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B'REGVARDO i PURCHA SED 1921 | - d 9 #i RS SIA erp) fio>PTE Digitized by the Internet Archive in 2011 with funding from University of Illinois Urbana-Champaign http ://\www.archive.org/details/rapportoalconsig00cava RAPPORTO AL CONSIGLIO FEDERALE SULLE FORESTE DELLE ALTE MONTAGNE DELLA SVIZZERA - dietro l'ispezione eseguita negli anni 1858, 1859 e 41860. DEN LUGANO TIPOGRAFIA FRANCESCO VELADINI E C. 1864. Ta è ; x N (È 5 Petto N "RR; « le. ei di ba Pi De l'a; er i a P i î Re x e = N Pie. ny i ? ’ Y Ve } x ) RL i PSR j att i, ge 4 : so ; dn Cat 7 SANI Sn venete RA ch x Bac È ENEA - N ° so “gps: ! i si car , “E î hei ; : ù \' i ì ‘ "Ad 7 v è {le A A p' . r e./ Li 4 LA È Ò I . ; i fi Ì x UN . LA * E N LI dad ta L Ù è x 4 ) “ Y à f » Y 4 - te 1 K I] ) re? KE, lune: 2 | h, - Di + » 4 c-4 v Av Î È : ho “ È n Î pon : Ù DI x 7 a e ? Y î . I ro Di ra, * ALE AI e be STI Di di | ie Da - Vida AR eionicati PR. x ve ti wi Na ue .% P “e \ Li 74 x Pi de 4 Na La 2 T eda gr \ L , 4 “ u i . x I) } BS n CA % _ Lasi 1 > S Signor Presidente della Confederazione, Signori membri del Consiglio federale, Sotto la data dell 8 maggio 1858 emanava dall'alto Consiglio federale la risoluzione di far procedere ad una ispezione delle foreste delle alte montagne per esa- minarne i rapporti coi principali sistemi fluviali della Svizzera, dirigendo ad un tempo l’attenzione a quanto risguarda l'economia forestale, il governo delle acque e le condizioni geologiche. Il 3 giugno 48538 il medesi- mo Consiglio federale decretava le istruzioni per norma dei periti ed affidava quindi la parte idraulica ai signori ingegnere Hartmann, a Sangallo, e Culmann, Professore della Scuola degli ingegneri al Politecnico a Zurigo; la parte geologica al sig. Escher della Linth, Professore di Geologia al Politecnico; e la parte forestale all’ autore del presente rapporto, Professore della Scuola forestale al Politecnico, al quale fu aggiunto in ciascun Cantone un funzionario forestale designato dall'Autorità canto- nale. Il sig. Wietlisbach, ispettore forestale ad Arau, veniva incaricato di accompagnarlo nei Cantoni dove non ci hanno ancora impiegati forestali tecnici. Datici all’ opera nel 1858, la proseguimmo nel 1859 e nel 1860, sempre nei mesi di agosto, settembre e otto- bre. Nel primo anno visitammo i Cantoni di Appenzello, i JU Î\ IV di Sangallo, dei Grigioni e del Ticino; nel secondo quelli di Glarona, di Svitto, d’Uri e d’ Untervaldo, le parti dei Cantoni di Zug e di Lucerna che possono es- sere considerate come appartenenti alla regione delle montagne, e finalmente le Alpi del Cantone di Berna. Nel terzo anno visitammo il Vallese, le parti del Vodese e del Friborghese appartenenti alla catena delle Alpi, non meno che le foreste del Giura nei Cantoni di Vaud, di Neuchatel, di Berna, di Soletta e di Basilea-Cam- pagna. Così fu per noi compito il lavoro assegnatoci, ed ora abbiamo l’ onore di presentare all’ alto Consiglio fede- rale il nostro rapporto intorno a ciò che si riferisce alle circostanze geologiche e alle condizioni forestali; al quale rapporto, siccome le datene istruzioni richiedono, mandiamo unite le proposte di quanto reputiamo atto a migliorare lo stato delle foreste della Svizzera. — Il rap- porto sulle acque sarà allestito dai periti specialmente di questo affare incaricati. | TAVOLA DELLE MATERIE I. Situazione e terreno Le Alpi Il Giura ; . II. Natura delle rocce e > del ‘stioio 7 A. Le Alpi Re 1. Granito... + Si LZ SLAE RA E a 2. Schisti criflallini 3. Schisto grigio e verde, calco, marmo e gesso delle Alpi centrali . . Serpentino e gabbro . Porfido . . Verrucano , . Calcare e dolomia . . Flysch . . Molassa . Il Giura ì . Ammassi di PRRICEG IRE 41. Massi erratici 2. Clivi e coni di stosceidlalanto III. Clima IV. Vegetazione V. Rapporti di superficie VI. Popolazione e consumo del legname QUO UE ION VI VII. Sviluppo e stato presente della legis- lazione forestale ed esecuzione delle leggi attuali . Legislazione : Cantone d’ Appenzello Esteriore . » Interiore . Sangallo Glarona e . . . . . . . Grigioni Ticino . Uri uliveti dica RE Unterwaldo: a. Sottoselva . » b. Sopraselva . Svitto 1037 Zug . Lucerna Berna Friborgo . Vallese Vaud ; Neuchatel Soletta . ? Basilea-Campagna . Lacune mella legislazione Cantone di S. Gallo Grigioni Ticino Lucerna dI Berna (Giura)... ui. Friborgo . Vallese Vaud Soletta Appenzello (Ester. ed Inter.) . Glarona Cantone d’Uri: Distretto d' Uri » » Distretto d’ Orsera » Untervaldo (ambe parti) » Berna (antico Cantone) » Neuchatel » . Basilea-Campagna » Svitto e Zug Esecuzione delle leggi 4 ; Cantone d’Appenzello (mha aL) » Sangallo . D Glarona » Grigioni » Ticino . SENIO, RIE : » Untervaldo anna TANTO » Svitto . » Zug . » Lucerna » Berna . » Friborgo de » Vallese » Vaud » Neuchatel » Soletta . LIOSATI » Basilea-Campagna. . . . . VIII. Economia sin qui praticata delle fore- reste e stato attuale delle medesime Utilizzazione di boschi e selve Esportazione del legname Importazione del legname Prezzi dei legnami . { Taglio di iegrtiare pel profitto è consumo Prodotti secondari dei boschi Colture . ; E Stato delle icato ; Produzione e consumo di iegnana VIM Pag. Conclusioni : A. Rapporto tra la PERRNEMA e il consumo dei legnami . . 291 B. Corsi d’acqua, conservazione e > fertilità del suolo i 3 Fe 11 C. Clima, CADERE Sc, del past si 08 IX. Coltura, modo di godimento, stato at- tuale dei prati, dei campi, delle alpi e dei pascoli . . 303 X. Proposizioni per o gli attuali inconvenienti ec per introdurre un’ e- conomia agricola, pastorale e fore- stale meglio corrispondente alle esi- genze del tempo . . . .. da A. Proposizioni concernenti l’a agricoltura, le pasture e la selvicoltura _. . . ivi B. Proposizioni pel miglioramento dell’ agri- coltura". . 326 C. id. dell'economia delle pasture alpine + 929 D. id. » forestale -..- VV, Oa E. Proposizioni diverse . . . . 947 F. » sulla legislazione forestale . 952 G. Misure da prendersi dalle Autorità federali 357 Appendice I. Quadro della superficie della Svizzera, dei singoli Cantoni, dei Mi limitrofi e degli ibferni ....,.. 365 Superficie della Svizzera e dei ‘venticiagne Stati confederati“... Lies e Superficie dei laghi: Laghidimitroi. 0... Laghi interni . iL: a sini 7 al E Appendice II. Piante forestali ecc. coll’ indicazione di nomi wedgari. 0 0. sita FERRO LOR £. Situazione e terreno. Le Alpi formano la parte sud-est, e il Giura la parte nord-ovest della Svizzera, situata fra il 45.° 49° e il 47.° 49 di latitudine nord, e il 23.° 37’ e .il 28,° 9’ di longitudine orientale. Stendonsi le Alpi dal Lemano al Reno e alla estre- mità dell’ Engadina su una lunghezza di 62 leghe; la loro larghezza varia da 14 a 50 leghe, la ‘minore è al loro ingresso nella Svizzera, la maggiore si trova fra Mendrisio e Lucerna e fra Poschiavo e Sangallo. La loro superficie è di circa 1151,3 leghe quadrate. Il Giura svizzero comincia alla Dòle nel Cantone di Vaud, e se- gue via via la frontiera nord-ovest svizzera insino al — Randen nel Cantone di Sciaffusa, descrivendo un arco disteso e non lasciando al nord-ovest che poche porzion- celle del territorio svizzero. Il Giura abbraccia una lun- | ghezza di 52 leghe. La larghezza varia da 1 lega a 7, la minore trovasi presso Lignerolles, la maggiore tra il,lago di Bienna e Porrentruy; alle due estremità della catena la larghezza è di 2 leghe. La superficie totale del | Giura è di circa 228 leghe quadrate; ma non può con- tarsene più di circa 193,7 come appartenente alla parte dei Cantoni di Vaud, Neuchatel, Berna, Soletta e Basi- lea-Campagna di cui avremo ad intertenerci. La superficie totale della Svizzera essendo di 1779,53 leghe quadrate, non rimarrebbero per la parte com- presa fra il Lemano e il lago di Costanza e per le pre- alpi che circa 395,5 leghe quadrate. Qui vuolsi però 0s- 4 9 servare che una parte dei Cantoni di Sangallo e di Zug con una superficie di circa 20 leghe quadrate è contata insieme colle Alpi, mentre, a parlar propriamente, essa appartiene al paese di collina e di pianura; come furo- no accomunate alle Alpi tutte le parti più elevate della formazione molassica. Le Api offrono una grandissima varietà di suolo e notevoli differenze nell’elevazione delle montagne. Il monte Rosa, punto il più elevato, è a 15,400 piedi sopra :l Mediterraneo, mentre il più basso scaglione, il lago Maggiore, non giace che ad un altitudine di 657 piedi (1). — I punti più elevati s'incontrano al limite meridionale ‘ e al centro della catena. I principali sono tra altri il’ Finsteraarhorn 414,250 piedi, la Jungfrau 413,890, il: Titlis 410,796, il Piz Bernina 15,507, il Piz Kesch sul . passo dell’Albula 11,390, lo Stammerspitz nella Bassa | Engadina 10,853. Sul versante settentrionale alcune montagne toccano un'altezza considerevole; tale si è il. Maléson 6,683 piedi, il Niesen 7,883, il Pilato 7407, il, Glarnisch 9,355 e il Stintis 8,947 piedi. Il limite inferiore delle Alpi incontrasi al sud, al lago Maggiore, a 657 piedi sopra il livello del mare; il limite superiore è al nord-ovest, appiede al Moléson, all’ alti- tudine'di 2,859 piedi (via da Chàtel-St-Denis a Bulle ). Altri punti che possono considerarsi come formanti il piede delle Alpi sono: il lago Lemano a 4,250 piedi so- pra il Mediterraneo, il lago di Thun a 4,855 piedi, il lago di Lucerna a 4457 piedi, la parte superiore del (4) Altitudine è il termine adoperato ad indicare l' elevazione del suolo sul livello del mare idealmente prolungato su tutta l' estersio= ne del globo terrestre. A lrd (8) lago di Zurigo a 1,965 piedi e il lago di Costanza a 4,527 piedi. . H Giura non ha elevazioni di così considerevoli dif- ferenze, il suolo è pure assai più uniforme. Il punto cul- minante è. il Chasseral ad un’ altitudine di 5,965 piedi, il punto. più basso è il Reno presso a Basilea ad 827 pie- di sopra il mare. La Dòle che forma il limite sud-ovest è a 4,778 piedi, il Randen all’ estremità nord-est ha un'altitudine di 3,010 piedi. Il lago di Neuchatel al sud-est del piede del Giura è a 4,450 piedi sopra il ma- re, illago di Bienna non è che 8 piedi più basso. L’Aar traversa il Giura ad un’ elevazione di 1,070 piedi e il Reno presso Lauffenburg a 977 piedi; la cascata del Re- no è a 4,200 piedi \sopra il mare. Porrentruy è all’ alti- tudine di 4,480 piedi. ._ La superficie delle Alpi e con essa tutta la Svizzera. dividesi in quattro versanti. A tre di essi, cioè a quelli che decorrono verso sud, verso nord e verso ovest, può considerarsi come centro il Gottardo; mentre il quarto, volgente verso l’est, ha suo punto di partenza al Ma- loja. i Il versante meno esteso è quello*dell’ Inn che manda le sue acque al mar Nero. Esso abbraccia tutta l’ Enga- dina e le sue valli laterali. Gli tien dietro, rispetto ad - estensione, il versante le.cui acque devolvonsi verso l'Adriatico, la maggior parte pel Po, la minore per l’A- dige. Le parti del paese che s'inchinano a mezzodì, co- me la valle di Miinster, il Poschiavino, la Bregaglia , la Mesolcina, il Ticino e il dichino meridionale del Sem- pione ne compongono il serbatojo. Non gran fatto più esteso è il versante del Rodano che manda tributo al Mediterraneo. Esso comprende, h all eccezione del versante meridionale del Sempione , tutto il Cantone del Vallese, una parte del Cantone di Vaud, quello di Ginevra e ad una certa distanza i ver- santi nord-ovest del Giura (Doubs). Tutte le altre parti della Svizzera, e quindi il ver- sante settentrionale delle Alpi, tutta la pianura stenden- tesi fra il Giura e le Alpi e la maggior parte del Giura comprendonsi nel versante del Reno che invia le sue acque al mare del Nord. Suoi precipui affluenti sono la Thur, la Limmat, la Reuss , l’Aar e la Birsa, Le vallate principali e le laterali d'una certa esten- sione formano per lo più nella loro parte superiore ba- cini di considerevole larghezza alzantisi in dolci declivi sui fianchi , in fondo a cui scorrono le acque in un letto , ben d’ordinario poco profondo e di poco forte inclina- zione. | Assai estesi sono siffatti bacini nelle montagne dove ha sorgente l’ Inn, come pure nella valle del Reno e nelle numerose sue valli laterali, in quelle della Thur, del Rodano e dei loro principali affluenti, poco estesi. sono nelle valli che volgono a mezzodì; hanno un’ e- ‘ stensione mediocre dalla parte dell’ Aar e de’ suoi af-. fluenti. Coteste superiori vallate prendono sovente la forma di altipiani principalmente sul versante nord delle Alpi, come scorgesi a prima giunta nella valle supe- riore della Sibl e nell’Appenzello. Questi bacini dove siedono popolosi villaggi a un’ al- titudine di 5,000-6,000 piedi, com’ è per esempio nelle valli dell’ Inn e della Reuss, vanno considerevolmente vestringendosi verso il basso. Le montagne divallano in rapide chine sino alle due sponde de’ fiumi, il cui letto angustissimo diviene. Queste chine sono talvolta sì ri- - x pide da non potervisi se non a grande stento praticare vie di comunicazione. Con simili ostacoli non è a discor- rere di trarre dal suolo quel profitto di che pur sarebbe capace. i . Alle inferiori estremità hanno per lo più queste valli un forte dichino, ond’ è frequente l’incontro di belle cascate, come offrono generalmente i più grandiosi spet- tacoli della regione delle Alpi. Questa conformazione del suolo è sorprendente nella valle del Reno posteriore (Via Mala), in quella della Reuss (Schollenen), nel Ticino (so- pra Faido) e in moltissime valli laterali, come sono quelle della Tamina e di parecchi affluenti dell’Aar e del Rodano. Minore sorpresa fa questa configurazione nelle valli dell’ Inn, del Reno anteriore e del Rodano, meno profonde essendone le incavature, nè correndone sui fianchi le vie. Le valli laterali vengono a ristringersi ordinariamente allo sbocco nelle valli principali, ciò che talvolta o non accade punto o non è che su pochissima estensione, sovratutto negli affluenti meno notevoli; allora le acque trabalzano per iscoscese chine nelle valli principali. A questi tratti angusti succedono vallee aperte, ordi- nariamente larghe, col profilo traversale quasi orizzon- tale, con dolce e spesso anche assai tenue generale de- clivio. Assai varia è la larghezza di queste valli, talora di una lega. Il piede delle montagne elevasi immedia- tamente dalla valle con arduo pendente. Un simile ca- rattere presentano nella loro parte inferiore tutte le valli profonde, fra cui distintamente quelle del Reno, della Linth, della Reuss, dell’Aar e del Rodano, e quelle pure della Maggia, del Ticino e della Moesa. E le parti di esse che mercè la loro posizione sarebbero atte ad es- 6 sere col migliore vantaggio coltivate, sono per mala ventura le più esposte alle inondazioni, correndo le. a-. cque tra rive pochissimo elevate ed: essendone: anzi il letto spesse volte più alto del fondo della vallea,. il cui profilo traversale è quasi orizzontale. I pericoli delle inondazioni creseono. im ragione delle materie travolte dalle correnti, della irregolarità del loro corso e della tenuità del declivio. Non sono rari i siti dove l'onda ha scavato e tratto seco grandi tenute di ubertoso terreno, convertendo così le più amene por- , zioni della vallata in isquallido deserto di sassi. Altrove:,, . le acque delle valli laterali e quelle degli:straripamenti, alle quali le rialzate rive contendono il rifluire ne? letti, | originarono de’ paduli che più non lasciano la possibi» , lità di metter a prode il fondo. E in altri luoghi ancora : un solo straripamento tronca le più belle speranze del | ricolto.. Egli è nel Ticino, e specialmente in vicinanza della - Maggia, che veggonsi terreni ingombri di macigni, di | pietrume e di ghiaja; ma anche le vallate del Reno e del: | Rodano hanno notevoli distese da simili disastri infe- state. Le più: vaste paludi sono accanto alla Linth, dove, . prima della correzione del suo corso, avevano reso non : solamente sterili le terre, ma sì pure malsana la con- trada; accanto all’Aar tra Meyringen e il lago di Brienz: e in più parti della valle del Rodano. Tutte le vallate hanno: a deplorare inondazioni, sven- ture assai più frequenti a’ nostri tempi che non in tempi anteriori, ciò che non si esita ad ascrivere all’ esteso diboscamento delle montagne. Maggiormente esposte a simili danni sono le valli del Reno, della Reuss, del- l’Aar e del Rodano. 7 A questi larghi fondi delle valli sono immediatamente adjacenti de’ grandi bacini, nei quali i fiumi depongono le trascinate materie e l’impeto acquetano. I laghi siedo- no per lo più sul confine della regione alpestre. Quando incontrinsi. nelle. valli laterali, — ciò che. d’ ordinario avviene in quelle valli. che penetrano: profondamente nella montagna, — li. vediam circondati di ripide e sco- gliose rive, mentre quelli delle vallate principali hanno rive saglienti in più mite pendio sino ai fianchi delle montagne. I dintorni dei laghi offrono dunque una gran- de varietà secondo che più o meno appartengono al si- stema delle Alpi e alle valli laterali, oppure ai primi contrafforti. e alla regione delle colline. Nel primo caso le montagne s° avanzano — almeno da un lato — immediatamente sino al bacino dei laghi e si elevano. poi ritte e scogliose sino a considerevoli al- tezze, com’ è per es. sul lago di Vallenstadt, sulla parte superiore del lago de’ Quattro Cantoni, sul lago di Brienz ecc. Laddove invece i laghi riposano piuttosto nella regione dei primi contrafforti o in valli principali, le loro circostanze vanno fra le più fertili e le più ame- ne della Svizzera. Sono di questo numero: Il paese che circonda il lago di Lugano, la parte superiore del lago di Zurigo, il lago di Zug, la parte, media e inferiore del lago de’ Quattro Cantoni, il lago di Thun e il Le- mano. Simili plaghe scopronsi qua e là eziandio tra mezzo a montagne, com’ è nominatamente sul lago di Sarnen, situato in una larga vallata ascendente dolce- mente verso. la montagna e facente quasi parte della contrada aperta, bella e fertile che è sulla riva sinistra del lago de’ Quattro Cantoni. I laghi, esercitano, una felice influenza sull’ ulteriore 8 corso dei fiumi, non solamente arrestando le materie da questi condotte, ma ben anche regolandone il livel- lo, poichè le acque emananti da loro più non recano pe- ricolo alle sottoposte contrade, a meno che non ricevano ne’ loro letti altri torrenti delle Alpi. E ciò è appunto pur t'oppo sovente il caso. Allora, come avviene in quelle parti ove non hannoci laghi, i fiumi e i torrenti sono forieri di gravi danni alle pianure inferiori: ammoni- mento agli abitanti di quest’ ultime, aver essi pure un immenso interesse a che l’ autorità faccia esercitare una polizia severa sulle foreste e sulle acque. I fiumi laterali e i ruscelli che numerosi solcano i fian- chi delle montagne, hanno generalmente un precipite declivio, profondi ne sono i letti, formano spesso una serie di cascate separate le une dalle altre da intervalli di quasi uniforme inclinazione e dove l’acqua battendo e scalzando apre delle cavità talvolta profonde assai. Que- ste correnti sono causa di scoscendimenti e di accumu- lamento di congerie al loro sbocco e negli alvei in cui si gettano; i quali casi divengono di maggior momento laddove le montagne non offrono che poca resistenza alla forza distruttiva delle acque, e laddove esse non sono che malamente vestite di boschi. I terreni molas- sici è schistosi sono esposti a simili guasti più di quelli’ ove appare il gneis, il calcare ecc., più i pendii dibo- scati che non quelli cui ammantano le foreste. La verità di quest ultima asserzione riluce e vince come appena si prendano a considerare i bacini del Re- no anteriore, dell’ Emma e dell’Aar. Si vede come i loro affluenti scendendo da montagne mal boscate accumuli- no interri assai maggiori che non quelli che passano per terreni più boscosi. Egli è evidente che la forza distrut- 9 tiva delle acque si fa più gagliarda colla distruzione del bosco protettore delle montagne, raunandosi quelle più prestamente e con maggior furia precipitandosi giù pei fianchi. Le conseguenze del diboscamento fannosi prin- cipalmente sensibili nelle mutazioni conseguite ai letti delle correnti che solcano le schiene di tutte le monta- gne. Sono ordinariamente asciutti, ma rapidamente si riempiono allo sciogliersi delle nevi, all’erompere di temporali o all’ abbondare delle pioggie. Rovesciansi le acque nelle valli, ove le foreste e la vegetazione proteg- gendo il suolo non ne impediscano il raunarsi sovra un comun punto e non ne raffrenino il corso. Si moltipli- cano i letti delle acque e queste, rodendo e scavando, maggior dominio si usurpano sulle chine diboscate, che, lavate della terra vegetale, divengono sterili superficie come i siti occupati dalle masse della trasportatavi con- gerie. La caduta delle acque montane corrisponde or- dinariamente all’ inclinazione dei fianchi su cui decor- rono. L’ inclinazione varia secondo la formazione predomi- nante delle montagne, la vicenda degli strati, la pro- fondità delle valli e l'altezza dei monti. Presenta essa tutte le degradazioni dalla parete verticale od anche uscente di perpendicolo e pendente inchinata sopra la sfondata valle, sino alla faccia orizzontale. I declivii sono per lo più maggiori al piede che non verso il mez- zo delle montagne, maggiori alle cime che non al piede. A questo fatto un altro ne si associa, che cioè le valli elevate sono circondate di declivii più dolci che non quelle che più s’ infossano; le prime corrono sui versanti dove meno ripido cade il pendìo. È raro che nelle Alpi s’ incontrino piani inclinati ed uniformi alquanto estesi, 40 essendo essi quasi sempre interrotti o da depressioni o da costole rilevate, onde ne risulta una gran varietà di aspetto. | La differenza delle altitudini ha una grande influenza sulle differenti maniere di coltura, sulla fertilità del suo- lo, sui rapporti del clima ed anche sulla maggiore 0 minore facilità. di utilizzare i prodotti naturali, e nomi-. natamente sul prodotto principale delle foreste a cui mal si convengono troppo gravi spese di trasporto. Il: basso; delle. vallate, le falde de’ miti pendii, i ri- piani o dossi non soverchio, elevati fannosi quasi. tutti, servire all’ agricoltura. I versanti rivolti al Sud.0.al Sud-. est seno preferibili a quelli che guardano il Nord o l0- vest; quanto più.i terreni coltivabili sono. elevati, tanto più diventa favorevole questa esposizione. I fianchi delle alte montagne. di non troppo repente inclinazione, i dos- si e il vertice delle prime. cordonate formano la regione delle pasture o alpi che occupano la. maggior; parte. del suolo fertile nelle montagne. I ripidi pendii, i vallon» celli, le magre creste, come pure le valli laterali di dif- ficile accesso sono dedicate alla, produzione. del legno. Le parti.superiori delle montagne: sono inette. alla. pro» duzione, vuoi per la soverchia inclinazione, vuoi perla esposizione e per la bassa temperatura predominantevi. Più fertile è il suolo sulle inclinazioni moderate, ripa- rate. e giacenti in basse sinuosità, ove le dannose con- seguenze degli elementi sono meno sensibili. La possibilità d’ utilizzare i prodotti delle foreste. di- minuisce in ragione della difficoltà del loro, accesso e della lontananza dai luoghi del consumo. H; commercio del legname dipende dalla disposizione delle valli, per- ciocchè, eccettuate alcune qualità di; gran pregio, il suo 491 trasporto è sì costoso che mal si conviene tirarlo su per le valli o farlo: passare per le gole dall’ una valle al- l’altra. Le parti boscose dei versanti meridionali delle Alpi non possono adunque mandar legna alle parti della Svizzera povere di foreste: il loro mercato naturale è l’Italia, Per l’Engadina il commercio del legname è li- mitato al Tirolo e alla valle del Danubio. H legname proveniente dalle valli: del Reno, della Reuss e dell’Aar va a fornire i paesi industriali del nord e dell’ est della Svizzera, quella della valle del Rodano sopperisce al bi- sogno di una parte del Cantone di Vaud edi Ginevra. In alcune vallate le parti superiori sono costrette a prov-. vedersi di legna dalle inferiori, in alcune è persin giuo- coforza procacciarsela da altre. Sotto rapporti affatto differenti presentasi il Giura. Le sue valli sono per lo più longitudinali, poco profonde. La maggior parte formano de’ bacini allungati, conser- vanti questa medesima forma anche alle estremità, non avendo aperture per lo scarico delle acque, o se queste hanno: scarico, non essendo esso che sotterraneo o late- rale. Si possono mettere in questa categoria le valli della Brevina e della Sagna senza scolo apparente; quelle del lago di Youx, di Locle e della Chaux-de-Fonds ove le acque hanno scolo per mezzo di vie sotterranee; il Val- de-Ruz insieme colle valli di Moutier-Granval e di Déle- mont, le cui acque hanno scolo lateralmente; e diverse altre piccole valli quasi tutte senz’ acqua. Di profonda infossatura sono le valli sole che mag- gior copia di acque conducono; esse tagliano le monta- gne traversalmente per più o men lunghi tratti, e qui formano poi angustissime gore con pareti saglienti in 412 direzione quasi verticale. La valle dell’Orba, il Val-de- Travers, quelle del Doubs e di Saint-Imier, la valle prin- cipale e le laterali della Birsa, la valle del Diinnern ecc. ne offrono esempi. Ad inondazioni le valli del Giura o non sono punto esposte o solo eccezionalmente e per poca estensione; nè il fondo delle valli vien mai ad essere per gran tratto ingombro di congerie trascinata dalle correnti. Alcune località possedono depositi di torba utilizzabili, come è la valle del lago di Joux e le valli elevate del Cantone di Neuchatel. Le montagne si presentano ordinariamente sotto la forma di rialzi prolungati che seguono per lo più la di- rezione dall’ ovest all’ est in modo più risoluto che non fa la stessa catena generale, e dirigonsi quindi verso la grande pianura che giace al limite sud-est del Giura. Il dichino principale del Giura, in questa direzione, non è dunque determinato dall’ inclinazione sud-est di un solo di questi lunghi rialzi, ma sì dalla successione di molti di essi. I rialzi maggiormente eminenti sono sem- pre dalla parte della pianura svizzera; dalla parte del nord-ovest i terreni vanno successivamente appianan- dosi a poco a poco. | Se profonde sono le valli ed alte le rispettive monta- gne, i versanti ne sono generalmente ripidi, uniforme dall’ alto al basso il pendio. Non possono destinarsi che alla produzione legnosa, e sono anche quasi tutti vestiti di boschi. Laddove all’ incontro le valli sono poco pro- fonde, dolci ne sono i pendii e le eminenze ritondate; il suolo è quindi atto ad altra coltura oltre a quella del bosco, e, a seconda dell’ altitudine, possono aversi ce- reali, fieno, o soltanto pasture. 15 La contrada prende talvolta l’ aspetto d’ un altipiano elevato, a faccia ondulata, qual è per es. nelle Fran- che-Montagne, i cui gioghi più elevati non possono, per causa della loro esposizione, essere utilizzate fuorchè ad uso di pastura. I versanti ripidi, come pur quelli di più tenue incli- nazione, formano in generale de’ piani inclinati prolun- gati ed uniformi, di rado interrotti da pareti di nuda roccia o solcati da burroni profondi. Il Giura non com- prende dunque terreni di una certa estensione onnina- mente infruttuosi, meno guasti vi recano in proporzione le acque e meno frequenti vi sono gli scoscendimenti. Il trasporto del legname è meno difficile nel Giura che nelle Alpi; in tutte le vallate ci hanno di buone strade in comunicazione con quelle che traversano le montagne; i maggiori corsi d’ acqua servono assai bene alla flotta- zione. 414 2, Della natura delle rocce e del suolo. Non è ove si mostri così chiaro ed evidente come nella Svizzera l’intima relazione tra la natura eil giacimento dei terreni dall’ un canto, e la forma della superficie del suolo, la decomposizione delle rocce, lo scolo superfi- ciale o l’infiltramento delle.acque; l’ occasionarsi di fra- ne.e scoscendimenti, e la composizione «e fertilità del suolo formatosi per la decomposizione delle rocce dal- i’ altro canto. Questi rapporti offrono differenze così mareate nei tre grandi gruppi delle Alpi, della Molassa e del ‘Giura che si fa necessario esaminarli separatamente ed esporre quindi alcune considerazioni sui depositi che più non appartengono all’ ossatura del paese. A. Le Alpi. Moltissime essendo le specie di rocce che incontransi nelle Alpi in tutte le giaciture possibili, così esse pre- sentano nel rapporto geognostico una diversità altret- tanto maggiore, in quanto che ne diversifica la natura e la giacitura su uno spazio più volte assai limitato. A facilitarne la veduta gioverà per lo scopo che qui ci pro- poniamo lo stabilire delle rocce i seguenti gruppi: 4. Granito ; 2. Schisti cristallini (gneiss, schisto micaceo anfibo-. lico talcoso, pietra ollare); 19 5. Schisti grigi e verdi, spesso semi-cristallini , il cal- ‘care, il marmo e il gesso delle Alpi centrali ; 4.Serpentino ‘e gabbro ; 5. Porfidi; 6. Verrucano; 7. Calcare e dolomia (terreni del periodo triassico, giurassico e'cretaceo); 8. Montagne di flysch, di ‘schisti e di molassa (tra le Alpi calcari ‘e su lor fianchi). 4. Granito. Si trovano masse di granito propriamente detto, com- posto d’ una compage senz’ ordine di quarzo, di feld- spato, di mica e spesse volte d’ anfibolo, segnatamente nelle montagne del Bernina, in quelle che ‘separano l’Alta-Engadina dall’Albula e dalla Valle di Oberhalb- stein, presso Brusio, nella parte inferiore del Poschia- vino e sopra una piccola estensione ‘superiormente a Trons e a Somvix nella valle del Reno anteriore. Benchè roccia durissima, il granito non resiste indefi- nitamente alla influenza atmosferica e a quella degli al- tri agenti che preparano la disaggregazione ‘in parti più o meno notevoli. Lo troviamo spesso nel luogo di suo giacimento, decomposto in masse di differente po- . tenza. Quando i massi staccati si trasportano rotolando a certa distanza, le montagne prendono col tempo la forma di teste o di coni tronchi il-cui piede è circondato di una grande quantità di ‘rottame. Siffatte alterazioni non si producono che lentissimamente , cosicchè le mon- tagne di granito possono contarsi fra quelle che mag- / 16 giormente resistono alla erosione. Ciò osservasi negli alvei dei corsi d’ acqua dove trovansi frammenti di roc- ce recentemente caduti o massi così enormi da non po- tere essere trasportati dalle acque. Differentissimi sono i rapporti del granito colla for- mazione del suolo e colla vegetazione. Se si stacca in massì senza andar soggetto a decomposizione chimica, allora è sterile; se vi avviene una decomposizione chi- mica del feldspato, il granito forma un suolo argilloso misturato di ghiaja, che è fertilissimo sia per la quan- tità d’ alcali che contiene, sia per la sua facilità di man- tenere a bastanza l’ umidità. 2. Rocce schistose cristalline. (Gneis, schisto micaceo- -anfibolico-talcoso e pietra ollare). Comprenderemo nella medesima analisi queste diverse specie di rocce perchè rinvengonsi insieme nelle Alpi non ostante la differenza delle loro parti costituenti, e perchè le montagne che esse compongono presentano una grande somiglianza di forme, e finalmente perchè hanno molta analogia nel lor modo di decomposizione e nella resistenza che oppongono alla erosione. Assai diffuse sono queste rocce: ad esse appartengono quasi tutte le masse principali che si elevano sopra i ghiacciaj nella regione centrale delle Alpi. Gli schisti di cui parleremo in seguito come pure il marmo che vi è associato, sono a così dire inchiusi nelle masse princi- pali degli schisti. 17 Le montagne formate di schisti cristallini sono: 4. La massa centrale delle Aiguilles-Rouges, la cui estremità nord-est è al nord del Rodano vicino a Morcles; 2. Il Monte Bianco, giugnente quasi sino a Saillon col suo versante settentrionale e che è separato dalla. catena principale per mezzo della valle del Rodano; (Questi due rialti non appartengono alla Svizzera che nella loro estremità orientale). 5. Il rialto delle alte montagne di Berna e d’ Uri, che si stende dalla vicinanza di Louéche al Todi. È li- mitato al nord-ovest da una linea tirata dall’Altels alla Sandalp, passando pressappoco per Erstfeld e Silenen, per le Alpi calcari di Berna, d’ Unter- valdo , d’ Uri e di Glarona, e al sud-est per la lunga valle longitudinale dell’ alto Vallese, Orsera e Ta- vetsch; 4.11 Gottardo che comincia presso Aernen, al sud del Rodano, tocca la sua maggiore elevazione sui pic- chi che fanno orlo al passo del San Gottardo, e al ghiacciajo di Medels, e finisce presso a Vrin nel Lugnetz passando tra lo schisto grigio. Questo rialto è limitato al nord-ovest dalle valli longitudinali del- l'Alto Vallese e del Reno anteriore, al sud-ovest da una zona di schisto grigio stendentesi senza inter- ruzione dall’ Alto Vallese a Lugnetz traversando Binn, Bedretto e Blenio superiore; 5. Il rialto sì esteso delle Alte-Alpi che abbraccia pa- recchie masse centrali, si sviluppa gigantescamente dall’ estremità della valle di Bagnes alle parti po- steriori delle valli meridionali del Vallese, e forma quasi senza interruzione il giogo della catena di To) PSI 48 montagne che separano il Vallese dal Piemonte. Esso comprende ancora tutto il Ticino dalla zona di schisto grigio di cui sopra fu detto, sino al monte San Salvatore e alle altre montagne calcari all’ est di Lugano, e di là si dirige verso l’ est per la Bre- gaglia e il Bernina. Il limite nord di questo rialto è complicatissimo, inoltrandosi per diversi punti assai innanzi nello schisto grigio d'onde si slancia in forma di picchi per lo più coperti di ghiaccio. Stendesi dalia gola di Madrisa e di Soglio sino a Ponte nella Engadina accompagnato dai graniti del Giulio e dell’Albula , di gneiss e di schisto micaceo, da dove questi ulti- mi si protraggono nella direzione sud-est sino sotto a Bormio. 6. Le montagne di Scaletta e di Selvretta, le cui roc- ce cristalline cominciando al nord-est del passo dell’Albula, occupano tutta la regione tra le valli dell’ Inn e del Landwasser presso Davos che pur oltrepassano all’ ovest, dirigendosi verso l’Austria passando tra le montagne calcari del Rhétikon e lo schisto grigio della Bassa Engadina; . Il picco del Rothhorn dei monti di Parpan ergen- tesi come isola fra diverse masse di sedimento; le sue rocce cristalline sono limitate alle montagne della valle di Parpan e ad alcune delle numerose ramificazioni posteriori della valle di Schalfik. Le montagne composte di schisti cristallini presen- iano all’ osservatore due forme principali determinate dalla giacenza degli strati. Allorchè gli strati sono verticali o quasi ritti (nel- \ Aiguilles-Rouges, Mont-Blanc, Alpi bernesi, Todi, et] 19 Gottardo, Selvretta) vedonsi lanciarsi sulla regione delle Alpi e de’ ghiacciaj le più elevate cime, assu- menti la forma di strette creste, di piramidi o di gu- glie colossali. Queste sommità succedonsi a diverse di- stanze, e sono parallele agli strati dello schisto grigio che corrono in linea retta per una estensione di più leghe. ; Da queste irte creste si dipartono le schiene delle mon- tagne, dapprima con moderato, poscia con più rapido dichino secondo che più giù s’avallano. Qui sono le valli o longitudinali, ed allora hanno larghezza e pendio anzi che no uniformi (Létschen, Goscheneri, Maderan sopra Bristen, Alta-Engadina ecc.), o sono traversali, e in queste le strozzature a cateratte alternano con larghi tratti a fondo poco inclinato; le pareti, principalmente sull’ imo, ritte e scoscese (le valli dell’Aar, della Reuss, di Medels ece.). Per siffatte varie circostanze e per loro numerose ra- mificazioni le valli traversali presentano forme ed espo- sizioni più differenti che non le longitudinali ordinaria- mente sì uniformi. Se gli strati sono orizzontali o poco meno, le sommità stanno quasi al medesimo livello, non essendo esse dalle più alte che di poco oltrepassate; le vette vengono ad aver la figura di avanzi degli acrocori quasi fossero stati scapezzati e le valli come di spazio delle porzioni tolte via. Ripide sono le pareti delle valli e formano una ma- niera di scaglioni, mentre gli strati che offrono maggior resistenza alla distruzione mostransi alla superficie co- me liste rupestri di lunga distesa; queste sono separate le une dalle altre mediante strati più friabili e più atti alla vegetazione. 20 Le valli principali hanno una declività piuttosto uni- forme e sono profonde, mentre le acque delle valli la- terali mantengonsi ad una grande elevazione sino a poca distanza dalle valli principali dove si aprono uno stretto varco o precipitano da alte pareti rupestri. Il rot- tame travolto nel loro corso resta nelle soprastanti meno inclinate parti del letto, non arrivandone alle valle prin- cipale che una scarsa porzione. Siffatta conformazione di montagne incontrasi nella parte centrale del Ticino, nella valle di Viège e sul versante meridionale del Sem- pione. Allato a questi due tipi principali offronsi quasi tutte le forme che possono risultare dal passaggio della po- sizione orizzontale alla verticale degli strati. I versanti che corrispondono alla superficie degli strati sono più uniformi e hanno un pendente men risoluto che non quelli che sono in una posizione inversa (il Vallese, il nord del Ticino, la Mesolcina, il Bernina ecc.). Il gneiss ha la medesima composizione del granito. Si distingue solo per la tessitura schistosa e per la strut- tura laminosa che ne dipende, onde può essere adope- rato a più usi. Il suolo che s° ingenera dalla decompo- sizione del gneiss ha non poca analogia con quello che produce il granito. Lo schisto micaceo contiene poco o nulla di feldspato ; parecchie fra le rocce spettanti a questo terreno sono ricche di quarzo ,quelle soprattutto che contengono poco schisto. Il suolo proveniente da queste rocce è quindi infecondo a meno che non vi si associi abbondanza di terriccio.a L’anfibolo e le rocce anfiboliche riscontransi in una zona che si stende quasi in retta linea dalla valle di 94 _ Lotsch a quella di Maderan, poi nella valle del Reno anteriore verso il nord, all’ovest di Trons, nella valle del Ticino al nord e al sud; al Rothhorn di Parpan, e finalmente in maggior copia nelle montagne fra il Prit- tigau e l Engadina, ove i loro strati fanno vicenda con quelli del gneiss. Le rocce d’anfibolo, particolarmente quelle rieche di feldspato, creano colla loro decompo- sizione un suolo fertile e favorevole alla vegetazione. Lo schisto ialcoso e la pietra ollare sono in poca quan- tità rispetto alle altre rocce ‘cristalline e non hanno che una parte secondaria nell’ opera della formazione del suolo; sono utili per le qualità onde sono acconci alla costruzione di stufe giovevoli allo sparagno della legna. Si lavorano per quest’ uso nella valle di Bagnes, nel- l’Alto Vallese, sul Gottardo, al sud di Dissentisio, nella valle Lavizzara, in Mesolcina ecc. L'industria che limi- tatissima se ne fa in alcune località, potrebbe avere una grande estensione. Nella regione del granito e degli schisti cristallini, le rupi presentano sotto alle più alte creste ce sommità, spes- so su una estensione di più leghe, superficie lisce, conca- ve e dolcemente ritondate, somiglievoli a quelle che pur formano oggidì i ghiacciaj sulle rupi circostanti. (Note- volissimi sono questi fenomeni nella valle del ‘Trient, nell'Alto Vallese, nelle valli dell’Aar, di Medels, sul Gottardo, sul Bernina ecc.). Se ne attribuisce l’effetto all’ azione de’ ghiacciaj che suppongonsi esistiti ante- riormente, come ai medesimi si attribuisce parimenti il trasporto dei massi erratici di che avremo poi a parlare. Queste rupi sono ordinariamente saldissime, non pre- sentando esse che pochi punti d’ attacco agli agenti at- mosferici. ol) La regione del granito e degli schisti eristallini è ricca di sorgive che, essendo troppo numerose, non ponno vantarsi per abbondanza d’ acque. Tutte le rocce schi- stose cristalline sono dotate di somma durezza. Le mon- tagne di questa formazione hanno saldamente resistito alla distruzione, non ostante i loro risoluti e spesso bru- schi pendenti e non ostante il dispietato diboscamento patito (Valle Maggia, Verzasca, Blenio, Mesolcina ecc.). Non è però ad abbandonarsi in troppo riposo sulla loro saldezza, tanto più che nessun terreno porta tanti se- gni di devastazioni nei tempi antistoriei sofferte, vuoi per la rovina di intiere parti di montagna, vuoi per al- tri scoscendimenti, come i terreni composti delle rocce in discorso; anche nei tempi storici mal saprebbersi ricordare casi di frane come quelli di cui fanno spaven- tevole testimonio Evionaz, Piuro, Biasca ecc. In questa formazione principalmente osservansi quei movimenti di terreno che mettono gli abitanti in. sospetto di futuri danni: tale è nella valle di San Nicolao sopra Stalden, «a Soglio nella Bregaglia, sopra Grono all’ estremità in- feriore della Calanca, presso.Campo e Fusio nel Cantone del Ticino; si è qui eziandio che apronsi numerosi i burroni profondi minaccianti pericoli; come ne ha per es. l'Alto Vallese, il Canton d’Uri, la Valle Maggia, la Bregaglia, la Mesolcina, le Schlenis, Ha valle di Munster e di Poschiavo. In queste due ultime località le misure ‘adottate per rattenere le revine riuscirono a buon suc- cesso, Le cause della crescente: distruzione di queste masse: che a primo aspetto direbbersi indestruttibili ne sono dasuna parte i ripidi pendenti, dall altra i numerosi crepacci che li solcano, poi i minerali d’ altra ‘specie 25 (déliis) che trovanvisi frammezzo e che portano una di- sposizione della roccia a rompersi od a dividersi, come ‘sono le piriti ed altre; finalmente — e certo non in poca a — gli indiscreti diboscamenti, senza il minimo pensiero di procacciar ristoro alia fatta spogliazione. Quest ultimo fatto, imputabile all’ uomo solo, ha pet conseguenza il divenit più frequente lo smottare de’ ter- reni, più pericolosi i burroni, più ingenti le accumu- lantisi congerie. A trasportar le quali più mon bastando ormai le forze delle acque, gli alvei delle correnti si al- zano, le onde straripano volgendo fertili estensioni in isterili lande. La Vallemaggia ne presenta esempi spa- ventevoli. Il bel piano che si stende sotto al villaggio di Maggia è più che metà sepolto da depositi tra’ quali P acqua si travolve alla volta del lago con un corso af- fatto irregolare. Per farsi un’ idea delle alterazioni ac- cadute in questa vallata nello spazio di pochi anni, ba- sta confrontare il suo stato attuale con la descrizione che ne dava nel 1842 Corrado Escher della Linth: « Il fondo della valle Maggia va alla estremità infe- « riore più e più allargandosi in un piano fertile coperto « di ricche colture italiane ». E più oltre: | « Dalla terra di Someo si gode di una vista che l’ani- « mo tutto allieta. Al di sotto si spiega allo sguardo il « panorama della parte più lontana della vallata; una «grande e bella chiesa siede in capo al villaggio cir- « condato di pampinosi pergolati; il piano della valle « s’ inclina doleemente verso la Maggia che corre con « vario serpeggiamento : fertile campagna al basso: om- « breggianti castagneti coronano la falda delle monta- «gne, le quali, quasi dappertutto vestite di boschi, 24 «vanno terminando in cupole non iscoscese che di tratto «in tratto nè troppo alte ». 5. Schisti grigi e verdi, calcare, marmo e gesso ‘ delle Alpi centrali. Sotto il nome di schisti grigi e verdi noi comprendia- mo delle rocce schistose di differenti periodi, in cui il colore grigio carico dominantevi passa al nerastro, talvolta qua e colà al verde. Queste rocce compongonsi di terra siliciosa e argillosa, contengono ordinariamente fogliette di mica, calce carbonata e talco, e alternano sovente con istrati di fina ghiaja. Variano assai sia ri- spetto alla quantità, sia rispetto al grado di durezza delle loro parti costituenti. Sono cristallini sur una e- stensione più o meno grande; ma, per causa dei mine- rali d’altra specie che trovanvisi frammezzo, sono que- ste rocce sempre più disposte a rompersi o a dividersi che non quelle di cui fu discorso più sopra. Le montagne di questa formazione, per la maggiore facilità di distruzione delle rocce, qualunque sia la gia- citura degli strati, hanno forme più dolci e meno ango- lose che non quelle del gneiss e dello schisto micaceo. Sono tagliate da crepacci riuniti sull’ima parte e ter- minantisi spesso in gole strette e profonde. Le sorgive e il trasudare delle acque sono abbondan- tissimi nelle montagne di questa formazione, e occasio- nano frane e scoscendimenti agevolati dalla mobilità delle rocce e dalle loro fenditure. Il terreno rovinato al basso, massimamente nelle regioni meno elevate, rive- stesi però di vegetazione, essendochè le parti più fria- bili di queste terre producono un suolo fertile ed a ba- stanza umidoso. 29 La forma o il tipo qui sopra descritto è più fiate mo- dificato dallo affacciarsi di banchi solidi che resistono alle erosioni e interrompono a guisa di gradini l’ uni- formità del pendio. Tale è precipuamente il caso allor- chè il calcare o il marmo presentansi in masse ingenti che assumono l’ aspetto di formidabili fortificazioni. Il gesso che rinviensi fra queste rocce in potenti masse su grandi estensioni, non fu sinora adoperato che per le costruzioni; è a credersi che in avvenire abbia a pro- fittarsene anche l’ agricoltura. Nelle Alpi centrali queste rocce occupano una esten- sione quasi altrettanto considerevole quanto il gneiss e lo schisto micaceo. Riscontransi esse nella valle del Trient, tra le Aiguil- les-Rouges il e Monte Bianco, e forniscono le migliori lavagne tegolari della Svizzera. Compongono esse tutte le montagne che riposano fra il Monte Bianco, il Ro- dano, e le montagne di gneiss delle Alpi vallesane. Il gesso si mostra in quest’ ultima regione, nella valle della Drance e nelle vicinanze del Rodano sin dentro l'Alto Vallese. L’antracite (1 che serve principalmente a cuocere la calce, si trova in più località della regione compresa fra il Rodano ed una linea partente da Cha- bles nella valle di Bagnes e giugnente insino a Vissoye. Quantunque non si utilizzi per anco l’ antracite nelle lo- calità dove si presenta in quantità meritevole e suflicien- (4) Antracite, Minerale detto anche carbon fossile lucente, blenda di carbone, carbonilite, antracolite, carburo di ferro siliceo, con- sta di carbone per la massima parte mescolato od anche combinato a dell’ossido di ferro e a della silice, qualche volta anco a dell’ allu- mina. Supplisce il carbon fossile qualora venga abbruciato in fornelli a grande corrente d'aria. 26 te, purc non è a sperare che abbia mai a surrogarsi in rilevante misura alla legna da fuoco. Il perchè non po- tremo tenerne gran conto nel trattare l'argomento dei diversi combustibili. Gli schisti dirigendosi verso l est formano una zona che ricinge il piede del rialto del Gottardo, a Orsera e a Tavetsch stretta , ma che sul lato meridionale comprende il fondo delle valli di Binn e di Bedretto; stendesi sulla destra del Ticino sino a Faido, e s’ avanza dall’Alpe Piora in valle di Blenio sino sotto Olivone. Al punto di , riunione di questo ramo meridionale col settentrionale si rannette la regione di montagne così frastagliata e pur composta delle medesime rocce, nella quale il Lo- gnetz, la maggior parte di Vals, il Reno posteriore, l’Albula e la Plessur sono approfondati. Questi schisti, che si possono mettere insieme a quelli di cui qui trat- tiamo, dominano anche nel Prattigau sino alla calcarea di Rhatikon e di Falknis. Si trova in queste rocce la gran gola del passaggio del Bernardino, il fondo della valle Mesolcina sino alla valle di Forcla, il passaggio dello Spluga e la sommità del Septimer. Le maggiori ‘masse calcaree di questa regione sono all’ ovest sopra Dazio, sul picco di Savien, sul Piz-Beverin, e su una zona che separa il gneiss di Madris e di Ferrera dagli schisti di Avers superiore e dell’ Oberhalbstein. Il gesso incontrasi a Bedretto, presso Airolo, intorno al passaggio del Lucomagno, e in non poche località dell’ Oberhalb- stein. Schisti grigi, in parte assai ricchi di calce e ges- so, formano il fondo e quasi tutto il versante nord-ovest della Bassa Engadina da Guarda in giù. Come già fu detto, questi schisti formano un suolo fertile, onde queste montagne sono ammantate di verde 27 sino al sommo limite della vegetazione più compiuta- mente che non le montagne di schisti cristallini e di cal- carea, nelle quali si scoprono nude rupi in copia mag- giore. Quando il suolo è misturato di calce e d’ argilla, le piante non hanno aspetto così prospero e vivace come quelle delle montagne calcari. In queste montagne schi- stose però non mancano pure parecchi siti sterili dove la rupe mostra le schiena nuda, e ciò- senza contare le rovine già sopra menzionate; chè nelle parti elevate e ripide la distruzione si avanza ben altrimenti che lenta, sicchè il maggiore o minor orrido delle forme si rinnova senza posa, e i rigori del clima difficilmente consentono al terreno l’ onore degli erbosi tappeti. 4, Serpentino e gabbro. ‘Queste due rocce .incontransi spesso insieme, princi- palmente nelle montagne schistose qui sopra appunto mentovate. Sono per lo più circondate d’una zona più o meno larga di schisto verde, di più lenta decompo- sizione producente un suolo meno fertile che non fa lo schisto grigio. Queste rocce sono più che altrove ab- bondanti nel Vallese e ne’ Grigioni; cioè, nel Vallese: principalmente all’ estremità delle valli di Herrens, di Aniviers e di Viége; e ne’ Grigioni: a Schalfick, sul- l’Oberhalbstein e nell’Engadina, dove occupano una grande estensione. IL SERPENTINO,, silicato talcoso idrato, appartiene alle rocce portanti poca disposizione a rompersi o dividersi per causa di minerali di altra specie trovantivisi fram- mezzo (délits), e dà un suolo poco propizio alla vege- tazione. Le contrade ove predomina sono assai deserte. 23 IL GaBBRO si compone di pirosseno e di feldspato; è quindi ricco di calce e di alcali, e forma colla sua de- saggregazione un suolo fertile, attissimo a correggere quello che proviene dal serpentino. Il serpentino e il gabbro s’ alzano mercè la loro soli- dità ordinariamente in figure coniche, cupole o gobbe, e servono d'appoggio agli schisti che sono fra’ loro stra- ti, e così diminuiscono il pericolo degli scoscendimenti ed altre conseguenze della erosione delle acque. ò. Porfidi. Porfidi rossi, riechi di feldspato, non trovansi in I- svizzera fuorchè in poche località e su piccole estensioni soltanto. Incontransene alla Windgelle nel paese d’ Uri sopra una lega quadrata circa; sopra Frauenkirch a Davos, su una estensione circa come l’ ora detta ; presso al lago di Lugano, all’ ovest e all’ est del Ponte di Me- lide, su una estensione deppia. Sono compattissimi e non si lasciano che lentamente alterare dagli agenti at- mosferici, e si trasformano in suolo argilloso e fertile. Intorno al lago di Lugano si trovano porfidi di un bruno carico allato a’ porfidi rossi e su una estensione eguale a quella occupata da quest’ ultimi; scompongonsi - facilmente per l’ influenza degli agenti atmosferici, for- mando terreno fertilissimo. 6. Verrucano. Nelle giaciture normali il verrucano forma lo strato superiore del gneiss e dello schisto micaceo e lo strato inferiore pei calcari, di cui si parlerà nel paragrafo se- 29 guente. Le numerose varietà di questa roccia sono quasi tutte abbondanti in quarzo. Una formazione principale conosciuta nella Svizzera orientale sotto il nome di conglomerato di Sernf o di Mels, componesi di parti di quarzo rilegate insieme da un sedimento argilloso silicioso , contenente talvelta del talco e del ferro e costituente una roccia rossastra com- pattissima, resistente alla distruzione. Sopra a questa roccia e fra i suoi strati occorrono schisti che possono levarsi in lastre e che servono a differenti usi come ma- teriali da costruzione. Principalmente nelle masse infe- riori del verrucano trovasi talvolta un quarzo talcoso più o meno cristallino di grana fina; esso è sparso di crepacci in tutte le direzioni. È una delle rocce ove ac- cadono maggiormente rovine pericolose e dove incon- transi in maggior copia burroni. Allo stato di conglomerato il verrucano si presenta, su una piccola estensione soltanto, sulla montagna di Collonges, sul lato meridionale della Dent-de-Morcles, e in maggiore estensione come quarzite sulla sponda meridionale del Rodano tra le valli d’Anniviers e di Tourtemagne. In quest’ ultima località i crepacci che lo traversano fannolo sommamente esposto alla distruzio- ne; esso fornisce il maggior numero de’ materiali onde ogn’ anno s' aumenta l enorme cono franoso dell’ Illgra- ben. Rinviensi il verrucano in più altre località delle Alpi vallesane. Una quarzite somigliante forma, come all’ Illgraben , una gran parte de’ versanti sul lato nord del Reno an- teriore, fra Trons a Flims, e riscontrasi pure sul lato meridionale; è ventura che vada accompagnata di più altre varietà più solide. Egli è in questa roccia che si 50 trovano i baratri di Rabiusa e di Ringgenberg e i bur- roni presso Ruis e Schlenis; quest’ ultimo presenta più pericoli che non qualsivoglia altro delle Alpi. Appartengono al verrucano tutte le sommità dei Frei- berge di Glarona, i Graue Horner e le loro ramificazioni sino al Wallensee, cosicchè gran parte delle montagne tra le valli della Linth e di Weisstannen e illago di Val- lenstadt compongonsi di verrucano. Tra le valli di Sernf, del Wallensee e di Seez, il ver- rucano sì presenta come un conglomerato assai com- patto, dal quale presso Mels si cavano macine da muli- no, o come uno schisto rosso compatto, stimato assai come materiale da costruzione (lastre). La solidità di questa roccia è tale che non è infrequente il trovar. pa- reti quasi verticali di 1000 piedi d’ altezza, come anche dei letti di torrente profondi assai e quasi baratri (valli della Murg, di Flums e di Seez), ciò che non toglie che non s’ incontri sovente, anche a considerevole altezza, vaste distese coperte di rottame e i segni della caduta di montagne occasionata dalle fenditure di questa roccia. Siffatte rovine non accadono più attualmente su una. grande scala, nondimeno, su certi punti (come nella valle di Sernf sopra Schwanden), mettono a mal partito non solo la fertilità del suolo, ma sì pure le securità delle strade, e rendono perciò necessarie assai costose opere di riparo. Per tutte le pendici franose, e così anche per quelle del verrucano è pericoloso il diboscamento per- chè questo è causa che, e i vecchi burroni s’ allarghino, e di nuovi se ne creino. Veggonsene esempi sui due ver- santi della valle di Sernf sui quali in questi ultimi tempi si fecero grandi tagli di bosco. II verrucano come grès quarzoso e come quarzo tal- 53 coso è rappresentato nelle valli del Landwasser e dcl- l’Albula, non meno che nelle ramificazioni laterali della Bassa Engadina e di Miinster. In quest’ ultima località rovine e burroni pericolosissimi hanno origine nella quarzite dalle spesse fratture; con impegno e con buon successo lavorasi ad ovviare ai disastri. Finalmente, dai bagni di Leuk o Lonéche insino al Todi fra il gneiss e il calcare si può seguire una lista assai stretta e in più siti appena visibile di verrucano composto di quarzo e di schisto rosso. Incontrasene una seconda di poca potenza, pure nella regione cal- care settentrionale, tra la valle di Gentel e Erstfeld, e dalla contrada sopra Spirigen nel Schéchenthal sino al piede orientale del Glarnisch. Rispetto alla formazione del suolo il verrucano vi sta meglio che non sarebbe ad attendersi dalla sua durezza, tenacità e solidità non meno che dalla quantità di quar- zo che contiene. Certo le fenditure e i crepacci che vi si aprono e l'argilla che vi si contiene mantenendovi l u- midità, esercitano una grande influenza sulla sua di- struzione e sulla fertilità del suolo. Allietante vegetazio- ne ti si scopre in alcune località, com’ è sulle montagne di Mels e di Flums, su bei piani leggiermente ondulati e somiglievoli ai campi del ghiaccio; ciò è dovuto allo screpolare e scindersi della roccia facendo luogo al pe- netrare delle radici ad attingere umidità e nutrimento. Qui la distruzione de’ boschi trae seco necessariamente una completa sterilità. Le scaturigini abbondano nel verrucano quando va \ rieoverto di uno strato calcare che lascia passar l’acqua, mentre il verrucano la rattiene o non le permette di fil- trare che lentamente. GI DO 7. Calcare e Dolomia. La zona di montagne appellata ordinariamente Alpi calcaree svizzere è limitata al sud-est dal Rodano da Saillon sino alla estremità della valle di Lòtsch, poi dalle rocce cristalline del rialto del Frinsteraarhorn che sten- desi insino al Tédi, dal Reno da Ilanz quasi sino al Lu- cienstein dove la zona calcarea si estende oltre la vallea. Il limite nord-ovest è determinato da una linea uscente da Vevey e giugnente a metter capo all’ Eichberg presso Altstetten nella Valle del Reno o Rheinthal. Questa zona misura nel Cantone di Berna 50 leghe di lungo, con una larghezza di 5 leghe nell’ Oberhasli; al- Y est e all’ovest ha 10 leghe. Non è però intieramente composta di calcare, chè contiene ammassi di grès (Sandstein) e di schisto, che formano quasi un terzo della massa totale; il loro asse longitudinale è quali parallelo alla direzione della zona. Rocce della stessa natura incontransi ancora sul li- mite nord-ovest della zona calcarea: ne tratteremo più. di proposito nel capitolo seguente. La struttura di questa zona calcarea, — l’ apparire, il tratto percorso e il disparire delle sue catene princi- pali e secondarie tagliate da numerose valli trasverse e | diagonali, — è così complicata, che non ne conviene metterci in più minuta discussione, per quanto l’ argo- mento potesse riuscire interessante particolarmente *dal lato geologico. Dobbiamo quindi limitarci ad alcuni dati intorno alla sua estensione e ai suoi rapporti colla de- composizione. dI Montagne ove predomina il calcare: La Dent-du-Midi che penetra dalla Savoja in Isvizzera, le catene situate fra il limite meridionale del calcare già descritto, e la ‘catena del Niesen che comincia negli Ormonts; le mon- tagne riposanti fra il lago di Thun e quello dei Quattro Cantoni, terminate al sud-ovest da una linea diparten- tesi da Interlaken e dirigentesi a Stanzstaad. Queste montagne si rannettono alla catena del Pilato composta pure di calcare e risolventesi nella cresta di Ralligen; poi la catena della Tour de Mayen e dei Gastlosen; il sistema di montagne dello Stockhorn che abbraccia la Dent-de-Jaman, il Moléson, la Dent-de-Brenlaire ecc.; finalmente il rialto non ingente ma scosceso del Riibli- horn e dei Spiegelgàrten ergentesi come isola sopra le «miti forme del Simmenthal. All’ est del lago dei Quattro Cantoni e della valle della Reuss incontrasi, apparte- nente ancora alla zona del calcare, la catena che corre dalla Windgelle sino al passaggio del Kisten; il Ringel- kopf e il Callanda; il complicato rialto che, prendendo ascesa al nord del Schichenthal e del passo di Klauser, abbraccia il Glarnisch, il Wiggis e la parte meridionale dello Svittese ; poi all’est della valle della Linth, lo Schild, i picchi della Frohnalp e di Mirtschen, i picchi calca- ri sovraposti al verrucano delle valli della Murg e di Flums, i Kurfirsten (principi elettorali) e il Siintis, che al sud-ovest sono rattaccati alla catena del Pilato pel RKiipfenstock, l’Aubrig e i Mythen, la Hochfluh e il Biir- genstock. Le rocce calcaree (terra calcarea carbonata) appar- tengono a quelle che oppongono una forte resistenza alla distruzione e che sono impenetrabili all’ acqua. Queste rocce non subiscono a così dire influenza alcuna distrut- - (3) Sd tiva fuor quella dell’ acido carbonico sparso nell'aria e nell’ acqua e del dilatamento delle fessure per causa dei geli. Questa distruzione di che si hanno esempi in gran- de nelle lave, superficie nudate e assolcate delle Alpi (Lapiaz, Karrenfelder (1), va sì lenta che una vita d’ uomo basta a mala pena per accorgersene. Queste superficie calcari non hanno traccia di vegetazione, @ meno che i muschi che qua e là si sviluppano sulla roc- cia non abbiano potuto col corso de’ secoli formare un velo di terriccio che misto coi detriti della roccia acqui- sta la fertilità necessaria alla vita di vegetabili maggio- ri. L’ infertilità del terreno calcare è aumentata dai nu- merosi spacchi degli strati inferiori, al cui profondo scolando le acque, il suolo si rimane privato della ne- , cessaria umidità. Ad onta di siffatte circostanze disgraziate, le mostre montagne calcari non sono diserte di ogni vegetazione, che anzi, particolarmente nei bacini e sulle meno ripide | pendici, hanno onore di erbosi tappeti e di pasture di gajo aspetto, nè vi manca l’ ornamento di belle foreste , ove pur non sono rari gli alberi di notevole sviluppo. ‘ Questo fatto è dovuto non solo alla vegetazione primitiva ; di cui già fu detto, ma ben anco agli strati di marna e di schisto che alternano in varia guisa coi banchi di cal- care. La loro distruzione non arricchisce soltanto i luo- ghi ove si trovano, ma sì anche il calcare sterile situato più basso. Tutte le montagne calcari offrono di simili esempi. Talvolta la fertilità è dovuta alle terre argillose (4) Lapiaz (Karrenfelder), in ital. Lave, nome dato dagli abitanti del Vallese alle levigature prodotte dall’azione dei ghiacciaj alla su- perficie delle rocce (Pilla). 5h) è siliciose contenute-nel calcare, la cui decomposizione misturata dà un suolo assai propizio alla vegetazione, sia per le sue parti costituenti che per le sue proprietà di conservare l’ umidore. Le contrade sopra Bex, i din- torni di Leuk o Louéche, le Alpi bernesi e quelle della Svizzera orientale ne forniscono esempi non pochi. La scarsezza delle sorgenti nel calcare dipende dalle troppe scissure aperte nelle sue rocce. Le acque pluviali e quelle derivanti dallo sciogliersi delle nevi trapassano per le fenditure verso le profondità, nè prendono a sca- turire se non quando han tocco gli strati impermeabili della marna. Le parti superiori delle montagne man- cano d’ acqua, mentre alle falde spicciano chiare e vi- ve linfe creatrici di gorgoglianti rivi. Prova ne siano le sette fontane della valle di Leuk, il popolo delle sor- genti dell’ Engelberg e delle valli di Bisi, di Wiiggi. della Linth e della Thur. Una particolarità delle montagne calcari si è di aver esse de’ laghi senza emissario manifesto. Un simil fatto non può ascriversi che alle fenditure che nei tempi sto- ricì non subirono ancora una estensione momentosa, Tali sono a mo’ d’ esempio il lago di Daube sulla Gemmi, che alimenta la scaturigine della Spitalmatt, il lago di Seweli al piede nord della Windgelle, quelli dello Stock- horn, della Glattenalp, dell’ Oberlegi, il lago superiore el’inferiore sopra Nàfels, quelli della Plattealp, della Voralp, del Siintis, del Fahlen ecc. Quell’ ascendente come a ripiani o a scalea che hanno quasi tutte le montagne calcari è effetto dei banchi di «5marna, i quali facilmente scomponendosi formano ciò che direbbesi la pedata , mentre i banchi di calcare man- tengono l’ alzata del gradino. { ripiani o terrazzi, finchè 36 non sorpassano il limite della vegetazione, sono coperti d’ erba, facendo il lor verde un singolare contrasto colle nude pareti a cui giacciono interposti. La decomposi- zione procede però talora così rapida da non permettere che il suolo si vesta di verde. I versanti corrispondenti alla inclinazione degli strati o almeno inclinati nella medesima direzione hanno di consueto un suolo la cui composizione è più uniforme che non ha il suolo formato dalle sommità, perchè più estesi ne sono i banchi di calcare e di marna e non fa- cilitano tanto la mistura di questi diversi elementi. Vi sono però molte eccezioni per la ragione che queste rocce alternano sovente sui versanti in istrati stretti a causa della forte declività e di loro molte deviazioni. La decomposizione del calcare sugli erti dechini ha for- mato quasi dappertutto col corso de’secoli ammassi o cli- vi di rovinate materie che circondano il piede delle mon- tagne su una estensione di più leghe con una larghezza considerevole, che proteggono il piede delle montagne contro la distruzione. Questi ammassi di frane formano | una gran parte del suolo oggidì vestito di verdura, di. pasture e di bosco. Quando in questi ammassi predomi-. nino i frammenti calcari, conviensi avere ogni cura @ conservare la vegetazione legnosa di cui il suolo è for- nito, imperocchè la sua distruzione, tanto più se vi si aggiunge il vagarvi del bestiame, adduce una totale ste- rilità, non ostante le più propizie circostanze di clima. Fra i numerosi casi che potrebbero citarsi basterà ri- cordare quelli che presentansi alle falde del Rautispitz e quello dello Schilt nel Cantone di Glarona. I burroni sono meno frequenti nel calcare che negli schisti, essendochè il primo oppone maggior resistenza 57 all’azione delle acque. Ma dove accadono, sono ordina- riamente più estesi e più profondi di quelli dello schisto, la cui distruzione è più uniforme, mentre nel calcare si richiede la riunione di più forze ad effettuarli. I burroni nel calcare non portano gran rottame e sono per conseguenza meno pericolosi. Hanno per lo più origine dagli ammassi franati o dagli strati di schi- sto intercalati, come è a Meyringen, a Mollis e sul Glir- nisch. 1 lavori intrapresi a Mollis, a Nieder-Urnen ed in altre località, provano che con pazienza e preveg- genza l’uomo può giungere ad infrenare le devastazioni degli elementi a cui ogni resistenza parrebbe vana. Ciò che nel calcare fa ancora essere meno frequenti i bur- roni si è che le acque, vuoi le pluviali, vuoi quelle che mandano le nevi delle alture, perdonsi nelle fenditure, o formano numerose cascate in queste montagne a sca- lea o a gradinate. L'acqua non può quindi far troppo danni alla superficie del suolo e la congerie viene in gran parte deposta sui ripiani. Le più belle cascate, come il Giessbach, il Reichen- bach e lo Staubbach pompeggiano nella regione del calcare. Nelle stesse località dove le acque trabalzano in pro- fonde cavità o nei gorghi che esse scavaronsi, pochi so- no gli scoscendimenti laterali , troppa resistenza presen- tando le solide pareti. Qui poca è la congerie sospinta dai corsi d’acqua, mentre poderosa è fra gli schisti. Hannosene grandiosi esempi nello stretto della Linth al ponte di Panten, nella valle della Muotta, nella stroz- zatura di Kirchet sopra Meyringen e in quella di Bol- tingen. 98 Le cadute di rupi sono frequenti anzi che no nel cal-. care, occasionate dagli spacchi che vi occorrono. Cite- remo quelle che accaddero a Yvorne nel 1584, sui Dia- blerets nel secolo scorso, sulla Dent-du-Midi nel 1859, il Felsberg che minaccia attualmente ecc. Il disastro di Lungern nel 1860 fu piuttosto uno scivolamento di ter- reno. Il suolo proveniente da schisto calcare rammol- lato e smosso dalle acque delle nevi perdè l'aderenza, scivolò sul calcare sottogiacente, sinchè cadde in una vallura dove occasionò un nuovo scivolamento; poi, minore essendo l’ inclinazione e meno alte le rive, si estese su fertili terre e minacciò distruzione alla chiesa e ad una parte del villaggio. Questa smotta devastò circa | 50 jugeri di terreno al luogo di sua origine e quasi al- , trettanto laddove giunse e giacque. | La Dolomite circonda le rocce cristalline del Rothhorn | di Parpan, accompagna formando irti picchi le rocce cristalline e il varrucano del rialto di Selvretta dal Rhd- tikon sino a Ponte nell’ Engadina, traversando il Pràt-. tigau, passando dalle due parti del Landwasser e del-. l'Albula, poi stendendosi attraverso la catena del Piz-. Mezzem, del Piz-Pisoi ece. sino al Piz-Lat rimpetto a. Schleuis. La dolomite distinguesi dal caleare per ciò che è.com- posta, nello stato normale, di parti eguali di magnesia carbonata e di calce carbonata. Essa è più porosa, si scompone più facilmente che non il calcare e forma colla sua decomposizione un terreno sollo, facîle all’ in- filtrazione dell’acqua e poco fertile. L'assenza della marna contribuisce ancora all’infertilità del suolo, tanto più che la distruzione delle pareti dirupatissime della dolomia progredendo più rapida che non quella del dI calcare, aùna nuove masse di frantumi che s° accumu- lano sulle anteriori. La regione della dolomia è per rispetto all’ altitudine la più selvaggia ed aspra delle montagne della Svizzera; se c'imbattiamo a qualche case ammantata d'erba, si scorge che la terra vi fu deposta dalle acque o che pro- viene da altre rocce commiste alla dolomia. Convien dunque conservare con tutto studio i boschi di pino che riuscirono a crescere su questi terreni, giacchè uno sconsigliato diboscamento dannerebbe il suolo ad una totale sterilità. 8. Flysch. Flysch nomasi nel Simmenthal una roccia inchiusa nelle montagne calcari e composta con assai differente ‘mescolanza di schisto marnoso, di calcare marnoso e di grès. Il signor Studer ha esteso questa denominazione a tutte le rocce della medesima natura e del medesimo periodo di quelle del Simmenthal. Il flysch si distingue dal calcare per una più facile decomposizione, per le acque abbondanti che contiene, per le più dolci figure delle montagne da lui formate e per la vegetazione on- d’esse hanno ornamento. Le rocce comprese sotto questa denominazione sono nella Svizzera composte quasi dappertutto dei medesimi elementi. Se ci hanno differenze, queste non dipendono che dal predominio che vi ha ora lo schisto, ora il grès. All’ est del lago dei quattro Cantoni siedono tra lo schi- sto e il grès dei banchi di 50 a 200 piedi di potenza di calcaria nummilitica. 40 Gli schisti e la marna del Flysch decompongonsi più facilmente che non fanno gli schisti descritti sotto N. 3 e formano una massa solla che ritiene a lungo le acque. I grès più duri ma gremiti di fessi che trovansi nelle rocce più tenere, scompongonsi in parti più o meno ri- levanti che si immischiano colla massa solla qui sopra detta, divenuta limosa per l’azione delle acque. S° in- contra quindi quasi dappertutto in questa formazione un . suolo fresco ed umido che diviene persino pantanoso laddove l’acqua non ha scolo; le montagne assumono forme arrotondite e dolci se le acque non ne dilamano il suolo. Ogni burrone che si apre appiè delle ripide pendici propagasi prestamente sino ad una elevazione conside- revole, le fenditure profondansi pure prestamente, onde senza resta s'ingenerano rovine sulle pareti; a dritta e a sinistra delle capitali fenditure mostransi nuovi solchi che pur si dilatano e si ramificano per tutti i versi. Non vi è altra specie di roccia ove trovinsi tanti smotta- menti, non rado partecipanti della frana, e una rete cotanto complicata di burroni come nel Flysch. Non cihanno montagne nelle cui valli si trovi tanto ingombro dl franate rocce e di limo come in questa for- mazione. Per anni ed anni s’accumulano talvolta le terre e le pietre negli alvei, finchè, trascinate da un ri- gonfiamento di fiumana e incalzate in alcun tratto an- gusto, alzanvi un tale intoppo per cui le acque traboc- cando allagano e ricoprono delle trasportate materie i piani adjacenti. I pericoli che potrebbero conseguire da una così fa- cile distruzione sono attenuati dalla grande fertilità del suolo che ne risulta, soffice, fresco e quasi umido, ricco 44 di clementi nutritivi. La vegetazione spiegasi rapida- mente non solo sulle rovine, ma eziandio sulle masse che cominciano a smoversi, arrestandone la decompo- sizione. Un così rapido sviluppo della vegetazione age- vola i lavori intrapresi per deviare le acque, rassicu- rare il piede delle erte pendici mediante arginature e favorire e promovere il rivestimento boschivo del suolo. Il flysch s'incontra in Isvizzera nelle località se- guenti: i. Tra il Lemano e il lago di Thun occupa esso lo spazio compreso fra la linea principale del calcare delle Alpi della catena della Tour-d’Aî e de’ Gastlo- sen, lo Stockhorn e i picchi scoscesi del Riibli e degli Spielgirten. Strati di gesso riposano sul con- fine del calcare di questa regione e si scoprono principalmente nella direzione di una linea che dalla regione delle saline e del gesso di Bex e via correndo sopra il Pillon per l’ Engsliegenthal metta capo al lago di Thun, e presso S. Stefano e Diem- tigen ecc.; 2. Il flysch forma una stretta zona fra i Gastlosen e la catena dello Stockhorn e della Dent de Bren- laire; 5. Le colline al sud-ovest di Gruyères, i potenti rialti della Berra, della Pfeiffe e del Gurnigel, come pure . quelle tra il lago di Thun e quello dei Quattro Can- toni sono composte di flysch nel quale ci ha in più siti gesso; 4. Lo spazio elittico limitato dalla catena del Pilato, dal giogo di Brienz e dalla valle di Sarnen appar- tiene parimenti al flysch, e si stende in una stretta zona nella contrada sopra lo Steinibach e il Ricken- “I bach sino a Emmaten. Contiene gesso nelle vici- nanze dei picchi di Giswyl e di Stanz, come anche nello Steinibach; Il flysch forma una lista lunghesso il piede nord- ovest della cresta di Rallingen dal lago di Thun nella direzione nord-est; - All'ovest di Altorf comincia una lista di flysch che forma la parte inferiore della valle di Schichen, e dopo una breve interruzione nella gola di Klausen, abbraccia una grande estensione nel Glaronese, comprendendo da Schwanden in su un’ampia parte delle valli della Linth e della Sernf sino al passo del Kisten, e di qui via via stendendosi verso mat- tina per l’alto delle valli di Weisstannen e di Kal- feuser tra il Calanda e le Corna grigie (graue Hor- ner) sino alla valle del Reno (tra Ragatz e Wangs); . Tutta la regione compresa fra le montagne calcari scoscese del Cantone di Svitto è composta di flysch e di rocce nummulitiche che distinguonsi per la for- ma dolce di loro superficie, l'umidità che ricettano e la tendenza alle ruine. Una lista ora stretta ora più larga di questi terreni si distende ancora lungo. il calcare di Fitznau sino a Niederurnen. Si trova gesso al sud del gran Mythen, presso l’Yberg e il grand’Aubrig; Queste rocce formano una stretta lista da Wesen ad Eichberg, cioè al piede nord-ovest del calcare. Il flysch e i terreni nummulitici costituiscono an- cora la Fahneren ricca di pasture, di foreste e di acque, e finalmente la valle longitudinale che se- para i Kurfiirsten dal Sintis, e si estendono da Gams e Grabs sino ad Amden. B. Molassa. La molassa forma l’ossatura di quella parte di Sviz- zera che è compresa fra la zona calcare delle Alpi e il Giura. Componesi essa di strati di molassa e di marna fra loro alternanti, a cui vanno commisti sur uno spa- zio più o meno esteso dei conglomerati (Nagelfluh) e delle rocce calcari argillose e siliciose. La molassa for- nisce in parecchie località eccellenti materiali da fab- briche. Essa contiene pure alcuni strati di lignite che, fatte poche eccezioni, hanno la sfortuna di non essere ‘abbondanti abbastanza per potersi mettere a profitto. Incontrasi la molassa nella parte centrale di questa zona in istrati quasi orizzontali su una larghezza di 3-7 leghe ; nella parte meridionale gli strati sono perturbati, onde nascono forme ed esposizioni diverse. Così presso Losanna gli strati sono in forma di volta, mentre presso St-Saphorin sono a conca. Di qui sino a Clarens l’ incli- nazione è sud-est e continua in questa direzione insino a Bulle lungo la zona del calcare e del flysch. Tutti i pendii di questa contrada sono dunque a solatio. All’est dell’Aar, alla Falkenfluh presso Thun, ergesi una volta piucchemai manifesta, a cui succede il tenue pendente sud-est della Blume sino a Sigriswyl. Solatii sono pure questi dechini corrispondenti agli strati, mentre le ri- pide chine rupinose sono esposte al nord. Dall’ Entlibuch alla valle del Reno distinguonsi due volte. La linea an- ticlinale della volta meridionale comincia fra Marbach e la Schrattenfluh e via via radendo il piede del Pilato, del Rigi e del Rossberg, e passando sopra Rothenthurm e Galgenen, si dirige su Appenzello ed Eichberg (presso 44 Altstiitten); quella della volta settentrionale segue con alcune deviazioni una linea conducentesi da Schiipfheim ad Au (al sud di St-Margarethen sul Reno). Il versante principale della convessità meridionale volge il gene- rale suo pendente verso sud-est, dalla quale posizione si ha che, tranne una parte del Lucernese, gli strati a mezzodì della linea anticlinale della zona nord discen- dono al sud-est, e quelle del nord della medesima linea discendono al nord-ovest. Perciò le montagne situate al sud della qui sopra indicata linea volgono le tenui loro pendenze al sud, e il lato dirupato al nord-ovest, men- tre l’incontrario avviene di quelle che stanno dalla parte del nord. Questo contrasto di forme del terreno si fa ancora maggiore perciò che i lati dirupati corrispondenti alla linea di separazione, non meno che le pareti delle valli laterali, hanno preso per causa della decomposizione una maniera di ascesa a scalea, su cui le rocce meno compatte formano i piani, o come altri direbbe, le pe- date dei gradini, e le più dure ne danno le alzate. La forma a scalea osservasi il più laddove gli strati di pu- dinga alternano con quelli di marna, com'è particolar- mente sulle montagne molassiche dal Righi sino alla valle del Reno. La pudinga è talmente compatta che la disaggrega- zione procede assai lenta, con tuttochè ripidissimi ne siano i dichini. Lo smoversi e il rovinar del terreno è più frequente assai sui versanti corrispondenti all’ incli- nazione degli strati, tanto più se uno strato potente di pudinga forma la parte superiore e posa sopra un ban- co di marna solcata da crepacci non toccante nè la ci- ma nè la base della montagna. Quando per causa del- 45 l infiltrazione delle acque la marna piglia una consi- stenza saponacea, la pudinga perde l’equilibrio e sci- vola nella valle. Tali sono le frane di Goldau, di Goldin- gen, di Rothenthurm e più altre. Il solo mezzo di pre- venire simili disastri sarebbe d’ impedire alle acque il penetrare insino allo strato della marna, ma ciò riesce in più e più casi impraticabile. L’inclinazione degli strati, e la presenza di banchi di pudinga e di molassa solida favoriscono assai la con- servazione dei letti dei maggiori corsi d’acque nelle valli traversali volte al nord. Ogni banco che traversa un al- veo vi crea una diga, o quasi direbbesi una chiusa natu- rale del vallone, e quindi un salto dell’acqua più o me- no violento, sotto cui il terreno scavandosi infrena la veemenza dell’ onda. Laddove le valli o i valloni siano quasi paralleli alla direzione degli strati, più frequente accade lo scivolar dei terreni, precipuamente sulle pen- dici corrispondenti all’ inclinazione degli strati; l’acqua sottrae la marna che sopporta i banchi di molassa e di pudinga e falle diroccare. Potenti massi e frammenti precipitano nei letti de’ torrenti, sui vicini fondi, e spes- so anche sulle abitazioni, portando disastro. Ne offre stupendo esempio il Biltnerbach nel Cantone di Glaro- na, ove si va studiando d’impedire una più profonda escavazione del letto, non risparmiando a tale scopo sagrificj). Casi simili s' incontrano nel Vodese, nel Fri- borghese, nel Bernese, nel Sangallese ecc. Quanto alla formazione del suolo, le molasse stanno in diversissimi rapporti. Le parti costituenti della marna, la calce carbonata, l'argilla e la silice divise in tenuissime parti, scompon- gonsi prestamente, trasformandosi così la marna in fer- 46 tile terreno principalmente laddove contiene dei detriti ‘di sostanze vegetali ed animali, nel qual caso essa piglia un colore nerastro. Il suolo proveniente dalla marna è però bene spesso argilloso, tenace e freddo. Le molasse sono assai differentemente composte. Le une sono formate principalmente di grani di quarzo e di foglietti di mica fra loro rilegati da un cemento cal- care misto d’ alcun poco di feldspato, e queste formano un suolo sabbioso e infecondo. Altre, quelle principal- mente che sono in contrade ricche di pudinga, compon- gonsi di conglomerati calcari e danno un suolo calcare fertile. Il Nagelfluh forma un suolo tanto meno propizio alla vegetazione, quanto più sodamente legate fra loro ne sono le parti di rocce sì differenti, Nelle località dove la pudinga predomina, i suoi banchi offrono una po- vera vegetazione che fa contrasto con quella dei banchi di molassa e di marna che invece n'è rigogliosa. Que- sti banchi distinguonsi sui versanti nord delle catene inclinate a mezzodì come linee orizzontali, e sulle pa- reti delle valli traversali come terrazzi che s° inclinano verso le Alpi. La pudinga si distingue per la grande in- ‘ fertilità, anche sui pendii corrispondenti agli strati e ‘ bene esposti a mezzodì, a meno che non ci sia della marna sovraposta o che la terra non sia stata condotta dalle acque delle parti superiori. Ma non potendo la pudinga la più solida lungamente resistere alle influenze atmosferiche, la vegetazione se ne impadronisce alla perfine e la veste d’ alberi che for- mano come strette siepi intorno alle praterie e alle pa- sture situate sulla marna, ciò che dà un carattere par- ticolare alle contrade ricche di pudinga. pera “— © anali 41 Quando |’ uomo ‘trascura di conservare al suolo la protezione di cui lo copre la vegetazione arborea, ab- battendola o per fare suo utile del legname o per am- pliare le pasture, senza darsi pensiero dell’ ammenda- mento de’ boschi, le conseguenze della sua spensiera- tezza nen tardano a farsi a lui sentire. Il suolo di fresco sboscato, abbondando di humus, è per alcuni anni ve- ramente liberale di prodotto, ma poi in breve smagren- do, l’ humus decomponendosi, l’ azione delle acque la- sciando il suolo dilavato, ecco il fondo ridotto all’ osso rocciose, a mala pena dalle eriche velato. Se, come abbiamo osservato, il suolo proveniente dalla molassa non appartiene veramente ai più fertili, non è però che non si mostri talvolta non poco propizio alla vegetazione erbosa, di che si hanno esempi nei Cantoni di Sangallo e d’Appenzello, tanto nelle vallee come su pei monti. Questo fatto sembra dipendere sia dall’ alternare che spesso fanno tra loro le differenti rocce onde vengonsi mescolando le loro parti costituenti, sia anche dall’ abbondanza delle sorgive che certo con- feriscono alla fertilità del suolo. C. Giura. Le modificazioni provenienti dall’ influenza atmosfe- rica sono di poco momento nel Giura in paragone a ciò che accade nelle Alpi e nella regione più elevata della molassa. È raro l’ incontrare in queste montagne pareti di roccia in distruzione. Pochi sono i terreni coperti di petroso frantume e pochi i torrenti che coprono le adja- cenze di massi e rocciosi frammenti; rari pur sono i grandi scoscendimenti di terreno. 48 Così poca è Ia congerie travolta dai principali corsi d’ acqua e dalle minori correnti, che si vedono campi e prati e gruppi d’ alberi avanzarsi quasi in ogni dove sino alle sponde. Pochi depositi sono ne’ letti dei fiumi. I maggiori guasti e le rotture delle ripe di correnti, evi- dentemente causati dai gran tagli rasi dei boschi, e i conseguitine interrimenti veggonsi nella valle della Lu- celle (Liissel), nella contrada di Beinwyl. Queste circostanze favorevoli dipendono dalla soli- dità delle rocce del Giura, dall’ ampiezza della maggior. parte delle valli, dalla inclinazione uniforme dei ver- santi e del fondo delle valli, e finalmente dalla vegeta- zione di cui le montagne non oltrepassano il limite, co- me pure dall'essere tutti i ripidi pendii vestiti di boschi. Laddove i versanti non sono formati di roccia conti- | nua, essi sono ricoperti di materie soffici provenienti o dalla scomposizione della base rocciosa o dagli strati che trovansi di sopra. La loro scarpa può in generale considerarsi come stabile, tanto più che il piede dei pendii non è esposto alla erosione delle acque, come non lo è la superficie del suolo protetta dal tappeto che vi sovrastende la vegetazione. Le acque, non traspor-. tanti congerie, serpeggiano senza recar danno. nelle valli longitudinali tenuemente inclinate e nelle pitto- resche valli traversali. Il fondo di quest’ ultime, di più ardito dechino, è traversato da banchi di roccia solidi che, come altrettante dighe o chiuse erette sull’ alveo, rompono la forza della correnzia e salvano le rive. Non ostante l'apparente sua uniformità, la catena del Giura presenta di assai rilevate differenze, tanto rispetto alla natura e alla giacitura delle rocce, quanto rispetto al suolo e alle scaturigini. Per le considerazioni che 49 avremo a metter innanzi su questi diversi punti ben possiamo formare tre gruppi, sebbene non sarà così agevole il separarli affatto ricisamente. 4. La regione che si stende dalla Dòle, punto dove il | Giura penetra in Isvizzera, sino alla valle di Délémont. 2. Il sistema di catene che va dal Monte-Terrible al sud di Porrentruy, nella direzione dall’ ovest all’ est, sino a Bruneck e Regensberg. 5. Il paese a ripiani che si stende tra la catena qui sopra detta e il Reno, al quale appartiene il Randen. Il calcare bianco superiore del Giura predomina nella prima regione, principalmente nella parte meridionale. Questo calcare è duro e ruvido e assai difficilmente la- sciasi dalla influenza atmosferica disaggregare, nè con- tiene che scarsi strati di marna facili a subire quest’ in- fluenza. Il suolo sovr’ esso riposante componesi quindi in gran parte di residui delle produzioni vegetali che nel corso de’ secoli si sono sviluppate su queste rocce di ‘sterile aspetto e vi si sono mantenute. Essendo questo calcare solcato da numerose fessure e crepacci in cui penetrano le acque, così le contrade ove esso ha predominio sono assai povere di sorgive, onde intieri distretti o circondari sono necessitati a valersi di cisterne per conservare l’acqua pluviale. In più val- late abbondanti di torba, — come sono a cagion d’ e- sempio quelle della Sagne, di Lignières, i bassi fondi delle Franches-Montagnes, — le acque correnti perdonsi in aperture infundiboliformi. Un simile fenomeno ha luò- go anche sul lago di Joux, ciò che ingenera le chiare ed abbondanti fontane delle sottoposte contrade. Di questa categoria sono le fonti dell’ Orbe, della Reuse, di Ser- rières, Noiraigue, Neuveville ecc. 4 50 - Questo calcare forma: a) Tutta la superficie delle montagne i cui strati han- no piega a mo’ di volte o di gobbe: il Mont Suchet, il Mont Aubert, Chaumont, Spitzberg, Chaine du Lae ; ecc: b) La cresta superiore e i versanti di quei rialti o masse montagnose (massifs) che hanno l' aspetto di una volta più o meno prolungata e il cui cielo fosse stato come innalzato e rotto : La Déle , il Mont Tendre, il Chasseron, le masse montuose fra Val- de-Ruz e il Locle, il Chasseral e il Montot, ecc. c) La maggior parte dell altipiano ondulato delle Franches Montagnes. d) Il suolo di più bacini longitudinali che stanno fra |, i rialti delle montagne a forme di volta, come per es. tra il Mont Aubert e il Chasseron, Près-Vaillon . tra lo Spitzberg e il Chasseral, il Val Vaufelin e la | valle del Doubs sopra e sotto Sant’ Orsanna. cad Per mantenere la fertilità del suolo su questa roccia, principalmente nelle esposizioni a mezzodì, conviene ‘ essenzialmente conservare la vegetazione e anzitutto le < foreste. Il loro taglio inconsiderato fa sì che il suolo, : composto per lo più di terriccio, scompare rapidamente | facendo luogo alla magra nuda roccia che emerge fu-. gando ogni fertilità. Si hanno di simili esempi tra St-Ger- sues e il Brassu non meno che in altre località. Nei bacini longitudinali, talvolta a notevole elevazio- ne sui versanti, incontrasi il calcare ricoperto di più re- centi rocce appartenenti al periodo della creta e della. molassa. Sono queste propizie all origine delle sorgenti ,. scompongonsi facilmente e formano un buon terreno, Queste contrade, ove almeno il suolo non sia pantanoso, 54 sono le più amene e le più fertili del Giura. Tali sono: la valle del Lac de Joux, Val-de-Travers, la Brévine, St-Imier, il Locle, la Chaux-de-Fonds, Court, Moutier, Undervélier e la valle di Délémont così abbondante di miniere. Un orlo di rocce cretose che si distingue per fertilità di suolo e per copia di acque vive accompagna il piede sud-est di questa regione dal confine francese sino a Bienna. La secchezza che regna nel calcare bianco superiore del Giura è in più guise interrotta dall’ emergere che fa la sottoposta roccia e da strati di frammenti erratici mi- nuti, i quali rinvengonsi massimamente sui versanti ri- volti verso la pianura, sebben s’ avanzino qua e là an- che per entro la montagna, come è in Val-de-Travers ; Val-de-Ruz, ecc. . Il terreno o piano oxfordiano sotto giacente mostrasi in istrati di 400 a 500 piedi di potenza laddove la roc- cia superiore è squarciata come fosse rotta per forza. Esso consta di marna e di calcaree marnose che facil- mente scompongonsi e produce un buon suolo, dice- vole alle scaturigini (Combe al sud della Déòle, Noir- mont ecc.). Gli strati che servono di sostegno alla marna oxfor- dica appajono alla superficie, potenti di 500 ad 800 piedi di spessore, nelle località ove le volte prolungate di cui fu sopra discorso, sono separate in due parti. Compongonsi questi strati di calcare d’ un colore bruno, teneri gli uni, durissimi gli altri, tuttavia più atti a di- struggersi che non parecchie varietà del calcare bianco superiore. .. Laddove questa roccia, conosciuta sotto il nome di solite, non è interrotta o troncata, ma che appare nella D2 sua parte superiore in forma di volta o di dosso che piuttosto direbbesi gobba, ivi forma essa elevazioni s0- pra l oxfordiano , generalmente rivestite di foreste e di pasture. Laddove le marne oxfordiane s’ avanzano, dap- pertutto il suolo si distingue per fertilità e abbondanza di sorgive; onde codeste contrade veggonsi gradevol- mente avvivate dalle abitazioni umane (il Chasseron, il Pasquier, il Chasseral ecc. ). La seconda regione ( quella del sistema di catene del Mont Terrible) che si rannette alla prima mediante le catene di Passwang, dell’ Hauenstein e del Weissenstein, si distingue per ciò che il calcare superiore del Giura è assai meno diffuso, mancando esso quasi affatto nella parte centrale, ed anche per ciò che più sconvolti ne , sono gli strati. In conseguenza di che ci hanno rocce inferiori venute ad emergere dalla superficie, sicchè il terreno ebbe ad assumere forme somiglievoli alle alpi- ne. Le volte di calcare del Giura e quasi tutte quelle dell’ oolite o sono interrotte da infossature ((cluses) tra-. versali, o sono spaccate longitudinalmente. Negli angu- ; sti valloni aperti dalle naturali fenditure (cirques, com-; bes) appare il lias in istrati d’ una potenza di 300 piedi. di spessore, le marne dei quali, di un colore nerastro di- ‘ pendente da materie organiche, fornisce un suolo ac- concio all’ agricoltura e alle praterie, ed è spesso ado- | perato a fertilizzare altre terre. Possono mettersi in que- sta categoria le località seguenti : Sous les Roches, il lato meridionale di Cornol, i dintorni di Tramont e Roche sul Rameux; le spaccature di Oensingen, Miimliswyl, Langenbrugg ecc. In alcune località si incontra eziandio il keuper, ancora più abbasso, ricco in marna e gesso, formante un suolo propizio alla vegetazione ( Bettlach- mi è 1. 09. n io n - dd berg sopra Gunsberg (Grenchen) Birschwyl, Ersch- Wyl ece.). Finalmente il calcare conchiglifero, giacente sotto il keuper, appare su una zona di circa 4/2 lega di largo, da Meltingen sino oltre a Schinznach. La parte supe- riore consta di dolomia che si scompone facilmente, la seconda di rocce calcari solide, e la parte inferiore prin- cipalmente di gesso e d'argilla salifera. Queste rocce stanno in assai diversi rapporti quanto alla loro distru- zione, formano però un suolo che non è punto sfavore- vole alla vegetazione, massimamente laddove siedono in istretti letti l’una accanto all’altra e i loro detriti pos- sono mescolarsi. Nelle montagne più ragguardevoli predominano le rocce calcari solide; in generale il più de’ dossi di que- sta regione sono formati d’ oolite o di calcare conchigli- fero cui va compagno all’ est e all’ ovest il calcare bianco giurese. | Depressioni în assai varia guisa ramificantisi incon- transi il più sovente nelle formazioni dell’ oxfordiano ricco di marna, del lias e del keuper, e sono ordinaria- ‘mente ammantate di prati e campi bellissimi. La molassa, come nella regione precedente, non si mostra che nei bacini longitudinali dove ricopre il cal- care del Giura, come è nelle valli di Ginsbrunnen, di Matzendorf, di Goldenthal ecc. La diversità delle rocce e di loro giacenza favorisce la formazione delle sorgenti; onde qui non ci hanno lo- ealità così povere d’acqua come nella parte sud-ovest del Giura, neppure nell’ uniforme territorio al nord di Soletta. Finalmente nella terza regione si trova l’altipiano di i 54 Porrentruy che è quasi orizzontale, formato di calcare del Giura, coi due bacini molassici di Coeuve e di Alle. IH primo ha un suolo secco e povero di scaturigini; più fresco è il secondo e più ricco di fonti vive. A questo altipiano tien dietro la catena di Berschwyl e dei Blauen, con cupole d’ colite sporgenti dalle marne oxfordiche, ricche di praterie. Le marne sono inchiuse in banchi di calcare del Giura chè si rattaccano al cal- care giurese della catena del Mont-Terrible mediante una mite curvatura, e nella larga valle di Leufon sono ricoperte di molassa. I versanti meridionali intorno a Kleinliitzel provano come una sconsigliata distruzione de’ boschi possa condurre la sterilità del suolo anche su questo calcare. Tra la Birsa e l’Aar questa parte del Giura forma un | altipiano rimarchevolissimo che s’ attacca al piede nord della catena del Mont-Terrible mediante stringate coste provenienti dallo sconvolgimento degli strati, e discen- de a scalea sia dalla parte del Reno, sia dalla parte dei. valloni laterali che lo tagliano. Gli strati sono orizzon- , tali o leggermente inclinati al sud. Non tenendo conto ; delle variazioni degli strati, ogni specie di rocce forma; vina maniera di altipiano traversato da numerosi inta- gli. Il piano superiore non è sempre formato dalla me- desima roccia. Tra la Birsa e la valle di Bubendorf con- sta esso di calcare del Giura sovra cui siede qua e là della molassa. Così è pure nella contrada che si stende da Zeihen a Geissberg passando pel Botzberg, sulla qua= le ultima montagna trovansi persino de’ massì erratici sulla molassa. Se Questo piano, o come usano dire spesso anche i geo» logi italiani e gli svizzeri interni, plateau, s inchina dò dalla parte dell’ oolite in pareti di 500 a 400 piedi d° al- tezza. Laddove manca, come nella massima parte della contrada che giace tra la valle di Bubenberg e il Botz- berg, lo strato superiore è formato dall’ oolite; a Basi- lea-Campagna la sua larghezza giunge sino a due le- ghe. In questo Cantone, come pure in quello d’Argovia, l’oolite si riscontra su grandi estensioni, più o men ri- coperte di marna oxfordiana, a cui al piede della catena del Mont-Terrible sta sovraposta della molassa. Il terreno molassico è abbastanza fertile in questa contrada; quello che proviene da una marna oxfordiana biancastra è piuttosto sterile, segnatamente laddove l’acqua scarseggia. Il suolo formato dagli strati supe - riori d’ oolite rosso-bruna che facilmente scomponesi, è assai acconcio ail’ agricoltura. Le foreste occupano or- dipariamente quello che è formato dall’ colite principale che trovasi sotto alla precedente. Quando il lias e il keuper compajono nelle depressioni delle valli e al piede nord dell’ volite, fertilissimo ne di- viene il suolo e copresi di belle praterie, come pure nella catena del Mont-Terrible in analoghe circostanze. Il lias e il keuper discendono in dolci pendii sino ai ripiani inferiori del Giura ove raggiungono il calcare conchiglifero che presso a Mumph si stende su una lun- ghezza di oltre una lega, si prolunga accuminandosi al- l’ovest verso Baselaugst, e all’est si estende sino al- l’Aar. Verso la valle del Reno presentasi un ripido pen- dio di circa 700 piedi di altezza, vestito di bosco, come lo è una gran parte della rimanente superficie di questo ripiano. 56 D. Ammassi di scoscendimento. Sotto questa denominazione si comprendono quegli ammassi di terreno che si formarono dopo gli sconvol- gimenti principali che hanno dato al nostro paese la sua forma attuale e dai quali ebbero nascimento le mon- tagne e le valli. Qui sono principalmente a considerarsi: 4) I massi e terreni erratici; 2) I clivi e i coni di scoscendimento. 4. Massi e terreni erralici. Questi massi e questi terreni, come già ne indica il loro nome, non sono originari de’ luoghi dove riposano attualmente, onde non appartengono alle rocce che co- stituiscono lo scheletro del paese. I pezzi erratici che trovansi nella Svizzera provengono dalle Alpi, e non s'incontrano solo nelle Alpi stesse e alla pianura, ma-sì pure sui versanti del Giura che fronteggiano le Alpi e in molte sue valli. Se sono di bastevole volume si adope- rano non di rado come materiali da fabbrica, essendo per la loro durezza pregiati. È opinione di quasi tutti i naturalisti che questi massi c frammenti, detti anche trovanti, siano stati traspor- tati, dal luogo di loro origine al luogo ove stanno pre- sentemente, da ghiacciai di una estensione bastevole: per tradurre le pietre del Montblanc e delle Alpi meri- dionali vallesane sino sui monti del Giura, e quelle delle Alpi orientali sino alla parte di là dal Reno. È infatti, nel Giura e nelle Alpi scopronsi le tracce dello sfrega- 97 mento dei ghiacciaj sulle rocce vicine, e inoltre, l’ ana- logia dei massi erratici colle rocce delle Alpi, e gli am- massi detritici, la cui composizione è eguale a quella delle morene che trovansi avanti e accanto agli attuali ghiacciaj, sono altrettanti argomenti che giustificano questa opinione, mentre difficile riesce il presentare al- tre spiegazioni del fatto. Gli erratici sono talvolta massi più o meno vistosi; spesso colossali, sparsi sulla superficie del suolo, tal- volta commisti di grossi e piccoli pezzi, sabbia e limo. Spesso non si avverte in siffatti depositi ordine alcuno, così è nelle morene attuali: e non è fuor d’ ogni caso il trovar anche tracce più o meno manifeste di un giaci- mento regolare, come quello dei depositi attuali dei ghiacciaj colla cooperazione dell’acqua. Laddove questa materia frammentaria ha riempito delle cavità e che fu poscia solcata da correnti, sonovisi formate spaccature tanto più alte e più pericolose, quan- to più potente n'era l’ammasso e quanto più la sua base era esposta alle rosioni dell’acqua. Se ne vedono esempi nella valle d’ Erin ( formazione piramidale di de- trito), nel burrone sopra Mollis, presso Schuders ecc. È probabile che gli ammassi di congerie che ingombrano la valle di Bagne, la Val d’Illier e la Baie de Clarens ap- partengano a questa categoria. Questi materiali, massime i più minuti, formano spes- so la superficie del suolo in istrati più o meno alti in più siti delle Alpi, su una grande estensione della regione della molassa, sul versante sud-est del Giura e persino . in Val-de-Travers e Val-de-Ruz. Questi materiali poi de- terminano la qualità del suolo o almeno contribuiscono a modificare quello che si forma per lo sfacimento delle 5S roccie in posto. Questo suolo è ordinariamente assai propizio alla vegetazione per la quantità di feldspato che sta in tutti cotesti frammenti. 2. Clivi e coni di scoscendimento. Se è fondata la teoria del trasporto degli erratici per via de’ ghiacciaj, il suolo del nostro paese, dopo che questi si furono ritirati, deve essere rimasto nudo e quindi in uno stato in cui le influenze atmosferiche agenti su la sformazione e lo sfacimento del medesimo, potevano senza alcun ritegno esercitare lor azione. Una gagliardissima distruzione deve quindi essere seguiìta principalmente nelle alte montagne; porzioni più 0 meno potenti di roccia sonosi spiccate rovinando sul basso delle erte e dentro i burroni. Nel primo caso, dal rottame delle superbe moli giù fracassate si alzarono alle falde montane de’ clivi o piagge più o meno estese, a superficie più o meno piana, nell’ Elvezia appellate Halde ( Schutthalde, = clivo di franato rottame); nel secondo caso, trascinato il rottame dalla forza delle acque e raunato allo sbocco nelle valli principali, ven- nero ad alzarsi quegli ammassi di conica figura che fu- rono quindi chiamati coni di scoscendimento. Quanto più irregolare era lo stato delle acque nei burroni, tanto più prestamente s’ aumentava la mole di siffatti coni, e quanto più uniforme per lo contro mo- veasi durante l’ anno la corrente, tanto più lento n° era l’ ingrandire. Ciò comprendesi facilmente, imperocchè, se in ambo i casi l’impeto dell'onda spinge innanzi gran copia di congerie, certo è che nel secondo caso, suppo- sto uno stato medio delle acque, ne viene di continuo 59 spinta una parte, mentre nel primo caso, asciutti es- sendo ordinariamente i burroni, tutta la massa si rima- neva giacente sul lor fondo. Egli è dunque all’ estremità de’ letti di queste acque che in generale trovansi i mag- giori accumulamenti. Tutti gli ammassi dei burroni la- terali rispingono il corso principale delle acque sulla opposta sponda; il qual fatto viene massimamente ad accertarsi nei corsi d’ acqua laterali che non asciugano mai. Finchè la faceia della terra rimase nuda, più pronta deve esserne seguita la distruzione e conseguentemente la formazione degli ammassi di scoscendimento; ma fattosi il suolo produttivo e vestitasi di erbe e d’ alberi la superficie, meno forte divenne l’ atmosferica influen- za ; più pacato e più regolare si fece il movimento delle acque, minore il progresso della distruzione, e meno ra- . pido l' accumularsi delle rovine. Più regolare divenne lo scorrere delle acque in molti burroni, le correnti in- fossarono più profondi letti nei banchi della franata ma- teria. Numerosi esempi di simili fatti offrono le Alpi, di grandiosi ne mette innanzi ta valle del Reno anteriore da Tavetsch a Disentisio. Come poi l’uomo s’ internò e prese stanza fra le mon- tagne, piantò di preferenza, ed a buona ragione, le pro- prie abitazioni su monticelli elevati dalle ruine di roc- cia, ivi trovandosi le esposizioni migliori, tanto più se l inclinazione generale sia volta al mezzodì. Il suolo creatosi per la distruzione delle differenti rocce è più che mai propizio alla vegetazione, e I acqua che filtra e trapela attraverso la raunata de’ frantumi vi conferi- sce umidore e frescura. L'ubicazione elevata sopra il fondo delle valli li guarentisce dalle inondazioni; l’aere 60 vi spira più puro, e più ameno si dispiega lo spettacolo della circostante natura, che non avviene sul fondo delle valli e nei bassi piani: Ma questi coni frammentarii non sono però franchi di ogni devastazione; il fondo dei burroni si riempie di quando a quando e qua e colà di frantumi travolti dalle grandi acque, onde formansi di novelli ammassi e si ef- fettuano numerose trasformazioni. La sicurezza si è fatta minore ancora ne’ tempi presenti pel diboscamento della regione degli angusti valloni e delle rovine. Lo scompa- rire del bosco aumenta l'irregolarità del deflusso delle acque, favorisce la caduta delle pietre, la loro concen- trazione dentro ai burroni e lo smovimento e il guasto de’ fianchi di quest’ ultimi. Simili risultanze non tengon dietro immediatamente alla distrezione del bosco, ma si fanno per ogni dove sensibili e talora in ispaventevole modo; le abitazioni e il suolo coltivato su questi terreni di scoscendimerto sono in ben peggior sorte che non innanzi a’ diboscamenti. Ad ovviare a simili disastri e a deviarne il malanno che s’ asside nel paese, onde via via si andrebbe scom- parendo una ragguardevole porzione del più ubertoso terreno, è indispensabile il dar mano alle misure indi- cate dalla stessa madre natura: egli è necessario rispar- miare i boschi, averne cura, vegliare alla conservazione e al ristoramento loro ne’ luoghi minacciati. Non si ar- riverà a prevenire, sopratutto sulle montagne, i grandi cataclismi della natura, ma se ne renderanno meno ro- vinosi gli effetti. Un attento esame di questi ammassi di scoscendimento dimostra che nelle parti più antiche non sì rinvengono residui di vegetabili, e che i due terzi per non dire i quattro quinti della loro massa furono accu- 61 mulati innanzi alla vegetazione attuale, siechè ben poco s'aggiunse alla lor mole da quella remota età in poi. Se a questo fatto si aggiungano i risultati ottenuti da qual- che tempo in qua mediante i lavori intrapresi per con- solidare i posti malsicuri, viene ad ammettersi che buo- na volontà, intelligenza e pazienza possono condur l’uo- mo a prevenire le malaugurate contingenze e a premu- nirsi in gran parte contro i pericoli emergenti da un si- mile stato di cose. Hi. Clima. Il clima della Svizzera presenta una tale varietà e un tale contrasto di circostanze, quale in uno spazio così limitato non s'incontra che tra montagne che, come le Alpi, formano la transizione dall’ Europa meridionale alla centrale. Mentre nella parte meridionale del Ticino e nelle val- late de’ Grigioni aprentisi verso mezzodì si vede il fico e l’ ulivo portar frutti maturi in piena terra, l'alloro essere arbusto ordinario d’ornamento, e il castagno formare intiere selve; mentre i vigneti del Vallese dànno vini i più smaglianti dell’ Europa centrale, e liberali di buon frutto sono quelli della valle del Reno, delle rive del Lemano e del lago di Neuchatel, e il castagno ma- tura regolarmente il frutto nella valle del Reno, sui colli che intorniano i laghi di Zug, dei Quattro Cantoni e di Ginevra, e il granturco dà abbondosi ricolti, — i dossi e le vette delle alte montagne sono coperte di nevi e di ghiacci perpetui. 62 Mentre pochissima neve e di brevissima durata im- bianca le più miti contrade, non passa quasi mese che nelle più elevate regioni e in quelle pure delle alte pa- sture non fiocchi e la temperatura non siavi abbassata dallo imperversare di aspri venti come d'inverno. E così vicini sono fra loro questi contrasti che in una gior- nata si può passare dalla regione del castagno e della vite a quella delle nevi e de’ perpetui ghiacci. Le parti inferiori delle vallate che aprono il seno al mezzodì, come son quelle del Basso Vallese, si allie- tano del più dolce clima. Distinguesi il Basso Vallese per una temperatura assai elevata nella state e per la tenuità della pioggia in questa stagione. Parecchie con- trade oHremontane, come sarebbe la valle del Reno sot- to Coira, quella di Seez, le plaghe esposte a mezzodì nelle parti superiori dei laghi di Zug e dei Quattro Can- toni e le appartenenze delle Alpi che fanno corona al Lemano. godono di amenissimo clima. Poco siede la neve su queste contrade, caldo è l'estate, gradevole l’ autunno. 3 Le circostanze dipendenti dal clima riescono favore- voli anche in tutte le grandi vallate e nelle contrade aperte sino ad una altitudine di 2000 piedi e per insino a 5000 sui versanti esposti a mezzodì e riparati dai | venti freddi del nord-est. Salendo a maggiore eleva- zione hannosi inverni lunghi, copiosa neve, primavera corta, estate variabile, sebben caldo in generale, au- tunno dilettoso sì € non gran fatto variabile, ma con giorni ruvidi e nevicosi. Quanto più alto sì sale, tanto più corta si ha la state e più lungo il verno, finchè si arriva sino ad 8 o 9000 piedi, nella regione il cui calore estivo non basta a sciogliere le nevi accumulate dal ver- Mi a Apa: noe n dI PR Va Istoria; Bra (TR Pr hai 65 no, e dove la vegetazione o intorpidisce o più non ha sviluppo utile all’ uomo. Il clima delle montagne è segnalato per meteore acquee e per un’ atmosfera umidosa, onde è propizio allo svi- luppo dei vegetabili forestali, tanto più che non oltre- passando il limite di 7000 piedi, non sono esposti alle intemperie qui sopra toccate. I geli tardivi dànno meno a temere che nella regione delle colline, più tardivo es- sendo il risvegliarsi della vegetazione. Le tempeste e gli uragani non recano che guasti locali nè prendono quasi mai grandi distese, chè i venti incontrano osta- colo fra le montagnose creste che li tagliano, li deviano, li modificano in varie guise. Abbondevole cade la neve, yma è di consueto asciutta, massime nelle regioni ele- vate. Essa fa in proporzione pochi danni, e soltanto parziali, alle foreste. Nè grande è l’opera dannosa de- gli insetti, quantunque non sia a credere non essere capaci di devastare eziandio foreste montane. I guasti non poco estesi operati dal dermeste tipografo nella valle di Maderan, sul Susten, sotto Gadmen, sul Brii- nig, ecc. e quelli portati ai lariceti del Vallese e del- l Engadina dalla tortrìce del larice (tortrix pinicolana), ben mostrano come non convenga trascurare le possì- bili precauzioni. Molto maggiore influenza che non i tardi geli eserci- tano sulla vegetazione arborea l’ esposizione e l’ abbas- samento della temperatura. Ciò osservasi, — lasciando pur dal dire del deperimento delle essenze più delica- te; —-già nel fatto e delle minori dimensioni a cui gli alberi pervengono vuoi in altezza vuoi in grossezza, e della dimuita facoltà di produzione di grani fecondi. Questa influenza si fa maggiore a misura che più 64 avanziamo verso l’ alto delle montagne, a segno che le piante arboree sono costrette a ceder il posto agli ar- busti e alle erbacee, e così si passa dalla regione delle! foreste a quella delle Alpi propriamente dette. Il quale passaggio ha luogo alla elevazione di 5500 a 7000 piedi, o per termine medio, a 6000 piedi sopra il livello del mare. Queste alte regioni non sono dicevoli alle foreste; non solo ne diminuisce lo sviluppo, ma più difficile fas- sene anzi la conservazione e l’ emendamento, più rare) ne sono le annate feraci di sementi, le esteriori avverse circostanze ne impediscono l’ affoltarsi o presto le vanno diradando; il suolo s’ ingombra di malvage erbe e mal atto diventa al ricetto de’ semi e al loro germinare; Nelle regioni meno elevate le circostanze del clima riori si oppongono alla conservazione e al rinnovellamento| delle foreste, conservarle si potrà, per poco che abbia: sene cura, e con una conveniente amministrazione sì avranno ricchi prodotti. L’ economia delle foreste non è più difficile, nè minore n'è il prodotto in queste re<î gioni, di quanto sia sulle colline o alla pianura, a mendf che non si affaccino ostacoli del tutto locali, come smoti tamenti, scoscendimenti, valanghe ecc., imperocchè vi ha sede tutto che può giovare la vegetazione: suolo su- stanzioso, umida atmosfera, abbondanti meteore acqui-f dose, azione gagliarda della luce. Il limite superiore della regione delle Alpi è all’ alti. tudine di 7500 a 3500 piedi, e talvolta più in su an- cora. Espostissime alle variazioni di temperatura sono queste contrade; brevissimo è il tempo che consente di agire con alcun pro, reso bene spesso ancor più breve dalla caduta delle nevi. 65, Ad eguale altitudine, le circostanze del clima sono più sfavorevoli nel Giura che nelle Alpi. La coltura della vite non è larga di prodotto che al piè della catena sud- ovest in località riparate; i cereali e la patata hanno as- sai incerta riuscita nelle valli elevate sino a 5000 piedi. I supremo limite delle foreste non tocca che una media li 4500 piedi di altitudine, ed è più basso sui versanti il nord-est che su quelli al sud-est. Nel resto ciò che fu letto delle Alpi vale anche pel Giura. HW. Vegetazione, La vegetazione contribuisce eminentemente ad espri- nere il carattere di una contrada; il che si fa evidente iù ch’ altrove ne’ paesi di montagna. Spettacolo di grata naraviglia si è la svariatissima bellezza del verde manto he veste il suolo. I vegetabili che vi sono predominanti che maggiormente attraggono lo sguardo variano nelle ntagne dall’ un tratto all’ altro, come ne variano le ioni che pur puoi comprendere in un rivolgimento ‘occhio; onde quelle cotanto incantevoli indescrivibili rospettive. Nelle valli, sui dolci pendii delle falde mon- ine e sulle terrazze dei versanti esposti all’ amico oc- hio del sole, le piante utili sono quelle da cui ha la pri- ra tinta il panorama. De’ prati il tappeto verdeggiante ne vi spicca ed altre piante coltivate, sebben non più ne parti secondarie della scena, non è però che meno jutino ad avvivarla, tanto più ancora se vi si aggiunge ‘aspetto degli alberi fruttiferi che in più siti pompeg- lano. Sulle ripide chine e sulla più gran parte della re- 5) 66 gione media delle montagne, principalmente ne’ luoghi bacii, tengon primato gli alberi silvani; ma è raro ch compongano boschi di assai ampio spazio. Per lo più questi boschi sono interrotti o da colti e da pasture ne luoghi meglio situati, o da rupi e clivi di terren franati ne’ declivii più ripenti; onde emerge una indici bile vicenda di vedute. Sui primi contrafforti sino a con siderevoli elevazioni, — sui declivii solatii via via sil dentro la montagna, — le piante frondifere dal più chia ro verde hanno predominio , oppure vanno mischiate ii numerosa compagnia al nereggiante popolo delle ac culari ad aggiungere movenza al gran quadro. Seguon più in alto le vaste pasture alpine, le quali si stendon verso il basso a coprire i dossi e i poggi montagnosi mentre sull’ alto hanno intorno intorno, quasi coro ì di giganti merli, le rupi e le guglie d’ ogni vita ignat fuor quella di rari muschi e licheni, o gli immensi cami della neve e dei ghiacci perpetui. Così sono rappresel tate entro breve spazio tutte le gradazioni, dal più viy rigoglio e dalla pomposa varietà della vegetazione sii al lichene succiante misero alimento da rupe brulla. f Il Giura fa eccezione da questo generale panorama | quanto che i suoi monti non si avanzano sin fuori de limiti della vegetazione, anzi il più di loro non oltre passano nemmanco il confine della vegetazione arbore ei boschi ammantano spesso intieri declivi; il perchè paese offre minore varietà di aspetti. i Nei boschi è rappresentato il maggior numero de essenze lignee dell’ Europa centrale; ma le resinose, fra queste particolarmente il pino € il Jarice, han tanto più largo predominio quanto più alto si ascen( Quella specie di pino che chiamasi Pezzo, l’Abete ro: 67 (Pinus Abies L.) forma, singolarmente nella Svizzera centrale, estesissimi boschi senza promiscuità di altre specie. Grandi selve di mere essenze frondifere non in- contransi nelle Alpi se non nelle più favorevoli esposi- zioni, per lo più in quelle solamente che guardano a mezzodì, mentre nel Giura hanno pieno dominio, se- gnatamente sul versante principale verso la pianura svizzera e sui versanti delle valli profonde. Tra le fron- difere domina il faggio, ma gli stanno commiste altre specie, e ciò in una proporzione tanto maggiore in quanto che esso mettesi a profitto in una età meno avan- zata. i Tra le essenze forestali meritevoli di maggiore consi- derazione voglionsi ricordare le seguenti: Il Pezzo o Abete rosso, — Pinus Abies L. — (frane. épicéa, sapin rouge ; ted. Fichte, Rothtanne; tic. pe- scia) è la specie principale delle alte montagne, cresce nelle foreste basse come nelle più elevate, e, laddove non domina il faggio, forma quasi sempre il complesso boschivo principale, anzi spesso estese foreste intere senza mescolanza di altre essenze. S' incontra in tutte le esposizioni e in ogni genere di terreno, quantunque ami le esposizioni all’ ombra e ì terreni freschi e ric- chi di terriccio anzi che i secchi e sferzati dal sole. Sul calcare questo conifero cede il posto agli alberi frondi- feri, ed anche all’ abete bianco (Pinus picea) nelle parti più elevate, non meno che al pino silvestre nei terreni asciutti. Non è mestieri osservare che il suo sviluppo è maggiore ne’ luoghi meno elevati e più riparati che non sulle alture; nondimeno qui pure poco la cede al larice, e cresce ancora ad una elevazione altrettanto conside- revole quanto quest’ ultimo. Il pezzo non disdegna la 68 vicinanza di altre essenze e prospera egualmente all’ a- perto come sotto la protezione de’ prossimi ; onde si tro- va in boschi misti come in meri, tanto nelle foreste go- vernate per decimazione come nelle usufruite a tagli rasi. Mal sopporta il morso del bestiame, e più teme i venti freddi che non l’ uniforme abbassamento della tem- peratura. Il pezzo è pregiato come combustibile, e come legno di lavori da sega e di costruzione è preferito ad ogni altro legname. Il limite supremo cui tocca nella Svizzera orien- tale è all’ altitudine di 6000 piedi, nella Svizzera cen- trale di 5500 a 6000, e nel Vallese da 6000 a 6500. Nella parte meridionale delle Alpi non si alza ad oltre 7000 piedi, ma nell’Alta Engadina quasi sino a 8000 piedi. Non abbonda gran fatto nel Giura. Il Larice, — Pinus Larix L. — (franc. méléze, ted. Lerche) prende, subito dopo l abete rosso, il primo rango fra gli alberi forestali delle montagne. Non tro- vasi dappertutto nelle Alpi; nel Giura popola i luoghi soltanto dove fu introdotto dalla coltura. Il larice ha sua vera patria nell'Alto Vallese, nelle valli laterali del cen- tro e della inferior parte di questo Cantone, nei Grigio- ni, precipuamente nell’Alta Engadina e nelle valli ele- vate. Abbondante vegeta sul Calanda, estendendosi in- sino al basso della valle di Seez che non oltrepassa i 1500 piedi di altitudine, e sino ai primi contrafforti delle Alpi nell’Appenzello (sul Gabris). Non si trova ne’ Can- toni di Glarona, di Svitto, d’ Untervaldo, di Zug e di Lucerna. Ce n’ ha, ma scarsamente, nella vallata prin- cipale di Uri sopra Amsteg ; più frequente è nelle valli dî Goschenen e di Maien, poi sull’alto della valle dell’Aar e _ nelle sue valli laterali e nella valle della Sarina. Boschi ' 69 di larice esclusivamente non s’ incontrano che nel Val- lese, nè pur questi mai di ampia estensione. Il supremo limite del larice è eguale a quello del pezzo, e se occor- re più in alto, è mera eccezione. Sul limite superiore il larice perviene a dimensioni che ne disgradano il pezzo. Riguardo all’ esposizione e al terreno il larice non è schifiltoso, ma è impaziente di una società che gli si serri affollata intorno o che gli rubi l’ aspetto del cielo; egli ama libertà d’aria e di spazio. Non riesce nelle fo- reste governate con tagli a scelta, fuorchè laddove siano ariose. Prospera in quelle aree intermedie (vacui, me- riggi) che rimangon nude per l’ eseguita decimazione del bosco, come pure nei prati e sulle pasture, laonde sì presta opportunamente a far ristoro all’ eccessiva de- cimazione e al difetto di buona forestale economia. Me- no sensibile del pezzo è agli insulti del bestiame il lari- ce; più facili sono le fattegli ferite a rimarginarsi, e poco gli fan danno le nevi, le brinate, gli uragani; on- de non è meraviglia il vederlo propagarsi ne’ luoghi ove cresce naturalmente. Il legno di larice ha lunga durata ed ha buon nome come legno da costruzioni, siano que- ste esposte all’ aria o riparate. Il colore del legno appe- na tagliato è rossastro, e col tempo diviene brunoscuro. L’Abete o Abete bianco, — Pinus picea L. — (sapin blanc, /7eisstanne) compone da solo de’ corpi di bosco sul basso de’ versanti delle valli profonde; in società col pezzo incontrasi insino all’ altitudine di 5000 piedi. Nel Giura costituisce esso i boschi principali laddove alli- gnano i resiniferi, e quindi sui versanti delle valli ele- vate. Ama i terreni freschi dello schisto e del calcare e i siti ombrosi. Le selve di abete bianco possono benissi- mo governarsi con tagli a scelta, tollerando esso l’ om- 10 bria e facilmente rimarginando le ferite che riceve. Gran danni reca il bestiame ai boschi di questa essenza, ed è fortuna che la sua gran forza vegetativa lo tiene in gra- do di resistere a lungo. Il suo legno è noverato tra’ più solidi. i Delle tre essenze qui sopra descritte occorrono qua e là individui di assai rilevante statura. Presso a Schwar- zemberg nell’Entlibuch si vede un abete che misura 22 piedi di circonferenza ; un altro presso St.-Cergues nel Giura, di 47 piedi, giganteggia con una corona del dia- metro di 60 piedi; un pezzo di 18 piedi di circonferenza s' erge presso Bilten. Alcuni anni sono fu abbattuto nella valle selvaggia di Maien un larice che avea 500 anni d’ età e 3 piedi di diametro. Alla Forclaz nelle Alpi vo- desi la folgore ha rotto un larice che toccava l’ età di 270 anni e aveva un diametro di 8 piedi misurato all’ altezza di 9 piedi. Il Pino Silvestre o Tierno, — Pinus sylvestris, — (pin sylvestre, daille; Kiefer, Fohre, Déihle) si trova sui declivii esposti al sole e. sopra terreni asciutti alla elevazione di 5000 a 5500 piedi sul livello del mare, e, laddove favorevoli abbia le circostanze, forma de’ boschi di sua mera essenza, non però mai di vasta distesa. Esso adorna, soprattutto nel calcare, i clivi alzati da sco- scendimenti nelle valli correnti al piede di ritte pendici, i lati scoscesi e le rupi solatie, siti che raramente gli contendono altre essenze. È curioso come questo pino schivi le valli laterali e con tale costanza che nel Can- ton d’ Uri, per esempio, dove è abbondantissimo nella valle principale formandovi boschi quasi meri, all’ in-. gresso delle valli laterali scompare di repente. In que- sto riguardo fauno eccezione alcune valli del Vallese. Liù 74 Nelle regioni superiori, in terreni umidi e talvolta pure in asciutti incontrasi un altro pino che $i distin- gue dal precedente per le foglie più numerose, la cor- teccia e i coni. Questo pino cresce lento, ma dà un le- gno egregio, e veste talvolta di sua mera essenza con- siderevoli distese, come è per esempio tra Laret e Da- vos, sull’ Ofen ecc. Il Zimbro o pignolo delle Alpi, — Pinus cembra, — (Arole; Arve) è raro che formi delle masse di bosco di sua mera essenza; piuttosto si sta commisto col pezzo e col larice in differenti specie di terreno e in diverse situazioni. Appartiene onninamente alla regione supe- | riore degli alberi, nè mostrasi che rado sotto a 4300- 5000 piedi; giunge in ricambio ad un’ altezza superiore a quella del larice. Non è veramente amico della molta ombra, pure si riproduce con buon successo nelle selve diradate con tagli a scelta. Dalle nemiche influenze della natura inorganica poco soffre in proporzione, nè il Dbe- stiame nuoce allo zimbro cotanto come al più delle al- tre essenze; facili a rimarginarsi ne sono le ferite, e gli è propria una grande vitalità. Il legno del zimbro distinguesi pel color bianco, non fannogli gravi offese gli insetti, ed è in pregio per di- versi lavori. E poco frequente, nè si trova in alquanta copia che nelle parti superiori dei versanti delle alte valli, nell’Alta Engadina, nelle valli di Engsteln e di Gadmen, fra Grindelwald e Lauterbrunnen, nell’Alto Vallese, singolarmente nella valle di Tourtemagne. Spes- ‘ so incontransi vecchi tronchi di 14 a 45 piedi di cir- conferenza. È raro che la lunghezza del suo fusto su- peri i 60 piedi. 72 Il Pino di montagna, — Pinus pumilio, = (torche- pin, pin de montagne; Legf6hre, Krummholzkiefer) appartiene particolarmente al calcare, dove soprattutto ne luoghi esposti a mezzodì veste il più povero suolo e persino certi clivi di sfasciume che appajono affatto ste- rili e che questo vegetabile serve a consolidare. Negli schisti e ne’ terreni umidi cede il luogo all’ alno o onta-, no delle Alpi. Sul supremo confine delle foreste che però I il pumilio raramente trapassa, va spesso rivestendo lar- | ghi tratti. Non è rilevante il suo prodotto, ma in assai | conto vuolsi avere il vegetabile per la sua proprietà di | collegare il suolo. Il Giura manca del zimbro e del pu- milio. Il Faggio, — Fagus sylvalica, — (hétre; Buche) preferisce nelle Alpi le posture salutate dal mezzodì a quelle che volgonsi al nord, e ciò sino al piè delle valli profonde. Più che lo schisto e le rocce cristalline gli : conferisce la calcarea e la molassa, e prospera pur in - terreni poco profondi e apparentemente poveri. In so-. cietà con altre specie alligna sino a 5000 piedi sopra il‘ mare, e nelle valli riparate del Ticino anche sino a. 6000 piedi; ma boschi esclusivamente di sue essenze : non ne forma che sino all’ altitudine di 4000 piedi. La conservazione e la riproduzione dei boschi di faggio, nelle località che gli sono propizie, sono facili più che non è per altre essenze. In una rotazione di 70 a 90 anni il faggio si rinno- vella naturalmente con tagli rasi, e usufruito di tal guisa dà un prodotto considerevole. Serbasi assai bene anche in bosco ceduo, sia che si governi per decimazio- ne o che si goda a tagliate regolari. Boschi di mero fag- gio onorano i versanti meridionali di quasi tutti i laghi | i ‘ | 1 | LI i 15 della Svizzera e le profonde vallee. Signoreggia nel Giura, se ne eccettui le valli elevate, e giugne quasi a toccare il lembo superiore della vegetazione arborea. Le Querce, — Quercus, — (chène; Eiche) trovansi abbastanza frequenti nelle basse regioni delle monta- gne, ma di consueto isolate, tranne tuttavia il piede sud-est del Giura dove appajono in aggregazioni esclu- sive, sebben di non ampia distesa. $’ incontrano sino a 5000 piedi sopra il mare, e amano le esposizioni a mezzodì e le valli aperte. Le querce delle Alpi appar- tengono quasi tutte alla specie peduncolata, Quercus pe- dunculata. In generale non pervengono a quell’ intiero sviluppo di che sono suscettibili; nulladimeno, nella valle di Délémont presso Courfaivre, si vede una quer- cia di 52 piedi di circonferenza che darebbe certamente 50 tese di legna. L’Acero sicomoro, detto anche Acero di montagna, Acero bianco, Acero tiglio, Platano falso, Acer pseu- doplatanus, — (sycomore, érable blane des monla- gnes; Bergahorn)preferisce ad ogni altro suolo il cal- careo e sta sino a 5000 piedi sul livello del mare. Ha dimora tanto nelle selve come sulle pasture cui fa orna- mento. È pregiato pel suo legno non solo, ma sì pure per le foglie e per liberalità di ombria e di protezione. Eppure così poca è la cura di propagarlo! Non è raro il trovarne di assai begli individui: uno di 28 piedi di circonferenza pompeggia sull’ alpe Ohr nel Melehthal; un altro nella valle della Linth, valutato non meno di 1000 franchi. 1. L’Acero piano, dagli Italiani pur nomato Piè d’ oca, Platanaria, — Acer platanoides, — (érable plane; Spitzahorn) è raro nelle montagne. Mostrasi in ricam- 74 bio qua e là a piè di esse l Acero campestre, detto an- che Oppio, Chioppo, — Acer campestre, — che ha in- dividui di belle dimensioni, sino a 43 piedi di diame- tro. Trovasi anche l’Acero Duret (Acer opulifolium) sul Giura, nel Basso Vallese e intorno al Lemano. Il Frassino, — Fraxinus excelsior, — ( Fréne ; Esche) non frequenta che l’ orlo dei rivi, Je macchie ece., ma può vegetare all’ altitudine di 4000 piedi. I campa- gnoli delle vallate lo utilizzano potandolo e sbrucandolo per trarne foraggio. | L’ Ontano od Alno biancastro, — Alnus incana, — (aulne blanc; 77eisserle) trovasi ordinariamente lungo. fiumi e rivi, e vegeta sino al lembo superiore della ve-' getazione arborea. È opportuno a consolidare gli am-, massi di scoscendimento e i terreni che si sfasciano,' ove ha buona riuscita, rafferma il suolo e dà buon pro- dotto. In massa fitta non si mantiene se non laddove. frequente vien diradato; su piede libero può toccare un diametro di 16 pollici. L’Alno glutinoso o Vl Ontano comune, — Alnus gi tinosa, — (aulne commun; Schwarzerle) non s’ incon-‘ tra che nelle parti basse delle valli profonde. L'Alno di montagna, — Alnus viridis, — (aulne des montagnes; Alpenerle) s° innalza oltre al limite ordi- nario della vegetazione degli alberi, e riveste tutto il terreno ove ha naturale dimora. Nei terreni schistosi, fre- schi ed umidi quest’ alno fa sostituzione al pino di mon- tagna. È di qualche importanza come combustibile nelle regioni povere di legna; non è di alcuna utilità laddove ce n’ha abbastanza, ma dappertutto giova a consoli- dare il suolo. Non rinviensi questa specie d’alno nel Giura. TÒ La Betula, — Betula alba, — (bouleau ; Birke) cre- sce in tutte le regioni, ma di rado abbondante. Propa- ‘gasì spesso sui dossi rasi o nelle foreste distrutte dal fuoco, e contribuisce a favorire il risorgere delle piante resinose. L° Alberella, — Populus tremula, — (Iremble; Aspe), e il Pioppo nero, — Populus nigra, — (le peuplier noîr; die Schwarzpappel) non sono rare, ma quest’ ul- tima si presenta solo nelle regioni inferiori, mentre l’ alberella s° innalza sino a 5000 piedi sopra il mare. L’ Olmo (Ulmus; Vl ormeau; die Ulme) e il Tiglio (Tilia ; le tilleul ; die Linde) non sono frequenti. Il Nasso o Tasso (Taxus baccata ; V if; die Eibe) manca del tutto nelle alte regioni ed è piuttosto raro anche nelle basse, nominatamente nelle Alpi. Il Sorbo (Sorbus aria; |’ alisier blanc; der Mehl- baum) e il Sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia ; le sorbier des oiseleurs, der Vogelbeerbaum ; ticin. Ta- marindo) sono frequenti anzi che no, e trovansi alto assai, il secondo sino sopra il limite della vegetazione arborea. I sorbi misurano talora una circonferenza di 50 a 60 pollici. Il Ciliegio a grappoli (Prunus padus ; Je pade; die 7raubenkirsche) è frequente in ispecie nell’Alto Vallese. Inoltre, nelle esposizioni temperate delle Alpi s' in- contra pure il majo, Cytisus, |’ ostria-carpino-nero , Ostrya carpinifolia, e il castagno, Castanea, vesca. La carpinella non trovasi che nel Ticino. Le altre due essenze si affacciano sino a 3000 piedi sopra il mare. H castagno trovasi nelle selve del Ticino e del Basso Vallese sia ceduo, sia di alto fusto; ma questa pianta - è più presto da annoverare tra le fruttifere che non tra 16 le forestali. Forma selve non dense, ma abbastanza estese nelle vallate meridionali de’ Grigioni, nel Ticino e sulle rive del Lemano, dove si riproduce spontaneo, e s’ estolle sino a 70 e a 80 piedi con 9 a 40 piedi di diametro. Non è punto estraneo neppure alla valle del Re- no, alle rive del lago di Wallenstadt (presso Murg fio- riscono all’ ombra dei castagni i rododendri) alla parte superiore del lago di Zug e alla parte meridionale del Righi; ma in queste località è in assai minor numero e meno vigoroso. Nelle vallate meridionali non è raro | imbattersi in un alloro o in un fico romito nella foresta. Queste due » piante crescono in piena terra sino all’ altitudine di 2000 piedi, ma solo in siti tepidi e riparati. Si trovano: clivi che hanno un’ inclinazione di 50 e : più gradi e che pur sono vestiti di bosco; il che dimo- ' stra come l’economia forestale possa più o meno uti. ; lizzare il terreno anche in ripide ed ardue posizioni. . Certo ivi i boschi non sono folti, ma preservano nulla- dimeno il suolo dalla erosione delle acque e danno an- ‘ cora de’ ragionevoli prodotti. Onde a buon dritto i ri- . pidi pendii sono destinati alla coltura forestale. E ben ; è a deplorarsi che in tempi e da lungo e da non lungo ; passati siano stati distrutti i boschi in luoghi dove, nel- l'interesse stesso della profittevolezza del suolo reso quinci inutile, avrebbero dovuto conservarsi. Le piante principali che coltivansi nelle montagne, ma alle°quali non si consacra un’ assai grande estensio- ne di terreno, sone: La vite, gli alberi fruttiferi pomacei e drupacei, i cereali, principalmente l'orzo, la segale, il frumento e il granturco, la patata, le rape e le ca- rote, i cavoli, la lattuga ed altre oleracee. TT Si coltiva la vite nelle vallate volte a mezzodì, nelle valli del Reno e della Seez, sulle rive del lago di Thun, nel Vallese, sulle rive del Lemano e dei laghi di Neu- chatel e di Bienna. Alligna la vite ancora all’ altitudine di 2500 piedi nel Ticino e nel Vallese: dal lato setten- trionale delle Alpi solamente sino a 2000 piedi. Il noce e le pomacee crescono al nord delle Alpi sino a 3000 piedi; al sud e nel Vallese sino a 3500, e in alcune lo- calità sino a 4000 piedi sul livello del mare. Il ciliegio s’ avanza ancora un 500 piedi più in su. L’ orzo e la segale coltivansi all’ altitudine di 4000 piedi sui versanti nord, ne’ siti solatii e riparati; più alto ancora nell’ En- gadina; in alcune vallate del mezzodì e nel Vallese se ne semina ancora a 5000 piedi d’ altitudine. La coltura ‘del granoturco è limitata alle vallate più basse; nondi- meno a Morel nel Vallese è esercitata sino all’ altitudine di 2700 piedi. La patata cresce ad un'altitudine supe- riore ancora a quella dell’orzo, se non che in così ele- vate posizioni trovasi oltremodo minacciata da’ geli. Le rape, le carote, i cavoli, la lattuga ed altre ole- racee affacciansi ovunque sono umane abitazioni, fino | all’ospizio del Sempione, ad un’ altitudine di 6600 pie- di. Nel Giura i cereali e la patata non oltrepassano i 3500 piedi di elevazione sul mare. La coltura delle piante rurali non è esercitata un po’ \in grande che nelle basse vallate del Ticino, nella Bassa \Engadina, sull’ Heinzenberg, nella valle del Reno, sul- l’Hasliberg, nella valle del Rodano, massimamente nelle valli laterali volte a mezzodì. In ques@ ultime, com’ è Iper esempio nella valle d’Anniviers, si coltivano su po- \deri che hanno 4ò gradi di declivio, sui quali costrui- \sconsi delle maniere di terrazzi sostenuti da muricelli. dia FA» Dt 78 Il prodotto di queste colture si fa tanto più modico e la riuscita tanto più malsicura, quanto più alto si sale e quanto più ristrette ne sono le vallate. Più che ragio- nevole sì è quindi la cura che si mette a promovere in siffatte località la pastorizia, cui tutte le circostanze mostransi favorire. Vv. Rapporti di superficie (1), Come già fu notato, la superficie della Svizzera è di . 4775,5 leghe quadrate, contando la lega di 16,000 piedi. | Le Alpi e la parte molassica più elevata occupano 4154,7 leghe quadrate, ossia 7,570,900 jugeri, di cui 4,154,700 , possono considerarsi come suolo forestale. La parte del | Giura qui entrante in argomento misura 493,8 leghe | quadrate, ossia 4,240,100 jugeri, di cui 375,000 vanno coperti di bosco. Nelle Alpi le foreste occupano 15,4, per cento, e nel Giura 50,2 per cento della superficie to- tale. Si ha dunque per termine medio pel territorio in. questione 147,5 per cento della superficie totale occupato da foreste, ossia un totale di 1,509,700 jugeri. poni ii iaia ELA da ati (4) Le cifre che si riferiscono a superficie sono desunte per la 4 massima parte dalle misure trigonometriche eseguitesi nella Sviz-_ zera, e in poca parte soltanto dai catasiri. Laddove le misure trigo- nometriche non erago ancora compiute, come ne’ Cantoni di Uri, Unterwaldo, Lucerna e Berna, furono praticati de’ calcoli il più pos- sibilmente esatti sulle parti già misurate, e dall’ avutone risnltato, . tenuto conto delle rispettive circostanze, fu fatta induzione su duet 7 non ancora misurate. 19 Difficile si è il determinare la quantità di terreno as- segnato per singolo alle altre specie di coltura, essen- dochè in più Cantoni ne mancano speciali dati positivi. Si può tuttavia ammettere che nelle Alpi le pasture oc- cupano il 53 per cento della superficie, le praterie, i campi e i giardini, il 20 per cento, e il suolo improdut- tivo (rupi, ghiacciaj, laghi, fiumi ecc.) il 31,6 per cento. Nel Giura le pasture occupano circa il 25 per cento; le campagne coltivate 59,8, e il suolo improduttivo il 410 per cento dell’ intiera superficie, Lasciandosi da ban- da il suolo improduttivo, i boschi occuperanno nelle Alpi il 22,4, e nel Giura il 33,6 per cento del suolo uti- lizzato. ì E siccome questi differenti termini medii presentano nell’una e nell’ altra contrada differenze notevoli, così fu stimato utile il dare qui in seguito un prospetto com- parativo dei diversi rapporti. »- “uno” E mid 0] 19d cnenads 238910] a] "lo EBV It HOLA -ar mansip au ‘°/ 9} 11 0003 -U9) IYOSOE I LIOLIAISA 1MANSIP ty "uorzesodio 9) è runmor) e nid o] sod ouenads 275910] 3] ‘lo 0I0EIOs ess -10 € ‘9°9 11 0UEdn990 1]9SOq VIP GRANSP. 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Debol- mente popolate di boschi sono inoltre le contrade con monti a dolce pendìo e propizi alla pastura, come è l’Appenzello, gran parte dell’ antico paese di Svitto, le Alpi friborghesi e una parte delle vodesi ece. Ricchi di bosco sono all'incontro: il Giura, singolarmente il pla- teau e più altre parti meno elevate delle Alpi, come per es. la Signoria € la valle Mesolcina ne’ Grigioni, i dintorni di Mendrisio e di Lugano nel Ticino, il Basso Untervaldo e il Simmenthal. Appetto alla maggior parte de’ vicini paesi, la Sviz- zera, principalmente la regione montagnosa, è povera di foreste. Nell’Austria le foreste occupano il 59 per cento della superficie totale, nell'Alemagna meridionale i 25 sino al 33, nella Prussia il 29, nella Francia il 46. per cento; mentre nelle contrade di cui qui è discorso, esse non occupano per termine medio che 17,5 per cen- to, e nelle montagne propriamente dette il solo 15,4 per cento della superficie. La proporzione è minore ancora se non si tien conto delle parti sterili che sono rispetti- vamente più considerevoli nelle Alpi; se poi sì parago- nano le foreste col terreno produttivo solamente, non si ha che 22 per cento. Un simile rapporto, poco favore- vole per una contrada dove il clima è si ruvido, non può non essere oggetto di seria attenzione non solo per ri- guardo all'incremento da darsi ai prodotti del legname, ma ben anche per mantenere in favorevole condizione il clima. "| e TITO e”. 89 In quanto alla proprietà delle foreste ci riuscì difficile il procurarci dappertutto dei dati soddisfacenti, chè nel più de’ Cantoni ne mancano i catastri. Alle cifre espresse nel premesso prospetto dobbiamo aggiungere che nell’Entlibuch quasi tutte le foreste appartengono a particolari. Considerata la cosa da questo punto di vi- sta, si ha qui un rapporto più sfavorevole ancora che non nell’Appenzello Esteriore. Anche nell’ Appenzello Interiore i particolari possedono molte foreste ; e nel distretto bernese di Frutigen un 40 per cento almeno delle foreste è di spettanza di particolari. Nelle altre contrade le foreste appartengono in massima parte a Comuni o a Corporazioni. In Uri e nell’ antico paese di Svitto erano le foreste una proprietà comune a tutti; in Uri furono poi scompartite fra’ Comuni con poche eccezioni. Berna e Soletta possedevano non pochi bo- schi gravati di servitù che sono passati in dominio dei Comuni, e in alcune parti del Bernese vennero persino divisi fra’ borghesi. VI. Popolazione e consumo della legna. Secondo l’anagrafe di dicembre 1860 la Svizzera conta 2,513,883 abitanti in 527,728 fuochi. Le contra- de che sono attualmente oggetto delle nostre conside- razioni hanno una popolazione di 1,261,709 abitanti in 274,202 fuochi, di cui 915,524 abitanti e 199,770 fuochi nelle Alpi, e 348,185 abitanti e 74,432 fuochi nel Giura. Il resto della Svizzera conta dunque 41,252,174 abitanti e 256,526 fuochi. 34 Può quindi calcolarsi per ogni fuoco una media di 92,53 jugeri di terreno di ogni categoria, di cui 4,04 ju- geri di bosco. Nelle Alpi si hanno 36,9 jugeri per fuoco, di cui 5,68 di bosco; nel Giura 17,36 jugeri, di cui 5,25 di bosco; alla pianura si può ammettere per fuoco una media di 40,73 jugeri, di cui 2,44 di bosco. La cifra media degli abitanti per ogni lega quadrata è di 1,416, — di 794 nelle Alpi, di 4,797 nel Giura e di 2.913 alla pianura. Nei Cantoni o nelle parti de’ diversi Cantoni la popo= lazione si scompartisce come segue: 19° | 03°T | 886 L°7 | 032 | GOLT9T"H] 10101 n ty, | 1840 | 062% | #6 |ecy6 |googe | euseduen-eapiseg 787 | 860 | 0007 | 0° |086% | Ic69 | © * © ®MOIOS ‘ojogfeo jau 1sa1dunoo f E0 € c9 0 1IG € L°4 EOS8T | E8E‘L8 ** * ]a,eqonon | ouos pants) [op 21d e 185eKjra 868 66 } 960°] c°4 |SETG6 | 8077 * * (ams) « ‘g6*y asogea osseg | 688 | GL°0 | HIT | 4 le66L |6r79g |" © ‘(idv) pnea [pu “090nj 1ad 09s0q Ip 11afnf F9‘TpOUUeg 19 asolteAoNv ani T8°6 | 6° | 004 64 |eceogt [1806 | - * 9SOIRA eg‘ | 661 | GOL 94 | 186€ |86827 | (Idv) o810qua q8ry è ewoo | 869 | OET | LLYT | 64 |6950% [08986 | * (cano) « 07 fAI0F] “suatiyy ‘ sta eNI C6 S 1 C98 6° CULT YL6OLEI > da (1djy) euIleq ‘ F1aquaziemgog “neuzuazi 2 5 ; | (07e] Lfasiiopg “oramai “ponqunogi 68‘ | #90 | 189% | 86 |cer8 |c0r97 | -1d 19814) eussonT cu6 | 16 | M9 ct |8ce |6688 | (ON) —« cc9 | ELI | 846, 8 |ecoe | 1967, | (0sseg)oppess9ag LAO 7 0 1e6 I HG | 7898 |L6°60 RETE DAR €8 € 840 GC I 0° | 0L8°8 €167 a BNS 619 | GGI EVE L | Were L694T "LL '33 dE - MIj LGS SVI OL6 9° |LI9CG | 6615 f © © © OUDIT O8IGT| 89°£ | 67 e4 |ezo0g |Les6e | ‘1uoSu, 864% | SOT | ENT | 84 |eceL |eeyee | * * euosem Je | eo | geo | 7 |egz6e |699087 |" * * ‘onesues co | 70 CE9 8° |09r°8 LI6TI ‘197 U] € €80 | 30 | 665% | LE |0t3€1 [9687 | ‘10354 oxozuoddy i 090ny 1adfewme s2d| eespenb |o90nj 19d INOLNVI IT TLUVA INOIZVAMISSO 919910] 9N19P eSa] Jod | awIUE IP | IHDONA | ILNVLIAV o INO.LNVID_ 9UOISu9]Sg |IINVLIAYV|OUaWNN 86 Gli abitanti delle montagne attendono la maggior parte alla pastorizia e all'agricoltura; ma ci hanno più contrade ove le industrie sono pure in vivo esercizio, come i lavorii di ricamo (broderies) nell'’Appenzellese e nel Sangallese, le filature di cotone a Glarona, l’ orolo- geria nel Giura. In alcuni cantoni vi sono industrie che consumano assai quantità di legna, come sono parecchi stabilimenti metallurgici nel Bernese e nel Solettese, ve- traje in diverse località, fabbriche (nell’ Oberland ber- nese ) di lavori in legno per pavimenti, soffitte e simili (parqueterie), diversi altri lavori fabbricati in luoghi di montagna di più Cantoni e che vanno sotto la volgar denominazione francese di bimbeloterie, ecc. Nel calcolo che segue più sotto della quantità di le- gname necessario agli abitanti non si potè far entrare il combustibile adoperato dagli stabilimenti industriali , parte per difetto di sufficienti dati, e parte perchè l’ in- troduzione del carbon fossile e il suo uso nelle fabbri- che ecc., divenendo sempre maggiore, il consumo della legna viene ad essere soggetto ad assai varia vicenda. Con tutto ciò il consumo degli stabilimenti industriali è ragguardevolissimo ; le fornaci del Giura, a cagion d’ e- sempio, consumano ogni anno oltre a 4,000,000 di piedi cubi di carbone ligneo. Non fu tenuto conto neppure del consumo delle ferrovie e dei piroscafi per 1’ aumento che vi prende l’uso del carbon fossile diminuendone quello della legna. Le amministrazioni de’ battelli a va- pore quasi tutte, e parte delle vie ferrate servonsi però ancora di legna per la produzione del vapore. In ricambio fu compreso nel calcolo il consumo di le- gna di tutte le piccole industrie, come sono fucine, forni da pane, formaggerie, mattonaje, tegolaje, calcàre, tin- ‘ty 87 torìe, birrerie, distillerie; e così il legname che richie- dono costruzioni, acquedotti, ricinti, dighe, pali, mo- - bili, utensili ecc. Nè i surrogati del combustibile furono pur presi a calcolo, come sono la torba, il carbon fossi- le, l’antracite, le cortecce e le segature, non essendoci plausibili dati in proposito. Parimenti rimasero fuor di contemplazione i prodotti di legna degli alberi fruttiferi, delle vigne, delle siepi vive ecc., essendochè i materiali statistici sulla estensione e il trattamento de’ frutteti e de’ vigneti sono ancora in tanto difetto da togliere ogni merito di fede ai calcoli cui servissero di base. Nel nostro calcolo furono quindi prese in considera- zione le circostanze seguenti: 4. Che il legname impiegato ne’ diversi edifizi e nella costruzione di mobili, utensili ecc. se perde una parte del suo valore, non è però totalmente per- duto, imperocchè dal momento che cessa dal ser- vire all’ uso cui è essenzialmente destinato, è messo a prode come combustibile, non altrimenti che si fa dei frammenti e dei cascami immediatamente utilizzati sui focolari; 2. Che nella maggior parte delle famiglie non si scalda che una stanza e che spesso due famiglie abitano una medesima stanza; 5. Che il consumo del legname cresce pel rigore del clima, per l'abitudine di scaldar gagliardemente le stanze, pel difetto di economiche istituzioni re- lative a cammini e stufe, per l’ uso esteso delle case di legno, e finalmente per le siepi o chiudende che ne assorbono gran copia; 4. Che il consumo delle formaggerie, generalmente già grande assai, viene in più contrade ancora ad 88 aumentarsi per la divisione delle pastorali econo- mie, per la distilleria dello zucchero di latte, e per i quasi dappertutto difettosissimi metodi di far fuoco; 5. Si dovette finalmente tenere a calcolo il numero ‘. delle persone che compongono un fuoco, il modo di vivere degli abitanti e il consumo di legna forte e di legna dolce. Ora le cifre che dietro la contemplazione di tutte le qui sopra noverate circostanze, vengono nel seguente prospetto espresse relativamente al consumo del legna- me, lungi dall'essere superiori alla realtà, vogliono anzi ritenersene inferiori. 0811179 06 cOGTLE | 9121)0I 001°080° 0TT ccm * * rusedmen-B9]iseg 000°CL0°8 0TE poggi Pe 2 ygrog 036 E01%1 0%% eo.gr fede lai DISTEOA *oon 6,1 Jad rqno ipard ‘nER° 050° E 08 CE]° 0 Hi ( EER SE N IESDte e o re ePg OLE 666 |< * © (141v) puea 0GL‘8c9%% 067 ce98E purea @saeg 0£1°406 0EE 1E6‘£ * ** (idv) 0310qu]

. Nel 1850. Nel termine di 6 anni dovranno costruirsi in tutte le pasture stalle capaci di contenere tutto il bestiame tenuto nell’ estate. Se i proprietari delle pasture non hanno il legname da ciò, i proprietari dei boschi vicini hanno l’ obbligo di lor fornirne la quantità necessaria. . Nel 4854 fu ordinato che nel termine di 40 anni, alle chiudende di legno fossero sostituiti fossi, muri o siepi vive. Inoltre, nell’ anno medesimo: . Una legge sulla formazione obbligatoria di con- sorzi per l'esecuzione di lavori diretti a rassicu- rare i burroni, arrestare le ruine dei terreni, in- frenare i torrenti. Nel 1857 il Governo presentò alla Landsgemein- de un progetto di legge forestale assai compiuto, il quale per mala ventura non fu accettato. CANTONE DE’ GRIGIONI. La legislazione forestale in questo Cantone prese le mosse nell’anno 1822 con una risoluzione del Gran Con- siglio , ove è prescritto che quando siano inoltrati ricla- mi contro il taglio di boschi interi, il Piccolo Consiglio debba sentire la parte contro cui è diretto il riclamo, informarsi delle circostanze, e a norma del caso far so- spendere il taglio in quistione, e sottoporre la cosa alla prima radunanza del Gran Consiglio per la decisione. A questo primo ordinamento generale tenne dietro un 4106 secondo nel 1827 con cui è vietata l’ esportazione della resina dal Cantone, e nel Cantone stesso è pure vietato il toglier resina dalle piante senza l'autorizzazione dei Consigli municipali. In seguito ai guasti portati dalle acque nel1854, uscì nel 1856 un terzo decreto del Gran Consiglio, per cui è stabilito: 4 9 Nel 1857 il Piccolo Consiglio fu incaricato di provve-. der semi di piante boschive, di istituire vivaj, di far. elaborare una istruzione popolare pel miglioramento dell’ economia forestale grigione, e di introdurre l’in-. Che debba essere nominato un perito funzionario forestale pel Cantone. . Che questo funzionario debba visitare le diverse parti del Cantone e dividere i boschi in due classi, cioè: a) Quelli la cui sregolata economia e il cui taglio può dannosamente influire sulle strade, sui ri-. pari dei fiumi, sui fondi più o meno vicini; I b) Quelli che, comechè fuori de’ pericoli qui sopra. accennati, fanno tuttavia desiderare un miglior. governo. . Nei boschi della I. classe non possono intrapren- | dersi tagli senza previo avviso al Piccolo Consiglio . nè senza averne conseguita l’ autorizzazione, ed ‘ inoltre il Piccolo Consiglio deve dare gli ordini che + si convengono riguardo alla fissazione dei tagli e al ripopolamento dei boschi e delle selve, obbli- gando in pari tempo i proprietari ad attenersi alle regole di una buona forestale economia e a con-, durne il governo per modo che siano evitate le. conseguenze perniciose. | 107 Jegnamento della scienza forestale nella Scuola can- onale. L’anno 4859 recò al Cantone il primo vero regola- mento forestale in cui sono fra altre le seguenti dispo- izioni: 4. Nomina di un ispettore forestale e di due forestali distrettuali. 9. Istituzione di un’Autorità forestale cantonale e no- mina di un tutore delle foreste in ogni Comune. 3. Stabilimento di regolamenti forestali comunali. 4. Proibizione di mandar bestie a pascolare dove si coltivano o si rinnovellano naturalmente i boschi. 5. Proibizione di fare estirpazioni in boschi di I. clas- se e di far tagli per la vendita senza autorizzazione governativa. 6. Autorizzazione al Piccolo Consiglio ad emanar norme per la conservazione deì boschi di I. classe, non meno che pel loro taglio e ripopolamento. Nel 1845 fu risolto di somministrar gratis ai Comuni e necessarie sementi di essenze boschive. Nel 1845 fu lecretata l’organizzazione di una Commissione canto- nale d’ economia forestale, la nomina di assistenti fore- tali e la distribuzione di premj ai Comuni che si distin- zuono nel ben tenere i loro boschi. In questo medesimo empo fu ordinato che non potessero mandarsi capre a pastura se non sotto la custodia di un pastore. Poi fu stabilito per massima: che non si debba accordar per- messo di vender legna se non a que’ Comuni che i fun- zionari forestali dichiarano averne in sovrabbondanza. Nel 1847 fu decretata l'istituzione di una Scuola fore- stale periodica per la formazione di forestali comunali. Nel 1848 fu abrogato il decreto della distribuzione di 108 premj ai Comuni, e fu invece ordinato che a ciascuna vendita di legname dovesse depositarsi nella cassa dello Stato tanta parte di denaro, quanta richiedono le spese pel ripopolamento dell’ area stata diboscata. Nel 1854 fu decretato: Il personale forestale si com- porrà di un Ispettore forestale, di un Aggiunto forestale con un circondario, e di 9 Forestali di circondario. Abo- | lito l'ufficio della Commissione forestale e gli affari di quest’ ufficio divolti al Piecolo Consiglio. Tenere il Corso periodico d'istruzione forestale ogni anno in una di-' versa località. Passare ai Comuni un sussidio sulla cassa dello Stato per contribuire all’ onorario dei loro impie-' gati forestali. Finalmente il 3 luglio 1854 fu risolto che il conto; particolare del fondo forestale (che nel budget del 1851, i era di fr. 404,925. 57) sarebbe soppresso, e che 1° inden-. nità pei Dazi, in quanto riguarda il legname, verrebbe versata nella cassa dello Stato, il quale in ricambio as-; sumerebbe a suo carico tutte * obbligazioni del Fondo| forestale. Questo Fondo forestale va debitore della sua esistenza‘ ad un dazio d’esportazione stato decretato rel 4824 su) legname, carbone e corteccia. Dal1826 in poi l’ammini». strazione tenne una contabilità particolare dei proventi: di questo dazio, delle tasse percepite per le bollette, e delle multe inflitte dalle autorità forestali cantonali. Il prodotto netto fu versato nella cassa dello Stato debitrice del Fondo forestale, di cui essa cassa pagò l'interesse al 4 0/o, sino al 1836, poi al 3 1/2 °/o in seguito ad un decreto del Gran Consiglio del 1.° aprile di quell’ anno. Con questo fondo non si pagavano che le spese fatte per l’amministrazione forestale, spese tenuissime sino @ 109 quest'ultimi tempi, giacchè ancora nel 4838 per esem- pio, queste spese non montavano che a 1897 fiorini gri- gioni in tutto. Questo dazio d’esportazione fu nel 1842 oggetto di discussione nella Dieta. La Deputazione dei Grigioni spiegò come solo in grazia di questo dazio le Autorità erano pervenute ad introdurre alcun ordine nell’ econo- ‘mia forestale, e che il toglierlo sarebbe come esporre gli interessi forestali di questa parte della Svizzera ad una indeclinabile rovina, con danno di altri Cantoni non che de’ Grigioni. La Dieta prese in data 8 agosto la ‘seguente risoluzione : _ «Lo Stato de’ Grigioni è autorizzato a percepire un diritto di esportazione su legname, carbone e cortecce, ‘@ favore della cassa forestale ». | Dopo che i dazi passarono all’ amministrazione fede- rale il Cantone de’ Grigioni riceve dalla Confederazione come indennità per l'abbandono del suo dazio d’ espor- tazione sopra detto un’ annua somma di fr. 14,283, 70. Ne’ cinque anni corsi dal 1853 al 1857 la cassa can- ale ha speso per l’ amministrazione forestale la som- a di fr. 90,154. 12; ciò che fa per adeguato 18,026. 82 fr. annualmente. Gli introiti, non contati gli interessi Jel Fondo forestale, ascesero a fr. 80,999. 46, ossia an- ualmente fr. 16,199. 89. La spesa vera dello Stato non ‘dunque che di fr. 1827 all'anno, mentre l'interesse Tel Fondo forestale, senza tener conto del suo aumento lopo il 1354, al 4 0%, dà fr. 16,177. A questi diversi ordinamenti seguì finalmente il 26 iugno 1858 un nuovo regolamento forestale emanato lal Gran Consiglio in cui sono le seguenti disposi- Ioni : 1410 4.I boschi di qualunque natura e qualità esistenti nel Cantone sono sottoposti alla sorveglianza della Stato. 9, Tale sorveglianza è affidata al Piccolo Consigli che la esercita mediante un Ispettore e quattro Ag giunti forestali forniti delle rispettive cognizion scientifiche. .HN Cantone sarà diviso in circondari e a ciascui circondario sarà preposto un officiale forestale. | 4. Il personale degli uflic] forestali cantonali è nomi nato e stipendiato dal Piccolo Consiglio; i forestal di circondario sono eletti dai Comuni fra quelli cl hanno ricevuto dal Cantone la patente di capaciti Lo Stato contribuirà all’ onorario di questi ultin con un sussidio di fr. 50 sino a 200. 5.1 circondari attuali in cui fu sin qui diviso il Ca tone saranno provvisoriamente conservati nel sei so che, di mano in mano che avvengon nomine installamenti de’ forestali ne’ circondari della nuoè va divisione, abbiano quelli della vecchia divisiol a diminuire e finalmente a rimanere per intiei soppressi. | . Tutti i boschi dividonsi in due classi. Alla prim appartengono quelli che per la postura loro eley ta, ripida, esposta, o per la natura del terrei possono esercitare una certa influenza protettri su strade, fiumi e torrenti, edifizj e fondi più meno vicini. Nella seconda classe entrano tutti i. manenti. 4 7. Qualunque scompartimento; estirpamento e vi dita di boschi di Comuni e di corporazioni s0 proibiti; di boschi di I. classe, a chiunque app@iî Gio (@p) 40. 4{d tengano, non potrà nè vendersi nè tagliarsi legno alcuno senza previa autorizzazione del Piccolo Consiglio. Il quale nel caso che accordi l’ autoriz- zazione, prescrivert tutte le misure di polizia e di economia forestale necessarie e potrà eziandio esi- gere il deposito di una somma equivalente all’im- porto delle spese presumibili pel ento dei boschi da tagliare. A tutte le foreste dovrà farsi la demarcazione dei confini. Si stabilirà un piano pel governo di tutte quelle che spettano a Comuni o a Corporazioni onde guarentirne un prodotto continuo. Determi- nata che sia la quantità da esportarsi dal bosco , questa non potrà essere oltrepassata senza autoriz- zazione del Piccolo Consiglio. . Le espedizioni di legna da’ boschi di Comuni o di Corporazioni, come pure da’ boschi di proprietà privata appartenenti alla classe I., non possono aver luogo che sull’ indicazione dell’officiale forestale. A qualunque vendita di legname per l’ esporta- zione fuori del territorio del Comune in cui sta la foresta deve precedere una stima officiale-forestale del prezzo. Il Piccolo Consiglio è autorizzato ad emanare tutti gli ordini che stimerà opportuni per intro- durre nelle foreste di I. classe una più razionale economia e per meglio guarentirne la conserva- zione. Il medesimo potrà parimenti ordinar colture pel rivestimento di terreni nudi laddove siano a te- mere valanghe, rovine di pietre ecc. 4412 15. 16. dT: . La pastura del bestiame nelle colture e nei novel- . Ogni Comune dovrà preparare il suo regolamento Il raccoglier erba, foglia, sementi, resina o qual- siasi sugo degli alberi non può aver luogo nè nelle foreste de’ Comuni, nè in quelle delle Corporazio- ni, nè pure nelle particolari di I. classe, se non conforme ai regolamenti forestali comunali. Per raccogliere questi prodotti al fine di trasportarli fuori del Comune è necessaria l’ autorizzazione de- gli impiegati forestali cantonali. lami naturali deve essere esclusa finchè gli impie- gati forestali cantonali il giudicano necessario. forestale che sarà sottomesso all'esame e all ap- provazione del Piccolo Consiglio. In questi regola menti saranno stabilite le norme per la nomina dell’Amministrazione delle foreste, per la maniera di utilizzarle, per la loro conservazione e per la repressione delle contravvenzioni. Essi dovranno inoltre contenere prescrizioni sull’ esercizio della pastura, sul modo di economizzare il legname ecc Finalmente questo regolamento forestale si es stende ancora: A fornire istruzioni per evitare gli incendi. |’ A regolare la competenza penale e l’ estensione delle pene, attribuendo al Piccolo Consiglio la com: petenza di pronunciare la punizione delle trasgres: sioni degli ordinamenti cantonali, alle Municipalità la medesima competenza riguardo ai regolament comunali, in quanto che le trasgressioni siano av: venute in boschi giacenti entro i confini del terri torio comunale, e ai Tribunali di distretto il pro nunciare sulle contravvenzioni agli ordini comu 115 «mali commesse in boschi sui quali il Comune terri- toriale o non ha diritto od ha soltanto un diritto di proprietà indivisa. i Un altro regolamento speciale, unito alla legge fore- stale, versa sul Corso cantonale d’istruzione forestale attivato sino dall’anno 1848. Questo Corso, se appena presentinsi sei allievi, deve essere tenuto ogni anno per la durata di tre mesi almeno, ed è diretto ad educare forestali pei circondari. Viene tenuto alternativamente in diverse parti del Cantone. — Con decreto del 22 no- vembre 1858 del Piccolo Consiglio, il Cantone fu diviso, conforme al regolamento forestale, in 73 circondari. L'estensione media di ciascun circondario è di 4,400 ju- geri (. Il numero dei Comuni compresi in un circonda- rio varia tra uno e sette. Dietro petizioni state inoltrate su questa bisogna, i circondari furono poi ridotti al nu- mero di 67. CANTONE DEL TICINO. . ke leggi emanate nel Cantone Ticino intorno alla economia forestale sono : 1. Un decreto del 10 dicembre 4807, una legge del 28 maggio 1808 e un decreto del 23 gennajo 1824, contenenti disposizioni e garanzie contro gli abusi nel godimento dei boschi. 2. La legge sul taglio de’ boschi e sulla condotta dei legnami per acqua, del 15 giugno 1837. 3. La legge forestale del 28 novembre 1840. _(1) Il jugero svizzero, misura agraria, = 40,000 piedi quadrati, 0s- ia = 400 trabucchi quadrati. Il trabucco svizzero =10 piedi; 4 piede = metri 0,30. Ò 414 La legge indicata sotto N.° 2 stabilisce discipline sulle vendite e sulla flottazione dei legnami, ma disposizioni tecnico-forestali propriamente non ne contiene. Questa legge è dalla nuova legge forestale mantenuta in tutte le disposizioni non contrarie a quest’ ultima. Nella legge forestale del 1840 sono le seguenti essen- ziali disposizioni : 4. Tutti i boschi, comprese le selve castanili, appar-. tenenti a Comuni, a Corporazioni o ad altri pubblici stabilimenti, sono sotto la sorveglianza dello Stato, la quale si estende anche su boschi e selve di pro- prietà particolare in quanto sia ad impedirne la distruzione che potesse avere conseguenze perni: ciose. i 1 2, La sorveglianza sui boschi è esercitata dal Consi-® glio di Stato per mezzo di un Ispettore forestale cantonale, di Conservatori di circondario e per mezzo delle Municipalità. Ogni Municipalità, come; pure tutte le Amministrazioni patriziali proprieta=% rie di boschi devono nominare Guardaboschi. | 3.I boschi in montagna che sono riuniti in un sol corpo, non possono, — quand’ anche appartenes SI sero a più particolari o società, — essere nè disso=4 dati nè divisi. i 4. È proibito il dissodare ed anche il solo tagliar ra: sente terra, e lo sguernire di piante i terreni a bo sco od a selva, siano essi piantati di alberi o di ar- busti, quando il diboscamento abbia a far temer frane o valanghe. I contravventori sono risponsa bili dei danni, e sono inoltre obbligati a ripristi nare i luoghi ad uso di bosco o selva nel termini di due anni. Mancando i contravventori all’ adem: 115 pimento di quest obbligo, l’Ispettore forestale vi provvede a tutta loro spesa. 5. Nel novero dei boschi sono comprese le ripe dei fiumi e dei torrenti, per una larghezza di 50 piedi. 6. Le Autorità comunali e i Capi delle Corporazioni che hanno boschi e selve sono in obbligo di pro- porre regolamenti sul godimento e sul governo fo- restale e di sottoporli all’accettazione degli usu- fruttuarii, all'esame dell’Ispettorato cantonale e all'approvazione del Consiglio di Stato. 7. Questi regolamenti devono provvedere acciocchè il pascolo del bestiame arrechi al bosco il minor dan- no possibile e alla protezione delle giovani piante contro il morso delle capre. I Comuni hanno la fa- coltà di restringere ed anche di proibire assoluta- mente il pascolo delle capre. Restano in vigore le anteriori leggi e i decreti che vietano nelle selve il pascolo delle bestie minute. 8. La vendita dei legnami, siano in piedi, siano ta- gliati, deve farsi per pubblica asta, e 15 giorni prima dell’ esposizione degli avvisi deve darsene comunicazione al Conservatore forestale di circon- dario. 9. Il proprietario può a sua richiesta redimere i suoi boschi da ogni diritto d’ uso di legna, servitù di pa- scolo ecc. 10. Il riscatto si fa mediante il pagamento di una som- ma in denaro eguale a 20 volte il valore medio an- ‘muale del diritto d’uso o mediante cessione di una proporzionata parte del suolo vincolato all’ aggra- vio; il quale ultimo dispositivo però fu poscia al- quanto modificato da altre leggi. 146 44. I diritti d'uso non riscattati devono essere regolati ‘n modo che l'esercizio loro sia col minor possibile. pregiudizio del bosco e della selva. 42. La punizione de’ delitti e contravvenzioni com- messe in boschi e selve ha luogo d’ ufficio. La legge non riconosce alcun aggiustamento fra il delin- quente e il proprietario del bosco danneggiato; il processo d'ufficio ha luogo non ostante qualsivo-. glia accomodamento. À La legge determina inoltre i gradi delle pene per le contravvenzioni alle discipline di polizia forestale, la processura, e la esecuzione delle condanne. Questa legge entrava in vigore col 4 gennajo 1841 e non aveva effetto retroattivo per rispetto ai contratti stipulati prima della sua promulgazione, a meno che l'esecuzione di questi non apportasse pericolo di gravi ed irreparabili danni. Dopo la promulgazione di questa legge, la bisogna | forestale sembra essere caduta in una morta bonaccia ; per quasi 45 anni non più interrotta che da un decreto legislativo del 6 giugno 1845, pel quale è stabilito che: alla carica di Ispettore e di Aggiunto forestale non de- vono essere nominate se non persone che abbiano stu=. diato l'economia forestale, e al quale poi anche tenne dietro una Memoria del 13 dicembre 1846 del sig. Kast- hofer, statone consultato, « Sulla condizione dei bosch e sui mezzi di migliorarla ». Finalmente, nel maggio) 1856 fu da parte del Gran Consiglio incaricato il Cons glio di Stato della esecuzione della legge forestale, ondi gli affari concernenti l' economia forestale vennero affi: dati alla cura del Dipartimento di Pubbliche Costruzioni, e nell’ agosto seguì la nomina di un Ispettore forestali che subito nel successivo settembre entrò in funzione: s * rsu È 147 Il budget del 1857 contiene le prime spese per l’eco- nomia forestale, e ciò nella somma di 12,200 fr., di cui fr. 8200 per onorari e diete dell’ Ispettore e dei due Ag- giunti forestali da nominarsi, e fr. 4000 per provvista di sementi. Nell’ aprile 1857 il Consiglio di Stato emanò le istru- zioni per l Ispettore, per gli Aggiunti forestali e pei Guardaboschi, comprendendovi diverse disposizioni che fanno complemento e commento alla legge forestale, e fra le quali meritano segnatamente menzione le se- Apiontia O 4. La divisione del Cantone in tre circondari fore- stali. 2. L'istituzione di Ispettori comunali (sotto-ispettori forestali locali) coll’incarico di sopraintendere ad uno o più Comuni o Corporazioni, a seconda del- l’ estensione ed importanza dei boschi rispettivi. 3. L'ordine di praticare le misure e levare le mappe dei boschi per mezzo degli Aggiunti forestali. 4. La sistemazione de’ boschi in modo da assicurare un continuo prodotto, e lo stabilimento di piani d’economia forestale alla cui esecuzione sono obbli- gati i proprietari. I1 4 aprile 1358 entrarono in carica due Aggiunti fo- stali nominati provvisoriamente per un semestre, uno ei quali ha già abbandonato il servizio. Essi non ave- ano, nè l’un nè l’altro, fatto studii tecnici forestali. Nei primi tre mesi del 1858 le Comunità e Corporazioni ossedenti boschi furono chiamate a nominare i guar- laboschi, ai quali poi l’Ispettore, in un corso di solo leuni giorni, tenuto nelle diverse parti del Cantone, ‘mpartì istruzione sullé attribuzioni e sui doveri loro, e 148 lor diede un breve istradamento all'esercizio delle loro funzioni. Intanto però i guardaboschi non furono nominati in completo numero fuorchè nel I. Circondario (Leventi- na, Riviera e Blenio). Negli altri circondari ci hanno più Comuui che in questo proposito si rimangono an- cora in ritardo. CANTONE D' URI. In ciascuno de’ due distretti di Uri e di Orsera vige . una legislazione particolare rispetto a’ boschi, che sì | compone di diversi decreti della Landsgemeinde e del | Landrath, le cui più essenziali disposizioni sono: Distretto d’ Uri. Tutti i boschi e le pasture indivise sono beni comuni . e partonsi in quattro classi: Boschi sacri dello Stato. Boschi sacri protettori di fondi. Boschi sacri protettori di luoghi abitati. Boschi comunali donde gli aventi diritto possono trarre la legna a loro necessaria. La prima classe è sottoposta alla sorveglianza del-, l'Autorità distrettuale; le tre altre sono sotto la sorve-, glianza e l’amministrazione dei Comuni nel cui territo-, rio si trovano, con riserva dei diritti di alta sovranità. Questa risoluzione pare essere stata presa per la pri-, ma volta dalla Landsgemeinde nel 1769, rinnovata più, fiate dappoi, e da ultimo nel 1821. } t 1419 Discipline forestali generali. Hanno per base i decreti della Landsgemeinde degli anni 41740, 1774, 1779, 1806, 1819, 1822 e 1825, e le ri- soluzioni del Landrath del 1807 e 1820. 4. Il tempo de’ tagli comincia alla fine d’aprile e fini- sce in agosto; il legname atterrato deve essere tolto dal bosco entro un anno. 2. Nei boschi destinati all'uso degli aventi diritto è vietato sotto pena di ò fiorini di multa di tagliar al- beri che, a 14 '/2 piede sul suolo, non ne abbiano 4 di diametro. Sotto pena della medesima multa è vietato il tagliar legname per ricinti o chiudende. Il taglio degli aceri è o sotto pena di una multa di 8 fiorini. 5. Qualunque esportazione di legnami è proibita. Questa proibizione fu estesa nel 1829 alle foreste appartenenti a particolari, e la vendita fu vincolata all’obbligo di conseguirne dalle Autorità locali l'autorizzazione. La proibizione di vendere legna- me proveniente da boschi comunali fu rinnovata nel 14859. Il Landrath (Consiglio del paese ) sotto il 5 gennajo 1846 decretò che le Municipalità nel fare il preavviso sulle domande di autorizzazione alla vendita di legname, debbano dichiarare se i tagli in quistione possano aver per conseguenza pericoli di valanghe, lavine, scoscendimenti su beni o in alvei sottoposti. 4. I Tribunali di distretto devono ogni anno sotto- mettere al Governo lo stato quantitativo della le- gna da fuoco che vuol essere tratta da’ boschi, 120 Db. 6. rf 8. 9. Ogni Comune deve aver guardie incaricate di far eseguire gli ordinamenti forestali. Un decreto del Landrath del 1812 prescrisse disci- pline per lo strascico del legname a tutela di fondi, uo- indicando la quantità necessaria a ciascuna fami- glia ; il Governo potrà approvarne le liste o restrin- gerle. Chi taglierà di più dell’accordatogli sarà punito con una multa di ò fiorini per ogni tronco. In quanto alla legna stata accordata, se riesce troppa pel proprio bisogno, si potrà venderne; ma in tal caso è d’uopo che sia stata abbattuta e trasportata dalla famiglia stessa dell’ avente diritto o da’ suoi domestici. i Sotto pena di una multa di & fiorini è vietato il re- | care offesa agli alberi o distruggere comechesia | piante novelle; e così il recidere da alberi o levarne corteccia da farne foraggio per le capre è pari- , menti vietato sotto pena di una multa di © fiorini. È proibito di levare con istromenti la resina nei boschi di abete, sotto pena di una multa di 9 fiori- | ni. — Una disposizione del 1843 permette ciò a | condizione che sia fatto a mano, senza stromenti. Ciascuna famiglia deve servirsi della legna statale | accordata per fare carbone o cuocer calce, e con- | segne di legname da fabbrica non possono farsi se ‘ non coll’ autorizzazione del Tribunale locale. La vendita della legna è vietata. mini ed animali, e nel 18241 fu proibito l' accòrdar le-. gna di boschi sacri senza urgente necessità. 9 Nel 1824 fu proibito il raccogliere»resina, sia in bo- schi sacri, sia anche in particolari, — segnatamente. min 424 per parte di forestieri del rispettivo Comune e coll’ uso di stromenti di ferro, e ciò sotto pena di una multa di 26 fiorini. i Nel 4840 fu ordinato che il legname tagliato in frode fosse confiscato e che chi asportasse legna da boschi sa- cri fosse punito con una multa di 5—20 fiorini per ogni pezzo di legname. . La Landsgemeinde e il Landrath negli anni 1806 e 1815 presero diverse risoluzioni per la conservazione della foresta sopra Altorf, le quali vennero rinnovate e completate ancora nel 14847. Tutte hanno per iscopo la conservazione di questo bosco sacro protettore del bor- go di Altorf. Riferisconsi queste risoluzioni agli antichi bandi, e ordinano che i confini del bosco siano deter- minati. Proibisconvi il raccoglier erba, foglia, resina, tagliar rami, introdur capre ecc. ecc. La tratta del le- gname limitato a dati passaggi: proibito il mandar pe- core in luoghi soggetti a scoscendimenti: non concesso il raccogliere legna secca fuorchè a più poveri e debili. Distretto d’ Orsera. Anno 4817. Chi in onta agli ordini stabiliti taglierà legna nel bosco sacro di Andermatt pagherà una multa in ragione di ò fiorini per testa di tutti gli abitanti ma- scolini del Comune. Anno 4805. Chiunque avrà la temerità di andar a prendere legna, sia verde, sia secca, nel bosco, dovrà pagare una multa di 40 fiorini. — La foresta sarà nuo- ‘vamente cinta di siepe. — A quest’ultima risoluzione fu nel 1854 sostituita quest’ altra: Invece della siepe sarà alzato intorno alla foresta un muro. 122 Anno 41844. I fanciulli non dovranno avvicinarsi alla foresta, sotto pena di una multa di è fiorini. Inoltre, ogni capo di bestiame che sarà colto nel bosco sarà | preso in sequestro ; e il proprietario dovrà pagare una tassa di 6 a 20 fiorini per cavalli, bestie bovine e maja- li, e 2 fiorini per pecore e capre. H tutto secondo usi antichi. Nel 1846 fu stabilito: Vi sarà un forestale o custode del bosco sacro subordinato alla Commissione forestale, colle seguenti condizioni: 4. Che esso debba prestare un giuramento; 2. Che sia ajutato nel suo lavoro con prestazioni d'’ o- pera o di giornate da stabilirsi in Comune; i 5. Che sia obbligato a sequestrare il bestiame di qua- lunque sorta trovato nella foresta. | CANTONE D'UNTERYALDO. a) Sottoselva. Oltre all'ordinanza del 1856 sul taglio de’ legnami, vennero a nostra cognizione i seguenti più antichi or- dinamenti che in parte continuano tattora in vigore: A. È proibito il prender legna nei boschi sacri dello Stato senza l’ autorizzazione del Consiglio settima=. nale. Le autorizzazioni non sono accordate che una. volta l’anno, nè sono durature che per un anno. 2, E proibito sotto pena di una multa di 30 scellini per ogni pezzo il prender legna nei boschi parti- colari di là dal necessario per la domestica econo- mia. Per una maggiore quantità si richiede Y auto- rizzazione dell’impiegato comunale il quale non la. 4125 concede ehe dietro esame, a norma dell’ ordine del 1806. Della suddetta multa è passibile tanto il compratore come il venditore. 5. Una risoluzione della Landsgemeinde del 4828 di- spone doversi nominare per la sorveglianza delle foreste due ispettori dei boschi, dai quali devono essere esaminati i boschi che intendonsi tagliare. La mentovata ordinanza sul taglio dei legnami con- tiene le seguenti disposizioni: 4.I particolari possono bensi tagliare ne’ loro boschi la legna necessaria al loro proprio uso senza essere obbligati a domandarne l’ autorizzazione, ma sono tenuti risponsabili dei tagli dannosi al prospera- mento del bosco o inutili. Per tagli di legname de- stinato alla vendita si richiede l’ autorizzazione del Landrath, la quale autorizzazione è parimenti ne- cessaria per vendere fuori del Cantone legnami tolti da boschi di corporazioni. 2. Gli ispettori forestali dovranno visitare i boschi dei quali vuol vendersi legna e fare esatto rapporto con preavviso al Consiglio esecutivo, prendendo principalmente in considerazione le condizioni della vendita e le circostanze che potessero far te- mere pericoli di valanghe o smottamenti, o per rivi e torrenti. Tagliato che sia il legname, essi de- | vono osservare se questo sia conforme alle condi- zioni dell’autorizzazione. — L’ autorizzazione si ri- mane estinta nel termine di 6 mesi. ©. Tutti i boschi devono, dopo stati tagliati, essere dichiarati sacri per 20 anni, e vi deve essere proi- bita la pastura di ogni sorta di bestiame sia grosso, sia minuto. 424 4. 5. 6. 1. Il raccogliere resina senza permesso del proprieta- rio è proibito. Le Autorità comunali veglieranno acciocchè non si facciano tagli dannosi. Il Governo è autorizzato ad intervenire. | Avvenendo de’ tagli dannosi, potranno essere pu- niti venditori e compratori. Alle corporazioni e ai particolari è raccomandata maggior cura a stabilir ripari con sassi a’ corsi d’acqua e per l’ economia forestale. b) Sopraselva. Questo Cantone ha una legge del 26 aprile 1857 di- retta allo scopo di premunire contro i tagli nocivi, la quale contiene le disposizioni seguenti : 1. Per tagliar legna da vendere è necessaria un’ au- torizzazione, la quale non potrà essere denegata nei seguenti casì: a. Se per causa del taglio non sono esposti a patir pregiudizio i capitali e i diritti assicurati sul fon- do, o se il ricavo è impiegato al loro pagamento o riscatto. b. Se le piante sono mature pel taglio. c. Se il taglio può esser fatto senza pericolo nè di valanghe nè di lavine nè di torrenti e senza ap- portar nocumento ai corsi d’acqua. d. Se il bosco va ripopolandosi o ci hanno guarenti- gie del suo ristoro mediante semine o piantagioni. e. Se trattandosi di boschi comunali, è giustificato | che il legname non è necessario al consumo de- gli abitanti nè al riscatto di servitù. f. Se il bosco non viene estirpato. 4125 2. Le Autorità comunali possono accordare ai parti- colari l'autorizzazione di tagliare 15 piante; per una maggiore quantità si richiede l’ autorizzazione del Consiglio esecutivo. Non può essere accordata alla medesima persona se non una sola autorizza- i zione nel corso dell’anno. Ogni autorizzazione per una quantità alquanto rilevante vuol essere prece- duta dalla perizia di una Commissione a ciò nomi- nata, la quale deve fare un particolarizzato rap- porto al Consiglio. . Le Municipalità devono intervenire quando i par- ticolari facessero per proprio uso de’ tagli inconsi- derati. 4. Le contravvenzioni a questa legge sono punite con una multa di 5 a 50 franchi. Il Consiglio esecutivo funziona come autorità giudiziaria, e può farsi ri- corso al tribunale cantonale. | ‘ Alcuni Comuni hanno regolamenti sui boschi che contengono qua e là misure di economia forestale. Così quello di Kerns dispone: Il far erba con falci o falciuole è proibito; non pos- sono farsi tagli reali rasi se non laddove già prospera il bosco rinnovellantesi, ecc. GI CANTONE DI SVITTO. Questo Cantone non ha legge forestale cantonale; non ha che ordini fatti da questo o quel Comune o Distretto. Un progetto di legge per regolare il governo de’ boschi in tutto il Cantone, stato proposto al popolo nel 1856, non ebbe la ventura di essere aggradito e si rimase quindi senza effetto. O _ 126 Alcune ordinanze locali, come per es. quella di Svit- to, non regolano che i rapporti degli usuari ; altre han- _ no disposizioni sull’economia e sulla polizia forestale. | Fu a nostra cognizione quella del distretto della Marca, stata fatta nel 1852, dopo la divisione delle foreste av- venuta fra i diversi Comuni, e che contiene le seguenti . principali disposizioni : 4.I Comuni hanno il dovere di prendersi cura solle-. cita delle foreste a loro toccate e di governarle per quanto è possibile coi principii della scienza fore-. stale; essi possono in ricambio utilizzarle per la le- gna da fuoco e da costruzione che lor fosse neces- saria, osservando le disposizioni dell’ ordinanza. . Di tutte le foreste dovranno essere determinati i confini. È proibito l’ipotecarle, il venderle, il gra=. varle di servitù, il dividerle. È proibito vendere la. parte di legname toccata ai singoli usuari. Le ven-. dite alquanto notevoli di legname non possono farsi che dietro risoluzione dell’ assemblea comu-. nale. i . Le foreste devono essere divise in porzioni pel ta- glio, e i tagli devono essere a nudo ; i tagli saltuari. non possono farsi che coll’ autorizzazione del Con- siglio di alta sorveglianza. 4. Il diritto di pastura non può esercitarsi che in virtù. di titoli. E proibito il raccogliere foglia, musco, erba, legna morta, resina, romper via rami, far carbone, bruciar zolle, accender fuoco, portar lu- mi accesi nel bosco od in sua vicinanza. Nulla di tutto ciò potrà aver luogo se non per eccezione è coll’ autorizzazione speciale dell’Amministrazione.. [N9) QI #27 5. I vacui intermedii, da qualunque causa dipendenti, 6. 7. $. 9: | By devono .essere ripiantati di essenze convenienti; i luoghi pantanosi devono venir prosciugati. Per quanto il permetteranno le circostanze, alle chiudende a secco saranno sostituite siepi vive, fossi o muri. Le piante che vogliono éssere atterrate saranno martellate dall’ amministrazione o dalla guardia. Nessuna pianta potrà tagliarsi su ripidi pendii dove il taglio potesse ingenerare pericolo, a meno che non ci sia un’ autorizzazione della Commissione su- periore di sorveglianza. L’ ordinanza contiene disposizioni sui mezzi e sulle vie per cui trarre e rotolare al basso i tronchi, di- sposizioni penali ecc. Le contravvenzioni commesse da usuari sono considerate come delitti, quelle com- messe da altri sono considerate come furti. ordinanza della comunità di Binzen, distretto di Einsiedeln, decretata nel 1858, contiene le disposizioni seguenti sull'economia e la polizia forestale : n Le foreste devono essere governate in modo razio- ‘ nale, vale a dire che gli spazi vani e capaci di ali- mentare essenze boschive devono essere popolati e cinti di siepe, e che le foreste non devono essere considerate come da taglio finchè non siano cre- sciute a sufficiente maturità, e anche queste dovran- no essere divise per tagli in guisa che non venga abbattuto più che non sia in proporzione col pro- dotto di ciascuna foresta. 2. La sorveglianza è esercitata dal Consiglio di comu- nità, come pure dall’ Ispettore e dalle guardie fore- stali dal medesimo Consiglio dipendenti. 128 . Sui ripidi pendii montani e sulle rive de’ fiumi e de’ torrenti, ogni taglio di legname è proibito in quanto che potesse occasionarsene scivolamenti di terreni, caduta di rocce o guasti addotti dalle acque. | 4. Le pendici montagnose nude di bosco ed esposte ai pericoli qui sopra indicati saranno piantate di essenze adatte, e finchè le piantagioni hanno a te-_ mer danno dal bestiame, vi sarà proibita la pastu- ra. I vacui intermedii devono essere ripopolati di. arboree essenze. 5. Nè capre nè pecore potranno condursi a pastura. tranne ne’ siti dal Consiglio designati. 3 6. L’ allumar fuoco, il far carbone nelle foreste, il. raccor resina, levar corteccia, forare o ferire co-. mechesia gli dlboni è vietato. I 7. Le giovani foreste devono essere per tempo e ail spesso convenientemente diradate. 4 8. Quest’ ordinanza contiene ancora disposizioni sulla | processura e sulla punizione dei trasgressori degli. ordini forestali, considerando gli usuari come a linquenti e gli altri come Îadri. QI n dr I, no Ro CANTONE DI ZUG. ll Cantone di Zug non ha nè leggi nè regolamenti sulla amministrazione forestale, nè esercita controllo alcuno sul governo nè sul prodotto delle selve e dei bo schi. I Comuni hanno però per lo più de’ regolament forestali con prescrizioni più o meno dettagliate sul ri- parto dei godimenti , sull’’amministrazione e sulla poli zia forestale e sulla punizione dei trasgressori. Sono pu re in esse alcune regole di economia forestale. A Du ni Ù,! Ta 129 L’ ordinanza forestale zughese che più s’addentra nei particolari è quella della città di Zug. Essa porta la data del 4807 e fu riveduta nel 4824 e 1854. Già nel 41824 ve- niva ordinato l’ imboschimento artificiale di luoghi di- Serti e si avvisava all’ introduzione di un governo razio- nale degli aggregati boschivi affine di ricavarne «quanto più si possa molto e buon legname ». L'ordinanza del 1851, oggi in vigore, stabilisce che il Consiglio d’ amministrazione ha il dovere di prendere tutte le misure allo scopo: — a) Di utilizzare i boschi in modo regolare; b) Di ammendare le foreste ed educar boschi sui ter- reni a ciò destinati ed averne cura; €) Di mantenere attivo l’ esercizio di una polizia fore- O stale sufliciente. | Ci sono inoltre disposizioni per le mappe e la descri- zione delle foreste, per le piantagioni di essenze conve- mienti da farsi colle regole della dottrina forestale, sugli imboschimenti mal riusciti da ristorare e completare, sulla delimitazione delle foreste e sul dichiarar sacri i boschi novelli. Si proibisce l’ estrar ceppi in certt siti e specialmente su ripidi pendii, e si vieta lo stramare a chiunque non vi abbia diritto. E finalmente è regolato quanto sì riferisce non solo al godimento, ma ben anco lla protezione de’ boschi, alla vigilanza contro le tras- gressioni degli ordinamenti forestali e alla punizione de’ trasgressori. | Glialtri regolamenti forestali, come sono a cagion ‘ esempio quelli di Oberzigeri e di Untertigeri, non pon- o riguardarsi che come discipline rolutbra al godimen- 0; disposizioni di vera economia forestale non ne con- engoro quasi mica. 9 450 CANTONE DI LUCERNA. Il primo regolamento forestale generale di questo. Cantone porta la data del 1764. Allato ‘alle disposizioni _ restrittive del commercio de’ legnami, altri ve n° hannò_. sull’ economia e sulla polizia forestale; ma non pare che | abbiano mai avuto vero ed effettivo vigore. Nei primi trent’ anni di questo secolo non si emana-. rono che risoluzioni ed ordini diretti a rinnovare gli an- tichi, o più particolarmente risguardanti il commercio del legname e l’ esterminazione delle foreste. La più ri-_ levante fra queste risoluzioni è quella che uscì sul prin- cipio di questo secolo per la quale è totalmente abolita. la pastura del bestiame nelle foreste, e che essendo stata eseguita, almeno nelle parti piane del Cantone, ebbe. una benefica influenza. Col 3 giugno 1855 fu emanata una legge forestale pro-. priamente detta, e nel 1839 fu dalla Direzione dell’ In- terno pubblicata una raceolta di tutte le disposizioni le-. gislative ancora in vigore su boschi e selve, e di istru- zioni per gli agenti forestali ecc. La medesima Direzione. esprimeva il voto: Che questa pubblicazione avesse a richiamare all’ attenzione e della Autorità e dei citta- dini le leggi forestali in parte cadute in dimenticanza. |, Di queste disposizioni le più importanti sono: A. Disposizioni generali: 1. Senza autorizzazione del Governo non potrà essere dissodata alcuna parte di suolo boschivo nè per ese sere altrimenti coltivato, nè per essere convertito il pastura. 15l L’ autorizzazione non sarà accordata se non a condizione : Che venga messa a bosco un'estensione di ter- reno eguale a quella che vuol dissodarsi; Che il terreno da dissodarsi sia trovato inetto al prosperamento del bosco; O che il terreno dissodato venga a recare al pro- prietario un vantaggio eguale a due volte quello del bosco ; E che non ci sia a temer difetto di legna ne’ Co- muni. | L’ estrar ceppi e qualsiasi estirpazione è proibita sulle rive di fiumi e torrenti. 2. Ai Comuni e alle corporazioni è proibito il vender loro foreste. Parimenti è proibito il vendere o alie- nare separatamente i boschi attinenti a’ poderi; ciò può solo essere accordato. in via di eccezione dal Governo. 5. Non può essere tagliato legname per la vendita se non in quanto ciò sia compatibile col prodotto con- tinuo del bosco. Per ogni vendita di legname è necessaria l’ au- torizzazione governativa. 4. È proibito il far tagli rasi nelle montagne e-sulle ripide chine non meno che in altri siti ove potes- sero pregiudicare al naturale rimboschimento. 5. È proibito il tagliar erba o far pascolare il bestia- me. nelle foreste. Le pasture attigue a foreste de- vono essere cinte di chiudende, senza di che resta vietato il condurvi bestie. Non ci ha eccezione che pei siti da strame e da erba sulle alte montagne e su’ pendii, 152 6. Il preparar potassa, lo sveller rami di piante resi- 4 nose e il far resina senza l'autorizzazione del pro- | prietario del bosco e dell’ inlendente forestale è i proibito. 7. Disposizioni contro la propagazione di insetti dan- | nosi e i pericoli di fuoco. i EE RI PRE N i B. Disposizioni sui boschi dei Comuni. i 8. Le foreste dello Stato, dei Comuni e delle Corpora- zioni devono aver confini marcati; deve pur esser- | ne levata la mappa. Le medesime devono gover- narsi dietro un piano d° economia stabilito dall’ incl tendente forestale superiore. i 9. Il tempo dei tagli comincia in ottobre e finisce in marzo. Da questa disposizione sono eccettuate le | alte montagne e i tagli fatti per utilizzare la cor= ; teccia. Il tempo dell’abduzione del legname finisce . in aprile. 40. È prescritto: Di nettare le foreste da’ cespugli; | Di ripopolare gli spazi rimasti vani; i Di fare le tagliate regolari; Di provvedere ad un prodotto eguale continuo; | Di prosciugare e piantare i siti acquidosi; Di stabilire acconce vie pel trasporto dei legnami. 14. Il rastellar foglia senza l’ autorizzazione del rap-. presentante de’ proprietari è vietato. La legna secca. non può raccogliersi che nei i giorni fissati e senza usare stromenti. 12. La divisione de’ boschi comunali fra i singoli cite tadinì è proibita. SA 155 13. Tutte le servitù che aggravano le foreste dello Stato, dei Comuni e dei particolari devono essere riscattate. 44.1 Comuni e le Corporazioni devono avere de’ re- golamenti forestali, i quali devono conseguire l ap- provazione del Governo. 45. Per ciò che riguarda l amministrazione, la legge erea un intendente forestale in capo, incaricato della sorveglianza di tutta l’ amministrazione fore- ‘stale, 5 ispettori forestali o ispettori di circondario, e un bastevole numero di guardaboschi. — L' in- tendente in capo e gli ispettori sono nominati per 4 anni e pagati dal Governo. I guardaboschi son no- minati dai proprietari delle foreste , riservata al Di- partimento dell'Interno l'approvazione della no- mina. è C. Disposizioni pe’ boschi dei particolari. 46. La disposizioni sul tempo dei tagli e dell’ abdu- zione dei legnami (9) sono applicabili anche ai bo- schi de’ particolari, quando il legname si destini alla vendita. 47.1 particolari sono tenuti ad uniformarsi alle mas- sime vigenti pei Comuni relativamente al godimento dei boschi; essi riceveranno dal superiore inten- dente le direzioni e l'appoggio necessario. 48. La legge contiene da ultimo disposizioni penali. Il regolamento di servizio del personale forestale de- ermina le funzioni e l'indirizzo degli affari conforme alla legge e alle circostanze del paese. 154 CANTONE DI BERNA. La legislazione forestale del Cantone di Berna com-. prende quella per l’ antico Cantone, quella per il Giura e le disposizioni generali. A. Antico Cantone. Con un’ ordinanza del 48 settembre 1592 il Governo, _ raccomandata l’ economia della legna e chiamata V at- tenzione sugli abusi, dispone perchè i boschi siano pro- — tetti contro i tagli smodati e perchè sulle pasture comu- _ nali e ne' boschi stati malconci si piantino e si educhino — in bell’ ordine novelle essenze, circondandoli di siepi — onde guarentirli dalle offese del bestiame; ordina che % per ogni albero che si abbatte, un novello se ne pianti, e che ad ogni bosco si ponga uno o due custodi. Consi- mili disposizioni seguirono l’ una dietro l'altra in di-_ versi tempi, come fu negli anni 1623, 1625, e 1644. Le | ordinanze sulle miniere dell’ Oberhasli del 1654 stabi- liscono che di tutti i boschi che vengono tagliati debba- | no essere segnati i confini verso i fondi particolari e ehe ne debba rimanere bandito il bestiame finchè l’ inten- dente delle miniere il giudichi necessario, e che siano nominatì 4 guardaboschi. Col 47 e 28 febbraio 1725 il Governo emanò la prima ordinanza forestale generale per la parte tedesca del Cantone, contenente già i punti più importanti della legislazione forestale, e obbligatoria non solo per le fo- reste dello Stato, ma raccomandata eziandio per l’os- servanza e per l’esecuzione ai Comuni, ai particolari, - vet 155 | segnatamente ai possidenti di boschi, e ai funzionari in- caricati della repressione di delitti ed abusi. « L’ ordinanza pei paesi tedeschi della città di Berna » de’ 16 e 23 giugno e 7 luglio 1786 stabilisce : 4. I confini de’ boschi devono, per quanto è possibile, essere segnati con pietre, e non con marche fatte su alberi. Le foreste dello Stato e dei Comuni devo- no essere intorniate di fossi con rialzo di terra da un lato su cui si pianteranno abeti o spini. 2. Senza autorizzazione della superiore Autorità non potrà dissodarsi bosco alcuno per destinarne il ter- reno ad altra maniera di coltura. 3. Ogni pezzo di bosco tagliato deve essere sollecita- mente sgombrato e garantito dal pascolo del be- stiame. Laddove esistono diritti di pastura non può essere tagliato più che una terza parte di bosco per volta, nè il possessore del diritto di pastura può opporsi a questa maniera di forestale godimento. Finchè gli impiegati forestali non riconoscano che le piante sono cresciute a tale stato da non più temer danno dal bestiame, nelle parti tagliate del bosco - sarà inibita la pastura. Assolutamente proibita è la pastura ovunque non ci siano diritti di pascolo. Il possessore d° un diritto di pastura non può estirpare nè piante, nè ceppi. 4. È vietato l’introdur capre e pecore nelle foreste i cui fusti non siano cresciuti a tale da far sicura dai lor danni la pianta. Nelle montagne si assegnerà ai poveri, per le loro capre, località ove non possano recar danno, Chi tiene a casa d’estate una vacca non può mandar fuori capre alla pastura , nè alcuno può mandarne fuori più di quante gli son necessa- rie per la propria domestica economia. 156 5. Tutti i grandi spazii deserti devono essere semen- tati di forestali essenze dopo averne acconciamente preparato il terreno, e ìi minorì vacui saranno ri- popolati mediante piantagioni. I luoghi umidi e pa- ludosi devono venir migliorati e rimboschiti o con seminagioni o con piantagioni. 6, Il legname da tagliarsi deve essere designato dagli 9 ufficiali forestali, e i tagli e il fabbricare devono aver luogo in tempo conveniente. In capo ad ogni periodo di 10 a 42 anni le foreste devono essere sgombrate de’ cespugli e della legna secca e depe- rente. I tratti da tagliarsi devono essere stretti e nella direzione dal nord o dall’est a mezzodì o a ponente. Sulle montagne e nelle valli dalla parte maggiormente esposta a’ venti si lascerà sussistere una lista di bosco. . Si raccomanda come utile l'estrazione dei ceppi nelle foreste di abete e di quelli de’ veechi alberi frondiferi che hanno perduto la forza vegetativa; ma è proibita su’ pendii più o meno repenti. In ogni caso poi le buche de’ ceppi devono essere riem- pite e spianate e ripiantate di acconce essenze. . Il far erba o fieno e lo sfrondare ne’ luoghi tagliati è vietato, nè si permette pure ne’ boschi adulti fuor- chè con previa saputa degli ufficiali forestali e sotto sorveglianza. Il fabbricar pece è proibito ‘a chiun- que non sia per ciò patentato; nè fuor di paese è permesso vender pece. E proibito lo scalvare o re- cidere in giro i rami agli alberi senza averne otte- nuta l'autorizzazione; nessun albero deve essere diramato più in su di metà altezza. È vietato il far carbone con legname che può ado- 157 - perarsi a più utile fine e che può trasportarsi fuor del bosco. 40. L’ esportazione del legname di qualunque sorta è vietata ; libero invece n° è il commercio da un luo- go all’altro de’ nostri paesi; all’ eccezione però del legname accordato per pensioni 0 di quello che da Comuni è dato a loro attinenti. 44. Tutto il legname tagliato dovrà pel 4.° maggio es- sere sgombrato dal bosco, e questo essere chiuso pel 1.° ottobre. 42. Le rive de’ corsi d’ acqua guernite di piante sa- ranno considerate e tenute pari alle foreste. 45. Proibizione di far abuso di legname per le costru- zioni, le siepi, le vie, i ripari. 14. Fissazione delle pene ed esecuzione delle con- danne. 45. L’ esecuzione della legge è commessa agli amman- ni, ai forestali e ai-guardaboschi. Questa ordinanza forestale, notevolissima pel tempo in cui fu emanata, venne completata nel 1817 colle di- sposizioni sulla divisione delle foreste, nel 1824 con quelle ‘sulla vendita del legname e ultimamente colle eggi e regolamenli qui sotto indicati : a) Ordini di polizia sull'economia forestale, sull’ estir- pazione dei boschi, sui tagli e sulla flottazione, del 26 ottobre 1853, colle seguenti disposizioni : 4. Nell’ Oberland non è permessa alcuna estirpazione di bosco, ad eccezione di casi tutt’affatto speciali. Possono far eccezione le estirpazioni che hanno per iscopo una coltura transitoria del terreno, le quali possono dalla Direzione del demanio e dei boschi essere concedute per tre anni. I proprietari , 133 di boschi detti d’ estirpazione (Riitih6lzer) nell’ Em- menthal non hanno mestieri d’ autorizzazione per continuare il medesimo modo di godimento come sin qui. I boschi portanti questo nome, quando sia- no popolati di abeti, di pini, di faggi ecc. sono con- siderati come vere foreste. . Non sarà accordato di far tagli per esportare i le- gnami fuor del Cantone se non nel caso: Che il taglio possa aver luogo senza influire pre- giudizievolmente sul bisogno di legna dei proprie- tari, nè sul prodotto continuo del rispettivo bosco ;. Che il legname sia maturo pel taglio; Che per causa del taglio non ci sia a temere nè valanghe, nè smottamenti, nè cadute di pietre o di ghiacci, nè altri dannosi accidenti; Che i boschi siano mal piantati, o infestati da: insetti; Che finalmente siavi il proposito d° intraprendere. di nuove piantagioni nel miglior interesse della fo- : restale economia. torizzazione, si richiede però che ne sia avvertito | I’ ispettore forestale. Le Comuni e le Corporazioni che intendono vendere più di 25 tese di legna de-. vono averne ottenuta l’ autorizzazione governativa, quand’ anche il legname non esca dal Cantone. . Tutti i siti tagliati devono essere difesi dal pascolo del bestiame e nel termine di un anno ripopolati. sia mediante semine, sia con piantagioni. I boschi dei Comuni e delle Corporazioni devono essere governati in modo che diano un prodotto continuo ed eguale. Possono farsi tagliate straordi- . Per tagliare sino a 410 piante non è necessaria |’ val < p i 159 narie in casì urgenti; ma l’ anticipato consumo fatto con questi tagli dovrà con risparmio d’ altra parte venir ristorato entro un lasso di tempo da fissarsi dal Dipartimento dell’ Interno. 6. È vietata la divisione dei boschi dei Comuni e delle Corporazioni senza l’ autorizzazione del Governo. Non si può estrarre resina fuorchè dagli alberì che hanno tocco un diametro di 45 pollici e che stanno su pasture. 7. Tutti i Comuni e le Corporazioni che hanno foreste devono avere regolamenti sull’ economia e l ammi- nistrazione forestale. Gli agenti forestali, essendone richiesti, dovranno cooperare alla formazione di questi regolamenti, i quali hanno poi ad ottenere la sanzione governativa. 8.1 nudi clivi montani non formati di roccia e il cui piede è bagnato da correnti, devono essere pian- tati di salci, di pioppi, di alberelli, di alni, e di cespugli; ne deve quindi essere inibito il pascolo sino a che le piante non siano cresciute a segno da starsi sicure dal dente del bestiame. 9. Le penalità. b) La legge detta di cantonamento, del 22 giugno 1840, | Questa stabilisce per massima che tutte le foreste gra- vate di servitù sono redimibili mediante cessione di una parte del suolo. Per mala ventura vi è anche inserita la massima che gli usuari possono dividere fra loro la por- zione di foresta ai medesimi abbandonata. Un decreto del 5 aprile 1844 designa il modo di procedere al ri- scatto delle servitù. e. 1T__uJ]/J& 0] restali comunali ne designa più precisamente gli incumbenti facendo dovere ai medesimi di fornire alle Municipalità le necessarie dilucidazioni e di- rezioni e di esercitare una attiva vigilanza sull’ e- secuzione del regolamento forestale. 10 146 C. Disposizioni per tutto il Cantone. a. Legge sull’organizzazione dell’amministrazione forestale dello Stato, del 350 giugno 4847, colle seguenti disposizioni 4. Sono capi dell’ amministrazione forestale 1’ Inten- dente del demanio e delle foreste e l’Ispettore can- tonale dei boschi. Il primo veglia alla conserva- zione della proprietà e attende alla contabilità ; l’altro dirige l'economia forestale. 2. Il Gantone è diviso in 7 circondari e in 24 circoli forestali al più. Ai circondari sono preposti Ispet- tori, ai circoli Sotto-Ispettori forestali; saranno, inoltre nominati guardaboschi in numero sufficiente. al bisogno. 5. La durata in carica è di 4 anni; stipendii e tra-' sferte a carico dello Stato. Con decreto governativo del 6 novembre 4847'si for-. marono 416 circoli, a 9 dei quali furono nominati i loro. Sotto-Ispettori; gli altri 7 furono commessi alla cura) degli Ispettori. b. Istruzioni pei funzionari ed impiegati forestali e pei guardaboschi, per cui sono regolate le fun-; zioni e le attribuzioni loro, e un regolamento per gli esami forestali. c. Istruzioni sulla tenuta de’ registri e sulla conta» bilità, dell’41 agosto 1859. d. Una legge sulla formazione di piani di economia forestale, del 24 marzo 18641, nella quale è sta» tuito : 1. I Comuni e le Corporazioni hanno l’obbligo di pre- parare pel 4 gennajo 1875 al più tardi del piani 147 d’economia pei loro boschi secondo i dettami della scienza forestale, e di sottoporli al Governo per l'approvazione. Laddove da’ boschi si estragga maggior copia di legname che non comporti il loro prodotto continuo, il Governo è autorizzato ad or- dinare l’ applicazione di un piano d’ economia, 2.1 Comuni e le Corporazioni che eseguiranno i loro | piani d’ economia entro i 10 anni prossimi venturi, riceveranno dallo Stato un sussidio del 10 °/o delle spese di misura e d’ organizzazione. 3. I contratti per misure ed organizzazione sono sot- ——toposti all'approvazione della Direzione delle fo- reste. 4.1 Comuni e le Corporazioni dovranno inoltre pre- parare regolamenti sul godimento delle foreste i quali dovranno essere sottomessi all’ approvazione del Governo. — Un decreto governativo del 25 gennajo 1861 regola il modo di procedere nella formazione de’ piani d’ econo- mia. Tutti i relativi lavori sono sotto la direzione del- l Ispettore forestale cantonale, e tutti i piani d’ econo- mia devono indispensabilmente essere presentati al Go- verno per l'approvazione. e. Una legge del 1 dicembre 1860 sul dissodamento dei terreni boschivi, prescrive : 4. Senza l’ autorizzazione del Governo, nessun terreno boschivo, compresi i boschetti sulle sponde dei corsi d’acqua, può essere dissodato per venir con- vertito in campo, prato o pastura. 2. L'autorizzazione non può essere accordata quando ci abbiano particolari possessori di diritti sui bo- schi in quistione, o questi boschi servano a pro- 148 teggere dal pericolo di naturali calamità, o l’ estir- pazione del bosco avesse per conseguenza un peg- gioramento del suolo, o ne venisse frazionamento e smembramento di un corpo di bosco, od occa- sionasse altre domande di dissodamento da parte. di vicini. 5. Non può essere di regola accordato il dissodamento se non quando il suolo da dissodarsi mediante un’altra maniera di coltura assecuri un più notevole prodotto, quando la sua estensione non sia mag-, giore di 2 a 6 jugeri secondo la sua posizione rispet- to ad altre foreste, e quando si pianti a bosco un’ e- stensione eguale di terreno del medesimo valore. Se il postulante non può adempire quest’ ultima. condizione, dovrà pagare una tassa di dissodamen+-: to di 80 fr. per jugero alla Direzione delle foreste! da impiegarsi in colture forestali. Le contravvenzioni a questa legge sono punite .colla multa di 100 sino a 400 fr. sig ogni jugero. di bosco dissodato. I CANTONE DI FRIBORGO. ; La legislazione forestale di questo Cantone comincia nell’anno 1455 colla proibizione del pascolo delle pe- core nelle foreste. Nel 14538 si vietò di tagliar piante nei dintorni della città; nel 1440 fu proibito di mescolare cortecce di alberella e di ontano a quelle di abete de- stinate alle concie; nel medesimo anno si prescrissero norme sulla proprietà del legname di flottazione che sì arresta ai ponti. Dagli atti che si ebbero sottocchi ri- sulta che da quel tempo in poi la legislazione relativa 149 alle cose forestali cadde in un torpore che durò pel corso di 200 anni. Nel 1641 si fissò il prezzo della le- gna per la città di Friborgo (un tallero per un carro tirato da 3 o più cavalli), e nel 1647 si diresse ai Co- muni l'ordine di avvisare a provvedimenti pel godi- mento de’ boschi affine di conservarli e di avere legna- me da fabbrica. ‘ Qui entrò di nuovo un silenzio di 80 anni, correndo il qual tempo sembra che le foreste siano state senza freno o ritegno decimate. Sdormentatasi quindi |’ atten- zione, si decretò nel 1728 l’assoluta proibizione di trarre legna dai boschi dello Stato e degli Spedali, fuorchè in caso di somma necessità, e ciò pel periodo di 20 anni, e fu ad un tempo ordinato che i proprietari di umidi terreni dovessero piantarvi salci e pioppi, la pastura delle capre ne’ boschi del piano veniva nel medesimo tempo abolita. Nel 1755 fu proibito il trarre legna da fuoco dalle selve resinose; ai Comuni fu interdetto di Tecidere i rami agli alberi atti a costruzioni e di for- nire ai comunisti legnami da siepi, e nel 1734 fu ema- nato un decreto di proibizione contro }’ esportazione del legname senza autorizzazione della pubblica Auto- rità. Il quale decreto venne rinnovato nel 1779 e poi ancora nel 1781, e modificato in parte nel 1796, la roibizione fu estesa anche alla corteccia da concia. ello stesso anne furono stabilite norme per la puni- ione dei delitti in materia forestale commessi nei bo- chi dello Stato, e si prepararono formulari per una sompiuta descrizione dello stato delle foreste, ed istru- ioni pel loro godimento, pell’ amministrazione e pello stabilimento dei confini. Il 15 ottobre 1808 uscì una legge sui delitti forestali 150 che vietava il fare potassa senza il consenso del proprie- tario e l’ estrarre resina. Nel 1809 escì la legge sul ri- scatto delle servitù che dopo lo spazio di 2 anni si con- sideravano come estinte. La legge del 17 maggio 1816 sull’ organizzazione delle finanze, al capitolo delle foreste e delle miniere, commette al Consiglio di Finanza la sorveglianza del- l economia forestale, e prescrive la nomina di un Ispet- tore forestale cantonale, la formazione delle mappe e_ la descrizione delle foreste dello Stato. Nel 4826 1’ Ispet- tore forestale fu chiamato ad assumere la direzione del- l’amministrazione delle foreste comunali. Nel 4850 fu. posto per massima che le foreste comunali dovessero essere governate in modo da averne un prodotto con-, tinuo, e furono inibite le vendite di ingenti quantità di. legname, tali da diminuire il valore delle foreste. (ol; 5 ottobre 1856 fu adottato un regolamento per l’am-.. ministrazione delle foreste, il 19 maggio 1846 un de-.. creto sull'azione contro i. delitti forestali a spese dello! Stato, e il 6 giugno 1849 una disposizione relativa. alla | stima da farsi delle foreste dello Stato per servir di base | all'imposta da percepirsi dai Comuni. A tenore di que- | st ultima disposizione il valore per fissare I imposta, sulla sostanza sì ha multiplicando per 20 il prodotto. medio netto dei dieci anni precorsi, così ca pitalizaangg done il prodotto netto al 3, °/o. Ì La legge forestale attualmente in vigore è del 25 mag=. gio 4850, i cui punti più rilevanti sono : i) 4. Le fotoala dello Stato, dei Comuni e delle Corpora=) zioni, come pure quelle la cui proprietà è promiscua, sono sottoposte alla sorveglianza del Consiglio dè Stato che la esercita mediante un Ispettore forestale prese 154 cantonale e quattro ispettori di circondario sotto la direzione dei Direttori delle Finanze, dell’ In- terno e dell’ Istruzione pubblica. 2. L’ Ispettore forestale cantonale è nominato dal Gran Consiglio, gli ispettori di circondario dal Consiglio di Stato. Tutti devono subire innanzi alla nomina | unesamee sono pagati dalla cassa dello Stato. 5.1 guardaboschi dipendono dagli ordini del perso- nale forestale cantonale. Il Consiglio di Stato no- mina i guardaboschi delle foreste appartenenti allo Stato; quelli dei Comuni e delle Corporazioni sono nominati dalle rispettive Autorità sopra una terna presentata dall’ Ispettore forestale. I Comuni posso- no avere de’ forestali in capo. 4. A tutte le foreste soggette alla sorveglianza dello Stato devono essere fissati i limiti, levate le mappe, tutte devono avere governo regolare. Educare bo- schi di alto fusto e studiar di ottenere il maggior possibile prodotto. I piani di economia sono stabi- liti dagli Ispettori forestali e dai delegati comunali e devono conseguire l’ approvazione governativa. 5.Iwuoti vogliono essere ripopolati e le giovani fo- reste purgate o nettate. Il godimento deve se- guire mediante tagli successivi. Il taglio saltuario » non è permesso che nelle località dove il taglio raso potrebbe causare smottamenti e valanghe o rendere difficile il rimboschimento. Quando si fan- no tagli rasi nelle montagne, si deve lasciar sus- sistere un’ orlatura al limite superiore e sul lato maggiormente esposto all’ impeto de’ venti. L’estrar ceppi nelle foreste ove furono fatti tagli saltuari, o dove crescono piante novelle, è vietato. \ 6. Il tempo dei tagli e del trasporto del legname fuor de’ boschi è da novembre a giugno. Tutte le piante destinate al taglio vogliono essere martellate. 7. Ogni vendita di legname deve essere fatta per pub- blico incanto e pubblicata nei Comuni circonvici- ni; gli Ispettori forestali ne vengono avvisati otto ‘ giorni innanzi. 8. Nessuno può farsi a raccogliere prodotti secon- dari di foreste senza averne ottenuto l’ autorizza- zione dalla amministrazione delle foreste. La pa- stura de’ boschi, come pure la raccolta di ghiande | o di faggiuole è intieramente proibita. A quest’ ul- — tima disposizione può permettere eccezioni il Con- siglio di Stato, sul preavviso dell’ amministrazione forestale, per le foreste delle alte montagne. i 9, È proibito l’ alienare in tutto o in parte le foreste, come pure il dissodarle o il dividerle, nè possono farsi tagliate straordinarie senza autorizzazione | governativa. Gli Ispettori forestali ordinano ogni anno le necessarie colture, le quali, quando non ‘ avvenissero giusta le prescrizioni e nel tempo sta- - bilito, l’ amministrazione forestale le fa eseguire a | spesa del proprietario. | 40. La legge contiene buone norme per: preservare le foreste da’ pericoli del fuoco e da’ danni degli insetti. 44. Non possono essere estirpate neppure le foreste di particolari, nè tagliate a nudo quando trovinsi nelle circostanze toccate sotto N.° 5 qui sopra. Esse sono, come le comunali, soggette alle disposizioni di polizia. NET OO 155 42. I diritti di uso gravitanti sulle foreste non de- vono mai eccederne il prodotto continuo, nè può essere posta sulle medesime alcuna nuova servirtù. L’ esercizio dei diritti che pesano sui prodotti se- condari deve essere regolato per modo che al pos- sessore del diritto ne sia assicurato il godimento senza danno della foresta gravata. I diritti di pa- scolo, di.raccoglier semi ecc. sono aboliti. 45. Tutte le servitù sono redimibili. Il possessore del diritto, del pari che il possessore del fondo, può esigere il riscatto. L'indennità sarà effettuata sia in denaro, sia con cessione di una porzione della foresta aggravata, a scelta del proprietario della medesima foresta. Il riscatto si fa pagando 20 volte il prodotto medio annuale del diritto. Qualora le parti non possano intendersi in via amichevole, la quistione sarà sottoposta ad un arbitramento. . 14. La legge ha disposizioni sulla qualificazione dei delitti, sul modo di procedere contro i medesimi, 4 sulla loro denuncia e punizione. Le condanne han- no luogo per mezzo dei Giudici di pace e dei Com- missari e in certi casi per mezzo de’ Tribunali. = Speciali istruzioni emanate dal Consiglio di Stato de- terminano accuratamente le attribuzioni degli uffici fore- stali e dei guardaboschi. CANTONE DEL VALLESE. La legge del 1.° giugno 41855 ha abrogato tutte le an- tecedenti leggi relative a boschi e selve, delle quali non potemmo avere cognizione, sostituendosi quanto segue: 154 QI =] . Le foreste tanto dei Comuni che dei particolari so- no soggette alla sorveglianza del Consiglio di Stato che la esercita per mezzo di uno dei suoi Diparti- menti (attualmente quello delle pubbliche costru- zioni) e dei suoi impiegati (ispettori forestali). . Gli Ispettori sono nominati dal Consiglio di Stato e retribuiti dallo Stato. I Comuni devono avere dei guardaboschi a loro spesa. Le nomine fatte dalle Municipalità vogliono essere ratificate dal Diparti- mento governativo delle foreste il quale può anche domandarne la revoca. | . Le foreste dei Comuni e delle Corporazioni sono. amministrate dalle Municipalità e dagli uffici delle Corporazioni. . Le tagliate ordinariè, cioè, fatte pel bisogno dei| comproprietari, sono accordate dalla Municipalità. Le straordinarie fatte nelle alte fustaje (tutte le fo-. reste la cui rotazione oltrepassa ‘i 350 anni) sono. autorizzate dal Consiglio di Stato. . Non possono dissodarsi foreste senza l’ autorizza- | zione governativa. Non può farsi vendita di legnami che per via di pubblica asta. Se la vendita è di una quantità magi giore di 23 tese, l'incanto deve essere pubblicato nel Foglio oliviile: . I boschi di privata proprietà godono parimenti dei diritti e dei favori della legge. Per trarre dalle alte. fustaje oltre a 25 tese di legna è necessaria I’ auto-. rizzazione governativa. Non possono farsi estirpa- zioni nè tagli rasi laddove ne possa venir danno al suolo, ai fondi vicini, agli acquedotti, alle strade. od alle abitazioni. 155 .. 8. Non può aver luogo flottazione di legnami per tor- renti, rivi e canali senza autorizzazione governa- tiva. Ai fronteggianti delle acque fatte servire alla flottazione sarà pagata una tassa a norma di ta- riffa a titolo d’ indennizzo pei danni non apparen- ti; i danni manrifesti devono essere risarciti. 9. Sulle sponde del Rodano e dei canali si lascerà sus- sistere un’ orlatura di alberi, e così pure al limite superiore delle foreste. 40. I tagli rasi sono vietati; il godimento deve essere in proporzione del progresso dell’imboschimento. Si stabiliranro de’ piani d’ economia. Ogni anno sarà presentato al Gran Consiglio un rapporto sul go- verno dei boschi e delle selve. 14. L’estrarre umori dagli alberi, lo scavare o tras- portar terra, l’accender fuoco e l’eriger forni da calce, gesso o carbone senza l’ espresso consenso del proprietario del bosco è proibito. 42. Per un’ estirpazione o taglio raso non autorizzato sarà pagata una multa di 60 centesimi per ogni tesa quadrata, le altre contravvenzioni alla legge sono punite con multe di 5 sino a 75 franchi. Le multe sono inflitte dalle Municipalità, con riserva di ricorso al Tribunale per quando una multa oltre- passi gli 8 fr. vecchia valuta (fr. 44 4/2), Ogni legna- me abbattuto o trasportato per acqua senza auto- rizzazione sarà confiscato. Le multe, i pagamenti di danni e il ricavo dei legnami confiscati appar- tengono al proprietario del boseo; se le multe fu- rono inflitte per tagli o dissodamenti illeciti o per flottazione non autorizzata, sono versate nella cas- sa dello Stato. Le deposizioni dei guardaboschi 156 fanno fede in officio sino a che non vi sia la prova del contrario. 45. Il Consiglio di Stato è incaricato dell’ emanazione di un regolamento forestale. Questo regolamento, emanato il 4.° luglio 1893, con- sta di 66 articoli che recano dilucidazione alla legge e ne regolano l’ esecuzione. Le disposizioni essenziali che servono a completarla sono: 1. GI Il personale forestale si compone di un Forestale cantonale e tre Ispettori forestali di circondario. La loro durata in carica è di quattro anni, ma pos- sono essere dimessi nel corso del rispettivo periodo — con risoluzione motivata. | . Il Dipartimento delle foreste potrà, se il caso ri- | chiede, fissare il numero dei guardaboschi comu- . nali, illoro appuntamento e il prezzo delle loro . giornate di lavoro. i . Subordinatamente al Dipartimento, il Forestale can- | tonale sorveglia l’amministrazione delle foreste e fa — eseguire la legge e i regolamenti; fa i rapporti e le | proposizioni pei tagli straordinari e per le colture, _ visita le foreste quando lo crede necessario e tiene | un controllo. Gli ispettori forestali visitano le fo- reste, istruiscono i guardaboschi, li dirigono e li sorvegliano, progettano i piani d’ economia, sor- vegliano i tagli, ordinano le colture e purgazioni, assistono agli incanti di legnami e tengono le neces- sarie scritture. Alle foreste dovrà farsi la demarcazione de’ confini entro un termiue da fissarsi dal Consiglio di Stato. Le chine, ove abbiasi a temere di valanghe o di smottamenti, dovranno esser rivestite di piante. La 157 larghezza dell’ orlatura arborea sulle sponde del Rodano sarà di 300 piedi, sulle sponde di piccoli fiumi e canali di 30 piedi. Nei boschi che non hanno ancora tocco l’ altezza di 10 piedi è vietata la pa- stura delle capre. La pastura di altro bestiame sarà regolata a seconda del riguardo dovuto al prospe- ramento de’ boschi e ai bisogni imperiosi della po- polazione. 5. Le foreste sono chiuse dal 4.° giugno al 51 agosto, eccettuate le foreste delle alte montagne e i casi d’ urgenza. 6. Tutti gli alberi destinati al taglio devono prima essere marcati col martello del proprietario. È vie- tato il tagliar piante sulle ripide pendici ove ci ha pericolo di formazione di valanghe o di smotte. 7. Alle siepi morte dovranno sostituirsi per quanto è possibile siepi vive e muri. 38. Nelle diramazioni o mondature, sia per raccogliere foraggio o sia per altro fine, si dovrà aver cura di risparmiare la cima delle piante. 9. Il godimento non potrà mai in verun caso oltre- passare la crescenza media annuale. Altre leggi e regolamenti relativi all'economia fore- stale sono: 4. L'ordine del Dipartimento delle pubbliche costru- zioni, del 28 gennajo 1855, concernente Corsi da darsi ai guardaboschi a Briga e a Sion. 2. Le istruzioni pei guardaboschi, del 15 marzo 1855. 5. Il decreto del Consiglio di Stato del 1.° ottobre 1857 circa un'imposta sulla rendita e sul taglio dei bo- schi di alto fusto. Ogni legname di commercio è soggetto all’ imposta, tanto quello che viene im- 158 portato come quello che viene esportato, tostochè | la quantità ecceda le 3 tese ; alla stessa misura sono soggette anche le quantità inferiori a 8 tese fornite agli aventi diritto d’ un Comune 0 d'una Corpo- razione. 4. Risoluzione governativa del 12 maggio 41858 che obbliga i Comuni e le Corporazioni ad utilizzare la corteccia di quercia, d’abete rosso e di larice per la concia. CANTONE DI VAUD. La legislazione forestale del paese di Vaud comincia | con un regolamento su i porti e gli alti boschi (Reégle- ment des ports et Joux) emanato dal Governo di Berna | il 15 luglio 4700 e rinnovato ed ampliato il 6 genna-; jo 1786. In quest’atto il Governo si lagna della mala. osservanza del regolamento del 4 marzo 16753, della ne-. gligenza degli impiegati forestali, della Re ! fruizione di boschi e selve, dell'estrazione della resina, dei delitti commessi da’ Frarivesi de’ confini, della ti struzione di foreste per ampliar pasture e dello stabili; mento di vetraje, e dispone quindi in 44 articoli come, debbano essere in avvenire goduti i boschi e come sia. a controllarsi il commercio del legname. Vi è stabilito. fra altro: 1. L'esportazione della pece è intieramente vietata, e pel proprio uso non può prendersi resina che da | luoghi di difficile accesso e da’ quali non può es- sere trasportato il legname. ti 2. È vietato |’ estirpar piante in alti boschi. 159 ‘ 5. L’ introduzione di industrie influenti sul consumo della legna, come sarebbero fornaci, mattonaje, tegolaje, vetraje, calcare, è proibita. 4. Nei Bois d’ Avenne (che sono i boschi e le selve sul confine del territorio presi nella larghezza di 200 passi, che erano circoscritti e conservati per la «difesa del paese) non possono farsi estirpazioni, dissodamenti nè tagli. Le estirpazioni saranno pu- nite colla confisca del terreno su cui avranno avuto luogo, i tagli con una multa di 50 fiorini per ogni pianta. > 5. Nelle selve riservate (porzioni di foreste dei Co- muni o dei partieolari segnate fuori e dichiarate di riserva per allevarvi alberi di poderose dimen- sioni) le estirpazioni sono punite con una multa di 25 a 50 fiorini, e i tagli con una multa di 40 a 25 fiorini per pianta. Possono abbattersi gli alberi che hanno oltre a tre piedi di diametro. 1 6. Nessuno può mandar alle pasture comunali mag- gior copia di bestiame di quanto possa svernarne sul proprio. 7. Alle chiudende di legna morta si sostituiranno © | siepi vive o fossati; le siepi morte devono durare almeno 20 anni. 9. Disposizioni severe per la distribuzione della legna agli usuari e pelcommercio del legname, colla mag- gior possibile restrizione di quest ultimo, princi- palmente rispetto all’ esportazione. La legge forestale del 9 giugno 1810 è la prima opera legislativa del Governo del Cantone di Vaud sul campo della bisogna forestale. Essa comprende le seguenti principali disposizioni : 160 A. Alla legge forestale sottostanno tutti i boschi e le selve. I tenimenti boschivi dello Stato sono oggetto di un’ amministrazione speciale. I boschi comunali non possono essere nè spian- tati nè alienati senza autorizzazione governativa. Essi devono essere governati colle norme prescritte pei boschi dello Stato; un quarto dei medesimi sarà considerato come di riserva. Le Autorità comunali nominano e stipendiano i guardaboschi. Le selve di alto fusto di quercia e le resinose di particolari, se hanno un'estensione maggiore di 5) jugeri, non possono essere spiantate senza l’ auto= rizzazione governativa. I proprietari possono te-; nervi de’ guardaboschi. 2. Pei boschi dello Stato saranno stabiliti de piani d’ economia. i 3. I boschi dello Stato e i comunali saranno, per; quanto è possibile, educati e tenuti ad alto fusto. Devono essere governati per modo che diano un' prodotto eguale e continuo e che abbiano a ripo- polarsi naturalmente. Tutte le piante da abbattersi devono essere martellate. . Tutti i vacui intermedii saranno rivestiti di fore- stali essenze. I terreni a piano repente e soggetti a smotte o @ valanghe non saranno mai intieramente smantel- lati di bosco. . Il tempo de’ tagli comincia col 4.° novembre e chiudesi col 1.° maggio. 7. Sui delitti forestali e loro punizione. Le condanne sono pronunciate da’ Pritunali. 8. Organizzazione: Le aut». ‘a forestali sono: x > SS \©P ‘ 161 __—‘©«) Una Commissione forestale, composta di un membro del Piccolo Consiglio presidente, del Di- rettore generale delle foreste, del Commissario generale, di due membri aggiunti e di un Se- gretario, ed è nominata dal Piccolo Consiglio. b) Ispettori forestali; c) Guardaboschi, | Questi ultimi sono nominati dal Piccolo Consiglio sopra una terna presentata dalla Commissione delle foreste. + 9. Tutti i diritti gravanti su boschi e selve sono redi- mibili. Il riscatto ha luogo mediante il pagamento . di una somma eguale a 20 volte il valore del ricavo, | ©ppure cedendo una porzione del suolo , ad arbitrio di chi è possessore del diritto. Laddove ad uno ap- partenga il bosco e ad un altro la pastura, le due proprietà dovranno essere separate. I diritti che non verranno riscattati dovranno essere regolarizzati. 10. Il tempo della pastura comincia: al piano, il 40 maggio; al monte, il 20 maggio. Il diritto di raccolta delle ghiande e di mandare i porci alle Ghiande non potrà esercitarsi che dal 9 ottobre al 4 gennajo. 2 La legge forestale ora vigente è del 12 giugno 1835. Essa abbraccia: Le foreste cantonali ; » » comunali; » » di particolari e di società. Il Consiglio di Stato è incaricato dell’ esecuzione della ©gge. Stanno a’ suoi ordini: @) La Commissione delle foreste, composta: Di un membro del Consiglio di Stato, presidente; 14 162 Di un Vice-presidente; Del Commissario generale; Di due Esperti nella scienza forestale. La Commissione ha un Segretario. b) Gli Ispettori forestali dello Stato. c) I guardaboschi cantonali. d) Le Municipalità e i loro ispettori forestali. e) I guardaboschi comunali. Il Consiglio di Stato nomina gli impiegati forestali cantonali, che sono retribuiti dallo Stato. Le Munici-- palità nominano gli ispettori e i guardaboschi comu-. nali, che sono retribuiti dai Comuni. i Le disposizioni essenziali della legge sull’ economia e sulla polizia forestale sono le seguenti : A. Foresie cantonali. 4. Senza l'autorizzazione del Gran Consiglio le fo- reste cantonali non possono venir dissodate, n diminuite, nè aggravate di servitù. | Di tutte le foreste cantonali devono essere segnati i confini e levate le misure e la mappa. Di tutte deve formarsi un piano d’economia che ne assicuri unt prodotto continuo; per quanto le circostanze lo permettono, esse devono essere governate ad alti fustaje. Le piante di alto fusto destinate al tagli saranno martellate al piede e sul tronco a tre pied dal suolo. La vendita dei prodotti forestali ha luogo di regola per pubblico incanto. i 3. Il tempo de’ tagli comincia al piano col 1.° ottobre e finisce col 4.° maggio; sulle montagne comincia col 1.° settembre e finisce col 4.° giugno. i vi. Lo 1. LO 165 B. Foreste comunali. Le foreste comunali non possono essere nè divise, nè disertate, nè dissodate, nè gravate di nuove servitù senza una speciale autorizzazione del Con- siglio di Stato. . Le Municipalità amministrano le foreste comunali, e sono risponsabili di loro gestione. I Comuni che possedono 200 jugeri o più di foreste, devono ave- re un ispettore forestale. I Comuni devono avere un numero sufficiente di guardaboschi. . Di tutte le foreste comunali devono segnarsi i con- fini, le Municipalità devono averne i piani esatti e dettagliati. Dette foreste devono essere educate e mantenute, per quanto è possibile, allo stato di alte fustaje. Sarà stabilito un piano d’economia per cia- scuna foresta comunale basato sull’ estensione e lo stato della foresta, avuto riguardo ai bisogni cui far fronte; questi piani sono progettati dall’ ispettore forestale e da una delegazione municipale, e sono soggetti all'esame della Municipalità e della Com- missione delle foreste e all'approvazione del Consi- glio di Stato. La martellatura delle piante destinate al taglio ha luogo a cura dell’ Ispettore forestale, e in man- canza di quest ultimo, di una Delegazione della: Municipalità. La Commissione può di simile opera- zione dar incarico ad impiegati forestali cantonali. Le vendite di legnami si fanno a pubblica asta, e devono essere annunciate almeno 8 giorni prima all’ Ispettore cantonale. e 164 5. Il tempo dei tagli fissato per le foreste cantonali è il medesimo anche per le comunali. ll diritto di pastura non può essere esercitato che dal 15 maggio al 51 ottobre al piano, e dal 25 mag- gio al 9 ottobre sulle montagne. Non può dedicarsi al pascolo che 3f4 al più dei boschi comunali; non può introdursi bestiame ne’ siti tagliati, ne’ semi- nati e nelle piantagioni interiori all’ altezza di 15 piedi. La pastura delle capre è vietata ne’ boschi del piano. Nelle montagne delle Alpi e del Giura. non può farsi accessibile a questi animali che !f10 , del bosco. Chi può tener una vacca non può man- , dar capre alla pastura; nessuno può mandarne più , di due. 6. i C. Foreste di particolari e di società. Nelle foreste di questa categoria non possono farsi nè estirpazioni nè tagli rasi sulle chine repenti od in loca-' lità ove l'estirpazione o il taglio potesse occasionare la- | vine o valanghe o frane. Del resto i proprietari possono | governare le loro foreste a beneplacito e possono anche! dissodarle, purchè ne sia dapprima prevenuto 1’ Ispet=. ‘tore forestale del circondario. Le piante atterrate devono! essere sottoposte alla martellatura per poter essere tras=' portate fuori della foresta. i ti D. Flottazione del legname. Il trasporto del legname per acqua è messo sotto la sorveglianza dell’Ispettore forestale del circondario. Non possono farsi cateratte o chiuse di flottazione senza per- messo del Consiglio di Stato. La Commissione delle fo- 4165 reste accorda il permesso di flottazione. Ai proprietari di rastrelliere o chiuse vuol essere pagata una tassa che viene fissata dal Consiglio di Stato. E. Servità. Tutte le servitù e i diritti che aggravano le foreste sono redimibili; esse sono soppresse in quanto che non siano fondate su documenti o giustificate pel possessa. Il diritto di dinunzia del riscatto si compete al proprie- tario del fondo; al possessore del diritto di servitù spetta il determinare se il riscatto debba seguire mediante pa- gamento in denaro, o mediante cessione di una porzio- ne del bosco gravato. Il prezzo del riscatto è venti volte il valore dell’ annuo ricavo. Le restrizioni della pastura hanno pur forza verso i proprietari del diritto di servitù. F. Delitti forestali. La legge definisce le contravvenzioni e i delitti e ne stabilisce le pene e la procedura. Le condanne sono pro- nunciate dai Tribunali di polizia o dai Tribunali corre- zionali, secondo la gravità del caso. A questa legge seguì un decreto, del 24 maggio 1835, del Gran Consiglio, per cui il Cantone è diviso in 6 cir- condari forestali e sono fissati gli appuntamenti degli impiegati forestali. Il 12 giugno dell’anno medesimo uscì una legge sul commercio e sulla esportazione del legname. A tenore di questa legge il commercio del le- gname è libero nell’ interno, mentre all’ incontro per l'esportazione, finchè tutte le foreste del Cantone non sono governate conforme alla legge, deve domandarsi un permesso della Commissione delle foreste. Un simile 166 permesso può esser rifiutato ai Comuni che fossero tras- corsi ad un godimento smodato de’ boschi, e ai partico- lari e alle società che fossersi resi colpevoli di contrav- venzioni alla legge forestale. Una istruzione assai dettagliata del 1836 venne accu- ratamente regolando l’ andamento dell’ amministrazione forestale, e nel 1857 fu emanata un'istruzione sulle col- ture forestali. Un decreto del Gran Consiglio, del 6 dicembre 1845, autorizza il Consiglio di Stato a nominare de? periti per allestire i piani d’ economia delle foreste, e a pagare la metà delle spese che i Comuni avranno a fare per que- sti lavori. Sotto il 15 giugno 1844 fu emanato un regolamento pei periti incaricati di preparare i piani d’ economia delle foreste comunali. Una nuova legge, del 17 genna- | jo 4851, sul commercio e sull’esportazione del legname, . contiene le medesime disposizioni principali di quella - del 1835 ed è completata da un decreto del Consiglio di — Stato del 19 marzo 1852. Un’ istruzione del 24 luglio 1853, completata da una | seconda del 1.° giugno 1855, regola la contabilità e il ‘ controllo del ricavo de’ boschi. Un decreto del Gran Consiglio, del 1.° dicembre 185$, stabilisce norme per la’ flottazione, e un regolamento del 19 gennaio 1856 ne. regola l’ esecuzione. Finalmente in novembre 1860 il Gran Consiglio de- cretò alcune modificazioni alla circoscrizione dei circon=. dari forestali, aumentando l’ emolumento degli impie- gati, e aprì alla Commissione delle foreste un credito annuale di 5000 fr. per giovare lo sviluppo della econo- mia forestale. 167 CANTONE DI NEUCHATEL. Lasciando stare alcune ordinanze precedute al 1700 relative a’ boschi, la legislazione forestale del Cantone di Neuchatel comincia col 1744. La prima disposizione legislativa è una proibizione di rastrellare la foglia ca- duta dagli alberi, essendo una tale operazione di nocu- «mento al suolo e al bosco. Vi tenne dietro nel 1745 la proibizione di esportar legna e carbone, la quale fu rin- | novata negli anni 1749, 1760 e 1779. Il 26 ottobre 41722 fu emanata una legge sui delitti fo- restali, la quale conferisce ai proprietari di boschi il di- ritto di far tassare il danno lor cagionato col deruba- mento non solo di legna di quercia e di piante resinose, “ma sì pure di legno bianco. La prima ordinanza forestale alquanto estesa è quella del principe Berthier, del 1.° aprile 1307, le cui dispo- sizioni principali sono: 4. Le foreste dei Comuni sono poste sotto quella me- desima sorveglianza cui sottostanno quelle dello Stato. 2. Essa è esercitata dal Consiglio di Stato per mezzo di uno de’ suoi membri (direttore delle foreste), di un Ispettore generale forestale, di un guardaboschi generale, e dei guardaboschi. 9. La pastura delle capre e delle pecore è intieramente proibita. Il grosso bestiame non può essere intro- dotto che ne’ boschi dove non può recar danno. 4, Le foreste devono essere misurate. 5. Le foreste dei particolari non possono essere estir- | pate senza l’ autorizzazione dell’Amministrazione > forestale. 168 6. L'ordinanza prescrive regolari ispezioni delle fo- reste e la martellatura delle piante che vogliono es- sere atterrate. Questa ordinanza fu compiuta con tre disposizioni speciali del 15 giugno 1808. La prima stabilisce la nomina in ogni Comune di una Commissione forestale di 5-5 membri per la direzione della forestale economia subordinatamente ai funzionari forestali dello Stato, coll’ incarico di fare ogni anno un rapporto sul modo tenuto dagli impiegati forestali nel disimpegno de’ loro doveri e su quanto fu fatto dai Co- muni rispetto a boschi e selve. Le piante destinate al ta- glio devono essere segnate a doppia marca. A La seconda dichiara che i diritti e gli usi a carico di | alberi e cespugli crescenti sul fondo de’ terzi sono redi- mibili, e regola il modo di procedere nel riscatto. La terza accorda la pastura ne’ fondi cinti da buone ; siepi, vietandonela ne’ fondi aperti ad eccezione del tem- . po che corre dal 12 settembre al 145 novembre. Assolu- . tamente proibita è la pastura delle capre e la pastura in | tempo di notte. I Il 24 maggio 1840 fu vietata 1’ esportazione del legna» - me senza l’ autorizzazione del Consiglio di Stato, e il 25 . marzo 1812 fu ordinato che i possidenti di boschi non i abitanti nel Cantone non potessero senza previo avviso alle Autorità nè tagliar piante, nè le tagliate trasportare: senza precedutane ispezione. i L’ ordinanza del principe Berthier, in quanto la me- desima si riferiva ai boschi dei Comuni e dei particola= ri, venne abrogata il 9 febbrajo 4818 dal re Gugliel- mo III che ordinò dovere le Commissioni forestali dei. Comuni dirigere l'economia delle foreste a norma dei “ 169 regolamenti adottati dai Comuni e approvati dal Consi- glio di Stato, e i progetti delle annuali tagliate dovere essere approvati dalla Commissione forestale. A que- st’ ultima era poi fatto dovere di praticare ispezioni per assicurarsi che i tagli effettivi non eccedessero i progetti approvati e che fossero osservati i regolamenti. La pa- stura del bestiame rimase abolita; però si ammisero delle eccezioni. Un’ ordinanza del 25 dicembre 1825 ingiunge ai Co- muni di regolare le concessioni di legname da fabbrica ai loro attinenti; un’ altra del 25 marzo 1828 proibisce il recider rami di piante resinose e il vendere scope fatte con rami di simili essenze. 1 30 luglio 4851 fu rinnovata la inibizione della pa- stura nelle foreste. Il Consiglio di Stato emanò dappoi un regolamento pei guardaboschi ed altre norme sul- l'economia forestale. Colla prima è vietato il raccoglier legna, foglia e sassi nei boschi e nelle selve. Finalmente con risoluzione del 9 aprile 1861 il Gran Consiglio incaricò il Consiglio di Stato di preparare sol- lecitamente un progetto di legge forestale completa. CANTONE DI SOLETTA. La legislazione forestale del Cantone di Soletta, per quanto ci fu dato averne notizia, comincia con un de- creto dell’Autorità legislativa del 12 gennajo 1809 sul- l’ istituzione di una scuola forestale. Vi è statuito che già nell’ inverno 1809 debba istituirsi wna Scuola fore- stale « dove il Direttore generale delle foreste Falken- stein darà un corso di economia forestale, e l' agrimen- ‘sore Hirt insegnerà geometria applicata alla misura delle 470 ® foreste. Da ciascun Distretto in cui sono foreste dello Stato interverranno alla scuola due giovani cittadini del Cantone, i quali saranno indennizzati. Altri potranno intervenirvi gratuitamente. Terminati i corsi, i 6 allie- vi più capaci saranno nominati sotto-ispettori forestali. Si decretò una somma di fr. 1200 per loro appunta- mento. A questo decreto ne susseguì il 10 marzo dell’ anno stesso un secondo del Consiglio di Stato, ove è ingiunto ai prefetti di punire severamente i delitti forestali sem- plici e di denunciare i più gravi al Tribunale cantonale per l’ inflizione di pene corporali a norma del caso. | Il 28 settembre 1309 lo Scoltetto, il Piecolo e il Gran, Consiglio emanarono una « Ordinanza generale su bo-, schi e selve », nella quale si notano le seguenti princi-| pali disposizioni: 4. La superiore sorveglianza e l’ amministrazione delle: foreste di tutto il Cantone, non meno che l’esecu-' zione delle leggi di polizia forestale sono commesse ‘ all’uflicio dell’ Economo forestale in capo, il quale: dipende dagli ordini immediati del Piccolo Consi=. glio e della Direzione superiore delle foreste. 9. Il Cantone è diviso in 8 circondari forestali, a cia-. scuno de’ quali è preposto un Ispettore forestale.. Ai guardaboschi non devono essere assegnati che. circondari di una tale estensione da poter essere esattamente ispezionati in un giorno. 5. Le foreste dei Comuni o di Corporazioni non pos- sono esseresnè intieramente nè parzialmente ven= dute, nè divise, nè estirpate. I particolari che in- tendono dissodar boschi, devono prevenirne il pre- fetto. i 474 _ 4.L' ordinanza prescrive inoltre che sia levata la map- pa delle foreste cantonali, rettificati i confini, ripo- polati i luoghi intermedii rimasti sguerniti di pian- te, principalmente sui pendii volti a mezzodì; do- ver i boschi dividersi in tagli, nettarsi delle legne secche, malate, affogate; le tagliate doversi fare in zone dall’ est all’ ovest, e doversi ripopolare artifi- cialmente quando non si rivestano naturalmente. 5. Ha prescrizioni sulla distribuzione di legname agli aventi diritto , sul tempo de’ tagli, sull’ escavazione de’ ceppi, sulla misura dei legnami, sul trasporto dei medesimi, sulla pastura e sua restrizione, sullo | stramare ecc. 6. Disposizioni relative ai guasti recati da insetti e da incendi. Una legge del 29 novembre del medesimo anno san- cisce le pene pei delitti commessi nelle foreste ; i prefetti possono pronunciare in prima istanza le condanne sino a un mese di prigione. Il Piccolo Consiglio pronuncia in seconda istanza, ma solamente pei casì più gravi; essa definisce più compiutamente i delitti e precisa le pene. Una legge del 21 dicembre 1856 sulla separazione dei boschi e delle pasture; la cessione stata fatta ai Comuni esercitò una grande influenza sui rapporti di proprietà. . La medesima ordina il riscatto dei diritti di legname pesanti sui boschi dello Stato in favore dei Comuni me- diante cessione di una porzione di bosco per sopperire al bisogno di legna degli aventi diritto. E per calcolare questo bisogno è ammesso come regola-un consumo di 400 piedi cubi per famiglia. . Le misure ordinate da questa legge furono imme- diatamente intraprese e recate ad esecuzione; per cui 172 31,000 jugeri di bosco dello Stato e 8,072 jugeri di pa- stura passarono dal dominio dello Stato in quello dei Comuni. La regolarizzazione dei diritti di proprietà fu seguita da una legge forestale completa ed estesa, del 7 gen- najo 18359. Rimase in vigore sino 1.° agosto 4857, allor- chè vi fu sostituita una nuova legge sull’ amministrazio- ne delle foreste e sui delitti forestali, colla data del 28 maggio 1857. Queste due leggi contengono in fondo le medesime disposizioni; l’ultima permette l’ esercizio della polizia forestale in modo più completo. Le dispo- sizioni più rilevanti sono le seguenti : 4. Le foreste dello Stato, dei Comuni e delle Corpo- razioni sono soggette alla sorveglianza dello Stato, Essa è esercitata da un Ispettore forestale canto- nale e da 4 Ispettori di circondario subordinata. ‘ mente alle disposizioni del Governo e del Diparti- . mento delle foreste. Questi 5 Ispettori forestali sono . tutti nominati dal Consiglio di Stato e stanno in ca-. rica 5 anni. i 2. L’Ispettore forestale cantonale dirige l’ economia | forestale, prepara i piani d’economia, visita i bo- schi, ne esamina le misure, fa rapporti al Consi- | glio di Stato ecc. Gli Ispettori forestali di circonda- rio amministrano i boschi dello Stato, sorvegliano il governo degli altri boschi e impartiscono ogni. anno almeno un corso d'istruzione pei guardia boschi. 5. Vi devono essere guardaboschi per tutte le foreste. Essi sono nominati dalle Municipalità e pagati daî proprietari delle foreste. I Comuni possono avere degli ispettori forestali. x 4 ei uN: 159 A Pd Tx 5 475 I boschi comunali sono amministrati dalle Munici- palità. Esse eseguiscono le misure d’ economia e di polizia forestale prescritte dagli Ispettori di circon- dario, Ogni Comune che possede boschi deve avere un regolamento, il quale è esaminato dall’ Ispettore forestale e sottoposto all’ approvazione del Consi- glio di Stato. La legna da fuoco deve essere misu- rata prima di venire distribuita. I Comuni che tras- curano o che non eseguiscono i loro doveri e gli ordini ricevuti possono dal Consiglio di Stato esser posti sotto una speciale sorveglianza dell’ Ispettore di circondario. . Tutti i boschi sottomessi alla sorveglianza dello Stato vogliono essere governati dietro un piano de- terminato sì che abbiasi ad averne un prodotto con- tinuo. Si dovrà quindi misurarli, calcolarne il pos- sibile ricavo e dividerli in tagli. I Comuni possono utilizzare i prodotti secondari delle foreste dopo averne ottenuto l'assenso dell’ I- spettore forestale di circondario, in modo però che non sia recato nocumento allo stato delle foreste. .Senza l'autorizzazione del Governo non possono farsi tagliate eccedenti il prodotto continuo. Non altrimenti sarà quando si tratti di vendite eccezio- nali di legname abbattuto da’ venti. . La stagione de’ tagli comincia colla metà di set- tembre e finisce colla fine di aprile. Nel medesimo termine devono essere sgombrati i tagli. . Sono vietati i dissodamenti ne’ boschi soggetti alla sorveglianza dello Stato. . La legge ha dispositivi sulle penalità e sulla pro- cessura in casi di contravvenzioni e di delitti; i processi verbali degli ufficiali foresta!i fanno fede sino a che non sia provato il contrario; la tolta di legname già tagliato, di resina, di piante da’ vivaj, il cui valore oltrepassi i 20 fr., è considerata come furto e come tale punito; se l'oggetto tolto viene venduto, il delitto è parimenti considerato come furto; i delitti commessi da estranei sono conside- rati come furti quando il valore dell’ oggetto tolto superi i ò franchi. CANTONE DI BASILEA-CAMPAGNA. = L'Autorità legislativa di Basilea-Campagna ha emana-; to sotto il 9 gennajo 1853 una legge sull’amministrazio- | ne de’ boschi comunali e di particolari, e sulle pasture, la quale contiene le seguenti principali disposizioni : 4. Ogni Comune deve- avere una Commissione di 5 membri incaricata della cura de’ boschi comunali. ; In seguito questa disposizione fu modificata , e le. funzioni della Commissione furono affidate alla Mu-: nicipalità. 2. Ogni Comune nomina i guardaboschi necessari e li. paga. o. La Municipalità punisce i delitti che le sono denun-, ciati a tenore del prospetto aggiunto alla legge. Nelle condanne inferiori a 412 fr. può farsi appello. al Giudice distrettuale, per le più gravi al Tribu- nale supremo. Ì 4. Non possono vendersi legnami (tranne piante ab- battute da’ venti) se non con autorizzazione gover-. nativa e per pubblica asta. ò. La stagione de’ tagli è da ottobre ad aprile inclu-. sivamente. È i) ti | i 1) 3 A bei 4TÒ 6.Chi intende tagliar legna in boschi privati deve farne previo avviso al vicino. 7. Ad una distanza da’ boschi minore di 50 piedi è vietato l’accender fuoco e l’eriger case. 8.Il pascolo del bestiame e il far erba ne’ boschi è proibito, a meno che non si eserciti questo diritto in virtù di titoli. . La legge sui corsi d’acqua proibisce di estirpare piante sui ripidi pendii soggetti a scoscendimenti e il cui piede è bagnato da acque correnti, ed ordina di educar boschi laddove simili pendii si trovassero dinu- dati. LA *» . Da ciò che qui precede risulta che parecchi Cantoni vantano una legislazione forestale più o meno compiu- ta, corrispondente alle esigenze del tempo presente. Tali sono: Sangallo, Grigioni, Ticino, Lucerna, Berna pel Giura, Friborgo, Vallese, Vaud e Soletta ; all’incon- tro altri non hanno che sparte disposizioni legislative con diverse date, che non sono all’ altezza della scienza attuale, nè conformi alle esigenze del tempo; tali sono : Appenzello Interiore ed Esteriore, Glarona, Uri, Unter- valdo Alto e Basso, Berna per l'antico Cantone, Neu- chatel e Basilea-Campagna; e affatto mancanti di legis- lazione forestale cantonale sono i Cantoni di Svitto e di Zug. Delle più compiute leggi forestali sopra indicate ben sì può dire senza esitanza che — sebbene affette di di- verse imperfezioni —, eseguite che fossero ed osservate nel vero senso e spirito loro, attissime sarebbero ad introdurre una buona economia forestale e a recare le 476 foreste in uno stato consolante. È quindi a deplorarsi che i legislatori troppo abbiano perduto d’oechio la massima: Chi vuole lo scopo deve volerne i mezzi. Tutte. siffatte leggi hanno una pecca comune: l’ insufficienza delle disposizioni d'esecuzione e il troppo ristretto nu- mero degli agenti forestali, il cui appuntamento è pure insufficiente e mal proporzionato con quanto da’ mede- simi si esige e con quanto si richiede alla sussistenza di. una famiglia, due circostanze che in più d’un Cantone si stanno sgraziatamente luna all’ altra accomunate. Ciò è dimostrato incontestabilmente dal fatto che in si-. mili Cantoni ogni agente forestale è incaricato dell’ i- spezione di una considerevole estensione di boschi e. selve; come è nel Cantone de’ Grigioni, dove ogni Ispet- , tore ha sotto la sua direzione 33,000 jugeri di bosco, nel Cantone di Berna 60,000; nel Vallese 58,000; a Sanz | gallo 46,000, e nel Ticino 45,000 con un emolumento ' che varia tra gli 800 e i 4500 fr., tranne il solo Cantone . di Berna dove è alquanto più elevito. È impossibile che un solo uomo giunga, non che a dirigere, a debitamente sorvegliare una simile ampiezza | di foreste divise tra 40-50 proprietari e distese su 40-76 | leghe quadrate, senza parlare delle fatiche corporali. che vi si richiedono. Le leggi si rimangono una lettera . morta sinchè mancano gli organi di loro esecuzione; tanto più se il popolo lor fa mal viso. Non sarà quindi. meraviglia se nell’ ulteriore sviluppo del presente argo=. mento ci toccherà osservare come, non ostante tutto ciò. che sta nelle legislazioni, nella maggior parte del popolo l'economia forestale sia ancor lungi dall'aver preso seggio e dall’informare del suo spirito gli animi, e co- me le foreste non trovinsi ancora in uno stato ben rego- lato ed ordinato. EA + 477 Sulle leggi state citate vogliono presentarsi alcune particolari osservazioni. Se CANTONE DI SAN GALLO. 3 À .. Nell’organizzazione del personale forestale questo Cantone ha dato colla nuova legge un passo indietro da quanto era stato fatto nel18338, il qual passo retrogrado è tanto più inerescevole in quanto che nessun vantaggio portò che lo ricambi sotto altri rapporti. Nè la riduzio- ne del personale è la pecca essenziale, chè ci ha inoltre la falsa posizione in cui è messo l’Ispettore generale, ‘preposto ad un tempo ad un circondario forestale. A buon diritto si cerca, negli altri rami dell’amministra- zione, di evitare l'inconveniente di impiegare una sola ‘e medesima persona come capo e come incaricato inol- ‘tre delle medesime funzioni commesse a’ suoi subalter- ni, assegnandogli per tal modo un egual posto con que- st ultimi. Dato pure che non ne nascano personali colli- sioni, non è però che possano far tacersi le dubbietà che sollevansi spontanee: Dove sta in questo caso la sorve- glianza e il controllo delle funzioni del funzionario messo nella doppia posizione? E donde piglia poi que- sti il tempo da dedicare alla cura degli affari prove- nienti per diversa via da questa doppia sfera d'azione? Se un simile stato di cose non ha recato seri inconve- lenti nel Cantone di Sangallo, ciò non dipende dal si- tema, ma è dovuto unicamente alla composizione del ersonale attuale. sata - Del resto questa legge non ha pecche essenziali. PIERTOr oo, 475 CANTONE DE’ GRIGIONI. Evidentemente la nuova organizzazione del personale forestale val meno di quella del 1855, difetto che non è compensato dalla introduzione del nuovo sistema dei circondari forestali che pure vuol riguardarsi come un vero progresso. Se si fossero conservati i 40 distretti, 0 se tali erano assolutamente le esigenze economiche , al- meno 8 distretti forestali , commettendoli alla cura di abili Ispettori, e si fossero insieme ereati i nuovi circon- dari forestali, si sarebbe attivata una tale organizza- zione del personale forestale, quale è dai migliori eco- i nomisti forestali della Svizzera desiderata e promossa. Coloro che si abbandonano alla dolce lusinga che | possa raggiugnersi la meta anche con un minor numero di impiegati veramente capaci, certo s' illudono sull’ef- | ficacia dell’azione degli Ispettori di circondario. Ben ; potranno questi dirigere i lavori quando lor siano im- . partite le necessarie istruzioni, ma non potranno nè amministrare essi medesimi le foreste del loro circon- dario, nè stabilirne i piani d’economia, da poche ecce- zioni in fuori. Inoltre, non è a dimenticare che cotesti Ispettori di circondario sono nominati e pagati da' Co- muni dai quali si rimangono anche per natural conse- suenza dipendenti, ondechè, quando non ricevano vi= goroso ed ognora pronto appoggio da parte dei funzio=. nari forestali cantonali, vengono a trovarsi quasi nel-. l'impossibilità di resistere alle sregolate domande ed esì- senze onde sono spesso assaliti dai Comuni medesimi. fi Già sembra che il popolo sappia far assegno su que- sto lato debole degli impiegati, nè altrimenti potrebbero spiegarsi certi fatti osservatisi già nello stesso anno 1858. unt Se ini o - È - 4179 Così fu visto, a cagion d’ esempio, rinunziare a de’ tagli che erano stati autorizzati per la vendita, perchè questi tagli dovevano essere designati dagli agenti forestali. | Ancor vuol osservarsi come nella legge si passino sotto silenzio de’ punti che non sono però privi d’im- portanza , quali sarebbero : _A4.I guasti degli insetti e i mezzi di prevenirli. — Il I progetto di legge conteneva disposizioni in propo- sito; non si comprende come non siano state ag- gradite. 2, Ciò che concerne il trasporto della legna fuor dei boschi e le vie per dove rotolarla (0va). Sul che è «però ad osservarsi che le relative disposizioni de- |» vono essere inserite nel codice civile. 5. Le misure e le mappe. Certo non si richiede che quest'ultima operazione «sia mandata innanzi a tutt'altra miglioria della bisogna forestale, ma il Cantone de’ Grigioni, avanzato com'è in questa parte della pubblica amministrazione, non avrebbe dovuto lasciar la legge orbata di ogni disposi- zione in simile proposito. Finalmente la legge avrebbe dovuto avere più precisi dispositivi sullo stramare, che dopo la vaga pastura delle capre è il più nocevole governo che possa farsi dei “prodotti secondari de’ boschi. CANTONE DEL TICINO. Se le disposizioni del regolamento hanno il medesimo | valore di quelle della legge cui servono di compimento, da legisfazione forestale ticinese può designarsi come ° poco men che completa, essendochè la legge e il rego- 180 lamento presi insieme comprendono tutti i punti essen- ziali. Se non che, per mala ventura, sembra che il Gran, Consiglio non faccia gran caso del regolamento, come. risulta dal fatto che nella legge del 23 maggio 1857 sul patriziato stanno diverse disposizioni opposte al rego- lamento ed in parte anche alla legge medesima. Di si- mile natura sono fra altre le seguenti : 4. La riduzione ad un anno della durata del servizio dei guardaboschi. "| .La facoltà di vendere o di dividere i beni patri-. ziali, e quindi probabilmente anche i boschi, — quando ciò sia risolto da due terzi dei votanti. L'autorizzazione che può essere accordata agli. abitanti non patrizi, contro una modica tassa, di, stramare, mandar bestiame alla pastura, far fie- no ecc. é Relativamente alla denominazione degli agenti fore; stali, non ci ha consonanza tra la legge e il regolamenta to. La legge li chiama « Conservatori di circondario », mentre dal regolamento sono nomati « Aggiunti fores! stali ». La prima denominazione avrebbe potuto essere | nel regolamento mantenuta come più opportuna. Vera- mente le titolature non fanno nè cambiano l'essenza | delle cose; tuttavia non vogliono dirsi onninamente im= . meritevoli di considerazione, e sopratutto trattandosi di rami d’amministrazione di nuova creazione, si convien adottare denominazioni le più acconce. Il titolo di « Ag= giunto » indica un rapporto di dipendenza e designa la rispettiva persona non altrimenti che come un ojutante. o coadjutore, mentre nel Ticino agli Aggiunti, sotto il controllo dell’ Ispettore forestale, è assegnata Una pro? pria ed assai bella sfera d' attività. { “n Nu GI 431 — Singolarissima è poi la disposizione del regolamento che obbliga l Ispettore forestale a domandare il permes- so al Consiglio di Stato ogni volta che ha ad assentarsi dal burò ossia a recarsi nel bosco. 1) s CANTONE DI LUCERNA. La legge forestale di Lucerna, colle disposizioni che fannole compimento, basta ampiamente ad introdurre una buona economia delle foreste e a mantenervi la po- lizia, estendendosi essa pure ai boschi di privata pro- prietà, per quanto ciò può farsi senza stringere in mo- Jeste pastoje la personale libertà. Queste ultime dispo- sizioni sono nel Cantone di Lucerna tanto più indispen- sabili in quanto che i boschi di privata proprietà for- ‘manvi la parte massima dei boschi di montagna. Come essenziali lacune possono indicarsi i segaenti punti: 4. Che lo stramare nelle foreste non è punto regolato dalla legge, ma intieramente abbandonato al be- neplacito de’ proprietari; 2. Che non è ordinata una severa separazione dei terreni destinati all’ allevamento delle essenze bo- schive da quelli destinati alla pastura; 5. Che troppi sono i circondari forestali, troppo bassi gli appuntamenti degli impiegati, e che a questi ultimi sono date denominazioni male adatte. Stando al senso della legge, pare che gli ispettori orestali siano periti del ramo cui soprintendono, che bbiano cioè fatto studi forestali e che funzionino come eri economi forestali. Con simili esigenze il titolo dì « Ispettori forestali di circondario », che pure è adope- rato in alcune disposizioni, assai meglio corrisponde» 182 rebbe che non quello di «sorvegliatori o soprastanti (Aufseher) ». La somma di 41000 fr. per appuntamento di 5 impie- gati dai quali si esige molto, è evidentemente troppo me- schina. L’ onorario dell’ Ispettore forestale cantonale, di 1500 fr. e una indennità di viaggio che a mala pena gli ricambia le spese di scarsella per le trasferte d’ ufli- cio, non sono in proporzione colle esigenze al rispettivo funzionario rivolte e sempre d’anno in anno crescenti. CANTONE DI BEGNA. — (Giura. AI regolamento forestale pel Giura bernese si può, rimproverare la mancanza di una direzione centrale per l’ amministrazione delle foreste. Gli ispettori fore- stali comunali sono sotto gli ordini dei Commissari di | Governo e sotto la sorveglianza degli Ispettori superiori; (Oberforster), doppia posizione da cui non possono ema-. nare felici risultati, essendochè i Commissari riguarda-. no le quistioni forestali sotto un altro aspetto che non! fanno gli Ispettori forestali. I funzionari forestali dello! Stato non sono punto incaricati di sorvegliare l’ ammi. nistrazione forestale dei Comuni, non vi sono che au-; torizzati; e agli ispettori comunali non è conferita che. una troppo scarsa competenza. Confrontando questo regolamento colle vecchie ordi- nanze forestali si comprenderà come siasi piuttosto in- dietreggiato che non progredito, in quanto che pel me- desimo fu menomata la influenza dello Stato sull’econo- mia forestale dei Comuni. Già lo stesso titolo di « rego- lamento » indica non esserci stata intenzione di vinco» lare gran fatto i proprietari. ; 135 A questo regolamento mancano diverse disposizioni, come: 4. La proibizione di vendere o di dividere i boschi, al qual difetto ha però supplito in parte la legge del 4 dicembre 1860 applicabile a tutto il Cantone. 2. Disposizioni sullo stramare. 9. Disposizioni dirette a procurare il controllo del- l’amministrazione dei particolari in quanto inte- ressi la pubblica prosperità. CANTONE Di FRIBORGO. La legge forestale friborghese è una delle più complete «della Svizzera nè vi si nota alcun difetto essenziale. CANTONE DEL VALLESE. Le disposizioni legislative e regolamentari del Val- lese presentano le seguenti lacune : 4. Non è vietata la vendita nè la divisione de’ boschi. 2. Mal regolati sono i tagli per l’uso dei proprietari. 5. Non ci hanno disposizioni sullo stramare, nè sul trasporto dei legnami dai monti al piano, nè sulla conservazione delle orlature sul limite superiore delle foreste. I difetti notati sotto 2) e 3) sono tanto ‘più sensibili in quanto che: 4. Non è fissato termine alcuno per compire il dise- gnamento de’ confini delle foreste e i piani d’ eco- nomia, nè sonosi prese serie disposizioni in pro- posito. Fra' difetti vogliono pur noverarsi: L’ aver rimesso al regolamento disposizioni che avrebbero dovuto far 184 parte della legge, com’ è per esempio l’ organizzazione del personale forestale, l’ ordine di regolare i vacui e i tagli che non si fossero naturalmente sementati, la re- solarizzazione della pastura e del tempo dello sgom- brare il bosco del legname atterrato. Ognun sa come ai regolamenti non si attribuisca mai la stessa forza che alle leggi e come assai meno uom si faccia serupolo di trasgredire le disposizioni de’ primi che non quelle di quest’ ultime. Oltracciò, mal opportuno si pare Y' attri- _ buire alla Autorità esecutiva, composta di pochi, la fa- coltà di emanare e di abrogare i più importanti ordi- namenti. Più innanzi ci tornerà occasione di dimo- strare come una siffatta organizzazione anche nel Val- & lese si traesse dietro i suoi inconvenienti e una perni- ciosa influenza sullo sviluppo della forestale economia. CANTONE DI VAUD. di Le disposizioni legislative del Cantone di Vaud si estendono largamente su tutti i rami dell’ economia fo- î restale che vogliono esser regolati dallo Stato, tranne | ciò che concerne lo stramare. i ‘ i CANTONE DI SOLETTA. È Ne rincresce che l’ eccellente legge forestale del Can- tone di Soletta lasci a desiderare: 4. Alcune disposizioni sui boschi di proprietà privata. Non si pretende di sottomettere la privata proprietà ad una speciale tutela; solo si reputa conveniente che lo Stato possa intervenire laddove il pubblico + bene l’ esige. | um < 185 __2.Il divieto di vendere o di dividere i boschi. 5. Le norme generali di polizia forestale relativa- mente agli insetti nocivi, .agli incendi ece. | La legislazione di tutti gli altri Cantoni, fuor quella dell’ antico Cantone di Berna e del Cantone di Neucha- tel, la quale non consiste che in isparsi dispositivi, pecca di difetto d’ organizzazione. Così 1’ Appenzello (Interiore ed Esteriore), Glarona, Uri, Untervaldo (Alto € Basso) e Basilea-Campagna non hanno ispettori fore- ‘Stali cantonali. A siffatta mancanza d’ impiegati dello Stato vuolsi principalmente attribuire la scarsa influen- za delle disposizioni legislative sull’ amministrazione delle foreste; imperocchè mal si fonda lusinga di pro- gresso dell’ economia forestale ove manchino persone istruite a cui le Autorità possano all’ uopo rivolgersi ed ‘ove nessuno sia posto a sorvegliare i proprietari di bo- Schi e a dirigerli nel dar mano ed esecuzione ai lavori necessari, | Alle differenti legislazioni possono volgersi i seguenti appunti: CANTONE D'APPENZELLO (ambe parti). Le disposizioni legislative del Cantone d’Appenzello lative ai boschi non possono chiamarsi legge fore- ale. L’Appenzello Esteriore non ha che disposizioni ppartenenti piuttosto al codice civile. Nell’ Interiore le ordinanze attualmente in vigore sembrano fatte pei creditori ipotecari anzichè pel buon governo delle fo- reste. 186 CANTONE DI GLARONA. Non ci sono disposizioni sui seguenti punti, cioè: 4A. Nulla esige che i boschi vengano governati per mo- do che le tagliate non siano disproporzionate nè col progressivo ricrescere e vantaggiare del bosco, nè con un utile continuo. 2. Non ci hanno norme pei tagli nè pel loro sgombro. 5. Nulla è prescritto a prevenire i danni degli insetti e i pericoli d’ incendio, nè ci ha provvidenza di ri- paro pel caso che simili malanni accadessero. 4. I tagli rasi, cotanto pregiudizievoli specialmente al limite superiore delle foreste di montagna, non sono vietati. 5. Nulla è disposto pel riscatto delle servitù che tanto impacciano la buona economia. Ù Oltre ciò, sono mal bastevoli le seguenti disposi-: zioni: | 6. La proibizione della pastura e dello stramare è li- mitata ad un tempo troppo breve, e le disposizioni: che vi sono relative non obbligano abbastanza i Spi, dei boschi. . Le penalità sono troppo miti, e le disposizioni contro delitti e contravvenzioni non possono essere eseguite con sufficiente vigore. Di fronte a questi difetti la legge glaronese contiene due dispositivi favorevolissimi allo sviluppo dell’ eco- nomia forestale e di cui mancano altre leggi cantonali più complete. L'uno ordina di separare nettamente il suolo boschivo da quello destinato al. pascolo del be- stiame, senza di che malagevole riesce 1 impedire le usurpazioni del secondo sul primo; l’ altro ordina la ini re: 137 costruzione, sulle alpi, di grandi stallazzi dove il be- | stiame possa rifugiarsi in caso di cattivo tempo invece di cercar riparo nelle foreste dove non è mai che non apporti danno. L air o CANTONE D'URI. Distretto d’ Uri. Questo distretto manca di disposizioni sui seguenti punti: 4. Il godimento delle foreste a norma della loro pos- sibilità e del prodotto continuo, e i lavori prepara- torii necessari. 2. Il ripopolamento dei siti tagliati e dei vacui, come anche le cure da dedicarsi alle foreste. 9. La proibizione della pastura nelle parti del bosco ove predomina il novellame. 4A. La separazione dei tenimenti forestali dal suolo destinato alla pastura. 5. Le direzioni per prevenire ed impedire i danni degli insetti e degli incendi. 6. Le disposizioni per la repressione dei delitti sono insufficienti. 7 Le prescrizioni sul trascinamento dei legnami tratti dal bosco non dànno sufficienti garanzie contro i guasti che una simile maniera di trasporto può re- care al suolo. La legislazione del Canton d’ Uri mette specialmente importanza sulla proibizione di esportar legna, sul go- dimento de’ boschi saltuario in modo da recare il mi- «nor danno possibile, sulla inibizione di stramare, e sulla protezione dei boschi riservati o sacri, segnatamente di quello sopra Altorf. 488 CANTONE D' URI. Distretto d’ Orsera. Riferendosi le disposizioni di polizia forestale di que- sta parte del paese unicamente ad una sola piccola fore- sta — il bosco sacro di Andermatt —, così una legisla- zione forestale completa non è punto necessaria. Il tutto si limita a proteggere questo bosco contro i danni che possono recargli uomini ed animali domestici. Peccato che le disposizioni al medesimo relative non si esten- dano anche alla proibizione di far erba e di stramare, e che non siasi ordinato al camparo di provvedere a col- ture e ad ampliare mano mano l'estensione di questa | foresta. | CANTONE D’UNTERVALDO. Sopraselva e Sottoselva. Le disposizioni legislative di questi due mezzi Can- ; toni si somigliano nel loro essenziale. Mirano princi- |. palmente a diminuire il più che sia possibile i tagli per la vendita, massimamente laddove ne provenga disagio | agli abitanti, o ci sia pericolo di scoscendimenti e va- | langhe, o ne sia compromessa l’ estensione della tenuta | forestale. i Le Autorità comunali hanno |’ incarico di vegliare ’ acciocchè le tagliate pel bisogno degli abitanti siano fatte in guisa da non nuocere alla foresta. L’ ordinanza forestale dell’ Untervaldo Sottoselva ha una disposizione assai importante, per la quale è proibito il pascolo del bestiame sui siti tagliati pel corso di venti anni succes- sivi al taglio. Le disposizioni di polizia e d’ economia . forestale mancano sia nell’ una che nell’ altra parte di questo Cantone. 489 CANTONE DI BERNA. Antico Cantone. . L’ ordinanza del 1786 fa onore all'Autorità da cui emana. È una delle migliori leggi forestali del secolo ssato e contiene disposizioni che potrebbero stare senza essenziali modificazioni in una legge moderna. trana cosa si è per lo contro il vedere come le Auto- rità bernesi con tanto svolgersi di attività per la legis- lazione forestale ne’ paesi circostanti, e con tanto loro intento rivolto a dotare il Giura di una buona legge fo- restale, non potessero mai decidersi a decretare per la parte tedesca del Cantone una legge forestale corrispon- dente ai bisogni del tempo. Se i decreti dell’Autorità esecutiva si considerano co- me equivalenti ad atti aventi forza di legge, il Cantone di Berna non manca di disposizioni legislative che sui seguenti punti essenziali: A. Sui danni causati dagli insetti e sui mezzi di pre- venir quelli e distrugger questi. 2. Sul trasporto dei legnami dai boschi, tanto più se fatto per via di repenti valloncelli (ove) e de’ tor- renti. 3. Insufficienti sono le disposizioni sullo stramare. 4, Non abbastanza severe sono le disposizioni penali per proteggere le foreste contro le usurpazioni de- gli usuari. 5. Vuolsi infine osservare che troppo estesi sono i circondari forestali per poter attivarvi una econo- mia consistente delle foreste dello Stato e una sor- veglianza efficace su quelle de’ Comuni. Questo di- fetto diviene evidente quando si noti come de’ 16 circondari, pure troppo estesi per se stessi, appe- Ln a an tn al 4190 das A na ò siano attualmente provvisti di propri Ispettori forestali, essendo gli altri 14 confidati agli Ispettori superiori, dei quali soltanto due hannosi Aggiunti col rango di sotto-Ispettori; e come la maggior parte de’ Comuni e delle Corporazioni che possedo- no boschi, manchino di impiegati forestali istruiti. Una delle maggiori pecche della legislazione forestale del Cantone di Berna è senza dubbio il dispositivo della legge detta di cantonamento, per cui le foreste che ivi diconsi cantonate (Kantonnirt, cantonnées) hanno po-, tuto essere spartite fra gli usuari. Ri Un altro notevole inconveniente sta in ciò, che molte | rilevanti disposizioni, com’ è a cagion d’ esempio l’or-. dine di governar le foreste in modo da averne un pro. | dotto continuo, e di rimettere il bosco ne’ luoghi dibo- schiti pe’ tagli, la proibizione di dividere le foreste ecc.; | non si contengono punto nella legge, ma soltanto nelle risoluzioni del Consiglio esecutivo. La promulgazione | di una nuova legge forestale pel Cantone di Berna vu puindi considerarsi come una necessità. SE CANTONE DI NEUCHATEL. Il principe Berthier diede a Neuchatel disposizioni forestali adatte al tempo, ma furono poi dal re Gu- glielmo II rivocate in quanto riferivansi ai boschi del Comuni e de’ particolari senza che altro di migliore vi fosse sostituito. Onde questo Cantone non ha legge ap- plicabile a simil classe di boschi, tranne per avventura alcune disposizioni sulla vaga pastura. In ricambio, l’amministrazione delle foreste dello Stato è regolata in una maniera del tutto soddisfacente. È n, 491 CANTONE DI BASILEA-CAMPAGNA. - Nella legge sull’ amministrazione dei boschi comu- nali e de’ particolari si desiderano ancora le disposizioni sull’ economia forestale propriamente detta, e in buo- na parte anche quelle sulla polizia, come sono per es. i dispositivi sul governo de’ boschi per garantirne il prodotto continuo, sul rivestimento de’ siti tagliati, sulla protezione de’ boschi novelli, sull’ estirpazione, sulla vendita, sulla divisione de’ boschi ecc. Questa leg- ge non può quindi considerarsi come una vera legge forestale. LA CANTONI DI SVITTO E DI ZUG. . Questi due Cantoni non hanno legislazione forestale applicabile a tutto il paese. Dacchè il popolo svittese ha rigettato la legge forestale statagli proposta (nel Can- tone di Zug in ogni tempo) prevalse l'opinione che maggiore progresso sarebbesi dato alla economia fo- restale, abbandonando ai Comuni e alle Corporazioni, o ai Distretti possessori di boschi la cura di avvisare alle misure atte a metter in corso una buona ammi- nistrazione. A primo aspetto questa opinione sembra sorretta da buona ragione, se si considera che gli or- dinamenti forestali emananti dal voto degli stessi pro- prietari delle foreste, adatte alle circostanze locali e ri- cevute senza diffidenza e senza pregiudizio, dovrebbero essere anche eseguiti con maggiore spontaneità e por- tar frutti felici. Ma un esame più maturo dimostra in- ‘vece come un simile modo di procedere non possa an- 4192 dare esente da diversi inconvenienti, tra’ cui è princi- cipalmente a notarsi: | 4. Sarà impossibile che i Comuni riescano a crea- re ordinamenti forestali corrispondenti alle molte- plici esigenze, imperocchè difficile si è l’incon- trare nelle autorità comunali uomini capaci di re- digere buone leggi, più difficile ancora il trovarvi persone fornite delle cognizioni tecniche che si richiedono per redigere una buona legge ness stale. | 2. Molto maggiore difficoltà s'incontra a dar esecu- zione ad ordini locali che non a leggi vigenti per. un intiero paese e la cui esecuzione è commessa : all'Autorità superiore. 3. I Comuni e le Corporazioni non sono per lo più in grado di stipendiare un personale forestale istrui- to, onde è giuocoforza che affidino Vl amministra- ; zione de’ boschi ad uomini che, con tutto il buon: volere immaginabile, non adempiranno mai tutti gli obblighi a loro imposti. | 4. Le leggi penali, sì indispensabili a proteggere le | foreste, non possono essere nè fatte nè ela meno ; eseguite dai Comuni, i quali dovrebbero essere per=. ciò ad un tempo e giudici e parti. 1 intanto però è forza riconoscere che tutte le ordinan- ze forestali di che fu discorso ammettono la massima del governo dei boschi conforme ai principii forestali, il ripopolamento dei siti tagliati e vani, e.la proibizio=. ne dei tagli che potessero essere pregiudizievoli. L’or= dinanza di Zug dispone anzi che abbiano ad essere le- vate le mappe delle foreste e che debba farsene una de- scrizione particolarizzata; le altre vogliono almeno che — La a È 193 le foreste siano divise per ordine di tagli. Le quali di- ’sposizioni locali sono, come si vede, più sviluppate che non certe leggi cantonali. Con tutto ciò non sono meno riconoscibili le pecche sopra toccate. Esse dannosi già a divedere per ciò, che — segnatamente nelle ordinan- Ze svittesi — l’espressione « per-quanto è possibile », che sembra inevitabile, conduce ad ammettere antici- |patamente che nell’ esecuzione non vuol essere forte il rigore. Finalmente, parecchie disposizioni son troppo generali, ed altre veramente inopportune, come è per es. ì quella del distretto della Marca, che ordina tagli rasi. è LI _ Caratteristica è in tutte le vecchie leggi forestali la 3 ndenza ad impedire il commercio e l' esportazione del a dal Cantone. Simili inibizioni datano sin dal principio del secolo XVIII, e sono state non solo maù- ‘tenute sino a’nostri tempi, ma di quando in quando \eziandio rinnovate. Si credeva generalmente che l' ini- Îbizione del commercio del legname fosse il mezzo mi- “gliore di serbar intatto il capitale forestale; e con tutto ciò non si raggiunse lo scopo che in parte e a spesa del miglioramento del regime forestale e dell’ introduzione i caloriferi economici. __ Il proprietario che del prodotto continuo delle suc foreste non può fare quell’ uso che più gli torna in con- to, non ha certamente interesse ad aumentarlo e non ‘Sarà mai per fare sacrificj onde introdurrè una buona ‘amministrazione. Coloro che possono aver legna a buon atto o che mal possono trarre profitto da quella che or è superflua, non si studieranno mai di migliorare i mezzi di scaldar le stanze, o di fabbricarsi case di pietra. miglior mezzo e il più razionale di aggiungere impulso la coltura forestale è di inspirarne il gusto ai pro- È 13 494 | prietari, di determinare quanto si può più esattamente la quantità di legna che le foreste possono fornire an-. pualmente senza metter mano al capitale, e di vegliare. rigorosamente affinchè i proprietari non lo oltrepassino mai. Il più sicuro mezzo di condurre a fare sparagno di legna e ad adottare un sistema economico di riscaldare, sta nel far sì che il prezzo delle legne torni pari al lor valore relativo, ciò che avviene mediante la concorren- za e mediante un esatto rapporto tra il consumo e la produzione. x Tutte queste leggi intendono anche a restringere la pastura del bestiame nelle foreste, e particolarmente quelle delle capre. Le prime proibizioni in questo pro- posito appajono verso la metà del secolo XVI, più volte rinnovellate ne’ Cantoni di governo democratico puro, come in quelli dove prevaleva il sistema rappresens iativo. dj Per più generazioni s' intese dunque al medesimo fine: I esclusione delle capre da’ boschi. Il qual fatto tompro: va quanto nocevole sia il vagarvi di queste bestie, e co- me dalla parte dei periti forestali non ci sia in ciò quel l’esagerazione di che molti vorrebbero rimproverarli Il medesimo fatto dimostra ad un tempo quanta diffi: coltà s' incontri nel cercar rimedio a quésto inconve niente. I Già da lungo tempo si è riconosciuto quanto potesst nuocere alle foreste il togliere alle medesime senza mi: sura certi prodotti secondari; fu quindi vietato, già de tempi antichi assai, il levarne la foglia caduta e la rè sina, e le ordinanze bernesi del 4692, del 4745, de 4755 e del 1736, ed una di Friborgo del 1723, provant che i nostri antenati avevano già volto l'animo a cercari 190 -” rovvedimenti per ripopolare di boschive essenze i siti lenudati od altrimenti rimasti vani. - Rimane ora a vedere: Se e sino a qual punto siano fate osservate sinora le leggi esistenti. Sul qual argo- mento riflette già luce quanto fu detto intorno all’orga- izzazione del personale forestale; ciò che si verrà c- sponendo sull’ amministrazione de’ boschi varrà a met- ‘tere maggiormente in chiaro la bisogna. A questo fine basti passare in rivista le più essenziali disposizioni delle leggi medesime. Cominceremo a notare che gli abitanti delle monta- ne per lo più non giunsero ancora a capacitarsi della \ecessità delle leggi forestali, e meno ancora della ne- cessità di eseguirle. I progressi fatti nell’ economia fo- festale, anzi che ottenerli per la via della persuasione, forza imporli, e ciò da poche eccezioni in fuori. Le più importanti disposizioni delle leggi non poterono ‘eseguirsi che in parte, oppure, in pratica, si rimasero inconsiderate e senza vero effetto, permanendo così gli abusi passati in abitudine e divenuti perciò bisogni im- ‘ periosi. _ Entrano nel novero di simili disposizioni : La restrizione della pastura ne’ boschi a segno da renderla innocua o da fare almeno che non sia impos- sibile l'allevamento di corpi di bosco completi. — Tran- ine scarse eccezioni, nulla fu fatto in questo proposito nelle Alpi, e molto rimane ancora da fare nel Giura. i Persino contro il vagar delle capre, cotanto dannoso ‘alle selve, poco si è fatto, non ostante la copia dei di- ‘yieti emanati pel corso di 3500 anni, e malgrado tatti ù Ù 196 gli sforzi de’ forestali. Così va pure la bisogna rispetto allo stramare, di che, ad onta delle proibizioni, nessu- no si fa coscienza nelle località prossime ai boschi, ove, non che moderazione, non si osserva nemmanco alcuna specie di rotazione, che anzi in più luoghi la raccolta non sì limita alla foglia caduta, al musco, all’erba e ai cespugli, ma si mette la falce anche al piede di fusti arborei. L’uso del così detto taglio libero, cioè la facoltà ac- cordata a ciascun membro di una data Comunità o Cor- porazione di tagliar legna a piacimento e a norma del- l’addotto bisdeno, non potè ancora essere nin abolito, che anzi è tuttora quasi generale nelle Alpi, e vi è largamente esercitato per ogni legname che vi oc-, corra, sia per chiudende, sia per costruzioni, sia per. combustibile ne’cacificj. Troppo poco conto si fa ancora del divieto de’ fagli rasi sull’orlo de’ barroni, sul limite superiore delle foresie e in generale sui ripidi pendii, o se questo divieto è osservato, non lo è che in modo. per nulla conducente allo scopo, imperocchè non si: conservano che essenze soffocate, di nessun valore, inette e a proteggere il suolo e a sementarlo. Le prescrizioni per la demarcazione de’ confini. per l'esatta separazione delle foreste dalle pasture, non fu- rono eseguite che parzialmente, onde su grandi esten- sioni non sono per anco segnati i confini tra il bosco e la pastura od altre proprietà dei particolari. — Ad onta di tutte le proibizioni, le chiudende sono costrutte an: cora — fuori che nel Giura — generalmente di legno piuttosto che altrimenti. Ed assai a rilento procede il rà scatto delle servità o la loro restrizione entro limiti tali che più non siano dannose alle foreste. : 497 1. Poco fu fatto per le mappe forestali, se ne eccettui il Giura e le foreste dello Stato; nelle Alpi sonosi a mala ‘pena cominciati i lavori necessari per determinare la. Boossibilità ossia il prodotto continuo delle foreste co- $munali; laonde è impossibile il sostenere con cognizio- ne di causa la proibizione di far tagli sproporzionati alla possibilità del bosco. _ Per riallevare il bosco sui terreni denudati, pel pro- "sciugamento dei siti umidi, pel rivestimento di vecchi ‘vani, in parecchi luoghi nulla fu intrapreso, in altri «non fu posta la debita cura. . Le misure dirette a prevenire o a reprimere i delitti e le contravvenzioni, come pure l'esecuzione delle con- danne, lasciano ancora a desiderare assai; in alcuni luoghi non ci hanno nemmeno de’ guardaboschi, e quasi dappertutto sono così mal retribuiti che non si può esi- gerne l’ esatto adempimento de’ doveri. Pare che le Autorità siansi studiate principalmente di dare effetto alle disposizioni contro il commercio del legname. Ma con tutte le loro penalità, non sono però riuscite a provvedere di abbondanza le foreste, nè a limitarne gran fatto il commercio. Ciò dipende parte dalla difficoltà di impedire le vendite quando ci ha abbastanza legname maturo pel taglio, senza che siavi a temerne carestia, parte dall’ eludere che si, fa la legge, tagliando ed esportando più che non sia stato concesso, senza che le Autorità se ne accorgano, e parte da ciò che in più località le medesime Autorità comu- mali essendo incaricate di accordare le autorizzazioni di tagliare piccole quantità di legname, più diflicilmente avviene siano denegate che non sarebbe se l’ autorizza zione dovesse emanare dalle Autorità superiori. Le do- | 198 ì mande si rinnovano sovente, sicchè si perviene in som- ma a considerevoli proporzioni. Arrogi ancora, che in. molte località i membri della comunità o corporazione vendono le legne ricevute e poi sopperisconò al bisogno tagliando in contravvenzione. Presenteremo ancora alcune osservazioni speciali. AppenzeLLO EsteRIORE ED INTERIORE non potè dare compiuta esecuzione alle disposizioni di polizia fore- stale in quanto che queste facean contrasto alle comu-. nali abitudini, ciò che punto non reca maraviglia, non. essendovi agenti specialmente incaricati di farle ese- guire. n) I Governi — segnatamente quello del cantone Este- 1 riore — hanno sempre diretto l’attenzione alla condi-. zione delle foreste, come lo provano: h 1. Una speciale ispezione de’ boschi ordinata dal Go- verno dell’Appenzello Esteriore, intrapresa nel1859 . dall’ ispettore forestale sig. Keel di Sangallo. Sta da-_. vanti all'Autorità un circostanziato rapporto, attis- | simo a servir di base a misure ulteriori. t 2. Lo stabilimento di un vivajo nell’Appenzello Este-., riore fatto a spese dello Stato e destinato a fornir | piante novelle ai proprietari di foreste. È Onorevole menzione meritano gli sforzi fatti da par- ticolari e da Società d’utilità pubblica per lo sviluppo dell'economia forestale. Ai quali sforzi non si può no presagire felice successo, procedendo i medesimi d convincimento in cui si venne della necessità di procae=. ciare migliorie allo stato attuale delle cose. Particolar= mente è debito ricordare l'Associazione per la coltura. forestale fondata a Herisau nel 1837, che conta oggidì - Ada 199 I oltre a100 membri e dispone di un capitale di 50,000 fr. — Questa società ha comperato circa 4100 jugeri di pa- stura e terreni desolati e pose mano a rivestirli di bo- sco. Essa assunse il còmpito di promovere il progresso dell’ economia forestale in tutto il Cantone. — Una con- è simile associazione si è pure formata a Gonten, ma i suoi mezzi sono meno rilevanti. Il Cantone di SancaLLO assai fece per dare avanza- mento alla economia forestale, ma il minore progresso si fu nelle foreste di montagna. Gli effetti delle malnate | resie di partito fannosi sentire persino nell’amministra- zione delle foreste. La perpetua vicenda delle Autorità comunali fa intoppo ai miglioramenti, non permet- tendo spesso tampoco di darvi opera. Le gare di partito propagansi dalle Autorità superiori alle inferiori influen- | do soventi volte sulle risoluzioni relative a meri argo- menti forestali. Non poco lasciano a desiderare le disposizioni pe- nali, onde Comuni e Corporazioni più facilmente met- tono le leggi in non cale, e generalmente maggiore si fa l’ adito alle contravvenzioni e ai delitti. La più malaugurata contravvenzione alla legge fu i commessa dal Gran Consiglio medesimo, che autorizzò il Consiglio cattolico a vendere e a devastare le sue fo- reste, pur sino allora ben governate. Quando si vede, come qui avvenne, la più ricca corporazione del paese vendere ogni suo legname, dai più poderosi tronchi | sino ai bastoni da fagiuoli, colla condizione che il ta- glio sia compito nello spazio di 10 anni, ed alienare ‘anzi una considerevole porzione del suolo, senza che le Autorità di polizia forestale possano od osino opporvi- 200 si; sarà certamente diflicile il ricusar poi ad un Comune povero e indebitato l’ autorizzazione di fare un taglio straordinario, o l’intervenire energicamente nel caso che si tagli o senza aver domandata l’ autorizzazione, 0 ad onta che questa non sia stata concessa. Alle Autorità del Cantone di GLARONA sta a cuore l’a- dempimento delle disposizioni risguardanti i boschi, ciò che le medesime hanno dimostrato coi corsi fatti impar- tire ai guardaboschi, per opera dei signori Ispettori fo- rertali W. de Greyer e Wiethlisbach, il primo nel 18559, l’altro nel 1360, come pure col progetto di legge fore-. stale da quelle medesime Autorità elaborato, e per mala . sorte poi rigettato dalla Landsgemeinde. Se le leggi fo- ; restali e quelle che si riferiscono alle Alpi non poterono farsi eseguire con quella puntualità che sarebbe stata at- ; tendibile da un popolo sì intelligente com’ è il Glarone- ‘ se, ciò non vuolsi precipuamente attribuire alla man- . canza di abile personale forestale. La Commissione di . polizia forestale incaricata dell’esecuzione delle leggi ‘ non può compiere, malgrado tutta la buona volontà, la ‘ sua missione senza l’ajuto di un buon tecnico. Il Piccolo Consiglio dei GriGIoNnI ha posto, almeno in . quest'ultimi anni, non poco studio a procurare l’ adem- pimento delle risoluzioni del Gran Consiglio, adoperan- do tutti i mezzi legali per obbligare al dovere le Co- muni che opponevansi alle prescrizioni sui boschi di prima classe. E certo convien saper grado alle Autorità grigioni degli sforzi usati per l’ esecuzione delle leggi, essendo simili dispositivi in questo Cantone guardati di mal oc- È \ 204 fsi chio dal popolo, tanto più quelli che non furono sotto- posti alla sua sanzione, contro i quali si alzano le più stinate difficoltà. La sovranità dei Comuni è in questo roi più ampia che non in qualsivoglia altro; la composizione del Gran Consiglio varia quasi ogni anno, onde non è raro il vedere una legislatura, — tenendo ‘conto dei desideri del popolo, — disapprovare le misure prese dalla precedente, sostituendovene di tutt’altre. CantonE DEL Ticino. — Assai tenui sforzi fecero le Autorità del Ticino per l’esecuzione della legge. Sino al- Panno 4856, ad onta della legge entrata in vigore presso a45 anni innanzi, sembra che da parte dello Stato nulla fosse fatto per la conservazione dei boschi, e che invece da parte de’ Comuni tutto il possibile si facesse per la loro devastazione. Ed anche da ciò che fu fatto per 1’ e- secuzione della legge dal 1856 in poi, non poco rimane a desiderare. . La somma stanziata nel budget del 1857 per l’ econo- mia forestale fu messa a prode appena per metà, e il budget del 1859 per questo oggetto fu ridotto ancora a meno. Gli ufficj creati dalla legge e dal regolamento pel ramo più importante dell’amministrazione forestale — gli incaricati dell'economia — o non furono minima- mente provvisti, o non lo furono nel senso della legge e dei decreti alla medesima relativi. Neppure i guarda- boschi non furono dappertutto nominati. I Comuni che vogliono vendere legnami devono bensì domandarne l'autorizzazione al Consiglio di Stato; ma se a siffatte domande siegue risposta negativa, ciò non è che una eccezione, quantunque agevole sia il provare come que- sto Cantone non abbia sufficiente provvigione di legna 202 e come le tagliate su tutti i boschi siano sproporzionate | NA al prodotto continuo dei medesimi. ; La quasi incomprensibile lentezza nel dare effetto alla È legge non si può altrimenti spiegare che riguardando | alle condizioni politiche del paese. Le incessanti lotte di - partito, agitate dall'una e dall’ altra parte con veemente esacerbazione, sono fatalissimo intoppo all’ attivazione e all’ osservanza di malgradite leggi e di una buona am- ministrazione. In cosiffatte circostanze troppo pochi sono coloro che, — non curando il turbo delle passioni di parte, — sentonsi il coraggio di propugnar il meglio; e anche | questi pochi, assaliti nella loro intrapresa da irose tem- peste, e troppo presto nojati dismettono ordinariamente pi il nobile proposito, chè gli avversari politici colgon de- stro dall’inevitabile malumore per alzar mantice di agi- | tazione contro il partito dominante. Ed ecco a che vuolsi imputare principalmente la colpa della et trascuranza di boschi e selve nel Cantone del Ticino. # | Cantone d’ Uri. — La disposizione caratteristica della legge del distretto d’ Uri che ordina: tutti i boschi. do- ver essere goduti non altrimenti che per tagli saltuari, , e proibisce di tagliar alberi del diamentro minore di un piede misurato sopra il suolo, è bastevolmente eseguita nei boschi sacri della parte inferiore del paese, mal ese- guita in quelli ad uso dei particolari. Lo stramare, seb- ben dalla legge ristretto, è praticato in misura alla pro sperità de’ boschi troppo infesta; inoltre l’uso di reci- der rami per fare strame ha recato non lieve nocumento ai boschi vicini a’ villaggi. Non fu possibile far eseguire compiutamente la legge neppure nel bosco sacro sopra “ & n. 205 Mtorf, al quale le Autorità sogliono dedicare tanta sol- lecitudine. . La mancanza di un’ autorità specialmente incaricata «della amministrazione delle foreste e dell’ esecuzione delle leggi si fa sentire anche in questo Cantone, e fin- chè ci sarà questa mancanza, il Governo spera indarno di veder eseguite le leggi. I Governi dell'uno e dell'altro UnrERvALDO fecero ‘ogni possibile per metter freno alle vendite di legnami fatte senza autorizzazione; sembra nondimeno che sian- si lasciati indurre ad accordarne in circostanze che con buona ragione avrebbero potuto riflutarsi. | La sorveglianza delle Autorità comunali viene eserci- tata come dappertutto dove lor è affidata l’ esecuzione delle leggi. Manca loro, se non la buona volontà, certo la forza necessaria, massimamente quando la legge — come è spesso in questo Cantone — non fa che indicar ‘il dovere in generale, senza dar le vie e i mezzi di pro-. cedere effettivamente. Il Governo di Sopraselva ha tentato un buon passo al fine di regolare l’ amministrazione forestale preparando i un eccellente progetto di legge, ma non ebbe l’animo di | sottometterlo all’ assemblea generale del popolo, perchè si era addato che non entrava nella comune opinione. L’Untervaldo Sottoselva fece dare nell’ autunno del 14861, dal sig. Goldli di Lucerna, un corso d’ istruzione ai guardaboschi, che fu frequentato da un gran numero. Il Governo di Svitto sentissi cader l'animo allorchè | Vide andar al vento i suoi sforzi per dotare il paese di una legge forestale corrispondente ai bisogni del tempo 204 presente, e or sembra voler abbandonare alle Autorità distrettuali e comunali la briga di regolare questo così importante ramo di pubblica economia. Un simile scon- forto rincresce tanto più perchè le condizioni forestali in buona parte del paese sono di tal fatta che cotesto abbandono, quando si prolunghi, non può che portar difilato alla penuria di legname od anche alla totale de- vastazione di molti boschi. Ben ci ebbero da parte di alcune località lodevoli sforzi per arrivare ad una buo- na amministrazione, ma gli sforzi isolati non possono mai valere la cooperazione di tutto il paese e l’ esempio del Governo. Quest’ ultimo non dandosi più pensiero della amministrazione forestale, non pare aver cercato di infrenarne gli abusi. Nè i Distretti nè le Corporazioni non poterono mai circondare i loro ordini di tale autorità da renderli ri- veriti ed osservati. L'influenza degli ordinamenti fore- stali sui boschi può quindi dirsi quasi ancora impercet- tibile, sia per la sopra detta ragione del nessun rispetto in che sono tenuti, sia perchè il troppo breve tempo dacchè esisteno non potè per anco farle passare in abi- tudine. E mala ventura si fu che la comunità di Svitto, che nel 1851 aveva fatto visitare i suoi boschi dal signor . W. de Greyerz, e nel 1852 aveva chiamato questo pra- tico forestale a dare, come fece, un corso d’ istruzione a’ guardaboschi, non procedesse più oltre nella lauda- bile opera. E sarebbe sì necessario un riordinamento della foreslale economia in questo paese i cui boschi volgono a grave decadenza. Il Cantone di Zuc non ha legge forestale. La città di Zug s’ industria a far eseguire le sue ordinanze forestali, È i 205 come si propone di far levare la mappa e preparare un | piano d’economia delle sue foreste. Gli altri proprietari di boschi e selve sono ancor lungi dall’aver fatto quanto la città. Anche qui ci sarebbe urgente bisogno che il Go- perno si occupasse dell’affare dell’amministrazione fo- È; ‘ restale, che fosse emanata una legge. e fosse creato un — ufficio di Ispettore forestale. 14 Nel Cantone di Lucerna e la legge e tutta la bisogna forestale insieme ebbero a passare per diversi fatti. . Dopol’emanazione della legge del 1855 fu provve- duto all’ ufficio di un Ispettore superiore e si pose mano a dar esecuzione alla legge. Ebbe questa a sostenere, «come fu già il caso in più altre contrade, una forte lotta contro una iliade di difficoltà, sicchè il progresso — non potè che essere lento e stentato. Nè essendo stati «nominati gli impiegati forestali, non fu possibile nei | primi anni di dare alla legge una intera esecuzione. Nel 1842 si diè un passo indietro, avendo la nuova legge d’organizzazione abrogato l’ art. 25 della legge forestale precedente che istituiva ufficj forestali, e l’ I- | Spettore superiore venne congedato. Questa modifica- | zione equivaleva all’ abrogazione della legge stessa, | giacchè una legge senza organi d’ esecuzione è una let- tera morta. uni proprietario, non escluso lo Stato, - potè quindi governar le foreste e goderle a talento, nè | più si parlò di miglioramenti. La divisione de’ boschi j comunali, cominciata sull’ aprirsi del presente secolo, fu rimessa all’ ordine del giorno. Non si potè più a lun- go rattenere la parziale alienazione di foreste attinenti | a maggiori corpi di terreno. Lo Stato medesimo alienò | pure foreste. r 206 Dal 1843 al 4854 i Comuni spartirono fra gli attinenti ben 2500 jugeri di bosco, e nel peggior modo, sboe- concellando cioè in minime parcelle. In questo tempo si fè man bassa massimamente sui boschi di montagna. Con siffatto andamento non è più d’ uopo notare come nè di ripristinar boschi nè di ripopolar vani più nessu-. no sì desse pensiero. i Col dò giugno 1856 furono ristabiliti gli ufficj forestali e nominati i rispettivi ufficiali, e il 20 ottobre dell’ anno medesimo si nominò un Ispettore superiore e alcuni sor- veglianti forestali, ed ora si provvederà alla nomina di altri impiegati di mano in mano che si avranno soggetti. capaci. ] Con queste misure 1’ amministrazione forestale si ria- nimò di novella attività. Tosto si volse la cura all’ ese- cuzione delle leggi di polizia, si incoraggiarono i pos- è sessori di boschi a stabilire vivaj, a ripiantare i vacui e i‘ siti tagliati, si cercò di conoscere almeno approssimati= vamente il possibile prodotto continuo delle foreste, re stiringendone i tagli sproporzionati. Se 1 amministra-. zione del Cantone di Lucerna non potè giungere ancora a dare una compiuta esecuzione -alla legge, ciò non di pende che dal troppo breve periodo corso dacchè s' atti= | vò il fermo volere di metter ordine nel sistema forestale. La breve esposizione de’ fatti del Cantone di Lucerna dimostra a chiare note come il tempo delle politiche agitazioni punto non si confaccia all’ introduzione nè al mantenimento delle leggi forestali. Sono momenti che fanno dar oggi il tergo a ciò che fu jeri chiamato a vita. Ogni legge forestale è impopolare, almeno al suo pri- mo apparire, mettendo vincoli alla libera disposizione della proprietà particolare. Il popolo, costretto a qual=. bri 207 CS U punite che sacrificio, non fa caso in sul subito delle benefiche intenzioni onde la legge è dipartita. I Governi trovano una facile via alla popolarità nel - lasciare che le leggi forestali non siano osservate a ri- gore, e ciò finchè non sia generalmente riconosciuta la — necessità di una migliore economia forestale e non sia penetr ata la convinzione esser dessa possibile soltanto laddove lo Stato intervenga ordinando e vietando, e i "cittadini si pieghino a quelle restrizioni che il pubblico | interesse, il comun bene richiede. . Per giungere a reprimere i delitti è necessario che i Pribunali si mostrino severi. Nel Cantone di Brernado Stato era già proprietario i di estese tenute di bosco, onde potè eseguire le leggi i con meno diflicoltà che non altrove e introdurre e svi- i luppare un buon sistema forestale. Berna precedette quindi nell’ esempio di avere forestali istruiti, d’ alcuni de’ quali suonò onorato il nome sin fuori de’ confini | della patria nostra. La loro azione sembra tuttavia non essersi per alcun tempo estesa che alle foreste dello Sta- to, e rispetto alle comunali essersi limitate a far eseguire le disposizioni della legge sulla vendita dei legnami. L’ esecuzione delle leggi lascia ancora non poco a desi- _derare nel Cantone di Berna. i. Ad onta della proibizione, in parecchie località si esportò, con autorizzazione o senza, assai più legname che non sarebbe permesso dal prodotto continuo delle foreste, e ciò appunto nelle contrade dove la conserva- «zione di foreste ben popolate sarebbe stata maggior- mente necessaria. Così la vaga pastura e l’uso di stra- ‘mare non vennero ristretti entro i limiti della legge nè 208 a norma di quanto si richiede per rimettere le essenze boschive nei vacui e favorire la conservazione del suolo. Sterpamenti e divisioni di foreste avvennero in località ove tutt’ altro sarebbe stato da preferirsi; da qui prese le mosse probabilmente la assoluta proibizione di tagliar boschi nell’ Oberland. La determinazione de’ confini delle foreste non è compita. Piani d’ economia non ci. sono che per le foreste dello Stato e per pochissime al- tre, ancora si spiantano terreni forniti di buone essen- ze, i quali a tenore della legge dovrebbero considerarsi come suolo boschivo. Alle foreste comunali si dedicò maggiore attenzione da una decina d’ anni in qua, nel’ qual tempo segnalati progressi furono fatti generalmen- te nell’ economia forestale. . Non si comprende perchè dal 1852 al 1860 siasi la- sciato vacante il posto di Ispettore in capo delle fore.‘ ste, funzionario di tanto momento, nè si sa spiegare come il maggior Cantone della Svizzera e il più influen- . te sia rimasto per otto anni senza una persona istruita alla direzione di uno dei più importanti rami della nazio- nale economia. L’ addurre il fatto che altri progressi ci ebbero in questo tempo, non vale a nascondere la la-: cuna, manifesta si rimane pur sempre la violazione della legge dalla quale un tal posto si richiede, viola-' zione tanto più funesta in quanto che proviene dalla su- periore Autorità, e contribuisce a menomare il rispetto dovuto alla legge, rendendone così più difficile 1’ esecu- zione, almeno in ciò che riguarda la nomina del per- sonale forestale preposto alle foreste soggette al regime della legge. Il medesimo appunto può volgersi alla di- sposizione per cui alcuni ufficj forestali furono sovraim- posti agli Ispettori, i quali avendo già de’ troppo vasti el BS DI ni 9 i fi ‘ A 209 circondari cui accudire, vengono per tal modo a tro- varsi stracaricati di occupazioni. Gli Ispettori poi non ‘potranno disimpegnare convenientemente i loro incum- benti se non sono ajutati da funzionari capaci a loro subordinati e ai quali affidare i lavori di mera esecu- zione. A I distretti, fissati dalla legge al numero di 24, sono assai estesi ; il loro numero non dovrebbe essere dimi- nuto, massimamente se i Comuni difettano di impie- gati capaci, essendo gli Ispettori forestali occupatissi- mia sorvegliare le foreste di questa categoria. Insistia- mo sulla necessità di aumentare il numero dei distretti forestali e di preporvi uomini capaci. Il Dipartimento dei Beni demaniali e forestali e quindi il Consiglio di Stato, mancando un Ispettore forestale in capo, resta privo di quei dati tecnici di che potesse abbisognare. L’ amministrazione forestale manca di una direzione unica abbracciante il complesso, e, — capi- tale difetto —, manca di un controllo non pure pei la- vori d’ ufficio, ma sì anche per le foreste medesime. Il Cantone di Berna aprì una scuola forestale pratica per formare abili forestali. Noi non ci faremo a giudi- care della novella istituzione e lasceremo che il tempo ne dimostri gli effetti. Intanto i guardaboschi vi riceve- ranno istruzione sui lavori che hanno a far praticare, x questa istruzione verrà loro impartita dagli Ispettori in corsi regolari, È un istituto che produrrà certo buoni frutti, sebbene troppo poco sia il tempo destinato ai corsi: 8 giorni in primavera ed altrettanti in autunno. I corsi devono essere tenuti in tutti i distretti, il che li fa troppo sparti, e gli Ispettori vengono distolti dagli altri loro lavori nel tempo delle colture. 14 210 Aumentando il personale forestale si potrà far ese- guire la legge e dedicare alle selve e ai boschi dei Co- muni e de’ particolari Y' attenzione dovuta alla impor-_ tanza loro. Tutte Je mende da noi toccate derivano dal- essere il personale forestale insufficiente. Importa pure il provvedere ad una legge conforme alle esigenze del tempo, almeno per l'antico Gantone. Diverse rilevanti disposizioni emanano dall’Autorità ese-. cutiva invece di essere nella legge, il perchè non aven-. done la forza, non possono nemmeno avere quell’ ese- cuzione che sarebbe ad attendersi dalle disposizioni le-. gislative. x La legge detta di cantonamento, del 22 giugno 1840, . stabilendo che le servitù pesanti sui boschi sono redi- | mibili,; ha esercitato una grande influenza non solo sui rapporti di proprietà, ma sì pure su tutta l economia | forestale, principalmente nell’ antico Cantone. Lo Stato, possessore della maggior parte delle foreste, fu sollegi cito di profittare del difanto datogli dalla legge e prese a redimere le servitù cedendo una parte delle foreste | agli aventi diritto. Esso prosegue l’opera e non tarderà{ ; a coni pirta Non ci staremo ad esaminare se il riscatto ‘ mediante l'abbandono di una parte del suolo Parri al vero interesse dell’ economia forestale; non si tratta più di ammettere altri principj che stabilirebbero una ineguaglianza nel modo di riscatto. Ma ogniqualvolta si. consideri la difficoltà dell’introduzione di una np economia forestale nei boschi de’ Comuni e delle Corpo=. razioni, e quando si rifletta che lo Stato come proprie tario poteva amministrare a modo suo le sue foreste, quantunque affette di diritti d'uso, sembra che sarebbe. stato meglio regolare questi diritti anzichè riscattarli, i ia pati e TT, DT TERI ; AI per ottenere la maggior possibile produzione di legna- «me. Del resto, si può riparare a questi inconvenienti ‘proibendo la divisione delle foreste passate in facoltà «dei Comuni ed obbligando questi a governarle bene co- me quelle dello Stato. Il riscatto dei diritti d’ uso sarà ‘vantaggioso se questo scopo si raggiunga, essendochè ‘una proprietà scevra di ogni aggravio è per consueto meglio tenuta che non è quando sia sotto il peso di ser- vitù. Le Autorità del Cantone di Berna dovrebbero adope- rare senz’ indugio tutti gli spedienti per loro possibili ‘onde introdurre una buona amministrazione nelle fore- ste comunali! Ne troveranno i mezzi necessari nel pro- dotto delle foreste dello Stato liberate da ogni aggravio. È- ._ Il Cantone di Friborgo fece lodevoli sforzi per l' ese- cuzione della legge sulle foreste comunali. Si pose mano a levar le mappe, la quale opera, in genere già molto ‘avanzata, è ormai terminata per una metà delle fore- ste. Formati sono i piani d’ economia di parecchie fo- ‘reste, e sonosi intraprese colture in quelle di montagna. La polizia forestale vi è esercitata in modo soddisfacen- te. Si va studiando di restringere il pascolo del bestiame ne’ boschi; sebbene, non è ancora abolita la pastura delle capre, nè abbastanza osservato è il divieto di far tagli sproporzionati al prodotto continuo. Tagli smo- dati si fanno nei boschi dei particolari, e in molti bo- «schi tanto comunali che particolari si abbatte più che nol comporti 1’ annuale incremento. Frequenti mutazioni di impiegati forestali, dipen- ‘denti da considerazioni politiche, hanno sfavorevol- mente reagito sulla esecuzione della legge e sullo svi». it luppo dell’ economia forestale. Pochi sono i rami del- l’ amministrazione dove le frequenti mutazioni del per- sonale rechino tanto disturbo come nel regime foresta- le; tutte le misure, prese per un lungo spazio di tempo, sono conseguenza le une delle altre, e ragion vuole che, per raggiungere lo scopo, siano eseguite dietro un pia- no conseguente. Possano î Governi aver di mira non altro che il pubblico bene e porre da banda gli interessi di partito allorchè trattasi di nomine ad impieghi fore- restali che nulla hanno di comune colla politica! Il Governo del Vallese fu, dopo quello del Ticino, il’ meno studioso di sforzi diretti ad ottenere l’ esecuzione delle leggi forestali. L’ Ispettore forestale cantonale e i tre Ispettori di cir-. condario istituiti dalla legge furono dopo la promulga-| zione di quest’ ultima e del relativo regolamento nomi», nati. Ma già nel 1858 venivano licenziati ì tre Ispettori, riducendo ad un impiegato solo quel personale già trop- po scarso all'uopo. Più tardi si diede all’ Ispettore canto»: nale un Aggiunto e si prepose al circondario del Basso | Vallese un sorvegliante de’ boschi digiuno di ogni studio ‘ scientifico. Ritiratosi poco dopo per motivi di salute l’ I-: spettore cantonale e divenutone vacante il posto, lo si la-' sciò sprovvisto; cosicchè non ostante questa modifica- zione il Vallese non ha che un solo impiegato forestale istruito. Furono obbligati i Comuni ad avere dei guarda= boschi, ai quali si fecerò dare de’corsi d'istruzione, l’uno in tedesco, l’ altro in francese, ma poi non fu provve- duto a far sì che essi fossero dui Comuni retribuiti per le loro incumbenze in modo da poterne ragionevolmens te esigere l’ adempimento. 215 Massima cura fu posta ad inibire i gran tagli rasi e hi istituire un esatto controllo dell’ esportazione de’ le- nami, e si riuscì — tranne poche eccezioni — a ripa- canna a questo male prima assai esteso anche nel Valle- se; all’ incontro — se ne togli alcuni deboli tentativi — non fu dato vigore ai decreti aventi per iscopo di rav- vivare i vacui e i deserti operati dai tagli e di recare in somma a migliore stato la bisogna titestale. Nè si- mili decreti potranno mai aver effetto vero finchè non ci abbiano forestali periti e in numero sufficiente. Una cagione precipua della mala esecuzione della legge forestale nel Vallese sta nel troppo studio di ri- sparmio. Per l'economia forestale — importantissimo ra- mo dell’ economia nazionale — dovrebbe il Cantone far sacrificj; all’ incontro esso vuole — senza aver boschi proprii — coprir buona parte delle spese col ricavo dei boschi. In conseguenza di questa parsimonia lo Stato del Val- lese destina un sussidio del tutto stringato al meglio dell'economia forestale, incassando invece per tasse di flottazione, di taglio, confisca di legnami ecc. una som- «ma di 25,000 — 40,000 franchi annualmente. Alla par- ‘simonia viene ad associarsi un altro motivo infesto al ‘bene dell’ economia forestale: lo studio di popolarità, cui certamente favorisce la larga indulgenza nell’ ese- cuzione di leggi, quali sono le forestali, malgradite al popolo, mercandosi così un favore compro con grave e permanente sacrificio della prosperità del paese. È Il Cantone di Vaud, ben organizzato com’ è nel per- sonale forestale, molto fece a pro dell’ amministrazione delle foreste cantonali; tutte le mappe sono levate, ì Bi ie at da e RA 214 boschi e le selve sono per la massima parte tassate e godute in proporzione dell’ annuale prodotto continuo. Alcuni Comuni amministrano i loro boschi; ma i bene- ficj] della legislazione e i progressi della scienza non so- nosi per anco estesi al maggior numero, segnatamente a quei Comuni che stanno fra le Alpi e sul Giura. Le popolazioni delle montagne vodesi non credono ancora alla necessità della selvicoltura, nè s' inducono in ciò a cosa cui non siano dalla superiore Autorità stimolate. Gli impiegati forestali dello Stato non sono bastevol-. mente retribuiti pei lavori che fanno ne’ boschi comu- nali, e pochi sono quelli che dedicano alla loro sorve- glianza il tempo che si richiederebbe. Lo stesso Gover- no non insiste abbastanza per l’ esecuzione della legge, nè dà il debito appoggio agli impiegati che cercano di far progredire il buon regime forestale. Non è raro che a questo o a quel Comune si accordino domande a cui . sta contrario il preavviso della Commissione delle fo- reste. Anche qui ha dunque suo giuoco lo studio di po- polarità, buono in sè stesso, ma ferace di malnate con- , seguenze se debbane fer le spese l’ esecuzione delle leggi ; forestali. Il Cantone di Neuchatel, che ha introdotto un' ottima | economia nei boschi dello Stato, esercitò, sino nel 1848, sui boschi comunali un controllo sebbene assai difetto- so. Quei Comuni nella cui economia forestale mostra- vansì inconvenienti, vennero sottoposte ad una sorve- glianza speciale. Ma d’ allora in poi nulla fu più fatto dallo Stato pei boschi de’ Comuni nè delle Corporazioni. Qui non ci ha violazione della legge, non essendovi di- sposizioni legislative che obblighino il Governo ad in- 215 tervenire. Sarebbe bene che non si tardasse a dare ef- fetto all’intenzione che sembra esserci di dotare questo Cantone di una legge forestale. Nel Cantone di Soletta la legge forestale viene ese- gita. Le selve e i boschi sono misurati e per molti di essi vi sono piani di economia. I tagli che non si rive- | stono naturalmente vengono artificialmente ripopolati. Si tiene un controllo dei tagli, che non possono sover- chiare la possibilità del bosco. L’ impegno posto dalle | Autorità solettesi a sviluppare l’ economia forestale e ad impedire i tagli sproporzionati dei boschi comunali fece sì che questo Cantone potè, senza dannose conseguenze, tentare il rischioso esperimento di cedere ai Comuni i bo- | schi dello Stato gravati di diritti d'uso, e di vedere que- sta misura produrre generalmente buoni frutti. Mag- giori sarebbero i progressi nell’ economia forestale, se gli impiegati forestali non fossero ad un tempo Inge- gneri distrettuali e non avessero a dedicare gran parte del tempo alle costruzioni stradali, tanto più nelle sta- gioni che dovrebbero occuparsi degli affari forestali | più specialmente, Del resto, il loro appuntamento è ben lungi dal poter dirsi in proporzione cogli impegni che al loro ufficio si annettono. Al Governo di Basilea-Campagna la legge accorda | pochissima competenza in fatto di boschi, e poco si è il medesimo sinora occupato di economia forestale. Si Ep iconasee però la necessità di una legge conforme al tempo attuale, la quale è anzi prevista cda un dispositi- vo della Desiiluzione: ma l'Autorità legislativa vorrebbe; che una simil legge non restringesse l’ autonomia dei 216 Comuni, ciò che non è compatibile col fine cui devesi intendere. Per isbarbicare gli abusi e recar migliorie convien ristringere l’ autorità de’ Comuni e delle Corpo- razioni a norma delle esigenze del bene generale. An- che in questo Cantone l’ esperienza dimostra a chiare note che per lo più i proprietari non s’ inducono volon- tariamente a que’ sacrific] che una buona economia fo-. restale esige, o che non vi si acconciano che troppo tardi, cioè quando boschi e selye volgono a rovina. Se ciò che fu detto intorno ad uno dei più rilevanti argomenti che vogliono essere trattati in questo rap- porto, è lungi dal riuscir favorevole; dall’ altra parte, per non essere ingiusti verso i Governi, è forza ricono- scere le indicibili difficoltà che combattono l’ attivazione di una legge, quando — come appunto le leggi fore- stali — urta direttamente contro le inveterate abitudini del popolo e contro le radicate idee di diritto di libera- mente disporre del fatto proprio. Siffatte difficoltà s’ inal- berano già pure negli Stati monarchici così vivamente da potersi a stento sedare; del che i paesi a noi vicini, e nominatamente le parti montagnose dell’Austria e del- l’Italia forniscono prove le più lampanti. Or si pensi. quanto non debbano essere maggiori simili difficoltà in. paesi di repubblica, e tanto maggiori quanto più pre- ponderanti sonovi gli elementi del sistema democratico. A togliere dalla radice cotesti inciampi altro mezzo non si dà migliore che l’ istruzione del popolo, l' edu- cazione, la diffusione dei lumi sui suoi veri interessi. È questa una via che conduce con passo alquanto lento ma sicuro alla meta; per lo che i benpensanti dovreb-' bero a tutt’ uomo industriarsi di tenerla aperta e prati- cata questa via in tutte le forme possibili. i [ Î | i i » : ‘ | 217 Da ultimo non vuol lasciarsi inosservato come sinora, e segnatamente al tempo che apparivano le leggi, quasi ‘tutti i Cantoni erano, e in parte sono ancora, in difetto di forestali informati della scienza, all’ altezza della missione loro e capaci di comprenderla dal vero suo punto di vista. Diversi Cantoni fecero tristi esperienze in questo riguardo, imperocchè dalle così malfortunate nomine in cui s° abbatterono dapprincipio causaronsi quegli inconvenienti che tanto contribuirono a rendere l'economia forestale sulle sue prime mosse impopolare e persino a discreditarla. VIII, Economia sin qui praticata delle fo= reste e stato attuale delle medesime. La maggior parte delle foreste delle montagne si tro- vano su un suolo dal quale, sia per la sua esposizione, sia per la sua composizione, non si può trar profitto che mediante la coltivazione a bosco. Quando i versanti scendono in pendiî ripidi al fondo stesso delle valli, sono coperti di bosco sino al piede: quando invece s’ al- zano in pendii miti, il bosco non occupa che la parte | superiore delle montagne. Le valli della Linth, della Reuss, dell’Aar e del Ro- dano, e molte altre, le valli profonde del Giura, por- gono esempi della prima categoria. La maggior parte delle alte valli delle Alpi, le larghe valli che si aprono dal lago dei Quattro Cantoni, i bacini del Giura ne por- ‘ gono della seconda. x 218 Sulle pendici ripide ed uniformi, le foreste continua- no senza interruzione sino al limite della vegetazione arborea; nelle Alpi questo fatto non tocca ordinaria- mente che le valli elevate, mentre nel Giura è frequen- te, e più sui versanti nord ed ovest che non su quelli sud ed est. Laddove le montagne sono traversate da ter- razzi, le foreste sono interrotte, perchè queste specie di ripiani sono, giusta la loro elevazione o esposizione, abitate o coltivate a campo e prati ossivvero coperte di pasture. Di questi terrazzi o ripiani, quelli che non si trovano ad una grandissima elevazione sui versanti sud e est, sono ordinariamente abitati o coltivati. Quelli che si trovano ad una più alta elevazione e volti al nord e _al- l’ovest, formano delle estese pasture, ed assai rara- mente vi s'incontrano luoghi coltivati ed abitazioni ove | l’uomo passi l'inverno. Se le montagne non superano il . limite della vegetazione e se le loro vette non sono to- talmente formate di rupi o scogli, hanno ordinaria- . mente pasture sulle schiene, in caso diverso esse sono. nude e disacconcie ad ogni sorta di coltura. Quest’ ulti-. | me si trovano nella regione delle Alpi propriamente. dette, e le prime in quella della molassa e nel Giura. | Le vette e gli altipiani sono raramente boscati. i Incontransi talvolta porzioni boscose più o meno. estese nel fondo delle valli e sui dolci pendii al piede , dei versanti, e così su terreni atti ad altre colture, ma. poi in alcuni luoghi le foreste furono, dove avrebbesi dovuto conservarle, distrutte in lungo e in largo per. ampliare i pascoli, e spesso anche per creare dei cam- pi. Molte vallate offrono questo spettacolo; il che tanto. più rincresce in quantochè laddove si estirpano i bo- Di Ki pi 219 | schi per coltivare altri vegetabili, la fertilità del suolo diminuisce di anno in anno » gli strati produttivi scom- | parendo anche intieramente. Chi vuol accertarsi di ciò | visiti le vette di Pudinga nel Cantone di Appenzello , la | valle Morobbia, le valli superiori del cantone d’Uri, i versanti al sud-est della catena del Niesen, la valle 4 - principale e le parti inferiori delle valli laterali del Val- lese, la regione del calcare bianco-del Giura. . Iluoghi elevati sono generalmeute i.meno popolati di bosco, o perchè si allargano continuamente i pascoli, | 0 perchè i boschi non possono vivervi a lungo come in | posizioni più favorevoli. La regione delle alte Alpi fa prova di questo asserto. Il Giura è la parte più ricca di foreste; vengono poscia le parti delle Alpi ove le mon- ‘tagne sono ripide, ma non oltrepassano di molto il li- mite della vegetazione arborea. Tali sono, per esempio, . la Signoria nei Grigioni , le parti più meridionali nel Ti- cino, il basso Unterwaldo, l Emmenthal. Il suoto fore- stale diminuisce principalmente laddove si lamenta di- . fetto di legna e dove la conservazione di boschi e selve | sarebbe richiesta e dal bisogno degli abitanti e dalla guarentigia contro nocivi fenomeni. Le differenze nello scomparto delle foreste fra le di- | verse località spiegano le diverse opinioni sulla rìc- chezza della Svizzera rispetto ai legnami. Quando si percorrono le vallate e si pon mente alla ripartizione del suolo tra le differenti specie di coltura, facilmente si conchiude che la maggior parte del suolo serve alla | produzione di legname, e che le provvisioni delle mon- tagne sono inesauribili; chi invece sale sulle alte mon- | tagne s'avvede che l'estensione occupata dalle foreste è assai ristretta appetto di quella delle pasture; qui è 290 forza ammettere che il timore di vedere un giorno gli abitanti delle montagne mancare di combustibile non è senza fondamento; che in più luoghi questo momento critico è già arrivato. Qui s’ invigorisce e rimane il con- vincimento che un’ esportazione alquanto considerevole non può più effettuarsi. Al viaggiatore che si ferma nelle vallate non offronsi vestiti di bosco se non i versanti dominati da nude sommità; l’ osservatore che si trova. sull’alto, si scorge davanti considerevoli estensioni di pasture, mentre le sottostanti foreste, o punto non si scoprono al suo sguardo, o appena gli appajono a mo- do di anguste strisce. L’esportazione del legname per l’Italia avea preso gran piede già nel secolo passato, nelle contrade situate sul versante meridionale delle Alpi. Sul versante nord il commercio del legname per l’estero non s’ ingrandì che nei primi venti anni di questo secolo. Però P espor- tazione avea luogo già da lungo tempo, perchè i paesi della pianura e le città che mancavano di legna ne trae- vano quella quantità che loro era necessaria, sia dalle Alpi, sia dal Giura. In questi ultimi anni si aprirono al commercio le valli più remote, e foreste quasi inaccessi- bili sono state diradate e abbattute intieramente. Non si trovano quindi più antichi corpi di bosco fuor- chè in alcuni luoghi ove è quasi impossibile il traspor- tar legna, e nelle foreste dichiarate sacre che proteg- gono le abitazioni,.le strade ece., e nelle quali si taglia pochissima legna. Queste vendite considerevoli di legna si eseguirono sfortunatamente in un’ epoca che vi era poca concorren- za, e prima che i prezzi fossero abbastanza alti, perchè. i grandi tagli divenissero un’ operazione finanziaria ed’ arricchissero i proprietarii delle foreste. 221 | Estesi tagli ebbero luogo in un'epoca che il prezzo della legna non sorpassava 20 centesimi la tesa, e la metà delle foreste antiche e di quelle situate in luoghi favorevolissimi per il trasporto della legna, disparvero quando i i migliori assortimenti non costavano che 2 a 5 franchi la tesa. Al giorno d’oggi le circostanze sono cangiate; le frequenti dimande che s’ avanzano da ogni parte e gli alti prezzi che si offrono sono poderosi in- ‘centivi all’intrapresa di grandi tagli. L'aumento del prezzo del legname non portò quindi migliore economia nelle foreste, anzi, al contrario, tagli maggiori; esso fu piuttosto nocivo che utile alla loro conservazione. Spe- ‘riamo che i proprietarii comprenderanno che devono proteggere le loro foreste ed averne cura, se vogliono _cavarne un profitto continuo e crescente. Tutta la legna deperente e i rami restavano per l’ ad- dietro sui tagli, principalmente nei luoghi lontani. Di | più, il difetto di vie e di mezzi di flottazione obbligava «a ridurre in legna da fuoco od in carbone un gran nu- mero di piante che avrebbero fornito buon legname da “costruzione o da sega. —_ Nel Cantone Ticino tutte le piante si troncano in as- pio; corti pezzi per poterle far flottare nei torrenti. . Persoddisfare ai. bisogni degli abitanti si ricorreva sempre ai tagli saltuarii, per le vendite, ai tagli più o meno rasi; non si risparmiava che il legname rimasto soffocato e misero o senza valore, o gli alberi che non sono atti a portar semi nè a proteggere suflicientemente il suolo. Egli è solamente ai nostri giorni che si cercò di far conservare sui tagli alberi di riserva, idonei a semen- _ tare il terreno; ma non si arriva all’ intento che quando sulle SR o E 009 —- — -— la martellatura delle piante è avvenuta per opera di uo- mini pratici, e che fu sorvegliato il taglio e il maneggio del legname. I venditori mettevano ordinariamente a carico dei compratori la manipolazione ed il trasporto del legna- me, come pure la costruzione e la manutenzione degli stabilimenti necessarii (vie) per trasportarlo. I compra- tori, che non pensavano che al loro proprio interesse, non si occupavano nè punto nè poco di ripopolare il suolo, nè della sua conservazione, nè di guarentire le sponde delle acque ove essi flottavano il legname. Quando si trattava di creare strade di qual si voglia natura per farvi scivolare il legname, di costruir delle chiuse entro i torrenti ecc., essi non pensavano che ai bisogni momentanei e all’ affare delle spese, nulla cu-. randosi del futuro. Per rendere agevoli più che fosse. possibile i mezzi di trasporto nelle grandi foreste sui versanti delle montagne, si tagliavano alla rinfusa tut- te le piante servibili, senza lasciare alberi di riserva, nè orlature per proteggere il suolo. Parecchi antichi regolamenti forestali e tutti i nuovi esigono di prendere su di ciò le misure necessarie; ma siccome mancano gli agenti, e spesso anche la volontà per farle eseguire,‘ esse sono rimaste senza influenza anche laddove si a-, vrebbe potuto metterle in esecuzione. Ai nostri giorni. sì inseriscono nei contratti di vendita condizioni che inibiscono ai compratori di fare tagli rasi, almeno nei luoghi dove potrebbero essere dannosi, mentre che pri- ma essi aveano il diritto di tagliare sino in cima alle montagne tutte le piante che si trovavano nelle foreste vendute. Ma queste condizioni tornarono sempre insuf- ficienti quando gli alberi che si dovevano conservare Ser al nnt dd) 225 ro Si i «non furono marcati da pratici, ec quando lé tagliate “non vennero sottomesse ad una sorveglianza speciale. Queste condizioni obbligavano generalmente i compra- tori a lasciar in piedi tutte le piante inferiori ad una certa dimensione, per esempio di 6 a 10 pollici di dia- “metro: prescrizione che può essere facilmente elusa, e che pure non è sufficiente per condurre al fine che de- sideriamo, cioè di non lasciar soverchiamente nudo il suolo e di favorirne il ripopolamento. 1 tagli che si usa- no nelle foreste delle montagne non risparmiano che un picciol numero di piante ordinariamente soffocate e misere, che non possono nè dare semi, nè proteggere il «suolo, nè giovare la rinnovazione del bosco. Questi al- beri sono o rotti o danneggiati dalla caduta degli alberi Vicini o dal trasporto del legname, e perciò gl’ indicati tagli non hanno realmente alcun vantaggio sui tagli ‘rasi, tanto più che il compratore cerca il suo interesse, ‘non quello del proprietario. contratti di vendita accordano sovente ai compra- ‘tori un tempo piuttosto lungo per il taglio e per il tras- porto. Questa condizione non è messa a profitto nell’ in- teresse del rinnovellamento dei boschi, ma unicamente in favore del compratore, cosicchè non si eseguisce il ‘taglio se non quando ne fanno invito favorevoli circo- stanze di speculazione. Sovente non sì stabiliva nem- ‘meno il termine per l’ esportazione e il compratore po- ‘teva lasciare in piedi il bosco a suo talento pagando al "venditore un minimo interesse per la somma cui era debitore. Si vedono ancora in piedi dei boschi stati “venduti già da venti anni e più, e che sono passati in ‘una terza o quarta mano. È inutile ridire le perdite che cagiona ai comuni questo stato di cose, sia per causa parate ir 224 dell’ incremento dei legnami, sia per l’ aumento dei prezzi. I tagli dei boschi venduti hanno cagionato alle foreste più gravi danni che non i tagli fatti pel bisogno degli abitanti. Que’ tagli hanno non solamente oltrepassato la regolare possibilità, ma la loro grande estensione non permetteva nemmeno la naturale seminazione per opera dei venti. Le pianticelle essendo troppo esposte alle in- temperie non si sviluppavano che lentamente. Il bestia- me portava danni ancor maggiori su vasti tagli che fa- cilitano gli scoscendimenti e permettono alle acque di strascinare il terreno. Di più; se si considera che le ta- gliate avvennero in luoghi rimoti ed esposti alle in- - fluenze atmosferiche sfavorevolissime, ove il ripopola- mento allora pure è già difficile quando i tagli si esc- guiscono con riguardo, e diviene pui impossibile quan= do si abbatte senza alcuna precauzione; se dunque sî considerano tutte queste differenti circostanze, forza è conchiudere che siffatte vendite di boschi sono la causa principale onde via via per le montagne si va ampliando! lo squallore. Molti luoghi sono resi sterili da un sol ta- glio, o sono trasformati in pasture che danno un misero prodotto. Quasi tutte le contrade del nostro paese forni- scono esempi di simile calamità, ma principalmente pa- recchie vallate elevate dei Grigioni, e parecchie del Cantone Ticino, la valle d’ Orsera, la vallata principale e più vallate laterali del Vallese, le Alpi friborghesi, le vallate di Schlieren nell’Alto-Untervaldo, parecchie mon- tagne del Cantone di Svitto, |’ Entlibuch ed anche il Giura. Insieme alle grandi vendite si faceva un commercio di legna più ristretto, sia dai proprietarii dei boschi 225 particolari, sia dagli usuari colle porzioni ricevute dai Comuni. Una gran quantità di legname tagliato e ne- goziato come qui fu cenno, usciva non solo dalle con- "trade che sono oggetto delle nostre osservazioni, ma | passava anche i confini del paese, imperocchè non man- cavano mai negoziatori intermedii. I grandi tagli smo- dati nelle foreste dei particolari hanno le medesime dannose conseguenze come le grandi vendite, ma esse “non sono così evidenti, nè così nemiche alla rinnova- zione del manto boscoso, perchè non si eseguiscono ta- gli rasi su grandi distese ad un sol tratto. Vi hanno però alcune eccezioni, principalmente in que’ luoghi ove la maggior parte delle foreste rimangono in possesso di particolari, che per effettuare grandi vendite fanno spes- so grandi tagliate; ciò si può vedere nell’ Entlibuch. .. La vendita di legname accordata dai Comuni ai loro ‘attinenti ed usuari non sarebbe sì funesta, se i venditori non cercassero di procurarsi il legname che loro abbi- sogna, colla maniera la più dannosa, quella cioè di ta- ‘gliarlo con frode, ciò che contribuisce al devastamento ‘delle foreste. Una grande influenza esercita pure sullo stato dei bo- sehi il trasporto dei legnami, troppo difettosi essendone tuttavia i mezzi usati nelle montagne; chè gli abbattuti alberi tramandansi al basso per mezzo di certe strade pensili composte di prodigioso numero di tronchi fra loro riuniti in modo da formare un sentiero, sorretto con intreccio d’ altrettanti tronchi. Vedute alquanto da lon- tano, queste vie somigliano a canali ©). Nell’ inverno altre La Sr $ Io — (*) Queste sono quelle strade inclinate che i montanari de’ luoghi chiamano sovende, costruite con moll’'arte dagli operai che diconsi 507- { D (9, 296 simili strade si allestiscono, si coprono di terra, su cui con neve ed acqua sparsavi ad arte formasi uno strato di ghiaccio, sul quale il legname scivola velocemente da un capo all’altro di lunghissime valli. Altro mezzo di trasporto del legname è la flottazione su torrenti e fiumi. Coloro che studiano di giustificare i grandi tagli ra- si, vanno ordinariamente adducendo a scusa la neces- sità di abbattere ingente copia di legname onde poter far fronte alle spese che si richiedono per lo stabili- mento dei mezzi di trasporto. Ciò sta finchè si cammini col metodo sin qui usato, costruendo, cioè, strade pen- sili con prodigiosa quantità di legname (, e altre simili strade sulla terra per farvi scivolare i tronchi, e chiuse, lavori e spese gravi per breve servizio, anzi nulla più: che pel servizio del momento. All’ incontro, si potrebbe ovviare a cotesto inconyeniente mediante la costruzione‘ di buone strade vuoi pei carri, o vuoi anche solo per, le slitte. Con ciò si farebbe possibile il desistere dalle: tagliate a nudo, introducendo invece il taglio saltuario: fl. | no ratori. Esse costeggiano i dorsi de’ monti mediante travate sospese alle’ nude rupi, talora in precipizi i più spaventevoli, attraversando forre ei burroni, finchè giungono al fiume o alla serra, laghetto artificiale che! si crea intoppando il passaggio deli’ acqua in un sito dove la scogliera’ stringendo l'alveo del torrente vi forma una gola angusta. Per mezzo! della sovenda precipitano nel torrente e s'adunano alla serra le mi- gliaja e migiiaja di tronchi. In tempo d’esuberanza d’acqua s’apre la terra, e il legname è portalo al basso della valle e al piu vicino lago. Di queste industrie hanno già parlato scrittori della Svizzera italiana (Pranscini, Svizz. ital; Zavizzari, Escursioni nel Ticino), ma senza. addentrarsi, come fa il presente Rapporlo, in considerazioni relative ala economia forestale, (*) S'intendono le così delle Sovende, di cui vedi qui sopra. sr | 227 0 per decimazione, e contribuendo così indirettamente allo sviluppo e ad una migliore economia dei boschi e delle selve. La spesa per siffatti lavori sarebbe certa- mente maggiore di quelle che attualmente si fanno; ma Je conseguenze ne compenserebbero ogni sacrificio. Non ‘solo potrebbersi utilizzare i prodotti assai meglio che non avvenga attualmente, e mandar fuori del bosco le- mi che ora è forza ridurre in pezzi, ma si potrebbe inoltre aver maggior cura de’ boschi ed evitare i guasti a cui va soggetto il suolo col trasporto delle grandi quantità di legname, o colla mal diretta flottazione. I pericoli derivanti dal modo di trasporto della legna sono la formazione di burroni e i danni recati alle spon- de dei corsi d’ acqua. Dei danni della flottazione offrono un fatale esempio i dintori di Campo nel Ticino; esempi di burroni hannosi dappertutto, ma più ancora nelle rocce meno dure. Le ripe del fiume presso Campo fu- rono nel 1857 dalla flottazione di circa 20,000 tronchi da sega, imprudentemente dati all’impeto della cor- rentia, danneggiate per tal modo che tutto il villaggio col territorio intorno fu ad un pelo di scoscendere; nè può mettersi riparo ad una grave sventura che coll’ im- piego di tempo e di spese straordinarie. a Lo stabilimento di vie di comunicazione permanenti ‘Spesso potebbe farsi con una spesa minore di quella che si richiede per le vie temporarie. A prova delle somme ingenti che anche quest ultime possono assorbire, cite- remo il fatto che una simile via costrutta questi anni ‘passati nella valle di Tourtemagne nel Vallese costò ‘circa 100,000 franchi. È una doppia via fatta, parte ‘con perticoni, parte con panconcelli o correnti, della lunghezza di almeno tre leghe. Le quali vie, molestate wc. Stunt E TE er CA 228 come sono dalle valanghe precipitanti ogni anno in pri- mavera cagionano ancora grandi spese per ripara- zioni. Difficile si è il dire anche approssimativamente la quantità di legname esportato dai diversi Cantoni, non essendoci controllo ai rispettivi confini. Manchiamo an- che di dati positivi per l’ esportazione dalla Svizzera, essendo le tasse d’ uscita percepite a norma del valore, nè tutti gli offici daziari avendo tariffe fisse. Le cifre qui appresso esposte furono date dalla Direzione de’ Dazi e sono tolte esattamente dai registri degli anni 1855-1860; la conversione del valore in massa solida fu eseguita colla maggiore attenzione possibile. Le cifre indicanti il commercio fra’ Cantoni sono cavate dalla Statistica. della Svizzera del Franscini e da altre informazioni; on- de non possono dirsi stabilite su basi certissime. | Rileveremo alcuni fatti riguardanti le vendite di le- gnami e la esportazione in diversi Cantoni: | [ t : APPENZELLO EsrERIORE. Nessuna o ben poca esporta-. zione di legname si fa da questo paese, nel quale entra; anzi dal suo vicino, Appenzello Interiore, un buon dato: di torba e di legna. Dall’ intiero Cantone quasi nessuna‘ esportazione di legna. Tanti ne sono i bisogni del paese. che già troppo diradati ne stanno i boschi, i quali pos- sono contarsi fra i più smodatamente goduti. SancaLLo manda fuori dalla Svizzera annualmente un 44,000 piedi cubi di legna del valore di 22,181 fr., quasi tutto legname d’ opera. Maggiore è l'esportazione per ai Cantoni di Zurigo e di Glarona; può calcolarsi un 450,000 piedi cubi, il più dai distretti di Sargans e di 299 Werdenberg. Pochi tagli rasi vi furono fatti in quest’ ul- ‘timi anni, il che è ad attribuirsi precipuamente alla mancanza di boschi da ciò. Grandi tagliate a nudo fa- ‘cevansi da prima nelle montagne sangallesi. — L’im- poriazione della legna è considerevole. . GLARONA, che sino dal tempo delle guerre di Zurigo 5somministrava legna ad altri paesi, è da 20 anni in qua costretto ad importare combustibile, giacchè i suoi boschi più non bastano al bisogno notevolmente cre- sciuto per lo sviluppo messosi nell’ industria. Quando il consumo interno soverchia la possibilità dei boschi e non sì tiene un esatto controllo dei tagli, i boschi ri- mangono più esposti al devastamento che non è per causa dell’ esportazione. Ed ecco il perchè i boschi del Glaronese sono così poveri di annose essenze e segnati di tagli rasi cotanto infesti alla rinnovazione e all’ in- ‘cremento boschivo; ciò che appar manifesto a chi getta un guardo sulle tagliate recenti all'ingresso del Klein- thal. Ne’ Grigioni l’ esportazione del legname non è più così poderosa come per lo passato, e maggiorcura è posta ad impedire i tagli rasi già sì nocevoli non che al medesimo paese, anche ai Cantoni vicini. Le vendite di tagli rasi non sono più approvate, e per quelle già contrattate su boschi di prima classe, gli acquirenti devono limitarsi al taglio delle piante mar- tellate a norma di una buona amministrazione; le ta- gliate sono sottoposte ad una sorveglianza. Ben ci ebbe ancora qualche tagliata senza che siansi praticate simili misure, ma ciò è colpa soltanto del difetto di personale. 250 L’ esportazione per l'estero va presso a 258,000 piedi cubi, quella per Glarona e Zurigo tocca i 2,500,000 piedi cubi. Nel Ticimo, sia prima dell’ emanazione della legge forestale, sia dopo, dominò una deplorevole trascuran- za riguardo al mercato de’ legnami. Nessuno davasene pensiero, nessuno sorvegliavane il taglio. Persino in questi ultimi anni, allorchè già erasi svegliata l’ atten- zione sugli affari forestali e s° avvivava la cura di ese- guire la legge, poco assai fu fatto in simile proposito. Da capo a fondo si distrussero i boschi sino all’ ultimo limite della vegetazione arborea, senza riguardo alcuno. nè alla protezione del suolo, nè assai meno al suo ri- vestimento. Nuove vendite di legname, che avrebbero - dovuto essere ricisamente denegate, furono autorizzate ad onta della istante proposta dell’ Ispettore forestale in contrario, nè attenzione alcuna si prestò al trasporto del legname. Il popolo non sa comprendere il pregio de’ bo- schi altrimenti che dal lato pecuniario e dell’ immediato , MSN ricavo. Le Autorità comunali trovano l amministrazio- ‘ ne più facile e più gradevole colla cassa piena che non con un grosso capitale, da loro non considerato come li- quido nè disponibile, riposante nel bosco. Il commercio. del legname è per lo più imbiettato tra le mani di fun- zionari distrettuali ed altri uomini inftuwenti che ì propri interessi nacttono a gran pezza innanzi al bene del pae- se. E il Governo sembra temere di metter in forse la. sua popolarità. Le quali circostanze tutte insieme sono di tal natura che rendono poco men che impossibile e introdurre e il serbare una buona ‘economia fore- stale Sa 3 » È Dal Cantone del Ticino esportasi annualmente legna e carbone per un valore di 41,571,760 franchi, ciò che equivale a circa 3,750,000 piedi cubi di legna. Il Cantone d’ Uri, sebbene povero di legnami nella | parte elevata del territorio, esporta legna, ma non in gran quantità: nella parte inferiore del paese si eser- cita notevole commercio colla legna distribuita dai Co- _muni ai rispettivi attinenti. Di rado si fanno tagli rasi per vendite in grande; ondechè ie infelici conseguen- «ze di un immoderato godimento sono meno manifeste, sebben non meno reali che altrove. Ma reale e manife- ste è però il malanno nelle valli di Orsera, di Gosche- «nen e di Meien, le quali tre valli vogliono contarsi fra’ luoghi più diboscati della Svizzera. _ Il Cantone di Svitto ha sempre esportato per quello di Zurigo molta copia di legna proveniente dalle parti situate al nord e all’est, per Lucerna e per l’ estero, da quelle verso il sud e l’ovest. L’esportazione soverchia la possibilità de’ boschi, ed era da prima ancor mag- giore. I boschi di Svitto vogliono noverarsi fra i più estenuati. Si può aver per fermo che il consumo inte-- riore sarebbe a mal partito se non fossero le abbon- danti torbiere di Einsiedlen e di Rothenthurm. Anche di questo combustibile si fa non poca esportazione. I tagli sproporzionati hanno influito tanto più mala- mente sullo stato delle foreste in quanto che furono praticati senza il minimo pensiero di emendamento, arrivando coi tagli rasi sino alla sommità delle monta- gne e non ponendo mai inibizione alla pastura del be- _Sliame. Il Cantone di Zu manda a Zurigo un 800 tese di le- gna all’ anno, ma non fa tagli per l’ esportazione spe- cialmente. Il Cantone d’ UNTERVALDO, e principalmente la parte inferiore di Obwalden, esportava da prima molta legha non ostante la proibizione, e adesso ancora la quantità esportata annualmente da tutto il paese pel Cantone di Lucerna e per l’ estero può calcolarsi un 700,000 piedi . cubi. Le grandi provviste sono anche qui cessate prima che i prezzi dei legnami si alzassero a segno da formare una fonte di grandi rendite. Le malnate conseguenze del diboscamento che seguì alle smodate vendite pesano principalmente sulle valli di Schlieren presso Alpnach. Non si potrà mai trarne una quantità di legna eguale a » quella tagliatavi nei primi trent'anni di questo secolo. 1 Cantoni di Lucerna e di BerxaA fanno da lungo tempo un gran commercio di legname, quantunque proibita fosse nell’ antico Cantone di Berna l esportazione, nè le conseguenze possono rimanere celate. Al commercio del legname altre circostanze si associarono ad influire . STI o Ra sull’ attenuazione del capitale forestale, come sono nel- : l Entlibuch le vetraje, nell’ Oberhasli le ferriere statevi in attività, e nel Giura la fiorente industria fabbrile. Non è quindi maraviglia se i boschi di questi paesi sono fuormisura diradati e se, nelle Alpi in ispecie, sono ca- duti in ancor peggiore condizione, niuna cura essen- dosi posta a riallevare i boschi abbattuti nè essendo stata inibita la vaga pastura. — Dal Giura bernese l’ e- sportazione del legname ascende annualmente a quasi 822,000 piedi cubi. TAR TI R *SPTRIAARA 250 Il Cantone di Frisorco vende molta legna ne’ suoi bo- schi di montagna, massimamente ne’ più remoti. Va la maggior parte ad alimentare le officine metallurgiche . di Soletta e del Giura bernese. I tagli per queste ven- | dite si fanno a nudo, ciò che forte contribuì alla deva- stazione de’ boschi e alla diminuzione della fertilità del suolo nelle vallate della Jaun e della Singina calda. I | progressi nell’ economia forestale non giunsero ancora ad introdurre nelle montagne un sistema razionale di godimento, atto a favorirvi il ripopolamento. = Dal VALLESE deve esserci stata esportazione di legna- me già da lungo tempo, sia dalla vallata principale, sia dalle parti inferiori delle laterali, ove si operarono per- ciò de’ tagli rasi. Disastrose ne furono le conseguenze, massimamente ne’ boschi riposanti su’ terreni o ammassi di scoscendimento e sul calcare, perchè i forti calori « dominanti in queste vallate e la manchevole umidità dell’ atmosfera ebbero per effetto che il suolo fattosi ra- sciutto e secco perdette la fertilità. Onde, laddove av- _ vennero di simili tagliate, non si mostrano che pendici — brulle o mal vestite di tisica vegetazione. Il Governo . volse l animo alfine ad impedire i tagli rasi, ma fu troppo poco liberale nei mezzi adoperati; è impossibile che un solo Ispettore forestale faccia eseguire la legge in un intiero Cantone così esteso. Nel Vallese l’ esportazione del legname per all’ estero i viene ad essere annualmente di circa 41,347,000 piedi — cubi, del valore di 650,049 fr. Assai ragguardevole è | pure l'esportazione per Ginevra e per le rive del Le- "mano. "——. —_—_—_——_ edeoogqq(,Geei.-.-+>Zzinui mt DEA A x ‘ ‘ Rd | d 254 Vaup manda legname, e delle Alpi e del Giura, a Gi- nevra e all’estero. N'esce dalla Svizzera una quantità che si crede ascendere a 118,000 piedi cubi, del valore di 58,634 fr., senza contare la esportazione dal distretto del Pays-d’-En-Haut. Forse quella per Ginevra è mag- giore ancora. I tagli nelle foreste dello Stato sono di- retti in guisa da non perder di mira il ripopolamento; ma nelle comunali e nelle particolari, sia nelle Alpi che nel Giura, assai rimane a desiderare in simil riguar- do. Ancora in questi ultimi tempi furono fatti in più siti tagli rasi pei quali fu reso assai diflicile o anche impos- sibile l'allevamento di nuovi boschi, e su non poca estensione fu persino privato il suolo di fecondità. Esem- pi di questo genere offrono le Alpi e il Giura, e in qne- st’ ultimo segnatamente la contrada fra St. Cergues e il Brassus. La Commissione forestale si è pronunciata con- tro le domande di taglio, ma il Governo le ha nulladi- meno accordate. Nel Cantone di NeucHaTEL, relativamente assai popo- lato, l'importazione del legname è maggiore dell’ espor- tazione. In quest'ultimi tempi fecersi però anche qui ta- gli rasi per la vendita, di malaugurato effetto sul rin- ‘ selvamento dei rispettivi terreni. Questi tagli non han- no tocco per buona sorte una grande estensione. Lo Stato fece una vendita straordinaria ragguardevole ( per 100,000 fr.). che non ebbe però conseguenze economi- camente dannose, perchè i tagli vennero ben regolati. Nè fu godimento anticipato, chè fu anzi frutto di ante- riori economie. Poca legna esce dal Cantone di SoLETTA che eser- î 255 cita diligente sorveglianza sui tagli dei boschi comu- “nali; ma dall’ altro canto i particolari posero mano a ‘tagli mal consigliati, principalmente nella valle della . Liissel, le cui conseguenze già fannosi risentire; questo torrentello è il solo del Giura solettese che con interri- menti cagioni alcun guasto. Anche qui, come altrove, fu abbattuto smodatamente, ma il male data da tempi ‘anteriori. Nè pure BasiLEA-CAMPAGNA, nella parte più elevata, non isfuggiì alle malaugurate conseguenze de’ tagli rasi; l'inferior parte del paese ha per lo più boschi cedui; il suolo vi è bastevolmente protetto. Un buon dato di le- — gna s'invia bensì alla città di Basilea, ma di rado pro- cedesi a grandi tagli per ciò; poca è l'esportazione 0g- | gidì da Basilea-Campagna per all’ estero. _L’importazione della legna e di altro combustibile va rapidamente aumentando. Rorschach, Romanshorn , Sciaffusa, Basilea e Ginevra ne sono i precipui scali. . Poco contribuiscono a questo fatto le contrade monta- | gnose che sono oggetto del presente rapporto. La mag- gior parte di questa importazione è destinata per le | città e le fabbriche del piano e per le grandi imprese di _ trasporto. Il prezzo de’ legnami, sia da fuoco, sia da costru- zione, si è in quest'ultimi anni rapidamente elevato. L’importazione della legna e del carbon fossile agevo- lata dalle vie ferrate non valse ad arrestare |’ aumento del prezzo della legna, ma ne ha rallentato la progres- | sione. Forse il prezzo dei legnami da costruzione e da opera è ancora in sul crescere, sia per causa dei troppi re 256 diboscamenti, il che obbliga ad allargare i termini della rotazione e a ristringere per conseguenza necessaria il ricavo de’ boschi considerevolmente, sia perchè il prez-. zo non è ancora alto abbastanza per rimunerare suffi- cientemente chi si dedicasse alla coltura e alla produ- zione di legnami da costruzione e da opera. ll prospetto che segue più sotto fornisce dati più pre- cisi sull’esportazione, sull’importazione e sul prezzo del legname. Non è però a dimenticarsi quanto fu già osservato, cioè: che il commercio dei legnami nell’ in- terno, come pure la ripartizione del legname esportato a Basilea fra’ diversi Cantoni, non posano che su cal- coli approssimativi, e che le cifre non danno quindi una base certa dei rapporti fra i differenti Cantoni dal lato commerciale. Basi più sicure offrirà un altro prospetto alla fine di questo capitolo, contenente de’ dati per tutta la Svizzera su l'estensione, la popolazione, la produ- zione, il consumo e il commercio del legname. — {| =— |000°961|000°09£|000°9£#T[000°0FL°S1|000°8L1°5|000°TES°01| 21230 L 8-08 |Sn-0e] — * 000°08T [0004007 |000°06 ‘ euSedue)-ro|seg CE-G|00-CE] . — a 000/0ST |000409 |0004007 | * * * *Enoros 98-08 |84-0%/000'117 000816 [000400 |000°87 * 7 * [opegonan 08-ST 101-C7 000817 |000%008 |00081z | (t1nw a Idy) puea cE-0l |SE-07] — x 000°L10°E |000‘00£ |000°£T8T "0 2SONCA GE-a (06-C] —

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Queste cifre potrebbero far credere che il benessere delle popolazioni abitatrici di contrade ricche di legna- me siasi non poco aumentato e che i Comuni che più. ne abbondavano trovinsi in assai prospera - condizione finanziaria. Ma non è dappertutto così; la vendita de’ bo- — schi ebbe spesso un effetto del tutto contrario: si sono > arricchiti i mercanti, non i proprietari. Ben ci furono Comuni che il danaro ricavato da’ boschi seppero util- mente impiegare in costruzioni stradali, nell’ crezione di locali scolastici o di ripari a fiumi e torrenti ; altri al- - l incontro, massimamente nel Ticino, pare che abbiano | spartito la pecunia fra' comunisti senza gran vantaggio > per questi e con gran pregiudizio della comunità; per- | chè, come dice il proverbio, « La bertuecia ne porta via | l’acqua », e « Quel che vien di ruffa in raffa se ne va di < buffa in baffa » (©). Non si saprebbe altrimenti spiegare il | fatto: che vi sono Comuni i quali hanno venduto tagli di , bosco per 100,000 e sino per 200,000 franchi e non hanno neppure pagato i debiti. L’ usanza di dare ai comunisti il legname a loro ne-. cessario produsse conseguenze funeste pe’ boschi. | (*) Quesli proverbi , sia l’uno che l’altro, sanno troppo di toscano pel popolo della Svizzera italiana. Qui sarebbe più piano il dire: « Ciò che vento porta, vento sperde », o anche: «La farina del diavolo va tulta in crusca », CEST ei. 259 Era ne’ tempi andati generale nelle montagne la mala i ‘usanza che ogni comunista poteva per suo uso tagliar legna a talento, e quando meglio gli convenisse o pia- cesse, ne’ boschi comunali, non pagando alla cassa co- 1 munale che appena un insignificante nonnulla, oppur anco nulla affatto. Quest’ usanza genitrice di gravi danni | pei boschi è generalmente abolita, ma da troppo poco tempo; onde gli effetti dell'abolizione non poterono per anco farsi sentire, In molte vallate sussiste ancora un’al- tra usanza che pur troppo somiglia alla prima: si è che fu bensì limitato il numero delle piante concesse a ciascun attinente della comunità pel taglio, ma rimane poi ab- ‘bandonata all’intero arbitrio di lui e la scelta e il taglio e il trasporto. La facoltà di tagliare a talento legna da fuoco e da ‘chiudende è tuttora in uso sulle alpi laddove bosco e pa- stura appartengono al medesimo proprietario, o quando esistono servitù; e sì è uno dei gravi inconvenienti con- ‘tro cui ha a lottare una razionale economia forestale. Il legname per le chiudende potrebbe essere fornito senza danno delle foreste dalle piante che rimangonsi soffocate, ma converrebbe che gli alberi fossero assog- gettati alla martellatura e si agisse energicamente con- tro quei particolari che si permettessero di abbattere altre piante infuori da quelle designate. I proprietari che hanno la facoltà di tagliare a loro talento, vi pro- | cedono senza riguardo, cernendo ordinariamente i più bei tronchi dei boschi giovani. In fatto di chiudende se- guesi per lo più un metodo che porta il maggior consu- Mo di legname; il qual male non potrà togliersi se non “assegnando a ciascuno la quantità che gli è strettamente necessaria, e punendo severamente chi la oltrepassa. In 240 questo riguardo fanno onorevole eccezione il Cantone del Ticino e buona parte del Giura, ove già da lunghis- simo tempo è uso servirsi di sassi, ovunque ciò sia pos- sibile, per le chiudende. Gli effetti di quest’ uso funesto sì fanno sentire più tristamente allorchè è praticato sul limite superiore delle foreste dove maggiori e più particolari esser do- vrebbero le cure. Le male conseguenze non dipendono tanto dalla quantità del legname quanto dalla maniera di abbattere. È raro che i pastori pongan mano ad-al- beri di considerevoli dimensioni già decadenti o dan- neggiati, quali trovansi in copia assai sul limite supe- riore delle foreste; essi non vogliono sottoporsi alla fa-. tica di ridurli alle dimensioni convenevoli all’ uopo delle | chiudende. Essi preferiscono tagliare piante di !72 a 1 piede di diametro, in pieno vigore, juantunque preve- dano che fra breve saranno deserti di legna e che lor. sarà giuocoforza trasportarlo sulla montagna ; e taglia- no senza darsi aleun pensiero della conservazione dei . A è o er boschi, ma spesso anche per ampliare le pasture. Egli. è incontestabile che il limite superiore delle foreste ten-. de ad abbassarsi, e ciò dipende in parte dall’ uso qui sopra detto e dall’ abuso di far pascolare il bestiame ; nelle foreste elevate. Siano pur quanto vuolsi favorevoli , e il clima e il terreno, è impossibile che sussistano fo- reste laddove l’ uomo abbatte senza remissione gli alberi liberali di semi, e il bestiame pilucca e sbruca d’ anno in anno i getti tenerelli. Se con siffatto governo il bosco, come fu notato, non può sussistere nemmeno con fayo- revoli circostanze, se queste poi corrono avverse esso deve ben presto scomparire. i Riforme d’urgente necessità sono: Assegnare la legna } Ch FBr1 ( 244 che si richiede pei caseificj e sorvegliare il taglio; alle ‘chiudende di legno sostituir muri, fossi, siepi vive, e ‘ove ciò non sia possibile, fissarne il legname sia nelle agliate, sia nelle spurgazioni. . Un funesto effetto ha pure l’ intento peraltro lodevole delle Autorità comunali, della Svizzera centrale parti- colarmente, di risparmiare il bosco. Esse non danno «agli attinenti tutta la legna che loro abbisogna, sebbene ‘questi non possano altrimenti procacciarsene fuori che da’ boschi comunali, onde, spinti dal bisogno, appi- gliansi essi a quell’unica via che lor rimane, che è di ta- ; gliare di soppiatto. Non tutti corrono questa via, ma la frode è generalmente favorita col comprare che fanno | quasi tutti la legna tagliata in frode. E siccome ciò è con- | siderato tome una necessità portata dalla stessa ammi- | nistrazione, nessuno si reputa per simili delitti disono- “rato, anzi non sono nemmanco puniti severamente ove siano commessi da tali che vantano diritto sui beni co- munali. Nè mai diminuiranno siffatti delitti funesti ad . una buona economia forestale infino a tanto che non sia- no puniti come qualsiasi altro furto e trovino in certo cqual modo una sanzione nelle leggi. Non solamente nuo- cono i delitti alla proprietà, ma, se prendono una con- Siderevole proporzione, incagliano il regolar come vor- rebbesi i tagli pel rinnovellamento e rendono malage- vole il buon governo dei singoli boschi; essi possono talvolta-portare anche la devastazione delle foreste. De- I oralizzano inoltre il popolo abituandolo a porre in 16 249 A disordinatissimo trattamento sono in preda Îe fore- ste appartenenti a più Comuni. Ciascuno cerca di rac- cattare a scapito del suo vicino, e ciò sempre maggior- mente quanto più diminuisce la copia del legname e quanto più i boschi vanno scomparendo. Questi boschi comuni a più economie comunali sono ne’ Grigioni, nel Ticino e altrove assai considerevoli, onde si accresce la necessità di dar mano alla loro divisione fra’ Comuni. Spesso usansi tagli rasi, anche pel solo bisogno locale, là dove per conservare i boschi sarebbe indispensabile il taglio saltuario. Questi tagli rasi avvengono massima- mente in luoghi in cui il consumo della legna è attual- mente fuori di proporzione colla produzione. Non si fan- no veramente sur una distesa così ragguardevole come sono quelli cui danno occasione le vendite; ma "siccome ogni anno si ripete la medesima operazione senza mai pensare a rimettere il bosco, così l’ estensione denudata viene ad ampliarsi tanto da non poter più essere semen- tata dai boschi ancora in piedi, onde il ripopolamento o non avviene minimamente, o solo lentamente e par- zialmente. Questi tagli presentano dunque gli stessi in- convenienti dei grandi tagli rasi operati per causa di vendite. E talvolta sì procede qua e colà per via di ta- gli saltuari, dove invece ì tagli regolari sarebbero più favorevoli al ripopolamento e scevri di inconvenienti notevoli. Poche purgazioni regolari sonosi intraprese sinora ne’ boschi di montagna. Difficoltà locali e il poco valore delle piante di piccole dimensioni vi si oppongono. Fatte in grande, sarebbero però praticabili, aumente- rebbero il prodotto de’ boschi e diminuirebbero i danni che possono recare gli insetti, le nevi, le tempeste. 245 Punto non corrisponde allo scopo l’opera dei delin- quenti che diradano il bosco. Il Cantone di Soletta fece in questo riguardo il mag- giore progresso; vengono in seguito Berna, Neuchatel e il Giura Vodese. Si comincia a intraprendere purga- zioni nelle Alpi, — nelle foreste dello Stato e qua e là anche in comunali e particolari —, ma non sono di uso generale in nessun Cantone. Nel Giura si usano talora purgazioni soverchiamente diradanti; il che deve con ogni studio schifarsi, più nocevoli che utili essendo su questo calcare secco. Nelle contrade dove la legna ha tocco un gran va- lore si cominciò ad estrarre i ceppi, in siti eziandio nei quali meglio converrebbe lasciarli stare giovando essi a contenere il terreno; anche i tronchi si tagliano troppo rasente terra. In quest’ ultimo riguardo fa una rimar- chevole eccezione l’ antico Cantone di Svitto, dove, non ostante la gran penuria di legna, si troncano gli alberi a due piedi e più sopra il suolo. La prudenza non è mai troppa quando si tratti di por mano a ceppi, , Perchè se si estraggono dal terreno cui servono a consolidare, il danno supera d’ assai il vantaggio della maggior quan- tità della legna guadagnata. Irami e la legna minuta vengono arataariniionte ab- bandonati sui tagli per difetto de’ necessari mezzi di trasporto. Così si perde il 40-12 °/o della massa totale della legna, e questo quantitativo che va perduto ba- sterebbe da solo alla spesa delle vie stabili che vorreb- bero esse sostituite a quelle strade o pensili o sulla terra costruite con tronchi (scappatoje, sovende). I boschi cedui, il cui prodotto serve al consumo locale, sono goduti o per tagli saltuari o. per tagli rasi. Il regime 244 saltuario non segue però affatto senza metodo, avvi- cinandosi piuttosto al taglio a scelta ossia ai tagli rego- lari fatti nei boschi di alberi di due età dei quali ven- gono sempre abbattuti i più vecchi. Una particolare menzione si merita il trattamento delle favre o boschi sacri. Abbiam già notato come le antiche ordinanze vi permettessero la libera pastura, ma proibissero ogni taglio. Or è ad aggiugnersi che le popolazioni oggidì ancora tengono quelle disposizioni in istretta osservanza; nè portano la scure contro que- sti santuari della natura se non con grande esitanza e quasi per forza. Un sì profondo rispetto non può aversi che come un sicuro indizio dell’ importanza che il po- polo riconosce in questi boschi e della viva fede che ha nella benefica loro influenza. Peccato che le antiche or- dinanze non abbiano provveduto a salvarli dall’ insulto del bestiame, inibendo in essi la libera pastura e che non abbiano imposto l'obbligo di nettarli dal legname deperente! Ciò avrebbe pur giovato a più compito otte- nimento dello scopo. La cofiservazione delle favre in uno stato capace di resistere alle lavine, agli scoscendimenti e alle frane è quasi impossibile col trattamento finora usato. Le piante attuali vanno invecchiando, muojono, si sfasciano; quelle che si alzano novelle sono tormentate dal morso delle capre e dell’ altro bestiame, o se per miracolo ne scam- pano, non possono pur giugnere a robustezza pel di- fetto che patiscono di spazio e di luce. Il perchè la maggior parte delle favre sono in uno stato che alta- mente riclama una modificazione nel sistema di loro go- verno. Meritano di essere citati i Grigioni: sebbene la popolazione di questo Cantone sia fra le più osservanti 245 dell’intangibilità di siffatti boschi, il Governo ha preso nulladimeno energiche misure, e ha ordinato lo sgom- bro di ogni rottame e seccume non meno che di ogni pianta in deperimento che ne medesimi si trovasse, e vi ha proibito ad un tempo la pastura. Negli altri Cantoni non incontransi boschi sacri propriamente detti, ma boschi proteltori o di sicurezza, i quali sono tutti trat- tati coi massimi riguardi. Il qual modo di trattamento è veramente più favorevole al ripopolamento che non la proibizione assoluta di tagliar legna; con tutto ciò non è meno urgente il bisogno di riforme e quello in parti- colare di infrenare la libera pastura se voglionsi man- . tenere simili boschi in condizione da rendere i servigi a che si destinano. Anche in questi boschi commettonsi | delitti forestali non ostante la comminazione di più se- vere pene, essendochè manchevole n° è la sorveglianza e quindi tanto più agevole al colpevole 1’ eluderla. Nel Cantone Ticino le favre sono intieramente scom- | parse dalle valli principali e assai diminuite nelle late- rali. In quelle che hanno vita ancora non si trova che poca copia di legna deperente, e la popolazione non — mostra in generale di sentire gran rincrescimento della distruzione del rimanente. Così gli abitanti della valle . di Bedretto, dove verdeggiano piccole favre protettrici thee: - vi daga de’ villaggi e persino delle stalle, pongon mano a ta- gliare senza risparmio (), nè punto a vantaggio dei pro- (*) Un tristissimo effelto di quanto è sopra notato si provò di recente: chè il bosco sotto cui sta la terra di Bedretto, — debole all’ orlo supe- riore, troppo rado, orbato di razionale e solerte economia forestale, — non valse a sostenere la rovina della valanga che nel gennajo 1863 sep- pellì il villaggio, atterrò case e stalle, portando morte a più persone e miseria a più famiglie. 246 prietari di que’ boschi, ma nell’interesse di coloro ai quali essi fanno protezione, secondo una singolare mas- sima di diritto, che cioè: Chi vuol rinunziare alla prote- zione ha anche il diritto di abbattere il bosco protettore e venderne il legname. Nelle montagne si fa molto caso -dei prodotti secon- dari dei boschi come è segnatamente la pastura e le ma- terie da strame. In altri tempi non da lungo passati sti- mavansi questi prodotti più che la legna medesima, e così è tuttora in parecchie località. Nei boschi delle Alpi e di buona parte del Giura si esercita il libero pascolo sia del grosso bestiame, sia del minuto. Solo da poco tempo in qua si riusci a tenerne riservate quelle porzio- ni di bosco che appunto vannosi ripopolando, e le favre: ma non si pervenne ancora a farne compito l’ intento. Veramente, quanto alla libera pastura, i danni recati dal grosso bestiame non sono di gran momento; raro è che facciansi pascolare cavalli nei boschi; ma altrettanto più funesti sono poi i danni fatti dalle capre ed anche dalle pecore, sopratutto se queste entrano nel bosco in grandi frotte, come è nella parte meridionale de’ Gri- gioni ove si conducono greggie numerosissime dal ber- gamasco. Le bestie bovine, condotte alla pastura sulle monta- gne, scorrazzano pe boschi in primavera ed in autun- no; nell'estate non li percorrono che allorquando i ne- vischi molestando le alpi spingonle a cercarsi riparo per entro la selva; perciò non danneggiano che raramente i boschi delle regioni inferiori. Più sensibili sono i danni cagionati dalle bestie da tiro (buoi e cavalli) e dalle così dette vacche da stalla, poichè gli abitanti delle montagne hanno per costume di mandare al pascolo i 247 | primi di notte e quest'ultime di giorno. Non è infre- | quente il vagar loro nei boschi vicini con non lieve guasto. «A guasti ancor maggiori sono esposti gli orli supe- . riori delle foreste delle alte montagne, non essendo esse abbastanza separate dalle pasture, nè cinte di ripari. Il . bestiame le percorre come le pasture, e se poi si consi- dera per giunta il modo usato dai pastori a tagliare la — legna di cui abbisognano e di che abbiam già sopra | fatto parola, non è meraviglia che il limite boschivo, | chiaramente segnato da vecchi tronchi, venga sem- | pre più abbassandosi. È questo un fatto che non vuol | punto ascriversi nè a crescente rigidezza di clima, nè al- — Pavanzarsi che faccia verso il basso la linea delle nevi | perpetue, imperecchè agevole sarebbe l’ addur prove in contrario; la causa di qnesto male è unicamente a cer- carsi nel trattamento usato da uomini ed animali alle . foreste sulla zona superiore delle medesime. Ma nonè solo l'esercizio della pastura che fa impic- . colire l’area boscosa; chè più ancora vi contribuisce il . diboscamento operato per ampliare la pastura, il prato, il terreno coltivabile. Si estirpa ogni legno e spesso si . bruciano le zolle. Così dall’ alto, dal basso, da tutte parti si lavora alla diminuzione dei boschi e delle selve. Siffatte usurpazioni esercitate sul suolo boschivo av- vengono principalmente in quelle località dove i pascoli appartengono a particolari e i boschi a Comuni, e dap- | pertutto quando trattisi di estendere i terreno coltiva- bile. Ed ecco come via via si continui a sottrarre alla | produzione del legname grandi estensioni; e ciò conti- | muerà insino a che ai boschi non si fissino confini e di | questi confini non si vegli al mantenimento. 248 d Perniciosa usanza si è pur quella di far erba ne’ bo- schi, essendochè tagliando l’erba si tagliano ad un tempo le pianticelle che spuntano. E una simile ricolta si fa principalmente sulle ripide pendici, in siti quasi inaccessibili volti al sud; assai scarso è questo prodotto, non potendosi farlo ogni anno ma solo interpolata- mente. Ma fra tutti gli abusi sopra accennati il più dannoso ai boschi è certamente la libera pastura delle capre, la quale è in uso dappertutto, con poche eccezioni, ed ha resistito a tutte le misure prese per abolirla. Le capre, in numero di 550,000, percorrono tuttodì i boschi delle contrade che sono oggetto del presente rapporto, sia perchè le pasture non bastano a mantenerle, sia perchè traversano i boschi per recarsi ai pascoli. Nessun bosco è all’ingorda bestia troppo lontano, nessun monte è trop- po alto, nessuna vegetazione inaccessibile; nessuna spe- cie legnosa rifiuta , e ghiotta è principalmente dell’ abete rosso (Pinus Abies L.), Vl essenza dominante nelle mon- gne. In primavera, in autunno e in inverno, abbando- nate come sono a sè stesse, le capre fanno maggiori gua- sti che non nella state essendo in quest ultima stagione sotto la guardia dei pastori. Ma il massimo guasto è nel- l’ inverno, sbrucando i tenerelli getti, solo lor pascolo in questa stagione. Quanto più mite è il verno e quanto più dolce il clima, e più dannosa riesce la libera pa- stura delle capre. Ben comprendono e i legislatori e la parte più intel- ligente del popolo come i danni recati ai boschi dalla pastura delle capre siano maggiori del profitto che ve ne trae; con tutto ciò anche i meglio veggenti rigettano ogni proposizione diretta ad abolirla o a ristringerla. Ù : [ 249 . L’obbiezione è dappertutto una sola, cioè che 1 abo- : izione ola restrizione della pastura delle capre nei bo- Mine: ridotta ad ur’ estrema angustia. Se l’abolizione della libera pastura delle capre do- \Vesse avere una simile conseguenza, certo anche il più fervido difensore delle foreste dovrebbe ammutolirne ; wma per buona ventura è dimostrato dall’ esperienza che il dubbio sulla dirittezza di questa conclusione è giustificato. L’ esperienza ha dimostrato potersi restrin- gere la libera pastura delle capre senza mettere come- chesia a repentaglio l’ esistenza della parte più biso- p nosa del popolo. Infatti, la maggior copia di queste Mtio appartengono ai particolari più agiati i quali ne hanno spesso 20 o 30, e talvolta sino a 70, mentre che le famiglie povere non ne alimentano che 2 o 3 appena. Se i benestanti si risolvessero a non tenerne, o alme- no a non mandarne ne’ boschi più de’ poveri, il numero di questi animali potrebbe essere ridotto alla metà, e così diverrebbe possibile il ripararne i luoghi tagliati ove si va rimettendo il bosco e diminuirne per tal mo- do il male. E quand’ anche non si potesse dare esecu- zione a quest ultima misura, non sarebbe pur men ve- To che il danno recato da 175,000 capre non debba es- sere minore di quello che recano le 350,000. — L'esperienza fatta da alcuni Comuni mette in eviden- za come l’ esecuzione di simili misure non cagioni al- i economia del popolo inconveniente di sorta, sicchè in alcune contrade ben potrebbesi anzi totalmente abolire la libera pastura delle capre, o almeno restringerla a Segno da lasciar che possano rimettersi de’ buoni corpi 250 di bosco. N° abbiamo esempi nel Togghenborgo, nella valle della Linth e altrove: alcuni Comuni hanno abo- lito già da parecchio tempo la libera pastura: altri ten- gono numerose greggie di capre. Or bene, nessuno s'ac- corge che il benessere sia venuto :meno ne’ primi, 0p-. pure che siavi cresciuta la miseria delle famiglie povere. Adunque a rimuovere l'ostacolo maggiore che si oppone alla economia forestale nelle montagne, basta far pre- valere la massima del diritto dei borghesi relativamente alla libera pastura delle capre ne’ boschi.T benestanti do- vrebbero sottomettersi tanto più facilmente a simile ri-. forma in quanto che fruiscono anche vantaggi mag- giori che non i poveri, sia ricevendo maggior copia di. legname, sia mandando più numeroso bestiame al pa-, scolo, sia finalmente perchè o essi o i loro discendenti trarranno una maggior porzione degli utili che prover-, vanno dalla soppressione della vaga pastura delle ca-; pre. Si dovrebbe decretare dappertutto , come già fu. fatto, sono più di 80 anni passati, in alcuni Cantoni, che quei particolari che tengono una vacca in istalla d’estate, non possano mandar capre alla pastura nei/ boschi, e che nessuno possa tenerne più di quanto è ne-. cessario alla sua domestica economia. Così non si met=; terebbe in pericolo l’esistenza di famiglia veruna. Se poi arrogi che 330,000 pecore percorrono le selve. buona parte dell’ anno, non saranno più inesplicabili le devastazioni che l’ osservatore scopre dappertutto nei boschi novelli. L’uso di raccogliere materie da strame (stramare) nei boschi ha pure un’ influenza notabile e sull’ economia delle pasture, e sulla forestale. Quest’ uso consiste sia nello spogliare il suolo delle foglie mandate a terra da- 251 gli alberi in una coi muschi e colle erbe che vi stan sot- fo, come anche a recidere ramicelli di piante resinose. 1 primo uso ha luogo dappertutto , il secondo è proprio incipalmente del Canton d’ Uri, e sebben meno, nel- | Oberland bernese, ne’ Grigioni e altrove. In Uri e al- trove le fraschelle servono a foraggio delle capre in tem- po di scarsezza d’ erba in primavera, e talvolta ezian- dio a foraggio del manzame. Spogliando il suolo delle foglie cadute, si toglie quell’ unico ingrasso che le fore- ste hanno in soîte, e al suolo stesso si ruba una prote- zione contro i rigori atmosferici e contro il calore che lo asciuga; il terreno ne soffre, il crescere delle piante sì rallenta, e per una funesta vicenda si ha per conse- guenza la diminuzione di tutti i prodotti che servono di ingrasso. Minor inconveniente ci ha a togliere le erbe che coprono il suolo, se questa operazione non divenisse nocevole per la maniera di eseguirla, imperocchè si me- na la falce senza riguardo alle tenere pianticelle, le quali si tagliano anzi senza pietà alcuna, rendendo così impossibile il rimettersi del bosco. _ Se è impossibile l’abolire dappertutto la raccolta dei prodotti che forniscono materia d’ ingrasso, possibile sarà sempre eccettuare il taglio de’ rami e fare che que- sta raccolta avvenga per guisa che rechi minor danno, non avversi la conservazione de’ boschi e contribuisca ‘ad assicurare la raccolta medesima anche per l’ avveni- # quando sia indispensabile il profittarne. . La libera pastura e lo stramare sono più nocevoli quando si esercitano in virtù di diritti, giacchè il pro- prietario del diritto, quello almeno del.diritto.di pastu- ra, non può trovare il suo immediato interesse a rispar- ‘miarc il bosco. Onde siffatti boschi sono dappertutto E; he 252 nella più miseranda condizione, chè il proprietario del diritto di pascolo si considera bene spesso come pro- prietario del suolo. Il cogliere frondi per foraggio ne’ boschi non è gene- ralmente praticato, se ne eccettui alcune località del Ti- cino e nominatamente la parte superiore della valle Verzasca. Invece trovansi dappertutto capitozze sulle sponde de’ rivi e de’ fiumi, sotto alle pendici, sull’ orlo de’ boschi, sulle pasture, che danno ùn considerevole. prodotto per foraggio delle capre e che non nica si. è il conservare. La raccolta della pece e la preparazione del catrame non hanno luogo in generale che in piccolo. La seconda non ebbe conseguenze funeste, ma la prima, quando si praticava in grande, come è tuttavia in alcune parti del Giura e talvolta nelle Alpi, è nocevole all’ incremento degli alberi e alla qualità del legname. La preparazione del negrofumo , della potassa ece. è fuor d’uso quasi dappertutto. In più località e principal- mente nella parte superiore del Cantone Ticino si fanno inutilmente grandi guasti nele selve resinose levando, corteccia per formarne bende da formaggio. Diciamo guasti inutili perchè questi utensili possono farsi di le- gno rifesso, che sarebbero assai più durevoli; i pastori potrebbero anche provvedersene per tutto l’anno ser- vendosi della corteccia degli alberi abbattuti in prima- vera. pi Gli abitanti delle montagne vanno a raccolta dei semi di simbro (Pinus cembra) di cui sono ghiotti, nuocen- do così non poco alla riproduzione di questa essenza cotanto utile nella regione superiore della vegetazione. Pochi sforzi sonosi fatti sinora per contrabbilanciare, Ly - 259 col pcivnio dei vacui e con una più ragionala economia dei boschi, la disastrosa influenza esercitata dal modo attuale di atilizzarli, basato in molta parte su abusi. Qaalche passo innanzi fu però fatto in questo proposito nelle contrade che formano oggetto delle pre- senti osservazioni; alcuni Uantoni possono vantare di hei lavori di questo genere, ma sono per lo più sparsi , non essendo che una eccezione il trovarli su una consi- derevole estensione. | All’atto de’ tagli si guarda più al vantaggio imme- diato che da questi s'intende a trarre che non al rim- boschimento del sito. Così è raro, principalmente nelle Alpi, che si proceda per tagli regolari o saltuari in modo che ne sia favorito il ripopolamento. si In simile riguardo è ad osservarsi sui diversi Cantoni pvanio segue: | L’AppENZELLO EstERIORE dà mano a parecchie coltu-. re, ma la maggiore attività si manifesta ne’ particolari ‘anzi che ne° Comuni. . L’AppenzeLLo InterIoRE ha cominciato alcune col- ture. % » |. SancaLLO impiega ogni anno in colture forestali da 10 a 12 quintali di semi e circa 500,000 piante. Le contra- de inferiori superano nell'attività per le colture le mon- tagnose. In gran parte di boschi si praticano espurga- fe: | Nel Cantone di GLarona il Comune di Mollis intraprese vent anni sono le prime prove di colture forestali, grandi | DIVE STO piantagioni compirono e con buona fortuna altri Comu- ni, e nominatamente quelli di Glarona e di Ennenda, e istituirono viva], in seguito a’ corsi ordinati dal Governo e impartiti ai guardaboschi dal sig. W. de Greyerz. Nel resto del paese non si fecero colture, e gli abitanti, quelli massimamente del Kleinthal, non mostransi an- cora gran fatto convinti della necessità di una buona economia delle foreste. Il Cantone de’ Grigioni ha stabilito de’ vivaj, fra’ quali ce n’hanno di considerevoli ; alcune località introdussero. anche notevolissime colture nelle foreste, sia con pianta» gioni, sia con seminazioni, come è a Tosanna, a Coira, a Samaden, a Stalla, a Poschiavo, a Val Darbora ecc, Da qualche tempo in qua si seminò annualmente da 300 ad 800 libbre di grani forestali, e si piantò da 50,000. a 100,000 piante novelie. In alcuni luoghi si comincia- rono espurgazioni che ebbero buona riuscita. | Il Cantone del Ticino sinora non s' indusse che a met-. tere alcuni vivaj in diverse parti del paese. a a. Uri non fece colture che nel bosco sacro di Andermatt. Le prime furono intraprese nel 1804 nell’interno della | foresta; in un sito dove le vecchie piante erano state at-. terrate dalla bufera piantaronsi individui di abete rosso. (Pinus abies L.) che attualmente hanno un diametro di 4a 7 pollici e un’altezza di 30 sino a 50 piedi. Dopo il. 1820 si fecero nuove prove coll’ abete rosso, col larice e col sorbo (Sorbus Aucuparia), e dopo il 1846, così consigliando il Kasthofer, si esperimentò la seminazione di abete rosso e di larice dentro e fuori della foresta; ma l’esecuzione e la riuscita di quest’ultimo esperimento 255 lasciano assai a desiderare. Il far ringiovanire e il dar incremento a questa foresta non sarebbe punto impossi- gu: chè le circostanze non sono certamente avverse al prosperare dell’abete, del larice e dello zimbro. Ne fan- È prova gli annosi alberi che si ergono a 60 e sino a 90 piedi di altezza con insino a 3 piedi di diametro, co- ‘me anche gli abeti dell’età di 50 anni i quali sono in as- sai prospero stato. La coltura artificiale diviene una necessità per rinno- vellare i boschi delle valli di Goschenen e di Maien, es- sendo che rapidi progressi va facendo il diboscamento ‘almeno nelle parti rimote, a cui vedesi minacciare il me- desimo destino come alla valle di Orsera. . Svitto poco avanzò nelle colture. 11 Comune di Svitto fece visitare nel 1851 le sue foreste, di una estensione di almeno 4000 jugeri, per opera dell’Ispettore forestale sig. W. de Greyerz, il quale presentò delle proposte di- rette a migliorare l'economia forestale. Nel 1352 questo medesimo Ispettore, così incaricato dal Comune, diede un corso d’ istruzione ai guardaboschi, al quale poteva- no pur intervenire guardaboschi di altri Comuni. Fuori di questo, quasi null’ altra momentosa miglioria. Le colture si limitano a quelle state intraprese nel tempo dei corsi d’istruzione sopra detti; tutte le altre proposte furono trasandate, se ne eccettui una, quella cioè diretta a ristringere la quantità di legname da tagliarsi annual- ente. Vi sono de’ particolari che in fatto di zelo pe’ mi- ia entrano innanzi al Comune. . Nelle altre parti del Cantone non furono intraprese colture forestali che dal solo convento di Einsiedlen e da alcuni particolari. Ma — segnatamente nella Marca e in Sgt 256 Einsiedlen — va destandosi il sentimento pel progresso della economia forestale, massimamente per rivestire i siti tagliati e per introdurre la pratica delle espurga- zioni. Zuc ha attivato da qualche tempo in qua piantagioni nelle foreste dello Stato; un vasto vivajo fornisce piante a’ Comuni e a’ particolari. Il Comune di Egerì ed altri, nella parte inferiore del paese, posero mano ad alcune colture e stabiliscono vivaj. Si prende pur a fare espur- gazioni. Nel Basso UntervaLDO non ci ebbero colture, e nella parte del paese della Sopraselva soltanto il Comune di. Sarnen e il convento d’ Engelberg vantano qualche e-; sperimento. Sarnen aveva incaricato l'ispettore forestale Wietlisbach di visitare le sue foreste, ed egli vi introdusse! le colture. Ciò avvenne pure ad Engelberg per opera: dell'ispettore forestale Kopp, il quale diede anche le pri-. me direzioni per le espurgazioni. A Stanz nel 1860 die-. tro disposizione del Governo e per opera del sig. Géldli di Lucerna venne impartito un corso d'istruzione ai guardaboschi che fu assai frequentato. Di ie. non accaddero che pochi esperimenti. LucERNA va attivando da più anni in qua estese col- ture nelle foreste dello Stato; ma nelle foreste spettanti alle parti di cui qui si tratta non vennero introdotte che nel 4856 in seguito alla riorganizzazione dell’ am- ministrazione forestale. Parecchi comuni e alcuni par- ticolari hanno stabilito vivaj ed eseguito piantagioni. Nelle parti piane del Cantone ci ebbero progressi più rapidi. 257 . BERNA possede, nelle foreste dello Stato, le cotture più antiche fatte nelle foreste delle montagne che sono 0g- getto del presente rapporto ; non sono però così estese come sarebbe a supporsi considerando la prospera loro condizione e il lungo tempo dacchè le leggi furono vélte al loro ordinamento. Le più antiche di questo secolo si trovano nei dintorni di Wimmis. Le più estese sono quelle che intorniano Interlaken dove soggiornava il Kasthofer. Questo eminente forestale aveva destinato il piccolo Rigen a campo d’ esperimento per le numerose colture da lui intraprese. Questa montagnetta forma ora un bel parco che si distingue per la mirabile varietà di essenze che gli fanno decoro. In questi ultimi tempi soltanto si giunse ad ottenere che i Comuni intraprendessero colture, nel quale ono- revole progresso pur non si distinsero che alcuni de’ più popolosi, come a cagion d’ esempio quello di Thun. Rciringen, nell’ Oberland, eseguì le prime piantagioni nel 1852 solamente. Molto resta ancora a fare, imperocchè non tutti i Co- muni hanno dato mano all’ intrapresa di colture; ep- ure ci hanno ne’ siti tagliati, ne’ vecchi e ne’ nuovi, randi distese che dovrebbero essere rivestite di bosco artificialmente o in tutto o in parte. | Meglio progredì il Giura, dove il naturale rinnovel- amento è giovato dal buon ordine dei tagli e dove in più luoghi sono praticate — sebbene talvolta con trop- po zelo — espurgazioni, . Che anche nell’ Oberland sonosi messe in corso mi- liorie ne fa prova il fatto che trovansi attualmente in juei boschi comunali 25 viva], dai quali nel 4859 furo- 10 tratte 201,000 pianticelle. &I 258 A’ nostri tempi fu anche fatto assai nelle foreste dello i Stato, non escluse le più rimote, particolarmente per conservare e propagare lo zimbro, che è di tanto mo- mento per le foreste di montagna e così difficile ad al- levarsi coi mezzi ordinari di coltura. Il pino silvestre e il pino di Weymouth, coltivati in quantità non poco no- tevole, dovranno forse più tardi far luogo all’ abete rosso e al larice nelle alte montagne, tranne sulle pendici e- sposte a mezzodì e in terreni asciutti. Nel Cantone di FriBorGo sonosi incominciate opere di miglioramento, ma non volle la mala ventura che fos-' sero intraprese nelle foreste di montagna. Nelle monta- gne friborghesi si tagliano legnami in copia, senza darsi pensiero della conservazione delle foreste, e se ne togli | quelle dello Stato e della città, ben poche piantagioni e; seminazioni furono fatte; pochi corpi di bosco si incon, trano cui possa dirsi essersi dedicata una cura convene=. vole. Il libero uso di pascolo perdura ancora in tutto iL suo vigore, ed è uno dei principali ostacoli all introdu-, zione delle colture. 1 Il VaLLESE $' arretra înnanzi a qualsivoglia spesa per‘ le foreste e nulla dispose per introdurvi migliorie; onde; nè colture, nè una ragionata economia poterono av viarvisi; qui il tutto si limitò all’ esercizio di un con- irollo contro Y esecuzione dei tagli rasi. Due vivaj, isti= tuiti per via d’ esperimento, non riuscirono per difetto di cura, nè servirono a fornir piante, nè ad incorag- giare ad altri simili esperimenti. Il Cantone di Vaup amministra bene le foreste dello Stato sia in questo come in altri rapporti, 0 almeno, cn irc iii iii 259 laddove una siffata buona amministrazione fu sinora impossibile, cerca di appianarle la via col redimere i diritti di pastura, col regolare le quantità di legnami da accordarsi agli usuari e il loro taglio. All’ incontro, non molta opera si diede alle foreste comunali nè alle parti- colari, nè nelle Alpi, nè nel Giura. Si eseguiscono po- che colture, e i tagli non sono diretti come si vorreb- bero al fine di favorirne il ripopolamento. Il Giura sem- bra comprendere l’ utilità delle espurgazioni. Un modo particolare ci ha nel Giura di godere i bo- schi promiscui di faggio e di abete rosso. Tagliansi i faggi quando toccano la grossezza di !/2 — 4 piede, la- | sciando stare gli abeti. Per tal modo avviene che il faggio, «come quello che tollerante è dell’ombria, si rimetta sia ro Cale Le cca tea sé i PI è hi pel ripullular de’ ceppi, sia pel germogliar de’ semi ri- coverati in seno alla madre terra. — Una medesima pratica riscontrasi nel Cantone di Neuchatel e nel Giura bernese. NeucHaTEL ha fatto sino dal 1808 in poi grandi semi nagioni e piantagioni nelle foreste dello Stato. Dal 1845 in poi vi si praticano espurgazioni, e i tagli sono rego- lati in modo da non perder di vista il ripopolamento. Il prodotto netto di 5153 jugeri di bosco appartenenti allo Stato, dall'anno 1750 al 1800 si è elevato da 200 a 8240 franchi. La possibilità di 5013 jugeri di bosco dello Sta- to fu fissata nel 1840 a 49 piedi cubi per jugero; il pro- dotto netto medio, presi gli ultimi dieci anni, ammonta a 59,994 fr. ossia alquanto più di 14 fr. per jugero. L’e- stensione delle foreste dello Stato sarà portata a circa I - 4500 jugeri mercè del rinselvamento delle paòture sui dossi montani. n 260 Altrettanto non resersi benemeriti in fatto di forestali migliorie i Comuni, se ne eccettui quello della città di Neuchatel; onde non poco rimane a farsi massimamente nelle montagne, dove è vera penuria di legna e dove regna ancora la libera pastura ne’ boschi. A gran ven- tura vuol riputarsi l’ abbondanza di torba onde sono favorite queste montagne così popolate. SOLETTA, come già fu detto, ha ceduto ai Comuni la maggior parte delle foreste, essendosi lo Stato riser- vato sempre la supremazia dell’ amministrazione. Più che in tutti i boschi e le selve di cui è discorso nel pre- sente scritto, nel Cantone di Soletta si chiarisce l’ in- fluenza di una vigilanza attiva e intelligente. Grandi tratti nudi non s’ incontrano, se ne togli i terreni dibo- scati e convertiti in pascoli ab antico, alcune pendici ferzate dal mezzodì, e questo o quel bosco di privata proprietà. Negli ultimi dieci anni si confidarono alla terra 802 libbre di semi forestali all’ anno, — termine medio —, e 952,200 novelle piante; si eseguirono nu- merose espurgazioni e stabilirono vie pel trasporto dei legnami. BasiLea-CaMPAGNA governa i suoi boschi tenendone la più gran parte cedui e lasciandovi crescere una copiosa riserva di alti fusti e semiferi, ma poche colture vi han- no avuto luogo. Poche pure ne furono fatte nelle selve di alto fusto, e sarebbero state tanto più necessarie in quanto che all’ atto de’ tagli quasi nulla si pensa al ri- popolamento. La riuscita delle colture può riguardarsi in generale come soddisfacente, il che dimostra come la coltura ar- ' 261 tificiale del suolo boschivo non incontri nelle montagne difficoltà insuperabili. E’ si conviene però por ben mente all’ esecuzione, massimamente nel modo di educare le ‘pianticelle; il che tanto più vuol aversi per necessario laddove meno propizii sono gli influssi atmosferici; ma queste cure sono poi anche ampiamente ricompensate. È cosa che comprendesi di per sè, che e le seminagioni e le piantagioni debbano essere riparate dagli insulti del bestiame finchè le piante non siansi alzate a segno ‘da poterne essere immuni. Quando la coltura delle fo- reste sarà generalmente praticata, quando si sarà libe- rale delle dovute cure ai novelli boschi, allora non si ‘vedranno più, come è oggidì, de’ tagli di 20 a 50 anni che, senza dare una pastura di alcun valore, non pre- ‘Sentano che poche piante isolate, piluccate, sterpigne. Più non si perderà un ventenne o trentenne incremento del bosco, ma il suolo sarà dopo il taglio immediata- ‘mente rivestito e si aumenterà di 25 a 50 per cento il ppc: ‘ Se tutti tolgono dal bosco e nessuno si dà pensiero di recarvi ammenda, certo il tesoro dei legnami è forza ‘che diminuisca e deteriori, per quanto amica vi possa ‘essere la natura. Egli è evidente che il modo sin qui tenuto di trattar le rete, non meno che la maniera idi utilizzarle, ha un’infausta influenza sul loro stato, Lo stato deî boschi e delle selve delle Alpi e del Giura, tranne poche eccezioni, non può quindi presentare un quadro assai allietante. “ Tanto nelle Alpi che nel Giura si riscontrano i due modi principali di governare i boschi: si hanno cioè i cedui e le alte fustaje. Pochi cedui si scorgono sul ver- sante nord delle Alpi; molti invece ne posseggono il 262 » Ticino e il Vallese. Nel Giura sono cedui im assai parte | i boschi che mantellano i pendii vòlti a mezzodiì; quelli delle regioni superiori sono ad alto fusto, come pure alcuni sul basso dei pendii. L’ indicare anche solo ap- prossimativamente l’estensione dedicata all'una o al- l’ altra maniera di governo de’ boschi qui sopra mento- vati, sarebbe cosa difficile, sia perchè in parecchie lo- calità non ci hanno mappe de’ boschi, sia perchè molti corpi di boschi sono ormai tali da potersi considerare come prossimi a trasformarsi da cedui in alte fustaje. Nelle Alpi i cedui presentansi sotto tre differenti for- me: come boschi di alno alpino, come boscaglie di ar- boscelli sull’orlo de’ rivi e de’ fiumi e negli interri da. loro effettuati, e finalmente come boschi cedui propria- , mente detti in terreni atti a portar boschi di alto fusto. Nel Giura non incontransi che questi ultimi, i quali col, sistema di conservazione dei pedali di riserva vanno in, più siti convertendosi in fustaje sopraccedue. E Si trovano boschi di alno delle Alpi specialmente nello schisto, non solo sul limite superiore delle foreste, ma. spesso anche nelle regioni inferiori sui tratti percorsi‘ dalle valanghe. Questi cedui danno poco combustibile; fuorchè nelle valli elevate quasi del tutto: spoglie di le-. gna, come è a cagion d’ esempio 1’ Orsera. Ma appunto; perciò non sono essi immeritevoli di attenzione, tanto più che la diminuzione di migliori specie obbliga sem- pre più a far pro di questi arboscelli. Maggior pregio acquistano poi se si pon mente al servizio che rendono col raffermare i terreni ed impedire lo scivolare delle nevi. Non vi è chi ponga in forse l' efficacia de’ boschi dell’alno delle Alpi in quanto al suolo, sebben non si stimino sempre potenti al segno da rattenere lo scivolar ì 209 delle nevi. La differenza d’ opinione in questo partico- lare dipende certamente dal considerare che fanno gli uni l’effetto prodotto sul punto di partenza delle lavine, mentre gli altri non portano l’ attenzione che sulle mas- | se già in movimento. Sotto il peso delle nevi l’ alno delle Alpi si piega nè può quindi resistere a una massa che | giù rovina, quand’ anche non fosse poderosa. Ma esso impedisce che le nevi si muovano se la loro massa non f sia troppa. Convien dunque ammettere che utilissimi sono i boschi di alno delle Alpi laddove il suolo non ] possa essere coltivato in modo più vantaggioso. Le boscaglie d' arboscelli ed arbusti o ì boschi cedui sulle ripe delle acque correnti sono utili non tanto per causa del loro prodotto quanto per la protezione che È esercitano contro le erosioni e contro gli interri dei | piani adjacenti. È L’alno biancastro forma la maggior parte di queste — boscaglie, massimamente iubdeTa il suolo sia composto di frammenti rocciosi deposti dalle fiumane e scarsi di sostanze fertili. È questa un’essenza che poco esige, | ‘onde torna più preziosa per restituire al terreno la fer- | tilità rapita dalla violenza delle acque. Accanto all’ alno biancastro eccorrono in siffatte boscaglie anche de’ salci . e de’ pioppi, il ciliegio a grappoli, il ramno frangola, l’ippofae ramnoide, il biancospino o lazzeruolo salvatico ì e il prugno spinoso ed altri arboscelli. Lo stato di que- «sti boschi, — che abbondano più ch’ altrove nel Canton d’ Uri e specialmente nella parte inferiore del Schèichen- bach —, per lo più non è tale, quale potrebbe e do- . wrebbe essere. Si lasciano invecchiare di soverchio e si tagliano troppo di rado, sicchè la maechia non può farsi densa, divenendo anzi da un taglio all’ altro più ri Chet Senttnni 204 povera, e perdendo così sempre vie più la forza di re- sistenza, nè dando più quel prodotto che peraltro po- trebbero. In alcune Iocalità si presta cura ai boschi di alno per raccoglierne strame ed erba. I veri boschi cedui che si trovano nel Ticino, nel Basso Vallese e nel Giura non sono ordinariamente tagliati a nudo, chè vi si usano per lo più tagli a scelta; cioè, a metà del periodo fissato pel godimento, si va tagliando i pedali maturi ossiano quelli che hanno tocco un’ età. pari all’ intero periodo fissato, lasciando stare gli indi- vidui più giovani. Questa maniera di taglio non è sem- pre adoperata con tutta regolarità. Il periodo fissato pel godimento varia tra i 12 anni e i 40; il più breve è usato nel Ticino, il più lungo nel Giura. Molto do- mina in cotesti boschi il faggio, che spesso vi forma aggregati di sua sola essenza. Accanto al faggio appa- risce l’acero e il frassino, il carpino e il rovere, nel Basso Vallese e nel Ticino anche il castagno, e intorno a Lugano anche l’ostria carpino nero. Rispetto al numero delle piante, i boschi cedui sono in generale ben messi, ma scarso n'è soventi l’ incre- mento, essendochè essi ammantano quasi sempre pen- dici calde, di suolo asciutto, poco profonde. Lo stato de’ boschi cedui che si governano a due tagliate nel corso di un periodo è generalmente migliore di quello dei cedui ordinari; in ispecie giovano essi assai più la fertilità del suolo e gli offrono maggiore protezione con- tro le dilavazioni e le smotte. Questo modo di economia malsi adatta però laddove predominino le essenze troppo esigenti di luce, intollerariti di ombria. Noi non abbia- mo dati per istabilire con alcuna certezza il rapporto comparativo del prodotto de’ due metodi. Un taglio sal- ‘ 265 ‘tuario irregolare è evidentemente funesto alla conser- ‘vazione del ceppi e al ripopolamento del suolo boschi- vo. — A quanto pare, nel Giura i boschi cedui erano dapprima più estesi che non sono adesso; mentre al- }incontro nel Ticino e in parte anche nel Vallese, pei soverchi tagli dei boschi di alto fusto, vannosi aumen- fpro. I cedui sono ordinariamente in una trista con- dizione laddove succedono ai boschi promiscui di resi- ‘nose e di frondifere, come è sovente il caso nel Ticino. Le essenze di minor valore, come nocciuoli, spini ecc., vi predominano; il numero de’ ceppi è manchevole ; si ‘taglia irregolarmente e mentre i getti sono ancora trop- po giovani; e la pastura delle capre vi è esercitata senza aleun riguardo, cosicchè siffatti boschi anzichè meri- ‘tarsi un tal nome, vogliono più presto dirsi semplici ‘macchie o vepraj. . Laddove i boschi cedui sono trattati presso a poco a guisa dei sopraccedui, come si usa talvolta al piede sud- ‘ovest del Giura, il ròvero tiene il primo rango nella fustaja. In generale queste selve non trovansi nella più ‘consolante condizione. Nei boschi cedui del Vallese e del Ticino ergonsi come alberi di riserva fruttiferi ca- Stagni. zimbro e di pino di montagna o pino mugo, commisti di aceri, di frassinì, di betule, di alberelli ecc. LI L’abete rosso è incontestabilmente l’ essenza domi- ‘Accanto all’abete rosso ci hanno anche boschi piut- tosto estesi di mero faggio, o con assai poca parteci- 2 E ERE E 266 pazione di altre essenze, mentre esso va per lo più frammisto con maggiore o minor frequenza alle altre specie. L’ abete bianco non presenta boschi estesi di sua essenza esclusiva, mentre il pino silvestre, il zim- bro, il mugo e talora anche il larice appajono qua e là in boschi consistenti di una sola essenza. Gli aggregati di zimbro e di mugo non sono mai completi. Le altre essenze non s'incontrano che miste colle qui sopra dette. Una particolar cura si merita anche il pino mu- zo, della cui utilità ben può dirsi ciò che già fu riferito intorno all’ alno delle Alpi; esso vuol prendersi in tanto maggior considerazione in quanto che — nelle monta- gne calcari segnatamente — ammanta e lega i più ste- rili ammassi di scoscendimento. I boschi di solo faggio occupano ordinariamente le chine esposte a mezzodì e preferiscono il calcare allo. schisto. Ce n° hanno di assai estesi sul versante meridio- nale del Gonzen e dei Kurfirsten, nelle parti meridio- nali de’ Grigioni e del Ticino, sui versanti della riva si-. nistra della Linth ed anche assai avanti entro il Gross-. thal, sui pendii ovest e sud-ovest del lago di Zug, sui. versanti sud delle valli della Muotta e di Isi, sui verdi santi al sud del Righi, del Biirgen e del Pilato” e final-. mente sui pendii all’ ovest sotto Engelberg e Gyswyl.. Nell’ Oberland bernese incontransi boschi di solo 0 quasi, solo faggio sulla destra riva dei laghi di Brienz e di Thun, come pure all ingresso di quasi tutte le valli, salendo per insin presso a Guttanen; non hanno però. l’ estensione di quelli che intorniano il lago de’ Quattro: Cantoni. Nella foresta di Speicherfluh all’ ingresso del Gentelthal si trova un bosco di faggio che perla statura somiglia a quelli di pino mugo; il che si conta come un iui ce RT 267 | malvagio effetto delle lavine. Boschi di faggio offronsi . inoltre: nel Basso-Vallese dalla Lizerne e dalla Fava in giù; non si avanzano però gran fatto nelle valli late- . rali verso il sud, mentre dominano sui versanti della — valle principale; nel Vodese, sui versanti verso il Ro- « dano eil Lemano, e finalmente nel Giura sin dentro fra’ monti e fin su presso al limite della vegetazione ar- borea. j L’'Emmenthal e l’ Entlibuch hanno meno faggeti che Y Oberland; pochi ce n° ha pure nel Friborghese e nelle valli Grigioni rivolte al nord. I boschi di faggio sono in generale in uno stato mi- gliore che non i resinosi. Non è raro l’incontro di selve uniformi e compite, come sono a cagion d’ esempio so- pra Wiggis, sul Biirgen, sotto Gyswyl; e bellissime sono a dirsi quelle che decorano parecchie località del . Giura. Nelle Alpi si godono per tagli rasi, ed ove si proceda con qualche riguardo nello stramare, nè troppo si estendano le tagliate, vengono anche a rinnovellarsi in modo da nulla più lasciar a desiderare. Il rinselva- mento avviene sempre per via di semi qualora gli alberi abbiano giunto 1’ età di 60-70 anni all’ atto del taglio ; se si atterrano più giovani, il suolo si rinselva e per semi e per rigetti de’ ceppi. Nel Giura, in alcune parti, sono introdotti i tagli successivi, ma più consueti sono ì rasi. L'incremento annuale di un gran numero dì questi bo- schi può catcolarsi senza esitanza 1 tesa per jugero, e qua e là ancora di più. Sopra all’ altitudine di 5500 piedi non è che una eccezione l’ incontrare boschi di faggio in corpi ben riuniti e compiti. La rotazione pel godi- mento oltrepassa raramente gli 80 anni. Le selve resinose delle parti inferiori delle montagne 268 sono spesso frammiste di faggi, aceri ed altri frondiferi. Sino alla altitudine di 4500 piedi accade l’ incontro di simili boschi promiseui, più in alto, si è V abete rosso che forma boschi da solo o in società col larice ed an- che, sebben più scarsamente, collo zimbro. Boschi con- sistenti di meri larici ha soltanto l’Alto Vallese; lo zim- bro non vanta aggregati di sua sola essenza; il pino silvestre forma estesi aggregati sui pendii volti a. mez- zodì e in terreno asciutto sino all’ altitudine di 4000 pie- di. Il pino mugo sorge principalmente in siti elevati ed umidi, in aggregati di sua sola essenza o frammisto agli abeti rossi; è raro che formi ampi boschi ben compiti. I boschi da lui considerevolmente popolati assumono una fisonomia spirante un non so che di melanconico, chè i vecchi individui morenti stanno, per la durevolez- za del legno, lungo tempo in piedi colle squallide cime, e i giovani crescono lentamente. L’abete bianco — sen- za che si trovi riunito in aggregati esclusivi — mostrasi il più frequente nel Giura e nell’Emmenthal, ma non manca neppure in altri luoghi intieramente, sino all’al- titudine di 4000-4500 piedi. Esso aggiugne alle selve resinose un aspetto di freschezza e di vigorìa e le fa più capaci di resistere ad esteriori nocevoli influenze. Lo stato attuale delle selve resinose in generale non può dirsi soddisfacente. Grandi foreste di alberi annosi e nelle quali non siasi ancora maneggiata ta scure, più non ci sono, e se alcuna ce n’ha, non siede ormai più che in siti inaccessibili. Poca lietezza ne desta il loro stato: numerosi tronchi secchi la cima e per decrepi- tezza cadenti; scarsa la novella generazione, e per giun- ta di malanno, perseguita dal bestiame col morso, o dal- l’uomo colla falce ; o circostanze malaugurate di terreno 269 e di clima disfavoriscono il germinare de’ semi e la riu- scita delle giovani piante. Tra queste foreste in deperi- mento vogliono citarsi la maggior parte dei così detti poschi sacri o favre, parecchie selve delle più rimote valli de’ Grigioni, la foresta di Bédmeren dentro la valle di Muotta, e finalmente non poche nelle valli late- rali del Vallese. | Presentano per lo più l'aspetto di foreste mature pel taglio quelle che furono sin quì regolate con tagli a celta. | Mirate dal basso sembrano esse comprendere una gran ricchezza di legname, perchè par che formino un mantello compiuto alle spalle dell’ altura, null altra in- terruzione mostrando, fuor quella delle vie pel traspor- to della legna, o quella delle lavine e de’ burroni; ma osto che vi si fa per entro, scopronsi i vacui e si vede come le piante attempate siano in minor numero di uanto richiederebbe un ragionato regime, e come nè e giovani piante né quelle di mezzana età non vi ab- bondino a quel segno che un buon economo desidera er lo migliore avvenire. Anzi le piante giovani vi man- ano talvolta intieramente; il quale difetto, per poco vi ponga mente, si scorge avere la causa nella troppo farsa cura e minor riguardo posto nell’esercizio della astura e nello stramare. Tanto più critico è lo stato e boschi di questo genere, quanto più si avanza verso limite della vegetazione arborea, sia perchè la vege- zione va diminuendo di forza, o sia perchè in quelle calità più che altrove accade abuso. Necessariamente boschi devono venir meno e scomparire laddove la ure del pastore si vibra contro gli alberi in pieno vi- gore e capaci di portar semi, o le crescenti piante ca- 270 dono sotto la falce del montanaro, o intristiscono È il dente del bestiame. Ed ecco come le foreste vennero mano mano scompar endo dalle valli elevate e ritirandosi. sulle parti superiori delle chine. 1 A questa classe appartengono alcune foreste de’ Gri-. gioni, del Ticino, della parte superiore del Glaronese, e la maggior parte di quelle del Canton d’ Uri, molte. dell’Untervaldo e dell’ Oberland bernese, quasi tutte. quelle dell’ Emmenthal sulla destra riva dell’Emma, una parte di quelle dell’ Entlibuch e dei Cantoni di Fribor=. zo e di Vaud, molte del Vallese e infine le alte foreste. del Giura. v Le foreste godute per tagli rasi, o decimazione in-. considerata, nelle quali cioè non si conservano che. le piante soffocate, presentansi sotto assai differenti aspetti. # Quando le circostanze locali siano favorevoli , quando. non sia soverchia l'estensione tagliata e non si abusi. troppo dell’ esercizio della pastura, allora le plaghe di= boscate si rinselvano, lentamente sì ma compiutamente, e si ricostituiscono boschi, non dappertutto egualmente densi nè di eguale vigoria, ma atti nulladimeno a for- nire in qualità e quantità un prodotto pregevole. Per tal modo però richiedonsi, ad avere un incremento plau= sibile, forse 10 anni di più di quel che sia con un artifi= ciale ripopolamento; onde si perde un decenne cresci» mento e si hanno boschi più poveri e meno profittevoli. Boschi di questo genere incontransi nell’Appenzello; nel Sangallese e nelle valli Grigioni ben esposte, come anche nella parte inferiore e nella centrale del Glarone- se, nelle parti dello Svittese inclinate verso ì laghi di Zurigo e di Lucerna, in qualche parte dell’ Untervaldo, 274 . nell’Entlibuch e nell’ Emmenthal, nel Friborghese e nel Vedese, nel Giura; qua e là nell’ Oberland bernese ed anche nel centro del Cantone di Berna, sebbene i tagli rasi siano qui una eccezione. Che se all'incontro le circostanze mal sono propizie, 0 troppo estese furono le tagliate, o senza riguardo al- | cuno si va esercitando la pastura, ivi i tagli rimangonsi per 20-50 anni diserti, o solo incompiutamente vannosi nel lungo periodo sementando, e intanto queste distese subiscono le esteriori influenze come le totalmente di- boscate. Le acque pluviali e quelle delle disciolte nevi scorrono rapide e senza ritegno, riempiendo istanta- neamente i letti dei rivi e lasciandoli ben tosto poscia asciutti, dilavando il terreno e formando burroncelli che rapidamente si dilatano e infossano, massimamente se si fa trasporto di legnami senza precauzione. Il suolo copresi di cespugli che diminuiscono i pascoli e impe- discono I° alzarsi e il crescere delle piante novelle. Qualora poi le circostanze locali siano nemiche, il suolo non si rinselva punto, la foresta viene ad essere straformata in una grama pastura, tanto più se ripido e ‘roccioso n’ è il declivio. E se le esteriori circostanze per- mettono il rimettersi di un bosco , questo riesce sempre incompleto per iscomparire tutt’ affatto quando venga tagliato una seconda volta in maniera così inconside- rata. Di questo fatto e di tutti i suoi differenti gradi noi ab- biamo prove ne’ Grigioni e nel Ticino, nel Kleinthal, nel Glaronese, nella valle superiore di Wiiggis, in quasi tutto:l’ antico paese di Svitto , nelle valli di Goschenen e di Meien e in una parte di quella del Maderan e di Schii- chen, nelle parti elevate del Basso Untervaldo, nelle 272 valli di Schlieren, nell’ Entlibuck, principalmente nelle sue parti più rimote, nelle vicinanze di Schangnau, in tutte le vallate superiori dell’Aar e della Sarina, nell’Ab- lentschen, negli Schwefelberge, sul Guggisberg, nelle Alpi friborghesi e vodesi, nel Vallese e in alcune loca- lità del Giura. Nelle Alpi abbiamo pochi boschi compiuti e assai va- sti di piante resinose coetanee, di uno sviluppo corri- spondente a quanto il suolo potrebbe dare, nè molti pure si incontrano nel Giura. Bei boschi misti di fag- gi e di resinosi vantano invece le Alpi e il Giura. Poco estesi sono nelle Alpi, ma uno spazio considerevole ve- stono nel Giura. sant Dobbiamo far menzione di una sorta di boschi trat- stimati tati in modo affatto speciale (che potrebbe chiamarsi me- . todo per estirpazione; i confederati tedeschi lo dicono: Riitiholz), nell’Emmenthal, nelle contrade del Lucer- nese con esso confinanti, nominatamente intorno a Lun- thern, Hergiswil e Romoos e in alcune vallate del Val- lese. Questo modo di economia consiste nel tagliare il bosco ad ogni periodo di 10-20 annt; si escavano i ceppi, si bruciano le zolle e si fa campo per un due o tre anni — che si coltiva ordinariamente a patate o a cereali. Dopo di ciò il terreno è abbandonato al suo destino e assai volte ad uso di pascolo. Vi spuntano allora diversi ce- spugli e specialmente betule e con queste anche abeti rossi, di che il proprietario profitta tagliando allorchè . gli pare poter servirsi del terreno per altre produzioni. Il suolo così preparato si copre talvolta di bei boschi di 3 abete che, lasciati crescere per 30-50 anni, sono ab- battuti, non ostante il divieto di così procedere coi bo- schi resinosi, e il terreno è di nuovo soggettato a quella 273 vicenda di cui sopra è detto. L’esperienza ha dimostrato che à simili boschi s’ apprende assai facilmente la ma- lattia conosciuta sotto il nome di tigna de’ pini. Lo sviluppo delle piante è assai vario nei boschi di montagna. Più che sui poggi prosperano esse sovente e invigoriscono ne’ siti riparati, in terreni freschi, pro- fondi e ricchi di humus, come è alla falda di certe pen- dici, in tranquilli bacini e su montani terrazzi, cosicchè în un tempo relativamente assai breve questi boschi sono liberali di molta copia di prezioso legname. È questo un fatto che ha luogo nei boschi di solo faggio o misti di essenze resinose, ed anche nei resinosi puri di cui fu di- ‘scorso più sopra. Tutti i gradi di sviluppo si riscontra- no, dal massimo che può valutarsi un 140 piedi cubi per jugero all’ anno, sino ad uno sviluppo quasi nullo. La diminuzione di sviluppo è causata dalle influenze vuoi meteorologiche e di clima, vuoi di esposizione, e in buona parte dalla mala cura dell’ uomo. La diminu- zione di sviluppo non è quindi costante sull’ alto delle montagne, ma è irregolare e dipende da locali circo- ‘stanze. Addurremo alcuni esempi a dimostrare quanto scarso sia lo sviluppo in un terreno poco fecondo espo- sto alle influenze atmosferiche. . Sopra un’ altura tra Sérenberg e Gyswyl (circa 5400’ di altitudine, sito assai esposto) abbiam trovato un abete rosso di 3 !/2 piedi di altezza, con 7 linee di diametro ad 1 piede sopra terra. Ebbene, dalla sezione fatta su questo punto, cioè 2 !fa piedi dalla cima in giù, risultò che si contavano 50 strati o circoli annuali. Nella valle del grand’ Enteln, all’ altitudine di 3600 piedi, in una esposizione non guari sfavorevole e in un terreno abba- stanza umido, ci sì offerse un pino di montagna alto 35 cà 18 lE 4 ua I 274 piedi con 22 pollici di circonferenza misurato a 2 piedi sopra terra, sul quale poteronsi contare 520 strati o circoli annuali, e a 8 piedi dalla cima, cioè all’ altezza di 27 piedi, — 400 simili strati circolari. j Nella medesima località , un abete rosso alto 70 piedi, che misurato a 6 piedi sopra terra aveva 23 pollici di. diametro, manifestò a questa stessa altezza 280 strati circolari, e all'altezza di 65 piedi aveva un diametro di 4 pollici; fatta la sezione a questo punto, si contaro-. no 400 strati annuali. Queste due piante non erano più perfettamente sane e probabilmente non avevano mai. fatto parte di un corpo di bosco completo. I boschi che hanno uno scarso sviluppo sono per mala ventura più numerosi di quelli che hanno vigoroso in- cremento; del che vuol ascriversi la cagione non meno alla grama economia che alle circostanze locali; ciò che. getta una luce ben altro che favorevole sul modo sin qui. tenuto di governare i boschi. Per ora non è a discorrersi di fissare una rotazione. pel godimento di considerevoli complessi di foreste di montagna, essendone lo sviluppo e l'incremento troppo. disuguale nelle diverse parti e troppo irregolare essen-. done stato l’ anteriore trattamento. Da prima i boschi che si sottoponevano al taglio toccavano per lo meno l’ età di 100 anni, ma in avvenire, e già attualmente, bisognerà tagliarne di più giovani, giacchè i vetusti sono scomparsi. Una provvisione normale di legname, cioè quella quantità che un bosco deve contenere, in proporzione dell’incremento annuale, per fornire ogni anno i le- gnami convenienti al taglio sia dal lato dell’ economia forestale, sia pei diversi bisogni, — ne’ boschi e nelle c O Tò selve che sono oggetto del presente rapporto non si trova ‘che per eccezione. Volendosi dunque introdurre una mi- gliore economia sì che i boschi contengano una prov- visione normale non si potrà più tagliare in propor- zione dell’ incremento, pur già tanto diminuito, impe- rocchè converrà riserbare una parte per ristorare il di- fetto causatosi col soverchio consumo precedente. . I boschi più poveri di legname, da poche eccezioni in fuori, sono quelli del Ticino e» dell’Appenzello, dei di- stretti di Svitto e d’ Einsiedlen, delle valli di Goschenen e del Maien, la parte delle valli di Schlieren appar- ‘tenente ad Alpnach, la superior parte dell’ Entlibuch, i lati nord ed est del Napf, i dintorni di Schangnau, J Oberland bernese, la contrada d’ Ablentschen, di «Schwefelberg e del Guggisberg, le Alpi friborghesi e ‘vodesi, nelle valli della Singina, di Bellegarde e del- V Hongria. Le foreste qui sotto noverate, sebbene anch'esse scar- seggino di legnami, sono però meglio popolate che non le precedenti. Tali sono: Una parte delle Sangallesi, delle Glaronesi e delle Grigioni, quelle della valle di Schichen, la parte inferiore dell’ Entlibuech, una parte di Kandergrund, di Obersimmen, di Gessenay, e le parti ‘inferiori delle Alpi Friborghesi e Vodesi, le Vallesane e quelle delle parti superiori del Giura. I boschi meglio | compiti sono quelli a mano dritta dell’ Emmenthal, del Basso Simmenthal, di una parte dell’ Untervaldo e di 4 più montagne del Giura. È PCI i . A compiere il quadro generale dello stato attuale dei i nostri boschi ragion vuole che si aggiungano alcune os- servazioni sui diversi Cantoni. BEER RR E 276 L'ArrenzeLLo EsteRIORE non ha boschi cedui. Il rap- porto del sig.-ispettore forestale Keel, di cui già fu paro=. la, dà a questo Cantone 5014 jugeri di bosco dell’ età di 4-50 anni; 4377 jugeri dell’ età di 30-60 anni, e 4442 jugeri di più vecchi. Ci sono 7816 jugeri di bosco resi- noso, 99 jugeri a foglie larghe, e 2905 jugeri di bosco misto di coniferi e di frondiferi. Questi boschi dividonsi in circa 2000 parcelle. — L’Appenzello Interiore ha mag- gior quantità di boschi annosi, ma i boschi in generale. sono meno compiti. SAncALLO, nella sua parte inferiore, che veramente. non appartiene alle Alpi, ha pochi boschi vetusti, ma . molti di mezzana età e molti giovani, che possono dirsi | in plausibile stato; nelle montagne i boschi di mezzana | età e quelli che cominciano ad essere da taglio abbon-, dano più che non i vecchi, e anche in questi ultimi il‘ legname morto è relativamente poco. Pur troppo anche. qui i boschi manifestano i segni della mala amministra. | zione. GLarona. Hanno benessere i boschi nella parte infe- riore dove dominano i frondiferi ; incompleti sono lad-/ dove più rude è il clima. In tutto il paese è sentito il di- | fetto di legname forte da opera e da costruzione. Note-. vole nocumento reca ai più vicini faggeti della valle. principale l’uso di stramare. I Nei boschi de’ Gricroni, se ne eccettui quelli della. Mesolcina e di Poschiavo, dominano le piante resino= se, e la maggior parte di essi presentansi come go | vernati con tagli saltuari. I grandi tagli fatti per ven-. dere il legname formano quasi tutti de’ vacui d’ incre- | OTT CAR ROY | scevole aspetto. Sonvi ancora parecchi boschi primitivi edi riserva o favre. Quasi diboscato è Avers e alcune altre minori valli elevate. Ci hanno 61 Comuni che pos- - sono dirsi poveri di legna. . Ticino. Sul lago Maggiore e al sud del monte Cenere, ‘tranne le spalle del Camoghè, le selve resinose sono “scomparse, e i boschi di faggio, non solamente sonosi andati restringendo entro più angusti confini, ma so- | nosi altresì assoggettati ad un tal modo di governo che | poco più li lascia distinguere dai cedui. Quegli stessi bo- È schetti o gruppi d’ alberi (meriggi), così belli, così libe- rali d’ombria e di frescura alle pastorali capanne e alle fontane vanno pur via via scomparendo. I boschi cedui, che raramente oltrepassano I’ elevazione di 3000. piedi sul livello del mare, nè per lo più contengono piante | maggiori di 15 anni, sono ben popolati sui pendii om- breggiati, ma radi radi trovansi ne’ solatii. La pastura delle capre è a questi boschi di gran dannaggio, come . non lo è meno a quelle macchie che nelle parti centrali del Cantone sono subentrate alle selve tagliate a nudo. . Tra i boschi di alto fusto non si Ragno quasi più ag- gregati o corpi di una certa estensione, compiti, oppor- ‘tuni pel taglio, e quelli di mezzana età appajono pur | pochi di fronte alle molte plaghe diserte o quasi diser- te; oltracciò sono essi per la mala cura e pel dispietato ‘esercizio del godimento de’ prodotti secondari in difet- tosissimo stato. Gli estesi tagli fatti negli ultimi 50 anni ‘non sono per anco rivestiti di essenze boschive; i mir- i tilli, le eriche, i rododendri vi presero stanza, cosicchè in alcune località non si hanno neppure pascoli di alcun valore, e sulle pendici particolarmente esposte a mez- | Li »a IT dg 278 zodi il suolo va divenendo quasi affatto sterile. La prov- | vigione normale della legna non c’ è ormai più per metà. Se il Governo del Ticino non si affretta a por mano a misure energiche, opponendo a tutti i proprietari di bo- schi un fermo Non plus ultra! il Cantone corre incon- tro ad una totale deficienza di legname d’opera e da costruzione ed anche alla totale rovina de’ suoi boschi e selve. Di gran momento sono pel Cantone Ticino le selve ca- stanili. Osservando la loro capitale destinazione vorreb- bero i castagni annoverarsi tra gli alberi fruttiferi, ma essi servono notevolmente anche al bisogno di legna. I castagni formano veri boschi sino a 3000 piedi sopra il livello del mare e formano ordinariamente il con- fine tra il suolo coltivato e il forestale propriamente detto. La selva — il suolo sotto ai castagni — serve a |. pastura. Del trattamento di queste selve formanti un gran soc- corso per le popolazioni ticinesi non ci ha molto di lo- , devole a predicare. La propagazione o conservazion loro è abbandonata alla benigna natura. E’ non pare che al- : cuno si pigli pensiero di sostituire giovani individui ai | guasti e difettosi o a diradare i gruppi troppo fitti, con ‘ che sarebbe pur giovata e la produzione de’ frutti e il profitto del suolo. Persino alla ricolta dei frutti si pro- cede in modo dannoso alla salute delle piante, imperoc- chè vi si intagliano delle tacche onde formarvi una sorta. di scala per salirvi. Il prodotto in legna dei boschi di castagno può calco- larsi a circa 1,500,000 piedi cubi. i ‘ \ 279 Uni. Le valli superiori di questo Cantone, massima- . mente quella di Orsera, vogliono porsi fra le contrade . della Svizzera più povere di legname. Una gran parte del loro diboscamento si attribuisce ai Francesi che oc- cuparono il paese al tempo della rivoluzione. Nella valle principale veggonsi veramente pochi va- cui, ma i boschi medesimi, tutti goduti per tagli a scel- ta, sono diradati e incompleti; il novellame manca dap- | pertutto, distrutto dal bestiame e dalla falce. Svitto. Abbiam già osservato che l'antico paese di . Svitto va fra’ più poveri della Svizzera in fatto di legna- me e che le foreste si trovano in uno stato poco soddis- facente. In simile malessere versano i distretti di Ger- sau e d’ Einsiedlen, mentre i boschi della Marca — meno per causa di savio trattamento che per altre favorevoli | circostanze — sorìo bensì parimenti assai decimati, ma tuttavia generalmente in condizione migliore. Ne’ Cantoni di Zu e UNTERVALDO — eccettuatene le valli laterali alla sinistra di Obwalden assai diboscate — trovansi ancora foreste che non presenterebbero troppi ostacoli all’ introduzione di una buona economia e il cui | prodotto di poco sarebbe inferiore alla proporzione del- l'incremento medio. Nel Cantone di Lucerna, i boschi dell’ Entlibuch pa: tirono grave disdetta dalle alienazioni di legname: mo- | stransi qui in tutta la loro enormezza gli inconvenienti | | prodotti dall’ essere i boschi in balìa de’ particolari , — sebbene troppo frazionate non ne siano le proprietà. “= «i ) RARE Iole È 250 Nel Cantone di Berna le foreste del Giura sono in iîstato migliore che non quelle delle Alpi, sia per le più propizie influenze del clima, sia per la migliore esecuzione delle leggi. Le foreste delle Alpi veggonsi peggiorare di mano in mano che più ci avanziamo verso F' alto. Imoderni principii di economia forestale hanno spinto fuor di moda il vecchio sistema sommamente conserva- tore. A” nostri tempi si trovò che una rotazione di 80, e - ne’ siti piani anche di soli 60 anni, doveva servir di base ai calcoli di possibilità ossia di un prodotto eguale e continuo. Egli è evidente come questo modo di proce- dere dovesse non poco contribuire a decimare le prov- vigioni del legname vetusto, essendochè i lavori per le migliorie non camminarono d’ un passo coll’ aumento dei tagli. A Di Frisorco fu già detto come le foreste delle valli più selvagge siano state soverchiamente diradate e come s' incontrino vaste distese del tutto diboscate. Meglio stanno le parti inferiori; qui le foreste sono general- mente in istato soddisfacente. TI VaLLESsE ha nelle parti elevate i più estesi boschi di larice, quasi di una sola essenza. Essi compongono per lo più una bella orlatura sopra e sotto a quelli di abete rosso, più o meno misti di larice, assisi sul mezzo dei declivii; prova certa che il larice meno dell’ abete rosso soffre dalla pastura del bestiame, la quale al basso e in alto è assai maggiore che non nell’interno. Il larice for- ma spesso de’ bei corpi di bosco sui pendii volti a mez- zodì di cui fa mantello alle spalle. Questi boschi so- no però ordinariamente così radi che vi si può segare 281 il fieno. Simili corpi di bosco trovansi pure nei Gri- | gioni. Le foreste che tengono la parte superiore delle vallee sono qui pure come altrove non meno prospere di quelle che godono le più favorevoli posture. Questa generale osservazione non è però senza qualche eccezione in quanto che nel Vallese, i boschi situati sui pendii della valle principale e delle più vicine laterali, sono stati de- vastati più che in ogni altra contrada. Veramente que- ste devastazioni sono di antichissima data, e il male venne poi aumentato dal calore e dalla secchezza che regna in cotesta vallata; ma la generazione attuale non | può nulladimeno mandarsi assolta da ogni colpa ; impe- rocchè nè si desiste dai tagli inconsiderati, nè si ten- gono in debita cura i boschi esistenti, nè si avvisa ad acconce misure per far cessare il male. Oltracciò, per entro i boschi delle posizioni elevate incontransi de’ siti deserti o quasi deserti di ogni essenza boschiva. Quantunque il Vallese possa ancora vantarsi di avere in luoghi remoti alcuni boschi somiglianti ai primitivi, ne’ quali parecchia legna cade in deperimento, non ha però più quella scorta media di legname di che do- | vrebbe essere provvisto se i boschi fossero sottomessi ad una economia forestale conforme alle circostanze del paese. Nel Basso Vallese ci sono alcune selve di castagno, ma non molto estese. Di non poco significato sono per la bisogna forestale del Vallese gli incendi che quasi ogni anno investono considerevoli tratti distruggendo i boschi e rendendo talvolta affatto sterile il suolo, come avviene segnata- pae, fg mente del calcare e delle pendici solatie. È necessario 282 mettere riparo a questo male, proveniente da negligen- za, e causa di tanti danni ai possessori di boschi. Nelle Alpi del Cantone di Vaup, sul boscosissimo ver- sante meridionale verso il Rodano e il lago, hanno pre- dominio i boschi frondiferi, i quali, sebbene in parte ce- dui, compongono al suolo bellissimo vestito. I declivii del Giura scendenti verso il piano sono per lo più ve- stiti di boschi cedui, mentre le selve di alto fusto domi- nano più in alto ove più rude è il clima. Anche qui, come altrove, si fecero de’ tagli a nudo che nudi si rimangono ancora e il cui suolo in questa o in quella parte diviene infecondo. Però vi sono ancora in complesso abbondevoli scorte di legname, massima- mente nelle foreste dello Stato. Alcuni Comuni hanno piani d’ economia, per cui fu provveduto ad un buon governo e ad un prodotto eguale e continuo. Il Cantone di NevucHatEL ha selve frondifere di alto fusto, in bei corpi compiti d’ eguale età, entro cui si fe- cero espurgazioni, e dei boschi cedui la cui condizione non è del tutto soddisfacente. I boschi resinosi si gover- nano ordinariamente per tagli a scelta; la libera pa- stura non è abolita. I boschi sono quindi incompleti e radi, e soprattutto difettanti di piante novelle. Questo stato difettoso delle foreste è tanto più inerescevole in quanto che poco boscose sono le montagne, mentre molta n° è la popolazione. Nel Cantone di SoLETTA sono poche le selve annose; vi s'incontrano invece parecchi boschi di mezzana età e quasi da taglio, regolari, ben tenuti. In questo Canto- 289 ne, come in tutti gli altri, trovansi terreni vuoti e de- serti per causa di antichi e di recenti tagli rasi, sebbene per avventura non di grande estensione. Il perchè il Cantone di Soletta, in quanto allo stato delle cose fore- | stali, vuol collocarsi fra i migliori paesi di quella parte «di Svizzera che è oggetto delle presenti osservazioni. BasiLea-CAMmPAGNA ha principalmente buoni cedui con molto legname di due età, o piuttosto fustaje sopracce- due, nelle parti basse del paese, mentre nelle parti su- periori primeggiano le selve di alto fusto , le quali, lad- dove non siasi fatto abuso di taglio, mostransi in buon incremento. È sfortuna che sianvi parecchi boschi stati malamente amministrati. Esponiamo qui appresso il calcolo del prodotto conti- nuo che le foreste, governate coll’ intento di introdurvi una benintesa economia e di ristabilirvi la scorta nor- male, possono dare attualmente; e il prodotto normale che le foreste potranno dare, a seconda delle circostan- ze locali, quando siasi introdotta una buona economia. Questo calcolo viene espresso nel quadro seguente : 54 DINE SUOLO }llo continuo | Prodotto normale | CANTONE - 4 È I - cal dei boschi dei boschi OSSERVAZIONI PARTE DI CANTONE er jugero do Totale Jugeri P.:G, Piedi cubi | P.C. | Piedi cubi Appenzello Ester. 10,800] 60 648,000] 70 756,000] Circostanze di clima generalmente favorevoli. » © Inter. 5,200 50 260,000 60 312,000 Boschi parte situati in alto. San gallo do «© gf 92,100] 55 5,065, 500] 65 0,986, 500| Prodotto continuo per Sangallo $0 piedi cubi, pel Togghenburgo 60, per 1° Oberland 40. Glàfona < TT è 34,00 40 1,376,000 55 1,892,000 Manca di boschi vecchi. (Grigioni va È 330,600] 28 9,256,800f 15 14,877,0001 Grandi plaghe improduttive. Ticino . +. . .{ 135,100] 20 | 2,702,000] 45 | 6,079,500| Gran difetto di boschi da taglio. Uri Cc ek e 17,900] 30 937,000 40 716,000] Clima rude e sfavorevole. Svitto PAR 34,000 40 1,360,000 60 2,040,000 Pochi boschi annosi e molti vacui. Zug vu È 8, 900] 60 534,000] 70 623,000 Esposizione per lo più assai propizia. Unterwaldo (Basso) 20,000 40 800,000 60 1,200,000 Circostanze di clima per lo più favorevoli. » (A Ito) 30,400 35 1,064,000 50 1,520,000 Maggiori vacui e più infelice posizione. Lu@erga@ È & è. 25,300 40 1,012,000 60 1,518,000 Tagli in parte sproporzionati. Berna (Alpi ) “ne” 166,300 38 6,319, £00f 56 9,312,800 Il prodotto continuo nell’ Emmenthal 55 piedi cubi, nel Siemmenthal 38, nell” n È » (Giura). . | 127,300) #0 | 5,092,0001 50 | 6,365,000 DA dn Fribotgos n = G 23,000] 35 705,000] 50. | 1,150,000| Gran difetto di legname da taglio. Valfest. Rai 173,700] 27 | 4,689,700] 45 | 7,816,500| Estese plaghe improdattive. Vaud (Alpi) PA 27,000 35 945,000 50 1,350,000 Molti luoghi acquidosi. p- (Giutap i 3 82,000] 40 | 3,280,000f 50 | 4,100,000] Neuchatel . . 06,400] 40 | 2,256,000| 50 | 2,820,000 Soletta <4& a 67,600] 45 | 3,042,000| 60 | /,056,000 Basilea-Campagna 41,700] 45 | 1,876,500] 60 | 2,502,000 Totale [1,509,700| 35 |52,820,900{ 51 |76,992,300 285 Le cifre esposte nella premessa tabella potrebbero appuntarsi di essere troppo elevate anzichè troppo bas- se, imperocchè le circostanze dipendenti dal clima di una gran parte del territorio di cui qui si tratta, sono poco favorevoli alle produzioni legnose, e i boschi sono in tale uno stato che lor è impossibile il dare il prodotto che sarebbe ad attendersi dal suolo. Nei premessi cal- coli fu compresa la legna minuta e de’ ceppi ovunque è o potrebbe essere messa a profitto. Entra pure ne’ no- stri calcoli I’ introduzione dell’ età più opportuna, non meno che il ristabilimento della scorta di legname onde vorrebbero essere provvisti i boschi ben governati. Il prodotto continuo non rappresenta dunque il totale in- cremento attuale, ma gli è tanto più inferiore quanto più gramo è lo stato attuale de’ boschi. Il prospetto che segue qui innanzi mette in confronto la produzione del legname coi bisogni della popolazio- ne. E qui ragion vuole che si rinfreschi la già fatta os- servazione, che cioè nella quantità di legname neces- saria agli abitanti non fu compreso che il combustibile, il legname da costruzione e quello adoperato dalle pic- cole industrie, punto non avendo tenuto calcolo di quello necessario alle fabbriche e ai mezzi di trasporto col va- pore. Da questo specchio comparativo si scorge come il consumo del legname soverchi di circa 9,420,000 piedi cubi la produzione, o a dire altrimenti: che l'incremento disponibile non è che l' 85 °/, del consumo. Sei boschi fossero ben governati la proporzione sareb- be inversa, cioè la produzione supererebbe di 14,754 ,000 piedi cubi il consumo. 286 Lasciati da parte i combustibili che fanno surrogato alla legna, si vedrà che, fra tutti i paesi di cui qui sì tratta, non ce n’ha che sei da cui possa esportarsi le- gname, ciò sono: I Grigioni, l'uno e l’ altro Unterval- do, il Giura bernese e il Vodese ed il Vallese; Soletta presenta una produzione quasi eguale al consumo; nel- l’Appenzello Esteriore la produzione è 'f3, e nell’ Inte- riore poco più di appena ?/s del consumo, e alcune al- tre parti non producono che poco più della metà del bisogno. “quo 1pard 088°079°6 ‘212101 1019A PI *119p(1mI} t1aq -Je 1p emuenb euonq em “nefo1Ins tqooq ‘iqno rpard 000°007°g !P 2 ‘equo? eljop ownsuo9 II *Eq107 PARO IS A]E]jeA 2UnI]e Uf ‘euSa] tp eimuend eqa10stip eun cu -uep (a203sed) 1djy als ra0qpe ip 1ddna8 | MEF IGRtIRI inje pa ruSerseo njow asafjr A_OSseg IN PI ‘PI ‘neSo1Ins M9oq ‘equo, — ‘osa1duio9 Q TA BUI9IN] pento e[[pp oumsuo9 ]J “119p13y 1MAGIE.P euSa] Ip se £#7|09C° Jeg eimuenb eiasosip con cu nesosns Pooq tn «Hey 080 ‘607 *euS9A] LI]OWI OUOISITIO] 179IMIJ [ G‘ EL ‘2191q101 1puess) |1“QL ‘neSo1ns rutssijood epy “quo ipard g90°607 © noyp pr ou Poompia oufeasto tp quo pad 000°008°% ‘nefo ns Ip osn 090d ey 1g *nueu$a| ip 2u01ze1odwy ‘11019P [Ap ELIWIOS E] TESSE OUOOSINULTIIP L19jMAI} LMAqpe Ip eUSA] a aUoqieo a equo], 6‘8_|021°089% |00L°001‘#T}0gT‘T17‘T9|006°0€8Ec| 212101 06 | — ‘009°06 |001080% f00s°9.8%7 | vufedmen-voliseg 686 | — [ooo |oootezo"£ fooorote | © * * enoros 9°09 | — — (0cE'90TE [0 c9mY [00019688 |“ * 191eqonon L9et[ose*8LI*t| . — —|ocotTorE [000%08c*8 | | * (tam) « nie f — |ozz'468 fozz'6e8T fooo'er6 |" * (drv) puea L‘00V|0£6‘08 = |oc'8c9%4 [0026897 |» - » “ asalgea oz] — loerer Jogrso6, fooocoz |" (1drv) oSioqug c‘6orogr'oen | —— © loL8:799% loo0@60:e | © * (rim) « e#6| — (oogtee [oo9tIz9 [oox'61e9 | © (1d1v) eurog I (euSe]uow) eu199NT |i ‘ (07[V) « ‘ (osseg) Oppe43930f | 000°310"] 000°90°1 000°008 096°E10 E 074/41 076019 G-0S 0960007 008°G6I po 008964 {000888 |" + ©» © * SnZ/ — [000417 [ocoZ2T fooo(oggeT | + © © * omtacii 8°89 | — [ooo#g [ooott8gLo fooozes put sa 986 | — —(090°606T |090°TT9"% [O004COLE | © * " * OUIOLL G:881/008°665°| —— © |000°L69%9 {008°9986 | ©" * * tuO15115) ‘GL | — — (099950 |O99LELT [00049281 | | © * * vUOIelO —. |oox:z89® fooziesz*8 [00s:e90°8 | = “ © * oireSues — [ooo [00089 [0001097 |(-1a7u1) — [000000 [0008497 {000879 (10154) opozuoddy | Ino PAT Iqno tparg Ino Iparg Iqua IPparg ouw u | mdu JA © 109 Ù OINCUSA > . È tnt sia A Dai di tn 4 U DIZI 3 288 Nel prendere ad apprezzare le cifre del premesso prospetto, importa che non siano trasandate le osser- 3 vazioni che vi sono aggiunte, poichè il deficit della le- gna è in più località coperto da altri surrogati, come — sono: 4.° La torba che rinviensi in gran quantità nel- — l’Appenzello, nel Sangallese e nello Svittese, nell’ Ent- | libuch e nelle valli elevate nel Giura; 2.° Il carbon fos- — sile e l’antracite che si cava nel Cantone di Sangallo (Utznach e Morschweil), sul Sonnenberg presso Lucer- na, nel Simmenthal e nel Basso Vallese; 5.° La legna degli alberi fruttiferi, dei castagni, dei vigneti, delle piante d’ ornamento o simili, dei boschetti o gruppi di alberi sulle Alpi o pasture, le siepi vive ecc. che nel Ti. . cino e sui primi contrafforti delle Alpi forniscono una non ispregevole quantità di combustibile. Non vuolsi dimenticare che ne’ nostri calcoli non fu compresa la quantità di legna necessaria ai mestieri e alle industrie indispensabili agli abitanti delle nostre montagne. A A comprendere nell’ argomento trattato nel presente rapporto l’ intiera patria svizzera, viene dato qui in se- BE ito un prospetto, esteso a tutti i Cantoni, dei rapporti di superficie, della produzione dei legnami, del consu- mo, della popolazione e dell’importazione ed esporta- zione delle legne. In questo prospetto si mostra che della intiera superficie della Svizzera, di 4779,3 leghe quadrate, il 18,8 per cento è a bosco, e che, essendo la popolazione di 2,515,885 anime, toccano a ciascun abitante 0,85 jugeri di bosco, e ad ogni fuoco 4,05 ju- geri. Il prodotto attuale continuo di tutti i boschi è di 89,554,900 piedi cubi, ossia 42 piedi cubi per jugero, mentre noi abbiam calcolato il prodotto normale a 59 np e e IV 0 ione, dell’esportazione |, Numero degli Teste abitanti | Fuochi | per |}rta- per lega fuoco {ne quadrata cubi bo29 4 43,240 | 3,7 1,6;2 3,160 | 35,8 2,059.:4:39,753 | 4,5 oo 1,123 9 Do L 295 | 20,925 53 970 | 23617 | 46 |l'ooo 313 2; 8 (CR I "CI 1,133 8,870 | 5,0 | 1,921 3,634 | 5,4 | 918 3,053:| 3,8 Il 661 3,228 | 4,2 d425-1- 23,714 | 5,5 1,562 | 92/139 | 5.1 |}009 1,499 | 20,922 | 5,1 2,900 | 15,939 | 5,0 2,790 9:455: | 5,4 25,655 | 12,633 | 3,2 3,213 | 36,652 | 5,3 1,532 | 46,476 | 4,6 {| 000 2551 | 18,593 | 4,7 090 400 | 18,653 | 4,9 || 000 6,695 | 18,552 | #4 |l 3,578 | 50,320 | 4,8 | 2,106 | 19,401 | 4,6 {090 2,730 7,169 | 4,06 eee -/ | ee E / / 1 Le —--l L’esportlgg La differ7 740 piedi cubi = ————___—_— A pag. 288. Importa- zione piedi cubi 1,2065,000 26,000 2,189,009 || 137,000 || 111,000 li : 1,%5/4,009 1,660,000 6,816,000 Il consuiz,9 piedi cubi 0 » sl SÉ PROSPETTO dei rapporti di superficie, della produzione e del consumo della legna, della popolazione, dell’esportazione e dell’importazione dei legnami della Svizzera, Di tutta Suolo forestale |Prodotto continuo | Prodotto normale Numero Per | P. x | s la 907: A de ROGO RIIAE degli Teste r er Consumo ._ I consumo Cantone Superficie totale Rione perficie SRetsne dei boschi dei boschi Abitanti SUE Fuochi | per fuoco | lesta rispetto al prodotto è | Esporti ‘Tore ao | a la LI in tutto Per; în Lutto MEO, ato Re, in tutto Sa 200500 | Stato | Comuni privati | juzero jugero Quadrata Bosco fuoco in più in mono leghe quad ì jueeri —|per cento f per cento per cento” per contofpredi culy {| piedi cubi | {piedi cub cubi jugerì || jugerì e ara \ppenzello Esteriore 63,600 | 10,800 (158 — | 8 |92_ | 60 |: 653009 756,000 3,7 2,648,000 | 2,000,000| . — » Interiore 16,900 5,200 | 11,1 ignoto 50 269,000 ‘312,000 3,8 632,001 372,000 A Sangallo. 561,600 | 92,100 | 16, | 2,7 | 59,8 | 37,5 | 55 | 5,065,000 5,936,500 45 8,752 3,687,200 A Glarona + 190,800 33/6, 400 —_ ignoto 40 I di 1,892,00) 4,3 VE 351,660 — Grigioni. 1,916,600 | 330,609 es 28 1#/877,00) 4,3 Su 2,559,800 Ticino 778,200 135,100 4 —_ ignoto 20 6,079,59) 1,6 1,909,060 a Uri 300,800 17,900 5,0 ignoto 30 037,000 716,090 4,T È *21/4,000 _ Svitto 5 3%,000 | 13,3 —_ ignoto 10 1,350,000 2,010,090 5,0 3,82 "1%,000 _ lg nn de 8,900 6 _ id. 60 13,000 623,00) Db 2,45 192,800 _ lusso Untervaldo 20,000 8 ignoto 40 800,000 1,200,000 3,8 | 6,50 _ 159,080 Alto » 30,00 7 id. 35 1,06,009 1,920,000 4,2 9,42 _ 321,000 \ Lucerna. 70,000 2 id. 55 | 3,350,000 4,550,090 5,5 2,91 1,367,080 Herna p 21,5 7 67 26 45 |18,571,500 22,693,500 5.1 4,58 Dj Friborgo 160 |/3_|58 |39 60. | ‘374,000 5,103,009 5A | 348 Soletta. c 221,200 30,5 2,5 | 85,2 | 12,3 45 | 3,042,000 4,055,000 5,0 4,82 lisilea-Campagna 118,700 dd; _ ignolo 45 1,876,500 2,502,090 bl lA Tasilea-Città 10,200 12,7 ignoto 30 63,000 78,090 3,2 | 0,10 \rgovia 356,800 29,3 7,6 | 77,4 | 15,0 URI 6,617,800 7,116,50) 5,3 3,11 Vaud, 888,000 19,3 | 14,5 | 61,5 | 24,0 #7 | 8,069,500 10,290,000 h,6: h 2,16%4,220 Neuchatel. 222,600 25,3 6,0 | 83,7 | 10,3 KO | 2,259,000 2,820,000 Lar 03 2,200,320 Vallese, 3,6 | 1,450,200 12,0 —_ ignoto 27 4,639,700 7,816,500 4,9 { = 30,950 linevra. ni 78,500 10% | — |13,2| 86,8 | 45 369,090 ‘10,000 hh 3,710,400 | 3,341,100 _ lurigo 8 ‘79,000 30,2 | 3,4 | 37,4 | 592 | 55 | 7,964,090 9,‘12,000 1,8 12,390, 400 | 4,426,400 _ Turgovia 2,8 | 274,000 18,3 | 45 |364 | 6LL1| 50 |2,519,000 3,269,500. 4,6 4,268,830 _ Sciallusa 3,0 83,000 36,1 | 18,0 | 75,0 7,0 50 1,500,000 1,950,000 35,574 h,6 = \ Totali | 1775,3 |11,362,400 | 2,134,600 | 1884 — | — | — | 42 [89,354,800] 118,374,000 | 2,519,883 31,884,130 | 3,071,390 lina Il consumo supera il prodotto continuato di . . . . + + 28,812, L’esportazione supera l'importazione di . . . . . . +. 3,615, La differenza fra la produzione ed il consumo è di . . . . J,627, 259 piedi cubi per jugero. Il consumo della legna, lasciato da un canto quello delle fabbriche industriali e degli ordigni di trasporto ece., è calcolato a 224 piedi cubi per fuoco, ossia 118,107,040 piedi cubi per la popo- lazione totale; onde oltrepassa di 28,812,740 piedi cubi il prodotto annuale. L° esportazione per l’ estero ascende a 12,4541,000 piedi cubi; l'importazione dall’ estero è di 6,816,000 piedi cubi. La prima soverchia quindi la seconda di ben 5,615,000 piedi cubi e porta il deficit tra ‘prodotto e consumo a circa 54,427,740 piedi cubi. . Questa enorme differenza tra produzione e consumo non può lasciar l’ animo tranquillo sull’ avvenire, im- perocchè è forza ammettere — e ciò tanto più se si con- siderano gli effettuantisi diboscamenti — che il consu- «mo del legname si farà maggiore in proporzione del prodotto che venisse ad aumentare mercè una più estesa economia forestale. Converrà pur provvedere ai bisogni dell’ industria divenuta indispensabile; le cave d el carbon fossile non giungeranno mai a grande rile- vanza, chè nè ci hanno assai ricchi filoni nè il mine- rale essendo di buona qualità; la torba che si cava senza darsi pensiero della sua riproduzione, non può assicurarci. Nè vuolsi dimenticare che la situazione di una parte della Svizzera è male acconcia a provvedersi di combustibile da paesi stranieri. È dunque pregio del- Yopera il ricercare quale sia la quantità delle diverse specie di combustibile, tranne la legna, di cui possia- mo disporre, e quale la quantità di legna richiesta dalle fabbriche e dai mezzi di trasporto col vapore. Ne spiace he qui si hanno dati ancor meno positivi e meno certi di quelli che servirono ai calcoli del prospetto prece- lente. Le cifre che vengono ad esporsi non vogliono 49 290 quindi considerarsi che come approssimative, essendo anzi possibile che non poco si scostino dalla realtà. AI prodotto dei boschi da noi calcolati 89 Sasa piedi cubi, si può aggiungere: 4. Il prodotto in legna: a. Degli alberi fruttiferi, delle selve di castagno, dei boschetti o gruppi dì piante delle pasture alpestri, delle siepi vive, dei boschetti, filari d’or- namento ecc. . . . 6,000,000 b. Delle vigne, 75,000 j juperi a 19 piedi cubi per jugero . . . —9,000,000 2. La torba, circa 20, 000,000 di pid cubi, calcolati come combustibile . . 44,000,000 9. Il carbon fossile, calcolato . . . . 53,000,000 4. L’importazione di legna dall’ estero . —6,816,000 5. L’importazione di carbon fossile nel- l’anno 41860: 2,270,975 quintali, il quintale stimato equivalente come combustibile a 9 piedi cubi di abete . 20,438,800 . Totale 4140,509,100 Aì consumo degli abitanti, calcolato . 118,167,040. è ad aggiungersi: 4. Il consumo di combustibile e di legna- me da costruzione: a. Delle fornaci, vetraje ecc. . . . 8,000,000 b: Delle fabbriche . . . . . . . ‘5,000,000 c. Delle ferrovie e de’ piroscafi . . . 9,000,000 2. L’esportazione della legna . . . . 42,451,000 Totale 4152,598,040 | 294 . Il consumo totale soverchia dunque il prodotto totale di 12,088,920 piedi cubi, che, se le nostre cifre sono esatte, rappresentano l’ eccesso della quantità tratta da’ nostri boschi. ‘Un godimento trasmodato dei boschi può aver luogo sinchè le scorte esistenti superano la scorta normale, ma dal momento che tale più non sia il caso, o che se n’inverta il rapporto, come già si è il caso della mag- gior parte de’ boschi, allora è necessità il far alto, se non si vuol vedere la devastazione procedere a vasti passi. L’importazione soverchia già l’ esportazione di 44,800,000 piedi cubi. Dal lato dei bisogni di combu- stibile e del modo di farvi fronte, la Svizzera non è dunque più indipendente, onde ha tutto il motivo di volger 1’ animo alla cura e al risparmio de’ suoi boschi. Un più attento esame dei precipui dati qui premessi ci conduce a diverse conclusioni poco rallegranti, le une riguardanti il presente, le altre soltanto il futuro, le quali qui si vengono esponendo: CONCLUSIONI. A. Rapporti tra la produzione e il consumo dei leguami. 4. Jl prodotto attuale dei boschi non basta al bisogno degli abitanti. Esso non arriva che al 76.°fo della quantità richiesta, e calcolandovi anche in ag- giunta tutte le altre materie combustibili indigene, il prodotto si rimane.tuttavia di un 4 °f inferiore al bisogno. Tutte le industrie e i mezzi di trasporto devono dunque esser rimandati all’ estero a prov- vedersi del combustibile di loro consumo, se non, 4, si vogliono decimare oltre misura Je foreste na- zionali. . Le Alpi, riguardate sinora come serbatojo ed em- porio di legname delle più popolose contrade della pianura svizzera, somministranti all’ estero ingente copia di legne, non ne producono a bastanza pel consumo degli abitanti, lasciando pur da parte il consumo delle industrie e degli stabilimenti di tras- porto. Ed anche tenendo conto di tutti gli altri combustibili, non ci ha che un tenue avanzo; onde ne consegue che la maggior parte dell’ attuale com- mercio di legname riposa sopra un ricavo smodato de’ boschi e che la scorta delle legne deve dimi- nuire d'anno in anno sempre più. . Nel Giura, sede dell’ industria metallurgica della Svizzera, la produzione della legna non basta al bisogno degli abitanti, poca n’ è però la differen- za, e la proporzione è tale ancora che coll ag- giunta degli altri combustibili ci ha un avanzo in favore delle altre industrie. Ma quest’ avanzo è mi- nore di quanto esse consumano; onde anche qui — lascisi pur dal contare la non esigua esporta- zione — è d’ uopo supporre che avvenga una frui- zione smodata de’ boschi. Una disproporzione la più sagliente fra prodotto e consumo incontrasi nell’Appenzello, nelle mon- tagne Lucernesi, nel Cantone di Neuchatel e nelle Alpi vodesi. All’ incontro i Grigioni, il Giura vo- dese, l Untervaldo, il Giura bernese e il Vallese producono legna più che non consumano. . Il Ticino, computato anche il prodotto delle selve di castagno, non giunge a somministrare vera- 295 mente altrettanta legna quanta ne consuma; ciò nondimeno ne esporta ogni anno una quantità press’ appoco eguale al reddito de’ boschi e de’ ca- stagneti. La quantità consumata oltrepassa dunque del doppio la produzione, ciò che spiega la penu- ria di piante opportane al taglio ne’ boschi e nelle selve del Ticino. Se in questo Cantone fosse stata praticata una buona economia forestale, esso pa- trebbe mandar fuori annualmente un 3,000,000 di piedi cubi di legna del valore di un milione di fran- | chì, mentre adesso, per rimettere la scorta boschi- va nel suo stato normale, bisognerebbegli impor- tarne dall’ estero. 6. Il diboscamento progredì maggiormente nelle alte montagne, cosicchè molte località sono esposte al pericolo di mancare di legna, ed altre sono già ormai costrette a gir trasportando il combustibile necessario dal basso in su per 2-5 ore di viaggio. 7. La scorta della legna è diminuita quasi dappertutto per modo che la possibilità di sopperire ai bisogni avvenire si fa assai dubbia, quando non si adotti una migliore economia forestale e quando non si mettano all’ esportazione quei limiti che sono ricla- mati dalla proporzione del prodotto. 8. La popolazione della pianura si lusinga di poter trarre da’ boschi di montagna i legnami che le fan- no d’ uopo, qualora più non bastino i propri bo- schi; ma è lusinga malfondata. Il rapporto natu- rale per cui le montagne producono il legname ne- cessario ai coltivatori del piano, non esiste più, e la quistione: Se si abbia a metter in uso una buo- na economia ormai ne’ boschi montani, non è più 294 una quistione locale, ma e divenuta una quistione che interessa l’ intiera popolazione. 9.Il miglioramento dell’ economia forestale delle mon- tagne è un bisogno urgente. Indugiandosi più a lungo nella trascuranza, la penuria è inevitabile, fatale all'industria e al bene stare delle popola- zioni del monte e del piano. Nè questa è minaccia di un lontano avvenire, che già si accenna da più contrade e segnatamente dal Ticino e dalle valli elevate delle Alpi. Se non si pon mano a misure risolute, buona parte delle contrade che sono 0g- getto di questo trattato saranno involte nel mede- simo disastro prima che passi troppo lungo tempo. B. Corsi d’acqua, conservazione e fertilità del suolo. 4. Lo stato irregolare dei corsi d’acqua che gonfiansi e scorrono rapidamente e traboctano per le forti pioggie, proviene dal diboscamento delle monta- gne, e specialmente dei ripidi declivii. Le acque piovane scorrono su questi nudi pendii come sur un tetto, e sì gettano nel corso d’ acqua più vicino. Al contrario la pioggia che cade sulle foreste si di- vide; una parte resta sulle foglie, svapora, oppure non raggiunge il suolo che lentamente, filtra nel terreno come quella che giunge direttamente al suolo, Io penetra e mantiene vive le sorgenti. E ciò si è quanto accade specialmente quando le fo- reste formano un completo coperto, e quando il suolo è soffice e abbondante di terriccio. Difficile si è l’esprimere con cifre questo rappor- to, non essendosi raccolti dati sull’ argomento. Ma 295 -. questa asserzione concorda così bene colle osser- vazioni ed esperienze dei più vecchi abitanti delle montagne; che non si può dubitare della sua esat- tezza. Il solo Cantone di Appenzello ci fornisce un dato in cifre, ove si è veduto che in questo paese la corrente del Weissbach, nei tempi andati non si gonfiava, all’ erompere déi grandi temporali, se non se tre ore dopo che erano scoppiati; mentre attualmente il fenomeno ha luogo appena un’ ora dopo. Se tale è il fatto nel Weissbach, dove le con- trade superiori che l’ alimentano non sono molto diboscate, ben peggio debb essere nei luoghi molto diboscati.. 2. Il fatto, da nessuno contestato, che cioè un gran numero di fiumi e torrenti oggidì travolgono una assai maggiore quantità di congerie che prima non fosse, proviene dai gran tagli rasi e dal soverchio diradamento delle foreste godute per decimazione. Le acque, decorrendo rapidamente trascinano seco tutta la terra mobile, e si formano dei burroni, che via via sempre si estendono. I letti dei corsi d’acqua, che non giacciono nella roccia, si pro- fondano essi allargano per la forza delle acque che precipitano nelle valli, aumentata per le materie ‘trascinate, e sovente per la flottazione del legna- me. Le acque tolgono dai pendii una parte del ter- reno produttivo, occasionando delle smotte ; talchè non è raro che intiere pendici si smovano e scivo- lino abbasso, coprendo di rottami grandi distese ‘nelle valli e rendendole incolte. Vedonsi numerosi esempi di tal sorta in tutte le vallate; quali sono i pendii sul lato destro delle 296 valli della Linth e della Scetz, i pendii meridionali della vallata del Reno anteriore; tutte Je vallate me- ridionali delle Alpi, come pure quelle della Reuss, dell'Aar e del Rodano, Se, nelle contrade situate a mezzogiorno e che sono le più diboscate, invece del gneiss che resiste alla distruzione, sì trovasse flisch o schisto che si scompongono facilmente, le devastazioni avrebbero raggiunto un tal grado, che gli abitanti dovrebbero abbandonare il pacse. o. Lo stato irregolare delle acque e le conseguenze che dal medesimo sono recate riguardo alla fer- lità delle valli, vanno aumentando ogni dì; que- sti effetti spiacevoli, che noi abbiamo qui sopra no- tato, provengono dal diboscamento inconsiderato delle montagne. Le materie trasportate dalle piene laterali ingombrano i letti dei corsi d’ acqua prin- cipali in cui si gettano e il cui pendio non è abba- stanza forte per trascinarle. Le acque sono co- strette a cercare nuovi letti, i terreni fertili sono invasi, e vallate intere sono trasformate in un de- serto di rottami. Questi disastri non infestano so- lamente gli abitanti delle montagne, ma eziandio quelli che abitano le vallate fertili inferiori, quan- do le acque non incontrano grandi serbatoj ove deporre le travolte materie. I guasti nelle vallate inferiori sono l’ inondazione dei terreni vicini ai corsi d’ acqua e i danni cagionati alle rive. Le inondazioni fanno molti danni quando il Jetto del corso d’acqua è elevato, e le acque non possono entrarvi facilmente. Pertanto non solo i Cantoni di montagna, ma l’intiero paese è interessato nel miglioramento dell’ economia forestale rispetto alle foreste di montagna. 297 Noi non abbiamo che troppi esempi di questi de- plorevoli fatti. II Reno, la Moesa e tutti i corsi d’ acqua del Ticino che si gettano nel lago Maggio- re, e particolarmente la Maggia, la Reuss, l’Aar e Vl Emma,; come pure il Rodano e altri corsi d’ acqua di minore estensione lo dimostrano con tale chia- rezza che non può destarsi dubbio riguardo a que- sta maniera di considerar le cose. I terreni deva- stati nelle più belle valli del Ticino, per l’irrego- larità dei corsi d’ acqua, formano quasi la metà dell’ estensione totale delle vallate; queste devasta- zioni, le più considerabili della Svizzera, sono col- pa del diboscamento ivi cominciato più presto, e stàto più rapido che non altrove. 4. Le dighe erette a grandi spese sulle rive dei fiumi sono state quasi sempre distrutte dalle acque poco dopo il loro compimento; e ciò avvenne non per- «chè fossero lavori parziali e senza piano sistema- tico, ma perchè, invece di prender di mira il male alla sua sorgente, lo si aumentava continuando il diboscamento e non prendendo cura delle foreste. I lavori intrapresi nelle valli laterali hanno avuto maggior successo, perchè combinati in maniera da arrestare la congerie e impedire alle acque di pro- fondare gli alvei. Il rapporto degli esperti incaricati della parte idraulica darà i dettagli necessar]. 5. Le numerose porzioni del suolo, divenute infecon- de nelle montagne e nelle valli, o che diminuisco- no considerevolmente i prodotti e tramutano l’ a- spetto del paese, sono in gran parte la conseguen- za del diboscamento inconsiderato, Noi non preten- 298 hdi fn 6. diamo veramente che alcuno di questi fatti non sia avvenuto senza il taglio dei boschi, ma certo si è che il diboscamento li ha aggravati e non poco au- mentati. La distribuzione delle foreste sulle montagne arre- sta lo sviluppo dell’ industria. e rende impossibile l introduzione di quelle che consuman legna; poi- chè: a. La maggior parte delle industrie non prosperano che nelle contrade dove possono avere facilmen- te il combustibile che loro è necessario. b. La poca sicurezza che offrono le rive e i dintor- ni dei corsi d’acqua impedisce o rende molto difficile, anche nelle montagne, lo stabilimento d’ officine mosse dall’ acqua. - c. Non si può impiegare con vantaggio, neppure al piano, la forza motrice delle acque che di- scendono dalle montagne quando non sono de- poste in un lago; opponendosi l’ irregolarità del livello a un utilizzazione regolare. C. Clima, sicurezza è amenità del paese. .: Le valanghe sono divenute più frequenti per: causa | dei diboscamenti, e accadono attualmente in loca- lità dove dapprima non se ne formava che rara- mente. Esse mettono in forse la sicurezza delle abi- tazioni, delle strade e dei fondi; e il rimettere il bosco sulle vie da. loro percorse:divienie impossi- bile, o almeno è reso più difficile; la fertilità del suolo è diminuita, 0 è totalmente sparita nelle re- gioni dove passano o dove depongono i rottami di | 299 rocce che trascinano seco. Il diboscamento al li- mite superiore delle foreste ha aumentato questi disastri favorendo la formazione delle valanghe nei luoghi dove la presenza dei boschi non lo permet- terebbe; e quelle che si formano più in alto non sono rotte prima che abbiano acquistato una gran forza d’impulso, poichè una volta che l'abbiano acquistata anche una foresta rigorosa non potrebbe far loro ostacolo. . Le cadute di roccia e del pietrume che egualmente pongono a rischio la sicurezza e la fertilità del suo- lo, non si sono aumentate sensibilmente per causa del diboscamento, però succedonsi più frequenti e pericolose, poichè i frantumi che precedentemente erano rattenuti dalle foreste, rotolano più in basso, si fermano sui terreni di valore e minacciano tal- volta le abitazioni e le strade. .T fenomeni acquosi se non sono scemati d’intensi- tà, avvengono per lo meno più irregolarmente. Dove prima le acque pluviali arrivavano lentamen- te al suolo, penetrandolo e fertilizzandolo, ora i temporali tempestosi spesseggiano, poichè sonosi di troppo abbattuti i boschi, che servono come condut- tori dell’ elettricità, e formano un serbatojo abba- stanza regolare per l’ umidità, e rallentano le cor- renti, soprattutto dei venti caldi e asciutti. La fer- tilità generale delle Alpi ha diminuito per effetto di queste differenti cause. Al’ erboso tappeto della pastura, venne in più siti a sostituirsi il cespuglio; le modificazioni nella maniera di utilizzare le alpi sonosi aumentate e il loro limite superiore si è in più luoghi abbassato. Veramente non possono prodursi dei dati in ci- fre intorno a siffatti punti, ma i lamenti che s’ al- zano da tutte parti e l'opinione di uomini illuminati abitanti fra le Alpi valgono pèrò a conferire a que- sta osservazione un grado che può dirsi quello della certezza. Un fatto potrà convincere chi anco- ra ne dubitasse. Parecchi pascoli non bastano più a mantenere il bestiame durante il tempo della pa- stura, quantunque vi si conduca minor numero di capre e quantunque sempre vadansi allargando le pasture a scapito dei boschi, cioè giù verso le valli. A chi, opponendo a questa osservazione i bei prati e i verdeggianti pascoli dell’Appenzello , cre- desse provare che essa riposi su illusione o pregiu- dizio, possono additarsi i rasciutti e intristiti monti del Ticino e molte squallide pasture delle Alpi cen- trali, e inoltre si farà osservare che quelle belle ver- deggianti distese dell’Appenzello non appartengono punto alla regione delle Alpi, e che trovansi gene- ralmente in assai felici posizioni. . Non si ha alcuna fondata ragione di supporre che sia seguito un peggioramento del clima in gene- rale, portato da cause esteriori indipendenti dal- l’uomo, e le quali l’uomo non può nè togliere nè moderare. Ad ammettere anzi il contrario sarem- mo piuttosto determinati dal fatto contestato del ritirarsi di molti ghiacciaj, il cui crescere e decre- scere va anche in relazione colla vicenda degli anni umidi e degli asciutti. Fertilità delle pasture alpe- stri diminuita, — il loro limite superiore abbassa- tosi —, foreste scomparse dalle regioni elevate, dui cda cati 3 STEN? E 1 501 — clima divenuto meno amico alla vegetazione —, devastamenti di acque, di valanghe, di frane or più frequenti e piùrovinosi , — scoscendimenti dalle chine; raddoppi di congerie nelle valli: ecco lo specchio dei disastri ascritti all’egoismo dell’uomo . che disconoscendo le leggi della natura fece man bassa sulle foreste, dei naturali doni con troppo colpevole imprudenza abusando: ecco come la pe- na insegue la colpa e con maggior forza incalzerà in avvenire. L’ amenità e la vaghezza di più luoghi sono ormai venute meno per causa dei diboscamenti. Il viag- giatore cui allietava il frondoso manto de’ pendii e il bel verde di primavera e d'estate, e la varietà delle tinte d’ autunno, sentesi ora stringer l’ animo all’ aspetto delle aride pendici, squallide, solcate da burroni, dispogliate dell’ onore dell’ erboso tap- peto, neganti pascolo al bestiame, o sparse appena di ciuffi ericacei, di rododendri od altri arbustelli quasi bronchi. Laddove prima stendevansi i boschi | resinosi col permanente lor verdescuro, più non offronsi che gruppi di cespugli piluccati, o nani crocchi di mirtillo, fra’ quali mostransi ancora gli squallidi ceppi dell’antico bosco, testimoni di pas- sata magnificenza. Laddove dapprima pompeggia- vano i begli aggregati di una sola essenza a far vago mantello alle spalle e alle schiene di monti compresi nella zona della regione arborea, oggetti di grata maraviglia che il passaggero si fermava per ineanto a contemplare, sono adesso aride di- stese od anche squallide rupi, e, nelle valli, sterili interrimenti e strati di rottame occupano una parte di già ridenti prati. Contrasti sono cotesti che at- tristano il viaggiatore e l'osservatore non solo, ma che fanno una penosa impressione nell’ animo dello stesso abitante che pur vi si è a poco a poco av- VeZzo. : Quando non si giunga a migliorare il trattamento de’ boschi e ad infrenarne il trasmodato godimen- — to, non si può che aspettarsi di vederli in buona parte delle contrade che sono oggetto di questo rapporto, e primamente in quel paese così da na- tura benedetto qual è il Ticino, precipitare in _to- tale rovina, subentrando quello stato di cose che già infesta le montagne del Karst, nell’ Hliria, un tempo così ricche di boschi, e che già cotanto la- mento desta nell’Asia Minore, nella Grecia, in as- sai parte d’Italia, in Ispagna, nella Francia meri- dionale ecc. Questo stato di cose sarebbe col nostro clima freddo ed inclemente assai più fatale che non pe’ paesi qui sopra nominati; impossibile ne di- ae verrebbe la coltura del suolo, la popolazione di- minuirebbe considerevolmente, e le parti elevate delle montagne oggidìi abitate diverrebbero ina- ‘ bitabili. 505 IX. Coltura, modo di godimento, stato attuale dei prati, dei campi, delle alpi e delle pasture. L’economia forestale sta in istretto rapporto coll’ eco- nomia agricola e più ancora colla pastorizia, dipenden- do la prosperità dell’ una da quella delle altre; il perchè non può non tornar a proposito il qui ragionare del- l economia rurale delle alpi. Questa connessione tra l’ uno e l’altro ramo d’econo- mia non consiste solamente nel fatto per cui il consumo del legname dipende dalla maniera di utilizzare il suolo coltivabile e dal distendersi usurpando sul suolo boschi- vo, ma essenzialmente nella circostanza che l'economia rurale impiega, secondo il modo praticato, maggiore o minore quantità di prodotti secondari delle foreste. L’agricoltura delle montagne — non contando la col- tura de’ foraggi — è di poco significato, e, nelle parti del paese di cui ci occupiamo, non è suscettibile di gran- de sviluppo, mancando di terreni acconci all’ agricol- tura. Di qui fanno eccezione le regioni inferiori di que- sta parte non meno che il fondo di parecchie valli, fra altre la parte nord del Cantone di Sangallo, i dintorni della superior parte pei laghi di Zurigo, di Lucerna e di Zug e alcune parti del Giura. I prodotti principali del suolo sono: granoturco, orzo, segale, avena, più rara- mente frumento e miglio, patate, fagioli, canapa, lino, legumi e vino. Il granoturco riesce assai bene ne’ campi che siedono fra il lago de’ Quattro Cantoni e il Reno, nella valle del Reno a Domleschg, nelle parti inferiori del Ticino e nelle vallate del Vallese. 304 L’orzo, la segale e l’avena — tranne alcune valli ele- vate — trovansi dappertutto ove il paese è abitato; par- ticolarmente nella Bassa Engadina, nelle valli laterali del Vallese e nella parte settentrionale del Giura; in ge- nerale però la coltura de’ cereali va sul diminuire anzi che sul crescere. La coltura delle patate è di una im- portanza generale e formano il precipuo nutrimento de- gli abitanti delle montagne. Il piantarle troppo spesse e il cominciar troppo presto a cavarle sono principali difetti di questa coltura, tanto più che la densità, qua e là accresciuta ancora con filo di fagioli interposti, rende malagevole il levarne le male erbe. A lavorare il terreno non si adopera dappertutto l' a- ratro; la Bassa Engadina, il Vallese e il Giura sono le parti dove l’uso n° è maggiore, ma nei primi due paesi il lavoro procede ordinariamente in modo assai imper- fetto, perchè non si fa che smovere il terreno, non si ri- volta. All’ uso generale dell’ aratro si oppone in parte il soverchio frazionamento delle proprietà, e in parte la medesima conformazione del suolo. In parecchi luoghi — nominatamente nell’ interno del Cantone d’ Uri — la coltura dei vegetabili sopra men- tovati va accompagnata da grandi difficoltà e fatiche, essendochè il suolo che vuol coltivarsi bisogna che pri- ma sia liberato da macigni e sostenuto in forma di ter- razzi; talvolta vi si trasporta anche la terra togliendola da siti non vicini per copista scogli. Non è raro il veder gelare le patate nel cuor della stagione estiva; la neve copre talora le biade innanzi alla maturanza, onde si tagliano sovente prima che sia- no mature facendole poi maturare artificialmente in lo- cali per ciò preparati. 50ò Poco produttiva è la coltura dei legnami nelle regioni superiori; nondimeno, persino ad un’ altitudine di oltre a 6000 piedi, incontransi orticelli davanti le abitazioni, ove coltivansi rape, cavoli ecc. La coltura degli alberi fruttiferi è oggidì maggiore che prima non era, ma non può avere importanza che nelle vallee temperate delle montagne, Ben regolati so- no i frutteti nel Cantone di Sangallo, nella Signoria e a Domleschg nei Grigioni, nella parte centrale del Glaronese, nella parte superiore del lago di Zurigo e intorno ai laghi di Zug e dei Quattro Cantoni e nelle ampie vallate che vi mettono foce, sulle sponde del Le- mano e nelle più miti contrade del Giura. I frutti ser- vono a far mosto, o si disseccano affettati, o si godono freschi. La coltura degli alberi fruttiferi potrebbe essere maggiore in più vallate; in altre potrebbe con vantag- gio essere introdotta. In più luoghi sarebbe a deside- rarsi una migliore attenzione a questo ramo dell’ agri- coltura. La vite è coltivata nelle vallate del Reno e della Seetz, nelle vallate inferiori del Ticino, verso alla parte supe- riore del lago di Zurigo, sulle rive dei laghi di Zug e di Thun, nel Vallese, alla falda delle Alpi vodesi verso il Rodano e sui pendii del Giura verso i laghi di Neuchatel e di Bienna. Nel Ticino la vite è educata per lo più a pergola e con poca cura; in una parte del Vallese la cura principale dedicata alla vite consiste nel ben lavo- ‘rarne il terreno, mentre in altre parti è coltivata colla | massima diligenza; ci hanno località ove alla vite non si risparmia nè tempo nè cura. La qualità dei vini è assai diversa: vini distinti e | smaglianti produce il Vallese; buoni ed anche ottimi ne 20 206 danno Vaud, Neuchatel e le valli del Reno e della Seez. mentre altrove — non escluso il Ticino colla propizia sua posizione — si producono per lo più vini grami ed anche gramissimi. Molta cura si dedica dappertutto ai prati che sono vi- cini alle abitazioni, i quali soli, e più assai presi insie- me coi montani, occupano una estensione ben maggiore di quella de’ campi. Si nettano diligentemente da tutto quanto può nuocere al crescere dell’ erba, si concimano a larga mano, si proteggono contro le nocevoli esteriori influenze, ma considerevole n’ è poi anche il ricavo. I prati forniscono il primo alimento al bestiame in primavera, si segano due o tre volte a provvedere il fe- nile per l’ inverno; si segano anche quando si manten- gano in istalla ad erba verde le bestie nell'estate, ciò che dovrebbe pur farsi più spesso; finalmente nell’ au- tunno essi danno colla terz’ erba il pascolo al bestiame che discende dalle pasture alpine. Quest’ ultima raccolta offre un prodotto importante nelle vallate esposte a mez- zodì ove corrono le strade principali che mettono al- l’ Italia, pel commercio che se ne fa co’ mercanti che vi conducono il bestiame. Si comincia a coltivare con maggior cura anche i piani erbosi delle alte montagne. Da prima non si aveano bei prati che nelle valli; ora la concimazione ricrea anche quei delle alpi a maggior floridezza. Ma ci ha ancor molto da fare in questo riguardo; parecchi prati si se- zano una sola volta all’ anno, i quali non si concimano: danno buon foraggio, ma poco. Altri, che sono umidi, ne danno molto, ma gramo. L’ irrigazione ‘de’ prati è ancora poco in uso, fnopghò nel Vallese dove è praticata in grande e da tempi im- 307 memorabili, Qui si mettono a prode i ruscelli, le cui acque vengono per canali di mite declivio condotte a considerevoli distanze {fino a 4-5 leghe, = 12-15 mi- glia). Con questi canali costrutti sul versante delle mon- tagne diffondonsi le acque sui prati il cui suolo è asciut- tissimo e che senza di ciò quasi nessun prodotto dareb- be. Molti di simili canali veggonsi decorrere l’ uno so- pra dell’ altro; e la manutenzione e l’uso loro è con tutta cura regolato. . Il valore medio delle terre nelle vallate è elevato assai. Nel Cantone di Glarona un jugero vale 3000 franchi e più ©). Il medesimo prezzo corre in altre località. I prezzi così alti dipendono dalla poca estensione dei terreni produttivi ed anche dalla circostanza che la proprietà di una terra nella valle fa diritto alle pasture comunali sui monti. Quantunque si riconosca generalmente l’ importanza degli ingrassi, non si dedica ancora tutta l’ attenzione ‘che si merita la loro preparazione. Mal opportunamente costrutte sono le pozze o buche o fosse ove riporli, nè si ha cura di raccogliere e tener aunate le materie che possono giovare all’ uopo; i concimi liquidi per- donsi senza pro colando nelle vicine correnti, e i solidi sono inariditi dal sole o stemperati dalla piova. Anche in questo, il paese che presenta spettacolo di maggiore imprevidenza è il Ticino; qui non si cava profitto alcu- no dagli ingrassi liquidi. Egli è indispensabile l’ indu- striarsi.a migliorare la preparazione e l’uso dei. conci- mi se si vuole che il terreno produca tutto quanto è ca- pace di produrre. (*) Sugli equivalenti del jugero svizzero vedi nota a pag. i13. 5 5 308 In generale fra le montagne 1’ agricoltura è rimasta in antico andazzo, e — tranne l’ introduzione delle pa- tate e qualche miglioramento ne’ frutteti e ne’ prati — da 100 anni in qua non ha fatto che ben poco progres- so, quantunque i miglioramenti potrebbero farsi senza incontrare difficoltà insuperabili. La condizione attuale dell’ agricoltura è tale che non può starsi senza esigere dal bosco contribuzione di foraggio e di concime, e ne toglie, come già fu dimostrato, larga misura. Mentre nelle valli i colti sono così scarsi e a così ca- ro prezzo, è quasi incomprensibile come nelle spaziose valli e su ameni colli, e in siti non remoti, anzi in imme- diata prossimità de’ luoghi abitati conservinsi tuttora frequenti prati, il cui suolo sarebbe suscettibile di una coltivazione assai più produttiva se si prendesse a lavo- rarli coll’ aratro o colla vanga, introducendo l’ uso di mantenere in istalla le bestie da tiro e le vacche neces- sarie alla domestica economia. Trovansi inoltre qua e là in siffatti luoghi estensioni sparse di rari alberi, le quali fannosi servire a pastura, mentre si estirpa il bosco in altri terreni di gran lunga peggiori e peggiormente si- tuati. Un così malacconcio modo di coltura diminuisce no- tabilmente la complessiva rendita del terreno, non for- nisce la necessaria quantità di ingrassi e osteggia una conveniente rotazione; le vacche, meno bene nutrite, danno meno latte; per giunta, le bestie adoperate nei lavori mal possono avere quel riposo che lor è necessa- rio dopo le fatiche della giornata. Il regolar convenientemente questi rapporti è dunque urgente necessità, se si vuole che l’ agricoltura corri- sponda alle esigenze del tempo attuale e che il bosco 309 non sia dalla medesima messo troppo a contribuzione. Non saprebbesi ben comprendere come sì poco siasi fatto nello scopo di togliere un inconveniente che può dirsi il principale ostacolo che si opponga alla introdu- zione del sistema di mantenere le bestie a foraggio ver- de in istalla invece di farle vagare sulle pasture, e par quasi a credersi che a queste migliorie siano avversi i benestanti principalmente, i quali con una riforma di simil genere si vedrebbero obbligati a rinunziare ai pri- vilegi di cui fanno uso colla maniera attuale di godere le pasture comuni. Le alpi o pasture occupano la maggior parte del suolo produttivo delle montagne. Per mala ventura poco è a lodarsi della maniera di governarle e utilizzarle, chè in più luoghi la loro coltura non che progredire andò anzi indietreggiando, e in complesso è rimasta da ben 500 anni in qua stazionaria. Una maggiore attenzione fu dedicata alle pasture si- tuate sui primi contrafforti, ossia sui così detti monti (), ove il bestiame pascola prima di ascendere alle alpi e quando ne discende. Su questi monti ci hanno stalle ove le bestie trovano ricovero e nutrimento nel cattivo tem- po; qui si ha cura anche dei concimi. Si netta il suolo da sassi e cespugli e — almeno vicino alle capanne — si ingrassa; qua e là prosciugansi anche i siti umidi e per ogni dove si cerca di proteggere questi terreni con- tro le nocevoli esteriori influenze. Nel Vallese coteste capanne contengono abitazioni pei proprietari che van- no a passarvi la state. Ma come appena si giunga alle alpi propriamente {*) Nella Svizzera italiana i pascoli delle prealpi si nomano monti. 510 dette, ecco — da poche lodevolissime eccezioni in fuo- ri — cessare ogni coltivazione. Qui luomo non vuol che raccogliere, nulla adoprarsi per conservare. In una gran parte delle alpi, massimamente nelle re- gioni più ruvide, non trovansi altre abitazioni che le capanne dove si fa il formaggio e ove alloggiano i pa- stori tutt’ affatto rusticanamente. Nè vi sono stalle; il be- stiame è giorno e notte esposto alle intemperie certo non infrequenti neppure nel sommo estate. Su quelle alture non ci ha provvista di fieno, onde ne- vicando e la fioccata neve coprendo, come non rado av- viene, per più giorni il suolo, ecco il bestiame senza pasto, costretto a cercarsi alimento nelle foreste infe- riormente situate, con qual pro delle giovani piante, ognuno può agevolmente immaginarselo. È raro che i proprietari si curino di sfurtiiaiane il suolo delle pietre cadute dalle vicine rocce per ammucchiarle laddove non farebbero danno, e più raro ancora si è che n° ap- profittino per erigere ripari contro le valanghe e le frane, o il formarsi e ampliarsi delle solcature scavate dalle acque. I siti guasti o ingombri da valanghe, da frane ecc. restano come sono; non vi ha chi pensi a ri- stabilirvi la vegetazione erbosa che tanto pur giove- rebbe a conservare il suolo. Nessuno pon mano a ster- pare i cespugli che vanno via via ingombrando i pa- scoli, nessuno si dà pensiero di deviare le acque da siti che minacciano di smottare, nè di prosciugare siti umidi da poca erba e grama. Nessuna cura si presta agli in- grassi, nè a raccoglierli in mucchi, nè a spanderli. Non ci ha che qualche rara capanna presso cui incontrisi un sito acconcio, asciutto, ove mugnere, e un sito ove am- mucchiare il concio. ag e telai RO Pe Og 541 Quantunque il prodotto delle pasture sia diminuito e per difetto di cura e per l’ abbassatosi limite della ve- setazione, pure vi si manda tuttavia un’ eguale copia di bestiame come nei tempi passati. Tutti questi inconvenienti sono più rilevanti sulle alpi affittate. I proprietarii poco o nulla pongon mente al modo tenuto dagli affittuari nel cavarne profitto; ciò che loro importa sì è d’intascare la pecunia pattovita, mentre ì conduttori, pel poco tempo che dura l'affitto , tanto meno pensano a conservare o a migliorare il te- nimento in quanto che hanno ragione di temere che il frutto di loro fatiche riesca non a vantaggio loro, ma unicamente ad utile del proprietario, il quale a causa delle migliorie e del conseguente maggior ricavo si sente tentato ad esigere un fitto maggiore o a passare ad un altro affitto. Poco meglio va la bisogna sulle alpi comunali, perchè i cittadini del Comune mal risolvonsi a migliorie, e i pastori difficilmente induconsi a por mano ad un lavoro che avoli e bisavoli stimarono su- perfluo. Le alpi meglio trattate sono quelle governate e godute per economia dagli stessi proprietari. Sebbene. anche qui non poche sono le eccezioni, e le meglio te- nute lasciano pur molto a desiderare, cosicchè possiamo ripetere la sentenza già altrove espressa, cioè: L’ alpi- coltura, non che migliorata, è anzi deteriorata. Ancora più abbandonate restan le pasture ove pasco- lano le pecore, situate per lo più nelle più alte regioni e sparse di siti sterilissimi. Qui non capita umana crea- tura, tranne il pastore e il cacciatore di camosci; nes- suno pensa a favorirvi il crescere dell'erba, a diminuirvi il danno delle frane. Queste pasture vanno sempre dete- riorando perchè vi si conducono pecore più che non 542 possono mantenere. Come già accennammo altrove, una parte di simili pasture, nell’ Engadina e nelle con- trade meridionali delle Alpi, sono affittate :a de Berga- maschi proprietari di greggie, ai quali vengono talora date a godere anche pasture atte al grosso bestiame. Le numerose frotte delle pecore traversano le foreste, non occorre il dire con quale effetto. Il triste quadro della coltura delle alpi, di cuì non abbiamo che fatto uno schizzo rappresenta lo stato della maggior parte delle montagne de’ Grigioni e del Tici- no, ed una assai notevole parte di quelle dell'A ppenzel- lo, di Sangallo, di Glarona, di Uri, di Berna, del Val- lese e di Vaud. In altre località, e nominatamente nello Svittese, nell’ Untervaldo, nell’ Entlibuch , nell’ Emmen- thal, nel Simmenthal, nel Friborghese e nel Giura, si procurano migliorie, disgombrando i pascoli da’ fram- menti rocciosi e sanando i pantani. Se non che que- st’ ultima operazione si effettua ordinariamente collo scavo di fosse, il che torna assai inopportuno sovra pa- sture perchè col calpestio del bestiame si difformano e in poco tempo si frustra Ja durata fatica. Il prosciuga- mento mediante quel sistema di scolo che si chiama drainage non lo trovammo praticato in considerevole misura che nel Klénthal (Glarona). In parecchie loca- lità esistono da tempo antico stalle almeno per le vac- che, come è massimamente nelle basse montagne dei Cantoni di Berna e di Friborgo e nel Giura; altrove, come per es. nel Glaronese, vannosi erigendo di simili stalle. Nell’ Emmenthal, nel Simmenthal e nel Friborghe- se è dove maggiore attenzione e amore si dedica alle: alpi. Nel Vallese lo studio dell’ irrigazione si estende si- no alle alpestri pasture. Veramente una irrigazione col 493 mezzo di acque correnti non è che fatto raro, ma non è raro poi il trovar qua e là disposizioni per diffondere ad assai considerevoli distese il favore degli ingrassi liquidi. Mentre lodiamo questi lodevoli progressi del Vallese, duole dall’ altro canto il veder qui pure — anche sulle alpi meglio tenute — troppo poca cura pei concimi , pel miglioramento de’ siti acquosi, per lo sgombro de’ rot- tami, per la depurazione dei pascoli togliendone le er- bose specie o nocive o inutili o disacconce, per la prov- vista di fieno all'uopo onde il bestiame non patisca to- tale privazione di foraggio al sorvenire di certi tempi | perversì. Ogni studio è posto ad ampliare le pasture, poco o nulla si studia di migliorarle. In alcuni luoghi si praticano sulle alpi certe partico- larità contrarie ad una ragionevole economia, del che . vuol pur qui tenersi parola. Una fra le prime di siffatte particolarità è il segnar le alpi e le pasture o il destinarle a fieno, come si fa in alcune località e come va sempre più ampliandosene l’ uso nel Glaronese e in alcune parti del Giura. La rac- colta del fieno sulle alpi è vantaggiosa quando aceresce la possibilità di svernare maggior copia di bestiame. Trovasi quindi quest’ uso là dove più bestie possono mantenere le alpi d’estate, che non i prati delle valli d’inverno. Per tal modo i proprietari non han più biso- | gno di raccattar bestiame mercenajo per la bella sta- | gione, potendo essi moltiplicarne di proprio, aumen- tando per cotal modo eziandio il concime e conseguen- | temente il prodotto delle praterie. Se non che quest’ au- | mento di concime pe’ prati è una perdita per le alpi di non lieve inconveniente. Le bestie, pascolandovi, 314 quanto contribuisce alla fertilità del suolo. Non può che venirne di conseguenza una diminuzione del terriccio e quindi della fertilità. L’ erba più rara diviene, vi suben- trano i muschi e i licheni, e così d’ anno in anno il prodotto vien meno. Nelle montagne basse questi effetti saranno alquanto più tardivi, purchè non si seghi che una sola volta, nè a stagione troppo avanzata, perchè la seconda erba fornisce un po’ d’ingrasso al terreno e lo protegge d'inverno. Ma nelle regioni elevate ove la stagione estiva è di sì corta durata, tagliato che sia il fieno non ci ha quasi più ripullular d’ erba, del che non tardano a manifestarsi le dannosissime conseguenze. V ha nondimeno chi pretende esserci nei primi anni di siffatta mutazione di coltura un maggiore prodotto. Ciò è possibile, ma non già perchè siasi aumentata la fertilità; la ragione di questo maggior prodotto de’ pri- mi anni, se c'è, sta piuttosto nella maggior cura che si mette a toglier di mezzo sassi, triboli e bronchi che fanno impaccio ai segatori, e così si aggiunge estensione al suolo produttivo. Ma quando più nulla siaci da fare da questo lato, ecco venir meno il prodotto, e ciò tanto più rapidamente quanto meno favorevoli sono le circo- stanze. Questo è fatto chiarito dalla stessa esperienza: Le alpi e le pasture che si segano da 40 anni in poi ed anche da più lungo tempo, danno attualmente un pro- dotto inferiore a quello che davano i primi anni di que- sta pratica. Ogni maniera di coltura che diminuisce il prodotto deve considerarsi come cattiva, tanto più quan- do, come nel caso in discorso, mette a repentaglio la : 3 restituiscono in ingrasso una parte di ciò che consuma= . no; mentre segando l’ erba, si viene a togliere — eccet- tuata la poca rivegetazione dopo fatti i fieni — tutto. 515 conservazione del fondo medesimo. — il segare dai pa- scoli alpini dovrebbe dunque essere abolito, o almeno dovrebbe alternarsi colla pastura aperta onde mante- nere la fertilità del suolo. Laddove i monti non si sega- no che ad ogni periodo di due anni, come nel distretto di Interlaken, nulla perdono della loro fertilità. In secondo luogo troviamo il godimento delle alpi di- viso fra’ particolari, com’ è nominatamente nel paese d’ Uri, nell’Oberland bernese, in una parte delle mon- tagne del Vallese e di Vaud. Ogni famiglia va ordinaria- mente a passar l’ estate sulla montagna, per ritornare poi in autunno alla valle, certamente non più ricca di prima. Troppo divisa è la fabbricazione del formaggio, nè giunge a produrne di tale da potere concorrere nel commercio. Il prodotto netto delle alpi è quindi note- volmente diminuito. Anche la divisione del bestiame — nelle località dove pascola in comune è portata a troppo piccole frazioni, ciò che torna parimenti a danno della fabbricazione del formaggio e del prodotto netto. Se le formaggerie stabilite nei villaggi dànno prodotti supe- riori in qualità e quantità a quelli delle montagne, non ostante l’ inferiorità delle erbe e del latte, non è a _cer- carsene la causa se non nella divisione della fabbrica- zione che è sulle montagne. I piccoli caseificj traggon seco non solo le già mento- ‘vate dannose conseguenze, ma influiscono sui boschi in modo peggiore ancora che non fanno i grandi. In essi consumasi cioè maggiore quantità di combustibile e di legname da costruzione, maggiore essendo il nu- mero delle greggie e delle capanne; così consumasi pu- re maggior copia di legname per le chiudende; dovendo ogni alpe essere segregata dall’ altra; finalmente mag- 346 gior copia di bestiame invade il bosco, convenendo sulle alpi tutto il bestiame domestico — e segnatamente le capre — in maggior numero che non è laddove sono grandi caseificj. Siffatti inconvenienti mostransi così gravi che non può non desiderarsene il rimedio come cosa urgente. Ma l’ introdurre migliorie in questo ri- guardo vuol essere impresa malagevole, essendo l’ an- damento attuale così strettamente associato alle popo- lari abitudini che per farlo cessare sarebbe forza effet- tuare molte e molte altre mutazioni. Nel Giura, e principalmente nella parte bliaricati molte pasture patiscono disagio di acqua, onde è ne- cessario provvedere al come raccogliere e serbare la pluviale. Ma per quanto importanti siano queste prov- videnze per le pasture, nulladimeno non vi si dedica una cura tale quale sarebbe a desiderarsi, in ciò appare la generale noncuranza. Da quanto fu detto possono facilmente dedursi con- seguenze sullo stato e sul prodotto delle pasture alpine, come pure sui pericoli cui è esposto il bestiame. Esse possono compendiarsi come segue: Le pasture — con tutto il loro andar via via dilatan- dosi in giù a scapito del bosco — divengono pur sem- pre minori, essendochè gli ammassi di scoscendimento, le solcature e i burroni si vanno senza resta aumentan- do e occupando sempre maggior parte del suolo ‘pro- duttivo. Nè la diminuzione riguarda soltanto lo spazio, ma sì anche la produzione, dappoichè la terra vegetale è tratta seco dall’ acqua, i siti pantanosi e i cespugliosi acquistano più ampio dominio. La fertilità del suolo vien meno eziandio per la poca o nulla cura di favo- rirla, mentre il concio si secca senza fare effetto alcuno. stai 347 A tutto ciò s' aggiungono i diboscamenti, in seguito a’ quali si ebbero considerevoli mutazioni nei fenomeni acquosi, le montagne sono private della umidità cotan- to necessaria alla vegetazione, e ciò proprio nel tempo che maggiore ne sarebbe il Bisogno. Non è quindi ma- raviglia se qua e là sulle montagne si cede alla neces- sità di restringere la quantità del bestiame per non ve- der degenerare le razze, come già avvenne pur troppo in alcune località. Privo di stalle il bestiame è esposto alle peggiori in- clemenze dell’ atmosfera. Non ha riparo contro l’ umi- dità, il freddo, le tempeste; per intiere giornate pa- tisce la fame. Il latte diminuisce, è minacciata la sa- nità, e ritardato il prospero sviluppo dei novelli allievi. Lo stesso ricavo delle alpi, e segnatamente la fabbrica- zione del formaggio, si fa via via più difficile pel grave | difetto di legna, sia da fuoco, sia da costruzione, difetto apportato dagli inconsiderati diboscamenti. Vi sono montagne ove la penuria è tale da non potersi aver le- gna se non con grandi stenti, dovendosi spesso tras- portarlo sino da due e da tre leghe di distanza. Il prodotto del suolo dedicato all’ economia pastorale | difficile riesce a determinarsi in modo da agevolarne un paragone con quello altrimenti utilizzato, imperocchè pochissime sono le alpi state assoggettate a misura, e la classazione usuale a norma del numero delle bestie | che sono capaci di mantenere nella rispettiva stagione, si presterà bensì ad un confronto fra l’un’alpe e l’altra, | ma nel caso nostro non potrebbe giovare finchè si igno- ra quale e quanta ne sia la superficie. Le basi più sicure per un calcolo del prodotto sonoci offerte dal Cantone di Friborgo, ove di una parte delle alpi fu presa la misura. 318 Secondo le notizie ricevute da Friborgo e da Neucha- tel, il tempo della pastura sulle alpi ben esposte va dal 20 maggio al 9 ottobre, — adunque 20 settimane. A mantenere una vacca ci vogliono 5-6 jugeri di pastura. Ma questa estensione non basta laddove mal favorevoli sono le circostanze, qui convien calcolare un 8 jugeri per capo, e di più ancora laddove più rigido è il clima, com'è sulle alte montagne. — Il consumo della legna sulle alpi ove sono vacche, è per capo di 25 a 50 piedi cubi, laonde vuolsi aggiungere ‘/2 a 3/4 di jugero di bo- sco per capo, e nelle regioni più elevate anche 41 jugero intiero. Questa è la base su cui si fa in quei Cantoni il calcolo del prodotto netto delle alpi. Il prezzo è di 2 a 6 franchi, per termine medio fr. 4 circa, per jugero, secondo l’esposizione e la qualità del suolo, e-avuto riguardo alle riparazioni e al fitto delle abitazioni. Da- gli affitti avvenuti in altre località si hanno press’ a poco. le medesime cifre. Essi sono infatti di 50 a 40 fr. pero capo di bestiame nelle esposizioni più favorevoli, e di 20 a 50 fr. nelle meno favorevoli; Je quali cifre danno . parimenti un prodotto di 2 a 6 fr. per jugero, compresa la manutenzioue e il fitto delle abitazioni. I prezzi di ‘ vendita che calcolansi da fr. 250 a 300 per. capo corri. | sponde parimenti al reddito -di cui sopra è detto. In posizioni sommamente sfavorevoli il prodotto scen- . de sino ad essere inferiore al minimum calcolato qui sopra; nè la rendita di simili pasture può prestarsi ad un confronto con quella dei boschi c delle selve, poichè coteste pasture s’assidono su elevazioni dove essenza legnosa più non regge ad essere educata. Un. prodotto medio di 4 fr. per jugero per le pasture poste fîella re- gione delle foreste o subito sopra pare possa essere am-. messo. PbPp{ 3GGee4—_ Questo Quadro è stato elaborato a cura dell’ Ufficio federale di Statistica, colla direzione del generale Du- four, e sulle minute dei tracciati, onde è meritevole di tutta confidenza. Si pone qui in aggiunta perchè il la- voro non essendo stato condotto a fine che dopo la pub- blicazione del Rapporto, non ne fu dato introdurne i risultati nel testo. va di - +e = \ mino n ap, L , i x P. 1; lab. Vi: xd -_ FÀ " ” 3 , ‘BRA ini (E ar sd F04 GIS Flood tb; o (9 AA Da MT # spl cl i dini a ni Head ei tu hi ago odo do0 DAPILIZIIIDO, MRO DI ia. + a STAR Db pi DE UOLA d310G8 # L E e. Li = Ò Tor si n Pi ; ® % N / k E db x ‘ D 4 ut 3 » A LA tata Coli sar a serie A e i Te da La ef * Pa Di k “ft + vi eat ii & Superficie della Svizzera, (1797,67 leghe quadrate), E DE VENTICINQUE STATI CONFEDERATI. Leghe quadrate. Grigioni 911,84 Berna . 299,00 Vallese . 997,74 Vaud 139,88 Ticino . 125,07 S. Gallo 87,69 Zurigo . . 74,80 Friborgo . 792,44 Lucerna 65,14 Argovia . 61,00 Uni. ic 46,70 Turgovia . 492,88 Svitto 99,45 Neuchatel . 39,06 Soletta . 34,06 Glarona BETA, 20,00 *Obvalden (Alto Untervaldo) Basilea-Campagna . 18.50 Sciaffusa 13,02 *Nidvalden (Basso Untervaldo) Parti svizzere dei laghi contermini. 2,026 0,534 ATAGI 9.676 3,287 2,348 5445 4,962 0,378 0,837 5,670 92176 4445 0,204 * Una lacuna nelle frontiere tra l'Alto e il Basso Untervaldo impe- disce ancora di misurare questi due mezzì Cantoni. Leghe quadrate. Ginevra... uit 412,27 Appenzello Esteriore . 14,54 Zug:. a. Pg 40,38 Appenzello Interiore . 6,90 Basilea-Città. . . . 4,60 Untervaldo (intero) . 39,22 Parti svizzere dei laghi contermini. 1,595 1,146 4,528 Note. La lega svizzera = 4,800 metri, o — 16,000 piedi svizzeri. Le parti svizzere dei laghi limitrofi sono state misurate sino alla linea.contermine. Superficie dei laghi. ———@e—__& LAGHI LIMITROFI. LAGO DI GINEVRA Binegia ei. 11007 Me... ,021 I © cipga f 90008 bava i... 9,990 LAGO DI COSTANZA prio... 004 deeio eat. 9.02 Baden, Wiirtemberg . . 20000 Baviera, Austria . . . . 413,64 LAGO DI NEUCHATEL RARE e SAR: DI 6°. aborto... 2,999 #02 Meuebateli 10:00 17 4.404 } 10,598 Me n 0.234 LAGO MAGGIORE e I 09 9,30 (MERITA ASSO 2.4; LAGO DI LUCERNA a TI 1,776 | ? Suit oc.) 0I77( AMS e i EST. 369 370 LAGO DI ZURIGO BAIE e I AI Svitto; vili TAR $-Gallo: 3 AO 0757 SEDE LAGO DI ZELL (Costanza inferiore ) Turgovia: ii. 0 77 a Granducato di Baden . . 2100 $ 2,190 ‘> LAGO DI LUGANO Picimo: LIS 4 a OS Talia (baggio 00-00 Ai LAGO DI BIENNA Berna vpi if TRL 4 Neuchatel.) 7... 5 008 È 1,856 LAGO DI ZUG FAN SMPNERANE SIE GARA O e RR Mo Lucerna}, ct OA Svitto: {#98 Wes e LAGO DI MORAT. Eribotgoa =. 0g tate 06 ola e 0.46 + 1,192 LAGO DI VALLENSTADT Glarona psi on 0 scalo 0/805 È 1,007 LAGO DI HALLWYL Mappa i i eine DA Lucernafi Vino Pesi DOTE | 0,456 LAGHI INTERNI. Lago di Thun Brienz Sempach Joux Greiffensee Sarnen Egeri Baldegg Sils Pfaffikon Lowerz Silvaplana Poschiavo Klonthal Oeschinnen Ritom Lungern Lago Bianco Daubensee S. Moriz Davos Mauensee Rothsee Turlersee Schwarsee Amsoldingen Muttsee Katzensee Cantone di Berna Berna Lucerna Vaud Zurigo Obvalden Zug Lucerna Grigioni Zurigo Svitto Grigioni Grigioni Glarona Berna Ticino Obvalden Grigioni Vallese . Grigioni Grigioni Lucerna Lucerna Zurigo Friborgo Berna Glarona Zurigo 2.083 1,302 0,647 0,440 0,368 0,340 0,321 0,220 0,478 0,143 0,133 0130 0,080 0,054 0,050 0,042 0,036 0,036 0,030 0,029 0,027 0,021 0,024 0,024 0,019 0,048 0,018 0,016 372 Lago di Merjelensee Cantone del Vallese 0,015 » Arnensee » Berna 0,014 » Mattmark » Vallese 0,014 » Foppensee » Lucerna 0,041 » Bret » Vaud 0,040 » Muzzano » Ticino 0,009 » Oberalpsee » Uri 0,009 » Sentis » Appenzello 0,009 » Lucendro » Ticino 0,008 » —Fahlen » Appenzello 0,006 » Seealp » Appenzello 0,005 » Grimsel » Berna 0,005 » Todtensee » Vallese 0,005 » S. Bernardo » Vallese. 0,004 Nota. Per assicurarsi dell’ esaltezza, i calcoli delle superficie furono fatti in doppio, coll’intiero e colle parti. \ APPENDICE II. PIANTE di cui è discorso nella presente Opera, coll’indicazione dei nomi volgari. Pag. 69. Abete bianco (Pinus picea), tic. Abiezz. Le sue foglie sono disposte a guisa di pettine a’ lati de’ ramicelli, e ha scorza bianchiccia. » 67. Abete rosso (Pinus Abies), nel dialetto del Ti- cino e del Grigione italiano: Pescia, principale essenza delle foreste svizzere. Ha scorza rosso- bruna, e distinguesi dalla specie precedente an- che per le foglie sparte intorno ai rami. » 75. Acero (Acer Pseudoplatanus), Acero sicomo- ro, Acero dì montagna, Platano falso, tic. Agar. i » (Acer platanoides), Acero piano, Plata- naria. » (Acer campestre), Oppio, tic. Rompor. Alberella, = Pioppo trèmolo. Vedi Pioppo. » 76. Alloro, (Laurus nobilis), tic. Lòiro. Il Lauro regio o Lauroceraso (Prunus laurocerasus) nel dialetto tic. è detto Làor. Alno, = Ontano. V. qui sotto. » 263. Biancospino o Lazzeruolo. È adoperato ad al- levar siepi. Nella Svizzera italiana è chiamato Spin brogneu. Carpino. V. Ostria. Cerro. V. Quercia. 314 Pag. 7ò. Ciliegio a grappoli Fei padus). Citiso. V. Majo. » 328. Drupacee nomansi le piante che portano frutto a nocciolo detto drupa, com'è il prugno, il ci- liegio , il persico. » 277. Erica (Erica), tic. brògh. » 72. Faggio (Fagus sylvatica), tic. Fò. — Enormi ceppi di faggio sui monti ticinesi fanno testimo- nio de’ magnifici boschi di questa essenza onde furono un tempo vestiti. » 74. Frassino (Fraxinus excelsior). Pianta affatto conosciuta. » 263. Ippofae (Hippophae rhamnoides), arboscello dritto, ramosissimo e spinoso, non infrequente presso a’ fiumi (Ticino, Brenno) e sulla terra dai medesimi deposte. » 683. Larice (Pinus Larix), in dial. tic. Lares, occupa il primo rango subito dopo l’ abete rosso. Lauro. V. Alloro. Lazzeruolo. V. Biancospino. » 75. Majo (Cytisus), Citiso, tic. Magg. » 277. Mirtillo (Vaccinium myrtillus), tic. Giustron, Nigris@u. i Nasso. V. Tasso. » 7ò. Olmo (Ulmus). Uno de’ voluminosi nel Ticino è sulla piazza di Bissone. » 74. Ontano (tic. Onizza, Arniscia) : Alnus incana; Ontano o Alno biancastro. » glutinosa, Ontano comune (foglie vi- schiose ). » viridis, Alno di montagna.. Oppio. V. Acero. d7ò Pag. 75. Ostria-carpino-nero, (Ostrya carpinifolia), tic. Càrpan, Carpanella. » 72. Pino di montagna (Pinus pumilio), detto anche Pino delle cime, alligna sulle vette. » 70. Pino silvestre (Pinus sylvestris), tic. Tiern. Aghi lunghi e uscenti a due a due come da piccola va- gina. Non molto sparso nelle foreste del Ticino. » 75. Pioppo (tic. Pobbia), Populus nigra, Pioppo comune, Populus tremula , Alberella. Platano falso. V. Acero. » 265. Prugno spinoso (Prunus spinosa), detto anche Legno di Santa Lucia, Prugnuole, vegeta spesso su fondi sabbionosi. 73. Quercia (Quercus pedunculata ) Rovere; ( « Cerris) Cerro, tic. Scèrr. p 265. Ramno frangola (Rhamnus frangula), detto anche Legno da polvere, arboscello di scorza ne- riccia, punteggiata di bianco; legno giallo. Fra ’l popolo ha nome diverso nelle diverse vallate. Rovere. V. Quercia, » 75. Sorbo (Sorbus aucuparia), tic. Tamarìn. » —Aira), sorbo comune. » 75. Tasso o Nasso (Taxus baccata), tic. Nass. 75. Tiglio (Tilia), tie. Tej. » 74. Zimbro (Pinus cembra), appartiene alla più alta regione arborea. I Ticinesi (in Leventina) lo dicono Pin. x KA ce % dh qui, sia va 7 SPP, È VITRO CERRI: i al LA cf si Ù PO ma N n degne È IMAA 5) LA GORI AE fr i) Le: È } peli n} ti 3 i x Mea N i i e! DEL xd : si DD) PALO a na i I % n Oy i gf CSA se Da Pe 4 Dio eo — ” «Rc = Mor Per id : e Ad O - Ò ai aa spl I° anne i ap n Pià C. ati L'afn MMM 7123542