^inmUiij^ 7 (Pubblicazioni italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) ORGANO UFFICIALE DELIA UNIONE ZOOLOGICA ITALIANA DIRETTO DAIDOTTORI GIULIO CHIMUGI EUGENIO FICHLBI Prof, (li Anatomia iiuiawa Prof, di Aiiatoiuia conipaiata e di Zoologia nel R. Istituto di Studj Supeiiori di Fireuze nella K. Universita di Pisa CON LA COLLABORAZIONK BECCRRI N. (Catania) - GIHCOMINI G. (Bologna) - LEVI G. (Torino) - LIVINI F. (Milano) LOPEZ C. (Pisa) — STftDERlNI R. (Siena) Vol. XXXIII — Anno XXXIII — 1922 (Con 16 figure e 2 favole) 8IENA 8TAB TIP. 8. BERNARDINO 1922. //?: INDICE DEL VOL. XXXIIL {Anno XXXIU, 1922). BIBLIOGRAPIA N. B. — In qnesto volume h contenuta la Bibliogratia'deU' auuata 1922 e la con- tiuuazioae di quella delle annate precedent!. A. — Parte generale. Pag. 1. I Bibliografia, Storia e Biografia zoologica e anatomlca. Pag. i. II. Scritti zoologici d' indole filosofica. Pag. 2. III. Scritti comprensivi e vari di Biologia, di Zoologia. di Anatomia e di Fisiologia. Periodici. Pag. 3. IV. Gonologia, Ontogenia, Teratologia. Pag. 4. V. Citoiogia e Istologia. Pag. ti. VI. Tecnica zoologica, aualomica e microscopica. Pag. 7. VII. Allevamenti, Glardini zoologici, Acquari, Collezioni, Musei ed altre istituzioni. Pag-. 7. B. - Parte speciale. Pag. 81, 97, 129, 165. I. Invertebrati in genere. II. Protozoi. Pag. 81. III. Dioiemidi, Ortonettidi, Trichoplax e altri Invertebrati d'incerto tipo. IV. Spongiari V. Celenterati (Cnidari e ntenofori). VI. Vermi. Pag. 82. 1. Scritti general! o sn piii che una delle divieioni del grnppo. 2. Platodi. Pag. 82. 3. Rotiferi e Gastrotricbi. Pag. 82. 4. Neinertiui. 5. Brlozoi, Foronidi, Cephalodiscus, Rhabdopleura. 6. Bracbiopodi. 7. Euteropueusti. 8. Sipunculidi. 9. Echiuridi. 10. Neinatodi, Desiuoscolecidi, Chetosomidi. Pag. 82. 11. Acantocefali. — IV — 12. (3hetojruiiti. Pag. Si. 13. lichinociori. M. Anellidi. Paj^ 83. VII. Artropodi. Pag. 83. 1. Scritti geuerali o su piu che una rlelle claesi. Pag. 83. 2. Tardigradi. 3. Pantopodi o Picnogonidi. 4. Merostomi o Liiuulidi. 5. Aracuidi. Pag. 83. 6. Crostacei. Pag. 83. 7. Prototracheati o Onicofori. 8. Miriapodi 9. Insetti o Esapodi. Pag. 84. a) Scritti generali o su j>nt che uno degli ordini. Pag. 84. b) Atterigoti o Timauuri. c) Architteri o Pseudonevrotteri e Mallofagi. d) Ortotteri. Pag. 85. e) Rincoti o Emitteri, e Fisapodi o Tisanotteri. Pag. 85. /) Coleotteri e Strepsitteri. Pag'. 86. g) Nevrotteri. Pag. 87. h) Imenotteri. Pag. 87. i) Ditteri. Pag. 87. k) Afauitleri. I) Lepidotteri. Pag. 97. VIII. Echinodermi. Pag. 98. IX. Molluschi. Pag. 98. 1. Scritti geuerali o su piu che uua delle classi. 2. Aufineuri. 3. Gasteropodi (Prosobrauchi. Eteropodi. Opistobraiichi. Pteropodi. Polmo- nati). Pag. 98. 4. Scafopodi. 5. Laniellibrauchi, Acefali o Pelecipodi. Pag. 98. 6. Cefalopodi. Pag. 9S. X. Tunicati. XI. Leptocardi o Anfiossidi. XII. Vertebrati. Pag. 129, 165. I. Parte generalk. II. Parte anatomica. Pag. 129. 1. Parte generate. Pag. 129. 2. Struttura esterioro. 3. Apparecchio tegumentale. Pag. 130. 4. Apparecchio scheletrico. Pag. 130. 5. Apparecciiio niuscolare. Pag. 130. 6. Apparecchio intestiuale con le annesse giandole. Pag. 131. — V — 7. Appaiecchio respiratorio. Pag. 131. 8. Tii()i(ie. Paratiroide. Timo. Corpuscoli timici. Corpuscoli postbranchiali. Pag. 131. 9. Apparecchio circolatorio. Milza e altri organi linfoidi. Pag. 132. 10. Cavita del corpo e menibraue sierose. Pag. 132. 11. Apparecchio urinario e genitale. Pag. 132. 12. Gbiandole suneuali. Organi cromaffini, etc. Pag. 133. 13. Apparecchio nervoso centrale e periferico. Pag. 133. 14. Organi di senso. 15. Organi prodiittori di luce, di elettricita. 16. Auatomia topografica. Pag. 134. 17. Teratologia. Pag. 134. III. Parte zoologica. Pag. 165, 1. Scritti generali o su piii che una delle classi. Pag. 165. 2. Ciclostomi. 3. Pesci. Pag. 165. 4. Anfibi. Pag. 166. 5. Rettili. Pag. 167. 6. Uccelli. Pag. 167. 7. Maminiferi. Pag. 167. 8. Antropologia ed Etnologia. Pag. 168. Appendice : Antropologia applicata nllo studio dei pazzi, del criminali, etc. Pag. 171. C. — Zoologia applicata. 1. Zoologia medica. Pag. 185. 2. Zoologia applicata all'agricoltura e alle Industrie. Protezione, Caccia, etc. Pag. 187. COMUNICAZIONI ORIGINALI Arcangeli Alceste. — Note sopra i Cobitidi — Pag. 36 e 49. Beccari Nello. — La natnra del ganglio ottico basale o eclomainMiillare deli'Edin- ger, i fasci disceudenti genicolare e pretettale ed i loro nuclei interstiziali uei Rettili — Pag. 72. Beccari Nello. — H getto lapideo della cavita endocranica di un Ungnlato plio- cenico della Valdelsa (Toscana). Con tav. I-II. — Pag. 147. Brian Alessandro. — L' Alteutha depressa Baird (Copepodo iiarpacticoide) e i suoi stadi larvali. (Con 4 fig.) — Pag. 8. Caporiacco Lodovico. — A proposito di un lavoro di G. Steinmann : Lanfvogel und Flugvogel — Pag. 128. Castaldi Luigi. — Elenco dei Pesci che posseggono iin pancreas iutraepatico. — Pag. 196. Catalano flngelo. — Modificazione al metodo Kulschitzky per le fibre nervose niiblinicbe. — Pag. 20. Chiarugi G. — Per 1' insegnamento dell' Auatomia dell' nonio. — Pag. 159. Chiarugl G — I uevromeri del meseucefaio negli einlirioni di Cavia. — Pag. 181. Colle Guido. — Osservazioni alia uota del Prof. Giulio Valenti « Sopra il rndi- nieuto della parte superiore dell'osso incisivo nell'nonio ». Pag. 25. lpl-7 VI — Colosi G. — Sulla sisteuiatica dei Potanionidi (a proposito di im lavoro di E. L. Boavier). — Pajr. 142. Cutore Gaetano. — I-^a distrihuzione e la striittuia delle ghiandole della lingua Dell' noino — Pa^. 119. Ferrari Paolo. — Contributo allaconosceuza del corpo post od ultimo- brauchiale nel Gallus domesticus (Con 3 fig.) — Pag. 88. Granata Leopoldo — Riceiche sngli AttiuomisBidi. I. Triactinomyxoii magnum n. sp. — Pag- l'''^. Granata Leopoldo — Rioerche sugli Attinomissidi. II. Neoactiuomyxnm globosnm u, g , n. s|). (Con 2 tig.) — Pag. 193. Lambertlnl Gastone. — SuUe cause che determiuano la geueai delle Circonvoln zioni eeiebrali. — Pag. 172. Levi Giuseppe. — Condriosomi e Siiubioti — Pag. 99. Levi Giuseppe. — Replica alia « Breve Rettifica ecc. » del Prof. Pierantoni. — Pag. 191. Lino Giuseppe- — Su una auomalia del muscolo papillare anteriore. (Con 2 fig.) — Pag. 28. Luna E. — Sui rapporti del Torus transversus con la Lamina sopra e sottoneu- porica (Con 1 tig.) — Pag. 15. Luna E. — Lo sviluppo dei centri nervosi in Miniopterus Schreibersi (Chiroptera). — Pag. 77. Pierantoni U. — Breve rettifica alia nota critica del Prof. Levi su « Condriosomi e Simbioti » — Pag. 138. Ruffini Giacomo- — Snlla ditiereuziazioue fetale asincrona tra le espansioni uervose del seuso (uitaneo e quelle del senso muscolare nelP uomo. — Pag. 140. Spadolini Igino. ~ Sulla eounessione atrio-ventricolare nel cuore di Thalassoche- ly8 caretta (Con 2 tig.) — Pag. 93. Spadolini Igino. — Di un particolare impiego della mica uella tecnica istologica. -- Pag. 179. Stella-Gangi Pietro. — Contribute alia tine struttura delle cellule de.lomorfe (o pa- rietaii) didlo stioniaco. — Pag. 33. Terni Tullio. — La rigeuerazione del simpatico nella coda rigenerata dei Sauri. (Con 2 tig.) — Pag. 58. Terni Tullio. -- Ricerche sulla struttura e suU' evoluzione del simpatico dell'uo- ino : 1. Lo differenze nella costituzioue dei gangli simpatici delle varie re- gion!. 2. Le trasformazioui delle cellule simpaticbe durante 1' accrescimento fetale e postnatale tiiio alia senescenza. — Pag 63. Torrigiani Camillo. — L'azione della corteccia del lobo frontale nel determini- Muio del segno doll' indicazione e del nistagmo vestibolare. — Pag. 135. Vitali Giovanni. — Osservazioni alia pubblicazione del Prof. Dorello « Rieercbe sullo sviluppo della mandibola e dell'articolazioue mandibolare. — Pag. 201. NECROLOGIO Ficaibi Eugenio. — Pag. 145. UNIONE ZOOLOGICA ITALIANA [Nomenclatura zoologica]. — Pag. 203. NOTIZIE E VaRIETA Stazione Idrobiologica del Trasimeno. — Pag. 204. Monitore Zoologico Italiano (Pubblicazioni Italiane di Zoologia, Anatomia, Embriologia) Qrgano ufflciale della Unione Zoologica Itaiiana l> I K K T T O VX GIULIO CHIARUGI EUGENIU FICALBI Prof, di Auatomia umana Prof, di Anatomia coiup. e Zoologia nel R. Istituto di Studi Super, in Firenze nella R. Universit.a di Pisa CON LA COLLABOKAZIONF. DI BECCARI N. (Catania) — GIACOMINI E. (Bologna) — LEVI G. (Torino) — LIVINi F. (Milan©; LOPEZ C. (Pisa) — STADERINI R. (Siena) UfiB.cio di Direzione ed Amministraziono : Istituto Annlomico, Fireme 12 uameri all' anno — Abbuonamento annuo I.. 30 Per I'estero Fr. 30 (in oro) XXXIil Anno Firenze - 1922 N. 1-3. SOMMARIO: BiBLiOGRAFiA. — Pag. 1-7. CoMUNiCAZiONi ORiGiNALi : Brian A., L' Alteutha riepressa Baird (copepodo har- pacticoide) e i suoi stadi larval!. (Cou 4 tig. nel testo). — Luna E., Sni rap- porti del Torus tiansversus con la Lamina sopra e sottouenroporica. (Con 1 fig. nel testo), — Catalano A., Moditicazione al nietodo Kulschitzky per le fibre uervose mieliniche. — Colle G., Osservazioui alia Nota del Prof. Giiilio "Valenti « Sopra 11 rudimeuto della parte superiore dell' Osso incisivo nell' uomo ». — Lino G., Sii una anomalia del uiuscolo papillaro auteriore. (Con 2 fig. nel testo). — Siella-Gangi P., Contributo alia fine strnttura delle cellule deloinorfe (o pa- rietal!) dello stomaco. — Arcangeli A., Note sopra i Cobitidi. {Continua) — Pag. 8-48. BIBLIOGRAFIA Si da notizia soltanto del lavori jiubblicati in Italia A. — PARTE GENERALE. I. Bibliografia, Storia e Biograiia zoologica ed anatoxnica Anselmi Raffaello — Un precursore degli studi luoderni aulla fecondazione e segiuentazioiie dell' novo. Con 1 tav. — Atti Soc. Ligustica di Sc. e Lettere, Vol. 1, Fase. 1, pp. 41-44. Pavia, 1922. Baldasseroni V. e Carazzi D. — L' opera biologica di Odoardo Beccari. — Bass. Scienze Biol., An. 3, iV". 6, pp. 84-88. Firenze, 1921. Balducci Enrico. — Guelfo Cavanna. — Annall Museo Civico di St. Nat.
  • » X l*"^ c'r^^* Fig. 4 Quarto stadio naupliforme » > » X 1^0 circa — 15 ISTITUTO ANATOMICO DI PALERMO Sui rapporii del Torus fransversus con la Lamina sopra e sottoneuroporica. per E. LUNA (Cod una figura iiel testo) E vietata la riproduzione III una uotsi [)reventiva pubblicata in questo stesso periodico (*), ed in un lavoro successivo (*), riguardauti entranibi lo sviluppo dei centri nervosi in Rhinolophus hipposideros, ho affermato che ruentre la lamina sopraneuroporica 8i estroflette nella Paratisi, la lamina sottoueuropoi'ica si ispessisce nel Torus transversus. Per 1' opportuno orientameuto ricordero che quest' ultima forma- zione rappreseuta originariamente uu ispessimento impari della base del teleucefalo, in forma di un cerciue teso trasversalmente. Esso si prolunga a destra e a sinistra nella regions basale degli emisferi; le parti laterali di tale cercine rappresentano il prirao abbozzo del Corpo striato. Corrisponde al Lobus olfactorius impar di Neumayer ed alia Concrescentia primitiva di G ro e n b e r g . Nel lavoro citato (*) io sosteuevo, d' accordo con T a n d 1 e r (^), che h preferibile la deuo- minazioue di Tortis transversus, perch^ quella di Lobus olfactorius (*) E. Luna. Lo sviluppo dei ceutri uervosi iu Rhinolophus hipposideros (Chiroptera). (Nofca preveativa). Mou. zool. ital. 1921. (*) E. Luna. Morfogeuesi dei ceutri nervosi nel Chirotteri. Parte I. Le prime fasi di sviluppo dei ceutri uervosi in Rhinolophus hipposideros {Bechatein). Ricer- che di Morfologia, Vol. II, fasc. I. 1921. (^) Tandler Julius. Beitriige zur Eutwickeluugsgeschichte des Vertebratea- gehirns. I. Die Entwickelungsgeschichte des Geckogehirns, von J. Tandler u. H. Kantor. Anat. Hefte, Bd. 33, 1907. II, Die Entwickelungsgeschichte des Tarsias- gebirns, von J. Tandler u. I. Fleissig. Auat. Hefte, Bd. 52, 1915. 16 — pregiudica il auo signiticato niorfologico; d'altro lato, uon mi h sta- te possibile, almeno negli stadi esainiuati, riscoutrare iiella sua for- niazioQe un processo che i)otesse giiistiticare il noine di Con(5rescen- tia, 11^ a Tandler era rinscito riscoutrare tale coucresceuza nean- cbe in stadi piii avanzati. La denominazioiie di Torus transversus h poi tanto piii giustificata, percb^ realinente in esso si differenziano fasci coiiiiuessurali. Ill Rhinolophus il Torus transversus fa la prima apparizione negli embrioni luughi mm. 5 ^/^, ed allora appare come un ispessimento di quella lamina neurale, che, per essere situata tra il recesso neu- roporico e la lamina preottioa, si chiama Lamina sottoneuroporica. Lo studio degli stadi su(;cessivi mi ha pero dimostrato che il Torus transversus invade anche la lamina sopraneuroporica^ e precisamente quella parte che C h i a r u g i (*) chiama regione sopraneuroporica della volta del telencefalo. Com' e noto difatti il Chijirugi , stu- diando il telencefalo di Torpedo ocellata^ distinse nella vdlta due regioni, le quali direttamente si succedono dall' avanti all' indie- tro dal processo neuroporico al foudo del Velum transversum, e che indico col uome di regione sovranenroporica, e regione para- tisaria. Kella prima la parete encefalica procede obliquaraente indie- tro e dorsalmente, con leggera concavita dorsale; nella regione para- fisaria, a pareti piu sottili, descrive un' ampia curva a convessita dorsale. La regione parafisaria corrispoude all'arco parafisario o pa- raphisal arch di M i n ot. L' ispessimento della regione sovranenroporica della volta encefa- lica h quindi secondario a quello della lamina sottoneuroporica: per entrambi questi ispessimenti si raggiunge quella disposizione che e riprodotta nella figura annessa, e che d' altro lato si pu6 riscoutra- re anche nelle figure 17 e 18 del lavoro di Tandler (lav. cit. I, 1907) e nella figura 10 del lavoro di N e u m a y e r C). A proposito delle ricerche di Tandler perb h da notare che quest' A., sebbene consideri il Torus transversus come I'ispessimento della parete basale della Paries terminalis, pure non sa precisare i rapporti che esso assume col recesso neuroporico, e quindi non puo (*) Chiarugi G. Della regione parafisaria del Telencefalo e di alcuni ispes- simenti del conispondente ectoderma tegnmeutale in embrioni di Torpedo ocellata. Arch. ital. di Anat. e di Embr. Vol. V, 1906. (*) Neuraayer L. Studieu znr Entwickelungsgeschichte de Gehirns der Siiu- getiere. Festschrift zuni siebeuzigsten Geburtstag- v. C. v. KupflFer. Jena, 1899. — 17 — stabilire se il Torus transversus si sviluppi a spese della lainiiui so- pra o sottoueuroporica, o dell' una e dell' ultra: cio evideiiremente perch^ uoii ha potiito seguire il processo di c.liiiisiua del neuroporo auteriore. Neuiuayer inve<;e ha potuto stabilire i rapporti tra il recesso neuroporico e quelia <;om[)lessa formazione, costit.uita dalla commessura anteriore e dall' abbozzo del cori)o calloso, la quale cor- risponde al Torus trausversus di T a ii d 1 e r : egli a[)puiito ba cou- siderato come residuo !liSii,(' ' ; M^^.^ che la formazione iu parola, second© Ziehen (^), corrisponde alia Concrescentia primitiva o Verwachsungsplatte di Groeuberg. Tornando ora ai miei reperti, essi dimostrano che il Torus tran- sversus in Rhinolophus 6 dapprima un ispessimento della lamina sot- toneuroporica e poi anche della porzione sopraneuroporica della volta (*) Zieheu T h. — Die Morphogeuie des Centralnervensystems der Sangetiere, in Handbuch der vergl. u. exper. Entwickelungslehre der Wirbeltiere, von O. Her twig, Jena, 1906. — 18 — •lei Teleiieefalo. Cio ho potato dimostraie uncbe in Miniopterus Scbrei- bersii, come «liri»o.stra la figura auuessa. L) coiiveiigo cbe la tliiiiostrazioiie dei nippoiti del Torus transver- siis col rece.sso neuroporico nou sia seinpro facile, apjjuuto per la diffieoka di stabilire la setle del recesso aiizidetto, e percio ci spiegUia- mo i diibbi di Taiidler, Pero quando si pno iiidividualizzare la sede del ueiiroporo auteriore nei i)riiiii stadi di sviIui)po, liesce re- lativatneiite facile riutracciarlo aiiclie in staiii piu avanzati. Le ricer- che di Neumayer, che io ho potato confermare, dirnostrauo infatti cbe, come segno di orientamento in tali ricercbe, »leve considerarsi la coMjmessara anteriore : 1' infos.samento posto dorsalmente ad essa rappresenta api)anto il lecesso ueuropoiico. Altri dati inoltre ci pos- sono setvire di gaida. In qualcbe embrioue di Miniopterus bo potato uotare cbe alia depressioue della sai)erticie ventricolare, situata dor- salmente alia commessura auteriore, corrisponde dal lato esteruo una prominenza, che si puo, come la fossetta corrispoudeiite, seguire per al- cune sezioni sagittal! meiiiaue. Inoltre nell' embrione di Miniopterus, dal quale h stata ricavata la tigura aunessa a questa Nota, ho potuto notare an assottigliamento sensibile dello strato germinativo proprio in corrispondeuza del recesso neuroporico: tale assottigliamento si riconosce solo in una sezione, mentre nelle sezioni immediatamente precedenti e susseguenti manca, come si vede nell' annessa figura. Che in quest' ultima il Torus trausversus interessi tanto la la- mina sotto che sopraneuroporica, 6 dimostrato anche uel modo piii sicuro dalla ubicazione della Parafisi. Questa, come ^ noto, origina da un tratto della lamina sopraneuroporica, e precisamente dalla re- gione paraflsaria (Obiarugi) o arco parafisario (Mi not), ed ha dap- prima la forma di un piccolo diverticolo, che poi cresce piii o uieno a seconda degli animali. Nella figura annessa ha appuuto la forma di una piccola evagi- nazione dell' arco parafisario : ad essa segue immediatamente 1' ispes- simento del- Torus transversus, il quale quindi, in questo primo tratto, occupa il resto della lamina sopraneuroporica, e poi si continua con 1' ispessimento della lamina aottoneuroporica. Resta in tal modo dimostrato cbe il Torus transversus, circoscritto dapprima alia lamina aottoneuroporica, si estende poi anche a quella porzione della lamina sopraneuroporica, alia quale il C h i a r u g i ba dato il uome di regione sovraueuroporica della volta del teleu- cefalo. 19 — Spikgazione della Figura Sezioue sagittale mediaiia della teHta di un embrione di Miniopterus Schreibersii, che misura ram. 7*[, di lunghezza totale e mm. 6 '[j di lunghezza nucale. Ingr. 1 X ^^t ridotto di '{j. c. p. = commessiira posteriore. — c. h. ^ protuberanza chiasmatica. — /. pr.o. == lamina preottica. — P. = Parafisi. — r. n. = lecesso neuroporico. — r. o, » recesso ottico. — s. i. p. = solco intraencefalico posteriori. — <. p. = Tubercu- lum posterius. — 1\ tv. = Toms transversus. — v. t. ^= Velnm transversum. 20 CI.INICA DELLE MALATIIE NEUVOSE E MENTALI UELLA R. UNIV. DI PARMA DIRETTA DAL PROF. L. RONCORONI Dr. ANGELO CATALANO, Assisteiite Modificazione al metodo Kulschitzky per le fibre nervose mieliniche fi vietata la riproduzione Fiiceiulo ricerche di mielojirchitetiura,, uelle quali si applicauo il inetoilo Weigei't ori^inale i)er le fibre mieliniciie e le sue luoditica- zioni,coiue il Wei ga v t-P a 1, 11 K a 1 sell i t zk y, il W o 1 t er s etc., talora il metodo non riesce abbHStanzn bene, cosi da inettere in evi- denza un ricco sistema di fibre clie reiida possibile la differenziaziq- ne di un' area dalle vicine. Le cause souo diverse: spesso la decolorazione con questi nietodi h tumnltuaria e quiudi ineguale nei vari puiiti l inicroscopio 1' andainonto delisi reazione si riesce dopo un tempo variabile da uno a- piii minuti, ad otteiiere una pill netta ditferenziazioue: le fibre mieliniclio conservano ed in- tensificano il loro colore, a mano a mano che si va cliiarendo il tessuto fondamentale. A questo punto le ^ezioni si passano nuova- mente per qualcbe rainuto in acido fosfomolibdico L "/ e poi per pochi secondi in una soluzione di solfito di sodio ed acido ossalico entrambi al 0,10 7„. Poscia lavaggio in acqua corrente, disidratazione in alcool asso- Into: diafanizzazione in xilolo fenico e in xilolo puro; fissazione nel vetrino col balsarao del Canada. I risultati mig^liori si ottengono con sezioni di 25-30 [x di spes- sore e con la colorazione di 24-48 ore. Air acido fosfomolibdico, si pno sostituire il molibdato di am- monio all' 1 % oppure 1' acido fosfovolframico pure all' 1 "/,, notan- do per quest' ultimo che le fibre assumono una colorazione ancora piu intensa che non coll' acido fosfomolibdico. SiocL6 coucludeudo con questa modificazione: Non e necessario che la differenziazione nella soluzione di litina e ferrocianuro duri 2-3 ore, ma bastauo pochi minuti perche si ab- biano dei buoni preparati. Le fibre mieliniche appaiono piu intensameute colorate che non col metodo Kulschitzky semplice e piu evidenti. Si colorano anche le fibre fini, cio cbe 6 evidentissimo nello strato zonale; II tessuto fondamentale appare chiaro o leggertnente tinto in giallo; I risultati ottenuti souo perfettamente corrispondenti con quelli che si ottengono col metodo Kluschitzky semplice; I preparati si conservano indetinitamente. II metodo quiudi puo essere adoperato con vantaggio nelle ricer- che comparate di mieloarchitettura. Oltre a questa modificazione, io ebbi ottimi risultati da un me- todo di colorazione diverso assai dal Kulschitzky e che sarebbe ana vera modificazione della colorazione Weigert origijiale e cio6: — 24 — Si (!oIornno le sezioni con una miscela formHtsi dal : Liquido c-oloirtiite Kulschitzky p. 2. S<)ln/>ione all' 1 "jo
  • fig. 165 della Nota {*)]. In base ad indagini suUa niorfologia delF osso nasale umano (*), venni alia couclusione che cotesti ossi(;ini debbano essere ritemiti come il risultato di azioni meccaniche, esercitate o da porzione della cartilagine alata (Vedi Figg. 15 e 17), come aveva gia supposto il (*)Valeuti G, — Ossa sopraunumerarie del naso — Mouitore Zoologico Italiauo, N. 8 — Fireiize, 1891. (*) C o 1 1 e G. — Ricerche suUo sviluppo e sulla morfologia dell' osso uasale niuano — Atti del Reale Istitnto Veueto di Scienze, Lettere ed Arti — Anno ac- cademico 1917-18, Toino LXXVII, Parte II — Venezia, 1918. — 26 — Bert el li (^) (pag. 493), o F. A. PkI'KRK Su una anomaiia del muscolo papillare anteriore Dotr. GIUSEPPE LINO, Pioassistente (Coil (lu*3 figure iiel testo) E vietata la riproduzione Nutnerose e viiric sodo le nialfoiniazioiii di cuore de-scritte dai vari Autori, dallsi niancanza. jissoluta di «^sso (Taiuft'i, Scbwalbe, ecc), x>er gradi iiitei int^dii, alia persistenza del foro o del dotto di Bo- tallo (Fieri, Tron, Hoche, ecc), al inaiicato riassorbiinento delle valvole seno-atiiali (Pepeie), alia prevsenza. di corde aberranti nelle cavita atrio-ventricolari (Przewoski, De Veccbi). Anche a me e stato pos.sibile osservaie alcune di tali lualforiua- zioiii : pseudo-valvole ; persisten/a delle valvole aeno-atriali ; molto spesso corde tenne dell' uretere sini- stro e atroHa idronefroti(*a sinistra; lieve atrotia aterosclerotica del rene deatro. II cuore era ingrandito uniformemente in tutti i suoi diametri ; maccbie da lavoro sulla faccia anteriore p'esso la puuta; arterie co- — L>9 lonarie tortnose, piuttosto rigide; giasso subepicardico in gran parte scoinpai'so. Aperto il veutricolo siiiistro, le ciii pareti si tiovauo ispessite notevolraente (cm. 2, 1) se ne osserva la cavity dilatata, I'endocardio parietale leggermente e i quali alle volte possono arrivare alia cuspide ed an CO espandersi uella lamina parietale. Nel mio caso pero non singole fibre muscolari, ma addirittura qnasi tutto il muscolo papillare in fascio unico raggiungeva e si ada- giava suUa faccia inferiore del pizzo aortico della mitrale, sino al oerciue flbroso. L' interpretazione di questa malformazione h piuttosto facile se per nn momento pensiamo alio sviluppo embriologico del cuore. In- fatti nei primi tempi della vita endouterina i muscoli papillari sono direttameute inseriti senza interposti tendini (Testut) sullo super- tici valvolari ancb'esse riccbe di tessuto muscolare. Success! vamente poi si trasformano in corde tendinee per circa met^ della loro lun- ghezza « in parte per la scomparsa della fibra miocardica e la pro liferazione del connettivo interstiziale, ma in parte anche per una metaplasia fibrosa del tessuto muscolare » (Favaro). Nel mio caso quindi, contbrmemente alle idee di B e r ti a y s rignardo alle corde muscolari, si tratta di un arresto di sviluppo del muscolo papillare anteriore il quale, invece di trasformarsi e di sfio(;carsi nelle normali corde tendinee, h rimasto alio state musco- lare per intero, meuo poche fibre della faccia mitralica che hanno subito la comuue evoluzione. L' adattameuto fuuzionale poi di questo muscolo h stato cosi per- fetto, da permettere al soggetto una vita ottuagenaria, senza alcun risentimento da parte del miocardio, il quale ha resistito per lungo tempo ad alterazioni che su di esso hanno un' influenza deleteria, come la grave aterosclerosi diftusa, le notevoli lesioni renali, I'aneu- risma dell' aorta addomiuale. AUTORI CITATI NKL TESTO A r gaud — Angeiologie, in Anatomie hum. de Nicolas, T. 2, Paris 1912. Businco — Sill signiticato anatoniico delle prodnzioui pseudovalvolari dell'en docardio ventricolare < Pathologica » N. 130, 1-4-1914. — Ulteriori osservazioni su le pseudovalvole del cuoio. Soc. Cultori di Scienze Me- diche e Naturali, Cagliari, 21-5-1921. — 32 — De Veccbi — Uua rara forma di corda teudiuea aberrante. Anatomischen An- zeiger P. 374, Bd. XX, 1901. F a V aro — Ricerche anatomiche ed embr. Cnore dei vertebrati. V. 2, Padova, 1914. 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Siu d' allora si 6 cominciat.o a aupporre cbe questa varietil di cellule fosse deputata alia secrezione dell' acido cloridrico, meutre si attribuiva quella della pepsina alle cellule fondameiitali. In seguito r importanza di queste cellule fu special meute ribadita dalle ricerche quasi couteiupoianee di Erich Muller e di Golgi, i quali dimo- strarono uel protoplasma dei canali comunicanti col luiue ceutrale (canalicoli di secrezione). Sono cellule di forma rotonda od ovale addossate alia membraua basale, da cio il nome di cellule parietali dato da alcuni. Esse sono distribuite nelle ghiandole del fondo dello stomaco, sono piu abbon- danti nel fondo delle ghiandole e nel corpo, rare o assenti nel col- letto (pero specialmente nel cane vi si incontrano con una certa fre- quenza). In quanto alia loro costituzione interna, sin dalle prime ricerche istologiche si h ricouosciuta una struttura relativaiuente semplice, che auche oggi b rimasta tale in un periodo iu cui le ricerche cito- logiche hanno raggiunto un notevole sviluppo. Infatti la loro strut- tura si pub definire in poche parole. « Un nucleo ceutrale e dei granuli relativamente grossi sparsi iu un plasma omogeneo o tutto al pill tiuemente grauuloso. Inoltre si possono riscoutrare, in quan- tity pill o meno abbondante, dei vacuoli i quali, conie vedremo ap- presso, pare siauo in rapporto con la fuuzionalit^ delle cellule ». — ;u — lo pel' qujilcbe tempo, per cousiglio e sotto la gnida del Prof. (Jiaccio, mi sono occupato della miiiuta struttura di queste cel- lule al lame delle moderne ricerche, cercaudo d' altra parte di stu- diare le eventnali inoditicazioni strutturali cui vaiino iocoiitro in va- rie condizioni patologiche. Osservate a luce sia naturale che artificiale, queste cellule mo- strauo un plasma omogeneo uel quale sono immersi dei graiiuli. Nel- 1' osservazione in campo oscuro, il plasma intergrauulare mostra una leggiera himinosita ; mentre i grannli lo sono molto di piii. Con al- cuni coiori vitali (Rosso neutro, Brillaute di Crisilblau) i grauuli non si colorano, si colorauo invece debolmente col verde Janos e col violetto Dalia. Osservati a luce polarizzata si presentanoisotropi. D' altra parte sono insolubili nei solventi organici. Dauno debolmente le reazioni delle sostanze proteiche. Per quanto riguarda poi i costituenti essenziali (;he si riscontrano in ogni cellula, ho rivolto 1' attenzione ai condriosomi e all'apparato di G o 1 g i. Per I' apparato mitocondriale, mentre questo 6 disposto sotto for- ma di tilamenti nelle cellule fondamentali, cio non si veritica per queste cellule in cui i granuli suddetti si comportano, coi metodi piu in uso, come i condriosomi. Cosi si colorano bene con l' einatos- silina ferrica dopo cromizzazione, coi metodi Altmanu e derivati, col metodo Bend a al cristal-violetto. Per quanto riguarda 1" apparato
  • resentata in Europa da tre specie : Cohitis fossilis Liu., Gobitis tae- nia Lit.., Cohitis harhatula Lin. Furono desoritte come nuove altre specie, le quali pero in segnito vennero riconosciute come varieta locali. Ricordero che le suddette tre specie furono considerate quali rappresentanti tre generi diversi, e cosi per il C. fossilis, L a c e p e d e institui il genere Misgurnus, per il O. barbatula G ii n t h e r stabili il genere NemacliUus, ed il genere Cobitis di Artedi fu limitato al C. taenia. Molti Autori moderni seguono questo concetto, ma a mio modo di vedere questi tre geueri nou banno affatto ragioue di esistere, inquantoch^ uon si hanno nelle tre specie sunnominate ca- ratteri differenziali che giustifichino la loro separazioue in tre ge- neri : anzi si puo ben dire che, considerate nel loro insieme, presen- tano quei caratteri che risultano snfficienti per la costituzione di uu genere ben distinto. Vi souo poi alcuni Autori che compreudono i Cobitidi nella famiglia dei Ciprinidi, ma io uon sono di questo ar- viso. Pur considerandoli molto afidni ai Ciprinidi, essi presentano una fisionomia anatomica cosi speciale da poterli ben considerare come staccati in una famiglia a parte. Io non mi soflfermerb sopra la descrizione delle singole specie, la quale ognuno puo trovare nei trattati di Ittiologia. II presente scritto ha per scoim .ii mettere in rilievo errori veramente ingiustificabili che si trovano in descrizioni fatte da Autori die vanuo per la mag- giore e di riferire alcune mie osservazioni, le quali credo possano costituire un coutributo, per quanto modesto, alia biologia di questi pesci interessanti. Anzitutto io prenderd in considerazione la vescica natatoria, come quell'organo il quale per struttuia e funzione si mostra in stretto rap- - 37 — porto con diverse particolarita di coutegno cbe il pesce diinostra nel suo ambiente. Orinai e iioto die in questi animali la vescica natatoria si pre- senta rihiandola conterrebberd cellule alte con nu- cleo basale. fii C. taenia I' estremita inferiore del s , (1898. Bibl. 12) come C a r u s (citato in una receusione in Zool. Anz. Bd, XVI), trovo in C. fossilis il condotto pneuinatico apeito uell'esofago, ma a fondo cieco la dove esso si at- tacca alia (lapsnla ossea: riconobbe peio cbe le cellule ciliudiiche ri- vestenti lo stesso condotto non banno aicun aspetto cbe giustitichi una lunzione ghiandolare. Secondo Blocb (1900, Bibl. 4) invece i Cobitidi sono veri tiso- stomi, percbe, ancbe se il dotto pnenmatico e obliterato in un solido coidone connettivale, sbocca nel rudimeuto della vera vescica nata- toria, (iioe nella vescicola. Veramente non si comprende percb^ si debba coiisiderare quale fisostoma un i)esce quando il condotto pneu- matico non e piii praticabile, anzi ba addirittura cambiato struttura. Nonostante cio io credo cbe Bloc li (senza suo merito) abbia avuto raglone nel (;onsiderare come tisostomi questi pesci, percbe, almeno per quello clie bo potuto constatare con certezza in G. taenia, il dotto pneu- matico esiste, (^) per quanto modificato, e non impervio, ma, cavo in tutta la sua lunghezza. Esso si parte dalla vescicola inferiormente e propriamente dall'istmo, cioe dal punto in cui questa si attacca alia vescica anteriore: dirigendosi in basso e un poco obliquamente all'in- nanzi penetra nelle trabecole ossee della parte posteriore ed inferiore della capsula della stessa vescica anteriore, dalla quale tuori esce inferiormente i)er andare a sboccare nella parete dorsale dell'esofago. La sua parte mediana libera ^ tutta ravvolta su s^ stessa, ma non per cio divisa: il tubo e continuo, ed io credo cbe Jacquet sia stato indotto ad interpretare questa parte media come trasformata in gbiandola (in C. fossilis) da un orrore di osservazione «lovnto al non avere osservato sezioni in serie dell'organo, e cbe se Egli aves- se osservato tali sezioni, avrebbe visto cbe i pretesi acini non sono altro cbe ripiegature del dotto, le quali peraltro sono in connessione e <;omunicazione fra di loro. Aggiungero cbe, almeno in G. taenia^ I'apertnra della vescicola nella vescica (anteriore) e rap[)reseutata da una fonnazione ad imbuto con la parte piii ristretta diretta in avanti: ta- le formazione apparisce come costituita in gran parte dalla parete po- (*) Beache io iion abbia avuto occasione di eeaininare C. fossilis e C. harbatula, io credo che aacbe in questi due le cose stiaao come in C. taenia. — 39 steriore introtlessa (iu avanti) della vescica suddetta, Potrebbe darsi che tale dispositivo abbia 1' ufficio di favorire il passaggio dell' aria dalla vescieola nella vescica e che invece impedisca (a guisa di val- vola) lo stesso passaggio in seuso iiiverso. Alcuni Autori detiuiscono come orgauo pari la vescica natatoria dei Cobitidi e forse essi si riferiscouo al fatto che nella parte poste- riore la vescica (auteriore) presenta itel mezzo uua rieutrauza la qua- le si prolunga in basso attenuandosi e perdendosi sulla superficie ventrale. Ma se si riflette cbe tale rientranza ^ dovuta al punto di attacco della vescieola, la quale apparisce come retratta con I'istmo entro la vescica, questa parity non 6 aminissibile, tanto piii clie si deve trattare di un fenomeno secondario. il quale si veritica dopo che uel giovane pesciolino dalla vescica natatoria vera (cioe la veni- cola, che poi si atrolizza o non si sviluppa ulteriormente) si e for- mata la vescica auteriore. Si puo dire che alcuni Autori banno inter- pretato la parity alia lettera: cosi si legge in Oanestrini (Bibl. 7, pag. 144) che la vescica natatoria, qiiando esiste, e divisa in due meta laterali, lo stesso si legge in B r e h m s (La vita i>iM apertiua ad ogDi lato. — 40 — apparente », io credo che Egli abbia preso per fessui;. .li <;onuii.ica- Zione delhi vescica natatoria proprio una porzione della linea latera- le piu o n.eno defonuata o raggriuzata in esemplaii conservati. ^ stran.) poi die il Fatio non abbia pensato, prima di riferire qnanto sopra, che Bgli veniva a mettere in luce un fatto di una novit^ ini- pressionante per I'aiiatoraia (lei pesci. Ma cl.i piu diverte ancora ^ Boulenger (Bibl. 5, p. 585), il quale cosi si esprime candidameute riguardo ai Oobitidi {') : « The air-bladder, ichich is partially encased in a bony capsule, may be so reduced as to lose its hydrostatic functions and becomes transformed into a sensory organ, its outer exposed surface being connected ivith the sUn by a meatus betiveen the bands of muscle, and convessing the thermo- barometrical impressions to the auditory nerves; hence the name of « Wetter fisch », by ic'lch hoaches are hiown in some parts of Germany ». Seuza insistere in una critica iuutile, diro che qnanto sopra non ha alcun fondauiento di veiita e non si basa soi)ra reperti anatoniici. Moreau (Bibl. 17) come carattere del genere Cobitis Artedi (e quindi della famiglia Cobitidae, poich6 Egli ammette un solo ge- nere) riconosce la vescica natatoria semplice, rinchiusa in unacapsula ossea aderente alia colonna vertebrale. Se in cio ha errato, poich^ la vescica e doppia, non si ^ espresso impropriamente (riferendosi a quanto si pu6 vedere ad occhio nudo) dicendo che : \n Cobitis fossihs h irapossibiledistinguere la tracciadiuua linea laterale; in G. taenia la linea laterale non h bene marcata, essa 6 nel mezzo dell'altezza del corpo ; in C barbatula essa h diritta e composta di scaglie piu visi- bili delle altre f ). Per C. taenia io ho potuto coustatare (;he essa si si estende all' indietro della inserzione delle pinne pettorali per un tratto quasi corrispondente alia lunghezza delle pinne stesse. £ da tempo uoto che gli Ostaiiotisi {') posseggono I'apparato di Weber, cioe quell' apparato tipicamente (Ciprinidi) costituito di 4 ossicini in serie, che da ogni lato della colonna vertebrale si esteu- dono all'inuanzi e secondo Weber stesso collegherebbero I'estremo anteriore della vescica natatoria con 1' organo dell'udito, funzionando (1) Secoado questo Autore i Cobitidi sarebbero una sottofami^lia dei Cipr.uidi. (*) Indubbiameute abbiamo nna riduzione della linea laterale se.npre magg.ore dal C barbatula, al C. taenia, al C. fossilis. Probabilmente tale fatto sta in rela- zioue'con 1' adattamento alia v.ta di fondo in n.odo evidente ...ansima nel C. foB- Bilis, adattamento che comporta una diminu.ione ndla nece«.ita e qn.nd. nella fun- zione della Buddetta linea. (3) Vedi per la Bibliografia relativa NuHbaum e Sydoriak (B.bl. 1»). 41 — quindi la vescicji come uii apparato di risoiianza che al suddetto or- gano trasinetterebbe le vibrazioni per mezzo degli ossicini. Questi ultimi furono erire ai bisogni er poi tornare ;d fondo, questa boccata sarebbe insufficiente per i suddetti bisogni : perclie questa — 45 — ariii fosse sfruttata dalle brancbie si ricbiederebbe cbe il pesce do- vesse venire inolto di frequente alia superficie, con forte dispenflio di euergia, senza poi otteuere ancbe con questo mezzo in detinitiva uu effetto utile. Invece 1' aria abboccata non attraversa le fessure brancbiali, ma viene dal pesce adiiirittura ingoiata e quin
  • irazione intestinale di Cobitis fossilis, ci fa sapere che il tubo intestinale (astrazione fatta dall' esofago) presenta due parti, una anteriore a funzione digestiva e assorbente ed una posteriore a funzione prevalentemente respira- toria. Le due parti sarebberc* riuuite da una porzione iutermediaria torta ad S, la quale avrebbe un calibro molto miiiore delle altre due. lo non ho potuto constatare altro che una leggera incurvatura a sinistra, quale ha riscontrato L o r e n t (Bibl. 14), dopo la porzione iniziale piu larga lio di radici di i)iante acquaticbe, oppure aiiche iufossuto iiella inelina dalla quale sporge con la parte anteriore del corpo. D'inveruo anzi si atibnda totalmentes uella inelma e, poich^, 1' ac- <|ua, e suffiiueiiteiiiente alta ed aereata, esso non ha bisoguo di ricorrei'e alia respirazioiie iiitestinale. Durante Testate esso viene
  • le dimostrasse la stessa iiiqiiietndine nell' acqua di contiiiuo cainbiata. Bade (Bibl. 2), (!be non ammette cio, dice che il pe.sce mostra la stessa iuquietudine aiiche se il cambio dell' acqua sussiste. lo invece posso affermare i)er mia personale esperienza che durante 1' estate, pur che il bacino sia sottoposto a ricainbio continuo dell' acqua, anche se subentra afa nell' amosfera, anche se poi scoppia il temporale, il pesce non dimostra alcuna inquietudine e se ne sta sul fondo. Passando ora all' occhio, diro che Harms (Bibl. 10) in Cob. fossilis, Gob. barbatula, Gottus gobio, ed in altri pesci di fondo di acque dolci e marine, trovo che la dove comincia la cornea, lo atrato direzioiie cau- dale. Io riesco ad accoinpagnare con sicurezza questi fasci solo flno in vicinanza delle liulici del III paio, dove si fondono insieme e dove contribuiscono a forraare quel complicato intreccio di fibre uel quale sembrano come immerse le grosse cellule del nucleo intersti- ziale del lascicolo lougitudinale njediale. Nel Mesencefelo il fascio pretettale discendente, situato piii dorsal- mente dell'altro, decorre lateralmente al tratto abenulo-interpedunco- lare, il quale nelle sezioni trasverse chiararaente sporge verso la 11- nea di mezzo, fra 1' estrerao caudaie del nucleo lenti forme del tala- mo, situato piii dorsalmeute, e quello del nucleo rotondo collocato pill ventralmente. II fascio genicolare discendente, un poco piu co- spicuo, decorre in posizione analoga, ventralmente al nucleo rotondo, e costituisce quel cospicuo sistema di fibre che erroneamente 11 De Lange nella fig. 14 della sua monogmaa sul Mesencefalo dei Ret- tili (') (la pill recente o apparentemente la piu completa) chiama tr. strio-hypothalamicus. II tr. strio-ipotalaraico a quel livello e gia terminato o stA per terminare e (se mai) e con tutta probability rappresentato i<.. — I Copepodi pelagici raccolti iieH'Adi iatico nelle crocie- le III e VII del R. Coiuitato Talassogratico Italiano. — B. Com. Ta- Inss. Ital., Mem. 28, pp. 64 e tav. 1-3, Venezia, 1913. Parisi Biiino. — Un uuo\^o Crostaceo cavernicolo : Typhlocaris letliaea n. sp. - Atti Soc. Ital. di Sc. Nat. e d. Mus. Civ. di St. Nat. in Mila- no, Vol. 59, Fasc. 3-4, pp. 241-248, Milano, 1922. Supino Felice. — L' accrescimento delle anteniie nel gaiubeio. — Bendic. ht. 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Essa descrive iiel tessuto post btauchiale delle fotinazioni dall'as|)etto di i)iccole arterie, che pero, ad un esame accurnto, le soiio apparse formate da cellule fusiform! disposte concentricamente e assai somiglianti ai cor- puscoli concentric! di H a ss a 1 I . Quauto ho sopra brevemeute riferito e tutto ci6 die ho potuto rintracciare nella letteratnra riguardo il C. P. od U. B. I BIOLOGIA E FISrCA DEL MAR TIRRENO (CASTIGLIONCELLO) Dott. TGINO SPADOLINI Aiuto e Lib. Doc. di Fisiologia iu Firenze Sulla connessione atrio-venfricolare nel cuore di Thalassochelys caretfa £ vietata la riproduzione fi stato orinai dirnostrjito con tuttn sicurezza cbe iiei veitebrati i diveisi seginenti i)resso i! testicolo; ora Re gaud nella discussione cbe si ebbe alia Soc. de Biol, di Parigi giustanien- te obietta cbe n6 il testicolo, iie I'epididimio di cane contengo.-io tes- suto adiposo. Meno di sovente i simbioti si coltivano dall' ovario, meno ancora dal pancreas ; il fegato non d^ mai colture. II terreno di coltura piu adatto e il brodo glicerinato con ag- giunta di Nitrato di potassio; a 40° se si tratta di tessuti di Mara- miferi e di Cccelli, a 25" se di vertebrati inferior!; se si sviluppa nel brodo, vi si forma in 2 o 3 giorni un velo, cbe ^ la coltura del batterio simbiote. II passaggio del inicrorganismo dal mezzo endocellulare al terre- no di coltura costituisce, secondo 1' A., un periodo critico, cbe so- vente noji viene sorpassato. Ecco adunque come si spiegberebbero i risultati negativi di coltivazione del microrgauisnio. Ma quando il batterio ba iucomin<;iat() a vegetare nel nuovo mezzo, di viene facilmeute coltivabile e, dopo passaggi ripetuti, ancbe ad alta temperatura; mentre da[)prima non si coltiva al di sopra di 35°, poi si abitua a temperature di 60-65°. Cosi pure la resistenza delle sue spore alia temperatura anmeu ta col rinnovamento della coltura; dapprima ^ ucciso a temperatura inferiore a 100° in mezzo umido, poi solamente a 115°. Disseccato resiste sino a 145150° ; resiste sino a 14 mesi al- 1' azione dell' alcool assoluto e del cloroformio; si colora col metodo Gram. — 104 — Le ricerche condotte dall'A. col coiKtorso di Bierry sulle trasfor- mazioui che i simbioti isolati dai tessuti producono sugli idrati di carbon io, sui graasi e salle sostaiize proteiohe (riferite forse troppo sonimariameute!) dovrebbero dare la prova, secondo 1' A. la piu im- portante, dell'esattezza della sua dottrina. Sottoposti air azioiie dei simbioti, gli idrati di carbonic darebbe- ro dei corpi inolto ossidabili, che riducono a tempeiatura ordinaria 11 liquido di Feb ling; le sostanze proteiche sembrauo produrre degli amiuoacidi, i quali sou poi decomposti ulteriormente. In qnau- to ai fenoineni di sintesi, che i simbioti potrebbero compiere, 1' A. confessa che le sue ricerche sono poco progredite. Per6 le azioni chimiche suddette avvengono in funzione delle condizioni fisiche e chimiche del mezzo in cui il simbiote si trova. La caratteristica dei simbioti sarebbe aduuque una malleability mor- fologica e fisiologica uotevole. Riconosciuto aduuque, che dai tessuti di molti organism! si pos- sou coltivare dei batteri; vista 1' analogia morfologica e nelle affinita per le sostanze coloranti fra mitocoudri e batteri; e riconosciuto che i batteri simbioti isolati dalP organismo possiedono le stesse proprie- ty biochimiche dei tessuti, e che d' altra parte i mitocoudri sono gli organi elaboratori della cellula, Portier ^. couvinto di aver provato, che mitocondri e batteri simbioti sono una cosa sola. Ma la vitalita dei simbioti decliua, ed occorre per la vita di un organismo un ringiovanimento dei medesimi; forse per le piante annual! cio non 6 iudispensabile, ma lo 6 certamente per gli anima- li, e tanto piii, quanto piii attivo ^ !1 metabolismo. Ed all'A. sembra evidente, che i nuovi simbioti debbono essere portati all' animale dai nutrimento. Se questo non avviene, ecco insorgere 1' avitaminosi, la quale sarel)be, secondo Portier, sinonimo di asimbiosi ; cio^ mancato rinuovamento dei simbioti mediante il nutrimento. Ma quale via seguono i simbioti nell' interno dell' organismo ? Deve pur esistere, dice Portier, una forma circolante dei sim- bioti; sono le piastriue! Gli argomenti addotti in appoggio di quest' asserzione non sono numerosi, n^ couvincenti; che le piastrine assomigliano ai batteri (Aynaud); che si colorano come i mitocondri (Ret t ere r); che il loro uumero ^ proporzionalo all' intensity del metabolismo. In questo riguardo Portier si avvicina al punto di vista di Retterer: che le piastrine rappresentano il termine ultimo dell' evoluzione del condrioma. — 105 — Altre vedute non meno siugolari sono esposte nelle pagiue suc- cessive; non vi h probleraa biologico a cui Portier non tenti di applicare I'ipotesi dei simbioti: la fecondazione, la partenogenesi, la cicatrizzazione delle ferite, i fenoraeni imraunitari. Non c' ^ da sorprendersi se queste idee, almeno flno ad oggi, non ebbero consenso; nessun biologo ha segiiito in tutto e per tutto Portier sulla via da lui indicata, se si prescinde dal suo collabora- tore Bierry. Perb 1' identita fra condriosomi e inicrorganismi fu riconosciuta anche di recente da qualche altro. Wallin 922 tratta la questione da an puato di vista generale, sebbene le sue ricerche siano limitate a confronti nelle affinita per le sostanze coloranti e neUa resisteuza ai solventi dei lipoidi fra mi- tocondri e batteri ed a qualche osservazione sul Bacillus radicola, simbiote del trifoglio; la morfogenesi di questo batterio dalla forma giovanile alia senile, sarebbe simile a quella dei cloroplasti. L' A. conclude per la natura batterica dei mitocondri in generale, perch^ non differiscouo sostanzialmeute n6 nella forma, n^ nel comportamen- to di fronte a determinate sostanze e perch^ gli uni e gli altri non sono sempre egualmente labili. L'A. non subi I'inliueuza del libro di Portier, ma anzi venne a conoscerlo solamente quando la sua prima memoria era gi^ compilata. Pierantoni 914-919 nello studiare gli organi luminescenti di vari aniraali constato dei fatti, i quali proverebbero, che da una simbiosi batterica dipende il fenomeno della luminescenza; solamente per gli organi cromogeni, alio studio dei quali perb non dedicd ricer- che originali, avanz5 I'ipotesi (nel 1919) che la colorazione sia, come la luminescenza, legata a presenza di batteri; tendendo cosi a rag- gruppare, con nn concetto uuificatore, formazioni disparate, che avrebbero comune 11 carattere dell'adattamento alia vita endocellula- re di microrganismi in vario grado trasformati. Nei Cefalopodi viventi a scarsa profondita (Sepiola, Rondoletia) la massa luminosa risulta di ammassi di batteri fosforescenti con- teuuti in tubi simili ai canalicoli delle ghiaudole a secrezione esterna. Questi batteri sono coltivabili ed i loro caratteri furono studiati da Z i r p o 1 o . I batteri fotogeni escono dai tubuli formando nuvole luminose, che rischiarano Tambiente ad una distanza maggiore di quella cui arrivano i raggi dei batteri contenuti nell'organo luminoso. Negli organi di Cefalopodi abissali la sostanza luminosa h costi- tuita da una massa di cellule con liraiti poco marcati, il cui proto- plasma 6 ripieno di corpuscoli fosforescenti. — 106 — In Oarybdotheutis accanto ai corpnscoli ininnti vith' veri bacilli in via di frani men tarsi in piccolissiini pezzi; dei batteri insomnia cbe si evolvono dalla forma bacillar*^ alia granulare. I niicroiganismi adattati alia vita intracellnlave snbirebbero mo- dificazioni morfologicbe, come I'A. avrebbe gill dimostrato negli orga- ni a blastomiceti degli Insetti. In tutti i C>'falopodi studiati, anche se iion lianiio uii organo lu- rainoso apecializzato, vi 6 la cosidetta ghiandola nida men tale acces- soria, formata da tubuli conteneuti dei grannli, cbe I'A. ritiene bat- teri; la inedesima rappreseuterebbe aduuque, piuttosto clie una vera ghiandola, nn organo ricettatore di batteri; essi sono di tre colori, rosso, bianco e giallo ; uei Oefalopodi provvisti di organo fotogeno inancano qiiesti ultimi; I'A. suppone che formiuo la regione fotogena dell'organo luminoso. Infatti nelle specie in cni la ghiandola ^ formata da tutte e tre le specie
  • _ ^ ftiUita la prova che dai tessuti sani di Vertebrati si coltivino dei germi. ,- ^- • ^i 20 - L' analogia di forma fra i condriosomi di smgoli tipi cel- lulari e qualche varieta di batterio non ci permette certo di indurne V identity biologica fra batteri e condriosomi. 30 _ Presciudeudo da queste vaghe ed incostanti rassomiglianze. in tutto il resto non vi fe neppure I'aualogia piu lontana fra condrio- somi e batteri, nb nelle affinity per le sostanze coloranti, nh uel corn- portamento in presenza delle soluzioni acide, dei solventi dei lipoidi, delle temperature elevate, nh nella resistenza all' autolisi ecc. 4. - Sarebbe prevedibile che nelle colture in vitro dei tessuti 1' accrescimento dei batteri simbioti dovesse essere favorito, e che essi si potessero sviluppare nel terreno di coltura; invece mai ho visto liberarsi dalle cellule dei condriosomi e trasformarsi ni batteri. 50 — Anzi essendo i condriosomi, a differenza dei batten, cor- pi labilissiuu e percio quanto mai sensibili agli ageuti morb.ge.n, — 117 — quaudo nnu celliila iiicoiuiiicia ad alterarsi, i condriosomi non tarda- 110 a scoinparire. 0" — II iiiodo COM cui i condriosomi mutano di sede e di for- ma durante la migrazione delle cellule uelle coltiire ; il uon aver n^ forma, ne grandezza costante; il sorgere «ex uovo » di «;ondriosomi dalla parte fluida del citoplasma : sono tutti fatti incoiiciliabili col- r ipotesi clie i condriosomi sian simbioti viventi nelle cellule. Cosiccli^ neppure uno dei fatti addotti in favore di quella ipo- tesi resiste alia critica. Fu invece aftermato die in alcuni organi fotogeni, dei corpuscoli, dai quali dipende il fenomeno della Inminescenza, ritenuti fiiio a poco fa parti integranti delle cellule, siano batteri simbioti fotogeni. Ma neppure su questo particolare vi ^ accordo nnauime. Ad ogni modo, anche se cib sara convalidato da ricerche future, varra a modificare le nostre vedute sulla natura del fenomeno della luminescenza, ma non certo a farc^ accettare la simbiosi batterica in- tracellulare come fu intesa da Portier. BIBLIOGRAFIA Bierry, Marchaux, Martin e Portier — 1920. Rapport de la Comm. nomm^e par la Soc. de Biol. C. r. des Stances de la Soc. de Biol. T. 82, Pag. 654. Bierry et Portier. — 1919, Aproposdela note de M. Mayer et Schiififer snr un point de la Biochemie des symbiotes. Ibidem. T. 81, P. 127. Idem. — 1918. Inocuit6 de 1' introduction des Symbiotes dans le milieu exterieur des Vertebras. Ibidem T. 80, P. 480. Bnchner. — 1921. Thier und Pflanze in intrazellularen Symbiose. Borntrager^ Berlin, 1921, Cauda A . — 1919. Presenza abitaale di un microrganismo nelle radici delle Cro- cifere. Coltivatore N. 9 Caullery. — 1921. Le parassitisrae et la symbiose, Paris, Octave Doin, Encyclo- pedie scientifique. Cerfontaine — 1890. R^cherches sur le systfeme cutan6 et snr le syst^me mu- sculaire du Lombric terrestre. Arch, de Biol. T. 10. Cn^Dot — 1892. fitndes physiologiques snr les Gast^ropodes pulmonis. Arch, de Biol. T. 12. Dahlgren U, — 1921, Luminosity in marine animals. In Carnegie Inst. Wa- shington Year Book, N. 20, p. 196. Dubois. — 1914. La vie et la lumifere, F. Alcan, Paris. Idem — 1919. Symbiotes, vacuolides, mitochondries, et leucites. C. R. Soc. de Biol. T. 81, P. 473. Idem. — 1919. Les vacuolides sont elles des symbiotes? Ibidem. — 118 — Dubois — 1919 Pseiidocelhiles symbiotiques, anaerobies et photogfenes. Ibidem, pas. 1016. Idem. — Etiidt) critique de qnelques travanx recents relatifs a la biophotogfene- se. Ann. de la Soc. Linu. de Lyon, T. 64. Guil lermoiid. — 1919. Mitochondries et symbiotes - C. R. Soc. de Biol. T. 81 p. 309. Lag u esse E. — 1919. Mitochoudries et symbiotes - C. R. Soc. Biol. T. 81 p. 339. Lumi6re A. — 1919 - Le mythe des symbiotes. Masson, Paris. Marshall Her tig — 1921. Biological Bull, Vol. 41. Mortara S. — 1922. Sulla biofotogenesi - Reud. R. Accad. Lincei. CI. fis. mat. Vol. 31 p. 187. Newtou Harvey A. E. — 1921. The nature of auimal light - Philadelphia and London. Idem . — A Fish with a luminous organ designed for the growth of luminous bacteria. Science Vol. 53. Petri L. — 1909 - Ricerche sopra i batteri intestinali della Mosca olearia - Mem. della Staz. di Pat. veg. di Roma. Pierantoni — 1917 - Nuove osservazioni suUa luminosity degli auimali. Rend. della R. Accad. Soc. fis. e mat. di Napoli, Febbraio-Mar/o. 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Le ricerche sulla distribuzione e suUa stnittura delle ghiandole della lingua da me praticate orniai con un' estensione clie debbo ri- tenere suflSciente in rapporto al fine ])ropostoini ed ai risnltati otte- nuti, credo di dovere render tiote per nieglio precisare, ed in qualche parte anche per raodiflcare, qnanto ho espoato in una mia preceden- te comunicazione sullo stesso argoinento (*). Ad eseguire queste ricerche mi sono deciso in segnito all' esarae di alcuni preparati istologici della lingua, nei quali, pur essendo stati ricavati dal segmento di essa posto anteriormente al V, tutta- via si osservano ghiandole in prossimit^ della superticie dorsale deir organo in parola. Tale reperto contrastava con quanto h ripe- tuto in diversi dei migliori Trattati di Anatomia descrittiva. Mi li- mito a citarne uno. « II est a remarquer, scrive Jonnesco nel Trattato di Anato- mia umana del Poirier ( T. IV, l.er fasc, Paris, Masson et c.ie editeurs, 1895, p. 98) que les glandes linguales manquent com'pUtement sur toute la partie dorsale de la langue comprise entre le V, la pointe et les bords ». Ora il V liuguale risulta formato, come h noto, dai due bracci, obliqui in dietro e verso la linea mediana, del solco terminale: cosi- ch6, con altre parole, sare6&e priva di ghiandole, secondo Jonn esco^ tutta la parte del dorso linguale compresa fra il solco terminale, la punta ed i margini. (*l G. C u t o r e. Delia distribnzioue delle ghiandole nella lingua (Con 3 fignre) Boll. delV Accad. Gioenia di Scieme Naturali in Catania. Fasc. 49, Luglio 1920- Gennaio 1921. — 120 — In quest' aftermazioue, cbe ho riportato aucbe in quella mia pre- cedeute pubblicazione (pagiue 2 e 4), certo non per accettarla !, uon ^ teiiuto conto neanche del fatto, generalmente noto, che il solco terioiiiale b situato dietro al V, cio6 dietro alle papille circuravallate nel ciii solco, come si sa, sboccano le ghiaiidole gustative o di Eb- ner. Da queste mie ricerclie risulta dimostrato che il coucetto fon- dainentale della soprariportata affermazione, che sarebbe priva di ghiaiidole tntta la i^arte del dorso lingaale posta anteriormente al V, uon corrisponde alia realty. In quella parte del dorso linguale che 6 coiupresa fra il solco tenninale, la punta ed i margin! possiamo distinguere, oltre le 2 zo- ne lungo le quali si trovano le 2 serie di papille circuravallate, allineate parallelamente ai 2 bracci del solco terminale, due altre aree: una posteriore ed una anteriore. Per area posteriore intendiamo quella, di forma triangolare che 6 compresa fra le 2 serie di papil- le circumvallate, termina indietro ad angolo ottuso al davauti del forarae cieco (apice del V linguale) ed h limitata in avanti da un piano immaginario trasvorso-frontale, tangenziale alle due papille circumvallate, una a destra e 1' altra a sinistra, con le quali termi- nano anteriormente le 2 serie di esse. La parte rimanente del dorso della lingua (porzioue orale), che si estende da questo piano imma- ginario fino alia punta ed ai margini rappresenta quella che noi cbiamiamo area anteriore. Questa distinzione di parti diverse nel dorso linguale giova a facilitare 1' esposizione dei risultati delle mie ricerche. Esse appunto si riferiscono alle ghiandole della lingua con- siderate: 1" nell' area anteriore del corpo della lingua, cio6 nell'area po- sta al davanti delle estremit^ anteriori delle 2 serie di papille cir- cumvallate; 2" neir area posteriore del corpo della lingua, che ha forma triangolare ed h compresa fra le due serie di papille circumvallate; 3" nelle 2 zone lungo le quali sono allineate le 2 serie di pa- pille circumvallate. 4* iiella parte faringea o radice della lingua. Diro in ultimo delle ghiandole del pilastro palatino anteriore e di quelle in rapporto col setto della lingua. I ))reparati da me eseguiti sonO stati ottenuti da lingue prele- vate da 20 cadaveri umani di et^ diverse. Alcune sono state sezio- nate per intero, altre solo in parte. I pezzi sono stati seziouati in senso trasverso-frontale. Le sezioni, ottenute in serie con la comune — 121 — tecnica per le inclusioui in paiaffiaa, sono state coloiate : in parte con 1' ematossilina Ehrlich, in parte eon la mucieraateiua Mayer (soluzione acquosa), ed inline alcuue con il metodo Gal lego ('), col quale si otteiigono preparati di ottiino efietto per la vivacity ed 11 contrasto delle tinte che assumono i diversi tessuti. Questo metodo, reso noto in Italia dal Beccari peril primo, non solo perraette di distinguere nettamente i particolari dei diversi tessuti, i quali assumono tinte diverse, ma pare che possa servire aucbe per colorare elettivamente gli element! di natura muccosa, Nei miei preparati ottenuti col metodo Gall ego, il colore vio- letto delle ghiandole muccose ^ talmente spiccato ed intenso che anche ad occhio nudo si distinguono benissimo le aree occupate da tali ghiandole, mentre tutto il resto delle sezioni assume una colo- razione verdognola. Le ghiandole sierose si distinguono solo con r aiuto del microscopio ed assumono press' a poco la colorazione degli altri tessuti. Insisto su queste notizie perch^ ritengo che il metodo Galle- go, facile ad adoperare, sia meritevole di larga applicazione. 1°) Quell' area del dorso della lingua che h posta al davanti delle estremita anteriori della 2 serie di papille circumvallate lascia os- servare : le ghiandole inferiori o della punta della lingua (del Nu h n 0 del Bl andin) ed inoltre altre ghiandole che sboccano nella super- ficie dorsale della lingua. Delle ghiandole inferiori non devo a lungo intrattenermi. Ho fat- to notare nella mia precedente comunicazione su quest' argomento e ripeto ora che la forma di esse, con 1' esame delle sezioni in serie, risulta spesso di forma non nettamente conica, a base posteriore, quale suole mostrarsi nei preparati macroscopici, ma si va riducendo gradatameute per la preseuza di lobuli ghiandolari sempre piii pic- coli, che diinno luogo ad un sottile prolungamento posteriore. Queste ghiandole, com' h noto, sono miste. Procedendo nell' esame delle sezioni in senso antero posteriore, altre ghiandole non si riscontrano per notevole estensione in questa area anteriore del corpo della lingua, finch^ ne compariscono alcune, in prossimit^ della superticie dorsale di quest' organo, e cio avviene prima ancora che si raggiungano le estremiU) anteriori della duplice (*) Trab, Labor. luvest. Biol. Univ. Madrid. T. 17, 1919. — 122 — serie di papille circumvallate e guindi prima ancora dei due bracci del solco terminale (V linguale). Non b possibile precisare u quale distanza dalle papille circum- vallate poste piij anteriormente comiucino queste gliiandole, uiodifi- candosi essa secoudo i diversi individui ; si puo soltanto affermare che, costautemente, diversi millimetri avanti le estremit^ auteriori del V liuguale, la liugua ^ provvista di gbiandole in rapporto con la superficie dorsale. Di esse, quelle che stanno piii anteriormente risultano di piccoli lobuli, sono poco numerose e stanno disposte piuttosto profondamente, tra le fibre muscolari, contoruate da con- nettivo in parte adipose. Man mano che si esaminano le sezioui piii vicine alle estremit^ anteriori del V, le ghiandole vanno diventando piu voluminose, piii numerose e piii superficiali. Esse occupano spazi sempre piii estesi e si presentauo, nelle sezioni frontali della lingua, piuttosto appiat- tite in senso trasversale e piii sviluppate nel senso verticale; spesso 11 loro corpo segue 1' inclinazione dei fascetti del muscolo verticale della lingua. Le ghiandole piu superficiali sono comprese in parte, e talvolta in totalita, nello spessore della sottomuccosa ed alcune di esse con la parte piii superficiale occupano lo spessore della base delle pa- pille corolliformi. J condotli escretori di queste ghianuole. tappezzati da epitelio cilindrico, disposto spesso in duplice strato, si possono seguire d'or- dinario nelle singole sezioni solo per tratti molto brevi ; cio sta a dimostrare quanto sia tortuoso il loro decorso. Nelle sezioni in serie, si puo osaervare il loro punto di sbocco suUa superficie dorsale della lingua, negli spazi fra le papille. Queste ghiandole diventano sempre piii numerose, e quindi piii avvicinate le une alle altre, man mano che si pjocede all' esame di sezioni ricavate da parti della lingua poste piti posteriormente e fini- scouo col formare d' iusieine uno strato ghiandolare che, disposto lungo il dorso della lingua ed in prossimit^ di esso, ne ripete la con- tigurazioiie coiivessa in senso trasversale. Questo strato ghiandolare, che si estende in ^1^, ed in alcnni punti in ^s? tlello spessore della lingua, si continua fin nei margini di quest' organo e s|)es80 li oltrepassa e per breve tratto trovasi in rapporto con la superficie itiferiore di esso assumeudo la forma di C con la concavity volta in basso. Di tutte queste ghiandole, alcune sono muccose, altre sierose. Le une o le altre sono distribuite in mauiera molto variabile. Solo 6 123 costante il inaggior uuiuero di ghiaudole inuccose in prossimit^ dei margiui della lingua. In corrispondenza al dorao della lingua ora prevalgono le une, ora le altie; ora le piii supeiflciali, comprese in gran parte nello spesHore della sottomuccosa, sono nuiccose e piii profondamente, tra i fasci muscolari, stauno quelle sierose; ora hanno disposizione del tutto opposta, oppure sono distribuite secondo tre strati : nel piii su- perticiale di essi, le ghiaudole souo sierose, in quello medio, sono muccose ed in quello piii proloiido, sono sierose. Questa disposizione ho riscontrato nettissima nel la lingua di uu feto a termine. Le ghiau- dole di diversa uatura stanno per lo piii in si)azi interinuscolari vi- cini, ma hen distinti gli uni dugli nltri. Non di rado, dentro lo stesso spazio intermuscolare stanno tubi sierosi e tubi rauccosi for- mauti due gruppi contigui o conipenetrantisi piii o meno 1' uuo uel- 1' altro. Nei tubi ghiandolari, tanto delle une quanto delle altre, le cellule epiteliali formano un unico strato. Le cellule epiteliali muccose, coloiate tanto con la mucieniateina Mayer quanto col metodo Gal- lego, non tutte assumono il colore violetto con uguale intensita : alcune si colorano di piii, altre di meno ed altre inline rimangono quasi non colorate e si presentano molto chiare, quasi trasparenti, con citoplasma d' aspetto reticolato. Le mie piii recenti ricerche mi permettono di affermare che in tutte le ghiaudole del dorso della lingua si riscontrano o lobi muc- cosi, o lobi sierosi, o lobi misti. Non mi b stato dato di osservare tubuli ghiandolari misti. Nei tubuli muccosi si osservano, come ho detto^ cellule in vario grado colorate da potersi a tutta prima ritenere come cellule di ua- tura diversa, ma io credo che siano tutte cellule muccose, in v>eriodi diversi di funzionalit^. 2) In quell' area del dorso della lingua che h compresa fra le 2 serie di papille circumvallate, le ghiandole sono in maggior nume- ro che non nell' area posta piii anteriormente e tin qui descritta. L'esame delle sezioni in serie, procedendo in senso autero-poste- riore, permette di constatare il progressivo, e piuttosto rapido, au- mento numerico delle ghiandole man mano che dall'aiea che prece- de le estremit^ anteriori delle 2 serie di papille circumvallate si passa nell' area che fra queste h compresa. Quivi le numerose ghiandole si trovano disposte nello spessore della muccosa, in quello della sottomuccosa e fra i muscoli. Piii fre- quentemente, le piii superiieiali sono le piii piccole ed hanno la strut- tura delle ghiaudole sierose, alcune sono miste. Verso i margini della — 124 — lingua, cio^ lateralmente alia zona delle papille circnmvallate, le gbian- dole souo in gran parte muccose, altre souo miste ed il condotto escretore di alcuue di esse si pub accorapagnare tino alio sbocco fra le papille foliate. Ancbe le gbiandole che forinauo come uno strato medio per il livello al quale si trovano, sono prevalenteraente sie- rose ed alcune ruiste. Quelle poste piii profondaniente souo in gran parte luuccose. lo credo potersi ritenere clie piii frequentemeute, nelle sezioni ottenute dalla parte plii ristretta di quest' area triangolare della lin- gua, e percio piii vicine all' apice del V liuguale, auche le gbian- dole piu superflciali sono prevalentemente muccose. 3) Ancbe le gbiandole linguali cbe sono in rapporto con le pa- pille circumvallate banno formato obbietto delle mie ricerche. Esse son note ancbe col nome di gbiandole gustative o di Ebner e si trovano descritte come gbiandole sierose. Alcune sono comprese nello spessore della base delle papille, altre, piii numerose, si trovano piii profondamente, ma tan to delle une quanto delle altre il condotto escretore si apre in fondo al solco o vallo. La maggior parte di queste gbiandole sono sierose, ma qua e la, in tutte le serie di sezioni, se ue riscontrano raiste. Talvolta trattasi di lobuli sierosi e lobuli muccosi piu o meno distant! gli uni dagli altri; tal altra, come in altri segmenti della lingua, i lobuli sierosi e quelli muccosi sono contigui o in parte compenetrati gli uni negli altri. II lobulo sieroso, spesso piu voluminoso, circonda con una certa frequenza, in tutto od in parte quello muccoso, piii piccolo. Queste gbiandole, distribuite in parte nella sottomuccosa, inva- dono ancbe per breve tratto la parte muscolare della lingua. Delle numerose gbiandole cbe sono piii o meno vicine alle papille circumvallate, bo voluto teuer conto solo di quelle il cui condotto escretore bo potuto seguire tin nel fondo del vallo e cbe si devono quindi senza dubbio considerare come annesse a tal geuere di papille. Non vi ba da dubitare cbe la maggior parte di esse siano sierose, ma 6 certo cbe se ne riscontrano ancbe miste. In questo senso conviene modificare quanto h affermato al riguardo nei Trattati, cio^ cbe le gbiandole annesse alle papille circumvallate siano tutte sierose. 4) Nella parte faringea o radice della lingua, le gbiandole sono piuttosto volumiuose ed in cosi gran numero da formare uno stiato quasi continuo in prossimit^ della muccosa. Alcune di esse sboccano, com' h noto, nelle cavitk doi follicoli ed altre sulla superficie libera della muccosa. — 125 — Nel terzo auteriore di questa parte della lingua, le gliiandole souo pill iiumerose tielle due met^ lateral i che uon uella parte di mezzo, dove inoltre d' ordiuario sono disposte piii profondamente. Nel terzo medio della parte faringea, le ghiandole mancano in corrispondenza delle vallecule epiglottiche e si trovano in piccolo numero nella piega glosso-epiglottica mediana. Nelle sezioni dell' estremit^ posteriore della lingua, le ghiandole sono sempre piii piccole e meno numerose, tinche si riducono a due, una da un lato ed una dall' altro, addossate alia parte inferiore del legamento glossoepiglottico. Nelle sezioni della parte faringea piii vicine al hoIco terminale, le gliiandole sono in gran parte rauccose, tuttavia se ne riscontrano alcune sierose; in seguito, piii posteriormente, le ghiandole sono tutte muccose. 5). Devo ora intrattenermi di quelle ghiandole che nella mia precedente pubblicazione ho deuomiuato gliiandole della base del pi- lastro palatino anteriore. Quaudo si esaminino le sezioni trasversali iiraticate subito al di dietro dell' estremit£t posteriore dei margiui liberi della lingua, si rico- nosce in esse un soUevamento laterale il quale corrisponde ad un tratto i)iu o meno esteso dell' estremita inferiore del pilastro palatino anteriore. In questo punto, in cui il pilastro si continua nella lingua, si distinguono ghiandole poste profondamente tra i fasci di fibre dei muscoli stilo-glosso e glosso palatino e altre superficiali, rivestite sol- tanto della muccosa. Le une e le altre, d' ordinario piii voluminose di quelle che stanno in rapporto con le papille foliate, sboccano nei solchi che la muccosa forma nel riflettersi dalla lingua sul pilastro palatino e nella fossa tonsillare. In continuazione di queste ghiandole, altre se ne osservano piii piccole e numerose, comprese per buon tratto nello spessore del pilastro palatino. In sezioni praticate ancor piii posteriormente, queste ultime ghiandole mancano completamente. Questa disposizione si puo riassumere dicendo che, oltrech^ in corrispondenza della base del pilastro palatino anteriore, numerose altre ghiandole si trovano, tino ad una certa altezza, nello spessore di esso, ma solo nella sua parte anteriore, mentre verso la superficie posteriore di esso mancano. Trattasi di ghiandole rauccose. 6). Nella mia precedente pubblicazione sull' argomento, ho de- scritto ghiandole comprese nello spessore del setto {ghiandole settali) — 126 — ed altre disposte tra i fasci di fibre muscolari ad esso vicini (gh. pa- rassettalij ed ho ricordato, fra 1' altro^ uu sogg^etto di 14 mesi nel quale lobali ghiandolari si estendoiio nello spensore del setto lingua- le cosi profondamente da raggiuugere il livello tra i */^ superior! ed il 5° inferiore dell' altezza del setto. Ho tornato ad esaminare la serie nella quale si osservava tale disposizione e noii trovo di dover moditicare qnauto bo allora de- scritto. Devo perd dichiarare clie in uessun altro soggetto rai h stato dato di riscontrare che le gliiandole coraprese, nello spessore del setto si estendano flno a cosi profondo livello. Tuttavia la denorainazione di gliiandole del setto, io credo sia da niantenere percbe nella maggior parte delle sezioni trasverso-frontali della lingua si osserva clie Io strato ghiandolare disposto in prossi- inita e quasi parallelameute alia superficie dorsale di quest' organo, sulla linea raediana, dove corrisponde la parte piii alta del setto, si estende in profondit^ piii (die nelle due rnetA laterali. In questa parte, i lobuli gliiandolari sono disposti in un buon numero di piaiii e si trovano in mezzo al tessuto fibroso clie costitiiisce il setto lin- guale. I diversi lobuli banno in comune il condotto escretore che si segue, lungo la linea mediaua, con decorso ascendente, fino al sol- co raediano dorsale della lingua; esso ha andameiito flessuoso e pero nelle sezioni presentasi piii volte interrotto. Le ghiandole raediane profonde si riducono di nuiuero e di volu- me nella parte faringea della lingua, nia se ne riscontrano ancora, in mezzo ai fasci di fibre muscolari, ancbe 1^ dove il setto mediano non piu si distingue. Le ghiandole del setto sono ancb' esse miste. Se consideriamo i diversi lobuli dei quali esse risultauo costituite. troviamo che piu frequenteraente di essi sono misti quelli piu profondi, sierosi quelli medi e muccosi o misti i piii superficiali. Le ghiandole che si trovano ai lati ed in prossimit^ del setto linguale (gh. parasettali) si trovano nelle propaggini che sporgono dalle superfici laterali del setto e nel connettivo interposto alle fi- bre muscolari piii vicine a questo, si estendono in profondit^ press'a poco fino alio stesso livello di quelle del setto ed in ogni caso, al pari di queste, ))iii che le altre del dorso della lingua e sono an- ch' esse miste. Con le inie ricerche, delle quali ho riassunto i risultati, ho cercato
  • l., pag- 29-95. Fi- renze, 1922. Bruni Angelo-Cesare. — Sulla struttura della muccosa dell' uretra peniana nel cavallo intero e castrato. (Con 18 fig. e 12 fig. nelle tav. 6-7). — Arch. Ital. Anat. e Embriol., Vol. 19, Fasc. 1-2, pp. 29S-354. Firenze, 1922. Pizzetti Dino. — Ricerche sulla muscolatura dei legamenti larghi umani. — Siena, Tip. S. Bernardino, 8°, pp. 26, 1921. Zalla Mario. — Ricerche comparative di micro-cliimica sul contenuto delle cellule midollari e luteinicbe dell'ovaja di coniglia. — Arch. Ital. Anat. e Embriol., Vol. 18, Suppl., pp. 475-484. Firenze 1922. — 133 — 12. Gl.ANDOLE SURREMALI, OkGANI CltOMAFFINI etc. Castalcii Luigi. — Accrescimento delle sostanze corticale e midollare della glandola surrenale e loro rapporti volumetrici. Ricerclie istologico-bio- inetriclie in Cavia cobaya. (Con 4 tig.) — Arch. Fisiol., Vol. 20, Fasc. 1, genn.-fehhr., 1922, pp. 33-121. Firense 1922. 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  • lesso sul- la spiegazione dei fatti osservati anche percbe non vedeva nessuu altro fenoineuo labiriutico. Noi abbianio veduto I'lnflaenza che il lo- bo frontale ha uel fenonieno tonico delliudicazione, che B a r a n y ritieue patognomico di lesione cerebellare. Questa azione e piobabile si svolga per le vie fronto-ponto-cerebellari riniauendo indeciso uel caso particolare se ci6 ha luogo cou o seuza il successivo iuterveuto del nucleo rosso. Ma iu secondo luogo, noi abbiaiuo avuto la buoua occasione di uotare per la prima volta, e uell' uomo, che il raflfreddameuto della regione frontale, e piii precisameute della i)arte caudale della secou- da circonvoluzioue^ ha influenza anche sul uistagmo provocato colla eccitazioue labirintica. Questa osservazione clinica appare interessante dal punto di vista auatomofisiologico per lo studio dei centri del lobo frontale e delle vie che uuiscono questi centri a quelli dei nuclei motori oculari, e dal punto di vista clinico per la indagine sul nistagmo vestibolare e la pill cliiara compreusioue delle turbe di equilibrio della atrtssia frontale. Circa un centro dei movimenti dei globi oculari nei lobi frontali esistono ricerche numerose e ripetute^ eseguite special mente sulle scimmie. II Ferrier per [)rimo, poi il Russel e Sherrington e Lejtou vi descrissero uu centro uella parte piii alta della se couda circonvoluzione frontale, al cui stimolo seguiva deviazione co- niugata degli occhi e del capo. Sulle scimmie stesse esperirnentarono Horsley e Schafer, Bechterew, L. Bianchi, ecc, (Ri mando per le indicazioni bibliogratiche all' opera sui lobi frontali di Bianchi, Torino, Bocca, 1920). Importante 6 il recentissinio !avo- ro di Graham Brown (Arch, neerland, de Physiol., 1922), il quale pone anch'egli nel lobo frontale delle scimmie ! E di cio nou posso che essere lieto, dopo le oscure om bre e 1' aria di com{)reudere quale dei tre solchi, situati sulla fac- cia laterale, anteriormente al pr. acuminis siano la /'. ectosylvia ant. e la praesylvia. A me sembra che la praesylvia sia iste, nia sa- rebbe azzardata 1' afl'ermazione che si tratta della inedesima specie. Si tratta di encefali di forma e dimensioiii simili ; ma nel C di- cranius la supinazione, che esiste, h molto meno pronunziata ; il g. centralis nasalis in conseguenza e piii voluminoso, affiora raaggior- mente sulla superticie dorsale ed in conseguenza la fissura coronalis h piii decisamente situata sulla superficie dorsale. La /. crociata e situata nel medesimo punto, e di aspetto identico h il polus margi- nalis. Ksiste un processus acuminus ugualmente i)rofondo e verticale, ma non si comi)rende bene come termini ectolateralis 9 » lateralis 10 » entolateralis 11 » rhinalia anterior IV » » posterior 12 Constellatio arcuata (Black) a, lobo olfattivo h, lobo pirifonue c, chiasma d, ramo oftalmico e mascellare del V e, rauio mandibolare del V. /, ipofisi g, arteria cerebrale media h, iojproDta della rocca petrosa i, ineato acustico interno k, seno trasverso I, verme del cervelletto. — 158 — MEMORIE CITATE Bespaloff F. — Beitrag ziir Kenntniss des Eleiihirns (Cervus alces) — Folia neuroh., Bd. 10, p. 159, 1917. Boule M. and Anthony R. — Neopallial morphoIou;y of fossil man as studied from endocranial casts. — Journ. comp. Xeurol., vol. 51, Pts. 2, pag. 95, 1917. Black D. — A study of the endocranial casts of Ocapia, Giraffa and .Samotbe- rium, with special reference to the convolntional pattern in the family of Giraffidae. — Journ. Comp. Netirol., vol. 25, p. 227, 1915. Bradley O. 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FRANCIA : Salvo pocbe eccezioui ogni Scnola di Mediciua ba un ordinario di anatomia e uno d' istologia (generale): si aggiungono professor! supplenti per gli esercizi di anatomia, soli o ausociati agli esercizi di tisiologia ; inoltre vi sono sempre professor! « agr6g6 ». Anche le University cattoliche (Angers, Lille) hanno uguale ordinamento. BELGIO : A Liegi 1' Istologia h insegnata a parte dall' Anatomia ; a Gand esiste un Laboratorio d! istologia ed embriologia separato da quello anatomico. A Bruxellea 3 ordiuari iusegnano rispettivamente 1' anatomia, 1' istologia, 1' em- briologia. L' University cattolica di Louvain oltre 1' Istitato Vesaliano d' Anato- mia sistematica, ha 1' Istituto Carnoy, con nn direttore generale, suddiviso in 4 laboratorii : istologia, citologia, embriologia, microbiologia, ciascuuo con i»u di- rettote. OLANDA : Tauto ad Amsterdam che a Utrecht due ordiuari iusegnano 1' Ana- tomia e la Istologia-embriologia con laboratorio separato. Ad Amsterdam uno spe- ciale istituto si occupa poi dell' Anatomia del sistema nervoso. SPAGNA : Su 10 University, sette hanno ben qnattro ordiuari, « catedraticos », del quali uno 6 il « decano>, rispettivamente per 1' Anatomia descrittiva, la topo- gratica, la tecnica auatomica e 1' istologia o 1' embriologia, insegnaudosi iu alcuue 1' istologia dall' anatomo-patologo. Di piu a Madrid un Istituto di ricercbe biologi- che si occupa sopratutto del sistema nervoso. Anche le altre 8 University banno 3 ordiuari ciascuna. PORTOGALLO : Tauto a Lisbona che a Oporto esistouo 3 cattedre per hi de- scrittiva, la topograhca e 1' istologia-embriologia, con altrettanti ordinari. GRECIA : Ad Atene 2 ordiuari dirigono 2 istituti separati, uno di descrittiva, 1' altro di topogratica. ROMANIA : Oltre 1' ordinario di descrittiva, vi souo a Bukarest 2 ordinari di topografica (di cui uno dirige la I clinica chirurgica) e uno straordiuario di isto- logia-embriologia. UNGHERIA : A Budapest esistouo 2 istituti, uno d' Anatomia, 1' altro di Ana- tomia e embriologia, diretti da 2 ordinari. — 160 — SVIZZERA : Ginevra possiede 2 istituti separati per 1' Auatoraia e 1' Istologia- einbriologia ; a Zurigo vi h un ordinario d' Anatomia, e uno straordinario per 1' anatomia del cervello (pure con istituto proprio); a Losanna 1' ordinario h coa- diuvato da 2 straordinari, uno dei quail per 1' istologia. CECOSLOVACCHIA: A Praga 1' University tzeca ha un laboratorio d'Auatomia con 2 ordinari, e uno d' istologia-embriologia con un ordinario. Nell' University tedesca uu ordinario si occupa di anatomia ed embriologia, un altro, con istituto separate, di istologia. POLONIA : L' Uuiversitil di Cracovia ha 2 ordinari di Anatomia. AUSTRIA : Vienna ha 4 istituti distinti : I e II d' Anatomia, uno d' Istologia e uno di Embriologia, con 3 ordinari e uno straordinario ; di piu 1' Anatomia del sistema nervoso h studiata in un Istitnto neurologic© a parte. Anche a Graz e Innsbruck 1' Istitnto anatomico h separate da quelle d' istologia-embriologia, diretti ciascuno da un ordinario. GERMANIA ; In tutte le University tedesche eltre 1' ordinario di anatomia, direttere dell' unico istituto anatomico, se ne ha uno c ausserordentliche ». Alcune University hanno 2 ordinari (Berlino, Bonn, Breslan, Erlangen, Giittingen, Mona- co), dei quali uno direttere, che si suddividono la materia, per es. a Monaco iino si occupa di descrittiva, 1' altro di istologia e embriologia. Agli straordinari (che pessono essere anche 2) spetta la topografica o 1' istologia, ecc. Tutte ci5 senaa contare i numerosi « Privatdozent », « Prosector », < Assistent >, e gli emeriti od enorari. INGHILTERRA : In genere vi h un solo ordinario, ma coadiuvate da uu nu- mero piu o meno graudo di « reader » e di « lecturer », che si distribtiiscono i vari insegnamenti secondari, senza contare i « lecturer » dei numerosi « College ». L' Universita di Londra ha per5 6 professori di Anatomia. SVEZIA : A Lund si ha uu sole istituto con un ordinario di anatomia e uno di istologia ed embriologia, e cesi a Upsala, ma con 3 professori; a Stoccolma si trovane due istituti separati. NORVEGIA : L' University di Christiania ha due ordinari d'anatomia. FINLANDIA : L' University di Helsingfers ha un ordinario d'anatomia e uno aggiunto. STATI UNITI D' AMERICA : Delle 40 Universitk di State alcune uon hanno la Facolt^ medica. In 14 vi & un solo ordinario di anatomia, in 8 due (Colorado, Kansas, Michigan, Nebraska, North Carolina, Utah, Virginia, "Wisconsin) dei quali uno ha la cattedra di istologia eppure di embriologia; in tre vi sono tre professori (Illinois, Minnesota, Pennsylvania), dei quali uno per I'istologia e embriologia, o entrambi, Quando esistene piti ordinari, uno di essi dirige I'lstituto, generalmente unice. Dei niolti « Medical College » alcuni hanno un unico ordinario, ma i mag- giori CNortwestern, Tuffs, Long Island, St. Louis) ne hanno due, di oui uno per I'istologia, unita in genere all' embriologia. Le Universita private hanno quasi tutte due ordinari, di cui uno d' istolegia-embrielegia (Emory Univ,, Cincinnati, St. Louis, Stanford, Maryland, Georg Washington, Georgetown Univ). Tre ordi- nari hanno la Cornell University e la John Hopkins University, tra i quali uno per I'embriologia e uno per 1' istologia o I'auatomia tisiologica; la Cornell Univ. ne ha anche un quarto per la topografica e medicina operatoria. Alcuni di questi istituti si trovane nella stessa cittA., es. a S. Louis, Washington, Baltimora, con 4-5 ordinari della materia in totale. Pure a Baltimora trovasi una cattedra d"em- briologia della Carnegie Institution. Non si tien cento degli « Associate prof. >, — 161 — come per es. all' Harward University uno d' ietologia e uno di anatoiuia, n^ delle schiere d' * Instructor » e di * Assistent ». Dato il grande numero di University o di istituzioni cousimiii, il numero degli studenti non fe per ciascuna moito grande. f'er e». nel 1921-22 gli studenti di modicina dell'John Hopkins Uuiv. erauo in tutto 348. Ma air Anatomia si d^ agli Stati Uniti grande importanza ; infatti le 684 ore di lezione di anatomia (in Italia colla nuova legge sono 300) formano il 19'|, di tutte le leziotii ufficiali che occorrono per la laurea in medicina, cio6 la perceu- tuale massima, perchfe la tisiologia e cbimica, la patologia generale, la medicina generale, la cbirurgia generale segnouo conl3, 13, 15, 11 7° rispettivamente, e tutte 1© altre materie iasieme formano il 29 "lo. GIAPPONE : Anche qui varie Unirersita hanno piii professori d' Anatomia; per es. la recente University di Sendai ne conta tre. GONSIDERAZIONI E PrOPOSTE I dati che abbiaino raccolto sngli Istituti di Anatomia e sul per- sonale al quale vieiie affidato all'estero I'inseguaniento dei vari rami delle scieiize aiiatoiniche, inettouo in chiara evideuza le condizioui di inferiority nelle quali ci troviamo in Italia, rese piii gravi dai provvedinienti, che il Oonsiglio Snperiore di Pnbblica Istrazione ha suggerito in api)Iicazioue della nuova legge nniversitaria. II Professore di Anatomia dovrebbe da solo svolgere tutta quan- ta la materia, cioh 1' anatomia desorittiva, 1' anatomia microscopica e 1 'anatomia topografica. Da questa e da disposizioui relative ad altri insegnamenti a me sembra di riievare alcune tendenze, ohe giudico estremainente per- niciose. Anzi tutto quella di ridurre le Facolt^ di Medicina a Scuo- le professionali, senza troppo preoccuparsi della necessity che i gio- vani che debbono applicarsi alle cliuiche abbiano quella solida pre- parazione scientifica, senza la quale nou pu6 essere tenuto alto il livello degli studi. D'altra parte coll' imporre ai Professori obblighi scolastici troppo gravosi o col metterli nella necessiti\ di assumerli, per non rinunziare a un modesto vantaggio economico, sembra che si voglia considerare 1' insegnamento come I'unico obbligo del Pro- fessore universitario. Egli ha altri doveri: di fatti colle ricerche proprie deve, nei limiti delle sue forze, contribuire al progresso della scienza; assistere nei loro studi i giovani, che sotto la sua guida si dedicano alia carriera scientifica; adoperarsi per la diffusione della cultura; deve tenersi al corrente della produzione scientifica, non so- lo nell'interesse delle sue ricerche personali e di quelle dei suoi al- lievi, qnanto per mantenere il suo insegnamento in armonia collo stato attuale della scienza. — 162 — Tutto questo vieii*^ «1h molti poato in diinenticnnzH: si valuta I'o- pera del Professore Universitario dal iiumero delle ore settimanali tielle 8ue lezioni e noii dal cioinplesso della sua attivitA scientitica, Professore pt»ssa svolgere in maniera completa e con reale elficacia tutto il vasto programma; e se si)ecialmente ci6 sia |>ossibile se si vuole cbe egli non sia di- stolto dall' esercizio di tutti gli altri doveri verso la scienza e la cul- tura cbe egli ba al pari di qualsiasi altro professore di university. — 164 — Pur troppo iielle aftuali cotidizioni delle tinanze dello Stato non possiamo avanzare sovercbie pretese, non possiamo cbiedere uuove cattedre e fondazione di niiovi istituti. Se verr^, come augnriamo, il giorno^ nel quale si potra provvedcre con altezza di intendiinenti e con larghezza di vedute a un niigliore assetto delle nostue Uni- versity., allora sara il caso di discutere se sia preferibile che a lato di ciascuno degli Istituti di inaterie fondameutali, altri ne sorgano da quelli indipendenti per quel rami di scienza, che abbiano acqui stato una iudividualitA, j)ropria; o se piuttosto non convenga con- centrarli in un istituto solo e sotto un' unica direzione, affidando gli insegiiamenti che servono a complemento e ad integrazione del corso principale a professori cbe abbiano acquistato in alcnne parti speciali una sicura competenza. Per il niomento ci5 cbe h necessario e cbe dobbiamo reclamare, si b cbe, secondo le proposte cbe potranno essere fatte dai Direttori degli Istituti Anatomici e dietro il parere oonforme delle Facolt^, alcune parti dell' iusegnameiito atiatomico vengano affidate ad inca- ricati, lasciando cbe ciascuna Facolta, teneudo conto dei titoli scien- tifici e didattici delle persone che potrebbero essere cbiamato a tali uffici, del materiale d' insegnamento disponibile, del numero degli studeiiti, delle tradizioui della scuola e di altre circostsuize parti(;o- lari, jlecidiino sul numero e sulla quality degli incaricbi. Qnesta piena liberta di decisione e necessaria. Oio cbe in tante cose del- I'ordinamento delle Uuiversit^ nuoce ed ofifende h la pretesa di vo- lere disciplinare ogni cosa, di volar liraitare oltre misura le inizia- tive delle Facolta e dei Professori, e costringere tutti a camminare sulle stesse rotaie. Abbiatc maggiore fiducia in uoi. Siate sicuri cbe le cose non andranno peggjo del come vanuo attualmente ! Se queste mie proposte saranuo considerate come accettabili ed attuate, gli studi anatomici e 1' insegnamento ne avranuo vantaggio, e sarit evitato cbe nel paese, cbe b stata la cuUa dell'Anatomia del- 1' uomo, la nostra scienza si avvii fatalmente ad un periodo di A TO GfULIO CHIARUGI '^ EUGENIO FICALBI I' U li U L I C A T O l>A CHIARUGI G. (Firenze) BECCARI N. iCatania) — GIACO.VIINI E. (Bologna) — LEVI G. (Torino) — LIVINI F. (Milano; LOPEZ C (Pisa) - STADERINI R. (Siena) ITfl3.cio di Direzione ed Ammiaistrazione : htitulo Atuitomico, Fireme 12 numeri all' anno — Abtouonaniento annuo L. 30 Pr I'estero Fr. 30 (in oro XXXill Anno Firenze - 1922 N. 11. SOMMARIO: BiBLiOGBAKiA. — Pag. 165-171. Comunicazioni ORiGiNALi : Lambertini C, SuUe cause die detenninano la genesi delle Circouvoluzioiii cerelirali. Nota preliminare. — Granata L., Eicerche sngli Attinoiui-'sidi. I. TiiactiiKiinyzon luaguum ii. sp. — Spadolini I., Di uu partico- lare itnpiego della mica iiella tecnica iatologica. — Chiarugi G., I nevionieri del niesencefalo negli eiiibrioiii di Cavia. — Pag. 172-184. BIBLIOGRAFIA Si da notizia saltan to dei lavori pubblieati in Italia B. — PARTE S P E C I A L E. {Continiiazione} XII. Vertebrati III, Parte Zoologica 1. SCRITTI GENERALI E SU PIU CHE UNA DELLE CLASSl - Notizie e varieta zoologiclie. in : Natura, Vol. 12, Fasc. aprile-giugno. Milano, 1921. 3. Pksci Arcangeli Alceste. — Sulle diverse colorazioni del Carassius aiiratus L. e le cjuise die le deterniinano. — Eiv. di Biologia, Vol. 3, Fasc. 1, pp. 33-52. Roma, 1921. Borri Celso. — Coiisiderazioni critiche sulla scissione del genere Petroniy- zon. — Atti Soc. Tosc. d. Sc. Nat., Memorie, Vol. 33, pp. 164-172. Pi- sa, 1921. Caporiacco (di) Lodovico. — Revisione delle specie inediterranee della fa- miglia « Labridae.» — Atti d. Soc. Ital. di Sc. Nat. e d. Mus. Civ. — ica — cl. 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  • tizie intorno agli Axolotl dell' Lstituto Zoologico della R. University di Napoii. — Rend. Accad. 8c. Fis. e Mat., Ser. 3, Vol. 23, pp. 83-86. Napoii, 1917. — 167 — 5. Kettii.i Calabresi Enrica — Vedi in questo N., pay. 166. Calabresi Enrica. — Sulla preseiiza dell' Enuieces Hc]iiiei Etnot>ogia. Arnone Luigi — Studio nei fossil i siigli effetti del la carie dei deuti. — Annali di Odoni., An. 5, iV. 2, pp. 25 e segg., Roma, 1920. Baffaglia Ilaflfaello — Le industrie e le faune pleistocenicbe di Italia. — Kiv. di Antrop., Vol. 22, pp. 193-292. Boma, 1911-18. Baftaglia Raffaello — Material! paletnologici dei Monti Lessini in proviucia .di Verona. — Biv. di Antrop., Vol. 22, pp. 293-306, con figg. Boma, 1911-18. Baftaglia Raffaello — Parallel! etnogratici. Ascie peduncolate doUa Nnova Guinea e delP Italia preistorica. — Biv. di Antrop., Vol. 23, pp. 217- 283, con figg. Bomd, 1919. Baffaglia Raffaello — Studi sul paleolitico superiore in Italia e in Francia. — Biv. di Antrop., Vol. 23, pp. 203-236. Roma 1919. Buonaiuti Evelina — La serie dei Crani mentawei del Museo di Antropolo- gia di Firenze. — Biv. di Antrop., Vol. 23, pp. 245-249. Boma, 1919. Consiglio P. — Per 1' iucreraento degli studi antropologici. — Biv. Ital. di Neurop. Psich. ed Elettrot., Vol. 13, Fasc. 10, pp. 304-306. Catania, 1920. Consiglio Placido — Per il rinnovamento e 1' increuiento degli studi an- tropologici — L' Istituto internazionale di Autropologia — Contributi della medicina luilitare. — Giorn. Med. Milit., An. 69, Fasc. 4, pp. 154-165, Fasc. o, pp. 188-203. Boma, 1921. Corso Raffaele — II Wampum nelle cerimonie nuziali Algoncbine (A pro- posito della memoria di Franck G. Spek: Tbe function of "Wampum among tbe eastern Algonkian). — Riv. di Antrop., Vol. 23, pp. 275-277, con figg. Boma, 1919. — 169 — Cosfa (Da) Ferreira Anrelio — SuH'emignatismo. 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Genova, 1921. Puccioni Nello — Appunti siiUa distribuzioiie geografica delle popolaziou della Somalia. Cou 1 tav. — Boll. d. B. Soc. Geog. It., Fasc. 3-4, 1919 pp. 149-159. Roma, 1919. Puccioni Nello — Nuove osservazioni sulla fisioiioniia delle stazioiii pieisto liclie della Ciiiocciola. — Arch. p. V Anirop. e la Etn., Vol. 48, 1919 Estr. pp. 7. Firenze, 1920. Puccioni Nello. — Risposta al Dott. A. Pirez de Lima. — Arch. p. V An trop. e la Fin., Vol. 48, 1918. Estr. pp. 4. Firenze, 1920. Puccioni Nello. — Studi sui materiali e sni dati antropologici ed etiiografi ci raccolti dalla missioue Stefaniiii-Paoli nella Somalia italiaiia nieridio uale. — Arch, per V Anirop. e la Etn., Vol. 47, 1917 e Vol. 49, 1919 Estr. pp. 333. Firenze, tip. Bicci, 1920. j, Rellini Ugo- — I villaggi pieistorici triucerati di Matera. Coiitiibnto alio stu dio delle oiigini delle fortificazioiii. — Biv. di Antrop., Vol. 23, pp 57-90, con fig. Boma, 1919. 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Sergi Sergio — Lli strati sottostanti dei neuroblast! ; nello stesso temi)o oomincia a foruiarsi dal lato opposto una solcatura. Questi segni palesi di sticotropismo ragoiun<*-ono un grado nncor piu dimostrativo, probabilmente a causa della tissazione, >icl pavi- mento del quarto ventricolo ed ai lati della linea mediana, ovc le cellule ependimali infossandosi si trasformano in i)crfettc cellule clavate che j)ortan(> il nucleo alia loro estremita rigontia, e clio si auastomizzano al polo opposto mediante il loro i)eduncolo slargiito. Osservaudo adunque un solco cerebrale mentre si abbozza i>er 1' introflessione descritta si nota in esso la presenza di un dense <*oagulo, ed osservaudo il protoplasma delle cellule che lo delimitano, questo appare ricco di grauuli che si riversano nella (;avita stessa. Anche a questi segni palesi ed inconfutabili di secrezione bisogna por mente |)er spiegarsi la formazione di un solco cerebrale. Infatti il movimento sticotropico delle cellule che si introflettono viene fortemente coadiuvato dalla secrezione. I prodotti di questa secre- zione riversandosi tra il solco che si abbozza e la meninge })iale e richiamando essi acqua attraverso la pia madre, per quella ipertoni- pant hors des spores, y penetrant a maturite, formant une masse plasmodiale mulLinucl6e ou un cer- tain nombre de si)orozoites ». In seguito Ike da ha descritto una forma di Attinomissidio (gen. Tetractinomyxon) con caratteri completamente aberranti dai tipo fissato da Caullery e Mesnil. In Tetractinomyxon la cellula — 177 — germinale iioii si separa dalle cellule della spora, e vieue a costituire 1' nnico sporozoite. In Triaotinomyxon lo sporoblasto, al termine dell' accrescimento, coinpreiide 7 cellule, tra le qutUi hi cellula germinale si distingue per le sue grandi dinieiisioni e [ler la sua striittura nucleare. Questa si distacca seuza tuttavia separarsi dalle altre cellule. Le 6 cellule soiuatiche si dispongouo iu posizione alternsi, e iu modo che i loro nuclei vengono a trovarsi su due piani. Le 3 supe- riori, cio^ quelle situate al pcdo opposto a quello nel (piale si trova la cellula germinale, si dilHeieiizianu immediataniente per formare le tre capsule polari ; le altre tre i)re8enlano subito ])r()lungauieuti sot- tili, disposti, come i piedi di un tripode, attorno alia cellula germi- nale che intauto ha iniziato una attiva molti[)licazione nucleare, I tre prolungameuti si estendouo fino ad airivare a contatto re- ciproco ed a riunirsi in modo che le linee di siitnra costituiscono i tre spigoli verticali di un prisma triangolare, il quale sara I'asse mediauo della caratteiistica spora ad ancora. 1 tre nuclei, da [)rima situati alia base dei prolungameuti iniziali, al disotto del piano di base delle cellule polari, si spostnno in basso, ed al loro livello le cellule si dilatano per formare le braccia dell'ancora. L'importanza delle osservazioni che ho brevemente esposte non pub sfuggire. La generalizzazione fatta da ,0 a u 1 1 e r y e Mes n i 1 «lei proiiessi sporogonici riscontrati in Spkaeract'momyxon non puo sussistere: anche indipendontemente dal gen. Tetractinomyxon^ le cui affinita possono del resto essere forse ancora discusse. In Triactino- myxon noi troviamo dei fenomeni che mi sembrano sostanzialmente diversi da quelli di Sphaeractinomyxon. Non abbiamo infatti un tes- suto germinale che si sviluppa fuori della spora, indipendentemente dalla spora, e vi penetra a maturity: abbiamo uno sviluppo contempo- raneo e concordedell'involucro della spoia e del tessuto germinale, che non perdono mai i loro rapporti reciproci. Men tre il tessuto germinale si sviluppa < le tre cellule delPinvolucro si allungano e si rigonfia- no a livello dei nuclei, cosi che si costituisce un apparato protet- tore nel quale si trova finalmente racchiusa ciascuua delle masse ger- miuali » Oito le parole con le quali L^ger si esprime per indicare il processo di formazione delle spore in TriacUnomyxon ignotum: processo certo identico a quelle da me osservato. II gen. TriacUnomyxon, creato da Stole (1890) per T. ignotnm, e caratterizzato dalle spore a forma di ancora a tre braccia e dalla presenza di sporozoiti bene individualizzati accumulati all' estremita della spora, vicino alle capsule polari. — 17! L e g e r lia litrovato la specie di Stole (nelP epitelio ititestinale di Tuhifex tubifex) determinando la presenza, uella niassa gerraiiiale, di 8 sporozoiti fusiforrai. Le braccia deH'ancora sono luughe quanto I'asse inediano, o i)oco piii. Un'altra specie, iioii iioininatsi, trovata da Leger iiegli stessi Tubifex e (jaratterizzata dalla presenza di 32 sporozoiti. T. magnum h <;aratterizzato, oltre che dal suo habitat, dalle grandi diiuensioni delle sue spore. L'asse mediauo k brevissiino (spes- so solo di poco pill lungo della masaa germinale, che roisura 25-30 [x di luiighezza per 10-12 [x di larghezza) rispetto alle dimensioni delle braccia, che possono raggiungere una lurighezza di circa 500 ^. Nella massa germinale, a completo sviluppo, si contano 16 nu- clei, pill altre masse cromatiche delle quali ignoro il siguificato. Ho seguito, sul vivo, il movimento araeboide della massa germinale che si sposta neir interno della spora, come ha osservato Leger, ma non mi si h rivelata la sua risoluzione in sporozoiti individua- lizzati. Ed anche sn materiale fissato e colorato non ho potato cora- piere fin' ora osservazioiii sicure. L6ger ha notato che 1' indivi- dualizzazione degli sporozoiti, assai precoce in T. ignotum, si compie invece, in T. sp. quando la spora ^ corapletamente formata. In altri casi si compie, forse, al momento della deiscenza. Sul modo di infezione e di diffusione delle spore mi raanca tut- tavia ogni dato. Ho trovato delle spore libere, probabilmente ingerite, nel lume intestinale, e ritengo che per questa via si compia 1' infezione: per quanto il tentativo da me fatto di infettare Limnodrilus certamente indenni, mettendo nell'acqua delle spore, mi abbia dato risultati ne- gativi, e per quanto non abbia seguito il passaggio degli sporozoiti dair epitelio intestinale al cloragogo. La diffusione delle spore deve certo avvenire per la morte del- I'ospite, fatta eccezione per quelle delle rare cisti dell' epitelio in- testinale, le quali si comportano, certo, come L6ger aramette per T. ignotum: cioh cailono nel lurae intestinale, dove si aprono met- tendo in liberty gli sporozoiti, che verosimilmente invadono nuova- mente i tessuti. La necessita di amraettere una autoinfezione ^ indi- scutibile, data la grande abbondanza di parassiti nello stesso individuo, e data la mancanza di una fase di moltiplicazione schizogonica. Mi manca peraltro ogni dato per dimostrare I'esistenza di questo fenome- no; e nulla permette di credere che possa aver luogo una deiscenza delle spore nell' interno dell' ospite : le spore non si trovano mai li- bere nella cavit^i del corpo, ma sempre racchiuse nelle cisti. Firenze, Dicembre 1922. — 179 — BIBLIOGRAFIA Caullery M. e Mesuil F. — Recherches sur les Actiuomyxidies. I. Sphae- ractinomyxon atolci C. e M. — Arch. f. Protistenk. Bd. VI. 1905. Ik ed a I. — Studies ou some Sporozoao parasites of Sipuuculoids. I. The life- History of a New Actinomyxidiau, Tetraetinomyxon intermedium g. et ep. Dov. — Arch. f. Protistenlc. Bd. XXF. 1912. L 6 g e r L — a) Sur la sporulation du Triactinomyxon. — b) Cousiderations siir le genre Triaclinomyxon et les Actinoniyxidies. — C. R. Soc. Biol. T. LVI. 1904. Stole. A. — Actinomysidies, uouveaii groupe de Mesozoaires, parent au Myxo- sporidies. — Bull, intern, de I'Ac. d. Sc. de Bohfeme, 1898. DAL LABORATORIO DI FISIOLOGIA DI FIRENZE Dott. IGINO SPADOLINI Ainto e Lib. Docente Di un particolare impiego della mica nella tecnica isto- logica" £ vietata la riprodnzione. E abbastanzH frequeute di dover inviaie a distanza i)reparati istologici sia a scope di consultazioiie diaguostica, sia a giustiticazio- iie dei rei)erti cbe vengono dati in base al loro esaiiie. Particolarraente si trovauo in queste coiidizioui gli Istituti Cliui- ci ed Anatomopatologici i quali iisauo trasmettere insieiue al respou- 80 diagiiostico, la relativa preparazione inicroscopica del framiueuto di tessuto ad essi iuviato. La spedizione dei preparati luoutati su vetro ricbiede, come si sa, qualcbe precauzione oude evitare il liscbio di una facile rottura; ma sopiatiitto, per i mezzi di trasporto a cui si e ordiuariameute costretti di ricorrere, imi)lica una certa perdita di tempo. Oude looter attuare la spedizione di un preparato semplicemente l)er lettera ricorsi ad una sostanza che iu quest! particolari casi, pur tanto frequenti uei laboratori ])i'atici, potesse couveuientemente so- stituire il vetro nella tecnica istologica, e fra le diverse sperimentate trovai molto couveniente la mica, la quale a quanto mi e stato i)OS- sibile sapere uon venne tiuora cbe raramente utilizzata iu istologia. — 180 — La mica sfaldata in larainette sottilissirne presso a poco <(7 (particolarmente adatte se si tratta di doverlo spedire per lettera) si pratica con un foratappi rotondo un foro centrale sui margini del quale si attaccano le due laminette di mica centrando opportunamente la fettina del tessuto in esame cbe nel frattempo vi 6 rimasto saldamente incluso, se si h avuto cura di raantenere il preparato in termostato. Al di so- pra s' incolla ancora un foglio od un cartoncino di formato identico al prirao e con un eguale foro in modo cbe di tutto il preparato in — 181 — mica noil riinaiie scoperta die la siiperticie limitata dai due foii^ il diariietro dei qnali potr^ variare, superanccidiosi nei bovini e nei eouigli. — Ann. B. Ac- cad. Aijric. Torino, Vol. 61, jyp. 312-320. Torino, 1919. — 187 — Rugani Luigi. — Sulla myaais del naso e delF oveccliio. — Boll. Mai. 0- reccMo, Naso e Gola, Au. 38, i\^ 5, pp. 77-89. Firevse, 1920. Teodoro Gr. — Cous'deiazioni generali siigli artropodi trasmettitori di malattie e sulia maniera coii oiii si esi>lica tale tiasniiesioiie. — liass. Sc. Biol., Ah. 1, K. 4, pp. 49-54. Firenze, 1919. 2. zoologia appi.icata all' agricol/i'ura e alle indcstuie. Pkotkzione, Caccia, etc. — Tstru/Joiii per la lotta coiitio le arvicole o topi caniiiagiioli, niediiuite il fosfnio di zinco. — Boll. Min. Af/ric. hid. e Comm., An. 15, Vol. 1, Ser. B, Fasc. 1-4, pp. 93. 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  • articolo « Le siinbiosi HsiologicLe e le attivita dei plasmf cellulari (Riv. di Biol. V. I. F. 1°) riferiva 1' opinioiie di Por- ti e V cbe i mitocondri siano microrganismi simbioti, sonza criticarla, (') Vedi Monitore Zool. Anno 33: N. i), 1922. — 192 — ed auzi aggiunjTeva : « lo stesao ebbi occasione di osservare come lion
  • lari della ])urpnra.si desciitte recentemeiite dallo stesso Dubois. Le analogic fia tntte queste formazioni sono trop[>e e troppi i risultati posit ivi delle esperienze di coltnra per non pensare che esse possouo essere ri unite in un concetto unitario di microrganismi pill o meno trasformati per iidattarsi alia vita endocellulare ». Evidentemente il Prof. Picrantoni lia oggi modificato le sue vedute, n^ io iiitendo rnuovergliene apimnto ; cbe lo stesso Poitier non iiisista pin nelle sue teorie come vuole Pierantoni, non mi risulta ; ritengo poco veiosiniile die uno studioso serio lasci cadeie da un'ora all' altra una dottiina, la quale rappresenta il risultato di hinglii anni di lavoro. Al Prof. Pi e r a n t o II i e seiiihrato inoltie cli' io abbia dato tropi)a importanza alle osservazioni deUa Sig.na Mortar a suH'orga- uo lumiuoso di Heteroteutbis (^) le qujili sono in contrasto (;olI^^ sue su Sepolia e Roiideletia ; ed egli si lagna cbe snlle obiezioni della sua « unica contradittrice » e fondata la conclusione della mia ras- segna, cbe suU' origine batterica del fenomeno della luminescenza, 1' accordo non h unaninie. Eppure h evidente cbe ancbe un solo risultato discordante, sia di italiani o stranieri, questo poco importa, giustifica pienaniente raffermazione suddetta: a ineno die non si provasse veramente, cbe le ricerdie della Sig na Mortara in Heteroteutbis siano veramente < non riuscite » come |)reten(le Pier an to ni; e cio i)0trA essere diraostrato soUiniente in avvenire, quando questc saranno state am- piamente controllate. Per di piii gli stud! di Dubois sovra gli organi luminosi di Insetti e quelli
  • , di dianietro nel loro asse inaggiore, si trovano quasi escdusivatiiente localizzati alia l)ase deir epitelio, addosaati ai seni sanguigni. II fatto di riscontrare la stessa localizzazione nei casi di infezioni iniziali inase dell' eijitelio permette di cre- dere che una autoinfezione possa aver luogo noii solo per la deiscenza, nello stesso ospite, delle spore die cadono libere nella cavita inte- stinale, ma andie per trasporto per mezzo del sangue, Le cisti con spore mature si trovano non solamente — come tuttavia ^ il caso pill frequente — nella parte distale dell' epitelio, dal quale i)oi si liberano per cadere nella cavir^ dell' intestino, ma andie in pros- siinit^ . 1 — Cisti cou spore mature. Ingr. 1800 diani. circa. Fijr. 2 Rappresetitazioiie Bchematica di una spora matura, vediita ill sezione ottica. (') G r a n a t a L. — Ricerche sugli Attinomissidi. [I. Triactinomyxon magnum n. ep. — Mon. zool. ital. Atmo XXXIII N. 11. 1923. — 195 — Lo studio (lella ganietogeiiesi e dt'llii sporogonesii presenta grandf^ difficolta sia per le piccole diinensioui degli elemeiiti, sia per il loro modo di presentarsi strettamente ravviciiiiiti gli nni agii siltri, Le cisti si sviluppano iiel senso della luiighezza delle oellnle epi- teliali, ed liaiino, |)er coini)ressione reciproca, forma irregolanneiite ovale ; solo in casi
  • si presentauo, uel viveute, come masse globuhui leggermeute allungate, die possouo esseie rappresentate come sfere, di 10, \2 a di diametro ad un polo delle quali sia, sovrai)posta una piccola (;a- lotra, sporgente di 2, 3jj,, e costituita dalle cellule polaii. kSi tratta delle masse germiuali, attorno alle quali si tiovano cor- piccinoli rifraugeuti (*) die rappreseutano i nuclei delle cellule del- 1' involucro, del resto completamente invisibili. Le masse germiuali sono divise in 16 piccoli sporozoiii sferici, die leggere compressioni possouo rendere liberi, iSTelle !j|)ore rese libere nell' acqua, per rottura della cisti le cel- lule deir involucro si estendono e appaiouo <;ome tre spirichi sferici disposti longitudinalmente attorno alia massa germinale. Le liiiee di. sutura decorrouo da un polo all'altro, ed al polo an- teriore, in corrispondenza ad esse, si trovano le ca[)su'e i)olari. Ho rappresentato in forma scliematica nella tig. 2 una Sfiora vista dal polo anteriore in sezione ottica. Lai massa germinale uon 6 esattamente sferica, ma la sua super tide h divisa in 3 superfici sferidie di 120" alle quali corrisi)ondono le supertici sferidie delle cellule avvolgenti. Da un punto di vista geometrico 1' involucro della spora e un solido formato da 3 spicclii sferici, incavati internamente per con- tenere la massa germinale, (liascaino dei quali puo e-sere considerato come risultante dalla rotazione di 120° di 2 semicendii eccentri(;i e con raggio tale cbe il raggio del primo sia a qnello del setjondo come 3 : 4 (*) Neri nella tigiiia. ~ 196 — Ui)o studio ulteriore di questa interessante forma, ed'in i)artico- lar inodo della sporooenesi pennettera di preijisare le sue affinita. Per la strufctura e per la fortiia della spora il gen. Neoactinomy- xum rappreseuta uii tipo a se. Spore globiilari, sfericlie, 80110 carat- teristiclie del gen. Sphaeractinomyxon, ina in questo le eelhile del- 1' involiicro sono ridott.e a (tostituire una seinplice inembrana sulla quale sono visibili solo le iinee di sntnra. Nei gen. Triactinomijxon, Hexactinomyxon e Synactinomyxon le cellule avvolgenti formano involucri coniplicati con prolungaiuenti caratteristici. La forinii delle spore non h forse carattere lale da permottere di detinire dei giuppi naturali^ ma e tuttavia carattere sufficiente per determiimre con fiicilita, sccondo la tabella s<'guente, i 6 generi di Attinomissidi fiii'or;i noti. I. — Cellule avvoljjenti delle spore ridotte a costituiie una menibraiia senza pro- Inngamenti a) spore tiioiK.zoiche Gen. Tetractinomyxon Ikeda. b) spore pouzoiche , Sjihaeractinomyxon CanU. e Mesn. II. — Cellule avvolijeiiti con prolunorainenti A — con 3 proluuLfaiiienti alifornii a) spore a forma di aticora a 3 braccia » Triactinomyxon Stole. b) spore a forma di ancora a 6 hraccia » Hexactinomyxon Stole. B - con 2 proliingamenti aliformi ed uno corto, conico s, Synactinomyxon Stole. III. — Cellule avvolgeuti globulari, costituenti 3 spicchi sferici » Keoactxnomyxum n. g. ISTITUTO ANATOMICO DI FIRENZE DIRETTO DAL PROF. G. CHIARUGI E OSSEKVATORIO DI BIOLOGIA E FISICA DEL MAR TIRUENO IN CASTIGLIONCELLO Elenco dei Pesci che posseggono un pancreas intraepatico Dott. LUIGI CASTA LDl Aiuto e Libero doceute E vietata la riproduzioue Gli studi di L e g o u i s (1873), M a c a 1 I n m ('84-80), P i II i e t ('89), Lii g n e 8 se ('91), S cli i e fie r ("94), O p p e I ('900), Piper ('02), ReiMiie ('04), Segestrale ('10), Gicinnelli ('16), Keil ('17^, ]Magalliaes E a in a 1 h o ('18) liiiiiiio dimostrato la pre.senza in aUume specie di Pesci di propjiggini pancreatiche disse- minate entro il fegnto Inngo le ramificiizioni |)ortali. Nel Fetromyzon marinus G i a c, o in i n i ('900) vide la massa priiicipale del pnncreas — 197 — immersii iiel fegato, ina solo uiui piccohi parte
  • ), anclie in nn rottile, 1' JElaphis quadrilineafus. Ho V(»lnt(> riprendere piu vastamenLe tali ricerclie, esaminando i fegati di 44 specie di Pesci. Xoii voglio i»er ora, entrjire nei parti- colari dell'esame di qiiesto ricco inateriale, snscettibile del resto di anmento, e die intendo stndiare anclie sotto altri punti di vistn, ma in qnesta nota prelimiuare ennmereio solo i fatti d' ordine genenile clie ho nlevati nel pancreas intraepatico e le specie nelle qiiali esso si rinviene. 1 : 11 pancreas intraepatico si presenta in generale nelle specie ap- partenenti a determinate famiglie ; cio6 a dire ci sono famiglie di Pesci nelle quali esso si tiova piii o meno abboudante, probabil- raente anclie con variazioni individuali, in piii s[)ecie, api)artenenti anclie a generi diversi : e altre famiglie invece nelle quali non si constata mai. La famiglia dove il pancreas intraei)jitico 6 piii svi- Inppato, in modo straordinario, e qnella ortali, tino dentro il fegato. Manca invece nelle specie cou un nnico pm- creas compatto. Ill: I]sso segue il decorso di vasi sanguigni intraepatici, dispo nendosi piii o meno ad aiiello intorno ad essi, in generale negli spazi portali. N(dle specie con molto pancreas intraepatico pno tro- varsi ancbe attorno a piccoli r;imi venosi e in tntto il fegato ; in altre si spinge solo a breve distanza iiiito di vistu della strattma esso si |)resenta come tubuli (in sezioiie) con hime strettissimo^ le cni cellule bamio alia periferia una piccola porzione di prot(ti)lasiua iiulifferenziato e versO il luine una porzione inaggiore col caratteri.stici graiiuli di ziniogeno colorabili coi iiietodi Biondi e Galeotti. 11 iiucleo tiovasi al coiitine tva le due porzioni ora dftte. Insomnia si lia nn aspetto ancreatici e penetra tra essi, iion ri- sulta con i nietodi Muliory, Bitdscliowsky, Del Rio-Hortega, niolto abbondante, e lia si)c.ssore niinore di quello delle i)areti vasali (*). Dai lavori dei tredici Autori citati risulta (die il pancreas intra- epatico 6 stato trov^ato in 21 specie di Pesci (segnate nel sotrostante elenco con asterisco), due delle (]uali (Cyprinus carpio e Gohio flu- viatiUs) lio anoli' io esaniinate, conferiiiandovelo. Di i)iu io solo I'lio veduto in altre 21 specie. In complesso quindi si e parlato pcM' ora di [lancreas intraepatico nei seguenti Pesci (^) : (*) Avendo applicato in alcnue sjjecie di Pesci esaininati il metodo BielHchowsky e ora anche il Del Rio-Hortega a sezioui di pezzi vaiiauiente tissati, posso con- fermare quanto gik sosteuni (^Castaldi, '20), ciofe che a tissazioiii perfettameute riuscite, specialmentfa in alcool, e in pezzi sani e freschissinii, tra cellule epatiche e Gitterfasern non riniaue alcnno spazio interpretabile coiue linfatico. A fissazioui im- perfette, quasi sempre iu quelle con il formolo, invece le pareti dei capillari sono raggriuzate e resta una fessura. Cio sta contro I'opiuione di colore che come Sa'- peguo ('14) sosfcengono gnaine perivasali iatralobuiari ; egli adopr6 appunto pezzi fissati in formolo, di fegati uniaui in gran parte patologici, ed h curioso che diceva foudarsi nelle sue couclusioui, tra i 200 casi esaniiuati, su nno solo sopra- tutto, nel quale la gnaiua era piil distiuta. Su (jnesto materiale poi ha indubbia influenza anche Io stato di freschezza, come risulta, dai miei vecchi preparati. Lo stesso ripeto pel lavoro di Can ell i {Padiatria, vol. 31, p. 68, 1923) che de- ecrive come norrnali i casi in cui vede lo spazio perivasale, pur dovendo ainmet- tere che esse ^ per lo pin virtuale, e che mostra di non conosceie il lavoro mio, nemmeno per la parte embriologica, u^ il successivo del Luna [Ric. di Morf., I, f. 3, 1921) dove h ripetnta la stessa niia osservazioue sull' efl'etto del tissatore. Quanto alle recenti figure di Baum eouo riprodotte da preparati ottenuti col troppo fallace metodo dolie iniezioni. Tutto cio ha molta iinportanza per le que- stion! che riguardauo i rapporti dell' apparato reticolo-endoteliale, che oggi desta tanto interesse anche fra i cliuici. (*) Per la classificazioue iim sono attenuto al manuale di Ittiologia Ilaliana del Griffini (Milauo, Hoepli, 1903). — 199 — Ciclostomi * Petromyzon marinns Linn. (G i a c o ni i n i). Selaeei Kaja clavota Linn. Teleostei Lotobranclii. * Si/iignaihvs ucnti Linn. (P i 1 1 i e t, L a g n e s s e, O p ■ )) e 1, II e n n i e ). Plettognati. * Orthagoriscus nwla Linn. (M a ga I h a e s K a in a 1 b o). MALACOTTERI Gadidi. Merluccius merlnccins Linn. Pleuronettidi. * Rhombus sp.? (Sc h i e f fe r), ■•• Plenronectes ■plotessa Linn, (li H n n i e). Silniidi. * Amianis sp..^ (Ma call ii in). Cii>viiiidi. * Cyprinux carpio Linn. ( L e g <> a i s , S c li i e f fe r , Keil), * Gohio fuvuitilis Flem. (Giannelli), * Tinea xulgaris Onv. (Giannelli, K e i 1 ) , * Leuciscas rutUuft ( K e i 1 ) , Lericiscus aula Bona])., Barbus plebeins Valenc, Ghon- drostoma genei Bonn p., Carassius anrafus Valenc. Cobitidi. * Cobitis fossilis Linn. ( K e i 1 ). Salnionidi. * Salmo fario Linn'. ( L a g n e s s e ). ACAl^JTOTTEEI Labridi. ^^ Labrus sjy. ? (L a g n e s s e), Labrm ttirdns Linn., * Crenila- bnis mclops Linn. ([. agnesse), JnVis vulgaris Flein. Ponntcentiidi. Heliastes cliromis Linn. Spai-idi. Ganthanis lineatus Thonips., Sargus annularis Linn., Box salpa Linn., Dentex vulgaris Onv., ])ente.r macrophtabmis Bl.. Chry^ophrys aurata Linn. Teicidi. * Perca fluviatilis Linn. (S e g e r s t r ;i 1 e), Apogon imberbis Linn., 8erranns seribn Lmn, Gobidi. '^ Gobius sp. ? (L a g n e s s e), Gobius paganellus Linn., (7o- />/».s fluviatilis Bonelli. Oallioniniidi. * Callionymus lyra Liun. (P i 1 1 i e t). Blennidi. Blennius sanguinolentus Pall. Tiacliinidi. Trachinus radiafus Cnv. Gan()idi * Acipenser rubicundus (M a ca 1 1 n ni), =^ Acipenser sturio Linn. (O p pel), * Amia calva (M ac a II n ni, Piper), * lepidosteus sp. ? (jVI a c a 1 I n mi). - 200 — Noil iiii ^ rius(5it() risconti pinicri'as intraepatico, jiliiieiio finorti, piir aveiulo ntt'cMato i foanciea,s fino all'ilo del fegato, ma nou pene- trare, per qnaiito ej>li lo eliiami intraepatico, entro il tessiUo epatico^ reperto clie aiKth'io confermo. Oosi pure dicasi di alcnni Urodeli. In 2 specie di Aniiri e 5 di Urodeli non lio fiiiora riscontrato affatto ])enetrazione di pancreas nel fegato; in una serie di larve di Salainandrina perspicillata Savi ho pero visto oco svilupi»ato! Perche non lia guanlato nel Tropid(Mi()tus e iiello Zameiiis e non lia preso in esame anclie gli uc- celli ! Se cosi avesse latto avreblie [xituto sinceiarsi die si tiatta ef- fettivamente di una forinazione costituita da tessuro tibroso, con fi- bre elastidie ed in alcnni ucchIH coutenente aiidie erforata ('); ma occorre invec<^ die abbia una certa consistenza e venga ad iiiter|)orsi tra 1.- snpertici artico lari die etiettivamente lavoiano », se non avesse limitat<) le sne ri- cerche alia sola Seps, si sarebbe facilmente convinto die 1' articola- zioue mandibolare dei sanropsidi possiede uri menisco, e die que- sto non 6 niente att'atto un nuovo acquisto dei mammiferi. Cagliari, 27 Dicembre 1922. (,b Solisma Ji oui ricorse Ganpp una volta che io ebbi messo in evidenza un menisco nei vertebrati eotlostanti ai mammiferi, ni.icamente perchfe tale reperto non stava certo in sostesno della teoria di Eel chert da lui stienuamente difesa. — 2103 Unione Zoologica Ifaliano La Commissidue iiaziouale per la Nomenclatura zoologrea delP Uuione Zoologi- er circa venti auni per le diverse opinioni relative alle parole i b i iia r i a e b i u o m iu a 1 e », perohfe, mentre uessuna delle — 204 — parti cede eiiUa questione, tiitti pertauto si accordauo sul fine Kksponsabilk Siena 1922 — Stab. Tip. S, Bernardino Via Paolo Maacagni ;):i 5 WHSE 01331