)a Y I) CA CI | Te! | IZ bo 34 sl \) E È 114 im He ì: ‘ Cc Ai ] N Eu 1] ] Ai Wi aa ® È \ SI ig gi MRO o où dg FRESA sì si” n 3 tana Gt 7 PAIA NO ARCI R PI. A 3 ca x " ME = Data dea Di VE pad I lo O NEGE: Va EA GE ef de DENTE è TRE. ©, o i GENE i ag ani si NL ; S SOA © et, Laghi di (i Coe Ù Ci Ò 4 guora D: : ò Ò SUSa ; ti Gi 5É - 1 . a DIR, SR % FALDE FIA ° RITI © COPERTA e) s SE STA Da SCA È SS GX NERI trio VR. ZAR”, i ù pi pie ù MC RETI ti) Si SE ne 5 5 TIA e Gelo CELIBE ; ; cià wai x SOR AE e_N È mag RIA De È. MO ES Ù dra aio 3 Da CORATO © ae ea PL S CITGRA D re TOO (aule toa ea E A i vi Y $i pb } di E: Vla RA << NUOVE RICERCHE ZOOTOMICHE SOPRA ALCUNE SPECIE DI CONCHIGLIE BIVALVI DEL CITTADINO G. MANGILI PROFESSORE DI STORIA NATURALE, E PRESIDENTE DEL MUSEO NELL’UNIVERSITA’ DI PAVIA, MEMBRO DEL CORPO LEGISLATIVO E DEI COLLEGIO ELETTORALE DEI DOTTI, Division Sectonni Lia MILANO DALLA STAMPERIA E FONDERIA DEL GENIO Tipacrarica w Corsia del Giardino. 1804. 4 19 Mal 4 x Ì ik ari Î Venmi formano senza dubbio quella classe di esseri senzienti, che ha pre- sentato sinora ai Naturalisti ed ai Fisio- logi li più straordinar) e maravigliosi fe- nomeni in fatto di economia animale, per ciò che riguarda le principali fun- zioni organiche, come a dire la circola- zione, la respirazione, la digestione, e più di tutto la generazione. Nella sola classe dei Vermi si è anche trovata una diminuzione successiva di vi- sceri e di organi, che equivale ad una degradazione progressiva di facoltà ani- mali. E dove le funzioni organiche di questi animali sono meno numerose, hanno in compenso un'energia molto più grande, e di gran lunga superiore a quella che presentano gli animali delle altre classi. Alcuni esseri di quest’ ultima sino dall’ anno 17/2 presentarono all immoriale ? h Trembley il portentoso. fenomeno della riproduzione animale. Egli vide il primo, che un pezzetto qualunque di un polipo d'acqua dolce comunque reciso andava in poco tempo a diventare un animale” intero dotato delle stesse proprietà compe- tenti al corpo adulto, dal quale era stato staccato. Fenomeno che ii Plinio del Nord, con quella sua quanto severa altret- tanto imparziale maniera di giudicare delle altrui osservazioni, considera come cosa stupenda, nuova, ef foto orbi antea inau- dita. Fenomeno che in seguito fu osser- valo in una proporzione però molto mi- nore in altri animali a sangue freddo dall’istesso Linneo, dal Reaumur, da Bon- net, da Spallanzani, e da altri, i quali videro riprislinarsi in poco tempo certe parti, che avevano reciso a bella posta, volendo indagare a quali altri animali competeva in tutto od in parte la bella prerogativa già scoperta nei polipi. Nella stessa classe dei Vermi ancora più che in alcun'altra, lHallero, ed i eq 5 suoi più fedeli partigiani si sono studiati di cercare forti argomenti atti a convalidare i certi loro princip) fisiologici. È questi sono ordinariamente gli animali prescelti per certe sperienze di fisica animale con- ducenti a dei risultati utili per le scienze fisiologico-mediche. Credo quindi, che grandemente importi di ben conoscerli sotto li più estesi rap- porti di organizzazione esterna ed inteîna, onde giudicare con la maggiore ponde- ratezza dei fenomeni che si osservano, e vedere l’azione reciproca de’ varj sistemi di visceri e di organi, e quali di essi abbiano la maggior influenza nei travagli dell’ interna economia. Così adoperando i Naturalisti, ed i Fi- siologi presenteranno al pubblico impar- ziale la storia genuina dei fenomeni 0s- servati, e ne renderanno quell’adequata ragione, che l'argomento dimanda. La fer- vida immaginazione darà luogo ai fatti ben avverati, e non si cercherà così facil- mente di sorprendere i doiti dell'Europa 6 coll’annunzio di sirepitose scoperte, com- battute tante volte da osservazioni po- steriori più esatie, ma difficilmente an- nichilate, perchè il prestigio della fama vuole sempre la sua gran parte nella mente degli uomini, che in generale arrano meglio di credere, che di verifi- care la verità dei fatti enunciati. E poichè il sistema nervoso riguardato da molti quale punto della più alta im- portanza nell’ economia animale , viene considerato come la sede del principio senziente, ed il primo artefice di tutte le funzioni vitali ( mentre altri negandone l’esistenza in alcuni esseri senzieni si sforzano nulla ostante di spiegare le fun- zioni vitali anche indipendentemenie da questo sistema ): così io mi sono dato a ientar di scoprire, se alcuni di que” Vermi ai quali era stato negato ne manchino ve- racemente , ovvero se ne sieno dotati, egualmente che gli animali più perfetu, e quale infatti egli sia; giacchè a cagion di esempio tutte le osservazioni pubblicate gi sinora intorno a diverse specie di bivalvi sì nell’ Italia, che nella Francia, non le ho trovate punto conformi alla verità dell argomento, che mi ho proposto di esporre brevemente in questa Memoria. Incoraggito pertanto e dal dovere che corre ad un professore di Storia naturale di conoscere i corpi de’ quali tratta sotto l più estesi rapporti, come prescrive il fondatore della Storia naturale Aristotele, e non già dal semplice abito esterno, come usano di fare molti per aliro valenti nomenclatori. Incoraggito poi maggior- mente della distinta accoglienza, che tro- varono presso alcuni tra’ più illustri pro- fessori di scienze fisiche Italiani ed oltra- montani, le osservazioni già da me pub- blicate intorno al sistema nervoso della Sanguisuga, e del Lombrico; farò cono- scere colla presente Memoria segnata- mente il sistema nervoso di tre specie di conchiglie bivalvi delle più conosciu- te, che annidano e prosperano general- mente in tutte le acque dolci della nostra 8 Italia, e del resto ancora dell’ Europa, a fine di distruggere con nuovi argomenti Y erronea opinione de’ più ostinati seguaci dell’ Hallero, quanto ancora per togliere iuttochè di erroneo è stato pubblicato in questi ultimi tempi da alcuni de’ più celebri Naturalisti ed Anatomici Ttaliani e Francesi intorno a questo argomento. Sostiene l'immortale Hallero, e con esso lui tutti i suoi partigiani, che l'irri- tabilità nulla ha di comune col principio senziente, la cui sede viene collocata nel sistema nervoso, nè giammai riguardano questo sistema, come la prima e preci- pua potenza dell'economia animale. È questa loro opinione è fondata sul sup- posto principio, che vi sieno molti ani- mali nella classe dei Vermi estremamente irritabili, e ciò nulla ostante mancanti di cervello e di nervi, tra i quali nominano i lombrichi, le sanguisughe, le conchi- glie bivalvi e polivalvi, e finalmente i zoofiti. Per ciò che riguarda il sistema nervoso 9 della sanguisuga e del lombrico, credo di averli completamente provati, e coll osservazione anatomica, e con alcune delle più decisive sperienze registrate in un opuscolo da me pubblicato del 1795. Opuscolo che per l evidenza dei fatti esposti meritò che il celeberrimo Hum- bold scrivesse essere stati descritti e de- lineati con una accuratezza e verità degna di un Walter; né meno lusinghiera fu la testimonianza di Rail professore in Hala, e di VWindeman di Gottinga, che non debbo dissimulare per non defraudare la verità di appoggi così autorevoli. Ora venendo alle conchiglie bivalvi credetti in vero a quell'epoca, che il dotto Presciani professore di elementi di notomia e fisiologia avesse egli sco- perto il sistema nervoso in questi Vermi, e lo credetti per più anni. Ma le osser- ‘vazioni da me istituite su tale proposito in questi ultimi tempi, mi hanno total- mente convinto , che egli ne aveva tra- veduta appena la più piccola parte ; e 10 forse gli nacque dubbio, che anche quella parte fosse vera sostanza nervea; avve- gnachè non ne fece il più piccolo cenno nelle opere in seguito pubblicate, per es- sere stato verosimilmente colpito dalle ragioni addotte dal celebre Poli di Napoli sullo stesso argomento nella sua grand’ opera, che ha per titolo Testacea utrius- que Sicilie, impressa in Parma alcuni anni prima che Presciani scoprisse quella parte di sistema nervoso, che era già stata delineata e pubblicata dal medesimo Poli, ma sotto altra denominazione, e come sistema inserviente ad altre funzioni. Infatti quale Naturalista od Anatomico non si sarebbe a prima giunta arrenduto alle ragioni di un cotanto celebre osser- vatore, quale appunto il Poli di Napoli? £gli dice, ho veduto un corpetto avente la forma di un ganglio con i diversi fili che ne derivano ; credetti da prima che fosse il sistema nervoso del testaceo, ma poi per via d’injezioni fatte con mercu- rio m' accorgo che questo ganglio è la II cisterna del chilo, che quei sottilissimi filamenti sono i vasi lattei, che vi por- tano il chilo riparatore. Ed altrove par- lando dei testacei bivalvi e polivalvi in tale maniera si esprime : « His omnibus n )) )) premissis, quisnam sibi persuadebit in cunctis memoratis Vermibus nullum ut- quam vestigium nervorum inesse ? Hoc sane arduum ac pene incredibile nos quoque fatemur, at cordatos lectores monitos facimus nos rei insolentia per- citos, iterum iterumque singulas isto- rum animalium partes minutim perlu- strasse; ei quamvis acri studio ac dili- genilta pene incredibili illud preestiteri- mus, nullum unquam adperuisse neque cerebrum, neque nervorum vestigium, eto..:» Ora la testimonianza di un così illustre Naturalista doveva troppo naturalmente inspirarmi la maggiore confidenza, e far- mi desistere dall’ intraprendere indagini sullo siessò argomento, se il prestigio dell'autorità avesse potuto abbagliarmi. Ma 12 » il vivo desiderio di verificare quanto altri avevano osservato sulla pretesa cisterna del chilo, m°' indusse a ientare alcune poche sperienze , le quali se non, valsero allora a chiarirmi affatto sull’ argomento in quistione, mi persuasero però che il Poli si era ingannato nella proposizione da lui asserita, che il corpetto gangli- forme scoperto fosse realmente la cisterna del chilo. Avvegnachè messo nello stro- mento del quale mi serviva per le inje- zioni dei linfatici dei visceri e degli arti del corpo umano un mercurio purissimo, ed introdotto lago forato e tagliente dello stromento nel modo il più acconcio nella pretesa cisterna, nè questa si riempì di mercurio come doveva succedere, e molto manco poi da essa si diffuse il liquido metallo per entro ai sottilissimi fili quasi irasparenti che ne derivano, come doveva infallantemente avvenire, se quello fosse stato il sistema dei vasi lattei. Egli è vero però che se io spingeva per un brevissimo tratto l'ago tagliente entro alcuno di quei fili 13 senza offesa veruna della parte esteriore, e di poi ritirava gradatamente l'ago metallico, si riempiva subito di mercurio quel mini- mo tratto di filo, che era stato, dirò così, votato in parte dal mio ago; ma giam- mai mi è avvenuto di vederlo scorrere liberamente per entro alla cisterna, od ai fili che da quella procedevano. Questi primi tentativi destarono in me non piccola diffidenza intorno all’ asser- zione del Poli; ma non per questo con- tinuai allora le mie indagini sui testacei bivalvi, sl per un certo rispetto verso il professore dell’ università, che si era pro- posto prima di me di occuparsi di questo argomento, sì perchè altri pensieri mi trassero ad altre parti della Storia natu- rale; ed in seguito le varie vicende poli- tiche cui soggiacque la nostra Italia mi obbligarono a sospendere affatto le varie ricerche sopra molte specie di Vermi, come già aveva pubblicamente promesso di fare al celeberrimo professore di noto= mia, e clinica-chirurgica cittadino Scarpa. 14 In questo frattempo l'illustre anatomico e naturalista Cuvier membro dell Istituto Nazionale di Francia, professore di noto- mia comparata al Giardino delle piante , e di zoologia al così detto Collegio di Francia pubblicò i primi due volumi del suo trattato di notomia comparata , nei quali si trovano raccolte tutte le scoperte fatte sino a quel tempo intorno alla no- tomia degli animali, moltissime delle quali sono tratie, come dice lo stesso autore, dalle opere pubblicate preceden- temente da altri grand’ uomini, ed altre si debbono alle nobili fatiche di questo be- nemerito indagatore della Natura. Egli adunque nel secondo volume delle sue lezioni di notomia comparata, all’ ar- ticolo che riguarda i nervi degli acefali, fra i quali sono compresi eziandio i nostri bivalvi, st esprime così: « Dans tous les » acéphales testacés, depuis l'huitre jus- » qua la pholade ei au taret (il sistema » nervoso ), il ne présente aucune diffé- » rence essentielle. Il est toujours formé 15 » de deux ganglions, w7 sur Za bouche » représentant le cerveau, et un autre sur » la partie opposte. Ces deux ganglions » sont réunis par deux longs cordons ner- » veux qui tiennent lieu de collier ordi- » naire, puisque le pied, lorsquil existe, » et toujours l’estomac et le foie passent » dans l’intervalle de ces cordons. Tous » les nerfs naissent des deux ganglions » dont nous parlons. » E più sotto dopo aver accennato le differenti specie di conchiglie da esso lui notomizzate , tra le quali nomina ezian- dio le conchiglie bivalvi d’acqua dolce, passa a descrivere li due sovracitati gan- gli con i filamenti nervosi, che ne par- tono, e termina col dire : zo0us re savons point encore d’où viennent dans ces ani- maux les nerfs des viscères. Ora dal sin quì esposto risulta, che altri negarono il sistema nervoso ai suddetti Vermi, e che Cuvier tra li più recenti credette di averlo pienamente scoperto nei testacei bivalvi, come apparisce dalle 16 gue descrizioni or ora citate, e dai canoni generali, che ne aveva quindi stabilito. Non isdegni però questo celebre Natu= ralista, che io parlando qui di tre specie di bivalvi comunissimi alle acque dolci dei contorni di Pavia, come lo sono a quelle della Francia, e di tutte le altre contrade d' Europa, rispettosamente asse- risca che egli non è pervenuto a scoprirne salvo che una piccola parte, come risul terà, spero, a tutta evidenza da quanto sono per esporre. Egli, come si è detto, stabilisce per canone generale, che due sono i ganglii dai quali derivano i nervi dei testacei acefali, uno situato sulla parte anteriore della bocca, e l'altro giacente sul mu- scolo adduttor posteriore, e dice da ul- timo, che non si sa per anco d'onde, provengano i nervi, che vanno a prov- vedere i visceri di questi animali. Ca- mone che non può reggere assolutamente, come apparirà dalla descrizione del si- stema nervoso delle tre specie di bivalvi 17 Mytilus anatinus, Mytilus cygneus, e Mya pictorun, da me esaminati sotto li più estesi rapporti. È nel descriverli io terrò precisamente quell’ ordine, che osservai ‘nel discoprirli, e come tutti e tre questi sistemi nervosi collimano per- fettamente tra di loro, quindi crederò di aver soddisfatto al mio impegno, descri- vendone completamente uno di essi. . Fu adunque segnatamente nella prima- vera del 1803, che io intrapresi delle par- ucolari indagini sopra questi bivalvi. Mo- strai durante il corso delle sperienze, che soglio fare ogni anno nella buona stagione agli studenti, che frequentano la scuola di storia naturale, come anche in questi bivalvi l'intestino retto passa tramezzo al cuore ; e come le branchie esterne ser- vono in essi ad una doppia funzione or- ganica, di organi di respirazione cioè, e di utero ancora per un dato tempo dell anno; due punti sui quali ritornerò bre- vemente verso il fine della presente Me- moria. 13 Ora venendo al sistema nervoso , .che mi sono proposto di descrivere. Messo in chiaro prima di tulto in uno di questi bivalvi il ganglio giacente sul muscolo adduttor posteriore; veduti i due rami insigni, che vanno a perdersi nelle bran- chie, e gli altri due maggiori, che pas- sano a distribuirsi particolarmente verso la parie inferiore e laterale esterna del pallio, destinato a rivestire le branchie, e la massima partie delle parti molli del verme, non che i diversi filamenti mi- nori, che vanno ad impiantarsi e distri- buirsi nel muscolo stesso lateralmente al podice; tolsi a seguitare i due rami insi- gni, che rimontano, verso la bocca, e prima di tutto lateralmente ad essi dal medesimo corpo gangliforme ho veduto nascere quattro sottilissimi filamenti di- ramanlisi ai due particolari visceri, che giacciono alla base della parte media del corpo dell'animale, ed alle vicine parti. E seguliando i due filamenti maggiori, che si portano verso la bocca per entro 19 al muscolo, che avvolgendo diversi im- portantissimi visceri va a termiuare come in un piede, e dentro ancora alla so- stanza del fegato, la quale abbraccia in gran parte il tubo digestivo, trovai che ciascheduno di questi due fili lateral- mente alla bocca, ed immediatamente sotto la cute andava a perdersi in un ganglio particolare. Presi allora ad esaminare partitamente ciascuno dei ganglii nuovamente scoperti, ed i diversi filamenti nervosi che ne par- tivano. Due de quali derivanti dal. gan- glio destro piegando verso la parte esterna li ho veduti in molte ripetute sezioni an- dar a diramarsi entro la parte anteriore del pallio; ed alirettanto ho veduto nella parte sinistra. Un terzo ramo più grande, avanzando verso la parte anteriore, l ho veduto in- sinuarsi e diramarsi radiatim entro il muscolo adduitor anteriore ; lo siesso precisamente ho potuto ossservare nella parte sinistra. 20 Un quarto simile in grossezza al pre- cedente avente una direzione più interna e proveniente dal medesimo ganglio, scorreva sotto la cute del margine interno del lab- bro superiore, finchè incontrava alia metà l’altro ramo consimile procedente dal ganglio sinistro, col quale dirò così simme- desimava, e venivano in tal modo a for- mare come un semicircolo sotto la cute della parte superiore e laterale della bocca. Un quinto filamento sottilissimo parte da ciascuno dei suddetti ganglii, e passa a diramarsi entro quelle alette , che fanno le veci dei tentoni, e che sono poste in vicinanza della bocca. Ecco adunque già dimostrati tre ganglii ben distinti, uno de quali giace sul muscolo adduttor po- steriore, e gli altri due si trovano collo- cati immediatamente sotto la cute in vi- cinanza degli angoli della bocca. Abbia- mo anche veduto i principali filamenti che ne derivano, ed a quali parti si pro- paghino ; ma non finiscono quì i risultati delle mie indagini zootomiche. SI Egli è da sapersi che da ciascuno dei due ganglii situati in vicinanza degli an- goli della bocca, oltre i cinque filamenti già descritti, ne parte un sesto molto grande , il quale a dirittura entra nel muscolo, che avvolgendo diversi visceri termina poscia nel così detto piede del bivalve. E questo filamento nervoso , con una direzione obbliqua dall'alto al basso nell’ interno della parte media del corpo dell’ animale , entra in un ganglio a due lobi ben distinti, perchè molto strozzati nelmezzo, il qual ganglio, avuto riguardo alla regione, che occupa nel corpo dell animale, si può a giusta ragione chiamare col nome di ganglio centrale. Esaminato poi attentamente sotto di- versi punti il suddetto ganglio centrale, ho veduto più volte, che da ciascuno dei lobi derivano radiatim almeno otto fila- menti nervosi, altri de’ quali si diramano alle parti esterne, ed altri alle interne, ossia al tubo digestivo , alle ovaje, e ad altri visceri di questi Vermi, che non 22 erano stati d'altronde provveduti di so- stanza nervosa. E questo ganglio centrale tanto per la sua mole quanto ancora per 1 moltissimi filamenti nervosi, che ne deri- vano, si potrebbe a giusta ragione chiamare il cervello di questi bivalvi, tanto più se si rifleita, che a motivo della sede, che occupa nel loro corpo, è il più difeso, e il meno esposto alle ingiurie, e pare eziandio il più immediatamente necessa- rio alla loro esistenza. Dalla presente breve descrizione , e dalle figure della tavola apposita copiate sugli esemplari, che conservo tuttavia nello spirito di vino, si conosce a tutta evi- denza quanto si sieno allontanati dal vero, e quelli, che hanno negato un sistema nervoso ai testacei bivalvi, e quelli che hanno troppo facilmente creduto d’averlo completamente scoperto e descritto. Ecco pertanto come la provida Natura ha saviamente ripartito nel corpo di questi bivalvi le sopra descritte quatiro emi- nenze cerebrali polpose di varia forma e 23 grandezza, dalle quali derivano i molti- plici fili, che portano la vita ai diversi visceri conservatori e riproduttori, ed il movimento ai muscoli. Così mentre i vi- sceri diversi partecipano ora più ora meno all’armonia generale del sistema mediante questi. tali filamenti nervosi da cui ven- gono penetrati, altri filamenti procedenti dalle medesime fonti, insinuandosi e di- ramandosi eniro i muscoli, fanno sentire alle fibre muscolari l imperioso pungolo della volontà ,. ed in cosiffatta guisa si conserva, e prospera la vita di questi Vermi. E riservando ad altro tempo il prodotto di alquante sperienze. fatte sopra questi animali in istato di vita, a fine di cono- scere e determinare l'influenza del sistema mervoso sulle primarie loro funzioni or- ganiche , sperienze che mi propongo di moltiplicare in seguito, onde presentare con più confidenza al pubblico illuminato ed imparziale quei risultati che potessero in alcun modo interessare gli amatori oh delle scienze fisico-naturali ; per ora mi limiterò ad un breve cenno sul primario organo di circolazione di questi viventi, e sulla loro maniera di generare. Nè è già ch'io pretenda con questo di annunziare cose affatto nuove, ma solo di confermare in alcune sue parti quanto ha saggiamente scritto il Poli di Napoli in- torno ai bivalvi da esso lui esaminati e descritti, e che si voleva in addietro met- tere in dubbio da taluni, che più le esterne che le interne parti conoscono di questi animali. Nella parte media dorsale di questi bivalvi pertanto, e precisamente sotto una membranella, che in essi tiene luogo di diaframma, trovasi un cuore ad un solo ventricolo munito lateralmente di due orecchiette ; esso è levigatissimo'esterior- mente, ma non lo è altrimenti nella parte interna, dove si vede tutto disseminato ed aspro di piccoli fascetti di fibre mu- scolari, in varie guise implicati tra di loro, edi propinqui agli orificj delle orecchiette 25 sono in guisa disposti, che fanno le fun- zioni di valvule. Le orecchiette poi di forma, dirò così, piramidale sono di una sostanza estrema- mente tenue e dilicata, ed in questa vanno a terminare non solamente le gran vene branchiali, ma diversi altri ramu- scoli venosi derivanti dal pallio. Il movimento del cuore si opera per mezzo di sistole e diastole, non regolare come negli animali a sangue rosso, ma ora celere, ed ora lentissimo : talvolta rimane ancora per lungo tempo sospeso, e dippoi si ridesta, talchè sarei indotto a credere, che il movimento del cuore sia in questi animali molto dipendente dalla volontà. Dai due apici del cuore partono le due aorte, l'inferiore cioè e la superiore, le quali dopo un breve tratto si. diramano portando il sangue arterioso a tutte le parti dell’animale. Ciò però che il Poli prima d'ogni altro (ch'io sappia) ha os- servato di assai particolare in diversi 26 testacei, ed in seguito Presciani ed io nei bivalvi del Ticino sopraccennati si fu di veder il tubo iniestinale passare per mezzo del cuore, non che per il centro delle due aorte. Ora volendo il Poli render ragione di questo a prima vista stranissimo feno- meno suppone, che la Natura ha così adoperato in questi tali Vermi, affinché il moto peristaltico di quella parte del tubo digestivo venisse aumentato dalle repli- cate contrazioni del cuoré, e ne venissero quindi più facilmente cacciate le materie escrementizie verso il podice. Îo però ponderata attentamente la cosa m'induco a credere col sopraccitato Presciani, che la Natura ha voluto adottare per questi animali un processo molio più semplice, onde far-passare entro la massa del san- gue il chilo riparatore. Infatti qual cosa più obvia che il sup- porre in quel traito di tubo digestivo delle minime boccuccie esalanti, le quali me- diante le sistole del cuore, che lo viene a comprimere dolcemente, lasci scappare si entro la cavità del cuore stesso il chilo già separato dalle sostanze alimentari? In tal caso non vi avrebbe più bisogno di particolari vasi chiliferi; la Natura avrebbe adottato per questi viventi un processo molto più semplice; e credo infatti che necessariamente debba essere tale, subito che la pretesa cisterna del chilo coi vasi che ne partono non è altro che un gan- glio insigne coi diversi filamenti nervosi che ne derivano, voglio dire, una por- zione di quel sistema nervoso, che ho scoperto, e descritto. Quanto alla maniera di generare, pre- sentano pure questi ed altri bivalvi una particolarità niente loro comune con gli altri animali, ma del iutto propria. Poichè in queste tali conchiglie bivalvi passano dall’ovaja le ova non già a certi partico- lari condotti destinati a portarli fuori del corpo , ed in seno all'elemento entro cui debbono svilupparsi e crescere, ma si bene dall’ ovaja passano entro le bran- chie esterne, i cui vasi sanguigni sono 38 di maniera disposti, che lasciano tra loro degli interstiz), ossia certi nicchj partico- lari, entro i quali passano le ova, e si sviluppano a segno, che anche molti giorni prima che escano alla luce, ove si levi artificialmente parte di questa numerosis- sima prole dai suddetti organi respirator], e si metta sotto il microscopio, si veg- gono questi piccolissimi bivalvi, come tante volte gli ho veduti io stesso, e mo- strali ancora a’ mici uditori all’ occasione delle pubbliche sperienze , aprire e chiu- dere alternativamente le loro valvulette con movimento ora celere, ora tardo, che ialvolta sospendesi per molto tempo, e dippoi rinnovellasi. Entro le valvule poi di queste minutis- sime conchiglie, che diversificano molto quanto alla forma da quelle delie adulte, giacchè queste si estendono più assai nel senso della lunghezza, laddove le prime sono più assai larghe, che lunghe, come potra ognuno rilevare dall’ annessa tavola, veggonsi confusi embrioni, dei | 29 quali però non ho potuto colle mie solite lenti ben distinguere le parti. Si vedono ancora partirne tenui filamenti trasparenti, che potrebbonsi riguardare come i loro cordoni ombilicali. Risulta dunque, che anche le branchie esterne di questi bivalvi sono state dalla provida Natura destinate ad una duplice funzione, a servire cioè di organi di re- spirazione, ed in certi tempi dell’anno di utero, entro cui si sviluppano le ova, e ne escono dopo un dato tempo le piccole conchiglie belle e formate. Sr SPIEGAZIONE DELLA TAVOLA. \ Fre. I. | STRO le valyule al Alyzilus eygneus, e coricato il medesimo sulla sua parte dorsale, vedesi primieramente ug tratto del pallio con tutto il suo lembo esterno aa, ed i cirri ae dei quali va fornito nella sua parte posteriore. 2.9 Veggonsi da una parte e dall’altra le doppie branchie, delle quali le esteriori 45 appariscono turgide per le molte migliaja di conchiglie microscopiche, che ivi annidano durante il tempo del loro primo sviluppo; e le interne ce appariscono costantemente sottili, e leggierissimamente increspate. Si è recisa da una parte la branchia interna e, aflinchè fosse me- glio veduta l’ esteriore corrispondente turgida dei piccoli feti. 3.9 Tagliato verticalmente il piede del mitilo colla parte corrispondente del corpo, senza però ledere in alcuna parte il tubo digestivo, e rovesciate le due porzioni spaccate nel mezzo, una sulla destra, e l’altra sulla sinistra, si presenta all’ occhio dell’ osservatore il ganglio centrale bilobo 7° con molti dei fili nervosi che ne derivano , per indi propagarsi chi ai visceri, e chi alle parti esterne del piede. Li due filamenti dd, che nella direzione dei due angoli della bocca si seppelli- scono entro il viscere, che avvolge gran parte del tubo di- gestivo, vanno direttamente a perdersi nei due ganglii superfi- ciali 2.3 situati in vicinanza della bocca medesima poco sotto li suoi angoli. La II. FIGvRA presenta in primo luogo il ganglio KX gia- cente sul muscolo adduttor inferiore , ed i diversi fili nervosi che ne derivano , che sono, 1.° Li due filamenti nervosi 24, che penetrano e si dira- mano per entro le branchie. 2.° I grossi filamenti nervosi jj ; che si propagano in mas- sima parte alla parte inferiore, e laterale esterna del pallio. 3.8 Diversi altri filamenti minori mm, che s’insimnuano e si diramano entro il muscolo adduttor posteriore. 4.9 Li quattro filamenti minimi nn provenienti egualmente dal ganglio K, e terminanti nei visceri situati alla radice del piede , © vicine parti. 32 5.° Li due filamenti insigni 77, che rimontano verso gli angoli della bocca, dove finiscono nei due gangli 27.04. N. B. Si è ripiegata un poco all’ indentro la parte anteriore del piede per vedere nella stessa figura la posizione dei due ganglit super- ficiali è che giacciono vicini agli angoli della bocca. Dal ganglio angolo-labiale 47 sulla destra di chi osserva derivano , 1.9 Li due sottilissimi fili 00, i quali si diramano alla parta superiore e laterale esterna del pallio. 2.9 Il filamento nervoso p, che penetra, e si dirama entro il muscolo adduttor anteriore. | 3.° Il sottilissimo filo 9 che si propaga ai tentacoli labiali. 4.° Il filamento r che si avanza sotto la cute del margine interno del labbro superiore, sinchè incontra e si compe- netra con l’altro ramo consimile derivante dal ganglio ango- lo-labiale sinistro; di maniera che li due rami suddetti ven- gono così a formare come una specie di semicircolo. 5.® Il filamento insigne 4, che insinuandosi obbliquamente nell’ interno della parte media del corpo dell’animale, ter- mina poscia nel ganglio centrale bilobo 7. 6.9 Il lobo destro del ganglio ° veduto di fianco con i mol- tiplic: filamenti nervosi, che da esso derivano per diramarsi, come si è detto nella Memoria, chi alle parti esterne, e chi ai diversi visceri di questi Vermi, non d’ altronde provveduti di sostanza nervosa. Se nel preparato fresco si rovesci il piede colla parte cor- rispondente del corpo sulla destra di chi osserva, veggonsi de- rivare dall’ altro lobo altrettanti filamenti nervosi, e propagarsi alle parti complessivamente suindicate. Fic. III. Tre conchiglie microscopiche estratte dagli organi respirator) esterni, due delle quali 00 sono chiuse, e l’altra . 2 ha le due valvule aperte, quali appariscono vedute con buona lente. r . Nota. L' impossibilità nella quale mi sono trovato di poter disporre a tutto mio agio dell’ opera del famoso incisore Anderlonî, mi ha obbligato a far incidere soltanto le parti più essenziali , intorno alle quali si aggira la presente Memoris. °Anderloni dl ed 1 ulp MMI, - cl ho 4 i a i ba Je LAMINOOTATI 088 01348 7111 | 3 |