THE FIELD MUSEUM LIBRARY AI 3 5711 00015 4196 Ù, i li po e 87 ? £ Fizaziog d ANI Dl Rat R a 35 A SES Y. vr 4 / îî È est 4 x ai È » 4\ ( È e pm io Rm la WU 9 (e a ] MENSESESTNIGNIRN NU LE o “A LU '\ ALT î us a LIM | ei sg - ) === earth io a 3 > & ar. useun of ko, Natural Bistory Î È === —e_S na II } AR CFGCronemena. Na SEAN SORA lina i ATI a De | Il i Di OO 1 d Ca, i TETI dÉ uu pe i * È RAT N sj " da Bri Muri I Ha ps is 3 d PA - ORNITOLOGIA ia (0) SCANA * OSSIA | DESCRIZIONE E STORIA DEGLI UCCELLI CHE TROVANSI NELLA TOSCANA CON L' AGGIUNTA i Ù DELLE DESCRIZIONI DI TUTTI GLI ALTRI PROPRI AL RIMANENTE D’ ITALIA DEL DOTTORE . PAOLO SAVI PROFESSORE DI STORIA NATURALE, E DIRETTORE DEL MUSEO DELL’I. E R, UNIVERSITA’ DI PISA, SOCIO CORRISPONDENTE DELL’ I. E R. ACCADEMIA DEI GEORGOFILI DI FIRENZE; DEI FISIOCRITICI DI SIENA; DELLA VALDARNESE , DELLA LABRONICA 3 DELLA GIOJENIA DI SCIENZE NATURALI DI CATANIA; DELLA R. ACCADEMIA DELLE SCIENZE DI TORINO; DELLA SOCIETA’ TOSCANA DI GEOGRAFIA; STATISTICA, E STORIA NATURALE PATRIA, DELLA MEDICA DI LIVORNO, DI STORIA NATURALE DI GINEVRA, DEI CURIOSI DELLA NATURA DI LIPSIA, DI FISICA DI ZURIGO; EC. TOMO PRIMO “Si È PISA i DALLA TIPOGRAFIA NISTRI MDCCCXXVII. Gr # INTRODUZIONE CAPITOLO L Oggetto, e piano dell’ Opera. 7 L Ornitologia è una scienza quasi nuova per gli Italia- ni; e confessar bisogna che fa veramente maraviglia il vedere, come presso d’una ‘nazione in tutti i tempi fe- conda di menti ben disposte ad ogni sorta di studj, e capaci di gustare le bellezze sublimi della Natura , pos- sa esser stato trascurato lo studio di quegli esseri che . per le forme, e per la voce, e per l’agilità, e pel nume- ro, sono l’anima, e il principale ornamento delle nostre campagne; di quelli che tanti vantaggi, e tanti danni arrecano all’agricoltura; di quelli finalmente che ci pro- ducono piaceri sì grandi e variati, nel nobile esercizio della caccia. Oltre di ciò, quand’ anche gli uccelli fosse- ro privi di tante qualità così interessanti per noi, al punto di cultura cui è giunto adesso lo spirito umano, fa vergogna il lasciare non curata anche una sola dell’ope- re dell’Onnipotente che esistono nel nostro paese (1), mentre nella massima parte dell’ altre contrade, non solo . le produzioni patrie si studiano con ogni diligenza, ma di continuo i Naturalisti sen vanno a cercare e studiare quelle di regioni lontane. È sicuramente un dovere V'il- (1) Omnes res creata sunt divine sapientia et potenti testes , divitie felicitatis humana ; ex earum usu Bonitas Creatoris ; ex pulchritudine Sapientia Domini; ex Oeconomia in conservatione, proportione , renovatione Potentia Majestatis elucet. Earum itaque indagatio ab hominibus sibi relictis semper astimata; a vere eru- ditis et sapientibus semper exculta; male doctis et barbaris sem- per inimica fuit. Linné Syst. Nature cur. Gmel. T. L p. 7. U:) Iv INTRODUZIONE lustrare il paese che ci ha servito, di cuna, e sarà ben degne di rimprovero. colui che. potendolo fare lo trascurò, ed obbligò in tal modo con la sua negligenza vomini d’altre nazioni, a venire a compiere ciò che ad esso spettava. E per quello che riguarda la Storia Naturale, pur troppo, noi altri Italiani ci siam meritati un simil rimprovero . Rinacque questa scienza fra noi, ma poco ci si tratten- ne, ed ancor bambina passò le Alpi: così che se adesso vogliamo aver notizie esatte delle produzioni patrie, quasi sempre fa duopo ricorrere a libri Oltramontani. Gli Italiani che si danno allo studio delle scienze natura- li, sono in numero ben piccolo: di questi i più negligendo il loro paese, sclamente si occupano delle produzioni straniere, e fra quei che le patrie studiando, han la sor- te o l'ingegno di fare in esse osservazioni e scoperte in- teressanti, molti dominati da soverchia modestia, o privi de’ mezzi o del tempo necessario, non le fanno conosce- re, ed inutili le lasciano seco loro perire . Ma tornando all’ Ornitologia, come diceva essa è co- nosciuta poco in Italia, e forse meno di varie altre parti della Storia Naturale. Poche opere ed anche incomplete noi abbiamo sugli uccelli di questa penisola. L’ Aldro- vandi, quell'uomo sommo, che tanto onora la nostra patria, vera arca di scienze, nella sua opera sull’ Istoria Naturale ha parlato degli Uccelli (1), ed unendo alle notizie che a” suoi tempi si avevano, tutto quel più da lui stesso osservato , lasciò un monumento glorioso del suo instancabile zelo, delle sue estese cognizioni ornitologi- che, e della sua universale erudizione. Malgrado tutto questo per aliro, l Ornitologia dell’ Aldrovandi non è completa, non è un Ornitologia nazionale, e non è da proporsi per guida, perchè manca di molte specie no- strali, e di moltissime delle esotiche, perchè ne contiene (1) Ulysses Aldrovandi, Ornithologia , sive Avium Historia lib. XX. Bononia : in tre tomi in foglio. Il primo tomo stampato nel 1599 contiene fino al dodicesimo libro: il secondo arriva fino al di- eiottesimo lìbro: e l’ultimo tomo fu pubblicato nel 1603. Nel 1634 ne fu fatta in Bologna un altra edizione, che è quella da me citata + de Ri Do INTRODUZIONE v delle favolose, e perchè a cagione del tempo in cui fu scritta, è priva de’ principj, e del linguaggio adattato, e 1) all’esattezza della scienza. Abbiamo l’ Uccelliera di Giovan Pietro Olina di Novara, stampata a Roma nel 1622 : piccola cosa, per- chè ristretta ad un piccolissimo numero d’ uccelli, ma che ha belle figure, buone descrizioni de’ costumi delle specie compresevi, come pure particolarità interessanti sulle cacce Italiane. La Storia Naturale degli Uccelli, stampata a Fi- renze nel 1767 , è l’opera più estesa d° Orologi: che abbiamo in Italia, dopo quella dell’ Aldrovandi. Con- tiene una numerosa collezione d’ Uccelli indigeni, ed eso- tici, rappresentati con sufficente esattezza, Li la poca pratica che avevasi in quell’epoca nel disegnare, ed incidere oggetti di Storia Naturale. Il difetto più gran- de di quelle fu. è nella lor positura strana e forzata. Vedesi diiraigente che il disegnatore non aveva mai os- servato le attitudini naturali i uccelli da lui rappre- seniati, e che solo lasciavasi dc da una fantasìa pit- toresca. Furono queste tavole copiate dalla collezione del Marchese Senatore Giovanni Gerini Patrizio Fioren- tino, appassionato Ornitologo, che molto tempo occupò a Li... far figurare e ii uccelli d’ ogni raz- za, e d'ogni paese. Dopo la sua morte, diversi uomini dotti, ed eruditissimi in qualunque altro ramo dell’ uma- no sapere, fuorchè in quello riguardante gli uccelli, cre- dendo poter sostituire l’ erudizione alla scienza Ornitolo- gica, o che uno studio superficiale di pochi libri, equi- valesse alle osservazioni di anni .ed anni, intr apresero ar- ditamente, riuniti in società, a pubblicare l’opera incom- pleta del Gerini, a riempire le lacune da lui lasciatevi , ed anche ardirono in molti luoghi alterarla. Dimodochè essi compilarono un testo pieno di notizie superficiali , sbagliarono la classazione; confusero le specie, ne omisero MO che certamente dovevano essere interessanti, negles- sero le località, ec. In somma ùn’ opera, che qualora N se stata diretta da persona abile, doveva divenire utilissi- I VI INTRODUZIONE ma ed arrecar lustro all’Italia , altro non è che una disor- dinata collezion di figure. Con tutto ciò anche per que- sto solo lato è stata di qualche utilità per l’Ornitologìa, giacchè in essa si son pubblicate le figure di varie specie d’uccelli per avanti non conosciuti, come per esempio il Falco Ceneris, la Fringilla cisalpina, la Sylvia provincialis, la Sylvia melanocephala, la Sylvia melanopogon, la Sterna leucoptera ec. Nel 1776, Francesco Cetti pubblicò a Sassari 1 opera intitolata Gli Uccelli di Sardegna, volumetto in ot- tavo, il quale benchè contenga la descrizione d’una sola parte degli Uccelli Sardi, non ostante è molto pregevole per le notizie che ci dà riguardo a’ costumi di quelli uc- celli, e per contenere la descrizione di varie specie muove. Il Prof. F. A. Bonelli Direttore del Museo Zoologico di Torino, naturalista notissimo per un gran numero d’osservazioni da lui pubblicate sopra quasi tutte le par- ti della Zoologia, nel 1811 stampò Ze Catalogue des Oiseaux du Piemont, ove oltre i nomi scientifici di tutte le specie di uccelli da lui osservati in quel Regno, e che ascendono al numero di 262, vi sono 1 varj nomi volgari, che là a queste specie si danno, e di più ancora alcune osservazioni sopra specie mal conosciute , e de- scrizioni di altre assolutamente nuove. Giambatista Baseggio di Bassano, nel 1822, inserì nel Tomo 28 della Biblioteca Italiana una enumerazione degli uccelli da lui osservati nelle vicinanze del suo pae- se. Questo catalogo è classato secondo 1’ Index Ornith. di Latham, contiene 137 specie, ed a ciascuna vi è uni-, to il nome volgare, l’indicazione del luogo ove abita, ove nidifica, e se in quel paese si mangia o nò. Nel 1823, Fortunato Luigi Naccari, stampò a Treviso lOrnitologia Veneta, ossia Catalogo degli uccelli della provincia di Venezia. È questo catalogo dispo- sto secondo il sistema di Linneo, edizione di Gmelin, e ad ogni specie vè la frase del medesimo autore : il sig. Naccari vi ha unito poi la notizia se nel Veneziano quel tale uccello è di passo, o stazionario, se vi nidifica, e se INTRODUZIONE VIE è adoprato per le tavole. Il numero delle specie di que- sto catalogo è di 206. Nello stess'anno 1823, io pubblicai a Pisa il Catalo- go degli uccelli della provincia Pisana, e loro T'o- scana sinonimia. Gli uccelli vi son disposti, e nomi- nati secondo il Manuel d’Ornithotogie di Temminck, e contiene 220 specie. Il sig. Camillo Ranzani, che professa Storia Natu- rale in quella stessa Università, in cui fiorì 1’ Aldrovandi, ci dà adesso un trattato di Zoologia (1), che è il miglior libro di questo genere esistente in Italia, e ne ha pubbli- cata di già la parte Ornitologica. Comprende questo trattato i fondamenti della scienza bene sviluppati, ed anche illustrati con appropriate figure; ma dovendo que- stopera considerar la Natura in tutta la sua estensione, era necessario ammettervi tutti i generi forestieri, e per conseguenza classarla con un metodo il quale, come in seguito mostrerò, non può essere a portata dell’intelli- genza del numero maggiore di quelle persone cui io de- stino il mio libro, e che abitando lontano dalle capitali, non hanno i mezzi di conoscere le specie esotiche su cui particolarmente è basata tal classazione. Un’ altra operetta concernente 1’ Ornitologìa Italiana , è lo Specchio comparativo delle Ornitologie di Roma ve di Filadelfia fatto da Carlo Bonaparte Principe di Musignano , la quale adesso pubblicasi nel Nuovo Gior- ‘nale de’ Letterati; avendo quest'opera per oggetto di com- parare le specie d’uccelli viventi a longitudini tanto di- stanti, benchè presso a poco sotto la medesima latitudine, l’ Autore riporta la nota delle specie proprie a ciascuna di quelle regioni: nel tempo medesimo però indica se son stazionarie, o migratorie, e come si cacciano, e spesso ancora vi unisce delle osservazioni interessanti o (1) Camillo Ranzani. Elementi di Zoologia, Tomo terzo con- tenente la storia naturale degli Uccelli, divisa in nove parti : la prima e la seconda pubblicata nel 1821: la terza e la quarta nel 1822: la quinta , Ja sesta, e la settima nel 1823: l'ottava nel 1828: la nona nel 1826. , vi INTRODUZIONE sù i loro costumi, o sulla loro nomenelaturaj e ci dà così un'idea dell’ Ornitologia Romana, della quale avanti di lui non avevasi nessuna cognizione. Le specie d’ nc- celli da esso trovate nel Romano sono in numero di 247. Or ecco dunque, tutto quello che possediamo riguar- do alla storia degli Uccelli d’ Italia. Non v'è, come si ve- de, opera alcuna che ne tratti esclusivamente, e che possa servire per farceli con esattezza distinguere , che ci indi- chi i loro costumi, i loro viaggi, le loro cacce ee. Io son persuaso che un libro di tal natura sia quello appunto, che più convenga per diffonder lamore dell’Ornitolo- gìa, e propagarne lo studio. Su tal persuasione ho for- mato il libro che adesso offro a’ miei compatriotti, cioè l’Ornitologìa della nostra Toscana, dando a questo la maggior perfezione che ho potuto , e classandolo median- te caratteri tolti solo da specie nostrali. Un altro motivo ancora, aggiungerò, mi ha dato coraggio ad intraprendere questo lavoro , ed è stato quello di coadiuvare alla reda- zione della completa Ornitologìa Italiana ; e dell’ Orni- tologìa generale, che anche a giudizio del celebre Buffon deve resultare da Ornitologie particolari (1). Sono oramai otto anni, che raccolgo, ed esamino gli uccelli, che presso di noi si ritrovano, tanto stazionar] che di passo. La campagna Pisana, comodissima per le mie ricerche, è, ida altrove feci vedere (2), una delle più abbondanti in uccelli di ogni razza. Tutti gli anni nelle vacanze estive, ho fatto delle gite ora in una, ora in un’altra parte della Toscana, raccogliendo uccelli, e (1) Le seul moyen d’avancer l’Ornithologie historique, seroit de faire l’histoire particuliere des Oiseaux de chaque pays; d’abord de ceux d’une seule province, ensuite de ceux d’une province voi - sine, puis de ceux d'une autre plus eloignée: reunir apres cela ces histoires particulieres pour composer celle de tous le Oiseaux d'une méme clumat ; faire la méme chose dans tous les pays et dans tous les differens climats ; comparer ensuite ces histoires particu- lieres , les combiner pour en tirer les faits, ev former un corps en- tier de toutes ce parties separces. Buflon Hist. Naturelle des Oiseaux. Plan de l’Ouvrage. I (2) Vedi l’ introduzione al Catalogo degli Uccelli della Provin- cia Pisana. INTRODUZIONE CR studiandone le abitudini; e la bontà del Principe mi ha dati i mezzi di estendere le mie escursioni fino ne’ siti più remoti del nostro paese, e di più mi ha accor- data la facoltà di fare uccidere nelle sue ricchissime Ban- dite, qualunque sorta di uccelli occorresse. Var} miei a- mici dilettanti di Storia Naturale, che in varj punti della Toscana soggiornano , m' inviano tutti gli uccelli più rari ne’ quali s'incontrano, insieme con le notizie relative.aî costumi de’ medesimi (1). Così adungne son potuto giun- gere a riunire una gran quantità di materiali per la Storia degli Uccelli Toscani, ed a poter formare nel Museo di questa Università, a me affidato, una collezione tale, che si può dire quasi completa, non solamente per il nume- ro delle specie, ma ancora per gli individui di ciascuna di esse, nel vario abito che vestono nelle diverse stagio- ni ed età, e per 1 nidi che fabbricano presso di noi. . In tale stato di cose adunque, io ho creduto di poter dare il primo abbozzo dell’ Ornitologia Toscana. Chia- mo abbozzo questo mio lavoro , e non ho la pretensione di considerarlo come perfetto, giacchè malgrado tutte le premure che mi sono date, le circostanze che mi han- no favorito, e gli ajuti particolari che ho avuti, non so- «no sicuramente arrivato ad un tal punto. Acciocchè io potessi sperare che il mio libro fosse anche semplicemen- te prossimo alla perfezione, sarebbe stato necessario in primo luogo, che più remota fosse l'epoca nella quale cominciai a raccogliere uccelli, ed in oltre che la To- scana fosse stata tutta , e in tutte le siagioni, o da me, o 369 Nel mio Catalogo degli Uccelli della Provincia Pisana, io già nominai varj de’ miei amici, alle cui premure mi professo ob- bligato d’un gran numero di notizie interessanti, con le quali ban coadiuvato al mio Javoro . Ho il piacere adesso di poter accrescer quella lista, con il nome del sig. Andrea Coli di Castelnovo di Gar- fagnana, de’ miei parenti del Borgo San Lorenzo in Mugello, Vin- cenzo, ed Antonio Savi, del sig. Martino Fantacci, del sig: Dottor Massimino Samminiatelli dì Calci, del sig. Giovanni Carboneini di Campiglia e del sig. Ferdinando Lucianì., Quest’ ultimo, appassiona- Ussimo per la Storia Naturale, abitando a Castelnovo di Valdicecina, su monti di non piccola altezza, e prossimo alle maremme Volterra- ne, mì ha fornito dei fatti interessantissimi sulla nidificazione , ed arricchito il nostro Museo d’una bella collezione di nidi. x INTRODUZIONE da altri, per un tale oggetto minutamente, ed accurata- mente percorsa, ed esaminata. Ma se avrò la sorte che questo mio libro incontri la pubblica approvazione, che si diffonda, e che sia da molti studiato, siccome lo cre- do atto a mettere ciascuno in grado di conoscere da se medesimo le varie specie di uccelli, io spero che, quan- tunque imperfetto , arrecherà utilità grande a questa par- te della Storia Naturale, e renderà facilissima la compi- lazione di una perfetta Ornitologìa Toscana. Le persone le quali io credo possano essere i più utili collaboratori, sono gli appassionati per la caccia . Questa passione, sulla quale in pro e in contra è stato detto quanto mai dir si poteva, è quella che più tena- cemente di qualunque altra si radica nel cuore degli uomini, ed alla quale difticilmente si rinunzia, anche al declinare delle forze del corpo. Essa non mette in rischio le fortune, non altera la salute, ma la rinfranca, non lascia il luogo a passioni dannose, e non è condan- nabile, se non che nel caso di eccesso , nel quale anche molte cose virtuose diventano vizj. La passione della caccia obbligando l’uomo a percorrere in ogni parte, e in ogni epoca la campagna, ponendolo nelle circostanze più opportune ad osservare e godere delle magnifiche e variate scene della natura, non può fare a meno, a parer mio, di risvegliare in lui ammirazione per le immense opere dell’ Onnipotente, e di ispirargli il gu- sto dell’ osservazioni. Chi è colui in fatti, che non abbia provata una commozione dolce, e inesplicabile, penetran- do in uno di que’ foltissimi, ed antichi boschi delle no- stre Maremme? che non abbia sentito sollevarsi la men- te, contemplando le sottoposte regioni dalla cima di ele- vate montagne? che non sia stato commosso dal maesto- so cospetto dell’immensità del mare? Piaceri purissimi, e celestiali, che fanno obbliare le miserie dell’ umanità; innalzano l’anima a contemplare la provvidenza del Crea- tore, e ci pongono in un dolce stato di quiete. Chi sor- ù un'anima capace di sentire, è impossibile che rimanga indifferente a tali spettacoli; è impossibile che una volta su. INTRODUZIONE xi gustati li dimentichi, e che potendo non cerchi gustarne de’ nuovi con un esame più minuto, e più accurato della natura . Di più è necessario all’uccellatore, per far prede ab- bondanti, il conoscere le specie di cui vuole impadronir- si, il sapere quali sono le stazionarie, quali le migrato- rie, quale il tempo della loro partenza, quale è quello del loro ritorno, ove costruiscono il nido, ed ove vanno a trovare di che cibarsi. Ma per l’amore grande che egli porta alla caccia, non si limita a ricercare di sapere ciò che gli è indispensabile, ma grata è a lui ogni notizia ri- guardante quell’esercizio. In tal modo egli acquista sen- za accorgersene delle cognizioni di Storia Naturale, e studia l’ Ornitologia del proprio distretto. Per questa ragione, non vi è a parer mio persona, che esser potrebbe di maggiore utilità all’ Ornitologia di un dato paese, di quei vecchi, che per molti e molti an- ni, altro non fecero che percorrere la campagna caccian- do, in qualunque ora, in qualunque stagione. Ma per motivo della differenza grandissima fra la nomenclatura ornitolegica volgare e la scientifica, fra quella di un paese e quella di un’altro, questa lero dottrina non è che pochissimo utile, giacchè non possono comunicare le cognizioni acquistate che ad altri pochi del proprio distretto, cui quelle specie sono note sotto il medesimo nome. Di più essendo inipossibile senza il soccorso del- la scienza, il distinguere le specie affini, e senza la no- menclatura Ornitologica intendere i var) libri, è anche perciò a loro impossibile, leggendo questi, il rettificare le osservazioni già fatte: e leggendo e non intendendo, ap- plicano ad una specie quello, che appartiene ad un’altra, confondono tutto , e intessono racconti così imbrogliati, ed erronei, da’ quali nulla o quasi nulla di utilità si può ricavare. Ora a simili inconvenienti spererei che questo libro fosse capace di rimediare. Mediante esatte descrizioni di tutte le specie di uccelli, che io so trovarsi presso di noi, potrannosi esse tutte riscontrare ,, € vedere quale'è il loro xii INTRODUZIONE nome scientifico, quale il Toscano ec. Così facilmente ogni dilettante di Ornitologìa, potrà con esattezza classare le sue idee sopra i vari uccelli, distinguere chiaramente fra loro anche i più affini; e conosciutone il nome, po- trà farsi intendere dagli altri Naturalisti, riscontrare nei libri i fatti che avrà osservati, istruirsi nella storia di ogni razza di uccello; e finalmente, vedendo quali sono le specie che ho omesse, o in quali errori sono incorso , aggiungendo quelle, e correggendo questi, potrà utilmen- te cooperare alla compilazione della completa Ornitolo- gìa Toscana. , Tale essendo dunque l’oggetto primario del mio li- bro, ho cercato di rendercelo atto più che ho saputo. Destinandolo ad agni sorta di persone, l’ho scritto nella nostra propria lingua, ed anche nelle descrizioni, per quanto ho potuto , ho fatto di meno del linguaggio scien- ufico. Solamente ho adoitati diversi termini tecnici, per sfuggire la prolissità inutile, nella quale sarei caduto, ogni volta che dovendo indicare una qualche parte pri- va di nome proprio nel comune linguaggio, mi fossi trovato nella necessità di descriverla. Ma perchè questi nomi tecnici, non siano di confusione a quei leggitori del mio libro, che son digiuni affatto di qualunque prin- cipio d’Ornitologìa , alla descrizione delle specie ho pre- messo una succinta esposizione di questi nomi, descri- vendo chiaramente le varie parti che indicano, e vi ho riportato ancora il corrispondente nome latino, onde fa- cilitare l'intelligenza de’ libri scritti in questo. idioma. Il parlare all’occhio, oltre il parlare alla mente, credei dovesse esser cosa della più grande utilità per i miei let- tori, ed è perciò che ho unito al mio libro delle figure adattate a mostrare i caratteri più essenziali, ed anche a dare un’idea dell’ insieme, e del portamento degli uc- celli che formano i diversi gruppi. Ma siccome era mia intenzione di fare un libro atto ad andare nelle mani di tutti, era necessario per quest’ oggetto che egli fosse di poco prezzo, il che non sarebbe seguito sicuramente se cl avessi umita una collezione dî tavole o in rame, 0 lito- INTRODUZIONE XIII grafiche. Ho pensato perciò di fare incidere in legno le fisure più indispensabili , in piccola dimensione, e frap- porle al testo ove era necessario (1). Ma, lo ripeto, que- sti sono ornamenti accessor), ed i quali non possono nè aumentare, nè togliere pregio alcuno a questo libro : il mio oggetto è stato di formare un’opera descrittiva e non iconografica . Per allontanar poi dal mio lavoro l’aridità, e mo- notonìa di semplici descrizioni di parti, e per renderlo più utile e dilettevole che mi fosse possibile, non ho mai trascurato d’ arricchirlo delle notizie relative alla storia degli uccelli descritti. Così ho indicato sempre il tempo del passo, ove abitano, quale è il loro cibo, il modo che tengono nel viaggiare ec.; e per le specie stazionarie , il luogo che prediligono per nidificare , la forma del nido, il numero ed il color delle uova: ho descritto le varie cacce, che presso di noi per le varie specie si fanno ; ho indicato quali sono gli uccelli più apprezzati alle nostre tavole ec.: tutti que’ materiali, in somma, che ho potuto raccogliere concernenti I’ Ornito- logia Toscana, gli ho quì registrati, sperando che di ciò possano essermi grati ancora i Naturalisti oltramontani, cui la massima parte di queste cose sono finora scono- sciute del tutto. E per questo motivo confido che m’avran per iscusato quelli de’ miei leggitori Toscani, che tro- veranno qui descritte con qualche estensione delle cose a loro notissime. Siccome poi molte specie d° uccelli so- lamente pochi giorni si trattengono fra di noi, non ci si stabiliscono, e non ci figliano, e la massima parte delle altre ci passano solamente una stagione, se io mi fossi limitato a parlare soltanto di quella parte di vita che esse conducono in Toscana , la storia di queste specie sareb= be stata incompleta. È bensì vero, che ciascuno avrebbe (1) Mi risvegliò una tale idca il vedere la bellissima Opera Ingle- se del sig. Bewick, intitolata @ History of Britsh Bird, Newcastle 1809. E siccome trovai nel sig. Francesco Torri studente in Legge, la necessaria capacità per simili lavori, ad esso feci imitare le in- eisioni che in questo libro riporto. XIV INTRODUZIONE potuto con facilità supplire ad una tal mancanza, consul- tando altri libri; ma siccome scrivo principalmente per quelli che di tali libri son privi, ho perciò reputato ben fatto di riempire io stesso queste lacune, con notizie trat- te da autori degni di fede. In tal caso però, ho avuto sem- pre cura d’indicare scrupolosamente quello che ad altri autori appartiene, o quello che da altri Ornitologi mi è stato comunicato, acciocchè non si possa credere che io lo presenti come frutto delle mie proprie osservazioni. Ancora per la descrizione della specie, qualche volta mi è convenuto servirmi di-quelle fatte da altri Ornitologi. Così per esempio quando per terminare l’ enumerazione de’ diversi stati d’una di esse, m’abbisognò descrivere un individuo da me non conosciuto per essere in abito sotto cui mai si mostra fra noi, o che fino ad ora non ho potuto procurarmi, allora mi servii della descrizione che qualche altro autore ne dà: quando dovei indicare a quale età prendono l’ uno, o l’ altro vestito quelle specie che restano fra noi solo pochi giorni, e per conseguenza intorno alle quali io non ho alcuna osservazione propria, anche allora presi per guida un autore d’una esattezza conosciuta. Il più delle volte questo è stato il celebre Olandese Temminck, uno de’ naturalisti i più beneme- riti per l’ Ornitologìa , ed alla cui esattezza , e perspicacia, noi dobbiamo l’opera più bella, più utile, e più cono- sciuta sugli Uccelli d’ Furopa , cioè il Manuel d° Orni- thologie (1). Anche in tutti questi casi però, cito co- stantemente l’autore che quelle notizie mi somministrò, affinchè, lo ripeto, non si confonda col mio quello che ad altri appartiene. Avendo veduto che varie delle specie d’uccelli pro- prie all’ Italia settentrionale e meridionale, le quali ordi- nariamente non trovansi in Toscana, pure qualche volta vi capitano, ed avendo pensato esser cosa possibile il (1) Manuel d’Ornithologie, ou tableau systématique des Oiseaux qui se trouvent en Europe etc. par C. J. Vemminck. Seconde édi- tion; Paris 1820. sil; INTRODUZIONE sa veder quà comparire ancor Je altre specie fin ad ora non viste, affinchè ciò seguendo, que’ dilettanti provveduti solo del mio libro le possan conoscere , credei ben fatto l’ unire nella mia opera la descrizione di tutti quegli uc- celli che trovansi costantemente, o accidentalmente in qualunque parte d’ Italia. Di più mediante questa piccola aggiunta , io riduco il mio libro capace di poter servir di guida anche a tutti gli abitanti delle altre parti d’Italia, le quali al pari della Toscana son prive d’ un opera adat- tata a simile oggetto. A ciò fare sono stato ancora indot- to dal soccorso prestatomi da molti Ornitologi Italiani. Anzi è per me cosa gratissima poter render loro pubbli- camente. grazie, e far conoscere con qual generosità mi abbiano offerta ogni assistenza, dal momento in cui sep- pero voler io tentare di formare un libro , il cui oggetta poteva essere utile al nostro paese. E son stati di tanto conforto per me questi sussidj , che se quando io li ri- cevetti, non era già incominciata la stampa, sento mi a- vrebbero reso ardito in modo da formare un opera cui potessi dar per titolo, Ornitologia Italiana. Non pos- so intanto fare a meno di profittare dell’occasione che or sì presenta di nominare questi Naturalisti Italiani, che mi onorano colla loro corrispondenza , cioè Carlo Bonapar- te Principe di Musignano, F. A, Bonelli Professore di Zoologia a Torino, Conte Niccolò Contarini di Venezia, M. Rev. Barnaba La Via di Catania, Cav. della Marmo- ‘ra di Sardegna, Fortunato Luigi Naccari di Chioggia, D. Fr. Pajola di Venezia, Cav. Prunner Direttore del Museo di Cagliari, e Prof. Viviani di Genova, Finirò questa prefazione dicendo, come io son persua- so diversi errori essere scorsi nel mio libro, ma essere ancora probabile che alcuni dilettanti di caccia credano ‘di trovarcene un numero maggiore di quelli che effettiva- mente vi sono: giacchè ovunque incontreranno un qual- che fatto esposto in modo diverso da quello con cui ad essi sì è presentato , facendosi forti dell’ esperienza di più € più anni, non esiteranno punto a condannarmi. To per altro gli prego a differire di pronunziare il giudizio Ù A III XVI INTRODUZIONE fino a che abbiano avuta l’ opportunità di far nuove 0s- servazioni sugli articoli dubbi. L° oggetto primario delle loro escursioni non essendo stato quello d° osservare ac- curatamente i costumi degli uccelli, ma soltanto di farne cacce copiose, non vi è nulla di più facile che possano essersi ingannati sù cose relative alle abitudini de’ me- desimi. Ripeto per altro che io non ho la sciocca pre- tensione di credere questo mio libro privo d’ errori. Più volte ho dovuto riportare de? fatti sull’ osservazione d’ al- tri autori, e non posso star garante dell’ esattezza di questi: ed in quanto ai fatti da me osservati, benchè io abbia cercato di impiegarvi l’ attenzione più scrupolosa, pure non oso dichiararli scevri di qualunque sbaglio , conoscendo bene quanto sia facil cosa l’illudersi nell’ os- servare . I CAPITOLO II. Osservazioni sulla Classazione, e Nomenclatura Ornitologica . uelli a cui particolarmente destino questo mio libro, nuovi affatto in qualunque linguaggio e classazione scien- tifica, non troveranno inutile di conoscere con esattezza ciò che significhi la parola specie, genere, ec. avanti d’incominciare a studiare gli individui descritti in questo libro. E siccome io vi ho classati gli uccelli in modo di- verso dall’usato, avendo spesso adottate delle modifica- zioni, e delle variazioni non piccole nella distribuzione delle specie, e desiderando che gli altri Or nitologi prima di tacciarmi d’amar novità , apprezzino le ragioni che m’ indussero a contenermi in tal modo, credo indispensa- bile il parlar qui un poco di clusiuzione: In Ornitologìa , come in qualunque altra parte di sto- ria naturale, ohi individui che fra loro s assomigliano in tutti li organi essenziali, ne’ colori, e ne’ costumi, o che solo differiscono per sesso o età diversa , 0 anche per qualche cambiamento accidentale, e non permanente, e che mediante la congiunzione de’ due sessi, son capaci di generare esseri a loro simili, diconsi appartenere alla medesima specie. La divisione adunque degli uccelli in tante specie distinte è la primaria, e come in seguito mo- strerò l’ unica che esista in natura : ma siccome numero- sissima è da serie di queste specie , impossibil cosa sareb- be stato il conoscerle ed i insegnare ad altri a conoscerle, quando si fossero dere. ammlassate insieme, e cone fuse. Era di mestieri dunque, per facilitarne lo studio,. formare nell’intiera massa degli uccelli delle grandi di- visioni, le quali fossero dii fra loro da caratteri co- stanti, e ben visibili: e nuovamente dividendo, e suddi- videndo ciascun. gruppo mediante nuovi caratteri, per mezzo di successive eliminazioni , giungere finalmente alla cognizione della specie. kk XVIII INTRODUZIONE Questo modo di dividere , e suddividere gli esseri di- cesi classarli , e classazione chiamasi il complesso del- le divisioni. Le specie che si somigliano per la massima parte delle forme e de’ costumi, si riuniscono in grup- pi chiamati Generi, e differenze generiche son detti que” tali caratteri che distinguono un genere dall’altro. Se nella serie delle specie comprese in un genere, ve nie sono di quelle che fra loro s° assomigliano in modo par- ticolare per la disposizione de’ colori, per i costumi, ec. allora il genere suddividesi in Famigtie. I var) gruppi de’ generi costituiscono gli Ordini, e dagli ordini final- mente è formata la Classe. Ma per gli ordini accade spesso quello che ho detto accader per i generi, cioè che contenendo questi ordini un numero troppo grande di generi, son suscettibili d’esser suddivisi, e Z7zdèù io chiamo tali suddivisioni. Recapitolando adunque dirò, che la Classe dividesi in Ordini, V Ordine in Zri- bù, la Tribù in Generi, il Genere in famiglie, la Fa aimiglia i in Specie. Da tutto il fin qui esposto , vedesi dunque come l’uni- ca rianione naturale a cui si possono soggettare gl’ indi- vidui , è quella i in specie; e le altre riunioni in Generi, in Tribù, in Ordini ec., non essere che artifizi da noi immaginati per facilitarci lo studio degli oggetti natu ‘ae li, Locdhe queste riunioni possono variare tutte le volte che prendonsi per caratteri distintivi di esse o quelle, o quell’altre parti. Qui forse qualcuno mi dirà, che que.io discorso può esser vero solo nel caso in cui s! tratti di Classazioni artificiali, di quelle cioè che han solo per oggetto di facilitare la cognizione delle specie me- diante separazioni distinte da qualsivoglia carattere, sen- za aver cura alcuna che i gruppi siano formati da specie affini il più che si può, e per le forme e per i costumi, e non nelle classazioni o metodi naturali, in cui principalmente si ha per scopo l’ unir fra loro quelli in- dividui che lian le maggiori affinità, e con quell’ ordine con cui sembra averli formati la stessa natura . Anche în questo secondo caso per altro, il mio ragionamento è ve- e è Pi INTRODUZIONE FIX ‘ro; giacchè avendo seguìto nel disporre gli esseri il me- todo naturale, se per la formazione de’ generi noi pren- diamo come caratteri distintivi ora una parte, ora Val- tra, questi generi avranno ora una maggiore ora una minore estensione , secondo che quella parte prescelta per servir di carattere, trovasi conformata nel mede- simo modo, in un maggiore o in un minor numero di individui. Or siccome ciò che ho detto per i generi vale ancora per le tribù, e per gli ordini, ne segue, nuova- mente lo ripeto, che solo le divisioni specifiche resteran- no costantemente le medesime, e tutte le altre varieran- no col variare de’ caratteri che sono scelti per distinguer- le. Ma un altro cangiamento ancora accaderà, variando i caratteri di distinzione, cioè una nuova. disposizione delle specie, la quale con tutto ciò non avrà meno natu- ralezza dell’altra. I partigiani dell’ipotesi che tutti gli esseri creati formino un’unica serie, e siano in questa collegati come gli anelli d’ una caiena, saranno al certo d’opinione diversa dalla mia, ma pienamente meco con- verranno quelli, che avendo meglio osservata la natura, avran veduto esser le specie insieme unite non come gli anelli d’una catena, ma piuttosto come le maglie d'una rete, cioè che non solo una specie è dellagiia. con l’an- ‘tecedente, e la seguente, ma spesso ancora con. varie altre laterali, per mezzo delle quali essa è connessa con altrettante serie distinte. Or dunque quando si osservino le cose sotto un tal punto di vista, è facile il persuadersi che si può trovare più d’una classazione naturale, seguen- do l’una, o l’altra delle serie di nodi da cui son colle- gate le maglie della rete supposta, ossia prendendo in esame quelli o quelli altri caratteri che rappresentano tali nodi. Da ciò in conseguenza io concludo, come es- sendo provato che vi può essere più d’una classazione na- turale, cioè in cui le specie sempre sian unite da natu- rali passaggi, sarà dovere dell’ Ornitologo di scegliere quella tal disposizione, nella quale dali veda di poter combinare e la naturalezza maggiore , LI il metodo più facile per giungere alla cognizione delle specie che ha xx INTRODUZIONE prese particolarmente in esame. E che dall’esaminare un numero maggiore, o un numero minore di specie, divenga più facile o più difficile il classare queste specie mellesine; è ciò che io credo di poter qui sotto facil- mente provare. Se prendesi a disporre con metodo naturale un ‘nu- mero limitato di specie, tolte a gruppi e senz’ordine, dal- la gran serie, o da var} punti delta gran rete, non si vedrà nessuna sai fra un gruppo e l’ Ju ° vi saranno delle grandi diversini che distingueranno questi gruppi, e per conseguenza ognuno di essi formerà ùn genere chiaramente laietnguilale da tutti gli altri, e sarà facilis: simo il classare con precisione quel numero di specie che si è scelto. Ma se al contrario si volessero trovare ca- raiteri sufficienti a dividere in Ordini in Tribù in Ge- neri ec. tutie le specie dalla cui connessione deve resul- tare la rete che noi abbiamo supposta, è facilissimo l’immaginarsi che allora sarà affatto impossibile , o al- meno della massima difficoltà, il riuscire in tale impresa, giacchè essendo tante le somiglianze che collegano una specie con l’altra; e tanti essendo punti di contatto , non sì troverà un carattere che sia esclusivo a quel dato genere, e se pur uno se ne trova, essendovene molti al- tri in comune con generi diversi, toglieranno a quello il valore, e le divisioni rimarranno sempre mal caratteriz- zate, e sempre incerte. Or siccome dall’ esame della geografia Ornitologica, vale a dire dall’esame della distri- buzione delle specie sula superficie del globo, sì vede che gli uccelli NIASILoa. ad una certa porzion della rete, ossia tutti quelli che han fra loro punt di somiglianza , non son riuniti tutti in una data regione, ma parte son sparsi in un luogo, parte in un Hiro ne segue da ciò che si è premesso , dover essere molto più facile il clas- sare con caratteri certi, e ben distinti quelli uccelli che popolano un dato paese, piuttosto che tutti quelli da cui è popolata l’ intiera superficie del globo. Guidato adunque da tali ragioni, ho creduto dover formare una classazione particolare per gli uccelli Ita- INTRODUZIONE XXI liani. Io destino il mio libro a quelli che son del tutto nuovi della scienza, perciò debbo cercare di disporlo con il metodo il più fidi e certamente questo non sa- rebbe il già adottato dagli altri Ornitologi , quello essen- do lo stesso che è usato per disporre l’intiera massa de- gli uccelli. Adottando adunque una classazione particola- re, molto posso g guadagnare i in chiarezza e nulla perde- re nel filosofico di essa, giacchè ho provato potervi esse- re più d’una disposizione naturale nella medesima serie d’animali. L’unico difetto d’un simil metodo, sarà quello di non poter servire per classare tutti gli uccelli di tutti i paesi, ma nel caso mio egli è di nessun valore , giac- chè scrivo per quelli che Laglio conoscere i soli uccelli ‘Traliani, e nella mia classazione non i soli Italiani ho compresi, ma tutti quelli di Europa. Se credo poi non siano adattabili alla classazion generale la massima parie delle divisioni primarie da me usate, e de’ caratteri con cui le ho distinte, 10 credo bensì che in ogni caso deb- bansi seguire le correzioni che ho fatte a’ generi, se non si voglia che questi generi siano solo di nome, ma si de- siderino anche AA da caratteri importanti, e de- cisi. Mi lusingo che un esempio meglio svolgerì à il mio pensiero. of autor sistematico pone in generi seperali i Zurdus, le Sylvie, le Saxicole: ma quali sono i caratteri dui di ‘questi tre generi ? ? ogni autore ne as- segna: una lunga serie ne è messa in testa di ciascun ge- nere; ma se questi caratteri accuratamente sì esaminano si troveranno certamente di nessun valore. Di ciò n'è prova sicura il vedere, che ben spesso una specie medesi- ma da questo autore è posta in un genere > in un diverso da un’altro. E‘ non è questo il solo caso in cui più ge- neri debbano riunirsi insieme, ma molti e molti altri ve ne sono , che per brevità non stò a nominare. Qual sia la ragione che ha impedito agli Ornitologi l’effettuare tali riunioni, io non lo sò, Siacchè varj di essi avevano anche prima di me conosciuto che in que’ tali generi non esistevano caratteri di distinzione. Forse l’ bito di- verso delle specie di que’ generi da riunirsi, forse la di- xè 11 INTRODUZIONE wersa loro mole, 1 diversi costumi, o forse l'esempio degli altri naturalisti, lì avea fino ad ora ritenuti. Ma la frivolezza di tali motivi si vedrà facilmente da ognuno che sia libero da prevenzione. Forse altri avran temu- to che formando de’ generi troppo estesi, fosse troppo difficile il distinguere le specie in essi comprese: ma in questo caso, col formare delle famiglie fondate sopra ca- ratteri aruifi dali ben visibili, si può ‘Fimedialb facilmente ad un simile inconveniente. Ed in ultimo io credo che molti non abbiano peusato a far simili riunioni, essendo suasi che fosser sufficienti i caratteri di già assegnati a que’ generi: e questa credo anzi essere una delle cause principali le quali han fatto che fino adesso sussistano tali separazioni. Un naturalista il quale ha di già acqui- stata pratica con gli uccelli, e conosce ad uno ad uno ‘quelli che formano un genere, ha fatto l’occhio al loro abito, e al loro portamento, e quando gli capiti una specie non per anche vista, a colpo d'occhio, sènza ri- cercarne i caratteri e solo dal portamento; e dall’abito, vede se in quello, od in quell’altro genere và collocata. Quando poi trattasi d’indicare e Re que’ caratteri che lo han guidato nella determinazione del genere, al- lora la cosa è molto più difficile, anzi spesso è i impossi- bile, giacchè quelle piccole modificazioni che riunite tutte insieme son capaci di dare ad un animale un por- tamento diversissimo da quello d’un altro, non sì pos- sono esprimere in carta che con de’ più o meno, de’ quasi; de’ poco ; ec. cose tutte che son sufficienti per l'Ornitologo già formato , il quale in tali parole, benchè ins o amgani, crede di vedete espresso chiaramente ciò — che “egli già ben conosce, e che lo guida nel determina- rei generi, ma che per un principiante nulla significa- no, e non gli sono d’ajuto alcuno. To parlo cosi per esperienza. Avendo studiato 1’ Ornitologia in un luogo ove non era collezione nessuna, ed ove non aveva ki guidar mi potesse, allorchè io gol determinare ghi uc- celli raccolti, il più delle volte fu necessario che prima studiassi le specie, poi queste aggruppandole nel modo INTRODUZIONE XXITÎ col quale si trovano ne' libri, imparassi ad apprezzare que’ minimi caratteri di separazione d’ un genere dall’ al- tro, essendomi stato assolutamente impossibile di deter- minare prima que generi, adoprando i caratteri ad essi assegnati dagli autori. Or, dunque è mio parere, che la soppressione de’ generi mal caratterizzati sia una delle più importanti cose da farsi in Ornitologìa, per impedire che l’ opera più bella, immaginata dall immortale Lin- neo, resti inutile affatto. E se mal non m°appongo, non solo in Ornitologìa tal lavoro richiede d’esser fatto, e sollecitamente, ma anche in varie altre parti di storia naturale. Nell’ Entomologìa, per esempio, in oggi son tanto molt'; plicati i i generi, per distinguerli sono stati tro- vati caratteri it fugaci, che il maggior numero di questi stessi generi è. necessario, dirò così, determinarli per tr iadiione. o) da analogia È Da tutto quello che fin qui ho detto rilevasi quali re- gole mi han guidato a formare la classazione usata nel mio libro, e perchè più volte mi son fatto lecito aumen- tare, 0 sopprimere de’ gruppi generici. Mi resta ades- so a dire come mi son regolato nella nomenclatura, e qual meiodo tenni per formare la descrizione di ciascu- na specie. Benchè il conoscere e contemplare le opere del Crea- tore, il desiderio di cooperare a° progressi della scienza, e d’illustrare i prodotti del proprio paese, siano lo sco- po che il Naturalista si propone nelle sue ricerche, e che per causa della bellezza degli oggetti che 1’ occupano, ei trovi in esse la ricompensa gal sue fatiche, è ben giusto che un altra ricompensa più permanente ne abbia nella memoria, e riconoscenza de’ naturalisti; quando per sorte la meritò, facendo qualche scoperta nella scien- za da lui coltivata. Ora il far conoscere delle specie nuo- ve, o il ben classare quelle che erano confuse, è uno dei servigi non piccoli da prestarsi alla scienza, e per questo è sanzionato dall’uso , che il ritrovatore di nuove specie, o chi meglio classa quelle già conosciute, ha il diritto di dare un nome alla specie trovata. o al gruppo che / xv INTRODUZIONE nuovamente formò. E siccome è usanza d’ unire a cia- scun nome quello ancora del suo autore, così facendo oflresi un tributo permanente di riconoscenza alla me- moria di coloro che degni se ne mostrarono. Debbonsi adunque considerare i nomi come sacrosanti, e nessuna causa si deve creder capace ad autorizzare a cambiarli: il primo che a quella tal specie fu dato è il suo vero, e quello che devesi costantemente, e scrupolosamente man- tenere; e se questa specie per 1 progressi della scienza converrà porla in altro genere, sarà allora permesso cam- biare il nome generico, dopendo bensì rimanere immu- tabile lo specifico . Ma in oggi da un gran numero di Naturalisti non s’opera così; alcuni per puro ‘capriccio e profittando del nome ed autorità che hanno acqui- stata , altri sotto il pretesto che i nomi antichi erano ma- le appropriati, li cangiano come e quante volte a lor piace. Di quale inconvenienza sia un tal modo d’agire è facile a vedersi. Anche senza por mente alla sua in- giustizia, si vede che un danno reale ne viene alla scien- za, estendendo le sinonimie, e perciò aumentando Ie sorgenti di confusione. Il pretesto poi dell’inconvenienza de’ nomi, non ha valore alcuno, giacchè qualunque no- me è bastante per denotare una specie; e nulla devesi badare al suo significato, giacchè quand’anche nulla si- gnificasse non vi sarebbe niente di danno. Io so che in oggi tali ragioni si cominciano ad apprezzare ancora da altri naturalisti: e so di più che in un libro scritto da un Italiano in America, e da me peranche non visto (1), esse sono state esposte, così che è da sperare di veder ben presto espurgata la nomenclatura da una simile in- convenienza . Or dunque operando conformemente a questo mio modo di pensare, nel presente libro ho chia- mate le specie col nome Linneano, se Linneo le conob- be, o con il nome dell’autore posteriore a Linneo che il (1) Charles Lucian Bonaparte. American Ornithology orthe na- tural History of Birds inhabiting the dg States 2, l'hiladephia 1825. 2 INTRODUZIONE dt primo le classò. La nomenclatura ant-Linneana nulla la considero, giacchè essa era del tutto vaga, e stabilita senza alcuna tavola. e quasi senza slaiò oggetto. Ma riguardo alla nomenclatura da me seguìta, debbo pre- mettere una dichiarazione. Io ho voluio farla secondo i principj sopra esposti, ma non son certo d’ esservi sem- pre riuscito : perchè ciò fosse accaduto, mi sarebbe abbi- sognato di consultare tutt i libri d° Oriolo gia pubbli- cati dopo Linneo, cosa che non mi è stato ‘possibile il fare. Pure avendo messo a profitto tutti quelli autori che ho avuto fra mano, credo non sarà scorso un gran nu- mero d’omissioni, e protesto che son pronto a cangiare il nome a tutte quelle specie di cui si provi esservene uno anteriore a quello da me loro assegnato, ma non anteriore al Linneo. Nella ristretta sinonimia che ho unita a ciascuna spe- cie, non ometto giammai i nomi che ad esse danno Temminck, Vieillot, e Latham, qualora siano diversi da quelli adottati da me. D’ogni specie d’uccelli io dò una descrizione partico- larizzata e completa, del maschio, della femmina, dei giovani, e dell’abito che vestono nelle varie stagioni , quando in questi diversi stati si osservano delle differenze benchè poco notabili. Ma seguitando il costume Linnea- no, a tali descrizioni fò precedere una frase caratteristi- ca specifica, da me composta, cioè una descrizione per quanto è possibile breve e formata con que?’ soli caratteri essenziali , i quali son sufficienti a far distinguere: quella data specie da tutte le altre dello stesso genere, da me in questo libro descritte. Son queste frasi di grandissima utilità, quantunque in oggi non siano quasi più usate dalli Zoologi, i quali si contentano di dare solamente le minute design di tutte le parti dell’ animale. Tali descrizioni sono sicura- mente utilissime, ed anzi un libro di sole frasi a nulla servirebbe, e sovente non produrrebbe che incertezza e oufione Ma il porre in testa a ciascuna delle descri- zioni complete una frase specifica, è di vantaggio gran- avi INTRODUZIONE dissimo, perchè senza di essa accade che studiandosi due specie molto simili fra loro, a prima vista non vien fatto il conoscere i caratteri essenziali e distintivi, e per uscire dal dubbio è necessario un esame lungo ed attento, € qualche volta non è neppur’ esso bastante; giacchè se i caratteri distintivi non son ‘vistosissimi , (imescnto fra tutti gli altri, per il solito non si presentano al leggitore con la necessaria chiarezza, e facilità. Le sole frasi iso- late poi, non son bastevoli se non quando sì studino con esse di quelle specie, che erano nel numero delle esami- nate dall'autore, giacchè facilmente si intende poter spesso accadere, che 1 caratteri buoni a far distinguere luna dall’altra un numero di specie determinato, pos- san diventare insuflicienti , se questo numero venga ad accrescersi. Qualora si fosse certi d’ aver sott deci tutte le specie esistenti, si potrebbero comporre frasi caratte- ristiche perfette, ed immutabili , ed allora le descrizio- ni estese si renderebbero inutili; ma questa sicurezza non essendoci mai, e potendosi sempre trovare di quelle specie che abbiano caratteri comuni a più d’ una delle gi à conosciute, ne deve seguire che que caratteri credu- ti esclusivi, possono dente insufficienti, ed insufficien- ti, e confuse diventeranno allora le frasi: ma quando alle frasi siano unite descrizioni complete, trovasi in queste ad ogni occorrenza onde supplire a’ difetti di quelle. Alle frasi Toscane ho unita sempre la traduzione lati- na, all’ oggetto che i naturalisti esteri, cui non è fami- liare la nostra lingua, possano anch'essi in qualche mo- do giovarsi del mio libro: ed ancora io ho fatto così, per seguire l’uso che vi è di porre in latino le papi quand’ anche il rimanente del libro è scritto in un altro idioma. Nella descrizione delle specie io comincio sempre dal- le parti della testa; becco, cioè, occhi, penne che ve-. stono la testa, poi passo a quelle che vestono le parti superiori, indi prendo in esame quelle delle parti infe- riori, quelle della coda, e delle ali, e termino ciascuna ‘descrizione col. color delle zampe. Bisogna notare che quando parlo de’ colori del becco, dell'ivide: e delle INTRODUZIONE xivit zampe, intendo che tali colori siano osservati in animali vivi, o morti da poco tempo, e non stantii o disseccati. Le dimensioni delle parti vengono dopo le descrizioni . Queste son prese sopra ‘adi adulti, e riguardano, la lunghezza totale, la lunghezza del becco, quella della coda, e del tarso. Per misura totale intendo la distanza che passa dalla punta del becco alla cima della coda, tenuto ben disteso l’ animale sopra un piano. Quella del becco è presa da uno degli angoli delle mascelle, alla punta del becco, misura che propriamente parlando è piuttosto quella dell’ apertura, che della lunghezza del becco , giacchè questa bisognerebbe prenderla dalla di lui estremità, fino alia sua Di. Ma siccome questa ba- se non è sempre chiaramente visibile, per esser molte volte nascosta fra le penne o peli che cuoprono le na- rici, così io preferisco il modo indicato, nel quale i due termini son sempre bene apparenti. Per lunghezza del- la coda, intendo ordinariamente quella delle sue penne medie, e quando per qualche particolar disposizione e forma della medesima, non mi posso attenere a queste penne, non manco d’avvisarlo. Non bisogna poi cre- dere che queste dimensioni, sieno esattamente le stesse in tutti gli individui della stessa specie, anche d’ eguale età , perchè non di rado se ne trovano di quelli che sono i straordinari o per la grandezza o per la piccolezza; ma è bensì vero che le differenze mai non sono grandissime, e le dimensioni si posson sempre riguardare come ca- ratteri di molta importanza . Ad ogni specie oltre il nome scientifico latino, ci ho posto un nome Toscano, che deve tenere il posto di no- me specifico nel nostro idioma. Dal di già citato Cata- logo degli Uccelli della Provincia Dina ben sl rileva, Li dovizia di nomignoli abbiano il maggior nu- mero degli uccelli in Toscana, così che avevo quasi sempre per quelli un largo campo ove scegliere. I nomi più comunemente usati, o i più significanti son quelli che ho adot'ato. Ma qualche volta ne ho dovuti creare, stante che alle specie piccole, o poco distinte, il volgo KAVITI ‘ INTRODUZIONE o non dà nome, o fra loro le confonde. Quando però di questi nomi triviali ce ne erano più d’uno, io non ho mancato di riportarli, così che si trova in questo libro anche la sinonimia Ornitologica Toscana. Riguardo a questa sinonimia avvertirò , che non pretendo darla nè come perfetta, nè scevra d’errori. Ho fatto il possibile per completarla, ma siccome a tale oggetto era necessa- riamente obbligato di ricorrere a’ cacciatori de’ varj pae- si, iquali per la massima parte mancando di qualunque istruzione scientifica, non avevano il modo di farmi comprendere quale era la specie di cui parlavano, nè io potevo far comprendere a loro quella di cui intendevo discorrere, per conseguenza poteva solo sperare di sape- re il vero, quando si dava il caso d’aver sott'occhio 1’ uc- cello in questione: ciò che accadendo di rado, nella pluralità de’ casi ho dovuto indicare de’ nomi con incer- tezza, e molti ancora ometterne. Al proposito de’ nomi Toscani degli Uccelli, farò anche osservare esservi diver- se parti in questo nostro paese, in cui :1 maggior nume- ro di essi non ha nome veruno. Nelle-Maremme Pisa- ne, Volterrane e Senesi, luoghi quasi da per tutto spo- polatissimi, per essere infetti dall’ aria insalubre, e che essendo coperti da boschi foltissimi, da estese lagune, da montagne elevate e sassose, sono estremamente fera- ci di qualunque sorta d’ animali, gli abitanti di quei paesi trovando con gran facilità da occuparsi vantaggio- samente nella caccia di grosso salvaggiume, cioè in quella del Cinghiale, del Capriolo, del Lupo ec., e pun- to non curandosi degli uccelli, benchè vi siano abbon- dantissimi, non san distinguerli gli uni dagli altri, non danno loro nome, o solo lo danno a quelle specie più cospicue e pregevoli per le tavole, di cui qualche volta accade loro farne la caccia. uando mi è stato noto il nome Franeese, Tedesco, e Inglese, ho avuto cura d’ indicarlo alle respettive spe- cie. Se altri libri Italiani descrivono o dan la figura delle specie di cui tratto, non ho mai mancato di citarli; così qualunque volta io posso, cito 1° Aldrovandi , la Storia PE. Ne INTRODUZIONE XXIX degli Uccelli, l' Olina, il Cetti, il Ranzani; e riporto an- cora il nome con cui essi distinguono quelle specie. Di più cito le tavole della bellissima opera di Meyer e Wolf sopra gli Uccelli dell’ Allemagna, le tavole colorite di Buffon (1), l’Ornitologia Francese di Vieillot (2), la bella ed utile opera del D. Schinz di Zurigo (3), ed an- che la storia degli Uccelli cantanti della Germania, quan- do in essa son rappresentati nidi o uova non figurate in altre opere (4). (») L. P. Vieillot. Ornithologie Francaise, ou Histoire Na- turelle generale et particuliere des Oiseaux de France, dessiné d’apres nature par P. Qudart , peintre en histoire naturelle . Im - primerie Lithographique de C. Motte a Paris. Opera non terminata. (2) H. R. Schinz. Histoire Naturelle des Nids ouvragès, et des Oeufs des oiseaux qui nichent en Suisse, en Allemagne et dans les pays adjacens ; avec figures enluminées. Zurich. 1821. (3) Planches enluminées des Oiseaux, pubblicate per servire di complemento alla Storia Naturale di Buffon, da Daubenton\il gio- vane, in numero di 1008. (4) Sing-V ogel ( Die vorzuglichsen) Deuschlands mit ihren Ne- stern und Eyern. nach der Natur abgebilet. Nurnberg 1799. 3 è 32 CAPITOLO II. Spiegazioni de’ nomi usati nelle descrizioni degli Uccelli. ‘si Pro di PARTI DEGLI UCCELLI. i J ncominciando ad esaminare le parti della Testa, Cu PUT , Sì presenta primieramente il Becco, Rosraum. In esso si distinguono le mAscELLE, manpIBULE, la supe- riore cioè e l’inferiore, le quali variano molto di forma, e particolarmente la superiore, giacchè essa ora è DIRIT- TA, RECTA, Ora ADUNCA, 4DUNCA,; €C.: ma siccome tut- te queste varietà di figura s'indicano assai succintamen- te servendosi del comune linguaggio, senza abbisognarvi termini specifici particolari, perciò non starò qui ad enumerarle, nè a darne particolari spiegazioni., Chiamo APERTURA DEL BECCO, HI4TUS ROSTRI ; lo spa- zio che passa dall’estremità del becco all’angolo fatto dall’unione delle due mascelle ( Vedi fig. IL c a ). Il mar- cine delle mascelle, Murco, varia molto; ora è inTIERO, INTRODUZIONE xXXE intecER ( Vedi quello de’ Corvi ): cioè senza nessun dente nè intacco. Ora penTATO, pENTATUS( i Merghi): con denti più o meno prominenti O LAMELLATO, LAMEL- rosus(Mestolone): vale a dire mumto di laminette ver- ticali parallele le une alle altre. IntAccAaTO, EMARGI- narus( Lanius, Muscicapa ec. ): quando ha nella ma- scella superiore una tacca più o meno profonda da cia- scun lato. Questa tacca forma un carattere di grande im- ‘portanza, ed usitatissimo nelle classazioni, ma convie- ne prevenire che alcune volte la tacca è così piccola, da volerci un esame attentissimo per scorgerla. FEsTONATO, sinuatus ( Falco buteo ): quando la mascella supe- riore La un dente talmente ottuso che fa col margine una curva dolce come quella d’un festone. Variando la forma delle mascelle varia ancora la for- ma del becco, e fralle numerosissime sorte di becchi, credo necessario il far conoscere il Becco compresso, compressum (le Sgarze ): quello cioè che essendo stiacciato lateralmente è più alto che lungo. i Becco pEPREsso , perrEessum ( Mestolone ): che essen- do stiacciato dall’ alto al basso, è più largo che alto . Becco rErRAGono, rerr4conuM (i Picchi ): quello > che ha quattro lati piani, e quattro spigoli. Becco ciLINpRICO , crrinpricum( Picchio muraj olo). Becco FATTO A_voLtA, rorNnIcatuu (le Quaglie, i Fagiani, le Starne ec. ): con la parte superiore ton- deggiante, come la volta d’un forno. Becco pIrITTO, rEcruMm( Beccaccia ): che non è piegato, nè in alto nè in' basso, Becco ADUNcO, 4puncum (i Falconi ): quando la ma- scella superiore, che è piegata in basso , oltrepassa con la sua estremità 'la mascella inferiore, Le Narici, Mares, che son situate sempre nella metà inferiore della mascella superiore, variano molto per la figura. Ora la loro apertura è immediatamente circo- . scritta dal guscio corneo della mascella ( Pollo Sulta- no ), ora da una membrana ( gli Aironi). Ora sono RXXII INTRODUZIONE SCOPERTE, NUDE, cioè hanno l'apertura non coperta nè da penne nè da peli (le Cicogre ): ora son coPERTE; recrz; 0 da peli o da setole (i Corvi, le Muscicape ). La MEMBRANA, che ristringe l’ apertura delle narici, al- cune volte le cinge da tutt i lati : altre volte solo di die- tro, ma più spesso solo superiormente. Questa mem- brana, 0 è nupA ( Rigogolo ), 0 rENNUTA ( Merlo ac- quajolo), 0 PIANA ( Cicogna ); 0 FATTA A VOLTA, FOR- nicara ( Fagiano). Qualche volta è coperta dulvana polvere bianca, che sembra farina: dicesi allora FARINO- sa, (i Pio DD La Cera, Cer4, trovasi solo in alcune specie d° uc- celli. Essa è un espansione cutanea che ricuopre la base della mascella superiore, cingendo le narici, ordinaria- mente di color diverso da quello del becco (i Fa/chi, le Strigi, gli Stercorarj). Gli Dica ordinariamente son situati sù i lati della te- sta, dimodochè uno guarda a destra, l’altro a sinistra : diconsi ‘allora occHI LATERALI, ocuzi rureraLEs ( Fal- co, Scolopax ec.). Alcune volte son posti sulla parte anteriore della testa, così che guardano tutti e due in avanti, ed allora son chiamati O0ccHI ANTERIORI, OCULI antERIORES (le Strigi). In quanto poi alla lor maggio- re, o minore prominenza sulla superficie della testa, es- SÌ SONO: 0 INCASSATI, OCULI cari (i Falconi ): 0 spor- GENTI, EMINENTES; che sporgono assai al di fuori del piano della testa ( le Civette ), o finalmente sono allo stesso livello della superficie della testa, e chiamansi al- lora NON INFOSSATI, SUPERFICI ALES (Avvoltojo s Cor- VOrEcHo) Nella TesrA, Capur, si distinguono le parti seguenti Il Pirro, #Przzus: cioè tutta la regione superiore li- mitata anteriormente dalla base del becco , posterior- mente dalla cervice ( Vedi Fig. I G A). Nel Pileo si distinguono La Fronte, Frows, che è la parte anteriore del Pi- leo ( Fig. I. A). L’Occirire, Occrrur, che è la parte posteriore del Pileo ( Fig. I. C). INTRODUZIONE XXXIII Il Vertice; Yerrex, ossia l’ alto del Pileo, che è la porzione posta fra la fronte, e l’occipite ( Fig. I. B). Fre IL. Le parti laterali della testa si dividono in Gor£, e in Tempie. Le Gore, GENZ, son quelle parti situate fra la base del becco, la fronte, e l'occhio. Nelle gote lo spazio situato fra l’occhio e la base laterale del becec chiamasìi rEDINE, zorum. Le redini non di rado sono nu- de ( Colymbus ) (Fig. II. 2): o solo vestite di setole ( Biancone ). Le Tempie, Zempora: lo spazio che è fra l’occhio, l’occipite e l'orecchio. Recione oRBITALE, /teGI0 ORBITALIS; si chiama lo spazio che circonda l’ occhio. RecgionE AuricoLARE, ieGIo 4URICULARIS $ lo spazio che circonda l’ orecchio . i Fascia sopraccIGLIARE, Fuscra supeRCILIARES (Stiac- cino, Tordo sassello, Luì, ec. ): chiamo quella fascia, ordinariamente di color chiaro, che partendo dalla base del becco, passa sopra l'occhio, e termina sull’orecchio. Penne cigLiarI, Penn& ciLIARES; le penne che cuo- prono il contorno delle palpebre. La parte anteriore della testa, in alcuni uccelli e par- ticolarmente nelle Strigi, ha una serie di penne diverse dalle altre, per figura e lunghezza, disposte in maniera che formano un cerchio in cui son racchiusi gli occhi . A questa serie di penne dò il nome di CercHIo, Zom4 FACIALIS + A XXXIV INTRODUZIONE La Lingua, Liweva, anch'essa somministra de’ ca- ratteri importanti, con la sua diversa figura, consisten- za ec. Così per la consistenza dicesi Lincua carnosa ( l’Anatre ): quella che è formata da parti molli e carnose. Lincua scariosr, Lrncua scarrosa (i Tordi, le Lodole ec.): che ha la consistenza d’una cartapecora secca . Lincua carriLLAGINOSA, Lrvcva carrILAGINEA(Gal- lo ): della consistenza di cartilagine. Per la figura, dicesi Lincua scuzza, Lincua Acura: con la cima appun- taia, non bifida, nè lacerata. Lincui LANcEOLATA, LinGuA LANCEOLATA, fatta a lancetta. Lincua seroLosA, Lincva sErosa ( Scricciolo ): con l’apice munito di setole. LincuA piripA, Lrvcua Brrrpa(i Corvi ): con l'a- pice diviso in due, da una tacca. Lincua LAcERATA, Lincua racerA (i Beccafichi): con l'apice rotto in più strisce longitudinali. Alcune volte nella testa ci sono degli ornamenti, co- me per esempio I Crvrri, Penna AavrIcurzeORMES ( Assiolo ): che son gruppi di penne più lunghe delle altre, spesso eri- gibili, che trovansi al disopra degli occhi . La CresrA, Crisra( Bubbola ): formata da penne più lunghe dell’ alire, spesso erigibili, impiantate sul pi- leo e qualche volta anche sulla nuca. CaruncoLa, Curuncuza ( Gallo): escrescenza car- nosa, più o meno estesa : situata sul pileo. Nel Cotto si distingue La Cervice, Cerrix, cioè la parte superiore del col- lo, limitata in alto dall’ occipite, in basso dal dorso (Fig. 1. Q). Nuca, Nuca: la parte superiore della cervice che con- fina con l’ occipite. La Gora, Guza, quella regione situata immediata- mente sotto la mascella inferiore ( Fig. I. E ). INTRODUZIONE | RXXY n Gozzo, Jucuzuw, l’altra parte del collo che è fra la gola, e il petto ( Fig. I. F). | Barrt, Virra cenates ( Falcone pellegrino ) : chiamo così due macchie di color diverso da quello dell’altre parti del collo, che, partendo dagli angoli del becco, calano sotto le guance verso 1 lati del collo.‘ Nella parte superiore del Tronco, o Dorso, Dorsum (Fig LHI),vi è La Scuiena, Zercum,; cioè la parte del dorso limi- tata dalla cervice, e dal groppone ( Fig. L H). Groppone, Uropreium, la parte inferiore del dorso, che resta fra la schiena, e la coda ( Fig. 1.1). ScAPOLARI, 0 PENNE scAPoLARI, quelle che ricuopro- no la regione delle scapule, animo ad ua gruppo d’altre più lunghe, aa sulla base dell’ umero (Fig. I. K). Nella parte inferiore del tronco poi si distingue Il Perro, Pecrus, che è situato indici acamibnve sot- to il gozzo ( Fig. I. G). . L’Appome, A5pomen, cioè quella porzione posta dopo il petto; e Regione ANALE, chiamasi quella serie di penne poste nell’infima parte dell’ addome, che cin- gono ed ascondono l’ano. Francni, Zzr4, chiamo gli spazi laterali, posti fra il ‘dorso, il petto, e l’ addome. Dò il nome di SpaLtacer, Humerazia (le Sgarze), a quei gruppi di penne che trovansi avanti le scapole, la- teralmente al petto, e sono destinati a cuoprire l’ angolo dell’ala quando stà applicato al corpo. Gli spallacci non sì trovano che in poche specie d’ uccelli. Nelle estremità anteriori degli uccelli, o ALI, debbonsi considerare Le penne RewigantI, RewrcEs, che son quelle penne impiantate nel margine posteriore dell’ ala (Fig. I ML). Sono lo strumento primario del volo. Queste sì divido- no, in REMIGANTI PRIMARIE, ReMWIGES PRIMARIE ; quelle cioè che sono impiantate nell’ultime due articolazioni, xNNVI INTRODUZIONE vale a dire sul metacarpo, e sulle dita: sono le più lun- ghe, e le più forti delle altre ( Fig. L L). ReEMIGANTI sEconDARIE, Rewrces sECUNDARIE, di consi poi tutte le altre ( Fig. I. M). La proporzione delle remiganti somministra un ca- ‘rattere buonissimo per distinguere fra loro le varie spe- cie, spesso anche i varj generi, ed anche le varie tribù: ma siccome le penne sono soggette a «cadere, un certo tempo impiegano poi a riacquistare la loro ordinaria lunghezza, spesso aricora poco avanti la muta, le vecchie sono niolto scorciate dall’ azione delle intemperie, e dal- la confricazione, per tali motivi avanti di proferire un giudizio fondandolo sopra il carattere della proporzione delle remiganti, è necessario avere esaminato più d’un individuo della specie in questione . I La prima remigante varia molto in lunghezza, para- gonata con le altre. Ora è la più lunga di tuite, ora è più corta la metà della seconda, ora è talmente corta che appena si vede, ed allora, secondo alcuni Ornitologi, ha il nome di penna spuria. Ma in questo caso per potersi accertare che essa è veramente una remigantle ” e non una cuopritrice, fa d’uopo un esame bene accu- rato: bensì esiste un carattere il quale toglie facilmente d'incertezza. Se la piccolissima penna in questione è una cuopritrice, essa avrà la sua pagina inferiore applicata sulla pagina superiore della più prossima remigante: se poi è una remigante, essa avrà la pagina superiore ap- plicata alla pagina inferiore della più prossima remigan- te. In oltre avviso i principianti di stare attenti, cercando la penna spuria, a non confonderla con qualche penna dell’ aletta . CuopritRIcI, Zecrrices, sono le penne destinate a cuoprire l’ala, e la base nuda delle remiganti. Quelle che vestono il disotto dell’ala diconsi CuopriTRICI INFE- niori, Zrerrices INFERIORES 5 e quelle che ne vestono il disopra diconsi CuoPRITRICI SUPERIORI, 'ECTRICES SUPE- rnrorrs (Fig. I. N O P). Queste ultime poi si dividono in GranpI cuopRrITRICI, Z'rcrarces musones le quali posano immediatamente sulle remiganti ( Fig. I, N). de INTRODUZIONE XXVII Mrepie cuoprITRICI, Z'rcrrarces mEDIE ; quelle penne che vengono dopo le grandi cuopritrici ( Fig. I. O ). PiccoLE cuopritRIcI, Zrcraices Pure, sono im- piantate lungo il margine anteriore dell’ala, e sono più piccole di tutte le altre ( Fig. I P). AncoLo peLL’ALA, Frrxura az, è Varticolazione del cubito col corpo. Margine peLL’ALA, Murco drz: la serie di penne che cuoprono il solo spigolo anteriore dell'ala . ArertAa, Azur4: gruppo di penne impiantato sul pollice , posto dietro 1’ angolo dell’ala ( Fig. I R). | Speccnto, Srrcuruwm ( Germano, Marzajòla, ec.) è una macchia di color vivace, di figura ordinariamen- te parallelogrammica, situata o sulle remiganti seconda- rie o sulle grandi cuopritrici. L’estr:mità posteriori son formate dalla Coscia, dalla Gama, dal Tarso, e dalla Zampa. i La Cose, Fewur, che è la prima porzione la quale s articola col tronco; rimane sempre intieramente na- Scosta, o sotto gli integumenti, o sotto le penne dell’ ad- dome (Fig. IH. a). ù Gama, Zrpr4: la seconda porzione che s’ articola colla Coscia, e col Zarso; è vestita di muscoli dall’e- stremutà superiore, ed è sempre, o tutta, o in parte ® a Ven I S i O SIC Ù coperta ‘di penne (Fig. I. 1 Fig. I. & Fis. IV. a% XXXVIII INTRODUZIONE Il Tarso, Zrsus, non è mai carnoso; per il solito molto sottile; ora è coperto di penne, ora nudo ( Fig. I. 2 Fig, II. c). Zampa, Poprux , è la riunione de’ diti. I Diri ( Fig. I. 3 Fig. IIL de f), non sono mai più di quattro, nè meno di tre, nelle specie europee; varia- no per la positura, essendo ora tutti rivolti in avanti ( Rondone), ora tre rivolti in avanti, ed uno in dietro (i Falchi, i Corvi , le Verle ec. ), ora due in avanti, e due in dietro 1 Picchi, il L'orcicollo). Ma ve ne son poi alcuni i quali a piacer dell’ animale possono esser vol- tati in avanti, e in dietro; questi diconsi diti veRsATILI, picitI versAtILES (i Barbagianni, la Civetta, ec. ). Spesso sono i diti intieramente separati l’uno dall’ al- tro, ma alcune volte son riuniti fra loro da una mem- brana. Questa ora gli unisce per tutta la loro lunghezza Parmami ( le Anatre, gli Smerghi, i Marangoni ): o solo alla base per la lunghezza della prima, o secon- da falange ( Aquila, Caprimulgo, ec.): alcune volte unisce insieme i soli tre anteriori (le Anatre, e gli Smerghi), talora tutti e quattro (i Marangoni, e Pel- licano ). Non di rado il dito esterno anteriore è saldato alla base col medio ( Ballerina, Passera, Fringuel- fo, .ec.): e qualche volta finalmente tutti e tre gli'ante- riori sono insieme saldati alla base ( Z/ccel S. Maria Fig, IV. d). Si trovano poi de’ diti, i quali son resi larghissimi, da una membrana cornea che s° espande sopra ciascuno INTRODUZIONE XXXIX de’ loro lati. Quando questa membrana è divisa da tan- te smarginature quante sono presso a poco le falangi del respettivo dito , allora quelle zampe così conformate di- consi PINNATE ( Folaga, e Falaropo ) e chiamansi zam- pe LosatE quando non hanno alcuna di queste smangia- ture (i Zuffetti Fig. III ). Le UncnIe, UnGuES, da cui son sempre terminati i diti, ora sono AcuTE( Ì i Falchi): ora smussate( Oc- chione ), ora più alte che larghe, COMPRESSE: Ora più lunghe che alte, pepresse ( i Z'uffetti ). Ora inferior- mente son PIANE ( Falco pescatore ): ora soLcATtE ( Falcone, ec. ). Prepe, Pes, chiamasi quella parte formata dal tarso, e dalla zampa ( Fig. I. 23 Fig. II. cde f). Quando il tarso non è vestito di penne, esso è allora quasi sempre coperto da squame cornee: quelle, di que- ste squame, che ne cuoprono la parte posteriore, sono ordinariamente d’una figura diversa da quella che hanno le vestienti la parte anteriore. La forma di queste ulti- me squame, somministra de’ caratteri importantissimi per distinguere le varie specie: perciò 1 tarsi che son ri- coperti anteriormente da squame d'una, o d’ un altra figura hanno avuto nomi diversi. Io solo distinguo fra questi, il Tarso reTIcOLATO, Z'ursus reTIcuLATUS quello che è coperto anteriormente da piccole squame, le quali son disposte come le maglie d’una rete ( Capopaccajo ); e Tarso scupeTTATO, Z'ursus scureLLATUS, quello che anteriormente è coperto da tanti scudetti parallelogram- mici, che lo cingono da destra a simistra ( Averla, Storno, ec.). Qualche volta, benchè raramente, non è coperto nè di penne nè di squame. CaLzoni, FemorALIA;3 son quelle penne impiantate sul lato esterno della gamba, più lunghe delle altre e pendenti (i Falchi, gli Avvoltoj, i Cuculi ). Nella Copa, Cuupi, vi è da osservare Le Timonizre, Azcrarces, che sono le penne più xh INTRODUZIONE grandi della coda, ordinariamente forti come le remi- ganti ( Fig. I. S). : Sopraccona, Z'ecrricrs supercauDALES: quella serie di penne poste dopo il groppone e destinate a cuoprire la base delle timoniere ( Fig. I T). Il Sorroconr, Zecrricis suBc4suDALES: serie di penne opposte al sopraccoda, e che fanno l’ufizio stesso. In quanto poi alla figura della coda essa si dice -TroncATA, ZRUNCATA ; quella, che quando è aperta, ha le esiremità delle timoniere tutte ad una stessa linea retta ( Galletto marzòlo). SuBrRONCATA , SUBTRUNCATA (Atusignòlo ): quella, la cui estremità sendo aperta, è rotondeg ggiante, a cau- sa delle timoniere esterne che sono un poco più corte delle medie. Roronpata, ftorunpara: quella in cui le timoniere essendo tutte della stessa lunghezza, quando è aperta di- vien tondeggiante in cima, come un veniaglio. RELA Cunrar4: che avendo le timoniere medie più lunghe delle altre ha la forma d’un cuneo (i Pic- chi ). GripuatA, Grapuara: quella in cui le irmoniere e- sterne son molto corte, e vanno gradatamente crescendo in lunghezza, così che quando è aperta ha una figura più o meno ellitica (11 Capovaccajo, gli Occhirossi ). Forcurta, LorFICATA: in questa le timoniere esterne son più lunghe dell’ interne ( ondine ). La lunghezza della coda è anch'essa un carattere mol- to importante, .e di cui faccio sovente uso, particolar- mente paragonandolo alla lunghezza delle ali serrate, ed applicate al tronco: ed anzi, ho adottato un modo suc- cinto d’ esprimere queste proporzioni, che qui mi è ne- cessario spiegare. Quando le ali, per esempio, essendo serrate, giungono con la loro estremità all’ estremità della coda, io dico allora che /a coda è eguale alle ali. Quando l estremità delle ali oltrepassa l’estremità della coda, allora dico che /a coda è più corta delle ali, cc. Si deve notare che questo carattere non è da INTRODUZIONE xhf valutarsi negli uccelli preparati, e neppure sempre ne’ freschi ; acciocchè in quest’ultimo caso non possa esservi motivo di sbaglio, è necessario d’aver attenzione che le Timoniere, e le Remiganti sieno intatte, e che abbiano acquistato tutto il loro sviluppo. In ciascuna PENNA poi, presa isolatamente, devesi considerare lo SrELO, o quella sua parte media destina- ta a sostener le Barse. Le Banze quasi sempre sono uni- te fra loro mediante l’intralciamento d’alcune altre barbe più piccole, ma alcune volte o queste seconde barbe non vi sono, o non son fatte in modo da potersi intralciare insieme, ed allora quelle penne così costituite diconsi penne a barbe separate ( Vedi quelle del groppone della Garzetta). DEI COLORI. I varj colori delle diverse parti degli uccelli, e parti- colarmente delle penne, somministrano de’ caratteri im- portantissimi. Ma volendo far conoscere questi colori denotandoli con un nome, è cosa difficile, almeno per la massima parte; i colori primitivi, il rosso, il bianco, il nero, il turchino, ec. difficilmente si sbagliano, ma i colori secondarj, i colori misti, con facilità si confondo- no, mentre chi ad uno connette un'idea, chi un’altra. Perciò ,.ad oggetto di far conoscere il meglio possibile, e fissare il valore de’ nomi de’ colori che indico in questo libro, ho creduto necessario darne una lista; indicando- ne con la maggior chiarezza il significato, 0 paragonando- lo al colore di qualche corpo ben cognito, o indicando i colori dalla cui mescolanza resulta. A ciaseun nome umisco ancora il suo corrispondente latino. ". Branco, Azrpus. Canpipo , Cavprpus, Nireus, bianco purissimo co- me quel della neve. Branco Sericro, Sericeus, bianco lucido come un raso . [Fo Biancastro, Argos, bianco leggermente sudicio . xLI INTRODUZIONE Giro, Lurevs, il giallo della Gommagutta , GiaLLo-zoLFIno, SurravrEUS, color di Zolfo . Ceciato, Crcerinus, bianco-giallo simile al color dei Ceci. Lionato, Hrrrorus, giallastro tendente al rossiccio; come il color del pelo del Leone. Coror p’IsaseLrA, {s4sELLINUS, color giallo-lionato, misto con carnicino. CoLor DI CANNELLA, CrmnmamomeUSs, un carnicino- grigiastro, come quello della Cannella. Ruccinoso, Ocaracevs, giallo fosco simile a quel della ruggine. Croceo, Croceus, color rosso-giallo di Zafferano. Rosso Cinasro, Prornriceus. ‘ Rosso pi Minio, Mrnrarus. Rosso Amaranto, Ama4ranTHINUS, colore de’ fioni di Gomphrena globosa. Rosso-sANgGuIGNO, SUNGUINEUS. Rosso-matTonE, uro-r4rERITIUSs color di terra cotta. Rosso-FrcATOso, Hep4r1cus, rosso-scuro simile a quel del Fegato. Carnicino, CarnEUus. Ameristino, Amernisrinus, carnicino violetto; il color dell’ Ametista. Pionazzo, o VioLetto, /roraceuss colore della Viola mammola . Azzurro, Azureus, color dell’azzurro oltremarino . Turcnino, Craneuss azzurro cupo come quello del- Indaco. | CeLestE, CoErRuzEUS. Castagno , CasTANEUS; Scuro-cupo non vivace: quel- lo del guscio di castagna. Scuro, BrunNEUS, scuro-nerastro; il color della terra d’ ombra. Scuro-cloccoLATA, BrUNNEO-RUBESCENS; scuro-rossa- stro, simile a quel della Cioccolata. Baso, Bapius, uno scuro-castagno tendente al liona- to: simile al colore de’ cavalli di questo nome. INTRODUZIONE XLIII FuLvo, Fuzrus, scuro tendente al croceo, o al ros- so-giallo . Il colore del Zafferano secco. Conor pi NocciòLA, Spaprceuss scuro-rossiccio chia- ro: come i gusci di Nocciòle. Verne, /rriprs, verde d'erba. VERDE-MARE, Gr4ucus. OLivastro, Oziraceus, verde cupo, tendente allo scuro: colore delle olive quasi mature. Nero-Puro, Nrcer, nero intenso, e che non cangia in alcun altro colore . Nero-LAvAGNA, /Vrero-4rpESsrAcus , nero leggermen- te tendente al cenerino-celestognolo . Il color della Lava- gna. Nero-riLiGInE, /Vrcro-FuLIGINOSUS, nero tendente allo scuro. Coror pi Corno, /Vrero-cornEUs; nero cenerognolo, qualche volta pendente al gialliccio . Cenerino, CrmerEus , il colore della cenere ordina- ria, CENERINO-PIOMBATO, CINEREO-PLUMBEUS,; Cenerino si- mile a quello d’una lastra di piombo che comincia ad ossidarsi. CENERINO-PERLATO, CINEREO-MARGARITACEUSy CENErI- no chiaro, e lucido come il raso bianco. Gricio, Griseus, cenerino leggermente tendente al giallastro . Il colore del piccolo Topo domestico . Adopro l'epiteto di sruno, nrcrREStENS, ogni volta che, parlando di qualsisia colore, voglio indicare che tende al nero : così dico carnicino-bruno, giallo-bru- no, grigio-bruno, ec. tutte le volte che questi colori son più cupi, e tendono al nero. ì INTRODUZIONE ALIV “o fr ‘27029917 omenb ur curmpenb 1uS0 pa :2U1133UNÒ) 31) Ut Opjos JI ‘2706 t]UBA UL ISApiAIp 0u1}uaJ01] 010004] TI *0U17UIL0?,7 010904 2p 04720nb 2p]og 1p vansiyz - *OUMUaI0I 7 0199e1g Ip o7umb un 2019 ‘eremope au ep einsiua e[[op eonbife un 0n10s inb opueudas ‘ajuaruasuoduI 03sanb e aleledti ip 0]esuad oy ‘A]COIPui QUI ep 21nsiU 3[[op ISITAJ9S Opua[oa 1UIISSIFEI]So1quii 019q -q919A01) IS rueguowigil[0 1[8 mn) è *IUe9so 7, uou 1ueifel] 1[3 nam “Opua9E] 1809 21U099IS e] “9UEIso ] SINSITU a[fop IWIIAJ19S ‘IuoIsuamWIp af[e o7uenb ut oqNAOP 0Y ‘1UE9SO ], I dad 21941198 0In[oA anbunp OpuaAy ‘OUNuaJ0I,f 01998Ig [1 2 eueoso] ur ereadope QJBIUI[ BINSIVI ET INOISNANIO FT AINVOUVADIA V.LON ORDINE PRIMO UCCELLI DI RAPINA ACCIPITRES CARATTERI D'ORDINE Bitco adunco, robusto. NaARIcI cinte dalla Cena. GAMBE tutte coperte di pen- ne. Tarsi robusti. Drri quattro, tre da- vanti e uno di dietro, articolati allo stesso piano; o liberi, o il medio unito all’esterno da una piccola membrana. UNGHIE grandi, adunche, acute, mobilissime. Rosrtrum validum, aduncum. Nares Cera cincta. Tria ex toto plumosa. Tarsi validi. Drerrr quatuor: tres an- terlores, unus posticus, in eodem pla- no articulati: lyberi, vel medius mem- branula cum extimo conneaus. UncuES grandes, adunca, acuta, mobilissima. COSTUMI Rig Vivono quasi tutti o solitari, o a coppie: pochi son quelli che si riuniscano in branchi. Alcuni emigrano pe- riodicamente, ma il numero maggiore è stazionario 0 errante senza alcuna regola. Si cibano d’animali: alcuni Tomo 1, 1 2 ORDINE PRIMO li prendono da loro stessi; pochi si contentano dei ca- daveri. I primi godono d’un acutissima vista, i secondi d’ un odorato squisito. Ve ne sono di quei che fan le loro cacce solo nel giorno, altri solo nella notte. Sono monogami. l'abbricano il nido con poca industria, o sugli alberi, o nelle buche dei massi, o delle fabbriche vecchie . 1 figli han bisogno per un certo tempo d°’ esser covati, e di nutrirsi con cibi semidigeriti dai loro geni- tori. Avanti di vestirsi delle penne, son coperti da una calugine abbondante, GENERE I, K'AL Do Vol Lia, CARATTERI GENERICI TestA, e CoLLo senza penne. OccHi non in- fossati, lucedili Becco grosso. Cera nuda. Tarsi nudi. RemiGANTE prima più corta della sesta. Caput et CoLLum implume. OcuLI superficia- les, laterales. RostRUM crassum. CERA nuda. Tarsi nudi. Remex prima brevior sexta. Testa piccola, più o meno nuda. Collo più 0 me- no nudo. Occhi mediocri, non infossati. Becco sube- guale alla testa, compresso, robusto. Mascella supe- riore diritta, in cima adunca. Lingua carnosa canalicu- lata, col margine liscio o aculeato. Cera nuda, che cuo- pre 4 base delbecog: Narigî aperte verso il margine anteriore della cera, nude, trasversali, lunulate, o ovato- bislunghe.. Cali: SL Aonie T'arso grosso, retitolito. Diti quattro, tre davanti, uno di dietro: il medio unito alla base con l’ esterno di una piccola membrana. Un- ghie forti, non molto lunghe, poco aguzze, poco retrat- dl Coda di varia figura, formata da dodici, 0 quattor- dici timoniere. Ali linche prima remigante più corta della sesta: la terza, e Li quarta son le più lunghe. UCCELLI DI RAPINA 3 COSTUMI Stanno per il solito riuniti in truppe sulle più alte montagne. Sono privi di coraggio, e solo resistono ai loro nemici con il numero. Si cibano dei cadaveri che scuoprono anche da una grari distanza mediante il loro odorato acutissimo. Volano lentamente, ma per lungo tempo, e si inalzano a grandi altezze. Il maschio è sem- pre molto più piccolo della femmina. * AVVOLTOJO VULTUR CINEREUS Lun. Dodici timoniere: narici rotondate, e trasversali: lingua liscia nel margine. Vultur remigibus duodecini; naribus rotundatis transver- sis: lingua margine levi. Adulti.Becco bruno-nerastro ; cera carnicino-cerulea. Iride scuro-cupa. Occipite, e nuca, senza penne nè pe- lo, e di color celestognolo: sulle altre parti della testa e del collo una calugine scuro-fulva. Lati del collo guar- niti da una specie di collare di penne lunghe, ed un po- co ricciute. Spallacci grandi, formati di lunghe penne a barbe separate. Tutte le penne son di color nerastro, qualche volta tendente allo scuro. Coda rotondata. Tar- si coperti di penne fino alla metà. Piedi celestognoli. Unghie nere (1). Femmina: è un poco più grande, ed ha i colori più cupi (2). Giovani: hanno tutto il collo coperto di peluria: tut- te le penne delle parti superiori son di color più chiaro nella cima (3). SINONIMIA Avvoltoio nero leprajolo Stor. degli Uccelli Tav. 9. Graver Geier Meyer et Wolf Ois. d’Allem. liv. 18. pl. 1 (1) (2) (3) Temminck, Manuel d’Ornithologie Tom. Î. pag. 4. ki ORDINE PRIMO NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Vautur noir. /ngl. The black Vulture. Ted. Der schwarz Geier. Dimensioni. Adulto. Lunghezza tot. Brac. 1. sol. 19. Costumi. Vive sulle alte montagne del Tiròlo, del Regno di Napoli, della Sicilia e della Sardegna. Qualcu- no mi ha assicurato che è stato ucciso anche in Toscana: ma io non ve ne ho mai veduti. * GRIFONE VULTUR FULVUS Liw. Quattordici timoniere: narici Iumimiate: lingua aculeata nel margine. Vultur remigibus quatuordecim: RI lunulatis: lingua margine aculeato, Adulti. Becco giallo lucido; cera carnicina: iride co- lor di nocciòla. Testa, e collo coperti di calugine bian- ca cortissima: la base del collo superiormente, e lateral- mente cinta da più file di penne lunghe, sottili, con bar- be separate, di color bianco-rossiccio. Nel mezzo del petto uno spazio coperto solo da calugine bianca. Tutto il corpo, le ali, e l'origine della colla di color scuro fulvo, o-color d’ iabellavi Remiganti e timoniere di color scuro-nerastro . Piedi grigio- pc , unghie nere (1). Giovani: hanno la testa, ed il collo coperto da una calugine biancastra tinta di scuro. Il resto del corpo è di color fulvo molto chiaro, con grandi macchie grigio- biancastre; qualche volta le penne sono macchiate di bianco candido (2). NOMI VOLGARI, STRANIERI Franc. Le Vautur Griffon, Ingl. The fulvus Vulture, Ted, Der weisskopfige Geier. (1) (2) Temm. ibid. pag. 5 UCCELLI DI RAPINA 5 — Dimensioni. Adulti femmina. Lunghezza totale* Braccia 2. soldi 4. Gosrumi. Abita le Alpi del Piemonte (1), e del Tiròlo. GENERE II. NEOPHRON Saviony. ° CARATTERI GENERICI Testa, e GoLa senza penne. Occni non infos- sati, laterali. Becco sottile. Cera nuda. Tarsi nudi. RemicanTE prima più corta della quinta. Capur es Gua absque pennis. Ocuri latera- les, superficiales. RostruM tenue. Cena nuda. Tarsi nudi. Remex prima brevior quinta. Testa piccola, in parte spelata. Gola spelata. Occhi mediocri, laterali, non infossati. Becco più lungo della testa, diritto, piuttosto sottile. Mascella superiore di- ritta, adunca debolmente nella cima. Lingua carnosa, bislunga, ottusa; canaliculata, striata superiormente ver- so la cima. Cera nuda, che s’ estende oltre la metà del becco. Varici aperte nella cera verso la metà del becco, nude, grandi, bislunghe. Calzoni mediocri. Z'arso nu- do, mediocremente grosso, reticolato. Diti tre davanti, uno di dietro: il medio unito alla base con l'esterno , me- diante una piccola membrana. Unghie forti, non mol- to lunghe, spuntate. Coda graduata, di quattordici ti- moniere . Ali lunghe: la prima remigante più corta della quinta: la seconda poco più corta della terza, che è la più lunga di tutte. COSTUMI Hanno presso a poco le abitudini medesime degli Av- voltoi. (1) Bonelli, Catalogue des Oiseaux du Piémont.. 6 ORDINE PRIMO CAPOVACCAJO NEOPHRON PERNOPTERUS Savicn. Bianco, o lionato, o scuro: remiganti primarie nere. Neophron corpore albo, helvolo vel brunneo: remigibus primartis nigris. Vecchi. Becco giallo con la punta nera. Pelle nuda della testa, e della gola gialla, velata da sottil calugine bianca. Iride giallo-cannella. Remiganti primarie nere; secondarie grigio-giallastre, nere internamente. Tutte le penne del rimanente del corpo bianche; quelle della cer- vice , e dei lati del collo son lunghe, strette, e debol- mente inarcate. Piedi carnicini. Unghie nere. Giovani che non passano l’ età d’ un anno. La par- te nuda della testa è di color carnicino livido, sparsa di calugine grigiastra. La cera è di color grigio-carnicino . L'iride scura. Tutte le penne del rimanente del corpo son di colore scuro cupo, macchiato di bruno-giallastro. Remiganti primarie nere. Piedi grigio-cenerini (1). Adulti ma non vecchi. Hanno le penne colorite di lionato, più o meno intenso secondo l'età. SINONIMIA Vultur Pernopterus Lin. cur. Gmel. Cathartes Pernopierus Temm. Manuel. (1) Temminek ibid. pag 9 UCCELLI DI RAPINA y Pernopterus Aldrov. T. 1, pag. 216. Tav. 219. CÒ Vaccaja bigia Sror. degli Uccelli Tav. 14.. (adulto). Ranzani. Elem, di Zool. Tom, 3. part. 7. Tav. 22. fig. 3. Vultur fuscus Lin. ( giovane ). Vaccaja scura Stor. degli Uccelli Tav. 15. ( giovane). NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Catharte Pernoptère. Ing. The alpine Vulture. Ted. Der Schmutziger Aasvogel. Dimensioni. Adulti. Lunghezza totale: Braccio 1. soldi 3. Apertura del becco: soldi 2. picc. 2. Tarso: quatt. 8. picc. 2. Coda: soldi 8. | A Cosrumi. Gli autori della Storia Naturale degli Uccelli furono i primi a far conoscere l’esistenza del Pernottero nelle Maremme Senesi. Io nella primavera del decorso anno 1826, mi sono assicurato della verità di questa osservazione, giacchè uno ne incontrai sulle rive del Padul di Castiglioni vicino alla Badiola, e due cop- pie ne veddi più volte volare sulle cime più elevate del Monte Argentaro. Secondo ciò che mi dissero molti abi- tanti di quella penisola, i Pernotteri là vivono costante- mente, e di questa loro asserzione me ne fu prova il di- stinguerlo essi con un nome particolare, quello cioè di Capovaccajo, cosa che non sarebbe quando solo acci- dentalmente, e di rado là comparissero. Le pendici sco- scese che formano il lato occidentale di quella monta- gna, ed i boschi da cui son coperte le sue cime, servono ad essi di ricovero, e di là poi estendono le escursioni in tutte le vaste, e quasi deserte pianure delle maremme adiacenti, ove trovano sempre per nutrirsi qualche ca- davere dei numerosi animali che vi pascolano . Il volo dei Capovaccaj} non è molto rapido, ma è lungamente so- stenuto: ben spesso essi si vedono aggirare ad una gran- de altezza, descrivendo delle ampie curve. Sono estre- mamente sospettosi, ed ancor quando la fame gli stimo- la, non si gettano sopra il cadavere che hanno scoperto, se non dopo avergli girato più, e più volte attorno, per accertarsi che ogni pericolo ne è lontano . In domesticità 8 ORDINE PRIMO vivono molto bene, e s’ adattano. a mangiare qualunque sorta di carne. Io ne possiedo uno che comprai a Scan- sano, nelle maremme Senesi, da un macellaro il quale lo possedeva da quattordici anni: adesso, avendo solo le remiganti tagliate, vive libero nell’ Orto botanico, al- l’aria aperta, esposto ad ogni intemperie, e non dà se- gno alcuno di soffrire nè per il gran caldo , nè per il no- stro freddo maggiore, cioè di cinque gradi sotto il zero del Termometro di Reaumur. Propagazione. Nidifica, come ho detto, nei dirupi del Monte Argentaro, particolarmente al Capo dell’ Omo, e dell’ Avvoltore. Nel 1812 una coppia nidificò nelle vi- cinanze di Pereta. Non conosco nè il nido, nè le uova. Caccia. L'unico modo per prenderlo è di fargli la posta col fucile, vicino a qualche cadavere, essendo ben nascosti. necessario mettersi sotto vento, altrimenti scuopre il cacciatore, e non si accosta. GENERE GYPAETUS Srorz. CARATTERI GENERICI Testa e Coco pennuti. OccHI un poco in- cassati, laterali, mediocri. CERA coperta da penne voltate in avanti, 'T'arsi pennuti. Caput et CoLrum plumosum. OcutLi laterales , mediocres subcavi. CERA tecta pennis antror- sum versis. Tarsi plumosi. Testa piccola pennuta. Collo pennuto. Occhi me- diocri, un poco infossati. Becco subeguale alla testa, compresso , robusto. Mascella superiore diritta; in ci- ma adunca, e un poco rigonfia. Cera molle, che cuo- pre la base del becco, nascosta da penne setolose, lun- ghe, distese in avanti. MNarzci ovali, oblique, coperte dalle penne setolose della base del becco. Calzoni lun- UCCELLI DI RAPINA g ghi , e pendenti. Tarso corto, robusto, pennuto. Ditf nudi, tre davanu, uno in dietro; gli anteriori uniti fra loro alla base da una piccola membrana. Unghie forti, non molto grandi, aguzze. Coda graduata, di dodici ti- moniere. Al lunghe. ftemigante prima più corta del- la quarta, terza la più lunga. Nota. Non possedendo alcun Gipeto, mi è convenuto togliere i caratteri di questo genere da altri autori. Tem- minck, e Vieillot son quelli che ho particolarmente cone sultato, ma in due luoghi ho trovato fra essi delle discre- panze, e quì sotto le indico, non essendo in grado di deci- dere chi di loro abbia ragione. Secondo Temminck tutti i diti anteriori del Gipeto sono fra loro riuniti da una mem- brana, e secondo Vieillot, solo |’ esterno col medio. Per le proporzioni delle remiganti Temminck dice che la prima è un poco più corta della seconda, e della terza, le quali son le più lunghe; ed al dir di Vieillot la prima è più eorta della quarta, e la terza è la più lunga. COSTUMI Sono doiati di forza, e di coraggio : uccidono da loro stessi gli animali di cui si cibano, che il più delle volte sono mammiferi, e li divorano nello stesso posto, non avendo negli artigli forza tale da sollevarli. Vivono ordi- nariamente a coppie: di rado riunisconsi in truppe. * AVVOLTOJO BARBUTO GYPATUS BARBATUS Cuvier. Gola guarnita d’ un gruppo di penne setolose, nere, ri- volte in avanti, Gy pertus gula pennis setosts in fasciculum digestis, nî- gris, Antrorsum versis, Adulti. Becco nero. Iride aranciona. Palpebre rosse. Penne della barba nere. Pileo, e cervice bianco-sudicio + una fascia nera dalla base del becco passa dietro l’oc- chio; un altra cuopre l'orecchio. Gozzo, petto , e addo- me lionato arancione. Penne delle parti superiori grigio- 10 ORDINE PRIMO scure, con fascie bianche longitudinali sullo stelo: remi- ganti, e timoniere grigio-cenerine con lo stelo bianco. Coda graduata. Zampe cenerine. Unghie nere (1). Giovani prima di compiere due anni. Iride scura. Testa, e collo color nero scuro. Parti inferiori grigio- scure, macchiate di bianco sudicio: parti superiori ne- rastre, con macchie più chiare: sul dorso delle grandi macchie bianche. Remiganti scuro-nerastre. Zampe co- lor livido (2). SINONIMIA Falco barbatus. Vultur barbatus Lin, cur. Gmel. Avvoltojo barbuto Stor. nat. degli Uccelli Tav. 11. IVeisskopfiger geieradler Meyer et Wolf, Ois. d’Allem, Livr. 14. fig. Phene Ossifraga Vieillot Faun. Fran. Gypetus barbatus Ranzani Elem. di Zoolog. Tom. 3. part. 7. Tav. 22. fig. 9. Meyer et Wolf, Ois. d’Allem. Livr. 19. fig. 1. (giovane). NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Gypaete des Alpes. Vautour des agneaux, Ingl. The bearded Vulture, Ted. Der bartiger Geieradler. Làmmergeyer. Dimensioni. Lunghezza totale: Braccia 2. '/,. Cosrumi. Vive sulle alpi più alte del Piemonte (3), della Svizzera, del Tiròlo, della Dalmazia ec. Dicesi che per impadronirsi con più facilità dei quadrupedi, spia l’ istante in cui passano sopra qualche precipizio, e piom- bando loro addosso, ve li fa cadere. Propagazione. Nidifica fralli scogli i più inaccessibili. Le uova son due, scabre, bianche con macchie scure (4). (1) (2) Temminck, Manuel etc. Tom. 1. pag. 11. (3) Bonellì, Catalogue etc. (4) Femminck ibid. UCCELLI DI RAPINA 11 GENERE III. FALCO Lis. CARATTERI GENERICI Testa, e Corro pennuti. Occni infossati, la- terali, mediocri. CERA scoperta. Caput et CoLrum plumosum. OcuLi laterales, mediocres, cavi. Cera nuda. Testa mediocre, coperta di penne, che quasi sempre son simili fra loro. Occhi mediocri, incassati, laterali. Becco poco più corto, o subeguale alla testa, compres- so. Mascella superiore adunca, intaccata, 0 con festo- ne più o meno visibile. Lingua carnosa 0 semicornea, ordinariamente ottusa in cima, qualche volta smarginata. Cera che cuopre la base della mascella superiore, nuda, o solo vestita di pennuzze o peli, alla base. Narzcz late- rali, aperte nella cera, nude, rotonde, o ovali. Gambe coperte da penne folte, ed ordinariamente con Calzoni. T'arso di varia lunghezza, grosso, sempre con un piccolo spazio coperto di penne sotto l’articolazione della gamba: alcune volte impennato fino alle dita: ora scutellato, ora reticolato. Diti tre davanti, uno di dietro: l’esterno o li- bero , e versatile, o unito col medio da una piccola mem- brana. Una protuberanza sotto l'articolazione di ciascu- na falange. Unghie adunche, appuntate. Coda grande di varia figura, di dodici timoniere. Ali grandi; pro- porzione delle remiganti varia. COSTUMI I Falchi si cibano di preda vivente, chi d’una razza, chi d’un altra, benchè quando non possono scegliere, ogni sorta d’animali sia buona per essi. Secondo la na- tura loro, se ne impadroniscono chi inseguendola a vo- lo, o a corsa, chi piombandolisi addosso. Qualche vol- 12 ORDINE PRIMO ta si gettano ancora sopra i cadaveri, ma ciò accade solo quando non trovano alcun altro alimento. Per il solito non bevono , bastando ad essi per dissetarsi il sangue delle vittime che uccidono: ma quando questo lor man- ca, bevono immergendo tutta la bocca sott'acqua. Spes: so si lavano. Alcuni fanno il covo sugli alberi, altri fra. 1 massi, o nelle fabbriche vecchie. Poche specie emigra- no periodicamente dal nord al mezzogiorno, ma il nu= mero maggiore è stazionario. or FAMIGLIA TI. I PESCATORI. PANDIONES CARATTERI DI FAMIGLIA Becco non intaccato. Tarso nudo, reticola- to, coperto da squame rilevate, ruvide: corto, robusto. Diri intieramente separati: 1’ esterno versatile: il medio subeguale al tarso . UNGHIE grandi, cilindriche. ALI più lunghe della coda. ReMicANTE prima poco più lunga della quinta; seconda e terza eguali, e ie più lunghe. RostruM non emarginatum.'Varsus nudus re- ticulatus, brevis; validus, tectus squamis pro- minulis scabris. DiGitI penitus distincti: exti- mus versatilis: medius tarso subequalis. UN GUES grandes, cilindrica. ALar cauda longio- res. ReMIGES: prima quintam parum superans ì secunda ct tertia coquales, ceteris longiores. FALCO PESCATORE FALCO HALIAETUS Lun. Parti superiori scure, inferiori biancastre: uma macchia biancastra sull’occipite: delle macchie nerastre lanceolate sul petto. | Falco corpore superne brunneo, inferne albido: occipite macula albida: pectore maculis nigricantibus lanceolatis , UCCELLI DI RAPINA — 18 Adulti. Becco nero-turchino. Cera celestognola. Tri- de bianco-gialla. Penne del vertice e della cervice lun- ghe appuntate : quelle della cervice sono più lunghe del- le altre, di color bianco, con lo stelo, ed estremità scu- ro-nera. Una larga fascia che dall’ angolo posteriore del- l’occhio và fin verso il dorso: lati del collo, dorso, sca- polari, cuopritrici delle ali, e sopraccoda di color scuro cupo, un poco iendente al gialliccio. Le parti inferiori son bianche, o bianco-giallicce, ma le penne del petto hanno sul loro mezzo una macchia lanceolata del color del dorso. Spesso una macchiuzza bislunga nerastra è sulle penne della gola, e una leggiera tinta lionata sul petto, sulle ST e sal sottocoda. Remiganti primarie nere con la base biancastra e striata in traverso da lar- ghe fasce seuricce. Remiganti secondarie del color del dorso, marginate di bianco-giallastro. Coda troncata, più corta dell’ali. Timoniere giallo-scuricce, più cupe dal lato esterno, terminate di biancastro, con lo stelo bian- castro, e striate trasversalmente da larghe fasce più cupe, poco apparenti: nelle due medie, che son di color più intenso, queste macchie son meno visibili. Penne delle gambe Bianche: Piedi giallo-biancastri. Unghie nere. Nelle diverse età i colori variano solo per esser le macchie più, o meno visibili. I giovani sempre son più chiari, e più macchiati degli adulti. SINONIMIA Halicetos Aldrov. Orn. Tom. 31. p. 187. Tav. 188. 190. Falco pescatore Stor. degli Uccelli Tav. 4o. Meyer et Wolf, Ois, d’Allem, Livr. 23. pl. 4, NOMI VOLGARI. TOSCANI Alpiggine, Bientina, STRANIERI Franc. Le Balbuzard. Ingl. The Osprey Eagle. Ted. Der Fluss-adler, Dimensioni. Adulto. Lunghezza totale: Braccio 1. 14 ORDINE PRIMO Coda: soldi 6. pice. 1. Tarso: soldi 2. pice. 3. Apertura del becco: quatt. 4. il maschio. La femmina è più cor- ta di quattro, o cinque quattrini, Cosrumi. Non sì allontana giammai dalle acque, e particolarmente da quelle dolci, giacchè il pesce forma. quasi esclusivamente il suo nutrimento. Stando posato sopra un ramo, o sopra uno scoglio imminente all’ ac- qua, aspetta che qualche grosso pesce comparisca alla superficie, per piombarg Dci addosso; e dicesi che alcune volte sì tuffa ancora un poco nell’ acqua per arrivare quei pesci che sono ad una certa profondità. Secondo quello che ho fino ad ora osservato, il Falco pescatore non si trova da noi altrochè nell’inverno, ed è piuttosto raro. Propagazione. Non sò che giammai abbia nidificato in Toscana. Secondo 'Temminck pone il nido nelle bu- che dei massi, o sopra i grossi tronchi degli alberi. Le uova sono tre 0 quattro, bianco-giallastre, con grandi, e piccole macchie rossastre. FAMIGLIA II I PIGARGHI. HALIETI CARATTERI DI FAMIGLIA Becco non intaccato. Tarso nudo, scudetta- to, robusto. Diri intieramente separati, l’ester- no versatile: il medio subeguale al tarso. UNn- cu grandi, inferiormente solcate. REMIGANTE prima subeguale alla settima: terza, quarta, e quinta le più lunghe. RostruMm non emarginatum. Tarsus nudus, scutellatus, validus. Diciti penitus distincti; externus versatilis; medius tarso subaqualis. Uncues grandes, inferne sulcatae. RemicEs: pri- ma septima? subaegualis ; tertia ,s quarta, quin- ta longiores. UCCELLI DI RAPINA 5 AQUILA DI MARE FALCO ALBICILLA Lin. | Scuro chiaro, macchiato di nerastro : becco ed iride di co- lor quasi nero (giovani): scuro, o scuro-cenerino unifor- me ; becco biancastro, iride scuro-chiara (adulti). | Falco corpore brunneo-albido, maculis nigrescentibus : rostro et iride fere nigris (iuveni$): corpore brunneo, vel brunneo-cinereo inimaculato, rostro albido, iride pallide brunnea (adultus). Adulti. Becco biancastro, subeguale alla testa, con l’apertura che oltrepassa di poco l'angolo anteriore del- l'occhio. Nessun dente alle mascelle. Iride scura, cera bianco-gialla: redini coperte da piccole setole, e da una corla illo biancastra. Penne della testa, e cervice lunghe e Hel bianco-cenerine. Penne del corpo scu- ro-cenerine. Remiganti nere. Coda rotondata della lun- ghezza delle ali, di color bianco. Metà superiore del tarso coperta da penne del colore di quelle del corpo; l’altra metà nuda, scudettata, e di color bianco-giallastro. Dito medio poco più corto del tarso. Unghie nere (1). Giovani. Becco nero. Cera gialla . Iride scura, Tutte le penne del corpo e le cuopritrici delle ali hanno lo stelo nero, la base bianca, l’ estremità scuro-nera, e la parte media lionato-sudicio, cosicchè l'uccello compari- sce macchiato di questi varj colori, Penne delle gambe, e del tarso color marrone cupo. Remiganti primarie ne- re: secondarie nero-scure, l'imoniere esternamente scu- ro-nere, internamente lionato-sudicio, macchiate irre- golarmente di scuro-nerastro. SINONIMIA Falco Albicilla. Falco albicaudus Lin. cur. GR Haliatus Nilus Vieil. Meyer et Wolf, Ois. d'AHem. Livr. 25. pl. 1. (1) Temm, loc. cit. pag. 49. 16 ORDINE PRIMO Aldrov. Ornith. T. 1. Tab. 200. Falco ossifragus. F. melaniietos Lin. cur. Gmel. (giov.). Aquila comune. Aquila nera, o Valeria Storia degli Uc- celli Tav. 1. e 3. (giov.). Meyer et Wolf, Ois. d’Allem. Livr. 25. pl. 2. ( giov.). Ni NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Pygargue, ou l’Orfraie. Ingl. The sea Fagle, ar Osprey. Zed. Der See-Adler. Dimensioni. Lunghezza totale: Braccia 7. soldi 11. Coda: soldi 10. Apertura del becco: quatt. 6. picc. 2. Tarso: soldi 3. picc. 3. Cosruwi. È forte e coraggiosa. Gli servono di pastu- ra, mammiferi di mediocre grandezza, uccelli, e pesci grossi, tanto di mare, che d’ acqua dolce. Fra noi è piut- tosto rara: comparisce solo in inverno, e tutti quelli in- dividui che io ho veduti uccisi in Toscana, erano giova- ni. Non vola molto alto, e di rado allontanasi dalle vi- cinanze del mare. Nei paesi boreali se ne trovano mol- te, e là son da quei popoli ricercate per mangiare, e per farsene degli abiti con la lor pelle. Propagazione. Pone il nido o sopra altissimi alberi, o nello spacco di qualche scoglio. E questo nido com- posto di rametti intralciati, coperti da più strati alter- nanti d’ erbe, di borraccine, e di penne. Le uova son grosse come quelle d’ oca, ottuse, bianche, macchiate di giallastro (1). FAMIGLIA III. LE AQUILE. AQUILE CARATTERI DI FAMIGLIA Becco non intaccato. TARso intieramente co- perto di penne, corto, robusto. DIrI grandi: l’esterno non versatile, ed unito alla base col 9 (1) Vieillot Faun, Franc. Livr. 5. pag. 10. UCCELLI DI RAPINA 17 medio da una piccola membrana: il medio è subegnale al tarso. UncHIE grandi, inferiormen- te solcate. ALI grandi. REMIGANTE prima sube- guale alla settima: terza e quarta le più lunghe. RostruM ron emarginatum. Tarsus totus plu- mosus, brevis, validus. Dicrti longi: eatimus basi cum medio membranula connexus, non versatilis: medius tarso subaequalis. Uncues grandes, inferne sulcate. Aa magna. Remi- GES: prima septimam subaquans: tertia, et quarta longiores. COSTUMI Son fra i volatili dei nostri paesi, i più terribili di- struggitori d’ animali. Uccelli, mammiferi, e qualche volta anche piccoli ragazzi, servono ad essi di cibo. Han- no l’odorato ottuso, quasi a nulla utile, ma essendo do- tati d’un occhio acutissimo, ed aggirandosi ordinariamen- te nelle regioni più elevate dell’ aria, scuoprono con fa- cilità una vittima, nella vasta campagna che compren- dono in una sola occhiata. Sogliono stabilirsi in un dato distretto, e là non soffrono che niuno dei loro simili vi ponga stanza, e se pure alcuno lo tenta, ne seguono de- gli ostinati combattimenti. Diversi abitano le alte mon- tagne, altri le foreste del piano. Tutti sono abili viag- giatori, ed alcuni emigrano periodicamente . AQUILA IMPERIALE FALCO IMPERIALIS BecusteEIN. Apertura del becco che giunge al di la della metà dell’oc- chio: ali più lunghe, o eguali alla coda: coda o con mac- chie, o con fasce trasverse: sull’ ultima falange del dito me- dio cinque squame, Falco angulo maxillarum pone medietatenr oculi: alis caudan cequantibus vel ea longioribus: cauda maculata, vel transversim fasciata: digiti medii phalange extrema 5-squamata. Tomo I 2 18 ORDINE PRIMO Adulto. Becco poco più corto della testa. Mascella superiore curva in modo da formare un quarto di cer- chio: la tacca è appena visibile. La mascella inferiore ha tre tacche molto sensibili nella sua estremità: ambedue le mascelle son di color grigio-celestognolo , nere in ci- ma. La cera, ed il margine posteriore dell’apertura del becco è d’ un bel color giallo. Redini coperte da setole, e da una corta calugine, Iride di color castagno. Penne del pileo, e della cervice lanceolate, castagno-brune. Penne del dorso, del petto, addome, fianchi, e scapo- lari nere, tendenti un poco al castagno: tutte queste penne sono bianche verso la base, così che in molti luo- ghi, e particolarmente sul petto, e sull’ addome, non essendo la base coperta dalla parte di color nero della penna che gli è sovrapposta, ne segue che l’animale sem» bra tutto macchiato di bianco. Piccole cuopritrici delle ali di color nero-marrone con stretto margine marrone chiaro: di questo stesso colore sono le penne che cuo- prono l'angolo anteriore dell’ali, Grandi cuopritrici ne- re; remiganti nere intieramente nel terzo superiore e nel margine esterno: bianco-grigie macchiate di nero nel ri- manente, Sopraccoda brune-marrone; sottocoda bianco, con l’ estremità castagna, Timoniere graduate, nere in cima, dipoi grigie macchiate di nero, bianche alla base. Coda poco più corta delle ali. Tarso impennato fino all’ origine dei diti da piume corte, folte, di color gri- gio-castagno. Diti coperti da piccole squame, solamente avanti all’ unghia ve ne sono alcune grandi: cinque al dito medio, quattro al dito posteriore, tre agli altri due dit: sono di color giallo, Unghie nere e grosse: quelle del dito posteriore, e dell'interno più lunghe del dito. Penne della gamba dello stesso colore di quelle del cor- po, ma con una maggior quantità di spaz) bianchi. Nota. L’ individuo che quì sopra ho descritto , e che con- servasi nel nostro Museo, visse per più d’un anno nell’Or- to botanico. Quello che a me lo vendè, dissemi essere stato portato dall’Isola dell’ Eiba. Quando lo ricevei aveva gli stessi colori che al momento in cui fu preparato, meno due UCCELLI DI RAPINA 19 penne bianche fralle grandi cuopritrici dell’ala destra, le quali si svilupparono nell’ultima muta. Era femmina; io non sò niente rapporto alla sua età: solo giudicaudo dalle descrizioni che da Temminck di tale specie, suppongo esso fosse d’un età media, giacchè secondo quest’ autore, i vec- chi e i giovani hanno le seguenti livree. Vecchi. Penne del vertice di color fulvo rossiccio chiaro, con una striscia bruno-rossiccia nel mezzo : dor- so di color castagno cupo. Piccole scapolari bianche, l'altre del color del dorso. Parti inferiori bruno-nera- stre; regione anale e sottocoda fulyo-giallognole. Ali su- periormente color del dorso, inferiormente bruno-nera- stre. Coda grigio-bruna con varie fasce trasversali più cupe; l’ultima più larga dell’altre, e terminata di fulvo- giallastro. Penne delle gambe scuro-rere. Giovani nel primo e second’ anno. Parti superiori scuro-fulve, con grandi macchie di color fulvo chiaro. Gola, e gozzo giallo-fulvo: penne della base del gozzo, del petto, e addome giallo-lionate. Scapolari scure ed internamente orlate di scuro-fulvo: alcune delle prime scapolari sono ornate in cima d’ una macchietta bianca: cuopritrici superiori delle ali bruno-baje, molte di esse sono orlate di giallo-fulvo, altre di scuro-fulvo: remiganti primarie scuro-nerastre, secondarie scure, con un pic- colo margine lionato. Coda cenerina, con alcune mac- chie scure poste verso l’ apice che è fulvo-rossiccio. SINONIMIA Chrysetus Aldrov. Ornith. T. 1. p. 110, Tav. 101, 13553, Temminck et Laugier Planch. color. Livr. 26. pl. 151, ( vecchio). Temminck et Laugier Planch. color. Livr, 26. pl. 152. ( giovane nel primo e secondo anno). NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Aigle impérial, Ingl. The imperial Eagle. Ted. Der K6nigs-Adler, Dimensioni. Adulto. Lunghezza totale: Braccio 1. 20 ORDINE PRIMO e ‘/,. Volo: Braccia 3. e soldi 16. Apertura del becco »» soldi 2. picc. 2, Coda; soldi 10, quatt. 2. Tarso: soldi 4. Cosrumi. È proprio quest’ uccello dei paesi orientali, e meridionali: ,sulle montagne dell’ Egitto è comune; trovasi spesso anche nella Dalmazia, e nell’ Ungheria, e qualche volta viene e stabilisce il suo nido nelle parti meridionali d’Italia. Nei primi tempi che possedevo vi- vente l'individuo sopra descritto, egli era mansuetissi- mo, amava ad essere accarezzato, e quando voleva man- giare, con un piccolo sibilo cercava di risvegliar l’atten- zione di chi a lui s'appressava. Egli passava le intiere giornate a pollajo, immobile, in una positura verticale, girando maestosamente la testa ora da uno, ora da un altro lato. Quando ben nutrito, si era pettinate e rav- viate col becco tutte le penne, dal mezzo del petto esci- vagli un ciuffo di lanugine bianchissima che gli formava ornamento non piccolo. Qualunque sorta di carne pia- cevagli, ed anche piccola quantità gli bastava. Ma negli ultimi tempi della sua vita, dopo essersi rivestito di nuo- ve penne, verso l’inverno, diventò fiero e intrattabile: si rivoltava minaccioso contro chi a lui s’ accostava, assaliva i cani, ed un giorno si slanciò contro di me. Libero vi- ve sulle alte montagne, e sceglie particolarmente quelle vestite da boschi densi, giacchè là trova un nutrimento più abbondante, Daini, Caprioli, Pecore, Capre, Lepri, Grù, Cigni ec. formano il suo cibo consueto. Propagazione. Nidifica, al dir di Temminck, nei bo- schi di monte, o sopra rocche scoscese. Le sue uova so- no due o tre per covata di color bianco-sudicio, AQUILA REALE FALCO FULVUS Lin. Apertura del becco che non oltrepassa l'angolo anteriore dell’occhio: ali più corte della coda; coda biancastra e scu- ra, o con fasce trasversali: sull’ ultima falange del dito me- dio tre squame. Falco angulo maxillarum ad initium oculi: alis cauda brevioribus: cauda albida et brunnea , vel transversim fa- sciata: digiti medit phalange eatrema 3-squamata. UCCELLI DI RAPINA 21 . ‘Adulti. Becco nero-corneo, poco più corto della te- sta, adunco; tacche quasi nulle. Apertura del becco che oltrepassa di poco l’ angolo anteriore dell’ occhio. Iride scura; cera gialla. Redini coperte di setole, e d’ una cor- ta calugine bianca. Penne del pileo, e della cervice, ap- puntate e di color di marrone-tulvo-dorato . Dorso, cuo- pritrici delle ali, e parti inferiori, di color scuro-nera- stro. Coda rotondata che oltrepassa l’estremità delle ali, scuro-grigia, con fasce più cupe strette, trasversali, irre- golari. Penne della parte interna delle gambe, e del tar- so, di color scuro-chiaro. Tarso poco più lungo del di- to medio, coperto di penne fino ai diti. Diti gialli, re- ticolati; solo tre squame grandi sull’ ultima falange di ciascun dito. Unghie nere (1). Giovani. Penne di tutto il corpo scuro-nere nella cima, bianche alla base. Lati della testa, gola, lati in- terni delle cosce, di color biancastro. Penne del sotto- coda:bianche con l’estremità castagno-nera. Coda bianca con l'estremità nera: una sfumatura cenericcia unisce questi due colori. SINONIMIA Falco chrysaétos. Falco fulvus Lin. cur. Gmel (adulto): Aquila reale, Aquila rapace. Aquila Toscana Storia de- gli Uccelli Tav. 2. 4. 5. (adulto). Buffon pl. enlum. num. 44o. (adulto). Storia degli Uccelli Tav. 7. ( giovane? ) NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. L’Aigle royal. Ingl. The golden Eagle. Ted. Der Stein-Adler, i i i v _ Dimensioni. Giovane. Lunghezza totale: Braccia 1. soldi 13. Coda: soldi 12. Apertura del becco: quatt. 3. picc. 3. Tarso: soldi 3. quatt. 2, Cosrumi. Abita ordinariamente i boschi delle mon- tagne, ma non-di rado si fa vedere anche in quelli di (1) Temm. loc. cit. pag. 38, 22 ORDINE PRIMO piano. In Toscana, ì monti della Lunigiana, Seravez- za, ee. dan quasi sempre ricovero ad Aquile che vi ni- dificano. Al dir degli autori della Storia degli Uccelli, lo erano ancora i monti di Controne nel Lucchese. Non è raro nell’altre montagne d’Italia. Le Aquile reali vi- vono assai bene in schiavitù, ed anche per lungo tempo, essendovi notizia sicura che alcune vi passarono più d’ un secolo. Danno la caccia alli Agnelli, ai giovani Daini, ai Caprioli, ai grossi uccelli, e quando la fame Je assa- le, se non trovano altro, dicesi che si gettano anche so- pra 1 cadaveri. Propagazione. Il mdo lo fabbricano m qualche sco- scesa pendice, o sopra un alto, e largo tronco d’ albero. Ha questo nido, ordinariamente due braccia e mezzo, 0 tre braccia di diametro; è formato con grosse pertiche o canne intralciate, e coperte con fieno e musco. Sempre è imbrattato di carne corrotta, ossa, sangue, ec. giacchè quando le prede non sono d’ una mole troppo grossà, ordinariamente 1’ Aquila le trasporta al suo nido per di- vorarle in quiete. Partorisce due uova, raramente tre, di color bianco-sudicio, picchiettate di rossiccio . AQUILA ANATRAJA FALCO NEVIUS Lim. Apertura del becco che giunge fio verso la metà dell’ oc- chio: ali subeguali alla coda: coda scura : sull’ultima falange del dito medio quattro squame. Falco angulo maxillarum ad medietatem oculi: alis cauda subaequalibus: cauda brunnea, unicolore: digiti me- dii phalange cxtrema 4-squamata . Giovani. Becco nero celestognolo con la punta nera, poco più corto della testa, con l'apertura che giunge fi- no alla metà dell’occhio. Cera gialla. Iride scura. Re- dini coperte di peli radi, e d’ uma corta calugine. Penne della testa, del collo, del petto, dei fianchi, dell’ addo- me, del dorso, cuopritrici delle ali, e penne delle gam- be color cioccolata cupo. Le scapolari, le cuopritrici del- UCCELLI DI RAPINA 23 le ali, le penne del groppone e delle gambe, hanno nella cima una macchia bianco-ceciata , ovato-bislunga : quelle dell'addome, e dei fianchi hanno lungo lo stelo una mac- chia bislariga lionato-sudicia. Di questo colore sono le penne della regiorie anale e del sottocoda. Remiganti ne- ro-scure. Sopraccoda biaricastro. Coda poco più corta delle ali, troncata. Timoniere scuro-nere, con lo stelo bianco, e la cima bianco-lionata. Tarso poco più lungo del dito medio, coperto fino al diti di penne corte di co- lor castagno. Diti gialli, unghie nere. Adulti. Il color delle loro penne è più intenso, e non hanno nessuna macchia (1). SINONIMIA Falco maculatus et navius Lin. cur. Gmel. ( giovane)» Aquila Planga Vieillot ( giovane). Savigny Syst. des Ois; d’Egypte part. 1. pl. 2. (giovane). Meyer et Wolf, Ois. d’ Allem. Livr. 29. pl. 1. (adulto). Morphnos Aldrov. Ornith. Tom, 1. pag. 214. tab. 215. (adulio). Savigny Syst. des Ois. d’ Egypte part. 1. pl. 1. (adulto). NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Aigle plaintif, ou criard, ou tacheté. Zngl. The spotted Eagle. Ted. Der Schrei-Adler, Dimensioni. Giovane. Lunghezza totale: Braccio 1. soldi 3. Coda: soldi 8. picc. 6. Apertura del becco: quatt. 3. picc. 3. Tarso: soldi 3. picc. 3. Costtmi. É rara in Toscana: ne ho avuto un solo individuo stato ucciso nel Gennajo del 1820, di notte, sopra un albero della nostra Macchia: era un giovane. Nel 1829, di Luglio, trovandomi sul Corno alle Scale, che è una delle cime più elevate degli Appennini, due di queste Aquile anatraje giovani passarono volando lenta- mente, poco lontane da me. Secondo l’ osservazioni di Temminck, in Italia, e nelle alire parti meridionali del- (1) Temm. loc. cit. pag. 42. Mi ORDINE PRIMO l'Europa, non vi si trovano che dei giovani, mentre che solo degli adulti sì trovano nel Nord. Dicesi che è la me- no coraggiosa di tutte le altre Aquile, così che ordinaria- mente non sì nutrisce che di topi, pipistrelli, e grossi insetti , ma qualche volta assale anche le Lepri , i Piccio- ni, ei (rermani. Propagazione. Nidifica ordinariamente nel Settentrio- . ne sopra gli alberi alti, e partorisce due uova striate di nerastro (1). Nota. Essendomi prefisso di riunire in quest'opera la de- scrizione di tutti quelli uccelli che si trovano in Italia, avan- ti di termipar l’enumerazione delle Aquile, io debbo anca- ra dare la descrizione del Falco Bonelli, specie trovata dal celebre Bonelli di Torino, e che Temminck gli ha dedicata. Ma io non conosco quest’ uccello che per la descrizione e figura pubblicatane nel Fascicolo 49 del Nouveau recueil de Planches colorièes, d’ oîseaux ec. e quantunque questa figura, e questa decine siano molto esatte, non essendo Safin per fare a me conoscere quali sono i caratteri ve- ramente precisi, e distintivi di questa specie, io non posso assegnargli una frase. Perciò non ne pongo la descrizione insieme con quella delle altre Aquile: e per non errare ne riporto esattamente quella stessa datane neli’ opera citata, solo avendola tradotta in Italiano. FALCO BONELLI Temm. « La sua statura è media fra quella del Falco fulvus e « quella del Falco navius. La sua coda è quadrata, e le ali « la cuoprono fino a due pollici dall’ estremità; le gambe « sono lunghe, ed i tarsi intieramente vestiti di penne, « L’adulto è superiormente d’ un color scuro-=nerastro assai « uniforme: lo scuro-cenerino, di cui alcune penne della te- « sta, del dorso, e delle ale sono circondate, e che colori- « sce un pice ao numero d’ altre penne consunte e prossime « a cadere, ci fa conoscere che in una età meno avanzata, (1) Temm. loc. cit. pag. 44- [a] la) UCCELLI DI RAPINA 25 il colore del manto è scuro-chiaro con larghe macchie bi- slunghe scure e nerastre, che seguono la direzione degli steli. Le penne delle gote, della gola, dei lati e del da- : vavti del collo, e generalmente di tutte le altre parti infe- rioti, sono d’ un fulvo di ruggine più o meno marmorize zate di bianco e di scuro cupo, particolarmente verso le cosce e la regione addominale: ogni penna di queste par- ti ha una lunga macchia longitudinale, e lo stelo nero: delle piccole strie scure cuoprono la linea media di quelle penne da cui è vestito il tarso, Le cuopritrici inferiori delle ali son nere, o marmorizzate di nero: le grandi pen- ne delle ali, e Je secondarie sono marmorizzate irregolar- mente di nero sopra un fondo grigio cupissimo, e la loro cima è nera. Le penne della coda sono d’un bel color ce- nerino, dalla lor base fino ad un pollice dalla punta che è i nera: tutte son terminate da una strettissima mezza luna bianca: si vedono delle vestigia più o meno distinte di fasce nere a cerchio ed a zic-zac, sopra il fundo grigio ce- nerino delle penne: ma queste tracce leggiere spariscono probabilmente in un età più avanzata, giacchè osservasi una degradazione continuata nell’ estensione, e nella lar- ghezza di queste fasce dal giovane all’adulto, nello stes- so modo che noi l'abbiamo osservata in tutte le specie che han la coda distintamente striata nella loro prima li- vrea. ll becco è nero in cima, e verdastro verso la base, La cera, ed i diti son gialli ». Dimensioni. Lunghezza totale: 2, piedi, 2. pollici, cioè due braccia e un quinto incirca. 2 (4 €C Un Individuo più giovane aveva i caratteri seguenti, «La testa, la nuca, il dorso, le scapolari, e le ali d'uno scuro cenerino con macchie bislunghe, o strie scuro-nerastre sullo stelo d’ ogni penna: tutte le grandi cuopritrici, le scapolari, e le penne delle ale hanno a distanze molto grandi delle fasce nere disposte in zic-zac; le remiganti, e le penne secondarie son bianche sul margine interno, e ancor esse con fasce nerastre : tutte le penne della coda su- periormente son di color cenerino-scuro, con nove, o die- ci fasce trasversali separate da intervalli il doppio più lar- ghi che le fasce stesse: tutte queste penne son terminate di fulvo-dorato, più o meno vivace. La coda inferiormen- te è biancastra con una sfumatura di fulvo, e con deboli 26 ORDINE PRIMO « indizi di fasce trasversali: il davanti del collo, il petto, e q « l’addome son di un color fulvo chiaro, e li steli delle pen- « ne son scuri: il che cagiona delle piccole strie sul fondo « falvastro delle penne, all’incirca disegnato come nell’ A- « quila imperiale giovane: le cosce, le penne del tarso, « l'addome, e le cuopritrici inferiori della coda sono bian « co sudicio tinto di di e senza macchie » (1). Temminck dice d’ averne veduto un terzo individuo ve- stito d’una livrea intermedia a quella del giovane, ed a quella dell’adulto in muta sopra descritto. Ed egli, pe? analogia, e fondandosi sopra un gran numero d’ osserva- zioni crede poter predire, che l’adulto vestito dell’ultima ed invariabile livrea sarà così colorito. Tutte le parti del cor- po di color scuro nerastro, e lustro: coda cenerino-cupa con una sola fascia alla cima: forse in alcuni individui il color cenerino della coda avrà delle fasce strette ed a zic rastre. Gola, e petto di color bianco con macriie lori- gitudinali all’ intorno, nerastre. Le altre parti inferiori i color bianco-sudicio con macchie nerastre trasversali. Remiganti turchino-cenerine , con un gran numero di macchie nerastre, o biancastre disposte FACTO dal lato interno. Piedi gialli. Unghie nere (1). . Giovant. Fronte, gote, e nuca bianco-giallastre, mac= chiate di nerastro. Penne del vertice, e parti superiori color nerastro-scuro marginate di giallastro-sudicio. Baffi nerastri. Gola bianco-giallastra. Petto, addome, fianchi, regione anale , e calzoni color bianco-giallasiro , con un infinità di AB longitudinali nero-scurastre. Cali su» periormente nerastro-scura , inferiormente nerastro-ce= nerina con fasce trasverse strette, e interrotte, color di nocciòla: una fascia bianca è alla sua estremità. SINONIMIA Falco peregrinus Gmel. Falco peregrino Aldrov. T. 1. p. 461, Tab. 464. Sparviere pellegrino maschio y altrimenti detto Terzolo (1) Temm, ibid. pag. 22. PA UCCELLI DI RAPINA fi pellegrino. Storia degli Uccelli Tav. 23. 2/. ( adulti }. Meyer et Wolf, Ois. d’Allem. Livr. 27. pl. 1. (adulto). Sparviere pellegrino diverso. Stor. degli Uccelli 'Dav. 25. ( giovane ). Meyer et Wolf, Ois. d’Allem. Livr. 27. pl. 2. (giovane). NOMI VOLGARI. TOSCANI Falco reale Pisano. Falco terzolo Ftorentino. Cacciatore Pitigliano. STRANIERI Franc. Faucon, Lanier, Pelerin, Ing, The peregrine Falcon. Ted. Der Tauben-falke. Dimensioni. // maschio. Lunghezza totale: soldi 14. Apertura del becco: soldi 1. picc. 1. Coda: soldi 6. Tarso: quatt. 5. picc. 3. La femmina. Lunghezza to- tale: soldi 16. quatt. 2. , Costumi. Non è molto raro. Abita particolarmente i monti sassosi; e quelli non lontani dal mare. Il suo cibo consiste per il solito in grossi uccelli, come Piccioni, Colombacci, Pernici, Starne, Germani, ec. Egli se ne impadronisce a volo; a quest’ oggetto quando dà la cac- cia a qualcuno, sempre cerca volando, di prendergli il disopra, e poi lo ghermisce piompandogli addosso con la rapidità d’un dardo. Proracazione. Nidifica nelle buche, e spacchi de’ massi. Sullo scoglio, e isoletta dell’ Argentiera , posta non molto lontano da Porto S. Stefano, ve ne trovai una coppia che aveva fatto il nido in una buca: il fondo di questa era coperto da un alto strato di penne di Pic- cione. Non vi erano che due figli. Qualche volta, ma raramente, fa il nido ancora sugli alberi. Le uova, di- ces, che siano in numero di tre, 0 quattro, bianco-ce- lestognole, irregolarmente macchiate di grigio, o d’oli- vastro (1). (1) Temm, ibid. pag. 22. fa ORDINE PRIMO LODOLAJO FALCO SUBBUTEO Lux. Ali più lunghe della coda: baffi grandi: dorso scuro-nero; o scuro-celestognolo: piedi gialli, unghie nere. Falco alis cauda longioribus: nittis genalibus magnis : dorso brunneo-nigrescente, vel brunneo-subceruleo : pedi- bus luteis, unguibus nigris. i Maschio adulto. Becco celestognolo. Cera gialla. Iride bruna. Vertice e lati della testa di color nero-tur- chiniccio. Le penne del vertice son debolmente sfumate di giallastro. Fronte giallastra. Penne delle parti supe- riori nero-celestognole con lo stelo nero. Su i lati della cervice due macchie giallo-lionate poco visibili. Baffi neri. Gola, gozzo, e lati del collo bianchi. Petto, addo- me, fianchi; e cuopritrici inferiori delle ali biancastre, con larghe macchie longitudinali nere. Cosce, base del- l'addome, e sottocoda color fulvo-nocciòla, senza alcu- na macchia. Remiganti nero-celestognole, internamente con macchie rotondate color di nocciòla. T'imoniere ne- ro-celestognole, macchiate trasversalmente di color di nocciòla dal lato interno. Piedi gialli. Unghie nere. Femmina adulta. Ha le parti superiori di color più nero; le inferiori di color più sbiadito . Giovani. Penne delle parti superiori nerastre ; con sottilissimo margine giallo-rossiccio. Sulla cervice due grandi macchie bianco-gialle. Macchie delle parti infe- riori più grandi che negli adulti. Cosce, base dell’ addo- me, e cuopritrici inferiori della coda dello stesso colore dell’ altre parti inferiori. Timoniere macchiate trasver- salmente, e terminate di bianco-nocciòla . SINONIMIA Subbuteo Aldrov. Ornith. T. 1. p.373. Tab. 374. Falco ec. Sroria degli Uccelli Tav. 45. ( adulto ). Buffon PI, enlum. num. 432. (adulto ). UCCELLI DI RAPINA 43 NOMI VOLGARI. TOSCANI Falchetto da uccelli Pisano. STRANIERI Franc. Hobereau. Ingl. The Hobbi Falcon, Ted. Der Lerchen-Falke, Dimensioni. Maschio. Lunghezza totale: soldi 12. quatt. 2. Apertura del becco: picc. 7. Coda: soldi 4. picc. 5. Tarso: quatt. 4. La femmina è più lunga circa 5. quattrini. Costumi. Si trova da noi nel tempo de’ due passi, e nell'inverno: mai l’ho veduto in estate. Nutresi di pic- coli uccelli, come Lodole, Fringuelli, ec. Propicazione. Non sò che faccia il nido in Toscana. Temminck dice che lo fabbrica sopra gli alberi i più al- ti, o nelle buche degli scogli: le sue uova in numero di 3-4, sono rotondate, celestognole, inegualmente mo- schettate di grigio, e di color d° oliva. SMERIGLIO FALCO LITHOFALCO Lis. Ali più corte un terzo della coda: baffi nulli, o poco vi- sibili: dorso cenerino piombato, 0 scuro=cenerino, con strie nere longitudinali: piedi gialli: unghie nere. Falco alis cauda triente brevioribus: vittis genalibus nul- lis, vel vix conspicuis: dorso cinereo:=plumbeo , vel brunneo- cinerascente , longitudinaliter nigro-striato : pedibus luteis, unguibus nigris. Maschio adulto. Becco celestognolo, cera e palpe- bre di color giallo. Iride scura. Fronte e lati della testa biancastri macchiati di nero. Penne del vertice, e di tutte le altre parti superiori di color cenerino piombato cupo, con una striscia longitudinale nera sullo stelo. Lati della cervice color di nocciola macchiati di nero. Gola, e gozzo bianchi, e sù quest’ultima parte delle 44 ORDINE PRIMO i macchiuzze nere. Lati del collo, petto, addome, fiants chi, gambe, e sottocoda color fulvo-nocciòla chiaro, cont una gran quantità di macchie nere a gocciola. Remiganti nerastre macchiate trasversalmente di bianco nella parte interna: la prima è marginata di questo stesso colore. Le timoniere son cenerino-piombate , han 1 estremità bian- castra, l’ultimo terzo nero, e delle macchie nere trasver- se sparse sul fondo cenerino. Piedi gialli. Unghie nere. Femmina. Parti superiori più cupe che nel maschio, e le inferiori più chiare, con le macchie nere più grandi . Giovani avanti l’età d’un anno. Han tutte le pen- ne delle parti superiori di colore scuro-cenerino margi= nate di nerastro, con lo stelo nero. Le timoniere sono di questo stesso colore scuro con larghe macchie bianco- giallastre trasverse. Parti inferiori bianco-giallicce, Pen- ne del petto, addome, e fianchi con una larga macchia scura nel mezzo, e lo stelo nero . SINONIMIA Falco cesalon Temminck. Falco lithofalco Lin. cur. Gmel. (adulto). Meyer et Wolf, Ois. d’ Allem. Livr. 16. p. 1. (maschi adulti). Vieillot Ornitholog. Franc. pl. 32. (maschio adulto). Falco cesalon Lin. cur. Gmel. ( giovane). salon Aldrov. Ornith. T. 1. p. 428. ( giovane). Sparviere da Filunguelli; Smerlo, ec. Stor. degli Uccelli Tav. 16, 18. ( giovani). NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Emérillon. Ingl. The Stone falcon. Ted. Der Merlin-Falke, Dimensioni. Maschio adulto. Lunghezza totale: sol- di 10. quatt, 1. Apertura del becco: picc. 6. Coda: soldi 3. Tarso: soldi 1. piec. 3. 7 maschio. La femmina è 2. soldi più lunga. Cosrumi. Questo bel Falchetto, benchè sia uno de’ più piccoli, è con tutto ciò uno de’ più coraggiosi. Fà I UCCELLI DI RAPINA 45 guerra a tutte le sorte d’uccelletti, ed anche le Quaglie, e le Starne restano spesso vittima della sua destrezza. A causa di tali qualità, era molto ricercato da’ Falconieri, tanto più che in poco tempo s° addomestica. Emigra in inverno verso il mezzogiorno, seguitando i branchi degli altri uccelli, e nel tempo de’ due passi spesso se ne tro- vano da noi tanto de’ giovani che de’ vecchi. Anche nel corso dell'inverno se ne vede qualcuno, ma giammai ne ho incontrati in estate. PropAgazione. Dicono i naturalisti che nidifica sugli alberi o fra gli scogli, e che depone cinque o sei uova per covata, biancastre, marmorizzate di bruno-verdastro ad una delle estremità. GHEPPIO FALCO TINNUNCULUS Ls. Ali un quarto più corte della coda: baffi poco, o punto visibili; dorso tutto color di nocciòla, o con macchie nere: iedi gialli : unghie nere. Falco alis cauda quadrante brevioribus: vittis genalibus vix conspicuis: dorso spadiceo unicolore, vel nigro macu- lato: pedibus luteis: unguibus nigris. Maschio adulto. Becco celestognolo con la punta nera. Cera, ed iride gialla. Penne del vertice, cervice, lati del collo, groppone e sottocoda, cenerino-piombato 46 ORDINE PRIMO con. lo stelo nero. Dorso, scapolari, e cuopritrici delle ali color di nocciòla con macchiette nere triangolari. Go- la bianco-ceciata. Petto, addome e fianchi isabellini con macchie nere ovato-appuntate, e lo stelo nero, Gambe, regione anale, e sottocoda color d’isabella, senza mac- chie, Remiganti bruno-nere con sottil margine più chia- ro dal lato esterno: internamente macchiate ad angolo di bianco isabellino, ed in modo che unendosi queste macchie fan bianco tutto il margine interno lungo lo stelo. Cuopritrici inferiori delle ali bianche, macchiate di nero. Timoniere cenerine, terminate da una fascia bianca, che è preceduta da una più larga nera: le due timoniere esterne sono esternamente marginate di bian- co: tutte han lo stelo nero. Piedi gialli. Unghie nere. Femmina adulta. Penne delle parti superiori color di nocciòla: quelle della testa, e del collo hanno una macchia nera, bislunga sullo stelo. Quelle del dorso, scapolari, cuopritrici delle ali, e sopraccoda, hanno lo stelo nero, e delle larghe e rade fasce nere trasverse . Parti inferiori ceciato-isabella con macchie nere bislunghe. Ti- moniere color di nocciòla terminate di bianco-isabella, e con nove o dieci fasce trasverse nere: l’ ultima è più larga delle altre. I giovani somigliano quasi perfettamente alle fem- mine. | SINONIMIA Falco Tinnunculus Tin. cur. Gmel. Tinnunculus, seu Cenchris Aldrov, Ornith, T. 1. p. 350. Tav. 358. Gheppio di torre, o di fabbrica Storia degli Uccelli Tav. 51. (adulto). | Meyer et Wolf, Ois, d’ Allem. Livr, 2. pl. 2. (maschio adulto ) . Gheppio di grotta, o di montagna Storia degli Uccelli Tav. 49. 5o. ( femmina). Aldrov, Ornith. T. 1. Tav. 359. 360. ( femmina). Meyer et Wolf, Ois. d’Allem, Livr. 2. pl. 2. (femmina). UCCELLI DI RAPINA 47 NOMI VOLGARI. TOSCANI Falchetto di torre Pisano. Gheppio. Guglia Fiorentino . Acertello Senese, STRANIERI Franc. Faucon Cresserelle, Ingl. The Kestril Falcon. Ted. Der Thurm-Falke, Dimensioni. Maschio adulto, Lunghezza totale: soldi 13. Coda: soldi 5. picc. 5. Apertura del becco: quatt. 2. Tarso: quatt. 4. picc, 2, La femmina è più lunga due soldi del maschio, . Costumi. Il Gheppio è fra gli uccelli di rapina diurni il più comune. In tutti i monù dirupati, sulle alte ed an- tiche fabbriche, anche delle grandi città, s1 trovano quasi sempre di questi uccelli, Non v'è poi alcuno edifizio un poco cospicuo e abbandonato, che non serva loro d’ asilo. Entrando in quelle antiche abbazìe, in quei fortilizi, in quelle ville deserte, e semidirute che quasi ad ogni passo s' incontran nei boschi delle nostre Maremme, da per tutto s'ode la voce stridula de’ Gheppi, che son succe- duti ai monaci, ai guerrieri, ai coloni, Vivono questi Falchetti dando la caccia ai topi, ai pipistrelli, alle pas- sere, e altri piccoli uccelli; ma qualora non trovino al. tro, si cibano anche di rettili, e d’insetti, Propagazione. Depositano le uova nelle buche de’ massi, o delle antiche muraglie, raramente degli alberi: sono esse in numero di quattro, o cinque, di color bian- co-gialliccio, tutte foltamente macchiate di rossastro-mats tone. FALCO GRILLAJO / FALCO TINNUNCULOIDES NettER, Ali eguali alla coda; schiena color d’isabella, o senza macchie, o con macchie nere; piedi gialli: unghie biancastre. Falco alis caudam subequantibus: dorso isabellino, uni- colore, vel nigro-maculato: pedibus luteis, unguibus albidis. Maschio adulto. Becco celestognolo con la punta k8 ORDINE PRIMO nera. Iride castagno-cupa. Palpebre, e cera giallo-aran- cione. Parte superiore e laterale della testa, cervice, grop- pone, e sopraccoda d’un bel color cenerino piombato. Lati del petto di questo medesimo colore, ma più chia- ro, e misto con un poco di ceciato. Schiena ,,scapolari, e piccole cuopritrici delle ali d’ un bel colore isabella chiaro: grandi cuopritrici cenerine con lo stelo nero, ed il margine in alcuni luoghi color di nocciòla. Remiganti bruno-nere esternamente, internamente biancastre: cuo- pritrici inferiori delle ale bianche con delle piccole mac- chie longitudinali nere. Gola e gozzo bianco ceciato: petto, addome, e fianchi d’ un bel color isabella: su i fianchi, e sull’ addome alcune gocce nere. Sottocoda bianco-giallastro. Timoniere cenerine con lo stelo nero, bianche nella cima, e con una larga fascia nera avanti al bianco. Coda subeguale alle ali, un poco graduata. Piedi gialli. Unghie biancastre. Femmina adutta. Tutte le parti superiori, le cuo- pritrici superiori delle ali, e le timoniere, son color di nocciòla chiaro, variamente macchiate di nero. Le pen- ne del pileo, de’ lati della testa, e del collo hanno una macchia nera lungo lo stelo: tutte Te altre hanno lo stelo nero, e delle larghe fasce nere trasversali, e appuntate. Gola ceciata; petto ceciato-rossastro, con delle larghe macchie longitudinali bruno-nere. Penne de’ fianchi, e dell’ addome ceciate con una macchia irregolare lungo lo stelo. Remiganti bruno-nere con una serie di macchie ceciate rotondate sul margine interno. Cuopritrici infe- riori delle ali ceciate con molte macchie nere, angolate, e a goccia, Le timoniere hanno nella cima una larga mac- chia nera: il loro margine estremo è ceciato. Sottocoda ceciato chiaro. I maschi giovani per i colori delle penne del tronco somigliano molto i maschi adulti, e solo se ne distinguo- no per una leggiera sfumatura rossastra sull’ estremità delle penne cenerine della testa, e del collo: alcune vol- te queste hanno, di più, lo stelo nero. Fssi ne differiscono poi ancora per avere delle grandi macchie nere sulle UCCELLI DI RAPINA ‘9 parti inferiori. Per i colori delle ali somigliano perfetta- mente alle femmine. Ancora la coda loro somiglia mol- to a quella di queste ultime, ma le macchie nere tra- sversali vissono più strette, ed il color di nocciòla spesso tende al cenerino . SINONIMIA Falco tinnuncularius. Gheppio di torre diverso Storia de- gli Uccelli Tav. 52. Vieillot Oruith, Franc. pl. 36. (maschio adulto). NOMI VOLGARI. STRANIERE Franc. Faucon cresserine, ou Cresserellette. Dimensioni. Maschio. Lunghezza totale: soldi 10. quati. 2. Coda: soldi 3. Tarso: soldi 1. picc. 1. Aper- tura del becco: picc. 7. Cosrumi. Negli uliimi giorni d’ Aprile compariscono questi Falchi riuniti in piccole truppe, e si stabiliscono sugli alberi del margine de’ boschi, o su quelli che sono in mezzo a grandi praterle: ma questa loro venuta non è costante; prima dell’ Aprile del 1824 io non conosce- va il Falco grillajo, ed in detto anno non ne potei avere che un solo individuo: nel 1826 non se ne vidde alcu- no, mentre nell’anno 1825 al contrario, verso gli ultimi d’ Aprile ne eran comparsi una gran quantità insieme a pochi Falco rufipes. Si trattennero da noi fino al cin- que, o sei di Maggio. Nel tempo del passo, cioè in Au- tunno, io non sò che giammai ne siano stati trovati in Toscana. In Provenza, al contrario, non si fan vedere che in quella stagione (1). Essi stanno ordinariamente posati sopra qualche ramoscello nudo d’ un albero alto, e quan- do scorgono uno di quegli insetti che più lor? piacciono si piombano sopra di esso, e tornano poi a posarsi, o sul- l’albero da cui son partiti, 0 su qualcuno vicino. Spes- so, anche quando non son costretti dal timore, abban- (1) Roux, Ornithologie Provencale, ou description avec figures colorieès des Oiseaux etc. Marseille 1825, pag. 62. Tomo I, 4 " Me È 50 ORDINE PRIMO donano l'albero, e volando lentamente s’ aggirano per il prato; fermandosi di quando in quando librati sulle ali ‘va spiare l’insetti: se ne scorgon qualcuno gli si gettano sopra, e lo ghermiscono, altrimenti s’inalzana di nuovo e seguitano a volare. Alcune yolte in questi lor voli si elevano ad una grande altezza descrivendo dei cerchi, ma ben presto con le ali immobili si veggono calare, e posarsi nuovamente. Sono gli inseiti il 195 cibo DLE letto: e le rufole, 1 grilli, le cavallette, quelli che sem- pre pr escelgono. ‘Nello stomaco di moli, che ho aperti, non rinvenni mai il minimo avanzo di set Nota. 1} Falco tinnunculoides ha nei costumi gran somi- glianza col falco rufipes, e mi pare che la direzione dei lo- ro viag gi sia Ja stessa, Temminck dice che il Falco srillajo e abbondante nell'Italia meridionale sulle alte montagne: ma nella Toscana, fuori del tempo del passo, non ve ne ho mali veduto alcuno, Propacazione. Secondo il quì sopra citato Ornitolo- go, il Falco grillajo nidifica negli spacchi de’ massi delle | montagne di Sicilia, e sulli scogli di Gibilterra. FALCO CUCULO FALCO VESPERTINUS Lun. Ali subeguali alla coda: baffi o nulli, o corti: dorso o ce- nerino unicolore, o con fasce trasverse undulate nerastre: piedi rosso-gialli: unghie giallastre. l'alco alis caudam subeguantibus: wittis genalibus nul- lis, vel brevibus: dorso cinereo umicolore, vel fascis trans- versis undulatis notato: pedibus croceis: unguibus lutescen- tibus. Maschio adulto. Becco celestognolo, con la base gial- lastra, e la punta nera. Palpebre e cera giallo-rosso vi- vace. Penne delle gambe, della regione anale, e sotto- coda di color fulvo-rosso. Tutte le altre penne color ce- nerino cupo con lo stelo nero, Coda subeguale alle ali, di color più cupo delle altre penne. Piedi giallo-rossi. Unghie giallastre con la punta nera. UCCELLI DI RAPINA Di Femmina adulta. Penne della testa, e cervice color rosso-nocciòla, con lo stelo nero. fronte, gola, lati del collo, color ceciato. Contorno degli occhi, e baffi neri. Petto, fianchi, addome, cosce, oi e piccole cuo- pritrici delle ali di color (bell, più o meno cupo: sul- le penne dei fianchi qualche macchia nera bislunga a goccia. Penne del dorso, scapolari, cuopritrici delle ali, e piccole remiganti, color cenerino piombato cupo, con lo stelo nero, e delie larghe fasce trasverse nerastre, Re- miganti primarie cenerino-piombato cupo, con delle macchie ovate, bianche. Grandi cuopritrici inferiori del- le ali di color bianco-isabellino, maechiate di nero. Ti- moniere cenerino-piombate con apice color di nocciòla, con otte o dieci fasce trasverse nerasire, cnidoiate: P ulti- ma è più larga delle altre, Nota. Var sso il color della cervice e delle parti in- feriori; ora essendo più cupo, ora più chiaro. Alcune volte ancora le penne dei Corso son margi inate di color di nocciò- la. Altre volte ii vertice è cenerino. SPE ù end de Baschi giovane. Somiglia l'adulto, ma ha la gola e i lati del collo macchiati di bianco: spesso ora iuliina parte è macchiata anche di color di nocciòla. Le penne del petto, dell'addome e dei fianchi, han tutte lo stelo nero: la massima parte son color cenerino-piombato : e molte, sparse in qua e in Îà, color rosso-noceidla, qual- cuna bianca. Il sottocoda e le gambe, color noccidla- bajo vivace. Timoniere bianco-lionate, e cenerino-lio- nate, con undici o dodici fasce trasverse, scuro-nere, Nota, Molti degli individui che ho esaminati in questo stato avevano alcune penne della coda già mutate, e che erano perfettamente compagne a quelle dei maschi adialti? Femmina giovane. Penne del vertice ceciato-lionate, con una striscia nerastra assai larga, lungo lo stelo. Pen- ne delle parti superiori cenerine variate d’isabellino , con delle larghe strisce trasverse nerastre. Contorno dell’oc- chio nero; questo colore inferiormente s’ estende verso la 52 ORDINE PRIMO base del becco in forma di baffi. Gola, gozzo, e lati del | collo di color bianco leggermente tinto di ceciato. Le altre parti inferiori son color d’isabella chiaro. Le pen- ne del petto, addome e fianchi, hanno una macchia nera bislunga suilo stelo, che nella cima si dilata in gocciola. Bagizanii scuro-nere. Cuopritrici inferiori delle di bian- co-isabella macchiettate di nero. Timoniere scuro-nere con nove, o dieci macchie trasverse di color lionato so- pra ciascun margine. Nota. Nell’individuo da cui ho tolta questa descrizione, sei penne medie della coda erano di già mutate, ed avevano tutti i colori di quelle delle femmine adulte. SINONIMIA Barletta cenerina , 0 piombina Stor. degli Ucc. Tav. 46. (maschio adulto). Meyer et Wolf, Ois. d’ Allem. Livr. 16. pl. 2. ( maschio adulto). Barletta ceciata Storia degli Uccelli Tav, 48. ( ferina adulta). Meyer et Wolf, Ois. d’Allem, Livr. 16. pl. 3, (femmina adulta). Barletta mischia Storia degli Uccelli Tav. 47. ( maschio glovane ). NOMI VOLGARI. TOSCANI Barletta. Falco cuculo Pisano. STRANIERI Franc. Faucon è pieds rouges, ou Kobez. /ngl. The in- grian Falcon, Ted. Der Rolhfuss-Falk Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 10. quatt. 1. Coda: soldi 4. Tapsok soldi 1. picc. 1. Apertura del becco: picc. 6, Cosrumi. Han creduto alcuni Ornitologi, e il nome di Falco vespertinus ne è una prova, che quest’ uccello soltanto di sera andasse in traccia di preda: ma ciò è as- solutamente falso. Nel Maggio, passa ogni anno di To- scana ora un maggiore, ora un minor numero di questi y % / i UCCELLI DI RAPINA ©. 55 Falchi, così che io ho potuto più e più volte esaminare il loro modo di vivere. Giungono a branchi, spesso an- cora molto numerosi, e si fermano ne’ luoghi aperti, e pianeggianti. Le praterìe, le gronde*de’ paduli (1) co- perte di erbe basse, e con arboscelli sparsi in qua e in là, sono i luoghi da loro prescelti. Dopo essersi fermati un poco, ordinariamente tutti riuniti sopra una medesi- ma pianta, si disperdono per la pianura, e vanno a po- sarsi sulle cime de’ pali, o macchioni, o massi, che si trovano in quelle vicinanze. Là immobili, attendono , appunto come fanno le Averle, di vedere scaturire dalla terra, o camminar frall’ erba qualche insetto; ed imme- diatamente, slanciandoglisi addosso, lo ghermiscono con gli artigli, e tornano di poi sull’ arboscello da cui sono partiti a mangiarlo con quiete. Qualche volta prendono il volo, e descrivendo ampie ruote, si inalzano ad una grande altezza, ma io non ho veduto giammai che allora abbiano per oggetto d’inseguire qualche uccello, o altro animale, giacchè mai gli ho veduti piombarsi dall’ al- to. Pare che gl'insetti, e particolarmente gli Ortopteri, siano fra gli animali, quei che più loro convengono, giac- chè in un gran numero di /a/chi Cuculi che ho aperti, non ho trovato nel loro stomaco altro che zampe d’Acri- dj, Locuste, e Rufole; mai nessun osso, nessuna penna. Con tutto ciò gli uccelletti , i piccoli mammiferi , ed an- che i piccoli rettili ad essi piacciono assai, e san bene impadronirsene all’occasione, giacchè ne ho più volte veduti prendere da uno-che tenni in schiavitù per molto tempo. Come ho detto arrivano in Toscana nel Maggio, e seguitano a farsi vedere per quindici o venti giorni . Ve ne sono allora di tutte le età e sessi, ma i giovani pre- dominano: i maschi adulti in livrea perfetta, sono raris- simi. Passato quel tempo spariscono affatto , e fino all’an- no seguente nessun altro se ne fa vedere, c giammai ne sono stati uccisi in autunno. Secondo le osservazioni del x % (1) S'intende in Toscana per gronda de’ paduli, quella porzio - ne di terreno asciutto che li circonda, e da cui le acque piovane scolano, o sgroncuno nel padule medesimo . # 54 ORDINE PRIMO Sig. Roux compariscono in Provenza solo in questa sta- gione. Ncl Novembre del 1821 ne fa presa una gran quantità in vicinanza di Marsilia (1). La loro propaga- zione è poco conosciuta. / Nota. Per inavvertenza, nella sinonimia della presente specie è stato omesso il nome di Falco rufipes, Bechstein, che è quello adut- tato da Temminck nel Manuale d'Ornitologia. Ver sbaglio pure al titolo di specie è stato messo Linneo in vece di Gmelin. FAMIGLIA VII. GLI SPARVIERI. ASTURES. CARATTERI DI FAMIGLIA Becco non intaccato, festonato. Tarso scu- dettato, lungo. Diri lunghi: l'esterno non ver- satile, ed unito alla base col medio da una mem- brana: questo subeguale al tarso. UncHiE grandi ed acuie, inferiormente solcate. ALI più corte della coda. REMIGANTE prima corta: quarta più lunga delle altre. Copa mediocre, subtroncata. RosrRuM non emarginatum , sinuatum. "Tar- sus scutellatus, longus. Diciti longi: extimus non versatilis, basi cun medio membranula connexus: medius tarso subaqualis. Ungues grandes, acuta, inferne sulcata. ALE cauda Oreviores. ReMiGEs: prima brevis, quarta cate- ris longior. CAupA mediocris subtruncata . \ COSTUMI Fan loro pasto d’uccelli e di mammiferi, che pren- dono inseguendoli a volo: non piombano dall’ alto sulla preda, ma le vanno addosso all'improvviso rasentando la terra: nidificano sugli alberi. (:) Roux, Ornithologie Provencale etc. Tom. +. p 56. di da è de { IO, ù tel Ron : Da 4 W sii « a VAI, 1 i UCCELLI DI RAPINA 55 ASTORE FALCO PALUMBARIUS Lux. Parti superiori cinerco-turchinicce: addome bianco stria- to per traverso. di scuro-nerastro (adulto): ovvero parti su- periori nero-castagne, addome color d’ isabella con macchie nere longitudinali ( giovane): tarsi robusti: ali che giungo- no oltre la metà della coda: statura del Falco Cappone. Falco corpore superne cinereo-coerulescente: abdomine albo, transversim brunnco-striato (adultus): wel superne castaneo nigrescente, abdlomine isabellino , longitudinaliter nigro maculato (juvenis): tarsis walidis: alis ultra cauda medietatem extensis: statura Buteonis, Adulti. Becco scuro-celestognolo. Cera verde-gialla- stra. lride gialla. Parti superiori di color cenerino-cupo turchiniccio . Fascia sopracigliare bianca macchiata di ne- ro. Gola bianchiccia con qualche sottile striscia longitu- dinale nera. Gozzo, e altre parti inferiori bianche, coper- te di strie trasverse, angolate dalla parte inferiore, scuro- nere. Sottocoda bianco. Ali che giungono oltre la metà della coda. Cuopritrici superiori delle ali colorite come le penne del dorso, le inferiori come quelle dell’ addo- me: remiganti scure, con fasce trasverse scuro-nere sul margine interno e delle bianche framezzo a queste. Coda grande, rotondata, cenerina, con quattro 0 cinque fasce irasverse scuro-nerastre. Tarso robusto, giallastro. Un- ghie nere. Giovani. Penne del vertice, gote, tempie, collottola, dorso, sopraccoda, scapolari, e cuopritrici delle ali, di color nero-castagno, marginate di giallo-fulvo : quelle dell’ occipite hanno un largo margine fulvo. Gola, goz- zo, petto, addome, fianchi, e soitocoda d’un bel color giallo-fulvo. Le penne della gola, gozzo ,-e petto hanno una bella fascia nera sullo stelo. Quelle dell’ addome, dei fianchi, e le cuopritrici inferiori della coda hanno la macchia sullo stelo dello stesso color nero, ma in forma di una grande gocciola. Le penne delle gambe hanno ] d Wal 56 ORDINE PRIMO solo una sottile stria, che poco si dilata in cima. Remi- ganti di color bruno-nero, con macchie color d’isabella sul margine esterno. Coda terminata di bianco: il rima- nente è colorito da fasce alternanti nero-castagne, e ci- nereo-castagne che sono separate fra loro, particolarmen- te sulle penne esterne, da sottili strie ondolate di color bajo. Nella parte inferiore la coda è cenerina con fasce bruno-nere. SINONIMIA Sparvius palunbarius Vieill. (adulto). Asterias Aldrov. Ovnith. T. 1. pag. 336. Tab, 340. 341. (adulto). Sparviere da Colombi Stor, degli Ucc. Tav. 21. (adulto). Meyer et Wolf, Ois. d’ Allem. Livr. 3. pl. :. (adulto). Falco gallinarius Storr. Falco gentilis Lin. cur. Gmel. CRENVARCA Sparviere Terzuolo Stor. degli Ucc. Lav. 26. ( giovane). Meyer et Wolf, Ois, d’ Allem. Livr. 3. pl. 2. (giovane ). NOMI VOLGARI. STRANIERE Franc, L’Autour, Ingl, The Goshawk. Ted. Der Hihner Habicht, Dimensioni. Giovane. Lunghezza totale: soldi 22. Apertura del becco: soldi 1. quatt. 2. Coda: soldi g. quatt. 200%) (Cal Costumi. È raro in Toscana, ed io non sò che ve ne siano stati uccisi altro che due individui, uno nelle vici- nanze di Firenze, l’altro nelle Maremme Pisane a Mon- te verdi. Amendue erano. giovani. L’ Astore è un uccello forte, audace, ed astuto: assale animali di grossa mole in paragone della sua, giammai piombando sopra di essi come i Falchi nobili, ma sorprendendogli col volare a fior di terra, o gettandosi loro addosso obliquamente, o guatandogli di fra i rami d’ un albero ec. Abita particolar- mente i boschi di monte ove fa la caccia agli Scojattoli, ai Leprotti, alle Starne, Piccioni, ec. Adopravasi nell’ ar- te del Falconiere, ed anzi egli era uno degli uccelli che dava un profitto maggiore, adflitfimdosi piuttosto facil- UCCELLI DI RAPINA 57 mente, e non richiedendo diligenze tanto estese e minu- ziose come i Falchi nobili. Propagazione. Nidifica sugli alberi molto alti. Parto- risce due, o quattro uova bianco-celestognole, striate, e macchiate di bruno. SPARVIERE FALCO NISUS Lin. Parti superiori cinereo-turchine: addome biancastro, striato per traverso di fulvo-nocciòla (adulto ): parti supe- riori scuro-bige, e addome biancastro, striato in traverso di scuro ( giovane ): tarsi sottili: ali che giungono ai due terzi della coda: statura d’ una Cecca. Falco corpore superne cinereo-carulescente: abdomine albido transversim spadiceo-fusco striato (adultus): vel su- perne brunneo-griseo, abdomine brunneo striato (juvenis): tarsis gracilibus: alis duos trientes cauda aquantibus: sta- tura Picco. Adulti. Becco nero-celestognolo. Cera giallo-verda- stra. Iride gialla. Vertice, cervice, dorso, sopraccoda, scapolari, e cuopritrici delle ali color cenerino-piombato cupo. Qualche macchia bianca sulla collottola e sulle scapolari. Parti inferiori bianche. Gote lionato-fulve. Tutte le penne del collo son pure sfumate all'estremità di lionato, e quelle del petto, dell’addome, dei fianchi e delle gambe ne sono trasversalmente striate. Alcune di quelle dei fianchi ed i calcagni sono dello stesso colo- re, ma più acceso, e rasato. Sottocoda candido. Ali che giungono ai due terzi della coda. Remiganti e timoniere cenerino-scure, con fasce trasverse più cupe. Coda tron- cata, terminata di biancastro. Tarsi gialli lunghi e sot- li, dita lunghe. Unghie nere. Giovani. Penne delle pari superiori scuro-cenerine marginate di lionato. Sopra l'occhio e sull’occipite mol- te macchie bianche. Penne delle parti inferiori bianche: quelle del gozzo e della gola con macchie sottili e bi- slunghe scuro-nere: nel petto le macchie son più grandi 58 ORDINE PRIMO e fatte a cuore; sull’ addome, regione anale, fianchi, e gambe son trasverse, quasi semilunari, angolate dal lato inferiore, scuro-nerastre nel contorno, nel mezzo liona- te. Sottocoda bianco con qualche macchiuzza scura. Re- migant scuro-cenerine, marginate di giallastro, e con fa- sce larghe trasverse, poco apparenti. T'imoniere ceneri- no-rossicce marginate di fulvo, con cinque larghe fasce trasverse quasi nere. SINONIMIA Sparvius Nisus Vieillot, Accipiter fringillarius Aldrov. Ornith. Tom. 1, pag. 344. Tab. 346. Sparviere ec. Storia degli Uccelli Tav. 20. (adulto). Meyer et Wolf, Ois. d’ Allem. Livr. 11. pl. 1. (adulto). Sparviere da Fringuelli minore, e Smerlo, o Smeriglio Storia degli Uccelli Tav. 17. 19. ( giovani). NOMI VOLGARI. TOSCANI Falco Fringuellajo Fiorentino. Senese. STRANIERI Frane. Epervier. Ingl. The Sparrow Howk. Ted. Der Firken-Habicht. Dimensioni. Maschio. Lunghezza totale: soldi 11. Coda: soldi 4. quatt. 2. Apertura del becco: picc. 6. Tarso: quatt. 5. picc. 2. La femmina è più lunga quat- tro quattrini. Costumi. Questo Falchetto è di passo. In autunno ne giungono moltissimi insieme con i branchi degli uccelli granivori; molti rimangono da noi per tutta la cattiva stagione, ma il più gran numero seguita il suo viaggio verso il Mezzogiorno. Nel Maggio ritornano, si tratten- gono poco tempo, e nel corso dell’ estate nemmen uno se ne vede, almeno nella pianura Pisana. Lo Sparviere vola con moltissima destrezza: è forte, e petulante, così che non di rado assale Piccioni, Pernici, Starne ec.; ma gli animali di cui per il solito si pascola, son Lodole ) Fringuelli, Quaglie ec.: mangia ancora rettili e insetti, UCCELLI DI RAPINA 59 quando non trova altro. Era adoprato per la Falconeria. Propagazione. Nidifica sugli alberi: vi partorisce tre o sei uova bianco-sudice macchiate di nerastro. Io non sò che nidifichi in Toscana. Caccia. Se ne prendono moltissimi ai pareta], ed alle reti aperte. Ordinariamente appena han visto svolazzare il zimbello gli si gettano addosso furiosamente, senza aver timore nè delle reti, nè del cacciatore. FAMIGLIA VII I FALCHI DI PADULE. CIRCI CARATTERI DI FAMIGLIA Becco non intaccato. T'arso scudettato, lun- go, sottile. Diri mediocri; l’ esterno non ver- satile, ed unito alla base col medio da una mem- brana: questo più corto del tarso. UncHIE me- diocri, inferiormente solcate. ALI grandi, su- beguali alla coda. RewicanTE prima più corta della sesta; terza, e quarta più lunghe delle altre. Copa grande, troncata. CercHio più o meno visibile. RostRUM non emarginatum. Tarsus scutella- tuss longus, gracilis. Diciti mediocres: extimus non versatilis, basi cum medio membranula connexus: medius tarso brevior. Unaues me-. diocress inferne sulcate. ALE grandes, cauda subeguales. Remiges: prima brevior sexta, ter- tia ct quarta ceteris longiores. CaupA grandisy truncata. Lona facialis plus minus wisibilis. COSTUMI Vivono costantemente nei luoghi bassi ed umidi. Man- giano uccelli aquatici, topi, grossi insetti, rettili, ed an- 9 ° x 6 DIS che de’ pesci, Volano lentamente, senza quasi mai inal- 60 ORDINE PRIMO zarsi molto. Fanno il nido nei terreni palustri, fra i mac- chioni o le canne, a poca altezza dall'acqua. Le loro uo- va o son bianche, o bianco-celestognole. Tutti van sog- getti a delle grandi mutazioni, secondo i varj sessi e le varie età. Nota. Siccome io non ho nessuna osservazione mia pro- pria concernente le diverse mute di penne dei Falchi di pa- dule, per determinare ed indicare le di loro livree, mi sono scrupolosamente attenuto a ciò che ne dice L'emminck, FALCO DI PADULE FALCO RUFUS Lun. Piccole cuopritrici scuro-cioccolata: coda o scuro-ciocco- lata, o cenerina, senza fasce, Falco tectricibus parvis brunneo-rufescentibus : cauda brunneo-rufescente, vel cincrea, absque fasciis, Maschio, e femmina dopo la terza muta. Becco nero. Iride giallo-nerastra. Cera giallo-verdastra. Penne del vertice, del collo, e del petto giallo-lionate con una macchia nel mezzo, scuro-nera, longitudinale, acumi- nata. Penne dell'addome, dei fianchi, e delle gambe, dipinte nel modo stesso, ma di color fulvo-cannella. Quelle del dorso, scapolari, e piccole cuopritrici delle ali colore scuro-cioccolata, molte delle quali hanno il margine macchiato di fulvo: P angolo dell’ala è mac- chiato di lionato Medie e grandi cuopritrici delle ali, remiganti secondarie, e timoniere di color cenerino. Re- miganti primarie nere. Parte inferiore dell’ ala bianca, eccettuata l’ estremità delle timoniere primarie che è ne- ra. Coda appena rotondata, eguale alle ali, Piedi gialli. Unghie nere. Dopo la seconda muta. Penne del vertice e occipite gialle, cangianti leggermente in fulvo, con deile mac- chiette senro-nere longitudinali, particolarmente sulla fronte. Gola dello stesso colore. Coda inferiormente ce- nericcia. Tutte le altre parti di color cioccolata puro . UCCELLI DI RAPINA 61 Variano. Con delle larghe macchie gialle sull’ addo- me, o anche con una intiera e larga fascia gialla attra- verso, ed ancora con l’ angolo delle ali giallo . Avanti la prima muta. Penne color di cioccolata : le piccole e grandi cuopritrici delle ali, le remigant, e le penne caudali terminate di bianco-giallastro . L’ alto della testa, l’occipite, e la gola color bruno-giallastro , senza macchie, più o meno chiaro. Altre volte delle gran- di macchie fulve sul petto, e sull’angolo dell’ale, o sul dorso (1). SINONIMSIA Circus rufus Vieill. ( adulti dopo la terza muta). Albanella con il collare Storia degli Uccelli Tav. 37. (adulto dopo la terza muta). Meyer et Wolf, Ois. d' Allem. Livr. 26. pl. 1. ( adulto dopo la terza muta). Falco eruginosus Lin. ( dopo la seconda muta}. Circus ceruginosus Vieill. ( dopo la seconda muta). Milvus ceruginosus Aldrov, Ornith. Tom. 1. Tav. 391? (dopo la terza muta? ) Falco castagnolo Storia degli Uccelli Tav. 32. (dopo la terza muta ). Meyer et Wolf, Ois. d’ Allem, Livr. 26. pl. 2. ( dopo la terza muta). Falco castagnolo col petto bianco Storia degli Uccelli Tav. 33. ( varietà d° un individuo dopo la seconda muta). Meyer et Wolf, Ois, d’Allem, Livr. 20. pl. 3. ( giovane avanti la prima muta). NOMI VOLGARI. TOSCANI Falco di Padule Pisano. Cappuccino. Astore Brent. STRANIERI Franc. Le Busard Harpaye, ou de Marais. Ingl. 'The Harpy Falcon, the more Buzzard. Ted. Die Rohr-Weihe. Dimensioni. Adulto. Lunghezza totale: soldi 18. Coda: soldi 8. quatt. 1. Tarso: soldi 3. Apertura del becco: soldi 1. (1) Temminck ibid. pag. 71. 62 ORDINE PRIMO Costumi. Si trova in ogni epoca dell’anno nei nostri paduli; egli vedesi sempre girare ad una mediocre altezza particolarmente sopra le Giuncaje, e sopra i Pollini CHL Sovente stà ancora posato sopra i pali, o i cespugli, E coraggioso: assale gli uccelli aquatici, e qualche volta an- (1) Le erbe vegetanti su’ margini de’ paduli, o de’ laghi, come Ranuncoli, Idrocotili, Ninfee, Menianti, Alisme ec. stendono sull’ ac- qua le radici, ed i rami, che intralciandosi, avviticchiandosi insie- me, ed inviluppando le paglie e stecchi vicini, dann’ origine a delle piote natanti, Gli Sfagni, ed altre Borraccine di fronde folte, ed in- iralciate, uniscon insieme dipoi tutti i rami di quelle diverse piante. La Tifa, le Carici, gli Scirpi, le Cannelle, gli Ibischi, ed un infi- nità d’altre erbe lacustri, poco dopo nascono sopra quel primo stra- to, dai semi che il venlo e gli uccelli vi trasportarono, insinuando le radici loro nella terra vegetabile, prodotiavi dalla decomposi- zione delle foglie e de’ rami. Tutte queste piante che per natura son di pronto sviluppo, crescono e si moltiplicano in quei luoghi con rapidità anche maggiore, in grazia dell’ umido che loro non manca, e del calore ad esse somministrato dalle acque. In tal mo- do queste specie di praterìe natanti, formate dalla sola forza di ve- gelazione, aumentano con una prestezza notabile, quando l’acqua del padule sia abbastanza quieta per non disturbare il meccanismo della natura, ed assai limpida per non far sommergere quei corpi galleggianti, aumentandone troppo il peso, col depositarvi arena o terra. Per ciò è comune l’ incontrare di iali praterìe, così grosse ed estese da poter sostenere corpi molto pesanti, e da servir di base ad arbusti, ed anco ad alberi grandi. Sopra qualunque di esse iro- vansi de’ cespugli di Salci, di Tamarici, di Spincervino; ma non è raro il vedervi dei boschetti d’alti Pioppi, Frassini, e Ontani. Gli uomini non solo vi camminano sopra senza tema di sommergersi, ma in vari luoghi vi han costruito delle capanne e casette, ove stan- no a far guardia alle mandre di grosso bestiame, le quali colà sì pa- scolano. Non di rado segue che delle grandi estensioni di simili pra- ti, fortemente sospinte da violentissimi venti, o troppo commosse dalle acque agitate del lago, si staccano dalla terra ferma, e dive- nute isole natanti, errano in qua e in là a piacere del vento. Son famose quelle delle valli di Comacchio, ove son chiamate Cuore. Nel nostro padule di Bientina se ne trovano delle molto estese, e son queste che diconsi Po/lîni. Esse non han generalmente la grossezza di quelle di Comacchio, ma son nonostante assai forti per sostenere gli uomini, e gli animali: solo si senton crollar solto i pie- di, s abbassano e si cuoprono d’acqua nei luoghi ove più d’una per- sona sì fermi, ed ascondendo molte aperture, e molti siti coperti da uno strato troppo debole, e troppo sottile, non è senza pericolo il praticarvi. Secondo il Targioni questi prati hanno in Toscana an- che il nome d’Aggallati, o Pattumi, e nel Lucchese di Forfori. ( Targioni, ragionamento sopra le cause , e sopra i rimedj dell’ in- salubrità d’ aria della Valdinievole. Firenze 1761, pag. 06.). UCCELLI DI RAPINA 63 che piecoli leproti. Var} altri uccelli rapaci lo fuggono. Propracazione, Fa il nido sulla terra, e lo nasconde fralle canne o fra i gianchi. Le uova sono rotonde e bian- che, in numero di tre o quattro. Caccia. Se ne prendono facilmente tendendo delle tagliòle lungo i paduli, in quei luoghi ove sogliono ag- girarsi, adescandole con un topo, o un uccelletto. Ne restano presi ancora alle reti aperte quando tendesi alle Sterne . i i ALBANELLA REALE FALCO CYANEUS MovxraAcu. Cuopritrici, e scapolari cenerine: coda cenerina, o cene- rina con fasce biancastre ( mas. ad. ): cuopritrici e scapolari scure macchiate di fulvo: coda con larghe fasce giallastre, e scure ( femme. e mas. giov. ): ali che giungono ai tre quarti della coda: terza e quarta remigante subeguali. Falco tectricibus et scapularibus cinereis: cauda cinerea, mel albido fasciata (mas. adult. ):; tectricibus, et scapulari- bus brunneis fulvo maculatis: cauda fasciis latis lutescenti- bus, et brunneis notata (foem. et mas. juv.): alis cauda quadrante brevioribus: remigibus 3, et 4 subequalibus, Maschio adulto, Becco nero. Cera, ed iride gialla. Sull’occipite uno spazio macchiato di lionato, e di nero. Testa, collo, petto, dorso, scapolari, cuopritrici supe- riori, e timoniere medie, cenerine. Le scapolari son di color più intenso. Addome, fianchi, calzoni, cuopritri- ci inferiori, e sottocoda di color bianco: qualche mac- chiuzza sull’addome, e su i fianchi. Le remiganti son ne- re, eccettuatane una piccola porzione al di sopra dell’ im- piantatura, che è bianca: remiganti secondarie cenerine all’ estremità ed esternamente, bianche nel resto. Timo- niere esterne bianche macchiate di cenerino . Piedi gialli. Unghie nere. Variano i maschi già vestiti della livrea degli adulti, per avere un maggiore o minor numero di fasce sulla coda, di colore ora più, ora meno intenso, e per avere le penne delle parti superiori orlate di giallastro, e 64 ORDINE PRIMO la macchia dell’ occipite più o meno visibile; e finalmente per un maggiore o minor numero di macchie, più o meno grandi sull’addome, su i fianchi, su i calzoni, e sul sottocoda. | Femmina. Penne della testa e del collo, scuro-nere con largo margine bianco ceciato , o lionato. Penne del dorso, scapolari e cuopritrici superiori scuro-chiare con margine lionato: qualche macchia di questo stesso colo- re trovasi sulle scapolari, e sulle cuopritrici superiori . Parti inferiori lionato-fulve, con macchie longitudinali acuminate fulvo-scure. Remiganti scure, interiormente bianche, con fasce trasversali nerastre. Sopraccoda bian- co, con qualche macchia fulva. Sotiocoda del colore dell’ alire parti inferiori. Coda lionato-fulva, con quattro o cinque fasce trasverse larghe, scuro-cupe. Le due ti- moniere medie son più scure dell’ altre. I giovani somigliano quasi perfettamente la femmina. SINONIMIA Falco bohemicus. Falco albicans. Falco griseus Lin. cur. Gmel. ( adulti ). Circus gallinarius Vieill. ( adulto). Albanella Storia degli Uccelli Tav, 35. (adulto). Lanarius Aldrov. Ornith. T. 1. Fab. 381. 382. ( adulto). Meyer et Wolf, Ois. d’Allem. Livr. 27. pl. 5. (adulto). Falco pygargus. Falco hudsonius. Falco Buffonii Lin. cur. Gmel, ( femmina). Falco rubiginosus. Falco ranivorus Lath. ( femmina). Falco Pigargo Storia degli Uccelli Tav. 31. (femmina). Meyer et Wolf, Ois. d’Allem. Liv. 27. pl. 6. (femmina). NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc.L'Oiseau Saint-Martio, ou la Soubuse. /rngl. The Hen-Harrier, Ted. Die Korn-Weihe. Dimensioni. Maschio. Lunghezza totale: soldi 77. Coda: soldi n. pice. n. Apertura del becco: picc. 11. Tarso: soldi 2. picc. 3. Femmina. Lunghezza totale : soldi 18. UCCELLI DI RAPINA 05 Costumi. Ha gli stessi costumi del Falco di padule, ma è un poco più raro. Propagazione. Nidifica sulla terra vicina all'acqua, e partorisce quattro o cinque uova bianco-celestognole (1). ALBANELLA PICCOLA FALCO CINERACEUS Montacu. Cuopritrici delle ali, e scapolari cenerine: coda cenerina, © cenerina con fasce bianche ( mas. ad. ): cuopritrici delle ali, e scapolari scure macchiate di fulvo, o lionato :. coda con larghe fasce trasversali giallastre e scure ( femme. e mas. giov. ): ali che giungono all’ estremità della coda: la terza remigante più lunga delle altre. Falco tectricibus, et scapularibus cinereis: cauda cinerea,. vel cinerea albo fasciata (mas. adult. ): tectricibus et sca- pularibus brunneis, fulvo. vel helvolo maculatis: cauda fa- sciis latis lutescentibus, et brunneis notata (foem. et mas. juv.): alis cauda @qualibus: remige tertia longiore.. Maschio adulto. Becco nero. Cera e angoli della boc- ca gialli. Iride gialla. Tutie le parti superiori color ce- nerino-celestognolo intenso : due fasce nere trasversali so- pra le penne secondarie delle ali; parte interna della base delle remiganti nera. Gola, e petto di color cenerino chiaro. Fianchi, addome, e gambe bianche: ma tutte queste parti son macchiate longitudinalmente di bel co- lor fulvo. Coda cenerina, ordinariamente con fasce tra- sverse scuro-fulve. Piedi gialli. Unghie nere (2). Femmina. Parti superiori, ed ali scuro-rossastre, con l'orlo più chiaro. Una macchia bianca sulla nuca: con- torno dell’ occhio biancastro : regione dell’ orecchio color scuro cupo. Sopraccoda bianco. Addome di color giallo rossiccio, più o meno inienso con macchie bruno-fulve, grandi, e longitudinali. Cuopritrici superiori delle ali scure, con orlo rossiccio: inferiori giallo-rossicce con la (1) Temm. loc. cit. pag. 75. (2) Temm. ibid. pag. 76. Tomo R. 5 66 ORDINE PRIMO punta scura. Remiganti primarie, e secondarie nerastre nell’ estremità, nel resto di color cenerino più 0 meno intenso, con fato trasverse nerastre. Scapolari simili nel colore alle cuopritrici superiori. Timoniere, medie ce- nerine con fasce trasverse nerastre: le altre cenerine con fasce bruno-rossicce. Calzoni bruno-rossicci, con fasce brune (1). Giovani avanti l'età d’un anno. Fronte, gola, regione dell’ occhio, ed una macchia più o meno grande sulla nuca di color giallo-ceciato. Penne delle parti su- periori di color cioccolata-scuro con orlo fulvo: quelle del vertice e le piccole cuopritrici delle ali hanno questo margine molto più distinto. Parti inferiori di color fulvo senza macchie. Cuopritrici inferiori delle ali ceciato-ful- ve. Remiganti, alla base del lato interno bianche con fasce nere, nel rimanente scuro-nere con fasce più cupe poco apparenti, di color cenerino vellutato nella parte superiore del margine esterno. Sopraccoda biancastro , sottocoda fulvo: coda dipinta da fasce larghe trasverse, quattro scuro-nere, quattro fulvo-lionate. Le due timo- miere medie son molto più cupe delle altre. SINONIMIA Circus Montagui Vieill. (adulto). Meyer et Wolf, Ois. d’Allem. Livr, 27. pl. 3. (adulto). Albanella rossiccia Stor. degli Ucc. Tav. 36. (giovane). Meyer et Wolf, Oisd’Allem: Livr. 27. pIÎ. 4. (giovane). — NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Busard Montagn. Ingl. The ash-colonred Baz- zard. Ted. Der Wiesen-Weihe. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 16. quatt. 1. Coda: soldi 7. pice. 5. Apertura del becco: soldi 1. Tarso: soldi 2. picc. T: Cosrumi. È il più raro dei Falchi di Padule. To non sò che in Toscana vi sia stato trovato altro che l’indivi- (1) Ranzani Tom. 3. part. 7. pag. 134 UCGELLI DI RAPINA 67 duo giovane, soggetto della descrizione sopra riportata, Fu ucciso in Campaldo nel Setiembre. Propicazione. Cova nei boschi prossimi alle acque, € partorisce quattro, o cinque uova bianche (1). GE NERE: STRIX Lux. CARATTERI GENERICI Testa e CoLLo pennuto. OccHi sporgenti, an: teriori, grandi. Capur es Corrum plumosum. OcuLI anterio- res, magri, eminentes, Testa grande con un cerchio di penne più lunghe e/ricciute circondanti gli occhi. Occhi grandi, guardan- ti in avanti. Becco poco più corto, o subeguale alla te- sta, cOMpresso , rivolto un poco in basso. Maicol su- periore adunca, con i margini intieri. Mascella infe- riore più corta dell altra, con l’ esiremità fatta a doccia ed i margini ora intieri, ora intaccati verso la cima. Ce-- ra colorita, che cuopre la base della mascella superiore. Lingua carnoso-scariosa, linguiforme smarginata in ci- ma. MNarici laterali aperie nel margine anteriore della cera, rotonde, ovate, rivolte in avanti, nascoste da’ peli, e penne della fronte. 7'arso robusto, coperto di penne. Dita quattro, ordinariamente corie, perfettamente sepa- rate, il medio più corto del tarso; l'esterno versatile. Unghie grandi, adunche, bene appuntate, inferiormen- te solcate. Coda corta, di dodici timoniere. 4% grandi: prima remigante più corta della seconda: Tot sube- guale alla terza, che è la più lunga di tutte. Pere flosce. COSTUMI Questi uccelli carnivori non esercitano le loro rapine (1) Temm. ibid. pag. 76. 68 ORDINE PRIMO che nel tempo in cuì pochissima luce è sulla terra. Ai crepuscoli, al lume di luna, o anche al semplice splen- dore delle stelle ci vedono chiaramente, in grazia delle loro pupille dilatabilissime: ma non distinguono niente, e sono incapaci di regolarsi, quando manchi la luna, e il cielo sia coperto da nuvole dense. La massima parte non si fan vedere nel giorno, giacchè troppo gli abba- glia la viva luce solare, ma qualcuno ve ne è che stimo- lato dalla fame, anche allora esce alla caccia. Volando non s'inalzano molto da terra; agitano continuamente e con forza le ali nel salire, o andando orizzontalmente, ma le tengono immobili nel discendere. Essendo desti- nat a procurarsi il vitto con assaltare gli animali che stanno in riposo nella quiete, e nel silenzio notturno, la natura li munì di penne in modo costruite, da non pro- durre nel volare nessun romore capace. d’ avvisare le loro vittime del pericolo che le sovrasta. Appunto. come i Filibustieri, ed altri ladri di mare, volendo sorprende- nasconde, fasciano con panni 1 remi dei Ioro battelli per non esser traditi dal romore dell’ acqua percossa , così la natura rivestì tutte le penne remiganti delle Strigi di una sottil peluria, di un delicato velluto, che smussa l’urto dell’aria, ed impedisce qualunque romore. Que- sti uccelli si cibano d’animali da loro stessi uccisi. Gri- dano solo di notte, ed han tuiti una voce strana, spia- cevole, rauca, aspra, e monotona. Nidificano fra i mas- si, nelle, buche degli alberi, e de’ vecchi muri. Le uova sono ordinariamente tutte bianche. Alcune specie sona stazionarie, altre emigrano periodicamente. GUFO REALE STRIX BULBO Lx. Ciuffi lunghi: addome lionato con macchie nere longitu- dinali, ed altre trasversali più strette: diti coperti di penne: statura d’un Oca. I . i ; Stria pennis auriculeformibus longis: abdomine heivolo, UCCELLI DI RAPINA 69 maculis nigris longitudinalibus , transversis angustioribus: digitis pennatis: statura Anserina. Maschio. Becco nero. Iride gialla. Cerchio e gote di color lionato-nerastro , con strie trasverse nerastre sotti- lissime, e poco visibili. Due ciuffi grandi sulla testa. Pen- ne del vertice e della cervice con larga fascia nera longi- tudinale, che lateralmente ha qualche stretta e corta stria nera ondolata: scapolari, penne del dorso, medie e grandi cuopritrici lionate con fascia nera longitudinale che sì dilata Jateralmenie, e irregolarmente. Groppone lionato-sudicio , striato in traverso di nerastro . Gola bian- co-nerastra. Sul petto una larga macchia bianca. Parti inferiori lionate con larghe fasce nere longitudinali, che han delle corte e strette strie trasverse su i lati. Penne della base dell’addome e sottocoda dipinte elegantemen- te da fasce nere strette, trasverse, ondolate: nel sottoco- da queste fasce sono molto più chiare. Piccole cuopri- trici, quasi interamente nere. Remiganti e timoniere, grigio-lionate , macchiettate di nerastro , con un gran nu- mero di fasce trasverse nerastre. Tarso, e diti coperti di folte pennuzze lionate, con qualche macchia nerastra. Unghie nere. Femmina. Non ha la gola bianca. La coda, e le ali hanno un color più chiaro. Le sue dimensioni son mag- giori di quelle del maschio. SINONIMIA Bubo Aldrov, Ornith. T. 1. p. 502. Tav. 509. 510, 511, ( maschi). Meyer et Volf, Ois. d' Allem. Livr. 1, pl. 1. Ranzani, Elem. di Zoologia T. 3. part. 9. Tav. 24. fig. 2. Gufo grosso, o Barbagianni salvatico, o Gufo reale Sto- ria degli Uccelli Tav. 61. (femmina). Meyer et Wolf, Gis. d’ Allem. Liv. 1. pl. 7.(femmina). NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Duc, ou Grand-Duc. /ngl. The great-eared Owl. Ted. Die Ubu-Ohreule. Dimensioni, Lunghezza totale: Braccio 1, soldi 3. vi:) ORDINE PRIMO Apertura del becco: quatt. 5. Tarso: coldi 3. Coda: soldi 8. quatt. 2. Cosrumi. Fa caccia di Lepri, di Volpacchiotti, di Gatti, d’altri mediocri, e piccoli qua: drupedi, di grossi Ucci, ed anche di rettili. I grossi quadr upedì lacera , e sbrana col becco, e con le zampe, ed i piccoli, come Topi, e Pipistrelli gli imghiotte intieri ops aver Lo spez- zate le ossa. È un daga molto forte e coraggioso , di modo che sà ben difendersi dai più grossi Falchi, e dai branchi di Corvi, e Cornacchîe, i quali sogliono assalirlo tutte le volte che lo vedono comparire di giorno. I crepu- scoli son l’epoche in cui particolarmente fa le sue cacce, e non ostante la mole grande del di lui corpo e la poca re- sistenza delle penne, è agilissimo per inseguire ed aggran- fiare la preda. iiato” questi Gufi Soi e boscaglie dei monti, nelle grotte o negli edifizi rovinati: duale volta si stabiliscono ancora nelle grandi fabbriche delle città; così più volte ne han dimorato nella cupola del Duomo di Firenze, ove vivevano dando la caccia ai Piccioni, ai Topi, ai Gatti. Il loro grido, che fan sentire sol di not- te, è forte, rauco e spaventoso. In qualche luogo, ma non in Toscana, che io sappia, adoprasi per ia caccia, cioè per richiamare qual zimbello, in un ampia tesa di pane gli uccelli diurni, come Chihas aje, Merli, T'ordi ec. Pere tt idioti ordinariamente nelli spac- chi de’ monti, o nelle buche di fabbriche antiche: qual- che volta ancora dentro alberi vuoti. Partoriscono due o tre uova rotonde, e bianche. ALLOCCO STRIX OTUS Lin. Ciuffi lunghi: addome lionato con macchie longitudinali nere, ed alle trasversali più strette: dita coperte di penne: statura d’ una Cornacchia. Strix pennis auricule formibus longis: abdomine helvolo, maculis longitudina 'ibus nigris, PIsvELSIS angustioribus: dligitis pennatis: statura CoA hab UCCELLI DI RAPINA. si Becco nero. Iride gialla. Cerchio macchiato di nero; di cenerino, di bianco e di lionato. Penne delle gote lio- nate: parte media della faccia bianca finamente striata di nero. Contorno dell’occhio dal lato interno nero. Due ciuffetti di penne sulla testa, lunghe, erigibili, nere, bian- castre sul margine interno, lionate alla base. Penne del vertice, della cervice, del dorso, scapolari, cuopritrici superiori, remigant: secondarie, timoniere, e sopracco- da di color lionato alla base, lionato-cenerino nella ci- ma, macchiate sottilmente di nero per traverso a zic-zac sullo stelo. Alcune macchie grandi biancastre sulle sca- polari, e sulle cuopritrici. Piccole cuopritrici inferiori bianche, con 1’ estremità lionata, ed una linea scuro-nera sullo stelo: grandi cuopritrici nere nella cima, bianca- stre alla base. Remiganti primarie lionate alla base, gial- lo-cenerine verso la cima, con fasce trasverse nerastre, e punteggiate di nero verso l’ apice. Penne della gola, gozzo, petto, addome, e fianchi lionate con l’ estremità bianca; una macchia nera longitudinale sullo stelo; e varie fasce trasverse ondolate. Penne che cuoprono i tar- si, lionate. Unghie nere. SINONIMIA Otus seu Asio Aldr. Ornith. T. I. p. 519. Tab. 523. 524. Gufo comune, Barbagianni Stor. degli Ucc. Tav. 82. 83. Meyer et Wolf, Ois. d’Allem. Livr. 12. pl. 1. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc, Le Moyen-Duc, ou Hibou. Ingl. The long-eared Owel. Ted. Die Wald-Ohreule. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 12. Coda: sol- di 5. Apertura del becco: quatt. 2. picc. 2. Tarso: sol- di 1. picc. 6. Costumi. Non è molto raro: abita nei boschi: per il solito in inverno in quei di piano, in estate in quei di monte. Si ciba d’ uccelletti, topi, pipistrelli, insetti ec. La notte grida con voce forte, e lamentevole. Propagazione. Ordinariamente non pensa a fabbricar na ORDINE PRIMO nido, ma si impadronisce d’ uno di quelli abbandonati dalle Cornacchie, o Agasse, o Falchi Capponi. Vi par- torisce quattro , o cinque uova rotondate e bianche (1). Non è di mia scienza che covi in Toscana. ALLOCCO DI PADULE STRIX BRACHYOTUS Ls. Ciaff corti: addome lionato, con sole macchie longitudi- nali nere : diti coperti di penrie. | Strix pennis auriculoformibus drevibus: abdorine hel» volo, maculis longitudinalibus nigris: digitis pennatis, Becco nero. Iride gialla. Cerchio di color bianco e lionato, macchiato di nero. Gote scuro-lionate; parte media della faccia bianca, striata finmamente di nero. Gontorno degli occhi nero, più esteso dal lato esterno: gola bianca. Due ciuffetti piccoli e poco visibili sulla te- sta. Penne del vertice, della cervice, dorso; e scapolari, iallo-Hionate con larga fascia longitudinale nel mezzo . Penne delle parti inferiori giallo-ceciate con fascia nera longitudinale sulla parte media. Regione anale ceciata . Cuopritrici superiori e remiganti secondarie scuro-nere, con macchie trasverse ceciate, e qualcuna bianca . Remi- ganti primarie lionate con delle fasce trasverse, e la pun- ta di color nerastro. Cuopritrici inferiori ceciate con larga macchia nerastra. Coda lionata, con fasce trasverse ne- rastre. Penne che cuoprono 1 tarsi, ceciate. Unghie nere. SINONIMIA Strix Ulula. Strix brachyotus Lin. cur. Gmel. Strige stridula Storia degli Uccelli Tav. 95. Buffon Planch. enlum. num. 458. NOMI VOLGARI, STRANIERI Franc. La Chonette A aigrettes courtes, ou Brachiòte. Ingl. The Shont-eared Owl. Ted, Die Sumpf-Ohreule. (1) Temminck ibid. pag. 103. A UCCELLI DI RAPINA 93 Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 14. Apertura del becco: quatt. 2. picc. 2. Tarso: quatt. 5. pice. 1. Coda: soldi 4. quatt. 2. Costumi. Probabilmente questo Allocco va a passare l’estate su i monti, o nei paesi transalpini, giacchè mai in questa stagione ne ho veduti nella pianura Pisana, ove d’altronde è assai comune nelle altre. In autunno, e in inverno abita le nostre giuncaje e le rive de’ paduli, così che allora accade spesso di vederne alzare quando si bat- tono questi luoghi con i cani, cercando i Beccaceini, i Rè di Quaglie, le Gallinelle, i Voltolini ec. Sono allora grassissimi e molto buoni a mangiarsi. Nel loro stomaco io ho sempre trovati dei Topi acquajoli (Lemmus am- phibius), dei Topi campagnoli ( Mus arvalis), delle Prispole, dei Pett' azzurri, ed aliri animaletti propri ai luoghi umidi. Propagazione. Fa il nido sulla terra, o sopra qualche grossa zolla fralle erbe, e particolarmente nei luoghi pa- lustri (1). ASSIOLO STRIX SCOPS Lin. Ciuffi mediocri: addome bianco e fulviccio, con strie ne- re longitudinali, ed altre sottilissime trasverse; tutto finis- simamente punteggiato di cenerino: dita nude. Strix pennis auriculceformibus mediocribus: abdomine albo subfulvo , striis nigris longitudinalibus, transversisque concoloribus tenuissimis, punctisque minutissimis cinereis notato: digitis nudis. Becco cenerino-bruno. Iride gialla. Tutte le penne del corpo hanno una stria nera lungo lo stelo, di gros- sezza disuguale, che spesso manda alcune sottili dirama- zioni, le quali vanno verso il margine, risalendo anche verso la base: tutto il rimanente della penna è dipinto regolarmente da piccoli punti, e sottili strie trasverse on- dolate, scuro-cenerine. Il color delle penne varia nelle (1) Temm. ibid. pag. 100. 54 ORDINE PRIMO varie regioni: quelle che circondano l'occhio, quelle dei lati del collo, del petto, e dei fianchi son bianco» cenerine con alenne sfumature bianche. Le penne della parte media della fronte, e del vertice, dell’occipite, del- la cervice, del dorso, le cuopritrici delle ali, le scapo- lari, e le penne del sopraccoda son di color lionato-bru- no, con aleune macchiuzze bianco-cenerine, Le scapo- lari esterne hanno una larga macchia nera nella cima, ed il loro lato esterno è lionato senza alcuna macchia. L’addome è biancastro, macchiato da strie nere come quelle dell’ altre parti. Una larga macchia bianca ovata, è all'estremità delle cuopritrici tanto grandi che mezza- ne. Le remiganti son bruno-nere macchiettate di lionato particolarmente dal lato esterno, ed all’ estremità: di più hanno esternamente una serie di larghe macchie ceciate. Le cuopritrici inferiori son grigio-ceciate senza alcuna macchia. T'imoniere colorite presso a poco come le altre penne. Piedi delicati. Tarso coperto di piccole penne ceciate, con una stria bruna sul mezzo. Diti nudi, ce- nerini, coperti da piccole squame. Unghie nere. SINONIMIA Strix zorca. Strix Carniolica. Srix Scops Lin. cur. Gmel. Scops Aldrov. Ornith. Tom. 1. pag. 532. Assiolo Storia degli Uccelli Tav. 85. Meyer et Wolf, Ois. d'Allem. Livr. 8. pl. 1. NOMI VOLGARI. TOSCANI Tassolo Yecchiano. Chiù Fiorentino, Senese. Usciolo Fiorentino. Assiolo Pisano . STRANIERI Franc. Le Scops, ou Petit-Duc. Ingl. The Scops-eared Owl. Ted. Die Zwerg Ohreule. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 7. quatt. 2. A- pertura del becco: picce. 6 Coda: soldi 2. Tarso: soldi 1. Costumi. È l’ Assiolo l’unica Strige che emigra da uno a un altro continente. Egli passa l'inverno nell’ Aflrica e UCCELLI DI RAPINA 25 nell’ Asia settentrionale, 1’ estate nelle parti meridionali d'Europa. Tostochè comincia a farsi sentire il tepore del- la primavera egli ritorna da noi, ed in quelle dolci e quie- te serate, prima ancora che il Rosignolo incominci a can- tare, odonsi gli Assioli, che sparsi su i Pioppi delle nostre canipagne, formano un concerto strano, ma piacevolmen- te melanconico, unendo il loro fischio monotono, e ri- petuto ad uguali intervalli, collo stridulo gracidare d’in- numerabili cori di Raganelle . Questo fsh che assai bene s' imita con la par col i sì seguita a ir ie serate d’ estate, ma siccome allora son gli Assioli quasi sempre occupati nell’ educazion dei figli, più di rado, e per meno tempo essi cantano. In libertà non sì cibano che d’insetti: almeno nello stomaco di più e più diecine non ho trovato altro che avanzi di Scarabei, Locuste, Grilli, ec. Le osservazioni di Spallanzani son pur con- formi alle mie su questo punto: ond’ è che credo abbia- no errato quei Naturalisti, i quali asseriscono nutrirsi gli Assioli ancora di piccoli vertebrati. La delicatezza del becco e degli artigli prova essa pure che son destinati solo a ghermire e dior, piccoli animali, e deboli. Pci Depongono le uova ia natu- rali degli alberi sopra il terriccio che vi trovano, senza farvi nessun nido. Queste uova son quattro o cinque per covata, rotondeggianti, e bianche. Caccia. Nelle notti di primavera, quando sono in amo- re, è facile uccidere de’ maschi, nascondendosi ai piedi d’un albero secco, o poco fronzuto, ed imitando il loro canto col fischio. Quei che son nelle vicinanze, rispon- dendo al fischio vanno a posarsi sull’ albero sotto di cui è il cacciatore, ed espongonsi così ai suoi colpi. Quando poi nel giorno i nostri contadini ne scu ioprono qualcuno nascosto fra i rami, ecco il modo con cui il più delle volte riesce loro di prenderlo. Uno fra essi pone un cap- pello in cima ad una pertica della lunghezza necessaria per arrivare I’ Assiolo, ed insieme con un compagno ar- mato d’altra pertica, ALL cui estremità vi sono due o tre pamuzzi disposti a ventaglio, và all'albero ove l'uccello 76 ORDINE PRIMO è nascosto. Allora il primo facendo girare lentamente il cappello, adagio adagio s’ accosta all’Assiolo . Quello, che di giorno vi dn gue poco, riman sorpreso alla vista d’un oggetto per lui sì strano, in esso fissa gli occhi, attentis- simamente lo guarda, e non fa alcuna attenzione all al- tro contadino che di dietro, quatto quatto, gli s° acco- sta, e gli pone addosso i paniuzzi. CIVETTA STRIX PASSERINA Lux. Penne della schiena cenerino-giallicce con delle macchie bianche rotonde: iride gialla: coda troncata: dita quasi nude verso la cima. Stria pennis dorsalibus cinereo lutescentibus maculis albis rotundis notatis: iride lutea: cauda truncata, digitis apice subnudis. Adulti. Becco giallo-verdastro. Cera olivastra. Iride gialla. Cerchio poco distinto, di color bianco-lionato, macchiato di cenerino-rossiccio. Faccia biancastra. V” è un secondo cerchio di macchie cenerino-giallicce , ‘attor- no agli occhi. Tutte le pari superiori di color cenerino tendente al lionato, con una gran macchia bianco-gial« liccia sulla collottola; molte piccole macchie bianco-lio- nate sulla testa, e molte macchie bianche grandi, roton- de sulle scapolari, e sulle cuopritrici delle ali. Gozzo bianco: petto, addome, e fianchi di color bianco, o bian- co-lionato, macchiato irregolarmente di cenerino cupo. Regione anale, e sottocoda bianco-ceciata. Remiganti scuro-cenerine, con macchie rotonde bianco-giallastre su i margini. Coda cenerino-rossiccia, con quattro fasce tra- sverse, interrotte, lionate. Tarsi coperti di penne bian- castre. Dita coperte alla base da poca calugine bianca, e da pennuzze setolose; ultima falange nuda. Unghie nere. I giovani avanti la prima muta hanno i colori ten- denti più al cenerino e punto misti col giallastro . UCCELLI DI RAPINA mn SINONIMIA Noctua Aldrov, Ornith. T. e. 543. Tab. 544. 545. Civetta nostrale Stor. degli Uccalli Pay. 86. 87. (adulti) Buffon Planch. enlum, num, 439. NOMI VOLGARI » TOSCANI Cuccumeggia Lucchese. STRANIERI Franc. La Cheveche, ou Petite Chouette. Ingl. The Little Owl. Ted. Der Stein-Koutz. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 8. Coda: soldi 2. pice. 5. Tarso: soldi 1. picc. 1. Apertura del becco : picc.. 7. Costumi. È uccello 1 rapace notturno più comune in Toscana. Non vi è quasi abitazione di contadino, sul tetto della quale non stia la Civetta: non vi è fabbrica vecchia nelle cui mura siano buche o spacchi, ove non vivano più coppie di questi uccelli: ed inoltre una quantità non piccola, vive nelle cavità degli alberi e nei massi non mol- to lontani dall’ abitato. Sana uccelli che meno degli al- tri congeneri temono la luce del sole, così che non di rado vedonsi anche nel giorno slanciarsi dall’ albero , o dalla buca d’ un muro dove stavan nascosti, addosso ai piccoli animali che passano a loro vicini. Ma l’ epoca per essi la più adattata alla caccia è, come per P altre Strigi, il nascere e il tramontare del suli i grossi insetti, i TRO, 1 topi, i pipistrelli, le passere, le bla: ec fanno il loro ordinario, e prediletto cibo. Appena han scoperto alcuni di questi animali, se ne sono ad una giusta distanza, loro piombano addosso quasi ad ale AMinso lo Sn con una zampa, e tornano poi al luogo da cui son partiti, Là, con la lor vittima sospesa agli artigli, ri- mangono in quiete per qualche tempo, av anti d° udide la con due o tre colpi di becco. Se è un uccello, prima di mangiarlo lo pelano, e se è un quadrupede lo spellano con 98 ORDINE PRIMO la massima destrezza, e lascian la pelle, che sempre tro- vasi rovesciata, cioè col pelo al di dentro. Come le altre Strigi, ha la Civetta il costume di gridare nella notte, e particolarmente nel tempo degli amori. Allora anche in mezzo alle città più popolate, ove sempre ne abita un gran numero, sentonsi i loro gridi aspri e monotoni, creduti d’un augurio sinistro dalle deboli menti delle vecchiarelle, ed anche riguardati come indizio certo di morte quando si odono vicino alla finestra d’ un malato. Dei resto, hanno le Civette un canto che è loro partico- lare, e che assai bene si può scrivere colle seguenti sil- labe: cu cu tio, cu cu tio, tio, tio, ripetuto più volte di seguito. Ma sempre non è lo stesso; altre volte è una specie di sordo sgnaulio, alire un gemito flebile e pro- lungato, al sommo spiacevole e tetro, dimudochè sono in qualche modo compatibili quelle persone ignoranti e superstiziose, che sentendo voci sì strane nell’ ore in cui il silenzio e 1° oscurità della notte dà forza ai terrori del- l'immaginazione, attribuiscono poteri soprannaturali agli autori di tali orride voci. Nonostante tutte le cattive pre- venzioni che vi sono per le Civetie, moltissime se ne al- levano, e si tengon domestiche in Toscana. In grazia delle loro gesticolazioni mimiche , delle continue rive- renze che fanno con la testa e col corpo, sono adattate più d'ogni altra Strige a risvegliare la curiosità, e a ri- chiamare attorno di loro gli uccelli diurni: di più, essen- do così comuni, ed educabili così facilmente, son pre- ferite a tutte le altre loro congeneri per adoprarle nelle cacce come zimbello. Nel Luglio, nell’ Agosto, e nel Settembre, girando pei borghi, e piccole città di Tosca- na, accanto a quasi tutte le botteghe, se ne vede un nu- mero grandissimo montate sopra le loro grucce o sostegni foderati di rosso, che attente, e con paura osservano ogni moto del padrone e maestro, e fan continuamente in- chini a quei che vedon passare. Come in seguito dirò, esse son lo strumento principale d’un gran numero di cacce, per esempio quella de Codibianchi, de’ Pettiros- si, Strisciajole, Lodole ec., cacce tutte facili, che ri- UCCELLI DI RAPINA 59 chiedono poca spesa, assai profittevoli, e che per conse- guenza son nei giorni di festa, il sollievo e la delizia d’un gran numero di manifattori. L'educazione che debbono aver le Civette per queste cacce, è d’imparare a scende- re dalla gruccia sulla terra, e dipoi ritornar sulla gruc- cia: alcune ve ne sono che da sè stesse eseguiscono que- sti movimenti, ma il numero maggiore ha bisogno d’es- servi incitate dall’ uccellatore, mediante il Z7/one. Propagazione. Nidifica su i tetti, e per il solito ai pie- di de’ cammini, nelle buche de’ muri, o nei tronchi de- gli alberi. Le sue uova sono in numero di due, quattro, o cinque per covata, rotondate, bianche, e più piccole di quelle di Piccione. Caccia. Quelle per addestrarsi a volar sulla gruccia, od a fare i ritornelli, come dicesi dai cacciatori, ordi- nariamente sì prendono quando son nidiacee. Nella no- stra pianura sì prescelgono le nate sopra i tetti: quelle nate nei tronchi degli alberi meno s’ apprezzano, creden- dosi comunemente esser più deboli, ed aver penne più fragili e vetrine. In alcuni luoghi della Toscana si fa la caccia anche alle vecchie, o per adoprarle come zimbel- lo, 0 per mangiarle, giacchè quando son grasse son assai delicate, e saporite. Per far questa caccia, va } uccellato- re sul venir della sera in una valletta, spogliata d’alberi, arbusti, o qualunque altro posatojo, ma circondata da boschi, o non lontana dall’abitato, e nel suo mezzo pone sel, o sette bastoncelli guarniti di paniuzzi. Egli poi sdra- jatosì in terra, e nascosto o con frasche, o sotto qualche cespuglio, imita i varj gridi delle Civette. Tutte quelle delle vicinanze, allora accorrono nella vallata, e svolaz- zando da un luogo all’ altro, incappano quasi sempre nel vischio . * CIVETTA CAPOGROSSO STRIX TENGMALMI Lin. Penne della schiena cenerino-scure con macchie bianche rotondate: iride gialla: dita coperte abondantemente di pens ne fino alle unghie: statura d’ una Ghiandaia,. de ORDINE PRIMO Strix pennis dorsalibus cinereo-brunneis, maculis albis rotundis notatis: iride lutea; digitis unguium tenus dense pennatis: statura Corvi glandarii . Becco giallo, scuro-nero alla base. Iride gialla. Pen- ne delle parti superiori, delle ali, e della coda cenerino- scure con macchie rotonde, sparse, bianche. Fronte bian- castra. Una macchia nerastra fra Y occhio e le narici. Parti inferiori bianche, con macchie cenerino-scure. Ali piuttosto grandi. Coda lunga. Tarsi, e diti coperti da penne bianchicce, folte e lunghe. Unghie grigio-nere. SINONIMIA Strix funerea. Strix Tengmalmi Lin. cur. Gmel. Meyer et Wolf, Ois. d’Allem. Livr. 6. pl. 2. Ranzani, Elem, di Zoologia T. 3. part. 7. Tav. 24. fig. 4. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc, La Chouette Tengmalm. /ngl. The Tengmalm Owl. Ted. Der Tengmalms Kautz. Dimensioni. Femmina. Lunghezza totale: soldi 8. Apertura del becco; picc. 6. Tarso: picc. 11. Coda: soldi 3. picc. 5. Costumi. È propria delle regioni boreali: pure qual- che individuo ne è stato preso nelle Alpi Italiane. Ne ho veduti alcuni individui conservati nel Museo di Torino, stati presi in Piemonte. Propagazione, Al dir di Temminck nidifica nelle bu- che de’ tronchi degli Abeti, e partorisce due uova bianche. GUFO SALVATICO STRIX ALUCO Lin. Dorso cenerino con larghe fasce longitudinali e delle tra- sversali strette, c ondolate, nere; coda rotondata: iride nera. Strix dorso cinereo, fasciis atris latis longitudinalibus , transversisque angustis, undulatis: cauda rotundata: iride nigra. Maschio adulto. Becco biancastro-verdognolo . Iride A a UCCELLI DI RAPINA 81 nera-turchiniccia. Cerchio bianco macchiato di nero, e di fulvo. Faccia cenerina macchiata di nerastro. Penne del vertice, cervice, dorso, scapolari, e cuopritrici supe- riori bianco-cenerine, con leggiera sfumatura fulva in vari punti, una fascia nero-cenerina longitudinale sul mezzo, e molte fasce strette ondolate trasverse. Una serie di mac- chie bianche sulle scapolari esterne, e varie sparse sulle cuopritrici superiori. Penne delle parti inferiori bianche, con una fascia nera longitudinale in mezzo, e molte fa- sce strette, ondolate, trasverse . Remiganu primarie scu- ro-Nere, lola di biancastro. Cuopritrici inferiori bianche, con sfumature ceciate, e macchie longitudinali nere, Coda retondata grigio-nerastra, celati in tra- verso di linee ondolate nerastre. Penne che ricuoprono i tarsi e i diti, bianche, macchiate di cenerino nerastro . Unghie nere. Femmine adulte: hanno tutte le penne, tanto delle parti superiori che delle inferiori, colorite di fulvo più o meno acceso, I giovani avanti di spuntare le penne son coperti di calugine cenerina, striata in traverso di nerastro. SINONIMIA Strix stridula Lin. Latb. Ulula, Aldrovandi Ornithologix, T. 1. p. 54o. Strige Allocco. Storia degli Uccelli Tav. 94. (adulto). Meyer et Wolff, Ois. d' Allem. Livr. 28. pi. 3. 4..&. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. La Hulotte, ou le Chat-huant. /g0. The Tawoy Owl. Ted. Der Wald-Kautz. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 14. quatt. 1. Apertura del becco: soldi 1. Tarso: quatt. 5. picc. 3. Coda: soldi 5. picc. 3. Costumi. Abita sempre 1 boschi : nel giorno stà nasco- sto fra i rami. È comunissimo nei boschi delle campa- gne Pisane. Si ciba di Topi, uccelli, rettili ec. ma dei primi, e particolarmente di quei di campagna (Mus de- Tomo I. Î 6 82 ORDINE PRIMO cumanus Lin.) e de tettajoli (Mus tectorum Nob. ) ne fa grandi stragi. Nell’inverno del 1825-26 uno di questi veclli si stabili nell’Orto Botanico di Pisa, e vi si trat- tenne fino al tempo degli amori, TREO: de’ Topi che vi chiappava : nel giorno stava rimpiattato in una bas- sa Sughera posta in luogo anche molto frequentato, e non si impauriva punto i vicino, e nemmeno fermandosi ad osservarlo. In qualche Loss di Toscana, per esempio a Pitigliano, s ia per servirsene di zimbello come si fa delle Civette . Propagazione. Cova nelle buche degli alberi, oppure nei nidi abbandonati dai Falchi o dalle Cecche: le sue uova son candide, grosse presso a poco come quelle di gallina, ma più sferiche, ed in numero di quattro o cin- que per covata. BARBAGIANNI $STRIX FLAMMEA Lis. Schiena giallo-lionata striata finissimamente di cenerino in vari puvti, e con macchiuzze bianche e nere: iride nera, Stria dorso helvolo-lutescente hinc inde nrinutissime cine - reo-striato, maculisque ecxiguis albis et nigris notato: îride nigra. Becco bianco-gialliccio. Iride nera. Cerchio visibilis- simo, formato di penne troncate nella cima, le interne bianche , le esterne fulve; fra queste, quelle situate ver- so la gola sono macchiate di rerastro all’estremità. Fron- te bianca: una macchia bajo-fulva avanti l'angolo inter- no dell’occhio. Parti superiori giallo-lionate , con mae- chiette nerastre rotondate sparse; o con finissime fasce trasverse a zic-zac cenerine, e sullo stelo con macchie alternanti angolate bianche e nere. Parti inferiori bianco- nivee o bianco-ceciate, ordinariamente asperse di mac- chiette nerastre, rotondate; qualche volta affatto imma- colate. Remiganti lionato-fulve esternamente, interna- mente bianche, con fasce trasverse, rade, o cenerine o nerastre. Coda lionata, macchiettata di cenerino verso UCCELLI DI RAPINA 83 la cima, con quattro fasce trasverse, nerastre, più o me- no distinte. Tarso coperto alla sua base di penne bian- che, corte, che diminuiscono verso la metà, così che verso l’ articolazione de’ diti, il tarso non è coperto che da setole sotuli, e rade. I diti sono anch’essi coperti da sole setole. Unghie color di carne. I giovani avanti d’ impennarsi sono coperti da una calugine copiosa, e bianchissima. SINONIMIA Aluco minor. Aldrov. Ornith. Tom. 1. pag. 536. 588. Allocco comune, e Allocco bianco. Storia degli Uccelli Tav. 91. 92. Meyer et Wolf, Ois d’Allem. Livr. 29. pl. 3. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. L’Effraie, ou Fresail. fngl. The White Owl. Ted. Der Schleier-Kautz. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 12. Coda: sol- di 3. pice. 5. Apertura del becco = soldi 1. pice. 3. Tar- so: soldi 2. quatt. 1. Costumi. Spessissimo grida nella notte. La sua voce è fioca e debole, e produce perlopiù un romore simile a quello che fa un uomo russando fortemente. Dimora nelle buche o nelle crepe delle fabbriche semidirute, nelle soffitte o fralle travi degli antichi edifizj. La Cupola del Duomo di Firenze, il celebre Camposanto di Pisa, le Mura urbane ed un infinità d’ altri luoghi, ne sono popolatissimi. Di giorno stà sempre nascosto, e sorte alla caccia soltanto dopo il tramontare del sole. Allora gira con grande attività in traecia dei Topi, o dei Pipi- strelli, o per sorprendere qualche albergo d’ uccelli: e se per disgrazia impara una colombaja, ad uno per sera uccide, e porta via tutti i Piccioni. Propagazione. Nidifica nelle buche. Le sue uova so- no biancastre , cinque, o sei per covata. ORDINE SECONDO UCCELLI SILVANI PASSERES CARATTERI D’ ORDINE liceo non adunco. NaArIcI o nude, o coperte da peli, o pennuzze. GAMBE qua- si sempre intieramente coperte di penne. Tarso sottile, di mediocre lunghezza. Dr- TI quattro, tre davanti e uno di dietro, o due davanti, e due di dietro; tutti artico- lati al medesimo piano; i tre anteriori, 0 solo i due esterni, uniti alla base. UNGHIE mediocri, arcuate, acute, poco mobili. RosrtruMm non aduncum. Narzs vel nudo, vel pilis pennisve tectae. TiBre fere semper ex toto plumosa. Tarsus gracilis mediocriter longus. Drerri quatuor, tres anterlores, unus posticus, vel duo anteriores, et duo postici, om- nes in eodem plano articulati; tres an- terlores, vel duo extimi tantum, basti membranula connexi. UncuEs medio- cres, arcuate, acute, vix mobiles. 86 ORDINE SECONDO COSTUMI Il loro nutrimento è vario: alcuni non mangiano che semi , altri soli insetti. I più si cibano indistintamente di frutti ed insetti, e quasi a tutti piacciono al massimo se- gno le frutta. Altri amano ancora la carne, ed anche quella semicorrotta, ma non ve n’ è nessuno che si nu- tra esclusivamente di carni, come gli uccelli compresi nell'ordine precedente. Sono monogami. | giovani han bisogno d’ esser covati ed imboccati, avanti di poter da loro stessi cibarsi. CUAUCOCIE La carne di quasì tutti i Si/vanz è buona a mangiare, ed in conseguenza sono state trovate un infinità di ma- niere per far loro la caccia. Secondo il mio metodo, tutte quelle usate in Toscana per pr ‘ender una od un al- tra specie, io le descrivo in ragione che parlo delle spe- cie medesime: ma siccome riguardo ai Sti/vanz alcune cacce vi sono con le quali, non una, ma un gran nume- ro di razze d’ uccelli si prendono nel medesimo tempo, egli è però che di tali cacce, in seguito delle altre genera- lità, qui ne pongo la descrizione. Son cinque quelle di cui ora voglio parlare, cioè il Chioccolo, la Ragnaja, il frugnòlo, il Diavolaccio, e la caccia all’ Abbe- veratojo . La caccia del Chioccolo, o Fistierella, o Fraschetta non differisce molto dalla Pipée de’ Francesi, anzi si do considerare come una modificazione di quella Pren- e nome dal fischio che adoprasi in essa per r attirar gli uccelli, che è il medesimo con cui imitasi il MIRO delle Merle. Egli è un fischio d’ottone della figura di quello da DaTole. ma quasi tre volte più Ende. Gli uccelli si prendono mediante piccole bacc Higtré lunghe circa mezzo braccio, quasi dappertutto invischiate , a cui si dà il nome di Parsuzai . Per trasportarle si tengono tutte insieme riposte nel Panzaccio, custodia o fodero di carta pecora: la sola estremità non invischiata rimane 4A + UCCELLI SILVANI 87 al di fuora, ed è o appuntata o meglio anche armata d’ uno spillo. Si fa la caccia al nascere o al tramontar del sole, qualche volta anche sul mezzogiorno , nei luo- ghi macchiosi, o in mezzo ai giovani Z'agl: o boschi ce- dui, vicino a botri ben guarniti d’alberi, o a boschetti ove sian soliti andare all'albergo molti uccelli. Là si sce- glie un luogo mediocremente distante dagli alberi alti, ed in cui siano due o tre giovani piante poco fronzute, ed alte solo otto o dieci hiceani in mezzo di queste de- vesi fabbricare, e mediante i loro rami più bassi, e me- diante altri rami e frasche che si tagliano nelle vicinanze, un capannello capace di contenere una o due persone, avvertendo bene di cuoprirlo esattamente, e non lasciarvi . nessuna apertura per la quale possan gli calli scuoprire il cacciatore. Debbonsi poi togliere agli alberetti che cir- condano la capanna, tutti i rami sottili, e lasciare ad essi semplicemente i grossi come il maggior dito, o poco me- no. Col piegarli, legando quei d’una pianta con quei dell’altra, si distendono in modo da farli stare orizzon- talmente più che si può, e da circondare il meglio pos- sibile il capannello. Guarnisconsi quindi tatti questi ra- mi di paniuzzi, che mediante lo spillo di cui se ne è ar- mata la cima, si ficcano nella scorza in modo che fac- ciano col ramo, presso a poco, un angolo di quaranta- cinque gradi, o che siano distanti un palmo circa gli uni dagli altri. Se non son muniti dello spillo si fan stare sù i rami ficcandone la punta in tanti intacchi fatti nella scorza. Abbiasi cura che nessun posatojo resti senza pa- niuzzi. Tutto ciò preparato, non manca per incomincia- re la caccia, che d’ aspettare il momento opportuno , va- le a dire quello in cui gli uccelli lasciano il bosco per andare a pascere nei campi, nelle vigne ec., o quando ritornano al bosco per dormire, cioè, come ho detto , o poco dopo il nascer del sole, o poco avanti il tramonta- re. Si nasconde allora il cacciatore nel suo casotto , e comincia a fischiare col Chioccolo, cioè a fare escire a traverso di questo un suono, o romore monotono e pro- lungato, simile a quella voce o softio , come suol chiamar- 88 ORDINE SECONDO si, che fanno i Gaiti e le Civette vedendo qualche loro nemico. Tutti gli uccelletti che stan nelle vicinanze, pro- babilmente prendendo quel romore per la voce di qual- che Gufo o Barbagianni, animati dall’ antipatia che han per questi loro nemici, tutti entrano in moto. Fischian- do, svolazzando, s’ avvicinano adagio adagio al luogo da cui parte quella voce sirana. Quei che sono a una distanza maggiore, benchè non odano il Chioccolo, sentendo il grido de’ primi, anch’ essi rispondono, ed agli altri s° ac- costano, così che ben presto una folla ne è intorno alla tesa. Le Ghiandaje, i Merli, le Cince, le Capinere, i Fringuelli sono de’ primi ad accorrere, e a sparger nel bosco l’allarme: tutti agitatissimi ed irati, sono conti- nuamente in moto con } ali, e con la coda; volando di rametto in rametto, chi gracchia, chi fischia, chi chioc- cola, tutti insomma con le varie lor voci fan conoscere il sentimento che gli agita. Siccome non vedon niente da spaventarli , sempre più s' accostano alla capanna del cac- ciatore, e la loro curiosità e rabbia essendo maggiormen- te incitata dal fischio che odono più da vicino, anche di più vogliono appressarsi a questo, e volano sopra i rami imminenti al capanne!lo: ma non badando al visco, po- sandosi sopra i paniuzzi o ramoscelli posticci, o sacche solo urtandovi, ci restano impaniati, e con i loro sforzi e col loro peso, li staccano, e seco li portan’ cadendo. 1’ uccello allora che trovasi preso, stride sempre più, e sempre più dibattendosi , maggiormente s'invischia. A quei gridi, accorrono nuovi uccelli, che dalla rabbia af- fascinati, non prendono ammaestramento dalla disgrazia dei compagni, ma ancor essi stolti si precipitano verso la loro rovina; così che quando la foresta sia ben popo- lata d’ uccelli, ben presto termina la caccia, per non es- ser rimasto più alcun paniuzzo su gli alberetti. Una caccia d’invenzione Hora secondo alcuni autori, è quella della Ragraja. Moltissimi uccelli si prendon con essa, e di molte razze; ma richiede dei grandi preparativi. Son necessarie strisce di macchia ( dette Ragnaje ) espressamente piantate, o ridotte con UCCELLI SILVANI 8a arte, e delle reti vastissime. Queste reti, che diconsi Ra- gne; giacchè gli uccelli restanvi presi nell’ urtarvi, co- me gl’ insetti in una tela di Ragno, son triple: la media è di maglia sottile; le due esterne sono di maglia larga da un palmo, e servono a far produr sacco alla rete di mezzo, quando in essa incappa qualche uccello. Verso il levare, o il tramontar del sole tendesi la Ragna attra- verso alla macchia, di cui essa deve aver la larghezza, e l’altezza. Dipvi molte persone scacciando ora da una e- stremità del boschetto, ora dall’ altra, verso la rete, fan sì che gli uccelli nel fuggire vi inciampino, e vi si avvi- luppino. Ma siccome l’ Olina nella sua Uccelliera parla estesamente di questa caccia, e in special modo, del- la piantatura, e mantenimento della Ragnaja, così a quell’ opera rimando, chi volesse averne notizie più mi- nute ed estese. Il frugnòlo è una caccia che si fa di notte, in autun- no, ed in inverno. Consiste nell’andare a sorprendere gli uccelli ai loro alberghi, ed ha preso il nome da quella specie di lanterna che adoprasi per scuoprirli, detta /ru- gnòlo , corrottamente da /ornuolo, giacchè in qualche modo è simile ad un piccolo forno. Si fa questa caccia da due persone, una delle quali porta il Frugnòlo e la ftamata, che è una specie di mestola fatta di vimini: l’altra persona porta la Balestra ed una buona provvi- sta di palle di argilla. Deesi aspettare per entrare in caccia l’ un’ ora di notte, ma è inutile il tentarla se la luna è sull’ orizzonte; quanto più } oscurità è profonda, tanto più felice riescirà la caccia: e quelle rigide notti d’ inverno in cui spira una leggiera tramontana , accom- pagnata da sottil pioggia, o nevischio, sono le più adat- tate. Allora girando per i borroni coperti di macchia, per le vallatelle boscose, nei giovani Tagli, ed avendo cura d’esaminar particolarmente quei siti 1 più riparati dal vento, s' è certi di trovare una buona quantità d’uc- cellame. Egli è uno spettacolo bellissimo e sorprendente il vedere i Tordi, i Merli, le Ghiandaje ed un infinità d’ uccelli che nel giorno solo da lontane possono esami- 90 ORDINE SECONDO narsi, come allora benchè liberi e desti rimangano, in faccia al cacciatore, immobili e sorpresi, vedendo quella luce strana ed improvvisa: molti ancora neppure si de- stano; con la testa nascosta sotto l'ala, tutte Je penne dell’ addome e dei fianchi soffici, e rimboccate verso il dorso, sembrano tanti palloncini di lana. È necessario che i cacciatori abbiano l’ occhio già avvezzo a vedere di notte nelle frondi gli uccelli, giacchè altrimenti, Y' illu- sioni delle ombre, e l’effetto della luce artificiale gl’ in- ganneranno, talmente che la massima parte sfuggirà al loro esame. Quando il frugnolatore ha scoperto un uc- cello ei lo percuote con la Ramata, se è basso ed allo sco- perto, altrimenti il balestriere che sempre a lui si tene d’appresso, nascosto nell’ ombra della lanterna, l’atterra con il suo colpo. Se la Balestra è d’ arco dolce, e fab- bricata in modo da non produrre rumore nello scatto, quando s incontrano tre o quattro uccelli a pollajo sul medesimo ramo ) ed anche uno accanto all’ altro, tutti successivamente si possono abbattere: perciò È role le la Balestra allo Schizzetto che alcuni in vece di que- sta sogliono adoprare. Il Diavolaccio. Anche questa è una caccia che si fa nella noite. Se nell’oscurità gli uccelletti sono spaventa- ti, e vedono un lume, quasi sempre accorrono verso di esso. Sopra questo loro costume è fondata la caccia del- la quale ora parlasi. Sù d’ una serie di bacchette, con- gegnate a raggio attorno ad un centro, presso a poco co- me le stecche d’un ombrello, si forma una specie di re- te, intralciandovi dello spago impaniato, e nel mezzo, sul centro, vi si appende un lume. Mediante un manico articolato alla rosta, presso a poco come quello delle ventarole , si tiene in alto quasi verticalmente questa mac- china, detta Diavolaccio. Un cacciatore, nelle notti bene oscure, porta il Diavolaccio lungo le siepi macchioni e boschetti, mentre un compagno dal lato opposto per- cuote tutti quei luoghi ove possono essere uccelli ad al- bergo. Questi spaventati e confusi, fuggendo, accorrono verso il lume, e rimangon presi urtando nella rete, o nelle mazze invischiate. UCCELLI SILVANI gi Della Caccia all’ Acqua, o all’ Abbeveratojo re- stami ora solo da dir qualche cosa. La necessità di sod- disfare ad uno de’ più tormentosi bisogni, alla sete, ha somministrato al cacciatore uno de’ mezzi i più efficaci, benchè non de’ meno crudeli, per impadronirsi d’ una gran quantità d’ uccelli. Quando 1’ ardente sole dell’ e- state, nel Luglio, e nell’ Agosto, ha disseccato la massi- ma parte degli stagni, de’ fossi, de’ ruscelli ec., un nu- mero immenso di volatili accorre, ed anche da gran di- stanza per dissetarsi a quelle fontane che tuttavia gemono un poco d’acqua, o a quelle pescine non ancora esauri- te. Conosciuto dall’uccellatore uno di questi abbeveratoj, se l’ estensione della superficie dell’ acqua a cui possono appressarsi gli uccelli è troppo grande, egli comincia dal ristringerla, cuoprendola di sterpi, e frasche. Dipoi con sottili paniuzzi, ne circonda tutto il rimanente del mar- gine che ha lasciato libero, o vi tende un pajo di reti aperte. Fabbrica con gran diligenza un capannello a di- stanza adattata per poter tirare le reti, o per potere invi- gilare la tesa di panie, e là dentro nascosto, paziente- mente attende la sua preda. Ma non molto egli stà ad aspettare: ben presto incominciano ad accorrere da tutti i lati gli uccelli. Colombacci, 'Tortore, Ghiandaje, Ri- gogoli, Averle, Picchi, Bubbole, in somma tutte quelle specie d’uccelli Silvani che stanno da noi in estate, e varj anche d’ altri ordini, possono esser preda del tendi- tore all’ Abbeveratojo. Cheti cheti, arrivano da un lato e dall’ altro del bosco, si fermano sugli alberi imminenti all'acqua, e molti accorgendosi delle mutazioni che vi sono state fatte, s° insospettiscono, ed anche un poco stan utubant. Ma ben presto 1° aspro bisogno di bere, che sempre vie più va incalzamdo, spess’ anche la sollecitu- dine di sollevar dalla sete i figli nel nido, li determina, e senz’ altro riflettere si gettano all’ acqua desiderata, e rimangono 0 avviluppati dalla rete, o invischiati ai pa- niuzzi. 92 ORDINE SECONDO T'RIBU IL. I RAPACI. COLLURIONES CARATTERI DI TRIBU Becco più corto della testa, compresso, su- badunco, intaccato, dentato. Apice della ma- sceLLA inferiore rivolto in alto. NARICI nude, o semicoperte dalle penne della fronte. GamsE vestite di penne. Diri tre davanti, e uno di dietro. RostRuM capite brevius, crassum, subadun- CUm , ecmarginatum, dentatum. MANDIBULA in- ferior apice sursum wersa. Nares nude, vel semitectae pennis frontalibus. Tia plumosa. DicitI tres anteriores, quartus posticus. Nota. Il solo genere Lanius, fra gli uccelli nostrali, co- stituisce la presente Tribù. La mancanza della cera, ed i piedi poco forti, e male armati, son gli unici caratteri che separino questi uccelli da quei di rapina, ed avvicinandoli ai Silvani, fan che essi costituiscono un passaggio natura- lissimo da uno all’altro di questi Ordini. COSTUMI Si nutriscono d’ insetti, d’ uccelletti, e piccoli mam- miferi, che prendono vivi da loro stessi. Sono molto co- raggiosi e forti. Nidificano sugli alberi, o nei macchioni. Abitano i luoghi boscosi. Quasi tutti emigrano. UCCELLI SILVANI 93 GENERE V. LAN: TUUS" Ln CARATTERI GENERICI Becco più corto della testa, subconico, molto com- presso all'estremità. Mascella superiore diritta alla ba- se, leggermente curva verso la cima, con dente e intacco ben distinto. Mascella inferiore assai robusta con l’e- stremità acuta, e rivolta in alto. Lingua scarioso-carti- laginea, triangolare, lacerata verso la cima. Marici ba- silari, semicoperte da una piccola membrana, alcune vol- te quasi intieramente ascose da pennuzze rivolte in avanti. Tarso scudettato, più lungo del dito medio. Diti tre davanti, uno di dietro; l’esterno appena saldato alla ba- se col medio. Unghie mediocri, poco adunche, pochis- simo retrattili. Coda grande, più o meno graduata, di dodici timoniere. Ali mediocri; prima remigante corta: seconda, o terza, o quarta le più lunghe. COSTUMI Sono i Zarnius uccelli di piccola mole, ma di molto coraggio. Non solo dan la caccia agli insetti i più grossi, loro ordinario nutrimento, ma spesso assalgono i piccoli uccelli, ed i piccoli dii Fieri ed insofferenti , scacciano dall’albero, ove han costruito il nido, qualunque altro uccello vi si voglia accostare, ed una volta ho vedu- to un’ Averla cenerina combattere coraggiosamente e fu- gare una Gazza che si era posata sull’Olmo ove l’Averla aveva i figliuoli. Stando ferme sopra le cime nude e più elevate degli alberi o de’ macchioni , specolano attenta- mente il terreno circonvicino, ed appena qualche grosso insetto esce dal suo nascondiglio gli piombano doo e lo divorano. Nella primavera, estate, e nel principio dell’ autunno questi uccelli son comunissimi per i nostri piani, e per i nostri colli, ma in inverno non si trova più 9% ORDINE SECONDO che qualche individuo del Lanius excuditor, e ben ra- ramente: tutte le altre specie vanno a cercare il nutri- mento ed il calore di cui han bisogno, di là dal mare, nei paesi più meridionali. Costruiscono il nido sugli alberi, e nei macchioni, con solidità ed eleganza, mediante pa- glie, muschi, licheni ec.; e spesso ancora con erbe fre- sche da loro colte a bellaposta. Le uova son subrotonde, in numero di cinque o sei, di color carnicino, o cele- stognolo, in un modo o in un altro macchiate. Caccia. Sul finir dell'estate si fa a questi uccelli una gran caccia, essendo molto buoni per mangiarsi . Le t- trose, i Paniuzzi , e gli Archetti sono i mezzi che più comunemente s’ adoprano per prenderli. Una Rufola ancor viva, posta nell’ interno della Ritrosa, o davanti al laccio dell’ Archetto , è per loro un esca irresistibile ; ed 1 cacciatori han cura di fare le tese su i prati che limita- no i boschi, in vicinanza di qualche albero, 0 grosso macchione, giacchè questi sono i luoghi ove sogliono an- dare le Averle per far la posta agli insetti. In questi stessi prati si fan le tese con le Panziuzze. Si sospende a poca distanza da terra una Rufola o qualch' altro grosso inset- to, mediante un filo: tre o quattro paniuzzi gli si metto- no attorno, infilzandone un estremità nella terra, ed è a questi che riman presa la Verla, mentre vuole impa- dronirsi dell’ insetto. La prima di tali cacce è usitatissima nella nostra pianura Pisana, ed essa occupa molte per- sone in autunno: l’altra è usata nei colli del Fiorentino « AVERLA MAGGIORE LANIUS EXCUBITOR Lin. Parti superiori cenerine chiare: petto bianco: base delle remiganti secondarie bianca, Lanius corpore superne pallide cinerascente: pectore al- bo: remigibus secundartis basi albis . Maschio adulto. Becco nero. Pileo, cervice, e dorso di color cenerino chiaro. Una fascia nera parte dalla ba- se della mascella superiore, passa l'occhio, e ricuopre UCCELLI SILVANI 95 orecchie. Sopraccoda e scapolari di color cenerino più chiaro. Fronte, sopraccigli, gola, gozzo, lati del collo, addome, fianchi, sottocoda, di color bianco. Ali nere. Base delle remiganti primarie e secondarie, ed estremità delle secondarie di color bianco. Timoniere bianche e nere: le prime esterne son bianche ed hanno una picco- la macchia nera alla base; le seconde anch'esse bianche, hanno alla base una macchia nera più estesa , nelle terze questa macchia lo è anche di più, così che le due medie sono tutte nere, ed hanno soltanto una piccolissima mac- chia bianca nella cima. Piedi neri. Femmina e giovani; hanno il petto traversato da delle sottili strie cenericce. Prororzione DELLE RemicsntI. Prima mediocre; se- conda eguale alla sesta; terza, quarta, e quinta le più lunghe e subeguali. SINONIMIA Lanius cinereus. Aldrov. Ornith. Tom. 1. pag. 386. Castrica palombina. Olina Uccelliera Tav. 91. Velia grossa. Storia degli Uccelli Tav. 53. Bilton Pooh ia. 445. NOMI VOLGARI. TOSCANI Averla grossa Pisano. Verla grossa Fiorentino. Castor- chia grossa SERE: STRANIERI Franc. La Pie-Grièche grise. Ingl. The grey Shrike. Ted. Der graver Wurger. Dimensioni, Lunghezza totale: soldi 8. quatt. 1. A- pertura del becco: picce. 10. Coda: soldi 3. picc. 8. Tarso: picc. 9. Cosrumi. È la specie la più rara. Che sia a mia no- tizia, due soli individui ne sono stati presi nel Pisano: uno in inverno, l’altro al termine dell’ autunno. E quest'ultimo rimase nelle reti d’ un cacciatore che ten- deva alle Prispole: a guisa di un Falco, si gettò sul zim- 96 ORDINE SECONDO 4 bello per mangiarlo. Fra le Europee è la specie la più carnivora: quasi esclusivamente si nutrisce di piccoli vertebrati, come Topi, uccelletti, Ranocchi, Lueerto- le ec., ma non trovando altro, s’ adatta anche a man- giare grossi insetti. Al dire della massima parte de? Na- turalisti, essa ha lo strano costume d’ infilare nelle spine degli arbusti che a lei sono più prossimi, gli animali di cui ha fatto preda, quando vuol serbarli a bisogno mag- giore.) Propacazione. Fa il nido sugli alberi, o nei macchio- ni. Lo forma esternamente con fieno, rametti, musco ec., ed internamente lo fodera di lana o penne. Le uova so- no in numero di cinque, o sette, macchiate di grigio sudicio (1). << Vi mv Ò _(O(O=&ywyvv<é555( > Sé % AVERLA CENERINA LANIUS MINOR Lin. Parti superiori cenerine: petto più o meno carnicino : re- miganti secondarie tutte nere, Lanius corpore superne cineret: pectore plus minus car- neo: remigibus secundariis ex toto nigris. (1) Ranzani, Elementi di Zoologia Tom. 3. part. 6. pag. 195. " UCCELLI SILVANI — Li Maschio adulto. Becco nero. Vertice, occipite, cer- vice, scapolari, e sopraccoda color cenerino. Fronte, regione degli occhi e degli orecchi di color nero. Gola, gozzo, lati del collo e sottocoda bianco-niveo : petto e fianchi bianchi, con sfumatura di color rosco-vinato. Ali nere: base delle remiganti primarie bianca. Timo- niere bianche e nere: la prima esterna, da ciascun lato, intieramente bianca; la seconda, con lo stelo nero nella parte superiore ; la terza eon lo stelo ed' una gran mac- chia nera: la quarta bianca solamente alla base ed all’ e- stremità: le altre intieramente nere. Piedi neri. Femmina. Differisce dal maschio per aver il color rosco del petto meno vivace» la fascia nera della testa più ristretta, e le ali di color nero meno puro. Giovani. Non hanno la fronte nera, ma il pileo, e tutte le altre parti superiori di color cenerino dipinto da strie trasverse più cupe, € più chiare. Le cuopritrici su- periori delle ali, le timoniere, e le remiganti son mar- ginate di bianco nella cima. Il color roseo del petto non è visibile, ma in vece vi è una gran quantità di piccole strie trasversali cenerine. Prororzione peLLe RemicantI. Prima piccola; se- conda subeguale alla terza, clie è Ta più lunga. SINONIMIA Lanius italicus. Lath. Velia cenerina mezzana. Storia degli Uccelli Tav. 54. Meyer et Wolf, Ois. d’Allem, Livr. 20. pio. Dig... Vieillot, Ornith. Francais. pl. 124 NOMI VOLGARI. TOSCANI. Agassella, Verla gazzina, o Ghierla gazzina Pisano. Ve- Jia cenerina Ftorentino. Castorchia, o Castrica tramontana Senese. Guaja Yolterrano. STRANIERI Franc. Pie-Grieche d’Italie. Ingl. ‘The lesser grey è Shrike, Ted. Der Schwartzstirniger Wiirger. DIMENSIONI . Lunghezza totale : soldi 7. quatt. 2. , Tomo I 9 98 ORDINE SECONDO Apertura del becco: quatt. 2. Tarso: pice. 10. Coda: soldi 3. Cosrumi. Arriva in Aprile, parte in Settembre. Abita gli alberi alti che son vicini ai prati, o ai campi. Di ra- do assale gli uccelletti o i piccoli mammiferi, cibandosi quasi ingie d’insetti. Propacazione. Il suo nido ha le pareti molto grosse, formate quasi sempre con rami di piante erbacee, come Trifogli, Crepidi, Lupini ec., che l'uccello ha colti a bella posta: internamente è foderato di sottili fusti di gra- minacee. Contiene cinque o sci uova piuttosto bislunghe, di color celestognolo chiaro, con larghe macchie ceneri- ne, particolarmente sull’ estremità più ottusa, AVERLA CAPIROSSA LANIUÙ S:RU FU S. Briss. Fronte nera: vertice, occipite, e cervice fulvo-castagno (adulti ): Spot piccole cuopritrici delle ale, e soprac- coda, di color bianco con macchie brune semilunari (giove). Lanius fronte nigra: vertice, occipite, cervice fulvo-casta- neis (iu adultis): scapularibus, tectricibus parvis, et tectri- cibus supercaudalibus albis, maculisque brunneis semiluna- ribus notatis ( in javenibus). Adulti. Becco bruno-nero. Vertice, occipite, e cer- vice d’ un bel color fulyo-castagno vivace. Fronte di co- lor nero : il qual colore s’ estende su i lati del collo fin quasi all’ origine delle ali, circondando gli occhi, e ri- euoprendo gli orecchi. Due macchie bianche sopra la base del becco. Penne della schiena nere con sottilissimo margine fulvo. Tutte le penne delle ali son nere con un sottil margine ceciato . Base delle remiganti primarie bian- Timoniere con la base bianca: la prima ha di questo colore anche il margine esterno, e la cima; nelle secon- de, terze, c quarte, è bianca soltanto la cima. Parti in- fesa scapolari , Sopraccoda, e sottocoda bianche. Piedi bruno-neri. Nota. Il margine fulvo delle penne della schiena si osserva solo negli Miciwidui che han mutate le penne da poco tempo. UCCELLI SILVANI 99 Giovani . Differiscono assai dagli adulti. Latoro testa è bianco-rossastra, striata di cenerino bruno: il dorso rossastro con delle macchie semilunari nerastre, e bian- che. La gola e il sottocoda bianco e senza macchie, ma tutte le altre parti inferiori, il sopraccoda e le scapolari, che son anch’esse bianche, hanno una gran quantità di macchie semilunari bruno-cenerine. Penne delle ali bru- no-nere marginate di biancastro, o di giallo-rossastro. Prororzione DELLE RemicantiI. Prima mediocre; ter- za e quarta eguali, e le più lunghe. SINONIMIA Lanius pomeranus, Lan. colurio rufus. Lin. cur. Gmel, Lanius rutilus. Larh. Velia maggiore ferruginea. Storia degli Uccelli Tav, 56. Meyer et Wolt, Ois. d’Allem, Livr. 29. pl. 6. fig. 1. (maschio adulto), Meyer et Wolf ibid, fig. 3. ( giovane). NOMI VOLGARI. TOSCANI Averla, o Ghierla, o Verla, o Velia capirossa Ftorenti- no, Pisano. Castrica, o Castorchia capirossa. Capo rosso Senese, Guaja rossa Zolterrano . STRANIERI Franc. La Pie-Grieche rousse. Ingl, The Wood-chat Shrike. Ted. Der rotkopsiger Wurger. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 6. quatt. 2. A- pertura del becco: quatt. 2. Coda: soldi 2. picc. 6. Tar- SO: picc. 10. Costumi. Non è tanto comune quanto la specie pre- cedente, ed abita luoghi più selvaggi. Propagazione, Si trova poca differenza fra il nido di questo Larzius, e quello del L. collurio. Press’ a poco lo costruisce nei medesimi luoghi, adoprando i medesimi materiali. Le uova variano per il colore del fondo, che ora è celestognolo, ora rossastro, e per la disposizione e numero delle macchie, che ora son disposte a corona, ora occupano tutta l’ estremità più ottusa. 2600 ORDINE SECONDO AVERLA PICCOLA LANIUS COLLURIO Lx. Pileo, cervice, e groppone, cenerini: dorso e scapolari, castagnosgiallastre (maschio adulto): parti superiori grigio- castagne, più o meno striate di bruno trasversalmente (femmina, e giovane ). Lanius pileo , cervice, uropygio cinereis : dorso, scapula- ribusque castaneo- Iutescentibus (in masculo adulto): cor- pore superne griseo-castaneo, transversim brunneo striato ( in fcemina et juvenibns). Maschio adulto. Becco nero. Pileo, cervice, e so- praccoda color cenerino: la cervice è d’ un colore un poco più cupo, che insensibilmente s° unisce con il ca- stagno fulvo della schiena e delle scapolari. Una sottil fascia nera circonda la base della mascella superiore, di poi allargandosi cinge gli occhi, e ricuopre le orecchie. Gola, lati del co parte media dell’addome e sotto- coda, bianche. Petto, parte superiore dell’ addome e fianchi, di un color carnicino delicato un poco tendente all’ ametistino. Ali bruno-nere. Guopritrici e remiganti secondarie, marginate dello stesso color castagno fulvo del dorso. Coda con le due timoniere esterne molto più corte dell’ altre: le due medie intieramente nere, le altre con lo stelo e la cima nera, e la base bianca. Femmina. Pileo color castagno scuriccio . Cervice castagna tendente al cenericcio. Schiena, scapolari, e piccole cuopr itrici delle ali castagno fulvo, con qualche sottil strietta nerastra trasversa, pochissimo apparente . Fronte, redini, e fascia ioptelii bianco-sudicie, mac - chiettate di nero. Le parti inferiori son bianche, e le pen- ne dei lati del collo, del petto e dei fianchi, han tutte una stria semilunare cenerina verso l'estremità. Remi - ganti bruno-nere. 'Tl'imoniere grigio-rossastre marginate di biancastro . Giovani all’ escir dal nido. Penne delle parti su- periori di color scuro chiaro, terminate da un margine UCCELLI SILVANI 101 bianco-sudicio, che è preceduto da una lineetta nerastra . Le scapolari, le cuopritrici delle ali, e le piccole remi- ganti hanno questo margine, e la linea bianca che lo precede molto meglio visibile. Proporzione peLLE RemigANTI. Prima piccola; se- conda subeguale alla quinta; terza e quarta le maggiori. SINONIMIA Velia rossa minore. Storia degli Uccelli Tav, 55. fig. 1. (maschio adulto). Ibid. fig. 2. ( giovane). Meyer et Wolf, Ois. d’Allem. Livr, 1. pl. 2. fig. 1 NOMI VOLGARI. TOSCANI Averla, o Ghierla, o Verla scopina, o piccola Pisano. Velia piccola Fiorentino. Castrica, o Castorchia bigiarella Senese. Guaja piccola /olterrano. STRANIERI Franc. La Pie-Grieche Ecorcheur. Ingl. The red-baked Shrike. Ted. Der rothbriickiger Wurger. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 6. quatt. 1. Co- da: soldi 2. picc. 6. Apertura del becco: picc. 7. Da Tarso: pice. 8. ‘/, Cosrumi. È la specie la più comune di tutte. Arriva e parte presso a poco nel tempo medesimo dell’ altre Velie. Abita nei boschi, nelle macchie, nelle filate d’ al- beri che cingono i campi, nei giardini, in tutti 1 luoghi in somma ove son alberi o macchioni. Benchè sia la più piccola di questo genere, in coraggio non la cede ad al- cun altro Wii assale spesso i sica uccelletti, come Capinere, Sterpazzole, ec. mentre son nel loro uo , e ne divora le uova e i figli. Propagazione. Il nido lo fa indistintamente , e sugli alberi, e nei macchioni. Per fabbricarlo adopra ciò che prima gli sì presenta, radici, ramoscelli di scopa, fieno, foglie, borraccina, penne, lanugini, ec. Le uova sono in numero di sei o sette, bianco-carnicine, o celestognole , con una larga corona di macchie bruno-rossastre dal la- to il più grosso. 102 ORDINE SECONDO * AVERLA FORESTIERA LANIUS MERIDIONALIS Temm. Partì superiori cenerino-cupe: pelto più o meno carnici» no: base delle remigatiti secondarie bianca, Lanius corpore superne sature-cinereo: pectore plus mi- nus carneo : remigibus secundariis basi albis. Maschio adulto. Becco nero. Pileo, cervice, dorso, scapolari, e groppone color cenerino cupissimo : una lar- ga fascia nera passa sotto gli occhi, e copre l’orifizio de- Sl orecchi. Gola bianco-carnicina-vinata: tutte le altre part inferiori d’ un vinato un poco cenerino; che si sfu- ma es’ unisce sù i fianchi e sulle cosce, ad un color ce- nerino cupo. Origine delle remiganti ed estremità delle penne secondarie candide. Le quattro timoniere medie tutte nere, le due esterne bianche, la terza nera verso lo stelo, h quarta terminata da un ‘(grimde spazio bian- co (1). Femmina. Ha le parti superiori di color cenerino cupo, ma sempre più chiare di quelle del maschio : le parti inferiori anche più tendenti al cenerino, e con del- le linee a mezza luna che marginano tutte le penne: la fascia che s’ estende sull’ e non è d’un nero tanto puro (2). Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 8. quatt. 1. Costumi. Temminek è stato il primo a descrivere questa specie: egli dice che è propria della Dalmazia, della Francia meridionale, di Spagna lungo il Mediter- raneo, e dell’ Italia meridionale; ma fino ad ora io non l'ho mai trovata in Toscana. Il Principe Carlo Bona- parte ne trovò un individuo nelle vicinanze di Roma. (1) (a) Temminck, Manuel d’Ornithologie Tom. I. pag. 144. UCCELLI SILVANI 103 TRIBU II. I CALLICROMI. C4ALLICHROMI CARATTERI DI TRIBU Becco subeguale alla testa, grosso, subconi- co, compresso, acuminato, subadunco, non intaccato. Apice della mAsceLLA inferiore un poco piegato in basso. Narici nude. Lincva la- cerata. Game vestite di penne. Dim tre in a- vanti, uno in dietro. Prima REMIGANTE una del- le più lunghe. Rosta capiti subaquale, crassum, subconi- cum, compressum, acuminatum, subaduncum , integrum. ManpisuLA înferior apice parum deor- sum versa. Nares nuda. Lincua lacera. Tigra plumose. Diciti tres anteriores, quartus po- sticus. Remex prima una ex longioribus. Nota, Il genere Coracias, l'unico di questa Tribù, fra ì nostri, è stato da tutti i Naturalisti posto in quella de’ Corvi: ma, a parer mio, egli sicuramente ne differisce tan= to per le use e per i costumi, da dover esserne separato . In quanto alle forme, la differenza più essenziale consiste nelle narici e nella lingua, La Coracias ha narici scoperte, ed i Corvi le hanno coperte di penne rigide, e rivolte in” avanti: essa ha la lingua scariosa e lacera, ed i Corvi V’han- no scarioso=cornea, e bifida. Questi caratteri essendo de’ primarii nella famiglia degli onnivori, sono sicuramente anche in questa de’ Callicromi, (che così ho chiamata per motivo de’ suoi bei colori) di grande importanza. Per i co- stumi poi non v° è fra queste due razze nessuna somiglian- za. Le Coracias sono assolutamente insettivore, e non on- nivore come i Corvi. COSTUMI Non SÌ nutriscono che di grossi insetti, a cui fan la caccia appunto come i Lanius, aspettandoli paziente- mente posati sopra qualche albero, o arbusto. 104 ORDINE SECONBO GENERE VI. CO RACPI SL. CARATTERI GENERICI Becco subeguale alla testa, subconico, grosso alla ba- se, compresso, appuntato , leggermente curvo. Mascel- la superiore col margine intiero, e Î apice un poco adunco; quello della aci inferiore leggermente piegato in basso, e fatto a doccia. Lingua scariosa, aguz- za e lacera. MNarici basilari, laterali, bislunghe, nude, semichiuse da una membrana vestita dalle penne della fronte. Z'arso scudettato da squame sensibilmente im- bricate, più corto del dito medio. Dita tre davanti, uno di bio) le anteriori intieramente divise. Unghie me- diocri, poco adunche, compresse. Coda ttt gran- de , troncata , di dodici timoniere. Ali mediocri: prima remigante subeghislo alla seconda e alla terza, che sono le più lunghe. COSTUMI Abitano nell'interno o vicino alle grandi boscaglie . Gli insetti sono il loro cibo quasi esclusivo. Hanno un naturale selvaggio, e difficilissimamente s’ addomestica- no. Nidificano nei tronchi degli alberi. La loro voce è sonora, ma poco modulata . n) nostra specie europea emigra. Poca differenza vi è fra gli individui di varia età, Ly vario sesso. GHIANDAJA MARINA CORACIAS GARRULA Ln. Testa, collo, addome, e grandi cuopritrici, verde mare: dorso e scapolari color di nocciola: remiganti iuferiormente azzurre, Coracias capite, collo, abdomine, tectricibusque major i- bus, glaucis: dorso, scapularibusque spadiccis : remigibus inferne azurcis, UCCELLI SILVANI 105 Adulti. Becco nerastro. Iride grigio-castagna . Testa, ‘collo, petto, addome, fianchi e sottocoda, di color ver- de mare. Fronte e gola biancastre. Dorso e scapolari ; color di nocciòla cupo. Groppone e parte media del so- praccoda color violetto-intenso. Piccole cuopritrici, e parte inferiore delle remiganti color d’ azzurro oltrema- re. Medie, e grandi cuopritrici color verde mare fosco. Remiganti della parte superiore di color nero cangiante in violetto, con la base verde mare, dalla parte inferiore wiolette. Coda troncata : la timoniera esterna da ciascun lato appuntata ed un poco più larga delle altre: le due medie di color verdone cupo: le altre azzurre alla base, verde mare verso la cima: lo stelo nero: le due esterne hanno nera anche la punta. Piedi giallastri. Giovani. Hanno la testa, il calli e il petto di color yerde mare iendente al giallastro: le poli e il dorso color di nocciola smorto : groppone, sopraccoda, e coda verde mare fosco. Le timoniere esterne son più corte delle altre, e senza la punta nera, € la massima i parte ‘delle pas cuopritrici son color verde mare. SINONIMIA Garrulus ‘argentoratensis. Aldrov. Ornith. T. 1. p. 799, FO agg) 92 Gazza marina. Storia degli Uccelli Tav. 153. 164. Meyer et eo, Ois. d’Allem. Livr. 23. pl. 2. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Rollier. Ingl. The Roller. Ted. Die blau Racke. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 12. Apertura del becco: quatt. 4. Picci: P'arsoi pice. 9. Costumi. Questo bellissimo uccello è di passo acci- dentale in Toscana. Si stà più e più anni senza vederne, poi in alcuni ne comparisce, ed anche abondantemen- te. Nell’Aprile del 1824, un sol giorno, ne veddi diversi sopra 1 Cotoni della Bi di S. Rossore, e nell’ Ago- sto deli’ anno medesimo ricomparvero, e molti ne fu- 106 ORDINE SECONDO rono presi in tutte le nostre macchie. Quanti a me ne furono portati, tutti erano giovani, D’ allora in poi non se ne è veduto più alcuno. I luoghi ove si trovavano era- no il margine de’ boschi, o sulle praterìe, 0 su 1 cotoni, o nelle fine asciutte : stavano posati su i macchioni, o su gli albereiti, dai quali si slanciavano sopra gl’ irisoli che vedevano. Secondo l’asserzione d’alcuni Ornitologi qual- che volta mangiano anche piccoli rettili, e particolarmen- te Ranocchi. Sono comuni in Gergginia e in Svezia, di dove ogni anno emigrano per andare a svernare nella Barbetla e nel Senegal. ProPAcazione. Le uova ‘sono da quattro a sette per covata, bianche e lustre, e le depositano nei tronchi vuoti degli alberi (1). Caccia. Tutte quelle che ebbi nel 1824 furono prese o alle Gabbiuzze o agli Archetti, ove per esca v° era una cavalletta, e che erano stati tesi lungo il margine de’ bo- schi per far la caccia alle Averle. È anche questa una prova del loro naturale insettivoro . MRMDU LIT. Ì SERICEI. SERICATI CARATTERI DI TRIBU Becco più corto della testa, diritto, conico subtetragono, ottuso in cima, Fiiimette in- taccato. Apice della mAscELLA inferiore legger- mente intaccato. Narici coperte da piccole penne, e peli rivolti in avanti, GAMBE vestite di penne. Drri tre rivolti in avanti, e uno in dietro. RostRrUM capite brevius, rectum, conicum , subtetragonum, apice obtusum, valide emargi- (1) Temm. ibid. pag. 127. UCCELLI SILVANI 10% natum. ManpisuLA inferior, apice, laeviter emat*- ginata. Nares tecta pennulis, pilisque antror- sum versis. Tua plumose. DiciTi tres anterio- res, quarius posticus, COSTUMI Si cibano di frutti e d’ insetti, ma i primi formano quasi l’ esclusivo loro nutrimento. Stanno in branchi molto numerosi, ed emigrano. Poco differiscono i ma- schi dalle femmine, e i giovani dagli adulti. GENERE VII. BOMBYCILLA Briss. CARATTERI GENERICI Becco più corto della testa, diritto, conico subtetra- gono, ottuso in cima. Apice della mascella superiore fortemente intaccato, e leggermente quello della ma- scella inferiore. Lingua scariosa, breve, bifida (1). Narici basilari riguardanti in alto, ovate, nascoste da peli e pennuzze corte, rigide, rivolte in avanti. Z'arso più lungo del dito medio, scudettato. Diti tre davanti, uno in dietro; l’esterno anteriore unito alla base col medio. Unghie mediocri, compresse. Coda troncata, di dodici timoniere. A/î mediocri; prima e seconda re- migante più lunghe delle altre. (1) Non avendo potuto vedere una lingua di Bombycilla, ne ho copiata la descrizione da Vieillot Orzith. Franc. pag. 27. 208 ORDINE SECONDO BECCOFRUSONE BOMBYCILLA GARRULA Vizi. Cristato: coda marginata di giallo. Bombycilla cristata: cauda luteo marginata . Di) # Maschio adulto. Becco nero. Fronte, è lati del ver- tice color di nocciòla. Penne del vertice molto lunghe ed erigibili in cresta. Penne che cuoprono le narici , spazio fra l’occhio e il becco, occipite e gola, di color nero. Dalla base della mascella inferiore parte una linea bian- ca, che passando sotto l’ occhio giunge quasi fino all’ oc- cipite. Penne del vertice, del collo e del petto, di color carnicino-cenerognolo . L’addome, le scapolari, le pic- cole e medie cuopritrici, di questo medesimo colore, ma nell’ addome è più tendente al cenerino, e quello della schiena, delle scapolari, e delle cuopritrici, allo scuro . Groppone, sopraccoda e regione anale, color cenerino- piombato. Sottocoda color di nocciola. Remiganti pri- marie nere, marginate di bianco nella cima ; eccettuate e, gira; UCCELLI SILVANI 109 le prime tre, tutte le altre nella cima del margine ester- no hanno una bella macchia bislunga color giallo-cana- rino: le secondarie cenerino-cupe, con una macchia bianca esternamente nella cima, e con lo stelo terminan- te in una dilatazione ovata, cornea, color di cinabro . Grandi cuopritrici delle remiganti primarie nere, con l’apice bianco. Cuopritrici grandi delle remiganti secon- darie dello stesso colore delle piccole, e delle medie . Timoniere nere con la punta giallo-canarina, e la por- zione di stelo compresa in questo color giallo, colore rosso-cinabro. Piedi neri. Femmina. Ha i colori più smorti, la macchia nera della gola più piccola; ed in minor numero, e più pic- coli sono i prolungamenti rossi delle remiganti seconda- Hes(l). Giovani . Somigliano le femmine per i colori, ma son privi dei prolungamenti rossi (2). SINONIMIA Ampelis garrulus. Lin. cur. Gmel. Bombycivora garrula . Temm. Manuel d’Ornith. Garrulus Bohemicus. Aldrov. Ornith, Tom, 1. pag. 796 Tav. 798. Garrulo di Boemia, 0 Galletto di bosco. Storia degli Uc- celli Tav. 160. Meyer et Wolf, Ois. d’ Allem. Livr. 22. pl. 6. fig. 1 (maschio adulto). ‘Ibid. Ve, 2. (femmina). NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Jascur d’ Europe. /ngl. The bohemian Wux- wing. Ted. Der Rothtichgraver Seideuschwanz. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 7. Apertura del becco: quatt. 2. Tarso: quatt. 2. Coda: soldi 2. pice. 2. Costumi. À caso, e rarissimamente arriva fra noi. Nel 1806 e 1807 in inverno ne fu una quantità gran- dissima nel Piemonte, e particolarmente nelle valiate dì (1) (2) Temm, loc. cit. pag. 125. 110 ORDINE SECONDO Lanzo, di Suza, ec. In quella medesima epoca qualcuno se ne vedde in Toscana, ed uno fu ucciso su i colli Mu- gellani. Nidifica nelle regioni polari artiche, dalle quali ogni anno emigra per diffondersi nella Russia, nella Germania, ec. Canta assai piacevolmente al nascer del sole. Il suo volo è rapido e uguale. Ama molto i frutti del Ginepro, del Prugnolo, e del Ligustro . Propagazione. Dicesi che nidifichi nelle buche de’ massi . TRIBU IV, GLI ONNIVORI. CORACES CARATTERI DI TRIBU Becco conico, grosso, spesso intaccato. Na- Rici coperte da penne folte e rigide, voliate in avanti. Lingua bifida. Gambe vestite di penne. DiTi tre in avanti, e uno in dietro. RostRUM conicum, crassum, sepe emargina- tum. Nagks tect@e pennis densis, rigidis, an- trorsum versis. Uncua bifida. Tira plumose. DiGiTI tres anteriores, quartus posticus. COSTUMI Gl’ insetti, i frutti, i semi, e per alcuni le carni pu- trefatte, sono il cibo più ordinario. Vivono quasi tutti in branchi. Alcune specie emigrano, altre sono stazio- narie. Nidificano sugli alberi, o fra i massi, o nei muri. UCCELLI SILVANI 112 GENERE VII. CORVUS Lux. CARATTERI GENERICI Tarso coperto da molte squame. Tarsus tectus squamis pluribus. Becco subeguale alla testa, robusto, conico, subcom- presso. Margine delle due mascelle intiero, o appena smangiato verso la cima. Lingua corneo-scariosa, lan- ceolata, bifida. Narici rotondate, aperte nel terzo infe- riore del becco, nascoste da uno strato di penne strette, lunghe, setolose, distese sul becco, e voltate in avanti. Tarso scudettato, subeguale al dito medio . Diti tre davanti, uno di dietro; 1’ esterno quasi intieramente se- parato dal medio. /rghie di mediocre lunghezza, poco adunche, e spuntate. Coda di dodici timoniere , o ro- tondata, o subcuneata. Ai grandi; la prima remigante mediocre; terza, quarta o quinta le più lunghe di tutte. COSTUMI Sono onnivori: tutti cibansi d’ insetti, frutti e semi, ed alcuni ve ne sono che mangiano a preferenza le carni in putrefazione. Alcuni ancora assalgono e s° impadro- niscono de’ giovani uccelli, e tutti sono ghiottissimi del- fe uova: nel mangiare adoprano spesso le zampe per im- pugnare e ritenere quei corpi che vogliono rompere col becco. Hanno il costume di Disco il superfluo degli alimenti. Alcune specie emigrano. Son furbi al massimo segno: petulanti, coraggiosi e chiacchieroni, continua- mente gridano e si bisticcian tra loro, combattono con gli altri uccelli, gli inquietano e gli scacciano dal loro vi- cinato. S’ adattano bene alla domesticità. Nidificano o sugli alberi, o fra i massi: le loro uova son di color ver- dastro macchiate di scuriccio . 112 ORDINE SECONDO ZA, dui i Cr ZE CORVO IMPERIALE CORVUS CORAX Lin. Nero-violetto: becco più lungo della testa, fatto a volta, con apice sabadunco: coda euneata> seconda remigante più lunga della sesta. Corvus atro-violaceus: rostro capitis longitudinem exce» dente, fornicato, apice subadunco: cauda cuneata : remige secunda sextan superante Becco nero, grosso, tondeggiante superiormente. A- pice della mascella superiore un poco rivolto in basso . Iride nerastra. Tutte le penne di color nero, cangianti leggermente in violetto, o porporino. Ali poco più corte della coda. Coda grande, cuneata. Piedi neri. Prororzione peLLE Remicanti. Prima di mediocre lunghezza ; seconda più lunga della sesta; terza e quinta subeguali alla quarta; la terza è la più lunga di tutte. UCCELLI SILVANI 113 SINONIMIA: Corvus. Aldrov. Ornith. Tom. 1. pag. 684. Tav. 694. 4 Imperiale. Storia degli Uccelli Tav, 143. Meyer et Wolf, Ois. d° Allemi. Livr. 25. pl. 4. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Corbeau. Ingl. The Raver, Ted. Die grosse Kiahe, Drivensioni. Lunghezza totale: soldi 22. Coda: sol- di 8. Apert. del becco: quatt. 7. picc. 1. Tarso: quatt. 7. Cosrumi. Vivono questi Corvi sulle alte montagne , ma non molti ce ne sono in Toscana. Se ne trovano, a mia notizia, sulle punte degli Appennini della Garfa- gnana , sopra 1 monti più alti del Mugello, e varie cop- pie ne ho vedute sulle erte cime del Monte Argentaro, e nelle vicinanze dell’ antica Populonia. Sono stazionari: d'estate e d'inverno dimorano nei medesimi luoghi, ma essendo muniti di ali fortissime, estendono molto le loro escursioni. In grazia della vista potente, e dell’ odorato squisito di cui son dotati, scuoprono da grandi distanze 1 cadaveri, cibo per essi il più diletto: e se trovano qual: che animale languente, qualche Pecora, o Capra mala- ta, non stanno ad aspettarne la morte, ma immediata- mente cominciano a lacerarla, e gli occhi son quasi pe la prima parte che attaccano , Le uova, 1 pesci igettatt dal mare, o galleggianti sù i paduli, e le frutta, ii loro ind Assalgono e uccidono 1 pic- coli quadrupedì come Leprotti, T'opi ec., gli uccelli di nido, i Galletti, gli Starnotti ec, Hanno un coraggio proporzionato alla loro forza, e come tuti i loro conge- neri essendo petulantissimi, spesso combattono fra loro: combattono ancora sovente con i Falchi, ed allora a- scendono nell’ aria ad altezze grandissime, giacchè ognu- no de’ combattenti cerca di ferire 1° avversario dall’ alto . Hanno la voce forte ma fioca, e volando ripetono quasi sempre crau crau, e nel tempo degli amori c/ang clang. Presi giovani s'addomesticano con la più gran facilità, ed imparano anche a parlare: divengono bensi Tomo I. $ 114 ORDINE SECONDO audacissimi, beccano le gambe di tutti quei che non ce- noscono, o che gl’ inquietano, assalgono i cani, e non di rado ne hanno accecati. Propagazione. Nidificano per il solito nelle buche o / nei massi sporgenti di qualche costa dirupata: alcune volte ancora sopra alberi alti. Le uova sono verdastre macchiate di nerastro, in numero di quattro o sei. CORNACCHIA NERA CORVUS CORONE Lix. Nero cangiante: becco subeguale alla testa, fatto a volta, con apice subadunco: coda rotondata: seconda remigante più corta della sesta, Corvus atroviolaceus: rostro caput suboequante, fornica= to, apice subadunco: cauda rotundata: remige sexta se- cundam superante, Becco mediocre nero: un poco rigonfio, e rotondeg- giante verso la cima. Mascella superiore con la punta un poco rivolta in basso. Iride color di nocciòla. Tutte le penne di color nero cangiante in violetto, o in porpori- no . Coda rotondata, poco più lunga delle ale. Piedi neri. ProPorzione DELLE ReMIGANTI. Prima corta; seconda più corta della sesta; terza più corta della quinta; quarta poco più lunga della quinta, e la più lunga di tutte . = SINONIMIA Cornix nigra. Aldrov. Tom. 1. pag. 734. Tav. 736. Corvo maggiore. Storia degli Uccelli Tav. i Meyer et Wolf, Ois. d’Allem. Livr. 24. pl. 6 NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. La Corneille noire, ou Corbine. Ing. The Car- rion Crow. Ted. Die Rabebkràhe., Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 16. quatt. 2. Coda: soldi 6. Apert. del becco: soldi 2. Tarso: soldi 2. Nota. Fra questa specie e la seguente ( Corvus cornix ), vi sono nelle forme tali somiglianze, che se si sopprimesse UCCELLI SILVANI 115 Ja diversità del colore non sarebbe possibile distinguere luna dall'altra. Siccome in var] paesi si trovano anche viventi unite nel medesimo branco, perciò è opinione d’al- cuni Naturalisti non esser questi uccelli altro che semplici varietà d’una specie medesima, Di più, spesso trovansi degli individui che per il loro colore sembrano dare una forza grande ad una tale ipotesi, essendo dalla parte di sopra co- me la Cornacchia nera, dalla parte di sotto come la bigia, o viceversa. T'emminck, il quale ammette le due specie, considera questi individui dubbi come ibridi, provenienti dall’ unione del Corvus corone col Corvus cornix . Una di queste varietà 1’ ho trovata nelle vicinanze di Pisa: un altra mi fu favorita dal Prof. Bonelli. Siccome la Cornacchia ne- ra è rarissima in Toscana, io nen sono in stato di decidere questo dubbio, giacchè punto ne conosco per propria espe- rienza i costumi, Mi basta adunque d’ avere indicate le di» verse opinioni che si hanno sopra il Corvus corone e Corvus cornix per determinare li studiosi d’Oruitologia, a dirigere le loro osservazioni sopra un tal soggetto , affine di schia- rirlo. Cosrumi. I costumi della Cornacchia nera son gli stessi di quelli della bigia: come quella è stazionaria, e al par di quella seguita i bestiami, si ciba d’ insetti, se- mi, carogne ec. È comunissima, secondo Temminck, nell'Europa occidentale. In Toscana è rarissima. Propagazione. Nidifica sugli alberi di mediocre al- tezza. ll nido è fatto esternamente con stecchi, spine in- tralciate ec., tutto assodato da mota, o sterco di cavallo: internamente è foderato da uno strato di rami sottili. Contiene cinque o sei uova verdi-celestognole con un grar numero di macchie scure (1). CORNACCHIA BIGIA CORVUS CORNIX Lin Dorso e addome cenerino: testa, davanti del collo, ali e coda, nero cangiante: becco con apice subadunco; seconda remigante più corta della sesta. ,(1) Vieillot, art. Corneille noir, dans le Nouveau Dictionnaire d'Histoire Naturelle. 116 ORDINE SECONDO © Corvus dorso abdomineque cinereo: cauda, alis, capite, colli antica parte atro-violaceis: rostro apice subadunco: remige sexta secundani superante. Adulti. Becco nero: estremità della mascella supe- riore leggermente adunca. Testa, gola, parte media del gozzo e del petto, ali e coda, di color nero cangiante in violetto, e in porporino. Le penne di tutte le altre parti son di color bigio con lo stelo nero. Coda leggermente rotondata. Penne del collo del piede, nere. Piedi neri. I giovani all’ escir dal nido differiscono dagli adulti per aver tutta la cervice di color nero; il qual colore si unisce a grado a grado sfumandosi col bigio del dorso. Proporzione DELLE REMIGANTI. Prima mediocre; se- conda più corta della sesta; quarta poco più lunga della quinta, e più lunga di tutte. SINONIMIA Cornix cinerea. Aldrov. Ornith. T. 1. p. 754. Tav. 755. Cornacchia, o Mulacchia nera. St. degli Ucc. Tav. 146. Meyer et Wolf, Ois. d’ Allem. Livr. 7. pl. 5. NOMI VOLGARI. TOSCANI Cornacchia Pisano, Fiorentino. Mulacchia Fiorentino . STRANIERI Franc. La Corneille mantelée. /rngl, The Hooded Crow. Ted. Die Nebelkrahe. , Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 17. quatt. 1. Coda: soldi 6. quatt. 1. Tarso: quatt. 5. picc. 2. Aper- tura del becco: quatt. 5. picc. 2. Costumi. Non vi è parte di Toscana uve non sì tro- vino le Cornacchie bige . Esse vivono ordinariamente Coppia per coppia; ma nell’ estate poco dopo che 1 figli sono volati dal nido, veggonsi riunite in branchi, ed an- che numerosi: sono onnivore come le Cornacchie nere, ed i Corvi imperiali. Accorrono ovunque son cadaveri, e spesso ne disputano il possesso anche ad altri uccelli. UCCELLI SILVANI ì19 Seguitano i bestiami, e stan quasi sempre beccando in- torno di essi, e nel loro sterco. Non spariscono mai di Toscana. Propagazione. Fanno il nido sopra gli alberi alti, e ben fronzuti; scelgono per il solito quelli che sono in mezzo ai prati ed alli stagni, o sul margine de’ boschi. Lo fabbricano con stecchi intralciati, e 1’ assodano con mota. Partoriscono quattro o sei uova verdastre mac- chiettate di scuro-rossiccio . DIN 0) Gf | 7h Yy JA 4. CORVO NERO CORVUS FRUGILEGUS Lin. Nero cangiante: becco conico, poco più lungo della te- sta, compresso verso l’apice, acuminato, non adunco; coda rotondata: seconda remigante più lunga della sesta. Corvus atroviolaceus: rostro conico capite sublongiore, versus apicen compresso, acuminato, non adunco : cauda rotundata, remige secunda sextam superante, Adulti. Becco nero, appuntato, compresso verso la cima. Mascella superiore con la punta acuta, e non ri- volta in basso. Iride nera. La fronte, le gote e la gola 118 OÉDINE SECONDO di color grigio-cenerino , senza penne, ma solo cori gli avanzi de’ loro steli consumati. Tutte le penne di color nero lucido cangiante in violetto. Coda leggermente ro- tondata. Piedi e unghie nere. Giovani. Hanno la base del becco, la fronte, le gote e la gola coperta di penne e setole come le altre specie. Proporzione peLLE RemiganTtI. Prima di mediocre lunghezza; seconda più corta della quinta; terza sube- guale alla quarta, che è la più lunga di tutte. SINONIMIA Cornix frugilega. Aldrov. Ornith. Tom, 1. pag. nou, Tav. 453. Meyer et Wolf, Ois. d’ Allem. Livr. 25. fig. 5. NOMI VOLGARI. TOSCANI Corvo, Corvo nero, Corvo reale Pisano. Corvo, Cornac- chia nera Fiorentino . STRANIERE Franc. Le Freux, ou Frayonne. Zngl. The Rook. Ted. Die Saatkrihe. Dimensioni. Lunghezza totale : soldi 17. quatt. 1. Coda: soldi 6. Apertura del becco: soldi 2. picc. 2: Tarso: soldi 2. picc. 2. Cosrumr. Durante |’ estate, mon si vede in T'oscana neppur’ uno di questi Corvi. Nel Novembre cominciano ad arrivare a branchi, e ben presto una così gran quan- tità se ne stabilisce nelle nostre pianure, che a nuvole vedonsi traversare per l’aria, e degli interi prati, e cam- pi ne divengono nereggianti. Tutto il tempo che restano fra noi, cioè fin all’ Aprile, restano uniti in branchi, e pure in branchi ritornano verso il Settentrione. Nel gior- no pascolano per i prati e per i colti, cercando sul suo- lo le larve, i semi, le radici farinose ec.: e siccome han l’ abitudine di raspare, e cacciare in terra contimua- mente non solo il becco, ma ancora una parte della testa, perciò quelle penne che la rivestono si consuma- UCCELLI SILVANI 119 no, e danno in tal modo origine al carattere da me so- pra indicato per distinguere gli adulti dai giovani. Essi non si gettàno mai sù i cadaveri, come molti degli altri Corvi, perciò la loro carne è piuttosto piacevole, e man- giata dal basso popolo senza il ribrezzo che di per quella delle Cornacchie, e del Corvo imperiale. Sono i Corvi neri estremamente dannosi all’ agricoltura, giacchè raz- zolando ne campi, mangiano gran parte del seme che vi era stato gettato; e se qualcuno de’ loro immensi bran- chi si posa sopra un oliveto, in pochissimo tempo quegli alberi rimangono quasi affatto spogliati de’ loro frutti. Perciò nell’ epoca della sementa delle fave, che accade quando essi son già arrivati, € nell’ epoca della raccolta delle olive, è necessaria una continua vigilanza, per li- berarsi dalle rapine di questi arditi Laion La grandis- sima furberìa di cui son dotati, gli sottrae quasi sempre alle insidie che loro si tendono. I lacci, le reti, le stiac- ce, benchè nascoste e mascherate con tutta la cura, son da essi conosciute a prima vista, ed è è impossibile con queste prenderne neppur” uno. Vanno quasi fra i piedi de’ vangatori appena si scansano per lasciar passare i barocci e i viandanti, ma se comparisce qualcuno arma- to di fucile, non è anche giunto alla distanza di due tiri, che quel Corvo incaricato di sorvegliare alla sicurezza de compagni, dà un grido d’ avviso , al quale tutti subi- to prendon’ la fuga. Sembrerà forse strano ed incredi- bile, che degli uccelli abbiano una previdenza sì grande, da determinare uno di loro a stare in osservazione, men- tre gli altri pascolano; ma non vi è fatto più certo di questo , e che più facilmente si possa verificare: ognuno de’ nostri cacciatori, ognuno de’ nostri contadini lo co- nosce. Se nel luogo ove è posato il branco vi è un albe- ro, un monte di letame: o qualunque altro corpo pro- minente, lassù stà la sentinella che al presentarsi del mi- nimo Sbicolo dà un segno d'allarme, secondo il quale o stanno i Corvi in maggior attenzione, o prendono im- mediatamente la fuga: e la sentinella solo abbandona il suo posto quando ubi in sicurezza i compagni che afti- darono la loro vita alla di lei vigilanza. 120 ORDÎNE SECONDO Quando il sole è vicino a tramontare, questi vecelli lasciano i prati, i campi, gli oliveti, ove per tutto il gior- no han pascolato , sì uniscono in Binchi più grandi, e vanno a dormire nel luogo, che la prudenza e l’esperien> za loro ha fatto riconoscere come il più sicuro, spesso anche essendo obbligati per giungervi, di fare un tragitto assai lungo. Se vi è un gruppo d’ alberi in mezzo a uno stagno, 0 sù massi di difficile accesso, o in un parco ove sia impedita la caccia, è là che essi vanno all’ albergo » Così nella nostra pianura, poco dopo le ventitrè ore ita- liane, se ne vedorio de’ numerosi branchi volando ad una mediocre altezza, e che dagli oliveti de’ monti di Calci, d’ Asciano, Corliano ec., vanno a passar la notte nella Regia bandita di San Rossore, facendo un viaggio di sette, o otto miglia. Ma là arrivati questi uccelli sospet- tosi, non si posano subito sull’ albero che han scelto ; in silenzio, o solo facendo sentire un interrotto e sordo gracchiare, girando e rigirando, ne esaminano con tutta l’ attenzione le vicinanze, e cercano di scoprire se qual- che insidia gli attende. Di già la notte è quasi arrivata , ed ancora, benchè confusamente, vedonsi strisciare sù i boschi le torme nere de’ Corvi, che sembrano attendere l’oscurità per fermarsi, temendo di far conoscere ai lo- ro nemici il ricovero che han scelto per il riposo ‘ Propagazione. Verso il tempo degli amori, come ho detto, partono e vanno verso il Settentrione: non credo che alcuno rimanga nell’ Italia settentrionale, ma so che nessuno nidifica in Toscana. Nidificano in Germania, in Francia, in Inghilterra, ec. di dove poi arrivano a noì nell'inverno quelle Liderhili torme. Là, anche otto o dieci sul medesimo albero, fanno de’ nidi simili a quelli delle Cornacchie, e che contengono cinque o tre uova bislunghe, verdastro-pallide iatale di cenerino olivastro, e di scuro (1). Caccia. Se ne uccide nel Pisano un gran numero, adoprando per ingannarli uno de’ loro compagni. Aven- (1) Temminck ibid, pag. 112. UCCELLI SILVANI 131 do scelto il cacciatore un albero de’ più elevati e posto in un di quei luoghi da cui sogliono passare i branchi per andare a pascolare, vi manda sopra un Corvo addo- mesticato, ed ei si nasconde col fucile in un capannello fabbricato con frasche, accanto al tronco o a poca di- stanza. I Corvi che passano, vedendo uno de’ loro simili starsene a pollajo quieto e sicuro, s’ affidano a lui, ed in truppa si posano sull’ albero, esponendosi così ai colpi del cacciatore. TACCOLA CORVUS MONEDULA Lux. Tronco nero-cenerino: pileo, ali, e coda nero cangiante: seconda remigante uguale alla quinta. Corvus corpore atrocinereo , pileo , alis, caudaque atro- violaceis: remige secunda quintam aquante. . Becco mediocre: estremità della mascella superiore non adunca. Iride biancastra. Pileo, ali e coda, di co- lor nero cangiante in violetto, o in turchino chiaro. Oc- cipite, cervice e lati del collo di color cenerino sericeo , ordinariamente più chiaro verso le spalle. Dorso, sca- polari, sopraccoda, e tutte le parti inferiori di color ne- ro cenerogriolo , leggermente cangiante in turchino. Pie- di neri. ProporzionEe pELLE RemicANTI. La prima corta; se- conda uguale alla quinta; terza la più lunga, e subegua- le alla quarta. SINONIMIA __ Lupus sive Monedula. Aldrov. Ornith. Tom. 1. p. 770. Tab. 971. Cornacchia, Mulacchia, o Corvacchia. Storia degli Uc- celli Tav. 144. 145. Meyer et Wolf, Ois. d’Allem. Livr. 2. tav. 6. NOMI VOLGARI. ‘TOSCANI Corvetto, Corvo de? campanili Fiorentino , Pisano, Grae- chiola Bientinese. Cornacchiella Vecchiano . 122 ORDINE SECONDO STRANIERI Franc. Le Choucas. Ingl, The Jack-daw. Ted. Die Dohle. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 12. Coda: soldi 4. | pice. 5. Tarso: quatt. 4. picc. 3. Apertura del becco: soldi 1. picc. 3. Costumi. Questa piccola specie di Corvo non ama molto la carne, e solo si posa sulle carogne quando vi è costretta dalla fame. Gl’ insetti, i frutti, i semi, sono il suo cibo ordinario. Abita e nidifica nelle fabbriche elevate, ed antiche, e particolarmente nelle torri. Mol- te vivono nelle buche dell’antica cappella della Badiola sul padule di Castiglione. La torre di S. Pietro in Grado ne è stata popolata per lungo tempo. In Pisa adesso ne vive una copiosa colonia sulla cupola del Battisterio . PropAgazione. Partorisce nelle buche quattro, o sette uova di color verde mare, con delle macchiette nera- stre, e cenerine. GHIANDAJA CORVUS GLANDARIUS Lux. Cuopritrici superiori esterne celesti, striate di nero. Corvus tectricibus superioribus externis coeruleis, nigro striatis. Becco diritto, subtetragono, nerastro. Apice della ma- scella superiore assottigliato, e un poco adunco. Iride celestognola. Penne della fronte e del vertice biancastre, con una macchia nera nella punta. Lati della testa bian- castri. Occipite, cervice, schiena, scapolari, lati del col- lo, del petto e fianchi, color grigio-rossiccio-vinato . Le penne del vertice e dell’ occipite sono più lunghe delle altre, ed erigibili. Gola biancastra. Baffi grandi, neri. Parte media del petto e addome, bianco-rossiccia. Re- gione anale, sottocoda e sopraccoda di color bianco . Cuopritrici delle ale: le esterne, cioè le grandi, medie, e piccole più lontane dal corpo, celesti con strie trasver- UCCELLI SILVANI 123 sali nere; le interne nere. Remiganti primarie nere, col margine esterno biancastro: delle secondarie le medie son nere con la metà inferiore del margine esterno bian- co: le altre intieramente nere, eccettuatane l’ultima che è color di cioccolata nella massima parte della sua esten- sione. Coda troncata, nera. Piedi e unghie nerastre. Proporzione peLLE Remicanti. Prima corta; secon- da più corta dell’ ottava; terza più corta della settima ; quarta, quinta, e sesta subeguali, e più lunghe. © SINONIMIA Garrulus glandarius. Vieillot. Pica glandaria. Aldr, Ornith. Tom. 1. p. 788. Tav. 789. Ghiandaja comune, o Gazza Ghiandaja, o Berta, o Bertina, Storia degli Uccelli Tav. 161. Olina, Uccelliera pag. 35. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Geai, Zngl. The Jay. Ted. Der Eichelrabe. Dimensioni. Lunghezza totale : soldi 13. quatt. 2. Coda: soldi 4. picc. g. Tarso: quatt. 4. picc. 1. Aper- tura del becco: soldi 1. picc. 2. Costumi. Le Ghiandaje si trovano in Toscana in tutte l epoche dell’anno, ma non so se costantemente le me- desime, o nella medesima quantità, giacchè, secondo le osservazioni del Sonnini, questo è un uccello migratorio , ed ogni anno ne arriva dall’ Europa un gran numero nel basso Egitto. Checchè ne sia egli è uno de’ più comuni, che vive tanto in monte quanto in piano, garrulo, viva- cissimo: di carattere iracondo, spesso si batte con i suoi compagni, ed è il primo ad insultare il Barbagianni, o la Civetta, quando compariscono nel giorno. Si ciba con frutti, semi, insetti, uccelletti, piccoli mammiferi, rettili, ec. Propagazione. Nidifica sugli alberi bassi, o nei gran- di macchioni. Il nido lo intesse con stecchi e radici; quelle della parte interna son più sottili, e più delicate . Le uova hanno un color verdastro , e son tutte finamen- te macchiettate di scuriccio; sono assai più piccole di quelle di Piccione, e più tondeggianti. 224 ORDINE SECONDO Caccia. Moltissime Ghiandaje si prendono al Chzoc- colo, all’Acqua, e al Frugnòlo. GAZZERA CORVUS PICA Lu. Penne delle scapolari e dell'addome, bianco-nivee: quel- le dell’altre parti nere cangianti in verdone, o in violetto. Corvus pennis abdominalibus et scapularibus albo-niveis coeterum atro-viridis , vel atro-violaceus. Becco nero con la punta della mascella superiore leg- germente voltata in basso. Iride grigio-nera. Testa, col- lo, petto, schiena, sopraccoda, sottocoda e collo del piede di color nero. Le penne del vertice son cangianti in violetto. L’ultime penne del groppone cenerine. Sca- polari, e penne dell’addome e de’ fianchi color bianco niveo. Cuopritrici delle ali e remiganti secondarie nere, cangianti vivacemente in violetto, e in verdone. Remi- ganti primarie bianche, col lato esterno e il margine su- periore dell’ aliro lato nero. Coda lunghissima, cuneata, di color verdone, cangiante verso la punta in azzurro e in violetto. Piedi neri. ProPorzione peLLE RemicAnTI. Prima corta e stret- ta; seconda più corta dell’ottava; terza subeguale alla settima; quarta, quinta e sesta subeguali , e le più lunghe. SINONIMIA Pica varia seu caudata. Aldrov. Ornith, Tom. 1. p. 784. Tav. 785. Pica melanoleuca. Vieill. Gazzera comune, o Putta. Storia degli Uccelli Tav, 155. Meyer et Wolf, Ois d’Allem. Livr. 1. pl. 3. NOMI VOLGARI. TOSCANI Cecca, Gazzera Fiorentino. Agassa, Agazza, Cecca Pi- sano, Pica, Cecca Senese. STRANIERI Franc, La Pie, Ingl, The Magpie. Ted. Die Elster. UCCELLI SILVANI 125 Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 16. Coda: soldi 8. quatt. 1. Apertura del becco: soldi 1. picc. 3. Tarso: soldi 1. picc. 4. Cosrumi. Vivono le Cecche ppi ancora fuor del tempo degli amori; e dopo che i figli son volati dal nido, per qualche poco vanno unite in branchetti. Si ciba- no, come gli altri Corvi, di semi, di radici, e di pic- coli vertebrati, ma gl’insetti sono il loro cibo ordinario, e perciò sì vedono continuamente correre sù i prati fra 1 bestiami, e spesso si posano con tutta la familiarità e confidenza sul dorso delle Vacche e de’ Cavalli, per bec- carvi le Zecche, i Tafani, ed altri insetti parasiti che sempre là sono in abbondanza. Propagazione. Fanno il nido sopra i più alti alberi : esternamente è composto di radici, pagliuzze, e stecchi collegati con mota: internamente è foderato di paglia, e musco: la sua parte superiore è coperta da una volti- cella di pruni, da uno de’ lati della quale vi è un aper- tura che serve d’ ingresso. Le uova sono poco più pic- cole di quelle di Picise, di color verde-grigio, mac» chiettate di scuriccio, GENERE IX. PYRRHOCORASX Vizi. CARATTERI GENERICI Tarso coperto quasi intieramente da una sola squama . Tarsus fere ex toto unica squama tectus. Becco poco più corto, o subeguale alla testa, di me- diocre grossezza, conico-subtetragono, leggermente cur- vo. Apice della mascella superiore non adunco. Lin- gua corneo-scariosa , lanceolata, bifida. Marici basilari, laterali, subovate, nascoste da uno strato di pennuzze strette, setolose, rivolte in avanti. Z'arso coperto ante- 126 ORDINE SECONDO riormente da tre sole squame, la prima delle quali ne occupa da sè sola quasi tutta la lunghezza: più lungo del dito medio. Diti tre davanti uno di dietro: l’ esterno unito un poco alla base col medio. Unghie di mediocre lunghezza, poco adunche, e smussate. Coda mediocre, subtroncata, di dodici timoniere. Ali mediocri; prima remigante corta; terza e quarta più lunghe delle altre . COSTUMI Hanno moltissima somiglianza con i Corvi, non solo per le forme 3 quant anche per i costumi: ma non ostan- te son dotati di var} caratteri che dai Corvi gli allontana- no, avvicinandoli agli uccelli della famiglia de? Canori, e particolarmente ai Merli. Il cibo loro consiste in in- setti, semi, e frutti. Vivono sulle più alte montagne. Stanno riuniti in branchi, e non emigrano. Fanno il ni- do fra i massi, o sulle antiche fabbriche. GRACCHIO PYRRHOCORAX ALPINUS Vizi. Becco subeguale alla testa, diritto. Pyrrhocorax rostro recto, caput subequante . Adulti. Becco subeguale alla testa, quasi diritto , giallo-zolfino, Iride scura. Tuite le penne son di color nero morato, leggerissimamente cangianti in turchino- verdone. Piedi giallo-arancioni. Unghie nere. Giovani avanti l età d’ un anno. Becco nero, con la base della mascella inferiore gialla. Penne non can- giant. Piedi neri, SINONIMIA Pyrrhocorax. Aldrov. Ornith. Tom. 1. pag. et Tab. 709. Pyrrhocorax pyrrhocorax. Cuv. Temm. Corvus Pyrrhocorax. Lin. cur. Gmel. Coracia, o Corvo corallino. Stor. degli Uccelli Tav. 149. 150. (adulto). Ibid. Tav. 151. ( giovane). Meyer et Wolf, Ois. d' Allem, Livr. 7. pI. 4. UCCELLI SILVANI 129 NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Choquard des alpes. Zrngl. The alpine Crow. Ted. Die Alpenkràhe. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 12. Coda: soldi 5. pice. 3. Tarso: quatt. 4. picc. 1. Apertura del becco: quatt. 3. picc. 1. Cosrumi. Alcuni monti vicini a Seravezza, sono l’ u- nico luogo della Toscana, ove si trovano i Gracchi, uc- celli proprj di quelle regioni delle alpi, e dell’alte mon- tagne del Settentrione, ove regnan perpetuamente il diac- cio e la neve. Là vi abitano di continuo, e solo scen- dono verso il piano negli inverni i più rigidi, Stanno riuniti in branchi come i Corvi; spesso si vedono ascen- dere a grandi aliezze nell’ aria, ove più o meno si trat- tengono girando in cerchio confusamente, e mandando de’ gridi acuti. Son garruli e clamorosi, ed al vedere un corpo che loro sembri strano o sospetto, tutti in coro cominciano a urlare. Sono onnivori: i frutti, i semi, gl’ insetti, le uova, i piccoli uccelletti, e i piccoli qua- drupedi, piacciono ad essi ugualmente: a quest ultimi, per il solito, non mangiano che il cervello. È il Gracchio alcerto uno degli uccelli che più facil- mente degli altri si adatta alla domesticità, e prende il più grande attaccamento per quello che ne ha avuta cu- ra. Una volta addomesticato non occorre tenerlo rinchiu- so, nè con le ali impedite, giacchè ancor volando libera dove a lui piace, torna poi sicuramente alla casa. Io ne possiedo uno da cinque anni, che libero vive meco, e gira ovunque come padrone. All’ ora del desinare e della colazione, sale sopra la tavola, e fermo sù d’ un angolo di quella, esamina attentamente 1 piatti che arri- vano, e quando ne vede qualcuno di suo genio, va a far- ne buona provvista. Alcune volte preferisce il vino all’acqua. Ama molto il latte: la carne cruda, e cotta, le frutte, particolarmente uva, fichi, e ciliegie , il torlo d'uovo, il cacio un poco secco, e il pane scuro, sono le sostanze che più appetisce, e di cui si ciba ordinaria- 128 ORDINE SECONDO mente. Come i Corvi ha l'abitudine di servirsi delle sue zampe per ritenere ciò che vuol rompere, e di nascon- dere l’ avanzo delle sue provvisioni. È cosa piacevolissi- ma il vedere la cura con cui egli cerca qualche luogo ove fare il suo deposito, come lo nasconde coprendolo con pezzetti di carta, stecchi ec., 1’ attenzione che ha di girarli intorno, chinare e alzare la testa per vedere se da qualche parte si scopre. Spesso dopo aver formato qual- cuno di questi magazzini, si pone immobile a farvi la guardia, ed a chiunque vi si accosta, uomo, o animale che sia, gli si slancia addosso, con le penne rabbuffate, le ali mezze aperte, la testa bassa, ed a colpi di becco cerca d’ allontanarlo. Ha un gusto strano per il fuoco: molte volte è andato a levare i lucignoli accesi dalle lu- cerne, e così gli ha inghiottiti: spesso nell'inverno quan- do si tiene del fuoco per le stanze, ingoja de’ piccoli car- boncelli ardenti, ed io son rimasto sempre estremamen- te sorpreso vedendo che egli non ne ha mai risentito al- cun danno. Ha piacere a vedere inalzarsi del fumo, e tutte le volte che trova un vaso con fuoco, corre attorno cercando qualche pezzo di carta, o cencio, 0 stecco, ve lo pone dentro, e poi si ritira stando con grande atten- zione e quasi direi serietà, a vedere il fumo che essi producono. Diverse sono le sue voci: quando vede un oggetto per lui strano, o di cui teme, come un Serpe, un Granchio ec., allora battendo le ali, e sollevando, e abbassando rapidamente la coda, manda de’ gridi simi- lissimi al gracchiare de’ Corvi. Se può salire sopra una finestra, nell’ osservare quelli che passano per la strada, o se in casa arriva gente a lui ignota, attacca allora degli urli sì acuti, che quasi assordano. Quando poi qualcuno della famiglia, di quelli da lui più amati lo chiama, e gli discorre, egli allora risponde con un gracchiare bre- ve e interrotto , esprimente quasi que, que, que que que. Oltre tutti questi suoni, che sembrano avere un certo valore, un certo significato nel suo linguaggio , egli ha ancora un canto, che fa sentire quando stà in riposo, 0 quando vuol muovere a compassione , specialmente se UCCELLI SILVANI 129 gli accade la cosa per lui più spiacevole, cioè d’ esser chiuso fuori della stanza ove la famiglia è raccolta. Que- sto suo canto è di due qualità: il primo è un gracchiare quasi modulato , più dehole, e più dolce di quello che usa essendo impaurito; e l’aliro è un fischio pieno e so- noro, simile molto a quello del Merlo. Con questo fi- schio ha imparato a ripetere una piccola marciata, ed anche l’ha imparata con molta facilità. È degna poi di maraviglia l’ affezione grandissima che ha per tutti quei di mia casa. Se qualcuno se ne allontana per più dell’or- dinario, allorchè torna è certo d’ esserne accolto con le stesso piacere, con li stessi segni d’ allegrezza che potrebbe aspettarsi dalla più tenera madre: esso gli corre incontro con le ali mezze aperte, lo festeggia con la voce, vuole saltargli sul braccio, e non è contento se non gli si vede vicino. La mattina poco dopo il nascer del sole, lascia il suo pollajo, e se trova le porie non chiuse, corre in camera d’ uno de’ suoi prediletti, arrivando chiama due o tre volte, ma se niun risponde, s° accheta, e immobile sul capezzale, o sopra una seggiola vicina al letto, aspet- la pazientemente che il suo favorito si svegli. Allora egli non ha più nessun riguardo, urla con quanta forza può, corre da un luogo all’ altro, e mostra in tutti i modi il piacere che prova per la compagnia del padrone. È in somma estremamente sorprendente la sua affezione, e la perfettibilità del suo istinto, e temerei di nojare il letto- re, se volessi qui seguitare a descrivere tutte le azioni, che provano a qual grado sono in lui giunte queste due qualità. Ma se il Gracchio ha accordata amicizia agli uomini con cui è stato allevato, in nessun modo se ne riguarda come lo schiavo: ei si rivolta ostinatamente qualora si voglia obbligare a far cosa contro suo genio. Non con tutti, nè sempre, egli è amoroso e compiacen- te; alcuni vi sono per lui antipatici al segno , che non li vede senza rabbuftarsi e cercar di beccargli: e nemmeno da quelli a lui più simpatici, soffre mai volentieri d° es- ser preso e ritenuto fralle mani. Egli muta le penne una sol volta 1 anno. Tomo Ig 9 230 ORDINE SECONDO Propacazione. Nidificano, secondo gli Autori, nelli spacchi de’ massi più erti, e partoriscono quattro uova bianche, macchiate di Ia sudicio. Varie persone mi han detto che nei monti di Seravezza, un gran numero ne cova in una grotta, la quale perciò è chiamata la Grotta de’ Gracchi. * GRACCHIO FORESTIERO PYRRHOCORAX GRACULUS Temm, Becco più lungo della testa, arcuato. Pyrrhocorax, rostro arcuato, capite longiore. Adulti. Becco più lungo della testa, arcuato , appun- tato, colore arancione. Iride scura. Tutte le penne nere cangianti in violetto, ed in verdone cupo. Piedi arancio- RO nere. Mana . Becco, e piedi neri: penne non cangianti, SINONIMIA Corvus Graculus. Lin. cur. Gmel. Coracias. Aldrov. Ornith. Tom. 1. pag. 766. Tab. 768. Coracia erithroramphos. Vieill. Coracia alpigina. Storia degli Uccelli Tav. 152 Meyer et Wolf, Ois. d’Allem. Livr. 15, pl. 1. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Coracias, ou le Crave. Ingl. The red-legged Crow. Ted, Die Steinkràhe, Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 13. Coda: sol- di 4. picc. 6. Tarso: quatt. 5. Apertura del becco: quatt. 5. picc. 3. Cosruwmi. Vive sulle alpi di Savoja, e del Tiròlo, sempre nelle regioni più elevate. Propagazione. Nidifica nelli spacchi de’ massi, e nel- le vecchie fabbriche. Le uova son tre o quattro, bianco- sudicie, macchiate di scuro (1). (1) Temm. ibid. pag. 123. UCCELLI SILVANI 131 TRIBU V. I RAMPICATORI. CORTICICOLI CARATTERI DI TRIBU Becco conico, subtetragono, appuntato, di- ritto, non intaccato. Lincua lacerata in cima. Narici coperte da peli, o penne corte, rivolte in avanti, GAMBE vestite di penne. Tarso egua- le all’apertura del becco. Diti tre in avanti, e uno in dietro. RostRUM conicum, subtetragonum, acumi- nutum, rectum, integrum. Lincua lacera. NA- RES fecta pilis pennisque, antrorsum versis . Tia plumose. Varsus hiatu rostri equalis . DiGITI tres anteriores, quartus posticus. COSTUMI Si cibano d’insetti, che cercano sopra o dentro alle scorze, e di mandorle di var) semi. S' arrampicano su- gli alberi, servendosi solo delle unghie. Nidificano nelle buche degli alberi. Nota. due generi con i quali ho formata questa Tribù, cioè Nucifraga, e Sitta, nei libri sistematici erano stati si- tuati fino adesso ad una gran distanza l’uno dall’altro , 'T'em- minck pose la Nucifraga fra gli Onnivori, e la Sitta fra gli Anisodactyli ( ossia fra i miei Tenuirostri ). Vieillot in que- sto ha agito nello stesso modo di Temminck, giacchè egli ha riposto la Nucifraga nella famiglia de’ Coraces, la qua- le corrisponde press’ a poco a quella degli Onnivorî di Temminck, e la Sitta nella famiglia degli Anerpontes , che è la stessa degli Anisodactyli di Temminck, meno il genere Upupa. Ma se si considera la struttura del becco, e della liogua della Nucifraga, si vedrà che queste parti hanno una forma assai diversa da quelle degli Onnivori, cioè de’ Corvi, e de’ Gracchi; il becco di questi è conico e leggermente 132 - ORDINE SECONDO curvo in basso, e quello della Nucifraga è diritto e subte- tragono; la Nucifraga ha la lingua bifida, e cornuta in ci- ma, e la lingua de’ Corvi e de’ Gracchi è solamente bifida. Molto maggiori poi sono le differenze di forme fra la Sitta, e gli uccelli della famiglia de’ Tenwuirostri in cui era stata collocata, cioè 1’ Upupa, Thicrodroma, e Certhia. Questi hanno il becco sottile ed arcuato, la Sitta lo ha grosso, di- ritto, subtetragono: la lingua dei Tenzirostrî, o è appun- tata, o troncata, o ottusa, e quella della Sitta lacerata. Co- spicue ancora sono le differenze de’ costumi fra questi uc- celli: per esempio i Corvi ed i Gracchi, mai s° arrampicano sù 1 tronchi degli alberi, nè percuotono le scorze come fan- no le Nucifraghe : la Sitta si nutrisce di insetti e mandorle, ed unicamente d’insetti si nutriscono i Tenwirostri. Ora questi stessi costumi e forme, per cui la Sttta e la Nucifra= ga differiscono dagli uccelli con i quali erano stati confusi, essendo comuni ed alla Nucifraga ed alla Sitta, li fan so- migliare in tal modo fra loro, che mi sembra doverlì neces- sariamente riunire in una tribù a parte, La struttura del becco , della lingua, de’ piedi, e della coda è la stessa nei due generi: ambedue hanno il costume d’ arrampicarsi sulle scorze e percuoterle, cercandovi gli insetti. Si cibano indi- stintamente e d’insetti, e di mandorle, e fanno il nido nelle buche naturali degli alberi. Dimodochè formando con essi una nuova tribù, due vantaggi s'ottengono: primo, di to- gliere da due tribù molto naturali, degli uccelli che ne alte- ravano l’esattezza; e secondo, di formarne una nuova anch’ essa naturalissima, che stabilisce un passaggio ben graduato, fra quella degli Onnivori, e quella de? Mirmecofagi. GENERE X. NUCIFRAGA. Braiss. CARATTERI GENERICI Drro posteriore più corto del tarso. Dicitus posticus tarso brevior. Becco più lungo della testa, conico, con l'apice leg- germente compresso: margine delle due mascelle dinit- UCCELLI SILVANI 133 to, intiero. Lingua scariosa, quadrifida , e lacerata (1). Narici basilari, laterali, rotonde, nascoste da pennuzze strette, rigide, distese in avanti. Z'arso scudettato, più corto del dito medio. Dit, tre davanti, uno di dietro > l’ esterno unito alla base col medio, il posteriore molto più corto del tarso. Unghie piuttosto lunghe, poco cur- ve, subcompresse, appuntate. Coda rotondata, medio- cre, di dodici timoniere rotondate, e flosce nella cima. Ali mediocri: prima remigante mediocre: quarta e quinta le più lunghe. * NOCCIOLAJA NUCIFRAGA CARYOCATACTES Barss. Nero-scura, macchiata di bianco. Nucifraga nigro-brunnea, maculis albidis notata. Becco nero. Iride scura. Remiganti nere, con una piccola macchia bianca nella cima. Coda nera, con la cima bianca. Sottocoda bianco. Tutte le altre penne di color nero di filiggine. Pileo, groppone e sopraccoda, senza macchie. Delle macchie bianche a gocciola sopra le altre parti. Piedi ed unghie nere. SINONIMIA Corvus caryocatactes. Lin. cur. Gmel. Nucifraga guttata, Vieill, Ghiandaja nucifraga, o Ghiandaja nocciolaja. Storia degli Uccelli Tav. 162. Meyer et Wolf, Ois. d’ Allem. Livr. 15. pl. 2. NOMI VOLGARI‘, STRANIERI France, Casse noix. Zngl. Nuterake, Ted. Nussrabe. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 12. Coda: sol- di 4. quatt. 1. Apert. del becco: quatt. 5. Tarso: quatt. /. \ (1) Non avendo potuto osservare la lingua della Nucifraga , que- sto carattere lo stabilisco sull’ asserzione di Vieillot. 134 ORDINE SECONDO Cosrumi. Abita le Alpi. 5’ arrampica sù i tronchi de gli alberi cercando le Jarve che vivono al di sotto della scorza , delle quali S ‘ impadronisee forandola. Mangia anche molt’ altri insetti, de’ semi di guscio duro, come nocciòle, pinoli, ec.: dicesi che qualche volta "scalo an- che i giovani uccelli. In alcuni paesi emigra regolarmen- te: in altri è di passo accidentale. Mi è stato detto che una fu uccisa sul nostro Appennino . Propagazione. Nidifica nelle buche degli alberi, e vi partorisce cinque o ser uova grigio-lionate, con delle macchie più cupe (1). GENERE XI. SITTA Lin. CARATTERI GENERICI Dito posteriore eguale al tarso. Dicitus posticus tarso aqualis. Becco subeguale alla testa, diritto, conico subtetrago= no, un poco iii in cima, col margine intiero. Line gua scariosa , bislunga, troncata, e quadrifida in cima. Narici basilari, laterali, rotonde, nascoste da pennuzze setolose distese in avanti. Z'arso scudettato, subeguale al dito medio. Diti lunghi, tre in avanti, uno in dietro: questo lungo quanto il tarso : 1’ esterno unito alla base col medio. Unghie arcuate, acute. Ali mediocri: pri- ma remigante corta, seconda più corta della sesta: terza quarta è quinta eguali, e le più lunghe. Coda corta, ro- tondata, di dodici timoniere rotondate, e flosce. (1) Temm. ibid: pag. 118. ICCELLI SILVANI 235 RI \ “ g\\ ME RONNNNN AG a A N N Ò LI @ VA \ \N Qu NN n 2 RI UNI i ù ij N VTN NS MURATORE SITTA EUROPEA Lux. Parti superiori celestognolo-cenerine, inferiori lionate : sottocoda fulvo-castagno e bianco. Sitta corpore superne coeruleo-cinerascente ; inferne hel- volo: uropygio fulvo-castaneo et albo. Becco superiormente nerastro, inferiormente celesto- gnolo. Iride castagna. Parti superiori celestognolo-cene- rine. Gola e gote biancastre. Lati del collo, gozzo, pet- to e addome, color lionato. Una linea nera parte dalla base della mascella superiore, traversa 1’ occhio, le tem- pie, e s'estende un poco anche sù i lati del collo, sepa- rando il color cenerino dal lionato. Fianchi di color fulvo-castagno-sericeo. Penne del sottocoda molto con- vesse, rotonde, alla base fulvo-casiagne, bianche nella parte estrema. 'l'imoniere: le due medie del color cele- stognolo del dorso: le altre nere terminate di cenerino, con una macchia bianca verso la cima dal lato interno: l’esterna da ciascun lato, ha bianca anche la parte ester- na del margine esterno. Ali cenerino-celestognole cupe. Piedi cenerino-giallastri. Unghie nerastre . 136 ORDINE SECONDO SINONIMIA __ Sitta, sive Picus cinereus, Aldrov. Ornith, Tom. 1. p. 852. Tab. 853. Peciotto, o Picchio piccolo grigio ec. Storia degli Uccelli Tav. 193. fig. 1. Buffon, PI, enlum. 623. fig. 1. NOMI VOLGARI. TOSCANI Picchio muratore, Picchiotto Fiorentino. Dottore Pisano. Murajolo Senese. Murajola Yolterrano. STRANIERI — Franc. La Sittelle ou Torchepot. Ingl. The Nuthatch. Ted. Der gemeine Spechimeise. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 5. picc. 3. Co- da: quatt. 4. picc. 1. Apertura del becco: picc. 8. DA alsof. pice. 7a Costumi. Mediante le sue grandi, e forti unghie s'ar- rampica benissimo sopra i tronchi e rami degli alberi, e vi cammina in tutte le direzioni. Là cerca degli inset- ti, che formano nella-buona stagione quasi l’ unieo suo cibo: ma in inverno mangia anche le mandorle di varj semi, come nocciole, pinoli, ec. Non emigra: quasi sempre rimane nel bosco ove è nato: va solo, o a cop- pie, ed unicamente poco dopo che sono esciti dal nido si irovano in truppe. Abita i boschi d’alberi alti, ove sl fa sempre sentire gridando in un modo, o in un altro, con voce tonda e squillante. Propscazione. Nidifica nelle buche naturali degli al- beri, o nei nidi abbandonati dai Picchi, e quando l' a- pertura ne è troppo grande, la ristringe con mota, e sterco di cavallo. Le uova sono in numero di sei o sette, bianche, macchiate di rosso cupo, e riposano sopra uno strato di foglie secche. UCCELLI SILVANI 13 i TRIBU VI. I MIRMECOFAGI. SAGITTILINGUES CARATTERI DI TRIBU Becco subtetragono, diritto. GAMBE vestite di penne. Diri due rivolti in avanti, e due in dietro. Rostrum subtetragonum, rectum. Tina plu- mose. Diciti duo anteriores, duo postici. COSTUMI La situazione de’ diti, cioè due rivoltati in avanti, e due indietro, rende loro molto facile arrampicarsi sù i rami e sulle scorze degli alberi, ove essi cercano di con- tinuo gli insetti, loro quasi esclusivo cibo. Son muniti d’una lingua cilindrica ed estremamente estensibile in grazia delle due branche dell’ osso joide, le quali son così lunghe che mentre la lingua è ritirata, si rivoltano sulla testa, e con la loro esiremità giungono fino alla ba- se del becco. Nidificano nei tronchi degli alberi, e le uova loro son bianche, e lustre. GENERE XII. PICUS Us. CARATTERI GENERICI TimonieRE acuminate, rigide. RecrRIcES acuminate, rigide. Becco mediocre, tetragono, diritto, con 1’ estremità compressa, cuneata, troncata. Margine delle mascelle intiero. Lingua carnosa, cilindrica, retrattile, lunghis- sima, con l’ estremità cornea, sagituforme, e i i di 138 ORDINE SECONDO setole voltate in dietro. Narici basilari, ovali, ricoperie da penne setolose rivolte in avanti. Z'arso scudettato, più corto del dito esterno anteriore. Diti due rivolti in avanti, e due in dietro: gli anteriori saldati alla base: i posteriori divisi. Unghie arcuate, forti ed aguzze. Coda mediocre, graduata, di dieci o dodici #imoniere, ap- puntata, con stelo, e piume forti e rigide. Al piutto- sto grandi; la prima remigante corta: la seconda più corta della terza; la terza, e la quarta son le più lunghe. COSTUMI Sono insettivori, e formano il loro cibo ordinario Ie formiche, e le larve de’ Coleotteri, che vanno a cercare sopra gli alberi, e sotto la loro scorza: ma quando non trovano di questi animali, s’ adattano anche a mangiare de’ semi, delle noci, e de’ pinoli. Di rado si vedono camminar sulla terra, e solo fralle specie nostrali qual- che volta vi stà il Picchio verde. Sempre vanno rampi- candosi sugli alberi, il che fanno benissimo im grazia della disposizione de’ diti, delle unghie fortissime, e della coda rigida, la quale tenendola applicata alla scor- za, serve loro di puntello. Mentre salgono sugli alberi ne percuotono la scorza continuamente col becco duris- simo, per farne escire gl’ insetti. Di più dal suono che l’ albero tramanda alle loro percosse, si accorgono ove stanno nascoste le larve de’ Coleotteri: allora , lì, con il becco che è fatto a scalpello nella cima, vi formano un foro, attraverso al quale introducono sotto la scorza la lunghissima lingua, e mediante la specie di dardo corneo, con denti rivolti in dietro di cui ne è armata la punta, trafiggono e tirano fuori la larva. Siccome poi il rimanente della superficie di quest’ organo è molle e vi- scoso , l’ adoprano ancora per prendere le formiche, in- sinuandolo nelle aperture dei formicai. Covano i Picchi nei tronchi degli alberi: una specie sola, cioè il Picchio piccolo , cova nei fori naturali: le altre specie si scavano il nido a forza di colpi di becco, ma bensì han cura di scegliere un albero il cui legno sia tenero, come Pioppo, UCCELLI SILVANI 139 © Gattice, o qualche parte in cui il legno sia guasto. Vo- lano a ondate; hanno una voce forte e spiacevole. Il lo- ro naturale è selvaggio, e sospettoso. Non emigrano. Caccia. A causa della qualità del nido è facile impa- dronirsi dell’ intera famiglia. Perciò in primavera da quei che fan mestiero di cercar nidi, si distrugge una grandissima quantità di Picchi. Per il solito è necessario allargare con un accettino 1’ apertura di questi nidi per potervi introdurre il braccio. * PICCHIO NERO PICUS MARTIUS Lux. Vertice rosso (maschio), o nero ( femmina): dorso nero: penne anali nere, Picus vertice rubro (in masculo ), vel nigro (in fomi- na): dorso nigro, pennis analibus nigris. Maschio. Becco biancastro, con qualche sfumatura turchiniccia , e la punta nerastra. Iride bianco-giallastra. Pileo rosso-carnicino . Tutte le altre penne di color nero. Tarsi coperti da penne nella parte superiore. Piedi ce- nerino-nerastri. Femmina. Ha rosso solamente 1’ occipite. SINONIMIA Picus maximus niger Aldrov. Ornith. Tom. 1. pag. 843. Tab. 844. (maschio). Picchio nero, o Picchio corvo. Storia degli Ucc. Tav. 172. (maschio). Meyer et Wolf, Ois. d’Allem. Liv. 6. pl. 13. (maschio). NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Pic noir. Ingl. The great blacke Woodpencker. Ted. Der schwartz Specht. DimeNnsIONI. Lunghezza totale: soldi 16. Apertura del becco: quatt. 7. Tarso: quatt. 4. picc. 1. Coda: soldi 5. quatt. 2, or ELTO, ORDINE SECONDO Cosrumi. Vive nelle boscaglie alpine. Non è raro in quelle de’ monti della Savoja e del Tiròlo. Il Principe Carlo Bonaparte dice che in inverno trovasi. qualche volta nelle boscaglie subappennine. Oltre il mangiare le formiche, e larve di Coleotteri, come le altre specie di Picchio, piacendogli anche le larve di Vespe,,e di Api, in alcuni luoghi produce gravi danni agli alveari. Propacazione. Nidifica negli alberi, e vi partorisce tre uova bianche. PICCHIO VERDE PICUS VIRIDIS Lun. Vertice rosso: dorso verde: penne anali giallo-verdì . Picus vertice rubro: dorso viridi: pennis analibus luteo- viridibus. Maschio adulto . Becco celestognolo-verdasiro . Iride bianca. Penne del pileo nella cima di color rosso viva- cissimo, nel rimanente cenerine. Penne della base su- periore del becco, gote, e regione orbitale, di color ne- ro. Bafl rossi, circondati di nero. Cervice; schiena, scapolari, e cuopritrici delle ali, color verde-giallo . Groppone e sopraccoda, giallo-acceso, un poco ten- dente al verdastro. Parti inferiori bianco-grige-verdastre. Il sottocoda, e cuopritrici inferiori delle ali, macchiate trasversalmente di cenerino-nero. Remiganti bruno-ver- dastre; le primarie macchiaie di bianco-giallo esterna- mente, le secondarie internamente. Timoniere grigio- verdastre, con macchie ondolate nerastre. Piedi grigio- cenerini. Femmina. Ha i baffi intieramente neri: le penne del pileo meno colorite di rosso . Giovani avanti la prima muta. Hanno tutte le penne delle parti superiori, eccettuate le timomiere e re- miganti, macchiate di bianco-cenerino. Le penne delle parti inferiori sono in essi macchiate di cenerino-nero . Nella testa vi è pochissimo nero, e le penne del pileo hanno una piccolissima porzione rossa. UCCELLI SILVANI 24 SINONIMIA Picus viridis. Aldrov. Ornith. Tom. 1. p. 848. Tav. 849. Picchio verde ec. Storia degli Ucc. Tav. 105. (maschio). Meyer et Wolf, Ois. d’Allem. Livr, 2. pl. 4. NOMI VOLGARI. TOSCANI Picchio gallinaccio, Picchio grosso Fiorentino, Pisano. Picchio galletto Senese. Picchio giallo Y'olterrano. STRANIERI Franc. Le Pic-vert. Ingl. The Green Woodpecker. Ted. Der griin Specht. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 11. Apertura del becco quatt. 5. Coda: quatt. 10. Tarso: quatt. 3. picc. 2. Cosrumi. È comune. Abita in tutti i boschi tanto di monte che di piano , e quasi di continuo ne turba la quie- te, o con ì suoi urli forti, ka ka, ke ka ka, che ripe- te volando, o con il romor risonante del becco, che va battendo negli alberi. Qualche volta sì vede posato a terra cercando formiche, e altri insetti. PropAcazione. Nidifica nei tronchi degli alberi, e par- ticolarmente ne’ Gaitici, e ne’ Pioppi: col becco vi sca- va un canale largo tanto da poterci passar per l’ appun- to; canale che termina im una cavità molto più ampia, ordini naturale , cagionata dalla putrefazione del legno, e che il Picchio avea già riconosciuta dal di oto in grazia del suono prodotto dal tronco percosso. Le uova son quasi rotonde, bianchissime, da sei a otto. Caccia. Oltre quelli ‘presi nel nido, nell Agosto pa- recchi rimangono alle reti, accorrendovi per ‘veder la Civetta. 142 ORDINE SECONDO PICCHIO ROSSO MAGGIORE PICUS MAJOR Lix. Vertice nero: dorso nero: penne anali rosse. Picus vertice nigro: dorso nigro: pennis analibus rubris . Maschio adulto. Becco celestognolo-nerastro . Iride rossastra . Fronte bianco-rugginosa . Penne dell’ occi- pite nere alla base, rosso-vivacissime in cima. Parte superiore e laterale del collo, dorso, e sopraccoda, una fascia che dalla base del becco va ai lati del collo, e un altra che dalle spalle cala sul petto , di color nero legge- rissimamente cangiante in paonazzo . Spazio fra l’occhio e il becco, contorno dell’occhio, e tempie , due macchie larghe su i lati del collo, e scapolari, di color bianco puro. Parti inferiori bianco-sudicie. Regione anale e sot- tocoda, di color rosso-focato. Cuopritrici delle ali; le esterne nere, le interne bianche. Remiganti nere, mac- chiate di bianco sopra i loro margini : 1’ esterna sola ha il margine esterno tutto nero. Le timoniere medie tutte nere: le altre macchiate di bianco e di nero: in cima bianco-sudicie. Piedi nero-cenerini. UCCELLI SILVANI 143 Femmina. Non ha punto rosso sul capo . Giovani avanti la prima muta. Hanno il vertice rossastro, la nuca nera, e le parti inferiori con macchie bruno-nere . SINONIMIA Picus major. Aldrov. Ornith. Tom. 1. p. 845. Tab. 846. Picchio vario maggiore, Picchio sarto maggiore. Storia degli Uccelli Tav. 167. 168. (maschio). Meyer et Wolf, Ois. d’ Allem. Livr. 6. pl. 4. fig. 1. (ma- schio ). lbid. fig. 2. (femmina). NOMI VOLGARI. TOSCANI Picchio rosso Fforentino, Pisano. Picchio mezzano Senese. STRANIERI Franc. L’Epeiche, on Pic varié. Ingl. The greater spotted Woodpecker. Ted. Der. grosse Buntspecht. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi g. Apertura del becco: soldi 1. Coda: quatt. 8. picc. 2. Tarso: picc. 10. Costumi. Anche questa specie è comune tanto in mon- te che in piano. Ha gli stessi costumi del Picchio verde, ma la sua voce è diversa. Propagazione. Nidifica nei tronchi degli alberi, sca- vandovi il nido a colpi di becco. Le nova son rotonde, bianchissime, in numero di cinque o sei per covata. PICCHIO ROSSO MEZZANO PICUS MEDIUS Lun. Vertice rosso: dorso nero: penne anali rosse. Picus vertice rubro: dorso nigro: pennis analibus rubris . Maschio adulto. Becco piuttosto sottile , celestogno- lo. Iride bruna, circondata di cenerino. Fronte bianco- cenericcio-scura. Penne del vertice e dell’ occipite lun- ghe, sottili, cenerine alla base, rosso-focate in cima. Gote, tempie, gola, e gozzo, biancastre. Parte superio- 244 ORDINE SECONDO re del collo, e lati neri. Una macchia bianca sù i lati del collo, che scende verso le spalle, e il petto. Dorso e sopraccoda neri. Scapolari bianche. Petto e addome bianco-giallastri. Fianchi bianco-carnicini, con larghe strisce nere. Parte inferiore dell’ addome e sottocoda, rosso-acceso appena tendente al rancione . Cuopritrici delle ali: le esterne nere, le interne bianche. Remiganti nere, macchiaie sù 1 margini di bianco. Timoniere: le quattro medie nere; le altre macchiate di bianco. Piedi bruno-cenerini. Femmina. Ha i colori meno vivaci, e particolarmen- te il rosso, ed è un poco più piccola. Giovani avanti la prima muta. Hanno pochissimo rosso sulla testa: 1 colori meno vivaci che negli adulti : e le macchie nere dei fianchi sono più grandi. SINONIMIA Picchio vario, o Picchio sarto mezzano ec. Storia degli Uccelli Tav. 160. NOMI VOLGARI, STRANIERI Franc. Pic mar, ou Pic varié a téte rouge. /ngl. The middle spotted Woodpecker. Z'ed. Der mittler Butuspechi. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 7. quatt. 1. Co- da: quat. 8. picc. 3. Apertura del becco: pice. 11. Tarso: picc. 9g. Cosrumi. Questa è è la specie più rara di tutte le altre. Non i’ ho mai trovata nella pia: nura Pisana, e gl’ indivi- dui che possiedo mi sono stati mandati dai baschi della montagna di S. Fiora, e da quelli di Castel Nuovo di Val di Cecina. Propagazione. Nidifica nei fori che da sè stesso scava nci tronchi degli alberi. Le uova sono tre o quattro per nido, bianche. UCCELLI SILVANI 163 PICCHIO PICCOLO PICUS MINOR Lux. Vertice rosso (maschio ), o bianco (femmina): dorso bianco e nero: penne anali bianche e nere. Picus vertice rubro (in masculo), vel albo (in foemi- na): dorso albo nigroque: pennis analibus albis et nigris. Maschio adulto. Becco cenerino-nero. Penne della base del becco bianco-sudicio : quelle della fronte bian- castre : quelle del vertice rosse in cima, poi bianche, alla base nerastre. Una fascia nera scende sul mezzo della cer- vice; un altra fascia simile dalla parte inferiore dell’ orec- chio cala sù i fianchi. La parte superiore del dorso ed il sopraccoda, di color nero puro. Dorso, scapolari, e sottocoda bianche, con fasce e macchie nere trasverse . Parti inferiori biancò-sudice. Fianchi strisciaii di nero, Cuopritrici superiori delle ali: le esterne nere; le interne bianche e nere. Remiganti nere, macchiate sù i margini di bianco, Le quattro timoniere medie nere; le .l0- macchiate di bianco e di nero. Piedi cenerino-neri. femmina. Ha il vertice tutto bianco, e una maggio- re estensione nera all’ occipite. SINONIMIA Picus varius minor. Aldrov. Ornith. Tom. 1. p. 842. Picchio sarto minore ec. Storia degli Uccelli ‘fav. 170. fig. 1. (maschio). Buffon, PI. entum. num. 598. fig. 1. ( maschio). NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. La petit Epieche. Ingl. The Lesser spotted Wood- pecker. Ted. Der kleiner Buntspecht. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi £. pice. 7. Coda: picc. 5. Apertura qui becco: quatt. 2. Lac pice. 6. 1/.. Cosruwr. Meno raro della specie precedente. Ha gli stessi costumi del Picchio rosso maggiore. Propagazione. Nidifica nei fori che giù trova negli al. beri. Le uova son tre o quattro, bianche. Tomo IL. 19 r4G ORDINE SECONDO GENERE XII. YUNX Lun. CARATTERI GENERICI TimonierE rotondate, flosce. RecrRIcEs rotundate, flaccida. Becco subeguale alla testa, subtetragono , diritto , ap- puntato. Margine delle mascelle intiero. Lingua car- nosa, cilindrica, lunghissima, retrattile, con l’ estremità cornea, troncata, smarginata, senza setole. /(Varzci basi- lari larghe, guardanti in alto, nude. Z'arso scudettato , subeguale al dito esterno anteriore. Diti due in avanti, e due in dietro; gli anteriori saldati alla base: i poste- riori divisi. Unghie mediocremente arcuate, aguzze. Coda mediocre, un poco rotondata. Zimoniere dodici* l esterne cortissime: molto larghe, quasi piane, rotonde nella cima, con stelo e barbe deboli. Al mediocri. Prima remigante cortissima ; seconda poco più corta del- la terza, che è la più lunga. COSTUMI Vivono d’ insetti, che per il solito prendono median- ie la loro lingua costruita nello stesso modo di quella de’ Picchi. Ma a differenza di questi, gli Yuzx non s' arrampicano che raramente sulle scorze, e solo vi si attaccano un momento per chiappare l’ insetto che vi han veduto, e poi tornano a pollajo sù i rami. Spesso camminano sulla terra. TORCICOLLO YUNX TORQUILLA Lun. Cenerino macchiettato di nero. Yuna corpore cinereo , nigre maculato. UCCELLI SILVANI 147 Becco cenerino-carneo. Iride castaguo-gialliccia. Pen- ne delle parti superiori cenerine, macchiettate delicata- mente di nero: in diversi luoghi variegate di bianco, di giallastro e di scuro, Le penne della parte media della cervice, del dorso, e le scapolari hanno più nero delle altre. La gola, il gozzo, i lati del collo, il petto, e il sottocoda son di color ceciato, dipinto vagamente da li- nee trasverse arcuate, nere. La parte più alta della gola, e due spazj che si estendono sù i lati del collo, son bian- chi. Addome e fianchi bianco-giallastri, con macchie ne- re a dardo. Cuopritrici delle ali e ultime remiganti di- pinte nello stesso modo dell’ altre parti superiori, ma di color giallo rugginoso . Prime remiganti bruno-nere, con molte macchie giallo-rugginose sul margine. Coda del medesimo colore della schiena, ma con fasce a zie-zac nere, e biancastre. Piedi cenerini. SINONIMIA Yunx seu Torquilla. Aldrov. Ornith, Tom. 1. pag. 865. Tab. 866. Torcicollo, Collotorto, Tortocollo, Capotorto, e Verti- cello. Storia degli Uccelli Tav. 186. Buffon, PI. enlum. num, 698. ‘ NOMI VOLGARI. TOSCANI Girasole Fiorentino. Torcicollo Pisano. Collotorto Senese . STRANIERI Franc. Le Torcol. Ingl. The Wryneck. Ted. Der Bunter Wendehals. Dimensioni, Lunghezza totale: soldi 6. Apertura del becco: quatt. 2. Coda: quatt. 5. picc. 2. Tarso: picc. 9g. . Costumi. Il Torcicollo giunge a noi dalle parti me- ridionali nella primavera, insieme con gli altri uccelli migratori, presso a poco cioè quando il Cannareccione , il Lul verde, il Rigogolo, ec. ma a differenza di que- sii, anche nell’ inverno sempre qualcuno ne rimane in ilo ORDINE SECONDO Toscana. È comunissimo : nel tempo delle cove abita i campi alberati, dopo si ritira nelle macchie, e vicino aî paduli. Stà nascosto nelle fronde degli alberi a pollajo sopra i rami; di rado si vede aggrappato alle scorze. La qualità più curiosa di questi uccelli, e che gli ha dato il nome, è quella di muovere il collo da tutti i lati, e ce- lerissimamente, quando son presi in mano, o son feriti: pare che siano attaccati da convulsioni, girano, e rigira- no la testa da tutte le parti in modo stranissimo, e sor- prendente. Alcuni autori dicono che il Torcicollo fa tali movimenti anche essendo libero, e tranquillo; ma non ho mai potuto verificare questa loro asserzione, benchè più volte mi sia trattenuto espressamente ad osservarli liberi in campagna: essi tenevano allora la testa nell’ at- titudine ordinaria, e non la muovevano che quanto era necessario per far ciò di cui si occupavano. Io sono adun- que quasi persuaso essere il timore la sola causa di quei- le strane contorsioni. Propagazione. Covano nelle cavità degli alberi, parti- colarmente de’ Pioppi, e de’ Salci. Le loro uova son piccole, ovate, bianchissime, e in numero di sei o sette: non fanno nido, ma le depositano immediatamente sul terriccio o frantumi di legno che trovansi in quelle buche. Caccia. Se ne prendono agli Archetti, ed ai Panioni, tendendo ai Codibianchi. TRIBU VII I CUCULI. AMPHIBOLI CARATTERI DI TRIBU Becco mediocre, conico, subarcuato, forte. Gampe vestite di penne. Drri due in avanti, e due in dietro; l’ esterno posteriore versatile . RostruM mediocre, conicum, subarcuatum , walidum. Tria plumose. Dieiti duo anterio: res: duo postici, extimo versatili, UCCELLI SILVANI 159 COSTUMI Quantunque i loro piedi somiglino quelli de’ Mirme- cofagi, ed altri uccelli rampicatori, giacchè quasi sem- pre l'esterno anteriore lo tengono voltato a dietro, pure giammai s’ arrampicano. Camminano male; bensì vola- no con grandissima facilità ed eleganza. Si ciban d’ in- setti, ed in specie di larve di Lepidotteri. GENERE XIV. CUCULUS Ln. CARATTERI GENERICI Narici marginate. Tarso subeguale al dito esterno . Nares marginate. Tarsus digito extimo su- bequalis. Becco subeguale alla testa: un poco curvo, legger- mente compresso in cima. Apertura che si estende fin sotto 1’ angolo degli occhi. Margine delle mascelle in- tiero. Lingua corta, intiera, terminata a freccia. Nari- ci basilari, aperte quasi accanto al margine della ma- scella, nude, rotonde, con un orlo rilevato. Z'arso scu- dettato, coperto di penne nella metà superiore, subegua- le al dito esterno. LDiti quattro: 1’ esterno anteriore se- parato dal medio e versatile, i due interni uniti alla base. Coda graduata, grande, di dieci timoniere , flosce e ro- tondate in cima. Ali grandi: prima remigante mediocre, seconda subeguale alla quarta; terza più lunga di tutte. CUCCO CUCULUS CANORUS Lun. Addome biancastro, striato in traverso di nerastro . Cuculus abdonine albido, transversim striis nigrescenti- bus notato. 50 ORDINE SECONDO Adulti. Becco scuro-cenerino, con gli angoli gialii . Iride gialla. Palpebre nude, gialle. Parti superiori d’ ari bel color cenerino-piombato. Gola, gozzo e petto dello stesso colore, ma più chiaro. Addome, fianchi, e cuo- pritrici inferiori delle ali, di color bianco con fasce sot- tuli, trasverse, nerastre. Regione anale e sottocoda bian- che, leggerissimamente ceciate. Ali cenerino-scure gran= di remiganti macchiate di bianco nella parte interna. Timoniere nere, macchiate di bianco lungo lo stelo, nella cima, e sul margine. Piedi gialli. Giovani d’ un anno. Penne delle parti superiori scuro-nere, terminate di lionato-nocciòla, e di bianco ? tutte sono ancora macchiate trasversalmente di lionato- nocciola. Una macchia bianca sull’occipite. Penne della gola, gozzo, petto, addome, fianchi, e cuopritrici infe- riori delle ali bianco-giallastre, con strette fasce trasver- se nere. Remiganti e timoniere bruno-nere, macchiate lo) di lionato-nocciòla, e di bianco. Nota. Alcuni Cucali, nella livrea che ho adesso descritta; tornano a noi nella primavera, si appajano e covano, por- tando sempre lo stesso abito, cosicchè fino a quest'ultimi tempi furono riguardati comme appartenenti ad una specie distinta, a cui fu dato il nome di Cuculus hepaticus. Tem- iminck nel suo Maruale d’Ornitologia con buone ragioni prova clie questa specie non esiste, e che la varietà di colo- re per cui si distingue dal Cuculus canorus è prodotta dalla diversa età, Ancor’ io son di questa opinione, giacohè nel- la primavera del 1824 ebbi uno di tali Cuculi epatici, il uale non avendo per anche terminato di mutare tutte le peune del primo anno, chiaramente faceva vedere il passag- gio da una all’altra livrea, Io farò ancora oss:rvare, che quando Temminck dice essere in Htalia il Cuculo epatico nella primavera più comune del cenerino, ciò non si deve intendere in quanto alla Toscana, giacchè qui, benchè qualcuno vi se ne trovi, essi son sempre in numero molto minore de’ cenerini. Giovani avanti la prima muta. Hanno le penne delle parti superiori cenerino-cupe marginate di bianco. Quelle delle ali e della coda son anche macchiate di giallastro-rugginoso . D+ \ UCCELLI SILVANI tt SINONIMIA Cuculus. Aldrov. Ornith. Tom. 1. pag. 409. Tab. 416. Cuculo comune ec. Storia degli Uccelli Tav. 67. (adulto). Cuculo. Olina, Uccelliera pag. 38. ( adulto). Meyer et Wolf, Ois. d’ Allem. Livr. 29. pl. 5. (adulto). Cuculo rugginoso. Storia degli Uccelli Tav. 68. (giovane d’ un anno). Meyer et Wolf, Ois. d’ Allem. Livr, 29. pl. 4. ( giovane d’ un anno). Aldrov. Ornith. T. 1. Tav. 414. (avanti la prima muta}. Cuculo francescano. Storia degli Uccelli Tav. 69. (avanti la prima muta). NOMI VOLGARI. TOSCANI Cuculo Pisano, Fiorentino. Cucco Senese, STRANIERI Franc. Le Coucu. Ingl. The common Cuckow. Ted. Der gemeiner Kackuk. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 12. Coda: soldi 5. picc. 8. Apertura del becco: soldi 1. picc. 2. Tarso: picc. g. Costumi. È uccello migratorio: arriva nell’ Aprile, e parte in Settembre. Appena arriva comincia a cantare, e quantunque il suo verso non abbia alcuna varietà, nono- stante la voce essendo dolce e rotonda, si sente con pia- cere. Grandissimo è il numero che ne rimane in Tosca- na: non vi è bosco in monte o in piano, che in prima- vera ed in estate, non risuoni dal cu cu, cu cu, di questo uccello. Nel Settembre comincia a muoversi per emi- grare: allora in alcuni anni se ne vede passare una quan- utà grandissima per la pianura Pisana. Nel Settembre del ul gli alberi dello stradone che da Pisa va al Parco Reale di S. Rossore, attraversando vastissime pra- terle, ne furono pieni per una diecina di giorni. Vola- vano 1 Cuculi da una pianta all’altra, andavano a posar- si un poco sul prato, ritornavano sugli alberi, ma di là lo) non si allontanavano,, benchè continuamente fossero mo- | 152 ORDINE SECONDO festati dai non pochi cacciatori che vi erano accorsi . Questi uccelli volano con grande agilità, e spesso, parti- colarmente andando a posarsi, senza muovere le ali ; co- me sogliono fare i Falchi . Propagazione. Tutti gli vecelii hanno una cura gran- dissima delle loro uova: per esse fabbricano un nido, le covano, e allevano i fighi col massimo amore. Il solo Cuculo appena le ha fatte le abbandona. La ia dovendo partorire, deposita un uovo sull’ erba delicata d’ un prato, 0 sopra la borraccina, e poi avendolo pre- so; e nascosto nell’ interno della sua larga bocca, volan- de, va a depositario nel nido di qualche piccolo uccello accanto alle uova che già conteneva. Per il solito i nidi preferiti son quelli di Pettirosso, Capinera , Strisciajola, Sterpazzola , o Verla, sempre però d’ uccelli insettivori . Il giorno seguente, n partorito un altro uovo, va a depositarlo i in ua altro nido, e-così seguita a iipeteré quest’ operazione fino a che non abbia terminato di collocare tutta la sua covata, ia quale ordinariamente è di cinque o sei uova. Quelli uccellini nel covo de’ quali il Cuculo ha lasciato 1 uovo, non vi fanno atienzione; come uno de? loro seguitano a covarlo, e quando è nate imboccano e custodiscono il piccolo Cuculo, con lo stes- so amore; e con la cura medesima de’ figli propri. Ma ben presto egli paga d° ingratitudine le premure dell’ a- morosa sua balia: crescendo molto più de’ compagni, dopo poco tempo il nido è per lui iroppo stretto: allora ricorre a un barbaro espediente per proeurarsi un allog- gio più comodo: egli si ritira nel fondo del nido più e può, adagio adagio caccia una spalla sotto uno degli uc- celletti les gitiimi possessori di quello Me “Alecudati a un tratto lo getta fuori. Ripete quest’ operazione succes- sivamente, in ragione che cresce, e che gli altri compa- gni lo inecomodano, di modo che alla Ge rimane solo nel nido usurpato. Così quei miseri uccelli che costrui- rono il nido e che han fatto da balia al Cuculo , sono da lui privati ad uno ad uno di tutti i figli. Ma qui non termina la loro trista sorte: finchè quell’ intruso rimane UCCELLI SILVANI 1653 ton essi, non v è nè pace nè quiete: è necessario che di continuo corrano in traccia di cibo, giacchè egli, corpu- lento e voracissimo, sempre a gola aperta altro non fa che stridere e chieder mangiare. È l’ uovo del Cuculo per i poveri uccellett a cui tocca, un vero flagello ; come il fantastico Vampiro d’ alcuni popoli Orientali, non por- ta che fatiche e desolazione nella famiglia ove sì intro- duce. Secondo alcuni Naturalisti, quando il Cuculo ha deposto le uova ne’ varj nidi, benchè le abbia affidate alla cura di stranieri, non ostante non le abbandona af-' fatto, e fino al momento in cui i suoi figli non sono in grado di poter da loro procurarsi il cibo, e difendersi, gira loro all’intorno, mai li perde di vista, pronto a soccorrergli quando qualche pericolo li minacciasse . Caccia. Se ne prendono molti nelle Gabbiuzze, e agli Archetti, in Agosto. GENERE XV. COGCr:sbo Ss: Niernt: CARATTERI GENERICI Narici non marginate. Tarso più lungo del dito esterno. | Narks non marginate.'Tarsus digito extimo longior. Becco subeguale alla testa, grosso, Un poco curvo, leggermente compresso verso la cima. Apertura che si estende fin sotto gli occhi. Margine delle mascelle in- iero. Lingua breve, stretta, acuta. /arici basilari, aperie accanto al margine delle mascelle, nude, bislun- ghe, semichiuse nella parte superiore da una piccola membrana. Zarso scudettato, coperto di penne sotto I’ articolazione colla gamba, più lungo del dito esterno. Diti quattro; esterno anteriore separato dal medio, e versatile: i due interni quasi inticramente separati. Code 154 ORDINE SECONDO lunga, graduata, di dieci timoniere flosce, e rotondate in cima. Ali grandi: prima remigante mediocre, secon- da subeguale alla quinta; terza e quarta le più lunghe . INT = (fi ) 3! È 0), o > ASM I) > LIMITE DE A) 1) ° 4 GI Vr) 5 , rAOO) ll er gi ly AZ Az CUCULO COL CIUFFO COCCY SUS GLANDARIUS Vier. Pileo con cresta: parti superiori macchiate di bianco, Coccysus pileo cristato : corpore superne albo maculato . Adulti. Becco grigio-bruno. Penne del pileo cene- rino-chiare, con lo stelo nero; molto lunghe, e forman- i un bel ciuffo. Tutte le altre penne delle parti superio- ri cenerino-brune. Alcune scapolari, e tutte le cuopri- trici sono bianche nella cima. Penne della gola, gozzo, e lati del collo, ceciato-lionate. Le altre parti inferiori bianche. Timoniere bruno-nere, con l'estremità bianca. Piedi cenerino-neri. Di età intermedia. Le penne sono più lucide, e di color più variato che nello stato perfetto: il ciuffo e tutte le parti della testa son di color nero cangiante in verda- UCCELLI SILVANI 155 stro? la nuca, il dorso, le scapolari, e le cuopritrici del» le ali d’ un color bruno lucido leggermente verdastro? le macchie bianche son più grandi e più decise: le re- miganti hanno una sfumatura rossastra assai vivace , son scuro-verdastre verso la cima, e terminate di bianco ni- veo: tutta la gola, il gozzo ed il petto, di color fulvo chiaro: il rimanente delle parti inferiori è bianco-ni- veo (1). Giovani dell’ anno. Il loro ciuffo è corto, d’un ne- ro brutto ; tutto il rimanente della testa è nero lucido. Le macchie delle penne del dorso e delle cuopritrici delle ali, hanno una tinta lionata: del grigio-ceciato è sparso sulla base delle penne secondarie delle ali. La parte anteriore del collo ed il petto, hanno una sfuma- tura fulva assai forte; tutte le altre parti inferiori son di color bianco-ceciato. I piedi ed il becco son piombati, e l’iride è grigia (2). SINONIMIA Cuculus glandarius. Lin. (adulto). Cuculus Pisanus. Gmel. ( giovane dell’anno). Cucule nero e bianco col ciuffo. Stor. degli Ucc. Tav. 71. ( giovane ). Le Coulicou noir et blanc. Vieillot Ornithologie fran- caise PI, 63. 64. ( giovani). Temminck et Laugier, Planch. coloriées Liv. 70. pl. 414. Dimensioni. Lunghezza totale : soldi 15. Coda: sol- di 7. Apertura del becco : quatt. 3. picc. 3. Tarso: Quatt. 3. picc. >. Costumi. La sua patria è 1’ Affrica settentrionale; di là alcune volte emigrando, accidentalmente passa in Ita- lia, in Spagna ec. Io non |’ ho giammai trovato in To- Scania, nè so che a mio tempo vi sia stato trovato, ma secondo quello che scrivesi dagli autori della Storia degli Uccelli, nel 1735 una coppia propagò nei boschi (1) (2) Temminck et Laugier, Nuuveau recueil de Planches co- loriées Livr, zo. pl. 414. 256 ORDINE SECONDO di Pisa, e due o tre anni sono il Prof. Viviani di Geno- wa mi disse d’ averne ucciso uno nella Riviera di Ponen- te. Il Sig. Roux di Marsilia scrive nella sua Ornitologia che più volte ha avuti de’ giovani stati uccisi in Pro- venza (1). Propagazione. Quella coppia mentovata nella Storia degli Uccelli, dicesi che costruì un nido ove allevò quattro figli. TRIBU VILI. I FISSIROSTRI. HIANTHES CARATTERI DI TRIBU Becco corto, depresso, subadunco nella ci- ma, debole, alla base larghissimo, non intac- cato. GaAmgE vestite di penne. Diri tre avanti, e uno in dietro; o tutti e quattro in avanti. RostruMm breve, depressum, apice subadun- cum, debile, basi dilatatum, integrum. Tia plumosa. DiciTi tres anteriores, quartus posti- cus: vel omnes anteriores. COSTUMI Si cibano esclusivamente di insetti, che prendono con facilità a volo, in grazia della loro bocca larghissima . L° inverno vanno a passarlo in aliro continente. Alcuni sono diurni, altri notturni. Tutti camminano pochissi- mo, e con fatica: ma volano bene, e per lungo tempo. Fan dell’ uova o bianche, o bianche macchiettate. (1) Roux, Ornithologie Provengale pag. 105. U gr UCCELLI SILVANI 159 GENERE XVI. CAPRIMULGUS Ls. CARATTERI GENERICI Diti tre rivolti in avanti, uno in dietro: il medio unito alla base con i laterali da una RI) membrana. DicitI tres antrorsum versi, quartus retrore sum: mecdlius cum lateralibus basi membranula CONNCELUS . Becco piccolo, compresso, debole; la sua apertura è larghissima e grandissima, giungendo quasi al dilà dell” occhio. Mascella superiore diritta, stretta, adunca un poco nella cima. Mascella inferiore inrangolare, ri- stretta, compressa in cima, e curva un poco in alto. Lin:- gua carnoso-scariosa , stretta, intiera. Peli lunghi rivol- ti in avanti, situati dietro le narici. Narici nascoste dal- le penne che sporgono sulla base del becco: membra- nose, tubulose, rivolte in avanti. Piedi corti. Z'arso reticolato, con penne nella parte superiore, subeguale al dito medio. Diti tre davanti, uno di dietro; il me- dio più lungo degli altri, e unito ai due laterali da una seni Unghie piccole e ottuse: quella del dito medio più grande, dilatata, e seghettata dalla parte in- ierna. Cio hudlei Licata, di dieci timoniere. Ali piuttosto grandi. La prima remigante poco più corta della seconda: questa più lunga di tuite. COSTUMI t Sono notturni. Fan caccia d’ insetti nel modo stesso delle Rondini. In Kuropa se ne trovano due sole specie : ; una è comune in quasi tutti i paesi non troppo settentrio- nali, l'altra, cioè il Caprimulgus ruficollis, fino ad ora non è stata trovata che nelle vicinanze di Gibilterra, 158 ORDINE SECONDO NOTTOLONE CAPRIMULGUS EUROPEUS Ls. Pileo, cervice e dorso, ugualmente coloriti di cenerino, e di nero. Caprimulgus pileo, cervice, derso, uniformiter cinereo nigroque variegatis. Maschio. Becco nero. Penne delle parti superiori cenerine, o ceciate, screziate di nero. Delle strie nere longitudinali scorrono sulla testa e sul dorso. Le scapo- lari hanno delle macchie più grandi nere, e lionate. Le cuopritrici delle ali son terminate di bianco-giallastro . Penne delle parti inferiori o bianco-cenerine, 0 bianco- ceciate, macchiettate di nero. Una fascia biancastra attra- verso il gozzo. Grandi remiganti bruno-nere, macchiate di lionato; le prime hanno una macchia bianca sul mar- gine interno. Coda colorita presso a poco come le pen- ne del dorso, terminata di bianco-ceciato. Piedi scuro- carnicini, Femmina. Non ha la macchia bianca sulla prima remigante: i suoi colori son più sbiaditi. SINONIMIA Caprimulgus. Aldrov. Ovnith, Tom. 1. p. 567. Tab. 568. Succiacapre, o Nottola. Storia degli Uccelli ‘Tav. 99. NOMI VOLGARI. TOSCANI Calcobotto, Nottolone, Stiaccione, Succiacapre, Fotti- vento Fiorentino. Nottolo Fucecchiese , Pisano. Piattajone Senese . STRANIERI Franc. L’ Engoulevent. Ing. The Goatsukker. Ted. Der Tagschlafer. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 8. quatt. 1. Coda: soldi 4. quatt. 1. Apertura del becco: soldi 1. pice. 1. Tarso: picc. 7. UCCELLI SILVANI 159 Cosrumi. Sono uccelli di passo: d’ inverno stanno in Affrica, d’ estate in Europa. Nel giorno stan posati sulla terra fra i cespugli, e solo prendono il volo quando si passa loro d’accanto. Tramontato il sole, e quando non resta sull’ orizzonte altro che una luce incerta, que- sti uccelli escono da’ loro ripostigli, e volando con molta agilità scorron per l’aria, e inseguono a bocca aperta le Farfalle crepuscolari, e gli Scarafaggi. Spesso allora s1 vedono anche posati nei luoghi ove la terra è smossa e senz’ erba , come sulle carbonaje, sulle strade ec. È opi- nione d’ alcuni Naturalisti che allora i Nottoli siano oc- cupati ad uccidere gli Scarafaggi o altri insetti grossi che han chiappati. Le collinette coperte da scopicci sono i luoghi prescelti per abitazione dai Caprimulgus . PropAcazione. Depositano le uova sulla terra a’ piedi d’un albero, o d’ un ciuffo di scopa, senza fare alcun nido. Queste uova son due per covata, della grossezza di quelle di Merlo, bianche e macchiate di grigio-celeste, e di grigio-scuro. GENERE XVII. HIRUNDO Ls. CARATTERI GENERICI Diti tre rivolti in avanti, uno in dietro: il medio unito alla base solo con l’ esterno. DicitI tres antrorsum versi, quartus retror- sum: medius basi tantum cum extimo connexus. Becco piccolo, depresso, triangolare: all’ apice un poco compresso; la sua apertura è larga e grande, e . fi V 1 ® È) (I) giunge fin sotto l’ angolo anteriore dell’ occhio. Mascel- la superiore con l’ estremità un poco adunca, e i margini intaccati. Mascella inferiore triangolare, col margine ripiegato un poco indentro. Lingua carnoso- scariosa , triangolare, bifida. Narici basilari, quasi ro- 1260 ORDINE SECONDO tonde, limitate superiormente da una piccola membra- na, mezze nascoste dalle penne frontali. Piedi piccoli e delicait. Z'arso scudettato, o pennuto, più corto del dito medio. /iti.tre in avanti e uno in dietro: 1 esterno unito alla base col medio. Unghie arcuate e sottili. Co- da ordinariamente grande e forcuta: qualche volta tron- cata; di dodici timoniere. Al lunghe e strette. Prima remigante più lunga delle altre. COSTUMI Sono le Rondini uccelli migratori, che vengono a pas- sare la stagione calda ed a propagarsi in Europa: all’ av- vicinarsi della fredda tornano in Affrica. Verso la metà di Marzo ordinariamente si comincia a veder qualcuno di questi uccelli, e nell’ Aprile sempre son di già quasi tuiti arrivati. Fra i volatili non ve ne è alcuno che più di questi tanto ravvivi il luogo ove abita: come il Cigno, le Anatre, e gli altri uccelli aquatici rallegrano e anima- no l’acque, il Rusignolo, il Merlo, il Rigogolo ec. i boschetti e le selve, così le Rondini esserido continua- mente in moto dal nascere al tramontar del sole, con i loro voli di cui variano le direzioni in mille modi, ani- mano e rallegrano l’ aria. Questo esercizio continuato è loro necessario per procurarsi il vitto, non cibandosi d’ altro che de’ piccoli insetti chiappati per l’aria. Sono in caccia di questi quando si vedono strisciare sù i prati, sulli stagni, sù i boschi. Il carattere delle Rondini è dolce e socievole. Sempre in brigate arrivano e partono dal nostro paese, in brigata vanno in traccia del cibo, ed in brigata costruiscono il nido. Affezionate ai luoghi che Je han vedute nascere, è cosa notissima la costanza con cui tornano a ritrovare il loro nido, o a costruirne un nuovo accanto a quello ove sono state allevate. Se qual- cuna di esse è in pericolo, o assalita da un altro uccello, o rimasta a un laccio, tutte le volano attorno, e fan gli sforzi possibili per soccorrerla. Amorosissime e premu» rose al sommo son per i figli: oltre la pena indicibile che si danno per nutrirli, è ammirabile la pazienza 6 UCCELLI SILVANI 161 industria con cui insegnan loro a volare, la cura con che li conducono in luoghi ove possan trovare da posarsi co- modamente, l’attenzione con la quale Îl avvertono neelt'apo prossimarsi di. qualche pericolo ec. Terminate le cove, quasi tutte le specie nostrali abbandonano quel sito ove nidificarono, e vanno a stabilirsi in vicinanza de’ laghi o de’ fiumi, alcune in quei. di monte, altre in quei di pia- no. Di fà ogni giorno si spargono per la campagna, ca- lano a girare ne’ piani cercando nutrimento , e la sera si ritirano di nuovo al luogo del loro domicilio. Partono di Toscana nel Settembre, alcune volte più presto, al- cune più tardi: ma avanti questo tempo per più giorni si vedono al levar del sole riunirsi in truppe numerosis- sime, 0 sulle alte torri o sù i massi sporgenti da una ru- pe scoscesa, o sugli alberi, cantando e volando in mille guise: poco dopo a un tratto prendono tutte il volo, poi nuovamente sì posano: ma alla fine più non ritornano , € partono per un continente più meridionale. Proricazione. Il nido lo fanno con molt arte, Le più lo fabbricano di mota, tappezzandolo internamente di borra, e piume: alcune lo scavano nelle spiagge are- nose. Caccia. Fra noi sì uccide una quantità grandissima di Rondini, benchè la carne loro sia poco o punto buona a mangiarsi. Questi piccoli animali, sicuramente de’ più utili, giacchè distruggono un immensa quantità d’insetti incomodi, essendo dalle Leggi Toscane riposti, non si sa il perchè, nella serie degli uccelli dannosi, insieme con le Passere, Falchi, Corvi ec., sono perciò privi del- la protezione che queste leggi accordano a tutti gli altri uccelli, ed anche nel tempo del divieto di caccia, a chiun- que è permesso d’ ucciderle con ogni sorta d’ ordigno, solo eccettuato il fucile. I cacciatori adunque che in quel ‘empo non possono predare nessun’ altro uccello, o per piacere 0 per cupidigia di poco guadagno , tendono con le reti e con i lacci alle Rondini, e spesso con le prime ne fanno strage grandissima. Tomo I, 11 162 ORDINE SECONDO == ps - PE lf LA RIS 1 4, D, ZI ; RONDINE HIRUNDO RUSTICA Lix. Dorso, groppone e coda, nero-violetti: coda con macchie bianche CU) È Hirundo dorso, uropygio, caudaque nigro-violaceis : cauda albo-maculata Maschio adulto. Becco nero. Iride scuro-nera. Fron- te e gola color castagno acceso. Tutte le parti superiori e il petto di color nero-violetto. L’ addome e i fianchi di color lucente, bianco, leggermente tinto di giallo-ce- ciato. Sottocoda dello stesso colore, marginato di rossa- stro-castagno. Coda forcuta: le due prime timoniere e- sterne più lunghe quasi il doppio delle seconde: tutte di color violetto: eccettuate le due medie, 1’ altre hanno una larga macchia bianca nella parte media. Piedi nero- castagni. Femmina . Ha le timoniere esterne più corte di quel- le del maschio. Giovani. Hanno la fronte e la gola di color giallastro- rugginoso. Il nero del petto più smorto, e le due prime timoniere esterne poco più lunghe delle seconde. UCCELLI SILVANI > 163 SINONIMIA Hirundo domestica. Aldrov. Tom, 2. pag. 658. Tab. 662. e Tab. 670. (nido). Rondine comune o domestica . Stor. degli Ucc. Tav. 409. fio, 1, NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. L’ Hirondelle de cheminee. Ingl. The common Swallov. Ted. Die Rauch-Schwalloe . Costumi. La Rondine arriva da noi dopo la metà di Marzo. Per San Benedetto la Rondine è sul tetto; dice un antico proverbio nazionale, di cui quasi sempre ho verificata l'esattezza, e cade quella festa, come ognun sa, il 21 di Marzo. Le Rondini amano i luoghi abitati, più de’ Balestrucci: ma nell’ Agosto, finite le cove, se ne allontanano e vanno a stabilirsi sugli arbusti de’ margini de’ paduli o de’ fiumi. Avanti di partire si riuniscono sopra degli alberi alti. Propagazione. Il nido lo fabbricano sulle nostre case tanto nelle città, che nelle campagne. Hanno così poco ti- more dell’ uomo, che spessissimo lo costruiscono nell’in- terno delle stanze più frequentate. Nel palco del nostro Spedale di Pisa ve ne covava una grandissi ma quantità , e per molti anni sono state lasciate vivere in quiete , in grazia del vantaggio che arrecano distruggendo le mo- sche e le zanzare. Il nido loro ha la forma presso a po- co d’ una barchetta tagliata in mezzo per lo lungo, at- taccata al muro dalla parte tagliata. Al di fuori è fatto con mota, in cui vi sono intralciati e impastati crini, e perla. Dentro vi è uno strato di fieno delicato, e poc! Me penne. Tutti i materiali necessar] per tizio gli prendono sulla terra, nelle strade, e sul greto de fiumi. Le uova sono ordmariamente sei, di color bian» co, con macchiette rosso-scure, 164 ORDINE SECONDO BALESTRUCCIO HIRUNDO URBICA Lux. Dorso e coda nero-violetto: groppone bianco. Hirundo dorso caudaque nigro-violaceis: uropygio albo. Maschio adulto. Becco nero. Iride scuro-nera. Pi- leo, cervice, dorso, scapolari e sopraccoda, di color nero-violetto, Coda forcuta. Ali e coda di color bruno- nero. Parti inferiori e groppone, bianco. Piedi coperti di piccole piume fino alle unghie. Femmina. La sua gola e il petto son di color bianco sudicio. Giovani. Hanno il color nero meno cangiante in vio- letto. Il petto , particolarmente su i lati, uscito di cenerino: e le remiganti con un sottil margine bianca- stro, particolarmente le secondarie. Nota. Possiedo una curiosa varietà di questa specie stata trovata in Pisa, che sulla nuca ha un ciuffo bello e grande, di penne bianche voltate in avanti (1). SINONIMIA Hirundo uropygio albo. Aldrov. Ornith. T. 2, Tab. 662. Balestruccio comune. Stor. degli Uccelli Tav. 408, fig. 2. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. L’Hirondelle de fenetre, ou a cul blanc. Zngl. The Martin. Ted. Die Haus-schwalbe, Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 5. Coda: soldi 2. picc. 3. Apertura ali becco: picc. 5. ‘/,. Tarso quatt. 1. Costumi. È molto più abbondante della Rondine . Ogni strada di qualunque città, o villaggio, è, nella buo- na stagione, ripiena da questi tettona! x ‘che volano e gri- (1) Ved. Catalogo degli Uccelli della Pianura Pisana, inserito nél N° X, del Nuovo Giornale de’ Letterati. UCCELLI SILVANI 165 dano continuamente inseguendo gli insetti , 0 scherzando fra loro. Questa è la specie che in Settembre vedesi la ‘mattina poco dopo il nascer del sole riunita in branchi immensi sopra le torri o altri edifiz} elevati, ora volando loro attorno e avvolgendoli quasi in una nuvola, ora prendendo riposo, coprendone tutte le mensole, cor- nici, finestre ec. Tali riunioni, forse come riviste o con- sigli generali, precedon di poco 1’ emigrazione. Propagazione. Un numero grandissimo fa il nido sù i monti dentro le grotte, e gli spacchi de’ massi, ma un numero grande ancora lo A sulle fabbriche de’ villagg e delle città. Questi nidi sono ordinariamente SO riuniti in un luogo medesimo, cosicchè spesso se ne veg- gono coperte delle intiere porzioni di fabbriche: ed 1 celebre la villa de’ Sigg. Bernardi, situata nel Pian di Pisa, e detta delle Rondini, per l'immenso numero di nidi di Balestrucci che da molti e molti anni ammassati gli uni sugli altri, hanno nascosto affatto il vero cornicio- ne, e ne hanno formato un altro d’ una architettura stra- na e singolare. Il nido de’ Balestrucci è fatto esterna- mente con.mota mescolata a pagliuzze ; ha la figura qua- si emisferica, ma siccome i Balestrucci han sempre cura di collocarlo negli angoli delle finestre, o delle cornici, o de’ massi, e giammai sulle superficie piane, così giam- mai è un n emisfero, anzi spesso non è to un quarto di sfera. L’ apertura, la quale è situata verso la parte superiore, è rotonda, e assai più larga di quel che è necessario per lasciar passare un uccello alla volta. In- ternamente vi è uno strato piuttosto grosso di piume, e lana. La mota necessaria alla Gbbrci della parete esterna, vanno a prenderla sul margine de’ fiumi, e col becco Li trasportano, e dispongono come conviene nel loro nido ec. Ma le pagliuzze, le penne, e le lanngini con le quali fanno lo strato interno, le prendon per l’aria quando il vento in qua ed in là le sospinge. Nel tempo che questi uccelli costruiscono il nido, è una cosa dilet- tevolissima il veder la destrezza con cui prendono quei corpi leggieri e volanti; ed io spesso in quell’ epaca mi 166 ORDINE SECONDO son dilettato a gettare da una finestra de’ pezzetti di co- tone o di penne, per osservar l’ abilità con la quale gli inseguono e gli prendono, ancorchè da forte vento sian mossi. Le loro uova son quattro o cinque, rotondate e bianche. Caccia. Nel tempo che i Balestrucci costruiscono il nido , è facile prenderne sospendendo ad un lungo filo un laccio di crino, nel cui mezzo vi sia una penna, o un poco di cotone. I Balestrucci che vedono quel cor- po notare nell’ aria, subito vi accorrono per prenderlo , e quasi sempre rimangono appesi, cacciando la testa nel laccio. Moltissimi poi se ne prendono con le reti aperte, particolarmente poco dopo il loro arrivo, ien- dendo la mattina presto sù i prati, o lungo l’acqua. Quando uno se ne è posto a zimbello, la caccia per il solito diviene abbondante, giacchè quasi tutti lì altri che passano v’ accorrono. Le prime ore di sole, dopo le piog- ge, son le più propizie per questa caccia. TOPINO HIRUNDO RIPARIA Lun. Dorso, groppone e coda, bigio-cenerino, Hirundo dorso, uropygio, caudaque griseo-cinereis . Adulti. Becco nero. Iride scuro-nera . Tutte le par- ti superiori e il petto, color grigio-cenerino. (Fola, goz- z0 e addome, bianco: fianchi bianchi macchiati longitu- dinalmente di cenerino. Ali e coda, bruno grige. Coda forcuta. Piedi nudi, nero-rossastri. Giovani avarti la prima muta. Tutte le penne del- le parti superiori marginate di lionato. Il groppone e il sopraccoda quasi intieramente lionato : le penne delle ale hanno il margine più largo, e più chiaro. La gola è macchiettata di cenerino, e di lionato. SINONIMIA Dreparis seu Hirundo riparia. Aldrov. Ornith. Tom. 2» pag. 094. Tab. 695. UCCELLI SILVANI 16n Rondine riparia, Balestruccio ripario, 0 salvatico, o Dardanello. Storia degli Uccelli Tav. 408. fig. 2. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. L'Hirondelle de rivage. Ingl. The Sand Martin, Ted. Die Ufer schwalbe. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 4. quatt. 1. Co- da: soldi 1. quatt. 2. picc. 2. Apertura del becco: picc. 5. Tarso: picc. 4. 5/,. Cosrumi. È l’ultimo ad arrivare. Vola in branchi sull’ acqua de’ paduli e de’ fiumi, e qualche volta sù i prati, particolarmente a certe variazioni di tempo. In- grassa molto, e non è cattivo a mangiarsi. Propagazione. Il nido lo scava nelle piagge scoscese e sabbiose de’ fiumi. Consiste in un foro lungo poco più d’ un braccio, in fondo al quale sono le uova posate so- pra a uno strato di radichette, e di poche piume. Que- ste uova son sei, e bianche. Fino ad ora non ho trovato il luogo ove tali uccelli nidificano nel Piano di Pisa , ben- chè vi siano molto comuni. RONDINE MONTANA HIRUNDO RUPESTRIS Lux. Dorso, groppone e coda, bigio-cenerini: coda con mac- chie bianche. Hirundo dorso, uropygio, cauda griseo-cinereis: cauda albo-maculata. Adulti. Becco bruno-nero. Iride giallo-rossiccia . Tutte le parti superiori di color bruno-bigio uniforme. Gola, gozzo, e petto bianco, leggermente ceciato . La gola è finamente macchiata di cenerino-cupo. Parte me- dia dell’ addome lionato-rossastra. Fianchi bruno-grigi. Sottocoda bruno-nero. Coda troncata: timoniere, e re- miganti dello stesso colore delle parti superiori, ma un poco più cupe: eccettuate le due medie e le due esterne, tutte le altre hanno sulla parte interna una bella macchia bianca, rotonda. Piedi grigio-nerastri . 168 ORDINE SECONDO Giovani. Le penne delle parti superiori sono margi- nate di scuro-rossastro chiaro. Le parti inferiori sono giallo-rossastre, o color d’ isabella. Ordinariamente le quattro timoniere medie senza macchie, e le macchie delle altre penne più, piccole che negli adulti (1). SINONIMIA Hirundo montana, Liv, cur. Gmel. Rondine montana scura ec. Storia degli Uccelli Tav. 4og. fig. 2. (adulto). Meisner, Museum der Naturgeschichte Helvetiens etc, pag. 73. fig. 2. (adulto), fig. ». ( giovane ). NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. L'Hirondelle de rocher. Ingl. The crag Swallow and Rockswallow. Zed. Die Felsenschwalbe. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 4. picc. 8. Co- da: quatt. 5. picc. 1. Apertura del becco: picc. 5. T'ar- so: quat. 1._ Costumi. È la più rara di tutte le altre specie del pre- sente genere, ma anch’ essa si trova in Toscana. To ne ho vedute parecchie volare vicino a Castagno, paesetto situato sull’ Appennino a’ piedi della Falterona : esse ave- vano i loro nidi in una scoscesissima pendice voltata a ponente. Alcune altre, benchè in piccolo numero, ne ho vedute alle falde de’ monti di Carrara, strisciando sull’ erba d’ un praticello come usano fare i nostri co- muni Balestrucci. Ma siccome poco tempo là mi trat- tenni, io non potei vedere se, come asserivano alcuni contadini, avevano i loro nidi fra i massi delle grotte incavate nelle pendici del monte da cui ii prato era cin- to, oppure sulle cime nude e scoscese delle alpi Apuane, che quasi a picco si vedono inalzate al disopra di quelle valli. Proragazione. Nidifica negli spacchi de’ massi. Le uova, al dir di Temminck, sono cinque o sei, bianche, macchiettate di scuro. (1) Temm, ibid. pag. 431. Ko UCCELLI SILVANI 169 GENERE XVII. CYPSELUS It. CARATTERI GENERICI Diri tuiti e quattro rivolti in avanti, intie- vamente separati. % Diciti quatuor antrorsum versi, penitus li- deri. Becco piccolo, depresso, triangolare, con apice mol- to compresso : la sua apertura è larghissima e grandissi- ma, giungendo all’ angolo anteriore dell’ occhio. Ma- scella superiore con l’ estremità incurvata. Mascella inferiore triangolare, compressa in cima, e con i mar- gini molto ripiegati im dentro. Lingua carnoso-coria- cea, triangolare, bifida. Marici che guardano in alto, basilari, bislunghe, longitudinali, chiuse posteriormente da una membrana. Piedi cori, e fori. Z'urso quasi eguale al dito medio, pennuto. Diti corti, tutti e quat- tro rivolti in avanti, ed intieramente separati. Unghie grandi, grosse, arcuate, ed acute. Coda mediocre, for- cuta, di dieci timoniere. Ali lunghissime, stretie , ap- puntate. Prime due remiganti le più lunghe. COSTUMI Sono i più abili volatori fra tutti gli uccelli. Mediante . . o) . ® le loro ali lunghe e resistenti, che ora agitano rapida- mente, ora tengono immobili, solcano 1’ aria con la ve- locità d’ una freccia. Ma son poi quasi affatto incapaci È di camminar sulla terra o tenersi a pollajo sù i rami, a causa delle loro zampe cortissime, e de’ diti rivolti initi da un lato. Avendo le unghie grandi e forti, possono " . . x . io) . ,° È . . con facilità tenersi aggrampati ai muri ed alli scogli, ma per la posizione de’ diti, non vi possono stare che con la testa in alto, ed allora anche la coda gli ajuta, serven- RIDI 170 ORDINE SECONDO do come di puntello. La piccolezza delle gambe, e la lunghezza delle ali, è causa che non possono prendere il volo , o almeno senza grandissima difficoltà, quando son posati sulla terra, ed è perciò a loro necessario di la- sciarsi cadere da qualche luogo elevato. Si cibano d’ in- setti, a cui fan la caccia come le Rondini, volando, e come le Rondini bevono strisciando sull’ acqua. Fanno il nido nélle crepe de’ massi, o ne’ buchi de’ muri alti. In autunno emigrano verso -il mezzogiorno. RONDONE CYPSELUS APUS Itucer. Addome nero. Cypselus abdomine nigro. Adulti. Becco nero. Iride scura. Gola biancastra. Tutte le altre parti del corpo son di color nero-scuro . Il dorso in qualche posto cangia in nero-verdone. Giovani. Hanno la gola bianco-nivea. SINONIMIA Hirundo apus. Lin. cur. Gmel, Cypselus Apus. Vieill. Cypselus murarius. Temm. Apos. Aldrov. Ornith. Tom. 2. pag. 698. Tab. 699. Rondine maggiore ec. Storia degli Uccelli Tav. 412. Meyer et Wolf, Ois. d’Allem, Livr, 4. pl. 6. fig: 1. Ibid, fig. 2. ( giovane). NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Martinet noir, ou Martinet de muraille. Zrgl. The common Swift. Ted. Die Maverschwalb. Dimensioni. Lunghezza totale : soldi 6. picc. 1. Coda: soldi 2. quatt. 2. Apertura del becco: pice. 7. Tarso : picc. 7. Costumi. Arrivano dopo le Rondini. È noto ad ognu- no il numero grandissimo che se ne stabilisce nei villag- UCCELLI SILVANI toa gi, e città, particolarmente ove sono fabbriche antiche ed elevate: molti ancora vanno a stare sù le montagne, nelle scogliére alte e precipitose. L° ore più calde del giorno le passano nascosti nei fori ove hanno il nido, o aggirandosi ad una sì grande altezza nell’ ammosfera, che spesso non si distinguono , benchè il loro stridere si oda chiaramente. La mattina e la sera girano per le stra- de, o attorno alle grandi fabbriche, sempre riuniti in brigate di dieci o venti, volando con una rapidità estre- ma, ora distanti fra loro, e sparpagliati, ora serrati gli uni accanto agli altri, sempre stridendo acutissimamen- te. Dopo che han figliato, giovani e vecchi lasciano i luoghi bassi, e vanno a stabilirsi sopra 1 monti, per aspet- tare la fine d’ Agosto, tempo della loro partenza: ciò nonostante anche quando più non abitano fissi le pianu- re, in alcune ore del giorno vi si vedono comparire, dando la caccia agli insetti sù i campi, e sù i prati. PropAcazione, Il nido lo fanno nelle buche degli alti edifizi, o nelli spacchi de’ massi. Ne ho veduta un’ im- mensa quanutà in tutti i punti del littorale d'Italia, ove è scoglièra. Questo nido è piccolo, compresso , fatto con penne, pagliuzze, radici ec., tutte collegate esternamen- te da una sostanza lustra e agglutinante, che i Rondoni gemono dalla bocca. I materiali necessarj alla costruzio- ne di questo nido, sogliono andare a rubarli da quei di Passera, di Rondine, o Balestruccio. Le uova son bian- che, ovate, tre o quattro per nido. Caccia. Essendo la carne de’ Rondoni adulti durissi- ma, non si tira loro col fucile che per divertimento, o per esercizio, Ma se i vecchi son poco buoni, buonissi- mi, e ricercatissimi al contrario sono i Rondonotti: e siccome questi uccelli fanno il nido in luoghi d’ accesso difficilissimo, si usa comunemente in Toscana di prepa- rar loro a bellaposta, nelle pareti più elevate delle ca- se, nella cima delle torri, ec. alcune buchette aperte all’ esterno, ed internamente chiuse in maniera da po- tersi schiudere e visitare a volontà. In tal modo è facile d’ impadronirsi de’? Rondonotti, quando sono arrivati al 172 ORDINE SECONDO loro giusto sviluppo: ed affinchè i loro genitori non si sdegnino, vi è l’ uso di lasciarne uno in ciascun nido. Poco distante da Massa di Carrara, rimontando il Fiume Frigido, ho veduta una fabbrichetta a guisa di torre, co- ‘strutta arditissimamente sopra un masso sporgente dalla costiera quasi a picco. Questa torricella, a cui non si può giungere che mediante una scala! pericolosa, ha Je sue pareti tutte traforate per dar ricetto ai Rondoni che vi vogliono nidificare, ed a questo solo oggetto fu fab- bricata. \ RONDONE DI MARE CYPSELUS MELBA Vizi. Addome bianco. Cypselus abdomine albo, Maschio. Becco nero. Tride color di nocciòla cupo . Tutte le parti superiori, i lati del collo, il petto, i fian- chi, il sottocoda e le penne che cuoprono i tarsi, di co- lor grigio-bruno. Gola e addome, bianchi. Zampe scuro-nere . Femmina. È di color più chiaro. SINONIMIA Hirundo melba. Lin. cur. Gmel. Cypselus alpinus: Temm. Rondone dello stretto di Gibilterra. Storia degli Uccelli Tav. 412. Meyer et Wolf, Ois. d’Allem. Livr. 8. pl. 5. NOMI VOLGARI. TOSCANI Rondone di Padule Pisano. Rondone grosso, Rondone bianco Bientinese. Rondone marino Grossetano. STRANIERI Franc. Le Grand Martinet a ventre blanc. /ng7, The white-bellied Swift. Zed, Die Alpenschwalbe. UCCELLI SILVANI 193 Dimensioni, Lunghezza totale: soldi 7. picc. 5. Coda: soldi 2. quatt. 2. Apertura del becco: picc. 10. Tarso: picc. 5. Cosrumi. Questa specie di Rondone è più rara dell’ al- tra. In Toscana non so che abiti nelle città, nè sopra nessun’ edifizio, come fa in alcuni luoghi della Svizzera, e segnatamente a Berna, ma spesso si trova intorno le falde scoscese de’ monti. Ad Uliveto, nel Pisano, fa il nido nelle cave di pietra da Calcina, in alcuni punti del- la montagna tagliata a picco. Moltissimi poi abitano fra li scogli e ne’ poggi dirupati del nostro Littorale. Ne ab- bonda la costa del Poggio di Populonia e del Monte Ar- gentaro, che quasi tutta è formata da piugge sassose, e scoscese, o da promontori altissimi e precipitosi. Là, in branchetti di sei o sette, spesso mescolati con i Ron- doni comuni, rasentano volando rapidissimamente quel- le scogliere, e le fan risonare da’ loro acuti stridi: ora bassissimi entrano nelle caverne bagnate dal mare, ora con incredibile destrezza e velocità s'inalzano al disopra de’ colli più elevati, e vanno a girare intorno alle mu- ra di que’ fortilizj d’ osservazione che ne guarniscon le cime. Propacazione, Il nido lo fanno negli spacchi de’ massi. T'RIBU IX. GLI ANGULIROSTRI. ANGULIROSTRES CARATTERI DI TRIBU Becco lungo, subtetvagono. Gamse nude so- pra il collo del piede. Diri tre davanti, e uno di dietro; gli anteriori. tutti riuniti alla base. RostruM longum, subtetragonum. Tia in- ferne nuda. Diciti tres anteriores basi conne- XL: quartus posticus. 174 ORDINE SECONDO COSTUMI Come gli uccelli della precedente Tribù, volano più di quel che camminano: e volando, prendono il loro cibo o nell’aria o rasentando la superficie dell’acqua, cioè degli insetti, o de’ piccoli pesci. Fanno il nido nella terra. Le uova son bianche. Tutti hanno de’ colori vivaci. GENERE XIX. MEROP S Ln. CARATTERI GENERICI Tarso scudettato. Tarsus scutellatus. Becco più lungo della testa, leggermente arcuato, te- tragono, appuntato. Margine delle mascelle intiero , ta- gliente. Apertura del becco larga, che arriva sotto all’ an- golo anteriore degli occhi. Lingua scariosa, lunga, lan- ceolata, appuntato-lacerata. /Varici basilari, rotonde , coperte da piccole penne distese in avanti. Gamba nuda sopra il collo del piede. 7’arso scudettato, più corto del dito medio. Dit tre davanti uno di dietro; Y interno saldato col medio fino alla prima articolazione: il medio con l’ esterno fino alla seconda: il posteriore ha la base dilatata. Ynghie piccole, adunche; quella del dito me- dio col margine interno dilatato. Coda troncata, di do- dici timoniere, con le due medie più lunghe. Ali gran- di, acuminate: prima remigante corta: seconda più lun- ga di tutte. GRUCCIONE MEROPS APIASTER Lux. Cervice e schiena di color castagno: gola gialla: petto e addome verdi . Merops cervice tergoque castaneis: gula lutea: pectore abdomineque viridibus. UCCELLI SILVANI 175 Adulti. Becco nero. Iride rossa. Penne della fronte bianche e verdi; quelle poste sulla base del becco intie- ramente bianche, le più alte color verde-mare, o verde- pisello. Fascia sopraccigliare verde-mare. Vertice , occi- pite e parte superiore della schiena, color castagno viva- ce: questo colore diventando sempre più chiaro s’ unisce insensibilmente al giallo-fulvo della parte inferiore della schiena e delle scapolari. Penne del groppone di color verde, misto con giallo. Una larga fascia nera s’ estende dalla base del becco fin sopra all’ orecchio, circondando l’ occhio. Gola di color giallo-dorato. Gozzo e tutte le altre parti inferiori, di color verde-mare. Una sottil fa- scia nera separa i due colori della gola, e del gozzo. Re- miganti con l’ apice nero: le primarie son di color ver- de-mare, con lo stelo castagno : le secondarie giallo-ca- stagne; ma quelle poste accanto al tronco intieramente verdi. Cuopritrici superiori delle ali, verdi e giallo-casta- gne; inferiori bianco-ceciate. Timoniere verdi, con lo stelo color castagno: le due medie più lunghe delle al- tre. Sopraccoda color verde-mare. I giovani uscendo dal nido hanno tutti i colori più pallidi . Il color castagno della testa e della cervice è sfu- mato di verde. Dorso verde. Scapolari verdi-giallastre. SINONIMIA Merops. Aldrov. Ornith. Tom. 1. pag. 8671. Tab. 872. (adulto), Tab. 873. ( giovane). Merope, o Tordo marino ec. Stor. degli Ucc. Tav. 494. Meyer et Wolf, Ois. d’Allem. Livr. 10. pl. 1. Vaillant Promérops et Guepiers etc. pl, 2. NOMI VOLGARI. TOSCANI Gruccione Fiorentino. Tordo Marino, Gorgoglione Pi- sano. Grottajone, Barbiglione Senese. STRANIERI Franc. Le Guepier. Ingl. The common Bee eater. Ted. Der gelbkehliger Bienenfresrer. 176 ORDINE SECONDO Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 8. quatt. 1. ( dalla punta del becco, fino all’ estremità delle timoniere più corte). Apertura del becco: quatt. 4. picc. 2. Tarso: picc. 6. Lunghezza delle timoniere più corte: soldi 3. Costumi. Arrivano nel Maggio, partono verso il Set- tembre. Viaggiano in branchi, e sempre molto alto nell’ aria, mandando continuamente una voce rauca che si può esprimere col gra, gra, gra, pronunziato con suono gutturale. Abitano 1 luoghi ove il terreno è are- noso: nelle praterie che sono lungo il mare, e ne Tom- boli che ne rasentano la spiaggia, se ne stabilisce una quantità grandissima: bensì molti ancora si fermano den- tro terra ove son colline d’arena, lungo i fiumi, ec. Nel giorno spesso s’ allentanano dal loro domicilio, e volan- do in branchi vanno a cercare il nutrimento anche a una certa distanza : esso consiste in Api ed in Vespe. Io non ho mai trovato nello stomaco de’ Gruccioni, e ne ho aperti molti e molti, altri insetti che Imenotteri: le Bem- dex ne formavano il numero maggiore. Secondo diversi autori, chiappano questi insetti volando, ma 10 ho veduto che un gran numero ne prendono anche essendo posati sulla terra: a quest’ oggetto, quando nell’ aggirarsi per l’aria han veduta l’ apertura d’un nido di Bembex 0 di Yespa, gli si posano accanto , e chiappano allora tutte quelle che van per entrare o escire dal nido. So- vente si posano sopra gli alberi, e tanto allora che quan- do son sulla terra o per l'aria, quasi continuamente gri- dano. I nostri contadini considerano come un segno di pioggia il sentirli cantare mentre volano ad una grande altezza. Il loro volo è lento, ma unito e sostenuto ; deseri- vono quasi sempre de’ grandi cerchi, e mediante questi s’' avvicinano, e s’ allontanano dalla terra. PropAcazione. Il nido lo scavano nella rena . Col bec- co e con le zampe smovendola, e gettandola in dietro , fanno una galleria lunga spesso due braccia, che cam- mina quasi orizzontalmente, nel fondo della quale de- positano le uova: queste sono in numero di sel o sette , UCCELLI SILVANI 177 bianehissime, lucide, e quasi sferiche. I giovani, dopo avere spuntate le penne, escono spesso dal nido, e si pongono a sealdarsi al sole accanto all’ingresso : ma ap- pena veggono qualche cosa che gli spaventa si precipita» no con furia nelle loro case, non camminando con la testa in avanti, ma rinculando. Sono abilissimi a cam- minare in tal modo, e tanto vi sono abituati, che ancor quando si tolgon dal nido non sanno per un poco muo- versi progredendo in avanti, ma sol retrocedendo. Caccia. Si prendono facilmente o a volo col fucile, o tendendo de’ lacci all’ apertura de’ loro nidi. GENERE XX. ALCEDO Lis. CARATTERI GENERICI TaARSO coperto da cute nuda e molle. 'TaRSsUSs tectus cute nuda et molli. Becco più lungo della testa, diritto, subtetragono alla base: acuminato, subcompresso in cima. Margine delle mascelle diritto, intiero. Lingua carnosa, brevissima, acuta. Marici basilari, bislunghe, chiuse dalla parte superiore da una membrana vestita di penne. Gamba nuda sopra il collo del piede. Z’arso più corto del dito medio, coperto di pelle molle e senza squame. Diti tre davanti, e uno di dietro; gli anteriori uniti insieme alla base per più della metà. Unghie piccole, arcuate. Coda corta. Ali mediocri. Prima remigante poco più corta della seconda; seconda e terza le più lunghe di tulie, Tomo LL 12 178 ORDINE SECONDO UCCEL SANTA MARIA ALCEDO ISPIDA Lux. Superiormente verde, inferiormente fulvo. Alcedo corpore superne viridi, inferne fulvo. Maschio adulto. Becco nero, con la base della ma- scella inferiore giallo-carnicina. Pileo , cervice, e lati del collo di color verde-olivastro, con macchie d’un bel co- lor celeste-verdastro splendente. Una fascia giallo-fulva prute dalle narici e va verso 1’ occhio: un altra dello stesso colore parte dall’angolo del becco, e s’ estende fin sopra all’ orecchio: in seguito a questa, dirigentesi verso il collo, ve ne è un altra di color bianco-puro, o leg- germente ceciato . Dorso, groppone e sopraccoda, verde- celeste splendente . Scapolari e spallacci, verde-olivastri. Gola e gozzo, bianco-giallastri. Petto, addome, fianchi e sottocoda , color lionato-cupo . Cuopritrici delle ali verdi, macehiate di celeste nella cima. Remiganti e_ti- moniere bruno-nere, col margine ‘esterno verde. Piedi rosso-carmicini. mi“ UCCELLI SILVANI uo Femmina, e giovane. Hanno i colori meno vivaci . SINONIMIA Ispida, Aldrov. Qinith. Tom. 3. pag. 518. Tab. 520, Ispida, o Uccel S. Maria, o Uccel pescatore. Storia de- gli Uccelli Tav. 493. Uccello pescatore. Olina Uccelliera pag. 39. Buffon, Planch. enlum. num. 77. NOMI VOLGARI. TOSCANI Uccel S. Maria (1) Pisano, Fiorentino. Piombino Fio- rentino. Uccel bel verde Garfagnana. STRANIERI Franc. Le Martin-pecheur, Zngl. The common King- fisher, Ted. Der gemein Eisvogel. Divensioni. Lunghezza totale: soldi 6. picc. 1. Coda: soldi 1. pice. 2. Apertura del becco: soldi 1. quatt. 2. Tarso: picc. d. Costumi. Non emigra. Abita sempre vicino all’acque: vola parallelamente al di sopra di esse, in linea retta, o stà posato sopra qualche rametto secco sporgente, sul- la spalletta d’ un ponte, o sopra qualunque altro corpo imminente all’ acqua. Quando dal luogo ove si è ferma- to ha scoperto nell’ acqua qualcuno degli animaletti di cui cibasi, piccoli pesci cioè, vermi, o insetti aquatici, piomba loro addosso perpendicolarmente, e bisognando si tuffa anche un poco . Se poi egli scuopre la preda men- ire vola, allora si ferma a un tratto, librandosi sull’ ali rimane immobile , ed aspetta il momento opportuno per lasciarglisi cadere addosso. Essendo la preda un poco grossa la porta a terra, e l’ uccide avanti d° ingojarla. (1) « Ha questo diversi nomi, accordandosi però i più dal pigliar « che fà de Pesci, a chiamarlo Pescatore, e Rè Pescatore : à Roma « e in Toscana chiamasi Uccel Santa Maria, © della Madonna, dal xe molto azzurro ch’ in esso si vede, del quale come che 1 Pittori « sijn soliti ammantarne ne loro quadri le figure, che della Ma- « donna dipingono, l’hanno perciò chiamato della Madonna. Olina Uccelliera ec. Dell’ Uccel Pescatore pag. 39. 280 ORDINE SECONDO Per il solito non grida, ma qualche volta fa sentire, vo- lando, e particolarmente quando è inseguito da qualche also della sus specie, un fischio chiaro, e piuttosto acu- to. Fuori del tempo degli amori vive la e se al- lora accade che più d’ uno si trovino sulle medesime ac- que, s' inseguono e si battono. Propagazione. Cominciano a covare nel Maggio. De- positano le loro uova dentro le zampate di Vacca o Ca- . vallo che sono prossime all’ acqua, o nelle buche dei Topi ec., senza farvi alcun nido; solo attorno all’ uova si trovano poche squame e lische di pesce, sicuramente vomitate dalle Alcedini dopo la digestione. Raramente covano in pianura. Le uova sono Ra ovate , in numero di cinque o sei, Caccia. Si prendono con facilità tendendo degli Ar- chetti lungo le ripe de’ fossi o de’ fiumi, ove si vedono girar questi uccelli, e anche mettendovi de’ Panioni, TRIBU X, I TENUIROSTRI. TENUIROSTRES CARATTERI DI TRIEU Becco lungo, sottile, arcuato. GAMBE vestite di penne. Drti tre disgutà, e uno di dietro; l’ esterno unito alla base col medio. RosTtruMm longum, tenue, arcuatum. Tia plumosa. DicitI fres anteriores; cxtimo cum medio basi connexo: quartus posticus. COSTUMI Alcuni s° arrampicano come i Picchi sulle scorze de- gli alberi, sù i massi, sù i muri ec., per cercarvi gl’ in- setti, che formano il cibo esclusivo di tutti i T'enuirostri : altri lo cercano passeggiando sulla terra. Nidificano nel- le buche degli alberi, sotto le scorze , o negli spacchi de’ massi, S./ UCCELLI SILVANI 181 GENERE XXI UPUPA Lin. Di CARATTERI GENERICI Tarso coperto da molte squame. Timonitre rotondate, flosce; Tarsus fecius squamis pluribus. BecTRICES rotundate, flaccide. Becco più lungo della testa, sottile, un poco arcuato, tetragono , leggermente depresso nella cima. Mascelle internamente piane, non intaccate. Lingua corta, trian- golare, ottusa in cima. arzici basilari, laterali, ovate, mezze coperte dalle penne della fronte. Z'arso scudet- tato, più lungo del dito medio. Dit tre davanti, e uno di dietro: l’esterno saldato col medio alla base. T/, nghie piccole, e poco adunche. Coda troncata, di dieci timo- niere rotonde in cima. Ali grandi. Prima remigante mediocre, seconda subeguale, o più corta della settima: quarta più lunga di tutte. COSTUMI Sono uccelli che cibansi d’ insetti ordinariamente vi- venti sulla terra, o frallo sterco degli armenti. Non mu- tano le penne che tina volta l’anno. Poca differenza esi- ste fra il maschio e la femmina, gli adulti e i giovani. Due sole specie formano questo genere, una Europea, 1’ altra Americana. do. 182 ORDINE SECONDO BUBBOLA UPUPA EPOPS Lx. Cresta fulva e nera: ali e coda bianche e nere. Upupacrista fulva et nigra: alis caudaque albis et nigris. Me Maschio adulto. Becco nero in cima, scuro-carni- cinto alla base: Iride scura. Penne del pileo lunghe, di- sposte in due serie, e formanti un bel ciuffo che a vo- lontà s’ alza, e s° abbassa: queste penne son color liona- to-cannella , biancastre verso la cima, e terminate da una bella macchia nera. La testa e il collo son di color lio- nato pallido : il dorso dello stesso color lionato , ma pen- dente al nerastro. Una larga fascia, superiormente e in- feriormente limitata da del nero, traversa il dorso e le scapolari. Penne del groppone bianche in cima, nere. alla base. Gola biancastra; gozzo e petio lionato. Addo- me bianco, macchiato di nerastro nella parte superiore . Fianchi con strie longitudinali. Piccole cuopritrici delle ali del color del dorso; grandi e medie nere, traversate da due fasce bianche. Remiganti nere. La prima senza UCCELLI SILVANI 183 macchie ? de sei seguenti con una bella fascia bianca tra- sversa : le tre che vengon dopo con una piccola macchia bianca in cima: le altre con quattro fasce bianche tra- sverse. Coda nera, con fascia bianca trasversa. Piedi scuri. Femmina. Ha il ciuffo più corto di quello del ma- schio, ed ha i colori meno vivaci. Giovani all’ escir dal nido. Hanno il becco più corto e più diritto degli adulii: il ciuffo più piccolo, e senza macchie bianche; e le parti inferiori più fortemen- te striate di bruno. SINONIMIA Upupa. Aldrov, Ornith. Tom. 2. pag. 702. Tab. 704. Upupa, o Galletto di marzo; o Galletto di maggio cc. Storia degli Uccelli Tav, 205. Buffon, PI enlum. num. 52. NOMI VOLGARI. TOSCANI Bubbola Ftorentino. Galletto marzolo, Galletto di bosco Pisano. Puppola Senese. STRANIERI | Franc.LaHuppeoule Puput. /ng/. The common Hoope. Ted. Der gebanderter Wiedehopf. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi g. quatt. 2. Co- da: soldi 3. picc. 6. Apertura del becco: soldi 2. picc. 1. Tarso: quatt. 2. picc. 2. Costumi. Il nome di Bubbola è stato dato a questo uccello a cagione del grido che manda in primavera. Stando nascosto dentro gli alberi, continuamente ripete bu bu bu, bu bu con voce sonora e forte, di modo che ne risuona la campagna anche a distanza assai grande: ma egli canta solo nel tempo degli amori. In Aprile ar- rivano le Babbole dai paesi meridionali. oltremarini , dove han passato l’inverno; e di qui partono nel Set- tembre per ritornarvi. Vivono ne’ boschi, da cui bensì s' allontanano spesso per andare a cercare sù i prati, nei 184 | ORDINE SECONDO eampi, e lungo i paduli il loro cibo, cioè gli insetti, nello sterco de’ Cavalli e delle Vacche. Volano a scatti , e battendo spessissimo le ali. Propagazione. Nidificano nelle buche naturali degli alberi, o ne’ nidi abbandonati da’ Picchi. Il loro covo è fatto esternamente con penne, internamente con pelo di Bove, Cavallo, ec. Le uova sono bislunghe, bianeo-grige, fimamente macchiate di scuro. I giovani quando sono nel nido, o che di poco ne son volati, puzzano molto. GENERE XXI. TICHODROMA. lix. CARATTERI GENERICI Tarso coperto quasi intieramente da una so- la squama: Timoniere rotondate, flosce. Tarsus squama unica fere ex toto tectus . RectRIcES rotundata, flaccidae, Becco più lungo della testa: sottile, un poco arcuato, angolato alla base, subcilindrico , e un poco depresso nella cima. Mascelle con margine intiero. Lingua corneo-scariosa, stretta, lunga, lanceolata nella cima, bifida. Narici basilari, bislunghe, nude, mezze chiuse dalla parte superiore da una piccola membrana. Z'arso quasi intieramente coperto da una squama, più corto del dito medio. Diti tre davanti uno di dietro , lunghi; l’esterno saldato col medio per tutta la lunghezza della prima falange. Unghie lunghe ed arcuate ; quella del dito posteriore molto più lunga delle altre. Coda tron- cata, di dodici timoniere, rotonde in cima. Ali grandi. Prima remigante mediocre; quarta, quinta e sesta, le più lunghe di tutte. "i | —UCCELLI SILVANI 185 PICCHIO MURAJOLO TICHODROMA MURARIA Bovar. Ali nere e rosse: dorso e addome cenerino. Tichodroma alis nigris et rubris: dorso abdomineque cinereo . Maschio in abito da nozze. Becco nero. Iride nera. Pileo di color cenerino: le altre parti superiori dello stesso colore, ma più chiaro. Addome, fianchi e soprac- coda, color cenerino cupo. Gola e gozzo, di color nero puro. Piccole cuopritrici delle ali, e margine esterno delle grandi, di color rosso-carminio vivacissimo. Re- miganti nero-brune: tutte hanno 1’ estremità marginate di biancastro, eccettuate le due prime; la parte esterna e inferiore delle altre, di color rosso-carminio come le cuopritrici. Due larghe macchie rotonde bianche sono sul margine interno delle cinque primarie remiganti , eccettuatane la prima. Cuopritrici inferiori dell’ ala, rosso-carminio e nero. Timoniere bruno-nere con l’ e- stremità cenerina, eccettuate le due esterne che 1 han bianca. Penne del sottocoda cenerine marginate di bian- castro. Piedi neri... ‘ Femmina. Differisce dal maschio per avere il pileo ‘d’ ugual colore del dorso. La gola e la parte anteriore del collo non è nera, ma biancastra. Maschi in inverno. Somigliano alla femmina. SINONIMIA Certhia muraria, Lin, cun Gmel. Picus murarius, Alarov. Ornith. T. 1. p. 851. Tab. 852. T'ichodroma phoenicoptera.'Temm. Petrodroma muraria. Vieillor Ornith. Franc. pl. 184. fig. a. (maschio in estate), e b. (maschio in inverno). Meyer et Wolf, Ois. d’Allem. Livr. 26. pl. 6. fig. 1. (maschio in estate), e 2. (maschio in inverno ) Certia murajola, o Picchio murajolo. Svoria degli Uc- celli Tav. 197. (maschio in inverno). 186. ORDINE SECONDO NOMI VOLGARI . STRARIRE Franc. Le Grimpereau de muraille. Ingl. The Wall Creeper. Ted. Der maver Baumlaiifer. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 5. Coda: quatt. 5. picc. 1. Apertura del becco: soldi 1. picc. 1. Tarso. picc. 9. Costumi. Sì ciba particolarmente di ragni, che va a cercare. sopra 1 muri e sopra i massi, e qualche volia sulle scorze degli alberi: alla superfice de’ quali corpi s° attacca fortemente con le unghie, quantunque essi sie- no anche a piombo. Bensì egli non vi cammina come fan le Certie, e terminato d’ esaminare il luogo ove si era posato, riprende il volo, e va ad attaccarsi ad un altro. Vive il Picchio murajolo ordinariamente ne’ mon- ti sassosi e nudi. Mi han detto che è assai comune in Garfagnana. Due ne-ho avuti dal Monte Pisano, e me ne sono stati inviati ancora da’ Bagni di Casciana, da Castelnovo di Valdicecina, da Monteverdi, da Montal- cino, ed uno fu ucciso sulle mura di Pisa. Propacazione. Fa il nido nelli spacchi de’ massi alti e tagliati a picco: qualche volta anche ne’ muri (1). GENERE XXIII CE RT HT A ip. CARATTERI GENERICI Tarso coperto quasi intieramente da una s0- la squama. Timomniere acuminate, rigide. Tarsus squama unica fere ex toto tectus . RecTRICES acuminata , rigide. Becco subeguale alla testa, arcuato , acuminato , com- presso , intiero. Lingua scariosa, cornea in cima, acu- ‘ (1) Temminck ibid. pag. 415. x UCCELLI SILVANI 18% minata. Varici basilari, bislunghe, longitudinali, nude; chiuse superiormente da una membrana fatta a volta . Tarso quasi interamente coperto da una sola squama: subeguale al dito medio. Diti tre davanti, uno di dietro 5 l'esterno saldato al medio per tutta la lunghezza della prima falange. Unghie assai lunghe, compresse , arcuate, acute; la posteriore più lunga delle altre. Coda subcuneata; timoniere acuminate, con stelo e barbe dell’ estremità resistenti e rigide. COSTUMI Le Certhie si servono delle penne rigide e forti della coda come d’ un puntello, quando s° arrampicano sulla scorza degli alberi per cercare i Ragni, Afidi, piccoli Co- leotteri, ed altri insettini che sono il lor cibo. Tenendo la coda piegata e appoggiata con forza contro la scorza su cui camminano, e puntandola così contro le scabro= sità di questa, sostengono il peso del loro corpo, di modo che allora con le zampe altro non debbono fare che reggersi per non cadere addietro, e progredire nel lero cammino. Ma a questo oggetto, come facilmente si comprende, serve la coda solo quando l’animale vuo= le andare dal basso all’ alto, ed è perciò che le Certhie non camminano sulle scorze che in questa direzione, e quando una volta son giunte alla cima dell’ albero, in vece di calarne aggrampandosi, come ne sono solite, PEIO il volo, e tornano alla base di quello, o d’ un altro, RAMPICHINO CERTHIA FAMILIARIS Lin. () Corpo superiormente scuro-nerastro, macchiato di lio- nato. Certhia corpore superne brunneo-nigrescente ; helvolo maculato, © Becco superiermente scuro-nero , inferiormente ten- dente al carnicino. Iride color di nocciola, Pileo, cervi- 188 ORDINE SECONDO ce, dorso, scapolari e cuopritrici delle ali, di color scti- rilifaro, con macchie bislunghe bianche, e delle sfuma- ture o rossastre . ili sopraccigliare biancastra . Penne del groppone brune alla base, giallo-rosse nella cima, con una macchia bianca sul mezzo. Parti inferio- ri biancastre; la gola è candida. Remiganti cinereo-scu- re; tutte; dopo la terza, hanno verso la parte media una larga macchia biancastra, un altra sulla parte superiore del margine esterno, ed un altra in cima. Penne del so- praccoda scuro-grigio-lionate, con |’ estremità cenerina. Timoniere scuro-bigio-lionate. Piedi grigio-carnicimi. SINONIMIA Certhia. Aldrov. Ornith. Tom. 1. pag. 869. Tab. 870. Cerzia cenerina, o Picchio passerino, Storia degli Uc- celli Tav, 195. fig. 1., 190. fig. 1. NOMI VOLGARI. TOSCANI Abbriccagnolo Fiorentino. Rampichino Fiorentino, Pi- sano. Scorzajola Senese e sue Maremme. STRANIERI Franc. Le Grimperau. Ingl, The common Creeper. Ted. Der gemeine Boumlaufer. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 4. picc. 1. Co- da: quatt. 5. Apert. du becco? quatt. 2. Tarso: picc. 6. Costumi. Vanno questi uccelletti quasi sempre riu- niti in famiglia : sono irrequieti, continuamente percor- rono ed esaminano le scorze, ripetendo sempre un pic- colo ed acuto zillo. Hai pochissima paura dell’ uomo ; probabilmente perchè essendo sì piccoli, e d’ un sapore così cattivo, nessuno cerca mai d’ offenderli . Propicazione. Sono de’ primi a costruire il nido. Agli ultimi di Marzo han già cominciato a fabbricarlo, i al primi d’ Aprile hanno i figli. Questo nido lo fanno dentro i tronchi vuoti, sotto DL scorze staccate, ec. i? vi usano poca arte, e soltanto ammassano insieme delle scorze sottili e flessibili, e delle penne. Le uova sono sette o otto, bianche; macchiate di rosso. UCCELLI SILVANI 189 TRIBU XI. I CANORI. CANORI CARATTERI DI TRIBU Becco eguale, o poco più corto della testa, subconico, diritto, quasi sempre intaccato. Narici nude. Gamge vestite di penne, Diti tre in avanti, ed uno in dietro. Prima REMIGANTE corta. Rostrum capiti eguale vel paullo brevius , conicum-subtetragonum, rectum, fere semper emarginatum. Nanes nuda. Tia plumose. Diciti tres anteriores, quartus posticus. ReMEX prima brevis, COSTUMI Il cibo de’ Canori è quasi formato esclusivamente di insetti; ma quando è il tempo de’ frutti, allora mangia- no anche di questi, e varj li preferiscono a qualunque altro cibo. I più vivono solitari, pochi in branchi: alcu- ni nidificano nelle buche degli alberi, de’ muri, o de’ massi, ma il maggior numero fabbrica il nido fra i rami, GENERE XXIV. ORIOLUS Lmw. CARATTERI GENERICI Becco subeguale alla testa, subtetragono, intaccato, NArIci semichiuse da una membra- na nuda. Tarso scudettato, più corto dell’ a- pertura del becco. Rostrum capiti subaquale, subtetragonum, emarginatum. Nares semiclause membrana nuda. 'Tarsus scutellatus, hiatu rostri brevior, 190 | —’ORDINE SECONDO Becco della lunghezza della testa; alla base, tanto largo che alto: conico, subtetragono, acuminato, supe- riormente con spigolo ottuso . MERI superiore leg- germente curva, con l'estremità subadunca e leggermen- le intaccata. Lir:gua scariosa, appuntata, lacerata, e bi- fida. Marici basilari, ovate, larghe, scoperte, semichiu- se posteriormente da una piccola membrana nuda. Z'ar- so scudettato, subeguale al dito medio. Dizi tre in avan- ti e uno in dietro; l'esterno saldato alla base col medio, Unghie dedionai Coda troncata, di dodici timoniere, Ali mediocri, Prima remigante corta; la terza è la più lunga. RIGOGOLO ORIOLUS GALBULA Lux, Giallo e nero, o verdastro e nero. Oriolus corpore luteo et nigro, vel viridescente et nigro, Maschio adulto. Becco scuro-rossastro. Iride rosso- acceso. Penne delle redini nere. Dietro Y occhio un piccolo spazio nudo, triangolare. Testa, collo, e tutte le penne del tronco, d’ un bel color giallo- dorato. Sca- polari esterne, ali e coda, nere: le remiganti sono in cima marginate di bianco-giallastro, e le grandi cuopri- trici delle remiganti primarie han la metà superiore gial- la. Timoniere medie con la sola punta gialla: le altre ne han giallo uno spazio sempre maggiore, in ragione che divengono più esterne. Piedi neri. lemmina. Tutte le parti superiori di color verde- giallo. Gola e gozzo cenerino, macchiato di più cupo, Peio cenerino , addome biancastro: queste due parti so- no sparse di seine nerastre, lanceolate, longitudinali, regione anale bianca, senza macchie. Sottocoda giallo- acceso. Penne delle ali verdi-nerastre, marginate di bian- castro. Timoniere verdi-nerastre, terminanti in giallo, Piedi neri. Giovani dell’ anno. Becco grigio-nerastro. Iride scura, Macchie del petto e dell’addome, in maggior nu- UCCELLI SILVANI 191 mero che nella femmina, alla quale poì somigliano per- fettamente in tutte le altre parti. SINONIMIA Picus nidun suspendens. Galbula. Aldrov. Ornith. T. 1. ag. 854. Tab. 858. (adulto), Tab. 857. (giovane ), È, 860. ( nido). Rigogolo comune maschio. Storia degli Uccelli Tav. 307. Meyer et Wolf, Ois. d’Allem. Livr. 3, pl. 6. ( adulto ), pl. 4. ( giovane). NOMI VOLGARI. TOSCANI Rigogolo Fiorentino, Pisano. Golo Senese, STRANIERI Franc. Le Loriot. Ingl. The common Oriole. Ted. Der Gelber Pirol. Dimensioni. Lunghezza totale : soldi 8. quatt. 1; Coda: quatt. 8. picc. 2. Apertura del becco: soldi 1. Tarso: quatt. 2. Cosruwmi. Arrivano in Toscana i Rigogoli verso la fine d’ Aprile, e ne ripartono nel Settembre. Mangiano in- sett e frutti, e fra quest ultimi le Ciliegie, ed i Fichi piacciono loro in modo particolare. Cantano facendo un bel fischio pieno e sonoro, modulato sempre nel modo stesso, e nel quale molti de’ nostri campagnoli credono d'intendere: Contadino, è maturo lo fico? come in alcuni luoghi di Francia simmaginan che dicano: c'est le compère Loriot, qui mange les cerises, et laisse le noyau. Il Rigogolo è un uccello selvaggio e poco so- cievole. Abita sempre ne’ boschi, o ne’ gruppi d’ alberi, e macchioni che cingono i fiumi: e solamente s’ accosta all’ abitato, entra negli orti e ne’ giardini, quando vi è attirato da’ fruiti che vi maturano. Nell’ autunno emigra in famiglie. Propagazione. Nidifica sulla cima degli alberi alti. Sceglie la biforcatura di due rametti, ed a quelli nell’ an- g0i0, attacca una parte del margine del suo nido; 1’ altra 192 ORDINE SECONDO parte la forma tendendo una corda di fili di paglia in- tralciati con lana, da un rametto all’ altro: il nido che è emisferico, pende inferiormente ed è tutto formato con lana, tessuta delicatamente con foglie di gramigne. La parte interna è coperta da uno strato di fieno delica- to. Le uova son quattro o cinque, bianche, con delle macchie nere e disuguali. Caccir. Sono i Rigogoli di sapore squisito , partico- larmente nell’ autunno, quando, avendo mangiate le frutte, divengono grassissimi. Si prendono facendo loro la posta sotto i Fichi, o attirandoli a sè con imitarne il canto. Se ne prendono parecchi ancora al Frugnòlo, all’ Acqua, al Chioccolo. GENERE XXV. STURNUS Ln. CARATTERI GENERICI Becco subeguale alla testa, depresso, non in- taccato, Narici nude, semicoperte da una mem- brana nuda fatta a volta. Tarso scudettato, eguale all’ apertura del becco. Rostrum capiti subaequale, depressum, inte- grum. NARES nuda, semitecte membrana for- nicata, nuda. Tagsus hiatu rostri @qualis, Becco subeguale alla testa, conico-subtetragono , di- ritto, depresso, particolarmente verso la cima. Margine delle mascelle intiero alla base, piegato ad un tratto in basso. Lingua scariosa, troncata , lacerata, bifida. Na- rici poste nella metà inferiore del becco, all’ estremità di una serie di pennuzze, che dalla fronte s’ estendono sul becco; ovato-bislunghe, nude, coperte superiormen- te da una piccola membrana nuda fatta a volta. Z'arso subeguale al dito medio, scudettato . Diti tre davanti, uno di dietro; l’ esterno unito alla base col medio. Un- {1 Meta UCCELLI SILVANI I 193 ghie mediocri, poco arcuate. Coda troncata, di dodici timoniere. Al mediocri. Prima remigante piccolissima; seconda e terza quasi uguali, e le più lunghe, COSTUMI Vivono quasi sempre in branco. Si cibano con semi e bacche, ma più che d’ogni altra cosa con insetti, 1 qua- li vanno a cercare fra l’ erba, sù i cadaveri, nello sterco de’ Cavalli, delle Vacche, ed anche sul dorso di questi stessi animali. Covano negli alberi vuoti, ne’ nidi abban- denati da’ Picchi, o nelle buche delle vecchie fabbriche, I giovani differiscono molto dagli adulti. STORNO. STURNUS VULGARIS Lis. Beeco alla base più largo che alto, | Sturnus latitudine rostri, ad basim, altitudinen superante, Adulti in autunno. Becco nero. Iride scura, Tutte le penne di color nero: quelle della gola, gozzo e petto, Tomo Ig 13 194 ORDINE SECONDO cangiano in violetto-porporino, le altre in verde-dorato, Le penne della testa, collo, schiena, petto, addome e fianchi, hanno una macchia bianca in cima che nelle parti superiori tende al color di ruggine. Le penne cuo- pritrici superiori, quelle del groppone, il sopraccoda e sottocoda, le remigant e le timoniere, son marginate di bianco-sudicio, Le remiganti e le timoniere son di color nero-scuro. Piedi castagni. Unghie nere. Adulti in estate. Becco giallo-zolfino-acceso. Penne della testa, del collo, del petto, addome e fianchi, senza macchie Bragcne nella cima. Quelle del dorso le hanno piccolissime . Giovani avanti la prima muta. Becco scuro-nero. Tutte le penne son di colore scuro-cenerino , senza al- cuna macchia bianca. Quelle dell’ ale son marginate di lionato-cenerino.. SINONIMIA Sturnus vulgaris. Aldrov. Ornith. Tom. 2. pag. 631. Tab. 632. (adulto), Tav. 635. ( giovane). Storno. Olina Uccelliera pag. 18. Storno comune. Storia degli Uccelli Tav, 315. va Meyer et Wolf, Ois. d’ Allem. Livr, 4. pI. 4. fig. 1 (adulto), fig. 2. (giovane). NOMI VOLGARI. TOSCANI Storno, Stornello. Pisano, Ftorentino, Senese . STRANIERI Franc. L’Éturneau ou le Sansonnet, Ingl. The common Stare, or Starling, Zed. Der gemeiner Star. Dimensioni, Lunghezza totale: soldi 7. quatt. 2. Coda: soldi 2. Apert. del becco: soldi 1. Tarso; soldi 1. Costumi. Le praterìe umide, le gronde de’ paduli ec., particolarmente ove pascolano molti bestiami vaccini, e cavallini, sono i luoghi più amati dalli Storni. Sempre si vedono in branchi passeggiare saltellando fra le Vacche e 1 Cavalli, e non di rado ancora riposarsi sopua di essi, UCCELLI SILVANI 195 Spesso si trovano in compagnia de’ Corvi, Cornacchie e Cecche, ed io suppongo che ciò dipenda non solo dal cibarsi tanto gli uni che gli altri d’ insetti, ma anco- ra dal conoscer dì correr meno pericoli essendo così riu- niti, ambedue confidando nella vigilanza ed accortezza reciproca. È singolarissimo il loro dd di volare, quan- do sono riuniti in gran branchi: essi stanno alc ad una piccola distanza gli uni dagli altri, così che quasi si toccano con le ale: nonvolano in un sol piano, o in una sola linea come la massima parte degli altri uccelli, ma vanno ammassati, ed i loro branchi hanno una for- ma globosa. Mentre il branco si muove nell’ aria cangia quasi di continuo la forma, ora allungandosi e ristrin- gendosi, ora allargandosi e stiacciandosi, ec. Non sem- pie bensì volano in A maniera; qualche volta vanno dispersi, ma allora è quando fan dali tragitti e non temono d’ essere isso da alcuno uccello rapace. An- clie la notte dormono riuniti, ne’ macchioni posti in mezzo alli stagni o sul margine de’ boschi, e sulla sera appena là si son posati, e la mattina avanti di volarsene, fan sempre un romore grandissimo tutti fischiando nel medesimo tempo. Un copioso numero rimane a covare ne’ nostri boschi, ma è un nulla in paragone della quan- tità immensa che in inverno riempie le nostre pianure. Si addomesticano con gran facilità, ed imparano a fischia- re delle marciate, ed anche a ripetere alcune parole. Per alimentarli si dan loro le stesse sostanze che a? Merli, Propacazione, Dilà dall’ Apennino, nella Lombar- dìa, nidificano gli Storni in quantità gran:lissima sotto i isso nelle buche delle fabbriche ec., come da noi vi nidificano le Passere. Ciò, cosa singolare, non segue in na una quantità non Sali come ho detto, vi i propaga, ma sempre lontano dalle case, ne’ boschi, entro le buche degli alberi. Le uova le depongono sopra uno strato di paglia, e radichette sottili; queste uova sono sei o sette per covata, bislunghe, di color verde-mare. Caccia. La carne di questi uccelli, benchè in molti luoghi disprezzata, nel Pisano piace assai, ed è di ciò l 196 ORDINE SECONDO una riprova il valore che vi hanno gli Storni, non mai minore di due crazie l’uno, quantunque a sacchi si por- tino al mercato. Queste prese così abbondanti si fan- no con le reti aperte, tendendo sù i prati, fra i bestia- mi, ove, come ho detto, gli Storni sogliono frequen- tare, ed attirandoveli con de’ zimbelli e de’ cantarelli diva in gran quantità in un gabbione. Bisogna che il cacciatore si nasconda in un capannello di frasche ben fatto , giacchè essi son molto sospettosi: serve anche be- nissimo ad ingannarli più:facilmente, il porre in mezzo alle reti un Corvo domestico } g BE conoscendone la furberìa, non sospettano insidia ove lo vedon tranquillo. Non stò a descrivere più dettagliatamente questa caccia, giacchè l’ha fatto 1° Olina con grande esattezza (1). Solo dirò che con essa se ne prendono spesso più e più diecine in un sol tiro di reti, a causa del modo con cui gli Stor= ni volano. Ancora mediante il Diluvio, sul finir dell'e: state se ne fanno delle ricche prede, * STORNO NERO STURNUS UNICOLOR Maroni. Becco alla base tant’ alto che largo. Sturnus latitudine rostri, ad basim, altitudinem cequante. Adulti in estate. Becco giallo con la base scura. Tutte le penne della testa, del collo, e del corpo son lunghe ed appuntate, di color nere cangiante in violetto e in turchino. Quelle dell’ ali e coda hanno lo stesso colore. Piedi giallastri. Unghie nerastre. Adulti in inverno. Hank il becco nera, ed i piedi castagni. Wivani in inverno dopo la prima muta. Hanna delle piccole macchie biancastre in cima alle penne. Giovani all’ uscir dal nido. Son di colore scuro generino cupo. (1) Olina, Uccelliera pag. 19. e zo. UCCELLI SILVANI 195 SINONIMIA Temminck et Laugier, PI. color. num. 113. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 7. picc. 5. Coda: soldi 2. picc. 2. Apertura del becco: picc. 11. Tarso: soldi 1. i | Costumi. Fino ad ora non è stato trovato che in Sar- degria, ed in Sicilia. Alcuni miei scolari mi assicuraro- no che vive anche in Corsica. Ha le stesse abitudini dello Storno comune, ma non emigra (1). GENERE XXVI. ACRIDOTHERES Vieri. CARATTERI GENERICI Becco subeguale alla testa, compresso, in: taccato. NARIcI nude, semicoperte da una mem- brana pennuta. Tarso scudettato. RostrUM capiti subeguale, compressum, e- marginatum. Nares nude, semitecte membra- na pennata. Varsus scutellatus. Becco subeguale alla testa, alla base tanto alto che largo, compresso verso la cima, appuntato. Mascelle leggermente curvate in basso ; cima della saperiore leg- germente intaccata. Marzci poste verso la meià del bec- co, all’ estremità d'una setie di pennuzze, che dalla fronte s estendono sul becco; ovato-bislunghe, nude, semichiuse da una membrana pennuta. Z'arso subegua- le al dito medio, scudettato. it ire davanti, uno di dietro; l’ esterno saldato alla base col medio. Coda tron- cata, di dodici timoniere. A mediocri. Prima remi- ganite piccolissima, seconda la più lunga. (1) Temminck, Manuel d’Ornithologie etc, Tom. I. pag. 134. LE 298 ORDINE SECONDO dui STORNO MARINO ACRIDOTHERES ROSEUS Ranz. Corpo roseo e nero (adulto), o grigio-isabella (giovane). Acridotheres corpore roseo et nigro (in adulto), vel gri- seo-isabelino (in juvene). Maschio adulto. Becco roseo; base della mascella inferiore nera. Testa, collo e davanti del petto, di color mero cangiante in verde, o in pavonazzo. Le penne di queste parti son lunghe, e appuntate:? quelle del pileo, molto lurighe, formano un bel ciuffo. Dorso roseo . Sopraccoda nero-cangiante. Penne del sottocoda e gam- be di color nero, con qualche macchia bianca. Lati del petto e addome, di color roseo. Piccole cuopritrici mar- ginate di roseo. Ali e coda, nero-cangiante. Piedi gial- lastri. Unghie cenerine. Femmina. Il suo ciuffo è più corto. I suoi colori son meno vivaci. | Giovani avanti la prima muta. Becco giallastro al- la base, scuro-nerastro verso la cima. Penne del pileo non più lunghe delle altre: queste, e quelle del collo e petto hanno l’ estremità rotondata. Parte superiore e la- terale della testa, superiore e laterale del collo, schiena, scapolari, groppone e sopraccoda, scuro-cenerino-isa- bella. Gola biancastra. Gozzo, petto e addome, bianco- sudicio: sul gozzo delle macchiuzze lanceolate più scure. Penne delle ali e della coda, scuro-nere marginate di biancastro-sudicio. Penne del sottocoda scuricce, con largo margine bianco. Piedi e unghie scuro-carnicine . SINONIMIA Turdus roseus, T, seleucis. Lin. cur. Gmel. Pastor roseus, Temm. Sturnus roseus. Scopoli. Merula rosea, sew Sturnus marinus. Aldrov, Ornithe Tom. 2. pag. 626. ( maschio), e 627. ( femmina). Stormo rosco, o Storno marino. Stor. degli Ucc. Tav. 316; ( adulto). Storno terreo Tav. 317. ( giovane). Da I UCCELLI SILVANI ida Acridotheres roseus.:Ranzani, Elem. di Zoologi Tom. 3. part. 5. Tav. 17: fig. 4. Meyer et Wolf, Ois. d° Allem. Livr. 7. pl. B. fig. 1. ( maschio), e 2. ( femmina ). Naumann; Vogel deutsch ed. 2. Tab. 63. fig. 3. NOMI VOLGARI; STRANIERI Franc. Le Roselin, le Merle coleur de rose. Ingl. The rose coloured Thrush. Ted. Die rosenfarbige Drossel. Dimensioni. Lunghezza totale : soldi 7. Coda: soldi 1. picc. 1. Apertura del becco: picc. 11. Tarso: soldi 1. Cosrumi. Questo bellissimo uccello è fra noi estre- mamente raro; Gli Autori dell’ Ornitologia Fiorentina riferiscono che nel 1739, in cui fu un gran freddo , molti comparvero nel Mugello, vi rimasero ‘fio alla seguente primavera, e vi nidificarono. Nel 1818, in primavera; var) ne furono uccisi nel regno Lombardo-Veneto, ma allora nessuno, che sia a mia notizia, giunse in Toscana. Bensì nel Settembre del 1824, due giovani furono veduti nelle vicinanze di Pisa, sù i prati di S. Giusto, ed uno di questi che rimase preso alle reti, è quello che qui SO - pra ho descritto. I paesi ove gli Storni marini più co- muneiniente si trovano, sono le parti calde dell’ Asia e dell’ Affrica, ma secorido Retz vivono anche nelle mon- tagne della Lapponia, dalle quali, al dir di Nilson, e- migrano regolarmente per passare in Finlandia e in Rus- sia. Si nutriscono d’ insetti, e di frutti; amano molto le Ciliegie. Frequentano gli ammassi di letame, e stanno spesso intorno a’ bestiami. Vanno in truppe come gli Storni comuni, e qualche volta ancora s' uniscono, e convivono con questi. ProPAcazione. È poco nota. Si sa che nidifica nelle buche degli alberi, o delle case rovinate, e che vi depo- ne quattro o sei uova, ma il colore di queste non si co- nosce (1). (1) Temminek ibid. pag. 138. . La 200 ORDINE SECONDO GENERE XXVII, CIN IUS Bosa 00 i CARATTERI GENERICI Becco subeguale alla testa, compresso, in- laccato. NARICI semicoperte da una membrana pennuta. Tarso coperio quasi intieramente da una sola squama. Rostrom capiti subeguale , compressum » emarginatum. Nares semitecte membrana pen- nata. Varsus fere ex toto ab unica squama tectus. Becco subeguale alla testa, diritto, alla base quasi tanto alto che largo, in cima compresso. Mascella su- periore leggerissimamente curva in alto al dilà delle na- rici: con estremità un poco adunca: leggermente intac- cata. Lingua scariosa, bifida in cima. MNarici poste nella metà inferiore del becco , bislunghe, scoperte, se- michiuse superiormente da una piecola reni ve= stita di pennuzze, che poi estendendosi sulla base del becco si uniscono a quelle della fronte. Z'ar:s0 subegua- le al dito medio, coperto quasi intieramente da una sola squama. Diti tre in avanui, uno in dietro; J' esterno saldato un poco alla base col medio. Unghie mediocri, arcuate. Coda corta, rotondata, di dadi timoniere . Ali piccole. Prima remigante molto corta, seconda po- co più corta della ierza; terza e quarta son le più lunghe, MERLO ACQUAJOLO CINCLUS AQUATICUS Becss. Parti superiori scuro-nere, e cenerino-turchinicce? gola, gozzo e petto, bianchi: addome castagno ( adulto ), 0 bian- co ( giovane), LP UCCELLI SILVANI 207 Cinclus corpore superne brunneo-nigro, et cinereo-coerti- lescente: gula, jugulo, pectore albis: abdomine castaneo (in adulto ), a/do (in juvene). Adulti. Becco nerastro. Iride color di nocciòla scu- ro. Parti superiori della testa e cervice, color scuro-fi- liggine. Penne del dorso, del sopraccoda, e scapolari, cenerino-turchinicce, marginate di nero. Gola, gozzo e petto , color bianco candido. Addome casiagno-rossastro. Penne anali e del sottocoda, cenerino-turchinicce ; quel- le del sottocoda marginate di.color di nocciòla. Fianchi nero-cenerini. Ali e coda bruno-cenerine. Piedi grigio- carnicini. Giovani all’ uscir dal nido. Hanno tutte le penne delle parti superiori di color cenerino-cupo-turchiniccio, marginate di bruno-nerastro . Tutte le parti inferiori bianche, macchiettate di cenerino-bruno . Sottocoda eo- lor giallo-castagno chiaro . SINONIMIA Sturnus cinclus. Lin. cur. Gmel, Turdus cinclus. Latb, Hydrobata albicollis. Vieill. i Merula aquatica. Aldrov. Ornith. Tom: 3. pag. 486. Merla aquatica, o acquajola comune. Storia degli Uc- . celli Tav. 490. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc..L'AÀguassière, le Merle d’cau, le Cincle plongeur. Ingl. The Waterouzel. Ted. Der Wasserschwatzer. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 7. Coda: quatt. 5. Apertura del becco: picc. 10. Tarso : soldi 1. Cosrumi. I torrenti de’ monti alti, che han: sempre acque limpide e fresche, sono la dimora de’ Merli ac- quajoli. Là ne’ siti più cupi e più adombraii, e ne’ for- roni profondi, van sempre visitando il margine delle acque, e spesso ancora si tuffano sotto di queste per Cer- care gii insetti, loro ordinario cibo. Sono uccelli se den- tar), e solo quando ne’ giorni i più freddi tutte le acque Nol 202 ORDINE SECONDO de’ torrenti montani son gelate, allora calano ne’ fiumi e ne’ fossi de’ colli più bassi, ma giammai vengono in pianura . | PropAcAzione. Sempre egli fa il nido accanto all’ ac-- qua; ed anzi il più delle volte lo pone fralle pietre delle ‘pescaje, ed al di dietro della cascata. Questo nido è gran- de molto, quasi sferico, con l’ apertura laterale: è for- mato tutto con musco intralciato diligentemente con pa- gliuzze, e nell’interno sul fondo vi è uno strato di foglie sopra cui riposano le uova. Queste sono cinque © sei, candide, 1 GENERE XXVIII. SYLVIA Scop. CARATTERI GENERICI Becco subeguale alla testa, subtetragono, diritto, intiero, o più o meno visibilmente in- taccato. Lincua setolosa solo nell’ apice. NAa- Rici semichiuse da una membrana nuda nella arte anteriore, Tarso o eguale, o più lungo dell’ apertura del becco. RostruM capiti subaguale, subtetragonum ; rectum, integrum, vel plus minus emargina- tum. Lincua apice tantum setosa. Nares semi- clause membrana antice nuda. 'Tarsus @equa- lis vel longior hiatu rostri. Becco subeguale alla testa, subtetragono, diritto. A- pice della mascella superiore leggermente adunco, in- tiero, 0 più o meno visibilmente intaccato. Lingua sca- riosa, lacerata in cima. /MNarici basilari, laterali, subo- vate o bislunghe, semichiuse da una membrana nuda. Tarso scudettato, o coperto quasi intieramente da una sola squama. Ziti tre davanti uno di dietro; l’ esterno anteriore saldato alla base col medio, Unghie mediocri, » UCCELLI SILVANI 20$ adunche, acute. Coda mediocre, di dodici timotiiere ; raramente di dieci, o troncata; o smussata, o graduata. Ali mediocri. Prima remigante corta. Nota.1 tre generi Turdus; Saxicola, e Sylvia de’ mo: derni Orvitologi, coitengono delle specie le quali han fra loro tante somiglianze; e si collegano insieme talmente, da non presentare alcun carattere sufficiente per far distingue- re un genere dall’ altro, Perciò, ad onta dell’ uso comtue- mente invalso, io credo debbansi tutti ritinite in un sol ge- nere, non volendo produtte-una inestricabile confusione, e non volerido che le frasi genetiche siano per pura apparen- za poste in testa ai varj gruppi di specie, Lo adunque di ciò persuaso, abolisco i due generi Sazicola e Turdus; unendo nel genere Sy/via tutte le specie che quelli comprendevano, Ho preferito chiamare il nuovo genere Sylvia, invece che Saxicola o Turdus, giacchè questo nome mi è sembrato più conveniente : quello di Turdus appartenendo ad uccelli ben conosciuti da tutti, risveglia l’idea di determinate di- mensioni e colori, le quali cose non convengono a tutte le specie di questo geriere? e l’altro nome Saxicola indica uva qualità propria solo a pochi di questi uccelli. Siccome poi è causa del numero grandissimo delle specie che questo mio nuovo genere contiene, difficilissima ne sarebbe la de- terminazione, io lo suddivido in tanti gruppi o famiglie, fatti con Ja naturalezza più grande che ho potuto. Ma avene do ancora voluto distinguere ciascuna di queste famiglie con caratteri chiari e decisi, mancando caratteri primari, ho dovuto ricorrere a caratteri secondari, spesso anche di po- chissima importanza per la serie generale degli uccelli, e formar così una classazione empitica, ma sufficiente per il limitato numero di specie clie possediamo in Europa. COSTUMI . Sono in questo genere gli uccelli dotati della voce più bella, e che sanno meglio adoprarla. Abitano alcuni nei boschi, ‘altri fra i giunchi e le canne de’ paduli, altri fra i cespugli, altri sù i terreni nudi. Quasi tutti emigrano in inverno. In autunno divengono grassissimi, e squisita ne è allora la carne. Fanno de’ nidi eleganti, chi fra i fami, chi sulla terra, chi nelle buche. 204 ORDINE SECONDO FAMIGLIA TI. I TOR:DI. T7'URDI CARATTERI DI FAMIGLIA Becco patentemente intaccato. Tarso più lungo dell'apertura del becco. PARTI SUPERIORI unicolori. Appome o di color chiaro e mac- chiato a gocciola, o d'un color cupo. Copa troncata. STATURA non minore di quella dello Storno. Rostrum manifeste emarginatum. Tarsus longior hiatu rostri. Corpus superne unicolor. ABbOoMEN vel guttatim maculatum , vel obscure coloratum. CAuDA truncata. STATURA nunquam humilior Sturni. COSTUMI Tuiti i Tordi hanno delle forme eleganti, ed un por- tamento bello e disinvolto. Son di grossezza mediocre; e nel tempo degli amori cantano con bella voce, e pia- cevolmente. Fan viaggi più o meno lunghi al variare della stagione, ma ordinariamente non oltrepassano il mare. Quantunque loro piacciano molto le bacche ed i frutti succulenti, con tutto ciò i vermi e gli insetti fanno il loro cibo principale. Abitano i boschi di piano come que’ di monte: nel tempo della propagazione stan cop- pia per coppia, ma nelle altre epoche vanno quasi tutti in branco. Il nido lo costruiscono con assai industria so- pra alberi di altezza mediocre, ordinariamente assodan- dolo con argilla, o qualche alira sostanza pastosa. Le uova hanno un color celestognolo più 0 meno verdastro, e sono macchiettate di scuro. CO, % UCCELLI SILVANI 205 MERLO SYLVIA MERULA Nos. Tutto nero ( maschio adulto), o scuro-nerastro ( femmi- na e giovane): remigante seconda più corta della sesta, Sylvia corpore penitus nigro (in masculo adulto), vel brunneo-niîgricante (in foemina et juvenis): remige sexta se- cundam superante. Maschio adulto. Becco e palpebre gialle. Tride nera, Tutte le penne d’ un bel color nero. Piedi scuro-neri . Femmina. Becco scuro-cenerino. Palpebre scure . Tutte le parti superiori di colore scuro-nero-olivastro; la gola, il gozzo e il petto biancastro, con macchie irrego- lari scure. Addome color cenerino cupo . Giovani. Somigliano le femmine. Propozzione peLLe RemicantI. Prima piccola; se- conda più corta della sesta; quarta e quinta le più lunghe, Nota. Il Merlo è uno degli uccelli i più soggetti all’ a/- binismo, cioè a cangiare il colore in bianco assoluto, o in mezze tinte: così non di rado trovansi de’ Merli tutti bian- chi, col becco, l’iride e le zampe color di rosa: se ne trova- no di quei color lionato, de’ cenerini; ma la varietà più bella, ed è anche la varietà più comune, è quella de? Merli con la massima parte delle penne nere, e macchiati di biag- co a toppe, SINONIMIA Merula. Aldrov. Qrnith. Tom. 2. pag. 602. Tab. 604. (maschio), 605. ( femmina), 606. 607. 608. Gog. ( varie- tà albine), di Merla. Olina Uccelliera pag. 29. Turdus merula. Lin. Temm. Merlo comune, o Merlo maschio. Storia degli Uccelli Tav. 299. (maschio ), 300. ( femmina), 302. 303. ( varie- tà albine). NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Merle, Ingl, The Blackbird., Ted, Die schwarz Drossel . 206 ORDINE SECONDO Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 9g. Coda: soldi 3, quatt. 1. Apertura del becco: pice. 11. Tarso: picc. 13. Cosrumi. L'estrema abbondanza degli uccelli di que- sta specie l’ ha resa così nota, che credo inutile di par- lare de’ suoi costumi. Ognuno conosce 1’ intelligenza de’ Merli, la loro bella voce, ornamento primario de? nostri boschi, ognuno sa che in qualunque epoca dell’an- no si trovan fra noi, e che nell’ autunno ne ‘arriva dal Settentrione una gran quantità per svernare nelle no- stre campagne. Propagazione. Il nido lo fabbricano indistintamente sulla terra, o ne’ .:macchioni. Della paglia e musco ne formano la parte interna; al di fuori lo intonacano e consolidano con mota e borraccina mescolata. Le uova son quattro o sei, di color verde chiaro, macchiettate di color grigio-cenerino. Caccia. Se ne prendono molti con le Penere, le Ra- gnaje, il Chioccolo, e col Frugnòlo . MERLO COL PETTO BIANCO SILVIA TORQUATA Nos, Penne nere o nerastre, marginate di bianco o di bianca- stro: petto bianco (mas. adulto ), o bianco-sudicio ( fenz- mina, e giovane): remigante seconda più lunga della sesta. Sylvia pennis nigris vel nigrescentibus, albo, vel albido marginatiîs: pectore albo (iu. masculo adulto ), vel sordide albo (iu fem. et juv.): remige secunda sextan superante, Maschio adulto. Becco giallo con la cima nera, Iri- de scura. Tutte le penne delle parti superiori del corpo nere, marginate di bianco-scuro . Quelle del dorso, sca- polari e sopraccoda, han questo margine più visibile. Quelle della gola e del gozzo son colorite nella stessa maniera. Quelle dell’ addome e de’ fianchi han le stesse distribuzioni di colori, ma il loro margine è più largo e bianco puro . Penne del sottocoda simili a quelle dell’ ad- dome, ma di più hanno una bella macchia bianca lon- gitudinale. Penne del petto color bianco più o meno su- UCCELLI SILVANI 205 dicio, con sottil margine nero: le remiganti e cuopritri ci bruno-nere, con una sfumatura biancastra sul mar- gine esterno. 1 imoniere nere. Piedi scuro-nerì. | Femmina. Ha le penne di un nero un poco rossastro, ed il bianco del petto è meno puro, e macchiato di bru- nastro, Giovani. maschi hanno il petto bruno-rossastro, e nelle femmine non v'è gran differenza fra le penne del petto, e quelle delle altre parti inferiori. Prororzione peLLe RemicantI. Prima piccola; se- conda più lunga della sesta; terza e quarta uguali, e le più lunghe. SINONIMIÀ © Turdus torquatus. Lio. Temm. Vieill. Lath. Merula torquata. Aldrov. Ornith. Tom. 2, pag. 620. Tab. 621. (maschio), 622. ( femmina). Baffon, PI. enlum., num. 516. ( mraschio). Merla torquata, ossia col collare. Storia degli Uccelli Tav, 304. ( femmina). NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Merlea plastron blanc. /rngl. The Ring Thrù- shel. Ted. Die Ring. Drossel, Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 8. picc. 6. Coda : soldi 3. picc. 6. Apertura del becco: picc. 10. Tarso : matt. 4. Cosrumt. È la specie più rara di questo genere . Com- parisce accidentalmente. Nell’ inverno del 1824 ne fu- rono uccise parecchie tanto nelle nostre macchie, che in quelle di Maremma. Qualche coppia rimane , benchè di rado, a covare da noi; e nel 1822 in Agosto una ne tro- vai ne’ monti del Mugello. Propagazione. Nidifica sulla terra a’ piedi de’ cespu- gh , e le sue uova, in numero di quattro o sei, sono di color verdastro, ricoperte da una gran quantità di mac- ehiuzze bruno-rossicce (1). (1) Temm. ibid. pag. 167. 208 ORDINE SECONDO TORDELA SYLVIA VISCIVORA Nor. Parti superiori grigio-olivastre-cenerine: cuopritrici in- feriori delle ale bianche. Sylvia corpore superne griseo-olivaceo-cinereo: tectricibis inferioribus alaruni albis. Becco bruno-nero, giallastro alla base della mascella inferiore. Iride cenerino-castagno. Pileo, cervice, schiena, scapolari, groppone e sopraccoda, di color grigio-ceneri- no, leggermente tendente all’ olivastro sul dorso e sulle scapolari. Le penne del sopraccoda son marginate di biancastro . Una fascia biancastra parte dalla base del bec- co, e giunge fin all’ occhio. Penne ciliari anch’ esse bian- che. Parti inferiori di color bianco tendente al giallo- gnolo, particolarmente sul petto e sù i fianchi. Penue de’ lati del collo, del gozzo e del petto, con una macchia lanceolata nella cima, la cui punta riguarda in alto. Pen- ne dell’ addome e de’ fianchi con una macchia del me- desimo colore, ma ovale. Remiganti bruno-cenericce, marginate di bianco. Timoniere del medesimo colore, con una macchia biancastra nella parte inferiore verso la cima, dal lato interno , che è più grande nelle timoniere esterne. Cuopritrici inferiori delle ali di color bianco purissimo . Piedi grigio-carnicini.. Proporzione peLLE RemicantI. Prima piccola; se- conda e terza uguali fra loro, e le maggiori. SINONIMIA Turdus wiscivorus Lin. Lath. Vieill. Temm. Aldrov. Orti. Ton, 2. pag. 593. Tab. 583. Tordo maggiore, o Tordela, o Tordella. Storia degli” Uccelli Tav. 294. Buffon, PI. enlum. num. 489. NOMI VOLGARI. TOSCANI Tordeia, Tordiera Fiorentino, Pisano, "Tordescaja Senese. sd UCCELLI SILVANI 209 STRANIERI | è Franc. La Draine. Ingl. The missel Thrush. Ted. Die mistel Drossel. DIMENSIONI. Lunghezza totale: soldi g. quatt. 1. Co- da: soldi 3. pice.:s. ia del becco: picc. 11. T'ar- sO: picc. 13. Cosrumi. Poche Tordele si trovano in estate nelle pianure. Nell’ autunno calano ne’ boschi de’ nostri pia- ni e delle Maremme, per passarvi la cattiva stagione. Allora vanno sempre riunite in copiosi branchi, sceglien- do per loro dimora i luoghi ove abbondano Ginepri, e Corbezzoli. Sono uccelli sospettosi, ed alla più piccola apparenza di pericolo fuggono inalzandosi molto nell’aria circolarmente . Propagazione. Nidificano tanto in monte che in pia- no, sopra le Quercie, Abeti, ec. ad una altezza medio- cre. Il nido è fatto con molt arte: de’ licheni filamen- tosi intralciati con sottili stecchi ne fan la parete esterna, che è grossa e resistente: l’ interna è un intonaco fatto d’una pasta dura, formata, per quel che io credo, di legno putrefatto, impastato e ammollito dal becco della T sa Le uova son piccole, subrotonde, di color ce- leste-verdastro, con macchiette nere dal lato più grosso. CESENA: SYLVIA PILARIS Nos. Pileo e groppone cenerino-piombato: schicna e cuopri- trici delle ali castagno cupo. _ Sylvia pileo et uropy gio cinereo-plumbeo; tergo et tectri- cibus sature castaneis, Becco giallo con la punta nera. Iride scuro-nera. Pi- Ico di color cenerino-piombato, con qualche macchia nera. Cervice e sopraccoda, di color cenerino- piombato puro. Penne della schiena, scapolari e cuopritrici delle ali, di color castagno cupo con la parte interna nera, e il margine biancastro. Gola, gozzo e lati del collo, di co». Tomo LL 14 © + Ei 210 ORDINE SECONDO lor giallo-ceciato. Petto del medesimo colore, ma più cupo. Tutte queste parti son macchiate da piccole strie nere longitudinali, che sono in numero maggiore sù i lati del 30: : quelle de’ lati del petto, molto più larghe, hanno una punta voltata in basso. Una macchia larga e nera, è all’origine di ciascun’ ala. Penne dell’ addome, sottocoda, cuopritrici inferiori delle ale, e penne de’ fianchi, di color bianco-niveo* quest’ ultime penne han- no verso la cima una bella macchia nera semilunare, con punta sul mezzo inferiormente. Remiganti primarie bruno-cenerine. Timoniere nere; 1° esterne marginate di grigio. Piedi neri. Pro fliciona peLLE RemicanTI. Prima piccolissima ; seconda subeguale alla quinta; terza e quarta le più lunghe. SINONIMIA Turdus Pilaris. Lin. Temm. Aldrov. Ornith. Tom. 2, pag. 595. Tab. 590. fig. mala. Tordo detto volgarmente Tordela gazzina, Storia degli Uccelli Tav. 295. Buffon, PI. enlum. num. 490. NOMI VOLGARI. TOSCANI Cesena, Tordela gazzina Fiorentino. Tordela Pisano , Tordela alpigina Senese, STRANIERI Franc. La Litorne. /ngl. The Fieldfare Thrush. Ted. Die Wachholder Drossel . Dimensioni. Lunghezza totale: soldi g. picc. 2. Coda ; soldi 3. quatt, 1. Apertura del becco : soldi 1. Tarso: picco: Costumi. Per il solito è meno abbondante della Tor- dela, ed il suo passo non è così regolare, In alcuni in- verni, e particolarmente ne’ molto freddi, son le Cesene comuni ne’ nostri piani, ma qualche anno non se ne vede neppur una. Aman di pascolare sopra i prati, ed essendo “spaventate v vann’ a rifugiarsi sugli alberi 1 i più prossimi , inf UCCELLI SILVANI 211 Propagazione. Non so che nidifichi da noi. Ne’ bo- schi del Nord, ove in estate se ne trovano molte, co- struisce il nido sugli alberi alti, e vi pone quattro o sei uova di color verde-mare, punteggiate di rossastro (1). TORDO BOTTACCIO SYLVIA MUSICA Nos. Parti superiori di color grigio-olivastro; fascia sopracci- glisre appena visibile; cùopritrici inferiori delle ali di color giallo-ruggine chiaro. Sylvia corpore griseo-olivaceo: fascia superciliari vix perspicua; tectricibus inferioribus pallide luteo-ochraceis. Becco nero-scuro, con la base della mascella inferiore giallastra. Iride seuro-nera. Tutte le parti superiori di color grigio-olivastro. Gola, gozzo, lati del collo e petto, di color bianco leggermente giallastro. I lati del petto sono d’ un color giallo più vivo. Tutte queste parti, ec- cettuato il mezzo “della sola e del gozzo, son coperte di piccole macchie nerastre, delle dh Bell_he d’ una fi- gura un poco più rotondata, varie se ne estendono sopra i fisnchi, e sopra i lati dell'addome. Quest ultime parti ed il sottocoda son di color bianco puro. Le cuopritrici superiori delle ale hanno una macchia giallastra nella cima. Le cuopritrici inferiori son di color giallo-ruggine chiaro. Piedi grigio-carnicini. Proporzione peLLE RemicantI. Prima piccolissima; stconda uguale alla quinta; terza e quarta le più lunghe, SINONIMIA Turdus musicus. Lin. Temm. Vieill. Lath. Turdus simpliciter dictus. Aldrov. Ornith. T. 2. p. 599. Tav. 600,0 Tordo. Olina Uccelliera pag. 25. Tordo comune, 0 mezzano. Stor, degli Uil Tav. 290. Baffon, PL SME num. 406, (1) Temm. ibid. pag. 164. 212 ORDINE SECONDO NOMI VOLGARI. TOSCANI Tordo bottaccio Ftorentino. Tordo Pisano. Tordo gen- tile Senese. STRANIERI Franc. La Grive. Ingl. The Sang Thrusk. Ted. Die Sing Drossel. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 8. Coda: quatt. 8. picc. 3. Apertura del becco: pice. 11. Tarso: quatt. 4. Cosrumi. Il Tordo bottaccio, che somministra una delle più comuni e migliori o alle nostre tavole nell’ autunno e nell’ inverno, da tutti è certamente co- nosciuto. Nell’ autunno cala da’ monti alti, e dal Nord in grandissima quantità, e viene a svernare ne” luoghi più bassi, e particolarmente nelle Maremme, in quelle bel- lissime ed estese macchie sempre verdi, formate dalla mescolanza de’ Lecci, Sugheri, Albatri, Ginepri, Fil- iiree, Alaterni, ec. Quando i Tordi emigrano, volano ad uma grande altezza,'e per il solito nella notte e verso il nascer del sole. È facile l’ accorgersi del loro passag- gio per il fischio, o come propriamente si chiama per lo. gii che di continuo ripetono. Verso ii fine di Marzo ALII il paese basso, e ritornano sù i monti ove nidificano . Proracazione. Là nelle foreste di Faggi e d° Abeti, si stabiliscono per tutta Ja buona stagione, e intessono il - loro nido deniro i.grossi macchioni, o fra 1 rami bassi ‘ degli alberi. Questo nido è formato all’ esterno con ra- dici, muschi, licheni, pagliuzze, foglie secche ec. molto bene intralciate. La parte interna è intonacata di legno putrefatto , appunto come il nido della T'ordela, Le uo- va son per il solito quattro o cinque, d’ un bel color celeste-verdognolo, asperse dappertutto di punti radi, neri. Caccia. Il Boschetto, la Ragnaja e le Pener e, fan- no una gran strage di Tordi. Chiamasi Boschetto un pic- colo spazio di terreno, tutto piantato di alberetti sempre UCCELLI SILVANI 213 verdi, come Allori, Lecci, Corbezzoli ec., tenuti all’ al: tezza di due braccia e mezzo o tre braccia, € potati in modo d’ avere una figura presso a poco cilindrica: sono lontani fra loro circa un braccio e mezzo. La mattina avanti che incominci il passo de’ Tordi, il cacciatore nasconde in questi cespugli varie gabbie con de’ Tordi stati tenuti in chiusa nell’estate, e dopo aver guarnite di paniuzzi le cime di tutti i cespugli, va a nascondersi in un capannello posto nel mezzo della tesa, dal quale par- tono a croce quattro strette e basse gallerìe di frasche , che vanno a terminare al margine del boschetto. Inco- minciato il passo, i Tordi dall’ alto ove volano, senten- do i loro compagni fischiare nel boschetto, vi si geitano sopra, e posandosi sulle paniuzze, o toccando queste an- che sol con le ale, restano invischiati e cadono a terra. Il cacciatore dall’interno della gallerìa li tira a sè, senza farsi vedere, mediante un piccolo rastrello , od oncino. Si dà il nome di Penere a quattro lacci fatti con se- tole di Cavallo, infilati in un cordino pur esso di setole, che è mantenuto teso da due piccole mazze dette stag- gette: queste son congegnate sul ramo che deve servir di posatojo agli uccelli, in modo che desse vi stiano ver- ticali, e facendo col ramo un angolo press’ a poco retto. Balco è il nome che si dà a questo posatojo: ora egli è un ramo dello stesso macchione scelto per la tesa, ora posticcio, secondochè torna più comodo al cacciatore: deve essere orizzontale o poco inclinato, e situato tra- verso ad una apertura del macchione, o fra un macchio- ne ed un altro. I boschi ove si fanno le tese delle Penere son quei formati di Mortella, Ginepro, Filliree, Son- dri, Corbezzoli ec., così che i Tordi ed i Merli nel gi- rare che vi fanno per cercare e mangiare le bacche, po- sandosi sù i Balchi, o anche volando sopra di essi, in- cappano ne’ lacci, e vi rimangono appiccati. Oltre un gran numero d’ abitanti delle Maremme che fanno i Merlai, giacchè questo è il nome che si dà a’ tenditori di Penere, moltissimi montagnòli calano nell'inverno in que’ paesi, da varj punti dell’ Apennino Toscano, Las - 014 ORDINE SECONDO chese, e Modanese, esclusivamente per darsi a questa sorte di caccia, che è una delle più lucrose, benchè non delle meno faticose. Ogni Merlajo prende a fitto un e- stensione di bosco per le sue cacce, e là egli continua- mente è occupato per farvi le tese, o per mantenerle in buono stato, Molti de’ boschi di Maremma son talmente folti, che è impossibile il penetrarvi senza camminare | col ventre a terra, seguitando i viottoli che le bestie sel- vagge vi hanno tracciati, ed esponendosi ad esser lacerati da’ pruni. È necessario, per questa ragione, che il tendi- tore incominci dall’ aprirsi una strada con il suo penna- to, e che sia vestito in modo da non temere il pungolo e l’oncino delle Marruche e de’ Roghi. Perciò egli calza delle ghette di lana forti ed alte, che gli difendono tutta la gamba ed il ginocchio: un grembiale di grossa tela, . oppure, ed anche meglio, come in varj luoghi si usa, una pelle di Capra con iutto il suo pelo, essendo legata al collo, gli pende fin sotto alle ginocchia, coprendogli in tal modo e difendendogli il petto e le cosce: questa pelle ha uno spacco Jongitudinale nella parte inferio- re per non impedire i movimenti delle gambe, ed un nastro la cinge alla vita. Un grosso pennato, che deve servire a formare la strada fra i rami e le spine, pende dietro al Meriajo, da una cintura di vacchetta A tracolla dal lato desiro egli ha una sacca di tela, ove ripone la caccia, ed ove tiene, in una divisione particolare, ie pe- nere da sostituirsi a quelle che troverà rotte o guaste; ed a sinistra;ha un mazzo di bacchette per riattare 1 balchi, le staggette ec. Ogni Merlajo tende per il solito tremila penere: questo è il numero a cui egli è capace di bada- re, e che continuamente Vl ocenpa, o per rivederle, o per assettarle. Le prede che essi fanno sono comprate da alcuni incettatori, che per mezzo di procacci a ciò esclusivamente destinati, sono inviate a vendersi nelle. città più prossime (1). (1) To debbo queste notizie, e molte altre assai interessanti che per brevità ini conviene omettere, alla gentilezza del Sig. Martino Fantacci, Pievano della Sassa, luogo delle Maremine Volterrane, ove abita un gran numero di Merlay. UCCELLI SILVARKI 215 TORDO SASSELLO SYLVIA ILIACA Nos. Parti superiori grigio-olivastre: fascia «dpattioliare lar- ga, bianco-gialliccia: cuopritrici inferiori delle ali fulve, Sylvia corpore superne griseo-olivaceo: fascia superci- liari lata, albo-lutescente: tectricibus inferioribus fulvis. Becco bruno-nero, con la base della mascella inferio- re giallastra. Iride scura. Tutte le parti superiori di co- lot olivastro-grigio. Fascia sopraccigliare ceciata. Gozzo e petto Bi ivo: ceciato. Addome e parte inferiore de’ fian- chi bianche. I lati della gola, del gozzo ed il petto, co- perti di macchie bislunghe bruno-nerastre. Parte infe- riore dell’ addome e i fianchi, sono ancor essi macchiati dello stesso colore, ma un poco più chiaro: molte di queste macchie hanno nella parte media una | piccola fa- scia trasversa ceciata. Sopra i lati del collo v è un largo spazio ceciato. Cuopritrici inferiori delle ale e Basolu: di color fulvo. Penne del sottocoda bianche all’ estre- mità, grigio-olivastre alla base. Ale e coda, color delle parti super iorl. Proporzione peLLe ReMmicanTI. Prima piccolissima ; ; seconda più lunga della quinta; terza e quarta le più lunghe. SINONIMIA Turdus iliacus, Lin, Temm. Vieill. Lath. Turdus illade, sive Tylade. Aldrov. Ornith. Tom. %. pag. 597. Tav. 598. fig. mala. Tordo minore, o Tordo Sassello. Sa degli Uccelli Tav. 293. Buffon, PI. enlum. num. 51. NOMI VOLGARI. TOSCANI Tordo Sassello Fiorent., Pisano. Tordo alpigino Senese. STRANIERI Franc. Le Mauvis. Zngl, The red-wing Thrush, Ted. Die roth Drossel. 216 i ORDINE SECONDO Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 8. quatt. 2. Coda: quatt. 7. picc. 1. Apertura del becco: picc. 10. Tarso: picc. 11. e Costumi. I suol costumi son presso a poco li stessi di quelli del Tordo bottaccio, ma è meno abbondante, e arriva da noi più tardi . PropacaAzioneE. Non so che nidifichi in Toscana. Nei paesi settentrionali fa il nido ne’ macchioncelli d’ arbu- sti alpini, e vi depone sei uova d’ un celeste verdastro , macchiettate di bruno-nero (1). FAMIGLIA II. I TORDI RUPESTRI. MONTICOLE CARATTERI DI FAMIGLIA Becco non intaccato, subcilindrico. Tarso eguale, o appena più lungo dell’ apertura del becco. Copa troncata, nera, o fulva e nerastra. STATURA non minore di quella dello Storno. RosTRUM subcylindricum, non emarginatum. Tarsus equalis , vel sublongior hiatu rostri . Caupa truncata nigra, vel fulva et nigrescens. Statura non humilior Sturni. COSTUMI Abitano sù i monti nudi e sassosi, o sulle fabbriche alte ed abbandonate. Son più esclusivamente insettivori de’ Tordi. Non vivono che ne? paesi temperati, o caldi. Nidificano negli spacchi de’ massi, o nelle buche de’ vec- chi muri, o sopra i mucchi di sassi. (1) Temm, ibid. pag. 168. UCCELLI SILVANI 217 PASSERA SOLITARIA SYLVIA SOLITARIA Nos. Coda nero-turchiniccia: corpo di color più o meno ten- dente all’azzurro, Sylvia cauda nigro-cocrulescente: corpore plus niinus AZUreo . Maschio adulto. Becco nero. Iride scuro-nera. Tutte le penne, eccettuate le remiganti e le timoniere, di color turchino-celestognolo. Quelle della parte superiore della testa, delle gote, della gola e del gozzo, son di color più vivace. Le penne del petto son marginate prima da una sottile stria bruna, poi da un altra biancastra. Penne delle ale bruno-nere. Le grandi cuopritrici terminate da una piccola macchia biancastra. Timoniere di color nero leggermente tendente al ceruleo . Piedi neri. Femmina. Il suo colore è più tendente al cenerino- cupo; ed il ceruleo non si scorge che sulle scapolari e sul groppone. Le penne dell'addome e de’ fianchi hanno all’ estremità una stria bianca, e dopo una bruno-nera. Penne della gola, del gozzo , lati del collo e del petto, con una larga macchia bianco-giallastra nel mezzo. Maschio giovane. Difterisce dall’ adulto per avere le penne terminate di biancastro. Proporzione peLLe RemicantI. Prima cortissima ; seconda poco più corta della terza, e uguale alla quinta; terza e quarta eguali, e le più lunghe. SINONIMIA Turdus cranus. Temm. Turdus craneus. Vieill, Turdus cyanus, Turdus solitarius. Lin. cur. Gmel. Passer solitarius. Aldrov. Ornith. Tom. 2. pag. 614. Tab. 615. (maschio), Tav. 616. (femmina). Passera solitaria. Olina Uccelliera pag. 14. Storia degli Uccelli Tav. 310. (maschio), Tav. 311, (femmina ). Buffon, PI. enlum. num. 250. 938 ORDINE SECONDO “ NOMI VOLGARI, STRANIERI Franc. Le Merle bleu, le Merle solitaire. Zngl. The bleu Thrush, The solitary Thrush. Ted, Die blauwe Drosse!. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 7. Coda: quatt. 7 picc. 3. Apertura del becco: picc. 11. Tarso: picc. 11. Costumi. Abita 1 monti sù i gran massi, o nelle torri o altre fabbriche elevate ed antiche. Canta con voce soa- vemente melanconica , e per il solito poco dopo il nascer del sole. Allevasi e vive bene anche in domesticità, Propacazione. Il nido lo fa sempre in qualche buca, con foglie e radici. Le uova son cinque o sei per covata, di color celestognolo verdasiro. CODIROSSONE SYLVIA SAXATILIS Nos. Coda di color fulvo: addome giallo-fulvo, immaculato ( maschio), o trasversalmente striato di nero ( femmina, e giovane ). Sylvia cauda fulva: abdomine luteo-fulvo unicolore (in masculo ), vel striîs transversis nigris notato (in foemina, et juvene ), Maschio adulto. Becco nero. Iride scuro-castagna . Testa e collo di color turchino-cenerino . Dorso, scapola- ri e penne del groppone, di color nero-bruno. Una gran macchia bianca sulla schiena, e sulle scapolari interne . Petto, fianchi, addome, cuopritrici inferiori delle ali e sottocoda, di color fulvo acceso. Ali nero-brune. Penne della coda del medesimo colore delle parti inferiori, ma un poco più tendenti allo scuro: le due medie sono scu- riece. Piedi bruno-neri. Femmina. Parti superiori di color grigio-cenerino con piccole macchie giallastre. Stelo delle penne del dorso nerastro. Gola e parte media del gozzo, bianco- ceciate. Tutte le penne delle parti inferiori bianco-gial- lognole con una fascia nera, ondolata verso la cima. Guopritrici inferiori delle ale di color giallo-rosso ; meno UCCELLI SILVANI. 319 vivace che nel maschio. Ali scuro-nere, con grandi cuo- pritrici e remiganti secondarie terminate di biancastro . Coda simile a quella del maschio . Maschio giovane Penne delle parti superiori di co- lor grigio- cenerino, con una fascia trasversale nera verso la cima, e terminate da un altra fascia larga, bianco- giallastra. Penne de’ lati del collo e del gozzo, bianco- giallastre verso la cima, marginate di nero. Penne dell’ al- tre parti inferiori di color slo -rosso, terminate da una fascia nera, e da una bianco-giallastra. Penne dell’ ale bruno-nere marginate di bianco giallognolo. Coda come negli adulti. Proporzione peLLE RemicanTI. Prima quasi invisi- bile; seconda appena più corta della terza; terza più lunga di tutte. SINONIMIA Turdus saxatilis. Temm. Vieill. Lath. Lanius infaustus. Lin. cur. Gmel. Merle de Roche. Vieill. Ornith. Frang. pl. 140. Codirosso maggiore, Olina Uccelliera pag. 47. Tordo, 0 Merlo sassatile. Sioria degli URLA Tav. 296. NOMI VOLGARI. TOSCANI Codirossolone Pisano. Codirosso maggiore, Codirossone, Codirosso sassatile fiorentino, Senese. Tordo marino Fior, STRANIERI Franc. Le Merle de Roche, Ingl, The lesser rock Thrush. Ted. Die steiu Drossel. Dimensioni. Lunghezza totale : soldi 6 quatt. 1. Coda: qualt. 5, pice..1 o del becco: picc. 10. Tarso: picc. 1. Cosrumi, Arriva da noi negli ultimi di Aprile o nei primi di Maggio, e parte per È Affrica, ove sverna, nel Settembre. Abita i colli sassosi e nudi: ordinariamente stà posato sulla cima de’ massi più elevati e inaccessibili, Il maschio canta con voce piuitosto grata, quando è è fer- 920 -_ ORDINE SECONDO mo sù i sassi, o anche quando va per posarvisi. Sono uccelli accorti molto, così che è ben difficile ucciderne col fucile. In Toscana son piuttosto comuni, ma nelle località che ho sopra indicato . Propagazione. Costruisce il suo nido nelle fessure de’ massi, e qualche volta sopra i piccoli cespugli. E- sternamente lo intesse con ramoscelli secchi di piante er- bacee, internamente con radici sottili. Le uova sono tre o quattro , quasi sferiche, d’ un bel color celeste. FAMIGLIA IIEL 1 LE MACIOLE. SAXICOLE CARATTERI DI FAMIGLIA Tarso più lungo dell’ apertura del becco, sottile, coperto quasi interamente da una sola squama. Copa troncata, bianca alla base, con del nero nella cima. ALi di color nero più o meno puro. Tarsus l/ongior hiatu rostri, gracilis, fere ex toto squama unica tectus. CAUDA truncata, basi alba, apice nigra. AL& nigra, vel nigre- Sscentes. COSTUMI Stan quasi sempre sulla terra, fermi sopra alle zolle, o sassi, facendo la posta ed inseguendo gli insetti. Con le ali e con Ja coda son continuamente in moto. Tutti nidificano fralle zolle, o i sassi. I maschi cangiano qual- che poco di colore all’ epoca degli amori, ma ciò dipende non da una muta di penne, ma dall'aver consumata l’e- stremità di quelle che vestirono in autunno, estremità sempre d’ un colore diverso dal rimanente della penna. I nidiacei hanno abito diverso dagli adulti. UCCELLI SILVANI 221 CULBIANCO SYLVIA OENANTHE Lan. Parti superiori cenerine: gola ceciata: remigante seconda più lunga della quinta. Sylvia corpore superne cinereo; gula llio-Itesca re- mige secunda quintam superante. Maschi adulti in primavera . Becco nero . Iride scuro-nera. Pileo, cervice, schiena e scapolari, di color | cenerino puro. Bi della fronte e fascia sopraccigliare, bianche. Dalla base del becco parte una fascia nera che ‘ cinge la parte inferiore dell’occhio e ricuopre l'orecchio. Gola, gozzo e petto, di color ceciato . I Ganchi e il sot- Iucodi son di questo stesso colore, ma molto più chiaro. Parte media dell’ addome biancastra. Sopraccoda bian- co. Ali nere. Cuopritrici inferiori delle ale bianche e nere. Timoniere: le due medie intieramente nere, le altre bianche con la cima nera. Piedi neri. Femmina . Pileo, cervice, schiena, groppone e scapo- lari, color grigio- nh Fascia in. più ri- stretta, e d’ un bianco meno puro che nel maschio. La fascia che dalla base del becco va sull’ orecchio, è di color nero solo fra il becco e 1 occhio, scuro-gialliccia nel rimanente. Parti inferiori di color più vivo. Remi- ganti, cuopritrici delle ale e Limoniere, marginate di lionato . Giovani all’ uscir dal nido. Fio il pileo, la cer- vice, il dorso e le scapolari, bianco-grige marginate di nerastro. Penne della gola, gozzo e petto, luo giallo- gnole marginate di nerastro. Penne delle ale con dava margine 00 di nocciòla , SINONIMIA Motacilla Oenanthe. Lio, cur. Gmel. Oenanthe cinereus. Vieill. Saxicola oenanthe. Bechs. Temm. Vitiflora Qenanihe. Stephens, ' 222 | ORDINE SECONDO Oenanthe seu Vitiflora. Aldrov. Ornith, Tom. 2. p. 762. Tab. 763. Massajola , 0 Culbianco. Stor, degli Ucc. Tav. 383, fig. 2. NOMI VOLGARI, TOSCANI Massajola Fiorentino. Codibianco Pisano. Culbianco Se- nese. Maciòla Yolterrano. STRANIERI Franc. Le Motteau, ou Vitrec. /ngl. The white-rumped Wheatear. Zed. Der grauriickiger Steinschmàtzer . Dimrxstoni. Lunghezza totale: soldi 5. picc. 3. Coda: quati. 5. Apert. del hecdh pice. 7. Tarso: picci 10L/,: Costumi. Nella buona stagione un numero assai gran- de di Culbianchi stà a hidificire sopra le coste meridio- nali de’ nostri monti nudi e sassosi, e non troppo eleva- ti: ma. dopo le prime piogge d’ autunno, calano nelle (pianure, e vi si trattengono fino agli ulumi di Settembre. I campi cinti da Viti, 0 qualunque altro luogo ingombro d’ alberi, non piace a questi uccelli; 1 aperta campagna, le grandi praterìe, le giuncaje asciutte, sono 1 luoghi ove sì AO Là volando di zolla in zolla, posandosi sopra 1 piccoli macchioni, o sulli steli secchi delle piante erba- cee, van cercando insetti di cui san bene impadronirsi anche inseguendoli a corsa. Dopo aver fatto un volo mol- to lungo, o che sono stati spaventati, allora per poco si posano eli alberi alti. Agli ultimi di Settembre quasi tutti partono, ma qualeuno ne rimane fin verso la metà d’ Ottobre: dopo spariscono affatto, e nessuno più se ne vede fino all’ Aprile. Propicazione. Fanno il nido nelli spacchi de’ sassi, dietro qualche zolla, 0 in qualche buca del terreno , con fili di paglia, TA sottili scorze ec. grossolanamente riunite; le uova son di color celeste Ouaro in numero di quattro o sei, Caccia. Essendo i Culbianchi de’ più delicati e sapo- riti uccelli, vengono molto ricercati, e sempre hanno un prezzo non babi; per la qual cosa sl tendono loro UCCELLI SILVANI 223 / molte insidie nel tempo che passano per i nostri piani, Oltre quelli che si uccidono col fucile, molti se ne pren- dono e con gli archetti, e colle gabbiuzze tese ne campi o prati ove sogliono fermarsi, i discandiali con un for-. micone alato. Ma la caccia più piacevole, ed anche più fruttuosa che loro si faccia, è quella con la Civetta. Avanti lo spuntare del giorno l’ uccellatore munito di sei o sette lunghi panioni, e d’una Civetta bene ammae- strata, va nel luogo ove ha destinato incominciar le sue tese. Appena 1’ oscurità è tanto dissipata da poter distin- guere chiaramente la campagna, egli conficca in terra la gruccia della Civetta, e 1 attornia, alla distanza di cin- que o sei braccia, con i panioni fitti in terra, e un poco inclinati. Ciò io si nasconde dietro qualche cespuglio o in qualche ia e di lì fa svolazzare la Civetta , imi- tando nel tempo stesso il fischio cid cid, che sogliono fare i Culbianchi. Poco dopo, tutti quelli che sono ad una tal distanza da poter sentire il fischio, o veder la Civetta, accorrono intorno alla tesa volando da una zolla all’ sl , e desiderosi forse di meglio esaminar queli’ uc- cello per loro sì strano, montano sù i panioni. Le loro zampe e ali allora s° invischiano talmente, che non po- tendosi più sostenere s' abbandonano , ed il loro proprio peso staccandoli dal panione li fa cader fralle zolle, ove restano, incapaci di mover si, Altri in quel tempo ne ven- gono; e come i primi s’ invischiano , cadono ec. , talchè spesse volte, dieci o dodici si pr dono nella medesima tesa, senza che il cacciatore muovasi dal suo posto. Que- sta caccia dura fin verso le ore nove della mattina, * MONACHELLA SYLVIA RUFESCENS Nos, Gola e parti superiori bianco-ccciate, o bajo-lionate; re- migante seconda più corta della quinta. Sylvia gula et corpore superne albo cicerino , vel albo- helvolo: remige quinta secundam superante . Maschio adulto in inverno. Becco nero, Una fascia 224 ORDINE SECONDO nera stretta cuopre la parte superiore del becco, s’esten- de lateralmente sù i lati della testa ‘allargandosi, così che cinge l’ occhio, e ricuopre tutta la regione dell’ o- recchio. Penne scapolari e delle ali di color nero mo- rato, ma con margine lionato. Timoniere bianche ver- so la base, nere in cima. Groppone, sopraccoda e sottoco- da, bianco. Schiena, petto e addome, lionato. Piedi neri. Maschio in primavera. Le ali e le scapolari son di color nero morato senza alcuna macchia lionata. La macchia che cinge gli occhi e gli orecchi, è d’ un nero puro. La testa, il groppone e 1’ addome son bianchi. La schiena e il petto di color ceciato. Femmina adulta. Ha solo una macchia scuro-nera- stra mescolata con fulvo, sull’ orecchio. La gola è di color bianco-sudicio. Le ali son di color nero smorto, macchiate di lionato-sudicio. Il color nero delle timo= niere ne occupa una maggiore estensione (1). Giovani dell’ anno. Somigliano la femmina, ma non hanno quasi nessuna macchia sulla regione aurico- lare. La gola I’ han di color bianco-fulviccio (2). SINONIMIA Motacilla Stapazina. B. Lio. cur. Gmel, Vitiflora rufescens. Brisson. Saxicola aurita, Temm. Manuel d’Ornithologie etc. Ocnanthe albicollis. Vieill. Ocnanthe altera. Aldrov. Ornith. Tom. 2. pag. 763. Massajola bianca. Storia degli Uccelli Tav. 384. fig. 1. Planch, coloriées num. 257. fig. 1. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 5. Coda: soldi 2. picc. 2. Apertura del becco: pice. 7. Tarso: picc. 9. ‘2. Costumi. Credo che viva in alcune parti del nostro Apennino toscano, ma non ne son certo. Sicuramente abita i monti sassosi del Romano, e del Genovesato . Non si conosce ancora nè il suo nido, nè il colore delle sue uova . (1) (2) Temm. loc, cit. pag 242. de UCCELLI SILVANI 228. * MONACHELLA CON LA GOLA NERA SYLVIA STAPAZINA Lan | Gola nera: parti superiori bianco-ceciate, o bajo-lionate : remigante seconda più corta della quinta, Sylvia gula nigra: corpore superne albo-cicerino, vel ba- dio-helvolo: remige quinta secundani superante. Ma « A e ° Ù ©. Maschio adulto in primavera. Becco nero. Pileo, cervice, dorso, di color ceciato chiaro. Fronte, gozzo, petto , addome, fianchi, sopraccoda e sottocoda, di color bianco. Lati della testa, gola, scapolari ed ali, nere. Timoniere bianche e nere: le due medie bianche solo alla base : le altre nere solo nella cima: le due esterne hanno la macchia nera che si prolunga assai in basso. Piedi neri. Maschio in inverno . Parti superiori di color bajo- cenerino . Petto lionato-bajo sfumato, che rischiara ac- costandosi alla coda. Penne della gola, delle scapolaci e delle ali nere, con margine lionato-rossiccio. Grop- pone e base della coda candida. Femmina. Parti superiori di color più intenso: il nero della gola e de’ lati del collo, misto a rossastro. Parte anteriore del collo e dell’ addome, di color bian- co-lionato. Scapolari e penne delle ali nere, con sottil. margine lionato . SINONIMIA Motacilla Stapazina. Lin. cur. Gmel. Saxicola Stapazina. 'Temm. Oenanthe Stapazina. Vieill. Ornith. Frang. pl. 160, fig. a. ( maschio in estate), fig. b. (maschio în inverno), fig. c. ( giovane}. Schinz, Histoire natur. des nids etc. pl. 20. (il maschio col nido, e le uova). NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Motteaux Stapazina. /ngl, The red Weater. Ted. Der Strapazina Steinschmàtzer, Tomo Ig ii 226 ORDINE SECONDO Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 4 . pice. 5.60 da: quatt. 6. picc. 2. Apertura del Wii picc. 7. Tar- so: picc. 9. Costumi. Vive sulle montagne del Genovesato. Pro- babilmente anche in qualche luogo della Toscana. * CULBIANCO ABBRUNATO SFLVIA LEUCURA Nos. Groppone, sopraccoda e sottocoda, bianco : nel rimanen- te color nero. Sylvia uropygio, tectricibus supercaudalibus et subcau- dalibus albis , coeterum nigra. Maschio. Becco nero. Groppone, sopraccoda e sat- tocoda, bianchi. Coda quasi tutta bianca: solo le due umoniere medie, nere nella metà superiore: tutte le altre hanno una fascia nera versu la cima, e son terminate da una punta bianca. Tutte le altre parti del corpo son di color nero. Piedi neri (1). Femmina. Le penne che nel maschio son nere, in essa tendono al color di filiggine, particolarmente nelle parti inferiori. La coda abonda più di nero che nel ma- schio (2). SINONIMIA Turdus leucurus. Lin. Gmel, Lath, Sazicola cachinnans, Temm, Oenanthe leucura, Vieill. Marmora, Mein. della R. Accad. delle Scienze di Torine Tom. 25. Tav. 8. ( maschio ) , 9. ( femmina }. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Motteaux noir. Ingl. The white-taided Thrush. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 6. picc. 5. Cosrumi, Io ho vetuio due individui di questa bella (3) (2) Marmora, Mem. della R. Accad. di Torino Tom, 25, "a scondi UCCELLI SILVANI 227 specie sù i “monti del Genovesato , e per l’ appunto in quei bagnati dal mare, nella riviera di levante. Uno lo veddi a Portovenere svolazzare sulle rovine dell’ antico tempio e fortilizio: l’altro era sopra uno de’ massi del Capo del Mesco. Io non potei avere alcuno di questi uc- celli, ma assai da vicino li esaminai per esser certo della loro specie. In Toscana non l’ ho finora trovato. Vive anche in Sardegna, ed in Sicilia. iù FAMIGLIA IV, I SALTINPALO. OENANTHES CARATTERI DI FAMIGLIA Tarso più lungo dell’ apertura del becco, sottile, coperto quasi interamente da una sola squama. Copa troncata, o unicolore-nerastra, o nerastra con la base Liarca PARTI SUPERIORI macchiate longitudinalmente di nero. Cuopri- TRICI superiori interne bianche. , Tarsus longior hiatu rostri, gracilis, fere ex toto unica squama tectus . Caupa truncata; unicolor nigrescens, vel nigrescens basi alba . Corpus superne longitudinaliter nigro-macula- tum. TecTRIcES superiores interne alba, COSTUMI Vivono ne’ luoghi aperti ove son cespugli e macchion- celli, ne’ terreni spogliati, negli scopicci, ec. giammai ne’ boschi di grandi alberi, Si posano spesso sulle zolle e sù i sassi, ma più costantemente stanno a pollajo sulla cima de’ pali, de’ tronchi nudi, de’ ramoscelli più alti e più puliti. Nidificano sulla terra, frall’ erbe, o a’ piedi de’ macchioni. Le loro uova sono verdastre, senza mac- chie, o con macchie scure, 228 ORDINE SECONDO STIACCINO SYLVIA RUBETRA Laz, Coda bianca e nera. Sylvia cauda alba et nigra. Maschio adulto in primavera. Becco nero. Penne del pileo, cervice, dorso e sopraccoda, nere nel-mezzo , marginate di lionato. Fascia sopraccigliare larga, bianca. Spazio fra il becco e l'occhio, gote e regione dell’ orec- chio bruno-nero, con piccole macchie bianche o lionate. Dalla gola partono due fasce bianche, le quali calano sù 1 lati del gozzo. Gozzo e petto, d° un bel color lionato. Fianchi dello stesso color lionato , ma più chiaro. Parte media dell’ addome, sottocoda e cuopritrici inferiori delle ali, di color bianco-ceciato . Cuopritrici medie delle ali bruno-nere nella cima, bianche nel resto : le altre cuopritrici son di color bruno-nero, con sottil mar- gine ceciato-scuro. Le due timoniere medie scuro-nere : ie altre scuro-nere verso la cima, bianche alla base. Piedi neri. Femmina. Differisce dal maschio solo per avere il bianco un po’ sudicio, ed il lionato del petto meno vivace. Adulti in autunno. I maschi e le femmine si som» UCCELLI SILVANI 299 glian fra loro, e differiscono dall’ abito di primavera ; perchè il bianco delle fasce sopraccigliari è giallo-sudi- cio. Le gote son grigio-lionato e nerastro. La gola e i lati del collo son dello stesso colore. Le penne del petto son di color giallo-rugginoso, marginate di biancastro, con una piccola macchia nera nel mezzo. Le altre parti inferiori son di color bianco-ceciato. Delle cuopritrici medie superiori solo le interne son bianche, e queste hanno anche una macchia nera con margine ceciato nel- la cima. Le penne delle ale son nerastre, con un larg margine giallo-ceciato-scuriccio SINONIMIA Motacilla vubetra. Lin. cur, Gmel, Saxcicola rubetra. Bechs, Temm. Oenanthe rubetra. Vieill, Montanellus bononiensium., Aldrov. Ornith. Tom. 3. Tab. q95. Saltinvanghile . Storia degli Uccelli Tav, 382. f. 2. Buffon, PI. enlum. num. 678. fig. 2. NOMI VOLGARI, TOSCANI Salt in vanghile Fiorentino. Stiaccino Pisano. Salt in seccia, Saltancicci, Piagnaccia Senese, Scrocchino Bient. STRANIERI | Franc, Le Traquet Tarier, /ngl. The whin-chat War- bler. Ted. Der braunkeliger Steinschmtzer. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 3. picc. 10. Coda: quatt. 5. Apertura del becco : picc. 7. Tarso: picc. 9. . Cosrumi. Arriva ne’ nostri piani verso il Settembre, insieme a’ Culbianchi, e verso il Novembre sparisce con loro. Ritorna poi nell’ Aprile, ma solo pochi giorni si ferma. Non sò che nidifichi in Toscana. . Propagazione. Il nido dicesi che lo fabbrichi fra 1 er- be o fra i piccoli cespugli, e contenga ordinariamente sei o sette uova verdastre . 236 ORDINE SECONDO SALTINPALO SYLVIA RUBICOLA Lars. Coda nerastra.. Sylvia cauda 'nigrescente . Maschio adulto in primavera: Becco nero. Testà; cervice, gola e parte media del gozzo, di color nero pu- ro, 0 solo con qualche e macchia g:alliccia. Penne della schiena e scapolari nere nel mezzo; con un margine assai largo giallo-ceciato. Lati del oe del gozzo, petto e fl ui color giallo-fulvo (cupo: Addome e sottocoda del imedidsigno colore, ma più chiaro. Penne delle ali nere, marginate di giallo ceciato. Cuopritrici interne bianche. Coda nera. Pri timoniera marginata esternamente di lionato-giallastro. Piedi neri. Femmina in primavera. Penne del pileo, della cer- vice, delle gote e delle scapolari, bruno-nere nel mezzo, col margine giallastro. Gote e gola grigio-ceciate , con inacohiiuzzo iu cupe. Una aldeclita bongo cali sù i lati del collo. Gola bianco-sudicio . Done della parte media del gozzo nere, con margine grigio-ceciato. Petto e fianchi color fulvo-lionato. Addome del medesimo co- lore, ma più chiaro. Grandi cuopritrici interne bianche. Penne delle ali e della coda bruno-nere; con margine giallo-ceciato . Maschi in inverno. Somigliano la femmina. Giovani all’ uscir dal nido. Hanno tutte le penne del pileo bruno-nere, con una stria bianca sullo stelo . Quelle della cervice, della ‘schiena , del groppone e delle scapolari, nerastre alla base, con una macchia bianca e giallo-rossastra verso la cima. Penne della gola, gozzo e pette, marginate di bruno-nero: quelle del collo son biancastre; quelle del petto e dell’ addome son ceciate: tutte le penne delle ali marginate di bianco-ceciato più o meno cupo. Una macchia bianca sulle cuopritrici in- terne delle ali. UCCELLI SILVANI adi SINONIMIA Motacilla rubicola. Lin. cur. Gmel, Saxicola rubicola. Bechs. Tann, Ocnanthe rubicola. Vicili. Muscipeta, Aldrov, Ornith, Tom, 2. pag. 735. Pigliamosche, volgarmente Saltinselce moro. Storia de- gli Uccelli Tav. 383, $ Ranzani, Elem, di Zool. ‘Tom. 3. part. 5, Tav. 17. fig. 1. Buffon, PI. enlum. num. 679. fig. 1. NOMI VOLGARI. TOSCANI - Sal in palo Fiorentino, Pisano. Fornajolo Senese, Sal in punta Bientinese. STRANIERI Franc. Le Traquet Pàtre, Ingl. The storechat Warblet. Ted, Der schwanz keliger Steiuschmaizer, Dimensioni. Lunghezza totale : soldi 4. picc. 5. Coda: quatt. 5. Apertura del becco: pice. 6. Tarso: picc. g. "a. Costumi. Questa è la specie la più comune ne’ piani. Ne’ luoghi coperti di cespugli, lungo le siepi, sul mar- gine de’ paduli ec., quasi sempre se ne trova una gran quantità. È stazionar:a : solo per il tempo del cal lo mag- giore dell’ estate, e dell’ autunno, molti abbandonano le pianure e si ritirano sù i monti per cercare luoghi più freschi. Ha quasi le medesime abitudini dello St:accino, solo ama più i luoghi macchiosi e palustri. Propagazione, Il nido lo fabbrica sulla terra frall’ er- be alte, ordinariamente sù i cigli delle fosse. La prima “covata la fa in pianura, le altre sù i monti. Il nido è costrutto esternamente con un grosso strato di borracci- na e fieno, nell’ interno cori paglia delicata, crini, e la- na. Le uova sono per l’ordinario sei, rotondate, di co- lor verdastro, con l’ estremità più grossa coperta da una grandissima quantità di piccoli punti rosso-mattone . bi 232 | ORDINE SECONDO FAMIGLIA V. »‘ $i I CODIROSSI. PIYOENICURI Ù CARATTERI DI FAMIGLIA Tarso più lungo dell’ apertura del becco, sottile, coperto quasi intieramente da una so- la squama. Copa troncata, fulva e nera, o ful- ‘va e nerastra. StaturA minore di quella dello Storno. Tarsus longior hiatu rostri, gracilis, fere ex toto unica squama tectus. CAuDA truncata, fulva et nigra, vel fulva et nigrescens. Statv- ra humilior Sturni. ai i COSTUMI . Abitano ne’ boschi, nascosti nell’ interno de’ mac- chioni che sono fra albero ed albero, o nell’inierno delle siepi. Con la coda e con le ali son quasi sempre in mo- to, contemporaneamente mandando un piccolo fischio a scatto, ciò, ciò, simile assai a quello de’ Culbianchi. Il nido lo costruiscono fra i sassi, nelle fabbriche vec- chie, o ne’ cavi tronchi degli alberi. Le uova son di co- lor celeste, o verde-mare. CODIROSSO SYLVIA PHOENICURUS Lara. Timoniere laterali fulve: medie scuro-nere: seconda re- migante eguale alla quinta. Sylvia rectricibus lateralibus fulvis: mediis brunneorni- gris: remige secunda quintam aquante. Maschio adulto in primavera. Becco nero .. Fronte e fascia sopraecigliare di color bianco-niveo . Parte su- periore della testa, cervice, dorso e scapolari, di color % n UCCELLI SILVANI 234 cenerino ; Penne che ricuoprono la base della mascella superiore, guance, gola, gozzo e lati del collo, neri. Petto, parte superiore dell’ addome, fianchi e sopracco- da, di color fulvo acceso. Parte posteriore dell’ addome bianca. Sottocoda bianco giallastro. Remiganti bruno- nere, con un margine stretto, cenerino. Timoniere del medesimo celore del petto, eccettuate le due medie, che son bruno-nere. Piedi neri. Maschio in autunno. Ha tutti i colori meno vivaci. Le. penne bianche della testa son cenerine in cima. Le cenerine del dorso son terminate di scuro-rossastro. Le. nere e le fulve della gola,, del gozzo, petto e addome, son terminate di bianco. Femmina. Parti superiori cenerino-rossicce . Soprac- coda e timoniere giallo-fulve: le due medie scuro-nere. Penne delle ali scuro-nere, marginate di lionato-sudicio. Parti inferiori cenerino-giallastre. Ù La femmina vecchissima ha la gola nerastra mac- chiata di rossastro (1). O Proporzione DELLE RemicanTI. Seconda eguale alla Sesta; terza e quarta le più lunghe. SINONIMIA Motacilla phoenicurus. Lin. cur. Gmel. Phoenicurus sive Ruticilla. Aldrov. Orvith. T. 2. p. 946. Codirosso ordinario. Olina Uccelliera pag. 47. Beccafico, volgarmente Codirosso. Storia degli Uccelli Tav. 397. fig. 1. Schinz, Hist. natur. des nids etc. pl. 14. NOMI VOLGARI. TOSCANI Codirosso Pisano. Culrosso Senese. STRANIERI Franc. Le Rossignol des murailles. Ingl. The redstart Warbler. Ted. Der Schwarzheliger Singer. (1) Temminck ibid. pag. 220. 234 ORDINE SECONDO Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 4. pice. g. Coda: quatt. 5. picc. 3. Apertura del becco: picc. 6. Tarso: picc. 9. Costumi. Alla fine di Settembre se né vedono appa: rire molti ne’ nostri piani ma vi rimangono per poco tempo, e seguitano poi il loro viaggio per 1’ Affrica e per l'Asia. Abitano 11 margine de’ boschi, e i luoghi mac- chiosi. In inverno non ne ho giammai veduto alcuno. Nell’ Aprile ripassano. Propagazione: In estate si ritirano sù i monti, e là costruiscono il nido spesso vicino alle abitazioni, nelle crepe de’ muri, o negli ammassi di pietre, o nelle buche degli alberi. Il nido é faito grossolanamente con scorze, fieno, foglie, e penne; Le uova son sei o otto, bislunghe, d’ un bel color celeste. | Caccia. Nel tempo del passo di Settembre si prendo- no con gli archetti, e con la Civetta e pinioni. Allora son grassissimi, e buonissimi per mangiarsi. CODIROSSO SPAZZACAMMINO SYLVIA TITHYS Scop. Timoniere laîerali fulve, medie scuro-nere: seconda rè- migaute eguale alla settima. Sylvia rectricibits lateralibus fulvis; mediis brunneo-ni- gris: r'enìige secunda sepiimam cequante, Maschio adulio in primavera. Becco nero. Parte superiore della testa; cervice e groppone, d’ un bel co- lor cenerino-piombato cupo : Schiena e scapolari dello stesso colore, ma variato di nero. Fronte, gote, tempie, gola, gozzo, lati del collo, petto, ed una gran parte dell’ addome; d’ un bel color nero: la porzione rima- nente dell’ addome è biatica dal lato del petto, bianco- giallastra dalla parte della coda. Fianchi neri, variati di cenerino. Cuopritrici delle ale e remiganti, nero-brune: le remiganti secondarie son bianche sopra il loro margi- ne esterno. Sopraccoda d’un bel giallo-rosso vivace : dello stesso colore son tutte le timoniere, eccettuate le UCCELLI SILVANI 255 due medie che son bruno-nere verso la cima. Sottocoda del medesimo color giallo-rosso ma più pallido. Piedi neri. Femmina. La coda è colorita come nel maschio. Tutte le-alire parti, eccettuata la regione anale che è biancastra, son di color cenerino-cupo » Waschio in inverno; e giovani. Somigliano i i ma- schi in primavera, ma le penne nere della testa, gola, gozzo e petto, son terminate di cenerino. Proporzione peLLE RemicantI. Prima piccola; se- conda subeguale alla settima; terza poco più lunga della ‘sesta 5 ero e quinta poco più lunghe; e le maggiori SINONIMIA Motacilla atrata; ei M. Gibraliariensis. Lit; cur. Gmel; Schinz; Hist. natur. des nids et ceuf pl. 15. NOMI VOLGARI: STRANIERI Franc. Le Rouge-queue, Ingl. Black redtail: Ted. Det Schwarzbauchiger Sauger, Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 5, quatt: 1. Co- da: quatt. 5. picc. 3. TA pertuti del becco : picc. 7. Tarso? picc. 10. Costumi. Nell'inverno del i 9826-27, spesso trovai nel mercato di Pisa, de’ Codirossi Spazzacammini, così che questa specie pare non debba viporsi fra quelle, che co- stantemente vanno a passare l’ inverno al di Ià del Me- diterraneo. È più rara della Sylvia phoenicur us. Abita sempre, in estate; 1 moiiti. Ne ho veduti sù quelli di Carrara, di Massa, e del Genovesato; e mé ne sono stati tlandani da quei di Castelnuovo di Val di Cecina, e del Casentino . Propagazione. Nidifica, secondo quello che dice Schinz nelli spacchi de’ massi , ne muri rovinati, e qualche volta sù i tetti, o ne’ campanili. Le uova son sel, bianche, lucide. 236 ORDINE SECONDO PETT° AZZURRO SYLVIA SVECICA Lara. Timoniere laterali fulve nella metà basilare, nel restò scuro-nere. Sylvia rectricibus lateralibus medietate basilari fulvis; coeterum brunneo-nigris, Maschio adulto. Becco scuro-nero. Parti superiori di color bruno-scuro un poco tendente all’ olivastro . Fascia sopraccigliare bianco-sudicia: al di sopra di que- sta ve ne è un altra quasi nera ma poco distinta. Penne cigliari dello stesso color bianco-sudicio. Gola e gozzo d’ un bel colore azzurro lucente, con una macchia gran- de nel mezzo d’ un bianco purissimo, e sericeo . Due fasce strette, una nera e una biancastra, poi una molto larga d’ un bel color giallo-fulvo, vengono dopo il colo- re azzurro e traversano l’ addome. L’ addome ed i fian- chi son di color bianco-giallastro . Penne del sottocoda bianche nella cima, giallastre alla base. Le penne delle ali hanno lo stesso colore di quelle del dorso, ma son marginate di color più chiaro. Penne del sopraccoda e timoniere medie, colorite nello stesso modo? le altre ti- moniere son fulve nella metà basilare, e nerastre nell’ al- tra metà. Piedi di color bruno-rossastro. Maschio vecchissimo. Una fascia bianca sopra gli occhi, alla quale ne succede una nera. Sul colore az- zurro non ci è la macchia bianca, Spazio fra l'occhio e il becco, nero-celestognolo. Fascia fulva del petto molto più larga (1). Maschio giovane. Differisce dagli adulti per aver la gola bianco-giallastra. La macchia della parte media del gozzo dello stesso colore: i lati del collo neri, e le penne azzurre della base del collo, e quelle della fascia nera, sono un poco macchiate di bianco nella cima. Femmina. Non ha colore azzurro sulla gola nè sul (1) Temm, ibid. pag. 217. N n uo UCCELLI SILVANI 237 gozzo, ha in vece uno spazio bianco-giallastro circondato da una serie di macchie nere, che dalla base del becco s° estende fino al petto. La fascia di color fulvo si vede appena trasparire sotto le penne, emmina vecchissima. Sulla parte inferiore del goz- zo vi ha una larga macchia azzurro-cupa cinta di nero. La fascia fulya è più visibile. Lateralmente alla base del- la mascella inferiore vi sono delle penne azzurre. ProPorzione DELLE RemigAnTI. Prima mediocre; se- conda uguale alla sesta; terza e quarta uguali fra loro , e le più lunghe. SINONIMIA Motacilla Svecica. Lin. cur, Gmel. Codirosso con petto cerulco. Stor. degli Ucc. Tav. 397. fig. 2. Schinz, Hist. natur. des nids et ceuf etc. pl. 12. Buffon, Pl. enlum, num, 361. fig, 2. ( maschio adulto), num. 610. fig. 1, (maschio vecchissimo), fig. 3. ( femmina). NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Gorge-bleu. Ing. The bleu-throated War- bler. Ted. Die blaukehliger Sànger. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 4. quatt. 2. Co- da: quatt. 5. picc. 1. Apertura del becco: pice. 7. Tar- so: soldi 1. Cosrumi. Si trova in Toscana solamente nell’ Aprile e nel Settembre, Il margine de’ paduli e le giuncaje, so- no i luoghi ove si ferma; sempre passeggia, o svolazza a’ piedi de’ cespugli di Tamarici, di Salcio, ec. o fra i gruppi di Giunchi. Fa voli poco lunghi, e subito si po- sa a terra, 0 si nasconde ne’ macchioni. Anche quando vola, con facilità si riconosce dalla sua coda di due co- lori, e dalla macchia bianca del mezzo del petto, che splende da lontano quasi come uno specchio . PropAcazionE. Non credo che nidifichi in Toscana . Il nido, secondo Schinz, lo fa ne cespugli, o fralle ra- diche degli alberi state scavate dall’ acqua: esternamente è formato di fieno e borraccina, internamente è foderato di pelo + Le uova son cinque o sei, verdi-celestognole. 238 ORDINE SECONDO FAMIGLIA VI. I BOSCARECCI. SYLVIK CARATTERI DI FAMIGLIA Becco più corto della testa, subcilindrico, debolmente intaccato. Tarso più lungo dell’ a- pertura del becco. Copa troncata, o graduata. PARTI SUPERIORI senza macchie, o macchiate in traverso, Appome senza macchie, o con mac- chie trasverse. CuopritrIci delle ali mai di co- lor bianco. Srarura minore di quella dello Storno, Rosrtrum capite brevius, subcylindricum, le- viter emarginatum. Tarsus hiatu rostri longior. Caupa truncata vel graduata. Coupus suUPERNE immaculatum , vel transversim maculatum . Aspomen immaculatum, vel transversim macu- latum. TecrtRIcEs numquam alba. STATURA hu- milior Sturni. Nota. Varie delle specie che formano questa famiglia, esaminate in complesso, presentano fra loro alcune somi- glianze ed alcune differenze, per le quali sembra a prima vista che debbano essere suddivise in altre famiglie . Di fatto più Ornitologi han formate tali divisioni. Temminck, per esempio, ne ha riposte varie nella sua sezione de’ Syl- vains, altre nella sezione de’ Riverains. Carlo Bonaparte neilo Specchio comparativo ec. dice che quelle con palpe- bre nude e rosse, potranno formare un sottogenere distinto: ed io stesso nel primo abbozzo di questo libro, avevo suddi- viso nel modo seguente la famiglia delle Sylvie. 1. I Becca- FICHI. Srericorr. 2. GLi Occmrossi. Dumericore. 3. Le LaricauDE. Laricauna. Ma quando po! esammival con atten- zione maggiore tutte le specie di queste famiglie, e veddi che diverse ve ne sono, le quali, beuché di famiglie diverse, pure hanno de’ caratteri comuni, mi convinsi allora che era rr UCCELLI SILVANI 239 impossibile poterle esattamente dividere. Per esempio : alle, Dumeticolae eran assegnati come caratteri essenziali, la coda graduata, e le palpebre nude: alle Sy/vicole le palpebre ennute, e la coda troncata: ma fra queste ultime vi è il Rudiznald che ha le palpebre pennute, e la coda non trou- cata, ma subtroncata, cioè quasi graduata, Vi è la Sylvia subalpina , la quale ha il portamento delle Sylvicole, e la coda rotondata : di più i maschi di questa specie nel tempo degli amori hanno le palpebre nude, carattere che assegna» vasi per distinguere le Dumeticole, mentre i giovani le hanno pennute come le Sy/vicolae. E varie delle Dumeti-. cole ( per esempio la provincialis ), hanno anch’ esse le palpebre pennute da giovani, e nude solo da adulte. Le Laticaude poi, cioè Ja Sylvia Cetti, luscinioides e fluviati- lis, per diversi loro costumi e per la coda graduata, sem- brano dover far parte della famiglia de’ Forapaglie: ma il colore del dorso le riunisce a’ Beccafichi ; e la coda gra- duata non può esser più ostacolo per questa riunione, dopo che siamo stati costretti ad unire a quella famiglia gli Oc- chirossi. Perciò essendo dimostrati insufficienti i caratteri che eransi assegnati a queste famiglie, ho creduto necessa» rio di riunirle tutte in una sola, che ho nominato delle Sylvie. Con tutto questo, per non porre alla rinfusa le specie che la compongono, ed anche per far conoscere allo studioso l’ aggruppamento il più naturale col quale possonsi disporre, io suddivido la famiglia delle Sylvie in sezioni. Ma non avendo potuto assegnare a queste sezioni caratteri esalti per distinguerle, esse non possono essere, almeno per i principianti, di nessuna utilità nella determinazione delle specie, non avendo nessuna relazione colle frasi specifiche, e per nominare una Sylvia, è necessario che essi la parago- nino con tutte le frasi di questa famiglia, i Sezione I. Beccafichi. Ficedulae CarartERI DI sEzIONE. S. Coda mediocre, unico- lore, troncata, o subtroncata. SS. Coda bianca- stra esternamente, subironcata. Aziro. Hanno la testa subglobosa, le palpebre quasi sempre pennute. La fascia sopraccigliare o nulla, o po- ehissimo visibile: le ali oltrepassano la metà della coda: ao ORDINE SECONDO questa è troncata, o subrotondata, unicolore, o con le timoniere esterne marginate di bianco esternamente. Cosrunr. Sono i Beccafichi uccellettti di forme ele- ganti, agilissimi in tutti i Joro moti, e particolarmente nel volare. In primavera, quando l’ amore li ha riuniti in coppie, ravvivano con i loro canti piacevolmente mo-. dulati le nostre campagne; ma nelle altre epoche dell’an- no, fan sentire solo un piccolo fischio monotono . I bo- schi delle montagne e delle pianure, gli alberi e siepi che cingono i campi sativi, i macchioni, ed anche i cespugli che sorgono isolati sù i monti sassosi o nelle pianure spo- gliate, servono loro d’ abitazione. Ordinariamente si ci- bano di piccoli insetti d’ ogni qualità, che di continuo cercano svolazzando nelle frondi, o saltellando per la terra: ma piacciono loro ancora molto i frutti dolei e carnosi, dimodochè sul finir dell’ estate ed in autunno, si pascolano quasi esclusivamente di questi. Poche son le specie che abbandonano affatto in inverno il nostro paese : la massima parte passa l’ estate sù i monti, ed al comparir della neve cala nelle vallate, a cercare un clima più dolce. Propacazione. Generalmente fan due covate per an- no. Tutti costruiscono il nido con molta diligenza ed industria. Musco, fili d'erba, pagliuzze, crini, lanugini e foglie, ne sono i materiali: il più delle volte lo fabbri» cano sù i rami, qualche volta sulla terra a’ piedi d’ un cespuglio, raramente fralle radiche degli alberi, e nelle buche delle fabbriche vecchie. S$. Coda unicolore, troncata , 0 subtroncata, salt RUSIGNÒOLO SYLVIA LUSCINIA Lara. Saperiormente castagno: coda subtroncata, unicolore, fulva: seconda remigante più corta della quarta. Sylvia corpore superne castaneo: cauda subtruncata unicolore , fulva: remige quarta secundami superante . UCCELLI SILVANI 2/1 Adulti. Becco bruno-nero, con la base della mascel- la inferiore di color carneo. Parti superiori di color marrone chiaro. La coda dello stesso colore, ma più tendente al fulvo. Gola e parte media dell’ addome, bianca. Parti laterali del collo, gozzo, petto e fianchi, cenerino-scuricci. Penne dda bianche. Sottocoda e cuopritrici inferiori delle dii giallastre. Piedi scuro-ce- nerini. Giovani all’ uscir dal nido. Somigliano agli adulti per il color della coda e delle remiganti, ma ne differi- scono per aver le penne dell’altre parti di color bianco- sudicio, marginate di bruno-scuro. Proporzione DELLE REMIGANTI. Prima mediocre; se- conda più corta della quinta, e più lunga della sesta; terza e quarta le più lunghe, SINONIMIA Motacilla Luscinia. Lin. cur. Gmel. Luscinia. Aldrov. Ornith. Tom. 2. pag. 771. pid 195%: Rusignòlo. Olina Uccelliera pag. 1. Rusignòlo comune. Storia degli Uccelli Tav, iu fig. >. cattiva , Schinz, Hist. natur. des nids et des ceuf pl. 8. Sing-Vogel Teusch. prefazione (giov. all’uscir dal nido). NOMI VOLGARI, TOSCANI Rusignòlo Fiorent. Pis. Usignòlo Fiorent. Sen, SIE Franc. Le Rosignol. [ag The etna Ted. Der Nagtigall. | Dimensioni, Lunghezza totale : soldi 4. picc. 9. Coda: soldi 2. Apertura del becco: pice. 7. Tarso: picc. 11. Costumi. Ritorna nel Maggio il Rusignòlo fra noi dall’ Egitto e dalla Siria, ove ha passato l'inverno : nell’ Ottobre parte per andar di fîuovo a cercare climi più caldi. À tutti è nota la dolcezza e la melodia della sua voce, e chiunque è dotato d’ un anima gentile, s1 è Toma I. 16 242 ORDINE SBCONDO al certo più volte trattenuto nelle belle serate di prima- vera, ad udir quest’ uccelletto , il solo che esprima col canto il suo amore, ancor quando l’intiera natura ripo- sa. Ogni boschetto, un poco folto che sia, ed abbia in vicinanza dell’ acqua, è in primavera e in estate abitato da qualche famiglia di Rusignòli. Propagazione. Essi costruiscono il loro nido sulla terra a’ piedi d’un arboscello, o dentro qualche macchio- ne, ed han sempre gran cura di scegliere un luogo ben nascosto 0 dalle fronde, o dall’ erbe. Ne formano l in- voglio esterno, che è molto grosso, delle foglie secche di Querce, Agrifoglio, Leccio, Alloro, ec. ammassate giudiziosamente. L’interno è tessuto con sottili radici e paglia. Le uova sono in numero di quattro o sei, piut- tosto globose, d’ un bel colore olivastro-cupo . Caccia. La ritrosa, o gabbia a scatto, serve partico- larmente per prendere i Rosignòli. Un baco della farina (larva del Z’enebrio molitor ) posto nell’ interno della gabbia, è per il Rusignòlo una tentazione a cui non sa resisterè. Appena l’ha veduto corre a prenderlo, e riman prigioniero . * RUSIGNOLO FORESTIERO SYLVIA PHILOMELA Becus, Superiormente castagno-olivastro: coda subtroncata, unie colore, falvo-scura: seconda remigante più lunga della quarta. | Sylvia corpore superne castaneo-olivaceo: cauda subtrun- cata, unicolore, fulvo-brunnea; remige secunda quartane superante . Becco scuro-nerastro'; con la base della mascella in- feriore carnicina. Parti superiori di color castagno fosco tendente all’ olivastro: la coda dello stesso colore, ma più tendente al fulvo. Gola e parte media dell’addome, bianco-cenerine: patti laterali del collo, gozzo, petto e fianchi, cenerognoli, con qualche macchia semilunare trasversa appena visibile. Piedi grigio-carmicini. UCCELLI SILVANI 243 Proporzione pELLE RemicAnTI. Prima cortissima; seconda più lunga della quarta, e poco più corta della terza, che è la più lunga. Disdici RETI. totale: soldi 5. .pice« 5: Coda: soldi 2. picc. 2. Apertura del becco: quatt. 2. Tarso: soldi 1. Costumi. Non l’ ho mai trovata in Toscana: ma se- condo le osservazioni del D. Pajola di Venezia, essa tro- vasi, benchè raramente, nelle vicinanze di quella città . PETTIROSSO SYLVIA RUBECULA Lara. Superiormente olivastro: coda troncata, cenerino-oliva- stra: remigante seconda subeguale all’ ottava. Sylvia COMOTE superne olivaceo : cauda truncata ciner €0- olivacea: remige secunda octavam suboequante. Adulti. Becco scuro. Occhi grandi, neri. Pileo, cer- vice e dorso , olivastri. Ali e coda dello stesso colore, ma meno tendente al verde. Grandi cuopritrici con una macchia giallastra nella cima. Fronte, gote, gola, gozzo, petto, ed anche una porzione d’ METTA d’ un bel co- lore arancione vivace tendente al rosso: lateralmente questo colore è limitato da cenerino puro . Fianchi tinti leggermente di verdastro. Addome e sottocoda bianchi . Piedi scuro-rossastri.. Giovani avanti la prima muta. Le parti superiori son grigio-olivastre, con delle piccole strie e macchie triangolari rossastre. Gola, gozzo e petto, leggermente “Riano di giallo-rossastro, e macchiati da piccole strie bruno-olivastre. Addome bianco-sudicio, ondolato di grigio-olivastro . Proporzione DELLE RemIGANTI. Prima mediocre; se- conda uguale all’ ottava; terza uguale alla sesta; quarta e quinta uguali fra loro, e le più lunghe. SINONIMIA Motacilla rubecula. Lin. cur. Gmel, 2A4 ORDINE SECONDO Erythachus sive Rubecula. Aldrov. Ornith. Tom, 2. pag. 741. Tab. 742. Pettirosso. Olina Uccelliera pag. 16. Pettirosso dell’ Olina . Stor. degli Ucc. Tav, 396. fig. 2. Schinz, Hist. natur. des nids ete. pl. 13. Sing- Vogel pl. 21. NOMI VULGARI. TOSCANI Pettirosso, Pittirosso Pisano. Pettirosso, Pettiere Fioren- tino, Senese. Pittiere Zolterrano. STRANIERI Franc, Le Rouge-gorge. Ingl. The Redbreast. Ted. Der Roth-brustiger Sàunger. Diminsioni. Lunghezza totale : soldi 4. quatt. 1. Coda: quat. 5. picc. 2. Apertura del becco: pice. 6. ‘/.. Tarso: picc. 10. Cosrumi. Quest uccello si trova in Toscana in tutte le stagioni, In estate si ritira ne’ luoghi più selvaggi e più freschi de’ boschi, “ge montani, ma nell’autunno cala in pianura, e dall’ Ottobre fino all’ A- prile tuite le macchie, tutte le siepi, tutti i giardini, ne sono ripieni. Egli è naturalmente confidente e curioso , così che spesso si vede saltare per i viali avanti a chi pas- seggia, accostarsi, volando di ramo in ramo per veder lavorare gli operanti, o per osservare qualche abito d’ un color vivace, ec, Spesso ancora s’ introduce nelle aran- ciere, nelle stufe, nelle capanne, o per mangiare quelli insetti che vi son nascosti, o anche per sem plice curiosi- tà. In questa stagione in cui più familiare lo vediamo con noi , non ha it voce rotonda e sonora, con la quale ravviva i boschi montani in primavera, ma continua- mente fa un piccolo fischio che da tutti è conosciuto, Nonostante, nelle belle giornate d’ inverno, quando son quieti i venti boreali, il Pettirosso lasciati i macchioni ove continuamente suole stare, e posato sopra un ramo- scello nudo di qualche albero alto, spesso si sente gor- sheggiare, e qualche volta ancora sviluppare l’ intiera hate. >» RE, UCCELLI SILVANI 245 sua voce: allora tutto occupato a godere i raggi del so- le, fors’ anche incominciando già a risentire il bisogno d’ amare, ed intento solo ad apprendere il modo di far parteci pare questo bisogno mediante il canto, egli ha quasi persa la sua natura ordinaria, e o il cac- ciatore cerca d’ allettarlo col rit o di risvegliare la sua curiosità con quelli oggetti che altre volte its per lui una sì grande attrattiva. PropAcazioNE. Fa il nido dn 1 cespugli i 1 più fol- ti, o ne’ cavi degli alberi, sempre ne’ luoghi i più na- scosti: forma la parete esterna con foglie di Querce, o di Castagno, la media con musco, radici sottili, e lana: l’ interna è quasi esclusivamente di crini. Per il solito questo nido contiene sei uova bianco-giallastre macchiet- tate di rosso-mattone: sull’ esiremità più grossa queste macchie sono in numero maggiore . Caccia. È naturale che un uccello tanto poco pauro- so, e dotato di tanta curiosità, si debba prendere facil- mente. Difatto un immenso numero sempre se ne trova ne’ mercati per tutto il tempo che stanno da noi a sver- nare. La Ragnaja, gli Archetti, le Gabbiuzze, le Stiacce, la Gaggìa, ne uccidono molti; ma la caccia con cui se ne prende una grandissima quantità (imperocchè in un giorno, un sol cacciatore è arrivato a prendern » fino a cencinquanta e dugento a è quella della Civetta, e Pa- nioni. Gli arnesi necessarj per questa caccia sono il Gab- bione, i Panioni, e la Civetta montata sulla sua gruccia. Di tuito ciò munito il cacciatore, la mattina dopo che la guazza è asciugata, va per le macchie, per le fratte, lurigo i boschi e siepi, in que’ siti ove sà abbondare i Pettirossi. Subito che ne ode qualcuno cantare si ferma, pene due o tre panioni sopra il macchione in cui è na- scosto il Pettirosso, ne’ luoghi ove suppone che 1 uccel- letto anderà per meglio osservar la Civetta. Dipoi fitta la gruccia in terra, con il gabbione accanto, ed a una giu- sta distanza dalla macchia, egli si ritira, e si nasconde dietro qualche albero, o SO. Se al Pettirosso ha veduta la Civetta, poco stà a SotEpanie fuori del suo na- "® 2]}6 ORDINE SECONDO scondiglio, e nel mutar posto, nel saltellare da un ra- metto in un altro per meglio osservarla, accade. quasi sempre che incontra un panione, e ci resta inyischiato : se poi ciò non segue, e che avendo trovato un luogo da cui può SOR comodamente la sua curiosità, e da quello più non si muova, allora il cacciatore fa secliaeta dalla gruccia la Civetta, e ascondendola dietro il gabbio- ne, obbliga nuovamente il Pettirosso a mettersi in moto per poteria esaminare. La buona riescita di questa caccia dipende dall’abilità dell’ uccellatore, nel saper conoscere quali saranno i posti ove il Pettirosso anderà di preferenza per esaminar la Civetta, e nel mettervi convenientemen- te 1 panioni. La Gaggia ancora è una caccia molto curiosa, e proficua. Fuori del iempo degli amori sono i Pettirossi fra Jor nemicissimi, ed anche in quel tempo mentre sono uniti in coppie, le coppie si fuggono reciprocamente (1): se una vuol porre il nido ove l’ altra s' è stabilita, ne nasce una viva battaglia. Sopra questa loro indole è ba- sata la caccia della Gaggia. Una piccola gabbia di fil di ferro, sferica, posta in cima ad un bastone, gli ha dato il nome, giacchè somiglia un poco ad un fior di Gaggia. Quattro o cinque mazzette impaniate sono infil- zate nel manico, in maniera che la gabbia ne resti cir- condata : dentro a questa sì pone un Pettirosso vivo. Giunto il cacciatore in vicinanza di qualche boschetto ove ne ode alcuno cantare, lì egli lascia la Gaggia fic- candone in terra il manico, e si ritira ad una certa di- stanza, mentre chiama col fischio o col chioccolo il Pet- tirosso, affinchè uscendo dal macchione veda il compa- gno nella gabbia. Subito che quello l’ha conosciuto , vola iutt’ ira e dispetto sopra la Gaggia, ed attraverso i ferri cerca di beccare il prigioniero. Ma o nel volar sulla gab- bia, dando il primo assalto, o staccandosi da questa per prender riposo, sempre accade che o volontariamente 0 a caso egli tocchi un panione, e rimanga preso . (1) Valle pugnax, ut non una arbor duos capiat erithacos. Linné Syst. nature. UCCELLI SILVANI afr CAPINERA. SFLVIA ATRICAPILLA Land. Superiormente olivastra: coda troncata, cenerino-oliva- ‘Stra, unicolore: remigante seconda subeguale alla sesta : pileo nero ( maschio); o castagno ( femmina e giovani). Sylvia corpore superne olivaceo: cauda truncata, cine- reo-olivacea, unicolore: remige secunda sextam subaquan- te: pileo nigro (ia masculo), castaneo ( in fem. et juv.). Maschio adulto. Becco bruno-cenerino . Pileo nero . Cervice, gola, gozzo e petto, color cenerino. Dorso, scapolari, sopraccoda, ali e coda, color cenerino-oliva- stro. Addome bianco . Fianchi cenerini. Piedi cenerini. Femmina. Differisce dal maschio per avere il pileo castagno-scuro ; e la cervice dello stesso colore del dorso. Giovani all’uscir dal nido: Somigliano la femmina. Proporzione DELLE REMIGANTI. Prima mediocre; se- conda poco più lunga della sesta; quarta più lunga di tutte; e quasi uguale alla terza. SINONIMIA Motacilla atricapilla. Lin, cur. Gmel. _ Atricapilla seu Ficedula, Aldrov. Ornith, T. 2. p. 750. Tab. 759. | _ Capinera, Olina Uccelliera pag. 9. Storia degli Uccelli Tav. 398. fig. a. Sing-Vogel Teutsch. pl. 1: (maschio); 2. (femmina). Schinz, Hist. natur. des nids etc. pl. 11. NOMI VOLGARI. TOSCANI % Bigiòla Fiorentino. Capinera Pisano, STRANIERI | Franc. La Fauvette a tete noire. Ingl. The Black-cap. Ted. Die Schwarz scheitliger Grasmiicke. Dimensioni: Lunghezza totale: soldi 4. quatt. 2. Co- da: soldi 2. Apertura del becco: picc. 6. */,. Tarso: picc. 7. DAR. ORDINE SECONDO Cosrumi. Si trovano le Capinere tanto nelle selve e fratte più folte e lontane dal domestico, che ne’ boschetti de’ giardini posti in mezzo alle più popolose città: e la vicinanza dell’uomo così poco le spaventa, che spesso esse fabbricano il nido nelle pergolate che adombrano i passeggi i più frequentati. Le siepi di Rogo, di Prunbian- co, i cespugli di Fillirea, di Mortella, ec. sono il loro soggiorno prediletto. Propagazione. Il nido lo sogliono situare all’ altezza di due o tre braccia da terra. Egli è formato con sottili rami di scopa, radici legnose, o pagliuzze, e nell’ inter- no v'è sempre qualche crino o pelo grossolano. Le uova, in numero di quattro o sei, sono di color carnicino-gial- lastro e macchiate di rosso-marrone, o bruno-cenerino. BIGIONE SYLVIA HORTENSIS Brcxs. Superiormente olivastro-cenerino: coda troncata, unico= lore, cenerino-olivastra : remigaute seconda subeguale alla terza. Sylvia corpore superne olivaceo-cinereo : cauda truncata, unicolore , cinereo-olivacea : remige secunda tertiam suboe- quante . Becco scuriccio. Base della mascella inferiore bianca- . stra. Tutie le parti superiori olivastro-cenerine. Gola, gozzo, addome, sottocoda e penne cigliari, di color bian- co-niveo. Una macchia cenerina sù i lati del petto. Petto lateralmente dello stesso color del dorso; nel mezzo biancastro, ma una sfumatura unisce col medesimo co- lore le due macchie de? lati. Cuopritrici inferiori delle ali giallo-ocracee chiare. Piedi cenerino-giallastri . Prororzione peLLE RemiganTI. Prima piccolissima; seconda quasi uguale alla terza ; terza più lunga di tutte. SINONIMIA Beccafico ordinario. Olina Uccellicra pag. 11. Bigia, 0 Bigione. Storia degli Uccelli Tav. 395. fig. 1. 2. de. UCCELLI SILVANI 249 Sing-Végel Teusch. ec. pl. 3. Buffon; PL ealum. uum. 579. fig. 2. NOMI VOLGARI. TOSCANI Bigione, Beccafico, Fiorentino. Beccafico Pisano. STRANIERI Franc. La petite Fauvette, Ingl. The garden Warbler, Ted. Die grave Grasmiicke, Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 5. Coda: quatt. 5. picc. 1. Apertura del becco: picc. 6. Tarso: quatt. 2. Costumi. Si trovano i Bigioni in tutti gli alberi della nostra pianura, dopo le prime piogge di Settembre; stan- no sempre nascosti nelle frondi, ove beccano i frutti e gli insetti. Ma negli orti in cui son pedali di Fichi, e ne’ boschi ove abbondano i Lambruschi e i Roghi, ci sì trovano in maggior quantità , e vi sì trattengono un tem- po maggiore; e subitochè tali frutti son terminati, i Bi- gioni spariscono, e vanno a svernare in Asia e in Affrica. Propacazione. Non mi è giammai riuscito di trovarne il nido in Toscana, nè in pianura nè in monte. Mi han detto bensì che nidifica in Lombardia. Temminck dice che nidifica ne’ macchioni e nelle siepi, e che depone cinque o sei uova biancastre, sparse di punti verdastri, e grigiastri . Caccia. In Settembre, quando questi uccelletti si trat- tengono da noi, nutrendosi di frutti, sono grassissimi e d’ ottimo sapore, così che fanno in quel tempo la prin- cipale delizia delle tavole. Il numero maggiore di quella gran quantità che allora si consuma, è ucciso col fucile. Quei cacciatori che giunt' alla sera della vita, sentono le loro membra non aver più il vigor necessario per le e- scursioni sulle balze o ne’ paduli, nè di poter più impu- nemente affrontare quelli stessi disagi, e quelle stesse fa- tiche che furono una volta per essi di tanto piacere e sollievo, sono, fra noi, tutti occupati in Settembre a far la caccia a’ Bigioni. Seduti sotto l’ ombra d’ un pedale, armati d’un leggiero schizzetto, spesso anche con gli oc- 250 ORDINE SECONDO chiali ajutando la vista loro indebolita, passano delle in- tiere giornate a far la posta, ed a tirare a questi uccel- letti, ‘compiacendosi i in tal modo d°’ occuparsi ancora di quell’ esercizio che diede tanto diletto alla lor gioventù , e godendo, come suol farsi in quell’ età, delle memorie de’ tempi passati, che quell’arme, quegli Ubeni. que’ ven- ti, que’ suoni, richiamano loro alla mente. Sono stato assicurato di in alenni luoghi di Toscana si prendono molti Bigioni, col tendere sopra un albero una gran quan- tità di paniuzzi, e mettervi per richiamo uno o due Fi- lunguelli cantanti. $). Coda mediocre, biancastra esternamente; subironcata . BIGIA GROSSA SYLVIA ORPHEA Temwm. Superiormente grigio-cenerina: coda subtroncata, bian- castra esternamente: penne cigliari cenerino-cupe : : seconda remigante più corta della quinta; piedi cenerino-nerastri: statura non minore di quella del Filunguello. Sylvia corpore superne griseo-cinereo: cauda subtrunca= ta, externe albida:; pennis ciliaribus sature-cinereis: remige quinta secunlam superante: pedibus cinereo-nigrescentibus: statura non hunvilior Fringilla. Maschio adulto. Becco nero-corneo. Pileo, gote, e tempie di color nerastro, che insensibilmente s° unisce col grigio-cenerino della cervice e di tutte le altre parti superiori. Alcune penne medie del sopraccoda bruno- baje. Gola, gozzo e mezzo dell’ addome, bianchi. Petto e fianchi leggermente sfumati di carnicino: regione anale e sottocoda, color ceciato-carneo. Penne dell’ ali nero- scuricce, marginate di cenerino-fosco. Timoniere nera- stre, con la punta biancastra: le esterne bianche con lo stelo nero. Piedi cenerino-nerastri (1). (1) Temm. ibid. pag. 198. I e nr. E o, ee L'E A UCCELLI SILVANI abi Femmina. Pileo e lati della testa, cenerino- cupi . Le altre parti superiori sono tinte di grigio-rossiccio . Parti inferiori sfumate di giallastro-carmicimo . Timoniere me- die senza bianco in cima. Giovani. Somigliano le femmine. Proporzione peLLE RemicantTI. Prima corta ; seconda uguale alla sesta; terza e quarta uguali, e le più lunghe. SINONIMIA La Fauvette grise Vieill. Orvith. Frangaise pl. 194. fig. B(masch'o), fig. C ( femmina), vs, hinz, Hist, navar. des nids etc. pl. 9. (#/ maschio, col nido e le uova 5, NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Bec-fin Orphée. Ted. Der Orpheus Singer. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 8. picc. 2. Coda: quatt. 6. picc. 2. Apertura del becco: picc. 6. °/3. Tar- sO: picc. Q Costumi. Non è rara nelle vicinanze di Firenze: nel Pisano comparisce accidentalmente. A Genova è molto più comune che in Toscana. In inverno emigra. 1 suoi costumi son simili a quelli della Sterpazzola.. PropAcazione. Non mi è riuscito fino ad ora trovarne il nido in Toscana, benchè io sia persuaso che ve lo deb- ba fare. Essa lo pone nelle muraglie vecchie e rovinose, ne’ monti di pietre, o sù 1 tetti delle case isolate, o ne’ macchioni , ed allora, non di rado, più d’ uno se ne tro- vane iene) Esotici e ao don paglia, fram- menti di scorze, e stecchi : internamente, di pelo, ca- pelli, crini, ec. Palette quattro 0 cinque uova quasi bianche ; macchiate irregolarmente di giallastro, e di pic- coli punti scuri (1) « (1) Schinz loc. cit. PLIO ORDINE SECONDO STERPAZZOLA SYLVIA CINEREA Lana. Superiormente grigio-fulvastra: coda subtroncata, bian- castra esternamente: penne cigliari bianchicce: remiganti secondarie marginate di color di nocciòla: piedi grigio-car- nicini: statura del Pettirosso. Sylvia corpore superne griseo-fulvescente: cauda subitrun- cata, externe albescente: pennis ciliaribus albidis: remigi- bus secundartis spadiceo marginatis: pedibus griseo-carneis: statura Rubecule. Maschio adulto. Becco bruno. Pileo e lati della te- sta di color cenerino, con una leggerissima sfumatura rossastra. Penne cigliari bianche. Cervice e dorso un po- co più rossastri. Gola candida. Gozzo e petto di color carnicino un poco vinato. Fianchi cenerino-rossastri . Addome e sottocoda di color bianco, appena tinto di vinato. Remiganti e cuopritrici delle ali brune, margi- nate di fulvo-lionato. Timoniere bruno-nere : le due esterne soltanto son bianche nella parte esterna. Piedi bianco-carnicini. Femmina. Ha le parti superiori più rossastre, il bian- co della gola meno puro, ed il petto d’ un color più smorto . Giovani all’ uscir dal nido. Somigliano le femmi- ne, ma ne differiscono perchè il bruno della loro testa si limita all’occhio, e ne’ maschi e nelle femmine adul- te s estende un poco anche al di là. ProPorzione peLLE RemicanTI. Prima minima; se- conda uguale alla quarta, e poco più corta della terza; terza e quarta uguali fra loro, e le più lunghe. SINONIMIA Motacilla Sylvia. Lin. cur. Gmel. Scoperagnola. Storia degli Uccelli Tav, 396. fig. 1. Meyer et Wolf, Ois. d’Allem. Livr. 14. pl. 6. fig. 1. ( maschio), fig. 2. ( femmina). UCCELLI SILYANI 258 | NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. La Fauvette grise, ou Grisette. Ingl. The white- troated Warbler. Ted. Die fahle Grasmiicke, Dimensioni. Lunghezza totale : soldi 5. quatt. 1. Co- da: soldi 2. Apertura del becco: picc. 6. Tarso: picc. 4. Costumi. Benchè i colori della Sterpazzola non siano wivaci, nonostante con la loro varietà e delicatezza la rendono una delle $ylvie più graziose. Si trova in To- scana solo nella buona stagione. Nell’ Aprile e nel Mag- gio si fa sentire in tutti i campi coltivati, con il suo verso corto e monotono che di continuo ripete; ma negli altri mesi in cui si trattiene da noi è taciturna, ed abbandona- ti i campi, e i luoghi aperti ove prima abitava, va nelle macchie fresche, e ne’ boschi cedui de’ monti. In Otto- bre parte, e mai ne ho veduta alcuna durante ?’ inverno. Propagazione. Non è molto costante nella scelta del luogo per la costruzione del nido. Ora lo fabbrica frall’ erbe alte, ora ne’ macchioni, ora all’ aperta campagna, ora dentro i boschetti, e i giardini, I campi di fave sono da lei particolarmente amati, e sul fusto di queste pian- te, all’ altezza da terra al più di mezzo braccio, spessis- simo si trova il suo nido. Varia molto ancora la qualità de’ materiali con cui questo è fatto. Erbe secche d’ ogni sorta ne formano la parte esterna, che sempre è molto grossa $ l’ interna è di sottili radici o fili di fieno, Le uo- va sono ordinariamente sei, piccole, di color giallo-ver- dastro, minutamente macchiate di cenerino, BIGIARELLA SYLVIA CURRUCA Larn. Superiormente cenerino-piombata; coda subtroncata, biancastra esternamente: penne cigliari cenerino-cupe: pie- di cenerino-nerastri : statura del Lucherino . Sylvia corpore superne cinereo-plumbeo: cauda subtrun- cata, externe albescente: pennis ciliaribus sature cinereis : pedibus cinereo-nigrescentibus: statura Serini , 254 ORDINE SECONDO Becco bruno-nero. Parte superiore della testà e guan- ce, color cenerino-piombato cupo. Cervice, dorso e so- praccoda , cenerino-giallastro. Gola, gozzo, petto, ad- dome e sottocoda bianchi, con una leggiera ombra car- nicina . Fianchi del medesimo colore, ma un poco più intenso. Ali bruno-nere, con le penne marginate legger- mente di giallastro-ruggine. Timoniere dello stesso color bruno-nero: la prima con la parte esterna, e l’estremità bianca: la seconda con la sola estremità bianca. Piedi bruno-neri, Proporzione DELLE ReEMIGANTI. Prima corta; secon- da uguale, o poco più corta della quinta; terza un poco più lunga della seconda, ed eguale alla quarta, SINONIMIA Motacilla dumetoruni. Lin. cur. Gmel. Seperagnola minore . Storia degli Ucc. Tav. 393. fig. 1. Sing-Vogel Teutsch. p. 4. NOMI VOLGARI, STRANIERI Franc, La Fonvette babillard. Zngl. The White-breasted Worbler. Ted. Der klapper Grasmiicke, Dimenstowi, Lunghezza totale: soldi 4. picc. 5. Coda: wa È quatt. 5. Apert. del becco; picc. 5, ‘/2. Tarso: quatt. 2. Costumi. Abita le macchie: raramente entra ne’ giar- dini. Fra noi è molto rara, così che, in cinque anni, 10 ne ho avuti solo due esemplari uccisi nelle vicinanze di Pisa. Come quasi tutti gli altri Beccafichi, và ancor essa a svernare in paesi più caldi. Propagazione. Fa il nido nel mezzo de’ macchioni . Questo è formato alla base di grossolani fili d’ erba alla rinfusa riuniti, e le pareti son fatte di fili d’ erba deli - ‘cati, intralciati con un poco di lana. Contiene cinque 0 sei uova bianco-verdastre con delle macchie tonde scure, o celestognole (1). (1) Vieillot, Nouveau Dict. d' Hist. Nat, art. Fauo, dabillard . UCCELLI SILVANI RD I * CELEGA PADOVANA SYLVIA NISORIA Brecusr. Superiormente cenerognola: inferiormente biancastra : coda subrotondata, esternamente biancastra : seconda remi- gante più lunga della quinta: statura maggiore di quella d’un Fringuello. Sylvia ‘corpore superne cincrascente: inferne albido : cauda subrotundata, externe albida : remige secunda quin- tam superante: statura procerior Fringille. Maschio adulto. Becco nero-corneo, alla base gial- lastro. Tutte le parti superiori grigio-cenerine. Le penne scapolari e quelle del sopraccoda son terminate da una sotti] fascia bianca, e avanti a questa ve ne è un altra nera. Tutte le parti inferiori son bianche, striate trasver- salmente di cenerino-cupo. Ali e coda nero-scure. Cuo- pritrici delle ali e timoniere esterne marginate di bianco nella cima. Piedi gia}lastro-grigi. | Femmina. Ha le parti ‘superiori tinte di scuro, e 1 fianchi leggermente di rossastro (1), Nota . Dai contorni di Padova ho avuto in questi ultimi tempi un uccello, che per le forme e per le dimensioni so- miglia perfettamente alla Sylvia nisoria , ed il Sig. Dott. Pajola che a me l’ inviò, con questo nome appunto l’aveva indicata. Ma i colori di quest’ uccello son talmente diversi da quelli della S. nisoria descritta da Bechstein e Tem- minck, che non mi sarebbe sembrato possibile di poterla giammai riferire a questa specie, se il Sig. Pajola non m° a- vesse fatto sapere, che qualche volta trovò degli individui i quali avevano delle macchie trasverse sulle loro penne, ed un margine bianco e distinto, appunto come Jo è nella S. nisoria : e che per questo, l'uccello a me inviato egli Jo avea considerato come un giovane di questa specie. Ciò essendo, sbagliano Neuman e gli altri Ornitologi, i quali ditono che ì giovani della S. nisoria « hanno tutte le loro parti supe- « riorì ed inferiori con numerose fasce trasverse d’ un color (1) Temm. ibid. pag. 200. 256 ORDINE SECONDO « cenerino cupo » (1). Ma prima di ciò assicurare, conviene attendere che siano fatte delle più minute ed esatte osserva- zioni sulle mute di questi uccelli, giacchè potrebbe esservi il caso, che que illo di cui parlo, trovato nelle vicinanze di Padova, quantunque da adulto sia macchiato in traverso, ure a specificamente per qualche altro carattere dalla S. nisoria (e se ciò fosse propongo di dargli il nome di S. Pajola iu onore di chi la trovò ). Ma siccome con le notizie che adesso abbiamo, mi sembra più ragionevole il supporre che sia stato A conosciuto e sbagliato l’ abito giovanile della S. nisoria, perciò io a questo afticolo ripore to la seguente descrizione “dell” individuo dubbio. Giovane? Becco nerastro in cima, con la base grigio- giallognola . Pileo, cervice, dorso, sopraccoda e scapolari, di color cenerino leggermente tendente al lionato. Fronte e fascia oe leggermente ceciata. Gola, gozzo, petto , addome e sporta! di color bianco dbaliaeite ceciato: sù i lati il color ceciato è più forte. Remiganti primarie e timoniere nerastro-cenerognole . Cuopritrici delle ali, e timoniere secondarie del celor del dorso, con margine ceciato, che sfumandosi s’ unisce col calli del rimanente della penna. La prima timoniera esternamen- te, e le altre nella cima, sono sfumate di ceciato. Non vi è nessuna macchia trasversa nè sulle parti superiori, nè sulle inferiori. Piedi grigio-giallognoli. PROPORZIONE DELLE Benin, Pan piccolissima ; seconda subeguale alla terza; terza la più lunga. SINONIMIA Schinz, Hist, natur. des nids etc. pl, 10. (maschio , col nido e le uova ), NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Bec-fin Rayé. Ted. Die Gesperberte Gras- miicke, Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 6. Coda: quatt. 7. Apertura del becco: picc. 7. Tarso: picc. 10. (1) Temminck ibid, pag. 201. Di c'e, RIE TE e TA n UCCELLI SILVANI 259 Cosrumi. Vive in maggiore abbondanza nel Nord dell’ Europa. Si trova anche in Lombardìa. Frequenta i cespugli e le macchie. PropacazioneE. Nidifiea, Linde Schinz, ne’ macchio- ni di Prunbianco: partorisce quattro o cinque uova bian- castre, con macchie cenerino-porporine, o cenerino puro. STERPAZZOLINA SYLVIA LEUCOPOGON Mera (*). Superiormente cenerino-turchiniccia (maschio), 0 gri- gio- gialliccia ( femmina e giovani): petto e gola rosso-mat- tone ametistino (maschio ), 0 bianco ceciato ( femmina e giovani ) : penne cigliari rossastre ( maschio ), o ceciate ( femmina e giovani ): coda subtroncata, biancastra ester- namente: piedi giallo-carnicini: statura del Lucherino, Sylvia corpore superne cinereo-coerulescente (in masculo), vel griseo-lutescente (in foemina et juveni ): pectore et gula rubro-lateritio amethystinis (in masculo), vel albo-cicerinis (in foemina et juveni ): pennis ciliaribus rubris (in mascu- lo), vel cicerinis ( in foemina et javeni ): cauda subtrunca- ta, caterne albida: pedibus luteo-carneis: statura Serini. Maschio adulto. Becco nerastro. Base della mascel- la inferiore carnicina. Iride scuro-nerastra. Contorno interno delle palpebre nudo e rossastro, cinto da un gi- ro di penne rosso-mattone. Pileo, gote, tempie, cervice, dorso, sopraccoda, scapolari, e piccole cuopritrici delle ali di 6oloe cenerino-piombato, leggermente tendente al turchiniccio. Gola, gozzo, petto, Dadi , regione anale e gambe, color rosso-mattone più o meno tendente all’ a- metistino. Parte media dell'addome e sottocoda, bian- castro. Due striscie bianche a guisa di baffi calano dall’an» golo del becco fino alla metà de’ lati del collo. Penne delle ali bruno-nere marginate di giallastro. Timoniere bruno-nere: la prima bianca per metà dal lato esterno ; la seconda e la terza hanno solo una macchia bianca nel- la cima. Piedi carnicino-giallastri. (*) Nota. Per esser consequente a’ princip] che ho pre- nessi nell’ introduzione, e che debbono servire di norma Tomo I. 39 258 ORDINE SECONDO nella nomenclatura, io ho dovuto cangiare a questa specie il nome di Sylvia subalpina stato a lei de dal Bonelli, in uello di leucopogon, giacchè quest’ultimo gli era stato dato dal Meyer molto tempo avanti. Ora però che si è veduto essere la Sy/via passerina descritta dal Temminck, identica con la leucopogon, converrebbe sostituire il nome di passerina a quello di leucopogon, giacchè questo essen- do stato formato dal Latham, è il più antico di tutti. Ma siccome non è cosa certa che la Sylvia passerina di Latham sia la stessa della Sy/via passerina di Temminck, I, que così sembri credere questo Ornitologo, assegnando Latham alla sua per carattere uropygium albidum, cosa che in quella di T'emminck sicuramente non Vì è: perciò, a scanso di confusione, credo che sia più conveniente il non considerar nulla la specie descritta dal Latham. Femmina adulta . Penne cigliari bianco-ceciate. Pi- leo, gote, tempie, cervice, dorso, scapolari e sopracco- da, color cenerino leggermente tendente al rossiccio-oli- vastro. Fronte leggermente tinta di scuriccio: spazio fra I’ ccchio e il becco, cenerognolo. Petto , fianchi, e lati dei collo, di color ceciato-lionato chiaro. Parte media dell’ addome bianca, leggerissimamente tinta di ceciato . Penne delle ali e della coda di color cenerino-bruno, con sottil margine ceciato. Cuopritrici inferiori delle ali e sottocoda, bianco leggermente ceciato. Prima timo- miera bianca nel margine esterno e nell’ estremità : se- conda bianca solo all’ estremità. Piedi grigio-giallastri. Giovani avanti la muta d’autunno . Somigliano la femmina, ma le loro parti superiori son d’un colore un poco più tendente al rossiccio-nocciòla : le parti inferiori d’ un color ceciato più chiaro; un margine più largo è alle penne delle ali e della coda: ed il margine esterno della pista timoniera è d’ un bianco molto più sudicio. Nota. Avanti di conoscere la Sylvia leuwcopogon in tutti i suoi diversi abiti, io ne aveva avuti molti individui gio- vani e femmine, che supposi essere femmine e giovani del- la 5. passei rina ch Temminck; ma quando veddi la figura che si dà nelle Planches coloricées della femmina Belle S. leucopogon, e molto più quando da me stesso ebbi neciso UCCELLI SILVANI 259 la femmina e i giovani di questa specie, io rimasi dubbio- so, giacchè non mi riescì di trovare nessuna differenza es- senziale fra la $S. leucopogon femmina, o giovane, e la $. passerina femmina, o giovane: si faccia attenzione che io parlo solo delle femmine e de’ giovani, giacché il ma- schio che Temminck descrive e figura nella citata opera delle Planches coloriées (1), differisce realmente, e non poco dalla S. leucopogon femmina e giovane. Quale è adunque Ja causa di questa confusione? Forse ho io errato applican- do alla $. leucopogon femmina, la descrizione della £. pas- serina femmina? non lo credo, giacchè quella descrizione che ne dà Temminck è troppo chiara e precisa per am- metter dubbiy Vi sarà dunque lo strano caso che le femmi- ne e i giovani di queste due specie si somiglino tanto da non potersi distinguere? anche questo sembra impossibi- le. Dimodochè cousiderando qualmegte Temminck stabi- lì di nuovo la specie S. passerina di Latham, avanti di co- noscere la femmina della leucopogon, giacchè la S. subal- pina, che come femmina descrive nel Manuel d’Ornitholo- gie, non è che un maschio giovane di questa specie ; e che egli stesso confessa di non esser bene al giorno de’ costumi della sua S. passerina, io credo che la femmina e i giovani di questa specie siano identici con la femmina e i giovani della S. leucopogon. Resta ora a sapere se il maschio della passerina da lui descritto, debba considerarsi come forman. te una specie distinta, oppure debba referirsi a qualche va- rietà delle già conosciute. Io sono di quest’ ultima opinio- ne, ed anzi dubiterei che si dovesse referire alla stessa S. leucopogon, giacchè io lo trovo non poco somigliante con quella varietà d’abito,, che io ho chiamato maschio dopo aver perduto l'abito d’ infanzia. Concludendo adunque io dirò, che nello stato attuale delle cose, credo debba soppri* mersi la specie Sylvia passerina, e che questo nome debba considerarsi come sinonimo della Sy/via leucopogon. Maschio dopo aver perduto l’abito d’ infanzia. Somiglia il maschio vecchio per i colori delle parti su- periori, ma il gozzo, la gola, ed il petto son d’ un co- fore molto più smorto , quasi bianco, e solo sù i lati del (1) Fascicolo IV. Tav. 2. fig. 1. 260 I ORDINE SECONDO collo e del petto, vedesi debolmente il rossiccio-vinato che colorisce il bel petto de’ maschi vecchi. Nota. Fino dal 1825, in una Memoria che pubblicai nel Nuovo Giornale de’ Letterati (1), io feci conoscere che la mia opinione era diversa da quella de’ Sigg. Temminck e Laugier, riguardo alla qualità d’abito degli individui descrit- ti adesso, e che nel Manuel d’ Ornithologie Temminck ri- guarda come una femmina, e nelle Planches coloriées come un maschio in livrea perfetta di primavera, stato ucciso poco dopo la muta, dicendo che la diversità del colore delle penne delle sue parti inferiori dipende da non averle per anche consumate dalla confricazione, e dall’azione dell’aria. Nella mia Memoria sopra citata, esposi le ragioni che mi facevano essere d’ opinione diversa da quella del Temminck e Laugier, e quelle*le quali m’inducevano a credere essere gli individui in questione in livrea d'autunno, supponendo la specie soggetta ad una doppia muta. Ma dopo quel tem- po, avendone avuti in inverno degli individui con il petto perfettamente colorito, altri col petto debolmente colorito, come lo ha l’individuo descritto qui sopra; avendo presi due di questi ultimi nel nido, covanti le uova; e finalmente avendone ucciso in autunno uno in muta, il quale conserva- va sempre qualche penna dell’abito d'infanzia, credo po- tere asserire che ancor io sbagliai, che questa specie non è come nessun altra delle sue congeneri soggetta a doppia mu- ta, e che l'individuo descritto nel Manuel d’ Ornithologie col nome di Sylvia subalpina, debba cousiderarsi come un maschio della S. leucopogon dopo aver perdute le penne d’ infanzia, Proporzione neLLE RemicANnTI. Prima piccola; se- conda subeguale alla sesta; terza e quarta uguali, e le maggiori. SINONIMIA Sylvia leucopogon. Meyer, Taschenbuch der deutschen vogelkund, Sylvia subalpina. Bonelli. Temminck, Manuel d’Ornith. ediz. 2. (maschio dopo aver perduto l’ abito d'infanzia). (1) Osservazioni per servire alla storia d° alcune Sylvie Tosca- ne. Nuovo Giornale de’ Letterati N.° XXI UCCELLI SILVANI 261 Sylvia subalpina. Temminck et Laugier, Planches colo- riées Livr. 42. pl. 251. fig. 2. (maschio wecchio), fig. 3. ( femmina). Livr. 1. pl. 6. fig. 2. ( maschio dopo aver per- duto l’abito d’ infanzia). Sylvia passerina. Temm. Manuel d'Ornith. ediz. 2. Temminck et Laugier, Planches coloriées Livr. 4. pl. 29. fig. 1. (masc. giovane dopo aver perduto l'abito d’infanzia?). La Fauvette passerineite. Vieillot, Ornithol. frangaise pl. 1794. fig. A ( giovane). Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 4. Coda: quatt. 4. picc. 3. Apertura del becco: picc. 5. Tarso: picc. 7. Cosrumi. In inverno quest’ uccelletto è fra noi molto raro;-solo qualcuno rimane nelle macchie di Maremma; ma in Aprile ne arriva una quantità grandissima, che va a stabilirsi ne’ colli bassi ed aprici de’ siti i più caldi del nostro paese. Alle Cinque Terre nella Riviera di Levante del Genovesato, ove lo veddi per la prima vol- ta, ve ne abita una gran quantità; alla base del Monte Argentaro, negli scopeti, e mustieti (1), che ricucprono 1 poggi più bassi delle rive del Padul di Castiglione, sotto Gavorrano e Scarlino, nella Macchia di Biserno, ec. ne ho sentiti moltissimi cantare; ma ove ne ho veduta riunita la più gran quantità, sono i colli del promonto- rio sù cui era l antica Populonia. Negli scopicci, e ne’ cespugli di Prunbianco e di Stipa, che nascono in mezzo alle estesissime felcete da cui son vestiti i declivi arenosi di que’ poggi dal lato di terra, vi abita un nu- mero grandissimo di questi uccelli: dal lato di mare molti ancora abitano nelle macchie foltissime di Sondri, Filliree, ed Ulivi insalvatichiti, che foderano quelle pen- dici scoscese. Là di Maggio e di Giugno, non si sente che il fischio d’ appello ed il canto della Sterpazzolina , dell’ Occhiorosso, e della Magnanina: vi abita ancora qualche Rusignòlo, de’ Beccafichi-finocchi, de’ Saltinpa- (1) I Cisti suffruticosi chiamansi Justi in Maremma, e Mustieti quelli spazj di terra, spesso estesi più miglia, che sono ricoperti da folte piante di Cisto. Il Cistus monspeliensis è la specie più ab- bondante. 262 ORDINE SECONDO lo, degli Zigolgialli, e de? Calandri, ma giammai vi ho incontrato nè Sterpazzole, nè Capinere. Il verso della Sterpazzolina somiglia un poco quello della Sterpazzola, ma la sua voce è più dolce. Quando il maschio vuol cantare, esce dall'interno de’ macchioni e va a posarsi sopra qualche alberetto, o cespuglio elevato, spesso do- po essersi molto inalzato nell’aria fischiando. Ma subito che egli vede qualchecosa capace d’ intimorirlo , o che ha terminato il suo verso, rientra nel folto, e solo si può sapere ove è, dal fischio d’appello simile a quel dello Scricciolo, che ripete spessissimo. Per causa di questa sua estrema timidezza, è molto difficile ucciderlo col fuci- le, e quasi sempre dopo averne udito uno a cantare, mi era necessario seguirlo per più di mezz’ ora, prima che capitasse il momento di vederlo e tirargli, attraverso le foltissime macchie, ove andava aggirandosi. In Setiem- bre e ne primi d’ Ottobre ne passa da noi un gran nu- mero, ma allora neppur’ uno ne ho trovato con gli abiti degli adulti. In quel tempo essi stanno sempre nascosti nell’ interno de’ macchioni e siepi di Roghi, e pare che temano ad uscir fuori: mangiano i frutti di quella pian- ta, e in poco tempo divengon molto grassi. Verso la metà d’Ottobre non se ne trova più alcuno nella nostra pianura. i Propagazione. Nidifica nel Maggio, e nel Giugno. Fa due covate per anno. Il maschio prende parte all’in- cubazione, e di ciò mi sono accertato, avendone io stes- so preso più d’uno col laccio, mentre era sulle uova a covare. Il nido di questi uccelli è posto ordinariamente da due a quattro braccia alto da terra, ne’ cespugli di Ramerino, Aranci, Limoni, Mortella, Scopa, Sondro, Olivi, ec. È emisferico, con le pareti assai grosse, ester- namente formate di paglia ed erbe secche, ed interna- mente da radici sottili e delicate, raramente da lanugini. Le uova sono in numero di quattro o cinque, rotonde, di color bianco-verdastro, e macchiate da piccole mo- schettature scure, delle quali sul lato più ottuso ve ne sono alcune più larghe. uit UCCELLI SILVANI 263 * STERPAZZOLA DI SARDEGNA SYLVIA C ONSPI CILLATA Marmora. Superiormente cenerino-turchiniccio: petto grigio ros- siccio ametistino: gola bianca: penne cigliari bianche; piedi giallo-carnicini: coda subtroncata, Luni esternamente: statura del Lucherino. Sylvia corpore superne cinereo-coerulescente : pectore griseo-rufescente amethystino: gula alba: pennis ciliaribus albis: pedibus luteo-carneis : DALE, subtruncata, externe albida: statura Scrini. Maschio. Becco nerastro, con la base della mascella inferiore grigio-earnicino. Penne cigliari bianche . Pileo e lati della iesta color cenerino. Cervice, dorso, soprac- coda e scapolari color cenerino, leggermente tendente al rossiccio color di nocciòla. Gola bianco-candida . Gozzo, petto e fianchi, color grigio-rossiccio ametistino. Addo- me e sottocoda bianco-rossiccio . Penne delle ali nerastre: le cuopritrici, e le remiganti secondarie hanno dal lato esterno un largo margine color di nocciola. Coda sub- troncata, bruno-nerastra: la prima timoniera esterna qua- sì tutta bianca: la seconda bianca solo nella cima. Piedi grigio-giallicci. Unghie nerastre. Femmina. Ha le penne d’ un color più chiaro , par- tcolarmente nel capo , Maschio in primavera. Le penne del pileo son di color più intenso. Proporzione DELLE RemIGANTI. Prima corta; secon- da subeguale alla sesta, e poco più corta dela terza; terza uu... alla quarta, che è la più lunga. SINONIMIA Temm. et Laug. PI. colorides num. 6. fig. 1. ( maschio). Dimensioni. Lunghezza ole soldi 4. Coda: quatt. 5. picc. 1. Apertura d'libeceei pice. 5. */2. Tarso: quatt. 2. Costumi. Non è stata trovata, fin’ ad ora, che nell’I- 264 ORDINE SECONDO sola di Sardegna. Abita costantemente ne’ cespugli di Cisto, di Sondro, giammai ne’ luoghi adombrati da al- beri. Non si conosce ancora il suo nido, nè le sue uova. Sezione II. Occhirossi. Dumeticole CanattERI DI sezionE. Coda grande, graduata ; bianca esternamente. Ariro. Hanno la testa subglobosa : quasi sempre le palpebre nude, o coperte di papille carnose e rosse; nessuna fascia sopraccigliare. Le loro ali non oltrepassa- no la base della coda: la seconda remigante è sempre più corta della settima. La coda è grande, graduata, con le timoniere esterne marginate di bianco esternamente. Cosrumi. Le specie fino ad ora conosciute di questa famiglia, abitano le parti più meridionali dell’ Europa. Quasi mai si trovano nell’interno de’ boschi, ma stanno ordinariamente negli scopeti, per le fratte, o in quei luoghi ove son de’ macchioni bassi e distanti. Si ciba- no di bacche, e degli insetti che trovano attaccati alle foglie ed ai rami. Nel tempo degli amori cantano con voce piacevole, ma non molto variata. Fanno il nido dentro i macchioni. MAGNANINA SYLVIA PROVINCIALIS Tewm. Superiormente cenerino-cupa: gola e petto rosso-fega- toso (adulti), o cenerino-giallastro ( giovani): coda lunga, graduata, biancastra esternamente, Sylvia corpore superne obscure-cinereo: gula et pectore rubro-hepatico (in adultis), vel cinereo-lutescente (in juv.): cauda longa, graduata, externe albida. fa Maschio adulto ir estate. Becco nerastro, con la base della mascella inferiore gialliccia. Iride castagno- rossiccia. Margine delle palpebre nudo, e rosso; cinto da un cerchio di penne color rosso-fegatoso , Pileo, lati del- TI x UCCELLI SILVANI 269 la testa, cervice, dorso, scapolari e sopraccoda, color . cenerino-cupo: leggermente tendente all’ olivastro sul È dorso. Gola, gozzo, petto, fianchi e lati dell'addome, d’ un bel color rosso-fegatoso. Parte media dell’ addome bianchiccia. Penne delle ali bruno-nere. Timoniere ne- ro-lavagna; la prima bianca sul margine esterno , ed in cima . Piedi giallastri. Maschio e femmina in inverno. Penne cigliari ros- sastre. Pileo, cervice, dorso, scapolari e sopraccoda, color cenerino-cupo; sul dorso leggermente tendente al rossiccio-castagno. Gola, gozzo, petto, fianchi, e lati dell’addome, di color rosso-vinato-fegatoso. Gola e goz- zo finamente striate longitudinalmente di bianco. Penne delle ali marginate di olivastro-nocciòla. Giovani all’ uscir dal nido. Penne cigliari scuricce. Parti superiori di colore scuro tendente un poco all’oli- vastro. Tutte le penne delle parti inferiori son cenerino- cupe alla base, giallo-lionate nella cima. Nota. Nella decorsa primavera io uccisi in Maremma due Magnanine in quest abito d’ infanzia, il quale non credo sia ‘stato fino ad ora da nessuno descritto. Il padre con il petto d’ un bel rosso-fegatoso, era insieme con esse e le imbocca- va, così che non vi può esser dubbio alcuno sull’ identità della specie. ProPorzione DELLE RemIcANTI. Prima corta; secon- da eguale alla decima; quarta la più lunga; terza e quin- ta subeguali alla quarta. SINONIMIA Motacilla provincialis. Gmelin. i Sylvia darfordiensis, Latham, Sylvia ferruginea. Vieillot, gf Sterpagnola, o Magnanina, Stor, degli Ucc. Tav. 391. lg. 2. | Schinz, Hist. natur. des nids etc. pl. 16. (in adito d’in- verno ). Buffon, Planch, enlum. num, 655. fig. 1. 206 ORDINE SECONDO NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Pitte-chou, ou Bec-fin de Provence, Ingl. The Dartford Varbler. Ted. Der Dariforder Singer. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 4. quatt. 1. Co- da: soldi 2. picc. 2. Apertura del becco: picc. 5. 2/3. Tarso: quatt. 2. Costumi. Si trova da noi in'ogni stagione, benchè giammai in grande abbondanza. Essa vive sù i colli bas- si, ne’ luoghi più caldi e difesi da’ venti, ne’ mustieti , nelli scopicci, o nelle macchie di Sondri, Filliree ec., insieme con la Sterpazzolina, e l’ Occhiocotto . Nel tem- po degli amori canta in modo assai simile a quello della Sterpazzolina, ma il suo verso è più corto. Più di que- i sta stà nascosta dentro i macchioni. Non ho mai veduto che cantando si inalzi nell’ aria come la Sterpazzolina. Propagazione. Cova in Toscana; in estate ne ho tro- vate delle coppie sul monte Pisano, ne’ mustieti de’ pog- gi posti fra Batignano e Grosseto, e nel Maggio de- Y corso ne uccisi due giovani individui, ed un maschio adulto negli scopeti de’ poggi che cingono il porto di Baratti. Malgrado le ricerche numerose da me fatte in que’ luoghi, fin adesso non mi fu dato il poterne tro- vare il nido con le uova. Secondo Schinz essa lo fabbri- ca ne’ bassi cespugli; ha una forma emisferica, esterna- mente è composto di radici sottili con qualche poca la- nugine vegetabile: internamente è tappezzato tutto di la- nugini tanto animali che vegetabili. Le uova son cinque, biancastre , con una gran quantità di piccoli segni bruni. * OCCHIOCOTTO SARDO SYLVIA SARDA Marmora. ve a + Superiormente cenerino-cupo: gola e petto cenerino-cu» po: coda lunga, graduata, biancastra esternamente. Sylvia corpore superne obscure-cinereo: gula et pectore obscure cinereis: cauda longa, graduata, externe albida . UCCELLI SILVANI 269 Maschio. Becco nero, con la base della mascella in- .. feriore giallastra. Pileo, gote, gola e gozzo, cenerino- nerastro , intenso sulla fronte, e vicino agli occhi. Cer- vice, dorso e sopraccoda, cenerino-nerastro. Lati del collo e petto di color più chiaro. Parte media dell’ad- dome, e inferiore de’ fianchi, leggermente colorita di vi- nato. Ali e coda nerastre: la sola timoniera esterna mar- ginata di bianco. o Femmina. Differisce per i colori generalmente più chiari. Solo lo spazio fra il becco e l'occhio è di color nero: tutto il resto è d’ un cenerino fosco. Sotto la ma- scella inferiore vi sono alcune pennuzze biancastre (1) . Proporzione peLLE ReMiGANTI. Prima corta; secon- da subeguale all’ottava; terza poco più corta della quar- ta, che è la più lunga. | SINONIMIA Temminck, Planches coloriges etc. pl. 24. Schinz, Hist, natur. des nids etc. pl. 22. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 4. picc. 7. Costumi. La S. Sarda è una specie molto affine colla S. provincialis, abita li stessi luoghi, e molto a lei so- miglia ne’ costumi, ma bene se ne distingue per la voce: il grido di richiamo della provincialis, ha qualchecosa di tronco e di rauco che non quel ha dell’ altra. Fino a- desso non è stata trovata che in Sardegna. OCCHIOCOTTO SYLVIA MELANOCEPHALA Larn. Superiormente cenerino-nero ( maschio), o cenerino= rossiccio ( femmina): pileo nero (maschio), o del color del dorso (femmina): gola bianca: coda lunga, graduata, bianca esternamente. Sylvia corpore nigro-cinereo (in masculo), vel cinereo- rufescente (in foemina): pileo nigro (in masculo ), vel dorso concolore (in femina): gula alba: cauda longa, graduata , externe alba. (1) Temm, ibid. pag. 204. 205, i 268 ORDINE SECONDO Maschio. Becco bruno-nero. Iride scuriccia. Pileo e gote di color nero, che insensibilmente si unisce col ce- nerino della cervice, e di tutte le altre parti superiori . Gola, gozzo , petto, addome e sottocoda, bianco-niveo. Lati del petto e fianchi, cenerini. Remiganti marginate di cenerino-rossastro . 'Tl'imoniere nere: la prima esterna bianca esternamente e nella cima: la seconda, la terza e la quarta hanno solo una macchia bianca nell’ apice. Piedi scuri. Femmina . Tutte le parti superiori castagno-cenerine, senza che vi sia nessuna varietà di colore sul pileo. Le remiganti e le timoniere son castagno-brune, marginate d’una tinta più chiara : la sola prima timoniera è bianco- sudicia nel margine esterno, e all’ estremità: la seconda solo un poco nell’ estremità. Parti inferiori bianche, leggermente sfumate di vinato. Fianchi castagno-cenerini. Proporzione pELLE RemicANTI. Prima corta; secon- da uguale all'ottava; quarta la più lunga; terza e quinta subeguali alla quarta. SINONIMIA Motacilla melanocephala, Gmelin. Sylvia ruscicola. Vieillot. Schinz, Hist. natur. des nids etc. pl. 17. (7 maschio, il nido, e le uova). Occhiocotto, Storia degli Uccelli Tav. 398. fig. 1. NOMI VOLGARI, TOSCANI Capinera nera, Occhiorosso Pisano. STRANIERI Franc. Le Bec-fin mèlanocephale. 7'ed.. Der Schwarz- kopfiger Sanger. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 5. picc. 3. Coda: soldi 2. Apertura del becco: picc. 6. Tarso: quatt. 2. Cosrumi. Falsamente fu detto da alcuni Naturalisti che le abitudini degli Occhicotti erano le stesse di quel- le delle Capinere. Nulla si somigliano questi due uccel- UCCELLI SILVANI 269 li, nè per i costumi nè per la voce. I primi vivono co- stantemente fuori de’ boschi d’alto fusto: ed i terreni, co- perti di cespugli bassi e folti, sono quelli ove sempre si. trovano: così in tutte le stagioni se ne vede un grandis- simo numero ne’ bassi e folti macchioni di Ossicedro, Sabina, Fillirea, Sondro; Passerina, Ramerino, ec. che vestono le collinette o tomboli della nostra spiaggia; nei mustieti , o) scopeti che sono un poco più dentro terra; ma giammai ne ho trovato alcun individuo stabilito ad una maggior distanza di otto o nove miglia dal mare. In inverno ha un fischio d’ appello particolare, cee cee cee, ce cere ce ce; simile assai a quello d’ alcuni Fo- rapaglie, e che spessissimo ripete con voce fessa , e som- messa. In primavera e in estate, il maschio canta assai piacevolmente, con verso corto, e con voce non molto squillante: allora esce dall’ interno de’ macchioni e si posa sopra uno de’ loro rami più elevati e puliti. Propagazione. Il suo nido è emisferico, o bislungo, fatto con pagliuzze intralciate con lana, con spighe di Lagurus ovatus, ed alti corpi ai Lo fabbrica ua molto basso, un braccio e mezzo circa alto da terra, ne’ cespugli di Sondro, Cisto, Fillirea, ec. Con- tiene quattro 0 cinque uova RE punteg siate di SCUro- -olivastro; questi punti sono in maggior quantità, e disposti a corona sull’ estremità più ottusa dell’ uovo. Ho trovato un gran numero di questi nidi lungo la ri- viera delle nostre Maremme. Sezione IM. Laticaudi. Laticaudae CarartERI DI sezione. Coda larga, graduata, unicolore . Ariro. Testa subglobosa, o subconica. Le palpebre sempre pennute. La IE i pochissimo vi- sibile. Le ali che oltrepassano di poco l'origine della co- da: questa è grande, larga, graduata, dl Le ti- moniere son larghe, piane, e rotonde in cima. 270 ORDINE SECONDO Cosrtunr.La voce loro è poco bella. Abitano nell’in- terno de’ cespugli e boschetti prossimi alle acque, ove stanno ostinatissimamente nascosti: mai si vedono sugli alberi alti. Essi, mediante gli Occhirossi, costituiscono l’anello di congiunzione fra le Sylvie e i Forapaglie. SALCIAJOLA SYLVIA LUSCINIOIDES Nos. Superiormente castagno: coda graduata, unicolore: se- conda remigante Ja più lunga: parte media della gola e gozzo senza macchie. Sylvia corpore superne castaneo: cauda unicolore, gra- duata: remige secunda longiore: gule parte media, et ju- gulo immaculatis , Becco scuro-nero, con la base della mascella inferiore grigio-carnicina . Iride castagno-giallognola. Parte supe- riore della testa, cervice; dorso, scapolari, ali e coda, color castagno-olivastro senza macchie; ma le penne del groppone e della coda sono striate trasversalmente da fasce parallele fugacissime, del medesimo colore, solo un poco più intenso. Penne delle gote e delle orecchie bianco-sudice, con lo stelo bianco. Gola e parte media dell’addome bianche. Lati del collo, parte superiore del petto e fianchi, lionato-grigio-sudicio . I lati della gola, e parte superiore del gozzo, qualche volta vi hanno del- le piccole macchie cenerine, lanceolate, con la punta rivolta in alto, ora più ora meno apparenti: ma la par- te media della gola e del gozzo costantemente ne son pri- ve. Coda grande, larga; timoniere dodici, piane, larghe, molto attondate in cima. Penne del sottocoda del color de’ fianchi, con lo stelo bianco, e l'estremità sfumata di bianco. Piedi color cenerino-scuro . Nota. Le fasce della coda e del groppone son così fugaci, che solo ben si distinguono ad alcune particolari riflessioni di loce. E le macchie de’ lati della gola e del gozzo, come ho detto, variano molto secondo i diversi individui, essendo ora più, ora meno, e spesso anche punto visibili: non so a UCCELLI SILVANI 271 che attribuire questa diversità, giacchè l’ho osservata e ne? giovani e ne’ vecchi, e in quelli presi in primavera, e in quelli presi in autunno, e ne maschi, e nelle femmine. Proporzione DELLE RemicanTI. Prima piccolissima; seconda più lunga di tutte. SINONIMIA Sylvia luscinicides Nobis. Nuovo Giornale de? Letterati Num. XIV, 1824. ibidem Num. XXII, 1925. ‘Description de l’Egypte pl. 13. fig. a. (1). DimeNSIONI. Lunghezza totale: soldi 5. pice. 5. Coda: soldi 2. quatt. 1. Apertura del becco: picc. 6. '/,. Tar- so: qualt. 2. Nota, Quest’ uccello ha una qualche somiglianza con la Sylvia fluviatilis Temm., ed anzi un poco mi tratterrò a ragionare sù questa somiglianza, giacchè conoscendosi la S. fluviatilis da’ più, per la sola descrizione che ne dà Tem- minck,-se si volesse giudicare della mia S. luscinioides pa- ragonandola solo con quella descrizione , non sarebbe facile il distinguere le differenze che separano le due specie, e vi sarebbe anche da crederle identiche. Io stesso quando mi capitò questa nuova specie, guidato solo dall’opera di Tem- minck rimasi indeciso, ma quando in grazia della gentilezza del Sig. Schraibers Direttore del Musco Imperiahe di Vien- na, potei paragonare la mia specie dubbia con un individuo della $, luviatilis che egli mi inviò, veddi chiaramente la gran differenza che passa fra l'una e l’altra. La S. fluviati- lis adunque nell’abito in cui la descrive Temminck nella seconda edizione del Januel d’ Ornithologie, e che è pre- (1) Io aveva già pubblicata da un pezzo la descrizione della $. luscinivides, quando essendomi capitata fra mano la bellissima ope- ra sull’Egitto, veddi nella tavola qui sopra citata, una figura esat- tissima di questo mio uccello. Ma nell’ esemplare che allora aveva fra mano mancava il testo concernente quella tavola: dopo quel tempo un altro esemplare ne ho esaminato, ma ancor quello aveva la stessa mancanza, e fui assicurato non esser fino ad ora stata pub- blicata la parte che io cercava. Se la cosa è realmente così, e che in altri luoghi non sia già data notizia di questa specie, essa allora deve seguitare a portare il nome da me assegnatole, altrimenti io glielo cambierò, e le darò quello con cui fu indicata prima di me. 272) ORDINE SECONDO cisamente compagna a quello dell’individuo inviatomi da Vienna, è sempre d’un colore più verde, tanto nelle parti superiori, che ne’ fianchi: le parti inferiori son di color bianco più puro: più bianche ancora sono le penne del sot- tocoda; e finalmente, e questo è il più essenziale carattere di distinzione fralle due specie, la sua gola gozzo e petto sempre son coperte da grandi macchie lanceolate di colore olivastro-cupo, mentre nella S. Zuscinioides queste parti o non hanno alcuua macchia, o ne hanno delle piccolissime, e tanto debolmente segnate, che appena si vedono, ma sol» tanto sù i lati del collo e sulla parte più alta del petto, e costantemente la parte media della gola e del gozzo ne sono perfettamente prive. Qualcuno potrebbe supporre che que- ste differenze dipendessero , o da una diversità di stagione, o d’età; ma oltre che l'analogia ci fa conoscere esser ciò difficile, sapendosi che tutte le Sylvie di questa famiglia poco o punto mutano d’ abito nell’invecchiare, o nel mutar della stagione, ciascuno sarà facilmente, credo io, persuaso dell’impossibilità d’ una tal ipotesi, quando saprà che nel Museo di Pisa esistono degli esemplari di S. luscinioides stati uccisi da me, tanto ia primavera, quanto io autunno e nel principio dell’inverno, e che tutti son vestiti nel modo medesimo e sempre diversissimi dalla $, fluviatilis ; e final- mente che la vera S. fluviatilis maì è stata trovata in Tusca- na, nonostante che io ne abbia fatte le più esatte ricerche, mentre che se fosse una varietà della Zuscinzioides, vi si do- vrebbe trovare, tanto più che questa non ci è molto rara (1). Costumi. Alla metà d’ Aprile si veggono comparire questi uccelletti. Allora stanno nascosti ne’ macchioni de’ paduli, e particolarmente in quelle piante di Tama- rici e Salci che son bagnate dall’ acqua. Sono pochissi- mo paurosi, essendo necessario d’ avvicinarvisi molto (1) Affinchè meglio sì possano apprezzare i caratteri che distin- guono queste due specie, unisco qui la frase comparativa della S. ftuviatilis fatta sull’ individuo ricevuto dal Museo di Vienna. SYLVIA FLUVIATILIS Mexer. Parti superiori olivastre: coda graduata, unicolore: seconda re- migante la più lunga: gola, gozzo, e petto, tutto coperto da larghe macchie lanceolato-olivastre. Sylvia corpore superne olivaceo: cauda unicolore, graduata : remige secunda longiore: gula, jugulo , pectore ex toto maculis latis lanceolatis olivaceis insignitis. Î UCCELLI SILVANI 275 perchè fuggano di dove sono stabiliti. Volano su’ ra- metti bassi; camminano sulla terra, e fra i vicini cespu- gli di Giunchi, cercando i piccoli vermi e le piccole mo- sche. Coll’ avanzarsi della stagione diminuiscono in nu- mero, ma nell’autunno qualcuno di più ne comparisce. Fino adesso non mi è stato possibile di trovarne il nido, benchè sia certo che quà nidificano, giacchè più d’ una volta nel Luglio e nell’ Agosto, ne ho avuti di quelli che da poco tempo erano volati. RUSIGNOLO DI PADULE SYLVIA CETTI Marmora, Superiormente castagno: coda unicolore, graduata: se- conda remiganie molto più corta della quarta, che è la più lunga. Sylvia corpore superne castaneo: cauda unicolore, gra- duata: remige quarta longiore, secundam admodun supe- rante, Becco scuriccio-carnicino. Tutte le parti superiori d’ un bel color castagno. Lati del collo e del petto ce- nerini. Penne cigliari , fascia sopraccigliare, gola, gozzo, e parte media del peito e dell’addome, di color bianco. Ali e coda castagne. Timoniere, in numero di dieci (1), larghe e piane. Penne del sottocoda castagno-chiare , marginate di bianco. Piedi scuro-carnicini. Proporzione DELLE RemiganTI. Prima mediocre; se- conda eguale alla nona; terza poco più corta della quar- la; quarta e quinta le più lunghe. SINONIMIA Usignòlo di fiume. Cetti, Uccelli della Sardegna p. 216. Marmora, Memorie della R, Accademia delle Scienze di Torino Tom. 25. Tav. 6. (1) Questo bel carattere, che facilita tanto la distinzione, della S. Cetti dalla S. Nluviatilis e luscinioides, con cui a prima vista si potrebbe confondere, non sono stato io il primo ad osservarlo; fu il Prof. Bonelli di Torino. Tomo I. 18 274 ORDINE SECONDO Schinz, Hist. natur. des nids etc. pl. 19. NOMI VOLGARI. TOSCANI Occhiorosso Pisano, STRANIERI Franc. Bauscarle, Ted. Cettischér Singer, . Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 4. pice. 2, Co- da: quatt. 5. picc. 1, Apertura del becco: picc. 7. Tar- SO: qualt. 2. di Abita nelle siepi, ne’ boschetti di Salci, Ontani, ec. che crescono lungo i fiumi, o ne’ luoghi bassi e paludosi. È raro che esca fuori de’ folti inaccli ni ove stà nascosto , ma facilmente conoscesi la sua pre- senza dal fischio cic-cidà, cic-cidà chiaro e forte con cui li fa risonare. Vola come i Forapaglie, e come que- sti sempre scaletta i rami e le cannelle, Mai non abban- dona i nostri piani, Propagazione. Fabbrica il nido ne’ macchioni poco lontani dall’ acqua, all’altezza circa di mezzo braccio da terra. Questo nido è emisferico, con la parete esterna mol- to grossa, formata di paglie e fusti di piante erbacee dis- seccate e mezze decomposte, perciò molto leggiere e pie- ghevoli. La parete interna è di paglie più aut e di cri- no, con pochissime penne. Le uova son subglobose; d’un bel color rosso-cupo un poco tendente al rosso-mattone, senza alcuna macchia. Fa la prima covata verso la metà di Maggio. FAMIGLIA VII. I FORAPAGLIE. PALUDICOLE CARATTERI DI FAMIGLIA Becco più corto della testa, sottile, Fascia SOPRACCIGLIARE larga, Copa graduata, PARTI su- PERIORI macchiate longitudinalmente d'un co- lor più intenso, Sane minore di quella del. lo Storno, "> qu a SLM I UCCELLI SILVANI 7-00 Rostrum capite brevius, tenue. FASCIA SUPER- ciLiarIs lata. CAuDA graduata. Corpus suPERNE maculis longitudinalibus saturatioribus nota- tum. StatuRA humilior Sturni. COSTUMI Non vivono i Forapaglie che in prossimità delle ac- i di li Ile de’ que. Alcuni dimorano fra le paglie, e Cannelle de’ pa- duli , altri ne’ cespugli di Giunchi da cui son circondati li stagni. Si cibano tutti degli insetti che in tanta abbon- 5 . (] le) . °. danza vivono ne’ luoghi umidi, e nessuno, o solo per caso, mangia de’ frutti. Han l'abitudine di salire e scen- dere su’ culmi perpendicolari delle Cannelle, e altre piante aquatiche; non son molto solleciti a prendere il volo, e quando sono entrati in qualche cespuglio , osti- natissimamente vi stanno nascosti. Non cantano in versi, ma solo hanno una voce forte e monotona priva di mo- dulazioni. Costruiscono un nido molto industriosamen- te, che ha l’apertura dalla parte superiore. Vi è poco 0 punto di differenza fra il maschio e la femmina, l’adulto e il giovane. Varie specie emigrano da uno a un altro continente . FORAPAGLIE SYLVIA PHRAGMITIS Becustern. Dorso lionato-olivastro, macchiato di nerastro: pileo ne- ro, macchiato di lionato-olivastro: fascia sopraccigliare ce- ciata: timoniere unicolori: seconda remigante subeguale alla terza, che è la più lunga. Sylvia dorso helvolo olivaceo, ex nigrescente maculato : pileo nigro, ex helvolo-olivaceo maculato: fascia superci- liari cicerina: rectricibus unicoloribus: remige secunda ter- tiam, longiorem, subeequante. Adulti. Becco nerastro, con la base della mascella inferiore gialla. Interno della bocca d’un bel color gial- lo-croceo. Fascia sopraccigliare larga, di color ceciato . 276 ORDINE SECONDO Penne del pileo nere, marginate di lionato-olivastro . Penne della cervice, della schiena, delle scapolari, lio- nato-olivastre, nerastre sul mezzo. Groppone e soprac- coda lionato-olivastro vivace. Lati del collo e petto, ce- ciato-olivastri. Penne della base dell’ addome lionate . Gola, gozzo, addome e penne del sottocoda, di color bianco leggermente ceciato. Penne delle ali e timoniere nero-olivastre, marginate d’ olivastro-lionato . Piedi ce- nerino-olivastri. Giovani dell’ anno. Hanno un margine più largo alle penne del vertice: le macchie nere della schiena più visibili; i colori chiari un poco più tendenti al fulvo, ed il petto asperso di piccole macchiette lanceolate, bruno- cenerine. Properzione peLLE RewicANTI. Prima molto piccola; seconda subeguale alla terza, che è la più lunga. SINONIMIA Naumann, Beschreibung und Vorstellung aller wald feld un wasser Voglen in Anhalt. Tab, 47. fig. 107. NOMI VOLGARI. STRANIERI l'ranc, Le Bec-fin PRG Ingl. The Sedge Warbler. Ted. Der Schilfsàuger. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 4. picc. 3. Coda: quatt. 5. Apertura del becco: picc. 6. Tarso: quatt. 2. Cosrumi. Abita sempre nell’ interno de’ Giunchi e de’ paglioni. Nel Settembre è molto comune, ma ai pri- mi d’ Ottobre parte, e non torna che nell’ Aprile; allora fino a che i paduli non siano rivestiti d’ erbe, si ritira ne’ campi di Grano. Propacazione. Nidifica sulla terra, fra le Cannelle, e fra i Giunchi. Il nido è fatto con RE secche di gra- migna, e borraccina: internamente foderato da poche penne. Le uova son quattro o cinque, giallastre, pun- teggiate finamente di più cupo, eccettuata bensì l’ estre- mità più ottusa. Io don lho mai trovato. % @ o È i | \lccELLI SILVANI 279 PAGLIAROLO SYLVIA AQUATICA Lars. Dorso giallo e nero: pileo nero, con una fascia media longitudinale gialla: fascia sopraccigliare gialla: timoniere unicolori: seconda remigante subeguale alla terza, che è la più lunga. i Sylvia dorso luteo et nigro: pileo nigro, fascia mediana, longitudinali, lutea notato: fascia superciliari lutea : re- ctricibus unicoloribus: remige secunda tertiam, longioreni, subcequante . Becco nero superiormente , giallastro inferiormente, Iride castagno-cupa. Fascia .sopraccigliare ceciata : un altra dello stesso colore scorre longitudinalmente sul pi- leo, partendo dalla base del becco: i due spazj intercet- tati da queste tre fasce sono d’un bel color nero. Penne della cervice, schiena e scapolari, giallo-lionate, con una bella macchia nera e bislunga sul mezzo: penne del grop- pone e sopraccoda colorite nello stesso modo, ma col color giallo più acceso. Lati del collo, fianchi e petto, color giallo-lionato. Gola quasi bianca. Gozzo, .parte media dell’ addome, e sottocoda, ceciati. Penne delle ali nere, marginate di ceciato-lionato. Timoniere ristrette , appuntate . Piedi giallo-carnicini. Proporzione peLLE RemigantTI. Prima piccola; se- conda e terza uguali, e le più lunghe. 7 SINONIMIA Motacilla aquatica. Gmel. Vieillot, Ornithologie Frangaise pl. 181. fig. B. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. La Fauvette des marais. Zngl, The Aquatic War- bler. Ted. Der Dinsen Singer. | DimenstonI. Lunghezza totale: soldi 4. Coda: quatt. 5. Apertura del becco: picc. 6. Tarso: picc. g. 338 ORDINE SECONDO Costumi. Nell’ Agosto, Settembre, ed anche ne’ pri- mi d’Ottobre si trova un immensa quantità di questi i uccellini ne’ paduli e stagni ove sono molte erbe. Vola- i no di canna in canna, salgono e scendono continuamen- ‘ te sopra di queste e su’ giunchi, beccando gl’ insetti e i spesso per cerc arli si posano anche sull erba bassa che î i Ù) veste i margini di questi paduli. In quel tempo son gras- si in modo (che han perso quasi le forme, e che appena posson volare. Nell’ inverno spariscono tutti . Propagazione. Credo che nidifichino in Toscana; ma il loro nido non l’ho mai potuto vedere. FORAPAGLIE MACCHIETTATO e AG SYLVIA LOCUSTELLA Lara. Parti superiori olivastre, macchiate di nero? seconda re= migante più corta della terza, che è la più lunga: timoniere scale Sylvia corpore superne olivaceo, nigro-maculato: remige è tertia longiore, secundam superante: rectricibus unicoloribus. Becco gialliccio-carnicino, con la parte superiore ne- rastra. Penne di tutte le parti superiori olivastre, con una macchia nera rotondata nel mezzo. Lati del collo e pet- to di color giallo un poco ceciato. Fianchi color d’ oliva un poco tendente al lionato. Gola, gozzo e addome, bianchi: le penne della base del gozzo hanno nella lor parte media una macchiolina rotonda cenerino-cupa. Re- 4 miganti e timoniere nerastre, marginate d’ olivastro. TI- moniere larghe, piuttosto E in cima. Piedi car- licei 4 | ProPorzione DELLE ReMIcANTI. Prima piccola; se- conda poco più corta della terza, che è la più lunga . SINONIMIA Schinz, Hist. natur. des nids etc. pl. 18. Vieillot, Ornithologie Frangaise num, 581. fig. 3. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Bec-fin locustelle. Ing. The Grashopper Warbler. Ted. Der Heuschrecken Singer. UCCELLI SILVANI 279 Dimensioni. Lunghezza totale : soldi 4. pice. g. Coda: soldi 2. Apert. del bceio: pice. 5. a. Tarso: pico. 99/0 Cosrumi. Questa specie è per noi una delle più rare, e non sò che in Toscana ne siano stati trovati altri indi- vidui che quello conservato nel Museo di Pisa. L’uccisi nel padule d’ Arnino; nel Settembre del 1823: era in un boschetto di T'amarice. Propacazione. Il suo nido non lo conosco. Schinz dice che lo fabbrica con fili d’erba e sostanze cotonose, dentro i grandi macchioni di piante spinose, a poca al- tezza da terra. Le uova son verde-mare chiaro ; coperte da piccole linee e punti olivastri e cenerini. FORAPAGLIE CASTAGNOLO SYLVIA MELANOPOGON Tewmm. Dorso castagno e nerastro: pileo nero: fascia sopracciglia» re bianca: seconda remigante molto più corta della quinta, che è la più lunga: timoniere unicolori. Sylvia dorso castaneo et nigrescente: pileo nigro: fascia superciliari albescente: remige quinta longiore, secundani multo superante: rectricibus unicoloribus. Becco nero. Pileo nero, con qualche sottile stria ca- stagna. Cervice, groppone e sopraccoda, bajo-castagno . Deo sopraccigliare di color bianco leggermente tinto di castagno . Penne della schiena, dot e cuOpritrici delle ali dello stesso colore, con una fascia nera longi- tudinale sulla parte media. Gola, gozzo e parte bici dell’ addome, bianche. Lati del Gallo petto e fianchi, bianco-castagno chiaro. Le penne della parte media del petto Barzio una piccola stria scura sullo stelo. Remigan- i e timoniere nere, marginate di castagno. Piedi nerastri. PropPorzione DELLE ReMIGANTI. Prima corta; secon- da più corta della terza; terza poco più corta delli quar- ta; quarta subeguale alla quinta, che è la più lunga. SINONIMIA Storia degli Uccelli Tav. 380. L' uccello figurato in que. a8a ORDINE SECONDO sta tavola è sicuramente la Sylvia melanopogon: e se egli avesse più distinta la fascia sopraccigliare, con ogni esattez- za sarebbe stato rappresentato. Per errore fu dipinto sul ni- do del Pendolino. AM gi \ Temm. et Laug. Planch. coloriées num. 245, fig. 2. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 4. quatt. 2. Co- da: quatt. 5. Apertura del becco: pice. 6. '/,. Tarso: quatt. 2. Costumi. Questa specie è da poco tempo conosciuta: e non sò che fino ad ora sia stata trovata in altri luoghi che in Toscana. Arriva, per il solito, verso il principio dell’ inverno, ed in primavera quasi sempre qualcuno se ne trova: ma il suo passo, per quel che sembra, non è molto regolare. Poco io sò de’ suoi costumi: quelli che ho uccisi, volavano fra le canne, e saltellavano ne’ mac- chioni di Tamarice, come gli altri Forapaglie. BECCAMOSCHINO SYLVIA CISTICOLA Temm. Dorso giallo-lionato e nero: timoniere, inferiormente con una macchia nera verso la cima, e terminate di biancastro : seconda remigante assai più corta della quinta, che è la più lunga. Sylvia dorso luteo-helvolo et nigro: rectricibus inferne versus apicem nigro-maculatis, apice albescentibus: remige quinta longiore, secundam multo superante. Becco bruno-nero di sopra, giallastro di sotto. Penne del pileo un poco più lunghe delle altre. Le penne del- la schiena, le cuopritrici delle ali e del sopraccoda son nere nel mezzo, col margine giallo-lionato . Cervice giallo-lionata scuriccia. Gola, gozzo e parte media del- l'addome; bianco-candida. Petto giallo-lionato chiaro . Fianchi e sottocoda di questo stesso colore, ma un poco più intenso. Groppone lionato. Remiganti bruno-nera- stre marginate di lionato. Timoniere superiormente bru- no-nere marginate di giallastro: inferiormente cenerine con una macchia nera ben limitata, posta un poco avant i ‘ af UCCELLI SILVANI “asi l'apice: lo spazio compreso fra questo e la macchia ne- ra, è di color bianco-grigio . Piedi giallo-carnicini chiari. Femmina. Fuori del tempo degli amori non v'è differenza veruna fra i due sessi, ma in quell’ epoca è facile conoscerli per il colore della parte interna della bocca. Il maschio 1’ ha d’ un bel color nero-violeito; la femmina 1° ha gialla. ProPorzione pELLE RemIcANTI. Prima mediocre; se- conda eguale alla nona; terza subeguale alla quarta ; quinta poco più lunga della quarta, e la maggiore. SINONIMIA Temminck et Laugier, Planch. coloriées etc. pl. 6. fig. 3. Schinz, Hist. natur. des nids etc. pl. 24. Nuovo Giornale de’ Letterati Tom. VI, Tav. . (il nido). NOMI VOLGARI. TOSCANI Beccamoschino, o Tinti Pisano. STRANIERI Franc. Le Bec-fin cisticole. Ted, Der Cisten Sanger; Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 3. quatt. 1. Co- da: soldi 1. picc. 3. Apertura del becco: picc. 5. 1/.. Tarso: qualt. 2. Vota. Da Temminck e da altri Ornitologi che lo hanno Imitato, questa Sy/via è stata posta nella sezione delle IMu- scivore, ossia nella mia famiglia de’ Lu}. Ma essa era mal collocata . La sua coda graduata, le ali corte e rotonde, il vivere vicino all’acqua, il modo con cui costruisce il nido, sono appunto | caratteri che distinguono i Forapaglie, e che non sl riscontrano mai in alcun Luì. Cosrum. In tutti i luoghi palustri, coperti di Giun- chi e d’erbe alte, trovasi il Beccamoschino nelle nostre pianure, Quando è fermo di rado si vede, perchè stà nascosto nell’interno de’ cespugli o fra l’ erbe; ma or- dinariamente dopo esser rimasto per due o tre minnti a 582 ORDINE SECONDO saltellare fra i rami delle Tamarici, Prunbianchi, Spin: cervini, ec. o a scorrere sopra le foglie de’ Giunchi, Cannelle, e Ciperi, beccando i piccoli insetti, s’ inalza nell’aria; e dopo che volando si è trattenuto per un pic- col tempo alla medesima altezza, cala di nuovo a na- scondersi dentro qualche aliro cespuglio. Il suo volo non è unito né rettilineo, ma resulta dalla riunione di molte curve guardanti con la loro concavità in alto, curve che sono eguali in numero a’ colpi d’ ale dati dall’ uccello . Volando, per il solito manda un fischio acuto e forte, che sentesi anche ad una distanza assai graride; e che in qualche maniera si può imitare con la sillaba czin, fa- cendo appena sentire la prima lettera c, e l’ ultima n, nel pronunziarla. Ecceituando il forte dell’inverno , tro- vasi sempre fra noi: nell'estate, e nell’ autvinno abita e- sclusivamente i paduli e le giuncaje; ma in primavera quando ricomparisce, e che trova questi luoghi affatto desolati, e spogliati di qualunque pianta dalle burrasche e ghiacci dell'inverno, allora va ad abitare provvisoria- mente le erbe alte de’ prati, e i campi di cereali. PropAcaAzionE. Cominciano a fare il nido per la prima covata in Aprile. L'ultima covata la fanno nell’ Agosto, e qualche anno ancora nel Settembre. Il nido è sempre posto mezzo braccio, circa, alto da terra, entro un ce- spuglio di piante graminacee, o di Salicchio, o di Can- nelle. Le foglie o culmi di queste piante ne costituisco- no l’esterna parete, essendo collegate insieme, e quelle che dovrebbero passare per il luogo occupato dal nido medesimo, avanti d’ arrivarvi sono state curvate una o due volte, in modo da fare delle ripiegature tali, che con il loro intersecamento ne formino la parete inferio- re. È poi ammirabilissimo il modo con cui tutte queste foglie sono insieme collegate: non v'è niente d’ intral- ciato come negli altri nidi, ma esse sono unite insieme da vere cuciture. Nel margine di ciascuna foglia, 1’ uc- celletto fa col becco delle piccole aperture, attraverso alle quali passa uno o più cordoncini formati con tela di ragno, con chiome de’ semi d’ Asclepiadee , d’ Epi- ù | È 9 è DI > 0 dgr» e Lo n fe Pe i } a UCCELLI SILVANI | 283 lobi, di pappi di Singenesie, ec.. Questi cordoncini non son molto lunghi, e bastano solo per passare due o tre volte da una foglia all'altra: son disuguali in grossezza, ed han de’ gruppetu sparsi in qua e in là che pajono no- di. La parete interna del nido è fatta con sole lanugini, quasi tutte vegetabili. I nidi costruiti in Aprile son sem- pre fatti più grossolanamente, giacchè allora mancano a Beccamoschini i materiali necessari per fabbricarli con la solidità e l'eleganza di quei dell’ Agosto. Le uova son quattro o sei per covata, di color bianco , ora tendente al carnicino, ora al celestognolo. FAMIGLIA VII I MACRORANEI. M.ACRORAMPHI CARATTERI DI FAMIGLIA Becco subeguale alla testa, punto o quasi punto intaccato, conico; subtetragono, piut- tosto grosso, particolarmente alla base. Fascia sopraccigliare ristretta, biancastro-sudicia . Copa subrotondata, unicolore. Timomere in ci- ma rotondate, o rotondato-cuneate. Parti su- PERIORI non macchiate, inrERIORI di color chiaro. RostRuM capiti subaquale, vix aut nihil e- marginatum , conicum, subtetragonum, cras- siusculum, prasertim ad basim. Fascia superci- liaris angusta, spurco-albescens. Chupa sub- rotundata s unicolor. RemiGEs apice rotundata, vel rotundo-cuneatae. Corpus sUPERNE immdcu- latum: inrerNne pallidum. , NB. Stecome non è difficile il confondere gli uccelli di questa famiglia, con quelli della famiglia delle Sylvia, e delle Musci- vor, per evitare li sbagli st osservi accuratamente la forma e pro- porzione del becco, e l'estremità delle timoniere. Nota,I caratteri che ho adoprati per questa famiglia, 284 | ORDINE SECONDO son certamente di piccola importanza, ed a fatica serviranno per distinguere le poche specie che qui son riunite, da quel- le delle altre famiglie. Ma per quanta attenzione abbia im- piegata ad esaminare questi uccelli, non mi è stato possi- bile il trovare in essi caratteri comuni di maggior rilievo, benchè dal loro portamento, e da’ loro costumi si vedrà fa- cilmente quanta affinità abbian fra loro e quanto dagli altri diversifichino. Di più, mì era indispensabile lo stabilire questa famiglia, per impedire che mediante le specie in es- sa comprese, le Sylvie paludicole non si unissero con le Sylvicole, nè con le Muscivore. Ma io qui lo repeto: la naturalezza del genere Sylvia è così grande, son tanto nu- merosi i punti di somiglianza fra una e un altra specie, che è cosa difficilissima, se non impossibile, il classare queste specie con chiarezza e precisione. CANNARECCIONE SYLVIA TURDOIDES Mexer. Parti superiori grigio-olivastre-rugginose: inferiori bian- co-ceciate: seconda terza e quarta remigante le più lunghe: statura poco minore di quella dello Storno. Sylvia corpore superne griseo-olivaceo-ochraceo: inferne albo-cicerino: remigibus secunda tertia et quarta longiori- bus: statura paullo humilior Sturni. Becco grosso: scuro-nero in cima, giallastro alla base della mascella inferiore. Parti superiori grigio-olivastre- rugginose. Groppone di colore un poco più vivace. Par- ti inferiori e fascia sopraccigliare color bianco-ceciato- sudicio. Remiganti e timoniere scuro-nero-gialliccio . Piedi cenerino-olivastri. Proporzione peLLE RemicANTI. Prima piccola; se- conda poco più corta della terza, che è la più lunga. SINONIMIA Turdus arundinaceus. Gmel. Vieillot. Bonaparte. Buffon, Planch. enlum. num. 513. NOMI VULGARI. TOSCANI Cannareccione Bientinese. Cannajola Valdichiana . a, RI” È DI ha % ri I ie p* | UCCELLI SILVANI 285 STRANIERI Franc. La Rausserolle. Ing. The red Thrush. Ted. Der Rhordrassel. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 6. pice. 10. Co- da: soldi 2. quatt. 1. Apertura del becco: picc. g. Tar- so: soldi 1. Cosrumi. Nella buona stagione si trova il Cannarec- cione in gran quantità ne’ paduli fra le Cannelle alte, e le erbe. Verso l’ Ottobre parte per andare a svernare di là dal mare. Ha una voce forte e squillante, che fa quasi sempre sentire. Qualche volta si stabilisce anche ne’ ce- spugli che pendono sulle correnti de’ fiumi. ProPAgazioNE. Il suo nido è con grand’ arte intessuto fra le Cannelle: ordinariamente quattro di queste passa- no nell’ interno delle sue pareti, e lo sostengono come colonne. È formato con paglie, scorze, e fili d’ erbe a- quatiche: ha il fondo molto alto, e forie. Le uova, che sono quattro o cinque per covata, hanno un bel colore celestognolo, e sono macchiate molto ed irregolarmente di scuro. BECCAFICO DI PADULE SYLVIA ARUNDINACEA Lara. Parti superiori grigio-olivastre-rugginose : inferiori bian- co-ceciate: seconda terza e quarta remigante le più lunghe: statura d’un Beccafico. Sylvia corpore superne griseo-olivaceo-ochraceo: inferne albo-cicerino ; remigibus secunda tertia et quarta longiori- bus: statura Ficedule. Becco superiormente nerastro , inferiormente bruno- giallastro . Parti superiori di color grigio-olivastro-ruggi- noso. Parti inferiori di color bianco tendente leggermen- te al lionato. Penne cigliari, de’ fianchi, e sottocoda, color bianco-lionato . Fascia sopraccigliare di questo stes- so colore, ma appena visibile. Remiganti e timoniere ce- nericcio-brune. Piedi cenerino-giallastri. 5A Mi Agi fe 286 ORDINE SECONDO Prororzione peLLE RemicANTI. Prima piccola; se- conda poco più corta della terza; terza più lunga di tutte. SINONIMIA Sylvia arundinacea . Lath. Temm. Meyer et Wolf, Ois. d'Allem. Livr. 23, pl, 3. fig. 1. ( maschio), fig. 2. ( femmina). Beccafico di padule grigio, Stor. degli Uccelli Tav, 394. fig. Schinz, Hist, natur, des nids etc. Fasc, 1. pag. 2. pl. 2. ( nido ). NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. La Verderolle. Ted. Der Sumpfsanger. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 4. picc. 5. Co- da: quatt. 5, pice. 1. Apertura del becco: picc. 7. Tar- so: quatt. 2, Cosrumi. È molto comune nelle nostre pianure umi- de: vive costantemente nel più folto delle canne, de’ salci, e de’ macchioni prossimi all’acqua, Alla fine d’ Ot- tobre sparisce, per ritornare in primavera . Propagazione. Credo che nidifichi fra noi, ma fino adesso non mi fu dato trovarne il nido. Secondo Schinz lo fabbrica fra i giunchi, intraleiandone due o tre nelle sue pareti. Questo nido è molto lungo, benchè la sua cavità sia piccola: è formato di foglie secche di piante palustri, di borraccina, di lanugini di Salcio, di Tifa, ec. Le uova son quattro o cinque, di color grigio-bruno, con macchie più cupe che si uniscono e confondono in- sieme sull’ estremità più ottusa. Nota. Quest’ uccelletto, a confessione di molti Ornitolo» gi, somiglia talmente la Sylvia palustris per le forme e co- lori, che è cosa ben difficile il distinguere 1’ una dall’ altra: ma i loro costumi dicono esser talmente diversi, da non la- sciar dubbio alcuno sulla diversità delle specie. Temminck nel suo Manuale d’Ornitologia, assegna delle frasi a queste due specie: ma esse sono state per me di tanto poco valore, che giammai mi è riescito mediante di esse determinare s I’ uccello che esaminavo apparteneva alla specie della sl "UCCELLI SILVANI 287 via palustris, o dell’ arundinacea (1). Secondo però i co- stumi, mi è sembrato che quella qui sopra descritta sia la Sylvia arundinacea. Se non fossero stati degli autori d’ un esattezza tanto cognita, come Schinz e Temminck, che ci assicurassero dell’ esistenza della Sylvia palustris, io, gui- dato dalle osservazioni fatte in Toscana, sarei quasi incli- nato a credere immaginaria questa specie, o che essa altro non fosse se non una varietà dell’ppolaîis. Fra noi la S, Hippolais ha precisamente i costumi medesimi che dai so- pracitati autori assegnansi alla palustris, e di più la descri- zione che Temminck ne dà conviene molto bene a’ giovani individui dell’ Hippolais. Ma oltre l’antorità di Schinz e di Temminck, s' oppone a questo mio pensiero anche il luogo ove dicono che la palustris fabbrica il nido, giacchè, secon- do le osservazioni di Schinz, lo pone sulle radici degli ar- boscelli palustri, luogo ben diverso da quello ove lo pone l’ Hippolais, ed anche diverso è il colore che egli assegna alle uova. BECCAFICO CANAPINO SYLVIA HIPPOLAIS Lat. Superiormente olivastro: inferiormente giallo-sulfureo ; piedi cenerino-giallastri: terza, quarta e quinta remigante subeguali, e le più lunghe, 0 Sylvia corpore superne olivaceo: inferne sulphureo: pe- dibus cinereo-lutescentibus: remigibus tertia quarta et quin- ta subeequalibus, caeteras superantibus . I | Adulti. Becco giallo-scuro, lungo, grosso, con lo spigolo superiore molto cospicuo. Tre peli lunghi e ri- gidi son posti da ciascun lato della base della mascella superiore . Parti superiori di colore olivastro-giallo. Par- ti inferiori giallo-zolfine, pallide, Regione orbitale gial- la: fascia sopraccigliare gialla, Remiganti e timoniere (1) Sylvia arundinacea, Lath. Bec comprimé è la base; pluma- ge genéralement teint de roussàtre. Sylvia palustris, Bechst. Bec plus longe que haut à sa base; plu- mage genéralement teint d’olivàtre. Temm. Man. d’ Ornith. etc, Tom. 1. pag. 191. 192. È Aa "I 288 ORDINE SECONDO nerastre, marginate del medesimo colore olivastro del dorso. Piedi cenerino-giallastri. I . Giovani. Hanno le parti inferiori di color più chiaro, e 1 peli della base del becco più corti. Proporzione DELLE RemicanTI. Prima piccola; se- conda poco più corta della sesta; terza più lunga della seconda e subeguale alla quarta, che è la maggiore di tutte. SINONIMIA Motacilla Bippolais. Lin. Sylvia polyglotta. Vieill, Cannevarola. Aldrov. Ornith, Tom. 2. pag. 754. Beccafico canapino. Olina Uccell. pag. 11. Canaparola. Stor. degli Ucc. Tav. 392. n. 1. fig. cattiva. Schinz, Hist. natur. des nids etc. pl. 5. Sing-Vogel Teusch, pl. 5. DI NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. La Fauvette a poitrine jaune, /ng/. The petty- chops Warbler. Ted. Der gelbbaiichigher Siiager. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 4. picc. 3. Coda: quatt. 4. pice. 3. Apertura del becco: picc. 6. ‘1. Tar- 80: piece. 8. 1/5 Nota, Temminck collocò questa specie nella sezione del. le Muscivores, che corrisponde alla mia famiglia de’ Luì. Ma io non trovo fra il Beccafico canapino, e le vere Musci- “vore o Luì altra somiglianza che ne’ colori, carattere, come oguun sù, sempre di secondaria importanza, La struttura del suo becco è diversissima da quella del becco de’ Lul: l’ estremità delle timoniere le ha rotondate, e le Muscivore le hanno troncate: egli costruisce il nido sempre su’ rami, e con l'apertura rivolta in alto, mentre i Luì lo costruisco- no sulla terra, e con apertura laterale . Costumi. Abitano questi uccelli tanto i boschi, che gli orti ed i giardini, così in monte come in piano, ne- gli alberi cespugliuti, ne’ sieponi, e ne’ campi di canapa. Da noi compariscono nel Maggio e vi si trattengono fino r UCCELLI SILVANI 589 alla metà di Settembre. Mentre essi sono in amore, han- no una voce piacevole, delicata, e variabilissima, e can- iano quasi continuamente posati sull’estremità d’ un ramo mediocremente alto . Propagazione. Il nido lo fanno poco alto da terra. È formato con foglie di graminacee secche quasi decom- poste e incanidite, così che leggerissime e cedevolissime, bene si ripiegano, e possono intralciarsi perfettamente insieme. Esse son mescolate ancora con tele di ragno e con lanugini, e particolarmente di semi di Pioppo . La parete interna è di crini e sottilissime paglie. Tutto il ni- do ha una forma quasi sferica. Le uova sono cinque, d’ un bel color rosso-carnicino , leggermente tendente ali’ ametistino, con molte macchie e strie sottili bruno- nerasire . FAMIGLIA IX. I LUI. MUSCIVORXZ CARATTERI DI FAMIGLIA Becco più corto della testa, sottile, debol- mente intaccato, FASCIA sOPRACCIGLIARE gialla. Copa troncata, o leggermente forcuta, unico- lore. Timoniere obliquamente troncate in ci- ma. ParTI suPERIORI senza macchie; olivastre, o cenerognole: inrerIorI di color chiaro, bian- che, o giallastre. | RostRum capite brevius, tenue, vix emargi- natum. Fascia suPERCILIARIS /utea. CAUDA trurn- cata, vel subfurcata , unicolor. RecTRICES api- ce oblique truncate. Corpus superNE immacula- tum, olivaceum vel cinereum: incerne pallidum, album vel flavescens. to? Tomo I. 19 299 ORDINE SECONDO x COSTUMI È costituita la famiglia de’ Zu} da piccoli uccelletti, vivacissimi, che sempre sono in moto, che sempre fi- schiano, Si cibano di soli insetti e vermiciattoli, che continuamente stanno cercando sulle piante, o li pren- dono nell’aria inseguendoli a volo. Tutti costruiscono il nido in terra nascosto fra I erbe; nido voluminoso in proporzione del loro corpo , quasi sferico, con apertura laterale, fatto con foglie secche e mezzo decomposte, e scorze di piante erbacee, Egli contiene delle uova bian- che, macchiate di rosso-scuro. Tutte le specie si somi- gliano per le forme, e colori; tutti superiormente son verdastri, o giallo-olivastri, hanno la fascia sopracciglia- re o gialla, o verde-chiara, e le parti inferiori bianche, o giallognole, Nota, Due sole mutazioni ho fatto a questa famiglia che Temminck stabili nel suo Manuel d’Ornithologie col nome delle. Muscivore, e sono d’ averci tolta la Sylvia Hippolais, che è un Macroranfo, e la Sylvia cisticola, che è un Fo- rapaglie * LUL VERDE SYLVIA SYLVICOLA Lara. Parti superiori giallo-olivastre: inferiori bianche, late- ralmente gialle: seconda remigante eguale alla quarta. Sylvia corpore superne luteo-olivaceo :\inferne albo: a latere luteo: remige secunda quartam cequante . Becco nerastro. Tutte le parti superiori d’ un bel'co- lore giallo«olivastro. Fascia sopraccigliare, penne ciglia- ri, gote, gola e lati del petto, d'un bel color giallo-ca- narino debolissimamente tendente al verdognolo. Gozzo, addome e sottocoda, bianco-purissimo. Penne delle ali e della coda bruno-nere, marginate dello stesso colore olivastro delle parti superiori. Piedi grigi. pala Prororzione DELLE ReMiGANTI, Prima appena visi UCCELLI SILVANI 29i bile; seconda eguale alla quarta; terza la più lunga di tutte. | SINONIMIA i Sylvia sybilatrix. Bechst. Temm. Manuel d’Ornith. Planches coloriées Chajer 41. num. 245. fig. 3. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Bec-fin siffleur. Ingl. The Wood Warbler. Ted. Der griiner Sanger. Dimensroni. Lunghezza totale: soldi 4. Coda: quatt. 4. picc. 2. Apertura del becco: picc. 5. */3. Tarso: picc. 7. Cosrumi. Nel corso della state abita sù i nostri mon- ti: l’inverno lo passa in Egitto e in Asia. Nella pianura Pisana non si trova che in Aprile, e solo in que’ giorni in cui dura il suo passo. Allora si vede volare in quan- tità sù quegli alberi le cui gemme o sono per aprirsi, o sono aperte di poco. Propagazione. Nidifica su’ monti della Toscana: va- r} nidi mi sono stati mandati da Castelnuovo di Val di Cecina. Questo nido è quasi sferico, con l’ apertura la- terale, formato di pagliuzze, foglie secche, e scorze. Le uova sono quattro o sei per nido, bianche, macchiate di rosso-fegatoso . o LUI GROSSO SYLVIA TROCHILUS Lara. Parti superiori olivastre, inferiori biancastre macchiate di giallo-zolfino : remigante seconda snbeguale alla sesta. Sylvia corpore superne olivaceo, inferne albido sulphureo maculato: remige secunda sextan subequante. di Becco bruno. Parti superiori di colore olivastro. Go-. la, gozzo, petto, fianchi, addome, fascia sopraccigliare e penne cigliari, d’un bel color giallo-zolfino. Gola, ZOzzo, petto, e parte superiore dell’ addome, con mac- chie giallo-zolfino più intenso. Remiganti e timoniere brano-nere, marginate di giallo-olivastro. Piedi seuro- Carnicini. Mus, ORDINE SECONDO Proporzione pELLE RemicanTI. Prima medioere; se- conda poco più lunga della sesta; terza e quarta eguali, e le più lunghe. SINONIMIA Motacilla Trochilus. M. acredula. Lin. Sylvia Fitis. Bechs. Sylvia flaviventris, Vieill. Regulus seu Trochilus non cristatus. Aldrov. Ornith. pig. 653. Tab. 654. Regolo cenerino, o comune maggiore, o Lul grosso. Storia degli Uccelli Tav. 391. fig. 1. Schinz, Hist. natur. des nids etc. pl. 24. NOMI VOLGARI. TOSCANI Beccafico finocchio Pisano. STRANIERI Frane. Le Pauillot ou le Chantre. /rng/. The Yellow- Wren. Ted. Der Fitis Sanger. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 4. piec. 3. Co- da: quatt. d, Apertura del becco: picc. 5. %/3. Tarso: quait. 2, } Cosrumi. Si trova nelle pianure a’ suoi due passi , cioè in Settembre ed in Aprile. Non va in truppe come la Sylvia rufa, ma solitaria, o al più a coppie. Per il fischio poco differisce dalla suddetta specie, ma lo fa sentire più di rado. Propagazione. Io non ne ho mai trovato il nido. Se- condo Temminck, è sferico, lo fabbrica sulla terra vici- no alle radici degli alberi, e contiene sei uova bianche, macchiate di rosso-cupo-porporino . LUI PICCOLO SYLVIA RUFA Uan. Parti superiori scuro-olivastre, inferiori biancastre mac- chiate di giallastro: remigante seconda subeguale all’otiava. Sylvia corpore superne fusco-olivaceo, inferne albido, maculis lutescentibus : remige secunda octavam subaquante . UCCELLI SILVANI 293 Becco scuro. Fascia sopraccigliare giallo-sudicia: par- ù superiori di colore olivastro fosco: inferiori bianco- sudice. Gola, gozzo, lati del collo e petto, macchiati da piccole strie giallo-zolfine. Remiganti e timoniere bru- no-nere, marginate di giallo. Piedi carnicino-scuriì. Proporzione DELLE ReMiIGANTI. Prima corta; secon- da subeguale all’ ottava; terza, quarta e quinta subegua- li, e Je maggiori. SINONIMIA Motacilia rufa. Lin. Sylvia collybita. Vicillot, Asilus. Aldrov. Ornith. Tom. 2. p. 657. Regolo comune, volgarmente Lul. Svoria degli Uccelli Tav. 390. fig. 1. Schinz, Hist. natur. des nids etc. pl. 23. NOMI VOLGARI. TOSCANI Luì, Luicchio Pisano. ‘STRANIERI — Franc. Le Bec-fin véloce. Ingl. The rufous Warbler. Ted. Der Weiden Sanger. i Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 3. quatt. 2. Co- da: quatt. 4. Apertura del becco: picc. 4. */5. Tarso: picc. 7. Costumi. In Ottobre arriva da noi in abbondanza, e vi rimane fino alla primavera. Ordinariamente va in branchi di sette o otto individui, ma ciascuno stà molto distante dall’altro, cosi che quasi mai più di due 5’ ag- girano sul medesimo albero. È un uccellino vivace ed allegro, che sempre scherza con i suoi compagni, sem- pre è in moto; ora battendo le ali e la coda saltella di rametto in rametto, o s’attacca.a’ tronchi degli alberi : ora agile come una farfalla insegue gli insetti a volo, sempre ripetendo in tuono lamentevole un piccolo fi- schio, che assai bene s° esprime col suo proprio nome lu. La sera è uno degli ultimi ad andare a dormire: il 294 ORDINE SECONDO Pettirosso, già a pollajo nel macchione ha smesso di can- tare, già il Merlo chioccolando saluta la notte che arri- va, mentre tuttavia il Luì svolazza sopra gli arboscelli, ed inalzandosi a piombo nell'aria, spesso librato sulle ali, vi si trattiene immobile e come sospeso, dando la caccia alle Culicî , alle Coretre ed altre piccole mosche, che a quell’ ora danzano a branchi fra albero e albero. Propacazione. Fa il nido sù i nostri monti alti: io ne ho avuto uno da quelli di Castelnuovo di Val di Cecina. Questo nido è sferico, di pareti grosse, fatte con foglie secche, e fieno delicatissimo, esternamente foderate da paglie, internamente da penne. Le uova son quattro o cinque per covata, bianche, con una corona di punti rosso-fegatosi attorno all’ estremità più ottusa, e qualcu- no rado, e sparso sopra le altre parti. LUI BIANCO SYLVIA BONELLI Vixizvor. Parti superiori cenerino-verdastre: groppone giallo-ver- dastro: parti inferiori bianco-sericee; seconda remigante subeguale alla sesta. Sylvia corpore superne cinereo-virescente: uropy "gio fla- vo-viridi: inferne albo-sericeo: remige secunda ‘sextane subcequante . Becco scuro-nerastro. Pileo, cervice, schiena e sca- polari, di color cenerino i issimamente tendente al verdastro. Groppone e sopraccoda d’ un bel color verde- giallo vivace. -Remiganti e timoniere bruno-nere, con un “margine assai largo del color del groppone. Fascia so- praccigliare biancastra. Tutte le parti inferiori bianco- sericeo-candido . Piedi scuro-nerastri. ProPorzione DELLE RemicANTI. Prima mediocre; se- conda eguale alla sesta; terza e quarta eguali, e le più lunghe. SINONIMIA Sylvia Nettereri, Temm. Planch. coloriées num. 24» UCCELLI SILVANI — 295 Pouillot d gorge blanche. Bonelli, Catalogue des Oiseaux du Piemont. PRI di Schinz, Hist. natur. des nids etc. pl. 28. Dimensioni, Lunghezza totale: soldi 4. Coda: quatt. 4. picc. 3. Apert. del becco: picc. 5. 1/3. Tarso: quatt. 2. Costumi. Si trova nelle pianure solo al tempo de’ suoi passaggi, cioè in Aprile, nell’ Agosto, e in Settembre: va solitario, e fischia di rado, e con voce diversa da quella del Lui piccolo. Ama gli alberi ben fronzuti, e i campi di Saggina. L'estate stà sopra i nostri monti alti. PropAcazione. Il nido lo fabbrica sopra i monti, sù la terra, fra l’erbe, e fra le felci; egli è come quello degli altri Luì, sferico e con apertura laterale. Le sue pareti sono di fieno, radichette, e scorze, esternamente vestito di foglie secche. Le uova, in numero di quattro o cin- que, son più globose di quelle degli altri Luì, bianche, e tutte asperse fittamente di punti di color rosso-fegatoso. GENERE XXIX. TROGLODITES Leica. CARATTERI GENERICI . Becco subeguale alla testa, subulato; non intaccato. Lincua setolosa nell’ apice, e sotto l'apice. Narici semichiuse da una membrana nuda. Tarso più lungo dell’ apertura del bec- co, scudettato. Rostrum capiti subaguale, subulatum; inte- grum. Lincua apice, et pone apicem setosa . Nares semiclausa membrana nuda. Tarsus longior hiatu rostri, scutellatus. Becco subeguale alla testa, subulato, leggermente com- presso verso la cima. Mascelle col margine intierissimo. La superiore leggermente curva. Lingua scariosa, stret- ta, lunga, terminata da setole disposte in tre ordini; uno 996 ORDINE SECONDO ! medio più lungo, due laterali situati più in basso; e più corti. /arici basilari, bislunghe, scoperte; semichiuse superiormente da una piccola membrana nuda. Z'arso più lungo del dito medio, coperto da poche squame. Diti tre davanti, uno di dietro; l'esterno saldato alia base col medio. Unghie mediocri; la posteriore più lunga, e più arcuata dell’ altre. Coda rotondata, di do- dici timoniere. Al piccole, rotondate. Prima remigan- te corta: seconda eguale all’ ottava: terza e quarta le più lunghe, SCRICCIOLO TROGLODITES EUROPEUS Leacn. Superiormente color castagno, ondolato di nero: becco diritto. Troglodytes corpore superne castaneo , nigro-undulato : rostro recto. Becco bruno-carnicino. Tutte le parti superiori di co- lor castagno più o meno rossastro. Lati del collo mac- chiati di biancastro. Fasce sopraccigliari strette, bianca- stre. Il pileo e la cervice quasi unicolori, ma le penne del dorso e le scapolari sono striate in traverso finamen- te di nero. La gola, il gozzo, il petto e l'addome color bianco-sudicio, I fianchi son dipinti da strie trasversali ondolate, bruno-nere. Penne delle ali e della coda del medesimo color castagno rossastro, ma tutte macchietta- te trasversalmente di nero. Le grandi cuopritrici sulla lor cima, e le remiganti primarie sul margine esterno, hanno delle macchie biancastre. Penne del sottocoda con le estremità bianco-candide. Piedi carnicini. SINONIMIA Motacilla Troglodites. Lin. cur. Gmel. Sylvia Troglodites. Lath. et Temm, T'roglodites europewus. Vieillot. \ Passer Troglodites Aldrov. Ornith. Tom. 2. pag. 654. Tab. 655. Poi Dei Riot UCCELLI SILVANI | 207 Reattino. Olina, Uccelliera pag. 9. A Scricciolo , o Rè di Macchia. Sroria degli Ucc. Tav. 389. fig. 2. Vieillot, Ornith. Franc. pl. 182. fig. c. Schinz, Hist, natur. des nids etc. pl. 7. NOMI VOLGARI. TOSCANI Rè di macchia, Reccacco Fiorentino. Scricciolo Pisano . Re di macchia, Foramacchie Senese. Reattino Garfagnana. STRANIERI Franc. Le Troglodyte. Zngl. The Wren. Ted. Der Zaun Sanger, Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 3. Coda: soldi 1. Apertura del becco: picc. 6. Tarso: picc. 5. Cosrumi. Uccello comunissimo. In inverno abita la pianura, ma nell’estate si ritira ne’ cupi boschi de’ mon- ui: allora sviluppa una voce sonora e piacevole, mentre in inverno non ha che un fischio monotono ed aspro. Egli è di naturale poco pauroso, ed anzi sembra amare la società dell’uomo, così che spesso in inverno entra a cercar gli insetti nelle nostre aranciere e tepidarj, ed in ‘estate non di rado costruisce il nido sotto la tettoja di paglia delle abitazioni degli alpigiani. ProrAgazione. Il suo nido è uno de’ più belli. Quasi ‘sempre lo pone in una buca del terreno, o in uno spac- co d’ albero, o sotto una radice, ma qualche volta l’ in- tesse ancora fra i rami. È sferico, di quattro o cinque pollici di diametro, con apertura laterale: le sue pareti, molto grosse, sono formate di frondi verdi e delicatissi- me di musco, intralciate insieme con la più grande esat- tezza: la parte interna è tappezzata di penne. Contiene sel 0 otto uova bianco-scuricce, con punti rossastri . fi 298 ORDINE SECONDO GENERE XXX. ACCENTOR Buchi CARATTERI GENERICI Becco più corto della testa, conico, depres- so alla base, non intaccato. NarIci semichiuse da una membrana nuda, Tarso più lungo del- l'apertura del becco, scudettato. RostRUM capite brevius, conicum, basi de- pressum, integrum. NAarEs semiclausae membra- na nuda. Tarsus longior hiatu rostri, scutel- latus. Becco un poco più corto della testa, diritto, conico, acuto, un poco gonfio alla base, e compresso nella me- tà basilare. Margine della mascella superiore intiero : tanto quel della superiore che dell’ inferiore un poco ri- voltato in dentro. Marici basilari, bislunghe, semichiu- se superiormente da una larga membrana. Zarso più lungo del dito medio, coperto da poche squame. Diti' tre davanti e uno di dietro; l’ esterno saldato col medio alla base. Unghie mediocri. Coda mediocre, troncata, di dodici timoniere. Ali piuttosto grandi: prima remi- gante piccolissima: seconda un poco più corta della ter- Za: terza, quarta, e quinta le più lunghe. COSTUMI Mediante il loro becco forte e tagliente, rompono con facilità gl’ inviluppi de’ semi, il nucleo de’ quali forma in inverno una gran parte del loro cibo: ma nelle altre stagioni mangiano ogni sorta d’ insetti. O emigrano da’ monti a’ piani, 0 restano sempre ove son nati. Non v° è differenza fra i diversi sessi, nè fra i giovani e gli adulti. UCCELLI SILVANI 299 PASSERA SCOPAJOLA ACCENTOR MODULARIS Cor. Pileo e cervice del medesimo colore: gola cenerina: fian- chi castagno-chiari macchiati di nero: coda bruna. Accentor pileo et cervice concoloribus: gula cinerea: iltis albo-castaneis nigro maculatis : cauda fusca, Becco nerastro. Iride castagna. Pileo e cervice casta- gno-cenerino, con macchie più cupe. Penne delle gote e della regione auriculare scure, con una stria biancastra sullo stelo. Penne della schiena e scapolari color bajo- castagno , con grandi macchie nere. Penne del groppone di color nocciòla olivastro, con larghe macchie brune. Sopraccoda olivastro-castagno . Gola bianco-cenerina . Gozzo, lati del collo, e parte media del petto, cenerino- piombato . Lati del petto giallo-castagno chiaro. Penne de’ fianchi giallo-ceciato cupo, con la parte media bru- na. Parte media dell'addome bianca. Penne del sotto- coda biancastre sul margine, scuro-nere nel mezzo. Penne delle ali bruno-nere, col margine giallo-castagno. Le grandi cuopritrici, ed ultime remiganti hanno due macchiette bianco-giallognole nella cima. Timoniere ne- ro-castagne, con margine più chiaro. Piedi giallo-grigi. SINONIMIA Motacilla modularis. Lin, cur. Gmel. Sylvia modularis, Lath. Magnanina. Aldrov. Ornith. Tom. 2. p. 736. Buffon, Planch, enlum. num. 615, fig. 1. Schinz, Hist. natur. des nids etc. pag. 4. pl. 6. (il nido). NOMI VOLGARI. TOSCANI Passera scopina Fiorentino, Passera stipajola Pisano. Pas- sera boscarina Bientinese. Passera sepajola Senese. STRANIERI Franc. Le Mouchet, Traine-buisson, ou Fauvette d’ hi- ver. Ingl. The Hedged Sparrow and red Warbler. Ted. Der Schieferbrustiger Sanger, 300 ORDINE SECONDO Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 5. Coda: quatt. 5. Apertura del becco: pice. 6. Tarso: quait. 2. Costumi. Vive per le macchie e per le siepi, di rado sale sugli alberi alti. Nella stagione calda non se ne tro- va nessuna ne’ piani, ma nell’ autunno e nell'inverno ne calano da’ monti in gran quantità. E pochissimo pauro- sa, e s’ addomestica facilmente. In gabbia s' alimenta con panìco, e midolla di pane. Propagazione. Nidifica sù i monti, due volte per an- n0;5 il nido dice Schinz che lo pone di preferenza sulle giovani piante resinose. È composto intieramente con borraccina: solo nell’ interno foderato da pochi peli; con- tiene cinque o sel uova celestognole. SORDONE ACCENTOR ALPINUS Brcus. Pileo e cervice del medesimo colore: gola e gozzo di co- lor bianco macchiato di nero: fianchi fulvi con macchie bianche: coda con macchie bianche nella cima. Accentor pileo et cervice concoloribus: gula et gutture al- bis, nigro-maculatis: iliis fulvis, albo maculatis: cauda api- ce ex albo maculato . Becco superiormente nero: inferiormente giallo , con la punta nera. Iride castagno-cupa. Penne del pileo, e cervice grigio-cenerine, un poco più cupe nel mezzo: quelle del dorso son cenerino-giallognole, con una gran macchia nerastra nel mezzo. Lati del collo e petto, di color cenerino senza macchie. Penne della gola e del gozzo bianche, con una macchia nera nella punta. Pen- ne de’ fianchi fulve, e lati dell'addome fulvi con l’ estre- mità biancastra. Penne della parte media e inferiore dell’ addome bianco-grige. Scapolari e remiganti bruno- nere, con largo margine grigio-nocciòla. Piccole cuopri- trici delle ali cenerine: medie nere, con una macchia bianca rotonda nella cima: grandi, cenerine nella parte inferiore, nere nella parte superiore, con una macchia bianca nella cima. Timonierve bruno-nere con sottil mar- ì È, ‘4 PT UCCELLI SILVANI Fot gine giallastro, ed una bella macchia obliqua biancastra all’ estremità. Penne del sottocoda nerastre, con margi» ne bianco. Piedi giallastri. Unghie nerastre. SINONIMIA Motacilla alpina . Sturnus maritanus. Gmel. Sturnus collaris. Scopoli. Sturnus maritanicus. Lath. Spipola major. Aldrov. Ornith. Tom. 2. p. 730. Schinz, Hist. natur. des nids etc. pl. 21. Meyer et Wolf, Ois. d’Allem. Livr. 9. pl. 4. Buffon, Planch, enlum. num. 668. fig, 2. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. La Fauvette des Alpes, on Pegot. /Ing/. The alpi. ne Warbler collored Stare. Zed. Der Alpen Fluevogel. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 6. Coda: soldi 2. picc. 3. Apertura del becco: picc. 7. Tarso: picc. 10. Cosrumi. Egli è un abitatore di quelle regioni più elevate delle montagne, ove per causa delle continue burrasche, dell’ imperversar’ de’ venti, dell’ eccessivo freddo, poche e basse piante vi nascono. In Toscana le vette dell’ Alpi Apuane, alcune dell’ Apennino Lucchese e della Garfagnana, sono gli unici posti ove si trovi. Las- sù sì propaga , e passa la buona stagione, ma quando in inverno la neve ed il ghiaccio han coperta la terra, egli, non trovando più in que’ siti di che nutrirsi, cala verso regioni più basse: e non di rado è accaduto di vederlo sopra i nostri monti Pisani, ed anche nella pianura quan- do il freddo è stato eccessivo, e le nevi abbondanti. Fuo- ri del tempo degli amori vive unito in piccole truppe. In primavera il maschio canta assai dolcemente . ProPAcazione, Il nido, secondo la descrizione datane da Schinz, è emisferico, tessuto con molta diligenza, di musco e fili di fieno: l'interno qualche volta è inppez- zato da crini, pelo di Vacca, e lana. Quasi sempre è si- luato in terra, o nello spacco d’un masso o nell’im- pronta d’un piede di Vacca o di Cavallo, è sotto qual PR Sena” ORDINE SECONDO che cespuglio, ec. Dicesi che delle volte lo pone ancora . sul tetto delle capanne. Le uova son verdastre , in nu-. mero di quattro o.cinque G). a; ; è (1) La terza specie di questo genere descritta di ioni dd l’ Accentor montanellus , che dice trovarsi nel Napoletano. Questa specie non l’ ho mai trovata in Toscana, ma essendo stata. trovata in Italia, eccone la frase, Pileo nero (maschio ), o bruno-nerastro (femmina): cervice. cenerino-ròssastra, macchiata di rosso-mattone : parti pri Isa- bella-giallastre; coda scura. Accentor pileo nigro (in masculo), vel fusco nigrescente (in feemina): cervice cinereo-rufescente ex rufo-lateritio maculata; corpore inferne isabellino-lutescente; cauda brunnea. FINE DEL TOMO PRIMO, ** msn tere. Me Finite