di #è È i i è IBRARY THE UNIVERSITY adi OF ILLINOIS bre att Ri | FROM TH LIBRARY OF A) CNE ANTONIO CAVAGNA Bo] {| SANGNTANI DI GVALDANA Dadi LIMZELADA®! BERIGVARDO RARI È PURCHA SED 1921 NOTIZIE NATURALI E CHIMICO -AGRONOMICHE SULLA PROVINCIA DI PAVIA PAVIA TIPOGRAFIA IN DITTA EREDI BIZZONI 1864. rr SAVE Da ET Vee | CAVAGNA LIBRARY, 2, SEXTON AGLI AGRONOMI CONVENUTI PEL SECONDO CONGRESSO AGRARIO LOMBARDO IL SETTEMBRE 1864 LA CITTA DI PAVIA DEDUD: Digitized by the Internet Archive in.2012 with funding from University of Illinois Urbana-Champaign nttp://archive.org/details/notizienaturalie00cava L’onore accordato a questa Città di essere sede del secondo Congresso agricolo di Lombardia svegliò in alcuni Studiosi il commendevole proposito di of- frire al Comune i frutti delle indagini loro e delle loro meditazioni affinché con questi si venissero il- lustrando le condizioni della Provincia in cui la Città stessa è capoluogo. Volevano Essi tratteggiarne non solo l’aspetio geologico e mineralogico, la flora, la fauna, ma ben anche lo stato della popolazione, l’or- dinamento sanitario, il commercio, l'industria, la be- neficenza, l'istruzione pubblica, i diversi ordini agra- rit: offrire, a dir Dreve, insieme ad una descrizione naturale una Statistica economico-agricola della Pro- vincia. Di questa Provincia le di cui parti, unite fra loro un dì, rimasero per oltre un secolo separate da una barriera più o meno, nel volgere del tempo, var- cabile, e da soli cinque anni ebbero la gran ven- tura di riunirsi di affratellarsi di nuovo. La brevità del tempo non lasciava speranza di condurre a ter- mine un lavoro completo sia per ordinamento sia per abbondanza di notizie: ma i dati che si sareb- bero raccolti avrebbero potuto servire almeno di pie- tre, opportunissime in seguito alla edificazione del progettato edificio. Queste notizie stanno appunto raccolte nel pre- sente libro: nè vi mancherebbero quelle attinenti alla Statistica economico-agricola se dalla valente penna che aveva a conferirle non ne fosse stata avvertita la mancanza quando tornava affatto impossibile il supplirvi, anche in un modo qualunque. Così com'è possa questo libro meritare una be- nigna accoglienza da tutti i Cultori di cose agrono- miche che onorano di loro presenza il secondo Con- gresso ed ai quali esso è dedicato. NOTTZIE NATURALI ——_ _——_ COLLABORATORI, Cav. Prof. GrusEPPE BALSAMO CRIVELLI Prof. TEODORO PRADA Cav. GIUSEPPE BRAMBILLA Sig. Pietro PAVESI ’ \ " . d « n Il . n° n Fi fa i x . UN a fi è Ù ni x Ù NOTIZIE SOVRA I PRODOTTI MINERALI DELLA PROVINCIA DI PAVIA RACCOLTE Dal Prof. Giuseppe Balsamo-Crivelli. La Provincia di Pavia per la sua posizione Geo- grafica, abbracciando in parle una grande estensione della Valle del Po, ed estendendosi sino all’Apennino Ligure è certamente molto interessante. Però le for- mazioni geologiche che vi si osservano non sono molto numerose. Da quanto mi è noto, si può dire che i terreni che costituiscono la Provincia spettano al Ter- reno Recente, al Terreno Postplioceno, al Terreno Plio- ceno, al Terreno Mioceno, al Terreno Eoceno. Tra i terreni eruttivi merita speciale menzione quello di ser- pentino, e per le grandi masse che cosiituisce, e spe- cialmente poi per le numerose varietà di roccie e di marmi che sono con questa formazione in istretta relazione. . Attesa la brevità del tempo concessa, e per le po- che escursioni da me fatte, ho riconosciuto che mi era impossibile il dare una descrizione geologica esatta di questa estesa provincia. Però approfittando delle raccolte da me fatte, e delle notizie che ho potuto 1 9 raccogliere sparse quà e là in alcune pubblicazioni, ho ritenuto più opportuno, anche dietro lo scopo di chi mì diede l’incarico, di stender le notizie sui prin- cipali. prodotti minerali, ossia piuttosto che il dare miserabili notizie geologiche, presentare all’ incontro una descrizione litologica. Però fu mia cura nel ci- tare i minerali e roccie, delle quali ho stesa la de- scrizione, indicare le circostanze più importanti della loro giacitura. | L’unico mio desiderio e scopo di queste notizie, si è quello di porger a chi è fornito di mezzi e capacità, una specie di guida che valga in parte ad alleviare più minuziose ricerche. Oro NATIVO. — Questo prezioso minerale si riscon- tra nelle sabbie aurifere del Ticino e del Po che bagna la Provincia. Si presenta in minutissime pagliette ed anche in polvere, disseminato nelle sabbie aurifere che descriveremo in seguito, e lo si ottiene mediante lavature. Le sabbie aurifere che si lavorano, sono quelle che si trovano nei depositi di sabbie e ghiaje lasciate dopo forti piene. In generale i lavoratori d’oro dapprima lo ricercano, e dopo alcune preliminari la- vature, lo separano dalla siderite titanifera che sem- pre lo accompagna, mediante l’uso della calamita. Il prodotto dell’oro del Ticino, se lo si confronta con quello del Reno, deve essere maggiore, e ciò dietro i dali somministrati pel Reno dal signor Daubrè, e pel Ticino dal signor Breislak. Il signor Daubrè asserisce che sul Reno, un la- voratore di sabbie aurifere, al più guadagna al giorno un franco e cinquanta centesimi, mentre il Breislak positivamente asserisce, che nel Ticino la separazione dell’ oro è sempre molto utile per chi 1’ intraprende. 3 Si può a calcolo medio valutare, che il lavoro di tre persone, cioè d’un uomo e di due ragazzi nel corso d’una settimana, la cui mercede si può valutare di 25 0 30 franchi, può dare un’oncia d’oro del valore di ot- tanta franchi. Lo stesso signor Breislak riferisce che in un anno nel quale il Ticino fu soggetto a grandi escre- scenze, e per conseguenza a molte erosioni, la raccolta dell’oro fra Sesto Calende e la Cà della Camera fu di 40 once milanesi e del valore approssimativo di Lire 3200. Dall'esame del modo col quale i lavoratori d’oro praticano le loro ricerche, e dai metodi di lavatura che impiegano per procacciarselo, sì può francamente asserire che il prodotto potrebbe essere molto mag- giore di quello che sogliono ottenere. Spesso verificai pure che le ricerche erano solo state praticate all’ avallo dei depositi delle ghiaje e sabbie, mentre risulta che il deposito dell’oro è sem- pre maggiore all’amonto. La gelosia e l'ignoranza dei lavoratori fà sì ch’essi difficilmente si prestano ad adottare i suggerimenti che loro potrebbero venire somministrati. SIDERITE TITANIFERA. — Questo minerale è ferro in combinazione col titanio. Lo si riscontra copioso nelle sabbie aurifere, e la sua presenza serve d’indizio alla ricerca dell’ oro. Esso nelle sabbie si presenta sotto l’aspetto di granellini neri lucenti che sono at- traibili dalla calamita. FERRO FOSFATO 0 VIVIANITE. — L'origine di questo minerale è certamente dipendente dalla decomposizione di materie minerali in depositi ove si riscontra il ferro. Esso ron è infrequente nelle Argille, e specialmente in quelle che costituiscono lo strato argilloso supe- 4 riore che si osserva nell’alta riva del Ticino al Mon- bolone. Si presenta sotto forma di macchie di un co- lore azzurro talora assai Vivo. PiRITE DI FERRO 0 MARcASSITA. — È questa l’unica pirite di ferro da me osservata, rappresentata dalla for- mula FeS°. La riscontrai in una marna che ritengo identica a quella a fucoidi nel torrente Reganzo vi- cino a Varzi, e così pure in un dirupo costituito da Argilla nel torrente Repanto pure presso Varzi e: dis- seminato in noduli e piccole masse nell’Arenaria nel Rio del Vado a Zavatarello. I cristalli di questo mi- nerale offrono di rado il loro color giallo proprio, ma per lo più tendono al rossastro all’esterno, il che di- pende da principio d’epigenesi. Nelle Argille del tor- rente Repanto lo si vede già spesso trasformato in sol- fato di ferro. Le forme cristalline sotto le quali sì mo- stra sono dei Romboedri aggruppati, degli Ottaedri rombici tronchi sugli spigoli e sulle due sommità del- l’asse verticale. Si scorgono pure anche alcuni cri- stalli di quella varietà che dicesi a creste, ed anche in lamine esagone le une sovrapposte alle allre ap- partenenti alla varietà detta Epigena. FeRRo IDRATO. — Non costituisce depositi speciali, quantunque non improbabilmente lo si ritrova in grani, come l’ ho riscontrato in alcune campagne argillose dei contorni di Liscate. Si può dire però molto dif- fuso giacchè forma parte delle così dette argille fer- ruginose. Più distinta è quella varietà che si riscon- tra in alcune Geodi. In una di queste, raccolta nella località presso la Fonte d’Annibale a Casteggio, offre la parte esterna ricoperta di granelli bruni, e l' in- ‘terno giallastro. 5) QUARZO E SUE VARIETA”. — Si può dire che la ma- teria quarzosa o la silice sia copiosissima se si con- siderano le abbondanti sabbie di natura puramente Silicea, e le arenarie pure a granelli silicei che costi- tuiscono potenti depositi a varii livelli. Però i mine- rali di Quarzo puro che ho riscontrato, o che vengono annoverati da alcuni Autori sono le seguenti: Quarzo jalino. Questa varietà in piccoli ma bei cristalli ho osservata alla superficie d’un’arenaria si- licea biancastra che trovasi vicina a massi serpentinosi. Quarzo fibroso. Questo venne indicato dal signor Barelli trovarsi alla Chiusa sopra Bobbio; trovasi ade- rente al Quarzo in massa, egli asserisce che lavorato presenta i gatteggiamenti del Feldspato detto Occhio di gatto, e potrebbe essere lavorato per formarne pie- tre d’ornamento. Quarzo Calcedonia. Esemplari magnifici di questa varietà ho osservato a Monte Arzolo presso Castana. Ivi tra i vani e fessure d’ un Calcareo a grana cri- stallina forma delle stallatiti di una sorprendente bel- lezza, tanto per le loro dimensioni, che pel loro co- lorito or bianco, ora azzurrognolo ed ora persicino. La Calcedonia sotto tal forma si ritiene da alcuni es- sere un deposito di sorgenti minerali che contenevano la silice gelatinosa, oppure secondo Kuhlmann, e forse con più certezza, ha avuto origine della decomposi- zione di silicati alcalini contenuti nella roccia, me- diante la prolungata azione dell’ acido carbonico, e per la graduata consolidazione della silice in questo modo precipitata. Il calcareo, tra le cui fessure sono contenute le stallatiti, ha una struttura a grana cri- stallina che offre delle macchie di ferro idrato, e tra ì suoi vani mostra dei cristallini di spato calcareo,, che spettano alla forma metastatica. A primo aspetto. 6 potrebbe venir preso per un calcare metamorfosato, ed è certo che spetta al così detto Terreno miocenico. Quarzo Agata vera. Un’ altra forma sotto la quale si presenta il quarzo è quella di ciottoletti dei quali quello del maggior diametro osservato misura nel massimo diametro 0",0100, e nel piccolo 0",05. Molti hanno una forma tondeggiante, schiacciata, altri ir- regolare e si riconoscono per la natura della loro pasta, e pel loro aspetto per vera Agata. Molti sono di pura Calcedonia, altri offrono un color bianco latteo , ed altri sono in speciali modi screziate. Troppo sarebbe indicare le numerose varietà che si incontrano. Sem- bra che tali Agate provengono dalla decomposizione del conglomerato pliocenico o subapennino ; se ne veg- gono depositi non molto lungi da Casteggio. Le lo- calità ove riscontrai copiose le Agate sono dapprima al luogo detto Tronconero, e ancora in maggior copia lungo il Rio di S. Zeno non molto lungi dalla Camerà. Quarzo piromaco o focaja. In uno scavo fatto nelle vicinanze dell’Orto Agrario vennero riscontrate molte geodi di piromaco che nell’ interno contenevano un nucleo argilloso, e altre simili geodi si ritrovarono anche vicino a Casteggio. Il signor Barelli poi cita il Quarzo piromaco erratico nella Staffora probabilmente proveniente da un qualche banco di calcareo cretaceo. Le Geodi di piromaco vengono frequentemente «credute dal volgo come frutta fossili. GIARGONE. — È questo una pietra dura composta -di Silice e Zirconio; il suo colore è il rosso più 0 ‘meno carico, si trova in granelli o minutissimi cri- ‘stalli ‘nelle sabbie aurifere. Talora, ove esistono tali ‘sabbie, accidentalmente si accumulano i granellini di Zirconio, in modo da potersi facilmente raccogliere. 7 Nè osservai in copia in un banco di sabbia e ghiaja di fronte-all’ isola detta la Costa. STEATITE. — Volgarmente detta Pietra saponacea. Trovasi in nuclei quà e là disseminata nel-serpentino nel monte al di sopra della Casa del signor Buelli ai Gerbidi presso Bobbio. È la steatite un minerale che accompagna frequentemente il serpentino, e ne osservai due varietà; l'una giallognola, verdastra l’al- tra. Questo minerale viene pure indicato dal Barelli trovarsi al Monte al di sopra d’ Ottone nella Valle della Trebbia. AsBEsTo. — È questo minerale, che alcuni conside- rano come varietà dell’Amianto, non un minerale auto- nomo, ma che proviene secondo alcuni dal Pirosseno, secondo altri dalla Tremolite. Si presenta nella località sovracitata costituire un piccolo filone dello spessore di quattro centimetri nel serpentino, si stacca facil- mente dalla roccia ed è costituito come da un am- masso di rigide fibre strettamente tra loro accollate, di colore verdastro lucente. Lo si trova pure dissemi- nato quà e là nella massa vicina di serpentino, e ta- lora entro vi forma delle piccole venuzze d’un bel verde. DIALLAGIO 0 BRrONZITE. — L’aspetto lamellare lu- cente ed il colore vivo d’acciaio o di bronzo con cui si mostra, lo fa credere spesso per un metallo, ma per la sua polvere sì riconosce subito per una ma- teria pietrosa. Si presenta copiosissimo nei serpentini, e specialmente in quello del Colle di Santa Marghe- rita nella valle della Staffora, ove si presenta è di colore d’acciaio ed anche di colore bronzato. 8 SERPENTINO. — Molto importante sotto 1’ aspetto geologico è nella Provincia il serpentino nei monti della valle della Staffora. Da Varzi ascendendo la Staffora si presenta dapprima il serpentino al Colle di Santa Margherita. Questa massa si estende sino al così detto Rio Montagnola, e costituisce varie altre sporgenze sovra una delle quali è collocato il paese di. Pregola. A poca distanza da Pregola, ove il masso serpentinoso s’ innalza, vedesi il serpentino palesemente aver fratturati gli strati calcarei, che ivi si osservano e stranamente ripiegati, che pel loro colore bianco spiccano dal color cupo del serpentino. Questa massa di serpentino mostra quà e là alcune altre sporgenze e sembra che costituisca un diechio che si estende non molto lungi dal paese detto Colleri. Il serpentino di questa massa spetla a quella varietà che dicesi diallagifera. Un’ altra massa eruttiva che offre una considere- vole estensione è quella che si osserva verso il N. E. di Bobbio, essa mostra una considerevole elevazione al monte detto tre Croci, e costituisce il Monte detto Barberino. Se dal piano dei Gerbidi si volge lo sguardo all’ Ovest vedesi la massa del serpentino sporgere alla riva opposta della Trebbia. Infatti la si può seguire tal massa per recarsi nella valle del Tidone. Salendo da Bobbio i suoi massi quà e là sporgono lungo la strada presso Vaccarezza, e si può facilmente rimar- care che costituisce un immenso dicchio che ascende ai fianchi del Penice ove in più luoghi è ivi attra- versato dallo stradone, e s’innalza sino alla cima detta del Pozzale, da dove discende verso la valle del Ti- done per circa duecento metri, ed è certo che ancora continua giacchè si presenta vicino alle sorgenti del Tidone nei contorni di Canedo. 9 Il serpentino predominante di questa massa con- tiene poco dialaggio, quà e là si mostra asbestifero, e contiene pure disseminato delle piccolissime piriti di ferro. - In questa massa di serpentino al Monte Barberino non molto lungi dai filoni d’asbesto già citati, sì 0S- serva un filone dello spessore di circa quattro centi- metri che alla superficie offre la roccia decomposta , e che per l'aspetto si può ritenere spettare a quella roccia che spesso atcgnipazia” i serpentini civè alla Eufutide varioittica. ROCCIE CHE TROVANSI IN RELAZIONE COLLE MASSE SERPENTINOSE- — Alla base del grande massiccio di Serpentino che abbiamo indicato estendersi compa- rendo qua e là dal Colle di Santa Margherita sino al Villaggio di Colleri, si fanno rimarcare e verso la sua parte elevata al Colle di Santa -Margherita, e verso la sua base al Fosso di Prella e al Rio Montagnola una serie di grandi masse di roccie, tra le quali spiccano ancor più per la loro mole i massi che veggonsi al Rio Montagnola vicino al così detto Molino del Groppo. Le relazioni tra di loro di queste roccie, delle quali alcune hanno un aspetto cristallino, altre quelle di Conglomerati, di Breccie non vennero ancora pro- fondamente studiate, ed una sola rapida gita faita in quelle località tanto interessanti, non basta a chia- rire sufficientemente la storia della loro apparizione. A me sembra però che devonsi riferire a quelle roccie che da alcuni Geologi vengono dette di frizione. Di tali roccie ne esistono nel Parmigiano e così pure in alcune località dell’ Apennino Bolognese e special- mente nella Valle superiore del Reno, i quali ultimi massi sono in relazione col terreno Eoceno. 10 Queste roccie consistono in Arenarie a base di serpentino con disseminato del calcareo, giacchè effer- vescenti; in Arenarie con granelli di quarzo; in con- glomerati contenenti massi di un vero granito rosso, e granito grigio. In uno di questi massi di granito grigio osservai racchiuso un grosso ciottolo di quarzo lungo 15 centim. largo 6 centim. e nel conglomerato di Rio Montagnola una lastra voluminosa che sembra un Arenaria rossa. Alla base del Colle di S. Marghe- rita net Fosso di Prella trovansi dei massi d’Eufotide con feldspaito roseo. Nel Rio Montagnola poi si fa rimar- care non molto lungi dai grandi massi sporgenti trà il calcareo una breccia formata da calcarei compatti e marnosi, misti con frammenti d’un arenaria rossa e di calcareo verdognolo il tutto cementato da pasta serpentinosa. In questa località in contatto dei grandi massi tro- vasi una roccia che a primo aspetto sembra un por- fido quarzifero, di color roseo, con macchiette di feldspato, ma che fa effervescenza cogli acidi (1). CALCE CARBONATA. SPATO CALCAREO. — La calce carbonata cristallizzata la osservai in molte località tra le marne ed i calcarei, ma mi limiterò ad indi» care le principaii. Fra le marne calcaree del torrente Reganzo presso Varzi si osserva che i loro strati mo- strano molte spaccature riempite di cristalli di Spato calcareo cne appartengono alla forma detta Metasta- tica. I cristalli delle pareti della spaccatura sono per- pendicolari alla spaccatura , paralleli all’ incontro gli altri che sono nel mezzo, e molto più completi. Il loro colore ordinario si è il giallognolo. (1) Rispetto alle Breccie e Marmi a cemento serpentinoso veggasi ove si tratta del Calcareo. 11 Piccolissimi ma eleganti cristalli di Spato calcareo sì veggono pure nelle cavità delle arenarie tanto del Monte Arzolo, che della Rocchetta, le quali arenarie soggiacciono a delle marne e a delle argille. Molto più belli sono i cristalli di Spato calcareo che si osservano in una grande fessura del calcareo compatto vicino ad Oficala in poca distanza del Ser- pentino nel Rio de’ Gavi ai Gerbidi di Bobbio non molto lungi dalla Casa del distinto Enologo il signor Esusperanzo Buelli. Ivi i cristalli di Spato calcareo sono molto limpidi, e spesso di discreta grossezza, misti a dei piccolissimi dei quali alcuni offrono la perfetta figura del Romboedro. Tra i più grossi se ne distinguono alcuni emitropici, ed altri di aspetto cu- boide, e tra i piccoli se ne osservano molti modifi- cati sugli spigoli. Molto difficile si è lo staccare dei pezzi di matrice coi loro cristalli, giacchè per la sua durezza i colpi del martello ne fanno staccare mol- tissimi. Lo Spato calcareo compatto lo si riscontra anche tra strati di calce carbonata compatta che si osser- vano ai piedi del Colle di Montalto, e se ne presen- tano dei pezzi che hanno lo spessore di 29 mill. Il chiarissimo Barelli accenna che alla massa di Costa presso Ottone nella Valle della Trebbia si ri- scontra dell’Arragonite setosa contenente molta stron- ziana. i All’Arragonite inclino riferir debbasi un calcareo setoso a lucentezza viva che forma delle vene tra una ‘Arenaria serpentinosa che osservasi sul Colle di Santa Margherita. | Calcarei non cristallizzati. Trattando di questi verrò solo accennando le più importanti varietà, giacchè non mi è possibile indicarne le loro giaciture sotto l’aspetto 12 geologico. Molte sono le varietà di calcarei che tro- vansi n:Ila Provincia, dei quali la maggior parte spet- tano all’epoca miocenica, e all’epoca eocenica, e forse altri che spettar possono alla formazione cretacea, il che meriia d’essere studiato. Alcuni di questi calcarei vanno riportati ai calcarei argil'osi, ma la loro di- stinzione tanto mineralogica che geologica avrebbe bisogno di più accurate osservazioni, che non ho po- tuto verificare. Cal:areo compatto. Tra questi trovo di additare quello che si riscontra stratificato che riscontrasi per recarsi dai Gerbidi nel Rio di Gavi. Ha d’ esso una tinta giallastra; la sua pasta è fina ed omogenca, la sua frattura è concoide e liscia, a primo aspetto di molto si avvicina alla pietra litografica, ma che forse non può servire contenendo quà e là da piccoli nuclei o granuli del diametro da cinque a tre decimi di mil- limetri, d'un minerale che non è effervescente, e che non ho potuto determinare. Il calcareo che riscontrasi nella Valle della Trebbia gode d’una certa rinomanza giacchè è quello i di cui ciottoli e frammenti danno la così detta Calce Piacentina, che è una vera calce idraulica, Tra i calcarei che ritengo d’epoca miocena, merita speciale attenzione quello di Monte Arzolo non molto lungi da Castana. Questo calcareo ha un co- lore biancastro con macchie quà e là ferruginose, e la sua grana è cristallina, e mostra sparse delle pic- cole gecdi ripiene di cris‘alli, e vi osservai pure pic- cole cavità con cristallini di solfo. Inelino a ritenere che tal calcareo si possa considerare come un calca- reo concrezionato, in alcune delle sue fessure si 0s- servarono bellissime stallatiti di calcedonia come si è già accennalo. | Dei calcarei ritenuti mioceni alternano con calcarei 13 argillosi o marne, e si adoperano utilmente per averne calce, come si osserva ad Oliva, a Sanla Giuletta. Un ottimo calcareo pure da calce si è quello del Colle di Santa Margherita, che quantunque si verifica in contatto del serpentino, non mostra alterazione rimar- chevole. Calcareo cretaceo o Creta bianca. Forma questa varietà un calcareo terroso bianco, che si riscontra in molti luoghi della Provincia, e probabilmente spesso ha origine dalla decomposizione di alcuni calcarei ar- gillosi o marne. Non molto lungi da Castana, al luogo detto la Palazzina, veggonsi molti strati di marne giallastre in stratificazione quasi orizzontale, ciie alternano con arenarie, c con piccoli straterelli pure d’un calcareo amorfo bianco polverulento, e così pure quà e là dis- seminate delle piccole masse polverulenti che subito si fanno riconoscere spettare al calcareo crelaceo 0 creta bianca. — Questa creta però si presenta sotto un singolare sorprendente aspetto non molto lungi da Oramala. Ivi in una riva che limita la strada che da Varzi mette al paese sovra indicato trovasi un de- posito d’ un arenaria a granelli silicei ed a cemento calcareo di colore Dbigio chiaro che si presenta in istato di disaggregazione. Disseminate nel detrito veg- gonsi delle masse di vera creta bianca, che mostrano come l’apparenza di bachi calcinati, che se talora si conglutinano tra. loro costituiscono delle masse più grandi nelle quali compare ancora l’ aspetto vermi- forme. Un altro deposito di vera creta bianca polveru- lenta è interessante per la sua giacitura. Questo de- posito si osserva tra la grande massa serpentinosa che sorge al nord della Casa* del sig. Buelli ai Ger- 14 bidi presso Bobbio, esso costituisce a guisa di filone un considerevole deposito di una materia terrosa bianca che si riconosce doversi riferire a creta polverulenta bianca. Calcareo incrostante o Tufo calcareo. Un interes- sante e singolare deposizione di questo minerale mi venne gentilmente. indicato dal signor Avvocato Giu- lietti di Casteggio. Consiste questo in una deposizione di sottili lamine calcaree a grana semi cristallina, e tra lamina e lamina vi si osservano dei minutissimi cristalli di spato calcareo. Trovasi questo deposito for- mato dall’acqua potabile nel Palazzo comunale di Ca-: steggio. I campioni che mi vennero communicati hanno circa due centimetri di spessore, e mi vennero accompagnati colla notizia che tale deposito si era formato in meno di due anni. Calcare Pisolitico. Con questo nome viene indi- cato quel calcareo sedimentario costituito da piccoli globuli calcarei che mostrano strati concentrici. Tale varietà si mostra disseminata sovra le testate della Puddinga meoura del Castello di Zavatarello. Tali pi- soliti però sono piccolissime, giacchè al più hanno tre millimetri di diametro. Marne. Per marne s’ intendono quelle roccie che constano di argille e di calce. Di queste ne esistono molte varietà, delle quali troppo sarebbe trattarne par- ticolarmente. Le marne poi secondo la predominanza dell’ argilla o della calce vengono distinte in marne argillose e marne calcari. In generale le marne ar- gillose sono le predominanti nel terreno Pliocenico, le calcari all'incontro predominano nel terreno Mio- cenico ed Eocenico. | Le marne argillose azzurre caratteristiche del ter- — reno Plioceno si riscontrano in molte località nei Colli 15 della Stradella e Casteggio, ma con più facilità si mostrano palesemente nel Colle di S. Colombano. Le marne calcarifere si osservano non solo nei terreni Eoceni e Mioceni, ma anche nel Pliocenico. Alle prime devonsi riferire le marne tanto bianche che variegate e rossastre che si osservano nei tor- renti Reganzo e Reponte presso Varzi. Alle marne calcarifere mioceniche quelle che trovansi collegate col gesso a Monte Scano, alla Camerà presso Casteg- gio, e presso Castana. Alle marne plioceniche poi spettano le marne bianche e giallastre che si scor- gono a S. Colombano sottoposte alla sabbia ferrugi- ‘nosa, e che ricoprono le marne azzurre, che in que- sta località contengono bellissimi fossili. Qui devo pure far notare che a S. Colombano trovasi al di sotto della marna azzurra una roccia calcarea che consta per così dire tutta di conchiglie e Polipaj, tra i quali Polipi specialmente una Clado- cova che ritengo essere la Cladocova Prevostii Edw piuttostochè la CI. manipulata che è del terrer.o mio- cenico. In questa roccia riscontrai una specie di con- chiglia d’un genere non ancora annoverato tra i fos- sili subapennini cioè un Argyope piccolissima che per la figura di molto si avvicina all’Argyope decollata Chemn. Il Calcareo di questa località somministra una buonissima calce. Breccie 0 MARMI. Sono queste in relazione colla formazione serpentinosa, ma ho creduto opportuno trattare di esse dopo il calcareo, giacchè ne è questo il principio predominante. La località ove specialmente in copia le ho riscontrate è la seguente. Recandosi da Bobbio ai Gerbidi sulla strada che per cerio traito costeggia la Trebbia, oltrepassato il piccolo paese detto 16 di Casale vedesi un Rio detto de’ Gavi. Ivi si osserva un gran masso di Oficalce posto vicino ad un cal- careo.: Nel Rio stesso poi si osservano dei grandi massi che certo spettano o sono in relazione col serpentino, e che costituiscono delle vere Oficalci, e “delle breccie che si mostrano sotto vario aspetto, € che potrebbero. somministrare dei bellissimi marmi. Le principali varietà che credo opporluno anno- verare sono le seguenti: | i. Un oficalce di color verde vivace con macchie di color rosso e venature di spato calcarco. 2. Una breccia a grandi frammenti di un calcareo rosso compatto collegati da vene di serpentino, € vene di spato calcarco. 3. Una breccia composta di frammenti ora ango- lari or tondeggianti di serpentino di color verde cupo . quasi nero, collegati da venature o cemento calcareo. 4. Breccia a piccoli elementi di un calcareo ros- sastro frammisti a serpentino con diallaggio. Superiormente al Monte Barberino trovasi pure una breccia a piccoli elementi di serpentino verde oscuro ravvolto da cemento calcareo. Il signor Esusperanzo Buelli fece lavorare alcune di queste varietà, e nella sua casa se ne veggono dei tavoli, e due palle di discreta grossezza della sopra descritta varietà al N. 3. adornano il peristilio della sua abitazione. Gesso 0 CALCE soLFATA. — Il Gesso è uno dei prodotti minerali abbondantissimo nelle Colline Oltre- padane, ove si riscontra cristallizzato ed amorfo. Il più bel gesso cristallizzato è quello specialmente di Casteggio non molto lungi da Mairano alla così detta Grotta della Camerà, e così pure quello che si osserva 17 sul Colle d’ Oliva, ove alla Cà de’ Gessi, quà e là «sporge da un terreno argilloso. Il gesso alla Camerà si ritrova in grandissimi cristalli, ai quali è interpo- ‘sta una marna. Questi cristalli facilmente si suddivi- dono in lamine, e molti offrono Vapparenza di quella forma cristallina che dicesi a ferro di lancia; e si ri- scontrano pure dei bellissimi cristalli striati che por- gono chiarissimo esempio d’emitropia. Il gesso della Canterà ed anche quello d’ Oliva, è di colore bianco, grigio perlicco e bruno; e stropicciato dà forte odore bituminoso. Alle così dette Cà dei Gessi veggousi piccoli tozzi forni nei quali viene colto il gesso. Nin molto lungi da Casteggio si riscontra il gesso cl nel Comune di Garlazzolo, e sembra, come riferisce anche il Barelli, che sia stato deposto tra il terreno ‘argilloso. Un altro deposito di gesso csservai nei contorni di Mondondone, anch'esso si osserva collucato al di sotto del terreno argilloso. Superiormente gli strati quasi orizzontali si osservano fratturati, e al di sotto si mostrano grossi strati regolari, da’ queli si otten- gono grandi pezzi per uso di costruzioni. Tra gli «Strati del gesso compatto ve ne sono alcuni composti di gesso in lamine-dì una beila trasparenza. A circa 1|2 miglio di distanza da Godiasco, se- condo quanto riferisce il Barelli, alla riva destra del Rio Falcone si trova il gesso con impronte di foglie, e lo stesso Autore dichiara che presso Godiasco se «ne veggono altre masse nel terreno delri € ciò per circa mille metri. Lioni Ma le gessaje più celebri di queste colline, “sono quelle che trovansi sui colli della Stradella, e special mente al piccolo paese detto di Montescano. Chi, per quanto mi è noto, descrisse pel primo tale gessaja 2 18 «fu il chiarissimo Breislak, ed avendo io stesso verificate le sue osservazioni, credo opportuno riferire quanto pubblicò il duttissimo geologo, solo riservandomi ad ‘accennare alcune particolarità che ho potuto rilevare colla mia propria ispezione, e dai campioni bellissimi che mi vennero favoriti dal signor Dott. Spairani. Il deposito gessoso , così il Breislak, è ricoperto da un letto di marna sabbiosa giallastra, solubile con effervescenza negli acidi, e che racchiude 1.° alcuni grandi informi cristalli, che per altro affettano la for- ma romboidale, di gesso laminare; alcune di queste masse cristalline sono quasi opache per la quantità di marna che è restata inviluppata tra le lamine sot- tili del gesso, ed altre hanno qualche parte tinta in nero dal bitume = 2." Alcuni piccoli strati d’un gesso pellucido a frattura scagliosa qualche volta bianco candido, altre volte grigio scuro tendente al giallastro. =3.° Molti ciottoli della stessa marna configurati in forma sferica o sferoidale di diversa grandezza da uno a tre, o quattro pollici di diametro: tali ciottoli non ‘sono diffusi irregolarmente nelle marne, ma vi fanno una specie di filone diretto dall’E. all'O. ed inclinato ad angolo di circa trenta gradi sopra gli strati sotto- posti vrizzontali di gesso. La marna che li compone è molto più compatta ed indurita, e produce una lenta effervescenza negli acidi, nei quali per altro pronta- mente e con molta effervescenza si scioglie, se pria si riduce in polvere e se l’infusione si ajuti con grado anche leggero di calore. Sotto questo letto marnoso, alto quattro o cinque piedi giace la calce solfata di- ‘sposta in istrati orizzontali, ma di grossezza diversa da due a tre pollici sino a due o tre piedi. Gli strati gessosi- sono interrotti sovente da sottili strati d’ una ‘marna schistosa di colore cenerino, nella quale spesso w 19 si trovano delle piccole vene di gesso: sì la marna che il gesso alla percussione o all’attrito danno forte odore di petrolio. Il gesso è assai compatto, di colore ordinariamente grigio chiaro, talora grigio oscuro ed anche nerastro, secondo la maggiore o minore dose di materia bituminosa che contiene; il colore della raschiatura è bianco; la sua struttura generalmente è cristallizzata , in piccoli sottilissimi aghi, ma se la spezzatura s’incontri nel senso della larghezza di que- sti filamenti, sembra cristallizzata in piccoli graneili. S’ ignora sino a quale profondità giungano gli strati del gesso, poichè gli operai trovano più comodo l’estendersi nella superficie piuttosto che nella profon- dità, benchè di quando in quando tutta Ja massa de- gli strati gessosi sia interrotta da filoni di marna della grossezza di 20 in 25 piedi, che tagliano perpendi- colarmente gli strati orizzontali della calce solfata. Oltre ciò che asserisce il signor Breislak, come qui sopra si è esposto, trovo di far osservare che proba- bilmente la marna si è deposta nelle spaccature che avvennero negli strati del gesso, e che in questa sì riscontrano dei massi di gesso che. ORION talora allo spessore di metri 1. 50. Lungo i dirupi ove trovasi in posto la marna su- periore al gesso, e che anch’essa contiene frammenti di gesso, si osserva un’ incrostazione d’aspetto semi- cristallino, e che è formata da molto gesso misto calce carbonata con traccie di ossido di ferro. Molte sono le varietà di gesso che si riscontrano a Montescano. Dietro una rapida ispezione da me fatta, e meglio ancora da alcuni esemplari favoritimi dal Signor Dott. Spairani, le principali sono le seguenti: La varietà più comune è quella di color grigio nella quale sono ben visibili le laminette cristalline che la 20 | «compongono. Questa varietà mi sembra essere la più superiore del deposito, ed in essa s'incontrano molte belle impronte di foglie di vegetabili d’epoca più an- tica dell’attuale. Alcune di tali impronte si riscontrano ma più di rado anche nelle marne. Una bellissima varietà di gesso che mi fu data dal Dott. Spairani, è quella che mi venne indicata della località detta la Boccia del Ronchetto. È molto «compatta, di color bianco vivace con marezzature di » color grigio fumo, molto dura per la sna grana as- sai fitta, ce che è suscettibile di bel polimento ; in du- rezza ed aspetto emula questa varietà alcnne di quelle di Volterra in Toscana. Il gesso grigio, e le allre va- rietà che si riscontrano a Montescano servono per formarne camini, stipiti ed altri oggetti architettonici consimili, che già da gran tempo venivano anche spe- diti da lungi, giacchè mi ricordo di avere vedulo degli stipiti di finestre e porte in un'antica casa di Lodi. Rispelto ai gessi tanto d'Oliva che di Camerà sopra ‘Casteggio, inclinerei a credere che poggino sovra delle marne calcaree che veggonsi in posto nel ‘Torrente 5. Zeno. Il Barelli assicura invece che a Montescano il deposilo gessoso poggia sovra una sabbia grigia ferruginosa, effervescente. In altre località oltre le già indicate sì riscontra il gesso, come si può ricavare dai cenni della stati- stica mineralogica del Barelli. Una di queste località .sì è quella sul pendio destro d’un Vallone detto del Pullio, ove si presenta sotto forma d’una massa pris- matica lunga circa 40 metri e alta metri 30, coperta da una congerie ghiajosa. L’altra località è collocata a destra dell’Aversa, sul pendio occidentale d’un colle nel territorio di Montù Beccaria, ma in quest’ ultimo deposito sino ad ora non furono riscontrate impronte di foglie. 21 STRONZIANA SOLFATA. — Questo minerale viene accennato dal signor Barelli trovarsi in una calce’ carbonata, arragonite setosa, al Monte Costa presso Ot- tone nella Valle della Staffora. SODA CARBONATA 0 NATRON. — Questo sale è di molla importanza, esso si trova in istato di efflore- scenza nei sotterranei del Castello di S. Colombano nei quali si può abbondantemente raccogliere. Dall’esi- stenza di questo sale si può supporre che al di sotto del Colle di S. Colombano vi sia un deposito di sal ma-- rino, giacchè è noto che probabilmente si forma dalla reazione del carbonato di calce sul cloruro di sodio,.. L'esistenza del sale marino sembra confermata dalle sorgenti salate che si trovano a Miradolo, e siccome acque salate pure trovansi anche nei colli di Casteg- gio e vicinanze, deposili di questo minerale probabil- mente esistano anche in queste località. AnciLLe. — Le argille costituiscono nella Provin- cia Pavese un deposito assai considerevole, ed il loro» studio © importante e per le loro giaciture e per le applicazioni industriali ed agricole. Il Chiarissimo Breislak accennava che a pochi: piedi dal terreno vegetale si trova l’Argilla, e che- infatti fu sempre riscontrata nello scavare il Naviglio. da Milano a Pavia, e ciò per circa 24 miglia. Le: escavazioni fatte, le bonificazioni dei terreni, e le ab-- bondanti fornaci tra. Milano e Pavia confermano la. estensione di questo deposito al N. di Pavia. Ma venendo alle osservazioni da me fatte. circa; ai varii depositi d’Argilla, verrò prima esponendo ciò che si è potuto verificare al Lambro al S. E. di Lo- cate. Alla riva destra del Lambro al di sotto della 22 ‘terra vegetale che ha lo spessore di circa m. 0,10 si trova una vera Argilla ferruginosa con sab- bia di color giallo. ferruginoso, e che offre un certo stato di aggregazione, che si. può considerare come un vero ferretto, e che ha lo spessore di un metro. L’Argilla diviene più scarsa e più predominante la Sabbia. Alla riva sinistra del Lambro al di sotto del suolo circa m.' 3.37 si riscontra un grosso strato di Argilla dello spessore di circa un metro. Quest’ Ar- gilla è di colore giallo biancastro, molto plastica, e contiene pochissima sabbia silicea. Al di sotto di questo strato sieguono sabbie e ghiaje sino alla pro- fondità in complesso di metri 8.5, sotto le quali com- pare un altro strato d’Argilla dapprima contenente molta sabbia per circa m. 1.95, in seguito si rende più pura, ed in questo stato mostra lo spessore di circa m. 0.75, e che trovasi alla profondità dal suolo circa metri 10.75. | Le argille del Ticino vennero da me specialmi 6 esaminate all’alta costa del Ticino detta di Mombo- lone. Ivi l'argilla si trova al di sotto d’una sabbia silicea biancastra. Quest’argilla è compatta, bianca- stra, non fa effervescenza, e contiene poca sabbia nella quale si riconoscono dei frammenti di serpenti- no, e quà e là mostra delle macchie di colore az- zurro prodotte dal ferro fosfato. Immediatamente al di sotto di quest’Argilla siegue un’ Argilla di color $ verde chiaro, non effervescente e che contiene molta sabbia silicea con granelli di serpentino, e alcune laminette di mica. All’Argilla verde siegue un’altra Argilla giallastra con alcune vene di Argilla ferrugi- nosa. Dallo scavo d’un pozzo eseguito nelle cantine del locale della Botanica, i cui materiali vennero raccolti 23 dal Prof. Pavesi si riconosce che in questa località i, materiali del sottosuolo, e specialmente l’Argilla ver- dastra è analoga a quella osservata a Mombolone. . Lungo le rive del Po il livello al quale si tro- vano le Argille varia alle due sponde Alla riva de- stra si riscontrò alla profondità del suolo di circa metri 12.90 sino alla profondità. di metri 15. Alla riva sinistra si presenta alla profondità di metri 14, e venne seguita sino alla profondità di metri 17,50. «Quest Argilla è molto somigliante all’ Argilla verdo- gnola del Ticino, ma il colore ne è più smunto, è talora effervescente e contiene molta sabbia silicea con granelli di serpentino. Tra le Argille certamente sono importanti quelle che trovansi Oltrepò. E specialmente quelle dette di Goppa lungo il torrente di egual nome, e quelle che si riscontrano alla Stradella. In questa bella borgata trovansi vicine moltissime cave di Argilla, e per la gentile opera del sig. Antonio Rieci chimico farma- cista ho potuto esaminare i campioni delle numerose cave che alimentano in prossimità di Stradella mol- tissime fornaci. Il Breislak nel trattare dei prodotti di questa lo- calità dichiara che tutte le Argille spettano a quella varietà delta Argilla plastica calcarifera, giacchè asse- risce che tutte fanno effervescenza cogli acidi. Dal numerosi campioni esaminati devo asserire che in- vece sono per la maggior parle speltante alle Argille plastiche non calcarifere. Quelle che riscontrai effer- vescenti sono luna di Montaldino di sopra che tro- vasi alla profondità di cinque metri, quella della lo- calità di S. Bartolomeo, quella del luogo detto Vena che trovasi alla profondità di metri tre, e quella che sì riscontra in una cava vicina all’ Ospitale. Però ri- 24 tengo che l’effervescenza solo si effettui per trovarsi. nell’Argilla disseminati alcuni granelli di calce car-- bonata. Troppo sarebbe il descrivere le diverse va- rictà d’Argilla osservate, quasi tutte hanno un color. giallognolo più o meno chiaro, mentre all'incontro a Montaldino di sopra, alla profondità di circa sei metri: trovasi nel luogo detto Palma un’ Argilla biancastra, decisamente calcarifera, e poco diversa ne è un’altra Argilla di color bianco cenerino che si trova nei dintorni di Cannetto. Le Argille plastiche giallognole oscure non. effer- vescenti vengono adoperate per mattoni e tegole, e’ le calcarifere per lo più bianche specialmente per le fabbriche di majolica alle quali vengono spedite, spe- cialmente a Voghera e Lodi. Rispetto all’importanza di queste Argille, come uno dei prodotti interessanti di Stradella, se ne trova un cenno nella Statistica Mineralogica del sig. Barel- li, ma siccome l’opera del Barelli venne pubblicata trertacinque anni or sono, ritengo che il produllo né sarà certo di molto aumentato, e ciò per le numerose fabbriche che vennero, e vengono eseguite nello stesso Paese di Stradella. Anche al Colle di S. Colombano, del quale una: porzione entra nella Provincia le Argille sono copio- se. SI cominciano ad osservare al di sotto delle Sab- bie ferruginose che alla Colata esse mi si presenta trono aver circa la potenza di M. 5.50; siegue un’'Ar- gilla calcarifera bianca (Marna) di potenze di circa tre metri, indi una Marna azzurrognola, nella qua- le si cominciano a riscontrare conchiglie fossili; que- st'Argilla misura di potenza circa M.' 3.50; e poggia sovra il Calcareo che contiene molti fossili. Osservai che tanto la Marna bianca, che l’Argilla azzurrognola hanno una leggiera inclinazione verso N. E. 25 Un deposito d’Argilla merita d’ esser menzionato: ed è quello che osservai ascendendo per recarsi da Varzi ad Oramala. Quest'Argilla sembra derivare dalla: decomposizione d’una marna calcarifera che si 0s- serva in posto lungo il Rio Reponto ed anche sulla strada che mette ad Oramala, e contiene nuclei di Marcassila. Trovo qui pure di notare, che nell’Argilla che vedesi deposta in alcuni Durroni del Rio Reponto vi riscontrai e raccolsi dei bellissimi impronti di goc- cie d’acqua di pioggia, sul qual argomento ingegno=- sameute si occupò il sig. Marcel de Serres. ARENARIE. — Anche di questa specie di roccie se ne osservano molte varietà, c si riscontrano tanto nella formazione postpliveena e pliocena come anche molto più copiosa nella formazione miocena, ed co- cena. Le arenarie della formazione postpliocena si mo- strano palesemente alle rive del Ticino, e specialmente rimarclievoli suono quelle della riva di Mombolone. L’Arenaria ivi si osserva al di sotto dell’Argilla, con- sta specialmente di quarzo e mica con cemento d’Ar- gilla ferruginosa; nella parte più inferiore del depo- Sito mostra strati orizzontali di quasi tre*decimetri di spessore, e veggonsi specialmente tra gli strati dei frammenti di torba qua e là disseminati, e pog- gia sovra uno strato non molto potente d’Argilla ce- nerina, dopo la quale viene uno strato di Torba. Più moderna poi di questa, e del terreno detto Recente: devesi rite:'ere quella che accidentalmente si forma nel Ticino, per la decomposizione di pezzi di ferro caduti sul fondo del fiume, ove costituisce quella specie particolare di Arenaria conosciuta sotto il no- me di Caranto. 26 oi Uno strato di Arenaria ferruginosa quarzosa, si ‘osserva a S. Colombano al di sopra della Marna ar-.. gillosa. Alcuni la ritengono il primo membro del no- siro terreno pliocenico, e forse con -ragione, giac- «chè in una arena consimile a S. Colombano fu tro- vato un teschio d’ Elefante che spetta all’ Elephas me- ridionalis. Le Arenarie però più interessanti della Provincia sono quelle che contenendo nei loro elementi gra- nelli di se-pertino, sembra che debbano ritenersi ‘spettare all’Epoca miccenica. Si riscontrano in molte località, spesso i loro strati superiori hanno una tinta più chiara, giallastra, e inferiormente mostrano una tinta grigia oscura.-Di quest’Arenario constano i più antichi fabbricati di Pavia, tra i quali primeggia Van- tica chiesa di S. Michele, ma però per quanto io sappia signora precisamente da quale luogo delle Colline oltrepadane sia stata scavata. Presso Casteggio tale arenaria mostra contenere grossi tronchi d'albero trasmutati in Calcareo, rico- perti da una crosta stallalitica di Arenaria ferrugino- sa; vi abbondano pure quà e là frammenti di legno pure trasmutati in calcareo, e conchiglie fossili ed anche dei, Foraminiferi. Tra uno strato e l’allro spesso la sabbia non è cementata e mostra delle concrezioni stalattitiformi che giacciono in posizione orizzontale. Alla Rivetla di Corvino, ove sembra vi sia stato un'antica cava di Arenaria, se ne veggono dei massi disseminati nella Sabbia. Presso a Castana poi alla Rocchetta, ed al così dello Monte Arzolo esistono ora due cave in istalo di escavazione, nelle quali può il Naturalista raccogliere bellissime impronte di foglie fossili. Tanto al Torrente Lella presso Varzi come anche 27 a Ruino nella Valle del Tidone, e presso Zavaterello le Arenarie mioceniche sono copiose, e nelle due pri- me località vengono scavate con cura per ottenerne oggetti per costruzione. Arenarie del terreno Eoceno. Queste Arenarie nane no un colore bianco grigiastro, e per lo più sono micacec, e truvansi in istrati intercalati tra le Marne a fucoidi. In un pezzo di Arenaria intercalata .tra le marne a fucoidi nel torrente Regunzo presso Varzi riscontrai un fossile che ha molta analogia coll’ Ita- mites Micheli riscontrato nella Toscana. Arenarie metamorfiche o modificate. Ascendendo il Pozzale per passare dalla Valle della Trebbia in quella: del Tidone, si osservano delle arenarie molto modifi- cate composte di granelli semicristallini. Tra strato e strato sì scorge molta mica argentina, e qualche gra- nello nero forse Serpentino. Quest’ arenaria è in con- tatto col grande dicchio Serpentincso che attraversa il Pozzale. CONGLOMERATI SEDIMENTARI. — Dalle mie poche osservazioni mi sembra che tali conglomerati nella nostra Provincia si riscontrino specialmente nel ter- reno Plicceno e nel terreno Micceno. ‘Qi Ai Conglomerati pliucenici riferisco quei conglo- merati di ciottoli debolmente cementati, alternanti colle Argille che si osservano al di sopra di Casteg- gio verso Pegazzera. Dallo sfasciarsi di questo sì ri- scontrano molti ciottoli tra i quali molti di Calcareo nerastro contenente la Petricola lamellosa. Molto più interessante è quello che osservasi lungo le sponde del torrente Brignolo, nel quale si può far ricca messe di fossili pliocenici. Rimarchevole è pure un conglomerato che giace 28 molto inclinato sovra un Arenaria decisamente mio= cenica che si osserva all’ ingresso del Fosso del Vado: non molto lungi da Zavaterello, i di cui ciottoli però sono per lo più d’un calcareo d’aspetto cretaceo. Ai Conglomerati decisamente miotenici riferisco quelli che trovansi al Molino degli Albenti, e quello. del Colle del Castello di Zavaterello, la cui pasta contiene granelli di Serpentino, ed i cui ciottoli con- stano di quarzo, di Arenaria compatta e forse di Diaspro. Un conglomerato poi molto importante, e. degno d’essere attentamente studiato è quello che vedesi nel Torrente Lella presso Varzi, che poggia sulle Are- narie mioceniche. Questo conglomerato mi sembra molto rassomigliare a quello d.l Castello di Zavate- rello. Offre cioltoli molto voluminosi, dei quali uno ne misurai che aveva 15 Cent. di diametro ed era di Calcareo. Oltre i ciottoli nel conglomerato stesso nono sono scarsi anche dei pezzi angolari pure di calcareo. I ciottoli poi in tale conglomerato non of- frono una disposizione regolare. Dei Conglomerati dipendenti dalla formazione ser- pentinosa nè abbiamo traltato ove si discorre del serpentino. SABBIE. — Sono queste frammenti di roccie ri- dolti in piccolissimi min: zzoli, e talora persino quasi: in polvere. Talora formano da se depositi, ma per lo più si trovano frammisti a più grossi frammenti che costituiscono le ghiaje. Sabbie del Lambro. Rispetto alle sabbie, merita sla. richiamata l’attenzione a quelle del vero Lambro che si potrebbe considerare come un confine naturale della Provincia all’Est. Le sabbie di questo fiume si 29 riscontrano pure identiche miste alla ghiata nei con- torni di Miradolo. Tanto la sabbia che le ghiaje of frono una unta ferruginosa giallastra bruna, e con- stano di pochi grani di quarzo jalino, di moltissimi poi di quarzo ferruginoso, di granelli di serpenlino, e di alcuni granelli bianchi forse argillosi o feldspa- tici. Tale sabbia mista con argilla trovasi pure al Lambro meridionale, ma della quale indicherò in appresso il rispettivo livello. La sabbia del Lambro gode d'una certa celebrità; infatti nei paesi non molto lungi da questo torrente, si olliene da essa, mediante alcune operazioni, un prodotto che viene detto Mainass che serve a mi schiare al seme di trifoglio, detto semenzina. I gra- nelli chie se ne ottengono dagli speculatori hanno circa metri 0,C0L 0 0,002 di diametro. Altre sabbie si riscontrano nel non molto lontano colle di S. Colombano. Ivi tra le argille, specialmente non molto lungi di Miradolo osservai delle sabbie interamente silicce, altre però ve ne sono contenenti pure parti calcaree. Le sabbie pure vengono scavate e specialmente adoperate nella fabbrica di majolica. Sabbie del Lambro meridionale. Venendo ora alle sabbie del Lambro meridionale il primo strato è col- locato al disotto dell’ argilla ferruginosa ed è dello spessore di circa metri 1. 20; i suoi componenti sono granelli di quarzo jalino e più copiosi di quello tinto dal ferro, e contiene granelli d’ una roccia forse ar- gillosa di ‘color rosso mattone, e granelli di serpen- tino. Un secondo strato lo si ritrova al di sotto del- l'argilla plastica giallognola, e la si riscontra alla profondità di metri 4. 35, sino quasi a metri 10 mi- sta con più o meno ghiaja. Nella ghiaja si scorgono molti ciottoletti irregolari elissoidi o cuboidi per lo 30 più di quarzo, di leptinite, di schisto siliceo ‘e serpen= tino, e nella sabbia che vi è mista, veggonsi fram- «menti delle anzidette roccie, e dei granelli trasparenti verdi (forse Peridoto) e dei piccolisimi granelli neri che si riconoscono per siderite titanifera. Essendo noto che la siderite titanifera è sempre compagna delle sabbie aurifere, si può ammettere che anche in que- ste località vi sia un vero deposito di tali sabbie. Sabbie del Ticino. Rispetto alle sabbie del Ticino, le più importanti sono la sabbia quarzosa nella quale predominano i granelli di quarzo e molte lamelle di mica, e la sabbia aurifera. Sabbia aurifera. Ho già indicato come una sabbia probabilmente aurifera si riscontri nel Lambro meri- dionale mista a ghiaje alla profondità di metri 4. 35 sino a metri 10. Del Ticino non avendo avuto la for- tuna di esaminare Jo scandaglio che si è praticato nell'occasione della costruzione del ponte della ferro- via, non farò che accennare quanto mi venne l’occa- ‘- sione d’ osservare nei banchi di ghiaja da Bereguardo sino allo sbocco nel Po, osservazioni in parte eseguite in compagnia del signor Francesco Nocca. Le sabbie aurifere sono come è noto caratterizzate dal contenere la siderite titanifera (sabbia nera) e pic- colossimi granelli di color rosso oscuro che sono giar- goni, e talora alcuni granelli diafani di color verde chiaro, che in generale si ritengono di peridoto. Nel- l’anno 1857 nell’ispezione fatta col signor Francesco Nocca da Bereguardo al Ponte Vecchio abbiamo 0s- servato qualtro depositi o banchi di ghiaje con sabbie aurifere ed un altro deposito che mi sorprese per la grande quantità di giargoni e siderite si è quello che osservai nel presente anno di fronte alla così delta. Costa. Dell’importanza di queste sabbie pel loro pro- dotto veggasi ciò che si è riferito intorno all’oro nativo. 31 Sabbie del Po. Le sabbie superficiali portate dalle ultime piene sono grigie, constano per la maggior parte di granelli di quarzo jalino, e ferruginoso , di schisto siliceo, di serpentino, con traccie di giargoni, siderite titanifera, e peridoto? e quindi spettano alle sabbie aurifere. Dallo scandaglio praticato alle rive del Po a Mez- zana Corti, si osserva clie le ghiaje miste con sabbia di egual composizione presso a poco dell’antecedente alla riva destra giungono sino alla profondità di metri 42. SO ealla sinistra presso a poco a metri 13. 50, ed ad ambedue le rive poggiano sovra un’argilla ce- nerina. Tali sabbie diedero ‘indizii in quasi tutto lo spessore del deposito, di contenere siderite titanifera. - Dall’esposto mi sembra poter ora soggiungere che è probabilmente giusta l'opinione emessa dal signor Comm. De Filippi nelle sue giovanili osservazioni, cioè che un letto di sabbie aurifere formi un vasto deposito nella Valle del Pò. CrotToLI. — Per ciottoli s' intendono quei fram- menti di roccie, che si osservano lotitani dai luoghi ove trovansi in posto le roccie stesse, che lanno p r- duta la forma di frammento appena staccati, e ciò pel modo con cui furono da lungi trasportati. Rispetto ai ciottoli del Ticino, mostrano essi una forma per lo più elissoide, e la maggior parte constano di quarzo comune bianco o leggermente tinto da ferro idrato, “altri sono costituiti di diorite, di amfiboliti, di porfido quarzifero e melafiro, granito, gneiss. I ciottoli dei tor- renti traspadani sono per la massima parte di natura eguali a quelli delle roccie che gli incassano, e la maggior parte hanno una forma piatta e depressa. Tra questi ciottoli oltre quelli di calcarei e di marne 92 :si osservano pure molti altri di serpentino, e nella Staffora per recarsi a Santa Margherita non suvno rari. i ciottoli di un conglomerato provenienti dai massi che trovansi in relazione coi serpentini. Vi si osser- vano pure alcuni massi di una marna a zone concen- triche gialle più o meno cariche. Tra iciottoli meritano pure speciale menzione quelli provenienti dal detrito pliocenico che si osservano in gran quantità specialmente al di sopra di Casteggio ‘passando da Tronconero per recarsi a Pegazzera. I suddetti ciottoli sono per lo più calcarei, e per lo più d'un calcareo nero ed un calcareo giallastro, mostrano una quantità di fori entro alcuni dei quali si, veggono conchiglie spettanti alla Pelricola lamellosa Lamk, ed uno di questi ciottoli mi offri della cavità che proba- bilmente devonsi riferire, all'aspetto che offrono, alle gastrochene e specialmente alla Gastrochaena dubia ed alla Gastrochuena gijantea. Tali ciottoli contenenti conchiglie veggonsi anche in alcuni selciati di antiche contrade ed in alcune corti delle case di Pavia, dal che si può dedurre che il «selciato di Pavia un tempo venisse cos'rullo con ciot- toli d’ Oltrepò. MoRrrFoLITI. — Tra i prodotti alluvionali meritano speciale menzione delle concrezioni che prendono for- ma ora di stalattiti, ora di altre forme, Je quali hanno grande rassomiglianza di quei corpi denominati dal- l’Ehrenberg col nome di Morfolili. Trovansi queste sui nuovi banchi di sabbie e ghiaje del Pò, hanno un color bianco cenerino, e sembrano risultare da sabbia ed argilla calcarifera, e molto si rassomigliano al Caranto. Molto più però interessanti sono dei corpi «consimili che trovansi specialmente ira le ghiaje che 33 servono per bonifico delle strade, che si ottengono dal Pò. Essi furono per la prima volta osservati dal sig. cav. Giuseppe Brambilla, il quale sì degnò favo- rirmene alcuni. Fra questi corpi ve ne sono di quelli «che hanno una forma decisamente di stallatiti, altri .come di dischi piatti emulanti cartilagini interverte- brali, altri d'aspetto ovulare o semicilindriche, ed al- ‘cuni offrono una specie di fori ben limitati, che po- trebbero venire presi come fatti a bella posta artifi- cialmente. La tinta di questi corpi si è ferruginosa, ed alcuni offrono una spalmatura nera che sembra di ferro limonitico bruno, mentre al di sotto si os- servano offrire l'aspetto di limonite ocracea. Una di queste concrezioni rotta mostra un aspetto terroso, e non diede traccia di effervescenza, mentre altre nella frattura mostrano l'aspetto di un’ arenaria ferruginosa con visibili laminette di mica, e che fanno efferve- scenza. I Rispetto a questi corpi, mi si permetta esprimere un'opinione che forse non è lontana dal vero. Io ri- tengo che le concrezioni che trovansi nelle sabbie del Pò ancora scolorite ed in vario aspetto di forma- zione siano identiche a quelle colorite che si trovano tra le ghiaje più profonde del Pò. La differenza solo consisterebbe nell’essere le colorite già da lungo tempo formate, e che vennero compenetrate da ferro idrato abbandonato dalle Argille ferruginose che si riscon- trano al di sopra delle ghiaje in più località. Questi corpi meriterebbero di essere studiati e per la loro giacitura, e per la loro composizione. 34 COMBUSTIBILI SOLFO NATIVO. — Gli esemplari di solfo nativo che ho raccolto si osservano in piccole cavità o geodi in masse subcristalline nelle arenarie alla Rocchetta presso Castana e di Monte Arzolo, ed anche nel cal- careo concrezionato di quest’ultima località. Il sig. Barelli, nell’Opera già più volte accennata, riferisce che lo solfo nativo doveva essere copioso nei con- torni di Godiasco in modo che formava oggetto di escavazione, e dichiara ch’esso trovasi in masse me- scolate alla calce solfata, oppure anche nella marna. Il chiar. prof. Sismonda, nella sua Memoria sulla for- mazione cretacea e terziaria del Piemonte, trattando dei contorni di Godiasco indica trovarsi tra il terreno plioceno ed il mioceno una puddinga, la quale tra ciottolo e ciottolo mostra delle cellule tappezzate da cristalli calcarei riempite di Solfo puro. LicNITE. — Quest’ importante combustibile non si può dire scarso nella Provincia, ma non presenta però deposito di qualche spessore da poter vantaggiosa- mente scavare; la qualità non è sempre la migliore, . però se ne riscontrano quà e là dei straterelli che di molto si avvicinano al così detto Carbone collante dei moderni autori. La lignite la si riscontra specialmente nelle are- narie dell’ epoca miocena, nelle quali arenarie in al- tri paesi si trova copioso, e di molta utilità come _3ò combustibile. Anche nel terreno Plioceno nostro fu- rono trovate traccie di lignite. La T.ignite nell’ arenaria miocenica la riscontraî principalmente nei contorni di Zavaterello nel così detto fosso del Banchetto del Rio di Vado. La lignite vi è deposta in piccoli straterelli, però di tratto in iratto mostra dei grossi nuclei persino dello spessore di due decimetri; è d’essa molto bituminosa, ma spesso tra le sue lamine veggonsi delle sottili lami- nette di spato calcareo. Gli straterelli di questa lignite sembra che si prolunghino di circa un chilometro sino al Casale detto dei Zanelini. Una lignite d’ egual aspetto, e che anch'essa pre- senta grossi nuclei si osserva nel così detto Fosso che trovasi tra la Cascina Colombara ed il gruppo di case detto la Croselta. Dall'esame d’un deposito di una lignite consimile che trovasi nel territorio Piacentino vicino al piccolo paese detto Lazzarello, si può presumere che il de- posito della Lignite occupò un'estensione considere- vole, giacchè tanto al fosso Crosetta come a Lazza- rello, mostra precisamente la medesima direzione. Altre traccie di Lignite sì ritrovano in altre loca- lità, così p. es. quà e là nella Marna che si frappone al gesso a Montescano, ove venne pure osservata dal Barelli, come anche nei contorni di Retorbido ove sembra che si trovi pure nell’arenaria miocenica. Il sovracitato Barelli accenna pure che nel torrente Schiz- zola il quale sbocca nel torrente Coppa, al di sotto del Casale di Nebbiolo, si riscontra una lignite fi- brosa disposta in nove strati, ognuno dei quali ha lo spessore di Metri 0,40. Questo deposito meriterebbe d’ essere studiato. 36 Torpa. — Ad ognuno è noto quale importanza va sempre più acquistando la torba, attesa la scar- sezza sempre crescente dell’ ordinario combustibile. Presso a Pavia i solerti abitanti del Borgo di questa città raccolgono dopo le forti piene i grandi pezzi di torba che trovano deposti sui banchi di ghiaje e sab- bie formati dal Fiume, ed ora per essi è una sor- gente di guadagno giacchè se ne è introdotto 1’ uso di adoperare tal torba come combustibile. Questa torba è in posto lungo le rive del fiume, e non è impro- babile come accennerò ve ne sia un considerevole deposito, e rispetto poi ad altre località indicherò quelle che sebbene io non abbia avuto opportunità di osservare, pure veggonsi indicate in alcune pub- blicazioni degne di fede. Se si esamini la sponda sinistra del Ticino, lo strato più considerevole di Torba è quello che si 0s- serva alla Costa detta di Serina sotto Torre d'’ Isola. Tale strato da una semplice ispezione si prolunga presso a poco in modo d’offrire un'estensione di presso poco cento metri, ed otto di spessore, giace al di solto di sabbie ferruginose. A tale strato corri- sponde probabilmente quello che vsdesi alla Costa del Ticino a Mombolone ove si osserva avere lo strato torboso la medesima giacitura. Gli strati di Torba sembra che si ripetano a di- ‘ verse profondità, giacchè nello scavo per le difese del Ponte della ferrovia s’ incontrò pure della Torba, . che per natura de’ suoi componenti riscontrai diversa dall’ antecedente. La torba di questa località mi ri- .sultò quasi tutta composta di foglie e fusti di Spha- gnum, ed è cosa di qualche interesse il notare che questo genere di muschi, per quanto io sappia anche da speciali informazioni non trovasi nella Provincia 37 Pavese, mentre si riscontra solo al N. di Milano. Quantunque in generale la Torba del Ticino è molto sabbiosa, pure se ne riscontrano dei pezzi di mag- giore purezza. Nei contorni di Belgiojoso, e precisamente vicino a S. Margherita sulle sponde del Cavo detto Sesso, nella località Bonda, due metri al di sotto del terreno coltivabile mi si presentò uno strato di Torba dello spessore di un metro, che poggia sovra una sabbia silicea, la torba è di discreta qualità. Se poi si per> corre il detto Cavo, entro lo stesso si veggono co+ piose traccie di torba. Da ciò potrebbesi sospettare che lo strato torboso di S. Margherita abbia una di- screta estensione, e forse trovavasi in comunicazione colla vasta Torbiera della Torre dei Negri, la quale come è noto venne esportata in una piena del Pò. Se da S. Cristina si discende nella Valle del Pò sì osserva che tra Bissone e Chignolo vi sono molti spazii paludosi, e specialmente poi nota ai Cacciatori è la così detta Mortizza. Sino dal tempo del Governo Italico era conosciuta la torba di quella località, e trovasi pure accennato che venne con qualche van- taggio adoperata nella filatura della seta, e per cuo- cere calce e mattoni. In questa Valle è certo che la Torba è molto dif- fusa, ma molti diligenti ed esperti coltivatori, giunsero a ridurre a coltura molte di queste località. Se si praticassero giudiziosi lavori di scolo anche in altre consimili località, sì potrebbero ottenere due vantaggi, luno la raccolta della torba, e l’altro quello di gua- dagnare a coltura i rialzi fatti per gli scoli con pian- tagioni di Onizzi che viddi prosperare in alcuni scavi di consimile natura, praticati nelle Vicinanze di Sesto Calende. 38 VERTEBRATI FOSSILI Alla descrizione dei prodotti minerali dovrebbe far seguito l’ elenco dei residui organici fossili, che si riscontrano nella Provincia nostra. Dei fossili di S. Colombano esistono già pubblicati alcuni cataloghi, e la conoscenza di quei fossili devesì in gran parte ‘at- tribuire al Preposto di quella Borgata il sig. Gallotta, che pure si degnò donarne molti per il Gabinetto dell’ Università, però devo aggiungere che oltre le specie osservate già, ne furono trovate alcune muove ed interessanti. Rispetto ai fossili di Casteggio e del territorio di Stradella nelle poche gite da me fatte ne ho raccolto discreto numero di specie, però quasi tutte conosciute e descritte, per il che ho ritenuto inu- ‘tile darne un catalogo che sarebbe certo imperfetto. Tra i fossili nostri però meritano speciale menzione quelli degli animali vertebrati che furono riscontrati e a S. Colombano, e nei celli di Casteggio, non che di altri riscontrati nelle sabbie e ghiaje di Pò. Nel colle di S. Colombano oltre le molte ossa fos- sili che sono citate da varii autori, devesi aggiungere che il sig. Ing. Romualdo Caccia nella così detta Valle d’Amagna a tre metri di profondità riscontrò sepolto ‘ ‘nella sabbia dei molari e porzione di cranio che spetta all’ Elephas meridionalis, che ora trovasi deposto nel ‘Gabinetto zoologico dell’ Università. A Casteggio poi per le diligenti cure dell'Avvocato Giulietti furono raccolti ed a me comunicati i seguenti fossili : 39 Rhinoceros incisivus Cuv. non Kaup. del quale 1’ occipite, le ossa frontali e molti denti, che furono riscontrati in un masso d’ argilla verdognola che con- tiene minutissimi granelli di serpentino, nel praticare da strada che da Casteggio mette a Montalto. Elephas meridionalis Nessi. Alcuni pezzi di zanne che probabilmente spettavano ad un giovine individuo. Bos priscus Boj. Porzione d’ omero destro col suo -condilo. Ursus spelaeus. Dente canino ritrovato in Casteg- gio nello scavo d’ una cantina. A questi nuovi fossili della Provincia devesi ag- ‘giungere una vertebra, che ritengo una vertebra an- ‘teriore del tronco d’ una specie di Coccodrillo che spetta alla sezione di quelli detti Opistocelt, cioè a vertebre convesso-concave, che non si può riferire ad ‘alcun genere conosciuto di questa suddivisione dei Coccodrilli, e al quale ho creduto dare la denomina- zione di Eridanosaurus Brambillue. Questa vertebra ‘fu ritrovata dal sig. Cav. Giuseppe Brambilla nelle .ghiaje del Pò tra Arena e Portalbera, e trovasi depo- sta nel Gabinetto dell’ Università. Lo Spallanzani, il Brocchi ed il Breislak descris- sero molti altri fossili riscontrati nel Po tra Portalbera e Arena e tra Belgiojoso e Spessa, molti dei quali trovansi nel Gabinetto zoologico dell’Università e sono ì seguenti: Due bei teschi di Buoi riscontrati tra Portalbera e Arena, l’uno del Bos priscus, l’ altro del Bos primi- ‘genius. Cervus euryceros Aldn. Una porzione di teschio «della medesima località. Nel Gabinetto anzidetto trovansi pure molti fossili «delle anzidette località, tra i quali un omero destro, 40 due femori, una scapula e alcuni denti di Elefante , non che altri frammenti che si possono ritenere rac- colti specialmente nella valle del Pò. Se i proprietarii ed i coltivatori dei fondi che tro- vansi nelle pianure del Pò avessero cura di racco- gliere le ossa fossili che vi si possano ritrovare, re- cherebbero certamente utile alla Scienza, e lustro alla. Provincia. Dirò ch’ io sono intimamente persuaso di quanto asserisce il Breislak trattando delle pianure tra. il Pò ele colline della Stradella, cioè che questa pia-- nura è una miniera di ossa fossili. 44 SAGGIO DI UNA FAUNA DELLA PROVINCIA DI PAVIA —________—— —T—T—m6€& MAMMIFERI (Prof. Teodoro Prada) CHIROPTERI Vespertilio Geoffr. murinus Linn. barbastellus Linn. noctula Gmel. Rinolophus Geoff. Pipistrelli = rattavola unihastatus Geoff. = ferro di lancia | i rattavola bihastatus Geoff. = ferro equino i Plecotus Geoff. auritus Linn. — orecchione = rattavola INSETTIVORI Erinaceus Linn. europaeus Linn. = porco-spino = russ-can Talpa Linn. europea Linn. = talpa = topa Sorex Geoff. araneus Linn. tetragonurus Herm.}| topino = tupin fodiens Wagl. 42 CARNIVORI Meles Briss. vulgaris Desm. = tasso = tass. Mustela Linn. foina Linn. = faina, martorello = fuin Putorius G. Cuvier. vulgaris Linn. = bellora = belgora communis Linn. = puzzola —: spussù. Lutra Linn. vulgaris Erxleben = lontra == ludria Canis Linn. familiaris Linn. = Se ne allevano diverse razze. Vulpes \vulgaris Linn. 1? melanogastra Bonap. Felis Linn. cattus Linn. = gatto = gall volpe = volp. ROSICANTI Sciurus Linn. vulgaris Linn. = scojattolo = giratta Myoxus Gmel. glis Gmel ghirro = sgira avellanarius Linn. = nocciclino = ninsolin Mus Linn. decumanus Pallas: = topo delle beccherie — ralt d’aquareu rattus Linn. = topo del tetti = ratt. musculus Linn. = topolino delle case = morgieù agrarius Pallas sylvaticus Linn. | topo campagnolo = ratt cam- minutus Pallas pagnéu 43 Arvicola Laceped. amphibius Desm. | destructor De Selys. Savi De Selys. » topi d’acqua = ratt d’a- fulvus Desm. dI Lepus Linn. timidus Linn. = lepre = legora cuniculus Linn. = coniglio = conili (1). Cavia Erxleb. cobaja Gmel. = porcellino d’India = purslin d’ India (2). PACHIDERMI Sus Linn. scropha Line. = cignale = cignal, pursé (3). Equus Brisson. caballus Linn. = cavallo = caval. asinus Brisson «= asino = asen RUMINANTI Bos. Linn. taurus = toro, bue = tor, béu Ovis Linn. arics Desm. = pecora = pegora .Capra Linn. hircus. Linn. — capra.== éfava Cervus Briss. elaphus Desm. = cervo = cervi dama Linn. = daino = dain (4) capreolus Briss. — capriolo =: cavarieù 44 (1) Si alleva da noi soltanto allo stato di domesticità, ma non trovasi nè nelle campagne nè nei boschi. (2) Dicasi di questo lo stesso che si è notato pel Coniglio. (3) Il Cignale ora è assai raro nella nostra provincia; si al- levano però diverse razze di Majali che costituisceno un ramo importantissimo di commercio. (4) Nelle folte ed estese boscaglie che un tempo coprivano buon tratto dell’ampia valle del Ticino s’incontravano non in- frequenti or l’una or l’altra delle citate specie di Cervi, ma la seguita estirpazione quasi completa di tali selve è la causa per cui presentemente scomparve quasi del tutto dalla nostra pro- vincia una sì gradevole selvaggina che formava la delizia dei cacciatori, ed il lusso delle mense signorili. La distruzione di tali boschi fu pure causa della scomparsa quasi intera anche del Cignale. 45 ELENCO degli Uccel'i che si trovano nelle pianure dell’ agro Pavese; redatto dal Cav. Giuseppe Brambilla di Pavia. UCCELLI DI RAPEVA N. 47 18 NOME SCIENTIFICO Falco Albicilla haliaetus fulvus naevius gallicus buteo apivorus lagopus milvus ater peregrinus subbuteo lithofalco tinunculus vespertinus nisus rufus cyaneus Nome ITALIANO Aquila di mare. Pi- gargo Falco pescatore Aquila reale Acuila anatraia-mac- chiata Bianeone. Falco a- quilino Falco cappone. A- store Falco pecchiaiolo Falco calzato Nibbio reale Nibbio nero Falcone Falcone lodolaio Smeriglio . Gheppio. Falco di torre Falco cuculo-Gril- laio Sparviere Falco di palude Albanella reale NOME VOLGARE Aquila id. Aquilot Pojana, Nibbi idem Poiana. Nibbi idem Falcheett Falchaettin Falchettdi cam- panei Falchaett TI cene- Fal- Sparavé. chett Falchatton Falehett bianch OSSERVAZIONI Raro Rarissimo id. Non comune lungo il Ticino Di accidentale com- parsa Sedentario, comunis- SIMO Raro, però talvolta nidifica Di accidentale com- parsa Raro Meno raro Rarissimo Comunissimo, nidi- fica idem Comunissimo anche in città Solo di passo in pri- mavera e non tutti gli anni Comunissimo , se- dentario Lungo i fiumi, ma non comune id. più comune | | N. | Nome scienTìrIco Nome ITALIANO NOME VOLGARE 49 | Strix bubo Gufo reale. Gran | Gran Dugo gufo 20 » Otus Allocco Piccol-dugo,Du- ghin 21 » brachyotus | Allocco di palude | Arlouch, Our- louch 22 » SCOps Assiolo Sisseu-zivtin 25 » noctua Civetta Zivetta 2 » aluco Gufo selvatico Arloveh-Our- louch 25 » flammea Barba:giani Guf-Povra donna WCCELLEI SELVANRI 26 | Lanius excubitor | Averla maggiore Sgazzetta mari- na 27 » minor » cenerina Sgazzetta mor- nera o » rufus » = Capirussa Sgazzireula, Sgazzetta 291 » collurio » piccola id. ETETO, È api s o 2 90 Coracias garrula | Ghiandaja marina Sgazza marina | 54 | Corvus corone Cornacchia nera Corv, Crov, Scorbatt EE . 92 | » frugilegus | Corvo nero idem | 39‘ >» cornix Cornaechia bigia Corv-bertin | 5 d4 » monedula | Taccola. Cornacchia | Taccola, Corvin 6}3) » glandarius | Ghiandaja Sgazza granèra 06 » pica Gazzera Berta dela coa longa i | | | OSSERVAZIONI Rarissimo, nei folti boschi Comunissimo ; molti di passo Comune, nelle risaje specialmente Non comune Comune, nidifica idem Comunissimo ; nidi- fica anche in città sulle torri Comune d’autunno e d’inverno Da aprile a settem- bre idem idem Di accidentale com- parsa D'inverno; meno co- mune del seguente Comunissimo d’in- verno Comune sedentario Non raro d’inverno Comunissima, seden- taria d idem N. 97 38 39 40 41 42 45 44 45 46 47 48 49 50 51 52 HA) 64 dò Alcedo ipsida NOME SCIENTIFICO Pyrrhocorax al- pipus Nuc.fraga caryo- catactes Sitta europea Picus viridis » major » minor mm IATA AN __———————————————————_y_o*"ro@€o@@, - ì Yunx torquilla Cuculus canorus Caprimulgus eu- ropaeus Hirundo rustica » urbica » riparia Cipselus apus » melba Merops apiaster TT TTT imnmnmnmu_u«__ i itnnna___=_u_uu—[i___r_rr_r—__r_—r_.r_r_____r———21————» Upupa epops Coerthia familiaris Orio!us galbula NOME ITALIANO Gracchio, Corvo co- rallino Nicciclaja. Rompi- noce Muratore. Peciotto Piechio verde. Pic- chio gallinaceio Picchio rosso mag- giore Picchio piccolo Toreicollo Cucco. Cucolo Nottolone. Succhia- capre Rondine Balestruccio Topino Rondone Rondone di mare Gruccione. Vespiere Uecel-“anta Maria. Piombino Bubbola, Upupa Rampichino Rigogo:o Rompanos idem Picozzet Comunissimo seden- tario Picozzon, Ca- idem tlinon Picozz idem Picozzin Raro, però qui nidi- ca Stortacol Comune da Marzo ad Ottobre | Cou-cou Comune da Aprile i Tettavacc-Boc- i Rondanina,Ron- 47 NUME VOLGARE OSSERVAZIONI Accidentale, rarissi- ma comparsa a Settembre idem casch id.r da Marzo ad dinella Ottobre Dard, Cubianeh | idem Dardin | id. da Aprile ad | Ottobre Rondon idem ad Agosto Accidentale è la sua comparsa Storen inglés | Di passo. Talvolta nidificò lungo il Lambro Piombin-Martin pescon Buba, Bou-bou Sedentario comunis- simo Comuue da Aprile ad Ottobre Rampeghin Comunissimo, seden- tario Galbé, Voghera id. da Aprile a Settembre 48 56 37 67 68 69 70 71 72 73 74 NoME SCIENTIFICO Sturnus vulgaris Acridotheres r°o- seus Cinelus aquaticus [1 Sylvia meerula » torquata » viscivora » pilaris » atrogularis » musica » iliaca » Ocenanthe » rubicola » rubetra » pheenicurus » tithys » Svecica » luscinia » rubecula » atricapilla NoME ITALIANO Storno Storno marino-roseo Merlo acquajolo Merlo Merlo a petto bianco Tordella. Tordo maggiore Cesena Tordo a gola nera Tordo bottaccio Tordo sassello. Tor do minure Cul-bianco.Massajola Saltimpalo. Piglia mosche Stiaccino Codirosso ordinario Codirosso spazzaca- camino Pettazzurro Rosignuolo. Usi- gnuolo Pettirosso Capinera NOME VOLGARE Storen. Stornetl! Storaen marin Meral d’acqua Meral Viscardon Dress Viscarda Dord Dordin-Zipp Cu bianch de Ja segla Zimabroch. Gi- get idem Coarossa, Morett idem Coarossa pet- tazzUur Rossigneu Pettiross, Picet Cap-negheer — TFT —————————————r___—@—————€—t@@1@’@ i | a | i OSSERVAZIONI Comune specialmen- te d’estate Raro; si vede unito allo Storno, d’ e- stale Rarc volte, e d’ n- verno Molte sedentarie, e molte di passo Di passo, ma pcche Comune, sedentaria, cd alcune di passo Di passo, main poco numero Veduta e presa una sola volta Di passo, comune idem più raro Di passo, non co- mune Sedentaria, comune Rara molto, però ni- difica Di passo, alcune re- stano a nidificare Si vede solo qualche volta d’ inverno Di passo, qualche volta nidifica Comune da Aprile ad Ottobre Da Ottobre ad Apri- le, comune Da Marzo ad Otto- bre; alcuni pochi restano d’inverno Pei 49 ’ 90 | Trogloditeseuro- | Stricciolo. Re di | Reatin, Cent- | Di passo, e molti re- peeus macchie riùb, Gallina- stano qui d’inver- N. | Nome scienTiFIcO NOME ITALIANO NoME VOLGARE | . OSSERVAZIONI i «| | O 75 | Sylvia hortensis | Bigione i Sardagna. Bec- | Non comune, e pare | i cafig di solo passo ì il | RO: | sedi 76 » Oorphea Bigia grossa Î Rarissima 0 I | di | 77 » cinerea Sterpazzola | Sardagna, Mor- |} Da Marzo a Settem- | narin bre comunissimo i-#78 » curruca Bigiarella | Mornarin Comune nel passo | | di Aprile SIA | ari 1.879 » nisoria Celega padovana | Non comune, nidifica! | 80 » phragmitis | Forapaglie i Risareu Comune nelle risaje, | paludi ecc. | 81 » cisticola Beccamoschino | id idem | | A | 82 » aquatica Pagliarolo | id. idem 89 » = turdoides Canneraccione | Passera di cann.| Comune da Aprile Tordo dei cannettif Rich e pover] a Settembre L | 4 » arundinacea; Beccafico di To fara | li B . . . . . . . | 85 > hippolais Beccafico canopino | Ortolanin Comunissimo da Apri- le a Settembre | 86 SHE SAR | » silvicola Lui verde Tuin-Tuit Di passo | 87 » trochilus Lui grosso id. id. 88 » rufa Lui piccolo id. id. molte restano {qui d’inverno | 89 » Bonelli Lui bianco id. Rarissima | | I | zin. Re di pes no 94 Accentor modu- | Passera scopajola | Passera matella | Di passo in prima- laris ! vera, ma sempre | | pochi individui I 92 | Muscicapa luct Bali | i I icapaluctuosa | Balia nera Alzett Di passo e non molte | ox i i 95 » = grisola Boccalepre id. Comune da Aprile a | Settembre | 94| Regulus igni Vralendti rie | egulus ignica- | Fiorancino. L’aran- | Stellin Di passo, ma raris- | pillus cino simo il 95 » vulgaris | Regolo id. Di passo e restano | dl molti d’ inverno 96 | Parus major 100 101 102 105 104 106 107 108 109 150 Di 419 caeruleus ater palustris caudatus biarmicus pendulinus Motacilla boarula » » alba flava cinereo capilla ————————_—_____É6iiihih111 si ceci vez i asa | Anthus aquatiens | » pratensis arboreus Richardi campestris | Alauda cristata » arvensis Cingallegra Cinciarella. Cingal- legra turchina Cincia romagnola Cincia bigia Cincia codona | Bassettino. Mustac- chino Fiaschettone Cutrettola Ballerica Cutti, Cutrellola gialla Strisciajola Spioncello Pispola Pispolore Calandro ferestiero Calandro Cappellaccia. Lo- dola cappellata | | | Panterana. Lodoia | maggiore, Allo- | dola | OSSERVAZIONI Molte sedentarie ed Parasseula, Pa- russola altre di passo Monichella,Mon- idem ghin Di passo, ma non costante Parasseulin Comunissimo, seden- tario Pintin idem Ussarin Rare volte si vidde pei cannetti Pendolon Comune da Maggio ad Ott. neisaliceti Uslina Comune, sedentaria Boarota, Tre- | Comunissima, nidi- macova fica anche in città Boarina, Balle- | Molte di passo, al- rina cune nidificano nei nostri prati idem ! Di passo ma molto | rara Guzzetton Comune da Settem- bre ad Aprile Guzzetta, Guz- | Più comune nell’ e- zettin poca stessa Dordina Di passo, ma pochi individui Di passo, ma raro i molto | Rarissimo Calandra | Era comune in ogni stagione: da qual- | che anno se ne | vedono poche Lodola Moltissime di passo i d’autunno, e molte | restano l’inverno, Aleune quiseden- tarie NoME VOLGARE Nome scieNTIFICO | —INOME ITALIANO t 114 | Alanda arborea Tottavilla. Lodola Turlo dei prati 115 » calandrella | Calandrino 446 | Emberiza miliaria ! Strillozzo Prion 117 » cirlus Spajard de mon- tagna citrinella Zigolo giallo Spajard cia i Zigolo muciatto Ziott. Spajard cenerin tortulana Ortolano Ortolan | Zigolonero. Zivolo | i ; Sh 121 » scheeniculus! Migliarino di paludej Zia. Spionza 122 » palustris Passera di palude 125 » pithyornis | Zigolo forestiero 424 | Fringilla cisalpina; Passera reale. Passera} Passaron. Pas- domestica. Passera| sera de colom- italiana bera. Colom- I bareu 125 » montana | Passera mattugia, o | Passeretta. Pas- Salciajola sarin gabareu. Baggin 126 » crelebs Fringuello. Pineione FPingual: Lone | go 427.| » oneri Fringuello montano.| Frangol montan | Peppola | 128 » carduelis | Cardellino Ravarin | 429! » spinus Lucherino Ligorin. Luche- | rin 450.| » citrinella Venturone Sgarzolin verd 451 Cardinalin » rufescens Vus [re U. OF ili ilB. 51 OSSERVAZIONI Comune tutto l’an- || no, alcune sono di passo Rarissima Di passo ; alcuni qui midificano Si vede qualche vol- | ta d’inverno Comune, sedentario Rare volte d’inverno Comune da Maggio a Settembre Di passo, sg ne fer- mano d’ inverno Rarissima idem Comunissima in ogni luogo abitato, se- dentaria Comunissima, seden- taria, rare volte si vede in città Comune, sedentario, molte di passo Di passo, qualcune restano d’ inverno Comunissima, seden- taria Di passo, alcune re- stano d’ inverno Rarissime volte di passo Di passo, altre volte più frequente | N d > N. Nome SCIENTIFICO Fringilla linaria » cannabina » montium » serinus » chloris » petronia » coccothrau- stes Loxia curvirostris Pyrrhula vulgaris Columba palumbus » senas » livia » turtur NOME ITALIANO Sizerino Montanelle. Fanello Montanello. Riscka Verzelino. Verdelino Verdone. Calenzuolo Passera logia-alpe- stre-montanina Frosone. Frisone Crociere. Becco in eruce Ciuffollotto Colombaccio Colombella Piccione torrajolo Tortora. Tortorella NOME VOLGARE Cardinalin Fanett Fanett della re- gina Sgarzolin Verdon. Amarot Passera de mon-l tagna Frisone Bece in cros Ziffollot. Gemon Favass. Puvion salvadegh Puvion de bosch Puvion de co- lombéra Doldra UCCELLI RAZZOLATORI Perdix rubra » cinerea » coturnix Perniee, Coturnice | Coturna, Cotur- Pernice rossa Starna, Pernice Quaglia nis, Pernis guastésa Pernis, Pernigo (Argiovine) Quaja, Quaja- ster (la gio- vine OSSERVAZIONI | Di passo, altre volte più frequente. Di passo, molte re- stano l’ inverno Di accidentale com- parsa Qualcuna di passo = Sedentaria, comunis- sima Fu sempre rara, ma da qualche anno non se ne vedono neppure d’inverno i Poche di passo. Anni sono alcune hanno qui nidificato Rare volte passa, ma non si ferma Rare volte d’inver- no | Da Aprile sino ad Ottobre Di passo Sedentaria, nidifica sulle torri di Pa- via Di passo, e molte sedentarie Rarissime volte si vedein queste pia- nure Non rara nei luoghi asciutti Comune da Aprile ad Ottobre Otis tarda 449 » tetrax Oediemenus cre- pitans Charadrius plu- vialis 152 » hiaticula 155 » = Curonicus Calidris arenaria 455 | Vanelluscristatus 156 | Himantopus mela- noplerus 457 | Totanus pugnax i 458 » glottis 159 » = fuscus 100 » calidris 161 » ochropus | 162 » hypoleu- CUS 165 » = glareola 164 » stagnatilis 465 | Tringa alpina 166 » subarquata UCCELLI DI RIPA NOME ITALIANO Starda. Otarda Gallina pratajola. Otarda minore Occhione. Piviere maggiore Piviere Corriere grosso Corriere piccolo Calidra Fifa. Pavoncella Cavalier d’Italia Gambetta. Combat- tente Pantana. Verderello Chiòchiò. Pantana grigia Peltegola Piropiro cul bianco Piropiro piccolo Piropiro boscarec- cio x Piropiro gambe lun- ghe Piovanello pancia nera Piovanello pancia NOME VOLGARE OSSERVAZIONI Rarissima di passo | Pollin salvadeeghi | idem Ogelon, Scorat- | Da Aprile ad Otto- ; ton bre; comune nelle i brughiere e ghiaje |{ del Ticino Pivié Comune da Ottobre | a Marzo Gereu Nidifica, ma non è |l comune id. id. comunissimo Rarissima Vanetta Comune da Novem- || bre ad Aprile Rarissimo di passo || in primavera Combattént Comune nel passo |i di primavera Sgambetton Più raro id. id. id. id. Cu-bianch, Ge- | Comune da Aprile || reu ad Ottobre Gereu Comune da Ottobre ad Aprile id. idem Sgambettin Di passo in prima- è vera, ma raro i id. idem id. idepa. 54 Ni 168 169 170 171 172 182 183 NOME SCIENTIFICO Tringa minuta » pygmea Limosa melanura Rusticola vulgaris Scolopax major » gallinago gallinula Numenius arquata! » pheeopus Ibis falcinellus Grus cinerea Ciconia alba » nigra Ardea cinerea » % w purpurea alba(egretta) garzetta NOME ITALIANO Gambecchio. Cur- letto Gambecchio. Frul- lino Pittima reale, Mo- schettone Beccaccia Croccolone. Becca- cino maggiore Beccacina reale. Bec- cacino Beccecino minore. Frullino Chiurlo maggiore Chiurlo piccolo Chiurlo verde. Mi- gnattajo Grue. Grua. Gru Cicogna bianca Cicogna nera Nona. Sgarza cene- rina, Airone cene- rino maggiore Ranocchiaja Airone maggiore Airone minore NOME VOLGARE Sgambettin idem Sgambetton Gallinazza Sgneppon Sgneppa Sgneppin Sgneppon de mar i Idem. Sillonzin Sillonz negher Gru Zigogna Sgolgia.Sgolgion Sgolgia rossa Sgolgion bianch e E e | i ann Sie >@_y_ÉmT@————@&r@—rr_—_@ i Airon. Sgolgetta! bianca OSSERVAZIONI Di passo in prima- vera, ma raro idem | | O Comune in prima- | vera Di passo, molte re- stano d’inverno,rare {i volte d’estate, però si verifica qualche || caso di nidifica- zione Di passo in Aprile, ma è divenuto al. quanto raro Comune da Agosto sino Aprile idem idem da Settembre a Marzo Rarissimo Qualche volta in pri- mavera Di passo, rare volte fa sosta nelle no- stre campagne Di passo non costan- te in primavera Ravissima Di passo, alcune ri- mangono tutto Pan- no e quindi nidi ficano Idem, ma meno co- mune Rara Meno rara, qualche volta nidifica Mosa | N. 186 137 188 189 4194 196 197 198 199 190 | NOME SCIENTIFICO : Ardea ralloide(cor- nala) » nycticorax » Stellaris » minuta Platalea leucorodia, Recurv:rostra avo- celta Rallus aquaticus » chloropus » CPEX porzana » pusillus » Baillonii - rici l'an dico coi _———__—__Òm>_____©<@<@ meu: tre de. ui da. Ta ce otro ee -_ > x NOME ITALIANO NOME VOLGARE | È ; Sgarza ciuffetto | Sgolgin; Sgol- i getta Nitticora : Sgolgia. Airon i Quach | | Tarabuso i Tanabus r 3 . Nonnotto. Guacco | Sgolgin. Quachin i Spatola | Monachina | | Gallinella. Porei- ! Grugnét glione ; Sciabica | Grugnetton. Grugnètton | gallinée Re di quaglie. Gal- | Re da quai linella terrestre Voltolino. Satro Gilardina Schiribilla.Gallinella[ Calchin palustre Schiribilla grigiata idem UCCELLI AC@UATECI Fulica atra Podiceps mino? » auritus » rubricollis Folaga Folega, Folga Tuffetto Sottaquin Svasso piccolo id. Svasso piccolo id. DÒ OSSERVAZIONI [n rai TI Comunissima Rara Comunissima di pas- so, rari però i g 0- vani; alcune ri- mangono in tutta la bella stagione Comune Rarissima, d’acciden- 2 tale comparsa idem Di passo d’autunno, si trattiene sino a primavera Comune, alcuni di passo, altri seden- ta:] Comune, raro solo d'inverno idem idem Più raro Comunissima, seden- taria Comune, sedentario Rarissimo id. 209 201 202 205 204 205 206 207 208 209 210 NOME SCIENTIFICO Podiceps cristatus » Cornnutus | Colymbus areticus » Septentrio- nalis Lestris pomarinus Larus canus » ridibundus » tridactilus Sterna nigra » hirundo » minuta Pellecanus onocro- talus Phalacrocorax carbo Mergus aibellus » serrator » merganser Fuligula fusca ! | | ». marila | » cristata » clangula | » ferina » nyroca Anas penelope » crecca NOME ITALIANO Svasso comune Svasso forestiero Strolaga mezzana Strolaga piecola Gabbiano nero-Ster- corario Gavina. Mugnajaccio Gabbiano comune Gabbiano terragnolo Mignattino Rondine di mare Fraticello. Sterna minore Pellicano Marangone. Cormo- ranv Pescajola Smergo minore Smergo maggiore Germano di mare Moretta grigia Moretta turca Quattr’occhi Moriglione Moretta tabaccata Fischione. Bibbio Alzavola NOME VOLGARE Sottaquin gross Pescareula negra Pescarolon Pescareula Pescareula Pescareula. Sga- ; . rin Pescareulina Pellican Corv-marin Fùsmarin idem I Î Ì idem Moraton idem Moraet Quattroce Morzton idem Cò-ross Gargané Raro; d’inverno OSSERVAZIONI Comune d’inverno D’accident. comparsa|i Meno raro; id. Raro Non comune Comunissimo; nidif. D’accident. comparsa | Comune d’estate Comunissma, nidifica } idem, nidifica Rarissimo, di casuale|l comparsa si vede rare volte d’ inverno Comune d’inverno Meno comune, rari gli adulti idem Rarissima Rara, e d’inverno Comune, d’inverno Non comune, idem idem . idem idem idem Comunissima idem idem d’autunno ed inverno 224 225 226 227 228 229 250 251 NoME SCIENTIFICO Anas querquedula| Marzajola » » % ) » » clypeata acuta leucocephala boscas strepera tadorna rufina Cignus musicus Anser segetum » » albifrors bernicla NOME ITALIANO NOME vOLGARE Arzavola Mestolone Cazzulon Codone. Anitra a | Coalon coda lunga Gobbo ruginoso Androt selva- degh Germano reale Canapiglia Cicalona | Anedaselvadega Volpoca. La Tadorna Fistione turco Cigno selvatico Cign salvadeg Oca granajola Oca salvadega Oca lombardella idem Oca colombaccio Comunissimo d’ in- 57 OSSERVAZIONI Di passo in Febbrajo e Marzo Comune d’ inverno idem Di accidentale com- parsa verno, alcune qui nidificano Non comune Rarissima Di accidentale com- parsa Rare volte d’inverno Comune da Ottobre a Marzo Rara Di accidentale com» parsa 98 Utilità degli Uccelli all’ agricoltura e quindi interesse di conservarli Dopo molte contestazioni fra i Naturalisti e fra gli Agricoltori, se gli uccelli siano dannosi, oppure utili all’ uomo, sembra oramai che le replicate osservazio- ni, e la esperienza, abbiano sciolta la questione tri- onfalmente a favore di questi eleganti ed armoniosi abitatori delle campagne. Nel 1861 numerose petizioni furono presentate al Senato di Francia, onde ottenere leggi dirette alla conservazione degli uccelli. Lagnanze ufficiose, 0 pub- blicate in seguito a discussioni accademiche, perven- gono dalla Germania e dalla Svizzera, per la distru- zione di uccelli, che si farebbe nei diversi Paesi, e specialmente in Italia, ed alla quale si attribuisce il danno ognora crescente dei boschi e dei campi per parie degli insetti, il di cui numero visibilmente au- menta in proporzione della rimarcata progressiva di- minuzione di uccelli insettivori. Tanto più sono da valutarsi le lagnanze che per- vengono dalla Germania, ove alla fine dello scorso secolo, ed anche al principio del corrente, si attiva- vano leggi tendenti a diminuire e sino a distruggere gli uccelli, e che furono poi d’ urgenza revocate e sostituite da altre affatto opposte di scopo. Infatti ogni agricoltore che non si accontenti di vedere, e di lamentare il guasto dei suoì campi, prati, boschi ecc., ma cerca di conoscerne la causa, scor- 39 gerà facilmente essere questa da attribuirsi per lo più agli insetti, ai vermi, ai molluschi, ed a piccoli quadrupedi; e poichè gli uccelli hanno indispensabile alla loro sussistenza lo cibarsi in tutto od in parte di questi animali dannosi, sì persuaderà ad evidenza dell’ interesse di conservare e non di diminuire il numero degli uccelli. Fra gli Uccelli di rapina poi abbiamo tutte le spe- cie notturne, cioè le Strigi o Gufi, e fra le diurne i Nibbj ed il Falco cappone, i quali sì cibano quasi esclusivamente di piccoli rossichianti, come talpe, sorci, toporagni ecc., ed il Falco cucculo ‘che vive specialmente di grilli, locuste, zeccaruole ecc. Dei Silvani sono in sommo grado benefiche all’a- gricoltura tutte le Silvie, le Cincie, le Motacille, e loro ‘congeneri, cibandosi solo d’ insetti, sia che li incon- trino in istato perfetto, sia in quello di bruco o di grisalide. E meritano poi speciale menzione le Averle, le quali per |’ istinto di uccidere, appiccandoli ai spini del pruno selvatico, od ai steli dei grani tagliati, le farfalle, i grilli, le locuste ecc. quando sono sazie di ‘alimento , fanno una continua e rilevante strage di questi insetti tanto nocivi alle campagne. Comunque sia da tutti riconosciuta |’ utilità delle Rondini, ne faccio anche di esse cenno per riportare una osservazione fatta dal naturalista Florent Prevost, il quale sezionati dieci Rondoni uccisi alla sera quando entravano nel nido, rinvenne nel loro stomaco più di cinque mille insetti. E poichè a taluno può sembrare ‘esagerata quella cifra, trovo di accennare, che nello stomaco di un Colombaccio io verificai la esistenza di più di irecento grani intieri di avena, e ventisei di | vezza; il Piccione è molto più voluminoso del Ron- done, ma bisogna avere riguardo al diverso volume, 60 ed alla solidità degli oggetti rinvenuti nei rispettivi stomachi , poiché il Rondone si nutre di insetti piccoli e molli, e quindi anche molti si riducono in poco spazio. Lo Storno mangia e consuma un poco d’ uva al tempo che è matura, ma con qualche colpo di fucile o con spauracch) lo si tiene lontano dalle viti; del re- sto tutto l’anno si nutre soltanto d’ insetti, e siccome ghiotto assai ne fa grande distruzione. Così altri Silvani ritenuti per granivori sono anche insettivori, per cui compensano ad usura il danno che recano, come sono i Fringuelli, le Spagliarde o Zigoli, ecc. e sino il Passero, il quale alimenta i suoi piccoli soltanto con bruchi. Ed a questo proposito citerò |’ os- servazione fatta da Riccardo Bradley, che un solo paja di passeri al tempo della nidiata distrugge circa ven- tisei mille bruchi. Il Colombaccio è forse quello che reca danno con poco compenso se arriva al tempo della semina del- l’ avena, poichè per il suo volume e per la avidità di cibo molta ne consuma, assieme a pochi grani di vezza, ma fortunatamente non sono molti gl’ indivi- dui che qui soggiornano, vivono a coppie isolate, e sono rari gli anni che si veggano prima dell’ aprile. Giova finalmente osservare che il maggiore alimento gli uccelli granivori lo prendono dai grani che riman- gono perduti sul suolo dopo il raccolto. Dì uccelli Razzolatori noi non abbiamo che due specie, la Pernice e la Quaglia; ambedue mangiano grani, ma anche insetti, e la prima specialmente di- strugge grande quantità di ova e larve di formiche, ‘e quindi sono di sentito vantaggio ai campi. Negli Uccelli da ripa si hanno consumatori di in- 61 setti non solo, ma di molluschi e di vermi, che tanto danneggiano gli erbaggi, le ortaglie, e i campi. Quanto agli Uccelli d’acqua non vi ha motivo di fare osservazioni che interessino |’ agricoltura, e quindi lascio a chi si occupa dei pesci il trattare la questione della loro utilità. Dalla premessa revista mi pare sia abbastanza di- mostrato come la maggior parte degli uccelli siano di immensa utilità all’ agricoltura. Ora, essendo cosa notoria perchè lamentata dagli stessi nostri cacciatori ed uccellatori, che da qualche anno va diminuendo il numero degli uccelli, e che a pochi individui si riduce il passo di speci che una volta arrivavano a nume- rosi branchi; così sono d’ avviso, che a beneficio delle nostre campagne, e facendo ragione ai giusti reclami dei nostri vicini, sia a desiderarsi, che se non vietata del tutto per qualche anno, almeno sia imposto un limite ristrettissimo alla caccia, e proibita assolutamente quella colle reti a tre maglie, col vischio e cogli archetti, essendo queste le insidie che mag- giormente ed alcune anche esclusivamente colpiscono gli uccelli insettivori. Che sia poi coll’ istruzione ai fanciulli nelle scuole, e colla sorveglianza della Pub- blica Forza, impedita la distruzione delle nidiate. Se sì potessero raccogliere dati positivi sopra di questo oggetto si vedrebbe come migliaja d’ uccelli vengano ogni anno consumati senza alcun utile. Poichè non si hanno, o non si sanno, o non si vogliono adoperare mezzi diretti per distruggere gli insetti e gli altri animali dannosi all’ agricoltura, al- meno si abbia il giudizio di conservare abbastanza numerosa la schiera di quegli agenti che la provvida natura destinò a tale scopo. 62 Chiuderò queste brevi parole col fare pure un voto (non solo come protettore degli uccelli, ma quale amante della civiltà del mio paese) perchè scompaja affatto la sciocca usanza di inchiodare sulle porte i Nibbj ed i Gufi, usanza che ha origine da antica ignoranza e da fanciullesche superstizioni; al che ot- tenere varrà una savia parola dei Maestri comunali ai fanciulli, ed il criterio degli adulti. 63 RETTILI (Prof. Teodoro Prada) CHELONIANI Emys Cuv. lutraria Cuv. = testugine == bissa scudlèra. SAURIANI Podarcis Cuv. muralis Cuv. = lucertola = lusérta. Lacerta Linn. ( viridis Linn. \ bilineata Daud. Anguis Linn. Ramarro = ghez. fragilis Linn. — orbetto = orbiséu. OFIDIANI Zacholus austriacus = biscia de’ prati = bissa rossa (1). Callopeltis flavescens — milordo =: milò. Coluber Linn. viridiflavus Linn. = milordo = milò. Natrix tessellata = biscia == Dbissa da sutt. torquata = -biscia dal collare = bissa d’acqua. Pelias berus = vipera = vipra. Vipera aspis — aspide, vipera —= vipra. (4) Si confonde questo dalla maggior parte delle persone anche non del volgo colla Vipera propriamente detta. Attesa l’importanza grande di distinguere tra di loro x primo colpo d’occhio questi due serpenti che abitano la nostra Provincia, dei quali Y uno affatto innocuo, l’altro sommamente velenoso, si crede opportuno di dare qui in via di confronto i principali caratteri distintivi di essi. Vipera Squame che ricoprono la testa piccole ed eguali a quelle del restante del corpo. Squame tutte carinate. Testa triangolare, dilatata di molto posteriormente. Corpo grosso e corto, coda molto breve. Denti dal veleno. Biscia de’ prati= bissa rossa Squame che ricuoprono la testa ampie, e di forma diversa delle rimanenti. Squame tutte levigate e liscie. Testa ovale, e non dilatata posteriormente. Corpo assottigliato ed al- lungato, coda discretamente lunga. Senza denti dal veleno. Il colore e la diversa disposizione delle macchie sono ca- ratteri di pochissima importanza perchè soggetti a variare all’ infinito. BATRACI (Prof. Teodoro Prada) Hyla Linn. viridis Linn. — ranetta S. Giovanni = ranaeta. Bufo Linn. vulgaris Linn. =: rospo = satt. Wiridis;==-rospo — Dbabi. Rana Linn. aesculenta Linn. — rana = rana. Triton Laurenti cristatus Linn. Blasii Delisl. punctatus Linn. ‘Salamandra Laur. maculosa Linn. Î salamandra acquajola = | salamandra. 66 PESCI (1) ( Prof. Tedoro Prada) Perca Linn. fluviatilis Linn. = pesce persico = paess persic. Cotus Linn. gobio Linn. = scazzone = paess bianc. Gobius Cuv. fluviatilis Bonap. = bottola, bottina = bota, bot. Cyprinus Cuv. carpio Linn. = carpina = carpna. Tinca Cuv. vulgaris Val. = tinca = tenca. Barbus Cuv. plebejus Bon. = barbo = balb. Gobio Cuv. vulgaris Cuv. = bertone = paess bianc. Alburnus Rondelet. alborella De Fil. = alborella = albaraela. Scardinus Val. erythrophtalmus Linn. = scardola = sgarsola. Leucos Bunap. aula Bon. = triotto = sbruffon. Leuciscus Cuv. pigus Cuv. = pigo = pig, orada. Squalius Bonap. cavedanus Bon. = cavezzale = cavsal. Telestes Bonap. Savignyi Bon. — valrone = vairon. 67 Phoxinus loevis = fregarolo — fregaréu. Chondrostoma Agaz. Genei Bon. = stricc. soetta Bon. — savetta —= savaetta. Alosa Valenc. vulgaris Val. = agone = agon (2). Thymallus Bonap. vexillifer Bon. — temolo — temul. Salar Valeuc. Ausonii Val. = trotta = trutta. Esox Linn. lueins “Linn: == luccio ==vluss. Cobitis Linn. taenia Lin. — usellina = uslina, usaela. larvata De Filippi = usellina = uslina (3). Lota Cuv. vulgaris Cuv. == botrisa = botris. Anguilla Cuv. vulgaris Agaz. = anguila — inguilla. Accipenser Linn. Naccari Bonap. Nardoi Bonap. storione — sturion (4). nasus Bonap. sturio Linn. Petromyzon Linn. marinus L. = zuffolotto = lampredon (5). dai e (0) Planeri L. = lampreda = lampreda. Ammocetes Dum. branchialis L. = lampreda = lampreda. 68 SS] € DS ADI RE (1) Egli è al chiarissimo Professore Commendatore F. De Filippi che noi dobbiamo il primo catalogo veramente scien- tifico dei pesci di Lombardia; ciò non di meno si è creduto più opportuno il riferirsi per questo catalogo ad un’ opera più recente sui pesci di Lombardia, a quella cioè pubblicata dal distintissimo sig. Heckel. (2) Si trova questo pesce nel Ticino solo in via acciden- tale ed in alcune stagioni soltanto ed assai di rado. (3) Venne registrata nel presente catalogo la Cobitis lar- vata descritta come specie nuova dal prelodato sig. Prof. De Filippi, essendosene studiati alcuni esemplari nella scorsa pri- mavera provenienti dal nostro mercato. (4) Queste quattro specie di storione si pescano promiscua- mente nel Po, ma la specie più frequente è lo storione pro- priamente detto (A. sturio ). La località più abbondante si è quella che corrisponde presso a poco allo sbocco del Ticino nel Po, presso Pontalbera, dove si nota una grandissima pro- fondità e quivi si prendono in genere gli individui di mag- gior grossezza. Nella primavera scorsa se ne pescò uno del peso di 240 chilogrammi che fu venduto sul nostro mercato a 42 lire ogni chilogrammo. (5) Questa specie giunge nel Ticino soltanto in primavera avanzata, e dopo la comparsa di alcuni pochi individui non si mostra più in tutto il rimanente dell’ anno. (6) La presente specie di Petromyzon è molto più rara della precedente, del resto entrambe non sono di alcun pre- gio culinario. 69 INS LE'TL'VIV (Prof. Teodoro Prada) COLEOPTERI Cicindela sylvicola Meg. sinuata F. PENTAMERI { lugdonensis Def. i padana De Crist. CARABICI germanica F. sobrina Solier. Cicindela Linn. Odacantha Fabr. campestris F. melanura F. «{ maroccana F. Drypta Fabr. affinis Boeber ( emarginata F. hybrida F. ì italica De Crist. pedemontana? Zuphium Latr. riparia Meg. olens F. (*) Si crede indispensabile di far osservare che i cataloghi qui esposti e che si riferiscano specialmente agli Insetti Coleop- teri, ai Lepidopteri diurni, agli Emipteri ed ai Molluschi sono stati compilati su raccolte fatte già da parecchi anni ed in con- seguenza le ricerche relative si limitarono alla Provincia di Pa- via în quella estensione che essa aveva prima dei felici avve-. 70 ‘Polistichus Bonelli. fasciolatus F. Demetrias Bon. Lebia humeralis Sturm. Brachinus Weber. immaculicornis De). imperialis var. ruficeps. Gené unipunctatus Creutz. atricapillus L. elongatulus Zenker. Dromius. Bon. linearis Oliv. melanocephalus Dej. quadrinotatus Panzer. quadrimaculatus F. agilis F. glabratus Duft. troncatellus F. quadrillum Duft. punctatellus Duft. plagiatus Duft. Lebia Latr. cyanocephala F. formosa? Villa. chlorocepala Duft. cyathigera Rossi. cruxminor F. interrupta Gebler. nigripes De]. turcica F. pectoralis Ziegl. crepitans F. bombarda Illig. glabratus F. explodens Duft. psophia Sanvitale sclopeta F. volhynensis Zawadshy Scarites Fabr. arenarius Bon. Clivina Latr. arenaria F. sanguinea Leach. nitida De] similata Dahl. polita De] binotata Betta. aenea Ziegl. gibba F. ruficornis Ziegl. semistriata De]. punctata De]. rufipes Meg. discoidea Meg. thoracica Ziegl. nimenti del 1859; da quell'epoca fortunata alla Provincia nostra vennero assegnati ben più ampii confini, e ciò che importa mag- giormente di far notare si è che se prima il nostro territorio aveva una vasta e monotona pianura mirabilmente coltivata, ora ad un tale piano uniforme vi si aggiunsero ameni e fertili colli e monti boschivi di mediocre altezza che devono sicuramente prestar ricetto favorito ed una quantità di insetti e molluschi importantissimi e svariati, per cui è facil cosa il comprendere come nuove ed accurate indagini potranno certo far aumentare di molto le specie che qui abbiamo registrate ed estenderne di assai la fauna provinciale. Esprimiamo sin da questo momento il desiderio che altri più abili e più attivi di noi sì aecingano all'opera, chè ne siam certi darà i più soddisfacenti risultati. Ditomus Bon. spherocephalus Ol. Cychrus Fabr. rostratus F. Procrustes. Bon. spretus De. coriaceus F. . ‘Carabus Linn. vagans Ol. italicus De]. granulatus L. palustris Dahl. convexus F. laticollis Betta. violaceus F. chlatratus F. Calosoma Weber. sycophanta F. indagator F. Leistus Fabr. spinibarbis F. rufescens Sturm. nitidus Duft. Nebria Latr. sabulosa F. picicornis F. i brevicollis F. fuscata Bonelli. Dahlii Duft. nigricornis Villa. nivalis Payk Omophron Latr. limbatum F. Elaphrus Fabr. uliginosus F. cupreus Meg. littoralis Meg. Notiophilus Dum. aquaticus F. biguttatus F. 71 Panageus Latr. cruxmajor F. quadripustulatus Sturm. trimaculatus Dej. Callistus Bonelli. lunatus F. Chlaenius Bon. vestitus F. schrankii Duft. nigricornis F. holosericus F. spoliatus F. Epomis Bon. | circumscripltus Duft. Oodes Bon. helopioides F. gracilis Villa. Licinus Latr. agricola OI. Badister Chlairville. bipustulatus F. cephalotes De]. humeralis Bon. Patrobus Meg. rufipes F. rufipennis Hoffmans Dolichus Bon. flavicornis F. piceus Bon. Pristonychus De]. complanatus Dej. Calathus Bon. latus De]. cistelloides Ill rubripes De]. fulvipes Gyll. fuscus F. limbatus De]. microcephalus F. melanocephalus F. 72 Taphria Bon. rivalis Ill Sphodrus Clairville. planus F. Platynus Bon. depressus Lessere. scrobiculatus F. Anchomenus Bon. i angusticollis F. piceus Dahl. prasinus F. pallipes F. oblongus F. Agonum Bon. Sexpunctatum F. parumpunctatum F. tibiale F. viduum Panzer. lugens F. lugubre Adersch. nigrum De]. subaeneum F. pelidnum Daft. picipes F. Olisthopus Dej. fuscatus Dej. Poecilus Bon. cupreus F. coerulescens F. cupreoides Audersch. lepidus F. punctulatus F. Argutor Meg. vernalis F. strenuus Panzer. Omaseus Ziegl. aterrimus Dej. nigrita F. { melas Creutz. italicus Bon. Omaseus melanarius Illig.. antracinus Illig. Steropus Meg. Illigeri Meg. Platysma Sturm. picimana Creutz. nebrioides Dej. Pterosticus Bon. niger F. Abax Bonelli striola F. oblongus Dej. paralellepipedus Duft.. Békenhauptii Dahl. Percus Bon. Ville Durazzo. Cephalotes Bon. vulgaris Bon. Stomis Chlairv. pomicatus Panz. Zabrus Chlalrv. gibbus F. Amara Bon. similata Gyll. vulgaris F. Amara comunis F. tibialis Paych. consularis Duft. anthobia Villa. nitida Dej. trivialis Duft. Masoreus Ziegl. luxatus Creutz. Anisodactylus De]. binotatus F. spuractipennis Z. signatus Ill. Gynandromorphus Dej.. etruscus Schòn. Ophonus Ziegl. "E È Ophonus colombinus Germ. Tachis Meg. sabulicula Panz. azureus F. cribricollis Stev. cordatus Duft. puncticollis Paik. maculicornis Meg. mendax Rossi germanus F. Harpalus Latr. ruficornis F. griseus Panz. aeneus F. confusus De]. distinguendus Duft. ottentotta Duft. rubripes Creutz. zabroides Der. semiviolaceus Broign. tardus Gyvill. segnis Del. anxius Duft. serotinus Meg. azureus F. Stenolophus Meg. centromaculatus Meg. vaporiorum F. Acupalpus. Latr. dorsalis F. meridianus L. harpalinus De]. rufulus Dej. Trechus Chlairville. discus F. rubens. F. secalis Payk angusticollis Knor. verbasci Duft. Blemus. Ziegl. areolatus Creutz. scutellaris Dej. bistriatus Dulft. nanus Gyll. haemoroidalis De]. angustatus Dej. quadrisignatus Creutz. pumilio Duft. Notaphus Meg. fumigatus Z. laticollis Meg. undulatus Sturm. venustulus Z.. ustulatus Z. Bembidium. Bonelli. paludosum Panz. impressum F. bipunctatum F. striatum Daft. Peryphus Meg. eques Sturm. tricolor F. modestus F. rupestris F. obsoletus De] coeruleus De) tibialis Meg. decorus Zencker. fuscicornis Dej. rufipes Gyill. humeralis Villa elongatus De]. Leja Meg. chalcoptera Z. celen.b: pusilla Gyll. doris Illig. biguttata F. picipes Hildebrand. Lopha Meg. 74 Lopha quadriguttata F. Ilybius fuliginosus. F. articulata Duft. quadriguttatus Dej. poecila De]. Laccophylus Leach. quadrimaculata L. minutus F. Tachypus Meg. interruptus Panz. clavipes F. variegatus Knoch. picipes Meg. Noterus Latr. pallipes Meg. crassicornis F. capricornis Herbst. IDROCANTARI Poelobius Schén. Hermanni F. Dytiscus Linn. Cybister Curtis marginatus F. Roeselii F. circumflexus F. Haliplus Latr. conformis Kunze. elevatus Panz. Eunectes Erichson. glabratus Villa. griseus F. obliquus F. Acilius Leach. ferrugineus L. sulcatus F. testaceus Dahl. Hydaticus. Leach. variegatus De]. transversalis F. — impressus F. hybnerii F. 1 marginepunctatus St. grammicus Aubè. lineaticollis Gyll. cinereus F. badius Ullrich. zonatus F. Cnemidotus Illig. Agabus Leach. caesus Duft. oblongus Illig. Hydroporus Latr. uliginosus F. geminus F. maculatus F. minutissimus De]. dydimus Oliv. depressus F. paludosus F. areolatus Illig. guttatus F. picipes È. eine F. opairinus Illig. splendens De Crist. sexpustulatus F. Colymbetes Clairv. planus F. fuscus F. marginatus Aube. notatus F. litturatus F. collaris Gyll. incertus Dei Ilybius Erichs. < angustatus Aub. fenestratus F. bilineatus Sturm. 75 Hydroporus piclus F. Microsaurus attenuatus Gr. parvulus F. neglectus Dei cristatus Dei palustris? paludosus? Hyphidrus Latr. ovatus F. Gyrinus Linn. natator F. BRACHELITRI Vellejus Leach. dilatatus FP. Emus Leach. maxillosus F. hirtus F. murinus F. erytropterus F. slercorarius Grav. , fossor. F. olens F. italicus Genè cyaneus È. similis È. morio F. . fuscipes Dahl. fulvipes? brunipes F. tricolor Grav. latebricola F. aeneocephalus F. Astrapaeus Grav. ulmineus F. Microsaurus De]. fuliginosas Grav. molochinus Grav. nitidus F. impressus Grav. mauroruphus Gyll. Staphylinus Linn. coenosus Grav. “laminatus Grav. aeneus Grav. decorus Grav. politus F. atratus Grav. fumigatus Dahl. varians Gyll. bimaculatus Grav. tenuis F. vernalis Grav. agilis Grav. nanus Grav. splendens F. aterrimus Grav. fimetarius Grav. intermedius De]. Xantholinus Dahl. pyroplerus Grav. elegans Grav. procerolus Mannher. elongatus Grav. Lathrobium Grav. multipunctatum Grav. badium Dahl. angustatum Dahl. rufipenne Illig. punctulatum? fumigatum ? Paederus Fabr. riparius F. littoralis Grav. ruficollis F. melanurus Gené Lithocharis De]. exigua Der. Rugilus Leach. orbiculatus F. 76 Astenus Dej. procerus Knoch. angustatus F. intermedius Dej. Stenus Fabr. biguttatus F. speculator Dahl. boops F. argus Grav. miops Schipp. flavicornis? Oxiporus Fabr. rufus F. Bledius Leach. marginalis Betta. rufus Betta. castaneipennis F. fracticornis Gyll. Platystethus. Mann. spinosus Er. cornutus Grav. Oxylelus Grav, carinatus Grav. sculpturatus Grav. subtilis? Antophagus Gray. armiger Grav. caraboides Grav. plagiatus F. intermedius Grav. Anthobium Leach. rivulare Germ. oxiacanthae Gyll. Omalium Grav. ranunculi Grav. pallidipenne De]. rufescens Betta. macropterum Grav. Bryocharis Lacord. analis F. Bolitobius Leach. melanocephalus Grav.. nigricollis Kn. Tachynus Grav. biplagiatus De]. fimetarius Grav. humeralis Grav. subterraneus F. Tachyporus Grav. marginatus Grav. chrysomelinus F. analis F. pusillus Grav. suturalis Panz. sordidus? atratus Ullrich. Lomechusa Grav. paradoxa Grav. Aleochara Grav. fuscipes Grav. tristis Grav. marginipennis Betta. bipunctata Grav. lanuginosa Grav. Gyrophaena Manner. nana Grav. tumidula? pusillima Grav. longula Kunze. Oxipoda Manner. ocroptera Ullrich. obscura Grav. Bolitocara Mann. crassicornis Gyll. limbata Grav. bruniceps Betta. tristis Betta. varicornis UII. rufocincta Bonola. Drusilla Leach. ‘Drusilla canaliculata F. Phalagria Leach. sulcata Grav. obscura Grav. STERNOXI Acmeodera Esch. pedemontana Dej. Capnodis Esch. tenebrionis F. Dicerca Esch. aenea var. rugosa Ramb. berolinensis F. acuminata F. Ptosima Serville novemmaculata F. sexmaculata Villens. confusa Villa. Phoenops Meg. decostisma F. Chrysobotris Esch. affinis F. Anthaxia Esch. cyanicornis F. auricolor Herbst. manca F. salicis F. nitida Rossi. nitidula F. laeta F. cichorei Oliv. millefoli F. chamomille? Sphenoptera Dej. metallica F. iridiventris? Agrilus Meg. rubi F. Comolli Betta. ametisthynus Ol. 77 Agrilus sexguttatus Herbst, sinuatus Ol. viridis F. cyaneus Ol. linearis F. derasofasciatus F. hyperici Creutz. cupreus Meg. auricollis Betta. gracilicornis Ullr. compressicornis UIL. Trachys Fabr. minuta F. aenea Dej. pygmaea F. austriaca Meg. Aphanisticus Latr. pusillus OL. cylindricus Villa. elongatus Villa. Melasis Fabr. flabellicornis F. Drapetes Meg. equestris F. Synaptus Esch. filiformis F. Agrypnus Esch. atomarius F. murinus F. Athous Esch. hirtus Herbst. longicollis F. vittatus. F. subfuscus Gyll. Limonius Esch. nigripes Gyill. minutus F. Bructeri F. Cardiophorus Esch. thoracicus F. ruficollis F. Cardiophorus equiseti Herb. Cyphon pubescens F. rufipes F. Ampedus Meg. sanguineus F. ephippium F. crocatus L. morio Z. Cryptohypnus. Esch. pulchellus F. quadripustulatus F. minutissimus Peyr. Drasterius Esch. bimaculatus F. Steatoderus Esch. ferrugineus F. Ludius Latr. tessellatus F. holosericus F. metallicus Payk. Agriotes Esch. gilvellus Z. lateralis? segetis GylI. variabilis F. sputator F. striatus F. Ectinus Esch. aterrimus L. Adrastus Meg. limbatus F. sutturalis Z. pusillus Z. quadrimaculatus F. lapidicola Sturm. MALACODERMI Cyphon Fabr. melanurus Sch. griseus F. oblongus De]. padi Gyll. Eubria Ziegl. palustris Z. Scyrtes Latr. emisfericus F. Nycteus Latr. hoemorrhoidalis Panz. Lampyris Linn. splendidula F. noctiluca F. Colophotia De]. italica F. pedemontana F. Drilus Ol. flavescens F. Podabrus Fisch. alpinus Payk. Cantharis Linn. antica Markel. fusca F. dispar F. pellucida F. obscura F. tristis F. nigricans F. italica De]. laeta F. livida F. praeusta Dej. melanura F. femoralis Z. Malthinus Latr. biguttatus F. sanguineicollis Sch. marginatus Latr. rubricollis De]. minimus Gyill. Malachius Fabr. 79 Trichodes interruptus Meg.. crassipedarius Dahl. Malachius aeneus F. bipustulatus F. elegans Ol. marginellus F. spinipennis Z. pulicarius F. flavipes F. thoracicus F. concolor F. furcatipennis Villa. mutilatus Betta. equestris F. sutturalis De]. ephippium UII. nodipennis Betta. glabrellus Betta. haederae Melsheimer. analis Panz. Dasytes Fabr. ater F. bipustulatus Fr nobilis Ilig. coeruleus F. flavipes F. pallipes Ilig. plumbeus Ol. linearis F. elongatus Bonola? TERELIDI Clerus Fabr. formicarius F. Corynetes Fabr. rufipes F. ruficollis F. violaceus F. chalybaeus Knoch. Enoplium Latr. serraticorne F. Ptilinus. Geoffr. pectinicornis F.. flabellicornis Meg. Dorcatoma Fabr. haederae Perr. i dresdense F. minulum Z. bovistae Knoch. Anobium Fabr. tessellatum F. striatum F. pertinax F. villosum Bon. morio Villa. puniceum F. ireos Villa. oblongum Z. abietis F. Ptinus Linn. imperialis F. Tillus Fabr. regalis Z. unifasciatus F. italicus Chevrol. elongatus F. elegans F. Notoxus Fabr. ornatus Dahl. mollis F. fur F. ‘upivittatus Rossi. testaceus OI. centromaculatus De Crist. fuscus Dej. Trichodes Fabr. apiarius F. pulchellus Villa. lepidus Villa. 80 ‘Ptinus Spitzii Villa. lusitanicus Villa. crenatus F. brunneus Meg. clavipes Panz. ‘Gibbium Scopoli. scotias F. .Scydmaenus Latr. Illigeri Dej. vulgaris Gené rutilipennis Kunze. rufus Kunze. Ullrichii Betta. quadratus Kunze. CLAVICORNI Necrophorus Fabr. vespillo F. curvipes Meg. humator F. (IR Di: quadripunctatus De Crist. Silpha Linn. rugosa F. sinuata F. dispar Ill. opaca F. reticulata F. granulata Ol. lunata F. obscura F. nigrita Creutz. pedemontana Bon. laevigata F. atrata F. tristis Ill. ‘Scaphidium Fabr. agaricinum F. immaculatum F. Scaphidium quadrimacula- tum F. Catops Fabr. truncatus F. agilis F. rufescens F. oblongus Latr. fuscus Hoffm. Thymalus Latr. limbatus F. Strongylus Herbst. luteus F. ferrugineus F. Nitidula Fabr. marginata F. limbata F. aestiva F. varia F. variegata Gyll. pygmaea Gyil. quadripustulata Sturm. colon F. discoidea F. rufipes Gyll. pedicularia F. erythropha Gyill. solida III. i subrugosa Gyll. \ tristis Schùpp. | aenea F. | viridescens F. unipustulata F. viduata Sturm. Cercus Latr. I atratus Del. pulicarius Latr. urticae F. bipustulatus F. pedicularius F. ochraceus De]. Micropeplus Latr. sulcatus Herbst. Byturus Latr. tomentosus F. flavipennis Betta. Engis Fabr. bumeralis F. bipustulata F. ‘Cryptophagus Herbest. tiphae Gyll. caricis Latr. ‘ cellaris F. pilosus Gyll. licopodii Gyll. fumaltus Gyll. mesomelus Pay. nigripennis Pay. pusillus Pay. hirtus Gyill. terminatus Dahl. tumulorum Villa. exiguus Ill. analis Schupp. vittatus Prada. Ptilium Schipp. fasciculare Herbst. evanescens Schupp. Dermestes Linn. vulpinns F. ater Olivi. lardarius F. tessellatus F. murinus F. bicolor F. rosceiventris Peyr. Attagenus Latr. megatoma F. pellio F. 20 punctatus F. undatus F. 81 Attagenus schaefferi IHlig. trifasciatus F. Megatoma Latr. serra F. Trogoderma Latr. elongatum F. versicolor. Creulz. Anthrenus Fabr. muscorum F. pimpinellae F. scrophularia F. verbasci Gyll. Trinodes Meg. hirtus F. Aspidiphorus Ziegl. orbicularis Gyill. Hister Linn. inaequalis Latr. major F. lunatus F. unicolor F. cadaverinus Pay. quadrimaculatus. F. bimaculatus F. stercorarius Pay. semipunctatus F. corvinus Germ. speculifer Pay. aeneus F. Dendrophilus Leach. punclatus Pay. Abraeus Leach. minutus F. globulus Pay. Haeterius Godet. quadratus Pay. Ontophilus Leach. sulcatus F. striatus F. Platisoma -Leach. 6 82 Platisoma depressum F. Troschus Latr. adstrictor F. clavicornis OI. Nosodendron Latr. fasciculare F. Byrrhus Fabr. pillula F. coronatus Ill. auratus Sturm. nitens F. lariensis Villa. murinus F. semistriatus F. clandestinus Meg. fascialus F. Limpichus Ziegl. sericcus Duft. riparius Dej. Georisus Latr. laesicollis Ul pigmaeus F. Elmis Latr. canaliculatus Gyll. tuberculatus Sturm. Maugetii Latr. Wolkmari Mull. aeneus Mull. Potamophilus Germ. acuminatus De]. Parnus Fabr. prolifericornis F. auriculatus Ill. obscurus Duft. Dumerillii Latr. Heterocerus Fabr. s marginatus F. ì loevigatus minutus De]. femoralis UIL limbatus Ullr. PALPICORNI Elophorus Fabr. grandis III. tristis UII. minutus F. nubilus F. intermedius Dej. Hydrochus Germ. crenatus F. niger Marietti carinatus Germ. Octhebius Leach. nobilis Villa. pallidipennis Villa. pygmaeus F. morinus Pay. Hydraena Kugellam. longipalpis Schòn. Spercheus Fabr. \ emarginatus F. i rufogultatus Dahl. Berosus Leach. luridus F. signaticollis Meg. Hydrophilus Fabr. piceus F. caraboides F. Hydrobius Leach. oblongus Herbst. scarabeoides F. melanocephalus F. griseus F. truncatellus F. globosus Pay. minutus Gyll. orbicularis F. atomus UIl. Sphaeridium Fabr. scarabeoides F. lunatum F. bipustulatum F. marginatum F. unicolor Betta. Cereyon Leach. obsoletum Sturm. haemorrhoidale F. terminatum Sturm. haemorrkoum Sturm. flavipes F. atomarium F. unipunctatum F. quisquiliarius Gyll. moerens Dahl. 83. Ontophagus xiphias F. lemur F. hybneri F. taurus F. capra F. nutans F. Schreiberi F. semicornis Panz. ferrugineus Betta. furcalus F. ovatus F. Bubas Meg. bison Latr. Oniticellus Ziegl. pallipes F. flavipes F. centromaculatum Sturm. Aphodius Fabr. elegans Betta. LAMELLICORNI Ateuchus Fabr. sacer F. pius Illig. Gymuopleurus Illig. \ pillularius F. } Geoffroy Panz. Sisyphus Latr. Schoefferi F. Copris Fabr. lunaris F. emarginata F. Ontophagus Latr. austriacus Panz. medius F. vacca F. caenobita F. fracticornis F. nuchicornis F. fossor F. foetens F. fimetarius F. rubens Del. serrotinas Duft. - Sordidus F. lugens Duft. nitidulus F. sericatus F. obscurus F. porcus F. pubescens F. consputus F. contaminatus F. inquinatus F. luridus F. depressus F. rufipes F. scrutator F. erraticus F. haemorrhoidalis F.. arenarius F. gibbus Germ. 84 Aphodius bimaculatus F. quadripustulatus F. quadrimaculatus F. villosus Gyll. mixtus Villa. hypocophus Jan. equestris Panz. testudinarius F. nigripes F. scropha F. elevatus F. Oxiomus Erich. asper F. porcatus F. caesus FF. Psammodius Gyll. sulcicollis Ill. vulneratus Sturm. Trox Fabr. arenarius FF. sabulosus F. hispidus F. Geotrupes Latr. stercorarius F. alpinus Dahl. { vernalis F. ì splendens F. Ochodaeus Meg. chrysomelinus F. Bolboceras Kirby. oenas Panz. mobilicornis F. testaceus F. Oryctes Ill. nasicornis F. corniculatus Villa. Scarabaeus Latr. punctalus F. Anomala Meg. vitis F. Anomala julii F. cianicollis Villa. Junii Daft. Anisoplia Meg. campestris Latr. arvicola F. fruticola F. brunicola UII. austriaca Herbst. i floricola F. Meloluntba Fabr. fullo F. vulgaris F. nigripes Porro. aceris F. hippocastani F. Catalasis De]. pilola F. villosa F. Rhisotrogus Latr. transversus F. aequinotialis F. aestivus Ol. maculicollis Villa. solslitialis F. aprilinus Dufl. quercanus Stentz. vernalis F. tropicus Schòn rufescens Latr. paganus OL. Omaloplia Meg. brunea F. variabilis F. ruricola F. sericans Schòn. Hoplia Ill. squamosa F. farinosa Ol. Hoplia graminicola F. argentea Ol. Osmoderma Enciclop. eremita F. Gnorimus Enciclop. octopunctatus F. nobilis F. Trichius Fabr. abdominalis Dej. fasciatus F. gallicus De]. Valgus Scriba. hemipterus F. Cetonia Fabr. fastuosa F. affinis Duft. florentina Herbst. angustata Germ. obscura Duft. marmorata F. aurata F. lucidula F. pisana Dahl. si morio F. è quadripunctata F. vulpina Meg. hirta F. stictica F. cuprea Ullr. Lucanus Linn. cervus F. capreolus F. Dorcus Meg. paralellepipedus F. oblongus Charpant. Platycerus Latr. caraboides F. Synodendron Fabr. cylindricum F. S5 ETEROMERI MELASOMI Assida Latr. grisea F. rugosa F. morbillosa F. obscura Dej. pygmaea De]. Blaps Fabr. gcages F. i piligera Carmagnola. fatidica Creutz. acuminata Meg. obtusa Sturm. mortisaga F. producia De]. australis De]. Pandarus Meg. ; tristis F. { bipunctatus De Crist. Opatrum Fabr. sabulosum F. arenarium F. pusillum È. verrucosum Germ. fuscum Herbst. Microzoum Dej. tibiale F. Leichenum Dej. pictum F. pulchellum Klug. Crypticus Latr. glaber F. TAXICORNI Boletophagus Fabr. agaricola Latr. 86 Boletophagus crenatus F. Hypulus Paik. Anisotoma Fabr. cinnamomeum Panz. ferrugineum F. castaneum Paik. laevigatum Mill. Pentaphyllus Meg. testaceus Gyll. Phylethus Meg. populi Meg. Neomida Ziegl. haemorrboidalis F. violacea F. bicolor Z. i aenea Payk. Diaperis Fabr. boleti F. Uloma Meg. culinaris F. Margus De]. ferrugineus F. Hypophlaeus Fabr. castaneus F. depressus F. bicolor F. Sarrotrium Fabr. muticum F. Coxelus Ziegl. pictus Sturm. Diodesma Meg. sublerranea Z. TENEBRIONITI Eustrophus Illig. dermestoides Ill. Orchesia Latr. micans F. Dircaea Fabr. variegata F. bifasciatus F. Tenebrio Fabr. si molitor F. ì Joripes III. transversalis F. obscurus F. curvipes F. Bius De]. thoracicus F. HELOPII Helops Fabr. lanipes F. affinis Gené. convexus Lassere. laticollis Villa. caraboides Panz. coeruleus F. chalybeus. OL. picipes Bon. Nephodes Del. villiger Hoffmansegi. Allecula Fabr. morio F. Mycetochares Latr. barbata Latr. humaralis F. morio Z. Omophlus Meg. maior Gent. picipes F. lepturoides F. elongatus Dahl. Cistela Fabr. metallica Chevrol. atra F. sulphurea F. murrina F. fusca Panz. Cistela laevis De Crist. analis Prada. fulvipes F. nigrita F. sericea Betta. TRACHELIDI Lagria Fabr. hirta F. glabrata OI. pubescens F. villosula Betta. Pyrochroa fabr. rubens F. coccinea F. Monocerus Meg. medius Meg. cornulus F. serricornis Panz. quadriguttatus Betta. Anthicus Fabr. arenarius Dahl. antherinus F. floralis È. basalis Villa. hirtellus FP. guttatus Hoffmans. quadripustulatus Dahl. rufipes Gvil. instabilis Hoffmans. riparius De]. pedestris F. sagitta Krinicky. signatus UII. bipunctatus Z. Ochthenomus Dej. angustatus De). Xylophilus Bon. 87 Xylophilus populneus F. nigripennis Villa. Scraptia Latr. fusca Latr. minuta De]. Ripiphorus Fabr. flabellatus F. bimaculatus F. cincticollis Betta. bicolor Ol. humeralis Betta. suturalis Betta. maurus Belta. Mordella Fabr. duodecimpunctata Ol. fasciata F. aculeata F. parvula Gyll. pusilla Meg. humeralis F. bipunctata De. sericea Z. variegata F. oculata Betta. ventralis È. Anaspis Geofîr. humeralis De. frontalis F. rufilabris Sturm. thoracica F. flava F. ruficollis F. depressa Schuùpp. bipunctata Bon. VESCICATORII Meloe Fabr. tuccius Rossi. proscarabeus F. 88 Meloe violaceus Gyll. brevicollis Erichs. rugulosus Z. autumnalis Leach. semipunctata Z. cyaneus F. reticulatus F. rugulosus Z. . Scabrosus Ill. Cerocoma fFabr. Schreberi F. Schaefferi F. Mylabris Fabr. Fuesslini Panz. vari? Dbilis OL mutabilis De. spartit Germ. cicorii Bilberg. flexuosa OL Lyita Fabr. vescicatoria F. Epicanta Del. verticalis Ill Zonitis Fabr. praeusta F. Paoli Chic. nigripennis F. quadripunctata F. bipunctata Tauscher. Apalus Fabr. bimaculatus F. binotatus F. Sitaris Latr. humeralis F. apicalis Latr. microcephala UII Villae Betta. flavescens Betta. thoracica De]. Sitaris fuliginosa Betta. nigripes UII. STENELITRI Colopus Fabr. serraticornis F. Asclera Dej. i caerulescens F. cyanea Besser.. thalassina F. viridissima F. Anogeodes Dej. melanura F. collaris Pauz. ustulata F. viridipes Meg. ruficollis FP. adusta Panz. VEdemera OI. podagrariae F. flavescens L. marginata F. coerulea È. clavipes. F. cianescens Dej. tristis UIL. simplex F. virescens F. lurida Gyll. Mycterus Ol. umbellatarum F. Salpingus Gyil. humeralis De]. quadriguttatus Latr.. Rbinosimus Latr. ruficollis Panz. roboris F, planirostris F. TETRAMERI CURCULIONITI Bruchus Fabr. variegatus De]. ) bimaculatus OI. marginellus F. imbricornis Panz. pisì F. | rufimanus Schòn. viciae Sturm. nubilus De]. | granarius F. ì flavimanus Dahl. luteicornis Ill. lentis Koy. nigripes UII. Spermophagus Stevens. cardui Stev quadratus Dahl. Urodon Sch. rufipes FP. Brachylarsus Sch. varius F. scabrosus F. Tropideres Sch. albirostris F. niveirostris F. pictus Betta. Platyrhinus Clairv. latirostris F. Anthribus Fabr. albinus F. Choragus Kirby. Galeazzi Villa. Apoderus Oliv. coryli L. Attelabus Linn. curculionoides L. maculipes Rondani. 89 Rhynchites Herbst. aequatus F. auratus Scopoli. baccus F. populi F. betuleti F. betulae F. conicus Ill. pauxillus Germ. minutus Gyill. hirtus Meg. Rhinomacer Fabr. lepturoides F. Apion Herbst. pomonae F. craccae F. aeneum F. radiolum Kirby. fuscirostre F. malvae F. vernale F. rufirostre F. nigritarse Kirby. frumentarium Gyll. minimum Herbst. violaceum Kirby. haematodes Sturm. elongatum Germ. simum Germ. apricans Germ. aestivum Germ. seminulum Kirby. civicum Germ. angustatum Dahl. marchicum Herbst. virens Herbst. vorax Herbst. pisi F. gibbirostre Gyll. flavophemoratum Herbst». 90 Apion ulicis F. onopordii Kirby. viclae Pryk. varipes Germ. flavipes F. sorbi F. tonsuratum Betta. Ramphus Clairv. flavicornis Clairv. Brachycerus Fabr. muricatus Cadolini. -Psalidium Illig. maxillosum F. “Thylacites Germ. lapidarius Dej. “Cneorhinus Sch. exaratus Marscham. corili F. geminatus F. Brachyderes Sch. incanus Sch. Eusomus Germ. ovulum III. ‘Sitones Sch. gressorius F. caninus Gyll. campestris Meg. crinitus Oliv. griseus F. sulcifrons Germ. trilineatus Voigt. lineatus F. pusillus Meg. lineellus Sch. discoideus Meg. tibialis Germ. brevicollis Sch. hispidulus F. ulicis Kirby. -caprifer Meg. Sitones maculipes Betta. Polydrusus Germ. planifrons De]. undatus F. flavipes Gyll. cervinus L. sericeus F. Metallites Sch. atomarius Oliv. ambiguus Sch. Chlorophanus Germ. graminicola. Meg. Cleonus Sch. ophtalmica Rossi distincta F. marmorata F. alternans Oliv. sulcirostris È. | cardui Sanvitale ( cinerea F. i globulosa Villa Bothynoderes Sch. albidus F. Pachycerus Sch. varius Herbst. Barynotus Germ. fuscus F. Lepyrus Germ. colon F. binotalus F. Tanysfyrus Germ. lemnae F. Hylobius Sch. fatuus Rossi. Plinthus Germ. porculus Sch. Adexius Sch. scrobipennis Sch. Phytonomus Sch. rumicis F. ‘Phyton. suspiciosus Germ. plantaginis Germ. murinus F. variabilis Herbst. polygoni F. fasciculatus Herbst. varius Meg. lineatus F. pallidus De]. punctatus F. vicinus Dc]. nigrirostris F. Coniatus Germ. repandus F. Phyllobius Sch. messor Herbst. oblongus EF. sinuatus F. vespertinus F. Omias Germ. globulus Oliv. Peritelus Germ. griseus Oliv. globulus Dahl. albolineatus Dej. i lthargyreus Meg. leucogrammus Germ. Otiorhynchus Germ. armadillo Rossi. bisulcatus F. hortensis Meg. ovalus L. ( centropunctatus F. ì Genei Villa. Lixus Fabr. turbatus Gyll. gemellatus Gyll. ; cylindricus F. ! acupictus Villa. ascanii L. 91 Lixus albomarginatus Sch. diloris Germ. pollinosus Germ. bicolor Z. subtilis Sturm. fasciculatus Gebler. grammicus UIL. filiformis F. tigrinus Meg. Larinus Germ. jaceae F. carlinae Oliv. Rinocyllus Germ. . Olivieri Sch. odontalgicus Ol. Pissodes Germ. notatus F. Tamnophylus Sch. cerasi L. barbicornis Latr. pruni F. Erirhinus Sch. bimaculatus F. scirpi Sch. vorax F. costirostris Sch. sorutus Mes. infirmus Herbst. flavipes Panz. pectoralis Panz. plagiatus Chevrier. villosus Sch. .filirostris Sch. macropus Redenbacher. cardui UIl. agnatus UIL. Grypidius Sch. equiseti F. Hydronomus Sch. alismatis Marsch. 92 Bradybatus Germ. Creutzeri Mes. Anthonomus Germ. druparum F. rubi F. Balaninus Germ. nucum F. crux F. exuriens Dahl. brassicae F. salicivorus Payk. Tychius Germ. quinquepunctatus F. venustus F. lineatus Meg. squamulatus Sch. tomentosus Herbst. picirostris F. centromaculatus Villa. posticus Sch. Smicronyx Sch. variegatus De]. Jungermanniae Sch. cicus Sch. aericollis Betta. minusculus Betta. Sibynes Sch. viscariae Sch. attalica Sch. saponariae Meg. sodalis Schùpp. Acalyptus Sch. carpini Herbst. | Phytobius Sch. ? leucogaster Marsch. quadrinodosus Gyll. comari Herbst. granatus Sch. Anoplus Schipp. palustris Gyll. Orchestes Ill. quercus L. scutellaris F. rufus Oliv. alni L. illicis F. pilosus F. jota F. lonicerae F. populi F. salicis F. bifasciatus F. stygma Germ. Baridius Sch. nitens F. picinus Germ. Villae De]. T. album Linn. scolopaceus Germ. Cryptorbynchus. III. lapati L. Camptorhinus Sch, statua F. Coeliodes Sch. guitula F. fuliginosus Marsch.. didymus F. geranii Paik. exiguus Ol. Mononychus Germ. pseudacori F. salviae Germ. Acalles Sch. hypocrita Sch. camelus F. ptinoides Marsch. hispidus OL. Ceuthorhynchus Sch.. echii F. erysimi F. i) Ceuthor. nanus Besser. ( floralis Gyll. napi Knock. troglodites F. alauda F. atomus Germ. orridus Panz. punctatus Herbst. contractus Marsch. leucompix Germ. assimilis Z. depressicollis Gyill. diflatus Germ. interstitialis Sturm. cinereus Marsch. Rhinoncus Sch. pericarpius F. brucoides Herbst. castor F. tibialis Dej. Poophagus Sch. sisymbri F. Orobitis Germ. cyaneus L. Cionus Clairv. Scrophulariae L. verbasci F. Olivieri Sch. thapsus F. hortulanus Marsch. olens F. spinosulus Meg. Gymnetron Sch. campanulae F. graminis Gyill. plantarum De]. somnolentus Villa. melaraphus Ol. linariae Panz. pilosus Besser. 43 Gymnetron rostellum Herb. veronicae Germ. beccambungae F. labilis Herbst. nanus De]. tiphae GylL. viltatus Betta. areolatus Betta. flavipes Bella. Mecinus Germ. pyraster Herbst. violaceus Meg. limbatus Dej. sericatus Betta. © Nanophies Sch. annulatus Gené. Iythri F. Sphenophorus Sch. abbreviatus F. piccus F. Sitophilus Sch. granarius F. oryzae F. Cossonus Clairv. linearis l°. paralellepipedus Herbst. Phlaeophagus Sch. sculptus Sch. spadix Herbst. velutinus De]. Rbyncolus Creutz. punctulatus Z. ovalis Marietti. Dryophthorus Sch. limexylon F. XILOFAGI. Hylurgus Latr. piniperda F. 94 Hylurgus ater F. palliatus Gyll. opacus Gyll. crenatus Payk. Hylesinus Fabr. fraxini F. varius F. variegatus Betta. Scolylus Geoff. spinosus UII. destructor 01. pyemaeus F. haemorrhous Meg. Bostrichus Fabr. typographus F. bispinus Meg. diodon Schupp. fici Dej. villosus GylI. octodentatus Gyll. laricis F. abietis Z. bidens Gyll. calcographus F. signatus F. ortographus Creutz. fuscus Gyll. relusus De]. calcaratus De]. aphodioides Villa. Platypus Herbst. cylindricus F. Apate Fabr. capucina F. bispinosa OI. muricata F. sexdentata Ot. sinuata F. Chevrieri Villa. lophocera Betta. Psoa Fabr. italica Dej. Cis Late glabratus Dey. boleti F. castaneus Meg. festivus Gyll. mandibularis Gyll. affinis Gyll. fracticornis Gyll. Latridius Herbst. liliputanus Villa. gibbosus Paik. angusticollis Meg. minutus Ill. pubescens III. fulvus Chevrier. elongatas Schùpp. transversalis Schupp. distinguendus Chevr. rugosus Herbst. sculptilis Schupp. porcatus Herbst. Psammechus Bourdier bipunctatus F. Mycetophagus Fabr. variabilis Gyll. quadrimaculatus F. multipunetatus F. Tryphillus Meg. bifasciatus F. fumatus L. Synchita Hellwig. juglandis F. picta Dahl. Cerylon Latr. hyteroides F. Monotoma Herbst. fulvipes Schùpp. picipes Paik. 99 Monotoma scabra Markel. Laemoph.clematidis Chevrier quadrifoveolata Molch. Rondani Villa. Rhyzopbagus Herbst. depressus F. bipustulatus F. dispar Gyill. politus F. ferrugineus Paik. Bitoma Herbst. crenata F. Bothrideres De]. contractus F. Lyctus Fabr. canaliculatus F. bicolor Perroud. glabratus UIL. pubescens Panz. Colydium Fabr. elongatum F. Nemosoma Desmarest. elongatum Latr. Silvanus Latr. sexdentatus F. asperalus De]. denticollis De]. unidentatus F. bidentatus Sturm. Monopis Ziegl. caslanca Z. Calyptobium Villa. difficile Villa. Megagnathus Meg. mandibularis F. Trogosita Fabr. caraboides F. haematidea Betta. Lemophloeus Dej. testaceus F. amygdalaeus Sch. ater Villa. Brontes Fabr. j flavipes F. i pallens F. Dendrophagns Gyill. crenatus Pay. LONGICORNI Spondylis Fabr. {| buprestoides F. } elongatus Meg. Aegosoma Serville. scabricorne F. Prionus Geoffr. coriarius F. Hammaticherus Meg. heros F. miles Bon. cerdo F. Purpuricenus Ziegl. Keeleri F. cinctus Villa. bipunctatus Villa. Rosalia Serville. alpina Serville. Aromia Serville. moscata F. Hesperophanes De]. holoscriceus Ross.. Criocephalum De]. rusticum F. Isarthron De]. luridum F. aulicum F. fulcratum F. Asemum Esch. striatum F. Saphanus Meg.. 96 ‘Saphanus spinosus F. Hylotrupes Serville. bajolus F. i puellus Villa. Callidium Fabr. dilatatum Pay. violaceum F. clavipes F. phemoratum F. insubricum Dej. sanguineum F. unifascialtum F. alni F. humeralis Dej. thoracicum Dej. ‘ variabile F. | fennicum F. { dimidiatum De Crist. testaceum F. praeustum F. ° fallax Meg. Clytus Fabr. detritus F. arcualus F. floralis F. arietis F. sazella F. rhamni Germ. massiliensis F. plebejus F. trifasciatus F. ornatus F. verbasci F. quadripunctatus F. gibbosus F. mysticus F. «Gracilia Serv. pygmaea F. brevipennis Dej. ‘Obrium Meg. Obrium brunneum F. Deilus Serville. fugax F. Stenopterus Ill. flavicornis Dej. rufus F. praeustus F. ater F. Molorchus Fabr. umbellatarum F. Acanthoderes Servill. varius F. Astynomus De]. atomarius F. eriseus F. Leiopus Serville nebulosus F. Exocentrus Meg. balleatus F. Pogonocherus Meg. inspidus F. fasciculatus Panz. pilosus F. Monohamus Meg. sutor F. sartor F. Pachystola De]. textor F. Morimus Serville. lugubris F. funestus F. tristis F. Mesosa Meg. nebulosa F. curculionoides F. Dorcadion Dalmann. fuliginator F. italicum De]. rufipes Genè pedestre F. ‘Dorcadion seductor Dahl. -Parmena Meg. | unifasciata Rossi interrupta Carma- gnola Deroplia Dej Genei Chevrolat. Anaestethis Dej. testacea F. Saperda Fabr. carcarias F. punctata F. tremulae F. scalaris F. populnea F. Anaetia De]. praeusta F. Oberea Meg. oculata F. linearis F. ervyihrocephala F. pupillata Schòn. Phytoecia Dej. punctata F. rufimana F. virescens F. coerulescens F. lineola F. ephipium F. cyliudrica F. nigricornis F. scuteliata F. Agapantia Serv. cardui F. marginella F. suturalis F. violacea F. cynarae Germ. Rhagium Meg. mordax F. Ragium inquisitor F, indagator F. bifasciatum F. Rhamnusium Meg. salicis F. Toxotus Meg. cursor F. meridianus F. chrysogaster OI. humeralis F. Pachyta Meg. quadrimaculata F. variabilis Lassere. octomaculata F. trifasciata F. clathrata F. virginea F. ruficollis. collaris F. Strangalia Serville. attenuata F. ( calcarata F. armata Schòn. Stenura De]. quadrifasciata F. pubescens F. atratE: cruciata Ol. melanura F. villica F. { testacea nigra F. bipunctata Betta. Lepiura Fabr. virens F. rubrotestacea III. hastata F. sanguinolenta F. livida F. scutellata F. 97 98 Leptura rufipes F. {| cincta F. } limbata OI. camomillae F. sericans De Crist. maculicornis F. Grammoptera Serville. praeusta F. Lema brunnea F. duodecimpunctata F.. dodecastigma Z. asparagi F. \ melanopa F. cianiponnis UIL flavipes Meg. rugicollis Ill. loevis F. Hispa Linn. ruficornis F. atra F. lurida F. apiera Bon. Cassida Linn. CRISOMELINI { murraea F. î maculata L. Donacia Fabr. equestris F. bidens Sturm. viridis F. reticulata Schòn. thoracica F. dentipes F. vibex F. lemnae F. cruentata Meg. sagiltariae F. azurea F. crassipes F. affinis F. ; protea Kunze. nympheae De]. micans Aharens. seriacea Gyll. ferruginea F. obsoleta III. pallida Paik. viridula Paik. affinis Kunze. pallipes Sturm. nigra F. menvyhantidis F. linearis Hoppe. planicollis Dahl. albiventris Germ. pulchella Sturm. nobilis F. margaritacea. F. hemispheryca Herbst.. sanguinolenta F. simplex F. thalassina Gyll. Adimonia Laicharting. brevipennis Ill. Orsodacne Latr. Villae De]. cerasi F. tanaceti F. Auchenia Meg. haematidea Andersch.. subspinosa F. capreae F. littoralis F. sanguinea F. Lema Fabr. merdigera F. Adimonia rustica F. florentina Dahl. Galleruca Geoff. calamariensis F. viburni Paik. tenella F. Iythri Gyll. nymphaee F. Malacosoma Chevrol. lusitanica OL. Agelastica Chevrol. alni F. Phyllobrotica Chevrol. quadrimaculata F. bimaculata Panz. Luperus Geotf. rufipes F. flavipes F. suturellus Ill. Graptodera Chevrol. consobrina Duft. | oleracea F. erucae F. violacea Meg. mercurialis F. Crepidodera Chevrol. travsversa Marsch. cxoleta F. femorata Gyll. heixines F. nilidula F. femorata Gyll. modeeri F. pubescens Ent. Hefte. Phyllotreta Chevrol. armoraciae Ent. Hefte. sinuata De]. flexuosa Ent. Hef. nemorum F. 99 Phyllotreta lepidii Ent. Hef. atra Ol quadrisignata UII. Aphthona Chevrol. cyparissiae Ent. Hef, melaena Kunze. euphorbiae F. lutescens Gyll. Teinodaciyla Chevrol. tetrastygma Kunze. holsatica F. verbasci Panz. atricilla F. pratensis Panz. nasturtii F. pusilla Gvyill. lurida GylI. tibialis. F. sysimbri F. | suturalis F. fuscescens UIL. Dilobia Latr. cynoglossi Ent. Hef. Psylliodes Latr. chrysocephala L. napi Panz. attenuata Est. luteola Chevrol. picicornis Dahl. hyosciami F. spergulac Gyill. caerulans Dahl. cyanoptera Ill. Plectroscelis Chevrol. dentipes Ent. Hef. pumila De]. aridella Payk. Sahlbergi Gyll. Balanomorpha Chevrol. semiaenea F. 100 Balanomorpha obtusata Gyll Oreina senecionis Ander- Apteropeda Chevrol. haederae Ill. Podagrica Chevrol. fulvipes È. rufipes OI. malvae III. Argopus Fischer. cardui Kirby. testaceus F. Timarca Meg. tenebricosa F. pratensis Meg. Chrysomela Linn. gottingensis Linn. i haemoptera F. sanguinolenta F. limbata F. marginata F. lamina F. leevicollis 01. fucata Ol. \ centaurel F. varians F. asclepiadis Villa. graminis F. fulgida F. fastuosa F. staphylaea. polita F. grossa F. geminata Pav. hottentotta F. Rossia Ill. carnifex Bon. Oreina Chevrol. cacaliae Schrank. speciosa F. gloriosa F. caeruleo lineata Duf. sch. venusta Dej. tristis F. Lina Meg. populi F. vigintipunctata F. tremuiae F. cupraea F. aenea F. Gonioctena Chevrol. duodecimpunctata F. viminalis F. affinis Scén. pallida F. alpina Lassere. decastigma Anders. Plagiodera Chevrol. armoraciae F. Gastrophysa Chevrol. polygoni F. raphani Dahl. Phratora Chevrol. vitellinae F. Phaedon Meg. pyritosum Rossi. auctum F. cochleariae F. Helodes Fabr. phellandrii F. violacea F. marginella F. Bromius Chevrol. vitis F. Chrysochus Chevrol. pretiosus F. vividicollis Betta. Pachnephorus Chevrol. villosus Meg. arenarius F. Pachnephorus lepidopte- rus F Clytra Laicharting. quadripunctata F. tetrastigma Schm. leviuscula Ratze. Labidostomis Chevrol. cyanicornis Dahl. axillaris Dahl. taxicornis F. longimana F. chloris Dabl. Lachnaja Chevrol. longipes F. tripunctata F. Coptocephala Chevrol. scopolina F. tetradyma Mes. quadrimaculata F. Smaragdina Chevrol. concolor F. Cyaniris Chevrol. cyanea F. aurita F. flavicollis Meg. affinis Ill. Pachybrachis Chevrol. histrio F. hieroglyphicus F. Scriplus Dufour. maculipes Betta. Protophysus Chevrol. cyanipes Dej. Cryptocephalus Geoff. bimaculatus F. sexmaculatus OI. humeralis Villa. lineola F. coryli F. cordiger F. - flavilabris F. 10% Cryptocephalus variabilis F. sexpunctatus F. interuptus Meg. frenatus F. duodecimpunctatus F. { testaceus Villa. octoguttatus. È. moroei F. marginellus OI. sericeus F. auratus Meg. coeruleus Z. ) chlorodius Meg. purpuratus Meg. \ virescens Anders. intrusus Meg. violaceus F. flavifrons. F. furcatus Marsch. flavipes F. frontalis Besser. marginatus F. labiatus F. vittatus F. bilinealus L. elongatulus OL. pygmaeus F. minutus F. strigatus Ill. Hybpneri F. Disopus Chevrol. Pini F. Porrii Villa. Triplax Fabr. nigripennis. F. aenea F. bipustulata F. Phalacrus Pavyk. corruscus Payk. 102 Phalacrus bicolor F. achillae F. millefolii Payk. Agatidium Illig. seminulum F. minimum Betta. festivum Betta. baemorrhoidale Betta. atomarium Sturm. nanum Meg. minutum Sturm. Clypeaster Andersch. ater F. piceus Kunze. lividus Dej. cassidioideus Hoffm. TRINEERI AFIDOFAGI Hippodamia Chevrol. mutabilis Ill. novempunctata Schrank. Coccinella undecimnotata0Q1. conglobata F. vigintipunctata F. conglomerata F. bissexpustulata F.. variabilis Ill decempustulata F. quatuordecimpustulata F. occellata F.. alboguttata F. bisseptemguttata F. quatuordecimgutata F. Micraspis Chevrol. duodecimpunctata F. Chilocorus Leach. bipustulatus F. renipustulatus Ill. quadriverrucatus F. auritus Schneid. unicolor Dahl. Epilacna Chevrol. undecimmaculata F. Cynegatis Chevrol. globosa III. vigintiquatuorpunctata. F undecimpunctata Schk. tredecimpunctata F. Anisostica Chevrol. Seymnus Herbst. flavipes Ill. novemdecimpunctata F. ater Ill. M. nigrum F. parvulus F. Coccinella Linn. analis F. alpina Villa. hieroglyphica F. bipunctata F. sexpustulata F. i quadripustulata F. septempunctata F. bipunctata F. undecimpunctata F. novempunctata F. flavilabris Payk. bisbipustulatus F. quadrinotatus Meg. quadrimaculatus Rossi. obliquus Gen. bicinctus Meg. lauri Betta. globulus Betta. Nundina Dej. Nundina litura F. Coccidula Meg. scutellata F. quinquepunctata F. pectoralis F. - FUNGICOLI Endomychus Weber. coccineus F. Lycopardina Latr. fasciata F. Dasycerus Brongniart. echinatus Gené. PSELAFITI Ctenistes Reichenb. Dejanii Encycloped. palpalis Reich. Pselaphus Herbst. Heisei Herbst. Bryaxis Knoch. longicoruis Leach. sanguinea F. fossulata Reich. assimilis Kunze. denticornis Genè. haematica Reich. Bythinpus Leach. securiger Reich. glabricollis Reich. Tychus Leach. niger Payk. 103 Euplectus Kirby. signatus Reich. Claviger Mill. longicornis Mull. EMIPTERI (1) GEOCORISE Odontoscelis. scarabaeides L. fuliginosus L. Tetyra. | grammica Fabr. pedemontana F. Eurigaster. hottentotus F. maurus L. lineatus L. Podops. înunctus F. Asopus. custos F. luridus F. coeruleus L. Cydnus. morio Linn. flavicornis F. albomarginatus F. albomarginellus F. bicolor L. Sciocoris. marginatus F. Pentaloma (1) Gli Emipteri o Cimici che trovansi nella nostra Provin- eia furono studiati con molta diligenza dell’Egregio signor Pro- fessore Cavaliere P. Strobel. Di tali insetti egli ne pubblicò una parte (fino al genere Alia) nel Manuale della Provincia di Pa- via per l’anno 1857, riservandosi di pubblicare il restante in seguito. Si sono omessi gli Emipteri Omopteri. 104 Pentatoma ornata L. oleracea L. procopops Amyot. smaragdula F. baccarum L. sphacelata F. perlata F. mogbissus Am. helianthemi Leon Dufour. nigricornis F. rufipes L. Rhaphigaster. punclipennis Ilig. purpuripennis De Geer. Acanthosoma. interslinctum L. elia. acuminala L. ipflexa Wolff. Syromaster. marginatus L. quedralus F. Alydus. calcaratus L. lateralis Germ. Stenocephalus. neglectus Schefî. Berylus. tipularius. Phyllomorpha. laciniata Amyot. Coreus. hirticornis F. Therapha. crassicornis F. hyosciami L. Lygaeus.. equestris ‘L. venustus Rob. saxalilis È. Pachymerus. Rolandi L. marginepumtatus Wolf. vulgaris Hahn. marginatus F. fuscus F. agrestis Fall. staphilinoides Burm.. Genei Spin. Cimus. clariculus Schill. helophilus Burm. Ophthalmicas stevenii Serr. albipunctatus F. Pyrrhocoris. apterus L. Miris. erraticus L. Phytocoris. chenopodii Fall. pratensis L. contaminatus Fall. tripustulatus. L. flavomaculatus F. Capsus tyrannus F. tricolor F. Astemma. pallicornis F. Rhynarius. minutus L. Syrtis. crassipes F.. Monantia. Wolfii Fieb. Tingis. pyri F. Aradus. depressus F. Cimex. lectularius L. Salda. saltatoria L. Nabis. subaptera Hahm. lera. L. Pirates. stridulus F. Reduvius. personatus L. Harpactor. cruentus F. Ploiaria. domestica. Scopoli Limnobatles. stagnorum F. Hydromeira. lacustris F. canalium Leon Dufour. Velia. currens F. IDROCORISI Nepa. cirenea L. Ranatra. linearis L. Naucoris. Geofr. cimicoides L. Corisa. Geoffroiy Lea. undulata Fall. Sigara. minuta F. 105 Ploa. minutissima F. Notonecta. glauca L. LEPIDOPTERI (*) DIURNI Famiglia I. Esapodi. Papilio Fabr. machaon L. podalirius L. Thais Fabr. hypsipyle F. Leuconea Duponchel. crategi L. Leucophasia Stephens. ( sinapis L. ( erisimi. Pieris Schrank. napi Latr. rapae Latr. brassicae Latr. daplidice Latr. Anthocharis Boisduval. cardamines L. Gonepteryx Leach. rhamni L. Colias Fabr. hyale L. edusa L. Lycaena Boisduval. arion L. argus L. (*) Il presente catalogo delle farfalle diurne venne compilato dietro accurate indagini fatte dall’Eregio Sig. Marchese Norberto Del-Mayno, e venne già pubblicato nel Manuale della Provincia di Pavia per l’anno 1857. 106 Lycaena adonis L. tiresias Espers beetica L. Thecla Fabr. pruni L. W. album Illig. rubi L. Polyommatus Latr. hippotoe L. phleas L. phocas Rotten. Hesperia Boisduval. comma L. sylvanus F. linnea F. Syrichtus Boisduval. alveolus Hubner Spilothyrus. Duponchel. malvae F. Thanaos. Boisduval. tages L. Famiglia II. Tetrapodi. Vanessa Fabr. polychloros L. urticae L. io L. antiopa L. Pyrameis. Doubleday. Pyrameis. atalanta L. cardui L. Limenitis Fabr. camilla F. Grapta Kirby. C. album L. Libythaea Fabr. celtis F. Melitaea Fabr. athalia Engramelle. didyma F. Arginnis Fabr. lathonia L. adippe Latr. dia major L. minor L. euphrosyne L. anglaia Latr. Apatura Fabr. illa F. Arge Boisduval. galathea L. Satyrus Latr. meera L. Janira Latr. dejanira L. aegeria Latr. megaera L. pamphilus Latr. 107 MIRIAPODI (Prof. Giuseppe Balsamo-Crivelli). Julus sabulosus terrestris Albipes foetidus unilineatus Scutigera coleoptrata Lithobius communis forcipatus Cryptops hortensis Geophilus simplex gabrielis Nota. Fra i Miriapodi gli Julus si riscentrano nei giardini ; non ho ancora osservato altre specie che viddi presso Milano, descritte nella mia monografia, ma poche furono le ricerche che feci fin’ ora nella Provincia. La Scutigera coleoptrata è il più comune centopiedi delle case. CROSTACEI (Prof. Giuseppe Balsamo-Grivelli). Decapodi (Macruri) Astacus fluviatilis. Lin. Gambero Palaemon lacustris. Mar- tens. Gambarin Edrioftalmi (Amfipodi) Gammarus fluviatilis. Edw. putea. Edw. puteanus Koch. Branchiopodi (Tillopodi) Apus cancriformis Latr. Coppetta Isaura ticinensis. Bals. Branchypus stagnalis. Latr. Branchiopodi (Dafnoidi) Daphnia pulex. Strauss. mucronata Desm. 108 Edrioftalmi (Isopodi) Entomostracei (Ostrapodî) Asellus vulgaris Latr. Cypris monacha Oniscus murarius Lereb. puber Mull. muscorum. Scop. fuscata jur. Lygidium Personii Brandt Entomostracei (Copepodi) Porcellio Scaber. Lereb. Cyclops vulgaris. Latr. dilatatus id. Cyclopsina castor. Edw. loevis. id. Lyncaeus sphaericus. Mull. pictus. id. frontalis id. Succhiatori (Lerneidi) Armadillidium valgare.Ler. pictum. Lamproglena pulchella. Nordm. Lernocera cyprinacea. Edw. Nota. Il gambaro comune ora si può dire una specie semi- estinta. Da poco tempo è comparso tra noi il Palaemon laecu- stris, giacchè anche i pescatori i più intelligenti non lo conc- scevano. Tra i Crostacei i più dannosi all'agricoltura e special- mente alle risaje si è l’Apus cancriformis o Coppetta, come an- che le diverse specie di Gammarus. Tra i Crostacei succhiatori sino ad ora due soli ne ho esaminati i quali attaccandosi alle branchie dei pesci, divengono assai molesti a questi animali, li ho ritrovati non rari sulle Scardole, sui Trioiti e sul Vairone. 109 ARACNIDI (Pavesi Pietro) Epeiridi. Nephila fasciculata Miranda cucurbitina Epeira umbratica pinetorum bitubercolata ? Zilla genistae Singa hamata melanocephala Tetragnatha extensa id. variet. Episimus truncatus Terididi. Ero atomaria Steatoda sisvphus varians reticulata ?. e altre tre specie inde- terminate. Liniphia multiguttala phrygiana 9) Micriphantes rufipalpus Dictyna benigna Phrurolithus festivus. Agelenidi. Tegenaria domestica intricata? Drassidi. Amaurobius ferox Clubiona holosericea pallens. Folcidi. Pholcus opilionoides rivulatus ruber Licosidi. Dolomedes fimbriatus Trochosa ruricola umbraticula Thomisidi. Thomisus globosus e variet. Xysticus brevipes graecus Sparassus virescens Attidi. Salticus hilarulus Heliophanus cupreus truncorum flavipes Calliethera scenica tricincta Attus erraticus niger? Disderidi. Dysdera eyrithrina 110 Segestria florentina Appendicé senoculata Rachus quadrimaculatus Scytodes tigrina Sim. Nota. Questi Aracnidi vennero raccolti dal mese di Febbrajo al Luglio dal signor Pietro Pavesi studente di scienze naturali, e trovansi deposti nel Gabinetto dell’ Università. ANELLIDI. ‘(Prof. Giuseppe Balsamo-Crivelli) Aulostomum gulo Moq.Tand. Discofori. var. fuliginosa viridescens Branchiobdella Astaci. Od. punctata Nephelis vulgaris. Moq. Tan. ornata De Filip. var. normalis lugubris Chetopodi. testacea bilineata Lumbricus agilis Hofm. interrupta. stagnalis Hofm. Clepsina complanataSavign. riparius Hofm. carenae Moq. Tand. communis Hofm. bioculata Savign. agricola Hofm. paludosa Moqg. Tand. Helodrilus oculatus Hofm. succinea De Filip. Saenuris variegata Hofm. marginata Mùll. Nais proboscidea Mill. sanguinee De Filip. elinguis Mull. Dero obtusa Ildek. Nota. La branchiobdella astaci la riscontrai comune sui Gam- beri, e talora in tale quantità, da essere a questi animali dan- nosa. Però l’attuale malattia dei gamberi, per cui sono divenuti così rari, venne anche attribuita allo sviluppo di un’animale spet- tante agli infusorj, già conosciuto dallo Stein che denominò Cothurnia astaci. 111 Le Nephelis e le Clepsine sono piccole mignatte che vivono- nelle nostre acque e che succhiano il sangue ai piccoli animali, per cui certo limitano la propagazione di alcuni molluschi d’ac- qua dolce che sono nocivi specialmente nelle risaje. Lo stesso dicasi dell’ aulostomum che è quella grande mignatta nera che vedesi nei fossi e nelle risaje. TURBELLARIE (Prof. Giuseppe Balsamo-Crivelli ) Polycelis nigra Planaria polychroa Schm. var. brunea lugubris Schm. cornuta Schm. lactea Planaria tentaculata Tetracelis fontana torva Nota. Le Turbellarie anceh’esse si possono considerare come animali che attaccano altri animali per procurarsi nutrimento. Difficilissima e quasi impossibile è la loro conservazione e me- ritano ancora d’essere studiate. SISTOLIDI (Prof. Giuseppe Balsamo-Crivelli ) Sistolidi fissi. Sistolidi nuotatori. Brachionus urceolaris Lacinularia socialis Lepadella ovalis Sistolidi rotiferi. Rotifer vulgaris Milnesium tardigradum. inflatus. Sistolidi camminatori. Nota. La Lacinularia socialis è abbondante sulle foglie delle Ninfee nella lanca di S. Lanfranco. Sui Roliferi come è noto, e sui fenomeni della loro rivivescenza scrisse lo Spallanzani. 112 MOLLUSCHI CEFALI. Gasteropodi terrestri. Arion Feruss. empiricorum Feruss. var. rufus L. Limax Feruss. cinereus Mull. variegatus Drap. agrestis L. var. filaus Hoy. » reticulatus Mùll. Vitrina Drap. pellucida Mull. Succinea Drap. amphibia Drap. oblonga Drap. Helix Drop. pomatia L. Helix nemoralis L. fruticam Mull. strigella Drap. incarnata Mùull. carthusiana Mull. candidula Studer. ericetorum Drap. pulchella Mull. pygmaea Drap. rotundata Muùll. hispida L. sericea Drap. aculeata Mull. cinctella Drap. fulva Mull. nitida Mull. cellaria Mull. ? hydatina Rossm. cincta Mull. (1) cingulata Stud. lucorum Mùull. (1) Prima dell’anno 1848 queste due specie di Elici non si trovavano nel territorio della nostra Provincia e vi furono im- portate allo scopo di tentarne l’ acclimatazione , ed infatti vi si riescì nei seguenti particolari. L’Helix cincta Mill trasportata da Bergamo la si pose in un giardino e quivi ben tosto si propagò rapidamente al punto che dopo pochi anni si dovette darle la caccia per i gravi danni da essa arrecati, e la si gettò alla campagna e principalmente lungo i baluardi attigui all’Orto Botanico dove si adattò perfettamente. Essa subi ben leggieri-modificazioni pel cambiamento di patria e solo si mostra di alquanto più piccola degli individui berga- maschi, ma la compattezza del suo guscio e la intensità e dis- posizione delle sue tinte si conservano perfettamente, per cui si può ritenere questa specie perfettamente acclimatizzata. In quell’epoca, o circa, venne pur@ qui trasportata l’Helix cingu- lata Stud. e messa anch'essa nello stesso giardino dove sitrovavano molti massi di Pudinga: dopo il primo anno si riscontrarono nel ‘Glandina Schumacher. acicula Lam. | aciculoides De Crist. Bulimus Lam. subcylindricus L. obscurus Mull. tridens Mull. Pupa Lam. marginata Drap. minutissima Hartm. antivertigo Drap. pygmaea Drap. angustior Jeff. Clausilia Drap. albopustulata Jan. (1) Carychium Pfeiff. 113 Gasteropodi acquatici. Limnaeus Lam. stagnalis L. palustris Mull. corvus Gmel. obscurus Parr. fuscus Ziegl. elongatus Drap. minutus Drap. { truncatulus Gmel. pereger Gmel. limosus Poiret. Hartmanni Charp. auricularius L. var. subcorneus Z. minimum Mull. giardino medesimo molti individui di essa specie che appena nati, sviluppandosi rapidamente, giunsero ad acquistare la loro naturale grandezza: d’anno in anno aumentò di esse il numero al punto da potersi anch’ essa considerare naturalizzata non però nella proporzione della prima. Se però si esaminino gli indivi- dui che già da alcuni anni si sono succeduti nelle ripetute e di- verse generazioni questi si riscontrano leggermente modificati in ciò che sono un pò più piccoli dei primitivi, la loro conchiglia è più cornea per difetto di materia calcarea nella sua composizione, ed in fine sono frequentissimi gli individui nei quali manca la linea nera che decorre sulla convessità del maggiore aufratto. (IB%) (1) Anche sulla Clausilia albopustulata Jan. fu tentata l’accli- matazione e vi sì riescì in una scala però assai limitata: del resto parecchi individui adulti e giovani si vedono anche oggidì nel suddetto giardino vagare, dopo abbondanti pioggie, su alcuni legni fracidi raccolti in un angolo umido e fresco. In fine venne pure tentata l’ introduzione di altri molluschi nel nostro territorio ma inutilmente, chè dopo poco tempo dalla loro introduzione perirono e scomparvero. Tali molluschi sono: l’ Helix aspersa Mùll. = H. angigyra Z. = H. cincella Drap. specie che prediligendo la collina ora si troveranno forse nella provincia: Torquilla cinerea Drap. = Glausilia papillaris Mull. = Cyclostoma elegans Drap. CEL P.) 8 114 Physa Drap. fontinalis L. hypnorum L. Planorbis Brug. corneus L. complanatus L. carinatus Mont. albus L. leucostoma Millet. vortex L. fontanus Mont. nitidus Mull. Ancylus Goffroy. lacustris L. fluviatilis Mull. Neritina L. ticinensis Villa. i fluviatilis Lam. trifasciata Menke. Valvata Mull. . panorbis Drap. piscinalis Mull. umbilicata Parr. i depressa Carl. Pfeiff. Paludina Lam. P. impura Lam. achatina Lam. vivipara Lam. Acefali. Anodonta Brug. leprosa Parr. ponderosa Pfeiff. Alasmodonta Say. compressa Menke. Unio Brug. tumidus Retzius. longirostris Z. pictorum L. Deshayesii Mich. Requienii Mich. glaucinus Z. Cyclas Brug. cornea L. rivicola Lam. lacustris Drap. Pisidium Pfeiff. amnicum Mull. fontinale C. Pfeiff. 115 . BRIOZOARI, POLIPI AMORFOZOARII (Prof. Giuseppe Balsamo-Crivelli ) Briozoartì. Cristatella mucedo Paludicella Ehrenbergii Lophopus crystallinus Alcyonella fungosa. Plumatella repens Nota. I Briozoarj che ho citato sono interessanti, io li ho osservati copiosi nella lanca di S. Lanfranco, e specialmente le Plumatelle sono abbondantissime al di sotto delle foglie delle Ninfee alle quali aderiscono. L’Alcyonella fungosa si trova copiosissima sulle Anodonte ed Unio, ed anche sulle Paludine. La Cristatella mucedo è una delle più interessanti, e venne fatta rappresentare in cera molto ingrandita per dare un’idea di questo essere singolare. È certo che uno studio accurato au- menterà il numero delle specie conosciute. Potlipi. Hydra fusca. Amorfozoarii. Spongilla Laur. fluviatilis Laur. alba Laur. 116 AUTORI CHE TRATTANO DEI PRODOTTI NATURALI della Provincia Pavese. eo No ri ZOOLOGIA Emnsetti, Arragona Luici —= De quibusdam Coleopteris Italiae novis ac rarioribus. Pavia 1830. CApoLINI Luici — Enumeratio Carabicorum Ticinen- sium, 1830. Betta Virginio — De quibusdam Coleopteris Agri Ticinensis, 1847. STROBEL PELLEGRINO — Cimici Pavesi. — Almanacco Pavese, 1857. | DeL MAINo NorBERTO = Lepidotteri diurni dell’Agro Pavese. — Almanacco Pavese, 1857. Prapa DI Troporo == Curculioniti dell'Agro Pavese. Pavia 1857. Crostacei. BaLsamo CRIVELLI GIUSEPPE — Di un nuovo Crosta- ceo della Provincia di Pavia. Memorie dell’ Isti- tuto, 1857. 117 Anellidi. De FiLipri Filippo = Memorie sugli Anellidi della famiglia delle Sanguisughe. Lettera sull’Anatomia e sviluppo delle Clepsine. REolluschi. Rezia AMANZIO = Enumerazione sistematica dei Ga- steropodi terrestri e fluviali dei dintorni di Pavia, 1848. | StroBEL PeLLEGRINO = Lumache ed Ostriche del- l’Agro Pavese. — Almanacco Pavese, 1856. Feettili. Prapa Teoporo = Memoria sugli Ofidiani della Pro- vincia di Pavia, 1840. Weceelli. BRAMBILLA Cav. Giuseppe = Elenco degli Uccelli che si trovano nell’ Agro Pavese. —= Almanacco Pa- vese, 1856. Prodotti Minerali e Fossili. VoLta SERAFINO — Osservazioni intorno alle Colline di S. Colombano e Oltrepò. Opusc. Scelti di Mi- lano. Vol.. XI. p. 337. DE Fiuipri FiLippo = Sul terreno terziario subapen- nino, e specialmente sulle Colline di S. Colom- bano. Bibl. Ital. tom. 75 (1834). 118 Sulla costituzione geologica della Pianura e delle Colline della Lombardia. Ann. di Stati- stica ecc. (1839). BREISLACK = Descrizione geologica della Provincia di Milano, 1824. BaRELLI — Cenni di Statistica Mineralogica degli Stati di S. M. il Re di Sardegna, 1835. CurIonI GIULIO = Stato geologico (nelle notizie na- turali e civili di C. Cattaneo, 1841). STOPANI ANTONIO == Studii Geologici, 1857. SPALLANZANI = Viaggi in Sicilia (al Cap. XXI tratta dei fossili di Arena). BroccHi — Conchiliologia fossile subapennina. Vol. I. 1816. . AmoretTI — Della Torba e della Lignite. Milano, 1809. Porro CARLO = Di un cranio fossile appartenente al Bos Uros scoperto presso Stradella (Rivista Europea. Milano, 1840-41). NOTIZIE CHIMICO-AGRONOMICHE —_________—__._ COLLABORATORI Prof. ANGELO PAVESI Prof. ALFONSO Cossa hi, POTRO i I 4 Retta ri > UP, "(9 AC TAO VASI QI % ir TAL DI ; VESTIRE PET, DA pi te N ) dI Vane ig da WE Le È i Ki La » x Pa for +’ ì t tea she aa (uì \ uf ale ha É bi $ x Pat va 4 0. 7 * » Pc) "n ati, i deri ‘ t a vi 9 \ » Li PÒ, ” pu , Y p d lie PIT, lo —= LA a RARO FIUEPILETOO ia li UN: Ha, nf 4 44 \TMATAROG MAE Adina OE. 4 » è ® * pi. Ù . = i a Ò ve è . METAL Ca van v 4 = Pas "re e ” '+ ,. i sal (al Pi PRE Lig STIRO 3 “Sé 10641 i 400 Y î banca) LI w "i LAI ’ Y rh fi LR ) } È Ma 121 DELLE ACQUE POTABILI NELLA CITTÀ E NEI DINTORNI DI PAVIA Cenni del Prof. Angelo Davesi L’ introduzione delle statistiche della mortalità rese evidente l'influenza grandissima che ha la di- versa natura delle acque potabili sulla pubblica salu- te; ed egli si può dire che tutto il codice sanitario sì compendia nel provvedere ad una buon’acqua e ad una buon aria. Se l’uomo non può modificare il clima del paese in cui vive, egli può però mettersi al riparo dalle sue influenze; egli può sempre sce- gliere fra le diverse acque quelle, che dietro i cri- teri fornitigli dall’ analisi chimica, trova più oppor- tune; può coll’arte migliorarne la natura, può curare che esse non vengono guastate per trascuranze di leggi igieniche. L'esame delle acque potabili com- prende lo studio della natura e della quantità dei gas, e quello delle materie fisse, sì minerali che or- . ganiche che vi si trovano disciolte. Il pubblico suole distinguere le acque dal solo pa- lato, e dietro l’esperienza della loro più o meno fa- cile digestione, in buone o cattive, in leggieri 0 pesanti; ma gli è solo dietro ricerche chimiche che sì può recare esatto giudizio della bontà d’un’ acqua potabile. 122 Una buon acqua potabile deve essere perfetta- ‘mente limpida, priva di odore o di sapore sgradevoli provenienti da materie organiche o saline. Un’ acqua insipida può essere però pura, mentre l’acqua distil- lata è per sé insipida; ma essa non vale a spegnere la sete, ed è pesante allo stomaco. L'acqua deve ‘contenere una certa quantità di aria e di acido car- bonico, il quale le comunica un sapore aggradevole, e la rende maggiormente digeribile. Una buon acqua potabile non deve essere nè troppo fredda né troppo calda. Le acque di pozzo essendo meglio al riparo dalle influenze atmosferiche conservano generalmente una media temperatura che variando entro limiti ristretti riesce assai aggradevole sla nell'inverno che nella state. La temperatura me- dia delle acque di Pavia, come risulta da parecchie osservazioni, è di gradi 12° Cent. (1). Le acque potabili di Pavia essendo esclusivamente acque di pozzo, contengono tutte una sufficiente quan- tità di aria e di acido carbonico. La quantità media di gas contenuto nelle acque delle pianure lombarde è superiore assai a quella delle città poste ai piedi delle montagne, dove l’acqua derivando dalle ghiacciaje, non ha ancora assorbito una sufficiente quantità d’aria. Così l’acqua di Bre- scia non contiene che piccola quantità di gas (2). Le acque di Pavia sono generalmente assai ricche di acido carbonico, la cui quantità però varia talora im (1) Le acque dei fiumi dei laghi e dei mari vanno soggette ad assai maggior variazione di temperatura che non quelle dei pozzi; ma è sempre lo strato superiore che subisce tali in- fluenze atmosferiche. Gosì a Nizza mentre la temperatura del- l’acqua del mare è nei mesi di estate di circa 214 gradi alla su- perficie essa non si trovò che di 12 alla profondità di 200 metri. (2) Le acque di fonte contengono generalmente poco ossige- no, sicchè i pesci non vi possono vivere. L’ossigeno disciolto nell'acqua viene assorbito in parte dalle materie organiche con- 123 ‘modo assai notevole col variare delle sostanze orga- niche contenute nelle acque, le quali come vedremo più sotto, vi si trovano talora in proporzioni riguar- «devoli. In questo caso il rapporto tra l'ossigeno e l’acido carbonico contenuti nelle acque è assai alte- rato, diminuendo il primo coll’ aumentare del secondo. Le acque dei sette fonti di Brescia contengono in media, per ogni litro, secondo Perego, Cent. Cub. 10 di aria e 5,5 di acido carbonico (41); le aque del Po contengono Cent. Cub. 12 di aria; quelle dei pozzi di Milano, secondo De-Kramer Cent. Cub. 20,29 di aria e 6,5 di acido carbonico. La natura e la quantità delle materie Sin di- sciolte nelle acque dipende naturalmente dalla costi- tuzione dei terreni che esse attraversano, secondo l’antico detto di Plinio — Tates sunt aquae, quales terrae per quas fluunt; — mentre è dall’atmosfera che deriva in origine l'acqua che bagna la superfi- cie terrestre (2), e l’acqua essendo il solvente per eccellenza, a ragione Boussingault considera tutte le acque, e specialmente quelle dei drenaggi come un vero liscivio dei terreni. Assai varia è la quantità di materie solide contenute nelle acque potabili; quelle che derivano da roccie granitiche, o che scorrono at- traverso strati di grés sono poverissime di materie minerali, mentre ne sono ricchissime quelle che at- traversano terreni calcarei o magnesiaci. Le acque di fiume perdendo nel loro continuo tenute ne’terreni, attraverso i quali l’acqua trascorre, ed in parte dal protossido di ferro del terreno che vien trasformato in sesquiossido. (1) Atti dell’Ateneo Bresciano 1832-33-34, (2) La quantità di acqua di pioggia per la città di Pavia fu secondo le osservazioni di questi ultimi tre anni dell’ Osserva- pa Meteorologico di questa Università di millimetri 787 al- “anno. 124 agitarsi una gran quantità dell’acido carbonico da esse disciolto, contengono sempre una minor quantità di materia solida, la quale trovasi invece maggiore nelle acque di pozzo, dove una maggior ricchezza di acido carbonico vale a render solubile parecchie sostanze minerali. Ond’è che la media delle sostanze minerali delle acque di fiume varia da gr. 0,2 a 0,5 per li- tro; e per le acque di fonte o di pozzo (escluse le acque medicinali) essa varia da 0,5 a 2,0 per litro. Le acque del Ticino contengono per litro circa gr. 0,110 di materie solide, compreso il residuo or- ganico: per le acque potabili di Pavia la media è invece di circa gr. 0,420. Vedremo però più sotto co- me sia impossibile stabilire una media sola, essen- dovi sotto questo rapporto notevoli diversità fra le acque prese in punti diversi della città. Si ritiene che un'acqua sia tanto migliore quanto minore è la quan- - tità delle materie fisse che essa contiene. In Inghil- terra una tale opinione è assai radicata nel popolo; e Staunton, ambasciatore Inglese nella China riferisce che in quell’impero le classi elevate non bevono che acqua distillata. Aleuni medici francesi ammettono utile nelle acque potabili la presenza di piccola quan- tità di carbonato calcare, il quale, allo stesso modo dei carbonati alcalini può saturare gli acidi dello sto- maco (quindi non il solfato nè il cloruro di calce). Sebbene una tale opinione sia combattuta da altri, il residuo solido in una buona acqua potabile non deve superare il 172 millesimo del peso dell’acqua medesima e non oltrepassare quindi i gr. 0,5 per litro. Le materie solide che entrano a costituire le acque potabili sono carbonati, solfati, nitrati di calce, di magnesia, ed alcalini; acido silicico e sostanze orga- 125 niche. Si ritiene che la presenza di notevole quantità di solfato di calce renda un'acqua cattiva: lo stesso dicasi dei sali di magnesia quando sono in quantità appena rilevanti (1). Le acque correnti della Lombardia hanno gene- ralmente una composizione analoga a quella dei la- ghi ond’essi derivano. Secondo le analisi di Bauvers, Villard ‘e Duquis, medici militari che accompagnavano l’armata francese nel 1859 (2); la composizione delle acque da Cassano a Milano è quasi affatto la stessa di quella dell’Adda e del lago di Como da cui deri- vano. Se questo è vero per le acque correnti, non lo si può ammettere per le acque dei pozzi, le quali derivando da infiltrazioni sotterranee subiscono mo- dificazioni rimarchevoli a seconda della natura degli strati che devono attraversare. Secondo i citati me- dici le acque della Lombardia contengono una quan- tità sempre minore di cloruri a mano a mano che esse sono più vicine alle montagne da cui derivano. Così quelle del lago di Garda, di Lonato, di Ponte S. Marco, di Bettole, di Cassano, non contengono cloruri. Le acque delle fontane di .Rezzato, di Caste- gnate, di Ospedaletto, di Coccaglio, di Gorgonzola ne contengono traccie. Ma ciò che secondo i medesimi (1) Alcuni attribuiscono alla presenza dei sali di magnesia, nelle acque potabili la causa del cretinismo e del gozzo. Cha- tin deriva invece queste malattie dall’ assenza del jodio nelle acque e nell'aria, mentre secondo questo autore il jodo trovasi in un grandissimo numero di acque, ed assai di frequente nel- l’aria, ciò che però non si può ancora ritenere come sufficiente- mente provato. Taluni per ultimo derivano la causa di alcune ma- lattie dominanti in certe vallate delle Alpi dall'assenza di ossi- geno in quelle acque potabili le quali colà derivano immedia- tamente dal disgelo delle nevi. (2) Journal de Pharmacie et Chimie 1860, p. 324. 126 autori è degno di rimarco si è che col mancare dei cloruri havvi pur completa assenza di magnesia in dette acque, mentre i cloruri crescono in proporzione dell’aumentare dei sali di magnesia. Se questo fatto. potrà esser vero per le acque correnti, sebbene il metodo idrotimetrico seguito dai citati chimici non sia così esatto come esso è di facile esecuzione, ed il fatto abbisogni per essere accertato di un certo numero di analisi più esatte; esso non lo è certa- meote per le acque dei nostri pozzi, le quali conten- gono quantità assai varie di cloruri e di sali di ma- gnesia e che non stanno fra loro in nessun rapporto di aumento e di diminuzione (1). Secondo le analisi del defunto chimico Nava (2) la quantità di cloro e di magnesia contenuta nelle acque potabili di varii punti della città di Milano (e Pavia è in condizione di terreno affatto analoghe) sono le seguenti per un litro d’ acqua. Porta Magenta Porta Ticinese P.'a Garibaldi PT — ua” — , ye .1—. vr_—-_——r 41 9 3 41 2 1 2 Cloro 0,007 | 0,0065 | 0,0098 || 0,0019 È 0,0016 A 0,0039 È 0,0065 Magnesia ; 0,017 | 0,008 È 0,019 [{0,016 |0,0084 4 0,030 | 0,0125 Pozzi trivellati Porta Nuova Porta Venezia n ss i IT __e— _ 1 9 3 Cloro 0,0019 | 0,0023 P 0, pr 0; 005 sla 0, i 0, na 0,004 Magnesia | 0,008 i 0,006 | 0,0163 |0, no 0,025 i 0,025 in 0,0164 (1) I detti autori, al contrario di quanto venne supposto da altri, si domandano se la malattia del gozzo nella Lombardia non derivi dall'assenza dei cloruri e dei sali di magnesia. (2) Vedi Relazione sul Cretinismo in Lombardia. Memorie dell'Istituto Lombardo 1864, pag. 393. 127 Se una cosa è rimarchevole in questa analisi si è la scarsa quantità di magnesia nelle acque di pozzi trivellati, ma non havvi nessun rapporto costante fra la quantità di magnesia e quella di cloro. Il tempo ci è mancato per poter fare una com- pleta analisi delle acque potabili di Pavia; ci siamo però assicurati che tutte contengono una notevole quantità di cloro, e che la quantità di magnesia è assai varia secondo le diverse località (1). Tra le materie minerali che trovansi nelle acque potabili, i sali di calce sono i più importanti, sia perchè essi costituiscono la maggior parte del resi- duo solido (la proporzione media tra i sali di calce ed il resto delle materie minerali varia come ci ri- sulta dal confronto di moltissime analisi tra la metà ed i 3,5 del residuo totale), sia perchè essi determi- nano la bontà dell’acqua non tanto come acqua po- tabile, quanto per gli usi tecnici. I sali di calce co- mupicano all'acqua quella proprietà che è comune- mente intesa sotto il nome di crudezza, la quale può essere maggiore o minore, a seconda della maggiore o minore quantità di calce contenuta nell’ acqua. La crudezza di un’acqua si riconosce 1.° da ciò che lavandosi le mani o prendendo un bagno con acqua assai cruda, la pelle perde alquanto della sua morbidezza. 2.° Da ciò che certe verdure come, pi- selli fagiuoli, fave ecc. fatte bollire in quest’acqua ac- quistano una certa durezza ed un sapore amarognolo. 3.° Da ciò che il sapone si decompone, disciolto in quest’acqua formando un precipitato bianco fioccoso, (1) Questo fatto ci risulta dal diverso modo di comportarsi. delle acque nell’analisi idrotimetrica di cui diremo più sotto : la magnesia precipita dopo la calce formando una spuma che. ha un’aspetto speciale un po’ distinto da quello della calce. 128 per cui un’acqua cruda adoperata per lavar bianche- ria consuma una quantità di sapone assai maggiore di un’acqua meno cruda. 4.° Da ciò che quest’acqua lascia nelle caldaje a vapore un’ incrostazione assai copiosa, che riesce assai difficile a potersi levare, che produce una notevole perdita di calore, che è causa del rapido deperimento delle caldaje e che talora può dar luogo ad esplosioni. Per ultimo la crudezza di un’acqua è importante nelle tintorie, mentre alcuni colori si modificano in presenza della calce contenuta nell’acqua, nella fab- bricazione della birra, nella preparazione del caffè e del thè, | Le grandi differenze di crudezza nelle acque si riconoscono facilmente al sapore, ma è solo me- diante l’analisi chimica che si può esprimere in cifre una tal differenza. Havvi un metodo d’ analisi cono- sciuto sotto il nome di analisi idrotimetrica, mediante il quale é facile conoscere con sufficiente esattezza il grado di crudezza di un’ acqua. Esso si fonda sulla proprietà anzidetta delle acque crude di decomporre il sapone. Questa è una combinazione solubile nel- l’acqua di un’acido grasso colla soda o colla potassa: in presenza della calce esso si decompone formando una combinazione insolubile dell’ acido grasso colla calce, mentre rimane disciolto il sale risultante dalla combinazione dell’ alcali del sapone coll’ acido che era prima unito alla calce. E quì vuolsi avvertire che i sali di magnesia agiscono allo stesso modo dei sali di calce, per cui il grado di crudezza di un’ acqua darà complessivamente la quantità di calce e di ma- gnesia contenutevi colla sola differenza che la quan- tità di magnesia vi è indicata in equivalenti di calce. Versando perciò un pò alla volta una soluzione «di sapone in un’acqua contenente calce, si formerà | 129 un precipitato fino a che tutta la calce siasi combi- nata all’ acido grasso del sapone, e si conoscerà il punto in cui il sapone non vien più decomposto da ciò che, agitando il vaso, il sapone comincierà a dare una schiuma permanente mentre l'agitazione non pro- duce schiuma fintantochè l’acqua contiene ancor della calce in soluzione. Prendendo una soluzione della quale siasi deter- minato il titolo, vale a dire conoscendo quanti cent. cubici della medesima occorrano per precipitare in- teramente una quantità conosciuta di calce contenuta in una data misura di acqua, si può arrivare a de- terminare assai facilmente il grado di crudezza di un’ acqua. Nell’ analisi idrotimetrica delle acque di Pavia che qui esponiamo, noi abbiamo adottato la misura del grado idrotimetrico seguito dai chimici di Ger- mania, che è il più comodo come quello che è fon- dato sul sistema decimale, ammettendo che la quantità di calce indicata da 41 grado di crudezza è un =: del peso dell’ acqua, di modo che $ gradi di crudezza per esempio in un’ acqua indicano che quel- l’acqua contiene TRI di ossido di calce, ossia in un litro (1,000 grammi) grammi 0,080. Noi abbiamo posto nell’ultima colonna la quantità di carbonato di calce per litro corrispondente al grado idrotimetrico dell’acqua, non già nell’ipotesi che la calce sia conte- nuta in quest’acqua allo stato di carbonato, potendo- visi trovare in parte anche allo stato di solfato, o di cloruro, ma solo per dare un’idea approssimativa della quantità del residuo solido corrispondente al grado Adrotimetrico. 130 Tavola idrotimetrica delle acque di Pavia e di alcune di quelle Numero progressivo] pa 113 | 14 della sua Provincia. PROVENIENZA DELL’ ACQUA CITTA’ Acqua del fiume Ticiro (a monte del ponte) giugno 1863 Acqua del fiume Po. (Al disopra del Confluente) Pozzo nella R. Università Pozzo del Laboratorio chimico- farmaceutico all’ Orto Botanico Pozzo incasa Cattaneo N.438 Corso Cavour Pozzo a Porta Calcinara Pozzo in Casa Botta Piazza Botta Pozzo in Casa Ferretti in Via Ro- velecca N. 645 Pozzo a Porta Salara Pozzo in Casa Cantoni Contrada della Rocchetta N. 897 Pozzo in Casa Cavallotti Borgo Oleario N. 1413 Pozzo in Casa Fantonetti Contrada di S. Michele N. 892 Pozzo in Casa Ferretti Piazza pic- cola Pozzo in Casa Donadeo, Borgo Oleario = P_i nno ___ RS MES [ea 1 (©) ns Ne ea o) Pi ss | Ss To S ot O o To | Ss Sic E Sarai | Ma Scilla Q SUE 9 0 50 5 8 40 30 | 5 70 20 | 8 30 i 56 | 7 56 Quantità corrispondente di carbonato I di calce in un litro d’acqua 1000 gr. Gradi di crudezza Numero progressivo 1 28 | 29 PROVENIENZA DELL’ ACQUA CITTA” Pozzo nuovo nelle Gantine del- l’Orto Botanico Pozzo in Casa Nocca, Piazza Scal- dasole Pozzo nella Scuola di Pittura a S. Francesco di Paola N. 404 Pozzo vecchio nel Cortile dell'Orto Botanico Pozzo nella Caserma in Piazza del Lino Pozzo in Casa Rizzi, Contrada del- I Ospedale Pozzo in Casa Barbotti Piazza Lo- reto N. 278 Pozzo in Casa Premoli, Contrada di S. Francesco di Paola N. 1048 Pozzo in Casa Sartirana Contrada di S. Francesco di Paola N. 405 Pozzo in Casa Re Contrada delle Gaccie N. 1054 Pozzo al Caffè Demetrio, Strada Nuova Pozzo nell’ Ospedale, 2.° Gortile Pozzo in Gasa Beltrami Corso Ga- ribaldi Pozzo nell’ Ospedale 1.° Cortile Fontanile nel Cortile dell’Albergo dei tre Re Dal fondo del pozzo al pelo dell’acqua 1 20 al livello del suolo É N N ° [el i (cò) uo, ° n= Si ©) cl —_ o) Qi 6 15 6 20 Gradi di crudezza 131 Quantità corrispondente di carbonato di calce in un litro d’acqua 1000 gr. (EE RTES | EU SSZO RE RE VET TIRI 6 6 gram. 0 1125 0 1250 O 1268 0 1429 0 1429 O 1500 0 1574 O 1607 0 1607 0 1643 0 1679 0 1832 0 1875 0 1941 0 2407 Numero progressivo! CE CSCo 39 36 41 132 PROVENIENZA DELL’ACQUA CITTA’ Fontanile nel Giardino di CGasa Flarer Pozzo in Casa Flarer Pozzo in Casa Mezzabarba N. 1205 secondo cortile interno Pozzo nel Palazzo Municipale Pozzo in Casa Mori, Locale della R. Posta Pozzo in Casa Gomini via del Pre- torio N. 104 Pozzo alla Farmacia Sozzani, Stra- da Nuova PROVINCIA Cascina Campari Comune di Zi- nasco Salrano, presso Zinasco Bordone Cascina del Rondine nella palude del Ticino, al disopra del ponte della ferrovia Lardirago. Tromba nella Cascina Negri Idem Pozzo in detta Cascina ‘| 42 | Vigalfo a Se NO N Ne Ae: fano LO AU s del Cri n 3 (om | ESA du Petro; do == T5. D > E sei SE | SF Q Q 16 0 22 0 | 12 490 |42 0 85 | 9 00 |13 4 13 8 1 510 |15 0 120 6 316 [335] 64 Fi 69 45071 CI) 82 Quantità corrispondente di carbonato di calce in un litro d’acqua 1000 gr. 0 0914 0 1071 0 1143 0 1232 0 1263 O 1464 O E RAI i SEME | % Cia 2 al Quantità È fa RR ea sw ‘corrispondente? p = | ©3 | © | di carbonato | = ) ia edi ig ‘A x 2, PROVENIENZA DELL’ACQUA od SHE cala | di calce & IM eo in un $ 5 sS | sf ae el a; I E 3 ; litro d’acqua | S Sa = 1000 gr. È Zi LA lan so | ; fi o) o SORDI NIN ET ES VENDO PROVINCIA Torre d’Arese 42 93 0 1661 Da, (de) Cascina Giojello (Comune di Lar- dirago) DEL DR, 0 1732 0 1857 0 1857 0 5107 9) 293 | 0 5232 Magherno Acqua minerale di Broni Stradella (parte bassa) Stradella (parte’ alta) fasi RS dra dance dl Dr Li n i “ ì b; i 3 n ( n —rP—rrr—_—_— EEE E*t tr’ _o.)cc0cCccccGGGEREELEEE:..--EEEEEEIEEID PE u BERTO Da di AVI Wprogt via i di UR A PIOCINO IA Mala bilia dt > kirie “i PRE AULE (IA Ni dati È "2 REATO, PUT RO O RA CIOR I, a i PA NALIALE LI o Si, Ù i w stabia A OTINO iat. io” Mi: Deo ASANAZD Ma BIIA | PROSPETTO delle analisi di terre arabili appartenenti alla Provincia Pavese istituite nel Laboratorio Chimico dell'Istituto Tecnico di Pavia — Sezione Agronomica (Prof. Alfonso Cossa) [esi auf o 0 10 di 12 15 i Numero progressivo 150 Denominazione del campo Regione |da cui venne preso il campione della terra analizzata Circondario] Regio Orto Agrario. Campo di Pavia, Co-| coltivato ad erba medica ed munedeiCor-| antecedentemente a segale. pi Santi (Aprile 1863). Idem Regio Orto Agrario. Sotto- suolo del terreno antecedente (Aprile 1865) idem Regio Orto Agrario. Campo coltivato a brolo ed_a prato naturale. (Aprile 1863). Idem Regio Orto Agrario. Sotto suolv del terreno antecedente. (Aprile 1865). Idem Regio Orto Agrario. Campo coltivatoadavena.(Marzo 1864) Idem Regio Orto Agrario. Sotto suolo del terreno precedente. (Marzo 1864). Circondario Campo della Vigna, proprietà di Pavia, Co- mune di San- Berzio. (Maggio 1864). ta Maria di Travaccò. Idem Campo Cortesa, proprietà Berzio. (Maggio 1864). idem Campo del Bosio, proprietà Berzio. (Maggio 1864). Circondario] Castel Felice, Vigneto; pro- di Voghera| prietà Beccalli. (Giugno 1864). Comune di Montebello. Idem Idem. Sottosuolo del terreno precedente. (Giugno 1864). Chiappone di Casa, prato a giardino, irrigato con acqua del Cavo Marangone Lomelli- no. Posto sull’ alto piano di- stante dalla sottoposta valle circa metri 200. Proprietà Or- landi (Luglio 1864). Campo e risaja della Castel- lana; irrigato con acqua della Roggia Castellana; posto nella valle del Ticino alla distanza di circa 200 metri dalla co- stiera. Circondario di Pavia, Co- mune di Tor- re dei Torti. Idem Ciottoli 45,000 126,582 66,842 73,180 17,500 54,147 489,000 —- 50,602 137,937 Analisi Meccanica in mille parti di terra Pietruzze |zi vege- 185,800 173,420 147,684 243,240 199,000 ‘225,550 92,720 76,986 — 40,722 cc 50,456: 13,504 13,916 | Avan- tabili 1,078 Terra fina Sabbia Argilla silicea 77,037 | 693,320 59,040 | 660,98 65,302 | 715,828 103,470 | 608,140 59,765 | 742,968 47,194 | 725,166 548,413 | 369,801 ) 431,745 | 471,291 801,467 | 198,534 il: 681,515 | 227,4 $ 253,251 | 280,981 263,251 | 753,441 105,066 | 879,94 151 f Proprietà fisiche Materie MRC AlgHil Materie —.| organiche 2A 1000 eradi insolubili Lintiegate 5 nell’acido > n Ad : __ | cloridrico Facoltà Eapata in cento parti i in OSSERVAZIONI rosco-| di di di terra | Materie mo Do parti Lit : I; aterie i terra icità | imbibi- | essicca- organi- Im ; essiccata minerali essiccata a 1000 zione zione la 1000 gradi che Aitezza dello strato colti- vabile metri 0,18. Lo strato coltivabile riposa sopra il de- 90,2 tritus di opere in muratura appartenenti alle fondazioni della demolita Chiesa di San É# 92,825 | Giacomo. 2,44 | 31,25 | 40,13 244 | 0,0213 | 0,0533 88,40 Altezza dello strato conti- 7,2 | 53,75 | 35,25 | vabile metri 0,15. 6,80 0,0700 | 0,0855 235 | 245 | 50,7 92,75 1,74 | 490 | 46,8 4,94 |0,020 | 0,053 5,260 |0,053 | 0,064 Altezza dello strato colti- vabile metri 0,91. 1,12 | 35,72 | 52,5 9,5 |493 | 346 2210 | 0,052 | 0,023 4152 |0,056 | 0,034 | 89,720 Tra i ciottoli si notano al- cuni di natura calcarea. Tra le pietruzze circa un terzo sono di natura calcarea. 7,6 | 47,58 | 489 9,3 | 625 | 45,0 2,05 | 54,17 5,125 0,060 | 0,028 | 90,379 6,518 |0,068 | 0,052 | 77,617 5,253 |0,052 |0,076 | 59,540 Le cifre poste nelle finche ciottoli e pietruzze sì riferi- scono ad ammassi di argilla torrefatta. 2,06 | 47,83 6,156 |0,026 | 0,058 | 90,540 8,5 |425 445 2,805 |0,032 | 0,032 Altezza media dello strato coltivabile metri 0,50. 6,5 |38,575 4,52 |0,0413 | 0,0447 5,2 | 48,83 | 56,3 2709 |9,059 | 0,023 cs c—_@r@ v j À | H' Pa x ’ a I DA Ret TEA I IR TEN 0 {i ' Ì ‘ ì î ‘ 4 î è 013 è . é FI LA ‘ \ Si bg # î 4 Li ì el Ù } | i Ì pi ì 4 È n o rm #04) s à $ x ja» ARES. "fi fi, alte Md PT 11 Si Bi i PO x É : LU; : ri) LA * ù sT ì « SAf LE NI), Y è 7 MALI, ” IO (Pa î î LO laid » è Li è A 4 A v i, CI 3 aid 4.54 Y è & mali, nu : } Y y (1) bisnc i P - La RZ NA pati PRE O Pa Ut LINA TON al A MEN A HPA là Ji LUN j 4 ( ] PIA ì Y \ MIL n: ; LI NBA a] i PALI Î fr. ife Mali n (uo n, v I } Ni ghi 4 Li tI. FO N LIE ANTA Ù Daci | Y * * il Spi O da VARE A I Y \ Si î | ) Ò lai (44 "DR COMUNTO SI IR Y MAI È TORI Li i i 4 } ‘ i di “a LAO ì ui I ( tia oso È E ta Hi w DAME! LI î & TP. UA 19 ) Rat DL Î I PAPA: KYÙ ‘ Ni a» 4 Pa A i Mea Ù Di ailalazili Mute. di \ 43: LA v net "2" IIC, ila a ta) ITA LA i Da FA ” Li SON i Mie TN Ò y I 1 ea LLINOIS-URBANA Ù e SEA ERS [MIRO