MONITOKE ZOOLOGICO ITAIJAKO (Pubblicazioni italiane dj Zoologia, Anatomia, Embriologia) ORGANO UFFICIALE DELLA UNIONE ZOOLOGICA ITALIANA DIRETTO DA! DOTTOKJ GIULIO CHIARUGI EUGENIO FICALBI Prof, di Anatomia umana Prof, di Anatomia comparata e di Zoologia nel I!, rstituto di Studj Superiori di Fireuze nella R. University di Pisa Vol. XXXII — Anno XXXIT 1921 (Con 30 figure e 1 tavola) MCA1XXI INDICE DEL VOL. XXXI. (Anno XXXII, 1921). BIBLIOGRAFIA N.B. — In questo volume e conteuuta la Bibliogratia dell'annata 1921 e la con- tiuuazionc di quella delle annate precedent!. A. — Parte generate. Pag. 93, 121. 1. Bibliografia. Storia e Biografia zoologica e anatomica. Pag. 93. II. Scritti zoologici d' indole filosofica. Pag. 95. III. Scritti comprensivi e van di Biologia, di Zooloya. di Anatomia. Pag. 95. IV. Gonologia, Ontogenia, Teratologia. Pag. 97. V. Citologia e Istologia. Pag. 121. VI. Tecnica zoologica, anatomica e microscopica. Fag. 124. VII. Allevamenti, Giardini zoologici, Acquari, Collezio d. Musei ed altre Istituzioni. Pag. 124. B. — Parte speciale. Pag. 137. 157. I. Invertebrati in genere. Pag. 137. II. Protozoi. Pag. 138. HI. Diciemidi, Ortonettidi, Trichoplax e altri Invertebrati d'incerto tipo. IV. Spongiari. Pag. 139. V. Celenterati (Cnidari e Ctenofori). Pag. 139. VI. Vermi. Pag. 139. 1. Scritti genorali b su phi <-lie una delle divisioni del gruppo. 2. Platodi. Pag. 139. 3. Rotiferi e Gastrotrichi. Pag. 140. 4. Nemertini. 5. Briozoi, Forouidi, Cephalodiseus. Rhabdopleura. 6. Brachiopodi. 7. Enteropneusti. 8. Sipunculidi. 9. Echiuridi. 10. Nematodi, Desmoscolecidi . Chetosomidi. Hag. 140. 11. Acantocnfali. 20 b I IT 12. Chetognati. 13. Echinoderi. 14. Anellidi. Pag. 140. VII. Artropodi. Pag. 140. 1. Scritti generali o su piii che una delle classi. 2. Tardigradi. 3. Pantopodi o Picnogonidi. 4. Merostomi o Limulidi. 5. Aracnidi. Pag. 140. 0. Grostacei. Pag. 140. 7. Prototracheati o Onicofori. 8. Miriapodi 9. Insetti o Esapodi. Pag. 141. a) Scritti generali o su pin che uno degli ordini. Pag. 141. b) Atterigoti o Tisanuri. c) Architteri o Pseudonevr otter i e Mallofagi. d) Ortotteri. Pag. 141. e) Rincoti o Emitteri, e Fisapodi o Tisanotteri. Pag. 141. f) Coleotteri e Streps Uteri. Pag. 142. g) Nevrotteri. h) Imenotteri. Pag. 14^. i) Ditteri. Pag. 142. k) Afanilteri. I) Lepidotteri. Pag. 142. m) Zorapteri. Pag. i43. Mil. Echinodermi. IX. Molluschi. Pag. 143. 1. Scritti geuerali o su piu die una delle divisioni del gruppo. Pag. 143. 2. Anlineuri. 3. Gastoropodi (Prosobranohi. Eteropodi. Opistobranchi. Pteropodi. Polrao- nati). Pag. 143. 4. Scal'opodi. 5. Lamellibranchi, Acefali o Pelecipodi. Pag. 143. 6. Gefalopodi. Pag. 143. X.. Tunicati. Pag. 143. XI. Leptocardi o Anfiossidi. XII. Vertebrati. Pag. 157. 1. Partk generale. li. Parte anatomica. Pag. 157. I. Parte generale. Pag. 157. ■i. Struttura esteriore. :;. Apparecchio tegumentale. Pag. 158. 4. Apparecdiio scheletrico. Pag. 158. — V — 5. Apparecchio musculare. Pag. 159. 6. Apparecchio intestinale con le annesse glandole. Pag. 160. 7. Apparecchio respiratorio. Pag. 161. 8. Tiroide. Paratiroide. Timo. Gorpuscoli tiraici. Cor pi postbranchiali. Pag. 162. 9. Apparecchio circolatorio. Milza e altri organi linfoidi. Pag. 162. 10. Cavita del corpo e membrane sierose. 11. Apparecchio urinario e genitale. Pag. 162. 12. Ghiandole surrenali. Organi cromafflni, etc. Pag. 164. 13. Apparecchio nervoso centrale e periierico. Pag. 164. 14. Organi di senso. Pag. 165. 15. Organi produttori di luce, di elettricita. 16. Anatomia topograflca. Pag. 166. 17. Teratologia. Pag. 166. Ill, Parte zoologica. 1. Scritti generali o su piu clie una delle classi. 2. Ciclostomi. 3. Pesci. 4. Anfibi. 5. Rettili. 6. Uccelli. 7. Mammileri. 8. Antropologia ed Etnologia. Appenclice : Antropologia applicata alio studio dei pazzi, dei crirni- nali. etc. C. — Zoologia applicata. 1. Zoologia medica. 2. Zoologia applicata all'agricoltura e alle industrie. Protezione, Caccia, etc;. COMUNICAZIONI ORIGINALI. Brian A, — A proposito di un Isopodo parassita dell'Atherina moclion Guv. e Val. (Con 3 fig.). — Pag. 20-24. Busacca A. — Le anastomosi doi nervi inotori dell'occhio nella regione del seno cavernoso. (Con 3 fig.). — Pag. 1-11. Caroli A. — Gli organi tergo-addominali di Naucoris cimicoides L. Nota prelimi- nare. (Con 2 fig.). — Pag. 82-84. Castaldi L. — Metodi moderni di calcolo statistico e di rappresentazione grafica. in biologia. — Pag. 34 47 e 101-120. Castaldi L. — Sopra un modo di determinare il peso degli organi in funzione di altre grandezzc e particolarmente del peso tiroideo in funzione della sta- tura. — Pag. 168-176. Cattaneo G. — Nuove ricercbe sidle appendici piloriche dei Teleostci esulla loro foi'mazione. Sunto dell'Autore. (Con tav. 1;. — Pag. 77-81. — VI — Chiarugi G. — Di un ni-'todo per dimostrarc le niinute particolarita di confor- raazione degli organi. — Pag. 135-136. Colosi 0. — Sopra una specie alrieana di Vaginula: V. Roccatii Pollonera. (Con Hg.). — Pag. 125-127. Cotronei G. — Sulla morlologia causalc dclio svilnppo oculaie del « Bulb vul- garis ». — Pag. 31-33. Favaro G. — M. Zschokke e la borsa pleui'ale retrocardiaca (,b. infracardiaca). — Pag. 30 31. Levi G. — Sul modo di tormazione della eavita amniotica nci Chirottcri. (Con 6 tig.). Appunti critici ed osservazioni personali. — Pag. 49-66. Levi G. -- Esiste un centrosoma nelle cellule nervose \ Nota critica. — Pag. 149-155. Luna E. — Le curvature dell'asse encefalico negli einbriuui dei Chi rot tori. (Con 7 fig.). — Pag. 12-19. Luna E. — Lo sviluppo dei centri nervosi in Rliinolophus liipposideros (Clii- roptera). Nota preventiva. — Pag. 25-30. Milone S. — Ricerche sulla velocita Fig. 3. — Figura semischematica del comportainento dei liervi motori dell' occhio, del nervo ol'tal- mico, e dei rami del plesso simpatico pericarotideo nella regione del seno cavernoao. Lato si- nistro. Ab. nervo abducente ; Az. Auello tendiueo comune dello Zinn ; O. I. arteria carotide interna ; N. O. nervo oftalraico ; O. M. nervo oculo raotore comune ; Pa. nervo patetico ; R. nervo ricor- rente del tentorio ; R. S. rami del simpatico pericarotideo ; Tr. nervo trigemello e suo ganglio. Tosto che 1' abducente ha ricevuto questi rami ed e divenuto - 8 - piu robusto, si staccano da esso sei ramoscelli di volume vario (p), che si portano al nervo oftalmico. Dopo di che il nervo, ridivenuto piu esile, continua il suo decor- so in avanti e raggiunge 1' anello di Zinn. Vediamo brevemente cio che nella letteratura e detto per quanto riguarda le anastomosi dei nervi decorrenti nella parete o dentro al seno cavernoso. Tutti gli autori sono concordi neH'ammettere che i nervi mo- tori dell'occhio, decorrendo nella regione del seno cavernoso, rice- vono dei filetti anastomotici provenienti dal plesso simpatico peri- carotideo, anastomosi che si effettuano in maniera molto variabile a seconda degli individui. Discordanze esistono invece per quanto riguarda le anastomosi dei nervi motori tra loro, o con i rami sensitivi. Anastomosi attribuite al nervo patetico. — Tralascio di accen- nare alia quistione, ormai risolta, riguardante il nervo ricorrente (di Arnold) del tentorio del cervelletto, e passo brevemente in rassegna quanto e stato detto sulle anastomosi tra il patetico e gli altri nervi motori, e tra il patetico ed il ramo oftalmico del trige- mino. Cusco descrive come frequente un ramo esilissimo, che, stac- catosi dalla branca oftalmica, si porta verso il patetico e gli aderi- sce per mezzo di tessuto denso; piu in avanti se ne stacca per portarsi nel nervo lacrimale. Questo fatto ha dato origin^ all'errore di Swann, che credette che il nervo lacrimale si originasse con una radice dal patetico, ed un' altra dal trigemino. Sappey interpreta le anastomosi tra patetico e trigemino come semplice accollamento per breve tragitto. Luschka e pure dell'idea che ogni anastomosi tra patetico e trigemino si debba interpretare come un semplice accollamento. Rosenthal descrive un ramo che dal trigemino si porta al patetico, ma non pote stabilire se esso, nell'orbita, se ne distaccasse nuovamente. Secondo Curie il patetico si anastomizza costantemente col nervo lacrimale. Bischoff dice che spesso il patetico riceve un filuzzo anasto- motic© dal nervo oftalmico; il fatto fu confermato da Testut. L'esistenza di questo filuzzo anastomotic© e accettata da quasi - 9 - tutti i brattatisti anche dai piu antichi; Chiarugi fa qualche ri- serva sulla sua esistenza. Anastomosi attribuite al nervo oculomotor e comune. — Cruvei- lhier descrive un filetto nervoso, che, originatosi dall'oculo-motore comune, va al nervo naso ciliare. Delia stessa idea e Svitzer. Rosenthal descrive un'anastomosi quasi trasversale che dal nervo oftalmico va al nervo oculo-motore, prima o dopo che esso si sia diviso in due rami. Longet dice che l'anastomosi ecostante; la sua presenza sta- rebbe a dimostrare come siano necessarie, nei nervi motori, delle fibre sensitive, che ne regolino la funzione. Beck, Rosenthal e Sap- pey ne danno conferma. Secondo Sappey il ramo nascedal margine supero-interno del nervo oftalmico, a livello del nervo naso-ciliare, e si porta al tronco deH'oculo-motore. Arnold e Bischoff negano r esistenza di anastomosi tra oculo-motore comune e nervo oftalmico ; essa e invece ammessa da Testut. Quasi tutti i trattatisti ne accettano 1' esistenza; Poirier et Charpy, e Chiarugi fanno delle riserve. Anastomosi attribuite al nervo abducente. — Munniks menziona un'anastomosi tra 1' abducente ed il nervo oculo-motore comune; anche Cruveilhier ne accenna. Secondo essi si effettuerebbe nella parete del seno cavernoso; invece Svitzer e Fas e beck dicono che essa avviene nell'orbita. Longet non l'ha mai riscontrata. Meckel, Valentin, Briton, Rosenthal menzionano un'ana- stomosi deH'abducente col nervo oftalmico. Meckel descrive inoltre un' anastomosi col nervo vidiano, la cui esistenza fu anche confer- mata da Bock e da Valentin. Anche Sappey parla deH'anostomosi tra abducente e nervo oftalmico, la cui esistenza venne invece negata da Bischoff. Testut la descrive come costante, e tutti i trattatisti la am- mettono. Poirier et Charpy, e Chiarugi fanno delle riserve. Prendiamo ora in considerazione quanto risulta dalle mie ri- cerche. Nervo oculo motore comune. — II nervo oculo motore comune, in tutto il suo percorso nella parete esterna del seno cavernoso, non cede ne riceve alcun ramo dai nervi di moto che gli decorrono - 10 - vicino, ne dal nervo oftalmico. Solo in un caso, (fig. 3, ramo t.), fra quelli da me esaminati, riceveva un esilissimo ramoscello pr oveniente da un ramo anostomotico che dal bronco del nervo patetico andava al nervo oftalmico, ramo anastomotico che, come diro a proposito del nervo patetico, si deve eonsiderare come ramo simpatico. Nervo patetico. — II comportamento del nervo patetico non appare chiaramente nei casi riportati. In uno di essi (fig. 3) assieme al patetico decorrono dei filetti pei qnali, in base alia struttura, e possibile stabilire che appartengono al simpatico. Essi giungono assieme al nervo nella parete del seno cavernoso, ma non si riesce a stabilirne l'esatta provenienza. Non e improba- bile che siano appunto questi rami simpatici quelli che, come ri- sulta dalla mia precedente descrizione, ora si allontanano ed ora vanno ad unirsi al patetico, e che prendono nello stesso tempo con- nessioni con il nervo oftalmico e con il nervo oculo-motore comune. I mezzi di esame di cui disponiamo non ci permettono di sta- bilire con esattezza se, tra questi filetti anastomotici che vanno al- l'oculo motore e al nervo oftalmico, si trovino anche fibre apparte. nenti al patetico. Per gli altri due casi (fig. 1 e 2), dato che il nervo, sin dal suo ingresao nella parete del seno cavernoso, risulta costituito di un unico tronco, il problema riesce ancor piu difficile a risolvere. Vediamo staccarsi dal patetico dei rami che talvolta ritomano ad esso, tal- volta vanno a gettarsi nel nervo oftalmico. Si pud supporre in base ai reperti della osservazione III che, anche in questi casi, si tratti di rami esclusivamente simpatici, pervenuti al patetico nel suo de- corso intracranico; il fatto pero merita dimostrazione. Nerco abducente. — Per il nervo abducente il problema delle connessioni nel seno cavernoso appare di piu facile soluzione. Appena raggiunta la carotide, detto nervo riceve, dal simpatico peri-carotideo, un numero variabile di filetti anastomotici provenienti, in generale, da due tronchi, e diventa piu robusto, sino a raddop- piare quasi il suo volume. Pero, generalmente, questi fasci non fanno che accollarsi ad esso; infatti il piu delle volte e possibile vedere che ne rimangono sempre separati per mezzo del connettivo che li avvolge. Dopo un percorso variabile, questi rami si staccano dal- 1 'abducente gettandosi nel nervo oftalmico, e l'abducente ritorna ad acquistare il suo calibro sottile. Qaindi le anastomosi apparenti tra nervo abducente e nervo oftalmico non sono in realta che anastomosi simpatiche. - 11 - Dalle mie osservazioni — con le dovute riserve, dato il nuraero limitato di osservazioni fatte — si possono brarre le seguenti con- clusion! : I. II nervo oculo raotore comune, quando decorre nella parete esterna del seno cavernoso, non scambia alcun ramo anastomotico con i nervi di senso o di moto che gli decorrono vicini. Talvolta riceve un filuzzo simpatico. II. II nervo patetico, mentre decorre nella parete del seno ca- vernoso, non scambia alcun ramo anastomotico con i nervi motori che gli stanno vicini. Esso scambia qualche ramo con il nervo oftal- mico, ma probabilmente tali rami anastomotic! non sono costituiti da fibre del patetico o del trigemino, ma da fibre del simpatico. III. II nervo abducente, nell'attraversare il seno cavernoso, non scambia rami anastomotici con i nervi motori che gli decorrono accanto. Esso riceve rami del simpatico, e da un numero variabile (5-7) di ramoscelli al nervo oftalmico. Questi ultimi sono probabil- mente costituiti esclusivamente dai rami del simpatico che gli si erano accollati. Palermo, settembre 1920. Bibliografia. Arnold. — Dei- Kopfteil des Vegetativeu Nervensysteui. — Heidelberg, 1831. Id. — Icon. Nervor. Capitis Tav. III. Beck. — Ueber die Verbindungen des Sehnerven mit deru Angeu und Nasenknoten. — Heidelberg, 1847. Bischoff. — Mikroskopische Analyse der Anastoinosen der Kopfnerven. — Miinchen, 1865. Berte. — Atti della It. Accademia del Lincei. Serie III, Vol. 2. Curie. — Monitevr des Hopiteavx, 1858. Bock. — Att. Anal. Tav. II. Br it on. — Todd' s Ciclop. IV. Cru ve i Hi i e i'. — Anatom. Descrip. 1871. C u s c o. — Citato da S a p p e y. Chiarugi. — Istit. di Anat. dell' noino. — 1917. Fiisebeck. — Die Nerven des meuschliclieu Kopfes. — Braunschweig, 1840. Id. — Miiller Arch. 1842. Henle. — Hand, der Servenlehra. 1879. Jager. — Die Varietiiten der Oculoniotoriusgruppe ecc. — Inaug. Hiss. Oiessen, 1864. L o 11 g e t. — Citato da Henle. Munniks. — Observ. variae quas pro grado doctoris etc. — Grouingen, 1805. Poirer et Cbarpy. — Traite d' anat. hum. 1920. Rosenthal. — Wiener Sitzungsberichte, 1878. Soemraerring. — A 66. des Mensch. Auges. Tav. III. Svitzer. — Berichte von einigen Variationeu den Augennerveu. — Vopenaghen, 1845. Sappey. — Anat. Descrip. — 1869. Swann. — Nevrologie. Paris, 1838. Testut. — Note sur les nerfs tnoteurs et sensitifs etc. — Lyon Medic. T. 97, N. 52. Valentin. — Citato da Henle. - 12 - DALL 1STITUT0 ANATOM1GO DI PALERMO Le curvature dell'asse encefalico negli cmbrioni dei Chirotteri per E. L U N A I 'rot. inc. di Anatoraia umana normale (Con 7 figure nel testo). E viotata la lipiuiliiziont. I] segmento encefalico del tubo neurale durante lo sviluppo si incurva su se stesso, e si forma cosi sulla base encefalica la plica encephali ventralis di Kupffer. II modo nel quale questo incurvamento, dapprima poco evidente, si va successivamente accentuando, fino a trasformarsi nella pro- fonda fessura romboinfundibolare o fenditura a sella (Sattelspalte), la cui espressione dorsale e la curvatura cefalica o apicale (Seheitelkriimmung), merita di essere afctentamente studiato, onde potere stabilire se esso avvenga con le stesse modali- ta in tutti i Cranioti. Fra gli Autori piu receubi die si sono interessati di questo argomento, cercando di allontanarsi dalle note descrizioni degli Autori piu antichi, fondate in gran parte su osservazioni incomplete e preconi:ette, bisogna ricordare Sterzi (3), Tandler e Kan tor (4), Tandlor e Fleissig(5), Kamon (2), e Boss (1). Secondo Sterzi, clie ha studiato 1' incurvamento dell'asse en- cefalico nei Selaci, l'asse dell'encefalo si incurva rotando in avanti ed in basso attorno alia base mesencefalica, e per effetto di tale rotazione il telencefalo viene sempre piu spostato in basso e cau- dalmente, ed il mesencefalo viene spostato rostralmente, in modo clie la sua volta finisce per costituire la zona piu rostrale dell' ab- bozzo encefalico; il solco rombomesencefalico ed il solco mesopro- encefalico per effetto dell' incurvamento sono spostati in avanti. Col crescere delPembrione il centro (ii rotazione si sposta verso il tubercolo postremo, e per conseguenza lo spigolo prodotto verso la - 13 - cavita ventricolare dal solco romboinfundibolare si avvicina al pre- defcto tubercolo, mentre si allontana dal tubercolo posteriore. Questo fatbo e dovuto all'allungamento maggiore della base mesencefalica nel segmento rostrale rispetto alio stesso allungarnento nel senso caudale. Quando poi la volta telencefalica e la volta diencefalica inco- minciano a crescere in senso rostrocaudale, viene arrestato il pro- cesso rotativo della volta mesencefalica, che e spinta sempre piu in dietro. Secondo Kamon, il cervello anteriore si incurva ventralmente verso il mesencefalo, mentre Passe si incurva in basso nel punto di passaggio del cervello anteriore nel cervello intermedio. Questa curva e indicata col nome di vordere Schei telkrum m u ng. Mentre essa cresce, appare la seconda curvatura, o hint ere Schei- telkriimmung, nel limite tra il rombencefalo ed il mesencefalo. Le due curvature si accentuano sempre piu, ma quella anteriore e piu accentuata della posteriore; in tal modo 1'angolo tra il cervello anteriore ed il medio, originariamente ottuso, a poco a poco, con l'allungamento del cervello anteriore, diventa retto. Successivamente il mesencefalo sporge in alto ed in avanti sulle regioni vicine. La parte anteriore ed inferiore del cervello anteriore si piega in dietro verso il rombencefalo, la qua! cosa e in connessione con l'accresci- mento deH'Infundibolo. Tandler e Kan tor riconoscono gia dapprincipio nella fendi- tura a sella due inginocchiamenti, uno anteriore ed uno posteriore. Successivamente cresce 1' incurvamento del tubo neurale, e 1' apice dell'angolo di curvatura e formato dal ginocchio posteriore. Cio, se- condo gli Aa., sta a dimostrare che l'accrescimento della curvatura nella base del tubo neurale non e dovuto ad un semplice accorcia- mento del tratto di canale compreso tra le due ginocchia della fen- ditura a sella. Rispetto a quest'ultima, la piegatura del ponte ap- pare relativamente tardi. Tandler e Fleissig in Tarsius hanno notato che l'apice della plica encephali ventralis nei primi stadii guarda in avanti, mentre poi diventa sempre piu verticale, sicche la fessura assume un decorso perpend icolare rispetto al piano orizzontale, e finalmente poi si volge in dietro ed in alto. Grli Aa. credono che queste modi- ficazioni di direzione siano dovute airaumento di volume del pro- en cefalo. Boss, a proposito della fessura romboinfundibolare, scrive che, per quanto l'aspetto della regione possa trascinare nell' idea di con- - 14 - siderare la sua forma come conseguenza di un processo di incurva- mento, pure l'esatta osservazione lo vieta, perche i segmenti ence- falici che sono situati nella regione auzidefcta producono la modifi- cazione per mezzo dell'accrescimento proprio. Sicche l'A. ritiene che l'ipotesi deirincurvamento meccanico della massa encefalica sia er- ronea. Le curvature dell'asse encefalico sono state da me studiate in ernbrioni di Rhinolophus hipposkleros, Bechstein. Per tale studio mi sono avvalso di una ricca collezione di ern- brioni sezionati in serie trasversali, orizzontali e sagittali ; di ogni stadio ho eseguito ricostruzioni in cera, servendomi dell' apparecchio Born-Peter. Per lo studio delie modiflcazioni di curvatura dell'asse encefalico e necessario anzitutto stabilire un' esatta linea di orientamento del tubo neurale, che sia la stessa in tutti gli stadii. Come giustamente osserva Tandler, tale orientamento non si puo stabilire fondandosi soltanto sulla direzione del midollo spinale, perche il grado della piegatura nucale varia nei varii stadii. Tandler consiglia di disporre orizzontalmente il tratto della base del mesencefalo situato dietro la curvatura del ponte. Io ho raggiunto lo scopo, e credo con maggiore esattezza, dando ai mo- delli in cera del tubo neurale 1' orientamento che corrisponde a quelle dell' embrione, precedentemente disegnato in posizione verti- cale ; come punti di ritrovo sono stati presi la fossa romboidale, la curvatura nucale e la vescicola oculare. Riferiro brevemente i risultati ottenuti. Negli ernbrioni che misurano mm. 1,5 di lunghezza massima e di lungh. nucale (lungh. della testa anteriore mm. 0,3) il segmento anteriore del tubo neurale viene ad incurvarsi alquanto sotto il braccio posteriore e percio assume la forma di un uncino (fig. 1); gia in questo stadio quindi il tubo neurale e formato da due brac- cia. Nella fessura romboinfundibolare, che e appena accen- nata, si distingue un ginocchio anteriore ed uno posteriore (vor- dere Scheitelkriim mung, hintere S chei telkr ummung). Al primo fa capo il solco mesodiencefalico, mentre il solco meso- rombencefalico termina alquanto caudalmente al ginocchio posterio- re ; il tratto di tubo neurale compreso tra questi due solchi, e che e quindi il mesencefalo, viene ad essere situato tutto nel braccio posteriore, _ 1 ^ _ Negli embrioni che raisurano mm. 2 di lungh. massima e di lungh. nucale (lungh. della testa anteriore mm. 0,8), insieme con 1' accrescimento del braccio anteriore (fig. 2), si nota che il solco mesodiencefalico termina al ginocchio anteriore della fenditura a sella, il quale pero si e spostato in avanti, verso la regione del- 1' infundibolo (il Tuberculum posterius di Kupffer e appena accennato). II solco mesorombencefalalico, orientato in senso in verso dello stadio precedente, viene a terminare nel ginocchio posteriore, che forma 1' apice della fenditura a sella. Fig. i. Fig. 2. Si e avuta quindi una rotazione in avanti ed in basso della base mesencefalica. La volta mesencefalica ha rotato come la base, sicche il mesencefalo ora non e piu situato nel braccio posteriore, ma nell' angolo tra il braccio anteriore e quello posteriore, e la volta costituisce la zona piu sporgente del tubo neurale. La rotazione della base mesencefalica si accentua negli em- brioni che misurano mm. 2,5 di lungh. massima e di lungh. nucale (lungh. della testa anteriore mm. 1), sicche una porzione del me- sencefalo ora viene a trovarsi anche nel braccio anteriore (fig. 3). II solco diamesencefalico e spostato in avanti, ma quello rombome- sencefalico non segue lo stesso movimento in avanti, anzi si sposta alquanto caudalmente, sicche ora il mesencefalo e situato nel brac- cio anteriore, nel braccio posteriore e nell'angolo tra due le brac- cia. Cio dirnostra che la volta mesencefalica ruota alquanto - 16 - in avanti come la base, ma nello stesso tempo si accre- sce in senso can dale. Fig. 3. Col crescere dell' embrione (fig. 4, 5), il ginocchio anteriore della fenditura a sella, a cui corrisponde dal lato ventricolare il Tuber- Fisr. 4. Fig. 5. culum posterius di Kupffer, si sposta sempre piu in avanti, mentre quello posteriore continua a rappresentare T apice della fen- - 17 - ditnra a sella. La base mesencefalica, e cioe il tratto di tubo neu- rale compreso tra il ginocchio anteriore ed il ginoccbio posteriore, cresce quindi in estensione, e questo accrescimento avviene in senso rostrale. La volta mesencefalica non cresce ugaalmente, almeno in direzione rostrale, evidentemente per io sviluppo del diencefalo e del telencefalo, ed invece si accresce caudalmente, dando cosi ori- gine ai voluminosi lobi ottici. Sino a questo stadio il tubo neurale in Rhinolophus subisce all' incirca le stesse modificazioni che Sterzi ha riscontrato nei Selaci. Nello sviluppo ulteriore le successive modificazioni sono dovute alia piegatura del ponte; questa si porta sempre piu in avanti(fig.6,7), Fig. 6. Fig. 7. obbligando il braccio anteriore del tubo neurale a spostarsi nello stesso senso. II centro di rotazione e ancora il ginocchio posteriore della fenditura a sella, la quale non e piu diretta in avanti, ma in alto. Anche Tandler e Fleissig in Tarsius hanno notato tale cambia- mento di direzione della fenditura a sella. Come effetto di queste modificazioni, il braccio anteriore non e piu collocato sotto il brac- oio posteriore, ma al davanti di esso. - 18 - Risulta da quanto e stato precedentemente esposto che l'in- curvamento del tubo neurale nel segmento anteriore non puo essere soltanto interpretato come un fatto fisico, e cioe nel senso di un accorciamento del tratto di tubo neurale compreso tra il ginocchio anteriore e quello posteriore, ed in cio i risultati delle mie ricerche si accordano perfettamente con quelle di Tandler e Boss. Biso- gna invece ammettere che intervenga anche il fattore accrescimento nel detenninismo di qneste diverse orientazioni del tubo neurale. Questo accrescimento, e bene notarlo, non avviene in eguale rnisura in tutte le parti del tubo neurale, e cioe le varie parti nello spo- starsi 1' una rispetto all' altra aumentano di volume, e questo au- mento non avviene in proporzioni eguali in tutte. Cio risulta non solo dalle mie ricerche, ma anche da quelle di Sterzi nei Selaci. Ma nella valutazione generale delle modificazioni di curva del seg- mento anteriore del tubo neurale, sarebbe un errore voler trascurare il valore di quegli spostamenti di parti del tubo neurale che avven- gono secondariamente a mutamenti di sede e di volume delle parti vicine. Cos! il raddrizzamento della fenditura a sella, e cioe lo spo- stamento in avanti del braccio anteriore negli stadii piu avanzati, deve considerarsi, a mio modo di vedere, come la conseguenza necessaria dell' accrescimento della piegatura del ponte, e cio contrariamente a Tandler, che l'attribuisce ad aumento del volume del cervello anteriore. Diro ora brevemente delle altre curvature encefaliche. La piegatura nucale (Nackenkriimmung) e gia evidente negli embrioni che misurano mm. 1,5 di lungh. massima e di lungh. nucale, ed appare come una tenue curva cbe permette di deli mi tare il rombencefalo dal midollo spinale. Non avendo studiato stadii piu precoci, non posso stabilire se preceda, come viene generalmente ammesso, o segua, come afferma Kamon per gli uccelli, la forma- zione della curvatura apicale. Essa diventa sempre piu evidente negli stadii successivi. Negli embrioni che misurano mm. 2,5 di lungh. massima e di lungh. nucale 1' asse del rombencefalo forma con quello del midollo spinale un angolo ottuso, che negli stadii successivi si avvicina sempre piu ad un angolo retto (embrioni di mm. 5 7S di lungh. massima). La piegatura del ponte (Bruckenkriiniinung) appare re- lativamente tardi, e cioe negli embrioni lunghi mm. 2,5. Anche Tandler ha notato in Tarsius che essa si abbozza tardi. Negli stadii successivi raggrunge in Rhinolophus un grande svilnppo, fino - 19 - a che la base del rorabencefalo viene quasi a contatto con la re- gione dell' infundibolo. II suo comportamento e quindi diverso da quelle- degli uccelli, dove (Kamon), oltre ad apparire in stadiimolto piu avanzati, non raggiunge un grande sviluppo. Bibliografia 1. Boss K. — Studieu iiber die Entwicklung des Gehirns bei Fringilla canaria und Chelydra ser- pentina. — Morphologisches Jahrbneh. Bd. 45, 1913. 2. Kamon K. — Znr Entwickelungsgescbichte des Gehirns des Hiihnchens. — Anatomisehe Hefte, Bd. 30, 1906. 3. Sterzi G. — II sisterna nervoso centrale dei Vertebrati. — Vol. II, L. I. P. II, Padova, Pisa, 1912. 4. Tandler J. — Beitrage zur Eutwickelungsgeschichte des Vertebratengehirus. I. Die Eutwicke- lungsgeschichte des Geckogehirns von J. Tandler u. Kan tor. — Anatomisehe Hefte, Bd. 33, 1907. 5. Id. — Id. Id. II. Die Eutwickelungsgeschichte des Tarsiiisgehirns, vou J. Tandler n. J. Fleissig. — Anatomisehe Hefte, Bd. 52, 1915. Spiegazione delle figure. Indicazioni uomuni. D — diencefalo M =z mesencefalo H =z roinbencefalo T = telencefalo pr. d. m. =- proiuineuza dianieseucetalica pr. r. me. = prominenza rombomeseneefaliia pr. t. d. = prominenza telodiencefalica t. p. = Tuberculuui posterius. Fig. 1. — Sezione sagittale mediana dell' encefalo di Khiuoloplius bipposideros. Euibrioue di luugh. massinia e di lungh. nucale mm. 1,5. Embrione di lungh. massima e lungh. nucale, mm. 2. Embrione di lungh. massima e lungh. nucale mm. 2,5. Embrione di lungb. massima mm. 4, e lungh. nucale mm. 3. Embrione di lungh. massima mm. 5, e di luuglt. nucale mm. 3. Embrione di lungb. massima mm. 5 l/.2, « di lungh. nucale mm. 5. Embrione di lungh. massima mm. 6, e di lungb. nucale mm. 5 '/j. Fig. 2. — Id. Id. Fig. S. - Id. Id. Fig. 4. - Id. Id. Fig. 5. - Id. Id. Fig. 6. - Id. Id. Fig. 7. - Id. Id. - 20 ALESSANDRO BRIAN A proposito di un Isopodo parassita delFAtherina mochon Oav. e Val. (Con 3 figure). E vi^utata la ripioduzioue. II chiar. prof. GalatiMosella avendo avuto agio di esaminare e determinare esemplari di Livoneca slnuata Koelb, parassiti della Ge- pola rubescens, e confrontati con quelli raccolti sulYAtherina mochon che io avevo precedentemente studiato e riferito a detta specie, ebbe a rilevare fra questi cymothoini provenienti da ospiti diversi, diffe- renze morfologiche cosi fatte, da rendere dubbiosa la mia determi- nazione {*■). Ripreso percio l'esame dei miei parassiti, viventi sulYAtherina, dovetti convincermi che io m'era lasciato ingannare, nel determi- narli, da una fallace somiglianza esteriore colla Livoneca sinuata, e riconobbi che realmente esiste in loro qualche diversita di strut- tura con la nominata specie. II inargine anteriore del capo e appuntito nel parassita della Ce- pola, mentre esso e piuttosto arrotondato nell'isopodo de\Y Atherina. Piu stretto comparativaraente al torace, e l'addome nella forma studiata dal prof. Gralati Mosella, che non in quella che io ebbi a scambiare per Livoneca. Anche lo scudo caudale e diverso: largo circa due volte nella prima specie, e invece presso a poco ugual- mente largo che lungo, nella seconda. Le dimensioni sono per giunta (') Dott. Itosaiio Galati Mosella. — Sulla Livoueoa sinuata Koulbel, parasita di Cupola ru- liescens e di \tlierina mochon. — Monit. Zuol. Ital. Anno XXXI, A'. 1-2, 1920. A. Brian. — Di nn Isopodo parassita dei pusci (Livoneca sinuata Koelbel). — Itivista mensill di I'esca e IdroMologia. Anno VII (XIV). N. 4-6, 1912. - 21 - alquanto different. In conseguenza di cio era indispensabile, per ossequio al vero, di rifare l'esame dei parassiti de\Y Atherina mochon cercando di meglio identificarli. Passando dunque in rassegna i vari ciinothoini registrati pel Mediterraneo, ho pertanto riconosciuto che molto probabilmente la Mothocya epimerica A. Costa, e quella specie che mostrerebbe l'af- finita maggiore e forse l'identita vera coi miei esemplari. Questa forma studiata a Napoli da Costa, e un isopodo poco noto, assai affine al gen. Cymothoa, fa fcrovata parassita salYAtherina hepsetus Linn. Non mi e stato possibile consultare il testo originale del Costa, perche per quanto ricerche facessi, non rinvenni nei piu noti lavori di questo autore, alcuna descrizione di essa. Forse questa specie di Mothocya ed altre furono diagnosticate per la prima volta in un lavoro dell' Hope (*). Comunque sia ia cosa, mi ha servito bene nella determinazione, la diagnosi del gen. Motocya e della rela- tive specie, pubblicata prima dall'Hope e poi riportata dalCarus nel suo Prodromus Faunae Mediter. 1885, p. 444, diagnosi bre- ve e succinta, che permette tuttavia di rilevare certi caratteri piu salienti rispondenti in qualche modo con quelli della nostra forma. Mi sia permesso, frattanto di presentare sotto il nuovo nome, la descrizione di quei due esemplari di isopodi raccolti a Genova, nel 1901 dal compianto signor Borgioli e studiati da me in quell'an- no stesso (2). Mi sara dato eosi di correggere la determinazione fattane vent'anni or sono, quando ancor giovane e non pratico di isopodi parassiti, facile era l'incorrere nella svista che ora sono lieto di poter riparare. Descrizione clegli esemplari parassiti di Atherina mochon Cuv. e Val. da riferirsi probabilmente alia sp, Mothocya epiremica Costa, e non alia Livoneca sinuata Koelbel. Gli esemplari sono feminine in numero di due, 1' uno piu svi- Inppato e piu mature dell' altro ; il prime con ampio sacco ovifero (!) Hope V. (J. — Catalogo dei Orostacei ital. e di niolti altri del Mediterraneo. — Napoli, 1851. L' autore, in questo lavoro clie e tutto un elenco di specie con alcune diagnosi latine, non indica dove abbia tratto le diagnosi. Tuttavia dal titolo clie a qneste egli sovrappone : « Diagnosi di generi e specie nuove segnate nel present* catalogo », si dovrebbe ri'tenero che anclie la Mothocya epimeriea si trovi diagnosticata per la prima volta in quest' opera. Ringrazio vivarnente il Prof. U. Pierantoui che a proposito di questa specie mi aiuto nelle ricerche bibliosrafiche, e che gentilmente accetto di traseriverraene e spedirmene da Napoli la dia- gnosi tolta dal Catalogo dell' Hope, pubblicazione non trovata da me a Genova. (2) La nota illustrante i parassiti dell' jitherina, giaceva utanoscritta fin dal 1901 e non fu pub- blicata che piu tardi, 11 anni dopo. 22 ventrale ripieno di uova ; il secondo piu giovane e senza uova (Fig. 1 e 2). II maggiore misura mm. 9 di lunghezza e il minore mm. 7 soltanto. Quest' ultima lunghezza concorda con quella data dal Costa per la sua Mothocya epimerica, misura da lui segnata in lin. 3 V4 corrispondente a circa mm. 7,08. II giovane e meno de- formato dal parassitismo dell' altro, ma ambedue tuttavia hanno Fig. 1. — L' individuo piu giovaue di Mothoci/a epimerica visto dal lato doraale. una marcata dissimetria dell'addome, oomune a qualche altro cy- mothoino e sopratutto alia Livoneca sinuata. Questa dissimetria consiste in cio che 1' addome si e spostato, contraendosi obliqua- mente verso il lato destro del corpo, sicche tutto il margine destro dell' isopodo appare dritto, mentre il sinistro mostra una certa con- vessita all'esterno e l'asse longitudinale del torace non e piu in Fig. 2. — Lo stesso visto dal lato ventrale. linea retta con queilo dell'addome. Del resto la forma generale del corpo e somigliante a un di presso a quella della Cymothoa oestrum, cioe di un ovale allungato, pero molto meno convessa dorsalmente. II capo e piuttosto piccolo e rotondeggiante, non appuntito all'estre- mita anteriore sebbene alquanto prominente (Fig. 3). II suo margi- - 23 - ne frontale e sottile, non robusto ne ripiegato fortemente verso il ato ventrale alia guisa delle Cymothoae. Le antenne nascono dal una discreta distanza fra di loro. I due occhi ovali abbastanza am- pli, lasciano dall' uno all' altro uno spazio libero niediano (dorsal- raente sul capo), che e largo un po meno la larghezza dell' occhio stesso. Tutto il corpo e in parte anche le appendici sono punteg- giate da rade macchiette di pigmento nero. I segmenti mediani del torace sono piu larghi e gradatamente si restringono procedendo in avanti e all' indietro. Tutti i segmenti toracali presentano ai lati ciascuno grossi epimeri di forma irregolarmente rettangolare, piu lunghi che larghi, alcuni contorti e deformati e non acuti poste- riormente. Forse e la loro grossezza che ha attirato 1' attenzione del Costa, volendo chiamare la specie col nome di epimerica. Fig. 3. — Capo e prirao sogmento toracico dell' individuo pin giovane. II primo segmento toracale circonda ampiamente il capo, e sebbe- ne piu stretto dei seguenti e tuttavia piu lungo ; mentre gli altri appariscono per lunghezza uguali o leggermente diversi, salvo l'ulti- mo un po piu sviluppato in questo senso. Lo scudo caudale o telson e ampio, il contorno posteriore arrotondato, e il suo diametro lon- gitudinale e presso a poco uguale o di poco minore del diametro tra- sversale. I 5 segmenti addominali precedent!, stretti e serrati l'uno contro 1' altro, sono quasi simili fra di loro e presentano, presi in- sieme, una lunghezza inferiore di quella dello scudo caudale. La lar- ghezza dell' addome e di circa */s inferiore a quella del segmento terzo del torace, ma e minore di V5 o l/6 appena rispetto all' ultimo segmento toracale. Gli uropodi o Pedes spurii del sesto paio, a guisa di due ba- stoncini leggermente conici e spuntati, sono fissati ad un articolo basale allungato, grossolanamente trapezoidale, piu stretto alia base. L' esopodite e notevolmente piu lungo dell' endopodite e 1' articolo "basale leggermente piu breve dell' esopodite. I 6 pleopodi sono a forma di lamelle sacciform i ; gli esopoditi rotondeggianti, gli endo- - 24 - poditi sub-ovali e piu stretti. Le antenne anteriori sono 8 articolate e hanno articoli gradatamente piu piccoli procedendo dalla base verso l'estremita libera. L' ultimo articolo e terminate da un breve e denso ciuffo di peli, e pure i 4 precedents articoli verso la loro parte distale sono muniti ventralmente di un rispettivo fascio di setoline. Le antenne posteriori sono un po piu sottili e gracili di quelle anteriori, sono, parimente, per quanto ho potuto vedere, 8 ar- ticolate e presso a poco uguali in lunghezza o poco di piu spor- genti delle altre, verso V esterno. L' ultimo articolo inostra qualche pelo riunito in fascio sull' estremita libera, e cosi anche di qualche pelo sono corredati i primi due o tre articoli seguenti : gli altri pre- sentano solo qualche tenue o isolato bastoncino o filamento sottile. Le parti boccali non mi sembrano, diverse da quelle solite delle Cymothoae, e lo stesso posso ripetere per le zampe toracali (l). Porro termine a questa nota, riportando del gen. Mothocya e della specie M. epimerica, le diagnosi tolte dal lavoro dell'Hope (2) ; Genus Mothocya A. Costa. Cymothois affine hoc genus, a quibus abdominis segmentate primo reliquis haud angnstiore, quamwis ab angulis ultimi thoracis articuli productis utrinque occultato, aliisque characteribus discrepat. Corpus saepius uno latere contractum. Mothocya epimerica, A. Costa. Agnoscitur praesertim epimeris latioribus, in segmentis anticis sesqui-in posticis vix latitudine longioribus. Corpus depressum, la- tum, non symmetrum; lamina caudaiis externa interna paulum longior. Long. lin. 8 i/i, lat. lin. 2 3/3 Lectus in branchilis Athsrinae hepsetus. Mus. dom. Costa. (') Vedi per altre notizie e sopratntto per qaanto rignarda V habitat, dell' isopodo ora descritto, il mio precedente e gia citato stndio. Avvertenza Delle Comunicazioni Originali che si pubblicano nel MouUore Zooloyico Italiano e vietata la riproduzione. Gosimo Cherubini, Amministratore-responsabile. Firenz.i. 1921. — Tip. L. Niecolai. Via Faenza. 52. Monitore Zoologieo Italiano (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale tiella Unione Zoologica Italiana D1BBTTO DA GIULIO GHIARUGI EUGENIO FICALBI Prof, di Anatomia umaua Prof, di Anatomia coinp. e Zoologia net R. Istitnto di Studi Super, in Firenze nella R. Oniveraita di Pisa CON LA COLLABOKAZIONE DI BECCARI N. (Firenze) — GIACOMINIJE. (Bologna) — LEVI G. (Torino) — LIVINI F. (Milano) LOPEZ C. (Pisa) - STADER1NI R. (Siena) Ufficio di Direzione ed Amuiinistrazioue: Ixtituio Auaf.omi.ro, Fireuze. 12 numeri all'anno — Abbuonamento annuo L. 30. Per l'estero Fr 30 in oroV XXXII Anno Firenze - 1921 N. 3-4. SOMMARIO: Comunicazioni originali: Luna E., Lo sviluppo dei centri nervosi in Rhinolophus hipposideros (Chiroptera). — Favaro G., M. Zschokke e la borsa pleurale retrocaraiaca (b. infracardiaca). — Cotronei 0., Sulla morfo- logia causale dello sviluppo oculare del « Bufo vulgaris ». — Castaldi L., Metodi raoderni di caloolo statistico e di rappresentazione graflca in biolo- gia (Continua). — Pag. 25-47. Notizie. II restauro delle Tavole Fabriciane (G. Favaro). — Pag. 48. COMUNICAZIONI ORIGINALI DALL ISTITUTO ANATOMIGO DI PALERMO Lo sviluppo dei centri nervosi in Rhinolophus hipposideros (Chiroptera) per E. LUNA Prof. inc. di Anatomia umana normale Jfota prefentiva E vietata la riproduzioue. Ho seguito in una ricca collezione di embrioni di Rhinolophus hipposideros, Bechst., le prime fasi di sviluppo dei centri nervosi, dalla chiusura della doccia midollare si no alia formazione degli emi- - 26 - sferi cerebrali. Riservandomi di esporre dettagliatamente in un la- voro di prossima pubblicazione i risultati delle mie ricerche, che fanno parte di uno studio completo sullo sviluppo dei centri ner- vosi dei Chirotteri, mi limitero in questa nota a riassumere i fatti principali da me osservati. — La piegatura del ponte appare relativamente tardi, e cioe negli embrioni lunghi mm. 2,5. Essa cresce gradatamente, sino a che la base del rombencefalo viene quasi a contatto con la regione dell'Infundibolo. La piegatura della nuca e gia evidente negli em- brioni che misurano mm. 1,5 di lunghezza massima e di lunghezza nucale, ed appare come una tenue curva, che permette di delimitate il rombencefalo dal midollo spinale. — I cosidetti neuromeri del midollo spinale appaiono prima che i gangli spinal i si manifestino come formazioni ben definite, capaci di determinare pressione sugli organi vicini: la loro corri- spondenza con i somiti risalta invece in modo ben chiaro. E molto probabile quindi che non esista nel midollo spinale una vera neuro- meria nel senso morfologico, ma che essa sia dovuta alia compresi sione esercitata dai segmenti primitivi. — II primo accenno di rombomeri si ha negli embrioni lunghi ram. 2. ed e quindi contemporaneo alia cosidetta mielomeria. I rombomeri sono in numero di sei, il primo pero appartiene al me- tencefalo, che in questo stadio incomincia a differenziarsi dal mie- lencefalo per l'ispessimento della volta (neuromero cerebellare). Nelle fasi successive la rombomeria va sempre piu scomparendo : persi- stono per qualche tempo depressioni della superficie esterna che sporgono sulla superficie interna come pliche orizzontali, ma una vera delimitazione di rombomeri non e piu chiaramente apprezza- bile. La prima a scomparire e la rombomeria esterna. Negli em- brioni lunghi mm. 5 V2-(5, men t re la superficie esterna e regolare, la superficie interna mostra, nella Depressio transversa rhombi, tre solchi trasversali, i quali incidono superficialmente la superficie ven- tricolare, e delimitano quindi due piccole listerelle trasversali. Que- sti solchi nella linea mediana sono appena evidenti, men tre si ap- profondano procedendo lateralmente : molto verosimilmente essi sono, come afferma Charnock-Bradley , la traccia dei primitivi rombomeri. — In Rhinolophus esiste unaprimitiva differenziazione del tubo neurale in tre vescicole, proencefalo, mesencefalo e rombencefalo, il quale ultimo si contmua con l'abbozzo del midollo spinale: tale di- stinzione a v viene per la precoce comparsa dei due solchi rombo- - 27 - mesencefalico e diamesencefaliso. Non ho potuto persuadermi che nelle prime fasi cli sviluppo esista uno stadio nel quale si possa am- mettere l'esistenza di un istmo del rombencefalo nel senso di His. — II limite anteriore del pavimento del rombencefalo e situato alquanto indietro del Sulcus intraencephalicus posterior, il quale quindi appartiene al mesencefalo. — Non ho riscontrato nel rombencefalico un solco mielometen- cefalico. Talora una piega trasversale mediana della lamina tettale puo indurre nell'idea che tale solco esista, ma si tratta sempre di un prodotto artificiale. Quando si sviluppa la plica coroidea, essa e sem- pre in una sede piu caudale rispetto alia piega artificiale anzidetta, ed incomincia a manifestarsi nelle pareti laterali. — Come limite tra metencefalo e mielencefalo si puo ventral- mente assegnare il solco che divide il primo dal secondo rombo- mero : trattasi pero di un solco transitorio e sempre poco profondo. — I limiti della volta e della base nel metencefalo non sono tali da permettere l'individualizzazione primitiva di una vescicola metencefalica, come alcuni Autori ammettono; o, per lo meno, non si puo considerare questo segmento del tubo neurale alia stessa stregua degli altri. — Nella superficie ventricolare del rombencefalo degli embrioni lunghi mm. 4 si notano due solchi longitudinali per ciascun lato, i quali delimitano tre prominenze o Eminentiae longitudinales rhom- bencephali, che si possono distinguere in mediale, laterale e dorsale. Ho ragione di ritenere che si tratti di una disposizione transitoria, perche negli stadii successivi si ha nella parete ventricolare di cia- scun lato una sporgenza mediale (placca fondamentale), corrispon- dente alia emin. longit. mediale e laterale, che si sono fuse in una, ed una sporgenza laterale (placca alare) corrispondente alia emin. longit. dorsale : tra le due si ha il solco limitante. Io ritengo, con Kupffer, che il cordone mediale e quello laterale corrispondano all' unico cordone medio-laterale che si trova in Petromyzon ed alia Grundleiste di His, che, a mezzo del solco limitante, e separato dalla placca alare. — Noi possiamo am mettere l'esistenza di un labbro romboidale in tutto il rombencefalo, ma una eversione del labbro romboidale, con formazione di un solco esterno e di un solco interno, si ha, almeno negli stadii finora da me esaminati, nel tratto craniale del mielencefalo ed anche nel metencefalo. II solco labiale esterno, cre- scendo in importanza, forma a destra ed a sinistra il recesso late- - 28 - -4 _ rale, mentre il solco esterno scompare per la saldatura della parte geniena e della parte labiale del labbro romboidale ; la sua esisten- za e quindi transitoria. — La plica coroidea appare piu tardi della curva pontina: dappri- ma sono due pliche laterali che non raggiungono dorsalmente la linea mediana. Per queste ragioni la formazione della plica coroidea non puo essere considerata come la conseguenza meccanica della curva- tura del ponte, come alcuni sostengono, perche altrimenti le due pliche si unirebbero nella linea mediana, ma e dovuta verosimil- mente alia pressione che i vasi sanguiferi esercitano sull' epitelio della membrana tectoria. — L'abbozzo del cervelletto, originariamente pari, diventa impari e mediano. In vicinanza del punto di attacco della tela coroidea, che forma la volta del IV ventricolo, esiste nell' abbozzo del corpo cerebellare (Sterzi) una formazione identica a quella che si ha nel bulbo, e cioe al suo margine, nella supeificie esterna, si ha un solco labiale esterno ed uno interno. Essi sono dovuti all' eversione delle placche cerebellari in vicinanza del punto di attacco della tela co- roidea. — Lo strato nucleare esterno dell' abbozzo del corpo cerebellare proviene direttamente dallo strato germinativo che si trova nel labbro romboidale, vicino alia tenia : questo quindi rappresenta uno strato germinativo per le cellule dello strato nucleare esterno. Tale migrazione di cellule provenienti dal margine cerebellare trova ri- scontro nelle correnti cellulari che nel mielencefalo provengono dal labbro romboidale e si portano ventralmente. Sicche, anche per questo aspetto, il labbro del margine cerebellare si deve conside- rare, dal punto di vista morfologico, come 1' equivalente del labbro romboidale. — II limite anteriore della base mesencefelica corrisponde ad una fossetta che precede il Tuberculum posterius di Kupffer. — II mesencefalo presenta neU'embrione lungo mm. 2 due me- somen. E in questo stadio che appare per la prima volta il solco limitante : esso si estende caudalmente nella parte piu craniale del rombencefalo. Negli stadii successivi si prolunga tanto cranialmente che caudalmente. — La differenziazione istogenetica delle pareti del mesencefalo non avviene egualmente in tutte le parti : in basso si ha difatti una differenziazione di strati piu precoce della volta. — NeU'embrione lungo mm. 5 72-6 la volta mesencefalica si espande nelle due grosse vescicole laterali o lobi ottici, ed e sepa- - 29 - rata dalla base a mezzo dei due solchi mesencefalici laterali. La volta e percorsa nella linea mediana da uno sperone longitudinale, corrispondente a quello che nell' uomo e stato descritto da His. — Dal proencefalo si differenziano raolto precocemente (embrioni lunghi mm. 1,5) tre segmenti : telencefalo, diencefalo ed oftalmen- cefalo. Quest' ultimo e delimitato dal solco preottico e postottico. Pero nello sviluppo ulteriore la delimitazione dell' oftalmencefalo diventa sempre meno evidente, fino a scomparire quasi del tutto, e T oftalmencefalo resta come una parte del diencefalo. La regione dell' Infundibolo non rappresenta un segmento particolarmente svi- luppatosi dal proencefalo, e quindi differenziatosi dal resto del dien- cefalo ; in nessuno stadio dello sviluppo esiste difatti una demar- oazione fra le due parti. — Nel diencefalo la commessura posteriore appare molto precoce- mente, e, come D' Erchia ha affermato pei Pesci, la cavia e l'uomo, si sviluppa in parte nel diencefalo ed in parte nel mesencefalo. — II primo accennc deU'Epifisi si ha negli embrioni lunghi mm. 54i2-6, in forma di una lieve depressione dello strato interno della volta diencefalica ; questo modo di sviluppo deU'Epifisi in Rhinolophus corrisponde a quello descritto da Chiarugi nella cavia. — La formazione della commessura intermediaria o commissura mollis e molto precoce (embrioni lunghi mm. 5 J[2 - 6). — In Rhinolophus lungo mm. 5 l[2 - 6, ventralmente al Recessus mamillaris, si ha nella superficie ventricolare della base diencefalica una piccola prominenza, che corrisponde al Tuberculum mamillare di Kupffer o Tuberculum posterius inferior di B. Haller, forma- zione che, come e noto, si trova anche nei Tcleostei, nei Rettili e negli Uccelli. — In un eseinplare di Rhinolophus lungo mm. 6, la parete ventri- colare, caudalmente al Recessus infundibuli, si solleva in un piccolo diverticolo; in un altro esemplare dello stesso stadio una estrofles- sione cava identica si ha nella parete posteriore del Processus in- fundibuli. I due reperti si possono considerare come fasi di sviluppo di una identica formazione, che e interpretata come il rudimento del Saccus vasculosus dei Pesci. — Nell'embrione lungo mm. 1,5 il telencefalo appare gia tripartito, e cioe si distingue il telencefalo pari da quello imparl. Non esiste una estroflessione della vescicola telencefalica impari, come ammet- tono Heinrich e Neumayer, anzi si ha una introflessione della parete rostrale del telencefalo nella linea mediana, dovuta al placode - 30 - olfattivo impari. Ma questaintroflessione e transitoria e quindi non ha alcun rapporto con la divisione del telencefalo in pari fed impari. — La presenza del recesso neuroporico permefcte di dividere la Paries terminalis in lamina sopraneuroporica e lamina sottoneuro- porica. Quanto al tratto di parete che forma la parete anteriore del recesso ottico, appartenendo essa all' oftalmencefalo, ha evidente- mente un significauo morfologico di verso dalle altre parti e merita quindi il nome di lamina preottica. — Mentre la lamina sottoneuroporica si ispessisce nel Torus tran- sversus, che lateralmente si continua nell'abbozzo dei corpi sfcriati, la lamina sopraneuroporica si estroflette nella Parafisi, che in Rhi- nolophus appare precocemente (embrioni di lunghezza massima mm. 5 %). — In un embrione di mm. 2,5 di lunghezza massima e di lunghezza nucale, nel tratto mediano della parete rostrale del telencefalo, vi- cino al solco telodiencefalico. ho riscontrato una piccola estrofles- sione in forma di diverticolo. Poiche la sua esistenza e transitoria e non piglia parte alia formazione della Parafisi, credo molto vero- simiie che essa corrisponda all' organo rudimentale descritto nella stessa sede da D' Erchia, ed alia cosidetta Parafisi p di Chiarugi. ISTITUTO ANATOMICO DELLA R. UNIVERSITA DI MESSINA Prof. GIUSEPPE FAVARO. M. Zschokke e la borsa pleurale retrocardiaca (b. infracardiaca). E vietata la riproduzioue Non tanto per rivendicarmi la priorita di osservazioni sopra la borsa retrocardiaca dell' uomo, quanto per rettificare un gros- solano equivoco, nel quale e teste caduto a mio riguardo lo Zschokke (*), credo opportuna la pubblicazione di questa brevis- sima nota. Lo Z. ha confuso completamente,-a proposito delle mie ricer- che. la borsa pleurale retrocardiaca con il seno omonimo. Non co- (l) Zschokke M. — Uavuiu mediastini serosum s. bursa infracardiaca (Kritiscb.es iiber das kaudale Mjttelfell). — Pag. 332-345 di Anal. Am., 53, lid., 1920. - 31 - noscendo egli che il titolo del mio lavoro sul seno (2), ed ignorando persino il titolo dell' altro mio lavoro sulla borsa (3), citato dal Broman (4), ha creduto che io avessi descritto, con1 il nome di Cavum pleurae intermedium (r'), la borsa anziche il seno, e mi ri- corda soltanto per farmi la critica di avere adoperato un termine gia in uso per designare altra formazione, ed atto quindi a gene- rare equivoco. 1/ equivoco e invece tutto a carico dello Z., il quale non vi sarebbe certo cad u to, qualora sulla guida della data avesse sempli- cemente consultato gli Jahresberichte dello Schwalbe (N. F., 15. Bd., 3. T., 1911, pag. 487, 490, 49S), per tacere di altri periodici te- deschi, ove le mie ricerche in proposito vengono registrate e rias- sunte, potendo cosi risalire facilmente ai lavori originali. Rilevo tuttavia con piacere come i dati forniti dallo Z. nel- 1' uomo (i quali vertono soprattutto sulla frequenza e sulle dimen- sion! della borsa) coincidano quasi completamente con quelli da me pubblicati un decennio prima. Sulla morfologia causale dello sviluppo oculare del « Bufo vulgaris » ('). N O T A del Dott. G1ULIO GOTRONEI (2) F> vietata la riproduzione Riassumo un mio lavoro che e in corso di stampa (3). Tale lavoro (-) Favaro G. — II rudhnento del Siuus subpericardiaeus (Cavnm pleurae iuterruedium) nel- 1' uomo. — Pag. 27-34 di Arch. ital. di Anat. e di Embr., Vol. S, 1909. (3) Id. — La Bursa pleuralis retrocardiaca (B. Lnfracardiaca) nell' uomo. — Pag. 5Ll-5:i.".. id. id., 1910. (■') Broman I. — Normale und abnorme Enfrwicklung des Mensehen. — Wiesbaden, 1911. II B. mi eita (pag. 308) in'dicando soltanto 1' anno della pubblicazioue (1910). (3) Usai nel primo lavoro, per il seno, le veccliie denominazioni del Tanja, del Ruge e dei veterinari, modiflcate poi ml secondo lavoro per uniformarle eon quel la della borsa (op. cit., pag. 514-515). Vedi ancora: Favaro Gr. —Per la patologia delle cavita ]>leurali retrocardiache (borsa e seno) nell'uomo. — Pag. 177-179 di Arch. p. I. Sc. med., Vol. 34, 1910. Id. — Le cavita pleurali retrocardiaebe dell' uomo nella trasposizione totale dei visceri. — Pag. 235-236 di Atti e Mem. M. Accad. d. 8c„ Lett, ed Arti in Padova, Vol, 27, 1911. (!) Lavoro eseguito nell'Istituto d'Anatomia comparata della E. Universita di Roma, (-) Comunicazione presentata nella seduta del 2 gennaio 1921 deH'Aceademia dei Lincei. (a) In : Ricerche di Morfologia, 1921. - 82 - che tratta della niorfologia can sale dello sviluppo oculare ha preso le mosse dall'ultimo studio di Carlo Rabl (4), da me conosciuto con relativo ritardo a causa della guerra. Le ricerche del Rabl hanno avuto per iscopo di illustrare la bilateralita dell'occhio. L'illustre scienziato ha dimostrato che la vescicola ottica e ancoi- piu il calice ottico presentano una chiara simmetria bilaterale con una distinzione in una parte nasale e in una parte temporale, distinte a loro volta in una dorsale e una ventrale. Sono specialmente dimostrative le figure 10 e 11 della tavola 10 del Rabl. La fig. 10 mostra una fase di sviluppo oculare del Goniglio nella quale la retina si solleva sul tapetum nigrum formando una piega sulla linea mediana deH'occhio e venendo cosi a delineare la bilateralita oculare: quest'immagine retinica nel prosieguo dello sviluppo scorapare. Nell'esame del mio materiale di Bufo vulgaris ottenuto facendo agire il cloruro di litio sulle uova in sviluppo, m'e avvenuto di incon- trarmi in un caso di malformazione oculare che io considero come la verifica sperimentale delle ricerche del Rabl. II mio caso pu6 considerarsi come un mostro monoftalmo asimme- Irico: si e sviluppato solo l'occhio sinistro, il quale all'esame microsco- pico seriale si presenta nolle seguenti condizioni. Gli strati della retina sono tutti differenziati, e il fat to che ci col- pisce e che la retina propriamente detta presenta un sollevamento, per dir cosi, della linea mediana: il tapetum nigrum non presenta invece piega di sorta. Lo strato dei coni e dei bastoncini partecipa debolmente alia piega. Lo strato granulare esterno e lo strato reticolare esterno mostrano con evidenza il sollevamento mediano. Con il grande sviluppo dello strato granulare inter-no si occupa una gran parte della regione mediana ed e il forte accrescimento mediano di questo strato che con- tribuisce a spingere lateralmente e da una sola parte il residuale e quasi virtuale spazio del corpo vitreo. A questo processo vengono a partecipare anche lo strato reticolare interne e quello delle cellule ganglionari. Si nota anche lo strato delle fibre del nervo ottico. A completare questi brevi cenni va osservato che per lo sviluppo mediano, di cui si e fatto cenno, si e quasi del tutto occlusa la origi- naria apertura pupillare e la cavita del calice ottico. Questi risultati vanno cosi interpretati sulla scorta di quelli del Rabl: se pensiamo che durante la fase designata dal Rabl e dianzi ricordata Tocchio continui nel suo sviluppo col differenziamento dei vari strati retinici, pur rimanendo fissata la condizione fondamentale di tale fase ossia del sollevamento mediano del foglietto retinico, noi pos- siamo giungere a una chiara spiegazione del reperto ottenuto: bisogna (■*) Rabl C, Ueber die bilaterale oiler nasotempordle Symmetrie des Wirbeltieranges. Arcliiv. f. Mikros. Anat. Bd. 90. 1917. - 33 - pero osservare che si tratta di una condizione prodotta dal differ en- ziamento degli strati retinici coesistente ad una fase di arresto di sviluppo ocular e, In questo processo le cariocinesi delle cellule retiniche si sono sus- seguite, e la moltiplicazione cellulare ha condotto al differenziamento degli strati retinici; ma il fatto fondamentale e che questi strati non hanno potuto occupare uno spazio nuovo, ma hanno dovuto adattarsi ad occupare quello che dovrebbe rappresentare l'originaria cavita del calice ottico. In altre parole, coesistente alia moltiplicazione ed al differenziamento cellulare c'e stato il manifestarsi di una condizione inibitoria su quelle funzioni cellulari che indipendentemente dalla moltiplicazione cellulare conducono a uno sviluppo parziale. Una di queste funzioni risulta dalle deduzioni obiettivo, e certamente il movimento cellulare, e un'altra la possiamo riconoscere nella secre- zione cellulare, II reperto c'indica con un caso concreto la peculiare azione para- lizzante esercitata dal sale di litio, mostrando sperimentalmente una dissociazione tra i van processi morfogenetici elementari. Si ha per- tanto una maniera di verificare sperimentalmente la grande importanza che le funzioni cellulari cosi come sono state genialmente studiate da Angel o Ruffini hanno nello sviluppo della forma. Una medesima occupazione spaziale per le medesime cause inibito- rie si ha nel cervello precordale dove le divisioni cellulari dissociate dagli altr; processi morfogenetici elementari hanno condotto verso la partf^iii anteriore all'occupazione di una parte dello spazio ventricolare: cosi si giunge all'inibizione dei ventricoli laterali, su cui ho richiamato l'attenzione in precedenti ricerche. II mio reperto cosi interpretato serve a spiegare altresi alcuni casi di mostruosita descritti recentemente da Fessler (1920) e a interpretare razionalmente le cosi dette doppie formazioni oculari descritte da Ekman e da Schultze. Ricordo infine a complemento della presente Nota che nel caso da me studiato, dove Tocchio per inadeguato sviluppo spaziale non ha potuto toccare l'epidermide, il cristallino non si e sviluppato: cio pure ricorda quanto ho descritto altrove. - 34 - DALL ISTITUTO ANATOMICO DI FIRENZE DIRETTO DAL PROF. G. CHIARUGI. Metodi moderni di calcolo staiistico e di rappresentazione grafica in biologia. Dott. LUIGI CASTA LDI. Assistente On pent juger du degre de perfection au quel une science est parvenu, par la faculty plus ou moins grande avec laquelle elle se laiase aborder par le calcul. Quetelet, Theorie des probability. Per quanto a molti sembrasse una contradizione la matematica bio- logica, puro metodi matematici si dimostrarono susceltibili di esseretra- sportati negli studi biologici, come Tott'ica fisiologica, l'aeuatica fisiologic i (Helmholtz), la termodinamica fisiologica, gli studi di Weber sulla circolazione del sangue, gli studi meccanico fisiologici sul camminare, correre e saltare, preceduti dalle ricerche di Bo re Hi, ecc. Una tratta- zione generate delle applicazioni matematiche ai probiemi biologi&itfe l'ha data Przibram (J). Ma esse appartengono ai vari rami classici della fisica matematica e della meccanica, non ad un campo nuovo come i metodi, sempre piti diffondentisi, adoprati per le questioni strettamente legate fra loro della classiiicazione e della evoluzione, e dei quali voglio occuparmi. Tendesi oggi ad una « quantiticazione » generale della biologia: senza uno studio delle rolazioni quantitative dei suoi fenomeni e impos- sibile arrivare ad una conoscenza intiera ed adeguata di essi. I primi ricercatori si limitarono ad applicazioni stalistiche delle piu semplici, ed e inutile che io citi gli innumerevoli lavori con questo in- dirizzo della zoologia, botanica, antropologia (2), ecc. In anatomia descrit- tiva furono introdotti solo piii tardi per merito di Schwalbe (3 e4) e della sua scuola colle loro ricerche sulla morfologia delle variazioni di ( (i) Przibram H. — Auwcndui'g elcmeutarer Matbeiuatik auf biologiscbe Probleme. —Leipzig, Engelmann, 1908, SS. 84. (2) Martin L. — Lehrbuch der Anthropologic. — Jena, Fischer, IUI-1. (3) Schwalbe G. — Eroffnuugsrede an der XII Veraainmlnng der An. Gesell. in Kiel. Jena, Fischer, i898. (') Id. u. Pfitzner W. — Varietaten-statistik and Anthropologic. — An. Anzeiger, Jahrg. IV, iS89. — 30 - detorminati organi nell'uomo. Ma questo esempio fu poco seguito dagli ariatomici, come del resto dai cultori delle discipline mediche in gen ere; in Italia lo fu specie dalla scuola di Chiarugi, con una serie di lavori riguardanti sopra tutto la morfologia delle arterie, il cui elenco trovasi in Beccari (■). Ma oltre questi metodi ancora grossolani, ne furono ideati altri as- sai piii sensibili, per quanto ancora piii complicati; ed in verita, dice Pea i*l (3), i dati biologici sono spesso si approssimativi, che abbiamo bisogno dei metodi matematici piii delieati per provare e verificai'e le conclusioni da trarne e per mostrare la loro vera direzione e portata. In Inghilterra e America cio condnsse ad elaborare tali e tanti cal- coli, da costituire la base di una vera scienza, studiata per se stessa da un ventennio, cioe la Biometrica, o scienza della misura degli esseri viventi (detta anche somatometria o biostatistica: per lriometria, come alcuni la chiamano, intendesi invece piu propriamente (ctr. Colaianni [3J) quella parte della Demografia che studia la durata della vita di una po- polazione come mnura del suo benessere e della sua salute). Le fondamenta biometricbe furono gettato dall'astronomo belga Que- telet, che nel 1845 nelle sue « Lettres a Son Altesse Royale le Due de Saxe Gobourg et Go the, sur la theorie des probabilites appliquee aux scien- ces morales et politiques (Bruxelles) » espose una teoria del calcolo delle probability applicato all'uomo. Piu tardi egli pubblico una serie di studi sulla misurazione degli organi e le periodicita nel Bulletin e nelle Memoires de VAcad. Roy. de Belgique (Bruxelles, 1850-1880). Egli di- mostro che mentre la natura tende a tare tutti gli organismi secondo un tipo determinate, dovuto a due fattori fondamentali, eredita ed am- biente (il che porto alia concezione dell' « uomo medio » criticata da Messedaglia); nella distribuzione degli errori esistenti in natura, equi- valente obiettivo degli errori subiettivi di osservazione, ripetonsi le stesse leggi matematiche che governano gli errori umani, che in ultima analisi sono arich'essi fenomeni della natura. Spinto principalmente dai lavori del Quetelet, dette poscia sviluppo a questi studi Ga It on colla sua celebre opera « Natural Inheritance » (London, Macmillan, 1889). Ma chi veramente dette vita alia nuova scienza fu Pearson, profes- sore di matematica all'universita di Londra, prima colla sua mirabile serie di contributi matematici alia teoria dell' evoluzione {% poi colla sua opera « The Grammar of Science » (5). Camminando suite traccie (•) Beccari N. — II muscolo trasverso del torace, ecc. — Arch. il. di Anat. e Embriul., "Vol. XII. p, U2. 15 febbraio 1914. (-) Pearl It. — Biometric ideas and methods iu biology; their significance and limitations. — Scientia, anno V, Vol. X, Rise. 19 (3), pp. 101-119 e pag. 62-S1 del Suppl., Bologna, 1911. (3) Colaianni N. — Demografia. — ISfapoli, 1904. (4) Pearson K. — Mathematical contributions to the Teory of Evolution; e altri scritti vari. — Proceed. Boy. >Soc. e Phil, trans. Hoy. Soc. of London, 1S94-1')02. (6) — II. ed. London, A. e C Black, 1900. — 36 - di Gallon egli afTrontd il problema di sviluppare un calcolo speciale direttamente adattato ai dati hiolo-^ici. mentre i metodi usati fin allora erano inadeguati e scorretti. A lui segui una pleiade di collaborator! ; io non mi occupero di citare che i lavori fondamentali, rimandando per la ricca bibliografia straniera alia monografia di Dunckei'C), e al manuale di Davenport (2), il quale ultimo contiene anche tavole nume- riche di utile impiego. La maggior parte di questi lavori trovansi nei giornali American Naturalist, Proceedings e Philosophical transactions of the Royal Society of London, Biologisches Centralblalt, Bolani- sches Centralblalt, ecc, e nel giornale proprio dei biometrici fondato da Galton, Weldon, Pearson e Davenpo rt (3), tutti periodici p<>- chissimo diffusi in Italia. Mentre questi metodi ebbero larghissimo impiego all' estero. specie fra zoologi e botanici (Ludwig, Vogler), in Italia essi trovarono poca eco, se ne eccettuiamo le applicazioni agli studi antropologici (De H ei- gne ro, Niceforo, ecc). Quanto all' anatomia umana a dir vero scar- sissime ne furono le applicazioni dovunque ; uno dei pochi lavori in proposito e quello di Greenwood (4) per il cuore, milza, reni, fegato, studiati anche in varie malattie. Pero gli italiani dettero prova della loro genialita fondando altre scuole, che pur studiando dallo stesso punto di vista i fenomeni biologici, diversiticano per i calcoli impiegati ; ma anch' esse ebbero pochi seguaci. Di queste parlero a parte, e inol- tre daro la bibliografia dei lavori italiani apparsi. Del resto Gamo- rano (1905) rivendico all' A.bate Olivi di Ghioggia il merito di avere per il primo gia nel 1792 rilevato la importanza delle osservazioni so- ma tome triche. Ma oltre che fare una rassegna dei moderni calcoli statistici in Biologia, il mio proposito e anche queJlo di volgarizzarli e diffonderli tra noi, data la loro indubbia utilita, come poi risultera, Facendoli co- noscere e seguire non solo da zoologi, da botanici, da antropologi ed anatomici, ma da patologi e fisiologi e dai clinici stessi. Una delle,. ra- gioni fondamentali della loro scarsa applicazione sta nel modo prolisso, difficile, e spesso con linguaggio oscuro anche a competent!, con cui sono esposti, si da lasciar perplessi davanti ad un vero ginepraio di t'ormule coloro, che (in Italia sono la maggioranza) hanno solo le po- che nozioni liceali di matematica. II campo delle applicazioni statistiche agli studi medici, dice giu- (') Dfuncker G. — Die Methodeu der Variations statistik. — Arch. f. Entvrickelungsmeehanik der Organismen, Bd. Till, S. U2-1S3, 1899. (-) Davenport C. B. — Statistical Methods with special Reference to Biological Variation. — // ed. New York, Wiley, London, Chapman, 1904. (■') Biometrika, a Journal for the statistical Study of Biological problems (esiste dall' ottnbre i90i). (*) ("i reen wood (,jun). — A First Study of the "Weight, Variability and Correlation of the Human Viscera, with Special Reference to the Healty and diseased Heart. — Biometrika, Vol. Ill, 1-t. 1, p. 63-8:1, Jan. 1904. - 37 - stamente Gini (1914), e disgraziatamente poco o male eoltivato in Italia, da una parte perche il piii dei cultori italiani di statistica proviene da- gli studi dell' economia e delle matematiche, ed e poco versato nelle discipline biologiche, e dall' altra parte perche i cultori delle scienze mediche hanno di regola assai poca familiarita con questi metodi mo- derni di ricerca scientiflca. Anche il sunto che ne dette Zanolli (1908) e esposto per i natu- ralisti che abbiano seguito il cdrso speciale del primo bionnio di mate- matiche. lo mi propongo invece di sfrondare la mia esposizione da tutto quanto abbia parvenza di matematiche superiori, rimandando per queste al manuale di Chini(1920), e dico subito che, sebbene per arrivare alle formule occorrano tali conoscenze, i calcoli stessi, per essere svolti, sono per quanto lunghi, f'acili. Spero di aver raggiunto il mio scopo, di rendere cioe questi metodi, per quanto complessi, alia porta ta di chiunque, bastando per risolvere quanto segue le quattro operazioni fondamentali, 1' elevamento a potenza e 1' estrazione di radice. Metodo Mometrico. — Le fondamenta su cui poggia la Biometrica sono le seguenti : In molti caratteri specifici gli esseri viventi presen- tano un gran numero di particolarita piii o meno accentuate secondo le circostanze della covata, dell' accrescimento, del nutrimento, secondo le variazioni del clima e della stagione, ecc. Per tradurre 1' incostanza del grado di queste variazioni si e adottato il qualificativo di flultuante; tali sono la statura, il peso ecc. ; nel regno animale, in cui le funzioni sono piii complesse, la molteplieita dei caratteri fluttuanti e anche maggiore. Blaringhem (l) propose questa deflnizione dei caratteri fluttuanti nelle sue ricerche sull'eredita normale : « disponendo di un numero considerevole di individui allevati nelle medesime condizioni, si dice che un carattere di questa popolazione e fluttuante quando si puo trovare uno state intermedio fra due stati del carattere ravvicinati piii che e possibile », il che corrisponde alia deflnizione di continuo della Geometria. Quetelet stabili questo fatto capitate : le oscillazioni che misurano lo scarto dei caratteri fluttuanti da un valore medio, caratte- ristico della popolazione, obbediscono alia legge matematica delle devia- zioni. Le diflerenze degli esseri . tradotte dalle fluttuazioni derivano esclusivamente dalle reazioni ad una moltitudine di piccole influenze indipendenti le une dalle altre, formate dalle combinazioni variate, che hanno tutte un numero uguale di probabilita di prodursi. E cosi che t'u introdotto il calcolo delle probabilita nello studio delle reazioni degli esseri viventi al mezzo ambiente, per scoprire, in base al teorema dei grandi numeri di Bernouilli, le leggi che regolano taluni fenomeni di variability negli organismi, che apparentemente potevano sembrare (!) Blaringhem L. — Les problenies de l'l|6redite experimen tale. — Paris, Flammarion, i919. - 38 - affatto aocidentali. Non sto qui a soffermarmi sulla teoria delle proba- bility, che, sebbene, dice Volterra, sia la sola parte delle matemati- che le cui basi siano tuttora aperte alia critica e alia discussione, rese c r"nde a tutte le scienze incalcolabili benefizi. Per trovare i piu lon- tani vestigi del calcolo delle probability e necessario risalire ad un ita- liano commentatore di Dante del XIV secolo (Volterra) ('). Un' ampia trattazione delle sue applicazioni in Biologia si trova nel recente volu- me di Niceforo (1919, p. 260 e segg.). Mai in nessuna ricerca organica od inorganica si ottiene due volte lo stesso risultato preciso studiando quantitativamente un fenomeno ; la determinazione assoluta di una gran- dezza qualunque e materialmente impossibile; ogni scienza quantitativa si sforza di detenninare colla massima esattezza le probabilita che una grandozza qualunque si trovi entro certi limiti assegnati (errori proba- bili). Gosi in lisiologia, cosi negli studi di eredita mendeliana, i risul- tati sperimentali enunciati senza errore probabile non sono opera scien- tifica (Pearl, 1. c). Lo studio della variabilitd va corredato dal calcolo degli errori probabili, facente parte del metodo dei minimi quadrati del celebre Gauss (utilizzato anche nella famosa legge psico-fisica di Fechner (2). Ferrero (1876), che l'applico alia Geodesia, dice che gli errori proba- bili si dovrebbero invece chiamare limiti probabili degli errori, indi- cando essi che vi e probabilita uguale che tali limiti siano o no sor- passati ; Borel (3) li chiama errori mediant. Terzo compito della Biometrica e poi lo studio di un altro impor- tantissimo principio, che come i precedenti sarebbe sfuggito coi metodi statistici delle semplici rnedie prima impiegati, voglio dire il principio della correlazione ; questa vuol misurare le relazioni e il loro grado fra i fenomeni in tanti casi in cui queste relazioni non sono di causa ad effetto, cioe si ha correlazione piuttosto che relazione causale fra gli avvenimenti e i caratteri. Tali ricerche furono applicate sia nel campo delle variazioni dei caratteri e della classificazione, sia sopra tutto in quello dell'evoluzione, che costitui anzi il primo scopo della scuola di Pearson. Ma questi stessi sistemi possono essere applicati anche nelle scienze sociali, come del resto in ogni campo che sia suscettibile di essere studiato statisti- camente (4); e d'altra parte metodi usati da sociologhi furono utilizzati nel campo biologico. Per quanto riguarda gli animali rammento, per non citare che qualche esempio, che furono studiate le curve di frequenza I}) Comedia di Dauto degli Allaglieiii. col coimueuto di Jacopo della Lana, bolognese. — Vol. II, Bologna, 1866, pag. 64-65 (gioco della Zara, Purgatorio, canto 6°). ('-') Fechner. — Elemeute dor Psyco-physik. — Leipzig, I860. (■) Borel. — Elements de la theorie dea probabilites. — Paris, t909, p. 57. I calcoli biometrioi sono applicati anche alio studio dove n e il numero delle osser- vazioni, e il a e, lo vedremo in seguito, un parametro importantissimo della Biometrica, anzi diro cosi la chiave di volta di tutto questo siste- ma, perche senza aver trovato esso, non si puo procedere agli ulteriori calcoli. Supponiamolo pel momento noto, e risolta la formula precedente essa ci dice che la rem media si trova in un ambito che comprende il valore di 3 1/ —— al di qua e al di la della media empirica ; cioe si aumenta o diminuisce M di L. Es : distanza bizigomatica in 150 pro- stitute (Tarnowsky), media 113,23, * = 5,30, L=l,80; la media astratta si trova fra 111,43 e 115,03. Ho detto fin dal principio che uno dei compiti che si propone la Biometrica e uno dei suoi vantaggi e quelle di calcola re gli errori pro- babili dei valori ottenuti. U errore probabite della media aritmetica si calcola colla formula E (M) = ± 0,67449 — ; il prodotto 0,67449 ) — II comportainento dei condriosomi durante i piii precoci periodi dello svi- luppo dei Mammiferi. — Archiv fur Zellforschung Bd. XIII, H. 4. Id. (1914) — Le modalita della fissazione dell' uovo dei Chirotteri alia parete uterina. — Monit. Zool. It. Anno XXV, N. 5. (2) Questa erronoa convinzione e espressa da qnauto scrivevo nel 1914 (1. c), che nel bottone embrionario della blastociste riprodotta schematicamente a fig. 4 « si nota di gia quell' ispessi- mento che preludia alia formazione del bottone aniniotico ». In realta nella blastociste in in Miniopterus ed in Rhinolophus secondo Levi. II risultato ultimo e anche in questa IIP varieta di amnioge- nesi sempre lo stesso ; la costituzione di uno spazio trofo-ectoder- mico, per disgregazione degli elementi ectodermici che costituiscono la volta della primitiva cavita. Molto piu tardi, contemporaneamente alia formazione della linea primitiva, il citoblasto si solleva lungo il contorno dell' area embrio- naria e forma la vera cavita amniotica; e quest' ultima fase del- 1' amniogenesi si svolge con caratteri costanti, indipendentemente dalle varie modalita con cui lo spazio trofo-ectodermico si e formato. Rimane adunque dimostrato, che il modo di costituzione della cavita, la quale appare fra ectoderma e trofoblasto e che piu tardi si confondera colla vera cavita amniotica, e diverso non soltanto nelle singole specie di Chirotteri, il che era noto, ma anche in in- dividui della stessa specie. Ma il fatto nuovo piu importante che le mie indagini pongono in luce e, che la causa essenziale di queste diversita e la forma differente che acquista in fasi precoci la massa cellulare interna dell' uovo al momento dell' aumento in ampiezza del blastocele. II rapporto fra la forma dell' ectoderma embrionario ed il tipo di amnio- genesi si puo spiegare con relativa facilita ; si comprende che quan- do il primo ha la forma di un grosso bottone, la secrezione delle - 65 - sue cellule dovra condurre ad una cavita amniotica in seno al bot- tone stesso per schizocelia ; il costituirsi a seconda dei casi di ca- vita multiple destinate a confluire o di una cavita unica dipende forse da cause varie ; dal volume del bottone ectodermico, dalla di- sposizione delle sue cellule, dalle proprieta fisiche del liquido se- creto. Quando invece Y ectoderma embrionario e disteso in una lamina sottile, non vi e altra possibility che la formazione diretta di uno spazio trofo-ectodermico per effetto del liquido secreto delle cellule ectodermiche. Del resto nella comunicazione di van der Stri cht del 1911 la possibility di variazioni nel meccanismo di flssazione dell' uovo in esemplari della stessa specie (Vesperugo noctula), e esplicitamente riconosciuta. • " L' etalement de feuillet epiblastique ne s' opere toujours pas avec la meme rapidite, il existe des difference individuelles. De plus exceptionellement, il ne s' acheve point „. In un embrione a tre foglietti la cavita blastodermica era piu piccola che negli altri, e la superflcie di contatto fra ectoderma e foglietto placentare era piu ristretta. La distensione in questo caso non e avvenuta ed i tre toglietti sono respinti verro la cavita vicina ; si costituisce cosi una vescicola, il di cui fondo sporge nella cavita blastodermica, ed i di cui orli si continuano al di sopra dell' embrione negli abbozzi delle pieghe amniotiche. Molto piu ardua riesce invece 1' analisi dei fattori che determi- nano queste differenze nella forma dell' ectoderma embrionario. II differente grado di distensione di quest' ultimo dipende, se- condo me, dalle due seguenti cause, le quali sono probabilmente in rapporto di dipendenza vicendevole : il volume del bottone centrale e la fase in cui il blastocele aumenta molto di ampiezza. Mentre il blastocele aumenta rapidamente di ampiezza, in parte in grazia alia distensione passiva, ma molto piu per l'accrescimento attivo delle cellule dello strato avvolgente, gli elementi del bottone1 centrale, come abbiamo gia rilevato, si accrescono poco o niente ; cosicche vi e una sproporzione fra il limitato accrescimento del- 1' ectoderma embrionario e quello rilevante dello strato avvolgente. Da un confronto fra le varie blastocisti si potrebbe ricevere 1' impressione, che il grado di distensione deU'ectoderma embrionario sia in rapporto di dipendenza coll' ampiezza del blastocele ; ma in realta questo non e ; vi sono blastocisti con ectoderma embrionario precocemente disteso e percio costituito da pochi elementi con ca- - 66 - vita assai ristretfca (vedi ad esempio la blastociste di Vespertilio murinus riprodotta nella fig. 4) ed altre con bottone ectodermico voluminoso e sporgente e con blastocele ampio ; quest' e appunto il caso delle tre blastocisti descritte a pag. 62, (fig. 5). II fattore che ha influenza sulla distensione dell'ectoderma erabrionario e, lo ripeto il periodo in cui avviene un rilevante aumento in ampiezza del blastocele. Se V ingrandimento del blastocele avviene in una fase precoce ed e rapido, il bottone centrale non ha avuto il tempo d'accrescersi, e d'altra parte questo non pud piu avvenire, durante la fase di estensione del blastocele ; la tensione rilevante che si stabilisce nella cavita, determina lo scorrimento delle poche cellule del bot- tone sulla volta della cavita stessa e l'ectoderma si appiattisce. Se invece i' ingrandimento del blastocele avviene tardivamente, il bottone centrale ha potuto acquistare un volume rilevante e la ten- sione nell' interno del blastocele, che in questi casi e di grado mi- nore, forse perche il liquido viene secreto piu lentamente, non ha piu effetto sulla forma del bottone centrale, e questo non distenden- dosi rimane sporgente in cavita. Cosicche al momento in cui si scava la cavita amniotica pn- mitiva, l'ectoderma embrionario e costituito da un numero di ele- menti molto diverso nelle singole uova ; piu scarso in quelle con ectoderma disteso, di fronte alle altre con bottone ectodermico spor- gente. E questa non e una supposizione, ma e un fatto facilmente rilevabile, e che appare anche dai dati che ho riportato sulla gran- dezza dell'area e rispettivamente del bottone embrionario. E quasi certo che queste differenze sono compensate piu tardi dalle estese degenerazioni cellulari che avvengono, come Da Costa ha dimo- strato, quando la cavita amniotica ectodermica si apre nello spazio trofo-ectodermico, oppure nelle blastocisti piccole da un piu attivo accrescimento, in periodi piu inoltrati, da parte dei blastodermi che si erano precocemente distesi. 67 - ISTITUTO ANATOMICO DELLA R. UNIVERSITA DI TORINO Sul nucleo accessorio d'origine del nervo abducente nei rettili Nota del dott. TULLIO TERNI, Assistente e Libera Docentc (Con 4 rigg. nel testo) E vietata la npfoduzione. Nella la edizione del suo trattato ('93) v. Gehuchten accen- na succintamente al fatto che nell' erabrione di polio non tutte le fibre del VI paio provengono dal nucleo classico in situazione dor- sale paramediana, ma alcune di esse nascono da cellule situate al- quanto ventralraente e lateralmente al nucleo principale. Dopo que- sta prima osservazione basata su preparati al cromato d' argento, Lugaro ('94) (l) ha collo stosso metodo dimostrato che parimenti nel coniglio alcune fibre del VI provengono da cellule situate in posizione piu ventrale e laterale di quella del nucleo principale. Successivamente Pacetti ('96) (2), in base a osservazioni su raa- teriale anatomo-patologico umano, ha interpretato come spettante al VI paio un gruppetto di cellule nervose situato a meta distanza fra nucleo del VII e quello classico del VI ; questo nucleo acces- sorio del VI non sarebbe pero nell' uomo costante. (') Lugaro. — SuU' origiue di alcuui nervi encefalici, (V, VJ, VII, VIII). — Arch, di ottal- molo,j., Vol. 2, 1894. O Pacetti. — Sull' origine dell' abducente. — Micerche fatte nel labor. oV anal. norm, di Jiwna Vol. 5, 1896. - 68 - Successivamente altri ricercatori (Siemerling e Boedeker ('97), Giannulli ('97), Panegrossi ('98), Kaplan e Finkel- burg ('00), Tsuchida ('06), Fuse ('12)), hanno toccato diretta- mente o indirettaraente la questione dell' esistenza nell' uomo di un nucleo ventrale del VI paio omologo a quello di Lugaro, a volta a volta sostenendone e negandone l'esistenza, oppure attribuendone la pertinenza all'abducente ovvero al facciale. In complesso, non esistono osservazioni sicure e concordanti sull' esistenza di un nu- cleo accessorio, situato a distanza del principale, per il VI paio nel- 1' uomo, e anche trattati moderni non la ammettono. Una nitida osservazione su base speri men tale e quella di v. Gehuchten nel coniglio ('98) (*). Questo autore ha praticato il taglio del VI paio e ha riscontrato cromatolisi in due gruppi di cellule nettamente distinti 1' uno dall' altro : un gruppo dorsale, che e il nucleo principale, e un gruppo ventrale, piu piccolo del precedente, situato in posizione intermedia fra nucleo principale, polo inferiore dell' oliva superiore e nucleo motore del VII paio. Senza dilungarmi per ora ulteriormente in questa esposizione bibliografica, diro che scarse e frammentarie, contrastate ed eterogenee sono le osserva- zioni sull' esistenza di un nucleo accessorio d6l nervo abducente, se se ne eccettuano i dati, per quanto assai sommari, di Van Ge- huchten e di Lugaro, rispettivamente suH'embrione di polio e sul coniglio. Hanno servito alle ricerche presenti circa 100 embrioni di Gongylus ocellatus, ben impregnati col metodo di Cajal per le neu- rofibrils, appartenenti ai piu svariati stadi fino alia nascita, tagliati in serie secondo var'i piani. Oltre a cio ho utilizzato encefali adulti dello stesso animale coloriti coi comuni metodi o col metodo Weigert. Per la descrizione dell'aspetto, della topografia e dei rapporti centrali del VI nel Gongylus, comincero dall' esame di embrioni a medio grado di sviluppo (corrispondenti circa alio stadio 123 e oltre di Peter (2) per la Lacerta a.). In detti stadi, pur essendo la configurazione del sistema del VI gia quasi identica a quella deflnitiva, pur tuttavia la forma ne e (') v. G eh ii tli ten. — Recherches sur 1' Origiue reelle des lierfs cranieus. I. Les nerfs mo- tears oculaires. — Journ. de Neurol., An. 3, 1S0S. (-) Peter. — Normeutat'eln z. Entwickl. gescli. der Zaueueideitise (Lacerfn agilis). In: KeibeV s Normentaf. z. Entwickl. d. Wirbeltiere, II. I, Jena. 1904. - 69 notevolmente piu semplice e raeglio analizzabile che non nell'adulto. II classico nucleo principale dell' abducente e, come al solito per i Tetrapodi, situato assai dorsalmente nell' oblongata, in contatto quasi con la superficie ventrale e laterale del fascicolo longitudinale raediale (vedi figg. 1 e 2). Forma una colonnetta continua che, da un livello corrispondente al polo caudale del nucleo motore del tri- IV %\~--°" x"—-/ "% [Nella riproduzione la grandezza di questa e delle successive figure venue ridotta a -V-i] Fig. 1. — Ricostruzione grafica di 6 sezioui sagittali dell' encefalo di uu embrione di Oongylus o., a uno stadio leggermente piu precoce del 123 di Peter (Lacerta a.). Delle 6 sezioni usate, 3 con- secutive erano prossiiue al piano mediano e contenevano il nucleo del IV paio, il nucleo princi- pale del VI e le radici piu rostrali del XII paio ; le altre 3, pure consecutive, cadevano alquan- to piii lateralmente ed a distauza dalle precedenti e contenevano il nucleo motore del V, il nu- m cleo accessorio del VI e il nucleo motore del VII paio. Questi 3 ultimi appaiono nella figura piii pallidi, perche rappresentati come se fossero visti in trasparenza. Coloraz. col met. Cajal. Ingr. 140 X circa. IV, radice del patetico che incrocia nel velo midollare anteriore ; n IV, nucleo del patetico ; n V, nucleo motore del trigemino ; VI, tronco periferico dell' abducente ; n VI, nucleo accessorio dell' abducente ; n VII, nucleo motore del facciale ; XII, radici piii rostrali dell' ipoglosso. gemino, si segue lino a una distanza di pochi decimi di y. dal polo rostrale del nucleo motore del faeciale, che gli e caudale. Le cellule sono mediocremente grandi, a forma stellata, con dendriti special- mente sviluppati verso 1' esterno. In complesso, assomigliano assai - 70 - a quelle che N. Beccari (11) (') ha raffigurato per lo stesso nucleo negli embrioni di Lacerta m. 1 neuriti descrivono un leggero arco con la convessita rivolta medialmente, prima di confluire nelle sin- gole radicole, che si dirigono quasi rettilinee ventralmente, con obli- quita laterale, verso l'emergenza (fig. 2). La radice del VI emerge per mezzo di poche radicole dalla superflcie ventrale dell' oblongata, in corrispondenza del colmo dell' arco che la superflcie stessa descri- ve (fig. 1) : per modo che la radice medesima e sifcuata quasi verti- calmente in un piano trasversale della testa (fig. 2). \ ' , / , ... .. .^v s. / .; - ■ *$% '\ ..... I C^ \ fflffl:. Fig. 2. — Sezione trasversa dell' oblongata di un einbiione di Gongylus o. in uho stadio eorrispoii- dente circa al 123 di Peter. Coloraz. col met. Cajal. Ingr. 240 X circa. c, radice cocleare ; v a, v p, radice vestibolare auteriore e posteriore ; YII s, radice sensitiva del facciale ; V d, radice discendente del trigemino ; a VI, nucleo accessorio dell' abducente ; m, nucleo raagnicellulare medio della aostanza reticolare ; g VII, ginocchio del facciale ; F, fa- scicolo longitudinale niediale ; n VI, nucleo principale dell' abducente. Non tutte le fibre radicolari provengono dalle cellule del nucleo principale. Nelle sezioni opportunamente condotte si distinguono chiaramente delle fibre le quali, provenendo da altra regione del romboencefalo, si uniscono alia radice del VI paio. Sono quest'ultime fibre assai grosse, che decorrono isolatamente o in fascetti ; la loro (') Beccari N. — La coafcituzione, i nuclei terminali e le vie di eonnessioue del nervo acustico nella Lacerta rauralis. — Arch. ital. di Anat. e di Embriol,, Vol. 10, 1911. - 71 - piu saliente peculiarity e di formare un gomito in corrispondenza del nucleo principale, per assumere la direzione della radice del VI e lasciare con essa il romboencefalo. Queste fibre provengono da un gruppo di cellule di forma assai caratteristica, il quale si trova situato in posizione affatto laterale e ventrale, medialmente alia radice discendente del trigemino, essendo quasi accolto nella conca- vita che il fascio della radice stessa presenta in sezione trasversa. i K v \ *NZl5?. VH- VK. X. L 'a VI Fig. 3. — Bicostruzione di 3 sezioni consecutive eseguite secondo un piano quasi orizzontale della testa in un embrione di Oongylus u. dello stadio indicate dalla fig. 1. Coloraz. col met. Cajal. Ingr. 110 X eirca. ?i VI, nucleo principale dell' abdueente ; V m, nucleo motore del trigemino; V, tronco perife- rico del trigemino; Vs, nucleo sensitivo del trigemino; V d, radice discendente del trigemiuo ; VII, nucleo motore del facciale ; F, fascicolo longitudinale mediale ; m, nucleo magnicellulare medio della sostanza reticolare (del rafe) ; aVI, nucleo accessorio dell' abdueente ; L, labirinto acustico ; G, ganglio di Gasser ; ms, nucleo magnicellulare superiore. II nucleo in questione, che non era mai stato descritto nei ret- tili, costituisce una colonnetta appiattita in senso dorso-ventrale, che da un livello caudale corrispondente al polo rostrale del nucleo motore del facciale (un po' rostralmente ad esso) giunge a breve distanza in senso caudale dal polo caudale del nncleo motore prin- cipale del trigemino. La colonna nucleare di questo nucleo acces- sorio ha presso a poco la stessa lunghezza della colonna costituente - 72 - il nucleo principale: soltanto e spostata leggermente in senso cau- dale rispetto a quest'ultimo (vedi fig. 1 e 3). Se si prolunga l'asse longitudinale del nucleo accessorio del VI rostralmente e caudalmente, noi vediamo che esso, rispetto alia superficie dell'oblongata, si trova situato piu lateralmente e piu superficialmente cosi del nucleo motore del V come del nucleo motore del VII paio. Si pud dire che nucleo motore del facciale e nucleo motoie del trigemino si trovino su di una stessa colonna ideale, la quale e situata in una posizione intermedia fra nucleo principale e nucleo accessorio dall'abducente (vedi fig. 3). Le cellule che costituiscono quest'ultimo posseggono una forma assai tipica che le distingue nettamente dalle cellule del nucleo principale, come da quelle dei nuclei motori prossimiori. Sono assai grandi e si impregnano con grande facilita col metodo Caial. La loro grandezza e, per dare un'idea relativa, maggiore di quella delle cellule del nucleo principale del VI e minore di quella degli elementi dei nuclei magnicellulari della sostanza reticolare. Han no tutte una impronta caratteristica, che e loro conferita dalla forma slanciata, multipolare, con due gruppi principali di dendriti fini e lunghi, di- retti l'uno lateralmente e l'altro medialmente. I singoli gruppi di den- driti laterali hanno la tendenza a procedere parallelamente e in fasci. I cilindrassi nascono di solito in corrispondenza della parte mediana della lunghezza della cellula e si riuniscono in gruppetti di due-quattro. Dopo un breve tratto di decorso rettilineo o lieve- merite ondulato, le fibre si sparpagliano alquanto formando delle leggere curve a convessita ora mediale, ora laterale, o delle volute, dirigendosi pero tutte verso il nucleo principale del VI, dove forma- no il gomito a cui sopra ho accennato, per gettarsi infine nella radice del nervo stesso. Anche allorquando hanno raggiunto l'orlo esterno dei nucleo principale, le fibre della radice accessoria, invece di for- mare un fascio compatto, procedono isolatamente o al massimo aggruppate a due o a tre per incurvarsi a svariata altezza entro il nucleo principale: talvolta dorsalmente ad esso, piu di rado ventralmente. Nel loro insieme le fibre provenienti dal nucleo accessorio decor- rono nel primo tratto del loro tragitto di fuori in dentro e dorsal- mente, nel secondo tratto confuse con le fibre radicolari del VI che si avviano alia loro emergenza. L'angolo formato dalle due porzioni fra di loro e di 75°-85°. Oltre alia curva fin qui descritta, ne risulta - 73 - un'altra determinata dal fatto che le fibre del nucleo accessorio, nel portarsi verso il nucleo principale, si dirigono leggermente anche in senso rostrale oltre che in senso dorso-mediale, perche, come abbiamo detto, il nucleo accessorio e situato un poco piu caudalmente del nucleo principale. Per conseguenza, nei tagli trasversali dell' oblon- gata, a meno di ricorrere a sezioni molto spesse, e difficile di se- guire una fibra in tutto il suo decorso dall'origine da una cellula del nucleo accessorio ad una radicola dell'abducente; molto meglio se ne domina invece la continuity in sezioni quasi orizzontali della testa, le quali taglino presso a poco longitudinalmente la colonna nucleare principale ed accessoria del VI e perpendicolarmente la radice comune del nervo stesso (vedi fig. 3). Se noi osserviamo piu minuziosamente le caratteristiche dei corpi cellulari, noi vediamo che i dendriti del gruppo lateral e sono assai sottili e numerosi, poco ramificati, raccolti in fascio come le setole di un pennello. I singoli pennacchi dendritici di cellule vici- ne mostrano una spiccata tendenza a decorrere l'uno vicino al- l'altro, in modo che tre o quattro e anche piu cellule possono costi- tuire coi loro ciuffi di dendriti laterali un unico fascio assai serrato. I dendriti di cui parliamo si dirigono verso la radice discen- dente del trigemino, in una zona che corrisponde circa al terzo ventrale delle fibre che la costituiscono ; poco prima di arrivarvi si sparpagliano alquanto e penetrano profondamente entro la radice stessa, ramificandovisi. Ho riconosciuto l'esistenza di fini fibre (non saprei dire se collaterali o terminali), provenienti dalla radice di- scendente del V, che si portano obliquamente frammezzo alia por- zione laterale dei dendriti e che spesso sembrano risalire questi ul- timi per perdersi in direzione del corpo cellulare. Torneremo in una prossima pubblicazione sul probabile significato di questi rapporti. I dendriti del gruppo mediale sono assai lunghi e ramificati e nulla di particolare mostrano anche ad un esame minuto. Ho potuto definire con molta approssimazione il numero delle cellule di questo nucleo, che e in media di circa 25; a un dipresso un poco meno che una quarta parte del numero delle cellule del nucleo principale (riferendoci agli stad'i embrionari che mi hanno servito per le osservazioni e per le conte). Aggiungero che le cellule del nucleo accessorio dell' embrione formano un gruppo che e assai addensato e ben limitato, tanto che non possono essere confuse con elementi vicini o non molto lontani, quali le cellule del nucleo sensitivo del V, le cellule del nucleo di De iters e gli ele- - 74 - menti del nucleo magnieellulare della sostanza reticolare (Cajal): coi neuriti di questi ultimi, che si portano dorsalmente e rnedial- mente descrivendo un arco, si vedono spesso incrociare ad angolo quasi retto le fibre della radice accessoria del VI (vedi fig. 2). In precoci stad'i embrionari che ho potuto esaminare (corrispon- denti circa alio stadio 74 di Peter per la lacerta), i neuroblasts che formano l'abbozzo del nucleo del VI, hanno una situazione an- cora affatto ventrale e alquanto laterale e non si mostrano raccolti in gruppi distinti. In stad'i di sviluppo alquanto piu inoltrati (corri- Fig. 4. — Sezioue Uasversale dell' oblongata di (jonyylus o. adulto, colorata col met. Weigert, con- dotta a livello dell' emergenza dell' abducente. Ingr. 65 X circa. VIII, nervo acustieo ; VI, nucleo principale del nervo abducente ; F, fascicolo longitudinale mediate ; V, radice discendente del nervo trigemino. spondenti circa alio stadio 94 di Peter) ho osservato spesso al- cune cellule situate lateralmente al nucleo principale del VI, sparse lungo il percorso delle fibre del nucleo acceaborio; di queste cellule e possibile di seguire il neurite entro la radice del nervo. Per quanto mi manchino esemplari coloriti col metodo Cajal appartenen- ti agli stad'i intermed'i fra i due ora nominati, pure io ritengo come probabile che nucleo accessorio e nucleo principale del VI paio si • - 75 - siano separati da un gruppo cellulare inizialmente unitario. Oltre al fatto or ora riferito, ricordo che nello stadio simile al 94 di Peter, il nucleo accessorio si mostra alquanto piu vicino (anche avendo riguardo della minor grandezza che posseggono i centri a questo stadio) al nucleo principale, cioe piu dorso-mediale e un poco piu lontano dalla radice discendente del V, che non in stad'i ulteriori. In periodi molto inoltrati dello sviluppo, fino alia nascita, noi non osserviamo che pochissime trasformazioni nella configurazione generale dei nuclei d'origine del VI. Le cellule del nucleo accessorio eonservano sostanzialmente l'aspetto che abbiamo descritto, pure aumentando alquanto di grandezza; oltre a cio vengono ad essere un po' allontanate Tuna dall'altra. Pero invariata rimane la sede tipica del nucleo e la forma degli elementi che lo costituiscono. La maggior distanza intervenuta fra nucleo principale ed accesso- rio, ha naturalmente per effetto di render piu difflcili a seguire nella loro continuity le fibre del nucleo accessorio fin entro la ra- dice principale, ed a cio contribuisce anche un certo disordine di decorso nel primo tratto delle fibre stesse. Per riguardo ai rapporti topografici, aggiungero che negli embrioni piu sviluppati il facciale motore emerge un po' caudalmente al VI paio oppure alio stesso livello, invece che un po' rostralmente, come si osserva in stad'i piu precoci. Alia nascita noi troviamo il nucleo accessorio e il nucleo prin- cipale coi medesimi vicendevoli rapporti illustrati ; soltanto, la rea- zione neurofibrillare assai meno netta permette d' illustrarli con minore abbondanza di particolari. Nell'adulto riesce meno agevole di rintracciare questi rapporti. In preparati col metodo Weigert e possibile (come mostra la fig. 4) di riconoscere una porzione della radice accessoria del VI paio che s' incurva nel nucleo principale per gettarsi entro la radice del ner- vo stesso. Difficile e pero di seguire nella stessa sezione od in se- zioni vicine il decorso completo di queste fibre fino alia loro origine dal nucleo accessorio, dato il loro scarso numero, la loro sottigliez- za e 1' andamento loro un po' sparpagliato. In serie di cervello adulto di Gongylus colorate col carmallume od alia Nissl, ho potuto riconoscere il gruppetto di cellule del nucleo accessorio nella identica posizione che ha nell' embrione : cioe in prossimita della radice discendente del V e a un livello leggermente caudale al nucleo principale del VI. - 76 - In una prossima pubblicazione (*) illustrero piu ampiamente la configurazione centrale e periferica del VI paio nei rettili, riferiro dati analoghi basati sullo studio dl altri vertebrati e portero un primo contributo al significato funzionale del nucleo accessorio del- 1' abducente. Febbraio 1921. anno. (') Di cui un riassunto compare nel « Qiornale dell' Actad. di medic, di lorino » del corrente .-ocgo- Avvertenza Delle Comunicazioni Original! che si pubblicano nel Monitore Zoologico Ualiano e vietata la ripioduzione. Gosimo Cherubim, Amministratore-responsabile. Firenze, 1921. — Tip, L. Niecolai, Via Faenza, 52. Monitore Zoologieo Italiano (Pubblicazioni Italiane circa. Fig. 4. — Ulteiiore studio di sviluppo delle app. pil. divenute digltiformi e abbraccianti il ristringi- meuto pilorico dello stomaco X 50. Fig. 5. — Stomaco preparato a secco di trota ad nit a, con due anse intestiuali. Si vede al lato supe- riore la vescica idrostatica col dotto pneuraatico, e, subito dopo il piloro, le numerose appendici nel loro completo sviluppo. Impiccolito di circa Vo • Fig. 6. — Priiuo stadio di formazione delle appendici piloricbe. Sezione longitudinale di intestino. subito dopo lo stcraaco, stesso etadio della fig. 3. All' interuo, i tubi glandulari son tutti eguali ad un lato ; all' altro due protrudouo con la tunica intestinale, costitueudo il primissimo abbozzo delle appendici X 100. Fig. 7. — Stadio piu avanzato di formazione delle a. p. Sezione longitudinale dell'tintestino vicino al piloro, in trotella di oltre cm. 2 Vo di lungbezza. Preparato assai dimostrativo. Alcuni tubi son ueir interno, altri protrudouo, piu cbe nella figura precedeute, costitueudo vere appendici di- gitiformj X 10°- Fig. 8. — Stadio ancor piu avanzato. Sezione trasversale dell' intestino vicino al piloro, in trotella di oltre cm. 21'. di luughezza. Alcnue app. sono tagliate longitudinalmeute, altre piii lungbe e oblique, trasversalmente, come alcuni dei tubi interni uelle tig lie ; X 120. Fig. 9. — Sezioni di appendici in ulteiiore stadio, dicotoiue o tricotome. Fig. 10. — Sezione trasversale di un' appendice pilorica in trota assai giovane. L' epitelio interno e ancora liscio, senza piegbe X 80. Fig. 11. — Sezione trasversale di una appendice pilorica di trota adulta piuttosto piccola. Si vedono le piegbe interne, coperte di epitelio, ma seuia glandule, X 60. - 82 - Gli organi tergo-addominali di Naucoris cimicoides L. N o t n prelim in are del dott. ANGELO GAROL1 (Con 2 figure). E vietata la riproduzione. Occapato a segaire lo sviluppo larvale delle specie di Gorixa viventi nel lago-stagno di Astroni, mi capitarono, tra il materiale planctonico, alcune spoglie larvali di Naucoris cimicoides L. Rivolsi quindi la mia attenzione su di esse per accertamii se alcuni organi speciali, notati e ancora discussi nei Corissidi, mancassero davvero, come da qualcuno era stato affermato, negli affini Naucoridi. Nolle larve di qaalsiasi eta di tutte le specie di Corixa, in cor- rispondenza del 3°, 4° e 5° tergite addominale, si osservano delle impronte a forma di alette, scoverte dal Kunckel d'Erculais (1895). Questo an tore ritenne le formazioai in parola come glandole e quindi avvicino i Corissidi ai Cimicidi, staccandoli da tutte le altre famiglle (Naucoridi, Nepidi, Notouettidi) del gruppo degl'Idro- coridi, che e appunto caratterizzato dalla mancanza di ghiandole dorsali. Alcuni anni dopo, il Guide (1902) in una elaborata monografta sulle ghiandole dorsali dei Rincoti, ne ammise la presenza soltanto nei Geocoridi e recisamente le nego negli'Idrocoridi tutti, riguardando le impronte tergali quali punti d'inserzione di muscoli addominali, senza portare alcun dato di fatto a sostegno della sua tesi. L'Abbott (1912), che studio lo sviluppo di Ramphocorixa bala- nodis, si fermo a considerare queste notevoli impronte e, pur uni- formandosi all'ipotesi del Kunckel, non nascose i suoi dubbi, asse- rendo che l'argomento meritava di essere meglio studiato. Le mie ricerche mi hanno condotto a conclusioni ben diverse. Riservandomi di esporre in uii prossimo lavoro quanto in merito - 83 - riguaida le Corixa, in questa nota mi occupero brevemente solo degli organi tergo-addominali di Naucoris cimicoides L. Anzi tutto devo far notare che il Kunckel d'Erculais ha senz'altro negato la presenza di impronte dorsali nelle larve di Naucoridi; e dire che nella specie da me studiata, la piu comune anche, questi organi sono assai piu sviluppati che nelle larve di Corixa ! Pig. i. Situazione degli organi dorsali X 10- II Guide, poi, scrive che in tutti gli Idrocoridi, eppero anche in Naucoris, al posto, dove nei Geocoridi si trovano i pori ghian- dolari, si riscontrano soltanto macchie brune, alia cui faccia interna s'insenscono esilissimi muscoll addominali. Anche il Guide, adunque, e stato superiiciale nelle sue osservazioni. Fig. 2. — Uu organo dorsale isolato molto ingrandito V 120. Infatti, osservando una spoglia larvale di Naucoris cimicoides L. anche a debole ingrandimento, risaltano immediatamente sul terzo tergite due grossi pori simmetrici, che immettono in due cospi- cui sacchi alqnanto allungati, con asse maggiore obliquo in avanti e later almente (Fig. 1). - 84 - L'aspetto particolafe, a sacco, di queste fbrmaztoni aprentisi all'esterno con pori piuttosto grandi (Fig. 2), indurrebbe subito a pensare a ghiandole pluricellulari, certamente non ad inserzioni muscolari. Perche organi cosi sviluppati dovrebbero dare attacco a pochi gracili muscoli? E a che scopo allora la presenza di pori? Anche l'ipotesi della natura glandolare di questi organi, am- messa dal Konckel e seguita dall' Abbott, dev'essere scartata. Io non ho potuto fare osservazioni istologiche sulle larve di Nauco- ris cimicoides L., avendo avuto in esame soltanto spoglie, ma sono in grado di affermare che non si tratta di organi secretori, da quanto ho veduto chiaramente sugli organi similari di diverse Corixa: in corrispondenza di questi organi sacciformi, dovuti a semplice intro- flessione del tegumento, l'ipoderma che li riveste presenta in tutti i punti una struttura uniforme, squisitamente sinciziale, senza che vi sia il piii lontano accenno a un differenziamento in cellule glan- dolari ; la cavita di questi sacchi e seinpre vuota, non vi ho mai riscontrato sostanze, che avessero potuto tar sospettare un secreto. Particolari piu precisi verranno illustrati nel lavoro sullo sviluppo larvale di Corixa. Ho ferma opinione che questi organi tergali addominali siano organi aeriferi e che entrino in azione per regolare il galleggiamento e i movimenti d'innalzamento o di affondarnento delle larve in acqua. Napoli, Istituto Zoologico della R. Universita. - 85 - R. ISTITUTO DI ZOOLOGIA IN FIRENZE Sulla Channa ocellata Peters e il suo organo respiratorio soprabranchiale Nota di A. SENNA (Con 4 figure) 6 viotata la riproduzioue. La mia atlenzione su questa specie, di cui alcuni esemplari erano conservati da molti anni fra il materiale da determinarsi nel Museo di Firenze, fu richiamata dapprima da una nota del racco- glitore, F. Perfetti Ricasoli, nella quale era detto che questi pesci d'acqua dolce, provenienti dalle cascate dei ruscelli che seen- dono dai monti del Kwang-tung (distretto di Canton) sono portati sui mercati e designati col nome di Wu-yu dai Cinesi, i quali usano dire ch'essi di giorno boccheggiano al sole, di notte alia lima. Questa curiosa espressione riusci a me chiarita colla determi- nazione degli esemplari uhe ho riferito alia Channa ocellata Peters : si tratta quindi di Ofiocefalidi e 1' espressione anzidetta allude cer- tamente al costume di questi pesci di risalire ad intervalli alia su- perficie dei ruscelli e dei bacini d'acqua che sono la loro abituale dimora per inspirare direttamente aria atmosferica. Ricordo all'uopo che le abitudini anflbie degli Ofiocefalidi in ge- nere sono ormai ben note ; essi oltreche poter vivere per un note- vole periodo di tempo fuori del loro abituale elemento, e ne usu- fruiscono normalmente per la ricerca del cibo e per trasportarsi da un bacino all'altro, " never obtain air for any length of time from the water alone „, come scrive il Day dietro esperienze, " but re- quire it direct and indiluted and if unable to inhale atmospheric air are simply drowned „. Ad identiche conclusion! giunge pure spe- - 86 - rimentalmente il Dob son (') e d' altra parte ricerche anatomiche hanno confermato che la cavita soprabranchiale non funziona a guisa d'un serbatoio d'acqua per inumidire le branchie qnando il pesce e all'asciutto, come si riteneva da Cu vier e Valenciennes, Owen, Giinther e di recente ripete l'Oshima, ma contiene soltanto aria che e usufruita direttamente per la respirazione (Zograff, G ri- gor i an). La fam. Ophiocephalidae comprende due soli generi : Opliioce- phalus Bloch e Channa Gron. Del primo si conoscono numerose specie distribute dal Belucistan all' India e alia Cina, da Ceylan al- l'Arcip. Malese oltreche in Africa: della conformazione deli'organo accessorio per la respirazione si hanno notizie in Cuvier e Valen- ciennes e il Grigorian ne indico la struttura in 0. punctatus Bl. II gen. Channa, distinto dal precedente per la 'mancanza di pinne ventrali e di appendici piloriche e parimenti 'provvisto d'un orgauo accessorio per la respirazione, ma di esso flnora si e solo accennata la presenza, donde il mio proposito di dime con qualche dettaglio per quanto mi e consentito dallo stato di conservazione dei [miei esemplari. Delle tre specie di Channa che furono descritte, la C. orien- talis Bl. Sch. e delle acque dolci di Ceylan, ma e probabile che tro- visi anche a Giava e si debba riferire a detta specie, secondo Vin- ci guerra, per la completa assenza di pinne ventrali, V Ophiocepha- lus apus Canestr. La seconda specie del genere, C. ocellata Peters, alia quale riporto i miei esemplari, fu descritta nel 1864 e ne ri- mase ignorata la provenienza per lungo tempo : solo di recente e riferita dalla Cina e menzionata dallo Oshima per confronto coi ca- ratteri della terza specie C. formosana .lord, e Everm. propria del- 1' is. Formosa, ove e uno dei pesci piu comuni negli stagni e nelle pozzanghere. Le tre specie anzidette si possono facilmente distinguere nel modo seguente : Palatini dentati D. 34, P. 14, A. 22. Lin. lat. 41 C. orientalis Bl. Sch. „ „ D. 44, P. 16, A. 27. Lin. lat. 54 C. ocellata Peters. Palatini non dentati D. 44, P. 14. A. 27. Lin. lat. 54. C. formo- sana Jord. Everm. (') Dobson ricorda parioienti che « the faculty of living out of water, or when the gills are kept in a moistened condition only, not only for hours, but in some cases for days, posseded by many species of Symbranchidae, Labyrinthici and Ophiocephalidae especially, is not alone a wonderful provision of nature enabling these animals to resist the prolonged droughts of the countries they are found in, but is also of the greatest importance to the inhabitants of these countries who are well acquainted whith their vitality out of water and take advantage of it in transporting them long distances and in being able to maintain their supply fresh till required for use ». - 87 - I miei esemplari cinesi cli G. ocellata Peters hanno una lun- ghezza totale da 12-15 cent., esclusa la C. e concordano per quanto riguarda i rapporti di proporzione, la forma del corpo, deile pinne, le fascie a V, il decorso e il numero delle squamme della linea la- Lerale e di quella trasversa con quanto e detto dal Peters nella descrizione della specie, non e quindi necessario soffermarcisi. L'organo accessorio per la respirazione di questa specie consta, per usare a scopo di confronto quei termini che il Grigorian adopera in Ophiocephalus, di una tasca dell'apparecchio labirintico (Labyrinthapparattasche) di un apparecchio labirintico prop. d. (La- byrinthapparat) e di an processo dell' iomandibolare. Esso e posto ai lati e dietro il capo, il che implica un allargamento di alcune ossa del cranio e precisamente vi concorrono da ciascun lato il frontale, lo sfenotico, il parietale e il pterotico, i quali formano una volta che delimita superiormente la cavita contenente la tasca del- l'apparecchio labirintico; il lato interno e dato dal prootico e dal- l'occipitale laterale, mentre qnello esterno e costituito dall'iouian- dibolare, dai metapterigoidi e parzialmente dagli opercolari. La cavita e rivestita da una mucosa in continuazione con quella che tappezza la porzione faringea del cavo boccale, ma essa diventa libera a guisa della parete d'un sacco, dorsalmente ove e contigua colle ossa del cranio che formano la volta della cavita e posteriormente dietro i faringei superiori. Questa porzione libera, se si mette a nudo asportando le ossa della volta craniale ha l'aspetto di un cul di sacco ovalare allungato, piu stretto davanti, e cioe sotto lo sfenotico, che posteriormente, dietro i faringei superiori, e la sua lunghezza, in un esemplare lungo cm. 13,5 e di cm. 2 per una massima larghezza di cm. 0.6. Le sue dimensioni risultano quindi notevoli rispetto a quelle dell'apparecchio labirintico pr. d., di cui diro or ora, in contrapposto di quanto ha luogo nei pesci la- birintici {Anabantidae, Osphronemidae). L'apertura della tasca (fig. 1) vista dal disotto, mettendo alio scoperto ventralmente la cavita boccale e quella branchiale, si pre- senta coll'aspetto di una larga fessura a decorso angoloso che si inizia un poco avanti la porzione dentata del parasfenoide e si estende di dietro al livello del margine posteriore del faringeo su- peridre; essa e quasi suddivisa in due porzioni: nella anteriore fa sporgenza un processo laminare dell'iomandibolare ; nella porzione posteriore si protende obliquamente l'app. labirintico derivato dalla trasformazione dell'epibranchiale del 1° arco. La posizione che quest'ultimo puo assumere non chiude in nes- - 88 - sun caso l'apertura della tasca respiratoria, risulta quindi ben evi- dente che la tasca stessa, aperta aH'ingiu, non pud contenere del- l'acqua. II processo laminare dell'iomandibolare, del quale nella fig. 1 non e visibile che il lato ventrale, e careniforme, sorge sulla super- ficie interna di quello e s'addentra verticalmente nella tasca re- spiratoria; il margine libero dorsale e quasi tronco, obliquo quello interno; entiambi e il margine inferiore sono provvisti di un orlo ispessito di mucosa: le dimensioni del processo sono mm. 5,5 di lunghezza per mm. 3,5 d'altezza. ■f'F- --V\""'' Fig. 1. — Orgauo accessorio per la respirazioue di Oh. ocellata dal lato ventrale. 1. Aportura della cavita. 2. Processo dell'iomandibolare. 3. Appar. labirintico, di cui e visibile solo una porzione della lamina che si addentra nella cavita ; cb. ceratobranchiale del 1° arco spostato all' indietro. 4. porz. dentata del parasfenoide. 5. piastra dentata del faringeo sup.. 6. Denfi vomerini. 7. Den- ti palatini. L'apparecchio labirintico pr. d. consta d'una parte ossificata, che e la trasformazione deU'epibranchiale del 1° arco, e di un largo margine di mucosa riccamente vascolarizzata (fig. 4). La porzione ossificata (fig. 2-3) e una lamina sublanceolata, larga alia base d'impianto {mb) del foglietto branchiale mm. 6, lunga mm. 8; la porzione distale che e prolungata ed eccentrica termina tronca e serve da inserzione ad una asticina stiliforme (s) che funge da sospensorio dell'apparecchio labirintico; essa infatti raggiunge il fondo della tasca, ne trapassa la parete e si connette al pterotico. La lamina presenta lateralmente un rilievo costiforme a doc- cia {d), slargato e smarginato alia base, che si inizia all' articola- - 89 - zione della lamina stessa col ceratobranchiale e si prolunga fino alia porzione terminate della medesima ; la superficie della lamina non e piana ma sinuosa, il margine esterno forma anzi un angolo largamente ottuso rispetto alia linea d'impianto costituita dal ri- lievo costiforme gia accennato e la lamina, non e neppure integra presentando alcuni forami (/) die sembrano variare per numero e dimensione ; infine la superficie si mostra aspra di denticoli specie lungo i lati del rilievo a doccia. If'-g^ f // Fig. 2, '.!. — Lato esterno e interim dolla lamina dell'app. labiriatico ; mb. margine basale ; me. mar- gine esterno ; d. rilievo costiforme a doccia; /. forami; gd. glomeruli dentati iudipeudeuti perd dalla lamina percne impiantati sulla mucosa; n. asticina di sospeiisione dell'apparecchio . II rivestimento mucoso della lamina, piuttosto basso in pros- simita del foglietto branchiale ove si impiantano alcuni glomeruli dentati di grandezza diversa si ispessisce successivamente sporgendo dai margini della lamina a guisa di un alto orlo e da in definitiva alFapparecchio una forma falcata coU'estremo distale largamente arrotondato e volto all'interno (*). Nelle sue linee general], se non nei particolari, l'organo respi- ratorio soprabranchiale di Channa risulta quindi costruito sul mede- simo tipo che in Ophiocephalus : vi sono presenti le stesse parti, e si ritrova pure la caratteristica della notevole grandezza della tasca rispetto alio sviluppo della lamina dell'app. labirintico e del pro- cesso deU'iomandibolare. Cio era supponibile trattandosi di due generi d' una stessa famiglia. Ma se il piano di costruzione e identico, (') La fig. 4 ('■ stata diseguata a luce ritiessa Vi da notizia soltanto del lavori pubblicati in Italia. A. - - PARTE GENE R A L E. I. 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(Continuazione e fine; vedi N. 3 t). Dott. LUIGI GASTALDI. Aiuto E vietiltil hi ripioiliizions. IH. Correlazione fra caralteri o fenomeni. Garatterizzata cosi coi suoi parametri una seriazione di individui, vediamo come .-.i possa con- frontare questa seriazioue con altre. Due caralteri fluttuanti sono detti correlalici quando a tutte le variazioni dell'uno corrisponde una variazione delTallro in un senso e con una intonsita defmita. I simboli biometrici ci permettono di pre- cisare e di tradurre sotto la forma di una formula algebrica le rela- zioni che legano le deviazioni medie di due caratteri fluttuanti studiate simultaneamente su una popolazione omogenea. Si riesce con questi procediroenti ad esprimere la correlazione mediante una cifra, e a valutare I'intimita dei legami con un solo coefticiente numerico, cio che lacilita la comparazione. La prima cosa da farsi e di distribuire i valori delle misure da mettersi in correlazione in una tabella a doppia entrata che dicesi ta- bella di eorrelaziovte (o di contingenza). In essa, selezionati gli individui sulla base di un carattere che dicesi soggetto, selezioniamo poi V altro carattere, chiamandolo relalivo. La seguente tabella ci da la correla zione fra la statura e il peso della glandola tiroide nei maschi adulti tiorentini : - 102 - + Pesi tiroidel 00 o :l lo 2o lo In 2o 1(1 1,, 37 1C.').1 — 170 If, 2:i 4i 4„ 3, u li l.i 1; 1« lio 25 170.1 - 175 lo 14 '■h 2„ 12 14 Ifl 1(1 17'), 1 — 180 lti If) lis 133 4 16 7 18 I 15 1/8 10 6 + II totale generate della colonna orizzontale dei totali parziali e quelle dolla colonna verticale devono naturalmente essere identic!. Gia una pri- ma idea della eorrelazione puo tarsi da questa tabella, in quanto la cor- relazione piii 0 nieno perfelta e tradotta dal fatto che in ciasenna co- lonna o su ciascuna linea, la cifra piii elevata della serie e piii o meno vicina ad una delle diagonali della tabella. 11 comportamento che piii frequentemente ricorre nel campo delle osservazioni biologiche e che i piii grandi valori sey;uano da vicino le diagonali (correlazione imper- fetta). E inv.ece mancante quando le maggiori frequenze di combinazio- ne resultano ordinate in due serie ortogonali incrociantisi press' a poco nel mezzo dello schema, interne a cui piu o meno simmetricarnente ven- gono ad aggrupparsi le minori frequenze. Da una simile tabella si puo passare a calcolare il eoefjiciente (0 indice) di correlazione. Gal ton ne aveva dato un metodo di calcolo, ma non essendo questo scevro di difetti, Pearson lo sostitu'i colla for- mula di Bravais (*). II coefliciente di correlazione, r, si ha cioe facendo la somma dei prodotti delle deviazioni dei valori individual! di ciascun soggetto dal la media della propria classe, per le deviazioni dei relativi nella classe corrispondente. e dividend*) per il numero degli individui moltiplicato per lo deviazioni medie di entrambi le serie di classi, cioe v (x- X){y - Y) dove x — X e la deviazione del soggetto j- 11 rjx Oy (') Bravais A. — Anilyse matheraatiqae sur lea probability ties erreurs de situation d' un point. — item, prexentts par dieerses savants a I' lead. A'"//, de Sciences de Vlnstit. de France, '/'. IX ParU, is in. - 103 - dal valore medio X (X inveca del simbolo M): v-Y il corrispondente per I'altro carattere/ e 0 2 + 4 1 — + 1 4 2 + 2 1 1 — 4 1 + ^ 1 i — i — + 1 — 1 — 1 1 — + 1 — 1 — 1 1 26 + i 46 f(x-X1) (y-Y1) + 15 12 24 7 16 30 15 20 33 176 10 18 32 60 A questo pu'ito si fa un controllo per venticare di non aver lascialo dei casi. Abbiamo qui 46 -f- 26 = 72, Mancano cioe 50 casi a 122, ma 50 e la somma delle frequenze delle due classi di partenza 37 -4- (15 — 2). Alt biamo cosi considerate tutti i 122 individui e trovato 1 (x — X') (y — \") — 105 — = -f- 176 — 60 = -f- lit). Basta ora applicare la formula di r per avere 1 / 116 N F = lj47 X 3,85 ( 122 " (-°'37)(0'16) j = °<170 (°'95° + °'0592) = = 0,1776192. Anche per il coefficiento di correlazione va calcolato Verrore pro- habile culla formula di Pearson e Filon (*): 1 — r2 E (r) = ± 0,67449 . V/n Quando si tratta di due o pin indici di cui si debba trovare il eoef- ficiente di correlazione pu6 accadere che avendo gli indici un ugual de- nominator, si abbia una correlazione spuria fra gli indici (fausse cor- relation, spurious correlation). In questo caso second o Pearson (2) dato che v sia il coe/Hciente di correlazione dell'oggetto a, r, di b, v3 di c, v 2 esiste tra essi la correlazione spuria re = — - — — - — — , e questo valore r0 va sottratto da r per avere la vera misura della correlazione organica nel caso di indici. Inoltre negli studi comparativi per slabilire il rapporto reciproco tra due grandezze e da calcolare la diff'erenze di tipo. Per caratteriz- zare questo rapporto si adoprava prima semplicemente la ditferenza tra i valori medi di entrambi. Ma Mo Hi son e Poniatowski dettero la 5 4-5. formula D = 100 |M,-M„| — — 2\ dove M1 e M, sono i due valori medi rispettivi, e g1 e t, le corrispondenti deviazioni medie. Sono questi i principali calcoli da tarsi e nell' ordine dato allorche si studi quantitativamente un fenomeno biologico. Essi possono facilitarsi coll'uso di tavole di calcoli fatti,come quelle di Crelle, Claud el (s-4), Fer- rero. Davenport (I. c), ecc. o coll'uso di macchine calcolatrici, co- me il « Comptometer » della Felt and Tarrent Manufacturing Co., Chi- cago; la « Burroughs Adding Machine » dell'American Arithometer C. St. Louis; la « Standard Adding Machine » (St. Louis), la « Monroe » (New-York); il « Baldwin Calculator » della Spectactor Co., New- York: la « Brunswiga » di Grirnme, Natalis und Co, Brunswick; 1' « Adix » (Adix Company, Mannheim); 1' « Odherns Arithometer » di W. T. Odhner, (') Pearson K. anil Filon L. N. G. — Ou the Probabl Errors of frequency Costauts aud on Inrtiience of Random Selection an variation and Correlation. — Phil, trans. Roy. Sue. London, OXC1 A„ p. 220-3 1 1, 1S98. ('-) Pearson K. — On a Form of Spurious Correlation wich may Arise when Indices are used in the Measurement of Organs. — Proc. Itoy. Soe. London, LX, p. 489-498, 189'. (3) Crelle A. L. — Tables de caleul on se trou vent les multiplication et les division toutes faites de tous les uombres an dessous de mille. — Berlin, Iieimer, ed. stereot. (<) Clan del J. — Tables des caries et des cubes des nombres entiers successifs de I a 10.000 — Paris, V. Dunod. - 106 - St. Petersburg, la « Dalton » ecc: infine 1' uso delle tavole di logaritmi (Lalande, Kohler [*]. Davenport [1. c], ecc), semplifica le opera- zioni da eseguirsi. Contro la Biornetrica si levarono piii voci di critiea. Anzi tutto i suoi calcoli piii astratti. lo riconosce anche Pearl (I.e.), professore di Bio- metrica a Baltimora, non possono essere compresi dai biologi senza uno studio lungo, attento e penetrante, e del resto senza uno studio speciale non possono essere appresi neanche i piii.semplici. INla Pearl giusta- stamente aggiunge che anche l'uso degli apparecchi che si richiedono dagli sperimentatori, la tecnica microscopica e Ja tecnica operatoria non si acquistano senza uno studio preliminare e senza la pratica, spinta fino alia maestria. In un prirao periodo di entusiasmo forse si esagero da parte dei sostenitori o si attese troppo dagli spettatori, che rimasero delusi dopo la speranza di ottenerne delle maraviglie: si considerava la Biornetrica come una scuola di filosofia biologica, e non come quello che e realmente, cioe un metodo di ricerca. Una delle accuse maggiori t'u che essa non considera che i fenomeni di massa e trascura lo studio dettagliato deH'individuo; accusa che riposa sopra una completa incom- prensione del punto di vista biometrico e che ne ha impedito quel largo uso che i biologi avrebbero potute tarne, sebbene adesso vada sempre piii prendendo piede in ogni campo. Oosi pure Pearl (*) ribatte l'as- serzione che nessuna costante statistica possa essere piii esatta dei dati su cui riposa. Del reslo un metodo scientilico che dia dei resultati cor- retti e ancora da trovare, e sotto queste punto di vista la postzione della Biornetrica non e peggiore di quel la del metodo sperimentale. An- che Volterra e d'opinione che questi studi matematici, che egli saluta con gioia, appartengono ad un primo periodo di orientamento. Invece una descrizione che non dica nulla della grandezza dell'oggetto desci-itto, manca di un elemento di prima importanza, come una esperienza che non tien conto dell'errore probabile puo condurre a resultati erronei. Lord Kelvin (:1j disse: « io dico spesso che quando potete misurare cio di cui parlate ed esprimerlo con numeri. voi ne sapete qualche cosa ; ma quando non potete misurarlo, ne esprimerlo con numeri, la vostra conoscenza e scarsa e non puo soddisfarvi. Potra essere il principio della conoscenza, ma non si e. ancora alia fase della scienza, qualunque sia l'oggetto dei vostri studi ». Pertanto i biologi hanno con questi metodi un'arma importante di analisi con cui esser piii precisi e esatti nolla descrizione. ma non pos- siamo pretendere da questi mezzi matematici, per quanto fini, I'impos- sibile, e cio per la semplice ragione che i dati da cui partiamo sono I1) Kohler T. — Manuale logavitmico-trigouoiuetrico. — Lipsia, Tamehnitz, 1S92. p) Pearl. - Auier. Natur. — Vol. XLIII, p. 23S-340, 1909. (a) Lord Kelvin. — Electrical Units of Measurement. — Popular heel, and Ad/retse*. Vol. I !'"■'■ ':!- - 107 - greggi e soggetti a cause d'errore molteplici, e non si puo mettendo del granturco in una macina, per quanto perfetta essa sia, attenderci di ricavarne eandido fior di farina. Cosi dobbiarao esser eauti nel dedurre in ogni caso con questo solo mezzo delle « leggi » assolute, tanto piu trattandosi di organismi che dall'inizio del loro costituirsi fino alia loro morte sono sempre « sul divenire », non essendo mai uguali a se stessi, ma in continua fatale trasformazione. La Biometrica, dice a ragione Pearl, va integrata col metodo spe- rtmeniale, e allora con essa abbiamo il vantaggio oitre che di mostrare la portata e I'enorme importanza del concetto dell'errore probabile. di esten- dere il metodo descrittivo, che ha per unita l'individno, dandoci invece la descrizione di un gruppo come un tutto nei suoi attributi e qualitii di gruppo (costanti biometriche). Cosi facendo si ottengono resultati che altrimenti sfuggirebbero,come ho dovuto constatare io stesso studiando la glandola tiroide e la surrenale, nelle quali certe interpretazioni altrimenti oscure, sono balzate fiiori coH'uso di questi metodi, e come recentemente accadde a Bellussi (1910) che con essi studio i tipi cranici meglio che col metodo descrittivo di Sergi e di Ottolenghi, precisando nuovi rap- porti morfologici e mettendo in evidenza una nuova sottovarieta cranica. L'osservazione diretta cosi fatta delle variazioni dei caratteri condurra, e lecito sperarlo, alia determinazione delle cause probabili delle varia- zioni stesse, ma deve esser verilicata sempre con ricerche sperimentali (Gamerano, 1902). Sergi (1012) per quanto ritenga unico mezzo di comparazione sicuramente certo quello analitico della singola individua- lita (che egli stesso erode sara giudicato da ({iialcuno come esagerato ), e dica che anche i primitivi metodi statislici non siano del tutto di- sprezzabili, deve pero ammettei'e che la Biometrica e ottimo aiuto nella determinazione dei fenomeni della variazione. Concorde col Sergi quando dice che non si deve abiisare del calcolo, il che ci porterebbe ad un errore assai grave, perche se il calcolo integra la descrizione deterniinandone Testensione, ci allonlaneremuio allora dalle proprieta mort'ologithe delTindividualita per fame delle entita astratte. E inoltre aggiungo che il calcolo non deve essere sforzato a servire a conclusioni preconcette. Inoltre Sergi afferma che il calcolo non permettera mai di indicare qualita. ma quantita. Anche Blari nghem (1. c.) richiama Tattenzione sull' estensione per lui errata di questo prezioso strumento di lavoro a dei caratteri discontinui qualitativi che sono fuori del suo dominio, per es. il colore de- gli occhi e altri, studiati specie correlativamente. con un metodo trovato da Pearson ('), per cui egli ideo anche uno speciale « coefliciente di contingenza »(L>); mentre la continuita e una condizione essenziale (') Pearson K. — Mathematical contributions, ecc. VII On the correlation of Characters not Quantitatively Measurable. - 1'hil. Trans., A. VXCY, p. 1-47, 10 aug. 1900. (2) III. — Drapers Company's Research Memoirs, n. I, London 1914. - 108 - della sua validita; come pure deplora Fuso delle formnle algebri- che alio studio di qualita psiebiche ('), per es. in Italia tu usato dal- TUfflcio psico-flsiologico di Torino [Saffiotti], da Azzi ecc), essendo lontani dall'aver unanimita sul soggetto della loro inisura, e occor- rendo utilizzarne i resultati colla piii grande circonspezione. Metodi Ualiani. a) Metodo Schiaparelli. In fisico-matematica e noto il metodo dell'analogia. Un model lo meccanico di un fenomeno e (Vol terra) un apparecchio che viene architettato senza preoccuparsi se nella sua essenza abbia rapporto alcuno col t'enomeuo stesso, ma e co- struito culla sola condizione clie quando sia posto in moto, certe sue parti si spostmo seguendo le stesse leggi colle quali cambiano altret- tanti elementi variabili nel fenomeno: olementi cbe si assumono quali pa- rametri fondamentali di esso. Scb i a pa re Hi (1898) tenlo costruire un modello geometrico atto alio studio delle forme organiche e della loro evoluzione. Cerco slabilire un parallelo fra il mode con cui possono classificarsi le curve apparlenenti ad una stessa famiglia e un sistema qualunque di enti della natura organica aventi certi caratteri comuni e raccolti sotto una medesima divisione. Fu criticato da Emery (1899). b) Metodo di Andres. Nello studio degli animali occorre stabilire un piano uniforme di inisura per tutte le specie ; non far lavori specio- gralici per cui molti lavori faunistici sono solo aridi inventari, senza i criteri fondamentali dei metodi statistici, per poterli comparare e quin- di studiare le variazioni negli animali. Per seguire lo sviluppo dei vari caratteri e interessante farlo col variare della mole dell'animale. An- dres pose come base che il corpo deH'animale sia in ogni caso uguale a 1000 parti, e indico con millesimi ledistanze in esso misurate; poi colla proporzione L: 1000: : /: x (dove L e la lnnghezza totale del corpo e / una lunghezza parziale) ridusse tutte le serie di millimetri concreti in millimetri astratti (millesimi somatici, o rnillisomi), e costrui all'uopo un « somatometro » Warren (2). aveva usato un metodo simile a quelle di And res. c) Metodo Camerano. Pur ritenendo matematicamente irre- prensibili i metodi biometrici, Camerano li trovo condurre a sintetiz- zare in una cifra sola troppe cause che operano sulle variazioni di un carattere; riporto le critiche di Coutagne (a) a Pearson, e gli pane (i) Esempi : Pearson K. — On the Relationship of Intelligence to Size and Shape of Head and to the Pbysikal and Menial Characters. — Biometrika, Vol. V, p. 105, L. - Pearl, li. tin Hie Correlation betwen Intelligence and Size of the Head. Journ. comp. Neurol, mi, I Psych., Vol. 10, s. iss, 1906. — Brown W. The essential of Mental Measurements. — Cambridge Unit). Press. 1911. — March L. Le traitemeut statique des mesurjs mentales. — Bull, de I'lnstU. gener. psychologique. Paris, n. t, 1912. (-) Warren (I. Variation in Portuwus depurator. - I'ruc. of Roy Hoc. oj London, Vol. LX, p _ 221 243, IS'JO. * Coui ague. — Annie Biologique, 1895-96. - 10*J - invece che in biologia il metodo statistico debba corrispondere alia mag- giore analisi possibile delle cause di variazione. Chiamo Cil numero delle classi di varianti, cioe il nuraero delle classi effettivamente osservate, .1 Yindice di variability, cioe il numero delle classi possibili comprese fra le classi estreme della serie, o campo di variazione, a \\ indicedi variazione J a ~— | ; designo con Ce le classi estreme della serie, con M la classe media della serie, che si oltiene sommando assieme le estreme e dividendo per due; con F < M Yindice di frequenza delle varianti inferiori alia media; con F > M l'indice di frequenza delle varianti superiori alia media, cioe i rapporti fra le somme rispettive di frequenze e il numero totale delle varianti della serie, che corrisponde al numero totale degli individui, e con v Yin- dice di deviazione dalla media. Esso si ottiene dividendo il campo di va- riazione in due parti: la prima dal valore minore fino al medio; la se- conda dal medio al maggiore; si fa la soraraa in ciascuna parte della deviazione di tutti i valori possibili dalla media del campo di variazione; si fa il rapporto fra le due somme. Volendo tener conto anche delle frequenze si moltiplicano gli indici ora ottenuti per gli indici di frequenza gia ottenuti. Con analogo proce- dimento si determinano gli indici di un valore qualsiasi delle serie. Si ha poi 1' indice di isolamento di un valore della serie calcolando il mi- nimo dei possibili valori che intercedono fra lui e i valori realmente osservati piii vicini e dividendo il numero stesso pel totale dei valori del campo di variabilita. Propose anche il modo di calcolare gli indici tii mancanza (coi quali si esprime in dati numerici la graduale scom- parsa di alcuni caratteri dopoessersi sviluppali lino ad un certo periodo della vita), di correlazione e di asimmetria. Camerano sostitui al valore base 101)0 di Andres, il numero :>(30 che ha il maggior numero di divisori interi: calcolo una volta per tutte il rapporto w =— — ; essen 360 do x =— r— 1, si avra x r= M x 1, in cui w e il coeflicienie somatico Li per cui va moltiplicala la lunghezza assoluta di un individuo per ren- derla comparabile con quella di altri individui di dimensioni diverse calcolata collo stesso metodo; di ;■> dette in tavole i valori. Questo si sterna e molto pin facile del pearsoniano e applicabilo an- che da chi non ha cslese conoscenze matematiche. Criticato da Catta- heo (1901), fu applicato da Frassetto (1900 1902), Camerano stesso (1901-02), Giuffrida-Ruggeri (19C3). d) Scuola De Giovanni. Anche nella Clinica e applicabile la so- matometria. Dette grande importanza al criterio della variabilita la scuola morfologica del De Giovanni, lissando il criterio di variabilita per mezzo del rapporto fra la oscillazione e la mediana di ogni singola - no - misura; trovato cioe la cifra massima e minima di ogni singola misura, e fattane la differenza (oscillazione), proporzionasi quesl'uJjUma alia me- diana della misura stessa tafcta = 100. Cio da I' indice di variability. La differenza M — m e chiamata scostamenio relativo, e il rapporto fra esso e la mediana fatta = 100, scostamento assoluto. Viola, uno dei piii attivi sostenitori di questa scuola, dirnostro che la teoria degli errori si puo spingere nel campo sperimentale fino alle estreme conseguenzo che la ragione logiea f'aceva prevedere. Applico la legge degli errori alio studio delle varie costituzioni, cui aveva dedicato tanta energia il suo Maestro; divise cioe gli individui in microsplacnici (longilinei), normo splacnici (proporzionati) e megalosplacnici (brevilinei). Ultimamente in Francia Martinet (') ha ripreso Tapplicazione del metodo biometrico in clinica medica; egli intende per Biometria il complesso dei dati nu- meric! anatomo-fisiologici applicati alia clinica; pero il suo e un tenta- tivo piii antropometrico cho biometrico. e) Metodo Gini. Recentemente Gini ha ideato nuovi indici e coefficient!, il cui uso puo essere esteso anche alle discipline biologiche, per es. Dettori (1914) so ne servi per studi sui neonati. Tra quest i abbiamo l' indice di cogradaazione che serve a misurare la maggiore o minore regolarita della relazione che intercede fra le variazioni delle medie di un carattere e quelle d' un altro. 11 coefliciente di reuersione assoluta del Gini (coincidente con quello che Benini (1905) chiarna indice di correlazione) e il coefficiente di reversione relalica di un ca- rattere a al carattere b, sono quelle quantita che moltiplicate per lo scostamento assoluto o relativo di a nel caso i/mo dalla sua media aritme- tica, danno lo scostamento assoluto o relativo di b. Ideo anche il rapporto di concert traz tone, V indice di concordanza, ecc, per cui rimando alle monografie relative. Se ne servi anche l'Amantea. Rappresentazione grafica. — I fatti statistici risultano piii evidenti quando alle nude cilre si sostituiscono figure., o diagram mi, o se ne tracciano vere e proprie car re, che non solo sono di comprensione piii facile, ma da cui rilevasi piii presto 1' andamento dei fatti studiati. I diagrammi si possono fare per mezzo di punti, di linee, di superfici e per fino di figure solide (stereogrammi). II piu semplice procedimento per la rappresentazione di gruppi di singoli oggetti e quello di rappresentare le frequenze relative di ciascuna classe con una linea retta (su carta millimetrata o no) avente un'altezza corrispondente alia cifra trovata. Se uniamo i punti terminali di queste rette con una linea, otleniamo una spezzata (linea a gradini," Stufen- linie). Ma il metodo classico e quello del sisiema di coordinate cartesiano (') Martinet A. — Elements de bioinetric, Paris, Masson, 1910. — Diagnostic rlinique. — 1 la eurva e del ti- po III ; se F > 1 e < ao del tipo VI; F = 1 tipo V ; F > 0 e < 1 tipo IV; F = 0. 6, — 0, p2 = 3 curva normale ; F = 0, P, = 0, % non = 3, tipo II ; F < 0 tipo I. Nel caso nostro la curva e del tipo I. Volendo ora vedere se j possibile eostruire la curva teorica nor- 3 v * _2v4 male, oecorre che FX — 1 e ~ — - < 1± 0.2, cioe V4 non possiamo eseguire la curva normale. Per es. nel caso di Daven- port dei raggi del Pecten opercularis abbiamo F f/.23 = 0,0009 e 3 v.2 — 2 v* . . = 1,011, cioe una curva normale. 4 Da calcolarsi e anche Yasimmetria della curva (asymmetric skew- nes) che indicasi con 7, che puo essere positiva o negativa. cioe indica proiezione della curva verso i valori piii alti o viceversa. Essa nel ,. T , 1 5S2 — 68. — 9 tipo I e a = — v/jJi ' • Se 5p, - 63, — 9 e positive, a ha lo stesso p,; se negativo ha segno opposto a t*8 (Duneker). Nel caso nostro e a = 0,2982. Ora occorrerebbe che 1' asimmelria fosse minore del doppio del valore 0.(37 44ol/ --3— per avere la curva normale. Nel nostro caso questo valore e 0,1106, e quindi « non e minore del doppio di esse; anche per questa via si trova che non si puo eostruire la curva normale. (') Pearson K. — Mathematical contributions, etc. X. Supplement to a Memoir on a Skew va- riation. — Phil, tram., A. OXGVII, p. t43-459, (9 dec. 1901. - 114 - Trovato il tipo della curva si dovrebbe procedere a calcolare la curva teorica in luogo della sperimentale costraita. Per far questo Pearson dette formule diverse per ciascun tipo; ma questi procedi- menti sono troppo lunghi, sebbene sempliticabili coll'uso doi logaritrai, ed esigono una spiegazione troppo dettagliata, per cui preferisco riman- dare a Davenport (1. c). Tutti questi calcoli sono applicabili anche ai valori trovati col metodo Gamer a no. Di queste curve in Biologia ricorrono piii spesso il tipo I e il IV. De Helguoro (1912) invece dei 6 tipi di Pearson propose nelle statistiche biologiche *una curva limitata in una sola direzione e asim- metrica, che corrisponde al tipo III di Pearson, ma pud applicarsi anche a tutti gli altri tipi di Pearson; ha l'equazione (x - by y — y0 (x -y2) e 2 a2 il cui limite e dato da x = y2, dove y0 e 1'ordinata all' origine, b, la media. y2 misura l'intensita della causa perturbatrice {coefficients di selezione di De Helguero). si possono anche fare rappresentazioni coi logaritmi tanto delle frequenze che delle grandezze della serie (Benini); come del resto per serie di movimento rapidamente crescente i biologi hanno preso invece dei numeri delle frequenze (ordinate) i loro logaritmi, per es. per V ac- crescimento del b. coli (1). Curve plurimodali vere furono constatate da (Ward (2), Gal- lardo (3), ecc, e nelle serie di Fibonacci (cosi dette da Leonardo da Pisa, Filius Bonacci, che le studio nel XIII secolo) in cui ogni ter- mine e formato dalla somraa dei due precedenti (1, 2, 3, 5, 8, 13, ecc.) che si Irovano nelle distribuzioni delle parti piii diverse delle fanero- game e crittogame. II problema delle curve bimodali e multimodali fu trattato ampiamente da Pearson (4) e da De Helguero (190405) che no proposero dei metodi di scomposizione. Una serie con curva bicuspi- data puo anche resultare omogenea ; si parla allora di mescolanza. Non e necessario che la mescolanza di due diversi tipi, di cui cia- scuno ha una curva normale, mostri una curva bicupisdata, ma puo dare ancln; una curva normale caratterizzata da uu 7 maggiore degli individui. T'n altro mezzo di rappresentazione gralica e quello di servirsi di superfici, preferibilmente quadrati e circoli, dividendoli in settori di (!) Kendrick A. G. M. The rate of multiplication of micro-organisms. — Proc. of tin' U Soc. of Edinburgh, Vol. XXXI. 1910, p. 649. (-) Giard A. — Snr cert;tins cms de dedonbleraent des coui'bes de Galton dus an parasitisme. — 0. R. Acad. d. Scienc, M anil 1894, p. 870-872. (3) Gallacdo A. — Obserraciones morfologicas y estadisticas sobre alennaa anomalias dc Dijji- tali.s purpurea. — Auales del Museo National 'l<-s Buones Aires. VII- p, 37-72, 1900. i1) Pearson K. Contributions to the Math. Teory of Evolution, r. On tin- Dissection ofFie- quency Curves, Phil, trans. B. Soc. London. VLXXXV, A., p. 71-110, i894. - 115 - cui la superficie di ciascuno sta alia superficie totals della figura come il valore del gruppo parziale sta a quello del gruppo totale. Per il confronto di tre oggetti furono proposti vari metodi. Petrie (') propose di riportare su 3 raggi di un triangolo equilatero per es. lunghezza, larghezza e altezza cranica, ponendo uguale a zero il valore medio della massa e riportando sui raggi solo le deviazioni ( — o -f-) dei punti terminal!. Pure nn triangolo potra servire a studiare la combinazione di tre oggetti: pun utilizzarsi il metodo di rappresen- tazione grafica che in Mineralogia si usa per la composizione chimica delle roccie (2), cioe il diagramma triangolare di Osann. Trattasi anclie qui di un triangolo equilatero del quale si tirano le 3 altezze e ognuna si divide in 20 parti uguali; da ognuno dei punti cosi ottenuti si tirano poi le parallele al lato cui la rolativa altezza e condotta. I tre vertici del triangolo rappresenteranno i Ire caratteri puri; ciascun lato la composizione in cui il caraltere rappresentato dal vertice opposto e zero, e la parallela piii prossima a ciascun lato il luogo della composi- zione in cui il vertice opposto sara = 1. e la somma degli allri due = 19, e cosi via, La composizione di un punto interno sara data dalle relative distanze normali di esse punto ai tre lati. Avendosi invece materiale che permetta tre possibilitd di un oggetto, Mollison (3) propose di riportare su tre raggi le percentuali dei casi stabiliti; se tutte e tre le condizioni si ripetono colla stessa frequenza, i tre punti terminali cadono in un cerchio chehaun raggio 33,33%.; si disegni sempre questo cerchio, e i punti terminali cadranno dentro o fuori que- sto cerchio; si riuniscano i tre punti terminali formando un triangolo. Hambruch (4) propose anclie di riportare i tre valori su assi paralleli : tirate 3 parallele, si suddivide ciascuna e l'altezza t'ra 2 Monitore Zoologico Italiano (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo nfficiale della Unione Zoologica Italiana GIULIO OHIARUGI EOGENIO FICALBI nelR. l8titnt.».iiSt.iiiliSiM>Pr. in Firenise nolla 11. ITnivewita <1i Pisa C ON LA C O I. LABOR A/ION K m BECCARI N. (Firenze) - GIACOM1NI E. (Bologna) - LEVI G. (Torino) - LIVINI F. (Milano) LOPEZ C. (Pisa) STADERINI R. (Siena) Ufricio di Direzione ed Amministrazione: Istitnto Auatomico, Firenze. 12 numeri all'anno — Abbuonamento annuo L. 30. Per l'estero Pr. 30 (in oroV XXXII Anno Firenze - 1921 N. 10. SOMMARIO: Bibliografia. — Pag. 121-124. Gomunicazioni origina'li: Colosi G., Sopra una specie africana di Vaginula: V Roccatn Pollonera. (Con figura nel testo). — Zirpolo G., Gontributo alia conoscenza del ciclo biologico del Zoobotryon pellucidum Ehrbg. — Chia- rugi G., Di un metodo per dimostrare le minute particolarita di conforma- zione degli organi. — Pag. 125-136. Notizie. — Unione Zoologica italiana. — Pag. 136 Errata-Corrige. — Pag. 130. BIBLIOGRAFIA Si da notizia soltanto dei lavori pubblicati in Italia. A. -PARTE GENERAL E. V. Citologia e Istologia Balli Ruggero. — Raggi Rontgen e rete neurofibrillar-© endocellularo in mam- miferi adulti. — La radiologia med., Vol. 2, Fasc. 1, Gen. 1915, con tav. 2. Est?-, pp. 4. Milano, 1915. Bassi Giuseppe. - La cariocinesi anoraala dei globuli rossi del sangue, nel coa- gulo sanguigno e nolla railza della Rana. — Lucca, Tip. G. Giusti, 1919. Pp. 24, con tav.. Brunelli G. — Note critiche di citologia. II. Lo schema di Flemming e un ana- cronismo. — Riv. di Biologia, Vol. 2, Fasc. 5, pp. 515-517. Roma, 1920. Brunelli G. — Note critiche di citologia. I. 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LEVI Ricerche sulla velocita di accrescimento del midollo spinale della coda di Rettili e Uccelli SEBASTIANO MILONE (Studente in Modicina) E vietata la riprodnzione. II grado di attivita di accrescimento dei singoli organi durante l'ontogenesi e argomento pressoche ignorato. E' bensi di dominio comune, che il valore d'accrescimento degli organismi va decrescendo progressivamente dall'inizio dello sviluppo sino alio stato adulto, e sono pure ben conosciute, in grazia alle ricerche di Minot, di Schaper e di molti altri, le oscillazioni di questo valore durante le varie fasi. E cosi pure non ignoriamo che il medesimo varia moltissimo nei singoli sistemi ed organi: ben noto e ad esempio il fatto che raccrescimento del sistema nervoso rallenta molto prima di quello degli altri sistemi. Ma si tratta di nozioni sparse e pochissimo coordinate; studi eseguiti in questo senso con un piano sistematico fanno difetto. Sopratutto noi abbiamo una conoscenza limitatissima dell'espres- sione strutturale dell'attivita di accrescimento; noi sappiamo bensi che nei periodi precoci dello sviluppo e in molti sistemi anche molto piu tardi, l'aumento di massa delle varie parti deli'organismo av- viene per moltiplicazione delle loro cellule (1), ma se questo fenomeno f1) (^nest'argoiiaeuto 6 trattato piti estesaniente di quanto mi sia coucesso di fare in queste pagine in vari scritti di Levi: vedi il piii recente : (!. Levi. II fondaniento raorfologico dell'aecre- a( iiut-uto organ ico. Arch, acienze biologicbe. Vol. 1" N. 1, 1919. - 145 - avvenga ininterrottamente od a periodi, in quale misura decresca, e se esso sia limitato a particolari regioni di un determinato sistema od organo, noi sappiamo soltanto imperfettamente : dopo gli studi di Bizzozzero e di Schaper, ben poco e state aggiunto alle nostre nozioni. Per consiglio del prof. Levi, il quale da molti anni si e dedi- cato alio studio del problema del f'-ndamento morfologico dell'ac- crescimento, e piu particolarmente a quello del sistema nervoso, io mi sono proposto di studiare l'espressione strutturale dell'intensita di accrescimento del canale midollare in embrioni di vari animali, seguendo un metodo molto semplice: quello di determinare il nu- mero delle mitosi del canale midollare e successivamente nel mi- dollo spinale nelle varie regione del tronco e nelle varie fasi di sviluppo. E' noto, in grazia agli studi di His, Alt man n, Schaper e altri, che nel canale midollare le mitosi rimangono costantemente limitate alio strato interno di cellule rivolto verso la cavita ; ele- menti che His ha indicato come cellule germinali e che in origine riteneva come i progenitori dei neuroblasts Le ricerche successive hanno dimostrato che in realta si ripro- ducono per mitosi le cellule epiteliali indifferenziate, le quali sono destinate a dar origine tanto a neuroblast che a spongioblast ; e His stesso nei suoi ultimi scritti ha modificato le sue vedute pri- mitive. Aggiungeremo che, dato il rilevante aumento di estensione della superficie di sezione del midollo che interviene durante l'accresci- mento, furono paragonati fra loro i valori relativi, che esprimono il rapporto fra il numero delle cellule in mitosi e Testensione della superficie di sezione (il quale a sua volta esprime grossolanamente il valore del numero globale di cellule). Delle particolarita del metodo seguito sara detto in altra occa- sions Le mie indagini furono eseguite su embrioni di Gongylus ocel- latus, di varie specie di Uccelli (Gallus dom., Lanius merid., Passer hyspan), di Chrysemys marg. e infine di un solo mammifero (Ovis aries). II materials studiato, che mi fu ceduto dal prof. Levi, in parte gia tagliato in serie, era ottimo sia per la conservazione, che per la completezza delle serie. Per la determinazione dello stadio mi iiferii in gran parte alle - 14(3 - " Normentafeln „ di Keibel ; gli embrioni di Uccelli furono seriati secondo i dati di Keibel sul polio. Tralascio di riferire i risultati della parte piu importante delle mie indagini, sulla intensity di accrescimento del midollo e dell'en- cefalo nelle varie fasi, studiata in animali di grandezza diversa, ricerche che sono ben lungi ancora dall' essere complete. Ma nel corso di queste mi accadde osservare un fatto di qualche interesse riguardante 1' accrescimento del midollo della coda, parago- nato con quello del tronco. Fissiamoci sugli embrioni di Lanius merid. a partire dall' em- brione K (st. 54 Keibel) nel quale e gia distinta la gemma caudale; in quest/ ultima non e riconoscibile il midollo caudale : nel midollo del tronco i processi mitotici lungo lo strato interno sono molto rallentati di fronte a stadi piu precoci. Niimero medio relalivo delle mifosi per unita di superficic di sezione del midollo spindle. MIDOLLO SPINALE SPECIE Tronco Coda Ovis aries. B. mm. 11,5 0,058 °/o0 0,097 o/,0 Lanius merid. R st. 14 di Keibel (nel polio) 0,61 > — » » I. » 40 » 0,90 > — » » S. » 47 » 0,48 > — » » K. * 54 » 0,62 * — » » X. » 03 » 0,26 > 0,45 •/„ » » Z. » 82 » 0,07 » 0,18 » Passer hysp. B. » 39 » 1,30 * — » » H. » 61 » 0,44 » 0,72 •/„ » » E. » 78 » 0,10 » 0,27 > Gongylus ocellatus M mm 7,3 0,18 > 0,11 * Chrysemys marg. Y mm. 10 0,<)2 > 0,29 > Ma il rallentamento e di gran lunga piu sensibile nell' embrio- ne X (st. 63) ; e in quest' ultimo la coda e ben sviluppata e vi e - 147 - gia distinto il midollo. Dal conteggio delle mitosi nel midollo del tronco e della coda si rileva un fatto importante : che le mitosi sono di gran lunga piu numerose nel secondo di fronte a) primo (vedi tabella) ; e inoltre la regions a mitosi scarse non e riunita a quella della coda, 'a mitosi numerose, da una zona di transizione ; ma il passaggio fra 1' una e 1' altra avviene bruscamente. In uno stadio piu inoltrato (embrione Z, st. 82) la proliferazione delle cellule del midollo e rallentata tanto nel tronco che nella coda, ed anzi in via relativa in misura maggiore nella seconda che nel primo ; ciononostante permane una certa differenza nel numero delle mitosi riscontrate nell' una e nell' altro. Gli stessi fatti si notano dal confront*) fra i dati riguardanti gli embrioni di Passero. E la differenza nell' intensita di accrescimento fra il midollo della coda e quello del tronco appare anche dai dati riferiti su em- brioni di Pecora, di Gongylus e di Chrysemys. La coda si forma infatti, come tutti sanno, a spese del tuber- colo caudale, il quale, almeno negli Amnioti, fa la sua prima com- parsa quando il tronco dell' embrione e digia molto progredito nello sviluppo. Tale denominazione viene data da Giardina alia regione del corpo, che e posteriore all' apertura anale, fino a che tale regione non abbia superato certe dimensioni e non presenti ben distinta la pinna caudale; essa sarebbe in continuo, graduate accrescimento, Se- condo 0. Hertwig: " la gemma caudale contiene anche il mate- riale germinativo per quegli organi che prendono origine attorno al blastoporo, per il tubo neurale e per la corda „. Ma il tubercolo caudale non rappresenta il materialc formativo di tutta la coda, Le interessanti ricerche di GiardinaC) suite sviluppo di tubercoli caudali isolati, hanno dimostrato, che quanto piu piccolo e il tubercolo caudale, ossia quanto piu giovane e l'embrione cui ap- partiene, tanto piu piccola e la porzione di coda che esso e destinato a formare. Perche nella larva integra, in cui la coda e unita al tronco, al materiale derivato dal tubercolo caudale si aggiunge quello che dapprima faceva parte della regione addominale, grazie ad un processo di graduate migrazione, dbvuto all' accrescimento, in senso longitudinale, di questi organi. Comunque quello che a noi importa di porre in rilievo e, che la coda deU'embrione rappresenta una regione del corpo, sviluppatasi, (') Giardina A. — Sul valore morfogenetico della corda dorsale. — Arch. ital. di An. e di Embr., Vol. 12, 1913-14. - 148 - almeno negli Amnioti, molto tardivamente a spese del tubercolo cau- dale e che per un lungo periodo presenta un grado di sviluppo molto piu arretrato del tronco. II fatto da me illustrato, che ad un periodo in cui nel tronco l'attivita proliferativa delle cellule indifferenziate.del midollo tende a decrescere sensibilmente, tale attivita e vivace invece nel midollo della coda o, con altre parole, che vi e una spiccata discordanza fra il grado di evoluzione del midollo della coda e quello del tronco, armo- nizza pienamente con quanto sappiamo sullo sviluppo della coda. Mi e sembrato vales&e la pena di render noto questo risultato per le seguenti ragioni: anzitutto perche la discordanza nel grado di sviluppo fra midollo del tronco e midollo caudale risulto di grado molto piu elevato di quanto si potesse sospettare a priori, e fu possibile di stabilirne I'entita con un metodo molto esatto di in- dagine, qual'e quello da me seguito; in secondo luogo mi sembro interessante il fatto, che il passaggio fra le zone di accrescimento rallentato e rapido, del tronco e della coda, si continuano brusca- mente l'una nell'altra e non per gradi, come si potrebbe supporre. - 149 1STITUTO ANATOMICO DELL A R. UN1VKRSITA DI TORINO Esiste un centrosoma nelle cellule nervose? Nota critica di GIUSEPPE LEVI k \ ii-tiita la : rprodnzione La formazione che viene chiamata comunemente il centrosoma di Lenhossek delle cellule dei gangli spinali della Rana non ha certamente il valore che le fu in origine attribuito ; cio fu da me dimostrato sin dal 1897, e vari Aufcori l'hanno confermato. Ebbene ciononostante in aucorevoli manuali di Cifcologia e di Neurologia ad es. nella " Cell in development etc. „ di Wilson, ed in molti altri ancora, nonche in memorie original! (ricordo fra le altre una recente pubblicazione di Golgi (1)), si parla del centro- soma scoperto da Lenhossek nelle cellule nervose. Prima del reperto di quest' Autore del 1895 (2) in verun tipo di cellula nervosa era stata affermata la presenza di un centrosoma. La figura descritta da L. era situata nel centro della cellula in una regione priva di sostanza cromofila ed avrebbe avuto il va- lore di una sfera attrattiva ; intorno ad essa granuli minuti dell' en- doplasma avevano una disposizione concentrica ; nella sfera erano sontenuti minuti granuli, i centrioli. Dehler riscontro imagini simili negli elementi simpatici. Coll' impiego di una tecnica .di versa da quella seguita da v. Lenhossek io ho sin dal 1897 (3) dimostrato in cellule dei gangli di Anuri, di Zamenis, e successivamente nel 1908 nelle cellule dei gan- gli di vari Pesci e Rettili (trattati col metodo Cajal), che il prete- (l) Golgi C. (1920). — Sul centrosoma dei globuli rossi. — Raematologica Vol. /, F. o. (") Lenhossek M. (1895). — Centrosoni and Sphare in den Spinalganglieu dea Froscbes. Arch. f. mikr. An., Bd. 46. (3) Levi G. (1897). — Ricerche citologiche comparate sulla cellnla nervosa dei Vertebrati. Biv. di Pat. nerv. e ment. Vol. II. - 150 - so centrosoma di Lenhossek corrisponde all'incompleta espressio- ne del decorso particolarissimo che hanno le flbrille nella zona fra il nucleo eccentrico ed il polo opposto della cellula ; esse vi formano un complicato vortice, e 1' asse del vortice e percorso da un fascio di fibrille compatto ed a decorso rettilineo, che e in continuity con una parte delle fibrille del neurite e che, in sezione trasversa, in preparati allestiti con metodi inadeguati alia colorazione delle fibrille, dava 1' illusione di una sfera attrattiva. In una nota successiva 898 (4) mi occupai piu a lungo di questa formazione e corredando la mia descrizione con una piu ampia do- cumentazione di figure e di microfotografie, dimostrai che essa diviene manifesta soltanto durante 1' ibernazi()ne, quando cioe le zolle cro- raofile scompaiono quasi del tutto nelle cellule nervose. Nelle cel- lule colossali di Orthagoriscus mola(2)ho riscontrato un doppio vor- tice flbrillare, ciascuno dei quali e nella sua parte assile percorso da un fascio di fibrille parallele. Hanno confermato quest' osservazione, dimostrando implieita- mente errata 1' interpretazione di centrosoma a quell' imagine : B tinier 898 (3), Cajal (nel suo trattato 898), Warfwringe 906 (4). Secondo Holmgren 899 la centrosfera di Lenhossek rappre- senta la parte terminale di un prolungamento della capsula, che e penetrata nel citoplasma, descrivendovi un tragitto spirale. La sola voce discordante e quella di Athias 905, che ritiene accettabile 1' interpretazione di Lenhossek e respinge quella di Levi e di Buhler; la figura certrale non a vrebbe, secondo Athias, 1' aspetto di un fascio di fibrille in sezione trasversa. Ma le osservazioni successive di Levi 908, compiute con me- todi elettivi per le neurofibrille, tolgono ogni valore agli appunti di Athias; nessun istologo potra mettere in dubbio che i doppi vor- tici descritti e raffigurati da Levi in Orthagoriscus rappresentiup realmente fasci di neurofibrille (vedi fig. 48, 54, 83 della monografia di Levi). Heidenhain ricorda nel suo riassunto (Plasma und Zelle, p. 229) suU' esistenza di centrioli e sfere nei vari tipi di cellule ner- vose il reperto di Lenhossek senza discuterlo. Ma a pag. 840 841 (') Id. (18DS). — Sulle ruodifiaazioui morfologiche etc. — Ibidem Vol. III. (-) Id. (1908). — I gaugli cerebrospinal!. — Arch. It. Anat. ed Embr. Suppl. Vol. VII. ('» Buhler (1898). — Untersuchung uber den Bau der Nervenzelle. — Yerh. d. phys. med. Oes. zu Wurzburg N. F. Bd. 3i. (4) II inio reperto era ignoratb da tutti questi Autori air iufuori di Cajal, il quale nel suo trat- ;iio riprodnce questa djsposizione, ritraendo le figure il;i preparati ila me iuviatigli. - 151 - riferisce di essersi occupato nel 897-898 della costituzione dei gangli della Kana e di avei ottenuto figure simili a quelle di Buhler; ed a fig. 522 e 524 riproduce dei disegni che datano dal 1897 e 98, dai quali appare la costituzione vorticosa delle fibrille ed (a fig. 523) la sezione trasversa del fascio di fibrille assile che fu interpretato da Lenhossek come centrosfera.- Per il complesso decorso delle fibrille quale appare dalle figure mie e di Buhler e dagli schemi diHeidenhain rimando a quelle pubblicazioni. Dopo questi risultati ottenuti su materiale diverso, nessun dub- bio, che il preteso centrosoma di Lenhossek non e che 1' espres- sione del particolare decorso delle neuroflbrille nei gangli sensitivi ; ed e desiderabile che quest' errore tanto diffuso sia eliminato dalla letteratura scientifica. Ma e oi-a inio proposito di stabilire, se le altre imagini che fu- rono interpretate come " centrosomi „ delle cellule nervose, di cui troviamo cenno nella letteratura, hanno veramente questo valore. Buhler 1895, 1898 si e occupato dell'esistenza di un centrosoma nelle cellule nervose ; dapprima 1895, in elementi della corteccia ce- rebrale di Rettili e di uomo, successivamente 1898 sulle cellule dei gangli di Anfibi Anuri, di Mammiferi ed anche in vari altri tipi di cellule nervose di Vertebrati. Nelle cellule dei gangli il corpo centrale e rappresentato da due centrioli molto ravvicinati, situati in prossimita di quella parte del contorno nucleare, che guarda verso il centro della cellula; la loro sede e assolutamente costante. La forma e la grandezza dei cen- trioli e concordante in cellule nervose diverse, e, nonostante la di- versity nella forma della cellula, la grandezza dei centrioli e presso a poco la stessa. Al microcentro convergono dalla periferia della cellula i raggi organici (secondo Heidenhain) costituiti da minuti granuli disposti in serie. Altre osservazioni, successive a quelle di Buhler, sull' esistenza di centrosomi nelle cellule nervose adulte sono le seguenti : di M. L e- wis 1896 nelle cellule nervose di Anellidi, di Kolliker 1896 nelle cellule radicolari di Mammiferi, di Mac Clure 1896 in cellule ner- vose di Helix pomatia, di Schaffer 1896 in gangli cerebrali di Pe- tromyzon (queste sono ritenute da Buhler poco probative), di Dogiel 1897 in gangli spinali di gatto, di Joseph 1898 (Lombrico), - 152 - di Hamaker 1898 (Nereis), di Studnicka 1900, di Legendre 1901 ('), di 0. van der S trie tit sulle cellule nervose della retina. Inoltre Holmgren 1899 ritrovo presso al nucleo delle cellule dei gangli di Loflus piscatorius un centrosoma costituito da 2-3 centrioli situati in una sfera chiara, con radiazioni granulose ; si tratterebbe pero di un nucleolo emigrato, ed intorno ad esso si costituirebbe una struttura raggiata del citoplastna. Kolster (1900-901) trovo nelle cellule del midollo di Cottus scorpio un corpicciuolo rotondo, talora duplice, circondato da un alone omogeneo ; e lo stesso Autore ebbe reperti simili anche nelle cellule radicolari di Mammiferi. Secondo Hatai 1901, nelle cellule nervose di Ratto bianco il centrosoma e costituito da due centrioli circondati da una zona chiara, raggiata, la grandezza della quale non e in proporzione con quella della cellula ; la sua posizione non e costante, e si trove- rebbe piu spesso negli animali giovani che negli adulti ; in questi ultimi tende a degenerare. In gangli alterati da processi patologici furono riscontrati centrosomi da Nelis e da Valente. Delle figure di Rhode 1903 e Cesa-Bianchi 1907, che furono interpretate dal prime A. come centrosomi, veduta alia quale Van der Stricht si associa (Cesa-Bianchi lo esclude e si mantiene riservato sul loro significato), la critica rigorosa ha fatto giustizia. Da quegli AA. non si tenne conto che Dahlgren 1897 aveva di- mostrato, che nelle cellule dei gangli figure identiche possono insor- gere per l'azione del sublimato ; Goldschmidt, Schuberg 1904 e Carazzi 1907, rilevarono che si tratta di artefatti. E poiche le argomentazioni di Carazzi mi sembrano decisive, ritengo chiusa la discussione sulla loro reale natura. Alle osservazioni fin qui riferite, le quali risalgono a molti anni or sono, si aggiunsero recentemente quelle di Del Rio Hortega 1916, eseguite con tecnica nuova, col metodo Achucarro. Riportiamo integralmente le conclusioni di quest'Autore : il centrosoma delle cellule nervose si compone di due centrioli situati presso la periferia della cellula, circondati da un alone chiaro, la sfera attrattiva; esso sarebbe un organo permanente ; pero nel corso della vita il diplosoma si puo trasformare; i due centrioli si possono allontanare Tuno daU'altro e sovente si costituiscono dei bastoncini a filamenti incurvati in sinuosita capricciose e glomeruli complessi. (') Per noti/.ie pill diffuse e per le indicazioni bibliograflche riiuando nlle |>ul>l>licazioui di Sijii- vall e di C« sar-Bi anchi. — Arch, ital. di Anat. e di Embr. Vol, '•'. IU01. - 153 - In alouni elementi (cellule del Purkinje di animali) si dirao- strano radiazioni dall' aster. Piu tardi 920 1' A. descrisse trasformazioni dei centrioli in condizioni patologiche; l'uno dei due centrioli pud rimanere punti- forme, mentre l'altro puo allungarsi in un filamento. Di fronte alle numerose osservazioni positive fin qui riferite ne slanno alcune negative. In cellule nervose sperimentahnente alte- rate, Lugaro 897 pon trovo il centrosoma descritto da Buhler, sebbene in quegli elementi, per la scorn parsa della tigroide, le condi- zioni fossero favoreveli per la sua dimostrazione. Prenant non ri- trovo le figure descritte da Buhler negli elementi del telencefalo di Lacerta. Anche Be the avanza delle riserve su questi reperti. Cos! pure le osservazioni di Athias 905 negli Anuri furono negative nei riguardi del centrosoma di Buhler. Oltre a questi reperti riferiti di centrosomi su cellule nervose di adulti ne ricorderemo altri ottenuti su embrioni od animali in accrescimento ; reperti che, lo diremo fin d'ora, ci sembrano piu concordanti e meno accessibili alia critica dei precedents Heidenhain e Cohn 897 succintamente comunicano di aver visto dei centrioli in cellule gangliari e simpatiche di embrioni di polio al 6° giorno. Fiirst 90-t riferisce un suo reperto di centrosoma nella retina di embrioni. Smirnow raffigura un centrosoma in una sola cellula di un ganglio spinale di feto umano al 4° mese. Piii estese sono le osservazioni di Sijovall 906: formazioni che hanno i caratteri dei centrioli, costituite sovente da due gra- huli ravvicinati, situati presso il nucleo, si riscontrano in cellule gangliari di embrioni di polio al 13° giorno; l'A. ammette che l'appa- rato reticolare interno abbia dei rapporti topografici coi centrioli, ma esclude in modo assoluto che corrisponda ad una vera e propria sfera attrattiva, come ritenne Ballowitz per gli elementi della membrana di Descemet. Held 909 I1) nella sua monografia sullo sviluppo del tessuto nervoso descrive ampiamente la forma e la sede dei centrioli nei neuroblast ; e fra tutte le imagini raffigurate nella letteratura quelle di Held mi sembrano le piu convincenti. Held riscontro dei centrioli (diplosomi) nelle cellule dorsali di Rohon di larve di Rana e di Trota, nei neuroblasti primari e (') Held H. 909. — Die Entwickehrag rter Neivengeweliew. — Leipzig, J. H. Bctrth. - 151 - secondari del canale midollare, della retina, della cresta gangliare del trigemit'o di polio e di anitra, nei neuroblasti secondari della parete dell'emisfero di un feto di Cavia di 23 cm. di lunghezza, ed infine in neuroblasti piu inoltrati del ganglio cocleare e del ganglio del V di polio. I diplosomi risiedono presso il nucleo, talora in imtnediato rap- porto con questo, altre volte piu lontano, sempre nel territorio della zona fibrillogena, mai nella parte della cellula opposta al nucleo; in qualche punto i diplosomi erano circondati da una sfera con raggi molto distinti, i quali talora attraversano la membrana nu- cleare. Held attribuisce molta importanza al risiedere del centrosoma con grande costanza nell'interno della zona formativa della sua so- stanza specifica (zona fibrillogena), la quale zona pud trovarsi tan to nella parte basale ehe nella parte libera della cellula. Invece nolle cellule di nevroglia il centrosoma e spostato lateralmente. Se la coincidenza fra sede del centrosoma e sede della sostanza fibrillogena e primitiva, oppure se la riunione fra le due formazioni avviene secondariamente, e dubbio. A. Kappers e convinto della costante esistenza di un centro- soma nelle cellule nervose ed anzi attribuisce a quest' apparato la f'unzione di trasmettere alia cellula nervosa le influenze extra-cel- lular i. N. van der Stricht 900 ritrovo una centrosfera in tutte le cel- lule nervose embrionali di Sauri e Mammiferi, e suppone che nel- l'adulto non sia possibile distinguerla perche mascherata dalla tigroide. Considerazioni d'ordine teorico furono affacciate da vari Autori pro e contro la possibility dell'esistenza di centrioli e di una sfera attrattiva in cellule che hanno del tutto perduta la capacita di di- vidersi, quali le cellule nervose. E' stato detto che se sembra poco probabile, che le cellule ner- vose dell'adulto possiedano un centrosoma, cio appare piu verosi- mile per le cellule nervose fetali. Considerazione che invero non mi sembra giusta; noi sappiamo, che non appena i neuroblasti si differenziano perdono la proprieta di di vidersi, dimodoche chi segue quel criterio, che io del resto non ritengo accettabile, i centrosomi dovrebbero scomparire all'atto della differenziazione del neuroblasta. Piu rispondente al vero mi sembra invece un altro argomento : che nelle cellule dell'embrione, nelle quali manca ancora la tigroide, la dimostrazione dei centrioli e di una sfera riesca piu agevolmente che nell'adulto, ove queste formazioni possono essere faeilxnente - 155 - mascherate dalla tigroide e dagli altri prodotti di differenziazione della cellula. Ed infatti fra le tante imagini di pretesi centrosomi che incontriamo nella letteratura, quelle che piu. delle altre sem- brano rispondere .-id imagini reali sono le figure di F first, di Sijovall, di van der Stricht e di Held, tutte in elementi nervo- si di embrioni e di feti. Ben pochi dei presunti centrosomi di cellule nervose di adulto sono suscettibili di essere fra loro paragonati. I primi per ordine cronologico, quelli di Biihler, piu degli altri si avvicinano alle imagini descritte in altre cellule; ma si tratta di analogia formale e non di dimostrazione rigorosa che siano cen- trioli. Invece delle figure di Del Rio Ho r teg a solamente alcune, quelle con due centrioli ravvicinati, rispondono alle imagini cono- sciute; ma per la loro sede periferica, sovente in diretto contatto con la superfieie, difficilmente potrebbero stare a raffronto dei cen- trioli di Biihler, di Sijovall e di altri. Tutte le altre imagini di bastoncini e di filamenti avvolti a gomitolo non trovano il loro riscontro in veruna ultra cellula e non sappiamo invero su quali criteri si fondi 1'A. per ritenerli centrioli; evidentemente l'A. fa troppo affidamento sulla presunta elettivita del metodo Achucarro. Di front e a reperti tan to discordant! noi ri tenia mo che l'esistenza dei centrioli e m en o an cor a della sfer a attrattiva e ben lungi dall' esse re ben dimost rata nelle cellule nervose di animali adulti. ^ - 156 - NOTE BIBLIOGRAFICHE Balli R. e Frassetto R. — Anatomia radiograftca dello scheletro. Parte I. II, cranio. — Modena, Orlandini, 1921, 8°, p. 212, con 105 tigg. intercalate e 16 tav. fuori testo. Gli AA. sono stati mossi dal concetto di indicare con precisione ai radio- logi quanto riferiscesi all' anatomia dello scheletro, in modo die questi trovino una base di orientamento per il rigore di metodo e la perl'ezione tccnica loro indispensabili. Interessano il radiologo particolari minutissimi inerenti a deter- minate porzioni d' osso. a creste, a solchi, a suture, a prominenze, ecc. Di tutto cio gli AA. si sono occupati tenendo conto anche dello sviluppo e della strut- tura delle ossa, e estendendosi poi sulle variazioni e anomalie, pure importan- tissime da questo punto di vista. La trattazione ha dovuto scostarsi alquanto dall' anatomia topogrartca tradizionale per concentrare 1' attenzione su aree sche- letriche determinate, che sono quelle che piu importano per la lettura dci ra- diogrammi. Di quest' opera, condotta con indirizzo sopratutto antropologico, e pubblicata ora solo la prima parte che riguarda il cranio, alia conoscenza del quale gli A. A. avevano gia portato il contributo di lavori originali. Vi sono in- tercalate anche numerose indicazioni per la difficile tccnica radiologica di quc- sta complessa regione. II tentativo degli AA. e riuscito non solo per quanto ri- guarda i pratici che vi troveranno una quantita di notizic e di figure, ma e utile anche per gli anatomici e gli antropologi per 1' abbondante messe di latti raccolti. L. C. CONCORSI A PREMIO R. lstituto Lombardo di Scienze e Lettere. Premio di fondazione Fossati. — Scaduto il 1° aprile 1921, sul tema: « 11- lustrare con ricerche originali, eseguite con metodi perl'ezionati di tecnica, la line organizzazione della retina negli animali superior]', anche dal punto di vista dello sviluppo ». Fu conferito il premio di L. 2000 all' unico concorrente dott. Dona to Cat- taneo, dell' Universita di Pavia. Premi di fondazione Fossati. Tema per il 1923 : lllustrare con ricerche personali anatomo fisiologiche i rapporti tra il siste- ma nervoso centrale e la retina. Scadenza 31 marzo 1923, ore 15. Premio, L. 2U00. Tema per il 1924 : lllustrare con ricerche originali un argomento di anatomia macro-microsco- scopica del sistema nervoso centrale o periferico. Scadenza 1° aprile 1924, ore 15. Premio L. 2000. Cosimo Gherubini, Amministratore-responsabile. Firenze. 1022. — Tip. L. Nircolai. Via Faenza. 52. Monitore Zoologioo Italiano (Pubblicaziotii Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana Ii IRET T O DA GIULIO OHIARDGI EUGENIO FIGALBI Prof, di Auatonria imiaua Prof, ili Anatomia comp. e Zoologia nel It. Istituto tli Stmli Super, in Firenze nella R. Uuiversita »U Pisa CON LA eon, A non A jstonk 1)1 BECCARI N. (Catania) - GIACOMINI E. (Bologna) — LEVI G. (Torino) - LIVINI F. (Mllano) LOPEZ C. (Pisa) - STADERINI R. (Siena) Ufficio di Direzioue ed Amiiiiiiistia/.ione: Istituto A)i. 12. Torino, 1921. Reali Giacomo. — La partizione e il numero dei centri di nrigine del raalare nei Frimati. Con 2 figg. e 1 tav. — Giorn. per la Morf. dell' Uomo e dei Primati, An. 3, Fasc. 1, 1920. Estr. pp. 14. Pavia, 1920. Rocchi G. — Sopra un caso di costola cervicale. — Rendic. Soc. med.-chir. Bo logna in: Boll. Sc. Mediche, An. 90 (Ser. 9, Vol. 7), Fasc. 6, pp. 199-200. Bologna, 1919. Sera G. L. — La genese do 1' articulation secondaire (sqiiamoso-dcntalis) de la mandibule et T origine des Ma rami Teres. Note prev. Con 5 figg. — Giorn. p. la Morf. dell' Uomo e dei Primati, An. 3, Fasc. 1, 1920. Estr. pp. 20. Pavia, 1920. Valenti Giulio. — Sopra il rudimento della parte superiore dell' osso incisivo nelP uomo. Con 1 fig. — Rend. Sess. R. Accad. Sc. dell' Istitnlo di Bolo- gna, An. Ace. 1918-19, Clas. Sc. Fisiche, Sez. Med. e Chir.. Estr. pjj. 12. Bologna, 1921. 5. Apparecghio musgolare. 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Bruni Angelo Gesare. — Sulla cosidetta « ghiandola interstizialc » del testicolo del cavallo. Gou figure. — Nuovo Ercolani, An. 1921, N. 13. Eslr. pp. 12. Torino, 1921. Cattaneo Donato. — Sulla struttura dell' epitelio della vescica. Con tavole. — (ticerche di Morfol., Vol. 1, Fane. 1-2. Estr. pp. 12. Roma, 1920. Erchia (D') Flbronzo. — Sul rostringimento valvolaro congonito del eollo del- I'utero. — Atti Soc. Hal. di Ostetr. e Ginec, Farm, 20 Conyrgsso, 1920. Eslr. pp. 8. Roma, 1921. Ganfini ('. — Su un caso di rone uuico ed utero unieorne consociato a varieta vascolari. — Vedi M. Z., XXX, 9, 142. Giannelli Luigi. — Sopra una particolarita di struttura del corpo luteo. — Co- mitnicazione, con dimostraziom di preparati, fatta alTAcc. med. di Fer- rara nell'adun. del 2 maggio 1921. Ferrara, 1921. Pp. 2. Manna Arturo. — Un oaso di imperfezione congenita dell'iraone, oon emato- colpo — Annali Ostetr. e Ginec, An. 43. X. 4, />/j. 317-330. Milano, 1921. Naglieri Fr. — Vedi in questo N.<\ pag. 158. Rosati Beniamino. — Sopra un diverticolo vescicale eongenito erniato. Gon figura. — Riforma medica, An. 36, N. 39, pp. 878-884. Napoli, 1920. Pellegrini R. — Di una modificazione tocnica alia ricerea sul cadavere dei dotti ejaculatori e delle vescichette seminali — Boll. Soc. med. di Parma, Ser. 2, An. 12, Fasc. 5-10, pp. 42 45. Parma, 1919. Perna G. — Sullo sviluppn della vescichetta serainale, doH'ampolla del eanale deteronte e del eanale ejaculatore nell'uomo. — Vedi M. Z.. XXVII, 2, 45 . Perna Giovanni. — Sulla forma della vescichetta seminale nell'uomo. Con tav. — Rend. Soc. med.-chir. Bologna, in : Boll. Sc. med., An. 91, (Ser. 9, Vol. 8), Fasc. 4-5, pp. 214-215 e Fasc. 6-8, pp. 245-260. Bologna, 1920. Perna Giovanni. — 11 « sinus cjaculatorius » nell'uorao. — Bull. Sc. Med., An. 92, Ser. 9, Vol. 9, Bologna, Genn.-Aprile, 192 1. Estr. pp. 4. Bologna, 1921. Perna Giovanni. — Sullo sviluppo e sulla costituzione della « vesicula semina- lis » dell' « ampulla ductus deferentis » e del << ductus ejaculatorius » nel- l'uomo. Con 4 tig. e tav. 2-17. — Arch. Hal. Anal, e Embr., Vol. 18. Fasc. 1 e 4, pp. 49-145 e 425-564. Firenze, 1921. Pizzagalli Luigi. — Un caso di tumore in testicolo ectopico. Gon n'gure. — Morgagni (Archivio), An. 64, N. 4, pp. 113-119. Milano, 1921. Pizzetti Dino. — Contributo critico e clinico alio studio delle maliormazioni del- I'uretere: un caso di duplicita incompleta monolateralo. - Policlinico, An. 28, Vol. 28-C, Fasc. 4, pp. 160 174. Roma, 1921. - 1(54 1^. Ghiandole surrenalt. Organi cromaffini etc. Giacomini Ercole. — Intorno alle capsule surrenali del Proteo (Proteus angui- neus) come contributo alia conoscenza del sistema delle capsule surrenali negli Anlibi Urodeli Perennibranchiati. — Rend, delle Ses. d. R. Ace. d. Sc. dell' 1st. di Bologna, An. Ace. 1917-18, CI. di Sc. Fis., Sez.d. Sc. Nat.. Estr. pp. 16. Bologna, 1918. 13. Apparegchio nkrvoso centrale E PERIFER1CO. Abundo (D') Eraanuele. — Goutributo alio studio dei nuclei opto-striati. Con 2K tig. o 7 tavolo. — Riv. It. New., Psich. ed Elettroterapia, Vol. 13, Fasc. 9, pp. 261-291 e Fasc. 10, pp. 295-303. Catania, 1920. Abundo (D') Emanuele. — Focolai subcortical cerebrali e loro effetti ancbe in rapporto con lo mauifestazioui idroeefaliche. Con 5 tav. — Riv. Ital. Near. Psich. ed Elettroterapia, Vol. 11, Fasc. 5. Estr. pp. 28. Catania, 1921. Agostini Giulio. — Note morfologiche e istologicho sopra un caso di microce- falia vera. I, Note morfologiche. Con 6 tav. — Perugia, Tip. Perugina gid Santacci. 1920. Pp. 22. Anile Antonin>. — Le Iocalizzazioni cerebrali. — R. Ace. Med.-Chir. di Napoli, N. 2, 1917. Estr. pp. 3'2. Napoli. 1917. Ballerini G. — II sistema nervoso vegetativo nello stato puerperale. — € Folia Gynaecologica », Vol. 11, Fasc. l-'J. 1915. Estr. pp. 220. Facia, 1915. 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Dorello P. — Osservazioni sopra la legge di Sherrington della innervazione re- ciproca dei muscoli antagonisti. — PoUelinico, Sez.pratica, An. 28, Fasc. 18, pp. 611010. Roma, 1921. • Favaro Giuseppe. — Nervo terminate e regione terminale mediana nell' uomo: ricerche embriologicbe ed anatomiche. Con 23 flgg. nel testo. — Arch. ital. Anat. ed Embr., Vol. 18, Fasc. 2, pp. 227-269. Firenze, 1920-21. Giannuli F. — I centri spinali del nervo sciatico delPuomo. Con 2 figg. e 6 tav. — Riv. ill Antrop., An. 23, p. 137-175. Roma, 1919. Luna Emerico. — Morfogenesi dei centri nervosi nei Chirottori. Parte I. Le prime fasi di sviluppo dei centri nervosi in Rhinolophus liippoderos (Bechstein). Con figure e tav. — Ricerche di Morf., Vol. 2, Fasc. I. Estr. pp. 104. Roma, 1921. - 165 - Minerbi Cesare. — Alcune considerazioni sinletiche intorno all'areliitettura delle grand i vie di connessione del cervolletto, ravvisato come centro riflettorio. — PoliclinicQ, An. 28, Sez. 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Sergi Sergio. — Studi sul midollo spinalo dello cimpanze. 1. Sulla topogratla vertebro-midollare nello cimpanze. II. La sostanza grigia o la sostanza bianca del midollo spinalo: variazioni assojute e variazioni relative nello cimpanze: confronti con 1' uomo. Con figure e diagrammi. — Riv. Antrop., Vol. 24 Estr. pp. 92. Roma, 1920-1921. Spadolini Igino. — Le azioni antagonisticbe nei sistemi autonomi. Rivista critica e ricerche speiimentali. — Tesi di libera docenza. Tip. Ariani, Firenze, 1917. Pp. 268, con flgg. Spadolini Igino. — I loudamenti anatomo-fisiologici del sistema nervoso autonorao secondo le piii recenti indagini. Con figure. — La Med. Ital., An. 1, N. 9, pp. 6-14. Milano, 1920. Rizzo Gristoforo. — Rigidita pupillare e ganglio ciliare. Ricerche istologielie e sperimentali. Con tav. 6-10. — Riv. di Pat. new. e ment, An. 25 (1920), Fasc. 11-12, pp. 325-349. Firenze, 1921. Riquier Carlo. — Sulla sistematizzazione dei tronchi nervosi periferici. 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Bruni Angelo Gesare. — Osservazioni sul tappeto lucido dei mamraii'eri dome- - 166 - stici (Istogenesi). Nota II. Con 1 rig. — Renclie. R. Ace. Naz. Lincei, CI. sc. /is. mat. e nat., Vol. 30, Ser. 5*-, Sem. 2°, Fasc. 7-8, pp. 335 337. Roma, 1921. Monesi Luigi. — Contributo alio studio della genesi del vitrco nei vertebral!. Con 3 tavole. — Atti Soc. lombarda Sc. med. e biol.. Vol. 10, Fasc. 2, pp. 111/25. Milano, 1921. Naglieri Fr. — Vedi in questo N.°, pag. 158. Perozzi Ldigi. — Ricerclie anatomiche intorno alia eapsula do' labirinto. Con fi- gure. — Arch. Ital. Otologia, Vol. 31, Fasc. 3, pp. 214-232, Fasc /. pp. 3213:io, Fasc 5-6, pp. 353 374; Vol. 32, Fasc, I. pp. 16-60 e Fas--. 2, pp. 65-74. Torino 1920 e 1921. Police Gesualdo. - Sui rapporti Ira le fibre radiali o gli elomenti visivi nella retina di Axolotl, Amblystoma raoxicanus. — Boll. d. Soc. del Natura listi in Napoli, Vol. 33, (Ser. 2, Vol. 13), An. 31, 1920, Atti, pp. 92 97. Napoli, 1921. Ruffini Angolo. — SuH'organo norvoso paratimpanico di G. Vi tali od organo del volo degli uccelli. Recensiono, con 2 ligg. — Boll. Sc. med., An. 91, (Ser. 9. Vol. 8), Fasc. 4-5, pp. 141-154. Bologna, 1920. Vitali Giovanni. — Sull' inserzionc posteriore dei muscoli retti dell'occhio e sulla spina recti lateralis nell'uomo. Con 2 tav. — Atti R. Ace. Fisiocr. Siena, An. Ace. 229 (1919), Ser. 8, Vol. 11, N. 5-7, pp. 247-286. Siena, 1919. Vitali Giovanni. — Sulla presenza nei Cliirotteri dell'organo nervoso da me sco- porto neH'orecchio medio degli uccelli. — Comun. fatta alia R. Ace. dei Fisocr. in Siena nell'Ad. del 25 giugno 1920. Estr. pp. 6. Siena, 1920. Vastarini-Cresi G. — Le « papillae gnstatoriae palatinae » di Erinacous euro- paeus. Ricerche anatomicbe ed organogenetielio. Con 8 rtgg. nei testo ed 1 tav. — Tip. A. Tocco, Napoli, 1919. Pp. 60. 10. ANATOMIA T0POGRAF1CA. Cutore Gaetano. — Manuale di Anatomia topograrica. Parte l.a Le regioui della testa. Pp. 1-196, con 57 rigg. Parte 2.a Le regioni del collo. Pp. 197-275, con 29 rigg. In 8.° — Catania, Off'. Tip. del Giornale degli Allevalori, 1919- 1920. Falcone Cesare: — Compendio di Anatomia topograrica. — 4s- Ed. X-951 pp. Con 16 tav. Milano, U. Hoepli, 1920. Pedrazzini Francesco. — Meccanica cranica e risica cerebrale. Con figure. — Policl., An. 28, Vol. 28 M, Fasc. 4, pp. 174 184. Roma, 1921. {Continua). 17. Teratologia. Andrei Giovanni. — Cisti congenite del collo. — Arti grafiehe, S. Bel/'orte c ('.. Livorno. Pp. 192. Balli Ruggero. — Note anatomiche sopra un caso di piede varo-talo bilaterale. (Jazz. Intern, di Med. chir. Igiene, N. 13, 1914. Estr. pp. 15. Napoli, 1914. Bertolani-Del Rio Maria. — Malformazioni multiple degli arti superiori. Con tav. — Riv. Sper. Frenialria, med. legale e alien, ment., Vol. 44, Fasc. 12, pp. 87-115. Reygio Emilia, 1920. Calderini Giulio. — I^rnia ombclioale c mgenita con diverticolo di Meckel flsto- - 167 - loso. Con tav. — Annali Ost. e Gin., An. 43, N. It, pp. 801-836. Milano, 1921. (aratozzolo A. — Vedt in questo N.°, pay. 159. Corona Ottaviano. — Sopra una mostruosita in una Galium tripode. Con rtgure. Atti Pont. Ace. Rom. Nuovi Lincei, An. 65, Sess. 67, pp. 171-174. Roma, 1912. Merolillo Giuseppe. — Un toi-acopago novissimo. Con figure.— PolicL, An. 28, Sez. pratica. Fasc. 8, pp. 263-264. Roma, 1921. 168 - COMUNICAZIONI ORIGINALI ISTITUTO ANATOMICO DI FJRENZE DIRETTO DAL PROF. G. CHIARUGI. Sopra un modo di determinare il peso degli organi in fun- zione di altre grandezze e particolarmente del peso ti- roideo in funzione delta statura. Dott. LUIGI CASTA LDl, Aiuto E vietata la riproduzioue II peso di un urgano, sia dell'uomo che degli aniuiali, e un oa- rattere che i bioraetrici definiscono continuo, che varia seconclo 1' eta, la statura, il peso corporeo, il sesso, ecc, e la raisura del quale non e utile se non e data relativamente ad uno o piu di questi fattori. Di essi i piu importanti sono la- statura e 1' eta, in quanto il peso corporeo e, special mente nel cadavere, legato a troppe cause di errore. Interessa anche il patologo e il clinico sa- pere quale deve essere il peso di un organo (o del corpo intiero) corrispondente ad una data statura, o eta, o peso di altri organi ; percio vari autori hanno cercato, studiando statisticamente delle serie di osservazioni, di esprimere con formule i rapporti interce- denti, parfcendo da piu punti di vista. Cosi Dubois per il cervello propose la formula p = kPx, dove p e il peso cerebrale, P quello corporeo, A: un coefflciente caratteristico per ciascuna specie, ex la costante dell' organo studiato, che nei mammiferi e in media 0,56. Jackson '09 dette misure del peso dell' embrione umano e una curva dell' accrescimento del peso corporeo normale, cui dice cor- rispondere la formula J = x4, cioe fece : „ , / eta (giorni) \ 4 Peso corporeo (gr*) =*{- 37^ "J - 169 - con cui il peso puo essere calcolato approssimativamente per ogni tempo, o viceversa, dopo il 1° raese fetale. Invece Tattle aveva trovato un altro rapporto nell' accrescimento, cioe peso (gr.) — 50 (mesi — 2)2. G-aertner, partendo dal concetto che uomini geome- tricamente simili abbiano lo stesso peso specitico, e posto che i pesi p h3 si comportano come le terze potenze delle stature, -^ = r-, , per trovare, stabilito un peso normale per una data statura, quanto dovesse pesare un uomo di un' altra statura, dette la for- ti 3 inula x = p -^ , in cui x e il peso da determinare, p quello di confrouto (in uomo di 25 anni e 170 cm. di statura lo fisso in 70 kg.), hi 1' altezza dell' individuo di cui si vuole determinare il peso e h quella dell' individuo di confrouto (170 cm.). Ma cio fu criticato da Schwiening. Iscovesco modified la formula di Dubois in p = Px, cioe il peso di ciascun organ o e uguale al peso corporeo elevato ad una potenza frazionaria da determinare ; trovo pel coni- glio per la somma del fegato, polmoni, rene, ecc. x = 0,61. Ma a cio La pic que elevo forti obiezioni, ritenendo tra 1' altro che solo per fortuita coincidenza egli avesse trovato questi valori. Altri la- vori del genere sono quelli di Donaldson '03, Voit, Joseph, ecc. Piu esatte e fondate sono le formule ideate da Hatai. Stu- diando nel 1908 il peso del sistema nervoso centrale, essendo que- sta una funzione del peso corporeo, ottenne la espressione generale y = (x). Ispezionando la curva del peso encefalico costruita sulle sue osservazioni, in confrouto al peso del corpo, il valore di accre- scimento del sistema nervoso decresce, mentre cresce il peso cor- dv 1 poreo : questa relazione e espressa da v" = -C, dove C e una d x x costante ; da essa ricavasi y = G log x -j- A. Per evitare alcuni difetti della formula introdusse anche una costante (3 empiricamente calcolata, facendo y — C log (x -j- P) -j- A, mentre C ed A furono da lui calcolati col metodo dei minimi quadrati C). Cos! nel ratto al- bino si ha : peso del cer cello = 0,554 -f- 0,569 log (peso del corpo — 8,7). (!) Ferrero A. — Esposissione del metodo dei minimi quadrati. Varbera, Firenze, I81(j. — M eii i m an u. — A text-book on the Method of least square. — London, 1885. — Chan ve'n e t W. - A Treatise of Method of Least Squares. — Philadelphia, 1S,SS. — Forti A. — II metodo dei minimi quadrati e la teoria degli errori. — Milam*. Hoepli, 1890, Pasjni «'. — Metodo dei mi- i>imi quadrati. — Zanichelli. Bologna, 1921, - 170 - Applicando questa formula si ha : lunghezza del corpo = 143 log (peso del corpo -f 15) — 134 dalla quale : lungh. del corpo + 134 143 peso del corpo --10 — 15 ; e peso del midollo spinale : y = 0,585 log (peso del corpo -f 21) — 0,795 (Donaldson '08-'09). Essendo pero in talune circosfcanze questa formula difettosa, Hatai '09 la modified in una espressione molto complicata; pero Donaldson '09 dice che in vari casi si puo continuare ad usare collo stesso risultato nel ratto albino quella piu semplice ripor- tata. Hatai '11 a dette anche una formula per calcolare la lun- ghezza della rana dal peso corporeo ; e piu tardi ('11 b) interpre- tando le curve dell' accrescimento da un punto di vista dinamico, dava ancora un' altra espressione applicando la formula di Forest per un curva non simmetrica di probability, cioe facendo Y — a X + b log X + c, e in alcuni casi piu semplicemente X = b log X -4- c, dove Ye il peso dell'organo, Jl del corpo, e a, b e c sono costanti da determinarsi dai dati osservati. Egli stesso ('13-'14) applico questa formula ai vari organi del ratto albino; per es. per la tiroide trovo Y = 0,0000973 (X + 27) + 0,0139 log (x -f 27) — 0,0226 ; questa nuova formula fu applicata anche da Jackson '13-'14. In- fine pel timo Hatai '14 immagino altre due formule per esprimere le variazioni del peso in funzione dell' eta nel ratto. Agli Stati Uniti, dove fervono attualmente studi sull' accrescimento corporeo e dei singoli organi, queste formule di Hatai sono state adoperate uguali o mcdificate (Y =» d [(aX)b± c | i da Dunn pel sistema nervoso central e, Scammon con Armstrong e Ganz per 1' oc- chio e mandibola ; Latimer per vari organi del polio (Y == (a X) n ±: b X H- c); Suitsu (Journ. of comp. Neurol., '20) per 1' area del corpo calloso, ed altri. Nell' esaminare una serie di glandole tiroidi umane normali della provincia di Firenze, mi ero proposto di risolvere il problema dell' espressione analitica della curva costruita sui dati in funzione della statura, cioe di determinare 1' equazione che la rappresentasse, onde ottenere cosi una formula per cui data una statura si potesse calcolare il peso tiroideo corrispondente. Ma invece di procedere per - 171 - questa via alio studio (iell'andamento della curva, il che non e nemmeno aila portata della grande maggioranza dei medici, ne e sempre facile in curve compficate, si puo risolvere la cosa parten- do da un altro pun to di vista, e cioe da quello della correlazione, il calcolo della quale costituisce uno dei fondamenti della Biome- trica di Pearson. Cos! facendo, non solo si risolve vantaggiosa- niente il prnbleraa in questo caso particolare, ma, mentre volendo procedere alia espressione analitica di una curva, la formula alia quale si potra arrivare non si riferisce che al limitato soggetto in studio, come e anche in fondo per le formule di Hatai; nel prin- cipio della correlazione sta invece racchiuso un mezzo di uso generate col quale calcolare il peso di un organo qualsiasi o del corpo in funzione di un' altra grandezza, stabilendo altrettanti coefflcienti numerici da usarsi poi per ciascun caso. Si tratta di ottenere coi metodi indicati dalla Biometrica (') il coefficients di correlazione /• di Gal ton. Seguendo Pearson ho £ (x-X) (y-Y) fatto uso della formula di Bravais n= - — , dove (x-X) significa la deviazione (scostamento) di un individuo x dal valore medio X, e (y-Y) il corrispondente per 1' altro oggefto y, del quale si cerca la correlazione con a?, e * X] a y sono gli scostamenti qua- (•) Vedi tra le varie pubblicazioni biometricbe il manuale di Davenport ('. B. — Statistical Methods with special reference to biological Variation. — New-York, J. Wiley, 1904; e 0 a- ataldi L. — Metodi moderui di calcolo statistico e di rappiesentazione graflca in Biologia."— Mo- nilore tool, it., XXXII, 1921. Come si calcoli V, r fn da me qui esposto, ma ag^iuugo ora pur mi- gliore spiegazione del calcolo, specialtueute per volgarizzarlo anche t'ra coloro clie non banno dome- sticbezza colla materaatica, che quaudo si inseriscono neila tabella di correlazione i valori dei pro- ■lotti fx-X1) (y Y1). se gli iritervalli di classe non sono di 1, ([iiesti valori vanuo divisi per gli inter- valli di classe, come del res to si iutendeva dal coutesto, essendosi divisi in till c.iso anche i sigiui c gli scostamenti dalle classi iniziah per gli intervalli di classe. In quel lavoro poi e da intendersi a pag. 46 riga 27 [J-2 invece di y:i. e a pag. 113 riga 28 « segno di [*a ■> invece di $3. Approfltto anche per aggiungere alia bibliografia italiana Somatometrica alcuni lavori sfnggitiini (e altri aucora ne mancheranuo, tanto piii trattandosi di lavori appartenenti a rami di Bcienza tanto diversi). 113. Boldrini M. — Su alcune ditt'erenze sessuali secondarie nelle dimensioni del corpo umano alia uascita e alle eta superiori. — Arch, per V antrop. e etn., vol. 49, p. 5, 1919. 114. Delia Valle P. — La niorfologia della croraatina dal punto di vista tisico. — Arch. zool. it., vol. VI. p. 37-321, 1912. 115. Gini C. — II concetto di transvariazione e le sue prime applicazioui. — Roma, Athenaeum, 1910. 116. Nicet'oro A. — Les indices nmueriques de la civilisation et dn progres. — Paris, Flam/ma- rion, 1921. 117. Viola G. — La dignita scieutitica della patologia speciale e il modo della sua elevazione. — Bi/orma med., A. 36, n. 40, 1920. 118. Volte rr a V. — Saggi scientitici. — Bologna, Zaniehelli, 1921. Inoltre per i metodi di rappiesentazione graflca: 119. Frassetto F. — Sulla ripartizioue seuaria dei valori seriah inereuti a lunghezze, volumi, pesi. indici, ecc. in Autropometria e in Biometria. — Bio. di Antrop., vol. 25, 1922. 1 Ml. Mochi A. — Arch, per V Antrop. e V Etn . vol. to, p. 346, 1915. (Rivendica la priori ta snlle ricerehe di Sera e Giardina). 172 - dratici medi (o sigma) dei due oggetti, che ne misurano la variabi- lity assoluta, e n ii uumero delle osservazioiii. Ora il coefflciente di correiazione permette la previsione in questo senso, che per mezzo di esso, insieme al sigma di ognuno dei due caratteri posti a con- fro n to, si possono calcolare i coefficient di regressione e le eqaa- zioni di regressione o di stima, che permettono di prevedere le suc- cessive variazioni di una variabile al successive variare dell' altra. Negli studi suil' eredifca Galton ammise che ad ogni devia- zione dell' equilibrio corrisponde una reazione equivalenfce, tnanife- staLa da uu regressione della discendenza dell' individuo deviate verso la posizione di equilibrio. Chiamato bi il coefficients di regres- sione degii x sugli //, e viceversa il coefflciente &2, abbiaino : b. — r x eb2 = r— , I'equazione di regressione ha la forma x = r — - y . Pero applicandola con questa forma riportata per es. da Niceforo, il calcolo non viene esatto ; occorre completarla nel- V espressione riportata da Martin x — r - y -f- (X — r- - Y), ■ 21,3 0 93 0 93 ■ feuimine x = 0,6785 ~ Statura + (2,14 — 0,6785 -~-„- 67) e oltre 120 cm. 7.70 ai . „ 7.70 7-^ Statura -f (19,74 - 0,1776192 — femmine x — 0,19350538 J-—- Statura + (18,38 — 0,19350538 ~- 152,7) 8,43 8,43 - 174 - In quest* maniera si ottengono due espressioni della massima semplicita colle quali caloolare i pesi tiroidei corrispondenti ad una determinata statura (x). Sono pero da nocare nel caso della tiroide diversi punti. Anzi tutto i valori dai quali sono partito sono valori di pesi e stature che valgono per la provincia di Firenze e non altrove, in quanto la. tiroide normale varia di peso secondo che nei vari luoghi predomina o no il gozzo, per es., a Milano e doppia che a Firenze per Castaldi '20, onde andrebbe raddoppiato il va- lore ottenuto colla [1] ; anche la statura varia secondo le popola- zioni, ma meno fortemente. In secondo luogo pochi organi sono cosi variabili come la tiroide ed anzi questo fatto rende piu notevole la corrispondenza trovata fra cifre calcolate e osservate, e quindi con- valida la bonta del metodo impiegato, come d'altra parte rende trascurabili le lievi differenze tra le due serie di cifre all'atto pra- tico. Tale variabilita tiroidea si deve attribuire oltre che all'influenza della grandezza corporea, eta, sesso e localita, anche all' alimenta- zione, e a tutte le cause endogene (autotossiche, psichiche) ed en- dogene (intossicazioni, infezioni) capaci di modiflcare la struttura e la irrorazione sanguigna di questo organo (Pende). Se in ogni in- dividuo si volesse trovare il peso tiroideo rispetto alia sua statura sempre come si ottiene colla formula, si errerebbe, perche vi sono tiroidi pure normali piu piccole o piu grosse della media di ogni classe di statura in limit! assai vasti. Questi sono dati dal sigma, che e a Firenze 1,08 gr. per le basse stature e 7,65 gr. per le sta- ture sopra 120 cm. nel complesso dei due sessi. Dunque sara sem- pre nei limiti del normale quella. tiroide che ha un valore di 1,08 o di 7,65 gr. minore o maggiore di quello che ricavasi rispettiva- mente dalle equazioni [2] e [1], e dentro questi limiti sono esube- rantemente contenute le differenze sopra notate applicando queste formule rispetto ai dati osservati. Anzi vi sono, come ho trovato nella serie da me studiata, casi di tiroidi, strutturalmente normali, di valore distante dal medio piu del sigma (cosi dette " frequenze erratiche „), che rappresentano nella mia serie di tiroidi pooo piu del 10 % dei casi, e in cui, data la piccolezza o grossezza eccessiva, occorre l'esame minuto per decidere se si tratta o no di glandole normali. Questo metodo potrd servire per qualsiasi altro organo, a mag- gior ragione per organi meno variabili della tiroide, col vantaggio (!) Che la setic »li cui mi scrvii tosse ntUizzabile, lo dimostra il calcolo del « Br auchbarkeits index » 100 V 0 337li di Bartels, obfe nel inio caso era s ' =: 0.79, eioe minore di 1. - 175 - di ottenere espressioni semplicissime e alia porbata di chiunque, e senza nessuna cifra ricavata empiricamenbe. Come per la sbabura, potra farsi il calcolo in funzione del peso corporeo o* del peso di albri organi; anzi avremo allora due quanbita omogenee in correla- zione; nulla si oppone a che il mebodo possa essere applicabo in funzione dell'eba, banbo piu che Pearson e la sua scuola hanno calcolabo la correlazione perflno per carabberi nou quanbibabivi, ma qualibabivi. L'unica limibazione sara daba naburahnenbe dalla man- canza di correlazione fra gli oggebbi in isbudio. Vice versa pobremo da un peso di un organo ricavare la sbabura o peso corporeo, ecc, sviluppando la formula y = r-px + YT-ffX) II procedimenbo generale per ricavare i dabi necessari a quesba formula, come alia precedenbe per x allorche si faccia una serie di osservazioni dei pesi di organi benendo conbo della sbabura o peso corporeo, ecc. e quelle di ricavare la media aribmebica e il sigma sia del peso dell'organo che della sbabura, o peso corporeo ecc. dei casi osservabi; calcolarne il coefficients di correlazione e quindi l'equazione di regressione. Cio viene facilibabo dall'uso dei prontuari di calcoli fabbi, di macchine calcolabrici, e dei logaribmi. Bibliografia. I. Castaldi L. — Morfologia della glandola tiroide uormale in laogbi gozzigeni e non gozzigeni. — Lo Sperimentale, a. 74, p. 97, 1930. •J. Dhere et Lapicque L. — Sur le rapport entre la grandeur des corps et le developpeinent de 1' encephale. — Arch, de physiol. norm, et path., n. 4, 1908. • o. Donaldson H. H. — On a foi inula for determining tlie weight of the central nervous system of the frog from the weight and lenghts of its entire body. — Univ. of Chicago. Decennales Pu- blic. Ser. I, Vol. 10, 1903. 4. Id. — A comparaisou of the albino rat with man in respect to the growth "t the brain and of the spinal cord. — Joura. of comp. New, and Psych., n. 1, p. 345-392, I90S. 5. I d. — On the relation of the body lenght to the body weight and to the weight of the brain and of the spinal cord in the albino rat. — .tourn. of comp. Neurol, and I'sych,, n. 3, p. 155- 168, 1909. li. Dubois E. — Sur le rapport du poids de V eneephale avec la grandeur du corps chez les Mam- miferes. — Bull. Anthrop., (4)/r. VIII, n. 4, p. 337-376, 1897. 7. Dunn H. L. — The growth of the central nervous system in the human fetus as espressed by- graphic analysis and empirical formulae. — Joum. of comp. Neurol., Vol. 33, p. 405-492, 1921. 8. Gaertner G. — Wien. Med. Woch, S. 17, 1912: Didtetische Entfettungskuren, cap. 26, Leipzig, Togel, 1913. 9. ilatai S. — Preliminary note on the size and condition on the central nervous system in albi- no rat experimentally stunded. — Joum. of comp. Neurol, and Psych., Vol. IS, p. 151-155, 1908. 10. Id. — Note on the formulas used for calculating the weight of the brain in the albino rats. — Joum. of comp. Neurol., Vol. 19, p. 169-173, 1909. II. Id. - A formula for determining the total Lenght of the Leopard Frog (K. pipiens) for a gi- veu body weight. - Anat. Record. Vol. 5, p. 309-312, 1911. «., - 176 - 12. lit. An interpretation of growth curves from a dynamical standpoint. — Anat. Record, Vol. 15, p. 372-382, l'Jll l>. 13. Id. — On the weights of the abdominal and the toraoic viscera, tlie se>- glands and the eyeballs of the albino rat according to body weight. — Americ. 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Latimer H. 11. — Empirical formulae for the growth curves of the various organs and sy- stems of the single-combo Withe-Leghorn chicken. — An. Record., Vol. 23, p. 24, 1922. 21. Martin P. — Lehrbiich der Anthropologic. — Jena, Fischer, S. 79, 1914. 22. X ice for o A. — La misura della vita. — Torino, Bocca, 1919. 2'i. Oeder G. — Die G-artnersche Norraalgewichtstabelle fur Erwachsene. — Bed. Klin. Woch., Jij. 52, p. 1086-1092, 1915. 24. Scammon K. E. and Armstrong E. L. — A quantitative Study of the growth of the human eyeball and optic nerve. — An. llec, Vol. 23, p. 35, 1922. 'J"). Scammon R. E. and Oauz S. I. Z. — The growth of the skeleton in the fetal period as il- lustreted by a quantitative study of the human mandible. — An. Itec., Vol. 23, p. 35, 1922. 26. Schwiening H. — Korpergrosse und Korpergewicht des Menscheu. — Deutsch. Med. Woch. Jg. 40, 8. 498-500: 556-558, 1914. 21. 'Puttie. — The relation between Weight and Age in the Fetus. — Journ. Americ. Assoc., Vol. 51, p. 919. 190S. 28. Voit E. '— Welche Schwaukungen u uteri iegt das Verhiiltnis des Organgewichte zutu Gesamt- gewichte des Tieres. — Zeitschr. f. Biol., lid. 4i della biologia, ben merittmdo dalla scienza italiana; alia quale, con le loro ricerche, alcuni specialmente accrebbero lustro e decoro. Ghiudo concludendo questa relazione con tin voto ed un angurio: col voto, per fede nell'avvenire del nostro sodalizio, die questo Convegno Zoologico nazionale segni, per la nostra Unione, rinsaldata nella sua compagine, l'inizio di rinnovellata vita: era nuova di atti- vita feconda e di lavoro proficuo per il progresso della Zoologia ita- liana, perclie questa per concorde dignita nazionale possa seni pre af- fermarsi nel posto che le spetta per le sue tradizioni nel consorzio scientifico internazionale ; con l'augurio che l'U. Z. 1. perpelui, in questo Convegno Zoolo- gico di Trieste, e per i deliberati della sua Xll Assembled ordinaria, quella importanza scientifica e sociale, alia quale e assurta in Italia e fra le consorelle dell'estero. L'assemblea prende alto della Relazione del Segrelario. II Presideute in conformita di quaato e detto nella relazione del segre- tario e per considerazioni di opportunity invita l'assemblea a procedere in qnesla prima adunanza alia elezione di tutte le caricbe sociali esseudo, in conformita di qnanto e stato praticato dalla maggioranza di altri sodalizii, rimasto in fun zi one, .durante il periodo della guerra, L'ufficio di presidenza ultimo eletto prima di questa: non essendosi, per mancate adunanze dell'U- nione, potuto provvedere a queiravvicendamento delle cariche prescritte dal- I'articolo 6 dello statuto sociale. II Presideute nomina scrutatori i socii Stenta, Teodoro e Gridelli, e so- spende la seduta perche la votazione possa aver luogo. Visto il risultato della votazione il Presideute proclama eletti peril triennio 1931-1933 giusla le. uorme tissate dallo statuto: a Presideute il prof. Grassi G. B.; a vice- presidente i proff. Chiarugi Giulio , ed Arrigoni degli Oddi Ettore ; a Segre- tario il prof. Monticelli Francesco Saverio; a Vice-segretario il prof. Ghigi Adessandro; a Cassiere-eeonomo il prof. Pierantoni Umberto. II presideute invita l'assemblea alia nomina dei Revisori dei conti. Ven- gono a quesl'ufficio chiamati i socii Stenta e Teodoro. Venerdi 9, settembre Seduta pomeridiana (nella sala minoie di Borsa). II Presidente d;V la parola ai soci per le Comunicazioni scientifiche Vinciguerra D. — Sui caratteri della fauna ittiologica delle acque dolci di Grecia. La prima conoscenza dei pesei della Grecia rimonta ad un epoca assai remota , poiclie su quelli sono basate le nozioni di iltiologia 10 fornile da Aris lot ile : ad essa contribuirono nei secoli scorsi i viaggi di Belon e di R ussegger, nonche i naluralisli'che i'ecero parte della spedizione di Morea del 1828. In epoche piu recenti vanno ricordati i lavori di Heldreich, di Erhard e di Apostolides. Parecchie specie furono fatte cono- scere da Steindachner, e D. S. Jordan pubblico un interessante studio destinato alia identiflcazione dei pesci menzionati da Ari- s i o t i 1 e . In quesli iillimi anui ancbe due zoologi greci, Panagiotopu- los e A thanassopu los, il primo dei quali troppo presto rnan- cato ai vivi , si dedicarono alio studio della ittiofauna greca e pub- blicarouo qualche notizia in proposito. A malgrado di cid la fauna ittiologica di quel paese, ed in ispeeie quella delle sue acque dolci, e ben lungi dall'essere completamente conosciuta, come lo diuiostra il fatto che io, durante il inio recente soggiorno in Grecia, bo potuto raccogliere parecchie specie nuove, di tre delle quali ho gia pubbli- cato la descrizione (1). Mentre le altre due penisole delTEuropa meridionale, l'italica e l'iberica, sono limitate da catene di montagne ben definite, quali le Alpi e i Pirenei, la penisola ellenica non e cosi nettamente circoscrilta, poiche la barriera montagnosa costituita dai Balcani trovasi assai piu a Settentrione della Grecia propriamente detta, anche se intesa nei senso piu lato, ossia comprendendovi le regioni indicate ora col nome di Nuova Grecia, cioe l'Epiro e la Macedonia. II sistema orografico costituito dai Balcani e dalle loro propagini oieridionali e assai intiicato, e i fiumi vi corrono generalmenle nei senso dei meridiani come ad esempio il Vardar in Macedonia e il Peneo e PAcheloo nella vecchia Grecia. Cosi avviene che nei pesci delle acque dolci di quelle regioni si constata un vero miscuglio tra forme prettamente meridionali ed altre proprie della fauna ittiologica della regione orientale delFEuropa centrale, che scendono sino a la- titudini mollo basse: Fesempio piu caratteristico e quello olfeito dai Siluro, nei quale si voile da Gill riconoscere una specie diversa dai ben noto Silurus glanis {S. Aristotelis). Questa specie giunge sino al lago Trichonis in Etolia, ossia a circa ;58° 30' Lat. N., poco a setten- trione del golfo di Corinto. Daltra parte io ho trovato in un piccolo corso d'acqua della rPessalia settentrionale e descritta come nuova una piccola specie del genere Gobius (G. thessalus) che non ha affatto rappresentanli nelle acque dolci dell' Europa centrale. I Descrizioni
  • edizione di Morea e descritto da Valenciennes come Leuciscus stymphalicus un piccolo ciprinide, riferibile al genere Leucaspius, fondato sopra una specie diffusa neirEuropa centrale ed orientale. Di questo genere io ho raccolto parecchi individui in un ruscelletto della pianura di Maratona, die differiscono abbaslanza dalla deserizione di quello di Stimfalia e che furono (\d me provvisoriamenle considerati come ap- partenenti a specie nuova (L. marathonicus). 11 fatto ittiologico piu rimarchevole, da me constatato in Grecia, e la presenza nei lago Hesikia, in Macedonia, di una specie del genere 12 Clupect flic, come L'agone dei nostri Iaghi lombardi, e coiopletainente adaltata alia vila in acinic dolci; essa In gia indicata neglj scritti di Panagiotopulos e di Aihanassopulos die la riferiscono alia Alausa vulgaris (Cl.alosa) mentre l'Agone e ritenuto una forma inclu- sa della C. finta. fo invece pur ritenendo che la maggiore affinila della forma macedone sia con la C. alosa, la credo abbastanza di versa da que- sta per giustificare la creazione di una specie distinta (C. macedonica). Xcl lago Daucli, gia ricordato, abbonda la Perca fluviatilis, che manca invece in quello poco lontano di Garla ove si trova invece, come si e visto, la carpa. In altro invece come in quello Akinou, le due specie vivono insieme, associate anche con la tinea. Mancano a quanto pare del tutto i Gasterostetis, mentre l'anguilla e eomune dovunque. Anche la trota, riferibiie come la nostra di Sar- degna e di Ninfa al Salmo macro stigma, e presente in tutti i corsi d'acqua di montagna compresi quelli del Peloponneso. Lo storione rimonta il Peneo ed e probabile si trovi anche nel- I'Alfeo, nell'Acheloo, nell'Axios o Vardar. Non bo raccolto lamprede di acqua dolce, nc avuto notizia certa della loro presenza. La fauna itliologica delle acque interne delle isole grecbe e quasi completamente sconosciuta, ma essa non pud che essere assai povera, data la grande scarsita di acqua dolce. A Nassos, per esempio, una delle maggiori fra le Gicladi, i pesci d'acqua dolce mancherebbero com- pletamente per tale ragione. Non ho alcuua notizia di pesci d'acqua dolce nell'Isola di Greta. Dall'Eubea ebbi un solo barbo, forse di specie nuova, ma il fatto non ha grande importanza, data la grande vici- nanza di quell' isola alia terraferma. Zirpolo G.—Sullo sviluppo del Zoobotryon pellucidum Eh rbg (1). Durante i mesi estivi — dal giugno fino alia meta di settembre — si pud notare nel Golfo di Napoli una grande abbondanza di colonie di Zoobotryon pellucidum Eh rbg., le quali si trovano, quasi a livello d'acqua, attaccate specialmente ai pali degli stabilimenti balneari. Le eleganti colonie di queste briozoo che adornano lo specchio d'acqua fra Mergellina e Posillipo scompaiono verso la fine di settembre per ri- comparire di nuovo verso la meta di giugno e principii di luglio del- 1 anno successivo. Quale fosse il destino di queste belle colonie e quale la genesi e stato il problema che io mi son proposto sin dal 1918, in seguito a consiglio del Prof. Monticelli, Direttore delTlstituto Zoo- logico della H. U. di Napoli, che mi e qui grato ringraziare per le no- tizie die continuamente mi delte e per l'interesse che prese alle mie ricerche. di Zirpolo, L. — Sulla biologia e pesca del Pesce Spada. Uova e larve di questo Scorn be roide cosi interessante per la pe- sca, t'urono dall'autore scoperte e descritte in una nota preliminare del 1.911. Da allora con pazienti ricerche del materiale planktonico pe- scato nello stretto di Messina, e con cultura delle uova pescate gal- leggianti nelle acque, pote ottenere stadi larvali di sviltrppo posteriore delle larve appena venule fuori, stadi che egli viene, insieme alio svi- luppo embrionale, a descrivere ed illustrare su tavole a colori. Le uova del Pesce Spada sono galleggianti nelle acque, trasparenli, sferictae, con una grossa goccia oleosa al polo vegetative Misurano poco piu di 1 l/s mni- L° sviluppo embrionale, caratterizzato da una intensa pigmentazione che viene a rendere opaco l'uovo, dura u2 giorni e mezzo. Ne esce fuori una larva lunga quasi 4 1/2 mm. ben caratte- rizzata per la sua pigmentazione ed ancora sfornita di qualsiasi ac- cenno di formazione alia caratteristica spada, la quale appare gia ben sviluppata in una larva di mm. 11, che l' an tore pote pescare nello stretto di Messina. La presenza di uova e di stadi larvali nelle acque dello stretto di Messina, dimostrano come questa specie si riproduce nel Mediter- raneo, essa imposta il problema pratico di pesca relativa pel periodo invernale in cui il Pesce Spada viene a scomparire dalla superficie del mare, approfondandosi in seno alle acque. Oltre che alle ricerche puramente scientiftche sulle uova e svi- luppo di questa specie, l'autore si inleressa al miglioramento della re- lativa pesca, il cui reddito nello stretto di Messina oltrepassa i due milioni in un periodo di Ire mesi di pesca per ogni anno. Al metodo usato dai pescatori locali, consistente nel tiocinamento a mano del pesce che viene inseguito da una barca a remi, e quando si e a una distanza non superiore ai 10 m., ha fatto costruire un apparecchio di lancio montabile sulle comuni bardie da pesca, col quale nella stagione propizia si faranno i primi esperimenti, che per l'autore non possono che essere positivi, con duplicazione e triplicazione anche del prodotto di pesca, potendosi con I'apparecchio colpire il pesce a distanza re- lativaraente maggiore che con fiocina a mano. 16 - Caroli E. — Sullo sviluppo larvale dei Crostacei Decapodi. Dal 1916 mi occupo, nella Stazione Zoologica di Napoli, dello sviluppo larvale dei Decapodi. Di molti tra essi — sia Macruri ehe Brachiuri — ho avuto agio di osservare le forme larvali; nella presente comunicazione mi liniito, pero, a menzionare quelli pei quali ho ol- tenuto risultati pi u nolevoli. 1. — Lysmata seticaudata Risso. Nulla si conosceva sullo sviluppo larvale di questa specie. Non e infrequente nel golfo di Napoli una larva misidiforme, coi piedi del- lultimo paio allungati e stranamente appiattiti a mo' di paleita, de- scritta dal G h u n col nome di Miersia clavigera, e nella quale il Lo Bianco aveva creduto di ravvisare lo stadio misidiforme del Ligur edwardsi. Avendo pescato, nel luglic del 1916, alcuni esemplari di questa larva, ed avendoli messi ad allevare, pochi giorni dopo uno di essi si trasformo in un piccolo Macruro, nel quale non tardai a riconoscere una giovane Lysmata seticaudata. In seguito, avendo a- vuto degli adulti con uova, ottenni da queste le larve che, allevate, gia al 2° stadio mostrarono distinlarcente il carattere piu appariscenle della Miersia clavigera, cioe i piedi del 5° paio palettiformi. Lo svi- luppo larvale della L. seticaudata comprende non meno di otto di- versi stadii, dei quali cinque furono oltenuti merce allevamento, per trasformazioni successive delle larve avute direttamente dalle uova; gli altri tre stadii furono raccolti nel plancton. % — Aegeon cataphractus (Oliv\)=Crangon cataphractus (01 i vi). Anche lo sviluppo larvale di questa specie era completamenle s •<>- nosciuto, quantunque le larve misidiformi — che in seguito ho rico- nosciuto appartenerle — s'incontrino con relativa frequenza nel plan- cton del golfo. Queste larve si distinguono per la enorme lunghezza dei tlagelli interni delle antennule, quasi doppia di quella del corpo. Alcuni esemplari, raccolti nell' ottohre del 1916, e tenuti in alleva- mento, si trasformarono in un piccolo Crangonide, nel quale riscon- trai i caratteri dell'^e^eow cataphractus. Anctie questa volta tenrii lo stesso procedimenlo adoperato con la Lysmata: nella primavera seguente mi procurai delle feminine con uova, dalle quali ebbi le larve. Piu fortunato che con la Lysmata, mi fu possibile allevarle fino alio stadio misidiforme. ed nssistere alia trasformazione di queslo nel pic- colo coi caratteri definitivi dell'adulto. Per quanto so, e questa la pri- ma volta che si sia potuto seguire Tintero sviluppo larvale di un Decapode, dalla schiusa daU'uovo fino aH'acquisizione dei caratteri de- tinitivi della specie, ottenendo i diversi stadii consecutivamente, per trasformazione diretta dell' uno nell'altro, senza alcuna interruzione. Lo sviluppo larvale dell\4. cataphractus consta di otto stadii, e la sua durata, dalla sehiusa lino alia trasformazione nel 1° stadio postlar- vale, varia da un minimo di 43 giorni ad un massimo di 58. Le larve — 17 — deWAegeon mostrano caratteri che le distinguono da quelle delle spe- cie comprese nei generi Crangon e Pontophilus. 3. — Ilia nucleus L e a c h . Nell'agosto del 1018 raccolsi le zoee di mi Brachiuro, che identi- licai con quelle attribuite dal Cano al Nautilograpsus minutus. Pero, avendone messe ad allevare alcune, una di esse si trasformo in tr.e- galopa, la quale, non solo era affatto differente da quella descritta dal Gano come appartenenle ;il Nautilograpsus, ma si trasformo, a sua volta, in un piccolo Brachiuro con tutti i caratteri deWIlia nu- cleus. Lo sviluppo larvale di quest'ultima e stato descrilto anche di una specie. -21 - L'A. considera quali specie primitive quelle che posseggono due parameri simmetrici connessi ventralmente al pene (p. e. Aleochara Gravh.) e quali specie evolute quelle uelle quali il peue e formato da un'unica capsula, probabilmente in seguito alia fusione dei para- meri coH'ipofallo (vedi Xantholinus Serville). Negli Stapliylinini si riscontrano i seguenti t i | > I di pene: a- Forme poco evolute, con un paramero venlrale biftdo, dovuto alia parziale fusione dei due parameri primitivi (Gabrius Steph.). 1)- Forme con paramero come in a), ma connesso alia faccia la- terale sinistra del pene. c- Forme coi due parameri completamente fusi in uno solo. Po- sizione come in b). d- Forme con paramero come in c), ma connesso alia laccia dor- sale del pene. e-La grandezza e la posizione del pene modificano la forma dei segmenti genitali (p. e. Gabrius femoralis Hochh. ed aftini). Lona C. — Sui cast di partenogenesi nel genere Otiorrhynchus Ge r m. E' noto come il russo S s i 1 a n t j e w abbia constatato per il pri- mo un caso di partenogenesi ciclica irregolare nel genere Otiorrhyn- chus Germ, e precisamente nel 0. turca Boh. Pin tardi W a s s i 1 i e vv e il dott. Grandi dimostrarono lo stesso modo di riproduzione in altre due specie e precisamente il primo nell'O. Ugustici L. e il se- condo nell' 0. cribricollis Gyll. Esiste pet 6 anche un' altra specie della quale non si conoscono fino ad ora che feminine: 10. perdix Oliv. Essendo quest' inselto relativamente comune nei dintorni di Trieste, ho t.enlato di scoprire se non si tratti di un nuovo caso di partenogenesi. Mi proposi anzitutto di allevarlo artificialmente. In una escursione entomologica fatta il 16 aprile dell'anno scorso alia volta di Lipizza (Carso triestino) catturai ottantaquattro esemplari di 0. perdix che rinchiusi il giorno seguente in un terrario spazioso e ricco di zolle. Giornalmente i miei carcerati ricevettero in ciboalcuni rametti freschi di piante sulle quali di solito vivono e dalle quali li avevo sbattuti: Primus Mahaleb h., Coryllus avellanah., Carpinus Duinensis Sep. I primi quattro giorni i miei ospit i presero parte nella gran raag- gioranza al pasto, intagliando le foglie con le caratteristiche smargi- nature tortuose; ma dal quinto giorno in poi mi accorsi che il nu- mero dei commensali andaya man mano riducendosi. 11 6 maggio con- stalai che non una delle foglie era stata intaccata e che tutti gli Otior- rhynchus erano scomparsi. Sollevai allora un pezzo di zolla e trovai numerosi esemplari annidati fra le radichette dell'erba; all' apparire della luce alcuni cotninciarono a muoversi pigramente. Continual a - m mettere regolarmente nel terrario foglie fresche senza pero riuscire a far mangiare i miei aniinaletti. II 10 maggio sollevando una $blla tro- vai numerosi eseraplari morti; da quel giorno la moria segno un cre- scendo progressivo. II 22 maggio facendo un'accurata ispezione con- statai che nessuno dei miei carcerati era piu in vita; scavando il ter- riccio che aveva la pro fond ita di venti centimetri, trovai sul fondo altri numerosi morti. Contemporaneamente alle osservazioni biologiche che diedero un risultato negativo, se pur interessante, non trascurai di esaminare il mio materiale dal lato anatomico per fare dei confronti colle specie a sesso distinto. Ho studiato gli organi genitali dell' 0. cardiniger Host, dell'O. salicicola Heyd, v. pseudonoUis Apfelb., dell'O. ar- madillo Rossi, dell'O. gemmatus Fbr., dell'O. lignstici L., dell'O. ovalipennis Boh. e di molti altri ancora. L'organo genitale maschile dell'O. armadillo Rossi ah. obsitus Gyll, non differisce gran che dalla forma tipica dell'organo sessuale maschile dei Gurculionidi ed e oltremodo simile, specie nelle parti inolli, a quello del Hylobius abietis studiato da Packard e riprodotto in figura nell'opera del Berlesse. David Sharp in una sua nota preliminare sullo studio degli organi genitali dei Bhychophora, pub- blicato recentemente, riproduce alcune armature sessuali maschili di Gurculionidi di gruppi molto lontani fra loro e si rileva in complesso che non esistono grandi differenze di forma quali si verificano invece in altri gruppi di Coleotteri per es. negli Stafilinidi. Dissezionando numerosissimi esemplari delle specie sopra citate risulta pero, che mentre non ci sono sostanziali differenze negli organi sessuali, c'e pero egualmente un'accenluata variability nella forma di certe parti dell'organo che se fosse costante, servirebbe senz'altro come mezzo di identificazione delle singole specie. Senonche le mie ricerche fatte specialmente nel sottogenere Dodecasticus Strl. mi persuasero che una costanza vera nella forma non sussiste e che quindi essa non pud servire di base per la determinazione. Riguardo all'O. perdix in questione ho constatato che anatomi- camente l'apparecchio genitale delle feminine e identico nelle sue grandi linee a quello delle altre specie esaminate. Rilevo pero il fatto interessantissimo che dissezionando piu di un centinaio di esemplari non ho mai trovato uova mature ne sperma- tozoi nella spermoteca. mentre in quella di tutte le altre specie ho accertato la presenza di sperma. Questo insetto non fu trovato che nei mesi di marzo, aprile e maggio e al piu tardi ai primi di giugno; la sua vita all'aperto dunque dura da noi soltanlo tre mesi scarsi, io suppongo percio che la maturazione delle uova avvenga in altre stagioni e molto probabilmente sotto terra. Di grande interesse e pure il fatto che TO. perdix e rappresen- 29 — lato in Albania da alcune specie inolto affini e quasi identiche le quali pero si raccolgono in ambo i sessi: 0. Sturany A pie lb.; 0. brachy- scellis Apfelb., 0. adonis A pie lb. Anzi io ritengo che ulteriori in- dagiui dimostreranno I'esistenza di forme di passaggio tra queste co- sidette specie albanesi e gli 0. perdix dell'Europa media, di modo che noii rimarra altra caratteristica per l'identiftcazione che Pesistenza o la mancanza dei maschi. Vale a dire vi saranno diverse razze alba- nesi a sesso distinto ed una forma dell'Europa centrale partenoge- netica. A convalidare questa supposizione annuncio d'aver trovato il maschio dell'O. ligustici L. che raccolsi pure in Albania nel 1914. Strano che anche questa specie come afferma il Wassiliew si propaghi partenogeneticamente mentre in Albania si ri produce ses- sualmente. Non posso fare a meno di accennare ad un altro curcu- lionida il quale secondo la recente pubblicazione del Dr. M filler (Irol. Rundschau, Vienna, 1921) presenta differenze del tutto analoghe a quelle degli 0. citati; intendo parlare del Polydrnsus mollis, del quale nell'Europa media non si conoscono clie femmine , mentre io raccolsi presso Skutari parecchi esemplari di ambo i sessi. Concludo avanzando l'ipotesi essere l'Albania la patria primitiva di questi animali, i quali nel successivo estendersi verso il nord as- sunsero la forma di propagazione partenogenetica quale grado po- steriore di evoluzione e che quindi non si tratti come affermarono gli autori da me citati di partenogenesi ciclica irregolare, ma bensi di partenogesi regional e. Finzi B. — Note alia fauna mirmecologica delta Venezia Giulia. Piu che un contributo alia conoscenza della fauna mirmecolo- gica della Venezia Giulia, — contributo che trova il suo naturale po- sto in qualche rivista di entomologia al servigio degli specialisti, questa mia breve comunicazione vuol essere un riassunto delle note che sono andato facendomi raccogliendo le formiche della nostra pro- vincia; note che sono basate oltre che sulle mie personali ricerche, su quelle deH'illustre mio maestro prof. Dr. Giuseppe M ii 1 1 e r del Civico Museo di Storia Naturale e del compianto Dr. Carlo Wolf. Pur circoscritta in un'area relativamente piccola la Venezia Giulia, in special modo l'lstria, per quanto riguarda la fauna mirmecologica, e ricca di specie, di varieta, di forme di passaggio le quali connettono quelle dell'Europa media con quelle della penisola Balcanica. Da un lato, esaminando la parte settentrionale, si vedono le forme deU'Europa centrale, caratterizzate dalF abbondanza di rappresentanti delle sottofamiglie Camponotinae e Dolichoderinae ; dall'altro, verso il mezzogiorno, si cominciano a notare le divergenze fondamentali, rinvenendosi in questi posti piu abbondantemente i generi delle altre sottofamiglie, in ispecie delle Ponerinae, che dimostrano l'influenza — 30 — del mezzogiorno. La zona intermedia che racchiude Trieste e territo- rio e l'lstria settentrionale, forma il ponte di passaggio tra i due li- miti estremi. Ad avvaiorare queste mie asserzioni, oltre cheat parere del prof. Emery di Bologna che scrisse qualche cosa in proposito, servono le specie raccolte da me e dai colleghi entomologhi di Trieste. Eccovi le Giulie, la selva di Tarnova al Nord, che possiedono gli alti acervi conici. della formica rufa e rufo pratensis, comune nel- l'Europa centrale, dove costruisce i suoi enormi nidi, che albergano le piu disparate forme di mirmecofili, lungamente studiati da Erich Wass m a n, dal V i e m a j r e (ia altri; eccovi in quelle regioni le specie montane di Myrmica, di Formicina, di Camponotus, di Formi- coxenus e di altre, che pur non essendo ancora state rinvenute enlro il confine della regione, certamente vi si troveranno; intendo parlare del genere Aner gates e Harpagoxemis, formiche parassite o parasim- hiotiche di altre. Man mano che dal nord si scende verso Trieste si cominciano a notare le specie dell'ltalia in generale, in particolare della Balcania; in ogni caso la fauna della Venezia Giulia centrale e meridionale ap- partiene piu a questa che alia prima. Lo prova la Prenolepis nitens Majr, che non e stata rinvenuta nelle vecchie provincie, se non a Palmanova, come cita FEme r y nel suo classico lavoro del 1910 sulle formiche dTtalia, mentre qui da noi e abhastanza diffusa e si rinvie- ne sotto i sassi in luoghi umidi. E lo prova ancora il nuovo Camponotus tergestinus, trovato e descritto dal prof. M tiller, specie intermedia tra il fallax e i\ ge- stroi, che si connette forse al gestroi creticus Eorel della Grecia. Di piu ho cacciato Faltr'anno una nuova forma cli Tern, una spe- cie nuova che portera il nome del mio maestro in entomologia. Questo Lep. (sub. Tern.) mutter ianus, un po' vicino al Tern. Antigoni For el e certamente specie della Balcania; e una strana formica per la forma molto sviluppata della testa e del peziolo, veramente enormi; in ispe- cie enormi se si confrontano con il tipico recedens, che il collega Carlo M i n o z z i di Modena, voile cortesemente inviarmi. Ma c'e un'altra formica; una varieta, dell' Aph. ovaticeps Emery ; una varieta descritta dal Dott. Wolf nel 1914, sopra un unico e- semplare trovato nel castello di Miramar. In seguito, in periodi di distanza relativamente lunghi, si raccolsero altri pochi; quest* anno infine avemmo la fortuna di trovarli in quantita in un cortile nel centro della citta e sulla terrazza del Museo di Storia Naturale. II prof. Mil Her li raccolse pure in Dalmazia. Un maschio e una f'emmina dell'Albania, vennero studiati dall' Emery: il quale uni le forme sessuali albanesi alle operaie trovate la prima volta a Genova. Scrive l'Autore che questa formica e parente de\Y Aph. fulva dell'A- 31 meriea settentrionale, dal che si pud arguire che questa formica ve- nisse importata dalle navi e avesse stabilito una colonia laggiu. Ma dato il materiale qui rinvenuto, data la sua presenza in Dai- inazia e in Albania, perche non si pud pensare, che la formica abbia fatto invece la via inversa e cioe dalla Balcania alia Liguria e che forse la forma tipica e una razza, mentre la nostra varieta sia il ca- postipite ? Future ricerche potranno stabilire un Ian to; accontentiamoci per adesso di queste semplici constazioni di fatto. Credo che tutte queste mie note avranno stabilito certamente che la fauna mirmecologica della Venezia Giulia, in particolare dell'Istria, appartiene piu alia penisola Balcanica che all'Appenninica. E a pro- vare un tanto servono pure le lnnghe e poderose osservazioni fatte da (]uella colon na della sistematica delle formiche, che e il prof. E- m e r y di Bologna. Ci sono invero le eccezioni; la Form, umbrata forma monlana rinvenuta nella pianura friulana; la specie dell'Europa centrale e par- zialmente meridionale la Polyergus mfescens, la caratteristica formica depredatrice dei nidi della fusca trovata la prima volta nell'lstria set- tentrionale; la Myrm. graminicola aberr. Ktitteri Forel della Sviz- zera trovata da me sul Carso Triestino e nelF Istria, legano la nostra provincia al settentrione. Ma i fatti suesposti la devono far considerare quale zona di passaggio, anche per la presenza di un'altra formica, dell' Aph. testaceo pilosa semipolita var balcanica, che ha stabilito una colonia sul tratto di costa Duino -S. Giovanni di Duino. La si rinviene a poca distanza dal mare, in ispecie nel parco del castello di Duino, pieno di piante meridionali. 11 tipo di questa forma abita la Sicilia, la Calabria, la Terra d'Otranto; la varieta e diffusa nella Albania. Da noi come dissi e conoscinta su di un tratto di costa che imita, in quanto a flora, il mezzogiorno. Questi i fatti generali, che profondamente studiati, porteranno un contributo non indifferente alia conoscenza delle serie filogenetiche. Senza parlare delle strane osservazioni che si possono fare su medesimi nidi esaminati in differenti epoche dell'anno; come feci io in alcuni trovandovi le forme alate per ben cinque mesi in un nido di Camp, vagus. Questo fatto semplice neirenunciazione, diventa coiu- plesso e poco spiegahile, sapendo che i maschi hanno vita di un mese o poco pin, mentre le femmine dopo il volo nuziale, prestamente si liberano dalle ormai inutili ali e fondano i nuovi formicai. Forse un progressivo sviluppo delle forme sessuali sono la causa di unacosi lunga permanenza nel nido; forse altre che a noi sfuggono. in ogni caso dimostrano, die pur essendo stale sludiate, ancora mollo cammino s'ha da fare e ancora molto e'e Ha osservare. Non ho la pretesa di aver detlo gran che attorno alia famiglia — m — delle formiche: ma come annunciai al prineipio queste note sono il frutto di diligenti e accurate ricerche clie troveranno il compendio in una monografia delle formiche della Venezia Giulia. E questa monografia, a cui da tempo attendo assiduamente cer- cando e studiando vorra essere il completamento dell'opera del nostro illustre maestro prof. Carlo Emery sulle formiche d' Italia, pub- blicata nel 1916, che non pote, per mancanza di relazioni di studio, farvi contenere quelle delle provincie redente. Benedetti E.— Intonio all' esistenza del nervo ottico e del crvel- letto nel Proteus anguineus L a u r. II sensorio della vista del Proteus anguineus e stato fatto gia da lungo tempo oggetto di molte e approfondite indagini. Queste pero si limitarono quasi esclusivamente alia parte sua periferica, cioe al- l'occhio. Dell'apparecchio visivo centrale, situato nel cervello, e della sua connessione con l'occhio mediante un nervo ottico siamo pochis- simo informati. Delle C h i a i e (1840) descrive il nervo ottico quale un ramo del trigemino (branca oftalmica). Edinger (1907) nega comunque una continuity nervosa tra l'occhio e il cervello e altret- tanto lo fa il Hirsch - Tabor (1908). Questi due ultimi autori negano ancora l'esistenza di un cervelletto in Proteus anguineus. Le nostre indagini, eseguite neiristituto di Anatomia comparata di Bologna, ebbero lo scopo di chiarire meglio le questioni ora ac- cennate ed i risultati ottenuti furono i seguenti: Nel Proteo esiste un nervo ottico conlinuo, dal bulbo oculare alia base diencefalica. Questo nervo ottico, di forma cilindrica, ricco di cellule di nevroglia, e esilissimo, e in certi punti del suo percorso cosi intimamente addossato a diramazioni di altri nervi da poteres- ser soltanto con grandissima fatica distinto da esse. Misura alia sua uscita dal globo oculare circa 20 p, assottigliandosi poscia ancor piu, mantenendo un diametro medio di 15 p. II suo percorso estracraniale e relativamente lungo; dapprima, all'uscita dall'occhio, ha una dire- zione latero-mediale, poi, per il suo maggior tratto, rostro-caudale, sino alFentrata nella cavita cranica attraverso il forame ottico. Du- rante questo percorso in direzione rostro-caudale, il nervo otlico si avvicina al ramo oftalmico del trigemino, che corre al disopra di lui, e per un breve tratto vi penetra dentro. Anche nell'interno del ramo oftalmico il nervo ottico mantiene le sue caratteristiche , ed e ben delimitato dalle fibre nervose del quinto per mezzo della sua spessa guaina. Tale comportamento, rilevato con un'accurata analisi delle sezioni in serie, ci spiega pure la concezione sopra ricordata che il Delle Chiaie ebbe su questo nervo. All'allezza del forame ottico troviamo il nervo ottico accompa- gnato all'arteria oftalmica che gli e situata superiormente. Nella ca- - 33 — vita cranica il percorso del nervo diviene obliquo, con direzione dorso- ventrale, finche esso raggiunge la base della cavita medesima, a li- vello del diencefalo ; poi esso si volge medialmente ad angolo retto, ed entra nel cervello formando un tenue cbiasma intracerebrale. La parte piu prossimale del nervo si mostra cava, conservando tutto lo aspetto di peduncolo ottico, quale lo si riscontra in stadi erabrionali di altri vertebrati. Con cid , contrariamente alle affermazioni dei due succitati au- tori, la continuita del nervo ottico e stabilita e 1' occbio del Proteo, anche se per la sua struttura rudirnentale non e capace di percepire iininagini luminose distinte, si diraostra atto a distinguere comunque la luce dalle tenebre, il che e reso anche evidente dallo spiccato fo- totropisino negativo manifestantesi nel Proteo, quando questo venga iinprovvisamente illumiuato, e dal persistere dell' occhio che presenta bensi un arresto dello sviluppo, uia nessun segno di involuzione o di atrofia. Riguardo al cervelletto sono state fatte le osservazioni seguenti: Contrariamente alle asserzioni di Ed i n g e r esiste un cervelletto, rudirnentale nella sua porzione dorsale, bene sviluppato,e torse piu che in altri Urodeli , nelle sue porzioni laterali e ventrali. Queste ultiiue parti sono addossate al ruargine caudale laterale del mesencefalo e contengono nuoierose cellule che si mettono in relazione, mediante le loro fibre, tanto col midollo allungato, quanto con porzioni piu ro- slrali del cervello. Quelle fibre, che dalle cellule si dirigono dorsal- mente, si accoiupagnano a delle altre che vengono dal midollo allun- gato e insieme ad esse vanno a formate la commessura cerebellare (intertrigemiua di E d i n g e r). La porzione dorsale libera del cervel- letto di Proteo, rassomiglia in tutto alia formazione omologa di larva di Salamandra; la porzione laterale e basale rassomiglia straordina- riamente all'abbozzo del cervelletto in embrioni di Teleosteo. Benedetti illustra la sua comunicazione con proiezioni di diaposilive ri- cavate dai suoi preparati. Esaurite le comunicazioni sciehtifiche il Presidente invita il Segretario a dar lettura di una lettera inviata alia presidenza dal prof. Issel che propone la costituzione di un ente centrale il quale distribuisca il materiale zoologico marino, pescato nelle diverse crociere, ai vari specialists evitando cosi gli in- convenienti da ritardoe da mancanza di collegamento nello studio del materiale. Stenta e Bottini si associano alle vedute del prof. Issel. Baldi propone I'aggiunta che dello ente, che potrebbe essere il Comitato Talassografico, si assuma anche la pubblicazione dei lavori fatti sul materiale pescato nelle crociere e che si formi una raccolta centrale per rendere piu facile agli stu- dios! di procurarsi i diversi ti pi di animali marini. II presidente riassumendo la discussione osserva che la proposta Baldi 34 pud venire in un secondo tempo e che oggi l'Assemblea e chiamala a pro- nunziarsi sulla proposta concreta che potrebbe dirsi di massima, del prof. Issel, quindi propone che 1'assemblea formuli un voto nel senso indicato dal prof. Issel nella sua lettera. Viene presentato il seguente ordine del giorno : « Su proposta del socio prof. Issel 1' assemblea dell' U. Z. 1. delibera « che la presidenza dell' Unione zoologica istituisca un ufticio di informa- « zioni, incaricato di designare a coloro, che dispongono di materiale pro- « veniente da crociere, ora raccolto in istituti di biologia marini, i nonii di «competenti specialist , disposti a studiarlo. Organo di queslo Ufticio sara « il Monitore zoologico italiano; nel quale, a cura delta Segreteria dell'U. Z. I. « sara pubblicato I'elenco degli specialist di cui sopra ». L'assemblsa lo approva aH'unanimita ed invita la presidenza a provve- dere di conseguenza per l'istituzione di questo ufticio d'informazione. Stenta richiama l'attenzione dell'Unione zoologica italiana, radunatasi in Trieste, sul fat to che non e stato ancora possibile di ottenere dalle autorita austriache la restituzione della Biblioteca della purtroppo cessata «Stazionc zoologica di Trieste* che per il trattato di St. Germain doveva passare in proprieta dello stato italiano, reclamando dal convegno zoologico nazionale un voto al Governo per la sollecita restituzione a Trieste di quella Biblioteca. Stenta richiama ancora Tattenzione dell'assemblea sul fatto che la Sta- zione zoologica di Trieste non ostante le assicurazioni date non sia stata riattivata ed invoca 1'interessamento del Convegno zoologico nazionale per il ripristino della stazione zoologica in Trieste: all'uopo, a conforto dell' or- dine del giorno che presenta all'assemblea, legge la seguente relazione: Stenta M. — Sulla importanza di Trieste nella biologia marina e specialmente sulla Stazione Zoologica di Trieste. Per documentare 1' opportunity del voto che presento, mi per- inetto di esporre le cose piu essenziali suH'importanza che ha avuta e che pud avere ancora Trieste per gli studi di biologia marina. La tradizione di questi studi in Trieste ha inizi modesti con alcune pub- blicazioni di ittiofauna del Qolfo. Ma dallanno 1830 il mare di Trie- ste diventa la meta di naturalisti, segnatamente tedeschi, e la fonte di materiali per le loro ricerche. Hicordiamo dalla bibliograha sol- tanto l'opera « Tergestina » del Q r a v e n h o r s t (1831) e le « Horae Tergestinae » del Will (1844). Nel 1845 K. E. vonBae r studia le larve degli echinodermi del nostro golfo , e negli anni 1850 e 1851 Johannes Mueller com pie a Trieste le sue classiche ricerche su quelle larve, e scopre, tra altro, la Entoconcha mirabilis nelle Synapte della vicina Muggia. Nel 1868 il Kowalevski scopre qui il dimor- fismo sessuale della Bonellia viridis. Nel 1846, con il compito precipuo di promuovere lo studio della fauna adriatica, e i'ondato a Trieste il Museo di storia naturale , che nel 1852 diviene proprieta del Commie e da questo e tuttora ammi- nistrato. Qui nel 1874 il direttore Syr ski scopre gli organi sessuali 35 maschili dell'Anguilla, die da A r is to tele .in poi era no stati un problema insoluto. Dal Museo e dai suoi amici parte l'idea di una societa di scienze natural! e tiel 1874 si costituisce a Trieste la « So- cieta Adriatica » tuttora esistente, la quale al suo attivo ha la serie dei ventisette voluini del suo « Bollettino ». Nel 1875 il governo austriaco fonda a Trieste la Stazione Zoolo- gica, la apre liberalmenle agli studiosi e la fornisce della suppellet- tile oecorrente per le ricerche di biologia marina, cotnpresa una ricca e preziosissima biblioteca speciale. Diresse da prima la Stazione Zoo- logica il dott. E. Graeffe, che pubblico la « Uebersicbt der See- fauna des Golfes von Triest » , quindi (dal 1900) il prof. G. 1. G o r i, deH'Universita tedesca di Praga. Dopo lo scoppio della guerra europea, la Stazione Zoologica venue chiusa (nel 1.915) e la suppellettile scienti- fica trasportata nell'interno dello Stato austriaco. Non e facile dire in brevi parole quanto la Stazione Zoologica abbia giovato agli studi di zoologia in senso lalo (non solo faunistici, ma ancbe morfologici, em- briologici e fisiologici) nei (piarant'anni della sua attivita, troncata dalla guerra e non peranco ripresa dopo la vittoria delle armi italiane. Ne si possono ricordare tutti gli studiosi, maestri e scolari, die accorsero al nostro mare richiamati dalla Stazione Zoologica di Sanf Andrea. Qui, per citare pochi esempi soltanto, F. E. Schulze, nel 1883, scopriva il Trichoplax adhaerens, un organismo tuttora enigmatico; qui il Driescb, nel 1891, eseguiva le sue sperienze fondamentali sullo sviluppo delle uova di riccio marino da lui mutilate ; qui, nel L909, K. Heider studiava lo sviluppo del Balanoglossus di Grado e lo Steuer preparava i suoi numerosi lavori sul plankton adria- tico e il volume della sua « Planktonkunde ». A queste e a lutte le altre ricerche di scienza pura, non si possono non aggiungere gli studi fatti intorno a probleuii pratici, nella Stazione Zoologica; quali quelli di Oscar Scbmi d t sull' allevamento delle spugne (1879) , quelli sulla pesca del corallo, sull'alimentazione dell' Homarus in cattivita, sui protozoi dannosi alia pesca marina, sull' esca adoperabile per la pesca della sardina adriatica, infine suirinquinamento delle acque del porto, dello Steuer. L' attivita della nostra Stazione Zoologica f u , dunque, troncata dalla guerra. L' eredita lunga e gelosamente curata dal governo au- striaco, venne assunta dal R. Comitato Talassogratico Italiano , en- trato in possesso del patrimonio scientifico amministrato dalF Austria. Gonscio dell'importanza di questa successione , il Comitato Talasso- grafico italiano dichiarava per bocca del suo segretario , nella Riu- nione di Pisa della Societa Italiana per il Progresso delle Scienze, nel- l'aprile 1919, i propositi che seguono: « Per l'Adriatico la guerra ri- solse il problema, permettendo a noi di continuare la tradizione che P Austria e la Germania avevano iniziata colla Stazione Zoologica di 36 Trieste e colla Stazione Zoologica
  • i EMBRIOLOGIA Sommario del Fasc. 1° - Vol. XVIII. Pitzorno M. — Morfologia delle arterie del Pancreas. (Con tav. I e 37 fig. nel testo). — Pag. i-48. Perna G. — Sullo sviluppo e sulla costituzione della « Vescicula semina- lis > deir« Ampulla ductus def'erentis » e del « Dnctus ejaculatorius » nell'uomo. (Con tav. II-XVII e 4 figure nel testo). — Pag. 49-155. Luna E. — Studio sulle cellule pigmentate della coroide collivate « in vi- tro ». (Con lav. XVIII). — Pag. 146-155. Fascicolo 2° Beccari N. — Sludi sulla prima origine delle cellule genilali uei Verte- brati. — I. Storia delle indagini e stato attuale della questione. (Con 34 figure nel lesto). — Pag. 157-226. Favaro G. — Nervo terminate e regione etmoidale mediana neiruomo. — Ricerche embriologiche ed anatomiche. (Con 23 figure nel testo). — Pag. 227-269. Natali G. — Note comparative sulla forma del corpo striate e sopra i suoi segmenti nel cane e nella pecora. (Con 5 figg. nel testo). — Pag. 270-278. 7/Archivio Italiano di Anatomia e di Embriologia si pubblha in quattro fascieoli eke formeranno ogni anno un volume di pagine 800 eirca con illustrazioni e con tavole. — II prezzo annuo di abbonamento e : Per V Italia L. 60; per I'Estero Fr. 65 comprese le spese di spedizione. Amministrazione : Ditta LUIGI NICCOLAI • Via Faenza, 52 - FIRENZE Pubblicazione mensile Conto corrente colla Posta. Pubblicato il 10 sottembre 1921. IWonitope Zoologieo Italiano ( Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia ) Organo ufficiale della Unione Zooiogica Italiana ill II HI T TO UlULIO OHIARUGI EUGENIO PIGALBI Prof, di Anaxoiuia umaiia Prof, ili Anatomia comp. e ZooJogia Uel R. Istituto di Sfcurti Super, in FireiiKe jiellsi U. IJniversita <)i Pisa CON LA U O LI. A It o II A /. I o X K BKCCARI N. (hirenze) GIACOMINI E. (Bologna) - LEVI G. (Torino) - LIVINI F. (Mllano LOPEZ C. (Pisa) STADERIN1 R. (Siena) Ufficio di Direzione ed Amministrazione: Istituto Anatomico. Firenze. 12 t umeri alPanno — Abbuonamento annuo I*. 30. Per Pestero Fr. 30 (in oro). XXXII Anno — Firenze, 1921 — N. 1-2. TIPOGIIAFIA LLTTGT NiCOOLAI um ARCHIVIO ITALIANO I>I ANATOMIA « m EMBRIOLOGIA VOLUME XVIII. Fascicolo 1° Pitzorno M. — Morfologia delle arterie del Pancreas. (Con tav. I e 37 fig. nei testo). — Pag. 1-48. Perna G. — S.ullp sviluppo e sulla eoslituzione della « Yescicula semina- lis » dell'« Ampulla ductus deferentis » e del « Dnctiis ejaculatorius » neH'uorao. (Con tav. ll-XVIl e 4 figure nel testo). — Pag. 49-155. Luna E. — Studio sulle cellule pigmentate della eoroide colli vate « in vi- tro ». (Con tav. XVIU). — Pag. 146-155. Fascicolo 2 Beccari N. — Studi sulla prima origine delle cellule genitali nei Yerte- brati. — I. Storia delle indagini e state attuale della questione. (Con 34 figure nel testo). — Pag. 157-220. Favaro G. — Nervo terminale e regione etmoidale mediana nell'uomo. — Ricerche embriologiche ed anatomiche. (Con 23 figure nol testo). — Pag. 227-269. Natali G. — Note comparative sulla forma del corpo striato e sopra i suoi segmenti nel cane e nella pecora. (Con 5 figg. nel testo). — Pag. 270-278* 2/Archivio Italiano di Anatomia e di Embriologia ri pubblica in quattro fasciculi che formeranno ogni anno un volume di pagine 800 circa con illustrazioni e con tavole. — II prezzo annuo di abbonamento c : Per I' Italia L. 60; per I'Ustero Fr. 65 comprese le spese di spedizione. Amministrazione : Ditta LUIGI NICCOLAI • Via Faenza, 52 - FIRENZl Pubblicazione mensile Co"j0 corrtente colla Posta. Pubblicato il 20 Novembre 1921. JWoDitore Zoologieo Italiano (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia ) Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana illliK'l'TU 6IUU0 CHIARUGI EUGENIO FIGALBI Prof, di Anatoiuia umana Prof, di Anatomia coiup. o Zoologia nel R. Iatituto di Studi Super, in Firenze nella R. Universita di Piaa CON LA COLLABOKASUONK BECCARI N. (Firenze) - GIACOMINI E. (Bologna) - LEVI G. (Torino) - LIVINI F. (Mllano LOPEZ C. (Pisa) - STADERINI R. (Siena) UfBcio di Direzione ed Amministrazione: Istituto Anatomico. Firenze. 12 Humeri all'anno — Abbuonamento annuo L. 30. Per l'estero Fr. 30 (in oro). XXXII Anno — Firenze, 1921 — N. 3-4. FIRENZE TIPOGRAFIA LUIGI N1COOLAI 1921 Pubblicazione mensile CD0"|° c?rr®"t?rC0,,a.P^- Pubblicato il 10 Gennaio 1922. IHonitope Zoologieo Italiaflo (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale della Unione Zooiogica Italiana DIRETTO GIULIO GHIARU6I EUGENIO FIGALBI Prof, di Anatomia umaua Prof. »li Anatomia comp. e Zoologia nel B. Istituto di Stud'i Super, in Firenze nella E. Universita di Pisa CON LA COLLABORATION K BECCARI N. (Firenze) GIACOMINI E. (Bologna) — LEVI G. (Torino) — LIVINI F. (Mllano LOPEZ C. (Pisa) - STADERINI R. (Siena) Ufficio di Direzione ed Amministrazione: Istituto Anatoynico, Firenze. 12 numeri all'anno — Abbuonamento annuo L. 30. Per l'estero Fr. 30 (in oro). XXXII Anno — Firenze, 1921 — N. 5-6. EIRENZE TIPOGRAFIA LUIGI N1CCOLAI 1922 ARCHIVIO ITALIANO 1)1 ANATOMIA > i>i EMBRIOLOGIA VOLUME XVIII. Fascicolo 3° Corti A. — Studi sulla minuta struttura della mucosa intestinale di Verte- brati in riguardo ai suoi diversi momenti ftmzionali. Memoria Seconda (Con tav. XIX-XX). — Pag. 279334. Arcangeli A. — Lo « Stratum compact um » di Oppel nel tubo digerente dei Vertebrati ed in particolare nei Pesci. (Con tav. XXI-XXII). — Pag. 335-397). Lurini L. — Ricerche sul Lumbricillus caianensis (Djrago), (Epitelplusa catanensis, Drago). (Con tav. XXIII-XXIV). — Pag. 398-424. Fascicolo 4° Perna G. — Sullo sviluppo e sulla eostiluzione della « Wscicula semina- lis », dell'Ampulla ductus deferentis » e del « Ductus ejaculatorius » nell-Uiomo. (Con tav. II XVII e 4 fig. nel testo). (Cont. e fine). — Pag. 125-564, 11 Supplements a questo Volume sara pubblicato a parte. I/Archivio Italiano di Anatomia e di Embriologia si pubblica in ijimttro fascicoli eke former anno ogni anno uu volume di pagine 800 circa con illustrazioni e con tavole. — II prezzo annuo
  • ! EMBRIOLOGIA VOLUME XVIII. Fascicolo '3 Corti A. — Studi sulla minuta striittura della mucosa intestinaie di Verte- brati in riguardo ai suoi diversi momenti funzionali. Memoria Seconds (Con tav. XIX-XX). — Pag. 279-334. Arcangeli A. — Lo « Stratum compactum » di Oppel nel tubo digerente dei Vertebrati ed in particolare nei Pesci. (Con tav. XX IX XI I). — Pag. 335-397). Lurini L. — Ricerche sul Lumbricillu-s caianenm (Drago). (Epitelplusa catanensis, Drago). (Con tav. XXIII-XXIV). — Pag. 398-424. Fascicolo 4U Perna G. — Sullo sviluppo e sulla costituzione della « Vescicula semina lis », deH'Ampulla ductus deferentis » e del « Ductus ejaculatorius » nell'uomo. (Con tav. II-XVII e A fig. nel testo). (Cont. e fine). — Pag. 425-564. II Supplemento a questo Volume sara pubblicato a parte. Z/Archivio Italiano di Anatomia e di Embriologia si pubblka in quattro fascicoli die formeranno ogni anno un volume di pagine 800 circa con illustrazioni e con tavole. — II prezzo annuo di abbonamento c : Per V Italia L. 80 ; per VEstero L. 100 coviprese le spese di spedizione. Amministrazione: Ditta LUIGI NIGCOLAI - Via Faenza, 52 - FIRENZE Pubblicazione mensile Co"J?. corr?nte col,a Posta» Pubbhcato ll 15 Apnle 1922. JWonitore Zoologieo Italiano ' Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana DIEETTO DA 6IULI0 GHIARUGI EUGENIO FIGALBI Prof, di Anatomia umana Prof, di Anatomia comp. e Zoologia ael K. Istituto di Stud'i Super, in Firenze nella K. Universita di Pisa CON LA COLLABORAZIONE BECCARI N. (Firenze) - GIACOMINI E. (Bologna) — LEVI G. (Torino) — LIVINI F. (Milano LOPEZ C. (Pisa) - STADERINI R. (Siena) Ufficio di Direzione ed Amministrazione: Istituto Anatomico, Firenze. 12 Humeri all'armo — Abbuonamento annuo L. 30. Per l'estero Fr. 30 (in oro). XXXII Anno — Firenze, 1921 — N. 10. FIRENZE T1P0GRAFIA LUIGI NICCOLAI 1922 ARCHIVIO ITALIANO 1>I ANATOMIA « i>i EMBRIOLOGIA VOLUME XIX. Fascicolo 1-2. Beccari N. — Lo scheletro, i miotomi e le radici nervose nella regione occipitale degli avanotti di Trota. (Con tav. I e 6 figure nel testo). — Pag. 1-25. Bruni A. C. — II lenouieno dello scatto nell'articolazione talocrurale degli Equini e dei Bovini. (Con 14 figg. nel testo). — Pag. 23-58. Naglieri F. — Osservazioni sulla costituzione e sulla struttura delle arterie ombelicali nei mammiferi domestici. (Con tav. II-III). — Pag. 59-78. Cutore G. — La ghiandola endocrina dell'ampolla deierenziale degli Equini. (Con tav. IV-V e 1 figura nel testo). — Pag. 79-94. Ganfini C. — Su uno speciale lobulo dell'Hypophysis cerebri in etnbrioni di pecora e sul suo significato. — Pag. 95-121. Beccari N. — Studi coraparativi sulla struttura del Rombencefalo. — I. Ner- vi spino-occipitali e nervo ipogiosso. II. Centri tegmentali. — (Con 70 figure nel testo). — Pag. 122-292. I/Archivio Italiano di Anatomia e di Embriologia si pubblica in quattro fascicoli che formeranno ogni anno un volume di pagine 800 circa con illustrazioni e con tavole. — II prezzo annuo di abbonamento d : Per F Italia L. 80 ; per VEstero L. 100 comprese le spese di spedizione. Amministrazione : Ditta LIJIGI NICCOLAI - Via Faenza, 52 - FIRENZE Regole per la Nomenclatura Zoologica Italiana FISSATE DALLA TTICTIOIEriKi ZOOLOGICA ITALIAUA Prezzo L. 2. la rendita presso la Segreteria della Unione Zoologica Italiana Istituto Zoologico - R. Universita di Napoli Archivio Zoologico Italiano PUBBLICATO SOTTO GLI AUSPICI DELLA UNIONE ZOOLOGICA PER CURA DEL COMITATO DI REDAZIONE Redattore: Prof. FR. SAV. MONTICELLI Ord. di Zoologia nella R. Universita di Napoli Si pubblica a Yolurai coa numerose tavole e raolte illustrazioni nel testo, senza periodo determinate* di tempo, ma possibilmente in modo che ciascun Vo- lume corrisponda ad un anno. II prezzo del Volume in abbonamento e di lire Sessanta. K in corso di stampa il Volnuie X. Redazione ed Amministrazione : Istituto Zoologico R. Universita di Napoli Goncessionari e rappresentanti: Libreria Fratelli Treves — Via Roma X. 258 — Napoli II Volume IX 1920 contiene Missuri A. — Primo contribato alia conoscenza dei Gasteropodi Nudibranchi. Tav. 1 12. — Cecchfni C. — Gli Alcionari e i Madreporari raccolti nel Medi- terraneo dalla R. N. « Washington » (1881-1883). Tav. 13 e due figure nel testo. — Teodoro G. — Su una forma di Sparganum rinventa in un Hama- dryas hamadryas L. con due figure nel testo. — Basso A. — Rieerche mor- fologiche sulla Taenia eckinococcus Linn, con speciale riferimento all'appa- rato sessuale. Tav. 14. — Pierantoni U. — Per una piu esatta conoscenza de- gli organi fotogeni dei cefalopodi abissali. Tav. 15. — Zirpolo G. Rieerche sulle modificazioni esterne che avvengono nella coda di Rana esculenta dal- I'inizio dello sviluppo sino alia sua atrofia. Tav. 16. — Marcucci E. — Osser- vazioni sulla forma esterna e sulla biologia della larva di Acanthoscelides obtectus Say. Con diciannove figure nel testo. AVVISO IMPOETANTE Date le attuali condizioni del mercato librario il prezzo dei volumi flnora pubblicati e aumentato del 25 °/0. Chi desidera acquistare la serie completa dei volumi (1-1X) dell'ARCHIVIO ZOOLOGICO ITALIANO, puo averli al prezzo di Lire 4S0. Dirigersi all'Ammini- strazione. Pubblicazione mensile Conto corrente colla Posia JHoDitore Zoologieo Itaiiano • Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia i Organo ufficiale della Unione Zooiogica Italiana DUETTO GIULIO CHIARUGI EUGENIO FICALBI Prof.
  • I ANATOMIA * di EMBRIOLOGIA VOLUME XIX. Fascicolo 1-2. Heccar, N. - Lo scbe.etro. i miotomi e le radici nervose nella regione occipitale degli aVanotti di Trota. (Con tav. I e 6 figure no, teste). - Pag. 1-25. Lni A C. - 11 feabmeno dello scatto neirarticolazione talocrural degl, Equini e del Bovini. (Con 14 flgg. nel teste). - Pag. 2o-58. • ,,; =,,11!, enstituzione e sulla struttura delle arterie Naglieri F. - Osservazioni sulla costituzione e ombelicali nel mammiferi demestiei. (Con tav. IHII). - lag. 59 78. Ctore 0 - La gbiandola endocrina dell'ampolla deferenziale degli Equm,. (Con tav. IV-V e 1 figure nel lesto). -- Pag. 79-94. Canfini C. - Su uno speciale lobule dell-Hypophysis Cerebri in embnon, di pecora e sul suo signiticato. - Pag. 95-121. Beccari N - Studi comparativi sulla struttura del Rembencefa.o. - I. Ner- Tspino-occpitMi e nerve ipoglosso. II. Centri tegmental,. - (Con 70 figure nel testo), - Pag. 122-292. \ Amministrazione : Drtta LUIGI NICCOLAI • Via Faenza, 52 • FIRENZE Regole per la Nomenclatura Zoologica Italiana F1SSATE DALLA TJ1TIOITE ZOOLOGICA ITALIA1TA Prezzo L. 2. In vendita presso la Segreteria della Unione Zoologica Italiana Istituto Zoologico - R. Universita di Napoli .Archivio Zoologico Italiano PUBBLICATO SOTTO GLI AUSP1CI BELLA UNIONE ZOOLOGICA PER CURA DEL COMITATO DI REDAZIOXE Redattore: Prof. FR. SAV. MONTICELLI Ord. di Zoologia nella E. Universita di Napoli _t. . ' Si pubblica a Yolumi con numerose tavole e raolte illustrazioni nel testo. senza periodo determinato di tempo, ma possibilmente in modo che ciascun Vo- lume corrisponda ad uu anno. II prezzo del Volume in abbonamento e di lire Sessanta. K in corso di slninpa il VoJiime A. Redazione ed Amministrazione : Istituto Zoologico R. Universita di Napoli Concessionary e rappresentanti: Libreria Fratelli Treves — Via Roma N". 258 — Napoli II Volume IX 1920 contiene Missuri A. — Primo contribute alia conoscenza dei Gasteropodi Nudibranchi. Tav. 1 12. — Cecchini C. — Gli Alcionari e i Madreporari raccolti nel Medi terraneo dalla R. N. « Washington » (1881-1883). Tav. 13 e due figure nel testo. — Teodoro G. — Su una forma di Sparganum rinventa in un Hama- dryas hamadryas L. con due figure nel testo. — Basso A. — Ricerche mor- fologiche sulla Taenia echinococcus Linx. con speciale riferimento all'appa- rato sessuale. Tav. 14. — Pierantoni U. — Per una piu esatta conoscenza de gli organi fotogeni dei cefalopodi abissali. Tav. 15. — Zirpolo G. Ricerche sulle modificazioni esterne che avvengono nella coda di liana esculenta dal- l'inizio dello sviluppo sino alia sua atrorta. Tav. 16. — Marcucci E. — Osser- vazioni sulla forma esterna e sulla biologia della larva di Acanthoscelide* obtectus Say. Con dicianuove figure nel testo. AVVLSO IMPOKTANTE Date le attuali condizioni del mercato librario il prezzo, dei volumi finora pubblicati e aumentato del 25 °/0. Ch desidera acquistare la serie completa dei volumi (1-IX) dell'ARCHIVIO ZOOLOGICO ITALIANO, pud averli al prezzo di Lire 420. Dirigersi all-Ammini- strazione. Pyfebfiicazione mensile Conto corrente colla Posta Pubblicato il 5 Lusjlio 1922. JIonitoFe Zoologieo Italiaoo (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Organo ufficiale della Unione Zoologica Italiana UIRETTO GIULIO OHIAROGI SDGENIO FIGALBI Prof, di Anatomia uniana Prof, di Auatomia comp. e Zoologia ne] Ti. Istituto di Stud'i Super, in Firenze nella R. Uuiversita di Pisa .'UN I, A. COLL.ABORA.ZIONE BECCARI N. (Catania) UiACOMINI E. (Bologna) — LEVI G. (Torino) - LIVINI F. (Milano) LOPEZ C. (PisaJ - STADERINI R. (Siena) 'Cffieio di Direzione ed Amministrazicme: Istituto Anatomico, Firenze. 12 Humeri all'azmo — Abbuonamento annuo L.. 30. Per l'estero 3Tr. 30 (in oro). XXXII Anno — Firenze, 1921 — N. 12. E1RENZB TIPOGKAPIA LUIGI NICCOLAI 1922 ARCHIVIO ITALIANO 1>I ANATOMIA » i>i EMBRIOLOGIA VOLUME XIX. Fascicolo 3. Bruni A. C. — Sulla strut tura della mucosa deil'uretra peniana nel caval- lo intero e castrato. (Con 18 fig. nel testo e 12 fig. nelle tav. VI-VH), — Pag. 293-334. Mannu A. — Osservazioni sul pericardio dei mammileri. (Con tav. VIIMX e 2 figg. nel testo). — Pag. 355-389. Viana 0. — Duplicila in im embrione umano alia sesta settimana (Con tav. X-XII e 1 fig. nel testo). — Pag. 390-400. Corti A. — L'anatomico bolognese Domenico Maria Gusmano G-aleazzi e la sua esauriente descrizione delle ghiandole intestinali die molti dicono di Lieberkiihn. — Pag. 407-434. 1/Arehivio Italiano di Anatomia e di Embriologia si pubblica in (Hiattro fascicoli che former anno ogni anno un volume di pagine 800 circa ron illustrazioni c con tavole. — II prezzo annuo di abbonamento i' : Per I' Italia L. 80 ; per VEstero L. 100 comprese le spese di spedizione. Amministrazione: Ditta LUIGI NICCOLAI - Via Faenza, 52 - FIRENZE RENDICONTO DELLA DODIGESIMA A83EMBLEA GENERALE ORDINARIA E DEL CONVEGNO DELL'UNIONE Z00L0GICA ITALIANA (Presidente onorario S. M. il Re) m TRIESTE (8-12 Settembre 1921). NAPOLI Officina Cromotipografica " Aldina » Piazzetta Casanova a S. Sebastiano, 2-4 19-22 MBLWHOI Library - Serials 5 WHSE 01330