Rea rt +» se SEITE IG n Le | RL, î SEITE” A racer: Sei 43 È : 2 stre zazarpnrese option È a —_r a fsda a wai Cai aa ao > UE Ci AF i; - Rmema LUBE ti Zali Sion - Ra def CI mA uare dii » CI TIOBRILATRFERENIRTTATINDOTKANIREbBRTATEREtIRe A TI I MRLI E } “i E Di a VIA VITTORIO EMANUELE » Si _Si possono acquistare a mezzo della hi Amministrazione della e e | $“ NEPTUNIA ,, we ve % per ripopolamento __« € di laghetti e di staon “ € € per allevamenti intensiv "i Governo, trovasi in missione lungo la costa Adria- ù per istudi sull’ organizzazione professionale dei pescatori, | porgiamo anzitutto - nell’iniziare le pubblicazioni del nuovo “anno - il nostro cordiale saluto agli amici lettori. Da qualche tempo il prof. Levi Morenos non può atten- dere regolarmente alla Direzione di questa Rivista, in quanto che tutta la sua opera è assorbita da molteplice lavoro per isvolgere le diverse iniziative ch'egli viene promuovendo alla scopo di indirizzare la Scuola di Pesca - instituitasi nell'aprile 1908 - in quel campo di attività pratiche e feconde che co- stituiscono la ragione d’essere della Scuola stessa. È per tale motivo che la pubblicazione del presente fa- scicolo ha subito un qualche ritardo: ed è per ovviare in avvenire a tale inconveniente che la Redazione ha deciso di rendere la Rivista merszle in luogo di quindicinale, aumen- tando però il materiale di ciascun fascicolo. Con tale trasformazione non intendesi affatto di mutare I il programma della nostra propaganda; nè il fatto che il È Prof. Levi Morenos regge ora la Scuola di Pesca ed Aqui- coltura in Venezia, darà un carattere spiccatamente locale alla Rivista che continuerà sempre a sostenere, con la mag- giore serenità, gli interessi dell’ industria aquicola nazionale. I nostri amici non dimenticano certamente come debbasi alla Neptunia, - che entra nel suo XIX anno di vita - l'ini- ziativa del benefico movimento destatosi in Italia a favore della pesca, movimento che si è poi incarnato nelle Società Regionale Veneta, Lombarda e Benacense e nella testè istituita . Scuola di Pesca. E non dimenticano inoltre come da molti anni la Neptunia vagheggi la costituzione della « federazione Nazionale Aqui- cola» con la quale si verrebbe ad armonizzare e ad integrare le singole attività onde rendere più sollecito il conseguimento nt NS di comuni idealità, più disciplinato e più efficace il comi lavoro. bi: Nella nostra propaganda abbiamo trovato non poche — di amarezze, ma non è mai venuta meno in noi quella fede senza la Quale ogni opera buona si infrange contro l'altrui indifferenza, 0, peggio, contro le avversioni di coloro che non comprendono, o non vogliono comprendere, quanto si possa e si debba fare a vantaggio di un’ industria non ancora ra- zionalmente sfruttata, ed a beneficio di una classe assenteista e analfabeta, ma benemerita di lavoratori, fino ad ora ab- bandonata da tutti, anche da coloro che fanno professione di occuparsi delle classi popolari. Passando anche in rapida disamina quanto si è fatto ed ottenuto in 18 anni di lavoro, ci accorgiamo, con intimo com- piacimento, che non sono pochi nè trascurabili i risultati ottenuti. Molte indifferenze, molte avversioni sono vinte: le buone volontà accennano ad unirsi in un ideale che non è più di pochi mal compresi: i pescatori stessi cominciano a compren- dere l'opportunità di associarsi seguendo il consiglio di chi si preoccupa esclusivamente della loro redenzione economica e morale. E poichè in questo fortunato, promettente ridestarsi di più vasto, concorde interessamento, anche il Governo intende porgere prezioso ausilio offrendo i mezzi per iniziare la desi- derata organizzazione dei lavoratori del mare - come rife- riamo in altra parte del giornale - così oggi più che mai ci sentiamo lieti ed orgogliosi dell’opera nostra, e che tutta la fitta nebbia di apatia, di sfiducia, di mal celata opposizione tra la quale si è svolta per tanti anni l’attività illuminata e serena del. dottor Levi Morenos e de’ suoi pochi ma fedeli e convinti cooperatori, sia ormai dissipata come il ca/zgo incom- bente sulla laguna all’apparire di un bel raggio di sole. Rinasce in molti la fiducia; gl’'inerti si muovono e promettono efficace aiuto: è giunta (lo ripetiamo) l’éra delle feconde iniziative; e di esse la nostra Neptunia darà conto con la massima com- piacenza a’ suoi cortesi lettori. LA REDAZIONE zione della pesca A a Rapport sul Lo traveaux exécutés en 1896 à ian — Beitràge zur Naturgeschichte einiger Elbfische- ni V Viss. Meernutersuch. d. deutsch-Meere in Kiel Bd. I. p. 35 — 1882. Sia 3. Fabre-Domergue et Bietrix. — Recherches biologiques appli- » —«ables è la pisicolture marine - Ann. des sciences naturelles Zoologie — Serie 8 + IV, 1897 p. I5I - 222. 4. Hovelaque Abel. — Ler débuts de l’humanité, 1 homme È primitif contemporain - Paris 1881 — Idem - Les Negres d’Afrique i - Biblioteque d'Anthropologie 1882. } 5. Lubbock I. — I tempi preistorici e l’origine dell’ incivili- «|. mento —- Torino. Unione Tipografica Editrice - 1875. i 6. Nilsson Sven. — Habitants primitifs de la Scandinavie - A trad. Francaise 1868. 7. Heusen et Apstein. — Ueber di Eimenge der ein wiuter faichen den Fische - Wiss. Meeresuntersuch. der deutsch. Meer. Bd. Hkx397: È 1.La pesca è coeva dell'umanità, poichè l’uomo, molto prima di imparare a coltivare il suolo ed allevare gli animali, do- vette cercare di appropriarsi i prodotti che la natura diret- tamente gli offriva. Così che la caccia e la pesca furono le due prime mammelle dell'umanità, non più frugivora come gli antropoidi, ma oramai omnivora. Le pesca è quindi una industria estrattiva e primordiale, essa indica l’estrazione che si fa dalle aque dei pesci (pisces — piscaria — piscatio) e in senso più lato di qualsiasi altro organismo aquatico. L'aquicultura è invece molto diversa perchè essa non si limita a raccogliere il prodotto come lo trova, ma lo coltiva, cerca di educarlo, ossia di condurlo ad una dimensione più rimunerativa di quella originaria. Possiamo quindi dire che fra aquicultura e pesca vi è quella stessa differenza che esiste fra agricoltura e caccia (1) 4 Queste distinzioni non hanno solo un valore sistema scolastico ma sono di grande importanza per fissare. le‘ 1dee-'e far Comippelidere il valore diverso delle due in strie. i AI nostro argomento è perciò necessario premettere un. cenno storico sulla origine e sulla evoluzione della pesca, perchè possa poi apparire l’importanza che presenterà. pero Pi l'umanità il passare dalla pesca all’aguicultura. 2. È evidente che l’uomo dapprima dovette esercitare la pesca come un animale, cioè col sussidio dei suoi naturali strumenti, afferrando o raccogliendo la preda cogli arti, pre- cisamente come fanno le scimmie che furono viste più volte raccogliere 1 molluschi sulla spiaggia del mare e nutrirsene. La « pesca a braccio », il sistema più elementare possibile di catturare gli animali, perdura tuttora in diverse località, essa dà i mezzi di sostentamento non solo a popolazioni. sel- vagge, come p. e. agli Australiani (!),) ma anche ai più mi- serabili abitatori dei littorali e degli estuari. NB. Nel bollettino del Gennaio 1903 della Società Lombarda di Pesca ed Aquicultura, troviamo citata questa sentenza di S. Re- gnard: « La pesca non deve considerarsi altrimenti che come un’ agri- coltura marittima, equivalente a quella terrestre. I nostri campi ed è nostri mari sono Veri SINONIMI ». Non sarà mai abbastanza ripetuto che è neccessario non creare colla confusione di errate comparazioni, vane speranze. La pesca non deve confondersi coll’ aquicoltura, e non è comparabile coll’agricoltura. (1) Gli abitanti della terra Van Diemen sono altrettanto miserabili quanto gli Australiani. Secondo la testimonianza del Capitano Cook non avevano case, nè vestiti nè barchette, nè 577272227 per pescare il grosso pesce, nè reti, nè amzz; vivevano di conchiglie bivalvi, di piccoli gasteropodi del genere del pettuncolo e dei turbini e la loro sola arma era un palo diritto, aguzzo ad una delle estremità. Cono- scevano il fuoco, ma ignoravano come procacciarselo e come sarebbe possibile riaccenderlo se venisse a spegnersi. In tutti i loro viaggi portano seco di che alimentare il fuoco. Le donne sono particolarmente incaricate di portare in mano un tiz- zone con cui ravvivano di tempo in tempo la fiamma quando minaccia di spegnersi (Tasmanian Journal of nat. sc. vol. 1, n. 250). Non hanno come gli Australiani una parola per esprimere 1’ idea albero, mancano di idee astratte, (pag. 321). nmersi O CI dalle aque. Ed anche per alcuni pesci vi è nell’estuario veneto que- 5 sta forma speciale di pesca detta appunto a braccio ; è quella i che cattura nella stagione degli amori il Gobius Ophiocephalus var. Venetiarum, il Gobio della laguna veneta che i pesca- tori vanno ad afferrare nella tana che i maschi si scavano e nella quale le femmine depongono le uova, slanciandole nelle radici delle erbe aquatiche (zostere). Queste radici penzolano nell'interno della tana, il maschio, partite le femmine, rimane a custodire la covata. Il pescatore introduce la mano nella tana, afferra il maschio e se non distrugge le uova sconvol- gendo la tana, causa tuttavia sempre la perdita della covata, poichè i granchi entrano nel nido, reso deserto di custodia, e mangiano le indifese uova. 5. Ma certo l’idea di slanciare qualche arma contudente, un ciottolo, una scheggia, dovette presentarsi ben presto alla mente dell uomo preistorico, come del resto si presenta al selvaggio moderno, quale opportuno mezzo per arrestare gli animali insidiati ai quali non poteva arrivare la mano. La caccia ha forse precorso di qualche cosa la pesca, certo da principio le zagaie, gli arponi e le lancie, usate per fermare gli uccelli al volo ed i mammiferi alla corsa, dovettero essere usate anche per i pesci e per i mammiferi aquatici. Anche oggidì gli Esquimesi, quando incontrano qualche foca in una gola o stretto, oppure se possono spingervela, la spaventano col gettar alte grida, col battere le mani, collo scagliare pietre contro questi animali ogni qualvolta vengono alla superfice per respirare. Finalmente quando sono estenuate si possono facilmente accostare ed uccidere. AI’ inverno attendono la foca al dyco che fanno nel ghiac- cio e la uccidono col rampone. (Lubboch pag. 361). Curiosissima è pure la pesca-caccia che gli Esquimesi danno alle Foche ed alle Balene con arpioni aventi attacate delle vesciche fatte colla pelle di foca. Queste vesciche trat- tengono a galla l’animale ferito; allora l’esquimese finisce la ghe che si trovano ci ammassi di conchiglie del li marca. (Lubboch loc. cit. pag. 360). MOT 4. Solo verso la fine del periodo paleolitico si inve ntò Ae i Dei scavi del lago di Kranka ed a Sud © si trovarono” ami di silice, attribuiti al paleolitico, aventi la forma di un I, maiuscolo a stampatello colla punta ricurva ma poco svilupata, e colla sommità inferiore avente un piccolo rigonfiamento per trattenere la corda. Così li descrisse il Nilsson Sven ma il Mortillet dubita della loro autenticità. i Può sembrare strano e quasi incredibile che l’uomo abbia avuto bisogno di parecchi secoli prima di passare dall’amo diritto all'’amo ricurvo. Eppure solo nel neolotico si incomin- ciano a trovare ami d’osso con punta ricurva. Il più antico amo ricurvo è fabbricato con un dente di cinghiale, e fu rinvenuto negli scavi delle palafitte di Mooseedorf. Questi ami dovevano essere difficili a lavorarsi, poco solidi e poco usati, come ce ne fa prova la loro rarità, mentre si continua a trovare, per tutto il neolitico, abbondantissimi ami ossei di- ritti, continuano gli arpioni e finalmente si arriva coi pro- gressi delle industrie terricole, ad avere verso la fine di que- sto periodo delle veri reti. I veri ami ricurvi e di uso comune non si trovano che molto più tardi come si dirà più sotto, dopo l invenzione delle reti. 5. Negli scavi di Robenhausen, di Wangen sotto la torba, si trovano con altri istrumenti dell’uomo paleolitico frammenti di reti, alcuni a maglie grandi, altri a maglie più piccole. La maglia è quadrata, sembra costruita annodando su un qua- drato delle funicelle ad ogni punto di intersecazione. Coi frammenti di reti si trovarono pure dei ciottoli silicei di forma quadrata, bucati, e dei frammenti di corteccia rappresentanti quelli i piombi e questi i sugheri delle nostre reti. Le reti a maglie quadrate continuano per molti secoli anche nell’ età del bronzo, nella quale finalmente compaiono I , simili quasi ; da uo a quelli usati nei periodi 1 ai nostri giorni. Un ricco deposito di ami di bronzo o negli scavi del lago di Rienne; anche in Italia si CT: in varii depositi lacustri ami di bronzo, ed uno avetta in bronzo per fare i nodi alle reti perfettamente si- | mile a quella in ferro ancora oggi usata (Motellet loc. cit. pagina 229). 6— Gli antichi egizi nei tempi proto-istorici avevano, oltre agli strumenti su ricordati, anche delle nasse che si veggono ben disegnate nelle pitture di Fi e di Pthah-Hotep. Presso gli antichi Romani apparisce il tridente che si continua e riproduce anche ai nostri giorni, e si variano ancora più le forme delle nasse. * o La pesca si è sviluppata passando per tre fasi che si ritrovano anche oggidì fra i selvaggi e fra i sistemi ordina- riamente seguiti dai pescatori di tutti i paesi. I. La pesca esercitata direttamente colle mani, talvolta preceduta da sbarramenti, deviazioni, e forse anche da intos- sicamenti. II. La pesca con istrumenti a punta fissa, zagaia, tridente, bidente, ed a punta mobile inescata : amo diritto, amo ricurvo, in vario modo fissato. III. La pesca con istromenti intessuti a fori variabili (ma- glie delle reti) od a fori fissi (nasse, ceste di vimini). Le reti alla loro volta diedero luogo a molteplici appli- cazioni che si possono elencare in due serie : Queste due serie di sistemi sono : A) Pesche con sistemi mobili ; . B) Pesche con sistemi fissi. Nella prima serie rientrano tutte le molteplici forme di pesca esercitate sia con reti a sacco trainate da una barca o da due barche appaiate, sia da reti che si calano vertical mente ad una certa distanza dalla spiaggia e poi si trasci- nano a terra, mano a mano rinserrandole per rinchiudere il pesce che si trova nello spazio aqueo compreso fra Ja ret e la spiaggia. : Roo, I sistemi fissi variano essi pure molto e possono limitarsi. a semplici reti verticali nelle quali vanno ad incappare i pesci, — possono essere congegnate a cogolo fisso, ad asserragliamento, a labirinto (saltarello) per assurgere alle complicate e costo- sissime fonnare. (Continua) Note - Comunicazioni - Corrispondenze Per l'organizzazione della pesca nell' Adria- tico. — Il 5 Gennaio la Sotto-Commissione reale per i servizi marittimi, composta degli on. Pantano, Carboni, Boj e Tecchio, assistita dai segretari cav. Pinzautti e Riccardi Riccardo, ac- compagnata dall’ on. Galli, dal co. Antonio Comello presi- dente della Scuola di pesca e d’aquicultura, dal prof. dott. David Levi Morenos, dal prof. G. B. Pitotti direttore della Cattedra ambulante di agricoltura, dal dott. G. B. Voltolina e dal signor Mamerto Camuffo per la Società R. V. per la pesca e l aquicultura, si recò a Chioggia con una lancia della r. Marina. Frano ad attenderla il Sindaco cav. Amadio Gallimberti e le altre varie autorità di Chioggia, alle quali si erano pure uniti molti cittadini. i La Commissione si recò subito al Municipio, ove, con pre- vidente pensiero, il Sindaco aveva disposto le cose in modo che i rappresentanti dei varii interessi conferissero a gruppi separati, onde i relativi argomenti venissero svolti con esame più particolareggiato. La discussione, alla presenza di numeroso pubblico, venne iniziata dai capitani di mare, e dagli armatori, seguita indi dai pescatori e dai conduttori' di trabaccoli ed infine dai rap- presentanti l estuario per la esportazione delle frutta e degli erbaggi. .. Pantano, a nome della Coni marittima da i È AE negoziatore dei trattati di "commercio dal | recci segnatamente con l’Austria-Ungheria. La discussione che ne seguì con ciascun gruppo fu so- bria, ma interessante ed efficace. I rappresentanti degli interessi del Porto — fra cui il capitano Francesco Frizziero, il sig. Pian Carlo spedizioniere e l'ingegnere Poli Rodolfo ed altri, misero al nudo le condi- zioni veramente sempre più disastrose in cui si trova il porto di Chioggia e la necessità assoluta che vengano affrettati i provvedimenti indispensabili onde quel porto possa rispondere alle esigenze imperiose di tutti gli interessi agricoli, mari- nari, pescherecci e commerciali che ad esso sono intimamente collegati. I rappresentanti dell’ industria peschereccia e del com- mercio marittimo — fra cui Pagan Giuseppe Varagnolo ca- pitano ed armatore, Voltolina Adamo armatore ed altri — fecero rilevare: 1. Per quanto si attiene alla pesca la convenienza anzi- tutto di conservare nel trattato coll’ Austria-Ungheria per lo meno le condizioni attuali che si godono per antica tradizione, e che rappresentano una utilità corrispettiva fra i due paesi; pronti peraltro ad accettare gli aiuti del Governo per eman- ciparsi, occorrendo, da qualsiasi dipendenza assoluta dalle coste vicine, dando alla propria industria uno sviluppo più largo ed indipendente. 2. Per ciò che riguarda gli scambi commerciali, la im- portanza che essi hanno nel traffico marinaro di Chioggia sia per il trasporto dei laterizi e di certe qualità di ortaggi, sia per la importazione di pietra e legname dal vicino im- pero: commercio che si ‘svolge nel duplice interesse dei due paesi. Infine il co. Comello — l’infaticabile apostolo degli inte- ressi agricoli e pescherecci, non solo della sua città, ma del- il 10 l’intera regione — che a lui deve benemerite istituzioni a Venezia, a Chioggia ed a Padova — presentò alla Commis: sione i rappresentanti dell’orticultura. Questi — a mezzo del. prof. Pitotti direttore della Cattedra ambulante di agricoltura e del signor De Grandis Giuseppe esportatore di ortaggi, ed altri — posero in evidenza l’ importanza grandissima che nell’ economia locale e nazionale ha il traffico di esportazione — segnatamente verso la Germania e l Austria-Ungheria — di erbaggi, legumi ed altri prodotti orticoli, pei quali chie- dono una giusta e legittima tutela del nuovo trattato di com- mercio, mettendo anche in evidenza le difficoltà a cui sotto- stanno, dovendo servirsi per rapidi trasporti soltanto della bandiera estera che non ne riconosce nè tutela abbastanza l interesse italiano. Queste osservazioni vennero integrate da altre fatte nel corso della discussione così dal Sindaco, dal rappresentante politico on. Galli, dal co. Comello, che parlò anche come vice presidente della Cattedra ambulante di agricoltura, e dal comm. Penzo. L'on. Pantano assicurò in nome della Commissione ma- rittima, ch’ essa si affretterà a f.r conoscere al Governo, ap- poggiandola vivamente, la necessità ognora crescente che si provveda alla sistemazione del Porto di Chioggia sia nell’in- teresse del commercio presente, sia in quello che andrà a svi- lupparsi quando verrà attuata la rete dei trasporti fluviali di. cui in questo momento si preoccupa lo Stato e si occupano le provincie interessate. i Per quanto si riferisce ai pescatori italiani che esercitano la loro industria così nel nostro Estuario come nel litorale dell’Istria e della Dalmazia, nonchè nell'alto mare, l’ on. Pan- tano non dissimulò la necessità di affrontare decisamente. il problema importantissimo sia, come è sperabile, che si addi- venga ad un accordo coll Austria-Ungheria, sia che necessità ineluttabili ci costringessero a cercare altri sbocchi ed altre risorse, ed in ogni caso per dare alla pesca italiana nell’Adria- tico un indirizzo più fecondo e un’ organizzazione più pro- duttiva. A questo intento sono necessarii sopratutto : I. trasfor- | mazione graduale del materiale peschereccio per renderlo a- 5 datto a usufruire non soltanto del campo attuale, ma anche | di altre zone peschereccie e per far sì che il prodotto della | pesca raggiunga rapidamente i centri di consumo; — II un credito a mite tasso che consenta questa trasformazione e questo commercio più razionale; — III i mezzi più necessari a completare la Scuola di pesca ed aquicoltura fondata per la prima a Venezia, con perseverante opera, in modo che la scuola stessa possa estesamente funzionare e diffondere fra i pescatori dell’Adriatico conoscenze tecniche e scientifiche che rendano il loro lavoro meno improbo e più rimunerativo, e che con studi appropriati determini le condizioni dei diversi fondi di pesca in modo di avere una vera e propria carta idrografica-peschereccia, dell Adriatico; — IV. che un’ orga- nizzazione cooperativa si costituisca e presieda alla coordi- nazione e alla solidarietà di tutti i pescatori italiani dell Adria- tico, per modo che la Scuola, la trasformazione tecnica, il credito, possano svolgersi in un ambiente adatto, proficuo e fecondo. Per raggiungere tutti questi fini l'on. Pantano, tanto a nome del Governo, quanto specialmente dell’on. Luzzatti che per tali questioni prende il più vivo interessamento, si di- chiarò autorizzato a poter dare sicuri affidamenti, che, qua- lora non manchino l’ausilio e l'impulso dell'iniziativa locale, così per la Scuola di pesca come pel credito e per l’ inizio della trasformazione del materiale tecnico, il Governo presen- terebbe alla Camera proposte immediate e concrete. Delineò quindi pei sommi capi l’indole dei provvedimenti stessi, esprimendo la sua fiducia nella riuscita. L’on. Pantano, trascinato dall’ amore per la tesi da lui vivamente intesa, ha improvvisato in proposito una vera e propria conferenza, che fu interrotta più volte da vivi ap- plausi ed accolta alla fine da una calorosa ovazione che di- mostrava il convincimento ch’ egli era riuscito ad infondere negli ascoltatori. Di questa impressione e di questo convincimento, si rese convenientemente interprete il prof. Levi Morenos, il quale, a nome dei pescatori, con nobilissime parole, ringraziò l'onorevole Pantano e gli onorevoli suoi colleghi pel loro interessamento — ‘ e per quanto già vengono facendo con concrete proposte, lumeggiando in pari tempo l’ ufficio della Scuola, sia come istrumento tecnico, che come mezzo educativo dei lavora- tori del mare. Il Sindaco, con appropriate parole, vivamente applaudite, ringraziò a nome di Chioggia 1 membri della Commissione facendo i migliori augurii per la realizzazione dei voti e dei propositi manifestati per l'avvenire di Chioggia. sE è Il giorno seguente la Commissione si recò a visitare la sede della Scuola di Pesca ed Aquicultura. Fu ricevuta dal Presidente della Scuola conte Antonio Comello, dal vice-pre- sidente conte Piero Foscari, dal direttore prof. Levi Morenos, dall’ assistente conte Emilio Ninni, dal segretario sig. Mamerto Camuffo e dal dott. G. B. Voltolina in rappresentanza della Presidenza Generale della Società R. V. I rappresentanti tecnici delle Cattedre ambulanti di agri- coltura di Venezia e Padova e della Casa Paterna di Lido professori G. B. Pitotti, Sbrozzi, Trentin e Galimberti, con delicato pensiero vollero far atto d’omaggio alla Commissione reale intervenendo al ricevimento, e ciò anche per manife- stare la loro solidarietà verso la novella istituzione che così poderosamente viene affermandosi e ad integrare tanto effi- cacemente l’attività delle Cattedre d’ agricoltura della re- gione. La Commissione guidata dal prof. Levi Morenos, si in- teressò moltissimo all'esame del materiale didattico raccolto senza mezzi, nei pochi mesi dacchè la scuola è istituita, ed ammirò le splendide tavole topografiche — premiate con me- daglia d’ oro all’ Esposizione di Pietroburgo nel 1902 — dimo- stranti le peschiere ed i dettagli della valle Figheri nella laguna superiore, tavole cortesemente inviate per la occasione dal proprietario sig. Adolfo Bonivento, e delle quali il professore Levi-Morenos si valse per dimostrare alla Commissione l im- portanza delle coltivazioni vallive proprie della regione nostra. 13 La Commissione, oltremodo soddisfatta, si intrattenne lungamente a discutere coi preposti e col personale della Scuola, svolgendo ancora e completando gli argomenti trat- tati nella seduta al Municipio di Chioggia, specialmente per avvisare i provvedimenti coi quali organizzare ed estendere la Scuola assicurandone la vita, e perchè essa possa esercitare la sua azione e propaganda in tutto il litorale Adriatico. Si trattò infine: 1. Della necessità di istituire delle stazioni di salvataggio e di dotare le barche peschereccie di esperi- mentati, efficaci salvagente, assolutamente necessari special- mente per garantire la vita dei giovanetti pescatori, ricordando le pratiche iniziate in proposito dalla Scuola. — 2. Della op- pertunità di ottenere la concessione della pesca dei 772ec%ati (pesce novello) da semina nelle aque di S. Giovanni di Medua in Albania. — 3. Della assoluta necessità di una piccola valle modello da servire come campo sperimentale per molteplici studi e dell'impianto di un conveniente laboratorio, senza del quale non sarebbe possibile la formazione della carta drogra- fica-peschereccia dell'Adriatico che la Scuola si propone di compilare nel più breve tempo possibile. Pei nuovi trattati di commercio e navigazione coll'Austria-Ungheria. — Per incarico dei Sindaci dei Comuni marittimi pescherecci del litorale Adriatico, il pro- fessore Levi Morenos ha esteso un memoriale che fu presen- tato al Governo, e nel quale l’ estensore comincia rilevando «che in quest’ultimo ventennio, anzichè diminuire, si accen- tuarono in ogni nazione le recriminazioni di alcune categorie di pescatori contro i compagni di lavoro esercitanti la pesca con rete a strascico tirate da barche a vela » ma aggiunge «che queste recriminazioni appariscono sempre più mosse da rivalità del mestiere, mentre invece le ricerche scientifico- pratiche le più rigorose, hanno posto in luce nuovi fatti che riconfermano la necessità di andare immensamente cauti prima di porre nuove limitazioni ai sistemi di pesca che si esercitano al di là del miglio marittimo ad una certa pro- fondità ». Il dott. Levi Morenos rende quindi conto delle esperienze id scientifiche e delle osservazioni pratiche fatte in questi ultimi anni, le quali hanno dimostrato che il pesce 7z0vello viene distrutto non dalle coccze, ma dalle reti a trascico che vengono tirate dalla costa, e dalle pesche colla dinamite, sistemi che si esercitano proprio in quella zona dove i pescatori chiog- giotti non esercitano l’arte loro. La proibizione fotale, per certi tratti di mare fatta dall’ Inghilterra e dalla Francia, della pesca con reti a strascico analoghe a quelle dei nostri (coccie) tirate da galleggianti al di là del miglio marittimo, proibi- zione durata parecchi anni, 770n ha contribuito ad aumen- tare la pescosità di quelle aque, anzi si è osservata una sensibile diminuzione nel numero dei pesci, e specialmente nelle sogliole. Il Memoriale quindi continua : «Non acquisite da ricerche scientifiche, non esplicabili con interpretazione dei fatti — ma le identiche constatazioni che fecero gli istituti scientifici del Regno e della Francia, erano già state fatte dai pescatori italiani che si recano colle coccie a pescare nelle aque territoriali Austro Ungariche, cioè dai pescatori dei bragozzi chioggiotti. Il fondo dell’ Adriatico — dice il pescatore chioggiotto — là dove peschiamo — se è mosso dalle nostre reti si mantiene pescoso, non si ricopre dalle così dette este, zucche, olive, succasi, caneluzzi, grassi, che sporcano il fondo e lo ren- dono sterile. Bisogna che il fondo sia mosso, sia arato, perchè vi siano pesche copiose. Questa la tradizione peschereccia dei più vecchi e più famosi pescatori dell’ Adriatico, alla quale si aggiungono dei fatti sulla cui veridicità non vi è luogo a dubitare, perchè raccolti da un diligentissimo studioso Monsignor Canonico Domenico Razza di Chioggia. In una lettera indirizzata dal compianto Monsignore al Prof. David. Levi Morenos nell'aprile 1893, e che venne pub- blicata a supplemento della « Neptunia », il Razza riferiva il seguente fatto : — Molti anni or sono, quantità considerabile di barche, denominate tartane di 25 tonn. di registro ciascheduna, pe- scavano nella stagione invernale per tutto il mare esterno del Quarnero fino all’ Isola Lunga e Grossa. Ed il mare era sempre fecondo, le pesche copiose. Col tempo quelle barche scemarono di numero, sinchè scomparvero affatto : ed adesso in quel mare non. vi pesca che un numero assai esiguo di bragozzi: dai 15 ai 20. Or avvenne che collo scemare d’anno in anno delle tar- tane, le pesche divennero sempre meno copiose ; il mare si isterilisce... E perchè ciò... ? non dovrebbe anzi succedere l’effetto contrario... ? Il fondo del mare non è solcato, ecco la causa probabile, e forse la vera causa di quel fenomeno. — Questa parte del Memoriale si chiude con le seguenti parole dalle quali appare il torto dei pescatori dalmati quando combattono i chioggiotti col pretesto delle reti a coccia : «Ma allo stato della questione ci sentiamo autorizzati a concludere che l impoverimento delle aque litoranee Austro Ungariche non sono imputabili alle pesche a coccsa degli Italiani, esercitate al di là del miglio marittimo ed a profon- dità non minori di 8 metri, ma alle pesche strettamente lito- ranee e sovratutto dalle reti a trascico tirate da terra che travolgono ed uccidono enormi quantità di novellame, non- chè alla disastrosa pesca colla dinamite e con altre materie esplodenti. » Diamo il Memoriale a supplemento del presente fascicolo. Società di Pesca ed Aquicoltura Società Regionale Veneta. — Domenica 27 Dicembre 1903 ebbe luogo 1’ assemblea generale dei soci. Riconfermato per acclamazione a Presidente delle assemblee il Co. Crivelli Serbelloni, fu pregato di presiedere in sua vece il dott. Lodo- vico Sprocani. Il Presidente Generale, Senatore Co. Sormani Moretti, diede lettura di una diligente relazione sull’ attività svolta dall’Associazione, relazione che ottenne il plauso una- nime dell’ assemblea. Il dott. Lazzaro Levi, pel Collegio dei sindaci, riferì quindi 10 dettagliatamente sui rendiconti consuntivi 1901-1902 e 1902-903, i quali pure furono approvati ad unanimità. Approvato inoltre il bilancio preventivo per l’ esercizio 1903- 904 si passò alla rinnovazione delle cariche sociali. Per acclamazione furono riconfermati: a Presidente Generale il Senatore Co. Luigi Sormani Moretti ed a Vice Presidenti: l'On. Comm. Alessandro Pascolato - Cav. prof. Trois. La votazione per schede segrete diede i seguenti risultati : Collegio dei sindaci: Co. dott. Giuseppe Crivelli Serbel- loni - dott. Lazzaro Levi - Cav. Amadio Gallimberti. Consiglieri : Bonivento ing. Poliuto - Bullo Cav. ing. Giu- stiniano - Comello Cav. Uff. Co. Antonio - Camuffo Mamerto Maddalena Cav. dott. Domenico - Sprocani dott. Lodovico, Meschinelli Prof. Luigi - Nalato Prof Giuseppe - Ninni Conte Emilio - Pasinetti Cav. Rag. Pietro - Pellizzari Prof. R. F. Penzo Comm. Emilio - Rossi Cav. Antonio - Scarpa Vincenzo Voltolina dott. G. B. Prima di sciogliersi 1’ assemblea deliberò di inviare tele- grammi di condoglianza alle Società sorelle Benacense e Lombarda per la morte del rispettivo Presidente e Socio O- norario On. Zanardelli, e pregò l’ On. Sen. Sormani Moretti di porgere sentiti ringraziamenti alla Maestra Sig. Olimpia Viani Schiavon per la sua opera veramente lodevole spiegata pel corso Professionale di lezioni pei figli dei pescatori di S. Pietro in Volta, istituito dalla Scuola di pesca. Esposizioni (Mostre =Congressi Esposizione Resionale di Udine Nella Sezione Pesca ed Aquicultura la Società Regionale Veneta (Scuola di Pesca e Comitato Provinciale Vicentino) ed il Conte Gustavo Corinaldi furono premiati col diploma di onore (massima onorificenza). Al Prof. Levi Morenos ed al Prof. Luigi Meschinelli fu- rono conferiti speciali diplomi di benemerenza per l assidua propaganda e per i moltiplici lavori compiuti a vantaggio della pesca e dell’ aquicultura. Il Dott. Sisto Portelli ebbe pure il diploma di beneme- renza pei lavori ittiogenici nella tenuta a Torre di Zuino. Direttore responsabile Dott. Davip Levi MoRENOoS ti ba 3 » > À LS AOSTA 925 due Gate queluo fra, Supplemento alla * NEPTUNIA i /6b ch otto? Not ISAATT / Ip 2o 2 tO 57 3 if 30 ess o 6 (40 ii to, 15 F 1) 50 na 7, lo i] 0 0 IT fed /3 q20 /4 eb I5 340 17, 4 15 i 4h k5 ) so de 9 et) 10 0 30 L/ d 0 VA) di lo dh Jo fi AS 235 BI 13 40 1 Jh 20 28 A 24 17 30 VI), 5 31 ledue allo wunrze quotes ‘la fee Geprotta Îr0 le bile 1a: - 31 Gennaio 1904 hi cdevala < da v Pio rasi tl A . ‘ feno | Qt | Mata {10% | .23* 5° |A 17 50 o 25 3 19 50 fi:5. d 9% 15 I So 3: 2920 SR O ko $ $0 7 / 35 di: Se 215 30 9 9245 PUT O 3/5 URL Il 3 50 1030 | 12 4 20 Il 10 13 A 55 II 50 7. 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Tali sono moltissime che si rife- - riscono agli organi del movimento, cioè il reumatismo articolare, l'artrite — deformante, la cossite, i tumori bianchi, le anchillosi. Giovano ancora in 5 alcune ‘affezioni dirsiche cioè cicatrici di ferite, postumi di traumi, di ussazioni, di distorsioni, di fratture ecc. Sono altresì efficaci nelle pa- | ralisi, nelle nevralgie e nervriti, nelle dermatosi croniche, negli erpeti, ‘ ezemi, prurigine urticaria, ecc. Le terme di. Abano sono raccomandate inoltre ‘nella cura della scrofola, della rachitide, della gotta, nella sifilide Li terziaria ECC. 3 - Negli stabilimenti havvi darà rale per e elettricità e mas- ; uu da. impiegarsi in molte. malattie, nelle quali dd il fango ed il bagno. termale si richiede l’uso di’ questi mezzi curativi. — Medico. «dello Stabilimento Carlo dott. Rinoldi, Assistente nella Casa dà Salute del prof. comm. sen. De Ciovanni in Padova. i Si fanno pes che CorREEaO O alloggio, vitto e cura a L. 10, 9 : 8 5, ‘53 Pec “a "pra ottenere un ribasso nei Lea converrà nòltirvici nei mesi di 6 Giugno. < ° Settembre. — Tariffe a richiesta. 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CENTRALE. A r© SOMMARIO me Vide ale reti.a ‘stascico nelle aque territoriali austriache. ri Sulla. cattura di un Echinorhinus spinosus, Bia, (Ronco spinoso) nel a “mare. di Ventzia.. de |Vallicultura si ua che si ‘eseguono in una valle atelazta: nel mese di marzo (iSe- mina e montata). i Fr: RR | Note _ “Comunicazioni - Cortispondenze P er la vecchiaia dei pescatori. T. «Sai R. Stazione di Piscicultura di Roma. -La- pesca dei Chioggiotti in Dalmazia. - Le gravi condizioni dei pescatori. amalfitani siae coste dell’Algeria. - Società di Pesca” ed AGREE < gps annuo alla «Neptunia »s sola L. 12 toi supplementi . e | a di Pesca ed Aquicultura; Venezia ‘Gli abbonamenti Soa sempre dal Gennaio e susa |». non sono;disdetti s’ intendono tacitamente rinnovati. sei bo de ) SI5Ì Officine BE Gg Ferrari - Venezia nuovo modello. ACCESSORI PER ALLEVAMEN I - 2. vengono forniti GIULIO GRUNWALD, Seniot. Propre. VENEZIA & 3 * sa wr —_ A IIDONNO A LGSABBOE LAI HA IAA PIÙ DALAI ALSO EA LIBIA EI RELITTI GIO ORAZBI LOAAIBEI DIBUGI TIRI HOZIENOTOBENA VIDON TEMEVA IRA LE RITI GR TID OOC DORATI ARL OCEE TE RIOIINONINSATAROCODORO TI ANIOTHAOIONATI E ETOARE COVA ANTA RINEVANOA OTO MONA CONO LORETAC ROLO IE RO AZOTI AI CTR | Alen. Ristra mi Ca Birra n andino 3 ===" —_ ——=i +#* VIA VITTORIO EMANUELE + o: Si possono acquistare a mezzo della Amministrazione della e e “ NEPTUNIA ,, & ui per ripopolamer | 6 % di laghetti e di stag G € € per allevamenti. inten i dò, e È NEPTUNIA Anno XIX N. 2 29 Febbraio 1904. INTORNO ALLE RETI A STRASCICO nelle aque territoriali austriache Nella Rivista Oesterreichische Fischerei Zeitung (I Ann. Fasc. 4, pag. 75) fu trattata la questione della pesca a reti che rasentano il fondo, principalmente dal punto di vista nazionale. È questo un tema, ripetutamente discusso, la cui soluzione entrerà in breve, col progetto della nuova legge sulla pesca, in uno stadio acuto. Noi vogliamo ora tentare di esaminare il problema dal punto di vista esclusivamente tecnico, dire sino a qual punto, cioè, si debba permettere e proibire tale sistema di pesca nelle nostre aque. Le differenti specie di reti a strascico, che sono in uso nell'Adriatico, non sono altro, alla stregua dei conti, che va- rianti di uno stesso principio il quale consiste in una rete, che termina in due estremità verticali e vien tratta rasente sul fondo marino. La parte inferiore è fornita di pesi di piombo, appunto perchè la rete si conservi rasente al fondo, mentre la superiore presenta vari pezzi di sughero, per mezzo dei quali essa galleggia e vien tenuta aperta. Noi pensiamo sopratutto a due tipi di rete; la coccza, o tratta, che è la rete a strascico dei pescatori Chioggioti, e il Gr:5p0 in uso presso le popolazioni delle nostre coste. I Chioggiotti pescano con le loro grandi reti, tirate ge- neralmente da due bragozzi, il vasto fondo fangoso del golfo di Trieste, del Quarnero, Quarnerolo e i cosidetti bari, che sono bassifondi della costa piana, dove crescono in gran copia alghe e altre piante marine. Il Grippo degli indigeni non viene adoperato che entro la zona della spiaggia. Nel fango del golfo di Trieste vengono con la coccia pescati gli animali tipici dei fondi fangosi, di un valore molto relativo, come la Squz/la mantis, diversi granchi (Maja, Car- cinus e Portununs ) e conchiglie (Pecten ). Il fango del Quarnero e del Quarnerolo è abitato da un’altra sorte di gambero, analoga alla Squzlla, il Nephrops norvegicus. Si 18 vede da questo che tale pesca. non porta sul mercato se non merce vile che senza la rete a strascico che non rifluirebbe più sui mercati, con pregiudizio delle classi povere della popolazione. Ciò per il golfo di Trieste. Nel Quarnero le condizioni, avuto riguardo alla presenza del Nephrops, sono alquanto diverse. Come nella maggiore parte dei gamberi, così anche la crescita del Nephrops è re- lativamente di lunga durata; tale qualità è bilanciata dalla grande fecondità e dalla cura che i genitori hanno per la prole, ma dovrebbe essere assai protetta da noi, considerato il piccolo territorio dove la sua presenza sia costantemente segnalata e lo sperpero che se ne fa. Inoltre la domanda nei mercati dell’ interno cresce con- tinuamente, come conseguenza dell’ aumento d’ esportazione, e noi abbiamo anche il dovere di pensare ai posteri e di prendere tutte le misure necessarie. ; Queste misure, delle quali la più efficace sarebbe una proibizione di pesca, dovrebbero essere prese principalmente nei riguardi biologici e della riproduzione del crostaceo in questione. In quale condizione versa ora la pesca a strascico nella zona litoranea algosa ? In questo spazio pescano e i Chiog- giotti con la loro coccia, e gl’ indigeni col loro grippo. In conseguenza della protezione offerta dalle piante, si sviluppa qui una vita ricca e varia, non solo negli animali inferiori, ma ben anco nei pesci di specie diversa che qui trovano nutrimento abbondante. Inoltre questi luoghi servono anche a non pochi pesci, per la frega, e il numero di avanotti che vi si trova è rile- vante. Si pescano fra altro la Squilla mantis, il polpo, la seppiolina, la seppia; quest’ ultima specialmente in prima- vera, durante la quale fornisce un nutrimento popolare a buon mercato. La pesca con reti a strascico ha quindi per i bari e la regione delle spiaggie una importanza ben diversa che non nei fondi fangosi del golfo di Trieste e nel Quarnero. Ogni qualvolta il pescatore ritira la rete, è una distruzione di grande quantità di giovani pesci, sovente appartenenti a un 19 genere ricercato. E la coccia e il, grippo si equivalgono in questo. Perciò, in rapporto a questi abusi, si dovrebbe proce- dere radicalmente, fondandosi sullo studio delle condizioni biologiche e restringere l’uso e della coccia e del grippo nella zona litoranea piana, cioè non permetterlo che in date epoche dell’anno. In ispecial modo si dovrebbe sorvegliare l apertura della maglia della rete. Del resto la maggior parte del pesce piccolo potrebbe venir gettata nuovamente in mare se la vendita della minutaglia di pesce venisse severissima- mente proibita. Precisamente, come nella terraferma si stabiliscono dei rayons di protezione per gli animali e le piante, così su certi tratti di costa, che servono ai pesci come luogo di frega, la pesca andrebbe assolutamente proibita. Questa misura apporterebbe un interesse copioso, perchè impedirebbe che la pesca a strascico diventasse dannosa. Del più gran vantaggio sarebbe a questo proposito un'intesa cor- diale, in tutte queste questioni, con l' Italia, poichè il vaggio di pesca italiano confina con la nostra zona peschereccia austriaca. Allora, con un accordo basato sul reciproco inte- resse e con una sorveglianza rigorosa d’ambo i lati, si po- trebbero aggiungere certe parti di mare, che direttamente con- finano e st confondono quasi, come il golfo di Ivieste e il golfo di Venezia, ma sopratutto questo primo, le quali di- verrebbero dei veri « reservors » di pesci. Se noi riassumiamo il fin qui detto, appare che le reti a strascico apportano gravi danni. Ma sarebbe errore grave voler generalizzare questo giudizio, e, basandosi su questo, voler addirittura eliminare tal genere di pesca. Nei vasti fondi dell'alto mare, nel fango di Trieste e altrove è il danno non maggiore di quello apportato da altri sistemi. Di somma importanza è non solo il luogo, ma il tempo, in cui la con- cessione per la pesca con rete a strascico deve essere fatta. In Germania noi vediamo reti a strascico di dimensioai co- lossali e in gran numero, ma tutto è regolato dal punto di vista biologico. Questa è la via. che anche noi dobbiamo calcare. (Dalla /zvista Oesterreichische Fischerei Lettung). Rrobt]NCori. 20 Sulla cattura di un Echbinorbinus spinosus, (Blainv.) (Tonco spinoso) nel mare di Venezia Breve nota di EMILIO NINNI La Sezione ittiologica del Museo Civico di Venezia si arricchì in questi ultimi giorni di un nuovo rarissimo squalo per le nostre aque; tale acquisto va attribuito alla solerzia del ch.o prof. dott. G. Scarpa di Treviso, il quale disinteres- satamente si occupa sempre di quelle collezioni cercando di colmarne col tempo le esistenti lacune, inevitabili in simili raccolte, non badando alla perdita di tempo, alle spese ecc. che ne va soggetto. Quest’ atto di vera amicizia per l' illustre defunto amico suo, dott. A. P. Ninni, merita d’èssere ricordato, atfinchè ognuno possa apprezzare convenientemente l’ operosità e nobiltà di pensiero del dotto, quanto modesto naturalista tre- vigiano. Il primo esemplare di £. spzrosus fu pescato in Quarnero il © maggio 1877 e fu descritto egregiamente dall’illustre cav. prof. F. Trois, negli atti del R. Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti. In quella nota a pag. 3 troviamo scritto : «...è lungo m. 1,062 e non arrivando di ordinario che a m, 1,73 può considerarsi di belle dimensioni :è maschio, come si vede dalle appendici copulatrici : arrivò al nostro mercato assieme ad altri plagiostomi ove tui abbastanza fortunato da farne l’ acquisto. » Il secondo esemplare, del quale ora se ne tiene parola, fu pescato poco lungi dal porto di Chioggia sul principio del corrente mese. È una femmina della lunghezza di m. 1,15 ed a quanto mi riferì il preparatore del Museo Civico, anche in questo esemplare furono tolti i visceri e gettati in mare, come di consueto usasi fra i pescatori, come appunto accade al- l’esemplare del Trois ed ai 3 del prof. Costa (1) togliendo (1) Fauna Napoletana 1857. DA per sventura la possibilità di studiarne | interna sua orga- nizzazione. La sua carne fu mangiata e trovata buona, cosicchè a me restò soltanto il piacere di vedere il rarissimo squalo bello e preparato. L’ E. spinosus è rarissimo nell’ Adriatico, mentre nel Mediterraneo, secondo il Doderlein (1) appare in primavera ed in estate. Nei mari di Sicilia e del Napoletano si prende con maggior frequenza, ed i pescatori di colà lo chiamano Pisct ficu d' Inni, in allusione all’ ispido frutto di questo nome che si coltiva nelle campagne dell’ isola. Il Bonaparte (2) oltre alla descrizione ci dà pure una buonissima figura, e mentre in quasi tutte le incisioni questo squalo viene rappresentato di forme snelle, come quasi tutti 1 suoi congeneri, nel Varrel, (3) lo troviamo come un pesce obeso di forme tozze, l’ altezza del suo corpo sarebbe conte- nuta nella lunghezza totale quattro volte e mezzo, mentre generalmente è di sette volte e mezza. Il corpo è ricoperto di minute e grosse spina distribuite irregolarmente sulla pelle, nonchè di dischi ossei, nel centro dei quali sorge una spina forte e robusta ricurva a guisa di quelle delle rose di giardino. Venezia 25 febbraio 1904. VALLICULTURA Lavori che si eseguono in una valle arginata durante il mese di marzo Semine e montata. -- Nel mese di marzo continua nei laghi la pesca delle anguille (marini) coi cògoli, della quale parlerò a suo tempo. | (1) Manuale ittiologico del Mediterraneo 1881. (2) Icon. Fauna italiana ecc. Pesci 1841. (3) British Fisches II. 1859. 22 Ogni settimana, a giorno fisso, i vallicultori si recano con la tratta o con i serberai (1) a pescare il pesce vecchio (2) nei risalvi già chiusi. Anche di questo genere di pesca parlerò a suo tempo e cioè all’ epoca del suo inizio. Quello che deve occupare in maggior modo il vallicultore si è la montata e la semina del pesce novello, e prima di incominciare a se- minare bisogna disporre ogni cosa con arte acciò di ottenere un buon profitto. Prima di tutto bisogna fare gli ogzioli (3) ai due caz 2n tera (4) di ogni tressa, o lavoriero doppio, © cògolera. Questo lavoro consiste nel tagliare, vicino terra, e levare due grisiole nell’ estremità del lavoriero e appunto ove formasi l’ angolo o gomito, e, dopo sbarazzato questo breve tratto di parè dalle grisiole e pezzoni, vi si piantano delle grisiole nuove più chiare e resta così questo tratto chiuso da una sola grisiola in modo che l’aqua passa più liberamente permettendo il libero accesso al novellame che segue la corrente. Dopo disposti e preparati questi lavori, e riscontrando una stagione mite e favorevole alla montata, si possono alzare le porte delle chiaviche, che possono essere in numero vario a seconda dell’ estensione e dell’ importanza del campo vallivo, lasciando così un regolare libero accesso alle aque sia nel flusso che nel riflusso per mantenere anche un certo livello all’ aqua interna e permettendo al novellame attirato dalla corrente di entrare in valle. Bisogna però invigilare che nelle grandi maree, che possono fare in questo mese, le porte delle chiaviche siano in tempo debito sufficientemente abbassate ed assicurate con appositi pun- telli, perchè l’ aqua, entrando impetuosamente, non abbia a recare danno ai lavorieri. Si deve in seguito tenere pulito il bacino ed il lavoriero dalle alghe o canne che la corrente trasporta perchè nessun impedimento ostacoli l'ingresso agli esili pesciolini. In apposita località si seminerà tutto il pesce novello (1) I serderai sono le reti a maglia chiara munite di un sacco più fitto che permettono al pesce di impigliarsi da solo nel correre. (2) Pesce vecchio: Intendesi il pesce da due anni in più. (3) Intendesi per 0g70% una grisiola sola di spessore. (4) Cao in tera, dove il lavoriero si fissa nell’ argine. 23 che portano i pescatori, e questa conserva bisogna prepa- rarla in tempo e con arte, perchè i pesciolini debbono restare in questa rinchiusi fino al tempo che si tagliano le conserve o peschiere. Possibilmente vicino al casone di valle (1) si sceglieranno delle fosse larghe e relativamente profonde ca- paci di conservare perfettamente tutto il novellame che si può seminare; se queste fosse fossero in comunicazione con qualche laghettino pulito sarà meglio. Queste fosse si puliranno prima da erbe e con una trat- tolina si toglieranno pure tutti 1 pesci che ivi si possono trovare. Dalla parte di comunicazione delle fosse con il resto della valle si farà una chiusura con due pezzoni laterali, e nel mezzo di questi una buona stuoia di tifa, e il tutto as- sicurato insieme per rendere accessibile alla sola aqua questo passaggio : un apposito chiavichino, munito di un te- laio armato di fitta rete metallica, deve mettere questa con- serva in diretta comunicazione col mare allo scopo di potere somministrare a piacimento, e quando se ne riscontra il bi- sogno, una buona passata di aqua fresca e bene ossigenata ai pesciolini che in essa si rinchiuderanno. Disposta questa importante conserva come brevemente descrissi, e accerta- tisi che nessuna via di scampo resta libera al novellame per correre nel campo vallivo, si può incominciare la semina delle verzelate (2) e dei mecciati (3). Questo pesce viene pescato dai pescatori in apposite conserve dove ha passato l’inverno e quindi si chiama pesce svernato. Non è pratico seminare a stima questa qualità di pesci, perchè costano molto e poi perchè spesse volte sono mesco- lati ad altri pesciolini di nessun valore e l’occhio più esperto può restare ingannato. Per poter seminare bene e poter in breve tempo contare una certa quantità di pesci, si metterà dentro la conserva, ove deve eseguirsi la semina, una comoda barca non troppo alta di fianchi, bene fissata alla riva e si prenderà una tela di quelle che si usano pel pesce novello e (1) Casone di valle: La casa che serve di abitazione ai valligiani. (2) Mugil saliens Riss. (3) Mugil cephalus Cuv. 24 che servono al pescatore per vari usi, e, fissati i due bastoni laterali alla barca in modo che tutta la tela resti fuori bordo e immersa sufficientemente col suo sacco nell’aqua, si versa dentro a poco per volta il pesce che i pescatori trasporte- ranno con apposite mastelle, per metà piene d’ aqua, dalla loro barca. Con precauzione si deve versare dentro le tele il novellame per non offendere la sua tenera scaglia, e poi, ac- coccollati vicino il bordo sporgenti sulla tela si ricomincia, muniti di appositi piattini di rete fitta, a contare. Ogni cento pesciotini si chiama forte fagZia, e uno dei pescatori interessato eseguisce in un vimine un taglio con temperino, e così via via fino ai dieci tagli, poi dicendo: —- taglia grande, eseguisce un taglio più grande su due lati del vimine segnando così la cifra mille. L’ operazione di con- tare si fa togliendo dalla tela i pesciolini in numero di cinque sei o meno, €, visitatili e decifratili a colpo d’ occhio, si ver- sano nella fossa. Questa operazione richiede molta pratica e sopratutto molto colpo d’ occhio per distinguere subito la qualità del pesce che passa sotto occhio e in breve tempo contarne un gran numero; con questo sistema, il più pra- tico per non ingannarsi, un abile pescatore può arrivare a contare dieci mille pesci in un’ ora. Il contare con le scodelle anzichè con i piattini di rete riesce più lento, e siccome il pesce resta nell’ aqua entro le scodelle in posizione da presentare la schiena, così è più diffi- cile distinguere la qualità, mentre togliendo i pesciatelli dalla tela con i piattini di rete essi restano quel breve tratto al- l asciutto e mostrano il fianco permettendo di verificare esat- tamente e subito la loro qualità. In seguito si fa pure la semina dei botoli (1) e lotre- gan: (2) e questo avviene non appena la Legge lo permetta. . Questa semina generalmente si fa a stima, perchè per solito i pescatori arrivano in valle con una vistosa quantità e sa- rebbe lungo o poco pratico contare questo pesce, perchè una gran parte, restando così a lungo nelle tine, soffrirebbe con (1) Mugil capito, Cuv. (2) Mugil auratus. Cuv. 29 danno del vallicultore. La stima si può fare con le mastelle (1) o ad occhio. — La stima con le mastelle si fa nel seguente modo : si prendono varie mastelle, ordinariamente quattro, e pescato tutto il pesce di una tina, se questa ne tiene una quantità sufficiente, o di due, lo si divide nelle mastelle ad occhio finchè sembrano le varie parti uguali per quantità ; prima di mettervi il pesce si riempiranno per tre quarti di buona aqua, e, trasportatele dopo tutte al luogo dove devesi eseguire la semina, si sceglieranno due di esse: una viene scelta dal pescatore ed una dal vallicultore e le altre vengono versate col loro contenuto nella conserva. Le due mastelle scelte dai due interessati vengono con- tate una per volta col primo sistema, e, dopo riscontrato il pesce esistente in ogni mastella verificata, si fa una media per quelle non contate. Se vi sono ancora da fare altre mastelle si cerca di farle uguali alle prime e così si evita di contare, sempre che il pescatore sia di uguale parere. La stima ad occhio è più difficile e richiede una grande conoscenza. Fatta levare una certa quantità di aqua dalle tine, ove il pescatore trasporta il suo pesce, acciò di potere distinguere meglio il numero dei pesci che vi si trova dentro, si prende una tela e, tenendola in due per le sue estremità, la si immerge a piombo della parete della tina e, toccando il fondo, si trascina la tela fino all’ opposta parete raccogliendo così nel suo sacco quasi tutto il novellame ; si ha cura quindi di fare uscire dalla tela i pesciatelli pian piano e così si osserva quanti ne pos- sono essere e se esistono altre qualità di pesciatelli che non siano della qualità che si intende acquistare. Eseguita questa operazione attentamente, si va a trattative col pescatore e, ap- pena combinato, si raccolgono i pesciatelli e si dispongono nelle mastelle con molta aqua trasportandoli in fretta nella conserva. i Non è pratico versare tutto il contenuto delle mastelle nell’aqua ; devesi immergere completamente la mastella stando nella barca e lasciare ai pesciatelli di uscire e liberarsi da soli, perchè fregandosi contro gli orli di esse ne soffrireb- bero molto. Questo genere di stima è dubbio, ma è adotta- (1) Un recipiente di legno bianco largo e basso, 26 bile per un personale pratico ed esperto assicurando del pesce più fresco e sano, perchè poco maltrattato. Le semine non si devono eseguire prima della levata del sole e dopo il tramonto, e si rimprovererà al pescatore di trasportare i pesciatelli frammischiati a crostacei od a pesci che possono arrecare danno al novellame. Bisogna pure proibire al pesca- tore di intorbidire l’ aqua delle tine ove sta il novellame, perchè questa fa soffrire moltissimo gli esili pesciolini. Quella di intorbidire l’ aqua è una delle tante astuzie del venditore per ingannare l’ acquirente nella stima. Bisogna pure raccomandare al venditore di non tenere a. lungo nelle duse (1) il novellame prima di portarlo in valle. In questo ultimo periodo del mese si tagliano e si levano le grisiole (2) del barbolao (3) del Zavoro da scievali (4) e del contrapetto (5) le pertiche si radunano divise in cataste per trovarle pronte in agosto epoca della ricostruzione dei lavorieri; le grisiole si dispongono ad asciugare dopo di che si legano in fasci che servono per bruciare o formare delle pareti per ripari diversi. Questi lavorieri si levano perchè da ora innanzi non servono più alla pesca e non farebbero che ostacolare il libero ingresso alle aque mentre occorre nel fu- turo periodo una pronta irrigazione. Si avrà cura di visitare, con apposita volega da pesce novello, alcune volte al giorno, se nei gomiti entrano pesciatelli acciò di poter farsi un’ idea approssimativa della montata. In questo mese sarà necessario chiamare le operaie ed incominciare il lavoro della costruzione dei graticci necessari e che il vallicultore farà eseguire accu- tamente sotto la sua sorveglianza con canna asciutta e con buona tifa incominciando dai graticci che occorrono per la rinnovazione delle resse ‘(6) in maggio. Si provvede pure le stroppe (vimini) occorrenti per tutti i lavorieri, pertiche e pali. VINCENZO VOLTOLINA (1) Fossa non molto profonda scavata nel terreno ove i pescatori ripon- gono i pesciatelli. ) Graticci di canne costruiti a mazzi di oltre 25 canne e legati con tifa. ) Il primo lavoriero partendo dalla chiavica maestra. ) Il terzo lavoriero partendo dalla chiavica maestra. ) Il secondo lavoriero partendo dalla vegnùa o dalla valle. ) Il primo lavoriero partendo dalla vegnùa o canale conduttore. LS] 29) Note - Comunicazioni - Corrispondenze Per la vecchiaia dei pescatori. — Per iniziativa della benemerita Scuola di pesca ed Aquicoltura la sera del 18 Gennaio, nella sala maggiore del Municipio di Chioggia, ebbe luogo un convegno per avvisare ai mezzi migliori onde provvedere alla vecchiaia della laboriosa. classe dei nostri pescatori. Il convegno riuscì importantissimo. Erano presenti al convegno oltre il Sindaco Cav. Galimberti ed al Presidente della Deputazione Provinciale Comm. Penzo, i Monsignori, Bonaldo Nicola Vicario generale, Mons. Bassani, Voltolina, Bellemo, Nordio, Padovan e Penzo e i revendi Don Buviero, Don Pagan, i signori Eugenio Bellemo, Rossetti, Lombardo, Ranzato, gli assessori municipali Bonivento, Duse, Pais, e i Consiglieri Poli, Capon, Zennaro, Callegari, il Vice presi- dente del Comizio Agrario Marcatti, il capitano di Porto Za- netti, il cav. Rampolla, 1° ing. Bonivento, il direttore didattico Zennaro, i pescatori Armatori G. Pagan, F. Varisco, B. Pe- rini, B. Maistrello ed i sigg. Bellemo, Gavagnin G., e per la Cassa Nazionale di previdenza il segretario Zuccari. Presentato dal cav. Gallimberti, il Professor Levi Mo- renos fa un rapidissimo riassunto dei tentativi fatti dal 1894 ad oggi per risolvere l’ ardua questione della pensione ai vecchi pescatori. Ricorda la Cassa di previdenza e di sussi- «dio al lavoro per i pescatori, le conferenze da lui tenute in Chioggia nel 1897-98, la costituzione di una Cassa per la vec- chiaia, per le vedove e gli orfani dei pescatori naufragati, le proposte dell'avv. Callegari al primo Congresso Nazionale di Pesca del 1899 constatando che nessuna di queste pratiche ebbe a sentire lieto successo. Esaminando le cause per le quali tanti tentativi non appro- darono ad alcun risultato, attribuisce ciò specialmente ad una propaganda non bene diretta perchè non si svolse nel suo vero campo d'azione. Conclude dicendo che sembragli questa l'ora propizia di fare qualche cosa e confida grande- 28 mente nei suggerimenti dei convenuti, perchè la sua idea possa trovare una pronta e pratica attuazione. A suo parere nessuno Istituto meglio della Cassa Nazionale di Previdenza potrebbe giovare. Aggiunge da ultimo come l’assicurare una pensione ai vecchi pescatori, oltre che rispondere ad un con- cetto altamente umanitario, ha in sè una pratica utilità ve- nendo a limitare la concorrenza, sia pure poco considerevole, che le deboli braccia fanno alle vigorose. Finito il discorso del Prof. Levi Morenos venne aperta fra i convenuti la discussione. Presero la parola il Sindaco cav. Gallimberti, il commen- datore Penzo, l’ ing. Bonivento, Mons. Bassani, il cav. Ram- polla e Don Fugenio Bellemo. Su proposta del comm. Penzo si procede all'elezione di un Comitato che risulta composto dei signori cav. Galimberti, prof. Morenos, avv. Callegari ing. Bonivento, Don Eugenio Bellemo, cav. Rampolla e dot- tor Poli. Si approva quindi ad unanimità un ordine del giorno col quale si stabilisce : I. di provvedere alla compilazione di una statistica dei pescatori di mare e di laguna. II. di far pratiche per ottenere che i pescatori d’ alto mare possano fruire dei benefici della Cassa invalidi della marina mercantile. II. di interessare il Governo perchè conceda ai comuni che ne facciano domanda il permesso di porre una tassa d’ancorraggio a beneficio della classe peschereccia. Venne pure spedito un telegramma all’onorevole Pantano. Il Comitato, nelle sere successive, tenne diverse sedute per concretare il proprio lavoro. La R. Stazione di Roma. — La R. stazione di pisci- cultura di Roma, che sinora funzionava nei locali del Museo agrario in Via Santa Susanna, per accordi presi tra il mini- stero d’Agricoltura e il Comune di Roma, è stata trasferita nei locali dell’Aquario romano in Piazza Manfredo Fanti. Così tale stazione si troverà in migliori condizioni, onde estrensicare la sua opera a favore del ripopolamento dei la- 29 ghi e dei fiumi nazionali, e procedere a indagini scientifiche, che hanno diretto rapporto con la pesca e l aquicoltura. La pesca dei Chioggiotti in Dalmazia. — Il Dal mata reca che la guardia di pesca della Marenta (Dalmazia meridionale), Antonio Damic, si è messa da qualche tempo a perseguitare i pescatori chioggiotti accusandoli rei di imma- ginarie persecuzioni. In otto giorni il Damic avrebbe fatto sei denuncie alle autorità austriache. Il Dalmata, dimostrata l infondatezza delle interessate vessazioni, si mostra allarmato per l’ eventualità che i chiog- giotti, in causa delle persecuzioni ormai tradizionali, non abbiano ad abbandonare le coste dalmate, con gran danno della popolazione, E soggiunge che senza i pescatori di Chioggia, il nostro popolo dovrebbe pagare due corone il chilogramma il pesce comune; così invece può mangiare pesce in abbondanza ed a buon mercato. Speriamo che il governo italiano vorrà richiamare l’ at- tenzione di quello austriaco su simili fatti, e farà ricordare i suoi doveri al signor Damic, invitandolo a smettere dalle persecuzioni politiche e di interesse contro i poveri chiog- giotti, che da tanti e tanti anni sono i veri benefattori della parte più povera della costa orientale dell’ Adriatico. Le gravi condizioni dei pescatori amailfitani sulle coste dell'Algeria. — In quesi giorni, son perve- nute dall’ Algeria alcune lettere di pescatori annunzianti molti sequestri di barche da pesca con tutti gli attrezzi del mestiere, perchè i ruoli degli equipaggi, giusta la nuova rigorosa in- terpretazione in senso restrittivo del vecchio progetto francese del 1888, non furono trovati in regola. Mai come ora, le autorità algerine hanno spiegato tanto zelo ed atti nel perseguitare i nostri connazionali, mentre si sperava, pel recente riavvicinamento franco-italiano, che i due popoli avessero deposti i vecchi rancori e si fossero per sempre uniti in un pensiero fecondo di pace e di concordia. Pare però che il nostro console in Algeria non metta troppa solerzia nel disimpegnare il suo ufficio perchè al tempo di quei sequestri, non pensò affatto ad interporre i 30 suoi buoni uffici presso il governatore per evitarli, nè mai prima di ora, mentre pur tanto colà si è proclamato e pro- testato, ha avuto il pensiero d’ inviare al ministro, in Italia, precise dettagliate informazioni circa la situazione estrema- mente critica dei nostri connazionali laggiù. Intanto per un complesso di varie e deplorevoli condi- zioni, la questione, che in sulle prime, sembrava potesse a- vere una facile soluzione, si va aggravando giorno per giorno e non pochi son quelli che nutrono al proposito idee asso- lutamente pessimiste. Il tempo della partenza dei nostri pescatori si avvicina e già un piroscafo della Compagnia Adria si tien pronto per venir qui ad imbarcarli, essendo essi 500. Urge quindi provvedere. Società di Pesca ed Aquicoltura Società Regionale Veneta Attività svolta dalla Scuola nel bimestre Dicembre 1903 - Gennaio 1904 Studi per i trattati di Commercio — Il Direttore nel Di cembre p. p. fu chiamato a Roma da S. E. l’on. Luzzatti per alcuni studi preliminari sulle nuove tariffe per itrattati com- merciali con l° Austria Ungheria. Per incarico dei Comuni Marittimi dell'Adriatico il Di rettore ha compilato un memoriale ufficiale, che fu presen- tato al Governo, per la tutela degli interessi pescherecci nella rinnovazione dei trattati suddetti. Convegni — Il Direttore ebbe vari convegni col Sindaco, colle Autorità e coi pescatori di Chioggia, Pellestrina, Porto- seccoge.S.Rietro Negli stabilimenti havyi anche materiale per doccie, elettricità e mas- | saggio da impiegarsi in molte malattie, nelle quali ol il fango ed 1l PdGnO: termale si richiede l’uso di questi mezzi curativi. Medico dello Stabilimento Carlo dott. Ieinolde, Assistente nella Casa Ss; fanno pensioni Ché comprendono alloggio, “n e cura a vi 10: 9 pis s Di a Per. ottenere un ribasso nei. prezzi converrà portarvisi nei mesi di uoe e Settembre. - Tariffe a resa . PL La - ©mnibus alla stazione civaint treni So treni diretti si fermano alla Stazione di Abano da 1° SO I 30 mbre. 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DI LEVIMORENOS in0e # ORGANO CENTRALE = sume. di miti delle SO ocietà Bici di Pesca @ d’ Aquicolfura aa ag div: SOMMARIO Ge = Note fenologiche sulle specie di uccelli che feiferno P Estuario Veneto (Specie invernali — Specie estive). ; è ESITA Vallicultura Voltolina. —_ SAT che si eseguono in una valle arginata durante il. mese di aprile È AALE della pesca). 3 her ; De Note - Comunicazioni - Corrispondenze ì i — Ls “Sere di Pesca e le Cattedre Ambulanti di Agricoltura. — — Una sentenza in materia di pesca... — Per.la pesca del.corallo.. | —: i a - Commercio del pesce in Conai ra sulla ELSA È sull” utilizzazione per È ‘agricoltura delle aque i scolo Sn e : al a i È Società di Pesca ed Aquicultura Si = Ri È > Bibliografia SE avoratti € e Rabbeno. La caccia nella sua legge Fiaida. x VI Abhonamento annuo Ila si Neptunia ss sola L. 12 i bol supplementé, ne Gli. abbonamenti decorrono sempre dal Genngio e quando non sono disdetti s’ intendono tacit Î SIRIO t atti «o — Rivolgersi ‘all’ Amministrazione della 000 SS 1874, - VENEZIA. 6 Officine Grafiche. 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M° attenni strettamente al metodo eseguito dall’ illustre Padre mio, Dottor A. P. Ninni, avendo constatato in diversi anni di osservazioni mie proprie la scrupolosa esattezza del medesimo sulla feno- logia ornitologica veneta. A lato d'ogni specie aggiunsi sol- tanto qualche breve notizia, ponendo per maggior chiarezza e comodo il relativo nome italiano e volgare. Le specie che vengono in prima linea per la squisitezza delle loro carni e quindi per il loro valore commerciale sono le seguenti : 6, Folaga (Fulica atra) 14, Mestolone (Spatula clypeata) 15, Canapiglia (Chaulelasmus etreperus) 16, Azschione (Ma- reca Penelope) 17, Arnz:tra codone (Dafila acuta) Germano (Anas boschas) 18, AlZzavola (Querquedula creca). ; In seconda linea si possono aggiungere le /%/zgu/ae 19, 20, 21, Claugula 22, Mergus 25; e sebbene queste specie va- dano vendute a 714550, son di gran lunga inferiori alle prime citate perchè le loro carni hanno sempre un gusto da pesce, per questo vanno generalmente presentate sulla mensa ac- compagnate da un qualche intingolo piccante ; cibo ancora inferiore è la Squatarola (1) Numenius (2) Pelidna (4) 7ota- nus (9, 6). Una volta poi cacciavasi i Podiceps ed i Colym- bus per la loro pelle della quale i conciatori pseavano dai 00 °cent: ad 1 .lira e più. E. NINNI ON O) Nome scientifico Squartarola helvetica Numenius arquata Gallinago gallinula Pelidna alpina Totanus griseus. » fuscus Rallus aquaticus Fulica atra Ardea cinerea Egretta alba Botaurus stellaris Cygnus musicus Tadorna bellonii Spatula clypeata Chaulelasmus streperus Mareca penelope Dafila acuta Querquedula crecea Fuligula cristata » marila » ferina Clangula glaucion Oidemia fusca Mergus merganser Mergus serrator Phalacrocorox carbo Mergus albellus Larus canus Nome ital. e volgare Pivieressa - Barusola Chiurlo - ArcaAza Frullino - becanéla Piovanello pancia nera Biseghin Pantana Gambetta fosca Porciglione — sforzàna Folaga - foléga Airone cinerino - sgarzo senere Airone bianco - sgarzo bianco Tarabuso - tarabuso Cigno - Signo Volpoca - Cherso Mestolone - fofano Canapiglia - pignolo Fischione - Ciosso Anitra codone - asià Alzavola - sarségna Moretto - Penacin » grigia - Ma- gasso griso Moretto collorosso - Ma- gasso monaro Quattrocchi- campanato Orco marino - Orco marino Smergo maggiore - rolon del Pò Smergo minore - sérola se- Marangone - corvo ma- rino Pesciajola - Anzoleto o pizzagù Gavina - magogheta Croococephalus rid i-|Gabbianocomune -cocal bundus Totamazzo, totano moro : f 3 Arrivo 15 agosto 1o luglio II settembre 25 agosto I agosto I5 agosto 20 dicembre i nov.bre-20 dic.bre 20 agosto 20 agosto-20 novembre 15 agosto-30 settembre 20 ottobre-10 novembre I dieembre 15 settembre 2 novembre 15 agosto-25 dicembre 15 luglio MTA | A ‘invernali Partenza I maggio 30 aprile 3 aprile-3 maggio 30 aprile I aprile 30 aprile 12 febbraio-30 aprile 1, febbraio-1 marzo 20 marzo 30 maggio 15 maszo-25 aprile 25 marzo I aprile iz febbraio-15 marzo 15 aprile I marzo-30 aprile A TARL EI ZETA 30 aprile ANNOTAZIONI Predilige la laguna, in numerosissime compagnie, Abbastanza frequente anche nelle valli. (Barene, maresane-peschiere). Abbondantissimo in tutto il Veneto estuario. Alquanto abbondante nel tardo autunno. Poco frequente Comune lungo le fosse dei paludi. Abbondantissima; in qualche valle si possono sti- mare compagnie di oltre 20.000. Comune, dannoso alle peschiere. Piuttosto raro, l’ho veduto soltanto lella laguna superiore. Abbondante nei paludi (S. Donà, Passarella, Caorle). Raro, si fa vedere col freddo intenso, Se ne uccidono ogni anno, è specie però alquanto rara. Comune. Poco frequente Comunissima. Comune. Comunissima. Comune. nelle valli Comune. Comune Predilige la laguna viva ed il mare. Piuttosto rara, come la precedente. Viene nelle nostre valli quando il freddo è intenso. Raro. Ama i luoghi aperti della laguna e le imboccature dei porti. Raro. Si fa vedere soltanto col freddo. Abbastanza frequente. Estremamente abbondante. 36 Aegialithes philippinus|Corriere piccolo - mu-| N. Nomo scientifico 30 |Croococephalus mi- nutus 31 |Podiceps cristatus 32 » griseigena 33 » auritus 34 » nigricollis 35 |Colymbus glacialis 36 » areticus 37 » septentrio- nalis I 2 » cantiana 3 |Haematopus ostralegus 4 |Actitis hypoleucos 5 |Recurvirostra avocetta 6 |\Himantopus candidus 7 |\Porzana minuta 8 |Gallinula chloropus 9 {Ardea purpurea Io |Ardetta minuta II |Sterna fluviatilis 12 |{Sternula minuta 13 |Hydrochelidon fissipes Nome ital. e volgare Gabbianello - cocàl pic- colo Svasso maggiore — ca- vriòl Svasso collorosso smergheta Svasso cornuto Svasso piccolo - fisolo de mar Strolaga maggiore - ba- giante giante Strolaga minore - ba- giante negheta Corriere fratino - mu- negheta Beccaccia di mare Ostreghér Gambetta minuta - tra- montanela Avoceta - scarpér Cavalier d’Italia sgambirlo Schiribila — Realeto Gallinella maggiore sfogio Airone rosso -— sgarzo rosso Tarabusino coste Rondine di mare Fraticello, giagà Mignatino - cocaleta -— trenta Strolaga mezzana - ba-! Arrivo 15 agosto-30 novembre 30 luglio I settembre 15 agosto-15 settembre Spese marzo 20 marzo aprile aprile aprile aprile marzo-aprile fine di marzo 12 aprile 20 aprile-35 maggio 24 marzo aprile 25 aprile-22 maggio , I I ea: eat n Dei LG 97: Partenza 3 marzo-30 aprile 4 dicembre 30 aprile I marzo I marzo-30 aprile estive settembre settembre settembre agosto-settembre settembre settembre settembre-ottobre agosto-settembre settembre 10 agosto-15 ottobre settembre settembre I agosto-30 settembre ASNENIO T'AZIITONI Poco frequente, Comune - abita le imboccature dei porti. Non tanto frequente come il precedente. Comune anche nelle valli. Raro - predilige i canali profondi della laguna e le imboccature dei porti. Frequente comune, come il precedente, Idem idem Ama più i corsi d’acqua dolce. Comune. Ritengo nidifichi, non è però comune. Comune. Raro. Raro, una volta era si può dire comune. Comune nei paludi, Comune nei cannetti, Predilige le posizioni nve vi sia acqua dolce, Trovasi più frequente nei cannetti che fiancheg- giano i corsi d’acqua salmastra, Comune. Comunissima, risale anche i più piccoli corsi di acqua dolce, VALLICUL TURA Lavori che si eseguono in una valle arginata durante il mese di aprile Chiusura della pesca. Pure in questo mese si pe- scano le anguille (marini), ma nella settimana di Pasqua si le- vano le reti e si tralascia di pescare. Anche pel pesce vecchio (1) che si pesca nei risalvi (2) serve la stessa regola e dî con- sueto l’ultima spedizione viene fatta pel martedì santo. In que- sto mese la pesca del pesce novello, specie pei bozoZz, arriva al suo massimo e quindi il vallicultore è occupatissimo per la se- mina. Si seminano pure orae (3) e dazcoletti (4); è più pra- tico contare tali pesci coi piattini o scodelle perchè, essendo molto delicati facilmente si appiccicano alla tela. Nella seconda metà del mese bisogna aver cura che entri in valle più aqua possibile, perchè si avvicina il tempo in cui si devono chiudere le chiaviche e aprire le peschiere, e sa- rebbe male che il campo vallivo fosse scarso di aqua, anzi- tutto perchè ben presto «si sarebbe costretti ad irrigare di nuovo la valle che si asciugherebbe per effetto dell’ evapo- razione, e poi perchè il pesce non troverebbe un pascolo a- datto, essendo che nei sottoventi dei laghi il pesce maggior- mente cerca il suo nutrimento, e se questi fossero completa- mente asciutti verrebbe a mancare un ottimo sito di pastura. Bisogna invigilare quindi tanto di notte che di giorno af- finchè le porte delle chiaviche nel periodo di riflusso siano molto basse e nel periodo di flusso tutte rialzate acciò di acquistare fino al giorno di S. Marco (25 Aprile) una suffi- ciente quantità di aqua. Si approfitterà delle grandi secche da mare per far uscire più aqua possibile dalle pescherie acciò (1) Il pesce da due anni in su. (2) Peschiere ove si chiude il pesce dopò che questi vi si è riparato per svernare. (3) Chrysophrys aurata I. Cuv. (4) Labrax lupus Cwo. di formare un dislivello fra l’aqua di valle e quella della pe- schiera chiusa, e per il 25 si abbasseranno tutte le chiaviche per non più toccarle fino ad avere in valle necessità di nuova aqua. Verso questa epoca, e dopo compiute le operazioni suaccennate e assicuratisi che non esistano vie che permet- tano ai pesciolini di uscire dalla valle, si tagliano gli argi- nelli che chiudono l ingresso alle peschiere ; siccome questi campi sono più secchi della valle, succede che per tale disli- vello il pesce, rinchiuso da tanto tempo e stanco, obbedendo all’ istinto naturale, si avvia contro corrente e così esce dalla peschiera e va a popolare il campo vallivo ove trova pastura nei laghi e ove cresce per tutto l'estate. Si levano pure tutte le chiusure degli ingressi ai risalvi del pesce vecchio acciò sia resa completa libertà al pesce di vagare per tutto il campo vallivo. Si libereranno pure i pesciolini seminati fino a questo tempo nella conserva permettendo così di espan- dersi per tutta la valle a cercarvi un sufficiente cibo perchè, ora che le chiaviche sono chiuse, non si teme più che questi animaletti possano uscire per gli 0g7:0/. Devesi curare infine che le reti adoperate per l'inverno e tutti gli altri attrezzi di pesca siano bene puliti ed asciutti e si ripone ogni cosa in ordine in appositi ripari. Tutti i vivai, mzarotte (1) e vieri (2), € così pure tutte le barche che non servono più, si mettono a riparo entro apposita tettoia osservando che siano accomo- dati in modo da non soffrire alcun danno. VINCENZO VOLTOLINA Note - Comunicazioni - Corrispondenze La Scuola di Pesca e le Cattedre Ambulanti di Agricoltura — Nell'ultima Assemblea Generale degli (1) Recipienti di tavole a forma di barca con tanti fori che permettono al- l’aqua di entrare e tenere in vita le anguille per lontani trasporti. (2) Cesti sferici di vimini, molto robusti, che si immergono nell’ aqua e dentro i quali si conservano le anguille vive. 40 Agricoltori italiani, tenutasi in Roma il 12 febbraio p. p., il » Chiarissimo conte Antonio Comello, Presidente della Scuola di Pesca ed Aquicoltura di Venezia, ha svolto magistral- mente i concetti raccolti nel seguente ordine del giorno che fu approvato ad unanimità : « La Società degli agricoltori italiani riconoscendo nell’ industria aquicola un vero e proprio ramo della Zootec- nia, e quindi, in determinate condizioni, una cultura inte- grante le industrie agrarie; « associandosi ai voti espressi dal VII Congresso Internazionale d’ Agricoltura di Roma 1908, ed a quelli pronunciati dal successivo Congresso nazionale degli Agricoltori Italiani in Udine; « Constatato che ‘la Scuola di Pesca ed Aquicoltura, sorta nel 1903 a Venezia, nella esplicazione della sua attività iniziale va utilmente collegando l’opera propria a quella delle Cattedre Ambulanti d’Agricoltura, che sono il tramite natu- rale per diffondere anche nell'ambiente agrario le conoscenze dell’ industria aquicola, i Ja voti I.) perchè il Governo e gli Enti locali, aiutando efficace- mente l’opera della detta Scuola e d’altre che in avvenire sorgessero, instituiscano anche presso la stessa, (analogamente a quanto si fece per le Cattedre Ambulanti d’Agricoltura) delle borse di studio per laureati in scienze Naturali od Agrarie ; : II.) e che per intanto sia favorita la frequenza del per- sonale delle Cattedre ambulanti d’agricoltura ai corsi abbre- viati e speciali che sta organizzando la Scuola di Pesca di Venezia, ed eventualmente a quelli che fossero indetti da altri Istituti aquicoli del Regno. » Una sentenza in materia di pesca —Nel Congresso nazionale di pesca tenutosi a Venezia nel ’99, fu presentata una relazione intorno al conflitto sorto fra le forzare sarde e la Società mineraria di Malfidano, pel fatto che le Zaverze delle miniere, immettendo nel mare le aque torbide, allon- tanavano i tonni dai luoghi abituali di pesca. Il relatore dott. Levi-Morenos, esposti i termini della vertenza, concluse nel senso che lo Stato, pure favorendo |’ industria mineraria, do- vesse impedire il danno gravissimo ch’essa recava alle ton- nare. Dopo una lunga serie di processi, di ricorsi e di appelli, è uscita ora la sentenza della Corte di Cassazione di Roma la quale riconosce ai proprietari delle tonnare il diritto al risarcimento dei danni, i quali dovranno essere constatati da una perizia giudiziaria, e dei quali è ritenuto responsabile il Governo che potrà rivalersi a sua volta contro la Società delle miniere. Con ciò la Cassazione approva i concetti che furono svolti ed approvati nel Congresso di Venezia, quando i tribunali sentenziavano in senso contrario. Per la pesca del corallo — Allo scopo di impedire ai pescatori di corallo di intraprendere delle campagne co- ralline senza la speranza di una raccolta sufficiente e corri spondente alle fatiche da sostenere, ‘è stato determinato dal ministro dell’agricoltura, con decreto da pubblicarsi dalla «Gazzetta Ufficiale » del regno di impedire per tre anni la pesca del corallo, dal primo di ottobre al 31 marzo. Commercio del pesce in Germania Dati raccolti dall’ Ufficio Centrale di statistica dell’ Impero ; Importazione in Q.li Esportazione in Q.li SPECIE 1900 | 4901 | 4902 || 1900 | 4901 | 41902 Pesci d’aqua dolce vivi 74558| 71046) 41008| 7362 6816 5920 Detti freschi, morti 68294| 89316) 93512) 38604) 35988) 35988 Arr. || 531082| 802514) 904014 8620| 11162) 11636 Pesci di mare freschi Div. || 266762] 291900) 389520) 56550| 39028. 59370 Arringhe salate in barili || 2266134 2725302 3219910) 1744 22064870 P Sa Dv, 42 Conferenza sulla depurazione e sull'utilizza- zione per l'agricoltura delle aque di scolo. — AI club dei rurali e forestali a Vienna, nello scorso no- vembre, il dottore Roberto Fischer, titolare della Catte- dra di tecnica agraria della scuola di agricoltura, tenne una importante conferenza nella quale, con minute indagini scien- tifiche, trattò la questione delle aque di scolo, considerando particolarmente le aque di scolo delle città e spiegando e criticando i diversi metodi, quali la sedimentazione in bacini, le torri di filtrazione, i metodi chimici ed elettrolitici, i processi biologici ed altri ancora. Interessanti le indicazioni numerose dei risultati dell’ utilizzazione agraria di queste aque trattate coi diversi metodi, nessuno dei quali corri- spose all’ aspettativa. Alla conferenza fece seguito la presentazione d’ una ma- gnifica serie di fotografie rappresentanti gli impianti di filtra- zione (secondo i diversi sistemi) di irrigazione e di stagna- zione in diverse città della Germania, della Francia e dell’ In- ghilterra. Società di [esca cò Aquicoltura Società Regionale Veneta Immissioni di trote. — Il benemerito Comitato Pro- vinciale Vicentino, nella seconda quindicina di Marzo, ha iniziato le consuete operazioni di ripopolamento cui, con lo- devole attività, il Comitato stesso attende da quasi un decen- neo ed alle quali sono dovute le migliorate condizioni delle aque della Provincia di Vicenza. Il giorno 15 Marzo il Cav. dott. Domenico Maddalena di Schio, per incarico della Presidenza del Comitato, si recava lungo l Astico nel suo corso superiore a affettuare alcune immissioni di trotelle americane svoltesi nell’ incubatorio so- ciale di Velo d’ Astico. ci Una prima immissione di 8000 fu eseguita subito sopra la frazione di Pedescala e un’ altra immissione di 8000 tro- telle ebbe luogo di fronte al casello doganale di Casotto. Le trotelline appena immesse nell’ aqua dall’ Astico pre- sero tosto il largo vincendo la corrente e dimostrando così le ottime loro condizioni. Una terza immissione di 7000 trotelle americane veniva effettuata il giorno 18 nelle aque del Leogra, in prossimità del paese di Valli dei Signori e precisamente a Gisbente. Presenziavano all’ immissione il Sindaco di Valli dei Signori, i Consiglieri Comunali fratelli Castellani e parecchi comunisti del sito. Società Lombarda Assemblea Generale. Il giorno 24 gennaio u. s. si tenne in Milano l'assemblea generale della Società Lombarda. Erano presenti 50 soci e 254 si fecero rappresentare per delegazione. Approvato il resoconto morale della Società ed il bilan cio consuntivo, ed esauriti altri argomenti posti all'ordine del giorno, si passò alla nomina delle cariche sociali. Con 301 voti su 304 votanti venne eletto a. Presidente Generale il co. Crivelli Serbelloni. Inoltre riescirono eletti : Vicepresidenti : Bellotti dott. Cristoforo ,— Burguieres cav. Enrico — Carcano Comm Paolo — Rizzi dott. Gio- vanni, Segretari: Mazzarelli prof. Giuseppe — Vismara avv. An- tonio. Consiglieri : Biffi cav. Antonio — Brovelli rag. Attilio — Mira dott. Carlo — Ronchetti Monteviti dott. G. Revisori dei Conti: Bareggi rag. Giuseppe — Contini rag. Cesare — Pietrasanta rag. Rinaldo — Calvi nob. dott. Girolamo — Dozzio Giuseppe. Il rag. Brovelli, a nome della Direzione Generale, riaffer- mando l'affetto e la stima grandissima per il Presidente co. 44 Crivelli Serbelloni offersc al medesimo, in ricordo dell’assem- blea, una fotografia colorata a mezzo busto, e di grandezza naturale, del Conte stesso, sulla cui cornice in alto è scolpito il motto «2722cu2Que suum». (1) WolkIorismo Evoluzione dei costumi dei pescatori e delle popolane chioggiotte. La febbre di modernità che dai vasti centri delle capitali si diffonde nelle provincie, penetra nei piccoli comuni; mutando e travolgendo nelle sue vorticose spire d’evoluzione i metodi più inveterati, le istituzioni ed i costumi più patriar- cali, ha voluto lasciare l'impronta del suo soffio sovvertitore anche nella pacifica cerchia del nostro popolo chioggiotto, costituito la maggior parte da poveri pescatori. Essi manife- stano sempre più spiaccata la tendenza d’andare alla moda — diremo con una frase d'uso — perdendo così man mano quelle note caratteristiche che tanto particolarmente li di- stinguevano, di cui ancora di rado rimangono in alcuni pal- lide traccie che col tempo si estingueranno pur esse. Infatti non v’ha adesso più alcun pescatore che porti quel tradizionale cappotto di saloniccio ch'era una volta il loro costume abituale, da barca e da strada, «tanto antico » dice il Garlato (2) ch'è ricordato perfino da Giovenale, (2) pesante cappotto che oltrepassava il ginocchio, da cui usci- vano lunghe calze infilate sopra dei pantaloni, di panno per il loro mestiere e di lana da passeggio. Portavano ai piedi un paio di zoccoloni con le suole di due dita di spessore, i quali, essendo da festa, si distinguevano da quelli d’uso, che erano una specie di zoccoli in legno, molto più grossolani, (1) Ci associamo, con sincero entusiasmo, alla meritata manifestazione di affetto e di gratitudine verso il Chiarissimo Conte Crivelli Serbelloni del quale abbiamo sempre ammirato la molteplice attività, le cure assidue ed amorose che lo resero benemerito della propaganda alla quale ha dedicato gran parte del suo cuore. (N. d. R.). (2) Marinai della marina mercantile. 49 detti comunemente panzofole; quindi sul capo avevano la solita beretta a cono col tradizionale fiocchetto. Gli orecchini — della forma d’un anello sottile (Ze vere a le recie, come volgarmente si diceva) —- e l’ immancabile pipa chioggiotta che l’ impassibile naso gli scotta, compivano l'originale vestimento. Al giorno d’oggi invece da barca adoperano d'inverno giacchettone e calzoni di panno, di solito bleu o neri, le pan- tofole ovvero gli Zoccoli ed in capo la berretta che usano anche per la strada. In caso di cattivo tempo hanno i loro cappoti d’ 2zserdde — come sogliono chiamarli — e sono fatti di una grossa tela di canevaccio — detta comunemente bom2- bastna — ch’essi stessi imbrattano tutta d'olio di lino ren- dendola impermeabile. D'estate poi usano calzoni e camicia d’una ruvida tela bleu, alla quale adesso per la camica al- cuni sostituiscono una fine flanella siccome anche il pescatore sempre più acquista il gusto dell'elezanza e della comodità insieme. Sono scomparse quelle fascie di lana rossa che ado- peravano per cintura, costume passato invece ai 772ar27erî; (1) come pure è quasi del tutto scomparsa la cosi detta berretta a gondola, perchè ristretta quasi a punta davanti; essa è costituita di pezzi d'un panno qualunque contornato da una cordella, di cui sulla parte posteriore della berretta penzola un pezzetto a guisa di minuscola bandieretta, mentre sul fronte, alquanto in parte, è formata una specie di stella con dei fili di lana incrociati, siccome queste berrette le fanno le donne stesse dei pescatori. Nel loro moderno vestimento da strada poi non banno più nulla che li distingua particolarmente dagli altri. Ancora poco tempo fa adoperavano tutti il mantello, {abarro detto comunemente ; adesso sono più in uso l’impermeabile, che volgarmente chiamano la mantellina per la sua forma, l’uster di cui portano sempre il collo all'insù, quindi una giacchetta (1) Canti del popo!o di Chioggia — Agostino Garlato. 40 col collo di pelo, una specie di pellicciotto, ch’essi per cor- ruzione della parola sportziann chiamano sporta. E con quale vanto le donne di questi pescatori se lo contano tra loro, quando i loro fidanzati o mariti hanno la mantellina o la sporta ovvero anche il paltò come qualcuno comincia già ad adoperare! Portano ancora di caratteristico il solito fazzoletto al collo e le lunghe e pesanti collane d’oro che risplendenti in doppii giri trionfano sul loro panciotto, e si potrebbero raffrontare con le catene con cui essi legano le barche. In riposo quasi tutto il tempo dell’anno in un cas- setto del Sacro Monte, ne escono soltanto in occasione di grandi solennità per cui taluni anzi pensano meglio di pren- derle addirittura a nolo per quei pochi giorni di festa. Però parlando in proposito con qualche pescatore, ho potuto ca- pire che l’uso di quelle collane massiccie non garba più tanto al loro gusto più raffinato, e che preferirebbero di portare una catenella semplice ma elegante come la portano i szorz. Quanta evoluzione dunque ha subito e va subendo la foggia di vestire dei nostri pescatori, ma come nello stesso tempo va perdendo dell'impronta sua caratteristica, che fu cosi gradevolmente soggetto di studio a tanti artisti geniali. a * L'abbigliamento muliebre seguì pur esso la sua fase di evoluzione: Chi adesso più porta le famose 2rd:ana e tonda? L’indiana era di percalle doppio, di solito punteggiato o ad altri piccoli disegni, che veniva in una estremità riunito in tante increspature saldate da un pezzo di cordella, con la quale la popolana chioggiotta se la legava alla cintura, po- nendosi la parte opposta sul capo. La fonda aveva la stessa forma, soltanto era di giaconetta leggiera — siccome si por- tava d’estate ed invece di avere le increspature saldate da cordella, le aveva di solito saldate da cordone piuttosto sot- tile. Adesso invece portano lo scialle — che si adoperava però anche in antico — sul capo, mentre le veneziane lo por- tano sulle spalle e con gli angoli riuniti a punta; all’estate poi portano ancora lo scialle nero, leggiero, ma nei giorni * 47 di festa mettono sempre la pzeta ch’ è un rettangolo di gz4- conetta o d’ organtis, trasparente come un velo per lo più guernita di pizzo all’ ingiro, che puntata alla sommità del capo così aerea com'è, adorna, molto più di qualsiasi cappello, le nostre belle popolane. Una volta poi alcune nei giorni di cattivo tempo per risparmiare l’ :nazana o la tonda mettevauo — e questo la usano ancora a Sottomarina — addirittura in capo la gonna, la quale, essendo tutta increspata, si svolgeva dall’ alto al basso, cingendo la persona come un’aureola (tutt'altro che luminosa però), per modo che, viste di fronte sembravano chiuse in una conchiglia. Col moderno gusto per l’intero abbigliamento, le chiog- giotte hanno smesso pure di portare tutti quei molteplici giri di collana al collo col Ddreloque, ed ai polsi, che con la voce caratteristica d’uso si chiamavano i manznî. Adesso si met- tono di solito una spilla e un braccialetto; e se qualcuna fa- cesse un po’ più di sfarzo d’oro, la direbbero, canzonandola, una pittura antica. Tanto la volubile moda ha saputo anche nella gente del volgo, ch’ è quasi sempre stagnante nelle sue abitudini, far valere ed apprezzare i suoi innumerevoli capricci, Per completare il nostro modesto studio aggiungeremo che gli antichi cappotti dei pescatori erano di molto maggior costo ed anche di maggiore durata dei vestiti che portano oggidi. Una povera donna mi diceva: « Sala, siora, ’na so- vrana gaveva dà mio pare del so capotto » ‘na seurana vale a dire cinquanta franchi, e me lo diceva con un tale accento come di rimpianto alla munificienza del padre suo di cui ella certo non avrebbe potuto fare sfoggio. V° erano però anche dei cappotti di qualità e quindi di prezzo infe- riore. Andarono fuori d’uso oltre che per l'incarnazione inno- vazione portata dalla moda, anche per l’impaccio ch’essi, così massicci e pesanti, procuravano nei movimenti. Chioggia, Marzo 1904. i Dott. JONE BONIVENTO SIT, MIRATE ea vba BIBLIOGRAFIA LAVORATTI E RABBENO. — Za Caccia nella sua legge ferenda. (Pescia — Tipografia Cooperativa 1903. Prezzo L. 3). Raffaello Lavoratti, colla collaborazione del Prof. Rabbeno presen- ta aì lettori uno studio completo per la legge sulla Caccia che sta ora studiandosi al Ministero di agricoltura, industria, e commercio da una Commissione Reale. Dopo una breve premessa ai lettori, nella parte prima sono svolti gli studi per la discussione; si fa poscia un esame comparati- vo dei quattro progetti che sono ora sottoposti alla Commissione Reale per presentare al Parlamento una legge unica. Segue; a) Bandite di Caccia — 6) Statistica delle tasse percette in un triennio — c) Tasse sui permessi di caccia e considerazioni sulle medesime — 4) La caccia in Eritrea. Seguono le note illustrative sulla caccia e sua legislazione e cioè: 1.0 Sommario storico legislativo sulla Caccia. — 2.0 Legislazione della Caccia. — 3.9 Apertura e chiusura della caccia e pesca nelle diverse provincie del Regno. — 4.0 Importanza economica della Caccia. — 5.9 Ingerenza governativa sulla Caccia. — 6.° Armonia del diritto di proprietà con quello della Caccia. —- 7.° Caccia in ri- ma: illustrazione di un libro così intitolato da Giosuè Garducci. — 8.0 Bibliografia dell’ ultimo decennio. — 9.9 Influenza dei sodalizi sulla esecuzione della legge sulla Caccia e statistica di essi. — 10.9 La Caccia in Valdinievole. Il maestro Puccini e Raffaello Lavoratti. 11.0 Programma per insegnamento della legislazione della Caccia. Come ben si vede dal presente sommario, questo libro pubbli- cato nel periodo di discussione della nuova sospirata legge, è inte- ressantissimo, e noi non esitiamo a credere che sarà benevolmente accolto non tanto dalla Commissione Reale, dai singoli cacciatori, quando di tutti coloro cui sta a cuore l’ approvazione della legge in parola. .L’ edizione poi è elegantissima, nitida, e ciò torna somma- mente ad onore dei bravi tipografi della Cooperativa di Pescia i quali con questo nuovo lavoro hanno voluto addimostrarci di non esser pronipoti degeneri di Aldo Manuzio. Direttore responsabile Dort. Davip Levi MorENoS i Ottobre + ; «_—’Stazione sulla Ferrovia ‘Restaurant Pensioni | Venezia-Padova-Bologna S Servizio alla Carta lt Livcssazi i L STABILIMENTI DUE TORRI E MOROSINI È Questi due eni stabilimenti “ituati in pr ossimità della rinomata ;orgente Termale di Abano sono forniti di ogni confortabile: eccellente “cucina, ‘servizio inappuntabile, sala di lettura e musica, giardino, passeggi — OSÌ, vetture per gite. ai Colli ea ed ‘apposito servizio di posta a da cossite, i i tumori id le CT ST ancora in “alcune. ‘affezioni dh cioè cicatrici di ferite, postumi di traumi, . di ussazioni, di distorsioni, di fratture ecc. Sono altresi efficaci nelle pa- sxalisi; nelle nevralgie e nervriti, nelle dermatosi croniche, negli erpeti,. wa ezemi, prurigine urticaria, ecc. Le terme di Abano sono raccomandate inoltre nella cura della scrofola, della. ‘achitide,. della gotta, nella sifilide # terziaria ecc. 7 si . Negli stabilimenti boni Gnome materiale per doccie, elettricità e. mas- DE saggio da impiegarsi in molte malattie, nelle quali Jie il fango ed il | bagno termale si richiede l’uso di questi mezzi curativi. Medico dello Stabilimento Carlo dott. Rinoldi, Assistente nella Casa . a Salute del prof. comm. sen. De Ciovanni in Padova. DS Si anno” pensioni che comprendono alloggio, vitto e cura a L. 10, 9 i ; 7 8 sa DIRE («<-: Per ottenere un ribasso nei prezzi converrà portarvisi nei mesi di # DUSd e Settembre. — - Tariffe a richiesta. (AG - Omnibus alla stazione di Abano a fuit i treni aa Tt treni diretti si fermano alla stazione di Abano” da 1° Giugno al 30 Li ea: per stenti e — ‘Massaggio — 3 atura media in estate dell'ari Ta 23 cent - i 20. - Media Rap an Media umidità dell aria 68.30 - Brezze dominanti NESSO Salinità le a 39 gr. per litro. a Jolanda - Villa Ortensia - = "Villa Elena 203 camere e saloni - Ln gle eo elettrica da per tutto. 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Levi Morenos — Origine ed evoluzione della pesca (cont. e fine). « Ninni — Notizie di caccia. (Arzo venatorio 1903-904) x PIER Vallicaltura A È wi © Vi; Voltotina — Lavori che si eseguono in una valle arginata durante il mese di maggio. Note -— Comunicazioni — Corrispondenze — Red, - 5a Ispezione. del prof. Levi-Morenos ai potti pescherecci dell'Adriatico. di |» .— Operazioni ittiche fatte da Cattedre Ambulanti di* Agricoltura. ‘—» ». —vPesca col battello a vapore sulle coste spaguole. : Varietà 2 IH cancro dei pesci. i cl ; . Supplementi ) Di ‘Levi -Morenos — Le Cattedre Ambulanti di Agricoltura per 1° utilizzazione del nostro i suolo aqueo (Estratto dagli Atti del VII, Congresso Internazionale «di Agri-- coltura - Roma 1909} so DIREZIONE Abbonamento annuo alla «Neptunia » sola L. 12 Coi supplementi... .... » 20 È SE presso la Scuola di Pesca ed Aquicultura, Venezia AMMINISTRAZIONE (DE Trovaso, Palazzo Bolani 1074 A. - Venezia ‘Gli abbonamenti decorrono sempre dal Gennaio e quando non sono disdetti s' intendono tacitamente rinnovati. 1080000060690 0a0000 : e O) contratti a /ox/ait — Rivolgersi sall’’Amministrazione della « NEPTUNIA"*; — Per INSPPZIONI San Trovaso, IS7TR AI - VENEZIA. i RAEE Officine Grafiche C. Ferrari - Venezia - "VENDITA DEL PESCE IN LAS Ù fi pE f [ s] x Mg INC de ì tor La (SopietcMstriagn.di Pesca fa conoscere che il' giorn del a (e vendita ELI pesce, in Mala avrà luogo: dae anno al si IRE pi doi PZ Ù dpi Vi ienna 1 Saia N. 6. Alle ore S LE mattina ve contrattazioni. 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Solo negli ultimi trent'anni fuori d’Italia. e specialmente negli stati Uniti, in Inghilterra, in Germania in Francia, nella Norvegia ecc., 1 sistemi di pesca subirono, in molti centri pescherecci, notevoli modificazioni per i sussidi portativi dalle industrie meccaniche e dalle nuove forze lavoratrici acquisite all’uma- nità nel secolo XIX. Il vapore (1) l'elettricità, (2) il gas acetilene (3) furono e (1) La pesca a vapore ha assunto una importanza economica tale che a suo confronto impallidiscono tutte le altre forme di pesca. Ma di per sè non av- vicina di un millimetro la pesca all’aquicoltura ; non è altro che un perfezio- namento nei' sistemi di cattura e non già in quelli di sviluppo, e di alle- vamento. Delle conseguenze anzi della pesca a vapore nel diminuire la potenzialità produttiva naturale del. suolo acqueo pescoso si a dirà parte. (2) Tentativi di pesca mediante illuminazione a luce elettrica furono fatte a scopo scientifico dal Principe di Monaco. Sono ben note le nasse adoperate nella campagna dell’ Hirondelle e che furono calate a Groise, a Belle-Ile, alle Acores; esse furono descritte e figurate dal dott. Paul Regnard. « Recher- ches espérimentales sur les conditions Physiques de la vie dans les eaux » Paris G. Maison. Editeur Igor. (3) La pesca coll’elettricità non è ancora entrata nel campo pratico tranne che per le canne da pesca usate nello sport peschereccio come istromento di lusso e non certo utilizzabili per l’esercizio industriale. Non così invece l’ utilizzazione della luce acetilene per richiamare il pe- sce, luce che si sostituisce alle fascine di conifere altra volta usate con danno delle regioni boschive e con eccessiva spesa da parte del pescatore. Vedere la relazione del conte E. Ninni sulla esperienza della pesca col- l’acetilene, pubblicata nel bollettino della Società Regionale Veneta di Pesca ed Aquicoltura n. 7-8 e che porta per titolo: Za pesca a fagia. 50 sono oggi utilizzati per l'esercizio della pesca; nasse metalli- che di forme diverse, ami ed esche artificiali di molteplici modelli si sono inventati e vengono diffondendosi malgrado l’'innato misoneismo della classe peschereccia. La descrizione ed anche solo una sintetica notizia di questi nuovi intensivi sistemi di pesca escono dal quadro del presente studio. De- vesi invece ora ricercare in virtù di quali condizioni fisiche e giuridiche sia stato possibile all'uomo passare dall'industria estrattiva, pesca, a quella creativa, cioè all’ aquicoltura, pas- saggio che corrisponde precisameute a quello che dalla caccia condusse alla pastorizia ed all'agricoltura. 8. Per molti secoli, per tutto il periodo paleolitico e per parte del neolitico, cioè per quasi tutta l età della pietra, l’uomo ignorò affatto l’arte di allevare gli animali terricoli e di coltivare le piante. Certo le prime addomesticazioni de- gli animali utili dovettero incontrare enormi ostacoli, e per le difficoltà d’ogni inizio e per la stessa opposizione da parte degli uomini preistorici. La possibilità di sfamarsi, anzichè coi prodotti della caccia con quelli ricavati mediante l'allevamento d’armenti e di greggi, cioè di mandre animali allevate in schia- vitù, docilmente guidate ai pascoli, doveva stimarsi da prima impresa assurda. Ea i routimérs del paleolitico - non si dimen- tichi che prima ancora della pastorizia e dell'agricoltura vi fu una civiltà — dovettero deridere i primi sforzi di chi ten- tava allevare il vitellino ed il il puledro fatti forse prigionieri presso il cadavere della madre uccisa alla caccia, o comun- que catturati Vivi. 9. Forse furono gli uomini più deboli e meno atti alle fatiche ed ai pericoli della caccia (le foreste erano infestate ancora di fiere) o le donne che rimanevano nella caverna o nella capanna, furono i deboli a tentare l'allevamento dei gio- vani mammiferi, ma evidentemente quando tutta la umanità non si nutriva che mediante la caccia e coi frutti spontanea-. mente maturati, ‘Înessuno avrebbe potuto supporre che la e- ducazione degli animali e la coltivazione delle piante avreb- bero dato origine a quelle industrie agricole che condussero l'umanità ad un regime di vita così notevolmente diverso da quello dei popoli cacciatori. E quali irrisioni dovettero in quel- È) la Ù "= ol l'era paleolitica subire i pionieri di quella creazione che do- veva mutare faccia al vivere: umano, più assai delle sco- perte fisiche ed invenzioni meccaniche che vedemmo nel se- colo XIX. (1) Alla distanza di migliaia d’anni possiamo ancora consta- tare il ripetersi dello stesso fenomeno per quanto concerne il passaggio dalla pesca all’aquicoltura. Persone autorevoli si sono, agli albori della aquicoltura opposte ad ogni tentativo, ad ogni esperienza dichiarando pazzesca l'idea di coltivare le aque in generale e quelle ma- rine in particolare. (2) Sono pochi anni che un dotto Sacerdote di Chioggia credeva utile scrivere e pubblicare non essere peccato nè contro natura, nè contro Dio l’eseguire le operazioni ittioge- niche (3) la quale assicurazione non non sarebbe stata data se nell'ambiente peschereccio marittimo, ove viveva il vene- rando Sacerdote, il misoneismo umano non avesse mosso quelle obbiezioni puerili, sì, ma gravi per la resistenza pas- (1) Può sembrare arrischiato questo asserto;' se noi consideriamo quali mo- dificazioni si produssero nel vivere sociale per l’applicazione delle arti grafi- che, del vapore, dell’elettricità, del telegrafo, del fonografo, etc. etc. ci sem- brerà che mai nella storia dell'umanità possa essere stata segnata una più pro- fonda modificazione fra un modo d’essere e quello precedente. Pure se noi consideriamo che questo progresso è sino ad ora quasi esclusivamente mec- canico e non psichico, se consideriamo quanta parte dell'umanità è ancora e- sclusa dai benefici del miglioramento dovuto a progressi fisici, l’asserto non sembrerà più così paradossale. (2) « Cultiver c’ est produire. L’ aquiculture ne produit presque rien, les produits de la mer sont généralment incoltivables. Scrutez avec un peu de soin la nature, dans cet élément, et vous reconaitrez qu’ elle est effective- ment partout ribelle à la domestication et veut y rester partout invinciblement sauvage, si l’on peut se servir de ce mot pour indiquer l’inesorable résistence à la sujetection de tout ce qui est soumis au regime. des eaux salées (pag. 235) L’ aquiculture este une frivole invention qui menace de devenir un malheur (pag. 337) / B. A. Rimbaud - Ancien Officier du Commissariat de la Marine Chevalier de la legion d’honneur Disserfazions critiques sur la. péche, l’Ich- fiologie, la culture du poisson et le regime marittime - Paris - Challamel Ainè - 1869. (3) Il compianto mio amico mons. Domenico Razza di Chioggia. Pasta: cita siva che da esse vennero ed ancora inconsciamente vengo- no ad innovazioni razionali nei sistemi del lavoro umano. 10. Ma opposizioni più serie sono state mosse. all’ aqui- cultura marina, non più da rouZ7zérs o da poveri ignoranti pescatori, si bene da scienziati di grande valore, alla testa dei quali sta l Huxley, i quali negarono all uomo qualsiasi pos- sibilità di intervenire sulla produttività dei mari sia in senso positivo che in senso negativo. L'equilibrio naturale della fauna ittiologica marina, di- cono i seguaci di Berthelot, di Rambeaud, d’Huxely, di Max Intosh ecc. non può essere spostato dall'uomo, non vi è timore quindi che le pesche eccessive possano isterilire le aque, nè vi è speranza che i metodi vecchi o nuovi della aquicultura marina valgano ad aumentare gli armenti di Nettuno. L'uomo ha potuto sterminare i mammiferi terrestri dan- nosi ed allevare gli utili, ma già la sua azione diminuisce quando dai mammiferi si passa agli uccelli, si perde quasi del tutto quando da questa si viene agli insetti. Veggasi quali sforzi si fanno da tutte le nazioni di Europa per distruggere la filossera e come inutilmente si cerca di estinguere il ma- lefico afide; come si può supporre che la azione dell’ uomo possa alterare l equilibrio naturale della specie ittiche, quando si consideri che furono trovate da 10 a 97.6 uova di merluzzo per mq. ( Hensen, Apstein) nel mare del Nord e 2.6 a 9.5 uova di sogliola nel Canale della Manica ? La prolificità dei pesci è tale da sfidare qualsiasi intervento umano, le nostre opere di ripopolamento sarebbero assolutamente gettate poichè il mare ha una fecondità infinita. Per conseguenza come non dobbiamo occuparci delle lagnanze dei pescatori che accusano le tali reti o le tali altre di distruggere le uova dei pesci, così non dobbiamo sperare che l’intervento dell’uomo possa aumentare la naturale produttività delle aque marine. Di fronte ai 3 a 11 miliardi di uova di sogliola che — secondo i calcoli del Canu -- sono naturalmente prodotti ogni anno nella Manica e nel mari del Nord, che può rappresentare per la diminuzione dell’opera distruggitrice o per l'aumento, l’opera artificiale integratrice dell uomo? A queste argomentazioni rispondono i partigiani dell’a- 53 quicultura marina che essi riconoscono come l’uomo non ar- riverà mai a sopprimere una determinata specie ittica marina, poichè malgrado tutti i mezzi distruttivi, sopravviveranno sempre dei riproduttori in numero tale da assicurare il quan- titativo medio d’ uova necessarie ad assicurare la soprav- vivenza della specie. Ma essi dicono, l’opera dell'uomo ha una relazione distruttrice per ciò che concerne la produzione annua di una determinata regione ed è questa distruzione che l aquicultura marina è chiamata a provvedere. Non di- sconosciamo l immenso numero di uova che il mare ci dà spontaneamente, ma voi dovete pure riconoscere che in na- tura anche le cause distruttrici sono incommensurabili. Su 1000 uova di sogliola appena una arriverà a darci un pesciatello larvale di due giorni, le altre sono esposte ad una sequela di cause distruggitrici che è vano quì enumerare. Ma il neonato pesciatello larvale che a due giorni di vita rappresenta l’unico prodotto, fortunatamente sopravissuto, di 1000 uova, è esposto alla sua volta ad un numero grandis- simo di pericoli, cosicchè possiamo ritenere che appena 1 pesciatello su cento arriverà alla quindicesima giornata di vita larvale e saranno state 100.000 uova perdute per avere un unico individuo dell'età di quindici giorni. Se noi invece rac- cogliendo 200 uova (fecondate in natura od artificialmente) le facciamo schiudere e alleviamo i neonati portandone almeno cento all’ età di quindici giorni, questi cento pesciatelli rap- presenteranno la sopravvivenza di 10 milioni di uova. 12. Questa risposta non manca certo d’acutezza, ma coloro che negano all'uomo la possibilità di togliere o ristabilire lo equilibrio faunistico marino non si danno per vinti. Malgrado il constatato sciupio di pesci larvali — essi ribattono — ne rimangono tuttavia ancora tanti che la fauna ittica marina non è in realtà sensibilmente modificata. Quanti milioni e migliardi di pesciatelli dovrebbe dunque l’aquicultura marina versare negli oceani per riescire ad arrichire il quantitativo ittico di un dato mare? Che sono i pochi milioni di pescia- telli fatti nascere negli stabilimenti di piscicultura marina di fronte ai miliardi che in realtà sopravvivono in natura malgrado tutte le cause di distruzione ? 54 Queste semplici argomentazioni teoriche dovevano essere seguite da un più ben grave attacco contro la aquicultura marina come si fa oggi. 13. Osservazioni molto esatte eseguite nel Laboratorio ma- rittimo di Concarneau dal Fabre Domergue e dal Bietrix nel 1899-1900 dovevano porre in luce che i procedimenti usati nella Norvegia, nella Scozia. negli Stati Uniti d'America per ripopolare le aque di quegli Stati coi merluzzi e coi pesci piatti conducevano a questo risultato ozioso : di seminare alcuni mi- lioni di pesci larvali fatti nascere colla incubazione artificiale ma destinati fatalmente a perire appena immessi nelle libere aque. Questi stabilimenti di psicicultura marina (o di pisci- factura come vengono designati dai francesi) vennero già descritti nella Neptunia. Ora basti far conoscere che pur es- sendone diversa la tecnica essi corrispondono agli stabilimenti ittiogenici d’ aqua dolce nei quali sono incubate le uova e custoditi gli avannotti sino al momento di seminarli nelle libere aque.- Ma gli avannotti dei pesci marini hanno necessità di nu- trirsi dopo il 4. o quinto giorno dalla loro nascita prima del riassorbimento della vescica, mentre invece questo bisogno non è sentito dagli avannotti dei pesci d’ aqua dolce avendo una notevole riserva nutritiva nella vescica ombelicale molto voluminosa che prolunga notevolmente lo stadio della vita larvale non abbisognando di alimentazione. Ora negli stabi limenti di piscicultura marina non si alimentano i pesci neo- nati, per difficoltà tecniche che faremo conoscere —- ne segue che il novellame tenuto negli apparecchi di alleva- mento sino al 17.0 giorno (merluzzi) od anche sino al 21-55 (pesci piatti) è colpito da una crisi detta, dal Fabre-Dumergue, « post-larvale », cioè da una anemia generale che li destina ad irremissibile morte. Bisognerebbe immettere i pesci neonati nell’’aqua appena sgusciati dall’uovo prima ancora che fosse finita la fase larvale, ma varrebbe la pena in tal caso di fare una costosissima incubazione quando in natura si schiudono liberamente negli oceani tanti milioni e miliardi di uova ? Si è creduto utile esporre le obbiezioni sollevate contro l’aquicultura marina, perchè queste infirmerebbero e per molto DD infirmano realmente la possibilità di coltivare il suolo aqueo, dimostrando subito che si tiene conto delle obbiezioni soile- vate così da ignoranti come da dotti contro l aquicultura marina. Raccogliamo ora quanto in questo capitolo venne esposto : Si è constatato che la pesca è antica quanto l'umanità ; che essa si sviluppò parallela alla caccia, ma che, mentre dalla caccia si passava dopo molti secoli, ma ancora in periodi preistorici, alla pastorizia e poi all'agricoltura, la pesca rima- neva per tutti i tempi storici semplicemente pesca, ossia in- dustria estrattiva (tranne alcuni luminosi tentativi all’ epoca romana sulla coltivazione dei molluschi e forse sulla stabu- lazione di pesci in peschiere) e non si arrivò ad una vera industria creativa coltivatrice del suolo aqueo ossia all’aqui- cultura che alla fine del secolo XIX. Ma la vera aquicoltura — completa in ogni sua parte — è ancora limitata alle coltiva- zioni in aqua dolce che sono entrate nel pieno dominio delle industrie creative; non altrettanto può dirsi dell’aquicultura marina, alla quale si nega persino da valenti scienziati, l’uti- lità e la possibilità di essere. D. Levi-MorENOS dò Ci 009) Cì le et par) Potizie d LS Zinno venatorio 1903=1904 5 ottobre 1903 — Si apre quest'anno la caccia « de bote » con grande fortuna. Le valli sono « piene » d’ uccelli ed in alcune senza tenere conto delle folaghe si può calcolare il nu- mero dei selvatici a sei, otto e più migliaia. Grande quantità di codoni ed alzavole. I fischioni erano scarsamente rappre- sentati, si ritiene però (causa condizioni atmosferiche, perdu- ranza del caldo) questi debbano ancora arrivare. In valle Averto si uccisero in questa giornata: 15 germani, 253 alza- VR è RAILS RAI IPA dI 50 vole, 53 fischioni, 163 codoni, 2 mestoloni 1 moretta grigia (724- gasso) ed 1 canapiglia = totale 518. Il numero sarebbe stato assai maggiore, se dopo il levar del sole e fino alle 10 non avesse perdurato una nebbia fit- tissima. 12 ottobre 1903 — Accade quasi sempre che i codoni, se non abituati a rimanere almeno una settimana fissi in una ralle, dopo una giornata di caccia, se ne partono per altri siti o valli e più non ritornano nel primiero luogo. Così du- rante questa « trata » per la suesposta ragione se ne uccisero e se ne videro ben pochi; arrivarono invece nuovi fischioni, 1 quali, come è noto, si fanno « tràr » nei posti di lago. Al zavole in numero discreto. Tempo in « provenza » bonaccia completa. Osservai un passo abbastanza forte di allodole. 19 ottobre 1903 — « Trata » magrissima. Passo forte di allodole. 20 ottebre 1908 — Moltissime le folaghe, le morette e le alzavole. Il tempo bello rovinò completamente la « trata ». Mancano i germani, pochi fischioni e pochi codoni. Il famoso cacciatore Noni, uccise una spatola (1). 2 novembre 1903 — Da giovedì infurid uno sciroccale fortissimo che fece straripare i fiumi (rotta di San Donà di Piave) nelle valli pure acqua altissima, le barene n’erano let- teralmente ricoperte. Al lunedì, giornata di caccia, il vento si girò in N. E. e quindi gran movimento di uccelli. I fischioni si fecero « trar » molto bene, erano di « ve- gnua » avendo essi mancato nelle « trate » antecedenti. Vidi alcune canapiglie, specie poco frequente, fu uccisa pure una pittima (vetola) specie questa che generalmente arriva in di- screto numero in primavera. 9 novembre 1908 —= Varie migliaia d’ uccelli nelle valli e moltissime folaghe. Sarebbe stata questa una giornata de- liziosa, se dal mattino quasi fino alle 10 e dalle 3 pom. in poi non fosse durata la nebbia. In Valle Averto furono uc- (1) Vedi mia nota — .Su/la straordinaria comparsa della Platalea Leuco- rodia nel Veneto Estuario. Avicula fasc. 71-72. 67 cisi: 38 alzavole, 58 fischioni, 10 codoni, 571 folaghe, 134 mo- rette, 8 pavoncelle, 1 pesciaiola, totale 826. 16 novembre 1903 — « Trata » buonissima, abbondanti molto le folaghe e di conseguenza i « magassi » (morette) essendo le prime un richiamo naturale alle seconde, abbisogna quindi mandare in giro pei laghi gli uomini di servizio per farle levare; ciò porta un discapito, perchè i selvatici spa- ventati dal gran numero di colpi che si danno alle folaghe, difficilmente vi ritornano. In questa giornata di caccia si uc- cisero buon numero di fischioni. Tempo bello, bonaccia. 23 novembre 1903 — Vento da montagna. Moltissime folaghe; non ancora si fecero vedere i germani, ritardo questo certamente prodotto dalla stagione mite. 350 novembre 19058 — Sebbene giornata di vento pr opizio (N. E.) furono uccisi pochi uccelli, abbondanti le alzavole ed i fischioni. 3 dicembre 1903 — « Trata magrissima ». 14 e 21 dicembre 1908 — S'incomincia osservare qualche aumento di germani, i fischioni sempre in numero piuttosto scarso, poche alzavole e. poche folaghe. Mi fu riferito che nelle valli della laguna inferiore ivi abbondino. 29 dicembre 1903 — Noto un’abbondanza di germani ed in valle Zappa da tre cacciatori se ne uccisero 578 (Avicula fasc. 71, 72). Al martedì mattina ritornando da valle (ore 7 1]2) osservai branchi di germani composti anche di oltre 50 in- dividui che volavano a grande altezza in direzione di N. E. A proposito di questo insolito avvenimento che durò tutta la giornata, fu osservato anche in altre parti del Veneto, ecco quanto in proposito me ne scriveva l’egregio sig. A. Dal Paos da S. Croce (lago) provincia di Belluno: al mattino del 29 il lago era ricoperto di anitre, ed in qualunque punto dello spazio celeste si vedevano numerosi storni di anitre in genere, la maggior parte tutti 70azzorzni. Una gran parte ripartirono verso sud prima del mezzodì ed oltre 10,000 durante la notte. Anche lungo il Piave furono vedute immense quantità. Questa enorme quantità, secondo l Avicula si collega con le catture dei beccofrusoni e di altri uccelli « polari » che vennero veduti quà e là nell'alta Italia; ma io non posso Vi e lle MS "AUSILI 58 condividere tale opinione perchè intanto i beccofrusoni, veni- vano da Nord a Sud, mentre i Germani nelle valli, da Sud a Nord, ed io credo che, se i germani avessero trovato la nostra laguna agghiacciata, come succede quasi ogni anno, ed a tale epoca, essi si sarebbero fermati, per poi proseguire il loro viaggio a branchi isolati e non in massa come successe appunto quast’anno. 4 gennato 1904. - Vento da N. E. Si uccisero diversi germani, il loro numero però fu scarso. Pochi uccelli nelle valli. II gennato 1904 - La giornata di bonaccia rovinò la trata essendovi nelle valli molti selvatici, specialmente magassi (morette). IS gennato 1904 - Nuovamente bonaccia, si uccisero però diversi germani, abbondantissimi nelle valli della laguna su- periore. Vidi un branchetto di pesciajole (M. albellus) indi- zio di freddo. 25 gennato 1904. - Le valli erano ricoperte d’una sot- tile crosta di ghiaccio. Molti i selvatici, ma questi non si fe- cero « trar » per la ragione che il freddo non era durevole, due giorni dopo ritornò una temperatura più mite. Delle « trate » dal 15 gennaio al 15 febbraio, non mi fu possibile avere dati precisi, causa lutto di famiglia. 22 febbraio 1904. Nelle valli vi erano molti magassi (mo- rette) in generale migliaia d’uccelli, ma il tempo alla bonac- cia perfetta rovinò la « trata » a questo malanno si può ag- giungere quello, che alcune valli non « trarono » dove al lora si rifugiarono gli uccelli spaventati dalle altre. Mi fu rife- rito che furono sentite (non vedute) le prime marzàiole. 7 marzo 1904. - Tempo coperto - Per la stagione inol- trata ebbesi una buona caccia. Moltissimi codoni (de ve- gnua) ma non si fecero « tràr », mentre dei fischioni, irrequieti per la loro prossima partenza, ne fu ucciso un buon numero, furono pure uccise alcune marzajole, vidi numerosi branchetti di fofan:. (mestoloni) 14 marzo 1904. - Vento da montagna. Si uccisero di- versi fofan: specie questa propria de ultima e prima de stagion 99 le marzajole, invece, ad eccezione di qualche esemplare, an- cora non giunsero. Buon numero di codoni e di alzavole. ‘ Grande quantità di beccacini e beccacini minori, furono uccisi i primi combattenti e vetole. (pittima reale) In valle Averto, fu veduto un cigno selvatico, apparizio- ne questa asssai strana, comparendo tal specie che durante gl'inverni assai rigidi. Concludendo abbiamo un anno ricco molto di selvatici fra i quali predominarono le folaghe ed i magassi. Scarsi in confronto degli anni decorsi furono i fischioni e le alzavole. Più numerosi invece i codoni. Non fuvvi si può dire qua- si nessuna permanenza nelle valli di Germani, causa la man- canza di ghiaccio ; ed in primavera mancarono totalmente le marzaiole, le quali anche se più abbondanti nel ripasso del- l'autunno, pure si fanno vedere anche in primavera in nu- mero discreto. Ora che sto chiudendo queste noterelle (19) Aprile venni a sapere che tanto in laguna quanto nelle valli vi sono ab- bastanza numerose le marzajole, nonchè molti fischioni, que- sti si fermano fino alla fine di maggio ma il grosso s'en va già fino dalla metà aprile. E. NINNI NACCICGUETURA Lavori che si eseguono in una valle arginata durante il mese di maggio Anche questo periodo di tempo procura al. vallicultore forti occupazioni. Continuano le semine del novellame e in questo mese si incominciano a seminare anche i boseghini (1); e bisogna attentamente osservare di non confonderli cogli ul- x timi botoli. Questo confronto non è tanto facile come può (1) Mugil chelo Cuv. NOP e RT ASTE 60) sembrare, poichè certi pescatori con cattivo istinto e a scopo di lucro mettono nelle %zse 1 botoleti che si avvicinano alle spiaggie insieme ai boseghini e che sono piccolissimi, e, te- nendoli rinchiusi, li costringono a dimagrire tanto da rassomi- gliare perfettamente ai boseghini; li ripongono poi nello stesso recipiente e mescolano all’aqua del fango bianco che applica ad essi una tinta chiara che li rende ancor più rassomiglianti ai boseghini; così si cerca ingannare i vallicultori, perchè i botoli costano due o tre volte meno dei boseghini. Un accorto vallicultore conosce tutte queste manovre vergognose e, contando il pesce col primo sistema dei piattini, di rete sa verificare la giusta qualità. Da ora innanzi le semine si fanno nei laghi, e si cerca un luogo pulito da erbe e profondo. Per eseguire questo genere di semina si pone in una comoda barca una tina con i pe- sciatelli e, raggiunto il sito destinato, si fissa la barca e si conta col primo sistema, accennato nel mese di marzo. Si preferisce ora di seminare nei laghi perchè colà l’aqua è sempre più perfetta date le correnti causate dai venti, e poi i pesci sono più pronti alla pastura. Siccome ora il sole si fa sentire e la evaporazione dell’aqua è notevole, si osserva prossimo il bi- sogno di aumentare l’aqua nel campo vallivo. Per poter ef- fettuare tale irrigazione occorre prima assicurare le chiusure acciò di non perdere il pesce e le anguille, eseguendo la rin- novazione delle tresse. Si tagliano con apposito ferro le gra- siole a livello del terreno e poi si tagliano e si levano i vimini con le pertiche liberando così le vecchie grasiole e rendendole facili a levarsi; dopo sbarazzato tutto e pulito con le braccia nude il sito ove prima era confitta la grasiola, si piantano grasiole nuove accuratamente lavorate; queste, battute con appositi maglietti si assicurano alle estremità con appositi stroppini. Le grasiole sono doppie e fra l’una e l’altra vi si pianta un fitto pezzone (1) che serve a tenere in valle i più piccoli pesciolini, e il tutto legato con pertiche e buoni vimini assi- (1) Arella formata con mazzetti di due sole canne diritte e robuste. 61 cura, se non completamente, una buona garanzia per man- tenere in valle il prodotto. Dopo eseguite con cura queste faticose operazioni si approfitterà del colmo. dell’'aqua ed a ogni sevente, (1) non appena l’aqua entra, si rialzano le porte delle chiaviche e si lascia entrare l’aqua fino a che questa sia arrivata al livello di prima o più alta se lo si credesse oppor- tuno. Non bisogna trascurare di invigilare simile operazione perchè se per caso si presentassero alle tresse delle anguille è più prudente abbassare le saracinesche specie di notte quando le anguille si presentano più facilmente, numerose e forti, minaccianti e capacissime di squarciare i lavorieri. V. VOLTOLINA Note - Comunicazioni - Corrispondenze Ispezione del Prof. David Levi-Morenos ai porti pe- scherecci dell’ Adriatico. — Per incarico del Ministero di Agricoltura I e C. il Prof. David ievi-Morenos partì da Venezia il 23 febbraio u s. allo scopo di visitare i porti pe- scherecci adriatici per poi riferire : 1.° intorno alle condizioni della pesca e dei pescatori, con speciale riguardo della pesca coi bragozzi o bilancelle in vista anche dell'emigrazione di questi pescatori sulle coste orientali dell’ Adriatico. 2.° su quali elementi locali si potrebbe far assegnamento per una seria organizzazione professionale dei pescatori. Per questa duplice finalità dunque il Prof. D.r Levi-Mo- renos si recò anzitutto a 0227227 e di là poi a Ravenna rac- cogliendo anche nuovi elementi sui porti pescherecci di Ca- tolica, Cesenatico, Porto Corsini che egli aveva già visitati nel 1901. A Rimini, per iniziativa di quel Municipio, si tenne una seduta nella sede Municipale il 24 febbraio coll’ intervento (1) Il flusso dell’aqua. 62 dell'assessore delegato, del Presidente e del Segretario della Camera di Commercio, del Presidente della Cassa di Ri- sparmio, dei rappresentanti delle due Società della Marineria di Rimini, funzionante da Segretario il Direttore della Cat- tedra Ambulante di Agricoltura. I convenuti deliberarono in massima di partecipare alla fondazione del sindacato pe- schereccio Adriatico e di provocare dai rispettivi enti mo- rali aiuti per estendere l’attività della Scuola di Pesca di Venezia anche alla marineria del litorale Romagnolo. Recatosi poi il Prof. Levi-Morenos ad Arcora, di là passò a visitare il porto di £#a70 e quello di S. Benedetto del Tronto, avendo già raccolti, nel precedente suo viaggio, ele- menti anche sui minori porti di Pescara, S. Giorgio, Porto Recanati, Porto Civitanova. Una seduta fu tenuta a Zar0 per iniziativa di quella Società di Mutuo Soocorso fra i Marinai raccogliendovi im- portantissimi elementi sulla marineria da pesca Fanese. Altra seduta, per iniziativa della Camera di Commercio, fu tenuta in Ancona il 2 marzo coll’ intervento di varie rap- presentanze degli interessi pescherecci marchigiani. Anche in questa seduta venne votato un ordine del giorno analogo a quello approvato a Rimini. Il 4 marzo il Prof. Levi-Morenos giunse a Barz e di là sì recò a visitare i porti pescherecci di: Mola di Bari, Mo- nopoli, Polignano a Mare, Molfetta, Trani, Barletta. JI giorno 12, per ordine di S. E. il Ministro di A. L e C., partì per Gallipoli allo scopo di compiere un’ inchiesta in- torno al conflitto fra pescatori gallipolini e pescatori greci di spugne; nel ritorno si fermò due giorni a Zaranto per as- sumere informazioni presso quella Capitaneria di Porto, dalla quale dipendono Brindisi e Lecce, e per aver notizie sulle bilancelle baresi che si recano nel golfo di Taranto. In ogni porto visitato il Prof. Levi-Morenos cercò di raccogliere dati di fatto ricorrendo ai diversi interessati, pe- scatori, armatori, intermediari. Studiò in ispecial modo là dove esistono le società fra la gente di mare, ricercando a mezzo dei Sindaci, dei Capi- 603 tani di Porto, dei Prefetti, notizie sul modo col quale le so- cietà stesse funzionano. Operazioni ittiche fatte da Cattedre Ambulanti di Agri- coltura. — La Cattedra Ambulante di Agricoltura di Porto Maurizio nei tre piccoli incubatori della Provincia mise in incubazione, nel febbraio scorso, 200.000 uova di Trota arco- baleno riconosciuta come specie adatta a quelle aque spesso torbide e fangose. La Cattedra Ambulante circondariale romana di Frosi- none, il 12 aprile, provvide al ripopolamento ittico immettendo circa ventiquattromila trote a Capofiume presso Collepardo cd all’ Amaseno presso Piperno. Tale provvedimento darà buoni frutti. I pesci sono giunti tutti vivi. Il prof. Fileni si augura che i Municipi interessati, i quali hanno dato tanto valido aiuto all'opera sua, dispongano un'accurata vigilanza per impedire la pesca abusiva. Pesca col battello a vapore sulle coste spagnuole. - 1 risul- tati della pesca col battello a vapore Plower da Grinsby diedero risultati stupefacenti. Furono portati a terra non meno di 150 specie di pesci abissali i quali, sebbene non nuovi per la scienza, pure giammai furono presi da bastimenti commer- ciali. I pesci furono presi circa 120 miglia dal Capo Finistern (Spagna) in profondità di 180 Faden. Fra questi trovansi, se- condo la classificazione di W. Garstand, il Mo/va elougata, Scarpaena dactyloptera, Bervx splendeus quest ultimo in Ispagna chiamasi « Alfonsin ». Hoplostethus mediterraneus. Il valore commerciale di questi pesci non è ancora iden- tificato. La proposta del Cunimghams di porre queste specie ad un verdetto di gastronomi, per ora non avrà che il ri- sultato della novità. Devesi osservare che i battelli da pesca a vapore francesi da Boulogne pescano sempre ampliando la loro zona di ri- cerche. Come ci comunica il dott. Cliguy, battelli francesi, inglesi e tedeschi pescano in compagnia già dal 1903 nelle aque di la Coruna, specialmente dal capo Orbegal al capo Finistère adunque nella parte Nord-ovest della Spagna, in profondità da 75 a 150 Faden. Cligny descrive le seguenti specie prese Ult QNT ig Ce. 604 da pescatori francesi: Pfervcombus brama, Fries, Epigonus telescopus, Riso, Callanthias peloritanus (Cocco) Bervx de- cadactveus, C. V., Bervx splendens, Lowe, Molva byrkelange Wall. così pure la var. elongata (Risso) CI. Varietà Il cancro dei pesci. — Il numero di febbraio del Pall Mall Magazine, uno dei più importanti periodici ingle- si, ci dice che il cancro è stato scoperto anche nei pesci. Questa scoperta — se è vera — è della più alta impor- tanza. Finora le ricerche delle cause del cancro sono state infruttuose. Si sono fatte centinaia di ipotesi. Ma la presente scoperta limita il campo delle indagini. È noto infatti che molti animali soffrono di cancro — le vacche, i cani, i gatti, per esempio — ma tutte queste creature vivono in condizioni quasi analoghe a quella dell’ uomo. Nel caso dei pesci invece la cosa è molto differente, per- chè la loro vita è governata da condizioni affatto diverse e speciali. Se anche i pesci sono vittime del cancro, gli uomini non hanno più bisogno di cercare se questa malattia dipenda da qualche infrazione delle leggi di natura. La causa deve ricercarsi nell’ origine delle cose, nel germe della vita. Uno dei più grandi problemi concernenti il cancro sta nella stra- ordinaria capricciosità del male. Si può nascere col cancro e morire dopo pochi mesi, come si può portare il male per lungo tempo finchè si sviluppa in tarda età. L'annuncio che il cancro è stato scoperto anche nei pesci, e che quindi resta limitato il campo delle ricerche, venne dato al Pall Mall Magazine dai dotti Bashford e Murray, che stanno facendo studi in proposito. Pare che il rimedio, nel quale i due medici hanno riposto grandi speranze, sia la vac- cinazione. Direttore responsabile Dort. Davin LEvI MoRrENOS de CARI E TOMMASINI _VOCABOLARIO GENERALE DI PESCA rarî dialetti del Regno: —- Si pub: - Rbonameno È 05 Geol IL. 10 So i | Rivolgersi all'Autore .:. VIA FIRENZE, 32 - ROMA cul == TL TLIOI TTT TE MiniminImItii iii Tani Tmisivarnto TICCINICI TULIEREGICI Mr cciTiio TRICK (CHI um) I) Lt OI NON N . ro O t n } meravigliosa lampadina elettrica ta- Ei scabile. .. Toccando il bottone la luce è fatta illuminare stanze, LI passaggi oscuri, ecc, senza più bisogno di. 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Settembre. —.Tar HS a richiesta. == Omnibus alla stazione di Abano a iulti i treni i I treni diretti si fermano dila stazione di Abano dar 1° Giugno al E È Settembre. ‘efficaci in un vasto campo di malattie. Tali sono moltissime: che si Ba riscono agli organi del movimento, cioè il reumatismo articolare; l'artrite! Per ottenere un ribasso nei prezzi. converr à portarvisi nei mesi shot o Rivista 3taliana di [esca ed Aquicultuta. 7 “e MARINA - FLUVIALE - LACUSTRE : drei con i medaglia d'oro all’ Esposizione di Milano 1594 ed all’ Esposizione di Torino 1598 i - Fondata e LA dal Dott. D. LEVI-MORENOS DE —--- — eso ORGANO CENTRALE Der promuovere la FEDERAZIONE NAZIONALE AQUICOLA — Riassume gli Atti. delle Società Italian& di Pesca € d’ Aquicolrura nrctirtu Te _ _———_ — _—___—__ —— 93% 27 a ‘| ‘+ SOMMARIO cx 0. Arrivabene — Il pescatore italiano in Oriente (Rapporto del Segretario addetto alla fe. SGELIRO «Ambasciata in Costantinopoli). e Vallicultura È Nottola «Lavori che si eseguono in una valle arginata durante il mese di giugno (.S07- i veglianza-irrigazione). l | i 3 rare Salmonidicultura pri: Red. — ‘Per la storia naturale della trota arcobaleno. i i 7°» La « greppia » per i salmonidi. ea Note — Comunicazioni - Corrispondenze Ra È ted = Campagna ittiogenica 1904 (Bacino del Po-Bacino del: Reno-Lago Maggiore-Bacino 290 del Bacchiglione). » .— La pesca. sul Po. ——» —.Salmone della Siberia in Italia. “— La pesca del tonno. «> — Riforma della legge sulla pesca in Austria. “» — Sciopero di pescivendole francesi, SPARE Società di Pesca ed Aquicoltura ‘Società Reg. Veneta — Campagna ittiogenica del Comitato Provinciale Vicentino — L'efficacia delle operazioni di ripopolamento del Comitato VV icentino. Partecipazione della So- cietà all Esposizione di Brescia. Recensioni $ + Levi — Dott. David Levi-Morenos — Lavoro e proprietà del suolo aqueo. RES Supplemento: api D Levi-Morenos — Lavoro e proprietà del stiolo. aqueo. ROIO GITE IO I I NET] ——_ —_—— n= —-__—__—__————— i - DIREZIONE : Abbonamento annuo alla «Neptunia » sola L. 12 i ‘presso la Scuola di Pesca ed Aquicultura, Venezia - : Coi supplementi . ” A x 6 \ 5 w” 20 . - AMMINISTRAZIONE — Fi e N e Gli abbonamenti decorrono sempre dal Gennaiò e quando. ica Trovaso, Palazzo Bolani 1074 A. Venezia: : non sorio disdetti s' intendono tacitamente rinnovati, contratti a fox/aît -- Rivolgersi. all’ Amministrazione della‘ NEPTUNIA Ca Teri INSerzioni San va I874A - VENEZIA. | Officine Grafiche C. Ferrari - Venezia dc Sa Cze Le Editoriale o < \y: \f: SUGELITNIOTITA RANA RELTENAEGAALIEVORERIELAN II LARRODCOCINF IRRISOLTO OOO RITO COLATO VANTA TA SIRENII OVE OIO NOOO CIO FUTON OOON OTO ONMROAN MO ECORIOCOOOIO TOR IOORABOO TORINO NA ENTIRE ANAAMI CORIO CLARIRENC ATA ZOLA. E diciamo una buona idea, giacchè sino a n TE gie ARA cato cato Tibrari io contava più traduzioni del celebrato (do in Sa delle Lu dell industria tipografica del nostro. paese. Questa traduzione del Germin i, che raccomandiami stri 06, è stata affidata | a un ben_ noto e leo detti che sino Ad oggi abbia visto la luce in Italia. TON It OTTO FTT TT n a ua a a veneziA HOTEL D' Re BAUER Restaurant BauerG gi nwa o nr GIULIO GRUNWALD, Senior Propriek.. VENEZIA a & & a & a s SAI EI pis MEITLISETTIABESILI HIVE VARIIII REALTA RETIPIREGASUIB ITA RETI AMBI IAS tetti mi TITTI] ionmninti Tomi ORARIO I RBFATPREPPEE MESI OTRBRITAIBOLARGIIONORE CENTO OTTEMUFL TRATTASI ATER STORIA AGO RBOESTAC ROSI OOEOTIOGCR MOL IOCIOAE RESET RE AREA AIAROITOCIEVA LIMITO MONACI OTNEIRATLU E TOOF TONE PUNN ARIA PTLLAA OIL MICCA Dar: nn nn no mt to s SE: SG - nd FIT PA >: at xi 3 , vi Albi 10 - ir ott, ur Liar cOn ros SEE contre n AA e TA VIA VITTORIO EMANUELE | at NEPIUNIA Anno XIX Neg S1 Maggio 1904 5I pescatore italiano in Oriente. (Rapporto del segretario conte CARLO ARRIVABENE VALENTI GONZAGA, addetto alla R. Ambasciata in Costantinopoli). I. — Pesca del pesce. Già da molti anni pescatori italiani di Chioggia e delle Puglie si recavano annualmente in Turchia per esercitarvi la pesca durante la stagione, Sue da settembre va alla fine di maggio. Tale pratica durò fino al gennaio 1902, nel quale anno fu dalla Sublime Porta significato alle potenze il divieto di pesca per gli stranieri nelle aque territoriali dell Impero ot- tomano, mentre a Costantinopoli e dintorni fin dal 1882 i nostri pescatori (fra i quali un forte nucleo di pugliesi — quaranta all'incirca — era stabilito a Moda sulla riva asiatica del Bosforo) non vi esercitavano più l’arte loro, perchè dai regolamenti locali non era tollerata la pesca a strascico. Nel giugno del 1902, su proposta del delegato italiano, l’Amministrazione del Debito pubblico ottomano faceva voti perchè nell'interesse stesso del fisco fosse posto un termine alla misura proibitiva della pesca ‘agli stranieri. Nel mese di febbraio 1903 la Sublime Porta modificava l’art. 29 del regolamento generale sulla polizia della pesca (del 18 sefer 1299 — 32 dicembre :1882) nei termini seguenti, secondo la traduzione letterale : del testo. turco: «E rigoro- samente proibita la pesca per mezzo sia di velieri muniti di reti a strascico e la pesca delle spugne per mezzo di barche munite di macchine e congegni detti scafandri lungo le coste dei golfi e porti ed al largo nel Mar di Marmara, dall’ Alto Bosforo fino al di là dei Dardanelli, come pure nei mari liberi fuori degli stretti a tre miglia di distanza dalle coste otto- mane ». pe” Ped al j DI ela ve da 1 Pa 060 Seguono poi nel testo le penalità a contravventori, con- sistenti nella confisca delle barche, degli attrezzi e delle reti ed in caso di recidiva, oltre alla confisca, in una multa da 50 a 100 lire turche (lira turca corrisponde a franchi 22.727). La lettera del modificato articolo 29 colpiva il sistema di pesca italiano delle bilancelle, escludendolo dal mare terri- toriale ottomano fino alla distanza di tre miglia dalla costa. II. — Pesca delle spugne. Sempre secondo la lettera del modificato articolo (29 re- golamento 30 dicembre 1882) vediamo vietato nella pesca delle spugne l’uso di barche munite di macchine e congegni detti scafandri. Le spugne si pescano in Turchia collo scafandro. oggi vietato, colle reti o da tuffatori; nondimeno la superiorità dello scafandro è praticamente dimostrata perchè permette al palombaro di percorrere il campo spongifero senza far danno, camminando sul fondo, di lavorare con calma, esami- nando il banco con appositi occhiali, e di lavorare a lungo per l’aria fornitagli, facendo così una scelta dei prodotti. La pesca invece fatta da tuffatori per la loro breve im- messione non ottiene che una cattivissima cernita, espone so- pratutto a grandi pericoli il tuffatore e si rende impraticabile quando, come è stabilito dagli Stati Uniti d'America, sia vie- tata la pesca di spugne minori di 10 cent. di diametro. Tale pesca viene esercitata per la maggior parte da greci nella Tripolitania e nell'isola di Rodi; a Tripoli si recano al- tresì, sebbene non regolarmente, delle flottiglie di navi da pesca italiane, e si trovano stabiliti in quel distretto conso- lare quattro pescatori italiani godenti il libero esercizio della pesca locale. Così che per la pesca delle spugne, oltre la grandissima concorrenza fatta dall’ elemento greco, perdura in Turchia la proibizione dell’uso dello scafandro, che è generalmente con- siderato come il sistema più razionale di pesca. 4 ind 07 IN. — Amministrazione della pesca e diritti di pesca in Turchia (1). I diritti di pesca in Turchia vengono percepiti dall’ Am- ministrazione del Debito pubblico ottomano e si suddividono: | 1.° in diritti ceduti ai portatori di titoli del Debito pub- blico per Costantinopoli e dintorni (decreto 20 dicembre 1881); ‘ i 2.0 in diritti amministrati per conto della Dexfsche Bank in seguito al prestito di 30 milioni di marchi garantito dai proventi della pesca di Salonicco, dell'ottobre del 1888. Nell’annata 1851-82 la prima categoria di tali diritti fruttò lire turche 26,470; dal 1582 in poi, ceduto tal reddito all’ Am- ministrazione del Debito pubblico, si ebbe nella prima decade una media di lire turche 39,331 e nella seconda decade (1892 1902) una media di lire turche 45,816 ; la seconda categoria dei suddetti diritti di pesca dà una media dal 1888 ad oggi di lire turche 58,922 di entrata, sì che in totale si ebbe un reddito annuo nell’ultima decade di lire turche 104,738 (fran- chi 2,400,994,96). I pescatori sono obbligati di portare al Ba/uc-hanè (mer- cato dei pesci) di Costantinopoli il prodotto della pesca; i preposti dall’ Amministrazione del Debito pubblico mettono all’ incanto il pesce e prelevano il 20 per cento sul prodotto della vendita, più il 3 per cento per le spese. AI compratore solvibile sono accordati fino a 31 giorni di tempo al paga- mento, ed il venditore ottiene in tal caso un bono rappre- sentante il suo avere, defalcata la imposta. Questo sistema si pratica solo a Costantinopoli e dintorni, perchè altrove i diritti di pesca sono percepiti in regia o il più sovente dati in affitto; questi diritti sono del 20 per cento sui pesci di mare, dei grandi laghi e dei grandi fiumi e del 10 per cento su quelli dei piccoli laghi e dei piccoli fiumi. Vedansi: CH. MoraviTz, Zes Finances de la Turquie, Paris, 1902; A. DU VELAY, Essai sur l histoire financière de la Turquie, Paris, 1903. » : DU RIO, ETRO Neat de OS Nella zona del Baluc-hanè di Costantinopoli nessuno può esercitare l’arte del pescatore o quella del mercante privile- giato (72adrabas) senza essere provvisto di un regolare per- messo. Ne sono esenti soltanto gli ufficiali e i marinai della marina ottomana pescanti dal bordo ed i particolari davanti la loro abitazione. Vi è pure un diritto di spedizione per il pesce trasportato da una località ad un’altra, diritto che varia secondo la quantità del pesce, da 5 piastre al 1000 per lo sgombro (detto qui c:ros, pescato in primavera e destinato ad essere seccato) a 25 piastre per 1000 oche di acciughe (Poca equivale a chilogrammi 1,580). Il permesso di pesca è di piastre 7,50 per la rete, di piaste 10 per il rastrello o la lenza, quello per le sardine è di piastre 30 per le grandi barche e di piastre 15 per le piccole barche (la piastra equivale a 0,22). Quanto ai diritti di pesca amministrati dal Debito pub- blico per conto della Dexfsche Bank, il periodo di affitto nei mari e nei fiumi varia da 2 a 4 anni; il costo del permesso ordinario è per la piccola pesca di mezzo meg?diè (franchi 2,10) e dà pure diritto alla caccia della selvaggina di aqua e degli uccelli di mare (art. 3, 20 e 28 del regolamento ci- tato). Per la grande pesca l’armatore o capitano di barche indigene o straniere deve pagare un permesso per la pesca delle spugne di lire turche 32 per ogni barca munita di sca- fandro, sistema che, come vedemmo, è oggi qui vietato ; di lire turche 10 per ogni barca con tuffatori, di lire turche 4, se munita di fiocine, e di lire turche 6 o 3, secondo che. il tonnellaggio sia superiore od inferiore a 5 tonnellate, se mu- nita di draga. Nella pesca del corallo ogni barca paga lire turche 20 o 10, secondo che sia di stazza superiore o inferiore alle 12 tonnellate. Ma, come osserva il Morawitz (op. cit.), il reddito della pesca in Turchia, pure essendo in continuo aumento, è sot- toposto a grandi variazioni, dovute in gran parte all’emigra- zione dei pesci ed in piccola misura al fatto che i molluschi ed i crostacei del Bosforo essendo considerati quali veicoli d’ infezione, il loro consumo diminuisce durante le frequenti epidemie, (dal Bollettino Ufficiale del Ministero di Agricol- tura Industria e Commercio in data 31 marzo 1904). 09 VALLICULTURA Lavori che si eseguono in una valle arginata durante il mese di giugno Sorveglianza-irrigazione. — Si continua a seminare i boseghini e, in piccola quantità, botoli e baicoletti; verso la fine di questo mese tutti i pescatori abbandonano il mestiere e così le semine hanno fine. Sarà necessario di far eseguire gli scavi occorrenti nelle peschiere o nei ghebbi di comunicazione con le zattere e perciò si dovrà sorvegliare e disporre simile lavoro recandosi sovente sul luogo anche per provvedere ai bisogni richiesti da una buona conduzione. Verso la fine del mese, se fa molto caldo, sarà necessario rin- frescare l' aqua della valle e perciò si approfitterà delle seventi per aumentare il livello dell’aqua che la scarsità di pioggia, che facil- mente si verifica in questo mese, fa abbassare notevolmente. Non è sempre compito facile fare entrare dell'aqua dal mare in questa epoca perchè la malattia (1) può colpire le anguille e allora l’ aqua viva e sana cagionerebbe un nuovo veleno a tale specie e ne ren- derebbe più forte la mortalità. Qualche volta le anguille, presagendo il male che le minaccia, si conficcano nel terreno e così lasciano campo al vallicultore di agire a suo modo, ma succede pure, che, atti- rate dall’ aqua che insegna loro la via del mare, le anguille tormen- tate dal male che le contamina, corrono per fuggire, sperando ma- gari di trovare la salvezza fuori del campo ove si sentono minac- ciate: bisognerà quindi temere e saper evitare con accortezza questi impeti di un animale che non vuole ostacoli. La robustezza dei lavorieri a nulla serve, le grasiole non sono sufficienti in questi casi, e dato che l’aqua fosse indispensabile per la vitalità di tutti gli animali che formano l'unico prodotto del suolo vallivo, sarà adottabile in via eccezionale di fare entrare l’aqua sol- tanto con la sevente di notte e dalla sola chiavica di colauro, ove la cogolèra (2) serve sempre da spia, e accendere dei forti fanali, (1) Epidemia che colpisce l’anguilla nei mesi caldi. (2) Il secondo lavoriero partendo dalla chiavica maestra e che raccoglie e ferma tutte le anguille in autunno. VIE. a I N20) PI lb *./ 7 o 70 magari ad acetilene, o meglio dei fuochi dinanzi la tressa acciò di tenere lontana ogni specie di pesci. Questo estremo tentativo non è privo di audacia e bisogna essere molto cauti e sapere a vista cal- colare il danno che si può incontrare e sapere prontamente decidere per il minor danno coi mezzi di cui si può disporre. Tali inconve- nienti potrebbero ripetersi anche nei mesi più caldi se questi vanno privi di venti e di pioggie. In questo mese si potrà incominciare a riparare le reti che servono alla pesca e non mancare di sorvegliare la lavorazione delle arelle. VINCENZO VOLTOLINA Salmonidicultura Per la Storia naturale della Trota Arcobaleno. — Data l importanza della Trota Arcobaleno e l interesse che deve suscitare l’ opinione in proposito di un Americano, es- sendo appunto l’ America il paese d’origine di questo pesce, riportiamo in riassunto le seguenti parole, indirizzate dal ben noto Commissario Americano per la Pesca sig. H. M. Smith alla Redazione della « Allgemeine Fischerei-Zeitung » : (1904 N. 9). Nonostante gli studi diligenti e ripetuti su questo pesce, non si è ancora pervenuti ad una conoscenza esatta delle differenze esistenti fra la trota arcobaleno (S. Irideus) e altri salmonidi (S. Gairdneri e S. Clarkii), quantunque general mente si ammetta che questi tre salmonidi costituiscono tre gruppi, che si possono distinguere nel seguente modo : I. Salmo gairdnerti: Squame di grandezza media, 150-180 di numero per fila; cavità boccale di media misura, linea laterale rosseggiante eccetto che nella parte fra le due bran- chie inferiori. Abita i fiumi costieri dalla California fino all’Ala- ska e monta il Columbia sino alle cascate Great Shoshone del Suake Rivers. Gl’ individui migratori montano sino alla sorgente e pesano fino .a più di 20 libbre ; pesci stabili 172 - 6 libbre. Nel Columbia inferiore e nell’Alaska si distingue nettamente il S. Gairdnerii dal S. Clarkii e dal S. Irideus, mentre non è così nelle aque della Cascade Mountains. Nel mezzogiorno portano piuttosto le caratteristiche della Trota iridea e nel nord della trota iridea Kamlosps. II Salmo Irideus.-—- Squame di grandezza ordinaria, 120- 180 in fila, bocca piccola, nastro rosseggiante nei due sessi; generalmente non rosso alla mascella inferiore; abita aque alpestri in California, Oregon, Washington ed Alaska, ma sopratutto in California e nell'’Oregon; quasi sempre resta nei fiumi, talvolta scende verso il mare; raggiunge il peso diely25= 12 Ubbre. Da alcunisi sostenne che giovani individui andassero a mare e ritornassero per la frega, come S. Gairdnerii tipici, mentre, restando nell’ aqua fluviale si sviluppassero a trote iridee. Ad ogni modo si può ammettere che i due pesci si distinguono nel nord e che le squame del S. Irideus son sempre più grandi, che non quelle nel S. Gairdnerii. III. Salzio clarkit (mvyvkiss). Squame piccole, 150-190 per fila, bocca grande senza linea rosseggiante, sempre macchia rossa alla mascella inferiore ; vive in aque costiere della Ca- lifornia e dell'Alaska, nelle sorgenti del Columbia e del Snake; nell’ Alaska emigra sino al mare, raggiunge un peso di 30 libbre. Nella Sierra Nevada e nel Columbia abbiamo forme di transizione fra Salmo clarkii e S. Gairdner tt. « La Greppia » per i Salmonidi. — Il dottor Linke fa- ceva pochi mesi or sono conoscere un sistema molto sem- plice e pratico per porgere l'alimentazione ai salmoni in modo da evitare sperpero della materia nutritiva. Ne ab- biamo riferito nella /eptunia. dello scorso anno (fascicolo N. 22 del 30 Novembre). Il metodo consiste in un espediente molto semplice. Un vaso da fiori in terra cotta venga spalmato nella parte esterna col pattume o pasta di alimentazione, poi immerso nell’ aqua verso la superficie. Per far aderire meglio l’ alimento al vaso si può rendere scabra la superficie del vaso stesso. Con que- sto metodo nulla va perduto; i salmoni divengono al vaso ed abboccano colla maggiore facilità. Il dottor Gaster nella A//gemeine Fischerei-Zettung, (1 novembre 19083) ci fa sapere ch’ egli adoperava da diversi 72 anni un mezzo il quale s' avvicina molto a quello inventato da Linke. Si faccia costruire da un tornitore delle palle di legno di diverse grandezze; queste vengano semplicemente spalmate colla pasta alimentare e, poste nelle cassette incubatrici, gal- leggieranno liberamente, mentre i vasi del Linke devono venir fissati. Come pasta alimentare, da principio il Goester ado- però rosso d’ uova con cervella di vitello, più tardi milza e fegato. Il primo staccasi più facilmente dalla palla di legno, non così la milza che sta più aderente al legno. Le palle di legno debbono essere perfettamente rotonde aftinchè non rimangano sempre immerse da una sola parte, offrendo così ai pesciolini la possibilità di prendere il cibo da tutte le parti. Coll’uso, dette palle si immergono sempre più, ciò che non nuoce. In questa guisa 1 pesciatelli imparano a mangiare direttamente dalla palla, e lasciati poi liberi negli stagni non hanno più bisogno di cure per l alimentazione. Anche i pesci d’ornamento sono alimentati nell’’aqua con questo mezzo che è da consigliarsi secondo il citato pescicultore non solo per la sua praticità, ma eziandio perchè più a buon mercato non essendo pa- tentato. Note - Comunicazioni - Corrispondenze Campagna ittiogenica 1904. — Numerose semine vennero fatte in marzo-aprile dal Governo e dalle Società promotrici della Pesca. Diamo notizia di quante poterono venire a nostra cono- scenza, confidando che il nuovo organizzato servizio della pesca al Ministero di Agricoltura favorirà nel prossimo ven- turo anno alla stampa tecnica speciali comunicazioni ufficiali che torneranno utili non fosse altro che per far conoscere i criteri che sono seguiti nella distribuzione degli avannotti alle varie aque e che saranno certo più esatti di quelli raccogli ticci dati dalla stampa politica. Bacino del Po. — La Società dei dilettanti Pescatori di Torino immise : SSR RO ESS TITTI MR ALIIOP VAIO 19 CR ASA, 0 CORPI SPA I OP E NOTO LIETA ("SD I AD VISO ERE SCA RIIISA URN AACCARDE ph 70) lo il 13 febbraio nel torrente Stura in confluenza col Po 20.000 avannotti di trota ; 2° il 15 febbraio al punto di confluenza del torrente Orco col Po 20.000 avannotti di trota ottenuti dal Governo e pro-_ venienti dalla R. Stazione di Piscicultura di Brescia. Bacino del Reno. — A cura del Governo furono immessi nelle aque del Reno 20.000 avannotti di trota provenienti dalla Stazione di Piscicultura di Roma. A cura della Società « Promontibus et Syluis » di Bologna furono immessi 6000 avannotti di trota nel Rio Maggiore e 20.000 ne saranno immessi presso Pracchia nell’Orsigno, sem- pre a cura di quella Società. Lago Maggiore. — Dai giornali del 23 marzo si ricava che furono immessi: 1° presso Stresa un milione e 200,000 avannotti di coregone provenienti dall’incubatorio del conte G. Borromeo presso 1’ Aquarzio Borromeo. 2° Lungo la spiaggia del Fornetto presso Angera 800.000 avanotti della stessa svecie. Bacino del Bacchiglione. — Rimandiamo il lettore a pag. 76 ove pubblichiamo il resoconto della Campagna ittio- genica del Comitato Provinciale Vicentino. La pesca sul Po. — Questi pescatori si agitano per otte- nere che siano tolte limitazioni dell'esercizio della pesca sul Po. Il Demanio per circa 400 lire annue concede a tre sole ditte il diritto sulla pesca del Po, in fronte alla nostra Pro- vincia, all'una all'altra sponda, e nelle lanche vive a comuni- cazione col fiume e negli affluenti fin dove arriva il rigur- gito del Po. Tale concessione è fonte di danno per numerose falange di pescatori, poichè l’esercizio della pesca rimane alla mercè delle tre Ditte, le quali si riservano di comperare dai pescatori autorizzati, per un prezzo che esse stesse fissano, tutto il pesce di qualche valore catturato nelle aque di loro concessione. i Questi pescatori, quindi, domandano che sia abolito il pri- vilegio della pesca in Po alle stazioni appaltanti, e che la pe- sca stessa venga regolata in guisa da permettere uno sfrut- tamento più razionale ed intenso di questo ramo e indu- 74 stria a beneficio della grande massa dei pescatori, non senza tutelare efficacemente la produzione, conservazione del pesce. Interessano all'uopo l’opera energica dei loro deputati e di quelli delle provincie di Parma e Piacenza, che, al pari di questa, sono interessate nella questione. Salmone della Siberia in Italia — Un proprietario delle più ricche pescherie all'imboccatura dell’ Amur, un russo che conosce a fondo i giapponesi, intervistato notava: - La guerra era completamente inattesa per noi: io stesso, pur conoscendo ottimamente l'indole dei giapponesi, non avrei mai più creduto questi pigmei capaci d’affrontare la Russia. A noi, industriali, la guerra arrecherà indubbiamente dei danni gravissimi: i meno agiati saranno forse interamente rovinati. Le mie pescherie, per esempio, perdono già 120.000 rubli, e ciò in poco più di due mesi. Notate che l’Amur rag- giunge alla sua imboccatura una larghezza di circa 15 chilo- metri; in mezzo alla delta trovasi però un grandissimo banco di sabbia, di modo che la pesca, di cui ho il monopolio, si fa nei due rami, l’uno largo 6, l’altro circa 4 chilometri. L’anno scorso esportai pel Giappone più di 600,000 salmoni salati. Sin’ ora tutta l'esportazione delle nostre pescherie si dirigeva esclusivamente al Giappone. Soltanto un anno fa, un nego- ziante tedesco, di Amburgo, fece il tentativo d’ esportare del salmone fresco (gelato) per l'Europa: armò un piroscafo di 200 tonnellate, espressamente adibito a simili trasporti, ed ot- tenne ottimi risultati. Il salmone dell'Estremo Oriente si vende ora non solo ad Amburgo, ma pure a Berlino, dove i con- sumatori non lo sanno quasi distinguere da quello del Reno, che costa cinque volte più caro. Ora che ho perduto, certa- mente per lungo tempo, il mercato giapponese, voglio tentare io pure di esportare del salmone gelato in Germania, in Francia ed anche in Italia. La pesca del tonno. — L'attuale campagna per la pesca dei tonni, causa, credesi, la persistenza dei tempi contrari, può dirsi affatto mancata, anzi si dice che sarebbe già per metà perduta tutta l'annata. Di mattanze ne ebbe 2 di n. 300 e di n. 200 tonni la ton- ay ft cn i MOLLA, RIS RR EIN 78 nara di Favignana del comm. Florio, ma le altre di Sicilia nulla pescarono. In Sardegna mattanzarono 117 tonni la tonnara di Isola- piana del marchese di Villamarina, e 63 quella del Porto- scuso del signor Pastorino; in Spagna ed in Tunisia la pesca è nulla mentre negli anni precedenti la pesca a quest'epoca era nel suo forte e già considerevoli partite di nuovo tonno erano arrivate. Si prevede quindi facilmente una deficienza sensibilissima di: prodotto, mentre i vapori addetti alle tonnare sono colà inoperosi e in attesa della ormai mancata produzione. Riforma della legge sulla pesca in Austria. — Appren- diamo dal « Fremden-Platt » di Vienna che già da lungo tempo sono in corso studi e trattative per una legge sulla pesca marittima, per la quale finora non esistono che delle ordinanze per la maggior parte antiquate, che costituiscono un grave ostacolo nell amministrazione della pesca su base organica. Nella futura legge si regolerà anzitutto il diritto all'esercizio della pesca, il controllo su questo diritto e la sor- veglianza sui navigli da pesca. Speciali disposizioni serviranno alla protezione della pesca fissando periodi o determinando località entro cui non sarà permessa la presa di certi pesci o di altri animali marini. A questo proposito il giornale dice di dover accennare al considerevole danno che cagiona la così detta « coccia », una rete dalle maglie molto fitte, colla quale si spopolerebbe il mare in vicinanza della costa. Certi metodi di pesca, in particolare quello colla dinamite, saranno proibiti sotto comminazione di pene. Serviranno alla compila- zione della nuova legge le proposte avanzate dal Consiglio industriale, e i lavori preparatori della grande inchiesta sulla pesca marittima tenutasi a suo tempo a Trieste. Sciopero di pescivendole francesi. — La Pazrie ha da Ajaccio: Le pescivendole di Bastia, avendo chiesto che fosse loro devoluta una certa parte del pesce ed essendo stata loro rifiutata, dichiararono lo sciopero. I pesci saranno diretti a Nizza, Marsiglia e Libourne. TT “COOP # ‘9 Società di [esca cd Aquicultura Società Regionale Veneta Campagna ittiogenica del Comitalo Provinciale Vicen- tino. — Verso la fine dello scorso gennaio la R. Stazione di Pisci- cultura di Brescia inviava al Comitato Provinciale Vicentino della Società Regionale Veneta per la Pesca e l'Aquicoltura 25 mila uova embrionate di Trota iridea che venivano subito collocate negli ap- parati dell’ incubatorio sociale di Velo d’Astico. Però stante una cattiva confezione delle uova si verificò una mortalità straordinaria che decimò notevolmente la cultura. Verso la fine di febbraio arrivarono al Comitato altre 25 mila uova di Trota iridea le quali venivano pur esse inviate all’ incuba- torio sociale. I pesciatelli derivati dalle uova del primo invio avevano sulla metà di marzo, già riassorbito il sacco del giallo ed infatti il 15 marzo se ne immettevano 8 722/a nell’ Astico sopra la frazione di Pedescala ed altre 8 77/2 nell'Astico stesso di fronte al Casello do- ganale «di Casotto. Successivamente, cioè il 7 aprile, si effettuava una semina di 2000 trotelline nel Leogra dal ponte del Garizzo sulla strada che mena a Staro. Le trotelle derivate dalle uova del secondo invio si trovano ancora in allevamento artificiale presso l' incubatorio, e presto de- vono andar seminate. Però anche in queste trotelline si è verificata una moria consi- derevole che non si sa a che cosa attribuire, perchè anche le ricer- che microscopiche praticate dal prof. Luigi Meschinelli — il quale con ammirevoli e sapienti cure dirige tutte le operazioni del Comi- tato — hanno dato risultati negativi; lo stesso prof. Meschinelli ritiene che tale mortalità debba ascriversi a debolezza organica co- stituzionale derivante da fecondazioni non bene riuscite e forse pra- ticate su prodotti di individui troppo giovani. L'efficacia delle operazioni di ripopolamento del Comitato Provinciale Vicentino. — I pescatori constatano con grande com- piacenza come, nel lago di Fimon, nel fiume Tribolo, nel Retrone e nel Bacchiglione, si mostri frequentissima l’ anguilla e riconoscono essere ciò il risultato delle immissioni che da varii anni va prati- cando il Comitato Vicentino. Altre volte abbiamo avuto occasione di parlare dello splendido sviluppo del salmone californiano introdotto dal Comitato nelle aque di Vicenza. Solo ora veniamo a sapere che nello scorso mese di ottobre è stato pescato nel Bacchiglione, e precisamente vicino al Ponte Pusterla, da certo Amos di professione meccanico, un salmone californiano del peso di kg. 9.400. È davvero un cam- pione straordinario se si pensa che i primi salmoni si seminarono dal Comitato il 22 marzo 1897 e che allora pesavano pochi grammi. Quel magnifico pescione fu consumato in una compagnia di amici alla trattoria del so condotta da Argentino Campana, i quali, senza dubbio, non avranno dimenticato di brindare alle operazioni ittiogeniche del Prof. Meschinelli. Partecipazione della Società all'Esposizione di Brescia. — Riportiamo dal giornale 1’ Adriatico la seguente corrispondenza da Brescia : Sono lieto segnalarvi che la Mostra della Società Regionale Veneta per la Pesca e |’ Aquicoltura fu vivamente elogiata da S. E. il Ministro di Agricoltura Industria e Comm. il quale dichiarò che da essa risulta evidente come a Venezia si lavori sul serio e come vi sieno persone di particolare competenza. E con tanto maggior compiacimento vi comunico l'impressione di S, E., in quanto che mi risulta che la Società Regionale Veneta — dati i suoi limitatissimi mezzi — si decise a concorrere solo dopo molte pressioni dei preposti all Esposizione e per speciale beneme- renza della Scuola di Pesca e del Comitato Provinciale Vicentino. Meritano speciale menzione le raccolte didattiche di pesci val- livi, pesci eduli d’ aqua dolce, molluschi, crostacei, ecc., collezioni che, predisposte su un piano generale dal Direttore, furono prepa- rate dal giovane e valente zoologo conte Emilio Ninni il quale compilò anche un utilissimo catalogo che conferisce alle collezioni stesse un maggior valore. Inoltre meritano particolare attenzione diversi tracciati grafici 75 è — compilati sotto la direzione del chiar. prof, Luigi Meschinelli — che dimostrano sinteticamente la multiforme attività spiegata dal benemerito Comitato ai riguardi del ripopolamento delle pubbliche correnti, della sorveglianza sulla pesca ecc; ed infine la carta topo- idrografica della Regione Veneta con l’indicazione di tutte le ope- razioni di ripopolamento compiute dal Governo, da Corpi Morali e da privati. Essendo indisposto il prof. Levi-Morenos, venne qui a Brescia il co. Ninni che ebbe l'onore di accogliere gli elogi e le con- gratulazioni di S. E. il Ministro il quale, mostrando di apprezzare gli sforzi lodevolissimi fatti dalla Società R. V. a mezzo della Scuola di Pesca e del Comitato Vicentino, non mancherà senza dubbio di dare tutto il suo aiuto perchè la provvida istituzione possa svolgere completamente la sua benefica attività Recensioni Davip Levi MorENos Laroro e proprietà del suolo aqueo. con prefazione di Achille Loria. Un vol. in-8°, di pagine XVI-166, Torino, Bocca, 1904. Biblioteca di scienze so- ciali. Vol. XIV) Le qualità dell’ A. si rispecchiano in questo libro, in cui lo studioso delle scienze naturali dà la mano all’ indagatore dei feno- meni più caratteristici della società. Come nota il Loria, il mare, che pure è, e più dovrebbe es- re, tanta parte della vita economica di molte nazioni, specialmente della nostra, è generalmente trascurato nelle ricerche degli econo- misti e dei sociologi, che non badano alle numerose questioni ad esso pertinenti. Tanto maggiore è il merito dell’ A., che in poche pagine ha saputo condensare il frutto di molte ricerche. Egli comincia col classificare il lavoro umano in due grpppi. ognuno dei quali ca- ratterizza un'età: l’età dell'industria estrattiva (caccia e pesca) e (1) Fra le diverse recensioni pubblicate da giornali e Riviste sulla re- cente pubblicazione del nostro Direttore, crediamo far cosa gradita ai cortesi lettori riportando dalla « Rivista Italiana di Sociologia » (Fasc. V-VI anno 1903) la seguente che ci sembra la più sintetica ed oggettiva. Red. ie RAI Mn a fa 4 o 79 l’ età dell'industria creativa (agricoltura). In questa seconda età di- stingue due ére, l’ èra terricola, dalle origini, sino a noi, l'èra futura, aquicola o, come la chiamò | ammiraglio Reveillère, oceanica. Dopo ciò, secondo portava l’indole del suo studio, passa ad esaminare le condizioni del lavoro nel suolo aqueo e le caratteristiche del suolo aqueo nei riguardi dell’appropriazione. E pone e dimostra due leggi : « 18 L'evoluzione progressiva del lavoro aqueo porta una limitazione nel regime comunistico sino a che si passa dalla non proprietà delle aque al regime di proprietà delle aque stesse; 2% L’ appropriazione del suolo aqueo può succedere, succede e succederà come appro- priazione collettiva od individuale; ora, astrazione fatta da qualsiasi motivo etico o storico, vi sono condizioni peculiari del lavoro e del suolo aqueo che necessariamente conducono e condurranno in alcuni casi all’ appropriazione collettiva, in altri a quella individuale delle aque pescose ». A dimostrazione di queste due leggi l’ A. ricorda il regime comunistico consacrato nel diritto romano, salvo poche li- mitazioni; con l'aumentare dei pescatori, da una parte, delle ri- chieste, dall'altra, le aque litoranee a poco a poco, prima tacita- mente poi esplicitamente, sono riconosciute proprietà della nazione, la quale talora limita la pesca solo agli abitanti di una determinata zona. Altre limitazioni sono introdotte nella legislazione peschereccia col trasformarsi della pesca in aquicultura: dapprima si pongono di- vieti d' istrumenti, di tempo, di luoghi: oggi, con l'applicazione del vapore e dell’elettricità all’esercizio della pesca, nuove appropriazioni del suolo aqueo si delineano o si affermano per opera degli Stati su zone sempre maggiori, L'applicazione della forza meccanica all’ esercizio della pesca farà risorgere, sul mare, il conflitto tragico. già avvenuto nelle in- dustrie della terra, fra la macchina e l'operaio, e produrrà un sensi bile vantaggio per tutti i consumatori. Passando a discorrere delle fasi dell’ appropriazione individuale del suolo aqueo. l’ A. osserva ch’ essa è meno feroce dell’ appropriazione fondiaria e incomincia solo dopo che lo Stato si è costituito e si è attribuito il diritto di proprietà su tutte le aque. Ricorda, a proposito, l'esempio delle così ‘ dette valli da pesca, e dimostra che la maggior produzione di alcune di esse è dovuta al regime della proprietà individuale. Anche nelle aque dolci, la piscicultura e l’ aquicoltura sorsero e fiorirono dove si affermava la proprietà di determinate collettività: l'A. rammenta SO le concessioni fatte in Russia alle corporazioni cosacche è deplora l'anarchia dominante le aque dolci pescose italiane, e si augura che anche in Italia lo Stato conceda il diritto esclusivo di pesca in queste aque a corpi morali ed a privati cittadini, verso pagamento d'un modesto canone e con l'obbligo d’ aumentare la pescosità delle acque stesse secondo i moderni sistemi. L’ A. vorrebbe che si eli- minasse la libera pesca; ciò porterebbe un danno - è vero - a co- loro che resterebbero esclusi da. certe zone cui prima potevano ac- cedere, ma questo danno sarà di gran lunga mitigato facendo « di preferenza le concessioni delle aque ora libere alla pesca a quelle persone che possano provare d’esercitare la pesca su quelle acque da almeno due anni e purchè si riuniscano in un consorzio, os- sia cooperativa di lavoro ». Che se ciò non si potrà ottenere e i liberi pescatori dovranno invece trasformarsi in salariati di abili imprenditori, essi però avranno una mercede superiore al guadagno che attualmente ricavano dal lavoro libero. Nell’ interesse del con- sumatore, cioè nell’ interesse di tutti, si può osservare che con l'ap- propriazione, anche individuale, del suolo aqueo, si ha una diminu- zione nello sperpero portato dalla pesca libera e un aumento del prodotto. La proprietà di una. notevole parte del suolo aqueo si trova oggi nella condizione cui la scuola collettivista vorrebbe ri- condurre il suolo emerso colla socializzazione della proprietà fon- diaria individuale. Ci si presenta quindi l’ occasione di fare una esperienza sociologica, facendo a poco a poco, col dar loro l' istru- zione necessaria, dei pescatori attuali, liberi ma miseri lavoratori, altrettanti liberi cooperativisti. Certo, la produzione della terra è oggi maggiore della produt- tività aquea. Ma la terra produce in superficie, mentre le aque pro- ducono in ispessore; inoltre il mare, ch'è, più assai della terra, una fabbrica di ossidazione naturale dell’ azoto, potrà fertilizzare la terra. Non solo: ma come nel campo economico, l’' appropriazione delle aque condurrà a risolvere il problema dell’alimentazione, così, nel campo politico, porterà le nazioni a stringere ognora più i loro vincoli di fratellanza. Ciò proverebbe, secondo l’ A., che l’ umanità si avvia verso la nuova èra, che conquisterà l'Oceano al lavoro umano. ALESSANDRO LEVI Direttore. responsabile Dott. Davip Levi MoRrENOoS C. TOMMASINI NUOVO VOCABOLARIO GENERALE DI PESCA” | con tutte le voci corrispondenti nei varî dialetti del Regno. — Si pub- _ blicano due fascicoli al mese. | Abbonamento a 95 fascicoli IL,. 10. cina eee | Rivolgersi all'Autore: VIA FIRENZE, 32 - ROMA” li “rem Ti ctéfnifF Ft} PW miiiétiéeomomoé I Wo sSqiiIeN a L. = ELUCIEER : meravigliosa lampadina elettrica ta: : scabile. = i 9 . Toccando il bottone la luce è fatta per ‘illuminare stanze, ‘sale, passaggi oscuri, ecc, senza più bisogno di - fiammiferi, SÙ ‘vende completa e pronta a funzionare per sole L. 2. Ogni | batteria elettrica di ricambio sufficiente per circa 3000 accensioni cente > “simi 95. LUGIFER = = gran Musto in astuccio SO spicididamente nichelato L. Di 90. - -- Per I vo tutte le. spedizioni raccomandate aggiungere soli cent. 39. 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Voltolina — Lavori che si eseguono in una valle arginata nel mese di Luglio, Note = Comunicazioni - Corrispondenze Red. — Studi austriaci sulla pesca in Dalmazia. RI Recensioni » 3A Griffini _ vico Italiana elementare. DIREZIONE. Abbonamento annuo alla « Neptunia,» sola L. 12 presso la Senola di Pesca ed Aquicultura, Venezia | AMMINISTRAZIONE 5; «Trovaso, Palazzo Bolani 1074 A. - Venezia \a'e00 0000000000908 Col:supplementi | ---.-.-- =. << ‘220 Gli .abboriamenti, decortono sempre dal Gennaio e quando non sono disdetti s° intendono. tacitamente rinnovati. { ‘contratti a forfait — Rivolgersi all’ azione della « NEPTUNIA.,; — sui inserzioni San Trovaso, 1874 A - VENEZIA. % Kn da :; si i me: ae paga Officine Grafiche C. "Rdrari - Venezia i i FAT OS 134 A RUTDA UE LR (0 La Soc età Editoriale Milanese ha avuto una - VE delle incisioni, dell’ industria ‘gatta ‘del nostro ‘paese. se Questa traduzione del Serminal, che raccomandiamo ai n stri lettori, è stata affidata a un ben noto e valente. lettera DE il collega. Guno RUBETTI; le illustrazioni ‘sono dovute a ‘un. giovane. e promettente ar tista milanese Pietro FARINA; sicchè bene. dir: gione essa può. Sa DI più ‘artistica ‘edizione . del, Gen DREEDIDABEREFIREIKIIMEINPUILATENBBOITVMESHRAREDELIDRDALOQERRIARR AA KOBE NVORROCOSOMECRCA RASTA EVATIBALATISNTCAMUOLENIITIARAEOEDEBEEHRO OSTATO CENE AVI NDOTEE MISTA IO ar "venezia DIS EL D ITALIE BAUER. È GIULIO GRUNWALD, Senior prg VENEZIA. La è x x AL GOBBO IN CHIOG( IA si Ale 150 - Lio, Ct, Ri di > I Tide Li | 5 — NEPTUNIA Anno XIX N. 6 30 Giugno 1904 I 3 Chioggiotti nelle aque austriache Veramente, in questo momento, in cui i rappresentanti del- l’Austria-Ungheria e dell’Italia stanno stipulando un trattato di commercio, che si spera definitivo, sarebbe stato utile e interes- sante il poter leggere un qualche articolo relativo all’ argomento della pesca dei Chioggiotti nelle aque territoriali austriache ed un- gheresi; e invece, tanto in Austria, quanto in Italia, questo desi- derio non si trova del tutto appagato, Quelli dei giornali tecnici sono senza dubbio importanti, ma non bastano. Ci sarebbe voluto qualche articolo nei giornali politici più in voga dei due stati; e noi avremmo sopratutto salutato con piacere, che tecnici e economisti italiani avessero pubblicato in fogli austriaci, e viceversa, come av- venne per la questione dei vini. Non solo avrebbe ciò illuminato la opinione pubblica dei due paesi, intorno a questo arduo problema, in cui s'intrecciano l'elemento giuridico e l’economico e il tecnico, ‘e fatto un po’ di propaganda per la pesca tanto negletta, ma a- vrebbe contribuito altresì a rafforzare e intensificare le relazioni in- ternazionali. Con grande piacere quindi ci accingiamo a questa larga recensione critica dell’interessamtissimo lavoro di quel tecnico emi- nente, che è il cons. Aul. Antonio Krisch. Ba wo GE « A proposito dei Chioggiotti » intitola il suo lavoro il sun- nominato scrittore. Esordisce questo articolo nella « Oesterr Richishe Fischerei-Zeitung » affermando. ch’ egli sente l'impulso di scrivere intorno a quest’ argomento, sapendo i desiderì che gran parte della stampa, italiana in generale, e veneta in particolare, espresse, desideri che, più o meno grandi, a seconda del colore politico dei giornali, non stanno in concordanza con i principî di diritto positivo. e con- suetudinario nei rapporti internazionali fra stati, e meno ancora col mantenimento di cordiali relazioni di vicinanza. Del resto anche il 82 Presidente della Società Austriaca di Pesca Giorgio Cav. de Hutte- rott, nella seduta plenaria 20 Dicembre 1902, invitò il Governo a regolare la questione dei Chioggiotti. Fatto questo proemio l’A. viene a trattare della questione giu- ridica, dal punto di vista del diritto internazionale Dopo la cessione del Veneto, 1’ Austria concesse ai pescatori chioggiotti di esercitare la pesca lungo la costa Austro-Ungarica, e l’Italia fece l’identica concessione ai pescatori Austro-Ungarici, con- cessioni reciproche, rinnovate in occasione dei trattati di navigazione e di pesca, stipulati rispettivamente il 23 Aprile 1867, 27 Decembre 1878 e 6 Decembre 1891. Le disposizioni sono contenute per la parte principale dagli Art. 1, 17, 18 dei correspertivi trattati, nelle disposizioui generali pel commercio, la navigazione e l’industria. In rapporto alla pesca marittima però, vi hanno dichiarazioni esplicite e formali, secondo le quali, il diritto di pesca viene con- templato come riservato ai cittadini; ma in considerazione alle con- dizioni locali e unitamente alle concessioni fatte dall’ Italia, viene permesso reciprocamente agli abitanti dei due lidi, di esercitare la pesca su ambo le coste. Questo per le due parti contraenti obbli- gante solo in via eccezionale e solo per la durata in vigore dei ri- spettivi trattati; e fatta eccezione pei i banchi corallini e di spugne e pel raggio compreso entro il miglio marittimo. Inoltre si stabilì nel trattato di proibire ogni genere di pesca, dannosa alla riprodu- zione della specie. In questo trattato lA. a ragione lamenta la man- canza di disposizioni speciali relative alla territorialità delle aque, generalmente non mancanti in trattati internazionali di questa cate- goria, poichè vien solo detto che si concede il diritto di pesca ai pescatori stranieri della riva opposta lungo le coste nazionali, ma non viene fissato il limite di questo diritto nell’ ordine dello spazio, vale a dire non si fa parola dell’ esercizio della pesca da parte degli stranieri nelle aque territoriali nè si viene a fissare un confine esatto di questa territorialità. In tutti i trattati di pesca più recentemente conchiusi, si annette una grande importanza alla regolazione di questo punto, Così nel trattato di regolazione di polizia peschereccia nel Mare del Nord (6 maggio 1882), nella qual occasione i seguenti stati: Gran Bretagna ed Irlanda, Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi e Danimarca, stabilirono come limite della loro sovranità ter- ritoriale sul mare una linea ideale a tre miglia (5556) marittime dalla costa a bassa marea; e in questo spazio la Francia volle che il diritto di pesca sia esclusivo dei cittadini, non solo sulle coste del Mare del Nord, ma anche su quelle dell'Atlantico e del Mediterra- neo, nei trattati di pesca stipulati con le potenze confinanti. La Svezia e Norvevia vogliono estesa la loro sovranità territoriale, lungo tutte le coste, nel Mare del Nord, nello Sagerak, Kattegat, Oere- sund e nel Baltico sino a 4 miglia marittime (7408 m.). Com'è noto, la teoria del diritto internazionale parte dal prin- cipio, Zerrae dominium finitur, ubi finitur armorum vis, quousque tormenta exploduntur, massima antica e formulata teoricamente dal Bynk ershoek nel suo opuscolo de « Dominio maris ». Il confine territoriale sulle aque venne stabilito dapprima dallo slancio di una pietra, appresso dalla portata di una freccia e, a cominciare da Gro- zio dalla portata di una palla da cannone; quindi a un miglio ma- rittimo, che era la portata balistica ordinaria, in tempi relativamente recenti, ma tecnicamente antichi. Questa norma generale e presun- tiva, venne infirmata dai progressi balistici, sicchè sesecondo il Mar- tens (« Traité de Droit international »), citato dall’A., si dovrebbe fissare il confine a una distanza maggiore, e in forza di questa con- suetu dine e di trattati ripetutamente conchiusi, si fissò generalmente il limite della sovranità territoriale a 3 miglia marine dalle coste, Per queste ed altre ragioni, l’ A. opina, considerando anche il con fine doganale marittimo austro-ungarico, che è a 7408 m. dalla costa a bassa marea, che si dovrebbe fissare lo stesso limite, in ri- guardo al diritto di pesca esclusivo dei cittadini, seguendo cioè lo esempio della Monarchia di Svezia e Norvegia, e ciò quantunque (1) ‘e gli Stati Uniti d'America, e l’Inghilterra e la Russia e la Francia abbiano fissato in trattati ripetutamente conchiusi il loro confine a 3 miglia marittime. Solo a questo proposito l’ A. dimentica alcuni internazionalisti, i quali propendono più per un limite di sovranità territoriale sul sul mare non del tutto determinato dalla portata delle armi. Ora in questi autori egli avrebbe trovato il sostegno più valido della sua tesi, e questo tanto più, inquantochè i trattati a questo riguardo ci (1) Il dominio della terra finisce dove finisce la forza delle armi, sin dove esse esplodono. S4 appalesano la tendenza a voler assegnare alle aque territoriali un confine un po' più duraturo e non sotto ogni riguardo influenzato unicamente dai progressi della balistica: tanto è vero che d’ordinario gli Stati maggiori e che hanno modo di esercitare una più grande potenzialità sul mare convennero di fissare stabilmente tre miulia, per la sorveglianza doganale, che nelle aque italiane si estende fino ai die ‘i km. Il Gérard de Rayneval nelle sue Institutions e il Ioannes Locennius nel suo « De jure maritimo et navali libri tres » (Raccolta scriptorum de jure nautico et maritimo Halae Magdeburgicae 1740), sono del parere, che si debba determinare il confine territoriale ma- rittimo a mezzo dello scandaglio, idea però che trovò ben pochi se- guaci. Però è innegabile che si debba tener conto anche della con- figurazione geografica della costa in questione, poichè naturalmente il dominio sul mare risulterà più o meno completo, a seconda della presenza o assenza d’insenature, promontori, isole ecc. I.:fatti, contro coloro che vorrebbero una maggior ampiezza del mare territoriale solo in considerazionee della maggior portata dell’ artiglierie, si può obbiettare che andando avanti di questo passo si arriverebbe a re- stringere di troppo nei piccoli mari interni il « mare liberum » che è una delle più belle conquiste del diritto internazionale sulle velleità dei singoli stati e forma uno dei più puri titoli di gloria di Hugo Gro- thius. Anche la necessità economica si deve considerare. e a questa in particolare s' ispirò a buon dritto la Norvegia, che pure potea far valere la circostanza della configurazione geografica, volendo ri- servato alle proprie popolazioni, che quasi esclusivamente vivono dei prodotti del mare, il tratto di territorio aqueo sufficiente al soddi- sfacimento dei loro bisogni. Così pure l Austria-Ungheria può far valere, nella determinazione del confine di sue aque territoriali, la na- tura della sua costa tutta frastagliata e la necessità economica di educare le misere popolazioni della Dalmazia alla pesca e quindi di mettere a loro esclusiva disposizione un tratto di mare suffiiente. Del resto, secondo la maggior parte degli Autori e dei Trattati, devesi calcolare il limite della sovranità territoriale dalle isole prospicienti la costa, qualora queste non abbiano una distanza troppo grande della costa stessa, come sarebbe il caso dell’ Irlanda rispetto alla Gran Bretagna; ed è un altro caso non contemplato dal trattato. Solo in quegli stretti direttamente comunicanti col mare libero e che hanno o dalle coste o dalle isole adiacenti una distanza doppia del 85 tiro esatto di cannone (circa 6 m.) può venir giuridicamente giusti- ficato l'esercizio della pesca da parte degli stranieri (1). In quanto al II. Capoverso del par. 2 nell’art. 17 e nell’art. 18 del protocollo finale 6 Dicembre 1891, ci sarebbe da osservare, dice il Krisck. che le disposizioni relative non riguardano solo la frega, ma anche, nelle proibizioni di pesca, tutti i danni possibili inferti dall’uomo alla « propagation », come dice il trattato, di tutte le specie (espèces) di animali marini, nei varî stadi del loro sviluppo. In rap- porto al par. II. del sunnominato articolo del protocollo tinale, che parla altresì delle concessioni ai pescatori austro-ungarici lungo le coste italiane, nota il Krisch d’ accordo col de Huetterott nel suo rapporto al Consiglio industriale in relazione alla proposta del Cav. de Vu- koviè, che la concessione fatta ai pescatori austriaci è illusoria del tutto, non solo perchè i pescatori della costa orientale molto poco frequentano le aque italiane, ma anche per la povertà di queste. Quindi, eccettuato il diritto di pesca dei pescatori di Grado nelle aque italiane, che, quasi come servitù sorgente da rapporto di vi- cinanza, non ha strettamente bisogno, date anche le disposizioni della legge italiana in relazione alle aque, di essere convalidato da un trattato, e che sarebbe stato meglio nella regolazione dei confini, si può dire che si tratti di un trattato unilaterale larvato nei riguardi della pesca. Infatti l'obbligazione di sopportare la pesca di stranieri nelle aque territoriali, sorge solo per una delle parti contraenti, dal momento che il suo diritto di reciprocità, come osservano il Kiitterott e il Vukovié e il Kiisch, è illusorio Ma la questione è sopratutto economica, ed è questa: è utile o non è utile per l'economia delle popolazioni costiere austriache questo stato di fatto? Vediamo come I A. risponde a questo quesito. 4 CE L’A., dopo trattata la questione dal punto di vista giuridico, passa a descrivere la pesca degli italiani nelle aque aus riache e dei pescatori gradensi nelle aque italiane, e riporta alcuni dati stati- stici. Trascureremo la parte riguardante i Gradensi, per le ragioni ‘ (1) Vedi il Lavoro del Prof. Levi-Morenos. Lavoro e proprietà del suolo aqueo. » (Bibl. « Scienze Sociali » — Fratelli Bocca Torino 1903). “ii A ae (E) I SO svolte più sopra. In riguardo ai pescatori italiani osserva 1 A., come le statistiche del Ces. R. Governo Marittimo di Trieste e quelle del Ministero della Marina Italiana, contenute nell’ Annuario “Sulle condizioni della marina mercantile italiana », ci presentino contrad- dizioni palmari dal 1893 al 1902, mentre i dati tendono ad avvi- cinarsi per gli anni successivi. Le contraddizioni derivano probabil- mente dal concetto diverso, con cui si procedeva all’ elaborazione dei dati negli uffici consolari italiani, e coll’andar del tempo si vede che si venne dalle due parti ad una trattazione somigliant >». Nel 1902 avrebbero pescato sulle coste Austro-Ungariche 274 barche con 1437 pescatori. Uno studio anche superficiale delle tabelle, persuade su- bito che l’attività dei pescatori nelle acque Austro-ungariche è grande, che la produzione è copiosa, da non paragonarsi con le 26,000 K. incirca all’ anno, cui i pescatori di Grado arrivano nelle acque italiane, Inoltre dalla tabella Austriaca risulterebbe che il pro- dotto dei pescatori italiani, a frequenze eguali, va aumentando, cosa che però non risulta dalle statistiche italiane. Anche in relazione al valore del prodotto troviamo contraddicentesi le statistiche ufficiali italiane ed austriache, contradizione che non dovrebbe esistere, per- chè si tratta quasi sempre di qualità di pesce assai comune. (1) P. es. nel 1902 la statistica austriaca dice che furon presi Kg. 1,494,929, dal valore di Cor. 968,617, mentre dalla statistica ital ana risultano Kg. 772.548 dal valore di it. L. 427,934. I pescatori italiani pescano nelle aque Austro-ungariche da Portobuso fino all’ altezza dell’ isola di Lesina, nel Quarnero e nel Golfo di Fiume. Sono quasi tutti pescatori chioggiotti, in poca parte di Rimini, Pesaro, Molfetta e Bari. In alcuni punti delle isole di Veglia e Cherso, i Chioggiotti pescano, dietro lieve compenso, anche entro il miglio marittimo. Adoperano la Cocchia come rete, mentre i pescatori di Pesaro, Molfetta e Bari adoperano la rete «Tar- tana» (sulle tartane). La tartana non è che una cocchia di piccole dimensioni. L’ A. descrive e il bragozzo e la Tartana e la paranza,‘ come pure la cocchia, descrizione che non staremo qui a ripetere, Il Krisch non sembra in massima molto favorevole alla pesca (1) Rimandiamo i rispettivi Annuari di Statistica a chi volesse con- sultare i dati. a cocchia, che. si può dire, rastrella quasi il fondo, quando i due battelli pescano. I prodotti di questa pesca, che si fa nel Golfo di Trieste, con circa 60 battelli lungo la Costa Istriana, con circa 70 nel Quarnero e nel Golfo di Fiume con circa 60, nella Dalmazia set- tentrionale con 50 e nella Dalmazia mediana con circa 36 bragozzi e paranze (la Dalmazia meridionale, coi distretti marittimi di Ra- gusa e Cattaro non viene visitata per la troppa profondità) sono : la Squalida, Rajida, Sparus Sparulus, Sparus erythrymus, Zeus fabe : Lophius piscatorius ......,ecc.; tutte specie comuni e di basso valore, eccettuato il Mullus barbatus (Barbon), e il Nephrops norve- gius (scampo). Sarebbe molto utile, dato il prezzo limitato, il gettare gran quantità di questi articoli sul mercato di Vienna, se non lo impedi»sero il dazio consumo elevato e le tariffe ferroviarie. E’ necessario, però, per le popolazioni cost'ere austriache e ita- liane, l'avere una quantità snfliciente di questo prodotto, sano e a buon mercato; e questa considerazione ha condotto | Austria-Un- gheria e l'Italia, dopo gli spostamenti territoriali del 1866, a trovar modo. di conciliare — nell’interesse reciproco — la necessità eco- nomica con una politica pacifica e con le relazioni di buona vici- nanza. Lo scopo dell’ Italia era naturalmente quello di assicurare ai pescatori propri, il lavoro sulle coste austriache, concessione che dal- l’Austria fu fatta in vista del poco sviluppo, che prendeva la pesca in Dalmazia e in Istria. A poco a poco questo stato di cose si ri» dusse ad andar insensibilmente mutandosi, quantunque le condizioni siano in gran parte quelle di prima. E’ appunto in considerazione di questo il cav. de Huetterott domanda, nel Rapporto già citato, che il diritto di pesca nelle aque territoriali, venga definitivamente ri- servato ai pes atori indigeni, ad esclusione degli s'ranieri. Dal punto di vista del Diritto Internazionale non si può nulla obbiettare, ma molte volte un principio giuridico giustissimo non si può applicare in considerazione del fatto economico e sociale, poichè il diritto non è una matematica e non vi si può ‘adoperar» sempre una logica tagliente, come afferma anche quel gra. maestro che è il Ihering. E il Krisch giustamente osserva, che le condizioni della pesca nell’ Austria - Unghetia non sono abb stanza migliorate, da poter astrarre del tutto dall opera dei pescatori italiani. Le 237,000 K. assegnate nel Budget del 1903 alla pesca non sono per nulla suffi- cienti e si riferiscono quasi unicamente alla pesca del tonno e delle 88 sardelle; ci vuole un’ organizzazione, ci vuole un’ istruzione pratica, una propaganda paziente poichè dei pescatori che si accontentino di andar in alto mare a gittar le reti, senza far sempre una preda copiosa e non perdano mai la pazienza, non si creano da un giorno all’ altro, ma si formano. Formati questi pescatori, sopratutto invi- gorendo lo spirito d’associazione e la coltura delle aque, allora solo si potrà regolare completamente la pesca, secondo il desiderio di gran parte delle popolazioni litoranee Austriache. Secondo il Krisch bi- sognerebbe distinguere : I. La pesca in quelle aque dove si sono formati depositi di fango e che contengono animali di poco valore (ciò a Isola, Rovi- gno, Grado ecc.). II. Molto più importante è la pesca in quelle aque a un m. marittimo, dove essa si esercita so/o provvisoriamente per la durata in vigore del trattato. Per il primo caso si permetta la pesca degli italiani; per il secondo caso, in vista delle continue lagnanze intorno alla diminuita pescosità dell’ Adriatico, l’ A., non risolve decisamente il problema dei danni inferti dalla cocchia, ma fa proposte giustissime, Passando in rassegna i pareri emessi dalle due parti, non si ha certo un’ idea molto esatta della questione. L’IIl. professore Schmarda dell’ Università di Vienna giudica dannosissima la pesca a cocchia, sopratutto per lo sterminio che fa dei pesci in frega e degli avannotti. Inoltre viene fatto un grande sperpero del pesce piccolo. Secondo lo Schmarda si dovrebbe proi- bire la cocchia nelle 3 miglia marittime e permetterla oltre questo limite, purchè le aperture della maglia sieno doppie. Il Dr, Stein- dachner, Direttore dell’ I, R. Museo Aulico di Storia Naturale, dice che si può proibire la pesca a cocchia fino a 3 miglia marittime e anche, occorrendo al di là, per non danneggiare la prole. È ingiu- sto, secondo lui, il dire che la cocchia non danneggia la frega, perchè non tutti i pesci vanno a depositare le uova vicino alle coste in aque bassissime, ma molti le lasciano cadere in pieno mare. Il dott. Marchesetti è del parere che si debba proibire solo a 3 km. dalla costa; il dott. così distingue fra il Quarnero e il Golfo di Trie- ste e la vorrebbe proibita nel Quarnero e permessa nel golfo Trie- stino, perchè altrimenti il fondo fangoso di quest’ultimo non sarebbe più utilizzato. Fra gl'italiani si ha anche una discordanza di opinioni. Per es. nel 1872, quei di Bari vorrebbero proibita assolutamente -a Io m. dalla costa la paranzella, gli Anconetani a 12 km. la cocchia, men- tre invece le Commissioni di Venezia non sono tanto sfavorevoli; e qui l'A. dà a divedere che non approva la Relazione degli in- teressati Chioggiotti del 1903, riconosce però che la cocchia pre- senta dei grandi vantaggi per i pescatori e non sarà tanto facile eliminarla. La conclusione dell’A , che tutii di buon grado accet- teranno, è, che l’ Austria-Ungheria e l’ Italia, con le loro flotte pe- schereccie primitive, non sono in grado di sostenere il confronto, con gli Stati pescherecci più progrediti, che occorre una rigorosissima sorveglianza, per impedire che l’ Adriatico non si spopoli ancora più. Non solo la cocchia, ma anche il Grippo degli Istriani e la Maga- vica dei Dalmati danneggiano -fortemente le aque. Passato è il tempo, in cui si favoleggiava del mare inesauribile; tutti dovrebbero dire: «chi non semina, non raccoglie » ; si do\rebbe fermare i procedi- menti egoistici dei singoli, in nome della collettività, Quindi, data la comunanza d'interessi dei due paesi, cercare di popolare la aque, di rinnovare la legislazione, mettersi d'accordo per una sorveglianza diligente ed estesa, aver riguardo alla profondità dei singoli tratti di mare, per le proibizioni, delimitare delle zone in cui per parte del- l’anno venga assolutamente proibita la pesca (cantonnements), in- coraggiare ed imprendere studi idrografici e biologici, come hanno fatto gli Stati del Nord nella Conferenza di Christiania del 1901., erigere stazioni zoologiche sulle due sponde e migliorare si .po- trebbe aggiungere, i trasporti e le tariffe e delimitare delle zone territoriali ben definite. Il graduale o subito soddisfacimento di que- sti desideri, se fossero accolti nel futuro Trattato, sarebbero vantag- giosi alle due potenze, poichè, rispondenti ai loro bisogni e a un alto ideale di bene, cementerebbero le eccellenti e cordiali relazioni esisienti fra i due governi, nell’ interesse della economia sociale dell’ Adriatico. È Solo sarebbe desiderabile che quella equanimità di vedute, che hanno dimostrato il Krisch e i tecnici citati, e che risponde all’ inte- resse vero delle popolazioni, si rispecchi un po’ anche nei giornali quotidiani, e faccia trattare la questione nel pubblico unicamente dal punto di vista delle scienze naturali, dell'economia, del diritto. ._ L. C. BroscH. 90 35 nostri pescatori in Algeria. Leggendo il brindisi, che il signor Loubet ha rivolto a Napoli al Re « su questa riva del Mediterraneo, culla della « razza latina, dove si trova oramai assicurato lo sviluppo « pacifico degli interessi della Francia e dell’ Italia, sotto la « protezione delle loro flotte, che oggi fraternizzano . . . » il mio pensiero correva ad altra lontana riva del Mediterraneo, dove i nostri pescatori, in gran numero dal golfo d’ Amalfi, vanno ad esercitare, per antica tradizione, |’ industria della pesca. E pensavo che, se i brindisi di Napoli affidano oramai alle due Nazioni latine il pacifico sviluppo dei loro interessi territoriali e politici, non potrà pure ritardare un’ intesa, che garantisca ai nostri umili ed instancabili lavoratori del mare il libero esercizio della pesca nelle ricche aque d’Algeri. E se anche colà ebbero funestamente a ripercuotersi gli attriti delle due Nazioni, suscitando contro i nostri pescatori una serie di vessazioni e di fiscalismi, questi dovrebbero pur cessare ora, che ogni ragione di odiosità è sparita tra i due Stati. * *o_* Veramente l'intento, nell’ Amministrazione francese, di riservare esclusivamente pei propri nazionali lo sfruttamento delle pescose aque algerine, e d’impedirlo, con ogni mezzo, ai sardi, toscani, napolitani e siculi, incominciò a manifestarsi nel 1832, quando una prima disposizione assoggettava le no- stre numerose barche coralline all'enorme tassa di Lire 1166 annue per la pesca d’estate, e di L. 583 per quella d’inverno. Solo quando quel Governo vide abortire sul nascere la so- gnata fiorente colonia nazionale, perchè il pescatore francese non seppe resistere ai rigori del clima, nè ebbe la tenacia ed il coraggio dei nostri connazionali nello assoggettarsi ad una pesca difficile e faticosa, solo allora l' Amministrazione fran cese, per far rinascere la decadente industria del corallo, ri- dusse per le barche estere la tassa di pescaggio da L. 1749 a L. 800 annue. - ea x Cna PEA TI RETE RICA RIGO Però tali fiscalismi non colpivano il pescatore del così detto pesce turchino con minaide, e dalla Dogana veniva am- messo a libera pratica senza onere alcuno ; solo gli si ritirava il ruolo italiano, che si sostituiva con una speciale licenza di libera pesca pel mare territoriale. Tali agevolezze determinarono in quelle aque una straor- dinaria emigrazione di nostri pescatori di minaida, i quali, a diecine di migliaia, con esili barchette — esempio di coraggio e di capacità — correvano a sfruttare quei mari, riposati nei mesi invernali ed ancora non impoveriti, come da noi, da vieti sistemi di pesca. È nell’istinto umano la ricerca di nuovi orizzonti, sui quali convergere l'energia del lavoro; ed il pescatore italiano, anche perchè preferisce la vita collettiva della campagna di pesca, che ne accumula i guadagni, co animo fidente atten- deva l’ appressarsi della primavera per avventurarsi in quei mari. Colà egli riusciva, sfidando continui pericoli e sobbar- candosi alle più dure fatiche, ad accumulare, in quattro mesi, talvolta anche 800 lire, malgrado che la calda temperatura delle aque producesse un maggior consumo delle reti. * Senonchè, rottesi tra i due Stati le relazioni commerciali, incominciarono anche contro il nostro pescatore le vessazioni, le quali il 1 marzo 1888 trovarono sanzione in apposita legge. In questa non si ripete più l errore di allontanare con oneri esorbitanti 1 pescatori esteri e far quindi deperire la l'industria; ma, preoccupato il legislatore francese della di- minuzione della natività, che si estendeva anche alle Colonie, col pretesto di proteggere il lavoro nazionale, impose che gli equipaggi delle barche da pesca dovessero formarsi per 3[4 con francesi e per 1]4 di stranieri. In buoni termini s' impo- neva ad oltre 20,000 pescatori italiani di capitolare per fame, naturalizzandosi sudditi francesi. Ciò fecero molti, ma altri non credettero di ammainare la bandiera italiana, e con lar- ghe regalie riuscirono ad accaparrarsi l’acquiescenza dell’am- ministrazione locale. Si simularono aliora contratti di vendita delle barche e delle reti fatti agli indigeni dai nostri pesca- 92 tori, i quali poi si arruolavano come semplici marinai as- soldati. Pa Tale sistema appariva il più conveniente ad assicurare al nostro connazionale la libera pesca in quei mari, ma cer- tamente ne derivavano non pochi inconvenienti, tra i quali quello che la capacità e la volontà stessa dell’ operaio effet- tivo e dell altro marinaio italiano venivano frustati dalla in- sipienza dei quattro marinai francesi e talvolta anche dalla malafede del fittizio popolare. E neppure tale sagrificio bastò ad assicurare il lavoro dei nostri connazionali, poichè il Governo francese, preoccu- pato che il 50 per cento dei pescatori algerini erano ancora italiani, sostituì l’indulgente amministrazione locale, esigendo dalla nuova la più rigorosa applicazione della legge del 1888. E quando posteriormente il Capo del servizio delle pesche francesi fu inviato colà a compiere un’inchiesta, ebbe: con orgoglio a rilevare, che l’ aver limitato da prima la naziona- lizzazione ai soli battelli «non era abbastanza, e bisognò ben « presto andare più innanzi, interdicendo formalmente agli « stranieri la pesca nelle aque territoriali dell’ Algeria. Il ri- « sultato non si fece aspettare, e nel primo anno si ebbero « 600. naturalizzazioni in luogo delle 30 del 1881 e numerose « istanze furono presentate allo stesso scopo. Collocati nel- « l’ alternativa di rinunziare a pescare nelle nostre rive o di . « piegare la loro bandiera, i pescatori stranieri non esitarono, « Senza dubbio sarebbe temerario pretendere ch’essi abbiano « d’ un colpo distrutto i loro affetti nativi e si siano dati col « cuore alla nuova patria; ma non è troppo presumere, spe- « rando di vedere questi sentimenti svolgersi progressivamente « ed in tempo vicino. Attualmente la popolazione marittima « in Algerì è tutta francese 272 seguzlo a naturalizzazioni 0 « vicina a divenirlo definitivamente, così come vuole la legge: « essa conta circa 6000 pescatori ». ì L'A La nuova Amministrazione algerina, così incoraggiata, andò ancora più oltre, ed annullò tutte le vendite simulate, comminando forti multe ai trasgressori. E gli effetti furono LI, o n iaia; ib 7 — più che immediati: presto sorsero dei villaggi, formati da in- tere colonie di pescatori, non più italiani, come a Stora, dove, così asserisce la cennata relazione, « sur la berge légèrement « déclive, au milieu des barques halées à terre, s’agite une « foule bigarrée d’ hommes, de femmes et d’enfants, ceux-ei jouant avec le flot tranquille, comme pour s’en faire aimer, « ceux-là travaillant, qui au radoub ou à peinture des em- « embarcations, qui auramendage des longs filets mollemen3 « étendu sur le sable, et par moment, percant tuos les bruits « de ce populeux chautier, une voix male et sonore module mélancoliquement quelque vieux chant napolitain ». Invece altri nostri connazionali, « qui lui étaient le plus « fortement attachés par le temps, et qui n’out pas eu le cou- « rage de sacrifier leurs « aftections à leur intéréts » ma ugualmente avviliti dal voluto impoverimento del nostro mare, volsero le loro speranze verso la Tunisia; ma anche colà li attende la fatale alternativa : o di divenire sudditi francesi, o di emigrare ancora verso l'ignoto. Mi auguro che ciò non avvenga, perchè cessata oramai tra i due Paesi la politica di rappresaglie, a me sembra pos- sibile un accordo, tanto più facile ora, che il tentativo del A Governo francese d’avviare nelle coste algerine i pescatori e bretoni è completamente abortito. Me lo auguro non solo pel bene di migliaia di umili e dimenticati lavoratori del mare, ma anche pel buon nome d’Italia. feoma 5 maggio 1904. Avv. G. PALMISANO VALLICULTURA Lavori che si eseguono in una valle arginata durante il mese di luglio Riparazione delle reti. — In questa epoca bisogna rivolgere la massima attenzione per mantenere un sufficiente livello d' aqua nel campo vallivo, erogando la valle in tempo, e cioé prima che l'eva- Col FUT MPa, 94 porazione ne assorba grande quantità. Non è pratico però di irti- gare il campo vallivo molto di frequente perchè il pesce, sentendo entrare l’ aqua fresca, abbandona i luoghi di pastura e corre alle tresse sperando di fuggire od almeno, per assorbire l’aqua sana che entra, e così rimane privo di nutrimento per varii giorni cioé fino a che non sia cessata l immissione. Per ottenere un buon prodotto sarà bene di irrigare la valle assai di rado e, quando occorra farlo, si avrà cura di mettere la maggiore quantità di aqua possibile. Ad intervalli, e nelle ore vespertine, è necessario percorrere in un piccolo sandolo il campo vallivo onde accertarsi del buono stato della valle e così osservare ove il pesce ama pasturarsi allo scopo di formarsi un concetto approssimativo della quantità del pe- sce bianco esistente e del suo grado di sviluppo. Nelle ore calde e nei giorni che non occorre recarsi a visitare la valle od i lavoranti si continuerà a riparare le reti che devono servire pel prossimo rac- colto e se ne costruiranno di nuove, se ne occorrono. Non deve essere noioso o di peso l’ impiegare qualche giorno di più per accomodare i cogodliî (!) o la fressa (?) acciò di renderli più pescosi possibile applicando a loro tutte le innovazioni che fos- sero consigliate dalla pratica della passata stagione di pesca. In se- guito si immergeranno nell’ aqua, costringendole a rimanere sotto con pesi, le stroppe o vimini occorrenti per legare i lavorieri nel prossimo agosto essé@fdo a queste necessario un certo tempo per impar- torirsi Verso la fine del mese, se le reti sono state tutte riparate, si preparerà un buon decotto di corteccia di pino e dopo vi si ba- gneranno le reti tutte, e passato il tempo occorrente per ritirarle dal recipiente, ove dopo bagnate sono state poste in muchio, perchè prendano una bella tinta scura e restino bene impregnate, si asciu- gheranno al sole per accomodarle poi di nuovo e completamente. Fin’ora il decotto di corteccia di zappino è il migliore per con- servare le reti perchè le altre miscele o bagni proposti non ressero al paragone; per prepararlo bene, si deve farlo bollire cinque o sei ore perché acquisti la necessaria densità. (1) Rete per pescare le anguille munita di sacco con cerchi di legno (2)YRete a strascico munita di piombi e sugheri per tenerla a piombo nell’ aqua e serve per catturare i pesci nel colauro o nei siti chiusi. 99 E uno svago bello ed istruttivo, quello di recarsi verso la mez- zanotte, nelle notti serene e calme, sui laghi della valle e, magari muniti di alcuni serberai, ascoltare il rumore che fa il pesce nelle pasture e i tonfi che cagionano le mecchie saltando vigorosamente fuori dell’ aqua, e le sferzate che causano le anguille pascolando e che lasciando una striscia di luce nell’ aqua fosforescente. Cattu rato qualche pesce con i serberai si farà conoscenza dello sviluppo raggiunto, e visitato il suo ventre si constaterà la quantità di cibo inghiottito, facendosi esatta idea de.la quantità e qualità di pastura ricercata dai pesci. VINCENZO VOLTOLINA Note - Comunicazioni - Corrispondenze Studi austriaci sulla pesca in Dalmazia. — Il « Pelagosa » è stato a Comisa in gita d’ispezione, ordinata dal Governo Marittimo che l’ha inviato a scopo di studio all’isola di Pelagosa e lungo l'estremo limite della catena insulare dalmata. Al viaggio, che stava sotto la direzione dell'ispettore nautico signor B. Jiùlg, presero parte ii colonnello Dr. R. Duublebsky de Sterneck ed il presidente Vincenzo Haardt de Hartenthurn, ambidue dell’ i, e r. Istituto militare geogratico di Vienna, il Dr. Cori, dirigente la i. r. stazione zoologica di Trieste ed ilsig. E. Mazelle. Il « Pelagosa » approdò dapprima all'isola Busi, ove il prof. Cori fece delle interessanti osservazioni sulla fauna e flora sotto- marina in quella Grotta azzurra e quindi si recò a Pelagosa. Su quest'isola si trovò il punto più favorevole per la installazione di un apparato per la misura dell'alta marea, il lavoro d’installazione verrà eseguito dal colonnello Dr. de Sterneck, il quale sbarcò ed ha intenzione di fermarsi parecchie settimane sul faro dell’ isola. Il sig. Mazelle fece colà una serie d’ esperimenti sulla temperatura del mare a grande profondità ed il prof. Cori, colla rete di rimor- chio raccolse campioni del limo sul fondo in alto mare e lungo la costa. Il Governo marittimo ha l'intenzione di stabilire sull’isola di Pelagosa una stazione sperimentale scientifica ed a tale scopo i si- gnori che presero parte al viaggio fecero i necessari rilievi. Una ricca raccolta di piante e di minerali di queil’isola soli- taria completò questa gita che può dirsi riuscitissima. Si visitarono indi le isole di Lagosta, Cazza, la stazione me- tereologica ed il semaforo sulla punta Promontore dell’isola di Lissa, le isole Lucietta e Sestrice all'ingresso del porto di Tajer sull’isola Frossa, quindi Sansego e Porer, nonchè le stazioni metereologiche ed i fari relativi. Ovunque si fecero degli esperimenti scientifici e di segnalazione notturna in mare. cis ia TRecensioni Dr AcHiLLe GRIFFINI. /tt0logra ialiana elementare. Descri- zione dei pesci di mare e d’ acqua dolce. (Manuali Hoepli). — U. Hoepli, editore. 1903. Un volume di pag. xv11-474, con 244 incisioni, legato elegantemente ESZ00) questo non solo il più recente, ma il più completo la- voro descrittivo sui pesci italiani marini e d’acqua dolce, l’unico anzi dopo l’opera del compianto Canestrini, ormai fatalmente invecchiata, e che, pregevolissima come lavoro originale, mancava però di figure ed era fatta particolarmente per gli zoologi puri e pei musei. Premesse con sufficiente ampiezza le generalità indispen- sabili alla conoscenza generale dei pesci, ‘della loro organiz: zazione delle loro parti e della rispettiva nomenclatura, l’au- tore svolge la parte descrittiva in modo chiaro: ed esatto, con intercalate delle complete tavole dicotomiche di classifi- cazione le quali agevolano :molto la determinazione degli or- dini, delle famiglie, e dei generi in ognuna di queste. Ogni gruppo è poi sempre preceduto ancora dalla enu- merazione dei caratteri sia morfologici che biologici che gli sono particolari. Si trovano, per ogni specie ricordati in costumi, in gene- rale i caratteri biologici, il valore alimentare delle carni, le applicazioni medicinali, industriali, ecc., di parti del loro corpo. Interessanti pure sono le notizie sui pesci velenosi, sui pesci luminosi, sui pesci ermafroditi. Di ogni specie è ancor indicata la maggiore o minor fre- quenza e diffnsione nelle nostre acque, l’ambiente in cui vive, le località in cui si trova. Non mancano i nomi volgari e dialettali che enumerati pure nell'indice, posson guidare talora il profano alla cono- scenza della specie alla quale si riferiscono. L'’ Ittiologia italiasa del Griffini ha pure il pregio di esser scritta per la generalità delle persone che, per diletto, per interesse, per curiosità, amano conoscere i pesci delle no- stre acque. Direttore responsabile Dott. Davip Levi MoRENOS noe TOMMASINI n Nuovo. VOCABOLARIO GENERALE DI PESCA - Abtonameto a 25 sacd ra 10 Rivolgersi all’ Autore: VIA FIRENZE, 32 - ROMA ITIMCI TTT TT" Ir cc AA Ion ro dr ih oso i ii ii » : ù È £ | P S O odi i = | di i ù meravigliosa Li elettrica. ta=- D 3 scabile. bo I Toccando il bottone la luce è fatta stanze, sale, passaggi oscuri, CRC: senza più EMISE "i tutte le Laz raccomandate aggiungere OSO cent. 30. a Inviare car tolina: vaglia alla Soa Nest: Sx ri SI | Premiata Ditta FRASCOGN Ad + VIA ORIVOLO, 35 - FIRENZE II Timo] TILWTIT ni TTT TT TT co OE (CHI nni Ta fafiannaui ion TLCIO CI mordi Miwiitiai Ton ‘3 ===" II e eee “e NoaWvVno—" oo ta APERTURA , ra a; 20 Maggio 4 4 # a 15 Ottobre # # ‘ Restaurant Pensioni. Servizio alla catta. SE "Questi due apilch E boni sit Sorgente Termale di Abano sono Sn di E i di ussazioni, di distorsioni, di ili ! ralisi, nelle e. e nervriti, ne ii ecc. Negli stabilimenti havi anche. i - Tariffe a r pata Soa e | Settembre, — 3 Na I treni diretti si fermano alla stazione. i A ban Settembre. x tue 1 1 Sa DS 3 ge di î = de IS ARR SERE Ka - Rivista Italiana di Pesca ed Aquicultura I SI SMARINA- ELUVI ALE - LACUSTRE Aa Premiata von mudazla L'oro all Esposizione di Milano 1894 ed all’ Esposizione di Torino 1898 Fondata e diretta dal Dott: D. LEVIIMORENOS. ORGANO CENTRALE per promuovere la FEDERAZIONE NAZIONALE AQUICOLA - Riossume gli Atti delle Società Italiane di. Pesca. @ d’ Aquicoltura A mano, re -. = | <@ SOMMARIO sx - D. Levi-Morenos —_ SE Note e asincni ad illustrazione della legge « Provvedimenti E ‘a favore pesca ‘e dei pescatori ». ERogo oa Relazione Ministeriale e . legge: « Provvedimenti a favore della pesca e dei- pescatori » approvata dalla Camera dei deputati: il 1 Luglio, e dal Senato il 6 Luglio 1904. a i da Supplementi. a D ). Levi-Morenos — Il primo anno di lavoro della Scuola di Pesca ed Aquicultura di Ve- ; | ._« nezia (Relazione presentata alla Commissione di Vigilanza nella seduta tenutasi al . Leltg Sr Municipio di Venezia il 27 Giugno 1904). DIREZIONE — : Abbonamento annuo alla « Neptunia» sola L. 12 | presso la' Scuola di Pesca sg Aquicultura, Venezia : Coi supplementi E: ACI gle RI ORE SOI 3) 20 "lE 5 . 3 AMMINISTRAZIONE — : È Gli abbonamenti decorrono sempre dal Gennaio e quando : Ss Tsogaso, Palazzo Bolani 1074 a - Venezia : “non sono disdetti s’ intendono tacitamente rinnovati. E E i contratti PEC — Rivolgersi all’ Miificzione della.“ NEPTUNIA a 7 Per INSerzioni San ORI Aa - VENEZIA. d Ka; î i > E) SR È 3 . ii SARA Rn Officine Grafiche C. Ferrati -. Venezia IMPIANFE DI INCUBA TORI € Cassette per incubazione. e Filtri economici. i ‘ IU9Yo model Ito SRCESSOREE PER ALL EVAMENTI vengono forniti... (/ til 34 | Armministrazione dll sd + NEPTUNIA t- Be * a a VENEZIA. HOTEL D'ITALIE BAUER. 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Chimirri, onde affrettare ancora più la procedura funzionò da relatore, e presentò il disegno di legge alla seduta del 24 giugno, esponendo fra gli altri concetti questi che alla lettera riportiamo: « Il governo... ci propone una serie di provvedimenti senza dubbio utilissimi, ma non adeguati ai mali, di cui la relazione w% » ministeriale contiene una così viva e larga dipintura. » Insomma il disegno di legge inizia una serie di provvedimenti » che estendono ai lavoratori del Mare una parte almeno degli isti- » iuti economici creati a vantaggio delle altre classi operaie. « Certamente il presente disegno di legge non è il tocca sana, » ma si raccomanda al voto della Camera perchè pieno di buone » intenzioni ed inizio di cose migliori. » Questi giudizi della commissione costituiscono il primo e più ; importante commento alla nuova legge approvata il 1 Luglio. Lasciamo «le buone intenzioni » quelle del Governo non meno di quelle dei governati vanno a lastricare l’ inferno. Ma il constatare che i provvedimenti sono inadeguati ai mali, l'affermarli inizio di cose migliori, riconoscere, finalmente c/e /ra vi citata. Mar d, ‘ A 05 lavoratori del mare esistono anche i marinai, — pescatori, tutto ciò rappresenta un fatto di capitale importanza, non inferiore forse alla stessa approvazione della prima legge economica sancita dal Parlamento Italiano a favore del Proletariato marittimo pesche- reccio. II° La nuova legge è si può dire interamente, eccezione fatta dei comma primo ed ultimo dell'art. III, indirizzata a suscitare, sussidiare e coordinare l’ iniziativa privata. In essa si nominano en- tità già esistenti: « Societa Regionale Veneta » e « Scuola di pesca » ed entità che si vogliono far sorgere : « Cooperative — Sindacati ». Ora ricordiamo : Sino al 1895 l iniziativa privata a pro’ della desca e delle industrie aquicole e del Proletariato peschereccio ma- rittimo era una rosea utopia. Non una Società Promotrice; miserrimo lo scambio d’ idee fra studiosi, con stentata vita una sola pubblicazione tecnica perio- dica, questa nostra Neptunia iniziatrice e sostenitrice della propa- ganda nazionale aquicola, questa nostra vecchia rivista che a titolo d’onore, con altre più giovani consorelle, la relazione ministeriale ricorda. Con una lettera programma nel luglio 1892, fu da chi scrive questo commento slanciata l’ idea della prima Società Re- gionale fer promuovere la pesca e la piscicultura marina e d’aqua dolce e per migliorare le condizioni dei pescatori, Società che si instituiva a Venezia il 5 marzo 1893 nel mentre in Milano si stava promuovendo, e doveva costituirsi regolarmente pochi mesi dopo, la Società Lombarda. L’ iniziativa era locale, regionale, ma la finalità ed il piano esposto sino dal 1891 dallo scrivente, era vasto, complesso e da estendersi a tutta l' Italia. « . . . + + Concordi tutti in questa santa idea di fraterno re- » gionalismo — diciamola senza timore la parola che tanti brutti » fatti nasconde, mentre dovrebbe ispirare il più alto unitario la- » voro — noi vogliamo portare il nostro contributo al vero pen- » siero unitario che vuole alla redenzione politica nazionale, far » seguire la redenzione morale, economica, sociale della patria. » Così lo scrivente diceva all’assemblea della Società Regionale Veneta, circa dodici anni or sono; e continuava : i 6 1 sa »# « Concedetici di ricordavelo quasi a profetico senso: da questa » nostra città che simboleggia nel suo passato la più- gloriosa » vita del mare, da questo stesso mare ch’è sorgente di vita, ch'è » moto e vigore, possa, come una salutare brezza marina diffon- » dersi per le terre italiane Il nostro disegno e trovare ovunque » quell'’accoglienza ch’ebbe sin da principio nella forte terra Lom- » barda. « Possa il disegno raccogliere in un pratico ed efficace la- » voro pel progresso sociale e miglior avvenire della patria nostra » tante volontà desiderose di bene, ma incapaci, disgregate come » sono di farlo. » « Possa essere riservato a noi di dimostrare ancora una volta » e con nuovo esempio, come le maggiori e migliori idealità no- » bilitanti l'animo umano non devono rimanere vuote aspirazioni, » ma coordinate ad una morale condotta, possano e debbano con- » cretarsi in pratica azione con un costante e sereno lavoro, » Non è qui ad esaminarsi quanto. operò e quanto ottenne la niziativa privata in questi dodici anni di lavoro ingrato, faticoso, svoltosi in gran parte fra |’ indifferenza del pubblico, senza la coo- perazione dei maggiori interessati — i lavoratori delle aque — troppo ignoranti ancora per poter assurgere ad una cosciente, pro- pria organizzazione. Due soli fatti si ricordano: La Società Lombarda (Milano) è già veramente centro di tutto 1 movimento aquicolo della vallata podoana, e la sua autorità ed importanza sono dimostrate dal fatto di aver studiate e conseguite importanti riforme per le pesche nei maggiori laghi italiani. La Società Regionale Veneta (Venezia) ha potuto, lottando con enormi difficoltà, costituire la prima Scuola di Pesca ed Aquicul- tura, un ufficio tecnico che renderà possibile alla Società stessa di farsi organizzatrice delle pesche adriatiche. Non dimentichiamo dungne che furono specialmente l’on. Pan- tano, benemerito del proletariato italiano, ed i ministri Luzzati e Rava che vollero la legge, e seppero ottenerla dal Parlamento; ma ricordiamo che l’opera di questi benemeriti, ed una favorevole con- tingenza di circostanze a nulla avrebbero giovato se dal 1892 l’ ini- ziativa privata non fosse venuta precorritrice e stimolatrice. ris di Nei, p î Fd ao PMOREAI, a CTS LAS Lio cal dl E , ARS, CTR PRIX Pia a e = re » de ala * PERTC è x Terna, AIR - A III° E ritornando ora al commento primo, perchè questa. legge abbia pratica efficacia e sia davvero inizio di cose migliori e nuovi provvedimenti adeguati ai mali sieno presi dal (Governo, questo è necessario : che come da Venezia e da Milano partì. — dodici anni or sono — l’ iniziativa, e si proseguì poi l’opera. così negli altri centri d’ [talia l'iniziativa trovi seguito e l’opera aiuto. E restringendoci all'attività nel bacino Adriatico, è necessario che dai litorali di Rimini, Ancona, Bari, rispondano /e volontà desi derose di bene, ma incapaci, disgregate come sono, di farlo. Le Cooperative ed i Sindacati od in altri termini l’organiz- zazione nazionale che migliori le condizioni dei lavoratori del mare ed incrementi la produzione del suolo aqueo, non possono essere opera di una legge, ma dell’iniziativa privata a mezzo dell'associa- zione giovandosi delle disposizioni legislative ottenute e di quelle da conseguirsi. A tutti coloro che portarono già od intendono portare l’opera loro per la redenzione morale e sociale del proletariato marittimo, venga il nuovo nostro invito ad associarsi in azione concorde, ricor- dando col Richet quel detto che altra volta lo scrivente pose ad insegna della sua propaganda: « L'unione è la forza; le individualità umane nella lotta con- » tro gli elementi e le cose, sarebbero impotenti se non si aiutas- » sero fra loro. » Dr. Davip Levi MoRENOS i POLI RP E TOT: RO © a dl L È i d è «i È i 101 PROVVEDIMENTI IN FAVORE DELLA PESCA E DEI PESCATORI 8 - LEGGE PRESENTATA par MINISTRO DI AGRICOLTURA INDUSTRIA E Com- MERCIO (on. RAVA) DI concerto coL MinIstro DEL TESORO (ON. LUZZATTI) E cor. Ministro DELLA MarINA (on. Mr- RABELLO) APPROVATA DALLA CAMERA DEI DEPUTATI IN SEDUTA I LUGLIO 1904 E DAL SENATO IN SEDUTA 6 LUGLIO 1904. Relazione Ministeriale Onorevoli Colleghi! Mentre tutte le industrie nazionali, agri - cole e manifatturiere, rinunziando con fermezza a viete tradizioni, e con pronta fiducia profittando delle nuove meravigliose vittorie dello spirito umano nel campo dell’arte e della scienza, si sono da molti anni avviate ad una vita più intensa e feconda; mentre tutti gli operai, per virtù del nobilitato lavoro, e in grazia di moderni isti- tuti sociali, si sono incamminati verso uno stato economico e mo- rale meno disagiato, solo forse la industria della pesca e i pescatori trovansi tuttora in una fase elementare, sia dal lato della tecnica, sia dal lato del benessere. Lasciamo le notizie statistiche, anche ufficiali, che additerebbero per i centomila pescatori italiani un annuo prodotto dell'industria pescareccia, valutabile circa 19 milioni di lire, e lasciamo anche le opportune correzioni che di tali cifre si propongono per dimostrare che in media un nostro pescatore potrà guadagnare giornalmente poco più di una lira; la convenzione di chi studia la vita economica dei pescatori si è che questa va classificata fra le più povere. L’ o- «i 102 peraio tenace, ardimentoso, che per i gravi rischi e le rudi asprezze del suo mestiere lascia il sicuro lido e la famiglia, quegli che vive tra cielo e mare, dedito al lavoro, esposto alle bufere degli elementi, paziente alle maggiori privazioni e talvolta scarsamente nutrito, può ben ripetere lo shakespeariano: « Poverty is the badge of all our tribe ». Tale giudizio fu anche confermato da qualche recente privata inchiesta, incoraggiata dallo stesso Ministero di agricoltura e da ricerche ora fatte sulla condizione dei nostri pescatori all’ estero. Per ciò che attiene in genere allo stato ben triste della indu- stria pescareccia, le indagini fatte eseguire dal Ministero di Agri- coltura Industria e Commercio fin dal 1885, e riferite nella pubbli- cazione Notizie sulla pesca marittima in Italia (Annali di Agri- coltura, n. 129) trovano ancora un’eco nel commento che alle proprie statistiche aggiungeva colla sua ultima « relazione » (per il 1902) il direttore generale della marina mercantile: « Anche nel 1902 la pesca del pesce ha continuato nella sua linea discendente », com- mento che fa ricordare l’altro pel 1898: « L'industria della pesca si mantiene in uno stato di depressione non certo lusinghiero » Data l'indole di questa industria estrattiva, sarebbe vana que- rela quella che s indugiasse sulla limitazione naturale della produt- tività delle aque. Ma, nei riguardi della tecnica, non si può ne- gare che l Italia abbia molta via da percorrere ancora per la mag- giore e migliore utilizzazione dei suoi mari, dei suoi laghi e dei suoi fiumi, per quanto una trasformazione dei sistemi di pesca non possa ragionevolmente avverarsi se non sui suggerimenti che deri- vino dai ponderati risultati di ricerche accurate, coscienziose ed as- sidue intorno alle condizioni fisico-biologiche delle aque: ed agli effetti dei vari metodi e strumenti pescarecci, Nè sarebbe perdonabile il dimenticare a questo punto quanto potrebbe giungere vantaggiosa una organica, continua, particolare vigilanza per ottenere l’ossequio scrupoloso di quei saggi precetti, di quelle buone norme che non mancano già nelle nostre leggi per tutelare la riproduzione e la conservazione delle specie di animali aquatiche. Il Ministero dell'Agricoltura, Ind. e Comm. — giova ripeterlo anche oggi — ha necessità di riformare e di costituire i suoi organi di sorveglianza e di ispezione, ed a ciò spera di provvedere senza lungo indugio, 105 Ma purtroppo sulle miserrime condizioni dei pescatori italiani hanno influsso anche altre cause, che attengono all’ ordine econo- mico-sociale. Sulla « massa » del prodotto della pesca gravano spesso ai danni del lavoratore del mare, un cattivo sistema di distribuzioni e talvolta cupidigie, e sperperi, e unsure, e tradizionali parassi- tismi. Si cominci dal considerare che, quando deve partire pel suo aspro lavoro, il pescatore manca di denaro per sè e per la sua famiglia ; donde la necessità di anticipazioni, sempre assai onerose, e il bisogno di accettare il vitto che, a prezzi di suo arbitrio, som- ministra l’armatore. E gli strumenti del lavoro e tutte le spese annesse all’industria sono naturalmente fatti valere dall’ armatore in confronto del pescatore cd anche con criteri di chi sa di non avere controlli, e di chi sa che ogni sua pretesa, ogni aggravio anche di- pendente da imprevidenza o da errore, trovano compenso o ripara- zione nella detta « massa ». E giova notarlo, spesso, lo stesso armatore è sfornito di mezzi pecuniari; e per armare la barca, anzi perfino per acquistare il battello, deve ricorrere al credito gra- vosissimo il più delle volte. E non è raro il caso che il costruttore, non pago di costituire pegno sulla barca, elevi il prezzo di questa, se non è saldato a contanti, ed aggiunga un saggio d’ interesse che non somiglia al legale. Di questi aumenti, di questi pesi, di queste influenze della mancanza del capitale e del capitale a buon mercato perl industria della pesca, risponde la « massa » da ri- partire. Ma vba di più, se si guardi alle proporzioni che nel riparto del profitto della pesca sogliono per antiche usanze, avverarsi tra quota e quota. I pescatori non sono quasi mai salariati, sono (e lo dicono antiche nostre ‘parole dialettali) dei compartecipanti; ma i maggiori diritti dell'armatore e gli oneri di così diversa origine che concorrono con quelli, riducono spesso irrisoria la parte spet- tante al pescatore. E si noti: sulla « massa » del prodotto della industria pesca- reccia un’altra e notevolissima azione assorbente si esercita ; quella degl’ intermediari del mercato del pesce, la quale è nota agli stu- diosi per le varie forme che assume e per quanto contrasta con gl'interessi dei pescatori. Pad "ati > gar abl xi nigi » ni i i i i dg Aid e = A (i IA RO 1 RO AVI Ca) Ro RE RE MESERO Ss ATO” 104 Il ceto di questi lavoratori è quindi povero e disorganizzato, nè ha beneficio alcuno dai tanti uffici di assistenza sociale e dai tanti utili istituti economici che sono sorti, specie negli ultimi anni, anche nel nostro paese per altri operai. Mancano per i pescatori : mutue assicurazioni contro sinistri che possono colpire i battelli ; assicurazioni contro i danni derivanti dagl’infortuni nel la- voro dal momento che la legge 29 giugno 1903, n. 243, testo unico del 31 gennaio 1904 n. 51, limita i benefici suoi agli operai addetti alle imprese esercenti la pesca oltre i dieci chilometri dal Lido e quelle delle spugne e dei coralli ed esclude dalla tutela della speciale legge i pescatori se compartecipanti, e. non salariati ; iniziative per l acquisto in comune, e a buon mercato, di barche pescherecce e degli ordigni per l’ esercizio della. pesca, allo scopo di sfuggire alle eccessive pretese dei costruttori, e degli altri fornitori degli strumenti del lavoro ; 3 cooperative, per l’ acquisto e rivendita delle merci di con- sumo e di prima necessità, fra pescatori, almeno per le provviste necessarie durante il tempo dell’esercizio della pesca ; organizzazioni, cooperative o no, per la vendita del prodotto della pesca, all'intento di escludere gli elevati compensi che sono oggi pretesi dagl' intermediari ; asili per gli orfani dei pescatori e per i pescatori invalidi ; navi di soccorso per i pescatori durante la pesca (magazzini galleggianti di merci di consumo a buon mercato con gratuiti di- spensari farmaceutici, e gratuita assistenza medico-chirurgica); ed altre simili istituzioni. Nel campo poi dell’industria estrattiva, nonchè di quella ma- nifattrice che attende alla utilizzazione dei prodotti animali aqua- tici ed alla fabbricazione degli apparecchi da pesca, assai giove- rebbe iniziare applicazioni più attive e più rimuneratrici pur atten- dendo che per talune di queste s’ istituiscano le preventive indagini, le preparatorie esperienze alle quali più sopra fu accennato. È in- fatti sin da ora consigliabile che si sviluppino in alto mare quelle forme di pesca che si attuano con congegni (manaidi, palamitare), i quali, atti a prendere i pesci sviluppati, lascino nelle aque il 105 pesce neonato. Dovrebbero inoltre diffondersi tutte le utili prepa- razioni industriali dei prodotti pescati; usarsi anche da noi final- mente come all’estero battelli speciali (vapore-trasporto) per il ra- pido invio del prodotto della pesca al litorale; attuarsi fabbriche di parecchi attrezzi da pesca, che vengono invece acquistati all’ e- stero ; organizzarsi in modo vantaggioso i lavori che, durante la sospensione della pesca, prestano i pescatori per le riparazioni di taluni degli ordigni pescarecci; avviarsi pratiche e metodi previ- denti per impedire l’ accelerato consumo degli strumenti del lavoro, specialmente in un'industria di così limitata fortuna ; adottarsi modi e apparati (ripari, magazzini frigoriferi ecc.) che sottraggano il pro- dotto della pesca al rapido deterioramento e in genere ai danni del tempo, che qui, più che altrove, manifestansi elemento pertur- batore di equilibrati rapporti tra la offerta e la domanda della merce. Dovrebbero anche sorgere scuole pratiche, o corsi d’insegna- mento pratico di pesca e di aquicoltura, adatti alla mente e di facile frequenza per i pescatori, nonchè disciplinati uffici di collocamento e di protezione per questi umili ma bravi lavoratori del mare. Non tutto, in questo ambito ideale di riforme può chiedersi dallo Stato. Ma anche al legislatore offresi qui una vasta cerchia pel suo intervento, a migliorare le sorti dell’ industria della pesca e quella dei pescatori. Nè occorre all'uopo una ingerenza gover- nativa che si sostituisca alle libere forze individuali, per quanto possa essere il problema della organizzazione più razionale e più equa di questo mondo industriale pescareccio, sia sotto il punto di vista tecnico, sia sotto quello giuridico, sia sotto quello economico- sociale. Anche nei problemi concernenti la pesca, lo Stato può ar- recare benefici, pur compiendo la funzione di potenza integratrice delle attività deficienti, di strumento di equilibrio tra i contrastanti interessi dei varii collaboratori della industria, di tutore delle ener- gie vitali, e specialmente di quelle che preparano ed assicurano complessi vantaggi alla società. Il pescatore, infatti, non è soltanto un’attività economica circoscritta in una sfera di bisogni e di sod- disfazioni individuali; egli è una speranza di una collaborazione che interessa la sicurezza e la ricchezza della nazione, sapendosi da buona prova che uomini, addestratisi fin dalla fanciullezza ai rischi e alle durezze del vivere fra cielo e mare, dànno di sè nella marina mercantile. e nella marina militare. SAMO ARA LE 106 D'altronde le principali nazioni civili non mancano, da parec- chi anni, di offrire l'esempio della loro sollecitudine nell’ incorag- giare la industria pescareccia ed i pescatori con premi, con sussidi co.ì sovvenzioni, con prestiti. Veggasi per la Germania l’opera dello Schwarz e dello Strutz « Der Staatshaushalt un die Finanzen Preus- sens» (vol. II, Berlino, 1902); per la /Vareza si ricordi, fra altro, la «Relazione sul disegno del senatore Huguet (Documents du Sé nat francais, 1898, pag. 440); per l’Austria, si scorrano le rela- zioni degli annali « Congressi generali» della Società austriaca di pesca e di piscicoltura marina; si considerino le istituzioni di tutela e di beneficenza per i pescatori nel Belgio, nell’Olanda ed ora con rapidi passi nel Giappone, e sorgerà facile la convinzione che, in confronto, nel nostro paese si è allo stadio di semplici speranze. I provvedimenti ideati col presente disegno di legge sono mo- desti e s’inspirano precipuamente all’ istituto della cooperazione. L'articolo 19, concedendo alcune agevolazioni alle cooperative dei pescatori, mira a rendere più facile la organizzazione di queste ; ma stabilisce al tempo stesso che i benefici della legge non pos- sano essere conseguiti, se le associazioni anzidette non si riuni- scano - entro determinate zone - in un sindacato, Il sindacato, mo- tore ed anima dei singoli enti, tende ad impedire che le coopera- tive si esauriscano ed isteriliscano sin dal loro sorgere; approvato dal Governo (nelle forme che il regolamento dovrà statuire) per le guarentigie che l’ istituto offra, costituirà da suo canto la malleve- ria della organizzazione cooperativa, il cui fine è quello di elimi- nare i tanti danni che oggi derivano ai pescatori dalla loro disgre- gazione e dall’essere in balia di troppi intermediari. Per dare una certà unità d'intento ai sindacati e per non fra- zionare soverchiamente le organizzazioni cooperative pescareccie, si ammette la costituzione di soli cinque di essi; uno per ciascuna delle seguenti zone (già additate dalla nostra tradizione legislativa, perchè quasi tutte designate nella legge 28 luglio 1861, numero 360 sulle Casse degli invalidi della marina mercatile): 1. dalla frontiera francese alla Magra, comprese l’ isola di Sar- degna e le altre adiacienti; 2. dalla Magra a Terracina, comprese le isole dell'arcipelago toscano ; 3. da Terracina al Capo di Santa Maria di Leuca; 4. litorale dell’ isola di Sicilia e delle altre adiacenti ; 5. litorale adriatico. fino al Capo Santa Maria di Leuca, Il vivo desiderio che le organizzazioni legali dei pescatori si formino e la esperienza delle difficoltà che incontrano per la for- mazione del capitale le cooperative di lavoro e di produzione, hanno suggerito un riguardo anche per le associazioni di pescatori che, pur non applicando i rigorosi principii della cooperazione, attuino una ripartizione del prodotto della pesca con criteri di equità, la cui valutazione è lasciata a consessi consultativi che offrono ogni migliore guarentigia, L’art. 2° provvede a dare al sindacato di ciascuna delle zone i mezzi indispensabili per la funzione propria, che in un'ultima analisi dirigesi all’ incremento della produzione con vantaggio dei consumatori e al miglioramento delle condizioni economiche dei pe- scatori. In quattro delle zone su designate il corrispondente Sinda- cato avrà dal Governo un sussidio zrzzza/e, (il regolamento stabi- lità le norme e le guarentigie pel pagamento) di lire trentamila, Nella zona più vasta dell’Adriatico il sussidio iniziale governativo al sindacato raggiungerà una somma maggiore, quella cioè di lire cinquantamila ; il che sembrerà giustificato dalla più grande esten- sione della zona in confronto delle altre (art. 4). Per dieci anni successivi i Sindacati saranno sovvenzionati, pa- rimenti dal Governo, con la somma di lire diecimila ciascuno ; per il più lontano futuro giova lasciar libera la iniziativa del legisla- tore, perchè anche possa determinarsi secondo i risultati della legge novella. Una serie varia e complessa di atti designa l’articolo 2, i quali dal Sindacaro delle cooperative peschereccie in ciascuna delle cinque zone debbono essere compiute. E poichè, per corrispondere a tanti fini non potrebbero riuscir sufficienti le sovvenzioni del pub- blico erario, si consente al sindacato di riscuotere il 2 e mezzo per cento dell’utile netto delle società cooperative dal sindacato Stesso rappresentate. L’articolo 3 comprende altri provvedimenti atti a far cono- scere le condizioni della nostra pesca a favorirne lo sviluppo. Esso tien conto dei voti, spesse volte espressi dagli studiosi ed anche dalla Commissione consultiva della pesca, per le ricerche fisico-bio- logiche in rapporto all’ industria della pesca e per quelle economi- 108 che e statistiche sui pescatori, nonchè per l’ampiamento delle fun- zioni tecniche dell’ufficio governativo per la pesca, mira inoltre il detto articolo ad aiutare la istituzione e l'incremento di scuole pratiche per la pesca e l’aquicoltura, scuole che debbono non solo diffondere, secondo l’opportunità, l'insegnamento professione per for- mare dei provetti comandanti di barche destinate alla pesca, ma sottrarre i più umili pescatori, i veri lavoratori del mare, a tanti pregiudizi, a vieti sistemi del loro mestiere, a tanta penosa igno- ranza negli stessi riguardi tecnici, ai danni dell’ imprevidenza, alla spensierata inosservanza delle buone norme, per la pesca e per l’aquicoltura. La Francia che da circa ro anni ha dato impulso alla crea- zione di queste scuole professionali e pratiche di pesca e d’ aqui- cultura, tenta ora i mwsez scolastici per invogliare ed illuminare all'opera loro i pescatori e gli aquicultori. Addita pure l’articolo medesimo in quale misura il Governo abbia a sussidiare le scuole di pesca e di aquicoltura istituite da enti locali, del qual genere di scuole non esiste per ora che quella di Venezia (diretta del prof. David Levi Morenos) per. iniziativa della Società regionale veneta di pesca e di aquicoltura, fondata nel 1893 ed eretta in ente morale nel 1896. Nell’ incoraggiare poi le istituzioni in favore del miglioramento dell’ industria peschereccia, il Ministero di Agricoltura, in virtù del- l’art. 3 su citato, terrà indubbiamente in particolare considerazione alcuni generi di pesca che meritano tutti i riguardi del Governo italiano, come la pesca importantissima del tonno (anche per difen- derla dalla concorrenza straniera) e quella del corallo. Nè il governo potrà dimenticare i bisogni dell’aquicoltura per la quale, oltre le R. Stazioni piscicole di Brescia e di Roma, molto operose, vivamente si interessano non pochi enti locali e tra questi la Società Lombarda per la pesca e l'aquicultura e la menzionata Società Veneta. L'art. 4 ha lo scopo di rafforzare in modo speciale il Sinda- cato Adriatico, a cagione della maggiore sfera di azione di esso e per le particolari condizioni (che. non occorre illustrare) di quei pescatori. L'articolo 5 provvede per altre concessioni ad istituzioni di tutela dei pescatori e delle loro famiglie, venendo in soccorso ad 109 iniziative locali già svoltesi o in via di applicazione, Gli enti che amministrano la scuola di pesca e di aquicoltura in Venezia in- tendono annettere a tale istituto un asilo per i figli dei pescatori dell’ Adriatico, Scuola ed asilo avrebbero, in virtù dell’ articolo 5, a trovar sede in una nave Ygancellata dai ruoli del regio naviglio, e precisamente nella nave «Scilla », che il Governo (pur mantenen- dola nel patrimonio dello Stato) concederebbe in uso all'ente am- ministrativo della scuola medesima di pesca e di aquicoltura. Nel tempo stesso si vorrebbe provvedere a creare, con mezzi pecuniari locali, un concorso perpetuo per il mantenimento dei figli (special- mente abbandonati) dei pescatori poveri dell’ Adriatico; e fu altra volta proposto di stabilire infatti una tassa d'ingresso al Museo posto in un edificio del regio arsenale di Venezia, museo che rac- coglie importantissimi ricordi. Ma non si credette ora opportuna tale novità. Infine l’articolo 5 sistema un interesse locale della città di Chioggia, il più ragguardevole e poderoso centro pescareccio dell’ Adriatico. Un’ antica fondazione in Chioggia, ma provvista di scarsissimi mezzi, soccorre le vedove povere ed inferme della gente di mare; a beneficio di quest’ opera, il detto articolo concede un vecchio edificio demaniale che il comune di Chioggia dovrà adat- tare a ricovero di quelle infelici. L'articolo 6 determina la inscrizione di somme nel bilancio dei Ministero di agricoltura agli effetti finanziari della legge. er /a costituzione dei cinque sindacati delle cooperative pescareccie la spesa gravante l’erario pubblico dovrebbe essere complessivamente di lire centosettantamila ; ma questa somma è divisa per quattro esercizi finanziari, e cioè in una quota di lire ottantamila per il primo anno, e di lire trentamila per tre* anni successivi. La spesa per i sussidui 27:77 ai Sindacati (lire cinquantamila) e per le in- dagini e le sovvenzioni diverse (altre lire cinquantamila) non esiste per il primo anno, ma per ciascuno dei dieci anni successivi. La spesa, come vedesi, è più che modesta, dati gli scopi che la legge si prefigge. L'articolo 7, affidando al regolamento il compito di stabilire le norme per la esecuzione della legge, prescrive l’ obbligo di auto- revoli pareri, per ogni maggiore riguardo agl’ intendimenti ed al precetti legislativi. Onorevoli Colleghi! Fu detto sopra che i pescatori non costi- 110 tuiscono soltanto una notevole benchè circoscritta attività econo- mica, ma una speranza ed una realtà di più ragguardevole col- laborazione per la grandezza e per la ricchezza nazionale. Nel formulare i nuovi provvedimenti si sono tenuti in debito conto i voti di autorevoli recenti congressi di pesca (specialmente di quelli italiani tenuti in Palermo e Venezia) e di agricoltura (Roma); i pareri espressi dalla nostra dotta commissione consultiva per la pesca, presieduta dall’illustre prof. Enrico H. GrcLIoLI, gli studi e le indagini che taluni generosi spiriti (quali il FRIEDLAENDER sino dal 1872, il Levi-Morenos, il RAZZA, il CAVAGLIERI ed altri) hanno pub- blicato in libri, in gazzette ed in reputate rassegne tecniche come la Azvista Marittima e V Aquicoltura Lombarda, la Neptunia, il giornale italiano di Pesca e Credito e Cooperazione. La legge, dun- que, che si prefigga la elevazione materiale e morale del ceto pe- scareccio risponde ai fini che non si chiudono in una cerchia d' in- teressi (pur tanto meritevole di riguardo) concernente una povera classe lavoratrice, ma mira più lontano. Questa legge certo non soffoca la libertà individuale — motore efficace di civile progresso — ma sollecita, agevola, integra ed equilibra questa libera forza dell’ individuo ; giova dunque che essa ora si esplichi e si attui, anche se chiegga qualche sacrificio ad altre classi della società. Confido quindi che a questo disegno legislativo non manche- ranno i vostri suffragi come non mancarono ad altre utili ed umane riforme. DISEGNO DI LEGGE Art: (I. Le Società cooperative di lavoro e produzione fra gl’ inscritti marittimi esercitanti la pesca, che, per la zona comprendente 1° in- tero mare Adriatico fino a Santa Maria di Leuca e per ciascuna delle prime quattro zone marittime indicate nell’ articolo 4 della legge pel funzionamento delle casse degl’ invalidi della marina mer- cantile, si costituiscano in un unico Sindacato generale, da approvare dal Governo, potranno, pel tramite del Sindacato stesso, ottenere dal Ministero d’agricoltura, d’ accordo con quello della marina, ri- serve speciali esclusive, anche gratuite, di pesca, diverse da quelle contemplate nell’ articolo 141 del codice della marina mercantile e nell’ articolo 7 della legge sulla pesca. } E Li gm 11l Tali concessioni saranno fatte a ciascuno dei detti Sindacati dal Ministero della Marina d’accordo con quello d’Agricoltura, Industria e Commercio, sentite le Amministrazioni pubbliche interessate. Le menzionate Società saranno esenti per dieci anni dalle tasse di bollo e di registro per gli atti di compra-vendita e di pegno dei loro battelli pescarecci, e dalla imposta di ricchezza mobile sugli utili netti accertati a mezzo dei bilanci annuali. Le stesse concessioni potranno farsi alle Società di pescatori, che, pur non applicando i rigorosi principi della cooperazione, spe- cialmente per la formazione del capitale sociale, siano accolte ed unite nel Sindacato di ciascuna delle dette zone, e ripartiscano il prodotto della pesca con criteri ritenuti equi dal Comitato perma- nente della Commissione consultiva della pesca e da quello del Consiglio superiore del lavoro, ; FAtrti 2. Il Sindacato per le cooperative dei pescatori, formate come è indicato nell'art. 1, in ciascuna delle menzionate zone marittime, b) avrà dal Governo un sussidio iniziale, che potrà raggiungere la somma di lire trentamila, e successivamente annuale di lire dieci- mila, salvo per l'Adriatico il disposto dell'art. 4. Il Sindacato potrà anche riscuotere il 2 e mezzo per cento ell’utile netto delle Società cooperative che esso rappresenta. Tali fondi pecuniari saranno erogati dal Sindacato: a) a promuovere ed aiutare Società mutue per assicurazione de: pescatori e degli istrumenti di lavoro (battelli di pesca, ordigni pescarecci, ecc.); 5) ad organizzare la vigilanza sulla pesca ; c) ad estendere il campo pescareccio a zone più vaste ap- plicando anche migliori e nuovi sistemi di trasporto e di conser- vazione del prodotto ; d) a facilitare la raccolta e lo spaccio più rimunerativo del prodotto delle Società cooperative suindicate, e ad agevolare ad esse il modo per dare incremento alla produzione della pesca anche con la propaganda dei più efficaci mezzi di raccolta, coltivazione, lavo- razione o commercio del pesce ; e) ad agevolare alle dette Società cooperative 1’ acquisto delle materie e degli strumenti necessari all’ industria ; 112 g) a curare la iscrizione, presso la Cassa nazionale di previ- denza per le pensioni agli operai, dei membri delle società coope- rative fra i pescatori; kh) a rappresentare le dette Società cooperative, tanto in via ammi- nistrativa quanto in via legale, in tutte le controversie che possono sorgere in loro confronto, così allo interno come all’estero. urti :3; Il Ministero di agricoltura : a) promuoverà ed attuerà, anche d'accordo con altri Stati in- teressati, indagini e studi sulle condizioni fisico-biologiche delle aque e sugli effetti dei diversi metodi ed .istrumenti pescarecci, nonchè sulle condizioni della pesca e dei pescatori; 6) sussidierà : 1. Scuole pratiche di pesca e di aquicoltura dando con- tributi almeno di due quinti della spesa per quelle istituite da enti morali locali; 2. Società, specialmente cooperative, tra pescatori, a mezzo di concorsi a premi o altrimenti ; 3. enti morali, ed altre istituzioni che favoriscano qualsiasi forma di miglioramento delle condizioni economiche dei pescatori e dell’industria pescareccia ed aquicola, nonchè cooperino alla vigilanza per l’ ossequio delle disposizioni legislative e regolamentari sulla pesca. c) provvederà all'ampliamento delle funzioni tecniche dell’ uffi- cio per la pesca presso il Ministero di agricoltura. Je Gn END Nel mare Adriatico il Sindacato per le cooperative dei pesca- tori avrà sede principale in Venezia presso la Società regionale veneta per la pesca e l’aquicoltura. Il sussidio governativo a questo Sindacato per gli scopi all’ar- ticolo 2 sarà inizialmente di lire cinquantamila, oltre il sussidio annuo di lire diecimila, RIG: Ù f) a rendere possibile al Sindacato la funzione di rappre- Vado sentante ed intermediario delle dette Società per facilitare le ope- bo: razioni di pegno e di credito “che esse abbiano a compiere presso le banche di credito popolare o altri istituti di credito, 113 Art s. Alla Società veneta di pesca e di aquicoltura sarà dal Mini- stero della marina consegnata la nave .Scz/Za radiata dai ruoli del regio naviglio per farne sede della scuola di pesca in Venezia, e per istituirvi, col concorso degli enti locali del litorale Adriatico, un asilo per i figli dei pescatori da educare nella professione pa- terna. Il Governo del Re è autorizzato a cedere gratuitamente al Co- mune di Chioggia l’edificio denominato « Caserma dei Cappuccini » esistente in detta città e di proprietà demaniale, con obbligo di farne sede del ricovero per le vedove povere dei marinai e dei pe- scatori, già esistente in Chioggia. . Art. 6. Nel bilancio del Ministero di Agricoltura è stanziata per l’eser- cizio finanziario 1903-1904 (arte straordinaria) la somma di lire ottantamila, e per i tre successivi esercizi (la somma ‘annua di. lire trentamila (che resteranno impegnate anche in futuro sino al loro esaurimento) a pagamento dei sussidi iniziali ai Sindacati per le ‘cooperative dei pescatori. Per gli esercizi di dieci anni successivi al 1904-1905 nello stesso bilancio sarà inscritta una spesa annua di lire centomila per le sovvenzioni annuali ai sindacati e per gli scopi indicati nell’ar- ticolo 3. Ment:;- 70 All’esecuzione della presente legge sarà provveduto con rego- lamento da emanare su parere della Commissione consultiva per la pesca, del Consiglio superiore del lavoro e del Consiglio di Stato. 114 Scuola di Pesca ed Aquicultunai VENEZIA sa NOTIZIA È Questa Scuola fu istituita dalla Società Regionale Veneta col concorso del Governo, della Provincia, Comune e Camera di Com- mercio di Venezia, nonchè di altri enti morali. La Scuola funziona dall’aprile del 1903 analogamente alle Caz- tedre Ambulanti di Agricoltura. Essa è il solo Ufficio tecnico ai riguardi della pesca e pisci- cultura marina nell'Adriatico, e della pesca e piscicultura d’ aqua dolce nelle provincie venete. I comuni e gli Enti provinciali, gli Istituti di istruzione agra- ria nonchè le associazioni agricole possono ricorrere alla Scuola per conferenze, consultazioni, pareri, notizie ecc. I pescatori e gli armatori di barche da pesca, i proprietari 0 conduttori di fondi vallivi, i proprietari o affittuali di poderi, ed in generale le persone che si interessano alla pesca ed alle indu- strie aquicole, possono, come gli enti morali e le Società, ricorrere per consigli ed informazioni alla Scuola, che entro i limiti della sua attività darà immediatamente risposta alle richieste. Il personale della Scuola — in seguito ad autorizzazione della Commissione di Vigilanza — potrà fare sopraluoghi, ispezioni e prestare la propria opera per ripopolamento di aque pubbliche o private, per impiantare stabilimenti di piscicultura, ecc. ecc. NB. - Nella corrispondenza si prega di accludere il francobollo per la risposta. tazione Otimatica 8 de È Mare da Venezia a Tia Tragitto Incantevole sull laguna -— 12: minufl con chat ello a vapore sulla più bella spiaggia d'Italia "Grande Stabilimento Bagni di Mare con 500 Gabine Nuovo ISTITUTO KINESITERAPICO | per ‘idroelettroterapia — I — Doccie. 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Le terme di Abano ; ‘sono inoltre nella cura della 0a, de 2 bi: 20) pe ecc. dici termale si. es bi di c SEI dello Stabilimento "Carlo dat. i Rit - Per ottenere un 1 ribasso nei > converrà i Giugno È Settembre. a - Tariffe a i e Sa na a Settembre. sé, 31 Aonst IE Sialiank di [Pesca ch Facilità “MARINA + FLUVIALE - LACUSTRE Pra ta con medaglia d'oro all'Esposizione di-Milano 1894 ed all'Esposizione di Torino 1898 Fondata e diretta dal Dott. D. LEVI-MOBENOS ORGANO CENTRALE. È 35. per promuovere la FEDERAZIONE NAZIONALE AQUICOLA | Riassume gli Atti delle Società Italiane di Pesca e. d’ Aquicoltura S oasi an e @ SOMMARIO sx D. Levi-Morenos - S. Portelli — L’ Aquicultura in Torre di Zuino nell’anno 1903-904. (/otizie i aggiuntive). E pai — L'origine e l’ intelligenza dei delfini. Note Comunicazioni = Corrispondenze Red. — La pesca dei Chioggioti nel litorale A Ungarico. » — Costituzione di una Cooperativa di lavoro fra pescatori di Burano. —_» — Nomina del nostro Direttore a membro della Commissione Consultiva per la Pesca. _ «>». — Norme per domande di avannotti e di altri contributi governativi nelle opere di | piscicultura. Società di Pesca ed Aquicultura | Società Regionale Veneta — Seduta del Consiglio d’ Amministrazione, SE Recenzioni Red. — L. Costantini — /2 ferimento di Mesola. DIREZIONE — Gli abbonamenti decorrono sempre dal Gennaio e quando non sono disdetti s’ intendono tacitamente DIN AOIRE: : Abbonamento annuo alla « Neptunia »» sola L. 12 Da presso la Scuola di Pesca ed Aquicultura, Venezia 3 Coi supplementi SI RI) ; _ AMMINISTRAZIONE ; i CS Trovaso, Palazzo Bolani 1074 A. - Venezia A ncone!an' contratti Sperate > — Rivolgersi all’ Amministrazione della “# NEPTUNIA o i Per Inserzioni San SOT, 1874 A - VENEZIA. î pie hi ì pen Officine Grafiche C. Ferrari - Venezia \d IMPIANTI DE INCUBATORI fe scena Sass per incubazione e Filtri economici cid nuovo. modello — fa (PO A0 ACCESSORI PER ALLEVAMENTI: vengono forni dalla Amministrazione della co NEPTUNIA , do 3 n° 1306 20 SI VENEZIA. HObes: ITALIE BAUER. Restaurant Bauer Gri DI GIULIO GRUNWALD, Senior di VENEZIA È x a x R {UTO tito Ni NTRtitO Noto ttiNINiiiititoNNO OI nNIoIONNRi Oto Iii iINtNINIcOStiStNtoINitontto.Nt Ist. , Si - 2 Di ei ì SA 5 È. gna ai Ù "| Alba JeL%O - Risto tatore (ult, Bitraria con roi n= È = =ZÀA = # VIA VITTORIO EMANUELE x Si possono ei a mezzo della ere Amministrazione della \.°../ jig° -_’66c#s‘” “NEPTUNIA ,, 30 do DS, Sd Gel « per ripopolamento i —_% % di laghetti e di stagni. € « %« per allevamenti intensivi - NEPTUNIA Anno XIX N. 8 g1 Agosto 1904 L’AQUICULTURA in TORRE di Zuino nell’anno 1903-1904 NOTIZIE AGGIUNTIVE e Si Salmonidicultura Lavori d'ingrandimento alle Conserve del Parco per 1 al- levamento dei Salmonidi. — Per dare agli allevamenti dell’anno decorso ed a quelli di quest’ anno uno esteso sviluppo com- merciale si dovette allargare ed approfondire tutte le conserve del Parco. Essendo il fondo di queste conserve di natura argilloso, lo si rendeva artificialmente ghiaioso coprendolo con uno strato di ghiaia di Torrente. In tal modo si procurava un ambiente adatto ai Salmonidi. L’estensione delle conserve venne divisa in diversi riparti allo scopo di tener distinte le varietà fra loro non solo, ma anche per tener separata la stessa varietà in relazione allo sviluppo. A. dividere i riparti servono speciali sostegni costruiti in legno duro, provvisti di telai mobili e muniti di rete metallica e lamiera di zinco perforata, avente metri 1 per 0.60 di luce. Questi telai vengono costantemente mantenuti puliti per impedire che le maglie si ostruiscano, agevolando così il libero e regolare corso dell’ aqua. TT6. L’aqua viene presa da un canale conduttore della Roggia Pila e deviata a mezzo di speciale manufatto nei canali con- serve nei quali viene mantenuta al voluto livello facendo fun- zionare appositi sostegni in legno costruiti sul tipo di quelli che comunemente si usano nelle risaie. Per le chiudende dei riparti delle trote già sviluppate, la pratica consigliava di adoperare le lamiere di zinco e perforate in luogo della rete metallica. La lamiera perforata, sebbene più . costosa, presenta il vantaggio di una maggiore durata oltre alla facilità di pulirla in confronto della rete metallica. I canali conserve sono tutti coperti, e per la copertura servono le solite arelle di canna palustre impostate sui canali . a forma di tetto. Questa copertura si riscontra necessaria sia per procurare ai pesciolini dell’ ombra, sia anche per proteg- gerli dagli uccelli. Oltre all’ ingrandimento dei canali conserve nel parco, si allargava un altro canale destinato alla conservazione del pesce vivo, resosi necessario per l’ alimentazione intensiva. In questo riparto si trasporta il pesce vivo che si pesca nelle risaie il quale viene consumato man mano che si presenta il bisogno. Campagna aquicola 1904. — Anche quest’ anno si conti nuava l’incubazione e l’allevamento delle specie esotiche e si ritirava dallo Stabilimento Iaffè di Sandfort: 55 mila uova di Salmo Gaidneriv — Salmone del Columbia 350%» ” ” Farlos—.'Frota della Riviera o» ” ” Irideus — Trota arcobaleno. Per l’ incubazione servirono i tavoli Zenck e le cassette Schuster posti nell’ edificio già descritto nella relazione del- l’anno scorso. L’aqua ed i filtri continuavano a dimostrarsi atti a questi allevamenti e solo lievi modificazioni vennero introdotte. Per alimentare l’ incubatorio grande e le vasche di alleva- mento poste nello stabilimento, servirono benissimo i due arieti. Oltre alle specie suddette si allevò la trota nostrana, Salmo- fario, ciò col principale scopo di far prendere pratica nelle operazioni ittiogeniche al personale adibito allo stabilimento 117 per quando si farà la fecondazione artificiale in grande. — A tale scopo si pescarono l’anno scorso nelle Roggie vicine di Strassoldo e nel fiume Stella 30 riproduttori di trota nostrana che si alimentarono artificialmente con pesce vivo. Nel Dicembre 1903 e nel Gennaio dell’anno corrente, di questi riproduttori nostrani erano pronti : 6 femmine e 5 maschi. Dalla I. frega si ottennero i seguenti dati : I femmina dava . i N. 390 uova 2 ” ” È " " E 5 ” 4IO ” 3 ” ” . . . . . ” 360 ” 4 ” ” è n à È , ” 250 ” 5e 6 ” ” : » 850 ” N. 2260 uova che, fecondate artificialmente, si passarono all’ incubazione. Dalla II. frega, 5 Gennaio: 9 femmine e 9 maschi diedero uova 1630, che pure vennero passate subito all’ incubazione. Le femmine pesavano dai 300 - 500 grammi. Molte uova all’ atto dell’incubazione artificiale si presentavano opache e guaste, ma ciò lo si deve alla poca pratica degli operatori. Le uova della nostrana si schiusero regolarmente e gli avannotti si presentavano molto meglio di quelli delle specie esotiche. Giunta però una torbida, prima ancora del periodo dell’ali- mentazione, molti avannotti nostrani morirono. È bene notare questa circostanza perchè non la si riscontra per gli avannotti della Columbia e dell’ Iridea, molto più resi. stenti agli effetti dell’ aqua torbida. Tanto gli avannotti esotici quanto i nostrani si alimentarono nel primo periodo con cervella, milza e fegato. Poi con pesce cotto mescolato a farina di segala, alimento questo che viene assai bene abboccato. Gli avannotti appena franchi a cibarsi vennero trasportati nelle conserve del parco ove si osservava che si sviluppavano meglio; ciò anche perchè nelle aque libere le trotelle trovano sempre di che alimentarsi naturalmente. Pochi giorni dopo l immissione nelle aque del Parco altra torbida è sopraggiunta, durante la quale si notava che la trota ieiiao a eri e nine ni TT GIA de POI RE PETITE (PIC LIST BS EDITE, 118 nostrana e la trota della riviera si mantenevano sempre a fondo mentre la Columbia restava sempre a galla. Si notava ancora che molte trotelle morivano non già per gli effetti dell’aqua torbida, ma perchè, trascinate dalla cor- rente alle reti delle chiudende, rimanevano su queste immobi- lizzate. A questo inconveniente fu naturalmente subito ovviato diminuendo la forza della corrente. Le trotelle nelle conserve si continuò ad alimentarle arti- ficialmente, quantunque trovassero molto nutrimento in natura ; ciò lo dimostra anche il fatto che le trotelle si mantenevano vicine alle sponde dei canali, alla superficie dell’ aqua ove con- tinuamente abboccavano. Le trotelle non temono la luce ma vivono liberamente e bene anche al sole, anzi sotto i tratti coperti con arelle se ne fermano ben poche. Riguardo ai risultati dell’ incubazione delle uova delle specie esotiche avute quest’ anno da Sandfort un buon numero di uova si presentarono guaste già all’ arrivo per causa del- l imballaggio imperfetto. Le uova sui telaini erano raggruppate, ammuffite e secche per mancata aggiunta di ghiaccio sufficiente. I risultati di queste specie sono stati perciò poco soddisfacenti. Allevamento dei prodotti del primo anno. — Le trotelle trasportate tutte nelle conserve del parco, divise per grandezza e specie venivano alimentate con diverse sostanze. Si esperimentò l'alimento vivente, larve di mosca, ottenute nel seguente modo: Si costruiva una cassa di legno con fondo di rete metallica e con un coperchio munito di un foro. In questa cassa, posta sopra il canale, si pose carne di qualità inferiore. Le mosche entravano nella cassa dal foro del coperchio e deponevano le uova dalle quali nascevano una quantità di larve (vermi della carne) che come si sa, cercando di raggiungere il suolo, passa- vano attraverso le maglie della rete metallica del fondo e cadevano invece nell’aqua. Le trotelle, spiando la caduta, subito le prendevano. In questo modo si ottenne in abbondanza alimento vivente che per qualche giorno le trotelle consumarono di buona voglia, ma se ne stancarono presto e non lo abboccarono più. TI19 L’aqua si inquinava e lo si dovette abbandonare, anche perchè dalla cassa si diffondeva un odore nauseabondo. Si usò poi il sangue fresco cotto e mescolato a farina di segala e pesce. Questa mistura si presta benissimo, viene mangiata vora- cemente e costando poco è raccomandabile. Con successo si esperimentò pure l’ alimentazione con gambarelli. Questi si pescano nelle fosse delle risaie quasi in tutti i mesi dell’anno, costano pochissimo; solo la piccola mer- cede che si dà alle donne che li pescano. I gambarelli, perchè contengono forse anche un po’ di sale di sodio, rappresentano un alimento raccomandabilissimo consumato assai bene dalle trote, che, con esso, si sviluppano rapidamente. Per l’alimentazione dunque delle trote si usa con economia e buon risultato: Sangùe misto a farina di segala e pesce fre- sco; — pesce fresco di scadente qualità e gambarelli. La trota del Columbia si sviluppa rapidamente e quelle nate nel marzo 1903 pesano oggi 180-210 grammi - 14 mesi di età. Durante l’anno non si verificò nessuna mortalità. Si ebbe qualche perdita durante l’estate scorso quando cioè si allevavano nelle vasche e la temperatura dell’ aqua superava i 22 gradi R. — Dopo trasportate nelle conserve del parco non si verificò mortalità. Nelle conserve trovano alimenti naturali, e lo prova il fatto, che un buon numero di trote fuggite dai reparti chiusi nei canali vicini, si sviluppavano benissimo allo stato libero senza il concorso di una alimentazione artificiale. — Di queste trote libere se ne vedono già molte nelle roggie del tenimento e ciò fa sperare in un prossimo popolamento di tutte le aque del tenimento stesso con grande risparmio di spese di alleva- mento. Riguardo alla trota del Columbia è degno di nota il fatto caratteristico osservato del cambiamento di colore dopo una certa età. Nei primi tempi si presenta variopinta — a fascie colorate e marcate come la arcobaleno — poi perde il colore vivo e diventa di una livrea metallica, argentea. — Si nota pure che la Columbia ha la coda e anche parte del corpo color bruno, quasi nero. 120 = Anche la trota arcobaleno — Salmo irideus — prospera bene in queste aque; anzi come sviluppo pare sia preferibile alla columbiana. — È meno esigente riguardo alla natura delle aque ma la sì riscontra però più paurosa e meno adattabile alla qualità dell’alimento. La Columbia divora -ogni sorta di alimento, è sempre affa- mata. Ciprinidicultura Collocati i riproduttori della Schuppenkarpfen avuti dalla tenuta del Principe Schevarzenberg di Wittingau, negli stagni appositamente costruiti, si riscontrò un risultato negativo ri- guardo alla riproduzione. Non si ebbe novellame e si teme che gli esemplari fornitici non siano atti alla riproduzione. — Questo sarebbe confermato anche dai risultati negativi pure verificati da altri coltivatori qui vicini che esperimentarono la Schuppenkarpfen. L’esperimento si ripete anche quest'anno servendosi degli stessi stagni i quali presentano tutte le condizioni per un buon allevamento. Allo scopo poi di migliorare la specie nostrana e ripopo- lare al più presto i canali delle risaie si raccolse un discreto numero di riproduttori indigeni per selezionare i migliori e allenarli negli stagni speciali. Attualmente negli stagni sono stati posti 60 riproduttori indigeni. Se la stagione corre propizia si ritiene di poter aver abbondante novellame per poi a tempo opportuno lasciarlo libero nei canali chiusi delle risaie o allevarli anche su scala più vasta sommergendo qualche appezzamento di palude. Per migliorare la propagazione della tinca si fece analogo esperimento. Alle carpe adulte, ai riproduttori non si sommistra alimento speciale essendo i canali e gli stagni ben popolati di alimenti naturali. I2I Anguillicultura Coll’aiuto della Spett. Società Regionale Veneta per la pesca ed aquicultura di Venezia si iniziarono quest'anno alcune ricerche esperimentali sull’anguillicultura. A tale scopo la suddetta Spett. Società ci faceva avere in marzo del corr. anno una partita di cieche spedite dal Mi- nistero in N. 5ojm. — La spedizione veniva indirizzata a Ve- nezia e da là rispedita a Torre di Zuino. — La sosta a Venezia ha portato grave danno così che all’ arrivo si riscontrò che le cieche vive non erano più di 20 mila circa. Tale calcolo lo si potè fare dal raffronto fatto e riscontrato che un chilo di cieche conteneva circa 1800 individui. Si notava però che alcune cieche erano già pigmentate all’arrivo. Appena ricevute le cieche venivano riposte per alcuni giorni in speciali vasche ed alimentate con cascami di carne. Quando sì presentarono tutte pigmentate vennero trasportate in un riparto speciale nel parco ben delimitato e chiuso in modo di poter essere certi di aver impedita ogni perdita. Per le chiusure si usavano le solite arelle di valle ben tombate con sabbia. Il canale contenente le cieche è poco profondo con fondo melmoso nel quale l’ aqua è quasi stagnante. Alle cieche che, appena immesse, si internavano nella melma, si continua però a somministrare ogni tanto un alimento carneo scadente. Vallicecultura Da quanto si constata dalle semine eseguite nell’anno scorso, l'esperimento di Vallicultura pare assicurato. Tanto l’anguilla quanto il Bottolo sono ben sviluppati e nel prossimo autunno si ha in animo di fare le prime pesche. A tale scopo si costruiva già una speciale cogolera da pesca (lavoriero) a fianco dei canali conserve, in corrispondenza colla chiavica che alimenta la Valle e che mette nel fiume Ausa. Il lavoriero è stato costruito dal Sig. Vincenzo Voltolina valligiano pratico qui inviato dal chiarissimo Prof. Levi Morenos. Sempre convinti di avere un buon risultato finale que- stanno si aumentarono le semine. Si seminarono intanto 1ooo branzini e 45jm bottoli in reparti speciali e chiusi dalle solite serraglie di canne. Altre semine si faranno se la stagione lo permetterà. Fra il novellame seminato l’anno scorso si osserva anche qualche orada abbastanza sviluppata quantunque l’aqua non presenti un rilevante grado di salsedine. Per regolare la pesca nel tenimento onde avere il ripopolamento naturale Le aque che attraversano il Tenimento sono tutte di pro- prietà nelle quali, per antiche concessioni e per recenti decreti, nessuno può esercitare la pesca. In tutti gli accessi nel Teni- mento vi sono speciali tabelle indicanti tale divieto. Fino a qualche anno fa la pesca era concessa verso paga- mento di una tenue tassa. Visto però che la pesca veniva eser- citata con attrezzi dannosi in certe epoche, dall’anno scorso la pesca è in via generale assolutamente proibita. Speciali incaricati e guardie sorvegliano le località di pesca e i contravventori vengono denunziati alle autorità com- petenti che sempre procedono e li condannano. Scopo della proibizione si è quello di arricchire il fondo di ciprinidi e di altri pesci nonchè di organismi che servono anche di alimento ai Salmonidi. Gli allevamenti speciali e il naturale ripopolamento delle aque è certo possibile nel Teni- mento perchè le condizioni delle aque libere sono tali da ga- rantire che il prodotto pesce non vada perduto. L’aumento di popolazione ittica è pure certo pel fatto che ogni abuso è represso e che la pesca viene fatta con modi ed in epoche razionali. Consulente Direttore Dott, D. Levi MoRENOS Dott. Sisto Portes 1 i i l'origine e l’intelligenza dei delfini secondo i mostri pescatori Quando Mosè col popolo d’ Israele varcò il Mar Rosso, ponen- dolo al sicuro sull’ altra riva, Faraone per inseguirlo non indugiò slanciarsi sulla stessa via, ma sappiamo che Dio punì tale temerità facendo riversare su tutto l’esercito egiziano le aque del mare poco anzi tenute aperte dalla volontà Suprema. Ma quella orribile morte di tanta gente non fu sufficiente per eternare un segno dell’ira Di- vina, gli uomini convertiti in tanti delfini dovranno errare fino alla fine dei secoli per tutti i mari. Chi poi non volesse ciò credere, os- servi che tutti i pesci non vengono alla superficie per respirare, mentre i delfini ogni qual tratto sono costretti di farlo. Ecco l’ori- gine del delfino o uomo di Faraone (7 omeni de Faraòn). Sono essi astutissimi e ragionano per bene: vi racconterò qual- che fatterello in proposito, come io stesso l'udii dalla bocca di 50701 Piero, vecchio lupo di mare e padrone d’una bella sardelèra. Avviene talvolta che le sardelle non vogliano 7m20rocarsî, stando esse sugli strati d’aqua sovrastanti alla rete. Che fanno i delfini allora? Si riuniscono e sbattacchiando l aqua colla loro forte coda, ese- guendo salti da veri acrobati, costringono queste ad abbassarsi tanto che, spaventate da quell’inaspettato rumore, incappano nelle reti. I del- fini si danno allora a lauto pasto e sono costretti ricorrere a tale stra- tagemma perchè non arrivano predare le sardelle nuotanti libere, dovendosi voltare col ventre all’ insù per mangiare. Una volta non usavasi portare la dinamite a bordo delle barche da pesca; venivano allora i delfini vicinissimi a queste e senza timore aspettavano che si gettassero le reti per poi, con comodo, mangiare il pesce presovi. Ora, pur troppo, quest’ esplosivo viene usato per tenere lontani i delfini, ma questi impararono ben presto il « gio- chetto ». Siccome. l’azione della dinamite esplosa ha un circuito non grande, i delfini vanno porsi vicino alla rete dove sta il segnale (22às0) e quivi trovano in abbondanza il pasto. Avvicinandosi la barca, quando raccoglie le reti merzazdi) a Sen Mede i E di 124 questo segnale essi se ne vanno tranquillamente e sembrano dire : abbiamo fatto parte, tre per noi ed il rimanente per voi. E cosa poi imprudente assai maledire i delfini anche se abbiano arrecato danni alle ar/ (reti) perchè essi sono dispettosi e ritornano, anche se hanno mangiato per bene, a rovinare per vendetta, le reti. Mi raccontava ancora e/ barba Piero il seguente fatto succes- sogli più d'una volta. Uscito per la pesca dal porto di Lido, e vedendo nelle vici- nanze delle compagnie di delfini, non s’ azzardò gettare in mare le reti. Ma i delfini, avendo compreso che i pescatori non voleano esporre il loro capitale (L. 1.500 circa) alle loro ma/agrazie, accom- pagnarono la sardellera fino al porto di Chioggia, ed ivi rimasero fino a sera, cosicchè fecero perdere la giornata a tutto l'equipaggio. Un giovane delfino fu preso accidentalmente in una rata de marina della compagnia dei Nere. Gli uomini tiravano con forza per catturarlo, mentre il delfino trovandosi perduto nuotava con di- sperazione attorno la rete. Quando dall’ alto mare videro avanzarsi un grosso delfino, giunto questo ai s77 (soveri) con un salto sorpassò l'ostacolo e fu veduto collocarsi subito al fianco del giovane. Poco dopo tutti e due con un balzo uscirono dalla rete e fuggirono dal pericolo. Da questo vedesi di quanta intelligenza essi siano dotati e quanta dirbantada posseggano. I pescatori distinguono due specie di delfini, il comune o grande ed uno più piccolo, da loro chiamato do/finelo o dolfin pangiano. È noto invece che le specie di delfino nell’ Adriatico sono due, il Delphinus delphis L. ed il delfino soffiatore De/fhinus tursio Fab. Il primo è comunissimo, raro invece il secondo. EmiLIO NINNI rese Note - Comunicazioni - Corrispondenze Per la pesca dei Chioggiotti nel litorale Austro-Unga- rico. — Il giorno 1. luglio, al Palazzo Municipale di Chioggia, si tenne una importante riunione per formulare le risposte ed i de- sideri dei nostri pescatori da inviare ai negoziatori italiani per l’im- minente rinnovazione del trattato commerciale coll’ Austria. V’intervennero, oltre il Comm. Penzo che presiedette l'adunanza, e d'alta et). * pu è il prof. Levi Morenos, gli assessori Antonio Voltolina, dott, Boni- vento e l’avv. Voltolina, il dott. Poli, 1’ ing. Bonivento, don Caio Rossetti e don Felice Taragnola, il cav. Zanetti comandante del Porto, e don Eugenio Bellemo, Dopo esauriente e vivace discussione, alla quale presero parte il prof. Levi Morenos, il comm. Penzo, l’ing. Bonivento, il cav. Za- netti, il dott. Poli, l’avv. Voltolina, gli armatori Bertotto, Tara- gnola, Tonon-Malandrini e don Eugenio Bellemo che parlò sull’inef- ficacia dei provvedimenti escogitati dal R. Governo per l impulso dell'industria peschereccia, e sulla necessità economica dello sta/u quo, approvandosi infine il seguente ordine del giorno: Io di insistere per la ratifica pura e semplice del Protocollo di Gorizia; II° di chiedere segnalazioni nel confine del miglio marittimo nelle aque di Grado per evitare i continui conflitti colle popolazioni ungaro-croate ; III° d’indurre il Municipio di Chioggia ad inviare a Roma una Commissione alla quale debbano partecipare il professor Morenos ed un perito pescatore, nel caso che i Delegati austriaci intendessero modificare i patti di Gorizia, Costituzione di una Cooperativa di lavoro fra pescatori di Burano. — Nello scorso giugno il prof. Levi Morenos, direttore della Scuola di pesca, tenne una conferenza ai pescatori di Burano spiegando loro i principi della cooperazione e dimostrando i bene- fici che mediante l’oryanizzazione potrebbero ricavare dalla nuova legge sulla pesca. Nel contempo la Giunta Municipale di Burano dava le oppor- tune disposizioni per la formazione di una completa statistica dei pescatori di Burano, statistica già pronta e che tornerà utilissima per una seria attività a vantaggio della classe peschereccia. In seguito a tale preparazione il giorno 15 Agosto si è legal mente costituita a Burano una prima cooperativa peschereccia allo scopo di provvedere alla tutela degli interessi professionali nei se- guenti modi: a) assumendo la vendita collettiva del prodotto e l'acquisto pure collettivo degli istrumenti da lavoro; b) coll’applicazione collettiva dei metodi riconosciuti pratica- mente più vantaggiosi -per l’ esercizio della pesca e per la conser- vazione e trasporto del pesce da semina; 126 c) col perfezionamento delle disposizioni legislative sulla pesca da; d) colla sorveglianza mutua sull’applicazione della legge e re- golamento e delle disposizioni che per ragioni locali economiche so- ciali la cooperativa credesse di stabilire. L’atto costitutivo fu gentilmente rogato dal notaio dott. G. B. Voltolina consigliere attivissimo e benemerito della Società Regionale Veneta per la pesca e l’ aquicoltura, il quale, conoscendo profonda- mente le condizioni ed i bisogni della classe peschereccia ha com- pilato anche -- d’accordo con la Direzione della Scuola — lo statuto della Cooperativa stessa. Alla seduta di costituzione, che fu presieduta dal Sindaco di Bu- rano, cav avv. Francesco Voltolina, erano presenti oltre al direttore della scuola di Pesca prof, Levi Morenos, al notaio dott. G. B. Vol. tolina ed al sig. Mamerto Camuffo rappresentante la Società Veneta per la pesca e l’ aquicoltura, l’assessore delegato Vio Antonio, l’as- sessore Leonardo Quintavalle, i consiglieri comunali Barbaro An- gelo, rag. Fusetti Umberto e Zane Angelo ed i medici dott, Lorenzo Bianchi e dott. Gilberto Winckels. Giustificarono l’ assenza gli assessori Jesurum e Sinigaglia ; il senatore Sormani-Moretti presidente generale della Società Regio- nale Veneta, ed il conte Antonio Comello quale presidente della Scuola di Pesca e rappresentante nella stessa del Ministero di Agri- coltura Industria e Commercio, avevano pregato a rappresentarli il sindaco cav. Voltolina. Il Sindaco, nel presentare con cortesi parole il prof. Levi Mo- renos, spiegò la finalità della cooperativa; assicuro che la Giunta Municipale ha fatto il possibile per mettere la popolazione pesche- reccia di Burano in condizioni da poter ricavare dalla nuova legge quella parte di beneficio cui ha diritto, e dimostrò come il con- seguimento di qualsiasi vantaggio dipenda esclusivamente dalla di- retta partecipazione dei pescatori alla tutela dei loro interessi. Promise infine essere intendimento suo e della Giunta di prov- vedere, d’ accordo con la Direzione della Scuola di pesca, per la istituzione dei corsi speciali per combattere l’ analfabetismo fra i giovani pescatori. Il prof, Levi Morenos tenne quindi, in dialetto, una delle sue splendide conferenze spiegando lo statuto proposto e dimostrando la necessità di una seria organizzazione da parte dei pescatori allo die ato scopo di disciplinare più razionalmente l’esercizio dell’ industria e di migliorare le condizioni morali, intellettuali ed economiche del- l’intera classe peschereccia. Approvato lo statuto e dichiarata costituita la Cooperativa, si rimandò la nomina delle cariche sociali ad altra seduta che si terrà dopo il riconoscimento della Cooperativa stessa da parte delle com- petenti autorità. Prima di sciogliere 1’ assemblea furono inviati telegrammi di partecipazione alle loro E. E. i ministri Luzzati e Rava ed all'on. Pantano, Nomina del nostro Direttore a Membro della Commis- sione consultiva per la Pesca. — Sono nominati componenti della Commissione consultiva per la pesca, per il biennio 1904-905, i signori; Alaggia avv. Cesare, Besana ing. Giuseppe, Bullo ing. Giusti- niano, Calapai Pietro, Cermenati dott. Mario, on. Di Scalea Lanza principe Pietro, Giglioli prof Enrico, Issel prof. Arturo, Levi 4/v- renos prof. David, Lo Bianco dott. Salvatore, Mortara avv. prof. Lodovico, Palmisano avv. Giuseppe, Paolucci prof, Luigi, on. Rizzetti prof. Carlo, Vicinguerra dott. Decio. A proposito della nomina del nostro Direttore a Membro della Commissione Consultiva, ci è gradito riportare quanto scrisse la Gazzetta di Venezia in data 27 luglio p. p. Con r. decreto 3 luglio 1904 il Direttore della Scuola di pesca ed aquicultura prof. David Levi Morenos è stato nominato membro della Commissione consultiva della pesca. Questa nomina del dott. Levi-Morenos è un atto di giustizia e il riconoscimento ufficiale delle sue benemerenze, della sua col- tura, del contributo efficacissimo da lui portato alla soluzione già felicemente avviata dei maggiori problemi relativi alle industrie peschereccie; essa costituisce inoltre un atto di doverosa deferenza verso quella Scuola di pesca e di aquicultura che il Levi-Morenos dirige con tanta operosità, e che rappresenta la propaganda serena, moderna, altamente benefica, pel miglioramento dei sistemi, per l’ in- cremento dell’industria, per tutto ciò che giova alla popolazione pe- schereccia e insieme all’ economia nazionale, Congratulazioni cordiali al dott. D, Levi-Morenos per la meritata distinzione. 128 Norme per le domande di avannotti e di altri contributi governativi nelle opere di piscicoltura. — Riportiamo integral- mente la seguente Circolare testè diramata da S. E. il Ministro di Aricoltura Industria e Commercio. Con le « Istruzioni » del 1' giugno 1904, pubblicate nel Bollettino Ufficiale di questo Ministero, e precisamente nel fascicolo del 16 giugno 1904 (pag. 437), si sono stabilite norme per l’amministrazione e la conta- bilità delle Stazioni di piscicoltura dipendenti dall’ Amministrazione scri- vente. Ma taluna di quelle norme risponde anche a necessità tecniche della piscicoltura governativa, come è infatti la disposizione 2°, la quale invita i direttori delle Stazioni piscicole ad inviare non più tardi del 16 di settembre il « programma » delle opere di aquicoltura da eseguire du- rante la successiva stagione ittiogenica. Ora, a questa disposizione ed alle esigenze tecniche e finanziarie del servizio governativo della piscicoltura, si rende indispensabile coordinare le varie domande, che Comuni, Provincie, Comizi agrari e Società aquicole rivolgono al Ministero di agricoltura per ottenere semine di pesciolini, o anche direttamente materiale ittico (uova di pesci, avannotti, anguilline) da servire per operazioni piscicultorie, sempre allo scopo del ripopolamento delle aque pubbliche. E perciò la S. V. è pregata di far conoscere alla Rappresentanza provinciale, ai Municipi, ai Comizi agrari, alle Società di aquicoltura esistenti nella provincia le seguenti determinazioni del Mi- nistero. « 1° Le domande dirette ad ottenere materiale ittico o semine di pe- sciolini pel ripopolamento di aque pubbliche dovranno mandarsi al Mi- nistero non più tardi del 1° settembre di ogni anno. « 2° Le domande per ripopolamento di aque pubbliche scorrenti in Comuni non prossimi a stazioni ferroviarie debbono indicare le distanze che li separano da queste stazioni e recare la dichiarazione che per tali percorsi il Municipio richiedente {o altro ente o Società) è disposto a prov- vedere per il pronto trasporto del materiale ittico, secondo le modalità che vengono stabilite dal Ministero o da un suo delegato. « 3° I Municipi, le Rappresentanze provinciali, i Comizi agrari, le Società che mirino ad avere sussidii in danaro, od in apparati di aqui- coltura, o in materiale ittico, per la esecuzione diretta di opere di aqui- coltura a scopo di ripopolamento delle aque pubbliche (anche con im- pianto di incubatorii locali), dovranno, insieme con la domanda, inviare al Ministero, non più tardi dell’indicato termine, un programma specificato delle opere stesse. « Il sussidio in denaro sarà pagato dopo l’invio di un ragguaglio sulle opere di aquicoltura compiute «, Società di Pesca c d'Aquicultura Società TfRegionale Veneta Seduta del Consiglio d’Amministrazione. — Domenica 19 Giugno si riunì il Consiglio d’ Amministrazione presieduto dal Pre- sidente Generale Sen. Co. Sormani Moretti, erano presenti il Se- natore G. Lucchini, Presidente del Comitato Provinciale Vicentino, il Prof. Levi Morenos, Direttore della Scuola di Pesca ed i Consi- glieri: Camuffo Mamerto, Levi Dott. Lazzaro, Meschinelli Prof. Luigi, Nalato Prof. Giuseppe, Ninni Co. Emilio, Rossi cav. An- tonio, Scarpa Vincenzo, Sprocani dott. Lodovico. Dopo una breve relazione del prof. Levi Morenos intorno alla missione recentemente compiuta lungo l’ Adriatico per incarico del Governo, e dopo varie comunicazioni della Presidenza, specialmente sull’ Asilo pei figli derelitti dei pescatori e sulla ricostituzione del Comitato per promuovere lo sport peschereccio, il consigliere Vincenzo Scarpa, con una diligente relazione, intrattenhe il Consiglio intorno alla necessità di un’azione immediata per ottenere dalle Società ferro- viarie un migliore trattamento per il trasporto del pesce I! Consiglio, facendo plauso al relatore, deferì allo stesso ed al prof. Nalato |’ in- carico di compilare un breve memoriale e diede incarico alla Presi- denza di iniziare subito le pratiche presso le competenti autorità. Si approvano quindi: il rendiconto consuntivo dell’ esercizio 1903- 904, ed il bilancio preventivo pel 1904-905, dopo di che, su pro- posta del senatore Sormani Moretti, vennero riconfermati per accla- mazione a Segretario generale il sig. Mamerto Camuffo ed a Cas- siere il dott. G. B. Voltolina. TRecensioni Il tenimento di Mesola. — Adria — Prem. Tipogr. Guarnivri 1904 In occasione della mostra Regionale di Ravenna, ad illustrare il ma- teriale peschereccio esposto dal tenimento di Mesola nella Sezione Ma- rittima il Cav. Uff. Ing. Luigi Costantini pubblicò un notevole opuscolo illustrato arricchito di diverse incisioni e che dà una estesa notizia sui grandi miglioramenti apportati all'industria aquicola dello Stabilimento. 130 La notizia è divisa in tre parti : la prima parte presenta un det- | i tagliato riassunto storico sulle varie vicende inerenti ai successivi passaggi di proprietà del latifondo di Mesola. L'importanza che nel latifondo presenta l industria aquicola, apparisce poi immediatamente dai dati sulle diverse colture e sui si- stemi di conduzione, cosicchè la superficie del latifondo va così distinta : Campagne. < : . Ettari 1876,08,24 Affitti e Livelli : É >». 3245,56,48 Boschi ; È : x » 1523,59,55 Valli salse da pesca . : » 3670,94,5I Ma l’importanza che 1’ aquicoltura presenta per quel tenimento è notevolmente aumentata dai diritti di pesca sulla sacca di Goro e dalla sagace organizzazione economica, data dal valentissimo Diret- tore dello Stabilimento, del commercio del pesce e dalla integrazione della vallicultura mediante i nuovi sistemi di incetta e conservazione del pesce da semina. In un secondo capitolo l’ estensore della memoria tratta, nella forma la più sintetica e chiara, dell’ importanza che presenta la val- licultura; accenna alla costituzione naturale ed a quella artificiale di una valle salsa da pesca. Fa conoscere le cause che ostacolano il progresso della valli cultura nel Ferrarese, specialmente tratta dei danni recati dall’inqui- namento delle aque del Volano e dal ladroneccio, giacchè il furto vallivo fu per lo passato, quando ancora non si era represso, una delle cause maggiori di danno. Dopo aver esposto le opere eseguite nell’azienda di Mesola per eliminare gli ostacoli che si opponevano al progresso della vallicultura, vengono presentati tutti i dati delle pesche vallive nell’ ultimo tren- tennio tenendo distinte le qualità del pesce pescato ; in una terza parte, sono riprodotti diversi articoli già ricomparsi in altri giornali e specialmente ’ nella nostra Neptunia relativamente alla vallicultura nel tenimento di Mesola. La lettura di questo opuscolo è quanto mai suggestiva e può dare una idea dei tesori che si può ricavare dalle aque quando non manchi una mente sagace che, con antiveggenza e con coraggiosa ini- ziativa, apporti all’ industria stessa, come fece 1 Ing. Costantini, tutto il grande sviluppo del quale essa è suscettibile. Prem, Officine Grafiche C. Ferrari, Venezia 1904. RME D'ABANO Stazione sulla Ferrovia o iran Pensioni — do re . - Servizio alla carta SDASSTFAR REDANLD STABILIMENTI DUE TORRI E MOROSINI -300 >: Questi due antichi stabilimenti .situati in prossimità della rinomata - Sorgente Termale di Abano sono forniti di ogni confortabile : eccellente ‘cucina; servizio inappuntabile, sala di lettura e musica, giardino, passeggi da SMbrosi vetture per gite ai Colli Euganei ed apposito servizio di poste. bs ieleerafo. ‘I’ fanghi ed i bagni termali di Abano, per. secolare esperienza, sono 3a efficaci in un vasto campo di malattie. Tali sono moltissime che si rife- | riscono agli organi del movimento, cioè il reumatismo articolare, l'artrite | deformante, la cossite, i tumori bianchi, le anchillosi. Giovano ancora in | alcune affezioni chir urgiche, cioè cicatrici di ferite, postumi di traumi, di ussazioni, di distorsioni, di fratture ecc. Sono altresì efficaci nelle pa- (i -talisi; nelle nev ralgie e nervriti, nelle. dermatosi croniche, negli erpeti, S c4eMI, prurigine ur ticaria, ecc. Le terme di Abano sono raccomandate | ‘inoltre nella cura della scrofola, della rachitide, della gotta, nella sifilide È terziaria Gee: : di . Negli stabilimenti havvi anche materiale per fue elettricità e mas- e saggio da impiegarsi in molte malattie, nelle quali oltre il fango ed il bagno termale si richiede l’uso di questi mezzi curativi. . Medico dello Stabilimento Carlo dott. Rinoldi, Assistente nella Casa di Salute del prof. comm. sen. De Giovanni in Padova. 3 Si fanno pensioni che SONO alloggio, vitto e cura a L. 10,9 BE8, %, di: Per ottenere. un ribasso nei prezzi. converrà »portarvisi nei mesi di | Giugno e Settembre. _ pane a richiesta. . “Omnibus alla slazione di Abano: a lutti | treni a SE treni diretti. si fermano alla stazione di Abano dard Giugno al-30-# # Settembre Lo Stazione Climatica e Bagni di Mare da Venezia a “Lido Tragitto incantevole. sulla uu - L Minuti con battello a LIL sulla più bella | faggi l' ala Grande Stabilimento Bagni dî Mare con 500 Cabine — i 1° 7 Nuovo ISTITUTO KINESITERAPICO I eroi per idroelettroterapia — Massaggio — Doccie — Ragnrgralio e cure ciali | $ Caffè Restaurant di primo ordine $ Salone terrazza coperta sul mare è Prequegtatiesine He trovo della più eletta società è Da Aprile a Ottobre tutti i giorni concerto p Grandi Hotels con. 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Vallicultura % Voltolina _ Lavori che si eseguono in. una valle arginata durante i mesi di Agosto e Settembre (Ricostruzione dei ‘aa ‘orieri — Disposizioni per la pesca). dt ; 2a sé Esposizioni = Mostre = Congressi Fone LS "Pa ‘Mostra di Aquicultura e Piscicultura all’ Esposizione di Brescia. SÉ Red. — Esposizione di Ravenna. >» Et SIE TLaiondle di Pesca a Vienna. SEA i :S = STAI Note Comunicazioni - Cerrispondenze s Red. — Cooperative di lavoro fra pescatori, Se » — La pesca nelle aque austriache. i DIREZIONE | FADbI fimiont annuo alla « Neptunia ss sola L. 12 va i Coi supplementi . ata 20. Gli PI deedrrona setipie dal Gennaio e quando non sono disdetti.s’ intendono tacitamente rinnovati... a e cp alazzo Bolani. 21074 AI - - Venezia VIRATA a forfait —. ‘Rivolgersi all'Amministrazione della “ NEPTUNIA ,, — Mi inserzioni San Trovaso, AR VENEZIA. Ri i vo 4 Officine Grafiche c. x -. Venezia Reina con “Denso del Tribunale Civile e Penale di Venezia Ae in data 30 Agosto 1904 da @. in contrada ia per trattare il Ri: - ORDINE DEL GIORNO 1. Comunicazioni varie ; D) edi] anni delle cariche pda s favore della pesca € dei sù 2 +. Inserizione di nuovi soci. ce / Qualora tale seduta andasse Or la seconda convocazione - resta | fissata per lo Stesso giorno, nel E, s11n0 IU ale, alle Ove 10, art. 2A I SOCI. no Dei Rossi VrrroRIO DI ANGELO PacIaRINA — MEMO ALESSANDRO f G ANGELO, ‘Canaza: = 2 Pal DEI Rossi AuGUSTO DI ANGELO PACIARINA — -- TAGLI TAPIETRA ANNIBALE CANARIOL DI AN GELO — D’ Este GIOVANNI FRATIN FU ANTONIO. >... È i È “agire... Dopo la trattazione dell’ordine del giorno, il Prof. Levi Morenos, Direttore i della Scuola di Pesca ed Aquicultura, terrà una conferenza sul tema; « Chi deve pescare nella laguna ? > nt e Po Anno XIX N. 9 30 Settembre 1904 Produzione e Commercio del pesce Cifre e considerazioni. Non sarà mai inutile ripetere che la sperequazione tra il pro- tezionismo legislativo accordato a taluni fattori della nostra potenza economica e l’ingiustificato oblio in cui la pesca viene lasciata, con- corre ad illanguidire uno dei redditi più ingenti dello Stato, Rileveremo pertanto alcune cifre dalla « Statistica del commer- cio speciale d’importazione ed esportazione per l’anno 1903 » re- datta dalla Direzione Generale delle Gabelle del Ministero delle Finanze e le porremo a confronto con lo studio interessante e mi- nuzioso del Prof, Levi Morenos che tratta dei dati statistici del com- mercio d'importazione ed esportazione del pesce nell'anno 1899 (1) un tale parallelo ci dimostra come il quesito della pesca meriti oggi, come cinque anni or sono, tutta la cura degli enti legislatori. Nell'anno 1903 il valore del commercio dell'industria pesche- reccia salì all'incirca nella seguente misura : Importazione Esportazione Corallo Lire 4,390,000 Lire 26,292,000 Spugne SEO 492,000. » 371,000 Pesce fresco » 879,000 » 3,108,000 » prepar. » 42,202,000 » 2,406,000 Lire 47,963,000 Eire: :32,4577;000 Ora tenendo conto che il prodotto animale della pesca in Italia, malgrado tutto si aggira intorno a 16 milioni di lire; questa cifra con più saggia organizzazione, con modernità d'intenti e mezzi e con più razionale coltura del prodotto potrebbe facilmente dupli- carsi ; ed a un tale cespite non disprezzabile bisognerebbe poi ag- giungere il largo profitto che darebbero il commercio ed il lavoro (1) DorT. LEevi-MorENos. - Dati statistici sul commercio di importa- zione ed esportazione del pesce nell’anno 1899 (Rivista Italiana di politica e legislazione agraria - Vol. III, fasc. N. 2, Maggio 1900). 132 per la preparazione e conservazione del pesce pescato ; profitto che . abbasserebbe l’ingente valore dell’importazione la quale, nel nostro caso, in lingua povera, significa che noi paghiamo ad altri, 42 mi- lioni annui per prodotti di cui ha dovizia il nostro mare: ciò che sarebbe ridicolo se non fosse dolorosamente vero. Il pesce preparato in salamoia, sott'olio, secco, affumicato, e che s importò in Italia nel decorso anno 1903, fu di 608 mila quin- tali contro 442 mila quintali importati nel 1899; i maggiori impor- tatori furono : la Gran Brettagna per Quintali 172 mila la Svezia Norvegia » » LO O_O la Spagna » » 174 la Francia » » so l’Austria Ungheria.» » 6%» Ora, che l'Inghilterra e la penisola Scandinava abbiano tro- vato modo in 5 anni di duplicare l'invio al nostro mercato dello stok-fish e baccalà che tanto incontrano il gusto del popolo italiano; e che, mentre per tante industrie con ardite iniziative ci siamo eman- cipati dalla soggezione straniera, nessun commerciante sia riescito ancora a smerciare un prodotto alimentare piscicolo, un tipo nazio- nale di pesce preparato il quale per gusto e prezzo possa concor- rere col nordico merluzzo, ciò si può anche ammettere; ma che la Spagna mandi 174 mila quintali di pesce preparato, la maggior parte tonno all’ olio, in Italia, celebre per le sue tonnare del Tir- reno, Sicule e Sarde non solo, ma rinomata per gli estesi oliveti di Puglia e della Riviera, ciò pare fino incredibile; come è anche. il- logico che si sia tributari alla Francia di un milione e più di lire annue per le gustose sardine in scatole di cui la pesca è così co- piosa presso noi. Il pregevole studio, già citato, del prof. Morenos, dopo molte considerazioni d'indole tecnica ed economica dettate con perspicacia per la grande competenza dell'argomento, conclude melanconica- mente che in fatto di pesca, dato l’altrui progresso ed il regresso nostro, l’ Italia potrà sperare che la Società Germanica delle pesche a vapore del Mare del Nord, le mandi i suoi prodotti pesci freschi e magari vivi; ma per il benessere d'Italia, auguriamoci che la sconfortante conclusione non abbia mai ad avverarsi; serva invece di monito e ci dica: che tali miserrime condizioni dell'industria e «commercio della pesca, dipendono da un'erroneo concetto della pro- | fessione peschereccia, da una stridente proporzione tra i mezzi ed il fine, dalla deficienza della coltura piscicola, e se non dalla noncu- ranza assoluta, certo dalla impreparazione di leggi e di iniziative. Ed il rimedio? Non è la cosa più agevole esporlo ; ma, indub- biamente, uno stato così sconfortante potrebbe avere risorsa da provvide leggi che portino la pesca alla sua funzione, regolando con audacia di propositi e la organizzazione sociale dei pescatori e la giurisdizione proprietaria del bacino aqueo territoriale ; e da pro- tezioni e premi che conducano alla naturale via l’usufrutto della pesca in Italia. Elevare la coltura dei lavoratori del mare, facilitare le iniziative industriali, estendere all’ esercito quanto si usa nell’ ar- mata, dove una volta alla settimana si distribuisce tonno all’ olio in sostituzione di carne: stabilire sulle navi degli emigranti sui quali ha l’alto controllo il Governo una tabella dietetica in cui il pro- dotto « pesce nazionale » sia con intenti igienici e gastronomici alternato con altri cibi; tutto ciò può parere a prima vista un pro- gramma modesto, ma pure nella sua modestia, aumenterebbe, ne siamo certi, quei larghi proventi che ora inconsideratamente ver- siamo annualmente a quelle nazioni che di noi sono dette più ricche. VIRGINIO APPIANI VALLICUL TURA Lavori che si eseguono in una valle arginata durante i mesi di Agosto e Settembre, Agosto. — Azcostruzione dei lavorieri. In questo mese bisogna prepararsi al faticosissimo lavoro della rimessa in funzione dei la- vorieri che servono per catturare e mantenere chiuse nel campo vallivo tutte le specie di pesci. Per questa epoca tutte le graszole saranno costruite e convenientemente disposte in ordine di lavoro. Nei primi giorni del mese si prepareranno pertiche e pali pu- lendoli e adattandoli conforme il bisogno ; tale materiale deve sosti- tuire il vecchio e debole legname che col tempo si sarà reso inser- vibile. Verso la metà del mese si darà mano ai lavori di ricostru - la chiavica maestra, si avrà cura di chiudere nel rreriode dell "doc sana (*) la chiavica secondaria o traghetto e, alzando la porta A di della chiavica maestra, fare uscire tutta l’ aqua fino a pareggia mento di livello essendo conveniente di avere meno aqua possibile nel bacino ove sono i lavorieri. Tale abbassamento di livello per- mette, mettendosi nell’aqua fino sopra il ginocchio, di pulire molto bene la scazza (2) e levare le canne nel posto ove si fabbricano le otéle (3) segnando prima, con appositi paletti, il posto ove queste erano piantate allo scopo di ricostruirle uguali per forma e di- mensioni. Poi con vimini, che per tempo saranno stati levati dall’aqua e asciugati sufficientemente al sole, si legheranno le pertiche le quali devono restare sotto aqua, una trentina di centimetri alte dal suolo, e poi si passa all'operazione di stendere e battere le grasiole, unendo scrupolosamente le estremità e fissandole poi con stroppini. Questo lavoriero viene fatto di una sola graszo/a, serve per pescare le an- guille che montano, e raccoglie le anguille che si perdono pescando nella ofé/a della cogòlera servendo in pari tempo da « spia » in caso che vi fossero dei passaggi nelle pareti della cogo/era i quali permettessero alle anguille di fuggire. Dopo piantate tutte le gra- siole che formano l’intiero lavoriero, si avrà cura di legare il tutto con pertiche dritte e buone sfro9fe e mettere poi la superficie a livello, servendosi di un uomo, munito di maglietto, montato nella barca e obbediente al comando che un altro impartirà da terra a debita distanza servendosi dell’ occhio per livellare, e tutto questo per rendere i lavorieri più eleganti possibile. Finite queste opera- zioni, si chiuderanno con terra bene compressa i piccoli tagli prati- cati negli arginelli laterali, ove va a fissarsi la grasiola in terra, e si applicherà la porta di graticci di cui questo lavoriero è munito per dare passaggio alle marotte od alle barche. Ultimato questo lavoriero si passerà col medesimo sistema alla ricostruzione del contrappetto, il quale non è munito di otèle, e serve (1) Riflusso dell’ aqua. (2) Quel tratto di suolo fra i pali dei lavorieri ove vanno piantati i graticci. (3) Nel labirinto di varia forma ove il pesce va da solo ad impigliarsi. ‘solo per tenere nel bacino il pesce che entra, portando alle estre- mità delle due pareti una dockéra che si apre e si chiude a seconda del bisogno. Col medesimo sistema si ricostruirà in seguito il /a- voro da sievoli, lavoriero questo munito di una sola grasiola, e di otéle, e che serve per catturare e tenere i pesci nel bacino di con- serva. Questo lavoriero è costruito in modo da lasciar passare le anguille che vanno ad impigliarsi nella ofé/a della cogoléra e trat- tiene i cefali. Per costruire convenientemente tutti i labirinti di cui è munito questo importante lavoriero, si mette un uomo nell’ aqua perchè disponga a mestiere le grasiole prima di piantarle. In questo mese non si fa alcuna immissione d’aqua nella valle e si lascia che l’evaporazione ne consumi naturalmente disponendo la valle poco a poco alla pesca. Non si mancherà di visitare qualche volta la valle come si fa nel mese di Luglio per accertarsi del buon andamento della conduzione. Settembre. — Disposizioni per la pesca. Si continua alacre- mente la costruzione dei lavorieri. Prima di ricostruire la cogeléra si ricostruirà coll’unico sistema, già descritto, la cogo/èra della pe- schiera, la quale, come tutte le cogo/éere, viene tagliata e sbarazzata dalle grasiole vecchie che si sostituiscono con materiale nuovo. La lavorazione delle cogolére richiede la maggior cura ed attenzione specialmente nell’ unione delle estremità delle grasiole. Le pareti di questi lavofieri sono doppie e fra le due grasiole si fissa un pez- zone. Ultimata la cogoléera della peschiera si costruisce la cogo/étra principale la quale è munita di ofé/a. L’oféla, ove tutte le anguille vengono ad imprigionarsi, si costruisce con arelle speciali, più ro- buste delle altre, e la si costruisce con quattro grasiole di spessore e un pezzone ; le grasiole, alle loro estremità, saranno assicurate con stroppini per evitare che resti qualche pezzo dell’ estremità sovra- posta all'altra, il che costituirebbe ostacolo per la pesca delle an- guille, e così la parete viene formata tutta di uno spessore. Finita l’otéla si va a levare per uno spazio più o meno lungo le grasiole che uniscono le due pareti della tressa, e al posto di queste si pian- teranno grasiole nuove, e di una sola grasiola di spessore, appli- cando infine la docchera. Finiti i lavorieri, verso la metà del mese, si metteranno a posto tutti i ponti, o grosse assi, che servono per recarsi alle docchkere dei varii lavorieri: poi si riparerà o si rico- struirà ia parete che serve lungo il bacino di conserva per inter- * RITA - ” À x dA ni N ? A 1 ” Sa dl LIE LI VERRA a << RL Td Ti i rompere le forti correnti di vento freddo e per riparare i pescì | — nelle giornate fredde. Questa parete è costruita di forti pali e as sicurata con pertiche e vimini alle grasiole addossate, di m. 1.50 di _ altezza. tot Ultimata la costruzione dei lavorieri si metterà in ogni ofé/a uno strato di cinque o sei centimetri di sabbia perchè le anguille che entreranno non possano conficcarsi nel terreno e sia più facile catturare il pesce con le volèghe. Nell’ ofé/a principale, o chile, se ne metterà uno strato più forte, e anche in tempo di pesca, se le anguille la smuovano, spostandola poi la corrente, si avrà cura di sostituirla con quella che all’uopo si terrà in deposito poco lontano. Dopo la metà di questo mese, se l’ aqua non fosse naturalmente diminuita quanto abbisogna per disporre alla pesca il campo val- livo, si alzeranno le porte delle chiaviche per tutto il periodo che l’aqua esce ed abbassandolo non appena l’ aqua sta per entrare. Facendo diminuire l’aqua nel campo vallivo si ha il grande van- taggio di raccogliere tutto il pesce nei siti profondi ed averlo così pronto a sentire il primo impulso dell’aqua quando si aprirà la valle alla pesca. Si avrà pure un vantaggio per fare entrare mag- giormente l’ aqua, quando il campo sarà scarso prima della sta- gione di pesca, Se non vengono pioggie in questo ultimo periodo si potrà tra- lasciare, non appena si crederà sufficiente, di far uscire l’aqua e lasciare ferme le porte delle chiaviche fino all’apertura della pesca. In questo mese si saranno fatte riparare le tavole occorrenti alla pesca e le porte delle chiaviche che servono nell'inverno e che de- vono essere più robuste di quelle da estate. Si avrà provveduto per dei nuovi vivai, vieri di varie dimensioni, e delle ceste per pescare le anguille. Si visiteranno e si leveranno dal loro riparo tutti i vieri, se occorressero di qualche cavo per legarli si provvederà e poi si immergeranno nell’ aqua fissandoli con appositi cavi alla palina (1) per renderli più pesanti e perchè restino debitamente immersi nel- l’aqua procurando una più sicura abitazione alle anguille. Due vieri capaci di dieci quintali di anguille per ciascuno verranno fissati ai pontili della ozé/a. VINCENZO VOLTOLINA. (1) Varii pali piantati in linea fra la cogo/èra ed il darboldo, distanti tre metri l’uno dall’altro ed emersi per due metri dall’aqua, sopra i quali è fis- sata un’ asta alla quale si legano : vieri. r Jsposizioni = Mostre = Congressi La Mostra di Pesca e d’'Aquicoltura all’ Esposizione di Brescia. — L'esposizione di Brescia, sorta sotto l’alto patronato di S. M. il Re, venne inaugurata li 29 maggio di quest'anno. Alle due pom. dello stesso giorno, venne pure inaugurata nella semplice costruzione sorta già da anni fuori Porta Venezia, l’attuale R. Stazione di Piscicoltura, la Mostra d’aquicoltura. Vi intervenne Sua Ecc. .il Ministro Rava accompagnato dal Sindaco Conte Federico Bettoni. Giunti all’ ingresso della R. Sta- zione succitata, vennero fatti segno ad una viva dimostrazione di sim- patia da parte degli astanti e furono ricevuti dal direttore G. Bet- toni, dal Presidente del Comitato provinciale per la Pesca, Barone Alessandro Monti, e dal Cav. Prof. Sandri, direttore della R. Scuola di Agricoltura G. Pastori di Brescia. Vi erano ancora presenti tra gli altri, gli onorevoli Goric, Morundio, Molmenti, il co. Giacomo Bettoni, l’ing. Conti e Maggioni, il sig. Rampinelli, il prof. Caccia- mali ecc. Sua Ecc. visitò minutamente, si può dire, ogni oggetto, interes- sandosi dei vari mezzi che si adoperano per la coltura artificiale, pei miglioramenti introdottisi in questi ultimi anni nell’industria della vallicoltura ecc.; ebbe pure plauso per l’attività della Stazione d’a- - quicoltura di Brescia e per i suoi preposti, e dopo d’aver cordial- mente salutato i presenti, rivolgendo ancora parole d’ incoraggia- mento e di elogio agli organizzatori della mostra ed agli espositori, e rivolgendosi al sottoscritto dopo aver esaminato le collezioni esposte dalla Società Regionale Veneta, disse di constatare con piacere come a Venezia si lavori sul serio e come vi siano persone di particolare com- petenza; s’accommiatò poi rammaricandosi che il tempo ristretto gl’ impedisse di fermarsi più a lungo in quell’ ambiente che tanto l’ interessava. La mia breve permanenza a Brescia non mi permette di esten- dere un rapporto come sarebbe nel mio desiderio, cioè di porre sotto i principali oggetti esposti e qui citati quelle dilucidazioni che, se anche brevissime, potessero pure facilitare al profano la conoscenza DIR PR ETRE TEA o TRI dei medesimi. Di più ancora, sapendo dal direttore stesso della. Stazione di Piscicultura, Sig. Bettoni, ch'egli avrebbe in animo sa pubblicare un catalogo completo descrittivo, credo doveroso di ce- dere il posto a chi ne ha più diritto, accontentandomi io di fare un. semplice giro per le sale della R. Stazione, al presente ridotte in tante piccole specie di musei. o L’atrio che conduce nella sala grande d’ incubazione è ricoperto dall’alto al basso con reti di grandezza naturale esposte dai signori Buelli Arcangelo, Sarnico (lago d'Iseo) ed Eugenio Azzali, Lazise - (lago di Garda); la stanza a sinistra è riservata alla parte scienti- fico-letteraria. Comprende la letteratura, le carte idrografiche, la statistica, quadri disegni ecc; inviate queste dalla R. Stazione di Roma (Aquario Romano), F.lli Biffi, Staz. di Brescia, Torbole ecc. Fra le pubblicazioni noto quella del Ministero di Agr. e Commercio, del Prof. Pavesi, la « Neptunia » del ‘Prof. Levi Morenos, e scritti del Prof. Malfer di Verona, G. Bettoni e del sottoscritto. Nella stanza rimpetto a questa, la R. Stazione di Brescia espone l'apparato E. Bettoni per trasporto e semina’ avannotti — apparecchio per trasporto pesce e quello di G. Bettoni per trasporto senza biso- gno di accompagnamento —- una botte Tròster ed un’'apparato Li- } vingston-Stone. Ì La Società di Piscicoltura artificiale di Torbole espone: botte | per il trasporto delle trote colla pompa premente aria, ed un appa- i rato Tròster; del Sig. Alfredo Berthond, Expert piscicol. de l' Ètat de Fribourg (Svizzera) osservo gli apparati per trasporto avannotti. Il sig. Lugo Francesco, Concessionario Pesche Demaniali - Pe- schiera sul Garda, invia un modello di barca per il trasporto an- guille vive usata sul fiume Mincio ; ed un altro per il trasporto di trote vive, Questo ha il fondo (a mezza barca) a buchi, cosichè le trote rinchiuse sono in continuo contatto coll’aqua esterna. Entrando nella III stanza vediamo le collezioni didattiche in- viate dalla Scuola di Pesca ed Aquicoltura di Venezia. Esse com- prendono i pesci che si seminano nelle valli (in serie di sviluppo), quelli che vi montano naturalmente, i più importanti pesci d’aqua dolce, i crostacei eduli, sur un’ apposito tavolo havvi una completa collezione dei molluschi eduli del mare e della laguna di Venezia; diversi tracciati grafici, eseguiti sotto la direzione del Prof. Luigi Meschinelli, dimostrano l'attività svolta dal Comitato Provinciale Vi- lina tavola topo-idrografica della regione veneta, SAVE Da | disegnata dal bravo quanto modesto sig. Riccardo Barbini, Nella — sala grande, una delle più: belle per incubazione delle uova, trasfor- | mata per uso esposizione, il visitatore rimane colpito dalla diversità degli oggetti quivi esposti, i quali mirano ad illustrare quanto fecesi in Italia per promuovere l’aquicoltura ed il commercio del Pesce, Da destra a sinistra osserviamo: la Mostra inviata dalla Sta- zione di Piscicoltura di Belluno (Direttore Cav. F. Vivanti) — pianta generale della Stazione (8 prospettive fotografie) — reti varie. come il co/ specie di rete a strascico, — nasse di vimini — schirali, bar- toel, tang per prendere i gamberi, — modello di apparato per al- levamento artificiale dei gamberi — fosseze ecc. ecc. La R. Stazione di Brescia espone: Vivai fissi usati sul fiume Oglio vern. ver — vivai stabili, usati sul fiume Mincio a Peschiera (volg. furba) vivai mobili (lntova] volg. furbi ecc. — Tirlindiana per carpioni usata sul lago di Garda volg. dindara modello di bar- chetta per «dindana » volg. darchett — barca da pescatore usata sul fiume Mincio, altra sul lago Mantova, (navicello) — barca per trasporto anguille (attualmente in disuso), — la stessa ora in uso barca con rete «regagna» lago d'Iseo costruttore navale E. Riva, Sarnico, barca per re mato usata sul lago di Garda per la pesca delle alose, barca da pescatore usata sul lago d’ Iseo, con entro la rete «rectt» fiocine ( frosna) (furiî) per la pesca a fuoco sul lago di Garda. Più avanti vediamo il modello per incubazione e semina avannotti galleggiante E. Bettoni, quello Luzd per incubazione uova di percidi, cassetta per incubazione nei ruscelli cassetta fresa mo- dello M. v. den Borne da sottoporsi al selettore automatico Weiss questo per incubazione coregoni - cassetta californica La Vallette S. George modific. Benecke, quella modello Schuster, modello Niet- sche, la cassetta da sottoporsi a questo - vasca Tròester - tavolo incubatore Zenk - apparecchio galleggiante per incubazione Alose - stipo a ghiaccio ecc. Una completa collezione di arnesi usati per l’ incubazione per il trasporto uova, per analisi aqua, l’ apparato Brandstitter e quello Schillinger per misurazione uova. Il sig. Angelo Sigismondi, manifattura specialissima di ar- ticoli da pesca Torino, Via Madama Cristina, 5 e 7 espone tutta Cie te 140 una collezione di questi oggetti; il sig. Lugo Fissi invia u ì modello di bertavello, il quale si aggiunge alle ali della” pesca fissa, nel senso della corrente, per prendere le trote che cercando | RAIN scappo non incappano nella cogolaria. i i Proseguendo vediamo un bellissimo *stipo a ghiaccio modello G Bettoni; il sig. Bortolotti di Sarnico espone (riparto sardelle vai ci sd lio) una magnifica serie di scattole grandi e piccole ripiene di sar- delle col coperchio a vetro, inoltre un torchio nell’ atto di funzione per smezzare le sardelle all’ olio nella scattola, Il tenimento dei Co. Corinaldi (Torre di Zuino) espone in 17 vasi la serie di sviluppo in un anno della trota del Columbia (Salmo Gairdnerit) dietro iniziativa del prof. Levi-Morenos, per la prima volta introdotta nelle nostre aque - alimenti per la piscicoltura in- tensiva (farina segale, farina sangue Schubert, mistura farina segale e sangue ecc. ecc.) nonchè oltre ad una carta idrografica del teni- mento altri 9 quadri d’incubatorio, filtri, canali conserve, stagni a carpe ecc. ecc. Bortolotti Ulisse negoz. in pesce, Sarnico, invia bertavellini piccoli per predare il pesce d’ esca, bertavelli ecc. — un modello ridotto per la pesca delle anguille usata alla foce del lago d’ Iseo (al naturale misura 200 metri) tamburello per la pesca delle anguille. La Soc. di Piscicoltura artificiale di Torbole espone cassette. d’ imballaggio per 100.000, 50 000, 15.000 uova (sezione longitudi- nale) un apparecchio d’ incubazione Tréster modificato Romani, l’ap- parecchio Holt»n, Coste, per l’incubazione, alla fine varie e ben di- sposte fotografie dello stabilimento in Torbole. Sul piano superiore vi sono le raccolte scientifiche, e prepara- zioni di pesci, crostacei, molluschi, insetti ed animali nocivi alla pe- sca, esposti dal Prof. Dante Lugo, quelli della Staz. di Brescia, (al- ghe, insetti, molluschi, pesci ecc. ed infine una collezione d’ uccelli che cibansi di pesci ed altri animali dannosi a questi, inviati dalla ditta S. Brogi di Siena. Aquario. — Uscendo da questa sala si offre allo sguardo un sem- plice ma elegante edificio testè costruito per uso aquario. Vi si entra passando un ponticello posto quasi a fior d’ aqua del primo laghetto dove rapide come il fulmine guizzano circa 3.000 trote adulte. Com- ponesi l’aquario di varie vasche disposte tutte all’ingiro ed eguali fra loro, ad eccezione di quella che sta rimpetto alla porta d'entrata. ono le vasche forse un po’ troppo piccole per uso aquario d’espo- sizione, ma ciò non avvenne per difetto di chi n’ebbe l’incarico di | costruirle ; si pensò, e molto bene, di poterle usufruire, terminata la | mostra, per studi da compiersi sui pesci vivi. Da sinistra a destra vediamo grossi e ben nutriti esemplari di trote, carpe a specchi (Spiegelkarpfen) esposte dal negoziante in pesce sig. Lazzarini Vincenzo in Brescia. La coltura delle carpe poco a poco divenne di grande impor- tanza anche in Italia se pensiamo che anni or sono era quasi sco- nosciuta, e di ciò ne fa conferma che i nostri più grandi ittiologi neppure la citarono nei loro lavori. La carpa a specchi, che autori vogliono riconoscere come specie distinta, ha una serie di grandi scaglie in ispeciale disposte lungo la linea laterale del corpo {Ciprinus specularis C. rex. ciprinorum) mentre nell’ Edelkarpfen o Schuppenkarpfen il corpo ne è letteral- mente ricoperto, nella Leder, = Leich = o Schleiekarpfen, queste sono minutissime, presentando la pelle una rassomiglianza col cuoio 0 con quella della tinca, per questo il Bloch la chiamò C. wnudus. I fr.lli P. e P. Biffi piscicultori e negozianti di pesce in Lecco espongono una vera miscellanea ; trote, pesce sole, alborella, vairone, tinche, anguille del Lago di Pusiano, pesce persico, cavedoni, scar- dole, carpe a specchi, Ghirla. Il pesce « persico sole » (Pomotis vulgaris Cuv. Pomotis auri- tus G. H.)credo sia stato pesce la prima volta introdotto nel Lago di Varano. È specie questa molto più resistente del pesce per- sico, frega in maggio fino in luglio, È originario dell’ America del Nord. Preferisce le aque tranquille sabbiose o fangose con ricca vegetazione, nutresi solo di piccoli insetti. La R. Staz. di Piscicoltura di Brescia espone bellissimi esem- plari di trota arcobaleno (iri4dea) e di trota di fiume (/far70). L’aquario grande della Commissione provinciale per la pesca di Brescia, che comprende tutta una parete ed è abbellito internamente da crode artificiali, ha lo scopo di presentare al visitatore un quadro della fauna e flora dei laghi della Lombardia. Il sig. Bortolotti Ulisse, negozianie in pesce di Sarnico, espone tinche, anguille e lucci, Il Tenimento di Torre di Zuino in provincia di Udine, dei Conti Corinaldi proprietarii, espone le trote del Columbia (Salmo Gaidnerti) introdotti per la prima volta in Italia. ad opera ! rissimo sig. Conte Ing. Gustavo Corinaldi e per iniziativa Levi Morenos. Son quasi tutti piccoli esemplari, ma. Di e en nutriti. importazione dell’ America nl lago di Pusiano, Lugo Francesco, concess. ecc. invia grosse anguille, barbi e tinche. La Società di Piscicultura artificiale di Torbole espone Truta fario e Salmo Carpio; in un'apposita vasca bellissimi esemplari d’incrocio della trota di lago col fario. Finito così il giro di questa mostra è quasi inutile accennare ch’essa raggiunse il pieno suo scopo. Vi sono esposti tutti i prin- cipali apparecchi per l’incubazione delle uova di pesci, apparecchi d’ultimo modello per il trasporto delle uova e pesci, modelli di barche montate per la pesca, vallicultura, commercio, e spedi- zione, riparto illustrativo, scientifico, letterario, stagni d'allevamento ecc. ecc. in modo che si può affermare che tale Mostra rappresenta un nuovo tentativo, abbastanza riuscito, di una esposizione aquicola. EMILIO NINNI. Esposizione di Ravenna. — Il nostro egregio amico e col- laboratore prof. Arturo Bellini di Comacchio — che con tanto amore si occupa di cose aquicole — ha esposto nella Sezione Marittima dell’ Esposizione Romagnola diverse sue pregevoli pubblicazioni. Di esse nulla diremo, perchè già note ai nostri lettori che hanno avuto modo di apprezzare, con l’ eleganza dello stile, la vasta col- tura dell’ Autore. Ci limiteremo solo a segnalare con viva compiacenza come S. E. l'on. Rava, Ministro di Agricoltura, Industria e Commercio, abbia chiesto al prof. Bellini copia delle sue pubblicazioni e. gli abbia poi indirizzato una gentilissima, lusinghiera lettera di en- comio. Al carissimo amico le nostre vive congratulazioni. Esposizione nordica di « pesca ». — Alla fine di Luglio e al principio di Agosto si tenne a Marstrand, sulla costa svedese del Hfio ai un lettori che dal 4 al 9g giugno 1905, promosso dalla Società Austriaca di pesca, avrà luogo a Vienna il Congresso inter- ‘nazionale di pesca e piscicultura, al quale ci auguriamo intervenga una larga rappresentanza italiana. Il Congresso riescirà certo gran- demente importante, come ne fan fede gli svariati e interessanti ar- gomenti che saranno in esso trattati, e che sono compresi nel se- guente PROGRAMMA PROVVISORIO Disposizioni legali per regolare la Pesca. Norme per compilare la statistica internazionale. Dazio sui pesci, bilanci commerciali. Difesa degli interessi della pesca nelle opere idrauliche. . Risultati degli studî scientifici: a) ermafroditismo nei pesci; 6) distribuzione geografica dei pesci d’ aqua dolce europei, compresa la Siberia; c) nutrimento dei pesci ed importanza del plankton; 4) sul- l'emigrazione delle varie specie di Storioni nelle aque europee; e) sul- l'emigrazione delle anguille, arringhe, sardelle e sardine. 7. Modo di regolare gli studî biologici internazionali, e principî generali per l'impianto di Stazioni biologiche. 8. Piscicultura: a) allevamento dei pesci di mare; 4) allevamento dei pesci d’ aqua dolce; c) allevamento dei gamberi; 4) allevamento delle ostriche; e) allevamento dei pesci d’ornamento; 7) scale di monta; g) introduzione dei pesci esteri. Malattie di pesci. 10. Peste dei gamberi. Elenco dei pesci d’oltre mare, specialmente delle regioni tropicali, che vengono sul mercato europeo. 12. Insegnamento piscicolo. 13. Istruzione preparatoria per fare dei pescatori di profes- Sud NH sione. 14. Proposte per l’organizzazione della classe dei pescatori (agenzie di collocamento). 15. Salvataggio nell’industria peschereccia. 16. Organizzazione di Corporazioni nell'industria piscicola. F7. “Qui SaSode a) Disposizioni generali; 6) tariffe; c) mezzi tecnici. Disposizioni internazionali contro l'inquinamento delle aque.' pater» dhe, 18. Commercio del pesce: 4) mezzo per aumenti sumo; 6) disposizioni regolative dei mercati (annotazioni ( 19. Vantaggi e danni della pesca a strascico. nei picc sE 5 sk Il Congresso di pesca deve studiare le più importanti questioni 5: di pesca di comune interesse, e presentare le relative conclusioni CIG memorie ai Governi, alle Autorità provinciali, ed a qualche altra Ls Autorità ufficiale. Membri del Congresso sono i rappresentanti di Gore i de- legati delle Società nazionali ed estere di pesca, le Corporazioni e persone invitate dalla Presidenza del Comitato, e tutte quelle per- -S sone, nazionali e straniere, che si può presumere portino interesse al Congresso, e che dichiarino di inscriversi. Tutti i membri del Congresso hanno il diritto di dare il proprio voto per le nomine, e di presentare proposte personali. Nei casi in cui le Corporazioni fossero rappresentate da più delegati, i presenti daranno un solo voto per ogni corporazione a mezzo dell’incaricato di votare designato dalla Presidenza. Tutti i membri del Congresso, ritirando la tessera di congres- sista, hanno diritto di prender parte a tutto quanto verrà organizzato, | escursioni, ritiro delle pubblicazioni del Congresso, e del distintivo, I membri del Congresso si obbligano di attenersi alle disposizioni e decisioni di esso. ote=Comunicazioni=Corrispondenze Cooperative di lavoro fra pescatori. — La Società Regio- nale Veneta, a mezzo della propria Scuola di Pesca, ha istituito nel mese di Settembre altre due Cooperative di lavoro fra pesca- tori, e cioè una a Chioggia ed una a Pellestrina, con scopi analo- ghi a quella di Burano, intorno alla quale abbiamo riferito nel fa- scicolo precedente. Altre Cooperative si stanno istituendo a Venezia e frazioni ed a S. Pietro in Volta, e così sarà compiuto il primo, importantis- simo passo verso quella grande, completa organizzazione a cui mira la recente legge votata dal Parlamento per la redenzione econo- mico-morale del proletariato marittimo peschereccio. Lon À PI so | partecipazione telegrafica della costituzione delle dette due Coope- rative, Sindaco Chioggia Graditissimo giunsemi quà annunzio da lei gentilmente datomi fondazione cooperativa lavoro pescatori chioggiotti sotto auspici Scuola pesca e Società regionale veneta. Confortato vedere, nel suc- cedersi di tali benemeriti associazioni, favorevolmente accolto invito mia legge, mando cordiali saluti a lei ed a codesti operosi lavo- ratori. « Ministro RAVA ». Sindaco Chioggia Grazie vive del suo telegramma. La classe peschereccia di ‘Chioggia ho sempre curata, amata e difesa, e mi allieto del nuovo sodalizio che sorge e a cui sarò felice di poter giovare. « LUZZATTI ». Sindaco Pellestrina Notizia comunicatami in forma tanto cortese della costituzione ‘Cooperativa lavoro tra pescatori codesto Comune, per iniziativa Scuola Pesca, giunsemi, graditissima. Vivamente ringraziando mando il mio cordiale saluto ai pro- motori ed auguro sia feconda di bene la provvida opera loro. « Ministro RAVA ». Sindaco Pellestrina } Vivamente ringrazio del cortese saluto che ricambio coi più ‘cordiali auguri alla nuova Cooperativa. Saluti a Voi, a Comello, ed agli altri benemeriti. « LUZZATTI ». La pesca nelle aque austriache. — Il negoziato in corso per la rinnovazione del trattato di commercio e di navigazione con l’ Austria-Ungheria dà speciale sapore di attualità alle seguenti no- tizie, che la statistica austriaca fornisce circa la campagna di pesca 1902-1903 nelle coste orientali dell’ Adriatico, Il numero di pescatori è stato presso a poco eguale a quello della campagna precedente, durante il periodo estivo, ed aumentò di 588 durante il periodo invernale. Ecco le ga: “divise per re Campagna estiva « Pescatori. a 14,364, 932; totale 15,296. - Campagna invernale: Pescatori in Pescatori daliana 1,375: a 14,146. 3909 battelli: 3749 gli in digini di un Ana dil corone. TE 5 1,505.500, e gli italiani 160 del valore di corone 311. 20055) ES sa Nell'inverno si impiegarono complessivamente 3564 battelli: da 3294 indigeni di corone 1.333.200 e 270 italiani di 531.700 corone, Individualmente, la pesca è riuscita più produttiva ai pescatori italiani che agli indigeni. Infatti, mentre il numero dei primi sta a quello dei secondi nel rapporto da 1 a 15 nella campagna estiva, e di 1 a g nella invernale, il valore dei prodotti della pesca sta in rapporto da 1 a 8 in estate, e da I a 3 in inverno. B La tabella seguente espone i dati relativi al prodotto son. e al suo valore, complessivamente per i due litorali dell'Istria e della Dalmazia e distintamente per i pescatori delle nazionalità: î Quantità Quintali Pescatori indig. - Pescatori ital. Totale Crostacei 4,164 617 4781 Molluschi 10,763 2,336 ; 13,099 Pesci 78,176 32,492 110,668 Totale 93,103 35,445 | 128,548 Valore Corone Crostacei 186,630 - 39,381 226,011 Molluschi 287150 101,272 388,403 Pesci 4,626,509 782,811 5,409,320 Totale 5,100,270 973464 6,023,734 4 Il valore totale della pesca aumentò in confronto della cam- pagna precedente di 402,755 corone, delle quali 320:193 spettano ai pescatori indigeni e 81,957 agli a Direttore responsabile Dort. Davip Levi MoRENOS . NELL’ a MARITTIMA. PID I È legante Subbiltazione in elzevir, riccamente illustrafa, di circa. pagine 900, d divisa in due volumi Lire 0. Per gli abbonati alla “ Neptunia,, Lire 3 INDICE DEI CAPITOLI. Dedica simbolica. — Proposito. — Introduzione. — Arti di pesca antiche e nuove. — Pregi delle peschiere e difetti di altre arti. — Le ‘nostre grandi pesche perdute. — Le pe- schiere etrusche alla Tagliata del’Ansedonia. — La villa dei Domizi Enobarbi. sull’ Argen- tario e i vivai salsi romani. — Il Bagno del Saraceno all’ Isola del Giglio, vivaio. salso .domizio. — I vivai di Fulvio Irpino alla foce della Marta e gli ostreari antichi e moderni. — . La Villa di Clodio e le Peschiere sul Lago Prile. — La Peschiera di Falesia. 414 E. V. — 5 La Peschiera degli Abati e dei Conti sulla. Fiora. 1000 E..V. La Peschiera della Repub- blica senese sulla Bruna, 1481 E. V. — Le quatrro peschiere di Cosa e i Vivai salsi a Orbe- tello. — Municipalizzazione. — Produttività. — Acclimatazione. con vivai di stabulazione jemale. — Genetica. Femenalizzazione. Istinto di direzione. Emigrazione: e cattura delle anguille. — Abolizione della pesca vagantiva..I laberinti delle peschiere. — La Peschiera di Bolsena. — Le Peschiere della Mesola. — La Stazione ittiogenica Italiana a Punta Nera 0 all’ Isola d’ Ercole presso l’Argentario. — I laghi di Monate e di Varano e lo Stabilimento Pescicolo Borghi. — Le nostre pesche in mare. — Legislazione delle aque salse e miste di pertinenza comunale. | i À î Wier geo TOtiNN Ito tito ot*tt9 DS * & & VENEZIA HOT "EL D TALIE BAUER Restaurant BauerGrii nwald GIULIO GRUNWALD, Senior Propriet. VENEZIA & * & & & DI 4 +8‘ enrica «UK KTW ; | eo Ali Ito - e Birraria con ie. è I /--@>-@'@@=Uu}F{<|x_tUÒTi{H)Ò)ÒJxqi_ SIR ZA + VIA VITTORIO EMANUELE +» - Restaurant Pensioni | Servizio alla carta de Sd e DESIO È où + asti gf di 2 * PE. STABILIMENTI DUE TORRI E : MOROSI e E, I fanghi ed i dagli cai 23 a en pe efficaci in un vasto Sua di aldo Tali ralisi, nelle nevralgie « e nervriti, E de m toci iti pruri i gine. urticaria, ecc. Le Lee ( DEA Ta Li Lu si SR: le Ie di dui Medico dello Stabilimento Carlo dott. 5%; fanno. pensioni che compra SACRE SO SE raga a Ye ala coi Abano I treni diretti si fermano alla stazione di ‘Settembre. [ee Tei pista 3taliana di [esca CÒ Fquicaltuta | MARINA- FLUVIALE - LACUSTRE “i | i i “Premiata con avlagi d'oro all’ Psposizione di Milano 1894 ed all'Esposizione di Torino 1898 DE Fondata e diretta dal Dott. D. LEVI-IMORENOS a ORGANO CENTRALE 2 per promuovere .la FEDERAZIONE NAZIONALE AQUICOLA Riassume gli Atti delle Società Italiane di Pesca € -d’Aquicoltura °-° eno v@ SOMMARIO. sx ì Jack la Bolina

2 Dal quale la cortesia del mio amico, Lorenzo D'Adda, memore che da una diecina d’anni in qua attivamente mi occupo delle in- (1) Riportiamo dalla Rassegna di Roma 441 luglio 1904, questo studio che merita la massima diffusione. Jack la Bolina, l'illustre storiografo della nostra Marina Militare, da anni è attivo entusiasta propagandista della rinnovazione tecnico-industriale delle nostre pesche e se qualche cosa si conseguirà in questo campo, non va dimenticato che Jack la Bolina è un pioniere di questa rude campagna per il progresso delle industrie peschereccie. r La DIREZIONE, ò disponi ii riforme ui pes L * di cui nessuna — ahimè ! - del più accurato esame e ‘della massima LE Ri, L’opuscolo è scritto in inglese, l’idioma internazionale pone ; v’è tutto l’ indispensabile, nulla di superfluo. es ‘Consfa ciotto facciate e di alcune fototipie Curioso paese ! che non. la storia a tutte le salse e che procede diritto come un I allo sc pe trattisi di conquistare la vittoria in campo, quanto di fondare ran zionalmente un” industria nazionale ! * * * Il Suzsan koshuijo provvede all’indirizzo scientifico della pesca ed all'allenamento pratico di chi la deve esercitare. È dunque or- gano tecnico e scuola di mestiere insieme, perchè comprende la piscicultura, la tecnologia peschereccia e tutte le arti che intorno a quella della pesca gravitano. Breve è la storia dell'Istituto. Nel 1889 la .Soczetà della pesca giapponese (ah! dunque già v'era una Società industriale per met- tere il mare er coupe reglée !) riconoscendo la necessità di promuo- verne il sapere, fondò la scuola di pesca in Tokio. Nel maggio 1893 il Ministero d’ industria e commercio domandò alla Società di am- ì pliare l’ insegnamento che impartiva ai discepoli già raccolti; e ad.“ — un' tempo attribuì al bilancio della scuola un ‘annuo sussidio. Così È incoraggiata la Società edificò uno stabile nuovo ; il corso ch'era < annuale prima del sussidio, fu allungato di un semestre dopo la concessione della somma e poi condotto a due anni. Nel 1896 il. Ministero della pubblica educazione (quanto dice in favore del Giap- | pone il vocabolo educazione invece che il nostrale zstruzione |! 1:scelse sta quindici graduati nelle diverse scuole normali dell’Impero e li mandò all’ Istituto a ciò fossero addestrati come istruttori nelle scienze e nelle arti della pesca. In quell'anno stesso 1896 la Dieta imperiale fe’ argomento di memoriale il disegno di porre la scuola sotto la supervisione dello Stato ; e nella Sessione del successivo 1897, i fondi furono all'uopo votati. Chiusa temporamente per causa di queste mutazioni d’indi rizzo amministrativo, la scuola si riaprì come Università imperiale È i) DA Da (ES n at Le ratti VIA: | $ oe notre anni ‘di corso, e ogni. 1a delle n Dea tecno-. — i ‘Sio dal 1899 l’ dono: era stato dotato din un battello a vela di 140 tonnellate, il Kaiyo Maru sul quale gli studenti facevano ; È | studi pratici. A | s È ; 241, ‘ Coloro che dell’industria estrattiva, che è la pesca, si occupano E |» ritengono che la conservazione del pesce, sia mediante la sala- 33 | tura, o l’affumicamento, sia mediante le concie diverse (marinatura br «ad uso Comacchio, bagno nell’ olio ad uso Nantes) costituisca un A i: appunto notevolissimo nell’industria. Noi che inventammo la mari- er natura comacchiese, ma che trascurammo ingentilirla fermandoci ad un regime che data dal 500 e del quale v' è forse traccia classica romana, sappiamo che con l’ andare dei secoli anche il gusto del palato si raffina, ma nulla facciamo per uniformarci a codesta re- gola. Di una scuola di concia, non ci viene alla mente nemmeno il Paz a ce TSI pensiero. Ma il Swisan koshuijio non è solamente un fiore scientifico, ma 7 un saporoso frutto industriale. Vi si insegna anche a salare e pre- parare il pesce, ad estrarre l’iodio dalle alghe marine, ad estrarre l’olio dai tessuti di animali marini ed a tessere le reti. Inoltre l’Isti- tuto manda lungo le coste dei conferenzieri a spezzare il pane del- l’arte rimodernata alle varie scuole pescherecce disseminate do- vunque. Dall’ Istituto, che è un vero centro d’irraggiamento scientifico tecnico, dipendono : I. la stazione sperimentale nella città di Odawara situata nella Prefettura di Kanagawa. 2. La stazione zoologica di Fujagawa, nella Prefettura di Tokio, destinata specialmente alla cultura della reiza (la carpe. dei francesi) il bello e saporito pesce che nella decorazione giapponese riesce così spesso in cesellatura e in pittura. La: stazione a ‘ino vazione delle trote. fedi pubblica. Lo stato maggiore universitario, al dì fuori degli assistenti conferenzieri minori, si finoze di sei professori e quattro maestri di conferenze. Il palazzo, perché tale è, contiene novantuno ambienti. Intendo benissimo che la pesca sia cosa di gran momento per un popolo z7f0fago quasi esclusivamente quale il giapponese. Intendo che le di due correnti che s'incontrano (il Kwroszv0, ch’ è la corrente calda del Pacifico corrispondente al Gu/f stream dell’Atlantico, e la corrente polare, formino delle aque giapponesi i la ricca riserva peschereccia che ognuno sa e che nell’ Atlantico ha i la sua rispondenza nel Banco di Terranova e nei paraggi circonvicini, Ma egli è certo che il Giappone dà l'esempio della exp/oztatzion scientifica dell’ aque salse; e che oggi tutti precede, dt Rea Qui non posso far a meno di dire che alcuni anni fa, essendo stata bandita a' Bergen un’Esposizione universale di pesca, cui l’Ita- lia non prese parte, il Giappone conquistò tutti i primi premi e i più ambiti diplomi d’ onore. Soverchiò persino la Norvegia, che è la contrada caucasea che su tutte le altre sorelle mena vanto di primato. Oggi non v'è industria che si sviluppi fuori delle linee scien- È tifiche. Quando si ostina a rimanere attaccata alla cosiddetta fra- | tica, che è l’esercizio della venerabile usanza, è punita con la 724- serta la quale, allorchè raggiunga una certa speciale misura, conduce l’uomo a disertare il lavoro che non concede più il minimo del compenso indispensabile al sostentamento. Noi siamo in Italia in queste condizioni. Secondo le statistiche governative ìl pescatore italiano guadagua in media oltre al nutri- mento lire 127.40 all’ anno. "i TRICIA ; A grande mercato europeo Sh E EN RO in Scandinavia, dovunque, riamo che di Jà ci venga qualche progresso in fatto di pesca. È vezzo copiare i vincitori, malvezzo, ma talora sorgente di bene. = JACK LA BOLINA. FI Commercio dei principali Crostacei nel (Mercato di Wenezia. -——== i-<©0 __ Nel n. 6 della Nepturia dello scorso anno ho pubblicato alcune notizie intorno alla pesca ed al commercio dei Granchi da esca (Carcinus moenas. Leach), rifiorente fra noi per opera intelligente dell’ « Associazione del Mercato del Pesce ». Ne dò anche quest'anno la statistica, servendomi delle notizie fornitemi dal Sig. V. Scarpa e perchè ho estese le mie ricerche anche ad alcuni Crostacei com- mestibili ne pubblico i risultati risguardanti il primo semestre 1904. In dette ricerche mi coadiuvò il bravo Ispettore d'Annona Sig. S. Novello, al quale porgo vivi ringraziamenti. Granchi da esca: -— Lo scorso anno accennai alla con- venzione fatta fra pescatori, intermediaria la Società Regionale Ve- neta di Pesca e Aquicultura, per una misura unica a base decimale, di mezzo ettolitro, misura che ottenne. per la forma'a tronco di cono, non usata per le sostanze secche, l’ approvazione del Ministero. Detta misura andò in attività solamente quest’ anno, perciò i da7z/7 di cui avrò da dare il numero si intendono ancora a vecchio si- stema di litri 43.45. I prezzi contrattati furono due : in Maggio e Giugno il valore del Barile fu di cent. 65, dei quali 60 andarono ai pescatori, 4 agli zione del pesce di mare, “questo x ò, dA ESA Le E SIE n TORA, Ea Cal È 53 $ È FE x fc: L-4 Aù e ciò con un aumento di L. 10577,98 sul prodotto dell’anno 1902. Nel seguente specchietto sono riuniti i dati relativi alla cam- pagna 1903: + BATTELLI CARICANTI SE Numero Importo Provenienza Numero deRedccoggi Lire | CI! (Grado: Satis; I DI 156 . 110|76 Isola eten en 4 14622 10381|62 | 3a x A Pirano sti re 40) 8828 6267|88 S ROVIOno? eroi 4 23127 -16420/17 | 3 13 46733.‘ 33180|43 | = A é ; d A questo confortante risultato si potè pervenire con la saggia. i o organizzazione data dalla Associazione del Mercato del Pesce all’in- i dustria dei Granchi da esca. In quest’ anno però mi dicono siano sorte delle difficoltà per. la questione dei prezzi di trasporto, e una conseguente scissione fra pescatori. /rcoscientia imperat, ed i pescatori si associano, con Cota loro danno, alle beghe della speculazione. bha ne (1) Un battello a vapore. ‘naturalmente coftsse, Se E: 4 ‘ma in sostanza. fertilizzante per avere qualche dato sul tue modesto Crostaceo, e il Sig. Cadorin con al- | cortesia mi ha SSL che i suoi DEL, non li Urtek a È prosperi i in gentilezza, n conto mio non CREA che racco- — mandarlo all’ Agente delle tasse, per un informatore del quale egli mi ha certamente scambiato. Molecche. — Sono i Granchi maschi e femmine al mo- e mento in cui hanno rigettato la vecchia crosta. Durante il periodo 3 di muta son detti spiazzari ed i pescatori li conservano in vivai # di vimini detti vzer? fino al giorno” in cui sono completamente spo- D gliati del vecchio dermascheletro 4 Le Molecche sono cibo apprezzato e si mangiano fritte. * In questo primo semestre 1904 se ne vendettero sul nostro È mercato 97380 chilogrammi al prezzo medio di L. 0,68 per chilo- 3 grammo con dei minimi di L, 0,50 ed un massimo di L. 0,90 (4 giugno Kg. 100). a Canocie. (quia mantis, Rond) — Sono comuni in laguna n come nel mare e si pescano con reti a strassico l’ Osfregher. n Più apprezzate sono le femmine che non hanno ancora emesse le uova, co/ coral, e si mangiano lessate. Da gennaio a giugno se ne ebbero sul mercato Chilogrammi 15380 che si vendettero al prezzo medio di cent. 43 per Kg. Il Mess prezzo massimo cui giunsero fu di L. 0,50, il minimo di L. 0,30 per Chilogrammo. È Granzeole e Granzoni: (Femmina e maschio della Maja squinado. Latr ) — Sono assai comuni nei mesi di Maggio e Giugno Ta SIA con l’ SEI in To: nei Vallo con reti ferme ad una lunghezza anche di due Km. bi VA * Scampi. (Nefhrofs norvegicus) — Si pescano lungo le coste. 4 hi della Romagna; a Bocca di Segna, nel Quarnero e in generale nel È & nostro mare in quaranta passi d' aqua. Da noi per pescarli s'usa A la coccia, in Romagna adoperano reti speciali e barche più grandi sl Rc dei Bragozzi, dette Bacoli, che in altre epoche dell’ anno si usano SA ° CASA per il commercio. | ; Rf L’ epoca della pesca degli Scampi è da Novembre a Maggio — : però nel mare di Romagna i pescatori vi si dedicano. soltanto in carnovale e quaresima. 4 ni Gli Scampi banno grande valore commerciale e sono ricerca- 5 tissimi ; il loro prezzo assai elevato dipende anche dal fatto che dd dell’ animale appena la terza parte è commestibile, quantunque qual- che uso si faccia anche del cefalotorace. x ") ( na NET, TROTA RIT NT La quantità di Scampi esitata sul nostro mercato nel semestre nd Gennaio- Giugno di quest’ anno fu di Kg. 14900 pari a Kg. 4970. circa di crostacei senza testa. Il prezzo medio degli scampi senza testa fu di L. 5.30, con la testa costarono in media L. 1,80, con s un massimo di L. 3 (28 giugno Kg. I1oo da Fiume) ed un minimo. di L. 1,20 (20 febbraio Kg. 300 da Fiume). : È . 5 È Riepilogando ora i risultati della statistica per il commercio dei | quattro principali Crostacei del nostro mercato, per il 1° semestre. 1904. Sì ottiene : “ Molecche Kg. 97380 TE 66218,40 7 de, Canocie Kg. 15380 » 6613.40 Granzeole N° 82400 » 22248,—- o 4 Scampi Kg. 14900 » . 260371;== " mit i @ In totale L. 121420,80 vali, da RICE in poi, si D. G. NALATO VALLICULTURA Lavori che si eseguono in una valle arginata nei mesi di Ottobre e Novembre. Mese di Ottobre. — /nizio della pesca. - Tutti i lavori pre- paratorii sono stati eseguiti ed ora viene il periodo di raccolto. Nel primo scuro di luna di questo mese si incomincia la pesca delle anguille. La pesca si fà nei soli lavorieri della chiavica maestra perchè non si muovono le altre chiaviche per fare entrare l’aqua. Non appena si presenta un giorno favorevole, accompagnato magari da un forte temporale, nel momento che l'aqua entra dal mare, e prima di sera, si alza la porta del traghetto e poi quella della chiavica maestra, lasciando che l’aqua entri impetuosamente in valle; dopo si accomoderanno nella c47/a tre cogòli con forti cer- chi capaci di cinquanta chg. di anguille per cias:-heduno e muniti ognuno di una maniglia per alzarli quando sieno pieni. Di contro alla chila, con la coda verso valle, ed assicurate le aste alle pareti della cogolèra, si calerà un secondo cogòlo lungo sette od otto metri munito pure di forti cerchi come i primi e capace di tre o quattro quintali di anguille; i primi prendono il nome di « archette » ed il secondo prende il nome di «scion». Dopo avere disposte queste reti si forerà con un palo l’otèla a sevente del lavoro da sievoli perchè le anguille nella loro corsa possano passare libera- LARE 2 xi DI x CI nell’otèla come prima, e ogni volta che si RSS si er la stessa operazione che può ripetersi anche ogni quindici o. venti. | minuti. Quando il «scion» è pieno lo si sposta tanto che non im- pedisca alle anguille di entrare nell’otèla, e col giorno si vuota. Succede in qualche periodo, nelle forti seventi o con tempo- rali favorevoli, che la pesca riesca abbondante ed allora è più pra- tico levare le archette e pescare nell’otèla con le volèghe, pesca più breve ma più faticosa. Non appena si riscontrano i vieri sufficien- temente riempiti si trasportano alla palina e al posto di questi se ne portano di là altri due, o tre, vuoti, i quali alla loro volta sa- ‘ranno sostituiti con altri. Non devesi illuminare troppo lo spazio ove si pesca perchè la troppa luce impedisce la corsa verso il mare — alle anguille. Il massimo della pesca delle anguille si raggiunge per solito nel periodo di questo scuro di luna, e se la stagione fa- vorisce con temporali la pesca, pochi femenali restano in valle. La pesca si fa maggiormente quando l’aqua entra e cioè nel periodo di sevente e quando l’aqua esce si deve alzare più possibile la porta della chiavica per far uscire molta aqua e mantenere la valle più secca possibile durante il giorno, e cioè quando non si pesca, si avrà cura di fare entrare poca aqua regolando tale operazione a seconda della disposizione della pesca. Quando l’aqua esce bisogna chiudere le bocchere del contra- pesso e tressa perchè il pesce che sarà entrato nel colaùro (?) non abbia ad uscire andando contro corrente; e si rialzeranno quando (1) Tavola che corre in apposite scanalature e che chiude il passaggio. (2) Bacino profondo che resta chiuso fra due lavorieri e che serve per conservare il pesce per qualche tempo. m Date 5 p gi vati igiene a certa corrente. Secondo gli impegni assunti si faranno le spedi- dr — zioni delle anguille pesandole e trasportandole fino alla riva di im- barco se queste partono in barca alla rinfusa, o si verseranno nelle marotte se in queste l'acquirente desidera conservarle. Quando fa il chiaro di luna e se la valle si fosse riempita troppo di aqua anche in causa delle pioggie, si può scolare con le altre chiaviche secondarie non mancando di fissare nelle tresse un cogòlo, aiutando così un più immediato sgombro alle aque e disponendo la valle per il prossimo scuro di luna. Se dovessero verificarsi delle colme stra- ordinarie di aqua. si avrà cura di assicurare con puntelli le porte delle chiaviche e si andrà a visitare gli argini circondarii per ve- dere se esiste in questi nessun passaggio causato dagli animali © da altre cause; passaggi che vengono benissimo indicati dall’aqua che passa e che subito si chiudono con terra bene compressa, Nel caso in cui non si potesse, causa la pressione dell’aqua, abbassare la porta della ‘chiavica e non si volesse far entrare tanta aqua, si prenderanno delle grosse assi e si caleranno a piombo lungo la porta fino a toccare la platea e accostandole una all'altra si chiuderà in gran parte lo spazio che la porta lascia aperta. Con la tratta si pescano i pesci nel colaùro e ordinariamente ogni sette o otto giorni si spediscono sul mercato in apposite casse i pesci più piccoli conservando in apposite chiusure i pesci più grandi e che acquistano in seguito maggior valore. Se con il pesce grande si pescano dei pesciolini di un anno si metteranno subito nella peschiera. La peschiera già chiusa da tanto tempo sarà più alta di aqua della valle e nelle belle giornate si farà passare per merito del dislivello il pesce piccolo del colaùro in questa per un. chia- vichino adibito a questo uso e munito di un telaio armato di rete di canape che permette il passaggio al solo pesce piccolo che deve andare a stabilirsi in questi ripari, I baicoletti non andranno mi- schiati con l’altro pesce e saranno passati in apposita peschiera perchè altrimenti farebbero strage di piccoli pesciolini. Mese di novembre. — esca. Nello scuro di luna si conti- nuano a pescare le anguille còllo stesso sistema già descritto. In AR nl 4, malesi . pap e” » Vì © Agen 7. JE PA andare attraverso il telaio di cor sistema già accennato, nella peschiera e si chiuderà il chiavichino di c i il colaùro e la peschiera non appena avrà cessato di. uscire, | Biso- gna osservare che i topi ncn mangin> la rete del telaio perchè non abbiano passare col piccolo tutte le altre specie di pesci. Il telaio non serve tutti gli anni perchè a seconda dello sviluppo del pesce bisogna adattarlo ogni anno. Ogni settimana si pescherà nel colaùro quella quantità di pesce che si crede opportuno inviare sul mer- cato; per solito neanche in questo mese si mandano tutte le specie di pesci vecchi di tre anni in su i quali si tengono separati dal pesce più piccolo che si deve mandare regolarmente in maggiore. o minore quantità. Qualche volta non occorre pescare con la tratta quando si deve catturare una certa quantità di pesce, perchè basta aprire, quando l’aqua entra, la tola del lavoro da sievoli perchè i. pesci, specie i caustelli (1) più obbedienti delle altre specie all’aqua si spingano contro corrente ed entrino nelle otèle e nella camarela riempiendola magari totalmente. Questa operazione riesce meglio nella notte, e di giorno se l’aqua entra un po’ torbida. Per potere tenere i pesci grandi separati dai piccoli si devono avere nel colauro d'ie contrapessi e fra il primo ed il secondo la- sciare entrare tutto il pesce che arriva istintivamente, seguendo la corrente, dal campo vallivo e munire dopo il secondo con un telaio di maglia sufficientemente larga da permettere cioè il solo passag- gio al pesce di due anni e trattenere così il pesce più vecchio e più grande nella prima conserva. Questo passaggio si ottiene quando l'aqua entra e levando la tola che ostruisce il passaggio dal con- trapesso alla seconda conserva. In questo mese le «argrele (2) sen- » (1) I botoli da due anni in su. (2) Atherina Boyeri Risso. ; Mit AE Si arti ALA, SI dog allora si pescano con e di rimediarvi se questi si riscontrassero, e ciò allo scopo di non Di perdere del prodotto. Approfittando delle belle giornate, e nelle sa 5 SR ATA ; È - pra | ore più calde, si irrigherà di sana aqua la peschiera per assicurare E . al pesce che vi si rinchiude un sicuro riparo per tutto l'inverno, i: Pe USA, V. VOLTOLINA pr a dA PBote=Comunicaz ioni=Corrispondenze a 5: "i DE La Pesca in Danimarca. -- Vi sono cinque generi di pesca. 3a Sulle coste prive di porti; questa non può farsi che con Pe «barche piccole, che debbono essere tirate a terra al ritorno. Così è A | ancora nell’ importante pescheria dello Skagen ; È 2. Sulle coste scoperte, ma provviste di qualche 1 Questa bi pesca ha progredito e si fa ora con cuzter; È Di 3. La pesca con reti a strascico, la quale si serve di barche pi _ da 4 a 12 tonnellate; R E; 4. La pesca dei fi0rds, che impiega mezzi svariatissimi ; pri È 5. La pesca del limfiord, che ha una superficie di 25 leghe bee | quadrate ed è molto ricca. n Ogni danese ha il diritto di pescare nelle aque marine; lo Stato, | però, ha evocato a sè alcune funzioni, e spende per questo servizio | 220 mila corone all’ anno. Si calcola che la pesca in mare dia un reddito annuo di lire DA 9;830,000 (l’ anguilla 2,800,000, la soglia 2,800,000, il merluzzo di: 660,000, l’ aringa 660,000). (4) Quando sentono il bisogno di andare in mare. i tina del 23 Agosto, quasi ( È pria per salvezza della figlio trilustre. ARE) ll cav; Vincenzo Tutino sorpreso dalla. ‘morte el v maturità — non aveva ancora 50 anni — era ‘nativo. di ell SI 3 mare. Si era laureato in Agraria nella R. Scuola Superiore di "ASA coltura di Portici e dal 1881 entrava impiegato al Ministero di Agri- coltura ove da più anni reggeva la importantissima Sezione Caccia, Pesca e Filossera. Come capo Sezione era d'ufficio Segretario della z 1 Commissione consultiva per la pesca e rappresentava nel Ministero 3 si può dire la tradizione amministrativa di oltre un ventennio di. attività governativa ai riguardi delle industrie peschereccie ed; aquicole. Era di modi cortesissimi, aveva serena tranquilla espressione. il che gli dava naturalmente modo di sostituire la sino a pochi mesi or sono quasi assoluta e vergognosa deficienza degli stanzia+ menti in bilancio per la voce pesca, con quelle forme e frasi che la burocrazia nostra — spesso tanto migliore di quanto si crede - — — ha dovuto apprendere per la fatalità imposta dalle finanze ita- s, liane, quelle frasi che ripetono in vario tono il « lungo prometter coll’ attender corto ». : È quindi vivo, sincero il rimpianto che il cav. Tutino lascia di sè, è profondamente sentita la compassione per la desolata famiglia alla quale Direzione, collaboratori e lettori della Nepzuzia mandano espressioni vivissime di condoglianza e di compianto. i D. Levi MoRENOS (1) Dal Giornale d’ Italia riportiamo la narrazione del tragico fatto clie causò la morte del cav. V. Tutino ed i particolari che. sono veramente strazianti : La notte dal 22 al 23 Agosto aveva imperversato un vero tem- porale che aveva lasciato il mare torbido ed agitatissimo. Il cav. Tutino, che era un bravo e coraggioso nuotatore, non 161. impressionare ‘dalle condizioni del mare, ed uscito verso le ant. dal suo grazioso villino recavasi alla vicina spiaggia, detta di Furmillo, insieme a due suoi figli, Bartolomeo, un simpatico gio- | vinetto di 15 anni, che frequenta la quarta classe del ginnasio En- ‘nio Quirino Visconti in Roma, e M/arce/la, una bellissima fanciulla "quindicenne, Nessuno dei tre pensò che il ‘bagio potesse esser pe- ricoloso e svestitisi, si gettarono in acqua. La signorina Marcella, che ammaestrata dal babbo era dive- nuta un’abile nuotatrice, si lanciò lontano dalla riva, nuotando ar- ditamente come soleva fare tutti i giorni. Ma le onde incominciarono a soffocarla ; tentò di ritornare a terra, e le mancarono le forze ; allora gridò al soccorso. Il babbo a quel grido accorse prontamente e con poche brac- ciate raggiunse la pericolante; ma la difficoltà maggiore consisteva nel camminare verso terra vincendo il mare contrario. La lotta con il mare irritato e muggente fu lunga. ma final- mente il povero padre riuscì a spingere la figliuola, pallida ed ester- refatta verso la spiaggia. Lo sforzo compiuto aveva esaurite le forze del Tutino che, trascinato da un’ondata, andò a cacciarsi fatalmente nella sinuosità di uno scoolio a fior d’ acqua poco distante. Benchè nuotatore fortissimo il Tutino non seppe allontanarsi dal punto pericoloso in cui erasi cacciato! le ondate che arrivavano una dope l’altra, gli toglievano le forze, lo soffocavano. La lotta fra l’ uomo ed il mare fu lunga, e la vittoria rimase a quest’ ultimo : il Tutino perdè la conoscenza e miseramente annegò. I figliuoli che dalla riva assistevano terrificati alla terribile scena, impotenti a prestare aiuto, gridavano disperatamente. Il corpo del Tutino fu inghiottito dalle onde, poi riportato a galla e gettato sulla riva. I due giovinetti credendo che il babbo non fosse morto lo ti- rarono pietosamente a terra chiamandolo coi più cari nomi e cer- cando di rianimarlo. Giunsero anche altre persone, ma ogni soccorso fu vano, il Tutino era morto. . Una circostanza strana che ricordano i nostri vecchi: il cav. Tu- tino si è annegato fra gli scogli sui quali sorge isolata nel mare la Torre dei Galli, una costruzione medioevale alta circa 12 metri Dall'alto di questa torre, il padre ora morto, il cav. Beniamino, soleva gittarsi a mare per dar prove della sua abilità natatoria, la quale è tradizionale nella famiglia Tutino. Lo stesso cav. Beniamino, nel 1860, in occasione di una ter- ribile tempesta, visto al largo un piccolo brigantino pericolante, si fece legare attorno la vita una corda, e sfidando le onde altissime e furenti, raggiunse a nuoto il brigantino, salì a bordo, e riuscì a salvarlo, facendolo tirare a terra mercè la fune che aveva tra- e lo scoglio. di quello fra Castellamare. La famiglia del cav. “come vi scrissi, meno una bambina di 12 anni, he. vasi la nonna. Essa componesi della moglie, signora Teresa Paoluc gentile signora romana. sorella del proprietario dell’ « Hotel . del 1 in Roma, e dei figli: Marcella di anni 15, Beniamino di anni or Rita di anni 12 e Luigino ancora lattante. Edi Purtroppo, la disgrazia che ha colpito la povera famiglia ue pra tino, è non solo morale, ma anche finanziaria, perché il defunto nono È aveva ancora raggiunto ‘gli anni di servizio per aver diritto alla. 4 pensione. *: Rasa) Il cav Tutino aveva altri parenti in Roma; il cognato mag- giore generale Vzfer5o, direttore generale delle on navali. <& al ministero della marina, la sorella Zeoni/de, ed il fratello avvocato Valerio.- A quest’ ultimo il Maia di agricoltura e commercio, dal quale il detunto dipendeva, ha scritto una nobile lettera, nella quale leggesi : « Il Ministero cercherà di rinvenire nel bilancio i mezzi per provvedere alla famiglia di questo funzionario, che servì lo Stato con tanta fedeltà e con tanto onore ». Ed invero il Tutino fu impiegato integerrimo : egli ebbe per molti anni la direzione di un servizio importantissimo, qual'è duce della filossera, e muore lasciando qualche piccolo debito, In questo terribile momento chi ha dato prova di una fermezza di carattere veramente eccezionale, è stato il figlio quattordicenne Beniamino, che ha pensato a telegrafare la luttuosa notizia a tutti | | i parenti, ed ha trovato parole di conforto per la mamma e la so- rella, che sono in uno stato di profonda prostrazione. s Direttore responsabile Dott. Davin Levi MoRrENOoS TA Ò, INDICE DEI ‘CAPITOLI. a Propostto.: 3 Introduzione. i ‘Arti dE pesca O E nuove. — e difetti di altre arti. — Le nostre grandi pesche perdute; — Le pe-. ì, e rusche ie Tagliata dell’Ansedonia. — La villa dei Domizi Enobarbi sull’ Argen- f io e i vivai salsi romani. — Il Bagno del Saraceno all’ Isola del Giglio, vivaio salso «domizio. — I vivai di Fulvio Irpino alla foce della Marta e gli ostreari antichi e moderni. La Villa di ‘Clodio e le ‘Peschiere sul Lago. Prile. — La Peschiera di Falesia.. 414. E. EA La Peschiera degli. Abati ‘e dei Conti sulla. Fiora. 1000 E. V. La Peschiera della: Repub- | blica senese sulla Bruna, 1481-E. V. — Le quatrro peschiere di Cosa e i Vivai salsi a Orbe- tello. — Municipalizzazione.. —. Produttività. —. Acclimatazione con vivai di stabulazione jemale. — Genetica.. Femenalizzazione. Istinto di direzione. Emigrazione e cattura delle. . . anguille. — _ ‘Abolizione della pesca vagantiva. I laberinti delle peschiere. — La Peschiera di Bolsena. — Le Peschiere della Mesola. — La Stazione ittiogenica .Italiana a Punta Nera o | call’ Isola d’ Ercole presso l'Argentario. — TI laghi di Monate e di Varano e lo Stabilimento Pescicolo Borghi. — Le nostre pesche in mare. — Legislazione delle aque salse e miste di pedata comunale. 3 & & & & & VENEZIA 2 (HOTEL D' LEALI BAUER Restaurant Bauer Grii nwald. c.- — GIULIO GRUNWALD, Senior Propriet. 3 VENEZIA na a de esi a Sei AAT E Lt - Ristoratore, Gi Bai con Giardino + * % VIA VITTORIO EMANUELE 00 si Ret Pensioni | Servizio alla carta ti TS RIMA _ cai Sor gente. ig di Sabati o I cucina, servizio inappuntabile, sala di ombrosi, ‘vetture per. Sito. ai Colli E ì e telegrafo. gti D2 I fanghi ed 1; ‘bagni i di ‘Abi efficaci in un vasto AARO. di malattie, JI » terziaria ecc. SE Se sc: f Negli stabilimenti. havvi anche 1 mati TL TR Si fimo pensioni che comprendono all 3, LE 5: De "o E Pad: Per ottenere un ribasso nei ‘prezzi Cc Giugno e Settembre. SS Tariffe. a richies sa” Omnibus alla I treni diretti si fermano alla stazione Là i Settembre. “Rivista Italiana di Pesca ed Aquicultura | Gi “<< MARINA- FLUVIALE - LACUSTRE Ù Premiata con | medaglia d'oro all’ Esposizione di Milano 1894 ed all’ Esposizione di Torino 1898 Fondata e diretta dal Dott. BD. LEVI-MORENOS Deo ORGANO CENTRALE per promuovere la FEDERAZIONE NAZIONALE AQUICOLA ‘ Riassume gli Atti delle Società Ifaliane di Pesca € d’ Aquicoltura «© SOMMARIO cx « Neptunia » - Un fatto nuovo nella lotta politica. A. Tomiolo - I frigoriferi, come mezzo impulsivo alla industria della pesca e alla igienica conservazione del pesce. Vallicultura V. Voltolina — Lavori che si eseguono in una valle arginata nel mese di Dicembre (Pesca ce CREO Note - Comunicazioni = Corrispondenze Red. — Commissione Consultiva per la Pesca. ». — Conflitti per la territorialità delle aque. ». — Farina di pesce come sostanza alimentare. Società di Pesca ed Aquicultura È Società Lombarda - Convocazione della Direzione Generale. Società Benacense - Semina di carpioni nel Garda. - w i Recensioni D. L. M. E, Ninni -- Saggio di una collezione di molluschi eduli del mare e della la- guna di Venezia. i Supplementi = E. Ninni - Saggio di una collezione di molluschi eduli del mare e. della laguna di Venezia. DIREZIONE st : Abbonamento annuo alla «Neptunia» sola L. 12 ‘presso la Scuola di Pesca ed Aquicultura, Venezia : Coi supplementi PRE PS SIA rage tI 20 AMMINISTRAZIONE i Gli abbonamenti decorrono CIA dal Gennaio e quando S. Trovaso, Palazzo Bolani 1074 A. - Venezia non sono disdetti s° intendono tacitamente rinnovati. RA ‘contratti a forfait — Rivoleersi all’Amministrazione della ‘‘ NEPTUNIA.,, — Per INSerzioni San Trovaso, 1874 A-- VENEZIA. DL: Officine Grafiche C. Ferrari - Venezia Ù Dei Seuola di Pere dai IU vi 1° CONO < Venezia, nonchè di altri ‘enti 07, La Scuola funziona dall'aprile del 1903 analogamente è alle li Ambulanti di Agricoltura. dea # Essa è îl solo Uffic 0 tecnico ai riguardi de ta pesca e piscicultura marina: nell'Adriatico, € ‘della pesca ae piscicultura d'aqua dolce nelle pro a vincie venete. o La FE I Comuni e g7 Enti provinciali, 27 Istituti di istruzione. agraria nonchè le asseciazioni agricole possono ricorrere alla Scuola per cui: fere ne, consultazioni, pareri notizie, ecc. MAS vu / pescatori e 97 armatori di barche da pesca, 7 proprietari o con dub tori d: fondi vallivi, 1 proprie tari o affittuali di poderi, ed in o le persone che si intere SSAno alla pesca ed alle industrie aquicole, pos sono, come gli Enti. morali e le Società, ricorrere per consigli ed' in formazioni alla Scuola, che entro i limiti della sua attività darà imume- ; diata risposta alle richieste. N Personale” della Scuola — in seguito ad autorizzazione. della Commissione di vigilanza — potrà fare sopraluoghi, ispezioni e prestare — la propria opera per ripopolamento di aque pubbliche 0 PIOASA be, impiantare stabilimenti di piscicultura, ecc. ecc. LARIO ia NB. - Nella corrispondenza si prega di accludere il francobolo per da risposta... | o ® NEPITUNIA Anno XIX N:525 50 Novembre 1904 Un fatto nuovo nella lotta politica Il fatto nuovo è questo: che nella esposizione molteplice dei varî interessi, anche quelli del proletariato marittimo peschereccio per la prima volta furono contemplati nei discorsi politici della maggiore importanza, perchè si tratta di un Ministro, .S. E. Rava, e di un ex Ministro e molto alto quotato nel mondo politico: l’on. Maggiorini Ferraris. In questi discorsi troviamo, per la prima volta .si può dire, dei cenni espliciti al proletariato peschereccio marittimo ed all’industria della pesca. Nel discorso che S. E. il ministro Rava lesse a Ver- gali e che in modo speciale si riferì ai trattati di commercio, si trovano queste allusioni alla «Clausola pesca » cioè alla conven- zione di Gorizia per la pesca Italo-Austro-Ungarica nell’Adriatico : « La rottura del trattato, che da secoli dura nell’ Adriatico, a quali dannose conseguenze non avrebbe condotto? E le industrie della pesca e degli ortaggi del litorale ? » Queste frasi punto sibilline ci lasciano intendere intanto che nel nuovo trattato di commercio gli interessi della pesca marittima nell'Adriatico furono tutelati ed esauditi i voti dei pescatori italiani, in maggior numero chioggiotti, che si recano ad esercitare la loro industria nelle coste Orientali dell'Adriatico. E di questa vittoria italiana dobbiamo non poco compiacerci, perche noi pure abbiamo concorso coll’opera della Scuola di Pesca a questi risultati. Nel discorso dell’on. Maggiorino Ferraris troviamo, a proposito del Credito dello Stato, queste frasi che si riferiscono ai doveri dello Stato : Aiunire in Società Cooperative gli artigiani, le piccole in- dustrie, ed i piccoli mestieri, aiutando la trasformazione del salariato în cooperatore cosciente, dotare di battelli e di strumenti per- fezionati le nuove associazioni mutue di pescatori, ecc. ece. Ora anche di queste frasi dell’on. Maggiorino Ferraris ci com- piaciamo in modo particolare, perché esse lume ggiano la propaganda 104 nostra e l’opera Siena per. la organizzazione de rittimo. i DO Questo il fatto nuovo the speriamo sarà seguito da altri © questo interessamento del governo a favore del proletari timo peschereccio. I FRIGORIFERI come mezzo impulsivo alla industria della pesca e alla igienica conservazione del pesce. Nota det dottor AR)STIDE TOMIOLO Nello scorrere il testo della legge approvata successivamente dalla Camera dei Deputati il giorno 1 e da quella dei Senatori il giorno 6 del luglio ultimo scorso in favore della pesca e dei pescatori italiani, legge presentata dai ministri Rava, Luzzatti e Mirabello con una brillante e poderosa relazione di proemio, ho provato come un senso di duplice compiacimento. Due voci sorsero in me: l’una altruistica mi voleva persua- dere, quasi con una inflessione di pietà, che il Governo del Re si mostrava, finalmente, a giorno dei gravi bisogni dei nostri tanto negletti lavoratori. del mare; l’altra, egoistica, mi invitava ad una intima ed intera soddisfazione avvisandomi che « fer la prima volta » un Ministero Italiano aveva a chiare note manifestata la simpatia per quella causa che, da tanti anni, avevo imparata a sostenere col- l’ardore, colla tenacia, colla fede apprese alla scuola severa del Per- roncito il mio illustre e benevolo Maestro. Mi sono detto allora che, se il Governo — in un suo memo- riale di proemio ad una legge favorevolmente accolta dalle due Camere Italiane — rammentava, fra l’altro, i desiderata dei recen- tissimi congressi di pesca e di agricoltura di Roma e proponeva sussidî pel miglioramento dei trasporti e della conservazione dei prodotti del mare e riconosceva doversi una particolare conside- razione alla pesca del tonno e pensava di adottare modi ed ap- parati che “«sottraggano il prodotto di questa al rapido deterio- >& "SEM 165 04 ramento e in genere ai danni del tempo che quì. più che altrove, | «manifestasi elemento perturbatore di equilibrati rapporti fra la «offerta e la durata della merce......(1)», se a tutte queste belle considerazioni ministeriali si doveva por fede, non ci poteva es- sere più dubbio oramai che fosse germogliata ed anzi bene avesse .attecchito, nel polimorfo cervello del nostro Governo, una prov- videnziale simpatia per la fissa, costante, eterna idea mia e di altri (2) dell'enorme, incommensurabile sviluppo che la applicazione dei frigoriferi può dare, non solo a tutti i rami del commercio* dell'industria, dell’attività nazionale, ma bensì anche alla garanzia ‘della pubblica salute per quanto ha riguardo alla rall&ntata putre- fazione dei generi alimentari. E fui tratto subito a pensare che, allo stesso modo che le mie idee in proposito erano state altra volta accolte con benevola simpatia da varî periodici di indole scientifica, non mi sarebbe stata certo negata l’ospitalità del principale organo promotore di ogni ini. ziativa che abbia a intrinseco fine il miglioramento generale dell’ in- dustria peschereccia italiana. Ma se questo fu lo scopo precipuo pel quale mi rivolsi al Neptunia, un altro di indole locale mi vi spinse; quello cioè di portare — a mezzo della Scuola di Pesca ed Aquicultura — in- cremento ad una campagna economica che dovrà, alla provincia di Venezia dare frutti, oggi, dalla maggioranza dei cittadini pressochè inconcepibili. Una crisi recente, quella della deficenza del ghiaccio durante l’estate decorsa, ha sollevato, nella nostra città, le più acri discussioni, i più vivaci malumori, La buona volontà della Amministrazione co- munale, se è valsa a porre riparo alle esigenze delle famiglie pel soccorso agli ammalati, non ha potuto — come non lo poteva assolutamente — scongiurare i danni subìti dai varî commercianti di generi alimentari e, in speciale modo, a sopperire ai forti bisogni sentiti dai negozianti di carne e di pesce. (1) Provvedimenti in favore della pesca e dei pescatori. — Legge 1 e 6 luglio 1904. (2) Perroncito fin dal 1895 pubblicò ininterrottamente memorie di pro- paganda agli impianti frigoriferi. Il prof. Levi-Morenos ne pubblicò al riguardo nel 1899. 166 Penso ancora alle calli, alle piazze, ai campielli della città invasi dai pescivendoli ambulanti i quali, dopo aver nella mattina venduto il loro pesce ad un prezzo discreto, verso il meriggio, pur. di non averlo per troppe ore pericolante ed esposto agli ardori del sole, i lo cedevano ad un prezzo vile, irrisorio, maledicendo alla impos- sibilità di conservarlo per l'indomani nelle usuali casse, allora vuote di ghiaccio. SI Ma questo spettacolo non costituiva che «il fatto di cronaca» e quasi direi la parte comica del dramma della «crisi dell’abbon- danza del pesce (?!....)....». Le conseguenze più disastrose le subi- rono, in quei giorni, i produttori più forti, i negozianti all’ingrosso , impossibilitati — oltre che a conservare sano il pesce pei bisognj della città — anche a spedirne le quantità fissate dai capitolati nei varì centri di commercio. Tale crisi, snossa la innata indifferenza dei nostri esercenti, gl! spinse a costituirsi in comitato e a studiare il modo atto ad op- porre, all’ eventuale rinnovarsi della crisi, un rimedio efficace e sicuro. Ed ecco, per mezzo dell’ ingegnere Emilio Grisostolo, iniziati gli studî di un nuovo impianto frigorifero, avente il doppio scopo e della fabbrica del ghiaccio potabile e dell’allestimento delle celle refrigeranti. Non è mia intenzione, in questo periodico, dilungarmi troppo su quanto ha riguardo al macchinario ed alle svariatissime appli- cazioni dei frigoriferi, Tutti i giornali cittadini interessandosi della questione, i lettori sono oramai messi a giorno e dello scopo e dei risultati ottenuti nei centri principali del mondo dagli impianti ge- neratori del freddo. Per oggi mi basta, con poche parole, accennare al profitto che può derivare, da questi impianti, alla industria e alla igiene della pesca rendendo noto, agli interessati, in quale nuova maniera il freddo venga applicato alla conservazione del pesce. In tutto il mondo fino a pochi anni fa e quì in Italia fino a pochi giorni, il prodotto della pesca si conservava entro casse di le- gno nelle quali veniva mescolato ad un peso pressochè quasi eguale e "Tp 167 di ghiaccio invernale (1). Con questo sistema si riesciva affettivamente a prolungare, di qualche giorno, la durata naturale del pesce. Ma, in seguito, l’uso del ghiaccio invernale fu ecclissato dalla concorrenza di quello artificiale che, ottenuto nelle fabbriche coll’uso dell’acqua potabile, costituisce, per le sue qualità igieniche e la bella apparenza, un vero e palese progresso. Ma anche il ghiaccio artificiale a poco a poco, oramai, va mo- strandosi insufficiente quale mezzo di mistura conservatrice : del pesce, specialmente in quei grandi centri commerciali dove, per le enormi racccolte di tale prodotto, si richiederebbe una quantità troppo forte di ghiaccio. Siccome poi il pesce da conservare, mescolato al ghiaccio nei casse comuni, viene slavato dall’acqua di fusione e perde in parte la sua bella apparenza; e siccome, d'altra parte, specie quando si tratti di trasporti a distanza, il ghiaccio costituisce una tara non indifferente, così si è pensato di sostituire l’uso della mescolanza d ghiaccio spezzettato ai diversi generi di pesci, con altri metodi più razionali e più utili i quali si fondano specialmente su due modalità differenti. Colla prima si espone il pesce, invece che a contatto diretto di pezzi di ghiaccio, alla azione di una atmosfera aerea di tempe- ratura assai bassa, Colla seconda si viene ad avvolgere il pesce addirittura, in un blocco di ghiaccio, col quale dovrà costituire una sola unità. Nel primo caso si ha, per solito, la refrigerazione (2) nel se- condo la congelazione: quella è applicata quando si esiga pel pesce una durata di solo qualche settimana; questa si usa quando se ne voglia garantire la durata per mesi interi. La refrigerazione domanda, pel pesce, una temperatura limitata fra 00 e + 2° gradi centigradi. Per la congelazione, invece, questa tempetatura sarà fatta discendere, nelle prime 5 o 6 ore, fra — 12 e i — 20 gradi centigradi e fatta poi risalire, per tutto il tempo (1) Chiamo invernale il ghiaccio prodottosi naturalmente dalla conge- lazione degli stagni o pozze alpine, dei fossati di pianura, dei lenti fiumi, ecc» e raccolto, durante l’inverno, in ghiacciaie speciali da cui viene poi, in estate, trasportato nei diversi centri commerciali. (2) Bisogna notare però che anche coll’atmostera fredda si può ottenere , la congelazione. temperatura dell’aria, contenuta nella camera, riesce a volontà r bassata. La conservazione, per congelazione, richiede invece due tempi e cioè: il primo, mediante il quale si riduce il pesce avvolto in un blocco di ghiaccio: il secondo, mediante il quale si mantiene, per lungo tempo, in questa condizione; e, a questo secondo tempo. servono le stesse camere frigorifere usate per la refrigerazione, colla variante però che, in esse, la temperatura non sarà più tenuta ad un massimo di 4 2° ma bensì di — 4 gradi centigradi. Il pesce conservato per refrigerazione tre settimane e poi ri- messo alla temperatura esterna, non è per nulla mutato nelle sue qualità estetiche, igieniche ed alimentari Quello conservato colla congelazione e ridonato, dopo 5 0 6 mesi, alla temperatura esterna. mostra l’occhio un po’ infossato nell’orbita ma, in quanto a tutto il resto, presenta, perfettamente conservate, le qualità di apparenza di gusto, di salubrità. Io stesso ho avuta occasione di vederne molti esemplari in queste condizioni e di averli trovati analoghi a quelli pescati qualche ora prima. Siccome poi, dal momento in cui il pesce conservato e sottratto alla azione del freddo la sua durata è in modo minimo, quasi tra- scurabile, minore di quella propria al pesce che non abbia subìto nessun trattamento, così è chiaro quanto debba essere importante il vantaggio che l'igiene della conservazione del pesce, nonchè il suo commercio, risentono della diffusione, ognora crescente, delle applicazioni frigorifere, i TESE RADI 169 Il sistema della refrigerazione e della congelazione viene ap- plicato, oltre che per la conservazione temporanea «in loco» sui mercati o nei porti di mare, anche per i trasporti da luogo a luogo, sia marittimi che ferroviarii. In questo caso, però, bisogna notare che sono necessar? trasporti speciali che, in piccole proporzioni, cor- rispondono alle celle refrigeranti dei magazzini di deposito: si hanno cioè i vagoni frigoriferi ed i battelli frigoriferi. In questi «ra- sporti frigoriferi » si userà della refrigerazione o della congelazione a seconda della durata dei viaggi cui sarà soggettato il pesce da trasportare. È sommamente interessante seguire i progressi dell’industria frigorifera applicata al commercio e alia igienica conservazione del pesce. Gli inglesi, i tedeschi, gli americani sono già molto innanzi in questa materia. Non c’è oramai, si può dire, nessun battello in- glese che non abbia annesso il suo frigorifero. Ma, bisogna notare, che all’estero è già da molto tempo in pratica la applica- zione dei motori a vapore anche alle barche da pesca; tanto che, da una statistica recentissima di Georges Hamon, risulta che, sopra duemila barche da pesca provviste di macchine a vapore e sparse nei mari europei, l'Inghilterra, da sola, ne possiede 1500; la Ger- mania 400, lo Danimarca, il Belgio, l’ Olanda 100 complessiva- mente. L’Italia, purtroppo, neppure figura nella statistica!... i Ora, ben io m'avveggo che sarà presa per utopistica la idea di applicare i frigoriferi alle barche peschereccie del nostro paese, nel quale non si è peranco arrivati a sostituire, in esse barche, un sistema di locomozione meno antico di quello leggendario di Gia- sone!.. Ma, comunque possa essere accolta la idea, io la voglio esporre certo che — se non oggi nè domani — un giorno o l’altro dovrà pur farsi strada anche da noi. Poichè, è indiscutibile che, non si potrà. per nulla, innalzare le sorti del prodotto e della igiene della nostra pesca, se si sarà costretti, come oggi succede troppo spesso pel tonno, di buttarne a mare una buona metà al momento dello sbarco nei porti d'arrivo. 170 servazione del pesce catturato, è infatti indispensabile in due vt quando cioè si pratichino pesche in regioni molto lontane. dal porto di ritorno e quando si vogliano trasportare i prodotti della pesca ino centri commerciali distanti dai porti di sbarco. È perciò che i frigoriferi prosperano, oramai, nelle coste del; di; Siberia ove i pesci congelati, gli storioni, ecc. sono venduti su quei mercati, anche dopo qualche mese della loro cattura. E, anzi, nella Siberia Orientale (come accenna anche il Neptunia nel N. 20 — 1903) fu attivato, fin dal dicembre 1903, un servizio regolare di trasporto pei salmoni congelati pescati in quelle coste e, a cura di una ditta amburghese, trasportati in Europa con vagoni frigoriferi Hall. Anche sulle coste del Canadà i salmoni appena catturati e bloccati nel ghiaccio artificiale, vengono condotti a Southampton con trasporti frigoriferi. Quivi giunti, sono conservati, alla loro volta, gelati nei grandiosi magazzini frigoriferi dai quali sono poscia — e sempre a mezzo dei trasporti frigoriferi — mandati ai diversi porti inglesi e del continente, con prevalenza ad Amburgo. Si può dire anzi che tale, città, sia il vero centro del vettovagliamento eu- ropeo, per quanto ha riguardo a questa preziosa derrata, la quale entra in Francia per Bale e va a finire sui mercati di Parigi, Rouen, Nizza ecc. e nelle altre città d’ Europa, provviste di adatti frigo- riferi. Tali viaggi meravigliosi, imposti alle carni dei salmoni e degli storioni della Siberia e del Canadà, mi fanno pensare, con un sen- timento di pietà, alle condizioni miserrime, oltre che dei nostri pe- scatori chioggiotti, anche di tutti gli altri pescatori italiani derisi, ed oppressi in Algeria, in Tunisia ed in altri lidi lontani dalla patria, pel solo fatto che, per deficenza di mezzi, non possono competere cogli stranieri. Con quale avvilimento, questi poveri paria delle nostre spiaggie, dopo rinnegata, per fame, la patria, si debbono vedere, ad esempio, col marchio di naturalizzati sudditi francesi, costretti ad ‘arricchire le coste della Tunisia!.,. Con quale angoscia nel cuore assisteranno, dalla prora delle loro vecchie barche, alla partenza dal lido di Bi- zerte di vapori refrigeranti francesi, inglesi, tedeschi, carichi di pesce 171 da loro stessi pescato, ma dovuto abbandonare alla speculazione sordida di stranieri, per non essere stati, finora, ben protetti dal nostro governo!.., Con quale invidia tormentosa vedranno, di mese in mese, impinguarsi, a loro danno, i mercanti indigeni, avidi solo ‘di sfruttare il lavoro dei nostri compatrioti e di mortificarne la ita- lianità!.. Ed è per questo che, a noi specialmente — favoriti più di loro dalla fortuna e dai mezzi — incombe l’obbligo sacrosanto di por- tare il nostro contributo al loro miglioramento, chè, alla fin fine, migliorare le classi lavoratrici e cercare il loro relativo benessere, equivale a ringagliardire quella attività produttiva, senza la quale, non può esservi prosperità dello Stato. Voglio riportare — riassumendola da una conferenza che Lam- bert, così competente in materia, ha tenuta il 31 ottobre 1902 a Boulogne-sur-Mer — la descrizione di una «barca da pesca ideale » facendo però osservare, a chi legge, che il Lambert parlava ad ar- matori di navi, quasi in totalità, mosse dalla forza del vapore. «La barca pfeschereccia ideale può imbarcare, alla partenza, «una quantità di ghiaccio uguale al terzo di quella che importe- «rebbe abitualmente. Questo sarà, ad esuberanza, suilicente. « Invece, questa barca da pesca, sarà provvista di una piccola «macchina frigorifera, esigente da 4 ad 8 cavalli di forza, d’un in- «gombramento estremamente ristretto e che verrà piazzata nella «sala principale delle macchine, di maniera che potrà essere con - « dotta del meccanico di bordo, Il suo funzionamento non è che di «qualche ora al giorno, al momento della immissione del pesce «nella stiva frigorifera. « Essa non costituisce, nè una causa d’aumento di personale, «nè una spesa supplementare di carbone, poichè, la presenza di un « cilindro a vapore, di 4 o 5 cavalli di forza sarà, appena percettibile « sulla spesa giornaliera di carbone. «La macchina frigorifera distribuisce il freddo, nella stiva o « deposito del pesce, a mezzo di tubature che permettono di man- «tenervi la temperatura richiesta. La regolarizzazione di questa «temperatura è semplicissima poichè un termometro elettrico a «soneria indica quando necessita. produrre il freddo e quando è «raggiunto il grado di temperatura desiderata. 172 «La stiva di deposito del pesce dovrà, a sua volta, essere leg.’ «germente modificata. Le sue pareti dovranno essere costituite da © «tramezzo isolante di dodici a quindici centimetri di spessore, com- «posto da un rivestimento metallico con interposizione di segatura «di sughero. Il soffitto sarà pure reso compatto per modo che, l’as- «sieme del deposito, sia perfettamente impermeabile al calore este- «riore ». Questa descrizione sommaria della « barca da pesca ideale » fatta dal Lambert agli armatori di Boulogne-Sur-Mer, potrebbe, secondo me, vantaggiosamente applicarsi anche alle barche da pesca napole- tane, sicule, sarde, cOrse, liguri, tarantine, chioggiotte ecc, purchè, per esse, si modificasse la sorgente di movimento della macchina frigo- rifera. In queste barche cioè — alle quali manca sempre la locomotiva a vapore — si potrebbe, infatti, servirsi, pel buon funzionamento del frigorifero, di motorini a benzina, a petrolio, ad elettricità, ecc., della forza di 4 ad 8 cavalli che non richiederebbero, nè esuberanza di spazio, nè difficile manovratura. Le rinomate case Escher-Wiss, Douane, Pictet, Delion e Lepeu, Rouart, Lebrun, Fixary, Linde, J. e E. Hall. Carrèé, Wallicely, Hignette ecc. ecc. fanno magnifici esemplari di piccoli impianti frigoriferi per la conservazione di der- rate alimentari azionati appunto dai suddetti motori e che potreb- bero benissimo. a mio modo di vedere, applicarsi alle stive delle barche peschereccie italiane ridotte a vere celle refrigeranti. Questa applicazione del progresso meccanico, alla industria italiana della pesca, apporterebbe, oltre che un vantaggio evidente dal lato della igienica conservazione del pesce, anche un incentivo non indifferente al progresso dell’industria peschereccia, a tutto miglio- ramento economico degli armatori e perciò anche dei lavoratori del mare, che oggi esercitano la cattura del tonno, delle anguille, delle sardelle, degli sgombri, dei barbii e di tutte le altre innumerevoli specie di pesce popolanti il Mediterraneo e l'Adriatico Io voglio sperare che i miei voti in proposito troveranno buon viso nei paesi costieri e che gli armatori di barche da pesca vor- ranno, loro stessi, farsi iniziatori del movimento a questo scopo. A Chioggia, per esempio, ove è caldo tutt'ora l’ambiente per le cattive condizioni fatte a quei pescatori dalla concorrenza degli A Pini + E CS 2 175 austriaci, istriani, dalmati, potrebbe, benissimo, esservi elemento pet esperimentare l’idea. ; «Già, io ho la certezza che la Scuola di Pesca ed. Aquicultura di Venezia, diretta dall’illustre prof. D. Levi Morenos, si adopre- rebbe. in ogni modo, presso il Governo e presso le case costruttrici di frigoriferi, per sorreggere gli sforzi dei volonterosi e. farli ar- rivare a buon porto, soddisfatti della loro impresa. Dalla Scuola di Pesca e d’ Aquicultura di Venezia, ottobre 1904. Dott. ARISTIDE ToMIoLo. VALLICUL TURA Lavori che si eseguono in una valle arginata nel mese di Dicembre. Pesca e conduzione. — In questo mese la pesca delle an- guille (femenali) può dirsi finita e nei colauri non entra più pesce dalla valle, perchè in tale epoca il pesce che non ha obbedito alla chiamata dell’ aqua si trova in grandi gruppi nei siti più riparati a passarvi i rigori del freddo. Tutte le anguille piccole saranno state spedite, e i vier? ove erano tenute saranno stati tolti dal- l’aqua e, lavati per bene, posti ad asciugare. Ora non rimangono che le anguille grosse. Non è più necessario un grande moto d’aqua, solo per scolare, qualora se ne riscontri il bisogno, si al- zeranno le porte delle chiaviche, ma mai nelle giornate fredde si userà la chiavica maestra, e tanto meno di notte, perchè il pesce del colauro morirebbe facilmente qualora non fosse lasciato tranquillo. Al sopraggiungere di forti brine o di acuti freddi moriranno nel colauro e anche facilmente nei laghi, le orae ed i lotregrini, perchè sentono più dell'altro pesce di valle il rigore del freddo. Questi pesci colpiti dal freddo vengono a galla e fino a che hanno vita vanno vagando alla superficie dell’aqua appoggiandosi alle rive del colauro. Si aspetterà che l’aria si riscaldi e nelle ore del meriggio si andrà, se nei laghi con barche e sandoli, e se nel colauro camminando lungo le rive, muniti di apposita voléga a pescarli, si metteranno poi in casse per spedirli sul mercato ove non perdono del loro va- raggruppato e tranquillo, assicurandosi così del luogo di sua 2'Abie tazione; poi, tornato a casa, preparerà le barche, usualmente in. numero di due, con otto serberai ogni una, e la mattina del giorno dopo la visita monterà in queste per tempo e vogherà pian piano sul luogo ove trovas. il pesce. Non appena il pesce si accorge dell’ arrivo delle barche, si muove e mostra ai pescatori da quale parte cerca fuggire; allora si incomincia a gettare le reti e le harche prendono una direzione diversa, calandola in modo che il pesce preso fra le due barche si confonda, corra verso il punto ove sono già immerse le reti e vada ad impigliarsi in queste. Questa opera- zione deve essere fatta celermente e a occhio si deve calcolare di andare a riunirsi con le reti formando un cerchio chiuso, se si trova il pesce lontano dalle rive, e chiudersi a terra se si trova il pesce sotto la costa del lago Dopo aver tolto il pesce dalle reti, e riti- rate queste dall’ aqua, si torna a disporle per bene e non ap- pena si trova dell’alrro pesce si ripete l'esercizio. Se è vento e se le ondicelle impediscono di vedere il pesce a nuotare, allora si im- mergono le reti a capriccio per pratica; però la pesca non riesce rimunerativa tanto facilmente. Ogni sera poi si distenderanno, im- mersi nell’aqua lungo le rive dei laghi e convenientemente lontani da terra, tutti i serberai di maglia fitta e di maglia chiara che si possiede, magari in numero di cento, e si lascieranno impostati tutta la notte per prendere i pesci che di notte vanno nuotando nelll’aqua dei laghi. A questo scopo sarà pratico usare reti di cotone, le quali non sono peschereccie come quelle di lino, ma non vengono man- giate dai salissoni (1). Col sopraggiungere di forti freddi, i pesci si riparano facilmente nei risalvi, o ripari, per l'inverno. Questi risalvi sono situati in lo- (1) Crostacei che consumano il canape mangiandolo. 179 pa calità riparata dai venti dominanti, e sono larghe fosse tortuose e profonde con uno o due accessi in comunicazione diretta col campo vallivo. Quando i pesci istintivamente lasciano i laghi poco profondi per cercarsi un riparo più profondo ove stabilirvisi, vanno a fermarsi nei risalvi; si avrà quindi cura di chiudere con graticci a forma di contrapetto gli ingressi allo scopo di impedire ai pesci di allonta- narsi di là e, lasciando la bocchera aperta, si permetterà così a altri pesci di entrare quando il loro istinto li condurrà a cercare in questi riparo. Quando alla fine del mese si sarà sicuri che non entrano più pesci nei risalvi, sarà meglio far chiudere gli ingressi con arginelli che abbiano ad impedire il corso dell’aqua causato dai venti e evitare in pari tempo che il torbido, che causano i venti sbattendo le aque dei laghi, abbia a venire entro i risalvi a tormentare il pesce. Questi risalvi devono essere inoltre muniti di apposito chia- vichino per poter, quando se ne riscontra il bisogno, immettere in questa peschiera l’aqua sana di mare. Sarà di grande vantaggio al pesce del colauro, nelle giornate fredde, di usare un po’ di aqua nelle ore calde facendola entrare pian piano dal mare dalla chiavica maestra, perchè l’aqua del mare è più calda dell’aqua stagnante di valle; però non bisogna far a meno di vedere se il pesce la accoglie volentieri o no, per non farlo perire. ‘Riesce facile accertarsi di questo esito: se il pesce si alza dal letto del colauro ove si trova raggruppato e affronta la corrente, vuol dire che l’aqua gli fa bene, e se i pesci lasciano il letto del colauro e vanno a seconda della corrente verso il contrapetto, vuol dire che l’aqua riesce nociva, e allora bisogna subito abbassare la porta della chiavica. Verso il venti del mese si spediranno, pesate e contate, in un marottino, le anguille grosse che debbono andare vendute sui. mer- cati per la vigiglia di Natale, e in questi giorni si faranno pure le ultime spedizioni di pesci, pulendo anche i colauri. Quando il ghiaccio non lo impedisse, si andrà a visitare i laghi e le fosse acciò di rac- cogliere, se vi fose, qualche pesce morto, e così si potrà accertarsi dello stato del pesce. Per la fine del mese si asciugheranno e si metteranno a riparo tutte le reti che non servono e si metteranno nella tettoia quei vivai che non servono più, perchè si abbiano a conservare più lunga- mente. VINCENZO VOLTOLINA. 170 Pote=Comunicazioni=Corrispondenze Commissione consultiva per la pesca. -— Un recente de- creto dispone che appartengono di diritto alla. Commissione con- sultiva per la pesca i direttori generali della marina mercantile e dell’agricoltura, 1’ ispettore generale dell’ industria e del commercio, il direttore capo della divisione comprendente l’ufficio per il servi- zio della pesca e l’ ispettore per il servizio zootecnico. Fanno parte altresì della Commissione (5 membri nominati per decreto reale, i quali durano in carica un biennio e si rinno- vano, secondo la ragione dell'anzianità, ogni anno in numero di 8 o di 7 alternativamente, salvo il primo anno nel quale devono sca- dere 8 membri designati dalla sorte. L'ufficio di segretario della Commissione è affidato a uno o due funzionari della Direzione ge- nerale dell'agricoltura. Conflitti per la territorialità delle aque. — La questione della pesca marittima occupa vivamente l'opinione pubblica in Portogallo, poichè pescatori inglesi spagnuoli e francesi \anda- rono a gettar le reti, essendo su barche a vapore muniti di moderni strumenti, a vista delle coste portoghesi, e ciò per l'im- pellenti necessita di pesce fresco nei grandi centri, per la sterilità delle aque exploitate finora e per la facilità dei mezzi di comuni- cazione. Non esistendo convenzioni speciali in proposito fra il Portogallo e gli Stati sunnominati, questi non sono tenuti a ri- conoscere la territorialità delle aque portoghesi che a 3 miglia dalla costa a bassa merea, mentre i pescatori in questione pescano a 13-17 miglia, là dove i Portoghesi esercitano la pesca più abbondante. Gli spagnuoli riconoscono ai portoghesi in forza dei trattati sti- pulati fra le due potenze, l’ estensione della sovranità territoriale sul mare, sino a 6 miglia. Farina di pesce come sostanza alimentare. -- La Zische- rei-Correspondenz dà notizia che in Norvegia si sia riusciti ad ado- perare i pesci polverizzati, dopo averli seccati immediatamente quasi dopo presi, qual alimento per l’ uomo. Se la notizia è basata su verità irrefutabile, conclude la Z7scherei- Correspondenz e concludiamo noi, l’ umanità sarà avvantaggiata di una nuova conserva, di cui essa non ne avrà mai troppo, sopratutto se a buon mercato. 177 Società di [esca cd Hquicoltura Convocazione della Direzione Generale della Società Lom- barda. — La Direzione Generale è convocata in seduta presso la sede sociale, la sera del 30 Novembre alle ore 21 per trattare il seguente ordine del giorno: 1° Comunicazioni della Presidenza ; 2° Presentazione del Conto Consuntivo 1903; 3° Approvazione del Rendiconto Morale 1904; 4° Scelta del giorno per la convocazione dell'Assemblea generale ordinaria dei soci e compilazione del rela- tivo Ordine del giorno; 5° Istanza della Ditta F lli Biffii di Lecco; 6° Deliberazione per la convocazione delle varie Commissioni straor- dinarie; 7° Programma dei lavori della Società pel prossimo esercizio. Semine di Carpioni nel Garda. — Il 22 ottobre scorso per cura ed a spese della Società Benacense di pesca e di aquicoltura si procedette alla semina di centomila carpioncini ricavati da uova artificialmente fecondate nell’ incubatorio sociale di Cassone. Erano presenti il co. ing. G. Bettoni Cazzago ed il ragioniere Riccardo Carugati presidente il primo, e vice segretario l’altro della Benacense, il prof. Dante Lugo per il R. prefetto di Verona, in rappresentanza anche della commissione provinciale veronese di pe- sca, l'assessore Rizzardi per il Comune di Malcesine, il piscicul- tore B. Lugo e il consiglere com, Romani. il sig. Umberto Beretta con la sua gentile signora. Redatto il verbale di semina nel Municipio di Malcesine vi fu un ricevimento in casa Beretta, improntato alla più schietta e si- gnorile cordialità. Recensioni —\+©o0\-=_ Saggio di una collezione di molluschi eduli del mare e della laguna di Venezia. — £strazto dal vol. 2° fasc. 1° anno 27° (Luglio Agosto 1904) dello Ateneo Veneto - Venezia, Tip. Pelliszato, 7904. — Il lavoro, che in parte fu letto all'Ateneo Veneto in una adu- nanza accademica, è uno dei più interessanti fra quelli pur tanto pregievoli già pubblicati dal nostro valentissimo collaboratore col 178 titolo modesto di saggio di una. collezione etc. Vengono invece esposte copiose e precise notizie sull’areomento. Il saggio è diviso p p p B Do i in due parti; nella prima, dopo breve cenno d’ introduzione, l'A. tratta della commestibilità delle specie, ed a questo proposito tratta, riferendosi agli scritti paterni, dell’'errato pregiudizio, codificato da prescrizioni mnnicipali e dall’art.° 24 del Regolamento sulla pesca marittima, di raccogliere le ostriche per la vendita dal 1° Aprile a tutto Agosto. E’ anche importante ìn questa parte del saggio la notizia sul valore edule di specie non usate in commercio quali commestibili. Seguono: un catalogo ragionato delle specie di molluschi eduli citate dagli autori che trattarono della fauna Veneta e cenni sui tentativi d'ostricoltura nella laguna di Venezia, catalogo e cenni estesi con quella diligenza di citazione e ricerca che nel nostro va- lente collaboratore è caratteristica speciale d’ogni lavoro; notizia sui tentativi di ostricoltura fatti sino ad ora e la critica delle cause che fecero andare a male quei tentativi: ciò conduce l’autore ad esporre nel capo 4° un suo progetto d’' impianto per allevamenti di ostriche. Dovendo occuparmi di questa proposta mi riservo ritor- nare sull'argomento a tempo e luogo. Chiude in fine la parte prima una interessante notizia sull’in - dustria delle conchiglie ornamentali come sono lavorate in Venezia. Nella parte seconda 1’ illustra le 23 specie eduli della laguna e mare di Venezia con copia di notizie e sulla sistematica, sulla ubicazione, sul commercio, sulla preparazione gastronomica, sulla pesca etc. Per ultimo, in appendice, trovansi elencati alcuni più memo- rabili avvenimenti della storia della Laguna, che vanno dall’anno 896 (congelazione della Laguna) al 1867. DEM Direttore responsabile Dort. Davip Levi MorENoS mlt le ante ‘pubblicazione in elzevir, A cli “circa pagine 900, > do divisa in due. volumi Lire 10. PES SL Per gli abbonati di A Neptunia, lee INDICE DEI i. $ ‘Dedica simbolica. — Proposito. — Introduzione. — Arti di pesca antiche e nuove. — Pregi delle peschiere e difetti di altre arti. — Le nostre grandi pesche perdute. — Le. pe- schiere etrusche alla ‘Lagliata dell’Ansedonia. — La villa dei. Domizi Enobarbi sull’ Argen- tario ei vivai salsi romani. — Il Bagno del Saraceno all’ Isola del Giglio, vivaio salso domizio. — I: vivai di Fulvio Irpino alla foce della Marta e gli ostreari antichi e moderni. — Ea Villa dh Clodio e le Peschiere sul Lago Prile. — La Peschiera di Falesia. LE DR La Peschiera. degli. Abati e dei Conti sulla Fiora. 1000 E. V. La Peschiera della to : blica. senese sulla Bruna, I4SI E. V. —.Le Io peschiere, di Cosa e i Vivai salsi a Orbe tello, — Municipalizzazione. — Produttività. — Acclimatazione con vivai di stabulazione jemale. i Genetica. “Femenalizzazione. ‘Istinto di direzione. Emigrazione e cattura delle anguille. - _ - Abolizione della pesca vagantiva. I laberinti delle peschiere. — La Peschiera di È Bolsena. a a Peschiere della Mesola. — La Stazione ittiogenica Italiana a Punta Nera: 0 all’ Isola d’ Ercole presso l’Artentario. — I laghi di Monate e di Varano e ‘lo Stabilimento Pescicolo Borghi. ese ‘nostre pesche. in mare. — Legislazione delle aque salse e miste di pertinenza ‘comunale. monni pan ETA i CUBILLORE NAVI BRIABOREIY TO RIVITEROEDERRDANI LABINI NIN TIII RE TELE REI AAA Atto Celeron LATIRBTATARTANIEGI I LAUAMA LATE ini mit tin OTO i IAN TT TEL iu ti Toro AieoTO Pa s LAS cane HOT TEL D'IT ALIE BAUER: Restau rant Balier G i a; GIULIO GRUNWALD, Sa Propriet.. VENEZIA * a & & ki, A n 2 nBiuin: CIC ARRETAFBRERARI MOI NANI TAARONAAREGILE REP LLK METE) ARE ERRO MRI AA REr TA I RIAIT canini onEttnE ww ——_____—_T_..ò}Èlbl aaalz» ene Aim oa e e n i LT IIIa seta Pei ro i n Si det