| | fra Libra of the Museum OF COMPARATIVE ZOOLOGY, AT HARVARD COLLEGE, CAMBRIDGE, MASS. Founded bp pribate subscription, im 1861. Deposited by ALEX. AGASSIZ. No. SIN d ans SSA, ERIN Mom n TEN MONOGRAFIA DELLE NEREIDI FOSSILI DEL M. BOLCA DEL D. A. B. Prof. MASSALONGO MEMBRO ATTUALE DELLA SOCIETA’ ITALIANA DEI XL. Con 6 tavole litografiche VERONA € TIPOGRAFIA DI GIUSEPPE ANTONELLI 4855. ca li Me: } ANELIATI ‘ATAIO0E AIGRE RALE OLE j: pa 4 Î di “ lic sl ) n a. pi: i i "e % | i ( 8,0 MOL > ada ii AU 4 pori. Dar de, n i i 3 t è ) i d Di, n Nulltim est jam dictum, quod non dictuim sit prius.. Quare aequum est vos cognoscere atque ignoscere, Ter. Eum, I) esistenza di veri vermi nudi allo stato fossile, è un fatto per avventura non ancora troppo sicuro nella paleontologia, e stimo sia per riuscire di qualche vantaggio a questa scienza, la prova che io credo por- gere, della presenza non dubbia di alcuni di questi animali, negli antichi periodi della terra. A’ celebri Murchinson, ad I Morris, Por- tloock, a Minster, a Bronn, ad Hageno w, dob> biamo saper grado delle prime poche notizie che abbiamo, sulla storia di questi esseri, dei quali meno le due im- pronte descritte dal Morris e dal Portloock, ed at- tribuite non senza sospetto a’ generi viventi Leodice del Savigny ed Aphrodite di Cuvier, le altre tutte ser- virono alla formazione di nuovi generi, tanto poco si accomunavano co’ vermi oggidi viventi: per cui ne vennero i generi Nereites Murch., Myrianytes Murch., Hyrudella Minst., Lumbricaria Miinst., Entobia, Bronn, % 4 Talpina Hagenow. Quasi tutle le specie comprese sotto questi generi, spettano alle più remote formazioni della terra, essendone state registrate sette nel periodo Car- bonifero, cinque nelle Oolitiî, sei nel periodo Cretaceo, e fino ad ora che io mi sappia, non ne venne per anco segnalata specie alcuna, ne’ periodi di sedimento su- periore. L’onore di conservarne in quest'ultime formazioni, era riserbato all’inesauribile M. Bolca, del quale non so bene per qual ramo della paleontologia, sia mag- giore la sua fama: e fu per appunto ne’ suoi strati, che si scoprirono delle perfettissime impronte di vermi acquatici, aleune sì ben conservate, da porre fuori di ogni dubbio la petrificazione, anche di questi fralissimi animali, e la loro esistenza nell'antica fauna del globo. Non è però di fresco, che queste strane impronte siensi scoperte nel M. Bolca; anzi egli è bene fino dal principio di questo secolo, che si conobbero, € che le collezioni del Gazola e del Castellini se ne ‘arficchirono. Qualche saggio pure; era giunto sino a Parigi nella collezione del marchese di Dréè, dove il celeb. A. Brongniart ne vide la prima volta una impronta, che dietro il parere del Sig. di Lèman cre- dette di registrare fra le Alghe, a ciò condotto. dalla ragguardevole somiglianza che questo vermicello offe- riva, colle specie viventi del genere Thorea. Nella sua grandiosa opera quindi il Brongniart che porta il titolo Histoire des vegeteaux fossiles, descrisse e fi- gutò quel vermicello, (T. I. pag. 86 tav. 9 bis fig. 5-4) nel 4828, chiamandolo Confervites thoraeformis. 5 Nel 41850 pubblicando io un piccolo ed informe saggio sulle piante fossili del M. Bolca, e sembrandomi ravvisare nella Confervites thoraeformis ed in altre specie affini, de’ particolari caratteri niente affatto co- muni colle Conferve, fui d’ avviso di proporre per esse un nuovo genere, che dissi 7horeites per essere fedele alla reale somiglianza delle impronte bolcesi, colle Thorea de’ nostri giorni; € vidi con piacere que- sto parere confermato da altri naturalisti, e fra gli al- tri dal celebre prof. Unger nella sua Iconographia plan- tarum fossilium. 7 In quel mio opuscolo del 1850, intitolato « Selizzo geognostico sulla valle del Progno con un saggio sulla Flora [primordiale del M. Bolca » oltre la Conferviles thoraeformis già descritta 22 anni prima dal Bron- gniart, e da me chiamata Thoreites Brongniartii, descrissi brevemente due altre specie, le Thoreites in- termedia, e Thoreites Tani, appoggiandone le specifiche differenze sulla larghezza della fronda, e sulla lunghezza de’ peli che la coprivano. Negli anni successivi fattomi a studiare di proposito novellamente tutte le piante del M. Bolca, che avea troppo? precocemente descritte in quel primo lavoro della mia gioventù, esaminando anche le Thoreu viventi, conobbi a prima giunta le diversità spiccate, che disfe- renziavano le impronte del Bolea, da questo genere vivente, siccome quello che si componeva d’una fronda più o meno ramosa, per ogni dove coperta di peluzzi mucosi: laddove nelle specie fossili que’ ramenti, ramu- scoli o peluzzi che si vogliano dire, ornavano soltanto 6 le parti laterali, lasciandone nuda la parte mediana; ed oltre a questo non erano ramose, ma semplici co- stantemente. ‘3a Mi venne allora tardo, ma pur giusto il sospetto, che le mie Thoreîtes anzichè al vegetale, al regno animale dovessero appartenere. Recatomi infatti a Pa- dova per fare le mie osservazioni sopra gli originali della Thoreites Iani che bellissimi si custodivano nel- l'I. R. Gabinetto di Storia Naturale dell’ Università, gli trovai invece all’I. R, Orto Botanico, dove erano stati tramutati colle filliti del M. Bolca, per. savia dispo- sizione dell’I. R. Luogotenenza Veneta, che : conobbe assai giudiziosamente, quanto meglio potrebbero essere illustrate in quel luogo il quale di sole piante si dee occupare, che in qualunque altro (*), giusta le belle parole del celebre Unger (Synops. pl. foss. pag. VI) + + + + « + îta ut non sit desperandum, ut ipsa etiam florae primigeniae leipsana e tristi lithophylacio- rum ergastulo, în musea botanica olim transferantur, quemadmodum animalium exuviae fossiles, prudenter in theatris zoologicis reponuntur. Avutone quindi il permesso dal prefetto dell’ Orto Botanico di Padova, dal Chiar. mio amico il professore R. De Visiani, di nettare al possibile dalle somme e vernici delle quali erano state impiastricciate mala- mente quelle esilissime impronte, non so bene se dal (*) In fatti dopo che quella collezione delle filliti del M. Bolca passò all’I. R. Orto Botanico, quasi tutte vennero illustrate e descritte. Vedi sopra questo i varii miei lavori sulla Flora del mondo primitivo pubblicati a Verona, Padova, Praga, Ratisbona ecc. 7 Castellini cui prima appartenevano, o da chi in appresso custodiva quella collezione, potei con sorpresa scoprire che quelle credute Alghe erano munite di.una testa con tentacoli e mandibole, e che quindi senz’ altro dubbio fra Vermi doveano essere collocate. (*) Quantunque bastasse questo a farmi piena fede del mio errore e di quello del Brongniart, e null’ altro facesse uopo per ravviarmi sul. retto sentiero, pure nuovi argomenti mi vennero a mano, e furono la sco- perta recente nel M. Bolca di altri perfettissimi esempi provveduti di capo, ed il ritrovamento di un magni- fico esemplare nella collezione del Sig. Conte Gazola, che erami sfuggito dallo sguardo, tutte le fiate (e non furono poche) che visitui quell’emporio di petrificati del M. Bolca, Tra gli animali adunque senza altro, devono essere riportate, tutte le specie del mio genere Thoreites: per quali ragioni poi a’ vermi, e quasi precisamente alle Nereidee si debbano riferire, lo vedremo più sotto. (**) Non pochi faranno le meraviglie, e trarranno par- tito a deridere i.cultori della paleontologia, se possono questi incappare in sì solenni svarioni, da scambiare (*) Peccato ‘che alcuni esemplari di questi vermi manchino delle loro controparti, e che questo istesso difetto debba lamentarsi per molte altre impronte, che vennero regalate al Musèo di Parigi. (**) Non so decifrare di qual polipajo fossile abbia inteso parlare il chiar. Prof. Cav. Catullo nella sua lettera al Prof. alemanno Nau- mann, nella quale è detto che venne classificato da un giovize algologo per una pianta: essendochè nessun. algologo' che io mi sappia si sia ancora occupato di piante fossili nelle Venete Provincie. Posso poi far fede che nel Veneto non venne ancora classificato polipajo alcuna fos- 8 un petrificato animale con uno vegetabile. Io non so se a costoro sia da rispondere, perchè certo a’ saggi naturalisti questa censura non passerebbe eziandio per la mente, sapendo ben essi a pruova, quanto sia malage- vole od ancor contrastato negli ultimi anelli della vivente organica catena; lo disferenziare una pianta da un ani- male, e quindi quanto maggiormente debba riuscire malagevolissima se non impossibile tale distinzione, allorchè si ragioni di esseri che per centinaja e più di secoli rimasero sepolti, subirono le più grandi alte- razioni, e che per giunta di rado si possono scoprire interi, con tutte le loro parti essenziali ed amminicoli! lo dovrei anche dire che di simili errori ci lasciarono non piccola copia parlando anche di animali viventi, i più celebri naturalisti, suonando ancora (fra gli altri fatti) compassionevole la fama del Celeb. Scopoli, e la vergogna del non meno celebre Spalanzani. E per dire de’ petrificati, chi non sa ricordare il famoso Homo diluvii testis del Scheuchzer, che pur venne dal ge- nio di Cuvier riconosciuto pello scheletro di una gigantesca Salamandra ? È vero che la paleontologia a’ tempi del famoso Svizzero, era ancora nell'infanzia, ma pure non doveano mancare scheletri umani, per sile per una fillite, e che tutti gli errori che fin qui si commisero in questo difficilissimo ramo della paleontologia, si riducono a questi vermi, che vennero prima dal Cel. Brongniart, poscia dal Prof. Catullo, indi da me riportati alle alghe; il primo chiamando Confervites thoraefor- mis una Nereîtes. il secondo chiamando Confervites gordialis una Lumbricaria, il terzo collocando fra le alghe alcuni di questi istessi vevmi ed alcune penne fossili. 9 decifrare all'uopo tanto argomento. Quante non sono le Coproliti, gli Intestini petrificati che vennero da sommi descritte per specie del genere Serpula, le Spu- gne per Fucoidi,i Fucoidi per Antozoi, i Coralli per Fu- coidi, gli Opercoli di molluschi per vere conchiglie ?_R quanti non descrissero ossa di pecora per quelle di cervo, di ippopotamo per rinoceronte, di cervo per ippopotamo, di elefante per rinoceronte? ecc. ecc. ecc. Sono pur molti questi fatti, e non può farne le me- raviglie che il borioso saccente: ed è meglio non proce- der oltre, che troppo sarebbe da dire, mentre è manifesto quanto sia più facile il confondere un verme senza testa con un alga, di quello che una salamandra con un uomo, un rinoceronte con un efefante, ed un gargozzo di gallina con un verme intestinale, e si converrà col celeb. Bertoloni, che nelle scienze naturali sarà! più bravo e felice qui minus erraverit. Non si creda tuttavia il Brongniart, e quindi io sul suo esempio, avere a caso registrato fra le piante questi vermi, 0 per manco di applicazione, che anzi questo avvenne per maturo giudizio : e dico maturo quando i vermi di cui ragiono erano privi della testa. Sono infatti molte le piante acquatiche, ed anche le parti di alcune piante terrestri che con questi vermi presentano ragguardevoli somiglianze. Bene intesi che a cotal fatta di somiglianza devesi riguardare, quando specialmente de’ fossili in questione, non erasi per anco scoperta che qualche porzione od incompleto frammento sprovveduto o dell'una o dell’ altra estremità; che del resto, dopo che si poterono vedere esemplari completi, 2 40 ogni analogia col regno vegetale svanisce. Ciò posto adunque, le impronte di cui parlo sono simili affatto e pressochè eguali alle specie innanzi tutto del genere Thorea che vivono ne’ fiumi che attraversano la parte meridiana - occidentale di Europa, e specialmente la Confervites thoraeformis, e Thoreites intermedia, che non differiscono in altro dalle Thorea viventi come sopra fu detto, se non se per essere ramose e sparse per tutta la periferia loro di peluzzi. Le specie pure del genere Dasia e massime la Dasia elegans, punicea ed. ornithorhynea tengono molto di questi singolari fossili bolcesi: e non esse sole ma i ramoscelli ed estremità di molte altre alghe godono di una eguale analogia, e basterà ricordare fra le altre 1’ Hypnea Eckloni Suhr., musciformis Lamour., spinolosa Duby , Calliblepharis jubata Kitz., Chaetopteris plumosa Kiùtz., Halerica tenuis Kitz., Gelidium sesquipedale Gaillon., Chylocladia squarrosa Kiùtz., e sebbene in grado minore anche i ramoscelli delle Lomentaria kaliformis Gaill., Cysloclonium purpurescens Kiltz., Alsidium corallinum Ag. Gratelupia ramentacea Mont., Lemanea fucina Bory, torulosa Ag., Bryopsis myura I. Ag. le quali tutte o integralmente o nelle loro parti poco o molto si asso- migliano a fossili del M. Bolca, se la testa di cui sono provveduti, lo ripeto, non ci avesse resi inutiti affatto tutti questi appoggi ed argomenti. Dicasi lo stesso rispetto a queste analogie anche pei polipi, fra quali parimenti si potrebbero proporre non ispregevoli confronti, appoggiandosi spezialmente a porzioni de loro corpi, e se vuoi l Aglaophenia frute- 4A scens, la Dinamena pinaster, Sertularia filicula, Antipa- thes ulex, subpinnata, myriophylla ece. ecc. potrebbero essere a buon dritto paragonate. Ma di ciò a suffi- cienza, e facciamoci piuttosto ad indagare, con quali de’ vermi viventi più sieno in parentela le specie fossili del M. Bolca, e con qual nome s' abbiano a registrare ne cataloghi della scienza. Per riuscire a questo avvi- satamente, è d’uopo innanzi tutto vedere quale sia la forma e struttura de’ nostri fossili, in. una parola con- viene rilevare i loro caratteri. Se si rifletta per poco alla delicatezza degli ani- mali di cui parliamo, ed al loro stato fossile, si potrà facilmente comprendere; quanto debba essere malagevole il rilevare le note pelle quali si devono dessi distinguere dagli altri esseri organici: e vie- maggiormente quando si sappia che dietro le moder- ne teorie, queste caratteristiche si devono desumere specialmente dalla conformazione del capo, dalla forma e struttura e collocamento degli organi della respira- zione, della locomozione, della sensibilità, e dalla interna struttura, in una parola dalla loro anatomia, che sopra questi fossili èeci assolutamente vietata. Pochi quindi sono i caratteri che ne possiamo raccogliere, e fatalmen- te quasi tutti esteriori. Si riducono a questi: « corpo li- » neare o filiforme probabilmente piano, assai allunga- » to, tenue, talora più largo nel mezzo, ed assotti- » gliato alle due estremità, lateralmente munito di » appendici esilissime aciculari, ora semplici ed ora » ramose, corrispondenti ad altrettanti annelli o segmen- » ti trasversali del corpo , così poco» risentiti, che in 42 » qualche impronta divengono appena e talora nulla » appariscenti: testa formata di due appendici arcuate » cornee, munita di tentacoli, talora senza, e tal’ altra » il capo è formato da tre di cotali appendici o fascet- » ti, o non è indicato che da una macchiuzza più oscura » @ più marcata. » Di più non ci è dato conoscere, ed è ben chiaro quanto sia difficile il fissare con si- eurezza le speciali note generiche di questi vermi, ed il decidere se a generi esistenti ovvero a nuovi debbano essere ridotti. L'aspetto però, la forma istessa delle appendici tentacolari, el loro capo, pare a mio avviso, pongano fuori di dubbio il loro collocamento fra i Chetopodi, e precisamente fra le Nercidee. Sta poi a vedere a quali de molti generi stabiliti dal Savigny, dal Blainville, dal Gmelin, dal Bosc, dal Mùller, dal Lesueur, in questo gruppo, sieno da paragonarsi i vermi del Bolca : e questo credo non possa essere deciso con sicurezza, avvegnachè non è possibile il definire quale sia ne’ fossili il numero de’ tentacoli, il numero de’ fascetti setolosi costituenti l'apparecchio mascellare ecc. sui quali si appoggiano precipuamente i generi, fon- dati sulle viventi nereidee, da’ sopracitati naturalisti. Non ci è dato quindi giudicare che sulla facies sul- l'aspetto, e su questo solo fondamento, possiamo pro- porre una meno diffettosa classificazione, che conviene confessare assai grossolana a priori, ma che pur ci conviene accettare. Si può tuttavia dire che i generi viventi Leodice, Lycastis, Syllis, Aglaura, Enone sono quelli che più si confanno ai nostri fossili, però non 15 in tutto, posciachè se uno ha analogia nella forma del capo, l’altro si discosta pella formia del corpo e viceversa, di maniera che una perfetta somiglianza anche esterna, non ci è dato di incontrarla nel mondo ‘vivente. È assai probabile quindi che i vermi del M. Bolca spettino a’ generi sconosciuti, e fatto riflesso alla forma del capo di tutte le specie qui descritte, è non meno sicuro, che essi non appartengono ad un solo ed unico genere, ma a più generi differenti, Però io non volendo avere la vanità di creare nuovi nomi, e non potendo conservare il nome Thoreites che è figlio del- l'errore, adotterò per ora il genere Nereites di Mur- chinson, lasciando la cura di meglio classificare questi vermi, a coloro che assai più di me sono sapienti in questa parte della Zoologia. Vedemmo quale sia la forma e quali sieno le note de’ vermi del M. Bolca, ora vediamo quale sia quella delle Nercidee viventi, alle quali vogliamo ridurre i nostri fossili. » Le Nereidi sono vermi marini formati » di molti annelli, provveduti di appendici tentacolari, » che servono ‘ad esse pella locomozione, alcune pella » respirazione facendo da branchie, altre essendo mini- » stre del senso: il loro corpo è oltremodo allungato, te- » nue, sottile cilindrico e talora schiacciato, d’ ordina- » rio un po’ più largo nel mezzo ed assottigliato a » capi e maggiormente verso l’ inferiore ; la testa è di » forme svariatissime, ora munita di mondibole con » uno o più denti, tal’altra di una proboscide, ed » ornata o priva di tentacoli, i quali variano di nu- » mero e di lunghezza e nel sito del loro attaccamento » 44 ed è specialmente (come fu detto) sul numero de’ ten- tacoli, de’ fasci mascellari ecc. che vennero stabiliti i ge- neri Leodice Lysidice, Lycoris, Lycastis, Lepidia, Ne- phtys, Syllis, Amytis, Polynice, Hesione, Myriana, Phyl- lodoce, Ophelia, Eulalia, Castalia, Eleone, Aricia, Aonis, Glycera, Sav. Spio, Gmel. Polyodorus Bosc., Proboseidea Lesueur ecc. ecc. a spese del linneano genere Nereis. Ora i caratteri che qui abbiamo osservato nelle Nereidi vi- venti, gli abbiamo pure rilevati nelle specie fossili del M. Bolca, e stimo vorrassi reputare non senza fonda- mento la classificazione proposta de’ vermi del M. Bolca, classificazione che ebbi il conforto di sentire approvata dal celebre Osvaldo Heer, il Cuvier della fossile entomologia. Non tocco nemmeno della somiglianza ed analogia delle Nereites del M. Bolca, co’ generi delle viventi Najadee (Nais) o Nereidi di acqua dolce nel senso Linneano, dappoichè la forma del capo e delle appen- dici tentacolari, ne esclude quasi a priori ogni fondata somiglianza. Piuttosto si potrebbe proporre un con- fronto colle specie fossili de’ generi Geophylus, Litho- bius, Germatia ecc. di cui abbiamo insigni esempi descritti e figurati dal Germar dal Mùnster, Koch e Berendet, ma prima di tutto la lunghezza alla quale attingono le Nereidi esclude questo paragone, comprendendo i sopramentovati generi de’ Myriapodì , specie a corpo molto più corto, e diversamente con- formato in tutte le altre parti. Alla fine eccone la descrizione e le specifiche dif- ferenze. 15 1) Nercites Gazolae Massal. Tav. I. N. Corpo assai tenue, largo 4 mill. e 1/2, subcilindrico lineare annellato: annelli po- co distinti, appendici tentaculari (acîculae) aghiformi lunghe il doppio odiltriplo della larghezza del corpo,ed alla base un po' di- latate. Coda?..... porzione cefalica un po’ rigonfia e fornita di un numero maggiore di più esili appendici. Testa cornco-coria- cea con tre denti (?), priva di tentacoli (?) — Osservazione. L'originale di questa specie appartiene alla colle- zione del Sig. conte Giov. Gazola, al cui nome l'ho voluta intitolare. Come si può ben facilmente conoscere anche dalla figura (Tav. I.), sono due gli individui che compongono questa impronta; però con tanto poca perizia riuniti ed aggiustati, ehe non ci è dato con sicurezza discernere le estremità di entrambi. Tuttavia attenendoci alla porzione più lunga e più perfetta, sem- bra essere questa specie una di quelle a corpo più allun- gato, forse delle maggiori che vivessero nel bacino del M. Bolca. Sorpassa essa infatti i 10-12 pollici in lun- ghezza, e chi sa quanto più innanzi. La larghezza del cor- po come fu detto è di 4 mill. e mezzo o in quel torno, mentre Ic appendici tentacolari, non sorpassano i 4 mill. 46 in lunghezza: le quali sono più spesse nella regione cefali- ca, più addensate e sottili, specialmente attorno ad un ri- gonfiamento caratteristico di cui va questa specie munita verso la testa. Dette appendici per tutte le altre parti del corpo, si mantengono di eguale forma e grossezza, solo che a differenza di quelle che ornano la regione cefalica, hanno la base o punto di attaccamento al corpo sen- sibilmente allargato, di maniera che esse divengono conico-cuspidate. La testa (Tav. I. a.) sembra essere formata di più pezzi di sostanza cornea, dei quali tre soli possono essere enumerati: e sono collocati vertical- mente ad un rilievo 0 meglio linea trasversale, che po- trebbe essere la base della testa. I denti hanno una forma conico ottusa, e dalla loro disposizione può sorgere il sospetto attingessero al numero di 4, quando due sono assai fra loro ravvicinati e lasciano uno spazio vuoto con traccie di denti e rudimenti forse di un quarto. Nell’ impronta, non si veggono tentacoli ornare la te- sta, e quindi sembra mancassero del tutto; ma po- trebbe essere che questo esemplare fosse imperfetto e che realmente non ne fosse priva, cosa che per ora non può essere decisa. — Se si volesse paragonare questa specie colle vi- venti nercidee, si troverebbe qualche analogia massime pella forma della testa col genere Syllis, e pel corpo col genere Leodice: e per questo la Syllis monilaris e Leodice gigantea viventi quella nel Mar Rosso, questa ne mari delle Indie, sarebbero per avventura le due specie della fauna vivente che più delle altre si avvi- cinano a quelle del M. Bolca, 47 Nercites intermedia Massal. Tav. ll fig. 3. N. Corpo lineare filiforme lungo 10-12 pollici (?), inegualmente largo da 1 mill ad 4 e 1/2, e talora qui e qua rigonfio, tenue piano, annellato, con annelli poco visibili: appendici tentacolari frequentissime lunghe quanto è largo il corpo, e dovunque di eguale sottigliezza e lunghezza. Testa?.... Sym. Thoreites intermedia Massal. Schiz. Geog. A850 pag. 22 — Mussal. Compend. Faun. et Flor. fossil. Bol. (inedit.) tab. 7 fig. 3. (*) Osservazione. Se gli intrecciamenti che si osservano nel corpo di questa impronta appartengono ad un solo individuo come io sospetto, questa Nereide dovea toccare ad una ben ragguardevole lunghezza. Sono da notarsi in essa l'ineguale lunghezza del corpo, ed i varii ed irregolari rigonfiamenti, l’ uniformità delle appendici tentacolari, la loro sottigliezza ed eguaglianza per tutto il corpo, caratteri pei quali si distingue da tutte le altre specie. (*) Cito quivi una mia operetta ancora inedita, della quale pev altro sono gia stampate le tavole. e che ha per titolo Compendium Faunae et Florae fossilis Bolcensis 8.vo 20 fab. 3 48 Poco anzi quasi nulla sono visibili gli annelli trasversali del corpo, nè vedesi traccia alcuna di testa, per cui manca ogni indirizzo a paragonarla co’ generi viventi, L'originale conservasi nella collezione Gazola. Nereites Hesionoides Massal, Tav. II fig, 4. N. Corpo subcilindrico (?) fusiforme te- nue, lungo 4 pollice e 5 linee, largo nel mezzo 4-5 millim. e segnato da una linea longitudinale: appendiei tentacolari rigide alquanto fra loro discoste, e decrescenti verso le due estremità, Annelli e testa in- discernibili. — Massal. Comp. Faun. et FI. foss. Bolc. tab. 6 fig. A. Osservazione, Differisce da tutte le specie qui descritte e figurate per .il corpo fusiforme, che è quanto dire allargato nel mezzo ed assottigliato ad evidenza nelle due opposte estremità : pelle appendici ineguali e fra loro discoste. Nel mezzo del corpo di questa specie vedesi una linea attraverso della sua lunghezza, più oscura, che sembra forse accennare alla densità di qualche organo interno: però essa è soverchiamente risentita nella figura, mentre nell originale è assai più leggermente tracciata. Non può essere definita quale sia la festa, e se essa fosse Vl apice superiore come dovrebbe, sembrerebbero le due 49 ultime acicule essere tramutate in tentacoli. E chi può sapere se sia perfetta questa forma, e non appartenga piuttosto a qualche porzione di altra specie ? Nell’ ori- ginale però non osservasi traccia veruna di fruttura o smozzicamento, e questo mi fece risolvere a proporre anche questa impronta come distinta specie. Fra le Nereîdee viventi, trovo poche analogie, per quanto mi consta intorno ed esse, e forse la sola Hesione splendens potrebbe entrare nei confronti quan- tunque molto più grande, circostanza che ho voluto ricordare nel nome specifico , sebbene essa sia affatto grossolana e materiale. Anche i generi Germatia e Li- thobius godono delle esteriori affinità colla mia Nereîtes, ma appartenendo essi a Miriapodî, è inutile il farne menzione — L’originale è nella collezione Gazola. Nereites thoraeformis Massal.. Tav. IM. fig. 2-3. N. Corpo filiforme tenuissimo lungo 5-6 pollici, largo 41/2 millim. o in quel torno, munito di cortissime e valide appendici ten- tacolari non equidistanti, di forma conico- acuta. Testa... annelli...?? Sym. Thoreites Brongniartii Massal. Schiz. Geogn. pag. 2A — Confervites thoraeformis Brong. Hist. Veg. foss. I. pag. 86 tab. 8 bis fig. 3-4 — Nereites tho- racformis Massal. Compend. Fau. et Fl. foss. Bole. tab. AO fig. A-2. 20 Osservazione. È questa la prima e più antica specie conosciuta del M. Bolca, e la sorgente de’ falli pubblicati intorno a questi vermi. Chi conosce le specie viventi del genere Thorea non farà sicuramente le meraviglie, se venne classificata fra le alghe. Tuttavia cotal fatta di somi- glianza svanisce quando si sottoponga al microsco- pio riflesso una parte di questa specie, e basterà l'ispezione del frammento ingrandito e figurato nella tavola II (fig. 3) per persuadersi della sua natura animale. Le appendici ornano i soli fianchi o lati del corpo , laddove nelle Thorea sono sparsi per tutta la periferia, ed oltre a ciò come fin da principio vedem- mo le Thorea sono ramose, e non è così dell’ impronta bolcese. Le differenze poi specifiche spiccano da per sè stesse ed è inutile farne ripetizione, Nereites dasiaeformis Massal. Tav. III fig. 1 e tav. IV fig. 1-2. N. Corpo allungato tenue largo 4 mill. od inquel torno, munito di appendici ten- tacolari creberrime tenuissime, all’ apice frastagliate o fimbriate, e pello più bi-tri- partite, lunghe 4-6 millim. circa. Annelli, (?) Testa? sconosciuti. ‘ Osservazione. Se v ha impronta che più si accosti al regno ve- getabile, certo è questa, e non è ehe dietro l’ analogia 24 delle specie affini scoperte negli stessi strati, che io mi risolvetti di collocarla fra le Nereidee, colle quali a dir vero ha delle ragguardevolissime somiglianze : specialmente coll’ Aglaura splendens ; ed Enone lucida, Nereis nuntia, antennata, sanguinea, nelle quali si os- servano simili frastagliature e biforcazioni delle appen- dici tentacolari, quantunque meno risentite che nella specie fossile. La mancanza però della testa non ci permette di portare un migliore giudizio. Differisce dalle specie antecedenti oltre che pella variabile sotti- gliezza del corpo, che dal 1/2 millimetro arriva ad uno o di poco lo sorpassa, anche e più di tutto pelle appendici tentacolari che sono 4-6 volte più lunghe della larghezza del corpo e bi-tripartite all’ apice, or- dinariamente e più frequentemente bipartite. Il corpo sembra essere stato forse più tenero che pelle specie sopra descritte. La somiglianza di questa Nereifes con alcune Caulerpe e colle Dasia, m'ha indotto a fissarle il nome specifico. Questa specie è una delle più fre- quenti nel M. Bolca, o dirò meglio più di tutte le altre Nereidee qui descritte, che del resto sono tutte raris- sime. Si trovano a preferenza negli strati del M. Postale massime nelle cave di mia proprietà, laddove quasi mai non si rinvengono nelli altri luoghi. L'originale della fig. 4 tav. HI conservasi nella collezione del ch. Sig. Alberto nob. Parolini, che mi fece copia di | un disegno eseguito dalla coltiss. sua figlia Elisa: Te due impronte figurate nella tav. IV appartengono alle mie raccolte, e sono due saggi differenti la fig. A e la fig. 2, riuniti a disegno nella stampa. 22 Nereites Jani Massal. | Tav. Il fig. a. Tav. VI fig. 2. N. Corpo lineare-allargato lungo 6-8 pollici, tortuoso, piano (?) cartilagineo, roz- zamente annellato, con annelli appena discer- nibili, largo 2-4 mill.: appendici tentacolari frequentissime aghiformi sottilissime egual- mente grosse per tutta la loro lunghezza ed equidistanti. Testa ovato-ellitica munita di due mandibole (?) coriacee (cornee?) ar- cuate, ed ornate di due LERICI (?) schiac- ciati claviformi ottusi. Sym. Thoreites Jani Massal Schiz. geog. pag. 22 — Nereites Massal. Comp. Fau. et Fl. fossil. Bole. tab. 7 fig. 2. Osservazione. La fig. 2 tav. II è l'originale che mi servi pella breve descrizione fattane nel mio Praeludium Florae primordialis Bolcensis. Nella tav. VI fig. 2 @. vedesi la testa di questa specie, però sì confusa e male espressa che non è sì facile l' indovinarne la forma e la strut- tura. Componesi essa di due laminette arcnate di so- stanza coriacea terminanti all’ apice in due tentacoli (?) di forma conico-ottusa: nel mezzo della testa vedesi un'altra laminetta coriacea sagittiforme, biforcata alla base, e nulla più ci è dato rilevare. Il corpo è più 25 largo che in tutte le altre specie, forse più pingue e cartilazinoso e munito di appendici tentacolari lunghe 2-5 millim., poco più poco meno quanto è largo il corpo. Entrambi gli originali di queste due figure ap- partenevano alla collezione Castelini ora dell’ Orto Botanico di Padova, e mi trovo in obbligo di far notare che l’ esemplare fig. 2 tav. VI è in cattivissimo stato, e reso confuso oltremodo da un intonaco esterno di vernici male applicate che penetrarono la roccia, siechè la figura quivi esebitane è la ristaurazione di quel malconcio esemplare, meno la testa, che attesa la sua maggiore consistenza è ancora in buon stato, quale sì vede nella fig. 2 a. tav. VI, La forma della testa di questa Nereide condurrebbe a paragonarla unita- mente alla specie seguente, al genere Lycastis, Leodice e forse più al primo che al secondo pella presenza de' tentacoli. La Leodice opalina infatti ha la testa profon- damente biloba, e così la Lycastis armillaris ( Nereis Lin.) entrambi viventi nei mari settentrionali dell’ an- tico e del nuovo mondo, ma lo stato delle nostre im- pronte ci vieta ogni ulteriore raziocinio. Nereites affinis Massal. Tav. II fig. 1 e tav. VI fig. 1. N, Corpo lineare cartilagineo inegual- mente allargato lungo 9-10 pollici qui e qua strozzato e rigonfio, assottigliato nel- l estremità inferiore — appendici tentaco- lari creberrime aghiformi più o meno con- 24 fluenti lunghe 2-4 mill. Testa ovato-schiac- ciata formata da due laminette semicirco- lari, ed un corpicciuolo elittico nel mezzo, ornata da due tentacoli appena risentiti. Osservazione. Questa Nercide somiglia assai alla specie precedente della quale forse potrebbe essere una varietà od uno stato dovuto all’età. Però la forma del capo che si può vedere tracciata nella fig. A tav. Il a., e la forma del corpo, mi recano a proporla siccome specie di- stinta. Nella Nereites Jani la testa è elittico-allungata in senso longitudinale, il corpo eguale per tutta la lunghezza, laddove nella Nereites affinis la testa vedesi ellittico-schiacciata in senso trasversale, ed il corpo è di ineguale larghezza, qui e qua strozzato, qui e là munito di rigonfiamenti tav. VI fig. 41. 6. 6: le anten- ne (?) nella N. Jani sono collocate ai lati delle lami- nette mascellari, nella N. affinis fra mezzo ad esse sul corpicciuolo ellittico che vedesi appena segnato nel mezzo della testa. Oltre a ciò la stessa natura del corpo di questa specie sembra disferenziarla dalla Ne- reites Jani, imperocchè in essa la molta sostanza carboniosa lasciata sull’ impronta sembra accennare ad un corpo assai pingue e coriaceo e forse cilindrico, mentre dovette essere probabilmente appena cartilagi- noso nella N. Jani. Nella fig. 1 tav. VI a. vedesi soltanto una traccia della testa, la quale invece e più distinta nella fig. 4 tav. I a. Gli originali di tutte due queste 25 forme appartenevano alla collezione Castellini ora dell’I. R. Orto Botanico di Padova, però manca at- tualmente quello figurato alla tav. Il fig. 4. Io feci un disegno dell'esemplare rappresentato in questa tavola, nell’ estate del 1854 nell’ I. R. Gabinetto di Storia Na- turale dell’ Università di Padova; ma I anno appresso mancava a quella collezione, nè posso indovinare dove sia ito, mancando tuttavia anche all’ orto botanico dove non venne mai trasportato. Era quell’ esemplare unico senza controparte della grandezza precisa che qui vedesi rappresentata, e siccome era, munito di capo , diventa ancora più grave e lamentabile tale perdita. Jo però l'ho voluto tuttavia figurare, essendo sicuro dell’ esat- tezza del. mio disegno. Sono da mnotarsi in questa specie (tav. VI fig. 4) quelle. macchie più oscure ed irregolari che si veggono sul corpo, dovute alla gros- sezza dell'animale. Pelle analogie colle specie viventi, valga quanto fu detto della specie antecedente, Nereites Heerii Massal, Tav. V. fig. 1. 2. N. Corpo lineare esilissimo, allungato, lungo poco più di due pollici, largo 4 mill. attenuato alle due estremità, e maggiormente nell'inferiore che è ornata di un’'appen- dice cuspidata, retta, lunga circa due mill.: appendicitentacolari cortissime esilissime, nella porzione cefalica frastagliate bi-tri- partite, equidistanti. Testa formata da una 4 26 macchiuzza oscura esilissima di forma te- tragona-rotondeggiante, nunita di due cor- te appendici leggermente divaricate, » Osservazione. Questa Nereide è una delle più esili, ma delle più belle e singolari che si sieno fino ad ora scoperte nel M. Bolca, ed insieme una delle più perfette. Si distin- gue da tutte pella forma e cortezza delle acicule ten- tacolari, e più di tutto pella appendice (fig. 1 e 2,6) cuspidata stiliforme di cui è ornata la sua coda. Il capo (a) è segnato da un’'oscura macchiuzza, e non può essere decifrato se i due creduti tentacoli non sieno piuttosto due fascetti di denti. La fig. A rappre- senta questa specie in grandezza naturale mescolata a fogliuzze di Malochloris tanto abbondanti nel M. Bolca, e la fig. 2 la rappresenta alquanto ingrandita, L’ ori- ginale conservasi nella mia collezione. È dedicata questa Nereide al fondatore dell’ entomologia fossile, al celebre Oswaldo Heer Professore di Zurigo, piccolo tributo della mia grande stima. Fra le specie viventi trovasi qualche analogia colle specie del genere Proboscidea, e pelle acicule colle Aglaura splendens ed Enone lucida e più con questa che con quella, LIS) =I Appendice, Aggiugnerò quivi in via di appendice l enumera- zione delle Nereidee viventi più conosciute, alla quale farò seguire il catalogo delli artrodeî antennati fossili fin qui descritti, indicando i varii periodi geologici nei quali vennero scoperti. Chetopodìî antennati viventi (°*) Leodice Nereis gigantea, antennata, Gallica, Norvegica, pinnata, Hispanica, sanguinea, tubicola: viventi nei mari settentrionali, ed in quelli di Spagna e Francia, meno la prima propria delle Indie, e la seconda del mar Rosso. Lysidice Nereis valentina, olympia, galathina, fulgida, ebran- chiata: la prima vivente nel Mediterraneo ed Adria- tico, la seconda e la terza nell'Oceano, la quarta nel mar Rosso, l’ultima nel mare Germanico. Lycoris Nereis lobulata, podophylla, folliculata, fucata, Aegy- ptia, nubila, fulva, rubida, pulsatoria, margaritacea, (*) Questo catalogo io I° ho estratto dal conosciuto e famoso lavoro del De Blainville sulle Nereidi. 28 nuntia, pelagica, incisa, fimbtiata, aphroditoides, frontalis, heterophylla , versicolor: quasi tutte dei mari di Europa, meno la N. aegyptia, e nuntia del- l'Egitto, frontalis ed heterophylla dell'America. Lycastis Nereis armillaris: del mare Settentrionale. . Lepidia Nereis stellifera, corniculata : dell’ Europa. Nephtys Nereis Hombergii, splendida : dell’ Oceano, . Syllis Nereis prolifera, monilaris: la prima della Norvegia, la seconda dell’ Egitto. Amiytis Nereis prismatica: della Groelandia. Polynice Nereis bifrons: della Groelandia. Hesione Nereis splendida, festiva: la prima dell'Egitto, la seconda del Mediterraneo ed Adriatico. Myriana Nereis longissima : dell’ Oceano. Phyllodoce Nereis lamelligera: dell'Oceano e del Mediterraneo. Ophelia Nereis bicornis: dell’ Oceano. Eulalia Nereis viridis: del mare del Nord. Castalia Nereis rosea: del mare del Nord. Eleone Nereis flava, crassa, longa: della Groelandia ed Oceano. Spio Nereis seticornis, filicornis: dei mari del Nord. Polyodorus Nereis cornuta: dell’ Europa. Aricia Nereis sertulata : dell’ Oceano. Aonis Nereis caeca: del mare settentrionale. Si Glycera Nereis dubia, alba, unicornis: dell’ Europa. A 350 Proboscidea Nereis filigera, fragilis, scolopendrina, lumbricalis ; della Norvegia — Totale 62 specie. Chetopodì antennati fossili. Nereites Cambrensis, e. Sedgwicki Murch. del periodo carbonifero — Nereites Jani, affinis, thoraeformis dasiaeformis, Heerii, intermedia, Hesionoides Massal. del periodo eocenico. del M. Bolca — Leodice spec. ind, Morrs, del periodo carbonifero — Aphro, dite spec. ind. Port. — Myrianites Macleayî Murch. e Lumbricaria î antiqua Port. dello stesso periodo — Hyrudella angusta e tenuis Mùnst, Lumbricaria? gordialis, conjugata, filaria Minst. del periodo oolitico -— Lumbricaria © gregaria Portlook. della creta — Entobia antigua Portlook. «del periodo carbonifero — BEntobia Conybeari Br, e cretacea Port. della creta — Talpima solilaria, ramosa, foliaceca Hag dello stesso periodo. In tutto 25 specie. Nota, Alcuni altri entomozoi oltre ai descritti in questo libretto, vennero scoperti. nel M. Bolca, specialmente crostacei ed exapodi, e ne darò quivi un breve catalogo, riservandomi di parlarne con più diffusione nel mio lavoro intitolato Compendium faunae et Florae fossilis Boleensis. Serpula (L.) Lk. Spec. 5 indet, Lumbricaria M. Catulli Massal. Comp. Fau. et FI. foss. Bol, tav. 9 fig. 4 ( Confervites gordialis Catullo in Mnscr.! — Thoreites intermedia v. gordialis, Massal. piant. fossil. Vicent. pag. 57. Hyrudella Miinst, Bubulcae Massal. Compend. tab, 7 fig. 4 tab. 9. fig. 1-5 — tab. 40 fig. 5. Vallisnerii Massal. Comp. tab. 40 figu- ra 4 (Vermetto aquajuolo Vallisnieri in litt. ad Scheuch. Herb. Diluv. tab, 3, fig. 2 infim. ad basim. Dipierites Heer, Angelinii Massal. Comp. tab, 6 fig. 2. 5. Forficula Lin. Bolcensis Massal, ined, Cordulia Scheuchzeri Massal, Comp. tab. 6 fig, 4 (Scheuch. Herb, Diluv. tab. 3 fig. 2 pag. 24? ?) Ancylocheira Esch. deleta Heer. -- Massal. Comp, tab. 10 fi- :gura 5. 6. 7, 32 Perotis Megrl. laevigata Heer. — (Questi due coleotteri sono quindi comuni ai sedimenti di Oeningen e del M. Bolca. L'unico esemplare della Pe- rotis laevigata scoperto nel M. Bolca, appar- tiene alla II del Nob. Signor Alberto Parolini. Platycarcinus M. Edw. Beaumonti M. Edw. (Archiac Histoir de la Geol. 1850 pag. 304). Cancer (Latr.) ? maenas (F.) Holl. Sismondae M. Edw. loc. cit. ined. quadrilobatus M. Edw. loc. cit. ined. Seguierii M. Edw. loc. cit. ined. macrodactylus M. Edw. loc. cit. ined. pachychelus M. Edw. loc. cit. ined. Zignii Massal. Compen. Fau. FI. foss. bol. tab. 15 fig. I. Veronensis Massal. loc. cit. tab. 18 fi- gura 1. 2 (nel M. Bolca e Vajo Bruto a Fumane. i ? Spec. indet. Massal. loc. cit. tab. 44 fig. 2. Palinurus Fbr. Desmarestii Zigno in litt. -- Massal. tot: cit. tab. 42. Udora Miinst. ? Faujassii Massal. Comp. Fau. et FI. tab. 13 fig. 2 — Tab. 44 fig.5.6.7.8.9 — Tab. 15 fig. 2. 4 (Crevette Faujas. Ann. Mus. A804, III tab. I fig. 5 — Di questo crostaceo ho figu- rati molti stati ed età, fatalmente tutti poco conservati, ) Squilla Fbr. Latr. antiqua Miunst Beit. V tab. 9 figAl — ° Massal. Compend. tab. 47 fig. 4. Vestenae Massal. Comp. loc. cit. tab. 14 fig. 4.5 — Tab. 45 fig. 3. deperdita Massal. Comp. tab. 15 fig. 4. Varuna hl. Edw. ? Edwardsii Massal. Comp. Faun. et FI. tab. 44 fig. 4. Gonoplax Leach. - ? Spec. indet. Massal. Comp. tab. 46. Ranina Lk. Aldrovandi (Ranz.) Glyphea Mey. ? incerta Massal. Comp. tab. 17 fig. 2. 34 Somma degli Entomozoi : fino ad ora scoperti nel Monte Bolca. Vermi 45 specie. Crostacei 19. Exapodi 5 specie: cioè A diptero, A orlòptero, 4 neuroptero, 2 coleopleri. Totale 359 specie. SPIRGAZIONE DELLE TAVOLE Tav. IL Nereites Gazolae Massal., a. testa. Tav. II Fig. 4. Nereites affinis Massal. — a. testa. — Fig. 2. Nereites Jani Massal. — . Fig. 3, Nereites intermedia Massal. — Fig. 4. Nereites Hesionoides Massal. Tav. III. Fig. 4. Nereites dasiaeformis Massal. — Fig. 2. Nereites thoraeformis Massal. — _ Fig. 3. Porzione della Nereites thoraeformis in- grandita. Talk DIE: 1, Nereites dasiaeformis Massal. — Fig. 2. Tav. V. Fig. 4. Nereites Heerii Massal.: a. testa, d. ap- pendice stiliforme che orna la coda. — Fig. 2. La stessa alquanto ingrandita. Tav. VI. Fig. i. Nereites affinis Massal. a. testa, 6. db. ri- gonfiamenti del corpo. — Fig. 2. Nereites Jani Massal.: a. testa, 0. appendici tentacolari od acicule, Tutte le figure sono in grandezza naturale, meno quelle di cui è stato notato l’ ingrandimento. supsdle 50 Pirani ioni aofionoti 2g Sao < Anaontl ‘afbrogiristati andissiott! VO " Apeanili rinniotasizsti ‘sodio de ‘nali simeidtontodi: padionati”, i st salienti Lal bapeeti* n Dania pren iaia colt Mii dd Lenin di : has: n) 7 “segro9 toi Mc Ù flnonge è pis i formali it vano # | — olo DR a ve pe ' Sen mao sorga vani Ni anse: A, Pneggidi e pros “ Tao L. si MA di ju Bi Ù v si mi : Di, i è w î n ® RA munliaaio) RESTA, VIZIIA SE SI Lao NV I ZIA ia Fig 2. Tav VI. AD Mafsad. dea . GA RL ALII i Ri $ 3 É 33 gregari Dai io 7 î AI Mp50) PLL II 4 T I) PIA Ta Uli fi pl La na . ; ' V ‘ i pi al) Ù » si G È alt } Li X ì ni Med Man î Ù È n * N x y x ° Pi : % x Ù DC] x \ v Ù NUNZIO i ' ) N i pu ‘ 1 NAT RURO er CRATERI Ul Lul ì i