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IN MORTE

DEL RMO P. LUIGI FOGNI

PREFETTO GENERALE

DEI CC. RR. MINISTRI DEGL’ INFERMI

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Tediala %Y <YY 26 1849

HELLA CHIESA

DEI SS. VINCENZO ED ANASTASIO

DAL P. NICOLÒ BORDELLI

ASSISTENTE GENERALE DELLE SCUOLE PIE

ROMA

COI TIPI DELLA S. CONGREGAZIONE DI PROPAGANDA FIDE

1840,

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Didget mansuetos in judicio P». u.

Et mansuetis dabit gratiam Pro. 3.

JEd io , nei giorni della tabulazione , o fratelli , allorché vedevo i giusti mangiare il pan del do- lore , ho esclamato nei silenzi della mia solitu- dine : E fia vero che gli empì possederanno la terra ? e il soffrirai tu , o Signore ? E non hai tu detto che il cor dei superbi (i) insidia sempre, e le cose buone che vengono da te rivolge in male , e fìnge di trovar macchie negli eletti tuoi per oltraggiarli ? Dunque soffrirai tu che gli empì possederanno la terra ? Ed allora da fremito come di vento sentii liquefarmi 1’ ossa , atterrito dal suono imperioso di una voce segreta che di- ceva : o stolto, leggi. E tra 1 angoscia e il tre- mito io lessi : I superbi (2) innalzeranno le loro case , e il Signore le demolirà ; guai (3) a chi la città prepara nella ingiustizia ; il superbo (4) cadrà , e steso a terra non avrà chi lo susciti , io nelle sue città foco divoratore accenderò io , e tutte le cose in giro saran divorate ; Dio (5) resiste ai superbi. Riconfortato dai sensi della divina giustizia intesi refrigerio di celeste rugia- da, e mutarsi l’ angoscioso affanno in isperanza ;

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elessi ancora: Iddio dirigerà nel giudizio 1 man- sueti ; ai mansueti donerà la sua grazia. E be- nedetto , esclamai , benedetto il Signore, che si è compiaciuto di rivelare all uomo tanta parte dei suoi arcani consigli !

, o fratelli , abbiamo veduto i mansueti celarsi agli altrui sguardi , come V uomo che ab- bia commesso un delitto, trepidanti, ma taciti come agnelli sotto la man del tondente ; ed i superbi vantarsi di aver saputo scorgere in essi infinite macchie , e trovar di lavarle agevole modo, usando la contumelia e la rapina, il ter- rore e la morte. Ma che ? Aveano eretto l’ edi- lizio nel delirio, volte in giù nell impeto della ebbrezza le piramidi dei popoli, rendute nocive e di poi sospette pur le speranze moderate di animi semplici e generosi , sciolte le istituzioni sante, dichiarati forti i violenti, inutili gli ope- rosi , sinceri gli audacissimi , insidiatori gl’ in- nocui , e sostituita alla modestia la petulanza , alla veracità la mensogna , alla mansuetudine 1 ira. E Dio con un soffio ha gettato a terra l’edifizio eretto nel delirio, ed ha con suoi raggi rischiarata la mente dei mansueti nei loro giudizi.

Questo è il procedere , una è la norma della Provvidenza , o fratelli , tanto nel dirigere un popolo , che un uomo fedele ai divini precetti. Veggio avverate le parole dello Spirito Santo , o si applichino al tempo , sotto al quale si av- vicendano le umane cose , o si riferiscano ad un individuo dalle vicende umane agitato , e con

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1’ obbligo di trovare fra dubbiose vie 1’ angusto sentiero che mena alla rettitudine. Onde invece di atteggiarne a cordoglio su le ceneri calde dell’ estinto , che ha lasciato negli animi nostri perenne desiderio di se , perenne desiderio nel cuore dei suoi figli e fratelli , perenne desiderio in quanti pregiano la scienza e la virtù; mi sembra più opportuno ammirare in lui quell es- sere mansueto , al quale Iddio suol dirigere i giudizi, e donar la sua grazia. Invitato l’altro a porre un fiore su quest’ urna , io , ancora sbigottito dal nugolo dell’ira e dell orgoglio che dianzi qui riversava furiosi nembi , non ho po- tuto ritrovarne che uno , senza pompa di colori , senza pompa di foglie ; se non che di succo è fornito si peregrino da ristorare l’ animo nostro, che degno objetto da noi dipartito non può non rimpiangere. Ammireremo in lui 1’ uomo prudente nella mansuetudine , come quegli , a cui Dio promette la sua grazia , e la direzion nel consiglio.

La mansuetudine , figlia primogenita della umiltà, natura dell’ agnello , intorno al quale sedevano e cantavano osanna i seniori nella ce- leste Gerusalemme , la mansuetudine , che ab- borre i consigli torbidi e violenti , ed ama la serenità e la pace nei pensieri e negli affetti , a noi sarà bello vagheggiarla non rifolgorante coni’ è , se nei moderatori dei regni si mostra , ma diffusa di blanda luce , come suole apparir nei privati , che nella scuola dell Evangelio fin

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dalla tenera età si educano 1’ intelletto ed il cuore. Questa è virtù , che non solo si fa usber- go all’ assalto dell’ ira , ma esorta a perdonare le offese. Rende lo spirito di tempera cosi dolce e placata , che nelle prosperità non lo lascia in- superbire , e nelle avversità non turbarsi. Ne- mica non solo degl impeti crudeli , ma dei tu- multi e degli strepiti, va in cerca di solitudine, e trova pascolo che 1’ appaghi nei soli colloqui con Dio. Legata con la destra alla carità, e con la sinistra mano alla beneficenza , facilmente è commossa dagli altrui dolori, e corre con l’opera o col consiglio ad alleviarli. Risponde coi bene- fizi alla ingratitudine , con la preghiera alla con- tumelia, col perdono all’oltraggio. E perciò dove siede la mansuetudine, ivi scende la grazia, e la prudenza con maturi giudizi governa la vita.

Questa virtù a Luigi Togni fu cara fin dai primi albori del lume intellettivo ; e se gli mutò in costume , e se gli fece indole : per la qual cosa a lui fu concesso il particolar privilegio di avere ad infallibile guida il Signore nella scelta dello stato, nella scelta degli studi e dei consigli , e nel governo dell’ Istituto per con- servarlo ed accrescerlo. Nato egli in questa eter- na città , maestra delle genti , e ritratte nelle prime fantasìe le immagini dei buoni esempi dai suoi genitori , docilissimo a’ precetti di cristiana e civile educazione , si trovò nell adolescenza fornito di nobile decoro , d ingenua semplicità , di vereconda modestia, ed atto a ricevere con

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efficacia nel romano Collegio per bocca di eru- ditissimi personaggi la parola coltivatrice dell’im- maginazione e dell’intelletto. E poiché riposa (6) la sapienza nel cuor del prudente , avvenne che in lui , benché giovinetto, allorché 1’ avido sen- timento è preparato a sbramarsi d’illusioni, il sapere lo esortò non a smodato desiderio di lode , bensì ad umile concetto di medesimo ; e gli porse non jattanza , ma buoni consigli , non esca a speranze audaci , ma suggerimenti ad opere forti e pietose. Infatti entrato egli nel dieciottesimo anno era per veder volgere un secolo in un altro secolo , e niente di meglio apparecchiarsi, da quando per sofismi la società, non che ogni più antica ed autorevole istitu- zione si tentò scuotere dai cardini , assalire nel santuario la Sposa di Cristo , e vilipenderne e tribularne il custode. Vedeva sparsi nelle menti i concetti, conditi del sale che punge l’ animo a riso , e l’ empietà v’ introduce. Vedeva la opi- nione di molti uomini composta ad abbracciare e pronunziare i falsi giudizi , eh’ egli verso il termine dei suoi giorni ha dovuto udire con la stessa avventatezza ripetere ed autorità menso- gnera, cioè , nei chiostri inspirarsi e professarsi inquisizione e bigottismo. Non pertanto aveva egli udito da chi non inganna che Dio parla al cuore dell’ uomo nella solitudine ; che ivi per- ciò si tiene a vile quanto in terra alimenta la ingordigia e la vanità; che ivi, domati gl’im- peti della carne e dell’ inferno, il pensiero dalla

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cella romita sen vola liberamente pei cieli , e discende ispirato dagli eterni veri per parteci- parne ai deboli ed agl’ ignoranti , ed infondere consolazione agli afflitti , conforto ai dolenti , speranza agli oppressi , rassegnazione agli sven- turati ; che ivi lilialmente la carità si avvalora della meditazione, e prepara il sagrifizio pur della vita, se il ben degli altri il richiede.

Chiarificata dal Signore la conoscenza di si alte cose, il docile e mansueto giovinetto non si lasciò vincere dalla contraria opinione del mon- do , dalla naturai ritrosìa che s’ingenera per timore di non essere dispregiato e deriso. E scelse : e nella selva della vita , dove altri van balenando su le pietre , insanguinandosi tra le spine , brancicando tra 1 ombre , il giovinetto prudente seppe dirigere i suoi passi. Desiderò perfezionamento di spirito ; e perciò di sotto- mettersi alla maniera di vivere rigoroso , onde gli esempi di antica penitenza e meditazione ri- petono quei nostri fratelli che Chierici Regolari Scalzi si appellano , e di altro pietoso nome , originato dalla Passion del Signore , i fedeli son soliti di adornarli. Quivi data esperienza piena di sua salda vocazione a voler vivere povero , casto , e obediente , e di sua fervorosa pietà , pronunziò al cospetto dell Altissimo i sagri voti , ed aspettò di uscirgli incontro con l’accesa lucerna , quando che sia gli fosse piaciuto di presentarsi. Intanto continuava a coltivar le dot- trine , e massime di quali e quante, senza colpa

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e disdoro del solenne uffizio , non può un sacer- dote non erudirsi. Nelle quali discipline se pro- fittasse non poco , n’ è argomento , che non ap- pena fu dell’ ordine sacerdotale nella debita età insignito , che gli venne affidato F incarico di ammaestrare gli altri , ed esser con questo di norma ai giovani per la pietà. Ed oh quanto sentì egli la forza di questo dovere ! Per questo contratta penosa infermità , o stento nel digerire il tenuissimo cibo : per questo insinuatosi fiacco languor nelle membra in tempo che suol essere più rigogliosa la vita. Ma fastidì e veglie, stenti e languori , non furono ostacoli forti da im- jDedire F uorn prudente a raggiungere il fine di adempiere il bene altrui, e di avvanzar nel sapere. Dall’ altra parte in lui non si scorse mai smodar per poco F amore di medesimo , F amore che si accompagna al sapere, ed apre spesso l’adito all’ orgoglio , e falsa scemando il concetto di stima per quanti altri curvati su i volumi su- dano lunghe veglie , e abbreviano i loro giorni per immegliare gli altrui. Egli sentiva emula- zione di migliori doni , ma scevra di vanità e d’ invidia ; assaporava il segreto gaudio che si prova pel mite lume della dottrina , ma sapeva cautelarsi dal vento che spira dalla dottrina me- desima , e talvolta muta il benigno lume in fu- nesta fiamma , e affumica lo spirito , ed arde i prolifici semi delle morali virtù. Questo è saper possedere i gratuiti doni ; però è scritto (7) : il cuore prudente possederà la scienza.

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Cosi egli viveva : allorché i sapienti della ter- ra , nella loro stoltezza sognando che nei chiostri si trascinasse tra l’ozio e le gozzoviglie la vita , vollero che gli uomini tutti si adoperassero intor- no alle vaneggianti vanità che ne circondano , e gli ordini regolari soppressero. Che però tratto egli dalla operosa pace degli studi, dai segreti rapimenti della concorde preghiera, dalle tran- quille abitudini delle azioni pietose, passò dai silenzi del chiostro ai solitari recessi delle pa- reti domestiche. Ma quasi gli atti della tra- scorsa vita fossero tali da lasciarsi col capo sul patibolo , era costretto a schivare la luce del giorno, per non essere scoperto e sforzato a giu- rare con gli empì la bestemmia. E forse di poi non sospettò che un’ altra volta sarebbe per ritrovarsi in si miserabile stato , e per di nuovo resistere a simiglianti deliri. Ed in vero in com- parazione della verità, fornita di perenne luce, 1’ errore , eli’ è simile a un lampo , avrebbe a guiz- zare un momento solo , e spegnersi per sempre fra le tenebre che fan coverchio all’ inferno. Ma ohimè ! dal ricomparire ch’ei fa, sembra che ab- bia natura di vetro a mille facce incavate, che or dall’ una or dall’ altra variamente lampeggia. gli uomini che lo affisano , sebbene giungano la prima fiata a scoprirlo errore , non perciò rinsaviscono: poiché dopo alcun tempo dirigendo gli occhi ad altro lato , s’ imbattono ad altro lampo ; e il prendono spesso per sembianza di cosa non più indegna dell’umano intelletto non

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più nociva alla società , come dianzi fallace- mente la dichiararono. Quindi avviene che , sebbene avvertita dai falli della generazione che passò , negli stessi falli suol cadere la genera- zion che succede ; la parola , rituffata in gola della mensogna, si ripete come proferita dalla verità ; i giudizi , che già si mostrarono avven- tati dalla stoltezza , si rincarnano come conce- piti dalla sapienza ; e sempre con vesti nuove escono in campo gli stessi violenti a guerreg- giare i mansueti. Ma viva Dìo che ai mansueti grazia , e ne dirige i consigli !

Reintegrati gli ordini religiosi, egli stanco di dimorare in mezzo a pastura , dove seguono allo strepito i fastidì , al vano affacenclarsi le ansiose sollecitudini , ed alle brevi speranze i lunghi e molesti rancori , senti rinfiammato il desiderio di ritornare al dolce nido ; ed ivi nelle tenere trepidazioni innanzi a Dio rompere in amorosi gemiti , e distillare in lagrime il suo cordoglio. Mail Signore, che già nella solitudine gli aveva recinto 1 animo di fortissimo usbergo, aveagli altresì estenuate le membra da non po- ter sopportare le notturne veglie, e sparsi agri umori nei piedi da non reggersi all’asprezza del gelo denudati e scalzi : accennando con ciò che gli convenisse di tenere altra via , per la quale più miti le pratiche di corporal penitenza, più frequenti incontrasse le opportunità di sagrifi- carsi per gli altri. Fattagli maggiormente palese la divina volontà per espressa dichiarazione del

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Superior Generale , che a lui concedeva lil>era facoltà di secondare il novello invito celeste, senti tranquillissima la coscienza ; e chiese di essere annoverato tra gli operosi , che pieni dello spirito del De Lellis , vaso di carità av- vampata , promettono con gli altri voti di cor- rere anche laddove fosse pericolo d’ infettarsi al morbo, a line di confortare l’anima affan- nata dall’ agonia della morte. Cosi rispose alla opinione del mondo ; cos'i ricambiò il sarcasmo; cosi declinò il banco alle percosse dei maligni , e restituì all’oltraggio la contumelia.

Messosi di nuovo a lavorare in orto chiuso da siepe , ed irrigato da perenni fontane , dove i germogli delle virtù restano assicurati, e verdi e vegeti rampollano, si attenne ai prediletti suoi studi, che intendono alla moralità delle azioni, ed alla scienza della fede ; e nel tempo stesso adoperavasi a passarli in eredità ai giovani , speranza dell’Istituto, e sua cura deliziosa, e ristoro di durate fatiche , e dolce frutto infine d’ industria sollecita e vigilante. Aveva egli per- corso lo stadio delle limane lettere , gustato le invenzioni dell ingegno creativo nel figurare sensibilmente il vero , attinte notizie intorno a vicende di popoli e d imperi ; aveva meditato sul processo della umana ragione, intesa a for- mare mercè le sue forze un certo concepimento delle visibili ed invisibili cose: quando levò gli occhi al 1 albero del sapere, il guardò dal vertice al piede, e si decise di starsene merig-

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giando all’ ombra di quei rami più fruttuosi che tutti gli altri inghirlandano. Io non so se lo avesse determinato alla scelta 1’ aver veduto o quanto costa all’ ingegno il tener dietro per la sua vaga manifestazione all’ amenità delle forme , o quanto sia debole la ragione nel con- seguire T intento a cui mira : si può bensì affermare dopo la sua determinazione eh’ egli f ottima parte si elesse. Si può affermare aver compreso il prudente uomo che fine del nostro intelletto è la verità , comprenderla infallibile e rivelata , manifestarla semplice con le parole , armonizzarla decorosamente con gli atti ; line della volontà il bene , ma perfettissimo adorarlo nel Signore , riconoscerlo negli attributi ed ope- razioni di lui, divulgarlo nelle opere ; fine della memoria accogliere tutt’ i doveri che derivano

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dalla legge, tutte le verità che non dan luogo ad errore , tutt’ i sentimenti che si destano alla im- pressione della bellezza , ma di quella che pie- tosa riluce dalla fronte della bontà , ma di quella che maestosamente serena irradia la giustizia , e a religion persuade. Però lasciando da parte gli studi che arrecano irresoluzioni e torbidi allo spirito , e lo gettano spesso in balia quando di ostinazioni e quando d incostanze, quei soli coltivò che generano sicurezza nell’ intelletto , e tranquillità nel cuore. Però invece di occu- pare il tempo* a profondamente conoscere le nazioni che furono, i linguaggi che parlarono, le imprese eli eseguirono ; invece di andare

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indagando immaginati fantasmi , o tendere a crearli , e di scoprire le leggi dello spazio e della inerte materia , e le qualità di quanti es- seri irrazionali abbraccia la natura creata : egli determinò di esercitar la mente su le proprietà sovraintelligibili del creatore , e studiarsi a di- scernere le parole di lui ; alle quali è uopo che i redenti le loro azioni conformino, se, pro- postasi a line la rettitudine, amano di conse- guirla. Veramente l’ottima parte egli elesse: veramente ei seppe eleggere 1’ ottima parte dal- l’albero della scienza; che Dio lo dirigea nel giu- dizio , e gli largiva i suoi doni.

Ma i raggi della scienza nell uomo prudente non si restrinsero fra il breve giro del chiostro : diffondevano la loro luce per gli ordini diversi della società ; e se ne giovavano per lo spirito ricchi e poveri , vecchi e giovani , ecclesiastici e magistrati. Egli custodiva il consiglio ; e que- sto gli era vita per 1 anima , e grazia pel di- scorso. Come degli unguenti , e dei svariati odori il cuoi' si diletta : cosi addolciti si senti- vano quanti a lui si commettessero , e ne as- saporassero i consigli. Per bocca di lui riceve- vano segreto ristoro quanti in balia già di pas- sioni sentissero timore che sbalordisce o tri- stezza che opprime, odio che affanna o cupi- dità che snerva , ambizion che divora o invidia che innnagrisce , ira che trasporta o dolore ohe fiacca. Per bocca di lui ricevevano incremento e forza di risigillarsi nello spirito e la ingenua

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semplicità che suole trasparir dalla fronte , e la pacata modestia che cela , e più bello rende il nascoso tesoro delle virtù. Sapeva egli dal- l’acqua profonda del consiglio , che Dio gli avea donato , attignere le stille che fecondavano dove l’attitudine ad intenerirsi per le altrui sventure, dove la docilità nell’ imbeversi di ammaestra- menti divini , e dove il desiderio di perfezionarsi , i consigli di Gesù Cristo attuando. Però facilissi- mo gli era lo scorgere quell’indefìnibile, quel ger- me d’ infelicità , che più o meno doloroso, più o meno funesto , suole accompagnar per la vita tutti coloro che si allontanano dalla legge. A tutti sapeva porgere coi perdono di Dio con- solazioni e speranze, e toccar quelle piaghe si rosseggianti , che la moltitudine delle co- gnizioni , la varietà degli studi , la pro- fondità del sapere sono farmachi atti a mitigarne l’ asprezza. Perciò vedevamo a lui muovere e tribolati per aver conforto a pazienza , e madri per aver documenti all’ educazione dei figli, e magistrati per aver sussidi d’ intelligenza a bene amministrare gli uffìzi loro. Perciò traevano a lui timide verginette , vereconde spose , e ve- dove desolate. Perciò d’ innanzi a lui piegavano con umile senso il capo venerandi porporati : e due volte il chiamarono per averlo giudice della lor coscienza , allorché raccolti in con- clave erano guidati dallo Spirito Santo ad eleg- gere il Vicario di Gesù Cristo.

Se Dio si compiaceva di donare a lui cotal

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discernimento , che penetra di mezzo ai dubbi , e va difdato alla certezza , io non ho che chie- derne prova a voi medesimi , o fratelli; che sa- pete di lui non solo ciò che ha dato per le stampe (a) , notissimo a tutti , ma i giudizi che spesso fu invitato a proferire intorno ad ardue materie , per comando di uomini autore- volissimi , e soliti a rivolgersi a provati sapienti , e a ponderare con maturo senno i loro discorsi. E non solo i grandi personaggi che lo avevano vicino , ma da lontane terre , separate da monti e da mari, mandavano a lui richiedendo avviso, o per dubbiezza di leggi , o per ambagi di fat- ti. Per la qual cosa in questa città , seminario di sapienti , egli fu chiamato a mettere anch’e- gli sul candelabro il suo lume. Quindi senza maraviglia s’ udiva lui scelto Esaminatore Apo- stolico del Clero Romano, lui Consultore di Sa- gre Congregazioni , e di quella che assiste al sa- gro tesoro delle Indulgenze e delle Reliquie , e di quella , dove i forti d Israele si accampano per difendere la fede ; lui dell’Accademia di Re- ligione Cattolica Censore ; lui dell’ Apostolica Dateria Teologo , lui di ragguardevolissimi Por- porati Uditore , ed Esaminatore dei Vescovi. Di tanto lume gli stessi supremi Gerarchi vollero giovarsi : e a quello sovente rivolsero lo sguar- do Leone decimo secondo , Gregorio decimo se- sto, ed il nono Pio, in tutto quel tempo d’im-

( a ) Si accenna all’ opera intitolata : Instructio prò sacrisEccle- siae ministris etc.

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menso strepito di gloria , quando non ancora la ingratitudine dei figli avea concepito il co- raggio del delitto, per apertamente disconoscere gl’ insperati benefizi , ed esautorare il Padre !

poteva essere che i grandi della terra non avvicinassero a un uomo di tanta prudenza , e d’indole tanto mite; mentre dall’altra parte

10 ammiravano ornato di tal modestia , che non solo non chiedeva mai per stesso , ma facea di retrocederete per avventura spontaneamente alcun prò gli offerissero. Infatti Leone XII. de- siderava mostrare un particolar segno di favore sovrano alla diocesi di Fossombrone, conceden- dole a Vescovo un personaggio , come lo avea definito l’Apostolo , irreprensibile , cioè , e pu- dico , savio e prudente , mansueto e modesto : ma egli , appunto perchè possedeva quest’ elet- tissime qualità , non si credè atto a sostenere

11 peso di cotanto uffizio ; e pregò , ed ottenne che fosse ad altri omeri indossato. Quanto ri- tioso per , altrettanto inchinevole a secon- dare gli altrui giusti desideri, si deliziava di umi- liarsi innanzi ai potenti per prendere dalle loro mani le grazie , e donarle senz’ alcun obbligo a chi non invano lo aveva implorato mediato- re. Non invano ; poiché è scritto (8): 1’ uomo prudente piacerà a quelli dal Signor collocati donde possono su gli altri discendere copiosi i benefizi.

Quanto è vasta la società dell’ uom man- sueto ! Il superbo rimane tra gli uomini solo ,

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come una roccia in mezzo alla solitudine del deserto. Si delizierà forse immaginando che tan- ti uomini lo inchinano : ma egli non ama ; è solo. Vorrà e potrà essere prontamente obedito dai molti che sapran prostituirsi ad ogni suo vo- lere : ma egli non ama ; è solo. Solo è fra le lu- singhe di bugiarda lode che bocche immonde gli proferiscono ; solo è fra i baleni dei fan- tasmi che guizzano orrendamente , ed il pen- siero gli offuscano. Ma l’uomo di mite animo appartiene alla immensa società stabilita da Gesù Cristo; ama, e lo amano tutti. Egli nel deserto della vita è un'oasi amenissima, dove s’incon- tra godere di riposo e di refrigerio. Sempre se- reno su la fronte , sempre dolce nelle parole , sempre placido negli affetti e nei pensieri , parrà di pregar se ammonisce , di ammonir se correg- ge. Aggiunge col sorriso all’esortazione effica- cia , ed al comando propension di eseguirlo. Avvalora i buoni col rispettarli , e adesca al bene i ritrosi con l’esempio. Ponete quest’uomo al governo d’ una famiglia , e ne sarà la delizia. Io lo intendo dal dolore che si mostra nel viso di quanti qui fan corona al feretro onorato , che tal’ era per loro quest’ amatissimo padre e fra- tello. Testimoni della pazienza da lui mostrata nei minori incarichi , testimoni dell operosità e prudenza di lui nella di rezio n dello spirito , e testimoni di altre doti recondite da cavarne la maggior possibile utilità per l’Istituto e la Chie- sa , lo elessero , benché renitente , a Prefetto

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Generale dell’Ordine; e, valicato il sessennio stabilito per legge, gli conferirono il secondo ma prossimo luogo , finché di nuovo ad unanime voce lo richiamarono al primo : e dieciotto anni di cure benefiche al governo dell’ intero istituto contano col senso di rispettosa gratitudine gli addolorati suoi figli.

Allora che tutte le sue qualità naturali ed acquisite si rivestirono di vivo splendore ; ed egli come gigante cominciò a correre la sua via. Con più chiaro lume da lui gli operosi ricevet- tero esempio del come avessero ad assistere alle squallide pallidezze , agli strazi e singulti dei moribondi ; con quanta carità avessero a con- templare gli stenti fiaccar la baldanza , le febbri smungere la vigorìa , la putredine rodere la bel- lezza ; con quanta pazienza avessero a udire le voci dello sconforto , le ansie dei desideri , le querimonie degli spasimi , le ire dei pentimen- ti ; con quanta misericordia avessero a sorbire dei farmachi la nausea , dei morbi il fetore, dei morienti l’alito, dei cadaveri il lezzo. Allora con più lume da lui apprendevano come doves- sero apparecchiarsi con lo studio e la preghiera, con la mortificazione e la mansuetudine , a fine di sapere addolcire le altrui sofferenze , e ne- gli spiriti dei languenti confortar la pietà. Al- lora ciascuno dei suoi figli potè dire (9) : aven- do io veduta la virtù , l’ho posta nel cuor mio , e con f esempio appresi la disciplina. Conosceva il prudente uomo che il più abile maestro, e il

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più efficace esortatore del bene , è l’ esempio. Ogni frutto dei suoi sudori largiva , o per sus- sidio e mantenimento dei religiosi , o per ac- crescere biblioteche , o per arricchire di sagre vesti le chiese : con tutto ciò non mai faceva da dipartire il povero col dispetto e rossore del- la ripulsa. Benevolo del pari che vigilante avea tutti schierati innanzi al pensiero i suoi figli ; nondimeno , benché di languida sanità , sob- barcavasi ai disagi delle lunghe vie per visitarli. Perciò era con lui la benedizione del Signore; ed egli vide crescere i germogli della pianta che il De Lellis avea fomentata con sospiri , e con rivi di lagrime irrigata , la pianta produttrice del balsamo che ricrea lo spirito travagliato dai mor- bi e dalla morte. La benedizione del Signore era con lui ; e per maggiore operosità dell’Ordine allargavagli il campo. A lui diede poter dividere e stabilire in due case di Verona , ed a Padova, a Casale, a Valenza, a Tortona , a Torino, e a Ferrara la eredità del benefico Fondatore ; a lui potere con sua cura e stento erigere dalle basi un Tempio (<z), affinchè i suoi soccorressero ai Fedeli laddove questi con desiderio ne son privi. A ragione adunque i suoi lo riconoscono ed appellano Fondatore secondo. gli sfuggi di trovar modo , onde la carità potesse di con- tinuo pabolo alimentarsi. Però nella stessa guisa che in Verona e Padova , anche in Roma con- ca) La Chiesa intitolata a S. Giovanni della Malva , eretta nel rioue Trastevere.

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seguì 1’ intento , che in due Arciospedali i fi- gliuoli di Camillo si addicessero agl’infermi, e se- gnatamente laddove il padre loro avea ricevuto gl’ incrementi della pazienza e della santità. Che se, rinnovellate le vertigini della stoltezza , gli uomini vietarono che gl’ infermi avessero spiri- tuali sussidi da petti , nei quali alberga la mi- sericordia per dovere di solenne promessa al Signore ; è da sperare che il Padre dei Fedeli renda di nuovo le consolazioni dalla torbida vio- lenza rapite agl’ infermi suoi figli.

Rinnovellate le vertigini della stoltezza , il mansueto riandò col pensiero gli anni della sua vita , le grazie innumerabili ottenute da Dio , e massime la conservazione e l’ aumento dell’or- dine suo ; e si gettò nelle braccia della Provvi- denza sperando. Nondimeno colui, che avea tut- to operato per la gloria del Signore , che duolo non dovea sentire in vederlo offendere , e perse- guitarne la Chiesa ? Ma Iddio che affanna e che consola , se lo avea riserbato a fargli vedere la seconda volta 1’ empio come il cedro innalzarsi al far della sera , al far dell’ alba gli vedere la seconda volta che l’empio non era più. E gli vedere prima nella oppressione , e di poi nel- l’esaltamento due sommi Gerarchi, l’uno esem- pio di Fortezza , e 1’ altro di Mansuetudine ; con- tila i quali non avea permesso che la ostinata forza di un Genio guerriero , gl’ impeti del- l’audacia, nè le machinazioni dell’ inferno pre- valessero. Gli amici delle tenebre, che aveano

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odiato e fugato i tìgli della luce , perderono la gagliardìa di tribulare i mansueti ; e i prudenti ritornarono nel loro seggio ad amministrare la misericordia, e la giustizia. Ed Egli nel gaudio di una coscienza tranquilla , fra il compianto dei religiosi e consanguinei , col conforto dei segni visibili della grazia, levati gli occhiai cie- lo parea ch’esclamasse: Ed ora lasciami venire in pace secondo le tue promesse , o Signore ; poiché videro gli occhi miei la salute d’ Israel- lo. Il servo mansueto e prudente fu esaudito da Dio; ed in grembo a lui placidamente pas- sò .... Fratelli .... silenzio .... preziosa è nel cospetto del Signore la morte del Giusto.

(1) Sic et cor superboruin . . . bona enim in mala convertens insidiatur , et in electis iniponet maculain. Eccl. li. 33.

(2) Domum superborum demolietur dominus. Prov. 16. 25.

(3) Vae qui praeparat urbem in iniquitate. Hab. 2. 12.

(4) Et cadet superbus , et corruet , et non erit qui suscitet eum ; et succendam ignem in urbibus ejus , et devorabit omnia in circuitu ejus. Jer. 50, 32.

(5) Deus superbis resistit. Prov. 3, 84 -jac. 3, 6.

(6) In corde prudentis requiescit sapientia. Prov. 14, 33.

(7) Cor prudens possidebit scientiam. Prov. 18, 15.

(8) Vir prudens placebit magnatis. Prov. 20, 20.

(9) Quod cum vidissem posui in corde meo , et exemplo didici disciplina!!!. Prov. 24, 32.

ISCRIZIONI LAPIDARI!*:

DEL PROF. AB. DELLA VALLE

Le quali leggevansi nella Chiesa di S. Maria Maddalena pei solenni funerali dell’ illustre Defunto , ivi celebrati il giorno settimo dopo la morte di lui.

Sulla porta maggiore del Sagro Tempio

ALOISIO . TORNI PRAEFECTO . GENERALI

CLERICORVM . REGVLARIVM . AEGROTIS . AD1VVANDIS VIRO . PIETATE . DOCTRINA . INTEGRIATE . (ALARISSIMO SODALES . DOMVS . MAGDALENIANAE DIE . SEPTIMO . AB . EIVS . FVNERE IVSTA . SOLLEMNIA . PERSOLVIMVS ADSERTORI . ET . DECORI VNIVERSAE . FAM1LIAE . NOSTRAE

Al lato sinistro del gran (Catafalco

REL1G10N1S . AEQVE . ET . CHAR1TATIS STVDIOSISSIMVS

D1SCIPLINAE . REGVLARIS . EXEMPLAR . EN1TVIT EAM . QVE . INTER SVOS . PROVEHENDAM . CVRAVIT AD . CHRISTIANAE . VITAE . LAVDEM SVMMIS . ATQVE . 1NFIMIS . DVX . EXTITIT EGENOS . QVACVMQVE . OPE . POSSET . RELEV AVIT DE . OMNIBVS . PRAECLARE . MER1TVS OMNIVM . SIBI . AMOREM . CONCILIAVIT

Al lato destro

DISCIPL1NARVM . PRAESERT1M . SACRAR VM CVLTOR . EXIMIVS

DOCTRINAE . FAMA . SPLENDOREM . ORDINIS . AVX1T PLVRIBVS . CONSIL1IS . S . E . R . CARDINAL1VM OPERAM . STRENVAM . ADHIBVIT SCIENTIAE . CLERICORVM . PROBANDAE . CENSOR 1LLVSTRE . SCRIPTVM . AD . HOC . EXPERIMENTVM . EDID1T PRAETER . GLORIAM . DIVINI . NOMINIS NVLLAM . LABORVM MERCEDEM . ADPETI1T

IMPRIMATUR

Fr. Dominicus Buttaoni Ord. Praed. S. P. A. Mag. IMPRIMATUR

Joseph Canali Patriarcha Constantinopolit. Vicesgerens.