENTRALE E PERIFERICO. Abundo (D') 0. — Su d' una particolare mierogiria parziale simmetrica negli emisleri cerebrali o su i consocutivi probabili ett'etti compensativi. — Ca- tania, tip. 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Dopo le ricerche e le obiezioni di Giacomini ('), il quale dichia- ro trattarsi invece di seraplici accumuli linfoidi, senza alcun diretto I'apporto coU'epitelio entodermico dell'atrio branchiale [al quale con- cetto sembra sia venuto piu tardi anche lo stesso S chaffer, in base a ulterior! osservazioni ancora inedite (^)], Tinesistenza del timo nei Ciclostomi parve cosi pressoche definitivamente dimostrata e la (1) Schaffer J. — Ueber die Tliyiiiiisuiiluue l)ci I'ftiuinyzoii i>liiiieii. — Sitzunsherichte der K. Akad. der WUgenschaften. Math. Xat. Classe, fill lid., Ill Ahtli. Wien. 1891. (-) Beard J. — The source of Ifiieocytea and tlie true function of the tliynins. — Anat. An- :<'iger, iS Bd. 1900. (■') GaskeU W. H. — On the oiigiu of tlie Veitebiates deduced from the study of Aniuioeoetes. XI. Tlie orij^in of the vertebrate body cavity and the excretorj- organs ; the meaning of tlie somites of the truuc and of the ductless glands. — Jown. of Anat. and Physiol. Vol. 37. (<) Giacomini E. — Sulla struttura delle branchie dei Petromizonti. —Ann. Fac. Med. e Mem. Aecad. med. chir. Perugia. Vol. 13, e Monitore zool. ital. Anno XI (Supple/inento) Firenze, 1900. (S) Schaffer J. — Berichtignng, die Srhilddriise von Myxiu^ hetreti'end. — Anat. Anzeiger, 28 Bd. 1900. - 162 - questione fu messa da allora in poi, certo non giustamente, a ta- cere. Non giustamente, perclie le ricerche fatte in proposito non potevano considerarsi definitive e deciaainente esaurienti ; lo Schaffer, che aveva promesso di pubblicare un'altra comunica- zione sull'argomento, si limitava invece dopo molto tempo ad una semplice smentita di quanto avea precedentemente affermato. Al- I'infuori della sommaria descrizione (ia lui data e della breve ma esatta osservazione d, Giacomini, il quale, studiando la struttura delle branchie nei Petromizonti, si era aiiche incidentalmente occu- pato della questione, niente altro si conosceva intorno a quel pre- sunti abbozzi timici, esistenti in Ammocoetes. La loro genesi ed il loro ulteriore comportamento nella larva erano ancora da determi- narsi, e, d'altra parte, i nuovi studi riguardanti gli svariatissimi problemi organogenetici, istogenetici e strutturali del timo, iinpo- nevano, quasi, una revisione dei risultati ottenuti dai precedent! osservatori. Hammar stesso C), che di quegli studi pub dirsi senza dubbio a capo, affermava ancora recentemente la necessita di con- tinnaue le indagini gia dallo Schaffer iniziate, stante I'importanza della questione, coUegata direttaraente coU'altra, piii oscura ma certo non meno interessante, della signiticazione filogenetica da as- segnare al timo. Essendo in possesso di un buono ed abbondante materiale di Ammocoeteb; messo a mia disposizione dal prof. Giacomini, mi son proposto di stabilire la vera natui-a morfologica di quelle for- mazioni linfoidi branchiomeriche, invero straue e molto caratteri- stiche, e delle ricei"che da me fatte su larve di varie lunghezze, comprese fra i 4 e 167 mm., mi liraito per ora a comunicare, in succinto, i risultati piii interessanti e a richiamare I'attejizione su alcune considerazioni di indole generah^, che ho creduto di poter fare in proposito. Per cio che riguarda la esatta topogratla delle suddette forma- zioni, gia brevemente accennata, devo rimandare senz' altro alia comunicazione dello Schaffer. Qui voglio soltanto riaffermare la relazione anatomica, osservata dal Giacomini e recisamente ne- gata daUo Schaffer, esistente tra quelle formazioni linfoidi ed i seni sanguigni che, come e noto, corrono lungo tutto il margine esterno di ogni sacco branchiale. A precisare meglio le cose ho po- (>) Haiuiuar I. Aug. — Funtzig Jahre Tliyniusforscliuiig. — Ergeb. der Anal, and Entw.. XIX Bd., 19 Oi). - 163 - •^Lito anzi, con tutta sicurezza, stabilire che quelle sono comprese completamente nella cavita di quest! (fig. 1), e che la membrana connettivale fibrosa, da S chaffer considerata come capsula pro- pria dei suoi abbozzi timici, non e invece che la p:irete limitante esternamente (fig. 1, i)r. e. sp.) i seni peribranchiali. Ai margini di questi, essa passa nell'altra parete, interna o mediale (fig. 1, pr. i. sp.), in apparenza piii sottile, situata immediatameiite al disotto del- I'epiteho del sacco bianchiale, e confusa quasi del tutto con la membrana basale del medesimo. Cio premesso, passiamo senz'altro (riferendoci per era a larve di lunghezza superiore ai 'iO mm.) alia struttura istologica di que- ste formazioni, considerate come veri abbozzi timici prima e come semplici accumuli linfoidi dopo, ed ai loro lapporti con i vicini epiteli. A tale proposito devo subito far notare la mancanza di un ap- })arecchio " reticolare „ di sostegno, come in generale lo si osserva nei giovani abbozzi timici e conio pare volesse dapprima ammetterlo lo Schaffer: elementi epiteliali riferibih al tipo delle " Reticulum- zellen „ di Hammar non e possibile mettere in evidenza. Le colo- lazioni : ematossilina-eosina e fncsina-orange-bleu di anilina, secondo Mai lory, mi hanno messo in presenza soltanto di una piia o meno licca disposizione trabecolare, lacente le veci di " reticolo „. Di queste trabecole possono facilmente distinguersi due categorie : alcune piii grosse, ma meno numerose, emananti direttamente dal- Tuna 0 dall'altra parete del seno sanguigno, verso i cui estremi marginali si fanno piii visibili e piii abbondanti, ed altre molto piu esili, partenti o direttamente anch' esse dalle pareti deljo spazio pfiibranchiale (• staccantisi invece secondariamente dalle trabecole pill grosse, ed a loro volta ramiticantisi in cordoncini connettivali serapre piu sottih. Le prime, che possono considerarsi piuttosto proprie degli spazi sanguigni, hanno in generale un decorso grosso- lanamente rettilineo e quasi i)arallelo, spingendosi tutte di solito verso la parete opposta che |)OSHonu o no raggiungere; le secondo, proprie invece di queste formazioni linfoidi e numerosissime, hanno ciascuna varia direzione e decorso indeterminato, pii^i o meno tor- tuoso, e, anastomizzandosi fra loro, formano una rete delicata al- quanto stretta, nelle cui m-aghe i piccoli elementi linfoidi sono con- tenuti. Fra i nuclei piccoli, rotondi o leggermente reniformi di que- sti ultimi, provvisti in genere di due nucleoli basofili e di un dense ed abbondante materiale basicromatico, si scorgono altri nuclei ora piu piccoli, ora piu grandi, chiari ed allangati, appartenenti al su - 164 - menzionafco appai'ecchio di sostegno, ed iiifine altri di maggiori dimensioni, chiari anch' essi ma piu rotondi e vescicolusi, apparte- nenti a quel tipo di cellule connettivali special! che si ritrovano nel mesenchima circostante e cnratteristiche in Ammocoetes. Queste cellule sono del resto piuttosto lare in tali formazioni linfoidi e col loro citoplasma pallido, scarsamente lamiticato, si mettoiio in connessione diretta collo trabecoie del pstiudo-reticolo. Accantu ai piccoli linfociti bisogna intanto anche notare la presenza di forme pill grandi di mononucloati, d'altra parte poco numerosc ; forme con granulazioni non ne abbiamo mai osservate. Ritornando ora a quella rete trabecolare di sostegno, essa, come ho detto, stende la sua delicatissima trama attraverso la caviLa dello spazio sanguigno, fra una parete e i'altra, in mezzo al sangne che vi circola continuamente ; questa rete mostrasi piu stretta e piu abbondante genej'almente in vicinanza della parete interna del seno medesimo, quella cioe addossata immediatamente all'epitelio del sacco branchiale. Qui si raccoglie la porzione piu vistosa di queste formazioni linfoidi, la quale porzione dalla parte che guarda 11 sacco branchiale mostrasi, per quelle che oia si e detto, netta- mente delimitata, mentre dalla parte opposta, rivolta verso la pa- rete esterna del seno sanguigno, presenta un contoriio irregolare frastagliato e separato dalla parete stessa da uno spazio piu o meno notevole, riserbato al sangue, che s' insinua da pertutto nolle an- frattuosita e nolle lacune lasciate libere da dette formazioni, dalle quali si ditferenzia d'altra parte molto nettamente C). Cio e facilmente visibile nolle sezioni frontali ed e del tutto contrario alle prime osservazioni di Schaffer, il quale vedeva un netta delimitazione dalla parte esterna e non dalla parte interna' in base aU'esame insufflciente di poche larve del medesimo stadio, o di sole sezioni trasversali, in cui infatti si nota talvolta (fig. 2), ma soltanto al livello del punto in cui sta per farsi I'inserzione del costrittore deh' atrio C), una certa indeterminatezza di confini, in corrispondenza della parte mediale, guardante la cavita del sacco branchiale (fig. 1 e 2, C. s.). Al meilesimo livello I'epiteho di questo, prima di passiire in quelle dell'atiio, descrive una specie di volta, al disopra della quale si spingono anche per breve tratto tali for- (1) Di corpii.sc<)li sangiii'iiii e fiicile trovarne in uiczzo a qneate formazioni ; essi uon souo affatio coutenuti, pel- cio ilio si 0 detto, in capillari conu; liiiltitava lo S c li a f f e r, convinto della indiiiiin duu^a delle I'oruia/.inni niwdcsiuie dai seui i)ciiltiancliiali. (-) QncetiO mnsrolo lia una doppia inserzione, dorsale e VLMitralc. iniintdiatanieute e rispiltiva- niftnte al di diclru di ciascuna foiiiia/.ione linfoidc dorsale e ventiale. i - 165 - mazioni, per cui in sezioue tras versa I'immagine riesce un po' con- tiisa oolle diverse parti poco nettamente distiiite. Solo eccezional- montc, in case di eccessivo sviluppo, queste fonnazioni linf(ndi raggiuiigono la parete estenia o laterale delio spazio peribranchia- le, verso la quale mandano di solito soltanto del proluiigamenti o lingue piuttosto esigue di tessiifco linfoide, sul decorso delle grosse trabecole, disposte, come abbiamo detto, a varia distanza, trasver- salmente alia cavita dello spazio medesimo. Queste fonnazioni adunque si costituiscoiio principal mente in corrispondenza della parete interna dei seni peribianchiali, in vici- nanza dell'epitelio del sacco branchiale dal quale sono anzi per la massima parte (sia in sense doiso-ventrale che antero-posteriore) strettamente addossate (tig. 1). Con cio intendiamo subito stabilire i rapporti epiteliali, sul cui signiticato ci spiegheremo fra poco, di (jueste formazioni linfoidi, che Schaffer credette dapprima in re- lazione diretta anzi in connessione genetica, nel senso piii stretto della parola (niedianto un peduncolo epiteliale ; fig. 2, ped. ep. Schaf.), coll'epitelio deH'atrio, dal quale, non ostante la vicinanza, sono invece completamente indipendenti. Tale indipendenza, osser- vata gia da Giacomini, noi qui conferniiamo, in base anche alio studio, che abbiamo potuto fare, della genesi di dette formazioni, le quali invece sono da mettersi in rappoi'to coll'epitelio proprio del sacco branchiale. Questo studio sulla loro genesi ci ha appreso i seguenti fatri: a) Che i presunti abbozzi timici di Schaffer sono in rela- zione, oltre che anatomica, come abbiamo gia detto, anche genetica con i seni peribranchiali, nel senso che la com})arsa del loro prime abbozzo e subordinata a quella dei piccoli spazi sanguigni sub-epi- teliah che al)biamo cominciato a notare in una laiva di 15 mm. e che preludiano al formarsi ed al costituirsi, nelle larve piii svilup- pate, dell'unico grande sistema di seni peribranchiali che abbiamo piii volte ricordato ; h) Che tale primo abbozzo, riconoscibile solo in larve di 28 mm., consiste in scarsi accumuli di piccoli linfociti situati, nei soliti pun- ti, immediatamente al disotto dell'epitelio proprio del sacco branchiale ed in seno alle anzidette piccole lacune, indi- pendentemente dal peduncolo epiteliale deH'atrio indicate dallo Schaffer e che va completamente escluso dalla questione; c) Che i linfociti non hanno atfatto un' origine epiteliale, come pretendeva lo Schaffer (dal solito peduncolo) in base alle - 166 - ormai lontane teorie sulla istogenesi del time, ne d' altra parte sembrano essere una produzione locale del mesenchima circo- stante. Essi sopo portati li direttamente dal saiigue, come e lecito arguire dal fatto die per la prima volta compaiono appunto nelle suddette piccolo lacuiie sanguigne. (.A tale proposito faccio anclic notare che quell'organo linfoide contenute nella valvola spirale, e considerato come abbozzo splenico, e gia abbastanza sviluppato, anche in queste piccolo larve). d) Che infine questa concentrazioiie di piccoli linfociti, nelle lacuno sanguigne, immediatamente al disotto dell'epiLelio del sacco branchiale, yembra non potersi sottrarre ad una qualsiasi influenza dell'epitelio medesimo, il quale, pur non iiiostrando in quel punto alcun ap pa rente differenzi amento morfologico che giusti- fichi il sospetto di un abbozzo epiteliale vero e proprio, non e escluao possa far da richiamo agli elementi linfoidi che vanno man mano accumulandosi al disotto di esso. Parecchi linfociti rieiscono anche a penetrare nell'epitelio, senza pero che questo contragga ulteriormente con essi quelle intime relazioiii istulogiche che si hanno nello sviluppo del timo vero e proprio. L'epitelio resta in- sorama sempre ben delimitato da quelle formazioni linfoidi. In quanto all'ulteriore sviluppo ed all' accrescimento di questi abbozzi, bisogna avvertire che esso non sembra si faccia mediante intensa proliferazione dei primi linfociti; solo di rado abbiamo no- tato qualche iiiitosi, anche negli stadi piu giovani. II materiale lin- foide per la costituzione definitiva delle nostre formazioni, sembra piu verosimilmente, per lo mono in massima parte, assunto direttamente dal sangue. Parallelamente alio svilupparsi ed aH'ingrandirsi dei seni peribranchiali, diventano pm cospicue e crescono in massa anche le formazioni linfoidi in essi contenute, e mentre dapprima i linfociti mostransi irregolarmente sparsi, liberi o addossati alle trabecole ancora niolto rade, vanno, in seguito, sempre piia concentrandosi al disotto dell'epitelio del sacco branchiale, assumeudo una disposi- zione piii compatta e piu stipata, man mano che fra essi va, di pari passo, sviluppandosi qaell'apparecchio trabecolare che ho innanzi descritto. tSi giunge cosi alia disposi/ione strutturale definitiva di queste caratteristiche formazioni linfoidi, quale ci e date osservarla in larve di lunghezza superiore ai -10 mm. Quale ora il destine di queste formazioni linfoidi? A tale riguardo si sapeva soltanto che esse scompaiono nel Petroniyzon adulto, ed anch'iu infatti non ne rinvenni piu traccia - 167 - in un Petromyzon planei'i^ da poco metamorfosato. II loro ulteriore comporfcanienLo nella larva ci era completamente ignoto, e la loro scoinparsa nell'adulto poteva ascriversi al tatto stesso della meta- inorfosi. Le ricerche eseguite in proposito mi hanno invece rivelato un fatto nuGvo, un proeesso di riduzione o, se si vuole, anche in- volutivo in dette forniazioni, processo che porta senza dubbio alia definitiva scomparsa, o quasi, delle medesime anchci nella larva ; in un' Animocoetes, lunga 167 mm., quelle formazioni linfoidi, come tali, non le abbiamo infatti piii notate. Questo processo involutivo che si fa mediante una progressiva rarefazione dei linfociti, ricorda lontanamente 1' irivoluzione " senile „ del timo ; non mi serviro qui della stessa espressione, trattandosi di una larva, ma e sempre bene ricordare che probabilmente le Lamprede vivono molto di piii alio state larvale che alio state adulto. Senza avere ad ogni modo I'intenzione di fare dei confronti e di stabiliie delle omologie, forse non del tutto giustiflcate, io credo che, coraunque, questo fatto non sia indegno di una certa considerazione ; su di esse ritorneremo brevemente fra poc(j. Fermandoci per ora a quanto abbiamo detto, credo sia possi- bile venire alle seguenti conclusioni generali: 1. Che le formazioni linfoidi in parola non possono conside- rarsi come semplici accumuh linfoidi, privi di qualsiasi struttura; esse invece ne hanno una e molto simile a quella di altri organi linfoidi. Prefeiiamo percio indicarle col nome generico di formazioni linfoidi. 2. Che dette formazioni sono in rapporto da una parte con i seni peribranchiali e daU'altra coh'epitelio proprio del sacco bran- chiale; la I'elazione con quest' ultimo non sembra essere fortuita e solamenLe topografica di pura e semplice vicinanza, ma anche raorfogenetica, nel sense che le cellule epiteliah in quel punto fac- ciano da richiamo ai linfociti, come avviene anche per il timo (al- meno in un prime stadio) e per le aitre ghiandole linfatiche an- nesse al tubo intestinale. 8. E che in tine esse, in quanto al loro signiflcato morfolo- gico, non possono considerarsi come abbozzi timici veri e propri, per il fatto che la partecipazione epiteliale non va al di la di un semplice richiamo di linfociti (e non i)er la origine extra-epitehaie dei linfociti medesimi) ; non c'e compenetrazione reciproca di de- menti epitehali e di elementi hnfoidi fra loro che porta principal- raente alia costituzione del caratteristico " Reticulum „, il quale nelie formazioni in parola non esiste. - 168 - Quelle che ora, pero, mi preme mettere in evidenza si e die, stando alle nuove idee sulla istogenesi del timo, cui abbiamo fatto spesso tacitamente allnsione, e che riasyumeremo brevemenie piii innanzi, questo avrebbe in comane con quelle formazioni linfoidi, oltre la posizione (parngonato specialment{i alle dorsali) e iin certo carattere di transitorietn (involuzione), nnclie I'origine extra-epite- liale del linfociLi, considerafci invece sine a poco tempo fa, e da alcuni ancora attualmente, di natura ypeciale e di origine epite- liale, Cio e di grande importanza per la nostra questione, come vedremo. Probabile signiflcato morfologico delle formazioni linfoidi di Schaffer. — Ginnfci a questo punto ci rivolgiamo natuialmente la domanda: Che signiflcato hanno allora queste strane formazioni linfoidi? Non bisogna dimenticare che una spiegazione filogenetica del timo (') e ancora di la da venire; si sarebbe quindi subito tentati di rispondere che molto probabilmente queste formazioni potrebbero metterci sulla buona strada per cercarla. Ma prima di manifcstare totto il iiostro pensiero in proposito, sara bene dire ancora (lualche parola sulla disposizione del tessuto Imfoide in tutta la rogio.ie brancliiale di Ammocoetes. Dapprima ci e sorto infatti il sospetto che i presunti abbozzi timici di Schaffer avessero nient' altro che un signiflcato funzionale, sospetto che, come subito direrno, puteva essere coiifermato dallo studio delle altre formazioni linfoidi esistenti in Ammocoetes, in altii punti della regione branchiale. Tale studio ci ha rivelata la presenza di una piuttosto ricca disposizione linfoide, che era completamente sfuggita ai precedent! osservatori (-) e che noi mettiamo qui in evidenza per la prima volta. Riserbandoci di dare in seguito una dettagliata descrizione della medesima, ci limitiamo per ora soltanto a diie che essa con- siste in semplici accumuii linfoidi sparsi diffusamente, dorsalmente e ventralmente alia parete faringea, nonche lateralmente, fra questa 0 il margine interne di ogni sacco branchiale, innanzi (e per un certo tratto anche intorno) a ciascuna vena branchiale, in ambo i (') Quest'oi-gauo, come e uoto, iH>paie iicr la in-iuia \(ilta, iniprovvisaunjiite, iiei I'osci, aiirlie inf'oriori (Splnci , con quella costituzione e (lillVrenzia/ioiic, quasi (h'tinitivc, clie conservcra pni iiellu riiiiaiuiiit.i classi did Vei-tclirati sujx'iiori. (-) V. aiiolif ill nrniins Tii'n-cicli. Vol. 6', i. I'incex ; Cicloslomi ((i. Favaro). - 169 - lati; e che tali accumuli linfoidi si costituiscono anch'essi in vici- nanza degli epiteli, in seno a piccole lacune e spazi sanguigni sparsi quasi da per tutto nel raesenchima della regione branchiale di Ammocoetes. Questi accumuli linfoidi sono piu sviluppati nelie larve pill giovani che in quelle piu grandi da noi osservate, ma non pos- siamo con certezza determinare se anche per essi liavvi un pro- cesso di riduzione ; non se ne incontra ad ogni modo piu traccia dopo la metamorfosi. Tale riduzione, sia per cio che riguarda i pre- sunti abbczzi timici di Schaffer, sia per quelle che concerne gli accumuli linfoidi in discorso (amniesso che anche qui una riduzione ci sia), forse e da mettersi in relazione, stante una certa coinci- denza di fatti da me osservata, coll'accennarsi di altre formazioni linfoidi, alia base delle lamine branchiali, niolLo sviluppate nel- r adulto, dove furono scoperLe da Giacomini. Su quest' ultima disposizioni! lintbidu propria del Petromyzon adulto, e secondo Dro- scher, anche dei Selaci, non ci ferraereino ulteriormente. Ritor- nando iiivece alia prima, caratteristica di Atnmocoetes, alia quale non pLio che assegnarsi un valore puramente lisiologico, ci si puo domandare se le formazioni linfoidi di Schaffer debbano, anche esse, considerarsi come un caso particolare, forse piii accentuate e manifesto, di una generale disposizione linfoide interessante quasi tutto I'intestino branchiale della larva di Petromyzon. A prima vi- sta la cosa sembra plausibile; io pero voglio richiamar I'attenzione su alcune differenze che sembrano allontanare non poco i presunti abbozzi timici di Schaffer da queste altre formazioni linfoidi. Mentre infatti i primi sono molto piij sviluppati e molto meglio organizzati, possedendo un considerevole apparecchio di sostegno, ie seconde ne sono invece completamente prive, e di esso un pio colissimo accenno e possibile scorgere soltanto in alcuni degli accu- muli linfoidi situati ventralmente alia faringe, fra questa e la ti- roide, ai lati deha doccia ipobranchiale. Per esse puo usarsi, non impropriamente, la denominazione di accumuli linfoidi, veri e propri, privi di confini distinti e sparsi diffusamente e irregolarmente, in modo da sottrarsi a qualsiasi enumerazione ; mentre le formazioni linfoidi di Schaffer mostrano una localizzazione molto piii netta e una molto piii precisa delimitazione. Infine e sempre da ricordare la speciale condizione topografica di queste ultime, in relazione col- I'epitelio del sacco branchiale, mentre le altre sono per la massima parte in rapporto colla parete faringea vera e propria; a tutto cio vada anche aggiunta una certa indipendenza di sviluppo che le for- mazioni di Schaffer mostrano, rispetto alle altre: mentre queste - 170 - le abbiamo viste accennate contemporaneamente gia in larve di 15-18 ram., quelle si abbozzano invece molto piu tardi, iiella larva di 28 mm. Credo che bisogna tener conto di que.ste differenze, le quali lion possono dare certamente il diritLo di confondere, le une colle altre, tali formazioni linfoidi, e se pure si volesaero, da un punto di vista fisiologico, tutte riunire in nn unico sistema, mi sembra che morfologicamente quelle di Schaffer ne debbano andare in certo modo separate. Kitornando inl'atti alia questione della tilogfuiesi del timo, non nascondero che durante il corso delle presenti ricerche e andata sempre aumentando in me la flducia in una ipotesi, che le attuali conoscenze suUa istogenesi di quell'organo [come risultano princi- palmente dai lavori di Hammar (') e della sua scuola e da quelli del Maximovv^(^)] ci permettono di formukire. Attualmente infatti, come abbiamo gia accennato, non si parla piii, a proposito delle piccole cellule timiche, o se ne i)arla molto meno, di " timociti ,. veri e propri nel sense voluto dallo Stohr (■*) e dal Prenantl'*) e piia recentemente dal Dustin (■'); la teoria dell' origine autoctona epiteliale del linfociti del timo e andata sempre piti perdendo ter- rene, innanzi al consolidarsi dell'altra che a quelli assegna una ori- gine extra-epiteliale, come manifestamente avviene per le forma- zioni linfoidi di Schaffer, in Ammocoetes ; e insomma il ritorno alia concezione di Ver Eecke il quale considerava il timo formato " par la juxtaposition et la symbiose de deux tissus „ uno epite- liale, che nella teoria dell'Hammar e il " reticolo „, e I'altro lin- foide (piccole cellule timiche), Non e dnnque piu lecito ritonere il timo mi organo di natura essenzialmente epiteliale; I'abbozzo epi- teliale non sarebbe, come si credeva, la faljbrica misteriosa del lin- (1) Hammar I. An;;. — Zur Histogeiiese uiul luvoliitiou def Tbymusdri'iseu. — Anat. Am. Kd. 26, 1905. Id. — Ueber die Natur dtT kleiiieii Tli.\ luuszelleii. — Arch. f. Anat. it. I'hiisiol. Anat. Abt. Jahr. 1907. Id. — Zur Kenutuis der Teleostiertliymus. — Arch. /. Mlkr. Anat. lid. 73. 1909. (r) Maximow A. — Untersuchuugen iiber Blut uud Bindegewebe. — II. Ueber die Histoge- nese der Thymu.s bei Siiugetieren. — Arch. /. inikr. Anat. Bd. 74. 1909. Id. — Unters. iiber Blut und Bindegewebe. IV. Uelier die Histogenesc der Tliymus bei Am- phibieu. — Ibidem. Bd. 79, 1910. Id. — TTiiters. iiber Blut und Bindegewebe. V. Ueber die enil)rjonale Entwickluug der Tliyunis liei Selacbiern. — Ibidem Bd. SO, 1912. (■) .Stiibr Ph. — Ueber die Natur der Tliymuselemente. — Anat. llej'te, lid. :>l, 1912. (■I) Pronau t-Bouin ■ Maillard. — Traite d'Histologie, vol. II. 1911. (•') Citato pill avanti. - 171 - tbcili, ma farebbe, in iin primo momenfco, soltanto da richiamo ai incdosiini per esseriie i)oi dopo completamente invaso (^). Ora nel caso speciale delle ciiriose formazioni di S chaffer, ci chiediamo ae non fossimo in presenza di una disposizione particolare, riferibile ad una forma primitiva, ancora molto rudimentale, di abbozzi timici, e di natura ancora osclusi vamente linfoide. L' abbozzo epiteliale, considerando qui come tale quel tratto di epitelio del sacco branchiale, in re- lazione col quale si costituiscono detto formazioni linfoidi, privo ancora di ogni differenziamento morfologico (-), sarebbe dunque ri- masto in quella prima condizione di semplice centro di attrazione (^) per i linfociti, senza contrarre ulteriormente con essi, come ab- biamo visto, quelle intime relazioni istologiche, caratfceristiche nello sviluppo del timo vero e proprio. A che cosa sia dovuto questa mancata ulteriore partecipazione dell'epitelio sarebbe certamente impossibile determinare ; puo darsi che in cio abbia gran parte la ]H-esenza immediatamente al disotto di esso di larghi seni sangui- gni, fatto gia additato dal Beai'd C) e da questo autore ritenuto causa principale della inesistenza del timo nei Ciclostoni. Fra i pic- coli linfociti e la superficie epiteliale si interpone infatti la parete connettivale dello spazio saiiguigno, la quale valida resistenza deve certamente opporre alia penetraziojie ed alia invasione dei linfociti stessi nell'epitelii). Se di ostacolo alia nostra ipotesi possa poi sembrare il fatto della posizione quasi costanteraente dorsale che ii timo ha nei Pe- sci e negli altri Vertebrati, in disaccordo coll'esistenza in Ammo- coetes di abbozzi timici primitivi anche dalla parte ventrale (■*), bi- sogna ricordare che la maggior parte degli autori conviene nel ri- tenei'e che per lo meno una part"^' del timo dei Mammiferi abbia (1) Biedl A. — liuiere Sekretiou. — i! Aufluiii-. 1. Teil, I'JIS. Hart ('. — Thynin.sstndien. II. Die Tli\ niiisrlcuiente. — .4n-/(. I'athnl. Anal.. lUl. -Hi). H. 2, l'.H2. (-) Uu fatto aiiuile e anclie ricoiioscibile, in nn piimissiiuo stadio, nello svihippo del fcimo vero B proprio (vedansi a tale proposito le figure ilate dall' Jlammar e dal Maxiniow nei lavori j;ia uitati). (*) Tale azione chemiotattica positiva di (juesto tratto epiteliale, sopra i linfociti, senibra essere in minore niisnra, per quauto .si e detto (v. pag. 169), una proprieta generale degli epiteli di quasi tntta la regione branchiale di Ainmocoete.i, forse deterininata da una ragiono fisiologica di difesa, staute la presenza di larghi spazi e lacnne .sanguigno iiiiniediataiuente al di .sotto di es.si. (■•) Beard. — The development and problable function of tlie Thjnuns. — Anat. Anz. lid. IX, IS'J4. (5) (jui intauto, e bene far uotare che le formazioni linfoidi di Schaffer sono piii sxihiiipate •.), e gli epiteli dell'uno si continuano direttameute con quelli dell' altro. rig. 2. — La comunicazione e chiusa, ed al suo posto, in basso, vedesi una sjiecie di evaginazioue epiteliale dell' atrio (peduncolo dello Schaffer: j)ed. ep. tSehaf.), cbe, prima di paasare diretta- meute neir ei)itelio del sacco brancbiale, sombra andare it\coiitro alia formazione linfoide, dalla quale mostrasi, per altro, nettamente separata. I, II. Ill, sezioiii trasv. di sostegni cartilaginei longitudiuali del sacco brancbiale ; 0. a., cavita deH'atrio ; V. *.. cavita del sacco brancbiale ; e]>. a., epitelio dell' atrio : cp. s., epitelio del sacco brancbiale (in taluni jiunti (juesto ai)pare tagliato tangenziahnente in conseguenza di (luella « volta » cui abbiamo accounato nei testo, (v. pag. 104) ; in. c. a., uiuscolo costrittore dell'atrio m.. op., muscolo opercolare ,- sp.pcr., spazio peri brancbiale ; pr. e. $p., parete esterna e, pr. i. sp., parote interna del medesimo; tn. lat., muscolatura laterale; epid., epidermide ; ap. est. a. br., doc cia cutanea in fondo alia quale trovasi I'apertura esterna del sacco ; V. j., vena giugulare : ped. ep. Schaf., peduncolo epiteliale dello Scbaffer. X. B. — Gli epiteli mostransi in alcuni puuti staccali ed alloutauati dalle loro aderenze norniali per effetto della flssazione. - 175 - PERSONALE UNIVERSITARIO (di Zoologia, Anatomia comparata, Anatomia umana, Aiitropologia, Istoiogia, Anatomia veterinaria). UNIVERSITA DI PALERMO Facolta 1)1 Medicina e Ghirurgia Gabinetlo di Anatomia umana normalc Versari Riccardo, Direttore, o. di Anatomia umana normale. Incarieato di Ana- tomia topogrartca, Luna Emerico, Aiuto o Incarieato d" Istoiogia noi'malo genoi'ale. Giglio Antonino, Assistente. La Rocca Cesaro, Assistente e Libero Docentc di Anatomia umana normale. Villari Gabriele, Assistente. Castellani Luigi, Libero Docente di Anatomia umana normale. Engel Emilio, Libero Docente di Anatomia umana normale. Scaffidi Vittorio, Libero Docente di Anatomia microscopica. Facolta di Sgienze Fisighe, Matematiche e Natural: Gabinetto di Anatomia e Zoologia comparate Raffaele Federico, Direttore, 0. di Anatomia e Fisiologia comparata. Incarieato di Zoologia. Misuri Alfredo, Aiuto. Fodera Emanuele, Assistente. Sanzo Luigi, Libero Docente di Anatomia o Fisiologia comparate. UiNIVERSITA DI PARMA Facolta di Medicina e Ghirurgia Gabinetto di Anatomia umana normale Salvl Giunio, Direttore, 0. di Anatomia umana normale. Lasagna Francesco, Aiuto. Cherie-Lfgniere Massimo, Assistente e Libero Docente di Anatomia topografica. Rosati Renzo, Assistente. Mannu Andrea, Libero Docente di Anatomia umana normale. Istituto Veterinai'io Negrini Francesco, Direttore, 0. di Zootomia e Incarieato di Istoiogia. - 176 - Facolta m SciENZE FisiCHE, Matematiche e Naturali Gabinetlo cli /jjologia e Anatmnia comparale Andres Aiiji'olo, DiivLtore, 0. di Zoologia, Anatoniia e Fisiologia eomi)arato. Porta Aiitoiiii), Aiuto o Incaricato di Anatoniia cjinparala. UNIVERSITA 1)1 PAMA Facolta d i M e d i c i n a e G h i k u r g i a Gahinettu di Aiuitohiia Kuuuia Sala Luigi, Direttore. 0. di Anatoniia nmana noi'malo. Incaricato di Anatomia topogfalica. Pensa Antonio, Aiuto o Libero Docente di Anatoniia uraana norniale. Verga Giovanni, Assistente. Agazzi Benedetto. Assistente. Gabinetto di Istulogia Golgi Camillo, Direttore e Incaricato di Istologia. Perroncito Aldo, Libero Docente d' Istologia e Patologia generale. Veratti Kmilio, Libero Docente d' Istologia normale o di Patologia generale. Facolta di ^Scienze Fisiche, Matematiche e Natural: Gabinetto di Anatomia e Fisiologia comxmrate Giardina Andrea, Direttore, 0. di Anatomia e Fisiologia eompai'ate. Maglio Carlo, Aiuto. Cassani Rosa, Assistente. Gabinetto di Zoologia Mazzarelli Giuseppe, Direttore, 0. di Zoologia, Anatomia e Fisiologia comparate. Incaricato di Zoologia. Corti Eniilio, Aiuto. Lo Giudice Pietro, Aiuto (comandato) c Libero Docente di Zoologia. lacino Antonino, Assistente. Sera Gioacchino, Incaricato di Antropologia. GosiMo Gherubini, Am.ministratore-responsabile. Fiienze, 1913. — Tip. L. Niccolai, ^ia Faenza, 52 ffa/?//on' Zoolofjiro ffa/iano Amio XX/V .lat. I'nf. /' pr.esp- J-.j. II pr.usp '• ^-S^^'t' '.•;•'-/' ap.est . s. frr. ^§»'r-'^--^,r;i|i^ ^^r^^^^.^ ■'-; ^/'lij^nfe^?^?-''- \ Tav.X7-X/f Fi^ Jul. ff .'*^ <.•; i ' *! '*'.*. t H ', n d f. L •• r-r^Trf ''■»'-■■'.■ ■- ./■ •t 1: ■•V.-v •' • . • .* • -\ • •• - • .ep.s. ped.ep. ij :> '^ « 2J7 4s^^' firene.btA ntffom, .' MonitoFe Zoologieo Italiano (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo iifficiale della Unione Zoologica Italiana DIllKTTO DAI DOTTOKI GIULIO CHIARU6I EUGENIO FIGALBI Prof, (li Auatomia umauii Prof, di Auatomia conip. e Zoologia nel K. Istituto di Studi Super, in Fireiize uella K. Uuivcrsita di Pisa Ufficio di Direzione ed Aiuiuiuistrazioue: Istituto Anafotniro, Fireiize. 12 numeri all'anno — Abbuonameuto aauuo L. 15. XXIV Anno Firenze, Settembre 1913. N. 9. SOMMARIO: BiBLIOGRAFiA. — Pag. 177-182. CoMUNiCAZioNi ORiGiNALi: ArcangcH A., Isopodi terrestri nuovi o poeo noti di Italia. — Pag. 183-2U2. Personale universitario. Pag. 203-204. Avvertenza Delle Coinunicazioiii Originali clie si pubblicano nel Monitore Zoologieo Italiano e vietata la riproduzioue. BIBLIOGRAFIA aS/ da notizia soJtanto dei lavori pubblicati in Italia. B, - PARTE SPECIALE (Continuazione) XII. Vertebrati. III. PARTE ZOOLOGICA 3. Pesci. Accomazzo Pericle. — Ghiave analitica dei pesci Cgeneri) piii importanti viventi, nelle acque dolci d' Italia. — Camerino, tip. Savini, 1912, 15 pi). Carazzi D. — Notereile biologiche sui rauggini. — Natura, Vol. 4, Fasc. 6, pp. 153-156. Milano, 1913. Carruccio A. — Plectognathi del Musen zoologieo imiversitai'io e specialmente di due recenti Orthagoriscus uno di Viesti e I'altro di Civitavecchia. — Boll. della Soc. zool. ital., Ser. Ill, Vol. 1, Fasc. 9-10, pp. 201 216. Roma, 1912. Carruccio A. — Sui diversi eseraplari di Prionodon di recente introdotti nel Museo zoologieo della R. Universita di Roma. — Boll, della Soc. zool. Hal., Ser. 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Z., XXIII, 12, 292. Grassi B. — Nuova contribuziono alia storia dello sviluppo dei Murenoidi. — Vedi M. Z., XXIII, 12, 292. Mazza F. — Risultato di esperiraenti fatti sopra aleune Anguille Argentine (Fi- latrotas) vissute forzatamente in acqua dolce. — Atli R. Ace. dei Lincei, Rendic. Ct. Sc. fis. inat. e nat., Ser. 5, Vol. 21, Setn. 2, Fasc. 10, pp. 730- 735, eon figg. Roma, 1912. Pellegrin .Jacques. — Poissons du Musee do Naples provenaiit des expeditions du Vettor Pisani et du Dogali et de la Mor Rouge. — Annuario del Museo zool. d. R. Univ. di Napoli, (N. S.), Vol. 3, N. 27, 2>P- iH- NajJoli, lu- glio 1912. Ninni Era, — Gatalogo doi pesei del mare Adriatieo. — Venezia, tip. C. Ber- totti, 1912, pp. vn-271. Sella Massiyno. — Gontributo alia conoscenza dclla I'iproduzione e dello svi- luppo del Pesce Spada (Xiphias gladius L.). — Vedi M. Z., XXIII, 5, 12. 4. Anfibi, Peracca M. G. — Rettili ed Anllbi raccolti durante i viaggi di S. A. 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Operaia, Adorni, Ugolotti e C, 1912, -J8 pp. Luca (De) Francesco. — L' Aiilropologia crirainale ed i suoi dctrattori. II suo valore e la sua importanza storica. — Arch. Afitr. crim., Psichiatr.e Med. leg.. Vol. 34, (Ser. 4, Vol. 5), Fasc. 2, pp. 159 165. Torino, 1913. Maragnani Lcopoldo. — II museo craniologicu del manicomio di Alessandria. — Alessandria, tip. G. Jacqueniod e figli, 1912, 235 pp. con 3 tavole. — Arch. di Antrop. crim., Psich. e Med. leg., Vol. 33, (Ser. 4, Voi. 4), Fasc. 6, 2)p. 609-636, con tavole. Torino, 1912. Niceforo Alfredo. — Per la revisione di alcuni punti dell' Antropologia crirainale (le medic e le curve di frequenza). — Riv. di Antropj., Vol. 17, Fasc. 1-2, pp. 3-32. Roma, 1912. - 183 COMUNICAZIONI ORIGINALI Prof. Dott. ALCESTE ARGANGELI Isopodi terrestri nuovi o poco noti di Italia E vietata la liprodnzione. Occorrendomi anconi molto tempo per potere presentare una Mo- nografia degli Isopodi tenestii italiani, mi permetto intanto di rendere note agli studiosi alcune specie che sono nuove o die in Italia non furono rinveiuite o solo in poche localita. Ed indulgenza io cliiedo al lettore se io mi dilungo in descrizioni apparentemente prolisse, ma di esse io ricono.sco la necessita. Se gli isopodologi avessero tenuto conto di una maggiore copia di caratteri nel dare la diagnosi delle diverse specie, se non si fossero attenuti solamente a quelli che poi le ulteriori ricerche hanno dimostrato insufflcienti, oggigiorno noi non avremmo a deplorare quella confusione che pur troppo esi- ste in questo gruppo di crostacei. Solo pochi, e tra questi primeg- gia Racovitza, E. G., hanno sentito il bisogno di descrizioni lun- ghe ed accurate ; e cosi quando di queste noi avremo un numero sufficiente potremo, in base ad una noziotie pii^i sicura dei caratteri differenzia'.i, sentirci disposti a fissare con maggiore approssimazione le divisioni sistematiche. I piii invece non hanno avuto tanti scru- poh, ed hanno arricchito la natura di nuove specie, nuovi sottoge- neri e generi, presentando poi anche chiavi analitiche che possono servire a riconoscere un isopode solamente per chi.... Io conosce gia. Ma di cio avro occasione di parlare dettagliatamente in avvenire (*). Le specie che presento sono cinque : di queste tre mi sembrano nuove e due sono poco note e degoe, oltre che di menzione per il luogo di rinvenimento, di una nuova descrizione. (1) Mi sia lucito ringra/.iare vivameute qiiegli studio.si p. 65-68. Pisa, 1913. Rossi Romolo. — Alcune notizie intorno a due Cleonini, Conorrhynchus Lui- gionii 6 Lixus junci Boh. (Goleoptera, Curcahonidae) dannosi alia barbabie- tola da zucchero nella Campania. — Vedi M. Z., XXIII, 12, 290. Silvestri F. — Contribuzioni alia conoscenza degli insetti dannosi e dei lore simbionti. — Vedi M. Z, XXIII, 12, 298. Silvestri F. — Materiale per la conoscenza dei parassiti della mosca delle olive. — Vedi M. Z, XXIII, 12, 297. Sujnno Felice. — La Stazione idrobiologica di Milano. — Vedi M. Z., XXIII, 12, 295. - 208 - COMUNICAZIONI ORIGINALI DoTT. ARTURO BERETTA Prof. Inc. di Odontojatria e Protesi dentaria nella R. Universita di Bologna Contributo alia fine architettura dello smalto (Con tavola XIII). £ vietata la riproduzione. Una delle question! che si agitano intorno alia minuta striit- tura dello smalto riguarda la disposizione dei prismi, specialmente in rapporto alia sproporzione fra le due superiici del tessuto : 1' e- sterna in intimo contatto colla cuticola, e V interna al margine di congiunzione amelo-dentinale : la seconda di necessita minore della prima. Sproporzione che risulta evidente gia al semplice esame di una sezione che passi per I'asse di un djnte cuspidato, in particolare se di un dente fortemente appuntito. Le spiegazioni che si danno in proposito si possono riassumere nolle due seguenti principali : 1.0 I prismi nello spiegarsi in mode radiale aumentano di diametro, presentando necessariamente il minimo all' interno ed il niassimo aU'esterno, sotto la cuticola (Vedi fig. 1); 2° I prismi presentano piu o meno ugualmente tutti lo stesso diametro. Negli spazi angolari risultanti alia zona corticale dello smalto, si insinuano, durante lo sviluppo, altri prismi di diversa lunghezza, ma piii corti dei primi, i quali vengono cosi a zeppare i vani suddetti e completare il tessuto (Vedi fig. 2). Alia prima ipotesi, almeno come fatto istologico, se non come elemento sufficiente da solo a dare spiegazione della questione sopra posta, troviamo consenzienti tutti gli autori. Cosi v. Ebner dice: Lo spessore dei prismi aumenta in modo assoluto, partendo dalla dentina verso la superfice esterna, per un processo che si compie contemporaneamente aU' ispessimento dell'ameloblasta durante il - 209 - progredire dello sviliippo dello smalto. II massimo spessore possi- bile cui puo giungere un prisma sarebbe determinato dal diametro della cellula dello smalto al momento della deposizione dello strato corrispondente. Non potendosi provare 1' ingresso di cellule nuove durante la formazione dello smalto si dovra spiegare ringrandiraento della superfice di questo, aramettendij un piccolo accrescimento in spessore dell' ameloblasta, contemporaneo al suo accrescimento in lunghezza, e che armonizza coll'aumento in spessore del prisma. D'altra parte questo modo di spiegazione e conseguenza natu- rale del processo di formazione dello smalto quale lo stesso v. Ebner descrive : " II prolungamento di Tomes e I'origine del prisma; la Btruttura alveolare da cui e possibile strapparlo e la sostanza ce- mentante. .11 prisma giovane si presenta piu stretto deli'estre- mita prossimale dell'ameloblasta. Leapofisi di Tomes, procedendo nella calciflcazione, divengono prismi di smalto, mentre le masse di calce che appariscono come sfere e granuli nell' interne, si fondono insieme Prima i prismi sono sottili, poi a poco a poco si con- densano a spese della massa cementante che li circonda e che viene sempre piii attratta nella calciflcazione „. Se cosi ci figuriamo il processo di sviluppo dello smalto, nulla di pill semplice del pensare che la condensazione del prisma a spese della massa cementante, avvenga in differente proporzione a se- conda delle condizioni locali: deticiente verso la linea amelo-denti- nale, abbondante, sine a raggiungere 1' intero diametro dell'amelo- blasta, verso la parte esterna. Altri inveco, specialmente gli Anglo-americani avanzano una seconda ipotesi. Cosi Ho pew ell -Smith il quale scrive: " Siccome i prismi corrono verso I'esterno e si accostano alia superfice libera, e ovvio che molti stretti spazi rimangano fra gli uni e gli altri ra- dialmente in modo centrifuge dalla dentina, I'area totale dei quali prismi quivi, cioe alia dentina, trovasi considerevolmente piii pic- cola che alia periferia dello smalto. Questi spazi sono riempiti da numerosi prismi supplementari di varia lunghezza ma sempre piii corti dei principali ed istologicamente identici a questi. Entrambe le ipotesi, benche appaiano ammissibili, lasciano tut- tavia adito ad obbiezioni di qualche valore. Perche, qualora noi ammettiamo che il maggior diametro del prisma all'esterno in confronto del limite dentinale all' interne sia condizione sufficente a spiegarci la differenza nelle due superflci, questa differenza dovrebbe riuscire rilevabile anche ad un grossolano - 210 - esame microscopico specialmente in alcuni denti cuspidati fortemento appuntiti. Non si potra obbiettare che pel decorso elicoidale del pri- sma non sarebbe possibile ottenere un preparato di quest' ultimo sopra il suo intero decorso, potendosi opporre facilmeute che doven- dosi trovare tale sproporzione in tutti i prismi di una data zona, poco importerebbe alio scope individuarli in questa ricerca. Ora tale sproporzione, mentre e facilmente apprezzabile nell'a- meloblasta, non lo e ugualmente nella totalita dei prismi, almeno in modo cosi rilevante come dovrebbe apparire. Per contro a coloro poi che sostengono la esistenza dei prismi supplementari puo obbiettarsi che tale fatto pur non essendo inam- missibile, resta ancora da dimostrarsi. Ditatti non e possibile riconoscere gU elementi in parola sopra un preparato istologico, perche noi sappiamo come la disposizione dei prismi a strati longitudinali che si avvicendano a strati traversali possa facilmente indurre ad illusion] ottiche. Cosi puo avvenire che cio che sembra il punto di terminazione centripeta di un prisma supplementare altro non sia se non il punto di flessione di un pri- sma principale che si ripiega ivi ad angolo piu o meno aperto e scompare quindi dal piano di sezione. Dovremmo percio conoludere che la esistenza di questi prismi supplementari, benche possibile, sino ad oggi non e stata provata. Tali essendo le ipotesi volli cercare per via istologica la prova deU'esistenza di questi prismi e quant'altro mi risultasse a spiegare comunque la questione. E note che gh ameloblasti durante il periodo di secrezione del prisma si mostrano tipicamente disposti in una sol fila regolar- mente gh uni presso agli altri. 11 nucleo occupa la larghezza della cellula, e si mostra a volte ovale, piia spesso quadrato o angolare, ed in qualche caso a foggia triangolare cogli angoli volti verso lo smalto giovane, tali da sembrare in continuitii con processi filamen- tosi (^). II nucleo si trova in posizione eccentrica nella parte piu distante dal prisma in formazione. Se la posizione che il nucleo viene ad assumere nell'amelo- blasta durante il processo di calcificazione del prisma e costante in ogni caso, parrebbe logico il pensare, come si deduce dal Tomes, che quando il nucleo si trova ectopico, posto in modo piii pros- simale alia linea dentinale, la cellula ancora non sia funzionante. Troviamo prova di questo asserto osservando una sezione che passi (I (') Tomus, i>ug. ItJO, 1. o. - 211 - per Tasse di uii dente cuspidate collo smalto in via di calcificazione. Vediamo allora clie, mentre alia sommita, ove gia e comparso il primo cappuccio di smalto, I'ameloblasta si presenta nel modo so- pradescritto, verso il colletto le cellule mostrano I'aspetto primor- diale embricnale, col nucleo rotondeggiaiite od ovale, ancora nella parte centrale del protoplasma. Percio il reperto di ameloblasti con nuclei ectopic! nel modo di un anomalo avvicinanaento alia linea dentinale, potrebbe servire come indice di uno state di non funzionalita della cellula alia produzione dello smalto. VoUi quindi cercare in un germe in via di evoluzione se tale fatto fosse reperibile ed in quale parte del germe, pel quale fine mi servii delle sezioni in serie di denti di cane, da me preparate per altro studio. Le mie ricerche ebbero esito negativo giacche pressoche in nessun ])unto, la dove i prismi dello smalto erano gia in via di sviluppo, trovai I'ameloblasta con ectopia nucleare nel sense di una posizione prossimale alia linea dentinale. Sole nella parte linguaie del dente dove il cuspide mostra una certa curva, potei rintracciare qualche raro nucleo ovale, non angolare, pii^i o meno avvicinato alia linea ameloblastica interna. In nessun case mai ottenni tale reperto aU'estremo cuspidale. Quindi, qualora si potesse dedurre, per quanto sopra ho ricor- dato, che il nucleo ectopico nel modo sopra accennato sia I'espo- nente di uno state primordiale dell'ameloblasta non ancora funzio- nante, qualora si riscontrassero tali figure in mezzo ad altri ame- loblasti in plena attivita formativa, si verrebbe a provare istoge- neticamente la esistenza dei prismi supplementari, cioe I'esistenza di prismi che, perche originati posteriormente agli altri (prismi principal!), raggiungono una lunghezza varia, sempre tuttavia mi- nore di questi. Nei miei preparati tale fatto s'incontra invece come eccezione in pochissimi casi (vedi tavola), mai ad ogni modo all'estremo cuspi- dale dove la presenza dei prismi supplementari dovrebbe essere piii manifesta. E percio, in vista specialmente del numero esiguo e della sede di questi nuclei ectopici, i quali ripeto si presentano solo come eccezione una volta sia incominciata la formazione dei prismi, credo i miei report! parlino assolutamente in sfavore della tesi preposta. In altra serie di sezioni di un dente prossimo alia eruzione (un cuspidate di canej dove lo smalto venne risparmiato per la parziale 212 decalcificazione subita, ho potuto invece osservare la singolare di- sposizione dei prismi dello smalto, la quale, pure interessando il vasto quadro della tessitura dello smalto in generale, porta in par- ticolare un valido contributo alia presente questione. Benche sarebbe certamenbe preferibile il ricostruire con preci- sione la intera tessitura dello smalto coU'avvicinare tutte le sezio- ni della serie, debbo^confessare che i miei preparati riuscirebbero insufflcienti per poter rispondere con assoluta esattezza e coscienza, e percio credo per mia parte doveroso esporre nel presente studio soltanto i fatti obbiettivamente osservabili anche all'esame di una sola sezione passante per I'asse maggiore del dente. In questa sezione si osserva quanto segue : (vedi fig. 5). I pri- smi dello smalto partendo dalla linea amelo-dentinale si dirigono radialmente in fuori verso la superflcie esterna cuticolare. Ma men- tre nella parte vicina al colletto tale disposizione e piia o meno normale, poco piii in alto guardando verso il cuspide, circa ad un quarto dal confine dello smalto col cemento, si osserva che la di- rezione radiale si spiega verso I'alto, cioe verso il cuspide, in modo che la striatura generale dello smalto pare segua in certo modo la direzione della linea di curvatura esterna della corona. Questa e la tessitura, direi, fondamentale, per cui dunque il cammino dei prismi si distende aU'esterno verso I'alto e non gia in modo strettamente radiale. Sopra questa disposizione generale si differenziano dei gruppi 0 fasci di prismi, i quah a distanza piii o meno ordinate interseca- no il decorso sopradescritto incrociandosi con questo ad angolo piii 0 meno aperto, formando cosi dei fasci veramente traversali rispetto all'asse del dente. Questi a lore volta si difi:erenziano in due tipi diversi : gli uni incrociano i fasci principali sullo stesso piano (fig. 5) lettera B) gli altri invece incrociano sopra un piano differente (vedi fig. 5) lettera C). Di tali fasci di prismi, i quali adunque staccandosi dalla linea dentinale decussano la dn-ezione generale dei prismi, se ne possono contare da 4 a 6 gruppi principali irregolarmente disposti a ciascun lato dell'asse del dente. Inoltre tutti i prismi presentano individualmente delle leggere flessioni, principalmente poco dope il punto di partenza (cioe la linea amelo-dentinale) e verso la corteccia deho smalto. I fasci dei pri- smi piu lunghi della tessitura fondamentale presentano spesso tale duplice flessione talmente evidente da descrivere come una " S „ rove- sciata, avendo cioe la prima flessione piu marcata con concavita - 213 - verso I'alto e la seconda assai meno marcata con concavita verso la parte esterna del dente. Alia sommita del dente gli stessi fasci fondamentali giuntisul cuspide si intrecciano fra loro formando una stretta orditura certo robustissima alio sforzo meccanico. Per la difficolta tecnica della preparazione non riesce ugual- niente nitida I'osservazione della terminazione del prismi alia peri- feria dello smalto sotto alia cuticola ; soltanto verso il colletto tale dimostrazione e facile. Si notano quivi i prismi terminare legger- mente flessi, alcuni verso I'alto, altri verso il colletto, sempre tut- tavia colla direzione principale in sense radiale. Tale risulta la descrizione obbiettiva della tessitura dello smalto nel dente cuspidate di cane quale e rilevabile ad un attenta osser- vazione, sebbene ad un esame superflciale possa apparire assai di- versa : le tlessioni, le decussazioni, le sovrapposizioni del piani per- niettono tali illusioni ottiche da dar ragione della difflcolta e diver- sita dei reperti in proposito. La descrizione cosi fatta dello smalto riesce quanto mai inte- ressante, e mostra una volta ancora tutta la profonda genialita della natura. II problema cui rispondeva senza persuadere la spiega- zione del diametro disuguale dei prismi, e I'ipotesi dei prismi sup- plementari, viene a ricevere per questo reperto, una delucidazione assai elegante. Riceviamo una prova del come la natura abbia prov- veduto con una sagace disposizione dei prismi, non solo ad ottenere una resistentissima tessitura dello smalto, adattando i vari fasci di prismi in mode da dare alia massa smaltea la massima resistenza, ma ha contribuito altresi alia correzione della sproporzione fra Je due Huperllci esterna ed interna. Se noi disegnamo in modo schematico lo scheletro dello smalto (e cio per solo scope dimostrativo, ben lontano dall' apparenza reale quale e reperibile al microscopio) possiamo flgurarci la massa smaltea quale mostra la figura 3. Come si scorge dal disegno, benche tutti i prismi possano mantenere uguale diametro (nel case dello smalto non si nega un certo auniento di diametro col procedere verso I'esterno) per la disposizione particolare pressoche longitudinale, si viene ad occupare in modo uguale tutta la superflcie dello smalto in sezlone. Se noi facciamo quindi ruotare la sezione sul proprio asse avre- mo il passaggio da una flgura di superflcie ad una flgura di volume sempre con identica disposizione degli elementi costitutivi. Ripeto anche una volta che tale figura schematica, non pud - 214 - avere altro valore se non quello di dimostrare come una condizione di fatto osservata nello smalto, ossia la diaposizione longitudinale di una parte dei prismi, possa contribuire a corieggere la spropor- zione fra ie due superfici, pur essendo tuttavia tale disposizione neiranimale assai meno evidente e geometricamence figurata. I miei reperti mostrano fatti, in parte nuovi, i quali servono ad illustrare conoscenze gia acquisite, ed a completare o confer- niare nozioni aneora contradette e non da tutti accettate. La particolare tessitura dei prismi dello smalto rientra nel campo assai discusso della costituzione deilo smalto per cui ancora oggi sussistono disparita di vedute specialmente in rapporto alia origine delle cosidette strie di Schreger. E note come sopra una sezione longitudinale, si osservino quelle strie radiali, lucenti sul fondo e che dal nome degli scopri- tori Hunter e Schreger vengono indicate come strie di Hunter- Sclireger, o piu comunemente come strie di Schreger. Chiamate dall' Hunter, che le designava tanto nelle sezioni trasversali che nelle sezioni longitudinali, " Fas^rstreifen „ vennero studiate dal Linderer cui diede il nome di " Schichtstreifen „, (strie di strato) indicandone con cio I'origine. Lo Schreger limito queste linee come presenti nelle sole sezioni longitudinali, e dimostro che siccome i prismi non vanno diretta- mente in mode radiale dal limite dentinale alia corteccia, ma pre- sentano delle flessioni, delle ripiegature in curva, le quali nei prismi di un piano corrono in senso inverse a quello dei prismi di un altro piano, si formano di necessiia degli incrociamenti che risul- tano sulle sezioni, all'occhio, quali strie. Ebner dice appunto che queste strie dipendono daH'incrocio di gruppi di prismi rivolti in direzione opposta; non crede tuttavia provata la esistenza di piegature a zig-zag, di angoli come ammet- tono Czermach e Kollmann. Walkhoff per contro, sulla guida dei propri preparati, dichiara che alia formazione delle strie di Schreger contribuiscono non solo le incrociature ma anche le flessioni dei gruppi di prismi, per la cui genesi egh dice: La struttura dei prismi dello smalto e la lore suc- cessiva formazione e consolidazione appoggia Topinione che la causa delle strie di Schreger sia uno spostamento dei prismi dello smalto non ancora completamente indurito durante il periodo di sviluppo. L'adattamento che le cellule dello smalto haimo subito nello spazio limitato deH'organo dello smalto e sufficiente spiegazione. - 215 - II Preiswerk per primo ha deiiominato " Zonie „ i disegni di aggrupparaenti dei prismi che si presentano nelle sezioni longitudi- nali del dente, e che formano piegature alternantesi regolarmente. E' noto come al Preiwerck si debba la denominazione di Diazo- nie, a quelle fila dei prismi che appaiono tagliafce trasversalmente, e parazonie a quelle fila che vengono tagliate nel senso della lun- ghezzza. Ognuna delle strie di Schreger (ved. fig. 27 nel trattato di VValklioff) risulterebbe quindi costituita da una Diazonia e da una meta di una Parazonia. V. Ebner sostiene decisamente che tanto la Diazonia come la Parazonia sono formate soltanto nella parte media dello spessore dello smalto, ma non alia base od alia superfice di questo. In alcuni animali, specialmente nei carnivori e nei roditori, queste strie si possono assai meglio osservare che nell'uomo: quale esempio classico il Preiswerk indica I'incisivo dello Sciurus e dello Scoiattolo, dove ciascuna zonia e formate da un solo strato di prismi. L'ordine delle zonie sarebbe per le diverse classi di animali cosi caretteristica da poter servire quale elemento di classificazione fllo- gt'uetica. Di queste notizie intorno all'argomento delle strie di Schre- ger molte si collegano direttamente ai nostri reperti. Secondo questi avremmo adunque non solo la direzione dei prismi che decorrendo sopra due piani si incrociano, ma bensi una vera decussazione dei due piani ; in altre parole avremmo due piani di prismi che avendo direzione coiitraria, si incrociano pur rimanendo sopra piani paralleli, i quali piani a lor volta vengono incrociati ad angolo pill o mono aperto da un terzo ordine di prismi. Inoltre abbiamo seguito alcuni prismi sul loro decorso, osser- vandovi in mode indubbio fiessioni in curva piia o mono accentuate come sostiene Walkhoff. Abbiamo visto verificarsi anche nel case nostro quanto afferma, v. / Ebner circa la locahzzazione nella zona media dello spessore dello smalto delle maggiori fiessioni e degU incroci piii evidenti dei prismi, mentre nella parte basale, dentinale dello smalto, e superficiale cuticolare, pure avendosi fiessioni, queste sembrano sopra un sol piano e di lieve curvatura. La disposizione adunque dei prismi dello smalto nel cuspidate di cane, quale abbiamo osservato, riferendoci a quanto e noto spe- cialmente in rapporto aH'origine delle strie di Schreger, potrebbe interpretarsi riguardo alia finalita funzionale in una duplice maniera: - 216 - sia di adattamento per ragioni dinamiche; sia di riempimento del tessuto, servendo essa di zeppamento delle sezioni piu alte ed ester- ne, verso il cuspide, dove appimto maggiore e il bisogno. La sproporzione tra la superfico esterna ed interna dello smal- to riuscirebbe percio spiegabile in tre diversi modi : V CoU'aumento progressive del diamefcro del prisma, il quale analogamente a quanto mostra Tameloblasta da cui deriva, andreb- be ingrossandosi procedendo nella linea amelo-dentinale verso la cnticola, dove troviamo il diametro maggiore, uguale cioe a quelle massimo dell'ameloblasta da cui deriva. 2° CoU'ammettere la presenza dei prismi supplementari di lunghezza varia, sempi'e piu forti dei principali da cui tuttavia non differiscono istologicamente. L'esistenza di questi elemeuti e possi- bile sebbene non provata. Secondo i miei reperti risulterebbe isto- geneticamente non dimostrabilo. 3" La tessitura dei prismi dello smalto, secondo quanto e gia noto circa la possibilita di flessioni, di piegatura dei prismi, di incrocio di piani (e secondo quanto i miei reperti dimostrano e de- lucidano) e costituita in tale armonico assettamento da contribuire colla particolare disposizione, anche senza bisogno di invocare l'e- sistenza di prismi supplementari, ed un esagerato differenziamento dello spessore del prisma alle due estremita, dentinale e cuticolare, ad occupare ugualmente le varie parti del dente la dove la spro- porzione fra la grandezza delle due superfici, esterna ed interna, e massima. Tuttavia il valore principale che conviene dare alia disposizione della tessitura dello smalto quale e da noi descritta, deve riferirsi necessariamente al coefficiente di resistenza alio sforzo. Come in altri punti dello scheletro, anche quivi la natura ha saputo trovare la maniera piii acconcia alio scopo, quale un archi- tetto certamente meglio non saprebbe, nella ricerca di una maggiore resistenza agli effetti dinamici. L'importanza di questo reperto e della massima evidenza, al pari, di analoghe disposizioni delle lamelle ossee in alcuni punti dello scheletro, dove si veriflcano le stesse esigenze funzionali (es. I'astragalo, il collo del femore ecc.)- Non diversamente dal Walk- hoff vennero poste in rapporto le strie diSchreger, (vedi Walk- hoff, Tavola III, fig. 300 e pag. 30, 31 del teste) coi punti dello smalto dove piii e necessario uno sforzo maggiore nell'uso del dente. - 217 - Bibliografia Czermak. — Beitrage z. mikrosc. Anatomic d. niensch. ZiibueSchnielzstruktur ecc. — Z. J. Wits. Zool., 1850. De Terra Paul. — Vergleieliende Anatomie des menscli. Gebisses ecc. — Jena 1911. V. Ebner. — Histologie und Histogenese der ZShne. — in Scheff's Handb., 1909. Id. — Von den Zabnen. — in Koellicker's Geivebelehre. Hopewell-Smi tb. — Tbe Histology and Patbo-Histology of tbe Teetb and Associated Partes, — London 1903. Kollmanu. — Linieu iiu Scliinelz und Zenient der Zabne. — Z. f. Wiss. Zool. 1S73. Preiswerk. — Scbmelzstructur und Pbylogcnie. — Korr. f. Z. 1S95. Id. — Eiuiges iiber die Scbinelzstruktnr. — D. M. f. Z. 1900. Id. — Naclitrag zur Scbraelzstruktur und Phylogenie. — Anat. Am. 1S96. Tomes C b. — A Manual of Dental Aiiatomy. — London 189S. Wulkbott'. — Die normale Histologie menscli. Zjiliue. — 1901. Id. — Strittige fragen iiber den Ban des Scbmelzes. — Wiener Z. M. n. 5, 1903. Id. — Beitrag zur Lebre von dor Struktur des Scbmelzes. — 1). M. f. Z. png. CrJd, 1903. Id. — Ergebnisse iiber die neuren Arbeiten der Scbmelzstruktur. — It. J/. /. Z. p. 161, 1904. Spiegazione della Tav. XIII. I Fig. 1. — (Schematica) Disposizione dei prismi dello smalto in uiodo radiale. La parte esterna del prisma a presenta una sezione maggiore deirinterua }>. Fig. 2. — (Schematica) Come la la flgura. II prisma presenta presso a poco uguale dianietro tauto alia periferia (juanto al limite deuti- nale a)-a) Si osservauo prisuii* piii corti h) die terminano in e) prima di arrivare al limite den- tinale (Prismi supplemeutari). Fig. 3. — (Scbematica) Disposizione dei prismi, lougitudiuale all'asse del dente con sezioui presso- cbe uguali ai due estremi, dentinale e cnticolare. Fig. 4. — Ameloblasti, alctini dei quali presentano, come ecctzioue. il niujco cctopico in ruodo pros- simale alia deutina. Fig. 5. — Disposizione dei prismi dello smalto. (Da una sezione passaute per I'asse di uu deute cu- spidato di cane). 218 - SUNTI E RIVISTE GiuffrHa-Ruggeri (V.). L'uomo attuale. Una specie coUcttiva, m-S" Soc. edilrice Dante Alighieri, Milano-Roma-Napoli, 1913. Lire 6. L'opera consta di undici capitoli di antropologia generale. II Cap. I, il patrinionio genotipico e gli incroci, e un riaftsunto dcgli studi piu recenti sulla ereditarieta del caratteri : vi sono esposte dottagllataraente le regole mendeliane con esempi tratti dall'uomo, cioe, albinisrao, biondismo, iride azzurra e altri caratteri recessivi o dominati, che meglio si prestano alia inda- gine statistica negli incroci. Appare molto probabile die per I'uorao i caratteri dominanti siano gli originari, onde il tipo aucestrale dell'uraanita attuale sarebbe il bruno a capelli lanosi o crespi. In linea generale poi FA. e d'accordo col Davenport che « non sono i caratteri deH'organismo adulto che vengono ere- ditati, ma i deterrainanti di essi, contenuti nel plasma germinativo prima che il progenitore diventasse adidto ». Nel Gap. II, le inutazioni e le ftuituazioni, TA, partendo dai risultati dcl- I'ibridisrao passa a precisare alcuni concetti sii la degenerazione, I'eugenisrao, Tautoregolazione (accliraatamento ecc), la preadattazione, le variazioni soraato- gene o lluttuazioni e le variazioni blastogone o miitazioni, recando anche qui esempi concreti tratti dall'uomo. Altri iatti sono accumulati nel Cap. Ill, la con- vergenza ; le forme ripetute. Viene distinta una convergenza isotopica e una politopica (quest'ultima illustrata anche con figure) o isomorflsmo politopico. L'azione deirambiente essendo passiva, puraraente selettiva, mentre la struttura puo rautare automaticaraente, col tempo, ne resulta che una convergenza si puo avere non soltanto per azione dell'ambiente sui caratteri fluttuanti, ma an- che per un'azione sugli stessi determinanti, cosi da modificare il patrimonio creditario : quest'ultimo caso pero sarebbe rarissimo, limitandoci alle osserva- zioni contemporanee. Le forme endemiche dei botanici e dei zoologi, special- mcnte quelle di montagna, sono addotte contro colore che non ammettono la ripetizione di certe forme craniche a preferenza nolle alture. Anche I'isomorli- smo sporadico trova dei paralleli zoologici. E riferita a lungo la conversione del Boas alia convergenza isotopica, che risulterebbe dai suoi studi sugli irami- grati europei agli Stati Uniti. Tutti quosti esempi addotti e molti altri fatti daimo argomento al Cap. IV, valore relativo dei caratteri tassinomici. Viene illustrate cio che si intende per poligono di variazione, variazioni trasgressivo, variabilita individuale, caratteri di razza, e come gli antropologi non dobbano andare in ccrca di razze assolutaraente pure, ma discerncre i caratteri di pu- rezza. Puo accadere di trovare in singoli individui la fusione di certi caratteri e pertino la scomparsa di qualche carattere, come per la steatopigia nel caso degli incroci fra Bianchi e Ottentotte gia da diverse generazioni. II Cap. V, iniporlanza deWisolaniento : le fonnazioni etniche marginali, mostra come, sebbene non si attribuisca all'ambiente nulla ex novo nella genesi dei caratteri, gli spazi naturalmente circoscritti o appartati sono da tcnere in gran cento, dato che il parallelismo dcUe rautazioni avventizie e dei caratteri - 219 - spccifici si prolunga nel seno stesso del!a specie e un isolamento geografico per- sistente pu6 agevolare la formazione di nuove razze, mentre quando tutto il globo e stato occupato ci6 deve ritenersi piii difficile. Vengono illustrate a tal iiopo, eon apposite tavole e deserizioni, raolte razze uraane, in relazione alle aroe antropogeograflche chiaraate dal Biasutti forraazioni arcaiclie o paleo- morfe. Nel cap. VI U grandi formaz-ioni spaziali dell' umanitd ; il metamor- ftsmo, si fa cenno delle t'orraazioni neoraorfe e dolle raetamorfe, cioe risultanti da incroci fra le precedenti, il die si veritica quasi eselusivaracnte nellc zone di contatto 0 in arcipelaghi (come I'ludonesiaj esposti ad ample e continuate con- taminazioni : si veriflca ancho per Homo sapiens die le specie piii diffuse e lo pill ricdie d'individui sono le piii ricche di variazioni e die di regola gl'incroci non sommergono i biotipi, sebbene i bastardi siano possibili fra tutte le razze umane e indelinitamente fecondi. 11 cap. VII, la gerarchia attuale delle razze uoiane, e dedicate alia valu- tazione della superiorita o inferiorita etnica in base a concetti morfologico-flle- tici, alia variabilita e alia valutazione qualitativa delle singole variazioni. Si accenna anche alle condizioui originarie. Questa parte viene raeglio illustrata nel Gap. VIlI, V inferioriid morfologica dei fossili umani europei e il neomo- nogenismo. Quest'ultimo viene spiegato con le stesse parole del Morselli come monogenismo polifllitico o polifiletismo monogenetico. Anche il Gap. IX, Vorto- genesi; lo sviluppo della psiche umana, e dedicato alio svolgimento di tali concetti generali. Avendo I'A. da molti anni sostenuto nel « Mon. Zool. Ital. » die da un fondo primatoide si sono svolti i different! philura che si presentano poi come altrettante famiglie nell'ordine dei Primati, trova fuor di luogo di occuparsi di fatti che rientrano nella Zoologia o nella Paleontologia, facendo un'eccezione soltanto per il Pilhecanthropus erectus (Dubois), die da alcuni e compreso fra gli Hominidae. Anche lo sviluppo progressive della psiche umana e considerate soltanto dal punto di vista delle origini e della unita evidente delle manifestazioni, la quale dimostra I'unita del substratum flsiologico. Nel Cap. X, la specie collettiva Homo sapiens e sua siiddivisione sistema- tica, TA. sviluppa un'idea del Guenot che chiama la specie umana « una specie collettiva »: cio, avendo fatto gia argomento di un discorso d' inaugurazione deiranno accademico dell'universita di Napoli, e oramai ben note. Qui si ag- giunge un planisfero a colori, per il quale I'A. si e valso della perizia antropo- geogratica del Biasutti. Segue inline il Gap. XI, origine e %)arenlela dei gruppi umani attuali, nel quale I'A. combatte il pjoUfiletismo poligenetico, mostrandone la differenza col politiletisrao deU'Osborn, i cui phiium mettono capo a una forma comune piii 0 meno prossima nella serie morfologica, mentre difficilmente si comprende come antenati lontanissimi con differenze piu che specitiche abbiano potuto evolversi a traverso diversi periodi geologici e nelle regioni del globo piu di- stanti tra loro, per giungere aH'epoca attuale con prodotti ultirai i quali fra loro mostrano minore differenza anatomica e flsiologica. Le differenze attuali essendo speciliche (specie elementari) o subspecitiche importano una divergenza recente, forse conciliabile con I'ologenesi del Rosa, ma non gia delle linee pa- rallele die si perdono nell' intinito, L'Autore. - 220 - PERSONALE UNIVERSITARIO (di Zoologia, Anatomia comparata, Anatomia umana, Antropologia, Istologia, Anatomia veterinaria). UNIVERSITA I) I SIENA Istituto Anatomico Bianchi Stanislao, Dirottoro, 0. di Anatomia umana normale. Incarieato di Ana- tomia topogi'atica. Vitali Giovanni, Aiuto e Libero Docente di Anatomia umana normalo. Incarieato di Embriologia, Mazzi Viucenzo, Assistente. Lunghetti Bernardino, Libero Docente di Anatomia umana normale. Gabinetto di Anatomia comparata e Zoologia Diamare Vineenzo, Direttore, 0. di Zoologia e Anatomia eomparate. Jesu Gaetano, Assistente. UNIVERSITA DI TORINO Istituto Anatomico Fusari Romeo, Direttore, 0. di Anatomia umana normale. Incarieato di Anato- mia topograflca. Bovero Alfonso, Aiuto e Libero Docente di Anatomia umana normale, descrittiva topograflca. Civalleri Alberto, Assistente. Libero docente di Anatomia umana normale. Bruni Angelo Gesare, Assistente. Libero docente di Anatomia umana normale Lavatelli Carlo, Assistente. Verson Saverio, Libero Docente d' Istologia normale. GosiMO Gherubini, Amministratore-responsabile. Firenze, 1913. — Tip. L. Niccolai, Via Faenza, 52 . i/t?;///o/r Zfff^/o^/co //^///ano, An/ioXUT Tin.'. \7// ##«««»• ^DOt/i/'iflr// MonitoFe Zoologico Italiano (Pubblicaziotii Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiaie deiia Unione Zoologica Italiana DIRKTTO i)A. DOTTORI GIULIO CHIARU6I EU6ENI0 FICALBI Prof, di Auatoiuia uniaiia Prof, di Anatomia coiup. e Zoologia nel R. latituto di Studi Super, in Firenze Bella K. Universita di Pisa Ufficio di Direzione ed Atnministrazione: Isiifiif.o Aiiatomico, Firenze. 12 nurneri all'anno — Abbuonatnento annuo L. 15. XXIV Anno Firenze, Novembre-Decembre 1913. N. 11-13. SOMMARIO: BlBLIOGRAFlA. — Pag. 221-228. GoMUNiCAZioNi ORiGiNALi: Senna A., Una nuova cattura di Solaclio maxima (Gunn) nel Mar Toscano. — Pag. 229-232. SuNTi E RivisTE : Sterzi G., Anatomia del Sistoma norvoso centrale nell'Uomo. — Cotronei G., Primo contributo sperimentale alio studio delle relazioni degli oi'gani neiraccrescimento e nolla raetamorfosi degli Anflbi Anuri. L'influenza della nutrizione con tiroide di Mammiferi. — Pag. 233-235. Personale universitario. Pag. 235-237. Unione Zoologica Italiana: Regole internazionali della Nomenclatura zoologica. — Pag. 238-266. Avvertenza Delle Comunicazioni Originali die si pubblicano nel Monitore Zoologico Italiano e vietata la ripioduzione. BlBLIOGRAFlA Si da notizia soltanto dei lavori pubblicati in Italia. A. - PARTE GENERALE I. Bibliografia, Storia e Biografia zoologica e anatomica Alfonso (d') N. R. — G. B. Morgagni e la Biologia moderna. — Roma, tip. Unione ed., 1913, 8 pag. Bilancioni G. — Bartoloraeo Eustachi. — Firenze, Islituto Microgr. ItaL, 1913, 80 pp. con ritratto e 5 tav. Bonardi Edoardo. — Intorno ad alcuni punti del pensiero e dell' opera scienti- liea di Leopoldo Maggi di (ronte aH'attuale moraento scientiflco. — Pensiero medico, An. 3, N. 31, pp. 480-490. Milcmo, 1913. - 222 - Issel Arturo. — Naturalist! e Viaggiatori liguri nel Secolo XIX. — Atti. Soc. ital. 2irogresso Scienze, 6^ riunione, Genova, 1912, pp. 33-58. Roma, 1913. Marro Giovanni. — Antonio Mai-ro. — Annali cli Freniatria e Scienze affini del R. Manicomio di Torino, \ol. 23, Fasc. 2, An. 1913. Torino, 1913. Estr. di pp. 15. Sorcielli Ferdinando. — Commemorazione del prof. Giuseppe Albini. — Atti Soc. ital. Sc. nat. e Museo civ. di St. nai. Milano, Vol. 51, fig. 3-4, j)]^. 411-430. Milano, 1913. II. Scritti zoologici d.'indole filosofica Giacosa Piero. — L'n postulato meno avvcrtito della dottrina dell' evoluzione. — Atti R. Ace. d. Sc. di Torino, Vol. 48, Disp. 6, pp. 271-278. Torino, 1913. Lugaro E. — Un principio biogenctico : la moltiplicazione degli ettetti utili in- diretti, (A proposito dci « Cavalli pensanti »). — Rivista di Patol. nerv., e nient., An. 18, Fasc. 3, p)p. 129-169. Firenze, 1913. III. Scritti comprensivi e vari di Biologia, di Zoologia, di Anatomia — Regole per la nomenclatura zoologica italiana. — Monit. 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An. 22, N. 2, pp. 42-43, con fig. Torino, 1911. Lugiato Luigi. — 11 nnetodo di Besta per la guaina mielinica nolle degenerazioni secondarie. — Riv. ital. di Neurop., Psich. ed Elettroter., Vol. 6, Fasc. 5, pjj. 193-210, con figg. Catania, 1913. - 225 - PARTE SPECIALE II. Frotozoi. Bandi Ivo. — Contributo alio studio sulla identita delle Leishraaniosi (Reciprocita di alcune reazioni biologiche). — Atti R. Ace. dei Lincei, Renclic. CI. Sc. fis. mat. e nat., Ser. 5, Vol. 21, Sem. 2, Fasc. U,p2i. 788-790. Roma, 1912- Basile Carlo. — La trasmissione sperimentale della Leishmaniosi naturale del cane ai topi, conigli e cavie. — Atti R. Ace. d. Lincei, Rendic. CI. Sc. fls. mat. e nat., Ser. 5, Vol. 22, Sem. i, Fasc. 6, 2ip. 392-393. Roma, 1913. Basile Carlo. — Sulla Leishraaniosi nel cane e suH'esistenza di Leishmania nel raidollo spinalo di cani naturalmente infetti. — Atti R. Ace. dei Lincei, Rendic. CI. Sc. fis. mat. e nat., Ser. 5, Vol. 22, Sem. 1, Fasc. 8, pp. 524- 527. Roma, 1913. Basile C, — La trasmissione sperimentale delle Leishmaniosi del Mediterraneo ai topi per mezzo delle pulci. — Atti R. Ace. dei Lincei, Rendic. CI. Sc. fis. mat. e nat., Ser. 5, Vol. 22, Sem. 1, Fasc. 7, pp. 468-470. Roma, 1913. Carpano Matteo. — Su di un F'iroplasma del tipo parvum (genere Theileria) riscontrato nella gazella in Eritrea. Nota di priorita. — Clin, reterinaria. An. 30, N. 0, pp. 254. Milano, 1913. Carpano Matteo. — Tripanosoma tipo Theilori nei bovini della Colonia Eritrea. — Clinica refer.. An. 36, N. 10, pp. 439-452, con tar. Milano, 1913. Carpano Matteo. — Sul ciclo evolutivo dell' Haeraoproteus Danilewsky : note morlblogiche e biologiche del parassita riscontrato in alcune specie di uccelli della colonia Eritrea. — Bergamo, 1st. ital. d' Arti graf., 8" fig., pp. 22, con 2 lav., 1913. Carpano Matteo. — Piroplasraosi equina. Tipi parassitan. Con 3 tav. — Clin. Veter., An. 36, A. 19-20, pp. 845-886. Milano, 1913. Carpano Matteo. — Gultnra dei piroplasmi equini e considerazioni sulla natura degli anaplasmi. - Clin. Veter., An. 36, N. 23, pp. 1027-1044, con figg. Milano, 1913. Corti Alfredo. — Tripanosomi e tripanosomiasi. — Natura, Vol. J, Fasc. 7, pjp. 205-214 e N. 8, 2)p. 217-246, con figg. Milano, 1913. Enriquez Paolo. — Sulla riproduzione e la conjugaziono dcgli Infuserii. — Xa- tura Vol. 4, Fasc. 5, pp. 135-145. Milano, 1913. Ferraro. — Un tripanosoma negli equini. — La Clin. Vet., An. 35, N. 15-16, J p. 631-632. Milano, 1912. Martoglio F. — Contributo alia conoscenza delle Leucocitogregarine. Con tav. — Ann. Igiene S2m\, Vol. 23, Fasc. 2, pp. 161170. Torino, 1913. Martoglio F. — Sullo tripanosomiasi del dromedario eritreo. — Ann. Igiene sper., Vol. 23, Fasc. 2, pp. 229-234, con figg. Torino, 1913. Martoglio F. — Sulla morfologia del Trypanosoma Cellii. — Ann. igiene sper.. Vol. 23, Fasc. 3, pp. 363-366. Torino, 1913.- Savi Livia. — Nuovi Ciliofori appartenenti alia microlauna del lago stagno cra- terico di Astroni. — Monit. zool. ital.. An. 24, N. 4, pp. 95-100, con 4 figg. Firenze, 1913. Singer M. — Sulla distribuzione della Leislimaniosi in Italia. — Malaria e ma- lattie dei pjaesi caldi. An. 4, Fasc. 5, pp. 320-323. Roma, 1913. Splendore A. — Nuove osserTazioni sul Toxoplasma cuniculi. — Atti R. Ace. d. Lincei, Rendic. CI. Sc. fis. mat. e nat., Ser. 5, Vol. 22, Sem. 1, Fasc. 10, pp. 722-727. Roma, 1913. - 226 - Verson E. — Per la storia dei corpuscoli oscillanti (Noscma borabicis, Naep;). — Atti R. 1st. Veneto Sc. Lett, ed Arti, T. 7-2, {Scr. N, T. 15), Disp. 5, pp. 544-571 con tav. Yenezia, 1912-13. VI. Vermi. 2. Platodi. Drago IJinborto. — Sul moviracnto di progressiono dcllc proglottidi di Taenia sagiiiata c suo valore biologico. — Atfi d. Ace. Gioenia di Sc. nat. in Catania, An. 88 (Se7\ 5, Vol. 4), Mem. 6'' di 7 pp. Catania, 1911. Rossi Armando. — I primi casi di Hymenolopis nana a Parma. Contributo cli- nico alio staidio delle anemic parassitario. — La Clinica nied. ital.. An. 52, N. 11, pp. 690-715. Milano, 1913. W. ROTIFERI E (tASTROTRICHI. Teodoro G. — Primo manipolo di Rotiferi viventi nelle acque dolci di Padova. — Atti Ace. 8e. ven. trent. istriana, Ser. 3, An. 5, Fasc. 1-2, pp. 220-221. Padova, 1912. 10. Nematodi, Desmoscolegidi, Ghetosomidi. Perroncito Edoardo. — Note ed ossorvazioni sulla vita degli Ascaridi. — La Clin. Veter., An. 35, N. 19-22, pp. 966-970. Milano, 1912. Pricolo Antonio. — Sidla Filaria adulta del Camello. — Clin. Veter., An. 35. N. 24, pp. 10614063. Milano, 1912. Pricolo Antonio. — Reperto di embrioni di Filaria nol sangue di Camelli tunisini ed eritrei. — La Clin. Yeter., An. 35, N. 15 16, pp. 629-630. Milano, 1912. 14. Anellidi. Baldasseroni Vineenzo. — Lombrichi della Tripolitania. — Monit. zool. ital., An. 24, N. 6, p2). 127-130. Firenze, 1913. Chinaglia Lcopoldo. — Lombrichi. — Boll, dei Musei di Zoologia ed Anatomia co/xparala delta R. Universitd di Torino, Yol. 28, N. 667. Torino, marzo 1913, 2'p. 6. VII. Artropodi. 5. Aracmdi. Berlese Antonius. — Acarotheca italica species exhibons repraosentantes genera ill Italia magis commania, speciminibus in praeparationibiis asservatis, icone et descriptione iliustratas ; adiocta brevi synonimia et bibliograpliia gene- rum et specierum. Fasc. MI. Praeraisso Acarormn systemate genera omnia in suas familias rel'erente. — Firenze, tip. M. Ricci, 1913, 221 pp. Berlese A. — Sopi-a una specie di Argas nuova per F Italia. — Redia. Yol. 9. Fasc. 1, pp. 118-119. Firenze, 1913. Berlese Antonio. — Acari nuovi. — Redin. Yol. 9, Fasc. 1, pp. 77-111, eon 8 tav. Firenze, 1913. Berti S. — Contributo alio studio delle acariasi di origine animale. — Riv. d'Jy. e San. pubhl., An. 23, N. 6, ptp. 169-187. Torino, 1912. 6. Crostagei. Arcangeli Alceste. — Isopodi terrestri nuovi o poco noti in Italia. — Moml. Zool. ital., An. 24, N. 9, pp. 183-202. Firenze, 1013. - 227 - Brian Alessandro. — Di una nuova specie di Hatschekia Poche (Clavella Oken) Gopepodo parassita del Gronilabrus pavo. (H. subpingiiis n. sp). — Monit. zool. ital., An. 24, N. S, pp. 60-65, con I tav. Firenze, 1913. Giglioli H. Enrico. — Studi talassograflci. II parte. Altre monograrte talassogra- tieho. 6. Di una nuova specie di Macruridi apparlenente alia fauna abissale del Mediterraneo. — In Aimali cV Agricoltura, 10V2, X. 268. pip. 308 311. liowa, 1912. Grandori Remo. — Contribute alia couoscenza biologica dei Gopepodi pelagici. — Atti Ace. Sc. ven. trent. istriana, Ser. 3. An. 5, Fasc. 1-2, pp. 613. Padova, 1912. Grandori Remo. — Studi suUo sviluppo larvale dei Gopepodi pelagici. — Reclia, Vol. 8, Fasc. 2, pjp. 360-437, con 6 ia'o. e 1 fig. Firenze, 1912. Lorenzi Arrigo. — Di alcuni Entomostraci del Friuli. — Atti Ace. Seven t. trent. istriana, Ser. 3, An. 5, Fasc. 12, pji. 85-93. Padova, 1912. Magri Francesco. — I Groslacei decapodi del Gompartimento marittimo di Ga- tania. — Atti Ace. Gioenia di Sc. nat. in Catania, An. 88, (Ser. 5, Vol. 4) Mem. 11-^ di 16 p)p. Catania, 1912. y. iNSETTI 0 ESAPODI. a) Scritti geneiali o su piii cie una degii ordini Guercio (Del) i'riuaiieiite dolla uoiuenclatura zoolDgica. Prof. Raphael Blanchard. Nel Congresso di Boston (1907) la Cominissione internazionale di iiomonclatuni si occupo principalmente di disciplinare la complicata e complessa (juestione delle noruie da seguire per la identiflcazione delle specie tipo del genere ed i risultati degli studi della Gommis- sione sono consacrati nell'attuale Art. 30 delle regole di nomencla- tura. La Gommissione inolti'e intese a regolare la pubblicazione dei pareri (Opinions) sulle questioni di nomenclatura sottoposte al suo esame e ratifioate dai Congressi. Nel Gongresso di Graz (1900) la Gommissione prese in esame - 250 - le iiiolte proposte pervenutele per emendameiiti, aggiunte e raodi- fiche alle Regolo di Nomenclatura ; di parecchie delle quali propose al Congresso I'adozione. La Commissione procedette ancora alia discLissione su i pareri richiestile circa Tapplicazione delle Regole di Nomenclatura che il Congresso adotto. Nel Congresso di Monaco (1913) la Commissione tratto di molte questioni diverse di nomenclatura e continue) a discutere sui pareri sottoposti al suo esame nell' intervallo ti'a cjuesta adunanza ed il Congresso precedente (Graz) da proporre per la ratifica del Con- gresso C). Ma principalmente fu trattata la questione, gia sorta in seno al Congresso di Graz, per opera di alcuni zoologi, e presen- tata alia Commissione sotto forma di proposta concreta dalla So- cieta Zoologica tedesca, della opportunita di conservare immutati, per determinate ragioni, un certo numero di nomi generici e spe- cifici {Nomina conservanda), sottraendoli, cioe, all'applicazione della legge di priorita fissata dalle Regole di Nomenclatura. II che, poi, si risoive nella questione di principio della possibi- lita 0 meno di ammettere delle eccezioni alia rigorosa applicazione della legge di priorita (assoluta). Questione che venne discussa nella sezione di nomenclatura del Congresso; dove, in seguito ad una intesa fra la Societa Zoologica tedesca e la Unione Zoologica italiana, che appunto sosteneva, come pregiudiziale sulla proposta della Societa tedesca dei Nomina conservanda, la questione di principio della ammissibilita o meno di eccezioni alia legge di priorita, fu formu- lata di accordo la proposta di un aggiunta aH'articolo relativo alia legge di priorita, per la quale sarebbero ammesse eccezioni sotto determinate condizioni ; che, dalla discussione intervenuta, furono concretate in tre articoli fondamentali. Ed il Congresso, in seduta plenaria, decideva, nel frattempo, la sospensione nella stretta appli- cazione della legge di priorita, in base alia priorita assoluta, investendo la Commissione internazionale permanente dei poteri di esaminare i singoli casi in proposito che le verranno proposti. Napoli, aprile 1913. Prof. Fr. Sav. Monticelli Meruluo deila Coiumis. Intern, pi'iiuaueute della NoiueiRlatuiii Zoologica. (1) Pur iutcsa con il rrof. S tiles (Stj;retaiio della Comniissionc intciiiiwionale pernianeute di Xoinenclatura) si <■ crednto opportune, in qui-ata edizioni; uflioiale italiana delle Regole di Nomen i-latuia zoologica (la prima die si pnbblica dope il Congresso ultimo di ISIouaco) d'iutrodurre il sisteiua di richiamare (in nota) per le .singole regole e uoriue cousigliale, i Pareri (Opinions) su questioni ad esse iuerenti emessi dalla Commissione ed approvati dalle assemblee dei Cougressi interuazionali tiuo al rccontissimo di iFonaco del 1913. REGOLE INTERNAZIONALI DELLA XOME^CLATURA ZOOLOGIOA REGOLE E NORME CONSIGLIATE Considerazioni generali. Art. 1. — La Nomeiiclatura zoologica e indipendente da quella botanica in quanto il noiiit^ di uii aiiiinalc non piio essere soppresso per la sola ragioiie die esso e idontico al noine di una pianta. Ma se iin or- ganismo passa dal regno vegetale nel regno animale i suoi nomi botanici sono incorporati nella nomenclatura zoologica con tutti i loi'o diritli original! di priorita botanica. Se un organisnio passa dal regno animale nel regno vegetale i suoi nonii zoologici conservano i loro diritti ori- ginali nella Nomenclatura zoologica. Norme coiisigliato. — Si deve ovitare di introdiuTe in zoologia nomi gonori.ii gia usati in botanica. Art. 2. — La denominazione degli animali e uninominale per i sottogeneri e per tutti i gruppi a questi superiori ; binominale per le specie ; tri nominate per le sottospecie (^). Art. 3. — Per i nomi scientilici degli animali si usano parole la- tine 0 latinizzate, oppure considerate e trattate come tali nel caso che non fossero di origine classica. Del nome delle famiglie e delle sotto-famiglie. Art. 4. — II nome delle famiglie si forma aggiungendo la desi- nenza idae : quello delle sottofamiglie aggiungendo la desinenza i?iae al radicale del nome del genere tipo delta famiglia. Art. 5. — II nome di una famiglia e di una sotto-famiglia deve essere mutato quando il nome del genere tipo viene cambiato. Del nome del genere e del sotto-genere. Art. 6. — I nomi dei generi e dei sotto-generi soggiacciono alle medesime regole ; essi sono, dal punto di vista della nomenclatura, coor- dinati, cioe a dire hanno lo stesso valore. C) Veili i Pareii (Opiuious) ilella Coiumissioue ilelle Rejjolc ecc. N." 19, 20, 24, 35, 43, 46, 50, 54. - 252 - Art. 7. — Un nome generico diventa nome di sotto-geiiere quando il genere passa a sotto-genere e reciprocaniente. Art. 8. — II nome generico consiste in una parola iinica, semplice o composta scritta con iniziale niaiuscola ed usata come sootantivo al nominatiYo singolare. Esempio : Corns, Perca, Cerniodva, Hymenolepis. Norme consigliate. — Alcuni graippi biologici proposti come unita rol- lettive, ma clie non costituiscono unita sistematicho, possono essere trattati come dci veri generi, ma senza specie tipiclie. Esempi : Agaituidislomum, Ampldsto- muluin, Aganiofdaria, Agamomermis, Spcwganutii ('). Lc seguenti parole possono essere ut^ate come nomi generici. a. I sostantivi gt-eci, per i quali si seguiramio, le regole della trascrizione latina (V. Appondice F). Esompi : Ancylus. Aynphihola, Aplysia. Pompholyx, Physa, Cylichna. b. Le parole greche composte, nelle quali 1' attributo sara raesso avanti alia parola principale. Esempi: Stenogyra, Pleurobrmichiis, Tylodina, ('ycloslomuin, Sm'cocystis, Pelodytes, Hydrophilua, lihizobius. Si possono tuttavia ammettoro delle parole Ibrmato come il nome Hippo- polanius ; vale a dire nelle quali 1" attributo soj^ue la parola principale. Esempi: Ph ily dries, B iorh iza. c. I sostantivi latini. Esempi: Ancilla, Auricula, Dolimn, Harpa, Oliva. Gli aggettivi (Prasina) ed i participi passati (Productus) non sono consigliabdi. d. Le parole latine composte. Esempi : Sliliger, Bolabrifer, Seynifusus. e. I derivati delle parole greche esperimenti diminuzione, comparazione. rassomio'lianza, possesso. Esempi : Dolium, Doliolum ; Sh^ongylus, Eustrungy- his ; Lima:'\ Limacella, Limacia, Limacina, Limacites, Limacula; Lingula, Lingulella, Lingulepis, Lingulina, Lingulops, LingiUopsis; Neomenia, Pro- neomenia; Buteo, Archibuteo; Gordius, Paragordius, Polygordius. /'. I nomi mitologici o eroici. Esempi : Osiris, Venus, Brisinga, Velleda, CriiHora. Questi nomi quando non I'avessero prendono la desinenza latina {Ae- girus, Gondulia). g. I nomi di persona in uso nell'antichita. Esempi: CleojMtra, Belisarius, Melanin. h. I nomi patronimici moderni, ai quali si aggiunse una desinenza die in- dichi una dedica : a. I nomi terminati da una consonante prendono la desinenza ius, ia, ium. Esempi : Selysius, Lamarckia, Kollikeria, Miilleria, Sialia, Krpryeria, Ibamzia. . I nomi terminati da una vocale e, i, o, u, y prendono la desinenza us, a, urn. Esempi: Blainvillea, Wyvillea, Cnvolinia, Fatioa, Bemaya, Quoya, Schulzea. -{. I nomi terminati in a prendono la desinenza ia. Esempi : Banaia. S. Si omettono le particoUe dei nomi generici patronimici se distinte dal nome ; ma gli articoli si conservano incorporandoli al nome. Esempi : Blain- villea, Benedenia, Chinjca, Lacepedea, Dumerilia. 0) Vetli Parcri (Oiniiions) occ. K.' 26, 27, 29, 44. -* - 26S - £. Dei nomi patronimici doppii non se ne deve usare cho iin solo. Esempi : Selysiiis, Targionia, Eclwardsia, Duthiersia. c. I nomi proprii non devono ontrai'e nella iormazione dei nomi composti. Esempi : Eugrhnmia, Buchiceras, Heronwrpha, Mobiusispongia. i. Per i nomi delle navi si applicano le stesse norme che per i nomi raito- logici (Vega) e quolli patronimici moderni. Esempi : Blahea, Hirondellea, Chal- lenger ia. j. I nomi barbari, cioe non di origine classica {Yanihoro, Chilosa), possono avere una desinenza latina. Esempi : Yetus, Fussat-us. k. I nomi formati da una combinazione arbitraria di lettere. Esempi : Neda Clanculus, Salifa, Torix. I. I nomi anagrammati. Esempi : Bacelo, Yerlusia, Linopsa. Art. 9. — Quando un genere e suddiviso in sotto-generi il sotto- genere tipico porta lo stesso nome del genere (V. Art. 25). Art. 10. — Quando occorre citare 11 nome del sotto-genere questo si mette in parentesi, Ira 11 nome generico e quello speclfico. Esempi: Vanrssa {Pyvcmieis) carduL Del nome delle specie e delle sottospecie. Art. 11. — I nomi di specie e di sotto-specie soggiaciono alle me- desime regole: essi sono, dal punto dl vista della nomenclatura, coordi- natl, cloe a dire, hanno lo stesso valore. Art. 18. — Un nome speclfico dlventa nome dl sottospecie quando la specie passa a sottospecie e reclprocamente. Art. 13. — I nomi dl persona usatl come nomi speclficl possono essere scrlttl con la Inziale majuscola. Tuttl gll altrl nomi speclficl vanno scrlttl con la iniziale minuscola. Esempi: RMzostoma Curieri, o Rh. ciivieri, FrancoUnus Lucmii o F. lucani, Hypoderma Diana o H. diana, LaopJionte Mohammed o L. mohamriied, Oestt-us ovis, Coy^vus corax. Art. 14. — Sono nomi specific! : a. Oil aggettlvl che si accordano grammaticalmente col nome del genere. Esemplo: Fells inarrnorata. h. I sostantivl nomlnatlvl in apposlzlone al nome generico, Esemplo: Felis leo. c. I sostantivl al genitlvo. Esempi: rusae : siuyHonis, antillarum, galliae, sancti-pauli, sanciae-lielenae. Quando 11 nome speclfico serve ad indlcare una dedlca ad una o pill persone dello stesso nome 11 genitlvo si forma secondo le regole della decUnazlone latina se 11 nome e stato usato o decllnato In latino. Esempi : Plinii, Aristotelis, Victoris, Antonii, Elisabethae, Petri (pre- nome). - 254 - Ma se il nome e patroniniico moderno, il genitive si forma aggiim- gendo sempre al nome integro e completo della persona un i quando si tratta di un uomo, ovvero di un ae se si tratta di una donna, ancho se il nome iia una lorma latina : 11 nome e usato al plurale se la dedica si riferisce a piii persone dello stesso nome di tamiglia. Esempi : Cu- vieri, Molnusi, Nunezi, Merianae, Saraainot'um, Bosi (e non Boris), Salmoni (e non SalmonisJ. Norme consigliate. — 11 uomo speciflco piu adatto e un aggettivo la- tino, breve, eulonico e di facile proniuizia. Suno ammessi pertanto i nomi greci lalinizzati ed anchc ie parole barbare. Esempi : (jyiunocepluilus, echinococcus, ziczac, aguti, hoactli, uruhitinya. E bene evitare I'uso dei nomi lypicus e ty2jus per indicare nuove specie 0 sottospecie, perche questi nomi possono in seguito dar luogo a confusions (V. art. 30 b) Q). Art. 15. — Non fanno eccezione all'art. 2° i nomi propri composti che esprimono una dedica, e le parole composte che indicano rasso- miglianza ad un determinato oggetto. In questi casi le due parole die compongono il nome specifico vanno scritte come una sola parola con o senza tratto d' unione. Esempi: saiictae-cathdriviae o sunctaecathari- nae, ja7i-mayeni o jantnayeni, cornu-pa^(o)i6' o cornupasto)is, cor- anguinu7n o coranguvnum, cedo-nulli o cedonullL Non sono ammessi come nomi speciiici delle espressioni quali: rudLs planusque (^). Art. 16. — I nomi geografici si usano come sostantivi al genitivo, oppure si tanno aggettivi. Esempi : sancti-pauli, sancfae-helenae, ed- wardiensis, dieinenensis, rnagelUvnieus, Imrdigalensis, vindohonensis. Norme consigliate, — Si devono prelerire alle lorme piii recenti dei nomi geografici quelli usati dai Romani o dagli s-crittori latini del medio evo; Dei nomi quali bordeausiacus e viennensis non sono cori-etti ; ma non possono essere esclusi per questa sola ragione. Art. 17. — II nome della sottospecie si scrive senz'altro in seguito a quello della specie. Esempi : Rana escUlenla nuo'morata Hallo- well, e non Rana esculenia {marmuraiaj Hallowell, o Rana mar- moraia Hallowell. Art. 18. — L' annotazione degli ibridi pu6 larsi in diverse maniere; in tutti i casi il nome del genitore maschio precede quello della fem- mina con e senza apposizione di segni indicanti il sesso : a. I nomi dei due genitori sono riuniti fra loro col segno della moltiplicazione X- Esempio : Capra hircus cf X Oris aries $, e Capra hircus V Oins aries, sono due formule egualmento buone. (•) Vedi Parori (Opinions) N." 8, 50. O » Paieie (Opinion) >.'.• 50. - 255 - b. Si possono anche indicare gli ibridi con una fraziono della quale il numerator!^ rappresenta il genitore raas(;hio ed il denoniinatore quelle z. • ^ • Copra hircus ^ , , , . . . (eramina. Esempio : ^ . . — . Questo secondo metodo e preferibile 0ms anes perche permette di indicare il nome deH'autore che pel prime in una pubblicazione ha riconosciuta come tale la forma ibrida. Rernicla canadensis P^sempio : — . Rabe. Anser cygnoides c. L' uso di questa formula 6 anche preferibile quando I'uno e Taltro dei genitori e anch'esso un ibrido. Tetrao tetrix X Tetrao urogallus Esempio: . O alius g alius In quest' ultimo caso pertanto si puo fare anche uso della paren- tesi. Esempio: {Tetrao tefrij' X Tetrao wxigallus) x Oallus gallus. d. Quando i genitori di un ibrido non sono riconosciuti come tali, questo prende provvisoriamente un nome specifico come se si trattasso di una vera specie, cio6 non di un ibrido ; ma il nome generico e preceduto dal segno di moltiplicazione x. Esempio: X Coregonus dolosus Fatio. Formazione, derivazione ed ortografia dei nomi zoologici. Art. 19. — L'ortografia originale di un nome deve essere conser- vata a meno che non sia evidente che questo nome contenga un errore di trascrizione, di ortografia o di stampa ('). Norme consigliate. — E opportano sorivere i nomi scientiflci in carat- teri diversi da qiiello del testo. Esempio : Rana escvlenta Linneo 1758, vive in luiropa. Art. 20. — Per la formazione dei nomi da lingue che usano I'alfabeto latino si conserva l'ortografia originale con i rispettivi segni diacritici. Esempio: Selysius, Lamarliia, Kollikeria, MiXlleria, Slalia, Kroyeria, Ihanezia, MoMusi, Medici, Czfzeki, spitzbergensis, islandi- cns, paraguayensis, patagonicvs, harlmdensis, fdroensis, Normo consigliate. — I preftss' sub a pseudo possono (jntrare in cora- posizione solo con aggettivi e sostantivi latini per il primo, greoi per il se- condo ; ma non possono entrare in composizione . con nomi proprii. Esempi : subviridis, subchelatus, Pseudacanthu.s^ Pscudophis, Pseudnmys. Non sono raccomandabili denorainazioni come sub-Wilsoni, pseudo-graie- loupana. Le desinenze aides ed ides possono entrare in composizione solaraente con un sostantivo greco o latino; ma non possono entrare in composizione con un nome proprio. (1) Vedi Paieri (Oyiuious) 8, 26, 34, 36, 41. - 256 - 1 norai geogrartci e patroniraici di paesi die non hanno scrittura propria riconosciuta, e che non fanno uso di caratteri latini, sono trascritti sccondo le regolc adottate dalla Sociota Geograflca di Parigi (Ved. Appendice G.). Quandi) si propongono nuovi nomi patronimici chc sono scritti con cV, d oppure it od, invece, con ae ou ue, si raccoraanda agli autori di adottai'c ae, ou, ue. Eserapio : muelleri inveco di nnHleri. Del nome d' Autore. Art. 21. — Devo essere considerate autore di un nome scientifico colui che pel primo lo ha pubblicato accompagnandolo da una definizione o da una descrizione. Ma se risulla evidente dalla pubblicazione che questi non e il fondatore della specie, ma invece e un altro autore, quelle che ha imposto il nome ed ha data la indicazione, la definizione o la descri- zione della specie. (luesf ultimo deve essere considerate quale autore legiltimo del nome scientifico. Art. 82. — Quande e opportune di citare il nome dell' autore questo si mette senz' altro in seguito al nome scientifico: se poi fosse del case di aggiungere altre indicazioni (data, sp. n., emend., ^ensu stricto, ecc), queste devono seguire il nome delF autore, precedute da una virgola o chiuse in parentesi. p]sempi: Pr«;m/ev Linneo, 1758; P)-irn(ites Linneo (1758). Norme consigliatc. — Nolle abbroviazioni di norai d' autori si segua 1' clenco pubblicato dal Miiseo Zoologico di Herlino ('). Art. 23. — Quande si trasporta una specie da un genere in un altro, 0 quande il nome specifico si assecia ad un nome generico di- verse da quelle al quale prima si rit'eriva, il nome dell' autore del nome specifico si conserva nella notazione, ma lo si mette in parentesi. Esempi : Taenia lata. Linneo 1758 e Dihothyiocephalus laius (Linneo 1758) ; Fasviola liepatica Linneo 1758 e Distoma Jiepaticum (Linneo 1758). Se occerre di citare 1' autore della nuova notazione il sue nome si mette dopo la parentesi. Esempie : IJmnatis niloiica (Savigny, 1820) Moquin-Tandon, 1826. Art. 24. — Quande una specie si scinde in piu specie, quella alia (juale si attribuisce il nome specifico preesistente puo portare una no- tazione che indichi insieme il nome dell' autore che ha create la specie primitiva ed il nome di colui che questa ha divisa in piii specie. Esem- pio : Taenia solium Linneo, partim, Goeze. (') Liste der Autoreii zoologisclier Art • iind Gattungsnainen zHsaniraeugesfellt von deu Zoologeii dea Muaenm fiir Natmkunde in JJerlin : Berlin, 2 venneherte Aujlage, in S", lHOfi. - 257 Leg-ge di Priorita. Art. 25. — II iiome di uu genere o di una specie e quello sotto il quale ciascun genere e ciascuna specie sono stati piii anticamente designati a condizione : a. Che il nome dato sia stato pubblicato accompagnato da un'indi- cazione, o da una definizione o da una descrizione ; />. Che I'autore abbia applicato i principii della nomenclatura bi- naria (^). Applicazione della Legge di priorita. Art. a6. — Con la decima edizione del Sistema Naturae di Lin- NEO (1758) si inizia Tapplicazione generale della nomenclatura binomi- nale in zoologia. La data 1758 e, conseguentemente, presa come punto di partenza della nomenclatura zoologica agli effetti della legge di priorita ('^). Art. *47. -- Per la legge di priorita deve conservarsi il nome piii antico: (L quando il nome e stato dato ad una parte ({ualunque di esso prima che all'animale stesso. li. quando il nome e stato dato ad un qwalunque stadio di sviluppo di un animate prima che all' animate adulto. c. quando il nome e stato dato ad uno dei due sessi di uno stesso animate considerati come specie distinte anche se riteriti a generi diversi. d. quando il nome e stato dato a forme appai'tenenti ad una suc- cessione regolare di generazioni dissimili dello stesso animate conside- rate quali specie distinte anche se riferite ad altro genere ('). Art. SJ8. — Un genere risultante dalla riunione di due o piii ge- neri o sottogeneri prende il nome del piii antico dei generi o sottogeneri che to compongono. Se i nomi sono della medesima data vien conservato (luello che e stato scelto dal prime revisore. La medesima regola dev'essere applicata quando due o piii specie o sottospecie vengono riunite a t'ormare una sola specie o sottospecie. Nor me consigliate. — Mancando rovisioni anteriori si raccomanda di stabilire la precedenza nel modo seguente : o. Spetta la precedenza al nome generico che e accompagnato dalla dcsi- gnazione del tipo, ma se tutti i generi lianno designazione di specie tipiche, ovvero tutte mancano di una tale designazione, la precedenza spetta al nome generico la cin diagnosi e esatta. h. Spetta la precedenza al iiorae speciti«o accompagnato da una rtgura e (1) Vedi Pareri (Opinioua) N." 1, 2, 4, 5, 9, 10, 12, 13, 15-17, 19-21, 24, 28, 37-40, 46, 49-54, 56. (2) Vedi Pareri (Opinions) N." 3, 12, 13, 15, 1G, 51, 52. I?) Vedi Parere (Opinion) X.« 44, - 258 - da una diagnosi su quello che e accompagnato solo dalla figura o solo dalla diagnosi. c. Spetta la precedenza al nome generico o specirtco indicato nella pubbli- cazione prima degli altri quando raanca ogni eleraento per stabilire la priohta (*j. Art. 2J). — Se si suddivide un genere in due o piii il nome ge- nerico si conserv^a ad iino di questi. Quando esiste il tipo del genere, I'antico nome generico si applica a quello ira i generi derivati dal prime che accoglie il tipo. Norrae corisigliate. — Per facilitare I'identificazione di antiche specie passate in nuovi genori si raccomanda di scrivere in seguito alia nuova deno- minazione della specie tipica, quell' antica interponendo il segno di eguaglianza. Eserapio: Gilbertella Eigennan, 1903, Smithsoman Misc. Coll. Vol. 45, p. 174: Tipo Gilbertella alata Steindachner = Anacyrlus a^a^w* Steindachner (^). Art. 30. — Nella designazione del tipo di un genere si devono se- guire lo seguenti regole (a-g) che vanno applicate nell'ordine seguente (■^). I. — Gasi nei quali il tipo del genere e riconosciuto esclusiva- mente in base alia pubblicazione originate : a. Quando nella pubblicazione originate di un genore una delle specie e uettamente designata come tipo, questa deve esser riconosciuta come tipo del genere, astrazion fatta da qualunque altra considerazione (Tipo per designa- zione originate) (*). b. Se nella pubblicazione originale di un genere le parole typicus e typus sono usate come nuovi nomi specitici per una delle specie, questo fatto implica la designazione originale del tipo. c. Se un genere e proposto per una sola specie originale questa costituisce il tipo (genore mono tipo) (^). d. Se un genere senza designazione originale di tipo, esplicita (a) o irapli- cita {b) contiene ira le sue specie originali una che porta come nome specitlco 0 subspecitico quello del genere, sia esso in uso o passato in sinonimia, la specie 0 sottospecie diventa ipso facto tipo del genere (Tipo per tautonomia assoluta) (''). II. — Casi nei quali il tipo del genere non e riconosciuto esclu- sivamente in base alia pubblicazione originale : e. Le seguenti specie non sono prese in consido'razione nello stabilire i tipi dei generi ('). a. Le specie clie nou furono incluse nei nome generico al tempo della sua pubblicazione originale. (1) Yedi Paiin-e (Opinion) X." 40. (-) Vedi Piirere (Opinion) N." 10. (») Vedi Piiteri (Opiuion.s) N." 11, 14, 18, 23, 31-33, 42, 43, 45, (■*) Vedi Parere (Oi)inion) N." 7. (5) Vedi Paicri (Opinions) N." 6, 9, 22, 30, 42, 47. («) Vedi Pareri (Opinions) N.° 16, 33, 55. (^) Vedi Pareri (Opinions) N." 14, 32, 35, 56. - 259 - [i. Le specie che furono considerate specie inqiiirendae dairautore del nome generico al tempo della pubblicazione di qucsto. y. Le specie ctie I'autore del geuei-e ha riferito a questo con dubbio. f. Nel case che un nome generico senza originale designazione di tipo vien pi'oposto in sostituzione di un altro nome generico con o senza specie tipica, il tipo di un genere, se riconosciuto come tale, diventa ipso facto tipo dell' altro (^). g. Se un autore pubblicando un genere con piii di una specie, non designa esplicitamente {a) o implicitaraente (b.cl.) il tipo di questa, ogni altro autore pud scegliere la specie che crede debba essere riconosciuta come tale : questa designazione non pud essere cambiata per nessuna ragione (Tipo per susse- guente designazione) (-}. La designazione del tipo fatta per scelta come sopra dev" essere tassativa : non costituisce scelta di tipo la sola menzione di una specie come illustrazione od eserapio di un genere. Norme consigliate per la scelta dei tipi. — Nella scelta dei tipi per sussoguente designazione gli autori devono seguire le seguenti norme. h. Nel case dei generi Linneani si sceglie come tipo la specie piu comune 0 quella medicinale (Regole Linneane 1751) (^). /. Se un genere, senza designazione di tipo, Ira le sue specie originali ne contiene una che porta un nome specilico o di sottospecie, sia esso in use o passato in sinonimia, che virtualmente e lo stesso del nome generico della stessa origine o dello stesso signiticato, questo nome va prescelto per la designazione della specie tipo; salvo il case die a tale scelta non si oppongano speciali conside- razioni (Tipo per tautonomia virtuale). Esempi di tipi speciflci da presce- gliere : Bos taicrus, Equus caballus, Ovis aries, ^Scomber scotnbrus, Sphae- y^ostoma ylobiporum ; da non scegliersi Bipetalonema (V. la specie FiUiria dipetala, della quale solo un sesso e stato descritto sopra un esemplare e non studiato par'ticolarmente). y. Se un goaere contiene specie esotiche e non esoticlie, il tipo della specie deve essere scielto Ira quelle non esotiche. h. Se qualcuna delle specie originali e stata successivamento assegnata ad un altro genere, si deve prescegliere per tipo la specie rimasla nel genere ori- ginale (Tipo per elirainazione). I. Le specie Ibndate sopra esemplari sessualmente raaturi hanno la prece- denza su quelle create per forme larvali od immature. m. Sono da proferirsi le specie che portano i nomi communis, vulgaris, medicinalis, officinalis. n. Sono da prescegliersi le specie meglio descritte, raeglio rtgurate o meglio conosciute; quelle faciii ad ottenersi, o quelle delle quali si conosce un esemplare tipico. 0. Sono da preferirsi le specie appartenenti ad un gruppo contenente il piu gran numero di specie possibili (Regole di De Gandolle), p. Nei generi parassiti si scelga possibilmente una specie che vive nell'uomo 0 in animali alimcntari od in un ospite molto comune e largamente ditl'uso. (1) Vedi Pareri (Opiuions) N.» 9, 46. (■■;) Vedi Pareri (Opiuions) N." 6, 9, 10, 32, 56. (i) Si genus receptum, seeundnm jug naturae et artis, in plures dirimi debet turn nomem antea co- mune manebit vulgatissimae «t ojicinali plantae. - 260 - q. Quando manca ogni altro elemento si scelga una specie cho I'autore del genere ha particolarmente (pei'sonalmcnte) studiata quando ha proposto il ge- ncre od anclie prima. r. Quando un autore nol descrivere abitualmente le specie le dispone in ordine consecutivo comparandole nclla descrizioiie tutte alia prima (clielde tile; si scielga questa come specie tipo. s. Quando un autore, di regola, considera come tipo del genere la prima delle speie in ordine di descrizione (First species rule), questa costituisce il tipo del genere. t. In mancanza di ogni altro elemento per la designazione del tipo, valga I'ordine di paginazione dell' opera e si scelga la prima specie che si trova de- scritta nella pagina. Art. 31. — La suddivisione di una specie in due o piu altre, e sottoposta alle medesime regole che la suddivisione di un genere ; ma un nome specifico risultante senza dubbio da un errore di identifica- zione, non puo essere conservato per la specie male identificata, anche se le specie in causa fanno parte di generi separati. Esempio : Taenia peciinata Goeze 1782 = Cittotaenia pectinata (Goeze), mentre la specie determinata per errore da Zeder nel 1800 come Taenia pectinata e identica ad Andrya rhopalocephala (Riehm) : ora quest' ultima specie non puo portare il nome di Andr-ya peciinata (Zeder) (^). Dei nomi caduchi. Art. 3S. — Un nome generico o specifico quando e stato pubbli- cato non puo essere abbandonato per ragioni di impropricta, anche dall'autore stesso. Esempi : Nomi quali Polyodon, Apas; albus, ecc. una volta pubblicati non possono essere abbandonati per la sola ragione che essi indicano dei caratteri in contraddizione con quelli degli animali in quistione. Art. 33. — Un nome non puo essere abbondonato per ragioni di taut(momia, vale a dire perche il nome specifico ed eventualmente an- che il nome delta sottospecie sono identic! al nome generico. Esempi : Trutta irutta, Aims apus apus. Art. 34. — I nomi generici adoperati precedentemente per indi- care altro genere devono essere abbandonati per omonimia. Esempio : (1) Veiii Pareie (Opinion) K.« 13. - 261 - Trichina Owen, 1835, Nematode, deve essere radiato perche omonirao di Tricliina Meigen 1830, Dittero. (') (-) Art. 35. — I nomi specifici gia adoperati precedentemente per indicare altra specie o sottospecie del medesimo genere devono essere abbandon'ati per omonimia. Esempio : Taenia ovilln, Rivolta 1878 (n. sp.) deve essere radiata perche omonimo di Taenia ovilla Gmelin 1790. Quando in conseguenza della riunione di due generi in uno, due specie o sottospecie del genere che ne risulta si trovano ad avere lo stesso nome, quello della specie o sottospecie piii recente deve essere abbandonato come omonimo. I nomi specifici della stessa origine e del medesimo significato de- vono essere considerati omonimi se si distinguono Tuno dall'altro solo per le seguenti differenze : a. Quando si scrive indifferentemente ae oe o e come caeruleu.s, coer\ileus, ceruleus; ai,i, o y come cJw'opus, cheiropu-s : c o /; come mic/ -odon, mikrodon, h. L" aspirazione o non aspirazione di una consonante come Oj:y- 1 "ijncti.s; oj'ij) -h ynch us. c. La presenza od assenza di una c avanti la t come auiumnalis auctumnalis. L d. Per una consonante semplice o doppia com^^ litoralis, littoralis. ' e. Per la desinenza ensis o ien-m dei nomi geografici come timo- ') 'ensis, timoriensis. Art. 36. — I nomi abbandonati per ragione di omonimia non pos- sono essere piii adoperati ; ma i nomi abbandonati per causa di sino- (•) Oltre i gioiuali speeiali ed i Xomenclatori particolaii per diffeieuti giuppi zoologici, gli Autori ritrarrauno grande vantaggio nel cousultaie le pubblicazioui segueuti per sapeie se uu iioine pro- posto per uu genere, un sottogeuere od iiua categoiia superiore e gia preoccupato : se gli Autori vorrauno darsi la pena di consultare tali opere prima di pubblicare uuovi nomi, piii noini diversi sono applicati al medesimo oggetto. - 263 - C. — Dcvono adottarsi il sistema inetrico di pesi e misiire t^d i^ lormometro centigrado di Celsius. L' unita di misura adottata in micro- L-rafia e il micron o millesimo di millimetro (0.001 mm.), rappresen- lato dalla lettera greca a. I). — E desiderabile per I'lntelligenza di un disegno, Tindicaziono deH'ingrandimento o della riduzione: questa si esprima in cifre e non sognando il numero delle lenti con le quali Timmagine e stata rilevata. E. — L'indicazione dell' ingrandimento e della riduzione di un og- getto e ordinariamente lineare. Lo si esprime con un segno di moltipli- cazione nel caso di un ingrandimento e con una frazione nel caso di una riduzione. Esempio : X 50 indica che la tigura e ingrandita 50 volte ; 1/50 indica che e stata ridotta di 50 volte. E utile di specificare che 1' ingrandimento e lineare, in superficie od in volume ; si pu6 pertanlo aggiungere come esponente una cifra che indica la potenza. Esempio : X 50' indica T ingrandimento lineare; X 50' indica 1' ingrandimento in superficie ; X 50* indica T ingrandimento in volume. F. — Trascrizione delle parole greche. II quadro seguente indica la maniera nella quale i nomi greci de- vono essere trascritti: t = e (oaXso?) r^ = e (TTStpr^VTj) Desinenza ■(^ = a (;t=tprjVY() i> = th (tti^o?) I = i (BaXtoc) ■/. = c ( tTCTrOXpTjVTj 5 = X (?svo-) f> = r (:rTS[:>6v) 0 = y (opo?) at = ae (Xt^vato?) ao — au (YXaoxoc) it = i (XstXoc) =0 = eu (iOpoc) ot — 06 (OtXS(o) Desinenza ov = urn (s'jJtTCTUtOV) Hyalea non Hyaleaea Plrena non Pirina Pirena non Pirene Tethys non Tetys Balia non Balea Hippocrena non Hippochrenes Xenufi, Xenophora Pteriim Hyholitlms non Hibolites L'nnnaea non Linmea Glaacus Chilostomwn non Cheilostoma Eurus Dioeca, Dendrocca non Dioica Dendrica Ephippium non Ephippion - 264 - Desinenza oc = us (6|j.'];aXdi;) — Euomphaliis non Eaomphalos 0 = u (XooT7]ptov) — Luterium non Lotorhini YY = ng (aYY'5'r^s-^-) — Angaria YX = nch (aY/wTOjxov) — Ancldstomum non Angistonia Yx ~ nc (aYX'.OTfJOv) — Anclstrodon non AgJcistrodon {J = rh (pea) — E/^ea s = he (if<[xata) — Hcrmaea non Ermaea G. — Trascrizione dei nomi geografici e dei nomi propri. I nomi g-eografici delle nazioni che usano nella scrittura caratteri latini si scrivono con I'ortografia del loro paese di origine. Le seguenti norme si applicaiio (^sclusivamente ai nomi geografici dei paesi che non hanno scrittura propria o che usano dei caratteri different! da quelli latini. Non pertanto in via eccezionale si conserva Tortografia usuaie per i nomi dei hioghi, quando questa e consacrata dal lungo uso. 1. — Le vocali a. e. i. o. si pronunziano come in italiano, fran- cese, spagnolo o tedesco. La lettera e non e mai mute. 2. — L' u francese si scrive u come in tedesco. 3. — L' on francese si esprine con un u come in italiano, in spa- gnolo, in tedesco ecc. 4. — L' eu francese si scrive oe e si pronuncia oeil come in francese. 5. — La vocale da pronunziarsi larga viene distinta da un ac- cento circonflesso : il suono inierrotto s' indica con un apostrofe. 6. — Le consonanti ?>, cl, /', j, k. /., m, n, p, q, r, t, v, z si pro- nunziano come in francese. 7. — La <7 e la .v hanno sempre il suono duro come in francese. 8. — Lo e/i francese si esprime con v//. 9. — K/t rappresenta la gutturale forte : ffl/ la gutturale dolce degli arabi. 10. — Con th si esprime il suono terminals delta parola inglese path, (0 greco). Dh esprime il suono iniziale della parola inglese iho&e (o greco). 11. — Se si eccettuano i casi nei quali IV/ modifica il suono della lettera che la precede questa lettera e sempre aspirata. Non si adopera percio mai 1' apostrofe innanzi ad una parola che comincia per /i. 12. — La I semivocale (tedesco ./) si esprime con un y come in yole. 13. — La ?/■ si pronunzia come in inglese nella parola William. - 265 - 14. — I suoni doppi francesi dj, tch. ts ecc. si esprimono con let- leve che rappresentano i suoni corrispondenti come p. e: Malshim. 15. — La ri si pronunzia como la gn francese seigneur. 16. — X c q non si usano perche corrispondono ad altre lettere che rappresentano lo stesso suono ; pertanto la lettera q puo servire ad esprimero il qaf arabo, ed a'in puo essere rappresentato da uno spirito dolce. Si avra cura di esprimere, seguendo le norme indicate, il piii esat- tamente possibile la pronunzia locale dei nomi, senza d'altronde preten- dere di ottenere la perfetta riproduzione del suono originale. - 266 - INDICE Proemio Pag. 238 Prefazione del Prof. R. Blancard alia 2-^ ediz. delle Regole internazio- nali della noraenclatura Zoologica » 243 Appendice alia stessa del Prof. Monticolli » 249 Regole internazionali della nomenclatura Zoologica . . . . » 251 Gonsiderazioni general! » 251 Del norae delle faraiglie e delle sottolaraiglie » 251 Del nome del geiiere e del sottogenere » 251 Del nome della specie e della sottospecie » 253 Formazione, derivazione ed ortografia dei nomi Zoologici ...» 255 Del nome d'Autore » 256 Legge di Priorita » 257 Applicazione della legge di Priorita » 257 Dei nomi caduchi » 260 Appendice » 262 Trascrizione delle parole greche » 263 Trascrizione dei nomi geogrartci c dei nomi propri » 264 GosiMO Gherubini, Amministratore-responsabile. Firenze, 1913. — Tip. L. Niccolai, Via Faenza, 52. I I I Conto corrente colla Posta. Pubblicato il 15 aprilc 1913. JlonitoFe Zoologieo lUliano (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana DIRETTO DAI DOTTORI 6IULI0 CHIARUGI EUGENIO FIGALBI t^rof. di Anatomia umana Vvo( di Anatoinia coiup. e Zoologia nel K. Istituto di Study Super, in l<'ireiixe netla K. Uuiversitii di Pisa Ufficio di Direzione ed Amministrazione: Istituto Analouuco, Firenze. 12 numeri all'auno — Abbuonamento annuo tj. 15. XXIV Anno Firenze, G-ennaio 1913 N. 1. SOCIETA EDITRICE LIBRARIA ■ MILANO Prof. GIULIO CHIARUGI IDlrettore d.ell' Istitvito .A.natoixilco di Firenze ISTITUZIONI DI ANATOMIA DEU/UOMO A. BONGINI FIRENZE — Via Leone X, 2 — FIRENZE in Legno, Zincotipia, A^utotipia, Galvanotipia Tricromia, Gtuattrocromia lllustrazioni per giornali, opere scientifiche, lavori commercial S)©S Foi-iiUore del K. Istituto
  • vimento a pignone. e cremagliera per spo- starlo sotto il piano del tavolino, con tavolino in ebanite, manoveila di fernio all'inclinazione della parte superiore, divisione a milliraetri al tul)0 portaoculare; revolver triplo; due obbiet- tivi a secco 3 e 7*, un obbiettivo ad immer- sione omogenea Vu"; tre oculari 2, 3 e 4, in- grandimenti fino a 1000 diametri; il tutto posto in elegante arnaadietto di mogano lucidato: con Stall?o IV a tavolino rcltaiiplare flsso I. 400 con staliyo 1V« a tavolino circolarc slreyole e con viti di spostamento per muovere , .^_ il preparato u, ^*v/ Le stesse combinazioni, collo stativo nuovo mod. Ill e Jlla con inapugnatura e raovimento mici-ometrico comandato da bottoni laterali )secondo figura) Lire 60 in pifi. CATALOGO GENERALE GRATIS A SEMPLICEIKICHIESTA S I accordano pagamenti rateali mensili Conto corrente colla Posta, Pubblicato il 19 maggia 1913. IBonitore Zoologieo Italiano (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo iifficiale delta Unione Zoologica Italiana DIRETTO DAI DOTTORI GIDLIO CHIARUGI EUGENIO FIGALBI Frof. di Aoatomia uitiauu Prof di Anatoiiiia coiiip. e Zoologia uel R. Istituto di ^tudl Super, in Kirenze nella U. UniversilJi di Pisa Ufficio di Direzione ed Amministrazione : Istituto Anatomico, Firenze. 12 numeri all'anno — Abbuonamento annuo 11.. 15. XXIV Anno Firenze, Febbraio 1913 N. 3. SOCIETA EDITKICE LIBRARIA - MILANO Prof. GIULIO CHIARUGI IDirettore si»edali in Firenze Massima solfecitudine - Prez:' mifia'iiwi. VIENNA VIII FABBR[(JA RINOMATA DI MICROSCOPI di qiiaiita iiisuperabile, di ]MIOROTOM1 e tutti gli altri accessori per la raicroscopia ruOVI CONDENSATORI per ricerclie ultramicroscopiche Appareochi di polarizzazione, Emometri, Ferrometri ecc. APPARECCHI DUPROIEZIONE PERFEZIONATI APPARECCHI DI MICROFOTOGRAFIA _ Nuovi obbiettivi fotogpafiei ^p,;;; Nuovo Combinai- F. 0,8 — F. 4,8 I Solar F. 6,8 Polar F. 4 Sono usciti : Catalogo generale n. 27 del 1908 in lingua francese. Catalogo n. 2V di microscopi ad accessori in italiano. Catalogo spsciale n. 8 di microtomi in tedesco. o lE^ :h] i^ E DI FILIPPO CAVOLINI Ristampa a cura della Societa di Naturalist! in Napoli Napoli Detkeu et Rocholl — 1910 Un groaso Volume in quarto grande di XL-528 pagiae conteaente tutte le opere di Zoologia e di Botanica dell'illustre naturalista napoletano accu- ratamente ristampate, con 33 grandi tavole in fotoincisione, riproduzione fedele degli originali di Cavolini. Precedono la ristampa la Philippi CaoliDi Vita di Teodoro Monticelli, scritta d'incarico della R. Accademia delle scienze di Napoli subito dopo la di lui morte, ricca di Note ed illustrazioni Storiche desunte da documenti originali ed autograft ; ed un Indice-sommario-riassuntivo degli studii zoologici e botanici del Cavolini raggruppati metodicamente se- condo gli argomenti trattati seguendo 1' ordine cronologico, che mettouo il lettore subito al Gorrente di tutta I'opera soientifica di Filippo Cavolini. F*rezzo del Volume L. 45. TAKlJbFA per gli estratti di Comiiiiicazioni original!, pubblicate nel Monitore Zooloyico, ricliiesti dagli Autori oltre i 50 di diritto. Nuracro dolle :E= ^ (3- X IT E c 0 pi 0 4 8 1:.^ ic. •Zi) 24 28 32 50 100 150 Lirt^ 4.20 7.35 10.50 Li.f 5.25 9.— 12.60 Lire 6.30 10. .50 13.75 Lir.- 8. — 12.— 15.75 Lire 9.50 1.3.75 18.— Liii' 11.— 15.25 20.— Lilt. 12.00 17.— v>2. Liiv 13.75 19.— 25.50 ROGER VERITY RHOPALOCERA PALEARCTICA ICONOGRAPfllE ET DESCRIPTION L»ES Fapillons de la Region palearctique Volume des Papilionidae e Pieridae. 4°, 450 pp. avec. 43 planches en collotypio a trois couleur, 29 planclies en collotypie noire, 15 planches en zincotypie. — Florence, R. Verity ed., 1. Via Leone X. 1911. En brochure 140 fr.; relie en veau st. it. da XV."'^ Siecle 165 fr. L'introduzione di quest'opera e stata pubblicata a parte col titolo: L'EVOLUTION ET LES LEPIDOPTERES La nomenclaturp et le classeraent. - Les Lepidopteres et I'Evolution. - Les dos- sins des aiies (Etude methodique comparee). -- Les ecailles des Ailes. — Ta- bleau synoptique de la variation et do la distribution geographique des papi- lionidae et pieridae palearctiques. 86 pp. avec. 2 pi. — 10 fr. Istituto Micrograflco Italiano per rapplicazione della fotografia e delle arti grafiche alia scienza Via Guelfa 30 - FIRENZE - Telefono 21-06 (LOCA.LI PROPRI) Riproduzioni ad uno o piu colori, sia dal vero cbe da di- segni; da soggetti macroscopici e aiicroscopici, spet- tanti a ricerche o pubblicazioni scientificlie. Micro e macrofotografie ad uno o pid colori. Dispositive per proiezione a scopo d' insegnamento scienti- fico, raccolte sotto la diiezione di illnstri scenziati. Dispositive a colori coi vari procedimenti. Preparati microscopici. Consulenze tecniche. ,111 iiiiiiiiiiiiiilillllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllMlllllllllllllilllllllillllllllllllHIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIlnilllllt Ditta F. KORISTKA MILANO - Via G-iuseppe Revere, 2 - MILANO Unica Fabbrica Nazionale -^ ■M^ di Microscopi ed Accessori DITTA FORNITRICE di tutti i Gabinetti llniversitari del Regno MlciwopEaMemoMlo ■'ZSoVlf^^tl ASblDe con diaframraa ad ii-ide e con mo- vimento a pignonn e cremagliera per spo- starlo sotto il piano del tavolino, con tavolino in ebanite, manovella di fenno all'inclinazione della parte superiore, divisione a millimetri al tubo portaoculare ; revolver triplo; due obbiet- tivi a secco 3 e 7*, un obbiettivo ad immer- sione omogeuea Vis"; tre oculari 2, 3 e 4, in- grandimenti fino a 1000 diametri; il tutto posto in elegante armadietto di mogano lucidato: con Statlyo IV a lavoliiio reltaiiplare fisso L. 400 con StatiYo lYa a lavoliuo circolare glreyole e con viti di spostamento per muovere » ^ il preparato L. 410 Le stesse corabinazioni, collo stativo nuovo mod. Ill eJIIa con impugnatura e movimento micrometrico comandato da bottoni laterali )secondo figura) Lire 60 in piu. CATALOGO GENERALE GRATIS A SEMPLICEtRICHIESTA S i accordano pagamenti rateali mensili Conto corrente colla Posta. Pubblicato il 27 siiirrno 1913. JlonitoFe Zoologieo lUliano (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana DIRBTTO DAI DOTTORI GIULIO GHIARUGI EUGENIO FIGALBI Frof. di Anatomia umana Prof di Anatomia comp. o Zoologia iiel R. Istituto diStudI Super, in Kiienze nolla R. University di Pisa Ufficio di Direzione ed Ammiuistrazione : Istituto Analomico, Firenze. 12 Humeri all'anno — Abbuonatneuto annuo L. 15. XXIV Anno Firenze, Marzo 1913 N. 3, S OCIETA EDITRICE LIBRARIA - MlLAi^O Prof. GIULIO GHIARUGI Direttore d.ell' Xstitiito .A.xiatoiarxico d.i Firenze ISTITUZIONI ANATOMIA 1)BIJ;[J0M0 A. BONGINI FIRENZE — Via Leone X, 2 — FIRENZE in Legno, Zincotipia, A^utotipia, Galvanotipia Tricromia, Gluattrocromia lllustrazioni per giornali, opere scientifiche, lavori commerciali g)©(3 Fornitore del K. Istitnto di Stiidi* superiori e RR. Ospedali in Firenze Massima sollecttudifie - Prezzt mitis'iimi. VlENISr^ VIII "Ai^ FABBKICA EINOMATA ui MICROSCOPI di qua'ita insuperabile, di IMICROTOMI e tutti gli altii accessori per la microscopia NUOVI CONDENSilTORI per ricerche ultramicroscopiche Apparecchi di polarizzazioue, Emometri, Ferrometri ecc. APPARECCHI DI^PROIEZIONE PERFEZIONATI APPARECCHI DI MICROFOTOGRAFIA Nuovi obbiettivi fotogpafiei Nuovo Combinar F. 6,8 — F. 4,8 . Solar F. G,8 Polar F. 4 Sono usciti: Catalogo generals n. 27 del 1908 ia lingua francese. Catalogo n, 27'' di microscopi ed accessori in italiano. Catalogo speciale n. 8 di microtomi in tedesoo. o :e^ E i^ E Dl FILIPPO CAVOLINI Ristampa a cura della Societa di Naturalist! in Napoli Napoli — Detkeu et Rocholl 1910 Un grosso Volume in quarto grande di XL-528 pagiae contenente tutte le opere di Zoologia e di Botanica dell'illustre naturalista napoletano accu- ratamente ristampate, con 33 grandi tavole in fotoincisione, riproduzione fedele degli originali di Oavolini. Precedono la ristampa la Phiiippi Caolini Vita di Teodoro Monticelli, scritta d'incarico della R. Accademia delle scienze di Napoli aubito dopo la di lui morte, ricca di Note ed illustrazioni Storicbe desunte da documenti or'giaali ed autograft ; ed un Indice- sommario-riassuntivo degli studii zoologici e botanici del Oavolini raggruppati metodicamente se- condo gli argomenti trattati seguendo I'ordine cronologico, clie mettouo il lettore subito al Corrente di tutta I'opera scientifica di Filippo Oavolini. Frezzo del Volume L. 45. TAKIKFA per gli estratti di Comuiiicazioni originali, pubblicate nel Monitore Zoologico, richiesti dagli Autori oltre i 50 di diritto. Nuraero delle :e= ^ C3- T IsT E c 0 p i e 4 8 i-^ Ki 20 24 28 32 I.iit^ Lire LilL- l.iii- i,ii.- l.iio Lin- Liif 50 4.20 5.25 0.30 8.— 0.50 11.— 12.00 13.75 100 7.35 9.— 10.50 12.— 13.75 15.25 17.— 19.— 150 10.50 12.()0 13.75 15.75 18.— 20.— 22.— 25.50 ROGER VERITY RHOPALOCERA PALEARCTICA ICONOGRAPillE ET DESCRIPTION bES Fapillons de la Region palearctique Volume des Papilionidae e Pieridae. 4^, 450 pp. avoc. 43 planches en collotypie a trois couleur, 29 planches en collotypie noire, 15 planches en zincotypio. — Florence, R. Verity ed., 1. Via Leone X. 1911. En brochure 140 fr. ; relie en veau st. it. du XV.'"'' Siecle 165 fr. L'introduzioue di quest'opera e stata pubblicata a parte col titolo: L'EVCLUTION ET LES LEPIDOPTERES La nomenclature ot le classcmcnt. — Los Lepidopteres et TEvolution. — Les des- sins des ailes (Etude methodiquc oomparee). -- Les ecailles des Ailes. — Ta- bleau synoptique de la variation et de la distribution geographique des papi- lionidae et pieridae palearctiques. 86 pp. avec. 2 pi. — 10 fr. Istituto Micrografico Italiano par rapplicazione della fotografia e delle arti grafiche alia scienza Via Guelfa 30 - FIRENZE - Telefono 2.-05 Riproduzioni ad uno o piu colori, sia dal vero cbe da di-' segni, da soggetti macroscopici e microscopici, spet- tanti a ricerche o pnbblicazioni scientifiche. ^[icro e macrofotografie ad uno o piu colori. Dispositive per proiezione a scopo d' insegnaaiento scienti- fico, raccolte sotto la diiezione di illustri scenziati. Dispositive a colori coi vtni procedimenti. Preparati microscopici. Consulenze tecniche. ■ iiiiiiiiniiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiii iiiiiiiiiiiniiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiniiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii Ditta F. KOKISTKA MILANO - Via G^iuseppe Revere, 2 - JMILAJSrO Unica Fabbrica Nazionaie -^ -^ di Microscopi ed Accessor! DITTA FORNITRICE di tutti I Gabinetti Iniversitari del Regno MicroscoDioEraMe iiiojillo composto di stauyo '^ *= munito di apparato A-bbe con diairamma ad iride e con mo- vimento a pignone. e cremagliera per spo- starlo sotto il piano del tavolino, con tavolino in ebanite, manovella di fenno all'inclinazione della parte superiore, divisione a millimetri al tubo portaoculare; revolver triplo; due obbiet- tivi a secco 3 e 7*, un obbiettivj ad immer- sione omogenea Vu" I tre oculari 2, 8 e 4, in- grandimenti fino a 1000 diametri; il tutto posto in elegante urmadietto di mogano lucidato: con Staliyo IV a tayoliiio rcllaiigolare Dsso L. 400 con Statiyo Via a taYoliuo circolarc gireyole ^ con viti di spostamento per muovere j . _ il preparato h, 41w Le stesse corabinazioni, collo stativo nuova mod. Ill e Jlla con irapugnatura e moviniento tnicroraetrico cojuaudato da bottoni laterali )secondo figura) Lire 60 in piu. CATALOGO GENERALE GRATIS A SEMPLICIi{HrCIIIESTA S i accordano pagamenti rateali inenslii Conto corrente colla Posta. Pubblicato il 27 i;iiin-nu 1913. IWofiitoFe Zoologieo ItalUno (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale delta Unione Zoologica Italiana DIUETTO DAI DOTTORI GIULIO GHIARUGI EUGENIO FICALBI Prof, di Anatomia unianu Pruf Ji Anatomia comp. e Zoologia uol H. latifuto di StiulJ Super, in l<'iieii/.e nella K. Utiiversita di Pisa XJfficio di Direzione ed Amministrazione: Istitiito Aiiatoinico, Fireme. 12 r-umeri all'anno — Abbuonamento annuo Tj. 15. XXIV Anno Firenze, jft.prile 1913 N. 4. S 0 CIKTA KDITRICK LIBRARIA - MiLAiNQ Prof. GIULIO GHIARUGI IDirettore d.ell' Istitiato .A.iaatomico d.i Firenze ISTITUZIONI Di ANATOMIA DFJi/IIOMO A. BONGINI FIRENZE — Via Leone X, 2 — FIRENZE in Legno, Zincotipia, iVutotipia, Qalvanotipia Tricromia, Gluattrocroniia lustrazioni per giornali, opere scientifiche, lavori commerciali _ fi)®«' Foriiitore del K. Istitnto
  • eiioi-i e UR. Ospedali in Fireiiase MftHShnff soffpcihKfinr - niczzt tnifissitnt. viEisrisr^ VIII W FABBRICA RINOMATA DI ICROSCOPI di qua'iti insuperabile, di IVriOROTOMI e tutti g]i altii accessor! per la microscopia NUOVI CONDENSATORI per ricerclie ultramicroscopiche Apparecchi di polarizzazione, Emometri, Ferrometri ecc. APPARECCHI DMPROIEZIONE P£RFEZIONATI APPARECCHI DI WIICR9F0T0GRAFIA Nuovi obbiettivi fotogpaflei Nuovo Combinar F. G,8 — F. 4,8 W Solar F. 6,8 Polar F. 4 Sono usciti : Catalogo generale a. 27 del 1908 in lingua fraacese. Catalogo n, 27'' di microscopi ed accessori in italiano. Catalogo spsciale n. 8 di microtomi in tadesco. o :f E K/ E DI FILIPPO CAVOLINI Ristampa a cura della Societa di Naturalisti in Napoli Napoli Detken et RochoU — 1910 Ua grosso Volume in quarto grande di XL-528 pagiue contenente tutte le opere di Zoologia e di Botanica dell'illustre naturalista napoletano accu- ratamente ristatupate, con 33 grandi tavole in fotoincisione, riproduzione fedele degli originali di Oavolini. Precedono la ristampa la Philippi Caolini Vita di Teodoro Monticelli, scritta d'incarico della R. Accademia delle scienze di Napoli subito dopo la di lui morte, ricca di Note ed illustrazioni Storicbe desunte da documenti originali ed autograft; ed un Indice-sommario-riassuntivo degli studii zoologioi e botanioi del Oavolini raggruppati metodicamente se- condo gli argomenti trattati seguendo I'ordine cronologico, che mettouo il lettore subito al Corrente di tutta I'opera scientifica di Filippo Oavolini. F*rezzo del Volume L. 45. • TARIFF A per gli estratti di Comunicazioni origiiiali, pubblicate nel Monitore Zoologico, ricliiesti dagli Autori oltre i 50 di diritto. Numero dellc le j^ G- jLisr :ez c 0 pie 4 8 12 IC) 20 24 28 32 50 Lire 4.20 Lilt) 5.25 Liie 6.30 l.in- 8. — i.iiv 0.50 Lire 11.— l.iie 12.00 Li IV, 13.75 100 7.35 0. — 10.50 12.- 13.75 15.25 17.— 19.— 150 10.50 12.00 13.75 15.75 18.— 20.— 22.— 25.50 EOGBE VERITY RHOPALOCERA PALEARCTiCA ICONOGEAPfllE ET DESCRIPTION 1»ES Papillons de la Region palearctique Volume des Papilionidae e Pieridae. 4°, 450 pp. avec. 43 planches en coUotypie a trois couleur, 29 planches en collotypie noire, 15 planches en zincotypie. — Florence, R. Verity ed., 1. Via Leone X. 1911. En brochure 140 fr. ; relie eu veau st. it. du XV.'"*^ Siecle 165 fr. L'introduzioue di quest'opera e stata pubblicata a parte col titolo: L'EVOLUTION ET LES LEPIDOPTERES La nomenclature et le classement. — Les Lepidopteres et I'Evolution. — Lcs des- sins des ailes (Etude methodiquo coraparee). -- Les eeaiiles des Ailes. — Ta- bleau synoptique de la variation et de la distribution geographique des papi- lionidae et pieridae palearctiques. 86 pp. avec. 2 pi. — 10 fr. Istituto Micrografico Italiano per rapplicazione della fotografia e delle arti grafiche alia scienza ! Via Guelfa 30 - FIRENZE ~ Telefono 2-05 (LOCA.LI PflOPRI) Riproduzioni ad uno o piu colori, sia dal vero che da di- segni; da soggetfci macroscopici e microscopici, spet- tanti a ricerche o pubblicazioni soientiliche. Micro e macrofotografie ad uno o piu colori. Dispositive per proiezione a scopo d' insegnameiito scienti- fico, raccolte sotto la diiezione di illusti-i scenziati. Dispositive a colori coi vari procedimenti. Preparati microscopici. Consnlenze tecniche. iliiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiriiiiiiiiiiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii Ditta r. KORISTKA MILANO - Via G^iuseppe Revere, 2 - MILAJSTO Unica Fabbrica Nazionale -^ -^^ di Microscopi ed Accessori DITTA FORNITRIOE di tutti i Gabinetti bniversitari del Regno MicroscoDio araufle lo^iio composto di stativo ^ ^ raunito di apparato A-bbe con diairamma ad iride e con mo- vimento a pignone e creraagliera per spo- starlo sotto il piano del tavolino, con tavolino in ebanite, raanovella di fermo all'iDciinazione della parte superiore, divisione a miilimetri al tubo portaoculare; revolver triplo; due obbiet- tivi a secco 3 e 7*, un obbiettivj ad iramer- sione omogenea Vu"; tre oculari 2, 8 e 4, in- grandimenti tino a 1000 diametri; il tutto posto in elegante armadietto di mogano lucidato: con Statiyo lY a tavolino rcltayplare fisso L. 400 con statiyo Via a tavoliuo circolarc girevole e con viti di spostamento per niuovere r -^_ il preparato h, 410 Le stesse combinazioni, collo stativo nuovo mod. Ill eilla con impuguatma e naovimento ii|i micrometrico comaudato da bottoni lateral) ' )secondo figura) Lire 60 in piu. !t i CATALOG O GENERALE GRATIS 3i]i! A SEMPLICEiKICHIESTA S i accordano pagairenti rateali mensili Conto corrente colla Posta» Pubblicato il 27 luglio 1913. IttoDitoFe Zoologieo ItaliaDa (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Orgaiio ufficiale deila Unione Zoologica Italiana DIRETTO DAI DOTTORI GIULIO CHIARUGI EUGENIO FICALBI Prof, di Aoatoiuia umaiiu Vvot ili Anatomia coinp. e Zoologia uel R. Istltiito di 5>tuclt Super, in Kirenze nellu R. Ui.iversitk di Pisa Ufficio di Direzione ed Amniinistrazione : Istituto Aiiatomico, Firenze. 12 Humeri all'anno — Abbuouameiito annuo Ta. 15. XXIV Anno Firenze, Miaggio 1913 N. 5. SOCIETA EDITRICE LIBRARIA - MILANO Prof. GIULIO CHIARUGI IDirettore d.ell' Istiiiato .A-iaatoxxii co d.i IFirenze ISTITUZIONI DL ANATOMIA DELL'UOMO A. BONGINI FIRENZE — Via Leone X, 2 — FIRENZE in Legno, Zincotipia, J^utotipia, Galvanotipia Tricromia, Q-uattrocromia lustrazioni per giornali, opere scientifiche, lavori commerciali Fofiiitore del K. Istitnto «li Stmli siiiK'iiori e UR. Ospedali in FiiciiKC Musshnu soireciftidhie - Prezzi mif/s^fmt. VIENNA. VIII FABBEICA RINOMATA DI ICROSCOPI 1 di qualita insuperabile, di MIOROTOMI e tutti gli altri accessor! per la microscopia NUOVI CONDENSATORI per ricerche ultramicroscopiche Apparecchi di polarizzazione, Emometri, Ferroraetri ecc. APPARECCHI DI PROIEZIONE PERFEZIONATI APPARECCHI DI MICROFOTOGRAFiA Nuovi obbiettivi fotografiei ^1 Nuovo Combinar F. 6,8 — F. 4,8 Solar F. 6,8 Polar F. 4 Sono usciti : Catalogo generalQ n. 27 del 1908 in lingua f?ancese. Catalogo n. IT di microscopi ed accessori in italiano. Catalogo specials n. 8 di microtomi in tedesco. TAKIJ^'FA per gli estratti di Comunicazioni originali, pubblicate nel Monitore Zoologico, richiesti dagli Autori oltre i 50 di diritto. Numero delle -^ .^ G- I IsT E copie 4 8 12 16 20 24 28 32 Lire Lire Lire Lire Lire Lire Lire Lire 50 4.20 5.25 6.30 8.— 9.50 11.— 12.60 13.75 100 7.35 9.— 10.50 12.— 13.75 15.25 17.— 19.— 150 10.50 12.60 13.75 15.75 18.— 20.— 22.— 25.50 REGOLE PER LA >IOMENCLATURA ZOOLOGICA ITALIANA FISSATE DALLA In vendita presso la Segreteria della Unione Zoologica Italiana istituto Zoolo^ico - R. Universita di Napoli APXHIVIO ZOOLOGICO ITALIANO PUBBLIGATO SOTTO GLI AUSPU:! DELLA UNIONS ZOOLOGICA. PER CL'RA DEL COMITATO DI EEDAZIONE Redattore : Prof. FR. SAV. MONTICELLI Ord, di Zoologia nella R. Uuiversit;'! di Napoli Volume VI. — 1912. INDICE. — Cotronei G. Sulla morfologia coraparata del tessuto insulare del pancreas. Sulla questione di un suo equivalente nel pancreas dei Cheloni. Tav. \. — Monti A. Sopra un caso di ovari diiiusi in un triclade, dovuto probabilmente al parassitismo di uno sporozoo, Tav. 2. — Monti A. La rigenerazione degli ovari nelle planarie. Tav. 3. — Delia Valle P. La morfologia della cromatina dal punto di vista fisica. Tav. 4-5. — Stefanelli A. Sulle espansioni nervose dei peli tattili. Tav. 6-8. — Carol) E. Contribuzioni alia conoscenza dei Collemboli italiani. I. La tribi degli Achorutini C. B. (1906). Tav. 9-11. — Cavazza F. Esperienza intorno all'efiPetto del freddo prolungato e dell'ossigeno sulla crisalide della Malacosoma neustria L. — Jacino A. Intorno al cosidetto punto nero del Gastropteron Meckeli KosSE. Tav. 12 ed. una figura nel teste. £ ill corso di i^tampa ii VII° Voluuie Dell'Archivio zoologico italiano si pubblica annualmente un Volume di circa 400 pagine ricco di tavole e di illustrazione. — L'abbonamento e di L. 40. Redazione ed Amministrazione : Istituto Zoologico • R. Universita di Napoli Commissionarn e rappresentanti : per r Italia alia . Libreria Nuova » di Riccardo Jlfar^/iem; Gall. Umberto I Napoli per I'estero alia Librena Oswald Weigel : Konigstrasse 1. Lipsia. ATVISO Ii^IPORTA^ IK Chi desidera acqui.tare la serie completa dei volumi (l-VI) finora pubblicati del- I'ARCHIVIO ZOOLOGICO ITALIANO puo averii al prezzo di favore di L. 200 (invece di L. 240). Dirigersi airAmministrazion3. Istituto Micrograflco Italiano per Tapplicazione della fotografia e delle aril graHche alia scienza Via Guelfa 30 - FIRENZE - Telefono 21-05 (LOCA.LI I^ROPRI) Hiproduzioni ad uno o piu colori, sia dal vero cbe da di- segni, da soggetti macroscopici e microscopici, spet- tanti a ricerche o pubblicazioni soientifiche. Micro e macrofotografie ad uno o piu colori. Dispositive per proiezione a scopo d' insegnamento scienti- fico, raccolte sotto la diiezione di illustri scenziati. Dispositive a colori coi vari procedimenti. l*reparati microscopici. Consulenze tecniclie. IIIIIIMIIMIIIM Illllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll Kllllllllllllllllllllltllllllllllllllllllllllllllllllllli Ditta F. KORISTKA MILANO - Via Griuseppe Revere, 2 - MILANO Unica Fabbrica Nazionale -^ -4^ di iVIicroscopi ed Accessori DITTA FORNITRICE di tutti i Gabinetti Universitari del Regno MlciWflPOTieiaoil-ll(i 3t:'di'"Ip'p';?'rt» A.t)be con diairamma ad iride e con mo- viniento a pignone. e cremagliera per spo- starlo sotto il piano del tavolino, con tavolino in ebanite, raanovella di ferino all'inclinazione della parte superiore, divislone a miilimetri al tubo portaoculare; revolver triplo; due obbiet- tivi a secco 3 e 7*, un obbiettiv.> ad immer- sions omogenea Vjg" j tre oculari 2, 8 e 4, in- grandimenti fino a 1000 diametri; il tutto posto in elegante armadietto di mogano lucidato: con Statlvo IV a \m\m reltaiiplare Ssso L. 400 con Slatiyo Via a tayoliuo circolarc gireyole e con viti di spostauiento per muovere j ... il preparato Li 410 Le stesse combinazioni, colio stativo miovo mod. Ill e Jlla con impugnatura e raoviaiento micrometrico comandato da bottoni lateral* )secondo figara) Lire 60 in piu. CATALOGO GENERALE GRATIS A SEMPLICEi HICIIIESTA S I accordano pagamenti rateali mensiii Conto corrente colla Posta. F'ubblicato il 11) sctterabre 1913. JlomtoFe Zoologieo Italicino (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana DIRETTO DAI DOTTORI GIULIO GHIARUGI EUGENIO FIGALBI Prof, di Anatoniia umana Prof di Anatoiuia coinp. e Zoologitt uel R. Istituto diSJtudJ Super, in Firenze nella K. Uuiversit& di Pisa TJfficio di Direzione ed Amministrazione: Istituto Anatomico^ FireuTX. 12 uumeri alPanno — Abbuonamento annuo L. 15. XXIV Anno Firenze, G-iugno 1913 N. 6. SQCIETA EDITUICE LIBIIARIA - MILANQ Prof. GIULIO GHIARUGI IDirettore tare la serie completa dei volumi (l-VI) finora pubblioati del- I'ARCHIVIO ZOOLOGICU ITALIANO puo averii al prezzo di favors di L. 300 (invece di L. S40). Dirigersi airAmministrazione. Istituto Micrograflco Italiano per I'applicazione della fotografia e delle arti grafiche alia scianza Via Guelfa 30 - FIRENZE - Telefono 21-05 (LOCALI PROPRI) Riprodnzioni ad uno o piu colori, sia dal vero cbe da di- segni, da soggetti macroscopici e aiicroscopici, spet- tanti a ricerche o pubblicazioni scientifiche. Micro e macrofotografie ad uno o piu colori. Dispositive per proiezione a scope d' insegnamento scienti- fico, raccolte sotto la direzione di illustri scenziati. Dispositive a colori coi vari procedimenti. Preparati microscopici. Consulenze tecniche. iniMniiiiiiniiiiniMiiii iiinimi iiiimiiiiimmitm nun i nni nninnninin 4 ni iininni Ditta F. KORISTKA MILAlSrO - Via Giuseppe Revere, 3 - MILANO Unica Fabbrica Nazionale -^ -4^^ di Microscopi ed Accessori DITTA FORNITRICE di tutti I Gabinetti Universitari del Regno Microscoplo iraMe iiioil !io Zn^S'ai'lplS^'Li: A-lbbe con dialramma ad iride e con mo- vimento a pignone e creinagliera per spo- starlo sotto il piano del tavolino, cou tavolino in ebanite, manovella di fenno all'inclinazione della parte superiore, divisione a millimetri al tubo portaoculare ; revolve'r triple; due obbiet- tivi a secco 3 e 7*, un obbiettivo ad imnaer- sione omogenea Vu" j tre oculari 2, 8 e 4, in- grandimenti fino a 1000 diametri; il tutto posto in elegante ai-madietto di mogano lucidato: con Statiyo IV a \m\m rcttauplare fisso L. 400 con StatiYo Via a tayoliuo circolarc gireyole e con viti di spostamento per muovere , ..^^ il preparato Li ^lU Le stesse combinazioni, collo stativo nuovo mod. Ill eJIIa con impuguatura e movimento niicroraetrico comandato da bottoni lateral! )secondo figura) Lire 60 in pifi. CATALOGO GENERALE GRATIS A SKMPLTnHfRICHIESTA S i accordano pagamenti rateali mensili Conto corrente colla Posta. Pubblicato il 10 ottobro 1913. JWomtoFe Zoologieo Italiano (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana DIRETTO DAI DOTTORI 6IULI0 GHIARUGI EUGENIO FIGALBI Prof, di Anatomia umana Prof, di Anatomia conip. e Zoologia uel R. Istituto di titudt Super, in Kirenze nella R. Ui.iversitii di Pisa Ufficio di Direzione ed Amministrazione : Istituto Anatomico, Firenze. 12 numeri all'auuo — Abbuonamento annuo L. 15. XXIV Anno Firenze, Luglio 1913 N. *?. SOCIETA EDlTlllCE LIBRARIA - MILANQ Prof. GIULIO GHIARUGI IDlrettore d.ell' Istitxato ^A.natomico d.i IFirexaze ISTITUZIONI DI MATOMIA DELL'UOMO A. BONGINI FIRENZE — Via Leone X, 2 — FIRENZE in Legno, Zincotipia, A.utotipia, G-alvanotipia Trier omia, duattrocromia lllustrazioni per giornali, opere scientifiche, lavori commerciali — S)®& Foi'iiitore del R. Istitnto di ^tiuVi snperioi-i e RK. Ospcdali in Firciixe Mass/ma sollecitudine - Prezzi mitU^itni. VIENNA VIII FABBRICA RINOMATA DI ICROSCOPI di qualita insuperabile, di MIOROTOMI e tutti gli altri accessor! per la raicroscopia ruOVI CONDENSATORI per ricerche ultramicroscopiche Apparecchi di polarizzazione, Emometri, Ferrometri ecc. APPARECCHI DI PROIEZIONE PERFEZIONATi APPARECCHI DI MICROFOTOGRAFIA Nuovi obbiettivi fotografiei Nuovo Combinar F. 6,8 — F. 4,8 Solar F. 6,8 Polar F. 4 Sono usciti: Catalogo generale n. 27 del 1903 in lingua francese. Catalogo n. 2T di microscopi ed accessor! ia italiano. Catalogo spdciale n. 8 di microtomi in tedesco. i^iamgii'juiwi^'inii Fi'iiiiWiyiWi— M TAKIJ^'FA |)er gli estratti di Comunicazioni original!, pubblicate nel Mo7iitore Zoologico, richiesti dagli Antori oltre i 50 di diritto. Nuraero dolle IP j^ a- I 3iT E c 0 p i c 4 8 12 16 20 24 28 32 50 ] 00 150 Lire 5.— 8.35 11.50 Lire 6.25 10.50 14.50 Lire 7.30 11.50 16.— Lire 9.— 14.— 18.— Lire 11.— 16.— 21.— Lire 13.50 17.50 23.— Lire 14.50 20.— 25.— Lire 16.— 22.50 28.50 ■ t ■ REGOLE PER LA NOMENCLATURA ZOOLOGICA ITALIANA FISSATE DALLA Prezzo L, 2, In vendita presso la Segreteria della Unione Zoologica Itaiiana Istituto Zoolog^ico -R. University di Napoli ARCHIVIO ZOOLOGICO ITALIANO PUBBLIGATO SOTTO GLI AUSPICI DELLA XJ N I O N E ZOOLOGICA. PER CURA DEL COMITATO DI REDAZIONE Redattore : Prof. FR. SAV. MONTICELLI Oi'd. (li Zoologia nella R. Uuiversiti di Napoli Volume VI. — 1912. INDICE. — Cotronei G. Sulla morfologia comparata del tessuto insulare del pancreas. Sulla questione di un suo equivalente nel pancreas dei Cheloni. Tav. L — Monti A. Sopra an caso di ovari ditiusi in un triclade, dovuto probabilmente al parassitismo di uno sporozoo. Tav. 2. — Monti A. La rigenerazione degli ovari nelle planarie. Tav. 3. — Delia Valle P. La morfologia della cromatina dal punto di vista fisica. Tav. 4-5. — Stefanelli A. Sulle espansioni nervose dei peli tattili. Tav. 6-8. — Caroll E. Contribuzioni alia conoscenza dei Collemboli italiani. I. La tribu degli Achorutini C. B. (1906). Tav. 9-lL — Cavazza F. Esperienza intorno all'effetto del freddo prolungato e dell'ossigeno sulla crisalide della Malacosoma nenstria L. — Jacino A. Intorno al cosidetto punto nero del Gastmpteron Meckeli KossE. Tav. 12 ed una fiorura nel teste. £ ill corso di staiiipa il TIF Volume DeirArchlwio zoologico italiano si pubblica annualmente un Volume di circa 400 pagine ricco di tavole e di illustrazione. — L'abbonamento e di L. 40. Redazione ed Amministrazione : Istituto Zoologico - R. Universita dl Napoli Commissionarii e rappresentanti : per I'ltalia alia c Libreria Nuova » di Riccardo Jl/ar^rMcn: Gall. Umberto I Napoli per I'estero alia Libreria Oswald Weigel : Konigstrasse 1. Lipsia. ATVISO IMPORTAXTE Chi desidera acquiitare la serie completa del volumi (l-VI) di Riccardo ilfa/ywer*.- Gall. Umberto I Napoli per I'estero alia Libreria Oswald Weigel : Konigstrasse 1. Lipsia. ATVISO IMPORT ANTE Chi desidera acqui-tare la serie completa dei volumi (l-VI) finora pubblicati del- I'ARCHIYIO ZOOLOGICO ITALIANO puo averll al prezzo di favore di L. 4U« (invece di L. 340). Dirigersi aH'Amministrazione. Istitato Micrograflco Italiano per rapplicazione della fotografia e delle aiti grafiche alia scienza Via Guelfa 30 - FIRENZE - Telefono 21-05 (LOCA.LI PR.OPRI) Riproduzioni ad uno o piu colori, sia dal vero che da di- segni, da soggetti macroscopici e microscopici, spet- tanti a ricerche o pubblicazioni scientiliche. Micro e macrotbtografie ad uno o piu colori. Dispositive per proiezione a scopo d' insegnamento scienti- fico, raccolte sotto la diiezione di illustri scenziati. Dispositive a colori coi vari procedimenti. Preparati microscopici. Consulenze tecniche. Dltta F. KOEISTKA MIXjANO - Via G-iuseppe Revere, 3 - MilLANO Unica Fabbrica Nazionale ^^ -^ di Microscopi ed Accessori DITTA FORNITRICE di tutti i Gabinetti Lniversitari del Regno Microscoplo iraMe mnil ■ilo SS'di'lp'arii: A-bbe con diaframma ad iride e con mo* vimento a pignone e cremagliera per spo- starlo sotto il piano del tavolino, con tavolino in ebanite, manovella di fermo all'inclinazione della parte superiore, divisione a millimetri al tubo portaoculare ; revolver triplo; due obbiet- tivi a secco 3 e 7*, un obbiettivo ad immer- sione omogenea Vu"; tre oculaH 2, 8 e 4, in- grandimenti fino a 1000 diametri ; il tutto posto in elegante armadietto di mogano lucidato: con StallYo IV a tayoliuo rcllaiiplare fisso L. 400 con Stallvo Vfa a layoliuo clrcolare £lre?ole e con viti di spostamento per muovere » ..^ ii preparato L. **vJ Le stesse combinazioni, collo stativo nuovo mod. Ill e llla con irapugnatuia e movimento niicrometrico comaudato da bottoni laterali )secondo figura) Lire 60 in piu. CATALOGO GENERALE GRATIS A SEWPLICEiRICHIESTA S i accordano pagamenti rateali mensili Gonto corrente colla Posta. Pubblicato il 10 gennaio 1914. IBonitore Zoologieo Italiciiio (Pubblicaziotii Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo iifficiale delia Unione Zoologica Italiana UIUKTTO DAI DOTTORI GIULIO GHIARUGI EUGENIO FICALBI I'rof. di Anutoinia utiiaDU Vvot. di Anatomia coiiip. e Zoo'oyia uelR. Istituto diStudI Super, in Kirenze nella R. Ui.iversitii di Pisa Ufficio di Direzione ed Amministrazione : Istituto Analoinico, Firenze. 12 Humeri aU'anno — Abbuonamento annuo L. 15. XXIV Anno Firenze, Ottobre 1913 N. lO. SOCIETA EDITIIICE LIBRARIA - MILANQ Prof. GIULIO GHIARUGI IDirettore d.ell' Istit\a.to .A-natoxanico d.i Fireiaze ISTITUZIONI DI ANATOMIA DELL'UOMO A. BONGINI FIRENZE — Via Leone X, 2 — FIRENZE in Legno, Zincotipia, JLutotipia, Galvanotipia Tricromia, Gluattrocromia lllustrazioni per giornall, opere scientifiche, lavori commerciali g)@(S roriiitoie del K. Istitnto di Studi* snpeiioii e RR. Ospedali in Fiioiixe Mtissima sotlecittidine - Prezzi miti&'iimi. VIENNA^ VIII FABBRICA RINOMATA DI MICROSCOPI di qualita insuperabile, di MIOR.OTOMI e tutti g]i altri accessor! per la microscopia luOVI COHDEISATORI per ricerclie ultramicroscopiche Apparecchi di polarizzazione, Emometri, Ferrometri ecc. APPARECCHI DI PROIEZIONE PERFEZIONATI APPARECCHI DI NIICROFOTOGRAFIA _ Nuovi obbiettivi fotogpafiei ^p::i Nuovo Corabinar F. 0,8 — F. 4,8 Solar F. 6,8 Polar F. 4 Sono usciti : Cataiogo generale n. 27 del 1903 in lingua francese. Catalogo n. 2T di microscopi ed accessori in italiano. Gatalogo spaciale n. 8 di microtomi in tgdesco. TARIFF A per gli estratti di Comunicazioni originali, piibblicate iiel Monitore Zoologieo, richiesti dagli Autori oltre i 50 di diritto. Numcro 1= j^ a- 1 int E delle ('- 0 p i c 4 8 \i KJ 20 24 28 32 Lire Lire Lire Lire ]jiif. Lire Lire Li IV 50 5.— 6.25 7.30 9.— 11.— 13.50 14.50 16.— 100 ^.'dT) 10.50 11.50 14.— 16.— 17.50 20.— 22.50 150 11.50 14.50 16.— 18.— 21.— 23.— 25.— 28.50 REGOLE PER LA NOMENCLATURA ZOOLOGICA ITALIANA FISSATE UALLA TJlTIOISrE ZOOXjOC3-XC-A. ITJLXiXj^Isr^ Presso Lt* 2, In vendita presso la Seg-reteria della Unione Zoolog"ica Italiana Jstituto Zoolo^ico - R. Universita di Napoli ARCHIVIO ZOOLOGICO ITALIANO PUBBLIGATO SOTTO GLI AUSPIGI DKLLA UNIONJii ZOOLOGICi^ PER CURA DEL COMITATO DI EEDAZIONE Redattore : Prof. FR. SAV. MQNTICELLI Old. di Zoologia nelhi It. Uuivfrsit>\ di Napoli Volume VI. — 1912. INDICE. — Cotronei G. Sulla morfologia coraparata del tessuto in.sulare del pancreas. Sulla questione di un suo equivalente nel pancreas del Cheloni. Tav. 1. — Monti A. Sopra un caso di ovari dittusi in un triclade, dovuto probabihnente al parassitismo di uno sporozoo. Tav. 2. — Monti A. La rigenerazione degli ovari nelle planarie. Tav. 3. — Della Valle P. La morfologia della cromatina dal punto di vista fisica. Tav. 4-5. — Stefanelli A. Sulle espansioni nervosa dei peli tattili. Tav. 6-8. — Caroli E. Contribuzioni alia conoscenza dei Collemboli italiani. I. La tribu degli Achorutini C. B. (1906). Tav. 9-11. — Cavazza F. Esperienza intorno all'effetto del freddo prolungato e dell'ossigeno sulla crisalido della Malacosoma neustria L. — Jacino A. Intorno al cosidetto punto nero del Gastropteron Meckeli KosSE. Tav. 12 ed una fig-ura nel testo. £ ill corso di sfumpa il VII" Voliiinc Dell'Archivio zuologico italiano si pubblica annualmente un Volume di circa 400 pagine ricco di tavole e di iliustrazione. — L'abbonamento e di L. 40. Redazione ed Amministrazione : Istitulo Zoologico ■ R. Universita di Napoli CominisHionarii e rappresetitanti : per 1' Italia alia « Libreria Nuova > di Riccardo Marghieri: Gall. Umberto I Napoli per I'estero alia Libreria Oswald Weigel : Konigstrasse 1. Lipsia. ATVISO Ix^IPORTA^TE Chi desidera acqui-tare la serie completa dei volumi (l-VI) finora pubbllcati del- PARCHIVIO ZOOLOGICJ liALIANO puo averll al prezzo di favore di L. -«« (invece ai L, 240). Dirigersi all'Amministrazione. Istituto Micrografico Italiano per rapplicazione della foiografia e delle arti grafiche alia scisnza Via Guelfa 30 - FIRENZE - Telefono 21-05 (LOCA.LI FROPRI) Riprodiizioni atl uno o piu colori, sia dal vero cbe da di- segni, da soggetti macroscopici e microscopici, spet- tanti a ricerche o pubblicazioni scientidche. Micro e inacrofotogratie ad uno o pid colori. Dispositive per proiezione a scopo d' insegnamento scienti- fico, raccolte sotto la direzione di illustii scenziati. Dispositive a colori coi vari procedimenti. Preparati microscopici. 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Ill eJIIa con impugnatura e movimento niicroraetrico comaudato da bottoni laterali )secondo figura) Lire 60 in piii. CATALOGO GENEBALE GRATIS A SEMPLICEiRICillESTA S i accordano pagamenti rateali mensili Conto corrente colla Posta. Pubblicato il 10 marzo 1914. IBoDitoFe Zoologieo Itallano (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale della Unione Zooiogica Italiana DIRBTTO DAI DOTTORI GIULIO CHIARU6I EUGENIO FICALBI Prot. cli AiintoinU iiiiianu l^rof di Anatomia coiiii). e Zoologtu u«) K. Istituto ili Mtidl i»uper. in Kiteoze nella K. Uuiversitii di Pisa XTfficio di Direzione ed Axnmiuistrazioue : Istituto Analomics, Firenze. 12 nuxaeri all'anuo — Abbuonameuto annuo L. 15. XXIV Anno Firenze, Novembre-Decembre 1913 N. 11-13. SOCIETA EDITIUCE LIBRARIA - MlLAiSO Prof. GIULIO OHIARUGI I^irettore d.ell' Istitu.to -A.nator3.-iico d.i Firenie ISTITUZIONI DI ANATOMIA DELL'UQMO A. BONGINI FIRENZE — Via Leone X, 2 ^ FIRENZE in Legno, Zincotipia, A^utotipia, Galvanotipia Tricromia, duattrocromia lllustrazioni per giornali, opere scientifiche, lavori commerciali Foriiitore del K. Istituto di Studi snpeiiori e KR. Ospedali in Fiioiiy.e Muss /ma soltecitudine - Prezzi mitUksimi. VIENNA VIII FABBRICA RINOMATA DI MICROSCOPI di qualita insuperabile, di ]MIOIiOTO]Vri e tutti gli altri accessor! per la microacopia NuOVI CONDENSATORI per ricerche ultramicroscopiche Apparecchi di polarizzazione, Emometri, Ferrometri ecc. APPARECCHI DI PROIEZIONE PERFEZIONATi APPARECCHI Di MICROFOTOGRAFIA Nuovi obbiettivi fotografiei Nuovo Corabinar F. 6,8 — F. 4,8 Solar F. 6,8 Polar F. 4 Sono usciti: Catalogo generale n. 27 del 1908 in lingua fraacese. Catalogo Q. 2T di microscopi ed accessori in italiano. Catalogo spaciale n. 8 di microtomi in tedesco. TAKIFFA per gli estratti di Comunicazioni originali, pubblicate nel Monitore Zooloyico, richiesti dagli Aiitoii oltre 1 50 di diritto. Numero IP JL C3- X HisT E delle e 0 p i 0 4 8 12 K) 20 24 28 32 Li IV I.iiv Lire I,itv Lire Lire Liie Lire -)() 0.25 7.30 !).— 11.— 13.50 14.50 16.— 1(H) 8.35 10.50 11.50 14.— 16.— 17.50 20.— 22.50 150 11.50 14.50 16.— 18.— 21.— 23.— 25.— 28.50 REGOLE PER LA NOMENCLATURA ZOOLOGICA ITALIANA FISSATE DALLA In vendita presso la Segreteria della Unione Zoolog-ica Italiana istituto Zoolo8:ico - R. University di Napoli APXHiVIO ZOOLOGICO ITALIANO PUBBLIGATO SOTTO GLI AUSPIGI DELLA U N I O N -^ ZOOLOGICA. PER CURA DEL COMITATO DI REDAZIONE Redattore : Prof. PR. SAV. MONTICELLI Ord. ili Zoologia nella R. Universitfi di Napoli Volume VII. — 1913-1914. INDICE. — Stefanini G. Echinoidi raccolti nel Mediterraneo dalla Ji. N. Jta- liana c Washington » (l881-l«hy). — Pierantoni U. Studii sullo sviluppo A'lcerya purchasi Mask. — Parte II. Origine ed evoluzione degli organi sessuali maschili. — Ermafroditismo. Tav. 1-2. — Baldasseroni V, Nota sui Chetognati raccolti dalla R. N. « Washington » nel Mediterraneo. — Vivanti A. Contributo alia conoscenza del Cefalopodi abissali del Mediterraneo. Ricerche sulla Carybditeuthis maculata n. g. n. sp. dello Stretto di Messina. Tav. 3-5 e due figure nel testo. — Bartolini Baldelli C. Asteroidi, Ofiuroidi, Crinoidi, Oloturoidi, raccolti nel Mediterraneo dalla R. N. « Washington » (1881-1882). Tav. 6-7. — Delia Valle P. L'apparato operco- lare e la cavity peribranchiale nei Cordati. 1. Lo sviluppo normale della regione nel Bufo vulgaris fino alia chiusura della cavity peribranchiale. Tav. 8-16 ed una figura nel testo. — Pierantoni U. Studii sullo sviluppo d' Icerya purchasi Mask. Parte III. Osservazioni di embriologia. Tav. 17-19 e sei figure nel testo. — Delia Valle P. Studii sui rapporti fra differenziaziono e rigenerazione. L'inibizione deila rigenerazione del capo nelle Planarie niediante la cicatrizzazione. Analisi del de- terminismo causale dell'accrescinaento rigenerativo. Cinque figure nel testo, — Cavazza F. Modificazioni riscontrate nelle seconde generazioni di Bombyx mori derivanti da genitori sui quali si e agito con diversi fattori chimici. (Sviluppo ■ caratteri somatici - feconditi). £ in corso di stainpa it Foluine Till Dell'Archivio zoologico i'aliano si pubblica annualraente un Volume di circa 400 pagine ricco di tavole e di illustrazione. — L'abbonamento 6 di L. 40. Bedazione ed Amministrazione : Istituto Zoologico • R. University di Napoli Commissionarii e rappresentanti : per r Italia alia Libreria Fratelli Treves: Via Roma, 268 Napoli per I'estero alia Libreria Oswald Weigel : Koiiigstrasse 1. Lipsia, AVVISO IlttPOBTAyTE Chi desidera acquijtare la serie completa del volumi (l-VI) finora pubblicati del- rARCHIViO ZOOLOGICa ITALIANO puo averii al prezzo di favore di L ^OO (invece di L. 340). Dirlgersi airAmministrazione. Istituto Micrograflco Italiano per rapplicazione della fotografia e delle arti graflche alia scienza Via Guelfa 30 - FIRENZE - Telefono 21-05 (LOCA.LI PROFRI) Riprodnzioni ad uno o piu colori, sia dal vero die da di- segni, da soggetti macroscopici e aiicroscopici, spet- tanti a ricerche o pubblicazioni scientiUche. Micro e macro fotografie ad uno o piu colori. Dispositive per proiezione a scopo d' insegnamento scienti- fico, raccolte sotto la direzione di illustri scenziati. Dispositive a colori coi vari procedimpnti. Preparati microscopici. Consnlenzp, f.ecuiclie.- Mill III iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiHiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiii Ditta F. KOmSTKA MILAIsrO - Via Giuseppe Revere, 2 - MILANO Unlca Fabbrica Nazionale -^ -<^^ di Microscopi ed Accessori DITTA FORNITRICE di tutti i Gabinetti Universitari del Regno MlcroscoDloOTiemoMlfl SSli'lp't'li: A.t)be con diairamma ad iride e con mo- vimento a pignone e cremagliera per spo- starlo sotto il piano del tavolino, con tavolino in ebanite, manovella di ienno all'inclinazione della parte superiore, divisione a millimetri al tubo portaoculare ; revolver triplo; due obbiet- tivi a secco 3 e 7*, un obbiettivo ad imnaer- sione omogenea Vii" i tre oculan 2, 3 e 4, in- grandimenti fino a 1000 diametri; il tutto posto in elegante armadietto di mogano lucidato: con Statiyo IV a tavolino reltaiiplare fisso L. 400 con statiyo IVa a tayoliuo circolare gireyole e con viti di spostamento per muovere j .^^ il preparato u, *AU Le stesse combinazioni, collo stativo nuovo mod. Ill ellla con impugnatura e movimento niicrometrico coniandato da bottoni lateral! )-i<'Contio figura) Lire 60 in piu. CATALOGO GENERALE GRATIS A SEMPLICEiRICHIESTA S I accordano pagamenti rateali mensili MBL WHOI Library - Serials 5 WHSe"o1327