FIELD MUSEUM LIBRARY RIP MNKKKARE IN 3 5711 00015 4 INS UNIRE & useum v Y 3 cir Bistory > rr — C.FGronemenn. > Lo, AVO NURTI î Digitized by the Internet Archive in 2012 with funding from Field Museum of Natural History Library http://archive.org/details/ornitologiatosca02savi | ORNITOLOGIA . . TOSCANA OSSIA DESCRIZIONE E STORIA DEGLI UCCELLI CHE TROVANSI NELLA TOSCANA CON L’ AGGIUNTA DELLE DESCRIZIONI DI TUTTI GLI ALTRI PROPRI AL RIMANENTE D’ ITALIA DEL DOTTORE PAOLO SAVI PROFESSORE DI STORIA NATURALE, E DIRETTORE DEL MUSEO DELL’I. E R. UNIVERSITA” DI PISA, SOCIO CORRISPONDENTE DELL’ I. E R. ACCADEMIA DEI GEORGOFILI DI FIRENZE, DEI FISIOCRITICI DI SIENA, DELLA VALDARNESE, DELLA LABRONICA, DELLA GIOJENIA DI SCIENZE NATURALI DI CATANIA, DELLA R. ACCADEMIA DELLE SCIENZE DI TORINO, DELLA SOCIETA’ TOSCANA DI GEOGRAFIA, STATISTICA; E STORIA NATURALE PATRIA, DELLA MEDICA DI LIVORNO, DI STORIA NATURALE DI GINEVRA, DEI CURIOSI DELLA NATURA DI LIPSIA, DI FISICA DI ZURIGO, DI STORIA NATURALE DI PARIGI ) EC. TOMO SECONDO ‘ 18 PISA | DALLA TIPOGRAFIA NISTRI MDCCCXXIX. AVVISO DELL'AUTORE I I! Tomo secondo dell’ Ori cia T oscana che adesso si pubblica, già da un anno almeno doveva aver veduto la luce, secondo quello che nel Mani- festo fu detto, in occasione della pubblicazione del Tomo primo. Io sono dunque adesso obbligato a fare le mie scuse con quei che del suddetto. Tomo st provveddero', e render lor nota la causa di questo indugio, acciocchè essi non incolpino ol’ Autore, 0 l’ Editore di negligenza, o d’ infingardia. Le va- canze scolastiche dell’anno 1828 erano destinate alla pubblicazione del presente Tomo; ma siccome l Augusto nostro Sovrano, che con tanto genio pro- tegge generosamente le scienze, mi diè i mezzi per fare i in quelle vacanze un viaggio in Svizzera, ed in Francia, all’ oggetto d’ acquistare produzioni naturali per il Museo dell’ Università di Pisa, così profittando di questa favorevole occasione, mi si rese impossibile occuparmi nell’ ultimare, e dare alle stampe il presente Tomo secondo. Il mio viag- gio per altro se ha cagionata una dilazione, è d’al- tronde stato molto proficuo onde render migliore la mia Opera, giacchè avendo io potuto esaminare nelle varie collezioni Italiane, Svizzere, e Fran- cesi molti individui di tutte le specie di cui in se- guito doveva parlare 9 ho potuto rettificar varj Cr- rort e completare molte descrizioni : ed osservando to stesso un gran numero dî queste specie in vila , o libere o conservate in Uccelliere, e parlando con t Cacciatori, e Naturalisti di. quelle parti più set- tentrionali , mi son posto nel grado d’ aggiungere, circa ai costumi , molti fatti di non poco interesse, e fino ad ora sfuggiti agli altri Ornitologi ; ed in fine ponendo mente alle critiche giudiziose che in questo lasso di tempo mi sono state comunicate con- cernenti il Tomo primo, ho cercato di trarne tutto il partito ch'io poteva. Così i Sigg. Associati invece d° esser malcontenti del ritardo di pubblicazione, ne debbono esser grati , giacchè hanno adesso un trattato d° Ornitologia assai più completo . Fra le varie persone che da molte parti d’Italia m° han dato avvisi, e consigli, circa il primo T'omo della mia Opera, non poche si sono accordate a chiedere che nel seguito io parlassi più estesamente delle cacce: e docile ho seguiti i loro consigli. Ma dall’ avere io aggiunte nuove descrizioni di specie, e di livree, dall’ avere aumentati gli articoli con- cernenti i-costumi, e le cacce, ne è venuta la con- seguenza che la materia s° è tanto aumentata. da non poter più esser compresa ne due soli Tomi ( ch° erano stati annunziati ). Mi trovo dunque ob- bligato a dare un terzo Tomo, il quale oltre a contenere il rimanente delle specie conterrà di più gl Indici, ed î Quadri sinottici, che ancor essi da più parti mi furon richiesti, î quali debbon servire per poter determinare a colpo d’ occhio tutte le specie , che nell’ intiera opera si trovan descritte . ORDINE SECONDO UCCELLI SILVANI PASSERES TRIBU XII. MIOTERE. MYOTERES. CARATTERI DI TRIBU Due più corto della testa, subtetragono, depresso, ed allargato alla base; leggermente adunco. Lingua setolosa in cima. Narici velate da setole. Game vestite di penne. Dii tre da- vanti, e uno di dietro. Prima REMIGANTE Corta. UnGHIA posteriore mediocre, adunca. RostRUM capite brevius, depressum , subte- tragonum basi dilatatum, leviter aduncum . Lingua apice setosa. Nares tecta setis. Tisra plumose. Diciti anteriores tres: unus posticus. UnGuIS posticus mediocris, aduncus. REMEX prima brevis. COSTUMI Rassomigliano molto ai Canori, ma non ne han la voce, e cibansi quasi solamente d’ insetti. Le specie eu- ropee son vestite di penne bianche, o nere, o bigie; ma le esotiche, che son molte, vestono colori bellissimi. Tomo II " ù 2 ORDINE SECONDO GENERE XXXI. MUSCICAPA Lx. CARATTERI GENERICI Becco subeguale, o più corto della testa, diritto, subtetragono, depresso, e dilatato alla base, con aper- tura molto larga. Mascella superiore diritta, legger- mente adunca, ristretta nella cima, ed intaccata. Narici basilari, ovate, coperte da piccole e rade setole. Z'arso uguale, o subeguale al dito medio, coperto quasi intie- ramente da una sola squama. Diti tre davanti, ed uno di dietro: l’esterno saldato alla base col medio. Unghie mediocri, arcuate. Coda troncata, di dodici timoniere. Ali mediocri. Prima remigante piccola; seconda e terza le più lunghe di tutte. COSTUMI Questi uccelli non si cibano che d' insetti; perciò nell’ inverno quasi tutti abbandonano l'Europa, e vanno in Asia, o in Affrica. Nell'estate, quando vengono fra noi a covare, abitano ne’ boschi d’ alto fusto, e prefe- riscono quasi sempre quei di monte. È un caso il ve- derli posati in terra: ordinariamente svolazzano fra i rami, e da questi s° inalzano a piombo nell’aria, o si slanciano da una parte e dall’ altra dell’ albero, dando la caccia a tutte le sorte di piccoli insetti. Fanno il nido o nelle buche de’ tronchi, o nelle grosse biforcature de’ rami. BOCCALEPRE MUSCICAPA GRISOLA Lis. Parti superiori cenerine striate di bruno: parti inferiori bianche striate di bruno, » Muscicapa corpore superne cinereo , inferne albo, ubique cinereo-brunneo striato UCCELLI SILVANI 3 Becco scuro-nero. Pileo bruno-cenerino leggermente striato di biancastro. Cervice , dorso , sopraccoda e scapo- lari cenerino-rossicce. Gola, addome, e sottocoda bian- che. Lati del collo, gozzo, e petto bianchi, con grandi macchie lanceolate-cenerino-scurastre . Ali e coda bruno- cenerine. Cuopritrici delle ali, ed ultime remiganti mar- ginate di ceciato chiaro. Piedi neri .. SINONIMIA Grisola. Aldrov. Ornith, T. 2. pag. 737. tab. 738. Buffon, Planches enlum. num. 565. fig. 1. Naumann Naturg: der Vogel Deutschland ed, 2. tab. 64. fig. 1. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Gobe mouche proprement dit. Zngl. The spotted Flycatcher . Ted, Der gefleckter Fliegen-fànger. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 5. Apertura del becco: picc. 7. Coda: quatt. 5. Tarso: picc. 6. Costumi. Dall’ Aprile all’ Ottobre si trova ne’ nostri boschi, tanto di monte che di piano. | Propagazione. Fa il nido nella biforcatura de’ grossi rami, all’altezza di quattro, o cinque braccia. Questo nido è esternamente intessuto di radici, e musco, in- ternamente è foderato di sottili radichette flessibili, e di lana. Vi partorisce tre o cinque uova di color bianco verdastro, macchiate di rosso-mattone, particolarmente sull’ estremità più ottusa. ORDINE SECONDO dv BALIA MUSCICAPA ALBICOLLIS Tewm. Parti superiori unicolori, o nere, o cenerine: parti in- feriori bianche: remiganti bianche alla base. Muscicapa corpore superne nigro, vel cinereo, unicolore,, inferne albo: remigibus basi albis Maschio adulto in abito perfetto di primavera . Becco nero. Testa, dorso, scapolari e coda di color nero morato. Fronte, gola, gozzo, petto, addome, fianchi, sottocoda, ed un collare che cinge la cervice, di color bianco niveo, Ali nere con fascia bianca sulla base delle remiganti, ed una gran macchia bianca sulle grandi cuopritrici interne. Groppone di color cenerino mescolato con color nero. Piedi neri. Femmina . Differisce dal maschio perchè le sue parti superiori son grigio-cenerine, e perchè ha il collare poco o punto visibile, e le timoniere esterne marginate di bian- co dal lato esterno, Giovani. Eccettuato il color della fronte, che in essi è uguale a quello del pileo, somigliano poi perfetta- mente la femmina. In inverno non vi è differenza fra i due sessi. (S24 UCCELLI SILVANI SINONIMIA Muscicapa atricapilla . Gmel, ‘Ficedula'seu atricapilla se se mutans. Aldrov. Ornith. Tom. 2. pag. 758. Aliuzza maschio di color bianco, Storia degli Uccelli Tav. 381. fig. a. Buffon, Planch. enlum. num. 565, fig. 2. NOMI VOLGARI, STRANIERI © Franc. Le Gobe-mouche è collier blanc, Ingl. The pied F]ycatcher. Ted. Der veisshalsiger Fliegenfànger. Dimensioni. Lunghezza totale : soldi 4. picc. 5. Aper- tura del becco: picc. 6. Coda: quatt, 5. picc. 1, Tarso: picc. 7. Cosrumi. Han queste Muscicape il costume d' andar visitando i nidi degli altri uccelli, per cercare i piccoli insetti che vi si rifugiano : e per un tal costume nel Vol- terrano si dà loro il nome di Balze, come se prendessero cura degli uccelletti nidiacei. Esse appariscono nelle no- stre pianure solamente al tempo de’ loro due passi, cioè in Aprile, ed in Settembre. Nel passo di primavera, che è il più copioso, per sei o sette giorni se ne vedono in tutti i giardini, orti, vigne, boschi ,, ec. svolazzare sugli alberi facendo la caccia agli insetti. L’ estate vanno tutte a passarla sù i monti boscosi. Propagazione. Nidificano ne’ cavi naturali degli al- beri. Il loro covo è formato con lunghe e sottili pagliuz- ze, con radici capillari, con delicate scorze. Egli con- tiene per il solito sei uova di color celeste chiaro. BALIA NERA MUSCICAPA LUCTUOSA Temm. Parti superiori unicolori, o nere o cenerine: parti infe- riori bianche : remiganti nere. - Muscicapa corpore superne nigro , vel cinereo unicolore : inferne albo: remigibus nigris. 6 ORDINE SECONDO Maschio adulto in abito perfetto di primavera. Parti superiori, e coda nere. Fronte, e parti inferiori bianche. Ali nere: medie e grandi cuopritrici bianche: queste ultime son terminate di nero sulle barbe interne. Femmina. Differisce da quella della specie prece- dente, per non avere la fascia bianca alla base delle re- miganti, per il color cenerino-scuro uniforme delle parti superiori, e per aver le tre penne laterali della coda col margine bianco. Giovani. Hanno le stesse differenze della femmina. Maschi non vecchi. Avanti d’ avere acquistato il co- lor nero uniforme, hanno delle penne grigie, sparse sul fondo nero. Le penne delle ali, e quelle della, coda son nerastre, e solamente le due esterne timoniere son mar- ginate di bianco. Il second’ anno la sola penna esterna ‘è marginata: ed alla terza muta di primavera, o passata l’ età di due anni compiti, le penne di questa specie, come pure quelle della specie precedente, sono in tutta la loro perfezione di colorito. Nota. Queste descrizioni dei var) abiti della Muscicapa luctuosa, sono copiate intieramente dal Manuel d’Otnith. di Temminck (1), giacchè io non conosco questa specie, e non so nemmeno che sia mai stata trovata in Toscana. Ciò nonostante essendomi prefisso di descrivere tutti li uccelli d’Italia, ancor di questo ho data la descrizione, giacchè se- condo il Temminck egli vi è comunissimo. Per altro può darsi che lo sia nell'Italia settentrionale, o nella meridio- nale, perchè in Toscana io non l’ ho mai veduto. Dipiù lo farò qui osservare che l’ uccello chiamato Beccafico tanto ricercato, e così abbondante nel Settembre, non è la IZu- scicapa luctuosa, come suppone il sullodato autore, ma come già si è detto, è la Sylvia hortensis. Ed anzi nel Set- tembre le Muscicape sono molto rare, ed appena in du- gento mazzi di Beccafichi, vi si troverà una I/uscicapa sola (2). (1) Tom. I. pag. 155. (2) In Europa non si trova che un altra specie di questo genere, la quale non so essersi giammai veduta in Italia. Ma siccome essa trovasi nelle parti orientali, e meridionali dell’ Alemagna, paesi ‘UCCELLI SILVANI 5 TRIBU XIII. PIGOLANTI. PIPILANTES CARATTERI DI TRIBU Becco più corto, o subeguale alla testa, sot- tile, diritto, subconico. Lingua setolosa in ci- ma. Narici coperte da penne o peli voltati in avanti. ZAMPE con tre pITI davanti, ed uno di dietro. Prima REMIGANTE corta. UNGHIA poste- riore adunca. RostRuM capite brevius vel subeguale, tenue, rectum, subconicum. Lincua apice setosa. NarEs tecta pennis pilisque antrorsum versis. DiGiTI tres anteriores, gquartus posticus. REMEX prima brevis. UnGuIS posticus aduncus. Nota. Collo stabilire questa famiglia, io purifico molto quella de’ Canori, con cui i Regoli erano stati uniti dal nu- mero maggiore degli Ornitologi, e quella de’ Granivori con cui erano unite le Cince. Ancor Brisson conobbe |’ affi- nità che passa fra le Cince, ed i Regoli, e la credè tanto grande da autorizzarlo ad unirli insieme in un sol gene» re. Questa mia famiglia dei Pigolanti costituisce un pas- saggio naturalissimo da quella dei Tenwirostri a quella dei Rampicatori, a causa dell’affinità che esiste fra i Regulus e le Certhie, e fra i Parus e le Sitta. Ed anzi le somiglianze fra questi due ultimi generi son tali, che io ho dubitato se fosse cosa più naturale, seguendo il pensiero del Principe Carlo Bonaparte, d’unirli in una medesima famiglia. non molto diversi pel clima dal nostro, può darsi il caso che qual- cuna si faccia vedere fra noi, perciò qui vi unisco la sua frase. ; MUSCICAPA PARVA Berca. Parti superiori cenerognole : gola, e gozzo giallastri, o lionati. Muscicapa corpore superne cinerascente: gula juguloque lute- scentibus, vel helvolis. 8 ©RDINE SECONDO COSTUMI Vivono in branchi, sempre fischiettando, e svolazzano d'albero in albero, ove minutamente esaminano le gem- me, le foglie, e le scorze per cercare gli insetti, che sono il loro cibo principale. Come i Mirmecofagi edi Ram- picatori s' arrampicano alle scorze, e si sospendono ai rami in qualunque direzione. O non emigrano, o poco s allontanano dal paese nativo. Partoriscono un numero grande d’ uova. GENERE XXXII. REGULUS Ra. CARATTERI GENERICI Ciascuna NariceE coperta da una sola penna. Tarso quasi intieramente coperto da una sola squama. | Naris queque unica tantum penna tecta. Tarsus fere ex toto tectus squama unica. Becco subeguale alla testa, sottile, appuntato , diritto . Margine delle Mascelle tagliente, un poco rivolto in dentro verso la parte media della loro lunghezza: quello della superiore appena intaccato. Lingua scariosa , stret- ta, setolosa in cima. Marici basilari chiuse da una mem- brana forata nella parte anteriore, e coperte da una penna rivolta in avanti, con barbe rade. Z'arso coperto da una sola squama, più lungo del dito medio. Dit tre davanti e uno di dietro; l’esterno saldato alla base col medio. Unghie piccole, arcuate. Coda di dodici timoniere , un poco forcuta. Ali rotondate: prima remigante medio- cre; seconda eguale all’ottava: terza, quarta, e quinta le più lunghe. UCCELLI SILVANI ‘Dd COSTUMI I Regoli non abbandonano mai il loro paese nativo, ancorchè sia molto settentrionale, e si contentano solo d’ andare a passare la cattiva stagione nelle parti più di- fese, e più calde di quello. I Pini, gli Abeti, i Ginepri, i Cipressi, e le altre piante resinose son le più amate da loro, e quelle sù cui ordinariamente pongono il nido. Stan sempre uniti in branchetti, e continuamente fi- schiettando svolazzano sugli alberi, sospendendosi ai ra- mi in tutte le positure, per cercare gli insetti, unico lor nutrimento. Fanno un nido globoso; e 1’ attaccano all’ estremità di qualche ramo. Partoriscono fino ad undici nova. REGOLO REGULUS VULGARIS Vie. Parti superiori olivastre : gote grigie, unicolori. Regulus corpore superne olivaceo: genis griseis, unico- loribus. Maschio adulto. Becco nero. Cervice, dorso, e sca- polari color olivastro. Parti inferiori, penne della base del becco, e dell’ orbite bianco-grigie . Penne della parte media del pileo lunghe, sottili, ed erigibili, d’ un bel color giallo-aranciato vivacissimo: ai lati di queste vi sono due altre serie di penne una per parte, di color giallo-limone : due strisce mere limitano esternamente queste tre gialle. Penne della fronte, e gote cenerino- olivastre. Remiganti nericce , marginate di bianco-oliva- stro: sulla base delle remiganti secondarie una macchia nera. Grandi cuopritrici delle ali con una macchia bian- castra all’ estremità. Timoniere cenerino-nericce , con sottil margine verde-giallastro. Piedi giallo-olivastri. Femmina. In essa la fascia media del pileo non è aranciata, ma color di limone. Giovani avanti la prima muta . Han la detta fascia di color verdastro . 10 ORDINE SECONDO SINONIMIA Motacilla Regulus. Lin, cur. Gmel. Sylvia Regulus. Temm. Lath. Raozani. Regulus cristatus. Aldrov. Ornith, T. 2. p. 649. Tab. 651. Regolo col ciuffo. Storia degli Uccelli Tav. 390. fig. 2. Vieillot, Ornith. Franc. pl. 182. fig. a. Ranzani, Elem. di Zool. Tom. 3. part. 5. Tav. 16, fig. 3. NOMI VOLGARI. TOSCANI Fiorrancino, Arancino. Pis. Fior. Fiorrancio, Senese. STRANIERI Franc. Le Roitelet. Ingl. The Gold crested VVFER. Ted. Der Gekronter Sanger. Dimensioni. Lunghezza totale : soldi 3. picc. 2. Aper- tura del becco: picc. 5. Coda: soldi 1. picc. 1. Tarso: picc. 6. Cosruwi. Nell’ Ottobre compariscono in pianura, e vi rimangono tutto l'inverno. Sono pochissimo paurosi, e lasciansi accostare a piccolissima distanza . Propagazione. Qualcuno, ma in piccolissimo nume- ro, ne rimane a nidificare sù i nostri monti. Il nido, secondo Temminck, è sferico, e lo attaccano all’ estre- mità de’ rami. Contiene fino ad undici uova di color bianco-roseo (1). Caccia. Tanto di questa, che della seguente specie, se ne prendono molti e facilmente, civettando. FIORRANCINO REGULUS IGNICAPILLUS Nos. Parti superiori olivaceo-giallastre: gote bianche striate di nero. Regulus corpore superne olivaceo-lutescente : genis albo- nigroque nvittatis » (1) Temm. ibid. pag. 23. UCCELLI SILVANI 1i Maschio. Becco nero. Cervice, dorso, e scapolari di color verde-giallo durato . Parti inferiori di color bianco sudicio; sul pileo una serie di penne lunghe, sottili, di bel colore arancione vivace: lateralmente ad essa due più strette di color di limone: tutte e tre dai lati e dalla parte anteriore son limitate da una striscia nera. Penne che cuoprono la base superiore del becco, bianco-sudi- cie. Fascia sopraccigliare bianca: una macchia dello stesso colore è al disotto dell’occhio. Redini e penne dell’ orecchio di color bruno-nero: una piccola linea nera voltata in basso è situata alla base del becco. Re- miganti cenerino-nerastre, marginate di giallo-verde : una macchia nera sulla base delle secondarie. Grandi cuopritrici con una macchia bianca in cima. Timoniere cenerino-nerastre, con sottil margine verde-giallastro. Piedi giallo-olivastri. Femmina. Ha i colori più smorti. SINONIMIA Sylvia ignicapilla. Brehmser, Temmink, Ranzani. l'iorrancino. Olina, Uccelliera pag. 9. Schinz, Hist. natur. des nids etc. pl. 4. Vieillot, Ornith. Francaise etc. pag. 182. pl. 6. Buffon, Planches enlum. num. 651. fig. 3. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 3. quatt. 1. A- pertura del becco : picce. 5. Coda: quatt. 4. Tarso: picc. 6. !/, Cosrumi. Come la precedente specie comparisce in pianura verso la fin d’ Ottobre, ma è più rara. 1 suoi costumi sono 1 medesimi. Propagazione. Non sò che nidifichi in Toscana. Ecco ciò che Schinz dice del suo nido. « Egli lo costruisce cin forma di palla, e' lo sospende, con fibre sottili ce di scorza, all’ estremità d’ un ramo di Pino, o d’ Abe- ce t0; la sua apertura ora è terminale, ora laterale. Lo ce formano con borraccina delicata, internamente lo con- « solidano dei lunghi fili d’ Ysnea darbata, e d'altri / 12 ORDINE SECONDO « licheni, e lo tappezzano di penne, peli, lanugini ve- « getabili, bozzoletti, ec. . . . Le uova sono molto pic- ce cole, ottuse all’ estremità, e di colore giallo-pisello ce tendente al rosso (1). GENERE XXXIII. PARUS Lun. è CARATTERI GENERICI Ciascuna Narice coperta da molte pennuzze setolose. 'T'ARSO scudettato, Naris queque pluribus pennis setosis tecta. Tarsus scutellatus. Becco più corto della testa, conico. Margine delle due Mascelle intiero. Lingua troncata, terminata da setole stiacciate. Marici basilari, rotonde, nascoste da penne setolose, rivolte in avanti. Z'arso scudettato, più lungo del dito medio. Diti tre davanti uno di dietro : li anteriori o tutti saldati insieme alla base, o solo 1’ e- sterno col medio. Unghie mediocri, acute, subadun- che. Al mediocri, rotondate. Prima remigante corta, o mediocre: la quarta la più lunga. Coda di dodici ti- moniere. COSTUMI Essendo i Parus irrequieti, garruli, ardimentosi più che gli altri uccelletti, più di questi ravvivano le nostre campagne con la loro presenza. Van sempre in famiglie, volando da uno ad un altro albero, salendo, e discen- dendo nelle fronde: ed essendo muniti di piedi, e d’un- ghie potenti, stanno attaccati ai rami in tutte le direzio- ni, dimodochè spesso veggonsi esaminare le gemme e le (1) Schinz, Hist. natur. des Nids etc. Fasc. 2. pag. 3. Tav. 4. UCCELLI SILVANI 13 scorze mentre il loro corpo è orizzontale, o ancora con la testa assolutamente in basso. Avendo niolta accortezza, scansano destramente la massima parte delle insidie in cui cadono con facilità i loro simili. Se però a queste si poue per richiamo la Civetta o qualch’altro uccelletto di rapina, allora facilmente si prendono, giacchè accesi di sdegno alla vista di quel loro nemico, obliata la natural prudenza, non s’ avvedono delle reti, o del vischio , sono i primi ad accorrere, e rimangon così in quelle insidie che altre volte han scansate. Ma nemmeno la perdita della libertà gli avvilisce, od abbatte; anzi con sdegno maggiore si rivoltano allora contro il vischio, o la rete, o la gabbia, o la mano dell’ uccellatore, che gli trattiene, e dibattendosi, e beccando, tentano ogni modo possibile per riacquistare la libertà. Distruggono una quantità grandissima d°’ insetti, giacchè sono voracissimi, e questi formano il lor nutrimento principale: mangiano bensì ancora la mandorla di molte sorti di semi, e non di rado il cervello dei piccoli uccelletti che assalgono ed uccidono a forza di beccate. Son tutti molto fecondi, ed alcune specie giungono a partorir fino a venti uova per covata. Ve ne sono che costruiscono il nido con poca arte nelle buche, altri con grandissima, sospendendolo all’ estre- mità d’ un ramoscello o in una biforcatura. Seguendo l'esempio del Prof, Ranzani, divido questo genere in tre famiglie, FAMIGLIA I. LE CINCE. PARI CARATTERI DI FAMIGLIA Becco corto, conico, non molto appuntato, MascELLA superiore quasi diritta. DITI anteriori tutti saldati un poco fra loro alla base. Copa troncata, mediocre. Rostrum breve, conicum, subacutum. Man- DIibULA supertor fere recta. Diciti anteriores 1h ORDINE SECONDO omnes, basi parum connexi. Cupa truncata mediocris. COSTUMI Fabbricano il nido nelle buche degli alberi, de’ sassi, o de’ muri. | CINCIALLEGRA PARUS MAJOR Vertice e parte inferiore del collo nero-violetto : tempie e guance bianche: lati dell’ addome gialli. Parus vertice et colli parte inferiore atro-violaceis: tem- poribus et genis albis: abdomine a latere luteo . Maschio. Becco nero. Iride nera. Pileo, collo, parte media del petto, e dell’ addome d’un bel color nero lu- cido leggermente cangiante in violetto. Regione dell’ o- recchio di color bianco purissimo. Nuca bianca, cervice giallastra. Penne del dorso e scapolari, verdi-olivastre. Groppone cenerino con qualche sfumatura verdiccia. Lati del petto, fianchi e lati dell'addome d’ un bel color giallo. Cuopritrici delle ali nerastre nel mezzo, celesto- gnole sul margine: le grandi son terminate di bianco nella cima. Remiganti bruno-cenerine un poco tendenti al celestognolo , col margine più chiaro. Cuopritrici in- feriori bianche. Timoniere nere nella parte media, ce- nerino-celestognole sul margine: la prima da ciascun lato è bianca esternamente. Penne del sopraccoda cenerino- celestognole: del sottocoda, le esterne intieramente bian- che, le interne bianche, e nere. Piedi cenerino-cele- stognoli. Femmina. Ha i colori meno vivaci, ed il nero del- l'addome spesso è macchiato di bianco. SINONIMIA Parus maior seu Fringillago . Aldrov, Ormt. T. 2. p. 7153. Spernuzzola. Olina, Uccelliera Tav. 28. Cinciallegra maggiore. Storia degli Uccelli Tav. 377. UCCELLI SILVANI 15 NOMI VOLGARI. TOSCANI Cincia grossa, Pis. Cinciallegra, Capinera, tor. Sen. Cincera, Bient. Cincinpottola, Fior. Cingallina, Perlonza grossa, Senese, STRANIERI Franc. La Mesange charbonniére. Ingl. The great Tit- mouse. Ted, Die Kohlmease. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 5. quatt. 1. Apertura del becco: picc. 5. Coda: soldi 2. “picc. 1. Tarso: picc. 7. Cosrumi. Uccello comunissimo in tutti i siti, ed in tutte le stagioni. Va per il solito in branchetti di quattro o cinque, visitando l’interno degli alberi, de’ macchioni, entrando a cercare 1 ragni nelli spacchi de’ muri, de’ sassi, ec.: la notte sogliono andare a passarla in qualche vuoto tronco d’ albero . PropAcazione. È uno de’ primi a covare. Nasconde il nido in qualche buca di muro, o d'albero: esterna- mente lo forma con musco delicato, internamente con lana della più molle che può trovare. Le sue:uova son piccole, rotondeggianti, di color bianco, con molti punti rosso-fegatosi: in numero da sette a venti per covata. CINCIARELLA PARUS COERULEUS Lin. Vertice celestognolo: addome giallo. Parus vertice subcorrulescente: abdomine luteo. Maschio. Becco cenerino-bruno. Penne del vertice di colore azzurro: più lunghe; ed erigibili. Una fascia bianca cinge quasi a corona il vertice, passando sulla fron- te e sull’ occipite. Lati della testa bianchi. Gola e gozzo nero-azzurrognolo. Dalla base della mascella superiore parte una striscia nero-cerulea, che passa di là dall’ oc- chio, s’ estende sulla nuca, cala sù i lati del collo, e và ad unirsi con la macchia nero-cerulea del gozzo. Dorso 16 ORDINE SECONDO e scapolari color verde-giallastro. Petto, addome, e fianchi gialli. Una macchia azzurra nel mezzo dell da dome. Ali azzurro-nerastre: le grandi cuopritrici , e le ultime remiganti hanno una macchia bianca nella cima. Penne del sopraccoda, e timoniere azzurre con stelo nero. Piedi azzurro-cenerini. Femmina. Ha i colori più sbiaditi, e la macchia dell’ addome meno visibile. SINONIMIA Parus toeruleus. Aldrov. Ornith. Tom. 2. pag. 721. Cinciallegra piccola. Stor. degli Uccelli Tav. 376. fig. 1. Buffon, Planches enlum. num. 3. fig. 2. NOMI VOLGARI. TOSCANI Cincia piccola, Cincia puticchia, Pis. Ftor. Potazzina, Perlonza piccola, Ser. STRANIERI Franc. La Mesange bleu. Ingl. The bleu Titmouse. Ted. Die Blaumeise, Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 4. picc. 2. Ap. del becco: quatt. 1. Tarso: soldi 1. picc. 4. 1/2 Costumi. È comune quanto la specie precedente, ed ha li stessi costumi. In primavera sciupa una gran quan- tità di gemme agli alberi, e per mangiarne l’interno, e per cercarvi gl’ insetti che vi si sviluppano. Propagazione. Costruisce il nido ne’ fori degli albe- ri, e questo per la struttura, per il numero, colore, e forma delle uova che contiene, molto somiglia a quello della specie precedente. CINCIA ROMAGNOLA PARUS ATER Lin. Pileo e gola nera: tempie e gote bianche: larga macchia bianca sulla cervice: parti inferiori bianco-sudice. | | Parus pileo et gula nigris: temporibus genibusque albis: cervice macula alba lata: corpore inferne sordide albo. UCCELLI SILVANI 17 Maschio. Becco nero. Pileo, cervice, gola, gozzo e ; petto di color nero tendente al violetto. Lati della testa ‘e del collo, ed una gran macchia sulla cervice, di color bianco. Parti inferiori bianco-sudice. Dorso , scapolari, sopraccoda , e cuopritrici delle ali, color cenerino-piom- bato: le grandi cuopritrici hanno una bella macchia biarica sul lato esterno della loro cima. Remiganti ce- ‘ nerine, leggermente cangianti in celestognolo. Cuopri- | trici inferiori delle ali, biancastre. Timoniere bruno- | nere. Piedi nero-violetti. | Femmina. Differisce dal maschio solo per aver la ‘macchia nera del gozzo, e le bianche dei lati del collo meno estese. SINONIMIA Cinciallegra minore. Stor. degli Uccelli Tav. 376. fig. 2. Vieillot, Ornithologie Francaise PI. 91. fig. 3. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. La petit Charbonniére. Ingl. The cole Titmouse. Ted. Der Tannenmeise. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 4. Apertura del becco: quatt. 1. picc. 1. Lunghezza del Tarso: quatt. 1. picc. 3. Coda:.soldi 1. quatt. 2. Cosrumr. È piuttosto rara. Vive sopra i nostri monti più alti; ma in autunno, nel tempo del passo degli altri uccelletti , sempre qualcuna ne comparisce in pianura. ProrAcazione. Non ho mai trovato il suo nido. Lo costruisce negli alberi vuoti, o ne’ fori delle fabbriche rovinate, o in quelli abbandonati da’ topi, ec. Contiene da otto a dieci uova candide asperse da poche macchie | porporine (1). ia A DA (1) Temm. Man. d’Orn. Tom. 1. pag. 289. Tomo II. wo * ‘“} ed: : 18 ORDINE SECONDO CINCIA BIGIA PARUS PALUSTRIS Lis. Pileo e cervice neri: parti inferiori biancastre. Parus pilco et cervice nigris : corpore inferne albido. Maschio. Becco nero. Pileo, cervice, e gola di color nero. Parte media del gozzo di color nero, macchiata di biancastro. Collo, e parti inferiori biancastre. Dorso, scapolari e sopraccoda color cenerino , leggerissimamen- te tendente all’ olivastro. Remiganti e timoniere di que- sto stesso colore sul margine, ma più brune nella parte media. Timoniere esterne col margine esterno quasi bianco. Piedi cenerino-neri. Femmina. Ha il color nero meno puro. SINONIMIA Cinciallegra cenerina . Sroria degli Uccelli Tav. 377. l Buffon, Planches enlum. num, 3. fig. 3. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc.La Mesange Nounette. /rg/, The marsh Tilmouse, Ted, Die Sumpfmeise . au” UCCELLI SILVANI 19 Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 4. quatt. 2. Ap. del becco: picc. 1. Coda: soldi 1. quatt. 2. Tarso: quatt. 1. picc. 3. Cosrumi. Abita i boschetti, e le macchie de’ monti d’ elevazione mediocre. Il sig. DI Carlo Passerini l’ ha trovata nelle vicinanze di Firenze (1); io ne’ poggi del Senese, vicino all’ antica badia di S. Galgano. Mai 1 ho veduta nel Pisano. Propagazione. Secondo Temminck, nidifica negli al- beri cavi, e partorisce dieci, o dodici uova bianche mac- chiate di rosso porporino (2). * CINCIA COL CIUFFO PARUS CRISTATUS Lin. Penne del pileo bianche, e nere: dorso castagno-olivastro: petto nero: addome bianco-sudicio. Parus pileo albo et nigro: dorso castanco-olivaceo: pec- tore nigro: abdomine sordide albo. Maschio. Becco nero-cenerino . Pileo coperto di pen- ne nere marginate di bianco: quelle dell’ occipite essendo molto più lungh e rivolte in basso, formano un bel ciuffo. Gote, tempie, e lati del sollo. bianchi. Una fa- scia nera cinge la parte posteriore della regione aurico- lare. Un collare nero limita il bianco def collo. Parte. media della gola e del gozzo, e petto , color nero puro. Le rimanenti parti superiori color castagno-olivastro . Parti inferiori bianco-sudice. Piedi cenerini. di Femmina. Ha il ciuffo più corto, e la fascia nera del gOZZO più ristretta . SINONIMIA Parus cristatus, Aldrov, Ornith. Tom. 2. pag. 723. Wieillot, Ornith. Francaise pl. 91. Buffon, Planches enlum. num. 502, fig. 2. (1) Nuovo Giornale de’ Letterati Num. X. Ann. 1823. (2) Temm. ibid. pag. 293. 20 ORDINE SECONDO NOMI VOLGARI. STRANIERI di Pe Frane. tu Meésange huppée. /ngl. The crested TAR Ted. Die Haubermeise, Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 4. ina del becco: quatt. 1. Coda: soldi 1. picc. 5. Tarso: picc. 7 Cosrumi. Abita le Alpi del Piemonte, del Tiròlo, ec. Propagazione. Nidifica nelle buche, partorisce dieci uova bianche, macchiate di rosso-sanguigno all’ estre- mità più ottusa (1). FAMIGLIA I. I CODONI. LONGECAUDATI CARATTERI DI FAMIGLIA Becco corto, subconico, non molto appun- tato. Mi viLi superiore Salute Dito me- dio intieramente separato alla base dall’ inter- no. Copa graduata, lunga. Rostrum breve, subconicum, pit ; Manpisura superior subarcuata. Dicitus medius penitus ab interno basi distinctus. CAUDA gra- duata , longa . COSTUMI Il loro nido è sferoidale, o ovato, e lo fabbricano fra i rami de’ macchioni, o fralle canne. CINCIA CODONA PARUS CAUDATUS Lux. Fianchi rosso-ametistini .. Parus iliis rubro-amethistinis. (1) Temm. ibid. pag. 291. UCCELLI SILVANI DURE da Becco nero. Penne del pileo, della gola, del gozzo, e dell’ addome color bianco-sudicio, debolmente macchia- to di scuriccio . Fascia sopraccigliare nera. Tempie del color del pileo , ma striate di nerastro, Nuca e lati del collo neri. Schiena, e scapolari color cenerino-piom- bato, con qualche macchia ametistina: sulle scapolari v'è un maggior numero di queste macchie. Groppone, fianchi, e sottocoda color ametistino-carnicino . Cuopri- trici delle ali nere. Remiganti bruno-nere : le secondarie esternamente marginate di biancastro. Sopraccoda ce- nerino-nero. La prima, seconda, e terza timoniera da ciascun lato bianche esternamente, nere internamente: le altre intieramente nere. Piedi neri. SINONIMIA Parus caudatus. Aldr. Ornith. Tom. 2. Tab. 716. 720. | Codibugnolo. Storia degli Uccelli Tav. 379. Buffon, Planches enlum. num, 502. fig, 13, NOMI VOLGARI. TOSCANI Cincia codona, Pis. Codibugnolo, Lanciabue, Fior, Pa- glianculo, Codilungo, Sen. STRANIERI Franc. Mésange à langue queue. /ngl. The longtailed Titmouse. Zed, Die Schwantzmeise, Drwensioni. Lunghezza totale: soldi 4. quatt. 1. picc. 2. Apertura del becco: picc. 2, 1/, Coda: soldi 2. quatt. 2. Tarso: quatt. 2. Costumi. Comunissima tanto in estate che in inverno. In branchi di dieci o dodici individui, gira continua- mente, visitando gli alberi de’ boschi, de’ campi sativi, de’ giardini, ec. Proracazione. Il nido che questa Cincia fabbrica è uno de’ più belli e de’ più curiosi. Lo pone nella bifor- cazione di qualche ramo, poche braccia alto da terra ; ha una forma ovale, e da un lato della sua parte più 22 ORDINE SECONDO alta v'è l'apertura, rotonda, larga solo quanto è ne- cessario per lasciar passare l’uccelletto. Un delicato tes- suto di musco , tele di ragno, lanugini vegetabili e ani- mali, ne formano la tunica media; la quale è la più for- te, e quella da cui è principalmente formato il nido. Questa tunica è esternamente ricoperta da una gran quantità di fronde di licheni ( particolarmente della Parmelia perlata ), le quali vi sono aderenti per la loro pagina inferiore, che è di color nero. Io credo es- sere oggetto delle Cincecodone, ricuoprendo il lor nido con queste frondi, di collegar meglio i materiali con i quali è esternamente formato. La pagina inferiore delle frondi di questi licheni, come è ben noto , è ricoperta da una gran quantità di radichette , corte e adunche, le quali servono a tenerle attaccate alla terra, o alle scorze su cui crescono. Ora queste radichette agganciandosi ai fili di ragno, e di lana che mescolati con borraccina e pagliuzze formano, come ho detto , lo strato medio del nido, ser- vono a meglio collegar fra loro queste sostanze, e per conseguenza danno una solidità molto maggiore all’ in- tiera fabbrica. Internamente tutto il nido è foderato da una quantità grande di penne delicatissime. Le uova son piccole, tondeggianti, bianche, con molti punti minuti rosso-cupi , situati sull’ estremità più ottusa: ne partori- scono da dodici a quindici per covata. BASETTINO PARUS BIARMICUS Lux. Fianchi color di cannella. Parus iliis cinnamonicis. Maschio adulto. Becco. giallo. Iride gialla. Pileo e gote di un bel color cenerino-piombato delicatissimo . . Gola e gozzo bianco puro. Baffi e redini nere. Dorso e fianchi color cannella giallastro. Addome color carnici- no-ametistino. Penne tibiali e scapolari ceciate. Piccole cuopritrici delle ali bajo-ceciate: medie -e grandi, color UCCELLI SILVANI 23 cannella rossastro sul margine esterno, biancastre nel margine interno , nere nella parte media. Angolo e mar- gine esterno dell’ ala, e delle grandi remiganti bianco: parte interna delle grandi remiganti bruno-nera . Piccole remiganti col margine esterno color di cannella intenso; parte media di un nero purissimo, e parte interna ce- ciata. Penne del sopraccoda color di cannella intenso . La prima timoniera è bianca nella parte esterna, e su- periore, e nera alla base: la seconda internamente di color di cannella cupo, esternamente verso l’apice bian- ca, alla base nera: tutte le altre sono unicamente di color cannella intenso. Sottocoda nero splendente. Piedi neri. Femmina. Ha il pileo d’ un colore quasi simile a uello del dorso. Gli mancano le basette nere, e le penne del sottocoda le ha di color ceciato. Giovani all’ uscir dal nido. Hanno una larga mac- chia nera sul dorso. SINONIMIA Mustacchino. Storia degli Uccelli Tav. 364. fig..2. Mytacinus biarmicus . Boje. Buffon, Planches enlum. num. 618. fig. 1. MOMI VOLGARI. TOSCANI Basettino, Pis. Codone, Y'ecch. Codoncino, Bient. STRANIERI Franc. La Mésange moustache. Ingl. The beanded Tit- mouse. Zed. Die Bartmeise, Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 5. quatt. 2. Apertura del becco: quatt. 1. Coda: soldi 1. quati. 2. Tarso: quatt. 2. picc. 1. Cosrumi. Quest’ uccelletto è comune nel padule di Bientina, ed è uno de’ più graziosi ed eleganti, per le forme, e per i colori. Continuamente svolazza, e s’ ar- rampica fralle cannelle, fralle paglie, e fra i macchioni di salci e tamarici, cercando gli insetti ed i semi. Grida 24 I ORDINE SECONDO continuamente e con voce anche molto sonora. Mi han detto che si addomestica piuttosto facilmente, e che in schiavitù si mantien bene con del semolino di granturco. PropAgazione. Secondo ciò che dice il Prof. Ranzani, attacca il nido alle canne, ovvero a’ giunchi, e lo intesse con sottili erbe secche, con giunchi, e con piccole pa- gliuzze : in ogni covata sono quattro o cinque uova bian- co-rossicce, e macchiate di bruno (1). FAMIGLIA III. I PENDOLINI. PENDULINI CARATTERI DI FAMIGLIA Becco mediocre, acutissimo. MascELLA supe- riore diritta. Dito medio intieramente separato alla base dall’interno. Copa troncata, mediocre. RostruM mediocre, acutissimum. MANDIBULA superior recta. Dicirus medius penitus basi ab interno distinctus. CaupA truncata, mediocris. » COSTUMI Sospendono il nido all’ estremità de’ rami. FIASCHETTONE PARUS PENDULINUS Lum. Pileo bianco-perlato: una larga fascia nera ricuopre la fronte, gli occhi, e le orecchie. Parus pileo albo-perlato: fascia nigra, lata, frontem oculos auresque tegente . Maschio. Becco nero con i margini biancastri. Pileo, cervice, lati del collo, gola, e gozzo, di color bianco- perlato: una larga fascia nera cuopre la fronte, la re- (1) Ranzani, Elem. di Zoologia Tom. 3. part. 5. pag. 40. di UCCELLI SILVANI 25 gione degli occhi, e delle orecchie. Petto carnicino con macchiuzze color di nocciòla. Addome e fianchi ceciati. Penne tibiali color di nocciòla.; sottocoda bianco-sudicio. Schiena , medie, e grandi cuopritrici color di cioccolata vivace. Piccole cuopritrici e groppone lionato-cupo . Sopraccoda ceciato-cenerino. Remiganti e timoniere ne- re, marginate di biancastro. Piedi neri. Femmina. Ha colori più sbiaditi: la fascia nera fron- tale più ristretta. SINONIMIA Parus narbonensis. Gmelin, ‘Egitalus Pendulinus, Boje. Buffon, Planches enlum. num. 618. fig. 3. ( maschio adulto), num. 708. fig. 1. ( giovane). Meyer et Wolf, Oiseaux d’Allem. Livr, 10. pl. 4. fig. 1. { maschio adulto), fig. =. ( femm.). NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Remiz, Ingl, The Penduline Titmouse. Ted. “Die Beutelmeise, Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 3. quatt. 2. A- pertura del becco: quatt. 1. Coda: soldi 1. quatt. 1. picc. 1. Tarso: picc. 7 Costumi. Abita le gronde de’ paduli coperte da mac- chie di salci, tamarici, ontani, cannelle, ec. Stà nasco- sto abitualmente nelle frondi, dimodo che difficilmente sì scopre. Se ne trovano sul padul di Bientina, ma non vi sono molto comuni. Ne ho veduti alcuni nelle sal- ciaje del padule di Castiglioni. Propagazione. Fabbrica il nido in prossimità dell’ac- qua; lo sospende all’ estremità d’ un ramo pieghevole, ordinariamente di salcio, e gli dà la forma d’un fiasco. L'apertura di questo nido è situata nella parte superiore del corpo, alla:base del collo del fiasco, è tubulosa,; e per il solito riguarda l’acqua. Qualche volta invece d’una ve ne son due, una opposta all’ altra. I materiali coni quali è costruito sono i pappi lanosi di salcio , di pioppo , 26 ORDINE SECONDO di tifa, e di molte altre piante, ridotti dal beceo dell’ uc- celletto in piccoli globetti, e collegati con filamenti di scorze di scirpi, carici, cannucce, ec. Son queste fibre intessute con le lanugini in un modo al sommo ammi- rabile: traversano da parte a parte l’ întiera parete, si incrociano insieme, si annodano, e danno a tutta la fab- brica una solidità grande. De’ filamenti della stessa qua- lità, ma più grossolani e forti, legano il nido al ramo- scello che lo sostiene. In ogni covata si contano sei uova bianche, macchiettate di rosso. TRIBU XIV. I PRATAJOLI. PRATENSES CARATTERI DI TRIBU Becco sottile, subconico, diritto. NARICI nu- de. Zampe con tre Diri davanti, ed uno di die- tro, Prima RewicANnTE una delle più lunghe. Rostrum tenue, subcylindricum , rectum . Nares nude. Diciti tres antici, quartus posti- cus. Remex prima una ex longioribus. Nota. Avendo preso per uno de’ caratteri essenziali delle tribù, Ja proporzione delle remiganti e le narici, era im- possibile che i due generi Iotacilla ed Anthus potessero rimanere uniti agli altri Canori: naturalmente così ne ven- nero divisi, ed esaminando poi i loro costumi, scorgesi a prima vista la naturalezza di questa nuova famiglia. Me- diante li Anthus essa benissimo s’ unisce con le Alauda della seguente famiglia, e si collega assai naturalmente alla famiglia dei Canori per mezzo delle Saxicole. COSTUMI Si pascolano solo d’ insetti , che prendono sulla terra, o fra l’erbe de’ prati : qualche volta anche inseguendoli a volo. Abitano, o in mezzo alle estese lande, o sul li- mite de’ boschi , o sulle cime scoperte delle alpi, o lungo | ‘UCCELLI SILVANI 27 il corso de’ fiumi. Giammai stanno abitualmente nell’in- terno de’ boschi, o de’ campi alberati: solo per poco si posano sulle frasche. Volando, più o meno fischiano. La loro voce è presso a poco nella stessa maniera mo- dulata tanto in inverno che nell’ epoca degli amori: stanno uniti in brigate, o in famiglie, qualche volta in branchi grandissimi. Quasi tutti amano seguitare i be- stiami mentre pascolano . I maschi del maggior numero delle specie s adornano di nuovi colori in primavera. Il nido lo pongono o ne? bassi cespugli, o sulla terra, 0 ne’ massi spaccati, o nelle buche e crepe delle antiche fabbriche. Tutti emigrano: alcuni vanno a passare la cattiva stagione nelle parti meridionali d’ Europa, altri in Affrica, e in Asia. GENERE XXXIV. MOL. DL LA vas, CARATTERI GENERICI. Le due Timomnere medie eguali, o più lun- ghe delle esterne, RecrRIcES due medie equales externis, vel longiores. Becco subeguale alla testa, diritto, sottile, conico- subtetragono, alla base tanto alto che largo, nella metà estrema un poco compresso. Mascella superiore leg- gerissimamente curva, con apice debolmente intaccato . Mascella inferiore diritta. Lingua scariosa , troncata, rotondata, bifida, lacerata. Maric: basilari, scoperte, semichiuse superiormente da una membrana nuda. Tarso più lungo del dito medio, scudettato , 0 coperto da una sola squama. Diti tre davanti, uno di dietro; 1’ esterno anteriore saldato alla base col medio . Unghie anteriori mediocri, subadunche, subcompresse, acute: 58 ORDINE SECONDO la posteriore più lunga. Coda lunga, troncata, o leg- germente rotondata: di dodici timoniere. Alî appun- tate; prima, seconda e terza remigante eguali, e le più lunghe: una delle remiganti secondarie eguale in lun- ghezza alle più lunghe remiganti primarie. COSTUMI Le Motacille hanno una figura svelta ed elegante, e vivaci ed allegre sono le loro mosse. Volano con assai rapidità, descrivendo quasi sempre tante piccole curve verticali, quanti sono i colpi d’ala che danno, e facendo sentire nel tempo stesso un piccolo e sottil fischio, vario, secondo le varie specie. Durante il giorno raramente e per poco tempo si posano sugli alberi, stando quasi sem- pre sulla terra , ove corrono con gran velocità inseguen- do mosche, tipule, farfallette ed altri insettini, che sono il loro cibo esclusivo. Di continuo con gran lestezza alzano e abbassano tremolando la coda, dal che esse han preso il nome di Batticode, Coditremole, ec. Le pra- ‘terie umide, il greto de’ fiumi, i campi da poco lavo- rati, i giardini, e le strade umide e solitarie delle città, sono i luoghi che esse frequentano : mai stanno fra gli alberi folti de’ boschi. Son sottoposte ad una doppia muta, ed in alcune specie, in quella di primavera com- pariscono sul loro collo nuovi colori. Il nido non lo pon- gono mai sù i rami, nè dentro le buche degli alberi. BALLERINA MOTACILLA ALBA Lin. Dorso cenerino: addome bianco. Motacilla dorso cinereo: abdomine albo. Adulti in abito d’ inverno. Becco nero. Fronte, gola, gozzo, lati del collo, petto, addome e sottocoda di color bianco candido. Vertice, occipite, cervice, ed una larga macchia semilunare sul petto di color nero puro, che con le sue estremità scorre sù i lati del collo UCCELLI SILVANI 29 fin sotto all’orecchio. Dorso, scapolari e fianchi , cene- rini. Penne del sopraccoda nere; le esterne con margine bianco dal lato esterno. Piccole cuopritrici delle ali ce- nerine: medie e grandi nere, marginate di cenerino- biancastro. Remiganti nere, con sottilissimo margine biancastro dal lato esterno. Timoniere : le due esterne bianche con una gran macchia sul lato interno, cuneata , nera: le altre intieramente nere : le medie hanno un sottil margine bianco. Piedi neri. | In abito di amore. Hanno una gran macchia nera, che cuopre tutta la parte anteriore della gola, gozzo; e petto . | Giovani avanti la prima muta. Vertice, occipite , e cervice di color cenerino. La macchia della parte an- teriore del collo ha la stessa forma che negli adulti in inverno , ma è poco visibile, e cenerina. Il color bianco delle varie parti è sudicio . SINONIMIA Motacilla alba. Lin. ( abito d’ inverno ). Motacilla cine- rea. Lin. cur. Gmel. ( giovane). Motacilla communis. Aldrov. Ornith. Tom. 2. pag. 726. Tav. 727. 728. Ballerina o Cutrettola. Olina, Uccelliera pag. 43. Cutrettola piombina. Stor. degli Uccelli Tav. 384, fig. 2. ( abito d’ inverno ), Tav. 385. fig. 1. ( giovane). Meyer et Wolf, Oiseaux d’Allem. Livr. 3. pl. 6. fig. 1. ( abito di primavera), pl. 6. fig. 3. ( giovane). Buffon, PI. enlum. num. 632. fig. 1. (adito d’inverno), num, 674. fig. 1. ( giovane). NOMI VOLGARI. TOSCANI Cutrettola, Batticoda bianca, Fior. Ballerina, Biancola, Pis. Cessajola, Bient. Codinzinzola, o Codotremola bianca, Senese. STRANIERI Franc. La Lavandiere. Zngl. ‘The White wagtail. Ted. Der Weisse bachstebze. 30 ORDINE SECONDO ; Dimensioni. Lunghezza totale : soldi 6. picc. ». Aper- tura del becco: picc. 7. Coda: soldi 2. picc. 10. Tarso: pice. g. : Cosrumi. In quasi tutti i luoghi, ed in tutte le sta- gioni si trovano delle Ballerine, ma nell’ Ottobre, ordi- nariamente dopo le prime piogge, per il corso d’ alcuni giorni ne comparisce una quantità molto maggiore. Esse allora, unite in branchi di vario numero, correndo, e svolazzando seguitano dappresso i contadini che arano e seminano i campi, per beccare gli insetti ed i vermi- eiattoli che il vomere discuopre smovendo la terra. Fuori di quest’ epoca stan per il solito sù i pascoli attorno alle Vacche, ai Cavalli, alle Pecore. Verso il tramontare del Sole, quando i bestiami si riuniscono e s° adagiano sù i prati per passarvi la notte, o sono guidati da’ guardiani alle stalle, le Ballerine abbandonano anch’ esse quei luo- ghi per andare a’ loro soliti alberghi. È quella l’ora in cui lungo i fiumi ed i torrenti, si comincia a sentire il fischio acuto ed interrotto di questi uccelletti, e veg- gonsi comparire da ogni parte: ben presto riuniti in tante piccole brigate van l’uno con l’ altro scherzando, ed in- seguendosi a volo or sul mezzo, or lungo il margine del fiume, fin tanto che l’ oscurità crescente, non gli obbliga a posarsi, e cercare un ricovero sù i rami delle Vetrici o degli Ontani, che pendenti sull’ acqua, ne adombran la riva. È piccolo il numero delle Ballerine che sverna in Europa, paragonato al numero di quelle che vanno nell isole dell’ Arcipelago, in Asia, in Affrica, e parti- colarmente sul Nilo. In domesticità vivono molto bene nutrendole con il pastone da Rusignòli, o con la pasta fatta di Bacacci. Propagazione. Fabbrica il nido nelle buche de’ massi, sotto i tegoli de’ tetti, e negli edifizi semidiruti. La pa- rete esterna di questo nido è fatta con stecchi, radichette e paglie, la parete interna è di lana e foderata di crini . Contiene cinque o sei uova di color bianco tendente un poco al celeste, e moschettate da una gran quantità di punti cenerino-scuri . gi UCCELLI SILVANI dt Caccia. Nell’epoca del passo se ne prendono molte alle reti aperte, mentre tendesi alle Lodole, quando bensì se ne abbia una a zimbello , e meglio ancora qual- cuna ingabbiata. Poco dopo che l’ ultime covate vola- rono, tendendo sulle spiagge se ne fanno cacce assai abbondanti. Col frugnòlo ancora è facile il prenderle cacciando lungo il corso de’ fiumi. * BALLERINA VEDOVA MOTACILLA LUGUBRIS Pattas. Dorso nero: addome bianco (1). Motacilla dorso nigro: abdomine albo. Adulti in abito di primavera. Becco nero. Fronte, lati della testa, del collo, e del petto, addome e sotto- coda color bianco niveo. Pileo, occipite, dorso, grop- pone, scapolari, una gran macchia che ricuopre la gola, il gozzo, e la parte media del petto, di color nero . Fian- chi cenerino-neri. Piccole cuopritrici delle ali nere; gran- di e medie nere, marginate di bianco; remiganti nere, con margine bianco dal lato esterno. Penne del soprac- coda nere: l’ esterne marginate di bianco dal lato ester- no. Prima e seconda timoniera bianche, con lunga mac- chia nera cuneata sul margine interno: le altre timoniere son nere. Piedi neri. Unghia posteriore subeguale al dito. Abito completo d’ inverno. Gola e gozzo di color bianco niveo, senza alcuna macchia: sul petto vi è una gran macchia semilunare le di cui estremità risalgono quasi fino all’orifizio dell’ orecchie: nel rimanente so- migliano gli individui in abito da state (2). Giovani avanti la prima muta. Son di color cene- rino-nero molto cupo, in tutti i luoghi ove gli adulti in abito d'inverno son di color nero. La macchia semilu- (1) Questa frase non indica che gli individui in abito d’ amore, giacchè non avendo mai veduto nè l’abito d'inverno nè quello de’ giovani, non sono in grado di giudicarne . (2) Temm. Man-d’Ornith. Tom. I. pag. 254. dx, w td 5 32 ORDINE SECONDO WA nare del petto , risale lateralmente fin quasi alle tempie. I lati della testa, la gola, il gozzo, e la fronte son di color bianco-sudicio , e spesso macchiettato di nerastro : Yaddome è biancastro. La macchia nera cuneata delle due timoniere esterne, è più grande ne’ giovani che ne’ vecchi (1). Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 6. quatt. 1. Ap. del becco: picc. 7. Coda: quatt. 8. Tarso: quatt. 2. picc. I. i Cosrumi. Vive comune in Egitto: e secondo ciò che mi ha detto il celebre viaggiatore Ed. Ruppel è la spe- cie che vi si trova comunemente nell'estate, quando la Motacilla alba è tornata in Europa. Io non ho mai veduto in Toscana la Motacilla lugubris, ma essa è stata trovata dal Prof. Calvi in vicinanza di Genova, nel 1821, e nel 1827. S'incontra qualche volta anche nella Francia meridionale. Ha gli stessi costumi della M. alba. Non si conosce il suo nido. CUTRETTOLA MOTACILLA BOARULA Lun. Dorso cenerino, o cenerino-olivastro: addome giallo : timoniere esterne bianche sul margine interno, Motacilla dorso cinereo, vel cinereo-olivaceo: abdomine luteo: rectricibus extimis margine interno albis. Adulti in inverno . Becco nero. Pileo, gote , cervice, lati del collo e scapolari d’ un bel color cenerino-piom- bato, con una leggiera sfumatura giallastra. Fascia so- praccigliare stretta, bianco-giallastra. Gola e gozzo bian- co. Petto giallo-canarino chiaro, un poco pendente al rossiccio. Fianchi e addome giallo-canarino chiaro. Sot- tocoda giallo-canarino vivacissimo. Sopraccoda giallo- canarino tendente all’olivastro . Cuopritrici inferiori delle ali bianche. Le due timoniere esterne intieramente bian- (1) Temm. ibid. pag. 254. UCCELLI SILVANI 33 che: le seconde e le terze bianche, con parte del mar- gine esterno nero : le quarte nere, con una macchia bian- ca cuneata verso la base dal lato interno: le quattro me- die intieramente nere, con la base del loro margine e- sterno giallastra. Piedi giallo-carnicini . Adulti nel tempo degli amori. La fascia sopracci- gliare è in essi un poco più larga, e più bianca. Le parti superiori son di color cenerino più intenso. La gola ed il gozzo di color nero. Una striscia bianca parte da ciascun lato della base del becco, e cala fin verso la metà del collo , separando il color nero della gola e del gozzo, dal cenerino dei lati, e della cervice. Parti inferiori di color canarino vivace. Nota. Qualche volta il nero della gola e del gozzo è macchiato di bianco. SINONIMIA Motacilla melanope. Pallas, Iter 3. pag. 696. num, 16. Motacilla sulphurea. Bechst. Naturg. Deut, V. 3. p. 459. Codinzinzola ec. Storia degli Uccelli Tav. 386. fig. 1. ( abito d’ inverno), fig. 2. ( maschio in abito d’ amore) . Schinz, Hist. natur, des nids etc. pl. 30. ( maschio in amore, e nido). NOMI VOLGARI. TOSCANI Ballerina gialla, Pisano. STRANIBRI Franc. La Bergeronnette jaune. /ngl. The grey Wagtail. Ted. Die grave Bachstelze . Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 6. quatt. 2. Ap. del becco: picc. 3. Coda: soldi 3. picc. 7. Tarso: picc. 9g. Cosrumi. Questa specie, fralle nostrali, è la meno numerosa. Nell’ estate vive sù 1 monti dentro 1 botri sassosi, ove scorrono acque limpide. Nell’ Ottobre cala In pianura , e solitaria, o unita in coppie vi passa tutta la caitiva stagione, cercando di che cibarsi lungo i fossi, Tomo II. 3 34 ORDINE SECONDO nelle fogne, negli orti. o giardini, e spesso anche nelle strade umide e immonde delle città. Propagazione. Essa nidifica sù i monti, nelle buche delle grotte e de’ massi, che sporgono sull’acqua, de’ mu- ri che formano le pescaje, le gore de’ mulini ec. Il nido è fatto con radichette , fili di paglia, foglie, ec. e contiene sei uova biancastro-sudicie, macchiettate di scuriccio. STRISCIAJOLA MOTACILLA FLAVA Lux. Dorso olivastro: addome giallo ( adulti): o bianco ( gio- vani): timoniere esterne bianche , con lunga macchia nera sul margine interno: o nessuna fascia sopraccigliare, o bian- castra, e stretta. Motacilla dorso olivaceo: abdomine luteo (in adultis): vel albo (in juvenibus): rectricibus extimis albis, macula nigra longa in margine interno: fascia superciliari nulla, vel angusta albida . Adulti in autunno. Becco nero. Pileo, gote, e cer- vice di color cenerino cupo. Penne del dorso e delle scapolari di colore olivastro-giallognolo. Gola bianca. Gozzo, petto, addome, fianchi, cuopritrici inferiori delle ali, e sottocoda, di color giallo-canarino vivacis- simo. Cuopritrici superiori delle ali bruno-nere, con margine assai largo giallo-olivastro. Remiganti bruno- nere, con sottilissimo margine bianco-gialliccio. Penne del sopraccoda nere marginate d’ olivastto. Prima e se- conda timoniera bianche con una lunga macchia nera , cuneata sul margine interno: la seconda ha di più una striscia nera sullo stelo: le altre son nere marginate di gialliccio. Piedi neri. Nota. Non di rado su i lati del collo vi sono alcune mac- chie cenerino-olivastre . Abito di primavera . Hanno il bianco della gola più ristretto; e qualche volta mancante del tutto. Le gote UCCELLI SILVANI 35 d’ un cenerino più intenso, e le parti inferiori d’ un giallo più vivace . I giovani. Variano molto per i colori, e per la di- sposizione di questi. Le parti inferiori ora le hanno di color giallo intenso, ora d'un color giallo più debole , e spesso intieramente bianche. Il loro petto o è bianco- niveo, o bianco-giallastro, o bianco-lionato . Spesso in- torno alla gola, ed al gozzo vi è una specie di collana di macchie rotondate, cenerino-nerastre, anch’ esse va- rianti molto per la grandezza. Quasi sempre hanno due fasce sopraccigliari, o di color bianco, o d’ un giallo debolissimo , ma sempre strettissime . Nota. Temminck descrivendo il maschio adulto di questa specie parla della fascia sopraccigliare bianca, e d’ un altra che dalla base del becco si dirige verso i lati del collo, pase sando al disotto dell’ orecchio. Nelle nostre Strisciajole, in quell’abito, non ho mai osservate tali fasce. SINONIMIA Motacilla chrysogastra. Bechst. Natur. Deut. Budytes flava. Cuv, Regn. animal. Motacilla flava. Aldrov. Ornith. Tom. 2. pag. 729. Cutrettola gialla o di Primavera. Storia degli Uccelli Tav. 385. fig. 2. (adulti in autunno), fig. 1. (adulti în primavera ). Tav. 358. fig. ( giovane ) cattiva. Buffon, Planches enlum. num. 674. fig. 2. ( adulto). NOMI VOLGARI. TOSCANI Strisciajola, Cutti, Anguinella, Pisano, Batticoda, o Cutrettola gialla, Fiorent. Codinzinzola, o Codatremola gialla, Senese. Bestiavolina, Bient. STRANIERI Franc, La Bergeronnette de printemps. Zngl. The yellow Wagtail. Ted. Die globe Bachstelse, | Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 6. Apertura del becco: picc. 7. Coda: soldi 2. quatt. 1. Tarso: picc. g. 36 ORDINE SECONDO Costumi. Ogni anno da’ primi d’ Aprile, fino al Set- tembre tutti i campi aperti delle pianure abbondano di Strisciajole . Esse meno delle alire specie frequentano i fiumi ed i torrenti, preferendo in vece i luoghi ove sono acque morte, le praterìe padulose , le SL degli sta- gni, ec. Sempre stanno attorno, e seguono i bestiami, e nell’ Agosto e Settembre, terminate le cove, si vedono riunite in branchi di dieci, quattordici, spesso di venti, e quaranta, volare nelle pasture fra i piedi delle Vacche e de’ Cavalli, fischiando, e dando la caccia agli insetti che sempre in quantità vi si trovano. Poco dopo i primi d’ Agosto cominciano ad emigrare dal settentrione verso le parti meridionali. Dalle ore dieci della mattina, fino alle due pomeridiane, di que’ giorni tranquilli in cui un sole potentissimo riscalda la terra in tal modo da far comparir tremolante 1 aria che vi riposa, mentre quasi ogni altro uccello è ritirato al meriggio ne' boschi, o fra e. canne e i giunchi de’ paduli, diede il passo maggiore delle Strisciajole. Arrivano esse fischiando, ad una, o due, o tre, o cinque alla volta, e si vanno a posare ove vedono un numero più grande delle loro compagne. Si trattengono per tutto il Settembre, ma passato quel me- se, neppur una resta in Toscana, tutte vanno a svernare verso 1° Egitto . Propacazione. Nidificano nelle pianure estese, ove sono erbe alte, ed acque stagnanti. Molte scelgono per loro dimora i campi di grano, e di fave. Il nido lo fab-. bricano in terra in qualche incavo, nell’ impronta del piede di Cavallo , o di Vacca, o fralle zolle. Egli è emi- sferico, ed assai ben fatto: esternamente è formato di fieno, radici filamentose, e foglie: internamente vi ha uno strato di crini. Le uova che contiene sono ordina- riamente in numero di cinque o sei, di color grigiastro , macchiettate di bruno. Caccia. Nell Agosto, quando questi uccelli arrivano fra noi per seguir poi la loro strada, se ne prendono nolan ile reti aperte, La tesa si deve fare nei prati, vicino a’ bestiami, e non a gran distanza dall’ ac- UCCELLI SILVANI 39 qua. Il cacciatore con un piccolo fischio da Pispole , imitando il grido delle Strisciajole, truiit, truiti, truiti, le richiama vicino alle reti, e le determina poi a gettar- visi dentro, coll’ ajuto di qualche zimbello della loro specie: ed al principio della caccia, quando ancora non si han zimbelli , ponesi nel mezzo allelcu per richiamo la Civetta, di cui ordinariamente son curiosissime . Quanto è maggiore il numero delli zimbelli sulla piaz- za, con tanta maggior facilità si prendono le Striscia- jole che arrivano: ma in quell’ ora essendo caldissimo il sole, e bruciante la terra, talmente soffrono quelli uc- celletti legati in mezzo alle reti, che ben presto cessano di svolazzare e fischiare, e spessissimo ancora muojono : perciò devonsi continuamente mutare, ad essi sostituen- do quei che successivamente si id, Quantunque a causa del calor della stagione questa caccia non sia delle meno faticose, nonostante è assai piacevole , ed an- che proficua, giacchè un sol cacciatore non di rado è giunto a prenderne in una sola tesa cento, e cento cin- quanta. Molto facilmente accorrono le Strisciajole al fi- schio ; e dipoi o si buttano spontaneamente sulla piazza, o) passandovi più volte di sopra, danno comodamente l’ occasione al tenditore d’ invilupparle nelle reti. E quand’ anche volando passino sopra alle reti ad una al- tezza maggiore delle aste, può il cacciatore far quasi con certezza il suo tiro, ul come tutte le altre spe- cie di Motacille hanno fl singolar costume di calare ad un tratto, o come suol dial. tuffarsi, al vedere le reti che si sollevan da terra, ed entrar così da loro stesse nel mezzo di quelle. 38 ORDINE SECONDO GENERE XXXV. ANTHU $S Becusr. CARATTERI GENERICI Le TimoniERE medie più corte delle altre. RectRICES du@ media breviores. Becco subeguale alla testa; alla base tanto alto che largo: un poco compresso verso la cima. Mascelle con il margine leggermente riflesso in dentro nella parte me- dia: la superiore ha l’ estremità leggermente voltata in basso, ed un poco intaccata. /Varici basilari , ovato- bislunghe, scoperte, semichiuse superiormente da una membrana nuda. Z'arso più lungo del dito medio, scu- dettato. Diti tre davanti, uno di dietro ; l'esterno unito alla base col medio. Unghie anteriori corte, poco adun- che, acute; le posteriori ordinariamente molto lunghe e poco curve. Coda mediocre, troncata, di dodici ti- moniere : le due medie più corte delle altre. Alî me- diocri: le tre prime remiganti subeguali, e le più lun- ghe. Una delle remiganti secondarie subeguale alle re- miganti primarie più lunghe. COSTUMI Abitano gli Anzthus in estate sulle montagne, nelle vicinanze delle acque. Al principio dell’ autunno scen- dono nelle pianure; alcuni passano l'inverno nelle parti meridionali, e temperate dell’ Europa; altri vanno nelle isole dell’ Arcipelago, in Egitto, ec. Di rado , e per poco si posano sopra gli alberi, stando quasi sempre, come le Motacille, pascolando ne’ luoghi aperti, erbosi, e palustri. Gli insetti fanno il loro cibo. Il nido lo pon- gono sulla terra fralle erbe. Nel tempo degli amori al- cuni mutano il colore del petto: in quell’epoca i ma- schi cantano anche assai piacevolmente, inalzandosi e so- spendendosi nell’aria quasi come sogliono fare le Lodole. UCCELLI SILVANI 39 SPIONCELLO ANTHUS AQUATICUS Brecxsr. Parti superiori di color cenerino-olivastro: petto con macchie bislunghe cinereo-olivastre: piedi bruni. ‘ Anthus corpore superne cinereo-olivaceo : pectore albido, maculis oblongis cinereo-olivaceis notato: pedibus fuscis, In autunno. Becco scuro-nerastro. Penne del pileo, della cervice, della schiena, e scapolari, di color cine- reo cupo-olivastro , con la parte media di color più cupo. Fascia sopraccigliare stretta, bianco-sudicia. Groppone dello stesso colore cenerino-olivastro, ma con macchie meno apparenti. Parti inferiori biancastre. Lati del col- lo, petto e fianchi, coperti da molte macchie cenerino- olivastre. Penne delle ali bruno-nericce, marginate di grigio-biancastro. Piccole cuopritrici marginate d’ oliva- stro-cenerino ; grandi e medie di bianchiccio-cenerino . Sopraccoda e le due timoniere medie, color bruno-oli- vastro. Prima timoniera esterna con il margine esterno, e l'estremità bianca: seconda con una macchia bianca nella cima: le altre sono nerastre. Piedi bruno-neri . Unghia del dito posteriore poco più lunga del dito stesso . Maschio e femmina nel tempo degli amori. Hanno il collo, il petto, e i fianchi senza alcuna macchia, e di color ceciato-rossastro tendente al roseo. La fascia so- praccigliare molto più larga; e le parti superiori più tendenti al cenerino. Nota. Nel Manuel d’Ornithologie di Temminck, s° asse- risce che i soli maschi in primavera prendono il color ros- sastro sul petto. Ma io posso assicurare che lo prendono anche le femmine: e l’ individuo da me trovato così colori- to, era impossibile che lasciasse alcun dubbio sul suo sesso, giacchè egli aveva le uova quasi perfette. SINONIMIA Alauda campestris spipoletta. Lin. cur. Gmel. 4o ORDINE SECONDO Pispola di padule detta Fossaccio. Storia degli Uccelli Tav. 388. fig. 1. Buffon, Planches enlum. num. 661. fig. 2. NOMI VOLGARI. TOSCANI Fossaccio, Fossajone, Pisano. Prispola della neve, Fior. STRANIERI Franc. Le Pipit Spioncelle. Ingl. The Dusky-Laik. Ted. Der Wasser Pieper. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 5. quatt. 2. Ap. del becco: picc. 7. Coda : soldi 2. picc. 2. Tarso: picc. g. Cosrumi. Nell’ Ottobre vengono in pianura, e vi si trattengono quasi tutto l’inverno. Non stanno mai in branchi. Due, o al più tre si trovano insieme sopra i prati umidi, lungo i fossi, fra 1 giunchi de’ paduli, ove cercano gli insetti aquatici, di cui quasi unicamente si nutrono. È un caso ben raro che da noi si trovino in abito di nozze: all’epoca in cui lo vestono sono quasi sempre partiti. Pure nel 1824 verso la metà d’ Aprile io n’ebbi una coppia, maschio e femmina, che avevano già perfettamente vestito quest’ abito . PropAcazione. In primavera si ritirano e si stabilisco- no per nidificare nelle regioni più elevate de’ monti, ove in vicinanza delle cadute d’acqua, delle fontane, o degli «altri luoghi umidi, fabbricano il nido nelli spacchi, o nelle buche de’ massi, e le loro uova, di color bianco- sudicio , son coperte da piccoli punti bruni ( 1). Credo che nidifichi anche fra noi, sulle Alpi apuane, e sulla Falterona, ma non ne son certo. PRISPOLONE ANTHUS ARBOREUS Brcnsr. Parti superiori olivastro-chiare, macchiate di nerastro: petto con macchie nere: unghia del dito posteriore più corta del dito stesso: piedi grigio-carnicini. (1) Temm. ibid. pag. 267. UCCELLI SILVANI {i Anthus corpore superne albido olivaceo , ex nigrescente maculato: pectore maculis nigris: ungue postico digito ipso breviore: pedibus griseo-carneis, Becco bruno-nerastro superiormente , grigio-carnicino inferiormente. Penne del pileo , cervice, schiena, scapo- lari e sopraccoda di colore olivastro chiaro, con la parte media bruno-nera. Penne del groppone del medesimo colore olivastro; ma con le macchie brune meno appa- renti. Gola, gozzo, lati del collo e petto , d’ un bel color ceciato vivace. Addome e fianchi bianchi, leggermente tendenti al ceciato: una piccola stria nera parte dalla base del becco, cala sù i lati del collo, ove s’ unisce ad un gruppo di macchie nere che circonda uno spazio ovato-bislungo posto sulla gola, e sul gozzo: il petto è coperto dalle stesse macchie nere che s’ estendono sù i ‘ fianchi e sull’ addome, diminuendo in grandezza. Penne del sottocoda giallo-ceciate. Cuopritrici superiori delle ali nere, con largo margine bianco-ceciato , o bianco- olivastro . Remiganti bruno-nere, con sottil margine bianco-olivastro : prima timoniera nera alla base dal lato interno, bianca nel rimanente, con una macchia cene- rina nella. cima dal lato esterno : seconda tutta nera, con una macchia bianca triangolare in cima: le due medie scuro-nerastre nel mezzo, sfumate d’ olivastro sul mar- gine: tutte le altre son nere, con sottilissimo margine bianco-olivastro. Piedi giallo-carnicini. Unghia del dito posteriore più corta del dito stesso, ed arcuata. SINONIMIA Alauda trivialis. Lin, cur. Gmel. Anthus seu Florus. Aldr. Ornith, T. 2. p. 750. Tav. 751. Pispola maggiore, o Prispolone. Storia degli Uccelli Tav. 380. fig. I. cattiva, Sing-Vogel Teut. etc, T. 13, Buffon, Planches enlum, num. 660. fig. 1. NOMI VOLGARI. STRANIERI Prispolone, Fior. Pis. Tordino, Sen. Bient. 4a ORDINE SECONDO STRANIERI Franc. Le Pipit des buissons. /ngl. The Wood Lark. Ted. Der Baum-Pieper. | Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 6. quatt. 1. Apertura del becco: picc. 7. Coda: soldi.2. picc. 1. Tarso: picc. 8. */, Cosrumi. Benchè il Prispolone moltissimo somigli alla Pispola per la figura, e colori, nonostante, oltre i caratteri sopra indicati, ne differisce ancora infinitamente per i costumi. Egli arriva molto prima, giacchè nell’ A- gosto, e qualche volta nel Luglio, si comincia a trovare; mai si unisce in branco, e mai stà nell’ aperta campagna: 1 siti più freschi de’ margini de’ boschi, sotto gli alberi che sono in mezzo a’ prati, i campi di Saggina, e di Granturco, son quelli in cui si ferma, e si trattiene. Questi uccelli stanno sempre sulla terra a cercare gli insetti di cui si cibano, ma appena sono spaventati volano sugli alberi vicini, facendo sentire più volte il loro fischio bssim, bssiim, fischio ancor esso affatto diverso da quello della Pispola. Verso la metà d’ Otiobre son quasi tutti par- tit, e non ricompariscono che nell’ Aprile : allora si trat- tengono solo pochi giorni. ProPAgazione. Non è a mia notizia che nidifichino in Toscaaa. Il nido lo pongono fra l’ erbe sù d’ una piccola eminenza, e contiene cinque uova bianco-rossastre, in- tieramente coperte da molte macchie rosso-cupe (1). Caccia. Siccome diviene grassissimo, egli è uno degli uccelli i più apprezzati. Qualcuno si prende alle reti aperte, ed anche con i panioni quando si tende a’ Codi- bianchi, ma il maggior numero s’ uccide col fucile. In Lombardia se ne fanno delle abbondanti cacce con 1° 42- berello, sù cui si attirano mediante il canto d'’ altri Pri- spoloni ingabbiati. (1) Temm. ibid. pag. 272. UCCELLI SILVANI 43 PISPOLA = ANTHUS PRATENSIS Becusr. Parti superiori di colore olivastro chiaro, macchiate di nerastro: petto con macchie nero-olivastre: unghia del dito posteriore più lunga del dito stesso: piedi grigio-carnicini. Anthus corpore superne albidosolivaceo , ex nigrescente maculato: pectore albido nigro-olivaceo maculato: ungue postico digito ipso longiore: pedibus griseo-carneis. In inverno. Becco bruno superiormente, e all’ estre- mità, grigio-carnicino inferiormente alla base. Penne del pileo, cervice, scapolari, schiena, e cuopritrici supe- riori di colore olivastro-chiaro, con la parte media bruno- nera. Penne del groppone del medesimo colore oliva- stro, ma con le macchie brune meno visibili: tutte le parti inferiori di color bianco leggerissimamente tenden- te al ceciato. Lati del collo, il petto, e i fianchi coperti da macchie rotondate nero-olivastre. Cuopritrici supe- riori delle ali bruno-nere, con margine grigio-biancastro . Remiganti bruno-nere, con sottil margine olivastro . Sot- tocoda bianco. La prima timoniera nera inferiormente dal lato interno, bianca nel rimanente, con una mac- chia cenerina nella cima dal lato esterno : seconda tutta nera, con una macchia bianca triangolare nella cima: le due medie bruno-nerastre, sfumate d’ olivastro sul margine: tutte le altre son nere, con sottilissimo mar- gine olivastro. Piedi grigio-carnicini. Unghia del dito posteriore più lunga del dito stesso , e quasi diritta . Maschio adulto, nel tempo degli amori. Ha il goz- zo di color fulvo-roseo pieno, con una sottile stria lon- gitudinale da ciascun lato (1). Femmina. Ha queste medesime strie , ed il gozzo di color bianco-niveo (2). (1) (2) Temm. loc. cit. pag. 270. 44 ORDINE SECONDO SINONIMIA Alauda pratensis. Al. mosellana. Lin. cur, Gmel. Anthus sepiarius, Vieill, Spipola altera ec. Aldrov. Ornith. Tom. 2. p. 731. Prispola comune . Storia degli Uccelli Tav. 387. fig. 2. Ranzani, Elem. di Zoologia, T. 3. part. 5. Tav. 18. £. 3. Buffon, Planches enlum. num. 660. fig. 2. NOMI VOLGARI. TOSCANI Pispola, Fior. Prispola, Pîs. Prispolino, Bient. STRANIERI Franc. Le Cujelier; la Farlouse, ou l’Alouette des prés. Ingl. The Tit-Lark, Ted. Der Wiesen Pieper. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 5. Apertura del becco: picc. 6. soldi 2. Tarso: quatt. 2. Costumi. La Pispola è uno de’ più comuni abitatori delle nostre campagne in autunno ed in inverno . Ne son popolatissime tutte le praterìe umide, le giuncaje, i cam- pi bassi, ed erbosi. Di rado s'incontra ne’ iuoghi cinti da alberi, e quasi mai sopra questi si posa. Mentre le Pispole stanno a terra per il solito son silenziose, ma su- bito che prendono il volo, incominciano a repetere il loro fischio psi, psi, psi...psi, psi. Come le Ballerine e le Strisciajole amano molto a seguitare 1 bestiami. Quando arrivano, ordinariamente sono in branchetti di quattro o cinque, ma dopo che si sono in qualche luogo stanziate si riuniscono in branchi qualche volta nume- rosissimi. Propagazione. Non è a mia notizia che alcuna nidi- fichi in Toscana. Nel nord nidifica sulla terra fra 1’ erbe delli stagni, e fra i piccoli cespugli vicino all’ acqua. Le sue uova sono fino a sei per ogni covata, rossastre, € macchiettate di porporino (1). (1) Temm. loc. cit. pag. 271. \ UCCELLI SILVANI 45 Caccia. Nell Ottobre e nel Novembre sì fan con le reti aperte di grandi prese di Pispole. Alcune volte esse amano molto a veder la Civetta , ed allora questa s’ ado- pra per zimbello; ordinariamente è meglio servirsi di due o tre Pispole. Ma la cosa che contribuisce il più a render la caccia copiosa, è l’ abilità del cacciatore nel sapere imitar bene il fischio di quest’ uccelletto. CALANDRO ANTHUS CAMPESTRIS Beca. Parti superiori di color grigio-ceciato, macchiate di bru- no: unghia del dito posteriore più corta del dito stesso: piedi grigio-caruicini. Anthus corpore superne griseo-cicerino, ex brunneo ma- culato: ungue postico, digito ipso breviore : pedibus griseo- carneis, Becco brunastro. Penne delle parti superiori grigio- ceciate, con la parte media di color nericcio . Fascia s0- praccigliare di color ceciato-sudicio. Gola, gozzo, ad- dome, fianchi, e cuopritrici inferiori della coda color bianco-ceciato : il colore del petto è un poco più acceso: una piccola striscia nerastra sotto l'occhio , un altra sotto ciascun lato del collo: il petto è coperto da molte mac- chiuzze bruno-nericce. Cuopritrici delle ali e remiganti bruno-giallastre, marginate di bianco-ceciato: prima e seconda timoniera bianca esternamente, nera interna- mente: la prima timoniera ha bianco anche lo stelo : terza, quarta, e quinta nere, con sottil margine ceciato : le medie son simili alle penne del sopraccoda, cioè con largo margine grigio-ceciato , e la parte media bruno- giallastra. Piedi grigio-carnicini, Unghia del dito poste- riore poco arcuata, e più corta del dito. SINONIMIA Anthus campestris. Bechst. Anthus rufus. Vieill. 46 ORDINE SECONDO Allodola, © Lodola dei campi. Storia degli Uccelli Tav. 372. fig. 1. Buffon, Planches enlum. num. 661. fig. 1. NOMI VOLGARI. TOSCANI Ciurletto, Ciurlottino, Avina, Pis, Calandro, Biené. STRANIERE Franc. Rousseline, Ingl. The Willow Lark. Ted. Der Brach--Pieper. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 6. picc. 3. Ap. del becco: quatt. 2. Coda: soldi 2. quatt. 1. Tarso: picc. 11. Costumi. Verso i primi d’ Agosto si cominciano a tro- vare i Calandri nelle nostre pianure, ma sempre in pic- col numero, e sparsi chi in qua e chi in là. Stanno ne’ siti incolti e nudi, ne’ campi ove è stato smosso il terreno, ec. e mai si trovano fra gli alberi. In Ottobre spariscono, e solo si fan rivedere in Aprile. PropAgazione. Nidificano sù i monti, e qualcuno an- che sù i nostri. lo ho avuto un maschio d’una coppia che covava sù i monti di Castelnuovo di Val di Cecina: ma il nido io non l’ho mai veduto. Secondo Temminck lo fanno sulla terra fralle erbe, dietro qualche zolla , e contiene da quattro a sei uova subglobose celestognole , con macchie e strie rosse e violette (1). Caccia. Se ne prendono spesso tendendo con le reti alle Strisciajole . CALANDRO FORESTIERO ANTHUS RICHARDI Viet. Parti superiori lionato-scure, macchiate di nero: unghia del dito posteriore più lunga del dito stesso: piedi grigio- carnicini. (1) Temm. loc. cit. pag. 269. UCCELLI SILVANI 4a Anthus corpore superne helvolo=brunneo, ex nigro macu- lato: ungue postico, digito ipso longiore: pedibus grisco- carneis » — Maschio. Becco superiormente nerastro , inferior- mente carnicino. Iride castagno-cupa. Penne delle parti superiori nere, con largo margine lionato-fosco. Gola, addome, sottocoda e gambe bianco-ceciate. La fascia sopraccigliare, che è larga, il gozzo, il petto, e i fianchi di color ceciato-lionato. Due strie nerastre partono da ciascun lato dalla base della mascella inferiore, e si riu- niscono insieme sotto l’ orecchio: lati del collo, e petto coperti da molte macchie a gocciola, nero-scure, ben visibili. Cuopritrici superiori delle ali con margine ben distinto, ceciato. Coda lunga. Timoniera esterna, da ciascun lato, bianca, con macchia nerastra cuneata alla base dal lato interno: la seconda ha nera quasi tutta la parte esterna, e più estesa la macchia cuneata interna: le altre tre son nere, con sottil margine lionato : le due medie sono un poco più corte dell’ altre , ed hanno il margine più largo. Piedi grigio-carnicini. Unghie cene- rognole. SINONIMIA Temminck et Laugier, Planches coloriés Liv. 17. pl. 101. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Pipit Richard. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 6. picc. 10. Ap. del becco: quatt. 2. Coda: soldi 2. p. g. Tarso: p. 13. Lunghezza del dito posteriore con l’ unghia: picc. 13. Nota. L’individuo qui sopra descritto è un poco diverso da quello di cui parla Temminck nel IManuel d’Ornitholo» gie ; giacchè egli ha la fascia sopraccigliare, la gola, e l’ad- dome non bianchi, ma di color ceciato, Ja prima timoniera esterna con una gran macchia nera, e non intieramente bianca, e delle dimensioni maggiori. Queste differenze di- pendono forse dal sesso, o dall’età? L’individuo che ho qui descritto sarebbe un maschio adulto? 48 ORDINE SECONDO Costumi. Il 13 Ottobre del 1826, presi 1 Anthus Richardi, che sopra ho descritto, tendendo alle Pispole nella Curigliana (1) detta le Moggiola, dalla parte set- tentrionale di Pisa. Questo bell’ uccello, fino ad ora è pochissimo conosciuto. Nei libri d’ Ornitologia non si parla che di due o tre individui stati esaminati, così che quasi niente si sà de’ suoi costumi, e delle varietà dell’ a- bito a cui è soggetto . Poco o nulla io sono in grado d’ar- ricchirne la storia. Il suo fischio somiglia quello del Pri- spolone, ma è meno tremulo, e più acuto. Vola con molta velocità, e quasi sempre a falcate. Nello stomaco di quello sopra descritto, non trovai che pochi avanzi di formiche . TRIBU XF. I CAMPERECCI. CAMPESTRES CARATTERI DI TRIBU Becco mediocre, conico, diritto. NARICI co- perte da pennuzze, o peli voltati in avanti. Diri tre davanti, ed uno di dietro. Prima Re- MIGANTE Corta, o cortissima. UnsHIA posteriore quasi diritta. | RostruMm mediocre, conicum , rectum. NaRES tecta plumis, vel pilis antrorsum versis. DiciTi tres anteriores, unus posticus. Remex prima Dre- vis vel brevissima. Uncuis posticus fere rectus. Nota. La proporzione relativa delle prime remiganti, la quale mi ha somministrato un carattere per distinguere la Tribù de’ Pratajoli da quella de’ Canori, mi somministra adesso un carattere per distinguere ancora le Lodole dai | Granivori, insieme con i quali gli Ornitologi le avevan fino adesso confuse. Oltre i caratteri di conformazione che di- (:) Chiamasi Curigliana nel Pisano, ogni estensione di pianura spogliata d’ alberi. UCCELLI SILVANI 69 stinguono chiaramente fra essi questi due gruppi d’uecelli, ( de’ quali caratteri è uno de’ primi la forma del becco di mediocre forza, e piuttosto lungo e sottile), dando un oe- chiata al modo di vivere de’ miei Pratajoli , e de’ miei Gra- nivori, credo che chiunque si convincerà della naturalezza di questa divisione. COSTUMI La dimora costante delle Lodole ne’ luoghi aperti, il non passar la notte a pollajo, il nutrirsi ordinariamente di semi che esse sbucciano : la loro voce, ed il luogo da cui soglion cantare, il nido sempre posato sulla terra , il colore costante delle penne, ec. fan che esse hanno un abito e delle abitudini a loro particolari, e diverse del iutto da quelle degli altri Silvani. GENERE XXXVI. ALAUDA Ls. CARATTERI GENERICI Becco più corto o subeguale alla testa, subconico. Mascella superiore leggermente eurva in basso, non intaccata. Mascella inferiore appena più corta della superiore , diritta , o leggermente curva in basso. Lingua scariosa , depressa, stretta, bifida. Marici basilari, ova- te, semicoperte da peli e pennuzze della fronte rivolte in avanti. Z'arso scudettato, più lungo del dito medio. Diti tre davanti , uno di dietro : gli anteriori interamente separati. Unghie anteriori corte, poco curve, appun- tate; la media con un piccolo solco dalla parte superiore imterna. Unghia posteriore diritta, più lunga del dito. Coda mediocre, troncata, di dodici remiganti. Al | grandi: prima remigante piccola, o piccolissima: se- conda e terza le più lunghe: una delle remiganti se- condarie subeguale, o non molto più corta della remi- gante più lunga. Tomo IL. 4 50 ORDINE SECONDO COSTUMI Non incontransi giammai le Lodole nel folto de’ bo- schi: qualche specie sì ferma di rado ne’ campi cinti da alberi, o nelle spiazzate delle selve, ma la loro dimora ordinaria sono le praterie estese, i campi sativi non al- berati, i colli scoperti, ec. Quasi tutte le specie stanno riunite in branchi, fuora del tempo delle cove, ed in branchi emigrano dal settentrione al mezzogiorno , 0 dalle alpi ne’ piani. Mangiano semi ed insetti : e di que- sti ultimi quasi esclusivamente si cibano nella lor gio- ventù, e quando debbono imboccare i fi gli: ma fuori di queste epoche adattansi bene a non si nutrire che con i semi, perciò è facile il tenerle domestiche. Sono uccelli canori, ed han l’ abitudine di cantare volando, o stando librati sulle ali. Amano a rotolarsi nella polvere: tutti costruiscono il nido in terra, con poc’ arte, e le loro uova son biancastre, sempre asperse d’ una gran quan- utà di punti scuri. Nell’ abito poco differiscono i maschi dalle femmine. I giovani han le penne cinte da un largo margine ceciato . CALANDRA ALAUDA CALANDRA Las. Becco corto, grosso: due grandi macchie nere sù i lati del gozzo : coda eguale alle ali: remigauti secondarie scure, più corte delle primarie. Atauda rostro brevi, crasso: jugulo maculis duabus ma- gnis, nigris, lateralibus: cauda alas aquante: remigibus primariis , secundarias brunneas superantibus. Maschio adulto. Becco più corto della testa , grosso , nella parte superiore e nella cima color nero di corno, giallastro nel rimanente. Penne delle parti superiori scuro-nere nel mezzo, grigio-lionate sul margine: quelle della cervice e del sroppone son più ca al cene- rino. Fascia sopraccigliare larga, ceciata. Redini bian- che: una piccola stria nera và dagli occhi alle narici. UCCELLI SILVANI 51 Gola, parte media del petto, addome e sottocoda, di color bianco. Lati della gola macchiati delicatamente di nerastro: due larghe macchie di nero-morato sù i lati del gozzo. Parte superiore del petto bianco-ceciata, con molte macchie scuro-nerastre a goccia. Cuopritrici delle ali scuro-nerastre, con largo margine lionato-cupo . Re- miganti nere: le primarie col margine esterno lionato ; la prima di queste lo ha quasi bianco: le secondarie con la cima bianca. Coda che appena oltrepassa l’ estremità delle ali: prima timoniera bianca, con la base, dalla parte interna, cenerina: la seconda, terza e quarta son nere, con piccola macchia bianca in cima, ed uno stretto margine lionato sù i lati: le medie, anch’ esse nere, non han macchia bianca, ed il margine lionato è molto più largo. Piedi bigio-carnicini. Femmina. Ha le macchie nere del gozzo, due terzi più piccole che il maschio . Giovani all’ uscir dal nido. Hanno tutte le penne delle parti superiori di color cenerino-bruno , con mar- gine largo biancastro , sul quale è un cerchio nero. Re- miganti, e penne della coda marginate di bianco puro: le timoniere esterne intieramente bianche: tutte le parti inferiori d’ un colore un poco più chiaro che nel maschio adulto (1). SINONIMIA Calandra sive Alauda maxima, Aldr, Ornith. Tom. 2. pag. 846. Olina, Uccelliera pag. 30. Buffon, Planches enlum. num. 368, NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. La grosse Alouette, ou Calandre. Ingl. The Ca- landre and Morgalian Lark. Ted. Die Kalander Lerche. Dimensioni. Maschio. Lunghezza totale: soldi 6. quatt. 1. Apertura del becco: picc. 7. Coda: soldi 2. (1) Temm. Man. d’Orn. Tom. 1. pag. 277. 5 ORDINE SECONDO Tarso® picc. 11. Le dimensioni della femmina sono un quattrino minori di quelle del maschio. Costumi. È la Calandra uno de’ più abili cantori. Con la sua voce dolce e flessibilissima imita a perfezione tutti gli uccelli che essa ode cantare. Può dirsì non avere un verso a lei proprio, non essendo il suo canto altro che una vaga e maestrevol riunione di quelli d’ un infinità d’ altri volatili. Mentre è librata sulle ali, o a- scende, o discende con cerchi per l’aria, essa canta ora col gorgheggiar della Lodola, ora col verso d’ amore del Montanello, ora con queilo del Zigolo ; in un tratto passa ad imitare il fischio che le Pispole, le Ballerine, i Verdoni fanno sentire in inverno, e nuovamente con brusco passaggio ritorna ad imitare il canto della Lodo- la: e contraffà tutte queste voci con tal perfezione, da ingannare anche il più esperto cacciatore. Nelle nostre Maremme, ove le Calandre son comunissime, è una cosa al sommo sorprendente, e che la prima volta sembra un illusione, il sentire nell’ alto di quell’ aria infocata dal sole estivo, e resa fioca, grave, ed opprimente dalle malefiche esalazioni degli stagni , il sentire, dico, le voci d’ inverno del Pettirosso , del Fanello, della Pispola, e di molti altri uccelli che solo trovansi in que’ luoghi nel tempo del freddo, quando l’aria, ovunque pura e sana, e i raggi del sole di poca forza, permettono al passeg- giere di viaggiare ovunque franco, e sicuro. I piani del Grossetano, dell’ Orbetellano, ed in quelli. che dalla Cecina s° estendono lungo il mare fino alla Torre San Vincenzo, sono i luoghi ove più che in ogni altro abon- dano le Calandre. Nella pianura Pisana non se ne tro- vano, 0 solo accidentalmente. Sono uccelli stazionari. Propagazione. Nidificano ne’ campi di grano, o nei prati. Le loro uova sono in numero di quattro o cinque, di color biancastro-porporino, con grandi macchie ce- nerine, e de’ punti scuro-cupi (1). (1) Temm. ibid. pag. 277. UCCELLI SILVANI 93 CAPPELLACCIA ALAUDA CRISTATA Lis. Becco poco più corto della testa: coda più lunga delle ali: remiganti secondarie di colore scuro, e tutte più corte delle primarie, Alauda rostro capite paullo breviore: cauda alis longio- re: remigibus primariis secundarias brunneas superantibus, Adulti. Becco poco più corto della testa, grigiastro, superiormente scuro-corneo . Iride scuro-gialliccia . Pen- ne delle parti superiori di color grigio-lionato tendente al rugginoso , con la parte media più scura. Quelle del pileo son molto più lunghe delle altre, nere, con sottil margine grigio-lionato : esse formano un ciullo erigibile . Parti inferiori color bianco-ceciato sudicio. Lati della gola macchiati di nerastro: sopra i lati del petto una macchia bruno-nera. Petto , e parte superiore dei fianchi con macchie brune longitudinali. Penne delle ali scuro- cenerine, con la parte media un poco più cupa. Coda un soldo circa più lunga delle ali. Prima timoniera nero- scura, col margine color di nocciòla: seconda nera, col margine esterno color di nocciòla: terza e quarta intie- ramente nere: quinta e sesta scuro-nero-lionate. Piedi grigio-carnicini. Giovani avanti la prima muta, Han le penne d’un color più chiaro che gli adulti, con una macchia bianca nella cima; macchia con punta che attacca allo stelo: _ una fascia ceciato-lionata fa margine al rimanente della penna, ed una sottile stria nera ini in var) luoghi dal lato interno, più chiaramente questo margine. SINONIMIA Alauda undata, Gmeli Syst. Nat. ( giovane avanti la prima muta). Allodola cappelluta, volgarmente Cappellaccia. Storia degli Uccelli Tav. 374. 54 ORDINE SECONDO NOMI YOLGARI. TOSCANI Lodola cappellaccia, Cappellaccia, Gracchicllaccia, Pis. Allodola cappellaccia, Fior. Sen. STRANIERI Franc. L’ Alouette Cochevis. Ingl. The crested Lark. Ted. Die Haubenlerche. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 6. quatt. 1. Apertura del becco: quatt. 2. Coda: quatt. 5. picc. 3. Tarso: quatt. 2. picc. 1. Costumi. La Cappellaccia è comunissima in tutti i campi, ed in tutte le praterìe tanto di monte che di piano , tanto all’ aperto che in luogo alberato. Da noi è uccello stazionario, benchè in parti più settentrionali dell’ Europa emigri in autunno. Non va mai a branchi, ma o solitario o a coppie: rare volte in famiglie. È molto accorto e sospettoso, perciò difficilmente si pren- de alle reti, ed ai lacci, in cui facilmente soglion cadere le altre Lodole. Con tutto ciò non teme la vicinanza dell’uomo, ed anzi spessissimo stabilisce la sua dimora vicino a lui, ed una grandissima quantità, particolar- mente in inverno, se ne vede sempre sopra le strade di campagna, a cercar semi o insetti nello sterco de’ ca- valli, il grano caduto da’ sacchi, o a spollinarsi nella polvere. Nel tempo degli amori tanto il maschio che la femmina cantano, ma quest’ultima con minore abilità dell’ altro. PropAcazione. Le Cappellacce fabbricano il nido o ne’ campi, o ne’ prati, riunendo insieme rozzamente de’ fili di fieno. Le uova son quattro o cinque per cia- scun nido, con molte macchiuzze bruno-nerastre. UCCELLI SILVANI 455 DEA, 2 5 INA AZAN I ri I, - PANTERANA ALAUDA ARVENSIS Lun. Becco lungo quanto la metà della testa : coda più lunga delle ali: remiganti secondarie di colore scuro, e tutte più corte delle primarie. Alauda rostro dimidium capitis equante : cauda alis longiore : remigibus primariis secundarias brunneas supe- rantibus . Adulti. Becco lungo la metà della testa, color gri- gio-corneo . Penne delle parti superiori lionato-grigiastre sul margine, nero-scure nel mezzo. Penne del pileo più lunghe delle altre, rotondate nella cima, erigibili. Y'a- scia sopraccigliare bianco-sudicia . Lati del collo e gozzo bianco-ceciati, con piccole macchie nerastre, lanceolate, a gocciola. Sù i lati del petto una macchia bislunga scuro-nera, ben visibile solamente quando s° allunga molto il collo. Petto ceciato, con macchie scuro-nere bislunghe; queste macchie sono anche sopra i fianchi, ma più chiare, più rade, e più grandi. Addome e sot- tocoda bianco, tendente un poco al ceciato . Penne delle ali bruno-nere, con margine ceciato cupo. Coda medio- 56 ORDINE SECONDO ere, un poco forcuta: prima timoniera bianca, con una lunga macchia cuneata nerastra sul margine interno: seconda nera, coi margine esterno bianco : terza, quarta e quinta nere, con sottilissimo margine ceciato: le due del mezzo son più corte delle altre, brune, con largo margine color lionato scuro. Piedi carnicino-scuricci . Giovani avanti la prima muta. Hanno tutte le pen- ne delle parti superiori, quelle delle ali e della coda d’ un color più debole che ne’ vecchi, ornate d’ un mar- gine ben distinto, di color lionato, il quale è limitato dalla parte di dentro da una sottil fascia nerastra . Gola e gozzo ceciati. Le macchie del petto son d’un color molto più debole che negli adulti. SINONIMIA Alauda italica. Gmel. Syst. Nat. ( giov. avanti la prima muta ) è Allodola maggiore, o Lodola panterana. Storia degli Uccelli Tav. 375. XOMI VOLGARI. TOSCANI Lodola, Lodola buona, Pisano, Lodola panterana, Fior. Allodola panterana, Sen. STRANIERI Franc. L° Alouette ordinaire. Ingl. The Sky Lark. Ted. Die Feldlerche, Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 6. quatt. 1. Ap. del becco: picc. 7. Coda: quatt. 7. Tarso: picc. 10. Costumi. La Lodola è uno de’ primi uccelli che entri in amore, e ci avvisi con il suo canto del ritorno della buona stagione. Tuttora le campagne son nude e deva- state dal rigore e dalle burrasche d’inverno, gli alberi sono spogliati, e la neve giace tuttora sulle più alte cime dell’ Alpi Apuane, che di già la Lodola sollevandosi da terra col descrivere larghe spirali, incomincia a far sen- tire dall’ alto dell’ aria il suo verso tirile, tirile, mo- dulato con ogni abilità e dolcezza, verso con il quale UCCELLI SILVANI 57 quest’ aereo cantore seguita poi a rallegrare i campi ed i prati, per tutto quel tempo in cui le erbe e le peri crescono, maturano, son segate e raccolte. Mentre la Lodola s' inalza, spesso soflermasi librata sulle ali, comme per dare un attenzione maggiore al suo verso: e così vo- lando giunge ad una altezza sì grande, che quasi appena, o solo come un punto si scorge, benchè il suo canto sem- pre arrivi alle nostre orecchie intero , e distinto (1). ID molto raro di sentirle cantare posate in terra. Fuori del tempo delle cove stan sempre riunite in branchi, siano esse stanziate in una pianura, o siano ìn viaggio per le loro emigrazioni. Molte covano ne’ nostri piani, e sù i nostri monti, ma ogni anno in Ottobre ne passano nu- merosissimi branchi, diversi de’ quali si trattengono a svernare in Toscana. Questi branchi , a cui si dà il nome volgarmente di puntate, per il solito da noi arrivano sul mezzogiorno: allora le Lodole volano serrate 1’ una accanto all’ altra, quasi rasentando la terra, e ripetendo il fischio chizio, chiîto , chiito, fischio che solo in quella circostanza sogliono far sentire. In domesticità vivono molto bene e lungamente; ma è necessario tenerle in gabbie assai lunghe, affinchè abbiano spazio ove muo- versi ; il fondo deve esser fatto a guisa di cassetta , € pieno di rena, la quale bisogna mutare ogni qualvolta è fra- dicia: così esse stan sempre sane ne’ piedi, e rotolandosi nella terra si liberano da’ pidocchi. Per nutrirle è ugual- mente buona la vena, il grano, l’orzo, ec.; il miglio bensì, è ciò che loro si suol dare. Si abbia poi cura che non suan mai senz’ erba , cioè Indivia, Radicchio, o me- glio Cavolo, imperoechè sempre ne mangiano una quan- tità grandissima, e contribuisce più che ogni altra cosa a tenerle in salute. Le nidiacee si allevano con facilità quando si prendon o già bene impennate: allora s' im- boccano con cuore tritato, bachi da Rusignòlo , mosche, (1)... .... Volatu perpendiculari in aére suspensa cantillans in Creatoris laudem: Ecce suum tirile, tirile, suum tirile tractat esc. Linn, Syst. natur, 38 ORDINE SECONDO ed altri insetti. Qualora poi siano in grado di beccare, si porge loro un impasto di carne tritata, insetti, e miglio, Propagazione. Nidificano ne’ campi e ne’ prati, tanto di piano che di monte. Il covo lo fanno sulla terra in qualche buchetta , dietro qualche zolla. È fatto con pa- glia ed erba ammassata grossolanamente. Le uova son quattro o cinque, cenerine, con macchie brune. Caccia. È a tutti noto quanto sia grande il consumo che si fa di questi uccelli, per quasi tutto il tempo nel quale è permessa la caccia. L’arrosto di Lodole è a tutti gradito, e per il sapore e odor suo, e per la bizzarra ri- putazione di cui gode fino da tempi remotissimi, d'esser uno specifico e preservativo di varie malattie, come do- lori colici, renelle, ec. Perciò non v'è tavola, un poco lauta, che quasi ogni giorno non ne resti fornita : così un numero grande di cacciatori è continuamente occu- pato a tender loro insidie in molte maniere. Ecco le principali di queste cacce che si fanno in Toscana. Nel tempo del passo, la massima parte di quelle Lodole che vengonu sù i nostri mercati, si prendono con le reti aperte, o da Lodole. Allora, cioè dal primo d’ Otto- bre fino a dopo S. Martino, tutte le nostre pianure son fittamente asperse di reti, giacchè oltre 1 cacciatori di professione, in quel tempo di vacanze autunnali moltis- simi cittadini divengou tenditori, per aver così un sol- lievo alle continue e nojose cure dell’anno . Allora nelle belle giornate, poco dopo la levata del sole, all’ aprirsi delle porte della città, vedesi escire da ognuna di quelle una torma di cacciatori, di qualunque età, di qualunque condizione, che ragionando fra loro delle prese fatte, e delle speranze o timori per il giorno presente, chi con il passo rapido ed agile della gioventù e dell’ esercizio, chi con quello incerto e posato dell’ età matura, e della perduta abitudine, s' avviano alla volta della loro tesa, dalla quale, per il solito, non ritornano che tre o quat- tr ore dopo mezzogiorno. Si fa la caccia di cui parliamo mediante due Reti molto lunghe, che tese sul terreno adequatamente, ed a giusta distanza, son dal cacciatore ° UCCELLI SILVANI 59 chiuse addosso all’ uccello da lui attiratovi, medianie gli zimbelli, ed i richiami. Le dimensioni d’ambo le reti sono le stesse: quelle adoprate nel Pisano , e nel Li- vornese, essendo montate, occupano ciascuna uno spa- zio lungo B.* 30, largo B.* 3 ‘/2. Due corde di canapa ( che diconsi le Maestre ) della grossezza circa d’ una penna da scrivere, le sorreggono dai lati più lunghi pas- sando entro le loro maglie: e due ste di legno che s'at- taccano a’ capi delle Maestre, formano i lati più corti. Le reti debbono essere di lino, ma essendo di seta è molto meglio: ordinariamente sì tingono di scuro, immergen- dole nella decozione bollente di mallo di Noce. La-gran- dezza delle maglie varia, giacchè quando voglionsi solo prender Lodole s'adopran reti le cui maglie abbian per ciascun lato un soldo di braccio; mentre volendo far caccia ancora di Fanelli e di Raperini, è necessario ado- prare reti di maglia più fitta. Si avverta di più che la larghezza della rete deve essere molto maggiore di quel che basterebbe per arrivare da una Maestra all’ altra, affinchè essa Rete stando lente, e facendo un sacco pro- fondo possa bene inviluppare gli uccelli, che altrimenti sarebbero sbalzati fuora dalla stessa rete, se questa fosse molto tirante, 0, come suol dirsi, avesse poco panno. Ad una delle estremità d’ogni asta dalla medesima parte di Rete, è attaccato un Cavicchio, lungo circa mezzo braccio, mediante due nodi scorsoi, fatti con un pezzo di corda addoppiata, detta Nasina ; e ad ognuna delle altre estremità delle aste si legano dei pezzi di corda gros- sa come quella delle maestre, lunghi circa quindici brac- cia, che si chiamano Aiscontri, o Venti. Un Cavicchio simile a quello delle Aste pende all’altra estremità del Ri- scontro. Questo è tutto quello che è necessario per tender le reti; ecco adesso il modo di tenderle. Si conficchi in terra un Cavicchio d’un Asta, poi mettendo P Asta distesa sulla terra in modo che faccia angolo reito con quella linea in cui il cacciatore si vuol situare, si conficchi in terra il Cavicchio del Riscontro che è attaccato a quell’ A- sta, in maniera che egli essendo sù quella linea stessa 60 ORDINE SECONDO con la quale fa angolo retto 1’ Asta, mantenga il Riscon- tro ben teso. Fatto ciò vadasi a piantare in terra il Ca- vicchio dell’Asta opposta, in tal modo che egli sia nella stessa linea de’ due primi, e tenga tirante la Maestra il più che si può. Non resta allora per tendere quel lato di Rete, che mettere al posto l’altro Riscontro , facendo come per il primo s'è fatto. Resulterà da tutto ciò che la Rete si potrà alzare, ed abbassare da una parte e dal- l’altra sempre essendo perfettamente tesa. Si collochi allora la seconda rete in maniera che fra Yuna e l’altra rimanga uno spazio maggiore circa d’un terzo, 0 poco più di quello che cadauna rete può cuoprire. Questo spazio chiamasi Piazza. Una corda forcuta a guisa d’Y, serve poi per far chiudere le reti: Z7'aito dicesi da noi questa corda, e la sua biforcatura le Forbici. Tutto il T'raito ordinariamente è lungo sessanta braccia, ed ogni ramo della Forbice quindici. Le cime delle Forbici si at- taccano all’ estremità mobile delle aste, da quel lato ove il cacciatore vuol porsi. Un cavicchio tien fermo e tiran- te il Traito, quando le reti sono aperte. Il cacciatore stà seduto in terra accavalcioni al traito, lontano quattro o cinque braccia da questo cavicchio , ed in tal posi- tura, tirando a sè quella fune, come facilmente s’inten- de, può far chiudere a suo piacere le reti: ed a fine che ei la possa impugnare comodamente, e far sù di esso la forza che è necessaria, nel punto ove meglio a lui torna si avvolge un pezzo di legno cilindrico detto Manicchia. Diconsi Richiami, o Cantarelli, uccelli della specie di quelli a cui si fa la caccia, che rinchiusi in gabbie poste accanto alle reti, con i lor fischi, o con i lor canti vi attirano gli uccelli selvaggi. Per la caccia delle Lodole panterane, nel Pisano non si adoprano richiami, benché si usino nel Fiorentino, ed in altri luoghi di Toscana. Gli Zimbelli poi, o Endici, come ancora s'appellano, sono in ogni caso indispensabili: essi consistono in uccelli vivi, ancor essi della stessa razza di quelli che sì caccia- no, posti nella metà della piazza più vicina al cacciato- re; alcuni son semplicemente legati ad un piccol cavic- UCCELLI SILVANI 6: chio, e diconsi Passeggini , altri poi son legati in cima d’una leva lunga un braccio , o braccio e terzo, la quale puol essere sollevata a piacere dal cacciatore, mediante un Filone che scorre fino a lui. Son queste leve fatte di sottili rami di Tamarici, fissate in terra dalla loro cima più grossa, per mezzo d’uno o due cavicchietti, e tenute in guida, o da due venti, o dalle loro due gambe quando alla base si fanno forcute come un Y. L’ Endice si at- tacca all’estremità libera di questa leva, facendo solle- vare la quale può il cacciatore far svolazzare 1° Endice a piacere. Questo è adunque tutto quello che è necessario per la tesa delle Reti aperte, e questo è il modo con cui essa s’ eseguisce: tesa con la quale non solo si prendono le Lodole, ma, come ho già detto, e come ancora avrò occasione di dire in seguito, serve per far preda d’ un infinità d’ uccelli di varie sorti, secondochè si tende in una o in un altra stagione, o 5 adopra una, od un altra sorte di richiami. Ma ora seguitando a parlare della tesa alle Lodole io dirò , che l'abbondanza maggiore, o mi- nore delle prese, dipende poi dalla scelta del luogo, dall’ abilità del cacciatore a zimbellare, e soprattutto dall’ abilità sua nel fischiare, abilità indispensabile par- ticolarmente quà nella pianura Pisana, ove non s’ usano richiami. È impossibile insegnare a fischiare: lo studio del vario modo con il quale fischiano le Lodole selvagge nelle varie occasioni, un lungo esercizio per imitar que- sti fischi, ed il discernimento necessario per adoprarli a dovere, possono unicamente render maestri in quest’ ar- te. Ma a quei che tanto tempo non vogliono impiegarvi, o cui non riescì la loro impresa, io consiglio d’adoprar de’ richiami, cioè di tenere intorno alle reti, in basse gabbie di filo di ferro, ed incassate più che mezze nel terreno, delle Lodole a cui sia stata data la chiusa, le ‘ quali con il loro continuo pigolio, con il fischiare, e cantare in versi, attirano stupendamente le Lodole pas- seggiere nelle reti, anche da una distanza molto mag- giore di quello che sia possibile al più abile fischiatore, 62 ORDINE SECONDO in quanto allo zimbellare, ripeterò ciò che da tuttî gli autori fu scritto, e che è conosciuto da ogni tenditore. 11 zimbellare quando l’ uccel passeggiero è troppo lon- tano, o rivolto da altra parte, è cosa inutile, anzi dan- nosa, giacchè strapazza e fatica l’Endice . È cosa dannosa il zimbellare quando l’ uccel passeggiero è vicino, ed osserva la tesa, giacchè egli allora o s’ accorge che il suo compagno è fatto muover per forza, o credendo che vo- glia fuggire anch’ei seguita la sua strada. È cosa inutile finalmente il zimbellare ad un uccello, che dopo aver attentamente osservato il gioco dei zimbelli volia e se ne và, giacchè quell’uccello, il quale non rimase ingannato arrivando , quasi mai lo è quando si risolvette a partire. Perciò non conviene zimbellare se non in quel momento in cui gli uccelli sono ad una tal distanza, o in una tal positura, dalla quale, benchè essi s° accorgano del volo del:loro compagno, non possono conoscere la causa che gli ha messi in moto. Si abbia poi sempre cura di sol- sevare dolcemente le Leve, affinchè gli endici svolaz- zino regolatamente, e non spaventati. E perchè essi fac- ciano bene il loro uffizio, bisogna adoprare di quei che giù vi sono avvezzati, e che convenientemente siano stati attaccati al zimbello. La tesa alle Lodole di passo devesi fare nelle pianure sgombre d’ alberi; ed un prato coperto d’ erba corta e rossiccia, oppure un campo sodo, sono i posti più convenienti per posarvi le reti. E si potrà quasi dir con certezza che in quel tal sito accaderà un abbondante tragitto d° uccelli, se dal lato di settentrione vi è lo sbocco d’ una o più voltate, o ( parlo per la To- scana ) se è sulla riva del mare. Circa alla direzione in cui devonsi porre le reti, son var) i modi di pensare : alcuni amano di riguardare il lato da cui giungono gli uccelli, altri gli voltano le spalle: alcuni cercano di vol- gere le spalle al Sole per non essere offuscati: altri ten- dono le reti nella stessa direzione del Vento ec. Ma sic- come vi sono dei vantaggi e degli inconvenienti per tutti questi metodi, io non saprei quale indicare come il mi- gliore, e lascio la scelta al discernimento del cacciatore. UCCELLI SILVANI 63 Avanti di terminar quest’ articolo conviene che io dica ualche cosa circa al modo di rimediare agli sconcerti prodotti alla tesa da un Vento forte. Se il vento spira nella direzione medesima delle reti, non produce danno notabile, ma se spira in traverso , fa sì che una rete si chiude molto più sollecitamente dell’ altra, oppure im- pedisce anche assolutamente a questa di chiudersi. Se il vento è poco gagliardo si può riparare a’ suoi danni in due maniere, o portando il Z7r:aito un poco obliquamente verso la parte del Vento, in modo di agire più diretta- mente sulla rete che egli trattiene, oppure mutando per questa rete il luogo ai Cavicchi dei riscontri , piantandoli cioè un palmo più in dentro della linea in cui sono i due dell’ Aste, Ma se poi il vento è molto forte volendo che ambo le reti si chiudano a dovere, non v' è che da adoprare il Aiscontrino: ecco in cosa consiste, e come s'adopra. Si abbia un caviechio, ed un pezzo di corda lunga da una volta e mezzo un Asta; ad una delle sue estremità vi sia legata una campanella di metallo, o me- glio una Carrucolina . Il cavicchio si pianta in terra fralle Forbici, discosto circa due braccia dai cavicchi delle aste; e secondo da qual parte il vento fa ritardare la Rete, si passa dentro la Carrucolina, o campanella il braccio della Forbice di quel lato , e si lega al Cavicchio la corda che ad essa campanella è attaccata , facendola star tirante in maniera da accostare assai al Cavicchio quella parte di Forbice. In questa maniera si provvede all’ ostacolo che ogni qualunque Vento può opporre, giacchè in ra- gione che egli è più intenso, scorciando maggiormente il riscontrino si fa che sempre con egual celerità si chiu- dano le reti. Anche col fucile si uccidono molte Lodole: ma più dai dilettanti, che dai cacciatori di mestiere. Due modi st adoperano per fare avvicinare le Lodole, e poter co- modamente colpirle. Il primo di questi modi è quella macchinetta chiamata lo Specchietto. Consiste essa in un prisma di legno, a tre facce, lungo un mezzo brac- cio, grosso tre soldi, e terminato da due facce a smusso, PI a 6% ORDINE SECONDO | © , Nella parte inferiore , cioè in quella faccia sottoposta af lato più corto, vi è confiito un pernio di ferro, il quale s introduce in un foro fatto longitudinalmente nella te- sta d'un cavicchio : di modo tale che quando il cavicchio sta confitto in terra a piombo, il prisma possa liberamente e facilmente girare sopra al suo pernio. Le quattro facce superiori del prisnra si cuoprono con piccoli specchietti rotondi, ed ogni intervallo che fra uno specchio e l’ al- tro rimane, si cuopre anch'egli con panno di color rosso vivace. Nelle giornate serene dell’Ottobre, il cacciator di fucile và peri campi da poco seminati, ove sempre stan numerosi branchi di Lodole, già stanziate, e dove s’ ag- girano quelle passeggere . Là egli conficca in terra il Ca- vicchio con lo Specchietto , e poi avvolto attorno al per- nio di ferro uno spago molto lungo, ne dà ì due capi ad un ragazzo che seco condusse, il quale continuamen- te, ed alternativamente tirandone uno a sè, mentre al- lenta l’altro, fa girare sul di lui asse lo specchietto, e con molta velocità. Quello allora riflettendo da ogm lato, e sotto ogni angolo, interrottamente i raggi del Sole che Io percuotono , risplende e brilla con un vivis- simo lume. Le Lodole, sempre per loro natura curiose, e di più in quel tempo nel quale calando per la prima volta dalle valli solitarie delle Alpi, sono ancor semplici ed ignare degli inganni che dovunque loro tendono gli uomini, accorrono tutte gaje, canterellando e brillando di gioja al veder quel muovo spettacolo, e per meglio osservarlo soffermandosi sulle ali a poca altezza da terra, dan l'occasione al cacciatore di colpirle come a lui piace. In vece dello Specchietto può adoprarsi la Civetta, o facendola svolazzare sopra la gruccia, o sopra una Lac- chetta, o facendola volare sciolta, ma con un largo pezzo di carta attaccato alle pastoje. Questo è 1° altro mezzo di cui voleva parlare. Finalmente con i lacci di crino, adeseati con pochi grani di vena e tesi ne’ sodi e nelle secce, si prende per tutto l'inverno una quantità grandissima di Lodole. Queste non sono tutte le cacce che a tali sorte d’uc- dt UCCELLI SILVANI 65 celli si fanno; e’ è quella della Lanciatoja, della Pan- tiera, dello Strascino , dell’ Antennella , ec. ma que- ste, o non sbusano in Toscana, 0 non sì usano comu- nemente; perciò a me non tocca parlarne, non essendo mia intenzione scrivere un trattato completo di caccia, ma sibbene un Ornitologia locale. TOTTAVILLA ALAUDA ARBOREA Lis. Becco subeguale alla metà della testa, sottile: una fascia biancastra che cinge la nuca: coda poco più lunga delle ali: remiganti secondarie di colore scuro, tutte più corte delle rimarie. Alauda rostro tenui, dimidio capitis subaequali: nuca fascia albida cincta ; cauda alis paullo longiore : remigibus primariis secundarias brunneas superantibus, Becco subeguale alla metà della testa: superiormente scuro-corneo , inferiormente di color più chiaro. Penne del pileo rotondate nella cima, e molto lunghe, così che formano un ciuffo. Queste, quelle della cervice, del dorso, delle scapolari, son bruno-nere nel mezzo, con largo margine lionato-isabellino . Groppone e cuopritrici della coda cenerino-lionate. La fascia sopraccigliare s° e- stende sopra la nuca, e la cinge da una parte all’ altra: è di color bianco-ceciato. Al disotto dell’ occhio vi è una fascia scura che s' estende fino a cuoprire l’ orecchio. Parti inferiori bianco-ceciate: sù i lati della gola e del collo, delle macchiuzze lanceolate bruno-cenerine: sul petto vi sono delle macchie simili, ma più grandi. Fian- chi cenerino-ceciati. Addome e sotiocoda bianco- gialli : sù i lati del petto una macchia bislunga bruno-nera , ben visibile solo quando il collo è allungato. Grandi cuo- pritrici delle remiganti primarie scuro-nere, con grandi macchie bianche nella cima: le cuopritrici delle altre remiganti somigliano per il colore Je penne del dorso. Remiganti cenerino-nerastre, con sottil margine bianca- stro. Coda poco più lunga delle ali, Prima tmoniera Tomo IL. 5 66 ORDINE SECONDO esterna nerastra, più cupa verso la base, col margine esterno biancastro: seconda nera, con margine esterno bianco nella parte superiore; e di più una bella mac- chia bianca triangolare. La terza e quarta timoniera son nere, ed hanno ancor esse una macchia bianca nella ci- ma. Le quattro medie son nero-scuricce. Piedi grigio- carnicini, a SINONIMIA Alauda cristatella, Lath, index. Alauda nemorosa. Gmel. Allodola dei prati, o Mattolina. Storia degli Uccelli Tav. 372. fig. 2. Tav. 373. fig. 1. Alauda cristata minor, Aldrov. 844? T'ottavilla, Olina, Uccell. pag. 27. NOMI VOLGARI. TOSCANI Bonicola, Pis. Fior. Mattolina, Fior. Sen. Covilello, Sen. STRANIERI Franc. L’Alouette Lulu, Ingl. The Wood Lark, and Lesser-crested Lark. Zed. Baum lerche. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 5. quatt. 2. Ap. del becco: picc. 5. Coda: quatt. 5. Tarso: picc. 10. Cosrumi. Abita ne’ luoghi sparsi d’ alberi, o vestiti di macchioni. Quasi sempre stà sulla terra come le altre Lodole , ma qualche volta vedesi ancora posata sù i ra- mi. Quando vola manda un fischio che si esprime assai bene con il di lei nome Z'ottavil/la, giacchè continua- mente ripete foztavi, tottavì. Il maschio canta con bella voce, e molto piacevolmente, ed al dir dell’ Olina, ancor nella notte. In inverno ed in autunno se ne vedono de’ branchi numerosi, sù 1 Cotoni, e ne° siti più radi de’ boschi submarini. Propagazione. Fanno il covo nelle vallatelle de? mon- ti, o de’ colli, ove sono degli alberetti, ma non bosco folto. Lo pongono sulla terra fralle erbe, o a’ piedi di qualche cespuglio: esternamente è fatto con musco gros- wi po UCCELLI SILVANI 67 solano, internamente di pagliuzze, e foglie secche. Con- tiene quattro 0 cinque uova assal grosse, rotondate, bian- che, ed asperse da moltissimi punti irregolari, dolo di siobeglitie questi , attorno all’ estremità più ottusa, es- sendovi in maggior numero, formano una specie di co- rona. Caccia . Se ne prendono molte in autunno con le reti aperte, e con i Pareta), avendone qualcuna ingabbiata per richiamo. Nell'inverno molte rimangono ai Lacci. a CALANDRINO ALAUDA CALANDRELLA Bon. Becco subeguale alla metà della testa, piuttosto grosso: coda più lunga delle ali: alcune delle remiganti secondarie, eguali alle remiganti primarie. Alauda rostro crassiusculo, diniidio capitis suboequale : : cauda alas superante: remigibus secundariis nonnullis pri- marias cequantibus. Adulti. Becco mediocremente grosso , subeguale alla metà della testa , di color grigio-corneo . Penne del pileo, della cervice, del dorso, scapolari, groppone e soprac- coda, d’uno stesso Slc grigio-lionato, con macchie bishifighe nerastre. Fascia Xpriecislianti e penne ci- gliari Miaucadd: Gola, gozzo, e lati del collo biancastri; sù i lati della gola, di là dall’angolo del becco, quindici, o sedici piccole macchie nero-cenerognole. Petto di co- lor bianco leggermente ceciato, con qualche piccola mac- chiolina nera lateralmente : una macchia più g grande nera è fra i lati del petto, e la base della cervice. Addome di color bianco-ceciato. Cuopritrici delle ali bruno-nere nel mezzo, col margine ceciato-lionato. Remiganti ce- nerino-nerastre: l’ esterna ha il margine esterno iii ceciato: una delle secondarie eguale in lunghezza alle primarie più grandi. Coda più lunga delle ali. 'Tl'imo- niere esterne ceciato-lionato, con una gran macchia cu- neata alla base del margine interno: la seconda nera, col lato esterno ceciato : la terza e quarta nere, con sot- 68 ORDINE SECONDO tilissimo margine ceciato: le quattro medie sono più corte delle altre, e colorite presso a poco come le penne del sopraccoda; solo hanno la parte media più nera. Penne del sottocoda bianche. Piedi grigio-carnicini. Diti corti. Unghie de’ diti anteriori corte, e grosse. Unghia del dito posteriore subeguale al dito . Giovani avanti la prima muta. Hanno le penne delle parti superiori marginate di ceciato, il qual mar- gine dal lato interno è più distintamente separato dall’al- tro color della penna, mediante un orlo nerastro . SINONIMIA Alauda arenaria. Vieillot. , Alauda brachidaciyla. Temm. Calandrella ec. Storia degli Uccelli Tav. 375. fig. 2. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. L°Alouette Calandrelle, 7'ed. Die Kurtzchige Lerche, Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 5. quatt. 1. Ap. del becco: picc. 5. 1, Coda: soldi 2. picc. 2. Tarso: picc. 7. Costumi. Non sò se nell'inverno questa sorta di Lo- dola si trattenga in Toscana; ma essa vi si trova comu- nissima nella Primavera, e nell’ Autunno, particolarmen- te sulle praterìe non lontane dal mare. Nel Pisano è piut- tosto rara : ma nel pian di Grosseto ve ne ho veduti bran- chi innumerevoli, particolarmente nel Maggio, quando tornavano dall’Affrica, Erano esse così poco paurose, che appena si scansavano per lasciar passare il Cavallo su cui viaggiavo. Vivono bene in gabbia, e s° addomesti- cano sollecitamente . UCCELLI SILVANI 69 FRIBU' XP. I PASSERACEI. PASSERINI CARATTERI DI TRIBU Becco più corto della testa, perfettamente conico, 0 debolmente compresso. NARICI più o meno coperte da penne corte, setolose, rivolte in avanti. Gambe vestite di penne. Diti tre da- vanti, ed uno di dietro. Prima REMIGANTE una delle più lunghe. RostRUM capite brevius, exacte conicum, vel VIXL COMPprPessum . NARES plus minus tecte pennis brevibus, setosis, antrorsum versis. Tisia plu- mos@. Diciri tres anteriores, unus posticus. Remex prima una ex longioribus, Nota. passaggi da una in un altra forma, le gradazioni de’ caratteri son tali e tante in questa tribù, quando si con- sidera formata da tutte le specie cognite, che quello il quale volesse conservar solo quei generi dotati di caratteri di- stinti, sarebbe certamente costretto, seguendo l’ esempio dell’ Illiger, a non formarne che un solo e gran genere. Ancora esaminando le sole specie d’ Europa, non sì trovano caratteri generici molto cospicui, ma pure per queste qual- cuuo essendovene, io in quei generi le dividerò che da tali differenze mi verranno a sufficienza distinte. COSTUMI Sono loro cibo ordinario le mandorle de’ semi di mol- lissime piante: mediante il lor becco conico a margini taglienti, con facilità separano e ne rigettano il guscio . Nel tempo delle cove son quasi esclusivamente insetti- vori, giacchè con insetti nutrono i figli. Spesso mesco- lano dell’ erba agli altri alimenti. Amano a lavarsi, ed a spollinarsi nella polvere. I più non mutan le penne 70 ORDINE SECONDO ehe una sol volta 1} anno: in/alcuni vi è differenza di colore fra i maschi e le femmine, in tutti fra i giovani, e gli adulti. Son molto industriosi per la costruzione del nido, il quale molto varia e per i materiali, e per la situazione. In inverno vivono in branchi, e in branchi emigrano. La massima parte de’ maschi cantano nel tempo degli amori. CACCE Il Paretajo è la caccia con la quale se ne prendono una quantità immensa d’ogni specie. Essa ha nome dalle due reti che servono a rinchiudere gli uccelli, e che son dette Pareti, l’una delle quali è ordinariamente più gran- de che l’altra. Si sceglie per far la tesa la sommità di qualche poggetto , privo d’ alberi, situato in dirittura di qualche foce rivolta al Nord, ed in luogo ove non siano ostacoli capaci di deviare gli uccelli che passano. In mez- zo alle reti, sulla piazza , vi deve essere un piccolo bo- schetto , che per il solito è di Carpine, ad oggetto d’in- vitare gli uccelli a fermarsi. Delle bassissime siepette son piantate intorno intorno alle reti per nasconder meglio le corde; ed un mezzo braccio discosto dall’ esterna Maestra di ciascuna rete (che così chiamasi la corda in cui sono infilate le maglie ), vi è una siepetta più grande, vuota nel mezzo , destinata a nascondere le gab- bie con i Cantarelli, o Richiami. Il cacciatore che deve far serrare le reti, e fare operare gli Endici, sta nascosto in un piccolo capannello bassissimo , e ricoperto con frasche in modo che non possa essere scorto dagli uccelli passeggieri. I richiami che sono nelle gabbie, appena sentono ì loro simili che passano fischiando per l’aria, essi pure fischiando , e ancora cantando con tutto il vigore gli allettano ad abbassarsi: e di fatto pochi son quelli che immediatamente non si posino sopra il bo- schetto, e non rimangano dalle reti coperti. Ma affinchè questi richiami operino bene è necessario che nel tempo del passo , cioè nell’ autunno, non solo cigolino o fischi- no come sogliono fare, ma che cantino col vigore me- UCCELLI SILVANI 71 desimo del tempo de’ loro amori, cioè della primavera. E per quest’oggetto si fa da’ tenditori di Paretajo 1’ ope- razione di mettere in chiusa gli uccelli, lo scopo della quale operazione è di sospendere e ritardare l’ epoca in cui essi entrano in amore. Perciò verso il fine d’Aprile, quando questi uccelli son bene in amore, si cerca di so- spendere questo loro stato col cibarli meno sostanziosa- mente, e col tenerli di continuo in un luogo oscuro, e fresco. Di fatto subito che sono nell’ oscurità smettono di cantare, e ricominciano solo quando si fa ad essi goder nuovamente della luce, cioè all’ epoca del passo d’ autunno. Per mettere in chiusa gli uccelli, bisogna cominciare a toglier loro la luce a poco a poco, giacchè altrimenti molti ne perirebbero : e maggior diligenza richiedesi an- cora quando si rendono alla luce, il che suol farsi verso il nove, o l’undici d’ Agosto. Durante la chiusa bisogna averne la cura più grande: di sera col lume debbonsi pulire le loro gabbie, porvi l’ acqua, il panico, e la nuova erba: aprire le finestre perchè godano il fresco della notte, ec. Ma nonostante tutte queste cure quasi sempre alcuno ne muore, non potendo resistere a quello stato forzato. Alcuni muojono estenuati, altri, per la troppa pinguedine. I primi si possono medicare col dare ad essi cibi più sostanziosi, per esempio torlo d’ uovo assodato , e col rimetterli alla luce : i secondi con lo sce- mare il panìco, aumentar l’ erba, e collo spennar loro la coda. Molti degli uccelli che in Toscana si adoprano per i Pareta) son ciechi. La barbara operazione dell’ accecatura ha per oggetto d’impedire che quando sono attorno alle reti svagandosi, o spaventandosi, cessino di cantare. Ma quando si possiedono degli uccelli domestici , è superfluo ed anche dannoso accecargli, giacchè a diversi, secondo ciò che mi han detto abili ed instruiti cacciatori, 1 acce- catura produce sovente, dopo un anno o due, la sordità . Con le Reti, e con i Cantarelli si tende ancora agli uccelli da canto in un altro modo, che dicesi a//a proda, 72 ORDINE SECONDO cioè senza boschetto sulla piazza, ma tendendo accanto ad una proda d’ un campo cinto da alberi. Allora gli uccelli dopo essersi posati sull’albero calano sulla piazza, ove vedono passeggiare gli endici, credendo che vi sia grassa pastura. GENERE XXXVII. PLECTROPHANES Mex. CARATTERI GENERICI Becco conico acuminato. Margine della Ma- scELLA inferiore molto piegato in dentro. Pa- LATO appena rilevato. UncHia del dito poste- riore quasi diritta, più lunga del dito. RostruM conicum acuminatum. MANDIBULA inferior margine valde introflexo. PaLatum vix prominens. Uncuis digiti postici fere re- ctus, et digito longior. Becco più corto della testa, conico, acuminato. Mar- gine delle mascelle intiero, dual: quello dell’ infe- riore molto piegato in dentro. Palato pianeggiante, un poco convesso, quasi allo stesso livello de’ margini della mascella. Lingua conico-acuminata, carnoso-cartilagi- nea. MNarici basilari, rotondaie, nascoste dalle penne della fronte, rivolte in avanti. Z'arso più lungo del dito medio , scudettato. Dit tre davanti, uno di dietro; l’e- sterno appena saldato alla base col medio. Unghie: le anteriori mediocremente lunghe, poco curve, acumina- te: la posteriore più lunga del dito, e debolmente ar- cuata . Coda di dodici timoniere, troncata, forcuta. Az mediocri: la prima e seconda remigante le più lunghe. COSTUMI Abitano le pianure spogliate , o i monti aridi del Sct- UCCELLI SILVANI 53 tentrione: stan sulla terra o sù i sassi, e raramente si posano sopra i rami, per il che molto somigliano alle Lodole. Mutan le piume/una sol volta l'anno, ma il loro abito cangia molto per il consumarsi delle penne. * ZIGOLO DI LAPPONIA PLECTROPHANES LAPPONICA Nizsow. Remiganti secondarie senza punto color bianco. Plectrophanes remigibus secundariis absque albedine. Maschio adulto. Becco giallastro con la punta nera. Penne della testa, gola, gozzo, e mezzo del petto di color nero puro: delle larghe macchie di questo stesso colore si stendono sopra i Îati dell’addome. Cervice d’ un bel color bajo di ruggine: una fascia color di ruggine parte dall’ occhio e si stende fino alla cervice. Penne delle parti superiori nere, marginate di ceciato ruggi- noso. Parti inferiori candide: fianchi con macchie nere bislunghe. Penne delle ali nere, marginate di giallo- ruggine. l'imoniere nere: la prima ha una lunga mac- chia bianca cuneata nella cima dal lato esterno: la se- conda ne ha una molto più piccola. Piedi nerastri. . Femmina. Ha il pileo nero macchiato di rossastro- ruggine; la cervice è macchiata di nero. Lati della testa neri. Gola, gozzo e petto, candidi: una collana di mac- chie nére cinge queste parti: il dorso , il sopraccoda, e le scapolari, son colorite come nel maschio: parti infe- riori candide: delle macchie nere longitudinali sù i fianchi. Giovane. Becco giallastro, con la punta nerastra. Penne del pileo, del dorso, delle scapolari, scuro-nere internamente, con margine biancastro ceciato. Penne della cervice scuro-fulve, con margine biancastro ceciato . Fascia sopraccigliare biancastro-ceciata: su ciascun orec- chio una larga macchia nera che trasparisce a traverso il grigio-ceciato dell’ estremità delle penne, Gola e lati del collo, del petto, addome, e penne I sottocoda ob ORDINE SECONDO biancastro-ceciate. Sul mezzo del petto una larga mac- chia nera, velata dal margine ceciato delle penne. Una macchia simile, ma bislunga, sopra ciascun lato del petto. Fianchi ceciati, con macchie bislunghe scuro-nere . Cuo- pritrici delle ali nere internamente, con largo margine; le piccole e medie bianco-ceciate; le grandi con margine color di nocciòla dal lato esterno , biancastre nella cima. Remiganti nere; le primarie con sottil margine bianca- stro , le secondarie esternamente con largo margine co- lor di nocciòla . Piedi scuro-neri. SINONIMIA Fringilla calcarata. Pallas. Fringilla Lapponica. Lin. Gmel. et Lath, Enberiza calcarata. Temm. Passerina calcarata. Vieill. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Grand Montain. Ingl. The lopland Burting. Ted. Der Sparnerammer. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 5. Apertura del becco: picc. 5. Coda: soldi 2. Tarso: quatt. 2. Costumi. Abita il Settentrione, ove solo propagasi. I giovani in inverno emigrando arrivano fino in Piemon- te: diversi esemplari ne Di veduti nel Museo.di Torino, ed il mio dotto amico Prof. Bonelli mi ha detto non esser molto rari. In Toscana non so che mai vi sia stato trovato. Propagazione. Nidifica sulla terra ne’ luoghi palu- dosi: le sue uova sono in numero di sei, di color giallo- rossastro, con macchie brune a onde (1). (1) Temm. Man. d’Orn. Tom. I. pag. 324. UCCELLI SILVANI 95 ZIGOLO DELLA NEVE PLECTROPHANES NIVALIS Mexen. Remiganti secondarie bianche alla base, Plectrophanes remigibus secundariis basi albis . Giovani in autunno. Becco giallo, scuriccio in cima. Vertice castagno cupo. Al disopra, ed all’intorno degli occhi color cenerino-gialliccio. Regione degli orecchi castagna. Gola, gozzo, lati del collo e addome, color ceciato-cenericcio. Lati del petto e fianchi, tinti di ca- stagno. Penne del sottocoda bianche. Cervice grigio- lionata macchiettata di nerastro. Dorso e scapolari lio- nato-scure,, macchiate di nero. Penne del sopraccoda fulvo-lionate, nerastre nel mezzo: le esterne, esterna- mente bianche. Remiganti nere, con sottil margine ce- ciato. Cuopritrici nere, marginate di bianco . Timomiere interne, bianche alla base, nerastre, marginate di lio- nato-gialliccio: 1’ esterna è bianca, con una macchia nera bislunga sulla cima del margine esterno, ed una sulla base del margine interno: la seconda è bianca, con la macchia interna più grande: la terza ha tutto il margine nero, e la macchia bianca è solo nel mezzo. Piedi neri. Vecchio maschio in inverno. Penne della testa e cervice bianche, tinte di color di ruggine nella cima. Penne del dorso e scapolari nere, con margine bianco- fulviccio : quelle del sopraccoda bianche e nere, tinte di fulvo. Part inferiori bianche. Piccole e medie cuopri- trici candide: grandi esterne, nere. Remiganti seconda- rie medie candide, aleune di queste con macchia nera in cima. Timoniere; le tre esterne candide, con piccola macchia in cima nera, e bislunga: la quarta nera , con macchia alla base bianca , e bislunga: le altre nere. Vecchio maschio in abito d° estate. Becco giallo alla base, nero in cima. Testa, collo, tutte le parti in- feriori e groppone, candido. Penne della schiena e sca- 76 ORDINE SECONDO polari, nere. Nelle ali le remiganti secondarie interne, i due terzi superiori delle remiganti primarie , e laletta son nere; nel rimanente candide. Nella coda: le tre ti- moniere esterne son candide, con la cima del margine esterno nera: la quarta è nera, con i due terzi inferiori del margine esterno , e con il terzo inferiore del margine interno bianco: la quinta ha bianco solo il terzo inferiore del margine esterno: l’altra è intieramente nera. Piedi neri. Fecchia femmina in estate. Ha la testa, il collo e la regione degli orecchi tinta di color di ruggine: il petto ha lo stesso colore: le penne del dorso, e le remiganti secondarie interne son marginate di bianco-lionato: le remiganti primarie, e le timoniere medie son marginate di biancastro (1). “ SINONIMIA Emberiza nivalis, mustelina, et montana. Gmel. Enberiza nivalis. Temm. Passerina nivalis. Vieill. Ortolano nivale, o di montagna. Storia degli Uccelli Tav. 352. fig. a. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Ortolan de neige, Ingl. The snow Burting. Ted. Der Schneeammer, Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 5. picc. 7. Apertura del becco: quatt. 1. Coda: soldi 2. Tarso: quatt, 2. picc. 1. Cosrumi. È un caso molto raro il veder in Italia, e particolarmente in Toscana, quest’ uccelli che nascono nelle regioni più lontane del Settentrione, cioè nelle montagne sassose dello Spitzberg, sulle alpi della Lap- ponia, della Groellandia, ec. Ma pur non ostante qual- che volta degli individui isolati, forse spersi, vedonsi comparire anche fra noi. Nell'autunno, quando già l’in- verno ha rese inabitabili le regioni del cerchio artico, (1) Temm, ibid. pag. 319. UCCELLI SILVANI 7 essi emigrano verso il mezzogiorno, e vanno a svernare nelle parti settentrionali della Germania, Olanda, ec. In quel tempo se ne vedono comparire di quando in quando fra noi, insieme con gli innumerabili branchi degli altri granivori. Nell’ Autunno del 1824 ne fu preso uno in un prato non lungi da Pisa, con le reti aperte, ed un altro fu preso nell’ anno passato, vicino a Vec- chiano. Ambedue erano giovani, e non so che in Italia giammai siansene visti degli adulti. Il cibo dello Zigol della neve consiste in semi e vermiciattoli che trova sul terreno o frallo sterco, ove, come le Lodole, quasi con- tinuamente stà razzolando. Propagazione, Fa il nido fra i massi sù i monti. Le sue uova sono in numero di cinque per covata, ottuse, biancastre, con un gran numero di macchie brune e cenerine (1). GENERE XXXVIII. EMBERIZA Lis, CARATTERI GENERICI Becco conico. Margine della mascella infe- riore molto piegato in dentro. PaLato rilevato. UncHa del dito posteriore adunca, più corta del dito. Rostrum conicum. ManpisuLA inferior mar- gine valde introflexo. PALATUM prominens. Ux- GuIS digiti postici aduncus et digito brevior. Becco conico , compresso, acuminato , raramente ot- tuso , più corto della testa. Margine della mascella su- periore intero, 0 appena intaccato. Alla base, da cia- scun lato, fa un angolo rientrante, e quello della ma- (1) Temm. ibid. pag. 382. 78 ORDINE SECONDO scella inferiore, nel posto corrispondente, fa un an- golo sporgente: in ambo le mascelle questo margine è piegato in dentro, e nell’ inferiore molto più che nella superiore. Palauto convesso , cioè con una protuberanza più o meno rilevata: in alcune specie moltissimo, in al- tre poco. Lingua conico-acuminata, carnosa, cartila- ginea, bifida in cima. /Marici basilari, rotondate, rico- perte più o meno dalle penne della fronte. Z'arso scu- dettato , subeguale al dito medio. Diti tre davanti, uno di dietro; l’ esterno saldato un poco alla base col medio. Unghie subadunche, di mediocre lunghezza: quella del dito posteriore più corta del dito stesso. Coda di dodici timoniere, troncata. 4 grandi: prima seconda e terza remigante subeguali, e le più lunghe. COSTUMI La voce d'appello di molte specie è un fischio acuto e troncato, una specie di zirlo, il quale appunto gli ha fatto dare il nome di Zigoli. Vivono gli Zigoli ne’ bo- schi bassi tanto di piano che di montagna, ne’ giardini, sul margine delle foreste. Alcuni ve ne sono ghe solo la sera, per andare all’ albergo ne’ macchioni, abbando- nano i prati e le secce; altri poi stan sempre fra le canne de’ paduli, o sulle siepi ed arboscelli che gli cingono. In inverno stanno in branchi, e tutti emigrano, più o meno, verso il mezzogiorno. Le specie nostrali mutano le penne una sol volta l’anno, ma queste essendo dotate d’ un colore alla base, d’ un altro nella cima, ne segue che col confricamento, l’ azione dell’ aria, ec. consu- mandosi a poco a paco il color superiore, in autunno e in inverno, subito dopo la muta sembrano avere una livrea , un altra in primavera, e in estate. Nidificano sulla terra, fra i cespugli o le erbe. Le loro uova son subglo- bose, e dipinte da segni contorti, ed angolosi. UCCELLI SILVANI 79 STRILLOZZO EMBERIZA MILIARIA Lis. Pileo ceciato-grigio, macchiato di nerastro: addome ce- ciato, macchiato di nerastro: sottocoda ceciato. Emberiza pileo cicerino-griseo ex nigrescente maculato : abdomine cicerino maculis nigricantibus: tectricibus subcau- dalibus cicerinis. Adulti. Becco compresso. Mascella superiore assai più stretta dell’ inferiore, con la protuberanza molto sporgente: colore giallo-cenerognolo. Penne delle parti superiori color grigio-ceciato, con una macchia nera sullo stelo. Parti inferiori ceciate: copiose macchie ne- rastre quasi fatte a ferro di lancia coprono i lati del collo, lo spazio fra la gola e il gozzo, tutto il petto, ed i fian- chi. Timoniere e remiganti nerastre, con margine lio- nato-ceciato. Piedi cenerino-carnicini. Giovani avanti la prima muta. Hanno il margine delle penne delle parti superiori di color più sbiadito che negli adulti, più largo, e non sfumato col nero, ma decisamente separato. Le parti inferiori son di color ce- ciato più pallido: solo il petto e i fianchi son coperti di macchie fatte a goccia, e non a ferro di lancia: sulla gola non vi sono che due piccole serie di macchiuzze nere che scendono dagli angoli della mascella inferiore. SINONIMIA Alauda congener. Aldr. Ornith. T. 2. p. 849. Tab. 830. Strillozzo. Olina, Uccelliera pag. 44. Braviere, o Strillozzo maggiore. Storia degli Uccelli Tav. 353. fig. 2. (adulto). Braviere, o Strillozzo minore, Tav. 352. fig. 2. ( giov.). NOMI VOLGARI. TOSCANI, Stiattajone, Pis. Strillozzo, Spicchierone, Fior, Schioz- zo, Bient. Sbraviere, Fucecchio. STRANIERI Franc. Bruant Proyer. Ingl. The common Burting. Ted. Der Gravammer. So ORDINE SECONDO Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 7. Apertura del becco: picc. 6. Coda: soldi 2. quatt. 2. Tarso: soldi 1. Cosrumi. Nelle aperte campagne delle pianure basse, ne' vasti stagni submarini, che asciutti rimangono in estate, trovasi in quella stagione lo Strillozzo in compa- gnia, ed in eguale abbondanza delle Lodole. Là egli ni- difica, e là si trattiene fino all’ inverno, tempo in cui prende la via dell’ Affrica, dando luogo ad altri che nati in climi più settentrionali, si contentano per svernare del soggiorno nel nostro paese. Soltanto nel tempo della cova essi stan riuniti a coppia: nell’ altre epoche son sempre in branchi, e spesso numerosissimi. Il loro cibo consiste in semi e bacolini che essi cercano fralla terra, ove quasi sempre son posati. Nel tempo degli amori il maschio non fa che cantare. Poco dopo il levare del Sole, mentre egli tramonta, e nel tempo ancora in cui il calor soffocante che sul mezzogiorno invade 1 nostri piani ha fatto chetare ogni altro uccello, sempre odesi lo Stril- lozzo, che stando posato sulla vetta d’ un macchione o in cima ad un palo, o qualunque altro corpo elevato e prossimo al luogo ove la sua compagna è a covare, canta di continuo quel suo verso stridulo tri , ri, tri, tririrz, che acutissimo rompe a grandi distanze quell’ aria pe- sante e sorda. Passata quell’ epoca, mentre sono riuniti in branco non fan sentire che un zir/o simile a quello de’ Tordi. È un uccello selvaggio che difficilmente s° ad- domestica. Propacazione. Fa il nido sulla terra, ne’ luoghi aper- t: questo è grossolanamente fatto , con paglie, e crini. Contiene quattro o sei uova di color bianco, con molte strie contorte rosso-brune. Caccia. Se ne prendono molti nell’ autunmo con le reti aperte, avendone qualcuno in gabbia, per richiamo. Ma nel nostro piano di Pisa la quantità più grande pren- desi nell’ Agosto. I giovani d*un dato distretto, appena sono capaci a volare, e cercarsi il cibo senza il soccorso della madre, unisconsi in branchi, ai quali contmua- mente aggiunscudosi altri individui, ben presto diven- UCCELLI SILVANI 81 |. gono mumerosissimi. Gli Strillozzi, come le Passere, han Vabitudine di andare ad albergare costantemente nello stesso macchione; verso il cadere del giorno tutti riunisconsi insieme , poi prenderido un volo quasi a fior di terra vanno nel luogo che han scelto per loro rico- vero. I cacciatori adunque dopo avere osservato il sito sù cui passa il branco degli Strillozzi, là si conducono il giorno che han stabilito per la caccia, e molto prima del momento del passo , vi tendono a traverso uno o due panni di reti. Distesisi poi col ventre a terra, o nascosti in un macchione, attendono pazientemente l’ arrivo del branco , che giunto al disopra delle reti, rimane in mag- giore o minor quantità in queste racchiuso ; secondo che più alto o più basso da terra volava, o secondo che il cacciatore le ha a tempo serrate. Se ne prendono an- cora in copia tendendo il Diluvio a’ macchioni ove esse albergano. ZIGOLO NERO EMBERIZA CIRLUS Lux. Pileo olivastro-chiaro macchiato di nerastro: addome giallo-citrino: cuopritrici inferiori citrine: sottocoda citri- no; timoniere esterne con larga macchia bianca sul margine interno. Emberiza pileo olivaceo-albido ex nigrescente maculato: abdomine citrino: tectricibus inferioribus et subcaudalibus citrinis: remigibus externis macula lata alba in margine extimo . Maschio adulto in abito di primavera. Becco co- nico-compresso , acuminato . Mascella superiore più stretta dell’inferiore, con la protuberanza molto spor- gente: colore cenerino-bruno. Pileo e cervice colore olivastro, con strie longitudinali nere. Fascia sopracci- gliare larga, di giallo-canarino. Una fascia larga, nera, parte dall’ angolo del becco, passa attraverso l'occhio, e ricuopre l’ orecchio. La gola è di color nero, e questo colore risale sù i lati del collo, e và ad unirsi con quello Tomo II, 6 Di ORDINE SECONDO che cuopre l’orecchie: lo spazio che rimane fra la fascia nera dell’ occhio, e il nero della gola, è color giallo- canarino. Dorso e scapolari di color castagnòlo, mac- chiate di nero, e d’ olivastro. Groppone e sopraccoda olivastro- fulbo, macchiato di nericcio. Gozzo giallo. Petto olivastro-cenerino. Addome giallo-citrino. Lati del petto color fulvo-marrone. Fianchi macchiati lon- gitudinalmente di castagno , e nerastro. Piccole cuopri- trici nere, marginate d’olivastro: grandi cuopritrici, e remiganti secondarie nere internamente, aventi esterna- mente un largo margine castagno-fulvo . Cuopritrici in- feriori gialle. Timoniere bruno-nere, marginate d’ oli- vastro: la prima esterna ha il margine esterno bianco, ed una gran macchia cuneata bianca nella parte supe- riore del margine interno: la seconda ha la macchia cu- neata più piccola , ed il margine bianco dal lato esterno, non giunge fino alla base. Penne del sottocoda giallo- citrine, con stelo nero. Piedi cenerino-rossastri. Maschi in inverno. Hanno le penne nere de’ lati della testa, della gola, e quelle del petto, marginate di gialliccio , così che in quell’epoca i loro colori son meno vivaci. Femmina. Fascia sopraccigliare giallo-pallida. Gote grigio-olivastre, macchiate di scuriccio. Gola e gozzo giallo-citrino: una fascia di macchiuzze nerastre cala da ciascun angolo inferiore della mascella inferiore e và a perdersi sul petto, che è di colore olivastro-giallognolo, tutto asperso di macchiuzze bislunghe, nere. Nel rima- nente somiglia il maschio, ma tutti i colori sono in essa più sigiti. x Giovani avanti la prima muta. Somigliano la fem- mina per la distribuzione delle macchie e de colori, ma ove questa ha il castagno, o il fulyo, essi quasi sempre non han che dell’ olivastro . SINONIMIA Cirlus. Aldrov. Tom. 2. pag. 955. (mas, ) 856. ( fam. ). Zivolo. Olina, Uccelliera pag. bo. Storia degli Uccelli Tav, 349. fig. 2. UCCELLI SILVANI 83 NOMI VULGARI. TOSCANI Zivolo comune, Pis. Zivol nero, Fior. Nizola nera, Sen. Dimensioni. Lunghezza totale : soldi 5. quatt. 1. Ap. del becco: picc. 5. Coda: soldi 2. quatt. 1. Tarso: quatt. 2 Costumi. È una delle specie più comuni in Toscana, in qualunque stagione. Abita sul margine de’ boschi o nelle spiazzate e radure di questi . In inverno và riunito in branchetti, ed emigra insieme con gli altri uccelli di becco grosso. Propicazione. Fa il nido vicino a terra, dentro i ce- spugli de’ boschi. Questo nido è assai elepante: esterna- mente è di foglie d’ Ellera, Querce, ec,; i secondo strato è fatto con delicata borraccina; l’ interno di pagliuzze, e sottili radichette. Le uova son quattro o cinque , sub- globose, di color bianco-perlato, con molti freghi torti in mille modi, di color rosso-bruno, o quasi nero. I nostri contadini credono scorgere fra questi de’ numeri, e non di rado vanno espressamente a cercare le uova dello Zigolo per trovare in esse i numeri che debbono giocare per vincere al Lotto. . Caccia. Essendo lo Zigol nero un uccello poco so- spettoso, molti se ne prendono al Paretajo, alla tesa all’ Acqua, al Chioccolo, ec. ZIGOLO GIALLO EMBERIZA CITRINELLA Lis. Vertice e addome giallo-zolfino vivace: sottocoda giallo: timoniere esterne con larga macchia bianca sul margine interno, Emberiza vertice ét abdomine loete sulphureo: tectricibus subcaudalibus luteis: rectricibus exterioribus macula lata alba în margine interno notatis. Maschio. Becco conico, compresso, acuminato. Ma- scella superiore più stretta dell’inferiore, con la protu- 84 ORDINE SECONDO beranza molto sporgente: colore cenerino-corneo. Pileo giallo-canarino, con alcune macchie olivastre. Lati della testa gialli, macchiati d’ olivastro. Cervice grigio-oliva- stra MESinà della schiena, scapolari, cuopritrici delle ali, e remiganti secondarie; nere nel mezzo, con largo margine di color castagno-fulvo. Penne del groppone, e sopraccoda fulve, con sottil margine gialliccio. Gola, gozzo e addome, SAND vivace. Dagli angoli della mascella Lio partono due corte ma Lie fasce formate da macchiuzze fulvo-castagne. ose superiore del petto con larghe e deboli macchie oliva- stre: porzione inferiore e fianchi, con lunghe macchie fulve: nelle parti posteriori de’ fianchi le. macchie son nere. Penne del sottocoda gialle, con lo stelo nero . Cuo- pritrici inferiori delle ali Lidacasnei marginate di giallo . Remiganti bruno-nere, con aulico margine bian- chiccio. Timoniere nerastre: le medie marginate sottil- mente di lionato-sudicio : la prima timoniera ha inter- namente una gran macchia bianca cuneata: la seconda ne ha una più piccola. Piedi grigio-carnicini. Femmina. Ha il color giallo meno acceso: ed è a- spersa d’ una maggior quantità di macchie . SINONIMIA Lutea. Aldrov. Ornith. Tom. 2. pag. 587. Zivolo giallo. Storia degli Uccelli Tav. 3,8, Buffon, Planch, enlum. num. 30. fig. 1. Meyer ei Wolf, Ois. d’Allem. Livr. 9. pl. 3. NOMI VOLGARI. TOSCANI Zivol giallo, Pis. Fior. Nizzola gialla o Setajola, Ser, Gialletto Bient. STRANIERI Franc. Le Bruant jeune. Ing. The yellow Burting. Ted. Der Goldammer. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 6. Apertura del becco: picc. 5. Coda: soldi 2. quatt. 1. picc. 2. Tarso; quatt. 2. picc. 1. UCCELLI SILVANI' 95 Cosrumi. Questa specie di Zigolo è molto più co- mune nell’ Italia settentrionale che in Toscana. Da noi ne rimangono parecchi a svernare, ma non so che al- cuno vi nidifichi. Propagazione. Si propaga in rabivotiatà ne’ paesi oltramontani: il nido lo pone ne’ macchioni, o ne’ ce- spugli, formandolo con musco e fieno esternamente, di radici filamentose e lana nell’ interno ‘Le uova sono in numero di quattro o cinque, bianco-celestognole, con macchie, e linee irregolari, a zic, zac, di color nero, o scuro, o violetto (1). ZIGOLO MUCIATTO. EMBERIZA CIA Ln. Pileo cenerino-lionato, macchiato di nerastro; cuopritri- ci inferiori delle ali bianche: timoniere esterne bianche sul lato interno: sottocoda fulvo. Emberiza pileo cinereo-helvolo, ex nigrescente maculato: tectricibus inferioribas albis, subcaudalibus fulvis: rectricibus exterioribus latere interno albis, Maschio. Becco conico-compresso. Mascella supe- riore presso a poco della stessa larghezza dell’ inferiore con la protuberanza mediocremente sporgente: color cenerino-corneo. Vertice cenerino striato di nerastro, cinto anteriormente e lateralmente da una fascia nera- stra. Fascia sopraccigliare che s° estende al dilà dell’ o- recchio, di color biancastro-cenerino. Una fascia nera parte dall’ angolo del becco, oltrepassa l’ occhio; e ter- mina al dilà dell’ orecchio: un altra ne parte dall’ angolo inferiore della mascella , cala lungo la gola, poi andando indietro và quasi a raggiungere la fascia nera che passa attraverso l’ occhio. Tempie, e gote cenerine. Cervice cenerina, macchiata di olivastro , e di nero. Penne della schiena, Scapoli I; cuopritrici delle ali, e remiganti se- doidanio nere, con largo margine di color fulvo-nocciòla. (1) Roux, Ornith, Provence. pag. 171. 86 ORDINE SECONDO Groppone e sopraccoda, fulvo-nocciòla. Gola, gozzo e petto; d'un bel color cenerino-piombato. Addome, fian- chi e sottocoda, di color fulvo-nocciòla . Remiganti pri- marie nerastre, marginate sottilmente di bianchiccio . Cuopritrici inferiori delle ali bianche. Timoniere nere: le due medie marginate sottilmente di fulvo: le due e- sterne con gran macchia bianca cuneata dal lato interno : quella della secorda più piccola della prima. Piedi ce- nerino-carnicinì. Femmina. Ha i colori della testa tendenti al gialla- stro: le fasce nere appena visibili: la gola, il gozzo e il petto color cenerino-giallognolo, ed asperso di piccole macchie brune fatte a ferro di lancia. SINONIMIA Cirlus stultus. Aldrov. Ornith. Tom. 2. pag. 858. Zivol de’ prati, o Zivol muciatto. Storia degli Uccelli Tav. 349. fig. 1. Buffon, Planch. enlum. num. 30. fig. 2. NOMI VOLGARI. TOSCANI Zivol muciatto , Pis. Fior. Nizola pratajola Ser. STRANIERI Franc. Le Bruant fou, ou de prè. Ingl. The folischor lorrain Buting. Zed. Der Zipammer. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 5. quatt. 2. À- pertura del becco: picc. 4. Coda: soldi 2. quatt. 1. T'ar- So: quatt. 2. picc. I. Costumi. Arriva da noi nell’ autunno, e vi rimane tutto l’ inverno. Abita particolarmente i colli. È uccello poco selvaggio: ama a vivere ne’ giardini, e vicino alle case. Propagazione. Non so di certo se si riproduca in To- scana. Qualeuno mi ha assicurato che fa il nido anche sull’ Appennino. Dicesi che in abbondanza nidifica nella Germania sulle rive del Reno . Pone il nido ne’ cespugli UCCELLI SILVANI 87 e siepi, e ne’ campi di Miglio. Partorisce quattro o cin- que uova biancastre, macchiate di linee e strie nere poco numerose (1). ORTOLANO EMBERIZA HORTULANA Lux. Pileo olivastro chiaro macchiato di nerastro: addome can- nella chiaro: cuopritrici inferiori delle ali gialle : sottocoda giallo-fulvo. ao Emberiza pileo olivaceo pallido ex nigrescente maculato : abdomine pallide cinnamomeo: tectricibus inferioribus lu- ieis: subcaudalibus luteo-fulvis. Maschio. Becco carnicino. Pileo, cervice e tempie, di color giallo-olivastro finamente striato di nero. Penne cigliari e fascia sopraccigliare, di color giallo. Dorso e scapolari color castagno-giallognolo , con grandi macchie bislunghe nerastre. Groppone castagno-giallognolo, ma senza macchie. Gola e lati del collo gialli: due sottili strie nere partono dall’ angolo inferiore della mascella inferiore, e si dirigono verso il petto. Gozzo color d’o- liva giallastro. Petto color cannella giallognolo: 1’ addo- me, i fianchi, e le penne del sottocoda son di questo stesso colore, ma più tendente al giallo. Piccole cuopri- trici delle ali bajo-olivastre: grandi nerastre, con mar- gine ben distinto bianco-ceciato. Remiganti bruno-nere, con sottil margine bajo. Cuopritrici inferiori gialle. Ti- ‘moniere bruno-nere, marginate di lionato : le due esterne da ciascun lato hanno una gran macchia cuneata nella parte superiore del margine interno. Piedi carnicini. Femmina. Ha i colori più pallidi: il pileo e la cer- vice coperto d’ un gran numero di macchie scurastre . più piccolo. SINONIMIA Hortulanus. Aldrov. Ornith: Tom. 2. p. 177. Tab. 178. Ortolano giallo. Storia degli Uccelli Tav. 351. fig. 2, - (1) Temm. ibid. pag. 317. 880 ORDINE SECONDO Ortolano. Olina, Uccelliera pag. 22. Buffon, Plauch. enlum. num. 247. fig. 1. Meyer et Wolf, Ois. d’ Allem. Livr. 17. pl. 6. fig. 1. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Bruaut Ortolan. Ing. The Ortolan Burting. Ted. Die Garten-Ammer., LI Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 5. quatt. >. Ap. del becco: picc. 5. Coda: soldi 2. Tarso: quatt. 2. Costumi. Nella buona stagione tutte le nostre colline , e bassi monti che son vestiti di cespugli o macchia, son popolati da questi uccelli. Il maschio stà spessissimo po- sato sopra un qualche rametto alto un braccio 0 poco più da terra, e canta continuamente, con voce assai bella, un verso non spiacevole. Nell’ Agosto cominciano già a muoversi per emigrare, ed in quel tempo si fa loro la caccia. Il buon sapore della carne, e la facilità che han d’ingrassare rende questi uccelli ricercatissimi. Quando si prendono ordinariamente son magri, così che è neces- sario fargli ingrassare avanti di mangiargli. Ciò si fa chiudendoli in una piccola stanza, o gabbia espressa- mente fatta, ma sempre in luogo ove siano quasi all’ o- scuro: di modo che mangiando in abbondanza, e non facendo alcun moto, nè avendo alcuna distrazione, si caricano ben presto talmente di pinguedine che non di rado ne muojono. Nell’ Uccelliera dell’ Olina si posson veder chiaramente e minutamente descritte tutte le cau- tele da usarsi per porre gli Ortolani ad ingrassare nel serbatojo . ProPAcazione. Il suo nido è di paglia e radici ester- mamente: nell’interno foderato di crini. Vi depone quat- tro o cinque uova di color bianco leggerissimamente tinto di vinato, tutte dipinte di larghe macchie irregolari nere, ed assai grandi. Per il solito questo nido è posto sulla terra, ne’ campi d’ Orzo o di Segale che son colti- vati ne’ luoghi montuosi. Caccia. Se ne prendono al Chioccolo ed all’ Abbeve- UCCELLI SILVANI 89 ratojo, ma il numero maggiore si prendono in Agosto al Paretajo, ove per richiamo se ne son messi di quelli stati in chiusa. Ancora con le panie, in alcuni luoghi , ne fanno cacce abbondanti. MIGLIARINO DI PADULE EMBERIZA SCHOENICLUS Lun. Sottocoda bianco: becco piccolo, acuminato. Emberiza tectricibus subcaudalibus albis: rostro parvo acuminato. Maschio adulto în primavera. Becco conico, acu- minato, piccolo, della grandezza e forma di quello dello Zigolo muciatto; la protuberanza della mascella supe- riore è poco sporgente: color nero di corno. Tutta la testa è d’un bel color nero. Cervice e lati del collo, candidi. Penne della schiena e scapolari di color noc- ciòla sul margine, nere nel mezzo. Groppone grigio-ce- nerino, con qualche sfumatura fulva. Dalla gola parte una larga macchia nera, che ricoprendo il gozzo, s’ esten- de fino sul mezzo del pétto. Dagli angoli della mascella inferiore parte una fascia bianca che và ad unirsi col bianco della cervice, e con quello de’ lati del collo, che è continuato coll’addome, il quale, come tutte le altre parti inferiori, è candido. Sù i fianchi vi son delle mac- chie bislunghe castagne. Le penne delle ali son nere, con largo margine color di nocciòla carico. Le remi- ganti hanno il margine sottile. Le cuopritrici inferiori son bianche. Timoniere: l’esterna bianca, con una gran macchia nera cuneata dal lato interno, e un altra mac- chia piccola cuneata, nera, nella cima : la terza, quarta , e quinta intieramente nere; la sesta, o sia la media è nera nel mezzo, ed ha un largo margine lionato-noc- ciòla. Piedi scuro-neri. Unghie nere. Maschio in inverno . Le penne nere della testa, della gola, del gozzo, e della parte media del petto, hanno la cima giallo-lionata. Le penne bianche della cervice hanno 90 ORDINE SECONDO la cima cenerino-scura, così che il bianco è nascosto. I fianchi son tinti di gialliccio-scuro. Femmina. Becco cenerino-nero di corno. Pileo, cer- vice, lati del collo, dorso, e penne scapolari scure , con macchie nerastre. Penne del sopraccoda castagno-scure. Fascia sopraccigliare ceciata. Gote e tempie castagno- scure, macchiate di nerastro. Gola,-gozzo , petto e fian- chi, ceciati. Dagli angoli della mascella inferiore par- tono delle macchie nere e castagne, che formano quasi una specie di collana. Il petto e i fianchi son coperti di macchie bislunghe scure. Addome e sottocoda candido. SINONIMIA Buffon, Planch. enlum. num. 247. fig. 2. (maschio), num. 477. fig. 2. ( femmina). Migliarino. Stor. degli Ucc, Tav. 364. fig. 1. (femm.). NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Bruant de roseaux. /ngl. The reed Burting. Ted. Der Rhorrammer. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 4. picc. 10. Apertura del becco: quatt. 1. Altezza del becco, al dilà delle narici: picc. 2. Coda: soldi 2. quatt. 1. Tarso: picc. 9. dr Cosrumi. È molto comune fra noi. Nell’ estate abita l’ interno de’ paduli, fralle Cannelle, o sul margine di essi nelle siepi e macchioni. Nell’ inverno trovasi spesso anche lontano dall’acqua, pascolando ne’ campi o fra i cespugli insieme con i Fringuelli, Passere mat- tugie, ec. Propagazione. Fa il nido fralle canne, vicino a terra, o fra le radici degli arbusti che nascono vicino alle ac- que, e spesso anche fralle erbe. Partorisce quattro © cinque uova di color grigio cupo, con delle macchie e strie angolari scure (1). (1) Temm. loc. cit. pag. 310. ’ UCCELLI SILVANI QI Caccra . Oltre il prendersene con Lacci, Paretajo , ee. una quantità grande sì chiappa con 1 panioni, e la Ci- velta, presso a poco come suol farsi per i Pettirossi. PASSERA DI PADULE EMBERIZA PALUSTRIS Nos. Sottocoda hianco: becco grosso, ottuso. . Emberiza tectricibus subcaudalibus albis: rostro crasso, obtuso. Maschio adulto in primavera. Becco grosso, com- presso lateralmente, tondeggiante di sopra e di sotto, ottuso nella cima, di color nero; simile assai al becco. d’ una Passera, ma più corto: protuberanza della ma- scella superiore poco sporgente. Tutta la testa di color nero morato. Gola nera: questo colore s’ estende sul gozzo, e sulla parte media del petto. Poco sotto l' an- golo del becco ha origine una larga fascia bianca la qua- le s’ unisce col bianco de’ fianchi, e dell'addome, e con quello della cervice, che è tutta di questo colore. Schiena e scapolari nere, con largo margine castagno- fulvo. Groppone, e penne del sopraccoda nero-cene- rine. Addome, fianchi e sottocoda, bianchi: sù i fianchi vi sono delle macchie scuro-nerastre longitudinali. Pen- ne delle ali nere, marginate di bajo-castagno : le piccole cuopritrici hanno un margine più largo, e di color ca- stagno-fulvo. Cuopritrici inferiori bianche. La prima timoniera esterna è bianca, con macchia grande nera, cuneata, dal lato interno, ed una piccola in cima . La seconda è nera, con macchia bianca cuneata in cima, dal lato interno. Le altre timoniere son nere. Le due medie son marginate di lionato-sudicio . Piedi nero-scuri, piuttosto robusti. Unghie nere. Maschio in autunno. Ha le penne della testa, della gola, gozzo, e parte media del petto, nere e ceciate in cima. Le penne bianche della cervice, con tal margine scuriccio in cima che il bianco quasi non comparisce. da ORDINE SECONDO Tutte le penne delle parti superiori hanno un margine Bajo più esteso, e che termina quasi in lionato . Femmina. Pileo, lati della testa e cervice, di colore scuro-castagno , con macchie nere. Fascia sopraccigliare larga, di color lionato-sudicio, che termina al dilà del- l’orecchio. Una macchia quasi nera ricuopre la regione dell’ orecchio. Gola e gozzo, bianco-ceciato sudicio: da ogni angolo della mascella inferiore parte una striscia scuro-nerastra , che arriva sopra il petto. Petto e fianchi bianco-ceciato-sudicio, coperti di macchie bislunghe scure, Nel rimanente simile al maschio. Nota. Lo Zigolo di cui qui io parlo, da molto tempo è fralle mani degli Ornitologi. L’ Emberiza figurata nella Storia degli \Uccelli col nome di Migliarino di Padule, chiaramente.riconoscesi, dalla forma del becco, appartene- re a questa specie, Nel Museo di Torino, ed in quello del Giardino delle Piante di Parigi, vi è conservato come una semplice varietà dell’ Emd. Schoeniclus. I Sig. Dott. Pajola di Venezia me lo inviò nell’anno passato, indicandolo come una specie nuova. Ed io stesso da gran tempo tale lo dubi- tavo: ma siccome dall’ esame della distribuzione de’ colori, della proporzione delle penne ec. non riscontravo nessun carattere che distinguere lo potesse dall’ altra specie, e niente sapendo allora de’ suoi costumi, per timore di com- mettere errore, mai come nuovo lo feci conoscere, e solo provvisoriamente lo posi col nome d’'Emberiza palustris nella collezione del Museo Pisano. Adesso però avendo otuto fare molte nuove osservazioni sulle forme, e costu- mi delle due specie, son persuaso esser esse assolutamente diverse. Le ragioni principali, che mi inducono a pensar così, sono le seguenti. I caratteri distintivi dell’ Embderiza palustris e della Schoeniclus consistono: nell’ essere la palustris un poco iù grossa della Schoeniclus: nell'aver la testa, in propor- zione delle altre parti, più voluminosa: nell’avere il tarso, proporzionatamente, più corto ed un poco più grosso: nell'avere i colori delle parti superiori più intensi, e final. mcate nell'avere il becco di dimensioni, e forme diversis- sime. Ora siccome tali caratteri non consistono che in uno sviluppo maggiore di parti, o in maggiore intensità di co- i UCCELLI SILVANI 93 lori, qualcuno mi obiettò che potessero dipendere dall’ età diversa . cioè che il Migliarino di Padule invecchiando po- tesse acquistare le proporzioni, i colori, ed il becco della Passera di Padule. L’ aumento di volume, ed il cambia- mento de’ colori, non mi sembrava strano potesse esser pro- dotto dall’ età: ma che l’età, o qualunque altra causa fosse capace in uno stesso individuo di far cangiar tanto le forme e proporzioni del becco, difficilmente poteva immaginar- melo; e quasi lo trovava impossibile pensando che un tal cangiamento nella forma e nelle dimensioni degli organi masticatorj doveva indispensabilmente indurre negli altri ossi della faccia, e del cranio, a quelli connessi, delle alte- razioni sì grandi da non potersi supporre in animali adulti, e particolarmente in uccelli, cioè in animali ne’ quali pre- stissimo accade la consolidazione delle ossa. Ma con tutto ciò per avere una prova più positiva di quella tratta dal raziocinio, io ho messo in esperienza de’ Migliarini di Pa- dule. Ne ho mantenuti diversi in mia casa per circa un anno, e come supponeva, in alcuno non è accaduta alcuna mutazione nella forma nè dimensioni del becco. Oltre di uesto, anche i costumi loro provano la differenza speci- fica. L’ Emberiza Schoeniclus stà spesso ne’ macchioni, spesso stà sulla terra lontano dall'acqua, beccando i piccoli semi. L’Emberiza palustris mai }’ ho trovata stabilita di- stante dall'acqua: stà sempre rampicandosi sulle Cannel- le, o pascolando sul fondo pantanoso e fradicio delle ripe degli stagni. Mai queste due specie si confondono nello stesso branco. lo ne ho successivamente uccise col fucile più diecine della medesima truppa, senza che v’ abbia tro» vato un Migliarino. E, (cosa di non piccol momento ) senza che fra quel gran numero d’individui uno ve ne fos- se, il cui becco avesse forma o grossezza media a quella del becco del Migliarino, come dovrebbe naturalmente acca- dere, qualora questo non fosse che una varietà di quello. SINONIMIA Migliarino di Padule , o Ortolano, o Monachino di Pa- dule . Storia degli Uccelli Tav. 336. ( due duone figure del maschio). | NOMI VOLGARI. TOSCANI Passera di Padule, Diene, 94 ORDINE SECONDO Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 5. picc. 3. Ap. del becco: picc. 5. Altezza del becco al dilà delle narici: picc. 3. Coda: soldi 2. piece. 5. Tarso: picc. g. Costumi, Il fischio loro, mentre volano o chiamano 1 compagni, è simile molto a quello de’ Prispoloni. Ha bensì anche quest’ Emberiza una specie di zirlo corto ed acuto, ma che io non ho sentito se non quando ne ho preso in mano qualcuno ferito. Nel forte dell’ inverno pochi o punti se ne trovano fra noi: in primavera arri- vano, sì trattengono quà a covare, ed in autunno una gran quantità popola i nostri paduli. Gli stagni coperti di cannelle e di paglioni, sono la loro abitazione ordi- naria: negli altri non si fermano che pochi momenti. S' arrampicano benissimo sù i culmi delle canne, come fanno i Forapaglie, e come questi gli ho veduti beccare 1 piccoli insetti che sopra vi abitano. Ma la più gran parte del cibo essi lo trovano vicino all’ acqua, frall’ er- be, e nella mota, sù di cui stan quasi sempre posati. Sono d’ un naturale poco selvaggio , ed anzi molto cu- rioso, di modo che non fuggono se non essendo loro assai d’ appresso; ed allo sparar del fucile in vece di prendere il volo, e fuggirsene via, dopo essersi rassicu- rati del subitaneo fragore dell’ esplosione, accorrono iutti a rimirare estatici il cacciatore, ed i suoi cani: così che spessissimo mi è accaduto, essendo nell’ Ottobre a cac- cia di questi uccelli in mezzo alle folte cannelle o del padul d° Arno Vecchio, o di Maciuccoli, ec. che dopo averne ucciso qualcuno, mentre ero fermo occupato a ricaricare il fucile, di vedermi in poco tempo del tutto attorniato da un innumerabile quantità di Passere di pa- dule, le quali, a due o tre passi da ine lontano, posate sulle cannelle a varie altezze, stavano ad osservarmi im- mobili, o solo drizzando, od abbassando le penne della testa. La carne loro è poco buona a mangiarsi, giacchè puzza di Formiche, forse più di quella delle Rondini, e del Torcicollo, per il che differiscono ancora dall’ Em. Schoeniclus, la di cui carne è molto buona. - Propagazione. Cova nelle canne de’ nostri paduli, ma fino adesso io non ho potuto vedere il suo nido . UCCELLI SILVANI gb * ZIGOLO CAPINERO EMBERIZA MELANOCEPHALA Scopo. Sottocoda giallo: timoniere esterne bruno- IRETASTO senza macchia bianca sul margine interno, Emberiza tectricibus subcaudalibus luteis : rectricibus extimis macula alba in margine interno. Maschio adulto, in primavera. Becco conico, acu- minato, piuttosto largo , debolmente compresso . Protu- beranza del palato poco sporgente. Narici rotondate, quasi intieramente scoperte. Pileo, e lati della testa neri. Cervice, scapolari; e groppone polar bajo-fulvo. Soprac- coda scuro-fulviccio. Gola, gozzo, lati del petto, addo- me, fianchi e sottocoda, calo: giallo-canarino. Cuopri- trici superiori delle ali, e remiganti secondarie scuro- nere, marginate di biancastro. Remiganti primarie scu- ro-nere, con sottilissimo margine biancastro . Cuopritrici inferiori delle ali bianche. Timoniere scuro-nere: le esterne solo un poco più chiare delle altre, e col mar- gine esterno biancastro. Maschio in inverno . Becco giallastro . Le penne nere della testa marginate di ceciato-scuriccio . Le cuopritrici e remiganti Lou marginate di lionato-scuriccio . I lati du collo, il petto, ed i fianchi. son tinti leggermente di bajo. Femmina. Tutte le parti superiori di color cenerino- scuriccio. Gola bianca. Le altre parti inferiori di color fulvo-biancastro, con qualche tinta giallastra. Cuopri- trici delle ali, e remiganti secondarie nerastre, con mar- gine oi Sottocoda giallastro (1). SINONIMIA Passerina melanocephala. Vieill, Ois. chant. etc. pl. 27. (1) Temm. ibid. pag. 304. 96 ORDINE SECONDO NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Bruant a téte noire. Ingl. The black-headed Burting. Ted. Der Schwarzk6pfiger Ammer. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 5. picc. 6. Ap. del becco: picc. 6. Coda: soldi 3. picc. 6. '/. Tarso: picc. 10. Costumi. Non mi è noto che questo bell’ uccello sia stato trovato in Toscana, benchè non di rado egli si prenda poco da noi lontano, cioè nel Genovesato. Il Sig. Prof. Calvi di Genova ne possiede diversi individui nella sua bella raccolta, i quali sono stati presi nelle vi- cinanze di quella città. A Rimini, come scrive il Chiar. Prof. Ranzani (1), ne fu preso un vecchio maschio . Ma la sua patria, al dire del Temminck, è l’ Istria, e tutto il Levante. Nelle vicinanze di Trieste è comune: abita fra i macchioni delle colline che costeggian 1’ Adriatico. La sua voce è piacevole assai, e canta ordinariamente: stando posato sopra qualche palo, o cespuglio. Propagazione. Nidifica nelle siepi, e ne? piccoli mac- chioni, a poca altezza da terra: partorisce quattro o cin- que uova bianche, asperse di piccoli punti cenerino- chiari (2). GENERE XXXIX. FRINGILLA Lr. CARATTERI GENERICI Becco perfettamente conico. Margine della MasceLLA TNFERIORE non ripiegato in dentro. PaLato incavato. REMIGANTE prima più lunga, o eguale alla quarta. UnGHIa posteriore adun- ca, più corta del dito. (1) Ranzani, Elem. di Zoologia Tom. 3. part. 6. pag. 27. (2) Temm. ibid. pag. 100. 4 sh VE sr UCCELLI SILVANI 97 Rostrum exacte conicum. ManpiBuLA inferior margine non introflexo. PaLatuM excavatum. Remex prima equalis, vel longior quarta. Un- Gurs posticus aduncus digito'brevior. Becco più corto della testa, intiero, 0 intaccato, co- nico, qualche volta un poco compresso in cima, o ri- gonfio alla base. Margine delle mascelle diritto, 0 leggermente curvato: quello della superiore cuopre quel dell’inferiore; questo non ripiegato in dentro. Palato piano , 0 concavo. Lingua conico-acuminata , compres- sa. Marici basilari, rotondate, nascoste ora perfetta- mente da pennuzze rivolte in avanti, che cingono tutta Ja base della mascella superiore (1), ora imperfetta- mente da piccole e poche pennuzze, che solo vestono la fossa nasale. Z'arso subeguale, o più lungo del dito medio, scudettato. Zizi tre davanti, uno di dietro; l’esterno appena saldato alla base col medio. Unghie mediocri, arcuate, acuminate : quella del dito posteriore subeguale al dito, arcuata. Coda di dodici timoniere, troncata, o subforcuta. Al mediocri : le prime tre re- miganti le più lunghe. Nota. La suddivisione che io ho adottata per questo gene- re, è quasi perfettamente simile a quella del Baron? Cuvier, essendomi parsa la più naturale, ed anche fa meglio carat» terizzabile, I caratteri che ho scelti per distinguere quelle divisioni, son tolti dalla forma del becco, dalla qualità, e quantità delle penne rivolte in avanti, e ricoprenti la base superiore di questa (le quali penne io chiamo cavezza, ca- pistrum ) e la qualità, e quantità delle basette ( mystaces ), ossia di quelle pennuzze setolose, più o meno visibili, e che pendono in fuora ed in basso, sopra ciascun angolo della bocca. COSTUMI Abitano in tutte le parti del giobo: quasi tutte le spe- cie unisconsi nell’ autunno in grandi branchi, ed emi- (1) Cavezza ( Capisirum). Tomo IL. Vi 98 ORDINE SECONDO grano verso i paesi più caldi: alcune ve ne sono delle stazionarie. Cibansi di semi duri, che van cercando sul terreno, o sulle piante: d’insetti solo nel tempo che al- levano i figli. A primavera i maschi sviluppano una voce più o meno bella, con cui cantano versi più o meno piacevoli, e che variano anche nella stessa specie. Quasi tutti cangiano le penne una sol volta l’anno. In molti il maschio differisce notabilmente dalla femmina, in al- tri pochissimo , 1 giovani avanti la muta d’ autunno dif- feriscono assai dall’ adulto. Nidificano quasi tutti sugli alberi: poche specie nelle buche de’ muri, o de’ tronchi. Si addomesticano con molta facilità. FAMIGLIA I. LE, PASSERE. PYRGITZ (1) }) CARATTERI DI FAMIGLIA Becco conico, debolmente rigonfio alla base. MARGINE DELLE MASCELLE più o meno arcuato. Penne della Cavezza che ricuoprono appena le narici. BaseTTE rade, setolose. RostrUM conicum , modice basi incrassatum. MANDIBULE MARGINE plus minus arcuato. Nares a pennis CaristrI vix tecte. Mysraces rara; setosa . PASSERA REALE FRINGILLA CISALPINA Teum. Dorso castagno-biancastro, e nero: pileo castagno cupo (mas.), o grigio-sudicio ( femm.): mezzo del petto nero (masc.), o bianco-sudicio ( fem. ): regione delle orecchie biancastra: fianchi senza macchie: una fascia bianca a tra- verso delle ali: timoniere nerastre. (») Genus Pyrgita Cur. UCCELLI SILVANI bi Fringilla dorso castaneo-albescente nigroque: pileo satu- re castaneo (in masc. ), vel griseo sordido (in foem.): me- dietate pectoris nigra (in masc.), wel sordide alba (in foem. ): regione auriculari albida: iliis immaculatis : alis e transverso albo-fasciatis: rectricibus nigrescentibus. Maschi adulti in primavera. Becco nero. Pileo e cervice d’ un bel color castagno. Penne della schiena castagne dal lato esterno, nere dall’interno, bianco-ce- ciate alla base. Groppone cenerino , macchiato di scuro- grigio. Fascia sopraccigliare bianco-ceciata. Spazio fra l’occhio ed il becco, gola, gozzo, e parte media del petto di color nero puro: le penne nere che marginanò inferiormente questa macchia, orlate di bianco. Lati del collo candidi. Addome bianco-sudicio. Fianchi ceneri- no-grigiastri. Sopraccoda cenerino-scuriccia. Penne del sottocoda grigie internamente, bianche nel margine. Penne scapolari nere dal lato interno , castagno-acceso dall’ esterno. Piccole cuopritrici castagno-vivace. Medie bianche nella metà superiore: grandi nere, con margine color di nocciola. Remiganti scuro-nere, con margine color di nocciòla. Coda troncata. Timoniere bruno- nerastre. Piedi scuro-carnicini. Unghie cenerognole. Maschi in inverno. Differiscono dai qui sopra de- scritti per aver tutte le penne nere delle parti anteriori marginate di bianco; quelle del dorso e scapolari più lunghe, e marginate di color di nocciola. Il becco è scuro-corneo . Femmina. Pileo, lati del collo, cervice, groppone e sopraccoda, color cenerognolo-gialliccio. Penne della schiena e scapolari, nere dal lato interno, dal lato ester- no grigio-ceciate, o cenerognolo-giallicce. Fascia so- praccigliare ceciato-sudicia. Parti inferiori bianco-cene- rognolo-sudicio. Cuopritrici: piccole e grandi nerastre, marginate di grigio-giallognolo: medie nere, in cima bianco-sudice. Remiganti e timoniere scuro-nerastre, marginate di ceciato-sudicio . Giovani avanti la prima muta . Somigliano le fem- mine, 100 ORDINE SECONDO SINONIMIA i Passer domesticus. Aldrov, Ornith. Tom. 2. pag. 528, Tab. 534. Passera nostrale. Olina, Uccelliera pag. 42. Passera capannaja. Sior, degli Uccelli Tav. 340. fig. 2. NOMI VOLGARI. TOSCANI ’ Passera reale, Passera grossa, Pis. Fior, | Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 4. picc. 7. Ap. del becco: pice. 6. Coda: soldi 1. picc. g. Tarso: q. 2. Cosrumi. Sembra che quest’ uccello non possa vivere se non con l’uomo. Eccettuate quelle regioni alpestri ove regnano perpetuamente i ghiacci, in qualunque al- tro o in cui l’uomo si è stabilito, la Passera l’ ha accompagnato; e indifferente alla prospera, o contraria {itnlla. essa ha posta dimora nella dimora di lui. In riva delli stagni, in mezzo alla quiete de’ boschi delle Maremme, SL povera ed umile capanna d’un pesca- tore o d’un pecorajo, han domicilio le Passere, le quali trovano il loro cibo nella sementa di grano del piccolo campo, ne? frutti dell’ orticello, nello scarso becchime gettato alle Galline o a’ Piccioni. E nel modo stesso voi le vedete nel centro delle più grandi e clamorose città, porre il nido fra gli ornati d’una grandiosa cattedrale, o sù i tetti d’un regio palazzo: voi le vedete andare a saccheggiare i frutti d’un giardin di delizia, e cercare le granella o miche di pane in mezzo alle piazze più po- olate. Ma se 1’ uomo cessa d’ abitare quella capanna, o uella città, la Passera anch’ essa 1’ abbandona. Chi, gi- rando nelle Maremme, passa per antiche e disabitate ab- bazìe, per fortilizi, o ville in rovina, vedrà, dalle finestre più AT di quelle, fuggire de’ Piccioni insalvatichiti, udirà gridar la Civetta Che abita fra li spacchi de? muri vestiti d’ Ellera e Parietaria, vedrà la Ballerina continua- re a fabbricarvi il nido, ma in vano egli là cercherà il volatile parasito dell’ Europeo, quella specie d’ uccello UCCELLI SILVANI 101 che prima per il numero ogni altro ne superava in quel luogo. Così nel modo stesso che una figura geometrica vista sulla sabbia fu giudicata dal blifitizo Filosofo per un segno certo della vicinanza dell’uomo, per un tal segno ancora può ritenersi la presenza delle Passere . Malgrado però quest’ apparente simpaila fra gli uomini e le Passere, sempre vi è guerra aperta fra loro. Non cibandosi esse che del cibo dell’uomo, rubando il seme che egli getta ne° campi, dando il sacco alle messi, di- rado le frutta , egli come suoi dichiarati nemici cerca distruggerle, e discacciarle. E fa al certo meraviglia il vedere come questa razza d’ uccelli, mediante le risorse del suo istinto, e l’ estrema fecondità, sa scansare molte delle insidie a lei tese, e invece di diminuire, manie- nersi e anzi aumentare. Per avere un idea della fecon- dità sua basta dare un occhiata al numero da cui ne siam circondati, e riflettere poi alla quantità immensa che ne è distrutta in capo all’anno dagli animali carnivori, tanto quadrupedi che volatili, ma in special modo poi dall'uomo, il quale ha trovate alcune specie di caccia con cui non poche per volta ne uccide, ma diecine, e centinaja: cacce tanto più funeste per questi animali, quanto che diverse si fanno nel tempo delle cove, allora che una morte, cinque o sei morti seco necessariamente si trae. Le Passere Calmeno in Toscana) non emigrano: ove nascono ordinariamente rimangono per tutto il corso della lor vita. Le buche de’ muri, lo spazio che resta fra il tetto e gli embrici, i fori de’ pagliai, o degli alberi vici- ni alle case, sono. luoghi ove abitano , ed ove pongono il nido. Quasi sempre vivono in branchi . I giovani appena sono abbandonati dalla madre sì riuniscono insieme, ed insieme vanno per la campagna in cerca del cibo. Ma sul far della sera tutti si raccolgono per dormire sopra ‘ un medesimo albero, non solo quelli d’un branco, ma tutti i branchi d’ un medesimo distretto; così che |’ al- bero, o il macchione che han scelto per ricovero , e che da’ cacciatori Pisani si chiama a/dergo, è nella notte carico d’ una immensa quantità di questi uccelli, Avanti 102 ORDINE SECONDO che il sole tramonti si vedono accorrere da tutte le parti de’ piccoli stuoli di Passere, le quali avviansi al luogo dell’ albergo: ma in questo esse subito non vanno; pri- ma si riuniscono su qualche albero, o macchione delle vicinanze, e poi in branchi più grandi vanno su quello, volando ordinariamente molto vicino a terra. Queste ragunate sono clamorosissime: tanto la sera quando si sono posate, che la mattina avanti di partire, tutte le Passere gridano, e volando e saltellando si beccano e si strapazzano , di maniera che sembra quasi abbiano aspet- tato a quell’ora per discutere e decidere delle dispute della giornata. Questi alberghi, che spesso si fanno an- che assai lontani dalle case, sciolgonsi tutti con l’ acco- starsi del freddo, per scansare il quale tornano le Pas- sere ad abitare quei posti ove fecero il nido, o dove nacquero . Propagazione. Come ho detto fanno il nido sotto i tegoli de’ tetti, ne’ buchi delle muraglie, non di rado in quelli degli alberi: e qualche volta ancora lo fanno nell’inforcatura d’ un ramo. In tal caso egli è di forma sferica, con apertura laterale, e le pareti molto grosse: queste sempre son fatte con fieno, penne, fili, cenci, tutto insieme grossolanamente mescolato. Ogni parto è di cinque o sei uova, bislunghe, bianche, con larghe macchie celestognole. Caccia. Quando han le Passere già nati i figli, si fa di esse una caccia facile ed abbondante, mediante le reti, e la Civetta, tendendo a poca distanza da qualcuna di quelle case di campagna ove in numero maggiore co- vano questi uccelli. E nella nostra pianura sì trovano alcune case, sopra cui sicuramente non vi è tegolo che non nasconda un nido: il tetto di queste è sempre tutto coperto di Passere, e quasi un nuvolo ve ne è al disopra, tante son quelle che continuamente vanno e vengono dalla campagna. Scelto il luogo, il giorno in cui si vuol far la caccia, bisogna esservi appena comincia ad albeg- giare. Allora tutte le Passere sono nel loro nido, o sù 1 tegoli vicini, e cominciano già ad assordar l’aria con il UCCELLI SILVANI 103 loro cigolio. S'abbia cura di tendere le reti da quella parte della casa da cui passa il numero maggiore di Pas- sere per andare in cerca di vitto: e quando il giorno è tanto inoltrato da lasciar chiaramente distinguere gli og- getti, allora si ponga la Civetta per zimbello in mezzo alle reti. È cosa certa che il cacciatore non è ancor giunto al luogo da cui può tirare le reti, che due o tre Passere insieme, gridando in modo particolare, con le penne ritte e rabbuffate si piombano dal tetto quasi addosso alla Givetta, uccello da loro sempre odiato, ma molto più in quel tempo in cui han da temere ancora per la sicu- rezza de figli. Il cacciatore a questa sorta di tese, quando le circostanze gli siano favorevoli, fino a verso le ore dieci e mezzo, o le undici della mattina non fa che ti- rare le reti, e mai non ha il tempo di riposarsi, così che frequentemente se ne prendono più centinaja per tesa . Ho detto se le circostanze gli son favorevoli , giacchè due ve ne possono essere le quali rendono meschina la cac- cia. L’ una si è che un altro cacciatore abbia già teso in quel posto , l’altra che qualche Civetta covi sopra quel tetto. In questo caso le Passere essendo abituate alla vi- sta di questo loro nemico, niente curano la civetta del cacciatore. Il momento migliore per fare questa sorta di tese è quello in cui i Passerotti nidiacei sono già im- pennati, giacchè dopo la tesa, altri cacciatori montano sul tetto e scovano gli uccelletti rimasti senza genitori. Molto profittevole è ancora la caccia dello Struscio, giacchè con essa fin più di cento se ne sogliono prende- re per retata. Questa si fa alle Passere giovani che son riunite in branchi, e si fa, o al tramontar del Sole, o al suo levare, giacchè si tende con le reti in quei luoghi ove sogliono passare i branchi strusciando il terreno per andare, o tornar dall’ albergo. Ambedue i panni delle reti si mettono nella medesima linea, e tesi trasversal- mente alla strada che gli uccelli debbono fare. Un cac- ciatore nascosto sotto frasche o pattume, stà pronto a serrare la rete. Un altro poi si pone ad una certa di- stanza dall’opposta parte, nascosto anch’ esso o disteso î04 ORDINE SECONDO a terra, tenendo nella mano una pertica a cui vi è attac- cato in cima un cencio, a guisa di banderuola. Se il branco che passa è troppo alto, il cacciatore che ha la pertica, quando vede le Passere prossime alla rete, ad un tratto inalza e sventola la sua bandiera, il che inti- morendo gli uccelli gli fa abbassare, e passar quasi ap- punto sulla rete, la quale immediatamente è sopra di essi serrata dall’altro cacciatore. Il Diluvio, è uno strumento adattato anch’ esso a prendere le Passere che sono riunite in alberghi. Questo consiste in una grandissima rete, formata precisamente come un bertabello: ma ne è di gran lunga più grande. Quando la notte è giunta, col massimo Scese si tende il Diluvio in modo che la sua bocca, sorretta e tenuta aperta da due lunghissime stanghe, riguardi l'albero, e gli sia vicina il più che è possibile. Alla cima opposta del Diluvio si pone un lume molto grande e vivace. Indi get= tando de’ sassi nell’albero , e percuotendolo con perti- che, si fan fuggire le Passere, le quali, accorrendo ver- so il lume, vanno a chiudersi nel fondo del bertabello. Alle stesse Passere giovani si tende nel giorno in mez- zo a que campi ove sogliono andare a pascolare, con le reti nascoste nella fossetta, appunto come si fa ten- dendo all’ Aescato, e come descrive 1’ Olina (1). Sulla piazza si mettono per richiamo de’ Passerotti nidiacei e urloni. Col Diavolaccio ancora se ne fanno prese copiose; e finalmente un gran numero se ne prendono durante il giorno, posando per le vigne, lungo i campi di grano, certe gabbiette di giunco che han la bocca o apertura nel centro, e che rientrando indentro quasi và a toccare il fondo. Nell’interno di ciascuna gabbia si mette uno o due Passerotti di nido, i quali continuamente gridan- do vi attirano i vecchi, che una volta entrativi non ne sanno più escire . (1) Olîina, Uccelliera pag. 55. UCCELLI SILVANI 205 at * PASSERA OLTRAMONTANA FRINGILLA DOMESTICA Lis. Dorso castagno e nero: pileo cenerino (mas. ), 0 grigio- sudicio ( femm. e giov.): mezzo del petto nero (nzas.), o biancastro ( femm. e giov.): regione degli orecchi bianca- stra: fianchi senza macchie: una fascia bianca attraverso le ali: timoniere nerastre, Fringilla dorso castaneo-nigroque : pileo cinereo (in masc. ), vel griseo sordido (in fem. et juven. ): medietate pectoris nigra (in masc.), vel albida (in fem, et juven.}: regione auriculari albida: iliis immaculatis: alis transverse albo fasciatis: rectricibus nigrescentibus. Maschio adulto. Somiglia perfettamente quello della Fringilla cisalpina, dl s'ecceitui il color del pi- leo, e la parte superiore della cervice, che nella presente specie è di color cenerino-piombato . Femmina, e giovani. Somigliano i in tutto le fem- mine ed i giovani della specie precedente SINONIMIA Pyrgita domestica, Boie. Buffon, Planch. enlum. num, 6. fig. 3 e Meyer Li Wolf, Ois. d’Allem, Livr. 8, pl. 4. fig. . (ma- schio), fig. 2. ( femmina). NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Moineau. /ngl. The house Sparrow. Ted. Di Haus ADE. Dain Lunghezza totale : soldi 4. picc. 7. fai del becco: picc. 6. Coda: ol 1. picc. g. Tarso: Quatt. 2. Costumi. Questa specie è rara in tiv So che qual- che individuo se ne trova in Piemonte: non mi è noto se ne stiano anche in Lombardia, ma so di certo che alcuno giammai ne è stato visto in Toscana. In Fran- 106 ORDINE SÈCONDO cia, in Germania, in Inghilterra, occupa il posto della nostra Passera comune. Secondo il Temminck questa specie è separata da noi per mezzo della gran catena delle Alpi, sul pendio meridionale della quale vive la Fringilla cisalpina, mentre sul pendìo settentrionale abita la Fringilla domestica. Passato Treviso in tutta l’Istria, verso l’ oriente, ed il settentrione non si trova più che questa razza, e lo stesso è a Trieste, e nel nord della Dalmazia, separata dalla patria della Fringilla cisalpina solo dall’ Adriatico (1). I costumi di queste due specie sono precisamente gli stessi. Io ho accurata- mente, ed in var) tempi osservate le abitudini della £7. domestica, tanto in Svizzera che nel settentrione della Francia, e posso assicurare che le stesse sono di quelle della nostra specie italiana . * PASSERA SARDA FRINGILLA HISPANIOLENSIS Temw. Dorso nero, con poche macchie ceciate, e color di noc- ciòla: pileo castagno (mas.): petto nero (mas. ): regione degli orecchi bianca: fianchi macchiati di nero: una fascia bianca attraverso le ali: timoniere nerastre, Fringilla dorso nigro, maculis paucis cicerinis vel spadi- ceis: pileo castaneo (in masc.): pectore nigro (in masc. ): regione auriculari alba: ilits nigro-maculatis: alis e tran- sverso albo-fasciatis: rectricibus nigrescentibus. Maschio adulto. Becco nero. Pileo e cervice color castagno-cioccolata. Penne della schiena e scapolari ne- re, con margine ceciato, o biancastro. Penne del grop- pone nere; marginate di cenerognolo. Fascia sopracci- gliare biancastra. Lati della testa e del collo, bianco- candidi. Dalla base della mascella inferiore parte una larga fascia nera che ricuopre la gola, la parte media del gozzo, e giunge al petto, il quale è intieramente ne- ro. Le penne de’ fianchi son nere, con largo margine (1) Temm. loc. cit. pag. 352. UCCELLI SILVANI 107 bianco. Addome biancastro. Le penne nere del petto che confinano con l'addome son marginate di bianco. Penne del sottocoda grigio-cenerine nel mezzo, con largo margine bianco. Penne della coda scuro-nerastre, con sottil margine lionato-sudicio. Piccole cuopritrici delle ali castagno-cioccolata: medie bianche: grandi nere in- ternamente, con largo margine color di nocciòla. Re- miganti nerastre, con sottil margine color di nocciòla. Piedi grigio-carnicini. Unghie nerastre. SINONIMIA La Fringille espagnole. Roux, Ornith. Proveng. PI. 84. Système des oiseaux d’ Egypte PI. 3. fig. 7. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 4. picc. 10. Apertura del becco: picc. 5 '/2. Coda: soldi 1. picc. 9. Tarso: quatt. 2. Cosrumi. Io non l’ho giammai veduta in stato sel- vaggio. So che trovasi comune in Sardegna, in Corsica, ed in Sicilia, e secondo alcuno anche nelle parti più meridionali della Calabria. I suoi costumi sono eguali a quelli delle due specie precedenti. PASSERA MATTUGIA FRINGILLA MONTANA Lw. Dorso color di nocciòla e nero: pileo colore ametistino- castagno chiaro: macchia nera sugli orecchi: gozzo nero: due fasce bianche attraverso alle ali: timoniere nerastre. Fringilla dorso spadiceo nigroque: pileo amethystino- castaneo pallido: macula nigra super aures: jugulo nigro: alis e transverso albo-fasciatis: rectricibus nigrescentibus. Maschio adulto. Becco nero. Pileo e cervice color ametistino-castagno chiaro . Penne della schiena e scapo- lari da un lato nere, dall’ altro lionato-rossastre. Grop- pone, e cuopritrici superiori della coda, grigio-gialla- stre. Lati del collo bianchi. Redini nere. Una macchia nera sopra l'orecchie. Una larga macchia nera parte di 168 ORDINE SECONDO sotto il becco. e termina sul petto. Petto bianco-grigio. Addome bianco. Penne del sottocoda grigio-scure im mezzo, bianche nel contorno. Timoniere bruno-nero sudice. Piccole cuopritrici delle ali color di nocciòla : medie nere, bianche in cima: grandi, nere nel mezzo, lionato-rossastre sul margine, bianche in cima, così che due fasce bianche traversano le ali. Remiganti scuro- nericce, marginate di giallastro sudicio. Piedi grigio- carnicini. Femmina. Non differisce dal maschio che per aver colori più smorti, e la macchia nera della gola e petto più piccole. SINONIMIA Fringilla campestris. Brisson. Ranzani, Pyrgita montana. Boie, Passer montanus. Aldrov. Ornith. Tom. 2. pag. 560. Passera mattugia. Oliva, Uccelliera pag. 46. Storia degli Uccelli Tav. 339. Buffon, Planch. enlum. num. 267. fig. 1. NOMI VOLGARI. TOSCANI Passera mattugia, o matterugia, o migliarina, Pis. Pas- sera minuta, Passeretto, Passera Sarcina, Fior. Passera stre» ga, o Salciajola, Bient. Passera piccola, Sen. STRANIERI Franc. Le Friquet. Ingl. The tree Sparrow. Zed. Der Feldsperding. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 4. quatt. 2. Apertura del becco: picc. 5. Coda: quatt. 5. Tarso: quatt. 2. Costumi. Di rado vedesi nell'interno delle città, o de’ villaggi, ma iusiem colla Passera reale vive quasi sem- pre vicino alle case de’ contadini; l'inverno sì ricovera ne’ loro pagliai, stà cercando cibo fra il pattume dell’aje, si riunisce in branchi all’escir dal nido, forma alberghi ec.; in somma ha quasi tutte le abitudini della Passera UCCELLI SILVANI 109 reale, a cui tanto somiglia per i colori. Con tutto ciò qualche differenza vi è: essa ha un naturale più selvag- gio: più difficilmente s' addomestica , e s ?affeziona a chi ne ha cura, benchè con la stessa pelo della Passera reale essa possa allevarsi. Spesso molto s ? allontana dal- P abitato, ed anche va a stabilirsi, per qualche tempo , lontano dall’ uomo, ed emigra in breil , insieme cor i Fringuelli, Verdoni, ec. Quelle che nascono in To- scana non credo che emigrino, giacchè in quei luoghi ove esse abitano, ve le ho vedute in ogni tempo presso a poco nella stessa quantità: ma è certo che nell’ Otto- bre, molte di passo ne arrivano fra noi, insieme con gli altri uccelli di becco grosso. Questa specie di Passera è molto migliore a mangiarsi dell’ altra. Propagazione. Nidifica ordinariamente ne’ fori degli alberi, ma spessissimo anche sotto i tetti, e nelle buche de’ muri. Il suo nido è fatto grossolanamente con fieno, penne, erini, fili, ec. Le sue uova sono più piccole, e molto più si accostano alla figura globosa di quelle della Passera reale, e son di color grigio- (SA macchiate di biancastro. Caccia. Si prende insieme con le altre Passere, al- Li Aescato, al Diluvio, ed alla tesa che con la Civetta e le reti si fa nel Giugno presso le case di campagna: anzi le Passere mattugie sono le prime a gettarsi nelle reti; tutte rabbia , agitando la coda, e sollevando le pen- ne del ciuffo, comiuciano a stridere appena han scorta la Civetta, e son esse che danno l'allarme e fanno ac- correre le altre verso la tesa: perciò potendo metterne qualcuna sulla piazza è utilissimo, per far che la caccia riesca molto più abbondante. Nel Settembre quando si tende col Paretajo sempre se ne suole avere qualcuna ingabbiata, per attirare quelle emigranti che passano con gli aliri uccelli granivori. i 110 ORDINE SECONDO FAMIGLIA IL 1 FRINGUELLI. FRINGILLE (1) CARATTERI DI FAMIGLIA i Becco conico, appena rigonfio alla base. MARGINE DELLE MASCELLE più o meno arcuato. Penne della Cavezza che cuoprono appena le narici. BASETTE ramose, numerose. RostRrUM conicum, vix basi incrassatum . ManpisuLa Margine plus minus arcuato. Na- res a pennis CaristRI vix tecta. MysTaAcEs ra- mose, copiosa . FRINGUELLO FRINGILLA COELEBS Lim. Piccole cuopritrici delle ali bianche: groppone verde. Fringilla tectricibus parvis albis: uropygio viridi. Maschio adulto in primavera . Becco color celeste cupo. Penne che sono sulla base della mascella supe- riore, nere. Pileo, cervice, e lati del collo d’ un bel co- lor grigio-celeste. Schiena castagno-olivastra. Groppone verde-giallo. Contorno dell’ occhio, guance, regione auricolare, gola, gozzo, e petto di color carnicino , ten- dente un poco al rosso-mattone. Fianchi dello stesso colore, ma più chiaro. Parte inferiore dell’ addome, bianca. Scapolari grigio-olivastre. Penne dell’ angolo dell’ ala nero-cenerine. Cuopritrici: piccole bianche: grandi nere alla base, bianche in cima. Remiganti bru- no-nere, con sottil margine giallo-verdastro : eccettuate le prime tre, le altre hanno alla base, dal lato esterno, una macchia bianca. Timoniere: prima da ciascun lato, î (1) Genus Fringilla Cur, UCCELLI SILVANI 111 nera alla base, ed in cima, e con una gran macchia bian- ca, cuneiforme nel mezzo: la seconda ha la macchia cu- neiforme più piccola: le tre seguenti son nere; le due medie di color cenerino-bruno: tutte hanno un sottil margine verdastro . Piedi bruno-neri. Maschi dell’ anno dopo la muta d’ autunno. So- migliano i maschi in primavera , ma hanno il becco co- lor di corno, i colori più pallidi, e tutte le penne delle parù superiori marginate d’ olivastro. Maschi avanti la prima muta. Somigliano le fem- mine. Femmina. Becco color di corno. Pileo, cervice, schiena, e scapolari color cenerino-grigio tendente all’o- livastro . Groppone dello stesso colore che nel maschio . Lati della testa, del collo, e petto, e tutte le altre parti inferiori biancastro-cenerognole , leggermente tendenti all’olivastro. Ali come nel maschio: ma con le fasce bianche più piccole. SINONIMIA Fringilla, Aldrov. Ornith. Tom, 2. pag. 815. Tab. 817. Fringuello. Olina, Uccelliera pag. 31. Fringuello. Storia degli Uccelli Tav. 337. fig. 1. Meyer et Wolf, Ois. d’Allem, Livr. 6. pl. 5. fig. 1. (ma- schio), fig. 2. ( femmina). Buffon, Planch. enlum. num. 54. fig. 1. NOMI VOLGARI. TOSCANI Filunguello, Fior. Fringuello, Pis. Sen. STRANIERI Franc, Le Pinson. Ingl. The Chaffinch. Ted. Die Edelfink. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 5. picc. 5. Ap. del becco: picc. 6. Coda: soldi 2. quatt. 1. Tarso: picc. 9. ; Costumi. È il Fringuello tanto conosciuto da tutti, che cosa inutile reputo il trattenersi lungamente a par- 112 ORDINE SECONDO iavne. In tutti i tempi si trova da noi: nella buona sta- gione quà nidifica, nella cattiva vi sverna. Nell’ Ottobre uno immensa quantità ne arrivano da’ paesi settentrio- neli, riuniti sempre in branchi, ora di sei o otto, ora di venti o trenta; anche da lontano questi sì riconoscono per il loro pio, pio, fischio che continuamente ripeto- no. Molti si stanziano ne’ nostri boschi, o campi albe- rati, e molti seguitano il loro viaggio, o fermansi solo per pochi momenti onde prendere riposo . Propagazione. Non ha luogo fisso per porre il nido, giacchè quantunque ordinariamente lo faccia sopra i più alti alberi, spesso lo pone ancora ne’ cespugli bassi ._ Questo nido è formato con molt'eleganza ed arte. Stà per il solito, nella forcella di qualche ramo, ma non di rado è addossato , e solidamente attaccato alla scorza d’una delle primarie diramazioni del tronco. La sua figura è emisferica: ha le pareti assai grosse, formate di lana, e licheni, ed internamente è foderato di crini. Nel Museo Pisano vi è un nido di Fringuello, dovuto alla gentilezza e zelo del Sig. Ferdinando Luciani, il qual nido ha una forma molto singolare. È dell’ ordinario diametro, e la sua cavità è della grandezza ordinaria, ma inferiormente si prolunga, per un palmo circa, in un cilindro pieno, tutto formato con la solita lana, e licheni mescolati, Caccia. Per i Fringuelli particolarmente son desti- nate le cacce del Paretajo, della Proda, ec. che già abbiamo descritte. Nell’ Agosto e nel Settembre, quando l’asciuttore è grande, si tende alle pescine per prendere quelli nati nell’anno nel paese, che sono molto più sti- ‘mati di quei presi in Ottobre, per ingabbiarli, e far lore apprendere a cantare; per l’uso de’ Pareta). UCCELLI SILVANI 213 PEPPOLA FRINGILLA MONTIFRINGILLA Lx. Piccole cuopritrici giallo-lionate: groppone bianco, mac- chiato di nero, Fringilla tectricibus parvis luteo-helvolis: uropygio albo, nigro maculato. i Maschio in inverno. Becco giallo alla base, nero in cima. Penne del pileo, lati della testa e schiena, nero- paonazze, marginate di lionato . Penne de’ lati del collo e cervice bianco-cenerine, con macchia nera rotonda verso la cima, e tinte di lionato sul margine estremo. Sopra ciaschedun lato della cervice vi sono due serie longitudinali di penne nere. Penne del groppone e so- praccoda , bianche e nere. Gola, gozzo, petto, scapolari e piccole cuopritrici delle ali, color lionato vivate. Ad- dome bianco. Fianchi bianchi, debolmente tinti di lio- nato, con delle macchie nere, rotondate. Sottocoda bian- co, tinto di lionato alla base. Medie cuopritrici delle ali nere nella metà inferiore, bianche nella superiore : gran- di nere, con la cima lionata. Remiganti; le primarie nere, con sottil margine lionato-sudicio verso la cima; Tomo II 8 n r1À ORDINE SECONDO eccettuate le prime tre, le altre hanno bianca la base del lato esterno: le secondarie hanno un largo margine lio- nato-nocciòla dallo stesso lato. Timoniere nere, con sottil margine bianco-sudicio: 1’ esterna ha il margine esterno di color bianco;.ed una gran macchia cuneata nero-cenerina verso la cima. Piedi grigio-carnicini. Maschi in primavera. Essendo in essi sparito ( me- diante il confricamento , l’azion dell’aria, ec. ) il mar- gine delle penne, che è gialliccio, o fulviccio nell’ abito d’ inverno, nella primavera essi sembrano esser vestiti d’un abito intieramente diverso , giacchè la testa, sehie- na, e lati della cervice sono d’un bel color nero-pao- nazzo , e l’addome, groppone, fianchi, ec. di un color bianco purissimo. Femmina. Penne del pileo , delle due fasce laterali della cervice, e schiena, nero-scure, con margine liona- to. Mezzo della cervice e lati del collo cenerino-lionato . Tutte le altre parti colorite come ne’ maschi, ma da colori più smorti. SINONIMIA Montifringilla. A\dr. Ornith. Tom. 2. p. 821. Tab. 822. Fringuello montanino. Olina, Uccelliera pag. 32. Peppola. Storia degli Uccelli Tav. 338. fig. 1. Buffon, Planch. enlum. num. 54. fig. 1. Vieillot, Ornith. francaise PI. 76. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Pinson des Ardennes. /ngl. The Bramble Finch. Ted. Der Bergfink, Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 5. picc. 5. Ap. del beceo: pice. 6. Coda: soldi 2. pice. 2. Tarso: picc. 9g. Cosrumr. È uno de’ più belli uccelli di becco grosso. Da noi arriva più tardi delle altre specie di f7ingilla, e sì trattiene a syernare nelle pianure, o bassi colli delle Maremme: anche nell’ estate qualcuno ve ne resta, ma sù i monti, ove cova. Il canto suo non è molto bello, con tutto ciò è capace di apprendere ad imitare anche quello d’altre specie, come del Fringuello, Cardellino, ec. UCCELLI SILVANI 115 Propagazione. Fa il nido sopra le montagne de’ paesi settentrionali, sugli Abeti, Pini, ec. Le uova son cinque, macchiate di giallastro (1). * FRINGUELL® ALPINO FRINGILLA NIVALIS Lux. Piccole cuopritrici delle ali, e remiganti secondarie in- terne candide: groppone scuro. Fringilla tectricibus parvis, remigibusque secundariis in- ternis candidis: uropy gio brunneo. Maschio in inverno. Becco nero. Pileo, cervice, e lati del collo di color cenerino leggermente sfumato di scuriccio, il qual colore s’ unisce insensibilmente con quello del dorso. Dorso scuro-giallognolo. Penne del sopraccoda; le esterne bianche, le interne nere. Gola, gozzo e fianchi, biancastro-cenerognoli. Delle macchie nere sul gozzo. Addome bianco. Penne del sottocoda bianche, con una macchia nera in cima. Remiganti pri- marie ed aletta, nere: remiganti secondarie candide: l’esterne macchiate di scuro nella cima. Cuopritrici delle ali candide. Timoniere: la prima esterna bianca intie- ramente : la sesta nera, con gran macchia bianca dal lato esterno: le altre bianche, con macchia nera in cima. Piedi neri. Maschio in estate. Ha il bianco delle parti inferio- ri, il cenerino della testa, e cervice di un color più puro e deciso. Becco nero. Femmina. Ha i colori della testa, il nero della coda, e delle ali più smorti. SINONIMIA Fringilla nivalis. Brisson, Ornith. Tom. 3. pl. 15. fig. 1. Vieillot, Ornith, Frangaise pl, 75. fig. B. (1) Temm. ibid. pag. 362. 116 ORDINE SECONDO NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc, Le Piuson de niege, ou Niverolle, Ingl, The Snow Finch. Ted. Der Schrefiok. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 6. picc. 3. Ap. del becco: picc. 6. Coda: soldi 2. picc. 2. Tarso: picc. 10. 1/2 Costumi. Questo bell’ uccello non vive che nelle re- gioni più elevate delle montagne, in prossimità de’ ghiacci e nevi perpetue. È di naturale non molto selvaggio, anzi sembra amare la vicinanza dell’uomo, giacchè in quelle elevazioni in cui vive, occupa il posto della nostra Pas- sera comune, abitando sopra i tetti, nidificande nelle buche de’ muri, ec. Le case che sono alla cima del Mon- te Cenisio dan ricovero a molti individui di questa bella specie di Fringuello , che volano nelle vicinanze di quel- le, posansi sulla strada, beccando le granella cadute, stan razzolando pei monti di letame, e in somma han tutti i costumi delle Passere. Ma, al dire di varj autori, la fringilla nivalis non solo abita vicino all’ uomo, ma trovasi anche in luoghi deserti, ove sta fra i massi, o nelle grotte. Nell'inverno, quando la neve ha coperto quei posti, essa cala in regioni più calde, ma sempre montagnose, e giammai nelle pianure. Cibasi d’ ogni sorta di granaglie, di semi di Pino e d° Abeto, ed anche di insetti, In 'l'oscana non si è mai fatta vedere. In Pie- monte non è rara. Propagazione. Fa il nido nelle buche de’ muri, o fra gli spacchi de’ massi. Le sue uova sono ordinaria- mente in numero di cinque, di color verde chiaro, a- sperse di macchie e punti irregolari cenerini, con delle macchie verdi-cupe. UCCELLI SILVANI 117 FAMIGLIA II. 1 LONGIROSTRI. CARDUELES GARATT'ERÌ DI FAMIGLIA Becco lateralmenie concavo. Margine delle mascelle più o meno arcuato. Penne della Ca- vezzA che ricuoprono appena le narici. BAsETTE piumose. | Rostrum Zateraliter concavum. MANDIBULA margine plus minus arcuato. Nares a pennis CapistrI vix tecte. Mystaces plumosa. CARDELLINO FRINGILLA CARDUELIS Tux. Ali nere, con larga fascia trasversa gialla: coda nera, con macchie rotonde bianche. Fringilla alis nigris, transversim late e luteo fasciatis: cauda nigra, maculis rotundis albis. Maschio adulto. Becco bianco-carnicino , con la ci- ma nero-cornea. Maschera rosso-cremisi. (Gola, lati del collo e tempie, candide. Parte posteriore del pileo, e superiore della cervice; di color nero. Parte inferiore della cervice, dorso , scapolari, lati del petto e fianchi, color di nocciòla scuriccio. Penne del sopraccoda bian- che, macchiate di bajo-giallastro .-Parte media del petto e dell’ addome bianca. Ali nere, con larga fascia tra- sversa nel loro mezzo giallo-canarina: una macchia bian- ca in cima alle remiganti, 'limoniere nere, con la punta bianca: le due esterne, e qualche volta anche la terza, hanno una larga macchia bianca, rotondata, sul lato in- terno. Zampe cenerino-carnicine. Femmina. In essa il color rosso della testa è più smorto, e meno esteso : la gola biancastra : il nero delle ] 21$ ORDINE SECONDO ali nero intenso, e le piccole cuopritrici marginate di scuriccio: il giallo delle ali più smorto. Giovani avanti la prima muta. Hanno il becco più corto, e grigio-corneo. La testa, la cervice, la schiena ed il sopraccoda color grigio-cenerino , macchiate di scu- ro. Scapolari di colore scuro-sudicio. Il petto bianco-ce- ciato, con macchiette dello stesso colore di quelle del dorso. SINONIMIA Carduelis. Aldrov. Ornith. Tom. 2. pag. 798. Tab. 801. fig. 1. (adulto), fig. 2. ( giovane). Cardello. Olina, Uccelliera pag. 10. Cardellino. Storia degli Uccelli Tav, 353. fig. 1. Buffon, Planch. enlum. num. 4. fig. 1. Wieillot! Ornith. Frang. pl. 80. fig. 1. (adulto), fig. 2. (giovane). NOMI VOLGARI. TOSCANI Cardellino, Carderino, Carderugio, Cardello, Pis. Fior. Senese. STRANIERI Franc. Le Chardonneret. Ingl. The Goldfiach. Ted. Der disted Zeifig. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 4. quait. 2. Ap. del becco: picc. 5, '/.. Coda: quatt. 5. picc. 2. Tarso: picc. 7. Costumi. Ha tolto il nome quest’ uccello, di Cardel- lino, Carderugio, o Cardello, dalle piante spinose dette Cardi, sulle quali Spesaliziono si vede posato. Egli ama molto i semi di tali piante, ma non solo di queste, an- che di tutte le altre Singenesie, come Radicchio, Lattu- ghe, ec. In inverno sta in branchi grandissimi , che vo- lano per i luoghi aperti, per i terreni aridi, lungo le vie maestre, lungo gli argini ec.; in tutti quei luo ghiui in somma ove trovansi le piante da lui amate. ln$primas vera questi branchi spariscono, quasi tutti ritornando verso il settentrione di dove ne erano venuti nell’ Otto- bre; e fra noi, altri ne vengono riuniti a coppie, e qui UCCELLI SILVANI 119 si stabiliscono a covare. Abitano allora gli alberi posti sul margine de’ boschi , quelli de’ viali, in somma i pros- simi alla aperta campagna. Sono.i Cardellini uccelli di un carattere ardito ed irascibile, così che quasi sempre disputano, e fra di loro si battono. Ma non sono difficili ad addomesticarsi, ancorchè siano stati presi già adulti alla campagna; e spesso questi medesimi s’ affezionano molto a chi ne ha cura. Moltissimo poi s'addomesticano quelli che si allevano nidiacei: cosa che facilmente rie- sce, prendendoli già coperti di cannoni, e dando a essi per cibo un pastone fatto con pane, ovo, e radicchio pestato. Propagazione. Fa il nido sopra alberi d’ altezza me- diocre; presceglie le piante resinose, ed i Cipressi son quelle che più d’ogni altra ama, dimodochè fra noi son ben rari quei Cipressi che non ascondano un nido di Cardellino. Questo nido è quasi perfettamente emisfe- rico: all’esterno è composto di piccoli steccoli, o pe- duncoli di fiori, elegantemente, e solidamente tessuti insieme mediante lanugini vegetabili, ed animali. La parete interna è foderata di pochi crini, o fili. Caccia. Essendo un uccello poco sospettoso, son mol- te le maniere con cui se ne fa caccia. Si prende con le reti aperte, mediante un richiamo in gabbia, ed un zim- bello messo nel mezzo alle reti, ai piedi d’ una pianta di Cardo. Se la gabbia col richiamo è di fil di ferro, si può metter in mezzo alle reti vicino al Cardo, senza il zimbello. Questa caccia si fa tanto di Luglio per pren- dere i Cardellini giovani nati in paese; quanto nell’ Ot- tobre per prendere quei di passo. In quel tempo se ne prendono molti anche al Paretajo: in inverno con la gabbia a scatto posta accanto a’ gruppi di Cardi: in pri- mavera quando ripassano, tendendo le gabbiuzze fra le piante d’erda cardellina in seme ( Seneciò vulgaris). Nella fin dell’estate all’ acqua, ec. 120 ORDINE SECONDO LUC ARINO FRINGILLA SPINUS Lux. Dorso olivastro, macchiato di nerastro: fianchi striati dé nerastro: pileo nero (maschio ), od olivastro (femmina): timoniere gialle alla base. Fringilla dorso olivaceo e nigrescente maculato: iliis nigro striatis: pileo nigro (in masc.), vel olivaceo (in fom.): rectricibus basi luteis. Maschio. Becco grigio-corneo. Penne del pileo e della gola nere, con sottil margine olivastro. Fascia so- praccigliare gialla. Cervice, dorso, e scapolari olivastre, con strie longitudinali nerastre. Groppone giallo, mac- chiato di nerastro. Sopraccoda olivastro. Regione del- l'orecchio olivastra. Gozzo, petto, e lati del collo d’ un bel color giallo, ma leggermente tendente all’olivastro . Addome bianco-giallastro. Penne de’ fianchi e del sotto- coda bianco-giallastre, con una stria longitudinale ne- rastra. Cuopritrici superiori delle ali nere, con la cima gialla. Remiganti nere, con sottil margine giallo: tutte, meno la prima, seconda, e terza, hanno una larga mac- chia gialla alla base. Coda forcuta . l'imoniere nerastre, gialle alla base. Piedi scuro-neri. Femmina. Ha il pileo di color olivastro-cenerino . La gola biancastra. Per il rimanente somiglia il maschio, ma il suo color giallo è moltissimo sbiadito, ed il collo ed il petto è ricoperto da una gran quantità di macchie scure longitudinali. SINONIMIA Spinus, seu Ligurinus. Aldrov. Ornith. Tom. 2. p. 807. Tab. 811. fig. 1. (mas.), fig. 2. ( foem.). Lucarino, o Lecora. Olina, Uccelliera pag. 17. Buffou, Planch, enlum. num. 485. fig. 3. Lucarino, Svoria degli Uccelli Tav. 361. fig. 2. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc, Le Tarin. Ingl. The Sishin. Ted, Der Erlenzeisg. UCCELLI SILVANI 121 Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 4. quatt. 1. Ap. del becco: piec. 4. ‘/. Coda: quatt 4. picc. 1. Tarso : picc. Costumi. Il Lucarino è sicuramente fra i suoi con- generi uno di quelli, il cui carattere è più dolce, ed i] più gajo. Anche preso adulto in pochi giorni si familia- rizza, ed a segno di venire a prendere il mangiare in mano . Sempre in moto, sempre canterellando, con som- ma rassegnazione s’adatta alla perdita della libertà. Molto si amano fra loro i Lucarini: quando più d’uno se ne tiene nella gabbia medesima, sempre s’ accarezzano , e scher- zano insieme. Quelli che liberi volano per la campagna, sì chiamano continuamente, e sembra che non siano con- tenti se mon essendo riuniti. In estate non vedesene al- cuno. Negli inverni in cui da noi ne rimangono, abita- no sempre per i boschi, e particolarmente nelle Onta- nete, giacchè molto piacciono loro i semi degli Onta- ni. Nell’ Ottobre arrivano, ma non costantemente : -al- cuni anni se ne vedono pochissimi, ed anche punti, mentre in altri arrivano in storme immense : e secondo l’osservazione di tutti i nostri cacciatori, questa loro ve- nuta è periodica, ed accade ogni tre anni. L'autunno del 1824, come ognuno si può ricordare, fu celebre per l'immensa quantità di Lucarini passati per la To- scana. Mi fu scritto dal Mugello, che quasi ogni tenditor di Paretajo ne prese circa mille, e che fino cinquanta, ed anche cento ne erano stati chiusi in una retata . Propagazione. Fa il nido dilà dalle Alpi, ne’ boschi montani di Abeti e Pini, e lo pone sopra i loro più alti rami. Partorisce quattro o cinque uova bianco-grigie , macchiate di scuro porporino (1). Caccia. La semplicità estrema di questi uccelletti, e l’amore che hanno per i loro simili, è causa che me- diante un sol zimbello se ne prende una gran quantità con le reti, o con i paniuzzi posti attorno di lui, (1) Temm. ibid. pag. 373. 222 ORDINE SECONDO FAMIGLIA IV. I FANELLI. LINARIE (1) CARATTERI DI FAMIGLIA Becco perfettamente conico, o lateralmente concavo. MARGINE DELLE MASCELLE diritto. Pen- ne della Cavezza che cuoprono intieramente le narici, e cingenti tutta la base della ma- scella superiore. BASETTE piumose, numerose. RostruMm exacte conicum, vel lateraliter concavum. Manpisura MARGINE recto. Penne CapistrI mandibulae superioris basim ex toto cingentes, naresque tegentes. Mysraces plumo- se, copiose. * VENTURONE FRINGILLA CITRINELLA Um. Dorso piombato-verdastro: gola verde-gialla: remiganti marginate esternamente di cenericcio-verdognolo: fianchi senza macchie longitudinali: timoniere nerastre. Fringilla dorso plumbeo-viridescente: gula wiridi-lutea : remigibus, externe, margine e cinereo-subviridi ; iliîs absque maculis longitudinalibus: remigibus nigrescentibus . Maschio. Becco carnicino-corneo alla base, nerastro in cima. Fronte, fascia sopraccigliare, gola, parte me- dia del gozzo, del petto, addome, e groppone, color giallo-verde. Vertice, occipite, tempie, cervice, schiena . e scapolari, color piombato-olivastro. Lati del collo e del petto cenerino-cupi. Sopraccoda olivastro. Sottocoda giallo-chiaro . Guopritrici delle ali nere , con la metà su- periore verde. Remiganti primarie nere, con sottil mar- (1) Genus Linaria Bxcusr. UCCELLI SILVANI 125 gine esterno cenerino-verdognolo . Remiganti secondarie nere, con il lato esterno verdastro verso la parte inferiore, nella cima cenerognole. Coda forcuta. Timoniere nera- stre, con sottil margine verdognolo. Piedi grigio-carni- cini. Unghie nerastre. Femmina . Ha colori più sbiaditi: le penne della schiena hanno una lineetta nerastra longitudinale sul mezzo , e sono di un colore più tendente al cenerino. Il cenerino de’ lati del collo è più esteso. SINONIMIA Buffon, Planch, enlum. num. 658. fig. 2. Vieillot, Ornith. Frane. pl. 77. fig. B. Meyer et Wolf, Ois. d’Allem. Livr, 10, pl. 3. fig. 1. 2. Fringilla brumalis. Bechstein . Emberiza brumalis. Scopoli. NOMI VOLGARI, STRANIERI Franc. Le Venturon de Provence. /ngl. The Citril Finch. Ted. Der Citroniefink, Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 4. picc. 6. Ap. del becco: picc. 4. */, Coda: quatt. 5. Tarso : picc. 6. '/, Costumi. Quest’ uccelletto trovasi in inverno nel Pie- monte, e nel Veneziano, e probabilmente in tutte le altre parti dell’Italia settentrionale: ma non vi è comu- ne, ed alla primavera ne parte. In Toscana poi, e nel Romano, e nel rimanente dell’ Italia meridionale, non ,s0 che giammai sia stato veduto. Dimodochè errano grandemente tutti quelli i quali fan quest’ uccello co- mune in Italia, e dicono che egli ancora vi nidifica. La causa primaria di questo sbaglio, io credo sia stato l’ aver 1 diversi antori erroneamente preso il Verzellino dell’Oli- na (ossia la fringilla Serinus) per il Venturone, ed avere in conseguenza appropriato a quest ultimo tatto ciò che l’Olina dice del primo. Come mai potessero credere che il Verzellino fosse Îa Pringilla citrinella, io non lo so, giacchè la figura e la descrizione che 194 ORDINE SECONDO l’ Olina ne dà non lascian luogo ad equivoco. I costumi del Venturone son poco conosciuti. Dicesi che la voce sua è bella, ed il verso piacevole, ma che nonostante canta peggio del Lucarino. : Propacazione. Fa il nido ne’ più folti ed oscuri bo- schi d’ Abeto. Le sue uova son di color biancastro, con grandi o piccole macchie di color rosso-mattone (1). ORGANETTO FRINGILLA RUFESCENS Vieinn. Dorso lionato-fosco, macchiato di scuro: timoniere uni- colori, con sottilissimo orlo lionato-sudicio:; due fasce liò- nato-scuricce attraverso le cuopritrici: gola nera. Fringilla dorso helvolo-fusco, e brunneo maculato : re- ctricibus unicoloribus, margine angustissimo helvolo spurco : tectricibus transversim duplici fascia helvolo-brunescente notatis: gula nigra. Maschio adulto. Becco giallastro, con la parte su- periore nericcia. Penne della cavezza scure. Parte ante- riore del pileo di color rosso-sanguigno. Fascia soprac- cigliare lionato-scuriccia, poco apparente. Lati della te- sta, schiena, e scapolari di colore scuro, con macchie lionato-scuricce. Penne del groppone rosso-cremisi, con sottil margine lionato. Penne del sopraccoda scure, con margine simile. Gola nera. Gozzo, petto e lati dell’ad- dome, color cremisi chiaro. Parte inferiore dell’ addo- me bianca, leggermente cangiante in carnicino. Cuo- pritrici delle ali scure; le medie e le grandi han la cima lionato-scuriccia. Remiganti seuro-cupe : le primarie con sottilissimo margine lionato-scuriccio: le secondarie con margine molto più largo. Coda forcuta. Timoniere scuro-nere, con sottilissimo margine lionato-scuriccio . Piedi bruno-nerastri. Femmina. Ha solo la parte anteriore del pileo di color rosso. La macchia nera della gola molto più gran- (1) Temm. ibid. pag. 371. UCCELLI SILVANI 125 de. Le parti inferiori lionato-sudice , senza punto rosso . Il groppone del color del dorso. Giovani avanti la prima muta. Pileo nero, mac- chiato di lionato-giallo. Macchia della gola grande. Lati del collo, del petto e de’ fianchi, color lionato-scuric- cio, con macchie longitudinali nerastre. Groppone del color della schiena. Addome e sottocoda bianchi. Nel | resto simile agli adulti. Giovani dopo la prima muta. Differiscono dai qui sopra descritti per avere la parte anteriore del pileo di color rosso-sanguigno . Nota. Le penne di questa e della seguente specie perdono 1] loro splendore quando l’ uccello vive in gabbia: il color del pileo prende allora una tinta d’ arancione sudicio, ed il colore delle parti inferiori sparisce intieramente dopo la prima muta che accade loro in schiavitù (1). Dimensioni. Lunghezza totale : soldi 3. picc. 9g. Ap. del becco: picc. 4. Coda: (timoniere esterne ) quatt. 5. Tarso: picc. 6. i Cosrumi. Di quando in quando comparisce quest’ uc- celletto in Toscana, nell’ Ottobre, insieme con le altre Fringilla. Nel 1811 ne furono presi molti in Mugello, e nell’ Ottobre del 1824 varj ne furon presi ed in Mu- gello, e nel Pisano, ed in tutte le altre parti della To- scana. È caso che essi arrivino fin da noi con le loro emigrazioni; per il solito rimangono nelle parti setten- trionali della Francia, nella Germania, ec. Volano gli Organetti in piccoli branchi: son di naturale dolce, e prestissimo s'addomesticano , ancor presi adulti. Quan- do passan l’inverno in Toscana vivono nelle Ontanete, imbrancati con i Lucarini. Propagazione. Segue questa nelle contrade del cer- chio artico. Il nido è fatto esternamente di borraccina, erba, e piccole radici: internamente di crini. Le uova (1) Vieillot ibid. pag. 204. 126 ORDINE SECONDO son cinque o sei, di color bianco-celestognolo , con mac- chie rosse, ed alcune linee isolate, a zie zac (1). * SIZERINO FRINGILLA LINARIA Lis. Dorso lionato-pallido, macchiato di scuro: timoniere uni- colori, con sottilissimo margine lionato-sudicio: due fasce biancastre attraverso le cuopritrici: gola nera, Fringilla dorso helvolo-pallido , e brunneo maculato: re- ctricibus unicoloribus, margine angustissimo helvolo-spurco : tectricibus transversim duplici fascia albida notatis: gula nigra. Maschio. Becco giallo, nero alla punta. Penne della cavezza scure. Pileo rosso-sanguigno. Fascia sopracci- gliare bianco-ceciata. Lati della testa, cervice, lati del collo, schiena e scapolari, di colore scuro marginato di lionato-pallido. Groppone macchiato di bianco , rosso, e scuro. Penne del sopraccoda scuro-cupe, marginate di biancastro. Una larga macchia nera alla gola. Lati della gola, gozzo, petto, e lati dell’addome, color rosso-cre- misi pallido. Delle strie scure longitudinali sù i fianchi. Addome, regione anale e sottocoda di color bianco , leggermente tinto di carnicino . Cuopritrici delle ali scu- res le medie, e le grandi han la cima color bianco-ce- ciato. Remiganti scuro-nerastre: le primarie con sotti- lissimo margine ceciato : le secondarie con margine molto più largo. Coda forcuta . Timoniere scuro-nere, con sot- tilissimo margine biancastro. Piedi scuri . Femmina. È un poco più piccola del maschio, e ne differisce ancora per avere il becco più corto; i lati del- la gola, il gozzo, petto ec. son bianchi. Molte strie scure sopra i fianchi. I suoi colori in generale son più sbia- diti (2). (1) Vieillot, Memorie della R. Accad. delle Scienze di Torino, Tomo 23. pag. 204. (2) Vieill. loc. cit. pag. 200. UCCELLI SILVANI © 127 Giovani. Hanno la fronte bianca, il vertice tinto di grigio, bianco, e rosso . Lati del gozzo, gola e petto bian- chi; il rosso comincia a farsi vedere un certo tempo dopo la muta: quello del pileo si estende nell’ inverno , e solo a primavera ha tutto il suo splendore (1). Nota. Fra i primi Ornitologi attualmente viventi, vi è diversità d’ opinione sopra gli uccelli di queste due ultime specie. Gli uni, alla testa de’ quali è Vieillot, sostengono che esse son fra loro diverse, e ben distinte: gli altri, e Temminck ne è il primo, non gli considerano che come semplici differenze d’ età. Siccome una delle specie di que- sti uccelli è rara in Toscana, e l’altra non vi si vede giam- mai, io non sono perciò in grado di poter decidere. E sic- come varie sono le ragioni che apportano gli uni e gli altri in appoggio della loro respettiva opinione; ed il prezzo di queste non potendosi valutare che facendo nuove osserva- zioni sopra tali animali in vita ed in libertà, cosa a me impossibile, perciò, ad oggetto solo di somministrare agli altri Naturalisti i mezzi di decidere tal quesito, ho qui data la descrizione d’ ambedue le vere, o supposte specie. Oltre di questo, dirò, che io propendo più per l’opinione del Vieillot che per quella del Temminck, se non foss’ altro per l’ osservazione qui sopra riportata, di non trovarsi in To- scana giammai se non una delle due specie, cosa difficile ad accadere quando l’ una dell’altra fosse semplice varietà. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 4. picc. 6. Ap. del becco: picc. 5. Coda: (timoniere esterne ) soldi 2. Tarso: picc. 6. */, Cosrumi. Questa specie comparisce in Francia d’in- verno , ed ogni tre anni, cosa che essa fa ancora nell’ A- merica settentrionale, ove non passa al dilà della Pen- silvania. Nella buona stagioue abita le parti boreali dei due continenti, alla baia d’ Hudson ed al Groenland, dove stà ne’ luoghi umidi e coperti di macchioni. Dilà sl parte nell’ Ottobre , e non vi torna che alla fine d’Apri- le, o ai primi di Maggio. (1) Vieillot ibid. pag. 200. Te 128 ‘ ORDINE SECONDO Propagazione. Secondo il Vieillot, dal quale autore ho tolto tutto ciò che qui sopra concerne i costumi della presente specie, il suo nido è fatto d'erba secca, di pen- ne, di musco, e di lanugini vegetabili. Partorisce cin- que o sei uova di color bianco-verdastro, macchiate di rosso particolarmente sull’ estremità più ottusa (1). . MONTANELLO FRINGILLA CANNABINA Lun. Dorso lionato-fosco, o castagno, macchiato di scuro: ti- moniere esterne con largo margine candido dal lato inter- no: cuopritrici color di nocciola: gola biancastra, macchia» ta di scuro, Fringilla dorso helvolo-fusco, ‘vel castaneo e brunneo maculato: rectricibus externis margine interno niveo: te- ctricibus spadiceis: gula albida, e brunneo maculata . | Maschio adulto in primavera. Becco turchino-ce- lestognolo, nerastro in cima. Penne della fronte e ver- tice rosso-cremisi, con margine biancastro. Occipite ce- nerognolo , macchiato di nericcio. Cervice e lati del collo grigio-cenerognoli. Schiena color castagno, con macchie più intense. Scapolari castagne. Groppone bianco, con macchie rosee, o cremisi. Penne del sopraccoda bian- che, con macchia nera verso la cima dal lato esterno. Fascia sopraccigliare, e sottocigliare, ed una, al disotto dell’ orecchio , di color ceciato . Gola e gozzo biancastri, con una gran quantità di macchie bislunghe cenerino- cupe. Petto ed alto de’ fianchi rosso-cremisi , che calan- do sù i fianchi si converte in fulvo. Addome ceciato . Penne anali biancastre. Penne del sottocoda bianche, con del nero sullo stelo. Cuopritrici delle ali castagnòle. Remiganti nere, con margine esterno bianco. Coda for- cuta. Timoniere nere. con largo margine bianco verso la base. Piedi scuri. Unghie nere. (1) Vieillot ibid. pag. 200. UCCELLI SILVANI 129 Femmina. Becco color corneo chiaro . Pileo, cervi- ce, schiena e groppone, ceciato-grigio, con macchie lon- gitudinali scuro-nerastre. Penne scapolari nero-scure, marginate di lionato-sudicio. Penne del sopraccoda ne- re, con largo margine lionato. Lati del collo grigio-ce- nerini. Gola ceciata, con macchie longitudinali scure. Gozzo ceciato. Petto e fianchi ceciato-sudici, con mac- chie longitudinali scuro-nerastre. Mezzo dell'addome e sottocoda, ceciato . Cuopritrici delle ali castagno-pallide, marginate di più chiaro. Remiganti e timoniere nere, marginate di bianco. Giovani all’uscir dal nido. Somigliano la femmina. Maschio giovane avanti la muta di primavera . - Ha la testa senza rosso, colorita come nelle femmine. Le penne della schiena, cuopritrici delle ali, e scapolari non son d’un castagno così vivace come negli adulti, ed hanno un margine lionato. Le penne del petto han nel mezzo un color rosso smorto, quasi dì mattone, e son largamente marginate di ceciato. Nel resto somi- gliano gli adulti, SINONIMIA Linaria. Aldrov. Ornith. Tom. 2. pag. 823. Tab. 824. Fanello. Olina, Uccelliera pag. 45. Montanello maggiore. Storia degli Uccelli Tav. 357. Vieillot, Memorie della R. Accad. di Torino Tom. 23. Tav. 3. fig. 5. (mas. in estate), fig. 6. (mas. in inverno). Buffon, Planch. enlum. num. 151. fig. 2. (maschio in estate), fig. 1. (maschio in inverno). Meyer et Wolf, Oiseaux d’Allem. Livr. 5. pl. 4. fig. 3. ( maschio giovane), pl. 4. fig. 2. (femmina). NOMI VOLGARI. TOSCANI Montanello, Pis. Fior. Fanello, Fior. Gricciolo Sen. STRANIERI Franc. La Linotte, Ingl. The Linet. Ted, Der Blut- hanfling. Tomo 11. D) 130 ORDINE SECONDO Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 4. picc. 9. Ap. del becco: picc. 4. ‘/a. Coda: soldi 1. picc. g. Tarso: picc. 6. 5/2 i Cosrumi. Nell'estate abita i luoghi montuosi, 0 siano nelle regioni le più elevate, o nelle più basse; così io ne ho veduti molti sopra le Alpi della Savoja, e molti ne ho trovati a covare sopra le collinette Toscane che co- steggiano il mediterraneo. Verso i primi d’ Ottobre emi- grano, dopo essersi riuniti in branchi, sovente ben gran- di. Ancora in Toscana ne svernano molti, nelle nostre pianure, nelle Maremme, ec. Propagazione. Fabbrica il nido negli alberetti o mac- chioni poco alti, il qual nido, esternamente è fatto con sottili stecchi, internamente con lana. Le uova sono ton- deggianti, celestognole , con piccole macchiole rossastre . Caccia. Oltre il prendersene in abbondanza ai Pare- ta); se ne fan delle cacce copiose anche da’ tenditori di reti aperte, delle nostre pianure. Ciascuno di loro è mu- nito d’ una piccola gabbietta col Montanello stato in chiusa : e questo, ed un zimbello posto sulla piazza delle reti, è sufficiente per richiamarvi i branchi de’ Monta- nelli viaggiatori . * MONTANELLO RISKA FRINGILLA MONTIUM Gvwet. Dorso lionato-fosco macchiato di scuro, o di nero: timo- niere esterne con margine bianco: due fasce scuro-lionate attraverso le cuopritrici: gola bianco-lionata . Fringilla dorso fusco-helvolo, e brunneo nigroque varie- gato : rectricibus cxtimis margine albis : tectricibus e trans- verso fasciis duabus brunneo-helvolis, notatis: gula helvolo albescente. Maschio adulto in primavera. Becco giallo di cera . Penne del pileo, della nuca, e della schiena nere nel mezzo , con margine lionato-scuro. Groppone d’ un bel color di rosa cupo. Gola, gozzo, e fascia sopraccigliare di color ceciato-scuriccio. Lati del collo, petto, e fian- UCCELLI SILVANI . 138 chi di color lionato-fulviccio, con delle grandi macchie nerastre. Addome bianco. Due fasce d’ un lionato-ful- viccio , attraverso le cuopritrici delle afi. Piedi neri (1). Femmina; ed i giovani dell’ anno. Differiscon dal maschio; per avere il becco d° un color giallo più chiaro, con una macchia nera alla punta: per aver il margine delle penne delle parti superiori di color più chiaro: la macchia del mezzo d’ un nero sudicio, e finalmente per avere il groppone non rosso , ma delli stessi colori scuri delle altre parti superiori. Maschio vecchio dopo la muta d’ autunno. Non si distingue dal giovane che per deboli sfumature più cupe: il suo groppone conserva un colore fulvo-roseo, con delle macchie scure (2). Nota. Non possiedo di questa specie che un giovane, così che per formarne la frase, e darne le descrizioni ho dovuto attenermi a ciò che ne han scritto il l'emminck ed il Vieillot. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 4. picc. 7. Ap. del becco: picc. 4. Coda: quait. 5. piec. 10. Tarso: picc. 7 Cosrumr. Mi han detto che il Riska, st vede qualche volta, benchè raramente, nello Stato Lombardo- Veneto, al tempo del ripasso . Non so poi che siasi giammai ve- duto in altre parti d’Italia. È comune in Scozia, in Norvegia, ed in Svezia. Nell'autunno passa periodica- mente per alcune parti della Francia, Germania, ed Olanda. Dicesi di carattere molto stupido, e che si la- scia prender facilmente. S' addomestica ben presto ; can- ta con voce stridula e nojosa. (1) (2) Temm. ibid. pag. 368. 132 ORDINE SECONDO , FAMIGLIA V. I BECCHIGROSSI. COCCOTHRAUSTES CARATTERI DI FAMIGLIA Becco lateralmente più o meno rigonfio. MARGINE DELLE MASCELLE più o meno arcuato. Penne della Cavezza che cuoprono appena le narici. BASETTE numerose, ramose. Rostrum a latere plus minus incrassatum . ManpiBULA MARGINE plus minus arcuato. Nares a pennis CapisTRI vix tecte. Mystaces copiose, ramose . VERZELLINO FRINGILLA SERINUS Lux. Dorso olivastro, con macchie longitudinali nericcie : fianchi strisciati di nerastro; vertice giallo-olivastro, con macchie nericcie : timoniere scuro-nere. Fringilla dorso olivaceo, maculis nigrescentibus longitu- dinalibus notato : iliis e subnigro striatis; vertice luteo oli- vaceo e nigrescente maculato : rectricibus brunneo-nigris. Maschio. Becco torto, grosso, color di corno. Fron- te, e fascia sopraccigliare giallo-canarina . Penne del pi- leo, della nuca e cervice, olivastre in cima, con sottil macchia bislunga nericcia sullo stelo, alla base gialle . Penne della schiena e scapolari, verdi-olivastre, con lar- ga macchia nera sullo stelo. Groppone giallo-canarino, macchiato di verdastro. Penne del sopraccoda olivastre- verdi, Lati del collo macchiati di olivastro, e giallo. Gola, gozzo, petto, e parte superiore e media dell’ ad- dome, giallo-canarino. Addome e sottocoda bianchic- cio, Fianchi bianchicci, con macchie bislunghe nere. Penne delle ali nere, con largo margine olivastro. Coda forcuta : timoniere nerastre, con sottilissimo margine olivastro. Piedi scuro-carnicini . UCCELLI SILVANÌ 233 Femmina «Ha tutti i colori più smorti. In vece del giallo vivace della testa e del collo, vi è un bianco gial- Taio Solo nel mezzo dell’ addome vi è un poco di giallo-zolfino. Le macchie de’ fianchi son più abbondanti che nel maschio. SINONIMIA Citrinella. Aldrov. Ornith. Tom. 2. pag. 853. Verzellino. Olina, Uccelliera pag. 15. Raperino, o Verdolino, o Serino d° Italia . Storia degli Uccelli Tav. 361. fig. 1. Vieillot, Ornith. Frane. pl. 77. fig. A. NOMI VOLGARI. TOSCANI Raperino, Pis. Fior. Sen. Crespolino, Sen. STRANIERI Franc. Le Serin, ou Cini. Ing. The Serin Finch. Ted. Der Gi:litz. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 4. Apertura del becco: picc. 3. Coda: soldi 1. picc. 7. Tarso: picc. 6. Cosrumi. I boschetti, i giardini, e le vigne, sono nella buona stagione presso di noi ovunque rallegrate dal canto di questo bell’ uccellino , che di natura doleis- sima viene a tessere il nido anche presso alla nostra por- ta, e sì posa a cantare sull’ alberetto che ci difende con la sua ombra. Sul finir dell’ estate è il Verzellino già riunito in branchetti, i quali poco dopo prendon la via del mezzodì, per dar luogo ad altri, che quà vengono a svernare da’ più boreali paesi. Nell’ Unle: essi tornano dalle loro emigrazioni: se ne vedono allora branchi nu- merosissimi che sospendendosi ed arrampicandosi sulle punte de’ rami de’ pioppi, ne van visitando le gemme ancor serrate, per cibarsi de’ piccoli bachi che dentro vi stanno. Tali branchi restan poco tempo fra noi: o seguono il loro viaggio, o si sciolgono in coppie, che trovan dimora per le nostre campagne. Il Verzellino & uccello de’ climi temperati d’ Europa: non trovasi nelle parti settentrionali della Francia, nè della Germania. 134 |. ORDINE SECONDO Propacazione. Fa un piccolo nido, intessuto ester- namente con sottili stecchi: internamente è foderato di lana: egli lo pone sopra alberi bassi. Le sue uova son piccole, bianche, con molti puntolini sull’ estremità più grossa . da VERDONE FRINGILLA CHLORIS Lx. Color verde-olivastro: petto e fianchi senza macchie (a: dulto): pileo olivastro: remiganti marginate esternamente di giallo: timoniere esterne gialle alla base sul margine esterno, Fringilla corpore wiridi olivaceo: pectore iliisque imma- culatis (in adulto): pileo olivaceo: remigibus externe luteo marginatis: rectricibus externis basi ad marginem exter- num luteis. Maschio in primavera. Becco grigio-cenerino. Tutte le penne di color verde-giallo: quà più tendente al ver- de, là al giallo. Fronte, fascia sopraccigliare e gola , tendenti al giallo. Penne del vertice e della region degli orecchi terminate di cenerino-celestognolo. Quelle della schiena, scapolari, e medie e piccole cuopritrici, verdi- olivastre cupe. Grandi cuopritrici cenerine. Remiganti nere dalla parte interna: dall’ esterna, le secondarie ce- nerine, le primarie inferiormente gialle. Angolo dell’ala color giallo-citrino . Coda foreuta. Sopraccoda color del dorso. Sottocoda giallo. Timoniere: la media nera con margine scuriccio : le cinque laterali nere in cima, gialle alla base, con stelo nero. Piedi grigio-carnicini. Unghie color di corno. Femmina. In essa le parti superiori son di colore olivastro smorto, tendente allo scuro: il groppone solo è d’un colore un poco più vivace. Il cenerino è conver- tito in scuriccio . Parti inferiori ancor esse sbiadite. Ad- dome e sottocoda bianco, appena tinto di giallastro. Ti- moniere nere, marginate d’ olivastro . Solo le due esterne con margine giallo alla base esternamente. UCCELLI SILVANI 135. Maschi in inverno . Diversificano dal maschio in primavera per aver colori meno vivaci, e più tendenti all’ olivastro . \ Giovani avanti la prima muta. Pileo, cervice, schiena, lati del collo e scapolari, colore olivastro-scu- riccio ondeggiato di verdastro. Groppone olivastro-ver- dognolo. Gola, gozzo, e petto color bianco-gialliccio , con macchie nerastre longitudinali. Ali e coda simili a quelle della femmina. SINONIMIA Chloris. Aldrov. Ornith. Tom. 2. pag. 850. Tab. 851. Verdone. Olina, Uccelliera pag. 26. Loxia Chloris. Lin. Calenzolo , o Verdello. Stor. degli Ucc. Tav. 331. fig. 1. Serinus RIOT Boie. Buffon, Planch. enlum. num. 267. fig. 2. (mas.). NOMI VOLGARI. TOSCANI Verdone, Pis, Calenzuolo, Fior, Verdello, Sen. STRANIERI Franc. Le Verdier. Ing. The Grunling. Zed. Der gru- ner Kernbeisler, Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 4. picc. 8. Ap. del becco: picc. 6. "Coda: soldi 1. picc. 10. Tarso: picc. 7. Costumi, In quantità unta, passano 1 Verdoni per ‘la Toscana nell'autunno, venendo dal settentrione: ma “un gran numero ne resta quà anche d’ estate a covare. Degli avventizi, molti si fermano da noi, particolarmen- te nelle pianure vicine al mare, ove riunisconsi in bran- chi numerosissimi. Amano molto a mangiare i semi dell’ Euforbie, e della Mercoriella, benchè si cibino an- che con quei di Cardo, di Incolla , Panìco, ec. Alcuni cacciatori esperimentati mi hanno assicurato che i Ver- doni accecati divengono sollecitamente sordi, così che è 136 ORDINE SECONDO bene non privarli della vista, volendosene servire come richiamo. * Propagazione. Il nido del Verdone è fatto grossola- namente. All’ esterno è di stecchi intessuti; internamente è di lana, e di penne. Le uova son di color bianco tendente al perlato; con poche, e piccole macchie scu- re. Il nido suol esser posto alla cima degli alberi. * VERDONE BASTARDO FRINGILLA INCERTA Risso. Dorso olivastro-scuro senza macchie ( adulto), o scuro- cenerognolo con macchie longitudinali nere ( giov. ) : fian- chi lionato-cenerognoli ( adulto ), o biancastri con macchie nerastre ( giov. ): pileo olivastro scuro, con penne della fronte marginate di rosso-arancione (adulto), o scuro-ce- nerognole con macchie nere ( giov. ): remiganti marginate esternamente di giallastro (adulto), o di biancastro (giov.): timoniere unicolori. i Fringilla corpore obscure-olivaceo immaculato (in adul- tis), vel obscure-cinereo longitudinaliter nigro maculato (in juven.): iliis helvolo-cinerascentibus (in adult.), vel albescentibus e subnigro maculatis (in juven. ): pileo brun» neo-olivaceo, pennis frontalibus rubro-aurantiaco margi- natis (in adult.), vel brunneo-cinerascentibus nigro macu- latis (in juven.): remigibus externe e lutescente marginatis (in adult.), vel ex albescente (in juven): rectricibus uni- coloribus. Adulto. Becco grosso, convesso lateralmente. Mar- gine delle mascelle arcuato. Narici coperte appena dalle penne della fronte. Basette in mediocre numero, poco ramose. Iride color di nocciòla . Fronte scura, con ogni penna terminante da sottil margine d’ un bel rosso-aran- ciato, sotto cui comparisce appena lo scuro. Occipite, regione auriculare, cervice, spalle, dorso, e sopraccoda d’ uno scuro-verdastro ( oliva-marcia ), sulle spalle on- deggiato con tinte un poco più forti. Gola, gozzo, e petto, d’un bel giallo-giunchiglia, che si estende'ai lati della mascella inferiore, e separato da stretta linea ver- } d UCCELLI SILVANI 135 dognola (come si vede nell’ Emberiza Ortulana ): questo color giallo si sfuma in verdognolo sù i fianchi, e in bianco-giallastro I5ull. addome: Fianchi: addome e sottocoda, giallo-biancastri. Remiganti scure orlate di giallognolo ; sd secondarie con margine più largo; gran- di e Biecole cuopritrici simili, ma “eTla cima con por- zione giallognola, talechè formano sull’ala due fasce di questo colore. Timoniere scure, orlate di verdastro sulla metà inferiore del margine esterno. Piedi nerastri (1). Femmina, o maschio giovane? Becco color di cor- no - Pennelli pileo nere nel mezzo, con margine oli- vastro, che termina in olivastro- ciallicait Cervice, sca- polari, dorso e sopraccoda, colore scuro-olivastro . Gola e gozzo giallo-ceciato. Lati del collo e spalle olivastro- lio. Petto e fianchi lionato-olivastri, con macchie longitudinali più cupe. Addome e sottocoda bianco-su- dicio . Cuopritrici e remiganti nero- olivastre, col mar- , gine ‘dal Jato esterno olivastro-lionato : sull’estremità di ciascuna delle medie e grandi cuopritrici una macchia lionato-sudicia, dalla riunion delle quali compariscono sulle ali due Hire trasverse di questo colore . T'imoniere colorite nel modo stesso delle remiganti. Piedi corneo- cenerini. | Giovane avanti la prima muta. Tutte le parti su- periori di colore scuriccio appena cenerognolo; ogni penna avente una macchia di color nero intenso: tutte le parti inferiori biancastre, con macchie brune: nessun | indizio di rosso alla fronte, nè di giallo-giunchiglia alla gola. Cuopritrici delle ali e remiganti secondarie; ier- minate di bianco-giallognolo (2). i SINONIMIA Fringilla incerta, Risso, Histoire naturelle des princi- pales productions de l’Europe meridionale, etc. T. 3, p. 50. . Roux, Ornithologie Provencale pl. 78. dis. (1) (2) Calvi, Catalogo d’Ornitologia di Genova ec. pàg. 54. m. TAgE 135 ORDINE SECONDO Dimensioni ( dell'individuo qui sopra descritiò sotto. il nome di femmina ec. }). Lunghezza totale: ‘soldi 4. quatt. 2. Àpertura del becco: picc. 5. Coda: (timoniere esterne ) quatt. 5. Tarso: quatt. Costumi. È questo uno degli ocelli più rari dell Eu- ropa. Quattro soli individui ne s sono stati esaminati fino ad ora; uno dal Sig. Risso di Nizza, uno dal Sig. Po- lidoro Roux di Marsilia, e due dal Professor Calvi di Genova. I costumi di questo uccello son poco noti . PASSERA LAGIA FRINGILLA PETRONIA Ls. Dorso grigio, e nero: una macchia giallo-citrino sul mezzo del petto : timoniere con macchia bianca in cima. Fringilla dorso griseo- nigroque: macula luteo-citrino in mecietate pectoris: rectricibus apice albo-maculatis. Becco corneo superiormente, ‘grigio-carnicino infe- riormente. Pileo grigio-scuro, con una fascia longitudi-. nale di larghe macchie bianco-sudice. Fascia sopracci- gliare Lia, dello stesso colore bianco-sudicio. Cervice e lati del collo grigio-cenerini. Penne della schiena, e. scapolari, grigio-cenerine dal lato esterno, merastre dal lato interno, bianco-sudice in cima. Le cuopritrici delle ali son colorite in questo stesso modo, rna han la mac- chia biancastra molto più grande. Groppone grigio-su- dicio. Parti inferiori bianco-sudice, macchiate di scurie- cio. Sul gozzo una larga macchia giallo-canarino. Re- miganti nerastre, con sottil margine ceciato, dal lato esterno. Coda piccola, subtroncata. Timoniere nerastre, con sottil margine grigio-bianeastro, ed una larga mac- chia rotonda, biancastra , dal lato interno. Piedi grigio- carnicini, Unghie nerastre. SINONIMIA O Passera montanina. Oliva, Uccelliera pag. 48. Pussera sare» O montanina ec. Moria, degli Uccelli Tav, 434, fig. 2 » UCCELLI SILVANI 139 Baffon, Planch, enlum. num, 225. I DI NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Soulcie. Ingl. The Ring Sparrow. Ped Der Graufink. c) Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 5. Apertura del becco: picc. 6. Coda: soldi 1. picc. 7. Tarso: quatt. 2. Cosrum. Non è molto comune. Im inverno stà in branchi. È propria delle parti meridionali dell’ Europa. PropAcazione. Io non ne ho mai veduto il nido, ma sono stato assicurato che essa lo fa anche in Toscana. Jl Temminck dice che lo fabbrica ne’ fori naturali degli alberi, e particolarmente i in quelli da frutto. FROSONE FRIN vi COCCOTHRAUSTES Te. Gola nera: remiganti secondarie troncate, e ondulate: coda, bianca in cima. | Fringilla gula nigra: remigibus secundariis truncatis et unduldiii cauda apice alba. Maschio adulto. Becco alla base grosso quanto la testa, conico, rigonfio lateralmente. Iride fulvo-scuric- cia. Linea di' penne che toccano il becco, e spazio fra l'occhio ed il becco di color nero. Metà anteriore del pileo lionato , posteriore fulvo-castagno . I due colori sono fra loro uniti gradatamente, sfumandosi . Lati della testa dello stesso color della fronte. Cervice di colore cenerino-ametistino. Schiena e scapolari color scuro, di terra d'ombra, che insensibilmente si converte nel color lionato-scuro del groppone e sopraccoda. Gola nera. Lati del collo, gozzo, petto e addome, color carnicino- ametistino . Hiunchi Hello stesso colore, ma un poco più intenso. Regione arale e soitocoda, candidi. Piccole cuopritrici delle ali nere: medie bianco-ametistine nella metà superiore, nere nell’ altra: grandi, nere le più albo ORDINE SECONDO esterne, le medie bianco-ametistine esternamente, riere dal lato interno: le interne, ossia le più vicine al corpo, son lionato-castagne. Remiganti di color nero-cupo can- giante in paonazzo: le primarie ristrette e rotondate in cima: le altre in cima allargate e trasversalmente tron- cate, ed ondulate. Tutte hanno una larga macchia bianca sul margine interno. Coda piccola, troncata. Timoniere troncate in cima: le due medie son nere alla base, di color lionato-castagno nella parte superiore, bianche in cima: le altre son nere alla base, bianche in cima, col lato esterno nero, o scuro fino alla cima. Piedi color carnicino . Femmina in primavera. Becco color cenerino-tur- chiniccio. Il color del pileo è sbiadito, e leggermente tende all’olivastro. Tutti gli altri colori sono gli stessi che nel maschio, ma più smorti, e lividi. Giovani all’ uscir dal nido. Somigliano molto le femmine, ma ne differiscono per avere il becco in pro- porzione molto piccolo, la gola non nera, ma gialla, e le penne dell’ addome e de’ fianchi con larghe macchie rotonde, grigio-nere. aa SINONIMIA Coccothraustes. Aldrov, Ornith. T. 2. p. 645. Tab. 646. Frosone. Olina, Uccelliera pag. 37. Loxia Coccothraustes. Lin. Frusone ec. Svoria degli Uccelli Tav, 325. ( adulto ), Tav. 326. ( giovane). Coccothraustes vulgaris, Vieill. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Gros-bec. Ingl. The common Gros beak. Ted. Der Kirsch Kernbeisser. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 6. pice. 9. Ap. del becco: picc. g. Coda: soldi 2. Tarso: pice. 10. Cosrumi. Pochi sono i Frosoni che si riproducono da noi, ec non moltissimi quelli che ci vengono dal set- tentrione in autunno. Pure ogni certo numero d'anni, UCCELLI SILVANI 141 ogni tre secondo l’ osservazione di cacciatori esperimen- tati, ilpasso de’ Frusoni è abbondante. Abitano questi uccelli ne’ boschi d° alto fusto, e quasi sempre stan sulle frasche. Si cibano delle gemme, e de’ semi d’ una gran quantità di piante: le mandorle de’ noccioli i più duri, come di Ciliegie, Olive ec.; i semi di Pino, Abeto, molto piacciono ad essi. Non s' addomesticano mai: sembra che il loro naturale sia stupido. Propagazione. Nidificano sugli alberi ad una medio-. cre altezza. Il nido è fatto con radici, più grossolane all’esterno, più fini e delicate internamente. Le uova sono in numero di tre o quattro, di color glauco, macchiet- tate, e striate di scuriccio. La femmina ha una grande affezione per 1 figli, e coraggiosamente gli difende. Nel Maggio del 1824 alcuni cacciatori de’ contorni di Pisa mi portarono un nido di Frosone, ove era un giovane, e mi portarono ancora la madre da loro stata uccisa con un colpo di bastone, mentre ad essi volava attorno per difendere il figlio. e Caccia. Oltre il prendersene ai Paretaj, agli Olivi, ec. se ne prendono molti anche alle Uccelliere da Tordi, giacchè in esse si sogliono tenere de’ Frusoni ingabbiati, ì quali col loro canto attirano i passeggieri sopra i panioni, GENERE XL. PYRRMHULA Brass. CARATTERI GENERICI Becco subgloboso. MasceLLA suPERIORE sub- adunca. Parato incavato. REMIGANTE prima più corta della quarta. Rostrum subglobosum . MANDIBULA SUPERIOR subadunca. Paxtom excavatum. Remex prima brevior quarta. Becco più corto della testa, subgloboso, un poco com- sa ORDINE SECONDO presso alla punta, rigonfio alla base. Margine delle mascelle curvato in basso: la mascella superiore sub- adunca in cima: essa ricuopre la mascella inferiore : il margine di questa è un poco piegato in dentro, verso la base. Palato molto CONVESSO . Lingua grossa, ottusa, intiera. Marici basilari, rotondate, nascoste dalle penne della base del becco rivolte in avanti, e ora più lunghe, ora più corte. Z'arso subeguale, o più lungo del dito medio, scudettato. Digi tre davanti, uno di dietro; l’esterno saldato alla base col medio. Unghie mediocri, arcuate, acuminate; quella del dito posteriore più corta del dito, arcuata. Coda di dodici timoniere, subtron- cata. Ali mediocri; la prima remigante più corta della quarta. COSTUMI Vivon quasi costantemente ne paesi i più boreali, nelle vicinanze delle nevi, sopra le più alte montagne: e con tutto ciò son EIN ornati di bei colori, cosa non ordinaria negli animali di quelle regioni, i quali invece sogliono esser vestiti di colori bianchieci, o scuri. Si ciban le Pyrrhule di mandorle di semi duri, di bacche, e di gemme d’alberi. Quasi tutte le specie van soggette ad una doppia muta. CIUFFOLOTTO PYRRHULA VULGARIS Briss. Pileo nero. Pyrrhula pileo nigro. Maschio adulto. Becco nero. Pileo, gola e gote, di color nero-violetto. Cervice , schiena, scapolari, e pic- cole e medie cuopritrici delle ali, dia cenerino-piom- bato. Groppone, regione anale e sottocoda , candide. Sopraccoda e coda, di color nero-violetto. Lati del col- lo, gozzo, petto, addome e fianchi, d’un bel color ro- seo. Grandi cuopritrici mere nella metà inferiore, cene- UCCELLI SILVANI 143 rine nella superiore. Remiganti nero-violette : le prima- rie marginafe sottilmente di bianco verso la cima: 1’ ul- tima delle &condarie rossa nella metà esterna. Piedi scuro-neri. Unghie nere. Femmina. Pixie nera della testa come nel maschio. Cervice, schiena, e scapolari color cenerino-scuro: lo spazio bianco del groppone molto più ristretto che nel maschio. Lati del collo, gozzo, petto, addome e fian- chi, di color cenerino-rossiccio. Ali e coda come nel maschio . Giovani. Somigliano la femmina, pîa invece d’aver la testa del bel color nero-violetto, 1? hanno scuriccia + SIN ONIMIA Pyrrhula sive Rubicilla. Aldr, Ornith.p. 744. Tab. 745. Cifolotto. Olina, Uccelliera pag. 40. - i Monachino ee. Storia degli Uccelli Tav. 32). fig. 1. ( maschio), fig. 2. ( femmina). Pyrrhula europea. Vieillot, Meyer et Wolf, Ois, d° Allem. Livr. 1. ph, SullGadi (maschio), fig. 2. (femmina). NOMI VOLGARI. TOSCANI È Fringuello marino, Pis, Borgognone, Bient. Ciuffolotto, Monachino, Fior. Sen. STRANIERI Franc, Bouvreuil. /ngl. The SI Grosbeak, Ted. Der rothbrustiger Kerubeisser. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 5. quatt. E Ap. del becco: pice. 5. Coda: soldi 2. Tarso: picc. q. Cosrum:. Vive il Ciuffolotto nella regione de’ Faggi ‘di tutte le nostre montagne. Più a ‘basso cala soltanto quando la neve ha ricoperta la sua ordinaria dimora: ma rarissimamente si fa vedere nelle pianure. Essendo in libertà cibasi delle bacche di pia ite alpestri; di molte sorta di semi; delle gemme d’ albéri, ec. In schiavità mangia penico, ed d come insalata o cavolo. Molto 1 fai La 144 ORDINE SECONDO ancora ad esso piace, ed è per lui un nutrimento sano, la parte farinosa de’ semi del Granturco , co che io con- siglio quelli che ne ‘voglion mantenere in gaBbia, di tener sempre nella lor mangiatoja , semi di questo cereale. Il Ciuffolotto, , quando ha preso uno di tali semi, lo nascon- de nell’ interno della sua larga bocca, e dopo esser salito all’ alto della gabbia , averlo posato Aeltescatne sulli staggi , ripreso , posato di nuovo, ec. in somma dopo es- sersi con esso lungamente divertito , ne toglie, e mangia l'embrione, rigettandone il perispermo, che è la parte gialla, troppo diro per lui. In questo modo porgesi loro un nutrimento sanò, ed un mezzo di trastullarsi, cosa indispensabile a quel naturale gajo, e giocoso. Egli è ancor necessario di tener sempre a lor disposizione un vaso d’acqua ove si possan lavare, giacchè essendo uc- celli di climi freddi temono Dallo il calore, e trovano un gran sollievo nelle abluzioni. Volendo poi allevarne de’ nidiacei, il cibo migliore, che l’ esperienza mi ha in- segnato potersi a loro somministrare, è la farina di Gran- turco semplicemente intrisa con acqua. L’indole di questo uctelletto è dolce, e pieghevole, dimodochè in poco tempp s’ addomestica, e fortemente affezionasi a chi ne ha curà. Se alla sua gabbia s’appressa la persona da lui amata ; voi lo vedete tutto gajo e contento saltar sulla mazza a quella più vicina, e torcentii a destra e a sini- stra la coda, ora anche piegando elegantemente il suo corpo, ora aladdi o abbassando la testa, cantare un piccolo verso, o fare uno stiocco simile a quello d’un forte bacio, così che, in somma, sembra egli cercare tutti i modi, per manifestare il suo piacere. Ha voce bella, dolce, e rotonda, ‘simile a quella d’un piccolo flauto: ed'avendo Un orec cthio buono e delicato, con facilità ap- prende a ripetere delle marciate, che a lui s° insegnano, o fischiando, o mediante Organini simili a quelli usati per le Passi di Cai aria, ma per esso espressamente co- struiti. Perciò , in gw sia alla bellezza sua, amorevolezza , ed abilità spesso divì ne oggetto di grande attaecamento per quelle fra le pers: ie del bel sesso, che avendo, come mi di." | — UCCELLI SILVANI 245 loro conviensi, un cuor gentile, pagan d’ affetto 1° af- fetto, ed un vincolo stretto le unisce a chi in qualche modo glie lo inspirò. Ma sovente quest’ affezione è da un forte dolore turbata, giacchè essendo questi uccelli soggetti molto all’apoplessìa, si ha il dispiacere di ve- derli ad un tratto morire, mentre pare che godano la più perfetta salute . | | Propacazione. Nidifica sopra gli alti Faggi, o Casta- gni. Il nido è formato esterhaménte con radici grosso- lane, e stecchi intralciati; ingernamente con radici sot- tili e delicate. Le uova son cinque o sei per covata, di color verdastro-celestognolo dipinte da macchie larghe ed irregolari, di colore scuro-rossastro. GENERE XLI. LOXTIA Bass, CARATTERI GENERICI Becco conico-compresso. MasceLLE che s'in- crocicchiano. La superiore adunca: L’ IincERIO- RE con apice ascendente. PaLato concavo. RE- MIGANTE prima più lunga della quarta. RostRuM conico-compressun. MAnDIBULE for: ficate. Surerior adunca: InreRIOR apice ad- scendente. PaLatum concavum. Remex prima longior quarta . > è Li Becco: mascella superiore lunga, n, + compres- sa, acuminata. Mascella inferiore più cor della supe- riore, compressa, acuminata, con punta Po in alto che si incrocia con la superioLe. Margine ‘ella mascella superiore che alla base ricuopre quello dell’inferiore. Palato incavato. Lingua cartilaginea, intiera. Narici basilari, subrotondate, nascoste dalle penne della base del becco, rivolte in avanti. Z'arso subeguale al dito Tomo II. 10 146 ORDINE SECONDO medio , scudettato. Diti tre davanti, ed uno di dietro; l’esterno appena saldato alla base col medio. Unghie piuttosto grandi, arcuate; quella del dito posteriore su- beguale al dito, arcuata. Coda di dodici timoniere , sub- forcuta. Ali mediocri: la prima remigante la più lunga di tutte. | COSTUMI L’ ordinario cibo delle;Luoxie consiste in semi di Pino, e d’ Abeto. Per impadronirsene , esse sogliono staccare gli strobili, e ponendoseli sotto i piedi ne vanno solle- vando le squame coll’introdurvi la punta curva delle loro mascelle. Cibansi poi anche di molte altre sorte di semi d’ alberi ed arbusti alpestri, e delle loro gemme. S’ arrampicano con facilità, non solo sù i rami, ma tam- poco sulle scorze, nel far chè ajutansi ancora col becco. I colori delle loro penne son vivaci e variabili, giacchè in gioventù ordinariamente son cremisi, e nell’ invecchiare divengono gialle. Quello poi che tali uccelli presentano di più interessante, si è l’ epoca in cui fanno il nido: essi covano nella stagione opposta a quella di tutti gli altri, cioè nel tempo più rigido dell'inverno. E siccome allora nelle regioni boreali, tutto è nascosto dalla neve, essi vengono a covare in paesi più meridionali, facendo an- che in ciò il contrario degli altri uccelli, che per covare van dal mezzogiorno verso settentrione. Nota. Io non conosco questi uccelli che per averne ve- duti alcuni individui nelle varie collezioni, e per posseder- ne alcuni, ma in una sola livrea: or dunque, non avendo nessuna propria esperienza che possa guidarmi nell’ indicare Je varie mutetdi penne a cui gli fa andar soggetti il sesso, e l'età, e non possedendone una serie tale da potermi mette- re in grado di conoscere e determinare le differenze capaci di formarne la frase specifica, credo ben fatto riportarmi per tutto ciò, a quello che dice il Temminck nel suo Ma- nuale d’Ornitologia, UCCELLI SILVANI 147 CROCIERE LOXIA CURVIROSTRA Lux. Becco debolmente curvo, lungo quanto il dito medio: Papice della mascella inferiore che sopravanza la mascella superiore ( Zemmn.). Loxia rostro subincurvo, longitudine digiti medii: apice mandibula inferioris superiorem excedente, Maschio adulto. Becco scuro-corneo. Iride scura. Color generale delle penne verdastro-cenerino . Fronte, gote, e fascia sopraccigliare grigia, con delle macchie giallastre, e bianchicce. Schiena, scapolari, e piccole cuopritrici delle ali verdastre. Groppone giallo : tutte le parti inferiori di color verde-gialliccio; ma l'addome è grigiastro con macchie più cupe. Grandi, e medie cuo- pritrici marginate di bianco-giallastro. Remiganti e ti- moniere nericce, marginate di verdastro . Piedi scuro- carnicini (1). Maschio dopo la sua prima muta fino all’ età di un anno. Tutte le penne del corpo, eccettuate le ali, la coda ed il sottocoda, di colore scuro, misto di rosso- cinabro; questo colore in alcuni luoghi vi è più abbon- dante, in altri meno: così sulla testa , groppone, petto e fianchi, è quasi puro, mentre negli altri luoghi è molto sbiadito. Penne del sottocoda nerastre, con largo mar- gine bianchiccio. Remiganti e timoniere nericce, mar- ginate di verde-rossastro. Giovani avanti la prima muta. Parti superiori gri- gio-nerastre, che passano al verdiccio. Groppone gial- lastro. Parti inferiori bianchicce, con macchie longitu- dinali, scure e nerastre (2). Femmina. Somiglia i giovani: le sue penne son tinte di verdastro, e giallognolo: essa non acquista giammai il color rosso (3). (1) (2) (3) Temm. Tom. 1. pag. 328. 329. 168 ORDINE SECONDO SINONIMIA Curvirostra, sive Loxia. Aldr. Ornith, Tom. 1. p. 877. Crociere ec. Storia degli Uccelli Tav. 324. fig. 2. Crucirostra Abjetina. Meyer et Nilsson. Curvirostra vulgaris. Daudin. Lossia volgare. Ranzani, Elem. Tom, 3. part. 6. Tav. 19. fig. 3. NOMI VOLGARI. TOSCANI Becc’ a forbice, Becco storto, Pis. Crociere, Fior. Cro= cione, Bient. STRANIERI Franc. Le Bec-croisè. Ingl. The common Crossbill. Ted. Der fichter Kreuzschabel. Dimensioni. Lunghezza totale : soldi 6. picc. 6. Lun- ghezza della mascella superiore: picc. 7. Coda: soldi 2, Tarso: pice. 8. Costumi. La vera dimora di quest’ uccello , que’ paesi ove in maggior quantità, e più costantemente si trova, sono le parti più boreali del nosiro emisfero: ma ogni anno in inverno essi emigrano, e più o meno se ne al- lontanano , secondo che vi son costretti dsl freddo. Que- sti loro viaggi bensì non giungono quasi mai fino alle parti temperate d’ Europa, arrestandosi essi nelle setten- trionali, ove covano, e da cui ripartono al ritorno della buona stagione. Ma allora sembra che diverse truppe sbaglino strada, e che in vece di riprendere la via del Nord, prendano quella del Sud, giacchè, tutte le volte che noi li vediamo venire ne’ nostri paesi, è appunto la buona stagione, quando cioè le loro emigrazioni pe- riodiche vanno dal Sud al Nord. Queste iruppe smar- rite di Crocieri, rimangono fra noi ora più ora meno: ora fino all’ Ottobre, ora fino a tutto Novembre. Spari- scono poi, e non si vede più alcuno di tali uccelli per un epoca assai lunga: ma quest’ epoca non è determi- nata: alcuni la credono di sett’ anni, altri di cinque. Nel 1822 molti ne apparvero in Mugello, e vi stettero UCCELLI SILVANI 159 tutto l'autunno: nel 1826 vennero sopra i monti Pisa- ni, ed anche là assai si trattennero, È quest’ uccello peco pauroso, e diffidente, così che con quasi tutte le cacce facilmente si prende, ed anche adulto sollecita- mente addomesticasi. In schiavitù vive lungamente. Il mio amico Vincenzo Savi del Borgo S. Lorenzo, ne ha due in gabbia già da molto tempo, che benissimo gli si mantengono : ed avendo esso fatte delle osservazioni as- sai curiose sopra tali uccelli in domesticità, come egli gentilmente mi ha permesso, qui sotto le riporterò . ce Il cibo loro più confacente è il seme di Canapa; ce col Panìco campano pochi dì, e muojono ad un trat- ce to, e molto magri. Io ne ho uno che conta di già tre- «e dici, o quattordici anni di gabbia. Egli è sempre pro- « spero, bene impennato, e vive sanissimo. Solamente ce due o tre volte all’ anno ingrullisce, e pare che non ce sì regga in piedi, giacchè stà sempre a covaccioni. ce Allora gli do degli spicchi di noce, che egli mangia c con gran piacere, e subito comincia a riaversi; gli si ce squamano a poco per volta le gambe, e ben presto ce ritorna prospero e allegro. Questi uccelli in schiavitù ce s' occupano molto a cantare in versi: cominciano sul ce finir' di Gennajo, e seguitano fino a che il caldo non ce è fortissimo, cioè fino a Luglio. Nell’ ore poi che non ce cantano, o non mangiano, i due che posseggo s° oc- cc cupan sempre a roder la gabbia. Io li tengo in due ce gabbie con gli staggi e mangiatoja di legno , e tutto il ce restante di fil di ferro: ma con tutto ciò io sono ob- cc bligato a farle spesso rassettare, giacchè ne rodono per c ogni dove il legno, in maniera da ridurle in pezzi. ce Ed il più vecchio ha diverse volte così sollecitamente ce guasta la sua, che se ne è fuggito, ed è andato sù i ce tetti delle case vicine alla mia. Io non ho mai fatta cc alcuna premura per riprendere un tale uccello fla- ce gellatore, ma quando la fame ha cominciato a co- ce mandargli imperiosamente, allora egli si è sempre de- cc ciso di nuovo alla schiavitù , ed è tornato da se in gab- ce bia. Quando io voglio fargli un regalo, gli do un ben [al n n 150 ORDINE SECONDO ce grosso torsolo di Cavol fiore , o di Cavol nero: in meno « di due giorni lo riduce in pezzi sì piccoli che il più « grosso peserà un grano: credo che anche mangi un ce poco della polpa che è dentro quel gambo, giacchè ce tutto l’erbaggio gli è graditissimo . E molto ancora gli ce piacciono i semi di Mela, e di Pera: se uno di questi ce frutti si mette nella sua gabbia, fa un buco nella pol- cc pa, leva i semi, e lascia ogni restante. Quando nel 1822 ce se ne trattennero nell’ autunno, fecero molto danno ce alle nostre frutta, perchè le bucavano per toglierne i «semi 23. ProPAcAZIONE. Pone il suo nido nella biforcatura de’ rami: esternamente lo intesse con sottili stecchi, che più solidamente insieme unisce impastandoli con resina d’ Abeto: internamente lo riveste di musco. Le uova son tre, o cinque per covata, di color grigio-verdastro, e che hanno sull’ esiremità più ottusa una corona di mac- chie rosso-brune. L’ incubazione continua per quindici giorni; ed i figli se ne vanno dal nido quando hanno 25, o 3o giorni. * CROCIERE DELLE PINETE LOXIA PYTIOPSITTACUS Bzcust. Becco grosso, molto curvo, più corto del dito medio: l’apice della mascella inferiore che non sopravanza la ma- scella superiore ( Z'emm.). Loxia rostro crasso, curvo, digiti medii longitudineni non equanie: apice mandibula inferioris, superiorem non excedente. Maschio adulto. Becco scuro-nerastro-corneo . Iri- de scuro-cupa. Color dominante delle penne ceneri- no-olivastro . Lati della testa, gola, e lati del collo, ce- nerini: sul pileo delle macchie scure marginate di ce- nerino-verdastro. Groppone giallo-verdiccio. Petto e addome di questo colore, ma sfumato di grigiastro. Sù i fianchi alcune macchie longitudinali d’ un cenerino- cupo. Penne del sottocoda scure, con largo margine più UCCELLI SILVANI 151 chiaro . Timoniere e remiganti scuro-nericce marginate di cenerino-olivastro. Piedi scuri (1). Maschio dopo la prima muta fino all’ età d’ un anno. Penne delle ali e della coda nerastre, marginate di fulviccio. Tutte le altre parti del corpo color rosso ponsò, più o meno vivace secondo che gli individui sono più o meno lontani dal tempo della seconda muta, che ha luogo nell’ Aprile, o nel Maggio. Poco dopo l’ època della prima muta il color rosso delle penne è sfumato di grigiastro: allora si osservano ancora delle macchie grigie sopra la gola, e sopra le gote. Ad- dome, e penne del sottocoda di color bianco-roseo : quest'ultime hanno sul mezzo una gran macchia scura(2). Giovani avanti la prima muta. Pileo, cervice, schiena e scapolari, di color cenerino-scuro. Sul pileo e sulla schiena vi son delle macchie scuro-cupe. Grop- pone, e penne del sopraccoda cenerino-giallastre. Parti inferiori grigio-bianchicce, con macchie longitudinali scure (3). Femmina. Somiglia molto i giovani dell’anno. Pi- leo, cervice, schiena e scapolari color cenerino-verda- stro, con grandi macchie bruno-cenerine. Groppone gialliccio. Gola e collo di color grigio che passa al bru- no. Petto e fianchi cenerini, cangianti in giallo-verda- stro. Addome bianchiccio. Penne del sottocoda bianca- stre, con una larga macchia scura nel mezzo. SINONIMIA Loxia curvirostra major. Lin. Gmel, Crucîrostra pinetarum, Meyer et Nilsson. Meyer et Wolf, Ois. d’ Allem. Livr. 8. pl. 3. fig. 1, (maschio adulto). NOMI VOLGARI » STRANIERI Franc. Le Bec-croisè perroquet, ou des sapins. Ingl. The Parrukeet Crossbill. Ted. Der Kieforn Kreuzschnabel. (1) (2) (3) Temm. ibid. Tom. 1. pag. 325-26. 152 ORDINE SECONDO Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 6. quatt. a. Liurìs ghezza del becco: picc. 8. ?/,. Coda: soldi 2. Tarsos picc. 8. Costumi: gli stessi di quelli della specie precedente, con la quale fa le disordinate emigrazioni verso le parti meridionali. Io non lho giammai veduta in Toscana, nè so che da altri vi sia stata trovata. Il D." Pajola ha trovata in autunng nel Padovano. Propagazione. Fa il nido sopra i rami di Pino. In Livonia, secondo Temminck, lo fabbrica nel mese di Maggio. Le uova son quattro o cinque, di color cene- rino, con macchie irregolari rosso-sanguigne, grandi at- torno il margine ottuso, piccole negli altri luoghi. TRIBU AVII. I PICCIONI. COLUMBINI CARATTERI DI TRIBU Becco subeguale alla testa, sottile, molle alla base. Narici coperte da una membrana fatta a volta, farinosa. Gambe vestite di penne. DiTi tre davanti ed uno di dietro, intieramente divisi. RostRrum capiti subequale, tenue, basi molle. Nares tecte membrana fornicata , farinosa . Tisia plumose. Diciti tres antici, unus posti- cus, ex toto discreti. COSTUMI Questa tribù forma il passaggio dai Silvani ai Galli- nacei, giacchè i Piccioni, quantunque somiglino più ai primi che ai secondi, pure han caratteri comuni agli uni ed agli altri. Somigliano i Silvani, perchè avendo ali gran- di, e coda larga, volano facilmente, con velocità, ed a ® UCCELLI SILVANI 153 grandi distanze; sono monogami: nascono nudi, e per un tempo assai lungo (almeno per tutte le specie nostrali ) non essendo capaci nè di moversi , nè di cercare il cibo, han bisogno d'’ esser covati, e imbeccati da’ loro genitori: fanno il nido sugli alberi, o nelle buche. Somigliano poi i Gallinacei , per avere un Gozzo molto dilatabile , e dove gli alimenti.si trattengono e provano una certa pre- parazione alla digestione: i semi, di cui quasi esclusiva- mente si cibano, li inghiottono senza sbucciarli, o rom- perli, e finalmente, come i Gallinacei, hanno lo sterno doppiamente scavato. GENERE XLII. COLUMBA Ln. CARATTERI GENERICI Becco poco più corto della testa , sottile, leggermente compresso, rotondeggiante nella cima. Mascella supe- riore con l’ apice un poco rivolto in basso intiero. Ma- scella inferiore diritta, con l’apice dal lato superiore tagliato a smusso. Lingua terete, appuntata, intiera. Narici laterali, poste verso la metà del becco, aperte in una membrana molle, coperte da una membrana fatta a volta, nuda, farinosa. Z'arso scudettato-reticolato , su- beguale al dito medio. Diti tre davanti, e uno di dietro : gli anteriori intieramente separati. Unghie mediocri, ottuse. Coda larga, troncata, o subcuneata, di dodici o quattordici timoniere. A grandi: prima remigante quasi eguale alla seconda: questa più lunga di tutte. COSTUMI Benchè siano uccelli corpulenti, son abili volatori: si inalzano ad altezze notabilissime, fan de’ lunghi tra- gitti, e volano con una rapidità grande. Il loro cibo con- siste-in semi e frutti di molte piante, ma non ho mai osservato che mangino nè vermi, nè insetti in ciò (al- 154 ORDINE SECONDO meno le specie nostrali) differiscono dal maggior mu- mero degli altri uccelli, che se non per tutta la vita, al- meno in un epoca, han bisogno di cibarsene. Bevono sorbendo l’acqua, e con tutta la bocca sommersa. Sono uccelli gregar] : diversi si uniscono in società per costrui- re il nido: tutti emigrano in truppe, ed in truppe vanno a pascolare. Son celebri i viaggi della Columba migra- toria dell’ America settentrionale, i cui branchi, che in larghezza s’ estendono anche un miglio, seguono a pas- sare per due, tre, e quattr’ ore (1). Il nido lo fabbri- cano con poca arte o sugli alberi, o ne’ loro tronchi, o nelle buche de' massi, e degli antichi edifiz). Son mono- gami, ed una volta che han scelta una compagna non l’abbandonano più, si amano teneramente, e 8’ accarez- zano sovente. Il maschio, spesso gsemendo e gorgoglian- do, gira intorno alla femmina, e fa, come ordinaria- mente suol dirsi, la ruota: perciò questi uccelli furon dal Blainville detti giranti, gyratores. COLOMBACCIO COLUMBA PALUMBUS Lux. Apice della coda nero: nessuna macchia nera sulle ali: sopraccoda dello stesso colore del groppone. Columba cauda apice nigra: alis immaculatis: tectriei- bus supercaudalibus uropy gio concoloribus. Maschio adulto. Becco corneo-giallastro in cima: alla base rosso, impolverato di bianco. Iride giallo-bian- castra. Testa, parte superiore del collo, cervice, soprac- coda e fianchi, color cenerino-piombato . Dorso, scapo- lari, e cuopritrici delle ali del colore medesimo, ma più cupo. Gozzo e petto vinato, verso i lati del collo can- giante in porporino splendente. Lati del collo verde- turchino splendente, con due larghe macchie bianche. Addome grigio-vinato. Sottocoda cenerino-chiaro , con (1) Vilson, American Ornithology UCCELLI SILVANI 155 leggiera tinta carnicina. Angolo dell’ala, e parte esterna delle cuopritrici esterne, di color bianco. Remiganti ce- nerino-nere, con sottil margine bianco dal lato esterno. Coda troncata. Timoniere cenerine, con il terzo estre- mo nero. Piedi rossi. Unghie nere. Femmina. Ha i colori meno accesi. Le macchie bianche più piccole. Giovani avanti la prima muta. Hanno colori smor- ti, e senza cangiante metallico . Non han le macchie bian- che sopra i lati del collo, SINONIMIA Palumbus torquatus. Aldrov. Ornith, Tom. 2. pag. 484. Tab. 481. Colombaccio , Storia degli Uccelli Tav. 272. Meyer et Wolf, Ois. d’Allem, Livr, 5. pi. 6. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Ramier. Ingl. The ring Pigeon. Ted. Die Ringtaube. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 15. Apert. del becco : soldi 1. Coda: soldi 5. quatt. 2. Tarso: soldi 1. Cosrumr. Cibansi fra di noi i Colombacci, quasi e- sclusivamente di ghiande: ma non trovandone mangian Fave, Faggiola, ogni sorta di Frumento, gemme d'’ al- beri ec. In quasi tutte le stagioni ve ne sono per i nostri boschi; ma torme immense ne vengono periodicamente al tempo del passo, e del ripasso, cioè nell’ Ottobre e nel Marzo. Entrano in Toscana varcando 1’ Apennino; alcuni continuano il loro viaggio verso il mezzogiorno seguendo questa catena di montagne; ma un gran nu- mero si porta verso ponente, e riunitisi sugli alberi della montagna di S. Fiora, tutti st dirigono verso il monte Argentaro, passando sulle folte boscaglie che guarnisco- no il confine Toscano e Romano. Un poco sì riposano sulle Querci, e Lecci del promontorio Argentaro, per prepararsi a varcare il mare: indi continuano il loro 156 ORDINE SECONDO cammino verso l’ Affrica, passando per l’Isole del Gi- glio, di Giannutri, e Sardegna. Accade spesso che nel tempo di questi loro passaggi insorgono venti contrari . In tal caso, quei che non si sono ancora esposti al tra- gitto , rimangono confinati nel luogo ove si trovavano; e divengon facil preda agli abitanti. Nè miglior ventura incontran gli altri che avevan spinto il volo in alto mare: perchè , salvo pochissimi , ai quali, lasciandosi traspor- tare dall’impeto de’ venti e cercando inalzarsi nell'aria, riesce di riprender la terra, la massima parte, non avendo forza di superare quell’impeto, son costretti a seguire la direzione de’ venti, nè potendo più regolare il volo spesso precipitano in mare: ed a Porto S. Stefano mi hanno assicurato, che in una simile occasione, non ha molto tempo, si pescarono a centinaja cadaveri galleggianti di questi uccelli . PropicAzione. Nidifica in quasi tutte le parti d’ Eu- ropa. Il nido lo fabbrica sopra gli alberi molto alti, ed in qualunque luogo sian posti, purchè egli vi goda per- fetta quiete. Così non solo essi covano nelle foreste lon- tane dalle abitazioni, ma ancor sugli alberi che sono nelle città le più estese. A Parigi sopra gli Olmi del Giardin delle Piante, sopra i Tigli delle Tuilerie, e del Lussemburgo, si vedono in estate volare continuamente de’ Colombacci, i quali, malgrado il clamor della folla che quasi sempre trovasi sotto la loro dimora, e il lungo tragitto da fare sopra la città per andare a ssi ii lo stabilirsi colà che altrove, conoscendo la sicurezza di cui godono in que’ siti. Fabbricano un nido largo ma rozzo, con soli stecchi intralciati alla peggio: e non vi si trovan che due uova bianche. Caccia. Si cacciano ordinariamente i Colombacci col fucile, attirandoli mediante zimbelli. Scelta in luogo di passo una Querce alta, ed isolata, fabbricasi a’ suoi pie- di, poco lontano dal tronco, un capannello capace di due o tre persone: e nella parte superiore costrutto in maniera, che i cacciatori possan veder la Querce, e ti- rarvi sopra. Un Piccione già avvezzato legasi verso la ci- UCCELLI SILVANI 159 ma dell’ albero sopra una lacchetta; così che, mediante | una funicella potendolo a piacere fare svolazzare, si at- tirano sulla Querce i Colombacci che passano. Ne’ bo- schi di Montepulciano , nel Pitiglianese, e nello Stato Romano, si fa per la caccia de’ ‘Calotii un prepa- rativo maggiore. Sopra una delle più alte Querce del luoga ove n... il passo, fabbricano verso la cima, con tavole e scope, un capannello così grande e aldo, da ‘contenere, e sostenere due o tre persone. Oltre la por- ticina, ha questo capannello due o tre finestrine, e var) pertugi da’ quali si posson vedere gli alberi circonvici- ni, e tirarvi col fucile. Assai avanti che incominci il tempo della caccia, dieci o dodici Piccioni colombini , come soglion chiamarli, cioè quasi del colore de” Colom- bacci, giovanissimi, e tanto da non conoscer neppure la piccionaja nativa, son portati, ed allevati in quella capanna dalla quale ne’ primi tempi non è concesso d’ uscire: ma dopo quattordici o quindici giorni son ri- lasciati in libertà, ed anzi vengono allettati sd uscire po- nendo ad essi il mangiare fuora delle finestrelle. In tal maniera si avvezzano a volare per le vicinanze della loro abitazione , ed a ritornarvi sovente per prendere il man- gime. Così, giunta 1’ epoca della caccia, servono essi di richiamo continuo, per cui immense torme di Colom- bacci vanno a posarsi sulla Querce, e sugli alberi cir- convicini, e mettendosi tutti sotto il tiro de’ cacciatori postati nel capannello, ed anche di varj altri appiattati fra gli alberi d’intorno, una quantità grandissima ne ri- mane morta ad ogni scarica. Tal caccia dicesi de’ /o- lantini , Volantini essendo detti i Piccioni domestici usati per richiamo. Si prendono ancora molti Colom- bacci guarnendo di paniuzze l’ albero su cui sono i ri- chiami: ed anche tendendo le reti aperte, ove prima si sono avvezzati ad andare a mangiar le ghiande, fave, ec. Ma queste due cacce descritte dall’ Olina, non si fanno in Toscana, 158 ORDINE SECONDO COLOMBELLA COLUMBA OENAS Lis. Apice della coda nero: tre serie di macchie nere sulle ali: sopraccoda dello stesso colore del groppone. Columba cauda apice nigra : alis maculis nigris triseria- tis: tectricibus supercaudalibus uropygio concoloribus. Adulti. Becco rosso. Iride rosso-cupa. Testa, parte alta della cervice, gola e gozzo, cenerino-piombato in- tenso. Schiena, scapolari e piccole cuopritrici delle ali, cenerino-cupe. (roppone, sopraccoda, sottocoda, ad- dome e fianchi, cenerino-chiari. Lati del collo, e por- zione inferiore della cervice, color verdone lucente, can- giante in porporino. Petto rosso-ametistino , ma non splendido. Medie e grandi cuopritrici cenerino-chiare , con tre macchie nere, distanti, e di varia grandezza. Remiganti cenerino-nerastre, marginate esternamente verso la base di biancastro. Timoniere cenerino-cupe, con il terzo estremo nero: la prima esterna da ciascun lato ha bianca la parte esterna verso la base. Piedi rossi. Unghie nere, Giovani avanti la prima muta. Non hanno il color verde splendido sù i lati del collo, nè le macchie nere sulle ali (1). SINONIMIA Ocenas. Aldrov. Ornith. Tom. 2. pag. 497. Tab. 499. Colombella, o Palombella. Stor. degli Uccelli Tav. 271. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Colombe Colombin. Ingl. The stock Pigeon. Ted. Die Holtz-Taube. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 10. quatt. 2. Apert. del becco: picc. 5. Coda: soldi 4. Tarso: soldi 1. (1) Temm. Man. etc. seconde partie pag. 446. UCCELLI SILVANI 159 Cosruwr. Alla fin di Settembre arrivano in Italia gran- dissimi branchi di Colombelle, che vi restano quasi tutto Novembre. D’ allora in poi fino alla primavera , non si vedon che pochi di questi uccelli, ed abitano solo le grandi foreste. Nell’ autunno quando son tanto abbon- danti, ogni mattina escon da’ boschi, e spargonsi per le campagne a pascolare, in specie ove son semente. Volano le Colombelle sempre in truppe alcune volte sì grandi che sembrano piccole nuvole. Di rado ne ripas- sano copiosamente in primavera : e non mi é noto che alcuna ne rimanga a covare per i nostri boschi . Propagazione. Fa il nido nelle buche degli alberi, e vi deposita due uova bianche (1). Caccia, In Toscana non si fa alle Colombelle altra caccia che col fucile. La mattina avanti lo spuntar del giorno, framezzo a’ campi di fresco seminati, fabbricasi un capannello di frasche verdi, aperto intieramente al disopra, Alla distanza d’un tiro di fucile ponesi in terra legato sopra una lacchetta, un Piccion grosso, o Torra- jolo, di quei che più somigliano alle Colombelle per i colori, avendo cura di collocarlo dalla parte del vento. Dipoi, al comparire di qualche branco di Colombelle, stando nascosti dentro le frasche si fa svolazzare il zim- bello. Le Colombelle quasi sempre vi accorrono, ed o posandoglisi accanto, o girandogli attorno, danno ogni agio a’ cacciatori per tirar loro addosso. (1) Temm. ibid. pag. 446. 160 ORDINE SECONDO A VAN N 9 TEX TESÒ è S ”” è PNT N SNO SY £ ò \ n 48 Ai 5 i LIA PICCION TORRAJOLO COLUMBA LIVIA Basss. Apice della coda nero: due larghe fasce nere attraverso Je ali: sopraccoda di color più cupo del groppone. Columba cauda apice nigra: alis duplici et lata fascia nigra transversa:; tectricibus caudalibus uropy gio satura- ttoribus. Adulti. Becco scuro-nero, Iride giallastra. Testa, parte superiore dell'addome, sottocoda, e sopraccoda color piombato cupo. Dorso, scapolari, cuopritrici su- periori delle ali, addome e fianchi, color cenerino-piom- bato chiaro. Cervice, lati del collo, gozzo , e petto di color verde splendido, cangiante in porporino nelle parti più basse. Due larghe fasce nere scorrono attraverso alle ali. Remiganti cenerino-cupe. Timoniere cenerino-cupe, con la cima nera: la prima esterna da ciascun lato ha bianca la parte esterna verso la base. Piedi color rosso di lacca, Unghie nere . UCCELLI S!ILVANI 161 SINONIMIA Buffon, Planch. enlam. num. 510, Temminck Pig. ed. in fol. fam. 2. pl. 11. Colombo torrajolo. Storia degli Uccelli Tav. 270, NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. La Colombe Biset. Ingl. Biset and white rumped Pigeon. Ted. Die Holtz-Taube. Dimensioni. Lunghezza totale : soldi 12. Apertura del becco: picc. g. '/,. Coda: soldi 4. picc. 5. Tarso: soldi 1. picc. 2. Nota. L’ uccello che qui sopra ho descritto, cioè il Pic= cion Torrajolo, è la razza la più selvaggia de’ Piccioni do- mestici della Toscana, la quale spessissimo vive indipen- dente affatto nelle torri, ed in varie fabBriche inabitate, e lontane dagli uomini. Ma questo Piccion Torrajolo, come facilmente si vede paragonando la mia descrizione con quel- Ja che dà il Temminck della Columba Livia, con la sua Columba Livia non combina, per causa del color del grop- pone, che nel Torrajolo è cenerino, mentre nella Livia del Temminck è bianco. Da che dipende questa diversità? forse è accidentale, ed è una di quelle tante variazioni cui van soggette le specie domestiche ? O essendo costante, il nostro Torrajolo vien da'una specie diversa dalla Col. Livia di Temminck? To non sono iù grado di decider per adesso una tal questione, non avendo per anche potuto vedere alcuno di que’ Piccioni selvaggi dell’ Isole del Mediterraneo, dalle forme, e colori del quale sembra che il Temminck abbia caratterizzata questa specie. Di più io non so se il Piccione selvaggio delle Coste della Toscana sia simile al Torrajolo, o a quello che Temminck descrive ; cosa di cui si potrebbe dubitare per la descrizione de’ Piccioni selvaggi della Sar- degna, data dal Cetti. Fra i nostri Piccion grossi, o casa- recci ve ne sono moltissimi che hanno il groppone bianco; anzi si può dire che tutti quelli dotati de’ colori naturali, cioè grigi con le fasce nere alle ali, han sempre il groppone di questo color bianco. Forse questa sorte di Piccione, che ha sempre dimensioni maggiori del Torrajolo, che poca Tomo Il. Il 162 ORDINE SECONDO ama d’allontanarsi dalla colomba]a, che molto più 5’ addo- mestica ec. sarebbe forse (come lo pensò il Brisson il quale lo chiamò Col. domestica ) di specie diversa dal Torrajolo ? Forse è questa Ja vera Columba Livia del Temminck ? Ma, non essendo, come ho già detto, in stato di nulla decidere, adotto provvisoriamente l’opinione del Temminck, cioè che ogni razza di piccione domestico abbia avuto origine dalla Columba Livia, e dò a questa per carattere distintiva il groppone di color più chiaro del sopraccoda, carattere che fino adesso ho trovato costante, e che comprende tanto 1 Piccioni a groppon cenerino, ma più shiancato del soprac- coda, che quelli a groppone bianco. Costumi. Il Piccion salvatico, o, come in varj luoghi della Toscana è chiamato , Piccion marino, è assai co- mune. Ve ne sono dentro terra, ma il numero più gran- de abita i fianchi dirupati de’ monti della nostra costie- ra, e gli alti scogli dell’isole del Mediterraneo. Dalla lunga enumerazione che fa il Cetti delle colombaje na- turali di Sardegna, rilevasi come quest’ uccello è là ab- bondante. To ne veddi molti al monte Argentaro, e nelle piccole isole, o alti scogli che a lui son prossimi. Tutte le torri poi, tutte le alte fabbriche anche delle città, se han buche, o spacchi, sono abitate dai Piccion Torra- joli. Questi uccelli prescelgono sempre per dimora i luoghi eminenti, quasichè teneramente amando la loro compagna ed i giovani figli, sia ad essi grato, come ad un padre, o ad uno sposo, tornando dalle lunghe escur- sioni che fan per cercare alimento, di vedere da lontano il luogo ove son gli oggetti dell’ affetto loro. Sulla Chiesa di S. Croce, e sulla grandiosa, anzi gigantesca Cupola del Duomo di Firenze, molti ve ne abitano, e là in parte ho osservato esser vero ciò che scrissero gli Anti- chi, e che ripete il Cetti , circa la buona intelligenza che passa fra il Gheppio ed i Piccioni, ambedue questi uc- celli abitando costantemente lo stesso luogo senza no- cersi, e quasi mostrando l’un per l’altro amicizia . Forse il Gheppio non inquieta i Piccioni, per esser troppo gross in paragone di lui, e son perciò questi indifferenti UCCELLI SILVANI 163 alla società d’ un animale per loro innocente, e col quale non posson nemmeno aver mai alcuna rivalità di cibo . Ma è poi certamente una favola lo zelo che attribuivasi al Gheppio di difendere i suoi ospiti dall’ attacco dello Sparviere, ed il coraggio ed ordine con cui dicevasi pre- sentarsi in battaglia, ogni qual volta questo potente ne- mico mostravasi attorno alla colombaja. Servon di cibo ai Torrajoli una gran quantità di semi selvaggi, e di gra- naglie o rimaste scoperte nella sementa , o cadute fralle stoppie dopo la mietitura: amano ancora appassionata- mente il sale: perciò vedonsi arrivare da grandi distanze sulle rive del mare per beccare il sale che si è cristalliz- zato sopra li scogli, o sopra gli altri oggetti prominenti della costa, e vedonsi andare in quei luoghi de’ monti ove son pietre che producono efflorescenze saline. In stato di domesticità cibansi d’ ogni sorta di granaglia e legumi, di Vinaccioli, ec. Mangiano anche con piacere, ed è per loro cibo di gran nutrimento, un pastone fatto di Patate, cotte, sfatte, e salate. Dicono varj autori che la Columba Livia emigra in autunno verso l’ Affrica. Ciò sicuramente non accade in Toscana, e se nota non fosse l’ esattezza del Prof. Ran- zani di Bologna, supporrei che egli avesse sbagliata que- sta specie per la precedente, quando dice ne’ suoi Ele- menti di Zoologia, che nel Bolognese « arrivan branchi cc di questa specie, 1 quali ne primi giorni di Novembre « se ne ripartono (1). TORTORAÀA COLUMBA TURTUR Lux. Coda bianca nell’apice. Columba cauda apice alba. Adulti. Becco bruno-nero . Iride rossastra. Ciglia nere e rosse. Fronte, gote e gola, bianco-cenerognolo- (1) Ranzani, Elem. di Zodlogia Tom. 3. part. 1. pag. 224. 164 ORDINE SECONDO vinate. Pileo, porzione alta della collottola, fianchi, ed angolo dell’ ali, color cenerino-celestognolo. Schiena bajo-giallastra. Groppone cenerino-piombato . Penne del sopraccoda dello stesso colore, ma con largo mar- gine bajo-giallastro. Petto, e parte superiore dell’ addo- me, color carnicino-vinato. Penne anali e del sottocoda, candide. Sopra i lati del collo due serie di strisce alter- nate, cenerine, e nere. Penne scapolari, cuopritrici delle ali, e remiganti secondarie interne nere, con largo mar- gine color di nocciòla. Remiganti nero-scure , con sot- tilissimo margine gialliccio. Coda rotondata. T'imoniera esterna bianca in cima, e in tutto il margine esterno: le due medie intieramente nero-scure: le altre bianche nella cima. Piedi rossi. Unghie nere. Giovani. Hanno i colori foschi, e sbiaditi, Non han le fasce de’ lati del collo, SINONIMIA Turtur. Aldrov. Ornith. Tom. 2. pag. 505. Tab. 509. Tortora. Olina, Uccelliera pag. 34. Tortora coniune. Storia degli Uccelli Tav. 289. NOMI VOLGARI. TOSCANI Tortora, o Tortola, o Tortorella, Pis. Fior. Sen. STRANIERI Franc, La Tourterelle. Ing!. The Turtle Dave. Ted. Die Turtel Taube, Dimensioni. Lunghezza totale: soldi g. Apertura del becco; picc. g. Coda: soldi 4. Tarso: picc. 9g. Cosruwmi. È comunissima la Tortora nella buona sta- gione, ma alla fine d'autunno ed in inverno non se ne trova più alcuna. In Aprile incominciano ad arrivare dall’ Affrica; allora esse stan riunite in branchetti pasco- lando in silenzio per le campagne nude ed incolte, nelle secce, 0 fra i boschetti di Ping, di Sondro, Mortelle , Ramerini ec. che vestono i Tollbeli del nostro littorale. UCCELLI SILVANI 165 Ed anzi con quel volo rapido, con i colori bianco, ne- ro, e cenerino del loro vestito, che quasi splendono al sole, formano esse in quell’ epoca uno de’ più belli or- namenti, e direi un carattere dell’aspetto particolare e pittoresco che ha il nostro suolo in primavera, quando fra il verde intenso ed immobile delle piante a foglie perenni, comparisce il color dolce ed allegro delle frondi del Salcio, del Melo salvatico, del Prun bianco, ec. che sembrano esser fatte sviluppare da quei dolci venti, in- sieme con i quali vediam ritornare alla patria , allegri, ed adorni, tutti quelli uccelli statine esiliati dal rigor dell'inverno. Poco dopo questi branchi spariscono, i più avendo continuato il loro viaggio verso settentrione, e gli altri essendosi divisi in coppie che stanziano nelle nostre selve, ove odesi di continuo per tutta l’ estate il gorgogliare cupo del maschio, che accarezza, o rimpro- vera la sua compagna. Verso il finire di quella stagione le società si riformano dalla progenie dell’ anno; in au- tunno ancora le vecchie 'Tortore sì riuniscono in bri- gate, e dopo aver mutate le penne, ed essersi ingrassate pascolando per le secce, e le stoppie , riprendono il volo per l’ Affrica, ove passan l’inverno . Propagazione. Fanno il nido sopra alberi di varia altezza; spesso ne’ macchioni . Questo nido è rozzissimo, consistendo in pochi ramoscelli nudi, ed alla peggio in- tralciai. Le uova son due per covata, subglobose , bianche. Caccia. Nelle due epoche del passo si prendono con le reti aperte, tendendo in quei luoghi ove si è veduto che sogliono fermarsi. Si devono aver varie Tortore vi- ve: due per zimbello, l’ altre per passeggio. A tutte so- glionsi porre de’ piccoli parocchi, perchè non si dibat- tano, e non spaventino le selvaggie. Nell’ Agosto e nel ‘Luglio, quando le acque sono scarse, se ne uccidono molte col fucile, aspettandole agli abbeveratoj, o ten- dendoci con le reti, o con le panie. Al Frugnòlo an- cora se ne uccidono frequentemente in Agosto, ed in Settembre. dl Meo DA ho } n » “ ù de ©. A 7 di A I] ti . ì È ; Heine pe Porn SICIECII obsitalià fsi ‘orti | ssi) Lang sad sm sit pg i si E LANA ta sita i Ai; vani TN Da tai na leg dr 140 sr AMPREA | i WR i (N nic à go RA ; A IA, nto i i (hi i tot: i der lang stat [go dle ir RR i | Lats CODA 6 METE ; Mo lia A, 17% subiti $ ili fly 4 CR a di È i di pi i FR pri etti IRA, DE li ‘dia MIO NASI ì ua salita i VINI pena etti, Gia usite PA Sa: IE NE ae TIP dra fia RADIO ancpemi w Lusi ila Leb QAR aio de; dodna: CI w Sipario I dti ogiatio ) n a ì ‘ara: “i Atina ava: gap % 1 ;99n “ nane #' YI n 4Î Je frane Cb DL Apa IR di vità: e ‘} fa TI Ù ant IROIÀ de 4g si iti i rvb tie Feat da std il sui Carpa ‘i ‘alle ore i) 0) di blarticitosto Ù ifarser: f ine otro? 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Trix ex toto plumosa . Tarst crassiusculi, mediocris longitu- dinis. DrGrtI quatuor: tres anteriores 168 ORDINE TERZO basi brevi membrana simul connexi, quartus posticus, altius cum tarso arti- culatus: vel tres digiti tantum anterio- res. UncuEs obtust, parum retractiles. COSTUMI La dimora ordinaria di tali uccelli è sul terreno a- sciutto, ove van di continuo razzolando con i piedi, per cercare il cibo loro che si forma di semi, d’ insetti, di foglie tenere, di gemme, o bacche; ma appena esciti dall’ uovo non prendon che insetti. Hanno i tre stomachi ben distinti: il primo, cioè il gozzo, è molto grande, ed il terzo muscoloso, e fortissimo. Son quasi tutti po- ligami. Il maschio non s’ occupa punto dell’ incubazio- ne, nè d’allevare i figli. Ogni covata è d’ un gran nu- mero d’uova, depositate in un rozzissimo nido fatto sul terreno: i pulcini escono dal guscio già vestiti d’una ca- lugine folta, e talmente sviluppati, che posson seguire la madre pochi momenti dopo, e beccare il cibo da essa additato : ordinariamente non abbandonano la sua scor- ta, che quando han digià vestite tutte le penne, e qual- che volta restan con lei fino alla nuova epoca degli amori. Han costume d’involgersi, e spollinarsi nella polvere. Corrono rapidamente: anzi quando si vedono inseguiti, in vece di valersi delle ali, fuggon correndo, o sì acquat- tano in qualche cespuglio o buca del terreno , e se il loro nemico o vedendoli, o sentendoli con l’ odore, s’arresta immobile in faccia ad essi, essi immobili rimangono spiando ogni suo atto, e solo prendono il volo, o come suol dirsi 7 frullo, quando veggon che quello nuova- mente si move per piombar loro addosso. Ognuno co- nosce que’ cani da caccia, che per istinto, o per esser loro stato insegnato , quando son presso al salvaggiume, lo puntano, come suol dirsi, cioè s' arrestano immobili, quasi paralizzati e tremanti, ed aspettano o il comando del padrone, o di scorgere un qualche movimento nella Ta. UCCELLI RAZZOLATORI 169 preda che insidiano, per slanciarlesi addosso, I Gallinacei volano poco volentieri, a causa della piccolezza delle ali, e del peso del corpo: ma con tutto ciò alcuni ve ne sono che intraprendono lunghi viaggi. Ne’ più vi è gran differenza nell’abito de’ maschi, delle femmine, e de’ giovani. GENERE XLIII. PTEROCLES Tewmm CARATTERI GENERICI TarsI coperti di penne sul lato anteriore. Drti quattro. Tarsi antice plumosi. DiGiti quatuor. Becco subeguale alla metà della testa, robusto, fatto a volta, corneo. Margine delle Mascelle intiero , curvato in basso : la mascella superiore più lunga dell’ inferiore. Narici basilari, semichiuse da una membrana pennuta. Tarso anteriormente vestito di penne: posteriormente reticolato : subeguale al dito medio. Diti tre davanti, e uno di dietro; gli anteriori riuniti alla base da una mem- brana: il posteriore piccolissimo, articolato sul tarso molto più in alto degli altri. /ghie assai grandi, ro- buste, ottuse. Coda mediocre, cuneata, di sedici timo- niere: le due medie nella cima sottili, e molto più lun- ghe delle altre. 4% lunghe, strette: prima remigante più lunga delle altre. Nota. Se, come non vedo ragione di dubitarne, son veri i costumi che a questi uccelli si attribuiscono da Darluc, e da Belleval, ancora i Pterocles offrono una prova chiara dell’ insussistenza in natura delle divisioni sistematiche, trovandosi sempre fra tutti i gruppi, anche fra quelli che sembrano i più chiaramente separati, delle specie interme- die, le quali collegando l’ uno con l’altro insensibilmente, rendono ‘insufficiente qualunque carattere fossesi preso co- 170 ORDINE TERZO me distintivo, Il pollice piccolissimo, ed articolato sul tarso più in alto degli altri diti, è un carattere che esclude asso- lutamente gli Pterocles dall’ ordine de’ Silvani, e li fa so- migliare a’ Gallinacei, con i quali ancora han somiglianza per la corpulenza, per la forma del becco, delle narici, della membrana collegante le dita anteriori, ec. Ma gli Pterocles poi come i Silvani hanno grandi ali, e come i Piccioni in particolare, vivono in branchi camminando len- tamente sopra i terreni aridi, e volano con velocità grande, ed a grandi altezze. Di più, e questa è la cosa di maggiore importanza, nascono nudi, incapaci di camminare, e di bec- care, e perciò han bisogno d’esser dalla madre covati, ed imboccati. Converrebbe adunque formar di loro un ordine intermedio, giacchè nè con gli uni, nè con gli altri possono perfettamente convenire. Ma non amando io punto di for- mare divisioni superflue, e non derivando confusione alcuna dall’ unione degli Pterocles con i Gallinacei, con i quali hanno il numero maggiore di somiglianze, ancor io, se- guendo l’ esempio di quasi tutti gli altri Ornitologi, li an- novero in quest’ ordine. * LA GRANDULE PTEROCLES ALCHATA Sreru. Addome bianco. Pterocles abdoinine albo. Maschio adulto. Becco color di corno. Pileo, cer- vice e gozzo di color giallo-ceciato, debolmente tendente all’olivastro : sopra alcune penne vi sono delle fascioline nere trasverse. Penne delle parti superiori gialle, con folte strie nere trasverse. Lati della testa e della gola di color giallo-fulvastro. Una macchia nera bislunga dietro gli occhi. Gola nera, cinta da penne bianche. Una larga fascia color bajo-castagno cuopre trasversalmente tutto il petto: questa fascia superiormente, ed inferiormente è orlata di nero. Addome e fianchi, di color bianco. Piccole cuopritrici delle ali grigio-giallognole : medie e grandi, grigio-giallognole alla base, giallastre verso la cima, con macchia obliqua e irregolare di color casta- UCCELLI RAZZOLATORI 291 gno acceso: le grandi cuopritrici interne son giallo-ver- dognole, con margine nero alla cima. Remiganti cene- rine, con lo stelo nero: la prima ha nero ancora il lato esterno . Timoniere cenerine, con delle fasce gialle poco decise sul lato esterno, bianche in cima: l’ esterna da ciascun lato è bianca anche esternamente : le quattro del mezzo han la punta assottigliata, nerastra, e che oltre- passa le altre per la lunghezza d’oito quattrini. Penne del sottocoda bianche in cima, alla base cenerine, con fasce gialle; lo stelo nero. Piedi grigi. Unghie nere. Femmina. Parti superiori presso a poco simili a quel- le del maschio: piccole, e grandi cuopritrici delle ali cenerino-celestognole, con una macchia obliqua scuro- castagna verso la cima, ed il margine estremo nero. Gola bianca, e sotto questa parte un largo mezzo colla- retto nero: il prolungamento filiforme delle timoniere medie è, al più lungo una crazia (1). Giovani avanti la prima muta. Han l’abito meno macchiato : le parti superiori son d’ un colore olivastro tendente al cenerino: il bianco de’ fianchi, dell’ addome e delle cosce, ha delle strisciole a zic zac giallastre, e scure (2). SINONIMIA Alchata sive Filacotora Arabum. Aldr. Ornith, Tom, 2. pag. 501. Tab. 502. Tetrao Alchata. Gmel. Pterocles Setarius. Temm. Brisson, Ornith. Tom. 1. pl. 19. fig. 1. ( maschio), fig. 2. (femmina). NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Ganga Cuta. Ingl. The pintaild Grous. Ted. Daspyrenàische Haselhuhn. Dimensioni. Lunghezza: dalla punta del becco, alla base del prolungamento filamentoso: soldi 11. Apert. (1) (2) Temm. loc. cit. pag. 479. 192 ORDINE TERZO del becco : quatt. 2. Coda, dalla base all’ origine de’ pro- lungamenti filamentosi: soldi 2. quatt. 2. Tarso: soldi 1. Cosrumi. È comunissimo in Persia. In Europa abita sulle coste del Mediterraneo , nella Spagna, nella Fran- cia, e dicesi anche nel Regno di Napoli, ed in Sicilia. In Toscana non vi è mai stato veduto. Vive nelle pia- nure sterili, riunito in truppe: è paurosissimo , ed all’ap- prossimarsi dell’uomo, o di qualche altro oggetto per lui da temersi, si solleva rapidissimamente, e mandando grandi strida. In alcuni luoghi è stazionario , come nella Francia, nelle pianure di La Crau: in altri luoghi vi emigra irregolarmente (1). Propagazione. Si formano le coppie nel Marzo, e nel Giugno partoriscono due o tre uova, sulla terra, senza fabbricarvi alcun nido (2). Caccia. Abitando sopra terreni spogliati, è molto dif- ficile il procurarsene. Ma nel tempo del grande asciut- tore, essendo obbligati ad andare a bere alli stagni, od ai fossi, molti là ne sono uccisi da que’ cacciatori che stanno ad aspettarveli col fucile. Questi raccontano che le Grandule a cui è stato tirato mentre si eran fermate per bere, e che sono scampate, d’ allora in poi bevon volando, e più non si posano sul margine dell’acqua (3). * GANGA PTEROCLES ARENARIUS Txum. Addome nero. Pterocles abdomine nigro. Maschio. Testa, collo e petto, color cenerino-carni- cino. Penne delle parti superiori, cenerino-giallastre ; macchiate irregolarmente di cenerino-celestognolo, e terminate di giallo. Una macchia triangolare nera sulla gola: la base della mascella inferiore, e la region degli orecchi sono di color castagno: una cintura nera sì sten- (1) (2) (3) Dictionnaire des Sciences Naturelles, article Ganga . UCCELLI RAZZOLATORI a73 de sulla base del petto, e va da un’ ala all’ altra. Addo- me, fianchi e cosce, di color nero intenso. Remiganti cenerino-nerastre. Timoniere inferiormente striate di cenerino cupo , di fulvo, e di giallastro. Penne del sot- tocoda nere, con gran macchia bianca in cima (1). Femmina. Non ha la macchia nera sulla gola, nè il bel color cenerino sulla testa, e sul petto; queste parti son giallastre, con delle numerose macchie nere: il ver- tice, tutte le parti superiori, ed il petto son di color giallo-ocraceo chiaro, con una gran quantità di fasce nere a zic zac: sulla parte superiore del davanti del collo vi è una fascia stretta cenerina, sormontata da una più sottile di color nero: tutte le altre parti inferiori sono precisamente come nel maschio (2). SINONIMIA Tetrao arenarius. Pallas. Gmel. Perdix aragonica. Lath. Index. Ganga unibande. Temm. Pig. et Gall. V. 3. p. 240. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Ganga unibande, /ngl. The Sarde grous. Ted. Das Ringel waldhuhn. Dimensioni. Lunghezza totale del maschio: da 10, a 12 pollici. Costumi. Secondo il Temminck trovasi ancora in Si- cilia. In Spagna vive nella provincia di Granata, e nell’ Andalusia. È molto abbondante nell’ Asia meridio- nale, e ne’ deserti dell’ Affrica. $ (1) (2) Temm. ibid. pag. 477. 174 ORDINE TERZO GENERE XLIV. PHASIANUS Ln. CARATTERI GENERICI Gore nude. Tarsi nudi. Diri quattro. Gena nude. Tagsi nudi. DiciTi quatuor. Becco poco più corto della testa, robusto, fatto a volta. Mascelle col margine piegato in basso, e intiero: la superiore più lunga dell’inferiore. Lingua carnosa, subcompressa, intiera. /Varici basilari, piccole, aperte lateralmente ed in basso, coperte superiormente da una membrana cartilaginea, nuda, fatta a volta. Gote, ne’ maschi, nude e papillose. 7'arso nudo, coperto di scudi divisi in mezzo, e ne’ maschi per lo più spronifero. Diti tre davanti, ed uno di dietro: gli anteriori uniti alla base per la lunghezza della prima falange da una membrana: il posteriore corto, articolato più in alto degli altri. Y/rghie poco curve, ottuse. Coda di diciotto timoniere, lunga, cuneata, acuminata. Ali piccole, ro- tondate; la quinta remigante la più lunga: le prime tre graduate. COSTUMI Sono uccelli bellissimi de’ paesi orientali. Diverse spe- cie ne sono state trasportate in Europa ove vivono molto bene, ed adornano le uccelliere, ed una vi si è natura- lizzata. FAGIANO PHASIANUS COLCHICUS Lun. Testa e collo verde-cangiante : petto fulvo-dorato (maschio). ’ Phasianus capite et collo viridi-versicolore : pectore ful- vo-aureo (in masc, ). UCCELLI RAZZOLATORI 1795 Maschio adulto. Becco grigio-carnicino. Iride giallo- rossastra. Testa e parte superiore del collo di color ver- done cangiante in azzurro, e porporino. Contorno del- l’ occhio e gote, senza penne, ma tali spazj coperti di piccole papille rosse; sotto l'occhio un piccolo spazio pennuto. Penne della base della cervice, della schiena , scapolari, gozzo, petto, e fianchi di color bajo-giallo , ma con lo splendore dell’ oro, Le penne della base della cervice sono marginate nella cima di nero-verdoné, ed hanno ancora sull’estremità dello stelo una macchia ro- tondato-bislunga di questo stesso colore. Le penne del dorso e scapolari hanno la parte media bianco-ceciata, nel centro macchiettata di nero, attorno con largo mar- gine di questo stesso colore. Penne del groppone e del sopraccoda di color bajo-dorato, cangiante in verdone, o in porporino. Penne del petto e de’ fianchi, aventi sulla cima un largo margine nero cangiante in azzurro, Addome e sottocoda, scuro-castagno, Cuopritrici delle ali, e remiganti secondarie interne giallastro-grige , con delle pennellate fulve, Remiganti primarie grigio-cene- rognole. Timoniere giallo-olivastre, con macchie tra- sverse nere. Piedi grigio-nerastri. Unghie color di corno. Femmina, ll color generale delle sue penne è il gri- gio-ceciato; tutte hanno una macchia nera nel mezzo: quelle della base della cervice, e de’ lati del petto son colorite di cenerino-ametistino . Gote coperte da piccole penne. Giovani. Somigliano molto la femmina, Pulcini ancor coperti di sola calugine. Testa e dorso color giallo-castagno, con una fascia più cupa che scorre sulla colonna vertebrale. Parti inferiori lionato- giallastre. SINONIMIA Phasianus. Aldrov. Ornith. Tom. 2. pag. 45. Tab. 48, (in mas.), Tab. 49. (in fom.). Fagiano. Olina, Uccelliera pag. 49. Fagiano . Storia degli Uccelli Tav. 258. ( maschio). Buffon, Planch. enlum. n. 121. (#m205.), 122. ( femm.). 176 . ORDINE TERZO NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Faisan. Ingl. The common Pheasant, Ted. Der gemein Fasan. DIMENSIONI. Lunghezza totale: Br. 1. */,. Apertura del becco: soldi 1. picc. 1. Coda: soldi 17. Tarso: soldi 2. picc. 7. Cosrumi. Benchè il Fagiano non sia originariamente d’ Europa, giacchè vi è stato trasportato in tempi remo- tissimi dalla Colchide o Mingrelia, con tutto ciò vivendo egli adesso affatto selvaggio fra noi, si può ragionevol- mente riguardare come uccello nostrale. I boschi, ove con attenzione è posto un freno alla soverchia ingordigia de’ cacciatori, son que’ luoghi ne’ quali si trovano in maggiore abbondanza. Vivono tanto ne’ siti montuosi che di piano, purchè vi abbondino le acque, e vi siano degli alberi alti, avendo essi l’ abitudine d’ andar la sera a pollajo sulla lor cima. Cibansi d’ ogni sorta di semi, di chiocciole, e d’insetti. Vivono solitarj , o a coppie. Volano poco, pedinano molto, e stan quasi sempre raz- zolando la terra che è sotto i macchioni, o fra i cespugli. Propagazione. Nidifica il Fagiano o ne’ boschi a’ pie- di de’ cespugli, o fra i grani, particolarmente ne’ campi pioppati. Il nido è fatto rozzissimamente; spesso contiene fino a ventiquattro uova, che son più piccole di quelle di Gallina, più globose, e di color bianco-sudicio oli- vastro. Non è difficile allevare i Fagianotti fatti nascere in casa, o ponendo le uova sotto una ‘Gallina, o mediante l’ iiealiunidhe artificiale: ma è necessario nutrirli nelle prime settimane con larve ed uova di formiche, torlo d’ uovo assodato e battuto, e lattuga tritata. Caccia. Quella col Fuuile ; con i cani da penna è la più dilettevole: ma siccome è permessa a pochi, e mol- tissimi sono i trasgressori di caccia, che niente curando le Leggi vogliono anche illegittimamente avere una parte di questo saliva ggiume, essi han trovate varie maniere per prendere in silenzio i Fagiani, scansando la vigilanza Ma. UCCELLI RAZZOLATORI 175 spesso troppo negligente de’ Guarda-cacce. I lacci tesi vicino a? fossi, o pescine ove debbono andare a bere, o ne’ campi ove precedentemente li hanno avvezzati a pa- scolare gettandovi delle granaglia, o nell’ interno de’ macchioni per que’ viottoletti che questi uccelli vi han fatt col passeggiarvi, ne distruggono sordamente un numero grandissimo. Sterminatrice è la caccia che fan ne’ campi coperti di grano alle brigate di Fagianoiti con una paratella di seta. E molti cacciatori prevalgonsi an- cora per ucciderne, dell’ abitudine che questi uccelli hanno d’andare a dormire verso la cima degli alberi: nelle notti d’inverno, quando gli alberi sono intiera- mente spogliati di foglie, girano costoro armati di fuci- le, col massimo silenzio per i boschi, osservando atten- tamente gli alberi: ed il cielo essendo sereno, con la pratica che hanno acquistata, facilmente vedono sopra 1 rami i Fagiani a pollajo, che ordinariamente stan nella positura più adattata per ricevere il colpo mortale, GENERE XLV. TETRAO Lis. CARATTERI GENERICI TARSI pennuti. DiTi qualtro. Tarsi plumosi . DIGITI quatuor. Becco poco più corto della testa, robusto, fatto a volta. Mascelle col margine curvato in basso , e intiero: la superiore più lunga dell’ inferiore, Lingua corta, carnosa, appuntita in cima. /Varici poste verso la metà del becco, semichiuse da una membrana vestita di pen- nuzze folte. Sopraccigli nudi, e papillosi. Z'arso ve- stito di penne, subeguale al dito medio. Diti tre da- vanti, uno di dietro: li anteriori uniti alla base da una membrana decorrente fino all’ unghia: il posteriore cor- to, articolato più in alto degli anteriori, Unghie corte, Tomo IL. 12 198 ORDINE TERZO grosse, ed ottuse. Coda mediocre, larga, di diciotto ti- moniere ottuse nella cima. Ali rotondate, concave, Remigante quarta e quinta le più lunghe; le tre prime graduate, — Nota. Non abitando i paesi proprj a questi uccelli, non ho mai potuto fare alcuna osservazione sopra i loro costu- mi. Tutto quello adunque che ne dico è tolto dalle opere del Temminck, del Vieillot, dal Dictionnaire des Sciences Naturelles etc. COSTUMI Uccelli abitatori del Settentrione, Vivono quasi sem pre ne’ boschi, ed ordinariamente in quelli di monte. Quasi tutti stan solitari, o a coppie: poche specie in branchi. Nel tempo degli amori i maschi gridano, vo- lano, fan voci, e moti strani, e spesso fra loro com- battono. Son poligami: le femmine partoriscono mol- te uova in un nido fatto grossolanamente sulla terra, 0 fra i cespugli. Cibansi d’ erbe, e gemme d’ arbusti alpi- ni: raramente di semi. Vanno a dormire sugli alberi, Hanno il corpo molto carnoso , e la carne è buonissima a mangiarsi. Non è riuscito l’ addomesticarli , nè il farli yivere lontano dal loro paese nativo, a UCCELLI RAZZOLATORI 159 NN I DUNN Ss FAGIANO DI MONTE TETRAO TETRIX Lux. Coda forcuta: diti nudi. Tetrao cauda furcata: digitis nudis. Maschio adulto. Becco nero. Iride celestognola. Un largo spazio papilloso rosso sopra l’ occhio. Penne della testa, collo, dorso e petto, di color nero-violetto. Ad- dome, fianchi, scapolari, cuopritrici superiori delle ali e della coda, remiganti e timoniere , nere. Lo stelo delle remiganti primarie è bianco. Due larghe fasce bianche traversano le ali. Penne del sottocoda bianche: le più lunghe marginate di nero. Coda larga, forcuta: le timo- niere esterne, molto più lunghe delle altre, sono arric- ciate in fuora. Penne che vestono i tarsi nere, macchiate di bianco. Diti ed unghie bruno-nere. Femmina. Tutte le sue penne son dipinte da fasce trasversali bajo-lionate, o biancastre, e sottilmente pun- 180 ORDINE TERZO teggiate di biancastro, e di nero. Le timoniere esterne poco più lunghe delle interne, perciò la coda appena forcuta. Penne del soitocoda striate in traverso di bianco e di nero, e le penne de’ tarsi color bianco-grigio sudicio Giovani maschi. Somigliano le femmine, SINONIMIA Urogallus seu T'etrao minor. Aldrov. Ornith, Tom. 2, pag. 67. Tab. 63. — Gallo di monte minore ec. Storia degli Uccelli Tav. 235. ( maschio). Buffon, Planch, enlum. num, 172. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le coq de bruyère è queue fourchue, ou Birkhar, Ingl. The Blackgrous. Zed. Der Birkhuhn. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 19. Apertura del becco: soldi 1. Timoniere esterne : soldi 8. quatt. 1. Tarso: quatt. 5. Cosrumi. Gli uccelli di questo genere abitando le re- gioni più fredde delle alte montagne, in vicinanza alle nevi perpetue, per la costituzione fisica, e geografica della Toscana, quà non possono allignare. Ma benchè nessuno vi se ne trovi stabilmente, quello che ho qui descritto qualche volta vi è stato veduto. Il mio Amico Sig. D.* Carlo Passerini, mi ha assicurato che prossimo ad una sua villa situata alle falde dell’ Apennino, dopo una violenta burrasca fu ucciso un Fagiano di monte; e che un altro individuo fu offerto in vendita al Museo di Firenze da un cacciatore, il quale lo aveva ucciso, non so in qual parte, de’ vicini Apennini. Propagazione. Giammai ha nidificato in Toscana. Ove abita costantemente depone sulla terra fra i cespu- gli d’ Erica, o di Rododendro, dieci o dodici uova di color Liallastro; macchiate di seuro-rossiccio . Cacera. Col fucile. In alcuni paesi settentrionali ove son molto comuni, nel tempo degli amori sogliono at= UCCELLI RAZZOLATORI 181 tiràre i maschi vicino al luogo ove è nascosto il caccia- tore, mediante stampe d’ altri maschi, * UROGALLO TETRAO UROGALLUS Lux. Coda rotondata, o tutta nera, o macchiata di nero, senza fascia distinta nella cima: diti nudi, Tetrao cauda rotundata, vel ex toto nigra, vel nigroe maculata absque fascia pone apicem: digitis nudis. Maschio adulto. Becco giallo. Penne della testa , del collo, della cervice, e del groppone nerastre, con mac- chie cenerine quasi microscopiche. Penne della gola molto lunghe, e formanti come una specie di barba. Penne scapolari, della schiena, cuopritrici superiori delle ali, e remiganti secondarie, scuro-nere sottilissimamente punteggiate di lionato-scuriccio. Penne del sopraccoda nere, verso il margine punteggiate di cenerino, qualcu- na in cima marginata di bianco. Petto di color nero- verdone splendente. Penne de’ fianchi simili a quelle del dorso, con delle macchie bianche verso l’ano. Penne del sottocoda nere, con la cima bianca. Remiganti scuro- nere: eccettuata la prima, le primarie hanno il margine esterno bianco verso la base. Coda grande, rotondata. Timoniere nere, marmorizzate di bianco nel terzo me- dio. Penne de’ tarsi colorite come quelle del dorso. Diti grigio-giallastri. Unghie nere. Femmina . Becco corneo-giallastro. Penne di tutte le parti superiori fulve, con fasce trasverse nere, ed il mar- gine estremo biancastro, sottilmente macchiato di nero. Le scapolari maggiori hanno una macchia bianca assai grande nella cima. Gola e gote, giallo fulve. Penne de’ lati del collo e del gozzo fulve, con gran macchia nera in cima, ed il margine estremo biancastro. Penne del petto bajo-fulve, con alcune macchie nero-cangiante verso la cima. Quelle de’ fianchi e dell'addome, colo- rite come quelle de’ lati del collo, ma con la cima bian- 182 ORDINE TERZO ca. Le penne del sottocoda son fulve alla base, bianche in cima, ed hanno una larga macchia nera sul mezzo. Remiganti scuro-nerastre, col margine esterno macchiato di fulvo. Penne del sopraccoda, e timoniere, fulvo-baje con la cima bianca, e delle fasce trasverse nere. Coda grande, rotondata. Penne de? tarsi biancastre , macchiet- tate sottilmente di nericcio. Maschi avanti la prima muta. Somigliano la fem- mina. SINONIMIA Grygallus major etc. Aldrov. Ornith. Tom. 2. Tab. 71. Fagiano nero, o alpestre. Storia degli Uccelli Tav. 236. (maschio ), Tav. 237. (femmina). NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le grand coq de bruyère, ou Tetras Auerhan, Ingl. The Wood grous. Ted. Der Averhahn, der aver Waldhbulin, Dimensioni del maschio. Lunghezza totale: Br. 1. soldi 12. Apertura del becco: soldi 2. Coda: soldi 11. quatt. 2. Tarso: soldi 3. Della femmina. Lunghezza totale: Br. 1. soldi 3. Costumi. Va in amore verso 1° Aprile. Allora il ma- schio è quasi matio: dalla cima d’ un tronco d° albero ove si è stabilito, ed al cui piede stan le femmine, non fa che gridare, spalancare e sconvolgere la coda: cala | ogni tanto a visitar le femmine, e poi risale a continuare le sue amorose pazzie; e tanto di queste sono in tal tempo gli Urogalli occupati, che non badano a chi a loro si ac- costa, e molti rimangon vittima de’ cacciatori che spiano quel momento per ucciderli più facilmente. Abitano nelle grandi foreste di Pini e d’ Abeti de’ paesi del Nord. Trovasene sulle alpi di Savoja , e del Veronese. Propagazione. Le sue uova son del volume di quelle di Gallina, ma hanno una forma più globosa: han color biancastro, e delle macchie giallognole irregolari per fi- gura e per grandezza. I giovani stan riuniti in brigata con la madre, fino alla nuova epoca degli amori. UCCELLI RAZZOLATORI 183 * FRANCOLINO DI MONTE TETRAO BONASIA Lun: Coda rotondata, con una fascia nera verso la cima: diti nudi... Tetrao cauda rotundata , fascia nigra pone apicem:; di- giti nudi. Maschio. Becco nero. Pileo, cervice; dorso, e so- praccoda color cenerino-gialliccio , con numerose e stret- te fasce trasverse nere, o scure. Una fascia bianca cinge la base del becco separando le penne delle narici da quelle della fronte, cala sù i lati della gola, e circon- scrive tutta questa parte, che è di color nero. Dietro occhio, sopra l'orecchio, vi è una macchia bianca. Penne del gozzo, petto, addome, fianchi e sottocoda, di color fulvo-bajo, con il margine della cima bianco, ed una fascia nera avanti di questo : il margine bianco aumenta in larghezza in ragione che le penne sono più prossime alla coda; le penne scapolari, e le cuopritrici delle ali son presso a poco colorite come le penne della schiena, ma hanno verso la cima, ed esternamente, una macchia bianca. Remiganti grigio-nere, con il lato ester- no macchiato di giallo-lionato. Coda troncato-rotondata. Timoniere grigio-cenerine, per tutto macchiettate di nero: in var} punti queste macchioline si uniscono, e formano come delle strie ondolate trasverse: verso la cima vi è una larga fascia nera, che scorre da un’ estre- mità all’altra della coda, meno che sopra le due timo- niere medie, le quali differiscono ancora dalle altre per esser d’un colore più rossigno. Penne de’ tarsi bianco- sudice. Diti ed unghie grigio-cenerognole. Femmina. Lo spazio fra l’ occhio ed il becco è fulvo: la gola non è nera. Petto fulvo con macchie nere: un maggior numero di macchie nere sulle parti superiori, particolarmente sul groppone. Le macchie delle scapo- lari non bianche, ma lionate. È più piccola (1). (1) Temm. ibid. pag. 463. 184 ORDINE TERZO SINONIMIA Gallina corylorum. Aldrov. Ornith. Tom. 3. pag. 80. Tab. 82. Roncaso ec. Storia degli Uceelli Tav. 238. (maschio). Buffon, Planch, enlum. num. 474. 479. NOMI VOLGARI. STRANIERI Frane. La Gelinotte. Ingl. The Hasel grous. Ted. Dos Sehwartzkehlige Waldhuha, Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 12. quatt. 1. Apertura del beceo: picc. 10. Coda: soldi 4. Tarso: picc. 18. Cosruwr. Abita i paesi settentrionali. Trovasi ancora sulle Alpi della Savoja, del Veronese, del Tiròlo, ec. Nell’ autunno stà in branchi. Vive nell’interno de’ bo- schi di Pini, e d’Abeti, e si nasconde ne’ cespugli più folti formati da queste piante. Proracazione. Partorisce dodici, o diciotto uova, in un nido rozzamente fatto sulla terra sotto qualche mac- chione o arboscello. Il maschio abbandona la femmina subito che questa incomincia a covare. * PERNICE DI MONTAGNA TETRAO LAGOPUS Lis. Diti pennuti: unghie nere. Tetrao digitis plumosis: unguibus nigris. Maschio adulto in abito da estate. Becco nero. Iride cenerognola. Pileo, cervice, dorso, scapolari, so- praccoda, e le due timoniere medie di color cenerino- rossastro, traversato da una gran quantità di strie a zic-za€ di color nero puro. Penne del petto e fianchi colorite in questa stessa maniera , fralle quali se ne trovano sem- pre molte nere, con poche fasce rade di color fulvo- chiaro. Una fascia nera parte dal becco, traversa I’ oc- UCCELLI RAZZOLATORI 85 chio, e s' estende fin sopra l'orecchio. Sopra l’ occhio un largo spazio nudo di color rosso vivacissimo , termi- nato superiormente da una membrana dentellata . Gola quasi sempre bianca, ma spesso macchiata di nerastro . Addome, penne del sottocoda, ali, e penne de’ piedi bianco-candide. Timoniere laterali nere, ‘terminate di bianco. Unghie nero-cornee (1). Femmina in abito da estate. Penne della testa, del collo, dorso, scapolari, sopraccoda, le due timoniere medie, penne del petto, e fianchi, di color grigio-liona- to, sottilmente macchiettate, e striate in traverso a zic-zac di nero. Non ha quella fascia nera, che nel maschio tra- versa gli occhi. L’addome, la porzione rimanente delle ali, e le penne de’ piedi, di color bianco-candido. Maschio in abito d’ inverno. Becco nero. Fascia nera che parte dalla base del becco, traversa l’ occhio, e termina sopra l’ orecchio: spazio sopra l’ occhio, nudo, e rosso. Timoniere laterali nere, terminate di bianco in cima. Stelo delle remiganti nero verso la cima, dal lato esterno; tutte le altre penne di color bianco-candido. Femmina in abito d’ inverno. Somiglia perfetta- mente il maschio, toltochè in questo lo spazio nudo so- praccigliare è più piccolo, ed essa non ha la fascia nera che traversa l’ occhio. SINONIMIA Lagopus. Aldrov. Ornith. Tom 2. pag. 143. Tab. 147. ftoncaso, o Lagopodo ec. Storia degli Uccelli Tav. 239. (in ab. d’estate), 240. (in ab. d’ inverno). Meyer et Wolf, Ois. d’Allem. Livr. 19. pl. 2. (maschio in ab. d'inverno), pl. 3. (maschio in ab. d’ estate). Buffon, Planch. enlum. num. 129. 494. Tetrao rupestris. Lath. Tetrao alpinus. Nilson. Lagopus vulgaris. Vieillot. . Lagopus mutus. Steph. (21) Temm. ibid. pag. 469. 186 ORDINE TERZO NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Lagopode, ou Piarmigan. /ngl. The Ptarmi» gan, and rock grous. Ted. Dos weisse Waldhuhn, dos Schwaldhuhn. Dimensioni del maschio. Lunghezza totale : soldi 13. picc. 5. Apertura del becco: picc. g. Coda: soldi 4. Tarso: picc. 13. Cosrumi. È fra i Tetraoni la specie più sparsa sul globo, giacchè oltre il trovarsi in tutte le montagne dell’ Europa fredda e temperata, che han nevi perpetue, trovasi anche nell’ America settentrionale. Nell’ abito suo variabile al variar delle stagioni, e che prende un colore simile a quello del paese ove vive, cioè ora scuro come il terreno nudo, ora candido come la neve che lo ri- cuopre, vedesi un ammirabile esempio della cura presa dalla Provvidenza per facilitare a ciascun animale il modo di sottrarsi da’ suoi nemici. In Italia trovasi sù tutta la catena delle Alpi. Nell'inverno stà unito in famiglie. Propagazione. Vanno i Lagopodi in amore nel Mag- gio: non forman nido, ma solo ripuliscono, grattando | con i piedi, un piccolo spazio di terreno su cui le fem- mine depongono otto o dieci uova bislunghe, giallo-ros- sastre, coperte d’ un gran numero di macchie nere, o nero-rossastre , di varia grandezza. Il maschio non pren- de parte all’incubazione, ma sempre stà presso alla fem- mina, e l’ assiste. Poco dopo la nascita de’ pulcini la madre li conduce sulla cima della montagna » GENERE XLVI. PERDIX Lara. CARATTERI GENERICI Gore pennute, Tarsi nudi. DiTi quattro. Copa rotondata, corta. Gena plumose.'Tarsi nudi. Diciti quatuor . Caupa rotundata, Dbrevis. UCCELLI RAZZOLATORI 187 Becco più corto della testa, fatto a volta, un poco compresso verso la cima. Margine d’ ambo le mascelle piegato in basso: la superiore più lunga dell’ inferiore. Lingua carnoso-scariosa , intiera. Marici basilari, po- ste in alto, coperte superiormente da una piccola mem- brana fatta a volta, nuda. Z'arso nudo coperto di scudi divisi in mezzo: in una sola specie , nel maschio, è spro- nifero. Diti tre davanti, ed uno di dietro: gli anteriori uniti alla base, per la lunghezza della prima falange, da una membrana: il posteriore corto, articolato più in alto degli altri. Unghie mediocri, subadunche . Coda di dodici, o diciotto timoniere: corta, rotondata. Ali piccole è rotondate , concave: quarta e quinta remigante le più lunghe: le prime tre graduate. COSTUMI Ad eccezione d° una sola specie, cioè del Francolino, tutti gli altri uccelli europei di questo genere vivono con- tinuamente sulla terra pascolando, o nascosti fralle erbe o cespugli. Fanno il nido rozzamente; amano molto i lor figli, e quando questi son piccoli la madre ne ha grandissima cura, gli guida, e dirige con l’esempio, e con la voce, e sopravvenendo un qualche pericoloso in- contro, essa lo affronta intrepida perchè i figli sien salvi. Alcune specie sono stazionarie: altre emigrano di tempo in tempo, ed una emigra periodicamente, Oltre la cac- cia col Fucile, e col Bracco, quella della Lanciatoia , del Bucine, e della Paratella sono gli ordinar) modi per prendere tali uccelli. FRANCOLINO PERDIX FRANCOLINUS Lara. Gola nera: petto nero macchiato di bianco (maschio) (1). Perdix gula nigra: pectore nigro ex albo maculato (in masculis). (1) Non dò la frase della femmina, giacchè non ho avuto mai il comodo di poterla comparare come conviene con le altre specie . 185 ORDINE TERZO Maschio adulto. Becco piuttosto lungo , nero. Penne del vertice e della nuca nerastre, con largo margine lio- nato-sudicio : Ja nuca è posteriormente cinta da una serie di penne bianche e nere. Lati della testa, gola, collo, petto, lati dell'addome e fianchi, di color nero. Un largo collare, di color castagno-fulvo, cinge la parte me- dia del collo. La parte superiore della base del collo, le spalle, i lati del petto, dell'addome, ed i fianchi sono aspersi di grandi macchie rotonde, e bianche. Penne del dorso, scapolari, e cuopritrici delle ali nero-scure che passano allo scuro-lionato verso il margine, e che hanno parallelamente a questo da ciascun lato una fascia lionata. Penne del groppone, del sopraccoda, e timo- niere medie, lionate e striate in traverso di nero: quelle della parte media dell’ addome di color castagno , mac- chiate in traverso di bianco e di nero. Sottocoda casta- gno. Remiganti bruno-nere, con fasce trasverse inter- rotte, e macchie rotonde lionate. Timoniere laterali nere nella metà superiore, alla base striate in traverso di bian- co. Tarso spronato. Zampe scuro-rossicce. Sprone ne- rastro. Unghie grigio-cornee.. Femmina. Color generale bianco-giallastro . Vertice bruno. Fascia sopraccigliare larga, bianco-rossigna. Gollo con piccole macchie brune. Penne della schiena brune, orlate di bianco-giallastro. Groppone e timoniere medie grigio-brune, con strie trasverse dello stesso colore, ma più chiaro. Petto macchiato di bruno. Addome con lar- ghe fasce di questo stesso colore. Cuopritrici delle ali si- mili alla schiena. Remiganti primarie brune, con mac- chie quasi ovali, e fulve: le secondarie brune, con fasce trasversali fulve. Timoniere laterali nere, con alcune strie bianche verso la base. Piede come nel maschio, ma senza sprone (1). SINONIMIA Francolino, o Franguellina. Olina, Uccelliera pag. 33. ( femmina). (1) Ranzani, Elem. di Zoologia Tom. 3. part. 1. pag. 184. UCCELLI RAZZOLATORI 189 Tetrao frapentrne: Gmel, Francolino degli Italiani. Storia degli Uccelli Tav, 241. (maschio), Tav. 242. ( femmina). Buffon, Planch, enlum. n. 147. (mas.), 148. (femm.). NOMI VOLGARI. STRANIERI Frane. Le Francolin. Ingl. The Francolin. Ted, Dos indianischehuhn. Dimensioni del maschio. Lunghezza totale: soldi 11. quatt. 2. Apertura del becco: soldi 1. Coda: soldi 3. Tarso: quatt. 5. picc. 2. Cosrumi. Se adesso il Francolino non è più comune in Toscana, e forse anche la sua razza vi si è affatto di- strutta, contuttociò 10 debbo annoverarlo nella mia Or- nitologia, giacchè un tempo vi fu comunissimo , e non ha molto che ancor qualcuno trovavasene. Quando nel secolo decimosesto , e decimosettimo i Principi Toscani con tanta cura e spesa proteggevano le bandite, che al- lora erano estesissime, i Francolini abbondavano fra noi insieme a molte altre razze di selvaggiume prelibato e grosso, e minuto, Basta dare un occhiata alle leggi di caccia di quell’ epoca, per conoscere la verità di questa mia asserzione. In ognuna si parla delle Starne , Cotur- nici, Francolini, e Fagiani: e varie di queste les& i son fido eni per proteggere la moliiplicizione de’ Fagiani, e de’ Francolini. Ma ancor senza rimon- tare ad epoche tanto remote, è facile di trovare delle prove sull’ esistenza più recente di tali uccelli in T'osca- na: ed io ho parlato con alcuni vecchi cacciatori degni di fede, i quali mi hanno assicurato d’ avere ucciso de’ Francolini, e particolarmente nelle vicinanze del Parco d’ Artimino, poco dopo che fu distrutto. Ora però la loro razza o è spenta affatto in Toscana, O vi è diventata rarissima, giacchè in questi anni ne’ quali mi sono oc- cupato d’ uccelli, non so che giammai alcuno ne sia stato ucciso. Adesso vivono, ed SR irovansi assai comu- nemente in Sicilia. Abitano le vicinanze de’ boschi umi- di. Si posano sugli alberi, ed ogni sera van su questi a pollajo. 190 ORDINE TERZO * PERNICE TURCHESCA PERDIX PETROSA Lara. Gola cenerina, cinta da largo margine castagno, mac- ‘chiato di bianco: petto cenerino. Perdix gula cinerea, margine lato castaneo, ex albo maculato, cincia: pectore cinereo. Becco rosso-corallo. Fascia sopraccigliare molto larga ed estesa fin sulla cervice, e gola di color cenerino-chia- ro. Pileo, e parte media della cervice color castagno . Penne del dorso, scapolari interne, cucpriirici delle ali, sopraccoda e le due timoniere medie, color grigio oli- vastro chiaro. Scapolari esterne d’un bel color celeste chiaro, con largo margine bajo-fulvo. Un largo collare castagno cinge il collo, e lateralmente ascende lungo il color cenerino-perlato della gola. Questo è di color ca- stagno : inferiormente termina a smerli: sù i lati del collo è asperso di macchie rotonde bianche. Petto di color grigio-cenerino chiaro , che inferiormente sfumasi con il color lionato-cannella della parte anteriore dell'addome. Penne de’ fianchi, con la cima bajo-fulva: la parte in- feriore cenerina: due fasce nere trasverse nella metà su- periore, e lo spazio fra queste due compreso , superior- mente bianco, inferiormente lionato. Gambe, penne anali e sottocoda, lionato-cenerognole. Remiganti scuro- nerastre; eccettuate le esterne, tutte hanno il margine esterno lionato. Timoniere, eccettuate le due medie, castagne. Piedi rossi. Unghie nerastre. SINONIMIA Tetrao petrosus. Gmel. Perdix rubra barbarica. Brisson. Pernice d’ Affrica. Storia degli Uccelli Tav, 25,96 La Perdrix de Roche, Vieillor, Ornith. franc, pl. 191. NOMI VOLGARI, STRANIERI Franc. La Perdrix Gambra, ou de Barbarie, Ingl. The UCCELLI RAZZOLATORI 191 Rufous breasted, and Barbary partridge. Ted. Feldhun aus barbarrey. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi g. quatt. 2. Ap. del becco: picc. g. Coda: soldi 3. Tarso: quatt. 4. Costumi. Questa specie non si trova in Toscana. Se- condo Temminck trovasi nella Calabria: ma è certo esser comunissima nella Sardegna. Asserisce Temminck an- cora che essa abita nelle montagne della Spagna, nell’ I- sole Baleari, in Corsica, in Sicilia, in Malta: e che qual- che volta, benchè raramente, si fa vedere sulle coste me- ridionali della Francia. PropAgazione. Partorisce quindici uova in un nido rozzamente costrutto o ne’ campi di grano, 0 fra i ce- spugli de’ luoghi selvaggi. Il color delle uova è giallastro- sudicio, asperso di piccoli punti giallo-verdastri (1). COTURNICE PERDIX GRECA Briss. Gola bianca, marginata di nero: petto cenerino-ameti- stino. Perdix gula alba, nigro marginata: pectore cinereo- amethystino, Becco rosso. T'utte le parti superiori di color cenerino- celestognolo , che in varj punti han delle sfumature bru- no-fulvicce. Gola bianca, cinta da ogni lato da una fa- scia nera, che s’ estende attraverso l’ occhio fino al bec- co, e ne ricuopre la parte superiore, Lati del collo, spalle, e petto color cenerino-celestognolo, tendente all’ametistino. Parte media dell'addome e gambe, ce- ciato-lionate. Penne de’ fianchi alla base cenerino-celesti, con quattro fasce trasverse parallele: la prima, la più vicina alla base, nera, la seconda più larga delle altre, ceciata; la terza nera, l’ultima, che forma il margine . (1) Temm.loc. cit. pag. 488. 192 ORDINE TERZO della penna, castagnòla. Penne del sottocoda color di nocciola. Remiganti bruno-nere, con lo stelo bianca- stro, ed il margine esterno lionato. Timoniere laterali color castagno-nocciòla: le due medie del color delle penne del dorso. Piedi rossi. Unghie nerastre. SINONIMIA Perdix saxatilis. Meyer. Perdix graca. Temminck, Ranzani., Coturnice. Storia degli Uccelli Tav. 256. Meyer et Wolf, Oiseaux d’ Allem. Livr. 8. pl. 6. SOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. La Bartavelle. Ing/. The greck or red Partridge. Ted. Dos Steinfeldhuhn. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 10. Apertura del becco: picc. 10. Coda: quatt. 9g. picc. 3. Tarso: quatt. 5. Costumi. Abita gli alti monti sassosi, dai quali scende qualche volta in pianura. Essa è comune sù i monti della Liguria, e del Romano. Io non ho mai vedute di quelle state uccise in Toscana, ma da diversi cacciatori fui assicurato che di quando in quando ancor quà se ne vedono: cosa probabilissima giacchè essa si trova in quasi tutti 1 monti de’ paesi limitrofi. Nonostante io noterò, che non debbonst credere esser tutte vere Coturnici, quelle che da’ cacciatori Toscani con tal nome si indi- cano, giacchè ordinariamente essi così chiamano non la Perdix graca, ma una varietà più grossa della specie seguente, cioè Perdix rubra. ossia la Pernice comune. Propagazione. Fa il nido fralle radici de’ grandi al- beri: sopra gli ammassi isolati di pietre, o nel musco che le ricuopre. Il color della uova è bianco-giallastro, con macchie poco distinte giallo-baje: in ciascuna co- vata sono in numero di quindici, o venti (1). (1) Temm. ibid. pag. 371. - UCCELLI RAZZOLATORI 193 PERNICE dgao PERDIX RUBRA Briss. Gola bianca, marginata di nero: petto cenerino-ameti- stino, macchiato di nero. Perdix gula alba, nigro-marginata: pectore cinereo- amethystino, e nigro-maculato, Adulti. Becco rosso. Contorno degli occhi nudo, e di color rosso. Fronte cenerognola. Vertice, occipite , parte media della cervice, schiena e spalle, color mar- rone chiaro, tendente al porporino. Questo colore pas- sando sul groppone, scapolari, e sopraccoda prende una tinta olivastra. Fascia sopraccigliare bianca, che verso il vertice passa al celestognolo. Lati del collo, e mezzo del petto celestognolo-ametistino, che passano ad un color di cannella-ametistino , il quale regna sul petto , e clie di nuovo passa al celeste sull’alto dell’addome, Gola bianca, cinta da un bel margine nero largo, e che verso le spalle e petto termina con dividersi in tante macchie nere, dalle quali è coperto tutto il petto, e i lati del collo. Parte media dell’ addome, penne anali, del sot- tocoda e della gamba, color lionato. Penne de’ fianchi cenerino-celestognole alla base, e terminate da tre fasce trasverse, la prima bianca, la seconda nera, l’ ultima, da cui è formato il margine, castagnòla. Remiganti bru- 1no-nere, col margine esterno lionato. Timoniere: le medie del colore di quelle del groppone, le altre casta- gnòle. Piedi rossi. Unghie color di corno. Giovani avanti la prima muta. Becco nero, con la punta color di corno. Fronte e vertice bruni, Penne della region dell’ orecchio bruno-rossiece. Gola rossic- cia, senza alcun rudimento di collana. Gozzo e petto bruno-rossiccio , con macchia triangolare giallastra all’ a- pice d'ogni penna. Addome rosso-chiaro uniforme, non meno che le gambe. Dorso e cuopritrici superiori delle ali bruno-rossigne, con zic-zac più scuri; verso il centro Tomo Il. 13 194 ORDINE TERZO dell’apice una macchia giallognola triangolare, margi- nata lateradpng endeggla una macchia nera. Remiganti tutte rossicce punteggiate di bruno, con tre, quattro, o cinque fasce d’ un rosso puntato di nero. Coda grigio-rosso- fulva punteggiata di nero, e con fasce come nelle remi- ganti. Groppone bruno. Piedi rossi (1). SINONIMIA _ Perdix rufa. Aldrov. Ornith. Tom. 2, p. 138. Tab. 139. Tetrao rufus. Lin. Pernice comune, Storia degli Uccelli Tav, 253. Buffon, Planch, enlum. num. 150. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. La Perdix rouge. Ingl. The Guernsey Partridge. Ted. Dos rothe Rebhuhn. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 11. Apert. del becco: picc. 10. Coda: soldi 3. Tarso: quatt. 5. Cosrumi. Nonostante la bontà della carne, e per con- seguenza del prezzo non piccolo che ha sù i mercati, ed il numero immenso d’avidissimi cacciatori che adesso trovansi in Toscana, con tutto ciò questa bella razza d’ uccelli sì moltiplica, prospera e si mantiene fra noi, anche in luoghi molto popolati, in grazia del suo carat- tere accorto, e diffidente, e de’ siti aspri e difficili in cui sempre abita. I luoghi più sassosi ove cresce della Scopa bassa, o Tignamica divisa in radi cespugli , le balze nude e scoscese de’ monti, i cui massi veggonsi più aspri ed (1) Questa descrizione è stata pubblicata dal Sig. Girolamo Calvì Professore d’operazioni chirurgiche e d’Ostetricia nell’ Università di Genova, nel suo Catalogo d' Ornitologia di Genova ec. Genova 1828 a pag. 66. Operetta di molta utilità, giacchè oltre il conte- nere la lista di tutti gli uccelli propri alla Liguria , i nomi vernacoli che là loro si danno, contiene ancora le descrizioni minute, e ben fatte di varj uccelli in abiti per anche non descritti. Solo, per quel che mi pare, l’autore ha adottato in quanto ai colori nomi diversì da quelli da me usati, così che credo il suo bruno corrispondere al mio scuro, il rosso al fulvo o al bajo. UCCELLI RAZZOLATORI 195 intricati, quelli sono i luoghi prediletti dalle Pernici. Così essa è comune sulle Alpi Apuane, presso Castiglion della Pescaja, nelle montagne granitiche dell’ Isola del - I’ Elba, ed anche nelle parti più nude del nostro monte di S. Giuliano prossimo a Pisa. Il volo della Pernice è molto rapido, particolarmente quando cala. Pedina con. gran velocità. Propacazione. Partorisce sedici o diciotto uova di color giallo-sudicio, maechiate di rosso, e punteggiate di cenerino. Caccia. Con i Lacci, col Fucile, col Bucine, e con le Nasse. Quest ultima caccia è molto usata all’ Isola dell’ Elba. Abituano le Pernici, secondo ciò che mi han detto, ad andare a mangiare in un dato sito, e di poi vi pongono una gran nassa di vimini, nell’ interno della quale è del grano, orzo, od altro becchime . Le Pernici, | guidate nella Nassa da una traccia di granaglia, vi en- trano, ma più non ne sanno uscire. STARNA PERDIX CINEREA Lara. — Gola lionata: petto cenerino, minutamente striato in tra- verso di nero. Perdix gula helvola : pectore cinereo, transve rsim strits minutis nigris insignito. Maschio adulto. Becco color di corno. Dietro gli occhi un piccolo spazio nudo, e di color rosso acceso . Fronte, fascia sopraceigliare, La della testa e gola, color lionato. Penne del vertice e dell’ occipite loi scuro- nero, con una fascia lionata sullo stelo. Penne della schiai e petto cenerine, con strie trasverse sottili, ed ondulate, nere. Penne del groppone, e sopraccoda si- mili a quelle della schiena, ma con una fascia scura, assai larga, verso la cima. Scapolari , cuopritrici delle ali, e remiganti secondarie, grigio-lionate, con macchie scure, sotuli strie trasverse andulio ed una bella fascia 196 ORDINE TERZO ceciata sopra lo stelo. Remiganti scuro-nere, macchiate di lionato. Parte inferiore dell’ addome bianca; nella parte media due grandi macchie castagne. Penne de? fian- chi cenerino-biancastre, striate finamente in traverso di nero , a zic-zac, con una larga fascia trasversale castagna, e con lo stelo ceciato. Timoniere : le quattro medie grigie, macchiate di scuro. Le altre d’ un bel color di nocciòla intenso. Piedi grigio-cenerini. Femmina. Ha il color lionato della fronte più ristret- to; un maggior numero di macchie nere sulle parti su- periori; tutto l’addome bianco, o solo con qualche mac- chia castagna; le fasce trasverse sulle penne de’ fianchi color castagno cupo (1). Giovaui avanti la prima muta. Pileo bruno. Collo, schiena, gozzo, petto rossigni, e gola biancastra; tutte queste parti aventi una striscia di color giallognolo lungo lo stelo, incassata in una macchia bruna. Addome e gambe rossicce, uniformi. Sottocoda rossiccio, con mac- chie longitudinali brune munite di una striscia giallastra nel centro, Cuopritrici delle ali bruno-nere , con striscia bianco-giallognola lungo lo stelo , e quattro fasce gialla- stre tr scverslii ed irregolari : le piume cenerine del gozza e del petto caminciano a spuntar ne’ due lati in “LL che in tal momento il davanti dell’individuo presenta come cinque fasce, delle quali una nel centro, e due laterali rossigne, che son divise da due cenerine, che tutte finiscono in punta verso la parte anteriore del collo, Niun vestigio del rosso della fronte, delle gote e della gola, nè della macchia dell'addome: le piume portanti questa macchia sono le ultime a comparire (2). Varietà accidentale. Di color castagno, sul petto, sul dorso, sul collo, ec. con macchie ES lionate, La testa, e l'alto del collo lionato acceso, Nota. Questa varietà da diversi Ornitologi, fra i quali è Latham, fu considerata come una specie distinta. Latham la chiamò Perdix montana. (+) Temm, ihid. pag. 489. (2) Calvi ibid. pag. 67. UCCELLI RAZZOLATORI 199 SINONIMIA Perdix cinerea sive Starna. Aldr. Ornith. T. 2, Tab. 141 Starna ec. Storia degli Uccelli Tay, 249. Tetrao Perdix. Bini Gmel, Buffon, Planch. enlum. num. 27. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. La Perdrix grise, Zngl. The common Partridge, Ted. Dos Rabhuhn ‘Dimensioni. Lunghezza totale: soldi g. Apertura del becco: quatt. 2; Coda: soldi 2. picc. 10. in quatt. 5, Costumi. Le Starne abitano e ne° monu e ne’ piani, quasi sempre in truppe che si riuniscono sollecitamente ogni qualvolta per una od uri altra causa siansi disperse, Alla fin dell’inverno sciolgonsi tutte quelle società che ancor sì son mantenute, e de Starne s'appajario. Spesso accadono fra i maschi delle Jotie ostinate, per la scelta della compagna. Vivono ne’ luoghi aperti, ne’ campi sativi, per le secce, nelle praterie di Lupinella, nelli sco- picci, ec, È caso che si trovino ne’ boschi: solo vi si ritirano essendo inseguite, o nell’ore più calde dell’ e- state. È la Starna un uo ora migratorio , ora no, secondo le circostanze: in alcuni paesi costaritemente emigra all’ approssimarsi dell'inverno, e vi ricomparisce in primavera © : in altri paesi, alcuni anni emigra, alcuni vi rimane stazionaria . PROPAGAZIONE. Fanno le Starne il nido ne’ campi di Grano, e ne’ prati; depongono da quattordici o venti uova, presso a poco d’ugual grossezza di quelle delle balia, ma più g globose, e di colore olivastro chiaro. A La più bella è quella col fucile. In tutte le parti della Toscana; eccettuato nelle Maremme, ove mai è divieto di caccia, secondo le nostre leggi sitanli , non è permesso uecider le Starne se non fino al primo di Settembre. La notte ‘precedente quel giorno. da tanti tanto desiderato, quasi tutti i cacciatori sono in moto. 199 ORDINE TERZO In piccole società di quattro o cinque, accompagnati da cani da fermo, s'avvian verso il luogo ove han destinato far caccia, sapendo che una brigata di Starne vi si è là stabilita. Avanti che l'aurora comparisca, ognuno de’ compagni, come fu loro imposto dal capocaccia, è an- dato a fermarsi su quel tale, o tal altro poggetto, su quello, o quell'altro punto del declive del colle, affine di dominare ogni circonvicina vallata. Là immobile, con i] cane giacente o legato a’ suoi piedi, stà il cacciatore attento ad ogni romore che turba la quiete profonda della campagna, giacchè egli spera sentire la voce delle Starne, e giudicare da essa, ed il lor numero, e la lor posizione. In fatti, verso lo spuntar del giorno, cantano le Starne, come per chiamarsi, e riunirsi: poi prendono il volo in brigata, e vanno a bere, o a posarsi a non molta distanza : allora nuovamente cantano , e spesso ancora di nuovo si frullano, e posate cantan di nuovo. a quel tempo già comparsa l’ aurora, e benchè poco distinti, pur si ravvisan gli oggetti: i cacciatori, abban- donato il lor posto , riunisconsi per comunicarsi ciò che han veduto, e sentito : e di poi quando il giorno è tanto cresciuto da poter vedere distintamente le Starne, qua- lora si frullino, tutti i tiratori ben ordinati van verso il luogo ove han veduto posarsi la brigata. I cani ne senton ben presto l’ odore, e dopo poco veggonsi puntare, o dare addosso, e far volar via il salvaggiume. Per il solito le Starne si alzan quasi tutte insieme, così che i primi colpi sogliono esser molto proficui. Spesso diverse ri- mangon sulla terra acquattate, e per questo è prudenza il far bene osservare il terreno da’ cani, avanti d’ andare a cercare, o come suol dirsi, a ribattere quelle scam- pate da’ primi colpi, e che sbaragliate dal timore vanno a posarsi chi in un punto, chi in un altro. Ordinaria- mente prima d’assalir la brigata, si lasciano ne’ luoghi più eminenti uomini detti dadazori ad osservare i siti ove si ferman le Starne. E qualora non siasi veduto il luogo in cui si posarono, stando i cacciatori quieti, e fermi, in breve le Starne scuopronsi da loro medesime, UCCELLI RAZZOLATORI 199 giacchè essendo disperse , e credendo svanito il pericolo , incominciano a cantare per chiamarsi e riunirsi. Se la caccia è ben regolata, i tiratori abili, e le Starne novizie, poche son quelle che scampan la morte. Una distruzione grandissima si fa ancora di questi uccelli con i lacciuoli tesi per le secce, ove sono stati adescati con Grano, Orzo, ec. | QUAGLIA PERDIX COTURNIX Larn. Petto color di nocciòla, o lionato, con strie longitudinali bianche. Perdix pectore spadiceo, vel helvolo, striis longitudina- libus albis insignito. Maschio adulto. Becco scuro-nero. Iride scuriccia, Pileo scuro-nero, con macchiuzze scuro-lionate, e tre fasce longitudinali bianco-ceciate che s° estendono e van- no a perdersi sulla cervice, che è ancor essa macchiata di nero, di lionato, di ceciato. Penne della schiena, sca- polari, groppone, e sopraccoda neri, con margine lio- nato e picchiettato di nero , con alcune fasce lionate tra- sverse, ed una macchia lionata, cuneata, sopra lo stelo. Un grande spazio biancastro cuopre la gola, i lati del collo, e la parte anteriore del gozzo, ed è cinto da un margine o collana di macchie castagne: nell’interno di questo spazio vi è un altra collana alla prima parallela, di macchie più folte, la quale nel mezzo s’ unisce ad una larga fascia scuro-nera , longitudinale, la quale scen- de dall’angolo medio della mascella inferiore. Lati del collo, gozzo, petto e fianchi, color lionato-acceso, con macchie scuro-castagne, e delle linguette ceciate sopra li steli delle penne. Addome e sottocoda, ceciate. Cuo- pritrici delle ali e remiganti secondarie color grigio-noc- ciòla, con sottil fascia ceciata sullo stelo, messa in mezzo da due linee nere, e da delle macchie irregolari trasver- se, ancor esse ceciate, ed ancor esse marginate di nero. 200 ORDINE TERZO Remiganti grigio-nere, con macchie ondolate lionate. Timoniere nerastre, con margine, stelo, e macchie on- dolate lionate. Piedi lionato-carnicini. Femmina. Différisce dal maschio per non aver mac- chie scure sul petto, nè Ja macchia longitudinale scuro- nera sul mezzo della gola. Giovani avanti la prima muta. Non han collana, nè differenza alcuna di colore fra la gola, ed il petto. Queste parti son biancastre, e ciascuna penna porta so- pra ogni lato una macchia scura, rotonda. SINONIMIA Coturnix. Aldrov. Ornith. Tom. 2. Tetrao coturnix. Lin. Gmel. Coturnice comune, o Quaglia. Storia degli Uccelli Tav. 243. 244. 245. j Coturnix dactylisonans. Meyer, Coturnix major. Brisson, NOMI VULGARI. TOSCANI Quaglia, Pis. Fior. Sen. Quagliera, Pis. STRANIERI Franc. La Caille. Ingl, The Quail. Ted. Die Wachtel, Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 5. quatt. 2. Ap. del becco: picc. 6. Coda: soldi 1. picc. 3. Tarso: soldi 1. Cosrumi. Sono le Quaglie uccelli viaggiatori, giacchè la massima parte lasciano in autunno l'Europa, traversano il mare, e vanno a passare il verno in Affrica, ed in Asia. Ma di Toscana, come pure dalle altre parti meridionali, non partono tutte, anzi una gran quantità ne resta per le stoppie delle nostre Maremme, ove trovano, e molto nu- trimento , e dolce clima. Negli ultimi giorni d° Aprile si rimettono in moto: quelle che avevan passato il mare lo passan di nuovo, e quelle che eransi ritirate ne’ siti apri- ci si spargon per tutti i campi e prati. In quel medesimo tempo cominciano ad entrare in amore, talchè ogni mat- UCCELLI RAZZOLATORI 201. tina, avanti allo spuntare del Sole, da molti punti della pianura si ode la voce delle Quaglie, la quale benchè non forte ma sonora, e nel mezzo al silenzio notturno ancor regnante in quel tempo, si fa sentire a grandi di- stanze. Ma poco dopo la comparsa del sole le Quaglie si quietano, e pascolando, o riposando frall’ erbe, non si fan più sentire che al cominciar della sera. Propagazione. Nidificano nelle pianure: quanto più son basse, ed umide, tanto più le amano. I campi di Grano, di Formentone, le praterie, le gronde de’ pa- duli, ne son ripiene. Fanno le uova in un piccolo in- cavo della terra, sopra un poco di fieno, o musco roz- zamente animassato . Le uova sono assai grosse in para- gone dell’ animale, subglobose, di color giallo-verdastro, coperte di macchie irregolari, e grandi e piccole di color nero-fegatoso. In uno stesso nido se ne trovano fino a diciotto. Caccia. Vi son molti modi per prendere questi uc- celli. Il primo è quello del fucile, e siccome le Quaglie con difficoltà prendono il volo, e reggono molto avanti al Bracco, così avendo un abile Bracco ed essendo in luogo ove siano abbondanti, riesce la caccia di grandissimo di- letto. Il secondo modo è la Lanciatoja , usandola come per prendere le Pernici, e le Starne. 3.° La Paratella. Si usa per prendere le Quaglie nell’ Aprile poco dopo il loro arrivo. È questa una tripla rete lunga dieci, od un- dici braccia, alta un mezzo braccio , o poco più; la rete intermedia è di maglia mezzana, e l’altre due di maglia larghissima, costruita in somma nel modo stesso della Ragna. Il cacciatore munito di un fischio da Quaglie, detto Quagliere; và, poco dopo il levar del sole, alla campagna aperta, fra i seminati, o ne’ pra, ed imi- tando con quel fischio la voce della Quaglia femmina, scuopre ove sono i maschi, giacchè immediatamente essi rispondono. Il cacciatore, trovato in tal modo un ma- schio, con la maggior celerità, ed in silenzio, ficca in terra 1 due bastoncelli a cui sono attaccate le estremità della rete, così che stia verticale e che il suo lato infe- 202 ORDINE TERZO riore tocchi perfettamente la terra. Egli ritirasi allora dodici o quindici passi lontano da quel lato di rete op- posto al sito ove sa esser la Quaglia maschio , e lù disteso in terra, incomincia nuovamente a fare il fischio della femmina ad uguali intervalli, e con la maggior perfe- zione: corre il maschio attraverso le erbe del prato, o per i solchi, e pieno del desiderio di trovare questa sup- posta bella da cui crede essere invitato, non vedendo la rete, vi incappa, e vi resta prigione. 4.° Il Quaglierajo. Comincia questa caccia alla metà d’ Agosto. È necessario, per poterla fare, l’aver delle Quaglie ingabbiate, e che cantino. Le gabbie in cui sì tengono hanno una struttura particolare, cioè son di vimini, in forma d’un cono ro- vesciato ; la parte superiore o la punta del cono troncata; è chiusa da tela, e lateralmente hanno un piccol fine- strino a cui esternamente corrisponde il beveratojo. É dipoi necessario, nel luogo ove vuol farsi la tesa, che deve essere in mezzo ad una vallata, o in qualche luogo pianeggiante ed aperto, seminar con Saggina alla fin di Giugno un pezzo di terra di forma triangolare. Giunto il tempo della caccia, ecco come questa si fa. Nel mezzo della Saggina, allora già alta, si pianta uno Stollo lungo dieci o undici braccia, e che ha in cima una carrucola, mediante la quale il dì della caccia si tirano sull’ alto dello Stollo le gabbie attaccate ad una fune, a guisa di corona. Nel triangolo di Saggina, poco avanti all’ angolo più acuto, e parallelamente alla base dello stesso trian- golo, si tende una Paratella fatta nel modo ordinario , ma molto più lunga della larghezza del triangolo in quel punto, e molto più alta della Sagginella. I lati di questa Paratella che sporgono in fuora dello spazio piantato di Sagginella, si rivoltano verso la base del triangolo in maniera da guarnirne una parte de’ lati, e la porzione superiore di questa medesima rete, la quale sopravanza all’altezza della Saggina, sopra quella si stende, diri- gendola verso la base. Ordinate le cose in questo modo, il cacciatore può far ritorno alla sua casa. Verso il levar del sole le Quaglie ingabbiate si mettono a cantare, e UCCELLI RAZZOLATORI 203 quelle che sono nelle vicinanze, 0 quelle che passan per l’aria, s accostano al luogo ove sentono maggior schia- mazzo, e trovandovi un comodo alloggio , e del mangi- me, vi si fermano, e vi si trattengono. Fatto giorno, e le Quaglie chetatesi, torna alla sua tesa il cacciatore; ed a uella 5° accosta andando verso la base del triangolo di Sagginella: adagio adagio s’ avanza, soffermandosi un poco ogni tanto, e facendo sonare de’ piccoli campa- nelli, o qualche altro strumento che produca piccol ro- more: giunto alla Saggina sì sofferma di nuovo, seguita a far qualche romore, urta delicatamente i lati del trian- golo con una mazzetta, ed a poco a poco s’ avanza verso la rete. Le Quaglie che erano nella sagginella impaurite fuggono dalla parte opposta, fintantochè trovata la Pa- ratella vi restano intrigate. Il quinto modo finalmente di prender le Quaglie è quello de’ Lacci , che si tendono in ogni stagione. GENERE XLVII. TURNI X Bonarerze. CARATTERI GENERICI Diri tre. DIGITI tres. Becco poco più corto della testa, piuttosto sottile, subarcuato , compresso, col margine d’ ambo le mascelle piegato in basso: la superiore appena più lunga dell’ in- feriore. Lingua carnosa, intiera. Narici basilari, late- rali, lineari, lunghe, coperte superiormente da una mem- brana nuda, fatta a volta. Zarso nudo, scudettato. Ditz solo tre davanti, intieramente separati. Unghie medio- cri, subadunche. Coda cortissima, di dodici timoniere. Ali piccole, un poco concave; prima e seconda remi- gante le più lunghe. 20h ORDINE TERZO COSTUMI Cibansi quasi esclusivamente d’ insetti: di rado di see mi. Son poligami: stan solitari. Corrono con rapidità grande; abitano le parti più calde dell’ Europa, nori meno che dell’ Asia, e dell’ Affrica. * QUAGLIA TRIDATTILA DI GIBILTERRA TURNIX GIBRALTARICA Vieni. Gola striata di nero, e di biancastro. Turnix gula e nigro-alboque striata. Becco giallastro. Schiena scura, striata trasversalmente di nero. Cuopritrici delle ali fulvo-chiare, marginate di bianco: sul mezzo di ogni penna vi è una macchia nera cinta da un cerchio bianco. Gola nera striata di bianco. Le penne del petto bianche verso il loro margine, color di ruggine nel mezzo, e circondate di nero. Remiganti nere. Penne della coda marginate di bianco, e striate di nero, e biancastro. Piedi giallastri (1). SINONIMIA Tetrao gibraltaricus. Gmel. Perdix gibraltarica. Lath. Hemipodius lunatus. Temm. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 5. quatt. 2. (2). Cosrumi. Trovasi in Sicilia: nel Museo di Parigi ne ho veduti due individui che di Sicilia furon portati dal Sig. Biberon. Temminck dice che trovasi anche nel mez- zogiorno della Spagna, e che abita i luoghi erbosi, e la macchia bassa: non si sa nulla della sua propagazione. (1) (2) Temm. ibid. pag. 495. UCCELLI RAZZOLATORI 205 * QUAGLIA TRIDATTILA D’ ANDALUSSIA TURNIX ANDALUSSICA Vie. Gola bianca. Turnix gula alba, Pileo scuro-nero, con tre fasce longitudinali giallo- lionate, Schiena nera, con degli zic-zac lionati. Scapo- lari dipinte da zic-zac neri, e lionati, ciascuna penna essendo marginata sottilmente di bianco. Gola bianca. Gozzo e petto lionato-acceso puro, marginato paralle- lamente di penne giallastre che hanno una macchia nera a qualche distanza dalla loro estremità, e son terminate di bianco-giallastro, Fianchi lionato-acceso, con alcune macchie nere. Addome bianco. Cuopritrici delle ali ce- ciate, con una macchia fulva sul lato interno, ed una nera sul lato esterno, Remiganti cenerine; 1’ esterne marginate di bianco. SINONIMIA Tetrao andalusicus. Gmel. Perdix andalusica. Lath. Hemipodius tachydromus. Temm, Dimensioni, Lunghezza totale: soldi 5. quatt. 1. Costumi. Secondo il Temminck abita i medesimi luoghi della specie precedente, APPENDICE ALL’ ORDINE DE’ RAZZOLATORI Oltre i Gallinacei di cui ho parlato quì sopra, tro- vansi in Italia e fuor d’Italia, ed ovunque l’uomo si è stabilito, altri uccelli di quest’ ordine , comunissimi, ed 206 ORDINE TERZO abbondantissimi in ogni pollajo. Siccome essi trovansi in questi paesi non per esservi stati posti dalla natura, o esservi da loro stessi venuti, ma bensì perchè l’uomo | forzatamente ve li ha condotti, essi non possono aver luogo nell’Ornitologia Toscana, cioè in un opera la quale parla solo degli uccelli che naturalmente trovansi nella Toscana. Pure, siccome il mio libro è destinato per chi non sa nulla d’ Ornitologia, e per quelli ancora che di qualunque altr’ opera sono sprovvisti, essendo cosa probabile che a qualcun di costoro venga volontà di conoscere il nome scientifico, la patria ec. degli uc- celli, de’ loro pollaj, credo far cosa utile dicendo qual- checosa anche di tali volatili. GENERE GALLUS Term. CARATTERI GENERICI TestA con CaruncoLA (1) eretta, o CresTA. GoLA nuda, con BarcigLI. Becco senza CERA. Gore nude. Diri quattro. Cona grande, eretta, Caput CARUNCULA erecta vel Crisra praditun. GuLA nu- da cum Paris. RostruM adbsque Cera. GENE nude. Diiti quatuor, CAuDA grandis erecla. Cosrumi. Da tanto tempo il Gallo è con l’uomo, che questo si è scordato del luogo da dove lo tolse, e adesso le forme di tale uccello tanto si son moltiplicate, e variate in grazia dell'influenza della domesticità, da esser quasi impossibile di raffigurare fra esse quelle del tipo prima- rio. Nelle Indie orientali sono state trovate selvagge varie (1) Aggiunta al Cap. NI. dell’ Introduzione. ( Caruncora, Caruncula. Escrescenza carnosa, d’ una o d’ un altra figura eretta o pendente, d’ uno o un altro colore, situata in una o in un altra parte del pileo. Barcieio, Palea. Caruncole compresse e pendenti, attaccate sotto la mascella inferiore . UCCELLI RAZZOLATORI 207 specie di Galli, come il Gallus Bankiva, Gallus Son- nerattii, Gallus furcatus, Gallus ignitus, ec. di- verse delle quali han somiglianza grande con alcune delle nostre varietà domestiche; mentre altre varietà han so- miglianza con altre di quelle specie. Perciò queste re- centi scoperte di specie selvagge di Galli, in vece d’ avere schiarita la questione, di più l’hanno oscurata. Ma l’ opi- nione del numero maggiore de’ Naturalisti si è che il Gallo de’ nostri pollaj, non da una sola razza selvaggia abbia avuto origine, ma dall’incrociamento di diverse. GENERE MELEAGRIS Lun. CARATTERI GENERICI TesrA con CARUNCOLA pendente, vestita, come pure il Corro, da VerrucHE carnose. Becco coperto alla base dalla Cera. Copa mediocre, erigibile. DirIi quattro. Caput CARUNcULA dependula, et una cum CoLLo VERRU- cis carnosis vestitum. Rostrum basi CERA tectum. CAUDA meciocris, erigibilis. Dicrri quatuor. TACCHINO MELEAGRIS GALLOPAVO Lux. Remiganti primarie nerastre, striate di bianco: penne del corpo di color nero, » bronzino splendente (maschio adulto ), o bruno- grigio, con pochi reflessi metallici ( fermm. e giov.) : coda di diciotto penne di color fulvastro, macchiate di nero, e con fascia nera all’ estremità . Bonaparte. Meleagris remigibus primariis nigrescentibus, albo striatis: corpore nigro , vel aeneo nitido (in mas. adult. ), vel brunneo griseo fere ex toto opaco (in foem. et juv.): pennis caudalibus 18 fulve- scentibus, nigro maculatis apice nigro fasciatis . x (] . Costumi. È proprio dell’ America settentrionale, ove adesso è comune negli stati occidentali, alle montagne sassose, e negli stati meridionali. La sua razza è stata distrutta negli Stati-Uniti settentrionali. Vive ne’ boschi in numerose truppe; si riposa a pollajo sopra i grandi 208 ORDINE TERZO alberi. Al far del giorno grida: nel tempo degli amori 1 maschi combattono, e corteggian la femmina pavoneg-. giandosi, sbuffando , e facendo la ruota. Si ciba di ghian- de, granturco ; ed anche di sostanze animali. *% GENERE NUMIDIA Lin. CARATTERI GENERICI hi TesrA senza CARUNCcOLA. PiLEO coperto da un cono cor- neo, o da una CrestA. GoTE nude, Cona piccola, pendente. Becco senza CERA. Diri quattro. Capur absque CaruncuLA, PiLeus tectus CrIsTA vel cono corneo. GeNa nude. CAuDA parva, dependula. RosrRuMm absque Cera. DiciTI quatuor, GALLINA DI FARAONE NUMIDIA MELEAGRIS Lun. Pileo coperto da un cono corneo: penne cenerine, con macchie bianche, rotonde. Numidia pileo tecto cono corneo; corpore cinereo maculis albis notato. Cosrumi. Adesso è un ornamento di quasi tutti i pollaj: ma grida sì forte, e tanto sovente e con voce così ingrata da rendere insopportabile la sua vicinanza. originaria dell’ Affrica: fu introdotta in Europa verso il 1508. La sua carne è squisita. GENERE P-APCO TN CARATTERI GENERICI Nessuna CaruncoLA. PiLEO coperto da una CresTA. GOTE pennute. Becco senza Cera. Copa grande, erigibile. Penne del sopraccoda più grandi delle timoniere. Diri quattro. UCCELLI RAZZOLATORI 209 Capur absque CArRuNcuLA. PiLeus tectus crista. GENE plumosa. Rostrum absque CerA. CaupA grandis, erigibilis. Tecrrices supercaudales remigibus longiores, Diciti qua- tuor è PAVONE PAVO CRISTATUS Lux. Ciuffo di ventiquattro penne. Pavo crista ex pennis vigintiquatuor. . Cosrumr. Da tutti è conosciuto questo bellissimo uc- cello, il di cui abito ricco in colori è cosa impossibile a descriversi per la variabilità loro. Ancora del Pavone la carne è buonissima, e la voce spiacevole. Vive selvaggio nelle parti settentrionali delle Indie orientali, di dove dicesi che Alessandro lo trasportasse in Europa. Tomo II. 4 ERE, Pit, di Li È n st i sha Mr cvi degne E "È d vsbaenitià | tai pe ki. Fap A, sa 1, nidi A Wo ji NOVITÀ Koi î Ri, Y pn NS Lr À veg DITA da id ti ni i IRA PA dvd da) VALONA Dego ga MITO Ù) ù ba SITA wi ; Hi Pa Lo ei dl (i SOTA Ù vi dio e Sire - i Rua: Lia a Mt Ag A LA SANTI n i 5) LA ti a dA Mi Lui | (IA ORDINE QUARTO UCCELLI DI RIPA GRALLA CARATTERI D'ORDINE Becco per lo più lungo, qualche volta corto, e fatto a volta. Narici nude. Gam- sE lunghe, e sottili, con uno spazio nudo più o meno esteso sopra il calcagno (1). Tarso lungo e sottile. Diri quasi sempre quattro; qualche volta tre; i tre anteriori per lo più tutti riuniti da una membrana, ora solamente alla base, ora fino alla cima: qualche volta solo l'esterno è unito col medio. Dito posteriore articolato ordina- riamente più in alto degli anteriori. Un- GHIE poco adunche, appuntate, poco re- trattili. - Rosrrum plerumque longum, inter- dum breve et fornicatum. Nares nude. (1) Il genere Rusticola fa eccezione a questo carallere. 212 ORDINE QUARTO Tisia longe, graciles , super calca- neum plus minusve nuda. Tarsus lon- gus, gracilis. Diciti fere semper qua- tuor: interdum tres: antici tres ple- rumque membrana connexi, vel basi tantum, vel ex toto: vel, quod raro, extimus solus cum medio connexus. UncuEs parum adunci, acuminati, subretractiles. COSTUMI Abitano quasi tutti sul margine de’ fiumi, de’ paduli, del mare, ed anche entrano nell’acqua, e vi camminano fintantochè essa non è profonda in modo da bagnar loro le penne: pochi ve ne sono che nuotano. Alcuni, quei che più somigliano ai Razzolatori, vivono ne’ luoghi asciutti, scoperti, e nudi, ove, come fan le Ga/line, caminano rapidamente, e non a passi lenti, e contati, come i più de’ Grallipedi. Volando tengono le gambe distese in dietro, per equilibrare il peso del loro lungo collo. Quasi tutti volano molto, e con forza. I più son notturni anzichè diurni. Bachit son quei che nascendo han bisogno d'esser covati, ed imbeccati, giacchè il mag- gior numero, poco dopo usciti dall’uovo, son vestiti di calugine folta, e tanto sono sviluppati, da poter cammi- nare, e beccare il cibo. Questo, in ogni età, consiste in vermi, insetti, ed erbe aquatiche, e per qualcuno anche di semi. Il tatto squisito che risiede nella pianta de’ loro piedi, ed in molti anche nella cima del becco, serve ad essi per trovare i vermi nella mota, UCCELLI DI RIPA 213 TRIBU I. GLI UNCIROSTRI. ALECTORIDES CARATTERI DI TRIBU Becco più corto della testa, subadunco. Dirt quattro: i tre anteriori imperfettamente pal- mati. Rosrrum subaduncum, capite brevius. Diaiti quatuor: tres antici imperfecte palmati. COSTUMI ; \ Non vi è in questa famiglia, d’uccelli Europei, che una specie di G/areola, e solo nell’ altre parti dell’ antico continente trovansi specie di questo stesso genere. Nella parte meridionale poi del nuovo continente, vi sono i generi Psophia Dicholophus, Chuvana, e Palame- dea. Tutti questi generi si possono suddividere in due sezioni, come osserva il Temminck, cioè in quella degli Uncirostri palustri , ed in quella degli Uncirostri campestri. I primi abitano i luoghi umidi ove dan la caccia agli insetti: i secondi vivono nelle lande inse- guendo le lucertole, e le serpi. Il Dicholophus fa col- Tesio l’ ordine delle Gralle con quello de’ Rapaci, me- dinite il genere Gypogeranus, che per le forme e co- stumi molto assomigliasi al Dicholophus. GENERE XLVII. GLAREOLA Bus CARATTERI GENERICI Becco compresso, più corto della testa, con apertura che giunge fin sotto agli occhi. Margine delle mascelle 214 ORDINE QUARTO intiero: la superiore curva in basso fino dalla sua ori- gine. Narici basilari, laterali, bislunghe, coperte da una membrana nuda nella parte anteriore. Lingua con l’apice cartilaginoso , e bifido. Gambe piuttosto lunghe, con una piccola porzione nuda sopra il calcagno. Z'arso scudetiato , più lungo del dito medio. Dit tre davanti, uno di dietro: gli anteriori uniti alla base da una mem- brana: il posteriore articolato più in alto degli anteriori. Unghie poco adunche: quella del dito medio lunga, depressa, intaccata dal lato interno. Coda di dodici ti- moniere. Al molto lunghe, strette: prima remigante più lunga delle altre. COSTUMI Uccelli migratori; volano molto, e corrono veloce- mente: secondo il Temminck van soggetti a due mute. PERNICE DI MARE GLAREOLA PRATINCOLA Nos. Coda molto forcuta: parti superiori grigio-olivastre. Glareola cauda valde furcata: corpore superne griseo- olivaceo. Adulti. Becco nero in cima, rosso alla base. Palpe- bre nude, rosse. Iride scura. Pileo color grigio-rossiccio- olivastro. Cervice e lati del collo grigio-olivastro, tinti di ceciato. Dorso, scapolari, cuopritrici delle ali, e re- miganti secondarie dello stesso color della testa, ma più tendente all’ olivastro. Cima delle remiganti secondarie medie bianca. Sopraccoda, sottocoda, base dell’ addome, e penne delle gambe, candide. Redini nere. Una stretta fascia nera parte dal lato inferiore dell'occhio, e girando sù i lati della gola, e sul gozzo, racchiude uno spazio semicircolare di color ceciato vivace: fra il ceciato e la fascia nera ve ne è un altra stretta e bianca. Petto tinto di grigio-olivastro. Addome ceciato . Remiganti primarie nere: l’ esterna ha lo stelo bianco. Cuopritrici inferiori UCCELLI DI RIPA 215 delle ali di color fulvo-castagno. Coda molto forcuta: timoniere bruno-nere in cima, bianche alla base. Piedi SCuro-rossastri . Giovani. Han delle macchie nere in vece della linea nera? la macchia subcircolare del gozzo non è ceciata, ma biancastra. Petto ed addome grigio-cupo, con mac- chie brune; qualche volta senza macchie. Parti superiori cenerino-scure, con ondeggiature più cupe, e delle mezze lune biancastre (1). SINONIMIA Hirundo marina. Aldrov. Ornith. Tom. 2, Tab. 699. Glareola austriaca, Senegalensis et naevia. Gmel. Hirundo pratincola. Lin. Sist. Nat. Glareola, o Rondone marino. Stor. degli Ucc. Tav. 547. Glareola torquata. Meyer, Temminck, Ranzani. NOMI VOLGARI. TOSCANI Pernice di mare, Rondone di mare, Pis. STRANIERI Franc. La Perdrix de mer. Ingl. The collared Pratincole. Ted. Der Halsbard-Giarol. Dimensioni. Lunghezza totale: cioè dalla punta del becco alla parte media della coda, soldi 7. Apertura del | becco: picc. 10. Timoniere più corte: soldi 2. picc. 2. Timoniere più lunghe: soldi 4. Tarso: soldi 1. picc. s. Costumi. È un uccello di passo che arriva in Toscana verso la metà di Maggio, ma si trattiene solo pochi gior- m. In quel tempo s’ aggira sopra 1 prati umidi, non lon- tani dal mare, volando a branchetti, rapidamente, ed ora in una direzione ora in un altra. Spesso si posa sulla rena e sull’erba, ove con molta destrezza e velocità in- segue gli insetti. S° addomestica facilmente, ancor preso adulto, ed al segno di non cercar più a fuggire, e di venire a prendere in mano il suo cibo. Tutti gli insetti (1) Temm. ibid. pag. 501, 216 ORDINE QUARTO gli piacciono, ma le Rufole (Acheta grillotalpa) più d’ogni altro. Con tuttociò non le ingoja vive, nè intiere, ma avanti le uccide col percuoterle fortemente in terra, e toglie loro le zampe anteriori, che son cornee e pun- genti. Mangia volenueri il torlo d’ uovo assodato, ed anzi gli piace poco meno delle Rufole: ma giammai gli ho veduto mangiare nè Rettili, nè Lombrichi, nè Chioc- ciole, benchè più volte abbia offerti di tali animali ad una Pernice di mare che tenni viva in mia casa per più di due mesi. Essa quando aveva fame cominciava a gri- dare kid, kia, kid kià con voce forte e squillante, e tutte le volte che sentiva qualcuno avvicinarsi alla sua stanza, replicava i gridi fintantochè non le fosse stato dato il suo vitto. Beveva poco, e non cercava mai di la- varsi, e non volle nemmeno prendere alcune Rufole viventi che le messi nel fondo del suo vaso d’ acqua. PropAgazioNE. Secondo ciò che ne dicono varj autori esse vanno a nidificare nelle paludi dell’ Ungheria, fra i giunchi, e le erbe aquatiche; partoriscono tre o quattro uova. Caccia. Quando nel Maggio si fan con le reti aperte le tese alle Sterne , spesso se ne prendono. TRIBU II. I CORRITORI. TACHIDROMI CARATTERI DI TRIBU Diti tre. DIGITI tres. Nota. Questa tribù è fondata sopra un carattere assolu- tamente artificiale, perciò quasi nessuna è la naturalezza della riunione de’ generi in essa compresi. Ma per indicare la causa che mi ha fatto adottare una tal riunione, non ho che a riperere quello da me detto più volte nel corso della mia opera, Scrivendo per principianti è cosa di prima im- portanza l’evitare la confusione; ed essendo mio oggetto il UCCELLI DI RIPA 217 far conoscere gli Uccelli d’ Europa, stimo buono qualunque mezzo che a ciò mi conduce. Se adottando un tal mezzo io posso seguire una riunion naturale, tanto meglio; ma quando ciò non si possa, o quando per farlo sia necessario correr rischio di confonder gli studiosi, io questo mezzo abbandono, e ne adotto un altro qualunque sia, purchè in- dichi una via decisa e chiara, contentandomi d’indicare che quel tal carattere, o quella tal riunione, è puramente arti- ficiale, Questo adunque è quello che accade nella presente tribù: la mancanza del dito posteriore offre un carattere chiaro e riconoscibilissimo, ma egli unisce degli uccelli ben diversi fra loro: pure siccome non adottandolo io avrei do- vuto fare un maggior numero di divisioni, scegliere altri caratteri meno cospicui ec., in somma confondere maggior- meote i principianti, perciò ( seguendo l’esempio di molti altri Ornitologi ) adotto senza esitare questo carattere. GENERE XLIX. OTIS Lin. CARATTERI GENERICI Becco subeguale alla testa, un poco fatto a volta, intaccato, con apertura che giunge sotto l'occhio. Narici semichiuse da una membrana pennuta. Dirri uniti alla base da una membrana. Tarso reticolato. RostRUM capiti subaquale, subfornicatum, emarginatum, hiatu sub oculos protenso. Nares semiclause membrana plumosa. Diciti basi membrana connexi. Tarsus reticulatus. Becco poco più corto della testa, diritto, subcom- presso in cima, con apertura che giunge fin sotto l’oc- chio. Margine delle mascelle intaccato: la superiore leggermente curva in basso. Lingua subcartilaginea , appuptata, frangiata in cima. /arici poste nella metà inferiore del becco, bislunghe, coperte superiormente 218 ORDINE QUARTO da una membrana vestita dalle penne della fronte. Gam- ba col terzo inferiore nudo. Z'arso quasi il doppio più lungo del dito medio: il tarso e la parte nuda della‘ gamba SEMI A Diti solo tre davanti, riuniti alla base da una membrana. Unghie corte, ed ottuse. Coda breve, rotondata, di quattordici, diciotto, o venti timoniere, Ali grandi: la prima remigante poco più corta della seconda: la terza la maggiore di tutte. COSTUMI Abitano i paesi aperti. Sono uccelli che corrono ve- locissimamente. Il loro volo è pesante: si nutriscono di semi, d’insetti, e di vermi. Depositano le uova in un piccolo incavo che fan nella terra , raspando con i piedi. I figli appena nati seguitamo la madre, e beceano da loro stessi . STARDA OTIS TARDA Lux. Statura d’un Oca: timoniere venti. Otis rectricibus viginti: statura Anseris. Maschio. Becco nero-celestognolo. Due penne lun- ghe e sottili alla base della mascella inferiore. Testa, alto del collo, gozzo, alto del petto, angolo dell’ala color cenerino. Sul pileo una fascia longitudinale più cupa che s' estende sulla cervice. Dorso, scapolari, piccole e medie cuopritrici delle ali nere, con strie trasversali ce- ciato-lionate. Grandi cuopritrici bianco-cenerine , mac- chiate di nerastro. Basi del petto e addome bianche, leggermente tendenti al cenerino. Coda color di noc- Gole striata trasversalmente di nero, bianca in cima. Remiganti nere. Piedi grigio-carnicimi. Femmina. Non ha dei penne a guisa di baffi alla base della mascella inferiore; e la Padoa longitudinale del pileo è meno visibile . UCCELLI DI RIPA 219 SINONIMIA Otis seu Tarda avis. Aldrov. Ornith. Tom. 2. pag. 85. Tab. 89. Otarda, o Starda maggiore. Stor. degli Ucc. Tav. 265. Buffon, Planch, enlum, num, 245. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. La grande Outarde. Ingl. The great Bustard, Ted. Der grosse Trappe. Dimensioni. Lunghezza totale: Br. 1. soldi 13. Ap. del becco: quatt. 7. picc. 2. Coda: soldi 7. Tarso: soldi 4. quatt. 2. Cosrumi. È in Toscana un uccello rarissimo. Vive in quasi tutte le parti dell’ Europa; più comune nelle orientali; corre velocemente, e vola molto basso. Propacazione. Fa il nido fralle biade, e vi deposita due o tre uova di colore scuro-chiaro-olivastro, con mac- chie irregolari, rosso-sudice, e bruno-cupe. GALLINA PRATAJOLA OTIS TETRAX Lis. Statura d’ un Avatra: timoniere diciotto. Otis rectricibus octodecim : statura Anatis Boscha:. Maschio adulto. Becco grigio-scuro . Penne del pileo nere, con una stria lionata sullo stelo. Dorso ornato ele- gantemente di lineette angolose, le une nere, le altre fulvo-rossicce ; queste lineette son frammiste a grandi macchie nere. Scapolari colorite presso a poco come le penne del dorso. Lati della testa e gola di color fulvo- bianchiccio, variato di piccole macchie longitudinali nere: parte superiore del collo nera: nel mezzo circa del gozzo, evvi una fascia bianca ben larga, Ta quale con- tinua ne lati del collo, ristringesi per gradi, ed ascende obliquamente, indi finisce alla nuca: sotto questa fascia 220 ORDINE QUARTO ve ne ha una nera con macchie bianche: dipoi una ierza fascia trasversale bianca, e finalmente una quarta nera. Addome bianco. Angolo dell’ ala bianco: piecole e me- die cuopritrici delle ali colorite come le penne del dorso, solochè esse han le macchie nere più piccole: grandi cuo- pritrici corrispondenti alle scapolari, nerastre, con l’api- ce bianco: le altre bianche: alcune però hanno un po’ di nero lungo lo stelo. Cuopritrici inferiori delle ali bian- che. Le quattro prime remiganti bianche nella base, ne- rastre nel resto: le sei seguenti bianche, con una larga fascia trasversale, nerastra, e situata verso l’apice: le dieci che vengono appresso; bianche. Piccole cuopritrici superiori della coda colorite come le penne del dorso: le grandi affatto bianche. Coda corta, composta di di- ciotto timoniere; le quattro medie fulve con larghe fasce trasversali nere, alle quali son frapposte alquante piccole strisce nere, ed angolose : le altre timoniere son bianche, con strisce trasversali angolose nere, e con una larga fa- scia trasversale nera situata verso l’ apice. Penne delle gambe bianche. Piedi grigio-scuri (1). Femmina, e giovani. Penne del pileo nere, con una fascia ceciata sullo stelo. Lati della testa ceciati, striati di nero. Parti superiori nere, macchiate di ceciato-lio- nato. Gola bianco-ceciata. Penne della base del collo ceciate, e striate trasversalmente di nero sullo stelo, ove è una larga fascia longitudinale senza strie, e marginata di nero. Petto bianco-ceciato, striato trasversalmente, ed ondolatamente di nero. Addome, fianchi e sottocoda, candidi: sù i fianchi e sul sottocoda delle macchie nere. Remiganti primarie nere, alla base bianche: remiganti secondarie bianche, macchiate di nero . Cuopritrici delle ali ceciate, macchiettate irregolarmente di nero. Timo- niere bianco-ceciate, macchiettate di nero. SINONIMIA Stella avis Roma dicta. Aldrov. Ornith. T. 2. Tab. 97. (1) Ranzani, Elem. di Zoologia Tom. 3. part. 8. pag. 45. UCCELLI DI RIPA 221 Gallina pratajola , o Fagianella ec. Storia degli Uccelli Ta Vv. 264. Buffon, Planch. enulum. num, 10, Tetrax campestris. Leach et Stephens. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc, La Cannepetiere. Ingl. The lite Bustard. Ted. Der klein Trappe. Dimensioni. Lungh. totale: soldi 15. Apert. del becco: soldi 1. picc. 2. '/,. Tarso: soldi 2. p. 3. Coda: soldi 4. Costumi. In Toscana è un uccello piuttosto raro; vi arriva irregolarmente, ed in piccol numero, e non so che vi si fermi a covare. Pure quasi ogni anno, anche nelle sole vicinanze di Pisa, se ne uccide qualcuna. In Sardegna è molto comune, come indica il Cetti, e come anche mi ha assicurato il cel. Sig. Cav. della Marmora. Egli, che ha avuto occasione d’ osservarne ed ucciderne molte, mi ha detto che nel volare fanno un sibilo, una specie di fischio molto acuto, il quale però non è pro- dotto che dall’ urto delle penne con l’aria: di più esse tengono il collo sporgente in avanti, nello: stesso modo de’ Germani, ed è da ciò, secondo la sua opinione, che esse hanno avuto il nome di Canne. Propagazione. Secondo il Cetti nel Maggio son già nati i pulcini della Gallina pratajola, Il nido, che con- siste in una buchetta scavata fralle erbe de? prati o de’ campi, contiene tre o cinque uova di color verde uni- forme, e lustro (i). (1) Un altra specie di Otis, l’ Otis Houbana Gmelin, è stata trovata qualche volta in Europa, benchè propria dell’Affrica, e dell’ Asia . E siccome essa si è fatta vedere nella Spagna, nella Slesia, ed in qualche altra parte della Germania, può, non difficil- mente, incontrarsi anche in Italia; perciò io quì ne riporto la frase datane da Temminck, giacchè io, non possedendo quest’ uccello , non sono in grado di farlo. OTIS HOUBANA Gwrt. Becco lungo, depresso alla base : sulla testa un gran ciuffo di penne sottili: delle simili penne su i lati del collo: (le maggiori lunghe quattro pollici): coda lunga otto pollici, di diciotto timoniere. Lunghezza totale: Br. 1. e soldi 4. 222 ORDINE QUARTO GENERE L. CURSORIUS Larnin. CARATTERI GENERICI Becco subeguale alla testa, subarcuato, in- tiero, con apertura che giunge sotto l’occhio. NaricI semichiuse da una membrana nuda. Diti riuniti alla base da una membrana. Tarso scu- dettato, RosrruM capiti subequale, subarcuatum, in- tegrum, hiatu sub oculos protenso. NarES se- miclause membrana nuda. Diciti basi mem- brana connexi. Tarsus scutellatus. Becco subeguale alla testa, subarcuato, subtetragono, intiero, con apertura che giunge fin sotto l'occhio. Lin- gua appuntata (1). arici poste alla metà del becco, all’ estremità delle penne della fronte che risalgono sulla mascella superiore; bislunghe, aperte in una membrana nuda. Gambe lunghe, con la metà inferiore nuda. Z'ar- so quasi tre volte la lunghezza del dito medio: il tarso, e la parte nuda della gamba scudettata. Diti solo tre davanti, riuniti alla base da una piccola membrana. Unghie corte: quella del dito medio depressa, atton- data in cima, seghettata nel margine interno. Coda bre- ve, rotondata, di dodici timoniere. Ali mediocri: prima e seconda remigante subeguali, e le più lunghe. COSTUMI Genere formato da poche specie abitatrici delle re- gioni calde ed aride dell’ antico continente. (1) Ranzani, loc. cit. pag. 51. UCCELLI DI RIPA 223 CORRIONE BIONDO CURSORIUS EUROPAUS Lara. Gozzo, petto e addome ceciato-lionato: groppone lio- nato-isabella: remiganti nere. Cursorius pectore et abdomine cicerino-helvolo: uropygio helvolo-isabellino: remigibus nigris. Adulti. Becco nero, con la base grigiastra. Parte anteriore del pileo, cervice, spalle, dorso, scapolari, cuopritrici delle ali e sopraccoda , color lionato-isabella: parte posteriore del pileo cenerina: penne dell’ occipite nere. Dalla parte superiore dell’ occhio parte una larga fascia bianca, che và sulla nuca a unirsi a quella del lato opposto. Dall’ angolo posteriore dell’ occhio parte una fascia nera, che serve di margine inferiormente alla bian- ca, e ne segue la direzione. Gola, e parte media dell’ ad- dome biancastre. Gozzo, petto, parte anteriore e laterale dell’ addome, color lionato-isabella, leggermente ten- dente al cenerognolo. Remiganti primarie nere, con il margine dell’ estremità lionato : remiganti secondarie lio- nato-isabelline dal lato esterno, bianche all’ estremità, nere nel lato interno. Penne de’ fianchi, e cuopritrici inferiori delle ali nere. Timoniere lionato-isabelline, con macchia nera verso la cima, eccettuata l’esterna. Piedi grigio-carnicini. Unghie nerastre. Giovani . Han le parti superiori d’ un color più chiaro che gli adulti. Le scapolari, e le cuopritrici delle ali hanno un gran numero di linee a zic-zac d’una tinta più cupa. Dietro gli occhi, in vece delle fasce nere , non vi è che dello scuriecio (1). SINONIMIA Charadrius gallicus. Gmel. Cursorius isabellinus. Meyer, Temm. (1) Temm. loc. cit. pag. 514. Pr) ORDINE QUARTO Corrione biondo. Storia degli Uccelli Tav, 474» % NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Coure-vite isabelle, Ingl. The cream-colou- red Courser. Ted. Der isabellfarbiger Làufer, Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 8. picc. 2. Ap. del becco: picc. 14. Coda: soldi 2. pice. 2. Tarso: soldi 2. Cosrumi. Questo raro uccello abita 1° Affrica, di dove ogni tanto qualche individuo accidentalmente ne parte, e viene nell’ Europa meridionale. Perciò ogni tanto se ne veggono in Spagna, in Francia, in Italia, ec. Anche in Toscana so di certo che ve ne sono stati uccisi, .e fralli altri, uno molti anni sono, nelle praterìe dette Campaldo presso Pisa. Nell’ Affrica è comune, parti- colarmente in Abissinia, lungo il Mar rosso, ec. Vive ne’ luoghi nudi ed aridi, unito in branchi. L'individuo adulto, e qui sopra descritto, fu ucciso in Abissinia, ed il Museo di Pisa lo deve al celebre viaggiatore Ruppel. GENERE LI. OEDICNEMUS Temm. CARATTERI GENERICI Becco subeguale, o più lungo della testa, di- ritto, subtetragono, grosso, intiero, con aper- tura che giunge fin sotto l'occhio. Narici se- michiuse da una membrana nuda. Diti riuniti da una membrana. Tarso reticolato. RostruM caput subaquans, vel superans, rectum, subtetragonum, crassum, integrum, hiatu sub oculos protenso. Nares semiclausa membrana nuda. Diciri membrana connexi. Tarsus reziculatus. UCCELLI DI RIPA 225 Becco eguale, o più lungo della testa; diritto, gros- so, subtetragono, appuntato: con apertura che giunge sotto l’occhio. Mascella inferiore con un angolo spor- sente inferiormente. Lingua intiera. Narici bislunghe, strette, poste verso la metà del becco, aperte in una membrana nuda. Gambe mediocri, con il terzo infe- riore nudo. Z'arso presso a poco il doppio in lunghezza del dito medio, reticolato. Dit tre davanti, uniti alla base da una membrana. Unghie corte, grosse , ottuse . Coda mediocre, cuneato-rotondata, di dodici timonie- re. Ali grandi: prima remigante poco più corta della seconda, che è la più lunga. COSTUMI Uccelli notturni, che cibansi di piccoli vertebrati, grossi insetti, ec. Non ve ne è che una specie in Europa. OCCHIONE OEDICNEMUS CREPITANS Tewmw. Becco subeguale alla testa: pileo, cervice, e dorso color lionato-grigio, con strie longitudinali nerastre. Oedicnemus rostro capiti subaequale : pileo, cervice, dorso helvolo-griseis, longitudinaliter nigro striatis. Adulti. Becco nero in cima, verdastro-giallognolo alla base. Iride gialla. Penne del pileo, cervice, schiena, dorso, scapolari, sopraccoda, timoniere medie, e remi- ganti interne di color lionato-grigio, con una macchia nera longitudinale sullo stelo, che insensibilmente si sfu- ma col lionato. Lati della fronte, della testa , gola, parte inferiore dell’ addome, e penne delle gambe di color bianco. Dall’ angolo del becco alla cervice, percorre una fascia di penne colorite come quelle del dorso. Penne de’ lati del collo, del gozzo, e petto simili a quelle del dorso, ma d’un lionato più chiaro. Sottocoda lionato- castagno. Cuopritrici delle ali simili alle penne del dor- so: sulle medie una fascia trasversa biancastra : le grandi, Tomo II. 19 226 ORDINE QUARTO che nella cima son nere, son marginate di bianco. Re- miganti nere: l’esterna è bianca ne’ due terzi inferiori: la seconda ha una macchia bianca nel terzo superiore . Timoniere dipinte di larghe fasce angolate, bianche, e nere. Parte nuda delle gambe, e tibie, giallo-verdastre . Unghie nere. Giovani. Hanno i colori più confusi: e l’articola- zione della gamba col tarso molto più grossa che negli adulti. SINONIMIA Oedicnemus. Aldrov. Ornith. Tom. 2. Tab. 99. 100. Urigino, o gran Piviere. Storia degli Uccelli Tav. 472. Charadrius oedicnemus. Gmel. Oedicnemus europaus. Vieillot. Otis oedicnemus. Latham. Buffon, Planch, enlum. num. 919. NOMI VOLGARI. TOSCANI Occhione, Pis. Veregino, Corrione, Fior. Corrisodo, Bientina. Tallurino, Senese. Brecciolotto, Val di Chiana. STRANIERI Franc. Le grand Pluvier, ou Courlis de terre. ng. The thick need bustard. Ted. Der Lerch ergrave regenpfeiser. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 14. Apertura del becco: quatt. 5. Coda: soldi 4. quatt. 1. ‘Tarso: soldi 2. picc. 10. Cosrumi. Vive 1’ Occhione in tutti i luoghi aridi e spogliati della Toscana. Sulle crete del Senese, del Vol- terrano, nel letto de’ grandi fiumi, sù i larghi prati are- nosi, sù i tomboli del mare, ec. trovansene in qualun- que stagione. Nel giorno stan per il solito accovaceiati dietro qualche cespuglio, o d’ un sasso, di dove rapi- dissimamente fuggono correndo all’ avvicinarsi di qual- che oggetto da essi temuto: e quando la corsa non basti , inalzansi a volo e vanno a posarsi alla distanza di due 0 tre tiri di fucile, e di nuevo cominciano a correre, così UCCELLI DI RIPA 227 che mai si trovano nel luogo ove si son visti posare. Comparsa poi la notte spontaneamente abbandonano i loro covi, e chiamandosi gli uni con gli altri mediante un fischio forte, ed esprimente quasi turlui, turlui , vanno a cercare il cibo, cioè de’ grossi insetti, delle chiocciole, de’ piccoli rettili, de’ topi, ec. Nelle notti della buona stagione, essi fischiano di continuo, fintan- tochè il ritorno del giorno non gli obbliga d’andare nuo- vamente a nascondersi . . Propagazione. L’ Occhione non fabbrica nido di sorte alcuna; deposita le uova immediatamente sulla terra, o sulla rena, nel mezzo d’un prato, o di qualunque altra gran pianura, lontano da sassi, o cespugli. Queste uova sono ordinariamente in numero di due, della grossezza di quelle della gallina, di color ceciato, con un gran numero di macchie, segni, e punti di tutte le forme e grandezze, sparsi in quà ed in là. Caccia. Col fucile: ma non è molto facile, giacchè sono uccelli sospettosissimi, ed ì luoghi aperti ove abi- tano rendono ad essi facilissimo l’accorgersi dell’ avvi- cinarsi del cacciatore. Pure siccome per il solito non temono i cavalli, nè i carri, nè i barocci, si giunge so- vente a poter tirare ad essi col fucile, col nascondersi dietro qualcuno di questi oggetti, e così approssimarsi senza esser veduti. GENERE LII. HEXAMATOPUS Lin. CARATTERI GENERICI Becco diritto, compresso, molto più lungo della testa, con la cima compresso-cuneata : con APERTURA che appena oltrepassa le prime PENNE delle core. Diti uniti alla base da una membrana. 22% ORDINE QUARTO RostRUM rectum, compressum, Capite multo longius, apice compresso-cuneato, HIATU vix ultra primas pennAs GENARUM protenso. DIGITI basi membrana connexi . Becco molto più lungo della testa, diritto, compres- so, con la cima compresso-cuneata, con apertura che appena oltrepassa le penne prime delle gote. Lingua corta ed intiera. /Narici poste nel terzo inferiore del becco, aperte in una membrana nuda. Gambe medio- cri, con il terzo inferiore nudo. Z'arso più lungo del dito medio, reticolato. Dit: solo tre davanti : 1’ esterno unito col medio da una membrana che oltrepassa la prima falange. Unghie corte, depresse, smussate. Coda breve, subtroncata, composta di dodici timoniere. Ali grandi: prima remigante più lunga delle altre. COSTUMI Uccelli che abitano quasi di continuo sulla riva del mare, sulli scogli, sulla spiaggia lasciata scoperta dalla marea calante. Stan riuniti in branchetti, corrono velo- cemente, ed anche nuotano. Cibansi di piccoli crostacei, di molluschi nudi, e di molluschi bivalvi, i cui guscì aprono facilmente, introducendo nella fessura che li se- para la punta cuneata del loro becco. Sono uccelli migratori, Se ne trovano tanto nell’antico che nel nuova continente, UCCELLI DI RIPA 229 = = BECCACCIA DI MARE HEMATOPUS OSTRALEGUS Lin, Schiena e scapolari nere: groppone bianco: piedi rossi. I{ematopus dorso et scapularibus nigris: uropy gio albo: pedibus rubris, Adulti. Becco rosso-arancione. Contorno degli occhi nudo, e di questo stesso colore . Iride rossa. Testa, collo, petto, schiena, scapolari, piccole e medie cuopritrici delle ali di color nero cangiante in violetto. Sotto 1’ oc- chio una piccola macchia bianca. Parte inferiore della schiena, groppone, sopraccoda, addome, fianchi, cuo- ‘pritrici inferrori delle ali, penne delle gambe e sottoco- da, di color bianco-candido. Grandi cuopritrici delle ali bianche nella metà superiore, nere nella metà basi- lare. Remiganti nere, con una macchia bianca bislunga dal lato interno: stelo nero, con uno spazio bianco verso la cima. Timoniere nere alla cima, bianche alla base. Piedi rosso-arancioni. Unghie nere. I 23e ORDINE QUARTO Nota. Secondo il Temminck e varj autori che hanno adottata la sua opinione, l'uccello descritto quì sopra sa- rebbe vestito dell’ abito di estate, o di nozze. Ma quello. è l’ abito che hanno tre individui conservati nel Museo di Pisa, e stati uccisi, due nel Marzo nella nostra pianura, l’altro in Febbrajo in Mugello; così che un tal fatto prova trovarsi anche in inverno degli individui portanti l’ abito medesimo che nell’ estate. Ecco quì sotto la descrizione d’ un individuo da me portato di Francia, e che secondo il Sig. Kuhl di Harau, ed il Sig. Temminck, avrebbe l'abito di inverno. Sarebbe possibile che i soli giovani cangiassero l’abito, e che î vecchissimi conservassero tutto l’anno il medesimo ? Abito d’ inverno (de? giovani? ) Coloriti nel modo stesso che in estate, ma attraverso alla gola hanno un largo collare biancastro, ed il color nero in loro è meno splendente. Giovani dell’anno. Becco e contorno degli occhi, scuro-nerastro. Le penne nere son macchiate di scuric- cio, ed hanno un margine più chiaro. Piedi grigio- lividi (1). SINONIMIA Hematopus. Aldrov. Ornith. Tom. 3. pag. 447. Ostralega ec. Storia degli Uccelli Tav. 477. Buffon, Planch. enlum. num. 929. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Huitrier Pie. Ingl. The Pied Oister catcher or sea-pie. Zed. Der Geschackte austernfischer. Dimensioni dell’ adulto senza collare. Lunghezza totale: soldi 15. Apertura del becco: soldi 2. picc. 11. Coda : soldi 3. quatt. 2. Tarso: quatt. 5. picc. 2. Di- mensioni dell’ individuo col collare, probabilmente un giovane. Apertura del becco: soldi 2. picc. 7. Tar- so: quatt. 4. picc. 5. (1) Temm. loc. cit. pag. 531. ‘UCCELLI DI RIPA 231 Cosrumi. Non è molto comune in Toscana: e solo in inverno, od in primavera ne comparisce qualcuno. Propacazione. Egli và a nidificare ne’ paesi setten- trionali: nell’ estate è molto comune sulle coste d’Olanda e d’ Inghilterra, ove il terreno basso è pieno di stagni, e vestito d’erbe. Fra quelle partorisce le uova , che quasi sempre sono in numero di due$ rarissimamente tre, di colore olivastro chiaro, con uh gran numero di macchie nere. GENERE LIII. HIMANTOPUS Brsss. CARATTERI GENERICI Becco diritto, sottile, appuntato, molto più lungo della testa, con APERTURA che appena ol- trepassa le prime penne delle core. Diri uniti alla base da una membrana. RosTRUM rectum, tenue, acuminatum, capite multo longius, niatu vix ultra primas PENNAS cenarUM protenso. Dicrti basi membrana con- nexi. | Becco più lungo della testa, diritto, sottile, subcom- presso: con apertura che appena oltrepassa le penne delle gote: estremità della mascella superiore un poco piegata in basso, quella dell’ inferiore diritta. Lingua mediocre, sottile, ed appuntata. Varici basilari, linea- ri, larghe, aperte in una membrana nuda. Gambe lun- ghissime, quasi intieramente nude. 7'arso lunghissimo, quasi tre volte la lunghezza del dito medio : reticolato . Diti tre davanti: l’ esterno unito col medio da una mem- brana che giunge fino alla seconda falange: il medio unito con l'interno da una piccolissima membrana. Unghie corte, appuntate. Coda corta, troncata, di do- 230 ORDINE QUARTO dici timoniere. Al lunghe: prima remigante più lunga delle altre. COSTUMI Contiene questo genere due specie d’ uccelli singola- rissimi per la lunghezza e sottigliezza estrema delle loro gambe. Sono essi abili tolatori, che emigrano periodi- camente: si cibano d’insetti e vermi. CAVALIER D’ITALIA HIMANTOPUS MELANOPTERUS Mexrn. | Bianco: lati della schiena, scapolari ed ali, nere: nuca e cervice tinta di bianco e di nero. Himantopus corpore albo, dorsi lateribus, scapularibus alisque nigris: gula et cervice nigris albo maculatis. Adulti. Becco nero. Iride rossa. Occipite e cervice nera, macchiata di bianco. Lati della schiena, scapolari ed ali di color nero, leggermente cangiante in violetto- verdone. Parte media della schiena, groppone, fronte, lati della testa, del collo, gola, gozzo, petto, fianchi, addome, penne delle gambe e sottocoda, di color bian- co-candido. Penne del sopraccoda leggermente tinte di cenerino. T'imoniere cenerino-perlate. Gambe e piedi color rosso-corallino-vinato. Unghie nere. Nota. Si trovano degli individui che han la cervice più bianca di altri; alcuni ancora che han questa parte intiera- mente bianca. Secondo il Sig. Temminck questi ultimi so- no vecchissimi, Giovani. Penne del pileo, e cervice cenerino-nera- stre, con margine biancastro. Penne de? lati della schiena, delle scapolari, e delle ali bruno-nere, con i margini biancastri. Piedi arancioni (1). (1) Temm. ibid. pag. 528. UCCELLI DI RIPA 533 SINONIMIA Hamantopus. Aldrov. Ornith. Tom. 3. Tab. 445. 446. Charadrius Himantopus. Gmel. Merlo aquatico maggiore ec. Storia degli Ucc. Tav. 470. Himantopus rufipes. Bechsteiu, Himantopus albicollis. Vieillot, NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Echasse. Ingl. The Long-Legged plover. Ted. Der Schwarzfligelige. Dimensioni. Lunghezza totale, cioè dalla punta del becco all’ estremità della coda: soldi 12. Apertura del becco: soldi 2. picc. 5. Coda: soldi 2. quatt. 2. Parte nuda della samba: soldi 3. picc. 5. Tarso: soldi 4. picc. I. Nota. Se ne trovano alcune volte, come anche fa notare il Sig. Prof. Calvi (1), degli individui un sesto più piccoli, benchè in tutto i) resto agli altri perfettamente somiglino, Costumi. Non viene in Toscana che nel tempo del suo ripasso, cioè nel Maggio. Allora è assai comune: e frequentemente si vede in branchetti di otto o dieci all'imboccatura de’ fiumi, e sulle sponde de’ nostri pa- duli, e stagni non lontani dal mare. Vola rapidamente, e cammina piuttosto con velocità ad onta delle sue lun- ghe gambe. Per il solito si trattiene ne’ luoghi ove l’ erba è alta, e l’acqua non molto profonda. Là egli prende gli insetti ed i piccoli vermi che vede sulle foglie, o che nuotano a fior d’acqua. Un individuo che ne ebbi vivo faceva spesso sentire un grido corto e tronco, ma squil- lante come il suono d’ una piccola campana. PropAicazione. Dicesi che vada a nidificare nelle va- ste paludi dell’ Ungheria, e della Russia. Caccia. Nel Pisano ogni anno se ne prendono pa- recchi con le reti, da coloro che tendono alle Sterne. (1) Calvi, Catalogo d’Ornitologia pag. 69. 234 ORDINE QUARTO GENERE LIV. CHARADRIUS Lin. CARATTERI GENERICI Becco diritto, sottile, più corto della testa, con APERTURA che appena oltrepassa le prime PENNE delle core. Tarso reticolato. Dito ester- no unito alla base col medio da una piccola membrana. RosTRUM rectum, tenue, capite brevius, HIATU vix ultra primas PENNAS GENARUM protenso . Tarsus reticulatus. Dicitus extimus basi cum medio parva membrana connexus. Becco più corto, o subeguale alla testa, diritto, te- rete, intiero, un poco rigonfio in cima: con apertura che appena oltrepassa le prime penne delle gote. Lin- gua intiera, terete. /Varici poste nella metà basilare del becco, bislunghe, strette, aperte in una membrana nuda. Gambe mediocri, con il terzo inferiore nudo. T'arso più lungo del dito medio, reticolato. Diti tre davanti: l’ esterno unito col medio da una membrana che appena giunge alla seconda falange. Unghie me- diocri, appuntate, compresse. Coda subeguale alle ali, rotondata, di dodici timoniere. Ai larghe: la prima remigante subeguale alla seconda, e più lunga delle al- tre: le secondarie interne subeguali alle primarie. COSTUMI Si cibano di vermi che abitano nella terra motosa de’ prati, o del margine dell’acque. Sono più notturni che diurni. I loro figli poco dopo nati seguono la ma- dre, e beccano ciò che essa loro addita. UCCELLI DI RIPA 235 Nota. Colui che essendo in un:gabinetto ornitologico getta un colpo d'occhio sulla serie de’ Pivieri Europei, an- corchè poco o nulla istruito de’ costumi di questi uccelli, pure gli vien fatto di formarne due gruppi, ponendo in uno il Piviere dorato, ed il Tortolino, e nell’altro le piccole specie col collare. A chi poi ne conosce i costumi, sembra necessario far due generi di questi gruppi; ma se minuta- mente esaminansi le parti di questi uccelli, quelle almeno ove soglionsi cercare i caratteri per distinguere i generi, nessuno vi se ne trova atto a separarli, e bisogna lasciarli insieme riuniti, malgrado i loro diversi costumi, e la loro diversissima fisonomìa. Ma benchè non possano dividersi in generi, credo debbansi dividere in due famiglie, prendendo come carattere la distribuzione generale de’ colori. FAMIGLIA I. I PIVIERI PRATAJOLI. PLUVIALES CARATTERI DI FAMIGLIA Nessun CoLtARE. CoLLare nullum. COSTUMI Vivono nelle srandi praterie umide, nelle campagne aperte e fangose. Mai, oppure accidentalmente, si fer- mano sulla riva del mare, o sulla spiaggia de’ fiumi. Nella stagion degli amori, i maschi vestono una livrea diversa, e più bella di quella dell’ altre stagioni. Nessuna specie nidifica in Italia. Compariscono fra noi in autun- no, od in inverno. La loro carne è molto buona. PIVIERE CHARADRIUS PLUVIALIS Las. Pileo, e la parte superiore del corpo di color nero, mac- chiato di giallo vivace: becco nerastro: piedi neri. Charadrius pileo, et corporis superna parte nigris, luteo- maculatis: rostro nigrescente: pedibus nigris. 236 ORDINE QUARTO Adulti in inverno. Becco nero-celestognolo. Iride quasi nera. Tutte le parti superiori sono nerastre, con macchie gialle, o ceciate. Gola e parte inferiore dell’ ad- dome, bianca. Gozzo e petto cenerino-scuriccio, mac- chiato di giallo-chiaro. Timoniere bruno-nere, con fasce trasverse giallo-biancastre. Remiganti bruno-nere, con sottil margine biancastro, e lo stelo bianco verso la ci- ma . Piedi nero-cenerini. Abito di nozze de’ giovani maschi, e femmine. Parti superiori nere, con le macchie di bel color giallo- d’oro: ma fra queste qualcuna ve ne è delle ceciate. Gozzo, parte media del petto e dell'addome di un bel nero puro, con delle macchie bianche: sul petto vi sono ancora delle macchie gialle. Una fascia bianca cinge da tutti i lati questo color nero, ed essa è cinta da grandi macchie nere, e gialle . Abito di nozze degli adulti. Parti superiori di color nero puro, macchiate di giallo vivace. Le inferiori son colorite come ne’ giovani, ma i colori son più vi- vaci, e sul nero non vi son macchie bianche. Nota. In quest’ ultima livrea non ne ho veduto mai al- cuvo che fosse stato preso in Toscana. Nell’Aprile di quan- do in quando sl trova qualche giovane con l’abito di nozze. SINONIMIA Pluvialis. Aldrov. Ornith. Tom. 3. pag. 528. Tab. 531. Charadrius pluvialis. Lin. (abito d’ inverno), C. Apri- carius ( abito d’ estate ) Lin. Charadrius auratus. Suckow. Piviere dorato. Storia degli Uccelli Tav. 473. Buffon, Planch. enlum. num. 904. NOMI VOLGARI. TOSCANI Piviere, Pis. Martinello, Fior. STRANIERE Franc. Le Pluvier dorè. /Ingl. The Golden or green Plover. Ted. Der Goldregenpfeifer. UCCELLI DI RIPA 237 Dimensioni. Lunghezza totale: soldi g. quatt. 2. Apertura del becco: “Soldi I. picc. 1. Coda: soldi 2. picc. 6. Tarso: quatt. 4. pice. H Costumi. Verso la metà d’ Ottobre cominciano ad arrivare i Pivieri. Da primo vengono alla spicciolata , due o tre per volta, ma in seguito ne passano branchi numerosissimi, i quali, se trovano i prati umidi, e gli stagni pieni d’acqua, si fermano e quà si trattengono tutto l’inverno: altrimenti seguitano il loro viaggio verso il mezzogiorno, e vanno a svernare nelle paludi dell’ Ita- lia meridionale, o nell’ Affrica. Sul finir poi dell’inver- no, nella Quaresima, ripassano, ed anche allora un poco riposansi in Toscana. Questi uccelli sogliono viag- giare ne’ tempi nebbiosi, quando il cielo è scor done pioviscola , e sempre ad alaase grandissime, ove appena si possono scorgere, benchè per n solito facial sentire fischiando. Nell’ Aprile partono tutti, ed in estate mai ne è stato veduto alcuno fra di noi. Propagazione. Nidifica in Norvegia, in Svezia, in Russia, ec. sulla terra, o sulla rena. Partorisce tre o cinque uova piriformi bianco-giallastre, con un gran numero di macchie rosso-scure (1). Caccia. Siccome i Pivieri dan molta reita ad un fi- schio che imiti il loro, di maniera che odendolo quando viaggiano nell’alto dell’aria, ad ali quasi serrate si get- tano accanto al cacciatore, perciò facilmente si pren- dono o col Fucile, o con le Reti. I nostri cacciatori per contraffare il grido di questi uccelli soglion servirsi d’ un piccolo Zufolo lungo circa tre soldi di braccio, fatto con un osso della coscia d’ un Castrato, e che dal lato infe- riore ha un buco: la stretta apertura del suo becco è for- mata con cera, di modo che il cacciatore può allargarla, o ristringerla ,, come egli crede conveniente per meglio imitare il fischio. Si fa la tesa delle reti a questi uccelli, in quelle grandi praterìe ove se ne son veduti stanzia- tu; o dove ne sogliono passar molti. Le reti debbono (1) Schinz, Hist. natur. des nîds. Oiseaux de Monais pag. 5. 238 ORDINE QUARTO esser grandi, di maglia larga, ed il cacciatore deve cer- care di nasconderle meglio che può, facendole penetrare frall’ erba, od anche sotto quella poca d’acqua o motri- ‘ glia che bagna il prato: ciò si ottiene picchiandovi sopra con la base d’ un fascio di giunchi strettamente legati . I cacciatori poi stanno nascosti dietro una piccola e bassa tenda di tela scura, retta da quattro bastoncelli. De' Pi- vieri impagliati posti nel mezzo, o all’intorno delle reti, con la testa rivolta al vento, ed una Fifa viva attaccata ad una leva per zimbello, sono i richiami necessarj per determinare i Pivieri viaggiatori ad entrare, o passare di sopra le reti, dopo che vi furono attirati vicino dal fi- schio. E cosa utilissima per il buon esito della caccia che più d’uno siano i cacciatori: quando si è teso nell’ac- qua, la forza d’un uomo non è sufficiente per far solle- vare e chiudere le reti con la necessaria sollecitudine : conviene allora porre al Zr'aito una Manicchia molto più lunga, alla quale attaccandosi ì due tenditori, che fortemente puntano i piedi contro un bastone retto in traverso da due grossi cavicchi, possono, agendo con- temporaneamente, fare la necessaria forza. Di più sic- come i Pivieri dopo essere accorsi al fischio , per il solito non si fermano nelle reti, ma ad una certa distanza da quelle, è perciò necessario un paratore, cioè un altro cacciatore che girando dietro a loro da lontano, adagio adagio ve li spinga, con l’ accostarsi lentamente, col sof- fermarsi quando li vede troppo impauriti e pronti a prendere il volo, ec. È questa una caccia di molta fatica e patimento, giacchè conviene rimanere le intiere gior- nate esposti ad ogni intemperie, camminando nell’ ac- qua, anche nel tempo più gelato dell’inverno, di modo che la salute non poco se ne risente. Con tutto ciò, più per l’innata ed indomabil passione della caccia, che per l’ avidità del misero guadagno da questa prodotto , molti cacciatori vi sono, i quali solo di questa caccia si occu- pano . UCCELLI DI RIPA 239 PIVIERE TORTOLINO CHARADRIUS MORINELLUS Luis. Vertice scuro, macchiettato di giallastro: una corona biancastra cinge l’occipite: becco nero: zampe cenerino- olivastre. Charadrius vertice brunneo , maculis parvis lutescentibus notato: zona albida occipitali: rostro nigro: pedibus cine- reo-olivaceis, Maschio adulto in autunno . Becco nero. Iride scu- ra. Pileo di color nero-scuro, macchiato di lionato. Dall’angolo anteriore dell’ occhio parte una larga fascia bianca, leggermente tinta di lionato , la quale passa sopra. l’ occhio, gira sull’ occipite, ove s’ unisce con quella che viene dall’ altro occhio. Gote bianco-lionate, striate di scuriccio. Cervice e lati del collo cenerini, macchiati di lionato . Penne della schiena, scapolari, cuopritrici delle ali e del sopraccoda di colore scuro-nerastro, un poco cangiante in olivastro, con largo margine lionato-fulvo . Gola, parte inferiore dell'addome, una fascia che passa attraverso il petto, e penne del sottocoda, bianche. Gozzo e petto cenerino-giallastro. La fascia bianca del petto è marginata di nero: attraverso l'addome una fa- scia fulva, dopo la quale una molto più larga nera , macchiata di bianco. Remiganti grigio-nere : la prima ha lo stelo bianco. Timoniere cenericcio-olivastre , nere nella parte superiore, bianche in cima. Piedi cenerino- olivastri. Femmina. Ha i colori più sbiaditi. Giovani. Hanno le parti inferiori di color biancastro- cenerino, con qualche macchia sbiadita, fulva . La fascia bianca du petto è appena visibile. Le penne delle parti superiori hanno il margine macchiato di bianco-ceciato . Maschio OR) in abito di nozze. Fronte, e fascia sopraccigliare candide. Vertice ed occipite nera- stri. Cervice e lati del collo cenerini. Penne della schie- na, scapolari, cuopritrici superiori e remiganti interne, aho ORDINE QUARTO con largo margine fulvo intenso: una stretta fascia bruna sul petto, dopo la quale una larga fascia bianca: la parte inferiore del petto e de’ fianchi fulvo-accesa: mezzo del ventre nero intenso: addome bianco-lionato (1). SINONIMIA Piviere ec. Soria degli Uccelli Tav. 475. ( giov. ) Buffon, Planch. enlum. num. 832. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc, Le Pluvier guignard. Ingl. The Dottrell. Ted. Der Dumme regerpfeifer. Ra Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 8. quatt. 2. Apertura del becco: quatt. 2. picc. 2. Coda: soldi 2. picc. 6. Tarso: soldi 1. picc. 2. Costumi. E un uccello piuttosto raro: non compa- risce in Toscana tutti gli anni: e quando qualcuno ne comparisce, ciò accade solo nell’ Agosto, o nel Settem- bre. Viene in branchetti di quattro o cinque al più; si ferma ne’ prati, o campi aperti. Propacazione. Non si sa che nidifichi se non che nelle parti più settentrionali della Russia. Caccia. Nel Pisano non si suol cacciare che con il fucile: e la caccia riesce ancora facile, giacchè essendo uccelli poco diffidenti, e quei della medesima truppa molto affezionati fra loro, quando uno di essi è stato ucciso, gli altri vanno a posarsi a poca distanza per aspettare il loro compagno, di modo che avviene so- vente di potere successivamente ucciderli tutti. (1) Temm, ibid. pag. 538. UCCELLI DI RIPA 241 FAMIGLIA IL I PIVIERI RIPAJOLI. TORQUATI CARATTERI DI FAMIGLIA Corro cinto da un largo CoLLarE bianco. Corcare /atum album. COSTUMI Abitano quasi di continuo le rive de’ fiumi, o la spiag- gia del mare: accidentalmente si fermano discosti dalle acque. Conservano lo stesso abito in tutte 1° epoche dell’anno. Diverse specie covano in Italia. Son tutti di proporzioni molto più piccole di quei della precedente famiglia. La carne loro è pochissimo buona a mangiarsi. CORRIERE GROSSO CHARADRIUS HIATICULA Lis. Un collare bianco : una larga fascia nera sul petto: becco giallo e nero: piedi gialli. Charadrius collare albo: fascia pectorali lata, nigra: rostro e luteo-nigroque picio: pedibus luteis. Maschio adulto. Becco giallo-ranciato, con la punta nera. Iride nera. Contorno delle palpebre nudo e giallo acceso. Penne che vestono la base della mascella supe- "lor lle dell Jl ‘te inferiore dell’ riore, quelle della cavezza, della parte inferiore dell’ oc- chio, della region degli orecchi, e del vertice, di color nero intenso e puro. Fronte bianca. Occipite, dorso, scapolari, cuopritrici delle ali, remiganti secondarie in- terne, e penne medie del sopraccoda, di colore scuro- cenerino-olivastro. Un largo collare candido cinge tutto il collo, coprendo la gola. Una larga fascia nera cuopre il petto, e ridotta più stretta, passa sulle spalle, e và sul Tomo II 26 2a ORDINE QUARTO dorso ad unirsi a quella dell’ opposto lato: tutte le altre parti inferiori, le penne laterali del sopraccoda , quelle del sottocoda, e il margine delle ali son di color candido. Remiganti primarie nere, con lo stelo bianco verso la cima: remiganti secondarie cenerino-olivastre, con la cima bianca. T'imoniere: la prima intieramente bianca: la seconda bianca dal lato esterno, e nella cima; dal lato interno cenerina, con macchia nera : la terza, quarta, e quinta, nella metà inferiore cenerine, nella superiore nere, con la cima bianca: le due medie son cenerino- olivastre alla base, e divengon nere in cima. Piedi gialli. Unghie nere. Femmina adulta. Differisce dal maschio per avere il color nero della testa e del petto tendente allo scuro, con molte penne marginate di bianco-ceciato; e per avere il giallo del becco più ristretto che nel maschio. Giovani avanti la prima muta. Becco nero in ci- ma, grigio-nerastro alla base. Redini, parte inferiore della regione orbitale, regione auricolare, vertice, oc- cipite, dorso , scapolari, cuopritrici delle ali, remiganti secondarie interne, penne medie del sopraccoda , e base delle timoniere medie di color cenerino, leggermente ten- dente al ceciato: quasi tutte le penne di queste varie parti hanno un margine ceciato-biancastro. Sul petto vi è un collare largo del color medesimo delle parti superiori, ma un poco più intenso, il qual collare ha una sman- giatura nella parte inferiore media. Il color bianco del collare e delle parti inferiori è meno candido che negli adulti. Le remiganti son d’ un color nero più sudicio, e la prima ha tutto lo stelo bianco. Piedi giallastri. SINONIMIA Charadrius, sive Hiaticula. Aldrov. Ornith. Tom. dò. Tab. 537. Corrione col collare ec. Storia degli Uccelli Tav. 476. Buffon, Planch. enlum. num. 920. Meyer et Wolf, Ois. d’Allem. Livr. 15. pl. 6. fig. «. ( maschio adulto), fig. 2. ( femmina adulta). UCCELLI DI RIPA 243 NOMI VOLGARI. TOSCANI Fratino, Corrierino, Pis. STRANIERI Franc. Le grand Pluvier a collier. Ingl. The ringed Plover. Ted. Der halsband Regenpfefer. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 6. quatt. 1. Apertura del becco: picc. 7. Coda: soldi 2. picc. 2. Tarso: quatt. 2. picc. 3. Cosrumi. Abita le spiagge arenose del mare: in ogni stagione qualcuno sempre se ne trova in Toscana, ma nella primavera, e nel Maggio in specie, ne passa un numero grandissimo. Egli è uno de’ più belli uccelli di riva che noi abbiamo: oltre ad essere ornato di colori vivaci, e decisi, ha ancora delle mosse destre ed elegan- ti: cammina leggerissimamente, movendo con una ce- lerità indicibile le sue sottili gambine, e tenendo il corpo quasi immobilmente sempre alla stessa altezza da terra s quando soffermasi alza ed abbassa la testa, facendo ri- verenze presso a poco come la Civetta. Propagazione. Nidifica lungo la spiaggia del mare, o sul margine de’ fiumi non molto da quello distanti . Egli scava nella arena o nella terra un nido che guarni- sce di minute pietruzze , ed ove depone tre uova di color verde-grigiastro, dipinte da un gran numero di punti, e IT Te d’un colore scuro molto cupo (1 1). Caccia. Quando in Maggio ne arrivano que’ nume- rosissimi branchi, e che per riposarsi si fermano sopra 1 margini arenosi de’ paduli o degli stagni vicini al mare, 1 cacciatori di rete ne prendon moltissimi tendendo loro presso all’ acque, in que’ siti per cui que’ branchi so- gliono fare tragitto. (1) Schinz ibid. pag. 5. ak4 ORDINE QUARTO CORRIERE PICCOLO CHARADRIUS CURONICUS Gwen. Un collare bianco: una larga fascia nera sul petto: becco nero e giallo: piedi gialli, Charadrius collare albo: fascia pectorali lata nigra : ro- stro e luteo-nigroque picto: pedibus luteis. Maschio adulto. Becco nero: solo la base della ma- scella inferiore è un poco gialliccia. Iride nera. Con- torno delle palpebre nudo, e giallo-vivace. Penne che vestono la base della mascella superiore, quelle della cavezza , della parte inferiore dell’ occhio , della regione degli orecchi, e della parte anteriore della fronte, di color nero intenso, e puro: parte anteriore della fronte bianca. Il color nero del pileo è distinto dal cenerino- grigio che vien dopo, mediante una linea biancastra. Porzione posteriore del vertice , occipite, dorso, scapo- fari, cuopritrici delle ali, remiganti secondarie interne, e penne medie del sopraccoda di colore scuro-cenerino- olivastro. Un largo collare candido cinge tutto il collo coprendo la gola. Una larga fascia nera cuopre il petto, e ridotta più stretta passa sulle spalle, e và sul dorso ad unirsi a quella dell’opposto lato. Tutte le altre parti inferiori, e le penne laterali del sopraccoda, quelle del sottocoda, ed il margine delle ali, di color candido. Remiganti primarie nere; la prima con lo stelo bianco: secondarie del color delle cuopritrici. Timoniere : le rime due esterne bianche, con una macchia nera verso la cima dal lato interno: la terza cenerino-grigia ne’ due terzi inferiori, nera superiormente, con macchia bianca grande nella cima: le due medie son cenerino-olivastre alla base, e divengon nere in cima, Piedi gialli. Unghie nere. Femmina adulta. Differisce dal maschio per avere il color nero della testa e del petto tendente allo scuro, eon naolte penne marginate di bianco-ceciato . UCCELLI DI RIPA 245 Giovani avanti la prima muta. Redini, parte in- feriore della regione orbitale, regione auricolare, ver- lice, occipite, dorso, ‘scapolari, cuopritrici delle ali, remiganti secondarie interne, penne medie del soprac- coda, e base delle timoniere medie di color cenerino, leggermente tendente al ceciato: quasi tutte le penne di queste varie parti hanno un margine ceciato-biancastro . Sul petto vi è un collare del medesimo colore delle parti superiori, ma un poco più intenso. Piedi giallognoli. .. SINONIMIA Charadrius minor. Meyer, Temminck, Ranzani. Charadrius fluviatilis. Bechstein. Buffon, Planch: enlum, num. 921... Meyer et all Ois. d’Allem. Livr. 15. pl. 5. fig l, ( maschio ), fig. 2. (femmina). NOMI LA poi) STRANIERI Franc. Le petit Pluvier è collier” Ingl. The curonian Plover. Zed. Der kleiner Regenpfeifer. DimensIONI . Lunghezza totale: soldi 5. pico: 10. Apertura del becco: picc. 2. Coda: soldi 2. Tarso : : quatt, 2. pice; 5) Cosrumi. È comune in estate lungo tutti i nostri fiumi. In inverno, quando l’alveo loro è inondato, essi gli abbandonano e s’ avvicinano al mare. Propacazione. Nidifica nel letto de’ Sii anche mol- to distanti dal mare. Egli partorisce cinque uova bis- lunghe, di color biancastro, dipinte con macchie poco visibili cenerine, e punti neri. FRATINO CHARADRIUS CANTIANUS Larn. Un collare bianco: due macchie scure su i dati del petto; becco, e piedi neri, Charendrin collare albo: pectore a latere maculis duabus brunneis notato: rostro pedibusque nigris, mb. 246 ORDINE QUARTO ‘Maschio adulto. Becco nero. Iride nera. Fronte e fascia sopraccigliare candida. Parte anteriore del vertice, redini, e regioni auricolari nere. Parte posteriore del vertice ed occipite di color lionato-fulvo. Dorso, seapo-. lari, cuopritrici delle ali, timoniere secondarie interne, di color cella allo - Grandi cuopritrici delle pr marginate di‘bianco nella cima. Penne medie del soprac- coda nerastre. Un largo collare bianco cinge intiera- mente il collo: tutte poi le parti inferiori bianco-candide. Una macchia nera grande, sopra” ciascun lato del petto . Remiganti primarie nere: la prima con tutto lo stelo bianco : la seconda bianca solo nella cima. Timoniere: la prima e la seconda intieramente bianche: Ja terza bianca, con una piccola macchia nera verso la cima, sul lato interno: la quarta e quinta cenerognole, nerastre in cima: le due medie intieramente nerastre. Piedi neri. Femmina adulta. In vece del nero ha sulla testa e sul petto del cenerino. Il color della parte posteriore della testa non è fulvo-acceso, ma quasi intieramente cenerognolo . i Giovani avanti la prima muta. In essi il nero ed il fulvo son cangianti in cenerognolo: e tutte le penne di questo colore hanno un margine biancastro. SINONIMIA Charadrius albifrons. Meyer. Charadrius litoralis. Bechstein. Meyer et Wolf, Ois. d’Allem. Liv. 15. pl. 4. fig. 1 ( maschio adulto ), fig. 2. ( giovane ). Le Pluvier à poitrine blanche . Vieillot , Ornithelogie Frangaise etc. pl. 216. fig. A( adulto), B( giovane). NOMI TREGARE + STRANIERI Franc. Le Pluvier è collier interrompu. Ingl. The kernti.h Plover. Ted. Der weisstirniger Regenpfeifer i Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 5. quatt. 1. Apertura del becco: quatt. 2. Coda: quatt. 4. picc. 3. Tarso: picc. 11, ian. AI" UCCELLI DI RIPA 2h7 Costumi. Fra di noi è la specie più rara: vive sopra le spiagge arenose del mare. É comunissimo sulle coste de’ paesi settentrionali . Proragazione. Benchè di rado, pure qualche volta nidifica ancora in Toscana. Partorisce tre o cinque uova di color giallo-olivastro, asperse di punti, e macchie nerastre, di figura irregolare, e grandezza variabile (1). GENERE LV. CALIDERIS Kkticrr. CARATTERI GENERICI Becco subcilindrico, diritto, intiero, sub- eguale alla testa, con APERTURA che appena ol- trepassa le penne della Frontr. Tarso scudet- tato. Diro esterno separato dal medio. RostRuM subeylindricum, rectum, integrum, capiti subaquale, matu vwix ultra frontales ‘pennas protenso. Tarsus scutellatus. Dicitus extimus a medio discretus. Becco subeguale alla testa, subcilindrico, diritto, in- tiero, molle, ottuso in cima, ed un poco ingrossato, e liscio, con apertura che appena oltrepassa le penne della fronte. Lingua sottile ed appuntata. Narici basilari, laterali, ovato-lineari, coperte da una piccola membrana nuda. Gambe mediocri; con il terzo inferiore nudo. Tarso più lungo del dito medio, scudettato. Diti in- tieramente separati. Unghie mediocri, subarcuate, ap- puntate. Coda subeguale alle ali, subironcata , di dodici timoniere . 4/7 lunghe: prima remigante più lunga delle altre: le secondarie interne subeguali alle primarie. (1) Schinz ibid. pag. 6. 248 ORDINE QUARTO COSTUMI Vivono in branchi sulle rive del mare. Emigrano; cibansi di piccoli vermi. I sessi non differiscono punto fra loro; ma molto differiscono gli abiti che vestono nelle diverse stagioni. In questo genere è racchiusa una sola specie. Nota. Il formare un genere a parte della seguente specie e non porla nel genere Tringa, compreso nella tribù se- guente, prova chiaramente che la classazione da me adot- tata è artificiale, Fra la Calidris arenaria, e \e Tringe non vi è ne’ costumi differenza alcuna: e nelle forme altra differenza non si trova che la mancanza del dito posteriore. Ora che la presenza o mancanza di questo dito sia d’ un importanza piccolissima per le somiglianze, ed affinità pa- turali delle varie specie, lo prova ad evidenza il vedere che in generi naturalissimi, come Picus, Alcedo ec. alcune spe- cie vi sono con quattro diti, ed altre con tre: il vedere che alcune specie di Zimzicole hanno il posterior dito cortissi- mo, come la Squatarola, mentre la Limosa e la Scolopax lo han lungo, ec. Perciò quelli, i quali, come il Principe Carlo L. Bonaparte, (1) vollero attenersi ad un metodo il iù naturale, benissimo fecero ad unir nuovamente il Ca- lidris alle Tringae. Ma se il carattere in questione è di poca importanza per le classazioni naturali, essendo egli tanto apparente e vistoso, è di valore tanto grande in una classa- zione artificiale, da non poterlo in alcun modo negligere. Ora volendo io classare gli uccelli di ripa in maniera, che facilmente si possano da chiunque distinguere e riconosce- re, siccome formano questi uccelli un ordine tanto naturale che in quasi tutti trovansi de’ caratteri comuni o agli uni, o agli altri, da cui sono insiem collegati, io non poteva adottare che un metodo artificiale. Così facendo, come so- ra ho accennato, mi conveniva ‘stabilire la vistosa tribù de’ Corridori, la quale componendosi d’ uccelli tridattili, in essa conveniva riunire gli uccelli senza pollice, qua- lunque si fossero, anche forzatamente smembrandoli dai gruppi de’ loro affini. (1) Charles Lucian Bonaparte Prince of Musignano. The genera oi mort American Birds, and a Synopsis of the species fourd ithin the territory of the United States. New-FYork 1828. p. 320. UCCELLI DI RIPA 259 CALIDRA € ALIDRIS ARENARIA lItuicer. Addome bianco: dorso macchicttato di nero, e cenerino (ab. d’ inv. ), 0 di nero cenerino e falvo (ab. d'estate). Calidris abdomine albo: dorso nigro cineroque maculato (hab. hyemal.), vel e nigro cinereo et fulvo (hab. eestiv.). Adulti in inverno. Becco nero. Penne del pileo, cervice, dorso, medie del sopraccoda, scapolari, remi- ganti secondarie interne, e cuopritrici superiori medie di color cenerino, e lo stelo nero. Parti inferiori can- dide. Piccole cuopritrici delle ali nere, con sottil mar- gine biancastro : le grandi nere ne’ due terzi inferiori , bianche nell’ altro. Remiganti primarie nere esterna- mente: il margine interno bianco dal lato interno verso la base: stelo bianco. Coda troncata, con le due timo- niere medie più lunghe: queste son cenerino-nere: le altre son cenerine verso la cima, bianche alla base, e marginate di bianco. Piedi neri. Abito di nozze. Becco nero. Testa, collo e petto di color ceciato-lionato, macchiato foltamente di nero, e di fulvo. Penne della schiena, scapolari, grappoli e sopraccoda nere nel mezzo, cinte da largo e deciso niar- gine lionato-fulvo, biancastro verso la cima: sulle grandi cuopritrici, e sulle due timoniere medie qualche mac- chia fulva. Addome, fianchi e sotiocoda, bianco-can- didi. Remiganti, piccole e grandi cuopritrici, colorite come nell’abito d’inverno. Timoniere laierali cenerino- cupe, con stelo bianco. Piedi neri. Giovani dell’ anno. Becco nero. Fronte, fascia so- | praccigliare, gote, lati del collo, gola, gozzo, e tutte le altri parti inferiori, candide. Vertice cd occipite nero, macchiettato di bianco. Cervice cenerina, con piccole lineette nere longitudinali. Penne della schiena, scapo- lari, remiganti secondarie interne, nere, con delle grandi macchie rotondate biancastre, sul margine. Penne del 250 ORDINE QUARTO groppone, e medie del sopraccoda cenerino-cupe, con largo margine di cenerino-chiaro . Piccole cuopritrici delle ali nere: medie nere, con largo margine cenero- gnolo: grandi nere alla base, bianche in cima. Remi- ganti e umoniere, come negli individui in abito d° in- verno. Piedi neri. Nota. Il colore delle macchie marginali delle penne delle. parti superiori ora è più giallastro, ora più bianco» SINONIMIA T'ringa arenaria. Lin. Gmel. Arenaria vulgaris. Stephens. Calidris grisea. Meyer. Calidris rubidus. Viei}lot. Brisson, Ornith. Tom, 5. pl. 20. fig. 2. (ad. d inverno). Meyer et Wolf, Ois. d’Allem. Livr. 22. pl. 1. (giov. ) NOMI VOLGARI. STRANIERE Franc, Le Sanderling. /ngl. The Sanderlivg. Ted. Der Sonderling. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 6. quatt. 2. Ap. del becco: picc. 10. Coda: ( misura delle timoniere la- terali) quatt. 4. picce. 3. Tarso: picc. 10. Costumi. Sulle spiag ggie della Toscana vedesi molto raramente. Più frequente è sù quelle della Liguria ove il Prof. Calvi l'ha trovata in tutte le livree (1). È co- munissima sulle coste dell'Inghilterra, dell’ Olanda, e della Francia, ove stà riunita in gran branchi. Propagazione. Accade, “cconda il Temminck, nelle regioni del cerchio artico. (1) Calvi, Catalogo d'Ornitologia di Genova ec. pag. 89- UCCELLI DI RIPA afi TRIBU III. LE LIMICOLE. LIMICOLE CARATTERI DI TRIBU ‘Becco subcilindrico, sottile, più lungo, o . eguale alla testa. Diri quattro, o liberi, o im- perfettamente palmati. Prima RewiGanTE ordi- nariamente la più lunga di tutte: qualche volta più corta della seconda, ed allora il dito ester- no è unito col medio da una membrana, per la lunghezza di tutta la prima falange. Rostrum subceylindricum, tenue, caput equans, vel superans. Diciti quatuor, vel Li- beri, vel imperfecte palmati. Remex prima plerumque cateris longior, interdum brevior secunda , et tunc digitus extimus cum meato connexus, ope membrana longitudinem prime phalangis equantis. | COSTUMI Abitano i luoghi fangosi, o la riva del mare. I più nel giorno stanno nascosti, e la notte vanno in traccia di cibo, cioè di vermi e larve. Camminano assai veloce- mente, e volano a grandi altezze, e per tempo molto ‘lungo. Alcuni sanno anche nuotare. Emigrano. I figli non han bisogno d’ essere imboccati, nè covati. Molti nel tempo degli amori vestono una livrea diversissima da quella che hanno in inverno. 25a ORDINE QUARTO GENERE LVI. SQUATAROLA GCuv. CARATTERI GENERICI Becco diritto, subeguale alla testa. Prima RemicanTE la più lunga. Diti anteriori uniti alla base da una membrana: posteriore picco- lissimo, articolato più in alto. Tarso reticolato. RostRUM rectum, capiti subaequale. Remex prima longior. Dicrti anteriores basi membra- na connexl: posticus brevissimus altius articu- lato. Tarsus reticulatus . Becco subeguale alla testa, diritto, leggermente com- presso, un poco ingrossato in cima, appuntato; con apertura che appena oltrepassa le penne delle gote. Lin- gua mediocre, sottile, appuntata. /Varici basilari, la- terali, bislunghe, aperte in una membrana nuda. Gam- be mediocri, con piccola porzione nuda sopra il ginoc- chio. Z'arso più lungo del dito medio, reticolato. Diti quattro ; gli anteriori uniti alla base da una membrana: quella che è fra il medio e l'interno più piccola di quella che è fra il medio e l’esterno: il posteriore articolato più in alto degli altri, piccolissimo, quasi invisibile. Unghie mediocri, compresse, appuntate: quella del dito posteriore piccolissima. Coda subeguale alle ali, subrotondata, di dodici timoniere. 44 piuttosto lun- ghe: prima remigante più lunga delle altre. Nota. Le differenze fra le Squatarole ed i Vanelli Euro- pei, son tali e tante e per le forme e perì costumi, che non sò intendere come quasi tutti gli Ornitologi abbiamo segui- to l’ esempio di Bechstein unendo insieme queste due sorte UCCELLI DI RIPA 253 d’ uccelli, Meglio certamente fece il Principe di Musigna- no (1) unendo le Squatarole ai Pivieri: ma io non seguito l’ esempio suo, giacchè, come ho provato poco sopra, per causa del meccanismo della mia classazione ponendo un alta importanza nella presenza o mancanza d’un dito, grande, fo) piccolo che sia, non posso iu nessun modo unire un uc- cello tetradattilo ai tridattili, Oltre di ciò, benché somma sia l'affinità fra le Squatarole ed i Pivieri, pure nella forma respettiva e consistenza del becco vi sì osserva una certa differenza. PIVIERESSA SQUATAROLA HELVETICA Nos. Coda con fasce trasverse nere: penne lunghe de’ fianchi, «nere. Squatarola cauda transversim nigro-fasciata; pennis longis ilium nigris. Adulti in abito d’ inverno. Becco nero. Iride ne- rastra. Vertice ed occipite neri, macchiettati di bianco. Cervice cenerina, macchiata di nerastro. Penne della schiena, delle scapolari, e del groppone nere, con mac- chie giallastre rotondate sù i lati, e marginate di bianco. Fascia sopraccigliare, gote, tempie, lati del collo, gozzo e petto biancastri, con macchiette longitudinali nere. Fronte biancastra. Addome, fianchi e sottocoda, can- didi: sù i fianchi alcune piccole macchie nericce, e al- cune macchie nere oblique sopra le penne esterne del sottocoda. Cuopritrici delle ali, e remiganti secondarie interne, nere, macchiate di bianco . Aemiganti primarie ‘nere, con macchia bisluuga grande, bianca, sul lato in- terno, e stelo bianco: remiganti secondarie con macchia bianca anche sul lato esterno. Penne lunghe de’ fianchi intieramente nere. Penne del sopraccoda: le grandi in- tieramente bianche, le piccole macchiate di cenerino. (1) The Genera of nord American Birds, and Synopsis of the species fourd Within the territory of the United States. New- York 1828. p.297; e Specchio comparativo ec. Pisa 1827. p. 58. 254 ORDINE QUARTO Timoniere bianche, con fasce trasverse nere: le esterne han le fasce solo verso la cima, e dal lato esterno: tutte all’apice son leggermente tinte di giallo-scuriccio. Piedi nero-cenerini, Adulti in abito perfetto di nozze. Becco nero. Vertice, occipite e cervice di color bianco-cenerino , con macchiette nere. Dorso, scapolari e remiganti seconda- rie interne di color nero-morato, che in qualche luogo pende nello scuro, con grandi macchie bianche. Redini, gote, tempie, lati del collo, gola, gozzo, petto, parte alta dell'addome e fianchi, di color nero purissimo. Il margine di tutto lo spazio di questo colore, dalla fronte fino ai fianchi, è cinto da una larga fascia candida, la quale si sfuma con il colore del pileo, della cervice, ec. Penne delle gambe, e regione anale, candide. Timo- niere candide, con fasce trasverse nere: la prima non | ha che una macchia bislunga parallela al margine. Giovani in abito di nozze. Han le macchie bianche delle parti superiori più piccole; il nero delle inferiori macchiato di bianco: ed il bianco che cinge questo nero macchiato pure di nero. Giovani avanti la prima muta. Le parti superiori d’ una sola tinta cenerino-grigia, macchiate di bianco . Fronte, fascia sopraccigliare, lati del petto e fianchi, con macchie più grandi che negli adulti. Remiganti con margine bianco verso la cima (1). SINONIMIA Tringa squatarola helvetica, Lin. Vanellus melanogaster. Bechstein, Temminck, Ranzani. Charadrius helveticus. Carlo Bonaparte. Squatarola grisea. Leach, Stephens. Pluvialis cinerea. Aldr. Ornith, Tom. 3. p. 533. tab. 534. Buffon, Planch. enlum. num. 853. (abito di nozze), num. 923. ( abito d’ inverno). (1) Temm. loe. cit. pag. 548. x UCCELLI DI RIPA 255 NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Vanneau Pluvier, Ingl. The Swiss Lapwing. Ted. Der Schwarzbàuchiger Kiebiz,. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 9g. quatt. 2. Ap. del becco: soldi 1. picc. 1. Coda: quatt. 7. Tarso: quatt. 4. picc. 2. Cosrumi. È questo un uccello comune ne? paesi set- tentrionali, e piuttosto raro ne’ meridionali. I suoi co- stumi son simili molto a quelli del Piviere dorato. Nel settentrione dicesi che stà riunito in branchi, ma da noi non arriva che solo o mescolato alle truppe de’ Pivieri. In Toscana ne ho trovati de’ giovani, e degli adulti in abito d’inverno: e nel Maggio qualcuno in imperfetta livrea di nozze. Il Prof. Calvi ne ha trovati a Genova di quelli in livrea completissima. Propacazione. Nidifica nell’ Isole che sono al Nord dell’ Olanda, ma in numero molto maggiore dentro il cerchio artico. Partorisce quattro uova per covata, più grosse di quelle di Piccione, piriformi, di colore oliva- stro macchiato di nero. GENERE LVII. KA MEL EOS Brass CARATTERI GENERICI Becco diritto, subeguale alla testa. Prima RemiGANTE più corta della seconda. Diro ester- no unito alla base col medio da una membra- na. Tarso scudettato. Rostrum rectum, capiti subequale. Remex prima brevior secunda. Dicrrus extimus basi cum medio membrana connexus. Tarsus scu- tellatus. 256 ORDINE QUARTO " Becco subeguale alla testa, diritto, subconico, ap- puntato; con apertura che di poco oltrepassa le penne delle gote. Lingua mediocre, sottile, appuntata. Ma- rici basilari, laterali, bislunghes aperte in una mem- brana nuda. Gambe piuttosto corte, con piccolo spazio nudo sopra il calcagno. Z'arso più lungo del dito me- dio, scudettato. Diti quattro: l'esterno unito alla base col medio da una membrana: il posteriore articolato più in alto degli altri, e che non giunge a toccar terra. | Unghie piccole, leggermente adunche, appuntate . Co- cla subeguale alle ali, larga, troncata, di dodici timo- niere. Ali grandi: terza remigante più lunga delle altre. COSTUMI Sono uccelli che cibansi quasi solo di vermi. Dicono alcuni osservatori che questi uccelli fanno escire i lom- brichi dal fango percotendolo celeremente con la pianta del loro piede. In inverno emigrano dal settentrione al mezzogiorno : allora sono uniti in gran branchi. La loro carne è poco buona. FIFA VANELLUS CRISTATUS Mrxer. Parti superiori verdi-cangianti: addome bianco: sotto- coda lionato-fulvo, Vanellùs corpore superne wiridi-versicolore: abdomine albo: tectricibus subcaudalibus helvolo-fulvis. Adulti in abito d’ inverno . Becco nero. Tride nera. Vertice e occipite di color nero, leggermente cangiante in verdone-turch'no. Nella parte posteriore dell’occipite nasce un ciufto di sedici o diciotto penne che sono ri- piegate in alto, tre delle quali sono in lunghezza quasi eguali al piede. Cervice grigio-cenerina, che si sfuma con il color della schiena. Schiena, scapolari, remiganti secondarie interne di color verde, cangianti im paonazzo.. Groppone verde-cenerognolo. Fascia sopraccigliare, lati Ù - UCCELLI DI RIPA 257 della faccia e della gola, di color biancastro . Gola , gozzo e petto, di color nero-cupo un poco cangiante in vio- letto. Addome e fianchi, candidi. Guopritrici delle ali color paonazzo cangianti in verdone. Remiganti nere; le primarie colla cima lionato-sudicia. Sopraccoda color fulvo. Sottocoda fulvo-lionato . Timoniere: la prima da ciascun lato intieramente candida, le altre nella metà basilare candide, nell’ altra nere, colla cima biancastra. Piedi carnicino-cenerognoli. Unghie nere. Adulti in abito di primavera. Hanno il ciuffo oc- cipitale più lungo, e le parti superiori ornate di colori più accesi. Giovani . Differiscono dagli adulti per avere il bianco de’ lati della testa tendente al lionato-sudicio. La gola, il gozzo, e la parte media superiore del petto, di color bianco. Le penne scapolari nella cima marginate di lio- nato-sudicio: nel rimanente somigliano perfettamente gli adulti. SINONIMIA Tringa Vanellus. Lin, Lath. Cappella seu Vannellus. Aldr. Ornith. Tom. 3. p. 529. Tab 4020, Mi Paoncella ec. Storia degli Uccelli Tav. 479. Vanellus Gavia. Stephens. Buffon, Planch, enlum. num, 242. NOMI VOLGARI. TOSCANI Fifa, Pis. Pavoncella, Fior. Miciola, Fucecchio, Mivola, Senese . STRANIERI Frano, Le Vaauni huppè. Ingl. The Lapwing. Ted. Der gehaibte Kiebitz. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 10. quatt. 2. Apertura del becco: soldi 1. Coda: soldi 3. quatt. 1. Tarso: quatt. 5. Costumi. Nell’ inverno si trovano in grandissima quantità sui nostri prati umidi e vicino a’ paduli. Vo- Tomo II. 17 258 ORDINE QUARTO lano molto alto, ed anche per un tempo assai lungo, ma agitando sovente le ali e con poca forza, quasi come gli uccelli notturni. Nel giorno stanno unite in grandi branchi, e comparsa la notte si spargono per la campa- gna in cerca di vermi. Allora sentonsi sopra tutti i punti della praterìa , che l’un l’altra si chiamano mandando continuamente il loro solito fischio acuto e stridulo, col quale sembrano pronunziare Gi gi. Quando il gior- no rinasce, tutte si riuniscono, prendono il volo e vanno a posarsi in qualche luogo appartato e sicuro del padu- le, ove stanno ad attender la notte. È uso fra noi di te- nerle vive ne’ giardini e per ornamento e per distruggere i Lombrichi ; così in libertà non occorre dar loro alcun nutrimento, ma se si voglion conservare rinchiuse in una gabbia, o in una stanza, allora si alimentano con bu- della tritate di Pollo o di Agnello, ProPacazioneE. Non credo che nidifichi nè in Toscana nè in alcuna altra parte dell’Italia. Se ne trovano alcune covate in Svizzera ed in Francia. In Olanda ed in alcuni luoghi della Germania si portano le sue uova a vendere sopra i mercati, e son considerate come un delicato nu- trimento, Il nido è fabbricato sui prati umidi, vicino agli stagni, e contiene tre o quattro uova piriformi, ora di colore olivastro-cupo , con macchie grandi e piccole ne- re, ora di color chiaro grigio-gialtastro con le medesime macchie (1). GENERE LVII. STREPSILAS lIticer. CARATTERI GENERICI Becco subconico, appuntato, leggermente rivolto in alto, e subeguale alla testa. Prima Remicante la più lunga. Diti anteriori separa- (1) Schinz ibid. pag. 4. UCCELLI DI RIPA 259 ti: posteriore che tocca terra coll’ unghia. Tarso scudettato. RostruMm subconicum, acutum, laeviter ad- scendens, capiti subequale. Remex prima lon- gior. Diciti anteriores discreti: posterior un- gue terram attingens. Tarsus scutellatus. Becco subeguale alla testa, subconico , appuntato, leggermente piegato in alto, con apertura che di poco oltrepassa le penne delle gote. Lingua corta, compres- so-canaliculata, scudettata nell’ orlo, appuntata in ci- ma (1). /arici basilari, laterali, bislunghe, semichiuse da una membrana nuda. Gambe piuttosto corte, con piccolo spazio nudo sopra il ginocchio. Z'arso eguale al dito medio, scudettato. Diti quattro: gli anteriori quasi intieramente separati: il posteriore articolato più in alto degli altri, e che tocca terra solo con l’unghia. Unghie mediocri, subarcuate, subcompresse, poco ap- puntate. Coda subeguale alle ali, subrotondata, di do- dici timoniere. Ali piuttosto strette : prima remigante più lunga delle altre. COSTUMI Questo genere non comprende che una sola specie, la quale si può considerare come il più perfetto cosmopo- lita fra tutti i volatili. Essa è stata trovata tanto nel nuovo che nel vecchio continente, tanto nell’ emisfero australe, che nel boreale. Secondo l'opinione di Temminck non ‘è soggetta che ad una sola muta per anno. I sessi non differiscono sensibilmente fra loro, ed i giovani sono dagli adulti diversi per colori più vivaci, ma i giovani differiscono dai vecchi per la qualità de’ colori. (1) Ranz. loc. cit. T. III. parte VIII. pag. 102. 260 ‘| ORDINE QUARTO VOLTAPIETRE STREPSILAS INTERPRES Lracx. Sopraccoda scuro: lati del petto scuri o neri: addome bianco. Strepsilas tectricibus supercaudalibus brunneis: pectore a latere brunneo vel nigro: abdomine albo. Adulti, Becco scuro-nero. Fronte, fascia sopracci- gliare, regione auricolare e gola, candide. Una piccola fascia nera va da un occhio all’ altro, passando sopra la fronte. Dalla base di ciascun lato della mascella infe- riore parte un altra fascia nera che va ad unirsi con una macchia dello stesso colore, che dal disotto dell’ occhio va ai lati del collo, ancor essi coperti da una gran mac- chia nera. Pileo e occipite nero, macchiato longitudi- nalmente di bianco-ceciato. Cervice bianca, macchiata di nero e di lionato. Schiena e scapolari di color nero e fulvo castagno misti insieme a macchie. Groppone can- dido. Gola, addome, fianchi, sottocoda, e cuopritriei inferiori delle ali, candide. Gozzo e lati del petto neri. Cuopritrici delle ali, e remiganti secondarie interne di color fulvo-lionato, con macchie nere: remiganti pri- marie nerastre, con stelo bianco: remiganti secondarie nerastre, colla cima bianca. Penne del sopraccoda: le superiori nere, le inferiori bianche. Timoniere bianche e nere, Piedi giallo-arancioni, Giovani d’ un anno. Pileo e cervice cenerino-nera- stra, con macchie lionate. Penne della schiena , scapo- lari, e remiganti secondarie interne di color nero debol- mente cangiante in verdone, con largo margine ceciato . Groppone bianco. Gola, addome, fianchi, sottocoda, lati della gola, gozzo e lati del petto nerastri, macchiati di biancastro e di ceciato. Cuopritrici delle ali di color nero-verdone, con largo margine lionato. Giovani dell’ anno. Non hanno alcuna macchia nera nè fulva. Testa e cervice di color grigio-cenerino, UCCELLI DI RIPA 261 con strie nerastre: delle macchie bianche sù i lati della testa e del collo. Schiena, scapolari e cuopritrici delle ali di color nerastro, con largo margine ceciato. (srop- pone bianco. Gola e gozzo biancastro. Penne de’ lati del petto brunastre, terminate di bianchiccio. Penne superiori del sopraccoda nerastre, marginate di fulvo. Piedi gialli (1). SINONIMIA Tringa interpres. Lin. et Lath. Morinella collaris. Meyer et Nilson, ‘ Arenaria interpres. Vieill, Strepsilas collaris. Temm. Buffon, Planch, enlum, num, 856. (adulto), 340, 389. ( giovane). NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Tournepierre, Ingl. The Turhstore. Ted. Der Steindrehende Strandlàufer. — Dimensroni. Lunghezza totale? soldi 9. Apertura del becco: picc. g. Coda: soldi 2. Tarso: picc. g. Costumi. In Toscana non ho veduto quest’ uccello che una sola volta, cioè nella primavera del 1826, sulla spiaggia arenosa di Talamone. Il Professor Calvi di Ge- nova ne ha trovati diversi nei contorni di quella città. Il Volta-pietre ora viaggia in branchi, ora solo: si ferma ordinariamente sulla riva del mare; qualche volta su quella de’ grandi laghi, ove corre colla celerità de’ Pi- vieri e de’ Piripiri. Cibasi di vermi e piccoli molluschi ; di crostacei, che va a cercare sotto i sassi gettandoli all'aria mediante il suo becco corto e duro. Propagazione. Niditica nel settentrione, in alcune isole del mar baltico, sulle coste di Svezia, e di Norve- gia. Scava una piccola buca nell’arena; e là deposita tre ‘o quattro uova ‘(di color verde-cenerino, qualche volta di-colore scuro-castagno con delle macchie nerastre (2). (1) Temm. loc. cit. pag. 554: (2) Schinz loc. cit. pag: 4: 262 ORDINE QUARTO GENERE LIX. TOTANUÙUÙUS Becssr. CARATTERI GENERICI Becco diritto, o debolmente piegato in alto, più lungo della testa. Prima ReMIGANTE una delle più lunghe. Il solo Diro EsTERNO unito alla base col medio da una membrana: il po- STERIORE che tocca terra con l’ unghia. Tarso scudeltato. Rostrum rectum, vel leviter adscendens ca- pite longius. Remex prima una e longioribus. Dicitus ExTIMUSs tantum basi cum medio mem- brana connexus: PosTERIOR ungue terram at- tingens. Tarsus scutellatus. Becco più lungo della testa, diritto, o debolmente piegato in alto: subterete, ordinariamente nella cima non ingrossato, con l’ apice della mascella superiore pie- gato in basso, e che sopravanza l’ inferiore: con aper- tura che appena oltrepassa le penne della faccia: sopra ciascun lato della mascella superiore un solco longitu- dinale che giunge appena alla metà della sua lunghezza , ma qualche volta arriva quasi fino alla cima. Lingua sottile, di mediocre lunghezza, appuntata. Marici ba- silari, laterali, lineari, semichiuse da una membrana nuda. Gambe piuttosto lunghe, ordinariamente con la metà inferiore nuda. Z'arso più lungo del dito medio, scudettato. Diti quattro: l’ esterno unito col medio da una membrana fino all’articolazione della seconda fa- lange: il posteriore articolato più in alto, e che tocca terra con l'unghia. Yrghie mediocri, subarcuate, com- presse, appuntate. Coda subeguale alle ali, di dodici timoniere. Ali lunghe: la prima remigante più lunga UCCELLI DI RIPA 263 di tutte le altre: remiganti secondarie interne poco più corte delle primarie. COSTUMI Gli uccelli di questo genere abitano per il solito le praterìe umide, o anche inondate, le rive de’ paduli, delli stagni prossimi al mare, ed alcune specie le spiagge de’ fiumi: ma giammai, o solo per accidente, la spiaggia del mare. Si cibano di insetti, larve, vermi, e conchi- gliette che van beccando alla superficie della terra, e non nel suo interno (1) come le Zringhe. Fanno il nido sù i prati, o sulle rive de’ fiumi. La massima parte delle specie trovasi in Toscana solo di passo, ma pure alcune ve ne sono che quà si propagano. Diversi in tempo di primavera si vestono con penne più colorite. GAMBETTA TOTANUS PUGNAX Nitsox. Penne medie del sopraccoda grigio-cenerine, macchiate di nerastro: laterali biauche: timoniere laterali cenerinoe cupe. Totanus tectricibus supercaudalibus mediis griseo-cine- reis, e nigrescente-maculatis : lateralibus albis: rectricibus tateralibus brunneo-cinereis, Adulti in abito perfetto d’ inverno. Becco bruno- nero. Iride scuro-nerastra. Penne del pileo, del dorso, delle spalle, lati del petto, e scapolari, cuopritrici delle ali, e medie del sopraccoda grigio-cenerognolo, legger- mente tendente al lionato, con la parte media bruno- nera. Penne della cervice e del collo quasi unicolori . Contorno del becco e gola, bianco-sudicio. Gozzo e parte media del petto di color grigio-cenerino. Addome, lati del sopraccoda e sottocoda, bianchi. Fianchi bian- castri, macchiati di scuro-nerastro. Grandi cuopritrici (1) Temm. ibid. pag. 636. 264 ORDINE QUARTO interne, e remiganti secondarie grigio-céherine , in. qual che luogo lionato-fulve, con macchie trasverse nere , e marginate di biancastro. Remiganti bruno-cenerine, con stelo bianco. Timoniere: le due medie grigio-lionate, con macchie trasverse nere: le altre grigio-cenerine , con lo stelo bianco. Piedi giallo-grigi. Unghie nerastre. Maschi vecchi in abito perfetto di nozze. Le penne della faccia son molto rade, a causa d’una gran quantità di papille carnose che vi sono frapposte: queste si estendono sulle gote, e sopra i sopraccigli. Le penne della gola, del gozzo, e\del petto sono molto più lunghe che in inverno, e molto più folte, così che da ciascun lato s’ estendono e ricuoprono le penne delle parti vici- ne, cervice; fianchi, ec. Le penne dell’occipite e della parte superiore della, cervice, anch’ esse ordinariamente son molto più folte, e più lunghe, di modo che formano una gran zazzera. Le penne della schiena sono anch’ esse molto più numerose. Nelle penne delle altre parti non vi è differenza per la quantità e lunghezza, con quelle de’ maschi in abito d’inverno: ma la diversità grande è ne’ colori: si può quasi dire che non trovansi due ma- schi in abito di parata, i quali perfettamente si assomi- glino. Con tutto ciò ecco i colori da cui ordinariamente sono ornati, e la distribuzione loro. Penne del pileo, cervice, schiena, e scapolari color fulvo-lionato, con macchie trasverse di color nero cangiante in violetto . La zazzera ora è paonazza, ora macchiata di fulvo. Gola, gozzo e petto , 0 di colore paonazzo,, 0 candide, o fulve, o fulve macchiate di paonazzo, o paonazze macchiate di fulvo, e bianco. Piedi giallo-arancioni. Nota. Verso la primavera veggonsi spesso fra noi delle Gambette che somigliano quelle in abito d’inverno per il colore delle ali e della coda, ma che han poi tutta la testa, collo, spalle, fianchi, petto e addome di color bianco-can- dido, e spesso delle penine di questo colore sul dorso, fralle scapolari, e le remiganti secondarie. A prima vista esse sem- brano uccelli malati d’albinismo: ma io non ho mai osser- vato in esse nè l’iride carnicina, nè il becco, o le zampe UCCELLI DI RIPA 265 sbiancate come suole essere negli animali attaccati da que- sta malattia: oltre di che le Gambette così travisate non son rare, mentre lo sogliono essere tutti gli uccelli albini, E adunque forse questo un abito particolare d’alcuni maschi? è una conseguenza della successiva mutazione dell’ abito di parata? o è un vero albinismo? Femmine. Conservano in tutte le stagioni presso a poco lo stesso abito; ma facilmente si possono ricono- scere dai maschi perchè ne sono assai più piccole. Giovani avanti la prima muta. Fronte, fascia so- praccigliare, gote, lati del collo, gozzo e petto di color cenerino-lionato , con macchie un poco più intense, Cervice colorita nel modo stesso, ma più tendente allo scuro. Penne del vertice ed occipite nere, con margine stretto e deciso, gialliccio-lionato. Penne della schiena, scapolari, cuopritrici delle ali, e remiganti secondarie interne nere, con margine ceciato-lionato, assai largo, che termina decisamente, cioè non sfumasi col nero. Penne del groppone, e parte media del sopraccoda nere, con margine sfumato di color lionato-scuro. Gola, ad- dome, fianchi, sottocoda e parti laterali del sopraccoda , bianche. Remiganti nere, con stelo biancastro. Timo- niere con stelo bianchiccio , di color cenerino-cupo, ter- minate di lionato-fosco, con macchie nere. Piedi grigio- olivastri. SINONIMIA Tringa pugnax. Lin. Temminck, Ranzani. Avis pugnax. Aldrov. Ornit. Tom. 3. p. 413. Tab. 414 ‘ 415, 416,417, 418, 419. (abito di nozze). Gambetta ec. Svoria degli Uccelli Tav. 465, 468, 469. (abito d'inverno), (65, 467, 488. (abito di nozze). Buffon, Planch, enlam, num, 305. 306. (adito d'estate), 3oo, (adito d’ inverno). Li NOMI VOLGARI. STRANIERI - Franc. Le combattant. Zngl. The Dusky, speckled, and southern Sandpiper. Ted. Der streiterd Strandlaufer, 2b6 ORDINE QUARTO Dimensioni del maschio adulto. Lunghezza totale : soldi g. quatt. 2. Apertura del becco; picc. 15 ‘/2. Coda: soldi 2. picc. 2. Tarso? quatt. 4. pice. 2. Della fem- mina avanti la prima muta. Lunghezza totale: soldi 8. quatt. 1. Apertura del becco: picc. 13. Coda: quatt. 5. picc. 2. ‘Tarso: quatt, 4. picc. 1. Nota, Non seguendo l'esempio del maggior numero de’ moderni Ornitologi, ho posta la presente specie nel genere Totanus, e non nel genere Tringa, giacchè essa non ha il dito esterno separato dal medio come gli uccelli di questo genere, ma bensì unito da una membrana come è nei 7'o- tanus. È vero che in essa i solchi della mascella superiore giungono quasi fino alla cima di questa, mentre negli uc» celli del genere Totanus non arrivano che alla metà, e che în essa la cima del becco non è terete, bensì debolmente ingrossata: ma siccome questo carattere è poco visibile e l’altro non è a tutti i Zotanits comune ( giacchè nel Tota- nus hypoleucos di Temminck i solchi giungono fin quasi alla cima del becco ), reputo cosa conveniente, seguendo l’esempio di Nilson, porre la Gambetta nel genere Totanus. Così facendo situo quest’ uccello con altri che molto a lui si assomigliano per il modo di vivere, e fo divenire distin- tivo de’ due generi il bel carattere della semipalmatura de’ diti esternì. Costumi. Quanto è singolare quest uccello per la va- rietà di penne e colori cui è soggetto, altrettanto ancora lo è per i costumi, particolarmente nel tempo degli amori. I maschi allora non fan che combattere insieme per disputarsi il possesso delle femmine, le quali, al dire di molti Ornitologi, son sempre in numero mino- re? e questi combattimenti non solo accadono corpo a corpo, ma spesso ancora brigata con brigata. Di già in quel tempo han vestita la livrea di nozze, la quale sem- bra essere stata data loro dalla natura non solo per or- namento, ma anche per difesa: in fatti le penne del collo e petto sono allora delle altre molto più lunghe, più folte, e resistenti, dimodochè quando combattendo, co- raggiosamente presentano la faccia all'avversario, han UCCELLI DI RIPA 269 difese da un vero scudo le parti più esposte. Ma fra noi questi combattimenti non accadono, o raramente, giac- chè quà le Gambette non sogliono trattenersi a nidifi- care. Nell'inverno è caso vederne qualcuna: in autunno una sol volta ne ho avuti due individui che ancora non avevano perduta la livrea d’ infanzia, dal che supposi esser nati in Italia. Il tempo del loro passo per la To- scana è nel Marzo e nell’ Aprile; allora sopra tutti i no- stri prati paludosi se ne vedono de’ grandissimi branchi, che anche di giorno sovente sono in moto. Propagazione. Nidifica ne’ paesi settentrionali, in In- ghilterra, in Svizzera, in Germania, e soprattutto in Olanda. Il nido, che consiste in una buchetta nel ter- reno, lo fa sù i prati, e vi partorisce quattro uova, che son piriformi, di color grigio-verdastro, con una grani quantità di macchie scure, od olivastre, di varia gran- dezza (1). Come sopra ho detto, credo che qualche volta covi anche in Italia. Caccia. Nella pianura Pisana se ne fa una gran cac- cia con le reti aperte, tendendo nel modo stesso con cui tendesi a’ Pivieri, ma adoprando stampe di Gambette, benchè per zimbello si usi sercpre la solita Fifa. PANTANA TOTANUS GLOTTIS Becusr. Timoniere bianche, o bianco-perlate, con fasce interrotte ed irregolari cenerino-cupe: penne del sopraccoda candide, con poche macchie cenerino-cupe: becco più lungo della ‘testa, subcompresso, debolmente piegato in alto. Totanus rectricibus albis, vel albo-margaritaceis, irre- gulariter, et interrupte e cinereo obscure fasciatis: tectrici- bus supercaudalibus candidis paucis maculis cinereo-obscu- ris notatis: rostro subcompresso, leviter adscendente , caput superante. Adulti in abito d’ inverno. Becco nella cima nero, (1) Schins ibid. pag. 3. 968 ORDINE QUARTO alla base cenerino-verdastro. Iride scuro-nera. Pileg bianco, striato longitudinalmente di nerastro. Cervice e lati del collo scuro-cenerini, con striette bianche. Penne della schiena, scapolari, cuopritrici delle ali, e remi- ganti secondarie interne cenerino-scuricce con stelo ne- ro, sottil margine sbiancato , avanti il quale ve ne è un altro nerastro , o contiguo, o interrotto a macchie. Schie- na, sopraccoda , fascia sopraccigliare, gola, gozzo, mezzo del petto, addome, fianchi e sottocoda ; bianco- candidi. Lati del petto con macchie nere rotonde. Cuo- pritrici superiori delle ali nere, con margine bianchic- cio. Remiganti nere: la prima esterna con lo stelo bian- co. Penne CA sopraccoda bianche alla base, nella cima con fasce trasverse cenerino-cupe. Timoniere bianche: le due medie sono intieramente coperte di fasce ondo- late, cenerino-cupe: le altre han queste fasce solo dal lato esterno, e nella cima: han lo stelo bianco. Piedi verdastri. Abito di nozze. Testa e collo bianco-perlato, co- perto da strie nere longitudinali. Penne della schiena, scapolari , grandi cuopritrici delle ali, e remiganti se- condarie interne di color cenerino-piombato, con lunga e larga macchia nera sullo stelo, il margine biancastro, ed avanti questo, o una fascia nera, o una serie di mac- chie nerastre. Parte inferiore del dorso, groppone, gola, addome e sottocoda candidi. Gote; lati del collo, gozzo e petto, candidi: il petto coperto\di macchie nere ovate, e le altre parti di macchie bislunghe nere. Piccole cuo- pritrici delle ali scuro-nere, con margine bianchiccio. Remiganti nere: l'esterna con lo stelo bianco. Timo- niere: le due medie del color cenerino delle penne sca- polari, con lo stelo nero, ed alcune macchie nerastre sul margine: le altre bianche; con macchie irregolari cenerino-nerastre. SINONIMIA Scolopax glottis, Lin. Pluvialis major. Aldrov, Ornith, Tom. 3. pag. 535. | UCCELLI DÎ RIPA 269 Pantana,'‘o Verderello. Storia degli Uccelli Tav. 461, Totanus Chloropus. Meyer. Glottis Chloropus. Nilsson, NOMI VOLGARI, STRANIERI Franc. La Barge aboyeuse. Ingl. The Greenshank Snipe, Ted. Der grunfiissiger Wasserlàufer,_ Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 12. Apertura del becco: soldi 2. picc. 1. Coda: quatt. 7. picc, 3. Tarso: soldi 2. picc. 1. i Costumi. Abita ne’ letti de’ fiumi, spesso anche nei boschetti inondati che son lungo le ripe. Stà o sola, o a coppie; è fuggiasca, e sospettos:ssima; e quando prende il volo, fa ordinariamente un fischio forte, e sonoro. Io ne ho trovate nel Pisano dal Settembre fino all’ Aprile, Propagazione. Pochissimo conosciuta, Accade nel settentrione, CHIÒ-CHIÒÙ TOTANUS FUSCUS Leister, Timoniere cenerine, striate di nerastro; penne del so- praccoda bianche, striate in traverso di nericcio: remiganti secondarie nero-cenerine, con macchie bianche: becco mol- to più lungo della testa; mascella inferiore giallo-rossa solo alla base, Totanus rectricibus cinereis e nigrescente striatis: tectri- cibus supercaudalibus albis cum. striis subnigris transversis : remigibus secundariis nigro-cinereis albo maculatis: rostro caput valde superante; mandibula inferiori basi tantum luteo-rubra, o Adulti in abito perfetto d’ inverno. Becco nero, con la base della mascella inferiore rossa. Pileo, cer- vice, schiena, scapolari, e cuopritrici delle ali grigio- cenerine, con lo stelo nerastro: una fascia nerastra và ‘ dalla base del becco all’ occhio. Gola, petto, addome e groppone, di color bianco-puro. Fianchi bianco-cene- 270 ORDINE QUARTO rini. Gote e gozzo macchiati di bianco, e cenerino. Penne del sopraccoda e timoniere rigate trasversalmente di cenerino, di nerastro, e di bianco. Piedi rossi (1). Adulti in abito di nozze. Testa e collo cenerino- piombato, macchiato di bianco. Fascia sopraccigliare ed orbita, bianche. Penne del dorso, scapolari e cuo- pritrici delle ali cenerino-lavagna , all’ estremità con largo margine bianco, ed ai lati con macchie bianche an- CAR Groppone candido. Gola bianca macchiata di cenerognolo. Gozzo, petto, addome, gambe, e fianchi cenerino-piombato , con macchie semilunari, ed irrego- lari bianche. Grandi cuopritrici delle ali, e remiganti secondarie cenerino-lavagna, col margine coperto da macchie bianche Sara Remiganti primarie nerastre, la prima con lo stelo candido, le altre biancastro. Penne del sopraccoda e del sottocoda intieramente coperte da strisce trasverse, larghe, bianche le une, cenerino-lava- gna le altre. Timoniere cenerino-lavagna, con macchie marginali bianche, e trasverse cenerognole . Piedi rosso- cupi. Giovani avanti la prima muta. Differiscono dagli adulti in abito d’inverno, per avere le loro parti supe- riori di un colore olivastro cupo; le penne del dorso mar- ginate lateralmente di bianco: le cuopritrici delle ali e le scapolari con alcune piccole macchie bianche di for- ma triangolare sul loro margine; tutte le parti inferiori poi son biancastre, con un gran numero di linee a zic zac, e di macchie di color cenerino chiaro. Piedi rosso- ranciato (2). SINONIMIA Tringa fusca. Lin. Scolo opax curonica, et Cantabrigensis. Gmel. (adulti in abito d’inverno). Scolopax Totanus. Lin. et Latham. Totanus maculatus, Bech. (giov. avanti la prima muta). (1) (2) Temm. loc. cit. pag. 640. 641. UCCELLI DI RIPA 271 Buffon, Planch, enlum. num. 875. Meyer et Wolf, Ois. d’ Allem, Livr. 15. pl. 5. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc, Le Chevalier brun, ou Arlequin, Zngl. The dusky Snipe. Ted. Der duvkel-brauner Wasserlaufer, Dimensioni, Lunghezza totale; soldi 11. quatt, 1. Apertura del becco: soldi 2. picc. 2. Coda: soldi 2, | quatt. 1, Tarso: quatt. 5. picc, 2, Cosrumi. Questa e la seguente specie sono uccelli piuttosto rari in Toscana: nell’inverno ne compariscono raramente: in primavera se ne vedono più spesso, € per già han preso completamente o in parte l’abito i nozze. Vivono o solitarj, o a coppie: abitano i prati umidi, 1 margini de’ fossi, o de’ paduli. Quando pren- dono il volo, od anche quando son per l’aria fanno un fischio corto e forte, che sembra dire chiò, chiò, ed è da esso che nel Vecchianese hanno avuto il nome di Chiò-chiò. La specie presente è più rara dell'altra. PropAcazione. Non cognita. Accade nel settentrione, ® PETTEGOLA TOTANUS CALIDRIS Becust. Timoniere laterali, e penne del sopraccoda bianche, striate in traverso di nerastro : remiganti secondarie bianche nella metà apicilare: becco molto più lungo della testa, nero, giallo-rosso alla base, i Totanus rectricibus lateralibus , tectricibusque supercau- dalibus albis, transversim e nigrescente striatis: remigibus secundariis albis in medietate apicilari : rostro caput valde superante, nigro, basi luteo-ochraceo Adulti in abito perfetto d’inverno . Becco nero în cima, rosso alla base. Pileo , cervice, schiena, scapolari e cuopritriei delle ali grigio-cenerine, con lo stelo nero. Groppone, fascia sopraccigliare, parte media della gola e dell’ addome, candida. Lati del collo, gozzo, petto e 272 ORDINE QUARTO spalle color bianco-cenerino, con macchiette bislunghe e rotondate, nere. Fianchi, e penne del sottocoda bian- che, con macchie bislunghe, e trasverse ondolate, di color cenerino-nerastro . Remiganti primarie nere: la prima con stelo bianco, le altre con stelo nero: remi- ganti secondarie cenerine nella meta basilare, bianche nella metà estrema . Penne del sopraccoda bianche, con fasce nere trasverse, ondolate. Timoniere: le laterali bianche, le medie cenerine, tutte striate in traverso di nero. Piedi rosso-gialli. Unghie nere. Adulti in abito di nozze. Pileo bruno-nere, mac- chiato di grigio-lionato. Cervice cenerino-ceciata, mac- chiata di nerastro-scuriccio. Schiena, scapolari, cuopri- trici delle ali, e remiganti secondarie interne di color grigio-cenerino, leggermente tendente al color d’ oliva marcia, e con leggiero splendore sericeo, con macchia nera sullo stelo, e fasce trasversali ondolate, dello stesso colore. Parte inferiore della schiena e groppone candido, con macchie subovate nere. Gola, gozzo, petto, gote e lati del collo bianchi, coperti da folte macchie nere bis- lunghe. Addome bianco, con rade macchie nere bislun- ghe. Fianchi bianchi, con macchie nere bislunghe, lon- gitudinali, e trasversali. Penne del sopraccoda bianche, con fasce folte nere, trasverse. Penne del sottocoda bian- che, con rade fasce nere trasverse ondolate. Remiganti e timoniere come negli individui in abito d'inverno. Piedi rosso-cinabro. Unghie nere. Giovani avanti la prima muta. Becco nerastro in cima, rosso-livido alla base. Penne del pileo scuricce, con sotul margine ceciato. Cervice cenerina. Schiena e scapolari grigio-scuricce, marginate lateralmente da mac- chie angolate ceciate . Cuopritrici delle ali cenerino-scu- ricce, marginate, e terminate di ceciato. Una fascia bian- ca che và dalla base del becco all'occhio. Gola bianca- stra, sparsa di piccoli punti nerastri. Lati del collo e petto cenerognoli, con strie sottili longitudinali nerastre. Addome, fianchi e sottocoda, di color bianco: sull’ alto dell'addome, sul sottocoda, e sù ì fianchi vi son delle UCCELLI DI RIPA 273 ‘ macchie nerastre. Cima delle timoniere rossastra. Piedi giazlor aranciati (1). SINONIMIA Tringa striata, Gambetta, et Scolopax calidris. Gmel. Pettegola. Storia degli Uccelli Tav, 463, 464. Butfon, Planch. enlum, num. 845. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Chevalier Gambette. Ingl. The Gambet snipe, Ted. Der rothfiissigee Wasserluifer, Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 10. Apert. del becco: quatt. 4. picc. 3. Coda: soldi 2. picc. 2. Tarso: quatt. 5. Cosrumi. Son gli stessi di quelli della specie po dente; questa enel ne è molto più»comune. Propacazione. Non mi è noto che questa specie covi in Toscana: ma secondo le osservazioni del D." Pajola, essa cova nelle paludi del Veneziano; e so d’altronde che in Svizzera, in Francia, ed in Ct , frequen- temente: e nell’ Olanda vi cova in quantità tale che gli abitanti ne vanno a cercare le uova per mangiarle. Il nido lo fa in mezzo alle praterie, e consiste in un sem- plice incavo nel terreno: le uova son per il solito quat- tro, piriformi, di color verde-giallastro con macchie scure, che ordinariamente sì riuniscono sull’ estremità più ottusa (2). PIRO-PIRO CUL BIANCO TOTANUS OCHROPUS Temn. Penne del sopraccoda candide: metà basilare delle timo- niere bianca: metà estrema con larghe fasce trasverse nere, Totanus tectricibus supercaudalibus candidis : rectricibus medietate basilari albis, medietate apicilari fasciis nigris latis transversis notata, (1) Temm. ibid. pag. 644. (2) Schinz ibid. pag. 3. Tomo ILL 18 274 ORDINE QUARTO Adulti in abito perfetto d° inverno. Becco nero- olivastro . Iride nera. Fascia sopraccigliare candida, che solo giunge fino all’ angolo posteriore dell’ occhio. Pileo e cervice color nericcio-olivastro, con macchiuzze bis- lunghe bianchicce. Penne del dorso, scapolari, cuopri- trici delle ali, e remiganti secondarie interne olivastro- nericce, con delle macchie rotondate di color ceciato- sbiadito. Parte media della gola, addome, gambe e sot- tocoda, bianco-candide. Gote, lati del collo, gola e petto , di color biancastro, con una gran quantità di mac- chie cenerognole bislunghe, e folte. Remiganti nere, con stelo nerastro. Penne del sopraccoda candide. Ti- moniere candide, con la metà superiore traversata da una o tre larghe fasce nere. Piedi olivastri. Adulti in abito di nozze. La distribuzione de’ loro colori è la stessa che negli individui in abito d’inverno, ma le parti superiori hanno una tinta più intensa, uno splendore sericeo , e le macchie ceciate più distinte. Le macchie de’ lati del collo, del gozzo e del petto son più rade, più distinte, ed a forma di gocciola. Giovani. Parti superiori tendenti al cenerino. Lati del collo e del petto di color bruno-olivastro; le mac» chie del gozzo e petto lanceolate , e sbiadite. SINONIMIA Tringa ochropus, Lin. Tringa. Aldrov. Ornith. Tom. 3. pag. 480. Culbianco. Storia degli Uccelli Tav. 457. Buffon, Planch, enlum. num. 843. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Bécasseau ou Cul blanc. Ing! The Green Sandpiper. Ted. Det punktierte Wasserlaufer. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi g. Apertura del becco: quatt. 4. pice. ‘/,. Coda: soldi 5. pice. 2. Tarso : quatt. 3. picc. 3. Cosrumi. È una delle specie le più comuni in To- UCCELLI DI RIPA 275 scana, In estate abita le rive di quasi tutti i nostri fiumi, o torrenti, di piano , o di monte, Nell'inverno cala nelle pianure, stà ne’ fossi, e lungo ì paduli. Ordinariamente vive solitaria . Qui do vola ‘anchio da lontano si ricono- sce perchè allora il suo abito sembra nero-morato, ed il sopraccoda, ch’ è d’ un bianco-niveo, accanto a quello risalta vivissimamente: il suo fischio ancora piro-piro, che spesso ripete , lo fa ben distinguere. Ordinariamente abita ne’ luoghi aperti, ma non di rado si vede frullare anche di mezzo alle Salciaje, ed Ontanete pantanose. Propagazione. Un gran numero nidifica fra noi. Essi depositano le uova sulla rena, o sull'erba, non molto lontano dall'acqua: queste sono in numero di tre, o di cinque, di color bianco-olivastro, con macchie bruno- scuricce. La loro grossezza è presso a poco eguale a quella delle uova di Quaglia. PIRO-PIRO PICCOLO TOTANUS HFYPULEUCOS Truw. Timoniere e penne del sopraccoda grigio-olivastre, l’ e- steine macchiate di bianco: parti superiori grigio- olivastre, striate sottilmente in traverso di nero: becco poco più lungo della testa. Totanus rectricibus tectricibusque supercaudalibus grisco- olivaceis, extimis ex albo maculatis: corpore superne gri- seo- ‘olivaceo) strits nigris tenuibus, transversis notato: rostro caput parum superante. Adulti. Becco cenerino-olivastro. Iride scuro-nera. Fascia sopraccigliare, e penne orbitali candide. Penne del pileo, cervice, din? penne medie del sopraccoda , le due timoniere media: cuopritrici delle ali, e remi- gant secondarie di colore olivastro-cenerognolo, con lo sla nero, e marginate di nero. (Gote e ati del collo bianchi, con strie longitudinali eenerino-olivastre. Go- la, mezzo del gozzo, petto, addome, fianchi, gambe e sottocoda, bianco-candido. begli olivastro-cenero- gnolo intenso, con margine lava, le primarie l’han r 276 — ORDINE QUARTO sottilissimo , le secondarie assai più largo. Coda roton- data: timoniere laterali olivastre dal lato interno, con cima bianca, e macchie bianche sul lato esterno . Piedi olivastri. Unghie nere. Giovani . Paté le penne delle parti superiori, dope il margine nero, un altro ne hanno sottile, e lionato: le macchie de’ lati del collo e petto multo confuse in- sieme. SINONIMIA Tringa hypoleucos. Lin. Lath, Piovanello. Sroria degli Uccelli Tav. 453. Buffon, Planch. enlum. num. 850. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. La Guignette. Ingl. The common Sandpiper, Ted. Der trillender Strandlàufer. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 6. quatt. 1. Apertura del becco: ‘sali 1. Coda: quatt. 5. picc. 3. Tarso: ’quatti a; pice. a, 4: Cosrumi. All’ accostarsi del freddo questi uceelli la- sciano il nostro paese, e vanno a svernare in paesi più cal- di: ma al ritorno della primavera in abbondanza ricom- pariscono, e restan fra noi tutta l’ estate e parte dell’ au- tunno, Essi abitano allora le rive motose de’ fiumi ; stan fermi e cheti nel giorno, ma appena il giorno è sparito, si fan sentire, e mettonsi in moto. Quell’acuto fischio, che nelle belle nottate di primavera odesi scorrer veloce sulle acque de’ fiumi, è prodotto da questi uccelletti che van pascolando, o che scherzan fra loro. Essi volano rasen- tando l’acqua, e corrono rapidamente: qualche volta, ma per breve spazio, notano ancora: ma, ciò che è più singolare, san camminare al disotto dell’ acqua, tenen- dosi con i diti aggrampati al terreno, appunto come dicesi fare il Merlo acquajolo, e come esso, in grazia delle sue penne folte, ed untuose, ne sorgono senza ri- manerne bagnati. La cognizione di questo fatto curioso devesi allo spirito osservatore del più volte citato Prof. UCCELLI DI RIPA 277 Calvi di Genova: inseguendo un Z'otanus Hipoleucos cui avea una fucilata rotta un ala, lo vedde con mara- viglia immergersi nell’ acqua, e là sotto camminando sù i sassi fuggire, mentre le sue penne restavano asciuttis- sime, essendo difese da un sottile strato d’ aria che so- pra di esse aderiva. Propacazione. Nidifica sulla spiaggia, o nella ripa de’ fiumi. Le uova son quattro o cinque per covata, di color bianco-giallastro, con molte e sottili macchie scure dal lato più ottuso (1). PIRO-PIRO BOSCARECCIO TOTANUS GLAREOLA Trim. Timoniere con larghe fasce trasverse, nerastre: penne del sopraccoda intieramente bianche verso la base, macchiate di nero verso la cima, becco poco più lungo della testa è parte nuda delle gambe più corta del dito medio. Totanus rectricibus transversim e nigrescente late macu» latis: tectricibus supercaudalibus versus basin penitus albis, e nigro maculatis apicem versus: rostro caput parum supe- rante: portione nuda tibiarune digito medio breviore. Adulti in abito d’ inverno. Becco bruno-olivastro alla base; hero in cima . Fascia sopraccigliare biancastra. Vertice nerastro, striato longitudinalmente di biancastro . Cervice ceciato-cenerognola, con larghe macchie longi- tudinali nerastre. Penne della schiena, scapolari e cuo- pritrici delle ali nerastre, con tre macchie di color ce- ciato-sudicio sul margine di ogni lato. Penne del grop- pone nerastre, con sottil margine bianchiccio. Gote, lati del collo e gozzo, bianchi, con macchiette bislunghe nerastre. Petto con macchie subrotonde, Gola, addo- me, fianchi e sottocoda, candidi: solo sù i fianchi e sulle parti laterali del sottocoda alcune macchie bislun- ghe nere. Remiganti nerastre : la prima con lo stelo bian- co. Penne del sopraccoda candide, con alcune macchie ‘ nere verso la cima. Piedi olivastri, (1) Temm. ibid. pag. 658. 278 ORDINE QUARTO Adulti in abito di nozze. Han le macchie bislun- ghe biancastre del pileo, e della cervice più distinte. Penne della schiena e scapolari, nere nel mezzo, con due macchie bianchicce da ciascun lato. Gote, lati del collo, gozzo, e petto di color bianco quasi candido, con strisce longitudinali nerastre (1). SINONIMIA Tringa glareola. Lin. Gmel. Lath. Sagginale grande. Storia degli Uccelli Tav. 456. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Chevalier Sylvain. Ingl. The Wood Sandpi- per. Ted. Der Wood Standlaufer. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 7. Apertura del becco: soldi 1. Coda: soldi 4. picc. 2. Tarso: soldi 1. picc. 3. . Cosrumi. Non l’ho veduto in Toscana che nella pri- mavera. In Aprile ne compariscono immensi branchi che si stabiliscono sù i prati umidi, e nelle Lame, ove le acque son basse, ancorchè sian poste framezzo ai boschi . PropAgazione. Non si conosce bene. Caccia. Si prendon con le reti aperte tendendo loro sul margine degli stagni ove si sono stanziati. PIRO-PIRO GAMBE-LUNGHE TOTANUS STAGNATILIS Becusr. Timoniere e penne del sopraccoda bianche, o bianco- perlate, con fasce trasversali nere a zic-zac: becco lungo, sottile, diritto: parte nuda della gamba più lunga del dito medio. Totanus rectricibus, tectricibusque supercaudalibus albis, vel albo-margaritaceis transversim flexuose e nigro macu- latis: rostro longo, tenui, recto: portione nuda tibiarum digito medio longiore. (1) Temm, ibid. pag. 655. UCCELLI DI RIPA 279 Adulti in abito d’ inverno. Becco nero-cenerino . Iride nerastra . Fascia sopraccigliare bianca. Pileo, schie- na, scapolari e grandi cuopritrici delle ali di color ce- nerino-chiaro; marginato di biancastro. Cervice striatà longitudinalmente di bianco , e di nerastro. Groppone, gola, gozzo, petto, addome e sottocoda, candide. Lati del collo e del petto biancastri, con macchiette nerastre. Piccole cuopritrici, ed angolo dell’ ala, cenerino-nera- stro. Coda bianca strisciata diagonalmente di fasce ne- rastre, eccettuate le due penne esterne che hanno una fascia longitudinale a zic-zac. Piedi verdi-olivastri (1). Adulti in abito di nozze. Fronte e fascia sopracci- gliare, candide. Pileo bianco-perlato, con gran numero di macchie nere ovate. Cervice e lati del collo cenero- gnoli, macchiati di nerastro. Penne della schiena, sca- polari, e remiganti secondarie interne di color cenerino leggermente tendente al vinato, con lo stelo nero, delle larghe macchie trasverse angolate, nere, ed un sottil margine bianchiccio : tutte queste penne hanno un lustro sericeo. Parte inferiore della schiena e groppone, can- dide. Gola, parte media del gozzo, petto, addome, fian- chi, gambe e sottocoda, candidi: sù i lati del gozzo e del petto delle macchiette rotondate nere: qualcuna an- che sù i fianchi. Cuopritrici piccole dell’ ali nerastre, marginate di bianchiccio. Remiganti primarie nere : la prima esterna con lo stelo bianco . Penne del sopraccoda candide, con fasce trasverse angolate, nere. Timoniere: le prime tre da ciascun lato, bianche, con due linee ondolate nerastre, le quali scorrono sul loro margine esterno ? le due medie del color del dorso ma più chiaro, con fasce trasverse angolate, nere: le altre bianco-cene- rine, con le solite fasce trasverse. | Giovani avanti la prima muta. Differiscono dagli adulti, e dai giovani in inverno per avere le penne del pileo e della schiena, le scapolari e le cuopritrici delle ali, bruno-nerastre , tutte cinte da una larga margina- (1) Temm. ibid. pag. 648. 280 ORDINE QUARTO tura giallastra: le timoniere secondarie interne hanno alcune sottili strie trasverse d’ un colore scuro molto in- tenso: l’ estremità delle remiganti è biancastra : e sulla fronte e sulle gote de’ piccolissimi punti nerastri. Piedi cenerino-verdastri (1). SINONIMIA Albastrello, o Regino di mare. Storia degli Uccelli Tav. 458, 459. Buffon, Planch. enlum. num. 876. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Chevalier stagnatile. Ing. The greenshank Snipe. Ted. Der teich Wasserlatifer 7 DimensIONI. Lunghezza totale: soldi g. Apertura del becco : quatt. 4. picc. 2. pe soldi 2. Tarso: quatt. 5. picc. 3. Cosruwr. È questa la specie la più rara, e quella di cui meno si conoscono i costumi. Arriva nel Pisano verso gli ultimi d’ Aprile, in piccol numero, e poco quà si trattiene. . Propagazione. Dicesi che A ccude nel cerchio artico. GENERE LX. TRINGIA Brssson. CARATTERI GENERICI Becco più lungo della testa, diritto, o de- bolmente Galeno: nella cima superiormente non solcato, liscio. GAMBA non intieramente pennuta. Diti anteriori separati. RostruMm capite longius rectum vel subar- (1) Temm. ibid. pag. 648. UCCELLI DI RIPA 81 cuatum , apice superne non sulcatum, lave . Tisia non ex toto plumosa. Diciti arteriores discreti. Becco più lungo, 0 subeguale alla testa, terete, © subdepresso , do o) a arcuato; sel cima ingrossato , di sopra liscio, non solcato, con apertura Li appena oltrepassa le penne della aa Sopra cia- scun lato della mascella superiore un solco che dalla base và quasi alla cima. Lingua sotule, intiera, supe- riormente canaliculata. Narici basilari, laterali, lineari, semichiuse da una membrana nuda, Gambe mediocri È con la porzione nuda più o meno estesa. Z'arso più lungo o subeguale al dito medio, scudettato. Diti quat- tro: gli anteriori perfettamente separali, il posteriore piccolo, ed articolato più in alto degli altri, e che tocca terra con l'unghia. Urghie nat , subarcuate , com- presse, appuntate. Coda subeguale alle ali, di dalla timoniere. 44 lunghe: la prima remigante la più lun- ga: remiganti secondarie interne, subeguali, 0 più corte delle primarie. COSTUMI Sono uccelli marittimi, che stan sempre in branchi numerosi, cercando i vermi nella rena molle o fra 1 fu- chi gettati sulle spiagge. Corrono velocemente, e vo- lano per il solito a poca altezza dall’ acqua in linea retta, e nel giorno per poco temmipo: Mm primavera ve- stono un abito molto diverso per i colori da quello che portano in inverno; bensì questi colori non sogliono es- sere che il fulvo più o meno intenso, o il nero. Da noi non trovansi che nell’ autunno, nell’ inverno, o nella primavera: ed in quest’ ultima epoca ne vediamo il nu- mero maggiore. Non so che alcuna specie nidifichi in Italia. Han carne poco buona per mangiarsi, giaechè puzza fortemente di salvatico. Divengone grassissimi nell’ autunno, e la loro pinguedine è è poco resistenie, ed oliosa. Si prendono per il solito con le reti aperte, tese sulle spiagge ove son soliti pascolare. 282 ORDINE QUARTO PIOVANELLO PANCIA NERA TRINGA ALPINA Lis. Becco subcilindrico, poco più lungo del tarso, subarcua- to: tarso eguale al dito medio; gamba io parte nuda: coda subcuneata: ( negli adulti in primavera ) addome nero, Tringa rostro subcylindrico, subarcuato tarsum parun superante : tarso digitum medium cquante: tibia partim nuda: cauda subcuneata : ( adultis verno tenipore ) abdo- mine nigro. Adulti in abito perfetto d’ inverno. Becco nero, appena arcuato. Iride scuro-nera. Fascia sopraccigliare bianca. Pileo, cervice, schiena, scapolari e groppone color cenerino, con macchia nerastra lungo lo stelo. Penne medie del groppone e sopraccoda, cenerino-ne- rastre; laterali bianche. Fra l’occhio e l'angolo del becco una fascia cenerina. Gola, parte superiore del gozzo, fianchi, addome e sottocoda, candidi. Petto e lati del collo color cenerognolo, con macchiuzze bislunghe ne- re. Cuopritrici delle ali nerastre, con largo margine ce- nerino. Remiganti: primarie nerastre, con stelo bian- chiccio: le secondarie nerastre, col margine esterno bianco. Le due timoniere medie assai più lunghe delle altre : la prima esterna più lunga delle seconda, terza e quarta: le due medie son nerastre, con stelo nero: le altre cenerognole, con stelo bianco verso la cima. Piedi scuro-neri. | Abito perfetto da nozze de’ vecchi. Fascia soprac- cigliare, lati della testa e collo bianco-cenericci, con qualche sfumatura giallo-lionata, macchiettati di nera- stro. Pileo, e regione delle orecchie nere, con macchie di lionato-nocciòla'. Cervice bianco-lionata, macchiata di nero. Penne del dorso e scapolari nere, con margine, o due grandi macchie, fulvo-nocciòla: 1 estremità di queste penne è bianchiccia. Penne medie del groppone e del sopraccoda cenerino-nerastre, con sottil margine fulviccio. Gola, gozzo e petto bianco-cenericci, con UCCELLI DI RIPA 283 molte macchiette nere. Fianchi, penne anali e del sot- tocoda di color bianco, con sottilissime strie longitudi- nali. Parte media dell'addome di color nero puro. Cuo- pritrici delle ali, e le tre remiganti secondarie interne grigio-cenerine, con macchia più cupa lungo lo stelo: le altre remiganti secondarie cenerine esternamente, bianche dal lato interno: remiganti primarie cenerino- nerastre, con stelo bianco verso la cima. Timoniere: le due medie cenerino-nerastre: le laterali bianco-ceneri- ne. Piedi neri. Abito che vestono i giovani in primavera. Pileo misto di nerastro, di cenerino, e di fulviccio. Cervice cenerina, con macchie longitudinali più cupe. Penne della schiena e scapolari cenerine nel terzo superiore , nere nel mezzo della porzione rimanente, che da ciascun lato ha una larga macchia giallo-fulva. Groppone, ali, e coda, come negli individui adulti in abito perfetto di nozze. (tote biancastre, macchiettate di cenerino. Gola bianca. Gozzo e petto bianco-cenerognolo, dai lati un poco macchiato di fulviccio: ambedue queste parti fol- tamente asperse di macchiette nere ovate. Addome, fianchi e sottocoda, candidi: sull’addome delle grandi macchie nere, o nerastre. Nota. Tn questa specie, come nella seguente, ed in quasi tutte le altre del genere Tringa, i colori delle penne, e la loro distribuzione varia moltissimo ne’ diversi individui, e nelle diverse epoche; giacchè essendo essi più o meno adulti han colori più o meno vivi, ed in maggiore o minor dose questi colori compariscono sul loro abito. Di più, siccome la muta delle penne accade lentamente, in alcune stagioni trovansi vestiti per metà della livrea da state, e per metà della livrea d’ inverno: così che hanno allora un abito particolare e diverso; il quale abito cangia ancora con l’av- vicinarsi il termine della muta ec. Il descrivere tutte queste grandi varietà, sarebbe cosa noiosissima ed inutile. Io, se- guendo l’ esempio degli altri Ornitologi, ho adunque fatto conoscer qui sopra sulo le principali variazioni a cui questa specie va soggetta; tocca poi allo studioso, capitandogli individui in abito intermedio, a aetterimmare con quale de’ descritti ha maggior somiglianza. 284 ORDINE QUARTO SINONIMIA Tringa wariabilis. Meyer, Temminck, Ranzani. Numenius variabilis. Bechstein. Meyer et Wolf, Ois. d’Allem. Livr. 19. pl. 6. fio. i. (abito di nozze), fig. 2. ( giovane d° autunno Sagginale piccolo. Storia degli Uecelli Tav. 456. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Bèccasseau Brunette, Ing/. The Dunlin Sands piper. Zed. Der seranderliche Strandlaufer, Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 6, Pi mesi ia Apertura del becco: a 1. Coda: quatt. 4. pice. 2. Tarso: picc. g. ‘/a. Cosrumi. Nell'autunno, nelPinverno, ed in prima- vera quasi sempre trovasene qualcuno sopra le spiagge arenose del mare, o in vicinanza dell’imboeeatura de’ fiumi. Nel aaa e nella primavera periodicamente ne soglion passare moltissimi branchi: ma con tutto ciò alcuni anni vi sono ne’ quali non ne comparisce alcuno. Propagazione. Non è a mia notizia che nidifichi in Toscana. 11 D." Pajola di Venezia oltre l'assicurarmi che essa trovasi tutto 1’ anno sopra quei lidi, mi dice ancora che crede vi nidifichi. Secondo il di fa il covo fralle erbe, ove depone quattro uova molto grosse, di color verde-biancastro, con grandi e piccole macchie scure. PIOVANELLO PANCIAROSSA TRINGA SUBARQUATA Trum. Becco subcilindrico, subarcuato, più lungo della testa, subeguale al tarso: tarso più lenca del dito medio: gamba in parte nuda: coda subcuneata: (negli ROGt, in primavera) addome fulvo. Tringa rostro subcilindfico, PELINE caput superante tarsumque subaquante : tarso digitum medium superante: UCCELLI DI RIPA 285 tibia partim plumosa :‘ cauda subcuneata : (in adultis » erno tempore ) abdomine fulvo Adulti in abito perfetto d'inverno. Becco nero. Fronte e fascia sopraccigliare bianca . Penne dello spazio fra l’occhio e il becco, quelle del pileo , dell’ occipite, della cervice, schiena e scapolari, di color cenerino, con un sottil margine un poco più chiaro, e sul mezzo una sfumatura più intensa. Penne del groppone, € cuopri- trici medie della coda nerastre , con margine cenerino . Cuopritrici delle ali nericce, con margine cenerino- biancastro. Remiganti nere, col lato interno biancastro I’ esterna ha lo stelo bianco. Gola, addome, sottocoda, penne laterali del sopraccoda e fianchi, candidi. Lati del collo, del gozzo, ed il petto, color bianco-cenero- guolo, con lacche cenerognole , alcune delle quali ne- rastre nel mezzo, Timoniere: le due medie più lunghe. delle altre, e nerastre: le laterali cenerognole, con stelo e stretto margine bianco: l’ esterna più Musa delle tre seguenti, Piede neri. faséhio vecchissimo in abito perfetto di nozze. ‘Testa, collo, petto, addome e fianchi, color castagno- davo attorno la base del becco una ledsioa a sfusiavarà biancastra: sul pileo delle macchie longitudinali nere: qualche macchietta nera sù i fianchi, e sul petto : sull’ad- dome alcune macchie bianchicce. Schiena e scapolari, dipinte da macchie grandi, angolate, nere, e fulve, Penne del groppone nere, marginate di bianco. Penne del sopraccoda e del sottocoda candide, con una mac- chia nera verso la cima, sotto la quale un altra fulva, sfumata. Cuopritrici delle ali cenerino-nere, con mar- gine cenerino-biancastro: alcune ve ne sono che han delle macchie angolate fulve. Remiganti nerastre, bian- chicce dal lato interno , con stelo STE verso la cima. Remiganti cenerino-nerastre , con stretto margine bian- dali Piedi neri. Abito de’ maschi giovani în primavera, e delle femmine vecchie, Tutte le penne della testa, collo, 286 ORDINE QUARTO petto, fianchi, e addome son d’ un color fulvo-castagno molto più chiaro che ne’ vecchi, ed hanno il margine estremo bianco: di più quelle del petto, addome, e fianchi han sotto il margine bianco una fascia trasversa nera. Penne della schiena e scapolari colorite come nei vecchi, ma di colori più deboli, e con margine cene rino. Penne del sopraccoda e sottocoda bianche, con macchia nera; in esse la macchia fulva o non è visibile, o è debolissima. Ali e coda come ne’ vecchi. Nota. Oltre gli indiz] che riscontransi nel color delle penne, per distinguere i maschi dalle femmine un altro ne offre Ja lunghezza del becco: le femmine lo han sempre più lungo due quattrini. lemmine giovani in primavera. Fronte e fascia sopraecigliare bianca. Penne del pileo , dell’occipite, e ‘ della cervice nel mezzo marginate di bianco-cenerogno- lo. Penne della schiena e scapolari nere, con largo mar- gine cenerino-grigio: qualcuna ha delle macchie fulve sul margine, Penne del groppone cenerino-nere, con margine biancastro. Penne del sopraccoda bianche, macchiate di nero. Gola, addome, fianchi e sottocoda, bianchi: con alcune macchie trasverse nerastre. Petto cenerognolo, macchiato di color di nocciòla, e di nero. Ali e timoniere come nell’ abito d’ inverno. Giovani avanti la prima muta. Somigliano agli individui in abito da inverno; ma han sulla cervice una leggiera tinta lionata: il petto leggermente ceciato , ‘e con maggior numero di macchie, e le cuopritrici delle (ali marginate di lionato-ceciato . SINONIMIA Scolopax subarquata. Lin. Gmel. Tringa ferruginea . Brunn. Ranzani. f Numenius subarquatus. Bech. ; Numenius ferrugineus. Meyer. Sagginella grande. Storia degli Uccelli Tav. 455. ( in abito di nozze ), 156. ( giovane in abito d'inverno). UCCELLI DI RIPA 287 Meyer et Wolf, Ois. d’Allem. Livr. 19. pl. 4. fig. a. (ab. di nozze ) fig. 2. ( ab. d'inverno). NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Beccasseau Cocorli. Ingl. The red Sandpiper, Ted. Der rorhbauchiger Strandlaufer, Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 6. picc. 6. Ap. del becco: della femmina, quatt. 4. picc. 1. del ma- schio, quatt. 3. picc. 3. Coda: quatt. 4. picc, 2. Tarso: soldo 1. Cosrumi. Si trova ne’ luoghi stessi , e nelle stesse epo- che della specie precedente, ma ne è più abbondante. Nel Maggio le nostre spiagge ne sono coperte: stanno riuniti in branchi grandissimi, che volano serrati, e poco alti da terra. Propagazione. Non credo che segua in Toscana. Qualche volta accade in Olanda, come asserisce il Tem- minck. Le uova son quattro o cinque, giallastre, con macchie brune, i Caccia, Con le reti aperte. Nel Maggio e nel Settem- bre, cioè quando passano, e quando ripassano, i tendi- tori ne prendono moltissimi. Sono uccelli poco buoni a mangiarsi, PIOVANELLO NANO TRINGA TEMMINCKII Leister. Becco diritto, subcilindrico, eguale al tarso, ed alla testa: tarso eguale al dito medio: gamba in parte nuda: prima ti- moniera non più lunga della quarta. Tringa rostro subcylindrico, recto, caput tarsumque subcequante: tarso digitum medium cequante: tibia partini nuda: rectrice prima quartani non superante, Adulti in abito perfetto d’inverno. Becco nero. Tutte le parti superiori d’un color nero-scuro, più cupo sullo stelo. Gola, gozzo, addome, fianchi, e cuopritrici laterali della coda, candide. Cuopritrici intermedie della 288 ORDINE QUARTO coda nerastre: le quattro timoniere medie bruno-cene- rine, le altre biancastre, e le due esterne intieramente bianche. Piedi scuri (1). Abito perfetto di nozze de’ vecchi. Pileo nero, con macchie fulvo-nocciòla. Cervice grigio-cenerina, macchiata di fulviccio-nocciòla. Penne della schiena, scapolari, e remiganti secondarie interne nere , con largo margine color di nocciola. Penne del groppone, e medie del sopraecoda nerastro-cenerine, con margine lionato- cenerognolo : fra l'occhio e il becco una linea scuriccia . Fascia sopraccigliare, gola, addome, fianchi e sottocoda, candide. Gote, lati del collo, e petto lionato-chiaro, misto di cenerognolo, con molte macchiette bislunghe, nerastre. Cuopritrici delle alî grigio-cenerine, con mar- gine bianchiccio o fulvastro : le grandi hanno P'estremità con largo margine bianco. Remiganti cenerino-nere, con lo stelo biancastro. Coda subcuneata. Le tre timo- niere esterne quasi intieramente bianche: le altre cene- rino-scuricce. Giovani avanti la prima muta. Tutte le parti su- periori di color cenerino-nerastro, ma più chiaro sulla cervice: tutte le penne (eccettuate quelle della cervice) strettamente marginate di giallastro. Le scapolari han di più verso la cima una sottile fascia nera . Petto e lati del collo d’un color cenerino, leggermente sfumato di lio- nato. Gola, fascia sopraccigliare, addome, fianchi e sottocoda, candidi. Tutte le penne della coda, eccet- tuata l’ esterna, terminate di lionato. Piedi bruno-ver- dastri. SINONIMIA Temminck et Laugier, Planch. color. d° Ois. Livr. 7. pl, 41. fig. 1. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 4. quatt. 2. Ap. del becco : quatt. 2. Coda: quatt. 5. Tarso: picc. 7. (1) Temm. loe. cit, pag. 623. € ì UCCELLI DI RIPA 259 Costumi. È meno-comune delle altre due specie. Ha gli stessi costumi, ed arriva alle medesime epoche. Propacazione. Non è conosciuta. Temminck sup- pone che accada nelle regioni settentrionali. GAMBECCHIO TRINGA MINUTA Lrister. Becco subcilindrico, diritto, subeguale alla testa, più corto del tarso: tarso subeguale al dito medio: gamba in parte nuda; timoniere medie ed esterne, le più lunghe. Tringa rostro subcylindrico, recto, caput subequante, breviore tarso: tarso digitum. medium subaquante: tibia partim nuda: rectricibus mediis et extimis longioribus . Adulti in abito perfetto d’ inverno. Becco nero. Le penne di tutte le parti superiori cenerine, con del nerastro sullo stelo. Spazio, fra 1 occhio ed il becco, bru- nastro. Fascia sopraccigliare, gola, gozzo, mezzo del petto, addome, fianchi, penne del sottocoda, laterali del sopraccoda, candidi. Lati del petto cenerino-lionati, Timoniere laterali cenerino-nerastre , marginate di bian- co: le due del mezzo bruno-nere. Piedi neri (1). Abito perfetto di nozze de’ maschi vecchi. Becco nero. Fronte e fascia sopraccigliare, bianche. Penne del vertice, occipite, cervice, schiena, spalle, scapolari, groppone, penne medie del sopraccoda, e remiganti se- condarie interne, nel mezzo di color nero morato, con largo margine color di nocciola acceso. Spazio fra l’ oc- chio e il becco, gote, lati del collo e petto di color cene- rognolo; il petto sù i lati del collo è tinto di rossiccio- nocciòla. Gola, gozzo, parte media del petto , addome, fianchi e sottocoda, bianco-candidi. Cuopritrici delle ali simili alle penne della schiena. Remiganti nere, con lo stelo bianco. Le due timoniere medie più lunghe di tutte, e di color scuro-cenerino, con sottil margine più chiaro. La prima esterna più lunga della seconda, terza e quarta: (1) Temm. ibid. pag. 625. Tomo II. 19 290 ORDINE QUARTO tutte queste e la quinta ancora son cenerine, con lo stelo bianco. Piedi neri, Fenimina. Distinguesi in tutte le stagioni per avere il becco un poco più lungo: e quando ha l’abito d’estate, per aver le penne delle parti superiori con un sottil mar- gine bianchiccio. Giovani avanti la prima muta. Penne del pileo nerastre, marginate di lionato. Fronte, fascia sopracci- gliare, gola, gozzo, addome, fianchi e sottocoda, can- didi. Lati del petto fulvastri, macchiati di bruno-cene- rino: spazio fra l'occhio ed il becco bruno-nerastro. Cervice e lati del collo di color cenerognolo , macchiato di nerastro. Penne della schiena, scapolari e cuopritrici delle ali, brano-nerastre: quelle dell’ alto della schiena cireondate da un largo margine fulvo-lionato , quelle delle scapole da un largo margine bianco-giallastro, e quelle delle cuopritrici delle ali, da un sottil margine fulvorgialliccio. Timoniere medie nerastre, marginate di fulvo-cenerino: le altre marginate di bianco (1). SINONIMIA Tringa pusilla. Montagu. Gambecchio, o Ciurletto, Storia degli Uccelli«Tav. 452. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 5. Apertura del becco, del maschio, picc. 7. della femmina, picc. 8. Coda: soldi 1. picc. 3. Tarso: picc. 9g. Costumi. Simili a quelli della specie precedente, del- la quale è molto più comune. Arriva in Maggio, ed in Settembre. Propacazione. Non si conosce. Caccia. Con le reti aperte nello stesso modo, e nello stesso iempo in cui prendonsi le Zringhe subarquate . (1) Temm. ibid. pag. 626. UCCELLI DI RIPA 291 * GAMBECCHIO-FRULLINO TRINGA PYGMEA Nos. (1) Becco diritto, subdepresso, più lungo della testa, e del tarso: tarso eguale al dito médio: gamba in parte nuda: coda subtroncata. Tringa rostro recto, subdepresso, caput tarsumque supe- rante : tarso digitum medium equante: tibia partim nuda: cauda subiruncata, Abito di nozze. Becco compresso, scuro-nero. Fronte e fascia sopraccigliare bianeo-ceciata , con piccoli punti nerastri. Vertice ed occipite nero, cangiante in verdone, con alcune lineette longitudinali ceciate, e ca- stagno-chiaro. Cervice , spalle, e lati del petto color ce- nerino-ceciato , con folte macchiuzze longitudinali nere. Penne della schiena, groppone, scapolari e remiganti secondarie interne di color nero cangiante in verdone, marginate finamente di castagno chiaro: le scapolari, e quelle laterali della schiena, han dal lato esterno il mar- gine color ceciato. Cuopritrici delle ali nere, con largo margine ceciato-cenerognolo. Remiganti nerastre, con stelo bianco. Gola, addome, fianchi e sottocoda, bian- chi; sù i fianchi e sul sottocoda qualche macchia nera- stra. Gozzo e petto grigio-ceciato , con macchiuzze nere. Coda subtroncata: le due timoniere medie e le esterne, appena più lunghe delle altre: le due interne nerastre, le altre cenerine marginate di bianchiccio , e con lo stelo bianco. Piedi cenerino-verdognoli. Giovani avanti la prima muta. Becco nero in ci- ma, cenerino-rossiccio alla base. Iascia sopraccigliare bianco-ceciata. Pileo, occipite, schiena, groppone, sca- (1) Restituisco a questa specie il nome triviale che ad essa diede Latham, quando la classò nel genere Numenrizs, E vero che il nome di pygmea non conviene più a lei che alle due specie precedenti, ma siccome nulla devesi badare al significato de’ nomi, ma solo alla priorità , perciò, conforme alle massime esposte nell’ introduzione, rendo a questa specie il nome suo antico. 292. ORDINE QUALTO polari, le due timoniere medie e cuopritrici delle ali, nere, marginate di castagno-rossiccio. lronte, cervice, lati del collo, petto, fianchi e sottocoda bianco-ceciato, con un gran numero di strie longitudinali nere, Gola e mezzo dell’ addome bianchi. Timoniere laterali color cenerino-sudicio, Piedi cenerino-verdastri (1). Nota, Questa specie ha il dito esterno unito col medio da una piccola membrana; un tal carattere sembra indicare la sua separazione dal genere Tringa, e unione al genere Totanus, Ma siccome la membrana è piccola molto, poco più grande di quella che in questa specie unisce il dito inter- no col medio, ed i costumi di quest’ uccello, secondo quello che dicon gli autori, son simili a quelli delle altre T'rin- ghe, perciò io la iascio nel genere ove |’ han posta gli altri Ornitologi; tanto più che di essa non posso parlare se non per le osservazioni da me fatte sopra quattro individui, di- spersi ne? Musei principali , che ho visitato, SINONIMIA Tringa platyrhinca. Temmivck, Numenius pygmeus. Lath., Meyer, Numenius pusillus. Bechst. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 5. quatt. e. Apertura del becco: soldo 1. Coda: quatt. 4. Tarso: quatt. 2. Costumi. Non son molto conosciuti. Abitano i pa- duli delle parti settentrionali d’ ambo i continenti. Non è raro sù i laghi della Svizzera. Dicesi che sia stato presa anche sulle Lagune di Venezia . * PIOVANELLO VIOLETTO TRINGA MARITIMA Brun. Becco subcilindrico, diritto, più lungo della testa e del tarso: tarso più corto del dito medio; gamba quasi intiera- mente pennuta: coda subcuneata, (1) Temm. ibid. pag. 617. ini Pi UCCELLI DI RIPA 593 Tringa rostro subcilindrico, recto, caput tarsumque su= perante : tarso breviore dicito medio: tibia fere ea toto plumosa : cauda subcunecata. Adulti in abito perfetto d'inverno. Becco nero- scuro . Fronte, fascia sopraccigliare e penne palpebrali, bianche . Vertice ed occipite nero-cenerognolo. Lati della testa, del collo, gozzo, e cervice di color cenerino-lava- gna. Penne delli schiena e scapolari nerastre, cangianti un poco in violetto , con sottil margine bisuiistto i Grops pene, parte media del sopraccoda, e le due timoniere medie, nere. Gola biancastra. Penne del petto cenerino- lavagna, con largo margine bianco. Addome, fianchi e sottocoda, bianchi. Fianchi e sottocoda con grandi mac- chie cenerine. Cuopritrici delle ali nero-cenerine, con largo margine candido. Remiganti nero-lavagna: le se- condarie con margine bianco, le primarie con stelo bianco. Coda cuneata. Timoniere laterali bianco-cene- rognole. Piedi giallo-ruggine . Abito di nozze. Simile al sopra descritto, ma le penne delle parti superiori non hanno il margine bian- chiccio , ed in vece son d’un color nero più intenso, e più visibilmente cangiante in violetto. Lati del collo, gozzo ; petto e fianchi, di color più intenso, e le penne prive della marginatura biancastra . Giovani dell’ anno. Base del becco gialliccia. Penne del pileo, dorso, scapolari, secondarie delle ali, e le due timoniere medie di color nero sbiadito, marginate, e terminate di lionato chiaro. Cuopritrici delle ali con largo margine bianco. Lati del collo e gozzo con strie longitudinali , e tutte le penne di queste parti hanno un margine cenerino. Sull’ addome e sù i fianchi delle grandi macchie longitudinali. Piedi giallo-chiari (1). SINONIMIA Tringa nigricans. Montagu. (1) Temm. ibid. pag. 621. 294 ORDINE QUARTO NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Bcccasseau violet. Ingl. The Selninger Saindpiper. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 7. quatt. 1. Ap. del becco: soldo 1. Coda: soldi 2. picc. 1. Tarso : picc. 8. !/a. Costumi. Abita i paesi settentrionali , dai quali emi- gra periodicamente, Al dir del Temminck non trovasi che sulle coste coperte di scogli. In Toscana non 1’ ho mai veduta: ma il Prof. Calvi di Genova ne ha vedute su quelle coste, e in primavera ed in autunno. Non si sa nulla circa alla sua propagazione. * PIOVANELLO MAGGIORE TRINGA CINEREA Lix. Becco diritto, subcilindrico, più lungo della testa, sub- eguale al tarso: tarso più lungo del dito medio: gamba in parte nuda: coda troncata, Tringa rostro recto, subcylindrico, caput superante , tarso subaquali: tarso digituno medium superante: tibia partim nuda : cauda truncata. Adulti in abito perfetto d’ inverno. Becco nero- olivastro. Pileo cenerino, con sfumatura nerastra sullo stelo. Cervice cenerino-chiara ; con gli steli neri. Penne della schiena, scapolari, e remiganti secondarie interne cenerine, con lo stelo nero, il margine bianco, e limi- tato internamente da una lineetta nera, ondolata. Penne del sopraccoda bianche, con una larga fascia nerastra , trasversa, ondolata verso la cima: quelle del groppone hanno la parte inferiore cenerina, e lo stelo nero, ma queste parti divengono insensibilmente bianche, con I accostarsi al sopraccoda. Lati della testa e del collo bianchi, con macchiuzze cenerine, folte, e larghe. Fa- scia sopraccigliare, gola, addome e sottocoda, candidi. Gozzo, petto e fianchi, bianchi, con piccole e rade UCCELLI DI RIPA 295 macchie cenerine. Cuopritrici delle ali cenerine, con lo stelo nero, ed un largo margine bianco: le grandi hanno un largo spazio bianco alla cima. Remiganti nerastre, con margine e stelo bianco. Coda troncata. T'imoniere cenerine, con margine e stelo bianco: la prima esterna ha delle macchie bianche sul ‘lato esterno. Piedi nero- olivastri. Unghie nere. Abito perfetto di nozze de? vecchi. Pileo nero, macchiato di color fulvo-nocciòla . Spazio fra il becco e I’ dcchio, e l’occhio e l’occipite, color nocciòla cenero- gnolo, con macchie bislunghe nerastre. Penne medie della schiena nere, con margine biancastro. Penne late- rali della schiena, scapolari, e le timoniere secondarie interne nere, col margine dell’ estremità bianco, e sù i lati delle grandi macchie rotondate fulvo-nocciòla . Penne del groppone cenerino-cupe, cor fasce trasverse, e margine nerastro. lascia sopraccigliare, gola, gozzo; petto e addome, color nocciòla-fulvo. Fianchi, gambe, e regione anale bianca, con macchie cenerine. Penne del sopraccoda: le medie fulvo-nocciòla, con margine estremo bianco, e delle fasce nere trasverse: le laterali bianche, con fasce larghe, trasverse, nere. Penne del sottocoda bianche, macchiate di fulvo, e di nero. Re- miganti nere, con stelo bianco. Abito di primavera de’ giovani, che lo vestono per la prima volta. La disposizione de’ colori è la stessa che negli adulti, ma le penne medie del sopraccoda non son fulve; bensi bianche come le laterali : quelle del sot- tocoda non han macchie fulve. Il color fulvo-nocciòla è ovunque molto più pallido: st estende meno sul ven- tre, e dove ancora si estende è misto di macchie bianche. E finalmente quasi tutte le penne del petto hanno una fascia nerastra parallela al margine. Abito de’ giovani avanti la prima muta. Dorso e scapolari di celor cenerino molto cupo. Le penne di queste parti hanno due linee marginali, l’ esterna nera, l’interna bianca. Una gran quantità di macchie nerastre sono disposte longitudinalmente sul pileo, e sulla cer- 296 ORDINE QUARTO vice, delle quali parti il fondo è cenerino. Petto tinto di lionato. Una fascia scura va dall’ occhio al becco. Piedi giallo-olivastri. Nel rimanente simile agli adulti in abito d'inverno. SINONIMIA Tringa islandica, Lin. Gmel. Lath. (glî individui in abito di nozze). Tringa cinerea , grisea et canutus. Lin. Gmel. et Lath. ( gli individui in abito d’ inverno). Tringa ferruginea. Meyer T'ascherb ( abito di nozze). Tringa rufa. Wilson, Americ. Ornit. (abito di nozze). Tringa nevia et australis. Gmel. ( giovani alla prima muta di primavera). Meyer et Wolf, Ois. d’Allem. Livr. 19. pl. 5. fig. 1. (abito di nozze). Buffon, Planch. enlum. num. 366. (adito d’inverno). NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Canut, ou Maubeche. Ingl. The Grisled asch= coloured. Zed. Der Asch-grave Strandlaufer. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi g. Apertura del becco: picc. 14. '/,. Coda: quatt. 5. picc. 3. Tarso: soldo 1. Cosrumi. Io non ho mai trovato quest’ uccello in Toscana, ma son persuaso che sulle sue coste si debba trovare. Il Prof. Calvi lo ha veduto in Liguria. Il Dott. Pajola me lo ha inviato dalle paludi di Venezia. Abita quasi sempre il lido del mare, ove becca i vermiciattoli , le piccole conchiglie, e.crostacei. Di rado si ferma pres- so alle acque dolci. Propagazione. Segue nel settentrione ove egli passa tutta la stagione calda. Ma non si sa nulla nè del suo nido, nè delle sue uova. UCCELLI DI RIPA 299 GENERE LXI. LIMO SA Briss, CARATTERI GENERICI Becco lunghissimo, diritto, o debolmente piegato in alto, con apice ingrossato, liscio, e non solcato superiormente. Di ESTERNO unito alla base col medio da una membrana. Tagso reticolato nella metà superiore. Rostrum /ongissimum, rectum, vel leviter adscendens, apice incrassatum, leve, nec su- perne sulcatum. Dicrrus ExrERnUS dasi cun medio membrana connexus.'Vansus in medie- tate superiori reticulatus. Becco molto più lungo della testa, subterete, diritto, o debolmente piegato in alto; più o meno ingrossato in cima, con l'apice della mascella superiore non solcato, non sagrinato, e che sopravanza l’inferiore: con aper- tura che giunge alle penne della faccia: sopra ciascun lato delia mascella superiore un solco che giunge fino alla cima. Lingua lunga, sottile, appuntata. Narici basilari, laterali, lineari, semichiuse da una membrana nuda. Gambe molto lunghe, con la metà inferiore nu- da. Tarso più lungo ii dito medio, reticolato nella parte superiore, scudettato nell’inferiore. Diti quattro: l’esterno unito col medio da una membrana fino all’ ar- ticolazione della seconda falange: il posteriore articolato più in alto, e che tocca terra con l'unghia. Unghie mediocri, appuntate. Coda subeguale alle ali, di dodici timoniere. Ali lunghe: la prima remigante più lunga di tutte le altre: remiganti secondarie interne poco più corte delle primarie. 298 ORDINE QUARTO COSTUMI Le Pittime molto si assomigliano nel modo di vivere alle Zringhe: come quelle abitano i terreni pantanosi, ove facilmente possono introdurre il loro lungo becco. Son uccelli migratorj, che vanno a covare nelle regioni le più settentrionali. Nel tempo degli amori mutano il color delle penne, e le loro parti inferiori acquistano un color fulvo-rugginoso più o meno intenso. PITTIMA PICCOLA LIMOSA RUFA Briss. Becco rivolto in alto: timoniere con otto o nove fasce trasverse nerastre : unghia del dito medio corta, e non den- tata. ( Temm.) Limosa rostro adscendente: rectricibus fasciis octo tran- sversis, nigris: ungue digiti medii brevi non dentato. Adulti in abito d° inverno. Becco leggermente vol- tato in alto, verso la punta nero, alla base porporino- livido. Pileo, spazio fra l’occhio ed il becco, gote e collo di color cenerino-chiaro, con numerose strie lon- gitudinali di color bruno-cupo . Fascia sopraccigliare che è larga, gola, petto, e tutte le altre parti inferiori bianco-nivee. Porzione alta della schiena, scapolari , e remiganti secondarie interne di color grigio-cenerino : tutte le penne di queste parti hanno lo stelo nero, ed una macchia bruno-nerastra lungo di questo: parte po- steriore della schiena e groppone bianchi, ma con al- cune macchie nerastre. Cuopritrici delle ali nere, con margine bianco puro. Remiganti nero-cenerine. Timo- niere bianche, con fasce nerastre sul lato interno; l’e- sterno è quasi interamente bianco: tutte son marginate, e terminate di bianco. Piedi nerì (1). Maschio adulto in abito di nozze. Pileo e cervice (1) Temm. ibid. pag. 669. UCCELLI DI RIPA 299 Hionato-fulviccio, coperto tutto da strie longitudinali nerastre. Penne della schiena, scapolari, e remiganti secondarie interne, nere, col margine coperto da larghe macchie lionato-fulvicce ovato-angolate, che in alcune penne son distanti fra loro, e che in altre si uniscono insieme. Groppone e sopraccoda candidi, con macchie nere, lunghe, appuntate. Fasce sopraccigliari e gola, di dolor Lonstogialiicaoi Gote, lati del collo, gozzo, petto, fianchi, addome e sottocoda, color fulvo- Hucciola intenso: sù i lati del collo, del petto, de’ fianchi, e del sottocoda, delle macchiette nere bislunghe. Alcune volte sul petto, addome, e sottocoda vi sono ancora delle macchie bianche. Cuopritrici superiori delle ali, e re- miganti secondarie, di color nero sullo stelo, che acco- standosi al margine, il quale è bianco, prima passa al cenerino, poi con quello si unisce. (Grandi cuopritrici delle remiganti primarie, nere. Remiganti primarie nere all’ esterno, bianco-cenerine sul lato interno, con lo stelo O, o biancastro. Cuopritrici Bia delle ali candide, macchiate di cenerino-cupo. T'imoniere: le quatiro edi di color bianco leggermente tinto di lionato: le altre bianco puro: tutte son macchiate in tra- verso di cenerino-nero . Femmina adulta in abito di nozze. Pilèo, schiena e scapolari di color nerastro, con ondeggiature cenerine, macchiate di giallastro ai margini. Mezzo dell’ addome candido: le altre parti inferiori di color lionato-fulva- stro, molto più sbiadito che nel maschio: sù i lati del petto, fianchi e sottocoda, delle macchie bislunghe nere (1). Giovani dell’anno. Pileo nerastro, striato di cecia- to-sudicio. Cervice, lati del collo, gozzo e petto di color lionato-cenerognolo , con lineette longitudinali nere, che son più morate sul petto. Penne dell’ alto della schiena, scapolari, e remiganti secondarie interne nere, con largo margine lionato, formato dalla riunione di macchie (1) Temm. ibid. pag. 691. 5oe ORDINE QUARTO evato-angolate. Groppone e sopraccoda candidi, con molte macchie cenerine, ovate. Gola e fasce sopracci- gliari, biancastre. Gote biancastre, punteggiate di cene- rino. Addome, fianchi e sottocoda, bianchi. L’ alto dell’addome e i fianchi son tinti di lionato-sudicio: st i fianchi vi sono alcune lineette nere: sù i lati del sotto- coda delle macchie lanceolate cenerino-nere . Cuopritrici superiori delle ali nere nel mezzo, con largo margine lionato-chiaro. Remiganti primarie nere, con stelo bian- co: secondarie nere, marginate di bianco. Cuopritrici inferiori candide, con poche macchie cenerognole. Ti- moniere di color bianco-sudicio, tutte traversate da otto o nove larghe fasce ed irregolari, nerastre. SINONIMIA ® Scolopax Lapponica. Lin. (maschio in abito di nozze). ne Meyeri, Leisler. ( femmina in abito di nozze). Buffon, Planch. enlum. num. 900. ( adito di nozze). My: et Wolf, Ois. d’Allem. Livi. 16. pl. 6. (giovane). NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. La Barge rousse. Ingl. The common Godwit. Ted. Der rostrothe Sumpfliufer. Dimensioni del maschio. Lunghezza totale: soldi 13. Apertura del becco: soldi 2. picc. 5. Coda: soldi 2. picc. 6. Tarso: quatt. 5. picc. 2. La femmina è un poco più grande. Quit: È comune nel settentrione sulle rive del Mar Baltico, in tutta l’ Inghilterra, ed in molte part della Germania. In Italia, e particolarmente in T'osca- na, è molto rara. Nel Pisano non ne ho trovati che due soli individui, giovani: ambedue gli ebbi nell’ Agosto del 1828. Propagazione. Non è conosciuta: si crede che accada nel cerchio artico. UCCELLI Di RIPA 301 PITTIMA REALE LIMOSA MELANURA Leister. Becco diritto: coda alla base bianca, nel rimanente di color nero-uniforme: unghia del dito medio lunga, e den- tellata: una macchia sulle remiganti. ( Temm. ) Limosa rostro recto: cauda basi alba, ceterum unifor- miter nigra: ungue digiti medii longo, denticulato; remi- sibus unimaculatis. Adulti in abito d’ inverno. Becco diritto, nero in cima, giallo-carnicino alla base. Pileo, cervice, schiena, scapolari, cuopritrici delle ali, remiganti secondarie in- terne, e penne posteriori delle gambe, di color cenerino- grigio, con lo stelo nerastro: il groppone è di questo stesso colore, ma assai più tendente al nero. Fascia so- praccigliare, gola, addome, fianchi, penne della parte anteriore della gamba e sottocoda, di un bianco-candido. Gote, lati del collo, gozzo e petto, dello stesso cenerino delle parti superiori, ma assai più chiaro. Le tre remi- ganti primarie intiera mente nere sul lato esterno, sull’ in- terno, e sullo stelo bianche: le altre bianche alla base, nere alla cima. Remiganti secondarie cenerine e bian- che. Cuopritrici inferiori delle ali intieramente bianche. Sopraccoda bianco alla base, nero in cima. Timoniere ancor esse bianche alla base, nere in cima, Piedi bruno- nerastri. Adulti in abito di nozze. Pileo, lati della testa, cervice, lati del collo, gozzo e petto, color fulvo-noc- ciòla-ocraceo : il pileo, lo spazio fra l'occhio ed il bec- co, e la base della cervice, son coperti di folte strie nere longitudinali. Sul petto vi sono delle fasce trasverse, ondolate, nere. Penne della schiena, scapolari, e remi- ganti secondarie interne nere, con fasce trasverse color lionato-nocciòla. Groppone nero. Addome, fianchi e sottocoda, candidi: 1’ alto dell’addome, i fianchi ed il sottocoda han delle fasce trasverse ondolate, nere, molte delle quali han dalla parte inferiore una sfumatura fulya, 302 ORDINE QUARTO Ali come negli individui in abito d'inverno, eccettochè fralle cuopritrici alcune ve ne sono simili alle penne della schiena. Sopraccoda e coda come in inverno. Nota, individui con quest'abito perfetto di nozze son rari fra noi, ed in vece in primavera frequentemente se ne vedono di quelli vestiti dell’imperfetta livrea che quì sotto descriverò. Sono questi individui in muta, o giovani che vestono per la prima volta Ja livrea di nozze? Mi pare più probabile quest’ ultima supposizione. Giovani in abito di nozze? Pileo nero, macchiato di cenerino-lionato. Cervice e lati del collo cenerino- lionati, macchiati di nero. Penne della schiena e scapo- lari cenerine nella cima, e nere alla base, con fasce trasverse di color fulvo Îionato sbiadito. Fascia soprac- cigliare e gola, biancastre. Gote biancastre , macchiettate di nerastro. Lati del collo e gozzo cenerino-fulvicci, macchiettati di cenerino-nerastro. Petto e fianchi bian- castri, con fasce trasverse ondolate nerastre, dalla parte inferiore sfumate di fulvo-chiaro. Le altre parti inferio- ri, le ali, e la coda come negli individui in abito d’ in- verno . Giovani avanti la prima muta. Pileo nero-scuric- cio. Penne della schiena e scapolari nerastre, cinte da un margine lionato. Fascia sopraccigliare, gola, base delle timoniere e addome, bianchi. Collo e petto, lio- nato-cenerino chiaro. Cuopritrici delle ali cenerine, marginate e terminate da un grande spazio bianceo-lio- nato . 'l'imoniere in cima bianche (1). SINONIMIA Scolopax Belgica, cegocephala , Lin, Gmel. et Lath. Totanus egocephalus. Bech. ( abito d'estate ). Scolopax Limosa. Lia, et Lath. Totanus Limosa. Bechst, ( abito d’ inverno). Totanus. Aldrov. Ornith. Tom. 3. pag. 429, 430. Pantana, o Moschettone, o Pittima, Storia degli Uccelli Tuv. 460. 462. (1) Temm. loe. cit. pag. 666. UCCELLI DI RIPA 303 NOMI VOLGARI. TOSCANI Gambettone, Pis. Pittima, Fior. STRANIERI Frane. La Barge. Ingl. The Jadreka Snipe. Zed. Der Sclvarzschwanzige Sumplàufer. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 15. quatt. 1. Apertura del becco: soldi 4. picc. 1. Coda: soldi 2. quatt. 1. Tarso: soldi 3. Costumi. Di rado se ne vedono al loro passo, ma in copia compariscono sul finir dell’ inverno, quando ri- tornano verso il Nord. Sono allora riunite in branchi grandi, volano molto alto, e si fermano ne’ siti più fan- gosi de’ prati o degli stagni. In quel tempo molte han l’abito d'inverno, alcune la livrea di nozze de’ giovani, pochissime la livrea perfetta . Propagazione. Accade ne’ paesi settentrionali. In Olanda dicono gli autori che ve ne covan molte, fra le erbe palustri, o nelle buchette de’ prati. Partoriscono quattro uova per covata, piriformi , di color chiaro oli- vastro, con macchie scuricce più o meno slavate. Gli Olndcs ricercano queste uova per mangiarle (1). Caccia. Con le reti aperte nella stessa maniera che si prendon le Gambette, ed i Pivieri. GENERE LXII. RUSTICOLA Vieitor. CARATTERI GENERICI Becco molto più lungo della testa, diritto, con apice liscio, non ingrossato, appena sol- Cato superiormente. GaAmBE vestite di penne (1) Schinx loc. cit. pag. 3. 304 ORDINE QUARTO per tutta la lovo lunghezza. Dirt anteriori in- tieramente separati. Uncua del dito posterio- re che non oltrepassa il dito. RosrRrumM capite multo longius, rectum, apice Leve, non incrassatum, superne sulcatum. Vi- BI&E ex toto plumosce. Diciti antici penitus dis- creti. UnGuIS posticus digitum non pratergre- diens. , Becco più lungo della testa, diritto, subterete, nella cima non ingrossato, con l’apice della mascella supe- riore che un poco oltrepassa l’ inferiore, superiormente con un solco longitudinale non sagrinato, con apertura che non oltrepassa le penne delle gote; sopra ciascun lato della mascella superiore un solco longitudinale che giunge quasi fino alla cima. Lingua sottile, depressa, appuntata. /Varici basilari, laterali, piccole, bislunghe, semichiuse da una membrana nuda. Gambe corte, in- tieramente vestite di penne. Z'arso più corto del dito medio, scudettato. Diti quattro: gli anteriori intiera- mente divisi: il posteriore articolato più in alto, e che tocca terra con |’ unghia. Unghie piuttosto piccole, compresse, appuntate: quella del dito posteriore che non oltrepassa il dito. Coda più lunga delle ali, roton- data, di dodici timoniere. Ali larghe : prima remigante una delle più lunghe. COSTUMI Sono due sole le specie di questo genere: l’ una abita in Furopa, l’altra nell’ America settentrionale. Sono uccelli boscarecci, notturni; cibansi de’ vermi che tro- vano nel fango. Il loro abito non cangia in nessuna sta- gione. BECCACCIA RUSTICOLA VULGARIS Vieitu. Remiganti primarie tutte d’ egual larghezza: parti infe- riori striate in traverso di uero. UCCELLI DI RIPA 305 Rusticola remigibus primariis omnibus aquilatis: corpore inferne transversini nigro striato . Becco cenerino-carnicino. Iride nera. Fronte grigio- cenerognola, con piccole strie brune. Vertice ed occi- pite di color nero cupo, con tre fasce trasverse ceciate, ed alcune macchie di color bajo acceso. Cervice cene- rino-lionata, macchiata a zic-zac di nerastro. Penne della schiena, scapolari, e remiganti secondarie interne irregolarmente dipinte di grigio-ceciato , di bajo acceso, e da grandi macchie angolate d’ un nero purissimo . Groppone e sopraccoda bajo acceso, striato trasversal- mente di nerastro. Fascia sopragcighiare, e penne orbi- tali, ceciate: una fascia nera va dall’occhio al becco. Gote ceciate, macchiettate di nero. Gola bianco-ceciata . Gozzo, lati del collo, petto, fianchi, e addome ceciato- cenericci, striati trasversalmente di nero. Cuopritrici superiori delle ali di color bajo acceso, con macchie trasversali nere: alcune terminate di ceciato. Remiganti nere, macchiate di bajo acceso: le primarie solo sul lato - esterno, le altre sopra ambedue. Penne del sottocoda ceciate, con macchia nera longitudinale sullo stelo: le più lunghe han la cima bianca . Timoniere di color nero purissimo, macchiate sul margine di color bajo acceso, con l'estremità, superiormente di color cenerino-piom- bato, e bianco splendente, Piedi grigio- carnicini. SINONIMIA Scolopax Rusticola. Lin., Temminck, Ranzani, Princ. di Musignano. Scolopax, sive Gallinago. Aldrov. Ornith. T. 3. p. dI: Tab. 473. Beccaccia. Storia degli Uccelli Tav. 447. Buffon, Planch, enlum. num. 885. NOMI VOLCARI: STRANIERI Franc. La. Bécasse. Zngl. The Weodcock. Ted. Die Waldschnepfe, Tomo II. 20 306 ORDINE QUARTO Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 13. Apertura del becco: quatt. 7. Coda: soldi 2. picc. 10. Tarso: soldi 1. picc. 5. Nota. Se ne trova frequentemente uva varietà, la quale oltre ad avere i colori più intensi, è anche di dimensioni molto minori. Essa dai nostri cacciatori chiamasi Beccaccia scopajola, e dagli Autori Scolopax rusticola parva, Costumi. Vivono le Beccacce ne’ boschi abondanti . di terriccio, e sparsi di fontane, o ruscelli, o laghetti. Pare che la luce molto le incomodì , giacchè nel gior- no stan sempre nascoste ne’ macchioni i più folti,” con difficoltà prendono il volo, e questo per il solito allora è di poca durata, e sembra faticoso ed incerto. E perciò quando di giorno qualcuna se ne fa levare in una mac- chia , o piccolo bosco, ed isolato, essa va a buttarsi dall’ una all’ altra estremità del boschetto, senza sapersi determinare a lasciare quel luogo ombroso, e piuttosto s’ espone ai replicati colpi del cacciatore , che avventu- rarsi nell’ aperta campagna. Ma nella notte, e partico- larmente ai crepuscoli, esse fan voli lunghi e ben soste- nuti, ed in questore appunto viaggiano. A mezz’ ora di notte lascian la macchia, e van per i prati, per i campi di fresco coltivati, e per gli orti, a cercare i lombrichi nella terra molle: mezz’ ora circa avanti lo spuntare del sole lasciano i luoghi ove han pascolato, e vanno all’ ac- qua, per bere, e, come dicono i cacciatori, per lavarsi il becco e le zampe: di poi ripreso il volo, tornano nell'interno de’ boschi. Verso la metà d° Ottobre arri- vano le Beccacce nelle nostre pianure. Sugli Appennini esse vi arrivano prima, e trovandovi comoda pastura, un poco si trattengono, cioè fino al giungere della neve. Nella pianura si continua a trovarne in abbondanza fin verso il Gennajo: nel Gennajo e Febbrajo poche se ne incontrano, ma nella prima metà di Marzo ricompari- scono in quantità. Dopo quel tempo non se ne vede più alcuna, o se qualcuna se ne trova è di quelle che o per malattia naturale, o per ferite ricevute, mon sono in stato di continuare il viaggio. UCCELLI DI RIPA 307 Propagazione. Nidificano sopra le montagne alte e boscose de” paesi settentrionali. Qualche coppia nidifica ancora sulle alpi della Svizzera, della Savoja, del Tiròlo; e secondo le osservazioni del più volte citato Prof. Calvi di Genova, nidifica anche sul lato settentrionale delle vette delle alpi Liguri, nelle estese forest» di Ontano, che sono presso alle sorgenti dell’ Urbda, della Trebbia, e dell’4veto (1). Il nido loro consiste in una buchetta scavata nella terra. Le uova sono in numero di tre o quattro, piriformi, bianco-rossicce, con macchie rosso- scure e grigiastre, più abbondanti sull’ estremità più ot- tusa (2). Caccia. Si fa a quest uccello, in Toscana, col fucile e con i lacci. Nell’ Ontanete, nell’interno de’ macchio- ni, ne’ piccoli stradelli fatti dai bestiami, son tesi i lacci a scatto, o a barcocchio come diconsi nel Pisano : delle ‘piccole siepette fatte con frasche, o stecchi, e che fanno ala al laccio da uno, e da un altro lato, obbligano la Beccaccia a passare appunto nel luogo ove è tesa l’insi- dia. Nel giorno i cacciatori di fucile le cercano per le macchie con i cani da penna. Sul far della notte, o avanti l’alba, stanno ad aspettarle al margine de’ boschi, ed in vicinanza delle acque. In alcuni luoghi della Tosca- na, particolarmente sull’ Appennino, le van cacciando nella notte con un frugnòlo, ne’ prati umidi, e lungo 1 paduli : esse vedendo la luce della lampana, s’ acco- vacciano , restano immobili ad osservarla, e danno al cac- ciatore tutto il comodo d’ ucciderle, o con la balestra, o con il fucile. Una caccia anche molto bella, ma poco usata fra noi, si fa tendendo una Ragna sottile attraverso a quelli sbocchi de’ boschi da cui soglione uscire o rien- trare le Beccacce. (1) Calvi ibid. pag. 79. (2) Schinz ibid. pag. 4. 308 ORDINE QUARTO GENERE LXIII. SCOLOPASX Viziztor. CARATTERI GENERICI Becco molto più lungo della testa, diritto, con apice rigonfio, superiormente solcato, e fortemente sagrinato (1). GAMBE non intieva- mente pennute. Diti anteriori intieramente separati. UncHIA del dito posteriore che oltre- passa il dito. RostruM capite multo longius, rectum, apice incrassatum superne sulcatum, valide echina- tum. Tia non ex toto plumose. Diciti antici penitus discreti. UnguIS posticus digitum pre- tergrediens. Becco più lungo della testa , diritto, subterete, nella cima un poco rigonfio: con l’apice della mascella supe- riore che un poco oltrepassa l’inferiore, superiormente con un solco profondo longitudinale: fortemente sagri- nato; con apertura che non oltrepassa le penne delle go- te: sopra ciascun lato della mascella superiore un solco longitudinale che giunge quasi fino alla cima. Lingua sottile, larga, appuntata. /arici basilari, laterali, pic- cole, bislunghe, semichiuse da una membrana nuda. Gambe mediocri, non intieramente vestite di penne. Tarso subeguale al dito medio, scudettato. Diti quat- tro: gli anteriori intieramente divisi, il posteriore arti- colato più in alto degli altri, e che tocca terra con l’ un- ghia. Unghie mediocri, compresse, appuntate: quella del dito posteriore che oltrepassa il dito. Coda poco più (1) Questo carattere non è ben visibile che quando il becco è disseccato . UCCELLI DI RIPA 309 lunga delle ‘ali, subrotondata, di dodici o quattordici , sedici, o diciotto timoniere. Al lunghe: prima remi- gante una delle più lunghe. COSTUMI Questo genere, che è molto copioso in specie, è an- cora uno de’ più naturali che si conosca, giacchè tutte si somigliano per le forme, per la distribuzione de’ co- lori, e per i costumi. Abitano ne’ terreni aperti e palu- dosi, fra i giunchi, sù i prati. Ordinariamente questi uccelli volano, e. camminano di notte, e nel giorno stanno nascosti fralle erbe. Il cibo loro consiste in ver- mi, e larve d’insetti. Non varia il color delle loro penne lu nessuna epoca, quantunque, secondo le osservazioni del Sig. Temminck, essi sian soggetti a due mute per anno. Covano nel settentrione, e nell’inverno emigrano verso mezzogiorno. Son tutti uccelli di carne delicata e saporita. CROCCOLONE SCOLOPAX MAJOR Lin. Timoniere diciotto: le quattro esterne da ciascun lato bianche, macchiate di nero. Scolopax rectricibus decem et octo: extimis quatuor utrinque albis ex nigro maculatis. Becco il doppio del dito esterno, nero in cima, grigio- verdastro alla base. Testa e gola, ceciato-sudicio. Re- gione auricolare nerastra. Una fascia nerastra va dall’an- golo del becco all’occhio: due partono dalla base supe- riore del becco, e scorrono dilatandosi fin sopra all’ oc- cipite. Cervice e lati del collo ceciati, macchiettati di nero. Schiena, seapolari, e remiganti secondarie inter- ne, di color nero un poco cangianti in verdone, con macchie trasverse ondolate fulvo-lionate, e quattro serie di macchie longitudinali di color ceciato-lionato . Gote macchiettate di scuriccio . Gozzo e petto cetiato-sudicio, con macchie scuro-nere. Penne de’ fianchi e della base dro ORDINE QUARTO dell’ addome biancastre, con macchie trasverse angolate, nere. Parte media dell’ addome candida. Penne del sot- tocoda ceciate, con macchie nere irregolari. Ali bruno- nere. Cuopritrici piccole marginate di ceciato-sudicio : medie e grandi terminate da una larga macchia bianca. ‘La prima remigante ha il margine esterno macchiato di ceciato. Cuopritrici inferiori delle ali bianche , macchiate in traverso di cenerino. Penne del sopraccoda ceciato- lionate, macchiate in traverso di nero: le medie son terminate di bianco. Timoniere diciotto : le prime quat- tro esterne da ciascun lato, bianche, macchiate di nero nella metà inferiore del margine esterno: la quinta è bianca nel terzo superiore: nel terzo medio giallo-noc- . ciòla: nell’ inferiore bianca: nel terzo medio e inferiore ‘vi son delle macchie nere irregolari. Le tre timoriere seguenti son nere nella parte inferiore, lionato-fulvo nella superiore, macchiate di nero, e terminate di bian- co. Piedi cenerino-giallognoli. Unghie nere. SINONIMIA Scolopax media. Frisch, Ranzani. Scolopax gallinacea. Dumont. Beccaccino maggiore ec. Storia degli Uccelli Tav. 446. NOMI VULGARI. TOSCANI Coccolone, Croccolone, Pis. Pasqualino, Bientina. Pizzardo, Vadichiana. STRANIERI Franc. La double Bécassine, Ingl. The Greatsnipe. Ted. Der Mittelschrepfe. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 10. Apertura del becco: soldi 2. Coda: quatt. 5. picc. 3. Tarso: quatt. 4. picc. 1. Costumi. Il nome di Groccolone gli è stato dato a causa del grido che manda prendendo il volo. A. diffe- renza del Beccaccino reale, il Croccolone si frulla dif- ficilmente, e bisogna per determinarvelo che 1 cani lo ‘UCCELLI DI RIPA 311. bracchino e gli diano addosso: oltre di ciò differisce dal ' Beccaccino anche per il suo modo di volare, giacchè non serpeggia come questo , ma vola in linea retta, con volo unito e quasi pesante come quel della Quaglia, ed i suoi voli son di breve durata. Non si vedono in Toscana che nel tempo delle loro emigrazioni, cioè in autunno, ed in primavera : ma in autunno son rarissimi, ed alcuni anni neppure uno se ne vede. Nell’ ultima metà d’ Apri- le, e nella prima di Maggio al contrario, ne passano di Mostana moltissimi, ma solo per pochi giorni si tratten- gono fra noi. Essi amano i luoghi erbosi e di terra molle, così che all’epoca del loro ripasso fermansi nei campi di fave, o di grano, che allora son già ben rive- stiti di verdura. Propagazione. Nidificano ne’ siti paludosi del setten- trione, e pongono il nido sopra 1 grossi cesti di giunchi. Vi si trovano tre o quattro uova di color olivastro, con macchie scuro-cupe (1). Caccia. Essendo il Croccolone uno degli uccelli di cui la carne è delle più delicate, con gran cura si cercano in quel tempo nel quale passano per al nostro paese. Ma siccome il passo più copioso accade in Maggio , o nell’ul- tima metà d’ Aprile, tempo in cui le cacce sono vietate, uasi tutti sen vanno senza esser punto molestati. I lacci ed il fucile sono i mezzi adoprati per prenderli. Ed a causa del volo unito e di poca durata che hanno i Croc- coloni, dell’ abitudine di regger molto davanti ai cani da fermo, del bell'aspetto delle nostre campagne in quel tempo, della dolcezza dell’ aria , ec. tutto contribui- sce a render la loro caccia una delle più dilettevoli. (1) Schinz ibid. pag. 4. 312 ORDINE QUARTO pH i ANSÙ, 1,5%, 344) BECCACCINO REALE SCOLOPAX GALLINAGO Luw. Timoniere quattordici : la prima esterna macchiata di bianco in cima ed esternamente, e più corta della seconda . Scolopax rectricibus quatordecim : prima extima , apice et latere externo albo maculato: secunda primam superante. Becco eguale due volte e mezzo in lunghezza al dito esterno, grigio-cenerino alla base, nero in cima. Testa e collo ceciato-sudicio macchiettato di nerastro, eccet- tuato sulla gola, che è senza macchie e biancastra: due fasce nere macchiate di lionato-fosco partono dalla base del becco, passano sul vertice, e s' estendono fin sopra all’occipite. Cervice cenerino-lionata, macchiata di ne- rastro. Schiena, scapolari, e remiganti secondarie in- terne di color nero un poco cangiante in verdone, con macchie trasverse ondolate fulvo-lionate, e quattro fasce longitudinali color ceciato-lionato. Groppone nero, macchiato in traverso di biancastro . Gozzo, lati del collo e petto, ceciato-sudicio macchiato di scuriccio. Addome candido. Fianchi bianchi, macchiati in traverso di nero. è UCCELLI DI RIPA 313 Ali bruno-nere: le cuopritrici delle remiganti primarie . marginate nella cima di bianco, le altre di ceciato-su- dicio. Prima remigante esternamenie marginata di bian- co. Cuopritrici inferiori delle ali cenerino-cupe, termi- nate da largo margine bianco. Penne del sopraccoda lionate, macchiate trasversalmente di nero a zic-zac: quelle del sottocoda ceciato-fosco, macchiate di nero esternamente, Timoniere quattordici: la prima col mar- gine esterno bianco, macchiato di nero: l'interno nero alla base, e nella cima bianco e nero: le due del mezzo nere, con le cime macchiate di fulvo-chiaro: le altre al- la base nere, nel rimanente fulvo-chiaro, macchiate di nero. Piedi cenerino-olivastri. Unghie nere. Pulcini che ancora non han spuntato le penne. Essi sono vestiti di calugine castagno-fulva ; lati della gola e fascia sopraccigliare, di color gialliccio: nel mezzo della gola, sopra la fronte, sulle ali e sul dorso, delle macchie nere: sul pileo, sulla cervice, delle fasce tra- sverse di punti bianchi: sulle scapole e sul dorso altre , quattro fasce longitudinali delli stessi punti bianchi. SINONIMIA Scolopax seu Gallinago minor. Aldvov. Ornithà. Tom, 3. pag. 4760. Tab. (79. Pizzardella ec. Svoria degli Uccelli Tav. 445. Buffon, Planch, enlum. num. 883. NOMI VOLGARI. TOSCANI Beccaccino, Falciglione, Pis. Fior, STRANIERI Franc. La Bécassine ordinaire. Ingl. The common Snipe. Ted. Die Heerschnepfe. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 9g. quatt. 2. Apertura del becco: quatt. 7. Coda: quatt. 6. picc. 3. Tarso: soldi 1. picc. 3. Cosrumi. I prati bagnati, le rive de’ laghi, li stagni, 3 ORDINE QUARTO i campi la cui terra è molto molle, i fossi quasi secchi, sono i luoghi ove ordinariamente stanno i Beccaccini; ma qualche volta essi trovansi ancora sù i poggetti, ne’ luoghi aridi, ove il suolo è vestito di piccole scope. Su- bito che le prime acque dell’ Agosto han fatto sparire in qualche sito l’ aridità dell’estate, immediatamente si veggono arrivare delle truppe di questi uccelli, e si con- tinua a trovarne in copia assal grande per tutto l’ au- tunno, inverno e primavera; ma nelle epoche del passo e ripasso, il loro numero è sempre maggiore. Appena sono arrivati, e non han per anche conosciuto il peri- colo della vicinanza dell’uomo, vedendolo approssimare s'acquattano, e, come le Quaglie, solo prendono il volo quando quasi sì è per metter loro i piedi addosso: ma dopo avere un poco soggiornato ne’ nostri piani che formicolano di cacciatori, s' infurbiscono, e per il solito al sentire del più piccolo romore si frullano. Essi man- dano allora un piccolo grido, che qualcuno ha assomi- gliato al mugolar d’ un capretto, volano da prima in linea torta, a zic-zac, ma poco dopo prendono un an- damento seilineo, e sogliono andarsi a posare ad una non gran distanza . Propagazione. Non son certo, benchè ne dubiti, che qualche coppia nidi:ichi ne’ luoghi umidi delle vette dell’ Appennino. Sulle Alpi, e in tutti i paesi settentrio- nali, ve ne cova una gran quantità: il nido lo pongono sù i prati o sulle collinette; contiene quattro o cinque uova della grossezza di quelle di Piccione, piriformi, di color grigio-olivastro, con larghe macchie brune, più abbondanti, ed anastomizzate sul lato più ottuso (1). Caccia. L’abbondanza di questo salvaggiume, la de- licatezza della carne, ed il suo volo tapido e tortuoso , lo rende la delizia de’ cacciatori di fucile, giacchè men- tre uccidendolo essi esercitano la loro destrezza, ed il loro colpo d’ occhio, hanno anche un certo premio nella preda che fanno. Ma benchè una gran quantità di Bec- (1) Schinz ibid.\pag. 4. UCCELLI DI RIPA 315 caccini sia continuamente uccisa dai fucili, questo è un nulla in paragone del numero immenso che senza in- terruzione ne è distrutto dai Lacci a barcocchio, o a scatto. Molti e molti sono i Lacciola} che nelle vicinanze di Pisa, in inverno, vivono col frutto di questa caccia . Non vi è campo sodo, o prato, o boschetto, o isolotto su cui questi uccelli si possan fermare, che diecine, e diecine di lacci non vi si trovino. Fanno i tenditori de’ piccoli fossetti larghi poco meno d’ un palmo, lunghi un pajo di braccia, ove scavano, e sfanno la terra: poi nel mezzo di questi, fiancheggiato da due zolle, o da due siepette di stecchi, vi tendono il laccio, BECCACCINO CODA LARGA SCOLOPAX BREHMII Cavp. Timoniere sedici: la prima esterna macchiata di bianco in cima, ed esternamente, e più lunga della seconda. Scolopax rectricibus seadecim: prima extima apice et tatere externo albo maculato, secundani superante. Becco eguale due volte e mezzo in lunghezza al dito esterno, grigio-cenerino alla base, nero in cima. Testa e collo ceciato-sudicio, macchiettato di nerastro, eccet- tuato sulla gola che è senza macchie e biancastra: due fasce nere macchiate di lionato-fosco , partono dalla base del becco, passano sul vertice, e s’ estendono fin sopra all’ occipite. Cervice cenerino-lionata, macchiata di ne- rastro. Schiena, scapolari, e remiganti secondarie in- ‘terne, di color nero un poco cangiante in verdone, con macchie trasverse ondolate, fulvo-lionate, e quattro fa- sce longitudinali di color ceciato-lionato . (3roppone nero, macchiato in traverso di biancastro . Gozzo, lati del collo e petto ceciato-sudicio, macchiato di scuriccio. Addome candido. Fianchi bianchi, macchiati in traverso di nerastro. Ali bruno-nere: le cuopritrici delle remi- ganti primarie marginate nella cima di bianco, le altre .di ceciato-sudicio. Prima remigante esternamente mar- 346 ORDINE QUARTO ginata di bianco. Cuopritrici inferiori delle ali cenerinio= cupe, terminate da largo margine bianco. Penne del sopraccoda lionate, macchiate trasversalmente di nero a zie-zac. Sottocoda di color ceciato-scuro, macchiato di nero esternamente. T'imoniere sedici: la prima più lunga della seconda: essa , il margine esterno; e la cima bianca è traversata da una fascia nera, e la base del lato interno è nera. Le due timoniere medie son nere, con la cima macchiata di fulvo-chiaro: le altre alla base nere, nel rimanente falvo-chiaro, macchiate di nero. Piedi cene- rino-olivastri. Unghie nere. Dimensioni. Lungh. totale: soldi g. picc. 3. Ap. del becco: quatt. 7. picc. 2. Coda: soldi 2. Tarso: pice. 13. Cosrum. È poco tempo che la presente specie ha aumentato il numero degli uccelli europei. Siccome essa somiglia perfettamente, nei colori, nelle dimensioni, e nel portamento il Beccaccino comune, così fino ad ora con quello era stata confusa, ed anzi anche al pre- sente sonovi de’ Naturalisti i quali la vogliono riguar- dare solo come una varietà della Scolopax si Io, confessando l’ estrema somiglianza delle due sorte di Beccaccini, son più inclinato a riguardarle come due vere specie, piuttosto che come varietà; primieramente perchè la mancanza costante di due timoniere mi sem- bra un carattere d° alta importanza; e secondariamente perchè io ho osservato arrivare fra noi la Sco/. Brehmii molto più tardi dell’ altra, giacchè il comun Beccaccino arriva in Agosto, e la Scol. Brehmit non I ho trovata che dopo il Dicembre: ma altro io non ne so. Ecco quel poco che ne dice il Sig. Temminch: « Il nostro cc Beccaccino comune siede un grido nel momento di cc prendere il volo; Paltro è Lello muto come ce il Frullino: il primo è un poco più g erosso del secon- « do: l’uno ha quattordici timoniere, 1° altro ne ha « sempre sedici .....'Trovasi di passo Si settentrione ce dell'Europa, e si caegola con i Beccaccini comuni (1). (1) Temminck et Laugier, Planch. coloriées etc. Livr. 68. dans le tesie de la planch. 403. UCCELLI Di RIPA (5) Pò Dre | FRULLINO SCOLOPAX GALLINULA Lu. Timoniere dodici, bruno-nere, macchiate di fulvastiv. Scolopax rectricibus duodecim brunneo-nigris, e fulve- scente maculatis. Becco in lunghezza poco meno del doppio del dito esterno, nero in cima, cenerino-verdastro alla base. Fascia sopraccigliare Dili. ceciata: al di sopra dell’occhio parte una linea nerastra che giunge fino alla cervice, e che divide in due questa fascia: dall’ angolo del becco parte una fascia scuro-nerastra, che va fino all’occhio. Lo spazio che è fralle due fasce sopraccigliari è nero, macchiettato di fulvo-lionato. Cervice e lati del collo grigio-fulvi, macchiati di bianco, e di nerastro. Schiena, scapolari, e remiganti secondarie interne di color nero, in alcuni luoghi a strisce vivamente cangianti in verdone bottiglia, con lineette trasverse bianche, delle macchie fulvo-lionate, e quattro fasce longitudinali ce- ciato-lionate. Groppone nero cangiante, macchiato in traverso sottilmente di bianco. Gote ceciate, con una fascia scuro-nerastra che và a cuoprire la regione auri- colare. Gola ceciata, imacchiettata di nerastro. Gozzo, petto e fianchi, cenerino-lionati, macchiati di scuro e di nerastro. Addome bianco. Penne delle ali nerastre: piccole cuopritrici marginate di bianchiccio; medie e grandi di lionato, con l'estremo margine bianchiccio: le timoniere medie e grandi son macchiate di fulvo-lio- nato. Remiganti scuro-nere: la primaria esterna, bian- castra esternamente alla base: le secondarie, col mar- gine dell’ estremità bianco. Penne del sopraccoda nero- cangianti, con macchie bislunghe, fulve, e ceciate. Penne del sottocoda bianche, con macchie scuricce. | Timoniere dodici , scuro-nere, con largo margine fulvo- lionato. Piedi grigio-verdastri. 318 ORDINE QUARTO SINONIBMIA Beccaccino minore. Storia degli Uccelli Tav. 443. Buffon, Planch. enlum. num. 884. NOMI VOLGARI. TOSCANI Frullino, Pis. Pinzacchio, Bient. Beccastrino, Yecch. Beccaccino sordo, Fior. STRANIERE Franc. La petit Bécassine, ou Sourde. Ingl. The Jack Snipe. Ted. Der Moorschnepfe. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 7. Apertura del becco: quatt. 4. picc. 1. Coda : quatt. 5. pice. 3. Tarso: picc. 11. Cosrumi. È molto più infingardo a fuggire del Bec- caccino reale, di modo che si lascia lungamente puntare da’ cani, e senza di questi è difficilissimo il fargli pren- dere il volo. Differisce ancora dal comun Beccaecino per esser muto, cioè non mandar mai alcuno strido nel frallarsi. Vola ordinariamente in linea retta, e quasi mai và a zic zac. Nel resto poi ha le medesime abitu- dini della Scolopax gallinago: rrovasi ne’ medesimi luoghi, e ordinariamente arriva e parte con essa, e se ne fa caccia nel modo stesso, cioè con i lacci a scatto, e con il fucile, Propacizione. Nidifica nel settentrione, ove nidifica il Beccaccino reale. Ogni covata è composta di quattro o cinque uova bislunghe, biancastre, asperse di macchie rossicce (1). (1) Temm. Manuel d’Ornith. Tom. 2. pag. 679. UCCELLI DI RIPA 319 GENERE LXIV. NUMENIUS Basss. CARATTERI GENERICI Becco lungo, arcuato. Repini pennute. Diri anteriori uniti alla base da una membrana. Rostrum longum, arcuatum. Lora plumosa. Diciti antici, basi membrana conjuncti. Becco molto più lungo della testa, molto arcuato, subterete, nella cima rigonfio , con l'apice della mascella superiore che un poco oltrepassa l’ inferiore, superior. mente non solcato, nè sagrinato, e con apertura che di poco oltrepassa le penne delle gote; sopra ciascun lato della mascella superiore un solco longitudinale, che giunge fino alla cima. Lingua molto corta, appuntata. Narici poste verso la base del becco, laterali, molto lunghe, lineari, semichiuse da una membrana nuda. Gambe lunghe, quasi intieramente nude nella metà in- feriore. Z'arso molto più lungo del dito medio, scu- dettato. Diti quattro: gli anteriori riuniti alla base da una membrana; quella che è fra il dito medio e l’in- terno più piccola di quella che è fra il medio e l’ ester- no: il posteriore articolato più in‘alto degli altri, e che tocca terra con l’unghia. Unghie corte, subcompresse. Coda subeguale alle ali, subrotondata, di dodici timo- niere. Al piuttosto grandi; prima remigante una delle più lunghe. COSTUMI Sono uccelli di passaggio che viaggiano uniti in nu- merosi branchi, volano molto alto, e con velocità. In Italia non si vedono che nell'inverno, e qualche specie soio in primavera. Cibansi d’ insetti, vermi, e conchiglie 320 ORDINE QUARTO che cercano sopra i terreni scoperti, e non molto lon- tani dall'acqua: in questi stessi luoghi, ma ne?’ paesi settentrionali, nidificano. Non mutano le penne che una sol volta l’anno; non vi è differenza fra l’ abito de’ ma- schi e delle femmine, ed i giovani differiscono da’ vecchi solo per avere il becco meno curvo. CHIURLO MAGGIORE NUMENIUS ARQUATA Lars. Pileo ceciato, macchiato di nero: penne lunghe de’ fian- chi bianche, con piccole e poche macchie bislunghe, Nunmenius pilco cicerino, e nigro mactlato : pennis lon- gioribus ilium albis, paucis maculis eblongis notatis , Becco quasi il doppio in lunghezza del tarso, nerastro in cima, con la base della mascella inferiore carnicino- cenerognola. Iride scuro-nera. Penne del pileo, gote, eervice, lati del collo, gozzo e petto, di color ceciato- tilriccia, con una i nerastra sullo stelo. Penne della a e scapolari nere sù i lati, con largo mar- gine ceciato-lionato: parte posteriore della schiena e groppone, candidi. Sopraccoda candido, con macchie bislunghe nere. Addome e fianchi bianchi, in qualche luogo leggermente tinti di ceciato . Le macchie nero- scuricce, che son sulle penne. del sozzo e petto , 5° éesten- dono oe sull’ addome e sù i fianchi } diventando più lunghe, e più intense. Penne anali e del sottocoda can- dd e senza macchie. Cuopritrici superiori delle ali cenerino-nere, con margine biancastro: nelle medie e nelle grandi questo margine in alcuni luoghi s’ estende verso l’ interno a guisa di fasce trasverse, ed è tinto di lionato. Ho micagi nere: le primarie con macchie bian- che alla base del margine interno : le altre macchiate di bianco in ambo i lati e fino alla cima. Cuopritrici in- feriori delle ali bianche, con poche macchie cenerine. Timoniere bianeastre, con fasce trasverse ondolate ne- rastre. Piedi nero-ceneriui. Unghie nere. UCCELLI DI RIPA 321 SINONIMIA Arquata seu Numenius. Aldrov. Ornith, Tom. 3. p. 424. Tab. 426. Scolopax arquata. Lin, Ranzani, Elem. etc. Tom. 3. part. VIII. Chiurlo, o Fischione maggiore. Stor. degli Ucc. T. 440. Buffon, "Planch. enlum. num. 818. NOMI VOLGARI. TOSCANI Ciurlotto, Pis. Beccaccia marina, Pad. Bientina. Chiurlo grosso, Fiat STRANIERI Franc, Le Courli. Ingl. The common Curlew. Ted. Der grasser Brachvogel. Dimensioni. Lunghezza totale: Braccia 1. quatt. 4. Apertura del becco: soldi 5. picc. 3. Coda: soldi 3. quatt. 2. Tarso: soldi 3. Costumi. Qualcuno ne giunge in Ottobre, e per tut- to l'autunno ed inverno si continua a vederne, ma la maggior quantità comparisce nel Maggio. Allora si sta- biliscono sulle praterìe per una quindicina di giorni, riuniti in numerosi branchi. Mentre volano fan sentire un fischio forte e monotono. In Aprile partono tutti. Propagazione. Vanno a nidificare ne’ paesi setten- trionali : qualche coppia resta in Germania, in Francia ed in Svizzera: ma non è a mia notizia che alcuna covi in Italia. Fanno il nido sulle praterìe, anche su quelle arenose ed asciutte. Le loro uova son poco più piccole di quelle di Gallina, di colore olivastro-giallognolo . Caccia. Se ne prendono molti con le reti aperte, tendendo ad essi come ai Pivieri e Gambette ; ma si ado- prano stampe di Ciurlotti, ed un fischio che imiti il loro. Tomo II. 21 322 ORDINE QUARTO CHIURLO PICCOLO NUMENIUS PHEOPUS Laru. Pileo con due larghe fasce nerastre longitudinali: penne lunghe de’ fianchi candide, con fasce trasverse nerastre. Numenius pileo fasciis duabus , nigrescentibus instructo : pennis longioribus iliun. candidis latis longitudinalibus transversim nigro-fasciatis. Becco un terzo più lungo del tarso, nerastro, con la base della mascella inferiore grigio-carnicina. Gote, e fasce sopraccigliari biancastre, macchiettate longitudi- nalmente di cenerino-nerastro. Pileo nerastro, con una fascia media longitudinale bianco ceciata. Penne della cervice grigio-cenerine, con macchia media longitudi- nale nerastra. Penne della schiena, scapolari, medie e grandi cuopritrici delle ali, cenerino-nerastre, nere sullo stelo, con macchie biancastre sul margine: quelle della schiena e scapolari son tinte di ceciato. Groppone can- dido. Penne del sopraccoda, e quelle che confinano col groppone candide, con macchia nera sullo stelo: le altre ceciate, con fasce trasverse nere. Gola candida; lati del collo, gozzo e petto, di color ceciato-sudicio con mac- chie bislunghe cenerino-nerastre, sfumate sul margine. Penne delle parti superiore e laterale dell'addome bian- che, con macchia nera longitudinale sullo stelo : qual- cuna di quelle de’ fianchi ha ancora qualche fascia tra- sversa. Penne anali e medie del sopraccoda, candide: le laterali candide, con una fascia longitudinale sullo stelo, e qualcuna trasversa . Piccole cuopritrici delle ali cenerino-nerastre, con sottil margine biancastro. Remi- ganti nerastre; le primarie macchiate in traverso di bian- co dal lato interno, le secondarie anche dal lato esterno. Cuopritrici inferiori delle ali candide. Timoniere cene- rino-cupe, con fasce trasverse nerastre. Piedi cenerino- nerastri. Unghie nere. UCCELLI DI RIPA 323 SINONIMIA N Scolopax Pheeopus. Lin. Buffon, Planch. enlum, num. 842. NOMI VOLGARI. TOSCANI Ciurlotto piccolo, Pisano. Lupetta, Wecchiano. Chiurlo piccolo, Fiorentino, STRANIERI Frane. Le petit Courlis, ou le Corlieu. Ingl. The Whimbrel. Ted. Der Regen-Brachvogel. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 14. Apertura del becco: soldi 2. piccioli 10. Coda: soldi 3. Tarso: soldi 2. Cosrumi. Se ne trovano nel Pisano per tutto l’ inver- no, ma in piccol numero: molti se ne vedono arrivare nel Maggio, ma si trattengono pochi giorni. Volano in branchi, serrati, e con gran velocità. Sono molto so- spettosi. Propagazione. Vanno a covare nelle regioni del cer- chio artico. I Caccia. Si prendono con le reti aperte , tendendo loro nel modo stesso che usasi per il Ciurlotto grosso. 324 ORDINE QUARTO CIURLOTTELLO \ NUMENIUS TENUIROSTRIS Vuixiit. Pileo ceciato, macchiato di nero: penne lunghe de’ fian- chi candide, e senza macchie, Numenius pileo cicerino e nigro maculato : pennis longio- ribus iliun. candidis, immaculatis. Becco più sottile che quello della specie precedente, un terzo più lungo del tarso, in cima nero, scuro-nera- stro alla base. Iride nera. Penne del pileo lionate, nera- stre nel mezzo. Fasce sopraccigliari larghe, biancastre, macchiate di nerastro come il pileo. Cervice dello stesso colore, e macchiata nel modo stesso delle fasce soprac- cigliari. Penne della schiena, scapolari, e remiganti se- condarie interne mero-scuricce nel mezzo, con margine UCCELLI DI RIPA 325 lionato-sudicio . Penne della parte posteriore della schie- na e groppone, candide: quelle del groppone hanno sullo stelo una bella macchia nera a goccia. Sopraccoda candido, con alcune macchie nere in cima alle penne. Gola candida. Gozzo bianco, leggermente tendente al ceciato, coperto da folte macchie nere a gocciola . Petto e fianchi candidi, con macchie nere rotonde, e qualcuna più piccola a gocciola: Addome e sottocoda, candidi. L'alto dell'addome è asperso da piccole macchie bislun- ghe nere. Cuopritrici superiori delle ali nerastre, con largo margine irregolare bianco: quelle delle remiganti primarie hanno il margine bianco solo nella cima. Re- miganti: le prime quattro nero-scure, marginate di bian- co solo internamente: le altre han tutti i loro margini con larghe e belle macchie bianche, che nelle remiganti secondarie s’ uniscono luna con l’ altra. Timoniere bian- che, con fasce trasverse nerastre . Piedi nero-piombati. Unghie nere. SINONIMIA Fischione Terrajolo. Storia degli Uccelli Tav. 441. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 15. Apertura del becco: quatt. 7. picc. 2. Coda* soldi 3. picc. 3. Tarso: quatt. 7. picc. 1. Nota. Da poco tempo questa specie è ben conosciuta. Essa fu per la prima volta descritta da Vieillot, come pro- pria all’ Egitto, ma in modo così succinto da darne solo un idea; e questa specie per molto tempo sarebbe anche rima- sta incerta, se il cel. Ornitologo C. L. Bonaparte Principe di Musignano, non l’avesse di nuovo, e con la conveniente esattezza illustrata. Di più egli è stato il primo a trovarla in Europa: dopo di lui io l’ ebbi dalle vicinanze di Pisa, e nello stesso tempo il Sig. Dott. Pajola di Padova l’aveva trovata nel Veneziano: il Prof, Bonelli di Torino ultima- mente anch’ egli ne ha trovati due individui in Piemonte, ed ora che questa specie è ben nota, non dubito che solleci- tamente essa sia riconosciuta come propria di quasi tutte le parti dell’ Europa (e specialmente dell’ Europa orientale ) giacchè mi sembra probabile che fino adesso essa sia sfuggita 326 ORDINE QUARTO allo sguardo degli Ornitologi, confondendola col Numnenius Pheeopus, 0 come pensa il sunnominato Principe di Musi- gnano, sia stata giudicata un giovane di quella specie, Cosrumi. I costumi del Numenius tenuirostris sot simili a quelli del JV. .Pheopus. Secondo le osserva- zioni del Pr. di Musignano, egli è molto comune lungo il Tevere, sulle praterìe umide: là vi passa l’inverno, e si trattiene fino alla primavera. Da noi in Toscana è molto raro: non si vede che nel Maggio, ma accidental- mente, giacchè alcuni anni ne arrivano in quantità, in alcuni altri non se ne vede neppure un solo individuo, come appunto è avvenuto nella primavera del 1828, mentre in quella del 1827 molti individui ne furono uccisi sù i nostri piani. GENERE LZV. IBIS LUacep. CARATTERI @ENERICI Becco lungo, arcuato. Repini nude. Drri an- TERIORI uniti mediante una membrana. RosTRUM. longum, arcuatum. Loi nuda. DiGitI aNTICI basi membraria conjuncti. Becco molto più lungo della testa, molto arcuato, compresso alla base, subcilindrico verso la cima, e leg- germente compresso, con l’apice della mascella supe- riore che un poco oltrepassa l’inferiore, con apertura che giunge alle penne delle gote; sopra ciascun lato della mascella superiore un solco longitudinale che giunge fino alla cima. Lingua corta, triangolare, ottusa. /Va- rici basilari, superiori, bislunghe, semichiuse da una membrana nuda. Gambe lunghe, nude nella metà in- feriore. Z'arso poco più lungo del dito medio, scudet- UCCELLI DI RIPA 327 tato. Diti quattro: gli anteriori riuniti alla base da una membrana; quella che è fra il dito medio e l’ interno più piccola di quella che è fra il medio e P esterno: il posteriore articolato allo stesso livello degli anteriori. Unghie larghe, appuntate. Coda subeguale alle ali, di dodici timoniere. Ali grandi: prima remigante poco più corta della seconda: terza e quarta le più lunghe. COSTUMI Questo genere, composto d’ uccelli di bei colori, non contiene che una sola specie europea, la quale è propria anche all’ Affrica. Fralle esotiche vi è il famoso /bis degli antichi, a cui gli Egiziani offrivano una specie di culto, e del quale trovasi una gran quantità di mummie nelle piramidi ed altri sepolcreti Egiz). MIGNATTAJO IBIS FALCINELLUS Trmw. Color castagno: ali color verdone cangiante. Ibis corpore castaneo: alis e saturo-viridi wersicolore. Adulti. Becco nero-olivastro : la pelle nuda che ne veste la base, e quella che cuopre le redini, di color cenerino-olivastro, che diviene bianco accostandosi al limite delle penne. Fronte, tempie e gola di color ver- done, cangiante in porporino. Collo, alto della schiena, petto, addome, fianchi e gambe, d’ un bel color mar- rone, tendente al rosso-cioccolata. Le penne di tutte le altre parti son di color verdone, cangianti in paonazzo , o in porporino . Le penne della testa e del collo sono ap- puntate, e quelle del pileo e occipite sono anche erigibili, Femmina. Non differisce dal maschio che per essere un poco più piccola. Giovani. Penne della testa e gola nerastre, con mar- gine bianchiccio. Gozzo, petto, addome e gambe, nero- lavagna. Ali ed altre parti superiori colorite come negli adulti, ma meno cangianti. 328 ORDINE QUARTO SINONIMIA Tantalus Falcinellus. Lin. Falcinellus, Avis falcata. Aldrov. Ornith, T. 3. p. 423. Chiurlo ec. Storia degli Uccelli pag. 439. Buffon, Planch. enlum. num. 819. NOMI VOLGARI. TOSCANI Mignattajo, Pis. Ciurlotto nero, o marino, Zecch. Chiurlo, Bient. Mignattone, Fior. STRANIERI Franc. Le Courli verd, ou d’Italie. Zngl. The bay and glossy Ibis. Ted. Der glnzender Ibis. Dimensioni del maschio. Lunghezza totale: soldi 22. picc. 7. Apertura del becco: soldi 5. Tarso: soldi 3. quatt. 1. Coda: soldi 3. quatt. 1. Costumi. Costantemente ogni anno dopo la metà d’ Aprile, al più presto, o nel Maggio, arrivano da noi, e si trattengono per circa un mese: poi spariscono, ed, almeno nelle vicinanze di Pisa, quasi più nessuno se ne trova: dico quasi, giacchè nell’ Agosto del 1825 un pajo ne vidi volare sul Padule di Campaldo vicino a Pisa, nella tenuta di S. Rossore, ed ai piccoli voli che face- vano, sembrava che fossero là stanziati. Quando arri- vano in Aprile, vanno a stabilirsi sulle gsronde de’ Pa- duli, ne’ luoghi non alberati, ma bene erbuti: stan con il corpo quasi orizzontale, il collo molto curvato ad $, ce camminano lentamente alzando molto i piedi. Pasco- lano uniti in truppa, e distesi in una lunga linea: se voglion cambiare il posto del prato, non prendon volo, ma ci van camminando . Essendo stati spaventati, o mettendosi in viaggio, si sollevano ad una altezza gran- dissima, prima ascendendo in linea inclinata, ma retta, poi descrivendo una larga spira: allora tutti gridano con una voce forte, ed il lor grido è simile assai al gracitare delle Oche: e finalmente dopo essersi ancora UCCELLI DI RIPA 3.9 di più inalzati, prendono una direzione trasversale, e poco dopo spariscono all’ occhio. Si dà in Toscana a que- sti uccelli il nome di Mignattai, supponendosi che essi mangino le Mignatte , o Sanguisughe; ma nessuna delle ‘mie osservazioni conferma una tal cosa: nel loro sto- maco non ho trovato che chioccioline aquatiche, insetti, qualche lombrico , e giammai Mignatte , benchè io abbia sezionato un gran numero di questi uccelli. Il luogo da cui vengono i Falcinelli si sa esser 1 Affrica, e da ciò che io posso congetturare, quelli che arrivano in To- scana vengono di Barberia, passando per l’isole di Sar- degna, e Corsica. Ma quando partono di Toscana, ove vanno? Direttamente verso il nord essi non si incammi- nano, giacchè ne’ paesi a noi settentrionali, o non si trovano, o vi son molto rari. Emigrano forse essi an- dando obliquamente da S. O. a N. E.? di modo che dopo esser passati lungo le grandi isole del Mediterra- neo, attraversando l’Italia nella sua metà, vadano poi a covare nelle vaste paludi dell’ Ungheria? TRIBU 1YV. I CULTRIROSTRI. HERODII CARATTERI DI TRIBU Brcco più lungo della testa, conico, diritto, appuntato, compresso. DiTi quattro imperfet- tamente palmati. RosTtRUM capite longius s COonicUM, VECEUMI 4 acutum , compressum. Diciti quatuor imper- fecte palmati. COSTUMI Questa tribù contiene gli uccelli più grandi dell’ in- tiero ordine. Essi camminano con passo grave e misu- rato, e quegli che hanno il pollice articolato a livello 86 ORDINE QUARTO delle altre dita, si posano spesso, e vanno a passare la notte a pollajo sugli alberi; atteggiano il corpo in posi- ture strane e ridicole. Volano molto in alto, e tutti emi- grano passato il tempo delle cove. Alcuni sono frugivori ed altri cibansi quasi esclusivamente di Pesci e di Ret- tili. Il nido lo fabbricano o sugli alberi o sulla cima di antichi edifizj, qualcuno anche sopra de’ monticelli di terra. I figli non sono atti a camminare che molto tempo dopo la loro nascita, di modo che han bisogno d’ essere nutriti e covati; carattere singolare per cui gli uccelli di questa tribù si collegano con Quelli de’ due primi ordini, GENERE LXVI. GRUS Pattas. CARATTERI GENERICI Dirto EsTERNO unito col medio da una mem- brana: l’inteRNO quasi intieramente separato : il rostERIORE articolato più in alto degli altri. UncHIa del dito medio intiera. Tarso scudet- talo, Dicitus ExTIMUs cum medio membrana con- junctus : intERNUS fere ex toto discretus : POSTI- cus ceteris altius articulatus. Uncuis digiti medii integer. Varsus scutellatus . Becco poco più lungo della testa, diritto, conico, compresso , quasi ottuso nella cima. £z1gua carnosa, larga alla base, appuntata in cima. /Varici poste verso la metà del becco, bislunghe, comunicanti insieme, se- michiuse da una membrana nuda. Gambe lunghe, nude in quasi tutta la metà inferiore. Z'arso molto più lungo del dito medio, scudettato. Dit quattro : 1 ester- no unito col medio fino all’ articolazione della seconda falange, l'interno quasi intieramente separato , il poste- UCCELLI DI RIPA 331 riore piccolo, articolato più in alto degli altri diti, che appena tocca terra con l’ unghia. Unghie mediocri, arcuate, poco appuntate , intiere. Coda corta, di dodici timoniere. 4 grandi: prima remigante più corta della seconda; seconda e terza subeguali, e le più lunghe. COSTUMI Gli uccelli di questo genere si cibano più di sostanze vegetabili che animali. Vivono in branchi nel tempo d’inverno, e delle loro emigrazioni che per il solito son molto lunghe. Quando volano s'inalzano molto nell’aria. Il maschio dì quasi tutte Je specie ha la trachea che pe- netra e fa diversi giri dentro la carena dello sterno. Sono soggetti ad una sola muta. GRUE GRUS CINEREA Bscusr. Gola e gozzo nerastro: petto cenerino. Grus gula juguloque nigrescente : pectore cinerco. Adulti. Becco rossastro alla base, verdognolo in mezzo, color di corno in cima. lride rosso-mattone. Pileo e gote coperte da peli corti, semplici, e rigidi, 1 occipite ed il vertice coperti di papille d’ un rosso- scarlatto. Dalla parte posteriore dell’ occhio parte una larga fascia bianca, che và verso la cervice, ove 5° unisce con la fascia che viene dall’ altro lato. Parte infericre della cervice, tutte le parti superiori, il petto, i fianchi, l'addome, penne delle gambe e sottocoda, di color ce- nerino-piombato. Gola e gozzo nero-lavagna. Medie e grandi cuopr:trici delle ali con lo stelo nero, ed una macchia nerastra nella cima, che divien più intensa e più estesa quanto più le penne s’ accostano verso la hase dell’ ala. Le grandi cuopritrici interne, e le remiganti secondarie interne, più lunghe delle alire; con stelo debole, ed arcuato in basso, e con le barbe separate. Remiganti primarie, e grandi cuopritrici che ad esse 332 ORDINE QUARTO corrispondono, nere. Remiganti secondarie nere sul lato esierno, cenerognole sull’interno . Timoniere cene- rine nella metà basilare, nerastre nell’ altra. Piedi neri. Nota. Gli individui che son vicini a mutar le penne non han più il bel color cenerino puro, ma tendono al giallo- guolo. Giovani. Han la testa o intieramente vestita da pen- nuzze cenerine, 0 con piccolo spazio spennato. Tutto il collo è cenerino-scuriccio, e non. ha nè il bianco sù i lati e sulla cervice, nè il nero sulla gola e sul gozzo. Dipiù le grandi penne cuopritrici interne delle ali non son più lunghe delle altre, nè con barbe separate. SINONIMIA Ardea grus, Lin, Grus. Aldrov, Ornith. Tom. 3. Tav. 329. Grue comune. Svoria degli Uccelli Tav. 415. Buffon, Planch. enlum. num, 769. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. La Grue. Ingl. The Common crane. Ted. Der Aschgraver Krunich, Dimensioni. Lunghezza totale: Braccia 2. soldi 5, Apertura del becco: soldi 4. quatt. 1. Coda: soldi 8. Tarso: soldi g. quatt. ©. Cosrumi, Il tempo in cui ne vediamo una maggior quantità nel Pisano è il Marzo, quando cioè ritornano verso il settentrione. Nel Decembre ancora ogni tanto qualcuna ne comparisce, benchè raramente, e giammai accade che tutto l’ inverno restino fra noi. Ciò proba- bilmente dipende dalla molestia che da ogni banda ri- cevono questi grossi uccelloni appena si son posati, e credo che nelle Maremme nostre, e più ancora in quelle del Romano, non di rado anche nel forte dell’ inverno se ne trovino, ed in quella stessa abbondanza con cui sembra che fossero in tutta Italia in tempi più remoti. UCCELLI DI RIPA 338, Viaggiano questi uccelli ad un altezza tale che P' occhio non li può discernere, giacchè sorpassa quella delle neb- bie e nuvole che ordinariamente veggonsi regnare nel tempo delle loro emigrazioni. Con tutto ciò è facile ac- corgersi del loro passaggio al grido rauco e forte che so- gliono di tempo in tempo mandare. Se 1° atmosfera è quieta, o mossa solo da quel dolce vento capace di faci- litare, e non impedire il loro cammino, volano disposti in una schiera che posteriormente si biforca, ed imita perfettamente un Y. Se al contrario il vento è forte, o la comparsa d’un Aquila inquieta la truppa, essi allora si fortificano concentrandosi in cerchio. Posatosi il branco delle Grù a terra, per pascolare , o ristorarsi dalla stan- chezza, una sempre ne resta in luogo più eminente che attentamente spia la campagna, e se qualche pericolo S' accosta, avvisa la truppa con un grido. Propagazione. Al ricomparire della buona stagione esse abbandonano l’isole della Grecia, e 1° Affrica set- tentrionale, ove la massima parte suole svernare , e vanno a rifugiarsi nelle parti più deserte delle paludi del set- tentrione della Germania, Pollonia , ec. Là esse pongono il nido sopra qualche monticello di terra, sopra un tronco d'albero, ec. a tale altezza che permetta all’ uccello di covare le sue uova stando con i piedi in terra: e se non trovano una eminenza naturale a ciò adattata, da loro stessi la fanno ammassando de’ giunchi, canne, stec- chi, ec. Le loro uova son bislunghe , della grossezza di quelle d’ Oca, di color verde-celestognolo , macchiate di scuro. Cova tanto il maschio che la femmina, e per il solito mentre uno cova l’altro sta a poca distanza in senunella, e coraggioso si slancia contro qualunque ani- male a lui si faccia davanti (1). Nota. Vi è un altra specie di Grù, propria dell’ Asia e dell’ Affrica, la quale fin adesso nessuno aveva indicato (1) Vieillot. Nouveau Dictionnaire d'Hist. Natur. art. Grue. 334 ORDINE QUARTO come uccello d’ Europa. Nemmeno io di propria scienza posso dire che egli vi sia stato trovato, ma siccome ho delle prove molto forti per farmelo credere, giacchè persona de- gna di fede mi ha assicurato, che nell'inverno del passato anno 1828 un individuo ne fu ucciso nei nostri paduli sum- marini; e siccome non vedo impossibile che dalle coste della Barberia o dell'Egitto, ove egli certamente si trova, possa essere arrivato sino a noi, nel modo stesso di tante altre specie, perciò io ne do quì la descrizione. Ma questo fatto non essendo stato verificato da niun naturalista, perciò solo in una nota, e come in dubbio, pongo la descrizione di questa specie. DAMIGELLA DI NUMIDIA GRUS VIRGO Gola, gozzo, e mezzo del petto, nero. Grus gula, jugulo, et medietate pectoris nigris. Becco nero, con la punta verdastra. Fronte e fascia so- praccigliare, nere, Gola, gozzo, lati del collo, alto della cervice, e delle lunghe penne che cuoprono il petto, d’ un bel color nero morato. Pileo, occipite, base della cervice, dorso, scapolari, grandi e medie cuopritrici delle ali, lati del petto, addome, fianchi e sottocoda, d’ un bel color ce- nerino. Dall’ angolo posteriore dell’occhio parte un gruppo di penne bianche che in ciuffo si prolungano dietro la testa. Remiganti primarie e secondarie, e grandi cuopritrici delle primarie, nere, Remiganti secondarie interne molto più lunghe dell’ altre, e piegate in basso. Timoniere cenerino- nerastre. Piedi neri. SINONIMIA Ardea Virgo. Lin. Dimensioni. Lunghezza totale: Braccia 1. soldi 9. Apert. del becco: soldi 2. picc. 6. Coda: soldi 5. Tarso: soldi 6. quatt. i. UCCELLI Di RIPA 333 GENERE LXVII, CICONIA Bass. CARATTERI GENERICI Dir ANTERIORI tutti riuniti alla base da una membrana fino alla seconda falange. Drro po. STERIORE articolato quasi nello stesso piano de- gli altri. UncHIa del dito medio ottusa, intiera. Tarso scudettato. Diciti AnTICI omnes basi membrana, usque ad secundam phalangem protensa, conjuncti. DiGitus Posticus fere in eodem plano cun ce- teris articulato. UNGuIS digiti medii obtusus, integer. Tarsus scutellatus. Becco più lungo della testa, diritto, conico, com- presso, molto alto i base, appuntato. /tedini nude. Lingua membranosa, LS Narici basilari, bis- lunghe, comunicanti insieme, forate nella sostanza cor- nea. Gambe lunghe, nude in tutta la metà inferiore. Tarso molto più lungo del dito medio, reticolato. Diti quattro: gli anteriori uniti alla base da una membrana per la lunghezza di tutta la prima falange. Posteriore articolato quasi allo stesso livello degli anteriori. Un- ghie corte, grosse, ottuse, intiere. Coda corta, di do- dici timoniere. 4% piuttosto grandi, rotondate: terza, quarta, e quinta remigante le più lunghe. COSTUMI Uccelli abilissimi volatori, e nel tempo delle emigra- zioni, che sono delle più lunghe, volano a grandi al- tezze. Si nutriscono di piccoli animali di tutte le classi. Abitano i luoghi bassi, ed ove abondano le acque. il nido lo pongono sempre molto alto da terra. I sessi non differiscono quasi punto. _ *- To 336 ORDINE QUARTO CICOGNA BIANCA CICONIA ALBA Brss. Testa, collo, e dorso bianco. Ciconia capite, collo, dorsoque albis. Adulti. Becco rosso-cinabro. Iride color castagno cupo. Redini ed un piccolo spazio triangolare dietro l’ occhio, senza penne, e di color nero. Grandi scapo- lari, grandi cuopritrici delle ali, penne dell’ aletta e re- miganti, di color nero. Gola senza penne, e rossa. Tutte le altre parti del corpo coperte di penne bianche. Piedi rossi come il becco. Unghie color di corno. Giovani . Non differiscono dagli adulti che per avere il color nero tendente allo scuro, ed il rosso del becco e delle zampe di colore sbiadito. SINONIMIA Ardea Ciconia, Lin. Cicogna bianca. Storia degli Uccelli Tavw. 434. Buffon, Planch. enlum, num, 866. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. Le Cicogne blanche. Ingl. The White Stork, Ted. Der Weisser Storch, Dimensioni. Lunghezza totale: Braccia 1. soldi 16. Apertura del becco: soldi 6. quatt. 2. Coda: soldi 7. Tarso: soldi 7. quatt. 1. Costumi. Essendo quasi esclusivo cibo della Cicogna, animali a noi dannosi come rettili, e piccoli mammiferi rosicatori, essa tien pulite le campagne in cui dimora . Ed è forse in grazia di questo servigio prestato all’ uomo, forse anche per il suo carattere aflettuoso per la compa- gna € peri figli, che in tutti 1 tempi è stato un uccello rispettato e qualche volta l'oggetto d’un culto religioso. Anche al presente, benchè più non si condanni a morte M RESSE UCCELLI DI RIPA 337 colui che uccide una Cicogna, come facevasi in Tessa- glia, nonostante in molti paesi considerasi come azione turpissima l’inquietar questi uccelli; in altri essendovi l’opinione che seco portino la buona fortuna, si preparan loro sopra le case de’ luoghi adattati perchè vi costrui- scano il nido. Nell’ estate vivono le Cicogne nell’ Europa settentrionale, ponendo il lor covo sopra le capanne de’ contadini, sulle case de’ villaggi, nell’ interno delle stesse città. In inverno esse vanno in Levante, nell’ Affrica, e qualcuna ancora rimane a svernare in Italia. Spesso esse percuotono insieme le due mascelle, inarcando il collo in maniera, che alla fine la mascella superiore è quasi distesa sul dorso, ed in questa positura seguitano a bat- tere una parte del becco con l’altra producendo un suono forte che odesi da gran distanza, e che è similissimo a quello d'una Z'abella. È questo il modo loro di chia- marsi ed avvisarsi, giacchè sono assolutamente prive di voce. PropPAcazione. Come ho detto, covano le Cicogne nel settentrione , raramente in luoghi selvaggi, sopra alti sco- gli o fabbriche dirute ed abbandonate, quasi sempre al contrario sopra le abitazioni dell’uomo, o in prossimità di queste. Il loro nido è spesso grandissimo, giacchè tornando ogni anno a covare nel medesimo luogo, con nuove canne e frasche restaurano ed accrescono il vec- chio . Le uova di questi uccelli son molto grosse , di color bianco-giallastro, in numero di tre o quattro per nidiata. Tomo IL 22 338 ORDINE QUARTO SVCNYITN RARI STU I CICOGNA NERA CICONIA NIGRA Bettonio. Testa, collo, e dorso nero, o nero-verdone. Ciconia capite, collo, dorsoque nigris, vel nigro-viridibus. Adulti. Becco, pelle nuda della gola, redini, e spa- zio dietro l’ occhio, color rosso-cinabro. Iride scuro- nera. Penne della testa, del collo, del petto , del dorso, ali e coda, di color nero cangiante in verdone ed in porporino-paonazzo. Addome, fianchi, penne delle gambe e sottocoda, candide. Piedi color rosso-cinabro . Unghie nere. Giovani. Becco, gola e redini, color olivastro. Penne della testa, del collo e del petto , color nero-scuro, con UCCELLI DI RIPA 339 macchia biancastra nella cima. Penne del dorso, scapo- lari, ali e coda, color nero-olivastro debolmente can- giante in verdone ed in paonazzo. Piedi olivastri. Un- ghie nere . SINONIMIA Ardea nigra, Lin. Ciconia nigra. Aldrov. Ornith. Tom, 3. Tab, 311. Cicogna nera. Svoria degli Uccelli Tav. 433. Buffon, Planch, enlum. num. 399. NOMI VOLGARI. 6GTRANIERI Franc. La Cicogne noire. Ingl. The black Stork. Ted. Der Schwarzer Storch. Dimensioni. Lunghezza totale: Braccia 1. soldi 14. Apertura del becco: soldi 6. picc. 2. Coda: soldi 8. quatt. 1. Tarso: soldi 7. Cosrumi. È più rara della Cicogna bianca. Abita lon- tano dall’ uomo, nelle grandi foreste paludose. Propacazione. Fa il nido sopra alti tronchi d'albero. Le uova sono due o tre per covata, di color bianco- giallastro. Non so con certezza che quest’ uccello covi in Italia, ma l'essere stati uccisi per due volte in To- scana degli individui in abito di gioventù, nel tempo in cui ancora non erano cominciate le emigrazioni, cioè uno nell’ Agosto del 1823, l’altro ne’ primi di Settem- bre del 1828, mi fa credere che questa specie sl pro- paghi qualche volta anche fra noi. GENERE LXVIII. ARDEA Ls. CARATTERI GENERICI Dito EsTERNO unito col medio da una mem- brana, l’IntERNO quasi interamente separato: POSTERIORE articolato allo stesso piano degli al- 340 ORDINE QUARTO tri. UncnIA del dito medio acuta, seghettata dal lato interno. Tarso scudettato. Dicrtus ExTIMus medio membrana conjun- ctus: INTERNUS fere ex toto discretus : POSTICUS in eodem plano cum ceeteris articulato. UncuIs digiti medii acutus, latere interno serratus . Tarsus scutellatus. Becco più lungo della testa, diritto, conico, com- presso molto alto alla base, e subtetragono. Margine delle mascelle tagliente, spesso finissimamente seghet- tato. Apertura che giunge fin sotto gli occhi. Redini nude. Lingua bislunga, membranosa, depressa , appun- tata. /Varici basilari, bislunghe, comunicanti insieme, semichiuse superiormente da una membrana nuda. Gambe lunghe, ora intieramente nude nella metà infe- riore, ora solo nel terzo, ora intieramente coperte di penne. Tarso più lungo o eguale al dito medio, scu- dettato. Dizi quattro : 1’ esterno unito alla base col me- dio da una membrana per la lunghezza di tutta la prima falange, l’interno quasi intieramente separato: poste- riore lungo, articolato allo stesso piano degli anteriori . Unghie lunghe, arcuate, appuntate; quella del dito medio seghettata dal lato interno. Coda corta, di do- dici timoniere. Ali piuttosto grandi; seconda e terza remigante le più lunghe. COSTUMI Vivono questi uccelli di pesci, di rettili, insetti aqua- tici, ed anche piccoli mammiferi. Stando immobili sul margine de’ paduli, in mezzo alle erbe ed ai giunchi, col'collo ripiegato , e la testa appoggiata al dorso, aspet- tano pazientemente che qualcuno degli animali di cui sì nutrono passi presso di loro; ma qualora questa caccia non frutti a sufficienza, superata la naturale infingardìa, passeggiano sul fango, e fralle erbe inondate, per far muovere que’ pesci o ranocchi che là stanno nascosti, e UCCELLI DI RIPA 3fa che fan fuggire urtandoli con i lunghi lor diti. La voce degli Aghironi è rauca, forte e monotona, ed ordinaria- mente odesi nella notte, tempo in cui i più soglion vo, lare. Alcune specie si trovano in Toscana tutto l’anno, altre solo per poco tempo. Nidificano sugli alberi, ove stanno a pollajo facilmente, e stabilmente, in grazia delle loro lunghe dita. I pulcini passan nel nido tutta la loro infanzia, e sono imboccati e covati fino a che divengono atti a volare. Non vi è differenza di colore fra i due sessi: ma i giovani vestono sempre un abito più o meno diverso da quello degli adulti. FAMIGLIA I. GLI AGHIRONI. ARDEE (1) CARATTERI DI FAMIGLIA Tutta la metà inferiore della Gamsa nuda. Diro esterno unito alla base col medio da una larga membrana. Becco molto più lungo della testa. Tisia in medietate inferiori penitus nuda . Dicitus extimus, basi, cum medio lata mem- brana connexus. RostRUM capite multo longius. COSTUMI Il cibo loro è per il solito di pesci e di rettili aquatici , che essi stanno ad aspettare sù i margini de’ paduli, in que’ luoghi ove le erbe essendo più basse di loro, non impediscono vedere all’ intorno, per poter fuggire, vo- lando, quando il nemico ad essi si accosta. Son più diurni che notturni: sono socievoli, perciò emigrano in truppe, in compagnia vanno a pascolare, ed i nidi loro veggonsi a centinaja riuniti nei medesimi luoghi. Son questi in (1) Gen. Ardea. SrePHuENS. 342 ORDINE QUARTO siti di difficile accesso, ove supposero che la loro prole godrebbe iranquillità e sicurezza. Trovansene in varie parti d’ Europa, e diversi, anche molto cospicui, sono in Italia, ove han nome di Garzaje. Nella parte orien- tale del vasto padule di Castiglion della Pescaja, non molto lontano dal chiaro della Meloria, sonovi de’ bo- schetti di Tamarici, e Salci, che essendo da tutte le parti circondati da foltissime Cannelle, vegetanti in una fan- ghiglia molle, profonda, e coperta da poca acqua, non si può giungere ad essicon i barchetti , e solo vi si può penetrare camminando con gran fatica, ed anche peri- colo, in quell’acqua motosa, ingombra di radiche, e tronchi caduti. In questi boschetti resi quasi inaccessi- bili all'uomo, non tanto dalla natura del suolo, quanto per l’aria pestifera che vi regna in estate, un immenso numero d’ uccelli aquatici vi si propaga. Anatre, Fola- ghe, Sciabiche, (rallinelle, ec. han stabilito il lor covo fra l’erbe ed i paglioni, alla superficie dell’acqua: ma il numero più grande di que’ nidi è d’ Aironi, e Maran- goni, che riempiono tutti i rami, le biforcature de’ fu- sti, la sommità delle ceppe. Giungendo a penetrare in una di queste Garzaje, odesi un romorìo fortissimo e indescrivibile, prodotto dallo stridere o gracitare con- temporaneamente di tutto quell’ uccellame. I vecchi , ed i giovani capaci di volo, prendon tutti da prima la fuga, e quasi un nuvolo se ne inalza nell’aria: ma ben presto negli adulti l’ amor de’ figli superando il timore, e fors’ anche ignari del coraggio e del potere dell’ uomo, cre- dendo intimorire, e fugare il loro persecutore , ritornan nel bosco, e ricomincian le strida, e nemmeno i colpi di bastone o di fucile dai quali vedono uccidere un gran numero de’ loro compagni, son più capaci d’ allonta- narli. Trovansi di queste Garzaje nelle paludi del Bolognese, ed è celebre quella di Malalbergo , stata maestrevolmente descritta dall’ Aldrovandi. UCCELLI DI RIPA 343 NONNA ARDEA CINEREA Lun. Pileo bianco e nero: dorso cenerino: spallacci neri. Ardea pileo albo nigroque: dorso cinereo: humeralibus nigris. | Adulti dopo l'età di tre anni. Becco e redini gial- le. Iride giallo-aranciata. Fronte bianca. Vertice ed oc- cipite nero. Le penne posteriori della fronte e quelle dell’ occipite sono strette, e lunghe in modo che for- mano un ciuffo: fra queste ultime ve ne sono tre o quat- tro le quali eguagliano in lunghezza la metà del collo. Cervice e lati del collo color bianco, debolmente tinto di cenerino. Schiena, groppone, scapolari, cuopritrici delle ali, remiganti secondarie interne, sopraccoda, e timoniere, d’un bel color cenerino-piombato , che ha una fugace tinta di porporino. Fralle penne della schiena e delle scapolari ve ne sono delle strette, molto lunghe, e biancastre. Gola e lati della testa, candidi: parte an- teriore del collo bianca, con delle macchie nere bislun- ghe. Le penne della base del collo sono strette, molto lunghe, e pendenii in basso. Spallacci neri. Addome, sottocoda, e penne delle gambe, di color bianco. Due grandi macchie nere sù i lati dell'addome. Regione anale nera. Angolo dell’ ala bianco. Remiganti nere. Piedi color giallo-olivastro. Unghie nerastre. Giovani all’ uscir dal nido. Mascella superiore seuro-nerastra : inferiore gialla. Palpebre e redini oliva- stre. Pileo nero, senza il ciuffo. Cervice e lati del collo cenerini, come tutte le altre parti superiori: questo co- lore è più intenso che quello degli adulti, ed è privo di quella bella sfumatura porporina. Le penne della schiena e delle scapolari son tutte larghe ed ottuse. Gola candi- da. Parte anteriore del collo macchiata di bianco e di nero. Penne delli spallacci scuro-nere, con una fascia longitudinale biancastra sullo stelo. Addome bianco, con 344 ORDINE QUARTO qualche macchia bislunga nerastra sul mezzo. Fianchi cenerino-cupi. Ali come negli adulti. Giovani dell’ anno, dopo la prima muta. Becco con la mascella nero-olivastra, che passa al color gial- lastro sui margini. Mascella inferiore gialla. Fronte di color cenerino, che si unisce insensibilmente al color nero del pileo, e dell’ occipite. Le penne di quest’ ul- tima parte sono lunghe, ma assai meno che negli adulti. Cervice cenerina, di color più scuro nella parte inferiore. Penne della schiena e scapolari, cenerino-cupe: molte son lunghe e strette, ma dello stesso colore delle altre. Groppone e sopraccoda cenerino-cupo. Gola bianca . Parte anteriore del collo bianca, con molte macchie nere bislunghe. Le penne della base del collo sono strette, e pendenti, ma molto meno che negli adulti. Addome bianco. Fianchi cenerini; sull’ addome una macehia nera, posta avanti la coscia. Regione anale nerastra. Spallacci neri, con molte penne bianche sullo stelo. Ali e coda come negli adulti. Piedi nero-olivastri. SINONIMIA Ardea major. Lin. (adulta). Ardea cinerea. Lin. ( giovane). Ardea cinerea major. Aldrov. Ornit, Tom. 3. Tab. 378. Sgarza ee. Storia degli Uccelli Tav. 427. 428. (adulti), 429. ( giovani). Buftun, Planch. enlum. num. 755. 377. NOMI VOLGARI. TOSCANI Nonna, Pis. Berta grossa, Y'ecch. Scarza cenerina, Fior. STRANIERI Franc. L’Héron cendré. Ingl. The common Heron. Ted. Der aschgraver Rheier. Dimensioni. Lunghezza totale: Braccia 1. soldi 18. Apertura del becco: soldi 5. quatt. 1. Coda: soldi 6. quatt. 1. Tarso: soldi 5. quatt. 2. UCCELLI DI RIPA © 345 Cosrumi. È molto comune, in tutte le stagioni. Abita i grandi paduli, particolarmente ove son prossimi degli alberi. Propagazione. Fa un nido rozzissimo sopra gli alberi grandi o mediocri del mezzo de’ paduli, con canne, fra- sche, ed erbe aquatiche. Partorisce tre o quattro uova per covata, poco più grosse di quelle di Gallina, di un color verde-mare chiaro. RANOCCHIAJA ARDEA PURPUREA Lux. Pileo nero: dorso cenerino: spallacci fulvo-castagni. Ardea pileo nigro: dorso cinereo: humeralibus fulvo- castanets. Adulti . Becco giallo , con lo spigolo superiore scuro. Iride e redini gialle. Pileo di color nero cangiante in verdone. Dall’ occipite partono tre penne lunghe e strette dello stesso colore nero-verdone. Cervice e lati del collo color fulvo-nocciòla: una fascia nera scorre sulla cervice, ed una sopra ciascun lato del collo. Base della cervice e dorso color cenerino intenso, con alcune sfumature leggiere , sparse in qua e in là, color falvo-nocciòla : la massima parte delle penne di queste parti son nella cima lunghe e sottili. Le più lunghe sono le inferiori delle scapolari, le quali son di color fulvo-nocciòla, 0 cene- rino-chiare, o da un lato fulve, e dall’ altro cenerine. Gola bianca: tutta la parte anteriore del gozzo è bianco- ceciata, con macchie nere bislunghe. Le penne della base del collo son lunghe, strette, pendenti, quasi tutte bianco-ceciate nella cima, alla base fulvastre, Spallacci fulvo-castagni. Fianchi cenerini. Addome color fulvo- castagno, cangiante un poco in paonazzo, con macchie nere, che verso la regione anale, e sul sottocoda si riu- niscono insieme. Penne delle gambe lionato-baje. Mar- gine dell’ ala bianco, sfumato di lionato. Cuopritrici ce- nerine, con leggiere sfumature fulve. Remiganti cene- 346 ORDINE QUARTO rine cangianti in paonazzo-porporino. T'imoniere dello stesso colore. Piedi gialli, ed olivastri. Giovani . Han le penne del pileo di color nero, ma non cangiante, e le tre dell’occipite molto corte. Tutte le penne del dorso, scapolari, cuopritrici, e remiganti secondarie hanno un larghissimo margine bajo-lionato, che si sfuma col color cenerino del mezzo. Lo spazio bianco della gola è molto risireito; e ristretta molto è ‘ la linea bianca della parte anteriore del collo. Le penne della base del collo son molto più corte, e più larghe che negli adulti, di color bianco-ceciato , o di color fulvo alla base, o con un lato nero. Spallacci fulvo-castagni , con sfumature lionate. Addome misto di color lionato , fulvo, e nero. Penne delle gambe ceciato-lionate . SINONIMIA Ardea purpurea, Botaurus purpurata. Gmel, Lath. Ardea stellaris major. Aldr. Ornith. Tom. 3. Tab. 409. (adulto), Tab. 411. ( giovane). Granocchiaja, Storia degli Uccelli Tav. 430. (maschio), Tav. 431. ( femmina). Buffon, Planch. enlum. fig. 788. NOMI VOLGARI. TOSCANI Nonna rossa, Pis. Berta rossa, Yecchiano. Gianna rossa, Campiglia. Granocchiaja, Fior. Becca ranocchie, Val di Chiana. STRANIERI Franc. Le Héron pourprè. Ingl. The crested purple Heron. Zed. Der purper Reiher. Dimensioni. Lunghezza totale: Braccia 1. soldi 13. Apertura del becco: soldi 5. quatt. 1. Coda: soldi 4. quatt. 2. Tarso: soldi 3. quatt. 2. Costumi. Arrivan le Ranocchiaje in Toscana verso l’ultima metà d’ Aprile. Ne’ giorni del passo se ne tro- vano pieni i nostri paduli: in seguito diminuiscono di numero, benchè molte ne restino a covare anche fra UCCELLI DI RIPA 34n noi. Arrivato l'autunno spariscono tutte fino alla futura primavera . Propagazione. È una delle specie più abbondanti nelle Garzaje del Padul di Castiglione. Fssa cova più tardi della Nonna. Anche ne’ paduli del Pisano non di rado qualcuna vi si propaga. Fa un nido rozzissimo so- pra gli alberi di mediocre altezza, con Canne, Sala, e Giunchi: vi depone per il solito tre uova, grosse poco meno di quelle di Gallina, di color verde-mare . AIRONE MAGGIORE ARDEA ALBA Lux. Pileo, dorso, e spallacci bianchi: becco giallo: zampe nere. Ardea pileo, dorso, humeralibusque albis: rostro luteo : podiis nigris. Adulti in estate. Becco giallo, qualche volta nero in cima superiormente. Redini ed iridi gialle. Tutte le penne candide. Sull’ occipite alcune sottili penne pen- denti. Sul dorso delle penne con stelo lungo, rivolto un poco in alto, con piume rade, lunghissime, e fili- formi. Piedi olivastri, o nero-olivastri. La parte nuda della gamba vicina alle penne, giallastra. Giovani avanti la prima muta. Non han le penne lunghe e sottili, e son d’ un bianco meno candido. Giovani, e adulti in inverno. Differiscono dagli adulti in estate solo per mancare delle penne lunghe dell’ occipite, e della schiena. SINONIMIA Ardea Egretta Gmel. ( adulto! ) Ardea alba. Lin. Gmel. et Lath, ( giovane). Leucorodias etc. Aldrov. Ornith. Tom. 3. Tab, 395. 396. Sgarza bianca maggiore ec. Sror. degli Ucc, T. 425. 426. Buffon, Planch, enlum. num, 826. I 348 ORDINE QUARTO NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. La grand Aigrette. Ingl. The great Egret. Ted. Der grosse Silberrehier. Dimensioni. Lunghezza totale: Braccia 1. soldi 16. Apertura del becco: soldi 5. quatt. 2. Coda: soldi 5. Tarso: soldi 6. picc. 2. Cosrumi. È questa specie molto rara; per il solito ne compariscono in numero mediocre nella primavera , ma qualche volta se ne vedono ancora in inverno. PropAcazionE. Non mi è noto che nidifichi in To- scana. Dicesi che il covo lo fabbrica sopra gli alti albe- ri, e che vi depone quattro o sei uova di color verde- mare chiaro. AIRONE MINORE ARDEA GARZETTA Ln. Pileo, dorso, e spallacci bianchi: becco nero: zampe gialle (1). Ardea dorso et humeralibus albis: rostro nigro: podiis luteis, Adulti in primavera, ed in estate. Becco nero, un poco giallastro alla base. Redini giallo-olivastre. Iridi gialle. Tutte le penne candide. Sull’ occipite un grup- petto di penne lunghe, e pendenti. Penne del gozzo lunghe, sottili, acuminate, e pendenti. Sul dorso, delle penne con stelo lungo, forte, rivolto in alto, e piume rade, lunghissime, filiformi. Parte nuda della gamba e tarso, nero. Diti, e la porzione del tarso che con questi confina, di color giallo . (1) La presente frase è buona solo per gli individui adulti, giac- chè, come qui sopra si può vedere, nell’infanzia i piedi son tutti neri: così che allora bisogna ricorrere alle dimensioni, per poter distinguere questa dalla precedente specie. UCCELLI DI RIPA 3/9 Giovani avanti l età di tre anni, e adulti in inverno. Son coloriti come gli adulti, ma non han le belle e sottili penne dell occipite e del dorso. Giovani avanti la prima muta. Han tutto il piede nerastro . SINONIMIA Ardea garzetta, candidissima. Gmel. Ardea alba minor. Aldrov. Ornith. Tom, 3. Tab. 394. Airone minore. Svoria degli Uccelli Tav. 423. 424. NOMI VOLGARI. TOSCANI Airone piccolo, Pis. Aghella, Yecck. Gianna piccola, Bientina, STRANIERI Franc. Le petit Aigrette. Ingl. The little Egret, Ted. Der Kleiner Silberreiher. Dimensioni. Lunghezza totale: Braccia 1. soldi 4. Apertura del becco: soldi 3. picc. 7. Coda: soldi 3. quatt. 1. Tarso: soldi 3. picc. g. . Costumi, Questa specie è rarissima nell’ autunno ed inverno, molto comune in primavera ed estate. Ne co- vano nel Padul di Castiglion della Pescaja, nel Bolo- gnese, secondo l’ asserzione dell’ Aldrovandi, in Lom- bardia alla sommità degli alti pioppi che fiancheggiano il Pò, secondo l’osservazione del Professor Calvi, ed in Piemonte, come mi ha detto il Prof. Bonelli. Propagazione. Il loro nido contiene quattro o cinque uova bianche (1). * AIRONE FORESTIERO ARDEA RUSSATA Lara. Pileo lionato: dorso bianco-lionato: spallacci bianchi. de pileo helvolo: dorso helvolo-albo: humeralibus albis. (1) Temm. loc. cit. pag. 577. 350 ORDINE QUARTO Adulti. Becco giallastro. Penne del pileo lionate, con piume separate, sottili, diritte. Le penne della base del collo son di color lionato, anch’ esse con barbe se- parate, sottili, lunghe, e pendenti. Le penne della parte posteriore della schiena son lunghe in modo che giun- gono fin sulla coda: anch’ esse di barbe separate, filifor- mi, e di colore lionato. Tutte le altre parti pennute son bianche. Piedi gialli. Unghie nere. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 19. Apertura del becco: quatt. 8. Coda: quatt. 10. Tarso: quatt. 8. Costumi. È questo un uccello Affricano, molto co- mune nel basso Egitto, il quale qualche volta arriva anche in Europa. In Toscana mai lho veduto, ma ne ho veduto un bellissimo individuo conservato nel Museo di Torino, che il mio Amico il celebre Profess. Bonelli dissemi essere stato ucciso nel Regio Parco di Racco- nigi, nell’ inverno del 1828. FAMIGLIA II. I TARABUSI. BOTAURI (1) CARATTERI DI FAMIGLIA Soltanto un piccolo spazio nudo sopra il’ calcagno. Dito esterno unito alla base col me- dio da una larga membrana. Becco poco più lungo della testa. Tisia brevi portiuncula supra calcaneum nuda. Dicrrus cxtimus, basi, lata membrana cum medio connexus. RostruMm capite paullo longius. | COSTUMI Il loro cibo componesi quasi esclusivamente di Ret- tili. Stan fralle erbe alte de’ paduli, ed all’ accostarsi (1) Gen. Botaurus. Bore. UCCELLI DI RIPA 351 del nemico prima di volarsene cercano di fuggirgli col nascondersi fra queste. Son più notturni che diurni. SGARZA CIUFFETTO ARDEA RALLOIDES Scopo. Pileo bianco-ceciato, con strie longitudinali cenerine, o nerastre : dorso giallo-cenerino ametistino: spallacci giallo- ceciali. Ardea pileo albo-cicerino, striis longitudinalibus albo- cinereis notato: dorso luteo-cinerascente amaithystino: hu- meralibus albo-cicerinis. Adulti. Becco nero in cima, cenerino-celeste alla base. Redini verdastre. Iride gialla. Penne del pileo, e della porzione più alta della cervice di color ceciato, con una fascia nera ben decisa, che scorre da ciascun lato lungo il margine della penna: quelle penne, che son sull’ occipite e sull’ alto della cervice, han queste fasce molto più cupe, ed in qualche luogo quasi nere: e fra queste penne alcune ve ne sono molto più lunghe delle altre, con la parte media bianca. Cervice, lati del collo, penne del gozzo, spallacci e scapolari, color ceciato ac- ceso. Penne del dorso color giallo-cenerino-ametistino . Gola, parte media ed anteriore del collo, e cuopritrici delle ali tinte inegualmente di ceciato. Addome, coda ed ali, bianche . Piedi giallo-grigi. Unghie color di corno. Nota. Secondo l’età più o meno avanzata, prendono i colori un intensità maggiore o minore, Giovani avanti l’ età di due anni. Mascella supe- riore bruno-olivastra, inferiore giallo-olivastra. Redini verdastre. Iride giallo chiaro. Non han le penne lunghe dell’ occipite. Tutta la testa, il collo, e le cuopritrici delle ali d’ uno scuro-fulvo, con delle grandi macchie longitudinali di colore più intenso. Schiena e scapolari d’un colore scuro più 0 meno intenso. Gola, groppone 352 ORDINE QUARTO © e coda, candide. Penne delle ali bianche sul margine interno , cenerine esternamente, ed in cima. Piedi ce- nerino-verdastri (1). SINONIMIA Ardea comata, Ar. squaiotta , Ar. castanea, Ar. Mar- sigli, et Ardea pumila. Gmel. Hematopus etc. Aldr. Ornith. T. 3. Tab. 398. 399. 400. Ciuffetto. Storia degli Uccelli Tav. 419. 420. Buffon, Planch. enlum. num. 348. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. L’ Heron Crabier. Ingl. The Squacco Heron. Ted. Der Roller Reiher. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 15. Apertura del becco: soldi 2. picc. 7. Coda: soldi 2. picc. 6. Tarso: soldi 2. Costumi. Ancor questo è un di quelli uccelli migra- tori, che non si trovano in Toscana se non nell’ epoca del loro ritorno dall’ Affrica, cioè nel Maggio. Allora per quindici giorni circa, se ne vede una quantità gran- dissima sopra i paduli erbosi, riuniti in branchetti d’otto o dieci, che stan fermi sopra le larghe foglie della Nin- fea, o sopra i ciuffi de’ rami intralciati di Rannuncoli aquatici, e Potamogeti. Ma poco dopo, o partono tutti, o solo pochissimi ve ne restano, giacchè fino ad ora non mi è stato dato di vederne neppure un individuo nè in estate nè in autunno . PropAgazione. Secondo il Sig. Riocourt, attacca il nido alle canne, lo intesse con erbe, e per ogni covata vi depone quattro uova grosse quanto quelle d’ una Quaglia, di color verdastro, con macchie brune . Caccia. Siccome il loro passo accade nel tempo che si fan le tese alle Sterne, spesso ne rimangono prese in quelle stesse reti. (1) Temm. ibid. pag. 585. i, UCCELLI DI RIPA 353 LAGU NI \ Ni \ TL N = N VVLY\>Kthhh Ù NL Ò ì GA \L \V RZ INIZI N NITTICORA ARDEA NYCTICORAX In. Pileo e dorso nero-verdone: spallacci cenerino-perlati (adulti): dorso e spallacci cenerini con macchie bislunghe ceciate (giovani). Ardea pileo dorsoque sature vîridi-nigrescente: humera- libus cinereo-margaritaceis (in adult. ): dorso humeralibuus- que cinereis miaculis oblongis, cicerinis insignitis (in juv.). i Adulti. Becco nero. Redini giallo-olivastre. Iride | rossa, Base della fronte e fascia sopraccigliare bianca. Pileo, cervice, schiena e scapolari, color verdone inten- so. Tre penne lunghe, strette, diritte, candidissime, son 1mpiantate sull’ occipite. Groppone, timoniere , cuopri- trici delle ali, remiganti, lati del collo e spallacci color cenerino. Lati della testa, gola, parte media del gozzo e del petto, addome, fianchi, sottocoda, e penne delle gambe, candide. Piedi gialli. Unghie nere. Tomo II. 23 354 ORDINE QUARTO Giovani avanti l’ età d’un anno. Becco nerastro nella parte superiore , giallo nel resto. Iride gialla. Tutte le parti superiori sono scuriccio-cenerine, con macchie bislunghe di color ceciato sullo stelo di ciascuna penna. Parti inferiori biancastre, con macchie longitudinali ce- nerine. Piedi verdi-olivastri. Giovani dell’ età di due anni. Becco nerastro su- periormente, inferiormente giallo-sudicio alla base. Re- dini olivastre. Iride giallastra. Fascia sopraccigliare bian- castra. Pileo nero, debolmente cangiante in verdone. Cervice, lati del collo, gote e spallacci color cenerino- scuriccio, con larghe macchie lionato-sudicio . Schiena e scapolari cenerino-scuricce, leggermente cangianti in verdone. Groppone, sopraccoda e timoniere, cenerine . Gola bianca. Parte media del gozzo e del petto bianca, con deboli macchie nerastre. Fianchi e penne delle gambe cenerognole. Addome e sottocoda candidi. Cuo- pritrici delle ali cenerino-cupo, leggermente tendente allo scuro. Le piccole cuopritrici hanno una macchia longitudinale ceciata sullo stelo: le grandi e le remiganti, cenerine. Piedi giallo-olivastri. Unghie nere. SINONIMIA Ardea nycticorax (adulto). Ardea maculata (giovane dell’anno). Ardea badia (giovane di due anni). Gmel, Ardea grisea, Lin. Syst. Ardea cinerea minor. Aldrov., Ornith. Tom, 3. Tab. 381. ( adulto), Tab. 382. ( giovane ). Sgarza Nitticora, o cenerina, Stor. degli Ucc. Tav. 422. (adulto), 421. ( giovane). Buffon, Planch. enl. num. 758. (adulto), 939. (giovane). NOMI VOLGARI. TOSCANI Nonna col ciuffo, Pavoncella di padule, Pis. STRANIERI Franc. Le Bihoreau, Zngl. The Night heron, Ted. Der Nacht-rheiher. UCCELLI DI RIPA 355 Dimensioni. Lunghezza totale: Braccia 1. quatt, 4. Apertura del becco: soldi 3. picc. 3. Coda: soldi 3. pice. 6. Tarso: soldi 2. picc. 9. Cosrumi. Arriva in Maggio, e si trattiene per dieci o quindici giorni; sparisce di poi, e solo de’ giovani, benchè raramente, ne ho veduti in autunno. Abita il margine de’ paduli, ove sta immobile su qualche sasso o tronco, o nell’interno delle Salciaje od Ontanete. Per il solito trovasi non molto lontana dal mare. È rara nell’ interno della Toscana. Propagazione. Dice che fa il nido ne’ cespugli, o fralle paglie, a poca altezza da terra. Le uova, T'emminck dice che son di color verde fosco, e Sepp le indica come bianche. I TARABUSO ARDEA STELLARIS Lix.. Pileo nero: dorso giallo con macchie angolari nere: spal- lacci gialli con macchie angolari nere. Ardea pileo humeralibusque luteis, maculis nigris angu- latis. i Becco giallastro-scuro. Redini olivastre. Iride gialla. Pileo nero. Tutte le penne delle altre parti hanno il fondo del colore giallo-lionato. Sulla cervice e lati del collo vi son delle strette strie trasverse. Quelle della schiena e delle scapolari han la parte media nera, con alcune strie trasverse anch’ esse nere. Sulle penne del groppone, cuopritrici delle ali, penne de’ laii del gozzo, e anali, vi sono delle strie trasverse nere, ondulate. Dall’ angolo del becco parte una macchia nera che si estende verso i lati del gozzo. Sul mezzo del gozzo, sull’ addome, e sul sctiocoda vi son delle macchie lar- ghe e bislunghe scuro-nere. Remiganii e timoniere ne- rastre, finamente macchiate di lionato . Piedi giallo-oli- vastri. Unghie color di corno, Nota. Quest’ uccello varia molto per le dimensioni. Ve ne sono un terzo più piccoli di quello da cui furon tolte le dimensioni quì sotto riportate. 356 ORDINE QUARTO SINONIMIA Ardea stellaris etc. Aldrov. Ornith. Tom. 3. Tav. 405. Sgarza stellare ec. Storia degli Uccelli Tav. 432, Buffon, Planch, enlum. num. 789. NOMI VOLGARI. TOSCANI Tarabugio, Tarabuso, Trobudiadi Pis. SPERI di Pa- dule, Capponaccio, Fior. Sen, STRANIERE O Franc, Le Butor. Ingl. The Bittern. Ted. Der Rohr- dommel Riher. Dimensioni. Lunghezza totale: Braccia 1. soldi 8. Apertura del becco: soldi 3. picc. 3. Coda: soldi 4. Tarso: soldi 3. picc. 2. Costumi. Per il solito trovansi nel Pisano i Tarabusi solo in autunno, ed in primavera: ed in primavera or- dinariamente se ne trova il numero più grande: ma al- cuni anni vi rimangono per tutto l'inverno. Questi uc- celli assolutamente AAA] stan per tutto il giorno na- scosti ne’ paglioni i più folti, o fra i gran cespugli di Giunco , e solo nella notte viaggiano, o batton la cam- pagna. La loro voce è forte sonora e cupa, e spesso se ne ode risonare l’aria calma e silenziosa de’ nostri pa- duli. Ha quest uccello forza e coraggio, di modo che sa ben difendersi dal Falco e da’ piccoli mammiferi ra- paci: appunto come un lanciere ei si schermisce presen- tando sempre al nemico l’acuto suo becco, e se quello imprudentemente troppo si accosta, allungando impe- tuosamente il collo con forza, lo ferisce di punta. Così non di rado sono stati da’ Tarabusi gravemente colpiti de’ cani che han voluto afferrarne alcuni stati abbattuti, ma non uccisi dal cacciatore. Propagazione. Non so che si propaghi in Toscana. Nella Svizzera, in Francia, Germania, ec. nidifica fre- quentemente ne’ paduli e sul margine de’ laghi, ove le UCCELLI DI RIPA 35% canne e paglioni son più folti. Il nido è di frasche, pa- glie, ec. posto sulla terra, o sù i mucchi d’erba: e con- tiene ordinariamente tre o cinque uova di color verde- sudicio, 0 grigiastre (1). / Caccia. Girando per le giuncaje 0 per i gerbaj con i cani da penna, e specialmente nel Marzo, spesso accade di far levare di questi uccelli, che per cagione del loro volo lento e pesante, difficilmente fuggon la morte. La sera stando all’ aspetto de’ Germani sul margine de’ pa- duli, non di rado se ne vedon passare. Il Tarabuso è fra tutte le Ardee quella di carne migliore per man- giarsi, così che da noi è un uccello piuttosto ricercato, ed è per questa ragione che in alcuni luoghi ha avuto il nome di Cappon di padule. FAMIGLIA III. LE ARDEOLE. ARDEOLA (2) CARATTERI DI FAMIGLIA GAMBA intieramente pennuta. Dito esterno unito alla base col medio da una piccola mem- brana. Becco subeguale alla testa. TIBIA ex toto plumosa. Dicitus extimus, basi, cum medio angusta membrana connexus. Ro- sTRUM capiti subequale. COSTUMI Il cibo delle Ardeole consiste quasi esclusivamente in insetti. Abitan sempre ne’ paduli, e là dove le Cannelle ed i Giunchi sono più folti. Pedinano con tal destrezza, e velocità, che sovente deludono le perquisizioni de’ loro nemici. (1) Schinz loc. cit. pag. 2. (2) Gen. Ardeola SrzPa. 358 ORDINE QUARTO NONNOTTO ARDEA MINUTA Guer. Pileo nero-verdone (adulti), o scuro-nero ( giovani): dorso nero-verdone (mas. ad.), o scuro striato di ceciato (femm. e giov.): spallacci ceciati con macchie nere a ad. ), o scure (femm. e giov.). Ardea pileo nigro-sature viridi (in adult.), vel brunneo- nigro (in juvenibus): dorso nigro-sature viridi (in mas. adultis), vel Bruuneo e cicerino striato (in femin. cijuv.): humeralibus cicerinis nigro maculatis (in mas. adult. ), vel brunneis (in foem. et juven.). n Adulti: maschio. Becco giallastro, con lo ‘spigolo superiore nero. Redini giallo-olivastre. Iride gialla. Pileo, dorso, scapolari, sopraccoda, remiganti secon- darie e timoniere, color nero-verdone. Lati della testa, cervice e lati del collo ceciato-cenerognolo , leggermente tendente al vinato. Parte media e anteriore del collo ceciata. Penne delli spallacci nere nel mezzo, con largo margine ceciato. Addome, penne delle gambe, e soito- coda, ceciato-lionato. Cuopritrici delle ali: piccole, gialle: medie, giallo-cenerognolo , in qualche luogo ten- denti al perlato: grandi, cenerino-perlate. Remiganti nere. Piedi giallo-olivastri. Feminina. Pileo di color nero, debolmente tendente al verdone; Cervice giallo-fulviccia. Penne del collo, scapolari, e remiganù secondarie interne di colore scuro, con stretto margine ceciato . Sopraccoda scuro-nero. Timoniere nere. Lati della gola e sottocoda, biancastri. Parte media della gola, lati della testa, del collo, gola, gozzo, addome e penne delle gambe color ceciato, con sfumature più intense. Fianchi ceciati, con macchie longitudinali, strette, scure. Cuopritrici delle ali cecia- to- uso, Remiganti nero-SCure . Giovani. Penne del pileo scuro-nere, con margine lionato. Penne delle parti superiori scure, con usò margine ceciato-lionato. Cuopritrici delle ali scure sel , = PA UCCELLI DI RIPA 359 mezzo, con largo margine ceciato. Sul davanti del collo delle macchie longitudinali, streite e scure. SINONIMIA Ardea minuta (adulto ). Ar. Danubialis, Ar. soloniensis ( giov. ). Gmel. Guacco. Storia degli Uccelli Tav. (18. Buffon, Planch. enlum. num, 323. NOMI VOLGARI. TOSCANI Tarabugino, Nonnotto, Pis. Cannajola, /Yecch. Pennace chino, Guacco, Lient. STRANIERI Franc. Le Blongiois. Zngl. The litle Heron. Ted. Der Kleiner Reiher, Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 12. quatt. 2. Apertura del becco: soldi 2. picc. 5. Coda: quatt. 5. Tarso: quatt. 5. picc. 1. j Cosrumi. Arriva in primavera, parte in autunno. È molto comune ne’ luoghi paludosi e vestiti d’ erbe folte. Pedina velocemente a traverso le canne, e le paglie, nel modo stesso delle Gallinelle. Propagazione. Fabbrica grossolanamente il suo nido sopra gli alberetti, o dentro le Cannelle: è questo fatto rozzamente con paglie, giunchi, ec. e contiene cinque ‘) > uova bianche. Nidifica anche ne’ paduli prossimi a Pisa, TRIBU V. 1 LATIROSTRI. LATIROSTRES CARATTERI DI TRIBU Becco più lungo della testa, depresso. Diri quattro: i tre anteriori ‘imperfettamenie pal- mati. RostRuUM capite longius, depressun. DIGITI quatuor : tres antici imperfecte palmati. 360 ORDINE QUARTO COSTUMI Questa divisione, prima stata formata dal Dumeril, poi modificata dal Vieillot, non contiene che i due ge- neri Cancroma, e Platalea, 1° uliimo solo de’ quali è Europeo. GENERE LXIX. PLATALEA Un. CARATTERI GENERICI Becco più lungo della testa, diritto, molto stiacciato;; in cima dilatato a guisa di mestola. Mascella supe- riore alla base dilatata, e superiormente rugosa . Aper- tura che giunge solo sotto le prime penne della fronte. Redini nude. Lingua cortissima, triangolare. Narici basilari, superiori, separate, ovate, aperte nella sostanza cornea del becco, ciascuna al principio d’ un solco che scorre su questo. Gambe lunghe, nude nella metà in- feriore. Z'arso molto più lungo del dito medio, retico- lato. Diti quattro: i tre anteriori uniti alla base da una larga membrana: il posteriore articolato a livello degli anteriori. Unghie corte, ottuse. Coda corta, di dodici timoniere. 44 piuttosto grandi; le due prime remiganti son le più lunghe. COSTUMI Sono uccelli che vivono in branchi, per il solito non lungi dal mare; si cibano di insetti, vermi, e piccoli pesci. Il nido lo fan sugli alberi, su i quali possono star bene a pollajo. Non se ne conoscono che tre specie, cioè una d’ Europa, una d’ America, l’altra delle Fi- lippine i UCCELLI DI RIPA 361 SPATOLA PLATALEA LEUCORODIA Lis. Candida, con petto tinto di lionato. Platalea candida, pectore helvolo . Adulti. Becco nero, con macchia gialla in cima. Redini, e gola, che è senza penne, di color giallo, o giallo-arancione. Iride rossa. Tutte le penne son candide, eccettuate quelle del gozzo, le quali son come insudicia- te di ceciato-rugginoso. Sull’ occipite un lungo ciuffo formato da molte penne con barbe separate. Piedi neri. Femmina. Ha il ciuffo più corto; la macchia del gozzo più debole, e le dimensioni più piccole. Giovani dopo il primo anno. Becco nero, giallastro all’apice. Ciuffo dell’ occipite di mediocre lunghezza , composto di penne bianche. Testa e collo bianco: sul dorso, sulla coda, sull’addome, e sulle cuopritrici delle ali, alquante macchie varie per la grandezza, e per la figura, le une giallicce, le altre di color grigio-fosco più o meno carico. Remiganti primarie nero-fosche nello stelo, nella cima, ed in una porzione più o meno estesa del lato esterno, e del margine dell’ interno. Lo stelo delle remiganti secondarie nero nella prima metà circa, candido nel resto. Alcune delle scapolari hanno una qualche macchia grigio-fosca (1). SINONIMIA Leucorodias sive Platalea. Aldrov. Ornith. Tom. 3. Tab. 385. 386. si Pellicano, volg. Mestolone. Stor. degli Ucc. Tav. 437. Butfon, Planch. enlum, num. 405. Ranzani, Elem, di Zool, Tom. 3. p. VIII. Tav. 28, fig. 2. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. La Spatule. Ingl. The White spoonbill. Ted. Der weisser Loffler. (1) Ranz. loc. cit. T. III. parte VIII. pag. 303. 362 ORDINE QUARTO Dimensioni del maschio. Lunghezza totale: Brace. 1. soldi 13. Apertura del becco: soldi 7. Coda: soldi / picc. 6. Tarso: soldi 5. pice. 3. Costumi. Quest'uccello è assai raro in Toscana, e quando vi comparisce, ordinariamente è nella prima- vera. Ne sono stati uccisi non solo ne’ grandi paduli prossimi al mare, ma ancora ne’ luoghi umidi dell’ in- terno della Toscana. Propacazione. Dice il Sig. Schinz che nidifica vicino al mare, sugli alberi, arbusti, o canne, per il solito ad una certa altezza da terra: il covo è formato d’erba e fieno. Le uova son tre o quattro per covata, alcune volte intieramente bianche, ma ordinariamente sparse di macchie rossastre, poco apparenti, o come scancel- late (1). TRIBU VI. I NUOTATORI. HYGROBATE CARATTERI DI TRIBU Diti quattro: i tre anteriori perfettamente palmati. Diciti quatuor: tres antici perfecte palmati. Nota. Questa tribù non è naturale, giacchè le Gralle in essa racchiuse, altro non han di comune se non la palmatura de’ diti anteriori, mentre poi differiscono del tutto per le forme delle altre parti, e per i costumi, Ma la riunione che essa forma essendo molto utile per il mio metodo, l’ ho adottata, seguendo l’ esempio del chiariss. Prof. Ranzani, il quale anzi fu il primo a modificarla nella ristrettezza in cui io quì l’adotto. (1) Schinz ibid. pag. 1. UCCELLI DI RIPA 363 GENERE LXX. PHOENICOPTERUS Lun. CARATTERI GENERICI Becco piegato in basso verso Îa cima. RosrruMm versus apicem deflexum. Becco più lungo della testa, grosso , compresso ; di ritto nella prima metà, poi piegato bruscamente in basso, ad angolo. Mascella superiore grossa, e quasi trigona alla base avanti la piegatura, dopo depressa, superior- mente quasi piana, in cima ottusa, lateralmente solcata: l’inferiore è un poco più larga della superiore, alla base depressa, nel mezzo molto più grossa. Margine delle due mascelle dentato-lamellato . Lingua grossa e glan- dolosa alla base, appuntata nella cima, coperta di pa- pille curve all’ indietro, ed uncinate. Apertura che nemmeno giunge alle penne della fronte. Aedini nude, Narici situate nel primo terzo del becco, laterali, co- municanti insieme , bislunghe, chiuse superior mente da una membrana. Gonii lunghissime, in gran parte nu- de. Zarso più lungo tre volte del dito medio. Dit quattro: gli anteriori perfettamente palmati: posteriore corto , sottile, articolato un poco più in alito degli altri. Unghie corte, stiacciate, ed ottuse. Coda corta, di se- dici timoniere. Al: grandi: prima e seconda remigante subeguali, e le più lunghe. FENICOTTERO PHOENICOPTERUS ANTIQUORUM Tenw. Cuopritrici rosse: remiganti nere. Phoenicopterus rectricibus rubris : reniigiiale nigris. Vecchio maschio. Becco nero in cima, rosso-san- 364 ORDINE QUARTO guigno nel mezzo, alla base biancastro. Redini di que- sto stesso colore. Testa, collo, parti inferiori e coda, di color roseo. Dorso, scapolari e groppone, di color rosso più acceso. Cuopritrici delle ali color rosso di fuoco, vivacissimo, Remiganti nere. Piedi color di rosa. Un- ghie nere. Femmina. Ha colori meno accesi, e dimensioni più piccole . Giovani avanti la prima muta. Son di color cene- rino: han molto nero sulle remiganti secondarie, e sulla coda (1). Giovani d’ un anno compito. Becco con la base bianco-livida, Tutte le penne di color biancastro. Re- miganti secondarie nerastre, marginate di biancastro. Cuopritrici delle ali bianche, alla base debolmente rosee, in cima nerastre. Timoniere con macchie irregolari nerastre . SINONIMIA Phoenicopterus ruber. Lin. Temminck, Manuel d’Ornit. Phoenicopterus etc. Aldrov. Ornith. Tom. 3. Tab. 322. Phoenicopterus ruber, Ranzani, Elem. di Zool. Tom. 3. p. 3. Tab. 28. fig. 4. Fenicottero , o Fiammingo ec. Stor. degli Ucc. Tav. 496. Buffon, Planch. enlum. num, 63. NOMI VOLGARI, STRANIERI Franc. Le Flammant. Ingl. The Red Flamingo. Ted. Der rothe Flammant. Diwensioni. Lunghezza totale: Braccia 2. soldi 8. Apertura del becco: soldi 3. quatt. 2. Coda: soldi 4. uatt. 2. Tarso: soldi 12. Costumi. Il Fenicottero trovasi in Toscana acciden- talmente, così che nel lasso di due o tre anni appena se ne suol vedere un solo individuo. La Sardegna, la Sicilia, e la Calabria, sono i posti ove in abbondanza stanziano (1) Temm. loc. cit. pag. 588. UCCELLI DI RIPA 365 in estate, ed ove nidificano. Ancora in Francia, presso alle bocche del Rodano, quasi ogni anno vi se ne in- contrano. Essi abitano gli stagni prossimi al mare, i seni profondi, le imboccature larghe e motose de’ fiumi. Stan quasi sempre in branchi, e quando pascolano for- mano una lunga fila. In branchi ancora emigrano , di- sponendosi in un modo presso a poco simile a quel delle Grue: dicesi che per ogni branco siavi un Feni- cottero in avanti, a far la scorta. Son paurosissimi, e sospettosissimi, e siccome a bella posta scelgono i luoghi aperti e politi, così è difficilissimo potersi loro avvicinare. Cibansi di pesciolini, di conchiglie, di insetti e vermi aquatici, che mediante il becco e la lingua trovano e scelgono nella mota. Quando sono in pesca tengono la testa sott'acqua, ed in modo che la parte superiore del becco è allora l’ inferiore. Propagazione. Nidificano in società nelle aperte la- gune prossime al mare. Ogni coppia inalza mediante le sue zampe, un monticello conico d’ erba e di mota, con- cavo in cima. Essi depositano le loro uova in quella ca- vità, e le covano poi mettendosi accavalcioni al monti- cello. Le uova son bianche, grosse quanto quelle d’ Oca, e due per covata.. i GENERE LXXI. RECURVIROSTRA Lx. CARATTERI GENERICI Becco piegato in alto verso la cima. RostRuM apice sursum flexum . Becco molto più lungo della testa , sottile, molto de- presso, piegato in alto ad arco, terminante in punta. Margine delle mascelle intiero. Apertura che appena oltrepassa le penne delle gote. Redini pennute. Lingua corta, intiera. Varici basilari, superiori, lincari, semi- 366 ORDINE QUARTO chiuse da una stretta membrana. Gamde lunghe, in gran parte nude. Z'arso più lungo il doppio del dito medio, reticolato: Diti quattro: i tre anteriori intiera- mente palmati; il posteriore piccolissimo, articolato più in alto degli altri. Coda corta, di dodici timoniere. Ali mediocri: la prima remigante è la più lunga. MONACHINA RECURVIROSTRA AVOCETTA Lis. Bianca e nera: piedi cenerino-perlati. Recurvirostra corpore ex albo nigroque : pedibus cinereo- margaritaceis, Adulti. Becco nero. Iride rossa. Pileo , cervice, sca- polari interne, piccole e medie cuopritrici, e remiganti primarie, nere, Remiganti secondarie interne scuro-nere. Timoniere bianco-perlate . Tutte le altre penne son can- dide, Piedi cenerino-perlati. Unghie nere. Giovani avanti la muta . Le penne nere tendono al colore scuro. Cervice bianca. Penne nere delle scapo- lari marginate di giallo-rossastro, e tutte le penne di queste parti son terminate da un sottil margine lionato- cenerino. Piedi cenerini (1). SINONIMIA Avosetta Italorum. Aldrov. Ornith. Tom. 3. Tab. 287. Buffon, Planch. enlum, num. 353. Spinzago d’ acqua. Storia degli Uccelli Tav. 495. Ranzani, Elem. di Zool. Tom. 3. p. 6. Tab. 26. fig. 3. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. L’ Avocette. Ingl. The Avocet, Zed. Der blau- fussige Wasser Sabler. (1) Temm. ibid. pag. 591. UCCELLI DI RIPA 369 Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 14. quatt. 2. Apertura del becco: soldi 3. Coda: soldi 3. Tarso : soldi 2. quatt. 2. Cosrumi. Vivono in prossimità del mare, negli stagni d’ acque basse, alle bocche fangose de’ fini i Si a di piccoli insetti, vermi, ed uova di pesci, che beccano sull’ acque e fralla mota. Sono uccelli molto agili, vo- lano con forza, corrono velocemente, e nuotano benis- simo. Non vanno a branchi, ma a coppie. In Toscana, benchè piuttosto rari, pure quasi ogni anno in prima- vera, qualcuno se ne vede nella nostra pianura. Propagazione. Nidifica in grande abbondanza nel Nord dell’ Europa, particolarmente i in Olanda. Le uova le depone in una piccola cavità della rena, o fralle erbe; ordinariamente in numero di due, di ida tre. Son pi- riformi, di color giallo-sudicio, con macchie nere di differenti forme . TRIBU VII. 1 MACRODATTILI. MACRODACTYLI CARATTERI DI TRIBU Becco più lungo o eguale alla testa, com- presso. DitIi quattro: i tre anteriori intiera- mente divisi. Prima IIS poco più corta della seconda. Rostrum capite longius vel equale, com- pressum. Diciti quatuor: tres antici ex toto discreti. Remex prima paullo brevior secunda. COSTUMI Le dita lunghe di questi uccelli, e che han fatto dare ad essi il nome di Macrodattili , servono benissimo a far trovar loro un punto d’appoggio bastante per sostenerli, e sulla mota quasi liquida , e sulle erbe galleggianti delli 368 ORDINE QUARTO stagni, e paduli, ove essi fan dimora costante. Le loro ali son piccole, rotondate, e di penne piuttosto flosce, così che volando con poca agilità, e presto stancandosi, solo quando è loro indispensabile si servono di esse. Son poi agilissimi alla corsa, ed avendo il corpo lungo e stiac- ciato, con facilità ammirabile fuggono fralle erbe, e le canne più folte, e lascian così dietro a loro, e ad una gran. distanza, il loro nemico. Sanno anche nuotare molto bene, e bisognando si tuffano. Il nido lo costrui- scono sull'acqua, o poco da essa lontano. 1 loro pulcini appena nati son già coperti da una folta calugine d’ un bel color nero vellutato, ed agili e svelti van dietro la madre, da loro stessi trovandosi il cibo. Sono uccelli migratorii, ehe viaggian di notte. Han voce forte, ma rauca. GENERE LXXII. PORPHYRIO Brass. CARATTERI GENERICI NariciI rotondate, senza membrana. Narks rotundata, absque membrana. Becco subeguale alla testa, grosso, molto compresso alla base, alto quasi quanto la fronte. Margine delle due mascelle leggermente arcuato, tagliente: alla base superiormente si allarga e si estende sulla fronte im una larga lamina ovale. Redini pennute. Lingua compres- sa, appuntata, intiera. (Varicî basilari, laterali, poste nella parte alta del becco, rotondate, aperte nella so- stanza cornea, comunicanti insieme. Gamde mediocre- mente lunghe, col terzo inferiore nudo. Z'arso eguale o più corto del dito medio, scudettato. Azz quattro: 1 tre anteriori intieramente divisi: il posteriore lungo, articolato allo stesso livello degli altri. Y/nghie lunghe, piuttosto sottili, debolmente arcuate, appuntate . Coda UCCELLI DI RIPA 360 corta, di dodici timoniere. Al mediocri: terza e quarta remigante le più lunghe. POLLO SULTANO PORPHYRIO HYACINTHINUS Tewm. Lamina frontale che oltrepassa gli occhi, e che forma uno stesso piano con lo spigolo del becco: dito medio più lungo del tarso: penne azzurre. ( Zemm.) Porphyrio lamina frontali ultra regionem oculi producta, et in eodem plano cum angulo superiore rostri locata: di- gito medio tarsum superante : pennis azureis. Becco , e lamina frontale di color rosso-vermiglione . Iride di color rosso-lacca. Testa, cervice, lati del petto, addome, gambe ed ali, color turchino-indaco. Dorso e scapolari, turchino-verde. Gola, gozzo, e parte media del petto , turchino-celesti. Sottocoda candido. Piedi di color rosso-cinabro. Unghie color di corno. SINONIMIA Gallinula Porphyrio var. 8. Lath. Fulica Porphyrio. Gmel, Porphyrio. Aldrov. Ornith. Tom. 3. Tab. 440. Pollo Sultano. Storia degli Uccelli Tav. 485. NOMI VOLGARI. STRANIERI Franc. La Taleve Porphyrion. Zrngl. The blau Porphy- rio. Zed. Dos gemeines Sullanshuhn. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 18. Apertura del becco: quatt. 4. pice. 3. Coda: soldi 3. picc. 2. Tarso: soldi 3. pice. 3. Costumi. Questo bell’ uccello tanto celebrato dagli Antichi, che il credettero degno d’abitare i luoghi consa- crati alle Divinità, benchè raramente, pure qualche volta trovasi in Toscana. Nell'inverno del 1827 me ne fu portato uno stato preso, quasi con le mani, nel viale di Pini, che passando per mezzo a’ paduli, condute alla Tomo II, 24 370 ORDINE QUARTO Regia Villa di Coltano: e più d’un cacciatore di Bien- tina mi assicurò, che diverse volte ne furono uccisi ne’ Gerbaj di quel padule. Comunemente trovasi poi nella parte meridionale della Sicilia, e della Sardegna, ed al dir di Temminck anche in Calabria. Non so che egli siasi giammai fatto vedere al dilà dell’ Appennino, nella Lombardia. Abita i luoghi erbosi delle rive de’ pa- duli, ne’ prati inondati, o nelle risaje. Il suo nutrimento consiste in radiche di piante aquatiche, e in semi, par- ticolarmente di cereali: questi ei non li inghiotte intieri, ma prima li spezza, e stritola per mezzo del suo becco fortissimo. Mangiando l'erba l’ impugna con una delle sue zampe, che solleva allora alquanto da terra. Ha voce debole, e lamentevole. Preso giovane con facilità s’ iracsi è Propagazione. Nidifica lontano dalle acque profon- de, nelle risaje inondate, e ne’ vasti stagni coperti d’ erbe allo, e di giunchi. Esso vi costruisce un nido, con stec- chi, e frmneny di piante, e partorisce tre o quattro uova subglobose, bianche (1). GENERE LXXIII. RALLUS Lux. CARATTERI GENERICI Narici bislunghe, semichiuse da una mem- brana. Nares oblonga, membrana semiclause. Becco subeguale o più lungo della testa, diritto, o debolmente arcuato, compresso, alla base più alto ii in cima, ma più basso della fronte. Qualche volta uno spa- zio ali sulla fronte che si unisce alla base del becco. Lingua bislunga, depressa, intiera , appuntata . Narici (1) Temm. ibid. pag. 699. UCCELLI DI RIPA 371 basilari, laterali, bislunghe, semichiuse superiormente da una membrana nuda. Gambe di mediocre lunghez- za, con piccolo spazio nudo sopra il calcagno. Z'arso subeguale al dito medio, scudettato. Dit quattro : i tre anteriori intieramente divisi. Posteriore mediocremente lungo, sottile, articolato a livello degli anteriori. Un- ghie mediocri, sottili, appuntate, debolmente arcuate . Coda cortissima, composta di dodici timoniere. Ali piccole, concave; seconda e terza remigante le più lunghe . | . Nota. Il genere Rallus, tal quale io lo adotto, fu stabi- lito dal Linneo. Latham, e dopo di lui molti altri, fra i quali Temminck, separarono da questo le specie di becco corto, e ne formarono il genere Gallinula, genere che fu poi di nuovo mutilato per toglierne il genere Crex. Ora siccome non esistono caratteri decisi di distinzione fra i Rallus, le Gallinule, ed i Crex, limitandosi le differenze solo;ad una maggiore, o minor lunghezza del becco e delle dita, mentre poi la forma delle parti, ed i costumi sono in tutti le stesse, io credo debbasi ristabilire il genere Rallus nella sua integrità, formando, al più, de’ tre generi moderni, tre famiglie, FAMIGLIA 1. I PORCIGLIONI. RALLI (1) CARATTERI DI FAMIGLIA Becco più lungo della testa. RostrUM capite longius . GALLINELLA RALLUS AQUATICUS Lux. Penne del sottocoda bianche: parti superiori olivastro- gialloenole macchiate di nero. Rallus tectricibus subcaudalibus albis: corpore superne olivaceo-lutescente e nigro maculato. (1) Gen. Rallus, Lara. Chb, ORDINE QUARTO Adulti. Becco superiormente, ed in cima nerastro , rosso-arancione alla base ed inferiormente. Iride rosso- ranciata. Penne della fronte con stelo che oltrepassa la parte piumosa, un poco dilatato in cima. Le penne del pileo , cervice , dorso , scapolari, sopraccoda, timoniere, cuopritrici delle ali, e remiganti secondarie di colore olivastro-giallognolo , con la parte media nera : le penne della gola poste sotto la base del becco, bianche. Latì della testa, del collo , gola, gozzo , petto, parte anteriore dell’ addome e de’ fianchi, di color cenerino-piombato . Penne anali, e posteriori de’ fianchi nere, con delle fasce trasverse bianche. Sottocoda bianco: le penne anali che immediatamente lo ricuoprono son nere, con largo mar- gine lionato-sudicio, Remiganti scuro-nere. Piedi scuri. Giovani avanti la prima muta. Han l’ addome giallo-rossastro . SINONIMIA Poliopus. Aldrov. Ornith. Tom. 3. Tab. 466. Gallinella ec. Storia degli Uccelli Tav. 481. Baffon, Planch. enlum. uum. 749. . È NOMI VOLGARI. TOSCANI Gallinella, Pis. Acquatica, Merlo acquatico, Bientina. Porciglione, Fucecchio. Spulcio, aldichiana . STRANIERI Franc. Le Rale d’eau. Ingl. The Weter Rail. Ted. Der Wasser Ralle. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 10. quatt. 1. Apertura del becco: quatt. 4. picc. 2. Coda: quatt. 5. Tarso: quatt. 4. pice. 1. Costumi. Le più alte giuncaje, i folti macchioni di Prun-bianco, e Tamarici, posti in siti pantanosi coperti da sterpi ed erbe, sono il domicilio prediletto delle Gal- linelle, e dove in ogni tempo se ne trovano . Nel giorno stan quasi sempre là dentro nascoste, e in silenzio, men- tre la notte vanno girando in traccia de’ vermi e chioc- UCCELLI DI RIPA 373 ciolette aquatiche, e spesso ancora fan sentire il loro sonoro gracchiare . Propagazione. Il nido è poco più alto del livello del terreno , fatto con erbe e giunchi alla meglio ammassati , e contiene sei 0 dieci uova grosse quanto quelle di T'orio- ra, di color bianco-gialliccio macchiate di rosso-fegatoso . Caccir. Quantunque la Gallinella sia poco buona per mangiarsi , nonostante il nostro mercato La ne abbonda, e di queste il numero maggiore ne è è preso con i lacci. Quelli stessi che uduidl i lacci sù i prati at Beccaccini, o lungo i macchioni alle Beccacce, altri ne tendono fra i giunchi, ed i cespugli, ove vedono il ter- reno battuto , o piccoli sentieri tracciati, e 1à prendon sempre un numero grande di Gallinelle. Anche col fu- cile se ne uccidono molte e facilmente, ma solo da quei che vanno a caccia per diletto, giacchè il valor della preda a malapena ricompensa il valor della carica. Ma il veder tutte le astuzie con cui questi uccelli cercano di deludere le perquisizioni del cane, come con fughe ve- locissime e tortuose, col tuffarsi sott’ acqua , col salire in cima a’ macchioni si sforzano di far perder la traccia a questo loro nemico , è cosa al massimo segno divertente. Accade ancora sovente che in tuite queste operazioni riesce al cane d’ingannare la Gallinella, di troncarle la strada, sorprenderla , ed afferrarla. FAMIGLIA TI, I RE QUAGLIE. CREXY CARATTERI DI FAMIGLIA Becco eguale alla testa, senza espansione sulla fronte. Dito MEDIO, non computata l’un- ghia, più corto del tarso. Rosraum capiti equale, absque extensione frontali. Dicitus MmEDIUS, ungue non a henso ; tarso brevior. 394 ORDINE QUARTO RE DI QUAGLIE RALLUS CREX Ly. Penne del sottocoda bianche, macchiate di bajo : ali color di cannella. Rallus tectricibus subcaudalibus albis e badio maculatis : alis cinnamomeis. Becco superiormente carnicino-fosco, inferiormente biancastro . Iride grigio-castagna. Penne del pileo, cer- vice, schiena, groppone, scapolari, remiganti secondarie interne e timoniere, nere, con largo margine lionato- giallognolo . Fascia sopraceigliare, gote, tempie, lati del collo, gozzo e petto, di color grigio-lionato. Gola bianca- stra. Addome bianco-lionato . Fianchi bajo-giallicci, con fasce trasversali bianche. Penne del sottocoda baje nel mezzo, con largo margine bianco. Cuopritrici delle ali color cannella-fulvo, qualche volta con fasce trasverse biancastre. Remiganti scuro-nere, col margine esterno fulviccio. Il margine esterno della prima, è ceciato. Piedi cenerino-carnicini. SINONIMIA Gallinula crex.Lath. Temm. Ranzani. Crex pratensis. Bechst. Ortigometra, Gallinella terrestre, ec. Storia degli Uc- celli Tav, 248. Buffon, Planch. enlum. num. 750. Meyer et Wolf, Ois. d’ Allem. Livr. 10. pl. 5. NOMI VOLGARI. TOSCANI Rè di Quaglie, Pis. Rè Quaglione, Fior. STRANIERI Franc, Le Rale de Genet. Ingl, The Crake Gallinule. Ted. Der Wiesenknarrer, Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 8. quatt. 2. UCCELLI DI RIPA 395 Apertura del becco: picc. 10. Coda: quatt. 4. picc. 2. Tarso: quatt. 4. picc. 1, Cosrumi. Hl colore simile qualche poco a quel delle Quaglie , e l’abitare spesso con queste, sono le sole cause che han fatto dare a questa specie di Aa//us ; il nome di Rè di Quaglie. La fin di Settembre, e 1° Ottobre è il tempo in cui compariscono nel Pisano: sì fermano allora ne’ luoghi bassi e ingombri di sterpi e di roghi, fra le paglie de’ paduli quasi secchi, nelle giuncaje, ec. Ordi- nariamente in Novembre spariscono tutti, ed alcuno più non se ne incontra fino all’altro autunno, così che sembra prendano un altra strada quando ritornan dall’ Affrica. Ma questi due fatti non son costanti, giacchè in alcune primavere ne sono stati veduti, e nell’inverno del 1829 molti rimasero a svernare fra noi. Propacazione. fo non so che il Rè di Quaglie covi in Toscana. In Piemonte, in Savoja, in Svizzera e negli altri paesi oliramontani ve ne covano molti. Le uova son della grossezza di quelle del Merlo, bianco-celesto- gnole, macchiate di castagno-chiaro: in numero da otto a dodici, e le depongono in una buchetta guarnita di musco, fatta fralle erbe de’ prati (1). I pulcini son ve- stiti d’ una calugine nera. Caccia. I Lacci, ed il Fucile. Per adoperare quest’ ul- timo mezzo è necessario aver de’ cani bene ammaestrati, e destri a seguitar la passata, giacchè i Rè di Quaglie son così veloci, ed astuti, che essendo cacciati da cani o noviz), o poco abili, spessissimo gli ingannano, e fug- gono. Il loro volo, a cui si determinano solo all’ ultima estremità, è pesante e rettilineo , perciò facilmente s’ uc- cidono anche dai meno esperti: ma se a caso si sbaglia- no, 0 non sì può loro tirare, è inutile 1’ andare a cer- care di farli nuovamente frullare, ancorchè ben si cono- sca il luogo ove si posarono, mentre avanti che il caccia- tore vi giunga, pedinando ne fuggirono a gran distanza. (1) Schinz ibid. pag. 6. 356 ORDINE: QUARTO: FAMIGLIA III LE GALLINULE. GALLINULE CARATTERI DI FAMIGLIA Becco eguale alla testa, senza espansione sulla fronte. Diro medio, non compresa l’un- ghia, più lungo del tarso. RostruMm capiti equale , absque extensione frontali. Dicirus MmeDIUS, ungue non compre- henso, tarso longior. VOLTOLINO RALLUS PORZANA Lin. Penne del sottocoda ceciato-lionate: parti superiori oli vastre e nere, con molte macchie bianche, bislunghe. Rallus tectricibus subcaudalibus cicerino-helvolis: corpore superne olivaceo-nigroque, maculis confertis albis, oblongis. Adulti in primavera. Maschio. Becco. giallo-oli- vastro in cima, rosso-aranciato alla base. Iride scuro- gialliccia. Fronte, fascia sopraccigliare, e gola, di color cenerino macchiettato di bianco. Penne del vertice, oc- cipite, parte media della cervice, dorso, sopraccoda, timoniere, scapolari , e cuopritrici delle ali nere nel mezzo , con largo margine olivastro-giallognolo. Le penne della parte posteriore della schiena, delle scapo- lari, del groppone e sopraccoda, hanno da ciascun lato una macchia bislunga longitudinale bianco-perlata. Le cuopritrici delle ali e le remiganti secondarie han delle fasce bianche a zic-zac, trasversali. Lati del collo e del petto di colore olivastro intenso, con macchie biancastro- perlate. Fianchi nero-olivastri, con macchie trasverse bianche : il mezzo dell’ addome, bianco. Penne del sottocoda ceciato-lionate. Margine delle ali bianco. Re- - ile Zi UCCELLI DI RIPA 379 miganti nero-scuricce; l’ esterna col margine esterno bianco. Piedi color verde-pisello. Femmina . Ha la fascia sopraccigliare, la gola e i lati del collo, tinti di giallastro-sudicio . i In autunno ed in inverno il becco è olivastro. Giovani. Han le parti inferiori bianco-lionato-sudicio. SINONIMIA Gallinula Porzana. Lath. Temm, Ranzani, Rallus Porzana. Lin. Bonap. Crea Porzana. Boie. Sutro ec. Storia degli Uccelli Tav. 484. Buffon, Planch, enlum. num. 751. NOMI VOLGARI. TOSCANI Voltolino, Pis. Sutro, Bient. Teccola, Fucecchio, STRANIERI Franc. Le petit Rale d’eau, ou la Marouette. Ingl. The spotted Gallinule, Ted. Dos punktiertes Rohrhuhu. Dimensioni. Lungh. totale: soldi 8. Apert. del becco : quatt. 2. Coda: quatt. 5. picc. 1. Tarso: soldi 1. picc. 1. Cosrumi. Vivono i Voltolini ne’ luoghi coperti di folte erbe e cespugli, corrono velocemente e sulla terra e sulle piante galleggianti, nuotano, e si tuffano con gran destrezza; ma volano lentamente, e con fatica, e vi si determinano solo quando non resta ad essi altro scampo. Nell’ autunno se ne incontrano pochi, e credo sian quelli che si son moltiplicati ne’ nostri paduli. Nell’ inverno spariscono _intieramente, ma verso l’ Aprile ritornano abbondantissimi. | Propagazione. Covano anche in Toscana. Fabbri- cano il nido sull’ acqua ammassando erba, frammenti | di canna, ed altre sostanze leggiere e galleggianti. Vi depongono da otto a dodici uova poco più piccole di quelle di Merlo, rosso-giallastre, macchiate di bruno, o cenerino (1). I pulcini son coperti di calugine nera. (3) Schinz ibid. pag. 7. 358 ORDINE QUARTO Caccia. Se ne prendono molti con i Lacci, moltis- simi col Fucile, ed in primavera quest’ ultima caccia è delle più dilettevoli. Quelle piccole vallate e paduletti che separano l uno dall’ altro i Tomboli o colline d’are- na del nostro Littorale, sono i siti ove i Voltolini si fer- mano in maggior quantità, ed ove la lor caccia è più bella. Allora nel nostro piano l'inverno è sparito, e mentre veggonsi a non molta distanza da noi, sorgere le alpi Apuane, le cui aspre cime ancor candide di neve sono avvolte dalle procellose nuvole dell’ inverno, in quelle vallatelle sentesi di già il soffio mite e dolce del- laura di primavera, che nuova forza, nuova vita, ap- porta ad ogni esser creato. I macchioni d’ V/ex son già vestiti de’ loro fiori dorati, i prati rinverditi son tutti aspersi di £tor Cuculi (1), e di fiori di Mustini (2), e ne’ glauchi cespugli di Tamarici, e di Salci adorni da’ loro pennacchietti pendenti, odesi il gorgheggio delle Sterpazzole e de’ Codirossi allora giunti dall’ Affrica, i quali, quasi troppo commossi dalla vista della patria, non posseno spiegare per anche la loro voce sonora. La vita si è risvegliata ancora nell’ interno delle acque: le foglie ripullulanti dal fondo dello stagno, convertono in un bel verde cangiante il colore scuro-livido che egli aveva in inverno: il Rannuncolo aquatico tutto carico de’ suoi bianchi fiorellini , forma alla superficie dell’ ac- qua delle vaghe isolette, su cui riposano innumerevoli stuoli di Rane, le quali dall’interno della mota, ove sì ri- pararono dal freddo, han già sentito anch’ esse 1° arrivo della nuova stagione, che nel loro linguaggio salutano in coro, con un forte ma cupo gracidare. Passeggiando il cacciatore in questi siti amenissimi, non solo continua- mente gode di vedere i suoi cani braccare, puntare, e dar sù a de’ Voltolini, e a delle Gallinelle, ma spesso ancora incontra e Tarabusi, e Sciabiche, e Croccoloni, e Frullini; delle Morette, delle Marzajole, ec. ed un (1) Crocus biflorus, et Ixia bulbocodium. (2) Muscari botryoides. UCCELLI DI RIPA 379 infinità d’ altri uccelli di passo, che si sono fermati in que’ siti, ove prima che in ogni altro si è fermata la Primavera. Le cacce in somma che allora si fanno, oltre ad essere delle più copiose, sono anche delle più belle e per la varietà della preda, e per lo stato del clima, e per l’ aspetto della campagna. SCHIRIBILLA RALLUS PUSILLUS Partas, Penne del sottocoda nere, striate di bianco: parti supe- riorì olivastre macchiate di nero, con poche macchie bian- che non ben decise. Rallus tectricibus subcaudalibus nigris, albo-striatis: corpore superne olivaceo, e nigro maculato , macults paucis albis incertis, Adulti. Maschio. Becco verde-smeraldo, con la base rosso-carnicina. Iride cremisi. Pileo, occipite, cervice, cuopritrici delle ali, sopraccoda e timoniere, color olivastro-giallo. Penne del dorso, scapolari, remi- ganti secondarie interne, nere nella parte media, con largo margine olivastro-giallognolo. Sopra alcune delle scapolari e delle penne della schiena, poche macchie bianche. Fronte, fascia sopraccigliare, lati della testa, del collo, gola. gozzo, petto, addome e fianchi, color cenerino-celestognolo. Penne laterali del sottocoda oli- vastre, macchiate di bianco : medie nere, macchiate di bianco. Remiganti scuro-nerastre. Piedi verdi. Femmina . Parti superiori colorite nel modo stesso che nel maschio. Gola bianca. Lati del collo, gozzo, petto e addome, lionato. SINONIMIA Gallinula pusilla. Bechst. Temm. Ranz, Rallus pusillus. Pallas, Lin. Bonap. Rallus parvus. Scopoli. Rallus Peyrousei. Vieillot. Gallinella palustre piccola. Stor. degli Uccelli Tav. 482. 380 ORDINE QUARTO NOMI VOLGARI. TOSCANI Forapaglie, Puttanella, Pes. SOI Pad, Bient. STRANIERI Franc. Le Poule d’eau Poussin. Ingl. The «Ga li nule. Ted. Dos klires Rohrhuhn. Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 7. Apertura del becco : quatt. 2. Coda: quatt. 5. picc. 3. Tarso : soldi 1. picc. 2. Cosrumi. Arriva nel tempo stesso de’ Voltolini, e ne ha presso a poco li stessi costumi. In autunno non ne ho mai trovate. Pedinano velocissimamente, nuotano, e e si tuffano a perfezione. Propagazione. Non credo che nidifichi da noi. Il Sig. Schinz dice che compone il covo con erbe secche, po- nendolo sopra de’ ciuffi di Cannelle, o di Patto, e che vi partorisce sette ad otto uova b'slunghe, poco più grosse d’un oliva, d’un color grigio-giallastro , macchietiato da punti più cupi. SCHIRIBILLA GRIGIATA RALLUS BAILLONII Vir. Penne del sottocoda nere, striate di bianco: parti supe= riori olivastre macchiate di nero, e con molte macchie bian- che minute decise. Rallus tectricibus subcaudalibus nigris albo-striatis : cor- pore superne olivaceo e nigro maculato, maculis albis, con- , fertis, distinctis. Adulti d’ ambo i sessi. Becco verde. Iride cremisi. Penne del pileo e cervice, colore olivastro-bajo, con la parte media nerastra. Penne del dorso , scapolari, e del sopraccoda, dello stesso colore; diverse ancora con grandi macchie nere, e molte macchie bianco-perlate irrego- lari, poste sulle nere. Fascia sopraccigliare, lati della testa, del collo; gozzo, petto, addome e fianchi, color ella UCCELLI DI RIPA 381 cenerino-celestognolo. Gola bianca. Penne della parte posteriore de’ fianchi, anali e del sottocoda, nere, con fasce trasverse bianche. Cuopritrici delle ali olivastro- baje; le esterne e le grandi, nella cima han deile mac- chiette bianche. Remiganti nero-olivastre. Piedi verdi- olivastri. Giovani. Nelle parti superiori somiglian perfetta- mente gli adulti, ma inferiormente ove questi son ce- nerini, quelli son bianchi, con sottili macchiette nerastre trasverse, 0 bianco-olivastri, con macchiette biancastre. SINONIMIA Gallinula Baillonit. Temminck, Ranzani, Vicillot, Orait. Franc, pl. 272. fig. a (ad.), fig. d (giov.) Dimensioni. Lunghezza totale: soldi 6. quatt. 1. Apertura del becco: picc. 7. Coda: quatt. 4. picc. 2. Tarso: picc. 11. Cosrumi. Sono i medesimi di quei della specie pre- cedente; solo mi è parso d’ osservare che arriva più tardi, e che ne è molto più rara. Piropacazione. Nidifica spesso in Toscana, e nell’ al- tre parti d’Italia. Temminck dice che partorisce sette a otto uova oliviformi, color scuro-olivastro. FAMIGLIA IV. LE SCIABICHE. HAYDROGALLINAK CARATTERI DI FAMIGLIA Becco eguale alla testa, con espansione car- tilaginosa sulla fronte. i RostruM capiti equale, extensione frontali instructum . He SCIABICA RALLUS CHLOROPUS Nos. Penne del sottocoda, medie nere, laterali bianche: parti superiori olivastro-cupe. Rallus tectricibus subcaudalibus mediis, nigris, latera- libus albis: corpore superne sature olivaceo. Adulti in primavera. Lamina cartilaginea della fronte, e la base del becco di color giallo-croceo vivace: punta del becco giallo-verde. Testa, collo e petto , color cenerino-lavagna. Dorso, sopraccoda, scapolari e cuo- pritrici delle ali, olivastre. Addome cenerino-lavagna, con macchie bianche. Regione anale bianca. Penne del sottocoda: le medie nere, le laterali bianche. Remiganti nero-olivastre. Margine anteriore dell’ ala bianco. Ti- moniere nere. Piedi verdi; porzione nuda della gamba ove confina con le penne, di color giallo-ocraceo. Adulti in autunno. Han la lamina frontale, la base del becco, e la porzione nuda della gamba, di color verdastro. La testa, il collo ed il petto, macchiati di biancastro. > La 0A, Pd o ‘UCCELLI DI RIPA 383 Giovani. Lamina frontale poco estesa: di color. ver- . dastro come le altre parti del becco. Fronte e lati della testa grigio-olivastri. Vertice, occipite, cervice, e tutte le altre parti superiori, olivastre. Gola e addome, bian- castre. Gozzo, petto, fianchi e penne delle gambe, ce- nerino-giallicce. Remiganti nero-olivastre. Timoniere nerastre. Piedi olivastri. SINONIMIA Fulica chloropus. Gmel. Gallinula chloropus. Larth. Temm. Ranzani. Storia degli Uccelli Tom. 5. tav. 585. Meyer et Wolf, Ois. d’ Allem. Livr, 19, pl. 5. Butfon, Planch. enlum. num. 877. Dimensioni. Lunghezza totale : soldi 12. Apertura del becco: picc. 10. Coda: quatt. 7. picc. 2. Tarso: quatt. 4. picc. 3. Cosrumr. L’Aprile è il mese in cui si trova una mag- gior quantità di Sciabiche. Esse abitano li stessi luoghi. de’ Voltolini e Gallinelle, ma stan sempre ne’ posti ove le acque son più profonde, ed i macchioni, e cespugli più densi. Nell'autunno, e particolarmente in Settem- bre, qualcheduna se ne trova, ma in quantità minore che nel tempo del ripasso . Propagazione. Nidifica in Toscana. Il nido lo fab- brica elegantemente, intralciando insieme delle foglie di Scirpo , e di Carici, e lo pone sopra i grossi ammassi galleggianti di Cara, o Rannuncoli aquatici, così che anch’ egli galleggia. Le uova sono grosse quanto quelle di Piccione, ma più globose, di color ceciato-rossiccio, con molte macchie e punti scuro-fegatosi. Io ne ho tro- vate dodici in uno stesso nido. I pulcini son vestiti di calugine nera. FINE DEL TOMO SECONDO. pag. 192 335 == ERRORI v.7 Perdix saxatilis Meyer. 8 Perdix graca Temm. Ranz. 8 scudettato. 13 scutellatus. CORREZIONI Perdix saxatilis Meyer, Temi. Perdix greca Ranzani. reticolato. reticulatus. nani, Ù Sn i tod è ’ dor i