ì ' m «Frangar, non flectar» Serie VII Aprile 1896 LA NUOVA NOTARISIA RASSE&NA CONSACRATA ALLO STUDIO DELLE ALME REDATTORE E PROPRIETARIO G. B. DOTT. DE-TONI SOCIO CORRISP. DEL REALE ISTITUTO VENETO DI SCIENZE, LETTERE ED ARTI, SOCIO PERPETUO DELLA SOCIETÀ BOTANICA ITALIANA, MEiMBRO ORDINARIO DELLA SOCIETÀ IMPERIALE DEI NATURALISTI DI MOSCA E DELLA SOCIETÀ BOTANICA PI BERLINO, SOCIO CORRISP, DELLA SOCIETÀ DANESE DI BOTANICA, DELLA SOCIETÀ NAZIONALE DI SCIENZE NATURALI E MATEMATICHE DI CHERBOURG ECC. ECC. SOMMARIO Gastracane F. lutorno all'epoca di riproduzione nelle Diatomee marine. — Rodriguez J, J. Note sur le Nitopliyllum Lenormandii. — Borg-e O. Uebersicht der neu erscheinenden Desmidiaceen-Litteratiu'; V. — Lìtte- ratura phycologica. — Recensiones. — Commiinicationes Tarlae. ADRESSER TOUT CE QUI CONCERNE LA « NUOVA NOTARISIA » à M. LE DoCT. G. B. DE-TONI VIA ROGATI, 2236, PADOVA (ITALIE) Prix d'abonnement pour les années 1890-95 Francs 90 Prhx d'abonnement pour les années 1886-89 du Journal d'algologie «Notarisia» francs 60. Padova, Tip. Seminario. COLLABORATEURS PRINCIPAUX Doct. Alex. Artari, Jardin botanique, Moscou (Russie). Doct. 0. BoRGE, Kungsgatan 69 A, Upsale (Suède). Prof. doct. A. BoRZÌ, Jardin botanique, Palermo (Italie). Abbé Fr. Castracane, Via delle Coppelle 50, Roma (Italie). Prof. doct. R. GuTWiNSKi, Gymnasium, Podgórze pr. Cracovie (Au- triche). Prof. doct. A. Hansgirg, Université, Prag (Boheme). Prof. doct. T. Johnson, R. College of Science, Dublin (Irlande). Prof. doct. G. V. Lagerheim, Jard. bot., Stockholm (Suède). Prof, doct. 0. Nordstedt, Kraftstorg 10, Lund (Suède). Doct. G. Paoletti, Jardin botanique, Padova (Italie). Prof. doct. P. Pero, Lycée, Sondrio (Italie). Prof. doct. A. Piccone, Via CafFaro 25, Genova (Italie). T. Reinbold, Major a. D., Itzehoe, Prov. Schl.-Holstein (AUemagne). Doct. P. RiCHTER, Hospitalstrasse 27, Leipzig (AUemagne). Rodriguez J. J., Calle Isabel, Mahoa (Isl. Baléares). Prof, doct, RoTHERT W., Université, Kazan (Russie). Doct. F. Saccardo, École de viticulture et enologie, Avellino (Italie). B. Schroeder, Kieine Domstrasse 7, Breslau (AUemagne). W. West, Korton Lane 15, Bradford,- Yorksliire (Angleterre). REDACTION. Prof. Dr. J. B. de Toni, Via Rogati 2236, Padova (Italie). ^ Aprile 1896 LA NUOVA NOTARISIA PROPRIETARIO E REDATTORE DoTT. G. B. DE TONI Via Rogati, 2236, Padova (Italia). Ab. FRANCESCO CASTRACANE Mono alFejoca fli mMm Delle DiatoiDee iBaiiiie. Nella innumerevole serie dei tipi che presenta il libro della Na- tura si può dire non aversi quale si possa dire più o meno perfetto, r umile verme che striscia sulla terra e lo schifoso scarafaggio de- vonsi riconoscere egualmente perfetti al paragone di qualsiasi più elegante tipo organico, essendo tutti egualmente rispondenti al fine per cui vennero creati. È unicamente dovuto alla nostra leggerezza ed ignoranza l'accordare preferenza all' uno più che all'altro facendo dipendere il nostro giudizio dai caratteri esterni della forma, del colore, della grandezza, della eleganza Qualunque sia stata la qua- lità e la ragione che determinò il Naturalista nella scelta del soggetto speciale del suo studio dovrà porre ogni ingegno a indagare quale sia il fine cui quello fu ordinato e come a quello sia rispondente nella armonia provvidenziale, quali sieno le leggi di sua esistenza, e i processi biologici della riproduzione. Quello che determinò la scelta del soggetto speciale dei miei studi fu la eleganza delle forme e la ricchezza dei dettagli delle Dia- tomee e la straordinaria minutezza loro e la singolarità della loro cellula a pareti silicee. Nel movere i primi passi in tale studio che faceva consistere nel provarmi a ritrarre con il Microscopio solare quelle minime forme per mezzo della fotografia, fui portato a ricer- 1, care i nomi dei tipi da me ritratti, e questo incominciò a famigliarizzar- 38 mi con la classificazione delle Diatomee e dei loro caratteri nel ricer- carne i nomi e i generi e le specie. E fu gran che se non mi ri- trassi dal continuare lo studio intrapreso, spaventato da quel gine- praio. Ricercavo avidamente quel poco che erasi scritto sulle Dia- tomee e sulle diverse classificazioni proposte, consideravo l' incertezza dei caratteri dei generi e delle specie, e la soverchiante sinonimia, che ne seguiva e che aumentava grandemente la confusione. Nella quasi impossibilità di trovare un rimedio a tale stato di cose, e nella mancanza di un maestro che m'agevolasse il cammino, mi rassegnai a continuare lo studio attendendo dal tempo, nella speranza che altri fossero per trovare una nuova redazione sistematica mieno imperfetta e tale che fosse per avere il fondamento su alcun dato biologico. Letto e meditato quanto erasi scritto su tale argomento dai primi pionieri che intrapresero a tracciare un qualunque senfiero in terreno cosi inesplorato e tenendo sempre presente quanto ne avevo appreso, non trascurai occasione per raffrontare quei dettati nell* esaminare attentamente le Diatomee viventi, che andavo raccogliendo in ogni stagione dell'anno e che sottoponevo al Microscopio. Sin dall'inverno del 18Ó9 volli tentare ancora qualche coltura, mosso dall'avere os- servato la spontanea vegetazione di Diatomee in bicchieri di acqua potabile tenuti per lungo tempo sotto l'azione della luce. In una di simili colture vidi lo sviluppo di un numero stragrande di minime Navicule tali da non potere ammettere che avessero origine da pro- cesso di fissiparità. Ma se rimasi convinto che avevo sott' occhio un caso di riproduzione non procedente da divisione binaria, rimisi ad ulteriori osservazioni il dichiararmi dissenziente dalla opinione universale. Replicate osservazioni mi confermarono in quella opinione le quali osservazioni fecero il soggetto di note da me pubblicate a provocare il giudizio degli scienziati, senza però che fossero discusse, meno che negli ultimi due anni in seguito alla inserzione nel gior- nale - Le Diatotìiìsie - che in lingua francese pubblicasi a Parigi, di una mia Memoria riassuntiva di quanto dal 1869 al 1892 su quel- l'argomento avevo pubblicato, che finalmente provocò tre diversi ar- ticoli, dei quali due che confermano la mia tesi, l'uno dell'Ameri- cano Sig. Samuel Lockwood, e l'altro dell'Inglese J. Newton Coombe, rispondendo al eh. dottore Miquel di Parigi in proposito di qualche osservazione indirizzatami nel detto giornale. Però la questione, se le Diatomee si riproducano per spore, come io opino, 0 se la divisione binaria sia da ritenere per vera e propria riproduzione ad esclusione del processo per spore non si può ri- 39 guardare quale cosa decisa, e quindi apparirà ad ogni studioso amante del progresso scientifico quanto grande sia V interesse che presenta tale decisione. Perciò ognuno riconoscerà quanto riesca utile a tale riguardo il conoscere nel decorso delTanno l'epoca nella quale suole aver luogo la riproduzione delle Diatomee. A questo io rivolsi l'at- tenzione per pormi in grado di riconoscere e scrutare l' interessante processo, e in poco tempo per facilitare possibilmente con tale esame a chi sia disposto ad occuparsi delT argomento. L'opportunità di poter ad ogni momento osservare le Diatomee di acqua dolce, che in abbon- danza vegetano su una vasca alimentata da perenne zampillo di acqua Marcia in una terrazza della mia casa in Roma, mi ha portato a fissare l'epoca più interessante della vita delle Diatomee frali decli- nare dell'inverno e l'iniziamento della primavera. In tale epoca è ovvio il vedere la cellula diatomacea ripiena di endocroma, che dalla condizione di massa informe incomincia a mostrare talune linee incer- te, che accennano ad una divisione. Questa va accentuandosi sempre più per modo che la massa risulta divisa in parti che vanno avvicinan- dosi alla forma rotonda, sin che il tutto si ritrova ridotto in un numero più o meno grande di distinti corpicciuoli rotondi a contorno perfet- tamente definito, che il Microscopio dimostra essere non globulari o sferici, ma rotondo-depressi. Questi corpicciuoli io riguardo quali spore, e lo deduco dai seguenti riflessi : i.'-"' perchè quelle distinte entità or- ganiche sono l'ultimo risultato della vita della cellula madre; 2.*^ per- chè la loro produzione si fa a dispendio del protoplasma cellulare delle Diatomee; 3.° perchè la presenza in quelli di un nucleolo li dimostra quali cellule perfette e indipendenti e dotati di vita propria: 4." finalmente nessuna altra plausibile spiegazione può riconoscersi 0 immaginarsi in riguardo ancora alla universalità del fenomeno di quella produzione, che segna l'ultimo stadio della vita delle Diatomee. Quantunque alcuno non trovisi disposto ad accettare le mie opi- nioni sulla riproduzione delle Diatomee, pure non vorrà disconoscere che queste evoluzioni aventi luogo all' interno delle Diatomee deb- bono richiamare l'attenzione tutta di chi agisce a rendersi conto delle fasi che presenta la vita di questi cos'i interessanti organismi. Cos'i mi persuado che l'indicazione dell'epoca dell'anno nella quale tali evoluzioni, tali fenomeni il più spesso hanno luogo parmi dovere rie- scire utile e gradita agli studiosi. Ma la determinazione sopraindicata fu il frutto delle mie esperienze che da più anni vado facendo, e che quasi esclusivamente ebbero a soggetto i tipi propri dell'acqua dolce. La flora diatomacea marina prima della passata estate fu stu- 40 diata da me pressoché soltanto per la determinazione delle specie abitatrici delle acque dell'Adriatico. Perciò se ritengo non andare er- rato nella indicazione dell' epoca interessante la vita delle Diatomee di acqua dolce, in riguardo alla forma marina non solamente devo dire insufjlciente la mia esperienza, ma invece devo dire che i tipi marini da me studiati mi indurrebbero ad asserire che la sporula- zione nelle forme marine o non ha stagione propria o questa invece ha luogo nella estate e nell" autunno; ad onta di questo non sarà fuor di luogo che dica qualche cosa delle osservazioni da me fatte. La condizione del litorale a Fano non presentasi favorevolmente allo studio delle Diatomee, perchè ovunque occupato da sabbie o da ghiaie, materiali mobili che non offrono opportuno appoggio alle al- ghe di nessun genere, e perciò può dirsi impossibile il fare raccolte di Diatomee litoranee, le sole che possano riescire profittevoli a ri- cerche biologiche. In tale non buona condizione di ambiente, tentai, se in deficienza della flora litorale, la flora pelagica si prestasse alle ricerche biologiche. Con grandissima mia soddisfazione riconobbi che nelle pesche pelagiche fatte con apposito retino galleggiante fra i molti frustuli diatomacei privi interamente di endocroma e di proto- plasma e quindi morti, non mancano esemplari viventi e cosi potei fare su alcune forme pelagiche c^ualche osservazione di spore perfet- tamente analoghe a quelle delle forme litoranee marine ed a quelle di acqua dolce. Così mi sono veduto aperto un nuovo e vasto campo di osservazioni utilissime nel momento che lamentavo la relativa scar- sezza di soggetti di studio sulla località ove amore di patria mi ri- conduce ogni anno a passare l'estate e l'autunno. Però quello che dimostra la condizione contraria a potere utiliz- zare la produzione delle Diatomee nel litorale di Fano essere unica- mente la mancanza di appoggio a quella vegetazione, si riconosce dal vedere che se per avventura lungo la spiaggia per uso di pesca o per l'erezione di stabilimento balneare venga confitto alcun palo, in breve decorso di tempo si scorge nella parte sommersa l' iniziarsi di strato verdastro costituito da Diatomee e da alghe inferiori indicate, oltre che dal colore, dalla lubricità della superfìcie. Accortomi di questo, nel prendere il bagno, tentai raschiare quei legni nella linea di ba- gnasciuga e cos'i ottenni qualche minima particella di quel prodotto, che riposto in tubetti sottoposi al Microscopio, avendo cura preventiva- mente di uccidere le Diatomee, le alghe ed ogni animalculo con so- luzione di deutocloruro di mercurio. Ebbi a trovarmi soddisfatto del 41 mio pensiero vedendo per tal modo aprirmisi un campo a osserva- zioni biologiche sulla flora diatomacea litorale marina. Questi per me nuovi campi di osservazione durante la mia vil- leggiatura nello scorso anno mi diedero agio di riconoscere se le mie opinioni sulla riproduzione delle Diatomee per spore, fondaUe princi- palmente su osservazioni di generi propri dell'acqua dolce, venissero pure confermate da quelli appartenenti alla flora marina tanto lito- ranea che pelagica I tipi da me esaminati e riconosciuti in sporula- zione furono i seguenti: Achnantlies brevipes Kg, Biddulphia Molnleii- sis (Bailey) Grun . Cocconeis dirupia var. jlexdla Grun.^ Biatoììia hya- lininii Kz., liemiaulns Hauckii Grun., Licmophora flahdlata Ag., 'Nìt~schìa lanceolata W. Sm-, Nit\schia macilenta Greg., Synedra fulgcns var. Dalmatica Grun., Striatella unipunctata Ag. In tutti questi tipi si ve- rifica la riproduzione per spore detta blastogenesi ed in alcuni ancora fu riconosciuto il processo di divisione binaria ossia la temnogenesi che non è riproduzione ma unicamente moltiplicazione cellulare la quale ha luogo in tutte le forme che abbiano le due valve simmetriche nei dettagli strutturali e nella posiz/one relativa come per esempio sarebbe nelle Achnantlies . Però in tutte le suddette forme riconobbi variazioni nella forma, nel numero, nella disposizione e in altre circo- stanze riguardanti le spore stesse, cosicché non credo temerario nò troppo azzardato il dire che dai caratteri della sporulazione potremo finalmente trovare una classificazione naturale tanto universalmente desiderata quanto indarno ricercata o tentata. La mia grave età mi toglie la speranza di potere presentare uno schema di simile classi- ficazione. Una siffatta impresa esigerebbe l' esame se non di tutte le specie di Diatomee mentre sarebbe estremamente arduo anche il procurarsi in stato di vita tutti i diversi generi) almeno l' osserva- zione della maggior parte delle specie conosciute. Nel rinunziare a chiunque il dar compimento alla idea esposta della redazione di una classificazione fondata sulla blastogenesi, che auguro possa essere portata a capo per il progresso della scienza, non tralascierò di studiarmi di riunire documenti che possano con- tribuire alla redazione della progettata classificazione. Furono tante le soddisfazioni procuratemi dallo studio delle Diatomee che spiegano la ragione del mio zelo per il suo progresso e il motivo per il quale, sentendo accorciarsi i miei giorni, desidero che alcuno sia per con- durre a buon fine la mia impresa che potrebbe grandemente contri- buire al progresso della Diatomologia. 4J J. J. RODRIGUEZ NOTE SUR LE NITOPHYLLUM LENORMANDII La phrase diagnostique du Aglaophylliuii Lenormandii Derb. et Sol. donnée dans le Catalogue de Castagne est la suivante: uFrons tenerrima, multoties palmato-laciniata, laciniis linearibus, bine illic ciliis spinosis marginatis. Soris oblongis in disco frondis sparsis, saepius in medio serie longitudinali dispositis \ J' ai pu examiner un échantillon authentique cxistant dans 1" her- bier Lenormand, qui fut recueilli à Marseille en 1849 par Giraudy. Je rapporte ù la mcme espèce un 'Nìtophyìlum qui se trouve dans l'bcrbier de l' Institut de Botanique de Caen, recueilli par Botteri en 1873 à Lessina (Dalmatie), et qui était determinò comme Deles- seria Sandriana Zanard. par le mcme Zanardini. Dernièrement M/ Borzi à eu la bonté de me communiquer divers Nitopìtylluni, et eutr'eux j'y ai trouvé la mème piante, recueillie par lui près du phare de Messina, le 12 mars 1890. Avec les susdits matériaux je puis donner la suivante description de cette intéressante espèce : Nitophyllum Lenormandii (Aglaoionia Lenonnandn Derb. et Sol. Castagne Cat. pag. 107). Fronde rose, sessile, monostroniatique, saiis ìiervures et sans vcìnes, de i-3 centim., palmée-laciniéo: segments linéaires, irreguliè- rement lobés, pourvous de dents aigues et de petites prolifications spathuliformes. Cellules contenant de nombreux chromatophores tròs petits et anguleux, (plus petit que ceux du A^. Giiielini\ Sores petits, épars, occupant une ligiw oii bande centrale des segments : tetraspores d' un rose foncé. Cystocarpes inconnus. 43 Ilab. Marseille, Messine et Lessina. — Tetraspores en mars- JLiillet. — Très rare. Cette espèce se distingue facilement de toutes les autres appar- tenant au groupe des NitophyUuin depourvous de veines et de nervu- res, par ses segments denticulés, et ses sores très petits et occupant la partie mediane de segments, étant tous ecartés du bord. Mahon _ì Avrìl 18^6. ■^ %/Ef^#^ 44 ìleìersiclit t n ersclÉeieii Desmifliaceeii-Litteratiir von O. Borg'e (Upsala) V. I. Balsamo, F. Manipolo di alghe napolitane. Bollett. della Soc. di Naturalisti in Napoli. Ser. I, Anno ó, 1892, fase. i). Pag. 77-^)^. In der Einleitung liefert Verf. eine Uebersicht der diese Gegenden behandelnden Algenlilteratur, — Nur 2 Closterium, 4 Cosmarium und I Micrasterias sind angegeben. 2 Balsamo, F. Index ad F. Traug. Kùtzingii Species algarum, Linicam editionem (anno 1849^, perfcctus. Neapoli 1892 (ex typ. Tor- nese) 64 pag. Ist, wie der Titel angiebt, ein Verzeichnis der Gattungen und Arten in Ki.itzings «Species Algarum». Die Gattungen sind alfabe- tisch, d e Arten aber systematisch geordnet 3 Baur, Wiih. Alphabetisches Verzeichnis nebst Standortangabe der von Jack, Leiner und Stizenberger herausgegebenen 10 Centurien Kryptogamen Badens, zusammengestellt von (Mitteil. d. Badischen bot. Vereins. N. 87-89, 1891). Pag. 3oi-32Ó. Im Verzeichnis befindet sich nur eine Desmidiee, Closterium lan- ceolatum Kùtz. aus Freiburg. 4. BellOC, Emile. Apercu general de la végétation lacustre dans les Pyrénées. (Association francaise pour l'avanc. d. selene. Rapp. sur le congrès de Pau 1892) Paris 1893. 21 pag Verf. hat in den genannten Gegenden 3 Micrasterias, 3 Euastrum, i3 Staurastrum, 2 Penium, 2 Xanthidium, 11 Cosmarium, 3 Docidium, I Sphccrozosma, i Closterium (C. aQ^ne Gay.?) und 2 Desmidium- t. 45 Arten gefunden. Besonders reich an Desmidiaceen sind die Seen bei Lourdes, Saint-Pc-d'Ardet, Estagnaou, Couma-era-Abeca, die mora- stigen Uler una der Bodcn der Seen bei Oó, Orédon, Cap-de-Long, Aubert und Aumar, die Seen und Weiher bei Llaurenli, Capsir und Aran. 5. Bennett, A. W. Algological notes. N. 3; spore-like bodies in Closterium. (Ann. of Bot Voi. VI, N. XXI, Aprii 1892;. Oxford 1892. Pagg. i5o-i52; 2 Einzeln-Figuren. Verf. fand in Individuen von Closteriiiììi lanceolalnin Kùtz. (Fig. 2, A) ovale, tiefgrùne, symmetrisch liegende, von einem Cellulose- Mantel umgebene Kòrperchen, von ca 80-40 j. im Durchschnitt; der Zellinhalt batte eine deutliche Disorganisation erfahren. Einige Individuen enthielten ein, andere zwei solche Kòrperchen. Sie ahnel- ten, nach dem Verf., gewohnlich den Zygoten '). Aehnliche Bildungen fand er auch bei zahlreichen Exemplaren von C. slrioluium Ehrenb. (Fig. 2 B). Ilier Avechselte die Zahl der Zygo- tenàhnlichen Kòrperchen zwischen i-5 und warcn vòllig spharisch und 20-40 a. im Diam. — Ohne niiher klar zu machen, welcher Natur diese Kòrperchen sind, spricht Verf ihnen doch eine parasi- tische Natur vòllig ab. 6. De Toni, G. B. Algce Abyssinicas a clarissimo Prof. O. Penzig collectos. (La Nuova Notarisia 1892. Pagg. 9Ò-109 und in Malpighia. Anno V, Fase. VI. Pagg. 2Ó1-273). Drei Desmidiaceen: Closterium lanccoìatiim \\.\\\.z.,Cìostcr. sp. in- determ. und Co smuri iiin Meneghina Bréb. werden in dieser Arbeit verzeichnet. 7. Del Torre, F. Le crittogame raccolte e studiate nel distretto di Cividale. Udine 1890, Nicht gesehen ! 8 Del Torre, F. Notizie intorno alle Alghe del distretto civida- lese. (.Rivista italiana di se. nat. Anno XI, 1891, p. 129-132). Siena 1891. Verf. erwàhnt einige Observationen ùber Closterium striolatum, C. moniliforme, Hyalotheca dissiliens, Desmidium Swartiii, Pleiirotce- nììun nodulosnm, Staurastrum fiircigerum, S. lìuiticiuii, Euasirum ob- longum und Micrasterias Crux-Melitensis. Die Arbeit, weil italienisch geschrieben, ist mir aber nicht ganz verstandlich. ') \Vo aber sind solche beschrieben? Uebrigens scheint mir die vom Verf. gelieferte Figur nicht mit C. ìanceolatiim Kutz. ubereinzustimmen. 46 9- Del Torre, F. Osservazioni sulle Alghe. (La Notarisia 1892. Pagg. 1470-1476), Venezia 1892, Notizen sind geliefert ijber Spoiidylosiiiìn depressiiìii Bréb , Cìo- steriìim Elirenbcrgii Menegh., C monìUfenim Ehr , Staiirastnim sp., Micrasterias Criix-Meliteims Ralfs, Gonato-^y gon asperiun Rab. und PleurotcBnium nodulosum. Es handelt sich hauptsachlich iim Zellinhalt und Zelltheilung. 10. Gobi, Ch. Ueber Harpochytrium Hyalothecos Lagerh. (Arbeiten der St. Petersburger Naturforscher-Gesellsch. Abth fùr Botanik 1891. p. i5-i6) (Russisch). Nicht gesehen! 1 1. Goebel, U. Pflanzenbiologische Schilderungen. Theil II. Marburg 1893, 38Ó pag., 21 tab. Tab. XV, fig. 5 ist im Innern eines Genlisea-SchUiuches zusam- men mit Tier-Resten, auch die Halbzelle einer Desmidiacee abgebil- det. (Cfr, pag. 124). Nach der Figur, welche sehr schwach vergròs- sert ist, ist die Desmidiacee vielleicht eine Micrasterias Jenneri Ralfs. 12. Hansgirg, A. Prodromus der Algenflora von Bòhmen. Zweiter Theil, welcher die blaugrùnen Algen (Myxophyceen, Cyanophyceen), nebst Nachtràgen zum ersten Theile und einer systematischen Bear- beitung der in Bohmen verbreiteten saprophytischen Bacterien und Euglenen enthàlt. (Arch. f. naturwissensschaftl. Durchforsch. von Bòh- men. Th. Vili. N. 4, Bot. Abth.) Prag 1892. 268 pag., 68 Einzcln- fig. ^j. Pagg. 2o5-265 enthalten «Nachtriige zum ersten Theiles des Pro- "dromus der Algenflora von Bòhmen bis zu Ende des Jahres 1891». In diesen « Nachtriigen » sind i35 Desmidiaceen verzeichnet. Fol- gende sind neu. Mesotceniiim Endlicìierianum Naeg. ,6 exìgimm n. v. p. 248. Zellen blos 6-10 U: breit, etwa 4-6 mal so lang (22-38, vor der Theilung 45 p..), gerade oder leicht (bis Kipfelfòrmig.) gekri^immt, an den Enden abgerundet und nicht selten leicht verdùnnt. Spiro tcBìiia cìosteridia (Bréb.) Rab. /3 elongaia n. v. pag. 249, Fig. 68. Veg. Zellen gerade oder leicht bis kipfelfòrmig gekrùmmt, vor der Theilung lànglich spindelfòrmig, in der Mitte meist 4-6 y-. breit, 6-8 mal so (etwa 20-28 a.), nach der Theilung blos 4-5 mal ') Vergi, auch: Hansgirg: Prodromus ceskych ras sladkovodnich (Archiv prò prirodovedecky vyzkum ceclij Vili dil, ces. 4. (Botanicke Oddeleni). Praze 1892. — Siehe: Gorge: Usbersicht I (La Nuova Notarisia, IV, 1895), p. 3I A7 SO lang, mit einem wandstandigcn Chlorophore, meist mit 2 (nach der Theilung i-i '/J Umgàngen, im formlosen Gallertlager oft dicht neben einander lieerend. Dysphinctiiim glohosum (Bulnh.) Hansg. y perpusillum n. v. p, 25i. Veg. Zellen blos 10-12 .7. breit, 16-18 [j.. lang., am Isthmus leicht eingeschnùrt, sonst wie var. jS niìnus Hansg. Cowiariwìi Rcgnesì Reinsch /3 trigonum n. v. p. 262. Zellen blos 12 ;/. breit und lang, in der Scheitelansicht dreieckig. Zellhalften am Rande seicht gekerbt (nicht gezahnt), am Scheitel mit 4, an den Seiten mit je i Einkerbung. C. trilohulatum Reinsch /3 mìnus n, v. p. 254. Zellen bis 9-12 (seltener bis i5) a. breit, 12-18 y. lang, mit schmalem, etwa 4-6 u. breitem Isthmus, am Scheitel etwas breiter als bei der typischen Form. C. aphanichondnim Nordst. /5 calcareuiii n. v. p. 255. Zellen meist nur 17-18 a., am Isthmus 9-10 u.. breit, 24-27 p.. lang, etwa 12 a. dick, mit etwas breiterem Scheitel und deutlicher granulirter Zellhaut als bei der typischen Form. Euastnim ansatimi Focke ,v eiiiarginatuin n. v. p. 25ó. Die Zellhalf- ten sind an den Seiten vor der iViitteleinschnùrung mit einer seich- ten, wellenfòrmigen Ausschweifung versehen. Stanrastriun intrìcatuin Delp. ^ miiiiis n. v. p. 259. Zellen ohne Fortsàtze i5-2o u., am Isthmus etwa io a. breit, 18-20 a. lang, mit den etwa ó y.. langen Fortsàtzen 20-27 u. breit, 3o-38 a. lang. i3 Hastiiigs, W. N. How to collect Desmids(The Microsc. XII. 1892). Nicht gesehen ! 14. Hauck, F. und Richter, P. Phykotheka universalis. Sammlung getrockneter Algcn sammtlicher Ordnungen und aller Gebiete. Fort- gesetzt von Paul Richter. Fase. VIII-XIII. Leipzig. 1891-1895. Diese 6 Fascikeln enthalten folgende Desmidiaceen. Fase. Vili. Leipzig. 1891. N. 893. Closterium Rai/sii Bréb. b. hyhridiun Rab. Dazu findet sich vereinzelt C. monilifenim. Schlesien. N. 394. C. Lunula (Muli.) Nitzsch. Sachsen. N. 395. C Leibleinii Kùtz. Karlsruhe. N. 39Ò. C. Ehrenhergii Menegh. Schlesien. Fase. IX. Leipzig 1891. N, 441. Pleura tccninm nodulosuvi (Bréb.) De Bar. Sehr hiiufig unter Clost. Leibleinii, roslratum, gracile^ pronum, Micraslerias rotaia, Euas- trum ansatum, ohlongum, Gonatozygon asperum, Cosmarium quadra- tum. Schlesien. 48 Fase. X. Leipzig. 1892. N. 495. a) Xanthidium armatuui Bréb. — h) Staurastnim hr acida- tum Ralfs. Die Arme besitzen 3 Hòrner. Zusamnìen mit Micrasterìas rotata, Closterìiun Diana'. Preussen. N. 49Ó. Closterìum strigosiim Bréb. Karlsruhe in Baden. N. 497. C. Ceratfum Perty. Kommt wie C. acuttim in Bùndeln vor. Riesengebirge. N. 498. a) Cosìiiariuni tctraophthahnum (Kùtz.) Bréb. Mit C.Botrvtis in Uebergangsformen zu C. tetraophtlialinuvi (Kùtz.) Bréb, Schlesien. N. 499. i74-732). Verf. behandelt im allgemeinen Theile seiner Abhandlung die Methodik der Algenpràparation. Fixirung, Hàrtung, Aufbewahrung, Entwàsserung, Farbungstechnik bis zum Einschluss und der Umrah- mung der fcrtigen Pràparate werden eingehend besprochen. Es wùrde zu weit fùhren, auf alle von Pfeiffer v Weliheim erprobten Methoden einzugehen, um so mehr als ohnedies jederaufdas Originai zurùck- greifen wird, da in einem besondéren Theile in Form von Tabellen fùr eine ansehnliche Reihe von Algen (systematisch angeordnet^ Fixirung, Aufbewahrung, Fitrbung und Einschluss detaillirt besprochen werden. Von den Fixirungsmitteln hat sich insbesondere die Chromes- sigsiiure als sehr allgemein anwendbar erwiesen, zur Aufbewahrung fixirten Materiales 10% Glyceringemisch. Von den Farbungen haben besonders die mit Magdalaroth (des Handcls!) und die Eisenfarbun- gen, insbesondere mit Anilinfarbcn combinirt. sich bestens bewahrt. Die Magdalafàrbung liisst sich bei Terpcntineinschluss im Sonnenlichte SI differenziren.Zweck der Eisenfarbungen ist es cine differente, die Con- touren scharf zeichnende Grundfarbe abzugeben, wàhrend die Combi- nation mit Anilinfarbstoffen durch Contrastwirkung dem Bilde die Lich- ter aufsetzen soli. Bei der Eisenfarbung wird fixirtes Material in 95°/^ Alkohol durch Zusatz einiger Tropfen von in gS Y^ Alkohol concentrirt gelòstem Eisenchlorid versetzt (Aut io ccm ein bis mehrere Tropfen). Einwirkung bis zu 48 Stunden, dann grùndliches Auswaschen der unpràparirten Objecte mit 96 % Alkohol (Stunden bis tagelang), hier- auf Ueberfùhrung des vom Objecte aufgespeicherten Eisens in eine gefàrbte Verbindung durch Behandlung mit Gallussàure, Echtgrùn (=Dinitroresorcin), Gallein oder in Combination mit Anilinfarbstoffen. (Magdalaroth, Indulin). Von den Einschlussmedien i.st der von v. Pfeìffcr in die botanische Mikrotechnik eingefùhrte venetianische Ter- pentin der allgemeinsten Anwendung fàhig. Insbesondere sei hier auf die klare Differenzirung der nach den PfeifferschQn Methoden hergestellten Desmidiaceenpràparate hingewiesen. Nach keiner ande- ren Methode lassen sich hier die Chromatophoren, Poren und Gal- lertstructur so scharf darstellen. Die /yì.'///t.'/-'schen Methoden sind also nicht bloss in rein methodischer, sondern auch in systcmatischer Beziehung von hoher Wichligkeit '^. F. Krasser (Wien) 22. Richter. A. Ueber die Anpassung der Sùsswasseralgen an Kochsalzlòsungen (Flora 1892, p. 4-56, 2 Taf.). Marburg 1892. Mit Desmidieen hat Verf. keine besonderen Kulturen gemacht, sondern was er ùber dieso sagt sind nur Beobachtungen, welche er nebenbei gemacht. « Die Desmidiaceie zeigten sich theilvveise geeignet, wenigstens einige Zeit, in Salzlòsungen ohne Eintritt von Plasmolyse zu vegetiren». Selbst in 8"/^^ Salzlòsung lebte ein Cosma- rium ein Monat lang. « In 2 procentiger Chlornatriumlòsung bildete Cosmarium nach vier Monaten noch Zygosporen und lebte bis zum Schluss dieser Untersuchung (8'/, IVionate) darin». 23. Roy, J. The Desmidiece East Fife (The Ann. of Scottish Nat. HÌ5t. 1892. N. 3). Edinburgh. 1892 Pag. 193-197. Ist ein Verzeichniss von ii5 Desmidiaceen, gesammelt von Mrs. Farquharson, 24. Roy, J. and Bisset, J. P. On Scottish Desmidiece. l'Ann, of Scottish Nat. Ilist., 1893-1894; Ó4 Pagg., 4 Tab. ') Es sei mir hier erlaubt, dem Herrn Pfeifjer v. Wellheim òtfentlich mei- nen besten Dank fiìr die vieien und schunen Algenpraparate auszusprechen, welche er mir gùtigst gesandt hat. (O. Borge), Si Die Einlcitung ist von Herrn Roy verfasst. ; Als typ. Beispiele der wenigen Arten. die in den Sùmpfen wach- sen, welche von schmelzendem Schnee gebildet sind, den bis weit in den Sommer und Herbst zurùckbleibt, werden Cosmarìuiii nasu- tiun Nordbt. und Siaiirastriun Kjellmanii Wille angefiihrt. Verf. ist der Ansicht, dass die geologische Formation eines Ge- bietes den gròssten Einfluss auf das Bestimmen der Anzahl der Ar- ten ausùbt. Der Granit scheint am gunstigsten, Kalkstein weniger gunstig und Sandstein sehr arm zu sein. Auch die Richtung der Wasserscheide ùbt Eintluss auf der Verteilung der Aiten aus. In Schottland geht die Hauptrichtung der Wasserscheide von Norden nach Suden, einen atlantischen und einen germanischen Abfali ver- ursachend. Die Arten, welche bisher nur aus dem atlantischen Ab- falle bekannt sind, sind Euastrum divaricatum Lund., Stau- r a s t r u m b i d e n t a t u m Wittr , S . s e t i g e r u m Cleve und S. b i- fidum Ehr Doch bemerkt Verf. dass der westliche Abfali gar nicht mit derselben Genauigkeit durchgeforscht worden ist, wie der òstliche. Verf. erhebt Einspruch gegen die Aufstellung aller vieler Varietà- ten; er nimmt als Beispiel Cosmarium Meneghini! Bréb.; er meint, dass De Bary's Form und mehrere andere dieser y\rt gute Spe- cies sind. Welter verwahrt sich Verf, gegen die Versuche, einige der àlteren Gattungcn in neue zu teilen, weil er meint, dass unsere bis- hcrige unvollstàndige Kenntniss von den Desmidieen cine Umsy- stematisierung auf vòllig wissenschaftlichen Basis noch nicht erlaubt. 5i3. Arten nebst mehreren Varietaten und Formen werden ver- zeichnet. Folgende sind neu \). Hyalotheca mucosa (Dillw.) Ehr, ,'3 minor n. v. p. 9. Only half the usuai diameter, 9-12 y., Mìcras/erias fimbriata ,3 spinosa Biss, n. s. p, 12, T. I, f, 3. A row of minute spines along each side of the principal sinuses, 3 or 4 dose to the bas2 af each semi-cell, and a row of about 4 under the base of the end lobe. 210 « 200 « 26 y.. M. verrucosa Biss (siche Wolle in «Bull. Torre/ Bot CI » p. 127, T. II, f, IO, Dee. i885). P. i3, T. I. f 2 Large, about one- fifth part longer than broad, with numerous lobed or subgranulated prominences scattered over its surface, of which three at the base of the semicell dose to the isthmus are larger than the others, and di- ') Hier werden auch die Diagnosen fiìr altere Arten, welche die Verfas.ser pubUcieren, aufgenommen 53 stinctly lobed; usually there are four on each side of these, reaching dose lo the margin-these are smaller, and sometimes indistinct ; there are usually about eighteen others four on the end lobe, fivo on the upper side lobes, and two on each of the basai lobes, but these numbers are liablc to vary; the margin of the end lobe and upper side lobes resembles M. angui osa Hantzsch, while the mar- gin of the basai lobes is nearer M. de n tic u lata Bréb.; the end view, owing to the numerous prominences, is very ii-regular. Celi very thin; membr. brownish. 210 « 180 « 29 /. Euaslrum Sendtiierianum Reinsch |3 latius n. v. p. i5. Apices broader. Length 48, 2; breadth at base, 25, ó; at apex 19, 2 u. Staurasfrum Arnelli Boldt i^ inornatum n. v. p. 17. Granules scattered. .s'. coniuhmi Arch. p. 18, T. Ili, f. 5. Small; length and breadth equal; semi-cells ovai, diverging widely from the isthmus, which is broad; sides with one simple or deeply cleft stout spine; end with about six small emarginate spines, and two rows of similar spines within the margin : end view triangular, with a stout spine at each angle, and about four small emarginate spines on the mar- gin of the straight sides, and one row of similar spines within the margin. Dim. (without side sp.) 27 ^ 27 « 11 7.; length of sp. 9 [i. Ist nicht mit S. corna tu m Wolle zu verwechseln ! >\ Farquharsonii n. s. p. 20, T. IV, f. 3. Medium-sized, about as long as broad, almost circular, ends sligthly depressed ; constric- tion deep, linear, outer opening small with basai angles acutely rounded; end view triangular, sides slightly concave, angles very broadly rounded; membr. punctate. 54,4 « 48 « 1 1 v,.; thickness , 38,4 a. Kònnte wohl zu S. orbiculare Ralfs gerechnet werden ; cfr. auch S e o r d a t u m Gay (S orbiculare f. p u n e t a t a Gutw. ^ ! S. horametnun n. s. p. 21, T. Ili, f. 2. Medium-sized, a little longer than broad, «hour-glass» shaped, constriction opening re- ctangularly, sides about straight, semicells widening upwards, angles subacute, ends tlatly convex; angles with 3 to 4 rows of crowded, short, simple, acute, stout spines; end view triangular, or quadrangular, sides slightly concave, angules acutely rounded, very spiny, 2 to 3 rows of spines across the angles, and a circle of i5 spines around the centre in the triangular form, and of 20 in the quadrangular. Isthmus about half the thickness of the semicell. Membr. smooth. Dim. 57-65 « 48-59 « 18-24 [x; thick 33-42 y.. 1 54 * S- rostellum n s. p. 24, T. Ili, f. 3. Small, slightly longer than broad, broadly ovai, constriclion shallow, opening wide; semicell flatly ovai, spiny, ^pines small, the one next the constriction rather larger and directed downwards, more prominent at one angle owing to a pecLiliar twist in the semi-cell giving it a considerable resem- blance to a bird's beak, a number of small spines (about 14) are arranged round the margin of the semi-cell and 2 to 3 rows within the margin ; end view quadrangular, with sides concave, spiny, and angles a little produced, one more prominent on account of the twist. Membr. smooth: isthmus broad. Dim. 3i-33 « 29-31 « 13-14 v.. Xanthidìuiii qiiadricornuium n. s. p. 27, T. IV, f 5. Medium sized, a little longer than broad, constriction deep, opening widely; semi- cells elliptical, slightly reniform at the base, with two spines about the middle of each side; the centre of the semicell thickened, den- sely, and irregularly scrobiculate ; end view elliptical, slightly c^ua- drangular, with a spine at each angle, sides thickened. Isthmus narro wed. Membr. smooth. Dim. 47, 5-5o « 45-47,5 « 14-15 u.. Arihrodesmus longicoriiis n. s. p 28, T. Ili, f i. Like A. Incus, but differs in the very long, nearly parallel, or slightly diverging spi- nes and (in front view) triangular semi-cells. Dim. 26 « (with sp.) 76 « 8 u. Cosmariuni alpestre n. s. p. 29, T. I, f. 6. (C. rotundatum R. et B. mss.). Large, rounded oblong, a little longer than broad, constriction very slight; semi-cells smoothly rounded, from a very broad isthmus; side view circular, from a broad base: end view very broadly ovai; membr. closely and fìnely punctate; isthm. very broad, with a row of rather larger punctae on each side. Dim. 90-105 « 75-90*79 a.; thickn. 60 a. Sehr wenig verschieden von C. connatum Bréb. und Disphin- ctium ellipticum Delp. C. Archerà n s. p. 3o, T. I, f. 5. Species large, somewhat irre- gularly ovai, truncate, about a fourth part longer than broad; semi- cells from slightly reniform base, with dose constriction, opening out widely into the broadly rounded sides, ^vhich converge upwards, gradually becoming slightly undulated to the sharply and somewhat irregularly dro\ui-out truncate ends: side view circular, with a nar- rower rounded part upwards; end view smoothly ovai. Constriction deep, dose. Isthmus moderate. Membr. finely punctate. Dim. 107- 1 12 « 80-87 '^ 32-35 [j.; truncate end, 33 y..; length of drawn-out end, 10 a. ss Sehr nahe C. Cy matopleurum Nordst.; Cfr. C. Cymatopl. V. incrassata Borge Chloroph. norska Finm. p. 12, fìg. 9. C. Corriense Biss. n. s. p. 32, T. II, f. 6. Species moderate sized; oblong, rounded, a hall" longer than broad ; surface finely granulated ; perpendicular rows of granules, about 11 to 22. Horizontal rows, about ó to 7. The semi-cell somewhat semicircular, with an open, acute constriction, lower angles acute, upper rounded; side view glo- bular, end view very broadly ovai. Dim. 43 « 82 « i5 y.. C. Davidsonii n. s. p. 33, T. I, f. 8. Medium sized, hexagonal, sides and ends undulated, the undulations increasing in size upwards, and having the crenate, truncate end produced; constriction straight, narrow, not deep; lower angles acute: sides nearly straight, conver- ging upwards, with about four undulations; upper angles rounded; ends broad, straight, with two undulations; from ali the undulations, rows of minute granules, about three in a row, extend inwards, ra- dially, a very short distance; centre of semi-cell smooth; isthmus broad; starch granules single. Dim. 37-40 «25-2Ò« i5-ió i. Steht sehr nahe gewissen Formen von C. speciosum Lund.; cfr. z. B. J r e e t a n g u 1 a r e Borge a Sùsswass. Chloroph. nordl. Russi » p 21, T. II, f. 16. C. eUgans n. s. p. 33, T. II, f 5. Medium sized, unequally he- xagonal; sides minutely undulated and converging towards the trun- cate produced and more boldly undulated ends; minute crenulations extend from ali the undulations towards the centre of the frond, which appears to be smooth; constriction narrow, of medium depth; frond from side view of nearly equal thickness. Dim. 43-45 « 28- 3o « 1 7 [X . e. Etchachanense n s. p. 34, T. I, f. i5. Medium sized; semi-or- bicular; about one-third longer than broad; semi-cells scmi-orbicu- lar; basai angles bluntly acute; sides unequally undulated; ends rather flattened and more obscurely undulated; surface finely gra- nulated : granules in perpendicular rows, about nine in a row ; con- striction deep and narrow. Dim. 38-40* 3o-32 = i2-i3 ;/. C. flavum n. s p. 34, T. II, f. 17. Small sized; length and breadth equal; semi-cells reniform, in side view circular; constriction deep and opening widely; frond smooth and yellow in colour; zygosp. orbicular, smooth. Dim. 32 ^^^ 32 * io * 22-25 a. Ist nach West and West («Some recently pubi. Desm. » p. 3, in Journ. of Bot. iSgS) identisch mit C. plicat. v. hibernicum West. C. Simii n. s. p. 45, T. II, f. 16. Fairly large sized, about one- sixth longer than broad; sides nearly straight, ends semicircular, constriction deep, and opening very widely; surface covered with pearly granules arranged in perpendicular and concentric rows. Dim. 53-58 « 45-5o >* 20-22 a. Clodcrium juncidum Ralfs 7 eìongatuin n. v. p. 53. Much elonga- ted, slender, not tapering, brown, strise distinct, few. Diam. 355- 400 « 1 1,2 [i. C. pseiidoclostehum Roy n. s. p. 55. Almost straight, very slen- der, forty to sixty times as long as broad; breadth uniform ; ends slightly rounded, with a small colourless space, but no vacuole prò- per or moving granules: frond smooth and colouiicss. no suture; chlorophyll in one pale green band reaching close to the ends, and having at the middle of the frond a semielliptical colourless space, as if scooped out of one side, similiar to what is seen in C. obtu- sum Bréb.; starch granules 4-Ó in one row, Dim. 128-192 «3 j.. C. piisììhim Hantzsch [i major n. v. p. 5ó. Smooth and colourless; six tirnes as long as broad, Dim. 96-100 « ló u.; breadth of obtuse, rounded end 7 y.. Penium Libellula Focke /3 intermedìiim n. v. p. óo. Precisely si- milar to the type, but only half as large, or rather less. Dim 118-128 « 25 7,-29 'J. Weil «this form appears to connect Libellula Focke with Navi cu la Bréb.», sind die Verf. geneigt diese beiden als extreme Formen einer Art zu betrachten. Cosinocladium perissuin n. s. p. Ó2, T. II, f. 14. Very minute; nearly as broad as long; constriction tolerably deep and opening widely; sides semicircular; ends rather flattened, cell-walls very pel- lucid, and sometimes broAvnish in colour. Zygosp. large in propor- tion to the fronds, extremely irregular in shape, and reddish brown in colour. Grows apparently in free groups. Dim. i 2-1 3 » 10- 1 2 « 6-7 /. Zygosp. l5-20 a. Bei folgenden Arten werden Zygoten beschrieben : Micraste- rias angulosa Hantzsch. Zygosp. large, globose; spines stout, bi-, tri-, and quadrifurcate at their apices, and not very numcrous. Diam., without sp., 1 14-1 16 /.; length of sp. 32 y. (T, IV, f, 2). Euastrum ampullaceum Ralfs. Zygosp. globular, with nu- merous short, conical, acute spines. Diam. without sp., 64- òo u-., length of sp. 6,4 a. | E. ansatum Ralfs. Zygosp. globular, with numerous short, stout, abruptly sharp-pointed spines. Diam. without sp. 38,4 P-^ length of sp. 6,4 [).. E. didelta Ralfs. Zygosp. globular, very thick-walled; spines not numerous, short, stout, and blunt. Diam. without sp. 73,6 a.; length of sp. 12,8 p. — Die Zygote dieser Art ist spater in Turner Fresh-wat. alg. Tab. XI, fìg. 7 abgebildet. Zygoten sind auch von Archer in Quart. Journ Micr. se. voi. Vili, iSó8 und von Nordstedt in « Bidr. sydl. Norges Desm.» p. 9 beschrieben. E, elegans Bréb. Zygosp. globular, with pretty numerous sim- ple spines, tapering to an acute point. Diam. with sp., Ó4 y., wi- thout sp. 5i,2 y.. — Zyg. sind schon von Ralfs abgebildet. 99 S t a u r a s t r LI m a r m i g e r u m Bréb. Zygosp . globular, with nu - merous spines, which are broad at the base und taper to a fine, slightly bifid apex. Diam., exclusive of sp., 41 y..; length of sp., 12 a. (T. Ili, f. 12). S. pseu dofu rcige r um Reinsch , « Acta Semckenb. » 18Ò7 und «Die Algenflora» 1867, ist, den Vcrf. nach, synonym mit S. armi- gerum Bréb. S. dilata tum Ehr. Somewhat barrel-sliaped, with round ends, and has numerous raised bands, passing longitudinally roud it, giving the end view an undulated appearance. Diam. 48 a. (T. IV, f. 4). S. furcigerum Bréb. Zygosp. exactly like that of S. armige- rum in size and appearance. S. granulosum Kg. Zygosp. globular, with numerous slightly bifid spines. Diam. without sp., 28 y.; length of sp., io u.. (T. Ili, f. ó). S. paradoxum Mey. Globular, not large, with few long spines, 2-3 -fid at the apex. S, pileolatum Bréb. Pretty large, globular, with not very nu- merous stout spines, 2-3-fid at the apex. S. scabrum Bréb. Globular, sometimes slightly oblong, with short stout spines, 3-4-fid at the apex. About loto i3 visible round the margin. Diam. without sp., 32-35 y..; length of sp., 5-6 y.. Arthrodesmus octocornis Ehr. Globose, or ovoid, with long, slender, tapering, acute, simple spines. — /3 m aj 0 r Ralfs. Si- milar to the common form, only larger and with longer spines. Diam. without sp., 2Ó y.; length of sp , 20 y.. (T. II, f. 20). Die Zygoten der Hauptform sind schon frùher beschrieben worden. C 0 s m a r i u m a n g u 1 0 s u m Bréb. Zyg. globose-octahedral, with eight subacute undulations round the margin. C. cor bui a Bréb. Globose, with about ni ne rather slender, slightly trifurcate spines round the margin (T. II, f. 18). C. tetrachondrum Lund. Small, smooth, and globular, some- times showing a tendency to elongate irregularly. Closterium arcuatum Bréb. Globular, 27-29 y.. in diam.; conjugating fronds crossed. C. Ceratium Perty. Zygosp. small, smooth, orbicular, placed betwen the conjugating fronds; very like to that of C. gracile Bréb. C. gracile Bréb. Zygosp. thick walled, yellowish, globular; bet- ween the conjugating fronds; diam. 22 '/,, y. Die Zygoten dieser Art sind schon frùher beschrieben. C. interni ed ium Ralfs Thickwalled, yellowish, globular; con- 6o jugating fronds closely adhering crossed as in C. Lcibleinii, etc. Diam. 38-45 -j.. _i Die Zvgote dieser Art ist frùher beschriebcn. C. juncidum Ralfs a Ralfs: Diam. of smooth, g!obular, brownish zygosp., 22 y, [j.. — fj Ralfs: diam. of globular, thick-walled, yellowish zygosp. 40-44 a. C. Linea Perty. The zygosp. is subquadrate, longer than broad, sides and ends a little concave, angles drawn out into acute proces- ses, strongly resembling the zygosp. of the form of C. acutum Ralfs T. XXXIV, f. 5. Length of zygosp., without processes, 19-22 '/, a..; with process., 32-41'/., y..; breadth, i3-ió u. Spirota:;nia obscura Ralfs. Zygosp. similar to those of S. condensata. Penium crassi use u lu m De Bar. Zygosp, similar to that of P. p h y m a 1 0 s p o r u m , but the angles less prominent and more rounded. P. Digitus (Ehr.) Bréb. Zygosp. globular, smooth, thick walled; contents dense faintly yellowish green. Diam. 73,6 [j.; thickness of cell-membr., 3,2 a. C 0 s m 0 e 1 a d i u m e 0 n s t r i e t u m ( Arch.) Josh. Zygosp. globose, with rather short stout spines. Diam. (ex. sp.), 17 20 u. (T. II, f. 7). Ferner sind Formen folgender Arten abgebildet : Hyalotheca undulata Nordst. (T. I, f. i\ Staurastrum A vi cui a Bréb. (T. Ili, f. Il', S. monticulosum Bréb. (T. Ili, f. 4), S. orbicu- lare (Ehr.) Ralfs (T. Ili, f. 7), S. polytrichum Perty (T. Ili, f. 8), S. saxonicum Bulnh. (T. IH, f. io\ S. se ti gè rum Cleve (T. Ili, f. 9 \ X a n t h i d i u m a n t i 1 o p a) u m Kùtz. (T. Ili, f. 1 3), C o s m a- rium eductum R et B. (T. I, f. 9), C, latum Bréb. (T. II, f. io\ C. Logiense Biss (T. II, f. i5', C. plicatum v. majus Reinsch (T. II, f. i), C. SI ewdru mense Roy (T. Il, f. 19;, C. trachypleu- rum ó minor Rac. (T. I, f. i3), Docidium Farqu harsonii Roy (T. IV, f. i\ Closterium Balmacarense Turn. (T. IV, f. ij\ et ,3 minor Turn. (T. IV, f. 7), C. pseu dodi ance Roy (T. I, f. 4), C. S co ti cu m Turn. (T. IV, f. 8), et v. fusiforme Turn. (T. IV, f. 9). In der Synonymik machen die Verf. folgende Aenderungen : Was Staurastrum b r a s i I i e n s e Lund. De desm. p. 73, T. V, f. 2 betrifft, sagt Roy nebenbei in der Einleitung, dass diese Form voUstàndig mit S. multi come Grunow (in Rab. Algen Europas N. 2IÓ5, 1870) ùbereinstimmt, warum er meint, dass der Name di Grunow's anzunehmen sei. — S. saxonicum Reìnsch ist « pro- bably» nur cine Form von S. aculeatum Ehr. — Xant h i d i u m e ri sta tu m in Delponte, Spec. subalp.», Tab XIV, f. 1-12, ma- chen die Verf. zur Varietat ■/ Deìpontei n. v. p. 27. — Cosm. amocLim f. major Lundell «De Desmid.», p. 46 = ,6 Liindelii n. V. p 29. — C. gran a tu m var. Grunow in Rab. Beitr. Il, p. i5, T. II, f. 27 := ■/ Grunovìi n. v. p. 35. — C. monili ferum f. Ja- cobs. «Desmid du Danemack » p. 200, T. Vili, f. 24 := C. Jacoh- seuìi Roy p. 37. Zu C. Jacobsenii gehórt, nach den Verf., wahr- scheinlich auch C. moni li f. f elliptica Nordst. « Sydl. Norg. Desm. » p. 22. — C. P o r t i a n u m ,3 n e p h r 0 i d e u m Wittr . = C. ncpliroideiun (Wittr.) n. s. p. 40, T. II, f. 3. — C. cambricum Cooke et Wills ist nach den Verf. synonym mit C. venustum (Bréb ) Arch. — Von Gonatozygon Brébissonii De Bar. und G. laeve WoUe haben die Verf. alle Zwischenformen gefunden und betrachten desshalb diese letztere nur als eine glatte Form von G. Brébissonii. S p 0 n d y 1 0 s i u m p u 1 e h e 1 1 u m Arch. ist bestimmt gestielt (« sti- pitate»), gefunden, an Arten von Conferva angehaftet. 25. Schroeder, Bruno. Vorlaufìge Mittheilung neuer schlesischer Al- genfunde. (Sitzungsber. d. Schles Ges. f. vaterland. Cultur in Breslau. Bot. Sect. 1892). 8 pag. 28 Desmidiaceen werden verzeichnet, von welchen folgende fùr die Algenflora Schlesiens neu sind : Staurastrum pseudofur- cigerum Reinsch, Micrasterias truncata /'. Scutum Richt., C 0 s m a r i u m a n e e p s Lund , C. t e t r a 0 p h t h a 1 m u m Bréb., C 1 0- sterium pronum Bréb., C. Ralf sii h. hybridum Rab. und Gonatozygon Brébissonii De Bar. 26. Turner, W. B, Desmid Notes (Naturalist 1893, Pag. 343-347, I Tab.]. Verf. beschreibt und bildet folgende neue Arten und Varietàten aus England ab : Euastrum cambrense n. s. p, 343, f. 1. A form apparently bet- ween E. ero su m Lund. and E. binale (Turp.) Ralfs, from which it differs in the markings, and in the peculiar horn-like upper lateral processes, in front view; the side view also differs. Dim. 32 « 20 * 5 :.■; cr. 9,5 .'. E. snowdoniense n. s p. 343, f. 2. Form with rotundo-truncate angles; 3 small ventral inflations; membr. thick. Dim 3i « 20 =* 6,5 j.. E. angìicanum n. s. p. 343, 1: ó. The lateral view is lanceolate. 62 with subtruncate ends, each semicell having a centrai protuberance. Dim. 36 « 22 « ó 7. Cosmariuiìi gotlandicum Wittr. v. cambrense n. v. p. 845, f. 7. Fairly similar to the type, except that it is proportionally much nar- rower. Dim. 35 » 22 « ó y. Sianrastrum lewìsianum n. s. p, 346, f. 8. Related to S capi- tulum Bréb. and S amoenum Hilse It differs from the former in being doubly sinuate at the sides. and from the latter in having two rows of verrucas. hi this form the lower verrucee are piain, the upper series being minutely dentate or serrate. In vertical view the sides are gently incaved, the apices (3-4) being rounded. Dim. 37-42 '^ 18-21 « i3-ió 7. S. weslii n. s. p. 346, f. 9. Seemingly between S. Griffithsia- num Naeg. and S. diplacanthum De Not. Each angle possesses 3 or 4 spines at the upper margin, with 5 short, toothed, thick pro- cesses, arranged in quincunx. Dim. e. sp. 28-32 « 23-2Ò a,; s. sp. 25-28 « 18-21 « 8-10 [}., S. dìplacaiilìiuni v. anglicum n. v, p. 3-(5, f. io. Differs from the Italian type of De Notaris in having the apices more convex, and crowned with little verrucse; it has a number of aculei wanting in the type. Dim. e. sp. 37-41 ^ 34 y.; s. sp. 27-32 « 28 «9-11 y. S. eboracense n. s. p. 345, f. 11. Small, with 4 incurved arms, rounded at the ends; each arm with 3 or 4 rows of conical granu- les; sides sinuate; sinus rounded. It has an apical corona of little verrucae: remainder, except arms, smoth. Dim. 25 « 27 « 7 a. S. treìlcckense n. s. p. 345, f. 12. Small, semicells ovai, covered with a few rows of short stout aculei; each spine very dilate at base; angles rounded, each with 6 or 7 short plain aculei. Sinus narrow. Dim. e. sp. 33^32 y.; s. sp. 3o ^^ 28 » 14 y.. Micrasterias papììlifera v. varvicensis n. v. p. 345, f. i3. The side lobes and lobules incised almost as in M. Gru x-meli ten sis Ehrenb. Peniiim Leiuìsìì n. s. p. 346, f. i5. A near congener of P. cylin- drus (Ehrenb.) Bréb., but differs in its fine granulations, its dilated ends, and its colourless membr. Long, and lat. 46,11 and 62. i y.. Nach W. und G. S. West («Some recently published Desmidiea}» in Journ. of Bot., 1895, p. 2) ist diese Art nur cine grosse Form von P. exiguum West Freshw. alg. of \V. Ireland p. 126, pi. XIX, figg, 17, 18, wesshalb die Verff. sic P. exiguum West f. Lewisii nennen. ò-nc, forme de massue). Le frustule, vu par le coté de la valve, est reniforme, en crois- sant ou en ancre {Epìthemioìdées); ou bien il varie de la forme d' une outre à celle trés irrégulière d' un vers {Eurhopalodiées). Vu par la zòne il est elliptique jusqu' a linéaire (Epithemio'idces) ou il varie de la forme d'une massue jusqu'a celle d'une poìre [Eurhopahdieés]. Les valves se développent suivant un axe apical courbé, elles portent des cótes transversales fortes et peu rayonnantes, au nombre à peu près Constant de 6 dans io y, entre lesquelles se trouvent des stries fines et très serrées (Structure semblable à celle du Surìrella Gemma Ehr.^ Chez le plus grand nombre des espèces il existe un nodule centrai visible et un peu enfoncé, et deux nodules terminaux qui sont réunis par un rhaphé non coudé et plus ou moins dorsal. Avant de passer à la description des espèces, l'auteur entreprcnd une discussion très-intéressante sur les rapports physiologiques exi- stant entre les Epitliemìa et les Rìwpalodia. L'analyse de ces savan- tes discussions nous entrainerait trop loin ; nous ne pouvons qu'en- gager vivement les diatomophiles à les lire attentivement. 7Ó La limite des espòces dans ce nouveau genre offre beaucoup de diljìculté, parceque les formes passent fréquemment de Pune à l'autre. Le genre Rhopalodìa chose remarquable, est localisé dans l'Est de l'Afrique, où les diverses espèces se recontrent en trés-grande quantité. Les espèces trouvées et décrites sont les suivantes : I. Epithemioidées. Rhopalodìa Sthulmanni, n. sp. Hab. Victoria Nyansa. — uncinata, n. sp. Hab. d.° — gracilis, n. sp. Hab. d.° — impressa, n. sp. Hab. d° — parallela, {Epith. gìhba wdw parallela.) Grun, Hab. Europe. — gibba [Epith. gìbba^ Eh. Ktz.) Très répandue. — — var. rectìmargìnata, Rattr. fossile. Tolstoa. — — var. boryana Pant. fossile. Hongrie. — ventricosa [Ep. gibba var. ventricosa^ Grun) Très répandue dans le monde entier. — — var. tumida. Hab. Victoria Nyansa et ailleurs. — — var. gibbosa. Victoria Nyansa près Bukoba. II. Eurhopalodiées. Rhopalodìa ascoidea n. sp. Hab. Victoria Nyansa. — vermicularis n. sp. Hab. Victoria Nyansa. — hirudinifornis Hab. Victoria Nyansa. — — var: capiticonstricta. . — — var: pediconstricta. — — var. parva. — asymmetrica n. sp. Hab. Victoria Nyansa. Il faut ajouter à cette liste: Rhopalodìa clavatà [Epakemia clavala) Dickie. journ. of the Linnean Soc. voi. XIII p. 281): Hab. Lac Nyassa. Nous possédons un très bel échantillon, dù à l' obligeance de Mon- sieur le D/ Weissflog de Dresden. Vue par la zòne, cette diatomée se rapproche beaucoup de Rhopalodìa hirudiniformis. ì En terminant cette analyse trop courte, vu l' importance du tra- vail, il nous reste à Udresser à Monsieur Otto MùUer noe \ ives fé- 77 licitations pour son étude interessante, qui vient éclairer certaine questions, jusqu'ici très obscures, ayant rapport à la physiologie et la systématique des Diatomées. P. PETIT. Opiniones nonnuZloe de a Sylloge Algarum omniuTTb hucv^sque cognitarum^ voi. I-III au~ dorè J. B. de ^oitL. » J'ai bien recu le nouv. Voi. [Ili] de Votre grand ouvrage . . Prof. J. G Agardh [Lund (Suède) 5 Dee. 1895]. Votre Sylloge, oeuvre si utile et nécessaire, est un monument pour la science algologique; il vous fait grand honneur et je vous en félicite. EUGÈNE AUTRAN Conservateur de l'Herbier Boissier [Chambésy 'Suisse) 9 dèe. 1895] le ne puis que me joindre à tous ceux qui vous ont envoyé les éloges les plus tlatteurs pour cette oeuvre immense. |e n'hésite pas à dire que cet ouvrage est absolument indispensable à un Diatomiste eut-il déjà la bibliothèque la plus complète; il est pour moi aussi nécessaire que l'atlas de Schmidt. J. Rataboul [Moissac (France) 29 fèvrier 1896]. M. De Toni vient de faire paraitre le troisième volume de son Sylloge Algarum. Ce volume qui comprend plus de òoo pages est consacré uniquement aux Algues brunes, ou Fucoidées. Nous y trouvons la descriptions de 1047 Algues. Le gigantesque travail ') Cfr. La Nuova Notarisia 1894 et 1895 p. ^6, 146. 78 entrepris par M. De Toni, est dono fort avance . . . C'était certes un des groupes pour lesquels le travail était le plus difficile à effectuer, il n'y avait guère en effet de guide ni pour la classification ni pour la délimitation des espòces, celles-ci sont dispersées dans un grand nombre de travaux. Aussi ne pouvons nous assez féliciter M. De Toni d'avoir termine en si peu de temps un si important travail... E De Wildeman [Bull. Soc. Belge de Microscopie XXII (1895-96) p. i3]. Allgemeine Anerkennung und Dankbarkeit verdient derjenige, welcher sich der mùhsamen Arbeit unterzieht, cine systematische Zusammenstellung der bekannten Arten einer gròsseren Pflanzen- gruppe zu veròffentlichen, wie es De Toni fùr die Algen unternom- men hat. Wer sich mit der vergleichenden Untersuchung von Chlo- ropkyceen oder Bacillariaceen beschàftigt hat, der hat erfahren, welche Erleichterung ihm fùr scine Arbeit der Gebrauch der ersten beiden Béinde von De Toni's Sylloge gewéihrt, und wer sich mit den brau- nen Algen oder Florideen beschàftigt hat, der wird gewùnscht haben, auch fùr diese schon cine solche Sylloge benutzen zu kònnen. Fùr die braunen Algen ist dieser Wunsch nun erfùUt Avorden, und mit Freude begrùssen wir den dritten Band des genannten Werkes, welcher die Fucoideen enthàlt. Indem wir den Verf. zu dem ùber Erwarten schnellen Fortschreiten seiner Arbeit beglùckwùnschen, sprechen wir zugleich der Wunsch aus, dass es ihm und uns ver- gònnt sein mòge, die ùbrigen Algengruppen in gleicher Bearbeitung bald erscheinen zu sehen .... Prof. D."" M. MoEBius [Botanisches Centralblatt 189Ó, N. 12, p. 417]. 79 Communicationes vari^ Premio. L'Accademia delle scienze di Parigi ha conferito il premio Des- mazières al chiarissimo prof. Antonio Borzì. Direttore del R. Orto botanico di Palermo, per la opera da lui stampata col titolo «Studi al£?ologici » . Sincere congratulazioni al valente scienziato. Per il posto di professore di scienze naturali nel R. Istituto Fo- restale di Vallombrosa, la Commissione giudicatrice composta dei Sig. Borzì, Costa, Cuboni, Pirotta e Siemoni propose t'.v aeqiio i dot- tori Fridiano Cavara e G. B. de Toni. 11 Ministero ha nominato al detto posto il prof. Ctivara. I concorrenti erano trentadue. Botaniker-Adressbuch (Repertorio degli indirizzi dei botanici; Botanist' s Directory; Al- manach des Botanistes) Sammlung von Namen und Adressen der lehenden Boianiker aìlcr Lander, der botanischen Gdrten und der die Botanik ptìegenden luslìtute, Geselhchaften und perìodisclien Publica/ionen. Herausgegeben von /. Dòrjìer. — 19 Bg. gr. 8.° In Ganzleinen gebunden. Preis IO Mark - 6 fl. - 12.50 Fr. - IO s - 2.40 Doli. Gegen Einsendung des Betrages franco zu beziehen durch J. DÒRFLER. Wion (Vienna, Austria) III. Barichgasse 36. Questo bel volume, pubblicato dal Sig /. Dòrfler, viene a sod- disfare uno dei tanti desidera/a dei Botanici, mettendo questi ultimi in grado di conoscere gli indirizzi precisi dei loro colleghi sparsi in tutte le parti del mondo e noi non possiamo che raccomandare cal- damente questo libro ai colleghi. S' anco qua e là potrà notarsi qualche inesattezza o qualche lacuna, ciò nulla toglie all' utilità gran- dissima che presenta la pubblicazione del Dòrfler, cui dirigiamo le nostre felicitazioni. A PROPOSITO DEL DISCORSO INAUGURALE TENUTO NELLA R. UNIVERSITÀ DI ROMA DA ROMUALDO RIROTTA PROF. ORD. DI BOTANICA PRUSSO QUELLA UNIVERSITÀ ! Cavt «e observationis erroris eausa, conidia fungorum delineas obversa >. Riproduciamo, sottolineandole nei punti che ci sembrano pili im- lortanti, queste poche righe, tolte da un giornale di Roma ^j, come aremo lieti anche in avvenire di pubblicare altri articoli^) riguar- lanti il Professore cav. Romualdo Pirotta, incaricato di leggere la irolusione inaugurale per la riapertura solenne degli Studi nella R, Jniversità di lioma (anno scolastico 1893-94). a .... Appena il Ret- ore ebbe finito, cedette il posto al professor Pirotta, il quale con uita la gravità d'un docente in cattedra, nonché in marsina e ravatta bianca, cominciò a svolgere il suo tema: Una pagina di ioria della biologia. Da principio^ tutti a' interessarono vivamente facendo segni di irapatico consenso, mentre l'oratore affermava: Il botanico ammira e si commuove davanti- ai fenomeni della latura. Ma sia che non tutti fossero botanÌ3Ì, sia che capissero in altro nodo i fenomeni, fatto sta che man mano gli studenti, a cinque, a •ei per volta se ne andarono a godere meglio la natura alCaria X'perta, fumando una sigaretta e ciarlando alla confortante gloriosa uce del sole. Le signore ascoltavano con attenzione religiosa le piiì lotte ricerche intorno al protoplasma, signor si, ma con la coda ieW occhio, illuminata d'invidia, seguivano gli studenti che pas- seggiando nei corridoi, parlavano d'altri protoplasmi. 0 II Don Chisciotte di Roma Anno I, n. 22, Domenica 5 Novembre 1893, ;on molti puppazzetti caratteristici. 2) Vedi Tribuna, giornale di Roma, n. 310-311 (Anno 1893), E qui mi si permetta un'osservazione e anche due. Prima di tutto, perchè poi quell'apparato funebre dell'aula, invece di lasciar pene- trare liberamente la luce del sole? E poi — nessuno piiì di me ammira la biologìa e la botanica, nemmeno più di me ha un rispetto quasi cieco del protoplasma — ma dal momento che s'invitano tante signore perchè non scegliere argomenti storici, letterari, e^iQi\Q\, più adatti per simile uditorio? Si risponderà che l'Università si riapre solo per gli studenti, ma afj lora perchè disturbare tante signore? Questo sia detto senza far torto all'ottimo professor Pirotta, quale entrò ardito nell'argomento, sottilmente analizzando l'attiviì il lavorio meraviglioso che si compie, noi inconsci, negli elemen| primi della vita vegetale e animale, cioè la cellula, le sue trasfoi raazioni, i suoi derivati, le sue produzioni. L'uditorio, silenziosa ascoltava.... ». Ci riserviamo, se avremo in dono dal prof. Pirotta una copia de discorso, di analizzarne tutta V originaliià. Infatti non ci risulta eli l'attuale professore di botanica dell' Università Romana abbia di pro- prio pubblicato cosa alcuna di fisiologia sugli elementi cellulari. Deve adunque trattarsi di qualche contribuzione inedita del Pirotta, che noi conosciamo segnatamente per i lavori micologici, su cui ci riser- veremo a dire in un prossimo fascicolo del nostro giornale. Poche pagine rubate all'algologia in un periodico, che ci costa gravi spese e che non è sovvenuto da alcuno, verranno accolte con favore quando lo scritto tenda ad avvertire gli scienziati italiani e stranieri del merito positivo o negativo di lavori scientifici di chi in Italia ha tanta influenza nei giudizi emanati sul valore della gioventù. Il motto del nostro giornale è stato e sarà sempre finché duri la vita sua e di chi al presente lo dirige ccFrangar, non fiectar». IL DIRETTORE G. B. DE Toni Si invitano gii illustri prof. G. Gibelli, 0. Penzig e R. Pirotta, giudici im- parziali nei concorsi universitarii, a conlrontare la vera Valonia Aegagro- inla raccolta da me e pubblicata nel I fascicolo della Phycotheca italica al n. 25 con la Valonia falsa edita dal Levi-Morenos nel IV fascicolo della stessa collezione.... E questo fia suggel ch'ogni uomo sganni! «Frangar, non flectar» Serie VII Lug^lio 1896 LA NUOVA NOTARISIA RASSE&NA CONSACRATA ALLO STUDIO DELLE ALME REDATTORE E PROPRIETARIO G. B. DOTT. DE-TONI LIBERO DOCENTE PRESSO LA R. UNIVERSITÀ DI PADOVA, SOCIO CORRISP. DEL REALE ISTITUTO VENETO DI SCIENZE, LETTERE ED ARTI, SOCIO PERPETUO DELLA SOCIETÀ BOTANICA ITALIANA, MEMBRO ORDINARIO DELLA SOCIETÀ IMPERIALE DEI NATURALISTI DI MOSCA E DELLA SOCIETÀ BOTANICA PI BERLINO, SOCIO CORRISP. DELLA SOCIETÀ DANESE DI BOTANICA, DELLA SOCIETÀ NAZIONALE DI SCIENZE NATURALI E MATEMATICHE DI C.HERBOURG ECC. ECC. SOMMARIO Rothort Wl.: Vauchei-ia Walzii n. sp. (mit 3 Abbild.). — Foslie M. : Re- marks on HEematostagon balanicola Stroemf. — Holmes E. M. : New marine Alga^. — Litteratura phycologica. — Recensiones. — J. B. de Toni : Herbarium pliycologicura. ADRESSER TOUT CE QUI CONCERNE LA « NUOVA NOTARISIA » à M. LE DoCT. G. B. DE-TONI VIA ROGATI, 2236, PADOVA (ITALIE) Prix d'abonnement pour les années 1890-96 Francs 105 Prix d'abonaement pour les années 1886-89 du Journal d'algologie «Notarisia» francs 60. Padova, Tip. Seminario. COLLABORATEURS PRINCIPAUX Doct. Alex. Artari, Jardin botanique, Moscou (Russie). Doct. 0. BoRGE, Kungsgatan 69 A, Upsale (Suède). Prof. doct. A. BoRZÌ, Jardin botanique, Palermo (Italie). Abbé Fr. Castracane, Via delle Coppelle 50^ Roma (Italie). Prof. doct. R. Chodat, Laboratoire de Botanique de l' Università, Genève (Suisse). M. FosLiE, Conservateur du Musée, Trondhjem (Norvège). Prof. doct. R. GUTWiNSKi, Gjmnasiura, Podgórze pr. Cracovie (Ai triche). Prof. doct. A. Hansgirg, Université, Prag (Boheme). E. M. Holmes, Ruthven, Sevenoakes (Angleterre). Prof. doct. T. Johnson, R. College of Science, Dublin (Irlande). Prof. doct. G. V. Lagerheim, Jard. bot., Stockholm (Suède). Prof. doct. 0. Nordstedt, Kraftstorg 10, Lund (Suède). Doct. G. Paoletti, Jardin botanique, Padova (Italie). Prof. doct. P. Pero, Lycée, Treviso (Italie). P. Petit, Boulevard de la Pie, 37, St. Maur [Seine] (Franca). Prof. doct. A. Piccone, Via Caffaro 25, Genova (Italie). T. Reinbold, Major a. D., Itzehoe, Prov. Schl.-Holstein (Allemagne). Doct. P. Richter, Hospitalstrasse 27, Leipzig (Allemagne). J. J. Rodriguez, Calle Isabel, Mahon (Isl. Baléares). Prof. doct. W. RoTHERT, Université, Kazan (Russie). Doct. F. Saccardo, École de viticulture et enologie, Avellino (Italie). B. ScHROEDER, Klcìne Domstrasse 7, Breslau (Allemagne). W. West, Korton Lane 15, Bradford, Yorkshire (Angleterre). REDACTION, Prof. Dr. J. B. db Toni, Via Rogati 2236, Padova (Italie). Luglio 1896 LA NUOVA NOTARISIA PROPRIETARIO E REDATTORE DoTT. G. B. DE TONI Via Rogati, 2236, Padova (Italia). W. ROTHERT VAUCHERIA WALZI n, sp. Im llerbst 1895 fand ich in eincm Graben bei Kazan (Ost-Russ- land) cine Vaticheria, auf dcr die eigenlùmlichen, durch die Rota- torie Notoììimata Wcrnecìd Ehr. hervorgcrufenen Gallen auftraten. Gelegentlich einer eingehenden Unlersuchung dieser letzteren wid- mete ich meine Aufmerksamkeit auch der Vaiicheria, vvelchc sich als einc noch unbcschriebene Spccies herausstellte. Ich mòchte die- selbe mit dem im Titel bezcichneten Namen benennen, zu Ehren des verdienten Monographen der Gattung Vaiicheria. Eine eingehen- dcrc Beschreibung soli in meiner in Vorbereitung betindlichcn aus- fuhrlichen Arbcit ùber die No/o//i/iia/a-Gi\\\Qn gegeben werden. An dieser Stelle gedenke ich, einer freundlichen Aufforderung des Ilerrn Prof. D/ J. B. De Toni folgend, kurz die Charaktere der neuen Spe- cies anzugeben. Fiiden cylindrisch, sehr spiirlich verzweigt, meist nicht ùber 100 u. dick. Sexualorgane auf seitlichen Fruchtzweigen, welche meist kurz, im basalen Teil etwas bauchig angeschwollen, und entweder in ihrer ganzen Liinge oder wenigstens in ihrem oberen Teil stark gekrùmmt sind. Die verjungte, hakenfòrmig gekrùmmte Spitzc des Fruchtzwei- ges setzt sich unmittelbar in das spiralig eingeroUte Antheridium fort. Oogonien zu 2-5, auf kurzen gekrùmmten Seitenzweiglein, welche unterhalb des Antheridiums aus den Flanken des F'ruchtzweiges ent- springen. Die Kriimmungsebene der Oogonienzweige ist zu derjeni- 82 gen des Fruchtzweiges und Antheridiums ungefahr senkrecht. so dass die Schnàbel dcr Oogonien einander und dem Anthcridium zugekehrt sind. Denken wir uns den Fruchtzweig aufrecht, so ist dcssen Spitze und das Anthcridium in annaiiernd vcrticaler Ebenc gekrummt,' und die Oogonienzweige sind in annahernd horizontaler Ebene gekrummt. Die Krùmmungsebene der Oogonienzweige ist abcr fast stets mehr oder weniger von der horizontalen Riciitung abgelenkt, und zwar gewòhnlich nach innen und unten, so dass die Schnabcl der Oogonien ein wenig nach abwàrts (nach dem Faden zu) gerichtet sind; man- chmal geht die Ablenkung so weit, dass die Oogonien cine fast han- gende Lage haben. Das beschriebene Verhalten der Oogonienzweige ist fiir die Species eigentùmlich und characteristisch. ?ig. 2. Fig. 3. 2^ Fig. I. Seitenansicht eines alten Fruchtzweiges mit cntleertcm Antheridium und 4 paarweise opponirten Oogonienzweigen. Die Insertionsstellen der zwei nach aufwarts gerichtcten Oogonienzweige sind allein zu sehen; die Pfeile bezeichnen die Richtung ihrer Krùmmungsebenen. Fig. 2. Junger Fruchtzweig, von oben gesehen. 2 Oogonienzweige. in ho- rizontaler Ebene gekrummt, die Schniibel der Oogonien etwas abwiirts ge- richtet. Das Antheridium in verticaler Ebene nach abwarts eingerollt. Fig. 3. Junger Fruchtzweig in liegender Stellung, die Concavitiit seiner Kriimmung nach aufwarts. Oogonienzweige in dem Faden fast parallcler Ebene aufwàrtsgekrlimmt ; Schnabel der Oogonien nach aufwarts und etwas nach innen gekehrt. Die stumpf geschnàbelten Oogonien haben cine schicf-eifòrmige Gestalt. ihre cine Seite ist fast eben, die andere sehr convex. Die Oospore fùUt das Oogonium aus, ihre Membran ist mit derjcnigcn des Oogoniums verwachsen : die Oospore falU mit dcr Oogonium- membran ungeben ab, die letztere verquillt im Wasser nicht. In der eigenen Membran der Oospore hissen sich bei starker Vergròsserung drei Schichten unterscheiden, von denen die innere und àussere dùnn sind, die mittlere dicker ist. Die reife Oospore enthiilt einen centra- len Pigmentfleck, selten mehrerc. Sic ist 7(S-9o a. lang. 03-/0 u, dick. 8j Die ungeschlechtliche Fortpflanzung geschieht durch Aplanospo- ren, die sich noch innerhalb dcs Sporangiums mit einer dùnnen Membran ungeben. Die Sporangien sitzen meist auf ganz kurzen Seitenzweigen; seltener sind die Seitenzweige so lang oder lànger als das Sporangium selbst, ebenfalls selten ist dieses terminal auf deni Ilauptfaden. Nach Ausbildung der Aplanospore reisst die Spo- rangienmembran am Scheitel und verquillt darauf sehr langsam zu einen direct nicht sichtbaren Schleim. Die reife Aplanospore ist ei- fòrmig oder ellipsoidal bis fast kugelig, i3o-i52 a. king, ioo-ii5 u. dick. Sie schlùpft nicht spontan aus der Sporangiummembran aus, sondern bleibt am Ort ihrer Entstehung liegen. Sie keimt erst nach einer Wochen oder Monate dauernden Ruheperiode. Vaucheria Wal^i gehòrt zu der Gruppe Corniculatac b) Racemo- sac. Die 5 anderen hierhergehórigen Species unterscheiden sich von ihr hauptsiichlich durch folgende Merkmale: ^) V. geminata hat aufrechte, fast sitzende Oogonien, und die Apla- nosporen keimen wenige Tage nach der Ausbildung. V. liamata hat meist nur 1-2 Oogonien, die Oogonienzweige sind aufwiirts gekrùmmt, die Aplanosporen sind viel kleiner, sie schlùpfen spontan aus dem Sporangium aus und keimen sofort, V . terrestrìs unterscheidet sich fast in alien Merkmalen, nament- lich aber durch die verquellende Oogoniummembran. V. uncinata hat meist nur 2 Oogonien, ihre Stiele sind abvvàrts gekrùmmt, die Oosporen liegen locker in der Oogoniummembran, sie sind kugelig und erheblich gròsser als bei unserer Species. V. ìiumicola -) hat 2 Oogonien, deren Stiele abwàrts gekrùmmt sind, die Oosporen sind kleiner und die Aplanosporen keimen oft innerhalb des Sporangium. Ka\an, im Mdr:^ iS^jó. ') Walz. Beitrag zur Morphologie und Systematik der Gattung Vauche- ria DC. (Pringsheim"'s Jahrbi'icher, Bd. V, i86ó), p, 147-150, 132-155, und die zugehòrigen Figuren auf Taf. XII und XIII. De Toni' s Sylloge Algarum ist mir leider nicht zugànglich. -) Lagerheim. Contribuciones à la flora algològica del Ecuador p. i4 (Les Anales de Universidad de Quito n. ji (Ì890)). 84 Remark on Haematostagon balanicola Stromf. In M. F osi le In «( New or criticai Norwciiian Alga: » ') I referrcd to PcyssoncWa Roscnviugii Schm. ) an alga, that I met with at Lyngò ncar Tromsò. At the same timo I idcntiiìed the former with Ilicnialcstagon bdhiniccla Stromf. '\ and consequently 1 named it l\-yssoNciIia balanicola. Ilowever, this determination occasioned a correspondcnce with the late Prof. Schmitz. as he did not agree as to Stròmfelfs plant. and afterwards he made some remarks about Stròmfelfs as wcll as my own spocimens in Nuova Notarisia \. p. 718. 1 hoped that 1 should be able to get better materials of my plant from Lyngò. but as this has not been the case and I bave but little occasion later to get it 1 want, thereforc. to make some comments on this matter. I found my specimens. although sterile, so nearly coinciding with the description and ligure by Schmitz 1. e. that. if a steril Squamariacé is not always quitc impossible to determine - an opi- nion, which, though often, cannot in ali cases be granted. - my specimens must be referred to the named species. 1 sent Prof. Schmitz some of my specimens of the named plant from Lyngò, and he kindly sent me a slide of a typical specimen of Pcyssoncllia Rosenvìngii from Greenland for examination. and reuìarked : t Sie werden zwischen dieser Art und Ihrer Alge viel Uebereinstimmung wahrnemen. allein doch nicht voUstiindige Identitàt». At the same time he sent me a slide of a Squamariacé from Scotland. which he also mentions in Nuova Notarisia. and presumed that. perhaps. I ') Det kgl. norske Videnskabcrs Selskabs Skrilter. 1894. Trundhjem. -) In Rosenvinge, Grònlands Ilavalger. (Meddelelser om GrònKind III). Kjòbenhavn 1895. ^')H. F. G. Stromfclt, Om Algvegetationcn vid Islands Kustcr. Goteborg 1886.' 8S should he of opinion th.il mv pl;int was more nearly relalcd to the lattcr and, as he remarks. a specimen toc liLlIc developed but prohahly reprcscnting an undescrihcd spccics. \n my answer to Prof. Schmilz I mentioned, that I certainly found my plani much re- mindinf^ onc of Ihe Scottish, thouf< hy closer examination noi or scarcely lo he considcrcd rcfcrrihlc lo Ihat, bui in faci very nearly agrccinp: with Ihc r;reenlandic, only Ihe cells frequcnlly a lillle smallcr than in old specimcns of Ihe killer, bui larger Ihan in Ihc Scotlish specimen, and espccially Ihc cells of Ihc basai laycr on Ihe v.holc agrccing well wilh the Grccnlandic one, but somewhat diffcring from thosc in the Scottish. The crust also was thicker than in the '.alter and nearly as thick as the old Tirecnlandic specimen. Wilh regard to Stròmfelt's plani I do noi know whcther Schmilz has seen the same slide, in which I found a good section of a specimen of about the same age as my own specimcns, some of which al least are not to bc considered as young, bui on the con- Irary, in my opinion, nearly fully developed bui sterile like most of the Squamariaccic by us taken in summer. Laler I also gol youngcr specimcns of the Grccnlandic species from Kolderup Kosenvinge, and the latler strengthcn my opinion. Ihal the Lyngò plani is idcntic with the former. Allhough I, therefore. cannot concede that my specimcns are not idcntic with Peyssoiiellia Roscnvingii 1 admil, that J oughl noi to bave adopted Stròmfelt's denomination unlil belter developed specimcns of bis species are forthcoming. but on the other band 1 Ihink. that also ihe latler will prove to bc idcntic with the Grccn- landic species. Troiìdhjem, Aprii 1896. tò NEW MARINE ALG^ By E. M. Holmes, F. L. S, The criticism of the late D/F. Schmitz on the «New Marine Algoe » publishecl by me in the « Annals of Botany» (voi. Vili, pp. 335-342 pi. XVIIl) having appeared in Nuova Notarisia 1896, pp. 1-22, it seems desirable that some reply should be given in the pages of the same journal. The algae in question were some of a serics sent to me, from Natal, a few years ago, by D.' H. Becker, A large number of those sent I was able to identify, but some of them seemed to be new, Of these I sent a few to the veteran algologist D/ J. G. Agardh, who described them in the « Till Algernes VI. pp. 30-39» (e. g. Tyleio- phora Beckeri, Holmesia Capevi sfs etc.t. Subsequently 1 forwarded others to the same algologist, asking his opinion and stating my own. As I had only single specimens of these, he kindly returned them, with his opinion on each, but not without doubt in some cases, owing to the absence of cystocarpic fruit. I was about to describe these new species when I learnt accidentally that D.'' Becker had forwarded a number of species to D.'' F. Schmitz for examination, and thinking that probably D/ Becker would send his unnamed species, I wrote to D.'' F. Schmitz describing, in general terms, the species I intended to publish, lest they should by accident appear at the same time under diffcrent namcs in England and Germany. D.' Schmitz ex- pressed a wish to examine them, and in response to his wish I sent him portions of my specimens, stating that I should like to know his opinion after he had examined them, but not in any way binding myself to accept his opinions. In almost every case his opinion differcd from that expressed by D/ J. G. Agardh, Under the circumstances I naturally felt that the latter being the older and more experienced algologist it was only right that I should defcr to his opinion, but not wishing to appear discourtcous to D/ Schmitz. I madc an cxccplion in onc case, in which the specimen was in a very bad condition. for it was possible that wlth his younger eyes D/ Schmitz might bave bccn ablc to scc the structure bctler. In this case I thcrcforc adoplcd the opinion of the latter. 1 now take the criticisms of D.' Schmitz serìalim and will makc such explanatory remarks as seem necessary. It is however due to myself to state that I bave not had the opportunity of examining D.'" F. Schmitz own specimens, except a sterile fragmcnt of Myrìo- glossa Beckeriana. 1. Corallopsis aculeata. D/ Schmitz rightly points out that the referencc of Gelidium acuUatuni, Krauss, to the genus Corallopsis was due to D/ J. G. Agardh, but he does not give me credit for detecting the cystocarps, which proved the correctness of Agardh's suggestion, but which the latter had not seen (Analecta Alg. p. 126.). 2. Ptilota cryptocarpa. D/ F. Schmitz expresses astonishment that having accepted his subdivisions of Pliloia info different genera, in the «Revised List of British Marine Algaì» I hould stili place this new species in Ptilota. As a matter of fact^ only the Chlorophycecc and Ph(£opìiyce(E in that List were arranged by me, the Rhodophyceo'- and CyanophycecB were classifìed by my friend and collcaguc M/ E. A, L. Batters, who followed Schmitz"s classification throughout as being the most recent published. I bave defìnitely stated my opinion in the « Annals of I3otany » that I consider Ptilota cryptocarpa to form a link between the genera Ptilota and Dasyphila, and that personally I should prefer to see the whole form one genus with different sections, my plant belonging therefore to the section which Schmitz would erect info the genus Psilothalia, (« Kleinere Beitràge » VI. p. (ì) and including also P. striala, Ilarv. and P. siliculosa, Ilarv, In one point I think D/ Schmitz is in error. Ile accuses me of inaccurate observation, and remarks that the callithamnioid filamcnts fall off early. I bave carefully reexamined the plant and find that in the sterile branches these tìlaments are present only on the extrcme api- cai pinnules, and that there is no trace of their falling off, for therc are no broken filaments visible, but rather it appears that like the terminal filaments in Polysiphonia, they unite to form the surface of the frond, remaining free only around the fertile apices. The cysto- carps are not invariably terminal, for I bave seen the pinnule prolonged beyond them so that then, as in other species of Ptilota, thcy project on the upper surface of the pinnule near its apex. 3. Glaphyrymenia porphyroidea, Schmitz Ms. The frond has a strong rescmblance to species of llaly mania (llaìarachnion) in stru- cture and except for the apparently compound nucleus of the cystocarp might reasonably he supposed, as suggestcd by D.' Agardh. to belong to llaìymenia. The frond however is in such bad condition that a se- ction of the cystocarp is not easily obtaincd and although there is no doubt of the plant being ncw, its position in the one genus or the other depends upon the view takcn of the structure of the cystocarp, which is not easily made out, but which so far as I can see, appears to bave a compound nucleus. 4. Microcoelia kallymenioides. D/ Schmitz is quite correct in saying that I had not seen the lypc specimens of the plant. Indeed I expressly state that the internai structure of the frond agrees well with that of Mìcroccelìa n as described by Agardh». The occurrence of tripartite tetraspores does not prevent its belonging to Mìcroccelìa, since in the Rljodymeuìecc there are ali these kinds of tetraspores prcsent in the genera. Since reading D.'' Schmitz remarks I bave been favoured with a fragment of D.' Agardh's typc specimen and fìnd that there is as much difference in the behaviour of the frond with fresh water as there is between Grateloupìa and Vachymenìa as between Gìgartina and Gymnogongrus. In Mìcroccelìa it is hardly pos- sible to see the structure of the frond, so rapidly does dissolution of the larger cells take place, whilst in my plant this is not the case. But although I am willing to agree that myplant is more probably referable to Hynienocladìa, yet the remarkably kallymenioid form (which led me to suppose that it was rightly referred in Mìcroccelìa by Agardh) and the orbicular or reniform shape of the proliferations of the frond render it quite distinct from the II. Kowiensis of Schmitz. of which I bave a cystocarpic specimen from D.'' Becker and which I refer to M. polvmorpha as a South African form, viz. var. Kowiensis (Schmitz). The proliferations of the variety Kowiensis are linear or oblong. lanceolate and the colour and consistence of the plant are quite different from those of K. ìiallymenìoìdes. 5. Pachymenìa rugosa. 1 cannot agree with D.*" Schmitz in placing this plant near Graleloupia liìeroglyphica. The hard, horny consistence, hardly affected by fresh water is quite different to that of Grateloupia. The crossthreads amongst the cortical cells, which form so distinct a feature in Pachymenìa, I bave had no diljiculty in finding by careful focussing. but owing to the greater dcnsity of the cortical larger they are not easily seen. It is quite true I bave not seen a series of su-, perimposed cystocarps as is described to bc the case in Pachymenìa, 89 but I bave no evidence that this featurc is present in ali tbc species. More over tbe rugose appearance is confined to parts of Ibe frond and does not extend over the wbole surface as in Gratcloiipia hieroglyphìca J. Ag. 6. Myrioglossa Beckeriana. In the text explanatory of tbe plates tbis name is givcn, I prefer to retain it as there is a genus of flowering plants named Myriopkyllum. Concerning this plant D.'' Schmitz considers that it should belong to the Botryoclada section of Chrysymenia because he could not see the delicate cells which fili the lateral leaflets. But as Mr, Batters as well as I bave seen them, and as they are not easily seen except in longitudinal section, 1 think that D/ Scbmitz's opinion is due to imperfect observation. In any case it appears to me that the structure of the frond is nearer to the Cryplarachne section of the genus, than to the Botryoclada and that owing to the distichous arrangement of tbe pinnules it is most conveniently placed in a new genus. AUhougb D/ Schmitz sent me only a barren piece of bis cysto- carpis specimen, the babit and structure are so distinct that 1 bave no doubt that bis plant and mine are identical. The similarity of tbe cystocarp is not suljicient of itself to unite genera seeing that several genera of Cryptonemiaceae bave similar cystocarpic fruits. 90 LITTERATURA PHYCOLOGICA Florae et Miscellanea phycologica i52. Barton E. S. — Cape Alga3. — Jotirn. of Botany hrìtìsh ani foreign voi. XXXIV, 189Ó, p. 193-198, with lllustr. i53. Batters E. A. — Thomas Hughes Buffham. — Journal of Botany voi. XXXIV, 1896. N. 400, p. 1 70-171. 154. Boye P. — Bidrag til Kundskabens om Algevegetationen ved Norges vestkyst, med i Fig. & i planch. — Bcrgens Muscums Aarbog 1894-95, No. XVI. i55. Chodat R. — Matériaux pour servir à 1' histoire dcs Protococ- coidécs V. — Bull. Ilerb. Boissìer Tome IV, n. 4, Avril 1896. i5ò. Degagny Ch. — Recherches sur la division du noyau cellulaire ches les végétaux IV. — Bull. Sor. Boi. de France 189Ó, p. 12. 157. De Toni G. B. — Thomas Hughes Buffham. — Journ. of the Quclictt mìcrosc. Club voi. VI, ser. II, N. 38 (aprii 1896), pp. 2io-2i3. i58. De Toni 6. 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Si sa che nelle Zygnemacee non mancano esempi di spore for- mantisi senza che abbia luogo il fenomeno della conjugazione, spore già fatte conoscere dagli studi di Wittrock, Rosenvinge, Nordstedt ed altri autori e qualificate coi nomi di partenospore, agamospore o azigospore. La signorina Hallas ci offre un altro caso di spore di tal fatta in una specie di Zygnema da lei proposta come nuova col nome di Zygnema reiiculattim, di cui traccia la seguente diagnosi. Filamenta vegetativa viridia, ccllulis cylindraceis, 35 -100 « i8-3o {>.. Propagatio azygosporis. CelluUa; sporifera^ usque ad 240 a. longee, medio intlatLc; partcs cylindraceai cellularum massa gelatinosa cel- lulosai replentur; pars intlata sporam continet subglobosam vel elli- psoideam, circ. 35 a. diam., ad modum zygosporarum membranis tribus cinctam, chromatophora 2-7 continentem ; mesosporium matu- ritale fulvum, scrobiculatum et irregulariter costato-reticulatum; ger- minationa; pullas 1,2 aut 3 ex una spora gignuntur. 95 Ilab. in aqua dulci limpida fossas insula: Amager Dania^. - Questo Zygnema, illustrato in due tavole annesse al lavoro della egregia autrice, sembra ben distinto dalle specie ascritte alla sezione Scro- hiculospcrmum (De-Bary) Hansg. nel voi. I della Sylloge algarum di De-Toni. Church A. H. — Structure of thallus of Neomeris dumetosa — .31). L'A., tenuto conto dei lavori speciali fatti sulla Neomeris Kclleri da Cramer e Solms-Laubach. si occupa della N. dumetosa su esem- plari conservati in alcool e provenienti da Singapore. Egli distin- gue nello sviluppo di e^uesta sifonacea 5 stadi, di cui il quinto rap- presenta naturalmente lo stato adulto. Nel primo .stadio la pianti- cella di Neomeris dumetosa consiste di un filamento eretto con aspetto di Vaucheria o di un Siphonocladus gracile, aderente al substrato a mezzo di una porzione basale dicotomo-lobata e recante all'apice un verticillo di 6 filamenti dicotomo-ramosi, separati dall' asse principale mediante setti perforati. Nel secondo stadio e nei seguenti sono specialmente a notarsi le formazioni della corteccia e degli aplano- sporangi , il depositarsi del carbonato di calcio ecc. II Church termina la sua dotta memoria con alcune considerazioni sul posto che nella sistematica spetta alla Neomeris e sui rapporti che i 5 stadi di esso genere presentano con generi sifonacei. come appare dal seguente specchietto : Neomeris Bornetella i Cymopolia Botryophora Stadio I.::::;;; (Proto-Dasycladus) Vaucheria Stadio V Stadio IV i ?Polyphysa i ?Acetabuloides (di Solms-Laubach) Stadio III i '?Halicoryne Stadio II ?Acetabularia mediterranea Chlorocladus Eudasycladus 96 Phycological Memoirs, beìng researches made in ihe Botanical Department of the British Museum, edited by Georg Murray, part III. Sulle due prime parti di questa interessante serie si è già dato un resoconto abbastanza ampio a pag. 659-663 del fascicolo di A- prile 1894 del presente periodico. Ora siamo in possesso della terza parte della pubblicazione edita dall'egregio Giorgio Murray, la quale forma degno seguito delle due precedenti. Quattro lavori vi sono contenuti. Nella prima Memoria G. Murray tratta di quella singolare forma fossile del Devoniano [Pachythecd) sulla quale la letteratura algologica conta le notizie fornite da llooker, Barber e Thiselton-Dyer. Questa curiosa produzione è forse alfine alle Acetabiilaria ed appartiene alle SiphonecB ma ogni qual volta si ha a che fare con fossili bisogna essere molto cauti nel profferire un giudizio. Nella seconda Nota lo stesso autore tratta di alcune concrezioni (pebbles) calcaree raccolte in uno stagno presso al lago Michigan dal sig. J. W. Velie, segretario della Accademia scientifica di Chicago. Decalcitìcandone una parte, potè scorgere che siffatte concrezioni sono costituite in via predominante da filamenti di Schi^othrix fasci- culata con assieme filamenti di Stigoncma e Dichotlirix. Il Grove poi vi ha studiato le molte Diatomee interposte delle quali in appendice alla Memoria del Murray viene pubblicato 1' elenco alfabetico ed un' al- tra lista contiene le specie di Bacillariee provenienti dai lavaggi di alghe calcaree raccolte a Lough Belvedere, MuUingar (Irlanda). A. Lorrain Smith e F. G. Whitting, nella terza Memoria, si oc- cupano dei sori di Macrocystis e Postchia. Nella Macrocystis i sori occupano i solchi di lamine sprovvedute di aereocisti: nella Postchia palmcrforniis Rupr. sono disposti regolarmente in tutta la fronda en- tro i solchi i quali vengono a costituire quanto a funzione protettrice una specie di concettacoli. Infine l' ultimo lavoro scritto dal Murray in collaborazione di E. S, Barton contiene il confronto tra le flore marine delle regioni artiche ed antartiche, fondandosi per la flora artica sulle classiche « Algcc of the Arctic Scay> del Kjellman, per l'antartica sui lavori di llooker ed Harvey, Dickie, Hariot ecc. Dai prospetti risultano comuni per en- trambi dette flore: 29 generi e 20 specie di Floridee. 12 generi e 9 specie di Feoficee, io generi e 11 specie di Clorofìcee e 5 generi ed 1 specie di Mizoficee; in totale su 269 specie artiche e 269 specie antartiche sono comuni ad entrambi i mari generi 56 con specie 41. G. B. DE TONI 97 Gomont M. — Note sur un Calothrix sporifere (Calothrix sta- gnalis sp. n ). — (iQ^)- Le spore nel genere Calothrix erano state scoperte nel 1882 dal nostro Borzi mediante lo studio fatto su una forma di Calothrix crii- stacea. Il Gomont colla presente nota viene a confermare in una nuova specie d'acqua dolce raccolta presso Angers (Francia) la esistenza delle spore, le quali mentre nella specie studiata dal Borzi formavano delle lunghe serie, nella specie nuova del Gomont, Calothrix stagnalis, sono solitarie e solo raramente 2-3 sovrapposte. Esse misurano, sec, l'Autore, 2Ó-40 [j- di lunghezza e sono larghe 10-11 u. (senza va- gina), 12-14 (inclusa la vagina). Buscalioni L. -- Sulle Muffe e suU'Hapalosiphon laminosus (Hansg.) delle Terme di Valdieri. [jf). L' A. fa la storia sulla vegetazione delle acque termali di Valdieri della quale trattarono già il Delponte, il Garelli, il Montagne, il Pe- roncito insieme al dott. Varalda, e, sebbene non venga ricordato dal Buscalioni, anche il conte Castracane, cui si deve un modesto quanto accurato studio sulla flora diatomacea delle cos'i dette muffe di Val- dieri (') ; di questa dimenticanza di un lavoro pubblicato in una ri- vista italiana da un suo connazionale io non posso farne colpa al- l' autore, visto l' andazzo cos'i detto moderno degli studi che pretende nei giovani tanti enciclopedici (') ed aborre naturalmente dagli spe- (•) Cfr. Notarisia di De Toni e Levi, III, Gennaio 1888, n. 9, p. 384-586. (") Un allievo del prof. R. Pirotta, il dott. Camillo Acqua, nel suo trat- tato elementare » 11 Microscopio» (Manuali Hoepli, 1895) scrive, a mo' d'esem- pio, a pag. 87-88 riguardo alle Diatomee: «sono desse dei vegetali ricoperti da un guscio ca/aj/w» e a pag. 90 condurrebbe ad ammettere per il Nosloc vcrruco- siim condizioni biologiche aljatto diverse da quelle che tutti gii algologi cono- scono; da bravo, D/" Acqua, s'Ella avesse preso conoscenza della Revision des Nostochacces hctcrocystées a p. 218 avrebbe trovato che il Nostoc verni- cosum cresce 5(/.v/5 el lapidihus adnatiiin in rivuìis rapide jliienlibus e più sotto avrebbe letto che detta specie è aussi comuinnc dans Ics eanx coiirantes que le N. communc V csl sur la terre. Nel copiare le figure bisogna dunque saper scegliere. Ciò per non dire di altre mende che si notano a pag. 135 dove l'amido è definito un composto di acqua e di carbonio; caro collega, a che una tirata a proposito degli scambi gazosi nelle piante (p. 139) perchè il vecchio errore sia tuttora bandito da talune cattedre e quel che è peggio che ricompaia in libri, anche di recente pubblicati? Il che, Ella scrive, sta a dimostrare che la mania dello scrivere, l'ambizione divedere il proprio nome stampato sul frontespizio di un libro, e f or s' anco altri moventi nien puri sono pur troppo m certi autori inversamente proporzionali alla loro coltura! In una seconda edi- 7 98 cialisti, obliando il classico adagio che chi troppo vuole nulla stringe; non posso, ho detto, né voglio fare un appunto al Buscalioni anche perchè questa dimenticanza nulla toglie al buono che si trova nel re- sto del lavoro condotto con ottimo metodo di critica, massime per ciò che concerne l'esame dell'intricata sinonimia, sempre diljicile nel gruppo delle iMizoticee. Al lavoro è unita una tavola contenente le figure della solforarla delle ace^ue più calde, della Lcptothrix valderia Delp. e dell' Ilapalosi- phon laminosns Hansg. G. B. DE TONI Chodat R. — Chroococcus turgidus. ìM. R. Chodat ayant étudié à nouveau le contenu cellulaire de certaines Myxophycées et notamment du Chroococcus turgidus a obtenu le résultat que: i.° Le corps centrai de la cellule résulte d'une vacuolisation ou d' un émulsionnement de la région centrale moins dense comme dans tous Ics protoplastes. 2.° Que le stroma du réseau centrai (Centralkòrper des autcurs al- lemands) est le plus souvent tout aussi colore que le protoplasme péripherique. Il n' y a donc pas lieu de distinguer le chromatophore. 3.° Que dans ce réseau comme dans le protoplasme homogène peuvent apparaitre d" une manière diffuse ou en gouttelettes, des mucilages, des amidons solubles. de la cyanophycine. Ces différentes substances peuvent s' accumuler dans la region centrale en réseau et lui confèrent des propriétés qui en font d" apparence V analogue d'un noyau ('). Leur distribution varie excessivcment suivant les con- ditions physiologiques et les espèces. 4.° La cloison primitive chez Chroococcus turgidus est protopla- smique et colorée, non séparable du réseau ni du protoplasme pé- ripherique homogène. L'auteur se rapproche donc par ses observations beaucoup plus de Zacharias. zione del suo trattato voglia tener conto delle piccole osservazioni che le fa uno specialista, un paria della botanica; in tal modo il lavoro sarà forse piìi degno di colui al quale Ella, per omaggio e gratitudine, l'ha dedicato. (') Ayant jadis éxaminé plusieurs espèces de Myxophycées pour mon tra- vail «Flora Algologica della Venezia parte IV, 1892» j'ai aijirmc de n'avoir cu jamais l'occasion d"y rencontrer de vcritables noyaux. J. B. DE TONI 99 Cleve P. T. — Synopsis of the Naviculoid Diatoms Part II. — (200). II chiaro professore Pietro Teodoro Cleve dell" Università di Upsala prosegue e chiude con questa seconda parte il suo magi- strale lavoro sulle Naviculacee e forme naviculoidi nella quale include i gen. Coccolici?, Amphora ecc. Un resoconto non può essere sufTi- ciente a fornire se non una pallida idea dell'importanza di quest'o- pera e dobbiamo ripetere quanto abbiamo scritto a proposito degli ((Studi algologici » del Borzì: un algologo. e specialmente diatomo- logo, che voglia studiare coscienziosamente non può far a meno di tener sul proprio tavolo di lavoro la presente pubblicazione del Cleve; questo é, a parer nostro, il miglior elogio che possa venir fatto al chiarissimo Autore. Tuttavia per essere giovevoli agli studiosi non vogliamo ommettere di indicare le specie nuove qui descritte dal Cleve, notando come per le specie già conosciute egli abbia, con l'abituale competenza, studiato le sinonimie. Tra le Navìcula: hctcrosiìchcB CI. sono proposte due nuove specie: ì^. Fasìo t. II, f. 3 (dal Lago Retorua, N. Zelanda-valve iò:;7, strie circ. 3o in io y..) e iV. surinamemìs t. Il, f. i (aq. dolc: Surinam- valve 27 = i3 ,v, strie 17 in io a.). Tra le Navictilcs lineolatce CI. descrive come nuove : A\ RI10 parte I, t. 111. f. 35 (Canton River, China-valve 1 15 =; 2Ò, strie 11 in IO j. distintamente lineate, lineette 25 in io a.ì, N. oviformi^ t. II, f. 4 (nell'acqua marina: Madagascar-valve 45 - 18, strie io in io u.), iV. spuria (Golfo di Napoli, Adriatico, Nuova Caledonia, Isole Gal- lapagos-valve 9o-i5o :; i3-2i, strie 7 in io a., lineette 21-24 ""^ ^o fx), iV. centraster t. I, f. 35 (marina' Giappone, Madagascar, Auckland- valve 70-1 IO =: i2-i5 ; strie 7-8 in io y., lineette circ. 3o in io u.), ^. consanguinea iigurata senza nome da A. Schm. in Nords. Diat. t, II, f. 32, (marina: Mare germanico, Marocco-valve iooi2o=:i5, strie ó in io a.), N.Phit. I, f. 34 (marina: Isole Secelle -valve 80 ì: i5, strie IO in io u., lineette 24 in io y..), N. Amicorinn Grun. mscr. t. l, f. 3i (marina: Tahiti, Isole Gallapagos-valve i5-38c;8-i5, strie 8-9 in IO y.., lineette 20 in io a.), N. Chi t. I, f. 29 (marina: Isole Baleari, Golfo di Napoli-valve 50^27, alla costrizione larghe 21 u., strie 9-12 in io a.). Tra le Navicuhe punctatce. trovansi come nuove : iV. Xi (marina: Sierra Leone, Cameroon-valve 55-75 :; 22-32, strie i2-i3 in io u, punti 12 in io y..), N. Zeta (acque salmastre: Barbade-valve 65 ^ 22, strie 17-21 in io y., punti circ. 17 in io y). A^. My t. I, f. 17 lOO (marina: China-valve 110224, strie 14-20 in io u., punti circ. 16 in IO a), ìY. Omìcron t. I, f. 1 1 (marina: Isole Gallapagos-valve 28;; II, strie 10 in io a, punti 10-11 in io a,). Alle Naviculce Lyratcc CI, appartiene: iV. concilians t. I, f. 25' (marina: Honolulu-valve 46 :; 23, strie 13-14, punti circ. 18 in io ^a.) N. IL- album part I, t. 4, f. 8-9 (marina: China-valve 70:^52, strie marginali 14, assili 18, punti lò in io a), N. sterciis-muscarwn 1. 1, f. 27 (marina: China-valve 72^:42, strie marginali io, assili 18-14 in IO a.), N. venusta Jan. m.scr. Gazelle Exped. XV, f. 17 (marina; Isole Gallapagos-valve 70- 1 10 r 4o-5o, strie i3 in io u..). Tra le Pinnulario'. divcrgentcs abbiamo: P. Cardinalìculus t. I, f. 12 (aq. dolci: Scozia, America- valve 80-100 =: i5-i8, strie 9 in io a.). Tra le PinnularicB distanles si ha P. Balfouriaua Grun. mscr. 1. 1. f. iS (acque dolci: Scozia, Islanda boreale-valve 8-10 ;; 4, strie ic in 10 a.). Tra le FìnnularicB Tabellariecc si trovano per la prima volta dd scritte P. spitsbergensis t. I, f. i3 (acque dolci: Spitzberg, Jenissey- valve 58-Ò7 =; 7-8. strie 1 6- 17 in \o o.), P. rangconensis Grun, mscr] [Stanroptera semicruciata Ehr. JVlikrogeol, XXXIII, 2, f. 7*?] (acqui! dolci: Rangoon-valve 70-100:^12-14, strie 8-10 in io a),, P.lìgni tica t. I. f. i5 (acqua dolce: Giappone, lignite-valve 76:^19, stri« i3 in 10 p.). K\\QPi7i7iularice brcvistriatcc appartengono: P.paulensis Grun. mscri [A. Schm. Atlas t. XLIll, f. 7-9] t. I, f. 20 (acq. dolci : America iij molti siti-valve Ò5-140 «^ 1 1-14, strie 14-16 in io u.), P. integri Grun. mscr. [A. Schm. Atlas t. XLIIl, f. 19] (^acq. dolci: America^ valve 1 10-120 V 16-17, strie 7 in io u). Alle Pinnularicc majores spettano: P. trigonocephala t. I, f. 2. (acque dolci: America-valve 170-200^26, strie 7 in io u..), P. on gallica [A. Schm. Atlas t. XLIII, f. 34] (fossile. Oregon, acq. dolc- valve ii3«i5, strie 11 in io ,a), P. latevittaia [A. Schm. Atlas 1 XLIl, f. 5] (acq. dolci : Puerto Monte. Chili, foss., Equatore-valv 180 « 33, strie 6 in io a). Tra le Pinnularicc coniplexcc troviamo : P. flexuosa t. I. f. 23 (acq. dolci: Canada, Stati Uniti-valve 220-270*40-48, strie 4,5-. in IO y.), P. jEstuarii t. I, f. ló (acque leggermente salmastre: Svezia Delaware, Connecticut-valve 100-120 « 16. strie 7-7,5 in 10 p.). Tra le Pinnularicc ;//a/7«^ vengono descritte come nuove: P. un. biglia [Navicula retusa CI. Vega t. XXXM, f. 35j (marina: Lysekil Oldenburg, Cap. Wankarema-^valve 33-78 => 7-8, strie 8-9 in io a.), / constricta t. I, f. 14 (marina: Isole Gallapagos-valve 35 « io, strie 8-9 in IO [)). 11 Cleve tratta poscia del genere Amphora Ehr. (1840) che sud- divide nei sottogeneri Amphora CI., Dìplamphora CI., Ilalamphora CI., Oxy amphora CI., Amblyamphora CI., Psammamphora CI., Cym- hamphora CI., Calamphora CI., Archiampkora CI. Nuove specie sono: Amphora Oviim t. IV, f. 12 (marina: Isole Baleari, Giava-valve 40*25, strie dorsali lo-ii in io ;u.), A. Pusio t. Ili, f. 40 (acque salmastre e marine : Svezia, Isole Baleari, Milo, Isole Sandwich- valve 25-27 « 17, strie 14 in io y.). A, decipiens t. IV, f. 1Ó-18 (marina: Labuan-valve 35-óo ^ 20, strie 12 in 10 a.) A. inornata t. IV, f. 35-38 (marina : Giava, stretto di Macassar-valve 56^ 23, strie dorsali io-i5 in io u), A. comorensis (marina: Nossibè, Tamatave-valve 140-190^25, strie dorsali puntate 7 in io p), A. prismatica t. IV, f. 2Ó (marina: Golfo di Napoli; fossile: Oamaru. N. Z. -valve 120-170 « 18-27, strie 10-12 in 10 a), A. diaphana t. IV, f. 27 (marina: Giava, Colon-valve 48-65=' 10-17, strie i5 in io [j..), A- granulifera t. Ili, f. 32-33 (marina: Giava-valve 28-40=- 7-10, strie IO in io a), A. margaritìfera t. Ili, f. 3o-3i (marina; Isole Gallapagos-valve 35 ^ io, strie dorsali 8 in io a.), A. ballata (marina: stretto di Macassar-valve 25-55 « 10-12, strie circ. 17 in io a), A. tctragihba [A. Schm. Atlas t. XXV, f. 78-80] (marina: Baldijk, Giap- pone-frustoli 35 « 19, strie io in io a.), A. Peragallii [Perag. Diat. Villefr. t. 3, f. 2Ó] (marina: Mediterraneo. Isole Baleari, Villafranca, Adriatico, Rovigno-frustoli 55-Ó5 « 22-25, strie nelle valve 11 in io a,), A. mmndrina t. IV, f. 14 (marina: Colon-valve 180 «35, strie dorsali 12, ventrali 19-20 in io u.), A. groenlandica t. IV, f. i (ma- rina: stretto di Davis-valve 90 « lò, strie dorsali i4(-iO), ventrali 23 in IO y.), A. Lunula f. IV, f. i3 (marina: Isole Baleari, Sumatra, Colon- valve i3o-i8o« 18-20, strie dorsali 14-17, ventrali i2-i5 in io ;;..), A. bigibbosa [A. Schm. Atlas t. XL, f. 14] (marina: Golfo di Napoli, Golfo del Messico-valve 100^16, strie 18 in io ij..\ A. cymbìformis [A. Schm. Atlas t. XXV, f. 9] (marina: Porto Jackson, Labuan-valve 45-70 «7_i3; strie 14-17 in io u), A. antiqua (marina: deposito di Oamaru, N. Zel.-valve i3o« i3, strie dorsali 11, ventrali 11 in io V..), A. rectilincata t. IV, f. 24-25 (marina: deposito di Oamaru-valve 90 SI 5, strie dorsali 4, ventrali ó in io y.), A. fimbriata (marina: deposito di Oamaru-valve lunghe 140-180 u., strie dorsali Ó-7 in 10 fx.), A. prisca (marina: deposito di Oamaru-valve 140-160 « 16-22, strie dorsali 4-5 in io y., lineette intcrstriali 11 in io y.). 102 Nel gruppo delle Masiogloìa troviamo per la prima volta descritte : Orthone\s oamarueiisis t. Il, f. 19 (marina: Colombo (Ceylon), de- positi di Oamaru (N. Zelanda)-valve 5o « 3o), Mas to gioia Rhombulus (marina: Pansacola-valve 3o « 8, strie 21 in io a), Masi, affinìs [Dia- tomiste I, p. 1Ò3, t. XXIII, f. 19] (marina: Isole Gallapagos-valve 35 » IO, strie 12 in io ix.), Mas/, pulchella t. II, f. 27-29 (marina: Giava- valve 100 « 28. loculi 8 in io u... strie 14 in io a.), Mast. flexiiosa t. II, f. 12 (marina: Isole Pitiuse, Mar Mediterraneo-valve 30-45 :; IO» II, loculi 7-8 in io p.., strie 16-20 in io a.) Mast. exarata t II. f. 35 (marina: China e Giappone-valve ò5-8o « 27-28, loculi 5 in io a., strie 21 in io a.), Mast. arata t. II, f. 9 (marina: isola di Rhea pr. Singapore-valve 90-1 io « 33, loculi 3,5 in io a., strie 17 in io f/.). Del genere Anorthoneis Grun. descrive come nuova Anorlh. curystoma t. Ili, f. 12 (marina: Pensacola-valve circ. 40 [x. diam., strie ai margini 14, nell'area io in io a.); tra le Cocconeis trovansi Cocc. Vaii-IIenrckii t. II. f. 32-34 (marina : Madagascar-valve 35-40 « i5-24, coste 4-5 in io u., strie 18 in io a.). Cocc. [Eticocco7ieis) Letourneiiri t. Ili, f. lo-ii (marina: Colombo-valve 40-50 « 3o-33, strie nella valva super. 9, nella valva opposta io in io u.), Cocc. [D/sconets] rcticulata t. Ili, f. Ó-7 (marina : isole Gallapagos-valve 3o-35 «* 17-20, coste nella valva super. 6 in io a, strie nella valva opposta 9 in IO a). II dotto lavoro del Cleve è accompagnato da quattro tavole le quali facilitano di molto la classificazione delle numerose entità da lui proposte come nuove. Non possiamo che congratularci col va- lente microscopista di aver condotto a buon porto un sì intricato studio ed augurargli di occuparsi con uguale risultato di altri generi vasti ed intricati, scelti per esempio tra le Cryptorkaphìdecc dove tanto resta a fare agli studiosi. G. B. DE-TONI JOH. BAPt. DE TONI HERBARIUM PHYCOLOGICUM DECADES l-ll (Num. 1-20) [Collab. P. Hennings, G. Lagerheim, I. Strafforello]. Pretium it. libr. (francs) 12, PATAVlì 1896 [Àpud editorem, Via Rogati 223ó]. los J. B. DE Tomi, Herbarium phycologicum 1. Hildenbrandtia rivularis (Liebm.) J. Ag. Sp. II, p. 495, De Toni <& Levi FI. Alg. Ven. I, p. 82, De Toni Nat. sulla Hìld. rivularis (1894). Hab. ad saxa in rivulis rapide fluentibus, Galliera Veneta [32 Km. a Patavio] Italiae borealis (iegit Amalia Roberti de Toni, 1894). J. B. DE Toni, Herbarium phycologicum 2. Rhodymenia palmata (L.) Grev. Alg. Brìi. p. 93, J. Ag. Sp. II, p. òjj, Epicr. p. 329. Hab. ad L. O. Smith' s observatorium, insularum Spetsber- gensium (Iegit V. Carlheim-Gillenskiòld 1882, determ. G. La- gerheim). J. B, DE Toni, Herbarium phycologicum 3. Rissoélla verruculosa (Bertol.) J. Ag. -S^. II, p. 241, Ar- diss. vSi Straff. Eniitn. Alg. Lig. p. 184, Ardiss. Phyc. MediL I, p. i85. Hab. in scopulis aestui plus minus expositis in mari ligu- stico (Iegit. et determ. I. Strafforello). J. B. de Toni, Herbarium phycologicum 4. Polysiphonia subulifera (Ag.) Harv. in Hook. Joiirn. I, voi. I, p. 3oi, J. Ag. .S>. Ili, p. io52, Ardiss. & Straff. Efmm. Alg. Lig. n. 566, Ardiss. Phyc. Medìf. I, p. 38ó. Hab. e profunditate 40 Mctr. et ultra, retis ope arrepta, Porto Maurizio maris ligustici (Iegit et determ. I. Strafforello). J. B. de Toni, Herbarium phycologicum 5. Laurencia plnnatifida (Gmel.) Lamour. Essai p. 42, J. Ag. Sp. Ili, p. 7Ó3, Ardiss. ..^ Straff. Entim. Alg. Lig. n. 027, Ar- diss. Phyc. Medit. I, p. 33 1. Hab. circa Porto-Maurizio in alto mari ligustico (Iegit et determ. I. Strafforello). to6 J. B. DE Toni, Herbarium phycologìcum 6. Laurencìa obtusa (Huds.) Lamour. var. gracilis Kuetz. Tah. Phyc. XV, t. 64, f. c-d, Ardiss. Phyc. McdiL 1, p. 827. Hab. Porto Maurizio in mari ligustico (legit et determ. I. Strafforello). J. B. DE Toni, Herbarium phycologicum 7. Lithoderma fontanum Flah. in Bull. Soc Boi. de France T. XXX (i883), p. 102-10Ò, cum tabula!, De Toni Syll. Al- gar. Ili Fucoid., p. 809 et in Alli Accad. ponlìf. N. Lmcci T. XLVm (1895). Hab. ad saxa in rivulis rapide tluentibus, Galliera Veneta prope Patavium Italias borealis, 1894 (legit Amalia Roberti de Toni). J. B. de Toni, Herbarium phycologicum 8. Phyllosiphon Arisari Kuchn in Sii::jing^ber. naliirf. Gè- sellsch. in Halle 1878 & in Boi. Zeit. 1879, p. 32 2-325, De Toni Syll. Algar. I, Chloroph., p. 53o. Hab. in ibliis Arisari vulgaris in horto « Villa Thuret r prope Antibes Gallias, februar. 1898 (legit et determ. G. La- gerheim), J. B. DE Toni, Herbarium phycologicum 9. Hyalotheca mucosa (Mert.) Ehr. in Monaisber. Beri. Akad. 1840, p. 212, 217, De Toni Syll. Algar. I, Cìdoroph., p. 787- Hab. ad Lassby backar prope Upsaliam Suecice, mart. 1882 (legit et determ. G. Lagerheim). J. B, DE Toni, Herbarium phycologicum 10. Oocystis Naegeiii A. Br. Alg. unìcell. gen. p. 94, De Toni Syll. Algar. /, Chloroph., p. ó63. Hab. in fonte artificiali ad Constant Spring, prope Kingston ins. Jamaicse, decemb. 1892 (legit et determ. G. Lagerheim). 107 J. B. DE Toni, Herbarium phycologicum 11. Zygnema pelìosporum NVittr. Beitrag \ur Kennln. der Zygn. und Mcsoc. in Bolun. No User (1868), De Toni Syll. Algar. I, Chloroph , p. 733. Hab. in piscina horti botanici Ilavniensis Daniae, 22 au- gust. 1887 (legit et determ. G. Lagerheim). J. B. DE Toni, Herbarium phycologicum 12. Dasycladus clavaeformis (Roth) Ag. Sp. II, p. 16, Ar- diss, Pìiyc. Mcdit. II, p. 180, De Toni Syll. Algar. I, Chloroph., p. 411. Hab in mari Mediterraneo prope Cannes Gallia', februar. 1893 (legit et determ. G. Lagerheim). J. B. DE Toni, Herbarium phycologicum i3. Trentepohlia pleiocarpa Nordst. in Botan. Notiser 1882, p. 55, De Toni Syll. Algar. I, Chloroph., p. 244. Hab. in pariete caldariorum horti botanici Vindobonensis Austriae, octob. 1882 (legit et determ. G. Lagerheim). J. B. DE Toni, Herbarium phycologicum 14. Chaetophora Cornu-Damae (Roth) Ag. Sysi. p. 29, De Toni Syll. Algar. I, Chloroph., p. i8ó (var. linearis), P. Men- ni ngs Fhyc. march, n 7. Hab. in fonte quadam lacus « Mùggelsee » dicti Germanias, sept. -octob 1892 (legit et determ. P. Hehnings). J. B. DE Toni, Herbarium phycologicum i5. Prasiola Cornucopise J. Ag. Till Algem. Svstematik VI, p. 8ó, t. III, f. Ti-7-\- De Toni Syll. Algar. I, Chloroph., p. 144. Hab. in lapidibus in vicinitate maris, Tromsòamt, Jàgervan- det Norvegia^, jul. 1893 ( legit et determ. G. Lagerheim). J. B. DE Toni, Herbarium phycologicum 16. Monostroma Grevillei (Thur.) Wittr. Monostr. p. 57, t. IV, f. 14, De Toni Syll. Algar. l Chloroph., p. io3. Hab. in regione littorali ad Tromsoe NorvegicC, 22 jun. 1893 (legit et determ. G. Lagerheim). io8 J. B. DE Toni, Herbarium phycologicum 17. Enteromorpha intestinalis (L.) Link (f. aqu^ dulcis) in Nees HorcB pìiys. hcroì. (1820), p. 3, De Toni Syll. Aìgar. I, Chiaro ph., p. I23. Hab. in piscina Slottsdammen dieta, ad Carlberg prope Holmiam Suecios. jun. 1881 (legit et determ. G. Lagerheim). J. B. DE Toni, Herbarium phycologicum 18. Calothrix Braunii Born. et Flah. Revis. Nostoc. hétcroc. I, p. 3Ó8, Mas/ìchoncma caspilosu/n A. Br. hcrò. non Kuetz. nec Rabenh. Hab. in asseribus aquariorum horti botanici Berolinensis Germanica novemb. 1898 (legit et determ. P. IIennings). J. B. DE Toni, Herbarium phycologicum 19. Nostoc punctlforme (Kuetz.) Hariot in Jouni. d^- Bota- nìquc V, 1892, p. 29-32, De Toni Mise. phyc. II ser., n. IV, Nostoc Hcdcrulac Menegh. in Kuetz. Sp. p. 287. Hab. in trunco Gunneras sp., Canzacoto, Prov. Pichincha Equatoriae, aug. 1891 (legit et determ. G. Lagerheim). J. B. DE Toni, Herbarium phycologicum 20. Porphyrosiphon Notarisii (Menegh.) Kuetz. Tab. Phyc. II, p. 7, t. 27, f. I, Gomont Monogr. Oscill. pag. Ó9, t. XII, f. \-2^ De Toni Aìgce abyssinicce (1892), p. 270. Rab. ad basin rupium montis Sevan (altit. 1600 iMetr.) in Abyssinia, 1891 (legit Prof. O, Penzig, determ. J. B. de Toni). A PROPOSITO DEL DISCORSO INAUGURALE TENUTO NELLA R. UNIVERSITÀ DI ROMA DA ROMUALDO PIROTTA PROF. ORD. DI DOTANICA PRESSO QUELLA UNIVERSITÀ Cave ne ohservadonis erroris causa^ conidia fiinr/ornm delineas ohversa >. Riproduciamo, sottolineandole nei punti che ci sembrano piii im- portanti, queste poche righe, tolte da un giornale di Roma 'j, come saremo lieti anche in avvenire di pubblicare altri articoli^) riguar- danti il Professore cav. Romualdo Pirotta, incaricato di leggere la prolusione inaugurale per la riapertura solenne degli Studi nella R, Università di Roma (anno scolastico 1893-94). a .... Appena il Ret- tore ebbe finito, cedette il posto al professor Pirotta, il quale con iuiia la gravità, d'un docente in cattedra, nonché in marsina e cravatta bianca, cominciò a svolgere il suo tema: Una pagina di storia della biologia. Da principio:, tutti s'interessarono vivamente facendo segni di simpatico consenso, mentre l'oratore affermava; Il botanico ammira e si commuove davanti ai fenomeni della natura. Ma sia che non tutti fossero botanici, sia che capissero in altro modo i fenomeni, fatto sta che man mano gli studenti, a cinque, a sei per volta se ne andarono a godere meglio la natura all'aita aperta^ fumando una sigaretta e ciarlando alla confortante gloriosa luce del sole. Le signore ascoltavano con attenzione religiosa le più dotte ricerche intorno al protoplasma, signor sì, ma con la coda dell' occhio, illuminata d'invidia, seguivano gli studenti che pas- seggiando nei corridoi, parlavano d'altri protoplasmi. ') Il Don Chisciotte di Roma Anno I, n. 22, Domenica 5 Nove:iibre 18)3, con molti puppazzetti caratteristici. -') Vedi Tribuna, giornale di Roma, n. 310-311 (Anno 1893), E qui rni si permetta un'osservazione e anche due. Prima di tutto, perchè poi quell'apparato funebre dell'aula, invece di lasciar pene- trare liberamente la luce del sole? E poi — nessuno più di me ammira la biologia e la botanica, nemmeno più di me ha un rispetto quasi cieco del protoplasma — ma dal momento che s'invitano tante signore perchè non scegliere argomenti storici, letterari, estetici, più adatti per simile uditorio Si risponderà che l'Università si riapre solo per gli studenti, ma al lora perchè disturbare tante signore? Questo sia detto senza far torto all'ottimo professor Pirotta, ■ quale entrò ardito nell'argomento, sottilmente analizzando l'attivité^ il lavorio meraviglioso che si compie, noi inconsci, negli eleraent primi della vita vegetale e animale, cioè la cellula, le sue trasfor mazioni, i suoi derivati, le sue produzioni. L'uditorio, silenziose ascoltava.... ». Ci riserviamo, se avremo in dono dal prof. Pirotta una copia de discorso, di analizzarne tutta V originalità. Infatti non ci risulta cìk l'attuale professore di botanica dell'Università Romana abbia di prò prio pubblicato cosa alcuna di fisiologia sugli elementi cellulari. Deve adunque trattarsi di qualche contribuzione inedita del Pirotta, cli^ noi conosciamo segnatamente per i lavori micologici, su cui ci risero veremo a dire in un prossimo fascicolo del nostro giornale. Poche pagine rubate all'algologia in un periodico, che ci costa gravi spese e che non è sovvenuto da alcuno, verranno accolte con favore quando lo scritto tenda ad avvertire gli scienziati italiani e stranieri del merito positivo o negativo di lavori scientifici di chi in Italia ha tanta influenza nei giudizi emanati sul valore della gioventù. Il motto del nostro giornale è stato e sarà sempre finche duri la vita sua e di chi al presente lo dirige «Frangar, non flectar». IL DIRETTORE G. B. DE Toni Si invitano gli illustri prof. G. Gibelli, 0. Penzig e R. Pirotta, giudici im- parziali nei concorsi universitarii, a confrontare la vera Valonia Aegagro- pila raccolta da me e pubblicata nel I fascicolo della Pliycotheca italica al n. 25 con la Valonia falsa edita dal Levi-Mouenos nel IV fascicolo della stessa collezione.... E questo fia suggel ch'ogni uomo sganni! «Frangar, non flectar» Serie VII Ottobre 1896 LA NUOVA NUl A uai ttiMffl m SII» ILI IH REDATTORE E PROPRIETARIO G. B. DOTT. DE-TONI LIBERO DOCENTE PRESSO LA R. UNIVERSITÀ DI PADOVA, SOCIO CORRISP. DEL REALE ISTITUTO VENETO DI SCIENZE, LETTERE ED ARTI, SOCIO PERPETUO DELLA SOCIETÀ BOTANICA ITALIANA, MEMBRO ORDINARIO DELLA SOCIETÀ IMPERIALE DEI NATURALISTI DI MOSCA E DELLA SOCIETÀ BOTANICA pi BERLINO, SOCIO CORRISP. DELLA SOCIETÀ DANESE DI BOTANICA, f.-ELLA SOCIETÀ NAZIONALE DI SCIENZE NATURALI E MATEMATICHE DI CIIERBOURG ECC. ECC. SOMMARIO Borge O. : Uebersicht der bishor ei'scheinenden Desmidiaceen-Litteratiir VI. — Lltteratura phycologrica. — Roconsiones. — G. B. do Toni: In morte di Francesco Saccardo. — Index. ADPvE^Siai TOUT CE ÒUI CONCEllNC LA « NUOVA NOT ARISTA » à M. LE DoCT. G. lì. DE-TONI YIA ROGATI, 223G, PADOVA (ITALIE) Prix d'abonnement pour les années 1890-96 Francs 105 Pri.\ d'aboiinement pour les années 1886-89 dii Journal d'algologie «Notari;>ia» francs 60. Padova, Tip. Semiaario. ottobre 1896 LA NUOVA NOTARISIA PROPRIETARIO E REDATTORE DoTT, G. B. DE TONI Via Rogati, 2236, Padova (Italia). Uetersicll t iien ersclieieiflen Desiiiiaceefl-Litleralir von O. Borg-e (Upsala) VI 1. Alexenko, A, Matériaux pour servir à la flore des algues du gouvernement de Kharkow (Levedin et Sumy), (Trav. d. I. soc. d. natur. à Tuniv. de Kharkow. T. XXVlll. 1894). 52 pag. Kharkow. 1894. Die Arbeit ist russiseli geschrieben ! 91 Desmidiaceen werden ver- zeichnet. 2. Bailey, F. M. Contributions to the Queensland Flora. (Departm. of AgricLilt., Brisb. ; Bull. n. 20; Bot. Bull. n. VI). Brisbane 1893. 58 + IV t X pag., 19 tab. Die Arbeit macht eine Flora der Sùsswasseralgen Queenslands aus. Die Zahl der Desmidiaceen betriigt 4^. Die Diagnosen sind eng- lisch wiedergegeben. Die meisten Desmidiaceen sind abgebildet durch Kopien aus anderen Arbeiten, am meisten aus denen von Cooke. Die Zahl 42 muss doch auf 41 reduciert werden, weil Onychonenia fili- forme Roy et Biss. sowohl unter diesem Namen (pag. 39) als unter dem Namen SphceroTOsnia filiforme Rab. (pag. 38) aufgezàhlt wird. Die Arbeit wird mit einem Wortregister abgeschlossen, das Erklà- rungen der meisten wissenschaftlichen Ausdrùcke in der beschreiben- den Kryptogamie enthàlt. Dieses kònnte doch ein wenig voUstàndi- ger gewesen sein. Was desmidiologische Ausdrùcke betriift, entbehrt man z. B. Erklàrung so gewòhnlicher Wòrter wie «Isthmus», « Pyre- noide », « Chromatophore ». no 3. Bennett, A. W. Non-sexual formation of spores in the Desmi- diacete. (Rep. of the -ói meeting of the British Assoc. for the advanc. of se. held at Cardiff in Aug. 1891, p. 678). London 1892. Verf. hat Parthenosporen in Clostentuii lanceoìaium Kuetz., eine oder zwei in jeder Zelle, gefunden. 4. Borge, 0. Sùsswasser-Chiorophyceen gesammelt von Dr. A. Osw. Kihhiìan im nòrdlichsten Russland, Gouvernement Archangel. (Bih. till K. svenska Vet.-Akad. Handl. Bd. 19. Afd. IH, n. 5). Stock- holm 1894, 41 P^g-5 3 Tab, 181 Desmidiaceen werden verzeichnet. Folgende Arten und Va- rietàten sind neu: Cosmaritim speciosum Lund. 7 rossicum n. v. p. 21. Var. minor cre- nis semicellularum 14-16, isthmo latitudini apicum angustiore granulis in seriebus verticalibus fere invisibilibus. Dim. 34-36 « 26-29 ^ 10- 12 [}■.; lat. ap. i3-i4 ìj-. d rectangiilare n. v. p. 21, T. II, f. 16. Var. fere rectangularis ; semicellulis ad dorsum subito attenuatisi crenis 14(5 + 4 f- 5); gra- nulis asgre conspicuis (granulas verticales non vidi); a lat. visis apice lato truncato. Dim. 39-42 » 23-25 « 14-1Ó a. C. cyclicum Lund. ,3 truncatum n. v. p. 21. Var. dorso truncato leviter v. vix quadricrenato. Dim. 5i-57 => 52-59 « 17-19 [J-. Cfr. W. et G. West in Journ. of Bot. 1895 (Some recently pubi. Desm. pag. 3) ! C. crassangulatum n. sp. p. 25, T. II, f. 23. C. subquadratum, paullo longius quam latius, profunde constrictum sinu mediano lineari angusto; semic. semiellipticai, dorso medio truncato, ventre plance, angulis superior. late rotundatis, angulis infer. verruca robusta in- crassatis; a lat. fere circulares sed apice abscisso; e vert. subrhomboi- dese, medio ventricosas. Membr. glabra. Dim. 36-37 « 32-33 <=> io ,a.; crass. 25 ..; lat. ap. = crass. 19,5 u. Etiastrum acutilobiim n. s. p. 33, T. Ili, f, 36. E. fere duplo lon- gius qu. latius; semic. fere triangulares basi rectae v. subreniformes, angulis inferioribus rotundatis, medio utrinque verruca instructae, apice incisura hianti bilobulatae; lobuli acuti; a lat. 3-lobae, lob. ba- sai, minoribus rotundatis, lobo poi. sensim attenuato apice acuto; a vert. fere cruciformes, utroque polo intra marginem verrucis 2 in- structo. Dim. semic. 26*29» ^0,5 a. E. denticulatum (Kirch.) Gay [j rossicum n. v. p. 33, T. Ili, f. 37. Semic. trilobas; lobi polares utrinque dente acuto prominenti, intra marginem utrinque granulis 3 ornato ; lobis basai, tridentatis intra marginem granulis 3 ornatis; marginibus loborum basalium diver- gentibus, cum iisdem alterae semicellulae angulum obtusum egìcien- tibus. Membr. in centro semicellulae granulis 3 et supra isthmum tuberculo uno ornata. Semic. a lat. ovatas utrinque tumore tricre- nato, e vert. ellipticas utrinque tumore trigranulato praeditos. Dim. 3 1 -(semic.) 16 == 21-23 ^ 5-6,5 [u E. octangulare n. s. p. 34, T. Ili, f. 38. Semic. triangulares apice truncato utrinque dente tirmo prominenti; lateribus dentibus 4 prae- ditis, infimis 2 minoribus intcr se appropinquatis, ceteris 2 majori- bus; intra marginem utrinque dentibus 4; membr. in centro semi- cellulos tu mori bus 2 et supra isthmum i instructa. Semic. a vert. oblongte angulis 8 prominentibus instructae. Dim 68-71,5 « 45,5- 49 « I2-l3 fJ.. W, et G. S. West zeigen, dass die Art mit E. Crameri Rac. Desm. nowe synonym ist; das ist ganz richtig; leider batte Verf. die Ar- beit von R. noch nicht gesehen. Micrastcrias Crux-Melitensis (Ehrenb.) Ralfs /3 simplex n, v. p. 35, I 12 T. IH, f. 40. Var. lobulis superioribus loborum basalium et lob. in- fer. loborum intermediorum in dentes mutatis. Membr. glabra. Dim. 97,5-(semic.)52 « 84,5-94 « 14-17 /• M. iropica /3 polonica Rac. Forma membr. dense spinis uncinatis regulariter (series a basi semicellulaì) dispositis. Semic. a ventre visse fusiformes spinis ornata^ ; tumore basali granulis 2 ornato. Dim. se- mic. 58,5-(cell.) 123,5 2 101-104 « 16-17 a. Pag. 36, Tab. IH, t. 41. Staurastrum brevispina Bréb. ,/3. retusum n. v. p. 36, T. IH, f. 42. Var. semicellulis altioribus qu. in f. typ., apice leviter retusis. Dim. 43-48 « 36-39 « 13-14 [J: S. hexacerum (Ehrenb.) Wittr. ,5 ornatum n. v. p. 37, T. IH, f. 43. Var. duplo fere majus qu. f. typ., semicellulis supra isthmum serie granulorum prasditis; e vert. visis 4 v. 5-gonis, brachiis levissime curvatis, intra marginem serie granulorum geminorum ornatis. Dim. 39-43 * 45,5-52 = 14-17 ÌJ-. Uebrigens sind Formen folgender Arten abgebildet. Closteriuni attenuatmn Ehrenb. (T. I, f. 6), C. acerosiun ,0 suhan- gustum Klebs (T. I, f. 7), C. parvulum Naeg. (T. I, f. 8), C. Leìblei- nii Kùtz. (T. I, f. 9,10), C. Ehrenbergii Menegh. (T. I, f, 11), Pe- nium lamdlosum Bréb. (T. I, f. 12), Pleurotoanium truncaiam (Bréb.) Naeg. (T. I, f. \'ò\ Kanthidium cristatum Bréb. Forma semic. dissimi- libus (T. II, f. 14), Cosmarium ?narganÉiferum [Turp.) Menegh. [T. \\, f. i5), 6. curtum (Bréb.) Ralfs (T. II, f. 17), C. cucumis Corda Forma semic. dissimilibus (T. Il, f. 18), C. qtiadrahini Ralfs (T. II, f. 19^, C. globosum Bulnh. (T. II, f. 20,21), C. Hammeri Reinsch (T. II, f. 22), C. Meneghina Bréb. (T. II, f. 24), C. Menegh. 0 granatoides Schmidle (spàter von S. als Art aufgestellt, C. granatoides Schmidle Chloro- phyc. FI. Torfstiche zu Virnh. p. 52) (T. II, f. 25), C. Menegh. . lieìn- schìi Istv. (T. II, f. 26), C. sexangulare Lund. (T. II, f. 29), C Bi- cardia Reinsch (T. HI, f. 33), Arthrodesmus convergens Ehrenb. (T. IH, f. 34, 35), Euastrum spec ad E. Turneri West (T. IH, f. 39), Stau- rastrum spec. (nahe S, paradoxum [6 fusiforme Boldf) (T. HI, f. 44). 5. Eichler, B. Materyaly do flory Wodorostów okolic Miedzyrzeca. (Pamietnik Fizyjograficzny. T. XIII, 1893). P. 53 63, i Tab. Ist polnisch geschrieben ! 78 Desmidiaceen werden verzeichnet. Cosmarium varìolatum v. cataractnm Rac. macht der Verf. zu einer Art mit dcm Namen C. cataractum p. 60. Brieflich bin ich unterrich- tet, dass es pag. 61 Z. 24 E. binale v. elobatum heissen soli statt il. elobatum. Formen von folgenden Arten sind abgebildet: Cylin- drocyslìs Brebissonii Menegh., Closterium Cynthia De Not., Cosma- »«3 rìum pseudonitiduìmn, C. nasiiinni Nordst., C. rcctangiiìarc Grun., C. letrachondrum Lund. (f. compressa), C. orihogonum Delp , Xanthi- dium cristaium Bréb., X. crisi, v. iincinatum Bréb., Euasirum oblon- giim Ralfs (f. monstrosa), E. venusium L.und. und Micrasterias tnin- cata Bréb. (f. lata). 6. Franzé, Rudolf H. Ueber einige niedere Algenformen (Separat- Abdr. aus der « Oesterr. botan. Zeitschr. » 1893, n. 6 u. ff.). 24 pag., I Tab. und 2 Einzelfigg. Bei PleiLrotcBniam Trabecula (Ehrenb.) Nàg. (Tab. XIII, fig. 3, 4) fand Verf., dass der Chromatophor aus 10-12 Chlorophyllbandern besteht, wàhrend vorige Verff. hòchstens 6-7 gefunden. Closterium Trabecula Ehrenb. Infusionsthierchen T. VI, f. II. 1 ist nach dem Verf. mit Pleicrot. iruncatum identisch. Arihrodesmiis convergens (Bréb.) Ehrenb. (T. XIII, f. 2j zeigt zahl- reiche Uebergànge zu A. Incus (Bréb.) Hass. Die Stachein sind ein- fache Fortsàtze der Zellmembran. Bei Ilolacantlium fasciculatum (p. 22, fig. 2) waren die Stachein bald wie bei A. convergens, bald setzte sich in dieselben das Lumen der Zellen fort. 7. Gutwinski, R. Staw Tarnopolski. (Topografia, fauna i flora z szczególniejszem mvzglednieniem glonów). (Der Teich von Tarno- pol. Beschreibung, Thiere und Pflanzen - mit besonderer Berùck- sichtigung der Algen). (Nadbitka z J. Rocznika kólka naukowego tarnopolskiego). Tarnopol 1892, i5 pag. Da die Arbeit polnisch geschrieben ist, so ist mir die Einleitung und Beschliessung unverstàndlich geblieben. - 14 Desmidiaceen wer- den verzeichnet. 8. Johnson, L. N.. and Atwell, C. B. Freshwater algae. (Rep. of Dept. Nat. Mist. Northwestern University. 1890'. Nicht gesehen ! 9. Koslowski, W. Przyczynek do tlory wodorostów okolic Wars- zawy. (Pam. Fizyogr. Tom XIII), Warszawa 1895. Pag. Ó5-73. Ist polnisch geschrieben ! 34 Desmidiaceen werden verzeichnet, darunter cine neue Art: Cosmarìum Raciborski n. sp. p. 71. [=^ C. sp. I^acib. Desm. po- lon. p. 19, T. II, f. i5). C. mediocre, paulo longius qu. latius, pro- funde constrictum, sinu anguste lineari, extrorsum dilatato; semicell. subreniformibus, lateribus truncatis dorso late rotundato; cytioder- mate granulato. Nuclei amylacei bini in utraque semicellula. A vert. oblongum medio tumore utrinque pra:;ditum. Lg. 4Ó ;j.. Dieser Name kann doch nicht beibehalten werden ; es giebt nàm- it4 lich schon frùher ein C. Raciborskii Lagerh. Krit. Bemerk, zu Desm. in Oefvers. af K. Vet.-Ak. Fòrh. 1887, p. 53/ (= C. Nordstedtii Ra- cib. Desm. ok. Krakowa). 10. Loew, 0. Ueber das Verhalten des Azoimids zu lebendcn Or- ganismen. (Ber. d. deutsch. Chem. Gesellsch., Jahrg. 24, Bd. i. p. 2947-2953). Berlin 1891. — Die Wirkung des stickstoffwasserstoffsauren Natriums auf Pflan- zenzellen. (Botan. Centralbl. Bd. XLVIII. p. 25o-25i). Cassel 1891. In einer Lòsung von i p. m. N3 Na begannen die Desmidiaceen nach 3 Tagen abzusterben ; nach 5 Tagen waren sie ganz abgestor- ben. Fùr andere Pflanzenzellen (mit Ausnahme anderer Algen und Sprosspilze) ist der Salz ein viel intensiveres Gift. Der Verf. zeigt. dass das Azoimid durch katalytische Zersetzung Ammoniak licfern kann und sucht dadurch die Wirkung desselben auf Algen zu er- klàren. 11. LiitkemiJlIer, J Einige Beobachtungen ùber die Poren der Desmidiaceen. (Verhandl. d. k. k. zool.-bot. Ges. in Wien. Jahrg. 1893, Bd. XLIII.) Wien 1894, pag. 38. Ist nur cine vorlaufige Mitteilung. -- Bei gròsseren Closterium- Artcn wurden zahlreiche feine Poren nachgewiesen, deren Porenfà- den keine Endanschwellung besitzen, Mehrere Penium - Arten haben auch Poren, aber die Porenfàden enden knòpfenfòrmig. Die Poren besitzenden Closterium - und Penfum- Avten entbehren vollstandig einer GalIerthùUe. Xanihidìum armatum Bréb hat grosse, gewùrznelkenfòrmige End- organe der Porenfàden, welche von einem centraien Canale durch- bobrt sind. Es scheint, als ob bei X.. armatum, Pìeurotceniopsis tur- gida (Bréb.) Lund. und P. tessellata (Delp.) De Toni neben den gro- ben noch àusserst feine Poren vorhanden seien. 12. Liitkemiìller, J. Ueber die Chlorophoren der Spirota^nia obscura Ralfs. (Verhandl. d. k. k. zool.-bot. Ges. in Wien. Jahrg. 1893. Bd. XLIII). Wien 1894, pag. 38-39. Die Chlorophoren diescr Species stimmen mit denen dar Gattung P^72m;7? im wesentlichen ùberein : ein centraler Chlorophyllstrang mit einer* Reihe von Pyrenoidcn, von welchcn Lamellcn gegen die Zell- wand abgehen, welche spiralig gedrcht und gegen aussen verdickt sind. i3. Mòbius, M. Australische Sùsswasseralgen. II. (Abhandl. d. Sen- ckenberg. naturforsch. Ges. Bd. 18. H. 3) Frankfurt a. M. 1894, Pagg. 3o9-35o; 2 Taf. 24 Desmidiaceen werdcn aufgenommen. Eine neue Varietat wird beschrieben : PìeurolcBuiiim ovaium Nordst. v, inermiiis n. v. p. 339, T. II, f. 18, 19. Var. celi, minoribus (270 u. longis) et processubus destitutis. Formoli folgender Arten werden abgebildet : Penium spec. (nov. ?), Docìdìum coronulatum Grun., Cosmarium spec. (nov. }) und Eiiastrum verriicosum Ralfs. Alien Arten werden Anmerkungen beigefùgt nebst Angaben ihrer Ausbreitung. 14. Poetsch, J. S., und Schiedermayr, C. B. Nachtràge zur syste- matischen Aufzahlung der im Erzherzogthume (Esterreich ob der Enns bisher beobachteten Samenlosen Pflanzen (Kryptogamen) von — — , herausgegeben von der K. K. zoolog. bot. Ges. in Wien im Jahre 1872. Unter Mitwirkung der Herren M. Heeg und S. Stock- mayer bcarbeitet von C. B. Schiedermayr. (Herausgeg. von der K. K. zool.-bot. Ges. in Wien). Wien 1894. 216 p. I. Classe Algae von S. Stockmayer (Desmidiaceas p. 39-5 ij. Pagg. 23-24 enthalten ein Verzeichniss der Algenlitteratur dieser Gegenden. Folgende Formen sind in dieser Arbeit fùr Oberòsterreich zuenst constatirt: MesotcBiiium micrococcum Kirch., M. Braiinìi v. minor V)q Bar. (die der Vert". tur identisch mit M. micrococcum Kirch. hiilt) Cr- lindrocystis Brebissouii v. Jenneri Reinsch, Penium ciirium Bréb., Clo- slerium Prilchardianiim Arch., Spiroticnia iruncata Arch., Pleiirolcc- niiim truncatnm Naeg.. Cosmarium suhglobosum Nordst., C. crenatum Ralfs (f. 3o [).. longa, 20 a. lata, polis leviter truncatis, hic fere inte- gris (crenis 3 levibus), in utroque latere crenis 7 manifestis), C. stib- laìiim V. minus Eùtkem. i5. Q. M. C. excursions, 1888. (Journ. Quekett Microsc. Club, scr. II, Voi. IV, n. 28, 1891. Pag. 268-274) London 1891. 1 1 Desmidiaceen werden erwàhnt aus The gardens of the Roy. Bot. Soc. of London, Keston und Totteridge. lò. Q. M. C. excursions, 1889. (1. e N. 29, pag. 323-329). Lon- don 1 89 1 . i5 Desmidiaceen werden erwàhnt aus Ha^es und Keston Com- mons und Wood Street. 17. Q. M. C. excursions, 1890 (1. e voi. V, n. 3i, 1892. Pag. 75- 83^. London 1892. 3 Desmidiaceen werden erwàhnt aus Staines. 18. Q. M. C. excursions, 1891. (1 e Pag. 83-91). ii6 Eine Desmìdiacee wird erwilhnt aus Richmond Park. 19. Q. NI. C. excursions, 1892. (1. C. N. 32, 1893, Pag. 2Ó9-279) London 1893. 3i Desmidiaceen werden ervvahnt aus Snaresbrook, Loughton, Putney Heath, Oxshott und Hayes und Keston Commons. 20. Q. M. C. excursions, 1893. (1. e N. 34, 1894, Pag. 397-410). London 1894. 16 Desmidiaceen werden erwàhnt aus Snaresbrook, Woking, Rich- mond Park und Wood Street. 21. Q. M. C. excursions, 1894. (l. e voi. VI, n. 36, 1895, pag. 63- 75). London 1895. 8 Desmidiaceen werden erwàhnt aus Royal Botanic. Garden, Chingford, Enfield, Herthford Heath, Oxshott, Woking, Keston und Staines. 22. Schmidie, W. Algen aus dem Gebiete des Oberrheins. (Ber. d. Deutsch. bot. Ges. Jahrg. 1893, B. XI, IL io. P. 544-555. Tab. XXVIII). Berlin 1893. Das Sammlungsgebiet der in dieser Arbeit verzeichncten Algen ist dasselbe wie in der Arbeit des Verf. « Beitràge zur Algenflora des Schwarzwaldes und der Rheinebene » in den Ber. d. Naturforsch. Gesellsch. zu Freiburg i. B. 1898. 63 Desmidiaceen werden verzeichnet. Folgende sind neu : Sphcero'xosma neglecium n. sp. p. 546, T. XXVIII. F. i3. S. mini- mum, 6 []■. lat., 8-12 [X. long., cellulis rectangularibus incisura non ita profunda, ampia, intus rotundata, lateribus semicellula3 convexis, angulis omnibus rotundatis, rcctis, apice truncato, cellulis arcte con- nexis, muco gelatinoso et isthmis connectivis destitutis, membr. ut videtur levi v. subtiliter punctata. W. et G. S. West nennen die Form Spojidylosìum neglecium (« Some recently published Desmidiccie » in Journ. of Bot. 1895). Dìsphynctiuni verrucosum n, sp. p. 547, Tab. XXVIII, F. 3. Semic. rectangularibus; lateribus subtilissime convexis, paulum convergenti- bus, grosse 2-3-undulatis ; angulis inferioribus et superioribus rotun- datis; apice subconvexo, 4 grosse undulato, incisura angusta, non profunda, membr. undique verrucis magnis, paucis, late rotundatis ornata, pyrenoide singulo ; semic. e vert. visis ellipticis, margine un- dulato. Dim. 24 » 20 \i. Penium adelochondrum Elfv. v. punctata n. v. p. 547, t. XXVIII, F. 2. Celi. ca. 48 y. longos, 17 a. latae, medio non v. leviter con- stricta;, ad apiccs paulum attenuata:, apicibus rotundato-truncatis, 117 membr. ubique dense (non sparsis granulis segre conspicuis) et di- slincte punctato-granulata. Obs. ! In den Sonderabdrùckcn hat der Vcrf. in der Figurener- kliirung hinzugefùgt, dass die Figur « dichter punctirt und am Schei- tei mchr abgestutzt-abgerundet » sein solle. Closterium Leibleinii v. minima n. v. p. 54S, t. XXVIII, F. i. Dim. 84» 17 a., celi, apicibus rotundatis. Nach dem Verf vielleicht identisch mit C. monotcsnium Arch. odcr C. australe Ehrenb. Cosmarium Iceve v. tuidulaia n. v. p. 648, t. XXVIII, fìg. 5. La- tcribus leviter sed distincte undulatis. Zu dieser Varietiit will der Verf. auch C. Men&ghinii v. cranidatum F. Hansg. in Sitzungsber. d k. Bòhm. Ges. d. Wiss. Mai 1891, p. 332 rechnen. C. vexatum West v. concavum n. v. pag. 55o, t. XXVIII, F. 21. Later. non convexis sed paulum concavis, dorso producto et tron- cato non levissime subundulato. Dim. 52-56 « 4Ò-5o u. C. umìulaium Corda v. obtumtuvi n. v. p. 55o, t. XXVIII, F. 11. Celi, ellipticae longiores qu. latiores, apice subtruncatae, lateribus con- vexis undulatis, membr. marginem versus granulato-plicata, medio leviter punctata. Dim. 48-56 =* 42-48 u. Fjiastrum subamcenum n. sp. p. 552, t. XXVIII, F. 14. E. parvum rectangulare, tam longum qu. latum v. paulo longius; semicell. tri- lobis, lob. basai, a lobo polari incisura intus rotundata discretis, bi- v. trilobulatis; lobo polari apicem versus dilatato, lateribus ('lobi) indi- stincte sinuatis, apice recto truncato, angulis superior. acutis (indi- stincte spinosis), incisura apicali profunda. Membr. subpunctulata, in media semicellula tumore ornata. Dim. ca. 24 «21 y.. Statiraslrum hexacerinn v. subdilatatum n. v. p. 552, t. XXVIII, F. 18. Semicell. aut forma variationis semicircularis Wittr. aut piane ellipticae basi convexo ; angulis subproductis truncatis v. truncato- rotundatis et saepe spinulis tenuissimis ornatis. Membr. granulata; granuke in series circulares dispositaj. E vcrt. triangulares lateribus subconcavis, angulis late truncatis, saepe subinflatis et binis spinu- lis ornatis. ò\ semirìnm v. Nigrcs-silva; n. v. p. 553, t. XXVIII, F. 19. Membr. omnibus partibus granulato -punctata ad angulos binis v. ternis se- riebus circularibus verrucarum ornata. Dim. 42-56^40-52 u. S. muricatnm v. sub tur ges e ens n. v. p. 554, t. XXVIII, F. 20. Dim. 48*42 f/; incisura profunda, ampia, intus rotundata, extus am- li8 pliata, semicell. cUipticis, granulatis (granulis acutis parvis in series circulares dispositis), e vert. triangularibus, angulis late rotundatis, lateribus concavis, medio parva areola triangulari nuda. S. suhhrehissonii n. sp. p. 554, ^ XXVIII, F. i5. Dim. 5o-7Ò « 40-Ò2 p..; celi, spinis longis tenuibus in series concentricas et hori- zontales dispositis ornatae; spinae angulorum maxim^u, ad mediam partem diminutac. Semic. a fronte ellipticae, e vert. triangulares, an- gulis rotundatis, lateribus subconcavis, in medio apice areola nuda circulari ornatae. Membr. ubique punctata. Incisura profunda, intus acuta, extus ampliata; pyrenoide singulo. S. varians v. hadense- n v, p. 554, t. XXVIII, F. 16. S. paulo major, tam longum qu. latum (40 u.); a fr. ut in f typ., e vert triangulare, lateribus non convexis, sed subconcavis, semic. pyrenoide singulo, ceterum ut in f. Rac. Desm. polon. p. 3o, t. Ili, f. tìt, h, e. Betreffs Cosmarium hthmium West behauptet der Verf., es sei eine Var. des C. Portianum. C. confiistim subsp. amhigiium West rechnct der Verf. zu C. subthoUforme Rac. Stauraslrum subarcuaiuvi Wolle und S avìcula v. vcrrucosum West vereinigt der Verf. mit ^S. siih- crucìatiim Cooke et Wills (Cfr. West, New Brit. Freshw. Algas in journ. Roy. Micr. soc. p. io). aS^. Simonyi v. gracile Lùtkem. soli mit S. NicrrcB-Silv(£ Schm. identisch sein. o Uebrigens werden Formen folgender Arten abgebildet: Cosma- rium Meneghina f. rotundata Jacobs., C. tetragonum v. Lundelliì Cooke, C, Portianum Arch. mit v. orthostichum Schm., C Botrytis Menegh. (f. lata), C. subcrenatum v. Nordsiedtii Schm., C. Boeckii Wille, Siati- rastrum margarìtaceiim Ehrenb. 23. Tilden, Josephine E. List of Freshwater algae collected in Min- nesota during 1894. (Minnesota botanica! studies. Bull. n. 9 of the Geolog. a. Natur. Hist. Survey of Minnesota. Part. 5, March 5, 1895, p. 228-237). Minneapolis 1895. Unter anderen Algen werden auch Closierium acerosum (Schrank) Ehrenb. und Cosmarium subcrenatum Hantzsch verzeichnet. 24. Trybom, F. Ringsjòn i Malmòhus lan, dess naturforhallanden och fiske. (Meddel. fr. Kongl. Landtbruksstyr. n. 4 ar 1893 (n, i3)). Stockholm. 1893, 48 pagg., i Karte. Die Algen sind von Prof. N. Wille bestimmt. Mchrerc Desmi- diacecn sind im See, besondcrs auf den Characeen, angetroffen. 2 5, Walmsley, W. H. The preparation of Desmids. (Journ. micr. nat. Sci.: Jour. Post. Mie. soc. and Weley nat, Soc. O. S. v. 9, 1890). Nicht gesehen 1 119 20. West, W. New british Freshwater Algas. (Journ. R. Micr. soc. 1894). 17 pag., 2 tab. 43 Desmidiaceen nebst einigen Varietaten und Formen werden verzeichnet; keine von diesen sind frùher in Grossbritannien gefun- den. Folgende sind neu : Spondylosiuni pulchcllnm Arch. v. pyramidaium n. v. p. 3, f. 8. Var. semicell. pyramidatis, iateribus subrectis, ad apices latissime truncatis; isthmo angustiorc. Dim. lo-ii » 8,6-9,6 * 2-2,6 p.; lat. ap. 5,8-5,9 \>,\ cr. 4,8 p. Pleurotcp-niuin truncatum (Bréb.) Naeg. v. granulattuìi n. v. p. 3. Var. cum granulis confertis sed distinctis ordinatis, ambitu subpa- pilloso. Dim. 405 =; 55 ..■. Closterium interinedium Ralfs v. hihevnìciim n. v. p. 3, f. 2. Var. celi, subrectis apices versus subito inclinatis et attenuatis; striis 5 in 8,3 [3: Dim. 290 « 19 f;.. C. snhpronum n sp p. 3, f. 3. C. angustissimum, circ. diametro 100-plo longius, rectum, levissime curvatum prope apices, lineare, utrinque a medio semicellularum longe attenuatum, apicibus obtu- sis sed angustissimis; membr. achroa et glabra. Dim. 427 « 3,7 a. Penìum inconspicuum n, sp. p. 4, ^0,0,. 6, 7. P. minutissimum, 3 -pio longius qu. latius, cylindrico-fusiforme, ad apices subtrunca- tum, medio distincte sed leviter et gradatim constrictum ; a vert. cir- colare ; membr. levi et achroa. Dim. i5-i 7 « 4,8-5,4 a. P. Clevei Lund. v. crassum n. v. p. 4, f. 5. Var. celi, diametro 2-plo longioribus, Iateribus convexioribus, ad utrumque polum gra- nulis minoribus, pyrenoid. singulis, magnis. Dim. 80-98 « 42-43 [j.\ lat. med. 39,5-40 u. FMaslrum oblongum (Grev.) Ralfs v. cephalophorum n. v. p. 4. Semic. incisuris subapicalibus linearibus et incisuris inferioribus latis rotundatisque. Dim, i55 « 90 « 3o y. Cosmarium siibrctusiforme n. sp. p. 5, f. 20. C. minutissimum, I '/^ pio longius qu. latius, submodice constrictum, sinu aperto et obtuso; semic. subrectangulares, angulis interior, late rotundatis, later. prope angulos superiores acutos retusis, apic. latissime trun- catis (rectis); a vert. ellipticae polis subacutis; a lat. subrotundatae membr. glabra, Dim.. 7,8-8 « 6,2-6,5 « 4,5 a; lat. ap. 5,5 p. ; cr. 3 p. C, Ilolmiense Lund. v. undatum n. v. p. 5, f. 12. V. minor, semic, truncato-pyramidatis, utrobique triundulatis; latitudo apicis dimidium diametri basis; membr. delicatissime punctata. Dim, 56 « 34 « i3 a; cr, 27 p.. 12d C. tetragotium (Nasg.) Arch. v. pumilum n. v. p. 5, f. 19. Var. minor, semic. truncato-pyramidatis, apic. non undulatis. Dini. 2 2,5 « 12,5 =* 7,5 y. ; cr. 7,5 p.. C. Lundellii Delp. v. ellipticum n. v. p. 5, f. 11. Var. minor, longior qu. latior cum isthmo angustiore. Dim. ó8 = 53:;ió \j.\ cr, 2Ó [x. C. pyramidatum Bréb. v. angustatiim n. v. p. 5, f. 18. Var. an- gnstior, poene duplo longior qu. latior, angulis inferioribus non ro- tundatis sed peene submamillatis, lateribus rectioribus. Dim. 90-92 « 48-50 « 1 3,5-1 5 \).. C. scoticnm n. sp. p. ó, f. 23. C. magnum, circ. diametro i y,- longius, profunde constrictum, incisura sublineari angusta extremo ampliata; semic. truncato pyramidata:^ later. convexis, angulis interior, et superior. rotundatis; a vert. late ellipticfe; a lat. subcirculares; membr. granulata, granulis parvis subconcentrice margines versus ordinatis, medium versus dispersis; pyrenoid. binis. Dim. i3o-i5o» 98-105 » 35-46,5 p.; cr. 62,5 -j.. C. exiguun Arch. v. pressiim n. v. p. 6, f, i . Var. duplo minor, pauUo angustior, apic. levissime retusis. Dim. 12,5-14,5 « 5, 8-ó,5 » 3.5 4,5 'j-; cr. 5 a. C prominulum Rac. v. suhundiilatiim n. v. p. ó, f. 16. Var. se- micell. apicibus leve 4-undulatis. marginibus lateral. superior. leve biundulatis; a vert. tumoribus medianis utrobique angustioribus, tu- moribus prope apices majoribus et distantioribus de polis acutioribus. Dim. lò 18= 17-19 « 8-9,5 a; cr. i3,5 a. C. promontorium n. sp. p. 7, f. i^. C. parvum, i Va-plo longius qu. latius, profunde constrictum, sinu angusto -lineari extremo am- pliato; semic. late subrectangulares, lateribus subirregularibus biun- dulatis. undula superiore subacuta, angulis inferior. rotundatis, angulis superior, acutis, apic. late subconvexo-truncatis, sericbus granulorum parvorum irregularium intra ambitum totum ; a vert. ellipticie, utro- que latere medio elevatione parva; a lat. rotundo-ovatos lateribus subretusis , pyrenoid. singulis. Dim. 22 « 17 «3,5 u ; cr. 10, 5 ,t/. C. siihiLiiduìatwn Wille v. Beanìandii n. v. p. 7, f. 10. Var. dia- metro l'/^-i'/^-plo longior. semic. in margine circ. i8-undulatoc, apic. subtruncatis subretusisque, marginem versus sine granulis distinctis; membr. punctata. Dim. 65-85 « 55-59 « 2o,5-22 V-'> ^''- 33 ij.. Schmidle (in Weitere Beitr. z. Algenfl. d. Rheineb. u. d. Schwarz- waldes p. 76) will diese Form zu C. cy ma topi eur u m fùhren. C. furcalosperiìium n. sp. p. 7, f. i3. C. parvum, panilo longius qu. latius, profunde constrictum, sinu lineari; semic. truncato-semi- 121 circulares, angulis inferior. subrectangularibus, apice truncato et sub- Lindulato, later. 5-ó-granulatis, seriebus 1-2 granulorum parvorum intra ambitum totius, in medio glabras (v. levissime punctulatas) ; a vcrt. ellipticae ; a lat. quadrato -rotundos. Zygosp. globoso-angulares, spinis tenuibus profunde bifurcatis v. trifurcatis (in ambitu 7) ornatce. Dim. 20 22 « 17,5-19 «5,7 a; cr. 9-9,5 y. ; diam. zygosp. s. sp. 23- 25 a, e. sp. 40-42 y, C. asperum n. sp p. 8, f. 21. C. parvum, diametro i V^-plo lon- gius, modice constrictum, sinu angusto-lineari ; semic. quadrato-py- ramidatse, utrobique 4 verrucis truncato -emarginatis, emarginatas ad apicem 4 verrucis minoribus, iis ad angulos emarginatis, 2 seriebus transversis granulorum ad basini, reliquis granulorum subregularibus ; a vert, oblongo-elliptica), ambitu profunde crenato, subinflatae ad me- dium utrobique, annulo granulorum intra marginem et granulis per- paucis intra annulum, seriebus transversis granulorum polos versus; a lat. p)ramidato-oblongas, lateribus rectis scabris, 4 seriebus tran- sversis verrucarum subquadratarum, apic. granulatis convexis. Dim. 45 =» 3i « 12,5 y. ; cr. i3,5 y. C. Tlizuailesii Ralfs v. Scoticum n. v. p. 8, f. i5. Var. major, semic. inflatis Dim. 95-97 « 42,5-43,5 « 3ó-37,5 [j.. Arthrodesmus controversus n. sp. p. 9. {A. ? glaucescens f. convexa West Fr. w. alg. of W. Irei. p. 170, t. XXII, f. io; Fr. W. alg. Engl. Lake Distr. p. 73o, t. IX, f. 27. Non A.} glaucescens Wittr. Goti. o. (El. Sòtvattensalg. p. 55, t. 4, f. 11). A. minutus, paullo longior qu. latior (sinc spin.) modice constrictus, sinu obtusangulo et am- plissimo extremo subacuminato; semic. cuneatae cum lateribus et apic. convexis, angulis superior. spinis brevibus delicatis ornatis; a vert. circulares; mcmbr. glabra. Zygosp. globosa^, aculcis simplicibus longis ornata^. Long. f. 12 /; lat. s. sp. io u, e sp. i2,5 y. ; lat. isthm. 5 a; cr. ó,5 a; diam. zygosp. s, sp. i6,5 u, e. sp. 29 u. Staurastrum dejectum Bréb. *Tellamn n. subsp. p. io, f. 45. S. mediocre, paullo latius qu. longius (s. acuì.), profunde constrictum, sinu acutangulo ; semic. obverse subsemicirculares, dorso subtrun- catie et retusae, angulis subobtusis, aculeo longo horizontali instructis; a vcrt. triangulares later. concavis, angulis subattenuatis, aculeo longo instructis. Long. 19 y. ; lat. s. sp. 21 y., e. sp. 48 a; lat. isthm. 6,5 y.. ò\ lunatiim Ralfs v. subarmatum n. v. p. io, f. 47. Var. angulis attenuatis in spinam mucronatam. Long. 3o y. ; lat. e. mucr. 33 y. ; lat. isthm. 1 1,5 y.. S. furcatuni (Ehrenb.) Bréb. v. subsenarinm n. v. p. io, f. 53. Var. 122 cum spina simplici infra utramque spinam dorsalem bifurcatam. Dim. s. sp. 29 « 32,5 « 9,5 a; lat, e. sp. 89 a. S. amphidoxon n. sp. p. io, f. 17. S. parvum, subduplo latius qu. longius, profunde constrictum; semic. subellipticee, granulata;, granulis in seriebus transversis, dorso subrecto, ventre convexo, utrobique polo in processos breves tridentatos producto ; a vert. triangularcs lateribus concavis, ad basim processuum prominentiis duabus brc- vibus divergentibus bifurcatis ornata; Dim. e proc. 22,5 « 89 « io ■/. S. lanceolatum Arch. v. compressmu n v. p, 11, f. 22. Var. cum sinu angustiore et apice late truncato ; a vert. lateribus concavioribus. Dim. 17,3 » 21,1 » 7,5 a. S. pyramidatum West v. coilon n. v. p. 11, f. 4Ó Var. spinis numerosioribus; a vert. lateribus concavis et angulis subacutis. Long e. sp. 80 u., s. sp. 72,5 [x; lat. e. sp. Ó5, s. sp. óo ^a; lat. isthm 17,5 [X. S. grande Bulnh. v parvum n. v. p. 11. f. 5i. Var. minor isthmo angustiore et angulis rotundioribus. Zu dieser Var. rechnet der Verf. S. brevispina v. mcniie Wolle Fr. w. alg. U. S. t. LXII, figg 9-10. S, Ophiura Lund. v. cambriciim n. v. '^= S. Ophìura Cooke et Wills in Grevillea 1880, und Cooke Brit. Desm. tab. 59, fig. 1). p, 12 Var. celi, i Vg-plo latioribus qu. longioribus (e. process.); semic. cuneatae, later. leviter concavis, apic. cum annulo verrucarum coni- carum (non emarginatarum) 8 ornatos, radiis brevioribus, denticulatio- ribus in margine superiore convexo; a vert. visee 8 (raro 6,7 et 9) radiatae. Dim. 75-80 « (e. proc.) 98-110 (-145} « 16-18 ,u. S. irregulare n. sp. p. 12. figg. 49-50. S. parvum, panilo longius qu. latius, modice constrictum, incisura mediana minuta; celi, semper tortne; semic. trapezica;, apic. glabris et subconcavis; angulis superior. in processos breves crenulato-deticulatos divergentes productis, apice processus bidenticulato ; a vert. biradiatae subirregulares, medio utro- bique projectione prominenti truncata subdenticulata ad apicem; a lat. subirregulares, projectione ad basim utrobique. Dim. e. proc. i5,3-i8,2 « i3,5 17,3*4,8-5,7 a; long, sine proc. 9,4-9,6 [j.; crass. 6,6-7,7 //.. Uebrigens werden Formen folgender Arten abgebildet : C 1 oste- ri um abruptum West (f. brevior), Cylindrocystis diplo- spora * major West (f. constricta), Cosmarium annulatum (Naeg.) De Bar.. Xanthidium antilopccum (Bréb.) Kùtz. (f. irre- gulariS', Arthrodesmus bifidus v. truncatus West, Stau- '23 rastrum aspe rum Bréb. (f. monstr.), S. subp ygmc-cu m West (f. glabra). C o s m a r i LI m B o e e h i i Wille *bipapillatum West Fr. wat. alg. of W. Ireland p. iS/, t XXI, f. 14 macht Verf. zur Art: C. hipapillatuni n. sp. p. 7. S t a u r a s t r u m s u b a r e u a t u m Wolle Desm. U. S. p. 140, t XLVI, figg. i5 u. ib, S. avicula v. ver- ni e osum West Fr. w. Alg. W. Irei. p. 174, t. XXIII, f. 2 und S. denticulatum Elfv. Anteckn. Finska Desm. sind nach d. Verf. Synonyma, warum er nennt diese Form S. avicula Bréb. v. sub- arcuatuìii (Wolle); cfr. Schmidle Algen aus d. Gebiete d. Ober- rheins p. 553 (Ber. Deutsch. Bot. Ges. 1893, B. XI, H. io). S. ar- ca atum *subavicula West Freshw. alg. of Engl, Lake Distr. p. 732, t. IX, f. 2 5 macht Verf. zur Art und nennt sie S. subavicula n. sp. p. 12. 27. Wildeman, E. De. Notes sur quelques organismes inférieurs. (Bull. Soc. r. Bot. Belg. Compt. rend. T. XXX, P. 2, 1891. Pag. 169-177.) Bruxelles 1891. Der Verf. hat Chytridium globosum Braun als Parasit in 1 1 j a 1 0 1 h e e a , P e n i u m und S t a u r a s t r u m gefunden. 28. Wildeman, E. De. Quelques algues récoltées aux environs de Malmédy. (Bull. d. 1. Soc. belge d. microscopie T. XX, 1893). pag. 8-1 1. IO Desmidiaceen werden verzeichnet. 29. Wildeman E. De. Quelques réflexions sur les espòces du groupe des Desmidiées à propos des « Fresh-water alga^ of Fast India » de M. W. B. Turner. iLa Notarisia 1893, N. 6, pag. 1Ó2-172). Venezia 1893. Ist cine vorlaufige Mitteilung zu «Observations critiques». (Siche unten !). 30. Wildeman E. De. Observations critiques sur quelques espèces de la famille des Desmidiées (Ann. d. 1. soc. belg. de microscopie [Mémoires] t. XVIII, 1894, p. 57-132). Bruxelles 1894. Die Arbeit ist durch T u r n e r ' s Abhandlung « The freshwater-Algae of Fast Indie » hervorgerufen und ist hauptsàchlich eine, in vielen Beziehungen berechtigte, Kritik dieser Arbeit. Gewiss bin ich der Ansicht, dass Turner allzu viele a neue Arten » vorgefùhrt, es scheint mir aber auch, dass der Verf in seiner Kritik allzu leicht verfahren hat. — Im AUgemeinen wird eine eingehende Reduktion der Arten empfohlen, und will ich hier die wichtigsten Vorschlàge des Verf. erwàhnen. 124 nach dem Verf. nur Formen einer und derselben Art. — Die Formen von Triploceras gracile stellt er folgenderweise auf: Do e idi um quantillum Turn. und D. poly morph u m sind T. gracile Bail. *aculeatum Nordst (T. gracile *bidentatum v. lati- ceps F. intermediai *bidentatum Nordst. var. laticeps Nordst. (T, gracile f. elongata Turn.) *nionodentatum n. subsp. (T. occidentale Turn.) *bilobatuiTi Turn. (T. gracile f. gradili ma Turn.) var. quadrilo ba. Der Verf. scheint Docidium WoUeanum Turn. synonym mit D, spinosum Wolle machen zu wollen. Und was meint er mit D. spinosum Wallich.^ Ist jenes erste moglicherweise Schreib- fehler tur D . h i r s u t u m Wolle und das letztere tur D , spinosum» Wolle .^ — «d. excisum Turn.» ist wohl Schreibfehler fùr D . ex- celsum.^! Ueberhaupt scheint die Arbeit reich an Schreibfehlern zu sein. — Die Auktors-Bezeichnungen sollten wohl in dieser Gat- tung (wie auch in den anderen) oft andere sein. Die Formen von Euastrum und Cosmarium, welche in Turners Arbeit Tab. X, Figg. i5 und i8 bis 24 repràsentirt werden, sind nach dem Verf. Formen einer und derselben Alge, Die Gattung Euastrum wird sehr eingehend behandelt. — Die von T u r n e r aufgestellten Arten E . a n n u 1 a t u m , s u b s p i n o s u m , incurvatum und pseudo-elegans vereinigt dcr Verf. zu einer Varietàt nionodenlatiuìi n. v. p. 35 (89) unter E. elegans, und teilt diese Varietàt in 3 Formen, f annulatum (E. annulatum und E. incurvatum), f. exannulatum (E. su bspinosu m ), n. f. ornatum (E. pseudoelegans). Eine ungerechte Anmerkung gegcn Tiirner macht der Verf., da er pag. 36 (90) sagt, dass E. spinosum mit Turner als Auktor be- zeichnet werden solle. T. hat Ralfs als Auktor angefùhrt; i^ibrigens ist das richtig, weil ja Ralfs schon 1844 in Ann. of Nat Hist. diese Form als Art aufstellte. E. spinosum Wolle Desm. Un. St., E. Nordstedtianum Wolle 1. e. und E. quincunciale Turner vereinigt der Verf. zu einer neuen Ari, E. Turncri n. sp p 3/ (91) mit einer Var. ornatum n. v. (=gewisse Formen von E. Nordsiedlianuin). Zu dieser Art gehurt nach dem Verf. vvahrscheinlich auch E. radiatum Turn. -- Unter E. pr omini Turn. vcrsteht der Verf. eine Varietàt des E. elegans, v. proniim n. v. p. 125 38 (92). — B. elegans v. planuin Turn. fasst er als eine Form von E. medianum Nordst. auf. — E. bidenlatum Naeg. Gatt. einzell. Alg. T VII, fig I b LI. e gehòrt nach dcm Vcrf. za E. elegans f. typ.. Linci Fig. a LI. f sei eine f. pnnclata von var medianum. — E. elegans V. danicwn Jacobs., meint er, sei syn mit E^ inerme, was nicht richtig scin kann; der Verf scheint die Kx\)€\\. Jacob sen's nicht gesehen zu habcn. Mehrere Arten fuhrt der Verf. mit E. spinulosnm Dclp. zusammen Lind ordnet die Formen dieser Art folgenderweise ( p. 46 [99]) : E. spinulosum Delp. * Africanum Nordst. f. sculptum (Turn ) n. f. [E. sciilpiuni Turn.) '). V. miniis Nordst. V. orbiciilare (Wall.) n. v. [E. orbiculure Vv^all.) *inermius Nordst. V. Oliveri Schaarschm. V. carduetiim (Turn ) n, v [E. cardiietum Turn.) *quadratum (Nordst.) n. subsp. [E. quadratimi Nordst.) V. javanicum Nordst. E. spicatum. Turn. ist nach dem Verf. eine Form des E. substel- latiuii Nordst. (<( ^. gemmatum-o ist wohl Schreibfehler.^ !). — E. pla- iyceruììi v. pulclirum Turn. ist nach dem Verf nur eine Form vom Typ. — il. platycerum Reinsch will er als var. pìatycerum (f^einsch) n. V. p. 47 (loi) unter E gemmatum Bréb betrachten. Es scheint mir, als ob er zu dieser Art auch E. spicatum Turn., E. stellatum Nordst., E. substellatum Nordst. und 7i. hypochondrum Nordst. fùhren woUte. Artlirodesmiis crispus Turn., A. curvatiis Turn. und A. gangensis Turn. betrachtet der Verf, als Synonymen des A. gibberiilus Josh. — A. minor Turn nennt er A. convergens v. Turncri n. v. p. 5/ (ili) und A. incurvus Turn. nennt er A. ìiiatus v. incurvus (Turn.) n. V. p. 57 fui). A ovalis V/olle macht er zu einer Varietat von A subidalus, dabei sich auf die Figur Wolle's von A. subulatus stùtzend; diese Figur ist wohl doch kaum richtig. A. triangiilaris macht er zu einer Varietat des A. Incus. Xanthidinm armalum v. Wolleanuni Turn. ist nach dem Verf Syn. mit f. tvp. — X. fascicnlatum v. subalpinum Wolle vereinigt er mit ') Cfr. W. und G. S, West. Fr. w. alga; Madagascar, p. 51! 126 X. hastiferum v. javanicum (Nordst.) Turn., zu welcher Var. er ùbri- gens die Formen dieser Art fuhrt, welche 8 Stachein haben ; die mit 7 Stachein fùhrt er zu einer Var. reductum n. v. p. 64 (118) '). X. bisenariiim Wolle Desm. Un. St. ist nach dem Verf. Syn. mit X. Brébissonii and X. bisenarhim f. typ. Turn. Syn. mit X. cristatum V. uncinatum. Auch die Varietaten Turner's ornatum und rotundatmn macht er zu Varietaten von X. cristatum. In der Gattung Staurastrum stellt der Verf. eine neue Art auf, S. variabile n. sp. p. 74 (128) mit 3 Varietaten: v. cormitum n. v. (iS. unicorne Turn.), v. scolopaciniim n, v. [S. scolop. Turn.) und v. ecorne n. v, [S. ecorne Turn.) — S. inerme Turn., meint er, sei eine Varietàt von S. unguiferum Turn, 3i. Wittrock, V. et Nordstedt, 0. Algas aquas du^cis exsiccatae praecipue Scandinavicai quas adjectis algis marinis chlorophyllaceis etc. Fase. 28 (n. ris io5i-iioo) Stockholmiae iSy^gS, Fase. 24 (n. iioi-ii5o) Stockholmiae iS^'/ggS. Enthalten folgende Desmidiaceen : N. 1077. Staurogenia rectangularis. Cosmarium Meneghina f. la- tiuscula Jacobs. parcius immixtum est. — Schweden. N. 1081. Dimorphococcus lunatus. Immixta sunt Slaurastriuìi orbi- culare (Ehrenb.) Ralfs f. minor (v. depressum Rac Desm. Ciast.), Cosmarium punctuìatum Bréb. f. (C. polonicum Rac. f. ì). — Baden. N. 1099. Gl(3eocapsa ambigua, Immixtum est Cosmarium holmiense Lund. f. — Prag. N. iio5. Hyalotheca dissiliens (Sm.) Bréb. f. 2-3-dentata crassior, (Long. circ. 18-20 a, lat. circ. 82-34 fjt). — Frankreich. N. 1106. H. dissiliens (Sm.) Bréb. f. major (Hauptfl.) bidentula et circularis. — Lapponia. N. 1107, Desmidium aptogonum Bréb. f. elliptica. Syn. D. apto- gonum /3 Ehrenbergii Kùtz. — Schweden. N. 1108. Euastrum oblongum fi oblong/f orme [Cram.] Rab. f. scro- biculata. — Frankreich. N. 1109. E. rostratum Ralfs forma (cum fiig.), Semic. tumore mediano supra isthmum granulato granulis 6 periphericis et uno centrali (in series 3 verticales ordinatis. 3 intermediis, binis lalera- libus) infra marginem parce granulatis, paulo infra incisuram lol)i polaris utrinque granulo ornatce; e vert. ovalcs medio paullum tu- ') P. 71 (125) kommt ein Druckfehler ver; «v. subalpinum Wolle» soli zu «X. fasciculatum » hinaufgezogen werden. . 127 midce, e lat. tumore subbasali utrinque. Ab E. Cramcri Rac. prae- cipue tumore mediano et defectu scrobiculorum differt. Dim. 5o-54 « 34-36 U; lat. ap. 3o-34 [j.; crass. 23-24 p., — Immixtas sunt: Cosma- riiim ììiinuium Delp. et Staurastriun Rcinschii Roy. — Schweden. N. Ilio. Staurastrum dejecium Bréb. — Schweden. N. 1 1 II . S. nmricalum Bréb. — Lapponia. N. 1112. S, piinctulatiim fi Kjellmani Wille f. subalternans. — Lapponia. N. I II 3. «S'. pygmceuìn Bréb. F. semicell. dorso pauUulum convexis (membr. granulata), a vert. tetragonis lateribus pauUum convexis. — iEquatoria. N. Il 14. S. scahrum Bréb. (e. fig.) - Dania. N. iii5. Arthrodesmus Incus [lì cxtenms O.Y . hniÌQx^. — Succia. N. iiiò. Cosmariuui alatum Kirchn. /3 Mquatoriense- Nordst. n. V. A V. gostyniensì Rac. magnitudine majore, lobis basalibus pauUo minus productis (magis truncato-rotundatis), unde cellulae minus lataj fìunt, lobo polari apice sa^pe retuso et tumore centrali supra isthmum levissimo differt. Granula membrana^ parva, parum conspi- cua, tbrtasse minus numerosa qu. in v, gostyniensì. Dim. 44-48 * 38-40 « 12 o.; lat. ap. circ. 20 a; crass. 23 y- — iEquatoria. N. 1117. C. crenatum Ralfs F. granulis intermediis apical. sin- gulis, non binis; crenis lateral. vulgo 4, 2-3 superioribus bigranulatis, Dim. 28-32 « 22-24 "^ 8 !^i crass. 14 u.; lat. ap. 10-12 a. — iEquatoria. N. II 18. C. formosuluni Hoff /3 (squatorìense Nordst. n. v. Se- micell. angulis inferioribus paullo minus rotundatis, magis rectis, mar- gine laterali tantum 5 crenatse (crenis 1-2 inferioribus formee typicae hic deficientibus). Dim. 40 « 32 « 10 u; lat. ap. 14 u.\ crass. 20 a. — ^quatoria. N. II 19. C. granatum 'p subgranatum Nordst. F. minor, lateribus semicellularum non undulatis, nec excavatis. De cetero conf. Nordst., Fr. wat. Alg. New Zeal. p. 56, t. 6 fig. 8. F. ad C. Iceve Rab. sep- Icntrionale Wille nonnihil accedens et tiguras 12, t. I, in Kozlowski Mater. tlore d. alg. d. Sibir. II, 1889 p. i, saspe valde similis. Dim. 20-22 « 16-18 [j.\ crass. IO a. — Gallia. N. II 20. C. Jacohsenii Roy. Semicell. e fronte nonnihil quadran- gulari circulares, e vert. in centro levissime impressae, chromatophoris e centro radiantibus. Membr punctata. Dim. 44-^48 « 24-28 « 7-8 a; crass. 26 a. — Succia. N. II 21. C. IcBva Rab. F. ad fig. 20, t. 6 in Rac. Desmid. zebr. Ciaston. 1892 ssepe accedens, — /Equatoria. 128 N. II22, C. LundeUi Delp. F. membr. in centro semicellularum non incrassata. Dim. Ò0-Ó4 « 48-57 « 22-24; crass. 24 u.. — yEqua- toria. N. 1123, C. Meneghinii f. eremdata (Naeg.) Richt. — Gallia. N. II 24, C, minutuni Delp, (Cum f. novizelandica in Nordst. Freshw. Alg. New Zeal. p. òo, t. 7, f. 28 fere prorsus congruens). Suecia N. II25. C Nymannìamim Grun. — Immixta est species 6. Jacob- sotiii Roy (chromatophoris e vert. 4 (-5)-radiatis. radiis apice saepe furcatis; dim. 38-42 « 26-28 « 5-7 a; crass. 22 u). — Suecia. N. II 26. C. ornatum Ralfs — Suecia. N. II 27. C. subcrcnatum Hantzsch F. lateribus vulgo quadricre- natis, crenis 2 superior. margine bigranulatis; granulis intermed apical. singulis, non binis. Dim. circ. 20-22 « 20 u.. Ad /3 divaricahim Wille accedens. — /Equatoria. N- II 28. C. subprotumidmn Nordst. Dim. 22-26 = 20-24 « ó-8 a; lat. ap. 10-12 fjt.; crass. 12-14 a. — Suecia. N. 1 1 29. C. Turpinii jS subcreiiatum Rac. Lagerh. in Anal. d. 1. univ. centr. d. Ecuad. ser. 4. n. 27, p, 87. Dim. 66-77 ^ 58-64 ^ 16-17 y. ; lat. ap. e. 22 /; cr. e. 37 [x. — .Equatoria. N. ii3o. Tetmemorus granulatus (Bréb ) Ralfs. — Dania. » ii3i. Closterium acerosiun (Schrank) Ehrenb. — yEquatoria. » 1x32. C. acerosum (Schrank) Ehrenb. — Suecia. » 1 1 33 C angustum Hantzsch. — ^Equatoria. » 1134. C. Leiblemiì Kùtz. — Suecia. 1) II 35. C. Leibleinii Kùtz f. vix tumida. Suecia. » ii36. C. Lunula EXìvcnh. Forma et magnitudine cum a typica 3 apud Klebs Ostpreuss. p. 6, t. I, f. 16 valde simile — .Equatoria. N. II 37 C. Lunula Ehrenb. forma (e. fig.) Celi, saepe paullum elongatas (et paullulum curvata^) diametro (6-)7-9-plo longiores, medio saepe cylindricae, pyrenoid. in una serie Dim. 250-405 « òj- 5o II. — Cfr. Ehrenb. Inf. t. V, f XV, i et 3 (sed apic stepius ut in Ralfs Brit. Desm. t. 27, f. i) et C. acuininatum Corda in Alm d. Carlsbad i835 t. V, f. 59 (celi, magis curvatis qu. vulgo in hac forma) et C. acerosum Ralfs Br. desm. t. 27, f. 2 f. , et VVolle Fr. wat. alg. U. S. A. t, VI, f. 7 E. C. pmgrande (cujus specimina in Rab. Alg. Sachs. N. 36b pyrenoides in una serie habent) apic. minus attenuatis et membr. glabra prascipue differt Fortasse propria sit species. — Camerun. N. ii38. C. sigmoideum Lagerh. et Nordst. n. sp. (e. (ig). C. cras- 129 sitLidinc circ. 7-8-plo longius, a fronte rcctum (v. fere rcctum), dorso convexum, ventre subplanum, habitu C. Lunula^ simile, apic. atte- nuatis obtuso-rotundatis, pyrcnoid semicellularum 8-12, locello api- cali distincto corpuscula numerosa includente ; a vert. levitcr sigmoi- deum (fere ut in Pleuì'osigmate obscuro v. P. baltico) apicibus atte- nuatis obtusis leviter curvatis. iMembr. achroa glabra. Pyrenoid. vulgo in una serie axillari ordinati, (interdum tamen in speciminibus exsic- catis insuper pyrenoides nonnulli hic illic sparsi visi sunt). Crass. 38-44 a, long. 270-81 5 a, lat. ap. e. 6 u.. — AC Liinuìa e. sublnn- ceolato /3 i. Klebs Ostpreuss. Desm. p. 7 praecipue curvatura sigmoi- dea et ventre non tumido differt. C. prccgrande Rab. membr. striata abhorret. — yEquatoria. Cfr. BoRGE Variabilitat d. Desm. (Oefvers. K. Vet.-Ak. Fòrhandl. 1896. Pag. 291). N. 1 1 39. C. turgidiiìii f. brasiliensis Nordst. — Membr. achroa. Crass. 40-5o y, long. 400-65o fx. F. ad. C. acerosiim accedens. — ^quatoria. N. II 40. C. tiirgiduììi f. brasiliensis Nordst. — Membr. colorata. Crass. 40-5o a, long. 35o-55o ,v.. /Equatoria. N. 1141. C. fiirgiduiìi f. brasiliensis Nordst. — Membr. colorata. Celi, breviores (et angustiores). Crass 40-60 a, long. 2Ò0-400 a. Habitu C lanceolati Kutz haud pauUum simile, sed apicibus trun- catis et membr colorata, evidenter striata, pyrenoidibus numerosio- ribus etc dissimile. — ^Equatoria. N. 1142. C. tiirgidum *gigav.teum Nordst — equatoria. » I 143. Spirotcenia condensata Bréb. zygosp. maturis. Suecia. » 1144. S. endospira (Bréb.) Arch. — Gallia. p 1145. S. minuta Thur. Spec. originai. Gallia. » II 46. Penium curtwn Bréb. — Gallia. » 1 147. P. Navicula Bréb. et Micrasterias pinnatifida (Kùtz.) Ralfs. — Suecia. N. 1148, Penium. Ralfsii De Bar. — Suecia. » 1149. P. rufesccns Cleve. — Suecia. !) ii5o. Cylindrocystis cyanosperma Lagerh. n. sp. C parva, celi, cylindricis, muco communi inclusis, medio non constrictis, api- cibus late rotundatis, membr. achroa, i2-3o a, longis, 9,5-ii a. latis; zygosp. simplicibus, ovoideis v. subglobosis membr. media losvi, cyanea, 2i-3o a. longis. 21-2Ó [x. latis. — yEquatoria. 32. Zacharias, 0. Zur Kenntniss der niederen Tierwelt des Rie- sengebirges nebst vergleichenden Ausblicken (Forschungen zur deut- schoii l.andos- Lu\d N'olkskundo. Bd. IW 11. :"\ Pag. 3oo-.}ò3ì. Stuttgart iSoo. Ini N'orbciiiohcn wird orwahnt, dass dor grosse Koppeiìteich cine l\indstatte fiir Algen ist, insbosondorc tur Di'smUhuwn {ÌVriium Di- 0fus, Chsf^rium Lunula, Euas/rum t'ìt'oaris). 33. Zacliarias. 0. Beobachtungcn ani Plankton dos Gr. Ploncr Socs. ^Forschungsbor. aus d. Bìolog Station zu PKmì. Th. 2. Pag. 01- 137). Berlin 18^4. < Zar richtigen Beurtheiluug des \'erhaltnisses, welches zwischcn der lìmnotischen und der L'ferthierwelt bcsteht, ist cs nothwendig. von der Thats^iche Kenntniss /ii nehmon, dass durch Stùrme und StRMiiungen gelegentlich auch Uferbewohner weit hinaus in den See vei^chlagen werden konnen » . Man kann aber dieselben dadurch von den Seeformen untei'schciden ♦ dass sie 1 ) immer nur in geringer An/.ahl vorkommen und 2) dass sie lehlen, wenn der W'asserspiegel giati ist und Tage hindurch kein het'tiger W'ind geweht hat * \'on Desmidiaceen hat der \"erf. bisher nur eine Art als àch/ limnetisch fìir den Gr Plonersee getunden, nanilich S/Junis/rnrn p-iiC!Ì,\ LITTEKATIJRA PHYCOLOGICA Fiorai ot MiNcollanou phycolo^lca 204. Ayarilh J G. Analccta algologica, Observationcs de spccicbus algarum minus cognitis carumquc disposilionc. Conlinualio III, ~ Ada Re^. soc. physio^r. IaukI. Tom. VII. Lund.x', i8y>, I^ Malm- sfrom. /-).", pp. [40, Tab. I. ^o"^!. Batterà E. A. L. — Some new british Marine Al|_^re, — journal oj Bolany iH33 Baci Ila r lese 22Ó. Cox C. F. - Some recent Advances on the Determination of Diatom Structure. — Journ. Nciv-York Micr. Society XII, 189Ó, n. 3, p. 57-Ó9, piate óo-ói. 227. ElmorQ C. J — Fossi! Diatomacea:^ IVom Nebraska and their Relation to modem Speci es. — Bull Torrey Botan. Club XXIII, 1896, n. 7, p. 269-275, 228. Karsten G. — Untersuchungcn ùbcr Diatomeen. — Flora 82. Band, 189Ó, p. 286-29Ò, Taf. Vili. 229. Oestrup E. — Diatomées marines du Gronland orientai. — Co- penhague, iSgò, 8," pp. 3. 230. Oestrup E. — Diatomecrne i nogle islandske Surtarbrand-Lag. — Meddel. f. Dansk Geol. Foreu. 1S9Ó, pp. io, fìg. 3. Kxsiccata 23 1. Collins F. S., Holflen J. & Setchell W. A. — Phycotheca borea- li-americana, Fase. IV. — Malden, Mass., 1896. 232. De Toni J. B. — Ilerbarium phycologicum Dee. I-II (n. 1-20) Icollab. P. llcnnings, G. Lagerheim, I. Straftbrello]. — Patavii, 1896, apud editorcm, 4." [Prctium it. lib. ilVancs) 12]. Lemmermann A. — Zur Algenflora des Riesengebirges. — In questo lavoro sono annoverate 47 specie nuove per la Slesia, tra le quali le seguenti sono per la prima volta descritte : ìlormlscia Hìeronymi, Scenedesmus costatus Schmidle var. sitde- iicìis, Botryococcus sudeticus, liyalotheca dissilieiis (Sm.) Bréb. var. piniclata, Mesotcenìum Kramstai, Closterium pseudospirotccniiini, j. ty- picum, /3 fasci ciilaiuni, / variabile, Peniiim Digiliis (Ehr.) Bréb. var. monianum, Staurastrum Ilystrix Ralfs var. papilHfera, Synechococcus major Schròt. var. maxima. Holmes E. M. — New marine Algae. — (20). Sono proposte come nuove tre specie di Floridee cioè Fctoclinitim Kowiense, Ptilophora Beckeri, Grateloiipia Waitii. West W. & West G. S. — The Freshwater Algas of Madagascar. - (119)- 134 Contiene le determinazioni di Alghe raccolte dal Rev. R Baron di Antananorivo nel Madagascar. Oltre le Desmidiee nuove (di cui riferisce il D. Borge) sono proposte come nuove le seguenti specie e varietà : Pediastrum enoplou, Staiirogenìa emarginata, Scenedesmus dentìcii- lahis Lagerh. var. lunatus, Scenedesmus qiiadrìcaiida Bréb. var. ma- ximiis, var. insìgnis, var. ellipticus, Tetraedron pentacdricum, Hapa- losiphon Baroniì, Tetrapedia morsa. Buetschli 0. — Weitere Ausfiihrungen ùber den Bau der Cyano- phyceen und Bacterien. — (192). L'egregio autore aveva già pubblicato nel 1890 una memoria intorno alla struttura dei Batterli ed organismi aQTmi, la quale diede luogo alla esposizione di dubbi e ad attacchi da parte di altri mi- croscopisti (Deinega 1891, Marx 1892, Fischer 1891, 1894). Nella pubblicazione ora data alla luce il prof. Bùtschli, rifatto lo studio dei materiali approntati nel 1889-90 e di Oscillariee viventi comunicategli dal D.'" S Stockmayer, prende in esame appunto le critiche mosse al precedente suo lavoro. Egli divide l' opera sua in due sezioni, delle quali la prima tratta le Mizoficee (Cianofìcee) e i batteri sul- furei (nonché alcune forme batteriacee prive di solfo ma aljmi ai batteri sulfurei), la seconda ha per argomento lo studio dei batteri più piccoli e più semplici. L'indole della presente rivista ci obbliga a considerare solamente la parte dell' opera del prof. Bùtschli che riguarda le Mizoficee. cer- cando di riassumerne i principali risultati. La prima parte adunque vien suddivisa in 7 capitoli : 1. Composizione del corpo molle (Weichkorpcr): di uno strato corticale colorato e di un corpo centrale incoloro. 2. Membrana del Chromatium Okenii. 3. Strato corticale colorato. 4. Fine struttura del corpo centrale incoloro. 5. Osservazioni sulle goccioline [}) di solfo (Schwefeltròpfchen) dei batterli sulfurei. 6. Osservazioni sulle granulazioni delle Mizoficee e dei batteri sulfurei. 7. Se il corpo centrale delle Mizoficee e dei batteri sulfurei sia un nucleo cellulare. Tra questi capitoli diremo brevemente su quelli che hanno, come sopra s'è avvertito, attinenza coir indirizzo del nostro periodico. La *5l esistenza nelle Oscillariee di uno strato corticale colorato e di una massa centrale incolora, notata nel 1890 dal Bùtschli, venne confer- mata da molti studiosi : Zacharias, Hieronymus, Zukal, Palla, Nadson, Stockmayer ed altri. Il Bùtschli ritiene erronee le osservazioni del Deinega il quale, in seguito a insulficienti ricerche sulle Spirogyra, è venuto a conclu- dere che il corpo centrale sia il residuo contratto del cromatoforo il quale, secondo l' algologo russo dovrebbe addossarsi alla superficie in- terna della cellula come una lamina perforata. Dobbiamo soggiungere che queste erronee osservazioni furono già criticate subito dal prof. E. Zacharias (1S91). E dichiara poco pratico in siffatto genere di studi il Marx che pubblicò una dissertazione sulle cellule delle Oscillane nel 1892. Ma TA. ribatte specialmente ed in modo che sembra esauriente le obbiezioni di Alfredo Fischer, opponendogli che si tratti di fenomeni plasmolitici e dando in appoggio alla sua difesa acconcie figure (t. l f. i, 4, t. HI, f. i, 3, 14, t. IV, f. 3, t. V, f. 3 ecc.): anche nel contenuto, espulso dalla membrana, può ricono- scersi la presenza di un corpo centrale e di uno strato corticale ; in questo caso, a ragione osserva il Bùtschli, non si può certo invocare come spiegazione T influsso plasmolitico. Questo deve bensì notarsi che quando lo strato corticale sia grosso e intensamente colorato (certe Oscillatorie) riesce di0icile il riconoscere il corpo centrale jalino. Se la cellula è viva, Zacharias ò riuscito felicemente a colorare il corpo centrale col metilvioletto, laddove Palla e Lauterborn si gio- vano con vantaggio del bleù di metilene. Lo strato corticale possiede, secondo il Bùtschli, una struttura alveolare (Wabenbau), come dopo di lui hanno constatato Schewia- koff per X Achromatium (1893), Palla (1893) e Nadson (1895) per buon numero di Mizoficee e Mitrophanow (1893) per il Chromatium, il Rhabdochromatìtim e 1' Ophidomonas. 11 Bùtschli si fa la domanda se tale struttura alveolare esista nelle Mizoficee viventi e non sia r effetto di una coagulazione, di una vacuolizzazione. Palla e Nadson ammettono che si riscontri anche nelle Mizoficee non sottoposte ad alcun trattamento che valga ad alterarne le condizioni di vita. 11 Bùtschli, su materiali comunicatigli da Lauterborn e Stockmayer, venne al risultato che in certi casi sono esatte le osservazioni di Palla e Nadson ma che in alcune Mizoficee dotate di forte vitalità non si lascia riconoscere la struttura alveolare dello strato periferico, mentre essa compare più o meno presto colla morte delle cellule; risultato che non è possibile riassumere qui in poche porole ma che ij6 « è di una importanza straordinaria, come le altre osservazioni che l'autore oppone al dott. Hieronymus. Quanto alla fine struttura del corpo centrale è pure alveolare ed è visibile nello stato di vita delle cellule, fatto constatato anche dal Nadson mentre il Palla lo nega assolutamente Il Bùtschli tratta poi diffusamente delle granulazioni incluse nelle Mizoficee (granuli cosidetti di cromatina l?) o granuli rossi '), granuli di riserva o granuli di cianoficina del Borzi (forse di glicogeno, secondo il Bùtschli). Chiudiamo il resoconto, coli' accennare alla questione tanto con- troversa, se il corpo centrale delle cellule nelle Mizoficee sia un vero nucleo. 11 corpo centrale che del resto nei caratteri strutturali e nella facoltà di colorarsi presenta molta somiglianza coi veri nuclei, ne diversifica solo perchè manca di membrana nucleare ; ciò però costituisce una differenza di minor momento di ciò che si creda, tanto più che a corroborare il proprio asserto che cioè il corpo centrale corrisponda al nucleo, il Bùtschli porta alcune figure (t. V, f. 8, io) di cellule di Beggiatoa (Schizomicetij nelle quali è ovvio scorgere qualche indizio di divisione indiretta (cariocinesi) quantunque il più delle volte il corpo centrale si divida in via diretta, come del resto succede qualche volta anche nei nuclei genuini che si bipartiscono senza fenomeni cariocinetici (Lauterborn nei Dinoflagellati, Blochmann nelle Euglene). Non si può però disconoscere che sulla questione della esistenza o mancanza del nucleo nelle Mizoficee non è ancora pronunziata l'ultima parola. Bellissime sono le cinque tavole che accompagnano il dotto lavoro del professor Bùtschli, al quale augu- riamo di proseguire con uguale diligenza ne' suoi studi per rischia- rare altri punti oscuri della istologia e fisiologia delle alghe inferiori. G. B. DE-TONl % West W. & West G. S. — On Some New and Interesting Fresh- water Algae — (170)- ■.,! A parte le FJesmidiee, gli Autori propongono come nuove le seguenti specie e varietà : Conferva unduìata t. Ili, f. 32-33, — Ogden Clough, W. Yorks. ; ') Questi granuli sono impropriamente detti di cromatina, perchè la loro natura è diversa da quella dei granelli di cromatina dei nuclei. »37 Helvellyn, Westmorekind), Tetragonilmi lacustre- (t. II, f. i-i3 Black Lake, Esher Common, Surrey; Lancashire [Narramorc]; é un nuovo genere che, secondo gli autori, è alfme a Gonium e Fandorina), Oo- cyst/s (Lagerlieiiìiia) ciliata Lagerh. var. radians (t III, f i5. Lindeth, Lake District), Stichococciis variabìlis t. Ili, f, 14, rupicola, Horton Park, Bradford, Yorkshire, forse la stessa cosa che V Arthro gonium fragile A. Br. ?), Hapalosiphon hibernicus (Glen Caragh, Co. Herry, Ireland), Schi-^othr/x funalis > Slieve Donard, Co. Down, Ireland; specie prossima a Sch. Cres-zuellii e *S'. lacustris , Microcoleus delicatulus iGlen Tummel, Perthshire, Scotland, alfine a Microcoleus tenerrinius) Oscillatoria splendida Cirev. var. attenuata t. IV, f 58. Baildon Moor, West Yorkshire). Sauvageau '. — Sur la nature des sporanges en chapclet de r « Ectocarpus confervoides » . — (179)- Oltre che gli sporangi uniloculari ovoidi e sporangli pluriloculari a piccole logge (meiosporangi del Sauvageau) vennero descritti per V Ectocarpus confervoides alcune produzioni moniliformi che il Ro- senvinge (Algues marines du Groenland 1894, p. iii, fig. 21) ritenne sporangi! uniloculari seriati e il Kuckuck (Bemerk. Algenveget. v. llelgoland 1894, p. 234) opinò fossero sporangi pluriloculari le cui cellule primarie sarebbero ritornate allo stato vegetcìtivo. Il Sauva- geau avendo studiato questi pretesi sporangii a torula 0 e?i chapelet su esemplari raccolti a Biarritz esprime una terza opinione, che siano cioè causati dalla presenza di un parassita (forse di una Chitridiacea) tanto più che il caso non sarebbe nuovo, avendone già dato contezza il prof. Wright di Dublino nelle Transactions of the Royal Irish Academy voi. XXVI, (1877). p. 639. Il carattere di deiscenza che si fa non simultanea per una apertura in ciascuna loggia a forma di becco strettissimo, il vuotarsi incompleto della cavità delle loggie, l'esistenza di veri sporangii pluriloculari sembrano indicare in una maniera incontestabile che questi pretesi sporangi a torula siano dovuti all'azione di un parassita non ancora determinato, il quale invaderebbe per tempo i giovani sporangi pluriloculari e fors'anco i giovanissimi rametti. Sauvageau C. — Sur 1' « Ectocarpus virescens » Thuret et sur deux sortes de sporanges pluriloculaires. Si deve segnatamente all' illustre Bornet 1' aver richiamato 1' atten- zione degli studiosi sul diverso valore fisiologico dei cos'i detti spo- rangii pluriloculari nel genere Ectocarpiis ; donde la proposta di nuovi generi [Acinetospora Born., Giffordia Batters). Il Sauvageau rivolge la sua attenzione sopra l' Ectocarpus virescens Thur. del quale fornisce ragguagli interessanti sui caratteri generali della fronda, sulle rizine e sui filamenti repenti, sulle forme di pro- pagine (boutures), su gli sporangii pluriloculari e sulla germinazione delle zoospore. Egli distingue due sorta di sporangii pluriloculari dioici (gli uni- loculari sono finora sconosciuti) cioè a piccole logge (mesosporangii) e a grandi logge (megasporangii), e^uesti ultimi simili a quelli de- scritti per il vero Ectocarpus pusillus ma differenti per il fatto che le loggette contengono spore provviste di cigli. È importante l'os- servazione che le zoospore dei megasporangii germogliano diretta- mente, senza copulazione. Sembra lecito supporre che i megaspo- rangii abbiano la funzione di oogoni, analoghi a quelli della CutUria, comunque sia curioso il fatto che le zoospore in essi contenute siano atte a germogliare senza subire alcuna fecondazione; la scoperta di anteridii porterebbe maggior appoggio all'ora accennata supposizio- ne. I mesosporangi corrispondono agli sporangi pluriloculari abitual- mente descritti per gli Ectocarpus, solo che i contenuti delle loro loggette avrebbero perduto il carattere di gameti ed avrebbero as- sunto quelli di partenogonidii, fatto che fu notato in altre Alghe. hi fine alla sua Nota l'A. enumera alcuni Ectocarpus che egli ritiene afjìni i\\V Ectocarpus virescens Thur. cioè Ect. MitchelIcB Harv., E. indicus (Sond.) Grun., E. Ami cor um Harv., E. Ducìiassaiugianus Grun., il. guadeloupensis Crouan, E. macrocarpus Crouan, E. fenestra- toides Crouan, E. heterocarpus Crouan, E. ohtusocarpus Crouan. Sauvageau C. — Note sur 1' « Ectocarpus (Pilayella) fulvescens » Thuret. — (i8o). La Conferva fulvescens Schousb , raccolta nel Marocco circa 7 decennii or sono, venne dal Thuret riferita al genere Ectocarpus e descritta per la prima volta, su esemplari di Biarritz, dal Bornet nel 1889, ascrivendola alle Pilayella. 11 dott. Sauvageau la raccolse nel 1895 a Guéthary e nelle coste della Spagna, la studiò e potè quindi completare le notizie fornitene dal Bornet sullodato. Egli ne descrive con precisione la forma vegetativa, le appendici radiciformi (crampons), lo sviluppo di propagini, la struttura della membrana cellulare che è nello stesso tempo cellulosica e pettica, gli sporangi uniloculari catcnulati, il numero (6-12) di zoospore (33- »39 35 « i3-i6) contenute in ogni sporangio, lo sviluppo in certi casi di germinazioni mostruose dovuto a saldatura di due o più zoospore. Sauvageau C. — Sur les sporanges pluriloculaires de V « Aspero- coccus compressus» Griff. — (48) Descrive gli sporangii pluriloculari, finora ignoti, dcìV Asperococ- L-//S compressus Griff. sono formati dalle cellule corticali che si al- lungano a guisa di un dito di guanto e si segmentano nel modo ordinario. Essi hanno piccole dimensioni (23-35 « 9-1 5) e sono dispo- sti in placche indeterminate, continenti, lascianti tra loro delle zone irregolari di tessuto corticale non trasformate. Sono simili a quelli già descritti nel 1891 dal compianto Buffham (Journal of Botany XXIX, p. 321, tab. 314) per Y Asperococcus biillosus dove hanno maggiori dimensioni (55-Ó5 <=» 2o-25) e sono aggregati in sori più 0 meno densi. Schmidle W. — Sùsswasseralgen aus Australien. — (2i3). L' Autore illustra materiali raccolti nella Queenslandia da Bailey nel 1894 ^ 1895 ed a lui comunicati dall'egregio prof. E. Askenasy. Dopo l'importante lavoro del dottor O. Nordstedt (nel quale è data una bibliografia assai accurata) e le due memorie del Moebius (1892, 1894) nonché quella del Raciborski (1892) è questo un notevole contributo alla flora algologica australiana. Oltre a parecchie Desmidiee sulle quali a luogo opportuno viene riferito dal D."" O. Borge in questo stesso periodico, sono proposte come nuove le seguenti specie e varietà: Oedogoniiim undulaiwii A. Br. var. Moebiusii, Stigeocloniuin Aske- nasy i, Spirogyra Baileyi, Glceothece Bailey ana, Boye P. — Bidrag til Kundskaben om Algevegetationen ved Norges vestkyst — (154). È un modesto ma in pari tempo interessante contributo alla co- noscenza della vegetazione algoidea delle coste occidentali della Nor- vegia da aggiungersi alle molte ed importanti memorie edite dal collega Foslie, sotto la cui guida il Boye ha condotto a termine il suo lavoro. L' A. descrive ed illustra con una tavola una nuova specie, Enteromorplia ramosa, prossima alla Enleromorpha percursa (Ag.) J. Ag. var. ramosa J. Ag. Sauvageau C. — Note sur le Strepsithalia, nouveau genre de Phéosporée. — (124'!. I I40 L' A., il quale da qualche anno si occupa in modo particolare delle Alghe brune, descrive un nuovo genere prossimo agli Streblo- nema ed Ectocarpns che viene caratterizzato nel modo seguente: Strepsithalia Bornet-Thallus maculiformis, endophyticus, e filis articulatis monosiphoniis muco gelatinoso vaginatis formatus. Fila primaria horizontalia. incremento indefinito, inter cellulas plantrc matricalis excurrentia, ramosa, hinc inde fila secundaria erecta defi- nita, clavata vel cylindrica, simplicia aut basi bis terve furcata, in' pulvinulos minutos densos congregata emittentia. Pili ad modum Phoìosporearum confecti, e filis repentibus et a basi filorum vertica- lium provenientes. Sporangia utriusque generis e cellulis inferiorum filorum nascentia : unilocularia ovoidea vel piriformia, plurilocularia filiformia, cylindrica, loculis uniseriatis. Obs. Strepsithalia thallo inferiore repente endophytico cum Sire- bloneiìiate convenit; Mvrionematis species filorum verticalium fabrica omnino refert; Elachìstaìii pulvinulis densis in mentem revocat. L'A. propone due nuove specie cioè: i) Strepsithalia curvata (con sporangii uniloculari sessili o pedicel- lati, 40-60 ^ 28-42, evanescenti dopo la deiscenza : sporangi plurilo- culari sessili o pedicellati, iò-5o « 4,5-12) vivente nella lìelminthoctadia purpurea a Guéthary (Bassi Pirenei). 2) Strepsithalia LiagorcB (con sporangii uniloculari sessili 0 pedicel- lati, 5o-8o « 18-40, persistenti dopo avvenuta la deiscenza: sporangii pluriloculari sessili o pedicellati, 18-40 « 4,5- io) vivente nella Liagora viscida e nella Ilelniinthocladia purpurea pure a Guéthary. , Darbishire 0. V. — Spencerclla australis, cine neue Florideen- Gattung und - Art — (lyS). Il nuovo genere, proposto dall'egregio autore, può venir ridotto a diagnosi latina nel modo che segue : Spencer ella Darbish. [1896] in Ber. der deutschen botanischen Ge- sellschaft XIV, 5, p. 199 (Etym a ci. Eduardo Spencer, qui ad oras occidentales Australicie algas nonnullas colligit) — Frons teretiuscula vel plus minusve compressa, evidenter distiche pinnatim ramosissima, stratis fere tribus axin monosiphonium centralem ambientibus con- texta, medullari filis et longitudinalibus articulatis intricatis (-in parte Juniore nondum evolutis) et verticalibus laxius dispositis in straluni inlermcdium e cellulis rotundatis constantem transcuntibus, corticali cellulis minoribus verticaliter seriatis composito. Cystocarpia et anthc- ridia hucusque ignota. Tetrasporangia in apicibus ramulorum ultimi 141 ordlnis evidenter sphaerice intumescentibus (cystocarpia eximie simu- lantibus^, perisporio instructis poro lateraliter pertusis evoluta, trian- gule (nonnulla cmciatim) divisa. Spencerella australis Darbish. in Ber. der deutschen botanischen Gesellschaft XIV, (189Ó1, 5, p. 200, tab. XIV! — Characteres generis. Ilah. ad oras Novce Ilollandie occidentales prope Champion Bay Geraldton (E. Spencer). — Fragmentum frondis (callo radicali ca- rens) tantum descripsit clarus Darbishire; alga forsan est sesquidecim. alta, quod fragmentum docet compressa, 1-2 millim lata. Rami se- cundi ordinis plus minus teretiusculi, distiche pinnati itcrumque pin- nulati omnes acuminati, hinc inde apice dilatati et fructiferi. Fructus hi tetrasporangia intus foventes ciré, i millim. longi et 700 j. lati, cavi, poro laterali 21 u. lato pertusi. Color violaceo-purpurascens; substantia eximie corneo-cartilaginea. Il nuovo genere, secondo Darbishire, si avvicina da un lato al gen. Caiilacantlius, da un altro lato al genere Stcuocladia. A mio vedere, almeno dalle figure (dacché niun esemplare autentico della Spencerella australis mi fu dato esaminare}, la nuova specie proposta dal Darbishire richiama alla mente certe forme di Cryptosiphonia e di Pikea. È sperabile che il Darbishire od altri possano ricevere dall'Au- stralia esemplari della stessa Alga forniti di cistocarpii, per poter decidere in via definitiva intorno al posto che nel sistema delle Floridee compete realmente al genere Spencerella. G. B. DE-TONI Rodriguez y Femenias J. J. — Datos algologicos IV. — (218). L' autore descrive ed illustra su due tavole come nuove le se- guenti Floridee delle isole Baleari : Neurocaulon grandifolhun, Sphcs- rococcus rhi^ophylloides , RodrigiLe\clla Strafforelliì Schmitz, Rodrigue- %ella Borneli (Rodr.j Schmitz. Eccone le diagnosi : Neurocaulon grandifoliuin Rodr. lam. VI, f. i-ó: Stipite perenni, nigrescente, cylindraceo, symplici aut ramoso; laminis foliaceis 2-3, sessilibus, alternis, reniformibus, subcordatis, 3-ó cm. latis, integris, leniter undulatis; cystocarpiis numerosis in ampia fascia marginali laminarum evoluti--, immcrsis et parum prominulis. Hab. ad littus insuke Minoricae, in profunditate 70-100 m., mense junio antheridia, mens. septemb.-novemb. cystocarpia prtiebens. IO 142 ■* SphcBrococcus rhi'^ophylloìdes Rodr. lam. V, f. i-ó: Fronde parum ramosa, alata, irregulariter dichotoma, ramis patentibus, apice haud furcatis; cystocarpiis breve pedicellatis, in marginibus alarum evolutis. Hab. ad littus insulae Minoricae, in profunditate 75-i3o m., mense octob. cystocarpia praebens. — Alas frondis bine inde constrictas, modo Delesserice lomentacecB. Rodrigue^ella Schmitz n. gen. : Fronde disco radicali exsurgens, stipite caulescenti laminisqiie foliaceis instructa. Stipes perennis, cy- lindraceus, durus; laminae annuae, planas, roseae; contextus cellularis, sine axi centrali, e stratis duobus constans, strato interiori cellulis rotundatis laxisque, exteriori e serie singola cellularum polyhedrica- rum efformato. Cystocarpia ovato-sphseroidea, carpostomio terminali aperta. Tetrasporangia sub corticc laminarum evoluta, triangule divisa È un genere aijine a Laurencia e conta due specie : Rodrigue\ella Strafforellii Schmitz, Cladhymenìa Borneti Rodr. in Anal. Hist. Nat. XIX, t. Il, f. 1-2, Spha'-rococcus Palmetta var. sub- divìsa Kuetz. Tab. Phyc. XVIII, t. 98, f. d: Fronde 4-8 cm. alta, stipite 1-2 mm. crasso, nigrescente, plerumque ramoso; laminis fo- liaceis SLEpius in apice et superiori parte ramorum stipitis aggre- gatis, basi attenuatis, simplicibus aut bi-tripinnatìfidis segmenta prae- bentibus oblonga vel sublinearia, obtusa, integra aut parce prolifera, 2-4 cm. longa, 3-ó mm. lata; cystocarpis ovoideis, in marginibus aut in disco rachidum laminarum evolutis; tetrasporangiis numero sis infracorticalibus in superiore regione rachidum sparsis. Hab. ad littus insulas Minoricae, prolund 70-120 m. (Rodriguez); ad Massiliam Galloprovinciae (G i r a u d y in herb. L e n o r m a n d) ; ad oras Liguriae (Strafforello) et Dalmatiae ^Kuetzing). Rodrigiic^dla Borneti (Rodr.) Schmitz, Cladhymenìa Borneti Rodr. in An. Nat. Hist. XIX, tab. II, f. 8-7: Fronde 7-1 5 cm. alta, stipite ramoso, 2-3 mm. crasso; laminis foliaceis plerumque in parte su- periori ramorum stipitis aggregatis, basi cuneiformibus, bi-tripinnati- fidis, segmenta prosbentibus oblonga aut linearla, obtusa, dentata, 2-10 cm. longa, 7-12 mm. lata; tetrasporangiis magnis, sine ordine in appendicibus fusiformibus sparsis et zonam transversam infraapi- calem occupantibus. Hab. circa littora insulae Minoricas, profunditate 65 -120 m. Setchell A. W. — Notes on Kclps. — (i25). L' A., noto già per un buon lavoro sulla sistematica e sulla distri- U3 buzione geografica dei generi delle Laminariacee, prende in esame critico le Laminariacee della California. Egli si associa al mio parere ritenendo che la Castana reticiilala proposta come nuova dal De Alton Saunders non sia altro che il Dìctyoneuron californicum Rupr. G. B. DE-TONI Brand F. — Fortpflanzung und Regeneration von Lemanea flu- viatilis. — (171). L'A. si occupa della Lemanea fluviatili s venendo a risultati che più sotto verranno riassunti. Le Lemanea ') formarono oggetto di nu- mero-i studi e per tacere dei vecchi lavori di Vaucher (i8o3) e di Bory (1808), la letteratura algologica annovera le pubblicazioni spe- ciali di Thwaites, Wartmann, Piccone, Sirodot, Ketel, Bornemann ed Atkinson, le quali hanno, sotto vari punti di vista, esaminato questo genere di Floridee esclusivamente proprio delle acque dolce, come radine Tuomeya Harv. {Baileya Kuetz.) illustrato di recente dal prof. A. W. Setchell. La Lemanea Jluviatilis, stando ai reperti del Brand, non possiede la propagazione per tetraspore 0 monospore ^agamiche); all'incontro essa si riproduce: 1) in via sessuale per mezzo di carpospore sviluppantisi entro le frondi setiformi (setole del Brand) e liberantisi per distruzione del tessuto delle frondi stesse, in guisa da provvedere in particolare alla disseminazione a distanza, sebbene alcune carpospore germinino sul posto ; 2) in via vegetativa mediante gli apici dei rizoidi che giovano da organi di moltiplicazione; resta tal processo di sviluppo limitato alla stazione ove cresce l'alga. 3) in via rigenerativa, mediante la persistenza della vitalità in certe cellule corticali vegetative, dopo guasti dinamici o meccanici delle frondi setiformi mature; è questa in particolar modo una di- sposizione xerofila, un riparo speciale contro P essicazione, 1 risultati finali ed interessanti ai quali è venuto l' egregio autore sono : 1. La Lemanea fluviatilis possiede in speciali cellule corticali ') In una gita a S. Giuliano presso Pisa, nella quale ebbi a guida ed a compagno il chiarissimo prof. G. Arcangeli, ho inutilmente cercato la Lemanea? Corinaìdii Menegh. della quale era mio desiderio esaminare individui viventi. 144 vegetative delle sue frondi setiformi una forza di rigenerazione atta a farle resistere lungo tempo alla siccità. 2. Nessun' altra parte vegetativa dell'alga sopporta la mancanza assoluta dell'acqua. 3. Le carpospore possono, racchiuse some si trovano nelle frondi setiformi, sopportare un lungo periodo di siccità 4. Le spore si differenziano dalle cellule rigeneratrici a loro assai somiglianti in grandezza e forma particolarmente per la qualità del contenuto e per la larghezza relativamente minore della base del filamento germinativo. 5. È provato, in accordo cogli autori, che dalle spore si sviluppa un filamento articolato. 6. Resta ancora da studiare se dalle spore possano direttamente trarre origini formazioni simili a parenchima. Jennings Vaughan A. — On two new species of Phycopeltis from New Zealand. — (i3ój. L'A. descrive come nuove due specie che egli ascrive al genere Phycopeltis Mi 11. cioè Phyc. nigra e Phyc. expansa e di entrambe dà le opportune figure sulle due tavole annesse alla Memoria. Non posso però dissimulare (come del resto mi confessò in lettera lo stesso egregio autore^ che egli sarebbe venuto ad altri risultamenti qualora avesse avuto la cura di esaminare gli esemplari autentici delle altre specie di Phycopeltis, Phyllactidium, Hansgirgia ecc. come ha fatto chi scrive in collaborazione col compianto Francesco Saccardo fino dal 1S90, corredando il lavoro con tre tavole colorate e stabi- lendo colla maggior cura possibile la intricata sinonimia. L'A. com- mette poi alcune inesattezze riguardo alle specie stesse da lui chia- mate sterili. Come va, siami lecito osservargli, che la PhycopeliU tropica Moeb. è messa tra le forme sterili .^ Questa Phycopeltis che è null'altro se non la mia Hansgirgia flabelligera è provvista di sporan- gi, come apparisce dalla memoria surricordata edita dal Saccardo e da me ; è assai probabile che l' egregio autore abbia citata tale me- moria (a pag. 750 nota i) senza averne letto il contenuto nò viste le illustrazioni; tanto è vero che il detto lavoro non è ricordato nella bibliografia, dove fa cenno solo del primo volume della mia Sylloge Algarum. E troppo poco (per non dir affatto) sono differenziate dal- l'autore la Phycopeltis epiphyton Mill e la Phyc. arundinacca (Mont.) De Toni. yVnche le spiegazioni delle tavole sono mal riferite, perchè è occorso un errore evidente nella numerazione delle due tavole. MS Ciò però nulla toglie a che il lavoro del sig. Jennings meriti di essere preso in considerazione. La sua Phycopellis expansa (tav. XXIX, fig. 1-7!) cresce sulle foglie di Nesodaphne Towa nella Nuova Zelanda e la Phycopelfìs nigra (tav. XXYlll, f. 1-6!) vive sulla stessa matrice e sulle pinne delle frondi di Aspleniinii falcatiiììi nella stessa regione. G. B. DE-TONI Schmidle W — Chlamydomonas grandis Stein und Chlamydo- monas Kleinii Schmidle. — (188) L' A. dimostra che la Chlamydoìiiaiìas grandis Stein e una specie collettiva e sostiene il diritto di precedenza per la sua Chìaììiydotnonas Kleinii in confronto della Chlamydomonas grandis (Stein) Dill perchè quest' ultima specie collettizia dello Stein fu illustrata dal Dill ') in una forma che corrisponde perfettamente alla specie già qualche anno fa (Flora 1893) proposta come nuova dallo stesso Schmidle. De Wiltlemanil E. — Observations sur quelques espèces du genre Vaucheria. — (220). L'Autore cerca di stabilire la sinonimia di Vaucheria terrestris (Vauch.) DC, V. hamata Walz e V. geminata (Vauch.) DC Come il De Wildeman stesso dichiara sarà utile lo studio diretto degli esem- plari e le colture per fissare in via definitiva la sinonimia da lui proposta. Saiivageau C. — Remarques sur la reproduction des Phéosporées et en particulier des Ectocarpus. In questa pubblicazione 1' egregio autore, già esperto nello studio degli Ectocarpus sui quali ha dato alla luce parecchie memorie in- teressanti, riassume tutto ciò che attualmente si sa intorno alla fisio- logia della riproduzione delle Feosporee. Egli prende successivamente a considerare lo stato della questione dopo gli studi del Thuret (1848, i85o), le osservazioni sulle Cutleriacee la cui fecondazione per ete- rogamia già supposta dal Thuret venne provata dal Reinke, i rap- porti di Aglao~onia e Ciilleria, le recenti osservazioni del Kuckuck (1894) su una forma confervoide della Cutleria nmìtifida, gli studi M O. Dill. — Die Gattung Chlamydomonas und ihre nachsten Verwandten (in Prinffsheim's Jahrbùcher Ciir wissenschaftliche Botanik Band XXVIII, Heft 5). ^ 146 sulle Tilopteridee per i quali si resero benemeriti il Kjellman, il Reinke, il Bornet e nello scorso anno il dottor Kuckuck, gli studi confermanti la sessualità isogamica delle zoospore delle altre Feo- sporee, annunciata già dall' Areschoug e poi comprovata da tanti altri. Infine l'Autore tratteggia lo stato attuale della questione discutendo i vari dati forniti dagli osservatori, discutendo specialmente intorno agli Ectocarpus e generi afjfini. Rimandiamo il lettore alla pubblica- zione del Sauvageau che è redatta con cura e porge una sintesi utilissima anche nei riguardi della sistematica. Macchiati L. — A proposito della Symploca muralis Kùtzing, spe- cie nuova per la flora algologica italiana. (19Ó). Dopo aver dato uno sguardo generale sui limiti del genere Sym- ploca assegnati dal Gomont nella Revisìon des Oscillane es l'A. ricorda le 6 specie rinvenute in Italia [S. hydnoìdes (Aresch.) Kuetz., S. Me- 7ieghinia7ia (Menegh.) Kuetz., S. thermalis (Kuetz.) Gom., S. dubìa (Naeg.) Gom., S. elegans Kuetz., S. violacea Hauck) alle quali egli aggiunge la S. muralis Kuetz. raccolta sui mattoni umidi nel cortile della R. Università di Modena in società col Pliormidium autumnale. iVIurray G. — A new Caulerpa (illustrated) (i8ó). L'egregio autore descrive una nuova specie di Caulerpa [C. Bar- tonica) prossima alla C. ligulata raccolta sulle rupi sommerse nelle spiaggie della Caffraria inglese, Barton E. S. — Notes on Bryopsis. (181). L' autrice descrive col nome di Bryopsis Flanagani una nuova spe- cie (aljline alla Bryopsis piumosa) raccolta sulle rupi sommerse lungo le coste della Caffraria inglese. \ Batters E. A. L. — New or criticai british marine algae. Journal of Boiany XXXIV, 189Ò, N. 406, p. 384-390. Ricorda, accompagnandole in molti casi di osservazioni utilissime le seguenti alghe nuove per la Granbretagna : Oscillatoria rosea Crn., Symploca atlantica Gom. var. purpurea\ n. var., Microcoleus lenerrimus, Hyella cccspitosa Born. et Flah. var. nitida n. var., Rai/sia disciformis Crn., Lithodenna simulans (Kuck.), Batt. {=Sorapion simulans Kuck.), Streblonema Buffhamianum n. sp. (nello strato corticale di Caslagnea Griffrithsiana), Ectocarpus veluiinus 147 Kuetz. var. laterifructus n. var., Acrochcetnim endophyfìcum n. sp. (= Chantransiella endopliytica Brebner in litt.; nello strato corticale di Dasya coccinea), Peyssonellia rupestris Crn., Criioriopsìs Ilauckii n. nom. (= CruorielUa armonica Hauck iMceresalgen p. 3i non Cro- uan), Criioriopsìs cruciata Dufour, Criioria rosea Crn. var. purpurea n, var. (= Cruoria purpurea Crn. e Conlarinia purpurea Crn. .^), Rho- dodermis elegans Crn., Rhodochorton parasiiìciim. n. sp. {^■=^ Rhod. spar- sum Batt. List of Mar. Alg. of Berwich, non Calli thamnion sparsum Carmich.), Lithothauinion ìncrustans Fosl. e f. liarveyi Fosl., Lith. Sonderi Hauck, Litli. orhiculatum Fosl., Lilh. flabellatum Rosenv. f, Rosenvingii Fosl. e f. Granii Fosl., Lith. Strcemfeliii Fosl, Lith. Lenor- mandii (Aresch.) f. suhlevis Fosl., Lith. Battersii Fosl., Lith. coral- lioides Crn. f, australis Fosl. e f. flahelligera Fosl. Alien T. F. — The Characese of America Part II, Fase. 3. 189Ò. Questo fascicolo contiene le descrizioni e figure di io specie di Nitella, di cui 2 sono per la prima volta descrìtte (Nitella Leihergii e iV. transilis). West W. & West G S. — Algte from Central Africa. Journal of Botany XXXIV, 1890, n. 406, p. 377-884, piate 36i. Oltre la Desmidiacee, sulle quali riferisce il nostro collaboratore D.'" O. Borgo, r Autore propone le seguenti nuove specie : Coelastrum Morus (prossimo a C. scabrum Reinsch in Journ. Linn. Soc, Botany. XVI, p. 232. t. 6. f. 3). Coelosph ce riunì confertum (diam. tali. i25 a.; diam. celi. 1,8-2,4 y.). Di particolare interesse è l'aver constatato la presenza nelP acqua solforata del lago Losuguta della Arthrospira platensis (Nordst.) Gom. nota finora solo per l'Uruguay Penhallow D. P. — Nematophyton Ortoni n. sp. — (i65). Dopo la pubblicazione generale sommaria edita dall'egregio Au- tore sul genere Nematophyton (Notes on Devonian Plants in Trans. R. Soc. Can. VII, IV, p. 19) vennero proposte due nuove specie di questo genere, la prìma proveniente da Cardiff e denominata dal Barber (Annals of Botany VI, p. 329) N. Storriei, la seconda trovata negli strati di Gràfrath (Reno Inferìore) e descritta dal Solms Lau- 148 bach (Jahrb. K. preuss. geolog. Landesanstalt 1894. p. 67) col nome di N. DecJieniantun. Il Penhallow aggiunge ora una terza specie, il Neìiialophylon Orioni, trovato dal prof. E. Orton negli strati dell' Eriano dell'Ohio. Egli accompagna la descrizione con una tavola, dove sono rappre- sentate le sezioni longitudinali e trasversali della nuova specie. L'au- . tore opina che il genere Nematophyion sia un' alga aljine alle Lami- narice. La struttura del Neiiiatophyton Orioni richiama in c^ualche modo alla memoria quanto il prof. F. W. Oliver ha figurato per le così dette Irumpel-hypbce nelle Macrocyslìs (Annals of Botany I, p. gS). Il genere Nematopliyton abbraccia ora otto specie : 1. N. Logani Dn. — Eriano inferiore di Gaspè; Siluriano (Ludlo- viano superiore) d'Inghilterra e Siluriano del Nuovo Brunswick. 2. N. Hichsìi (Eth.) Dn. — Siluriano di Wales. 3 N. crassuin (Dn.) Penh. — Eriano medio di Gaspè e di New York. 4. N. laxwn (Dn.) Penh. — Eriano inferiore di Gaspè. 5. N. lenue (Dn.) Penh. — Eriano inferiore di Gaspè. ó. iV. Slorriei Barb. — Siluriano di Cardiff. 7. N. Decheiiianuììì Solms Laub. — Devoniano superiore di Gràf- rath, Germania. 8. N. Orioni Penh. — Eriano superiore di Ohio. De Toni G. B. — ■ Phyceee Japonicte novae addita enumeratione al- garum in ditione maritima Japoniiie hucusque collectarum. Alghe ma- rine del Giappone ed isole ad esso appartenenti con illustrazione di alcune specie nuove. — (i58). Die hier vom Verf. veròffentlichte Zusammenstellung der bisher bekannten japanischen Meeresalgen muss als ein werthvoller Beitrag zur Kenntnis der geographischen Verbreitung der Algen angesehen werden. Der Liste selbst wird cine làngere italienisch geschriebene Einleitung vorausgeschickt, deren erstes Capitel sich mit der Ver- theilung der marinen Algen im AUgemeinen beschàftigt. Das zweite Capitel behandelt ziemlich ausfùhrlich die Geschichte der Erforschung der japanischen Algenflora, Diejenigen, welche sich um dieselbe besonders verdient gemacht haben, sind : Kìempfer (1693), Thunberg (1774), TiLESIUS Und HORNER (1804), H^RVEY, G. V. MaRTENS, SURINGAR, DicKiE, KjELLMAN, Hariot, IIeydrich. In letzter Zeit hat auch ein japanischer Botaniker, Okamura, die Algen seines Landes zum Gè- genstand mehrerer Arbeiten gemacht, und durch diesen sind Schmitz 149 und der Verf. selbst zu mehreren Abhandlungen ùber japanische Algen veranlasst worden. Das folgende Capitel beschàftigt sich mit der Beschaffenheit des Gebietes und das nàchste mit der Eigen- thumlichkeit seiner Algentlora. Hieraus ist zu ervahnen, dass das japanische Meer eineiseits mit dem arktischen, andererseits mit den wàrmereren Meeren in Bezieiiung auf seine Algen Verwandtschaft zeigt. Durcii die von Norden kommende kalte Meeresstròmung er- klart sich das Vorkommen zahh'eicher Arten, die sich im Behrings- meer, Ochotskischen und arktischen Meere wiederfinden, wie Agaruin Turneri, Scytosypìion lonicntarius^ mehrerer Floridecn und Chloro- phyceen. Andererseits zeigt sich der sùdliche Charakter in dem Auftreten zahlreicher (2Ò) Sargassuni-Avien. Charakteristisch tur das Gebiet sind die Gattungen CystopIiyUuììi und Coccoplwra, ferner E- chlonia, die Gelidiaceen, die betreffenden Gigartina-, Gymnogongrus-, Gracilaria-, Laurencia-, Polysiphonia-, Gìoiopdtìs-hxXQw ; ausser Coc- copliora sind ihm eigenthùmlich Myelophyciis, Undaria, Acanlhopdtis, Callophyllis rhyncocarpa und japonica, Cystocloniiiui armatiun; es fehien Vertreter der Gattungen Callithaiiinion, Antithamnion und Rho- dochorton, wiihrend von den Ceramiaccen sich nur hier findet Cuìh- pvIcEphora hypneoidcs. Schliesslich wird aucli cine Anzahl von Algen angefùhrt, welche das Gebiet mit der Ostsee gemeinsam hat. In der nun folgenden Liste, welche im Ganzen 804 Arten enthalt behandelt Verf. der Reihe nach die Florideen (nach dem System von ScHMiTz;), die Fucoideen (nach Kjellman), die Chlorophyceen (nach seiner Sylloge) und die Myxophyceen (nach Bornet, Flahault und Gomont) ; die Bacillariacccn und Peridineen sind nicht berùcksichtigt. Den Namen sind Litteraturcitate und Synonyma nur soweit beigefugt, als es dem Verf wichtig und tur die Erkennung der Arten nùtziich erschien; sodann ist ihr Vorkomrnen in Japan angegeben mit dem Namen des Sammlers oder Bearbeiters und gelegentlich auch der japanische Name der Alge. Lateinische Diagnosen finden sich nur bei einigen zweifelhaften àlteren Arten und bei den neuerdings vom Verf und Okamura veròffentlichten Arten, sonst ist gelegentlich ein- mal eine lateinische Bemerkung beigefugt. Die von Reinbold (Med- wigia, 1895) aufgestellte Gattung Gloiothamnìon tauft Verf., da der Name schon von Cienkowski fùr eine andere Alge vergeben war, in Reinholdiella [R. SchmitTìand) um. Auf den beiden von Qkamura gezeichneten Tafeln finden wir Habitusbilder und Analysen von Pla- copìwra latiusciila, P. linearis und Hypnea simplicinscula, welche ìSO Algen vom Verf. kurz vorher in den Atti del R. Istituto Veneto veròffentlicht worden sind. «? Eine Uebersicht ùber die Lage der angefùhrten Standorte, cine Bibliographie und ein alphabetisches Algenverzeichniss bilden den Schluss der Abhandlung. Prof. M. MòBius (Frankfurt a. M.) '). Weber van Bosse Anna. — Notes on Sarcomenia miniata Ag. — (219). L'egregia autrice, durante il suo viaggio nell'Africa meridionale, raccolse nella baia di Plettenberg (Colonia del Capo) un cespuglietto tetrasporifero di Sarcomenia miniata Ag. ; dalla signorina E. S. Barton (del British Museum di Londra) ricevette due esemplari secchi della stessa floridea muniti di cistocarpii e di anteridii ; con ciò la signora Weber fu posta in grado di fornire una illustrazione completa della stessa Sarcomenia miniata scoperta la prima volta, come si sa, dal Cabrerà a Cadice (Spagna). Dopo averne descritto la struttura, sulla quale possediamo discreti ragguagli ad opera di G. Agardh (Species II, p. 1260) e Grunow (Alg. Novara p. 92 98 tab. XI), l' autrice prende in considerazione gli stichidii confermando quanto il prof. Cramer ha trovato nella Calogtossa Leprieurii ; tenuto conto delle osservazioni fatte nelle Po- lysiphonia dal Rosenvinge (1888). ricerca se nella Sarcomenia si noti la presenza di cellule migranti; dimostra l' origine delle ramificazioni dal tubo centrale, accordandosi con quanto il Falkenberg e l' Ambronn hanno osservato in altre Rodomelacee [Rytiplilcea, Ama7isia, Vidalia, Poly^onìa); nota la monoecia dell'alga, illustrandone bene gli anteridì ^) che si trovano alla base dello stipite e consistono in minutissimi filli e i cystocarpi i quali nascono di solito presso alla regione basale dei rami lungo la parte mediana, (non potè vedere tricogoni^ Infine conchiude emettendo la supposizione che alla Sarcomenia miniata deva ascriversi una Floridea raccolta nella California e descritta dal Farlow (Proceed. Amer. Acad. of Artsand Sciences voi. XII, p. 236) sotto il nome di Tcenioma Clevelandii. G. B. DE-TONI ') Botanisches Centralblatt 1896. -) Sugli antcridi di un' altra specie di Sitiroiiwiiia cfr. il recentissimo lavoro dell'illustre G. Agarph Analccta aìi^ologira contili. Ili [1S96). Grato E. — Beitràge zur Anatomie und Physiologie des Eie- mentarorganismus. — (207). L' Autore ha già in una sua nota preliminare, pubblicata nei Berichte della Società botanica di Berlino, fatto conoscere sotto il nome di fisodi certe formazioni vescicoliformi intracellulari la cui funzione sarebbe il trasporto della plastina. Nel presente lavoro egli prende a trtittare dettagliatamente intorno ai detti fìsodi ed al sistema delle lamelle. 11 D.'' Grato premette alcuni dati sul significato della parola pro- toplasma, da mezzo secolo introdotta nel linguaggio scientifico (Ugo Mohl, 184ÓJ e ne dà le definizioni assunte in prosieguo di tempo ad opera di Strasburger (per il quale il protoplasma consta di nucleo cellulare, centrosfere, citoplasma [che alla sua volta è costituito di jaloplasma, a sua volta distinto in uno strato membranaceo, non gra- nuloso, ed in un plasma granuloso, fluido detto polioplasma dal Naegeli], cromatofori, e metaplasma), di Reinke (che definisce col nome di protoplasma il citoplasma di Strasburger e distingue perciò in una cellula vegetale come componenti fondamentali il pro- toplasma, il nucleo, i cromatofori, il succo cellulare ecc.), non senza tacere i nomi dati dal Flemming, Leydig, v. Kuppfer ecc. La smania di creare sempre nomi nuovi, sebbene in parte sia giustificata nel presente caso dal progresso delle osservazioni istologiche, ha condotto ad una certa confusione nella terminologia. Può darsi, ad esempio, che ai fìsodi del Grato siano identici i così detti granuli di R. Altmann, (Die Elementarorganismen und ihre Beziehungen zu der Zelle. — Leipzig 1890), i hìoblasli sopra i quali ultimi e sui plastìduli del Maggi si potrebbe con profitto leggere un lavoro pubblicato di recente dal prof. Giovanni Zola e dal compianto suo figlio dott. Raffaello testé rapito alla famiglia ed alla scienza, in cui bene prometteva di sé 'j. Stia del resto come vuoisi la questione sulla priorità di fisodi, granuli ecc., si possono fare tre categorie di studiosi i quali ammet- tono che le proprietà vitali risiedano : 1) nella impalcatura (Gerùstwerk) del plasma, costituita da fila- menti anastomosanti a guisa di rete (Frommann, Schmitz) 2) nella sostanza situata nei vani lasciati dalla impalcatura sud- detta (Schàfer, Leydig, Brass). 3) tanto nella impalcatura che nella sostanza interposta (molti botanici, zoologi, medici, p. es. Waldeyerj. ') Zoia F. e R. — Intorno ai plasliduli fucsinofili (bioblasti di Altmann), e. 2 tav. Memorie R. Istituto Lombardo di scienze e lettere voi. XVI, fase. j. 152 Ma anche sulla intima costituzione della impalcatura purtroppo non è detta l'ultima parola, malgrado le ricerche indefesse degli studiosi tra i quali bisogna ricordare il prof. Biitschli sul cui ultimo lavoro si è riferito a pag. 184 di questo fascicolo, nonché lo Schneider (in Arb. Zool. Inst. der Univ. Wien und der Zool Station in Triest herausg. vom Prof. D/ C Claus IX 2, Wien 1891) il quale, dopo aver descritto la cellula come risultante da un intreccio di fibrille, dice che tra queste, nella parte nucleare, stanno i granuli di croma- tina e tra queste potrebbero stare anche i granuli descritti da Altmann, O. Schultze e P. J. Mitrophanow (Ueber Zellgranulationem in Biol. Centralbl. 1889, N. 17, p. 541). Avvertasi solo che il Grato distingue nella cellula quattro parti principali (lasciando da parte i centrosomi) cioè sistema di lamelle plastiniche coi fisodi, nucleo, cromatofori, liquido interstiziale ; non volendo entrare qui in ragguagli troppo estesi, non consentanei all' indirizzo nella nostra Rivista, accenneremo solo che il Grato ha condotto la maggior parte delle sue osservazioni sulle cellule di alghe cioè Fucus, Ascophyllum nodosum, Chafopteris piumosa, Sphacelaha, Ectocarpus Giraudìa, Dictyota, dialo rrhi%a, molte altre Fucoidee, BeUsseria, Polysiphonia, Ceraniium, PhyUophora, Enteromoìpha clathraia, Rhi^oclonìiun, Cladoplwra, Mesocarpus, Spiro- gyra, Bryopsis, alcune Mizoficee. Per il Grato hanno grande importanza i fisodi quali organi prin- cipali di trasporto della plastina, quali intermediari tra i singoli ele- menti intracellulari ^specialmente tra il sistema plastinico e il nucleo). All'elemento plastinico l'A. accorda anche una facoltà condensatrice di combinazioni a più atomi di carbonio, ma ai fisodi egli assegna in modo particolare la funzione respiratrice; essi vengono dunque a costituire un elemento, per cos'i dire una molecola morfologica, di esistenza gene- rale, perchè la respirazione non manca in nessuna cellula vivente d'en- trambi i regni organici, l fenomeni fisiologici più intimi s'i negli animali che nelle piante sono difjìcili oltremodo a spiegarsi, perchè, oltre che da leggi fisiche e chimiche, sono regolati da alcuni fattori che in molti casi sfugefono all'osservazione microscopica ed all' uso dei reagenti, anzi an- che per questi ultimi conviene sempre tener presente il fatto che altro è eseguire reazioni chimiche /// vitro, altro è indagarle i7i/ra cellulas, dove anche oculati osservatori poterono essere tratti in inganno. Il lavoro del Grato cerca di risolvere alcuni ploblemi di fine isto-fisio- logia; egli ha il merito di essersi accinto ad una impresa ragguar- devole e sarà ben felice se altri ricercatori, coscienziosi al pari di lui, confermeranno le sue osservazioni. Dicesi questo perchè discrepanti »S3 sono le opinioni degli autori sui bioblasti : i due Zoia sopra citati traggono dalle fatte ricerche la conclusione che loro sembra assodato che i plastiduli fuscinofili abbiano una funzione nutritiva nella cellula; ciò, secondo questi due autori, dà ragione della costante presenza di essi nella sostanza plassica e fa ragionevolmente supporre che siano nella associazione plastidulare che costituisce la cellula i più vicini alla forma fondamentale di plastidulo, dal quale gli altri, diffe- renziandosi, si sono maggiormente allontanati. Dalle ricerche del dott. Zanier ') risulterebbe, invece, che mentre non si può negare la presenza reale nell" interno del protoplasma di granulazioni quali elementi morfologici del medesimo, non spetta però ai medesimi alcuna attività ed alcun uljTicio Hsìologico : per lui tali elementi non si possono quindi cousiderare né come prodotti di secrezione né come aventi origine nell' interno della cellula per trasformazione diretta di materiali assimilati. G. B. DE-TONI ^) Zanier Giusto. — I bioblasti di Altmann negli strati di attività e di ri- poso. — [(j^l- <^fi,'/' Ospcd. e delle Cliniche N. 30, Milano 1896). mORTE DI FRANCESCO SACCARDO ì Siami concesso consacrare a sfogo dell' animo angosciato da una altrettanto dolorosa quanto imprevista notizia, un mesto tributo alla cara memoria d'un giovane veramente onesto, d'un diligente cultore della botanica, d' un amico e compagno di studi. L'inesorabile falce della Morte, nella notte dal 5 al ó ottobre, mieteva una esistenza a me, per decennale consuetudine di amicizia e presso che comune indirizzo di studi, carissima: il dottor Francesco Saccardo mancato a' vivi in Avellino dove, professore di scienze naturali presso quella r. Scuola di Viticoltura ed Enologia, erasi re- cato circa da un mese per riprendere l' insegnamento. Ricordo ancora con viva commozione l'ultima sera, in sullo scorcio d'agosto, quando a Padova m'avvenne di passare qualche ora con lui e coi dottori Paoletti e Fiori, e nulla poteva far sospettare in lui, gioviale e robusto, i germi dell' infezione tifosa che non dovea ri- sparmiarlo ! Egli, fidente nella carriera che ormai gli sorrideva, for- niva anche a noi incoraggiamento a sperare in un avvenire migliore. E noi, godendo del suo giovanile entusiasmo, si stava intenti ad ascoltare le sue parole .... Ma basta, che la reminiscenza di quelle poche ore trascorse in sì lieta armonia d'affetti, non fa che esacer- bare lo strazio subito per la dipartita di un amico tanto sincero ed affezionato. La schiera de' maestri, de' colleghi, degli amici va, ahimè, rarefacendo di giorno in giorno le proprie file e la mia penna e troppo spesso costretta ad esprimere il cordoglio dell'animo. Francesco Saccardo trasse i natali in Selva di Volpago, alle falde del Montello, il 7 luglio 1869 e dall'esempio del padre suo, Antonio, e dello zio Pier Andrea apprese la onestà e tenacità del carattere, virtù tanto più grande in quanto che è rara, essendo oggidì molto frequenti le coalizioni di pochi uomini tristamente appassionati, ad 1S5 opera de' quali, per dirla colle parole del Cadorna '), la scienza colà dove dovrebbe avere difesa, protezione, incoraggiamento, trova invece lo spegnitoio. Compiuti in Treviso gli studi cUissici, frequentò l' Università di Padova^ coltivando con amore la botanica sotto la guida dell'illustre suo zio e conseguendo con onore la laurea ed il magistero nelle discipline naturali nel luglio del 1892. 11 successivo anno, incomben- dogli il servizio militare, si arruolò volontario nel R, Esercito, non tralasciando nel contempo di applicarsi, nelle poche ore che gli ri- manevano disponibili, ai suoi studi prediletti. Terminato il suo dovere di soldato, venne assunto quale assistente onorario all' istituto botanico padovano, donde, in seguito a concorso per titoli e per esame, passò professore di scienze naturali e patologia vegetale in Avellino, dove si trovava da circa due anni. Dell'attività sua su varie branche della scienza delle piante ci restano parechie Memorie, che qui non è certo il momento di ricor- dare dettagliatamente. Dirò solo che il suo Saggio di una flora ana- litica dei Licheni del Veneto fu giudicato un lavoro assai diligente ed importantissimo per la storia naturale dei Licheni italiani 'j, che dili- genti sono i suoi studi anatomici sulle Tifacee, i contributi alla liche- nologia del Modenese e del Reggiano ed alla micologia del Portogallo, i primi pubblicciii in collaborazione col dott. Adriano Fiori, i secondi col prof. A. N. Berlese. In questi ultimi due anni, in riguardo al posto che copriva, scrisse numerosi articoli di litopatologia in perio- dici agrari. Francesco Saccardo ci fu rapito anzitempo, ma imperituro rimarrà in tutti il ricordo di lui che fu, ancor verde d'età, splendido esempio di osservatore coscienzioso, di ottimo cittadino, di impareggiabile amico : unico corforto a' suoi cari straziati per sempre da tanto abbandono ! Padova, io Ottobre iS^6 G. B. DE TONI ') Cadorna. -- Vita e scritti di Carlo Bagnis p. 47. — Roma, 1880, Tip. Fr. Botta, 8°. -) L. Gambari. — Rassegna bibliografica. — L'Aleuto Veneto 1895, p. 18 e. 1S6 Pnlililicazioii M prof, Fraicesco Saccarflo 1. Contributiones ad Fiorarli mycologicam Lusitaniae (in collaborazione col prof. A. N. Berlese). — Revue mycologique, ser. II, 1889. 2. Sago-io di una flora analitica dei Licheni del Veneto, aggiuntavi l'enume- razione sistematica delle altre specie italiane, con 13 tavole colorate. — Atti Società Veneto- Trentina di scienze naturali 1894. 3. Revisione di alcuni generi di Cloroficee epifite, con 2 tavole colorate (in collaborazione col dott. G. B. de Toni). — Nuova Notarida I, aprile 1890. 4. Florula del Montello, provincia di Treviso. — Bullettino Società Veneto- Trentina di scienze naturali 1895. 5. Ricerche sull'anatomia delle Typhaceae, con tavole. — Malpighia voi. IX, 1895. 6. Contribuzione alla lichenologia del Modenese e del Reggiano (in collabora- zione col dott. Adriano Fiori). — Atti Società dei Naturalisti di Modena 1895. 7. Manìpolo di Coccinìglie raccolte in provincia di Avellino. — Rivista di pa- tologia vegetale IV (I8£'5), p. 46-55. 8. Risultato di alcuni esperimenti secondo il nuovo metodo di lotta contro la Cochylis. — Giornale di Vitlc, ed Enol. HI (1895). n. 22. 9. Distruzione dei roditori dannosi all'agricoltura mediante l'azione patogena di microbi. — l. e. n. 23. 10. Risposte a quesiti. — l. e. IV (1896), n. 1-5. 11. Intorno ai metodi per combattere le ruggini. — l. e. n. 3,5. 12. Blackrot. — l. e. n. 7. 13. La peronospora della Vite. — l. e. n. 9. 14. Note pratiche. — l. e. n. 12. 15. L'irabrunimento delle barbatelle di Vite. — l. e. n. 12. 16. La fitoptosi. — l. e. n. II. 17. L'Anomala nella Vite. — l. e. n. 14. «57 Opiniones nonnullce de a Sylloge A.lgarum oTTinium hjybcusque cognitarum. voi. I-II cuu- ctore J. B. de T'orli n. D/ De Toni has recently issued the thircl volume of his Sylloge Algariuii. It deais entirely with the Brown Algae or Phit'ophyceEe, the Fucoideae as he calls thems. The Book is well arranged: priority in class, ordinai and family, nomenclature is strictly observed It will be indispensible to the spe- cialist in this line and a great help to the general student. De Alton Saunders [The American Naturalist 1896, Aug., p. Ó68 6Ò9]. ') Cfr. La Nuova Notarisia 1894, 1895 et 189Ó p 77. IlsTDEX: I. Opera originalia Borg-o O. — Uebersicht der neu erscheinenden Desmidiaceen-Lit- teratur V , . . . pag. 44 — Uebersicht der neu erscheinenden Desmidiaceen-Littera- tur VI » 109 Castracane F. — Intorno all'epoca di riproduzione delle Diato- mee marine » 37 Foslìe M. — Remarks on Hannatostagon balanicola Strcemf. . » 84 Holmes E. M. — New Marine Algae » 86 Rodrig'uez J. J. — Note sur le Lithophyllum Lenormandii . » 42 Rothert M. — Vaucheria Walzii n. sp. (rnit 5 Abbild.) . . » 81 Schniitz F. — Kleinere Beitriige zur Kenntniss der Florideen VI. » i II. Personalia Nomina del D.^' G. B. de Toni a socio corrisp. della i. r. Acca- demia degli Agiati in Rovereto » 54 Annunzio delle morte di Luìgri Posteur « 34 » » » di F. Kltton » 34 Nomina del D/ Fr. Schuett a prof. ord. di botanica nella Uni- versità di Greifswald » 34 Collezioni algologiche di G. Agrardh » 34 F. Mueller e F. Cohn corrispondenti della Acaiìéuiie dcs sciences di Parigi » 35 x'\nnunzio della morte del prof. D. 0. Eaton » 3? Premio Desmaiicres conferito al prof. Antonio Borzi dell'Univer- sità di Palermo » 79 Nomina del dott. Frid. Oavara a prof, nel r. Istituto forestale di Vallombrosa » 79 In morte del prof. Francesco Saccardo (Cenni biografici a cura del direttore) » 154 III. Varia De Toni G. B. — A proposito del discorso inaugurale tenuto nella R. Università di Roma dal prof. Romualdo Pirotta (nella 3 e 4 face, delle copertine). i6o Invilo ai prof. G. Gibelll, O. Penzig-, H. Pirotta di studiare un po' meglio l'algologia (nella 4 facciata delle copertine) Biblioteca De Toni pag. j4 Erbario De Toni » 55 Botaniker-Adressbuch herausgegeben von J. Dorfler ...» 79 De Toni J. B. — Herbarium phycologicum » loj — Opiniones nonnullae de «Sylloge Algarum omnium hucusque cognitarum auctore J. B. De Toni» ....,.» 77 IV. Dona Elenco delle persone che Inviarono, durante l'anno 896, loro pubblicazioni in dono al direttore della «Nuova Notarisia». J. Ci. Agardh. — E. ASKENASY. — P, Baccarini. — F. Balsamo. — E. S. Barton. — E. A. L. Batters. — F. Buetschli. — L. Buscalionti. — F. Castracane. — R. Chodat. — A. H. Church. — A. Cleve. — P. T. Gleve. — F. S. Collins. — C. Correns. — C. Cramer. — C. Crato. — O. V. Dar- BiSHiRE. — B. M. Davis. — E. DeWildeman. — B. Eichler. — Adr. Fiori. — M. FosLiE. — R. Frange. — G. Gasperini. — M. Gomont. — H. Gran. — R. Gutwinski. — E. Hallas. — P. Hariot. — K. E. Hirn. — E. M. Hol- mes. — C. Ishikawa. — Jennings A. Vaughan. — L. N. Johnson. — L. JosT. — H. Klebahn. — P. Klemm. — P. Kuckuck. — G. Lagerheim. — R. Lauterborn. — E. Lemmermann. — G. Lorenzoni. — L. Macchiati. — G. Manca. — O. Marinelli. — A. ìMeyer. — M. Moebius. — H. Molisch. — O. Mueller. — G. Murray. — K, Okamura. — R. \V. Phillips, — T. Pog- gi. — L. Radlkofer. — J. J. Rodriguez, — W. Rothert. — C. Sauvageau. — W. Schmidle. — B. Schroeder. — F. Tassi. — E. J. Tilden. — L. Vac- CARI. — A. Weber van Bosse. — F. Went. — W. & G. S. West. ~ N. Wille. — E. Zacharias. V. Litteratura phycologica et recensiones Agardh J. G., 131. Borge O., 95, 132. Alien T. F., 73, 132, 147. Borzi A., 28. Arcangeli G., 132. Boye P. 90, ^39. Aubert A. B., 73. Boyer C. S., 28. Brand F., 26, 70, 72, 91, 143, Balsamo F., 44, 70. Brebner G., 71. Barton E. S., 71, 72, 90, 92. 96, 146. Brun J, 28, ?i. Batters E. A. L., 2^, 30, 70, 90, 13 1, 14Ó. Buetschli 0., 93, 134. Baur W., 44. Buscalioni L., 28, 97. Belloc E., 44. Bennett A. W., 45- Carruthers J. B., 25, Benoit, 70. Castracane F., 28, 29. 73. Bisset J. P., s'. Chester G. D., 91. Bohlin K., 70. Chodat R.. 20, 31, 72, 90, 98, i6i Church A. H., 72, 94. Cleve A., 29, 72 Cleve P. T., 94, 99. Collins F. S., 23, 70, 94, 132, 135- Comber T., 29. Cox C. F., 133. Craig T., 93. Cramer C, 26. Crato E., 131, 15 1. Dangeard P. A., 23. Darbishire O. V., 25. 91, 140. Davenport G. E., 23. Decagny Ch., 90. Del Torre F., 45, 46. De Toni G. B,, 23, 25, 45, 9^j ^lì> Mo. De Wildeman E , 23, 26, 27, 70, 72, 90, 92, 131, 132, 145. Din O., 27. Drevs P., 90. Edwards A. M., 29. Eichler B , 23. Elmore C. J., 153. Engler A., 23. Flahault C, 23. Foslie M., 71. Francé R. 72. Fuchs T., 92, 94. Glùck H., 132. Gobi C, 46. Goebel K., 46, Gomont M , 93, 97. Groves H. & J., 73. Gutwinski R., 23. Hallas E . 72, 94. Hansen G. 0., 90. Hansgirg A., 46. Hariot P., 24, 25, 31. Harlay, 24. Harvey F. L., 27. Hastings W, N., 47. Hauck F., 47. Haupttleisch P., 24, 29. Hieronymus G., 28. Hirn K. E., 27, 30. Holden J., 23, (;4, 133. Holmes E. M., 24, 91, 133. Huber J., 72. Jeliffe S. E , 49- Jenke A., 70. Jennings A. V., 72, 144. Joffè R., 91. Johnson L. N., 27, 30. Jost L., 73. JstvanPfi G., 49. Kaiser O , 93. Karsten G., 133. King Th. 92. Klebahn FI., 25, 93, 94. Klebs G., 49. Klemm P., 131. Klercker J-, 92. Kozlowski W., 24. Krueger VV., 24. Kuckuck P., 2Ó, 72. Lagerheim G, is, 73, 131. Lauterborn R., 73. Le Jolis A., 70. Lemmermann E., 91, 131, 133. Linton E. F. & W. R., 93. Lipsky W, J., 49- Loew O., 49, 70. Macchiati L., 93, 140. Alaly G. W., 29. Mayer A., 27, 73. Moebius M., 24, 27, 49, 73. Molisch H., 70. Moli J. W., 28. Maeller O., 29, 73, 74. Murray G., 24, 71, 92, 96, 146. Nelson E, M,, 29. Nichols M. A., 27. Oestrup E., 133. Okamura K., 7', 9» • 102 Oltmanns F., 27. Osterhout W. J., 91, Penhallow D. P., 91, 147. Pero P , 29. PfeiQTer v. Wellheim F,, 79. Phillips W. R., 25, 92, 132. Porter H. C, 24. Schumann K,, 24. Setchell W. A,, 24, '31, tii, 142. Smith A. L., 72, 96. Solms Laubach H., Stolley E, 91, Stonemann B., 71. Swingle W. T., 27. •2, 73. 9', 93, 94, 27. Reinbold Th., 25. Richter A , 51. Richter P., 27, 47, 51. Robertson D., 92. Rodrigaez J. J , 132, 141. Roy J, 28, SI. Rumm C, 28. Rusby H. II., 24. 3'- 2Ó, Saccardo D., Sauvageau C. '37, «38, 139, '45. Schau'o M., 94. Schilberszky C, 29^ 74. Schilling A. J ; 93, Schmidle W., 71, 92, 13 Schmidt A., 29. Schroeder B., 24, 01, 71, 9', 92, 95- '39, 145. Tassi F., 71, 74, 91. Terry \Y. A., 29. Tilden J. E., 24, 1 32. Tortori E., 24. Turner W. B., 6.. Van h'eurck H., 25, 71. Weber van Bosse A., 132, 150. \\ent F. A. F. C, 27. West \y. & F. S , 28, 64, 65, 69, 71, 91, '32, 133, '36, 147. Whipple G. C, 29. Whitting F. G,, 72, 9Ó. Wille N., 25, 2Ó. I Zanfrognini G. Zeiller R, 25. 25. ®M^ I COLLABORATEURS PRINCIPAUX Doct. Alex. Artari, Jardin botanique, xMoscou (R,ussie). Doct. 0. BORGE, Kungsgatan 69 A, Upsale (Suède). Prof. doct. A. BoRZÌ, Jardin botanique, Palermo (Italie). Abbé Fr. CastRxVCane, Via delle Coppelle 50, Roma (Italie), Prof. doct. R. Chodat, Laboratoire de Botanique de l' Università, Genève (Suisse). M. FoSLiE, Conservateur du Musée, Trondhjem (Norvège). Prof. doct. R. GuTWiNSKi, Gymnasium, Podgórze pr. Cracovie (Au- tricbe). Prof. doct. A. Hansgirg, Université, Prag (Boheme). E. M. Holmes, Ruthven, Sevenoakes (Angleterre). Prof. doct. T. Johnson, R. College of Science, Dublin (Irlande). Prof. doct. G. V. Lageriieim, Jard. bot,, Stockholm (Suède). Prof. doct. 0. NORDSTEDT, Kraftstorg 10, Lund (Suède). Doct. G. Paoletti, Jardin botanique, Padova (Italie). Prof. doct. P. Pero, Lycòe, Treviso (Italie). P. Petit, Boulevard de la Pie, 37, St. Maur [Seine] (France). Prof. doct. A. Piccone, Via CafFaro 25, Genova (Italie). T. Reinbold, Major a. D„ Itzehoe, Prov. Schl.-Holstein (Allemagno). Doct. P. RiciiTER, Hospitalstrasse 27, Leipzig (Allemagne). J. J. RODRIGUEZ, Calle Isabel, Mahon (Isl. Balóares). Prof, doct, W. RoTHERT, Université, Kazan (Russie). jDoct. F. Saccardo, École de viticulture et enologie, Avellino (Italie). B. ScHROEDER, Kleiue Domstrasse 7, Breslau (Allemagne), W. West, Korton Lane 15, Bradford, Yorkshire (Angleterre). I RÉDACTION. Prof. Dr. J. B. de Toni, Via Rogati 2236, Padova (Italie). MBL WHOi Librai V Sena 5 WHSE 00729 i^