UN \A:s8 ) _ > n pole } a) iz - | » PSE le] 08 ) î 4 | Ho 7: TRIS = == SEE TESTE Cai = “ = = = Det \ DINO CISU SPINTI n VITALE VARO ine TT > si So: E RIVISTA DI (PATOLOGIA VEGETALE DIRESIESIAZIDDIAT, Dott. LUIGI MONTEMARTINI libero docenie di Botanica nella R. Università di Pavia &. COLLABORATORI {_{°_ Prof. F. CAvARA (Napoli) — Prof. G. DEL GuERCIO (Firenze) | Dott. F. O’ B. ELLISON (Dublino) — Prof. A. KROLOPP (Mayar-Ovar) Ungheria 4 ‘ Prof. O. LoEW (Tokio) — M. ALPINE (Melbourne - Australia) Dott. E. BessEy (Miami-Florida) —_——_t ov ANNATA LL: 1905-906 PAVIA TIPOGRAFIA E LEG. COOPERATIVA 1906 kt Ale hi 16) / I fi IMEAA -poegd Anno I. 26 giugno 1905. Num. 1. Rivista di Patologia Vegetale DIRETTA DAL Dott. LurGr MONTEMARTINI libero docente di Botanica nella R. Università di Pavia Collaboratori: Prof. F. Cavara (Catania) — Prof. G. DeL GuERcIO (Firenze) Dottor FP. O’ B. ELLIson (Dublino) — Prof. A. KroLopp (Magyar-Ovar-Un- gheria — Prof. O. Loew (Tokyo) — Dott. E. Bessey (Washington). Indice del fascicolo N. 1. ANONIMO — Una malattia che distrugge le Calla 4 BLARINGHEM — Anomalie ere- ditarie provocate da azioni rumatiché;t ict LL, BrIosi G. — Ispezione ad al- cuni vivai. di viti americane malate di roncet in Sicilia . CaAVARA F.— Bacteriosi del fico CHuarD E. — La piralide ed i trattamenti arsenicali . DELACROIX G. —. La ruggine bianca del tabacco e la ma- lattia del mosaico . . : SÉ; - GALLI — Una invasione di ca- vallette a Velletri : GufEGueN E. — Struttura e modo di formazione delle mostruo- sità chiamate fichi doppî . GUTTEMBERG H. — Anatomia fi- siologica di micocecidî Kusano S. — Nuove specie di PREOIICCO A III e MANGIN E. e- Viana. Pi La gommosi degli acini . . Mez C. — Nuove ricerche sulla morte delle piante gelate Morsesca N. — Un caso di cal- GIpenuriax zo 0 sua. Pag. » » » » » » » » » » DD Il ur 11 MOLLIARD — Due casi di sdop- piamento di fiori provocati da nutrizione. deficiente, € trasmissione ereditaria di tali amomalie ...;% + «Pag:12 PreGLION V. — Intorno alla x eb- bia 0 mal bianco dell’ Erony- VAUS: FAMONCO LIT ORIANA SILVESTRI F. Contribuzione alla conoscenza della meta- morfosi e dei costumi della Lebia scapularis, con deseri- zione dell’ apparato sericipa- ro:dela lv aree ra 60 Idem Ocnogina betica cono- sciuta volgarmente allo sta- to larvale col nome di B7%co PELOBO RITO le e ENI A SOLEREDER H. — Sopra. degli scopazzi sul Quereus rubra. » 8 TAVARES.T. S. — Tavole sinot? tiche dei zoocecidî portothesi » 8 VirtaLe F. — Contributo a lo studio dei coleotteri di Si- ella; ni Coceineltidi 5 8, 0 DS Warp W. — Ticchiolatura dei cetriuoli in Inghilterra... » 8 Note:prasiche; nu arr eagnto +—itoro— Là 3 sa sd a PAbTIS ps x x E TNA ret A o A mes. Pa RIT, rele. I 4 *i So. E za l Vigit=% > da cd pe . n° | La RIVISTA DI PATOLOGIA VEGETALE uscirà ogni 15 giorni in fascicoli di 16 pagine con copertina, completati 5 alla fine di ogni annata da indici alfabetici e per materia per il pronto rinvenimento delle piante e delle malattie studiate. Sai Ù Vegetale Num. 1 a di Patologia 26 giugno 1905. Per tutto quanto concerne la Rivista dirigersi al Dorr. Luier MONTEMARTINI - Laboratorio Crittogamico - Pavia. ve +8 MALATTIE .D' INDOLE FISIOLOGICA “Pi LIBRAR V NEW YOR x ROTANIC/ ._—Briosi G. — Ispezione ad alcuni vivai di viti americane malate di Garner ii « Roncet » in Sicilia. (Atti dell’Ist. Botanico di Pavia, Vol. X, di 1905; pagine 13). L'Autore ha avuto altra volta 1’ occasione di ispezionare in Sicilia, per incarico del Ministero di Agricoltura, i vivai di viti | americane nei quali si è presentata la nuova malattia detta Roncet, che si manifesta con una riduzione dei tralci e delle | foglie che potrebbe giustificare anche il nome di rackitismo della | vite (affatto diverso dal ma! nero). «In una recente nuova ispezione ha potuto constatare che in questi ultimi due anni il foxcel non si è esteso colla intensità nà | con cui aveva prima cominciato a manifestarsi, anzi pare accenni a contenersi entro certi limiti. I vigneti ricostituiti con legno | americano anche dei vitigni più sensibili alla malattia si man- [prengono tuttora in buon stato, e quest’ ultima pare si localizzi | solo al vivai dove colpisce specialmente 1 ceppi più forti e vi- | gorosi, quelli dai quali si trae maggior copia di legno. Parrebbe — dunque (senza escludere l’ opera di qualche parassita) che lo | sforzo della pianta ed il conseguente continuo impoverimento pei tralci esportati, la esauriscano e sieno causa di non lieve squilibrio nelle sue funzioni. dati isa | »; «L'Autore non ritiene necessario l escludere nella ricosti- È tuzione dei nostri vigneti il legno dei vitigni meno resistenti pale, che spesso sono per le altre loro qualità i più pre- ziosì ; sconsiglia però di impiegare legno proveniente da ceppi L. MONTEMARTINI. MALATTIE D’ INDOLE FISIOLOGICA — PARASSITI VEGETALI Morsescv N. — Ein Fall von Calcipenuria. (Un caso di calcipe- | nuria) (Soraeurs Zettscrift fur Pfanzenkrankheiten, Bd. sa XV, 1905, pag. 21-22). IUS L’ Autore ha avuto spesso occasione di osservare che le piante che crescono in soluzioni nutritizie prive di calcio si am- malano più presto e più fortemente delle altre : le loro foglie dla diventano brune e seccano lungo le nervature. 4) Simili alterazioni ha osservato in foglie di un Pioli orientalis ed ha constatato che esse’ scomparivano facendo as sorbire ai rami una soluzione nutritizia completa. Ne concluse pe: trattarsi di malatlia dovuta a mancanza di calcio, e poichè nelle foglie ammalate abbondavano gli acidi, attribuì ad essi le alte- razioni osservate ed al calcio la funzione di neutralizzare tali K) acidi. , E È a notarsi che lungo le nervature sofferenti si sviluppava frequentissimamente il (G/oeosporiuwm nervisequum. Per questo dunque, come per molti altri funghi parassiti, può essere condi- ‘zione favorevole di sviluppo un disturbo qualsiasi delle funzioni ic interne della pianta ospite. "a L. MONTEMARTINI. da lì Kvsano S. — New species of Exoasceae. (Nuove specie di Exoa- scee) (The Botanical Magazine, Vol. XIX, Tokyo, 1905, pag. 1-5 e una tavola). i È, Sono descritte e figurate tre nuove specie di T'aphrina ri- scontrate nel Giappone : % 1) DT Truncicola, che attacca le gemme di Prunus incisa, provocando ipertrofie e torsioni nel loro asse. i: 2) T. Piri, che forma piccole crosticine giallo-pallide sulle | foglie di Pirus Miyabei, talora tanto fitte da causare delle di storsioni del lembo. i 3) T japonica , la quale danneggia le foglie di Alnus È japonica. Non è indicato alcun rimedio contro questi malanni. L. MONTEMARTINI. enna cin I i i bi PARASSITI VEGETALI 3 PeGLION V. — Intorno alla nebbia o mal bianco deil Evony mus japonica. (Rendiconto d. R. Ac. d. Lincei, Class. Se. fis. mat. e nat., Vol. XIV, 1905, pag. 232-234). L’ Autore richiama l’ attenzione dei patologi sopra la diftu- sione che in questi anni ha preso l'Vidiwn Evonyni-japonicae, il quale attacca sì fortemente le piante di £v0onymus da provo- carne la completa defogliazione. Rileva che il parassita può conservarsi in vita durante Vin- verno mediante grossi austorî che si formano, a guisa di clami- dospore, nelle cellule epidermiche delle foglie attaccate. Proprio come pensa Istvanffi per l odio della vite. Come rimedio hunno dato buoni risultati le energiche e ripetute solforazioni con zolfo rumato al 3°/,. E bene inte- grare l'azione del rimedio con sonuininistrazioni di piccole dosi di nitrato sodico al terreno, onde facilitare la emissiione di nuove cacciate. L. MONTEMARTINI. SOLEREDER H. — Ueber Hexenbesen auf Quercus rubra, nebst einer Zusammenstellung der auf Holzpflanzen beobachteten Hexenbesen. (Sopra degli scopazzi sul Quercus rubra, con un elenco degli scopazzi fin'ora osservati sulle piante legnose) (Na- tunwiss. Zeitschr. f. Land-u. Forst-virtseh; Bd. III, 1905, pag. 17-24). Viene descritto uno scopazzo dai rametti fitti e paralleli tra loro, osservato dall’ Autore su piante di Quercus Rubra; ma non ne viene indicata la causa. Segue nn elenco dei casi di scopazzo, coll’ indicazione delle relative cause, fin'ora descritti. L. MONTEMARTINI. WarpH W. — Spot of Cucumbers in England. (Ticchiolatura dei “cetriuoli in Inghilterra) (Gardener’ s chroniele, 1905, N. 94, Vol ‘30. Recentemente l’attenzione dei fitopatalogi venne richiamata in Inghilterra sopra una malattia dei cetriuoli conosciuta col nome di spot (ticchiolatura). Essa attacca le piante nelle serre dove la coltura è forzata per la produzione pel mercato. Negli orti dei privati questa malattia non prende grande estensione, EI PARASSITI VEGETALI e l Autore, che ha fatto uno studio speciale in proposito, attri- buisce questo modo di comportarsi a ciò che negli orti privati la pianta cresce meno rapidemente e rimane più forte e più re- sistente. La malattia si presenta sulle foglie giovani con delle mac- chiette nere grosse come la capocchia di uno spillo, le quali crescono rapidamente di dimensioni e di numero fin che provo- cano la morte delle foglie stesse ed anche dell’ intiera pianta. Essa compare specialmente nel mese di giugno, nel tempo in cui si sospende il riscaldamento, ed è stato osservato che attacca prima le piante della parte più fredda di ogni serra. Il fungo (Cercospora Melonis) che è causa del male, non è stato fin’ora identificato con nessuna delle specie che producono alterazioni simili nelle foglie delle altre piante. Contro di esso sono stati suggeriti molti e diversi rimedî, ma i risultati ottenuti non sono sicuri. M. G. Massee di Kew consiglia di applicare alle piante, quando hanno quindici giorni di età, una soluziane di 35 gr. di solfato di rame in 200 litri di acqua di tre in tre giorni, per sei settimane, per adoperare poi di quattro in quattro giorni una soluzione più intensa. M. Ward suggerisce come cura preventiva la vaporizzazione delle serre di coltura con solfuro, da farsi una volta ogni quindici giorni a co- minciare dall'aprile. Coll’uso delle macchine vaporizzatrici Cam- pbelli ogni parte delle foglie e dei fusti rimane coperta da un finissimo deposito di solfuro e l'atmosfera ne viene in tal modo impregnata, da uccidere i germi del fungo e prevenirne la com- parsa. Inoltre nelle serre non bisogna tenere umidità maggiore di quella che sia appena necessaria allo sviluppo delle piante. Pare però che la solfurazione e l'allontanamento delle foglie già ammalate non abbiano alcun effetto per impedire il. diffon- dersi del male quando è comparso. Nel Laboratorio Sperimentale di Rothamsted furono iniziate esperienze per scoprire un rimedio alla malattia. Si è tentato la cura col solfuro, colla miscela di Bordeaux, col solfato di ferro, col solfato di potassio, col liquido ammoniacale, ecc. , ma senza avere risultati soddisfacenti. È molto desiderabile che possa essere trovato un rimedio contro questa malattia che è causa di gravi danni per una delle colture principali della regione. F. O’. B. ELLISON. PARASSITI ANIMALI 5 CÒuarp E. — La pyrale et les traitements arsenicaux. (La piralide ed i trattamenti arsenicali) (Chronique Agricole du Canton de Vaud, an. XVIII, N. 5, .p. 119; N. 6, pag. 149 - Lau- sanne 1905). L'A. accenna all’ uso dei sali di arsenico, vert d' 4rsenie 0 arsenito di rame, nella difesa contro la Piralide della vite; nota i buoni risultati che gli agricoltori ne hanno ottenuto; ma si preoccupa della tossicità della sostanza indicata e particolarmente della sua presenza sui grappoli e nel vino. Il mosto ottenuto dalle uve di un vigneto difeso più volte con le soluzioni di arsenito di rame fu fatto analizzare dal prof. Casimir Stirzowsky, il quale ha trovato che esso conteneva quan- tità diverse del veleno indicato, e cioè ‘'/., di milligrammo in un caso, per litro, e ‘/, milligrammo per litro in un altro cam- pione. Le ricerche saranno ripetute ed estese sopra campioni di mosto di uve non trattate e trattate. G. DEL GUERCIO. GaLLi. — Una invasione di cavallette a Velletri. (A/# della Pon- tificia Accademia romana dei Nuovi Lincei, an. 53° 1905, pag. 17). L'A. accenna ad una improvvisa apparizione di (72/8 mt gratorius, Vedipoda, o Pachytylus cinerescens avvenuta il 6 di Ottobre in quel di Velletri e per le stesse vie della città, ma senza danni per le campagne e per l’ economia domestica, forse perchè non sentivano più bisogno di nutrirsi. Le stesse cavallette però egli dice che erano state osservate verso la fine di Settembre tanto nella Sabina che in Terracina, dove, e particolarmente verso la riva del mare, erano arrivate come fitta pioggia agli ultimi giorni di Agosto. L'A. ritiene che provenissero da qualche località vicina , e che il loro gran numero dipendesse dalla mitezza dell’ ultimo inverno e dalla lunga siccità estiva, ciò che avrebbe favorito la conservazione e lo sviluppo delle uova, e, seguendo il pensiero del Kòrte riportato dal Brehm, una fecondazione più efficace. Parla della quantità stragrande delle uova fatte raccogliere 6 PARASSITI ANIMALI dal Kunckel d’ Herculais in Algeria (metri cubi 10 bbb) per la distruzione delle cavallette; accenna alle cause naturali che compromettono le loro uova e ricorda che un tempo in quello di Civitalavinia l’apparizione delle cavallette costringeva non di rado a provvedimenti di difesa, raccogliendo le uova prima, e le giovani cavallette più tardi col mezzo di lenzuola forate e provviste di un sacchetto di sotto nel mezzo. G. DeL GUERCIO. SiLvestri F. — Contribuzione alla conoscenza della metamorfosi e dei costumi della Lebia Scapularis Fourc. con descri- zione dell’ apparato sericiparo della larva. (Redia, Vol. II, fasce. 1, pag. 68 - Firenze, 1905). Studiando la Lebia scapularis Foure., della famiglia dei Carabidi, come predatore della (Ga/erucella luteola Mùll, VP Au- tore ha visto che quella ha due forme larvali ben distinte, e la larva si costruisce un bozzolo sericeo con seta secreta dai tubi malpighiani. Il bozzolo serve prima di riparo alla larva e poi alla ninfa. Secondo VA la costruzione del bozzolo da parte della larva di un coleottero è un fatto nuovo. Descrive la metamorfosi ed i costumi della specie, dà larga notizia delle sue diverse larve, della proninfa e della ninfa, e descrivendo l’apparato sericiparo della larva dimostra come la seta, secreta dai tubi malpighiani, - passi da questi nell’ intestino posteriore e venendo fuori dal- apertura anale sia filata dal pigidio, che è in forma di tubo sottile. Il lavoro è accompagnato da cinque tavole. G. DEL GUERCIO. SiLvestri F. — L’Ocnogina betica (Ocnogyna baeticumn Ramb) conosciuta volgarmente allo stato larvale col nome di Bruco peloso. (Bollettino N. 10, S. II del. Laboratorio di Ento- mologia agraria della R. Scuola Sup. di Agricoltura di Portici, 1905). Il] lepidottero indicato appartiene alla famiglia delle Aretir:- dae, e non è stato prima d’ora ricordato in alcun modo da noi. Il -1 PARASSITI ANIMALI Silvestri per tanto ne figura e descrive il maschio, che è alato, la femmina, che è quasi attera, la larva, che è pelosa, e la cri- salide, che si trova in un bozzolo ovale piuttosto lasco, due volte circa più lungo che largo (mill. 15 per 8). Le femmine della specie compariscono nell’autunno inoltrato (settembre-novembre), si accoppiano coi maschi e depongono le uova, 300 a 400, tra le screpolature del terreno o alla base degli arbusti e degli sterpi nei luoghi incolti, coprendole dovunque con i peli dell’ addome. La nascita delle larve ha luogo di marzo. Esse vivono in- sieme, sotto la stessa tela sericea fino alla terza muta; allora si separano e poi ciascuna per conto proprio verso la fine di aprile si prepara ad incrisalidare, ed incrisalidano presso a poco nei luoghi stessi indicati per la deposizione delle uova. Le larve di questo macrolepidottero sono polifaghe ed at- taccano piante spontanee e coltivate, fra le quali ultime si notano le graminacee, le leguminose, le patate, i carciofi, la vite, il pesco e gli altri alberi da frutto, il gelso, etc.. I danni arrecati alle piante sono stati in alcuni luoghi gra- vissimi. Le larve dell’ insetto sono esposte agli attacchi di una Én- tomophtora, che ne riduce di molto il numero. Il Silvestri per mettere argine alla diffusione della specie ed ai danni che ne conseguono consiglia di schiacciare le larve col mezze di una mazzeranga mentre si trovano raccolte nei loro nidi. L’operazione riesce opportuna la mattina quando la tela dei nidi è messa bene in vista dalle gocciole della rugiada. Quando i bruchi avranno abbandonato i loro nidi, per com- batterli o bisogna farne la raccolta a mano, o colpirli con solu- zioni insetticide di solfuro di carbonio emulsionato con catrame di legno alcalinizzato alla dose del 2°/,, o con solo catrame di legno alcalinizzato (Rubina) alla dose del 7 °/,. Si comprende come l’uso degli insetticidi sia consigliabile solo dove i bruchi sono numerosi ed il terreno nudo o con piante senza germogli teneri per non comprometterli. G. DEL GUERCIO. 8 PARASSITI ANIMALI — BACTERI Tavares T. S. — Synopse das zoocecidias portuguezas. (Tavole sinottiche dei zoocecidî portoghesi) (Broteria, 1905, fasc. I e SI, pag. III-XI, 1-136). L'A. dà la descrizione sommaria dei cecidî e dei cecidozoi raccolti nel Portogallo e distribuiti secondo le piante sulle quali sl trovano. I cecidozoi non sono sempre specificati. Il lavoro è accompagnato da 14 tavole fototipiche per rap- presentare le alterazioni osservate. G. DEL GUERCIO. ViraLe F. — Contributo a lo studio dei Coleotteri di Sicilia. I Coc- cinellidi. (7) Naturalista Siciliano ann. XVII, N. 9, pag. 193 - Palermo, 1905). Premesse alcune nntizie sulle forme e sui costumi dei Coc- cinellidi, VA. accenna alla facilità con la quale quelli cambiano di colore e ritiene che tale variazione sia causata dagli incroci che hanno luogo fra loro. Egli ha notato 1 accoppiamento fra diverse forme specifiche e fra varietà di specie differentissime, ed afferma che cosifatte unioni sono numerosissime; esprime l'augurio che gli entomologi illustrino questo punto della biologia dei coccinellidi e passa alla rassegna dei generi e delle specie notate per la Sicilia. G. DEL GUERCIO. Axonimrs. — A destructive disease of the Calla. (Una malattia che distrugge le Cala) (Gardener's Chronicle, 1905). E una nuova molattia delle Calle, la quale si manifesta alla base delle piante, vicino alla superficie del suolo o poco più sotto, con un annerimento e marcescenza del fusto che sì esten- dono qualche volta alla radice e qualche volta pure alle foglie. In certi casi pare che vengano attaccati l'estremità della brattea dell’ infiorescenza ed anche parti inferiori dell’asse fiorale. Se si fa una sezione di una pianta ammalata, si trova un limite netto tra la parte sana, bianca e turgida, e la parte am- malata nera, floscia ed acquosa. BACTERI 9 Quando la malattia attacca le foglie, si manifesta prima al- l'estremità del picciuolo e di mano in mano che il male si estende verso il basso nel picciuolo, l'estremità del lembo diventa prima pallida e poi nera. In seguito compaiono macchie prima pallide e poi nerastre nelle altre parti del lembo, fin che l’intiera foglia annerisce e muore. Talvolta l'attacco è così violento che la foglia marcisce alla base e muore senza che il lembo abbia il tempo di perdere il suo colore verde. Quando è attaccato l’asse fiorale, il fiore diventa nero e l’asse stesso perisce. Se poi sono attaccate le radici, queste diventano floscie internamente mentre la loro epicermide rimane intatta e, giunta la malattia nella regione del colletto, si ha la morte dell’intiera pianta senza che se ne possa esternamente vedere la cagione. In condizioni sfavorevoli allo sviluppo del male, le parti molli dei culmi attaccati seccano e diventano nere: in esse la malattia rimane allo stato latente fin che ritornano le buone condizioni, ed è così che essa si propaga da una stagione ad un’ altra. L’agente patogeno è un bacterio cui venne dato il nome di Bacillus aroideae. Esperienze di inoculazione fatte con colture artificiali di questo microorganismo riuscirono completamente. La malattia fu riprodotta non solo su Calle sane, ma anche su altre piante. Il Bacellus aroideae occupa gli spazi intercellulari della pianta ospite e attacca la lamella mediana delle cellule, trastor- mando i tessuti infetti in una massa floscia e disgregata. Può attaccare e causare la marcescenza di molte delle nostre piante coltivate : carota, patata, navone, rapa, cavolo, cavolfiore, non che i frutti di pomodoro, cetrioli, ecc. Il suo sviluppo non è danneggiato dalla luce diffusa, ma nelle colture viene ucciso dalla luce solare diretta cui venga esposto per pochi minuti. Sono da consigliarsi contro questa malattia solamente nvi- SUre preventive consistenti nel cambiamento della terra, nella asportazione e distruzione delle piante ammalate, e nella at tenta selezione di quelle che si piantano con cura di scartare tutti gli individua che presentano macchie secche e pallide, le quali potrebbero essere sede di malattia latente. O. B. ELLISON. 10 BACTERI Cavara F. — Bacteriosi del Fico. (4/4 dell Accademia Gioemia di Catania, 1905). È una comunicazione sopra una malattia del Fico apparsa in provincia di Reggio di Calabria e che l'Autore ascrive all’ a- zione di uno speciale batterio. I rami di Fico che furono inviati in esame all’ autore si presentavano secchi alle estremità, colle foglie pur secche ed accartocciate. Una quantità di piccoli fori che in parecchi di essi sì osservavano, nella parte disseccata, fece supporre da pri- ma che si trattasse dell’ Hypoborus ficus Erich, piccolo coleot- tero della famiglia degli Scolitidi. Ma non essendo generale il fatto accennato, e sapendosi d’ altra parte che detto coleottero suole vivere sotto la corteccia di rami deperienti, l'Autore rivol- se la sua indagine ad altre alterazioni che mostravano gli inter- nodi del Fico anche al disotto delle parti completamente secche, e precisamente a certe strisce della corteccia illividite e depresse. In corrispondenza di tali strisce il tessuto sottostante, messo a nudo, si mostrava chiazzato di giallo e necrotizzato. Anche il legno era pure alterato, ciò che si vedeva tanto in sezioni lon- gitudinali che trasversali, e presentava caratteri analoghi a quelli delle viti affette da al nero. L’ esame microscopico mise in evidenza ampie colonie batteriche, tanto nella corteccia che nel legno, e fu facile l’isolamento e la coltura dell’agente microbico che l'A. potè studiare nei suoi caratteri morfo-biologici. Cotesto batterio è aerobio, si sviluppa bene in substrati svariati (gelatina, agar-agar, patate, zucca, banani, ecc.) Fonde la gelatina, ed ha una straordinaria capacità di re- sistenza allo stato di germi. Furono tentate per due anni di seguito inoculazioni su fichi. dell'Orto botanico di Catania, ma con risultato negativo. Ciò non ostante l’ A. è inclina a ritenerlo l’ agente della nuova malattia in discorso, 1° per Il immancabile sua presenza nelle specifiche alterazioni, 2° perchè da materiale avuto ad intervallo di un anno lA. ebbe sempre ad isolare la stessa forma, 3° per le sue localizzazioni e le analogie di comportamento anatomo-patologico coi batteri del ma/ nero della vite e della necros: del gelso dall’ A. pure studiati. La riproduzione di malattie infettive nei vegetali, fa osser- BACTERI — AZIONI TRAUMAT[CHE 11 vare l’ A., non è sempre agevole, ed è difficile mettersi nelle condizioni volute perchè essa avvenga. Dubbio è sempre il modo di origine di una batteriosi di una pianta superiore, quando la localizzazione dei batteri è nei rami. Si può fare l'ipotesi che la via tenuta dai microrganismi per insediarsi nella corteccia e nel corpo legnoso sia una eventuale ferita, la sfogliazione arti- ficiale, od altro disturbo superficiale degli organi assili. La batteriosi del Fico se avesse a diffondersi sarebbe di notevole danno, massime nelle provincie calabresi ove il Fico è un buon cespite di rendita. L. MONTEMARTINI. DeLAcRorx G. — La rouille blanche du tabac et Ja mielle ou ma- ladie de la mosaique. (La ruggine bianca del tabacco e la malattia del mosaico) (Compt. Rend. d. s. d. VAc. d. Sc. de Paris, 1905, T. CXL, pag. 678-680). L’Autore sostiene che la malattia chiamata yuggine bianca del tabacco è diversa dalla così detta 7elle o mal del mosaico Questa attacca di preferenza le foglie più giovani provocandone deformazioni a guisa di bolle e producendovi macchie che a poco a poco si estendono a tutto il lembo; quella colpisce invece le foglie adulte ed è causa di macchie più piccole e meno nu- .merose. Dalle foglie attaccate dalla ruggine bianca l Autore isolò un bacillo non ancora descritto, cui dà il nome di Baci/lus ma- culicola, e col quale riprodusse artificialmente la malattia. Consiglia un'alternanza molto prolungata di colture e la distruzione delle piante ammalate le quali non possono ado- perarsi nemmeno come concime. L. MONTEMARTINI. BLARINGHEM. — Anomalies héréditaires provoquées par des trau- matismes. (Anomalie ereditarie provocate da azioni trauma- tiche) (Compt. Rend. d. s. d. Ac. d. Se. de Paris, 1905, T. CXL, pag. 378-380). Quando si tagliano i fusti aerei di certe piante erbacee € . PA O (p. e. canapa, mercuriale, avena, orzo, sorgo, mais, ecc.) in un 12 AZIONI TRAUMATICHE momento di rapido accrescimento, si provoca lo sviluppo di ger- mogli laterali caraterizzati da speciali anomalie. Sono fasciazioni e torsioni dei rami o delle foglie, sdoppiamenti di fiori, trasfor- mazioni di fiori maschili o sterili in femminili od ermatroditi, le quali tutte provengono forse da un eccesso repentino di nu- trizione. Quando i germogli cresciuti in tali condizioni riescono @ maturare qualche seme, le anomalie compaiono anche negli in- dividui chie poi ne nascono. L. MONTEMARTINI. ‘ Gueeven E. — Sur la structure et le mode de formation des monstruosites dites «< figues doubles ». (Struttura e modo di formazione delle mostruosità chiamate fichi dopp?) (Bull. d. I. Soc. Bot. de France, T. LII, 1905, pag. 47-49). L’anomalia recettacolare tanto frequente nei frutti di fico e per cui questi si presentano molte volte come due ricettacoli sovrapposti l’ uno all’ altro e saldati insieme, spesso non è che un’ ipertrofia del margine della coppa recettacolare normale, sì da dar luogo ad una massa parenchimatosa entro cui si estende poi la cavità recettacolare. Una simile ipertrofia è dovuta, secondo 1’ Autore, ad azioni traumatiche esercitate sul margine del ricettacolo nei primordî del suo sviluppo. Potrebbe trattarsi di punture d’ insetti, però l'Autore ha riprodotto il fenomeno con semplici punzecchiature. L. MONTEMARTINI. MoLLiaRD. — Deux cas de duplicature florale provoques par une nutrition déefecteuse, et hérédité de cette anomalie. (Due casi di sdoppiamento di fiori provocati da nutrizione deficiente e trasmissione ereditaria di tale anomalia) (Bull. d. l. Soc. Bot. de France, T. LII, 1905, pag. 13-15). L’ Autore richiama l attenzione dei botanici sul fatto che quando azioni traumatiche o parassiti animali o vegetali turbano 1 processi di nutrizione di una pianta, si producono frequenti anomalie fiorali. In relazione a questo fatto descrive una pianta di Chelido- AZIONI TRAUMATICHE — AGENTI ATMOSFERICI 13 nium majus che vegetava stentatamente in un crepaccio di un muro nel quale trovava certo nutrizione ed umidità insuffi- cienti ai suoi bisogni: i fiori di tale pianta mostravano una pe- talodia degli stami che si presentava più accentuata nei fiori più giovani e cioè in quelli che si andavano sviluppando di mano in mano che la pianta maggiormente soffriva la penuria di nutrimento. Anche una pianta di Pupaver Rhoeas, la cui radice ed il cui fusto avevano avuto una vegetazione stentata causa azioni esterne diverse, portava fiori con petali sopranumerarî. Ed i semi provenienti da questi fiori hanno dato piante che presenta- vano la stessa anomalia. L. MONTEMARTINI. Mrz. C. — Neue Untersuchungen iber das Erfrieren eisbestàndiger Pflanzen. (Nuove ricerche sulla morte delle piante gelate) (Flora, Bd. 94, 1905, pag. 89-123). Una pianta muore di gelo quando la sua temperatura in- terna si abbassa sotto un certo minimum, il quale varia non solo da specie a specie, ma anche da organo ad organo, ed a seconda dello stadio di sviluppo nel quale si trova la pianta. Secondo Miiller-Thurgau e Molisch la morte per gelo sa- rebbe eguale alla morte per siccità, poichè l’acqua congelandosi abbandona il protoplasma. Però il protoplasma quando contiene poca acqua è più resistente al freddo, nè muore sempre quando colla congelazione è stato spogliato di tutta l’acqua che poteva cedere; molte volte anzi muore solamente ad una temperatura molto inferiore a quella nella quale si forma il ghiaccio nei tes- suti: non è dunque alla sottrazione dell’ acqua che si deve la morte. Secondo l'Autore la formazione del ghiaccio può anzi essere vantaggiosa alla pianta perchè protegge i tessuti interni da un ulteriore rafreddamento e sviluppa una certa quantità di calore. La morte per gelo di una pianta dipende pertanto dal punto di formazione del ghiaccio, dalla quantità di calore di fusione sviluppato, dalla temperatura esterna e dal minimum specifico. ‘ i L. MONTEMARTINI. "SI VE 14 MALATTIE D’ INDOLE INCERTA — ANATOMIA PATOLOGICA Maxcix L. et Viala P. — La gomme des raisins. (La gommosi degli acini) (Revue de Viticulture, Paris, 1905, T. XXIII, pag. 5-6, con una tavola colorata). Gli autori hanno osservato nel 1903 e nel 1904 grappoli d’uva provenienti dal Médoc i cui acini presentavano una forma- zione anormale di gomma, la quale usciva in forma di goccia da una spaccatuta all’ apice di essi. L’alterazione era limitata agli acini e non interessava i peduncoli e si manifestava sui grappoli ancora immaturi e verdi. Non riscontrando alcuna traccia di parassiti che potesse dar modo di spiegare il fenomeno, gli autori pensano trattarsi di una trasformazione parziale delle membrane cellulari, sotto 1 a- zione di condizioni climateriche locali, per esagerazione della formazione normale dei pectati e loro gelatinificazione. In ogni modo la malattia rimane localizzata ai soli organi in cui si presenta e fin'ora non ha preso estensione allarmante. L. MONTEMARTINI. GvrrENBERG (von) H. — Beitràge zur physiologischen Anatomie der Pilzgallen. (Anatomia fisiologica di micocecidî) (Leipzig, 1905; 70 pagine e 4 tavole). Lo studio dell'anatomia delle galle o delle escrescenze pro- dotte da certi funghi parassiti su diverse piante, può riuscire di grande interesse quando si osservi la funzione speciale che ven- gono ad assumere i tessuti patologici di tali organi. In questo saggio l'Autore esamina le galle prodotte dall’ Al- bugo candida sulla Capsella Bura-pastoris, quelle dell’Exroascus amentorum sull Alnus incana, dell’ Ustilago Maydis sulla Zea Mays, della Puccinia Adorae sull’ Adora Moschatellina, e del lErobasidium Rhododendri sui Rhododendron ferrugineum ed hirsutum. Quando il parassita attacca il suo ospite, ha luogo in questo una reazione intesa quasi a circoscrivere il parassita stesso ed impedire la sua penetrazione nell’interno dei tessuti e delle cel- lule. Tale reazione si manifesta con una maggiore attività dei. protoplasmi e dei nuclei cellulari e con rivestimenti delle ife fungine da parete di cellulosa. ANATOMIA PATOEOGICA — NOZIONI PRATICHE 15) Poi, quando il parassita è penetrato nell’organo, vi provoca lo sviluppo di tessuti anormali i quali sono quasi asserviti alla esistenza del parassita stesso, ai cui bisogni sono dirette le loro funzioni. L’epidermide serve ancora come tessuto protettore contro la traspirazione, ma meccanicamente è più debole sì da non opporre forte resistenza agli organi di riproduzione del fungo che devono romperla per la dispersione delle spore. Si sviluppano molto i tessuti di riserva nei quali si accu- mulano materiali nutritizî destinati all’ accrescimento del paras- sita. Qualche volta (come nei Rhododendron) si svilappa anche il sistema acquifero: e in relazione a tale anormale sviluppo dei tessuti di riserva, ne abbiamo uno pure anormale del sistema conduttore che porta ai primi i materiali assimilati ed elaborati negli organi sani delle piante. I fasci libro-legnosi sono più grossi e più abbondantemente ramificati: in essi predomina il libro (Alnus), oppure esiste solo libro (Zea Mays): solo dove si for- SPE n e 7 mano anche tessuti acquiferi (ffhRododendron) si nota pure un forte sviluppo del legno. Tutti poi sono diretti specialmente verso i punti di maggiore consumo e cioè verso i centri di formazione delle spore. Si può dunque dire che i nuovi tessuti sono adattati unica, mente alle funzioni del parassita, non a quelle dell’ ospite. L. MONTEMARTINI, NOTE PRATICHE Dall’ Italia Agricola (Piacenza, 1905). (pag. 37). Contro il deperimento dell’ avena e del frumento dovuto ad anguillule (Tylenchus vastatrix) V. Peglion conferma V’efticacia dei concimi azotati i quali non hanno un’azione diretta contro detti parassiti, ma pro- vocano un rapido ed energico sviluppo della pianta sì da farle rapidamente superare gli stadî in cui può essere più facilmente attaccata. (pag. 84 . Circa la ruggine del pero dovuta al Gymnosporangium Sabinae, P. V. conferma le osservazioni di Oersted sulla necessità pel parassita di passare alcuni stadì della sua vita su piante di ginepro, e sulla conseguente utilità di allontanare le piante di questa specie dai frutteti. Consiglia anche trattamenti cupro-calcici preventivi per impedire la germinazione di teleu- tospore o di spermazî provenienti da piante più o meno lontane. (pag. 156). Contro la bolla nera delle foglie dei peri dovuta alla Ta- phrina bullata, P. V. consiglia irrorazioni preventive con soluzioni di sol- 16 NOTE PRATICHE fato di rame all’ 1°/, quando le foglie sono di 20 giorni, e al 2°/, alla ca- duta dei petali dei fiori. Raccomanda anche di allontanare dai frutteti le piante di biancospino sulle quali sverna il micelîo del parassita. Le irrorazioni consigliate sono pure efficaci contro la tiechkiolatura 0 brusone dei peri, dovuta al Fusicladium pirinum. (pag. 184). Se in primavera il frumento rimane un po’ elorotieo per gelo, M. consiglia somministrargli un po’ di nitrati. l. m. Dal Coltivatore (Casale Monferrato, 1905). (pag. 535). Per distruggere le talpe si consiglia l’uso dei lombrichi co- sparsi di polvere di noce vomica. All’ uopo si raccolgono i lombrichi e si lasciano per 24 ore circa in un vaso perchè si sbarazzino della terra. Poi si passano in un altro vaso per impolverarli colla noce vomica, e così pre- parati, sì prendono per mezzo di pinzette e se ne introduce uno in ogni monticello di terra sollevato di fresco dalle talpe. Queste, essendo ghiotte dei lombrichi, ne mangiano e restano avvelenate. La distribuzione dei vermi va fatta con pinzette, perchè se si toccassero colle mani non sarebbero mangiati dalle talpe. gardtigi Dal Bollettino agricolo e commerciale della Colonia Eritrea (Asmara, 1905). (pag. 450). F. Malmeza riferisce nella Revue Horticole de V Algérie che l’ olio pesante di catrame emulsionato all’ 1 p. 20 e versato nei nidi delle formiche vi distrugge gli insetti che vi si trovano ed impedisce agli assenti di ritornarvi. Lo stesso liquido, lasciato per 24 ore entro ì mobili delle abitazioni invasi dalle formiche, ne attossica l’aria e le fa morire. Può dungne essere applicato questo metodo per la difesa delle case e dei giar- dini minacciati da invasioni degli insetti indicati. gq.d. 4. Dal Giornale di Agricoltura (1905). (pag. 29). Per la lotta invernale contro la Diaspis pentagona si racco- manda di adoperare le spazzole a crine duro per le piante di gelso a seorza liscia e di preferire i pennelli per le piante a corteccia serepolata. La mi- scela insetticida si prepara sciogliendo Kg. 4,50 di soda solny in 100 litri di acqua calda ed emulsionando poi nella soluzione Kg. 9 di olio di ca- trame. Quando la cocciniglia si trova anche sui rami delle piante e queste sono molto vecchie e sviluppate, si fa precedere una potatura radicale e si abbruciano 0 si scottano sul posto i rami tagliati e poi si spennellano coi mezzi sopra indicati il fusto ed i suoi rami rimasti. g.d. 4 Dalla Gardener’ 8 Chronicle (1805). (1° Aprile). G. Appleton consiglia contro la malattia dei pomodori nota in Inghilterra col nome di Bluek Stripe di immergere per quattro minuti i semi, prima di seminarli, in una soluzione di solfato di rame (30 grammi in un litro di acqua). In tal modo le piante non sono attaccate da questa nè da altre malattie. fi. 0.abime: Pavia - Tl'ipografia e Legatoria Cooperativa - 1995. Anno LI 15 luglio 1905. Num. 2. Rivista di Patologia Vegetale DIRETTA DAL Dorr. LuiGr MONTEMARTINI libero docente di Botanica nella R. Università di Pavia Collaboratori : Prof. F. Cavara (Catania) - Prof. G. DeL Guercio (Firenze) - Dott. F. O’ B. ELLISon (Dublino) - Prof. A. KRroLodP - (Magyar-Ovar - Ungheria) - Prof. 0. Lorw (Tokio) - M. AI- PINE (Melbourne - Australia - Dott. E. Bessey (Washington). «Tndice del fascicolo N. 2. Berroxr G. -- I nidi artificiali per la protezione degli uc- ‘celli utili .. È -Brizi U. — Intorno alla malat- tia del riso detta Dessone Carrer G. — Un nuovo metodo «di lotta contro le arvicole “ CuBoni G. — La brusca dell’o- livo nel territorio di Sassari DE StEFANE-PEREZ T. — Nota | biologica. sull’ Apion viola- -ceum Kirby: . È : È Farneti R. — Intorno al bru- ._ sone del riso ed ai possibili «rimedi per combatterlo <— FaARNETI R. e PoLLacci G. — Di (i un nuovo mezzo di diffurione - della fillossera per opera di larve ibernantì rinchiuse in galle di speciale conforma br é e... * FiscHer E. — Sul male dello |_—’sclerozio dell’Ontano *FUSCHINI €. = Le galle fillos- «_. seriche corrose dalla Phame- ‘3 roptera quadri punctata 3 « Goury et Govuranon. — Gli in- | setti parassiti delle Ninfeacee > Gilssow H. — Disegni e colture di un fungo patogeno dei-ce- tmoli 0 .-. - Henxinas. P.. — Alcuni funghi » » » » » » » » » «Pag:24 25 18 parassiti delle orehidee eso- tiehe coltivate nelle nostre serre È i È HovarDp C. -- Le galle laterali dei fusti. ; 3 i 3 idem. — Ricerche anatomiche sui dipterocecidî dei ginepri Idem. — Sull’accentuazione dei caratteri alpini delle foglie nelle galle dei Ginepri KRASSER:FR. — Sopra una spe- ciale malattia della vite MassaLoNnGO €. — Deformazio- ni diverse dei germogli di Enphorbia Cyparissias infetti dall’ Aecidium. Euphorbiae Monrz E.--- La selezione eome mezzo per combattere la fil- lossera S È : PerRI L. — Di alcuni caratteri culturali della Stretis Panizzei PoLLaccI. G..— Sulla malattia dell’ olivo detto brusca SaLmon S. E. — Errori riguar- danti certe supposte specie di Ovularia . - ; ; TuBEUF (v.) — Esperienze d’in- fezione con uredinee Voss W. — Sul sughero di ci- catrizzazione nelle viti Note pratiche. È - È - Pag. » » » » » » » » » 26 20 Rivista di Patologia Vegetale ANNO 1. 15 luglio 1905. NUM. 2. Per tutto quanto concerne la Rivista dirigersi al Dorr. LurGr MONTEMARTINI - Laboratorio Crittogamico - Pavia. Fiscner Ed. — Zur Kenntniss der Sklerotienkrankheit der Aipen- Erle. (Sul male dello sclerozio dell’ Ontano) (Centra/bl. f. Bakteriologie, II Abth., Bd. XIV, 1905, pag. 618-623, con una tavola). La Sclerotinia che si sviluppa nei frutti di A/nus fu già studiata specialmente dal Maul e da altri sull’ Alnus incana e Al. glutinosa. L' Autore la studia ora sull’ A/nus viridis ed in esemplari nei quali lo sclerozio diventa completamente maturo e presenta per tal modo caratteri un po’ diversi da quelli de- scritti dal Maul. L'intreccio di ife fungine riempie tutto l’ interno del frutto. talora lasso, talora fitto e coi caratteri di un pseudoparenchima tipico, di colore per lo più bianco. Nel suo mezzo si possono an- cora osservare gli avanzi di due ovuli avviluppati e uccisi quando cominciava appena la loro trasformazione in semi: alla periferia gli strati corticali più esterni diventano bruni, con una tinta che varia da caso a caso ed a seconda dello stadio di sviluppo. î Insieme ai frutti invasi in tal modo dal parassita, I’ Autore , ne descrive anche altri nei quali l’ infezione non è completa e il corpo fungino ha permesso lo sviluppo normale o quasi nor- male di un seme. S ._ L'Autore descrive pure la formazione, in un determinato 3 stadio degli sclerozî, di una superficie conidiofora che ricorda . quella della C/uviceps purpurea ed è simile a quella descritta Gib " #83) 32 NOTE PRATICHE (pag. 166). V. Mayet insiste sull’efficacia delle decorticazioni dei ceppi di vite durante |’ inverno come mezzo di lotta contro la Cochyflis. Consiglia di praticarle dopo la metà di febbraio, cioè passata I’ epoca dei massimi freddi. Dall’Alba Agricola (Pavia, 1905): (pag. 479). A. Branchini consiglia, per la potatura del gelso, di non far mai i tagli orizzontali, perchè la ferita si rimargina male e una parte di legno superiore dissecca diventando un buon substrato per i parassiti animali e specialmente vegetali. I tagli obliqui si rimarginano più presto; in ogni modo però sarà sempre utile ricoprirli con appositi mastici. (pag. 497). Per combattere la chiaezatura, o brusone delle pera dovuta al Fusicladium pirinum come pure per il /. dentriticum dei peri e il X. Cerasi dei cigliegi, R. Farneti suggerisce le irrorazioni, anzichè con polti- glia bordolese, colla soluzione ammoniacale di carbonato di rame sugge- rita anche dal Dangeard. La si prepara sciogliendo 250 gr. di carbonato di rame in un litro di acqua cui si aggiungono a poco a poco 2 litri di ammoniaca, ed allungando poi la soluzione con 125 a 200 litri di acqua. La si applica, come cura preventiva, due ore dopo la preparazione e con polverizzatori finissimi. l. IM. Dal Progrès agricole et viticole (Monpellier, 1905): (pag. 264). G. Barbut conferma l’ efficacia dei sali di rame contro la peronospora delle patate e ne consiglia l’ uso preventivo malgrado sì sia constatato che nelle annate in cui la malattia non si sviluppa i trattamenti cuprici diminuiscono un po’ il raccolto. Per la cura dei pomodori, che sono attaccati essi pure dal medesimo parassita, consiglia Vl uso delle soluzioni di acetato di rame invece della poltiglia bordolesa, la quale lascia sui frutti macchie difficili a lavarsi. Questa peronospora si propaga da un anno all altro per mezzo del micelio che ha invaso i tuberi della pianta ospite; è dunque da praticarsi una attenta selezione dei tuberi stessi prima di adoperarli per le nuove seminagioni. Sarebbe utile potere adoperare in queste solamente i tuberi più profondi, che di solito non sono infetti. (pag. 269). G. Chappaz descrivendo e dando notizie della comparsa in Champagne della malattia della vite denominata gommosi bacillare (Pril lieus e Delacroix), consiglia curare le viti ammalate colla somministrazione di superfosfati, o, nei suoli poco calcari, di scorie di defosforazione, e di tagliare le parti infette delle piante, applicando poi ai tagli delle pennel- lature di soluzioni di solfato di ferro al 25-30 °/o. 1.270 Pavia — Tipografia e Legatoria Cooperativa — 1905, La RIVISTA DI PATOLOGIA VEGETALE uscirà ogni. 15 giorni in fascicoli di 16 pagine con copertina, completati alla fine di ogni annata da indici alfabetici e per materia per il pronto rinvenimento delle piante e delle malattie studiate. Abbonamento annuo L. 12 ceto. Coloro che non intendono abbonarsi sono pregati di respingere il presente fascicolo. . DeL GuERcIo G. Anno T. 3 agosto 1905. Num. 3. Dort. Lurgi MONTEMARTINI libero docente di Botanica nella R. Università di Pavia - Rivista di Patologia Vegetale DIRETTA DAL Collaboratori : Prof. F. Cavara (Catania) - Prof. G. DeL GueRCIO (Firenze) - Dott. F. O’ B. ELLIsox (Dublino) - Prof. A. KRoLoPP (Magyar-Ovar - Ungheria) -. Prof. O. Loew (Tokio) - M. Al PINE (Melbourne - Australia) - Dott. E. Bessey (Washington). Tndice del fascicolo N. 3. APPEL. 0. e LAUBERT R. — La forma conidica del Phellomyces sclerotio- phorus delle patate Boutan L. -- Un nemico del caffè al Tonchino: lo Xi/o- trechus del Bambù secco Busse, W. — Relazione sulla spedizione del comitato co- loniale di fitopatologia nel- l’ Africa occidentale Caruso G. — Terza comuni: cazione sulle esperienze per combattere gli elateridi dei cereali ‘. GrdcoNI Gi. -- Note di mologia forestale CHuARD E.-e PorcHeT F. — Ricerche sul potere adesivo »deila' poltiglia bordolese e dell’ acetato di rame nella lotta contro la peronospora . DaGuILLON A. — I cecidii di Rhopalomyia Millefolii DELACROIX G. — Sopra un mar- ciume. dei cavoli dovuto a bacterî . È Ento- — Contribu- - zione alla conoscenza della biologia del _(Gyyllus deser- tus e degli effetti della sua presenza nelle campagne di di Reggio Emilia » » » PU] 33 39 a) ul) 39 40 40) 44 4l ERIKSSoN J. — La vita vege- tativa di alcune Uredinee HeckE L. — Imfezione dei ce- reali per mezzo di spore di Ustilaginee i, ? LISTER A. G.— Micetozoi della Nuova Zelanda MagNnUS P. — Scelerotinia Cra: taegi a @ : MANGIN- TL. e Viana P. -— So- pra la Sfearophora radici- cola; fango delle radiei delle viti a S È 3 PaCOTTET P. — Oidium e. Un- cinula spiralis ; PeGLION V. — Intorno al de- perimento dei medicai ca- gionato dall’ Urophlyetis Al falfae ; , i STEINER R. — Sulle intume- scenze nelle foglie di /ellia formosa e Aphelanara Por- teanta x , s B Sutton A.. W. — Degenera- zione delle patate Ròmer H., e sulla pre- WILFARTH - H., WIMMER. G. senza dell’ erba - mora nei campi di barbabietole in- fetti da nematodi Note pratiche. » » . Pag. 35 38 45 46 46 Rivista di Patologia Vegetale ANNO 1. 3 agosto 1905. Num. 3. Per tutto quanto concerne la Rivista dirigersi al Dott. Luror MONTEMARTINI - Laboratorio Crittogamico - Pavia. E 5 LIBRARY PARASSITI VEGETALI NEW YORK BOTANICAL AppeL 0. und Lavusert R. — Die Konidienform des Kartoffelpilzes ‘**EN. Phellomyces sclerotiophorus Frank. (La forma conidica del Phellomyces sclerotiophorus Frank delle patate). (Ber. d. deutsch. Bot. Ges., 1905, Bd. XXIII, pag. 218-220. Il Frank ha descritto nel 1897, sotto il nome di Phe/lomyces selerotiophorus, un fungo sterile, che vive sulla pellicola che ricopre i tuberi di patata, ma qualche volta invade anche gli strati amiliferi interni e diventa causa di marciame. La malattia si manifesta esternamente con macchie irrego- lari piuttosto grosse, le quali sono cosparse di piccolissimi punti neri corrispondenti a piccoli stromi o sclerozî del fungo. L’Autore è riuscito a vedere che in determinate condizioni da questi stromi sorgono delle ife conidiofore le quali mostrano che il fungo in questione altro non è che una Dematiacea già nota e descritta fin dal 1871 sulle patate da Harz: lo Spondy ‘loclidimm atrovirens. ii Bisogna dunque abbandonare il nome provvisorio di Phel- lomyces e prendere quest’ultimo per indicare la causa della ma- lattia delle patate sopra descritta. L. MONTEMARTINI. Busse W. — Reisebericht der pflanzenpathologischen Expedition des koloniaiwirtschaftlichen Komitees nach Westafrica. (Rela- zione sulla spedizione del comitato coloniale di fitopatologia .nell’Africa occidentale). (Der tropenpflanzer, 1905, N. 1). Sono descritte le principali malattie del Cacao, tra le quali : 1) L’annerimento dei frutti, dovuto ad una specie di P/y- 34 PARASSITI VEGETALI tophtora molto affine alla Ph. omnirvora e contro la quale certe varietà si mostrano resistenti ; 2) Il marciume delle radici provocato da un imenomicete non ben determinato. Sono anche descritti: un Co/letotrichum incarnatun, che attacca i frutti ancor giovani; un Fusarium theobromae che è solo parassita d’occasione, e diversi insetti parassiti. L. MONTEMARTINI. CHrarp E. et PorcHeTt F. — Recherches sur l’adhérence comparée des solutions de verdet neutre et des bouiliies cupriques dans la lutte contre le mildiou. (Ricerche sul potere adesivo della poltiglia bordolese e dell’ acetato di rame nella lotta contro la peronospora). (Cont. Rend. d. s. d. Ac. d. Sc. d. Paris, 1905, T. CXL, pag. 1354). In diverse regioni viticole si tende a sostituire l’uso di so- luzioni all’ 1°/, di acetato neutro di rame a quello della poltiglia bordolese, non sempre di comoda preparazione. L’ inconveniente che prima si lamentava che tale acetato non lascia traccia visi- bile sulle foglie trattate, viene tolto aggiungendo alla soluzione una piccola quantità di una polvere inerte e leggera, quale la polvere di talco o di caolino. Nè è a temersi che l’acetato neutro di rame, corpo così fa- cilmente solubile, venga presto asportato dalle acque di pioggia : dalle ricerche fatte dagli autori risulta infatti che per semplice evaporazione in contatto coll’aria della soluzione applicata sulle foglie, l’acetato neutro si trasforma in acetato basico che è dif- ficilmente solubile. Risulta ancora dalle stesse ricerche che mentre sulle foglie di vite trattate colle poltiglie di solfato di rame alla vendem- mia si trova ancora dal 3 al 22°/, di rame, su quelle trattate coll’acetato se ne trova da 8 a 329/, Quest’ ultimo ha dunque un maggior potere adesivo. L. MONTEMARTINI. da PARASSITI VEGETALI 35 Eriksson .J. — On the vegetative life of some Uredineae. (La vita vegetativa di alcune Uredinee). (Annals of Botany, 1905, Vol. XIX, pag. 55-59). È noto che 1’ Eriksson da parecchi anni studia in modo spe- ciale le Uredinee che sono causa della ruggine dei diversi ce- reali. Egli ha visto che le specie classiche Puecinia graminis , P. rubigo-vera e P. coronata si possono distinguere in un certo numero di specie, chiamate specze biologiche perchè mentre sono eguali pei loro caratteri morfologici, si distinguono solamente per essere specializzate e adattate a vivere unicamente su determinate specie ospiti. Rilevò inoltre come sia erronea 1’ idea che alla perpetuazione di tali parassiti e alla loro sopravvivenza da un anno all’ altro sia necessario che essi compiano intiero il loro ciclo evolutivo, passando a vivere in forma di Aecidium sul Berberis, o sulle Borraginee, o sui Rhawmus: a perpetuare la malattia bastano i cereali, sui quali dette Puccinia possono svernare sia in forma di micelio entro i tessuti della pianta ospite, sia in forma di plasma (micoplasma) entro le cellule. In questa pubblicazione l'Autore descrive ancora una volta forme di micelio perennante, di micoplasma intracellulare e di micelio intercellulare. L. MONTEMARTINI. Hecke L. —- Zur Theorie der Bluteninfection des Getreides durch Flugbrand. (Infezione dei cereali per mezzo di spore di Usti- laginee). (Ber. d. deutsch. bot. Ges., 1905, Bd. XXHI, pa- gina 248-250 e una tavola). L'Autore descrive il modo con cui ha luogo l'infezione dei cereali per mezzo di spore di carbone trasportate dal vento sui fiori e sugli stimmi ancora giovani. Il micelio delle Ustilaginee passa così nei giovani ovarî e si annida nei semi. L. MONTEMARTINI. 36 PARASSITI VEGETALI Lister A. G. — Lyst of Mycetozoa from New Zeeland. (Micetozoi della Nuova Zelanda). (Journal of Botany, Aprile 1905). È interessante per gli studiosi di patologia vegetale il fatto che parecchi micetozoi attaccano i tessuti vegetali vivi, causando qualche volta danni assai gravi. La maggior parte delle specie vivono nei cespugli e quelle dell’ isola Stewart sugli alberi delle foreste vergini. La specie più comune è la 7richia verrucosa, la quale vive generalmente sul legno putrefatto ma fu trovata anche su tron- chi di alberi vivi a New Plymouth. Anche la Trichia dbotrytis var /ateritia è egualmente diffusa e si trova nelle stesse condi- zioni della specie precedente. Il genere Sfomatitis è frequentissimo : la S/ ferruginea e St. fusca si trovano sui tronchi di felce e sono causa di danni. Una specie nuova per la scienza, il Physarum dicltyosporum fu trovata nel folto dei cespugli dell’ isola Stewart. Nel Canterbury, la parte essenziale della colonia inglese, i micetozoi sì presentano con carattere diverso. Qui gli enormi plasmodî della Fu/igo septica e le larghe masse della Stemonztis splendens var. flaccida compaiono evidenti sui tronchi dei salici; il Didyminm farinaceum e il Physarum compressum sì tro- vano abbondanti sui muschi tra i cespugli; Arca punicea e VV Arciria flava furono trovate su molte altre piante. A New Plymouth vecchi tronchi di alberi portavano la Trichia verrucosa e il Dictydiwn winbilicatum, ecc. F. O’. B. ELLISON. Magnus P. — Sclerotinia Crataegi. (Ber. der deutsch. bot. Ges., 1905, Bd. XXIII, pag. 197-202 e una tavola). Da alcuni anni il biancospino (Crataegus Vryacantha) è in- festato nella provincia di Erfurt da una specie di Scelerotinia di cui I’ Autore descrive qui gli stadî ascoforo e conidico. Essa è diversa dalle altre Selerotinia che crescono sulle pomacee e amig- dalee. Il micelio primaverile delle foglie produce solamente la forma di Monilia, mentre lo sclerozio che si sviluppa sui frutti dà luogo anche ad altri microconi diofori. Non sono indicati rimedî. L. MONTEMARTINI. PARASSITI VEGETALI 37 Mancin L. et. Viara P. — Sur le Stearophora radicico?la champignon des racines de la vigne. (Sopra la Stearophora radicicola, fango delle radici delle viti), (Revue de Viticul- ture, Paris, 1905, N. 603). Già fin dal 1899 gli Autori trovarono sulle radici di viti infette da fillossera, o da anguillule o da altre malattie un fungo che poi ebbero occasione di riscontrare, diverse altre volte negli anni successivi e che isolarono e coltivarono senza poterlo riferire ad alcuna delle specie fin’ora note. Detto fungo penetra i tessuti di tutto il sistema radicale, ma si arresta sempre al livello del colletto e non sale nel fusto. Il suo micelio sottile, incoloro o nero, a pareti grosse e ad ar- ticolo corti, si insinua nella scorza e nel legno, il quale ultimo ne resta qualche volta come screziato di linee nere visibili ad occhio nudo. Nei vasi si condensa in masse brune mammellonate e qua e là si formano anche dei piccoli sclerozî. Le spore ap- paiono nelle colture o all’ estremità di sottilissimi filamenti mi- celiari, o lungo il percorso dei filamenti più grossi. A tutta prima gli Autori avevano pensato di ascrivere questo nuovo fungo al gruppo degli Endoconidivmn , in seguito pensa- rono trattarsi piuttosto di un gruppo speciale rappresentante probabilmente an tipo primitivo di ascomiceti ad aschi dissociati. Propongono per ora di indicarlo col nome di Stearophora ra- dicicola. Se sia un semplice saprofita o un vero parassita sarà risoluto in seguito ad esperienze di inoculazione. L. MONTEMARTINI. PacorTtET P. — Oidium et Uncinula spiralis. (ev. de Viticulture, Paris, 1905, N. 601 e 602). Da molte osservazioni fatte insieme ai professori Viala e Prunet in diverse regioni della Francia, l'Autore deduce che la forma periteciale (Uncinula spiralis) dell Oidium tuckeri si pre- senta tutti gli anni, più o meno frequente, in autunno sui tralci e sulle foglie giovani o di seconda generazione, sui quali la muffa può raggiungere un discreto sviluppo. Pare che la sua comparsa 38 PARASSITI VEGETALI sia in relazione cogli abbassamenti di temperatura che hanno luogo in settembre o ai primi di ottobre; però i freddi troppo intensi uccidono il micelio senza permettergli di formare i suoi organi più complessi di riproduzione. La relazione tra la comparsa dell’ /ncinula e gli abbassa- menti di temperatura è messa dall’ Autore in evidenza anche con osservazioni fatte su colture di serra. I periteci resistono benissimo ad un freddo anche di — 12° e rappresentano uno dei mezzi più sicuri onde il parassita sì perpetua attraverso l’ inverno. È quindi da consigliarsi la distruzione dei tralci giovani e più ammalati e il trattamento invernale con solfato acido di ferro al 40°/;. Siccome poi î periteci in primavera st aprono molto presto, nei centri dove si è avuta nel precedente anno una forte infezione di 0idium sarda bene cominciare pure presto le solforazioni. L. MONTEMARTINI, PegLIon V. — Intorno al deperimento dei medicai cagionato da Urophlyctis Alfalfae P. Magn. (Rend. d. R. Ac. d. Lincei, C1. Sc. Fis. e Nat., Vol. XIV, 1905, pag. 727-730). In alcuni medicai della provincia di Ferrara che mostravano un deperimento interpretato, non essendovi traccie nè di grongo (Cuscuta) nè di malvinato (RAyzoctonia violacea), come effetto di esaurimento o stanchezza del suolo, l’ A. trovò I Urophlyetis Alfalfae, chitridiacea la quale, come hanno dimostrato Lagerheim e Magnus, è parassita temibile dell’erba medica. Oltre ai tubercoli o galle caratteristici del sistema radicale e che ricordano il mal del gozzo delle radici di barbabietola, le lesioni specifiche dell’ Urophlyetis si estendono anche alle parti aeree delle piante attaccate. Alla base dei cespi si osservano in- fatti dei tubercoli bianchi e turgidi, se giovani, che possono rag- giungere la grossezza di un pisello, nell’ interno dei quali esi- stono cavità o alveoli ripieni di grosse spore (da 40 a 50 mil- lesimi di millimetro di diametro) del parassita. Nei tubercoli più vecchi l’ intiera massa è formata quasi esclusivamente da tali PARASSITI VEGETALI — ANIMALI 39 spore che, in seguito a disfacimento della zona corticale del tu- bercolo, si riversano poi libere all’esterno. L’ Autore sta facendo indagini per vedere quale estensione abbia preso in Italia il nefasto parassita. L. MONTEMARTINI. Bouran L. — Un ennemi du café au Tonkin: le Xilotrechus du hambou sec. (Un nemico del caffè al Tonkino : lo Xz/otrechus del Bambù secco). (Compt. Rend. d. s. d. l’Ac. d. Sc. de Paris, 1905, T. CXL, pag. 1654). L’ Autore ha osservato che le canne di bambù che si ado- perano come sostegni nelle piantagioni di caffè al Tonkino, al- bergano spessissimo larve ed insetti adulti di una specie di Xz- lotrechus la quale passa poi anche sulle piante di caffè ed è causa di danni non insignificanti. L. MONTEMARTINI. Caruso G. — Terza comunicazione sulle esperienze per combattere gli elateridi dei cereali. (At della Reale Accademia dei Georgofili di Firenze, Vol. LXXXIII, pag. 86, anno 1905). Ricordate le esperienze precedenti pubblicate nel 1902 negli annali dell’ Accademia indicata, l'Autore dice di averle ripetute per assicurarsi se il sovescio di Senapa spiega sempre il mede- simo effetto difensivo, anche nel terreno dove era già stato pra- ticato due anni avanti. Nelle esperienze fatte la semina della Senapa bianca ebbe luogo il 18 settembre del 1908, in ragione di kg. 25 all’ettaro; il 26 novembre successivo le piante nate erano sviluppate, con altezza di m. 0.20 a 0.70 e in quel giorno stesso furono sove- sciate. Fatta poi la semina del grano, le piante nate subirono piccolissimi danni nel dicembre e nel gennaio e nel giugno il danno fu valutato a 0.70°/,; mentre nell’ appezzamento lasciato per confronto il danno ascese dall’ 8 al 10/,. Sicchè l'Autore ne conclude che il sovescio di Senapa bianca 40 PARASSITI ANIMALI esercita un’ azione insettifuga rispetto agli elateridi, e però ritiene che con esso si possa con sicurezza difendere il Grano dalle larve di questi parassiti. Il prof. Caruso poi nota che V Avena non è stata danneg- giata da questi insetti che hanno risparmiato anche la Saggina ed il Granturco ; ricorda che in un terreno molto tenace, nel quale le acque scolano lentamente e soggetto d’ autunno e d’ in- verno alle inondazioni, il grano non è mai stato danneggiato ; aggiunge che in un altro più elevato, di media compattezza e di facile scolo per le acque, il frumento è stato sempre danneg- giato ; e suppone che l’umidità eccessiva, l'eccessiva compattezza e la difficile aerazione del terreno avversimo la vita degli Ela- teridi. Nelle esperienze precedenti 1 A. aveva notato che le larve degli Elateridi negli appezzamenti di terreno ove aveva sove- sciato la Senapa si tenevano a profondità maggiore delle altre che si trovavano dove non erano stati fatti i sovesci della eru- cifera indicata. G. DEL GUERCIO. Cecconi G. — Note di Entomologia Forestale. (Bull. Società Ento- mologica italiana, an. 1904, pag. 103). Con questo titolo I’ Autore dà notizie intorno a diversi in- setti nocivi alle piante forestali, come la Coleophora laricella Hiihn. Y Homophlus betulae Herbst., V Agelastica alni L. e la Plagiodera versicolora Laich. La Coleophora laricella è apparsa numerosa nel distretto forestale di Belluno ed in quello di Firenze (Vallombrosa) dove l Autore con opportuni allevamenti ne ha studiato la biologia ed i costumi, e ne ha messo in vista diversi parassiti quali cause naturali di distruzione. Secondo le osservazioni dell’ Autore la comparsa di questo microlepidottero è abbastanza saltuaria e tale che nello stesso posto colpisce alcune piante e ne lascia altre intatte, ciò che rende meno sensibili gli effetti del brucamento sulle foglie, le quali sui rami infetti disseccano. I forti venti e gli acquazzoni ebbero, secondo 1’ Autore, ad - PARASSITI ANIMALI 41 un tratto piena ragione della tignuola, contro la quale non es- sendovi mezzi artificiali preventivi, o curativi di difesa, consiglia di tentare la diffusione degli insetti parassiti, ichneumonidi e braconidi, seguendo le norme indicate dal prof. Berlese contro la Tortrice dell’uva. Si dovrebbe far uso cioè delle cassette che dovrebbero essere distribuite in punti diversi del bosco infetto e dentro di esse si dovrebbe mettere, poco prima della chiusa delle farfalluce (metà maggio circa) una certa quantità dei rami più attaccati dalla Coleophora laricella. Quanto all’ Homophlus betulae VAutore riferisce che questo coleottero divora completamente le infiorescenze maschili dei pini distruggendone i flori; e però pensa che possa diminuire il nu- mero dei semi e la disseminazione naturale o artificiale. Per liberarsene consiglia di raccogliere questi coleotteri appena si presenteranno in un luogo, distendendo sotto le piante invase delle coperte e quindi scuotendo te piante battendo è rami con pertiche , per far cadere gli insetti, che pot si uc- cidono. Circa la invasione per parte dell’ Agel/astica alni V Autore riferisce che quando la infezione dura un anno ha per effetto un minore sviluppo della pianta e la formazione di una minore massa legnosa; quando dura di più, le piante possono anche morire. i Per la difesa delle piante 1 Autore consiglia la raccolta continua degli insetti perfetti, specialmente quando questi escono dalla loro dimora invernale ; la raccolta delle larve, lo schiac- ciamento diretto delle uova, e quello delle ninfe, occorrendo, con la rinnovata rimozione del terreno. Gli stessi procedimenti di difesa sono stati consigliati contro il crisomelino del Salice (Plagiodera versicolora Laich). G. DEL GUERCIO. G. DeL Guercio. — Contribuzione alla conoscenza deila biologia del Gryllus desertus Pallas e degli effetti della sua pre- senza nelle campagne di Reggio Emilia. (Firenze 1905). L’Autore, accennato alle devastazioni sempre più numerose che i grilli della specie indicata fanno da noi, ricorda le annate data 1 De È | Chopat R; — Sul polimorfismo .._ del visco È È é i ‘Eriksson J. —— Un istituto in- ternazionale di agricoltura e la lotta contro le malattie delle piante coltivate . «Faes H. — Acariose, Drunis- o . sure-ed'erinosi . : . _FroRI.A. — Descrizione di un Dasytidae nuovo e di un . altro. poco conosciuto in Italia . " o - _FLoerL T. H. L. — Monografia dell’ Aphis ribis.. . ‘| GOURY. G. e. GuIGNON G. — Insetti parassiti delle papa- veracee e fumariacee . ‘ KLEBAHN H. -- Ricerche so- pra alcuni funghi imperfetti e le loro forme ascofore . _ KrasnossELsKky T. — Forma- . zione dei fermenti della re- | Spirazione. nelle piante fe- fepites e. i x : Pag. 58 » » » » » » » » il erano ed altri cereali nei magazzini. : LEONARDI G. — La cocciniglia del gelso Mayer V.-- Idanni prodotti dallo scrivano (Adowrus Vitis) MOKRZECKI S. A. — Sull’ ap- plicazione del cloruro. di bario contro gli insetti dan- nosi nei giardini e nei campi MiiLLeR F. — Il Pediculoides Avenae n. sp. parassita del- VAvena A i 5 NoacK Fr. — Sulle vesciche per gelo e la loro origine PANTANELLI E. — Studî su l’al- binismo nel regno vegetale PASSERINI N. — Esperienze per combattere la peronospora della vite , PerrI (!. — Tavole sistemati- che delle specie europee del genere Lixrus È PertRI L. --- Sull attuale con- dizione degli olivi colpiti dalla brusca in provincia di Lecce -. ; > È È Note pratiche. ; È SPAGO » » » » » » » » » » | LeoNARDI G. — Insetti che distruggono È Ù i Id rio xi Rivista di Patologia Vegetale ANNO 1. 16 agosto 1905. NUM. 4. Per tutto quanto concerne la Rivista dirigersi al Dott. LuiGi MONTEMARTINI - Laboratorio Crittogamico - Paria. LIBRARY GENERALITÀ — MALATTIE D' INDOLE FISIOLOGICA NEW YORK BOTANICAL GARDEN. Eriksson J. — Un institut international d’ agriculture et la lutte contra les maladies des plantes cuitivées. (Un istituto interna- zionale d’agricoltura e la lotta contro le malattie delle piante coltivate). Stockholm. 1905. In occasione della conferenza internazionale tenutasi in Roma per la fondazione di un istituto internazionale d’agricoltura, VAu- tore ricorda i tentativi già fatti e al Congresso forestale-agricolo di Vienna (1890), e ai Congressi internazionali di agricoltura di Parigi (1900) e di Roma (1903) per organizzare una difesa su larga scala contro le malattie delle piante coltivate. Propone poi uno schema di regolamento (11 articoli) per una organizzazione internazionale avente tale scopo, rilevando che le perdite cui l’ agricoltura mondiale va soggetta pel fatto che si trova indifesa sono considerevolissime : basti dire che la sola ruggine dei cereali causa alla produzione universale un danno annuo di circa un miliardo e mezzo di lire! L. MONTEMARTINI. PanraneLLI E. — Studî su l’albinismo nei regno vegetale. V. (Ma/- pighia, 1905, ann. XIX, pag. 45-63). È il quinto di una serie di accurati lavori che 1 Autore fa su questo importante argomento. Qui, prendendo in esame le cause della malattia (che sì presenta come una variegatura o una decolorazione dovute ad alterazione dei cloroplasti), egli studia 50 MALATTIE D'INDOLE FISIOLOGICA — PARASSITI VEGETALI la distribuzione degli enzimi nelle cellule albicate e dimostra che queste contengono infatti enzimi ossidenti che mancano nelle cellule verdi, e che tali enzimi ossidanti si trovano in tutti i tessuti delle parti albicate specialmente nel leptoma e sono già abbondanti nell’asse delle piante albicanti da cui, per il leptoma dei piccinoli , arrivano alle foglie durante il loro sviluppo. Le foglie variegate inoltre non solo contengono più ossidasi e pe- rossidasi che quelle verdi, ma mostrano anche fermenti proteo- litici e diastatici più attivi, come se le cellule fossero in stato di digiuno e andassero logorando sè stesse. Pertanto l'Autore crede che I 4/02/8720 non sia una malat- tia fogliare locale, ma un disturbo diffuso per tutto il corpo. Non è malattia parassitaria o infettiva invadente dall’esterno, ma una malattia di costituzione che porta un arresto di sviluppo e delle profonde modificazioni in tutte le proprietà fisiche e chimiche delle cellule cui interessa. Il suo modo curioso di diffondersi di- pende dall’ ordinamento dei tessuti conduttori, forse da piccole differenze nella strattura e nella guaina dei fasci che lascino più o meno libera la comunicazione tra le cellule del parenchima clorofilliano e il leptoma per il quale passano gli enzimi sopra detti. L. MONTEMARTINI. CHopar R. — Sur ie polymorphisme du gui (Sul polimorfismo del visco) (Compt. Rend. d. «. d. l° Soc. Bot. d. Geneve, 8 mai 1905, in Bu/l. d. l’ Herb. Boissier, 1905. pesoli L’ Autore richiama 1 attenzione sul polimorfismo di questa pianta semiparassita ed osserva che, benchè la si dica omni vora, pure il visco che vegeta sull’ abete bianco non attecchisce nè sull’ epicea nè sul pino; viceversa quello del pino evita l’ abete bianco. Sarebbero necessarie ricerche sperimentali sull’infeziòne re- ciproca delle diverse essenze, per determinare con certezza quale valore morfologico e biologico hanno le diverse forme osservate. L. MONTEMARTINI. PARASSITI VEGETALI 51 KLEBAHN H. — Untersuchungen iber einige Fungi imperfecti und die zugehorigen Ascomycetenformen. I. u. II. (Ricerche sopra al- cuni funghi imperfetti e le loro forme ascofore) (Pringsheim's Jahrb. f. w, Bot., Bd. XLI, 1905, pg. 485, 560). Esaminando le foglie cadute dall’albero e svernanti di olmo infette da P//eospora Uni e di platano attaccate da G/oeospo- rimm nerviseguumn, V Autore ha visto svilupparsi su di esse le forme ascofore rispettive. Per la Phleospora Ulmi detta forma (contrariamente all’opi- nione diffusa che sia la Phy/lachora Ulmi) è la Mycosphaerella Ulmi n. sp.; per il G/oeosporium nervisequwin è la Gnomonia veneta (Sacc. et. Speg.) Kleb. A quest’ultima si ricollegano an- che le forme Myrosporium ralsoideum e Discula Platani. In colture artificiali ’ Autore ha potuto ottenere la deriva- zione di una forma dall’ altra e la riproduzione della malattia. Ne consegue l'utilità di non lasciare sul terreno le foglie infette cadute dagli alberi L. MONTEMARTINI. PasseRINI N. — Esperienze per combattere la peronospora della vite. (Af# della R. Accadem'a dei Georgofili, Firenze, 1905, Ser. V, Vol. II, 6 pagine). Da qualche tempo si consigliano alcune aggiunte alla pol- tiglia cupro-calcica per aumentarne l'efficacia. L’ Autore ha fatto nel 1904 esperienze colla formola Mar- tini (poltiglia ordinaria e una certa quantità di allume) e con quella Menozzi (poltiglia ordinaria e un po’ di solfato ferroso, oppure poltiglia preparata con solfato di rame impuro e conte- nente solfato ferroso), ma causa la stagione poco favorevole allo sviluppo della peronospora non potè rilevare che tali preparati fossero più efficaci delle semplici poltiglie. Determinando però il rame sulle ceneri delle foglie colte in autunno ha constatato che realmente 1’ allume (solfato di allu- minio e potassio) aumenta in grado non indifferente 1 aderenza del rimedio cuprico. Lo stesso sembra avvenire per la poltiglia contenente solfato ferroso. L. MONTEMARTINI. rta ! » ai 52 PARASSITI ANIMALI Ceccoxi G. — Descrizione di galle italiane nuove o poco cono- sciute. (Marcella, Vol. III, p. 82). Sotto questo titolo l’ Autore dà notizie intorno a diverse specie di galle raccolte sopra piante diverse come 1’ Aytenzzsia vulgaris L. alterata sulle foglie da un £y/ophyes, la Campanula glomerata L. con le foglie ammassate per causa di una Perr:sia che Y Autore crede nuova, Citrus aurantivm nobilis L. alte- rato nelle foglie da una Tentredinea; la D/ip/otaris tenwifolta D. E. con le gemme ingrossate a causa di una nuova specie di Contarinia ; il Mespilus germanica L. con i rami alterati pro- babilmente da una Sesia: varie specie di Quercus alterate da diverse specie di cecidozoari ; e così il Senecio vulgaris L. con le infioriscenze alterate da afidi, e da larve di Mycodiplosis; il Sonchus chondrilloides Deof. ammassato nel fogliame per effetto della presenza dell’ Eyz0opAyes sonchi Nul; e il Verbascum ni- grum L. alterato nelle foglie da un altro Ey/ophyes non deter- minato. G. DEL GuERCO. Fars H. — Acariose, brunissure et erinose (Arcariosi, 0,°72ssure ed erinosi). (Ze Progrés Agricole et Viticole, Montpellier, 1905, pag. 153-146 e una tavola co-lorata). L'Autore ebbe negli scorsi anni occasione di studiare una malattia della vite comparsa nella Svizzera nei cantoni di Vaud, Ginevra, Neuchatel, Valuis, ecc., la quale si presentava coi ca- ratteri che distinguono il conre-rove, 0 roncet, o rachitismo delle viti dei vigneti della Francia meridionale (legno ad internodî corti, foglie piccole ed arricciate). Le cause più diverse furono invocate per spiegare la pre- senza di questa malattia: varietà dei vitigni, età delle piante, sistemi di potatura, composizione del terreno, concimazione, espo- sizione, gelo, ecc.: nessuna però di queste cause poteva essere accettata. L'Autore comunica ora che se, quando alla primavera i bot- toni si aprono, si esaminano al microscopio le scaglie brune o verdi che li ricoprono, le si vedono cosparse di larve di acari le quali hanno Vl apparenza dei P/y/optus. E sono le punture di be editti tt direct ee PARASSITI ANIMALI 53 queste larve (scoperte e descritte anche da Miiller-Thurgau e da Lozeron e Chodat) che impediscono al ramo e alle foglie di rag- giungere il loro sviluppo normale. Si ha dunque a che fare con una malattia diversa dal roncel, cui il Chodat propose di dare il nome di acarzosi. Le larve a due sole paia di zampe simili ai Plyfoptus scom- paiono presto. L'Autore dimostra che esse si trasformano in larve a tre paia di zampe, le quali hanno vita brevissima e danno poi l’acaro adulto a quattro paia. La presenza di questo è accompa- gnata dal diffondersi della #ywyzsswre (una brunissure speciale, diversa da quella descritta dal Ravaz) sulle viti che alla pri- mavera precedente hanno presentato l’ aca,/0s7. L'Autore in seguito fa un minuto esame dei caratteri e dei costumi dell’ acaro in parola confrontandoli con quelli del P/y- toptus vitis, e riesce così a confermare il lavoro di Donnadieu secondo il quale quest’ ultimo non è che una larva di acaro, e conclude che 1 acariosi, V erinosi e la brunissure dei vigneti svizzeri sono tutte provocate dal medesimo parassita. Contro l’acariosi primaverile e /a brunissure s ebbero buoni risultati con soluzione di sapone nero al 2 p. 100 cui si ag- giunge lI p. 100 di succo di tabacco. Contro l erinosi propria- mente detta sono indicatissime le solforazioni ripetute. E sopratutto da consigliarsi la cura invernale, da prati- carsi in febbraio e narzo polverizzando le genime con solu zioni di lisolo 0 di sapone nero e acido fenico. L. MONTEMARTINI. Fiori A. — Descrizione di un Dasytidae nuovo e di un altro poco conosciuto in Italia. (A/ristu coleotterologica italiana, Anno HI, n. 4, p. 81, Camerino 15 aprile 1909). Premesse le ragioni che lo hanno indotto alla suddivisione del gen. Psi/othrir nei sottogeneri Psz/othrir (s. str.), Dolicho- pron Kiew, Dolichomorphus Fiori, Dolichosoma Steph., l'Autore passa a descrivere le due specie appresso indicate 1. Dolichomorphus rufimanus n. sp. 2. Trichoceble fulvohirta Bris. D4 PARASSITI ANIMALI La prima specie fu raccolta sui fiori dell’ Agropyrun 7re- pens, e la seconda sulle piante di castagno in fiore, l’una e Valtra in provincia di Bologna. Non vi sono notizie sulla importanza economica delle due specie. G. DEL GUERCIO. Govry G. et GriGnon G. — Insectes parasites des papavéeracées et des fumariacées (Insetti parassiti delle papaveracee e fu- mariacee) (La feuille des jeunes naturalistes - Rennes, 1905, N. 415 e 416). E un elenco descrittivo degli insetti parassiti di queste due famiglie di piante, senza indicazioni pratiche nè dei danni nè dei rimedi. L. M. LeoxarpI G. — Insetti che distruggono ii grano ed altri cereali nei magazzini. (/. Scuola sup. di Apricoltura di Portici, BOU NS: 23 LI) L'Autore parla in questo Bollettino della Tinea granella L., della Sz/otroga cerca'ella Oliv., della Trogosita mauritanica Oliv., del Sz/ranus surinamensis L., della Calandra granaria L., e della C. Oryzae L., del Bruchus granarius L. e dell’Anobiwn paniceum Li. Contro questi diversi insetti l'Autore indica rimedî preven- tivi e curativi. Fra i primi sono la pwlizia accurata dei magazzini, la sop- pressione delle screpolature nei pavimenti e la formazione delle pareti, nei granai a cassoni, in cemento armato, anziche in legno, la costruzione dei pavimenti in asfalto, le pareti fino ad una certa altezza spalmate di vernice al catrame; chiusure ben fatte, ventilazione regolare; disinfezione dei locali prima di riporvi le- derrate previamente pulite; sementi sane. Fra i mezzi curativi V’ Autore raccomanda la paleggiatura frequente della granella, la vagliatura ripetuta, la copertura delle masse del grano con tele umide, disponendo sopra di esse dei mucchietti di grano per attirarvi gli insetti e distruggerli; la ut PARASSITI ANIMALI d caccia agli insetti perfetti nel magazzino e fuori; lo scotimento brusco delle piante di grano nel campo, nel caso del Brwuckus granarius, © l’uso delle sostanze insetticide. Fra queste ultime l'Autore ricorda e raccomanda il solfuro di carbonio da distribuirsi nelle masse di granella col mezzo di piccoli recipienti posti alla distanza di un metro circa l’uno dal- l’altro e poco al disotto della superficie dei mucchi. La granella liberata degli insetti si ventila all’aria aperta e sì ripone in magazzino. G. DeL GuERCIO. LeonarDI G. — La cocciniglia del gelso (Diaspis pentagona Targ.) (R. Scuola Superiore di Agricoltura di Portici). Prendendo occasione dalla scoperta del pidocchio sui gelsi della prov. di Caserta, 1’ A. raccoglie le notizie che si hanno sulla terribile cocciniglia contro la quale raccomanda di non in- trodurre piante da luoghi infetti, e di disinfettarle, quando non se ne può fare a meno, con 800 gr. di solfuro di carbonio per ogni m. c. di aria, entro una cassa a tenuta, nella quale si la- sciano per 3 ore circa; di evitare più che si può la diffusione dell’ insetto col mezzo della foglia. e dei rami infetti passando questi alla fiamma e distraggendo le piante infette ove fossero poche. Quanto poi ai mezzi curativi, Vl Autore raccomanda quelli gia in uso per legge contro la Diaspis del gelso. G. DEL GUERCIO. Mayer V. — Le dégats du gribouri ou ecrivain. (I danni prodotti dallo scrivano - Adorus Vitis) (Le Pogrés Agricole et Viti- cole, Montpellier, 1905, pag. 538-540 e una tav. colorata). L’ Autore fa un breve riassunto della biologia di questo in- setto che, scoperto prima in America, trovasi anche diffuso in Europa ove molte volte riesce assai dannoso alla viticoltura. Le lesioni che le larve autunnali prodocono sulle radici sono poco profonde nelle viti americane le cui radici hanno corteccia sottile e cilindro centrale grosso e che si lignifica presto; sono e 56 PARASSITI ANIMALI invece profonde e assai gravi nelle viti europee le cui radici hanno parenchima corticale assai sviluppato. Nei luoghi molto infestati da questo insetto si dere dunque consigliare la costituzione di vigneti su legno americano. L'inm- mersione del terreno non sempre riesce efficace. Utili invece sono i trattamenti a solfuro di carbonio da praticarsi in av- tunno, prima che le larve entrino in riposo. E finalmente consigliabile anche la caccia diretta dell’ insetto perfetto du- rante l'estate. L. MONTEMARTINI. MokrzeckI S. A. — Ueber die Anwendung des Chlorbaryum gegen schadliche Inseckten in Garten und n Felder. (Sull’applicazione del cloruro di bario contro gli insetti dannosi nei giardini e nei campi) (Zeztsher. f. Pflanzenkrank., XII, 4. 1905). L'Autore dice di avere sperimentato l’uso delle soluzioni di clorato di bario all’ 1 '/,, al 2 ed al 3 °/, contro i bruehi di Anisopterivr aescularia Schiff, di Hibernia defoliaria L. di H. marginaria Bkh., di Cheimatobia brumata L., di Uropos Ulmi, di Phlacetonodes sticticolis e di Hyponomeuta malinella Zell. : e riferisce che le soluzioni, per l acido carbonico contenuto nell'acqua, danno un leggero precipitato di carbonato di bario, che aderisce molto bene alle foglie ed ai frutti delle piante. Nonostante, per aumentare il potere adesivo dei liquidi, alle soluzioni si aggiunge '/, di libbra di soda per ogni 100 litri. [ bruchi che si nutrono delle foglie spruzzate con le solu- zioni così preparate dopo quattro 0 cinque ore muoiono. Il clorato di bario risulta così più attivo dell’ arseniato di rame, ma costa di più ed è di quello anche più pericoloso. Per ciò adoperandolo bisogna avere precauzioni maggiori per la vita degli operai. G. DEL GUERCIO. MiiLLer F. — Pediculoides Avenae n. sp. Noch eine Milben- kraukheiten des Hafers (Il /edicw/oides Arenae n. sp. paras- sita dell’Avena) (Zettschr. f. Pfauzenkrauk. B. XV, I, 1905). L'Autore, come dal titolo del lavoro, si occupa di una nuova specie di Pediculoides che ha indicato col nome di P. Avenae. PARASSITI ANIMALI 57 Secondo lui questo sarcoptide sarebbe causa di una speciale malattia nelle piantine di Avena, malattia che non avrebbe a che fare con l’ altra che il Tasonenius Spiriferx Marchal, altro sarcoptide, produce sulle piante in Francia e nel Wiirtenberg. Per dato e fatto della presenza dell’acaro, le piante dell’ A- vena colpite da esso restano nane e senza spiche apparenti. Le loro radici si sviluppano normalmente, ma le foglie si accartoc- ciano e svolgendole si avverte un puzzo nauseante, si scorgono le spiche nascoste attrappite, e particolarmente verso la base delle lamine foliari, una massa di sostanza friabile, umidiccia. Sicchè il Pedieuloides Avenae si comporta come il P. gra- minvini E. Reut. che in Finlandia determina | imbianchimento delle .spiche dell’Avena e riesce uno degli animali più dannosi. Il Pediculoides Avrenae è rappresentato da forme molto pic- cole, così piccole che i maschi sono lunghi 0.130 mm. e le fem- mine 0.07 mm. I loro attacchi sono diretti contro il culmo, le foglie e le infiorescenze della pianta, la quale, quando è attaccata, resta piccola, nana, lunga pochi centimetri, e ciò, secondo Vl Au- tore, a causa delle sostanze miasmatiche che si formano ed agi- scono come veleni, delle punture e dello stimolo molesto che quelle producono nei tessuti lesi. L'Autore termina la sua nota osservando che ove l’acaro si diffondesse, riuscirebbe assai dannoso. GF. DEL GUERCIO. PerRI C. — Bestimmungs — Tabelie der mir bekannt gewordenen Arten der Gattung Lixus Fab. aus Europa und den angrenzenden Gebieten (Tavole sistematiche delle specie europee del genere Lirus). (Wiener Entomologische Zeitung, 1905, Heft I, and HI, II, IV, pag. 383-101). L'Autore, facendo seguito ad un’altra sua nota pubblicata nello stesso giornale (Jahr., XXIII, 1905, pag. 183), continua a dare il quadro analitico e nello stesso tempo una larga descri- zione dei Zi.rus di Europa. G. DEL GUERCIO. LI IRE E IA LE SARI ATTANE DIOR RPRRO PETRA Di) 5S BACTERI BerLEese Am. — Gravi alterazioni batteriche dell'Olivo. (Prosignano Marittimo, 7 agosto 1905, Originale). Nelle olivete della maremma toscana e più particolarmente dei dintorni di Cecina gli olivi oltre a presentare frequente V’al- terazione comunemente nota col nome di “ iperplasia o tuber- coli della rogna dell’olivo ,, sono più gravemente compromessi da da un'alterazione dei rami minori, che li deforma e finisce per farli disseccare in tempo così breve che alcuni già morti hanno tuttavia in posto ormai disseccate le olive di quest'anno. La infezione è molto diffusa con grave danno delle piante colpite. I tubercoli, aggregati e talora in grandissimo numero, sono piccoli, emisferici, poco rilevati, del diametro massimo di un centimetro circa. Dapprima per altro essi sono ricoperti dall’ e- pidermide della pianta tuttavia integra; hanno dimensioni molto minori, ed il ramo che ne è inquinato si presenta semplicemente verrucoso senza soluzioni di continuità nella sua epidermide. Più tardi l'epidermide si serepola nel mezzo del tubercolo con un ostiolo a fessura oblunga, più o meno bruno, mentre che i tubercoli ingrandendosi confluiscono ; il ramo di conseguenza ingrossa notevolmente, si deforma nella parte lesa ed acquista spesso l'aspetto fusiforme. Da ultimo, dopo la epidermide del ramo, si screpolano in parte anche i tessuti sottostanti, sicchè quello in questo momento appare come striato o irregolarmente solcato nel senso della lunghezza. Nei rami più giovani intanto e quindi di minore diametro, i tubercoli non raggiungono dimensioni molto notevoli, come possono fare nei rami maggiori vigorosi e ad epidermide liscia, dove presentano le dimensioni maggiori sopraindicate. In confronto delle molto più vistose alterazioni della comune rogna dell’olivo, per le quali primamente il Savastano riconobbe come causa determinante il Bacz/lus oleae Trevis., oltre ai ca- ratteri speciali sopra descritti, per i quali si distinguono a colpo d’occhio, si riconoscono dipendere unicamente da un bacillo che, all’esame diretto e alle colture nei mezzi ordinarî di nutrizione, presenta caratteri molto differenti, che ne giustificano la sepa- razione. In fatti per quello che riguarda le colture pure (gelatina , BACTERI — MALATTIE D' INDOLE INCERTA 59 agar, patate, ecc) le colonie dei tubercoli della rogna ordinaria sono di colore giallo carico volgente all’arancione ; mentre hanno un colore bianco madreperlaceo quelle dovute al bacillo, che è causa dei piccoli tubercoli aggregati sopra descritti. Altri carat- teri, come la vischiosità delle colonie bianche sulle patate , che non si.osserva per il bacillo della rogna ordinaria, e quelli mor- fogici e fisiologici, sui quali si potrà insistere in altra occasione, non che le differenze anatomiche dei tubercoli che si riferiscono alle due infezioni, distingnono nettamente le due specie di bat- teri dai quali dipendono. Su tutto ciò attendo ad ordinare con i materiali che ho già raccolto qui, uno speciale studio, che mi riprometto di condurre esteso abbastanza e che spero di poter rendere di pubblica ra- gione quanto prima, giacchè I argomento, per la intensità della infezione e gli effetti gravi che ne derivano alle piante, si mo- stra praticamente degno di particolare interesse. DorT. AMEDEO BERLESE Direttore del Laboratorio di Prosignano Marittimo. Brizi U. — Ricerche sulla malattia del riso detta < brusane >. Primi studii eseguiti nel 1904. (Anali della Istituzione A- graria A. Ponti - Vol. V, Milano, 1905, pag. 17-99). Im questo lovoro l'Autore sviluppa le idee esposte nella nota di cui a pag. 25 della nostra /rista. Respingendo ogni teoria parassitaria e richiamata ’ atten- zione sulle alterazioni che si notano costantemente nel sistema radicale delle piante di riso Dyusonate, egli mette in rilievo V'a- nalogia tra tali alterazioni e quelle che si osservano nelle radici delle piante sottoposte ad asfissia. Ne viene l’ ipotesi, già enun- ciata a pag. 26, che nei disturbi fisiologici che determinano o preparano la via al drusone abbia grande importanza la man- canza 0 la deficienza di ossigeno delle radici assorbenti. A sostegno della quale ipotesi, l'Autore porta qui le seguenti osservazioni : a) il brusone è più frequente nelle terre compatte, im- permeabili, che trattengono fortemente 1’ acqua, anzichè nelle terre sciolte e permeabili ; RSI VII LC IE TUONO, Rene — ee 2. “a 60 MALATTIE D’ INDOLE INCERTA h) è opinione comune che il dyw*one si presenti special mente quando il terreno si riscalda più dell’acqua soprastante, e ciò sarebbe in relazione coll’ eliminazione dell’aria disciolta nel- l’acqua di imbibizione 0 col maggior consumo di ossigeno do- vuto all’ intenficarsi della respirazione :; c) è pure risaputo che nei giorni che precedono il mani- festarsi della malattia le piante destinate ad ammalarsi (come avviene per altre piante e per altre malattie del sistema radi- cale) sembrano più vigorose ed assumono etfettivamente una tinta verde intensa, ciò che non si spiega colla teoria parassi- taria, mentre trova probabile spiegazione supponendo disturbi funzionali iniziatisi nelle radici e preceduti da una maggiore at- tività nel fenomeni vitali delle radici stesse ; d) nelle piante di riso di cui si asfissiano le radici, si nota la caratteristica comparsa di macchie brune al colletto e al primo nodo, senza che vi si trovi alcuna traccia di parassiti ; e) alle prime manifestazioni del Dywusone le piante amma late (come quelle sottoposte, nelle esperienze, ad asfissia) spesso . emettono al colletto radici avventizie, evidentemente per ripa- rare alla distruzione delle radici normali: fenomeno che non avrebbe alcuna ragione di prodursi, ove le sotferenze si inizias- sero nelle foglie e ai nodi ; /) il brusone è più frequente nelle acque non rinnovabili e che facilmente si riscaldano, che impediscono la circolazione dell’ aria ; è ostacolato dal trapiantamento, che rende il terreno più soffice ed aerato; è in parte combattuto col dare l’asciutta, la qual pratica favorisce la rinnovazione dell’ aria nel terreno ; è raro nelle terre a lavorazione profonda. L'Autore crede però necessario continuare gli studi e si pro- pone di farlo. L. MONTEMARTINI. Perri L. — Sull’attuale condizione degli olivi colpiti dalla «< brusca » in provincia di Lecce. (B0//. //7. del Ministero di Agricol- tura, Roma. 1905). Da una ispezione fatta dall’ Autore nella provincia di Lecce risulta che quest’ anno la brusca degli olivi, mentre è andata estendendosi a più larghe plaghe, si è mostrata però meno in- MALATTIE D'INDOLE INCERTA — ANATOMIA PATOLOGICA — FISIOPATOLOGIA 61 tensa. È da notare che la regione attaccata non oltrepassa i 40 metri di altezza sopra il livello del mare: dove il terreno si solleva verso gli 80-100 metri, la malattia scompare o almeno 3 riesce meno dannosa : è dunque la zona più bassa della provincia quella che ne riesce maggiormente infestata. i Anche la coltura di certe varietà resistenti arrestano il cam- pr mino della 2ywsca e lo arrestano pure certi limiti determinati 0 dalla natura del suolo o da condizioni meteoriche : per esempio sul versante dell’ Jonio essa non è ancora comparsa. Invece hanno un’ influenza relativa le pratiche colturali, benchè si possa dire che l abbandono di esse, peggiorando le condizioni di ve- getazione, renda le piante meno resistenti. a” Se Il improduttività delle piante sia dovuta unicamente agli attacchi della 2,wsc4, 0 possa essere effetto anche di altra causa, non è ancora ben certo. L. MONTEMARTINI. 4 | lg RD FLoceL T. H. L. — Monographie der Johannisbeeren - Blattlaus ; b- Aphis ribis L. (Monografia dell’ Aphis +/bis del ribes) È (Zeitschrifi fin Wissenschaftliche Insektenbiologie , 1905, P Heft 4, pag. 145). sa i È Non vì sono indicazioni per la difesa contro questo pidocchio È 2a del Ribes, del quale l Autore si è occupato dal punto di vista anatomico. G. DeL GUERCIO. KrasvosseLsky T. — Bildung der Atmunsenzyme in verletzten Pflanzen. (Formazione dei fermenti della respirazione nelle piante ferite) (Ber. der. deutsch. bot. Ges. Bd. XXIII, 1905, pag. 142-155). È noto che gli organi vegetali feriti presentano una respi- razione più intensa che quelli normali; non si sa però a quale causa attribuire questo fenomeno. Generalmente si ammette che esso dipenda dalla maggiore facilità di accesso dell’ossigeno del- Varia ai protoplasmi cellulari; ma | Autore, sperimentando su | bulbi di cipolla tenuti intieri o tagliati e sul succo che ne po- teva spremere fuori, ha visto che in questo sono contenute delle TRES 8 a EE EROI A 62 FISIOPATOLOGIA — AGENTI ATMOSFERICI ossidasi le quali sono in quantità maggiore nel succo dei bulbi tagliati ed in questi ultimi presentano la stessa curva di aumento che è presentata dall’ energia respiratoria. Si deve dunque ammettere, accettando la teoria della respi- razione basata sui fermenti, che nelle piante ferite si formi, per il contatto coll’ aria, una maggiore quantità di fermenti che emettono il biossido di carbonio. L. MONTEMARTINI. Noaok Fr. — Ueber Frostblasen und ihre Entstehung (Sulle ve- sciche per gelo e la loro origine) (Zeitschyv. f. Pflanzen- krank, 1905, Bd. XV, pg. 29, 44). Sulle foglie di erba medica, indivia, viola mammola , edera ed altre piante si formano durante le giornate invernali di gelo delle vescichette lungo le nervature, le quali sono piene di ghiaccio : all’ elevarsi della temperatura ambiente, il ghiaccio si fonde e l’acqua viene riassorbita dai tessuti. L’ Autore studia accuratamente questo fenomeno dovuto al fatto che l’acqua esce dalle cellule, si raccoglie nei vani inter- cellulari e ivi congela rompendo i tessuti dove non sono dispo- sizioni anatomiche atte a rendere possibile la normale forma- zione dei cristalli di ghiaccio. La differente costituzione dei protoplasmi cellulari e la varia proporzione di acqua o (se si tratta di conifere) di sostanze resinose da cui sono impregnati, dà ragione della diversa temperatura a cui dette vesciche si pre- sentano in questa o quella specie ad una o all’ altra età delle foglie. Secondo V Autore, queste formazioni perturbano le funzioni fogliari e facilitano Vl attacco ai microorganismi parassiti costi- tuendo causa di predisposizione ad altre malattie. L. MONTEMARTINI. cati PASO TER. a NOTE PRATICHE 63 NOTE PRATICHE Dalla Gardener's Chroniche, 1905 : 25 aprile. — Douglas attribuisce la degenerazione dei garofani a so- pranutrizione proveniente da suolo troppo fertile e a sovraproduzione di fiori. Raccomanda come rimedi la selezione di varietà robuste come pro- duttrici di semi e di polline, riducendo la propagazione a misure e con- dizioni più naturali. Dal Journal of the Board of Agriculture (March, 1905 : Newstead consiglia contro le cocciniglie dei faggi (Coccus Fagi) le emulsioui di paratfina preparate mescolando una soluzione di sapone molle in acqua bollente, con una eguale quantità di paraffina, ed aggiungendo, al momento di adoperarla, altre°venti parti di acqua. Per 1 applicazione si adeperano delle spazzole colle quali si cerca di bagnare anche tutte le serepolature della scorza. Si può aggiungere con vantaggio un pugno di fiore di zolfo e mezzo litro di terpentina. Si possono fare pure, durante l’inverno e la primavera, tre o quattro lavaggi, coll intervallo di due a tre giorni, con soluzione caustica preparata sciogliendo un chilogrammo di soda caustica del commercio nell’acqua cui poi si aggiunge un chilo di potassa e 0,75 di sapone molle, e diluendo poi il tutto in 80 litri di acqua. L'operatore deve adoperare dei guanti speciali. Michael raccomanda le seguenti misure preventive e curative contro i pidocchi dei bulbi (IrRicoglyphus Echinopus) è 1. abbruciare i bulbi infetti ; 2. lavarli e spruzzarii con paraffina, ripetendo loperazione dopo 15 giorni; 3. lavarli nel solfito di potassio (40 grammi in 12 litri d’ acqua); 4. aftumicarli col solfuro di carbonio chiudendoli in un recipiente a tenuta d’aria contenente un piattello col solfuro e lasciandoveli per 48 ore. L'operazione va fatta con precauzione perchè il gas è velenoso e in- fiammabile. [O MONE: bb NOTE PRATICHE Dal Progrès Agricole et Viticole (Montpellier, 1905): pag. 449. — Sono comunicati i risultati soddisfacenti ottenuti nella lotta contro la piralide delle viti (Pyralis pilleriana) coll’aggiunta di com- posti di arsenico alla poltiglia bordolese con eui si fanno le prime irro- razioni primaverili. pag. 473. — Per distruggere il vavastrelle (Raphanus raphanistrum) nei campi di cereali si consigliano irrorazioni con soluzioni di solfato di rame al 4 p. 100, adoperando da sette ad ottocento litri per ettaro. Tali irrora- zioni devono farsi presto, tutt'al più in principio della fioritura e quando il tempo è asciutto. In certi paesi del Nord della Francia invece del sol- fato di rame si adopera il nitrato di rame (due litri di soluzione concen- trata in un ettolitro di acqua) ma questo sale attacca le irroratrici comuni pag. 528. — Per liberare un medicaio dalle larve di Hypera variabilis che lo avessero invaso, si consiglia di falciare l erba e spargere poi sul terreno da sette ad ottocento chili di-calee viva per ettaro. L° erba che rispunta dopo il taglio è di solito libera dalle larve. pag. 635. — J. B. Martin comunica che le irrorazioni con soluzioni di solfato di rame al 3 p. 100 sono efficaci per distruggere non solamente il ravastirello, ma molte altre piante infestanti, tra cui la senape selva- tica, ecc. UBRUTOS Dalla Zeitschrift f. Landw. Versuchswesen in Oesterreich, 1905. (pag 274. J. Slaus-Kantschieder indica come mezzo enrativo dell’ Vidi la poltiglia bordolese contenente ipolsofito di sodio. Lo stesso autore trova efficace la poltiglia bordolese contro la Prwecinia ALlii per le cipolle, e le soluzioni di estratto di tabacco contro 1 Aphis Persicae dei peschi. U.-M41 Pavia — Tipografia e Legatoria Cooperativa — 1905. NE Lr La RIVISTA DI PATOLOGIA VEGETALE uscirà ogni 15 giorni in fascicoli di 16 pagine con copertina, completati alla fine di ogni annata da indici alfabetici e per materia per il pronto rinvenimento delle piante e delle malattie studiate. Abbonamento annuo L. 12 Coloro che non intendono abbonarsi sono pregati di respingere il presente fascicolo. Anno I. 16 settembre 1905. Num. 5 Rivista di Patologia Vege DIRETTA DAL Dott. LuIrGI MONTEMARTINI libero docente: di Botanica_nella R. Università di Pavia .. Collaboratori: Prof. F. Cavara (Catania) (Firenze) - Dott. F. O’ B. ELLISON (Dublino) (Magyar-Ovar - Ungheria) - Prof. 0. Lorw PINE (Melbourne - Australia) - Dott. E. Bessey (Washington). - Prof. G. DeL GuERCIO - Prof. A. KroLoPP (Tokio) - M. Al- Indice del fascicolo N.. 3. | DierEL P. — Sulla specie del genere Phragmidium . EyssEL Ab. — dAédes cinereus e Ades leucopygos FARNETI R. Intorno alla comparsa della Diaspis pen- tagona in Italia e alla sua origine . FOERSTER F. Tonchino ° Friese H. — Le Cer: ca di i PA frica . Libellule sa GART. —. Monografia delle cicale australiane HERRERA L. — La mosca de; gli aranci MarTIROLO 0. e Soave M. Sui risultati ottenuti col- l’impiego dei bacteri Moore nella coltivazione dei piselli e del trifoglio ; MutH F.— Sugli scopazzi dei peri: ; : x x NoacKk Fr. — Helminthospo- rium gramineum e Pleospo- ra trichostoma dell’ orzo PAVARINO L. — Influenza della Plamospora viticola sull’ as- sorbimento delle sostanze minerali nelle foglie . PLowrIGHT CH. — Corticium Chrysanthemi » » » Gonna F. W. e w W. Sed 7 » » » » . Pag. 66 71 13 66 | | Ravaz L. — Note sul deperi- mente delle viti . ReITTER Ep. — Nuovi coleot- teri della fauna paleartica Rostagno F.— Contributo allo studio della fauna romana Rora-RossIi G. -- Due nuove specie di micromiceti paras- site x È si 3 SALMON E. — Esperienze di colture sull’Oidium dell’ E- vONYINUS japonicus Idem. — Nota preliminare su una. erisifea endofita . SANDERO J. G.. — Cocciniglie dell’ Ohio È È SCHIRAI, M. — Note supple- mentari sul fungo che è causa della malattia detta imochi 0 brusone del riso :; SCHOUTEDEN M. — Nuovi pen- tatotomidi dell’Africa e Ma- dagascar, con osservazioni di sinonimia TROTTER A. Sull’ acariasi della vite del Dott. H. Faes TuRCONI M.. — Nuovi micro- miceti parassiti VoGLINo P. — Contribuzione allo studio della SR mia corylea 3 Note pratiche . 1é0-e@0©_o-___ » . Pag. 65 T4 74 68 69 Con | (b,i 77 Lap pes S mira Rivista di Patologia Vegetale ANNO 1. 16 settembre 1905. Num. 5. Per tutto quanto concerne la Rivista dirigersi al Dort. Luci MONTEMARTINI - Laboratorio Crittogamico - Pavia. MALATTIE D' INDOLE FISIOLOGICA Ravaz L. — Remarques sur le dépérissement de la vigne. (Note sul deperimento delle viti) (Le Progrés agricole et viticole, Montpellier, 1905, pag. 200-204). L'Autore si ocenpa del deperimento delle viti osservatosi in Tunisia, Algeria, Francia e Austria proprio quando l’abbondan- tissimo raccolto dell’ anno precedente doveva essere prova dello stato sano delle piante. Osserva che è appunto l'eccesso di frut- tificazione che può essere causa di deperimento, e dimostra come con esso la pianta si indebolisce e quante sostanze di riserva viene a perdere: i grappoli funzionano per la pianta come veri parassiti, più potenti di quelli con cui il viticoltore si trova più comunemente alle prese. Tutte le viti possono essere esaurite dai loro grappoli ed anche le meno fertili portano qualche volta, in condizioni favo- revoli, più frutti di quelli che esse possano nutrire: le più frut- tifere vanno però più facilmente soggette ad un tale malanno e tra esse è in prima linea il Terret-Bourret. Anche il Mourvddre ed il Morrastel, che danno relativamente pochi frutti ma con molti semi, vanno soggetti all'esaurimento, specialmente quando sono innestati su un soggetto che, come la paria, spinge alla produzione. La natura e composizione del suolo e il clima hanno in- fluenza sul fenomeno. 66 MALATTIE D’INDOLE FISIOLOGICA — PARASSITI VEGETALI Ad evitare o attenuare un simile deperimento, l’ Autore con- siglia di sorvegliare la fruttificazione. come la vegetazione, to- gliendo i grappoli in eccesso e non domandando una forte pro- duzione alle viti ancora giovani. Occorrerà poi attivare la nu- trizione della pianta con opportune concimazioni ed operazioni colturali. L. MONTEMARTINI. DiereL P. — Ueber die Arten der Gattung Phragmidium. (Sulle specie del genere Phragmidium) (Hedwigia, Bd. XLIV, 1905, Heft. 2, 3 n. 6). hi E una rivista critica delle specie appartenenti a questo ge- nere di Uredinee, allo scopo di constatare l'identità o la auto- nomia delle specie americane con quelle europee. Fatta astrazione dal Phragmidium subcorticium, la cui diffusione è probabilmente dovuta all'uomo, secondo l'Autore, si hanno solo tre specie comuni all'America del Nord ed al conti- nente antico: il Phr. albidum , il Phr. Rubi Idaei ed il Phr. Potentillae. : Le specie distinte dall’Autore sono 46, di cui 16 parassite dei Rubus, 15 delle Rosa, 1 dei Geum, 2 delle Ivesia, 9 delle Potentilla, 1 delle Potentilla e Fragaria, 2 dei Poterium e Sanguisorba. L. MONTEMARTINI. MurH F. — Ueber den Birnenhexenbesen (Sugli scopazzi dei peri). (Naturw. Zischr. f. Land. und Forstwirthsch., Bd. III, 1905, pag. 64-76). L'Autore ha osservato molte volte vicino ad Oppenheim degli scopazzi di pero che raggiungevano talora anche la lun- PARASSITI VEGETALI 67 ghezza di due e più metri e, se in un certo numero, finivano col provocare la morte dell'albero sul quale si sviluppavano. Le foglie che essi portavano erano più piccole e carnose delle normali, le spine ridotte, la formazione dei fiori vi era sospesa. Nel legno, e specialmente nei vasi e nelle tracheidi, si osservava un micelio fungino i cui organi di fruttificazione non furono visti dall’Au- tore. I peri della stessa località mostravansi anche affetti da un’altra malattia caratterizzata da ramificazioni anormali, con internodi brevissimi e foglie piccole e pelose, e da grosse spaccature della corteccia a guisa di ulcerazioni cancrenose. Pure in questi casì l'Autore ha osservato il micelio di un fungo che non potè de- terminare. L. MONTEMARTINI. "Noack Fr. — Helminthosporium gramineum Rabenh. und Pieospora trichostoma Wint. (Melminthosporiwm gramineum e Pleo- spora trichostoma dell’ orzo). (Sorauer’s Ztschr. f. Pflan- senkrankh; 1905, pag. 198-205, e una tavola). L’Autore ha studiato per parecchi anni 1’ Helmn:thosporivwin gramineum nei campi ad orzo del Granducato di Hessen ed ha potuto esaminarne la formazione libera dello sclerozio sulle stop- pie e la derivazione da esso della forma ascofora. La descrizione che dà di quest’ ultima corrisponde a quella già data dal Die- dicke, così che ne viene ad essere confermata l’asserzione di questi essere la P/eospora trichostorma la forma ascofora del- I’ Helminthosporium in parola. Non è ben sicuro che i periteci si sviluppino dagli sclerozi solamente dopo avere sopportato l’a- zione del freddo invernale, come ha dimostrato Janezewschi per la forma ascofora del Cladosporium herbarum , la. Mycosphae- rella Tulasnei. Poichè tanto le ascospore che i conidi sono resistenti alla siccità, la riproduzione e la diffusione della malattia possono av- venire: È SETTI RR À 1 68 PARASSITI VEGETALI a) per il micelio strisciante ed aderente alle glume ; b) per i conidi o i conidiofori (che possono staccarsi e germinare) aderenti ai semi ; c) per i conidi che si sviluppano alla primavera dagli sclerozi o dagli intrecci micelici rimasti sulle stoppie ; d) per le ascospore. L'Autore è riuscito a riprodurre artificialmente la malattia adoperando come mezzo d’ infezione tanto i conidi, quanto le ascospore, o porzioni di micelio: tentando poi 1 infezione anche su specie affini del genere Hordeum e graminacee affini, ha po- tuto, in relazione a quanto aveva già osservato pure il Die- dicke, constatare che si possono distinguere tre forme specializ- zate di Pleospora trichostoma, e cioè : 100 rich. E isp HosrdeiFencet, Po ritagna 3 esenti di © OEZA Auepi CTR CDCIIi I danni arrecati all'agricoltura da questo parassita non sono indifferenti, perchè molte piante sono attaccate quando sono gio- vani e muoiono prima ancora di cespire. # pertanto da consi- gliarsi una accurata disinfezione della semente. Sull’ efficacia dell’ interramento profondo delle stoppie non si hanno ancora dati sicuri. L. MONTEMARTINI. Rora-Rossi G. — Due nuove specie di micromiceti, parassite. (4/4 dell’Ist. Bot. di Pavia, Ser. II, Vol. 11, 1905, p. 307-308). L'Autore descrive due nuove specie di funghi parassiti, una dei salici (Coniothyrium salicicolum) e l’altra dei nespoli (Plyl- losticta mespilicola). Ambedue vivono sulle foglie e furono trovate a Palazzago in provincia di Bergamo; però non sono gravi i danni da esse arrecate. L. MONTEMARTINI. PARASSITI VEGETALI 69 Turconi M. — Nuovi micromiceti parassiti. (A//“ dell’ Ist. Bot. di Pavia, Ser. Il, Vol. 11, 1905, pag. 314-318). Sono descritte le seguenti nuove specie di funghi parassiti : Phyllosticta Phyllodendri, sulle foglie di Phyllodendron bipennatifidum. Cytosporella Cinnamomi, sulle foglie di Cinnamomum Bur- manni. Ascochyta Camphorae, sulle foglie di Camphora glanduli- fera. Colletotrichum Briosti, sulle foglie di Cinnamomum Bur- manni. Tutte furono rinvenute su piante vive nell’Orto Botanico di Pavia, le quali ne ebbero a soffrire danni visibili. L. MONTEMARTINI. SaLmon E. Cultural Esperiment with an Qidium on Evonymus japonicus L. (Esperienze di colture sull'Oidium dell’ Evo- nymus japonicus L.) (Annals mycolog., Bd. III, 1905, p. 1). L’Autore comunica che il micelio dell’ Oidium in parola spesso in Inghilterra sverna sulle foglie e riprende alla prima- vera la formazione dei conidiofori e dei conidi. Studiando poi come si presenta il fungo stesso in Europa e nel Giappene, con appropriate esperienze di coltura dimostra che la specie che cresce sull’ Evonymus japonicus non è identica alla Microsphaera Evonymi che vive sull’Ev. europaeus, mentre attacca invece facilmente l’ Ev. japonicus var. aureus, var. au- reus ovatus, var. microphyllus, var. Carrieri. Non può al con- trario vivere sull’ Ev. nanus, Ev. chinensis, Ev. americanus , Ev. Orixra, Celastrus scandens, C. auriculatus, Prunus lavro- CErasus. L. MONTEMARTINI, 70 PARASSITI VEGETALI PLowricHT CH. — Corticium (Peniophora) Chrysanthemi. (Traws. of. th. Brit. Mycol. Society, 1905, pag. 90-91 e una tavola). L’Autore descrive e figura una nuova specie di Corticzum (C. Chrysanthemi) che attacca la base dei fusti dei Crisantemi nei giardini. L. M. VocLino P. Contribuzione allo studio della Phyllactinia cory- lea (Pers.) Karsten. (Nuov. Giornale Bot. Italiano, 1905, pag. 313-327). La Phyllactinia corylea è una delle Erisifee più comuni, che vive parassita degli ontani, faggi, avellane, frassini, betulle, nespoli, biancospini, quercie, aceri, ecc. L’Autore ne descrive dettagliatamente il micelio, gli austori, i conidi ed i periteci, prendendo in considerazione speciale le così dette /inselzellen di Karsten che egli chiama ife epipecti- che e che sono destinate, insieme a peli rigidi caratteristici, a te- nere i periteci medesimi aderenti alle parti aeree dell’ ospite e quindi ad impedire la disgregazione invernale e facilitare l’ in- fezione primaverile. È da notarsi che, approfondendo le ricerche di Salmon sulla specializzazione delle Erisifee analoga a quella delle ruggini, l'Autore ha provato ad infettare foglie di carpino con ascopore germinanti provenienti da periteci su foglie di faggio, e vice- versa foglie di faggio con materiale sviluppato sul carpino. Nel- lun caso e nell’ altro l'infezione non è riuscita, mentre invece riusciva benissimo infettando le due specie di foglie con asco- spore provenienti da foglie ammalate della stessa specie. E 1’ a- dattamento ad una data matrice si osserva anche nei conidi, però per constatarlo in modo sicuro l'Autore sta istituendo prove su vasta scala all’ aperto. L, MONTEMARTINI, acta A.) PARASSITI ANIMALI TI EysseLL Ap. — Aédes cinereus Hoffmgg und Aédes leuco- PYgos n. sp. (Aedes cinereus e Aè. leucopygos) (Vereîns fur Naturkunde, Cassel 1902-1903, pag. 285). L’Autore nel dar notizia del nuovo culicide sopraindicato, ne figura il maschio e la femmina e ne confronta le parti con quelle della specie alla quale l ha riavvicinato, del Culex pi- + piens e degli Anopheles. G. DEL GuERCIO. FaARNETI R. — Intorno alla comparsa della Diaspis pentagona Targ. in Italia e alla sua origine. (444 de/l'Ist. Bot. di Pavia, Ser. II, Vol. 11, 1905, pag. 326-332). Contrariamente a quanto viene generalmente ammesso, 1’ Au- tore dimostra che la Diaspis pentagona è una specie indigena in Italia e non un insetto esotico importatovi nell’ ultimo ven- tennio del secolo scorso. Essa infatti venne descritta fin dal 1840 dal Bernardino Angelini nelle “ Memorie dell’ Accademia di A- gricoltura Commercio ed Arti di Verona , (Vol. XVI). E, se- condo l’Autore, accennano ad essa fin dal 1873 Jacopo Alberti e fin dal 1775 il Grisellini nel “ Giornale d’ Italia spettante all’ agricoltura e nell’opera “ Dell’ epidemica mortalità dei gelsi ,, commercio ,. Il fatto che tale cocciniglia è rimasta per lungo tempo quasi inavvertita e poi ad un tratto ha preso tanta estensione, è do- vuto probabilmente ad uno squilibrio prodottosi fra essa ed i suoi nemici o concorrenti. L’Autore sostiene anche che l'ipotesi della importazione della Diaspis da altre regioni non trova base in nessuno dei fatti noti che si riferiscono all’ introduzione recente di piante esotiche in Italia, o alla distribuzione ed esistenza del parassita fuori d’ Eu- ropa. L. MONTEMARTINI. 72 PARASSITI ANIMALI Foerster F. — Libellen von Tonkin (Libellule del Tonchino). (Wiener Entomologische Zeitung. , 1905, Heft. I und II, pag. 19). L’Autore con questa nota dà la descrizione dei seguenti ge- neri e specie nuove : 1. Heterogomphus naninus n. sp. 2. Toaeschna fontinalis gen. et sp. nov. e poche notizie . sull’H. Smithii Selys. G. DEL GUERCIO. Friese H. — Die Keulhornbienen Afrikas. Genus Ceratina (Hym.) (Le Ceratina dell’Africa). (Wiener Entomologische Zeitung., 1905, Heft. I, und II, pag. 1). L'Autore, premesse alcune considerazioni generali sulle specie africane del genere Cerazina, le divide in tre gruppi aventi a tipo rispettivamente la C. v2r/dis, la C. mucronata e la C. trun- cata, ne dà la chiave dicotomica e descrive fra le altre le se- guenti specie nuove : Ceratina nasalis, C. inermis, C. mucronata, ©. tibiatis, C. penicillata, C. lunata, C. lativentris, C. truncata, C. migri- ceps, C. labrosa, C. emarginata, C. Braunkana, C. opaca , €. sulcata, C. personata, C. elongata, C. minuta. G. DEL GUERCIO. Gopine F. W. e W. W. FroGGatt. — Monograph of the austra- lian Cicadidae (Monografia delle Cicale australiane). (/’r'ocee- dings of the Linnean Soctety of New South Wales, 1904- 1905, part. 3, pag. 561). Come dal titolo del lavoro, gli Autori si occupano delle ci- cale australiane, e, premessa una breve introduzione col disegno delle famiglie che compongono il sott’ordine degli Omotteri, di- PARASSITI ANIMALI 73 vidono i Cicadidi nelle sotto famiglie dei Cicadini (Cicadinae) e Tibicini (Tibiceninae), danno per ciascuna le notizie dei generi e delle specie, descrivendo quattro nuovi generi e quarantaquattro specie nuove. Il lavoro è illustrato con due tavole di figure in nero. G. DEL GUERCIO. HerRrERA L. — EI gusano de la naraja (La mosca degli aranci). (Boletin de la Comision de Parasitologia Agricola, México, T. II, 1905, pag. 307-448). Da parecchi anni gli aranci della repubblica del Messico e particolarmente quelli dello Stato di Morelos sono infestati da una larva che grandemente li danneggia, rendendoli incommer- ciabili, e la cui presenza ha dato forza ai protezionisti degli Stati Uniti d'America per chiedere misure proibitive. È la larva di un dittero, la Tyrypeta ludens I. D. B., la quale vive sull’ arancio dolce (uteitrusa aurantivm), non che sulla Mangifera indica e sulla Myrtpsidia pommifera, ed ha almeno quattro generazioni all'anno. Tale insetto, poichè non esiste in altri paesi e d’altra parte gli aranci non sono originari del Messico, era probabilmente parassita di altri frutti e si è adattato alle nuove piante. Nel volume di cui ci occupiamo, l'Autore ha raccolto tutte le notizie e relazioni ufficiali insieme a diversi studi e articoli di giornali, che riguardano il parassita in parola e che furono pubblicati in America dal 1895 in poi. Risulta da tali studi che la malattia non esiste in tutte le provincie della repubblica Mes- sicana donde si esportano gli agrumi, che anche dove esiste ed è stata molto diffusa (come nello Stato di Morelos) la si può combattere con mezzi molto pratici, che il parassita che la pro- voca non può adattarsi al clima degli Stati Uniti o del Nord del Messico, e che per conseguenza non vi è ragione alcuna di 74 PARASSITI ANIMALI impedire l'esportazione degli agrumi dal Messico, o tenerla lon- tana da qualsiasi altra regione. Come mezzo di cura si trova specialmente indicata la pu- lizia dell’agrumeto e la distruzione dei frutti colpiti, prima che le larve li abbandonino per penetrare nel terreno. È notevole che il sig. Barreda ha descritto una specie di insetto, l’ [nscra- tospilas rodibunda che è distruttrice della 7rypeta e grande collaboratrice dell’ uomo nella lotta contro questo parassita. L. MONTEMARTINI. RerrteR Epm. — Achta neue Coleopteren aus der paiaearktischen Fauna (Nuovi coleotteri della Fauna paleartica). (Wiener Entomologische Zeitung., 1905, Heft. III, IV, pag. 90). Fra i nuovi coleottori della fauna indicata l'Autore ricorda i seguenti : 1. Ablattaria subtriangula Reitter, raccolto nella Guadalupa, 2. Trichobyrrhulus Championi Reitter, raccolto nella Granja (Spagna), 3. Throscus Bachofeni Reitter, raccolto ad Askabad e Le- der (Transcaspiana), 4. Drasterius bimaculatus subsp. Wachsmanni, da Budapest, (o, Gonocephalwm Arisi, nel Transcaspio, 6. Vedemera virescens cupreomicaus, nel Tatra, 7. Agapanthia subnuda, nel Transcaspio, 8. Stylosomus Weberi, nel Transcaspio. G. DEL GUERCIO. Rostagno F. — Contributo allo studio della fauna romana. (B0//. della Soc. zoolog. ital., Ser. II, Vol. VI, fasc. I-II, p. 90. Roma, 1905). L'Autore dà i caratteri di una varietà della nota /ieris er- gane Hinn., indicandola col nome di Pieris ergane longoma- PARASSITI ANIMALI 75 culata, trovata in Oricola nell’ agosto del 1903; di una forma aberrante della Thecla ilicis (T. ilicis ab. alineata); e la notizia del ritrovamento del Biston graecarius var. fiorentina Stef., a Pietralata in una staccionata che circonda il terreno palustre. G. DEL GUERCIO. Sanpers J. G. — Coccidae of Ohios (Cocciniglie dell'Ohio). (Un versity Bulletin, S. 8, n. 17. - Dep. of. Zool. and Entom., n. 18). L'Autore, data ragione del suo lavoro sulle Cocciniglie di Ohio, ne enumera le specie, che sono 84, delle quali 27 vivono sopra piante coltivate nei tiepidari e le altre fuori. Per quanto il lavoro sia di indole puramente sistematica, contiene utili notizie sulle matrici di ogni specie, con un accenno alle deformazioni o al danno ai quali le piante sottostanno. Egli nota ad esempio che l’Orthezia insignis Douglas riesce una vera peste per le Lantana, i Chrysanthemum e le Verbena; che il Kermes pubescens Bogue è abbondantissimo nel parco della Mi- nerva sul Q. macrocarpa e sul Q. rubrum ; che la Gossyparia spuria o G. Ulmi Geoff. era causa di preoccupazione per la pra- tica negli Stati orientali ; che il Pseudococcus longispinus (Targ.) o Dactylopius longispinus Targioni, noto anche da noi, riesce molestissimo e difficile a combattersi per la massa cerosa che lo protegge e che solamente con irrorazioni a getto fortissimo si può sloggiare ; etc. G. DEL GUERCIO. ScHouteDEN H. — Neue Pentatomiden aus Afrika und Madagaskar, nebst synonymischen Bemerkungen (Nuovi Pentatomidi del l'Africa e Madagascar, con osservazioni di sinonimia) (Wze- ner Entomotogische Zeitung., 1905, Heft. I, und II, p. 51). Nella enumerazione dei nuovi Pentatomidi dell’Africa e del Madagascar l'Autore indica le seguenti specie nuove ; 76 BACTERI — PARASSITI ANIMALI [A Catacanthus Reuteri sp. n. 2. Nezara Emmerezi sp. n. d. ” SOror Sp. n. 4. s congo sp. n. 5. Dalsira albopunctata patlida v. n. 6. Storthogaster Junodi rikatlensis v. n. G. DEL GUERCIO, TrorTER A. — Sull'Acariasi della vite del Dott. H. Faes. (Gior- nale di Viticoltura ed Enologia, Avellino, 1905, Num. 15). L'Autore fa una critica severa del lavoro del Faes che noi abbiamo riassunto a pag. 52 di questa Rivista, e dimostra che le idee esposte dallo scrittore svizzero sui PRytoptus sono affatto insostenibili colle moderne cognizioni morfologiche e anatomiche che si hanno su questi acari. Pur ammettendo che la malattia della vite cui si riferisce il Faes sia diversa dal roncet o court-noué, non ritiene si debba menomamente accettare, sopra osservazioni tanto imperfettamente eseguite, l’ ipotesi essere l’erinosi e la nuova malattia prodotte dal medesimo agente patogeno : il Phytoptus Vitis. L. MONTEMARTINI. MartiRoLo 0. e Soave M. — Sui risultati ottenuti coll’ impiego dei bacteri Moore nella coltivazione dei piselli e del trifoglio. (Annali della R. Acc. di Agricoltura di Torino, 1905, Vo- lume XLVIII, 21 pagine). Gli Autori hanno provato ad infettare artificialmente semi di diverse Leguminose, o il terreno in cui essi venivano seminati, colle colture pure di bacteri dei tubercali radicali preparate e messe in commercio dall’americano Moore. p: | 4 È BACTERI — MALATTIE D' INDOLE INCERTA (61 Sperimentarono con diverse specie di terreni, sia vergini , cioè nei quali non avevano mai vegetato delle Leguminose così che si poteva ragionevolmente arguire la mancanza dei relativi bacteri, sia già precedentemente coltivati con piante di questa famiglia. Adoperarono dunque sabbia silicea di Po ben lavata, terra argillosa ricavata da un piano di fornace alla profondità di circa due metri dalla superficie del terreno circostante, e terra comune assoggettata alla solita rotazione agraria in Piemonte. Le infezioni furono fatte seguendo le istruzioni unite ai cam- pioni di bacteri Moore che vengono posti in commercio, e si fe- cero in certi casi seguire da diverse concimazioni. I risultati che se ne ebbero si possono riassumere così : i bacteri Moore hanno infinenza solamente nei terreni vergini, nei quali le Leguminose non trovano bacteri lasciati da vegetazioni precedenti ; l’associazione loro alla concimazione può quindi dare ottimi risultati solo la prima volta che si coltivano determinate Leguminose in un terreno. La concimazione minerale agisce con risultati migliori di quelli che si ottengono coi bacteri stessi. Per chi volesse ripetere le esperienze, gli Autori avvertono che lo sviluppo dei bacteri messi in commercio nel liquido di preparazione ha luogo soltanto ad una temperatura di circa 24° C. L. MONTEMARTINI. ScHirar M. — Supplemental notes on the fungus wich causes tha disease, so colled imochibyò of Oryza Sativa L. (Note sup- plementari sul fungo che è causa della malattia detta 2720- chi o brusone del riso). (Botanical Magazine, Volume XIX, N. 217, 1905, Giapponese). L’Autore è un micologo che fu uno dei primi a scrivere scientificamente un lavoro sulla malattia del riso detta %,20c4? (brusone) in Giappone. Egli pubblicava un rapporto nel 1896 MALATTIE D’ INDOLE INCERTA — FISIOPATOLOGIA 21 o) sulla stessa malattia, attribuendola ad un fungo che ha moltis- sima rassomiglianza con la Pir:cularia oryzae B. et C., riscon- trandone la sola differenza nella forma dei conidiofori. Dopo ulteriori ricerche egli pubblica questo lavoro nel quale viene alla conclusione che sopra il detto fungo concorda comple- tamente colla Dactylaria parasitans Cavara, sostenendo che la Piricularia oryzae non è altro fungo che la Dactylaria para- sitans, solo che la prima è forma anormale dalla seconda. Egli conclude che questo stesso fungo si trova nello stato di parassita sulle foglie del Zingiber mioga Rosc, ed anche che la Piricularia grisea che cresce sulle foglie del Panicum san- quinale L. è identica alla Piricularia oryzae, come già venne confermato da Miyabe, Kawakami ed Edeta. Per la storia della malattia 7w0chki, egli dice che la descri- zione di questa malattia si trova in un antico libro pubblicato nell’anno 1707. H. Nomura (Dal Giappone). Pavarino L. — Influenza della Plamospara viticola sull’ assorbi- mento delle sostanze minerali nelle foglie. (A/ti dell'Ist. Bot. di Pavia, Serie II, Vol. 11, 1905, pag. 310-314). Da un certo numero di analisi di ceneri di foglie di vite peronosporate e sane (prese della stessa età e vicine tra loro su una stessa pianta), l’Autore, confermando quanto già era stato dimostrato che le foglie ammalate contengono per unità di su- perficie una maggior quantità di sostanze minerali che non le sane, rileva che tale aumento totale di ceneri è dovuto all’ ac- cumulo delle sostanze più necessarie alla formazione delle so- stanze organiche complesse : fosforo, solfo e calcio. Il silicio e il sodio diminuiscono. Questo significa, secondo l'Autore, che l'aumento totale delle ceneri non è dovuto alla maggiore traspirazione delle foglie am- -1 We) FISIOPATOLOGIA malate ma alla diminuzione od arresto della funzione assimila- trice e conseguente mancata utilizzazione delle sostanze più utili che la pianta con potere elettivo assorbe nel terreno. E significa anche che il calcio deve essere considerato come una di tali sostanze più utili, non come semplice neutralizzatore dell'acido ossalico. Il potassio invece di aumentare diminuisce nelle foglie am- malate, e ciò potrebbe essere dovuto ad una speciale azione del parassita sui suoi sali. L. MONTEMARTINI. SaLmox E. S. — Preliminary note on an endophytic species of the Erysiphaceae (Nota preliminare su una Erisifea endo- fita). (Annales mycologici, Bd. II, 1905, pag. 82). Non tutte le Erisifee sono ectoparassite, cioè vivono paras- site delle piante ospiti cacciando nelle cellule epidermiche i loro austori. Già il Palla e lo Smith hanno descritti casì di /’/y/- lactinia e di Uncinula i cui miceli penetravano anche nei tes- suti interni della pianta ospite. Ora l'Autore trova un caso di Erysiphe taurica i cui conidiofori non provengono da un mi- celio superficiale ma derivano, attraverso gli stomi, da un mi- ‘celio profondo, che vegeta negli spazi intercellulari del tessuto interno. Nelle Phyllactinia i conidiofori provengono da micelio ex- tramatrice, mentre alcuni rami di questo penetrano attraverso gli stomi nei tessuti interni, come portatori di austori. L. MONTEMARTINI. o &—__—_——_ 80 NOTE PRATICHE NOTE PRATICHE Dalla Zeitschrift fiir Planzenkrankheiten, 1905: pa6. 250. — Il Dott. Hilmann comunica i risultati soddisfacenti da lui ottenuti nella lotta contro le piante infestanti colle irrorazioni con solu- zioni di solfato di rame o di solfato di ferro. Queste ultime sono preferi- bili perchè costano meno. Si adoperano soluzioni al 15 p. 100 e se ne ap- plicano da 400 a 500 litri per ettaro: i cereali non ne risentono alcun danno, il trifoglio soffre un poco ma poi si rimette. I trattamenti vanno fatti col tempo asciutto : se e è umido bisogna ag- giungere alla soluzione, poco tempo prima di applicarla, il 5 p. 100 di me- lassa. L.0m. Dal Progrès Agricole et Viticole, Montpellier, 1905 : pag. 252. — Contro la colatura della vite si consiglia la sfogliazione parziale. l. m. Dal Le Moniteur d’ Horticulture, 1905: pag. 152. — P. Noél contro la malattia rossa delle fragole prodotta dalla Stigmatea fragariae, dice di avere ottenuti buoni risultati con irro- razioni di poltiglia bordolese. Nelle colture forzate spesso hanno servito ad arrestare l’ invasione del parassita il succo di tabacco, il solfato di po- tassio, il fosfato d’ ammonio nelle proporzioni di 3 a 5 grammi per ogni litro di acqua. La concimazione con ingrasso umano favorisce 1’ estendersi della ma- lattia. lL. Mm. Dal Journal d’ Agriculture pratique, 1905 : Nr. 27. — P. Lesne consiglia contro la Tipula oleracea delle carote di inaffiare con acqua addizionata di solfocarbonato di potassio e di fare la- vori di drenaggio nel terreno. Contro la mosca delle carote (Psilomyia 0 Psila rosae) consiglia di rae- cogliere con precauzione le piante ammalate e metterle nell’acqua bollente, e di lavorare profondamente il terreno durante I° inverno. UE Dal Journal de la Société Nationale d’ Horticulture de Franca, Pa- ris, 1905: pag. 489. — Secondo Van Den Heede riesce facile liberarsi dalle for- miche versando un po’ di petrolio sui muri o sul terreno. Se ne pnò cat- turare una gran quantità ponendo sul terreno delle fiale inclinate piene di acqua zuccherata. CAINE Pavia — Tipografia e Legatoria Cooperativa — 1905. 1 LYSOFORM unico disinfettante energico e mon velenoso : il più perfetto deodorante : di grato odore: non macchia e non corrode. 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Abbonamento annuo L. 12 Coloro che non intendono abbonarsi sono pregati di respingere il presente fascicolo. Anno I. 31 ottobre 1905. Num. 6. Rivista di Patologia Vegetale DIRETTA DAL Dott. LurGir MONTEMARTINI ‘libero docente di Botanica nella R. Università di Pavia . Collaboratori : Prof. F. Cavara (Catania) - Prof. G. DeL GueRcIo (Firenze) - Dott. F. O’ B. ELLISon (Dublino) - Prof. A. KRroLopp (Magyar-Ovar - Ungheria) - Prof. O. Loew (Tokio) - M. Al- PINE (Melbourne - Australia) - Dott. E. Bessey (Washington). T——=—=—=== Indice del fascicolo N. 6. BuBÀKk Fr. E. KaBÀìr J. E. — _ Contribuzioni micologiche . Pag. 82 CLINTON G. P. — Le ustila- ginee o i carboni del Con- _ necticut : E DarkuHARA G.— Una malattia del riso nel Giappone Daveau J. — Gli effetti del freddo nel giardino delle piante . e ; 3 ; DupPoux A. — Il freddo a Can- nes : i i ATI gna Eriksson J. — È opportuno protrarre sempre il prin- cipio di un’azione organica internazionale nella lotta contro le malattie delle piante ? GanDARA ‘G. — La. distru- zione dei topi 7 GREEN W. E BALLON F. H. — Morte invernale dei peschi HALL (van) €. J. — Scopazzi sul cacao Ù È «HepGEocK G. G. — Una ma- lattia dei cavolfiori e dei cavoli dovuta alla Scleroti- nia E È ; È Tdem. — Una malattia del- l’Agave coltivata, dovuta ad un Colletotrichum » 83 83 84 84.! LewTon L. — Malattie della canna da zucchero e del cacao dovute a funghi Macias C. — Invasione di topi nella Cienega de Zacapi MacON W. T.— Malattie delle patate dovute ad insetti ed a funghi : ; MAssEE G. — Rogna dei Cactus MONTEMARTINI L. — Una ma- lattia delle tuberose dovuta alla Botrytis vulgaris Narpy père. — I danni pro- dotti dal freddo nella re- gione di Hyeres REITTER EpM. — Sulle specie di Sfenichnus dell’isola di Cipro SELBY A. D. — Malattie e cure del tabacco . SCHRENK (von) H. — Tumori formati per stimolo chimico Idem. — La Peronospora pa- rasitica sui cavolfiori TrirABOSCHI (i. — Sopra alcuni Ifomiceti del Mais guasto . Note pratiche. . » » 89 95 94 90 82 89 90 96 AT, Pi È Rivista di Patologia Vegetale ANNO 1. 31 ottobre 1905. Num. 6. Per tutto quanto concerne la Rivista dirigersi al Dott. Lur6r MONTEMARTINI - Laboratorio Crittogamico - Pavia. GENERALITÀ ——— LIBRARY NEW YORK Eriksson J. — Ist es wohibedacht den Beginn einer plianmassigen BOTANICAL è . . . i BEN. internationalen Arbeit zum Kampfe gegen die Pflanzenkran- TAR Kheiten noch immer aufzuschieben? (E opportuno protrarre sempre il principio di un’azione organica internazionale nella lotta contro le malattie delle piante ?) (Stockholm, 1905, 4 pagine). L’Autore prende argomento dal diffondersi in Europa della malattia americana dell’uva spina provocata dalla Sphaerotheca mors-uvae (Schwein.) Berk., per ricordare la rapida immigrazione già mostrata dalla Phyfophtora infestans delle patate, dall’ 0z- dium Tuckeri e dalla Peronospora viticola della vite, dalla Puccinia Malvacearum, ecc. Egli crede che se appena segnalati in Europa tali parassiti, si fossero prese delle misure contro il loro diffondersi prendendo di mira anche gli stabilimenti donde venivano le prime piante trovate infette, si sarebbero evitati grandi guai. E lamenta che dopo le discussioni fatte ai congressi internazionali di Vienna, Parigi e Roma non si sia mai comin- ciato a fare nulla. Nella Svezia, invece, appena apparve la nuova malattia, V Ac- © cademia Agraria ha pensato alla diffusione di istruzioni atte a riconoscerla ed a combatterla, ed il Governo ha proibito 1 in- «stroduzione di piante e di frutti di uva spina da paesi stranieri. 82 GENERALITÀ — MALATTIE D’'INDOLE FISIOLOGICA — PARASSITI VEGETALI L’ Autore conclude augurando che si venga ad un’ azione organica internazionale per la lotta contro le malattie delle piante e che uno stato europeo ne assuma con serietà ]’ iniziativa. L. MONTEMARTINI. ScHRENK (von) H. — Intumescences formed as a result of chemical stimulation (Tumori formati per stimolo chimico) (10° annual report of the Missouri Botanical Garden, 1905, pag. 125- 148, e tav. 25-31). Sulla pagina inferiore delle foglie delle piante di cavolfiore trattate coll ammoniuro di rame per preservarle dalla Perono- spora parasttica, si formarono dei piccoli tumori proprio in cor- rispondenza ai posti nei quali era rimasta pendente qualche goccia di soluzione. Tali formazioni apparvero sempre in pochi giorni dopo che la soluzione era evaporata. Esperienze successive mostrarono che goccioline piccolissime di simili composti di rame provocano sempre la formazione di tali tumori, goccie molto grosse uccidono invece i tessuti fogliari. Soluzioni di ammoniaca al 2°/, producono tumori come il car- bonato d’ammonio. Su altre piante non si osserva simile fenomeno, che è dovuto allo strato sottoepidermico del tessuto spugnoso e successivamente alle cellule degli strati più interni. K. A. BESSEY (WASHINGTON). Bupik Fr. und KapAr J. E. — Mykologische Beitràge. (Contri- buzioni micologiche) (Hedwigia, 1905, Bd. XLIV, p. 8350-58). Sono descritte le seguenti specie nuove di funghi parassiti rinvenute nel Tabor insieme a molte altre specie saprofite : 1. Phyllosticta coralliobola , sulle foglie vive di Typha latifolia, PARASSITI VEGETALI 83 2. Ph. perniciosa , sulle foglie vive di Acer Pseudopla- tanus, 5. Ascochyta bohemica, su foglie vive di Campanula Tra- chelium, 4. As. translucens, su foglie vive di Salix Caprea, D. Fusarium versiforme, su foglie vive di Funkia albo- marginata. L. MONTEMARTINI. CLINTON G. P. — Ustilagineae, or smuto of Connecticut. (Le Usti- laginee, o 1 carboni del Connecticut) (State of Connecticut Geological and Natural History Surveg Bulletin, 1905 , N. 15, pag. 1-45 e 55 figure). L’Autore descrive tutte le specie di Ustilaginee che si tro- vano nel Connecticut, dando figure di tutti i generi e quasi di tutte le specie. A. E. BessEy (WASHINGTON). Hact (van) C. J. — Witches' Broom disease of Cacao (Scopazzi sul Cacao) (West Indian Bulletin, Vol. 6, Nr. 1). Questa malattia è causa della ben nota ipertrofia volgar- mente chiamata scopa di strega o scopazzo, ma attacca anche i frutti annerendoli e indurendoli come sassi. Essa è dovuta al mi- celio di un fungo ad ife piuttosto grosse con contenuto granulare. Tale micelio si potè isolare in colture, ma non identificare per- chè non diede ancora organi fruttiferi. Per combattere la malattia sono consigliabili le potature combinate con irrorazioni. F. 0. B. ELLISON. 84 PARASSITI VEGETALI Hepeeock G. G. — A disease of Cauliflower and Cabbage caused by Sclerotinia. (Una malattia dei cavolfiori e dei cavoli do- vuta alla Sc/erotinia) (16° annual report of the Missouri Botanical Garden, 1905, pag. 149-151 e tav. 32-34). A St. Louis negli ultimi due anni si ebbe a lamentare un marciume molto diffuso dei cavolfiori e dei cavoli, e si vide che era dovuto alla Sclerotinia Libertiana Fckl. Essa fu isolata ed in opportuni mezzi di coltura se ne ottennero gli sclerozî, e, da questi, gli apoteci. Si potè anche riprodurre artificialmente la malattia coll’ inoculazione di ascospore od anche di semplice mi- celio puro in coltura. E. A. BESSEY (WASHIVGTON). Heparock G. G. — A disease of cultivated Agaves due to Col- letotrichum (Una malattia dell’agave coltivata, dovuta ad un Colletotrichuimn) (16° annual report of the Missouri Bota- nical Garden, 1905, pag. 153-156 e tav. 35-37). Sulle foglie di diverse specie di Agave, e cioè A. americana, . atrovirens, horrida, marmorata , potatorum, Utahensis, ecc., si presentano macchie circolari o elittiche, che vanno rapida- mente allargandosi danneggiando tutta la foglia. In tali macchie si trovano, disposti in cerchi concentrici, gli acervoli del Col letotrichum Agaves Cav., i cui conidi inoculati artificialmente riproducono la malattia. L'invasione e la diffusione del parassita vengono arrestate asportando le foglie ammalate e irrorando con poltiglia bor- dolese quelle ancora sane. ER. A. BessEy (WASHINGTON). PARASSITI VEGETALI 85 LewTtoxn L. — Fungoid diseases of Sagar Cane and Cacao. 7heo- broma cacao. (Malattie della canna da zucchero e del cacao dovute a funghi) (West Indian Bulletin, Vol. 6, N. 1, 1905). Nella conferenza di agricoltora tenutasi nel 1905 a Port of Spain (Trinitad) furono discussi i risultati ottenuti negli anni precedenti nella lotta contro le malattie della canna da zucchero e del cacao, e vennero dall’ Autore consigliati parecchi impor- tanti rimedì. La malattia della corteccia (rig-disease) della canna da zuc- chero fu causa di gravissime perdite pei piantatori delle Barbados, molti dei quali si videro costretti ad abbandonare la varietà Borbone che è sempre preferita. Tale malattia è dovuta alla Trichosphaeria Sacchari, fungo parassita di ferite, che per lo più invade le piante ospiti in corrispondenza alle soluzioni di continuità provocate da qualche insetto. Esso distrugge il paren- chima del fusto e ostruisce i vasi, arrestando la corrente traspi- ratoria e provocando l’ avvizzimento delle foglie. Le piante at- taccate non hanno valore perchè anche un attacco debole dimi- nuisce fortemente il raccolto in zucchero. Furono trovati efficaci i seguenti rimedî: distruzione di tutte le canne ammalate bruciandole non appena st mostrano in- fette, ed allontanamento di tutte quelle danneggiate da insetti ; coltivazione delle varietà più resistenti alla matattia, tra le quali è da indicarsi la * White transparent ,. La malattia detta dell’ananasso (pine-apple disease) è dovuta alla Thilariopsis ethraceticus, fungo che attacca e distrugge i giovani polloni. È un parassita di ferita, il quals si propaga per mezzo dei tagli terminali dei fusti. L’interno dei fusti attaccati è ripieno di una massa nerastra di ife e spore, la quale ha un forte odore di ananasso. La malattia non è dannosa nelle annate favorevoli alla vegetazione e quando l’ accrescimento è rapido ; quando invece il clima è asciutto provoca la morte di molti cespi. (0 0) (er) PARASSITI VEGETALI Bisogna adoperare cespi e barbatelle esenti dal male, e ba- gnare con poltiglia bordolese le superfici nude che possono ve- nire da esso attaccate. La malattia delle radici (7000 disease) è dovuta ad un Ba- sidiomicete (Marasmius Sacchari) che è pure frequente a Giava. Un’ altra specie (M. sen:ustus) attacca i banani nell’ India oc- cidentale. Tale malattia fu causa di perdite considerevoli alle Barbados: essa fa arricciare e seccare le foglie, le cui guaine restano sul fusto e si riempiono di micelio bianco con odore di muffa; le radici giovani crescono male e le loro estremità. di- ventano rosse e poi nere. Finalmente alla base dei culmi infetti compaiono i grossi corpi del Marasmius (Joat stools), di solito nelle giornate umide e nelle mattinate rugiadose. Questo fungo è un saprofita facoltativo e può crescere indefinitamente sui mon- coni delle canne da zucchero in deperimento, con poca aerazione e senza luce. Esso attacca le piante indirettamente, prima svi luppandosi sulle foglie e radici morte, e poi attaccando e distrug- gendo le estremità radicali in via di accrescimento. Si propaga per mezzo delle spore, ma specialmente per il micelio sotterraneo. Di fronte a questa malattia conviene isclare le piante am- malate con un fosso circolare che abbia almeno la profondità di 40 cm. e comprenda una 0 due fila di piante apparente mente sane. IL terreno nel quale si é manifestata l infezione non deve essere coltivato a zucchero almeno per due anni, sosti- tuendo, come pianta di rotazione, il cotone ed adoperando poi per i nuovi impianti dei cespi completamente sani. Una buona coltura ostacola la diffusione del parassita. Riguardo al Cacao, le malattie più importanti del fusto sono quelle descritte sotto i nomi di cancro, dovuta ad una Nectria, e di Die-back, dovuta alla Diplodia cacaoicola. La prima fu causa di gravi danni alla Trinità, Grenada, e Dominica. Si manifesta prima con un'abbondante trasudazione di gomma, in corrispondenza alla quale i tessuti diventano incolori PARASSITI VEGETALI ST e molli fin che il fusto muore. Siccome il fungo è parassita di ferita, bisogna curare tutte le ferite, sia accidentali, sia do- vute a potatura, sterilizzando i coltelli che si adoperano per tagliare, specialmente dopo avere potato piante ammalate. Tutte le ferite devono essere coperte di calrame. Bisogna asportare e distruggere le parti ammalate delle piante. Il Die-back è comunissimo in alcune isole. Comincia nei rami giovani e si estende ai più vecchi. Il fungo (Diplodia cucaoicola) è un saprofita e può vivere sul legno morto di cacao, per ciò deve essere rivolta ogni cura ai lavori di coltivazione e dre- naggio ; quest’ultimo è specialmente importante. Bisogna anche asportare e distruggere i rami ammalati coprendo le ferite con catrame. L’Autore descrive in seguito due malattie che colpiscono i frutti del cacao. Una è provocata della stessa Diplodia che si sviluppa sui rami, e si manifesta in forma di macchie circolari, brune, sui frutti che poi seccano. L’altra è dovuta ad una Ply tophtora il cui micelio bianco copre i frutti e produce conidî che cadendo sui frutti vicini propagano ad essi la malattia. 7 utile raccogliere e distruggere al più presto possibile tutti i frutti infetti, e difendere quelli ancora sani con irrorazioni a poltiglia bordolese. Questi trattamenti furono molto efficaci alla Trinità. L’ atmosfera umida e la mancanza di luce favori- scono lo sviluppo della malattia. La golpe (Thread Blight) fa fin'ora osservata solamente due volte nello Stato di Ford a S. Lucia e nello Stato Parseveranze vicino a Sangre Grande alla Trinità. L'Autore descrive due forme di questa malattia: una forma maligna e una blanda (MHorse- hair blight). Malattie simili si sono osservate a Ceyland sul The ed erano dovute allo St/bum nanum ed al Marasmius sar- mentosus, giudicati ambedue molto dannosi. Pel Cacao, secondo l Autore, la Thread-Blight è una delle malattie più pericolose, perchè fa morire le intiere piante ed è difficilissimo liberarsene. 88 PARASSITI VEGETALI Il parassita si presenta in forma di filamenti bruni, strettamente attaccati alla cortecia dalla quale non si possono staccare, irre- golarmente espansi e ramificati vicino alle foglie od alle gemme : queste ultime vengono spesso ricoperte da un micelio bianco, il quale si estende anche alle foglie, specie nella pagina inferiore, e le uccide apidamente. La Horse-hair blight rassomiglia ad un ciuffo di crini di cavalli, irregolarmente ramificati nei modi più varî, qualche volta aderenti alla corteccia. L’Autore descrive anche dettagliatamente i caratteri micro- croscopici del parassita, nonche il suo modo di nutrizione e di accrescimento, la sua probabile origine da alberi selvatici infetti e la sua propagazione per mezzo dei rami morti e specialmente delle foglie infette e cadute. Anche gli uccelli, adoperando i crini del l’ Horse-hair pei loro nidi, possono propagare la malat- tia da una pianta all’altra. L’ Autore consiglia potatura abbondante e l uso della se- quente miscela: 3 chili di calce spenta, un chilo di zolfo e 50 litri di acqua, da mescolarsi fin che la poltiglia diventa di colore aranciato e con un forte odore di uova fracide. Se ne fanno pennellature sulle parti infette. Il fungo che è causa di questa malattia non fu fin’ora iden- tificato perchè non se ne videro ancora gli organi di riprodu- zione ; l'Autore crede però si tratti di un Basidiomicete. Insiste sui gravi danni che possono venire dal trascurare questa malat- tia che una volta si sia diffusa non può essere combattuta che con grandi difficoltà. F. O’. B. ELLISON. MasseE G. — Cactus scab (Rogna dei Cactus) (Gardener Chro- nicle, 12 August 1905). x Questa malattia è conosciuta da molto tempo, ma poichè il fungo non fu mai osservato in condizioni ben determinate esso PARASSITI VEGETALI 89 non fu ancora identificato. Recentemente però A. Worseley lo raccolse sui frutti di Phy/ ocactus e lo identificò colla Diplodia Opuntiae di Saccardo osservata già sull’ Opuntia nana nell I talia settentrionale. La malattia si presenta con macchie nerastre strette, po- rose, che prendono presto un’ estensione considerevole e in cor- rispondenza alle quali i tessuti si scolorano. Il micelio si loca- lizza ed ogni macchia proviene da un’ infezione distinta. La pro- pagazione del parassita avviene probabilmente anche per mezzo di piccoli conidî secondarî i quali però non furono ancora visti. L’ Autore dà molte figure del fungo e degli organi am- malati. F. O”. B. ELLISON. MoxrteMARTINI L. — Una malattia delle Tuberose (Polianthes tuberosa L.) dovuta alla Botrytis vulgaris Fr. (Atti del- PIst. Bot. di Pavia, Ser. II, Vol. XI, 1905, pag. 297-296). I casi in cui la Botrytis vulgaris e qualche specie affine attaccano da vere parassite le piante vive sono parecchi. Oltre quelli già noti, merita essere rilevato che possono venire attac- cate, specialmente in ambiente un po’ umido, anche le tuberose, i cui scapi fiorali sono invasi fin nelle parti più profonde dal micelio della Botrylis vulgaris, subendone gravissimi danni. L. MONTEMARTINI. ScHRENK (von) H. — On the occurrence of Peronospora parasitica on Cauliflower. (La Peronospora parasitica sui cavolfiori) (16 annual report of the Missouri Botanical Garden, 1905, pag. 121-128, e tav. 22-28). Benchè abbondantissima su alcune cerucifere di questa re- gione, la Peronospora parasitica non era mai stata osservata sui cavolfiori fino all’ inverno del 1903 in cui attaccò le piante 90 PARASSITI VEGETALI di una serra, infettando quasi tutte le foglie tanto giovani che vecchie. Sono consigliabili contro di essa soluzioni di solfato di rame, di carbonato di rame, di solfito di potassio aggiunte a colla di pesce per renderle aderenti alle foglie. E. A. Bressey (WASHINGTON). SeLpy A. D. — Tabacco diseases and tabacco breeding (Malattie e cure del tabacco) (Bulletin of the Ohio Agricult. Eape- riment Station, N. 156, pag. 87-117 e tavole I-VIII). Il male del mosaico è frequentissimo in molti campi a ta- bacco dell’ Ohio. Per provare sperimentalmente la trasmissibilità di questa malattia per contatto, si toccarono 200 piante sane dopo avere avuto tra le mani molte piante ammalate e si vide che in un mese il 68,6 per cento delle piante così trattate mo- strarono la malattia, mentre delle piante di controllo (non toc- cate) si ammalò solamente il 4,8 per cento. La Thielaria basicola Zopf si mostrò dannosissima alle piante giovani in parecchi vivai. Anche la Rhizoctonia fu dannosa, ed in certe località lo fu pure V Orobanche ramosa L. E. A. BESSEY ( WASHINGTON). Trraposcni O. -— Sopra alcuni Ifomiceti del Mais guasto. (Annali di Botanica , Roma, 1905, Vol. II, pag. 137-168, e una tavola). L’Autore studia gli Ifomiceti che vivono sul maîs guasto, alterandolo e comunicandogli le sostanze velenose che sono ri- tenute causa della pellagra. Secondo lui, le specie descritte sotto i nomi di Vospora can- didula Sace., 0. hyalinula Sace. e 0. dubiosa (Speg.) Sace. et Vogl. non sono che forme della 0. verticillioides Sace. L'Autore studia anche l’Aspergillus niger, A. varians, A. fumigatus, A. flavus e 11 Penicillium glaucum. L. MONTEMARTINI. Me PARASSITI VEGETALI ED ANIMALI 91 Macon W. T. — Insect et fungous diseases of the Potato (Malat- tie delle patate dovute ad insetti ed a funghi) (Bulletin 49 of the Departement of Agriculture, Ottawa, Canada, 1905). L’ Autore descrive il battipalo e i suoi costumi e dimostra la necessità di ricorrere a misure preventive per frenare ]’esten- dersi del male. Ciò si deve fare possibilmente prima che si mo- stri attaccato il fogliame, così da snidare i vecchi insetti prima che abbiano deposto le uova. Sono indicatissimi i trattamenti col verde di Parigi e sono necessarie diverse irrorazioni per- che le ova non si aprono tutte nelle stesso tempo. — La mi- scela di verde di Parigi da adoperarsi st prepara con due grammi di verde e uno di calce in due litri di acqua. La calce è necessaria per neutralizzare l’effetto dell’arsenico sulle foglie. Si possono anche applicare solforazioni con una parte di verde di Parigi e cinquanta di calce spenta, da applicarsi quando le foglie sono umide specialmente per la rugiada. È pure buono il Bug Death nella proporzione di un chilogrammo in venti litri di acqua, ma è più costoso. Lo stesso dicasi dell’ arsenicato di piombo. La pulce dei cocomeri (Epitrix cocomeris) arreca molte volte danni considerevoli ed essendo piccola, spesso non è veduta. Essa fa dei piccoli fori nelle foglie e distrugge il raccolto. L’Au- tore descrive questa specie e dice che nelle stagioni calde e asciutte essa è uno dei nemici più temibili delle patate e fu causa di perdite considerevoli in Vanconver e Ontario. /l 7- medio migli re per combatterla è dato da una miscela di pol- tiglia bordolese e di verde di Parigi. Le foglie di patata attaccate da questo insetto sono più fa- cilmente invase dall’A/lernaria Solani e dalla Phytophtora in- festans. Il seccume primaverile (early blight, detto anche leaf-spol) delle patate è dovuto all’ A/ternaria Solani. Questa non è causa di putrefazione dei tuberi, ma appare di solito in luglio e pro- po) DO TARASSITI VEGETALI ED ANIMALI voca la fine prematura della vegetazione. IL’ Autore descrive i caratteri della malattia ed i danni da essa prodotti, e dimostra che si diffonde per mezzo di spore e sverna dentro gli steli morti. La si combatte irrorando le piante con poltiglia bordolese dal luglio fino alla fine della vegetazione e distruggendo gli steli delle piante anmmalate. La cura deve essere preventiva. Il seccume autunnale (late blight, detto anche semplicemente rot) è dovuto alla Phytophtora infestans, di cui V Autore de- scrive i caratteri ed il modo di propagarsi. Consiglia come mezzi preventivi di cura, di coltivare le piante in linee alte e ben disposte in modo da allontanare le acque di pioggia e le spore dai tuberi, e di praticare irrorazioni con poltiglia bordolese dal luglio al settembre. Vi sono varietà che presentano una certa resistenza a questa malattia. Il seccume apicale (##p dura) è una malattia della punta o del margine delle foglie ed è dovuta ad una perdita di vigore nelle piante, per la stagione troppo calda e secca o per deficienza di coltura. Le foglie colpite da questa malattia sono spesso at- taccate anche dall’ A/ternaria. Il rimedio migliore sta in una buona coltivazione, La scabbia delle patate, dovuta all’Oospora scabies Thaxter, danneggia lo sviluppo dei tuberi e ne deturpa l'aspetto. Essa è più dannosa nei terreni alcalini e in quelli molto concimati con residui di aia, per conseguenza la calce e le ceneri ne favori scono la diffusione. I tuberi che non si ammalarono fuori pos- sono venire infettati anche nei magazzeni se sono messi insieme a tuberi infetti. Le spore del fungo possono vivere nel suolo per sel 0 sette anni. Per liberarsene, occorre tenere i tuberi che si adoperano per piantare immersi per due ore in una soluzione di 50 cen- timetri cubi di formaldeide in 15 litri di acqua, oppure per un'ora e mezzo in una soluzione di sei grammi di sublimato corrosivo in sette litri. La stessa soluzione può essere adoperata A x r, ; A PARASSIT[ VEGETALI ED ANIMALI 93 parecchie volte. È consigliabile anche l’uso di cloruro di po- tassio, solfato di potassio e nitrato di sodio come concime. E sono utili pure il gesso e il sale comune. Anche per questa ma- lattia vi sono certe varietà più resistenit delle altre. F. O. B. ELLISON. Darkunara G. — A disease of rice in fapan. (Una malattia del riso nel Giappone) (/eport to the J. Governement of Japan, 1905). Una grave malattia del riso è causa di molti danni e di serie apprensioni nella parte meridionale e sud-occidentale della grande isola del Giappone. Essa fu studiata da molti autori e specialmente da G. Daikuhara e da K. Aso, i quali scrissero su di essa, in lingua giapponese, estesi rapporti al governo del paese. Da una relazione di Daikuhara si deducono le seguenti os- servazioni : La malattia è dovuta ad un insetto del gruppo degli Emit- teri, la Selenophares cincticeps, della famiglia delle /assidae. Tale insetto fa una puntura sull’apice di accrescimento e questo muore : si provoca così la formazione di nuovi culmi, ma anche il loro apice vegetativo viene nello stesso modo ucciso, fin che se ne sviluppa uno molto robusto il quale però produce molte foglie e pochissimi o nessun fiore. La malattia infierisce specialmente nel distretto di Kyoto a Shizuoka, mentre non è osservata nelle vicinanze di Tokyo dove si trova il medesimo insetto, ma incapace a produrre i danni di cui è causa altrove. Se si inietta il succo di una pianta ammalata in una sana, quest’ ultima non°si ammala; non è dunque probabile che la ma- lattia sia dovuta ad inoculazione di bacterî fatta dall’ insetto. O. . Loew (TOKYO). 94 PARASSITI ANIMALI Ganpara G. — La destruction de las ratas (La distruzione dei topi) (Comision de Parasitologia Agricola, Mexico, 1905, (e i "Ir 19 pagine e molte figure). L’ Autore ricorda i danni considerevoli che possono arrecare questi roditori ai campi e alle case, e descrive alcuni dei prin- cipali mezzi che si possono usare per combatterli : trappole, av- velenamento (diversi preparati velenosi), asfissia (col solfuro di carbonio), iniezioni con virus contagioso. L. MONTEMARTINI. Macras C. — invasion de ratas maiceras en Cienega de Zacapù, Michoacan. (Invasione di topi nella Cienega de Zacapu) (Comisiòn de Parasitologia Agricola, Mexico, 1905, 23 pa- gine e parecchie figure). L'Autore parla dei danni avutisi da un’ invasione di questi animali e dei procedimenti adottati per combatterli : Virus con- tagioso (bacillo di Danysz); disseminazione di preparati velenosi (con stricnina e fuchsina); caccia diretta con trappole, aghi, ecc. L. MONTEMARTINI. Rerrrer Epm. — Ueber die Stenichnus Arten von der Inseì Cypern (Sulle specie di Stenichnus dell’isola di Cipro). (Wiener Intomologische Zeittung, 1905, Heft. III, IV, pag. 98). Nel genere sapraindicato l'Autore ha stabilito il nuovo sot- togenere Scylmaenichnus, al quale ha riferito poi le specie rac- colte, di cui sono nuove le seguenti : 1. Scydmaenichnus Fossifrons Reitter, 2. S. Cecconi Reitter. G. DEL GUERCIO. RR AGENTI ATMOSFERICI 95 Daveau J. — Les effects du froid au jardin des plantes. (Gli ef- fetti del freddo al giardino delle piante) (Annales de la Soc. d’ Horticulture et d’ Hist. Natur. de l’ Herault, 1905, SERIE: 37, pag. 69-71). NarpyY pere. — Les deégats causés par le froid dans la région Hiréroise. (I danni prodotti dal freddo nella regione di Hyeres) {abidem, pag. (1-74). Dupovx A. — Le froid a Cannes. (Il freddo a Cannes) (1didem, pag. 75-76). Sono dati statistici raccolti dalla Società di Orticoltura del- l Herault sopra i danni prodotti dal freddo dell’ ultimo inverno alle piante ornamentali, specialmente nella Riviera Mediterranea. Vengono elencate le specie e le varietà meno resistenti e quelle che ebbero a subire danni minori, non che quelle per le quali è consigliabile un certo riparo durante l’ inverno. Però i dati raccolti sono ancora pochi e la Società altri ne attende per venire a conclusioni più sicure. L. MONTEMARTINI. GreEN W. J. and Barrow F. H. — Winterkilling of peach trees. (Morte invernale dei peschi) (Bulletin of the Ohio Agricult. Experiment Station, Nr. 157, pag. 115-138 e fig. 1-9). Nell inverno 1903-904 in quasi tutti i frutteti della regione Lake Eric i peschi morirono per la temperatura eccessivamente fredda. Si osservò però che quasi senza eccezione i frutteti più danneggiati furono quelli con vegetazione meno rigogliosa. Dove l’arricciamento delle foglie o altra malattia aveva indebolito le piante, o il suolo non era stato concimatò nè lavorato, i peschi morirono ; dove invece avevano meno infierito le malattie, ed il suolo era stato lavorato e concimato, le piante soffrirono meno. E. A. BEessEY (WASHINGTON). CF Pa. © tea wi l'eleo i E a I. € PE UR 7a |M tua Ù a 4 96 NOTE PRATICHE NOTE PRATICHE Dall’ Agricoltura Salentina, 1905, Nr. 10: Il Prof. F. Vallese consiglia di tentare contro la Dematophora necatrix dei fichi (causa del marciume 0 mal bianco delle radici) lo stesso rimedio che il Prof. Ruggieri ha trovato efficace contro la stessa Dematophora quando attacca le radici delle viti: iniezioni di solfuro di carbonio nel terreno (30 gr. per metro quadrato». Ricorda anche i rimedî proposti dal Prof. Savastano: distruzione diligente delle piante ammalate o morte, di- sinfezioue del terreno, scelta accurata delle talee e polloni che devono pro- venire da località affatto immuni dal male. Per distruggere i licheni sui tronchi, lo stesso autore consiglia la mi- scela Del Guercio, composta di litri 10 di olio di catrame, kg. 5 di soda e litri 90 di acqua. E finalmente contro il rodilegno, l’apate e l’ipobaro del fico, consiglia abbondante potatura con distruzione dei rami infetti; L. m. Dall’ Agricoltura Subalpina, 1905, Nr. 14-15. Per la rapida cura delle viti nei vigneti molto grandi o oppartenenti a proprietarî consociati, il Dott. G. Lissone spiega i vantaggi che si possono avere colla nuova irroratrice Vermorel-Martinotti. l. Mm Dal Corriere del Villaggio, 1905. pag. 349. — Per liberare i magazzini di frumento dal punteruolo, si consiglia l’uso del solfuro di carbonio, pel quale basta coprire i mucchi con copertoni, il cui orlo viene fissato e chiuso con terra bagnata. Si può an- che paleggiare e ventilare bene il frumento, oppure spargere sul pavimento uno straterello di piretro fresco, coprirlo con un foglio di carta e sopra ammucchiarvi il frumento a strato non molto spesso. Serve anche il fumo di solfo, ma per questo è indispensabile chiudere ermeticamente il granaio. lm. Pavia — Tipografia e Legatoria Cooperativa — 1905. unico. disinfettante energico e non velenoso: «il più perfetto deodorante : È di grato odore: non macclria e non “corrode. “Adottato da molti Comuni ed Ospedali, Sta- bilimenti pubblici e privati: il solo scelto per la disinfezione. generale. dell’ Esposizione di. Milano | del 1906. | Ottimo nell’igiene pubblica Prezioso nell’igiene privata. Libera le piante dai pidocchi e dai funghi pa- rassiti:. indicatissimo per la cura delle piante da appartamento e da giardino, nonchè di quelle col- “turali. È di facile applicazione e di provata efficacia e serve pure egregiamente per la disinfezione delle stalle, dei porcili, dei pollai. È: il miglior rimedio coniro l’Afta Epi- :.zootica ed altre malattie dei bovini, dei cavalli, dei cani e di tutti gli animali in genere. Vendesi da Droghieri e Farmacisti. Chiedere schiarimenti a LYSOFORM - Milano. Un medico risponde a lutte le domande. | | i La RIVISTA DI PATOLOGIA VEGETALE uscirà ogni 15 giorni in fascicoli di 16 pagine con copertina, completati alla fine di ogni annata da indici alfabetici e per materia per il pronto rinvenimento delle piante e delle malattie studiate. Abbonamento annuo L. 12 Coloro che non intendono abbonarsi sono pregati di respingere il presente fascicolo. Anno I. 10 novembre 1905. Num. 7. ‘Rivista di Patologia Vegetale DIRETTA DAL Port. Luigi MONTEMARTINI libero docente di Botanica nella R. Università di Pavia KOSTLAN À. Collaboratori: Prof. F. Cavara (Catania) - Prof. G. DeL GuERCIO (Firenze) - Dott. F. O’ B. ELLISON (Dublino) - Prof. A. KRroLopp (Magyar-Ovar - Ungheria) - Prof. 0. Loew (Tokio) - M. Al- PINE (Melbourne - Australia) - Dott. E. Bessey (Washington). Indice del fascicolo N. 7. BriIosIi G. e Cavara F. — I funghi parassiti delle pian- te coltivate ed utili FARNETI R. — Erpete furfurea ‘delle pere FREEMAN E. — Malattie delle piante del Minnesota . GIRERD F. — Il marciume de- gli acini e gli ibridi diretti GRAEFFE E. — Le.due nuove specie di Cyrips e le loro valle HartER L. L. — Variabilità delle ‘differenti varietà di grano nel resistere ai sali tossici HENRY E. — Recenti invasioni di insetti forestali in Lore- «na e mezzi per combatterli KEEBAHN H. — Una nuova ma- lattia delle Syringa dovuta a un fungo . — N Colletotri- chum Orthianum n. sp. Stu- dio biologico » » . Pag. 101 103 97 103 107 98 107 104 105 LAWRENCE W. H. — Le Erisi- facee di Washington . LIpINGER L. — Sopra alcuni coccidi delle conifere . NEGER F. V. — Nuove osser- vazioni sopra alcuni funghi parassiti delle piante le- gnose PAMMEL L. H. — I funghi del ginepro e la ruggine del melo PoscH K, — Protezione delle piante agrarie in Ungheria Ravaz L. e Roos L.— Il row- geot della vite Roucier L. — La colatura e la selezione degli innesti . ScHIFF-GIORGINI L. — Ricerche sulla tubercolosi dell’ olivo SmirtH E. E. — Alcune osser- zioni sulla biologia dei mi- croorganismi dei tubercoli dell’olivo Note pratiche . ————r0re-@o-. » » » » » . Pag.105 109 106 106 98 99 100 109 111 113 Rivista di Patologia Vegetale ANNO 1. 10 novembre 1905. Num. 7. Per tutto quanto concerne la Rivista dirigersi al DorT. Luci MONTEMARTINI - Laboratorio Crittogamico - Pavia. GENERALITÀ FREEMAN E. M. — Minnesota plant diseases (Malattie delle piante del Minnesota) (feport of the Survey. Botanical Series. V. p. 1432 e 212 incisioni. S. Paul Minnesota, 1905). Questo libro dà la descrizione popolare delle malattie delle piante del Minnesota e dintorni dovute a funghi. Esso è diviso in due parti. Nella prima si fa della micologia in generale e si espone la struttura dei funghi, il loro modo di vita, la riproduzione, la distribuzione, l’ habitat, H parassitismo, gli effetti sugli ospiti animali o vegetali, ecc. Chiude un breve cenno sui principali gruppi di funghi e sui metodi per combat- terli. La seconda parte è dedicata alle malattie delle diverse piante raggruppate nell'ordine seguente : malattie delle piante forestali, malattie delle piante foraggiere ed erbacee, malattie delle piante ornamentali, malattie delle piante da frutto e degli ortaggi, ma- lattie delle piante spontanee selvatiche. Per ogni malattia sono dati, se noti, i rimedi. Dappertutto si evitano, per quanto è possibile, i vocaboli tecnici. Le figure sono quasi tutte originali. A. E. BessEy (WASHINGTON). 98 GENERALITÀ — MALATTIE D’INDOLE FISIOLOGICA Poscn K. — Magyar gazdasagi nòvenyvéedelen (Protezione delle piante agrarie in Ungheria). (Grinad, 1905). Sotto questo titolo l'Autore ha fondato una rivista mensile collo scopo di volgarizzare le nozioni più generalmente utili di patologia vegetale. Vi sono descritte tutte le malattie delle nostre piante coltivate, e coloro che si interessano della lotta contro i parassiti animali o vegetali vi trovano indicazioni preziose e molti consigli pratici. Questa rivista mensile è la prima che si pubblica in Un- gheria e che si occupa esclusivamente delle malattie delle piante. A. KroLopp (Budapest). Harter L. L. — The variability of wheat varieties in resistance to toxic salts (Variabilità delle differenti varietà di grano nel resistere ai sali tossici). (V/. S. Department of Agricul- ture - Bureau of Plant Industry, Bull. N. 79, p. 1-48, 1905). L'Autore prova la resistenza dei semi di nove diverse va- rietà di frumento (comprese due varietà di 77{2cum durum) @ soluzioni di solfato di magnesio, cloruro di magnesio, carbonato di sodio, bicarbonato di sodio, solfato di sodio e cloruro di sodio, i sali che costituiscono i così detti «/cali nei terreni alcalini. Essi sono progressivamente meno dannosi nell’ordine in cui furono scritti: il solfato di magnesio è il più dannoso, il cloruro di sodio il meno; i gradi di diluizione ai quali essi uccidono in 24 ore la punta di una radice sono i seguenti: pel solfato di magnesio 0,00786; pel cloruro di magnesio 0,0093; pel carbo- nato di sodio 0,0109; pel bicarbonato di sodio 0,0260; pel sol- fato di sodio 0,0483, e pel cloruro di sodio 0,0542. E le diverse varietà studiate si comportano in modo diverso, tanto che i dati sopra riportati rappresentano solamente una media. Certe varietà MALATTIE D’'INDOLE FISIOLOGICA 99 però sono resistentissime ad alcuni sali, scostandosi di molto dalla resistenza delle altre. Lo studio delle diverse varietà in colture liquide può ser- vire di prova preliminare prima di seminare il frumento in questo o in quel terreno alcalino, poichè quando si conosca il sale pel quale una varietà presenta la massima resistenza, se ne deduce la qualità di terreno cui essa è meglio adattata. E. A. Bressey (Washington). Ravaz L. et Roos L. — Le rougeot de la vigne (Il »_ugeot della vite). (Le progrées ag'icole et viticole, Montpellier, 1905, N. 39 e 40 e una tavola colorata). Questa malattia della vite, descritta per la prima volta dal Marès e caratterizzata dalla colorazione rossa che assumono le foglie, fu volta a volta attribuita a cause diverse. Il Marès osservò che compare spesso e si diffonde come con- seguenza dell’ Odin ; il Caumont-Bréon , il Thiebaud de Ber- naud ed altri la attribuirono a cause meteoriche e precisamente a bruschi cambiamenti di temperatura o di umidità; Prillieux e Delacroix la considerarono come un effetto dell’ Mrobasidiun Vitis; Renault pensò potesse presentarsi anche come effetto del metodo di legatura quando una cattiva riunione dei tralci porta con sè mancanza di aria e di luce. Gli Autori ricordano qui altri casi in cui il r0ugeof si pre- senta in relazione con altre cause. Esso infatti può venire in seguito a uno scoppio di fulmine; può presentarsi parzialmente quando si taglia una nervatura fo- gliare e precisamente nella porzione di lembo che sta al disopra della ferita ; si localizza intorno alle parti infette di peronospora, o di antracnosi, o di 0Ozidium ; viene come conseguenza di inci- sioni annulari o di schiacciamento dei rami o del fusto prati- cate sia artificialmente, sia da insetti parassiti; lo si può otte- 100 MALATTIE D' INDOLE FISIOLOGICA nere modificando bruscamente le condizioni nelle quali cresce la pianta, oppure anche con una sommersione abbastanza lunga. Si danno però anche dei casì nei quali le viti arrossate non mostrano alcuna traccia nè di incisioni, nè di insetti, nè di crit- togame ; nè è possibile attribuire il loro arrossamento ad alcuna delle cause finora note. Per questi casi gli Autori hanno fatto l’analisi chimica delle foglie ammalate e la confrontarono con quella delle sane. Dalle loro osservazioni risultò che nelle prime si trovano in maggiore quantità gli idrati di carbonio, mentre invece sono scarsi i sali di calcio, e poichè questi ultimi hanno una grande importanza nella circolazione dei primi, pensarono che la causa del male sia appunto la mancanza del calcio la quale avrebbe le stesse con- seguenze di una incisione annulare : l’ arresto della circolazione degli idrati di carbonio, la loro accumulazione e la conseguente formazione di antocianina. Se la mancanza di calcio nelle foglie sia dovuta a mancanza di sali assimilabili nel terreno, o a una alterazione delle fun- zioni radicali, non è possibile per ora giudicare. Non si hanno esperienze intese a provare quale effetto abbia sulle viti colpite da rougeot V uso di sali solubili di calcio; si è però visto che riescono efficaci le concimazioni con sali di potassio , spectal- mente con clo uro di potassio. Se i sali di potassio agiscano mobilizzando una certa quan- tità di sali calcari che si trovano nel terreno, o modificando la attività fisiologica delle radici e della pianta, rimane ancora @ sapersi. L. MONTEMARTINI. Rovcier L. — La coulure et la sélection des greffons (La cola- tura e la selezione degli innesti). (Ze progres agricole et viticole, Montpellier, 1905, pag. 337-339). Uno dei vitigni che vanno più soggetti alla colatura, in x Francia, è il Gamay. MALATTIE D’ INDOLE FISIOLOGICA — PARASSITI VEGETALI 101 Secondo l’ Autore il fenomeno è molte volte dovuto ad un eccesso di vigore e ad una concimazione troppo intensa, e si presenta specialmente quando il suolo contiene una proporzione assai forte di azoto: la ricchezza di elementi minerali (fosforo, potassio e calcio) non provocano la colatura, anzi favoriscono un’ abbondante fruttificazione. Può avere influenza anche la natura del portainnesto e per esempio, se l’ innesto del Gamay sulla Riparia non si eraurisse presto in causa della poco affinità dei due vitigni (al che si può in parte rimediare con opportuni sistemi di potatura), esso sa- rebbe indicatissimo per ovviare alla colatura. Ma per evitare questa malattia è importantissimo , secondo l’ Autore, tener conto delle qualità ereditarie delle viti che si moltiplicano, prendendo i tralci-innesto unicamente da piante madri le quali almeno per tre annate consecutive abbiano dato frutti abbondanti e si trovino a vegetare in un terreno ricco di nutrimento minerale. Una accurata selezione in questo senso ha dato ottimi ri- sultati ai viticultori del Beaujolais e del Màconnais. L. MONTEMARTINI. Briosi G: e Cavara F. — I funghi parassiti delle piante coltivate ed utili. Fascicolo XVI (Pavia, 1905). Nel XVI fascicolo di questa interessante e pratica pubbli- cazione sono raccolte (in esemplerî secchi), figurate e descritte le seguenti 25 specie di funghi parassiti : 1. Ustilago hypodytes sul Lygewm Spartum, sato in Sar- degna per la confezione di funi per marinai. 2. Uromyces Valerianae , causa della ruggine delle Vale- riana. 102 PARASSITI VEGETALI Puccinia Taraxraci, nel Tararacum vulgaris. o go Chrysomyra albida, sul Rubus fruticosus. 5. Aecidium Grossulariae, causa della ruggine del ribes. 6. Erysiphe Montagnei, che attacca molte composite. (. Trabutia quercina delle quercie. 8. Pleosphaerulina Briosiana, che fu causa di gravi danni ai medicai nelle provincie di Udine e di Pavia. 9. Auerswwaldia Chamaeropis, che si sviluppa sulle foglie della palma di S. Pietro martire. 10. Botrytis vulgaris, parassita dei bocciuoli delle rose. 11. Ovularia obliqua, sulle foglie di diversi Rwmner. 12. RamulariaValerianae, su diverse Valeriana. 13. Cercospora Frarini, dei frassini. 14. Fusarium lateritium , forma conidica della Gibberella moricola e causa del così detto avrvizzimento dei germogli del gelso. 15. Phyllosticta calaritana, specie nuova parassita delle foglie del carrubo. 16. Phylloslicta Violae, che cresce sulla viola mammola. 17. Coniothyrium Duméci, specie nuova, parassita delle fo- glie del ranno. 18. Septoria Ribis, sulle foglie di ribes. 19. Septoria silvicola degli anemoni. 20. Gloesporiuvm Evonymi, specie nuova, che attacca le fo- glie di evonimo. 21. Glocosporiwm Muehtembeckiae , altra specie nuova, che vive sui cladodî di Muehlembeckia platyclados. 22. Gloeosporivm tineum, parassita del lauro tino. 23. Melanconium Sacchari, parassita della canna da zuc- chero a Cuba. 24. Cylindrosporium Pollaccii, sulle foglie di Ilex furcata. 25. Pyggotia Frarini, sul Frarinus Americana. L, MONTEMARTINI. PARASSITI VEGBRTALI 103 Farneti R. — Erpete furfuracea delle pere: Macrosporium Sydowianum n. sp. (Annales Mycologici, 1905, 5 pagine e 4 figure. Alcuni peri producono frutti che mostrano costantemente, ma in misura variabile d’anno in anno, punteggiature brune, do-- vute a produzioni sugheroso-furfuracee limitate alla sola buccia e che non alterano affatto (a differenza delle alterazioni dovute al NFusicladium pirinum) la polpa interna. Tali produzioni sono dovute all’ azione irritante di un Ma- crosporium non ancora studiato e che 1’ Autore descrive col nome di M. Sydowianum, dedicandolo all’ illustre micologo H. Sydow. Le spore di questo fungo, quando vengono a contatto col- l epidermide del frutto, vi germinano sopra ed emettono un bre- ve tubo miceliale che, aderendo alle cellule epidermiche pro- voca un processo irritativo pel quale le cellule stesse, insieme a quelle subepidermiche , si ipertrofizzano e si suberificano. In seguito , colla penetrazione del micelio tra le screpolature della cuticola, l irritazione si propaga agli strati di cellule immedia- tamente sottostanti e vi provoca una formazione sugherosa che solleva, rompe e squama, a guisa di erpete, le parti esterne. Entro le crosticine così formate, il micelio patogeno acquista tutto il suo sviluppo e sporifica dando luogo a forme conidiche e toruloidi, simili a quelle del Macrosporium che è causa della ruggine bianca dei limoni. L. MONTEMARTINI. Girerp F. — La pourriture des raisins et les bybrides directes en 1905 (Il marciume degli acini e gli ibridi diretti). (Le progres agricole et viticole, Montpellier, 1905, p. 452-458). L’ Autore ha osservato che gli acini degli ibridi produttori diretti (e ne cita una quantità) si mostrarono in generale più 104 PARASSITI VEGETALI resistenti al marciume provocato dalla Botrytis o dal Conzothy- rium favoriti dalle pioggie autunnali. L. MONTEMARTINI. KLeBaHN H. — Eine neue Pilzkrankheit der Syringen (Una nuova malattia delle Syringa dovuta a un fungo). (Nota prelimi- nare - Centralbl. f. Bakteriol. Paras u. Infectionskrankh., 1905, Bd. XV, pag. 335-336). Accade sovente che la corteccia dei lillà imbrunisce e muore, e nella porzione corrispondente dei rami i bottoni fiorali o non si sviluppano, o appena sviluppati muoiono. Nei tessuti necrosati si trova un micelio bruno, apparente- mente settato, che forma delle clamidospore rotonde o ovali, grosse 18-28 « ed a membrana molto ispessita, contenuta in una specie di cellula vuota cui aderisce un’ altra piccola cellula pure vuota. Così le clamidospore stesse si presentano come le oospore delle peronosporee : però all’ esterno non si osservano traccie di conidiofori. Le spore sopra descritte non germinano, però l’A. fece colture pure col micelio e vide così che l’ interno delle ife è continuo ed i setti apparenti non sono che anelli aperti, che si formano realmente oogonii e anteridii, e che portando un po’ di coltura in agar su una incisione di un ramo di siringa sano si può ri- produrre la malattia. Per questi caratteri egli è d’opinione che il fungo in parola sia una peronosporacea nella quale non ha luogo, almeno in con- dizioni normali, alcuna formazione di conidi. L'Autore propone di chiamarla Ph/loeophtora Syringae , e consiglia per combat terla di tagliare e bruciare i rami ammalati. L. MONTEMARTINI. PARASSITI VEGETALI 105 KostLan A. — Colletotrichum Orthianum Kostl. n. sp. Eine biologische Studie (Il Co//etotrichum Orthianum n. sp. Studio biologico). (Festschrift z. €10! Geburtstage von Albert Orth, Berlin, 1905, pag. 113-128 e 3 tavole). x E una specie nuova di Co/letotrichum trovata nelle serre di Berlino a vivere sopra il Cypripedium insigne e sopra pa- recchie altre orchidee, delle quali attacca fiori e foglie. È carat terizzata da una grande variabilità nelle dimensioni dei conidi, onde l'Autore crede formi una specie sola coi Coll. Orchidea- rum AU. e Coll. roseolum P. Henn. ai quali mostrasi molto af- fine. L'Autore è riuscito a riprodurre artificialmente 1’ infezione, la quale appare assai facilmente e senza bisogno di inoculazioni quando le spore sono messe su organi teneri, quali i fiori o le foglie giovani. Nelle colture su mezzi nutritizî si osservano anche delle cla- midospore, le quali, secondo l'Autore, hanno la funzione di con- servare la specie e sono più resistenti dei conidi (Danersporen). L. MONTEMARTINI. Lawrence W. H. — The powdery mildews of Washington (Le Eri- sifacee di Washington). (Washington Agricultural Exper. Station, Bull. N. 70, 1905, pag. 1-16 e una tavola). È una descrizione popolare delle Erisifacee che si trovano nello stato di Washington, e delle quali è esposta la biologia e sono indicati i principali mezzi per combatterle. La sola specie che è causa di danni molto considerevoli è l’Uncinula necator Schw. dei grappoli. E. A. BessEy (WASHINGTON). 106 PARASSITI VEGETALI Neger F. V. — Neue Beobachtungen an einigen auf Holzgewachsen parasitisch lebenden Pilzen (Nuove osservazioni sopra alcuni funghi parassiti delle piante legnose). (Festsechrift 3. Feier d. T5 jahr. Bestehens d. gr. s. Forstlehranstalt Eisenach, 1905, pag. 86-98). L’Autore descrive i danni che può arrecare 1’ Irpex obli- quus Fr. ai faggi, attaccando i rami tagliati, penetrando dalla ferita nei tessuti interni e provocandone la putrefazione. Il gelo ne favorisce l’azione deleteria. Descrive anche la Lasiobotrys Lonicerae, perisporiacea che vive sulle lonicere e si distingue da tutte le altre specie del gruppo perchè il suo micelio non è superficiale ma subcutico- lare. I periteci si formano sotto gli stomi ed appaiono prima come sclerozi. L. MONTEMARTINI. PammeL L. H. — Cedar apple fungi and apple rust in lowa (I funghi del ginepro e la ruggine del melo). (Iowa Agricul- tural Exper. Station, Bull. N. 84, 1905, p. 1-36 e 11 fig.). Le deformazioni speciali, che rassomigliano a frutti, prodotti dal Gymnosporangium sp. sul Juniperus virginiana si chiamano cedar apples. Nello Stato di Iowa se ne trovano cinque specie insieme alle Roestellia delle Pomeae, e sono: G. globosum Farl. e R. lacerata, sui meli, sui cotogni, sul biancospino e sui man- dorli; G. macropus Link e R. Pyrata (Schw.) Thaxtu, (il più comune), sui meli (spesso dannosissimo), sui peri e sul bianco- spino; Gr. clavipes e R. aurantiaca Pk., sui peri, sui cotogni e sui mandorli ; G. nidus-avis Thaxtu e AR. nidus-avis Thaxtu, sui cotogni e mandorli ; e G. clavariaeforme (Jacq.) D. C. e PR. la- cerata, sui mandorli e biancospino. PARASSITI VEGETALI ED ANIMALI 107 Per combattere questi funghi st possono fare irrorazioni con poltiglia bordolese sulle foglie dei peri quando i Gywns- sporangium stanno per render libere le loro spore. È anche consigliabile l uso di varietà resistenti e la distruzione dei gi- nepri infelli. E. A. Bessrey (WASHINGTON . Graerre E. — Ueber zwei neue Cynips - Arten und deren Gallen (Su due nuove specie di Cyrips e le loro galle). (Ver). d. zool. bot. Ges. Wien., 1905, Bd. LV, p. 370-373 e 2 fig.). L’Autore descrive le galle del Cynips tergestensis sopra la Quercus Robur. Si trovano per lo più a due a due alla estre- mità dei rami, ma talvolta sono anche isolate. Provengono da un bottone e alla loro base, sessile ma non abbracciante, sì trova ancora l’avanzo della foglia caduta. Hanno un diametro di 8-10 millimetri e la superficie liscia. Si descrive anche una nuova specie, la Cynips Moreae , le cui galle appuntite un po’ al luogo d’ inserzione e ingrossate-ap- piattite all’ apice, dove mostrano 7-10 piccole sporgenze, sono lunghe 20-22 mm. e larghe 18-20. Si sviluppano sul Quercus Cerris. L. MONTEMARTINI. Henry E. — invasions récentes d’insectes foréstiers en Lorraine et moyens de ies comhattres (Recenti invasioni di insetti fo- restali in Lorena e mezzi per combatterli). (Bull. sens. d. s. d. l. Soc. d. Sc. de Nancy, 1905, pag. 21 e 2 tavole). x La coltura dei boschi in Lorena è minacciata dai seguenti parassiti animali : 108 PARASSITI ANIMALI 1. Hylobius abietis, del quale l’ Autore espone la biologia e che è dannosissimo ai pini giovani. Lo sî può combattere la- sctando decorrere tra il diboscamento e il rimboschimento un periodo di almeno tre anni onde ll’ insetto, trovandosi senza nutrimento, debba emigrare. Lo si combatte anche diretta- mente attirandolo, su appositi corpi (gemme di pino) di cui è ghiotto, per poi facilmente distruggerlo. 2. Hylesinus piniperda, di cui l'Autore dà i caratteri ed i costumi e che s? combatte levando accuratamente tutti gli alberi ammalati e facendo la pulizia della foresta prima che st formino gli insetti perfetti. 3. Pissodes notatus, pure dannosissimo ai pini e che sz combatte sradicando e bruciando i fusti infetti prima che si schiudano le ova. 4. Tomicus bidentatus, che si trova spesso colla specie precedente e si combatte nello stesso modo. D. Tortrix viridana , lepidottero parassita delle quercie di cui provoca l’abortimento dei frutti ed impedisce lo sviluppo dei bottoni, causando danni qualche volta incalcolabili. Now sz conosce alcun mezzo per combatterlo: lV uso di lanterne per accalappiare le farfalle, oltre che essere poco pratico, non ha dato buoni risultati. L'Autore richiama in ultimo l’attenzione dei silvicultori sul diffondersi di questi animali, un tempo sconosciuti in Francia e provenienti ora dalla Germania: secondo lui, è necessario stu- diare i caratteri ed i costumi di tali parassiti onde potere ap- plicare contro di essi i mezzi preventivi e curativi più oppor- tuni. L. MONTEMARTINI. PARASSITI ANIMALI — BACTERI 109 Linpincer L. — Ueber einige Nadelholzcocciden (Sopra alcuni coc- cidi delle conifere). (Naturw. Zeitschr. f. Land. u. Forst- wirthsch., 1905, Heft. 6, pag. 252-253). Su diversi rami di Pinus silvestris ricevuti da Erlangen l’Autore trovò abbondante Vl Aspidiotus abietis e potè fare su di esso le seguenti osservazioni: quando i coccidi sono isolati, si trovano sulla faccia piana delle foglie, quando invece sono rag- gruppati, si dispongono da tutti i lati e le foglie ne possono anche morire. Gli animali giovani di primo stadio hanno uno scudo bianco, quelli di secondo stadio lo hanno invece nero-gri- giastro con una macchia gialla nel mezzo. Lo stesso Aspidiotus fu osservato pure sul Pinus pumilio e sull’ADies Apollinis, e insieme all’ Aspidiolus VAutore trovò an- che il Leucaspis pini e il L. sulci. L. MONTEMARTINI. ScHirr-Giorcini R. — UYntersuchungen ilber die Tuberkelkrankheit des Oelbaumes (Ricerche sulla tubercolosi dell’ olivo). (Cen- tralbl. f. Bakter. Paras. u. Infektionskrankh., 1095, Bd. XV, pag. 200-211 e una tavola). È uno studio anatomico e biologico su questa malattia del- l’olivo, conosciuta da lungo tempo. L’ Autore osserva che i tubercoli si formano per lo più in corrispondenza delle foglie, qualche volta in altre regioni dei rami sia in relazione a soluzioni di continuità dell’ epidermide, sia senza alcuna causa apparente. Riguardo alla distinzione fatta da parecchi in tubercoli della corteccia o del legno, essa non è netta, perchè anche nei tubercoli originariamente di corteccia l'infezione a poco a poco si propaga nell’ interno e giunge al 110 BACTERI legno. Qualche volta i bacteri penetrano anche nei vasi e sono portati in circolazione ad infettare organi o porzioni di organi sani: in questi casi la formazione del tubercolo comincia all’ in- terno, coll’obliterazione di di uno o più vasi, e colla distruzione di questi il parassita si diffonde nei tessuti circostanti e giunge poi alla corteccia che rimane sana fino all’ ultimo. Il tubercolo cresce poi quasi indefinitamente nell’ interno, così che gli strati esterni si suberificano, muoiono e si screpolano : il ramo però non muore ma continua a vivere, crescere e portar amido. Il Bacillus Oleae, che, come è noto, è la causa della ma- lattia, è aerobio e mobile; produce spore che hanno una grande importanza nella diffusione della malattia. Segrega dell’ amilasi che agisce sull’ amido della pianta, ed è forse per questa sua proprietà che riesce tanto dannoso alla pianta ospite, la quale cerca di limitarne la infezione con formazioni di strato di su- ghero e di tilli. È a notarsi l'osservazione che le cellule ancora vive che si trovano fino ad una certa distanza intorno ai centri d’infezione, contengono delle sostanze che esercitano un’ azione quasi tossica per il Bacillus Oleae. Una simile difesa si potrà forse osservare anche di fronte a certe altre infezioni e specialmente a quelle dovute ai funghi che (come le Botrytis, le Phytophtora, ecc.) secernono delle diastasi ed altri enzimi. Però non è possibile parlare per ora di sieroterapia delle piante, perchè in queste non si trova un mezzo rapido e potente di circolazione quale è il sangue degli animali. Nel caso del bacillo dell’ olivo poi il potere tossico del succo cellulare è strettamente localizzato intorno all’ infe- zione. Certe varietà di olivi sono resistenti alla malattia. L. MONTEMARTINI. Te Ro PET 12007. CARE BACTERI 111 SmitH E. E. — Some observations on the biology of te olive — tuberele organism (Alcune osservazioni sulla biologia dei mi- croorganismi dei tubercoli dell’ olivo). (Centra/D!. f. Bakter. Par. u. Infeclionskrankh., 1905, Bd. XV, pag. 198-200). In una recente pubblicazione di R. Schiff sui bacilli della tubercolosi dell’olivo si dice che questo organismo coagula pron- tamente il latte e che nel brodo, specialmente se alla tempera- tura di 67° C., produce rapidamente le spore. Queste compaiono già dopo 20 ore di coltura e al terzo giorno diventano nume- rosissime così che le colture più vecchie contengono solamente spore: sono resistentissime alle alte temperature e possono vi- vere per 15 minuti anche a 102° C. L’Autore infirma i risultati delle esperienze di Schiff. Egli ha fatto molte colture con materiale proveniente dalla California e dall’ Italia, ed ha visto che i bacilli della tubercolosi dell’ o- livo crescono difficilmente a 37° C. e sono sensibilissimi a tem- perature più alte: le spore si formano, nel brodo, a soli 28° C. Essi inoltre non secernono acidi nè coagulano il latte. Da tubercoli giovani e ben sterilizzati esternamente non si ottiene che una sola specie di bacilli che ha le proprietà sopra dette. Da quelli vecchi si ottengono anche altri funghi e bacteri non patogeni ma saprofiti, e l'Autore è persuaso che le forme avute dal Schiff nelle sne colture non hanno nulla a che fare colla vera forma patogena. L. MONTEMARTINI. 112 NOTE PRATICHE NOTE PRATICHE Dall’ Agricoltura Subalpina, 1905, N. 19: C. Remondino consiglia pulire durante l’ inverno i tronchi e i rami dei meli con appositi raschietti e pennellarli con solfato ferroso in soluzione al 20 p. 100, onde uccidere le larve dell’/yponomeuta malinella (la gatta dei germogli) e della Carpocapsa pomonana (la tignuola, o tortrice dei frutti di melo). lm: Dalla Revue de Viticulture di P. Viala, 1905: N. 618. — E. Zacharewiez dice di avere ottenuto risultati ottimi nella lotta contro il Tetranyehus telarius, che aveva provocato un esteso 7r0s- sore delle foglie di vite, con polverizzazioni fatte con 92 parti (in peso) di calce viva in polvere e 3 parti di polvere di piretro. Si usano i soffietti ordinari adoperati per lo zolfo, e la miscela si prepara appena prima del- l'operazione, onde conservare al piretro la sua efficacia insettica. L’opera- zione riesce meglio nelle giornate di sole. N. 620. — Labergerie, a proposito della lotta contro la peronospora della vite, lamenta l’abitudine che hanno i viticultori di aspettare a fare i primi trattamenti fino a quando qualche cambiamento nelle condizioni atmosferiche lascia prevedere vicino 1 attacco. Così si porta il rimedio quando il male è già diffuso. l. m. Pavia — Tipografia e Legatoria Cooperativa — 1905. 3 LYSOFORM unico disinfettante energico e non velenoso: il più perfetto deodorante : di grato odore: non macchia e non corrode. Adottato da molti Comuni ed Ospedali, Sta- bilimenti pubblici e privati: il solo scelto per la disinfezione generale dell’ Esposizione di Milano del. 1906. Ottimo nell’igiene pubblica Prezioso nell’igiene privata. 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Università di Pavia Rivista di Patologia Vegetale DIRETTA DAL . Coilaboratori : Prof. F. Cavara (Catania) - Prof. G. DeL GuERCIO (Firenze) - Dott. F. O’ B. ELLISON (Dublino) - Prof. A. KRroLopp (Magyar-Ovar - Ungheria) - Prof. 0. Loew (Tokio) - M. Al PINE (Melbourne - Australia) - Dott. E. Bessey (Washington). Indice del fascicolo N. 5. ADERHOLD R. e RUHLAND W. — Su un caso di morte di ci- liegi provocato da bacteri. BBIJERINCK M.iW. e RANT A. — Ferite, parassitismo e gommosi nelle amigdalee . Brick C. — Relazione sull’at- tività della stazione per la | (difesa delle piante dal 1 a- prile 1903 al 30 giugno 1904 BrIosI G. — Rassegna critto- «gamica 1° semestre 1905 Cavazza D. — Per la difesa delle piante coltivate con- AMBO, parassiti. <<. » 150 | GescHwinp L. — Il mal del ParIsoT F. — Malattia so v | gozzo della barbabietola. » 155 pinambour . ; » 150 HauRI M., BrauverD et MAR- RipPERT.._— Notizie sane ma- TIN Ch. E. — Fioriture au: lattie delle piante 5 Pi LT46 tunnali nel 1905 . : ». >. 154 | Uzer H. — Sulla Cercospora HyALMAR J. = Per combattere beticola, parassita della bar- ‘il male del mosaico del ta- babietola da zucchero Be vara Bai bacco . i A , . >» 156 | Note pratiche . ; È ST VETL60 Rivista di Patologia Vegetale ANNO 1. 30 dicembre 1905. Num. 10. Per tutto quanto concerne la Rivista dirigersi al Dott. Luci MONTEMARTINI - Laboratorio Crittogamico - Pavia. GENERALITÀ Brick C. — VII Bericht iber die Thatigkeit der Abteilung fiir Pflanzenschutz zu Hamburg, fiir die Zeit vom 1 Juli 1904 bis 30 Juni 1905. (Settima relazione sull'attività della Stazione per la difesa delle piante di Hamburg, dal 1 Luglio 1904 al 30 Giugno 1905). (Hamburg, 1905; 13 pagine). Anche in questo anno, come nel precedente (veggasi a pa- gina 1183 di questa vista), attività della Stazione di Hamburg fu occupata nell'esame delle migliaia di colli di frutta o di piante vive introdotte in Germania specialmente dall'America. Sui frutti erano comunissimi l’Aspuliotus perniciosus e A. ancylus. L'A. forbesi e A. camelliae si trovavano più raramente che negli anni precedenti, e così solo eccezionalmente si riscon- travano lA. howardi e VA. jug!ans-regiae. La Chionaspis furfura era comune sui frutti del Canadà, la Mytil/aspis pomorum. su quelli della Nuova Scozia e Tasmania. Frequente anche, in mezzo ai frutti, la Schisoneura lanigera, e sulle piante vive, ancora una lunga serie di coccidi determinati dal Lindinger. Su rametti di Prunus provenienti dal Giappone si trovavano l’Aspidiotus perniciosus e la Diaspis pentagona. Dei funghi parassiti i più comuni erano il Fusicladiun den- : driticum, sui frutti provenienti dalla Nuova Scozia, il Leptothy- agium pomi e la Roestelia pirata. Ditfusissimi sulla superficie LIBRARY NEW YORK BOTANICAL GARDEN. 146 GENERALITÀ — PARASSITI VEGETALI dei frutti e sui frutti in via di marcescenza il Capnodium sali cinuin, il Trichothecium roseum, la Monilia fructigena, il Gloeo- sporium. fructigenum. Su pesche provenienti dal Sud-Africa e su albicocche della Spagna si trovava il Clasterosporium carpophilum. L. MONTEMARTINI. Rippert. — Neuerer iiber Pflanzenkrankheiten: I. u. II. (Notizie sulle malattie delle piante). (MuAlings landn. Ztg., 1905, Heft 14 u. 15). x E un riassunto dei risultati dei più recenti ed importanti lavori sopra alcune malattie di piante coltivate: il marciwme nero delle patate, dovuto al Bacz/lus phytophthorus, che vive anche nel terreno come bacterio delle putrefazioni comuni; la malattia del caule delle patate dovuta al Bacz/lus sola- nicola di Delacroix, accompagnato anche dai Bac. solanacearum, caulivorus e omnivorus, di solito suprofiti, ma che possono anche penetrare nelle ferite e diventare parassiti ; la ruggine dei cereali, dovuta alla Puccinia graminis, della quale anche l'Autore distingue sel forme speciali ; l’elmintosporiosi dell’ avena, ecc. ecc. L. MONTEMARTINI. 3rocoa Rousseo D. — Contribution a |’ étude des causes qui pro- voquent l’odeur de moisi des grains et fourrages. (Contributo allo studio delle cause che provocano l'odore di muffa dei semi e dei foraggi). (Rev. gén. de Botanique, Paris, 1905, pag. 417-425). Sopra paglia guasta proveniente dal dipartimento dell’Indre l Autore trovò diverse mucedinee tra le quali uno Streptothria PARASSITI VEGETALI 147 che identificò allo St. Dassonvillei da lui già descritto come causa di alterazioni dell’ avena. Lo stesso Streptothrix fu da lui riscontrato su semi di mais provenienti da Marsiglia e dagli alti Pirenei, caratterizzati da un odore di muffa molto distinto e dall’ essere coperti da piccole chiazze grigio-biancastre, o spesso anche da uno strato di muffa bianca. Benchè sugli stessi grani si trovassero altri micromiceti (Rhizopus, Verticillium, Aspergillus), l'Autore dimostra che le alterazioni sono veramente dovute allo Streptothrix sopra nomi- nato, il quale può passare dal mais all’ avena o alla paglia e viceversa. Si consiglia di bruciare la paglia infetta nei magazzeni, onde impedire che l infezione si propaghi da essa ai semi. L. MONTEMARTINI. CarLETon M. A. — Lessons from the grain-rust epidemie of 1904. (Considerazioni sulla ruggine del frumento nel 1904). (N. S. Department of Agriculture. Farmers' Bulletin, 1905, N. 219, pag. 1-24 e 1 figure). Nell’ estate del 1904 il frumento e 1’ avena furono assai dan- neggiati dalla ruggine dei culmi (Puccinia graminis) negli stati di Minnesota, North Dakota, South Dakota, e in certe parti di Nebraska, Iowa, Kansas e Wiscosin. Nei tre primi stati la per- dita pel frumento si calcola tra otto milioni e ottocentomila et- tolitri e quattordici milioni, con un valore, sul campo, di circa 25 milioni di franchi. Si vede che le varietà di Ty7/icum durumn furono meno danneggiate che quelle di 7. vulgare. La varietà Iumillo rimase quasi completamente immune; viene dopo il Wer- vet Don e seguono, in ordine di resitenza decrescente, Arnautka, Gharnowka, Fererodka e Kubanka. La varietà Nicaragua del durumn non fu più resistente alla ruggine che le varietà di vulgare. Il Triticum monococcum non fu in nessun caso danneg- giato e del 7. dicoccum alcune varietà si mostrarono immuni, altre invece vennero intensamente attaccate. 148 PARASSITI VEGETALI Le varietà primaticcie di avena (S7r/y Day ed Early Burt) non ebbero a subire gravi danni in causa della loro rapida ma- turanza, perchè furono mietuti prima che la ruggine si fosse sviluppata abbondantemente sui loro culni. E. A. BessEy (WASHINGTON). CosrantIN et Lucer. — Recherches sur-quelques Aspergillus patho- gènes (Ricerche sopra alcuni Aspergillus patogeni). (Ann. d. Sc: Nat., Botanique, Ser. IX, T. 2, 1905, pag. 119-171 e due tavole). Il genere Aspergillus contiene un certo numero di specie (©) È patogene anche per gli animali, che furono oggetto di molte ed importanti ricerche da parte di diversi studiosi. Il presente è un nuovo studio di patologia animale, sull’ar- } gomento. Merita solo di essere ricordato in questa Rivista che l’Autore prova l’azione patogena dell’ Aspergillus 0Oryzae che È g vive sul riso e del quale egli descrive una varietà nuova (A. Ord- zae, var. basidiferens) caratterizzata dalla ramificazione degli sterigmi o presenza di basidî. L. MONTEMARTINI. Kéoox. — Ein fiir Oesterreich neuer Rosenschàdling (Un nuovo nemico delle rose in Austria). (Zeztsehr. f. d. landuirthsch. Versuchswes. in Oesterr., 1905, Heft 1). Trattasi del Conzothyriuwm Fuckelii, fin’ ora ritenuto sapro- fita e che l’Autore ha riscontrato su rami vivi di rose a Krems. Attacca specialmente i rami giovani e, secondo l’ Autore, l'infezione sarebbe favorita dalle lesioni prodotte dalle spine dei rami sfregantisi uno sull’altro. L. MONTEMARTINI. PARASSITI VEGETALI 149 Orton W. A. — Spraying for cucumber and melon diseases (Trat- tamenti contro le malattie dei cetriuoli e dei poponi) (0. S. Department of. Agriculture, Farmers Bulletin, 1905, nu- mero 281, pag. 24 e 8 figure). Le principali malattie dei cetriuoli e dei poponi negli Stati Uniti sono: la golpe lanuginosa (downy mildew) dovuta alla Perono-plasmopara cubensis (B. et C.) Clinton ; la nebbia delle foglie (leaf blight), provocata dalla Alternaria brassicae ni- grescens Pegl.; l’antracnosi, causata dal Colletotrichum lagena- rium (Pass.) Ell. et Hals. Si incontrano anche altri funghi ma- culicoli sulle foglie, ma non sono abbondanti, e si hanno due forme di marciume dovute una ad un bacterio (Bacillus trachei- philus Erw. Sm.), l’altro ad un fungo che pare potersi identifi- care colla Neocosmospora vasinfecta nivea. Le tre principali malattie sopra accennate possono essere prevenute con irrorazioni fatte a brevi intervalli di tempo, di dieci in dieci giorni, in modo che le foglie rimangano sempre ricoperte da uno strato protettore. Serve benissimo la poltiglia bordolese preparata con Kg. 0,75 di solfato di rame e Kg. 1,5 di calce in un ettolitro d’acqua, ed applicata nella proporzione di nove ettolitri per ogni ettaro di terreno coltivato. E. A. Bessey (Washington). OsterwaLDER A. — Die Phytophtorafule beim Kernobst. (Mar- ciume dei frutti dovuto a Phytophtora). (Centralbi. f. Bak- ter. Paras. u. Infektionskr. Bd. XV, 1905, pag. 435-440). A Wàadensweil, nella Svizzera, l'Autore ha trovato dei frutti di melo che erano completamente marci in seguito ad invasione della loro polpa da parte della Phytophtora omnivora, che for- mava su di essi cospore e conidii. I casi nei quali questa specie di Phytophtora fu osser- vata come parassita sono molti. Nei frutti essa penetra dalle VERI » 150 PARASSITI VEGETALI ferite e per conseguenza l’Autore la trovò abbondante in un anno in cui era grandinato e molti erano i frutti che presenta- vano ammaccature e rotture della epidermide. E poichè questo parassita sverna sul terreno in forma di oospore, sono special- mente attaccati da esso i frutti che cadono al suolo o quelli dei cordoni più bassi che toccano quasi terra. Possono essere attaccate anche certe varietà di pere. L'Autore crede che il marciume dei frutti abbia una grande importanza nella diffusione della Phytophtora omnivora e nel- V estendersi delle infezioni da questa arrecate ad altre piante. L. MONTEMARTINI. Oven (von). — Ueber eine Fusariumerkrankung der Tomaten. (Una malattia dei pomodori dovuta ad un Fusar:um). (Landwirth- sch. Jahrb., 1905, Heft 3-4). Alla fine del 1904, nelle vicinanze di Berlino, l'Autore ebbe occasione di osservare una vera epidemia nei pomodori, i cui frutti, maturi od acerbi, presentavano vicino allo stilo una mac- chia nera depressa, che si estendeva a poco a poco a coprirne quasi tutta la superficie. Escluso che sì trattasse di un Macrosporium o di bacterî, l'Autore si assicurò essere la malattia dovuta ad una nuova specie di Fusarium che si propaga da un frutto all’ altro per contatto, o per mezzo di ferite. Questo . parassita presenta mi- croconidî, macroconidî, clamidospore e sclerozî i quali ultimi ne costituiscono la forma ibernante. L. MONTEMARTINI. Parisor e. —- Maladie des topinambours. (Malattia dei topinam- bour). (Jorn. d'Agr. Pratique, 1905. N. 38, pag. 318-371). I topinambour sono spesso attaccati dalla Scelerotinia liber- tiana Fuck., che è causa di danni gravissimi poichè invade i tessuti di tutti gli organi delle piante ospiti provocandone la PARASSITI VEGETALI Ioni morte. Questo fungo sverna nel terreno sotto forma di sclerozî che, sviluppatisi nel midollo' delle piante attaccate, sono poi messi in libertà colla decomposizione di queste. Per impedire il diffondersi rapido della malattia, l'Autore consiglia di distruggere le piante ammalate appena si ha in- dizio dell’esistenza su di esse del parassita. Ma la distruzione deve essere fatta con precauzione, în modo cioé da non por- tare l infezione alle piante sane vicine, tagliando i fusti sopra il suolo ed esportandoli fuori dal campo senza lasciarli cadere o toccare le piante vicine, e versando poi una soluzione con- centrata di solfato di ferro 0 solfato di rame sopra la base della pianta tagliata, che sì avra cura di sradicare. più tardi, soltanto dopo avere gia raccolti © tuberi delle piante sane. Si consiglia ancora di disinfettare poi il terreno con. so- luzioni di solfato di ferro e di tralasciare di coltivare, almeno per tre 0 quattro anni, nel campo trovato molto infetto, topi- nambour o altre piante (fagiuoli, mais, fave, canapa, barba- bietola, girasole, ecc.) sulle quali possano svilupparsi gli scle- rozi de la Sclerotinia caduti occasionalmente sul suolo. UzeL H. — Ueber den auf der Zuckerriibe parasitisch lebenden Pilz Cercospora beticola Sacc. (Sulla Cercospora beticola Sacc., parassita della barbabietola da zucchero). (Zeztsehr. f. Zuckerindustrie in Bohmen, 1905, Bd. XXIX, pag. 501- 512, e due tavole). L’Autore descrive il modo di presentarsi ed i caratteri tutti della Cercospora beticola Sacc. (Depazea betaecola D. C.), or- mai conosciuta in tutta l’ Europa e nell’ America, dove si coltiva la barbabietola alla quale è spesso causa di gravi danni colla di- struzione delle foglie. I conidî di questo fungo non secernono enzimi che possano attaccare le membrane delle cellule epidermiche, ma il micelio che ne proviene penetra negli stomi e, chiudendoli, provoca la 152 PARASSITI VEGETALI E ANIMALI morte per asfissia delle cellule circostanti, dopo di che penetra nell'interno dei tessuti. La loro disseminazione ha luogo .per mezzo della pioggia, del vento, della rugiada e degli animali ; essi poi cadono sul terreno e vi possono svernare, riproducendo la malattia nell’ anno successivo. Il fungo può però svernare anche in forma di micelio sulle piante che si lasciano per semi. Quando un campo è molto infestato dalla Cercospora , bi sogna non coltivarvi più ba-babietote per alcuni anni, e cioè fino a che si saranno dispersi tutti i conidi. Sarà poi sempre utile raccogliere, asportare dal fondo e distruggere le foglie . ammalale. L'irrorazioni col solfato di rame, tentate nell’ A- merica insieme ad altre sostanze, non hanno dato fin’ ora ri- sultati certi. Si consiglia anche la disinfezione e selezione della semente e l’uso di deteiinate concimazioni: per esempio il solfato di ammonio ostacola l’ infezione, il calcio la favorisce. È finalmente a notarsi che vi sono varietà di barbabietole molto resistenti a questa malattia. A L’ Autore parla anche brevemente del Musariun betae, Sep- toria betae, Phylhosticta betae e Ramuluria betae. L. MONTEMARTINI. 3ARGAGLI-PETRUCCI G. — HI micozoocecidio dei Verbascum (Nuov. Giorn. Bot. Italiano, Vol. XII, 1905, pag. 709-722, con figure). | È noto che i fiori di varie specie di Verbascum albergano sovente un insetto, la Asphondilia Verbasci, per 1’ azione del quale essi danno una galla caratteristica, che venne già descritta da diversi botanici. L'Autore studia l'anatomia di questa galla e comunica che in tutti gli esemplari esaminati, anche provenienti dalle più pero" PARASSITI VEGETALI E ANIMALI 158 lontane regioni, ha costantemente riscontrato la presenza di un micelio i cui filamenti tenui, incolori nei cecidi giovani, si intrec- ciano tra loro e formano alla superficie interna della corolla, sugli stami e sul gineceo, una specie di feltro, che diventa sem- pre più fitto coll’invecchiare del cecidio, e che verso il centro di questo si addossa da ogni parte alla larva, formandole intorno un fitto mantello fungoso. Questo micelio si osserva anche nei cecidî nei quali non si trova (forse perchè è morto) alcun insetto, e sempre accompagna le deformazioni dei tessuti degli organi fiorali. Nei cecidî vecchi esso diventa di un colore giallo sporco e qua e là i suoi filamenti si rigonfiano in corpi rotondeggianti od oblunghi, a contenuto granuloso ed abbondante, con funzione ignota. Mai l’ Autore osservò organi di riproduzione, nè potè farli sviluppare in colture, così che non gli fu possibile deter- minare a qual gruppo di funghi appartenga. Poichè in tutti i fiori ammalati si trova il micelio, mentre invece in alcuni manca la larva, si deve ritenere che la presenza dell’ insetto non è necessaria allo sviluppo del fungo, mentre quest’ ultimo è necessario all’ insetto, la cui larva secondo Vl Au- tore, sì nutre appunto del micelio che la circonda. L’ insetto poi è indispensabile al fungo per la sua diffusione. La pianta rimane danneggiata e dall’ uno e dall’ altro pa- rassita. . Il cecidio in parola non può dunque essere ritenuto nè un zoocecidio, nè un micocecidio, sibbene una forma di mico-zooce- cidio, come fu proposto per casi simili dal Baccarini e come ne descrisse anche il Trotter. L. MONTEMARTINI. Hunter W. D. — The control of the boll weevil includiug results of recent investigations (Per combattere i gorgoglioni del cotone. Risultati di recenti osservazioni). (U. S. Department of Agriculture, Farmers Bulletin, N. 216, p. 32, e 5 figure). 154 PARASSITI ANIMALI — AGENTI ATMOSFERICI L’area colpita dai gorgolioni del cotone era alla fine del 1904 circa il 32 per cento della superficie coltivata con questa pianta, e il parassita si estendeva ancora ogni anno di quasi 15.000 mi- glia quadrate (38.900 Km*). Non essendosi trovato alcun mezzo per arrestare la ma- lattia, si raccomanda il seguente metodo culturale per ridurre almeno i danni da essa causati: uso delle varietà primaticcie, coltivazione tale da affrettare la maturità del raccolto, pianta- gione in file distanti, concimazione a base di acido fosforico per accelerare la maturità, e sradicare e bruciare le piante quando (in principio di ottobre) i gorgoglioni si trovano su di esse ab- bondanti. E. A. Bessey (Washington). Lesne P. — Les insectes de la carotte. (Gli insetti della carota). (Journ. d’' Agr. Pratique, 1905, N. 27, pag. 16-19, con' una tavola a colori). L’Autore descrive caratteri e costumi dei principali insetti parassiti delle carote, tra cui la Tipula oleracea la Psilomyia rosae, il Molytes coronatus, diverse specie di Depressaria. Non si conoscono rimedii specifici contro nessuno di tali parassiti: Autore consiglia di raccogliere con cura le larve e di distruggerte. L. MONTEMARTINI. Havri M., BrauverD et Martin Ch.-E. — Fioraisons automnales observées en 1905. (Fioriture autunnali nel 1905). (Bull. d. V Herbier Boissier, T. V, 1905, pag. 1096). Gli Autori segnalano i numerosi casi di fioritura autun- nale verificatisi nel corrente anno sopra diverse piante legnose ed erbacee, probabilmente per il succedere di un autunno piovoso ad un’ estate asciutto. Non si è però potuto osservare alcun caso ra AGENTI ATMOSFERICI — MALATTIE D' INDOLE INCERTA 155 di seconda fioritura di monocotiedoni bulbose a fioritura invéer- nale (Scilla, Gagea, Crocus, ecc.). Il Martin ricorda I abbondante fioritura autunnale che ha tenuto dietro all’ estate 1875, nel quale frequenti grandinate avevano spogliato gli alberi dalle foglie. Secondo lui, la perdita delle foglie, comunque avvenga, può essere causa di una se- conda fioritura. L. MONTEMARTINI. FABER (von) F. C. — Ueber pie Biischelkrankheit der Pennisetum- Hirse: (Sulla virescenza del Pennisetum spicatum). (Ber. d. d. deuts. bot. Ges., Bd. XXIII, 1905, B. 401-404). Questa malattia del Pennisetum fu già descritta dal Busse ed è caratterizzata dal fatto che le spighe di questa graminacea perdono il loro aspetto normale e si trasformano in ciuffi o maz- zetti (donde il nome di Brischel-krankheit) di foglie verdi. Nell’ interno degli organi deformati:l’ Autore osservò il mi- celio di un fungo che non potè determinare, al quale però crede potere attribuire la malattia. Osservò anche sporangi di una Chi- tridinea che non sa in quale rapporto stesse col fungo o colle deformazioni. In questo caso, come in altri casi di virescenza di diverse piante, l'Autore pensa si tratti di reazioni complesse per le quali lo sviluppo di certi organi, sviato dal suo corso normale, deve seguire altre direzioni. L. MONTEMARTINI. Gescawinp L. — La goitre de la betterave (Il ma/ del gozzo della barbabietola). (La sucrerie indigene et coloniale, 1905, T. LXVI, pag. 207). E noto che secondo Stoklasa, la causa di questa malattia delle radici di barbabietole è un nematode del genere 7y/enchus; 156 MALATTIE D’ INDOLE INCERTA secondo Bubàk è invece un verme, l’ Histiostoma Feroniarum , mentre secondo Stift sì. hanno anche radici ammalate senza anguillule e senza vermi. L'Autore trovò sulle radici amma- late da lui esaminate larve, anguillule, vermi, funghi, cocchi e bacterî, però secondo lui si tratta di saprofiti che si trovano spesso a vivere anche sulle barbabietole attaccate dalla &/hzzoc- tonia o dal Phoma Betae. L’ osservazione anatomica mostra in- vece che la causa della malattia è meccanica e consiste in una lesione più o meno forte della radice principale, tale da toccare lo strato di maggiore accrescimento. L. MONTEMARTINI. HsaLmar J. —— Uber die Bekampfung der Mosaik krankheit der Tabakpflanze (Per combattere il male del mosaico del ta- bacco). (Centralbl. f. Bakter. Paras. u. Infektionskr., Bd. XV, 1905, pag. 440-445). I mezzi fin’ora suggeriti per combattere questa malattia del tabacco, partono dal presupposto che essa sia dovuta ad una data causa conosciuta : bacterî, disturbi fisiologici, agenti atmo- sferici, od altro. Ora l'Autore crede che, indipendentemente dallo studio del- l'agente patogeno non per anco ben noto, si debba cercare colla selezione della semente di avere una varietà resistente alla ma- lattia. Se i tentativi fin’ora fatti in questo senso non hanno dato risultati soddisfacenti, lo si deve al fatto che le esperienze non sempre furono condotte colle precauzioni e col rigore che richiede tal genere di ricerche. L'Autore espone qui un suo primo tentativo mediante il quale, avendo cura di studiare il modo di impollinazione, gli incroci ecc., è riuscito ad ottenere una semente che dava, a pa- rità di condizioni, una minore percentuale di piante ammalate. Afferma che su questa via si potranno avere ottimi risultati. L. MONTEMARTINI, MALATTIE D’' INDOLE INCERTA 157 Hunger F. W. T. — Neue Theorie zur Atiologie der Mosaikkrank- heit des Tabaks (Una nuova teoria sull’eziologia del male del mosaico del tabacco). (Ber. d. deuts. bot. (Ges., 1905, Bd. XXIII, pag. 415-418). I diversi studî che furono fatti per attribuire questa ma- lattia a bacterî approdarono tutti a risultati molto vaghi, salvo quelli di Iwanowski, il quale credè aver isolato un bacterio pa- togeno; ma l'Autore, ripetendo le esperienze, non potè confer- marle. L’Autore crede che si tratti di una malattia fisiologica che sì presenta quando le condizioni esterne fungono come da stimo- lanti sì -da spingere oltre il maximum di intensità lo scambio nutritizio : in tali condizioni si formerebbero nelle cellule certi prodotti che sarebbero dannosi, quasi come le sostanze che si trovano nei muscoli stanchi per un sopra lavoro. L'Autore con- sidera un tale virus come una tossina la quale si forma sempre nello scambio di materiale delle cellule e che normalmente non esercita azione alcuna, mentre in uno scambio molto attivo si accumula e riesce dannosa, e può diffondersi da una cellula al- l’altra, provocando la formazione di altra tossina. La malattia può essere provocata non solamente dalle con- dizioni esterne, ma anche da certe pratiche di coltura, come tra- piantamento e cimatura, specialmente quando si ha a che fare con colture forzate, nelle quali i più piccoli disturbi nei processi fisiologici normali bastano a provocare la formazione della so- stanza stimolante. La selezione può dare varietà resistenti alla malattia. L. MONTEMARTINI. LapLaun M. — Culture des pommes de terre. Phénoménes anor- maux de 1905. (Anomalie riscontratesi nel raccolto delle pa- tate nel 1905). (Journ. d’ Agr. Pratique, 1905, N. 45, pag. 595-600, e figure). 158 MALATTIE D'INDOLE INCERTA — FISIOPATOLOGIA L'Autore descrive e figura diverse anomalie, ascrivibili. a forme di tuberizzazione secondaria, riscontratesi già numerose nel 1904 ma ancor più numerose nel raccolto ultimo delle pa- tate. nel distretto Hautevienne in Francia. Sono fenomeni di tu- bercolizzazione supplementare, che in sè non hanno nulla di strano: in seguito a condizioni d'ambiente non ben determinate ma nelle quali si pensa che abbiano grande importanza la temperatura e l'umidità, si ha un’ esagerazione del fenomeno generale di tu- bercolizzazione, che si esplica esternamente come in una gem- mazione più o meno irregolare. I tuberi però diventano poco apprezzabili nel commercio. Secondo l Autore oltre le condizioni ambienti, può avere molta influenza nella diffusione di tali anomalie 1’ ereditarietà , onde è a eritarsi di adoperare, per le nuove piantagioni, è tuberi in tal modo deformati e deprezzati. L. MONTEMARTINEI. GaLLaun I. — Etudes sur les mycorhizes endotrophes. (Studî sulle micorize endotrofe). (Rev. gen. d. Botanique , Paris 1905, N. 193-203, con 4 tavole e molte figure). Le radici di molte piante sono abitate da funghi filamentosi, la cui esistenza e la cui azione fu oggetto di moltissime ricer- che e di numerose pubblicazioni i cui risultati sono qui breve- mente riassunti. L'Autore descrive poi le particolarità anatomiche e biologiche più importanti di un gran numero di tali fungli endofiti che raggruppa, per il modo di presentarsi, in quattro serie distinte (denominate dalle piante ospiti sulle cui radici si presentano), benchè i passaggi dall’ una all’ altra serie, 1’ uniformità della struttura citologica e della costituzione della membrana e la pre- senza costante di organi speciali (vescicole, arbuscoli, sporan- FISIOPATOLOGIA 159 gioli) facciano pensare che si tratti di un unico gruppo di funghi, di cui le serie sopra ricordate non sarebbero che suddivisioni. I tentativi fatti dell’ Autore per isolare in colture artificiali i funghi in parola e determinarli, non approdarono ad alcun ri- sultato. Detti funghi vivono soltanto nell’ interno delle radici e le loro forme libere riproduttrici sono ancora ignote; così che si deve ritenere che le forme già indicate da altri botanici come costituenti le micorize endotrofe, non sono che forme vegetanti alla superficie delle radici studiate, da non confondersi con quelle interne. Si può far eccezione solo per il fungo isolato dal Bernard dalle radici di Orchidee e che potè essere da quello studioso inoculato nei semi. Secondo l'Autore, questi funghi endofiti esercitano un’azione trascurabile sulla pianta nelle cui radici si trovano a vegetare, perchè nelle cellule nelle quali essi penetrano non attaccano di- rettamente né il protoplasma nè il nucleo, ma si limitano ad assorbire le sostanze nutritizie non viventi. Viceversa la pianta ospite non ha alcuna azione sul fungo, se si fa astrazione dal fatto che può distruggere e digerirne gli arbuscoli-austorî. In altre parole, questi funghi sono da considerarsi come specie di saprofiti interni che tolgono alle cellule gli alimenti non vivi, provocandone un? irritazione momentanea che termina colla uccisione e digestione degli austorî. Non si può dunque dire che vi è simbiosi, ma piuttosto lotta tra il fungo che invade senza essere molto nocivo, e le cellule che si difendono colla loro potenza digestiva. Il fungo indubbiamente trae la sua vita dalla pianta nelle cui radici si trova a vivere; la pianta, digerendo gli arbuscoli- austorî, ricupera soltanto una parte degli elementi che quello le ha sottratto. L. MONTEMARTINI. 160 NOTE PRATICHE NOTE PRATICHE Dal Bollettino della R. Società Toscana di Orticoltura, 1905: Nr. 10. — Come mezzo efficace per diminuire la diffusione degli insetti dannosi alla frutticoltura, si consiglia di raccogliere accuratamente e di. struggere tutti gli anni i frutti che cadono dagli alberi perchè bacati: con ciò si impedisce che il bruco che li ha guastati compia la sua evoluzione normale e si conservi, attraverso l’ inverno, per la primavera successiva. Dalle pubblicazioni della Stazione di Patologia Vegetale di Berlino. Nr. 29. — Contro il Rhytisma acerinum dell’acero, P. Laubert consiglia di raccogliere in autunno e distruggere tutte le foglie cadute ed attaccate dal parassita, perchè nella successiva primavera non abbiansi a sviluppare su di esse i periteci del fungo. l. mM. Dall Italia Agricola, 1905. pag. 507. — Si riportano le esperienze di Vassiliére tendenti a dimo- strare l’efficacia delle concimazioni a base di acido fosforico (perfosfati 0 scorie) contro lo sviluppo del marciume grigio dovuto alla Batrytis cinerea. Tali concimazioni devono essere fatte prima dell’ inverno e ripetute per alcuni anni di seguito. L. m. Dal Jornal d’Agriculture Pratique, 1905. Nr. 37. — H. Blin mette in rilievo l’ influenza grandissima che hanno i concimi potassici nel combattere le ruggini dei cereali. Per rendere meno sensibili gli effetti di queste, consiglia anche l’uso di varietà a matura- zione precoce. L. Mm. Pavia -- Tipografia e Legatoria Cooperativa — 1905. È. LYSOFORM unico disinfettante energico e non velenoso : il più perfetto deodorante : di grato odore: non macchia e non corrode. Adottato da molti Comuni ed Ospedali, Sta- bilimenti pubblici e privati: il solo scelto per la disinfezione generale deli’ Esposizione di Milano del 1906. Ottimo nell’ igiene pubblica Prezioso nell’igiene privata. Libera le piante dai pidocchi e dai funghi pa- rassiti: indicatissimo per la cura delle piante da appartamento e da giardino, nonchè di quelle col- turali. 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Loew (Tokio) - M. AL PINE (Melbourne - Australia) - Dott. E. Bessey (Washington). Indice del fascicolo N. 11. | BAILLON H. A. — Malattie del- | la canna da zucchero do- vute ad insetti . Idem. — Insetti che attaccano . il cacao nelle Indie occiden- vtali GALLAUD T. -— Un nuovo ne- | mico del caffè nella Nuova Caledonia ; HERRERA A. L. — Lanterna per accalappiare le farfalle HuUNGER F. W. T. — Ricerche “e considerazioni sul male del mosaico del tabacco \ IsrvAnPri (de) Gy. — Una ma- Jattia della. vite prodotta «, dalla Phyllosticta. Bizzoze- | riana i > ) È Mpap Witcox E. — Malattie | dei meli, ciliegi, peschi, pe- ri e pruni, coi metodi di cura MoLLIARD M. — La menta pe- perina basilicata . . Pag.171 Sa » Ubs INT di l75 » . 163 » 164 dà NIEZABITWSKI E... -— Mate- riali, per lo studio della z00- cecidiologia di Galizia NoLLI A. — Contribuzione allo studio dei micromiceti del Piemonte SANNINO“F. A. Il rossore delle viti SORAUER P. — Trattato delle malattie delle piante . VESTERGREN T. — Monografia degli Uromyces che si tro- vano sulle Bawu/inia NIADA: Pie PACORTET D. Nuove ricerche sull’ antrac- nosi i VUILLEMIN P. — Ricerche sui funghi parassiti delle foglie dei tigli i . Wize C. — Le malattie del Cleonus punctiventris paras- sita delle barbabietole, do- vute a funghi Note pratiche . 0P->@e- 0, __ . Pag. » » 167 168 174 176 SA I li ni tr a RI * 9 3 t% RI | di p | | Il E ANNO 1. 10 gennaio 1906. Num. 11. Per tutto quanto concerne la Rivista dirigersi al Dott. Lusi MONTEMARTINI - Laboratorio Crittogamico - Pavia. GENERALITÀ HBRSES NEW YORK BOTANICAI GARDEN. SoraveR P. — Handbuch der Pfianzenkrankheiten. 3° Aufl. (Trat- tato delle malattie delle piante. 3* Ediz.) (Berlin, 1905). Anzichè la terza edizione di un’ opera che sarà giustamente ricordata nella storia della patologia vegetale, questo si può con- siderare come un nuovo trattato, il più completo e il più ricco di notizie bibliografiche di quanti si abbiano avuti fin’ ora. Nel raccogliere il materiale di studio accumulatosi nel ven- tennio passato dopo la pubblicazione della II* Edizione del suo trattato, l Autore si è associato il Dr. L. Reh per i parassiti animali ed il Pr. Lindau per i parassiti vegetali, riservando a sè lo studio delle malattie dovute agli agenti atmosferici, alle condizioni del suolo o alle pratiche della cultura. Ed il nuovo trattato sarà così di 3 volumi, che si pubblicano contemporanea- mente in fascicoli di circa 100 pagine l’ uno : l’ opera completa consterà di 16-18 fascicoli. Nel primo volume, curato specialmente dal Sorauer, si stu- diano accuratamente le malattie d’ indole fisiologica o quelle do- vute ad agenti esterni; nel secondo il Lindau raccoglie quanto si sa sulle malattie causate da parassiti vegetali; nel terzo, do- Svuto al Reh, sono raccolte le malattie provocate da parassiti ani- _! mali. Tutti e tre i volumi sono corredati da molte figure, alcune s ‘originali, altre riportate da lavori speciali sui varî argomenti. 9 162 GENERALITÀ — MALATTIE D’ INDOLE FISIOLOGICA Nel primo fascicolo del primo volume troviamo un’ interes- sante introduzione nella quale il Sorauer, dopo avere spiegato cosa deve intendersi per malattia di un vegetale e come si pre- sentano le varie malattie, parla della predisposizione dei vege- tali ad incontrarle, dell’immunità e dell’ereditarietà, riassumendo quanto ebbe occasione di pubblicare in precedenti lavori sopra tali problemi. Segue un capitolo di storia della patologia vege- tale, e poi principia lo studio delle malattie dovute a condizioni sfavorevoli del suolo. In questa parte troviamo molte e buone figure originali. Nel primo fascicolo del secondo volume si inizia lo studio dei funghi parassiti coi Mixomiceti je cogli Schizomiceti. È im- portante lo sviluppo dato allo studio delle malattie dovute a bac- terî : sono raccolte tutte le più recenti osservazioni ed ipotesi che vennero pubblicate in questi ultimi anni sopra la bacteriosi delle conifere, aracee, graminee, gigliacee, iridacee, chenopo- diacee, crucifere, leguminose, vitacee, ombrellifere, oleacee, sola» nacee (patate, pomodori, ecc.), cucurbitacee. E anche qui il testo è accompagnato da buone figure, prese dai lavori speciali i cui risultati sono discussi. Gli altri fascicoli non sono ancora pubblicati. È importante notare che in tutte le parti del trattato non si studiano solamente i caratteri e il modo di presentarsi delle malattie, o la vita ed i caratteri dei parassiti che le determi- nano, ma anche le condizioni speciali in cui si trova la pianta e dalle quali dipende la possibilità che essa si ammali. L. MONTEMARTINI. Sannino F. A. — il rossore delle viti. (La Rivista, Conegliano, 1905, pag. 488-490). L’ Autore riferisce i risultati delle ricerche di Ravaz e Roos su questa malattia delle viti, da noi già riassunti a pag. 99 di MALATTIE D’ INDOLE FISIOLOGICA — PARASSITI VEGETALI 163 questa Rivista. Aggiunge che tra le cause del rossore si può se- gnalare la presenza di tannino in terreno in cui manchi o sia scarsissimo il carbonato di calcio: diversi anni or sono, infatti, in un vigneto del Veneto furono sotterrati, a scopo di concima- zione, dei trucioli di legno di quercia, ed alla primavera succes- siva le foglie diventarono rosse e l uva andò soggetta a cola- tura. La malattia fu guarita colla somministrazione di abbon- danti calcinacci. L. MONTEMARTINI. GaLLauD I. — Un nouvel ennemi du cafèiers en Nouvelle-Calédonie (Un nuovo nemico del caffè nella Nuova Caledonia). (Compt. Mmendld::s: d. VAcc. d. Sciences. d. Paris, 1905, T. CXLI, pag. 898-900). L’ Autore studia la malattia del caffè chiamata XAo/eroga, rara ma, quando si presenta, assai dannosa. Essa è dovuta ad un fungo, la Pellicularia Koleroga Cooke, parassita superficiale, il cui micelio si estende alla superficie degli organi vegetativi della pianta ospite, aderendovi con placche adesive che funzionano anche da austori, e ricoprendola come di una pellicola vischiosa che impedisce gli scambi gasosi. L'Autore non ha mai osservato i conidî in catena, la cui presenza ha indotto altri botanici ad ascrivere questo fungo al genere Erysiphe. L. MONTEMARTINI. IsrvAwnrri (de) Gy. — D’une maladie de la vigne causée par le Phyllosticta Bizzozeriana (Una malattia della vite prodotta dalla Phyllostiecta Bizzozeriana). (Ann. d. l Inst. Centr. 164 PARASSITI VEGETALI Ampelographique R. Hongrois, T. III pag. 167-182 e una tavola colorata). Nel 1900 la Phyllostseta Bizzozeriana ebbe nei vigneti del- l’Ungheria una grande diffusione, talchè, essendo accompagnata anche dall’ antracnosi, venne confusa da molti viticultori col black-rot e fu causa di vive apprensioni. In realtà essa non ha mai attaccato che le foglie e per sè sola non fu gravemente dannosa: dal 1900 al 1904 la sua diffu- sione andò anche progressivamente diminuendo. Non ha nessuna relazione col Dlack-rot. L’Autore descrive qui dettagliatamente i caratteri di questo parassita e dà un quadro sinottico di tutte le Phyllostieta tro- vate fin’ ora sulla vite. Consiglia contro esso solforazioni frequenti , specialmente negli estati umidi, la cura energica dell’ antracnosi e la pu- lizia e aerazione del vigneto. L. MONTEMARTINI. Mean WiLcox E. — Diseases of the apple, cherry, peach, pear and plum; with methode of treatment (Malattie dei meli, ciliegi, peschi, peri e pruni, coi metodi di cura). (Alabama Agric. Experiment Station, Auburn, Bull. N. 132, 1905, pag. 738-142 e 9 tavole). L'Autore descrive separatamente le malattie più comuni negli Stati Uniti delle piante indicate, facendo di ognuna di esse la storia e dandone i caratteri, l’eziologia e, quando ve ne ha qualcuno, i metodi di cura. Segue anche una ricca bibliografia di ogni malattia. Così dei meli studia : il Bitter rot, provocato sui frutti dalla G/omerella rufo- maculans, Berk., le cui spore cadute sul terreno insieme ai frutti attaccati sopravvivono durante l'inverno; così che sono da con- Ù pi n cali PARASSITI VEGETALI 165 sigliarsi la raccolta e distruzione dei frutti ammalati ed i trat- tamenti ripetuti con poltiglia bordolese ; il Black rot, dovuto alla Sphaeropsis malorum Berk., quando attacca i frutti, e che si combatte come il precedente parassita, cominciando le irrorazioni molto presto ; il cancro, causato dalla stessa Sphaeropsis malorum, quando attacca i rami ; il Fly Speck, provocato sui frutti dal Leptothyrium pomi (Mont. et Fr.) Sacc. e che pure si combatte come i parassiti sopra menzionati ; il Hairy Root, malattia delle radici la quale si manifesta con un’ abbondanza straordinaria di finissime radicelle sulla ra- dice principale, mentre sono assai ridotte o mancano le grosse radici secondarie: la causa di questa malattia è sconosciuta ; la ruggine, dovuta al Gymmnosporangium macropus ; la scabbia, causata dallo sviluppo sulle foglie e sui frutti del Fusicladium dendriticum, forma parassita estiva della Ven- turia inaequalis: la si combatte colle irrorazioni ripetute con poltiglia bordolese ; il Sooty Blotch, che pare causato dalla P/hy/lachora po- migena sui frutti, e che si cura come la scabbia. E pei ciliegi descrive : il Black-knot, o rogna dei rami, prodotta dalla Plowrightia morbosa, che si leve distruggere (col taglio dei rametti su cui si sviluppa) prima che formi le spore: è necessario che la lotta sia fatta contemporaneamente da tutti i proprietarî di una re- gione, resa magari obligatoria, come in certi stati, da leggi speciali ; la gommosi, che può essere dovuta a cause molto diverse ; il Leaf spot, o ticchiolatura delle foglie causata dal Cylin- drosporium Padi, da combattersi colle irrorazioni di poltiglia bordolese applicate quando i frutti sono ancora piccoli. Tra le malattie dei peschi abbiamo poi : il Brown rot, o il marciume nero dei fiori, dei rami e 166 PARASSITI VEGETALI dei frutti, dovuto alla Selerotinia fructigena, o meglio alla sua forma conidica Monilia fructigena : la si combatte raccogliendo e distruggendo gli organi ammalati, e trattando i sani con irro- razioni di poltiglia bordolese fatte prima dell’ apertura delle gemme, dopo la caduta dei fiori e dieci giorni o due settimane più tardi ; il Crown gall, grosse galle o tubercoli che si formano sulle radici anche di altre piante (pruni, albicocchi, mandorli, peri, pioppi, castagni, ecc.) e che furono dal Toumey attribuite ad una nuova specie di muffa da lui chiamata Dendrophagus globosus ; il Leaf curl, o arricciamento delle foglie, o bolla, prodotta dall’ Eroascus deformans, che si combatte colle irrorazioni di poltiglia bordolese ripetute almeno tre volte durante lo sviluppo delle foglie ; la Rosette, malattia la cui causa è ancora ignota, e che si manifesta coll’ accorciamento degli internodî sì che le foglie riescono addossate quasi in tanti mazzetti ; il giallume, o clorosi, pure dipendente da causa non co- nosciuta. E tra quelle dei peri, parla delle seguenti : Blight, o annerimento, malattia che colpisce i fiori, i frutti ed i rami giovani, annerendoli, ed è dovuta al Bacz/lus amylovorus: contro di essa occorre scegliere le varietà resistenti, e non forzarne troppo la coltura, avendo cura di raccogliere e distraggere subito gli ogani sui quali si manifesta la malattia ; Leaf blight, o annerimento delle foglie, dovuto all’ Wrto- mosporium maculatum, da curarsi con ripetute irrorazioni con poltiglia bordolese ; Scabbia, provocata dal Fusicladium pirinum, da curarsi come la malattia precedente. Finalmente pei pruni, l’ Autore parla : del Cancro, dovuto 0 a gommosi, o alla Selerotinia fructi- gena, e del Pockets, o deformazioni provocate dall’ Exoascus prunti. PARASSITI VEGETALI 167 Contro ambedue queste malattie si consiglia la raccolta e la distruzione degli organi ammalati e l’uso di poltiglia bordolese. Come si vede, tale poltiglia è il rimedio principe consigliato dall’Autore, il quale chiude il suo lavoro dando alcune formole e diversi consigli per prepararla, e indicando i principali appa- recchi per le irrorazioni. L. MONTEMARTINI. NoeLLI A. — Contribuzione allo studio dei micromiceti del Pie- monte. (Ma/piglia, Vol. XIX, 1905, 53 pag. È un elenco di 288 micromiceti segnalati in Piemonte dal prof. Voglino e dall’Autore, la maggior parte dei quali sono pa- rassiti di piante coltivate. L’ Autore osserva però che non sempre prima causa delle malattie sono i funghi, che anzi il più delle volte il coefficente maggiore per l’ estendersi delle infezioni è l’ uomo, che colle operazioni colturali diffonde i germi dei parassiti, o prepara le condizioni necessarie al loro sviluppo. M. L. VEsTtERGREN T. — Monographie auf der Leguminosen-Gattung Bau- hinia vorkommenden Uromyces-Arten. (Monografia degli Uro0- myces che si trovano sulle Bauhinia). (Arkiv for Botanick, 1905, Bd. IV, 34 pagine e 3 tavole). È la descrizione di 17 specie di Ur0myces, tra cui 12 nuove, trovate a vivere su diverse specie di Bauhinza. L'Autore crede vi sia una certa analogia tra l'affinità delle piante ospiti e quella dei parassiti che su esse vivono e che le hanno forse accompagnate nella loro differenziazione. 168 PARASSITI VEGETALI VraLa P. et PacorTeT P. — Nouvelles recherches sur |’ anthrac- nose. (Nuove ricerche sull’ antracnosi). (Rev. de Viticulture, Paris, 1905, N. 618-628, con 7 tavole e 85 figure). In un lavoro pubblicato nello scorso anno pure sulla Revue de Viticulture di Parigi, gli Autori hanno dimostrato che fa- cendo colture pure del G/oeosporium ampelophagum, causa del- l’antracnosi della vite, questo fungo appare molto polimorfo e presenta, oltre la forma conidifera comunemente nota, anche una forma a macrospore, spermogonî, picnidî, sclerozî rizomor- fici, e cellule isolate saccaromicetoformi. Per tali caratteri, essi hanno creduto doversi staccare il parassita in parola dal gruppo delle Melanconiee, per farne un genere nuovo pel quale propo- sero il nome di Manginia (dedicandolo a L. Mangin), colla specie M. ampelina, da aggregarsi provvisoriamente al gruppo delle Sferossidee-Sferoidee, fino a che la scoperta dei periteci permet- terà di assegnargli un posto sistematico definitivo tra i Pireno- miceti. | Avendo continuato i loro studî sull’ argomento , gli Autori raccolgono in questa memoria nuovi dati intesi a far conoscere qualche altro organo di riproduzione del fungo (cisti), e a pre- cisare i caratteri morfologici e biologici delle varie forme già descritte e che vennero riscontrate anche in natura. Così dei saccaromiceti che, specialmente nei substrati zuce- cherini, originano da fragmentazione del micelio vegetativo, gli Autori descrivono la struttura, le forme diverse e i modi di ripro- duzione (per gemmazione, per scissione, per ascospore e per cel- lule durevoli), e dimostramo che possono provocare anche una lenta fermentazione identica alla fermentazione ordinaria dovuta ai comuni saccaromiceti, ma che arriva solamente a portare l’al- cool alla concentrazione dell’ 1 %/,. Passati a vivere in un mezzo non zuccherino, le loro cellule germinano in un tubi micelici e ritornano allo stato miceliale. bd. PARASSITI VEGETALI 169 Quando il fungo ha esaurito, con un’abbondante vegetazione, il substrato nel quale vive, alcune cellule miceliali si incistano e formano quasi delle clamidospore, 0, più sovente, delle cisti com- poste, mammellonate, costituite quasi dalla riunione di parecchie clamidospore. Simili cisti si presentano quando il substrato di- venta sfavorevole alla vegetazione del fungo (p. e. se gli si ag- giunge alcool fino al 2 °/,), o quando perde acqua e il micelio comincia a seccare. Esse sono organi di grande resistenza, de- stinati alla conservazione della specie e come tali si presentano anche in natura in circostanze date; ma gli Autori non sanno definirne il valore morfologico. In altri casi la Manginia ampelina passa i lunghi periodi durante i quali le condizioni esterne sono sfavorevoli alla sua vegetazione, in forma di sclerozî di cui gli Autori descrivono diversi tipi, coi relativi modi di sviluppo. Da ultimo gli Autori descrivono ancora e figurano, con molti dettagli, le varie forme di riproduzione già accennate nella prima loro nota sopra citata ; conidiofori comunemente noti, sper- mogonii e picnidi. E dimostrano pure come queste forme sieno collegate tra loro e possano, nelle colture e in natura, derivare l'una dall’ altra. Fin’ ora non sì è mai ottenuto ,nè riscontrato nessuna forma ascofora. Ed è importante notare che da colture fatte cogli stessi metodi col G/oeosporium nervisequum (Fuck). Sace. dei platani e col Colletotrichum Lindemuthianum (Sacc. et Magnus) Br. et Cvr. dei fagiuoli, si ottengono le stesse forme vegetative e di riproduzione che col G/oeosporium ampelophagum (Pass.) Sace. (Manginia ampelina!, onde si viene indirettamente a con- fermare il polimorfismo di quest’ ultimo. L. MONTEMARTINI. VurLeMmin P. — Recherches sur les champignons parasites des feuilles de Tilleul: Cercospora, Phyllosticta, Helmintho- sporium (Ricerche sui funghi parassiti delle foglie dei tigli). Pes rid Piaa Sa È i a 170 PARASSITI VEGETALI (Annales Mycologici, Vol. III, 1905, pag. 421-426, con 15 figure). Di solito si dà poca importanza ai funghi parassiti dei tigli e, se si eccettuano la Nectria ditissima che può provocare su questi alberi il cancro come su tante altre piante, l’ Uncinula Ulintoni che produce il dianco delle foglie, e 1’ Apiosporium Tiliae, Fumago vagans e Coniothecivm Tiliae, cause della fw- maggine, le altre specie sono ritenute poco dannose. Pure l'Autore ricorda i danni già da altri descritti come ef- fetto dell’ Ascochyta Tiliae e del (Gloeosporium Tiliae e cita ora quelli da lui osservati nelle foreste di Nancy sopra la T/A pla- typhylla come prodotti dalla Cercospora microsora Sace. di cui descrive il modo di formazione delle spore, la loro germinazione e le alterazioni che il micelio provoca nelle foglie. È interes sante notare come in ambienti molto umidi il micelio prove- niente dalla germinazione delle spore ha una vita quasi sapro- fitaria, alla superficie delle foglie e solo i suoi rami secondari, specialmente se diminuisce l’ umidità, penetrano negli stomi quasi attratti per chimotactismo dalle sostanze che sono da questi ema- nate. Le ife fruttifere però non escono dagli stomi ma rompono la cuticola delle cellule epidermiche. Tanto esse che le cellule dello stroma miceliare da cui sorgono possono germinare come le spore e, come queste, negli ambienti poco umidi dànno luogo a filamenti micelici che si anastomizzano tra loro. Insieme alla Cerc.spora 1° Autore ha trovato una specie nuova di Phyllosticta che, per la forma bacillare delle spore, de- scrive qui il nome di Ph. dbacteroides. E finalmente sempre a Nancy e sulla Tilia platyphylla ha trovato che anche l Melminthosporium Tiliae, finora trovato solo sui rami, può svilupparsi pure sulle foglie ed essere causa di danni analoghi a quelli prodotti dalla Cercospora di cui sopra. L. MONTEMARTINI, ’ PARASSITI ANIMALI alga BarLLon H. A. Insect pests of Sugar Cane (Malattie della canna da zucchero dovute ad insetti). (India Bullettin, Vol. XVI, INAINE 1906). L’Autore descrive dettagliatamente i caratteri e la vita dei seguenti insetti che attaccano la canna da zucchero: Diatraea saccharalis, Lizyrus tumulosus, Sphenophorus sericeus, Diapre- pes abbreviatus, Delphax saccharivora, Dactylopris sacchari, D. calceolariae, Aspidiotus sacchari, Xyleborus perforans. La Diatraea attacca i giovani culmi e fa la strada a diversi funghi parassiti, specialmente alla Trichosphaeria Sacchari. La si combatte isolando i centri infetti e raccogliendo e distrug- gendo gli insetti e le loro ova: ha dei nemici naturali in un imenottero (Trichogramma pretiosa) che ne distrugge le uova, e in un fungo (Cordiceps barbari) che ne attacca le larve, ed ambedue vanno favoriti. Lo Sphenophorus sericeus distrugge le canne adulte e viene combattuto colla distruzione delle piante infette, coprendo di terra tutte le estremità dei ceppi tagliati. Il Diaprepes abbreviatus attacca, allo stato di larva, le canne e ne provoca spesso la morte. Oltre che della canna da zucchero, esso si nutre delle patate dolci, arachidi, ecc. e fu trovato anche sulle radici di Cacao a S. Lucia. Non bisogna dunque far se- guire la coltura delle patate dolci o di altre piante sulle quali si possa sviluppare la larva in parola a quella della canna da zucchero, nè la coltura di questa e quelle. Le larve possono vi- vere senza cibo solo quindici giorni e col lasciarle prive più a lungo se ne riduce considerevolmente il numero. Nella rotazione colla canna da zucchero converrà dunque adoperare le seguenti piante che non sono mangiate dal Diaprepes : cossava, ignama, piselli, fave, ecc. ecc. : Il Delphax saccharivora si combatte colla diffusione degli uccelli insettivori ; le Dactylopris e Vl Aspidiotus sacchari sì pre- vengono col non piantare canne che ne sieno infette. 172 PARASSITI ANIMALI L’Autore descrive poi dettagliatamente anche la Castnia licus, un insetto che fu osservato solo recentemente (ottobre 1904) nelle piantagioni della Guaina inglese, dove fu causa di serî danni alla coltivazione della canna da zucchero. Dopo avere detto come sono le ova, le larve, le crisalili e quali i costumi dell'animale, dice che vi sono due soli mezzi per combatterlo : la caccia agli insetti adulti colle reti, e la chiusura dei buchi con argilla onde impedire l’ uscita degli insetti stessi; ma questo secondo metodo perde di efficacia quando l’ argilla serepola al sole. Il solfuro di carbonio (C S*°) sarebbe utile se non fosse tanto difficile l’averlo nelle Indie occidentali. Se si sapesse di che cosa si nutrono gli adulti, si potrebbero adoperare anche dei veleni. F. 0. B. ELLISON. BarLLon H. A. — Insects attacking Cacao in the West Indies (In- setti che attaccano il cacao nelle Indie Occidentali). (India Bulletin, Vol. XVI, N. 1, 1905). L’ Autore descrive dettagliatamente lo Steirastoma depres- sum e il Physopus rubrocinta. Il primo fu riscontrato nel Venezuela, Columbia, Surinam, Guiana inglese, Trinità, Grenada e Guadalupa. Le sue larve e ninfe devono essere allontanate dagli alberi o uccise ricercan- dole con un filo di ferro nelle loro gallerie. Gli adulti sono not- turni e possono essere presi sui tronchi o sui rami degli alberi sui quali vivono, al mattino per tempo. Striscie di tela poste in- torno ai tronchi offrono agli insetti un nascondiglio , nel quale essi sono attratti e possono poi venire catturati e distrutti du- rante il giorno. Il Physopus rubrocincta distrugge foglie, bottoni, rami gio- vani e scorza. La sua biologia è poco conosciuta. Lo si combatte cogli insetticidi più comuni, la cui applicazione deve però essere ripetuta parecchie volte perchè le ova sono depositate nelle scre- PARASSITI ANIMALI 173 polature della corteccia e non tutte sono raggiunte dal veleno. Bisogna trattare collo stesso metodo o allontanare le altre piante 5 che possono albergare il medesimo parassita. F. O”. B. ELLISON. Herrera A. L. — Linterna para coger mariposillas cuyos gusanos son muy perjudiciales (Lanterna per accalappiare le farfalle i cui bruchi sono molto dannosi). (Comis. d. Parasit. Agri- cola, Mexico, 1905, 3 pagine e una figura). È una lanterna comune, posta su una tavola spalmata di catrame oppure della seguente miscela: resina bianca 10 gr., trementina 5, olio di lino 5, olio d’ oliva 5. L’Autore descrive qualcun altro di tali apparecchi che si tro- vano in commercio. L. M. MoLLiarn M. — La menthe poivrèe basiliquée (La menta peperina basilicata) (Rev. gen. d. Botanique, 1905, pag. 472-478, e 2 tavole). . Nelle piantagioni di menta peperina dei dintorni di Grasse, in Francia, si osservano spesso individui di aspetto affatto anor- male richiamante le piante sfiorite di basilico, onde il nome di menta basilicata dato alle piante in parola. Si tratta di una castrazione assoluta, in seguito alla quale i fusti che dovrebbero portare i fiori, si ramificano abbondante- mente e portano molte piccole foglie addossate tra loro quasi a mazzetti. La pianta produce una maggiore quantità di essenza, ma di qualità più scadente, poichè contiene minore proporzione di mentone (3 p. 100 invece di 10 p. 100). Un attento esame dei piccoli glomeruli fogliari terminali, ha condotto l'Autore alla scoperta di un fitoptide appartenente l i al genere Er/ophyes, diverso, per la conformazione della seta, dall’ E. Thomasi del Thymus Serpyllum e dall'E. Origani. L'Au- tore ne fa una specie nuova che chiama Zrzophyes Menthae. 174 PARASSITI ANIMALI Questo fitoptide alla fine di luglio si ritira dai rami che ha trasformato, per svernare sotto terra probabilmente vicino alla base dei fusti e alla superficie di essi, donde alla primavera successiva invade i nuovi e giovani rami fioriferi. Non si hanno rimedi contro tali parassiti. Nei campi nei quali essi si presentano abbondanti conviene abbandonare la col- tivazione della menta. L. MONTEMARTINI. Niezapirowski E. L. — Materyaly do zoocecidiologii Galicyi (Ma- teriali per lo studio della zoocecidiologia di Galizia). (Spra- wozdania Kom. Fizyogr. Ahad. Um. w. Krakowie, 1905, Bd. XXXVIII, pag. 58-63). È un elenco di 110 specie di cecidi trovati su diverse piante in Galizia ed ordinate secondo il catalogo sistematico di Darboux e Houard. Alcune specie non erano ancora state rinvenùte in Europa. L. M. Wize C. — Die durch Pilze hervorgerufene Krankheiten des Riiben- risselkifers Cleonus punctiventris mit besonderer Beriick- sichtigung neuer Arten (Le malattie del Cleonus punetiven- tris parassita delle barbabietole, dovute a funghi). (Bud. Int. d. l’Ac. d. Sc. de Cracovie, 1904 e 1905). L'Autore descrive funghi e bacterî parassiti del Cleonus punctiventris, tanto dannoso alle barbabietole, da lui rinvenuti in Russia. L. M. MALATTIE D’ INDOLE INCERTA 175 HuxnserR F. W. T. — Untersuchungen und Betrachtungen iber die Mosaikkrankheit der Tabakspflanze (Ricerche e considerazioni sul male del mosaico del tabacco). (Zettschr. f. Pflanzen- krankh., Bd. XV, 1905, pag. 257-311). Una nota dello stesso Autore sul medesimo argomento venne già riassunta a pagina 157 di questa Rivista. Qui sono esposti con maggiori dettagli i vari argomenti sui quali l'Autore poggia la sua teoria che il ma/ del mosaico sia una malattia fisiologica, | proveniente da disturbi nello scambio nutritizio della pianta e caratterizzata dalla formazione di una speciale tossina. Dopo un breve cenno storico della malattia, abbiamo un esame critico delle diverse teorie emesse sulla sua natura, e si dimostrano infondate tanto l’idea sostenuta specialmente da Iwa- nowski, che essa sia dovuta a bacteri ; quanto quella di Beyerink che la fa dipendere da un Contagium vivum fluidum; quanto quella di Woods e di Heintzel che la attribuirono alla presenza di fermenti ossidanti nella pianta. L'Autore si estende poi a descrivere i caratteri della ma- lattia e dimostra che essa si può presentare in modo autonomo, senza infezione dall’ esterno, soffermandosi specialmente sulla fa- cilità colla quale si presenta nel tabacco Del, in causa, secondo lui, del piccolo spessore delle foglie. Spiega poi quale azione esercitino sullo svilupparsi della malattia le operazioni di coltura, le condizioni atmosferiche e le propietà del terreno, a proposito delle quali osserva che i terreni che per il tabacco Del: danno il miglior prodotto commerciale favoriscono anche in modo spe- ciale il male del mosaico. Da tutto ciò l'Autore crede potere appunto essere autorizzato a respingere tutte le altre teorie sopra esposte ed a pensare si tratti veramente di disturbi fisiologici, conducenti ad una iperat- tività plasmare, con produzione di una tossina che avrebbe la proprietà, quando entra nelle cellule, di agire auto-catalitica- mente. 176 MALATTIE D' INDOLE INCERTA — NOTE PRATICHE Circa i metodi di cura da adottarsi, se la malattia, spe- cialmente nel tabacco Deli, è in relazione colla sottigliezza del lembo fogliare, noi dovremo cercare nella produzione di lembi piuttosto grossi un mezzo preventivo contro di essa: ed infatti il tabacco Paja è per questa ragione meno soggetto ad amma- larsi, e per la stessa ragione è immune la Nicotiana rustica. Anche il tabacco Kapa dell’ Ungheria che è quasi immune ha lembi fogliari con uno spessore doppio di quelli del tabacco Deli. E dunque in questo senso che va diretta la selezione. È raccomandabile anche la concimazione, anzichè con concimi ordinari, con ceneri dei fusti di tabacco. L. MONTEMARTINI. NOTE PRATICHE Dal Progrès agricole et viticole, Montpellier, 1905 : Nr. 51. — FE. Marre comunica gli ottimi risultati ottenuti coll’ applica- zione di irrorazioni con soluzioni di solfato di ferro (10 p. 100) o solfato di rame (5 p. 100) per la distruzione della senapa selvatica (Sinapis ar- vensis) e del ravastrello (Raphanus raphanistrum) infestanti i campi di cereali. LL. m. Dall’ Italia Agricola, 1905: Nr. 23. — Contro il seccume del castagno dovuto alla Sphaerella macu- liformis, e precisamente alle sue due forme imperfette, Phyllostieta macu- liformis e Cylindrosporium castanicolum, P. V., ricordando la pratiea di rac- cogliere le foglie colpite dal parassita e cadute dagli alberi, insiste sulla necessità di bruciarle, perchè adoperandole come lettiera il fungo continua a svilupparsi su di esse e nella stalla e nella concimaia, e da questa i suoi numerosissimi germi ritornano poi ai campi insieme al concime. Contro questa malattia e contro il mal dell’inchiostro si sta provando anche la coltura di varietà resistenti. Ta Pavia — Tipografia e Legatoria Cooperativa — 1906. PI a, I di: LYSOFORM unico disinfettante energico e non velenoso : il più perfetto deodorante : di grato odore: non macchia e non corrode. Adottato da molti Comuni ed Ospedali, Sta- bilimenti pubblici e privati: il solo scelto. per la disinfezione generale dell’ Esposizione di Milano del 1906. 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Lurcr MONTEMARTINI VA * libero docente di Botanica nella R. Università di Pavia | Collaboratori: Prof. F. Cavara (Catania) - Prof. G. DeL GueRcIO (Firenze) -. Dott. F. O’ B. ELLIson (Dublino) - Prof. A. KRroLopp . (Magyar-Ovar - Ungheria) - Prof. 0. Loew (Tokio) - M. Al- "a Indice del fascicolo N. 12. . BERLESE AM. — Sopra una nuo- va specie di mucedinea pa- rassita del Ceroplastes Rusci Pag.183 CninToNn G. T. — Note sulle .. malattie dovute a funghi “nel 1904 Idem. — La peronospora dei poponi e dei cetriuoli Idem. — La peronospora delle patate . 3 5 i ELoT A. — Nota sul Physopus - rubrocincta, insetto dannoso ‘al cacaco alla Guadalupa . LaUuBERT L. — L’ernia dei ca- voli e i mezzi per combat- . terla = } i LewTon L. — Malattie del co- tone dovute a funghi. Macìas C. — La ruggine del grano È È : MatrE R. — Note su alcune Erisifacee . MirLeR-THureAv H. — La @- è. cariosì della vite: rachiti- smo; court-noué, ecc. . » » » » 177 178 IBCG, 184 PavaRINO L. — La respirazio- ne patologica nelle foglie di vite attaccate dalla pe- ronospora SACKETT W. G.— Alcune ma- lattie bacteriche delle piante SHEAR ©. L. — Malattie del Vaccinium dovute a funghi SmitH E. F. — I bacteri e le malattie delle piante . Tamaro D. — Istruzioni pra- tiche per scoprire la fillos- sera TERRACCIANO A. — L’ inverno 1904-1905 ed i suoi effetti sulla vegetazione dei giar- dini di Palermo. . UveDA Y. — Il Bacillus Nico- tianae n. sp., causa dell’av- vizzimento del tabacco nel Giappone Note pratiche >. —.0r-©©-o- __ . Pag. » » » » PINE (Melbourne - Australia) - Dott. E. Bessey (Miami-Florida). 190 187 186 eil a a ù — Rivista di Patologia Vegetale ANNO 1. 20 gennaio 1906. Num. 12. Per tutto quanto concerne la Rivista dirigersi al Dort. Lurer MOoNTEMARTINI - Laboratorio Crittogamico - Pavia. PARASSITI VEGETALI NEW YORK BOTANICAL GARDEN CLinton G. T. — Notss on fungous diseases ecc. for 1904 (Note sulle malattie dovute a funghi ecc. nel 1904). (Report of th. Connecticut Agric. Exper. Station f. th. year 1904. Part. IV, Report of th. Station Botan., 1905, pag. 811-328 . @ 19 tavole). Sono brevi note sulle malattie delle piante dovute a funghi più comuni nel 1904, o che richiamarono l’attenzione per essere state meno diffuse che nei due anni precedenti, o che furono osservate per la prima volta nello Stato. Tra queste ultime abbiamo la Peronospora parasitica (Pers.) Tul., osservata su giovani piante di cavolo coltivate in letturino ; il Bacillus Cubonianus Macch., su foglie e rami di gelso; un marciume dei frutti di melone dovuto a bacterî, la Sclerotinia fructigena (Pers.) Schròt. sulle pesche, una /hzzocfonia sp. sul rabarbaro, e la Puccinia arenariae (Scham.) Schròt. sul Dianthus barbatus. Delle malattie già conosciute nello stato, furono molto co- muni nel 1904 le seguenti: Podosphaera leucotricha (EBll. et Kv.) Salm. sopra rami di peri, Puccinia asparagi DC. sugli asparagi (la forma ecidiosporica prima non si era mai osservata), so Sclerotinia fructigena (Pers.) Schròt. sulle cigliege, Uncinula 178 PARASSITI VEGETALI necator (Schw.) Burr. sull’uva, Botrytis sp. causa di marciume del fusto di cipolle, Corticium vagum var. Solani Burt. (Rhi- soctonia Solani) sulle patate, fthizoctonia sp. sui rafani e sul rabarbaro, Leptosphaeria coniothyrivm (Fuck.) Sace. sui lamponi, e cancro dovuto a Sterigmatocystis nigra nel tabacco in fer- mentazione E. A. Bessey (Miami). CLINTON G. P. — Downy Mildew, or Blight, Peronoplasmopara Cubensis (B. et C) Clint. of Musk Melons and Cucumbers (La peronospora, o annerimento, Peronospora Cubensis, dei poponi e dei cetriuoli). (/bidem, pag. 329-362, e 3 tavole). Questo fungo che ora è spesso causa di gravi danni alle coltivazioni di poponi e di cetriuoli negli Stati Uniti, fu osser- vato per la prima volta nel Connecticut nel 1889, ma è ora diffusissimo. Esso fu segnalato in questi ultimi anni im parecchi punti di Europa e perfino nel Giappone, così che si può dire sia ubiquitario. Si presenta di preferenza sulle cucurbitacee coltivate e spe- cialmente sul Cucunis melo e C. vulgaris, però attacca anche quelle selvatiche e si conoscono circa venti specie, tutte di questa famiglia, che possono essere suoi ospiti. La specie è posta da Berlese nel sottogenere Peronoplasmo- para che l'Autore eleva al grado di genere, preferendo questo nome a quello di Pseudoperonospora proposto da Rostowzen nel 19053. L'Autore dà anche la biologia e una buona descrizione del fungo. Le spore sono grigiastre o olivo-porpora, tanto che la varietà ara di Zimmermann non resta distinta dalla specie. La Pseudoperonospora cubensis var. tweriensis Rostowzew è basata su variazioni che sono comuni nella cubernsis tipica americana, non è dunque una varietà buona. A differenza di Rostowzew, l’Autore non riuscì a trovare spore invernali di origine sessuale. PARASSITI VEGETALI 179 Circa la cura da adottarsi, per ? cetriuoli si ebbero buoni risultati colla poltiglia bordolese applicata prima della com- parsa della malattia e continuata ad applicare una volta ogni quindici giorni. Per i poponi però tale cura non ha dato ri- sultati che potessero valere la spesa fatta per applicarla. La memoria finisce con un indice bibliografico nel quale sono elencati 66 lavori. E. A. Bessey (Miami). CLinton G. P. — Downy Mildew, or Blight, Phytophtora infe- stans (Mont) De By, of Potatoes (La peronospora, o anneri- mento dalle patate). (Ibidem, pag. 363-384, e sei tavole). IL’ Autore dà un breve riassunto della biologia di questo fungo, del quale non si conosce altro modo di riproduzione che quello per comidî, così che la malattia da esso prodotta si con- serva da un anno all’altro per mezzo dei tuberi infetti. Per ar- rivare fino a questi, il micelio non deve però scendere lungo e attraverso gli organi vegetativi della pianta: 1’ infezione proviene loro dalle zoospore trascinate dalle acque di pioggia lungo la superficie del fusto attraverso il terreno. - Negli anni 1902, 1903 e 1904 la perdita cagionata dalla Phytophthora nel Connecticut fu circa del 25 p. 100 del raccolto. La malattia si combatte colle irrorazioni con. poltiglia bordolese da applicarsi preventivamente per tre 0 quattro volte ad intervalli di due o tre settimane (cominciando nella prima meta di luglio e terminando verso la fine di agosto). Le piante infette devono essere sradicate prima. che se ne infettino i tuberi, anche perché non disseminino le spore sulle piante sane. ER. A. Bessey (Miami). 180 PARASSITI VEGETALI LaupeRT R. — Die Kropfkrankheit — Plasmodiophora — des Kohls und ihre Bekampfung (L’ernza dei cavoli — Plasmodiophora Brassicae — e i mezzi per combatterla). (Praktische Blitter f. Pflanzenb. u. Pfanzensehutz, Jahrg. TIT, 1905, pag. 73-79). L’Autore descrive la malattia dei cavoli nota sotto il nome di ernia e ne dà tutti i caratteri. Per combatterla serve bene il solfuro di carbonio 0 il petrolio diluito, facendo precedere il trattamento con spandi- mento di calce. Sono pure utili i soliti mezzi efficaci contro le altre malattie: scelta di campo non infetto, distruzione delle piante ammalate, adatta rotazione agraria, ecc. L. M. Lewron L. — Fungoid diseases of cotton (Malattie del cotone do- vute a funghi). (West Indian Bulletin, Vol. VI, N. 2, 1905). L'Autore descrive tre malattie delle foglie del cotone: la ruggine delle foglie (leaf rust), dovuta all’ Uredo Gossypti; la ticchiolatura delle foglie (leaf spot), dovuta alla Cercospora g038- sypina ; e la golpe (leaf mildew), dovuta ad un fungo non an- cora descritto ed identificato con precisione. Queste tre malattie non producono danni molto gravi alle piantagioni. Tra le malattie del frutto è invece dannosa l antracnosi , causata probabilmente dal Colletotrichum Gossypii e che si deve combattere colla pronta distruzione degli organi attaccati e col dare, per quanto è possibile, aria e luce alle piante. Una nuova malattia dei fusti fu osservata dall’ Autore nelle piantagioni di cotone di Seabrook Sea Island. Tutte le piante attaccate dal fungo erano pure infestate dal bruco rosso. Le fo- glie erano avvizzite, i fusti neri e coperti di una crosta polve- rulenta formata di pustole, spore e micelio di un fungo appar- tenente al genere Fusarium, ma diverso dal Nusarium che è PARASSITI VEGETALI 181 causa dell’ avvizzimento del cotone negli Stati Uniti d'America. Le ife penetrano nei tessuti, specialmente nelle parti interne del legno. Le esperienze di invculazione tentate dall’ Autore con ma- teriale ottenuto in colture pure, non hanno dato fin’ ora alcun risultato, epperò è ancora incerto se il fungo sia la causa vera della malattia, o si trovi solamente come parassita di ferita ad accompagnare i bruchi di cui sopra. Non si conosce per ora al- cun rimedio. Altra malattia del fusto assai dannosa e che fu causa di gravi perdite è il Black boll. Essa si manifesta con una curiosa deformazione delle capsule, le quali invece di essere ovali, diven- tano piuttosto sferiche e terminano poi in una punta acutissima : in sezione mostrano i peli decolorati ed i semi più grossi che nor- malmente. Col progredire della malattia, molti dei peli infraci- dano, diventando vischiosi e cambiando colore dal giallo al bruno o al nero. E da ultimo i semi ingrossati e in parte germinati riempiono tutto l'interno della capsula, rimanendo separati tra loro solamente da un sottile strato di cotone deteriorato. In questo stadio la malattia non si riconosce ancora all’ esterno, poichè la si vede solamente al tempo in cui le capsule si aprono. Pare che la malattia non sia in relazione nè colle condi- zioni del terreno, nè col clima, nè con alcun fungo od insetto parassita. Il solo organismo che si trova nelle capsule ammalate è un bacillo corto, non mobile, che però non si può ancora con- siderare come causa del fenonemo finchè esperienze di inocula- zioni avranno provato che veramente è tale. Probabilmente l’ infezione ha luogo durante la fioritura, per mezzo del vento o degli insetti. L'Autore consiglia, per evitare questa malattia, di non pian- tare il cotone nei terreni troppo ricchi e vergini, ma di far pre- cedere questa colla coltura di piante esaurienti il suolo, come sa- rebbe il frumento. E sono pure da abbandonarsi le concimazioni eccessivamente azotate. Bisogna poi distruggere le piante am- 182 PARASSITI VEGETALI malate ed astenersi dal ripiantare il cotone nei campi che si pre- sentarono molto infestati. È anche possibile procurarsi varietà resistenti, poichè il cotone spontaneo pare vada immune da questa malattia che è la più dannosa delle malattie del cotone fin’ ora conosciute. i L'Autore conclude consigliando agli agricoltori alcune ri- cerche ed esperienze intese a far conoscere il tempo e il modo di propagarsi della malattia. F. 0. B. ELLISON. Macias C. — EI chahuixtle del trigo (La ruggine del grano) (Com. de Parasitologia Agr., México, 1905, 4 pagine). Col nome generale di chaRuirtle (ruggine) i messicani indi- cano molte malattie delle piante dovute tanto a parassiti vege- tali che animali. L’Autore parla qui della vera 7wvggine dovuta alla Puccinia, di cui descrive il diverso modo di presentarsi. Dice che non st conoscono rimedi contro questa malattia, la quale va combattuta con una buona selezione delle sementi (intesa ad impedire anche la degenerazione dei caratteri resi stenti di certe varietà), e con determinate pratiche di coltura, come seminagione precoce, preparazione buona del terreno, scuotimento delle piante al mattino sì da farne cadere le goccie di rugiada, ecc. Mag Snuear C. L. — Fungous diseases of the cranberry (Malattie del Vaccinivm dovute a funghi). (UV. S. Department of Agrie., Farmer's Bull., N. 221, 1905, 24 pagine e 11 figure). . Il Vaccinium è coltivato su larga scala nel New England e New Jersey ed un pò anche nel Michigan e Wisconsin, e, PARASSITI VEGETALI E ANIMALI 183 specialmente nel New Jersey, è attaccato da diverse malattie alcune delle quali sono causa di gravi perdite. Tra queste l’Au- tore cita la nebbia (Blast), «dovuta ad una specie di Guignardia che attacca i frutti giovanissimi appena dopo la sfioritura ; e la scabbia (sca/d), dovuta allo stesso fungo quando attacca le bacche semimature o quasi mature. Nella prima malattia il fungho pro- duce conidî, nella seconda non dà ordinariamente alcuna forma di spore. Anche il marciume (0), dovuto pure a un fungo, e l’an- tracnosi (G/oeosporium sp.) sono malattie che colpiscono le bac- che; però i due funghi che le determinano, come pure la Gwuz- gnardia di cui sopra, possono attaccare anche le foglie. Sono utili le irrorazioni con poltiglia bordolese cui st aggiunge resina e sapone onde renderla aderente alle foglie e ai frutti. Bisogna applicarle cinque volte: prima della fiori- tura, dopo la fioritura, e più avanti ad intervalli di due a tre settimane. E. A. Bessey (Miami). BERLESE Am. — Sopra una nuova specie di mucedinea parassita del Ceroplastes Rusci. (ledia, Firenze 1905, Volume III, pag. 8-15, e una tavola e 3 figure). Nel corpo e negli organi di alcuni Lecanit:, parassiti del- l’olivo e di altre piante coltivate, si trovano molti microorga- nismi saccaromicetiformi che l'Autore ha impreso a coltivare in mezzi sterili speciali, al fine di determinare la loro natura. Di diversi tentativi in tal senso, gli riuscirono soltanto quelli fatti coi microorganismi che si trovano numerosissimi (fino 60-70 mila) e costantemente (si trasmettono, secondo l’ Autore, colle uova) nel corpo del Ceroplastes Rusci. Coltivati fuori dal loro 184 PARASSITI ANIMALI substrato naturale (il corpo del Ceroplastes), in terreno nutritizio artificiale, le cellule saccaromicetiformi di tali microorganismi si allungano e dànno un micelio abbondante, a conidi catenulati , da ascrivere al genere Vospora, affine all’0. verticillivides che si sviluppa sul mais gnasto. L'Autore ne fa una nuova specie che dedica al prof. Saccardo, chiamandola 0Vospora Saccardiana. Nell’ interno dei Ceroplastes il fungo si trova sempre nello stadio saccaromicetiforme e pare non abbia alcuna azione sul- l’animale che lo ospita. L. MONTEMARTINI. ELoT A. — Note sur le Physopus rubrocincta Giard, insecte nui- sible au Cacaoyer à la Guadeloupe (Nota sul PRysopus ru- brocincta, insetto dannoso al Cacao alla Guadalupa). (Comept. end. d. l. Soc. de Biologie, Paris, 1905, T. LIX, p. 100-102). Questo fisapodo piccolissimo, lungo mm. 1-1,5, attacca nei suoi diversi stadî le foglie ed i frutti del Cacao, facendo cadere le prime e coprendo i secondi di una patina brunastra e cerosa, che li deturpa. Il suo sviluppo è favorito dalle giornate piovose. Sono inefficaci i trattamenti con insetticidi. Bisogna invece tenere lontane le piante le une dalle altre, aerearle e pro- sciugare il terreno. L. M. MiiLLeR-THuRGAU H. — Die Milbenkrankheit der Reben. Verzwei- gung, Court-noué, Krauselkrankheit, ecc. (La acarzosi della vite: rachitismo, court-noué, ecc.). (Centralbi. f. Bakter. Pa- rasit. u. Infectionskrankh., Bd. XV, 1905, pag. 623-629 e due figure). ; L'Autore ha studiato la stessa malattia delle viti cui si ri- feriscono le note di Faes e di Trotter già riassunte alle pagine 52 e 76 di questa Rivista. eda PARASSITI ANIMALI 18 (ii Tale malattia si è presentata in diverse località della Sviz- zera fin dal 1901 e già dal 1903 l'Autore, in pubblicazioni fatte su vari periodici agricoli e scientifici, la attribuì all’azione di un Phytoptus. T caratteri più comuni sono i seguenti: tutti o quasi tutti i tralci di una vite sî mostrano sofferenti già dal principio del loro sviluppo ; rimangono lunghi pochi centimetri quando i tralci sani superano già parecchi decimetri, hanno nodi cortissimi e foglie assai ridotte, con un lembo di 1-2 centimetri. Le infiore- scenze restano pure piccole e abortiscono. Di rado si trova qualche tralcio: normale in mezzo a quelli ammalati: questi ultimi poi o muoiono presto e sono sostituiti da tralci normali sorti da gemme avventizie, o si prolungano più tardi in una parte quasi normale che però non può giungere a completo sviluppo. Qualche volta si hanno dei casi intermedii, probabilmente perchè i Ply- toptus ‘sono meno numerosi, o più rigogliosi e quindi più resi. stenti sono i tralci da essi attaccati. Così la malattia è più ‘ac- centuata quando le condizioni esterne o interne di vegetazione rendono più deboli i tralci o più lento il loro sviluppo, e quindi più lungo il periodo di tempo durante il quale possono venire danneggiati. i I Phytoptus che l'Autore riscontrò fino in' numero di 100-200 per ogni foglia, sembrano simili al P%. vitis, causa della eros? comune; ma gli effetti sulla pianta ospite sono così diversi, che può dubitarsi si tratti di una forma diversa dello stesso animale, o di due specie distinte. Il dottor A. Nalepa di Vienna, cui fu- rono mandati alcuni esemplari in esame, è di quest’ ultima opi- nione e crede trattarsi di una specie nuova di acaro per la quale propone il nome di Phyllocoptes vitis. L’acariosi non è dunque la stessa cosa dell’erznosi e secondo l'Autore merita essere ancora studiato se alla prima segua dav- vero e sia con essa legata, come vuole il Faes, una dDrunissure particolare. Anche l’ opinione del Faes che i Plytoptus sieno 186 PARASSITI ANIMALI forme larvali di animali più evoluti, ha bisogno di essere sotto- posta ad ulteriori studi. Contro l’acarzosi l'Autore consiglia una diligente cura in- vernale consistente nella potatura e distruzione dei tralci am- malati e nel lavaggio dei sani con soluzione satura di solfato di ferro, 0 soluzione al 5 p. 100 di solfato di rame, 0 al 2 p. 100 di lysolo, 0 simili. Alla primavera sarà bene levare tutti i tralci ammalati stia per distruggere insieme ad essi è parassiti che li hanno invasi, sia per provocare lo sviluppo normale delle gemme avventizie. L. MONTEMARTINI. Tamaro D. — Istruzioni pratiche per scoprire la fillossera. (Vo- ghera, 1906 ; 15 pagine e una tavola colorata). È un opuscoletto pratico e in forma popolare inteso a dif- fondere tra i viticultori le nozioni più necessarie sulla biologia della fillossera, sui danni che può arrecare, sui modi per rintrac- ciarne la presenza e sui provvedimenti da adottarsi contro di essa. L'Autore pensa che la diffusione di questo malanno nei vigneti del Vogherese sia dovuta o alle persone adibite alla vangatura e alla vendemmia e provenienti a loro insaputa da vigneti infetti, o all'introduzione nelle vigne e tra i filari di ceste imbrattate di terra e esse pure provenienti da vigne fillosserate. Quindi consiglia di /ar pulire e disinfettare con petrolio o (se si tratta di ceste) con acqua bollente le scarpe delle per- sone che entrano nelle vigne e i cesti che vi si importano, quando si sospetti che le une e gli altri provengano da terreni infetti. L. MONTEMARTINI. BACTERI 187 Sackert W. G. — Some Bacterial Diseases of plants (Alcune malattie bacteriche delle, piante). (Michigan Agricultural Experiment Station, Bull. N. 280, 1905, pag. 200-220 e sei figure). Sono descritte in forma popolare le seguenti malattie di vegetali dovute a bacterî : annerimento delle pera /pear Blighl) causato dal Bacillus amylovorus che attacca pera, mele, cotogne, meli selvatici, sorbe, meliache e biancospino; bacteriosi delle fave (Pseudomonas Phaseoli); black-rot dei cavoli (Pseudomonas campestris), che si presenta anche sui cavolifiori, sui broccoli, ecc. ecc. ; avvizzimento dei cocomeri (Baczl!us tracheiphilus) ; marciume della barbabietola da zucchero (Bacillus teuthlium) ; e annerimento delle patate e dei pomodori (Bacz/l{us solana- cearum). Quest’ ultima malattia attacca anche il Capsicum an- nuum, il Solanum carolinum, la Datura stramonium e diverse specie di Physalis. Si dànno consigli per curare queste malattie quando si co- nosce qualche metodo adatto. E. A. BEssEY (Miani). Smira E. F. — Bacteria in relation to plant diseases (I bacteri e le malattie delle: piante). (Vol. I, Washington, 1905 ; 285 pagine, 81 tavole e 146 figure). Questo primo volume di un’opera interessante è come l’ in- troduzione allo studio delle malattie delle piante dovute a bacteri. In capitoli separati si parla delle malattie delle piante in generale, della morfologia e biologia dei bacteri, dei metodi di coltura, del modo di isolarli, dei danni che producono, ecc. Viene anche trattata la questione della nomenclatura e della classifi- cazione dei bacteri: in riguardo a questa, l'Autore discute il si- stema di Fischer e quello di Migula e segue quest’ultimo, pro- ponendo però alcune modificazioni. Il volume finisce con un ricco indice bibliografico. L. MONTEMARTINI. Meo” PE TAC e Ta w =. ’ tl 4 188 BACTERI — AGENTI ATMOSFERICI UyeDbA Y. — Bacillus Nicotianae n. sp., die Ursache der Ta- backwelkkrankheit in Japan (Il Bacillus Nicotianae , specie nuova, causa della malattia dell’avvizzimento del tabacco nel Giappone). (The Bull. of th. Imp. Centr. Agricult. Exper. Station, Japan, 1905, con 5 tavole). L'Autore ha già pubblicato una breve nota su questo argo- mento nel Centralbl. f. Bakteriol., 2!° Abth., Bd. XIII. Qui fa una descrizione più diffusa della malattia e del modo di com- portarsi del microbo, il quale assomiglia fino ad un certo punto al Bac. solanacearum Smith ma non attacca le stesse piante. Il succo delle piante di tabacco ammalate, sparso sulla superficie delle foglie sane, riproduce in una o due settimane la malattia, provocando macchie nere. Una simile malattia, forse la stessa, fu osservata nel North Carolina e vi ha prodotto gravissimi danni. Si formano nel fusto molte piccole cavità piene di innumerevoli microbi. L’ infezione ha luogo spesso per la via delle radici, poichè tali microbi si propagano nel terreno e vi restano a svernare. Le radici sono presto completamente distrutte e le piante muoiono. In diversi mezzi di coltura il bacillo produce una sostanza nera che contiene tripsina e tirosinase ; esso è anaerobico facol- tativo e presenta l’optimum di accrescimento a 32° C. Le tavole sono buone e molto chiare. O. LOEW (TOKYO). Terracciano A. — L'inverno del 1904-1905 ed i suoi effetti sulla vegetazione dei giardini di Palermo (Bo//. d. R. Orto Bot. di Palermo, 1905, Vol. IV, pag. 116-140). L'Autore descrive i danni prodotti dai freddi dell’ ultimo inverno su un gran numero di piante coltivate nell’ Orto Bota- AGENTI ATMOSFERICI — FISIOPATOLOGIA 189 nico ed in molti giardini privati di Palermo. Dal modo diverso di comportarsi di determinate specie nei varî giardini, anche se vicini tra loro, egli deduce che l’azione più o meno deleteria delle basse temperature dipende da una quantità di cause che sfuggono molte volte alle nostre ricerche e che possono essere d’ ordine puramente vitale (stato in cui trovasi una data pianta), o d’ or- dine tellurico (natura chimica e fisica del sottosuolo, più o meno atto a rafreddarsi rapidamente o a riscaldarsi, a trattenere l’ umi- dità, ecc. ecc.), oppure d’ordine meteorico (quantità della pioggia, vento, sole; ecc. ecc.). L. MONTEMARTINI. Marre R. — Remarques sur quelques Erysiphacées (Note su alcune Erisifacee). (Bull. d. l Soc. d. Sciences de Nuncy, 1905, T. VI, pag. 31-37, e una tavola). L’Autore specifica dettagliatamente i caratteri dell’ Eyysiphe taurica. Non crede che il fatto dell’avere essa micelio endopa- rassita (come ha rilevato il Salmon nella nota di cui a pag. 79 di questa Rivista) e conidiofari ramificati in simpodio valga a farne un genere nuovo. Il micelio endofita si riscontra in altre specie di £yysiphe ed in diverse Phyllactinia, e non rappresenta un carattere pri- mitivo e generico, ma un’adattazione alla struttura della pianta ospite. Si trova cioè o quando vi è un’ epidermide con parete esterna grossa ed a cellule senza contenuto, 0 quando vi è un’epi- dermide sdoppiata da un’ipoderma, tutte le volte, insomma, che la struttura della pianta ospite non lascia la possibilisà di una nutrizione superficiale del parassita. L. MONTEMARTINI. 190 : FISIOPATOLOGIA Pavarino L. — La respirazione patologica nelle foglie di vite at- taccate dalla peronospora. (A/# del! Ist. Botan. di Pavia , Ser. II, Vol. XI, 1906, 16 pagine e una figura). L’Autore ha già studiato (veggasi a pag. 78 di questa Ri- vista) l’azione della peronospora sulla composizione delle ceneri delle foglie di vite. Studia ora, con lunghe serie di esperienze, come lo stesso parassita influisce sulla respirazione normale e in- tramolecolare dei medesimi organi. Riguardo alla respirazione normale, essa è accelerata dalla presenza della peronospora e ne viene aumentato specialmente l'assorbimento di ossigeno, onde si ha un abbassamento del quo- ziente respiratorio. Ciò, secondo l'Autore, dovrebbe portare con sè un aumento di produzione termica. Anche la respirazione intramolecolare è più intensa nelle foglie ammalate che nelle sane e vi comincia anche prima, così che si esaurisce e cessa quando nelle foglie sane continua an- cora. L'Autore fa anche la ricerca dei fermenti nelle foglie tanto - sane che ammalate e trova che queste ultime contengono mag- giori quantità di ossidasi che non le prime. Siccome questo fatto si verifica anche nei casi di malattie non parassitarie (ferite, ecc.) pensa che queste ossidasi non sieno produzione diretta del pa- rassita, ma piuttosto effetto di una reazione del protoplasma della pianta ospite allo stimolo del parassita o delle sostanze venefiche da esso segregate. È probabile che gli enzimi ossidanti che accompagnano la peronospora contribuiscano indirettamente alla casse dei vini ri- cavati dalle uve peronosporate. L. MONTEMARTINI. NOTE PRATICHE 191 NOTE PRATICHE Dalle circolari della Comisiòn de Parasitologia Agricola, Mexico, 1905: N. 23. — A. L. Herrera riassume i mezzi indicati dal Ministero di Agricoltura di Washington per combattere i gorgoglioni e il bruco del cotone. Contro i primi bisogna in autunno distruggere le piante attaccate e alla primavera fare le seminagioni il più presto possibile scegliendo varietà a sviluppo rapido, fare seminagioni rare, abbonire il terreno con concimi fosfatici. Per il bruco sì consigliano profonde arature in autunno, scelta di va- rietà a fruttificazione precoce, coneimazioni che accelerino la produzione, attirare con piante di maîs la maggior quantità possibile di mosche per distruggerle in agosto, polverizzazione col verde di Parigi. N. 28. — A. L. Herrera descrive un apparecchio speciale, adoperato in America per iniettare nel terreno gas asfissianti contro le formiche ed altri animali dannosi all’agricoltura. N. 29. — Lo stesso autore indica molte pratiche per combattere gli insetti che danneggiano le corteccie degli alberi: caccia diretta, distruzione degli alberi più invasi, preparazione di tronchi su cui attirare le larve, ece. ecc. Consiglia anche di disinfettare due volte all’ anno la corteccia colla seguente miscela: acqua 100 litri, sapone 5 chili, lissiva 5 litri, pe- trolio greggio 5 litri. l: Mm Dal Boletin de la Comisiòn de Paras. Agricola, Mexico, 1945: Pag. 450. — J. Isaac dice che a distruggere la mosca dell’arancio (7’ry- ‘peta ludens) lavora efficacemente un iecneumonide parassita, e che sono ancor più attivi altri parassiti delle larve. 192 NOTE PRATICHE Dall’ Agricottura Subalpina, Cuneo, 1905 : Pag. 229. — U. Brizi spiega che quando i gelsi sono colpiti dal male del falchetto, non vi è possibilità alcuna di curarne la malattia: anche la cura col solfuro di carbonio è inefficace. Conviene estirpare le piante de- perite, lasciare le buche aperte esposte al sole per tutto l’ estate, trattare poi il terreno con calce viva e ripiantare alla successiva primavera soltanto piantoni sicuramente sani. A' questi si farà prima subire un’ immersione per circa mezz'ora in poltiglia bordolese al 5 p. 100. Converrà pure evitare ferite delle radici e favorire lo scolo delle acque dal terreno. Teog Pag. 319. — Per combattere il Cephus pigmeus, le cui larve sono tanto dannose alle colture di frumento, L. Vivarelli raccomanda di. bruciare i monconi delle stoppie rimasti sui campi, entro i quali dette larve svernano allo stato di erisalide. Nota anche che questo insetto ha un nemico formi dabile nel Pachymerus calcitrator, icneumonide la cui farfalla depone le uova nella larva del cefo pigmeo. Pag. 331. — Quando si adoperano emulsioni o insetticidi qualsiasi (olio di ricino, olio di ravizzone, ecc.) contro il pidocchio lanigero del melo (Schizoneura lanigera), bisogna applicare il rimedio non ‘solamente sui rami aerei ma anche alle più grosse branche radicali, sulle quali pure il parassita si rifugia. L. Mm Dal Giornale di Agricoltura pratice, Asti, 1906: Pag. 3. — Il dott. Vigliani dice che quando Il’ infezione di Cuscuta nei medicai è molto intensa è inutile tentare contro essa qualsiasi trattamento : meglio rompere presto e con buon lavoro il medicaio. Se però 1’ infezione non è grave riescono utili la distruzione col fuoco e le irrorazioni con sol- fato di ferro acido, purchè però sieno ripetute varie volte ed applicate a larghe zone di infezione. Le falciature ripetute, il soffocamento colla paglia, l’ uso di calce, gesso e sabbia, non hanno, sempre secondo il Vigliani, alcuna efficacia. Pavia — Tipografia e Legatoria Cooperativa — 1906. È. LYSOFORM unico disinfettante energico e non velenoso : il pù perfetto deodorante : di grato odore: non macchia e non corrode. Adottato da molti Comuni ed Ospedali, Sta- bilimenti pubblici e privati: il solo scelto per la disinfezione generale dell’ Esposizione di Milano del 1906. Ottimo nell’igiene pubblica Prezioso nell’igiene privata. Libera le piante dai pidocchi e dai fanghi pa- rassiti: indicatissimo per la cura delle piante da appartamento e da giardino, nonchè di quelle col- turali. È di facile applicazione e di provata efficacia e serve pure egregiamente per la disinfezione delle stalle, dei porcili, dei pollai. È il miglior rimedio contro l’Afta Epi- zootica ed altre malattie dei bovini, dei cavalli, dei cani e di tutti gli animali in ‘genere. Vendesi da Droghieri e Farmacisti. Chiedere schiarimenti a LYSOFORM - Milano. Un medico risponde a tutte le domande. La RIVISTA DI PATOLOGIA VEGETALE uscirà ogni 15 giorni in fascicoli di 16 pagine con copertina, completati alla fine di ogni annata da indici alfabetici e per materia per il pronto rinvenimento delle piante e delle malattie studiate. Abbonamento annuo L. 12 ti Anno I. 30 gennaio 1906. Num. 13. Rivista di Patologia Vegetale DIRETTA DAL DorTt. (Firenze) LUIGI | Collaboratori: Prof. F. Cavara (Catania) - Dott. F. O’ B. ELLISON (Dublino) - Prof. A. KRroLopp MONDEMARTENI libero docente di Botanica nella R. Università di Pavia - Prof. G..DeL GueRCIO (Magyar-Ovar - Ungheria) -. Prof. 0. Loew (Tokio) - M. Al PINE (Melbourne - Australia) - Dott. E. Bessey (Miami-Florida). Indice del fascicolo N. 13. APPEL D. ‘e BoRNER C. — Di- struzione delle patate. do- vuta ad acari BrEFELD O, e FALK R. — L’in- fezione fiorale nelle Ustila- ginee e la diffusione natu- rale delle malattie da que- ste provocate È BUBAK FR. — Relazione sulla attività. della Stazione di Patologia Veg. di Tabor. EMERSON. R. = nale. | 3 L’Aecidium del Ranunculus auricomus è la forma ecidio- | sporica dell’U/romyces Pohae Rabh. della Poa pratensis. L’ Aecidium che si trova spesso sugli abeti nelle vicinanze LIBRARY * NEW Y@RK BOTANICAL GAKDEN. 194 GENERALITÀ — MALATTIE D’ INDOLE FISIOLOGICA di Tabor, proviene, come ha dimostrato Klebahn, dal Puecinia- strum Epilobii dell Epilobium angustifolium. Si diffusero molto nella Boemia durante il 1904 l Anthomyia conformis e la Puccinia glumarum Eriks. et Henn. L. MONTEMARTINI. SEELHORST (v.) — Die durch Kalimangel bei Vietsbohnen, Phaseo- lus vulgaris nanus, hervorgerufenen Erscheinungen (Feno- meni provocati dalla mancanza di potassio nel Phaseolus vul- garis nanus). (Zeitschr. f. Pflanzenkrankh., BA. XVI, 1906, pag. 2-5, e una tavola). Sono esperienze fatte nel campo sperimentale della Univer- sità di Gottingen per vedere l’azione del potassio sopra diverse piante coltivate. Mentre i cereali sono poco sensibili alle concimazioni a base di potassio, le barbabietole e le patate ne risentono molto. È notevole l'osservazione che le fave sofferenti per mancanza di potassio sono più facilmente devastate dai bruchi che non quelle concimate con concimi a base di tale elemento. Sensibilissimo all’azione del potassio è il Phaseolus vulgaris nanus, il quale non solo dà un raccolto più considerevole se viene concimato con sali potassici, ma quando manca di potassio si mostra sofferente in tutti i suoi organi vegetativi: le sue fo- glie diventano gialiognole e seccano prima agli orli, poi a poco a poco completamente, presentando fenomeni simili a quelli descritti dal Wilfahrt come provocati dalla stessa causa nelle barbabietole. L. MONTEMARTINI. "SA MALATTIE D’ INDOLE FISIOLOGICA — PARASSITI VEGETALI 195 SorauerR P. — Erkrankung von Cereus nycticalis Lk. (Malattia del Cereus nycticalis Lk.). (Zeittschv. f. Pflanzenkrankh., Bd. XVI, 1906, pag. 5-10 e una tavola). Trattasi di specie di intumescenze interne della corteccia, che si manifestano con rigonfiamenti prima vitrei e poi neri, se- guiti l’anno appresso da spaccature che danno poi luogo a fe- nomeni più o meno complessi di cicatrizzazione. Tali alterazioni si presentano nelle serre calde ed umide, onde secondo l'Autore sono conseguenza di un eccesso di acqua ad alta temperatura, seguito dall’accumulo di considerevoli quan- tità di zucchero che, non potendo depositarsi in forma di amido, provoca decolorazione, allungamento e nuove formazioni di cel- lule. È da consigliarsi di riscaldare meno la serra ed aerarla, nonché di tenere il terreno meno umido. L. MONTEMARTINI. BrereLp 0., FaLck R. — Die Bliiteninfection bei den Brandpilzen und die natiirliche Verbreitung der Brandkrankheiten (L’ infe- zione fiorale nelle Ustilaginee e la diffusione naturale delle malattie da queste provocate — carbone). (Unters. a. d. Gesammtgeb. d. Mycol., Hett III, 1905, 75 pagine e due tavole). Dopo avere riassunto quanto si conosceva sull'argomento, gli Autori comunicano parecchie serie di esperienze dalle quali dedu- cono che le Ustilaginee non attaccano solamente le giovani pian- tine in via di germinazione, ma in generale possono penetrare nella pianta ospite attraverso a tutti i tessuti teneri e giovani. 196 PARASSITI VEGETALI Il carbone del mais, per esempio, può propagarsi o alle in- fiorescenze maschili, o alle giovani foglie della parte superiore del fusto, o alle infiorescenze femminili, o alle giovani radici av- ventizie : l’ infezione, dopo circa tre settimane di incubazione , si manifesta esternamente e resta localizzata alla porzione di or- gano. cui sl è attaccata. Nei cereali comuni invece la malattia non si manifesta negli organi che prima ne furono infetti, ma, dopo un’ incubazione che può durare dei mesi, si esplica solamente nell’ infiorescenza. In essi il parassita attacca o le giovani piantine in via di germi- nazione, o anche i fiori, ai quali le spore possono essere portate dal vento o dagli insetti. Quando però sono infettati i fiori, la malattia non compare nello stesso anno nel quale ha avuto luogo l'infezione, ma i suoi germi rimangono latenti nei semi e si svi luppano alla germinazione di questi. È poi da ricordarsi che le Ustilaginee non solo vivono nelle loro piante ospiti, ma anche possono crescere e moltiplicarsi sotto altre forme (dando dei veri conidi invece che delle clamidospore) allo stato di saprofiti, onde si spiega l’ azione che hanno certe concimazioni sulla diffusione di questi malanni. Nell'ultima parte del lavoro, gli Autori espongono il risultato di alcune esperienze da essi fatte per vedere se la presenza e lo sviluppo di un’Ustilaginea nell’ interno della pianta ospite poteva dare a quest’ ultima la facoltà di assimilare 1’ azoto libero del- l'atmosfera. Tali esperienze hanno dato risultato negativo. L. MONTEMARTINI. Emerson R. A. — Apple scab aud Cedar rust (Rogna e ruggine dei meli). (Bull. of th. Nebraska Agric. Exper. Station , 1905, N. 88, 21 pagine e 9 figure). Negli anni 1902-1904 i meli furono molto danneggiati, nel Lebraska, dalla rogna (Venturia inaequalis) e dalla ruggine PARASSITI VEGETALI 197 (Roestelia , stadio del Gymmnosporangium macropus del Juni- perus virgiana). Si hanno elenchi delle varietà resistenti e di quelle facilmente attaccate da ognuna di queste due malattie. Mentre fu già dimostrato nel Vermont che a prevenire la rug- gine è efficace la distruzione delle piante di Juniperus che ve- getano nelle vicinanze del frutteto, questa pratica non è appli- cabile al Nebraska dove i /Juniperus hanno quasi tanto valore quanto i meli. Sono invece molto utili qui le irrorazioni con poltiglia bordolese fatte all’ epoca della disseminazione delle spore del Gymnosporangium, almeno due volte consecutive : in- fatti, mentre nelle piante non trattate il 30-80 p. 100 delle foglie sono ammalate, in quelle irrorate se ne riscontra solo il 4-9 p. 100. Lo stesso trattamento (quando si applica al momento della fio- ritura e 15-20 giorni dopo) e efficace a preservare i frutti e le foglie dalla rogna. E. A. Bessey (Miami). Evert. — Ein Beitrag zur Entwickelungsgeschichte von Gloeo- sporium Ribis (Lib.) Mont. et Desm. (Contributo allo studio dello sviluppo del G/oeosporium ibis). (Ber. d. deuts. bot. Ges., Bd. XXIII, 1905, pag. 515-516). x E una nota preliminare nella quale 1’ Autore comunica che le spore di questo fungo non solo resistono all'inverno anche ad un gelo di parecchi gradi sotto zero, ma dopo l inverno germi- nano più facilmente. L. M. Gaporro L. — Di un ifomicete parassita della vite. (Nuov. Giorn. Bot. Ital., Vol. XII, 1905, pag. 488-493, e 4 figure). L'Autore parla del Pionnotes Cesatii (Thiim) Sacc. = Fusa- rium Biasolettianum Cord., che egli, anche conoscendo il la- 198 PARASSITI VEGETALI voro di Briosi e Farneti, ritiene sia un ifomicete e non un li- chene (CArysogluten). i Questo parassita è comune sulle Freise e Barbere del basso Monferrato, sulle quali compare nel mese di marzo in corrispon- denza ai tagli di potatura e in forma di placche di colore rosso carnicino, nuotanti nel liquido che geme dai vasi recisi, e sco- lanti lungo il fusto o i tronconi in modo da ricoprirli.. La porzione di fusto infestata, diventa sede, secondo l’Au- tore, di speciali produzioni ipertrofiche formate da aggroviglia- menti di tubercoli legnosi che nell’ annata stessa essicano com- pletamente e cadono al: suolo con facilità. La pianta ne resta però esaurita e a lungo andare ne soffre. La struttura di tali tubercoli è molto diversa da quelli pro- dotti dal Bacillus Ampelopsorae Trev., che è in relazione col fe- nomeno patologico detto della brachicolia o barbera rissa. L’Autore consiglia di interrare, dove è possibile, le parti infette ; oppure di disinfettare i tagli di potatura con solu- zione acida di solfato ferroso e ricoprirli poi con intonaco di catrame. Crede utile anche fare i tagli stessi a becco di flauto onde renderne meno facile l infezione. L. MONTEMARTINI. Hori S. — Smut on cultivated large bamboo Phyllostachys (Il carbone della Phyllostachys). (Bull. of the Imp. Centr. A- gricult. Exper. Station Japan, Vol. I, N. 1, 1905). Il carbone della Phyllostachys non è fin’ ora stato rilevato, ma l'Autore fa già da dieci anni osservazioni in proposito ed ha visto che questa malattia può distruggere in poco tempo intiere piantagioni. Essa attacca gli internodi giovani ed i punti di accresci- mento *dei rami. I rami giovani più brevi pare a tutta prima PARASSITI VEGETALI 199 che si ingrossino , poi le guaine fogliari si spaccano e lasciano scorgere le innumerevoli spore del carbone. La pioggia e il vento sono favorevolissime allo sviluppo e al diffondersi della malattia. I fusti attaccati diventano fragili e completamente inutili. Le spore sono per lo più rotonde, con un diametro di 6 a 10 micromillimetri; germinano nell’ acqua in 10 ore, emettendo un promicelio fusiforme che produce uno o due sporidi al setto o all’ estremità. Il fungo è identico alla Ust:/ago Shiraiana P. Henn. che è conosciuta solo imperfettamente e fu descritta in condizioni non buone. L’ Autore ne dà ora una descrizione esatta, e pro- pone contro di esso le irrorazioni con poltiglia bordolese, da applicarsi in primavera, quando i giovani fusti cominciano a svilupparsi. O. Loew (Tokio). LauBeRrT R. — Eine neue Rosenkrankheit, verursacht durch den Pilz Coniothyrium Wernsdorffiae (Una nuova malattia delle rose dovuta al Coniothyrium Wernsdorffiae). (Arb. a. d. biol. Abt. f. Land vu. Forstwirt. a. K. Gesundheitsamte , Bd. IV, 1905, pag. 458-460, e 2 figure). È una malattia dei rami di rosa, comparsa in varie località dell'Austria e dovuta ad una nuova specie di fungo parassita che l'Autore figura e descrive sotto il nome di Consothyrium Wernsdor{ffiae. Essa si manifesta con macchie ovali o rotonde, qualche volta abbraccianti tutto il contorno di un ramo giovane, nerastre nel mezzo, giallo brune alla periferia, circondate anche da una zona rossastra della corteccia, cosparse dei picnidi del parassita, il cui micelio invade tutti i tessuti sottostanti. M. L. 200 PARASSITI VEGETALI Lawrence W. H. — Blackspot canker and blackspot apple rot (Cancro e marciume nero dei meli). (Journal of Mycology, II, 1905, pag. 164-165). Il Gloeosporium malicorticis attacca i frutti e specialmente i rami dei meli, sui quali provoca delle alterazioni cancrenose. Secondo 1’ Autore vi è poea differenza tra questo fungo e la Glomerella rufomaculans, la quale attacca preferibilmente i frutti, provocandone il bitter rot, ma egli non è riuscito ad ot- tenerne la forma ascofora. LoxGyear B. O. — A new apple rot due to an undescribed spe- cies of Alternaria (Un nuovo marciume delle mele dovuto ad una specie nuova di A/ternarta). (Colorado Agricult. Exper. Station, 1905, Bull. N. 105, 12 pagine e 4 figure). Nel Colorado le mele, e specialmente certe varietà, presen- tano una maniera particolare di deterioramento. All’estremità su- periore, intorno al calice, compaiono come delle macchie depresse, brune, che poi si screpolano, e sono dovute ad una specie non ancora descritta di A/ternuria, le cui spore, disseminate sui fiori sani di meli e di peri, riproducono la malattia. Non si tratta però di un fungo assai virulento. Esso si svi- luppa sugli stami e sugli stili dopo la sfioritura, e da questi a poco a poco passa alla cavità recettacolare, estendendosi poi nei tessuti del frutto e deteriorandoli quando sono quasi maturi. Spesso si sviluppa nel torso del frutto, senza danneggiare la polpa. E. A. Bessey (Miami). me È PARASSITI VEGETALI 201 OsteRwALDER A. — Die Sclerotienkrankheit bei den Forsythien (Il male dello sclerozio nelle Forsizie). (Sorauer’s Zeitscly. f. Pflanzenkrankh., Bd. XV, 1905, pag. 321-329, e una ta- vola). La Sclerotinia Libertiana Fuck., riscontrata fin'ora su mol- tissime piante erbacee, non venne ancora: segnalata sulle piante legnose. L'Autore ha visto già da qualche anno che essa si svi- luppa sui rami di diverse specie di Morsythia a Wadensweil nella Svizzera, necrosandone i tessuti e provocandone la morte. La malattia si presenta come quella provocata dalla Mo- nilia fructigena sui ciliegi e su altre rosacee.: attacca i fiori, e da questi si propaga ai rami. In questo caso però l’ infezione si fa strada ‘attraverso i tessuti morti dei petali e degli altri or- gani fiorali avvizziti e che rimangono, dopo la sfioritura , ade- renti all’ovario. Da tali organi il parassita passa poi ai pedun- coli fiorali e alla corteccia dei rami, nella quale prende larga diffusione e forma i suoi sclerozi. | Dalla struttura e dalle dimensioni di tali sclerozi che si ot- tengono anche in colture, come pure dai caratteri degli apoteci che ne provengono, l’ Autore ha potuto constatare trattarsi real- mente della Sclerotinia Libertiana. Egli poi afferma, col De Bary e col Tubeuf, che questo fungo non dà mai luogo ad al- cuna forma di Botrytis. Sui petali avvizziti delle forsizie, si os- servano spesso, è vero, durante la primavera, abbondanti coni- diofori di Botrytis cinerea, ma questa è da ritenersi saprofita ed occasionale, e non è in alcuna relazione col micelio di Scle- rotinia che penetra nei tessuti più interni. È importante ricordare che se si taglia un apotecio di Sc/. Libertiana in modo.da lasciarne solo lo stipite, la parte ascofora si rigenera, mostrando un fenonemo di rigenerazione analogo a quello descritto dal Brefeld per il Coprinus stercocarius. L. MONTEMARTINI. 202 PARASSITI VEGETALI ED ANIMALI Gissow H. — Ueber eine neue Krankheit an Gurken in England: Conynespora Mazei Giiss. gen. et spec nov. (Su una nuova malattia dei cetriuoli in Inghilterra: Corynespora Mazei, gen. e spec. nuov.). (Zeztschr. f. Pflanzenkrankh., Bd. XVI, 1906, pg. 10-13, e figure). È la traduzione tedesca del lavoro di cui fu riferito a pg. 18 di questa Rivista. L. M. AppeL O. und BòrnER C. — Ueber Zerstirung der Kartoffeln durch Milben. (Distruzione delle patate dovuta ad acari). (Arb. a. d. biol. Abt. f. Land u. Forstwirtsch. a. K. Gesun- Adheitsamte, Bd. IV, 1905, pg. 443-452, e 11 figure). Sui tuberi di patata affetti da bacteriosi venne varie volte e da diversi osservatori rilevata la presenza di acari, i quali fu- rono però sempre ritenuti come saprofiti ed in nessun rapporto colla malattia dei tuberi da essi abitati. Gli Autori segnalano ora il fatto, da essi constatato per due anni di seguito e in molte occasioni, che un acaro (Ahzzo- glyphus echinopus) può attaccare dei tuberi sani e distruggerli. La superficie di tali tuberi presenta piaghe più o meno estese, escoriate e appena colorate, sotto le quali il parenchima ami- lifero mostrasi alterato, poltaceo e necrosato fino ad una certa profondità, e nelle quali si trovano numerosi acari in diversi stadî di sviluppo. i Molte volte il danno è reso ancora maggiore per ciò che gli acari contribuiscono a diffondere la bacteriosi. Gli Autori descrivono minutamente e figurano le diverse parti del f/izoglyphus in parola. PARASSITI ANIMALI — BACTERI 203 Non si conoscono rimedî contro di esso: converrd sempre però raccogliere e distruggere i tuberi infetti, e conservare quelli sani in ambiente asciutto e non troppo caldo. Bisognera anche cercare di coltivare varietà più resistenti. In ultimo gli Autori notano come oltre che dagli acari, le patate possono essere attaccate e distrutte da piccoli insetti che essi si riservano di studiare. L. MONTEMARTINI. HorI S. — Abnormes Wachsthum bei Cannabis sativa L. (Accre- scimento anormale della canapa). (Zeòtschvr. f. Pfanzenk- rankh., Bd. XVI, 1906, pg. 1-2, e una figura). In una serra della stazione agraria di Komaba a Tokio, l’ Autore osservò che alcune piante femminili di canapa rima- nevano più piccole delle altre, con internodî più brevi e foglie addossate e carnose, caratterizzate dalla presenza di un olio etereo speciale con odore di menta peperita. Egli pensa che questo fenomeno sia provocato dalle secrezioni di certi afidi che si trovano sopra le piante così sformate, e non su quelle normali. Sono deformazioni simili a quelle che vennero riscontrate anche in Italia dal Massalongo e pure da questi attribuite al- l’azione di afidi. L. MONTEMARTINI. MontEMaRTINI L. — Sui tubercoli radicali della Datisca canna- bina L. (Rend. d. r. Ac. d. Lincei, Class. Sc. Fis. e Nat, Roma, 1906, 3 pagine). Sulle radici della Dazisca cannabina il Trotter aveva ri- levato la presenza di tubercoli simili, per l’aspetto e per il loro modo di comportarsi, ai tubercoli radicali delle Leguminose. 204 BACTERI — AGENTI CHIMICI Lo studio anatomico però di questi corpi mostra che essi sono di natura affatto diversa. Anche i microorganismi che in essi sì annidano sia all’esame diretto, sia alle colture nei mezzi ordinarî di nutrizione, si presentano molto differenti dal noto bacillo delle leguminose, e possono essere ritenuti come una specie nuova. L. MONTEMARTINI. Ewerr. — Weitere Untersuchungen ibber die physiologische Wir- kung der Kupferkalkbriihe auf die Pflanze. (Ulteriori ricerche sull’ azione fisiologica della poltiglia bordolese sopra le piante). (Ber. d. deuts. bot. Ges., Bd. XXIII, 1905, pag. 480-485). In un precedente lavoro l'Autore ha dimostrato che l’azione della poltiglia bordolese è chimica e fisica : essa opera cioè come un veleno e come uno schermaglio che diminuisce la luce, per conseguenza indebolisce l'assimilazione, la respirazione e la tra- spirazione. Ora cerca se in natura, nelle condizioni in cui ordinaria- mente viene applicata la poltiglia bordolese alle piante, essa può portare qualche vantaggio. E precisamente esamina se quando la pianta soffre per scarsità di acqua può essere utile una inso- lita protezione contro la traspirazione ; se le può giovare una: diminuzione dell’ intensità luminosa; se il rame che penetra in traccie nei tessuti può agire come stimolante delle funzioni, e se il calcio che va nel terreno può essere utilizzabile. Trova che in certe condizioni questi fenomeni si verificano. Per esempio dai ribes trattati colla poltiglia bordolese per di- fenderli dal G/ocosporium Ribis, si hanno frutti più ricchi di zucchero. AGENTI CHIMICI 205 Alla fine della sua nota l Autore si sofferma a confutare alcune obbiezioni fatte dall’Aderhold al suo precedente lavoro. li L. MONTEMARTINI. Moritz J. und Scnerpe R. — Ueber die Bodenbehandlung mit Schwefelkohienstoff und ihre Einwirhung auf das Pflanzenvach- stum (Sul trattamento del terreno col solfuro di carbonio e la sua azione sull’ accrescimento delle piante). (ArD. a d. biol. Abt. f. Land-u. Forstw. a. K. Gesundheitsamte , Bd. IV, 1905, pag. 123-156). È noto che i terreni che sono stati trattati col solfuro di carbonio per liberarli dalla fillossera, quando vengono lasciati a sè per un certo tempo, si coprono di una vegetazione spontanea nella quale i singoli individui mostrano uno sviluppo più rigo- glioso del normale. Parecchie osservazioni si hanno su questo fatto dell’Oberlin, Pagnoul, Wollny, Pfeiffer, Hiltner, ed altri. Gli Autori hanno fatto in proposito alcune serie di esperienze rivolte sopratutto a mettere in luce l’ azione del solfuro di carbonio sulla compo- sizione chimica del terreno, onde potere spiegare il suo potere fertilizzante. Da tali esperienze essi deducono che nel terreno il solfuro di carbonio procura alle piante nuove sorgenti di sostanze nu- trienti. In primo luogo eccita la nutrizione azotata ; ed è inoltre probabile che sotto la sua azione alcuni sali minerali (con potassio e fosforo) si trasformino in composti più facilmente assimilabili dalle piante. Il solfuro di carbonio si trasforma infatti in piccola parte in acido solforico che entra in combinazione cogli altri costituenti del terreno. Di qui la sua azione fertilizzante. Circa l’azione stimolante della nutrizione azotata, gli Autori verificano che essa si compie solamente nei terreni non steriliz- zati, e pensano quindi, accordandosi in questo colle esperienze 206 AGENTI CHIMICI di Hiltner, che tale azione non si esplichi direttamente sulla ve- getazione fanerogamica, ma sui microorganismi che elaborano il materiale azotato assimilabile, L. MONTEMARTINI. Moritz J. und ScHerRpE R. — Ueber Haltbarkeit von Schwefel- kohlenstoff im Boden (Sulla permanenza del solfuro di car- bonio nel terreno). (Ard. a. d. biol. Abt. f. Land-u. Forstw. a. k. Gesundhettsamte, Bd. IV, 1905, pag. 201-206). Da esperienze fatte in un campo che non era lavorato, gli Autori deducono che il solfuro di carbonio può conservarsi per parecchi mesi nell’ aria del terreno, anche a profondità relativa- mente piccola. L. M. RounLanp W. — Zur Kenntniss der Wirkung des unloòslichen Ku- pfers auf Pflanzen mit Riicksicht auf die sogenannte Bor- deauxbriihe. (Sull’ azione dei composti basici insolubili di rame sopra le piante trattate colla poltiglia bordolese). (Ard. a. d. biol. Abt. f. Land u. Forstw. a k. Gesundheitsamte , Bd. IV, 1905, pag. 157-200). Il rame contenuto nella comune potiglia bordolese colla quale vengono trattate le piante per difenderle dai parassiti, si deposita sulle foglie in forma di ossidi idrati insolubili, special- mente Cu (0H),. L’ Autore esamina qui la possibilità che tali ossidi sieno resi solubili da secrezione particolari degli organi vegetali e venire quindi assorbiti dalla pianta. Le sue ricerche sopra le sostanze segregate e sopra la composizione delle ceneri vegetali lo con- ducono ad escludere tale possibilità : se in realtà qualche volta AGENTI CHIMICI — FISIOPATOLOGIA — MALATTIE D’ INDOLE INCERTA 207 i trattamenti colla poltiglia bordolese favoriscono l’ assimilazione clorofilliana, ciò si deve o all’ azione del ferro che si trova co- munemente insieme al solfato di rame, o al potere eccitante che ha il rame anche in piccole dosi. Le spore dei parassiti incece emettono, quando germinano, delle sostanze che possono rendere solubile il Cu (0H),, ed è per questo che ne rimangono avvelenate. L. MONTEMARTINI. Kunze G. — Ueber Saureausscheidung bei Wurzeln und Pilzhyphen und ihre Bedeutung (Sulla secrezione di acidi da parte delle radici e delle ife di funghi, e suo significato). (Pringshetwm's Jahrb. f. w. Bot., Bd. XLII, 1905, pag. 357-393). L'Autore, dopo avere studiato il fenomeno della secrezione di acidi organici da parte delle radici delle piante superiori, fa delle ricerche analoghe sopra diversi funghi (Mucor Mucedo , M. stolonifer, Penicillium glaucum, ecc.) e trova che anche in questi ha luogo una simile secrezione : pensa che i funghi delle micorize possano mediante essa facilitare l'assorbimento dei sali minerali alle radici sulle quali vivono. Li Mi GrIGnan G. T. — La transmission de la panachure par la greffe (La trasmissione della screziatura coll’ innesto). (fevue hor- ticole, 1905, pag. 193). L’Autore richiama l’attenzione degli studiosi sopra le re- centi osservazioni del Lindemuth su questo argomento. Non crede 208 MALATTIE D’' INDOLE INCERTA — NOTE PRATICHE però sia possibile riconoscere sempre dal suo aspetto se una sere- ziatura abbia origine infettiva o no. Poche sono le piante che hanno screziatura infettiva, ossia che la trasmettono coll’ innesto :. il Lindemuth cita soltanto Vl Abutilon Thompsoni. Di quale natura è tale infezione? Benchè si sia parlato di microorganismi, nulla per ora autorizza ad accettare tale ipotesi. L. M. NOTE PRATICHE Dal Journal d’ Agriculture Pratique, 1905: Pag. 500. — A. Truelle consiglia di immergere per alcuni minuti i frutti freschi in acqua fredda contenente il 3 per 100 di formolo del eom- mercio, onde liberarli da tutti gli organismi che vivono alla loro superficie e che ne affrettano le alterazioni. In tal modo l uva, le ciliegie, le fra- gole ed altri frutti carnosi possono conservarsi freschi per parecchi giorni. Il metodo potrebbe essere accettato con vantaggio per 1’ importazione in Europa dei frutti tropicali. UE Dal Purdue University Agric. Exper. Station, 1905. Bull. 103: Per liberare i semi di avena dal carbone, J. C. Arthur consiglia im- mergerli per due o più ore in una soluzione di un chilogrammo di forma- lina (una soluzione al 40 per 100 di formaldeide) in 400 litri di acqua. E. A. B. Dall’ Indian Forester, April, 1905: C. A. Barber dice che il Santalum album può attaccare, come paras- sita, le radici delle Casuarina e Lantana. Produce austori che penetrano la radice lungo il cambio. F. O. B. E. Pavia — Tipografia e Legutoria Cooperativa — 1906. A LYSOFORM D unico disinfettante energico e non velenoso : il più perfetto deodorante : di grato odore: non macchia e non corrode. Adottato da molti Comuni ed Ospedali, Sta- bilimenti pubblici e privati: il solo scelto. per la disinfezione generale dell’ Esposizione di Milano del 1906. Ottimo nell’ igiene pubblica Prezioso nell’igiene privata. Libera le piante dai pidocchi e dai funghi pa- rassiti: indicatissimo per la cura delle piante da appartamento e da giardino, nonchè di quelle col- turali. È di facile applicazione e di provata efficacia e serve pure egregiamente per la disinfezione delle stalle, dei porcili, dei pollai. È il miglior rimedio contro l’Afta Epi- zootica ed altre malattie dei bovini, dei cavalli, dei cani e di tutti gli animali in genere. 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ADERHOLD R. — Sopra la bio- logia e il modo di combat- tere la secale cornuta Td. — Sulla distruzione dei - funghi col sotterramento Id. e RuaLAND W. — Studio è delle Sc/erotinia degli alberi da frutto 3 3 BeRxaTZRY E. — Sulle sim- . biosi delle piante superiori ‘coi funghi - A BLiun, PHILO K. — Una va- rietà di poponi resistente “ala ruggine. ; BòRrNER C. — L' Lon Seca lis, come parassita della se- ‘cale. BucuoLtz F. — Le Puccinia ‘delle provincie del Baltico. ‘Busse W. —. Ricerche sulle ‘| malattie della durra . Dixon H. N. — Galle di mu- schi dovute a nematodi HiLtNER L. e. PETERS L. -—— Ricerche sulle malattie del- -le piantine di barbabietola d » » . Pag. 210 211 210 211 212 216 219 221 HoLway E. W. D. — Ruggini della Salvia nell’ America del Nord . È : + Page 213 JAKOBESCO N. — Nuovo. fun- go parassita, causa del can- cero del tiglio £ A o. Kriicer FR. — Studi sota ro- gna della barbabietola 3 RII222 MeRAZ A.— Il punteruolo dei Capsicum. +.» 219 PEGLION V. — aan del- le castagne, cagionate da Pe- nicillium glaucum : wiiazio Idem. — Morìa di piantoni di gelso cagionata da Gibberel- la moricola . È >» 214. PeroTTI R. — Influenza di ali cune azioni oligodinamiche sullo sviluppo e sulPattività del Bacillus radicicola sMEDN220) SMITH, CLavron 0. — Studio delle malattie di piante da orto nel Delaware 7 pi215 SORAUER P..— Trattato delle malattie delle piante . 2°» 209 Note pratiche . È ; ZUBIIZZO Rivista di Patologia Vegetale . ANNO 1. 28 febbraio 1906. Num. 14. Per tutto quanto concerne la Rivista dirigersi al Dott. Lurcr MONTEMARTINI - Laboratorio Crittogamico - Pavia. GENERALITÀ Sorauer P. — Handbuch der Pflanzenkrankheiten. 3° Aufl. Lief. 3-5. (Trattato delle malattie delle piante. 3° ediz., fasc. 3-5). Berlin, 1905. x E il seguito del trattato di cui si parla a pag. 161 di questa Rivista. I fascicoli 3 e 5 sono la continuazione del secondo volume nel quale il Lindau tratta dei parassiti vegetali. In essi si espon- gono prima i caratteri generali degli Ew,iceti, ossia dei funghi propriamente detti, e poi se ne studiano i diversi gruppi co- minciando dai funghi inferiori, o Vonzceti, ed arrivando fino alle principali famiglie degli Ascomiceti. Sono raccolti tutti i risul- tati delle pubblicazioni più recenti sopra le malattie delle piante dovute a questi parassiti: meritano specialmente di venire ri- cordati lo studio molto dettagliato delle Peronosporee e quello delle diverse forme imperfette degli Ascomiceti più comuni. Le figure, quando non sono originali, sono riportate dalle migliori memorie speciali sui varî argomenti. x Nel fascicolo 4 (continuazione del 1° volume) il Sorauer con- tinua lo studio delle malattie dovute a condizioni sfavorevoli del . terreno. Parla della mancanza di sostanze nutrienti, della man- canza di acqua, di spazio, ecc. ecc., dimostrando come possano i 0 & + ANA 210 GENERALITÀ — PARASSITI VEGETALI avere origine il n477s7:0 ed altri fenonemi anormali che si pre- sentano nello sviluppo di certe piante : il filare (nuvles dei fran- cesi) delle patate, il loro accrescimento anormale, la formazione di tubercoli aerei, gli arresti nella maturazione dei frutti, il loro indurimento o pietrificazione, ecc. ecc. L. MONTEMARTINI. ApeRHoLD Rud. und RvHLAnD W. — Zur Kenntniss der Obstbaum- Sklerotinien (Studio delle Sc/erolinia degli alberi da frutto). (Arb. a. d. biol. Abt. f. Land-u. Forstw. a. kh. Gesundheit samte, Bd. IV., 1906, pag. 427-442, e una tavola). Più che di patologia è uno studio di micologia, nel quale gli Autori dànno i caratteri delle seguenti tre specie che sono molte volte confuse 1’ una coll’ altra e che invece vanno tenute tra di loro distinte : 1. Sclerotinia fructigena (Pers.) Schròt. (Monilia frueti gena Pers.) ; 2. Sclerotinia lara (Ehrenb.), Aderh. et Ruhl. (Monika lara Sacc. et Vogl.); d. Sclerotinia cinerea (Bon.) Schroet. (Sclerotinia frueti- gena Nort., Monilia cinerea Bon.). La forma ascofora descritta dal Norton come appartenente alla M. fructigena, appartiene probabilmente invece alla M. cz Nered. L. MONTEMARTINI. AperHoLp R. — Zur Biologie und Bekampfung des Mutterkorns (Sopra la biologia ed il modo di combattere la secale cor- nuta). (Arb. a. d. biol. Abt. f. Land-u. Forstw. a. k. Ge- sundhettsamite, Bd. V, 1905, pag. 31-35). PARASSITI VEGETALI 211 L’Autore fa delle esperienze sulla resistenza degli sclerozi di secale cornuta, che cadono sul terreno o restano mescolati alla secale, verso gli agenti atmosferici o verso speciali agenti chimici. Dimostra l’ efficacia delle soluzioni di cloruro di potassio per distruggere la germinabilità degli sclerozi stessi. IL. M. AperHoLp R. — Zur Frage der Vernichtung der Pilze dur Eingraben (Sulla distruzione dei fanghi per mezzo del sotterramento). (Col precedente, pag. 35-36). È noto che il miglior modo per combattere le malattie pa- rassitarie delle piante, è quello di distruggere col fuoco gli or- gani infetti. Dove tale pratica non è possibile, si usa seppellire o coprire con terra gli organi stessi. L’Autore ha voluto studiare se e quanta efficacia abbia tale pratica, e con esperienze fatte su funghi diversi (R/ytisma ace- rinum, Melampsora sp., Fusicladinm sp., Nectria cinnabarina, Puccinia graminis, Uromyces Betae, ecc.) ha dimostrato che le spore non vengono uccise rimanendo sotterrate durante l’inverno. Il tempo durante il quale possono resistere varia da specie a specie: in alcuni casi un fungo può mantenersi in vita nel terreno anche per qualehe anno. E dunque un errore credere di poter distruggere i paras- siti col coprirli di terra. IERI IE BerNnaTzKy E. — Viragos nòvények egyiittélése gombakkai (Sulle simbiosi delle piante superiori coi funghi). (Aerteszeti La- pok, Budapest, 1905, XX, pag. 40-56). Secondo l'Autore il fungo che dà la micoriza endotrofa delle Orchidee è un ascomicete appartenente al genere Hypomyces. 212 PARASSITI VEGETALI Notevoli sono poi i rapporti simbiotici che si stabiliscono tra Amanita muscaria e le radici delle Be/u/la, e tra il Bole- tus granulatus e i pini. A Budapest e a Versecz dove sono pian- tati e coltivati i pini, compare anche quest’ ultimo fungo. L. M. BLInN, PiiLo K. — A rust resisting cantaloupe (Una varietà di poponi resistente alla ruggine). (Colorado Agricult. Exper. Station, 1905, Bull. N. 104, 15 pagine e 10 figure). Nel Colorado come in molte altre parti dell’ America, i po- poni sono fortemente danneggiati da una malattia volgarmente nota col nome di rwusf (ruggine) e dovuta ad un fungo paras- sita, il Macrosporium cucumerinum E. et E. Questo micete di- strugge le foglie, e può in parte essere combattuto colle irrora- zioni con poltiglia bordolese, ma con spesa tanto forte da non essere conveniente il trattamento. Ora colla selezione dei semi delle piante che mostravano una certa resistenza alla malattia, si è ottenuta una, varietà che, pur conservando tutte le qualità della pianta comunemente col- tivata, è completamente resistente. Tale selezione deve farsi nei campi più infestati e danneggiati, per potere scegliere le piante che realmente sono più resistenti delle altre. E. A. Brssey (Miami-Florida). BvucnoLrz F. — Die Puccinia-Arten der Ostseeprovinzen Russlands. Vorstudie zu einer baltischen Pilzflora (Le Puccinia delle pro- vincie del Baltico). (Arch. f. d. Naturk. Liv-, Ésth-und Kurlands, Bd. XIII, 1905, pag. 1-60). E un elenco di 102 specie di Puccinia raccolte nelle pro- vincie del Baltico, colle seguenti due specie nuove: P. rigensis sull’Ostericum palustre e P. Spicae venti sull Apera Spicae venti. L. M. PARASSITI VEGETALI 213 HoLway E. W. D. — North-American Salvia-rusts (Ruggini delle Salvia nell America del Nord). (Journ. of. Mycology, 1905, Vol. XI, pag. 156-158). Sono elencate e descritte diverse specie di Puccinia (tra le quali tre nuove) che attaccano le salvie coltivate o spontanee nell’ America del Nord. L M. JakoBesco N. — Nouveau champignon parasite, Trematovalsa Ma- truchoti, causant le chancre du Tilleul (Nuovo fungo paras- sita, causa del cancro del tiglio) (Compt. Rend. d. s. d. Biesse. di Paris, :1906,T. CXLII, pag. 289-291) Trattasi di un nuovo genere di Pirenomiceti, intermedio tra i generi 7rematosphaeria e Pseudovalsa e che l'Autore chiama Trematovalsa. Le sue forme picnidiche sono rappresentate dal Phoma Tiliae e dalla Cytospora Tiliae. Questo nuovo parassita è causa di gravi danni ai tigli (Ti/ia argentea) nelle foreste della Valachia, provocando il cancro dei rami e dei fusti. Si manifesta da prima con piccole fessure lon- gitudinali della corteccia, di poi, per l’ allargamento di queste fessure e per l’ ipertrofia del legno in corrispondenza ad esse, con screpolature trasversali che si estendono intorno ai fusti e al rami. L. MONTEMARTINI. PegLIon V. — Alterazioni delle castagne, cagionate da Penicil- lium glaucum (Rendic. R. Ac. d. Lincei, Vol. XIV, Roma 1905, pag. 45-48, e L'Italia agricola, Piacenza, 1906, n. 2, con una tavola). Spesse volte il Penzcillium glaucum invade le castagne, durante il periodo di loro conservazione in magazzeno, pene- 214 PARASSITI VEGETALI trando col suo micelio nella massa dei tessuti amiliferi cotile- donari, così da dissociare i singoli elementi e da soffocare ogni vitalità. L’ Autore fa delle ricerche, col metodo Gosio perfezionato dal D.r Di Pietro, per definire se le castagne in tal modo alte- rate hanno le proprietà tossiche dei maiîs avariati. I risultati di tali ricerche sono positivi: invece le castagne sane e quelle in- vase da altri ifomiceti (Trichotecium roswmn, Rhizopus nigricans, ecc.), trattate cogli stessi metodi non rivelano alcuna traccia di fenoli. È pure da notarsi che, mentre la reazione fenolica si ot- tiene anche con fette di barbabietola sterilizzate e poi infettate con Penicillivm proveniente da castagne, non si manifesta in- vece quando l’ infezione si fa con materiale della stessa specie ma proveniente da colonie inquinanti piastre di gelatina. Così vengono confermati i concetti del Gosio e del Di Pietro che non tutte le varietà di P. g/4ucum sieno dotate. di un eguale potere tossico. L’ Autore propone il nome di nerune per un’altra altera- zione delle castagne, prodotta dal Rhracodium cellare. Insiste sulla convenienza di facilitare la conservazione di questo frutto mediante l’affumicamento e la sbucciutura, ope- razioni che potrebbero essere sostituite dall'uso razionale degli essicatoi, come praticasi pel granoturco. L. MONTEMARTINI. ProLIion V. — Moria di piantoni di gelso cagionata da Gibberella moricola (De Not.) Sacc. (Rend. d. R. Ac. de Lincei, Roma, 1906, Vol. XV, pag. 62-63). L’ Autore segnala il fatto che nei dintorni di Rovigo un intiera piantagione di gelsi giovani andò completamente a male PARASSITI VEGETALI 215 per l’ azione della Gibberella moricola che si presentava sui fusti sotto forma ascofora e conidica (Fusarium lateritium). Crede che la malattia sia stata favorita dalle condizioni atmosferiche sfavorevoli alla vegetazione che si ebbero nella scorsa primavera, e raccomanda di asportare dar piantoni, prima di piantarli, tutte le parti infette e disinfettarne il tronco e le radici con soluzione di solfato di rame all’ 1 °/y L. MONTEMARTINI. SmitH, CLayvron O. — The study of the diseasas of Truck Crops in Delaware (Studio delle malattie di piante da orto nel De- laware). (Bull. of th. Delaware Agric. Exper. Station, 1905, n. 70, 16 pagine e 6 figure). Nei luoghi umidi si presentò spesso nel 1903, sulle foglie e sui frutti, un fungo che fu specialmente frequente sopra i ce- triuoli ed i poponi. Questo fungo fu prima classificato come una Phyllosticta (Ph. citrullina), ma dopo, essendosi accertato che ha spore settate, venne ascritto al genere Ascochyta e se ne è fatto la specie A. citrullina (Clester) Smith. Per due volte si sono trovati associati ad esso i periteci di una Sphaerella che l'Autore dimostrò, con colture ed inocula- zioni, essere la sua forma ascofora, e che chiamò Sph. citrullina. Secondo lui, trattasi dello stesso fungo che il Saccardo distinse col nome di Laestadia cucurbitacearum Schw., ma poichè è ve- ramente una Sphaerella, il suo nome definitivo deve essere Sph. cucurbitacearum (Schw.) Smith. Sarebbe però stato bene che l'Autore discutesse di tutti questi sinonimi in una sola occasione e in un unico capitolo, invece di adoperare, nello svolgimento del testo, tanti nomi per indicare uno stesso fungo. Sul Solanum melongenum si trovò un’ Ascochyta che per inoculazione può essere trasmessa anche ai pomodori. L’ Aùtore la identificò coll’ As. Lysopersici Brun. e pensa sia già stata 216 PARASSITI VEGETALI — PARASSITI VEGETALI ED ANIMALI descritta col nome di Phy/lostieta hortorum Speg. Se così fosse, il nome del fungo dovrebbe essere Ascochyta hortorum (Speg.) Smith. Per inoculazione esso può attaccare anche il Solanum carolinense e la Datura tatula, mentre non vive sulle cucurbi- tacee: è dunque diverso dalla Sphaerella sopra menzionata. Il Phaseolus lunatus ed altre specie di Phaseolus furono molto danneggiate dalla Phy/lostieta phaseolina Sace. , la cui natura patogena venne dall’ Autore dimostrata con esperienze di inoculazione. E. A. Brsspy (Miami-Florida). Busse W. — Untersuchungen iber die Krankheiten der Sorghum- Hirse. Ein Beitrag zur Pathologie und Biologie tropischer Kul- turgewichse (Ricerche sulle malattie della durra. Contributo alla patologia e biologia dei vegetali tropicali coltivati). (Ard. a. d. biol. Abt. f. Land-u. Forstw. a kh. Gesundheitsamte , Bd. IV, 1905, pag. 319-426, con 4 tavole e 12 figure). L'Autore ha avuto occasione di studiare, nell'Africa orien- tale tedesca, alcune malattie del Sorglwn, che qui descrive. Tra le malattie degli organi fogliari è nota anzitutto quella chiamata dagli indigeni mafuta (olio), o ossali (miele) per le trasudazioni zuccherine, e detta dagli europei vruggine per le macchie rossastre che ricordano la ruggine dei nostri cereali. È malattia dovuta a due specie di afidi (Ap/is sacchari Zehntn. e A. adusta Zehntn.), fin’ ora conosciuti solamente come parassiti della canna da zucchero a Giava, i quali attaccano le foglie e le fanno deperire se già adulte, mentre se sono ancor giovani ne provocano torsioni e arricciamenti anormali, dovute al fatto che la pagina attaccata dai parassiti cresce meno di quella opposta. PA Tax wi eg PARASSITI VEGETALI ED ANIMALI DIAZ La presenza degli afidi trae seco la secrezione di abbondante li- quido zuccherino che diventa substrato eccellente per funghi e specialmente per bacteri,i quali contribuiscono alla rovina delle piante attaccate. È così che questa malattia non va quasi mai disgiunta dalla dacteriosi delle foglie, delle guaine, del fusto e delle infiorescenze, che 1’ Autore si sofferma a descrivere detta- gliatamente. È a notarsi che mentre sulla canna da zucchero a Giava lo sviluppo di questi afidi è massimo nel periodo delle pioggie, sul sorgo, nell'Africa, tale sviluppo coincide col periodo di siccità, e mentre a Giava molti sono i nemici naturali di questi parassiti (coccinellidi, ecc.), nell'Africa essi mancano. L'Autore consiglia una varia rotazione agraria. Un altro parassita animale, appartenente al gruppo delle Ci- cadellide e pure indicato già a Giava come parassita della canna da zucchero, attacca le foglie del sorgo : è la Dicranotropis va- statriv Bredd. Esso si distingue per la secrezione di mucilag- gine, di consistenza talvolta piuttosto densa, entro la quale si annida. Provoca gli stessi danni degli afidi, coll’aggravante che rompe il tessuto epidermico della pianta ospite per deporre le sue uova. Si possono trovare con esso la Liburnia testacea , il Dicranotropis Sorghi, V Eumetopina Krigeri, 11 Delphax sac- charivora e la Phenice maculosa. La bacteriosi poi, che si è visto accompagnare gli afidi e i cicadellidi come malattia dovuta a parassiti d’occasione, può ma- nifestarsi indipendentemente da essi quando le condizioni interne ed esterne in cui sî trova la pianta la favoriscano. L’ Autore crede che la penetrazione dei bacteri nell’ interno della pianta possa avere luogo attraverso gli stomi. i Parecchie sono anche le specie di Ustilaginee che attaccano il sorgo, e l'Autore ricorda tra esse e descrive le seguenti : st lago Sorghi (Link.) Pass., U. cruenta Kiihn., U. Reiliana Kihn., Tolyposporium filiferwm n. sp., T. Volkensii P. Henn. Contro 218 PARASSITI VEGETALI ED ANIMALI di esse l'Autore consiglia la raccolta e la distruzione di tutte le piante infette. E finalmente si hanno diversi altri funghi parassiti segna- lati sulle foglie della durra nell’ Africa: la Puccinia purpurea Cooke, lUredo Sorghi Fuck., la Puccinia Sorghi Schw., e come parassiti d’ occasione diversi Fusarium, oltre ai miceti indicati già nelle opere di Hennings, di Saccardo. ecc. Tra le malattie del fusto, troviamo in prima linea quelle provocate da due farfalle i cui bruchi (come fanno altre specie anche nella canna da zucchero e nel granoturco) vivono nel mi- dollo dei fusti del sorgo : la Sesamzia nonagrioides Lef. (iS. Sac- chari Woll.) e la Busseola sorghicida Thurau. L'Autore descrive ambedue questi insetti ed espone la loro biologia. Consiglia contro essi la caccia diretta dei bruchi: la esposizione di lan- terne per accalappiarne le farfalle non ha dato risultati che com- pensassero la spesa sostenuta per esporle. Le malattie delle radici del sorgo sono poche e di secon- daria importanza, anche perchè le radici di questa pianta si ri- generano molto facilmente. L'Autore non ebbe mai a portare la sua attenzione su di esse. In una appendice l'Autore si intrattiene a parlare della co- lorazione rossa che presentano spesso le piante di sorgo e che venne molte volte indicata come una malattia speciale coi nomi di rossore, arrossamento, Dlight degli Americani, brulùre dei Fran- cesi, frost dei Tedeschi, ecc. L'Autore riporta tutte le varie ipo- tesi emesse in proposito. Conclude trattarsi della formazione di sostanza colorante del gruppo delle antocianine, provocata, come avviene spesso (benchè meno intensamente che nel sorgo) in molte piante, da altre malattie. L. MONTEMARTINI. PARASSITI ANIMALI 219 BorneR C. — Hadena secalis L. als Roggenschadling (L’ Zadena secalis L. come parassita della secale). (ArD. a. d. k. bio . Anst. f. Land-u. Forstw., 1905, Bd. V, pag. 90-97 e 9 fig.). L’ Hadena secalis L. e il Cephus pygmaeus L. sono noti perchè le loro larve possono provocare la sterilità completa delle spighe di frumento, di secale e di altre graminacee. L’Autore descrive qui e figura le diverse parti di questi in- setti, ma non indica rimedi per combatterli. IWSSME Dixon H. N. — Nematode galls on Mosses (Galle di muschi do- vute a nematodi). (Jour. of Botany, London, 1905, Vol. XIV, pag. 251-252). L’ Autore descrive galle contenenti anguillule osservate al- l'estremità dei rametti di alcuni muschi (Porotrichum alopecu- rum, e Eurynchium Swartt). Sono simili a quelle che già si conoscono su diverse specie di Mypnum e Dicranum. bo M. Meraz A. — El barbenillo del chile (Il punteruolo dei Oapsicun). (Comiston de parasitologia agricola, Circular n. 33, Mexico, 1905, 4 pagine e una figura). Questo insetto (Anthonomus Eugenii., comune nel Messico, depone le sue ova sui fiori e compie il suo sviluppo nei frutti di molte specie di Capsicu,n, principalmente del C. cordiforme. L'Autore consiglia di non far seguire la coltura di queste piante a quella del mais sul quale l’insetto in parola può dif- fondersi, e di adoperare soltanto i semi provenienti da frutti sani, onde arrivare alla creazione di varietà resistenti. 220 PARASSITI ANIMALI — BACTERI Consiglia anche di inaffiare il terreno con soluzioni arse- nicali (50 gr. di arseniato di piombo in un ettolitro d’acqua) per uccidere gli insetti che vi si trovano. Quando si hanno piantagioni preziose, st possono proteggere con apposte tende. Un nemico assai utile del punteruolo dei Capsicum è il Pediculoides ventricosus. L. M. Perorti R. — Influenza di alcune azioni oligodinamiche sullo svi- luppo e sull’ attività del Bacillus radicicola (Annali di Bo- tanica, Vol. III, Roma 1905, pag. 513-526 e due tavole). Recentemente si è visto che alcune sostanze (dette 0/290d7- namiche) una volta credute velenose, eccitano, se in piccolissima dose, le diverse funzioni vegetali, così che hanno un'azione ma- nifestamente benefica. L’ Autore si è proposto di studiare quale azione hanno tali sostanze sulla produzione dei tubercoli radicali delle Leguminose, ed ha fatto esperienze su fave coltivate e trattate con diversi solfati e cloruri metallici, ritenuti oligodinamici. Vide per tal modo che il peso, il volume ed il numero dei tubercoli radicali delle fave sono molto influenzati dall’ azione di tali sostanze, e che gli elementi più attivi in questo senso sono il cromo, il manganese, il ferro, il cobalto e il nichel. L’ Autore si propone di continuare le sue interessanti ri cerche. L. MONTEMARTINI. MALATTIE D’ INDOLE INCERTA 221 HiurNER L. und PereRrs L. — Untersuchungen iiber die Keimlings- krankheiten der Zucker-und Runkelriiben (Ricerche sulle ma- lattie delle piantine di barbabietole da foraggio e da zuc- chero). (Arb. a. d. biol. Abt. f. Land-u. Forstw. a. k. Ge- sundheitsamte, Bd. IV, 1905, pag. 207-253). Sopra le malattie che colpiscono le piantine germinanti delle barbabietole si è scritto molto, specialmente sulle carie delle ra- dici (Wurzelbrand), ma ancora non si sa con precisione quali organismi le producono ed in quali condizioni. Le ricerche fatte dagli Autori su questo argomento sono dirette in primo luogo a determinare l’azione del terreno e dello stato dei glomeruli di semi sopra le malattie delle piantine, poi a studiare quali organismi sieno causa di queste ultime. Da tali ricerche essi concludono che l’ammalarsi di piantine germinanti nei vivai di germinazione è un fenomeno complesso che non dipende solamente, come fin’ora si è creduto, dal fatto che funghi parassiti o bacteri attaccano i glomeruli di semi e passano nelle radici. Questi microorganismi non sono per sè stessi capaci di provocare alterazioni delle radici di barbabietola, mentre le attac- cano quasi da saprofiti quando sono rese sofferenti e meno resi- stenti dalla presenza di determinati composti, specie ossalati, sviluppatisi per la scomposizione dei tepali aderenti ai glome- ruli. Quanto più i glomeruli sono secchi, oltre agli altri vantaggi per la conservazione dei semi, si ha anche quello di impedire la formazione di tali composti di decomposizione. | Sarà dunque utile far ben seccare le sementi e spargere nel granaio in cui si conservano, una certa quantità di car- bonato di culcio. L. MONTEMARTINI. Lo Do [N9] MALATTIE D’ INDOLE INCERTA Kriicer Fr. — Untersuchungen iber den Girtelschorf der Zucker- riiben (Studî sulla rogna della barbabietola da. zucchero). (Arb. a. d. biol. Abt. f. Land. u. Forstw. a. k. Gesund- heitsamte, BA. IV, 1905, pag. 254-318, con 9 figure e una tavola). Da diverse località della Germania furono mandate in esame all’ Autore tuberi di barbabietola la cui superficie era chiazzata di macchie nerastre, in corrispondenza delle quali la superficie mostravasi screpolata e sugherosa, con sporgenze e concavità anormali ed irregolari. Le alterazioni si presentavano analoghe a quelle dei tuberi di patata affetti da rogna, e per esse il Frank propose il nome di Girtelshorf o rogna circolare, perchè non di rado si estendono a guisa di cingolo tutto intorno a un tu- bero di barbabietola. Simili alterazioni vennero già altre volte descritte e stu- diate tanto nelle patate che nelle barbabietole. L’ Autore le de- scrive qui e le figura con maggiori dettagli e si addentra anche nell'esame anatomico di esse, dimostrando che hanno i caratteri di lesioni superficiali seguite da formazione più o meno attiva di callo di cicatrizzazione. Anche la composizione chimica dei tuberi resta alterata, ed infatti i tuberi ammalati contengono meno zucchero che i sani. Quanto alla causa della malattia, essa fu attribuita volta a volta all’ umidità del terreno, ad azioni meccaniche, al concime, a funghi ed animali parassiti, o a bacterî. L’ Autore trovò in realtà in molti tuberi affetti da rogna dei bacterî, ma la loro presenza non è costante in modo da po- tersi ad essi attribuire le alterazioni in cui si annidano. Riscontrò invece sempre filamenti micelici riferibili al genere 0ospora, ed isolò colle colture sei specie nuove di questo genere (0. cretacea, rosella, intermedia, tenax, nigricans, violacea). Sono però solo parassiti di ferita. MALATTIE D’ INDOLE INCERTA — NOTE PRATICHE 223 Finalmente sui tuberi ammalati sì trovano sempre degli Enchytraeidus. Questi piccoli vermi che sono tanto diffusi nel terreno, non sono, secondo l'Autore, così innocui come si è fin’ora creduto, ma. possono attaccare i vegetali e produrre la rogna delle barbabietole anche senza il concorso delle Vospora. Quanto all’ umidità, essa favorisce la malattia, ma da sè sola non la produce: è necessaria la presenza delle Vospora o degli Enchytraeidus, però l’ Autore non esclude vi possano essere an- che altri parassiti che provochino le stesse alterazioni. Non si conoscono rimedi contro questa malattia ; per di- _minuirne la diffusione si consiglia di disinfettare i semi, pro- sciugare il terreno con lavori di drenaggio, concimare con concimi a base di calcio, alternare la coltura delle barbabie- tole con quella di piante sulle quali non possa manifestarsi la malattia in parola. L. MONTEMARTINI. NOTE PRATICHE Dalle circolari della Comision de Parasitologia Agricola, Mexico, 1905: N. 31. —- G. Gandara contro le lumache che invadono in primavera gli orti e i giardini, consiglia la raccolta diretta o per mezzo di apparecchi speciali entro i quali detti animali si attraggono. Consiglia anche le irro- razioni con soluzioni di solfato di rame all’ 1 per 100. Aiutano l’opera dell’ uomo certi animaii che si cibano delle lumache, come le oche e certe lumache carnivore che si cibano delle specie erbi- vore dannose alle piante. i 224 NOTE PRATICHE Dal Corriere del Villaggio, 1906: Pag. 43. — C. Borghi riporta i risultati delle esperienze fatte dal dot- tor Calvino per combattere il fieotripide (Phloeotrips oleae) e il punteruolo dell’ olivo (Phloeotribus oleae). Bisogna asportare e bruciare i rami stati attaccati per distruggervi l’ insetto prima che, passato l'inverno, ne esca per ricominciare la sua opera di distruzione. Si pratichi dunque uno sfron- damento generale delle piante e si spalmino i tagli, ferite o serepolature del tronco con una miscela di due terzi di black e un terzo di olio pesante di catrame. l. Mm. Dall’ Italia Agricola, Piacenza, 1906: N. 3. — V. Peglion, dopo avere rilevato gli inconvenienti cui dà luogo l’ immersione dell’ avena da seminarsi in soluzioni di solfato di rame, con- siglia di adoperare soluzioni al 2 per 100 di solfuro potassico (fegato di zolfo). Con una immersione di due ore, la distruzione delle spore di car- bone è sicura, e la germinabilità dei semi, lungi dal soffrire, pare ne sia favorita. li me: Dalla Revue Horticole, 1905 : Pag. 535. — L. Tillier descrive un apparecchio mediante il quale si può applicare l’acido cianidrico alla disinfezione delle serre. Spiega i ri- sultati pratici che se ne hanno specialmente nella lotta contro gli insetti parassiti. , USANO: ———-__- > M_-_qer-— )O_>—--—_—__-- Pavia — Tipografia e Legatoria Cooperativa — 1906. ‘(| LysoFoRM ) unico disinfettante energico e non velenoso: il più perfetto deodorante : di grato odore: non macchia e non corrode. Adottato da molti Comuni ed: Ospedali, Sta- . bilimenti pubblici e privati: il solo scelto per la ‘disinfezione. generale dell’ Esposizione di Milano del 1906. ! _ Ottimo nell’ igiene pubblica Prezioso nell’igiene privata. Libera le piante, dai pidocchi e dai funghi pa- | rassiti: indicatissimo per la cura delle piante da | appartamento e da giardino, nonchè di quelle col- turali. | LR } E di facile applicazione e di provata efficacia e. serve pure egregiamente per la disinfezione delle | stalle, dei porcili, dei jollai. | ——È il miglior rimedio contro l’Afta Epi- zootica ed altre malattie dei bovini, dei | cavalli, dei cani e di tutti gli animali in - || genere. 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Indice del fascicolo N. 15. - BLArRINGHEM L. — Influenza di azioni _traumatiche sulla variazione ed ere- dità «Ia, — Effetti di azioni trau- matiche sulle piante legnose Brizi U. — Ricerche intorno PRE modo di caratterizzare le alterazioni prodotte alle < piante coltivate dalle ema- nazioni gazose degli stabili- i menti industriali . “.—CooK :0. F.— Adattamenti del |. cotone a resistere ai gorgo- . glioni “ERRERA Le rioni inibitorie ‘nei E — GABOTTO L. — Note e Siiponl sulle principali malattie che ‘colpirono le nostre colture «—— nell’ annata 1905. | HOVARD CC. — Sull NET della galla dell’ involucro “delle Euforbie JONES L. R. — Resistenza ine | patate alle malattie “ Lapovc P. — Sulla rigenera- _ zione della radichetta MarsaIs P. — Il sigaraio della » » » » . Pag. 230 231 vite MoLLiarp M. — Nuovo caso di vireseenza fiorale dovuto ad un parassita localizzato nel colletto . MoxTEMARTINI L. -- Fioritura autunnale della Syringa do- vuta.a un fungo. parassita. OveN (Vv) E. -- Unanuova ma- lattia dei bacelli delle Le- guminose dovuta-a bacterì PeTRrI L. — sulla biologia Panizzei Nuove ricerche della. Stietis ScHURHOFF P...— Comporta- mento del nucleo nei tes- suti delle ferite TrorTteR A. — Sulla str mus istologica di un micocecidio prosoplastico VoGLIno Pi. — Sullo 2 e sul parassitismo del Cla- sterosporium. carpoplilum . Warp H. M. — Recenti ricer- che sul parassitismo dei fun- ghi. Note pratiche. —s0-e-@_ae- __ » » » » . Pag:229 234 235 227 239 239 ari Rivista di Patologia Vegetale Pic GN ANNO 1. 15 marzo 1906. Num. 15. Per tutto quanto concerne la Rivista . dirigersi al Dott. Lurci MONTEMARTINI - Laboratorio Crittogamico - Pavia. GENERALITÀ Gaporro L. — Note e appunti sulle principali malattie che colpi- rono le nostre colture nell’ annata 1905. (/. Comizio Agrario di Casale, 1906, 45 pagine). È la relazione delle osservazioni fatte durante 1 anno 1905 dal Gabinetto di Patologia Vegetale annesso al Comizio Agrario di Casalemonferrato. Vi sono raccolte, con forma piana e alla portata degli agri- coltori, note pratiche e consigli sulle malattie più comuni della vite, dei cereali, delle erbe foraggiere, delle piante da frutto e del gelso. L'Autore dalla diffusione che ebbero nel decorso anno le malattie parassitarie e dall’ indebolimento che ebbero a subire, per esse e per la stagione sfavorevole, le piante delle nostre col- ture, trae argomento per raccomandare agli agricoltori maggiori precauzioni per l’ annata in corso e un'applicazione accurata dei rimedi preventivi. L. MONTEMARTINI. LIBRARY NEW YORK BOTANICAL GARDEN, DO Do (en) PARASSITI VEGETALI MoxtEMaRTINI L. — Fioritura autunnale delia Syringa vulgaris, dovuta a un fungo parassita. (0rg2rale). A Montubeccaria (in provincia di Pavia) una pianta di .$Sy- ringa vulgaris ha mostrato per due autunni consecutivi (1904 e 1905) questo curioso fenomeno : uno dei suoi rami, che si no- tava per la precoce caduta delle foglie, quasi completa già verso la metà di settembre, durante il mese di ottobre sviluppò le gemme fiorifere e diede luogo ad una seconda fioritura. Nel 1904, essendo stato l'autunno relativamente caldo, le infiorescenze così apertesi poterono avere uno sviluppo quasi normale; nel 1905 esse perirono presto soltanto per il sopraggiungere di giornate fredde e piovose. Nella primavera del 1905 il ramo in parola ebbe la fioritura normale, solo che i grappoli di fiori da esso portati rimasero un po’ più piccoli di quelli dei rami vicini, quasi dimostrando un sintomo di esaurimento. Ricercando la causa di un tale modo di comportarsi, notai che alla base del ramo si trovavano due grosse spaccature della corteccia, con rigonfiamenti e produzioni anormali di legno simili a quelle che caratterizzano il cancro dei nostri alberi da frutto. Non si vedevano nelle vicinanze o in corrispondenza a tali for- mazioni, i periteci caratteristici delle Neca nè di altre forme fungine che accompagnano e sono ritenute causa del cancro, ma esisteva nell’ interno dei tessuti un micelio che in colture (fatte ponendo pezzetti ben sterilizzati del legno interno in agar sciolto in decotto di rami di $Sy77n9a) dava abbondantissime fruttifica- zioni di un Fusarium simile, per le dimensioni delle spore, al F. sarcochroum (Desm.) Sacc. La presenza di un tale micelio (i Fusarium sono, come è noto, una forma conidica delle Nectr/a) e, più ancora, l'analogia delle alterazioni inducono ad ammettere si trattasse di una vera forma di cancro di natura parassitaria. Ed era logico pensare che la fioritura autunnale del ramo in parola fosse dovuta alla presenza del parassita. Sao PARASSITI VEGETALI ; 220 Non è questo il primo caso osservato in cui la presenza di un fungo parassita perturbi la fioritura di una pianta: già il Kerner von Marilaun (La Vita delle Piante, Vol. II, pag. 517) ha richiamato l’ attenzione sul fatto che i germogli delle Pr:- mula Clusiana e minima attaccati dall Uromyces Primulae in- tegrifoliae non sviluppano i fiori iniziati nell’estate nella prima- vera successiva, come avviene di solito, ma ancora nell'autunno del medesimo anno. Ed il Mébius (Bezitrage zur Lehre von der Fortpflanzung der Gervichse, Jena, 1898) paragona questa azione del parassita a quella che altri parassiti esercitano sopra la ger-. mogliazione anticipata delle gemme vegetative, nella formazione degli scopazzi. Nel caso da me osservato è a escludersi che il parassita abbia agito indirettamente sia per la precoce caduta delle foglie, sia per la decorticazione quasi annulare provocata dalla sua pre- senza. Infatti sfogliazioni estive e decorticazioni simili da me operate su altri rami sani della stessa pianta non furono seguite da alcun sviluppo di fiori durante l’ autunno. Si deve dunque pensare che il parassita o inducesse nella parte superiore del ramo da esso attaccato uno stato di nutri- zione tale da provocare uno sviluppo anticipato dei rami fiori- feri, o, come pensa lErrera (Conflits de preséeance et excita- tions inhibitoires chez les vegetaua) per la formazione degli sco- pazzi, paralizzasse quelle azioni inibitorie che presiedono nelle piante alla vita di relazione delle diverse parti. Dal Laboratorio Crittogamico di Pavia, marzo 1906. VogLino P. — Sullo sviluppo e sul parassitismo del Clasterospo- rium carpophilum (Lév.) Aderh. (Atti d. RR. Ac. d. Sc. di Torino, Vol. XLI, 1905, 27 pagine e figure). Da numerose osservazioni e colture l Autore deduce che a questa specie, oltre le specie già riunite dall’Aderhold (Cl. A7my9- 228 e PARASSITI VEGETALI dalearum Pass., Helminthosporium carpophilum Lev., H. rhab- diferum Berk., Coryneum Beyerincki Oud., Helm. cerasorum Vogl. e Berl., ecc.), vanno riferite anche le seguenti: Helmin- thosporium Pruni Berk. et Curt., Stigimina Briostana Farneti, Coryneum Lavro-Cerasi Prill. et Delac. Non ha avuto occasione di constatare se, come asserisce il Vuillemin, siano realmente collegate alla stessa specie anche la P/y/losticta Beyerincki e la Asterula Beyerinchi Sacc. Questo parassita attacca tutti gli organi di diverse specie di Prunus, fuorchè le radici: nelle foglie si estende poco, frut- tifica di rado e provoca il distacco delle parti ammalate dalle sane; nei frutti e nei rami, dove trova più abbondante nutri- mento, il suo micelio si estende di più, sporifica, e forma anche degli stromi che possono fruttificare subito, o passano in riposo (cheimatostromi) e diventano poi gli organi più efficaci di dif- fusione della specie. L’Autore descrive il micelio e le spore del fungo, non che le alterazioni che esso provoca nei rami, dove, quando giunge in contatto col cambio, determina la g0mmosi delle membrane per un semplice disturbo funzionale, come la possono determi- nare le ife delle Phy/losticta, od una semplice puntura. Gli organi muniti di forte collenchima sono più resistenti all’ azione deleteria del parassita. Con parecchie esperienze di inoculazione 1’ Autore mette anche in rilievo una tendenza del C/asterosporium carpophilum alla specializzazione, cioè ad acquistare speciali proprietà e ad adattarsi alle matrici nelle quali vive. L. MONTEMARTINI. Do [S°) Ke) PARASSITI ANIMALI Marsars P. — Attelable, cigareur (Il sigaraio della vite). (Rev. d. Viticulture, Paris, 1906, T. XXV, pag. 229-232 e una ta- vola colorata). È una breve e chiara descrizione dell’ insetto e dei suoi co- stumi. Riguardo ai metodi per combatterlo, l'Autore ricorda gli al- leati potenti che trova l’uomo in diversi altri insetti e special- mente nel Cerceris. Quando le larve sono nel terreno, difficil- mente si possono colpire. É utile invece la raccolta diretta e la distruzione delle foglie accartocciate, quando ancora conten- gono le larve. L. M. MoLLiARD M. — Nouveau cas de virescence florale produite par un parasite localisé dans le collet (Nuovo caso di virescenza fiorale dovuto ad un parassita localizzato nel colletto). (Bw//. d. I. Soc. Bot. d. France, T. LIII, 1906, pag. 50-52). Trattasi di alcune piante di Sinapis arvensis i cui fiori e- rano tutti virescenti, senza che si potessero rinvenire su di esse nè afidi, nè acari, nè nessuno degli altri parassiti che provocano tali anomalie nelle Crucifere. Il fatto era dovuto, secondo l'Autore, alla presenza di una larva di curculionide la quale si era annidata nella parte assile dei detti fusti, vicino al colletto, sì da perturbare considerevol- mente gli scambi di materiale tra la parte aerea e le radici della pianta. L. M. 230 BACTERI — AZIONI TRAUMATICHE Oven (v) E. — Eine neue Bakterienerkrankung der Leguminosen- friichte (Una nuova malattia dei bacelli delle Leguminose dovuta a bacteri). (Cen/ra!b!. f. Bakteriol., II. Abth., 1906, Bd. XVI, pag. 67-74, e una tavola). Questa nuova malattia fu dall’ Autore osservata sui piselli a Berlino; essa però attacca anche i frutti di altre Leguminose ed è talora causa di danni molto gravi. I bacelli colpiti restano più piccoli e pare maturino prima, ma trattasi di una maturazione solo apparente: la loro buccia cioè diventa acquosa e molliccia, quasi come dovesse marcire, e poi secca senza che i semi abbiano potuto giungere a maturità. Con colture accurate l'Autore è riuscito ad isolare da questi organi ammalati un bacillo col quale ha potuto riprodurre arti- ficialmente la malattia e che si presenta affatto diverso dal Ba- cillus Phaseoli Smith, già descritto in America e in Francia come causa di malattia dei frutti di fagiuolo. In causa della vi- rulenza di questa specie, ritenuta nuova , l'Autore propone per essa il nome di Bacillus leguminiperdus. Xx I frutti vicino a terra sono più facilmente attaccati, onde sarà bene porre vicino alle piante sostegni sui quali esse pos- sano arrampicarsi. L. MONTEMARTINI. BLARINGHEM L. — Action des traumatismes sur la variation et l’herédite (Influenza di azioni traumatiche sulla variazione e l'eredità). (Soc. Biol., Paris, 1905, Novembre). L’ Autore ha fatto esperienze su Polygonum Fagopyrum, Sinapis alba, Heracleum Sphondylium, ecc., ed ha visto che i - AZIONI TRAUMATICHE 231 ripetute mutilazioni provocano uno squilibrio tra le diverse parti delle piante, squilibrio che si manifesta in anomalie più o meno gravi, in parte ereditarie. BLARINGHEM L. — Action des traumatismes sur les plantes ligneuses ‘ (Effetti di azioni traumatiche sulle piante legnose). (Bull. da. eSoc-d. Biol: Paris, 1905). Le azioni traumatiche violenti provocano anche sulle piante legnose effetti simili a quelli che l'Autore ha già descritto per le piante erbacee (veggasi la nota precedente a pag. 11 di questa Rivista). Infatti dai grossi ceppi degli alberi abbattuti, come dai mon- coni dei grossi rami che sieno stati tagliati, si sviluppano rami rigogliosi che presentano spessissimo anomalie che raramente ri- scontransi a vegetazione normale. È in tali condizioni che l Au- tore ha potuto osservare moltissimi casi di fasciazione in pioppi, salici, frassini, robinie, ecc., casi accompagnati pure da defor- mazioni e variazioni nelle foglie e nei fiori. L. MONTEMARTINI. Lepbovux P. — Sur la régéeneration de la radicule lésée (Sulla ri- generazione della radichetta tagliata) (Compt. Rend. d. s. d. Widielsdse: di ‘Paris; 1905; I-Bim.). Sono esperienze fatte con semi di lupino e di pisello nei quali veniva tagliata, prima di seminarli, la radichetta dell’ em- brione. L'Autore ha constatato che le parti tagliate non si rigene- rano, si sviluppano invece delle radici laterali con struttura ano- r9 4 der REN E w Pa ra devono venire sottoposte ad una nuova infe- zione ; 2. La forma ecidiosporica che attacca il Ranunculus auri- comus appartiene all Uromyces Poae della Poa pratensis ; 3. Anchel’Aecidium Ficariae appartiene all Uromyces Poae. Si ha in questa Uredinea, i cui ecidii sono comuni sulle Ranun- culacee, una grande specializzazione ; 4. Il Peridermium Pini f. corticola appartiene al Cro- nartiuvm asclepiradeum che si sviluppa sul Vincetoricum. offi- cinale ; 5. L’Aecidim Seseli Niessl del Seseli glaucum è una forma dell Wromnyces graminis Niessì che si sviluppa sulla Melica ciliata ; PARASSITI VEGETALI 243 6. L’Aecidium sanguinolentum Lindr. dei Geranium ap- tiene, come ha già affermato Tranzschel, alla Puccinia Polygoni amphifii Pers. ; 7. La forma della Puccinia punctata Link che si sviluppa sul Galium silvaticum è biologicamente diversa da quella del G. mollugo e G. verum ; 8. L’Aecidium columnare Kihn appartiene, come hanno già dimostrato Hartig e Kiihn, alla Calyptospora Goeppertiana Kiihn ; 9. Le uredospore di Mel/ampsorella Symphyti (D C) Buf. che si sono sviluppate sul Symphytuni tuberosum non sono ca- paci di attaccare il S. officinale; e le ecidiospore del S. (ube- rosum non attaccano nè l’una nè l’altra specie, così che si deve ammettere che l’ infezione si propaga per altra via (p. e. per il rizoma), o si manifesta solamente un anno dopo. L'Autore ha fatto anche diverse osservazioni sopra 1’ Ur0- myces Alchemillae, il Pucciniastrum Circacae, il P. Epilobii, il P. Chamaenerti, la Hyalospora Volypodii Dryopteridis. L. MONTEMARTINI. Castex S. — Les sulfatages de la vigne sous les climats chauds (Le irrorazioni della vite nei climi caldi). (Bull. d. 2. Soc. Pranc. d. Colomisation et d' Agr. coloniale, 1905, pag. 20-22). L’Autore ha osservato che in Algeria la poltiglia preparata, per la lotta contro la peronospora, col carbonato anidro di soda, precipita presto in causa dell'alta temperatura : bisogna dunque prepararla appena prima di applicarla; oppure è da preferirsi ad essa la poltiglia preparata con calce grassa. 244 PARASSITI VEGETALI Castex S. — La vérité sur les bonillies cupriques du commerce (La verità sulle poltiglie cupriche del commercio) (col pre- cedente, pag. 23-26). L'Autore ha fatto l’analisi di diverse polveri messe in com- mercio per preparare prontamente le poltiglie da adoperarsi nella lotta contro la peronospera della vite: ha visto che esse molte volte riguardo al prezzo contengono troppo poco. solfato di rame e molte sostanze inerti. Bisogna dunque che i viticul- tori se ne guardino. hd L. M. Hexperson L. F. — Patato scab (Scabbia o rogna delle patate). (Idaho Agric. Exper. Station, 1906, Bull. N. 52, 8 pagine). Trattando i tuberi di patata destinati ad essere seminati con una delle sottoindicate soluzioni, si previene la rogna 0 scabbia (Vospora scabies), purchè però la seminagione sia fatta in terreno non infetto : Sublimato corrosivo sciolto in 800 parti di acqua (immer- sione per un’ora o un’ora e mezzo); oppure formalina (40 p. 100 di aldeide formica) sciolta in 200-250 parti di acqua (immersione per due ore). I tuberi bagnati con acqua e trattati con solfuri dànno piante ammalate. Tutti i tuberi adoperati per queste esperienze, prima di essere piantati erano affetti da rogna. E. A. Bressey (Miami-Florida). Magnus P. — Uropyxis Rickiana P. Magn. und die von ihr hervor- gebrachte Krebsgeschwulst (L'Uropyxis Rickiana ed i tumori a Ad PARASSITI VEGETALI 24 (bai cancrenosi da essa provocati). (Hedwigia, Bd. XLV, 1906, pag. 173-177, con una tavola e una fotografia). L’ Autore descrive una specie di cancro manifestatosi sul fusto di una Bignoniacea inviatagli in esame da Sao Leopoldo in Rio grande. Esso è dovuto ad una specie nuova di Uy0pyr?s, descritta col nome di UV. Rickiana, e dà luogo a lunghi tumori bitorzoluti, entro la scorza dei quali si sviluppa il micelio del parassita. L. MONTEMARTINI. PeeLIOon V. — li nerume delle castagne (L’ Italia agricola, Pia- cenza, 1901, N. 5). L'Autore (veggasi a pag. 214 di questa Azvista) ha altra volta proposto il nome di nerume per designare un’ alterazione speciale delle castagne che diventano nere per l’azione del Rhacodium cellare. Ha fatto ora delle colture pure del micelio di questo fungo ma non è riuscito ad ottenere nessuna forma di fruttificazione. L’annerimento della massa cotiledonare provocato dal fungo è dovuto a secrezione di diastasi che agirebbero, annerendoli, sui tannini contenuti nei succhi cellulari del parenchima invaso. A differenza delle castagne attaccate dal Penscil/lium glau- cum, quelle affette da nerume trattate col metodo Gosio non rilevano alcuna traccia di veleni fenolici pellagrogeni. Secondo l'Autore l'infezione avviene durante la custodia dei frutti in cantine o magazzini umidi, ove il Rhacodium cel- lare trova condizioni favorevoli di sviluppo. S7 potrebbe forse riuscire a distruggerlo con suffumigi con anidride solforosa 0 con vapori di formalina. L. MONTEMARTINI, 246 PARASSITI VEGETALI — PARASSITI ANIMALI SHERMAN H. — The host plants of Panaeolus epimyces Peck (Le piante ospiti del Panaeolus epimyces). (Journal of My- cology, Vol. XI, 1905, con una tavola). Nell’America del Nord il Panaeolus epimyces si trova dif- fuso a vivere da parassita su altri funghi imenomiceti. L'Autore descrive le deformazioni da esso provocate sui Coprinus, e dice che anche l'Aymi/laria mellea ed i Clitopilus presentano spesso deformazioni simili, la cui causa è però ancora incerta. L. MONTEMARTINI. ScHNEIDER O. — Experimentelle Untersuchungen iber schweizerische Weidenrostpilze (Ricerche sperimentali sulle ruggini dei sa- lici nella Svizzera). (Centralbl. f. Bakter., II Abth., 1905 e 1906, Bd. XV e XVI). L'Autore ha fatto una numerosa serie di osservazioni e di esperienze di inoculazioni e di coltura su diverse specie di Me- lampsora che attaccano i salici. Impossibile riassumere tali ri- cerche. Da esse l'Autore deduce che, come la Pwuec:nza graminis, anche certe Melampsora hanno una specializzazione svariatissima. L. MONTEMARTINI. 3ERLESE A. — Notizie sugli sperimenti attuali per combattere la mosca delle olive. (Bo//. Soc. Agricoltori Italiani, Anno XI, 1906, pag. 164-184). L'Autore, in occasione dell'assemblea generale della Società degli Agricoltori italiani, ha presentato questa relazione sopra 3 13 PARASSITI ANIMALI 247 prime esperienze da lui dirette e condotte a combattere la mosca delle olive (Dacus Oleae Fabr.). Il principio sul quale si basa il metodo proposto è il se- guente : Mentre la gran maggioranza degli insetti sorge allo stato adulto prontissima alla immediata riproduzione e molti anzi, come il baco da seta, non hanno neppure organi di digestione, la femmina della mosca olearia nasce invece colle ovaie imma- ture ma con un tubo digerente completo, e per maturare le uova ha d’uopo di una dozzina di giorni durante i quali ha assoluta necessità di cibo, specialmente di sostanze zuccherine. In questo tempo si possono oftrire al parassita sostanze di cui esso è avido e che lo avvelenino quando sieno ingerite. È quanto da taluni si pratica per le mosche domestiche cui si offrono miscele dolci e avvelenate, specialmente con sali di arsenico. Le prime esperienze furono fatte in varie località spargendo sulle singole piante, a mezzo di pompa irroratrice a getto unico, mezzo litro circa di soluzione al 10 °/, della miscela De Cillis (65 parti di melassa, 31 di miele, 2 di glicerina, 2 di arseniato di soda) ed i risultati furono abbastanza soddisfacenti ed inco- raggianti. Saranno fatte ulteriori osservazioni i cui risultati ver- ranno pubblicati in apposito volume dal Ministero di Agricol- tura. Certo è che il metodo potrà riuscire vantaggioso solo quando gli olivicultori saranno in perfetto accordo per praticare una cura generale, e ciò perchè la facoltà di migrazione del Dacws Oleae è grandissima, e tornerebbero inutili i centri limitati di avvele- namento di fronte a un insetto che può superare anche distanze notevoli. La mosca olearia ha diversi nemici naturali in parecchi en- dofagi del gruppo degli Imenotteri e di altri gruppi, ma per questi essa non è che un ospite d’ occasione e d’ adattamento, 248 PARASSITI ANIMALI così che il fatto che le miscele avvelenate uccidono anche di tali alleati naturali dell’ agricoltore, non può riuscire di grave danno. Secondo l'Autore, l’attuale diffusione del parassita in parola © (che è forma probabilmente equatoriale, introdotta in Europa dai tempi antichi) è stata favorita dall’ intensificarsi. della eol- tura dell’olivo e dall’ introduzione di nuove varietà più utili al- l’uomo ma anche più appetite dall’ insetto. L. MONTEMARTINI. Bérxer O. — Ein freilebender Weisstannen-Phyllocoptes (Una nuo- va specie di Phyllocoptes sull’ Abete). (Arb. a. d. k. biol. Anst. f. Land-u Forstw., Bd. V, 1906, pag. 159-142, con 2 figure). L’ Autore dà la descrizione di una nuova specie di P%y/lo- coptes (Ph. triceras) che vive libera e produce l’annerimento e la caduta delle foglie di conifere. CLose O. P. — The K.-L. Emulsions and Spraying (Le irrorazioni coll’ emulsione K L). (Del@ware Agricultural Experiment Station, 1906, Bull. N. 73, 20 pagine). Tmulsione K L è il nome che si dà all’ emulsione usata contro certi Myti/aspis (specialmente quello noto in America col nome di San José scale). Quando è preparata bene, è più effi- cace che le soluzioni dei sali di calcio e di solfo. La si prepara mescolando una parte di idrato di calcio [Ca(0H),] con due parti di Kerosene, da emulsionarsi poi in tre o quattro parti di acqua. La emulsione così pronta viene in seguito allungata fino PARASSITI ANIMALI 249 a che contiene 10, 15, 20, 25 o 80 p. 100 di Kerosene, e se si vuole che abbia anche un’azione fungicida, invece di allungarla con acqua si adopera poltiglia bordolese. L’ emulsione va applicata in ottobre e novembre, e si ripete il trattamento in primavera, appena prima dell’ apertura delle gemme : nell’ autunno la si usa al 20-30 p. 100, nella primavera al 5 p. 100. Se l'infezione è molto forte, si fa pure un tratta- mento estivo adoperando un’ emulsione più debole per non dan- neggiare le foglie. E. A. Bessey (Miami-Florida). DeL Guercio G. — Intorno ad alcuni insetti dell’ olivo ed ai sug- gerimenti più adatti per combatterli (Boll. U/f. del Min. d’ Agr. Ind. e Commercio, Anno V, Vol. II, 1906, pg. 493- 503, con figure). L’ Autore dà una descrizione chiara e pratica dei seguenti fra gli insetti più nocivi all’ olivo : Rinchite dell'olivo (Rhynchites cribripennis Desbr.), coleot- teoro che si nutre, in primavera, delle tenere estremità dei rami e che allo stato larvale danneggia, in estate, anche i frutti. Sic- come questo insetto sverna nel terreno, converrebbe tentare di impedirgli di risalire sulle piante cingendone il fusto con un anello di catrame o con le carte appositamente preparate. Sarà anche utile scuotere periodicamente i rami delle piante infette onde farne cadere in primavera gli insetti adulti e durante V estate © frutti invasi dalle larve, da raccogliersi € distruggersi subito. Fleotripo o punteruolo dell'olivo ( Phloethribus scarabacoides Ber.), altro coleottero che quando è adulto e in primavera scava gallerie nel legno giovane dei rami deperenti o morti, ma allo stato larvale e in estate attacca la base dei rami floriferi o frut- 250 PARASSITI ANIMALI tiferi ed è causa di gravi perdite. Sono più facilmente attaccate le piante intristite, onde questo parassita viene indirettamente combattuto colle operazioni culturali intese a rinforzare la vegetazione. Converrà anche tagliare e distruggere i rami de- perenti 0 morti, onde compromettere le infezioni che essi con- tengono. Tripse dell’olivo (Phloeothiips Oleae Costa), piccolo insetto che attacca le foglie, i fiori ed i frutti provocandone, se sono giovani, la caduta. Contro questo parassita occorre sfrondare le piante tagliando sui rami di terzo e di quart ordine, abbru- ciase la fronda caduta, incatramare le ferite. Oppure si può applicare una larga potatura ed applicare insetticidi come la rubina. Tignuola dell’ olivo (Prays oleellus Fab.), piccolo farfalla le cui larve di una prima generazione vivono a spese delle foglie dell’anno precedente o di quelle che compaiono nell’ aprile ; mentre quelle di seconda generazione attaccano le foglie ancora tenere ed i bocci fiorali, e quelle di terza si nutrono della man- dorla del frutto. I frutti da essa attaccati mostrano il foro d’ uscita in corrispondenza alla inserzione del peduncolo, a dif- ferenza di quelli attaccati dal rinchite, nei quali tale foro si trova sopra un disco, o in mezzo ad una macchiolina orbicolare rossiccia. S7 può tentare l applicazione di soluzioni insetticide contro le larve di prima generazione , oppure provocare, con scuotimenti periodici, la caduta anticipata dei frutti infetti per distruggerli immediatamente. Contonello o bombacello dell’ olivo (Euphyllura olivina Costa), piccolo insetto dannoso alle giovani foglie, fiori e frutti, tanto in primavera che in autunno. Sono applicabili contro di esso gli insetticidi ordinari, da usarsi anche contro le infe- zioni autunnali. Pioccio o cocciniglia del Pollini (Pollinia Pollini Costa), piccolo pidocchio, proprio dell'olivo, che vive sui rami attaccan- PARASSITI ANIMALI 251 done i tessuti corticali e provocando, quando è abbondante, l’in- tristimento della pianta. Occorre contro di esso applicare una larga: potutura per togliere i rami più infetti, e in primavera irrorare lu chioma con soluzioni di pitteleina o di sapone al- l’jolio di catrame alla dose del 2 al 3 p. 100. Cocciniglia nuda o mezzo acino di pepe (Lecanium Oleae Bern.), che attacca i rami e le foglie ed è causa di danni non lievi. La st combatte come la cocciniglia del Pollini. Cocciniglia cotonosa (Philippia Oleae Costa), pericolosa e dannosa come la precedente e da combattersi nello stesso modo. L. MONTEMARTINI. Dop. P. — Sur un nouveau champignon parasite des coccides du genre Aspidiotus (Un nuovo fungo parassita degli Aspzdz0tus). (Rev. mycologigne, 1906, pag. 18-21, e una tavola). Durante il 1902 le piante di cocco alla Martinica furono infestate e gravemente danneggiate da un Aspidiotus apparte- nente al gruppo dell’ A. Forbesz. La cocciniglia dopo avere assunto in due anni una diffusione allarmante, è scomparsa rapidamente per lazione di un fungo parassita studiato e determinato dall’Autore sotto il nome di Hyalopus Yvonis. È un fungo che attacca anche altre specie di Aspidiotus, e fu provato dannoso dall’Autore anche per lA. Nerzi dei leandri. BioM Mayer V. — Les insectes de l’asperge (Gli insetti dell’asparagio). (Le Progrés Agric. et Viticole, Montpellier, 1906, p. 371-377, e una tavola colorata). I principali nemici delle coltivazioni degli asparagi sono tre: una piccola mosca detta Pla/yparea poeciloplera, e due no [bL| DO PARASSITI ANIMALI coleotteri del genere Crioceris, la C. asparagi e la C. duode- cimpunctata. L’Autore dà una descrizione popolare dei guasti prodotti da questi insetti, dei loro costumi e dei caratteri che li distinguono. Le varietà che, come l’asparagio detto di Argenteuil, mag- giormente si scostano dal tipo vegetale normale e presentano più distinte l’ipertrofia del fusto per cui questa specie viene coltivata, sono anche più facilmente attaccate e più gravemente danneggiate dalla mosca dell’asparagio. Converrà dunque preferire le varietà a fusto non troppo grosso. L'Autore consiglia anche la raccolta e distruzione delle piante infette e lo spandimento di naftalina scura sopra il suolo delle asparagiere nuove. Contro la Criocere dell’ asparagio si consiglia la raccolta diretta dell'insetto da farsi tutte le mattine e lo schiacciamento, colla mano, delle ova che esso ha depositato alla superficie dei giovani fusti. La Crioceris duodecimpunctata attacca invece i frutti degli asparagi. Contro questo parassita si consiglia la caccia diretta e la raccolta delle bacche appena cominciano ad arrossare. L. MONTEMARTINI. Remonpino C. — La Diaspis pentagona del gelso (Cuneo, 1906, 11 pagine e una tavola). È un opuscolo di propaganda agraria, inteso a far conoscere agli agricoltori la Diaspis pentagona del gelso ed i modi di combatterla colla potatura, colle spazzole, cogli insetticidi e colle lampade pirofore. L. M. PARASSITI ANIMALI 253 RemonpINO C. — La fillossera e gli effetti che essa produce (Cuneo, 1906, 24 pagine e 17 figure). È pure un opuscolo di propaganda nel quale l'Autore cerca richiamare l’attenzione dei viticultori specialmente sul fatto che è l’uomo il principale propagatore della fillossera, ed indica i mezzi preventivi e curativi da adottarsi contro questo nemico della vite. L. M. ScHIFFNER V. — Neue Mittheilungen iber Nematoden Gallen auf Laubmoosen (Nuove comunicazioni sulle galle dei muschi dovute a Nematodi) (Hedwigia, Bd. XLV, 1906, p. 159-172). L’ Autore completa sue precedenti osservazioni collo studio di diverse galle di muschi dovute ad anguillule e con un rias- sunto critico di quanto si sa sull’ argomento. SLINGERLAND M. V. — Cooperativa Spraying Experiments. I. Expe- riments against the plum and the quince curculios. II. Final demonstrations of efficiency of a poison spray for the grape root-Worm. III. Making Bordeaux-mixture with « New Process » on prepared lime (Esperienze di irrorazioni. I. Esperienze contro i curculionidi delle prugne e dei cotogni. IL Effi- cacia di irrorazioni avvelenate contro i vermi radicali della vite. III. Nuovo processo per preparare la poltiglia bordo- lese). (Cornell University Agricultural Experiment Station, 1906, Bull. N. 235, pag. 79-98 e 10 figure). Facendo irrorazioni con arseniato di piombo, sciolto in acqua o in poltiglia bordolese (una parte di arseniato su 133 di acqua 254 PARASSITI ANIMALI — BACTERI o di poltiglia), sopra piante di cigliegio si riesce a difendere i frutti dai curculionidi. Le stesse irrorazioni sono anche efficaci, benchè in modo meno assoluto, per le piante di prugne, e contro i curculionidi che attaccano i cotogni. La cura deve essere ap- plicata subito dopo la fioritura e quasi una settimana più tardi. Il grape rootucorm è la larva di un insetto che allo stato adulto vive sulle foglie, così che lo si può combattere cogli in- setticidi. Basta una soluzione all’ uno per cento di arseniato di piombo da irrorarsi sulle foglie un paio di volte (al principio e alla metà di luglio), un ettolitro circa per ettaro. Il nuovo processo consiste nell’ adoperare calce viva (Ca 0) preparata da dolomite e quindi contenente circa il 30 per 100 di MgO, trattata con tant’ acqua appena sufficiente per avere poi una polvere finissima di idrossido di calcio [Ca (0 H),]. È offerta sul mercato con varie marche. La poltiglia bordolese pre- parata con essa fu trovata quasi o del tutto buona quanto quella preparata con calce viva. La calce spenta all’ aria (calce viva che ha assorbito il biossido di carbonio dall’ aria e si è trasfor- mata in carbonato di calcio non ha alcun valore nella prepara- zione della poltiglia bordolese. E. A. Bressey (Miami-Florida). Steran J. — Studien zur Frage der Leguminosenknòlichen (Studî sui tubercoli delle Legaminose) (Centralb). f. Bakter., II Abth., 1906, Bd. XVI, p. 181-149, con 2 tavole e parecchie figure). Sono studî ed osservazioni sulla forma e posizione dei tu- bercoli radicali delle Leguminose, sulla loro struttura anatomica, e sul modo di presentarsi e di comportarsi dell’ infezione che li provoca. Secondo l’ Autore i tubercoli che, come nella /obinza , si formano all’ ascella di una radicella con una radice più grossa, BACTERI — MALATTIE D’ INDOLE INCERTA 255 non sono che ramificazioni laterali della prima. L'infezione si propaga per filamenti che sono più o meno visibili e durevoli a seconda delle specie, ed i bacteroidi rappresentano forme invo- lutive che si riscontrano anche nei filamenti sottili e capaci di dividersi negli stadî giovani, più tardi diventano grossi e dege- nerano. Ber spiegare lo stadio di filamento del Baczllus radicicola, occorre classificarlo vicino ai Mixobacterî. Secondo l’ Autore, i tubercoli della Galega rappresentano anche organi di riserva, ed i tubercoli delle Leguminose sono omologhi ai tubercoli radicali delle Orchidee indigene. L. MONTEMARTINI. PerRI L. — Nuovi studî sulla brusca dell’ olivo. (Boll. U/f. del Minist. d'Agr. Ind. e Comm., Anno V, Vol. II, 1906, pa- gina 445-452). È una relazione degli studî e delle osservazioni fatte dal- l’ Autore in provincia di Lecce nel novembre u. s. L’ Autore constata ancora una volta la graduale diminu- zione della drusca, diminuzione già iniziata da circa due anni e che fa pensare alla parziale a totale scomparsa della malattia che sembra essere avvenuta altre volte per il passato, secondo le notizie storiche che ci sono pervenute. Il fenomeno coincide coll’ abbondante e generale fruttificazione dell'olivo avvenuta in quest'anno, e conforta i tentativi fatti per rinvigorire le piante bruscate con opportune concimazioni, fra le quali sarebbero da consigliarsi in via di esperimento quelle che promuovono un maggior grado di acidità negli organi vegetativi e quindi una maggior resistenza alla malattia. Circa l’ agente patogeno, l’ Autore espone con dettagli le relazioni tra la Stictis Panizzei e una Phyllosticta, esposte già nella nota preliminare riassunta a pag. 232 di questa Az7vista. 256 MALATTIE D’ INDOLE INCERTÀ — NOTE PRATICHE La forma picnidica si presenta sulle foglie al principio del- l’abbruscamento, mentre gli apoteci si formano quando i tes- suti attaccati sono quasi completamento esauriti. È probabile , secondo l’ Autore, che le infezioni primaverili si effettuino per mezzo delle ascospore, quelle autunnali per le picnidiospore. Questo fatto spiega in parte gli insuccessi avuti nell’ ap- plicazione degli anticrittogamici, mentre lascia sperare che, con studî più completi, sì potranno cercare in modo più razio- nale i rimedî contro la malattia in parola. LL. MONTEMARTINI. NOTE PRATICHE Dal Progrés agricole et viticole, Montpellier, 1906 : Pag. 453. — Contro la Rhizoctonia dell’ erba medica si consiglia il dis- sodamento «delle plaghe che ne sono invase e di una zona di sieurezza cir- costante, colla seminagione poi di graminacee che si mescolino colla me- dica. Tutti i rimedi tentati per arrestare il diffondersi del parassita furono inefficaci: soltanto un muro divisorio potrebbe preservare la parte sana di un medicaio, se non si distrugge la parte infetta. l. m. Dall’ Italia Agricola, Piacenza, 1906: Pag. 113. — Contro la Pomaria dei meli (Carpocapsa pomonella) si con- siglia la raccolta sollecita delle frutta cadute onde impedire al bruco di nascondersi nel terreno. All’ autunno e alla primavera conviene smuovere il terreno e inaffiarlo con soluzione di 5 chilogr. di solfo carbonato potas- sico in 50 litri di acqua. Sicoome poi alcune crisalidi svernano sulla pianta, sarà utile in marzo ripulire i tronchi col guanto metallico e lavarli con soluzione di sapone. Si ebbero anche buoni risultati attirando le larve ad incrisalidarsi en- tro stracci avvolti attorno ai rami delle piante infette. l. m. Pavia — Tipografia e Legatoria Cooperativa — 1906. ‘ LYSOFORM ) unico disinfettante energico e non velenoso: il più perfetto deodorante : di grato odore: non macchia e non corrode. | Adottato da molti Comuni ed Ospedali, Sta- bilimenti pubblici e privati: il solo scelto per la disinfezione generale dell’ Esposizione di Milano del 1906. Ottimo nell’igiene pubblica | Prezioso nell’igiene privata. Libera le piante dai pidocchi e dai funghi pa- rassiti: indicatissimo per la cura delle piante da appartamento e da giardino, nonchè di quelle col- turali. È di facile applicazione e di provata efficacia e serve pure egregiamente per la disinfezione delle stalle, dei porcili, dei pollai. 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J. — Relazione del- SaLmon E. S. — Sulle. varia- la Sezione Crittogamica del | zioni della forma. conidica ì governo deli’ India pel 1905 Pag. 257 della Phyllactinia corylea . Pag, 259 CercELRT M. — Le lesioni fil- SCHELLENBERG H. C.. — Morte losseriche . ; ; 3 » 263 dell’ Abies sibirica sul monte **CHRISTMAN A. H. — Osserva- AGliS ; } > sy 1260) zioni sullo svernamento del- | svewpsen 0, J. — Sullo scolo Di i d08 di resina nelle Dicotiledoni ». 266 DeL Guercio G. — Di alcuni i IATA macrolepidotteri nocivi alle TED a FICEr Ne EL piante. à ERI sui mieromiceti delle galle. » 262 . GENBAU DE LAMARLIÈRE I, TuBEUF (v.) K. — Scopazzi sul Sui micocecidi dei Gunao: Pinus strobus È È Sed 260 sporangium . . +.» 270 | Id. — Scopazzi sul Prunus pa- GrorGe E. ADAMS. — Saggio dus RE E < EE 260 sulle varietà di patate —. » 268 | Ia. — Notizie sulla diffusione GerBeR 0. — Emitterocecidi , del ‘Trametes Pihi x | . > 261 fiorali dei Centranthus — . » 265 | oe Lea Huxtek W. D. — Mezzi per PUZSON Ji Ricerche anato- combattere il punteruolo del miehe e micologiche sulla Cotone fig conservazione del Jegno di MarcHaL: P. “ L'antonomo LAE@io Li Aa i, et e ei I del eotone . } ì ‘> > 266.1 Verissimo D’ ALMEIDA di. — ; 3 MARTINELLI G. — Sul modo di Specializzazione del paras- 0 combattere peronospora. € sitismo dell’ RIDE gra oidio.. i A d i Uyr4258 MINÌS + ; CA PagLIA E. — Dimorfismo fio- WORSDELL W. ‘ i ai ì rale di Erica arborea di © zione: $ LO Lo probabile origine | | parassi- Ea Vo DÈ De pen = taria... RR peo tagona ed il sistema di po- Peo f» POIRAULT Gi — ‘Una chitridia- iatura dei selsi > 267 ts cea parassita del Muscari 8 COMOSUM - : 3 -» 259 | Note pratiche. 5 ) SE Pesi s5 s0P>- e s- E Rivista di Patologia Vegetale ANNO 1. , 15 maggio 1906. Num. 17. er tutto quanto concerne la Rivista dirigersi al Dort. Luci MoNTEMARTINI - Laboratorio Crittogamico - Pavia. PARASSITI VEGETALI BurLeR E. J. — Report of the Cryptogamic Botanist to the Govern- ment of India for the year 1905 (Relazione della Sezione Crittogamica del Governo dell’ India per l’anno 1905). (Ann. Rep. of t. Imp. Deparim. Calcutta, 1906, p. 71-88). of Agriculture, Oltre che dalla Phytophtora infestans, più comune ai monti che al piano, le patate ebbero a. soffrire molto per la malattia denominata Bangdi, caratterizzata dall’annerimento degli steli e dei tuberi, e che si presentò in modo allarmante a Bombay. È una malattia affine a quella che in altri paesi fu attribuita a bacterî. La più importante delle malattie della canna da zucchero fu il red-rot (marciume rosso), dovuto al Colletotrichum falca- tum, che fu causa di gravissimi danni nell’ India orientale, al Bengala e altrove. Attacca però solamente certe varietà. La canna da zucchero è inoltre attaccata dallo Sphaeronema adiposum, Diplodia cacaciola, Schizophyllum commune e da al- tri funghi parassiti di secondaria importanza. I primi sono spe- 3 cialmente dannosi perchè, come il Collelotrichum, secernono fer- menti che invertono lo zucchero di canna. LIBRARY NEW YORK BOTANICAL | GARDEN, (| Ù DLE cede arditi 258 PARASSITI VEGETALI Il tè è danneggiato da un’alga (Cephaleuros virescens) che sì attacca ai giovani rami e che può essere combattuta colle irrorazioni di poltiglia bordolese. Comune è anche il marciume delle radici dovuto a diverse specie di Rose/linia e ad una nuova specie di Diplodia osservata in alcune località nel 1902. Il pepe subisce molti danni per gli attacchi di una Nectria e pure per una specie di /rosel/linia che pare identica alla R. bunodes fin’ ora non indicata come parassita. L’ Arachis è attaccata dal Septogloeum Arachidis che ne deturpa e distrugge le foglie: il Sorghum dall’ Ustilago Sorghi, U. Reiliana, Colletotrichwn Lineola, Phyllosticta sorghina. Sono comuni anche |’ Ustilago Tritici, U. Hordei, U. virens sul riso, U. l’anici-frumentacei, ecc. i Finalmente l’ Autore segnala anche sugli alberi il Homes annosus, Peridermium Cedri, Trametes Pini. L. MONTEMARTINI. ChHRISTMAN A. H. — Observations on the wintering of Rusts (Os- servazioni sullo svernamento delle ruggini). (Trans. Wisco- sin Academy of Science ecc., 1905, Vol. XV, p. 88). L’ Autore ha fatto molte esperienze dalle quali risulta che le uredospore delle Uredinee non perdono la capacità di germi- nare durante l’ inverno, nemmeno dopo qualche mese di esposi- zione ad una temperatura sotto zero. Dà anche alcuni dati generali sulla resistenza delle spore e dei micelî agli inverni del nord. L. MONTEMARTINI. MartINELLI (G. — Sul modo di combattere peronospora ed oidio (Cattedra ambulante di Voghera, 1906, 10 pagine). E una raccolta di istruzioni pratiche e popolari sui metodi da adottarsi per una lotta razionale contro queste due malattie PARASSITI VEGETALI 259 della vite. Contiene molti utili insegnamenti per la preparazione buona della poltiglia bordolese e per la scelta dell’epoca oppor- tuna per i primi trattamenti. L. MONTEMARTINI. PorrauLt G. — Sur une Chytridinée parasite du Muscari co- mosum (Una Chitridiacea parassita del Muscari conosuni). (Bull. mens. de l Assoc. Fr. d. Avane. d. Sc. 1905). E una specie nuova (Physoderma Muscari) che attacca le foglie dei Muscari all’ isola di S. Onorato. L M. SaLmon E. S. — On the variation shown by the conidial stage of Phyllactinia corylea (Pers.) Karst. (Sulle variazioni della forma conidica della "!’Ay/lactinia corylea). (Annales. Myco- logici, 1905, Vol. III, p. 493-505, con 3 tavole). L’ Autore, che ha fatto parecchi studî (veggasi nei fascicoli precedenti di questa /7vista) sul genere Vidiuim e sulle forme conidiche delle Erisifacee, comunica qui il fatto interessante che la forma conidica della /Ayllactinia corylet presenta delle va- rietà morfologicamente distinte e costanti, localizzate su deter- minati ospiti. Descrive così una varietà angulata (dai conidî subquadrato-rettangolari) propria di certe Quercus, una var. 7% gida (dai conidiofori rigidi e lunghi) di certe Adesnzz4a ed altre piante, e una var. subspiralis (dai conidiofori quasi spirali nella parte inferiore) delle Da/bergia. L’ esame di molte altre piante ospiti ha messo in evidenza l’esistenza di altre varietà distinte tra loro da caratteri morfo- logici più o meno evidenti. L’ Autore pensa che anche la specie Phy/lactinia corylea 260 i PARASSITI VEGETALI consti dell’ unione di molte forme biologiche distinte fra loro, come risulta anche dalle recenti ricerche del Voglino (veggasi a pagina 0 di questa Rivista). 1. MONTEMARTINI. SCHELLENBERG H. C. — Das Absterben der sibirischen Tanne auf dem Adlisberg (Morte dell’ Abies sibirica sul monte Adlis). (Mitth. a. d. zweiz. Zentralanst. f. d. forstl. Versuchsw., Bd. VIII; 1905, p. 209-286, e 2 tavole). L’ Autore ha osservato che nei boschi del Monte Adlis gli Abies stbirica piantati da oltre trent'anni muoiono per l’azione di un Discomicete, la Dasuscypha calyciformis Willd., che è comune anche sull’ abete bianco ma non vi ha mai caratteri di parassita pericoloso. Con esperienze di inoculazione e coltura si è assicurato che trattasi proprio della stessa specie che vive sull’abete bianco, il cui micelio nell’ A. s:b772c4 penetra nei pori della corteccia, si estende nei tessuti secondarî ed arriva al cambio che uccide. Sono soggette ad essere invase specialmente la parte infe- riore della corona ed il fusto. Sugli alberi attaccati l’ Autore osservò gli apoteci del pa- rassita e anche la forma conidica la quale però è diversa, per la grossezza dei conidî, dal Phoma abietina descritto dal Rehm come forma laterale della D. calyformis. L. MONTEMARTINI. TuBeur (v.) K. — Hexenbesen an Pinus strobus (Scopazzi sul Pinus strobus). (Naturw. Ztschr. Land. u. Forstw., 1905, BRIT: — Hexenbesen an Prunus padus (Scopazzi sul Prunus padus) (col precedente). Sono descrizioni di casi non ancora osservati : l’ultimo pare dovuto ad un Mroascus. MNM ti, PARASSITI VEGETALI 261 TuBeur (v.) K. — Notizen iiber die Verticalverbreitung der Tra- metes Pini und ihr Vorkommen an verschiedenen Hoizarten (Notizie sulla diffusione del Tyrametes Pini) (ibidem, Bd. EV-1906). L’ Autore ha osservato che se il Trametes Pini è molto raro sui pini in certe regioni della Germania, vi è però comune su altre conifere. Lo si trovò anche su legni fossili. Tuzson J. — Anatomische und mykologische Untersuchungen iiber die Zersetzung und Konservierung des Rothuchenhoizes (Ricer- che anatomiche e micologiche sulla conservazione e putre- fazione del legno di faggio). (Berlin, 1905; con 3 tavole e 17 figure). Accade di sovente (ed il fenomeno è comune nelle foreste dell’ Ungheria) che quando attraverso a rami in putrefazione il micelio dei funghi penetra nel legno dei fusti di faggio, si dif- ferenzia una specie di duramen precoce, simile pei caratteri esterni al duramen ordinario, ma dovuto alla chiusura dei vasi per formazione di tilli, con deposito di masse brune di gomma che portano con sè un considerevole aumento del peso specifico del legno. È come un legno protettore della ferita, del quale l’ Autore descrive la struttura e la cui comparsa può essere pro- votata dai segueuti funghi: 7remella faginea, Stereum pur- pureum, Hyporylon coccineum , Bispora monilivides , Schizo- phyllum commune e forse anche lo Stereum hirsutum. L’ Autore studia anche e descrive la putrefazione dei legni tagliati, distinguendo quella dei legni tagliati da poco e ancor vivi e freschi, da quella dei legni già morti. La prima comincia con un annerimento accompagnato da più o meno abbondante br Adone Pinsrittà 262 PARASSITI ANIMALI E VEGETALI formazione di tilli ed è dovuta, secondo 1’ Autore, all’ attività degli stessi funghi che provocano le alterazioni precedenti, ai quali, col progredire della decomposizione, seguono anche il Po- Iyporus hirsutus, il P. versicolor e lo Stereum hirsutum. I fenomeno è dannoso perchè ostacola l’ impregnazione del legno. La putrefazione dei legni morti è più lenta e dovuta spesso al Trametes stereoides o alla Poria vaporaria. In ultimo l’ Autore discute dei migliori mezzi per conser- vare i legni: imbibizione, ascensione, filtrazione, iniezione. L. MONTEMARTINI. TrorTER A. — Nuove ricerche sui micromiceti delle galle e sulla natura dei loro rapporti ecologici (Annales Mycologici , Vol. III, 1905, p. 521-547 e 8 figure). L’ Autore studia da qualche tempo i funghi che vivono sulle galle ed i rapporti passanti tra essi e le galle stesse e i ceci- dozoì su cui vivono. Tali rapporti variabilissimi sono da lui classificati in tre gruppi che riguardano funghi saprofitici, anti biotici e simbiotici, delle galle o dei cecidozoi. Dopo una descrizione interessante di alcuni dei principali tipi, seguita da un elenco dei funghi gallicoli sin qui noti (sono circa 75), conclude che di quelli che si sono potuti determinare pochi vivono anche sulla pianta ospite e su altre piante affini, i più sono proprii delle galle, sulle quali trovano un mezzo nu- tritivo quanto mai favorevole, sì che parecchi vi si presentano unicamente sotto forma vegetativa (micelio). E interessante il fatto che taluni funghi pur comunissimi (p. es. la Marsonia Populi e molte Erysiphaceae) non si pre- sentano contemporaneamente sugli organi normali di una pianta - e sulle galle, ma quasi esclusivamente sopra queste ultime. Il 1 du PARASSITI ANIMALI E VEGETALI 263 che prova che le galle rappresentano tessuti patologici, meno resistenti dei normali contro i parassiti, verso i quali mostrano anzi una certa recettività: e viene confermata la teoria della predisposizione alle malattie in seguito a qualunque fatto che turbi 1 equilibrio fisiologico della pianta. Non è improbabile che certi funghi, anche saprofiti, special mente quelli che si sviluppano nelle galle delle quercie, sieno dotati di attività fisiologiche speciali e segreghino fermenti adatti (p. es. la tannasi) a renderli capaci di provvedere alla propria nutrizione col tannino di cui abbondano i tessuti nei quali sono annidati. L. MONTEMARTINI. CerceLET M. — Les lesions phyIloxériques (Le lesioni fillosseriche). (Revuelde Viticulture, Paris 1906, T. XXV, Nr. 644, con una tavola colorata). L’ A. descrive le alterazioni provocate nelle foglie e nelle radici delle viti della fillossera. Mentre le prime non recano gravi disturbi, le seconde riescono molto dannose perchè i tes- suti colpiti si decompongono durante l’ inverno e la. decomposi- | zione può estendersi alla parte centrale della radice, causandone la morte. La diversa resistenza dei varî vitigni è dovuta spe- cialmente alla facoltà di circoscrivere, con uno strato di sughero più o meno robusto, le parti alterate, in modo da impedire l’ e- stendersi del processo di decomposizione. Quest’ ultimo non è dovoto alla fillossera, ma ad un piccolo acaro, l’ Eehinococcus cephophagus. L. MONTEMARTINI, 264 PARASSITI ANIMALI DeL Guercio G. — Di alcuni macrolepidotteri nocivi alle piante del pomario dei parchi e dei boschi (Bo//. 7/f. del Minist. d’ Agric., Anno V, 1906, Vol. II, pag. 660-667, con parec- chie figure). Sono descrizioni delle grosse farfalle i cui bruchi infestano comunemente le piante indicate. Si espone anche il loro modo di vita, ed i metodi per combatterle. Essi sono i seguenti : Il Bombice dispari tLymantria dispar L.), detto anche Fa- lena zig-zag, che in primavera depone mucchietti di ova color giallognolo sul tronco e sui rami degli alberi ed i cui bruchi vivono quasi sempre gregarî nutrendosi delle foglie. Secondo quanto consiglia il prof. Berlese, la lotta contro questo insetto va diretta alla distruzione delle ova da ri ccogliersi. con. ra- schiatoi speciali entro sacchi opportunamente disposti, 0 da ricoprirsi con materie catramose. Il Bombice cul ruggine (Euproctis chrysorrhoea L.), depone le sue ova in mucchietti coperti da squame color rug- gine sulla pagina inferiore delle foglie e sui rami, e le cui larve sono pure gregarie, si nutrono delle foglie e si fanno con esse dei nidi in cui stan nascoste durante il giorno. Occorre racco- gliere e distruggere tali nidi che rimangono assai bene in vista durante l inverno. La Processionaria del pino (Thaumathopoca pityocampa Schiff.) propria delle Conifere, pure gregaria e che sé può com- battere tagliando i rami che ne portano le borse per distrug- gerle col fuoco. Il taglio va fatto in ottobre e nelle ore più calme del giorno, consigliando agli operai di ungersi con olio iL viso. e le mani per premunirsi contro gli effetti nocivi dei peli degli insetti. Il Tarlo bianco degli alberi fruttiferi /Zenzera pyrina L.), le cui larve penetrano nel legno dei rami. Bisogna tagliare alla PARASSITI ANIMALI 265 base i rami attaccati onde i parassiti non arrivino al fusto, e se ciò è già avvenuto si introduce nel foro qualche goccia di una miscela di 9 parti di solfuro di carbonio e una di creosoto, e st chiude con terra bagnata. I Rodilegno, o Tarlo rosso degli alberi fruttiferi /Cossus cossus L.), le cui larve, di colore rosso vinoso, penetrano nella scorza e col tempo passano anche nel legno. Lo s/ combatte come il parassita precedente ; va però osservato che le matrici prime dell’ insetto sono il salice, il pioppo e l olmo e che in prossimità di queste piante, gli alberi da frutto, per quanto difesi, non si sottraggono all’ infezione se prima non sono al- lontanate le piante stesse. Il salice potrebbe essere coltivato a cespuglio, ché in tale stato non dà ricovero all insetto. L. MONTEMARTINI. Gerper C. — Hémiptérocécidies florales des Centranhus (Emit- terocecidî fiorali dei Centranthus). (Bull. mens. d. l Assoc. Fpi‘d. Avanc. di. Sc., 1905). La Trioza centranthi provoca sui fiori e sulle infiorescenze del Centranthus Calcitrapa anomalie diverse da quelle che essa provoca sui 0. ruber e angustifolius. Il calice diventa ipertro- fico e l’ infiorescenza si accartoccia su sè stessa e diventa bollosa. L. M. Hunter W. D. — Medios para combatir a! picudo del algodén (Mezzi per combattere il punteruolo del cotone). (Comzsi0n de Paras. Agricola, México, 1906, pagine 48, con una ta- vola e 8 figure). Sono istruzioni popolari intese a far conoscere il parassita e a diffondere le norme per combatterlo. Con speciale riguardo sono descritti e figurati i suoi nemici naturali. L. M. ci pa PAN da Pea SO nen tac Ca ni Serie ca gi Lega ne 266 PARASSITI ANIMALI — AZIONI TRAUMATICHE MarcHar P. — L’anthonòme du cotonnier (L’ antonomo del co- tone). (Journ. d’ Agric. tropic., 1905, T. V.). L’ Autore descrive l’ An/honomus grandis Boh. ed i danni da esso prodotti. C nsiglia di selezionare le varietà di cotone più precoci e di tagliare e bruciare le piante infette. Il parassita fu importato dalle Antille negli Stati Uniti e si è diffuso specialmente nel Texas. Tra i suoi nemici naturali è forse possibile diffondere l’ Ectatomma tubercolatum. L. MONTEMARTINI. Svenpsen C. J. — Ueber den Harzfluss bei den Dicotylen, spe- ciell bei Stirax, Canarium, Shorea, Toluifera und Liqui- dambar (Sullo scolo di resina nelle Dicotiledomi, special mente negli Styrax, Canarium, Shorea, Toluifera e Li- quidambar). (Arch. f. Mathem. 0g Naturwid., Kristiania, 1905, Bd. XXVI, pag. 1-84, con figure). Da molte esperienze fatte a Buitenzorg l’ Autore deduce che la resina che scola da quasi tutti gli alberi sopranominati è un prodotto patologico dovuto a ferite. Essa si forma nel legno nuovo di cicatrizzazione che l'Autore descrive con dettaglio, ed è affatto indipendente dall’ esistenza di canali resiniferi normali nei tessuti sani. L. MONTEMARTINI. NOTI SERI IONE PANI RAOOIEA PIE Pi DOTI AGIRE SEO PLS SOI PERO RENT I ; cad LEA p AZIONI TRAUMATICHE — MALATTIE D'INDOLE FISIOLOGICA 267 ZanoNI U. — La Diaspis pentagona ed il sistema di potatura dei gelsi (L’ Agricoltura Milanese, 1906, Nr. 7). Siccome per diminuire l infezione della Diaspis pentagona molti agricoltori adottano l uso della potatura biennale estiva dei gelsi invece del sistema triennale o quadriennale fin'ora se- guito , l’ autore osserva che con tale innovazione si indebolisce la pianta e si ha foglia eccessivamente morbida e ricca di acqua, la quale mal si confa alla nutrizione , delle varietà più delicate di bachi. Ne resta favorita la //xecidezza. Tanto che in certe regioni quando si fa il taglio di rinnovo delle piante, la foglia del primo anno e talvolta anche quella del secondo non vengono utilizzate nell’ alimentazione dei bachi. JCSRME WorspeLL W. C. — Fasciation: its Meaning and Origin (Fascia- zione: suo significato e origine). (New Phytologist, Vol. IV, LIO. IN. 2.6: 3): L’Autore descrive i vari fenomeni di fasciazione che si pos- sono riscontrare in natura, destinguendoli in : 1 a) fasciazioni dovute a sdoppiamento negativo, o coesione e fusione di organi e tessuti una volta separati (possono essere postgenite, o congenite vale a dire manifeste fin dall’ origine degli organi); b) fasciazioni dovute a sdoppiamento positivo, ossia ra- mificazione di un organo o tessuto prima omogeneo. Molte volte la causa delle fasciazioni, specie delle postge- nite, è puramente meccanica ed è da attribuissi alla presenza di molti centri di. accrescimento su un apice ristretto; in altri casi si ha a che fare con un fenomeno fisiologico e trattasi di condizioni patologiche, probabilmente di ipernutrizione. L. MONTEMARTINI. Upea SA 268 FISIOPATOLOGIA Gror6e E. Apams. — Tria! of varieties of potatoes (Saggio sulle varietà di patate). (Rhode Island Agricult. Exper. Station, Bull. Nr. 111, 106, p. 64-74). L’ Autore parla di molte varietà di patate conosciute e col- tivate negli Stati Uniti d’ America e trova che esse non sono tutte egualmente resistenti al #24rciume: dà un elenco delle varietà americane più resistenti. Rispetto alla peronospora, le irrorazioni colla poltiglia bor- dolese sono efficaci, ma non tutte le varietà ne hanno egual- mente bisogno : alcune possono crescere e dare un buon raccolto anche senza di esse, od almeno con un numero limitato di trat- tamenti. Lo stadio di sviluppo nel quale si trova la pianta ha forse influenza nel determinarne la resistenza alla malattia. L. MONTEMARTINI. PagLia E. — Dimorfismo fiorale di Erica arborea di probabile origine parassitaria. (Marcellia, Avellino, 1906, pag. 147-149 e una figura). È noto che la Erica arborea presentasi ora con fiori bianchi e ora con fiori rosei. Gli individui con fiori rosei hanno l’ovario costantemente abortito e si distinguono per altri caratteri che denotano una certa debolezza della pianta (fiori solitari, piccoli, sostenuti da peduncoli deboli, ecc.). L'Autore ha osservato che questi individui portano costan- temente e in gran numero galle prodotte dalla Perrisia ericina, mentre quelli a fiori bianchi non ne portano nessuna o pochis- sime. Pensa pertanto che forse il gran numero di galle sia causa di esaurimento e ne derivi di conseguenza la riduzione degli or- TIR e iii E LE ta IOIRA Ul rad let È w dat: Me FISIOPATOLOGIA 269 gani fiorali, l’aborto dell’ovario e la colorazione rosea che di so- vente compare in altri organi vegetali in seguito ad azioni pa- rassitarie. L. MONTEMARTINI. Verissimo D’'ALmema J. — Especializacào do parasitismo do Ery- siphe graminis DC. (Specializzazione del parassitismo del- l Erysiphe graminis DC.). (Rivista Agronomica, Lisboa, 1906, Vol. IV, pag. 85-91). Dal modo di comportarsi e di diffondersi di questo paras- sita nell’orto sperimentale annesso all’ Istituto Agricolo di Li- sbona, l'Autore è indotto a dubitare dell’ affermazione del Mar- chal il quale nella specie Erysiphe graminis ha distinto sette forme biologiche specializzate su diversi generi o gruppi di Gra- minacee. Infatti il parassita o compariva contemporaneamente su molte specie, o apparso su una specie sola in un posto, si dif- fondeva poi tutt’ attorno indifferentemente sulle Graminacee più diverse. L’Autore considera che la causa del parassitismo dei funghi è la mancanza di clorofilla, e la specializzazione del parassitismo di ogni specie dipende dalla composizione del succo cellulare della matrice, che può essere positivamente o negativamente che- motattico a seconda che contiene determinate sostanze che hanno azione attrattiva o ripulsiva sul micelio del fungo. E poichè la composizione del succo cellulare può variare da specie a specie, da varietà a varietà, e, in una stessa pianta, da organo a or- gano, ed in un medesimo organo cambia anche coll’ età e collo stato di vegetazione, ne viene che l’ immunità di molte specie vegetali o di certi individui pure è variabile e può essere in- fluenzata dalla presenza di determinate sostanze nel succo cel- lulare. Così è possibile tentare di ottenerla artificialmente. La presenza di una data sostanza può trasformare un fungo 270 FISIOPATOLOGIA — ANATOMIA PATOLOGICA saprofita in parassita e viceversa. Il fungo poi può sentire o meno l’azione della sostanza a seconda del mezzo nel quale vive od è cresciuto. Pertanto secondo l’ Autore se le esperienze del Marchal per provare l’esistenza di forme biologiche nell’E. gra- minis fossero state fatte con materiale proveniente da varie lo- calità , sì spiegherebbero facilmente i risultati da lui ottenuti : si avrebbero solamente delle varità locali, facilmente riconduci- bili al tipo primitivo. L. MONTEMARTINI. Gexeau DE LamarLiERE L. — Sur les mycocécidies des Gymno- sporangium (Sui micocecidi dei Gymmnosporangium) (Ann. d. Sc. Nat., Botanique, Paris, 1905, Sér. IV, T. 2, pagina 318-350, con 4 tavole e 8 figure). L’ Autore ha alra volta studiato le deformazioni provocate dalle Aoestelia sulle Pomacee ed ha dimostrato che esse consi- stono in una specie di parenchimatizzazione, 0 ipertrofia dei parenchimi, analoga a quella dimostrata dagli organi che si tu- berificano e che pure, secondo le recenti ricerche di Bernard , sarebbe dovuta all’ azione di determinati funghi. Poichè le oestelia non sono che forme spermogoniche dei (ymnosporangivin, ora l Autore studia l’anatomia degli ingros- samenti provocati dal G&G. eclavariaeforme e G. juniperinum sul ginepro. | Da tali ricerche si conclude che i due parassiti, benchè spe- cificamente differenti, provocano modificazioni molto simili sul- l’ ospite che attaccano. I parenchimi diventano ipertrofici, in se- guito allo sviluppo del micelio negli spazî intercellulari, ed è a questo fatto che si deve l’ ingrossamento dell’ organo : nel caso del G. clavariaeforme la ipertrofia si estende debolmente anche si e ei P}S PEA, ANATOMIA PATOLOGICA — NOTE PRATICHE 271 al legno secondario. I tessuti meccanici si mostrano ridotti, quelli protettori rimangono normali, i secretori subiscono modi- ficazioni variabili. Nelle foglie il micelio si localizza specialmente al mesofillo parenchimatoso, nel fusto al libro secondario. È notevole che mentre i micocecidî delle Roestelia sono annuali e monocapici e l’ organo sul quale si sono sviluppati muore dopo l’anno, anche se normalmente dovrebbe vivere più anni; quelli dei Gymnosporangium seno policarpici e perenni anche quando si sono estesi alle foglie. Nei primi l’ arresto di sviluppo del cambio e la parenchimatizzazione dei tessuti mec- canici e conduttori sono prababilmente causa di morte più rapida. Non si può per ora giudicare se il fatto sia da attribuirsi ad una maggiore virulenza del micelio delle /oestelia, o ad una resistenza minore dei suoi ospiti. L. MONTEMARTINI. NOTE PRATICHE Dalla Revue de viticulture, Paris, 1906, T. XXV. Pag. 430. — L. Hugounenq riferisce sugli ottimi risultati avuti nelle esperienze fatte per combattere contemporaneamente la peronospora e l’oidio col metodo di I. Mossè : una soluzione di 250 gr. di acetato di rame e 500 gr. di polisolfuri alcalini in 100 litri di acqua. L’aggiunta di polisol- furi alla soluzione cuprica determina la formazione di un precipitato seuro di polisolfuro di rame mescolato ad un po’ di solfo messo in libertà per l’azione acida del sale di rame sul polisolfuro alcalino. Rimasto in contatto dell’ aria, sulle foglie, questo polisolfuro di rame continua ad ab- bandonare solfo trasformandosi prima in solfuro semplice di rame e poi, per assorbimento di ossigeno, in solfato di rame. E questo solfato, impre- gnato dal solfo precipitato, aderisce molto fortemente alle foglie e si dif- fonde lentamente alla loro superficie. 272 NOTE PRATICHE Dal Le Jardin, 1905. Pag. 379. — A. Dautry riferisce gli ottimi risultati avuti nel combat- tere l’ afide lanigero dei meli versando, in dicembre, dell’ acqua calda sui rami attaccati. Il metodo è applicabile con suecesso anche contro altri parassiti quali i kermes, ecc. l. m. Dal Bollettino dell’ Arboricoltura Italiana, Portici 1906. Pag. 38. — Contro il mal bianco o incalcinato dei limoni, dovuto al- l Haeliothrips haemorroidalis Bouche , il prof. Savastano riferisce essere utili le irrorazioni con soluzioni di calee in acqua nelle proporzioni da 1 a 3 °/. Tali irrorazioni devono essere fatte in primavera, appena si ve- dono comparire gli insetti che si attaccano verso il peduncolo del frutto. USATA. Dal Corriere del Villaggio, Milano, 1906. N. 13. — Per i gelsi grandinati si consiglia un’ abbondante potatura y primaverile, sì da sopprimere i rami rotti, esili, malandati o guasti. Si perde, è vero, il raccolto dell’ anno, ma questo sarebbe scarsissimo, men- tre se l'operazione è accompagnata da lavorazione e concimazione del terreno i gelsi riprendono presto il loro vigore. Sopra il cancro dei peri si riportano le osservazioni del Dott. Papa- rozzi, secondo le quali certe varietà (grocco, butirra d’ Amandis e butirra Hardy) sarebbero più resistenti al male, e la coltura a spalliera sarebbe quella che più lo favorisce. Come rimedio si consiglia di togliere legger- mente tutta la parte ammalata ed applicarvi un mastice preparato con 200 parti di colofonia, 20 di alcool e 100 di carbon fossile. N. 16. -- Se si hanno viti brinate in primavera appena hanno germo- gliato, non si deve procedere, come alcuni vorrebbero, ad una ripotatura, perchè alla morte della gemma principale tien tietro la germogliazione di una gemma secondaria che è pure fruttifera. ISSCi0E Pavia — Tipografia e Legatoria Cooperativa — 1906. I5 Oro in Jassicoli di Lo Pt con uan. vic 1 uz annuo \ Cai i Anno I. 31 maggio 1906. Num. 18. Rivista di Patologia Vegetale DIRETTA DAL Dott. LurGr MONTEMARTINI libero docente di Botanica nella R. Università di Pavia Collaboratori: Prof. F. Cavara (Catania) - Prof. G. DeL GueRcIO (Firenze) - Dott. F. O’ B. ELLISon (Dublino) - Prof. A. KroLoPP (Magyar-Ovar - Ungheria) - Prof. O. Loew (Tokio) - M. Al PINE (Melbourne - Australia) -. Dott. E. Bessey (Miami-Florida). — == == { Indice del fascicolo N. 18. ADERHOLD R. — Sull’azione del rame sulle piante. DeL GueRCcIO G. — L’ Anoma- la, VEpicometis, gli Othior- rhynchus ed i Rhynchites della vite e degli alberi fruttiferi È È ; ì Idem — La tignola del melo Ewert R. — Sull’ azione del rame nelle piante Scorr W. M. —— Per combat- tere il Ditter-rot dei meli SHEAR C. L. — Esperienze di . irrorazioni sui Vaccinium . SwINGLE W. T. — Per preve- nire le carie del frumento ‘e il carbone dell’ avena . Pag. 280 » ViAaLA P. e PACOTTET P. -— Sui lieviti sporulati dei funghi aperiteci , P Idem — Sulle viti dei Goeo- sporium e sulla loro fun- zione nell’origine dei lieviti Warre M. B. — Fungicidi e loro azione nel prevenire le malattie dei frutti . WieLER À. — Ricerche sulla azione dell’ acido solforoso sulla vegetazione. ZEDERBAUER E. — Cancro dei pini Note pratiche . . Pag. » Ivista di Patologia Vegetale ANNO 1. 31 maggio 1906. Num. 18. Per tutto quanto concerne la Rivista dirigersi al Dott. Lurcr MONTEMARTINI - Laboratorio Crittogamico - Pavia. PARASSITI VEGETALI LIBRA ivo NEW YO Scorr W. M. — The control of appie bitter-rot (Per combattere il Ditter-rot dei meli). (U. S. Department of Agric., Bur. of Plant Industry, Bull. N. 93, 1906, pag. 1-86, con 8 ta- vole e una figura). Chiamasi bi/ter-rot V alterazione dei frutti di melo provo- cata dalla G/omerella rufomaculans Berk. e dal G/oeosporium fructigenum Berk. Nel 1900 i danni prodotti negli Stati Uniti da questi funghi ammontarono almeno a 50 milioni di lire; ed anche negli anni successivi tali parassiti distrussero quasi il rac- colto dei meli nella Virginia e West Virginia, attaccando spe- cialmente la varietà molto stimata Yellow Newtown (detta lo- calmente A/bermarle Pippin). L'Autore fece appunto esperimenti con questa varietà. Egli divise un vasto pometo in 22 parti, a 5 delle quali non applicò nessun trattamento, mentre alle altre 17 fece irrorazioni con pol- tiglia bordolese in tempi diversi. Gli alberi non trattati produs- sero meno dell’ 1 p. 100 di frutti sani; quelli trattati con quattro irrorazioni coll’ intervallo di due settimane l’ una dall’altra a co- minciare dal 27 giugno, ne diedero il 93,38 per cento; mentre quelli curati anche prima e dopo quest’ epoca ne diedero un GRITTI PPT (1730, DI pi: prole i it ica Spe td. 274 PARASSITI VEGETALI massimo di 98,9 per cento. Risultò l’ utilità di cominciare i trat- tamenti in giugno, prima della comparsa della malattia, e con- tinuarli fino quasi alla maturità dei frutti. Ecco quale fu la produzione media per ogni pianta in al- cune parti del pometo sperimentale : Alberi non trattati: 0,05 staia di frutti sani e 15,4 di am- malati — Alberi irrorati 1 8 aprile, 1 e 9 maggio : 9,25 stala di frutti sani e 15,4 di ammalati — Alberi irrorati 1’8 aprile, 1 e 9 maggio, 12 e 27 giugno, 10 e 25 luglio: 28,0 staia di frutti sani e 1,0 di ammalati — Alberi irrorati il 12 e 27 giugno e il 10 e 25 luglio: 20,0 staia di frutti sani e 2,5 di ammalati — Alberi irrorati il 27 giugno, 10 e 25 luglio e 7 agosto: 26,25 staia di frutti sani e 1,82 di ammalati — Alberi irrorati il 10 e 25 luglio e il 7 e 22 agosto: 26,7 staia di frutti sani e 2,6 di ammalati. In una tavola sono figurati i funghi parassiti, nelle altre sono mostrati i risultati dei diversi trattamenti. R. A. Bessey (Miami-Florida). Sugar C. L. — Cranberry spraying experiments in 1905 (Espe- rienze di irrorazioni sui Vaccinium nel 1905). (U. S. Depar- ment of Agric., Bur. of Plant Industry, Ball. Num. 100, 1906, pag. 1-8 e una figura). I risultati delle esperienze di irrorazioni fatte sui Vaccini durante il 1905 furono migliori che quelli delle esperienze del 1904 (veggasi a pag. 182 di questa vista). La poltiglia bordo- lese fu usata coll’ aggiunta di resina e sapone per renderla più aderente, ed i migliori risultati si ebbero applicandola nelle se- guenti epoche: 2 giugno (quando le nuove formazioni sono con- siderevoli), 22 giugno, 14 luglio, 31 luglio e 15 agosto. Dei frutti così trattati solo il 2,38 per 100 vennero attaccati dalla malattia, ei loda 017 ee MITO PI, RIA IAT e PARI fi ZE SO ts a RR r* le 0 7 n La 45 Ri Ù PARASSITI VEGETALI 275 mentre nelle piante non curate ne venne distrutto il 92,6 per cento. È utilissimo fare le irrorazioni quando comincia la fioritura e quando questa raggiunge il suo massimo, onde distruggere sui fiori la Guignardia. Il costo dei trattamenti è di circa 190 a 250 lire per ettaro e per anno. E. A. Bessry (Miami-Florida). SwinLe WaLrer T. — The prevention of stinking smut of wheat and loose smut of cats. (Per prevenire la carze del frumento e il carbone dell’avena). (V. S. Deparment of Agric., Far- mer's Bull., N. 250, 1906, pag. 1-16 e 7 figure). Le perdite prodotte negli Stati Uniti dalla carze del fru- mento ammontano ogni anno a circa cento milioni di lire. Quelle causate dal carbone dell’avena sono press’ a poco altrettanto ri- levanti. La prima è dovuta alla Ti/letia foetens, il secondo all’ Ust:- lago avenae. L’Autore descrive qui i metodi per preparare ed adoperare le diverse soluzioni colle quali bisogna trattare i semi prima di seminarli (solfuri, solfato di rame, formalina, ecc.), e dà alcuni consigli sulla conservazione dei medesimi dopo il trattamento. E. A. Bessey (Miami-Florida). ViaLa P. et Pacortet P. — Sur les ievures sporulées de Cham- pignons à peritheces (Sui lieviti sporulati dei funghi a pe- riteci). (Compt. Rend. d. s. d. l’Ac. d. Sc. de Paris, 1906, T. CXLII, pag. 458-461). 276 PARASSITI VEGETALI — Sur les kystes des Gloeosporium et sur leur ròle dans l'origine des levures (Sulle cisti dei (G/oeosporzun. e sulla loro funzione nell’ origine dei lieviti). (Col precedente, pa- gina 518-520). Gli Autori ricordano in queste note le loro osservazioni sul polimorfismo del G/oeosporium ampelophagumn Sace. (Manginia ampelina Viala et Pac.), e del G/. nervisequum Sacc. (Gnomo- nia veneta Klebahn), esposte nel lavoro di cui a pagina 168 di questa festa. Richiamano l’ attenzione dei botanici specialmente sopra le forme saccaromicetiformi, con sporulazione endogena, che pro- vengono dal micelio; non che sopra le cisti che si formano nei sarmenti deturpati dall’ antracnosi e che sono affatto diverse da quelle degli altri funghi. Tali cisti, secondo gli Autori, sono organi a spore endogene, assal resistenti agli agenti atmosferici, e rappresentano, morfo- logicamente e in rapporto al micelio, quello che sono i lieviti sporulati in rapporto ai lieviti in gemmazione. La proprietà che hanno le spore endogene delle cisti di trasfosmarsi subito, in un mezzo favorevole, in lieviti, fa pensare che esse rappresen- tino lo stadio di passaggio dal fungo filamentoso alla forma di saccaromicete. L. MONTEMARTINI. Warre M. B. — Fungicides and their use in preventig diseases of fruit (Fungicidi e loro azione nel prevenire le malattie dei frutti). (U. S. Department of Agric., Farmer?s Bull., N. 8, 1906, pag. 1-32 e 17 figure). Sono istruzioni pratiche per la preparazione dei seguenti fungicidi: poltiglia bordolese in vari gradi di concentrazione, PARASSILI VEGETALI — PARASSITI ANIMALI 277 soluzione di solfato di rame, soluzione di acetato di rame, solu- zione di carbonato ammoniacale di rame, modificazioni dell’acqua celeste, soluzione di solfito di potassio, soluzione di sublimato COrrosivo, ecc. Seguono anche brevi istruzioni sui trattamenti da applicarsi contro le principali malattie dei frutti, ed in ultimo si ha la de- scrizione di alcune pompe irroratrici. E. A. Bessey (Miami-Florida). ZepERBAUER E. — Fichterkrebs (Cancro dei pini). (Centralbl. f. d. gesammte Forstwesen, 1906, Bd. XXXII, pag. 1-5 e 4 fi- gure). L’Autore descrive delle ulcerazioni cancrenose prodotte sui fusti di pino dalla Dasyscypha caliciformis, e simili a quelle provocate dalla D. Wz//komini sui larici. Crede che il parassita si propaghi specialmente per mezzo delle rotture dei rami schian- tati dal vento. L. MONTEMARTINI. DeL Guercio G. — L’Anomala, |’ Epicometis, gli Othiorrhyn- chus ed i Rhynchites della vite e degli alberi fruttiferi (B0//. Uff. d. Min. di Agric., Anno V, 1906, Vol. II, p. (4b-793, con figure). L'Autore continua qui la illustrazione. di cui si è fatto cenno anche nei precedenti numeri di questa /t:vista, dei principali in- setti parassiti delle piante coltivate, e tratta di quelli più dan- nosi alla vite. DO -1 (o ©) PARASSITI ANIMALI La Carruga della vite (Anomala Vitis Fabr.) è uno sca- rabeide che si presenta verso la metà del giugno e attacca le foglie e le estremità dei rami. Bisogna fare la caccia diretta di questo insetto, ricercandolo durante il giorno, quando cioé sta immobile, sospeso sotto le lamine fogliari. Se vi sono vi gneti nei quali esso sia molto frequente , sarà bene abbando- nare la concimazione a stallatico che lo favorisce. Si badi che questo parassita attacca, benchè in minore mi- sura, anche i salici e altre piante. La Cetonia irtella (Epicometis hirta Poda), è altro scara- beide che compare in maggio e molesta anche i fiori di molte rosacee, crucifere, ecc. Anche ad esso va fatta la caccia di- retta. La Cetonia stittica (Leucocelis funesta Poda) produce gli stessi danni della precedente. L’'Oziorinco della vite (Othiorrhynchus sulcatus Fab.) è un coleottero che si nutre di foglie, grappoli e giovani rami di vite, durante il mese di maggio. Questo insetto durante il giorno si nasconde sotto terra e sotto le foglie che si trovano al piede. delle viti: perciò se st dispongono nei luoghi indicati e vicino alle viti infestate dei fascettini di erba, è facile che l° insetto vi st nasconda, si che può il giorno appresso essere preso scuo- tendo i fascettini stessi sopra un secchio d’ acqua. Se la infe- zione è forte, converrà scuotere durante la notte le viti te- nendovi sotto degli ombrelli aperti e capovolti, entro i quali vanno a cadere gli insetti. Il Stgaraio della vite (Rhynchites Betulae L.) è noto per l’uso speciale di accartocciare e arrotolare le foglie o (se si tratta di piante a foglie strette come i salici) i gruppi di foglie entro le quali depone le sue ova. Lo si combatte 0 scuotendo le piante in modo da farlo cadere entro appositi apparecchi collettori, 0 raccogliendo i viluppi di foglie e bruciandoli prima che ne sieno uscite le larve, PARASSITI ANIMALI 279 Il Tagliadizzo ‘Rhynchites coeruleus Deg.), a differenza della specie precedente, depone le ova nelle gemme del pero, del melo, del susino, del ciliegio, dell’albicocco, del sorbo e del biancospino, poi rode tutt’ intorno il tenero germoglio, che si piega, avvizzisce e resta così sospeso come i viluppi di foglie del Sigaraio. Bisogna ad ogni modo adottare anche contro questo insetto è provvedimenti consigliati pel Sigaraio e isolare le piante con anelli di catrame per impedire che esso dal suolo ne guadagni la chioma. Il Punteruolo delle mele e delle pera (Rhynchites bac- chus L.) attacca e corrode i rami teneri e le foglie e poi depone le ova nei giovani frutti che isola e fa cadere come praticano le due specie precedenti colle foglîe e colle gemme cui affidano le ova. Bisogna scuotere di frequente le piante e distruggere gli insetti 0 è giovani frutti infestati che ne cadono. Il Punteruolo dorato (Rhynehites auratus Scop.) che pure attacca le pere e le mele, ed il Purteruolo delle susine, ciliegie e mandorle (Rhynchites cupreus L.) hanno costumi simili alla specie precedente e vanno combattuti nello stesso modo. L. MONTEMARTINI. DeL Guercio G. — La tignola del melo: Hyponomeuta mali- nellus Zeller (col precedente, pag. 825-827, e una figura). L’Autore descrive questo parassita dei meli e ne spiega la biologia. Circa al modo di combatterlo, suggerisce di sopprimere è rami infetti e distruggerli. Ove la infezione sia diffusa, con- verrà Vl applicazione di insetticidi: tra questi sono utili i sa- poni resinosi 0 non resinosi, soli od uniti all'olio di catrame, alla dose dell’ 1'/, al 2 per 100, e alla pitteleina alla dose del- l 1-2 per cento. Vanno applicati al principio di primavera, 280 PARASSITI ANIMALI — AGENTI CHIMICI quando te larve uscite dai loro nascondigli d’ inverno, comin- ciano a mangiare le giovani foglie. Più tardi, quando sono avvolte dalle loro tele sericee, riesce più difficile bagnarle (senza di che non muoiono) ed occorre l’uso di un getto vigo- roso ed a spillo. L. MONTEMARTINI. AperHoLp R. — Zur Frage der Wirkung des Kupfers auf die Pfianze (Sull’ azione del rame sulle piante). (Ber. d. deuts. bot. Ges., Bd. XXIV, 1906, pag. 112-118). Ewerr R. — Zur Frage der Kupferwirkung auf die Pflanze (Sul- l’azione del rame sulle piante). (Col precedente pag. 199-204). Sono scritti polemici provocati dal lavoro dell’ Ewert rias- sunto a pag. 204 di questa vista. Il problema merita di es- sere ancora studiato ed è importante anche per la fisiologia ge- nerale. Si hanno però molti dati i quali inducono a credere che il rame possa avere, in certe proporzioni, un'azione eccitante sulle funzioni del protoplasma. » L. MONTEMARTINI. WieLer A. — Untersuchungen iber die Einwirkung schwefliger Saure auf die Pflanzen (Ricerche sull’ azione dell’ acido sol- foroso sulla vegetazione). (Berlin, Bortraeyer, 1905, 427 pa- mne , ( gine, una tavola e 19 figure). E noto come la parte veramente attiva del fumo di carbone fossile (che rappresenta il fumo tipico industriale) sulla vegeta- zione sia l’acido solforoso. Nei numerosi casi di contese fra in- dustriali e possidenti di terre circostanti alle grandi officine, le AGENTI CHIMICI 281 perizie sono state fimora costantemente concordi nell’ ammettere come elemento venefico per i vegetali 1’ acido solforoso , agente in alcuni casi come tale, per altri in quanto si trasforma in a- cido solforico per ossidazione in seno ai tessuti. L’ Autore dimostra in generale che non solo il SO*, ma i vapori acidi in genere entrano per gli stomi negli organi fo- gliari; che in particolare il SO? è riconoscibile nelle foglie tal quale, quantunque sia ammissibile che questo prodotto riversato nell’ aria dai camini delle fucine si ritrovi in parte nelle cellule anche come acido solforico. Il modo di comportarsi delle cellule anche con soluzioni diluitissime degli acidi ed anche il mecca- nismo di questo processo riguardante la fissazione del protopla- sma era già stato investigato accuratamente dal Klemm (Desor- ganisationserscheinungen der Zelle - Pringsh. Jahrb. 1895, 28, pag. 627). Posto sotto al microscopio un preparato opportunamente di- sposto, egli ha seguito nella cellula il decorso delle alterazioni provocate dagli acidi dalla fase iniziale a quella della morte del protoplasma. L’ acido nitrico che agisca alla concentrazione dal !/, all’ i per 100 sui peli radicali di Tyianea bogotensis altera i fenomeni circolatorii del plasma in un primo tempo, poi determina scom- posizioni di varia natura mentre che l’aspetto morfologico muta ; da ultimo la cellula si rompe per effetto dell’aumentato turgore e per la diminuita resistenza della membrana, ed il protoplasma muore. Analoghe azioni esercitano gli acidi nei peli di Mmordica e Urtica, nelle cellule fogliari di Vallisneria spiralis, ed in quelle epidermiche di 7radescantia discolor. Nel caso di più forte concentrazione dell’ acido, il protoplasma si fa immediata- mente corneo e la sua configurazione viene fissata ; la morte per più deboli concentrazioni è più lenta ed accompagnata da mi- nore contrazione, [9] (0 0) [NS] AGENTI CHIMICI Impiegando altri acidi a concentrazioni proporzionali, quali il solforico, cromico, fosforico e cloridrico, la morte della cel- lula si manifesta in egual modo come delineammo per 1’ acido nitrico. Allora, constatato che le cellule si comportano ugualmente di fronte ai diversi acidi, si dovranno attribuire alla funzione acida, al carattere acido i fenomeni della morte. L’ Autore, nel concetto che gli acidi secondo i loro caratteri specifici debbano provocare azioni singole secondarie, siccome Klemm non provò l’acido solforoso, pone in dubbio in questo caso e I’ azione do- vuta al carattere acido e l'analogia con quella degli altri acidi solforico , cloridrico, ecc. Nel caso nostro posti i due acidi sol- foroso e solforico, per le ragioni citate, secondo Klemm, dovreb- bero agire in egual senso. Ma poichè come questa azione avvenga non è fino ad oggi noto, importa stabilire se il fenomeno abbia luogo per una speciale neutralizzazione determinata dagli acidi in maniera che altri ne vengano liberati, o se si tratti di una azione diretta degli acidi stessi sul plasma. L’ acido solforico scomporrà parecchi sali disciolti nel plasma, ma il solforoso sol- tanto i carbonati; se non che quest’ ultimo (ed in ciò consiste la sua azione secondaria) è capace di addizionarsi ad una serie di composti organici; ed a particolare processo di addizione del SO? negli organi fogliari, al suo spontaneo unirsi a corpi di na- tura aldeidica esistenti nelle cellule dobbiamo attribuire i danni del fumo. Le ricerche di Curtius e Reinke (Die flvichtige reduzierende Substanz der griinen Pflanzenteile. Ber. d. d. Bot. Ges. 15, 1897) e quelle posteriori di Braiimuller e Pollacci pongono in chiaro che la funzione aldeide è in generale sparsa nelle parti verdi delle piante; inoltre altre sostanze si presentano nelle foglie, capaci di assumere l'acido solforoso, e sono gli zuccheri. Anteriormente il Roques, studiando la solforazione dei vini (Woch. Chem. Pharm. 1897, 35, pag. 395) e più tardi Reiter AGENTI CHIMICI 283 (Uebcr organisch gebundene Schveflige Sure in Nahrungs- mitteln. L. c. Jahrg. 1902, pag. 1) avevano già avuto indizii di questa unione diretta senza darne però la dimostrazione speri- mentale che l’ Autore compie con metodo rigoroso, constatando altresì che nel caso di presenza simultanea di aldeidi e zuccheri st forma di preferenza la combinazione aldeidica. Disturbato così il meccanismo dell’ assimilazione pel fatto della fissazione del SO? nel modo accennato, ne risulta un ral- lentamento nel trasporto degli assimilati, ed un disturbo o di produzione, o di azione delle diastasi; e poichè Brown e Morris hanno dimostrato che il contenuto delle foglie in diastasi non è costante ma cresce nelle ore pomeridiane e notturne, 1’ arresto normale diurno nella produzione di detti enzimi verrebbe, per azione dell’acido, anormalmente prolungato anche nelle ore not- turne, con danno evidente dei processi di scambio e di nutri- zione. Si spiega così l’ infuenza notevole che il SO° esercita sull’ accrescimento in lunghezza degli assi e delle foglie, che nelle plaghe danneggiate dal fumo si presentano costantemente di dimensioni molto più piccole delle normali. Delineati così in breve i concetti teorici che hanno servito di guida all'Autore nella vasta trattazione sperimentale, è utile riferire ora le conclusioni che interessano dal lato pratico. Qual’ è il fondamento sicuro per una perizia sui danni pro- vocati dal fumo ? Un mezzo semplice ed incontestabile per caratterizzare le azioni dannose di questo agente non si è ottenuto e non lo si deve neppure attendere, perchè il processo patologico delle piante e la loro finale disorganizzazione costituiscono un fenomeno troppo complicato. Le ricerche anatomiche non dànno risultati conclu- denti perchè le alterazioni interne della cellula sono più o meno importanti secondo che essa è più o meno rapidamente uccisa. Caratteristica e specifica dell’ acido solforoso, è la reazione più volte provata dall’Autore coi tralci di vite selvatica, Poi AIAR SO ie ata AMIR 284 AGENTI CHIMICI Questa pianta reagisce in modo sorprendente all’ acido sol- foroso, manifestando nelle cellule epidermiche, nel tessuto a pa- lizzata e talora anche nel parenchima spugnoso una colorazione rossa che non si ha per azione dei vapori di acido cloridrico e degli altri acidi in genere. Con tutta probabilità si tratta della stessa colorazione rossa che assumono in autunno i tralci della vite medesima. La pratica del saggio è questa : si distribuiscono in vasi a distanze crescenti dalla sorgente del fumo, dei getti di prova badando però di non ommettere una circostanza che facilmente potrebbe trarre in errore se trascurata. È necessario cioè che i tralci di saggio si trovino nel loro terreno propizio (in quello cioè del ceppo madre) se devono svilupparsi bene e rigogliosa- mente : allora soltanto le alterazioni osservate si possono ricon- durre all’azione dell’acido solforoso che particolarmente a grandi distanze, quando la concentrazione del SO? è divenuta debolis- sima, manifesta soltanto alterazioni di tinta. Pur troppo questo metodo dà risultati poco attendibili quando si tratti di regioni boscose, per le quali però anche a grandi distanze dalle officine si ha un indizio delle alterazioni dannose nell’ intristire delle più alte cime degli alberi. In ogni modo dove si può praticare, il metodo è semplice, pratico e gode in pari tempo di una grande semplicità sostituendosi alle laboriose determinazioni di acido solforico che non sono sempre praticabili su vasta scala. Questo per quanto riguarda il metodo per così dire economico che verrà sempre in aiuto al metodo scientifico che pure viene esposto. Il criterio base fin qui tenuto per giudicare dei danni del fumo era la determinazione dell’acido solforico fatta di confronto sullo stesso materiale sano ed alterato. Ora l'Autore avendo di- mostrato che l’acido solforoso rimane, anche se in piccola quan- tità, tale quale nelle foglie, confida che il riconoscimento di questo sia la prova più convincente per stabilire i danni, perchè anche i più increduli dovranno ammettere la inquinazione avve- AGENTI CHIMICI nuta indubbiamente dall’aria dato che la presenza di questo ma- teriale nelle foglie non può essere giustificata altrimenti. L'Autore per separare e determinare l’acido solforoso, si serve del metodo di Karl Windisch che consiste nello spostamento del SO” mediante acido fosforico, distillazione in corrente di ani- dride carbonica , fissazione dell’ acido svincolato in soluzione di iodio e determinazione ponderale dell’acido solforico formatosi : SO° + 214 2H°0 = H°SO' + 2H1. Man mano che ci allontaniamo dalla sorgente del fumo, il contenuto in S 0° nelle foglie si abbassa considerevolmente come è facile prevedere, ma giunti ad un certo punto, per lontananze «sempre crescenti le differenze di titolo non sono molto rilevanti. In plaghe notoriamente danneggiate dal fumo il titolo è vario ed è strano che non è più elevato che in altre dove giunge questo agente a grande diluizione ; ora, se in queste i proprie- tarii non hanno fatto sentire lagnanze per danni non abbastanza manifesti, ciò non vuol dire che i loro possedimenti non abbiamo sofferto e che anche quelle scarse quantità riscontrate non eser- citino la loro azione. Ulteriori ricerche sistematiche chiariranno la questione e importerà constatare in quale rapporto stia l’accumularsi di acido solforico nelle foglie affumicate col titolo rispettivo in acido sol- foroso. Se esiste fra i due un rapporto costante, la misura di questo si può utilizzare come misura del grado di affumicamento. L'Autore si è occupato con molta profondità e competenza della valutazione dell’ H*® SO' nelle ceneri coi diversi metodi e delle considerazioni che sorgono dall’esame dei risultati analitici. Freytag stima inconcludenti le cifre dell’ H* SO' ricavate dalle cene- ri complessive e difende 1’ idea che il solfo assunto dall’aria debba sussistere in forma solubile nelle cellule ; propone infatti di esau- rire con acqua le foglie sane ed ammalate, di valutare 1 H? SO' in questo estratto e di assumere l’ eccesso di titolo come quan- 286 AGENTI CHIMICI tità di solfo acquisito dall’ aria. Schroder fa obbiezioni giustis- sime a questo metodo, Kònig riporta risultati di esperienze pa- rallele, e l’ Autore conferma con grande nettezza che in ogni modo, tanto col metodo della incenerazione diretta, quanto con quello dell’ estratto acquoso delle foglie , il titolo in solfo nelle foglie ammalate è più alto che in quelle sane. Si aggiunga il fatto interessante che, in confronto col materiale sano, in quello ammalato figura un aumento di un terzo circa se si opera la in- cenerazione diretta, mentre col metodo di estrazione si arriva al 127-161 p. 100 di acido solforico. Tale risultato che colpisce ci autorizza ad investigare più profondamente la questione ; e, tolta la possibilità degli errori di metodo che si elidono perchè si procede per confronto, non rimane altra spiegazione che que-. sta: le cellule, assumendo il SO? dall’ aria, subiscono tali per- turbazioni funzionali che, combinazioni insolubili nell’ acqua nelle foglie sane vengono tradotte in solfati solubili in quelle amma- late. Questo dato molto importante varrebbe la pena di investi garlo più da vicino. Hartig in un suo lavoro pubblicato fino dal 1896 (Veber die Eimvirkung des Hiitten-und Steinkohlenrauches auf die Gesundheit der Nadel bitume - Minchen), criticando il metodo dell’ H® SO', dimostrava che un’ eccedenza di esso nelle piante non è sempre dannosa. Ed egli in questo ha senza dubbio ra- gione, poichè, se anche macro- o microscopicamente o per altra via si riesce a dimostrare nelle foglie affumicate un titolo del- l'acido in parola maggiore che nelle sane, non si può trarre una conclusione sui danni con questa sola argomentazione. Anche in pratica si è verificata tale conseguenza, poichè ad esempio nella plaga di Clausthaler si sono piantati e si son visti. crescere ri- gogliosamente i pini selvatici che non risentirono danno alcuno dal fumo delle officine, potendo essi assumere dall’ aria e sop- portare considerevoli quantità di vapori acidi. Per le analisi fu- rono prese le foglie aciculari di una località situata a mezzo AGENTI CHIMÌCI 287 chilometro dall’ officina, ed altre ne furono prese a due chilo- metri e tre quarti per confronto. Quelle avevano il 0,327 p. 100, queste il 0,188 per 100 di acido solforico, eppure un tale doppio titolo di acido non mostrava di riuscire di danno alle piante. In altri casi si ebbero analoghi risultati. Quando Reuss (Rauchbeschidigung in dem von Tiele — Winckler'schen Forstreviere Misslowitz Kattowitz - Goslar 18983) ‘trova che i pini da lui sperimentati hanno un contenuto fogliare di acido solforico tre ed anche quattro volte superiore al nor- male, non può ancora concludere che quest’acido pregiudichi la assimilazione, ma semplicemente, che quei pini vivono in una atmosfera dalla quale assumono l’acido e che la quantità assunta è in rapporto col titolo dell'agente contenuto nell’ aria. La ragione della incongruenza fu espressa da Wislicenus (Zur Beurteilung und Abwehr von Rauehschiden — Zeitschr. fir Angew. Chemie Heft 28, pag. 12): “ Tutti gli sperimenta- tori constatarono fin qui che un attacco energico e di breve du- rata potrebbe riuscire letale senza che il dato analitico in SO? aumentasse di molto, e viceversa un quantitativo elevato in S O* lo si troverebbe nei processi cronici senza che in apparenza si avessero i minimi sintomi patologici ,. Un'azione di breve durata ad una concentrazione 1-100.000 uccide facilmente le foglie quando invece con una concentra- zione all’ 1-500.000 esse rimangono sane anche se lazione dura un intero periodo vegetativo. In questo ultimo caso i valori in H° SO' saranno elevati, e nel primo caso esigui, per cui i ri- sultati.delle analisi, secondo l’autore, dovranno essere presi con molta cautela. L'analisi stessa poi nei casi singoli dirà di quale acido dannoso si tratti. Allo scopo di studiare la diffusione dei prodotti del fumo, ha una grande importanza l’analisi dell’aria nelle relative plaghe, poichè il titolo degli acidi in essa sarà pure un buon elemento di giudizio per stabilire fino a quale distanza dalla sorgente si ERSU ARI ION n PEOTT - ° pre ERE n DI 288 AGENFI CHIMICI — NOTE PRATICHE deve attribuire una diretta influenza degli acidi stessi sulle piante. L'Autore dimostra che queste analisi si possono fare e che i risultati sono concludenti particolarmente se numerose : al quale scopo è opportuno un apparecchio agente automaticamente. In eventuali perizie non si dovrà ommettere un altro dato (particolarmente importante quando si tratti di plaghe boscose) riguardante il deteriorarsi continuo del terreno soggetto a rice-. vere con neve, pioggia e rugiada le sostanze inquinanti l’aria !). Le alterazioni del terreno si fanno sentire chimicamente pel ren- dersi libero dell’ acido umico e biologicamente pei cambiamenti nella flora e nella fauna. Colla investigazione di tali rapporti, specialmente tenendo in considerazione il comportamento dei mi- crorganismi che partecipano alla formazione dell’ humus e le ano- malie della vegetazione erbacea, si deve trovare un punto di ap- poggio per porre in chiaro quelle alterazioni del terreno dalle quali sole dipende il suo deterioramento. Solo recentemente si è data la dovuta importanza a questo fatto ed hanno dati buoni effetti le concimazioni col carbonato di calcio. DA EA D." Rusconi (Pavia). !) Con concimazioni acconcie si potrà distinguere quale parte ha il ter- reno e quale ha l’aria negli effetti accennati sulle piante. NO T'EP RAFFICHE Dal Raccoglitore, Padova, 1906: N. 7-8. — Per difendere i grappoli d’ uva dalla peronospora, oltre i vecchi e sicuri rimedi a base di rame (specialmente le solforazioni con solfo ramato che penetrano nelle diverse parti del. grappolo meglio della poltiglia bordolese), si consiglia anche la prova della miscela Devecchi : 2 parti di formalina del commercio, 2 di trementina, una di alcool e 5 di acqua, da applicarsi almeno tre volte con un polverizzatore finissimo. l. Mm. Pavia — Tipografia e Legatoria Cooperativa — 1906. a i» DeL GuERCIO G. — 15 giugno 1906. Num. 19. DorTt. LurGir MONTEMARTINI libero docente di Botanica nella R. Università di Pavia . Rivista di Patologia Vegetale DIRETTA DAL Collaboratori: Prof. F. Cavara (Catania) - Prof. G. DeL GueRrcIo (Firenze) - Dott. F. O' B. ELLIson (Dublino) - Prof. A. KroLoPP ‘(Magyar-Ovar - Ungheria) - Prof. 0. Loew (Tokio) - M. Al- PINE (Melbourne - Australia) - Dott. E, Bessey (Miami-Florida). Indice del fascicolo N. 10. APPEL 0. — Sui processi di ci- catrizzazione nelle patate . Pag. 301 BARBEY A. — Ricerche biolo- giche sugli insetti parassiti del fico. 5 > È E BauUR E., BLAKESLEE A. F. ecc. — Tavole botaniche BEACH S.A. e LirtLE E. E. — Calendario per le irroraz. . CeccoNnI G. — Illustrazione di guasti operati da animali su piante legnose italiane . Gli afidi nocivi agli alberi fruttiferi e ad altre piante coltivate Idem. — Le cocciniglie degli agrumi . DickeL 0. cereali . c È D’IppoLITto G. — Osservazioni intorno ad alcuni nuovi casi di frondescenza nelle infio- rescenze di granoturco Kern F. D. — Malattie delle piante nell’ Indiana, durante il 1905, — Le mosche dei » » 293 289 295 296 KrasNossELSsKy T. —. Forma- zione dei fermenti della re- spirazione nei bulbi tagliati di cipolla... È ; i MANN R. J. — Danni prodotti dai fumi alla vegetazione delle grandi città PeGLION V. — Intorno alla pe- ronospora della canape RowazEK S. —- Sulla Plasmo- diophora brassicae e sulle cellule dei carcinomi . SCHRENK (v) H. e HEDGEOCK G. G. — Il ricoprimento de- gli innesti dei meli in rela- zione alla malattia detta crown-gall SoRAUER P. — Azione mecca- nica del gelo TàLLEZ 0. — IH verme delle foglie del caffè WARREN G. F. — Irrorazioni. WuHuÙIppLE 0. B. — La golpe dei peschi . s : è x Note pratiche . Pag. » » 302 300 291 302 300 303 298 292 291 303 lì o : Rivista di Patologia Vegetale ANNO 1. 15 giugno 1906. Num. 19. Per tutto quanto concerne la Rivista dirigersi al DorT. LurGi MoNTEMARTINI - Laboratorio Crittogamico - Pavia. GENERALITÀ BaAuR E., BLAKESLEE A. F., EHRLICH R., GuiLLIERMOND A., JAHN E. — Tabulae botanicae (Tavole botaniche). (Berlin - Gebr. Born- traeger, 1906). Sono tavole colorate murali, ad uso delle scuole, nelle quali gli Autori figurano (con disegni originali fatti da redattori spe- ciali) lo sviluppo dei tipi più caratteristici dalle singole famiglie vegetali, non che i fatti più importanti che si possono osservare in ognuna di esse. Le prime tavole cominciano coi -vegetali inferiori (le prime due sono dedicate alle Mixobacteriacee), e sono importanti per chi deve occuparsi di crittogamia. La spiegazione di ogni tavola è data in tedesco, in inglese e in francese. L. MONTEMARTINI. Kern F. D. — Indiana plant diseases in 1905 (Malattie delle piante nell’ Indiana, durante l anno 1905). (Indiana Agri- cult. Exper. Station, Bull. N. 111, 1906, pag. 123-134). Meli : il marciume, o bitter-rot ((Glomerella rufomaculans) » distrusse da un quarto a metà del raccolto nelle regioni centrali e meridionali dello Stato ; la vogna, o scabbia (Venturia pomi) ! fu straordinariamente abbondante e produsse molti danni nei i N, LIBRARY NEW YORI BOTANICA GARDEN. 290 GZNERALITÀ frutteti non trattati; la golpe, o nebbia, detta dagli americani blight, (Bacillus amylovorus) fa meno dannosa del solito tanto sui meli, che sui peri e sui cotogni. Nelle regioni meridionali dello Stato, questi ultimi furono molto danneggiati dal dDlak-rot (Sphaeropsis malorum). Peschi : la bolla (Exoascus deformans) ebbe diffusione nor- male; la Scelerotinia cinerea fece perdere circa un quarto del raccolto in alcuni distretti del Sud, e fu pure dannosa alle pru- gne, le quali. vennero attaccate fortemente anche dal D24k-knot (Plowrightia morbosa). Vaccinii : in diverse regioni si mostrarono infetti dal crown- gall. Lamponi : furono attaccati dall’ antracnosi (Glocosporium venetum) in diverse regioni dello Stato, specialmente nel Nord. Asparagi: in diversi distretti vennero danneggiati dalla ruggine (Puccinia asparagi). Uavoli : il black-rot (Pseudomonas campestris) ne distrusse in certe località 1’ intiero raccolto. Poponi : nelle regioni centrali e meridionali dello Stato fu- rono quasi distrutti dal Bacz/lus tracheiphilus. Patate : la rogna, o scabbia (Vospora scabies) fa osservata in tutto lo Stato, ma non abbondante. Pomodori: il marciwine, causato da vari funghi, fu meno dannoso che negli anni precedenti. Avena : la ruggine non fu tanto diffusa; il carbone (Usti lago avenue) distrusse dal 5 al 10 per 100 del raccolto. Anche pel frumento la ruggine fu poco dannosa, mentre furono più co- muni la ZUstilago e la Tilletia, nonchè il Fusarium culmorum, causa di qualche danno. Dopo avere discusso sul diffondersi di alcune malattie, 1’ Au- tore dà delle istruzioni per combatterle, unendo le formule da adottarsi per preparare i migliori fungicidi. E. A. Bessey (Miami-Florida). PARASSITI VEGETALI 291 PeGLION V. — Intorno alla peronospora della canape. (At d. A. Ac. d. Lincei, 1906, Vol. XV, pag. 594-597). La peronospora della canapa (Peronospora cannabina), stata osservata per la prima volta nella Svizzera dall’Otth, fu poi os- servata dal Massalongo e Aducco anche nel Ferrarese, ove però finora non si era manifestata che colla forma conidica senza mai dar luogo a oospore ibernanti. L'Autore segnala qui il fatto che in piantine di canapa af- fette da incapucciamento per l’azione del Thylenchus devastator 1 tessuti interni erano completamente invasi anche dal micelio della peronospora, il quale formava moltissime oospore. La pre- senza di queste spiega il modo di svernare del parassita. Secondo l'Autore, la peronospora sarebbe parassita proprio specialmente delle piantine giovani e in certi campi del Ferra- rese contribuirebbe al diradamento dei canapai. I Thylenchus ed i fenomeni che vanno sotto il nome di incappucciamento da essi provocati, prolungherebbero nei tessuti della pianta le condizioni adatte a ricevere il parassita. L. MONTEMARTINI. WuÙppLe 0 B. — Peach Mildew (La g0/pe dei peschi). (Colorado Agricult. Exper. Station, Bull. N. 107, 1906, 7 pagine e 2 tavole). La golpe dei peschi (Sphaerotheca sp.) fu causa in questi anni di gravi danni nei distretti del Colorado. L'Autore raccomanda contro di essa, dove è praticabile , la solforazione delle foglie. e dice, benchè non abbia fatto esperienze in proposito, di provare le irrorazioni con soluzioni di sali di rame. iL ai leali Mi I MR Sl 7 Can Spa o ad fa i 0 ie ] 3) DS I) bo o bo PARASSITI VEGETALI — PARASSITI VEGETALI ED ANIMALI La malattia attacca specialmente le piante giovani o i ger- mogli, però può presentarsi dannosa anche pei frutti. E. A. Bessey (Miami-Florida). BracH S. A. and LirtLe E. E. — Spraying Calendar (Calendario per le irrorazioni). (Jowa Agric. Erper. Station, Bull. N. 85, 1906, pag. 39-53). Sono dati consigli sull’ epoca e sulle sostanze colle quali vanno irrorate le seguenti piante per difenderle dai funghi e dagli insetti parassiti: peri, meli, ciliegi, pruni, peschi, uva, pa- tate, zucche, cavoli, ecc. Si dànno anche istruzioni per la pre- parazione delle migliori soluzioni fungicide ed insetticide. E. A. Bessey (Miami-Florida). WarRrEN G. F. — Spraying (Irrorazioni). (New Jersey Agricul- tural Exper. Station, 1906, Bull. N. 194, pag. 1-60). È una raccolta di dati ed istruzioni riguardanti le irrora- zioni e le principali soluzioni fungicide e insetticide che sono in uso nell'America. Si dànno anche i metodi per preparare tali soluzioni e se ne discute l’azione e gli effetti. E una pubblicazione utilissima agli agricoltori di New Jersey. E. A. Bessey (Miami-Florida). PARASSITI ANIMALI 293 BarBey A. — Recherches biologiques sur les insectes parasites du Figuier: Hypoborus ficus Erichs. ei Sinoxylon sexden- tatum Ol. (Ricerche biologiche sugli insetti parassiti del fi- co: Hypoborus ficus e Sinorylon sexdentatum). (La Feuille des Jeunes naturalistes, Aprile 1906, N. 426). L’Autore, già ben conosciuto pel suo lavoro “ Les Scolyti- des de l Europe centrale ,, tratta ampiamente dell’ Hypoborus ficus Erichs., dannoso in modo particolare ai fichi della costa mediterranea, e del Sinorylon serdentatum Ol, che general mente si stabilisce nei rami già intaccati dalla specie precedente, riuscendo così meno dannoso. L’Autore, a proposito dell’ Hypoborus ficus, fa importanti osservazioni sulle gallerie di forma variabile e sull’ influenza che esercita la qualità del legno di fico. In una bella tavola sono rappresentati i due insetti, di molto ingranditi, e diversi pezzi di legno di fico colle gallerie caratteristiche. Vi è pure rappresentato con forte ingrandimento il coleottero Nemosoma elongatum L., che appartiene alla fa- miglia Trogositidae e che fa una caccia accanita alle larve, alle ninfe e agli insetti perfetti di Mypoborus. L’ Autore aggiunge anche i mezzi di lotta per liberarsi da quei parassiti. G. CecconI (Vallombrosa). Cecconi G. — Illustrazioni di guasti operati da animali su piante legnose italiane - Seconda parte. (Le Staz. Sper. Agr. Ita- liane, 1905, Vol. XXXVIII, pag: 865-905, con 7 tavole fo- tografiche). L'Autore sta illustrando una ricca collezione di legni dan- neggiati da animali, annessa all Istituto Forestale di Vallom- 294 PARASSITI ANIMALI brosa (Firenze), ed in questa seconda parte del suo lavoro (la prima parte venne pubblicata nel 1903, pure nelle Stazioni Spe- rim. Agr. Italiane) parla dei seguenti insetti : Calotermes flavicollis Hag., termitide che invade i legni ammalati delle piante da frutti, viti, ecc.; Cossus cossus L., di diverse piante legnose; Sesia culicifornis L., che preferisce le betulle e gli ontani, ma che può pervadere anche il legno dei meli, susini e tigli, i quali sé possono riparare coprendo con catrame la superficie dei tagli di potatura e pennellando i tronchi ed i rami con acqua di calcio; Strex spectrum L. ; Byrrhus striatus Oliv., che vive nei legnami delle case, spe- cialmente se ricavati dall’alburno degli alberi, mentre il duramen non ne viene intaccato ; Serropalpus barbatus Schall., che de- pone le ova a preferenza verso la base dei tronchi di abete bianco, onde vanno tagliate prontamente ed allontanate dal bosco le piante che cominciano a presentare i primi segni di quast); Xyleborus monographus Fabr.; Platypus cylindrus Fabr., che vive a preferenza nel legno di quercia ma fu trovato anche sul castano e, raramente, sull’ olmo, e contro . ‘dottì dal vento alle foglie. : “Fares H. — Un attacco preco- ce del marciume grigio nel ‘<<’. cantone di Vaud. ; °_— Fravsse A. — Contributo alla biologia delle. fanerogame | parassite GinpaRA. G.— I funghi dan nosi alle piante . GuÉGnEN F. — Su un male dello sclerozio al colletto dei CALaSirnine i ù ; ASA Pre IRE .* SPa d » » » » » » » » » gi 322 322 331 329 923 324 «Indice del fascicolo N-2k GuILLON J. M. — Ricerche sul- lo sviluppo della Botrytis CINEI Enna. HOVUARD=C. Iaentità della struttura delle calle invo- luerali e delle fogliari nelle Ruforbie È JANSON A. — Sui danni sati dal fumo . è ; MaLkorr K. — Ulteriori ri- cerche sulla. malattia bac- terica del sesamo MAYR G. — Nuovi insetti dei fichi: imenotteri METCcALE H. — Relazione pr e- liminare sulla webbia ‘e su altre malattie del riso NAMYSLOWSKI B. Polimorfi- smo del CoZletotrichum Jan- ccewski.. it 2 È PacorTET P. — Oiditm e Un- cinula spivatis / ? TAVARES J.S. — Descrizione di un nuovo genere e spe- cie di Cecidomyia del Bra- sile Id. Note di ‘cecidiologia TRAVERSO G. B. — La pero- nospora,;del frumento in pro- vincia-di Padova e in Italia WILDEMAN (DE) E. — Le ma- lattie del caffè nello Stato libero del Congo. Note pratiche . VEST cau- SPgii » » » » » » » » » d » » — Rivista di Patologia Vegetale ANNO 1. 1 agosto 1906. Num. 21. Per tutto quanto concerne la Rivista dirigersi al Dovr. Luror MoNTEMARTINI - Laboratorio Crittogamico - Pavia. e dee =" ttt te === — Li = a da S a LIBRARY NEW YORK BOTANICALI GARDEN. GENERALITÀ Briost G. — Rassegna crittogamica pel 2° semestre 1905. (Bo//. Uff. Min. d'Agr. Ind. e Conm., Anno V, 1906, Vol. III. pag. 31-41). (Pel 1° semestre veggasi a pag. 113 di questa Rivista). x ; . E la relazione sul lavoro compiuto durante il secondo se- mestre del decorso anno dal Laboratorio Crittogamico di Pavia. I O Sono 547 casi di malattie osservate sulle piante più diverse, e tra di essi l'Autore si diffonde specialmente sulle malattie del gelso, le quali vengono descritte dettagliatamente e delle quali sì spiegano le cause ed i rimedi. Per la fersa del gelso, dovuta al Septogloeum Mori, sì con- sigliano le 2ryrorazioni con poltiglia bordolese durante l estate e l'autunno sulle foglie di seconda generazione (quelle di pri- ma, se trattate colla bordolese riescirebbero micidiali ai bachi) onde limitare per quanto e possibile l infezione. Contro il Polyporus hispidus (lingua del gelso) si consiglia = di coprire le ferite e le screpolature dei rami con buon ma- stice, non che di tagliare i rami ammalati e disinfettare la ‘ferita con una soluzione di solfato di ferro al 50 per cento. PM 322 GENERALITÀ — PARASSITI VEGETALI Vengono anche descritte: la Dacterzosi del gelso (dovuta al Bacterium Mori), V avvizzimento dei germogli (dovuto al Pu- sarium lateritium), 11 mal del falchetto o marciume delle ra- dici (Arnullaria mellea), il rachitismo o Ischikubyo dei Giap- ponesi (dovuto al sistema di potatura), e il ,m4/e dello selerozio. Quest’ ultimo male, dovuto alla: Selerotinia Libertiana, fino ad ora non era stato notato in Europa, ma l'Autore lo segnala qui nelle provincie di Pavia e di Cremona in Italia. Esso attacca le gemme ascellari delle foglie e può riuscire molto dannoso. L. MONTEMARTINI. ALPINE Me. — The rusts of Australia. Their structure, nature and classification (Le rwggin/ dell'Australia. Loro struttura, natura e classificazione). (Departm. of Agriculture Victo- ria. Melbourne, 1906, 5349 pagine e 54 tavole). — Notes on the rusts of Australia (Note sulle 7wgg7w7 dell’ Au- stralia). ( Victorian Naturalist, Vol. XXIII, 1906, p. 44-52). Il primo è un vero trattato sulle 79972 dei vegetali, che interessa tutti coloro che si occupano di questo argomento anche fuori d’Australia. Impossibile, per l’ indole stessa del lavoro, riassumerne il contenuto. Nella prima parte l'Autore tratta l'argomento dal punto di vista generale, e in capitoli speciali descrive la struttura del mi- celio dei fanghi in questione, le diverse forme di spore, la struttura dei sori sporiferi, le parafisi, ecc. , ecc. Parla an- che dell’ origine delle diverse forme di spore, della specializza- o è PARASSITI VEGETALI 323 zione dei parassiti ai diversi ospiti, della predisposizione di questi ultimi, delle relazioni tra le Uredinee e gli altri funghi. Nella seconda parte, o parte speciale, dati i criteri generali di classificazione delle ruggini, l'Autore descrive nei singoli ca- pitoli le forme più comuni e interessanti di /707270es, Uromy- cladium, Puccinia, Cronartinim, Melampsora, Cacoma , Aeci- dium, Uredo e alcune forme dubbie. In ultimo si ha pure un ricco elenco bibliografico dei più recenti lavori in argomento, e un vocabolario delle voci tecniche usate nel testo. Delle buonissime tavole, 10 sono colorate e rappresentano in grandezza naturale piante o organi ammalati; 44 rappresen- tano dettagli ingranditi dei parassiti o degli organi da essi at- taccati. La seconda delle pubblicazioni sopra citate è un riassunto delle più importanti nozioni esposte nel trattato. Se ne rileva che delle 3500 specie di ywuggini censite dal Saccardo, in Au- stralia ne vennero finora riscontrate un ventunesimo. Il danno che ne subì il solo raccolto di frumento in Australia nel 1889 si calcola tra i 2 e i 83 milioni di lire, mentre nel 1891 la per- dita degli Stati Uniti fu di 13 milioni, e di 20 milioni quella della Prussia. L. MONTEMARTINI. BrauverIe J. — Sur ia maladie des platanes due au Gnomonia veneta (Sace. et Speg.) Klebahn — Gloeosporium nervise- quum (Fuck.) Sace. — parficutiérem»nt dans les pepinières (Sulla malattia del platano dovuta alla Gnomonia veneta - Sace. et Speg. - Klebahn). (Compt. Rend. d. s. d. l’Ac. d. Sc. d. Paris, 1906, T. CXLII, pag. 1551-54). Questa malattia va estendendosi in modo allarmante special- mente nelle annate umide, durante le quali il parassita che ne 324 PARASSITI VEGETALI è la causa attacca non solo le foglie ed i rami giovani dei pla- tani, ma anche i grossi rami ed i tronchi. È nei piantonai che si notano i danni maggiori. Nelle gio- vani piante di 3-4 anni il fango provoca la formazione di chiazze livide brune, invase dal micelio, ed i tessuti muoiono anche a distanza, probabilmente per l’ azione delle diastasi che il fungo stesso elabora. Non è raro il caso che anche l’intiera pianta muoia in pochi giorni. La malattia si propaga per mezzo delle ascospore delle picnospore e dei conidi del parassita, tutti trasportati dal vento. E poichè l’ infezione comincia sempre sui rami che sono stati tagliati nell’anno precedente, converra pulire durante l'inverno le superfici dei tagli e coprirle con appositi mastici. E utile anche il trattamento preventivo delle foglie con rro- razioni di poltiglia bordolese, non che la raccolta e distru- zione di tutte le foglie e gli organi ammalati. Le piantagioni nuove devono essere fatte con materiale sano e disinfettato. L. MONTEMARTINI. Bressey E. A. — Dilophosphora Aiopecuri (/ourn. 0f Mycology, 1906, Vol. 12, pag. 57-58). Su foglie di Calamogrostis canadensis inviategli da Keno- ska nel Wisconsin (Stati Uniti) l'Autore trovò, insieme a galle dovute a nematodi, molto sviluppata la Di/ophosphora graminis Desm., per la quale, per ragioni di priorità (essendo stata de- scritta prima dal Fries col nome di Sphaeria alopecuri), pro- pone il nome di D. Alopecuri. L. MONTEMARTINI. "i el ° È. ' PARASSITI VEGETALI 325 Fares H. — Une attaque précoce de pourriture grise dans le canton de Vaud (Un attacco precoce del marciume grigio nel can- tone di Vaud) (Rev. d. Viticulture, Paris, 1906, T. XXVI, pg. 20-21). L’ Autore segnala il caso di un attacco della Botrytis ci nerea ai tralci di vite in stagione perfettamente asciutta. La malattia cominciava dall’ alto e si propagava a poco a poco verso il basso, provocando l’ essiccamento dei grappoli e delle foglie: di queste ultime rimanevano sane talvolta solo le infe- riori, all’ascella delle quali si sviluppavano nuovi germogli. Il micelio del parassita progrediva nell’ interno del fusto e non produceva esternamente i conidiofori se non quando i tralci ammalati erano messi in ambienti umidi. L’ Autore crede che allo sviluppo della malattia abbiano contribuito le condizioni speciali del terreno nel quale avevano . potuto fermarsi le acque delle abbondanti pioggie dello scorso autunno. L. MONTEMARTINI. Fraysse A. — Contribution a ia biologie des plantes phanéro- games parasites (Contributo alla biologia delle fanerogame parassite) (Montpellier, 1906, 178 pagine e 51 figure). È un bel volume nel quale vengono descritte e studiate le seguenti fanerogame parassite : Osyris alba, che vive in tutti i terreni fissando i suoi au- storî sulle radici o sui rizomi di diverse piante, specialmente di leguminose ; Odontites rubra, parassita d’ occasione delle graminacee , leguminose, composite, labiate, ecc. ; Euphrasia officinalis ; AI Y 326 PARASSITI VEGETALI Lathraea squamaria e L. clandestina, parassita di radici legnose specialmente dell’ ontano : Monotropa hypopitys, parassita delle radici del pino; . Cytinus hypocistis, Rafflesiacea che vive sulle radici di di- verse specie di Cystus. Di questa ultima e delle prima sono descritti accuratamente gli austorî e gli effetti da essi prodotti sulla pianta ospite. L. MONTEMARTINI. Gixpara G. — Los hongos perjudiciales a las plantas (I fanghi dannosi alle piante) (Comzision d. paras. agricola, México , 1906, Circul. N. 39, 8 pagine e 3 figure). Sono istruzioni popolari intese a diffondere il concetto di cosa sono i funghi parassiti, ed a distinguere grossolanamente le malattie delle piante dovute ad insetti da quelle dovute a funghi. Grecren F. — Sur une maladie a sclérotes du collet des Reines- Marguerites (Su un weale dello sclerozio al colletto dei Cul listephus sinensis) (Conmipt. Rend. d. l. Soc. d. Biol. d. Paris, 1906, T. LX, pg. 411-413). L’ Autore descrive dei piccoli sclerozi neri da lui osservati nei mesi di agosto e settembre al colletto di piante fiorite di Callisteph US. In natara e in colture hanno dato solamente forme coni- diche semplici. PARASSITI VEGETALI 327 GouiLon J. M. — Recherches sur le développement du Botrytis cinerea cause de la pourriture grise des raisins (Ricerche sullo sviluppo della Botrytis cinerea, causa del marciume grigio dell'uva) (Compt. Rend. d. s. d. l’Ac. d. Sc. d. Paris, 1906, T. CXLII, pg. 1346-49). Sono esperienze fatte per infettare grappoli d’ uva ancora sani col parassita in esame. Con esse l'Autore dimostra che quando l'atmosfera è umida, gli acini d’ uva che presentano una qualsiasi soluzione di con- tinuità (per azione della grandine, per punture di insetti, o per altro) sono facilmente e prontamente invasi dalla Botrytzs. Questa può anche attraversare la cuticola sana e intatta degli acini se il suo micelio trova su di essa sostanze organiche onde nutrirsi: per tale ragione nei grappoli ad acini fitti si trova spesso un certo numero di acini ammalati di n.4reiume grigio attorno a qualche pezzo di picciuolo o di foglia in via di decom- posizione. Così tale malattia si propaga facilmente da un acino all’ altro per contatto. L. MONTEMARTINI. NamysLowski B. — Polymorphisme du Colletotrichum Janczew- skii Nmki (Polimorfismo del Co//etotrichum Janczewskt} (Bull. d. V Ac. d. Sciences de Cracovie, 1906, pg. 254-207, e una tavola). L’ Autore ha trovato e descritto una nuova specie di Co/- letotrichum (dedicata al prof. Janezewski) parassita della Poa trivialis, e ne descrive qui e figura i caratteri. In coltura in acqua zuccherata i conidî si dividono prima in due cellule e poi germinano dando un micelio che finisce colla produzione di clamidospore. L. MONTEMARTINI. DI no (e è) PARASSITI VEGETALI Pacorrer P. — Oidium et Uncinula spiralis (fer. d. Viliculture, Paris, 1906, T. XXVI pg. 9-18). Sono ulteriori osservazioni che confermano quelle già fatte dall’Autore e riassunte a pagina 37 di questa Rivista. Si rileva l’importanza che ha la forma periteciale del- l Oidivm per la diffusione e perpetuazione di esso, specialmente nella coltura forzata della vite in serra. L. MONFEMARTINI. Traverso G. B. — La psronospora dei frumento in provincia di Padova e l'epoca della sua prima scoperta in Italia (// Rac- coglitore, Padova, 1906, anno IV, con 2 figure). L’ Autore ha dimostrato che la peronospora del . frumento di cui si sono occupati recentemente diversi fitopatologi in Italia, non è la Se/erospora graminicola (Sacc.) Schrot. (che è propria della Se/aria), ma la Scl. macrospora Sacc. Secondo lui è identica al Protomyces macrosporus Ung. indicato nel 1873 da Garovaglia e Cattaneo come causa di una speciale malattia del frumento osservata in provincia di Pavia. Fin’ora in Italia è stata segnalata nel Lazio, in Sardegna, nell’ Emilia, ed ora V Autore la segnala in provincia di Padova. Pare che la sua presenza sia favorita dall'acqua stagnante, però fin’ora non fu causa di danni rilevanti perchè, mancando di conidiofori, non riesce a diffondersi su larga scala. L'Autore descrive e figura le alterazioni da essa prodotte. L. MONTEMARTINI. WiLpbeman (de) E. — Les maiadies du caféier au Congo indepen- dant (Le malattie del caffè nello Stato libero del Congo). Compi. kRend. d. s..d. l'Ac. d..Sc..di Paris; 1906, TSCAIRLE pag. 1093-94). L'Autore dà notizia di alcuni funghi parassiti del caffè ‘tro- vati dal Laurent al Congo e studiati da P. Henning. Tra i principali e più dannosi vi è la Pellieularia Kole- roga che attacca gli organi della pianta e forma, nei luoghi u- midi ed ombreggiati, cordoni di micelio biancastro estesi sui rami e sulle foglie a guisa della ragnatela di certi ragni. Abbiamo anche ricordate P Hemz/eia vastatri» e diverse specie nuove descritte dall’ Henning. BarBey A. — Neue Beobhactungen iiber die Bohkenkafer der See- strandkiefer (Nuove osservazioni sugli scolitidi del pino pi- nastro). (Naturwissenschafit Zeitschrift fur Land-und For- stwirtschaft, 4 Jahrgang, 1906, Heft 5, pag. 217-220). Conoscendosi molte specie di scolitidi dannosi al pino pi- nastro, l'Autore si propone di dare dei contributi sulla loro bio- logia, cominciando dal Cryptluryus medilerraneus Eich. Dopo aver descritto questa specie, l’ Autore dice di averla trovata molto frequente sul Pinus marittima e halepensis nella Riviera e nei dintorni di Cannes; poi viene a parlare diffusa- mente dei costumi, stabilendo che la sciamatura avviene al prin- cipio di marzo, che gli insetti adulti approfittano delle gallerie di altre specie per schivare dapprincipio la presenza del succhio, e che anche il Crypturgus mediterraneus, come la maggior parte degli scolitidi del mezzogiorno, può avere tre generazioni annuali, passando l’ inverno sempre allo stato di insetto perfetto. Si trova con altre specie, tanto su pini grossi come su pini di 2 0 3 metri di altezza, nel tronco o sui rami principali. 330 PARASSITI ANIMALI Approfittando della galleria di altri insetti,i danni sono ap- pena degni di ricordo; combattendo i suoi precursori si com- batte anche questo Crypturgus. G. CECCONI. Mayr G. — Neue Feigen-Insekten: Hymenopteren (Nuovi insetti dei fichi: imenotteri). (Wiener entomologischer Zeitung, XXV Jahrgang, 1906). L'Autore, colla speciale sua competenza in fatto di microi- menotteri, descrive più di trenta specie nuove, alcune delle quali appartengono anche a nuovi generi, rinvenute su fichi di re- gioni e di luoghi diversi. G. CECCONI. Tavares J. S. — Descripcào de uma Cecidomyia nova do Brazil, perteniente a um genero novo (Descrizione di un nuovo ge- nere e specie nuova di Cec:domyia del Brasile) (Broterza, Rev. d. Sciencias natur. d. Collegio d. S. Fiel, Portugal, 1906, Vol. V, pg. 81-84). È un nuovo genere che si accosta alle Schizonzyia, Daphne- phila e Asphondylia, e pel quale 1° Autore propone il nome Bruggmannia. L. M. Tavares J. S. — Notas cecidologicas (Note di cecidiologia). (Col precedente, pag. 77-80). E la descrizione di diverse larve di Pery:si74, nonchè di una nuova specie di Macrolabis (M. scrophulariace) parassita della Scrophularia scorodonia. L. M. BACTERI — AGENTI CHIMICI 5331 MarLkorr K. — Weitere Untersuchungen iiber die Bakterienkran- kheit auf Sesamum orientale (Ulteriori ricerche sulla malattia bacterica” del sesamo). (Centralbl. f. Bakter. Par. vu. Infec- tionskrankh., BA. XVI, 1906, pag. 664-666 e 4 tavole). L'Autore ha già segnalato, fin dal 1903, una specie di m247- ciume nero che attacca i fusti e le foglie del sesamo provocando la morte delle piante quando si presenta intenso, e una notevole diminuzione del raccolto quando gli attacchi sono deboli. Tale malattia è dovuta a bacterî, e precisamente 1’ Autore dagli organi ammalati è riuscito ad.isolare due specie apparte- nenti a due generi differenti: una si presenta in colonie gialle e fu denominata dall’ Autore Bac///us Sesami Malk., V altra in colonie grigiastre e venne descritta col nome di Pseudomonas Sesami Malk. Vivono di solito insieme 1 una coll’altra, ma l una e V'altra è capace (come risulta dalle esperienze dell'Autore) di produrre da sè sola la malattia. L’ umidità del terreno favorisce la diffusione della malattia. Torna utile immergere per qualche ora la semente in una soluzione al 0,1 per 100 di formaldeide. L. MONTEMARTINI. Aupine Mc. -- Effect of Formalin and Bluestone on the germina- tion of seed Wheat (Effetti della formalina e del solfato di rame sulla germinazione dei semi di frumento). (Ag7'eu/ltu- rat Gazette of. N. S. Wales, 1906, 17 pagine). Le due sostanze più comunemente adoperate per disinfettare i semi di frumento dal carbone e dalla carie sono la formalina e il solfato di rame. 332 AGANTI CHIMICI — AGENTI ATMOSFERICI L’Autore ha fatto una serie di esperienze per vedere quali effetti tali trattamenti esercitano sulla germinabilità dei semi. Egli ha visto che i semi trattati con formalina sono perfet- tamente germinabili, e se una stessa semente viene trattata parte con formalina e parte con solfato di rame, la prima dimostra una percentuale di semi germinabili maggiore che la seconda. L. MONTEMARTINI. Janson A. — Ueber Rauchschaden (Sui danni causati dal fumo). (Oesterr. Gartenztg., Wien, 1906, pag. 17-81). Secondo l'Autore le Conifere sono più sensibili che le altre piante al fumo ed ai gas velenosi in esso contenuti perchè come piante sempreverdi sono più a lungo esposte a tale azione, e per- chè durante l’ inverno la neve e l’ umidità depositata sui loro or- gani verdi assorbono 1 composti più dannosi. Per l’azione del fumo e del veleno le foglie hanno vita più breve ed all’ autunno non possono immagazzinare sufficienti so- stanze di riserva: ne consegue che alla primavera successiva la germogliazione non può compiersi colla normale energia; e sic- come un tale fatto si ripete di anno in anno, la pianta finisce col morire non per l’azione diretta del veleno, ma per esauri- mento. Però la mucilaggine vischiosa degli stimmi è danneg- giata direttamente e non può più compiere la sua funzione. L. MONTEMARTINI. Brvok W. F. — Zur Frage der Windbeschadigungen an Biattern (Sui danni prodotti dal vento alle foglie) (Beil. s. Bot. Cen-. tralbl., 1906, BA. XX, pag. 67-75, con una tavola colorata e 2 figure). AGENTI ATMOSFERICI — AZIONI TRAUMATICHE 333 L’ Autore descrive i fenomeni di essiccamento parziali delle foglie che sono provocati indirettamente dal vento eccitando la traspirazione. Distingue l’ essiccamento parziale di porzioni in- terne del lembo, da quello esteso a tutto 1 orlo: quest’ ultimo ha luogo specialmente quando l’azione del vento è abbastanza forte e le foglie hanno nervature secondarie che arrivano fino agli orli, o orli dentati con piccole diramazioni nervose sotto i singoli denti. L' Autore accetta però l’idea di Miiller-Thurgau che il r0s- sore della vite non sia dovuto al vento ma alla Pseudopeziza tracheiphila, e pensa invece, contrariamente ad Aderhold, si possa spiegare coll’ azione del vento la così detta malattia. di Mombach delle albicocche. L. MONTEMARTINI. BLarINGHEM L. — Production des feuilles en cornet par trauma- tismes (Produzione di ascidi fogliari in seguito. ad azioni traumatiche) (Compt. Rend. d. s. d. V Ac. d. Sc. d. Paris, 1906, T. CXLII, pg. 1545-47). L’ Autore ha osservato che quando si taglia il tronco di tigli, aceri, frassini, avellane ed altri alberi, sui robusti rami che essi rimettono si trovano molte anomalie, specialmente fa- sciazioni e foglie ad ascidio. Descrive qui esperienze fatte nello stesso senso su piante di maîs, esperienze che hanno condotto alla formazione di guaine tubulate. L. MONTEMARTINI. 3534 MALATTIE D’ INDOLE INCERTA MercaLe H. — A preliminary report of the Blast of Rice, with ni notes on ether Rice diseases (Relazione preliminare sulla nebbia del riso, con note su altre malattie di questa pianta). (South Carolina Agrie. Erper. Station, Bull. Nr. 121, 1906, 43 pagine. In cooperazione coll’ V. S. Departm. of. Agri culture). Una malattia del riso chiamata blust (nebbia) o rotten-neck (marciwine del collo) in questi ultimi 10 anni fu causa di gravi danni che nella South Carolina furono calcolati a un milione e un quarto di dollari. Essa è ora comparsa anche nella North Carolina e nel Texas. È caratterizzata da speciali lesioni ai modi, in seguito alle quali le piante muoiono lentamente. Le radici sono normali, così che la pianta ammalata rimette nuovi germogli sotto alle lesioni più basse. E poichè la malattia può svilupparsi in tutti gli stadi, l’ aspetto delle piante colpite e i danni che se ne hanno sono i più diversi. Pare si tratti della stessa cosa del brusone, descritto dal Ferraris e da altri autori. In questo e nel D/ust la malattia è accompagnata da funghi e da bacteri. Però le inoculazioni con colture pure non hanno dato alcun risultato, mentre si ha la riproduzione della malattia con tutti i snoi caratteri inoculando direttamente porzioni di organi ammalati nei tessuti di piante sane. La nebbia si presenta specialmente nei terreni trattati con abbondante concime azotato, e dove essa si presenta poco in- tensa basta spandere tali concimi per vederla estendersi com- pletamente a tutta una risaia. Che il terreno rimanga sott'acqua O sì tenga asciutto è indifferente. Il maggiore impulso alla dif- fusione del male nella South Carolina fu dato dalla pratica di lasciare ogni anno metà delle piante sotto acqua per aumentare la fertilità dove si dimostra debole. Le risaie fertili nelle quali Sa MALATTIE D’INDOLE INCERTA — ANATOMIA PATOLOGICA 335 ) non si segue tale pratica nè si adoperano concimi azotati ri- mangono immuni. L’ esperienza insegna che l’uso della calce e della marna invece dei concimi azotati dà un buon raccolto senza prodisporlo alla nebbia. Questa può anche essere prevenuta colle irrorazioni di bordolese, ma il metodo non è pratico. Non si sono trovate varietà immuni e si hanno solo piccole differenze tra le diverse varietà conosciute. Del'e altre malattie del riso descritte dall’ Autore, quella chia- mata yuggine è la più grave. Non si tratta però di una vera ruggine, ma apparentemente di una malattia di indole fisiologica. Rassomiglia molto al brusone come è descritto dal Brizi. La si combatte applicando la kaznite. E. A. Bessey (Miami-Florida). Hovarp C. — Sur l’identitè de structure des galies involucrales et des galles des pousses feuillées chez les Euphorbes (Iden- tità della struttura delle galle involucrali e delle fogliari nelle Euforbie). (Compt. Rend. d. s. de lVAc. d. Sc. d. Paris, 1906, T. CXLII, pag. 1435-88). L’Autore studia la struttura delle due specie di galle che la Perrisia capsulae Kieff. produce su molte euforbie a spese dell’estsemità dei rami fogliferi, o a spese degli involucri fiorali. Siccome trattasi nell’ un caso e nell’ altro di foglie (benchè adattate a diverse speciali funzioni), le modificazioni che vi pro- voca il cecidomide sono le stesse : e cioè, come l'Autore ha già descritto per le galle involucrali (veggasi a pag. 233 di questa Rivista), il grande spessore della galla dipende in ambedue i casi dalla moltiplicazione assai attiva delle cellule sottoepider- miche interne, e i nuovi tessuti si differenziano sempre in uno strato nutritizio interno e uno scleroso, protettore, esterno. L. MONTEMARTINI. 336 - NOTE PRATICHE NOTE: P'R'A TICH'E Dal Boll. d. Società Agricoltori Italiani. Roma, 1908 : Pag. 469. — Per distruggere la felce grande quando ha invaso un campo che si vuole destinare a coltura, si consiglia la lavorazione pro- fonda del terreno colla estirpazione di quante più piante è possibile, e la coltivazione delle patate per due anni consecutivi. Se la felce ha invaso le radure dei boschi, conviene faleiarla in maggio o giugno, quando i giovani gambi hanno raggiunto 1’ altezza di 10-15 em. USI Dal Corriere del Villaggio. Milano, 1906 : Num. 20. -- Per proteggere le giovani rape contro i forti calori s0- lari e le così dette pu/ei di ferra ‘altiche) si consiglia il rimedio di Heuzé di mescolare al seme di rapa un po’ di semi di grano saraceno, pianta che resta poi distrutta dalle prime gelate primaverili. Num. 26. — Contro |’ Eudemis botrana della vite il prof. Voglino trovò efficaci le irrorazioni dei grappoli con una soluzione di sapone molle. po- tassico all’ 1,5 °/,. Contro il bruco dell’ erba medica (Biston yraecarius) sì consiglia il taglio anticipato dell’ erba la quale deve poi essere messa nel silò o in grossi mucchi nei quali la fermentazione fa perire I’ insetto. Dove è pos- sibile, sarà anche bene, subito dopo il taglio, passare sul prato con un rullo pesante. L. m. Dalla /evista Agraria Polesana. Rovigo, 1906: Num. 12. — Si segnalano i buoni risultati ottenuti nella caccia contro le talpe con lombrichi spolverati di noce vomica. Raccolti i lombriehi, si lasciano una mezza giornata in una pentola di terra cotta fin ehe si sieno purgati della terra, poi si spolverano con rasura di noce vomica e, senza toccarli colle mani, si introducono in numero di due o tre per ogni gal leria di talpa. Li Ma Dalla Puglia Agricola. 1906 : Contro la Cochkylis dell’ uva | agronomo M. Montefusco propone la se- guente miscela: polvere di erisantemi Kg. 1, sapone comune Kg. 2, acqua 100 litri. Si scioglie prima il sapone nell’ acqua, poi si versa a poco a poco la polvere continuando ad agitare : si applica colle pompe comuni, irro- rando accuratamente i grappoli. Pavia — Tipografia e Legatoria Cooperativa — 1906. Anno TI. 15 agosto 1906. Num. 22. Rivista di Patologia Vegetale DIRETTA DAL 3 Dort. LurGr MONTEMARTINI A libero docente di Botanica nella R. Università di Pavia Collaboratori: Prof. F. Cavara (Napoli) - Prof. G. DeL GueRcIo (Firenze) - Dott. F. O’ B. ELLIson (Dublino) - Prof. A. KroLopp (Magyar-Ovar - Ungheria) - Prof. 0. Lorw (Tokio) - M. Al- PINE (Melbourne - Australia) - Dott. E. Bessey (Miami-Florida). Indice del fascicolo N. 22. è ADERHOLD R. — Comunicazioni co degli afidi: Syrphus piri. del r. istituto biologico agra- La bolla dei peschi . . Pag. 349 rio forestale di Dahlem —.Pug.337 | pio otTàT P.— Danni prodotti BERNARD Ca. Su una ma- dai freddi di primavera. >» 351 lattia dei coco causata dalla EOS ì Perona V. — Selvicoltura ge- È Pestalozzia Palmaram ‘i »' 845 nerale . a 3 è o RR CAMPBELL A. G. — Malattie i RA A i : ReH L. — L'importanza della costituzionali degli alberi da logi I zoologia per Ja patologia ve- frutta. Oda 3} i % ; getale . è Ù : i » 350 Gaporto L. — La Diaspis pen- ; TscHAEN E. — Invasione di e- tagona o cocciniglia del gel- f O RAI ; ; Maures . ; s 5 NL 950 GuILLon J. M. — Ricerche sul- fippigere nella regione. di lo sviluppo e sulla cura del WiLcox M. E. — Malattie delle NoeL P. — Un insetto nemi- Note pratiche . i o 3002 vi A 0 Rivista di Patologia Vegetale TRANNO 1. i 15 agosto 1906. Num. 22. Per tutto quanto concerne la Rivista dirigersi al Dort. Lurcr MoNnTEMARTINI - Laboratorio Crittogamico - Pavia: GENERALITÀ AperHoLp R. — Mitteilungen aus der kais. biologischen Anstalt fiir Land-und Forstwirtschaft in Dahlem bei Stegiitz (Comuni- cazioni del reale istituto biologico agrario forestale di Dahlem presso Steglitz). (Berlin, 1906, Heft 1 e 2, con figure). In questa pubblicazione 1 Autore intende raccogliere i risul- tati delle ricerche eseguite nell’ Istituto da lui diretto ed esporli sotto forma meno scientifica di quella in cui sono esposti nei volumi degli ArDerten, e più estesa e completa di quella adot- tata nelle istruzioni e fogli (Muglittern) distribuiti dall’ Isti- tuto stesso. Nel primo fascicolo si espone la storia e l’ organizzazione dell’ Istituto e se ne descrive la sede e l impianto ; nel secondo si cominciano a dare i risultati delle seguenti ricerche singole, alcune delle quali vennero già riassunte in questa //vzsta : 1. R. Aderhold e W. Ruhland (Zur Frage der Ueberwin- terung und Verbreitung der Getreideroste: Sullo svernamento e diffusione della ruggine dei cereali) hanno fatto esperienze per vedere se tenendo perfettamente isolate piante di cereali prove- . . ” . \ . . . a . . . . nienti da semi presumibilmente infetti da 7uggine (tolti da spighe invase dalla Puecinia glumarvm) compariva su di esse la ma- lattia : il risultato fu negativo, così che non può essere confer- mata dagli Autori la teoria del micoplasma di Eriksson. D'altra LIBRARI NEW YOoE BOTA NIC, ;ARDEN 338 GENERALITÀ arte eli AA. stessi hanno constatato che nell’aria nel maggio e P S 881 nel giugno sono trasportate numerosissime uredospore di Puecinia (in 8 giorni ne cadono in media 12 su ogni cm. quadrato di fo- SI ©) A glia), così che devesi ritenere sieno queste il tramite principale di diffusione delle ruggini. 2. R. Aderhold (Zur Bio!ogie und Bekimpfung des Mut- terkornes: Sopra la biologia e il modo di combattere la secale cornuta) ha fatto esperienze speciali (vedi anche a pag. 210 di questa 7v:sta) per studiare la resistenza degli sclerozi di secale cornuta che cadono nel terreno, da cui risulta che detti selerozi non possono produrre alcun danno se colla lavorazione del terreno vengono sepolti ad una certa profondità, e che bisogna quardarsi dal buttare gli sclerozi separati dalle secale nelle concimatie mentre, se non sono venduli ai farmacisti, conviene bruciarli 0 seppellirli ad una certa profondità in posto dove il terreno non venga ulteriormente lavorato per almeno un anno. Se si adopera semente di due anni gli scelerozi in essa contenuti sono innocui. 3. O. Appel (Studien iiber der Brand der Getreidearten : Studi sul carbone dei cereali) ha fatto molte osservazioni sulla resistenza delle diverse varietà di frumento al carbone ed indica alcune varietà assai resistenti, non atte a coltura ma che potreb- bero essere adoperate per tentativi di incroci. 4. O. Appel (Der Mehltau unserer Getreidearten: La golpe dei nostri cereali) ha studiato la specializzazione dell’ Eyy- siphe graminis sui diversi cereali ed ha potuto confermare solo parzialmente le conclusioni di Salmon (v. a pag. 121 di questa Rivista); in certi casì il parassita potè attaccare solo piante della. stessa specie sulla quale era preso, in altri sì propagò anche su altre specie. Le osservazioni vanno fatte in ogni località dove l’Erysiphe graminis può riescire dannosa. Le solforazioni non si mostrarono di nessuna efficacia contro questa malattia. 5. O Appel (Bakterienvinghrankheiten der Kartoffel: La GENERALITÀ 339 malattia bacterica delle patate) ha studiato una malattia com- parsa quest'anno sulle patate in Germania e caratterizzata dalla presenza nei tuberi di un anello nerastro che accompagna i fasci e spesse volte dà luogo, durante l'inverno, al marciume e in ogni modo provoca l’ indebolimento ed anche la morte delle piante che ne provengono per germinazione. È malattia già com- parsa altre volte. Secondo l’Autore l’agente patogeno è un bac- terio che vive nei vasi legnosi della pianta. Conviene adoperare per le piantagioni tuberi sani e non tagliati. 6. O. Appel (Veber die Blattrollkrankheit der Kartoffel : Sull’ accartocciamento delle foglie delle patate) trovò un usa rium che provoca l’ accartocciamento delle foglie delle patate. Anche questa malattia non è però nuova : fu segnalata da Schacht nel 1845 e ne venne descritta una simile in America dallo Smith che la attribuì al Fusarium oxrysporium. La specie trovata dal- l'Autore è un po’ diversa da quest’ ultima. 7. O. Appel e R. Laubert (Die Phellomyces-Krankheit der Kartoffel: La malattia del Phellomyces delle patate) ottennero la forma fruttifera conidica del Phellomyces sclerotiophorus (clas- sificata col nome di Spondylocladium atrovirens a pag. 33 di questa Rivista), parassita superficiale delle patate, che penetra nella polpa solo nel caso che i tuberi sieno già ammalati per altre cause. 8. O.. Appel (Stysanus Stemonites, als Parasit der Kar- toffel: Lo Stysanus Stemonites come parassita delle patate) con- fermò le osservazioni di Bruck che questo fungo attacca le pa- tate ma non si estende in esse e rimane circoscritto a piccole aree: riesce però dannoso perchè le alterazioni locali da esso provocate dànno adito ad altri parassiti molto più attivi. 9. W. Busse e L. Peters (Untersuchungen viber die Kran- kheiten der Zuckerribe: Ricerche sulle malattie della barba- bietola da zucchero) ripeterono le osservazioni sulle malattie delle piantine di barbabietola di cui a pagina 221 di questa 340 GENERALITÀ Rivista, senza potere sempre confermare le conclusioni ivi date. L'argomento deve ancora essere oggetto di lunghi studi e molte esperienze tutt'ora in corso. 10. O. Appel e Schikorra (Die St. Johanniskrankheit der Erbsen und andere Fusarium - Erkranhungen der Legumi nosen: La malattia di S. Giovanni nei piselli e altre malattie di Leguminose dovute a Fusari) segnalarono quest’ anno in Germania una malattia di piselli già descritta in Olanda da van Hall e da questi attribuita al Fusarium vasinfectum. Le piante di piselli durante la fioritura 0 subito dopo cominciano ad av- vizzire sulla punta e poi seccano a poco a poco. Il Fusarium in parola può infettare anche i vasi di altre Leguminose : fave, veccia, ecc. Dove è comparsa la malattia occorre dunque bru- ciare le piante secche rimaste sul terreno e astenersi dal pian- tave Leguminose nell’anno successivo. Nel Lupinus angustifolivs gli Autori osservarono pure un Fusarinin che attacca il fusto vicino alla base ed uno che cresce sui legumi producendo macchie rotonde. Questi parassiti attac- cano anche le giovani piantine germinanti e ne provocano la morte. 11. R. Aderhold (Veber das * Schiessen , des Kohlrabis : Sul tallire del cavolo rapa) cercò verificare coll’ esperienza se il fatto che spesse volte in primavera rape, sedani, barbabietole, cavoli, ecc. invece di formare i tuberi o le parti carnose, talli- scono e vanno in fiore è in realtà dovuto al freddo. Concluse che più che del freddo trattasi molte volte di un disturbo nella nutrizione (i cui effetti possono in seguito scomparire), così che il fenomeno può essere dovuto anche a molte altre cause. 12. R. Aderhold e W. Ruhland (Ist der Gummifluss des Steinobstes durch Bakterien verursacht?: è la gommosi degli alberi da frutta provocata da bacteri?) osservarono che non sempre dove in seguito a ferite si forma della gomma sì trovano bacteri, nè sempre quando si trovano può dirsi sia ad essi do- GENERALITÀ 341 vuta la formazione di gomma: la g0ommosi non può dunque ri- tenersi malattia bacterica; qualche volta i bacteri non agiscono che indirettamente per le alterazioni dei tessuti da essi prodotta. 18. Gli stessi Autori (Veber cine durch Bakterien her- vorgerufene Kirschbaumkrankheit: Su una malattia dei ciliegi prodotta da bacteri) confermarono le loro osservazioni di cui a pagina 125 di questa vista su una malattia bacterica dei ci- liegi, malattia che può essere diffusa e portata da un albero al- l’altro colla potatura. i 14. R. Aderhold (Veber den Krebs der Obstbauwme : Sul- cancro degli alberi da frutta) confermò, con esperieuze fatte con colture purissime, che la sola Nectria ditisstima anche senza bac- teri può provocare il cancro. Se vi sieno anche caneri di na- tura puramente bacterica è invece ancora a provarsi. 15. O. Appel (Der Weymoutskiefern-Blasenrost : 11 Pe- ridermium Pini) studiò come questo parassita si propaghi ai Ribes e vide che certe varietà, pure essendo infettate, non ne rimangono danneggiate. 16. W. Busse e v. Faber (Avbeiten Detreffend die Kran- kheiten tropischer Kulturpflanzen: Lavori sulle malattie delle piante tropicali coltivate) richiamano l’ attenzione su queste ma- lattie che dovrebbero essere studiate in Istituti locali. © 17. O. Appel e Schikorra (Die Angehòrigen der Gattung bPusarium als Krankheilserreger : I Fusarinin come agenti pa- togeni) richiamano pure l’attenzione sui numerosi casì nei quali i Fusarium, ritenuti un tempo come semplici saprofiti, sono in- vece parassiti. Hanno diverso potere di sciogliere la cellulosa e sì comportano diversamente anche nella produzione di sostanze coloranti. 13. O. Appel e R. Laubert (Einige neue Pilzarten: Al cuni funghi nuovi) ricordano i funghi di cui a pagina 241 di questa vista. 19. Maassen e H. Miller (Zur Biologie der Knollchen- 342 GENERALITÀ bakterien : Contributo alla biologia dei bacteri dei tubercoli) stu- diarono i bacteri dei tubercoli in 27 specie di Leguminose e ne misero in evidenza le differenze. 20. J. Moritz e R. Scherpe (Veber dee Bodenbehandlung mit Schicefelkohlenstoff und ihre Einwirkung auf das Pflan- semvachstum: Sul trattamento del terreno col solfuro di car- bonio e la sua azione sull’accrescimento delle piante) riassumono le loro esperienze di cui a pagina 205 di questa vista. 21. R. Scherpe (Untersuchungen iber die Wirkungen in den Baden gebrachten Sschivefelnatriums: Ricerche sull'azione del solfato di sodio nel terreno) rileva che da alcune esperienze fatte colle patate è apparso che il raccolto ne sia aumentato, mancano però esperienze in grande. 22. J. Moritz e R. Scherpe (Versuche siber die Fuhigheit rerschiedener Pflanzen Kupfer aus dem Boden aufzunehmen : Ricerche sulla capacità di alcune piante di assorbire il rame dal terreno) fecero esperienze (che vanno però riconfermate) in piena terra e in vasi per vedere se i sali di rame mescolati al terreno possono essere assorbiti dalle piante, e trovarono che nelle fave e nelle graminacee essi si accumulano di preferenza nelle foglie e nel fusto mentre non arrivano che in piccolissima quantità nei semi, invece nella veccia vanno di preferenza ai semi. 23. 0. Appel (Fiitterungsversuche mit verdorbenen Futter- mitteln: Esperienze di concimazione con materiale in putrefa- zione) provò che le spore di Ustilaginee mescolate al concime possono riuscire dannose. Sta facendo esperienze per altre ma- lattie. 24. Maassen (Faulbrutseuche der Bienen: Il marciume delle api) studiò una malattia delle api dovuta alla Spzrochaete apis n. Sp. 25. Lo stesso Autore (Die Aspergillus-myhose der Bie- nen: La malattia dell’Aspergi//us delle api) studiò altra malattia delle api dovuta ad un Aspergillus. ac GENERALITÀ 343 26. J. Moritz (Beobachtungen und Versuche betreffend die Biologie der Reblaus: Osservazioni ed esperienze sulla biologia della fillossera) fece alcune osservazioni, che continuano, sull’ in- fluenza della nutrizione sopra la formazione delle ova e della fillossera alata. 27. C. Borner (Untersuchungen vber Tannenwolliuse : Ricerche sui Chermidi degli Abeti) studiò la biologia del Cher- mes sibiricus, Ch. orientalis, Ch. abietis, che st possono com battere con irrorazioni di una miscela di decotto di tabacco e sapone molle. 28. Ròrig e C. Borner (Untersuchungen riber Miusezuhne : Ricerche sui denti dei topi campagnuoli) studiarono la denta- tura e il modo di nutrizione dei topi campagnuoli. 29. Ròrig (Studien tber die Bedentung der Kornerfres- senden Volgen: Stadi sull’ importanza degli uccelli granivori) ha iniziato delle ricerche per vedere se e quali uccelli granivori mangiano semi di piante infestanti e se li espellono colle feci ancora in grado di germinare. Complessivamente, durante l’anno 1905, la Stazione di Dah- lem studiò 599 casi malattie di piante dovute alle cause più diverse. L. MONTEMARTINI. V. Perona. — Selvicoltura generale. (Seconda edizione rifusa e ampliata , illustrata da 98 incisioni, 1906. Biblioteca Val- lardi, 332 pagine). Il libro è diviso in cinque parti: Analisi del bosco, Im- pianto e rinnovazione dei boschi, Governo dei boschi, Tutela dei boschi, Trattamento dei boschi. Data la speciale competenza dell’ Autore in fatto di selvi- coltura, ciascuna parte offre un interesse speciale; limitandomi Ù £ i È 1 E : + è sa, 3 “o x ? Ù «L f 344 ; 3 AGRERA TIM NUR RT allo scopo di questo giornale dirò brevemente di quella che ri- si guarda la tutela dei boschi, la quale comprende quattro capitoli : 1. Danni degli animali. - Vengono dapprima brevemente È PP 23, ricordati i mammiferi e gli uccelli che recano danno alle piante. 3 "i forestali, e poi viene trattata abbastanza diffusamente la parte | che Feuazda gli insetti più dannosi, di ciascuno dei quale VAR: avvenuti in questi ultimi anni, e in fatto di lepidot teri; e di ciascuna specie dà un chiaro ed esatto cenno biolo- gico, spesso illustrato da figure, colle indicazioni intorno al mezzi 7 ritenuti migliori per combattere i danni. i Questa parte è preceduta da generalità sui modi di combat tere gli insetti, e i danni vengono divisi in fisiologici, tecnici PI ed economici; seguono subito i mezzi preservativi (scelta di qu specie legnose e ben appropriate al luogo, diligente preparazione | Ka Fo del suolo, piantagione a dimora della specie più delicata 0 la si loro Sono sotto la tutela di altre, continuata ripulitura fi del bosco dalle piante malaticcie 0 seccaginose, favorire la mol. k: tiplicazione degli animali insettivori) e dei mezzi destruatl08, cer- ; cando gli insetti dannosi nella loro dimora naturale e allettan- > doli in luoghi all’ uopo preparati (alberi e randelli di presa, mue- chi di terra o di concime fuochi notturni), o arrestandoli nelle ” LA | kr i 2. Danni dei vegetali. - Dopo un rapidissimo cenno intorno — si e loro migrazioni (anelli e fosse d’ isolamento). alle sn dannose (cuscuta, visco, loranto, piante rag canti, ecc.), l’ Autore passa alle crittogame delle quali tratta i mezzi e n SIA) di propagazione e di distruzione, raggrup- pando le specie più dannose nelle tre divisioni di funghi delle ro foglie, del tronco e delle radici. e 3. Danni del regno inorganico. - Estremi di temperatura (freddo, caldo, incendi), precipitati atmosferici (pioggia, neve, | ghiaccio). GENERALITÀ — PARASSITI VEGETALI | 4. Malattie e danni diversi. - Carie e cancrena, cipollatura, | mal nero o dell’ inchiostro, filiottosi, fumo. «hi conosce la prima edizione non potrà anche per quanto | concerne la tutela dei boschi, non riconoscere i notevoli mi- bi . glioramenti che l’ Autore ha cercato di apportare in questa nuova edizione e ne dovrà riconoscere l’ utilità, massime che da _ noi le pubblicazioni intorno a siffatte materie sono ancora molto . scarse. G. Cecconi Vallombrosa). Bernarp Cu. — A propos d'une maladie des cocotiers causee par E Pestalozzia Palmarum Cooke (Su una malattia dei coco causata dalla Pestalozzia Palmarum Cooke) (Bull. d. Dé- |: parim. de V Agricolture aur Inder Neéerlandaizes, Nr. af È . Buitenzorg, 1906, 48 pagine e 4 tavole). bs: Alcune piantagioni di noci di coco nel distretto di Kempit furono l’anno scorso molto danneggiate da una malattia che prese in poco tempo un’ estensione veramente allarmante e che SÌ presenta in principio sulle foglie con macchie numerose , piccole, di 2-5 millimetri di diametro, giallo brune marginate di bianco; le quali poi crescono e confluiscono provocando l’ es- sicamento di grossa parte della foglia. L’ Autore, recatosi sul posto per studiare la malattia, rico- nobbe che essa è dovuta alla Pestalozzia Palmarum Cooke, la quale attacca specialmente le piantine di un anno che avendo esaurito le riserve del seme e dovendo cominciare a vivere di | vita autonoma, si trovano in uno stato speciale di debolezza e ‘sono meno resistenti al parassita. La malattia si è infatti estesa | maggiormente nelle piantagioni con individui seminati contem- 346 PARASSITI VEGETALI poraneamente e quindi della stessa età, dove l’ infezione, se giunta in momento opportuno, ha trovato più largo campo al quale e- stendersi. Oltre alla P. palmarum, che viene descritta qui minuta- mente, l’ autore trovò sulle piante ammalate diversi funghi sa- profiti che certo contribuiscono al disgregamento e all’ altera- zione dei tessuti: principale tra questi una nuova specie di He/- minthosporium (H. incurvatuwm Bern.). Per limitare la diffusione della malattia 1’ Autore consiglia di ;rrorare le piante sane con poltiglia bordolese al 2 °/, tanto di solfato di rame che di calce, di tagtiare e bruciare le foglie ammalate e quelle che mostrano i primi accenni di malattia, avendo cura di non trasportarle attraverso le piantagioni, fra- zionare la cultura e intramezzarla con coltivazioni di piante d'alto fusto che possano servire da barriera naturale alla disseminazione delle spore del parassita, sorvegliare anche è palmeti vicini (specialmente se di Arenga) che possono ospitarlo, tentare forti concimazioni atte ad irrobustire le piante, e non trascurare di distruggere anche l Helminthosporium incur- vatum. L. MONTEMARTINI. GviLLon J. M. — Recherches sur le devéloppement et le traite- ment de la Pourriture grise (Ricerche sullo sviluppo e sulla cura del marciume grigio) (Revue de Viticulture, Paris, 1906, T. XXVI, N. 659-661, con figure). La Botrytis cynerea è frequente nelle annate piovose sui grappoli d’uva, specialmente in quelli ad acini molto fitti, ed è causa di gravi danni tanto per la quantità che la qualità del raccolto. Qualche volta essa non produce le ife conidiche e resta allo stato di micelio che, caduto al suolo insieme agli acini da PARASSITI VEGETALI 347 esso invasi, attacca le radici delle giovani piantine appena nate e le uccide dando luogo alla malattia nota sotto il nome di fela. In altri casi finalmente si presenta alla superficie degli organi attaccati in forma di sclerozii che dànno poi, raramente, gli apo- teci della Peziza o Sclerotinia Fuckeliana. Quando attacca gli animi maturi di certe varietà (p. e. la Riesling del Reno) provoca una evaporazione di acqua e una concentrazione di zucchero che aumentano i pregi del prodotto : si ha allora il così detto marciume nobile. Quando invece at- tacca gli acini prima della maturità, ne arresta lo sviluppo e ne provoca il deperimento : si ha allora il marciume grigio. Le spore germinano facilmente anche nell’acqua, però, come l’ Autore ha già comunicato nella nota riassunta a pagina 327 di questa vista, il micelio non riesce ad attraversare la cuti- cola sana e intatta di un acino se non è abbondantemente nu- trito : così che l’ infezione degli acini sani in natura avviene solo o per contatto con acidi ammalati (quindi le varietà a grap- poli compatti sono le più colpite dal male), o attraverso le pun- ture di insetti o altre rotture della cuticola, o per caduta di mosto o di sostanze organiche atte a nutrire il fungo sulla su- perficie esterna degli acini stessi. Le pioggie e l umidità favoriscono assai lo sviluppo del male. Non si conoscono oggi rimedi pratici per preservare l'uva da questa malattia. Dove essa è comune, converra scegliere le varietà più resistenti. Si riesce ad attenuare l'invasione coi rimedi a base di rame, epperò il viticultore che app'ica con intelligenza il solfato di rame contro la peronospora riesce contemporaneamente a rendere i suoi grappoli più resistenti contro la Botrytis. L. MONTEMARTINI. 348 0 PARASSITI VEGETALI et». vi WiLcox Mean E. — Diseases of swest potatoes in Alabama. Ma: lattie delle patate dolci nell’Alabama) (Alabama Agr. Exper. Station, Auburn, 1906, Bull. N. 135, 16 pagine e 4 figure). Le batate o patate dolci rappresentano un raccolto assai : utile e la cui importanza va crescendo ogni anno nell’ Alabama. Perciò l’ Autore crede utile descrivere brevemente e far cono- ; NES scere le principali malattie cui vanno soggette. Tra queste, troviamo : 1) il Dlack-rot, dovuta alla Ceratocystis fimbriata e con- trassegnato da macchie di color bruno-olivastro o verdiccie sui tuberi i quali diventano amarognoli e inservibili : la stessa ma- lattia attacca anche i giovani rami e prende allora il nome deg blackh-shank; la si previene adoperando tuberi sani per la se- S mina, distruggendo tutti quelli ammalati, selezionando i semi ù. di piante sane, non ripiantando le batate dove si ebbero già i gravi perdite, irrorando le giovani piantine con poltiglia bor- dolese ; 2) il seccume delle radici (dry rot), dovuto al Prese batatae, di fronte al quale conviene raccogliere con cura e di- © struggere i tuberi ammalati prima che ne vengano dissemi- | nate le spore del fungo dal qua e sono infestati ; + ESE 3) la scabbia, che detarpa la superficie dei tuberi ed è cau- sata dal Monzlochaetes imfuscans, fango che va combattuto colla raccolta e distruzione di tutte le piante da esso infestate ; 4) il marciwine molle, dovuto al Rhizopus nigricans che invasi si presentano raggrinzati e molli; sono più specialmente attaccati quando sono tagliati e peo. all’umido, onde sard | bene tagliarli il ineno che sia possibile e conservarli in luogo acrato e asciutto. n) 5) il marciume verde, dovuto alla Acrocystis batatas che attacca aree localizzate dei tuberi e ne arresta 1) accresci- n ALZI e RT AR pt > e N a e na bore. NESSO ee EIA i : è Eucl« PARASSITI VEGETALI — PARASSITI ANIMALI 349 mento mentre questo continua tutto intorno, così che si hanno deformazioni ; 6) il marciume del fusto, che attacca il fusto vicino al suolo e si propaga poi ‘tanto verso il basso che verso 1’ alto: è dovuto alla Nectria ipomocae ; €) il marcivme bianco, che danneggia fortemente le ra- dici e ne riduce i tessuti ad una sostanza granulosa bianca : è dovuto ad una muffa simile a quella che attacca il pane e le sostanze organiche in decomposizione. L. MONTEMARTINI. Gaporto L- — La Diaspis pentagona o cocciniglia del gelso (Ta- 4 vola a colori con note illustrative, pubblicata dal Com:zzz0 Agrario di Casalemonferrato, 1906). E una tavola colorara con annesse istruzioni popolari atte a diffondere tra gli agricoltori la conoscenza di questo parassita, dei danni che produce e dei metodi da adottarsi per combat- terlo. Th Mi NoeL P. — Un insecte mangeur de pucerons: Syrphus piri. La cloque du pèécher (Un insetto nemico degli afidi: Syrphus piri. La bolla dei peschi) (Lyon horticole, 1906). La bolla del pesco può essere dovuta a bruschi cambia- menti di temperatura, all’ Eroascus deformans, oppure all’Aphis persicae che attira le formiche, le quali secernendo acido formico irritano e deformano le foglie. In quest'ultimo caso, siccome l’ Aphis persicae depone le 350 PARASSITI ANIMALI sue ova spessissimo all'estremità dei rami più giovani, l Autore consiglia fagliare con cura, in febbraio, tali estremità e bru- ciarle, applicando poi sulle parti rugose della pianta pennel- lature con emulsione di sapone nero e petrolio in acqua (mezzo chilogrammo di sapone nero e uno di petrolio in dieci litri di acqua). In seguito sarà utile polverizzare due volte (a otto giorni di intervallo l'una dall'altra) tutte le parti della pianta con succo di tabacco a un grado e mezzo Baumée , e affumi- carle bruciando detriti di tabacco. Le piante così trattate possono poi utilmente essere rinfor- zate inaffiandole con una soluzione di 3 chilogrammi di solfato d’ammonio e 5 di nitrato di soda in 100 litri di acqua. L’ Autore rileva finalmente che sulle foglie a bolla infestate dagli afidi si trova spesso la larva ovo-conica di un dittero (il Syrphus piri) che si nutre di afidi ed è quindi un alleato assai prezioso per l’uomo. IUeSME Ren L. — Die Rolle der Zoologie in der Phytopathologie (L’ im- portanza della zoologia per la patologia vegetale) (Ztschr. f. wiss. Insektenbiologie, Bd. I, 1905, pg. 299-307). L’ Autore insiste sull'importanza che ha lo studio della zoo- logia per chi studia le malattie delle piante, e crede che queste siano dovute forse più ad animali parassiti che non a vegetali. L. M. TscHaen E. — Invasion de |’ éphippiger dans la région des Maures (Invasione di efippigere nella regione di Maures) (Le Pro- grès Agric. et Viticole, Montpellier, 1906, pg. 116-118 e una figura). L’ Autore segnala una grande invasione di ortotteri che nel giugno scorso ha danneggiato le colture nel littorale Mediter- PARASSITI ANIMALI - AGENTI ATMOSFERICI - MALATTIE D’'INDOLE FISIOLOG. 351 raneo compreso tra Saint-Tropez e Hyéres. Erano specialmente l’Ephippiger vitium, Eph. Bitterensis, Acridium migratoriumn, Barbitiste Berenguieri, ecc. Dopo aver dato i caratteri distin- tivi di queste specie, proveniente dalle foreste di Maures, con- siglia di po/verizzare sui vegetali che si vogliono difendere una miscela di solfo e di calce, e di dare un’ attiva caccia diretta agli insetti distruggendone quanti più è possibile. L. M. Pacorter P. — Accidents dus aux refroidissements printaniers (Danni prodotti dai freddi di primavera) (ev. de Viticul- ture, Paris, 1896, T. XXVI, p. 124-128). L’ Autore descrive i danni prodotti nei vigneti settentrio- nali della Francia dagli abbassamenti di temperatura avutisi nel maggio e giugno ultimi: clorosi, rossore e caduta delle foglie, rachitismo dei tralci, aborto dei grappoli, indebolimento e morte dei ceppi. Bisogna che i viticultori ritornino in vigore le piante con concimazioni opportune e preservandole con cura dai parassiti di ogni specte. L. M. CampBELL A. G. — Constitutional diseases of fruit trees (Malattie costituzionali degli alberi da frutta) (Jour. dep. Agr. Victoria, 1905, p. 463-465). a E una breve descriziene di alcune malattie dei meli e degli albicocchi che non sono dovute a alcun parassita vegetale o ( CES DA Si animale, ma sembrano derivare da cause fisiologiche in i pe pendenti dalla costituzione dei singoli ai certe altre. rd wi Pesi o GI | Come cura sono da adottarsi pratiche culturali atte a met : tere le piante in condizioni normali e buone di vegetazione. | g" Lul) 9 0 PA Taned, cs NOTE PRATICHE ’ TIPI E e 100) #00 ii Vas Vi A “ Ul uu Dalla Revue de Viticulture. Paris, 1906 : po Pe IO > TR al 4 n“ Num. 656. — J. Barsacq , dopo avere ricordato i risultati ottenuti America coll’ uso dei composti arsenicali contro gli insetti parassiti. di piante, consiglia l’ uso del cloruro di bario che è indifferente per v uon e gli animali superiori e velenoso per le larve ed i colse Lo si ado- s Mass TR ca! t \ SA pera in soluzione nell’ acqua al 2 p. 100: se 1° ACOLgo è leggermente. Di de | È “ È chiere di alcool metilico a 90°. È rimedio preventivo. i id Il cloruro di bario non può essere aggiunto alla poltiglia. bordole» Go perchè si formerebbe solfato di bario. i s* Num. 657. — Si consiglia l’ arseniato di piombo nella lotta contro le altiche. Non va applicato quando i grappoli sono già formati. " Pace PRATO ai n Rivista di Patologia Vegetale DIRETTA DAL Dorr. LurGi MONTEMARTINI libero docente di Botanica nella R. Università di Pavia Collaboratori: Prof. F. Cavara (Napoli) - Prof. G. DEL Guagoio= |. (Firenze) - Dott. F. O’ B. ELLISson (Dublino) - Prof. A. KroLopp (Magyar-Ovar - Ungheria) - Prof. O. Lorw (Tokio) - M. AL indici della {® Annata Y eroe e-_o- ea dla n INDICE PER MATERIA a III INDICE PER MATERIA Generalità. AprrioLp R. — Comunicazioni del r. istituto biologico agrario forestale di Dahlem presso Steglitz x 5 : RAGNI Bauer E., BuakrsurR A. F., RirLIcT R., eee. — Tavole botaniche » 289 Brick C. — Relazione sull’ attività della stazione per la difesa delle piante, dal 1 aprile 1905 al 30 giugno 1904 » J:1)3 Brick C. -- Settima relazione sull’ attività della stazione pato- logica di Hamburg ì ; ; ; : ; » 145 Briosr G. — Rassegna Cigna per il 1° semestre 1905 » 113 Briosi G. — Rassegna crittogamica pel 2° semestre 1905 » 321 Bupaxg Fu. — Relazione sull’attività della stazione di patologia vegetale di Tabor durante l’anno 1904 ; o » 193 Busse W. e Faper v. .- Lavori sulle malattie delle piante tropi- cali coltivate ; ; È È 5 è } » 341 Bussk W. e Prrsrs L. — Ricerche sulle malattie delle piantine. di barbabietola 3 » SNTAR 3 : RS 339 Burner E. F. — Relazione della Sezione Crittogamica del Go- verno dell’ India per l’anno 1905 ; x i » 255 Cavazza D. — Per la difesa delle piante coltivate contro i pa- rassiti ; È È £ è È . . i. todd: 114 DpLacLorx G. — Ricerche su alcune malattie del tabacco in Francia , ; - ; < , ; ; : ty 305 Ertkssox J. — Un istituto internazionale di agricoltura e la lotta contro le malattie delle piante coltivate È SEO 49 Erikssoy J. — È opportuno protrarre sempre il principio di una azione organica internazionale nella lotta contro le ma- lattie delle piante ? » 81 Frepman E. M. — Malattie delle D.- fi nio » 97 GaB»ino L. — Note e appuati sulle principali malattie che col- pirono le nostre colture nell’ annata 1905 5 155» P5) Kerx F. D. — Malattie delle piante nell’Indiana, ne l’anno 1905 5 5 A z » 289 Prroxa V. -- Selvicoltura generale ; È 5 » 343 PòscH K. — Protezione delle piante agrarie in Ungheria » 9S © Reu L. - L'importanza della zoologia per la patol. vegetale » 350 © Remoxpixo C.. — Relazione sull’ attività dell’ ufficio agrario di Cuneo nell’anno 1905 » 308 EW Y{ TANK GARDE ts die Spe 5) licai t O paz (ae N c " GI : ; = 20 È * E; n tr” ù TAR > à v > Ty INDICE PER MATERIA Rierpert — Notizie sulle malattie delle piante SgeLbox I. L. — Relazione sulle malattie delle piante nello Stato della Virginia occidentale Sorauer P. — Trattato delle malattie delle piante Malattie dovute a parassiti vegetali. AperHoLp R. — Sopra la biologia ed il modo di combattere la secale cornuta E 3 : » i , : È Id. — Sulla distruzione dei funghi per mezzo del sotterra- mento < è Id. — Sul cancro degli aio da frutto: va AperHoLp R. e Runcannp W. — Studio delle Scler dani degli al- beri da frutta ; 0 Id. — Sullo svernamento e diffusione dei ruggine da cereali Arpine M. — Le ruggini dell’ Australia. Loro struttura, natura e classificazione Id. — Note sulle ruggini dell’ una AppeL 0. — Studî sul carbone dei cereali Id. — La golpe dei nostri cereali Id. — Sull’ accartocciamento delle foglie senò patate. Id. — Lo Stysanus stemonites come parassita delle patate Id. — Il Peridermium Pini 3 È È £ n Id. — Esperienze di concimazione con materiale in putrefa- zione È È i ì ; : 5 ; 3 5 ApeeL 0. e LAUBERT R. La forma conidica del Phellomyces sclerotiophorus delle patate i, 3 i . : > IA. — Funghi notevoli 3 3 Id. — La malattia del Phellomyces delle pare - IA. — Alcuni funghi nuovi 3 x ApreL 0. e Schigorra — La iaaitia di S S. Giovanni dei piselli e altre malattie di Leguminose dovute a Fusarium Id. — I Fusarium come agenti patogeni ; : x Artur J. C. — La parte che hanno le lerkuitespone e > i ecidî nella distribuzione delle ruggini dei cereali e del grano saraceno : £ - I : , : , : BarcagLi-Perrucci G. — Il micozoocecidio dei Verbascum . si BracW S. A. e LirrLe E. E. — Calendario per le irrorazioni Bravyerie J. — Sulla malattia del platano dovuta alla Gn0mo- nia veneta-Glocosporium nervisequum È 3 à 3 . Beryaro Ca. — Su una malattia dei coco dovuta alla Pestalo2- zia Palmarum : 3 ERNATZKY RI -- Sulle simbtoni delle pinta shiaor coi tane Brssey E. — Dilophosphora Alopecuri 3LINN ig K. — Una varietà di poponi To tia ruggine 3oxMer E. e Roussrav M. — Funghi raccolti nel viaggio della S. Y. Belgica : ; è . : 7 . . . ‘ vi Vw x % » > AO 00 Sd 135 161-209 210-338 211 341 210 337 322 322 N Dal data - ' INDICE PER MATERIA % BrereLD 0., FaLck R. — L’infezione fiorale nelle Ustilaginee e la diffusione delle malattie da queste provocate . - Pag: E 195 BRiosi G. e Cavara F. — I funghi parassiti delle piante colti- vate ed utili 2 : . : 7 : ° i È SS» 101 Broco Rousseu D. — Contributo allo studio delle cause che pro- vocano l’odore di muffa dei-semi e dei foraggi . A fi; 146 Busik Fr. — Esperienze di inoculazione con alcune Uredinee . » 242 Bugàk Fr. und Kasìr J. E. - Contribuzioni micologiche » 82 BuonoLtz F. — Le Pwuccinia delle provincie del Baltico » 212 Busse W. - Relazione sulla spedizione del comitato toionrale di fitopatologia nell’ Africa occidentale . 33 Id. — Ricerche sulla malattia della durra . , - È a 216 CarLeron M. A. — Considerazioni sulla dia del frumento nel- l’anno 1904 É » 147 Casrex, S. — Le irrorazioni della ST nei dii caldi » 243 Ia. — La verità sulle poltiglie cupriche del commercio » 244 CHeLcHowski S. — Il. mal bianco dell'uva spina . » 129 CHÒopat R. — Sul polimorfismo del visco ; ; È ge) 50 CHRrISTMANN A. H. — Osservaz. sullo svernamento delle ruggini » 258 Cnuarp E. e PorcHert F. — Ricerche sul potere adesivo della pol- tiglia bordolese e dell’acetato di rame nella lotta contro la peronospora È 2 » 34 CLEBAHN H. — Ricerche sopra alesti finali iapenfetti e le 10%ò forme ascofore ì - ; È » Si CLintox G. P. — Le Ustilaginee o i on del Connebhicili » 83 Id. — Note sulle malattie dovute a funghi nel 1904 ala 177 Id. — La peronospora, o annerimento dei poponi e dei ce- brio : : , : » 178 Id. — La peronospora, 0 aiatindito delle sila » 179 CosrantIn et Luoer. — Ricerche sopra alcuni Aspergillus ERROR » 148 DassonviLLe C. e Broco-Rousseu. — Un processo di trattamento pei cereali avariati . » 309 DeL4crorx G. — Lavori della SRO di Vaia Vegetali » 130 DiereL P. — Sulle specie del genere Phyragmidium O 66 D’ IppoLito G. — Osservazioni intorno ad alcuni nuovi casi di frondescenza nelle infiorescenze di granoturco » 299 Emerson R. A. — Rogna e ruggine dei meli . È » 196 Eriksson J. — La vita vegetativa di aleune Uredinee. Lan 35 Id. — Sull’ origine e diffusione delle ruggini dei vegetali. d 119 Id. — La vita vegetativa della ruggine dei cereali. > 131 Id. — La malattia americana dell’uva spina in Europa, la sua diffusione attuale e la lotta contro di essa . . ; AO 310 Evert — Contributo allo studio dello sviluppo del G/oeosporium (RibIs È 7 È o : a È > ; È » 197 FaBER (von) F. C. — Sulla virescenza del Pennisetum spicatum. » 155 Fars H. — Un attacco precoce del marciume grigio nel cantone di Vaud ; , 3 E * î 5 E ; » 329 VI INDICE PER MATERIA Farxertr R. — Intorno al brusone del riso ed ai possibili rimedî per combatterlo . . 3 ; E - - È - î Id. — Erpete furfuracea delle pere: Macrosporium Sydo- wianum . ; È - È i : - : 5 p Fischer Ep. — Sul male dello selerozio dell’ Ontano -. È E Frayssk A. — Contrib. alla biologia delle fanerogame parassite Gysporro L. — Di un ifomicete parassita della vite . ; ; GacLLaup I. — Studî sulle micorize endotrofe 3 ; È : Id. Un nuovo nemico del caffè nella Nuova Caledonia : Gixpara G. — I funghi dannosi alle piante . ‘ È ; ; Gexrau de Lamarnibne L. — Sui micocecidî dei Gym70sporazgyin Girero F. — Il marcimme degli acini e gli ibridi produttori diretti . È E ; E 6 : ci : Guécuryx F. — Su un male dello sclerozio al colletto dei Calliste- phus sinensis 2 GuiLLox. IM. Ricerche sullo sviluppo e sulla cura del m4r- ciume grigio : é - ; 2 - 5 : - > Id. — Ricerche sullo sviluppo della Bofyytis cinerea, causa del marciume grigio dell uva . È i x . : ; ° Gissow H. — Disegni e colture di un fungo patogeno dei cee- triuoli . È * ; ; È È - x < ; È Id.-- Su una nuova malattia dei cetriuoli in Inghilterra: Co- rynespora Mazei . 2 3 È : E c È - 2 Gumrempero von H. -- Anatomia fisiologica di micocecidi 3 Harr (von) C..I. Scopazzi sul cacao . : 9 ? a - Hgcks L. — Infezione dei cereali per mezzo di spore di Usti- laginee : = - 3 ; È ; È ; 4 o HepGrock G. C. — Una malattia dei cavolfiori e dei cavoli do- vuta alla Sclerotinia . : È - î : C È ; Id. — Una malattia dell’ agcave coltivata dovuta ad un Colle- totrichum. È - È z - Z x - 3 È Hexprrsoyx L. F. Scabbia 0 rogna delle patate . x a HexxixGs P. — Alcuni funghi parassiti delle orchidee esotiche coltivate nelle nostre serre 4 a È - ; : - HoLway E. W. D. — Ruggini delle Salvia nell'America del nord Hoxi S. — Il carbone della Phyliostachys : È Isrvixrri (de; Gg. — Studî microbiologici e micologici nel 224,- ciume grigio dell’ uva 2 : & - - È È : JA. — Una malattia della vite prodotta dalla P/lyllosticta Biz- ZORPLVIANA - . . a 2 x 2 3 È Jagoprsco N. — Nuovo fungo parassita, causa del cencero del tiglio . = ” - : Y ; > à : 3 È Kietany H. — Una nuova malattia della Syringe dovuta a un fungo . È : ? ; ° ; ì ò z ; È Id. — Ricerehe sopra alcuni funghi imperfetti e le loro forme ascofore. III. È È : 7 x a . 2 È K6cKk. Un nuovo nemico delle rose in Austria 7 2 : » » » » » » » » » INDICE PER MATERIA VII KosrLan A. — Il Colletotrichum Orthianum n. sp. Studio biolo- PICO, A ; E î 7 n $ È z . Pag 105 Kusaxo S. — Nuove: specie di Exoascee. 2 : , » 2 LauBERT R. L’ernia dei cavoli e i mezzi per combatterla » 180 Id. — Una nuova malattia delle rose dovuta al Comniothyrium Wernsdorffiae . È : è 2 33842 199 Lawrencgk W. H. — Le unici di iashiglon ; » 105 Id. Cancro e marciume nero dei meli . - é ed 200 Lewron L. — Malattie della canna da zucchero e del cacao do- vute a funghi = » 85 Id. -- Malattie del cotone dor Te a funghi } » 180 Listir A. G. — Micetozoi della Nuova Zelanda » 36 Macras C. — La ruggine del grano. » 182 Macon W. T. — Malattie delle patate dovute sa sci e RESTO » 91 Manus P. — Sclerotinia Crataegi . È ; i 7 ara 36 Id. — L’ Uropyxris Richkiana ed i tumori cancrenosi da essa pro- vocati . i » 244 Maire R. — Note su safe gino Erisifaces ROS, 189 MancIn L. e Viara P. — Sopra la Sfearophora adtiivolii funge delle radici delle viti : : ; » 37 MartineLLI G. — Sul modo di campasiere peronospora ed didio » 258 Massee G. — Rogna dei Cactus i; » 88 MauLBLANe A. — Trichoseptoria fructigena n. sp. - è 311 MonteMaRtINI L. — Una malattia delle tuberose sanita alla Bo- trytis vulgaris . z : : 89 Id. — Fioritura autunnale dalla Syria suini dovuta a un fungo parassita . 2 : È E x ; 3 ; 3I1® 226 Muri F. — Sugli scopazzi dei peri. ; so 66 NamysLowski B. — Polimorfismo del Co/letotr cati Tasti n 327 NeGer F. V. — Nuove osservazioni sopra alcuni funghi parassiti delle piante legnose . è > ; ; È ROSE 106 Noack Fr. — Helminthosporium granvineum e Pleospora tricho- stoma dell’orzo . ; G x P sa» 67 NorLLI A. — Contribuzione allo studia dei sirarnionii del Pie- monte . E $ } ; : : È 3 : ci > 167 Orton W. A. — Trattamento contro le malattie dei cetriuoli e dei peperoni ; : 2 : ; ; ; E > 149 OsrerwaLperR A. — Marciume dei frutti dovuto a P/hytophtora » 149 Id. — Il male dello sclerozio nelle Forsizie . 4 ; re 201 Ovex (von). — Una malattia dei pomodori dovuta ad un /w- SATrium . È } È À : : » 150 Pacorrer P. — Oidium e Uncinula spiralis . : 2 î SIAE) 37 Id. — Oidium e Uncinula spiralis . E » 328 PammeL L. H. I funghi del ginepro e la ruggine ui SAR » 106 Parisor F. — Malattia dei topinambur . È È > 150 PasserINi N. — Esperienze per combattere la peronospora dica è 51 vite A s ; ; i : : ì * ì x VIII INDICE PER MATERIA Pavarivo L. — Influenza della Plasmopara viticota sull’ assorbi- mento delle sostanze minerali nelle foglie . DR . Pag. 18. Id. — La respirazione patologica nelle foglie di vite attaccate dalla peronospora . = x x senta 190 PreLiox V. — Intorno alla nebbia 0 nai bianco dell’ a. japonica - 3 7 - È . - 3 ; 34 3 Id. — Intorno al denerimainita dei medicai cagionato da Uro- phlycetis Alfalfae . 3 3 3 E : 3 . : |a 38 Td. — Il mal bianco dell’ evonimo: Oidium Evonymi japonicae » 120 TA. — Il mal del gozzo della medica: Urophlyctis Alfalfae , a 120 Id. — Alterazioni delle castagne cagionate da Pernicillium glaucum. » 213 Id. — Moria di piantoni di gelso cagionata dalla Gibberella mo- ricola . . ; - . ° x E a 214 Id. —— Il nerume delle TE ; F ; È 1 La 245 IA. — Intorno alla peronospora della canape è ; È a 291 PorrauLt G. — Una Chitridiacea parassita del Muscari comosum > 259 PLowrieuT Ca. - Corticium Chrysanthemi . ; £ 5 = CETE 70 Rorie e Bòrxer C. — Ricerche sui denti dei topi campagnuoli. è» 343 Rona-Rossi (. — Due nuove specie di micromiceti parassite . » 68 , Rowazex S. — Sulla Plasmodiophora brassicae e sulle cellule dei é carcinomi . : ‘ È È : È Li (0 PAN Samon S. E. — Errori rica riandi certe snpGdie specie di Ovu- lamiaSa ; : È È x : ; ; è sO 19 Id. — spe nono di colture sull’ Oidixm dell’ Evonymus japo- nica : È : ; . ; 5 e) 69 IA. — Nota iueluningio su una risifea endufita 1 si . 79 Id. — Sulla specializzazione del parassitismo nelle Erisifacee . » 121 Id. — Sulle variazioni della forma conidica della forma P/yl- lactinia corylea . ì 4 ) Î ; i d : RES: 259 4 ScueLLenBeRe H. C. — Morte dell’ Abies sibirica sul monte Adlis. » 260 È ScHnemer 0. — Ricerche sperimentali sulle ruggini dei ‘saliei î nella Svizzera . £ s ; ; 3 3 : , Ro 246 ScHrenk (von) H. — La Peronospora parasitica sui cavolfiori . » 89 Scorr W. M. — Per combattere il bitter-rot dei meli . ‘ SS; 273 SeLBy A. D. — Malattie e cure del tabacco . . BET 90 Sugar 0. L. - Malattie dei Vaccini dovute a funghi , IR 182 IA. — Esperienze di irrorazioni sui Vaccinium . b5 : Sp 274 SaeLponx I, L. — L'influenza del terreno sullo sviluppo della ruggine dei garofani . È 7 ; A 5 3 } Sv > 122 SHERMAN H. — Le piante ospiti del Panaeolus epimyces |. Palio, 246 Swirta CLavron 0. Studio delle malattie di piante da orti nel Dalaware . - } ; A : ì > P ; ARE. 215 1 Swrn R. E. — L’asparagio e la ruggine degli asparagi in Cali- fornia . ; ; : 7 ) ; È ; 5 SAD 311 : Id. — Ulteriori esperienze contro 1 ruggine degli asparagi OD SI SoLereper H. — Sopra degli scopazzi sul Quercus rubra, con un elenco degli scopazzi fin’ ora osservati sulle piante legnose » 3 i AA \n a dl INDICE PER MATERIA TX Soravuer P. — Malattia del Cerews nycetitalis È 5 È Pag 195 SpauLDING P. — Una malattia delle quercie dovuta al Po/ypo- rus obtusus è . 5 3 3 : x ; SLA 122 SwingLe W. T. — Per prevenire la carie del frumento e il car- bone dell’ avena . 3 P È > 275 Tiraposchi C. — Sopra alcuni tom icgii del Mais ilo » 90 Traverso G. B. — La peronospora del frumento in provincia di Padova e l’epoca della sua prima scoperta in Italia » 328 Trotter: A. — Sulla struttura istologica di un micocecidio pro- soplastico . È i; ; 5 ] ; ; ; ea 235 Id. — Nuove ricerche sui micromiceti delle Galle e sulla na- tura dei loro rapporti ecologici ga 262 TrurLLe E. — L'applicazione della poltiglia A Sainicala nell’ arboricoltura . 5 È } ; a STR) 313 Tuprur (v.) K. — Esperienze dl miezione con Uredinee ? 20 Id. — Scopazzi sul Pinus strobus » 260 Id. — Scopazzi sul Prunus padus . 7 i i, ; » 260 Id. — Notizie sulla diffusione del Trametes Pini A ; RE, 261 Turconi M. -- Nuovi micromiceti parassiti ; » 69 Tuzson J. — Ricerche anatomiche e micologiche sula conse vazione e putrefazione del legno di faggio SET) 261 UzeL H. — Sulla Cercospora beticola parassita della Lo Eanie tola da zucchero ; - S È È : È du 151 Verissimo D’ Armema — Specializzazione del parassilismo del- V Erysiphe graminis . ; : È to i È ; RA 269 VesrerGReN T. — Monografia degli Uromyces che si trovano sulle Bauhinia . 5 3 5 5 ; : ; È ? » 167 VraLa P. e Pacowrer P. — Nuove ricerche sull’ antracnosi . » 168 Id. — Sui lieviti sporulati dei funghi a periteci ol, 275 TA. — Sulle cisti dei G/oeosporium e sulla. loro funzione sio rigine dei lieviti È È È Sa 276 Vogcuino P. — Contribuz. allo sbntà Liù Phyllactinia cor ari » 70 Id. — Sullo sviluppo e sul parassitismo del Clasterosporium carpophilnm . i ; P 5 : ; i ; a 227 VurLLeMIin P. — Ricerche sui funghi parassiti delle foglie dei 15, 02 G MINNA ; : È ° i, 3 . È ; 3 45 169 Warg M. B. — Fungicidi e loro azione nel prevenire le ma- lattie dei frutti‘. 3 E » 276 Warp W. — Ticchiolatura di Siaiugli in Lig ene » 3 Warren C. E. — Irrorazioni . ; ; . 5 > 292 WuippLe 0. B. — La golpe dei peschi È 5 i BT) 291 WILDEMAN (de) E. — Le malattie del caffè nello Stato Libero del Congo . ) R : P 4 È ; Rat 328 Wixcox M.-E. — Malattie a ui ciliegi, peschi, peri e pruni, ) coi metodi di cura 2 È » 164 Id. — Malattie delle patate dolci pel? Al here ; » 348 Zeperpaurer E. — Cancro dei pini . i È 3 3 È » 277 x INDICE PER MATERIA Malattie dovute a parassiti animali. AppeL 0. e Bòrxer C. — Distruzione delle patate dovuta ad acari Pag. BarBey A. -- Ricerche biologiche sugli insetti parassiti del fico : Hypoborus ficus e Sinorylon serdentatum : : - . IA. — Nuove osservazioni sugli scolitidi del pino pinastro È BarcaGLi-PemruccI G. — Il micozoocecidio dei Verbascum . z BarLLoyx H. A. — Malattie della canna da zucchero dovute ad insetti . : : ‘ Id. — Insetti che attaccano il cacao 2 Indie cE Saga È Braci S. A. e Livre E. E. — Calendario per le irrorazioni z BerLese A. — Sopra una nuova specie di mucedinea parassita del Ceroplastes Rusci. = - : Id. — Notizie sugli sperimenti attuali per lombare la mosca delle olive . x - È . o 5 BerroxI G. — I nidi artificiali per w pislozione degli uccelli utili Bessey E. A. — Una malattia delle graminacee dovuta ad an- guillule E 2 z È : 3 Borxer C. — L’Hadena secalis come paraila della sese : Id. — Una nuova specie di Phyllocoptes sull’ Abete . . : Id. — Ricerche sui Chermidi degli Abeti . i { 4 È Bovrax L. — Un nemico del caffè al Tonkino: lo Xilotreehus del bambù secco. 3 E . 3 . Busse W. — Ricerche sulle Tatatti della duna î 4 7 Carrer G. — Un nuovo metodo di lotta contro le arvicole ù, Caruso G. Terza comunicazione sulle esperienze per combat. tere gli elateridi dei cereali . E : = : È - Cecconi G. — Note di entomologia forestale . } . Id. — Descrizione di galle italiane nuove o poco conosciute Id. - Illustrazioni di guasti operati da animali su piante le- gnose italiane - - CerceLer M. — Le lesioni fillosseriche : Cuuarn E. — La piralide ed i trattamenti arsenicali . CLose C. P. Le irrorazioni coll’ emulsione K. L. . : È Cook 0. F. — Adattamenti del cotone a resistere ai gorgoglioni DaGUvILLON A. — I cecidî di Rhopalomyia Millefolii DarkoHsrRa G. — Una malattia del riso nel Giappone . DeL Guerrero G. — (Contribuzione alla conoscenza della biologia del Gryllus desertus e Aegli effetti della sua presenza nelle campagne di Reggio Emilia Id. Intorno ad alcuni insetti dell’olivo ed ai suggerimenti più adatti per combatterli É : : E Id. — Di aleuni macrolepidotteri nocivi alle piante del pomario dei parchi e dei boschi : È Id. — L’Anmomala, VEpicometis, gli tiri gna ed i Rage chites della vite e degli alberi fruttiferi ; 3 . 3 » DAI, SIA td % » ea INDICE PER MATERIA XI Id. — La tignola del melo: Hyponomeuta malinella Id. — Gli afidi nocivi agli alberi fruttiferi e ad altre piante coltivate : Id. — Le cocciniglie degli agrumi É ; È De Sterani-Perez T. - Nota biologica sull’Apion violate DickeL 0. - Le mosche dei cereali : Dixox H. V. -— Galle di muschi dovute a nematodi Dor P. — Un nuovo fungo parassita degli Aspidiotus. ELor A. — Nota sul Physopus rubrocineta, insetto dannoso al cacao alla Guadalupa i EysseLL A. - Aédes cinereus e Al. leucopygos Fans H. — Acariosi, brunissure ed erinosi 7 ; E Farneti R. e Porraccr G. — Di un nuovo mezzo di diffusione della fillossera per opera di larve ibernanti rinchiuse in galle di speciale conformazione Farxevr R. — Intorno alla comparsa della Diaspis pe patigona in Italia e alla sua origine ; È = è : 3 Id. — Risposta alla nota del prof. G. Leonardi sulla pretesa antica presenza in Italia della Diaspis pertagona Fiori À. — Descrizione di un Dasyfidae nuovo e di un altro poco conosciuto . FLocRu T.-H. L. — Mondgidna dell'Aphis Ribis Forzster F. — Libellule del Tonchino Frirse H. — Le Ceratina dell’Africa ; Fuscurni GC. —- Le galle fillosseriche corrose “dba DIA ‘optera quadripuncetata x 5 . È È 3 Gaporto L. — La Diaspis da o cocciniglia del gelso GaLLi — Una invasione di cavallette a Velletri Ganpara G. — La distruzione dei topi - Genser C. — Emitterocecidi fiorali dei Centranthus i Gopiné F. e FroccGati W. — Monografia delle cicale australiane Goury et GomiGnon. — (li insetti parassiti delle ninfeacee. Id. — Insetti parassiti delle papaveracee e fumariacee Id. — Due nuove specie di imenotteri parassiti del papavero e della serratula ; E 7 È ; . 4 Grarrei E. — Su due nuove specie di Cynips e le loro galle Hexnry E. — Recenti invasioni di insetti forestali in Lorena e mezzi per combatterli & Id. — Lo scarafaggio dell’ abete nei Vosei Herrera L. — La mosca degli aranci Id. — Lanterna per accalappiare le farfalle Horri G. — Acerescimento anormale della canapa Houvuar» C. - Le galle laterali dei fusti : . E Id. — Sull’ anatomia della galla dell’ involuero delle Euforbie Huxrer W. C. — Per combattere i gorgoglioni del cotone Id. — Mezzi per comba:tere il punteruolo del cotone Laroxr F. — Un nemico delle patate: Gelechia operculella » » » » INDICE PER MATERIA Linpixerr L.. — Sopra alcuni coccidi delle conifere . i i Pag. 109. Id. — Due nuove specie di coccidi del genere Lewcaspis . Pins; Tzpnai - Id. — Due nuovi diaspidi dell'Asia » : 4 5 Passi: 124. Lroxarpi G. - Insetti che distruggono il grano ed altri cereali | nei magazzini .. } i , i - . . Bite D4 | Id. — La cocciniglia del gelso ; > $ : i ; MRI 55 A Id. — Sulla pretesa antica presenza in Italia. della Diaspis i pentagona . . . ; . . ‘ . ‘ ‘ Ja 136. i Leswe P. — Gli insetti della carota . ; ; ; i Ad 154 ì Macras C. — Invasione di topi nella Cienega de Zacapù . 40 AREA Macox W. T. — Malattie delle patate dovute ad insetti e funghi » 91 MarcHar P. — L’antonomo del cotone . ; ; ; 7 tI 8) DI TELE Mars-1s P. — Il sigaraio della vite ; ; } i; ; sost 229 Mayr G. — Nuovi insetti dei fichi: i_menotteri . . 2 fue 330 Mayer V. — I danni prodotti dallo scrivano . : . i) DA: Id. — Gli insetti dell’ asparagio . 5 , i ; i SRO. 251 ld. — Lo scarafaggio dell’olmo . i 5 a , 7 OLD 314 Meraz A. — Il punteruolo dei Capsicum 3 e 3 ; dp) 219. MokrzeckI S. A. — Sull’applicazione del cloruro di bario contro gli insetti dannosi nei giardini e neì campi . ; È ARI 56. MoLLiaro M. — La menta peperina basilicata : : 3 fato 173 Id. — Nuovo caso di virescenza dovuto ad un parassita localiz- zato nel colletto È SIE Ve, o 5 SI Ng 229 Morz E. — La selezione come mezzo pe” combattere la fillossera » 24 Moritz I- — Osservazioni ed esperienze sulla biologia della fil- lossera . , s 5 E E 5 È at 348 Miiluer F/ — Il Pediculoides Avenae n. sp. Sissa dell pr vg 56 MiiLLeR-THURGAU H. — La acariosi della vite , ; , RENE 184 NirzaBirowsk1 E. L. — Materiali per lo studio della zoocecidio- logia di Galizia . x 5 : 5 2. È GE. 174 i Né. P.— Un insetto nemico degli afidi: Syrphus piri. La bolla vi del pesco . 5 ; . È 5 7 ; ; 5 Su) 349 O PaGLia E. — Dimorfismo fiorale di £7ica arborea di probabile origine parassitaria . < oa x ; È È vos 268 Pemri C. — Tavole sistematiche delle specie del genere Lixus » DT Quarnrance A. L. and Brurs C. T. — Il verme del cotone . Red 371 Ret L. — L'importanza della zoologia per la patol. vegetale . » 350 Remrer Epy. — Nuovi coleotteri della fauna paleartica . RAS T4 Id. — Sulle specie di Stfenichnus dell’isola di Cipro . 3 a 94 Remonbino C. — La Diaspis pentagona del gelso . . 3 ao 252 Id. — La fillossera e gli effetti che essa produce x À Fiat.) 253 RoxcsLi F. — Contributo allo studio della composizione chimica delle galle . ; : ; ; 7 7 - : 1 14 141 Rostagno F. -- Contributo allo studio della fauna romana coi 74 Ganpers I. G. — Cocciniglie dell’ Ohio . 5 : ; tt, 75 M Scmrener V. Nuove comunicazioni sulle galle dg) muschi do- vute a nematodi £ = . È : ) ; È Re e 13; INDICE PER MATERIA XIII ScHourepeN H. — Nuovi pentatomidi dell’ Africa e Madagascar, con osservazioni di sinonimia . 7 Pag. 75 Sruvesori F. — Contribuzione alla conoscenza CNG metamorfosi e dei costumi della Lebia Scapularis Foure. con descrizione dell’ apparato sericiparo della larva 4 5 VR) 6 Id. — L’Ocnogina betica conosciuta volgarmente allo diano lar- vale col nome di Brwco peloso » 6 SuinarrLAnD M. V. — Esperienze di irrorazioni È > 253 Tamaro D. -- Istruzioni pratiche per scoprire la fillossera » 186 Tavares T. S. — Tavole sinottiche dei zoocecidî portoghesi > 8 Id. — Descrizione di un nuovo genere e specie nuova di Ceci- domyia del Brasile » 330 Id. — Note di cecidiologia Rogi 330 ThLLRZ O. — Il verme delle foglie del caffè a Ea » 298 Trotter A. - Sull Acariasi della vite del D.r H. Faes 9a 76 Id. — Nuove ricerche sui micromiceti delle galle e sulla na- tura dei loro rapporti ecologici - : È Ì RSroto 262 TrueLLR E. — L'applicazione della Ldia bordolese arseni- cata nell’ arboricoltura RE glo TscHarn E. — Invasione di A n ZI regione di i > 350 Vaccari F. — Di un nuovo entomocecidio che determina la ste- rilità dei fiori pistilliferi della canapa 3 Md 124 Visae F. — Contributo a lo studio dei Coleotteri di Sicilia. I Coccinellidi g ; 2 ; È ; : È Ss 8 WarTer W. e Frozzart F. L. S. — Note su alcuni neurotteri e descrizione di specie nuove » 43 Warren G. F. — Irrorazioni 3 È ) - . ta 292 Wrze C. — Le malattie del Cleonus punctiventris parassita delle , barbabietole, dovute a funghi . > 174 Zaxoxi U. — La Diaspis pentagona ed il LO di Rn mi gelsi . 5 i; è È ; , > 267 Malattie dovute a bacterî. AprrHoLp R. — Sul cancro degli alberi da frutta. » 341 ApeprHoLp R. e Runtanp W. — Su un caso di morte di ciliegi provocato da bacterì. » 125 Isa gommosi degli alberi oi fr ca ni de bacterî ? RUN 340 Id. — Su una malattia dei ciliegi prodotta da bacterî » 341 AxoniMo. — Una malattia che distrugge le Calla. È È SENTO 8 ApprL 0. — La malattia bacterica delle patate » 338 BerLEsR A. — Gravi alterazioni batteriche dell’ olivo . ; RIDE 58 Cavara F. - Bacteriosi del fico. È i È » 10 DeLacrorix G. — La ruggine bianca del i e la Molgina del mosaico É c 3 È c c - » 11 Id. — Sopra un marciume dei cavoli a a bacterî » 44 pit Ml 1) 3 E pr = A "pp XIYF INDICE PER MATERIA Maassen e MiLLer H. — Contributo alla biologia dei bacterî dei tubercoii d ; A 3 3 È 3 . x Markore K. — Ulteriori ricerche sulla malattia bacterica del sesamo ; ; 6 £ ; ” è 5 } î MammroLo 0. e Soave M. — Sui risultati ottenuti coll’ impiego dei bacterì Moore nella coltivazione dei piselli e del tri- foglio - : + ; : E MoxreMaRrTINI L. — Sui tubercoli radicali STO Datista Cai Ovexn (v) — Una nuova malattia dei baccelli delle leguminose dovuta a bacterì È x ; 7 : PreoLion V. — Un’esperienza cogli azotofagi Gi Moore Id. — La rogna o tubercolosi del Nerium oleander . : : Prromi R. — Influenza di alcune azioni oligodinamiche sullo sviluppo e sull’ attività del Bacillus radicicola Perri L. — Attività dell’osservat. antifillosserico di Colle Salvetti Pixoy — Azione dei bacterì sullo sviluppo della Plasmodiophora Brassicae . 5 : 5 ; 5 ; ; î Sackett W. G. — Aleune malattie bacteriche delle piante Scnmrr-Grorami R. — Ricerche sulla tubercolosi dell’ olivo Swira E. E. — Aleune osservazioni sulla biologia dei mieroor- ganismi dei tubercoli dell’ olivo ; Id. — I bacterì e le malattie delle piante . x È ; À Srrran J. — Studî sui tubercoli delle Leguminose . ; 5 Uyena Y. - Il Bacillus Nicotianace n. sp., causa dell avvizzi- mento del tabacco nel Giappone . - i; c : Ò Malattie dovute agli agenti atmosferici. AperzsoLn R. — Sul tallire del cavolo rapa . 4 : : ; 3arpry W. — Effetti del gelo durante l’inverno 1904-1905 sopra i fichi 3 ; ° £ I) ; ) 3 a Brauverp G. — Effetti del borea e dei grandi freddi sulla vege- tazione ; È È 5 Ò ; - 3 Bruok W. F. -- Sui danni prodotti dal vento alle foglie Davrav J. — Gli effetti del freddo nel giardino delle piante Dupoux A. — Il freddo a Cannes 7 , ; Grern W. J. e Barron F. H. — Morte invernale dei peschi Hauri M. Brauverp et Martin C. E. — Fiorifure autunnali nel 1905 KraswosseLsky T. — Formazione dei fermenti della respirazione nei bulbi tagliati e gelati di cipolla i Mez (. — Nuove ricerche sulla morte delle piante gelate Narpy père. — I danni prodotti dal freddo nella regione di Hvyeres ; ! ; } , i Noacg F. Sulle vesciche per gelo e la loro origine Pacormer P. Danni prodoîtti dai freddi in primavera Soraurir P. Azione meccanica del gelo 341 331 340 142 142 332 95 95 95 154 302 13 95 62 351 303 è s A È n: ul ati ei isti INDICE PER MATERIA EV, Steiner R. — Sulle intumescenze nelle foglie di Rwuellia formosa e Aphelandra Porteana : » 45 TrrRAccrano A. — L'inverno del 1904-905 ed: i suoi effetti silla vegetazione dei giardini di Palermo » 188 Warsox W. — Effetti della nebbia sulle piante » 143 Malattie dovute ad agenti chimici. AperHoLp R. — Sull’ azione del rame sulle piante SI 280 Atupink M. — RFffetti della formalina e del solfato di rame sulla germinazione dei semi del frumento 4 È SPESO 331 Brizr U. — Ricerche intorno al modo di caratterizzare le alte- razioni prodotte alle piante coltivate dalle emanazioni ga- zose degli stabilimenti industriali È i. 5 ELE 233 Eavrrt — Ulteriori ricerche sull’ azione fisiologica della polti- glia bordolese sopra le piante 204 Id. — Sull’ azione del rame sulle piante » 8 Jansoyx A. — Sui danni causati dal fumo LMR A va 332 Maxx R. J. -- Danni prodotti dai fumi alla vegetazione delle grandi città i ? . i : 3 i toa 300 Moritz J. e Scuerre R. — Sul trattamento del terreno col sol- furo di carbonio e la sua azione sull’ acerescimento delle piante . . : i ‘ - t > 205 Id. — Sulla permanenza del sa di sanbonio TO terreno » 206 Id. — Sul trattamento del terreno con solfuro di carbonio e la sua azione sull’ acerescimento delle piante » 342 Id. — Ricerche sulla capacità di a'cune piante di aa il rame dal terreno È È i; > : ; > PRI 342 RugLanp W. — Sull’ azione dei composti basici insolubili di rame sopra le piante trattate colla poltiglia bordolese » 206 SgeRPE R. — Ricerche sull’azione del solfato di sodio nel terreno » 342 WieLer A. — Ricerche sull’azione dell’acido solforoso sulla ve- getazione . : : 5 d È » 280 Malattie dovute ad azioni traumatiche. AprpeL 0. — Sui processi di cicatrizzazione delle patate » 301 BLarIingHEM L. — Anomalie ereditarie esi da azioni trau- matiche ì E i : 7 o» 11 Id. — Influenza di azioni trdinaticiià sulla variazione e l’eredità » 230 Id. — Effetti di azioni traumatiche sulle piante legnose » 231 Id. — Produzione di ascidî in seguito ad azioni traumatiche » 333 Gufcuen E. — Struttura e modo di formazione delle mostruo- Sità chiamate fichi doppî . . - . » 12 KraswxosseLsay T. — Formazione dei cati della respirazione » 62 nelle piante ferite OVIPO ORE | INDICE PER MATERIA KRaswnosseLsky T. — Formazione dei fermenti della respirazione neì bulbi tagliati di cipolla . SISI E ì ) :. Pag: : Leboux P. — Sulla rigenerazione della radichetta tagliata 9 aspre ScriirHore P. — Comportamento del nucleo nei tessuti delle ferite . : : £ } è 5 é ; 3 } sb 234 Svenpsex €. J. — Sullo scolo di resina nelle dicoliledoni spe- cialmente negli Stirar, Canarium, Shorea, Tolwifera e Li- quidambar . , ; ; : SUO 266 Zanoni U. — La Diaspis pentagona ed i na di o dei celsi . 5 5 È : : È : i i $ RAD DU Malattie d’ indole fisiologica. AperHOLDp R. — Sul fallire del cavolo rapa. . . 5 - NEO) 340 Brierinck M. W. e Raxn A. Ferite, parassitismo e gommosi È nelle amigdalee. . È 4 x : 3 3 | » 117 Briosi &. — Ispezione ad alcuni vivai di viti americane maloti di Roncet in Sicilia . 3 ; c TRO 1 Brizr U. — Intorno alla malattia de) riso delta De USONE + EPY 25 Id. — Ricerche sulla malattia del riso detta Drwsone. Primi studi caegnib nel 1904. . 3 : È Pontos 59 CamppreLr A. G. — Malattie a italionan gocli AS da frutta » 351 Harrer L. L. — Variabilità delle diflerenti varietà di grano nel : resistere ai sali tossici ©... ‘ - : . » 98 Jorpan W. H., Stewart F. C. e Eusrack IL. (. — Effetti di certe arseniti sulle foglie delle patate . 3 ; ; 3 PARI 119 LowrexnHERz R. — Ricerche sall’ elettrocultura : ; . PRI, 115 MoLLiaRn - Due casi di sdoppiamento di fiori provocati da nu- trizione deficiente e trasmissione ereditaria di tali anomalie » 12 Morsesco N. — Un caso di calcipenuria ; . ò . pu) 2 | PanraneLLt E. — Studî su l’albinismo nel regno vegetale . —. » 49 è Ravaz L. — Sul deperimento delle viti , $ ; È SEO, 65 | Ravaz L. e Roos L. Il rougeot della vite . : 2 Bea 99 i Roucier L. — La colatura e la selezione degli simon x PR 100 SANNINO F. A. — Il rossore delle viti . 3 ; : È Re) 162 ; È SCHRENK (von) H. — Tumori formati per stimolo chimico . Da _ 82 all SeeLHORST (v) — Fenomeni provocati dalla mancanza di potassio } nel Phaseolus vulgaris nanus . : > ‘ ; È SE 194 I Surron A. W. — Degenerazione delle patate c E 5 ES Abi WorsprLL W. C. — Fasciazione: suo significato e origine . mp 267 Malalticl/drindoleGaszia: AperHoLp R. e RunLAND W. — . la gommosi degli alberi da frutta provocata da bacteri? . , 5 SIL RAR 1 . d» 340 Brizi U. — Intorno alla malattia del riso detta brusone . mi 25 pe INDICE PER MATERIA XVII . Brizr U. — Ricerche sulla malattia del riso detta brusone Pag. 59 Cuponi G. — La brusca dell’olivo nel territorio di Sassari » 27 D’ IppoLito G. — Osservazioni intorno ad alcuni nuovi casì di frondescenza nelle infiorescenze di granoturco » 299 FaBeR ‘v) F. C. — Sulla virescenza del Pennisetum spicatum » 155 Farneti R. — Intorno al brusore del riso ed ai possibili rimedî per combatterlo . 5 » 24 Grscawinp L. — ll mal di gozzo della Pasbabigkanà » 155 GRIGNAN G. T. — La trasmissione della screziatura coll innesto » 207 Heperock G. G. — Alcuni risultati di tre anni di esperienze sul crown gall 3 ; È f pe» 126 Hyaumar J. — Per combattere il mal del mosaico del abaco PR 156 Hinrner L. e Proers L. — Ricerche sulle malattie delle piantine di barbabietole È È ° » 221 Hovarp 0. — Ricerche aliafomniche sui diptaradeciai dei Giilopri » 28 Id. — Sull’ accentuazione dei caratteri alpini delle foglie nelle galle dei ginepri ; È ; 4 ; È SELE, 28 Huxcer F. W. T. — Una nuova sedia sull’ chiolonia del male del mosaico del tabacco 2 ; ; , . > 157 Id. — Ricerche e consideraz. sul male del mosaico del tabacco » 175 Krasser F. — Sopra una speciale malattia della vite » 26 Kriicer F. — Studî sulla rogna della barbiabietola da zucchero » 222 LaprLaup M. -- Anomalie riscontratesi nel raccolto delle patate nel 1905 ; ; Ù : » 157 Mancix L. e Viara P. — La gommosi degli acini. » 14 MassaLoxco C. — Deformazioni diverse dei germogli di Ligaen bia Cyparissias infetti dall’ Aecidium Euphorbiae : Id 30 MercaLe H. —- Relazione preliminare sulla webbia del riso con note su altre malattie di questa pianta È » 334 Perri L. — Di alcuni caratteri culturali della Stictis Pamiezei . > 28 Id. — Sull’attuale condizione degli olivi colpiti dalla brusca in provincia di Lecce ; : È é 2 » 60 Id. — Nuove ricerche sulla biologia adi Stictis Panizzei IAN, 232 Id. — Nuovi studî sulla brusca dell’ olivo » 255 PoLLacci G. — Sulla malattia dell’olivo detta brusca » 27 Ravaz L. e Soursac M. — Il court-noué è prodotto dal gelo » 315 SCHRENK (v.) H. e Heparockx G. G. — I ricoprimento degli in- nesti dei meli in relazione alla malattia detta crown-gall . » 300 Scamrai M. -- Note supplementari sul fungo che è causa della malattia detta imn.ochi o brusone del riso » TI Voss W. — Sul sughero di cicatrizzazione nelle viti . » 30 Fisiopatologia. Cook O. F. — Adattamenti del cotone a resistere ai gorgoglioni » 236 Errera L. — Azioni inibitorie nei vegetali . 3 3 » 237 XVII INDICE PER MATERIA GaLLaup I. — Studî sulle micorize endotrofe A : S Grorcs E., Apaus — Saggio sulle varietà di patate . . È Joxrs L. R. — Resistenza delle patate alle malattie . 2 È KraswosseLsty T. — Formazione dei fermenti della respirazione nelle piante tagliate , : - 4 5 5 Id. — Formazione dei fermenti della respirazione nei bulbi ta- gliati di cipolla . : - È a Kuxzr G. — Sulla secrezione di acidi da dr, delle iau e delle ife di fanghi . : - : : È - - ; Markxkovic B. — Sulla nutrizione dei funghi che sono causa della decomposizione dei legni È : x è - 5 Maire R. — Note su alcune Erisifacee . : PagLia E. — Dimorfismo fiorale di Erica arborea di foligno origine parassitaria . . i, ; È Pavarivo L. — Influenza della DIA a viticola sulla bimento delle sostanze minerali nelle foglie : 5 Id. — La respirazione patologica nelle foglie di vite attaccate da peronospora 5 : è c 3 : 5 È Perri LL — Attività dell’ osservatorio antifillosserieo di Colle Salvetti 7 : ; “ x ; : : , RoxcaLI F. Contributo allo studio della composizione chimica delle galle 7 _ : ; : ; - 5 SaLxon E. S. — Nota preliminare su una Erisifea endofita Sorauer P. — Azione meccanica del gelo Surron A. W. — Degenerazione delle patate . Verissimo D’ ALmerpa I. — Specializzazione del heat del- l Erysiphe graminis . - È Warp H. M. — Recenti ricerche so RO dei funghi WiurartH H., Romer H. e Wimwkr G. — Sulla presenza dell’ erba mora nei campi di barbabietole infetti da nematodi Anatomia patologica. AppeL 0. — Sui processi di cicatrizzazione delle patate Brizi U. — Ricerche intorno al modo di caratterizzare le alte- razioni prodotte alle piante coltivate dalle emanazioni ga- zose industriali . a 3 ? . : È È L CerceLer M. — Le lesioni Are ce È ; : x î DaiguiLLox A. — I cecidî di Rhopalomyia Millefolii - È 4 FLOGRL T. H. L. — Monografia dell’ Aphis Ribis . : è x GixeaU DE LamarLibRe L. — Sui micocecidî dei Gymmnosporangium GurteMBERG (von) H. — Anatomia fisiologica di micocedì . Hovarp (. — Sull’ anatomia delle galle dell’ involucro delle Fuforbie { ; ; ; A È 5 - ; ; È Id. — Identità della struttura delle galle involucrali e delle fogliari nelle Euforbie : : : } . . , È » » » 335 INDICE PER MATERIA XIX Rowazrx S.— Sulla Plasmodiophora brassicae e sulle cellule dei carcinomi . - ERI] ScHiirHorr P. — Cd impolialinionto del Maeleo nei i fesso delle ferite » Sorauer P. — Azione meccanica del gelo Trotter A. — Sulla struttura istologica di un casa pro- soplastico . ; : 4 3 ; : RASTA Tuzson I. — Ricerche nai e micologiche sulla conser- vazione e putrefazione del legno di faggio . * 7 gl Voss W. — Sul sughero di cicatrizzazione delle viti . E NO Note pratiche. 15, 31, 47, 63, 80, 96, 112, 127, 144, 160, 176, 191, 208, 223, 239, 271, 288, 303, 318, 336, 352. —.+40otor __ INDICE ALFABETICO DELLE PIANTE AMMALATE INDICE ALFABETICO DELLE PIANTE AMMALATE Abete, Aecidium sp. 193 Chermes sp. 343 Coeoma Abietis pectinatae 20 Melampsora Abieti-caprearum 20 Phyllocoptes triceras 249 Pissodes piceae 123 Visco 50 Abies Apollinis, Aspidiotus abiet. 109 » sibirica, Dasuscypha calicifor- mis 260 Pseudoplatanus , perniciosa 83 Acero, Phyllactinia corylea 70 Rhytisma acerinum 160 Achillea Millefolium, Rhopalomyia Millefolii 45 Adesmia, Phyllactinia corylea 259 Adora, Puccinia Adorae 14 Puccinia argentata 242 Agave, Colletotrichum Agaves 84 Agropyrum repens, Dolichomorphus rufimanus 54 Agrumi, Aspidiotus Hederae 297 bianca 297 Ceroplastes sinensis 297 > Rusci 297 Cocciniglie 296 Dactylopius Citri 296 Icerya Purkasi 296 Lecanio liscio 296 Lecanium hesperiduwm 297 Mytilaspis citricola 298 Parlatoria Zizyphi 297 Pidocchio a virgola 298 » nero 297 T'oroptera Aurantii 295 Albicocco, Clasterosporium carpoplri- lum 146 crown-gall 166 Acer Phyllosticta gommosi 118 malattia di Mombach 333 Monilia fraciigena 118 Alnus, Agelastica Alni 41 glutinosa, Sclerotinia 17 » incana, Eroascus amentor. 14 Sclerotinia 17 » /aponica, Taphrina japonica 2 » viridis, Sclerotinia 17 Anemone, Septoria silvicola 192 Anguria, antracnosi 115 Colletotrichum sp. 115 Anthrycus silvestris, Erysiphe Poly- goni 19 Aphelandra Porteana, intumescenze fogliari 45 Arancio, mosca 73, 191 Trypeta ludens 73, 191 Arachis, Septogloeum Arachidis 258 Armillaria mellea, Panaeolus epimy- ces 246 Artemisia vulgaris, Eriophyes 52 Asparagio, Cladosporium herbar. 312 Crioceris asparagi 252 » drodecimpunctata 252 insetti 251 Platyparea poeciloplera 251 Puecinia Asparagi 177, 290, 311 ruggine 290, 311 Aspera Spicae venti, Puccinia Spicae venti 212 Avellano, Phyllactinia corylea 70 Avena, anguillule 15 anomalie ereditarie 11 carbone 208, 224, 275, 290 elateridi 40 elmintosporiosi 146 i imbianchimento delle spighe, 57 Pediculoides Avenae 56 w INDICE ALFABETICO DELLE PIANTE AMMALATE XXI Pediculoides graminum 57 Pentaphis trivialis 296 ruggine 148, 290 Sipha maydis 296 Streptothrix Dassonvillei 147 Ustilago Avenae 275, 290. Banano, Marasmius semiustus 86 Barbabietola, Bacillus teuthlium 187 carie delle radici 221 Cercospora beticola 151 Cleonus punctiventris 174 Enchytraeidus 223 Fusarium Betae 152 Histiostoma Feroniarum 156 mal del gozzo 155 malattie di piantine 339 mancanza di potassio 194 nematodi 46 Oospora sp. 222 Phoma Betae 156 Phyllosticta Betae' 152 Ramularia Betae 152 ‘rogna 222 Septoria Betae 152 Batata, Acrocystis batatas 348 Ceratocystis fimbriata 348 marciume 348, 349 Monilochaetes infuscans 348 Nectria ipomoecae 349 Phoma batatae 348 Rhizopus nigricans 348 scabbia 348 Bauhinia, Uromyces sp. 167 Berberis, Puccinia graminis 131 Betula, Amanita muscaria 212 Phyllactinia corylea T0 Bianeospino, Gymnosporang. sp. 106 Phyllactinia corylea 70 Roestellia sp. 106 Sclerotinia Crataegi 36 Bromus, Erysiphe Graminis 121. Cacao, annerimento dei frutti 33 canero 86 Colletotriehum brachytrich. 130 » incarnatum 34 » theobronricol. 130 Diaprepes abbreviatus 171 die-back 86, 87 Diplodia cacaoicola 86, 8T «- Fusarium theobromae 34 golpe 87 horse-hair blight 87 Lasiodiplodia nigra 241 marciume delle radici 34 Nectria 86 Physopus rubrocineta 172, 184 Phytophtora 81 5 omnivora 34 scopazzi 83 Steirastoma depressum 172 thread blight 87 Cactus, rogna 88 Caffè, Cemiostoma coffeella 298 Hemileia vastatrix 329 koleroga 163 malattie diverse 328 Pellicularia Koleroga 163, 329 Xilotrechus sp. 39 Calamogrostis canudensis, Dilopho- sphora sp. 324 Sphaeria Alopecuri 324 Calla, Bacillus aroideae 8 Callistephus, male dello selerozio 326 Camphord glandutlifera, Ascochyta camphorae 69 Campanula: glomerata, Perrisia 52 Trachelium, Ascoclyta bohemica 83 Canarium, scolo di resina 266 Canapa, accrescimento anormale 203 afidi 203 anomalie ereditarie 11 incappucciamento 291 peronospora 291 Phorodon cannabis 124, 296 Thylenchus devastator 291 Canna da zucchero, Ap/is sp. 216 Aspidiotus sacchari 171 Castnia licus 172 Colletotrichim falcatum 257 Dactylopris sp. 171 Diaprepes abbreviatus 171 Diatraea saccharalis 171 Diplodia cacaicola 257 XXII INDICE ALFABETICO DELLE PIANTE AMMALATE Delphax saccharivora 171 Lizyrus tumulosus 171 Marasmius Sacchari 86 marciume rosso 257 Melanconium Sacchari 102 pine-apple 85 red-rot 257 rig-disease 85 root-disease 86 Schizophyllum commune 257 Sphaeronema adiposum 257 Sphenophorus sericeus 171 Thilariopsis ethraceticus 85 Trichosphaeria Sacchari 85,171 Xyleborus perforans 171 Capsella Bursa-past., Albug. cand.14 Capsicum, Anthonomus Eugenii 219 Bacillus solanacearum 187 punteruolo 219 ‘ Carciofo, bruco peloso 7 Carica, Lasiodiplodia nigra, 241 Carota, Bacillus aroideae 9 Depressaria 154 Molytes coronatus 154 Psila rosae 80 Psilomyia rosae 80, 154 Tipula oleracea 80, 154 Carrubo, Phyllosticta calaritana 102 Castagno, Bacillus amylovorus 187 crown-gall 166 Cylindrosporium castanicol. 176 mal dell’ inchiostro 176 nerume 214, 245 Penicillium glaucum 213 Phyllosticta maculiformis 176 Pterochlorus longipes 295 Rhacodima cellare 245 Rhizopus nigricaus 214 seccume 176 Sphaerella maculiformis 176 Trichoceble fulvolviria dA Trichotecium roseum 214 Uattleya labiata, Macr. cattleyic. 18 Cavolo, Aphis brassicae 296 Bacillus aroideae 9 » brassicaevorus 44 black-rot 187, 290 Coccus sp. 141 ernia 14I, 180, 302 marciume 44, 84 Pentatomes 320 Peronospora parasitica 177 Plasmodiophora Brassicae 141, 180, 302 Pseudomonas campestris 187, 290 Sclerotinia Libertiana 84 tallire 340 Cavolfiore, Bacillus aroideae 9 marciume 84 Peronospora parasitica 84 Sclerotinia Libertiana 84 tumori fogliari 82 Centranthus sp., Trioza Centr. 275 Cereali, carbone 35, 196 elateridi 39 ruggine 35, 49, 131, 337 Cereus nyctitalis, intum. interne 195 Cetriuolo, Altern. brass. nigrese. 149 annerimento 178 antracnosi 149 Ascochyta citrullina 215 Bacillus aroideae 9 » tracheiphilus 149 Colletotrichum lagenarium 149 Corynespora Mazei 18, 202 golpe 149 Laestadia cucurbitacearum 215 Neocosmosp. vasinfecta nivea 149 Peronoplasmop. cubensis 149, 178 peronospora 178 Phyllosticta citrullina 215 Pseudoperon. cubens. v. twer. 1718 Sphaerella citrullina 215 » cucurbitacearum 215 spot 3 ticchiolatura 3 Chelidonium majus, anomalie fior. 12 Ciliegio, Bacillus spongiosus 125 black-rot 165 Cylindrosporium Padi 165 (’ytospora sp. 118 » leucostoma 125 Fusicladium Cerasi 32 gommosi 118, 125, 165 leaf-spot 165 malattia bacterica 341 JP VASI) * Myzus Cerasi 295 Plowrightia morbosa 165 punteruolo 269 Rhynchites cupreus 279 rogna 165 Sclerotinia fructigena 177 ticchiolatura 165 Valsa leucostoma 125 Cinnamomum,, Colletotr. Briosii 69 Cytosporella Cinnamomi 69 Phyllosticta Cinnamomi 131 Cipolla, Botrytis sp. 178 Puccinia Allii 64 Citrus aurantinm, Teutredinea 52 Clematis Jackmanni , Ovularia Cle- matidis 19 Coco, Aspidiotus Forbesi 251 Helminthosporium incurvat. 346 Pestalozzia Palmarum 345 Cocomero, Bacillus tracheiphilus 187 . Septoria Cucurbitacearum 130 Cotogno, Gymnosporangium sp. 106 Roestellia sp. 106 Trichoseptoria fructigena 311 Cotone, antonomo 266 antracnosi 180 black-boll 181 Bombyx obsoleta 137 bruchi 180, 191 | Cercospora gossypina 180 Colletotrichum Gossypii 180 Cotton boll worm 1837 Fusarium sp. 180 golpe 180 gorgoglioni 153, 191, 236 Heliothis sp. 137 leaf mildew 180 leaf rust 180 leaf spot 180 punteruolo 265 ruggine 180 ticchiolatura 180 Uredo Gossypii 180 Crataegus oxyacantha, Sclerotinia crataegi 36 Crisantemi, Corticium Chrysant. 10 Orthezia insignis 75 INDICE ALFABETICO DELLE PIANTE AMMALATE XXIII Cucumis sp., Peronoplasmopara cu- bensis 178 peronospora 178 Cypripedium insigne, Colletotrichum Orthianum 105 Dalbergia, Phyllactinia corylea 259 Datisca cannabina, tubercoli radi- cali 203 Datura Stramonium , Bacillus sola- nacearum 187 Delphinium elatum, Erysiphe Poly- goni 19 Dianthus barbatus, Puccinia arena- riae 177 Dichaea vaginata, Colletotrichum Di- cheae 18 Sclerotium orchidearum 19 Diplotaris tenwifilia, Contarinia 52 Durio zybethinus, Phyllosticta Ne- phelii 131 Durra, malattie varie 216 Epicea, visco 50 Epilobium angustifoliuwm, Puccinia- strum Epilobii 194 Erba medica, Bisfon graecarius 336 Hyperia variabilis 64 mal del gozzo 120 Pemphigus lactucarius 296 Pleosphaerulina Briosiana 102 Rhizoctonia 256 Urophlyctis Alfalfae 38, 120 Erica arborea, dimorfismo fiorale 268 Perrisia ericina 268 Evonimo, Gloeosporium Evonymi 102 mal bianco 120 Oidium Evonymi japonicae 120 Evonymus japonica, Oidium 3,19, 69 Euphorbia Cypariss. Aecid. Euph. 30 Euforbiacee, galla dell’involuero 233 Perrisia capsulae 233, 335 Faggio, Bispora monilioides 261 cocciniglie 63 Coccus Fagi 63 Hypoxylon coccineum 261 Irpex obliquus 106 Phyllactinia corylea 70 Polyporus hirsutus 262 3 * NY dè È 2A 3a DR PERA NXIV INDICE ALFABETICO DELLE PIANTE AMMALATE a Polyporus versicolor 262 Poria vaporaria 262 Stereum hirsutum 261, 262 » purpurewm 261 Schyzophyllum commune 261 Tremella faginea 261 Trametes stereoides 262 Fagiuolo, Co/letotrichwn Lindemu- thianum 169 Macrosiphum ulmariae 296 Tetraneura phaseoli 296 Faqus antaretica, Cyttaria Darwi- ni 242 Deformazioni 242 Podocrea deformans 242 Fava, antraenosi 115 bacteriosi 187 Colletotrichum sp. 115 Pseudomonas Phaseoli 187 Fico, apate 96 bacteriosi 10 Ceroplastes Rusci 297 cocciniglia cerifera 297 Dematophora mecatrix 96 fichi doppi 12 gelo 142 Hypobarus ficus 293 imenotteri 330 ipobaro 96 licheni 96 mal bianco delle radici 96 marciume delle radici 96 Sinorylon sexdentutum 293 Forsizia, male dello selerozio 201 Sclerotinia Libertiana 201 Fragola, malattia rossa 80 Stigmatea fragariae 80 Frassino, Cercospora Fraxrini 102 Phyllactinia corylea 70 Piggotia FPraximi 102 Frumento, allettamento 128 anguillule 15 carbone 338 carie 275 Cephus pigmeus 192 Erysiphe Graminis 121 peronospora 328 Protomyces macrosporus 328 Puccinia Graminis 147 punteruolo 96 ruggine 147 sali tossici 98 Selerospora graminicola 328 » macrospora 328 Tilletia foetens 275 Ustilago glumarum 119 » Segetum 114 Fumariacee, insetti parassiti 59 Funkia albo-margin., Fusarium 83 Galium, Puccinia puncetata 243 Garofano, degenerazione 63 ruggine 122 Gelso, Armillaria mellea 322 avvizzim. dei germogli 102, 322 Bacillus cubonianus 177 bacteriosi 322 Bacteriwm Mori 322 bruco peloso 7 cicatrizzazione tagli 32 Diaspis pentagona 55, TI, 114, 186, 252, 267, 349 fersa 321 Fusarium lateritivm 102,215,322 Gibberella moricola 102, 214, 215 grandine 272 Ischikubyo 322 lingua del gelso 322 mal del falehetto 192, 322 male dello selerozio 322 marciume delle radici 322 Polyporus hispidus 321 potatura 267 rachitismo 322 Sclerotinia Libertiana 322 Septogloewm Mori 321 Geraniuwm, Aecidium sanguinolen tum 243 Ginepro, dipterocecidî 28 Gymnosporangium clavariaefor- me 270 Gymnosporang. juniperinum 270 micocecidî 270 Oligotrophus juniperinus 29 » Sabinae 29 L) INDICE ALFABETICO DELLE PIANTE AMMALATE Glechoma hederacea, Aular Glech. 24 Graminacee, anguillule 135 bruco peloso 7 Grano, chahuixtle 182 insetti dannosi 54 punteruolo 310 ruggine 182 Streptothrix Dassonvillei 310 Grano saraceno, ruggine 129 Granturco, Bombyxr obsoleta 137 frondescenza 299 Sclerospora macrospora 299 Sipha maydis 296 Tetranewra coerulescens 296 » Ulmi 296 Grewia venusta, Ustilago Grew. 235 Heracleum Sphondylium, anomalie per traumi 230 Erysiphe Polygoni 19 ‘ Hibiscus vitifolius, intumescenze fo- gliari 45 Hordeum silvaticum, Erysiphe Gra- minis 121 liex, Cylindrosporium Pollaccii 102 Juniperus, cedar-apples 106 Cryptoparlatorea leucaspis 124 Gymmnosporangium sp. 106 » macropus 197 Kircksia africana, Gloeosporiuwm Kir- cksiae 131 Lampone, antracnosi 290 Gloeosporium venetum 290 Leptosphaeria coniothyrium 178 Phragmidium Rubi-Idaei 319 ruggine 319 Landolphia Klainii, Colletotrichum paucipilum 131 Lantana, Orthezia insignis 75 Larice, Coleophora laricella 40 Dasyscypa WillkÒommi 277 Lattuga, Pemphigus lactucarius 296 Leandro, Phoma oleandrina 130 Leguminose, bruco peloso 7 tubercoli radicali 254 Limone, Haeliothrips haemorroida- lis 272 incalcinato 272 mal bianco 272 Liquidambar, scolo di resina 266 Lillà, Phloeophtora Syringae 104 Lonicera, Lasiobotrys Lonicerae 106 Lupinus angustifol., Pusar. sp. 340 Luppolo, Phorodon humuli 296 Plasmodiophora sp. 126 Lygeum Spartivm, Ustilago hypody- tes 101 Mais, anomalie ereditarie 11 Aspergillus sp. 90 carbone 196 guaine tubulate 333 Vospora sp. 90 Penicillium glaucum 90 Streptothrix Dassomwvillei 147 Ustilago Maydis 14 Mandorlo, Clasterosporium amygda- learum 118 Coryneum Beijerinkii 118 erown-gall 166 Dematiuwm pullulans 118 Fusicoccum Amygdali 130 gommosi 117 Gymnosporangium sp. 106 punteruolo 279 Rhynchites cupreus 279 Roestellia sp. 106 tignuola 318 Meliaca, Bucillus amylovorus 187 Melo, afide lanigero 272 Alternaria sp. 200 Aphis lanigera 308 Bacillus amylovorus 1ST, 290 bitter-rot 164, 200, 273, 289 black-rot 165, 290 cancro 165, 290 Carpocapsa pomon. 112, 256, 309 erow-gall 300 Fusicladium 165, 309 gatta dei germogli 112 Gloeosporium fructigenum 273 » malicorticis 200 Glom. rufom. 164, 200, 273, 289 golpe 290 Gymnosporangium sp. 106, 175 Hyponomenta malin.112,144,279 XXVI Leptothyrium Pomi 165 marciume 289 marciume nero 200 Myzoxrylus laniger 295 nebbia 290 Phyllachora pomigena 165 Phytophtora omnivora 149 pidocchio lanigero 192 pomaria 256 punteruolo 279 Rhynchites sp. 279 Roestellia sp. 106, 197 rogna 196, 289 ruggine 165, 196 scabbia 165, 289 Schizoneura lanigera 192 Sphaeropsis malorum 165, 290 tagliadizzo 279 tiecchiolatura 309 tignola 112, 279, 308, 318 tortrice 308 Trichoseptoria fructigena 311 Venturia inaequalis 165, 196 » pomi 289 vino 309 : Melone, marciume dei frutti 177 Plasmopara cubensis 115 Melica ciliata, Uromyces gram. 242 Menta, basilicata 173 Eriophyes Menthae 174 Mercuriale, anomalie ereditarie 11 Mespilus germanica, Sesia 52 Muehlembeckia, Gloeosporium Mueh- lembeckiae 102 Muscari comosum, Physoderma Mu- scari 259 Muschi, anguillule 219 galle 253 nematodi 253 Navone, Bacillus aroidede 9 Navone bianco, Erysiphe polygoni 19, 20 Nephelima lappacerum, Phyllosticta Nephelii 131 Nespolo, Phyllactinia corylea 70 Phyllostieta mespilicola 68 Ninfeacee, insetti parassiti 23 Qleandro, Bacillus oleae 315 rogna 315 tubercolosi 315 Olivo, alterazioni bacteriehe 58 Bacillus oleae 58, 110, 111 bruca 27, 28, 60, 232, 255 bombacello 250 cocciniglia cotonosa 251 » del Pollini 250 » nuda 251 Coniothyrium Oleae 27 cotonello 250 i Cycloconium oleaginum 128, 303 Cytospora 232 Dacus Oleae 247 Euphyllura olivina 250 fleotripo 224, 249 Lecanium Oleae 251 mosca olearia 246 oechio di pavone 303 Phloeotribus scarabeoides 249 » Oleae 224 Phloeothrips Oleae 224, 250 Philippia Oleae 251 Phyllosticta sp. 232 pioecio 250 Pollinia Pollini 250 Prays oleellus 250 punteruolo 224, 249 Rhynehites cribripennis 249 rogna 58 richite 249 Septoria oleae 27 Stictis Panizzei 27, 28, 232, 250 tienuola 250 tripse 250 tubercolosi 109, 111 vaiuolo 128 Olmo, Galerùca luteola 314 Mycosphaerella Ulmi 51 Phleospora Ulmi 51 Phyllachora Ulmi 51 Tetraneura Ulmi 296 Oncid. dasystele, Uredo Behmick. 18 Oncid. pulvinatum, Graphiwn bul- bicola 18 Ontano, male dello sclerozio 17 INDICE ALFABETICO DELLE PIANTE AMMALATE XXVII Phyllactinia corylea 70 Orchidee, funghi parassiti 18 Parlatorea pseudaspidiotus 124 Orzo, anomalie ereditarie 11 Helninthosporium gramineum 67 Phleospora trichostoma 67 Sipha maydis 296 Osterium palustre, Pucc. rigensis 212 Oralis, ruggine 129 Palme, Auerswwvaldia Chamaeropis 102 Panicum sangquinale, Piriîlucar. gri- sea 718 Papaveracee, insetti parassiti 54 Papaver somniferum, Timaspis pa- paveris 136 Papaver Rhoeas, anomalie fiorali 12 Papavero, Aphis papaveris 296 Patata, accartoce. delle foglie 339 Alternaria Solanis 91 annerimento 179 anomalie dei tuberi 157 Bacillus aroideae 9 phytophtorus 146 solanacearum 146, 187 solanicola 146 bacteriosi 202 bangoli 257 battipalo 91 bruco peloso 7 brunissure 319 Corticium vagum v. Solani 178 degenerazione 46 early-blight 91 Epitrix cocomeris 91 Fusarium 0xysporium 339 Gelechia operculella 313 late-blight 92 leaf-spot 91 malattia bacter. dell’anello 338 marciume 268 marciume nero 146, 238 Oospora scabies 92, 244, 290 peronospora 32, 179, 268 Phellomyces sclerotioph. 33, 339 Phytophtora infestans 91, 92, 179, 238; 257 resistenza alle malattie 237 Rhizoctonia Solani 178 Rhizoglyphus echinophus 202 rogna 238, 244, 290 scabbia 92, 238, 244, 290 Spondyloclad. atrovirens 33,339 Stysanus stemotites 339 tip-burn 92 Thypula stricta 241 Patata dolce, malattie diverse 345 Pennisetwmn spicatum, virescenza 165 Pepe, Nectria 258 Rosellinia bunodes 258 Pero, Bacillus amylovorus 115, 161, 187 blight 166 bolla nera delle foglie 115 brusone 16, 32 cancro 272 chiazzatura 32 crown-gall 166 Entomosporium maculatwn 166 erpete furfuracea 103 Fusicladium dentriticum 32 » pirinum 16, 32, 103 166, 240 Glomerella rufomaculans 115 Gymnosporangium clavipes 106 » macropus 106 » Sabin. 15, 304 leaf-blight 166 Macrosporium Sydowianum 103 Myzus pirarius 295 pear-bligt 187 Phytophtora omnivora 150 Podosphaera leucotricha 17% punteruolo 278 Rynchites bacchus 279 » coeruleus 279 Roestellia aurantiaca 106 » Pyrata 106 ruggine 15, 304 scabbia 166 scopazzi 66 tagliadizzo 279 Thaprina bullata 15 ticchiolatura 16 Persea gratiss.,, Diplodia pers. 131 XXVIII INDICE ALFABETICO DELLE PIANTE AMMALATE Pesco, Aphis persicae 64, 295, 349 bolla 166, 290, 349 bruco peloso 7 Clasterospor. amygdalearum 118 » carpoplrilum 146 clorosi 166 Coryneum Beijerinckhii 118 erown-gall 166 Dendrophagus globosus 166 Exroascus sp. 115 » deformans 166, 290 freddo 95 giallume 166 golpe 291 gommosi 117 Helminthospor. carpophilum 115 leaf-curl 166 marciume nero 165 Monilia fructigena 166 Phyllostieta Persicae 118 Plowrightia morbosa 290 rosvite 166 Selerotinia cinerea 290 » fructig. 115, 166, 177 Sphaerotheca sp. 291 Phaseolus, mancanza di potassio 194 Phyllosticta phaseolina 2; 6 Phoenir canariensis, Erosporium palmivorum 130 Phyllocactus, Diplodia Opuntiae S9 l’hyllodendron , Phyllosticta Pluyllo- dendri 69 Phyllostachys, carbone 198 Physalis, Bacillus solanacearum 187 Pino, Boletus granulatus 212 cancro 277 Crypiurgus mediterraneus 329 Dasyscypha caliciformis 277 Homophlus Betulae 41 Hylesinus piniperda 108 Hylobius abietis 108 Peridermium Pini 193 Pissodes notatus 108 scolitidi 329 Tomicus bidentatus 108 visco 50 Pinus laricio, Leucaspis corsica 123 pumilio, Aspidiotus abietis 109. silvestris, Aspidiotus abietis 109 . Leucaspis pini 109 » sulci 109 strobus, scopazzi 260 Pioppo, ‘crown-gall 166 Pisello, Bacillus leguminiperdus 230 Erysiphe Polygoni 19 Fusarium vasinfectum 340 Macrosiphum ulmaria 296 malattia di S. Giovanni 340 nebbia 19 Pirus Myabei, Taphrina Piri 2 Platano, Discula Platani 51 Glocosporium nervisequum 169, 323 Gnomonia veneta 51, 323 51, Myxosporium valsoideum 51 Platanus orientalis, calcipenuria 2 Gloeosporium nerviseguum 2 Poa pratensis, Uromyces Poae 242 trivialis, Colletotriclhuumn ezewskii 327 193, Jan- Poliantes tuberosa , Botrytis vulga- ris 89 Polygonwn Fagopyrum, anomalie dovute ad azioni traumat. Pomacee, /toestelia sp. 270 Pomodoro, Bacillus aroideae 9 Bacillus solanacearum 187 black-stripe 16 Bombyx obsoleta 137 Fusarium Sp. 150 marciume 290 peronospora 32 230 \ Septoria Lycopersici 115, 130 Popone, A/fernaria brassicae migre scens 149 annerimento 178 antracnosi 149 Aplis Symphyti 296 Ascochyta citrullina 215 Bacillus tracheiphilus 149, Oolletotriechum lagenarivwm Laestadia cucurbitacedarvm 290 149 215 Macrosporium cucumerinum 215 su ai INDICE ALFABETICO DELLE PIANTE AMMALATE XXEK Neocosmospora vasinfecta mnivea 149 Peronoplasm. cubensis. 149, 178 peronospora 178 Phyllosticta citrullina 215 Pseudoperonospora cubensis Vv. hweriensis 178 ruggine 212 Sphaerella citrullina 215 » cucurbitacearum 215 Populus euphratica, Leucapsis ker- manensis 123 tremula, intumese. fogliari 45 Potentilla reptans, Xestophanes Po- tentillae 23 Pruno, Aspidiotus perniciosus 145 canero 166 Clasterospor. amygdaleariam 228 crown-gall 166 Diaspis pentagona 145 Exroascus Pruni 166 gommosi 228 pockets 166 Sclerotinia fructigena 115, 166 Prunus incisa, Thaphrina trunci- cola 2 Padus, Aecidium strobilinum 20 Melampsora Padi 20 Sclerotinia Padi 304 scopazzi 260 serotina, Aecidium strobilin: 20 Melampsora Padi 20 virginiana, Aecid. strobil. 20 Melampsora Padi 20 Quercia, cecidozoi 52 Phyliactinia corylea 70, 259 Polyporus obtusus 122 Tortrix viridana 108 Trabutia quercina 102 Quercus Cerris, Cynips Moreae 107 macrocarpa, Kermes pubese. 75 rubra, Kermes pubescens T5 scopazzi 3 ‘ Robur, Cymnips tergestensis 107 Rabarbaro, /thizoctonia sp. 177, 178 Rafano, Rhizoctonia sp. 175 Ranno, Corniothyrium Dwnéei 102 Ranuncolo, Erysiphe Polygoni 19 Ranunculus acris, Ovularia Ranun- culi 20 auricomus, Aecidium sp. 193 Uromyces Pode 242 Rapa, Bacillus aroideae 9 pulci di terra 336 Rhododendron, Erobasidium Rhodo- dendri 14 Ribes, Aecidium Grossulariae 102 Aphis Ribis 61 Glocosporiwn Ribis 197, 310 Peridermium Pini 341 Pseudopeziza Ribis 311 ruggine 102 Septoria Ribis 102 Riso, Aspergillus Oryzae 148 bianchella 24 biancone 24 blast 334 brusone 24, 25, 59, 77, 334, 335 carbonechio 24 carolo 24 Cladosporiuim sp. 25 crodatura 24 Dactylaria parasitans 18 genti luomo 24 Helminthospor. macrocarpwn 25 » Oryzae 25 » sirmoideum 25 Hormodendron sp. 25 lusaròla 24 mal del nodo 24 marciume del collo 334 marino 24 nebbia 334 Piricularia grisea 2! » Oryzae 25, 78 ruggine 335 secchereccio 24 Selenophares cineticeps 93 solone 24 spica falsa 24 Ustilago virens 25$ Rosa, Botrytis vulgaris 102 Coniothyvrium Puckelii 148 » Wernsdorffiae 199 XXX INDICE ALFABETICO DELLE PIANTE AMMALATE mal bianco 144 Vidium leucoconium 144 Phragmidium subcorticium 144 ruggine 144 Sphaerotheca pannosa 144 Rovo, Rhabdospora ramealis v. ma- crospora 241 Rubus fruticosus, Chrysomyra al- bida 102 Ruellia formosa, intumescenze fo- gliari 45 Rumer, Apion violaceum 22 Ovularia obliqua 102 Salice, Coniothyrium salicicolum 68 erisomelino 41 Melampsora sp. 246 Plagiodera versicolosa 41 ruggine 246 Salix sp., Coeoma Abietis-pectinatae 20 Caprea, Ascochyta transluc. 83 persica, Leucaspis Kermanensis 123 Salvia, Puccinia sp. 213 ruggine 213 Scelerotinia Libertiana, Acremonium sclerotiniarum 241 Scrophularia, Macrolabis serophula- riae 330 Pervrisia 330 Secale, Cephus pygmaeus 219 Hadena secalis 219 secale cornuta 210 Sedum Telephium, Nanophyes tele- phii 24 Senecio vulgaris, afidi 52 Mycodiplosis 52 Serratula tinctoria, Loewiola serra- tulae 136 Sesamo, Bacillus sesami 331 marciume nero 331 Pseudomonas Sesami 331 Seseli glaucum, Aecidium Seseli 242 Shorea, scolo di resina 266 Sinapis alba, anomalie dovute ad a- zioni traumatiche 230 arvensis, virescenza 229 Solanum sp., Ascochyta hortorum 216 Ascochyta Lycopersici 215 Phyllostieta hortorum 216 carolinum, Bacillus solanacea- rum 187 i Sonchus condrilloides, Eriophyes Son- chi 52 Sorbo, Bacillus Amylovorus 187 Sorgo, Aphis adusta 216 » Sacchari 216 anomalie ereditarie 11 arrossamento 218 bacteriosi 217 Busseola sorghicida 218 Delphax saccharivora 217 Dicranotropis Sorghi 217 » vastatrix 217 Eumetopia Kriigeri 217 Fusarium sp. 218 Liburnia testacea 217 Phenice maculosa 217 Puccinia purpurea 218 » Sorghi 218 rossore 218 ruggine 129, 216. Sesamia nonagrioides 218 » Sacchari 218 Tolysporium filiferum 217 » Volkensii 217 Uredo Sorghi 218 Ustilago cruenta 217 » Reiliana 217 » Sorghi 217, 258 Sterculia acuminata, Glocosporium rhabdospermwumn 131 Styrax, scolo di resina 266 Susino, Hyalopterus Pruni 295 punteruolo 279 Rhynchites cupreus 279 tienuola 318 Symphituwm, Melampsorella Symphy- ti 243 Syringa, cancro 226 fioritura autunnale 226 Fusarium sarcochrowm 226 Nectria 226 Phlocophtora Syringae 104 ’ Tabacco, afidi 320 Agrotis segetum 306 albinismo 308 Alternaria tenuis 306, 308 anctracnosi 305 avvizzimento 188 Bacillus aeruginosus 305 » maculicola 307 » Nicotianae 188 » putrefaciens-liquef. 306 » putrefac.-putridus 306 » tabacivorus 306 canero, 178, 305 Pusarium tabacivorum 307 male del mosaico 11, 90, 156, 157, 175, 306 male dello sclerozio 307 marciume 305, 306, 307 marciume del colletto 306 » » midollo 306 miellé 11 Orobanche ramosa 90 Rhizoctonia 90 ruggine 307 ruggine bianca 11, 307 Scelerotinia Libertiana 307 Sterigmatocystis nigra 178 tabacco bianco 307 Thielaria basicola 90 variegazione 308 Tararacum vulgare, Pucc. tar. Thè, Cephaleuros virescens 258 Diplodia 258 marciume delle radici 258 Rosellinia 258 Tiglio, Apiosporium Tiliae 170 Ascochyta Tiliae 170 bianco 170 cancro 170, 213 Cercospora microsora 170 Coniothecium Tiliae 170 Cytospora Tiliae 213 fumaggine 170 Fumago vagans 170 Gloeosporium Tiliae 170 Helminthosporium Tiliae 170 Nectria ditissima 170 102 INDICE ALFABETICO DELLE PIANTE AMMALATE XXXI Phoma Tiliae 213 Phyllostieta bacteroides 170 Trematovalsa Matruchoti 213 Uncinula Clintoni 170 Tilia silvestris, Contarinia tiliar. 24 Tino, G/oeosporium tineum 102 Toluifera, scolo di resina 266 Topinambur, Sclerotinia Libert. 150 Tuberosa, Botrytis vulgaris 89 Typha latifolia, Phyllosticta coral- Liobola 82 Uva, Botrytis cinerea 132, 138 +: Coniothyrium 133 ‘marciume grigio 132, 135 marciume nobile 133, 135 Sclerotinia Fuckeliana 132 Uncinula necator 178 uva infavata 133, 135 Uva spina, mal bianco 129 Sphaeroth. mors-uvae 81,129, 310 Vaccinium, antracnosi 183 blast 183 crown-gall 290 Gloeosporium sp. 183, 275 marciume 183 nebbia 183 rot 183 scabbia 183 scald 183 Valeriana, Ramularia Valerian. 102 ruggine 101 Uromyces Valerianae 101 Vanda tricolor, Sclerotium orchidea rum 19 Verbascum, Asphondilia Verbasci 152 Eriophyes 52 micozoocecidî 152 Verbena, Orthezia insignis T5 Vincetoricum officinale, Cronartium asclepiadeum 93, 242 Viola, Phyllostieta Violae 102 Vite, acariasi 76 acariosi 52, 184, 185 Adoxus Vitis 55 Altica 48, 240 Anomala vitis 278 antracnosi 31, 99, 168, 276 I XXXII INDICE ALFABETICO DELLE PIANTE AMMALATE Bacillus Ampelopsorae 198 barbera rissa 198 brachieolia 198 black-rot 155 Botrytis sp. 104 » cinerea 48,160, 325, 327, 346 brina 272 bruco peloso 7 brunissure 31, 52 carruga 278 Chrysogluten 198 Cochylis 32, 48 Li colatura 80, 100 Coniothyrium. 104 court-n0ué 184, 315 crittogama 47 deperimento 26, 65 erinosi 52, 185 Eudemis botrana 336 Erobasidium Vitis 99 freddo 351 fillossera 22, 23, 24, 186, 253, 263, 817, 343 Fusarium biasolettianmm 197 gelo 315 Gloeospor. ampelophag. 168, 276 gommosi bacillare 32 gommosi degli acini 14 Guignurdia Bidiwellii 115 mal nero 1 Manginia ampelina 168, 276 marciume grigio 48, 103, 160, 325, 327, 346 | + +eto ML 15 ROSTA AN VAGINA vi ‘oidio 37, 64, 99, 258, 271, 318, 328 (4 Othiorrhynchus sulcatus 278 P oziorineo 278 K peronospora 34, 47, 51, 78, 99, 112, 114; 128; 190; 243; 244, 258, 271, 288, 318 Peziza Fuckeliana 347 Plhyllocoptes vitis 185 Phyllosticta Bizzozeriana 163 . Phytoptus 52, 185 Pionnotes Cesatii 197 piralide 64 Pseudopeziza tracheiphila 333 rachitismo 1, 52, 184 Rinchytes Betulae 278 roncet 1, 52, 316 e: rossore 112. 162, 333 rougeot 99, 162 Sclerotinia Fuckeliana 347 serivano 55 sigaraio 229, 278 Stearovhora radicicola 37 sughero di cicatrizzazione 30 Tetranychus telarius 112 tignuola 308 Thyphula intermedia 241 Uncinula necator 105 » spiralis 37, 328 i A virescenza 26 ci Maîs) i Zea Mays, Ustilago Maydis 14 (vedi Zyngiber mioga, Piricularia Oryzae 78. | INDICE ALFABETICO DELLE MALATTIE E DEI PARASSITI XXXIII INDICE ALFABETICO DELLE MALATTIE E DEI PARASSITI Ablattaria subtriangula T4 acari: patate 202 acariasi: vite 76, e acariosi : vite 52, 184, 185 accartocciamento foglie : Acridium migratorium 351 Acrocystis batatas 348 Adoxus Vitis 55 Aecidium Berberidis 131 columnare 243 Euphorbiae 30 Ficariae 242 Grossulariae 102 sanguinolentum 243 Seseli 242 strobilinum 20 Ades cinereus 71 leucopygos 71 afide lanigero 272 afidi: canapa 203 tabacco 320 Agapanthia subnuda TA Agelastica Alni 40, 41 Agrotis segetum 306 albinismo 49, 50 tabacco 308 Albugo candida 14 allettamento: grano 128 Alternaria sp. 200 brassicae nigrescens 149 Solani 91 tenuis 306, 308 altica 336 vite 48, 240 Amanita muscaria 212 anguillule: avena 15 frumento 15 graminacee 135 patate 339 Acremonium sclerotiniarum 241 muschi 219 Anisopteria aescularia 56 annerimento frutti: cacao Anobium panicewn 54 Anomala Vitis 278 Anthomya coaretata 298 conformis 194 Anthonomus Eugenii 219 grandis 266 antonomo : cotone 266 antracnosi : cetriuoli 149 cotone 180 lamponi 290 poponi 149 tabacco 305 Vaccinium 183 vite 31, 99, 168 apate : fico 96 Aphis adusta 216 brassicae 296 lanigerd 308 papaveris 296 persicae 64, 295, 349 Ribis 61 sacchari 216 Sympliti 296 Apion violaceum 22 Apiosporium Tiliae 170 Aploneura lentisci 296 Avciria flava 36 punicea 36 Armillaria mellea 322 arrossamento : durra 218 sorgo 218 arvicole 21 Ascochyta bohemica 83 amphorae 69 citrullina 215 hortorum 216 39 su FI ETC RITI XXXIV INDICE ALFABETICO DELLE MALATTIE E DEI PARASSITI — A : ——_—->y-_ «—-_>- Lycopersici 215 fico 10 7 1 Nicotianae 308 gelso 322 A Tiliae 170 patate 202 translucens 83 Sorghum 217 Aspergillus flavus 90 Bacterium Morì 322 fumigatus 90 Batterì: olivo 58 niger 90 Barbera rissa: vite 198 Oryzae 148 Barbitiste Berenguieri 351 varians 90 battipalo 91 Asphondilia Verbasci 152 bianca: agrumi 297 Aspidiotus abietis 109 bianchella: riso 24 ancylus 145 bianco : tiglio 170 camelliae 145 biancone : riso 24 Forbesi 145, 251 Bispora monilioides 261 Hederae 297 Biston graecarius 335 Lowardi 145 » florentina 75 juglans-regiae 145 bitter-rot: meli 164, 200, 273, 289 perniciosus 145 black-boll: cotone 181 sacchari 171 black-rot: cavoli 187, 290 Asterula Beyerincki 228 ciliegi 165 Auersicaldia Chamaeropis 102 meli 165, 290 Aulax glechomae 24 black-stripe: pomodori 16 avvizzimento : tabacco 188 blast: riso 334 avvizz. dei germogli : gelso 102, 322 bligeht: peri 166 Bacillus aeruginosus 305 Boletus granulatus 212 ampelopsorae 198 bolla: pesco 166, 290 amylovorus 115, 166, 187, 290 bolla nera: peri 15 aroideae 8 bombacello: olivo 250 bhrassicaevorus 44 bombice cul ruggine 264 : caulivorus 146 dispari 264 i Cubonianus LTT Bombyx obsoleta 137 | leguminiperdus 230 Botrytis sp. 178 maculicola 11, 307 cinerea 132, 133, 160, 201, 325, Nicotianae 188 327, 346 Oleae 58, 110, 111, 315 vulgaris 89, 102 omnivoras 146 brachicolia: vite 198 Phaseoli 230 brina: viti 272 phytophtorus 146 brown-rot: peschi 165 putrefaciens 306 Bruchus graparius 54 radicicola 220, 255 bruco : cotone 180, 191 solanacearum 146, 187 bruco peloso 6 solanicola 146 Bruggmannia Sp. 330 Sesami 331 brunissure : patate 319 spongiosus 125 vite 31, 52 tabacivorus 306 brusca: olivo 27, 28, 60, 232, 255 teuthlium 187 brusone: peri 16, 32 tracheiplilus 149, 187, 290 riso 24, 25, 59, 77, 334, 325 bacteriosi 161 Busseola sorghicida 218 I = | INDICE ALFABETICO DELLE MALATTIE E DEI PARASSITI XXXV __ Byrrhus striatus 294 Chilochorus venipustulatus 114 Calandra granaria d4 Chionaspis furfura 145 3 Oryzae 54 Chlorops taeniopus 298 x calcipenuria 2 Chrysogluten 198 Calotermes flavicollis 294 Chrysomyxra albida 102 Calyptosporia Goeppertiana 243 cicatrizzazione : gelsi 32 canero : alberi da frutta 341 viti 30 cacao 86 Cladosporium berbarum 312 melo 165, 200 Clasterosporium amuygdaleurum 118, E pero 272 220 pino 277 carpoplrilum 146, 227, 228 pruno 166 Oleonus punctiventris 174 Syringa 226 clorosi 240 | tabacco 305 peschi 166 tiglio 170, 218 coccinellidi 8 Capnodium salicinim 146 cocciniglia a sacco solcato 296 carbonchio : riso 24 cerifera 297 carbone: avena 208, 224, 275, 290 cotonosa 251 ; cereali 35; 195, 338 dei faggi 63 } PhyUlostachys 198 del gelso 55 | carie: frumento 275 del Pollini 250 i radici barbatietole 221 farinosa 296 o Carolo: riso 24 nuda 251 n Carpocapsa pomonana 112, 309 cocciniglie 127 pomonella 256 Cocus Fagi 63 z carruga: della vite 278 Chochylis 336 Castnia licus 172 della vite 48 Cecidomya destructor 298 Coeoma abietis pectinatae 20 cecidozoi 8 colatura: vite 80, 100 cedar-apples: ginepro 106 Coleaphora laricella 40 cefo pigmeo 196, 219 Colletotrichum Agaves 84 Uemiostoma coffeella 298 brachytrichium 130 Cephaleuros virescens 258 Briosii 69 | Cephus pigimaeus 192, 219 i Dichene 18 _ Ceratina 72 falcatum 257 . Ceratocystis fimbriata 348 Gossypii 180 Cercospora beticola 151 incarnatum 3 Fraxini 102 Janezewsckii 327 gossypina 180 lagenariae 149 ; Melonis 4, 18 Lindemuthianwn 169 E microsora 170 Lineola 258, È Ceroplastes Rusci 183, 297 Ortlrianum 105 i simensis 297 Orchidearum 105 } Cetonia hirtella 278 paucipilum 131 È stittica 278 roseolum 105 __ Cheimatobia frumata 56 theobromicolum 130 | Chermes sp. 343 vinoswm 18 \ chiazzatura: pere 32 Coniophora cerebella 316 Coniothecium Tiliae 170 Coniothyriuwm diplodiella 133 Duméei 102 Fuckelii 148 Oleae 27 salicicolum 68 Wernsdorffiae 199 Contarinia sp. 52 Tiliarum 24 Corticium Chrysanthemi T0 putaneum 316 ragum v. Solani 18 Corynespora Mazei 18, 202 Coryneum Beyerinckii 118, 128 Lauro-Cerasi 228 Cossus cossus 265, 294 cotonello : dell’ olivo 250 court-noué : vite 184, 315 Crioceris asparagi 252 duodecimpunctata 252 crisomelino : del salice 41 crittogama : della vite 46, 47 Oroce attenuata 43 Crocisporium fallax 19, 20 erodatura (riso) 24 Cronartium asclepiadenm 193, 242 erown-gall 126, 290 meli 300 peschi 166 Cryptoparlatorea leucapsis 124 Crypturgus mediterraneus 329 curculionidi 254 cuscuta 192, 319 Uycloconium oledginum 128, 303 Oylindrosporium castanicolum 176 ladi 165 Pollaccii 102 Cynips Moreae 107 fergestensis 107 Cytinus hypocistis 326 (ytospora leucostoma 125 T'iliae 213 Uytosporella Cinnamomi 69 Cyttaria Darwini 242 Dactylaria parasitans 78 Dactylopius Citri 296 longispinus T5 Dactylopris calceolariae 171 sacchari 171 . Dacus Oleae 247 Dasyscipha caliciformis 260, 277 Willkommi 277 degenerazione: garofani 93 patate 46 Delphar saccharivora 171, 217 Dematium pullulans 118 Dematophora necatrix 96 Dendrophagus globosus 166 Depazea betaecola 151 deperimento : medicai 144 viti 65 Depressaria sp. 154 Diaprepes abbreviatus 171 Diaspis pentagona 16, 55, 71, 114, 136, 145, 252, 267, 308, 349 Diatraca saccharalis 171 Dicranotropis vastatria 21% Sorghi 217 Dictydium umbilicatum 36 Didymium farinaceum 36 die-back: cacao 86, 87 Dilophosphora Alopecuri 324 graminis 324 dimorfismo fiorale: Erica 268 Diplodia sp. 258 cacaoicola 86, ST, 257 Opuntiae 89 perseana 131 Discula Platani 51 Dolichomorphus rufimanus 53 Drasterius bimacul. Wachsmanni T4 Early blight: patate 91 Echinococcus cephophagus 263 Ectatomma tubercolatum 266 elateridi: del grano 39 elmintosporiosi: avena 146 Enchytracidus sp. 223 Entomosporium maculatum 166 Ephippiger Bitterensis 351 vitium 351 Epicometis hirta 278 pitrio cocomeris 91 erbe infestanti 176, 319 erinosi: vite 52, 185 MAL ia, dpi) ; a li TÉ INDICE ALFABETICO DELLE MALATTIE E DEI PARASSITI XXXVII Menthae 174 Sonchi 52 ernia: dei cavoli 151, 180, 302 erpete furfuracea: pere 103 Erisyphe graminis 121, 269, 338 Montagnei 102 Polygoni 19 laurica 79, 189 Eudemis botrana 336 Eumatopina Kriigeri 217 Euphrasia officinalis 325 Euphylura olivina 250 Euproctis chrysorrhoea 264 Euritoma rosae 22 Exroascus amentorum 14 deformans 166, 290 pruni 166 Exobasidium Rhododendri 14 vitis 99 Exosporium palmivorum 130 Falena zig-zag 264 fasciazione 267 ferite 117, 234 fersa: gelso 321 bllossera 22, 23, 24, 186, 253, 263, 317, 343 fioriture autannali 154, 226 fleotripo dell’ olivo 224, 249 fiy-speck: meli 165 Fomes annosus 258 formiche 16, SO, 191 freddo 95, 142, 188, 351 frondescenza: granoturco 299 Fuligo septica 36 fumaggine : del tiglio 170 Fumago vagans 170 Fusarium sp. 150, 180, 218, 340, 341 betae 152 Biasolettianum 197 lateritium 102, 215, 322 oxysporium 339 sarcochroum 226 tabaccivorum 306 theobromae 34 vasinfectum 340 versiforme 83 Fusicladium Cerasi 32 dentriticum 32, 145, 165, 309 pirimun 16, 32, 103, 166, 240 Pusicoccum Amygdali 130 Galeruca luteola 314 calle 23 dei musehi 253 Gelechia operculella 313 gelo 13, 16, 142, 302, 303 gentiluomo : riso 24 giallume: peschi 166 Gibberella moricola 102, 214, 215 Gloceosporium ampelophagitn 168,276 Evonymi 102 fructigenum 146, 2753 Kirchsiae 131 malicorticis 200 nervisequum 2, 51, 169, 276, 323 rhodospermum 131 Ribis 197, 310 Tiliae 170 lineun 102 rufomaculans 115, 164, 200, 273, 289 venetum 290 Gnomonia veneta 51, 276, 523 golpe: cacao 87 cereali 338 cotone 150 meli 290 peschi 291 golpe lanuginosa : poponi e cetriuo- li 149 gommosi 340 acini 14 amigdalee 117 ciliegi 165 pruni 227 gommosi bacillare : vite 32 Gonocephalum Arisi T4 gorgolioni 191 sul cotone 153, 236 Gossyparia spuria 75 Ulmi 15 grandine 272 Graphium bulbicola 18 grillotalpa 320 XXXVIII INDICE ALFABETICO DELLE MALATTIE E DEI PAR ‘ a x I po ASSITIO Grillus desertus 41 migratorius 5 Guignardia sp. 275 Bidrvellii 115 Gymnosporang. clavariaeforme 106, 270 clavipes 106 globosum 106 juniperinum 270 macropus 106, 165, 197 nidus-avis 106 Sabinae 15, 304 Hadena secalis 219 Haeliothis haemorroidalis 272 Heliothis armigera 138 obsoleta 138 Helminthosporium carpophilum 115, 228 cerasorum 228 gramineum 67 incurvatuni 346 macrocarpunm 25 Oryzae 25 pruni 228 rhabdiferum 228 sirmoideum 25 Tiliae 170 Hemileia vastatria 329 Heterogomphus naninus T2 Hibernia defoliaria 56 marginaria 56 Histiostoma Feroniarwun 156 Homophlus Betulae 40, 41 Hyalopterus Pruni 295 Hyalopus Ywvonis 251 Hyalospora Polypodii Dryopter. 243 Hylesinus piniperda 108 Hylobius abietis 108 Hypera variabilis 64 Hypoborus ficus 10, 293 Hypomyces sp. 211 Hyponomenta malinella 56, 112, 144, 279, 308, 318 padella 318 Hypoxylon coccinenm 261 Icerya Purkasi 296 imbianchimento spighe: avena 57 incalcinato : limoni 272 incappucciamento : canapa 291 indebolimento : vite 26 insetti frugivori 160 intumescenze fogliari 45 ipobaro : del fico 96 Irpex obliquus 106 ischikubyo : gelso 322 Kermes sp. 127 } pubescens 15 ] Koleroga: caffè 163 | Laestadia cucurbitacearwm 215 Pe 4 Lasiobotrys Lonicerae 106 Lasiodiplodia nigra 241 late-blight: patate 92 i 1 Lathraea clandestina 326 N squamaria 326 “ leaf-blight: peri 166 SI leaf-curl: peschi 166 Lo leaf-spot: ciliegi 165 } patate 91 È Lebia scapularis 6 AS lecanio liscio 297 i Lecanium hesperidum 297 n Oleae 251 i Leptosphaeria coniotluyrium 178 ae Leptothyrium pomi 145, 165 ® lesioni traumat.: piante erbacee 11° piante legnose 231 NA Leucaspis corsa 123 nua kermanensii 123 n : pini 109 sulci 109 i Leucocelis funesta 278 Liburnia testacea 217 licheni 96 lingua: del gelso 321 i Ni Lizyrus tumulosus 171 Lixus 57 N) Loerwviola serratulae 136 è lumache 223 | # lusaròla : riso 24 gf Lymantria dispar 264 È Maerolabis scrophulariae 330 Macrophoma Cattleyicola 18 È Macrosiphun granariue 296 ulmariae 296 INDICE ALFABETICO DELLE MALATTIE E DEI PARASSITI XXXIX Macrosporium cucumerinun. 212 Sydowianum 103 malattia rossa: fragole 80 male dello sclerozio: Callisteph. 326 forsizie 201 gelso 322 ontano 17 tabacco 307 male del mosaico: tabaeco 11, 90, 156, 157, 175, 306 mal bianco: Evonimo, 3, 120 limoni 272 radici 96 rose 144 uva spina 129 mal del falchetto : gelso 192, 222 mal del gozzo: barbabietola 155 medica 120 mal dell’ inchiostro: castagno 176 mal del nodo: riso 24 mal nero: viti 1, 10 Manginia ampelina 168, 276 Marasmias Saechari 56 sarmentosus 87 semiustus 86 marciume : cavoli 44, 84 cavolfiori 84 cipolle 178 meli 289 meloni 177 patate 268 pomodori 290 tabacco 305, 306, 307 Vaccinium 183 marciume del collo: riso 334 marciume delle radici: 96 cacao 34 gelso 322 thè 258 marciume grigio: uva 48, 103, 132, 138, 135, 160, 325, 327, 346 marciume nero: patate 146, 238 peri 200 peschi 165 sesamo 331 marciume nobile: uva 133, 135, 347 marciume rosso: canna da zucche- ro 257 marino : riso 24 Marsonia Populi 262 Melampsora sp. 246 Abieti caprearum 20 Padi 20 Melampsorella Syimphiti 243 Melanconium Sacchari 102 sphaerospermum 241 Merulius lacrymans 316 mezzo acino di pepe 251 micocecidî (ginepro) 270 micozoocecidi (Verbasceumn) 152 micoriza 158,207 orchidee 211 Microsphaera Evonymi 69 miellé : tabacco 11 Molytes coronatus 154 Monilia cinerea 210 fructigena 118, 146, 166, 201, 210 lara 210 ’ Monilochaetes infuscauns 348 Monotropa hypopitys 326 mosca : aranci 73, 191 carote 80 mosca olearia 246 Mucor mucedo 207 stolonifer 207 Mycodiplosis 52 Mycosphaerella Ulmi 51 Mytilaspis sp, 248 citricola 298 pomorumn 145 Myzorylus laniger 295 Myzus Cerasi 295 pirarius 295 Myxosporium valsoideum 51 Nanismo 210 Nanophyes telephii 24 nebbia 143 nebbia: evonimo 3 meli 290 piselli 19 Vaccinium 183 necrosi: gelso 10 Nectria sp. 226, 258 cacao 86 bulbicola 18 \ cinnabarina 211 XL INDICE ALFABETICO DELLE MALATTIE E DEI PARASSITI ditissima 170, 341 ipomaeae 349 nematodi 219 barbabietola 46 Nemosoma elongatum 293 Neocosmaspora vasinfecta nivea 149 nerume: castagne 214, 245 Occhio di pavone: olivo 303 Ocnogyna baeticum 6 Odontites rubra 325 Vedemera virescens 274 Oidio della vite: 3, 37,48, 64,.99, 258, 271, 318, 328 Vidium leucoconium 20, 144 Evonymi-japonicae 3, 19, 69, 120 Oligotoma agilis 43 Gurney 43 Olygotrophus juniperinus 29 Sabinae 29 Vospora candidula 90 cretacea 222 dubiosa 90 hyalinula 90 intermedia 222 nigricans 222 rosella 222 Saccardiana 154 scabies 92, 244, 290 tenarx 222 verticillioides 90 violacea 222 Ovobanche ramosa 90 Ortheziu insignis T5 Oscinis frit 298 Osyris Alba 325 Othiorrynehus sulcatus 278 Ovularia Clematidis 19, 20 fallax 20 obliqua 102 Ranunculi 20 Oziorineo: della vite 278 Pachymerus calcitrator 192 Pachythylus cinevrescens 5 Pandeolus cpimices 246 Parlatorea pseudaspidiotus 124 Zizyplvi 297 Pediculoides Avenae 56 gramineum 57 ‘n Pellicularia Koleroga 163, 329 $ Pemphigus cornicularia 141 lactucarius 296 Penicillium glaucwm 90, 207, 213, 214 Pentaphis trivialis 296 Pentatomes: dei cavoli 320 pentatomidi 75 Peridermium Cedri 258 Pini 341 » fi corticola 193, 242 Peronoplasmopara cubensis 149, 178 peronospora: della canapa 291 dei cetriuoli 178 del frumento 328 ° delle patate 32, 179, 268 dei pomodori 32 dei poponi 178 della vite 34, 47, 51, 78, 99, 112, 114, 128, 190, 243, 244; 258, 271, 288, 318 Peronospora cannabina 291 parasitica S9, 177 Perrisia ‘sp. 52,330 capsulae 233, 335 ericimna 268 Lestalozzia Palmarwm 345 Peziza Fuckeliana 347 Phaneroptera quadripunetata 2: Phellomyces sclerotiophorus 33, 339 Phenice maculosa 217 Philippia Oledae 251 Phlacetonodes sticticolis 56 Phlacospora Ulmi 51 Phlocophtora Syringae 104 Phlocotribus Oleae 224 scarabaceoides 249 Phlocotrips Olede 224, 250 Phoma abietina 260 batatae 348 Betae 156 oleamadrind 130 T'iliae 213 Phorodon cannabis 124, 296 haminli 296 Phragmidium albiditvm 66 Potentillae 66 4 INDICE ALFABETICO DELLE MALATTIE E DEI PAPASSITI XLI Rubi-Idaei 66, 319 Oryzae 25, 78 subcorticium 66, 144 l’issodes notatus 108 Phylachora pomigena 165 Piceae 123 Ulmi 51 Plagiodera versicolora 40, 41 Phyllactinia corylea 70, 259 Plasmodiophora Brassicae 126, 141, Phyllocoptes triceras 248 vitis 185 Phyllosticta bacteroides 170 Betae 152 Beyerinckhii 228 Bizzozeriana 163 calaritana 102 cinnamomi 131 citrullina 215 coralliobola 82 hortorum 216 maculiformis 176 mespilicola 68 Nephelii 131 perniciosa 83 Persicae 118 phaseolina 216 Phyllodendri 69 sorghina 258 Violae 102 Phymatodes lividus 294 Physarum compressum 36 dictyosporum 36 Physoderma Muscari 259 Physopus rubrocineta 172, 184 Phytophtora sp.: cacao ST infestans 91,92, 179, 238, 207 omnivora 34, 149 Phytoptus: della vite 52, 76, 185 Pidocchio dei bulbi 63 lanigero 192 nero: agrumi 297 a virgola: agrumi 298 Pieri ergane longomaculata T4 pietrificazione dei frutti 210 Piggotia Fraximi 102 pine-apple : canna da zuechero 85 pioccio : dell’olivo 250 Pionnotes Cesatii 197 piralide: della vite 5, 64 Piralis pilleriana 64 Piricularia grisea 25, 78 { 180, 302 Plasmopara cubensis 115 Platyparea peciloplera 251 Platypus cylindrus 294 Pleosphaerulina Briosiana 102 Pleospora trichostoma 67 Plowrightia morbosa 165, 290 pockets: pruni 166 Podocrea deformans 242 Podosphaera leucotricha 177 Poltinia Pollini 250 l’olyporus hirsutus 262 hispidus 321 obtusus 122 versicolor 262 Pomaria: meli 25 Poria vaporaria 24 Prays oleellus 250 Processionaria: del pino 264 Pseudococcus longispinus T5 6 s 52 Pseudomonus campestris 187, 290 Phaseoli 187 Sesami 187 l’seudoperonospora cubensis v. riensis 178 Pseudopeziza Ribis 311 tracheiphila 333 Psila rosae 80 Psilomyia rosae 154 Psilothria 53 Pterochlorus longipes 295 Pteromalus larvarum 22 Puccinia Sp. 213 Adorae 14 Allii 64 avenariae LTT argentata 242 asparagi 177, 290, 311 coronata 35 gqlumarum 194, 337 tiwe- granvimis 35, 131, 132, 146, 147, 211 XLII INDICE ALFABETICO DELLE MALATTIE E DEI PARASSITI Polygoni amphibii 243 punctata 243 purpurea 218 rigensis 212 rubigo-vera 35 Sorghi 218 Spicae venti 212 Tarazxaci 102 Pucciniastrum Chamaenerii 243 Circacae 243 Epilobii 194, 243 Pulee di terra 336 Punteruolo: del Capsicum 219 del ciliegio 279 del cotone 265 del grano 96, 310 del mandorlo 279 del melo 279 dell’ olivo 224, 249 del pero 279 del susino 279 Rachitismo : del gelso 322 della vite 1, 52, 184 ramularia Betae 152 Valerianae 102 red-rot: canna da zucchero 257 Rhacodium cellare 214, ‘45 Rhagium bifasciatum 294 inquisitor 294 Ehizoctonia sp. 177, 178 sull’ erba medica 256 sul tabacco 90 Solani 178 Violacea 193 Rhizoglypus Echinopus 63, 202 Rhizopus nigricans 214, 348 Rhopalomyia Millefolii 45 Ilymchites anratus 279 bacchus 279 Betae 279 coeruleus 279 ceribripennis 249 cupreus 279 Rhytisma acerinum 160, 211 rig-disease : canna da zucchero 85 xinchite : dell’ olivo 249 sodilegno 96, 265 Itoestelia sp. 197, 270 aurantiaca 106 lacerata 106 Nidus-avis 106 pirata 106, 145 rogna: delle barbabietole 222 dei Cactus 88 del ciliegio 165 del melo 196, 289 dell’ oleandro 315 dell’ olivo 58 della patata 238, 244, 290 rogna cutunedda: dei limoni 296 roncet: della vite |, 52, 316 Rosellinia sp. 258 rosette: del pesco 166 rossore: della durra 218 del sorgo 218 della vite 112, 162, 333 rougeot: della vite 99, 162 ruggine 119 dell’asparagio 290, 311 dell’ avena 290 dei cereali 35, 49, 129, 131, 132, 146, 147, 160, 323, 337 del cotone 180 della durra 216 del garofano 122 del grano 182 del grano saraceno 129 del lampone 3 9 del melo 165, 196 del pero 15, 304 del popone 212 del ribes 102 del riso 335 della rosa 144 del salice 246 della salvia 213 del sorgo 129 del tabacco 307 della valeriana 101 ruggine bianca : del tabaeco 11, 307 Scabbia: dei meli 165, 289 delle patate 92, 238, 244, 290 delle patate dolci 348 dei peri 166; dei Vuecinivmm 183 Schizoneura lanigera 145, 192 corni 296 : INDICE ALFABETICO DELLE MALATTIE E DEI PARASSITI XLIII Schizodhyllum commune 257, 26! Selerospora graminicola 328 macrospora 299, 328 Scelerotinia VT cinerea 210, 290 Crataegi 36 fractigena 115, 166, 177, 210 Fuckeliana 132, 347 lara 210 Libertiana 84, 150, 201, 308, 322 Padi 304 Sclerotium Orchidearum 15 Scopazzi 83, <37 sul cacao 83 sul pero 66 sul Pinus strobus 260 sul Prumus padus 260 sereziatura 207 serivano : della vite 55 secale cornuta 210, 238 seechereccio : del riso 24 seccume: del castagno 176 Selenophares cincticeps 93 Septogloeum Arachidis 258 Mori 321 Septoria betae 152 cucurbitacearim 130 Lycopersici 115, 130 Oleae 27; Ribis 102; silvicola 102 Serropalpus barbatus 294 Sesia sp. 52 culiciformis 294 Sesamia monogrioides 218 sacchari 218 Sigaraio : della vite 228, Silvanus surinamensis 54 Sinoxylon sexrdentatum 293 Sipha maydis 296 Sirex spectrum 294 Sitotroga cerealella 54 solone: del riso 24 sooty beoteh : dei meli 165 Sphaerella citrullina 215 cucurbitacear. 215; Sphaeria Alopecuri 324 Spareonema adiposwn 257 Sphaeropsis malorum 165, 290 278 maculif. 176 Sphaerotheca sp. 291 mors-uvae 8ì, 1.9, 310 pannosa 144 Sphenophorus sericeus 171 spica falsa: del riso 24 Spirochaete apis 342 Spondylocladium atrovirens 33, 339 spot: dei cetriuoli 8 Stearophora vadicicola 37 Steirastoma depressum 172 Stemonitis splendens 36 Stenichiom sp. 94 Stereum hirsutim purpureum 261) Sterigmatocystis nigra 178 Stictis Pamiazei 27, 28, 232, 255 AO Stigmatea Fragariae 80 NI) Stigmina Briosiana 228 Stilbum nanum ST Stfomatitis ferruginea 36 fusca 36 Streptothrix Dassonwvillei 147, 309 Stylosomus Weberi 74 Stysanus Stemotites 339 Syrphaus piri 349, 351 Tagliadizzo 279 talpe 16, 336 Thaprina bullata 15 FAPIMCAN2A ai tarlo bianco 264 tarlo rosso 265 Tarsonemus spirifex Tenebrio molitor 306 Tetraneura coerulescens 296 Trunicola 2 phascoli 2963; ulmi 296 Tetranychus telarits 112 S14 264 Tetrastichus rauthtomelende Thaumathopoea pityocampa Theella Ilicis alineata 75 Thielaria basicola 90 Thilariopsis ethraceticus 85 thread blieht: del cacao 87 Throscus Bachofeni 74 Thylenchus derastator 291 vastatrix 15 ticchiolatura : dei cetrioli 3 dei ciliegi 165 IAT! 34 INDICE ALFABETICO DELLE MALATT del cotone 180 dei meli 309 dei peri 16 tignola: dei meli 112, 279, 308, 318 dell’ olivo 250 dei susini 318 della vite 308 Tilletia foetens 275 Timaspis papaveris 136 Tinea granella 54 tip-burn : delle patate 92 Tipula oleracea 80, 154 Toaeschna fontinalis 7 Toliposporium filiferum 2V7 Volkensii 217 Tomicus bidentatus 108 topi campagnuoli 31, 48, 94, 343 tortrice: dei meli 308 Tortria viridana 108 Toroptera Aurantii 295 graminum 296 Trabutia quercina 102 Trametes Pini 258, 261 steroides 263 Trematovalsa Matruchoti 213 Tremella faginea 261 Trichia botrytis 36; verrucosa 36 Trichobyrrulus Championi 74 Trichoceble fulvo hirta 53 Trichoseptoria fructigena 311 Trichosphaeria Sacchari 85, 171: Trichothecium roseum 146, 214 Trioza Centranthi 265 tripse: dell’ olivo 250 Trogosita mauritanica 54 Trypeta ludens 73, 191 tubercoli radicali: Leguminose 254 tubercolosi: dell’ oleandro 315 dell’ olivo 109, 111 Thyphula intermedia 241 strista 241 Uncinula Clintori 170 necator 105, 178; spiralis 37, 328 Uredinee 239 Uredo Behmickiana 18 ) glumarum 119 Gossypii 180 Sorghi 218 Uromyces Alchemillae 243 Betae 2\1 graminis 242 Pisi 30 Poae 193, 242 striatus 30 Valerianae 101 Urophlyetis Alphalphae 38, 120 Uropos Ulmi 56 Urepyris Rickiana 244 Ustilago sp. 342 avenae 275, 290 cruenta 217 Grewiae 235 Hordei 258 hypodytes 101 Maydis 14 Panici-frwnentacei 258 Reiliana 217, 258 segetum 114 Shiraiana 199 Sorghi 217, 258 Tritici 258 virens 258 uva infavata 133, 135 Vaiuolo : dell’ olivo 128 Valsa leucostoma 125 | variegazione : del tabacco 308 Venturia inaequalis 165, 196 pomi 289 verme : del cotone 137 virescenza 155 in Sinapis 229 in vite 26 visco 50 Viseum album 309 Zabrus tenebrioides 43 Zenzera pyrina 264 NXestophanus Potentillae 24 Xyleborus monograpus 294 perforans 171 Xylotrechus sp. 39 a { INDICE ALFABETICO DEGLI AUTORI XLV INDICE ALFABETICO DEGLI Adams G. E. 268 Aderhold R 211, 280, 337, 338, 340, 341 Alpine M. 322, 331 Anonimus 8 Appel O: 33, 202, 241, 301, 338, 339, 340, 341, 342 Appleton G. 16 Arthur J. C. 129, 208 Barl'oni ELA! 171, 172 Ballon F. H. 95 Barber C. A. 208 Barbey A. 149, 293, 329 Barbut G. 32 Bargagli-Petrucci G. 152 Barsacq J. 352 Baudin E. 319 Baur E. 289 Beach S. A. 292 Beauverd G. 142, 154 Beauverie J. 323 Bejerinck M. W. 117 Berlese A. 246 Berlese Am. 58, 183 Bernard Ch. 345 Bertoni G. 21 Bessey E. A. 135, 324 Blakeslee A. F. 289 Blaringhem L 11, 230, 231, 333 Blin H. 160 Blinn Ph. 212 Bommer E. 241 Borghi C. 224 Bòrner C. 202, 219, 248, 343 Boutan L. 39 Branchini A. 32 Brefeld O. 195 Brick C. 113, 145 Brizi U. 125-593 1927233 Broceq-Rousseu D. 146, 309 Briosi G. 1, 101,/113;321 Bruek W. F. 332 Brues C..T° 137 Bubàck Fr. 82, 193, 242 Bucholtz F. 212 Busse W. 33,-216, 339, 341 Butler E. J. 257 Campbell A. G. 351 Carleton M. A. 147 Carrer G. 21 Caruso G. 39 Castex S. 243, 244 Cavara F. 10, 101 Cavazza D. 114 Cecconi G. 40, 52, 293 Cercelet M. 263 Chappaz G. 32 Chelechowski S. 129 Chodat R. 50 Christman AH. 258 Chuad E. 5, 34 Clinton G. 83,177, 178, 179 Close C. P. 248 Cook O F. 236 Costantin 148 Cuboni G. 27 Daguillon A. 45 Daikuhara G. 93 Dassonville C. 309 Dautry A. 272 Daveau J. 95 AUTORI Degruilly L. 31, 318 Delacroix G. 11, 44, 130, 305, 319 Del Guercio G. 41, 249, 264, 277, 279, 295, 296 De Stefani-Perez T. 22 Diekel O. 298 Dietel P. 66 D’ Ippolito G. 299 Dixon H. N. 219 DoptPl251 Douglas 63 Dupoux A. 95 Duperre C. 319 Ehrlich R. 289 Elot A. 184 Emerson R. A. 196 Eriksson J. 35, 49, 81, 119, 131, 310 Errera L. 237 Eustace H. G. 119 Eyssell A. 71 Ewert R. 197, 204, 280 Faber (v.) F. 155, 841 Faes:H. 52, 325 Falek R. 195 Farneti R. 22, 24,32, 71, 103, 136 Fiori A. 53 Fischer E. 17 Flògel T. H. L. 61 Foerster F. 72 Foex E. 144 Fraysse A. 325 Freeman E. M. 97 Friese H. 72 Froggatt W. W. 72 Frozzart F. L. S. 43 Fuschini C. 23 XLVI OLI DL, i Vea Syd > INDICE ALFABETICO DEGLI AUTORÌ | Gabotto L. 197, 325, 349 Gallaud I. 158, 163 Galli 5 Gàndara G. 94, 223, 326 Gerber C. 265 . Gesechwind L. 155 Girerd F. 103 Goding F. W. 72 Goury G. 23, 54, 136 Graeffe E. 107 Green W. J. 95 Grignan G. T. 207 Guégnen E. 12, 326 Guignon G. 23, 54, 136 Guilliermond A. 289 Guillon J. M. 327, 346 Giissow H. 18, 202 Guttemberg (v.) H. 14 Hall (v.) C. J. 83 Harter L. 98 Hauri M. 154 Hecke L. 35 Hedgeock G. C. 54, 126, 300 Henderson L. F. 244 Hennings P. 15 Henry E. 107, 125 Herrera A. L. 73, 173, 191 Hjalmar J. 156 Hillmann 80 Hiltner L. 48, 22 Hitier H. 319 Holway E. W. D. 213 Hori S. 198, 203 Houard C. 23, 28, 233 Hugouneng L. 271 Hunger F. W. T. 175 Hunter W. D. 153, 265 Isaac J. 191 Istvànffi (de) G. 132, 163 Jahn E. 289 Jakobesco N. 213 Janson A. 532 Jones L. K. 237 157, Jordan W. H. 119 Kabàt J. E. 82 Keru F. V. 259 Klebahn H. 51, 104, 310 Kock 148 Kostlan A. 105 Krassnosselsky T. 6L, 302 Krasser Fr. 26 Kriiger Fr. 222 Kunze G. 207 Kusano S. 2 Labergerie 112 Lafont F. 313 Lamarlière (de) G. 270 Laplaud M. 157 Laubert R. 33, 150, 180 199, 241,304, 339; 341 Laurence. W. H.. 105, 200 Ledoux P. 231 Leonardi G. 54, 55, 136 Lesne P. 80, !54 Lewton L. 55, 180 Lindinger L. 109, 124 Lissone G. 95 Lister A. G. 36 Little, E. E. 292 Longgear B. 0. 205 Lowenherz R. 115 Lucet 14S Maassen 341, 342 Macias C. 94, 182 Macon W. T. 91 Magnus P. 36, 244 Maire R. 189 Malenkovie B. 316 Malkoff K. 331 Malmeza F. 16 Mancini C. 128 Mangin L. 14, 37 Marchal P. 266 Marre E. 176, Marsais P. 229 Martin Ch. E 154 Martin J. B. 604 123, I # RISE fac Pat Martinelli G. 258 Massalongo C. 30 Massee G. 88 Mattirolo O. 76 Maulblane A. 311 5 Maun R. J. 300 i Mayet V. 32, 55, 200, 314, 330 Mehring H. 4g :9 Meraz A. 219 Metcalf H. 334 Mez C. 13 Michael 63 Y Micheli A. 3'9 Moisescu N. 2 Mokrzecki S. A. 56 i Molliard M. 12, 173, 229 Molz E..2 Montefusco M. 336 Montemartini L. 89, 203, 226 È Moritz J. 205; 343 Mossè J. 47 Miller F. 56. DA aa Miiller H. 341 } 206, 342, Miiller-Thurgau H. 184 Y Muth F. 66 e Namyslowki B. 327 De Nardy père 95 Neger F. V. 106 A Newstead 53 Niezabitowski E. L. 174 Noack Fr. 62, 67 Noel P. 80, 349 Noelli A. 167 Orton W. A. 149 è Osterwalder A. 149, 201 v Oven (v) E. 150, 230 : Pacottet P. 37, 328, 351 Paglia E. 268 £ Pammel L. H. 106 i Pantanelli E. 49 Parisot F. 150 Passerini N. Pavarino L. 168, 275, “A 78, 190 INDICE ALFABETICO DEGLI AUTORI Peglion V. 3, 15, 38, 120, 125, 213, 214, 224, 245, 291, 315 Perona V. 343 Perotti R. 220 Perrier d. 1. B. 4S Peters L. 221, 339 Petri I. 57, 60, 232, 255, 3 Pinoy l4l Plowright Ch. 70 Poirault G. 259 Pollacci G. 22, 27 Porchet F. 34 Poseh K. 95 Quaintance A. L. 137 Quayle H. J. 127 Ramiv A: 117. Ravaz L. 31, 65, 99, 315 Reh L. 350 Reitter Edm. 74, 94 Remondino C. 112, 252, 253, 308 Rivière G. 127 x Rippert 146 Romer H. 46 Roncali F. 14l Roos L. 099 Rorig 343 Rostano F. 74 Rota-Rossi G. 6S Rougier L. 100 Rousseau M. 241 Rowazek S. 302 Ruhland W. 125, 206, 210, 334, 340, 341 Sackett W. G. 157 Saint-Père E. 240 Salmon S. E. 19, 69, 79, 121, 259 Sanders J. G. 75 Sannino F. A. 162 Savastano 272 Schellenberg H. C. 260 Scherpe R. 205, 206, 342 Schiff-Giorgini R. 109 Schiffner V. 252 Schikorra 340, 841 Schirai M. 77 Schneider O. 246 Schouteden = TO Schrenk (v) H. 82, 89, 300 Schiirhoff P. 234 Scott W. M. 273 Seelhorst (v} 19 Selby A. D. 90 Shear C. L. 152, Sheldon J. L. 115, Sherman H. 244 Silvestri F. 6 Slaus-Kautschieder J. 64 Slingerland M. V. 253 Smith .C. O. 215 Smith E. E. L1L Smith E. F. 187 Smith R. E. 311 Soave M. 7; Solereder H. 3 Sommo U. 125 Sorauer P. 161, 303 Soursac M. 315 Spaulding P. l. Stefan J. 254 Steiner R. 45 Stewart, F. C. 119 Sutton A. W. 46 Svendsen ©. J. 266 Swingle W. T. 275 Tamaro D. 155 Tavares J. S. S, 330 Tèllez O. 295 Terraciano A. 158 Tillier L.. 224 Tiraboschi C. 90 4 274 122 195, 209, Traverso G. B. 328 Trichieri G. 319 Trotter A. ‘76, 235, 262, 304 Truelle A. 208, 240, 313 Tschaen E. 350 Tubeuf (v) K. 20, 260, 261 Turconi M. 60 Tuzson J. 261 Uyeda Y. 155 Uzel H. 151 Vaccari F. 124 Vallese F. 06 Van Den Heede SO Vassilliére 169 Verissimo d’Almeida J. 260) Vestergren T. 157 Viala P. 14, 37, 168, 275 Vigliani 192 Vitale F. S Vivarelli F. 192 Voglino P. 0, Voss. W. 30 Vuillemin P. 169 Waite M. B. 276 Walter W. 48 Ward H. M. 239 Ward W. 3 Warren G. F..292 Watson W. 143 Whipple A. B. 291 Wilcox M. E. 164, 348 Wildeman (de) E. 328 Wilfart H. 46 Wieler A. 280 Wimmer G. 46 Wize VC. 174 Worsdall W. C. 267 Zacharewicz E. 112 Zanoni U. 267 Zederbauer E. 277 Le gci “+ + (i Enio PRI AIA RL vi VRPNUTENI RIETI 3 10% MEA RACE Cn ginali e il riassunto dei lavori di patologia vegetale 5 in Italia e Sal estero. ABBONATMENTO ANNUO L 12— Per tutto quanto concerne la Azszsta ; scrivere al D e; Montemartini — Laboratorio Crittogamico — Pavia. / EVISPÀ FATOLOGIA VEGETALE DIRE:EIA VIDA Dott. LUIGI MONTEMARTINI libero docente di Botanica nella R. Università di Pavia DEPUTATO AL PARLAMENTO COLLABORATORI Prof. F. CAVARA 6Napoli) — Prof. G. DEL GUERCIO ( DE. O’ B. ELLISON (Dublino) — Prof. A. KROLOPP (Magvar-Ovar Ungheria) DESASHORI (Nishigahara-Tokio) — M. ALPINE (Melbourne - Australia) Di E. BESSEY (Miami-Florida). Firenze) LIBRAR) NEW 301 iLAL GARDEN. PAVIA TIPOGRAFIA E LEG. COOPERATIVA 1907 i 4 Seribo i ss ARA ST) di a PEETPIST ih (sha 3 dele 480 -DTAPUAZO AITAUN £ VIA SOC vicile 0 v DI iu DO Sr HSE Dna "US, îsta di Favogia Vegetale 4% SC DIRETTA. DAL, > ber Lbork LutGt MONTEMARTINI N 0000 OE di Botanica nella R. Università. di Pavia - Prof. G. DeL Guercio ‘iren “oo PF. 0 B. o Da Prof. A. KroLopp. agyar-Ovar - Ungheria) - Prot: O. Loew (Tokio) - M. Al Melbourne - Australia) - Dott. E. Dr Crane “Indice del fascicolo N. r.. è prg 4. (and Ke&yx FD. (toria ‘delle piante. attae- — Specie di Peridermimn (tate dalla biaspis penti- e Nord-America ot O Depie i GONd RARA i Ò SA TI RopoLro. ricer RiqueLme Inpa J. — La di- che. sperimentali ed anato- strazione degli insetti per e intorno al mezzo del petrolio Rumsey W. E. and Brooks F. : — Diverse formole per ir- ‘cimazione sulla dd rorazioni contro la malat- iO perduta ri resistenza. al bru- ia dis os De U STRAMPELLI N. = Esperienze intorno alla malattia del aa f REA frumento dovuta all’ Usti- — Giissow H. T. — Contributo Laga 0arbosiic soa allo studio della scabbia ZIMMERMANN A, — Ultime e- | delle patate gini £ ; MDNISTERO DI AGRICOLTURA. ASH Regolamento ‘ed istru- zioni per | la cura obbliga- sperienze sulla germinabi- lità degli selerozî vecchi di Claviceps purpurea + | Note pratiche o te; adi 10,29 (45) Na ‘Rivista di Patologia Vegetale ANNO II. I novembre 1906. NUM. 1. Per tutto quanto concerne la Rivista dirigersi al Dott. Lusi MoNnTEMARTINI - Laboratorio Crittogamico - Pavia. Tr Ae3=5 == == = = == == === — - "coi j ANATOMIA PATOLOGICA E FISIOPATOLOGIA 9 FarneTI RopoLro. — Ricerche sperimentali ed anatomo-fisiologiche I intorno all influenza dell’ ambiente e della sovrabbondante con- È cimazione sulla diminuita o perduta resistenza al «< brusone » l del Riso bertone e di altre varietà introdotte dall’ estero. 4 (Nota preliminare — originale). In poche decine di anni le varietà di Riso introdotte dal- l’estero si sono profondamente modificate rispetto alla loro resi- stenza al dDrusone , rispetto allo sviluppo e portamento della pianta, rispetto ai caratteri agronomici e bromatologici. In rapporto a questi fatti, sarebbe interessantissimo e di grande utilità pratica il poter stabilire le variazioni subite dai diversi organi della pianta, specialmente nella loro struttura, sotto l'influenza di determinate concimazioni e di determinate condizioni dell’ ambiente, sopratutto del terreno, dell’acqua, della coltura, del clima. Ma per far ciò occorrerebbe una lunga serie di ricerche sperimentali ed un ricco materiale di confronto, af- finchè la morfologia e l anatomia comparata potessero servire di nai atrata dci guida sicura per risolvere questioni spesso apparentemente con- traditorie; mentre ora manchiamo persino degli esemplari autop- tici aborigini delle varietà esotiche che sono state fino ad ora Meet in e) introdotte da noi. Ad esempio, di tante varietà esotiche di Riso, introdotte in < Italia in meno di un secolo, non mi è riescito trovare negli er- LIBRARY NEW» BOT { » I ANATOMIA PATOLOGICA E FISIOPATOLOGIA S ro Pa bari che gli esemplari autoptici del Bertone o Riso cinese, quale si coltivava da noi all’ epoca della sua prima introduzione, vale a dire circa il 1828, perchè tale varietà, in seguito alle pubbli- cazioni illustrative e polemiche dell’ Astolfi, ingegnere ed agro- Si nomo bolognese della prima metà del secolo scorso, acquistò suf- Ù ficiente importanza presso i botanici dell’ epoca da venire giu- ri dicata degna dell’ ospitalità dei loro erbari, specialmente da An- tonio Bertoloni, concittadino dello strenuo difensore e propaga- tore di tale varietà. E bensì vero che negli erbari si trovano si i a I esemplari di altre varietà di Riso la cui coltura risale probabil- mente al primo ventennio del secolo XIX, ma tali esemplari 4 non sono accompagnati da alcuna indicazione che permetta ri- ferirle quali antenati ad alcuna varietà discendente attualmente coltivata. Per avere un’idea delle modificazioni subite basta confron- E tare il Bertone che attualmente si coltiva ancora in alcuni luo- val ghi, con gli esemplari autoptici dell’ erbario Bertoloni. DE) Nel 1828 il Riso bertone era una pianta ancora più bassa A dell’ attuale, col culmo più sottile e più rigido, la pannocchia ni meno sviluppata, le radici più sottili, più tortuose, più resistenti, "fi munite di più abbondanti peli radicali. Ingrossando però il suo b$ ) culmo e le sue radici non si è robustito , perchè tale ingrossa- } mento è dovuto all’ ampliamento delle lacune interne e non al l’aumentato spessore dei tessuti; anzi le profonde variazioni su- | bite nell’ intima struttura dimostrano, come vedremo, che mentre di questa varietà, in poco più di 70 anni è venuta gradatamente x perdendo la sua principale qualità che la rendeva preziosa ai i; coltivatori, quella di resistere al Drusone, i tessuti meccanici si so io sono sensibilmente ridotti e sono diventati meno compatti e con- sistenti e quasi tutti gli altri tessuti sono diventati più flosci, più teneri, più molli. Per rendermi ragione delle cause, e valutare l’ entità delle modificazioni che il Riso bertone e le altre varietà esotiche in- ve) ANATOMIA PATOLOGICA E FISIOPATOLOGIA s i È trodotte hanno subìto rispetto ai loro caratteri botanici ed agro- È nomici, sotto l’ influenza di sovrabbondanti concimazioni e di | condizioni speciali di ambiente, ho fatto alcune esperienze col- È turali. In terriccio grasso, composto per piante da giardino, con i aggiunta di una forte quantità di radici e piante di trifoglio e n di romice finamente tritate e pestate e in istato d’ incipiente de- ai composizione, seminai l’anno scorso, Riso cosidetto novarese , la cui semente mi venne gentilmente fornita dai distinti risicul- tori fratelli Livraga, della stessa qualità da loro impiegata nella nd ail seminagione di una loro risaia le cui piante mi servirono di con- fronto. Posi il recipiente di legno in cui veniva fatta la coltura in luogo esposto alla luce diffusa in cui non giungeva la luce diretta del sole che per poche ore del mattino, e questa veniva l altresì moderata da una grande campana di vetro che serviva nello stesso tempo a mantenere le piante in un ambiente umido, — malgrado la ventilazione prodotta da un aspiratore idraulico. Le piante crebbero vigorose ed esenti da Dyusone e da qua- lunque altra malattia crittogamica, e, quantunque leggermente eziolate, spighirono normalmente e condussero semi a matura- zione. La anatomia comparata dei diversi organi delle piante di Riso coltivate nelle condizioni speciali d’ ambiente sopra indi- cate, e di quelle della stessa varietà coltivate in aperta risaia in condizioni normali di concimazione e d’ ambiente, ha dimo- strato differenze profonde. Non così profonde invece facendo il | confronto con le piante lussureggianti che si sviluppano nei luoghi dove esistevano i mucchi di concime ('). L’ esagerata concimazione e le altre condizioni d’ ambiente l'epidermide della radice, vi determinano soltanto un sensibile sopra indicate non esercitano un’ influenza molto notevole sul (4) Nel lavoro in esteso corredato di figure, metterò in rilievo queste differenze, ora faccio il confronto unicamente fra le variazioni estreme. 5I ANATOMIA PATOLOGICA E FISIOPATOLOGIA ampliamento delle cavità cellulari. L’ ipoderma invece è ridotto — ad un unico strato di elementi fibrosi, invece di due o tre come nelle radici sviluppatesi in condizioni normali; e tali fibre pre- sentano la cavità molto più larga, la membrana molto meno ispessita e punto lignificata, non assumendo la nota e caratteri- stica colorazione rossa col trattamento dell’acido cloridrico e fluo- roglucina. Il mutamento più notevole, e dal nostro punto di vista più importante, si osserva però nel cilindro centrale della radice ; nel quale non solo s’ amplificano le cavità delle cellule e s’ as- sottigliano le loro pareti, ma lo strato più interno dell’endoderma, che costituisce la cosidetta membrana protettrice del Van Tie- ghem, si modifica notevolmente; cioè la parete interna delle cellule che lo compongono perde l’ispessimento caratteristico che lo rende tanto evidente modificandone la permeabilità e quindi la sua funzione protettiva. Non meno importanti sono le variazioni che subisce la parte interna del cilindro centrale. Nelle radici sviluppatesi in condi-. zioni normali di coltura, tale regione è costituita da un tessuto prosenchimatoso compatto, composto di numerossime fibre a lume molto ristretto, a pareti fortemente ispessite e lignificate, ciò che contribuisce grandemente a dare alla radice la sua resistenza e solidità. Sotto l’ influenza dell’ esagerata concimazione organica gli elementi di tale regione si trasformano in cellule prismatiche a sezione poligonale, a cavità molto più ampia, a pareti non ispes- site e punto lignificate. | È notevole il fatto della modificazione subita dall’ipoderma, dall’ endoderma e dagli elementi fibrosi del cilindro centrale, perchè in tal modo viene ad essere fortemente diminuita la re- sistenza meccanica della radice e la sua protezione contro 1’ a- zione macerante dell’ acqua, esercitata principalmente dall’ ipo- derma. det.{ (5, ANATOMIA PATOLOGICA E FISIOPATOLOGIA Ciò spiega come nel Riso attaccato da brusone sia stato fre- quentemente notata una minore resistenza delle radici, spesso, ma non sempre accompagnata da afflosciamento e qualche volta da sfacelo parziale delle medesime ; quantunque tale fenomeno non sia in diretto rapporto con tale malattia. È bensì vero che alcuni hanno voluto vedere in questo fatto il primo e principale sintomo del brusone, altri almeno una ma- nifestazione concomitante, mentre non è in realtà che un feno- meno che accompagna la principale causa predisponente della malattia, 1’ eccessiva concimazione specialmente con sostanze or- ganiche, ma ciò indipendentemente dalla causa efficiente del male. Nel fusto, nelle guaine, nelle foglie e nelle glume, in cui non solo si esercita l’ influenza della forte concimazione ma con questa coopera maggiormente la deficienza della luce e 1’ umi- dità dell’ ambiente sono pure notevoli le modificazioni dell’ in- tima struttura di questi organi, specialmente del fusto. Nel culmo abbiamo infatti una forte riduzione dei fasci fi- bro-vascolari, fino alla completa scomparsa di quelli della zona esterna. Così pure possono scomparire i rilievi che a guisa di costole prominenti percorrono il culmo in tutta la sua lunghezza e lasciano fra l’ uno e l’ altro solchi profondi, per cui la super- ficie curva esterna del culmo appare leggermente ondulata od anche continua ed uniforme. Le lacune aerifere sono molto più ampie che nei culmi svi- luppatesi in condizioni normali. L’epidermide non si riveste dei grossi ispessimenti mamellonari silicizzati che ordinariamente la ricoprono e la proteggono, e le sue cellule assumono, in sezione trasversale, una forma ellittica ed una maggiore ampiezza (6-7 X 9 4) e presentano la parete esterna relativamente poco ispes- sita, non sorpassando un millesimo di millimetro di grossezza. Il tessuto meccanico, che nei fusti sviluppatisi in condizioni normali è assai sviluppato nell’ ipoderma ed è costituito da fibre 6 ANATOMIA PATOLOGICA E FISIOPATOLOGIA a pareti fortemente ispessite, spesso a lume interamente oblite- rato, scompare interamente o quasi, ed i suoi elementi poco o punto si lignificano come lo dimostra la reazione coll’ acido clo- ridrico e floroglucina e col solfato d’ anilina. Anche la guaina sclerosa composta di più serie di fibre a pareti fortemente ispessite e lignificate che circondano i fasci, viene ridotta ad uno o due serie di cellule prismatiche a sezione poligonale, a pareti sottili che presentano leggermente la rea- zione della lignina. Per ciò che riguarda le cellule del parenchima fondamen- tale, le mutazioni sono meno notevoli, consistendo semplicemente in un leggero assottigliamento delle membrane. Riassumendo, anche nel culmo, come nella radice, abbiamo, sotto l’ influenza d’ una concimazione esagerata, di una diminu- zione di luce e d’ un aumento d’ umidità atmosferica, una dimi- nuzione della resistenza meccanica e della funzione protettiva, ciò che predispone le piante all’allettamento e all’ attacco e pe- netrazione dei parassiti. Nella guaina fogliare si nota che le cellule dell'epidermide e della faccia interna non offrono differenze sensibili rispetto alla forma e alla grandezza, ma lo spessore della membrana cel- lulare, tanto nella parte rivolta all’esterno che in quella rivolta all’interno, si riduce a circa la metà ed anche meno del nor- male. Una differenza di spessore ancora maggiore presentano le pareti delle cellule dell’ epidermide della faccia esterna della guaina, specialmente nella parte della cellula rivolta all’esterno, in cui manca anche dei grossi ispessimenti mammellonari silicei ridotti a minute papille. i Il tessuto fondamentale della guaina viene assai ridotto, ma ciò che è più notevole è la scomparsa o la forte riduzione del tessuto collenchimatico destinato principalmente ad impartire alla guaina la sua resistenza. e e Ro e age" ANATOMIA PATOLOGICA E FISIOPATOLOGIA 7 ‘Meno notevoli sono le mutazioni che si osservano nel lembo o lamina fogliare. L’ epidermide della faccia superiore è formata da cellule leg- germente più grandi di quelle delle foglie sviluppatesi in con- dizioni normali, e la loro parete esterna non presenta che 3 a 4 u di spessore mentre ordinariamente misura da 6 a 7 « di grossezza , senza contare gli ispessimenti mammellonari silicei che in queste ultime sono sempre un poco più pronunciati. Nell epidermide della pagina inferiore del lembo si osserva parimenti l ampliamento delle cellule, la riduzione di spessore delle membrane cellulari, specialmente nella parte rivolta all’ e- sterno, e delle protuberanze silicee. Lo spessore delle foglie viene ridotto di circa 15 a 20 « in corrispondenza della parte mediana dei rilievi e di ciroa 40 w in corrispondenza delle attigue depressioni. Non si osservano differenze notevoli nei fasci e nei gruppi di fibre libriformi che sembrano essere soltanto leggermente ri- dotti rispetto al numero delle fibre e allo spessore delle loro membrane. In conclusione la differenza principale che si osserva nella struttura del lembo fogliare consiste in un minore ispessimento della parete delle cellule epidermiche ; ciò che deve opporre mi- nore resistenza alla penetrazione dei parassiti crittogamici. Anche nelle glumelle come nel lembo fogliare si nota una diminuzione del normale spessore, che sembra potersi calcolare dear has 5 SE # in media di un quinto. Si ha parimenti una riduzione di spes- sore delle membrane cellulari, per cui si può arguire che anche la resistenza meccanica delle glumelle viene ad essere conside- revolmente diminuita, se tale resistenza è a ritenersi proporzio- nale allo spessore dell’ organo e della parete cellulare, e inver- samente proporzionale al numero e all’ ampiezza delle cellule. La cariosside sotto l influenza d’esagerata concimazione su- bisce delle mutazioni notevoli e di grande importanza bromato- i PRON logica. Il pericarpo ed i tegumenti del seme si assottigliano fino a ridursi alla metà od anche ad un terzo dello spessore normale, mentre lo strato proteico costituito dalle cellule ad aleurona acquista uno spessore maggiore di un terzo od anche del doppio, pur restando inalterato il parenchima amilaceo che costituisce la grande massa del seme. Ciò significa che la concimazione mi- gliora le qualità bromatologiche del seme, aumentandone il va- lore nutritivo e la resistenza alla cottura a detrimento della pula e del pulino, facendone diminuire la perdita alla lavorazione. Esaminiamo ora la struttura dei varî organi del ‘iso bder- tone del 1828 confrontandola con quella del Bertone del 1905, tenendo calcolo soltanto delle variazioni di maggiore importanza. Nella radice non sì notano mutazioni notevoli nell’ipoderma; mentre scompare interamente o quasi l’ ispessimento caratteri-.. stico della membrana celtuiare rivolta verso l'interno, dell’ ul- timo strato dell’ endoderma, SA, SETA la così detta mem- brana protettrice del Van Tieghem. Anche gli elementi fibrosi del cilindro centrale subiscono un notevole ampliamento delle loro cavità ed un assottiglimento delle loro membrane. Nel culmo il tessuto meccanico dell’ ipoderma, composto di un grosso strato continuo, ondulato, costituito da parecchie serie di fibre a pareti molto ispressite, sembra non abbia subito una apprezzabile diminuzione di spessore. Le lacune aerifere sì sono semplicemente allargate alquanto. Nelle guaine si nota una sensibile riduzione del tessuto meccanico e specialmente dell’ispessimento della membrana delle cellule dell’ epidermide, tanto nella faccia interna che nella faccia esterna. Nella faccia interna la parete esterna delle cellule epidermiche si è ridotta ad un terzo del suo primitivo spessore e la parete interna alla metà. Nell’ epidermide della pagina inferiore del lembo fogliare ANATOMIA PATOLOGICA E FISIOPATOLOGIA 9° si nota una diminuzione dalla parte esterna della membrana ed un leggero ampliamento della cavità cellulare. Nelle glumelle non si osservano mutazioni apprezzabili. Nella cariosside invece è notevole la diminuzione di un terzo del primitivo spessorefilello strato proteico. (Al perctagio, (IZIAA 77, Che la diminuita resistenza del iso Dertone alla malattia del brusone sia una conseguenza diretta della diminuita resi stenza meccanica degli organi verdi della pianta, per cui sarebbe facilitato 1’ attacco e la penetrazione del parassita, non si può affermare. È noto però da tempo che una delle cause predisponenti del brusone , forse la principale se non l’unica, consiste nella sovrabbondante concimazione della risaia; e siccome all’ esage- rata concimazione si deve almeno in parte anche la diminuita resistenza meccanica dei tessuti dalla pianta, bisogna ammettere che questa sia almeno una manifestazione concomitante della causa predisponente della malattia. La perdita di resistenza al drusone, del Riso bertone , es- sendo un fenomeno che accompagna le sopraccennate variazioni della forma e della struttura della pianta, essa sembrerebbe quindi dovuta all’ azione della concimazione, più che a quella del clima, come generalmente sì ritiene. D'altronde non si saprebbe spiegare come la perdita di re- sistenza alle malattie fosse dovuta all’azione del clima, dal mo- mento che tale perdita avviene lentamente, gradatamente, in un periodo più o meno lungo di anni: mentre 1’ azione nociva del clima dovrebbe via via diminuire per progressivo adattamento della pianta. La perdita di resistenza si spiega invece benissimo coll’ a- dattamento alle forti concimazioni o meglio col progressivo au- mento della sensibilità delle piante all’ azione dei concimi ; ciò che si spiegherebbe coll’aumento della permeabilità della radice per la graduale diminuzione dell’ispessimento della membrana ZH: V7ZZZZZZ. LS 10 ANATOMIA PATOLOGICA E FISIOPATOLOGIA interna delle cellule dell’ endoderma che protegge il cilindro centrale, come ho più sopra accennato essere avvenuto appunto nel iso bertone. ì Fintanto che il iso Dertone è rimasto poco sensibile ai concimi, ha conservato la sua resistenza al drusone. Di mano in mano che è andata crescendo la sua sensibilità alle concimazioni, lo sviluppo della pianta e della pannocchia è andato aumentando, e migliorando sono andate le qualità bro- matologiche e i pregi commerciali del seme, coll’ aumento del suo potere nutritivo e della resistenza alla cottura e la dimi- nuita perdita alla lavorazione come anatomicamente ho dimo- strato, constatando l’ ingrossamento dello strato proteico e l’as- sottigliamento del pericarpo e dei tegumenti. Ma nello stesso i tempo che i suoi pregi agronomici e bromatologici andavano aumentando, la sua resistenza al brusone è andata diminuendo, dr a ed ora non è più possibile la sua coltura che in condizioni spe- ; ciali di terreno. ta È Quale sia l’azione particolare dei diversi concimi sulla pianta, 3 ci 4 rispetto alla perdita della sua resistenza alle malattie, resta a dimostrare; come resta a dimostrare se ciò sia dovuto a dimi- nuita resistenza meccanica od a stimolo esercitato per chemo- i tactismo sul parassita, coll’ accumularsi di determinate sostanze 4 nella pianta, o per l’una o per l’altra causa. Tale dimostrazione non potrà aversi che in seguito ad una i lunga serie di pazienti ricerche sperimentali. n La scomparsa però del grosso ispessimento della membrana delle cellule dell’endoderma e la relativa modificazione di strut- |. dx tura e di composizione chimica, verificatasi nella radice, tanto NI del Riso assoggettato a sovrabbondante concimazione come nel Fa Bertone dal 1828 al 1905, costituisce un fatto anatomico indi- scutibile di una grande importanza ; perchè da tale fatto deriva riva una notevole mutazione nell’ equilibrio osmotico e quindi i in tutto il chimismo cellulare. - s dele te ANATOMIA PATOLOGICA E FISIOPATOLOGIA — PARASSITI VEGETALI 11 Forse le modificazioni regressive subite dall’endoderma della radice e dal cilindro centrale, contemporaneamente al maggiore sviluppo acquistato dalla pianta, si potrebbero spiegare ammet- tendo i risultati ottenuti dal De Heen e Micheels, i quali dimo- strerebbero che le soluzioni colloidali più favorevoli agli organi caulinari sono le più sfavorevoli alle radici e reciprocamente comportandosi rispetto alla pianta come bipolari ('). Quando avremo determinato quale azione esercitano i di- versi concimi sopra la resistenza del riso e la sua predisponibi- lità alle malattie: e se e come le sostanze che vanno accumu- landosi nella pianta, agiscono per chemotactismo come causa predisponente ed entro quali limiti, avremo aperto forse la via per ridonare alle piante la primiera resistenza al brusone o per impedire la perdita di tale resistenza. Per ora non vi è che ricorrere alla riintroduzione delle va- rietà, o porre in serbo una certa quantità di semente fin che la varietà è ben resistente, per ricorrervi tosto che tale resistenza viene meno, prolungando in tal modo il periodo della sua utile coltivazione. (') P. De HEEN. — La matière; sa naissance, sa vie, sa fin. — Bruxel- les, 1905. Artnuor J. C. and Kern F. D. — North American species of Peridermium (Specie di Peridermivin del Nord-America) (Bull. of. The Torrey Bot. Club, Vol. 33, 1906, Nr. 8, pa- gine 403-438). Prima della pubblicazione di questa nota si conoscevono solo quindici specie di /er/dermium nell’ America del Nord : ora il loro numero è salito a ventisette oltre ad alcune altre di 12 PARASSITI VEGETALI cui si trovò in America il solo stadio teleutosporico. Con uno studio accurato esse si possono ridurre a sette generi di forme teleutosporiche e gli Autori col confronto delle specie ameri- cane ed europee ne trovarono i caratteri diagnostici delle te- leutospore. Sono i seguenti generi: Pucciniastrum, Calyptospora, Me- lampsorella, Melampsoridium , Coleosporivim , Chrysomynra , g Cronartium. Gli autori dànno una descrizione dettagliata di ognuno di 0° E. A. Besspy (Miami-Florida). - Giissow H. T. — Beitrag zur Kenntniss des Kartoffel-Grindes : Cor. ticium vagum B. et C. var. Solani Burt. - Rhizoctonia So- lani Kiihn. - Rh. violacea Tul (Contributo allo studio della ‘ scabbia delle patate). (Sorauer’s Ztschr. f. Pfanzenkrankh. y 1906, Bd. XVI, pag. 185-137, con una tavola). “A Fu primo il Kiihn ad attribuire la scabbia delle patate ad } una Rhizoctonia che egli descrisse col nome di RA. Solani. — sa L’Autore trovando patate ammalate in un campo che l’anno p. precedente era stato coltivato ad erba medica, pensò essere la 4 Rh. Solani null’ altro che la Rh. violacea causa del mal vinato ; dell'erba medica; e il confronto dei micelii lo ha convinto su questa opinione. Ora poi con altre esperienze, fatte indipendentemente da lui e con identici risultati anche dal Rolfs in America, viene a di- mostrare che la R%. c/olacea è il micelio sterile del Corticium vagum var. Solant. È a raccomandarsi di adoperare, per le piantagioni, tuberi perfettamente sani e disinfettati coll’ immersione per pochi mi- nuti in una soluzione di sublimato corrosivo al 0,6 per mille. L. M. PARASSITI VEGETALI 13 StrampeLLI N. — Esperienze intorno alla malattia del frumento dovuta all’Ustilago carbo (Red. d. ». Ac. d. Lincei, Roma, 1906, Vol. XV, pg. 211-213). Infettando con spore di st/ug0 una spiga di frumento in piena fioritura, l’ Autore ha potuto constare che le cariossidi ricevono nel loro interno i germi della malattia, così che le piante che ne derivano mostrano tutte il cardone , anche se i semi sono accuratamente disinfettati all’ esterno con soluzione di sublimato corrosivo e la germinazione e vegetazione seguono in ambiente assolutamente riparato da ogni infezione esterna. Con ciò, secondo 1’ Autore, resta confermata 1 affermazione di Hecke (vegg. a pag. 35 del Vol. I di questa £z7vzsfa) che il micelio delle Ust:/ago si annida anche nei semi, e si spiega pure la diffusione del carDone in certi casi in cui la semente è stata disinfettata e la concimazione fu puramente chimica : per liberarsi dalla malattia oltre le solite disinfezioni deve farsi anche un’ oculata scelta delle varietà più resistenti. L’ Autore crede che la resistenza derivi dalla pnbescenza delle glume e dal poco restare aperte delle glume stesse prima che sia completata la maturazione delle cariossidi. L. MONTEMARTINI. ZIMMERMANN A. — Ergànzende Versuche zur Feststellung der Keim- fahigkeit alterer Sklerotien von Claviceps purpurea (Ultime esperienze sulla germinabilità degli sclerozî vecchi di Cla- viceps purpurea (Sorauer’s Ztschr f. Pfanzenkrank., 1906, Bd. XVI, pg. 129-131). L’ Autore ha fatto esperienze dalle quali risulta, in confor- mità di quelle di Aderhold di cui a pagina 210 del Vol. I di questa vista, che gli sclerozî di due anni possono ancora ger- minare tanto se conservati sul granaio quanto se lasciati fuori. 14 PARASSITI VEGETALI — PARASSITI ANIMALI Il tempo della formazione delle spore è lo stesso per gli scle- rozî che svernano fuori e per quelli che raccolti sul granaio sono poi seminati: dipende dalle condizioni esterne e varia da anno ad anno, nè è in relazione colla fioritura delle secale, così che nella scelta dell’ epoca per la seminagione di questa si può forse trovare un mezzo per evitare l'infezione. Contrariamente a quanto credeva Rostowzew, anche gli scle- rozî seccati e conservati all’ asciutto conservano la capacità di germinare. Possono pure germinare gli sclerozî ammuffiti ed i pezzi di sclerozio. L. MONTEMARTINI. Ministero DI AGRICOLTURA. — Regolamento ed istruzioni per la cura obbligatoria delle piante attaccate dalla Diaspis penta- gona. (Boll. Uff. d. Min. d’ Agric. Ind. e Commercio, Ro- ma, 1906, Anno V, Vol. IV, pag. 697-711, con 9 figure). La lotta contro la Diaspis pentagona può praticarsi in due modi : a) colla spazzolatura diligente del tronco e dei rami in- fetti, da eseguirsi con spazzole metalliche sulle parti la cui cor- teccia è abbastanza robusta da non ricevere danno da tale ope- razione; h) coll’ applicazione, mediante pennelli o pompe con pol- verizzatore e agitatore, di un liquido insetticida. Si consigliano a tal uopo le seguenti miscele : olio pesante di catrame (densità 1,052) gr. 900, carbonato di sodio anidro (sodio Solway) gr. 450, acqua litri 10; oppure: petrolio nero (densità 0,970) gr. 900, olio di pesce gr. 200, carbonato di sodio anidro gr. 100, acqua litri 10. Per fare il primo miscuglio si PARASSITI ANIMALI . 15 scioglie la soda Solway completamente nell’ acqua e vi si emul- ‘siona poi l’olio pesante di catrame aggiungendolo lentamente ed agitando la miscela con un bastone. Per fare il secondo, sciolta la soda, si aggiunge prima lentamente l'olio di pesce agitando la miscela, poi, sempre agitando , vi si versa in filo sottile il petrolio nero. Ambedue i miscugli devono essere preparati nel lo stesso giorno in cui si applicano, e bisogna agitarli di fre- quente. Le parti infette vanno bagnate abbondantemente e il trattamento va ripetuto almeno due volte alla distanza di dieci giorni l’ una dall’ altra. Le piante sulle quali venne finora in Italia segnalata la Diaspis pentagona, oltre il gelso, sono : la celtide, la catalpa, il fagiuolo, 1 evonimo, la broussonezia , il gelsomino, la gledit- schia, l’ippocastano, il lauroceraso, il ribes, il salice, il lillà. la sofora, l’ uva spina. RiqueLme Inpa J. — La destruccion de insectos por medio del petroleo (La distruzione degli insetti per mezzo del petrolio). (Comision de paras. agric., México, 1906, Circular N. 42, 12 pagine e 9 figure). L’Autore osserva come il petrolio, usato in apposite emul- sioni, sia il migliore insetticida da adoperarsi per difendere le piante da insetti, cocciniglie, gorgoglioni, ecc. Consiglia la seguente emulsione : petrolio 10 litri, acqua 5 litri, sapone nero 250 grammi. Si scioglie il sapone nell’ acqua e vi si versa poi, lentamente ed agitando, il petrolio. L’ emul- sione così ottenuta viene poi allungata in 185 litri di acqua. Sono poi descritte e figurate le pompe irroratrici ed agita- trici più in uso. 16 PARASSITI ANIMALI — NOTE PRATICHE Rumsey W. E. and Brooks F. E. — A test of different sprays x for the San Jose Scale (Diverse formole per irrorazioni contro la malattia di S. Josè). (West Virginia Agricutt. Exper. Station, 1906, Bull. N. 107, pag. 349-354). Si dànno le formole di quattro insetticidi del commercio e cioè: Target Brand Scale Destroyer, Kil-o-scale, Scalecide e Horium. I primi tre sono composti di olio solubili nell’ acqua, l’ultimo è un composto di solfuro di calcio. I migliori, se ap- plicati con cura, sono i primi due: E. A. Bessey (Miami-Florida). NOTE PRATICHE Dal Bollettino della Società degli. Agricoltoli Italiani, Roma 19063 Nr, l'o. R. Perotti rileva l’ efficacia insetticida dei vapori di tetracloruro di carbonio e consiglia adoperare questo composto, che è più comodo e meno pericoloso del solfuro di carbonio, per proteggere i grani contro 1’ invasio- ne degli insetti: calandra o punteruolo, struggigrano, alucita, tignola, ecc. Lo si può applicare come il solfuro introducendo nei mucchi di grano, alla profondità di 20-30 cm., bottiglie o vasetti a largo orifizio coperto di tela rada attraverso alla quale passino i vapori. Oppure si adoperano pic- coli recipienti di metallo ehiusi in basso, con coperchio in alto e colle pareti finamente bncherellate. Si usi un litro di liquido per ogni 20 Et. di grano, avendo cura, durante l’ evaporazione, di chiudere le finestre del granaio e coprire i mucchi con qualche copertone. LECITE Pavia — Tipografia e Legatoria Cooperativa — 1906. ua 1906. *% sea Nun 9.3, $ a di Patologia Vegetale DIRETTA DAL Dort. LUIGI Mossa denini libero docente di Botanica, nella R. Università di Pavia Solizkidratori: : Prof. F. Cavara (Napoli) - Prof. G. DeL GouERCIO SORTE (Firenze) - Dott. F. O’ B. ELLISON (Dublino) - Prof. A. KRroLoPP (Magyar-Ovar - Ungheria) - Prof. 0. Loew (Tokio) - M. Al PINE Lina Australia) - Dott. E. Bessev (Miami-Florida). i Indice del fascicolo N. 2-3. JUNGNER. J: R.. — Un nuovo. è. fungo dei cereali. s . Pag. 44 Pag n0: 43 | Lupwig F. — Sugli acari delle s piante e sulla presenza del- VP Hericia Robini in Ger- mania. . : n | È È ‘ Macìas 0, — La distruzione dei topi campaguoli . ; Prerers L. — Sull’ abbrucia- ticcio delle barbabietole da Zucchero )-is o. 4, ; î " ; i i Note pratiche “ABBONAMENTO AMMUO L - Rivista di Patologia Vegetale Per tutto quanto concerne la Rivista dirigersi al Dorr. Lur6r MoNTEMARTINI - Laboratorio Crittogamico - Pavia. =s=—========—=—=——oe-—-== === =_—_r_iétttà = === ==" =_= PARASSITI VEGETALI LIBRAR FarneTI RopoLro. — Il brusone del riso. (Relazione fatta al NEW vos Terzo Congresso Internazionale di risicoltura, Pavia, ot- BOTANIC, SET GARDEN tobre 1906 - originale). n Sotto il nome di brusone, intendo parlare di quella malattia del Riso che si presentò con carattere contagioso nelle grandi e disastrose epidemie brusoniche della prima metà del secolo scorso, e che si presenta ora come allora, sotto diverse forme, princi- palmente coll’ annerimento , sfacelo, strozzamento e rottura del nodo ; coll’ imbrunimento ed inaridimento della parte superiore del culmo o dei rami della pannocchia ; colla chiazzatura o mac- chiettatura esantematica delle foglie e delle glumelle ; coll’aborto od atrofia dei semi, ecc.; come venne cioè descritto dal Sandri e da altri testimoni oculari del tempo, sotto le denominazioni principali di brusone e di carolo. Non intendo quindi comprendere in tale denominazione tutte le alterazioni che si manifestano con ingiallimento o imbruni- mento delle foglie, od anche sotto forma di macchie, qualunque possa essere la loro apparenza ; tanto che queste alterazioni siano dovute a cause fisiologiche, come all’azione di speciali crittogame ‘0 di piccoli molluschi od altri animali, come io stesso ho potuto dn. N . è . “Aa constatare. Escludo queste alterazioni, che si manifestano costan- i temente in determinate condizioni d'irrigazione, di suolo o di NI ARBEIT IE ST IAN CIS SIOOE RI ai I0ROO RA RREOROR 18 îi PARASSITI VEGETALI sottosuolo, 0 solo accidentalmente e sporadicamente, non solo per- chè si presentano senza alcun carattere contagioso e pernicioso ; ma per la stessa ragione per cui non si possono comprendere sotto il nome di peronospora, la fersa, il colpo di sole, V eri- nosi, ecc., qualunque possa essere l'apparenza esterna delle al-_ terazioni da loro determinate sulla foglia della vite. Posta in questi termini la questione, possiamo discutere in- torno all’ eziologia della malattia. * Da un secolo e mezzo si discute intorno alla causa del drwu- sone, senza essere venuti a nessuna definitiva conclusione. Ep- pure, fin dal 1834, Giulio Sandri, naturalista veronese, al quale dobbiamo diverse pregevoli memorie di fitopatologia, intuì la causa vera della malattia. Egli, basandosi sul modo di manife- starsi e sul decorso della malattia, ne dedusse doversi attribuire a causa parassitaria ; e coll’ aiuto del microscopio confermò tale sua opinione. Ma contemporaneamente sorse Bernardino Angelini a com- battere le idee del Sandri, con argomenti invero non troppo per- suasivi, ma sufficienti per aprire una disputa fra agricoltori e fi- topatologi intorno alla causa del dyusone, disputa che, a quanto sembra, non è ancora definitivamente chiusa. Ciò si deve in gran parte all’avere confuso le cause predi- sponenti della malattia, con la vera causa efficiente 0 determi- nante. Gli autori che si sono occupati dell’ eziologia del brusone si possono dividere in due schiere: quelli che lo ritengono do- vuto o causa parassitaria e quelli che lo ritengono dovuto in- vece ad altre cause. Fra i primi si annoverano Pollini, Biroli, De Candolle, San- dri, Garovaglio, Cattaneo , l’ ing. Certani, Voglino, Ferraris ed 10; e all’ estero, data l’ identità fra il nostro dDrusone e la ma- Int ANT IZIONATO “ Valea dari ita FIENO araba ta) a, MRO e d PARASSITI VEGETALI 9 lattia del Riso studiata al Giappone e nell’ America, il profes- sore Kingo Miyabe direttore dell’ istituto botanico di Sapporo, Takiya Kawakami dello stesso istituto , Seitaro Hori dell’ Uni- versità di Tokio e Haven Mettcalf della Stazione agraria speri- mentale della Carolina del Sud. Fra i secondi vanno ricordati Bevilacqua, Astolfi, Lomeni, Bonafous, Fumagalli, Angelini, Filippo Re, Dossena, Trompeo, Berenger, Gera, Dal Pozzo, Tirelli, don Beltrami, Cantoni, Ber- ti-Pichat, ing. Poggio, Ferdinando Mutti, Carlo Bisinotto, Pino- lini, De Alessi, prof. Brizi, quasi tutti agricoltori od agronomi. Nel 1834 il prof. Giulio Sandri, coll’ aiuto di un microscopio descrisse e figurò, nella tavola che accompagna la sua memoria, alcune crittogame trovate sulle piante di Riso ammalate. La maggior parte sono muffe saprofite ed innocue, ma fra queste vi è anche il vero parassita che è la causa del brusone. A. parte le inesattezze incorse nella descrizione e nella fi- gura della crittogama parassita, spiegabilissime del resto coi mezzi di osservazione dei quali disponeva e con le conoscenze di crittogamia che generalmente si avevano allora, sembra fuor di dubbio che egli intendesse descrivere e tentasse figurare il È: parassita che è la causa efficiente del lyusone, sotto la sua for- ma ibernante di Melminthosporiwin. Nel 1874 il prof. Santo Garovaglio osservò certamente il parassita nelle sue forme conidiche di Hel/minthosporium , Cla- _ dosporium, Hormodendron e forse di Piricularia, come risulta | specialmente dalle figure 4, 7 e 8 della tavola XV unita alla sua memoria, ma tali ifomiceti non attrassero la sua attenzione, È: perchè i tipi generici ai quali appartenevano erano considerati da tutti i crittogamisti d’ allora come semplici saprofiti, sempre ‘innocui, e forse perchè la sua attenzione tu forviata da una forma ascofora che vi rinvenne (la Pleospora Oryzae) e che non è an- a cora dimostrato trovarsi con tali forme conidiche in rapporto i genetico. 20 PARASSITI VEGETALI Nel 1891, Briosi e Cavara descrissero una nuova specie di Ifomicete, trovato parassita sopra le foglie del Riso, e la chia- marono /ricularia Vryzae, ma non la ritennero la causa del brusone perchè oltre che sulle piante evidentemente affette da | tale malattia, si trovava anche sopra piante d’aspetto sanissimo, nelle quali essi non ravvisarono i sintomi del brusone. Nel 1901 il prof. Kingo Miyabe e Seitaro Hori ritennero che il Pushiguro-imocci è VHokubi-imocci che corrispondono al nostro Carolo o mal del nodo fosse prodotto dalla Piricularia grisea Sacc. che da noi attacca il Panico sanguinale, e non dalla Piricularia Uryzae Briosi e Cavara, che al Giappone non si era ancora trovata. Anche Takiya Kawacami dimostrò che la ma- lattia del nodo era. dovuta alla /r/icularia grisea e non alla Piricularia Oryzue che non si trovava al Giappone. Miyabe e Hori dimostrarono pure che le malattie dette al Giappone Ha- gare, Naeimocci, Naeyake, che essi tengono distinte dalla pre- cedente, e che corrisponde al nostro Carolo minore, erano do- vute ad una specie di Helminthosporium, che chiamarono Hel- minthosporiwm Oryzae. Nel 1908, il dott. Teodoro Ferraris, in una bella e interes-. sante memoria, dimostrò che l’annerimento e lo sfacelo del nodo, come l’imbrunimento della parte superiore del culmo, erano pro- dotti da un micelio fangino che in condizioni opportune produ- ceva conidi simili a quelli della /yicularia Oryzae che egli ri- tenne causa della malattia. La dimostrazione data dagli autori giapponesi e dal dottor Ferraris, basava unicamente sopra l'osservazione diretta, e man- cando la dimostrazione sperimentale, poteva essere facilmente oppugnata; tanto più che era evidentemente inesplicabile, come una stessa malattia potesse essere prodotta in Italia dalla 7°%- cularia Oryzae e al Giappone dalla Piricularia grisea e dal Helminthosporiwn Oryzae. Nel 1904, nella mia qualità di addetto al Laboratorio Orit- PARASSITI VEGETALI 21 togamico Italiano, che da tempo si occupa delle malattie del Riso, e che è diretto con tanta sapienza d’intelletto . ed amore di scienziato e di cittadino italiano, dal mio buono ed illustre maestro prof. Briosi, al quale mi è grato tributare un doveroso, pubblico ringraziamento, per avermi affidato questo studio e per tutto l’ appoggio morale e materiale accordatomi, avendo avuto l'occasione di esaminare diversi casi di 2yusone nei quali trovai la presenza dell’ Helminthosporium Oryzae, ed in altri la Pirri cularia Oryzae, intrapresi due serie di esperienze: le une di- rette a dimostrare la possibilità o meno di riprodurre artificial- mente nelle piante sane del Riso la malattia del 0yusone , me- diante il semplice contatto con frammenti di pianta affetta da tale malattia, mediante le spore di Piricularia Oryzae, di Pi- ricularia grisea, di Helminthosporiwm Uryzae e di altre specie affini; le altre allo scopo di stabilire se fra le forme fungine sopra accennate esistesse un nesso genetico. Tali esperienze condussero a conclusioni interessanti, delle quali diedi in parte i risultati in una nota preliminare pubbli- cata nel 1904 negli Atti dell’ Istituto botanico di Pavia. L’anno scorso continuai le esperienze di riproduzione artificiale, accom- pagnandole da nuove ricerche intorno alla biologia del parassita, al modo di manifestarsi della malattia, al suo andamento e al modo di combatterla e prevenirla. I risultati di queste ricerche saranno esposti per esteso in un lavoro la cui pubblicazione è già iniziata. Prima di tentare la riproduzione artificiale del byrusone coi germi delle varie forme del parassita, volli accertarmi che fosse di natura parassitaria o per lo meno contagiosa. A tale scopo posi in tre vasi di vetro piante di Riso giapponese perfettamente sane ed immuni da malattia, esponendoli alla luce diffusa nel- l'Orto botanico. Presi allora dei pezzi di foglie ricoperte da macchie esantematiche, e divaricando la guaina fogliare li posi a contatto dei nodi, altri a contatto della foglia ed altri infine Pago PI" SARI COPI OSZIO PISOSOET 4 SS % A patta 22 : PARASSITI VEGETALI a contatto delle spighette della pannocchia. Così feci pure con frammenti di nodi anneriti e in istato incipiente di sfacelo, e_ con semi evidentemente ammalati. Dopo pochi giorni cominciò a manifestarsi l’ annerimento caratteristico dei nodi a contatto. dei quali avevo messo un pezzetto di foglia o di nodo infetto, non sempre dove avevo posto un granello ricoperto dalle sue glume. Più difficilmente e solo in pochi casi ottenni la riprodu- Da zione di macchie sulle foglie e nelle spighette. Spiegai ciò con- statando che per mancanza di sufficiente umidità, il micelio del parassita che viveva nell'interno dei frammenti ammalati, non aveva potuto cacciare all’esterno tubi miceliali, e perchè era più difficile il contatto del frammento ammalato con organi ricoperti di lunghi e rigidi peli. Nelle piante di controllo non si verificò nessun segno di ma- lattia, nemmeno nei nodi in contatto dei quali avevo posto pez- zetti di legno o di corteccia morta. al In seguito ai risultati di queste esperienze , misi a germi-. nare parecchi semi di Riso sano, previamente lavato in soluzione hi al 10 °/,, di sublimato corrosivo e ripetutamente risciacquati in acqua sterilizzata alla stufa, entro 10 vasetti di vetro, in buona tarra di risaia, il tutto sterilizzato alla stufa, aggiungendovi acqua passata al filtro di Chamberlain. - Tosto che i semi furono germinati e le giovani piantine af- fiorarono V acqua, procedetti alle infezioni, aspergendo l’acqua | spore di Helminthosporium Oryzae, quella del quarto con Hel- % . . . » . . , Da minthosporium turcicumn raccolto su foglie di grano turco, Gui quella del quinto con loppe di Riso annerite dal brusone, quella i del sesto con detriti di paglia di Riso brusonato; nel settimo — soluzione di solfato di rame al 2 p. 100. Gli altri due vasi non furono infettati e lasciati per controllo. PARASSITI VEGETALI 23 Un certo numero delle pianticelle di Riso nate nei primi sette vasi, fin dallo spiegare delle prime foglie, cominciarono a presentare nelle giovani foglie, nelle guaine o nel culmo mac- chiuzze brune o nere, caratteristiche; mentre immuni rimasero le piantine nate nei vasi lasciati per controllo e nel vaso semi- nato con semi brusonati ma disinfettati col solfato di rame. Il maggior numero di piantine ammalate si manifestò nei vasetti infettati con spore di Me/minthosporiwm Oryzae e con loppe e detriti di paglia brusonata; meno intensa fu invece l’ in- fezione nei vasi infettati coi conidi della /%zcularza Oryzae e P. grisea. Nella forma e nel colore delle macchie non si nota- rono differenze. Che le macchie esantematiche e la morte delle giovani pian- tine fosse dovuta all’azione del parassita, non vi è alcun dubbio, e si può verificare nelle pianticelle conservate in alcool e nelle foglie o nelle pianticelle o sezioni di pianticelle poste sotto al | microscopio. | In una di queste giovani foglie, posta sotto al microscopio, si vedono diverse spore di He/nunthosporivwin, sparse alla sua superficie, in via di germinazione. Nel punto in cui l’ estremità del tubo miceliale giunge a toccare il lembo fogliare, comincia a formarsi una macchiuzza bruna, che da prima misura pochi millesimi di millimetro di diametro, poscia va rapidamente in- grandendosi. Il fatto, che l'infezione si verificò anche in giovani pian- tine nate da semi ammalati ed anche da semi sani ma nell'acqua ricoperta di loppa o di paglia di Riso annerita dal drusone, mi persuase della necessità di fare ricerche anatomo-patologiche nei semi infetti per vedere se la malattia è ereditaria in seguito al- l'infezione dell’ embrione o solo perchè viene contratta dal pa- rassita che vegeta esternamente sulle loppe; e mi persuase e- ziandio di fare ricerca nelle risaie fino dall’ epoca della germi- nazione dei semi, per seguire lo sviluppo e il corso della malattia 24 PARASSITI VEGETALI e dell’ infezione, dalla germinazione alla maturazione della pan- nocchia. - Le mie ricerche condussero ai seguenti risultati : Quando il brusone attacca la spighetta o grano rivestito delle sue loppe, il male può essere limitato alle sole glumelle o penetrare nel pericarpo, nei tegumenti, nel cotiledone e nello stesso embrione; ed il seme abortire completamente, restare atro- fico 0 raggiungere il volume normale o quasi, a seconda del grado di sviluppo che presentava il seme al momento dell’ infezione e della intensità della medesima. Purchè la cariosside abbia raggiunto un certo sviluppo e il parassita non abbia distrutto l'embrione, il seme può germinare, malgrado che il micelio abbia invaso non solo la glumella ma anche i tegumenti ed il cotiledone. Se la gemmula uscendo dalla fessura cotiledonare o perfo- rando i tegumenti e la glumella viene a contatto del micelio interno o dei germi superficiali del parassita, la giovane pian- tina nasce quasi sempre infetta e può morire anche prima di spiegare le sue foglioline, come si vede nei numerosi esemplari da me raccolti, uno dei quali si trova sotto ad uno di questi mi- croscopî. (Generalmente però, la pianticella non muore che più tardi, dopo avere sviluppato quattro o cinque foglie, e non di rado, quando 1’ infezione non è molto forte, prosegue nell’ ulteriore suo sviluppo ; trasmettendo il male di foglia in foglia nella stessa pianta o nelle piante vicine. Spesso però il male si arresta alle foglie più basse del culmo. Nelle foglie delle piante adulte la malattia appare dapprima sotto forma di piccole macchie brune, in numero molto limitato per ciascuna pianta, spesso isolate in una sol foglia e in piante sparse nella risaia senza ordine. Evidentemente una parte delle piante ammalate, non ha contratto la malattia dal seme, ma dai germi del parassita, che è molto diffuso in natura come vedremo, trasportati dal vento. siii, aa ETA 1 i x 4 È 3 v È o PARASSITI VEGETALI 25 A giudizio dei risicultori anche i più esperti ed oculati, le risaie in questo stato sono sanissime, assolutamente immuni da brusone. Eppure non vi è mai nessuna risaia perfettamente immune, anche quelle seminate con le varietà più resistenti. La resistenza del Riso al Drusone è relativa; e ritengo sia sempre stata cosi, perchè anche negli esemplari conservati in erbario di Riso bertone, raccolti nei primi anni della sua intro- duzione, quando gli si attribuiva una resistenza assoluta, ho os- servato una macchiuzza caratteristica, prodotta dalla Pircularza. Facendo osservare ai risicultori tali macchie, essi non vi danno importanza e non vi riconoscono i caratteri del byusone. Questa è la ragione per cui i proff. Briosi e Cavara esclusero che la Piricularia fosse la causa di tale malattia. Solo più tardi, quando le macchie si sono moltiplicate in tutte o nella maggiore parte delle foglie, e la malattia comincia a propagarsi ai nodi e alle altre parti della pianta e ad estendersi nella risaia, cominciano a distinguerla col nome di dbrusone: come i viticultori in prin- cipio, quando cominciarono le infezioni peronosporiche, ed an- che oggigiorno, ritengono immuni le loro vigne dalla Perono- spora, fintanto che non vedono ingiallire e cadere le foglie od avvizzire e cadere gli acini immaturi. Le macchie prodotte dalla Pirivularia nelle foglie adulte vanno rapidamente ingrandendosi, assumendo una forma lanceo- lata od ellittica, con l’asse maggiore parallelo alle nervature. La macchia dapprima di colore bruno, ingrandendosi comincia a prendere un colore plumbeo e a decolorarsi al centro, cingendosi d’un margine più scuro. Quando le macchie sono numerose sulla stessa foglia, possono confluire. Le macchie prodotte dal!’ /7eln227- thosporium sono alquanto diverse. Sono più piccole, più nume- rose ed impartiscono rapidamente un aspetto lurido o 1’ inaridi- mento dell’organo attaccato. Ciò si deve alla maggiore virulenza dell’ infezione che non permette la formazione di una macchia a contorno ben delimitato, come nell’ infezione da P7'7cularza il cui micelio procede più lentamente nei tessuti. 26 PARASSITI VEGETALI Come si comporta il parassita rispetto alla pianta ospite ? Come avviene la sua penetrazione nei tessuti ? Più avanti, parlando dell’ infezione artificiale delle giovani È piantine, ho fatto notare che sulle foglioline si vedono le spore 1 del parassita in via di germinazione e la formazione di una i macchia bruna nel punto in cui l’ estremità del tubo. miceliale 4 tocca il lembo fogliare, e ciò prima di penetrarvi. Ciò significa i che la produzione della macchia è dovuta alla azione di speciali È tossine, segregate dal micelio in via di germinazione ; le quali R penetrano per osmosi nelle cellule sottostanti, ne "uccidono il ì i protoplasma e ne alterano i prodotti. La sua diffusione avviene rapidamente tanto in ampiezza che in profondità ; per modo che 5 quando la macchia ha un millimetro di larghezza o poco più, le cellule del parenchima sottostante, per tutto lo spessore della foglia, sono uccise; e la macchia bruna si rende visibile anche nella pagina inferiore della foglia. Dopo che il micelio coi suoi veleni ha ucciso le cellule dell’ ospite, penetra nei tessuti e li invade. Esaminando foglie di Riso con macchie esantematiche, dopo una notte calma, prima che la rugiada sia scomparsa, si vedono le goccioline formatesi sulle macchie d’un bel color bruno caffè; mentre quelle formatesi sopra il lembo sano, brillano per la loro limpidezza cristallina. Bagnando con le goccioline di rugiada formatesi sulle mac- chie esantematiche una foglia sana o le glumelle ancor verdi di . una spighetta, nel punto bagnato si vede dopo due o tre giorni una macchia di color bruno a contorno non ben definito; che solo in alcuni casi invecchiando assume la forma di quelle pro- dotte dalla Piricularia. I Osservando al microscopio le goccie di rugiada formatesi. sulle pustole, spesso vi si vedono le spore del parassita, ma non sempre. Raccogliendo una certa quantità di questa rugiada e PARASSITI VEGETALI 27 filtrandola, non perde interamente le sue proprietà venefiche, ciò ‘significa che i prodotti tossici del parassita sono solubili nel l’acqua, e che possono agire indipendentemente dai germi del parassita e dal micelio dal quale hanno avuto origine. Ciò dimostrato, possiamo comprendere facilmente il processo e l andamento dell’ infezione, da organo ad organo della stessa pianta e da una pianta all'altra, per via di contatto ; ciò che non si sarebbe potuto spiegare con la sola disseminazione dei germi per mezzo del vento; giacchè non può avvenire o solo per ec- cezione come vedremo, per mezzo dell’acqua d’ irrigazione. XX La foglia del Riso, vista dalla faccia superiore, è conformata leogermente a doccia, e fa un angolo più o meno acuto col culmo. È percorsa longitudinalmente da una costola mediana e da parecchie nervature secondarie rettilinee; fra 1’ una e l’altra delle quali si trova un avvallamento, in fondo al quale avvi una serie di cellule molto grandi, piriformi, igroscopiche, che in se- zione trasversale della foglia si presentano disposte a ventaglio. A destra e a sinistra di queste cellule, una serie di peli rivolti dall’alto al basso e due serie di stomi. Le goccioline di rugiada che si staccano dall’alto della foglia rotolano, per l’avvallamento senza bagnarlo, essendo protetto dai peli rivolti dall’alto al basso. Le nervature che determinano il displuvio nella valle sono munite di una o più serie di peli, o meglio aculei per la loro forma e rigidità, rivolti invece dal basso all’ alto. Questi peli che sfiorano le goccioline di rugiada che rotolando scendono in basso, possono trattenere i corpi estranei, come le spore di un fungo, che esse tengono in sospensione. Le spore del parassita trattenute da questi peli e bagnate ‘ dalla rugiada, germinano, determinando una nuova macchia esan- tematica nella foglia. La velocità con la quale le goccioline di rugiada scendono 28 PARASSITI VEGETALI per la doccia, dipende dal loro peso e dall’ inclinazione del lembo fogliare. Quando la velocità è molto forte, la goccia, giunta al- l’ascella della foglia, urta contro la carena della ligula che le impedisce di penetrare nell’ interno della guaina, viene ricacciata a destra od a sinistra, e per mezzo dell’ appendice auriculare, specie di grondaia, spinta lontano dal culmo. Do Quando invece la velocltà delle goccioline non è molto forte, queste si arrestano invece all’ascella della foglia, ed anche quando . la velocità è molto piccola, si sotftermano nel lembo durante la loro discesa, propagandovi 1’ infezione. L’ascella della foglia sembra più resistente del rimanente della pianta; ma non ostante, col continuo cadere e permanervi di goccie infette, vi si determina una alterazione più o meno profonda, che si manifesta all’esterno con un imbrunimento più o meno esteso, non nettamente limitato. Dall’alterazione della regione ascellare della foglia, ne deri- vano altre che si manifestano con caratteri diversi nel lembo fo- gliare. Secondo il punto al quale resta localizzato il male, secondo l'intensità e profondità dell’alterazione, secondo la rapidità del suo sviluppo, secondo le condizioni dell'ambiente, specialmente dell’u- midità atmosferica, la foglia illanguidisce, o prende una tinta di color giallo-arancione o rosso fuoco uniforme od a striscie, od ina- ridisce prendendo un colore bruno o lurido di foglia morta. Le foglie che ingialliscono o disseccano per causa fisiologica, gene- ralmente si distinguono assai bene da quelle ingiallite o dissec- cate per causa del dyusone; perchè nelle prime l’ ingiallimento comincia dai margini e dall’apice della foglia e procede verso la base e la costola mediana; mentre nelle seconde comincia della base e procede generalmente dalla nervatura mediana verso il margine del lembo. Quando l’ infezione non è tanto intensa e favorita da con- dizioni speciali d'ambiente o della stagione , la pianta, malgrado sia attaccata dalla malattia, non muore prima di ‘mettere la ian i n tn PARASSITI VEGETALI 29 } spiga; e purchè non sia offeso il culmo, lo sviluppo della pianta è tanto rapido che via via che disseccano le foglie in basso, al- tre sane spuntano in alto, fino alla spigatura ; perchè l’infezione del nodo e del culmo non avviene quando esso è ancora chiuso entro la guaina, ma quando si scopre. Anche l'infezione della pannocchia e dei semi non avviene fintanto che si trovano ripa- rati entro la guaina, ma solo quando questa si apre. La pannocchia , all’ aprirsi della guaina della foglia termi- nale, comincia a mostrare le sue prime spighette , di fronte ed a livello dell’ascella della penultima foglia. Se l'ascella di questa foglia è infetta e vi sono macchie esantematiche nel lembo fo- gliare, l'infezione può propagarsi ai primi semi apparsi per con- tatto con la parte ammalata o per mezzo delle goccie di rugiada, che vi comunicano il veleno o i germi del parassita. Di mano in mano che la spigatura progredisce, la pannocchia si allunga e porta a contatto dell’ ascella infetta nuovi semi. Quando la guaina dell’ ultima foglia è completamante aperta, le spighette dell’ apice della pannocchia giungono a livello dell’ ascella del- l’ultima foglia; la quale a sua volta se si trova nelle condizioni della precedente, vi propaga l’ infezione ; e così successivamente i grani ed i rami della pannocchia vengono infettati anche dalla parte opposta. Nella terza fase la pannocchia si trova già fuori dalla guaina ; a livello dell’ascella dell'ultima foglia passa o si ferma per qualche tempo il così detto collaretto della pannocchia, al quale nello stesso modo che ai grani viene comunicato il male. Nello stesso tempo o poco dopo, si scopre il primo nodo a livello della seconda foglia, e ne resta infetto. Così può accadere al secondo o terzo nodo più in basso, purchè scoperti restino per qualche tempo a contatto della ascella di una foglia infetta. In tal modo avviene e procede generalmente l’ infezione nelle foglie, nella pannocchia, al collaretto, ai nodi; ma ciò può avvenire anche per disseminazione delle spore del parassita per LI RI ERRO SPORE VI tas i» 30 PARASSITI VEGETALI mezzo dell’aria, quantunque più raramente; e più facilmente per mezzo della rugiada che gocciola dall’ estremità delle foglie in- fette delle piante vicine, specialmente quando queste sono agi- tate leegermente dal vento. e, Infatti, le foglie del riso, di mano in mano che si allungano, piegano in fuori il loro lembo ad arco; quindi solo una parte delle goccie di rugiada viene portata dalla doccia fogliare verso il culmo, mentre l’altra viene versata lontano ; quindi, se infette, trasmettono la malattia alle piante vicine, e per contiguità, l’area i infetta della risaia si allarga, come farebbe una macchia d'olio, | seguendo linee curve o paraboliohe , a limiti generalmente ben È È netti. In questa mia relazione non intendo parlare delle cause pre- disponenti della malattia, perchè troppo dovrei dilungarmi e perchè da tempo sono conosciute dagli agricoltori. Di esse par- lerò diffusamente nel lavoro che spero poter presto pubblicare. Nelle mie ricerche sperimentali ho dovuto tener calcolo però delle due principali cause predisponenti : la sovrabbondante con- cimazione e i repentini sbalzi di temperatura ; perchè furono ri- È tenuti e da molti pratici si ritengono ancora, causa unica ed ef-_ ficiente della malattia. Tali cause, spinte anche ad un limite estremo, possono da sole, senza l’ intervento dei germi del parassita, determinare al- terazioni al nodo, al collaretto , nelle foglie, nelle pannocchie, nei semi, simili a quelle prodotte ordinariamente dal brusone ? Viceversa, tali alterazioni si possono ottenere col solo inter- vento dei germi del parassita, senza che vi concorrano la conci- mazione e gli sbalzi di temperatura ? i Per rispondere a questi quesiti ho ricorso alle seguenti espe- rienze. Riempii un recipiente di legno a fondo bucherellato con terreno preparato con 3 chilogrammi di terriccio grasso, com- posto di foglie ben decomposte e pozzonero ; 6 chilogr. di foglie e radici di trifoglio e 1 chilogr. di radici e foglie di Romice ben trite, pestate ed intimamente incorporate al terriccio. è tte stili n tn sat. | | o CPI TINO PARASSITI VEGETALI 31 In altro recipiente eguale e di eguale capacità, misi terra di risaia di terzo anno, senza alcuna concimazione. Entrambi i re- cipienti, con il relativo contenuto, furono sterilizzati all’autoclave a circa 130° gradi di temperatura, e la sterilizzazione fu ripe- tuta per 5 giorni di seguito. In questi recipienti furono posti alcuni semi di iso novarese, dopo averli lavati in una soluzione di sublimato corrosivo al 10 per 1000 e risciacquati ripetuta- mente con acqua sterilizzata, per uccidere i germi che eventual- mente si potessero trovare alla superficie esterna delle glumelle ; e dopo essere rimasti per 24 ore in una soluzione di solfato di rame al 2 per 100, fatta con acqua sterilizzata. Fatta la seminagione, ciascun secchiello fu posto entro un altro recipiente di legno, di sufficiente altezza, e sospesovi per mezzo di funicelle, mediante le quali si poteva alzare od abbas- sare a volontà. I grossi recipienti erano stati previamente ste- rilizzati riempiendoli di una soluzione al 10 per 1000 di subli- mato corrosivo e lasciandoli in contatto della soluzione per di- versi giorni, indi riempiti ripetutamente di acqua sterilizzata al filtro di Chamberlain : il tutto venne ricoperto da una grande campana di vetro, sterilizzata internamente con lavaggi al subli- mato corrosivo , facendo entrare l’orlo della campana in apposita gora; indi fu chiuso il tutto a perfetta tenuta di gas. L'aria entrava sotto la campana da un foro praticato in basso, dopo avere gorgogliato in una soluzione satura di subli- mato corrosivo posta in una bottiglia a doppia tubolatura ; e la ventilazione veniva mantenuta per mezzo di un aspiratore idrau- lico unito con canna di gomma ad una apertura praticata alla sommità della campana. L'acqua proveniente da 16 metri di altezza, fluiva attra- verso un filtro di Chamberlain, entrava in un recipiente di de- posito sterilizzato col sublimato corrosivo, nel modo più sopra accennato per gli altri recipienti di legno, e di qui passava me- diante una canna di gomma nel grande recipiente della risala me- S2 PARASSITI VEGETALI diante un’ apertura praticata in basso; ed usciva dall’ alto, me- diante un secondo tubo immerso dalla parte opposta in un reci- piente d’acqua. L'aria entrava nel serbatoio attraversando un grosso strato di ovatta contenuta in un largo tubo di vetro. Il deflusso dell’ acqua veniva regolato mediante appositi rubinetti ; nella risaia, l’altezza dell’acqua si regolava abbassando od alzando il secchiello. Un igrometro posto sotto la campana indicava l’u- midità della atmosfera interna; un termometro la temperatura interna; un altro termomotro ad angolo posto più basso la tem- peratura dell’acqua; altro termometro indicava la temperatura esterna. Alla mattina, dopo mezzogiorno e alla sera, si notavano le variazioni di temperatura e di umidità. Le esperienze si fecero nell’Orto Botanico, in luogo esposto quasi sempre alla luce diffusa, in cui non giungeva la luce di- retta del sole che per alcune ore del mattino, per evitare il so- verchio riscaldamento. n Le piante, tanto dell’ uno che dell’ altro recipiente, crebbero i perfettamente sane; quantunque leggermente eziolate, e spiga- rono e maturarono semi. Nella coltura che doveva servirmi di controllo, cambiai più volte il livello dell’ acqua: coll’ intenzione di favorire il manife- starsi della malattia. Nulla essendosi manifestato di anormale, di patologico, con l’esagerata concimazione, nè col modificare il livello dell’acqua : provai se ciò si poteva ottenere coi repentini e bruschi abbas- samenti di temperatura, con lo squilibrio fra la temperatura del- l’acqua e quella dell’aria. Quando l’ atmosfera interna della cam- pana segnava 33 gradi centigradi, facendo scorrere un velo di acqua freddissima, fluente da un recipiente ripieno di ghiaccio e d’ una miscela frigorifera, giunsi ad abbassare la temperatura in- terna della campana a + 2° e a mantenervela per un certo tempo. In seguito a questo straordinario abbassamento di tempera- PARASSITI VEGETALI 33 tura della atmosfera interna, durante il quale 1 acqua si man- tenne a temperatura relativamente calda, notai un arresto mo- mentaneo della vegetazione, un leggero impallidimento e l' in- giallimento di qualche foglia. Ma dopo alcuni giorni la vegeta- zione riprese il suo primiero vigore e lo conservò fino alla spi- gatura e alla maturazione d’alcuni semi, senza dare alcun segno d’annerimento ai nodi, d’ imbrunimento ed inaridimento della parte superiore del culmo, senza presentare macchie esantema- tiche sulle foglie o sulle spighette; in una parola senza dare alcun segno del Dyusone. Parimenti immune da malattia rimase la coltura fatta sotto l’altra campana, fintanto che non vi introdussi i germi del pa- rassita. Quando si approssimò il momento della spigatura, procedetti all’ infezione artificiale. Introdussi dapprima le spore del paras- sita sotto la campana, servendomi della corrente d’acqua; ma non ottenni alcun risultato. Introdussi allora gli stessi germi dall’alto della campana, per mezzo del tubo che serviva alla ven- tilazione, lasciandoli cadere sulle piante insieme ad alcune goccie d’acqua in cui si trovavano immersi, e dopo circa 8 giorni ap- parvero le prime macchie esantematiche sulle foglie; indi l’ an- nerimento ai nodi, al collaretto e nelle glumelle. Tali alterazioni mi sembrano identiche a quelle che ordinariamente produce il brusone , e le sottopongo al loro giudizio. Sotto la campana di controllo il riso si mantenne sempre perfettamente immune, come possono verificare in questi esemplari. Che le alterazioni siano dovute all’ azione del parassita non vi può essere dubbio, perchè si può verificare al microscopio: i tessuti ammalati sono interamente invasi dal micelio del parassita, e si trovano coni. diofori coi loro organi di riproduzione alla superficie esterna della foglia, del nodo, del culmo, delle glumelle, in corrispon- denza dell’ alterazione caratteristica. Il parassita che è causa del drusone è molto diffuso in na- 34 y PARASSITI VEGETALI tura; sviluppandosi sopra diverse altre piante e cambiando di forma a seconda dell’ ospite, dello stato dell’ organo attaccato e ; dell'ambiente. Sotto forma di /iyvicu'aria grisea attacca il Pa- nico sanguinale e diverse. altre graminacee, e al Giappone la stessa pianta del Riso; mentre in Italia l’ attacca unicamente sotto la forma di Piyicularia Oryzae. Le due specie di Piriewlaria differiscono fra loro per carat- teri quasi insignificanti : ife più o meno aggregate, più o meno settate, conidi con un setto di più o di meno, e per le loro di- = i mensioni che sono da 2 a 4 millesimi di millimetro più piccoli “n o più grossi. Caratteri che scompaiono immediatamente tosto che si sviluppano in identico terreno di coltura. Sotto forma di Melminthosporium Oryzae , attacca il Riso al Giappone ed in Italia, e sotto quella di /e/minthosporium turcicum Pass. produce una nota malattia nelle foglie del Sorgo da scope e la nebbia del Granturco, malattia comunissima e dif- fusissima. Sotto la forma di He/minthosporium vive anche sopra moltissime altre piante ed ha ricevuto molti altri nomi, a se- conda che i conidi si presentano più lunghi o più corti di qual- che millesimo di millimetro, che presentano qualche setto di più o di meno, che sono più diritti o più curvi, ecc., differenze che scompaiono immediatamente quando si coltivano in identiche condizioni. Per distinguere queste forme fungine imperfette, delle quali non si conosce lo stato genetico più elevato, la forma ascofora, sono assolumente insufficienti i caratteri morfologici; ed il fatto che una determinata forma vive piuttosto sopra l'una che sopra l’altra' pianta, non significa che ciò sia un carattere fisiologico inerente alla specie fungina, fintanto che la sua specializzazione fisiologica non è stata dimostrata sperimentalmente. Per ciò che riguarda la /ricularia grisea, la Piricularia Oryzae, VHelminthosporium Oryzae e V H. turcicum ho dimo- strato sperimentelmente che tale specializzazione non esiste, o PARASSITI VEGETALI 35 perchè tutte queste forme riproducono la stessa ed identica al- terazione sopra le giovani piantine di Riso. Qui non è il caso di fare una discussione di micologia sistematica, che ben poca importanza avrebbe per il nostro argomento. Dirò solo che la Pirieularia Oryzae coltivata in opportuni mezzi nutritizi, pro- duce dei brevi rami laterali sui quali si sviluppa un conidio, riproducendo la forma rappresentata dal Garovaglio nella fig. 7 della Tav. XV unita alla sua memoria sul drvsone del Riso, e quasi identica a quella ottenuta in coltura dalla /77cularza grisea dal Miyabe et Hori e rappresentata nella tavola che ac- compagna la loro memoria intorno alle malattie del Riso. In altre colture produce conidi più allungati, con un mag- gior numero di setti, rettilinei od un poco curvi, d’un colore bruno più accentuato, poco diversi dai conidi meno sviluppati dell’ Helminthosporiwin Oryzae Miyabe et Hori od Melmintho- sporium turcicum Pass. È Seguendo lo sviluppo dell’ Ye/munthosporini Oryzae si os- servano i rami conidiofori ingrossarsi all’ apice in una specie di capocchia che prende tosto una forma ad uovo. Modificando le condizioni d’ ambiente in modo da renderle sfavorevoli, lo svi- luppo del conidio gradatamente si arresta, prolungando ed acu- minando un poco la sua punta, e dividendosi con uno, due o tre setti trasversali, la sua membrana resta sottile, fuscidula o leggermente bruna. In questo stato 1’ He/m:intRosporiuin dovrebbe essere ascritto alle Mucedinee e precisamente al genere /%7- cularia, dalla quale non diversifica per nessun carattere esen- ziale. Il Costantin aveva già osservato che gli /el/mznthospo- rium, in certi casì, producono piccoli conidî acrogeni, indivisi, Jalini ; ciò a quanto sembra in condizioni di esaurimento della coltura, perchè fornendovi nuovo alimento scompare la produ- zione di questi microconidi, ascrivibili al genere Cladosporiumni ; perché i rami che li portano prendono coll’ invecchiare una co- lorazione bruna. 36 PARASSITI VEGRTALI Quando le condizioni sono favorevoli allo sviluppo del fungo, l’ingrossamento apicale, dopo avere acquistata la forma ovata, continua ad allungarsi a fuso, segmentandosi trasversalmente ed assottigliandosi alla base per la pressione esercitata in senso in- verso della cellula basale. La parete s’ ispessisce, si cutinizza, prende un colore bruno. Abbiamo una spora tipica di Melmin- thosporium. Sotto uno di questi microscopi si vedono, sopra rami diversi di uno stesso filamento miceliale, le forme di pas- saggio dalla Piricularia all Helminthosporiwn. In fondo la / n 4 s i È Darpovx G. et Mincavp G. — Un nouvel ennemi des chrysan- thèmes: Phytoecia pustulata Schr. (Un nuovo nemico dei 5 crisantemi) (Nimes, 1906). ; A Gli Autori segnalano la presenza di questo coleottero lon- gicorne sui crisantemi, che nei dintorni di Nimes ne vennero assai danneggiati. È lungo 8-10 millimetri, nero ; coperto di pe- luria finissima; con torace ornato sulla linea mediana di una . macchia lunga, carenata, di colore arancio. In aprile la femmina fecondata depone le sue uova (da 15 a 20) a uno a uno sopra _ CÀ l'estremità fiorale dei fusti che essa a tal’ uopo taglia e di- : strugge : la larva che nasce da tale uovo, perfora il midollo e scende lungo esso fino al colletto provocando l’avvizzimento del- l’intiera pianta; quivi passa allo stato di ninfa ed esce in forma di insetto perfetto alla successiva paimavera. Sono danneggiati specialmenle i crisantemi rustici, lasciati in piena terra e poco inaffiati: le varietà coltivate in vaso non sono colpite perchè pare che le assidue operazioni culturali al- lontanino il parassita. Occorre dare la caccia direlta all’ insetto in primavera, specialmente al mattino, tagliare le estremità dei rami che vennero scelti e troncati dalla femmina per deporvi le ova ; distruggere i fusti intieramente forati, solforare le piante sane per tenere lontano il parassita. L. MONTEMARTINI, penne PARASSITI ANIMALI 61 DeL Guercio G. — Nuove esperienze ed indicazioni nuove, con un cenno sui risultati degli ultimi tentativi fatti coi virus nella distruzione delle arvicole (Bo//. U/f. d. Min. d' Agric. Ind. e Comm., anno V, Vol. V, Roma, 1906, pag. 365-393). L’ Autore mette in rilievo gli insuccessi avuti in questi ul- timi anni nella lotta contro le arvicole dei campi per mezzo dei virus e spiega come siano necessari ulteriori studi prima di dare importanza ai pochi successi ottenuti. Più importanti e di più pratica utilità sone i mezzi vele- nosi, tra i quali l’ Autore cita, descrivendo il modo di usarli, l’ acido arsenioso, l’ arsenito di potassio, il carbonato di bario e la stricnina. Da esperienze fatte su frumento in erba, su trifoglio e su erba medica risulta indiscusso il valore dell’ arsenico potassico applicato col metodo di Carrer ossia coll’avvelenamento diretto, mediante irrorazioni, non delle topaie foro per foro, ma delle piante coltivate che si vogliono difendere. La irrorazione delle | piante con arsenito potassico (in soluzione al '/,-3 p. 100) co- stringe, è vero, a misure di precauzione per l’uomo e pel bestiame e provoca una certa perdita di erba e una spesa per le pompe, ma anche con questi inconvenienti è preferibile all’ avvelena- mento e introduzione delle erbe nelle topaie per il forte risparmio nella mano d’ opera. Le soluzioni di arsenito potassico alla dose del ‘/,-3 p. 100, irrorate sulle piante fanno morire le arvicole che ne mangiano, nel giorno stesso o nel giorno successivo. Con una soluzione al- l'1 p. 100 occorrono 480-500 litri per difendere un ettaro di prato. In previsione di pioggia converrà però ricorrere a solu- zioni all’ 1,5-2 p.100, e così pure per le zone di sicurezza, onde impedire la reinvasione. L. MONTEMARTINI. 62 BACTERI — AGENTI CHIMICI Ministero DI AGRICOLTURA. -—— Esperienze sulia inoculazione nel. terreno dei < bacteri azotofagi » di G. E. Moore (Bol. Uff. d. Min. d’Agr. Ind. e Comumn., Anno V, Vol. V, Roma 1906; pag. 346-364). Sono le relazioni di esperienze eseguite per incarico del Ministero di Agricoltura con preparati dell'americano dott. Georg Moore dalla R. Stazione agraria di Torino, R. Scuola Sup. di Milano, R. Scuola di Viticoltura ed Enologia di Conegliano, R. Scuola Pratica di Agricoltura di Roma, Cattedra sperimentale di Rieti, e Cattedra Ambulante di Agricoltura di Ferrara. In complesso risulta che l impiego dei preparati del dott. Moore non ha dato risultati corrispondenti alle speranze che una parte della stampa agraria aveva fatto nascere. Tuttavia si può dire che se l'efficacia dei bacteri Moore è nulla nei terreni che già contengono i bacteri specifici adatti per una determinata specie di leguminose, essi danno buoni risultati quando si intro- duce la coltura di una nuova leguminosa i cui bacterî non si trovino naturalmente nel suolo. Onde sarà opportuno che ghi studî sieno continuati. (Veggasi anche a pag. 76 e 125 del Vol. I di questa /zwista). L. M. Pacorter B. — Coloration anormale d‘s feuilles de la vigne (Co- lorazione anormale delle foglie di vite) (few. de VWilieullure, Paris, 1906, T. XXVI, pag. 486-488). i Dopo aver ricordato che una colorazione autunnale prema- tura delle foglie può essere provocata da azioni traumatiche od anche dalle lesioni prodotte da insetti (come il Telvanyehus te- larius, ed anche Vl Otyorynchus ligustici), V Autore descrive un AGENTI CHIMICI — MALATTIE D’ INDOLE FISIOLOGICA 63 caso di arrossamento di foglie di vite (Pinot nera) dovuto al semplice contatto, senza lesioni nè strozzamenti, con un filo di ferro galvanizzato che pare abbia avvelenato, con un deposito superficiale di ossido di zinco, i sarmenti ai quali era stato messo in contatto. Una simile azione del ferro, benchè non si sia mai rilevata sulla vite, si può facilmente constatare sui rami di pesco. IERALE Baur E. — Ueber die infektibse Clorose der Malvaceen (Sulla clorosi infettiva delle Malvacee) (Sz4 RAR OR NSA la Ceratitis capitata e Rha- von TA S La goletis. Cerùsi i peo perimento della vite . e et) vievha: acida .d 76 | MoLz E, . Sulle;‘condizioni ‘LER ‘R.J. — Malattie della ‘. in cui si presenta il mar- ‘da zucchero dovute ciume nero nelle mele SAGA SE fanghi nel Bengala. ©. » 67 |: MorELAND W. H. — Relazione . Burupr E. J. e Haymaw J.M. |. tra lo stato atmosferico e 10 i — Le ruggini dei cereali 7 1 sviluppo delle FUEGUII nei i Pi TRGIR A, sd 06 cereali. ) ; ADR: Dave L, — Sulla produzione Re sperimentale delle mostruo- > zione dell’ arabina per ‘in: , i. di astenia peo tervento dei bacteri . i LETO —_ 08 per A Res Ea So ‘una flora micologica del Dio: SCALIA G.— Acarosi della vite. » 75 monte .{»69.| SOHELLEUBERY H, C. — Sulla lora erittogamica italiana -» 650. Sclerotinia Meopili e Seler. i TECKE va _ e giS in Arige ‘ : . RED ER » 695 | SPESCHUEW, N..:— Su alcuni i funghi pavassiti del gelso;. »;0 72 pas |aldem Forma micelica spe- AC ciale della Plasmopara vi- Hicola « . 5 ASTRO NNO CO scan 4ACH FR: Sull’ Erincam ti- liaceunt È Ò ; ESRI cid. delle Ranuneulacee ‘> I0 | Note pratiche + ANI ETTI di Patologia Vegetale n ANNO II. 30 dicembre 1906. Num. 5. Per tutto quanto concerne la Rivista dirigersi al Dort. Lui MONTEMARTINI - Laboratorio Crittogamico - Pavia. —_— — _————ttmm —= —____—_—m—t—tE__—ere— === = x "i GENERALITÀ — PARASSITI VEGETALI Foira crittogamica italiana (Firenze, 1906). x Ù 9 10aZ miziata dalla Soc? tanici A- E una pubblicazione iniziata dalla Soczeta Botanica Ita liana colla collaborazione di numerosi specialisti nello studio dei varit gruppi delle Crittogame, ed intesa ad illustrare tutte le specie che fin’ ora sono state segnalate e raccolte in Italia. (o) Pi La diffusione di tale opera si raccomanda non solo ai botanici puri, ma anche ai cultori della Botanica applicata e delle scienze agronomiche , sia per le piante utili che vi sono descritte, sia I per le infestanti. come per i funghi patogeni di cui è impor- tante conoscere la distribuzione geografica. L. M. BaRBER C. A. — Studies in root-parasitism: The haustorium of Santalum album (Studi sul parassitismo delle radici : 1’ au- storio del Santaluwmn albuin) (Mem. of. the Departm. of. Agricult. in India, 1906, Vol. I, N. 1, 80 pagine e 7 tavole). Già lo Scott nel 1871 aveva osservato nell’ Orto Botanico ‘* di Calcutta che il Santalum album può essere un parassita di radici, e che colle sue radici cacciava austorî specialmente nelle 13 radici delle palme. Ù LIBRARY) NEW YOR BOTANICA GARDEN T PI * 660 12 (PARASSITI VEGETALI ‘3, Sr — DE 1000 SI a Ce Pe 2 x sitismo simile con.formazione di austorî di santalo sopra radici di Lantana Camara , Ficus religiosa, Pterolobiwm indicum da : Asparagus racemosus, Kigelia pinnata, ecc. 5 (Veggasi anche a pag. 208 del vol. I° di questa vista). L. M. BvrLer E. J. e Hayman J. M. — Indian wheat rusts (Le »ug- gini dei cereali in India) (Mem. of the Departm,. of Agri- cult. in India, Vol. I, 1906, N. 2, 52 pagine e 5 figure). Dagli studî accurati degli Autori risulta che tre distinte specie di yruggini attaccano il frumento e 1’ orzo nell’ India : Puecinia graminis ( ruggine nera), P. glumarum (ruggine gialla) e /”. triticina (ruggine aranciata), distinte tra loro, oltre che pel colore, anche per gli organi che più ordinariamente attaccano. Non è ancora ben certo come si propaghino da un anno. all’ altro : pare difficile provengano in primavera dalle spore del- | l'annata precedente o sviluppatesi su altre graminacee infette ; nè d’ altra parte non si trovano ospiti intermediarî su cui. vi vano forme ecidiosporiche. È possibile la trasmissione ereditaria per mezzo di semi infetti, ma fin’ ora però in India non fu an-. cora provata. Si sta studiando la possibilità di infezione per mezzo di spore provenienti, col vento, da regioni lontane: al cune piante cresciute sotto cassette speciali rimasero immuni dalla ruggine. i Ognuna delle ruggini sopra menzionate attacca molte piante i e la P. graninis fu trovata su almeno 50 graminacee nelle più diverse contrade, ma vi è una tendenza alla differenziazione di varietà specializzate ai diversi ospiti. In India p. e. l’avena non è attaccata dalla ruggine nera del frumento o dell’ orzo. L'umidità favorisce lo sviluppo delle ruggini, alle quali però certe varietà resistono meglio di certe altre. L. MONTEMARTINI. ; l va j E; I; A n - por. SA #d mn È "e SE PALLE ea LI i PARASSITI VEGETALI 67 BurLer E. J. — Fungus diseases of Sugar-cane in Bengai (Ma- lattie della canna da zucchero dovute a funghi nel Bengala) (Mem. of the Departm. of Agricult. in India, 1906, Vol. I, N. 3, 53 pagine e 11 tavole). Tra le malattie del fusto della canna da zucchero l'Autore descrive anzitutto il red-r0/ (marciume rosso) o red-smut, do- vuto al Colletotrichum falcatum Went, e che colpisce special- mente la varietà gialla di Borbone. Si presenta quasi sempre accompagnato da un insetto perforatore che 1’ Autore classifica come la Polyocha saccharella Dudgm., poichè però quest’ultimo si può trovare tanto sulle piante sane che sulle ammalate, non è certo ad esso che si deve attribuire la malattia. Per 1’ azione . del fango diminuisce nella pianta lo zucchero di canna mentre aumenta il glucosio, perchè il parassita segrega un fermento che inverte lo zucchero. La malattia fu rilevata per la prima volta a Giava del Went, il quale la riprodusse artificialmente su piante sane e studiò la biologia del fungo che ne è la causa: fu im- È portata poi anche nelle Indie occidentali, Queesland, Bengala e, Madras. L’ Autore ne descrive qui e figura minutamente tutti i caratteri. Nelle Indie occidentali la malattia si presenta talora con caratteri speciali che le hanno valso il nome di r7nd-disease (malattia della corteccia) dovuta anche alla 7richosphaeria Sacchari, che può presentarsi pure in forma di Melanconinm. + Secondo | Autore, le due malattie potrebbero ivi essere la stessa cosa: il fatto che il Co/letotrichum falcatum è un parassita attivo mentre la 7richosphaeria lo è solo d’occasione, starebbe ad indicare che quello è il principale autore della ma- lattia. In tutti i casi bisogna coltivare varietà resistenti, non adoperare per le nuove piantagioni individui ammalati, racco- gliere e bruciare te piante infette, dar la caccia agli insetti i quali, colle lesioni da essi prodotte, predispongono la pianta 88 | PARASSITI VEGETALI alla malattia. Tra le varietà più resistenti sono le Bengala Shamsara e Kali. L’ Autore parla poi del carbone (smuti, dovuto all’ Ustilago Sacchari Rabenh., malattia assai facilmente riconoscibile per la produzione, nella parte superiore della pianta, della massa pol- verulenta e nera di spore caratteristica anche del carbone dei cereali, e che può essere propagata , oltre che dalle spore, dal- l'applicazione di parti di piante infette e che possono contenere vivo il micelio del parassita, per le nuove piantagioni. Certe varietà sono soggette più delle altre a questa malattia: fra queste, sono la Aa, nel. Bengala e la Sanna Bile a Bombay ; invece la l’ounda di Borbone è resistente. A Giava si è osser- vato che il parassita può arrivare alle piante coltivate dal Succha- rum spontanewmn che vive selvatico in vicinanza alle coltivazioni. Sono pure comuni a Giava la cosidetta malultia dell’ana- nasso (pineapple disease , dovuta al Thielaviopsis ethaceticus Went, e il black-rot, dovuto allo Sphaeronema adiposum Batl., nuovo fungo di cui l'Autore si propone continuare lo studio. L’ Autore descrive anche e ‘figura la Diplodia cacavicola . P. Henn., e una nuova specie di Cytospora (0: Sacchari Bull.) che pur si trovano sovente sulla canna da zucchero nell'India. Quanto alle malattie delle foglie, vengono segnalate e de- scritte l’abbruciaticcio o brown leaf=spot. dovuto alla Cercospora longipes Butl., nuova specie di ifomicete che attacca special mente le canne sottili e risparmia le varietà Pounda ; 11 r2ag-Spot, dovuto alla Leptosphaeria Sacchari Br. d. H., e il sootymould, dovuto ad una specie non ancora conosciuta di Capnodium. - L'Autore dichiara che non si possono per ora indicare me- todi di cura o di prevenzione contro queste malattie perchè non . furono ancora fatte esperienze serie ed in grande. Si può però intanto avvertire che uno dei mezzi migliori per diminuire i danni si avrà nella selezione di varietà resistenti. L. MONTEMARTINI. ul v fre” ; PARASSITI VEGETALI 69 FerRARIS T. — Materiali per una flora micologica del Piemonte {Malpighia, Anno XX, 1906, 34 pagine). È il terzo studio dell'Autore sopra i miceti del Piemonte e «sono in esso elencati 289 specie, raccolte nel circondario di Alba, di cui alcune sono nuove: Phyllosticta Langarum, su foglie di gelso; Ph. Funkiae, su foglie di Funkia; Macrophoma Poly- gonati, su foglie di Polygonatum officinale. Sono anche descritte una nuova forma di Septoria Lyco- persici (£. italica) sul pomodoro, e una di Phyllosticta Leucan- Ihemi (£. Chrysanthemi) sulle foglie dei crisantemi. Interessante poi è la segnalazione della Peronospora para- setica sulle Reseda lutea e hR. Phyteuma, della Plasmopara pus lla sul Geranivuin nodosuim, e della Monilia Linhartiana sulle foglie e sui giovani frutti di cotogno. L. MONTEMARTINI. Hecke L. — Infectionsversuche mit Puccinia Maydis Béreng (Esperienze di infezione colla Puccinia Maydis) (Annales Mycologici, 1906, Vol. IV, pag. 418-420). L’ Autore ricorda l’ osservazione di Arthur che 1 Aeczdizn Oxralidis Th. dell’ Oralis cymosa può produrre sul granoturco la Puccinia Maydis, ed osserva che in Europa rarissimi sono gli Aecidium sulle Oralis, ed uno solo venne trovato (Ae. Peyritschianun che Arthur dimostrò identico all’Ac. Vxralidis). bul dubbio che questa sola osservazione non bastasse a provare la eteroicia della P. Maydis, egli ha tentato 1’ esperienza in- versa, ed ha infettato diverse specie di Ora/lis (1’ esperienza riesce meglio coll’ 0). s/c/4) colle teleutospore della Puecinia stessa, ottenendo in 12 giorni prima gli spermogonî e poi gli ecidî. L’ eteroicia però del parassita non basta a spiegare la dif- fusione della ruggine del granoturco e molto meno la sua so- 70 PARASSITI VEGETALI pravvivenza da una stagione ad un’altra. Secondo, l’ Autore, tale sopravvivenza non può essere dovuta (le esperienze da lui tentate hanno dato, contrariamente a quelle già fatte dal Kel- lerman, risultato negativo) ad un’ infezione diretta delle piante giovani di un anno per mezzo delle telewtospore dell’ anno pre- cedente: ma probabilmente sì spiega o per una prolungata vi- talità delle uredospore, o per una infezione dei semi. L. MONTEMARTINI. Krie6 W. — Versuche mit Ranunculaceen bewohnenden Aecidien (Esperienze fatte cogli Aecidium che si trovano sulle Ra- nunculacee) ((entralbl. f. Bakteriologie ecc. , 1906, Bd. XVII, pag. 208-209). L’Aecidium Ficariae appartiene all UVromyces Poae. L'Aec. punctatum dell Anemone coronaria è legato alla Puccinia Pruni-spinosae che infetta i pruni e gli albicocchi. L3M Macxvs P. — Ueber eine Erkrankung des Weinstockes (Una ma- lattia delle viti) (Ber. d. deuts. bot. Ges., Bd. XXIV, 1906, pag. 402-406). Trattasi di una malattia delle viti segnalata a Remagen sul Reno e nei vigneti della Mosa, e dovuta alla #//zomorpha della Vollybia platyphylla. Tale rizomorfa differisce da quella del- lArmillaria mellea per il suo colore bianco, per la maggiore sottigliezza (1 rami più grossi arrivano solo fino a 2 mm. di diametro) e perchè non ha lo pseudoparenchima corticale carat- teristico di quest’ ultima. L. M° PARASSITI VEGETALI Ù TA . Morz E. — Ueber die Bedingungen der Entstehung der durch Scle- rotinia fructigena erzeugte Schwarzfaule der Aepfel (Sulle condizioni in cui si presenta il ,»47rciwne nero delle mele dovuto alla Se/erotinia fructigena) (Centralbl. f. Bakterio- logie ecc., 1906, Bd. XVII, pag. 175-188, con 5 figure). Tra le alterazioni che di frequente sono provocate sulle mele dalla Sclerotinia fructigena vi è il cosidetto marciume nero (Schwarzfaule), caratterizzato da annerimento della buccia sulla quale non si sviluppano gli acervuletti sporiferi ben noti della Monilia. La causa dell’ annerimento e della mancata for- mazione degli organi fruttiferi del fungo, il cui micelio penetra invece tutta la polpa, non è peranco ben nota; onde 1’ Autore ha fatto in proposito numerose esperienze ed osservazioni dalle quali conclude che la fruttificazione della Se/erotinia fructigena dipende tanto dalla luce, che dalla temperatura, come anche dalla natura del substrato e dalle azioni meccaniche che ne pos- sono derivare (grossezza e resistenza della buccia dei frutti). La luce favorisce il fenomeno, l'oscurità lo ritarda o anche lo im- pedisce, come fa anche una temperatura bassa intorno ai 5-7 C. E nelle mele in cui per mancanza di luce o per la bassa tem- peratura non si sviluppano gli organi sporiferi della Monz/za , si ha Vl annerimento caratteristico del marciume nero, e che è in relazione colla mancanza di ossigeno. Secondo l'Autore, l'ordinamento in zone concentriche degli acervuletti sporiferi della Monilia sarebbe un effetto dell’ alter- nanza del giorno e della notte durante lo sviluppo del fungo in tutte le direzioni. Per la pratica, le osservazioni dell’ Autore insegnano che conservando le frutta al buio e a bassa temperatura, von si evita lo sviluppo della Sc/erotinia negli individui infetti, ma, impe- dendone la formazione delle spore, se ne ostacola la dissemina- zione ai frutti ancora sani. L. MONTEMARTINI. 72 PARASSITI VEGETALI MoreLanp W. H. — The relation of the weather to rust on ce- reals (Relazione tra lo stato atmosferico e lo sviluppo delle ‘ggini dei cereali) (Mem. of. the Departm. of. Agricult. n India, 1906, Vol. I, N. 2, 6 pagine e una tavola). Alcuni credono che le ,wggini siano favorite in India, da una seminagione eccessivemente umida, altri che dipendano da un eccessiva umidità nel genniao e febbraio. L’ Autore ha fatto molte esperienze in diverse provincie e le riassume qui in quadri e diagrammi. Da esse risulta che le pioggie autunnali non sono un fat- tore determinante delle ruggini, e che quando il raccolto è pre- maturo hanno influenza notevole, le pioggie del gennaio. L. MONTEMARTINI. ScHELLENBERG H. C. — Ueber Sclerotinia Mespili und Sclerotinia Arias (Sulla Se/erotinia Mespili e Scelerotinia Ariae (Cen-. tralbl. f. Bakteriologie ecc., 1906, Bd. XVII, pag. 188-202, con 4 tavole). L’Autore studia dettagliatamente queste due specie che cre- scono la prima sul Mespilus germanica e la seconda sul SorDbus Aria. Dimostra anche con esperienze di inoculazione, che la Se/e- rotinia Mespili è una specie ben distinta dalla Sel. Cydoniae e Scl. Crataegi, e che la Sel. Ariae è distinta dalla affine Sel. Aucupariae. o ME Spescunew N. — Uber einige neue oder wenig bekannte pilziiche Parasiten des Maulbeerbaumes (Su alcuni funghi parassiti del gelso, nuovi o poco conosciuti) (Ard. d. haukas. Station f. Seidenzueht, Tiflis, 1905, Bd. X, pag. 30-41 e 2 tavole). SA Mei — —PARASSITI VEGETALI E ANIMALIO gar E Sono malattie del gelso studiate su materiale raccolto nel- I Asia Minore. Notevole la perdita delle foglie con conseguente morte delle estremità dei rami che l’ Autore attribuisce ad una nuova specie di Fusarium (F. Schawrorri) e che forse potrebbe essere simile al Fusarium lateritium segnalato e descritto in Italia da Briosi e Farneti e di cui alle pagine 102, 215 e 322 del volume 1° di questa /è/vista. L’ Autore segnala anche il Septogloewni Mori non solo sulle foglie ma anche sui rami, e finalmente la bacteriosi dovuta al Bacillus UCubonianus Pegl. L. M. SpescHnew N. — Besondere Myceliumform von Plasmopara viti- cola B. et D. T. (Forma micelica speciale della P/asmopara viticola) (Monit. d. Jard. Bot. d. Tiflis, 1906, pag. 1-2). Si tratta di specie di gomitoli giallognoli, rotondi, del dia- metro di 0,5-1,5 mm., costituiti da un intreccio di ife con coni- diofori e conidî, e che si formano sulla pagina inferiore delle foglie di vite infette da peronospora, per l’azione, pare, di certi insetti. JPSME BERLESE A. — Probabile metodo di lotta efficace contro la Ce- ratitis capitata Wied e Rhagoletis Cerasi L. (/tedia, 1906, III, pag. 386-388). L’ Autore ricorda il metodo e i criterìî già da lui adot- tati (veggasi a pag 246 del Vol. I di questa Az7vista) per combattere la mosca dell’ olivo, ottrendole, prima che depositi le ova, una soluzione al 10 °/,, da spargersi sulle foglie, di una "i di o) sà Si SOLITI, CR Tae: 2 PIGITOTAA Ù x "; È è cd $a cu vi È La . eri » da PS Pa dear EROE SIERO TA OSE TINO T4 26" PARASSITI ANIMALI “O © LIAN miscela di 31 parti di miele, 65 di melassa, 2 di glicerina e 2 di arsenito di potassa. Siccome la mosca delle arance, o mosca delle frutta {Ce- ratitis capitata), e la mosca delle ciliegie (Rhagoletis Cerasi) hanno lo stesso modo di vita della mosca dell’ olivo, crede che che si potrebbe utilmente tentare di combatterle colla stessa soluzione avvelenata. Recentemente si sta anche studiando l’ azione di certi en- dofagi speciali, come per esempio la Heramerocera brasiliensis per le Ceratitis. ee L. MONTEMARTINI. Inpa J. R. — Una plaga de insectos Ilamados < Frailecillos » en el Valle de México (Un’ infezione di Macrodactylus meri canus nella valle del Messico) (Com. d. parisitologia agri- cola, Mexico, 1906, Circ. 46, 8 pagine e 2 figure). È un insetto diffusissimo nel Messico e che riesce dannoso a tutte le piante coltivate di cui distrugge le foglie ed i fiori: granoturco, ciliego, prugno, melo, cavolo, lattuga, fava ecc., mo- strando una speciale predilezione per la vite. L’ Autore descrive questo coleottero assai conosciuto al Mes-. sico, e dà alcune notizie sui gravi danni da esso provocati in questi ultimi anni. i Consiglia /4 raccolta diretti degli insetti, praticata anche con un apparecchio speciale a guisa di ombrello capovolto entro il quale vanno a cadere gli insetti medesimi quando si scuo- tano i rami. Consiglia anche irrorazioni , con. polverizzatori finissimi, con una emulsione di una parte di petrolio in nove parti di acqua. Utile anche piantare nei campi specie, come le spiree, le rose bianche, ecc., che fioriscano presto e sulle quali accorrano numerosi gli insetti sì da essere facile pren- derli. Occorre finalmente lavorare profondamente il terreno. per distrugger le ova L. MONTEMARTINI. PARASSITI ANIMALI — BACTERI 75 ScaLia G. — Acarosi delia vite: Glycyphagus spinipes Koch (Nuova Rassegna, Catania, 1906, 15 pagine). L’Autore ha osservato a Zafferana Etnea una malattia dei grappoli d’uva, caratterizzata da formazione di piccole plachette | più o meno estese di sughero, simili a quelle che caratteriz- zano la ruggine bianca dei limoni. Si tratta di un piccolo acaro, della famiglia dei sarcoptidi, il G/ycyphagus spinipes Koch, il quale sta di solito nascosto nel solco di articotazione delle bacche, od all’ ascella delie brattee, e che forse si nutre della cera che riveste le cellule epidemiche. Probabilmente, secondo 1 Autore, è la stessa malattia che venne già descritta dal Montemartini col nome di suberos:, dal Chatel che la attribuì all’ Or/bales castaneus, dal Delacroix che la chiamò pourriture des grappes, e dal Savastano. Non appare molto dannosa e va combattuta coll’ uso di qualche insetticida come la pitteleina e l estratto fenicato di tabacco. L. MONTEMARTINI. RuHLAND W. — Ueber Arabinbildung durch Bakterien und deren Beziehung zum Gummi der Amygdaleen (Sulla formazione del- l’arabina per intervento di bacterî, e sui suoi rapporti colla gomma delle Amigdalee) (Ber. d. deuts. bot. Ges., Bd. XXIV, 1906, pag. 393-401). L’ Autore studia e coltiva su diversi substrati ternarî il Bacillus spongiosus trovato da lui e dall’Aderhold sopra piante di ciliegio ammalate di una gommosi speciale (veggasi a pagina 125 del Vol. I di questa vista) e trova che questo bacillo forma una gomma composta di sola arabina senza inquinamenti di galactina, o di emicellulosa, o di sostanze azotate. Le sorgenti DI >. BACTERI — MALATTIE D’ INDOLE FISIOLOGICA migliori di zucchero sono a tal’ uopo lo zucchero di canna e il raftfinosio, meno buona è la mannite, mentre'il destrosio e il fruttosio non dànno gomma. La gomma formata dallo stesso bacillo nei cigliegi è chi- micamente diversa dalla gomma bacterica perchè contiene molta Ri galactina : è un miscuglio di galactina e arabina. L. M. Berrranp E. — Le miellat (La melata) (Bu//. de l Herb. Bots- sier, T. VI, 1906, pag. 320-828). Si chiama melata (in francese: iiellat, o mielléee, o miel- lure, 0 rosée de miel; in inglese: Honey-dew ; in tedesco: Ho- — nigltav, o Blatthonig: in italiano anche: rugiada melata , 0 manna) o mel aureum la sostanza zuccherina che in certe con- dizioni trasuda dagli organi vegetativi di molti alberi. Ve ne sono di due specie: o è un’ essudazione naturale senza il concorso di insetti, come anche l Autore ha potuto in varie occasioni constatare ; o è dovuta all’ intervento di afidi o coccinellidi che la succhiano nei tessuti glanduliferi della pianta e la emettono da glandole laterali speciali. Di tali afidi se ne conoscono moltissime specie : alcune traggono con sè le formiche, e costituiscono così alla pianta che le ospita una difesa non senza importanza. Secondo l'Autore però, come anche secondo il hotanico Hy ed altri, anche la we/4/a dovuta ad animali ha per causa prima un principio di essudazione di miele naturale provocato da con- dizioni fisiologiche esterne o interne della pianta. Trattasi forse | di abbondanza di nutrimento interno. | Il fenomeno della trasudazione del miele ha luogo princi- palmente nelle giornate calde e asciutte che vengono dopo una notte fresca. L. MONTEMARTINI. & ANATOMIA PATOLOGICA — FISIOPATOLOGIA Hovarp 0. — Anatomie de ia “ galle en capsule ,, de Euphorbia cyparissias L. ( Anatomia della galla a capsula dell’ Euphorbia cyparissias) (Rev. gen. de Botan.; Paris, 1906, pag. 241-251 e 19 figure). Delle due specie di galle che la Perrista capsulae provoca sulle euforbie e di cui è parola nelle pubblicazioni dell’ Autore analizzate alle pagine 283 e 5335 del vol. I di questa vista , viene qui studiata minutamente la anatomia della galla apicale dei rami vegetativi, coi risultati già dati nell’ ultima delle pub- blicazioni precedenti. L. MONTEMARTINI. Zack Fr. — Ueber Erineum tiliaceum (Sull’ Wrinewum tlia- ceum) (Jahresber. di kh. kh. Fr-Jos-Staatsobergymuasinnis cu Saaz in Bohmen, 1905, pag. 1-5, e 2 tavole). ‘L'Autore descrive l’ anatomia delle galle provocate dal- l’ Erineum tiliaceum sulle foglie di Tilium ulmifolia e T. pla- typhyllos e rileva in esse 1’ esistenza di un fungo non ben de- terminato, munito di gameti e di zoospore. Trattasi di una vera simbiosi, nella quale l’animale prepara al fungo un tessuto adatto ed il fungo gli cede le sostanze nutrienti che può as- sorbire nelle cellule dell’ ospite. L. M. BaLLs A. L. — Infection of plants by rust fungi (Infezione delle piante per le uredinee) (New Phytologist, 1905, pag. 18-19). L’ Autore seminò spore di Puccinia glumarwn su una la- mina di cautchouc attraversata da sottilissimi fori, e su una delle cui faccie arrivava una corrente di aria umida mentre G PeR 78 { FISIOPATOLOGIA l’altra, sulla quale erano le spore del fungo, rimaneva asciutta. Le spore germinavano e il budello micelico che ne proveniva attraversava i fori portandosi verso la parte umida. Da ciò l’ Autore dedusse che il micelio proveniente dalle DSL spore che germinano sulla superficie esterna dei vegetali è atti- rato attraverso gli stomi nell'interno dei tessnti, dal vapore acqueo che si sprigiona da quelli. s) La M DaxnieL L. — Sur la production expèrimentale des monstruosités (Sulla produzione sperimentale delle mostruosità) (Le Jardin, 1906, con 9 figure). È uno studio critico, accompagnato da osservazioni original, di quanto si è fatto fin’ ora per una teratologia sperimentale, ‘ossia per la conoscenza delle cause che provocano le mostruo- sità e per la loro riproduzione artificiale. Secondo l'Autore, le mostruosità sono provocate da disturbi di nutrizione, o sono la conseguenza di azioni traumatiche, op- pure anche di incroci. ì z Kiisrer E. — Istologische und experimentelle Untersuchungen liber Intumescenzen (Ricerche istologiche e sperimentali sulle in- tumescenze) (Flora, Bd. XCVI, 1906, pag. 527-537)._ L’ Autore ha fatto molte osservazioni sull’ origine e sulle condizioni nelle quali si sviluppano le intumescenze adoperando come materiale di studio i baccelli di piselli sui quali le espe- rienze riescono molto facilmente. o Vide così che (come già l Autore stesso aveva visto per altri casi) la formazione delle intumescenze è indipendente dalla luce o dall’ oscurità, e confermò la possibilità che certi agenti % chimici (p. e. il solfato di rame) provochino nei tessuti della , FISIOPATOLOGIA Ri NOTE PRATICHE | più resistente ai parassiti. . La det | pianta delle modificazioni che si assomigliono alle intumescenze naturali. Anche una temperatura elevata (tra 25 e 30 C.) favo- risce il fenomeno. Ii. Ma MarRrE E. — Deux cas de dépérissement de la vigne (Due casi di deperimento della vite) (Le Progrés Agricole et Viticole, Montpellier, 1906, pag. 960-572). L'Autore segnala due casi in cui la peronospora e il mar- ciume delle radici hanno danneggiato enormemente dei vigneti 1 quali erano già indeboliti da una eccessiva produzione nel- l’anno predente. Crede che in questi casi una forte concimaziene minerale e una potatura molto corta possano rinforzare la vite e renderla NOTE PRATICHE Dal Corriere del Villaggio. Milano, 1906. Nr. 46. Contro il Tetranychus telarius sì consiglia di polverizzare, coi soliti soffietti da zolfo, le parti infette colla finissima polvere di tabacco che si vende come insetticida, oppure con finissima cenere e calce. Oltre a ciò si consiglia, come trattamento invernale, di levare e bruciare la cor- teccia dei ceppi infetti, aspergendo poi questi con soluzione di solfato di rame. Si ricorda anche che il tetranico attacca diverse altre piante oltre la vite. Dalla Lomellina agricola. Mortara, 1906. Nr. 234. N. Novelli richiama l’° attenzione dei risicultori sulla degene- razione cui vanno soggette le migliori varietà di riso importate da noi e È Î “consigli l'importazione a brevi periodi di seme dai paesi originarii delle ri A RA ge Tr ui TO MO gie A 6 n | NOTE PRATICHE varietà riscontrate più adatte ai nostri terreni. Consiglia anche di adoperare. seme derivato da quello d’ origine col minor numero possibile di ripro- duzioni, ossia vecchio. l. m. Dal Bol/. quindicinale del Comizio Agrario di Mantova, 1906. Nr. 21. Per la lavatura invernale degli alberi fruttiferi onde liberarli dai parassiti animali e vegetali, si consiglia la seguente soluzione che è oggi largamente adoperata nei giardini e frutteti inglesi e americani : 500 grammi di soda caustica commerciale, 500 di potassa grezza, 350 di sapone: molle e 50 litri di acqua. Si sciolgono successivamente la soda e la po- tassa in 35 litri di acqua, poi si introduce il sapone molle, si agita bene e si aggiunge l’ altra acqua. Le lavature si fanno in febbraio : occorre co- prirsi le mani con guanti di caoutehouc bene aderenti. SENTO Dalle circolari della Comision de parasitologia agricola. Me- xico, 1906. Nr. 45. A. L. Herrera-dà istruzioni per la preparazione e uso del- l’aceto-arsenito di rame (in soluzione al 0,5-0,7 °/)) per combattere diverse specie di bruchi, e in particolare | Heliothis obsoleta che attacca il grano- turco, il cotone, il tabacco, ecc. ecc. Nr. 47. Si deserivodo diversi apparecchi raccoglitori da adoperarsi contro le invasioni di una cavalletta (Camnula pellucida) "dell America centrale, contro la quale si consiglia di spargere, dove costa poco, del pe- trolio, oppure una miscela di 500 grammi di verde di Parigi (aceto-arsenito di rame)un chilogrammo di sale e 80 chilogrammi di sterco fresco di ‘avallo. ; Nr. 44. J. R. Inda dimostra 1’ efficacia del fumo di tabacco come in- setticida e dà alcuni consigli per usarlo. lm. Dalla Cronaca Agricola. Torino, 1906. Nr. 22. Lissone S., rilevando come non si conoscano ancora rimedî pratici e sieuri per combattere la Cochylis dell'uva, dà alcuni dati intesi a dimostrare quanto sia efficace e vantaggiosa la raccolta e distruzione degli acini infetti da praticarsi da donne e ragazzi durante 1’ agosto. L. m. Pavia — Tipografia e Legatoria Cooperativa — 1906. prò » Ammo IL. AR Ron x pui BauR E. — Ulteriori osserva- al Comizio Agrario di Ca- zioni sulla elorosi infettiva sale Monferrato . ; si e84 doHe:Malvacee: . ; PRATO Pagn:92 LauBeRT R.— La peronospora LOl BLARINGHEM L. — Produzione degli spinaci . È ) RR di. una nuova. specie ele- i ch ROLE ‘ mentare di maîs per azione Idem — Una malattia delle traumatica . a ) NT betulle ed i funghi chela È ‘ BRICK C. — Otfava relazione E i Pi La sull’ attività della.stazione Tdem — Una nuova malattia “. per la difesa delle piante dei rafani . È MRO A n RN a ps EI E orobanche del: Bri U. — La Typhula va- trifoglio i È è ARA riabilis R. e il mal dello 5 ; selerozio della barbabietola MarsaIs P. — Melanosi, Cla- "ida zucchero . I: ; SR 9 dosporium, Septosporium . » 86 TJTAdem--- Ulteriori ricerche in- MriranpeE M. — Su un caso di torno al brusone. del riso formazione di antocianina compiute nell’anno 1905...» 94 per. azione della. morsica- CUBONI Gi. — Una nuova ma- tura di un insetto da . ». 89 lattia dei limoni in Grecia». 89 | Ravaz L. — Sull’ apoplessia - DeLacgRoIx Gi — Su una ma- della vite: a ng ea e ennaio 1907. MITE Num. 6. Le) Rivista di Patologia Vegetale — "a Dort.. buoi. MOoNTEMARPENI libero ‘docente di Botanica nelta R. Università di Pavia Y Collaboratori: Prof. F. Cavara (Napoli) - Prof, G. DeL-GueReio* (Firenze) - Dott. F. O’ B. ELLison (Dublino) - Prof. A. KRoLopP . (Magyar-Ovar - Ungheria) - Prof. O. Loew (Tokio) - M.. AL PINE (Melbourne - Australia) - Dott. E. Brssev (Miami-Florida). Indice del fascicolo N. 6. lattia delle patate causata ta (i dal Bacillus phytophthorus » 90 bia Do I. So SARO ed Ta VERI nattie epilessia dei. cavoli, provo- Ù SR n i Ae (ant cati dal Phoma oleracea =“... » 87 ster osservate dall: Stazione di Patologia Ve- SCHELDENBO -H- Ce Onla getale di Parigi tI Sclerotinia Coryli i STB ta) si LLC & - . . 4 DI si Ù Î CR RA Z0A0O. sul StLva E. — Sulla malattia del | x » 3 25 ’ E O n ; . . 2 l’attività del Cabinetto di ramede sel a aa ‘Patologia Vegetale annesso Note pratiche . ; < ESPE 96 - Rivista di Patologia Vegetale ANNO II. 25 gennaio 1907. Num. 6. i LIT APRE E CAMPI Per tutto quanto concerne la Rivista dirigersi al Dorr. Lui MoNTEMARTINI - Laboratorio Crittogamico - Pavia. == = DI GENERALITÀ Brick C. — Vill Bericht iiber die Tatigkeit der Abteilung fur Plan- x zenschutz zu Hamburg, fiir die Zeit vom 1 Juli 1905 bis 30 ; Juni 1906 (Ottava relazione sull'attività della Stazione per la difesa delle piante di Hamburg, dal 1 luglio 1905 al 80 giu- gno 1906'. (Hamburg, 1906; 16 pagine) (veggansi le prece- denti relazioni alle pagine 118 e 145 del primo volume di questa /?7v2s/d). i L'attività di questa Stazione si esplicò, durante il passato anno, specialmente nell'esame della frutta importata, di cui fu- rono osservati 245.901 campioni, di cui 240 mila circa proveni- vano dall'America, quasi tutti di mele. Si trovarono comunissimi 1’ Aspidiotus perniciosus , A. for- - desi, A. ancylus ed altre specie, e, tra i funghi, il Pusicladiumi dendriticum e Leptothyrivm ponti. Vennero esaminati anche molti campioni di piante impor- tate, sulle quali pure si trovarono diverse specie di Aspidiolus, di Diaspis (tra cui la D. perntagona su piante di Cycas revoluta provenienti dal Giappone), ecc. : e si studiarono altresì alcune — malattie di piante indigene dovute a parassiti animali o vege- reo tali. L. MONTEMARTINI. rato, per l'anno 1905-1906 (Casale Monferrato, 1907, pag. 193 ’ Dopo alcuni cenni sul lavoro fatto con conferenze e pubbli: | È cazioni per richiamare l’ attenzione degli agricoltori sulle varie. 335 malattie delle piante, l'Autore dice qualche cosa delle principali di tali malattie che si manifestarono nelle campagne di Casale E3 durante lo scorso anno, il quale però fu molto favorovole alla vegetazione. È 2a Ricorda la fillossera e la D/aspis pentagona per le quali è. necessaria l’organizzazione di una difesa collettiva ; propone l’uso in grande di lanterne ad acetilene per accalappiare le farfalle notturne della i dell’ na raccomanda le DR Do ritis, che attacca e riesce anche dannoso alle viti già sofferenti | i } per altre cause. © Ha provato l’uso del bisolfito di soda per combattere tanto ee mp l’oidio che il r0f-Mane, ma non ne ebbe risultati soddisfacenti. Li MONTEMARTINT. fe Brizi U. — La Typhula variabilis R. e il mal dello sclerozio della — ; barbabietola da zucchero (Rewdtic. d. r. Ac. d. Lincei, Class. Scienze Fis. ecc., Roma 1906, Vol. XV, pag. 749-754). Il così detto male dello sclerozio della barbabietola era at- tribuito allo Se/eroliumi semen, senza che per altro si sconsi la forma fruttifera di questo fungo. Solo il Prillieux per i ca- 3 ratteri esterni dello sclerozio aveva sospettato si traftaggei paia Typhula variabilis Riess. "ME PARASSITI VEGETALI 83 L'Autore dopo molti tentativi per avere la vera forma frut- tifera, ha potuto vedere che questi sclerozi germinano soltanto dopo un lungo tempo da che sono prodotti, e quando sieno te- nuti al buio e ad una temperatura di 28°50° C. In tali condi- zioni egli ne ottenne appunto la 7/ypu/a sospettata dal Prillienx. Dimostra sperimentalmente la natura patogena di questo mi- cete, il quale acquista una maggiore virulenza quando per un certo tempo abbia vissuto vita puramente saprofitica. analoga- mente a quanto accade in alcune Sclerotinie ed in alcune Ure- dinee. Quest’ ultima condizione e | alta temperatura ricbiesta per la germinazione degli sclerozi, danno ragione e del manifestarsi della malattia solamente in estate quando la radice è già grossa, e del suo imperversare dove il terreno contiene molte sostanze organiche sulle quali la 7yplul/a può svilupparsi da saprofita. Forse sostituendo la concimazione minerale a quella organica sî potra infrenare in parte la diffusione del male. L. MONTEMARTINI. Lavuperr R. — Der « falsche Mehitau > (Peronospora) des Spi- nats und des Gansefusses (La peronospora degli spinaci e dei Chenopodium). (Gartenflora, 1906, 8 pagine e 2 figure). Comunemente si credeva che la peronospora che attacca gli spinaci fosse la stessa che si rinviene sui Chemopodium e sugli Atriplex, non che su altre piante infestanti, cioè la Per'onospora effusa (Grev.) Rabenh. L'Autore dimostra invece che la perono- spora degli spinaci (che egli chiama Peron. Spinaciae. è affatto distintà sia per i conidi più piccoli, obovali e senza papilla ba- sale, sia per avere le ultime ramificazioni dei conidiofori disposte ad angolo retto fra loro; mentre la peronospora dei Chenopodivin ha conidi ovali, con papilla basale distinta e colle ultime rami- ficazioni dei conidiofori forcute. sopra della quale tutta la pianta moriva mentre al di sotto DZ ne Da 9 n | È 6 ci x 3 di Non vale adunque nulla, per la difesa degli spinaci , sradi- ) care le piante infestanti sopra accennate. © ) La peronospora degli spinaci non forma oospore, ma sverna 3 an allo stato di micelio nelle foglie della pianta. ospite. Per le piante è che si tengono da semente riesce molto efficace il trattamento colla poltiglia bordolese. ed i funghi che la accompagnano). (Art. a. d. R biol. ir stalt f. Land-vu. Forshwirtschaft, BA. V, 1906, pag. 206-219, e 5 figure). La malattia si è presentata sulla Betula pubescens nei i dim torni di Magdeburgo : colpiva le piantine di 20 a 50 cm. di al 7 tezza, alla cui base mostravasi una zona nerastra lunga 14. em. teva emettere nuovi rami sani. In corrispondenza a tale zona | la corteccia ed il cambio erano morti, mentre il legno e il. mi cei dollo erano invasi da un micelio intra- ed intercellulare, il quale. Zi dava luogo, nei diversi individui, all’ una 0 all’ altra delle se- guenti forme di fruttificazione DRS l'Autore descrive come specie nuove: Coniothyriun Betulae n. sp., Fusicoccwin betulinma n. sp.. Sporodesintium cavernarum n. sp., Peslalozzia Hartigii SOPRRSES Betulae. Benchè nelle malattie simili di altre piante legnose l'agente — patogeno sia quasi sempre la /'estalozzia Hartigii, nel caso in parola non si può dire che questa predomini sopra le altre specie. Secondo l'Autore anzi la causa prima della malattia sarebbe il gelo, il quale aprirebbe la via ai funghi sopra descritti. 1 AA L. MONTEMARTINI. — PARASSITI VEGETALI Lauperr R. — Ueber eine Erkrankung des Rettichs und den dabei auftretenden endophyten Pilz (Una nuova malattia dei rafani e il fungo endofita che la accompagna) (col precedente, pa- gina 212-213, e una figura). La malattia è caratterizzata dalla formazione, sulla superficie esterna delle radici carnose di rafani, di macchiette rotonde, _ brune, infossate, quasi sempre isolate: e di chiazze pure bru- dirti _ .mastre nell’ interno dei tessuti carnosi. In corrispondenza a queste chiazze interne si nota un micelio intercellulare, che caccia nelle 3 cellule degli austori quasi sempre semplici e coperti di papille, sì che assomigliano a cistoliti. Secondo l'Autore potrebbe essere il micelio della /eronospora parasitica con speciali adattamenti alla radice carnosa. (SR TL. MONTEMARTINI. ‘o Marge E. — L’Orobanche du Tréfle (L' O robanche del trifoglio). LR (Le progrés agricole et viticole, Montpellier, 1906, pag. 681- 690, con 7 figure). L'Autore , impressionato da una grande invasione di 0y0- banche minor nei trifogiiai dei dintorni di Villefranche, ha fatto molte osservazioni sulla biologia di questa specie allo scopo di avvisare ai mezzi per combatterla. Rileva che i semi di Orobanche si evolvono solamente LI quando sono in contatto colle radici ospiti e possono restare per lungo tempo nel terreno senza perdere la loro facoltà di germi- nare : perciò la rotazione agraria, a parte anche la difficoltà di eliminare tutte le piante spontanee sulle quali può svilupparsi il parassita, pur essendo consigliabile, non sempre riesce efficace. Può essere utile anche una abbondante concimazione a base di acido fosforico e di potassa che acceleri lo sviluppo della pianta ospite e la renda più resistente al parassita. Ù no > d "i Mie, SG PARASSITI VEGETALI A > PE Si consiglia anche di sradicare tutti i rami fioriferi parassita prima che abbiano a maturare i semi, di lavora: profondamente il terreno (dove l'invasione è inolto forte), € non adoperare letame preparato con materiale infetto. Bisogna | sopratutto badare alla selezione delle sementi avendo r iguardo al fatto che spessissimo semi di Orobanche vestano attaccati di a quelli di trifrglio e se ne separano soltanto con opportune L operazioni meccaniche. Nell’ acqua essi, essendo leggeri ,. ven- gono a galla. | P In Germania furono emanati speciali regolamenti per com- | 330: battere il parassita in parola. LL. M ONTEMARTINI. | \ Marsais P. — Melanose-Cladosporium- Septosporium. (Rev. de Vi. tieulture, Paris, 1906. T. XXVI. pag. 621-623, e una tavola | # È: I colorata). L'A niato Moscivéi da Septoria Ampelina Berk et Curt., 2 Cladosporiuni viticolwin Cesati ed il Septosportitt Fuckelii, e tigura le alterazioni delle foglie di vite da essi provocate. Queste ultime sono molto simili: macchie nerastre regolari per la Sep-:. x A toriu, aureolate per il ‘ /adosporium, e diffuse pel Septosporiwni. I danni provocati da tali parassiti non sono mai molto gravi perchè essi compaiono molto tardi: mei rari casi in cui si pre- | sentano in primavera e sulle foglie giovani, sono efficaci contro essi le irrorazioni con sali di rame come si usano contro la pe- ronospora. L. MONTEMARTINI. Ravaz L. — Sur le folletage ou apoplexie de la vigne (Sull’ «po- plessia della vite). (Le progrés agricole et viticole , Mont- pellier, 1906, pag. 690-692). x PARASSITI VEGETALI - - L’Autore ha studiato una specie di «poplessia comune nei vigneti dei dintorni di Smirne, nella Turchia Asiatica, ed ivi | conosciuta col nome di /Iska delle viti, e dalle sue osservazioni. | ripetute anche su materiale europeo, risulta che essa è dovuta > alla invasione del legno della vite da parte del micelio del Po- __ lyporus igniarivs. i In Turchia la malattia si cura raschiando via dal tronco la parte infetta: da noi, dove la mano d’ opera è più scarsa. sarà i preferibile tagliare il ceppo a pochi centimetri sopra la regione d d’innesto, dove non è ancora invaso dal parassita. Occorrerà poi disinfettare la ferita. L. MONTEMARTINI. Rirzema Bos J. — « Krebsstriinke » und < Fallsucht » bei den KohIpflanzen, verursacht von Phoma oleracea Sarc. (Cancro dei torsoli ed epilessia nei cavoli, provocati dal /homa ole- racea Sacc.) (Sorauer’s Zischr. f. Pfanzenkrankh., 1906, Bd. XVI, pag. 257-276, con 18 figure). La coltura intensiva dei cavoli praticata nei dintorni di ._ —Langendijk, nei Paesi Bassi, ha favorito l’ estendersi di molte malattie dei cavoli stessi, tra le quali quattro sono predominanti : la malattia delle foglie dovuta alla Pseudomonas campestris , ._ l’epilessia o Fau//sucht, il cancro dei torsoli o Arebsstyitnke , e la Drehherzigkeit. Delle tre ultime non si conosce ancora la | causa. L’Autore studia l'epilessia e il cancro. I La prima è caratterizzata dalla morte e putrefazione della radice principale ad una breve distanza sotto la superficie. del suolo : vicino al colletto si sviluppano, è vero, delle radici se- condarie, ma solo raramente queste sono sufficienti a mantenere in vita la pianta, la quale di solito finisce col seccare comple- mantenersi allo stato latente senza impedire lo sviluppo dell SCHELLENBERG H. C. — Ueber Sclerotinia Coryli (Sulla Seleroli: glie, deturpandole in varii modi : sempre al momento del raccolto, o dopo il raccolto. e nei mai So di conservazione. se 7 "e cv PI malattie sono dovute ad uno stesso aseuia patogeno , ossia wi Phoma oleraccu Sace. Questo fungo , attaccando le radici RS babilmente in corrispondenza a ferite provocate da certi insetti, Pi ol Ù, come l’Anthomyia brassicue), potrebbe o svilupparsi intensamente SRO su esse provocandone la marcescenza (nel caso dell’epilessia), 0 pianta, e manifestarsi solo molto tardi inel caso del canero). | IUS Mose ; nia Coryli n. sp. (Ber. d. deuts. bot. Go Bd. I 1906, pag. 505-511, e una tavola). Sui frutti dell’ avellana si presenta spesso un fungo pars sita che ha tutto I’ aspetto di una Selerotinia. Studiando questa Sce/erotinia VAutore ha rilevato che, con 2 trariamente a quanto si verifica nelle altre specie dello stesso genere, la forma ascofora ad apoteci ben distinti si sviluppi sulle infiorescenze maschili, mentre sui fiori femminili e su frutti si presenta la sola forma conidica di Monzlia. Per questo e per altri caratteri morfologici della forma ascofora, l’Autore crede che questa specie sia diversa dalle altre pù fin'ora descritte e propone per essa il nome di Scelevotinia 5 loryli. | “A del Ministero di Agricoltura, Anno V, Vol. VI, 1906, pa- TL 599- so di una malattia nuova degli agrumi comparsa in Grecia e. ù secondo CR : dovuta al | Colletotr ichunti s0r0 osporioi- grigie Tilt: ae ei organi attaccati. Può anche provo- care di avvizzimento celle punte (rcitherti)) degli americani). Aud A Da parassita originario della Florida e non ancora segnalato a n Europa. Lo st combatte irrorando in primavera le piante «con poltiglia’ bordolese una volta) e piu tardi con soluzioni ammoniacali di carbonato di rame. Si raccomanda anche stac- care e bruciare con sollecitudine foglie, rami e frutti infetti. pl: Autore non esclude, dall’ esame delle radici delle piante malate, ‘che ai danni prodotti dal Colletotrichuni se ne ag- © La anche ui cea alle larve SA ee di Praepodes IL. MONDEMARDINI. — Sur un cas de formation d’anthocyanine sous n liflunnico d'une morsure d’insecte: Eurrhipara urticata L. - (Su un caso di formazione di antocianina per azione della e morsicatur a di un insetto) (Compt. Rend. d.'s. d..l'Ace. d. bo di Paris, 1906, T. CXLIII, pag. 418-416). ur = TAntore ha osservato in Savoia che molte oe Li larve VEIL Tee 90 PARASSITI ANIMALI — BACTERI sua nervatura mediana, saldando tra di loro gli orlì e corrodendo | iù il picciuolo verso la sua metà sì da tagliarne l'epidermide e v una parte del libro del fascio interno. In tal caso la foglia, Vede I quale viene sostenuta con speciali fili di seta segregata dallo stesso insetto, si colora fortemente in rosso, forse per assorbire. > 3 meglio i raggi luminosi e dare all’insetto, secondo l'Autore, dala ambiente più caldo. di n La colorazione rossa compare nella foglia anche quando con Si un temperino si faccia sul picciuolo fogliare una ferita simile a quella inferta dalla larva. Pra de e, î De [eo [) ba = LA Alea ae DeLacrorx &. — Sur une ma!adie de la pomme de terre produite. SA par Bacillus phytophthorus (Frank) 0. Appel (Su una mal N lattia delle patate causata dal Baci//us phytophthorus) (Cont. kend. d..s. L'Ac.d. Paris,-1906, T. CXEl:=pas: 388-884). > L'Autore segnala la presenza e diffusione anche in Francia del così detto marciune del fusto delle patate (Scluvarsbeinig= heit o Stengelfitule dei tedeschi) dovuto al Bacé/lus Py RARI rus (Frank) O. Appel. Dice che la malattia, pure essendo simile, per i suoi carat- teri esterni ed anatomici, alla hywyissure già descritta dall’Au- tore e dovuta al Buc/l!us soluninco a (veggasi a p. 146 del vo- 3 È lume I° di questa //r/s/4), ne differisce e per il tempo in cui "a si presenta (il y247c/uni è precoce e si manifesta in fine di pri- mavera, mentre la bywyissure è malattia di tardo estate o di autunno), e per i caratteri del microorganismo patogeno che la provoca : il B. phytophthorus è corto, quasi cocciforme e liquefa rapidamente la gelatina ; il B. so/anincola è invece a forma di rs bastoncino e non liquefa la gelatina. BACTERI 91 Siccome tanto l’ uno che l’altro sono sempre accompagnati, a malattia un po’ inoltrata, dal inicelio di un Fusari. 1 An- tore pensa possano essere dovuti ad essi molti dei casi di ma- lattia che in America vennero attribuiti al Musarium 0rysporm. ” L. MONTEMARTINI. DeLacroix G. — Sur quelques maladies bactériennes observées a la Station de Pathologie Vegetale (Su alcune malattie bacte- riche osservate alla Stazione di Patologia Vegetale di Pa- rigl) (Amn.- di VInstiNat. Agron., Paris, 10 eRES E S D ESILE V, pag. 353-368, con 5 figure). L’ Autore ha studiato tre malattie di vegetali dovute a bacteri : 1.° Il cancro dei pioppi, che si presenta in molte regioni \d’ Italia con caratteri assai simili al cancro degli alberi da frutta dovuto alla Neca ditissima : comincia con macchie allungate e giallastre sui giovani rami, in corrispondenza alle quali la corteccia si gonfia e screpola per dar posto alle ben note escre- \ “ scenze legnose ed ai tumoci del cancro. E dovuto ad una bacte- riacea nuova che l’ Autore descrive col nome di AMierococcus Populi n. sp., e che si diffonde, attaccando ed alterando prima le cellule interne della corteccia vicine al periciclo, per mezzo delle ferite inferte dalla grandine o da insetti (p. e. la Saperda populnea!. Lo si combatte tagliando e bruciando i giovani rami, appena si manifestuno su di essi i primi sintomi della malattia. 2° Il maycinme del fusto delle patate, dovuto al Buez/lus phytophthorus, al quale si riferisce il precedente lavoro. 3.° Il così detto yrusso delle cipolle, caratterizzato dal dis- seccamento parziale delle tuniche esterne dei bulbi e dalla de- composizione delle interne. È dovuto ad un bacterio che l'Autore descrive col nome di Bacz/lus cepivorus n. sp. Non è possibile Peer; Stewart | e Halsted. La si combatte cOn Oppor “Rn MR BR zione agraviu e coll aggiunta di super Se di calcio terreno. See 4, e "Sn = RRSOZROIE e. È LIS fettiva delle Malvacee e su un fenomeno en dei 1 gqustruni e Laburnum) (Ber. d. deuls. bot. Ges., XXIV, pag. n che è infettiva e ir uta ad un'rirus, da quella e © a E varietà. Rileva anche che- certe. varietà 5 È + co A E È per ora, dire che sia in n coll o del I bossi 3 di carbonio. ©." ce E finalmente dimostra che in certe varietà di Lg gust ‘Ut È di Laburnuni si presenta la stessa forma di clorosi infettivi - Silva E. — Sulla malattia del roncet (Bo/l. 1/7. dei Miniato Agricoltura, Anno V, 1906, Vol. VI, pag. 373- 381 5 con Ni oa D' inpoLi FISIOLOGICA. = AZIONI TRAUMATICHE 73593 di x ii di Portoferraio. Esse tendono a ia che l yoncel delle viti non è malattia d’ indole parassitaria, ma fi- Si rileva che ogni qual volta si tagliano i ceppi per ; una. SAR i - dei succhi vegetali sia verso le parti sc = aeree della pianta, sia verso le radici. i 96 Sì mette. pure in rilievo come coi tagli ripetuti si tolgano si ca 2 pianta TARA quantità di materiale da essa elaborato, pae ca RI Pel jpoverendone così il sistema vesetativo. « Sono pure fatte interessanti osservazioni sulla trasmissibi- L. MONTEMARTINI. Production d’ une espéece élémentaire de mais par traumatismes (Produzione di una nuova specie elemen- bi; tare di mais per azione traumatica). (Comp. Rend. d. s. d. ; î Udo. d. Se. d. Paris. 1906, T. CXLIII, pag. i i fu idicion par traumatisme et fixation d’ une variéte nouvelle de mais , la Zea Mays var. pseudo-androgyna (Produzione e fissazione di una nuova varietà di maîs per azione trau- 00 | matica, la Zea Mays var. pseudo-androgyna) (col precedente, i Lai pag fe ha già osservato (veggasi alle pagine 11, 230, 281 AR 383 del primo: volume di questa Itivista) come le mutilazioni Me, Vetta — eni > STEREO > © LP CRRNRTON o) A o la LO < eo E a I na b " LI nes SoS: TA RI] F' « - Pa 94 AZIONI TRAUMATICHE — MALATTIE D'INDOLE INCERTA - delle piante possano dar luogo ad anomalie talvolta fisse e ri- producibili per eredità. Comunica ora di avere ottenuto in tal modo varietà fisse di mais, distinte per molti caratteri morfolo- gici e specialmente per il tempo di fioritura, anticipato su quello della varietà originaria. Un tale risultato permette di pensare che la mutilazione delle piante tardive possa avere determinato e determinare la comparsa repentina di forme stabili precoci. EMI Brizi U. — Ulteriori ricerche intorno al brusone del riso compiute nell’anno 1905. (Annuario della Istituzione Agraria A. Pon- ti, Milano, giugno 1906, Vol. VI, 45 pagine e 4 tavole). È È il seguito del lavoro riassunto a pagina 59 del volume Tre di questa /t/vista ; in esso però più che di studi ed osservazioni fatte in risaia aperta dove nel decorso anno mancò il dyusone der: del riso, si parla dei risultati di ricerche e osservazioni partico-. lari fatte dall’ Autore, specialmente : SI 1.° sul sistema radicale del riso, il quale va via via rin- È novandosi continuamente per la morte delle radici più vecchie che sono sempre sostituite da altre radici che nascono di con- Î tinuo al colletto, sovente in gran numero; e che si sviluppa: A tanto più abbondante quanto più profondamente è lavorato il terreno, presentando, con probabilità, in questo caso una certa resistenza al Dbrusone ; ì 2.° sulle condizioni di temperatura rispettiva del terreno, dell’acqua e dell’ aria di risaia, fornendo una lunga serie di dati che però, per la mancata comparsa della malattia, nulla possono dire circa l’azione di tali temperature nel determinare o favorire la malattia medesima : è MALATTIE D' INDOLE INCERTA 95 3.° sopra esperienze fatte per riprodurre il dywysone senza l'intervento di parassiti, esperienze che confermano quelle del- l'Autore già descritte a pagina 25 del volume I° di questa /è.- vista e mostrano la tacile sofferenza delle piante di riso per de- ficenza o mancanza di ossigeno libero a disposizione delle radici assorbenti e il manifestarsi di tale sofferenza con sintomi affatto simili a quelli del dyusone normale. In parecchi casi Autore constatò che sulle foglie delle piante in tal modo sofferenti si sviluppava spontaneamente la /“ricularia Orizae B. et C., che invece l'Autore dice non essere riuscito a trasportare per con- tatto sopra le foglie sane delle piante di controllo cresciute in condizioni normali ; - 4. sullo sviluppo delle alghe verdi in risala e sulla pro- babile loro azione contraria al dysone per l'ossigeno libero che sarebbe sviluppato da esse. L'Autore ritiene ancora insostenibile la teoria parassitaria del bDrusone e ciò sia perchè, secondo lui, il fangillo od i fun- gilli cui il Farneti attribuisce la malattia medesima non sono | sempre presenti, sia per la costante alterazione delle radici nelle piante brusonate, la quale lascia dubitare che la causa del male risieda nelle radici, sia finalmente per il modo col quale il b7- sone si manifesta e si estende nelle risaie. Egli cerca anche di rispondere alle obbiezioni che fa il Farneti (veggasi precedente fasc. 2-3 di questa /?/v/st4) alla teoria della mancanza di ossigeno, e sostiene che se le ricerche compiute e le osservazioni fatte non hanno ancora definitivamente accertata la causa del male, esse sono sufficenti per ammettere che il Dy°wsowe si inizia nel sistema radicale, e precisamente nelle sottili radici ad epidermide non suberificata, con disturbi fisiologici dovuti non a causa parassi- taria ma probabilmente a irregolare e incompleta respirazione. Comunque, conclude, in una questione così controversa ed “ im- » portante, meglio piuttosto sempre il socratico wescio, che l’af- » fermare di avere risolta definitivamente l’origine del male ,. L. MONTEMARTINI. NOTE PRATICHE Dalla Revue Horticole, 1906. Pag. 514. J. Barsatq dice che i migliori rimedî ‘per comba' tere Psylla Piri del pero e la /s. Mali del melo, sono 1 emulsione feni ata e DS P emulsione di petrolio. Quest’ ultima è di più facile preparazione : si scio Cm glie in un secchio di acqua calda circa un chilogramma di sapone nero poi si aggiunge a poco a poco, fortemente agitando, da 4 a 5 litri di) trolio fino ad avere un liquido- bianco, della consistenza della crema, e e si allunga poi con 15 volte il suo peso di acpua e si applica con » rizzatori speciali. Se non si ha sapone, si può adoperare anche latte. ao cidito. Si fa un trattamento in inverno al fine di uccidere le ova, 5 uno - appena prima che finisca la fioritura per distruggere le larve: c. le ninfe dell’ insetto. Dalla Agricoltura Moderna, Milano, TOSSE a si Nas Il prof. A. Menozzi, in vista SSR alti prezzi del solfato di n. la pe siglia, come ha già fatto altre volte, di provare per combattere. nospora della vite, invece della solita poltiglia bordolese albi Dari di rame, una poltiglia nella quale il sale di rame sia per metà so ituito gr - 4» da solfato di ferro. Quest’ ultimo senza avere un’ azione parassiticida è no e i 8 vole, può servire a suddividere il principio attivo, in quanto ossido Pr cai ferro che precipita insieme a quello di rame per aggiunta della calce, ud- | divide il composto ramico e ne permette una più fina ed uniforme dist buzione. È peg 5 Molte esperienze fatte in questo senso hanno dato risultato "a 7 de) poche sono invece fallite; onde è a consigliarsi di tentarne di nuove. = d A Quanto meno, invece di cercare solfato di rame al titolo 98-90) pio 100 Deo, 0” poirebbe anche accettare un titolo minore (ma Noko) che costasse un. pe he meno. HE: MRS bar A À s4 PAD ha $ ta Pavia — Tipografia e Ligier ia Cooperativa = 1007 SR A LS 5 . SI Mx È è “ DO Mi rt lacAt 1.006.) \ LR N 15 febbraio 1907.) > “Num... DIRETTA. DAL È Dott. Lurcr MONTEMARTEINI libero docente di Botanica’ nella R. Università ‘di Pavia “Rivista di Patologia Vegeta Collaboratori : Prof. F. Cavara (Napoli) - Prof. G. DeL Guercio (Firenze) - Dott. F. O’ B. ELLISON (Dublino) - Prof. A. KRroLoPP (Magyar-Ovar - Ungheria) «-- Prof. 0. Lorw (Tokio) - M. -Al- PINE (Melbourne - Australia) - Dott. E. Bessey (Miami-Florida). Indice del fascicolo N.. 7. BALLON:H. A. — Insetti mac- chiatori del cotone CavaRra:F. e MoLtica N. — Ri- cerche ‘intorno al ciclo evo- lutivo di una interessante forma. di Pleospora herbar. DANDENO J. B. — Malattia del- la lattuca di serra dovuta a un fungo Fawcett H. W., BLANDFORT ; W..H., RussELL: W. — Mar- ‘ ciume del|a-gemma nei eoco FLertcHER I. — Insetti dannosi ai cereali ed alle piante fo- raggiere GANDARA G. — Varietà di gra- no resistente: alla ruggine. Idem — Procedimenti contro i molluschi infetti all’ agri- coltura . »' » | » » » . Pag. 105 98 102 110 106, 107 “VOGLINO: Pi Harror P. — Sull’arrossamen- to degli abeti MeRraZ A. — Chordeiles Vir- ginianus, C. Salvini, ecc. NAMYSLOWSKI B. — Polimor- fismo del Colletotrich. Jan- crewskii PAPAROZZI (. — Il cancro del pero Scnirr-GIroRGINI R.— Il rorncet delle viti in Sicilia SORAUER P. M. — Trattato delle malattie delle piante . TeLLEZ P. M..— La piaga della ‘locusta.. —. La. tiechiola- tura dei frutti a nocciuolo VUILLEMIN P. — Sulle cause ‘ della comparsa delle forme anomale Note. pratiche, , _——_——_ _"_ = #6 » » » pOS Vs Lar » | » . Pagi 111 ‘108 :1083 103 SERE 97 Rivista di Patologia Vegetale ANNO II. : 15 febbraio 1907. Num. T. Per tutto quanto concerne la Rivista dirigersi al Dort. Luror MoNTEMARTINI - Laboratorio Crittogamico - Pavia. = = === = = = = _—== === __reoan= <=“ LIBRARY NEW.YORK BOTANICAL GENERALITÀ GARDEN SoraueR P. — Handbuch der Pflanzenkrankheiten, 3° Aufl.; Lief. 6-10 (Trattato delle malattie delle piante; 8* Ediz., fasc. 6-10) (Berlin, 1906) (veggasi anche a pag. 161 e 209 del Vol. I di questa /7vista). Nei fascicoli 7, 9 e 10 (che sono il seguito del Volume I dell’ opera) il Soraner prosegue lo studio delle malattie non pa- rassitarie, e precisamente continua la descrizione delle altera- zioni che possono venire provocate da proprietà fisiche o chi- miche del terreno sfavorevoli alla vegetazione : l’ arrossamento delle foglie e dei cereali, il seccume, la sterilità, le variegature fogliari dovute a mancanza di determinati elementi (Karenzer- scheinungen, mancanza di cloro, potassio, magnesia, ferro, ossi- geno, acqua, ecc.), le fasciazioni, la caduta delle foglie, le tra- sformazioni degli organi fiorali, ecc. ecc. Interessanti sono le formazioni di tessuti anormali che l’Au- tore descrive come dipendenti da condizioni sfavorevoli di ve- getazione, ed è pure interessante vedere come egli fa dipendere da tali condizioni certe malattie comunemente attribuite a paras- siti, come p. e. la carze delle radici di barbabietole (Wwrzel- brand, che viene attribuita al Pythium de Baryanum, o al Phoma Betae, o alla Rhizoctonia violacea, o ai Bacillus lique- 98 GENERALITÀ — PARASSITI VEGETALI faciens, B. mycoides, ecc.) e la malattia dei G/ladiolum attri- buita ad un Cladosporium o a un’ Alternaria. Anche pel bru- sone del riso l’ Autore ritiene probabile l’ ipotesi del Brizi sulla mancanza di ossigeno alla radice (veggasi alla precedente pa- gina 94) Come dovute a condizioni sfavorevoli del terreno l’Au- | tore considera finalmente anche il 74) del mosaico del tabacco, il mal dell’ inchiostro del castagno, e diverse malattie di piante tropicali come il marciume delle radici della canna da zuce- chero, la ruggine nera del caffè, ecc. ecc. Contro tali malattie si può combattere con opportune ope- razioni culturali e speciali concimazioni chimiche. È ia In altro capitolo si parla dell’ effetto di una soverchia umi- dità e delle formazioni anomale sugherose e dell’ in2/umescenze che ne possono derivare. Di queste ultime sì danno molte figure È originali. Il fascicolo 8 è il seguito del II volume dell’opera, nel quale il Lindau descrive i funghi parassiti: terminati gli Ascomiceti, si passa a trattare le Ustilaginee.e le Uredinee. Anche qui il —— testo è ricco di figure, molte delle quali sono originali. a Il fascicolo 6 principia invece il volume III, nel quale il Reh parla di parassiti animali, e, dopo un’ introduzione riguar- dante la loro importanza e i loro rapporti colle piante su cui vivono, comincia a descrivere i Nematoidi, i Gasteropodi ed i Crostacei. Molte e buone figure. a L. MONTEMARTINI. Cavara F. e MoLLica N. — Ricerche intorno al ciclo evolutivo di una interessante forma di Pleospora herbarum (Pers.) Rab. (Atti dell’ Accademia Gioenia di Scienze naturali di Catania, Vol. XIX, 1906, con 2 tav. e 5 incisioni nel testo). PARASSITI VEGETALI 99 Le ricerche fatte dagli Autori si riferiscono allo studio del ciclo evolutivo di una forma di P/eospora herbarum (Pers.) Rab. riscontrata su foglie di Corypha australis coltivata in | piena terra nell’ Orto Botanico di Catania. La osservazione fatta per più anni di una costante altera- zione delle foglie di questa bella palma suggerì agli Autori che essa potesse essere di natura parassitaria, e ne intrapresero lo studio. Le foglie colpite si presentavano col lembo in singolar modo frastagliato in seguito al prodursi di chiazze da prima li- vide, poi giallo-ocracce ed infine grigie ed arsiccie, ai lati delle nervature. Il lembo, in corrispondenza di tali chiazze, diveniva fragile e si rompeva in direzione dei raggi, restando solo le nervature sulle quali l’infezione non aveva avuto presa. Dalle foglie vecchie il male si trasmetteva alle giovani, cosichè per più anni di se- guito un forte esemplare di Corypha veniva gravemente danneg- giato. L’ indagine macro e microscopica mise in rilievo che nel lembo chiazzato vi avevano periteci e forme conidiche pertinenti a due specie di P/eospora, e precisamente alla P. herbarum e alla P. " ye i 106 PARASSITI ANIMALI n0r. Termina con brevi cenni biologici e con un elenco delle. piante ospiti I danni che questi nemici recano al cotone sono i seguenti: succhiano i succhi vitali delle parti giovani, succhiano le ca- psule e diminuiscono il raccolto, attaccano e macchiano il cotone. Il D. suturellus nella Florida attacca anche gli aranci. Per combatterli, st può attirarli su mucchi di seme di co- tone 0 di pezzi di canna da zucchero, distribuiti nella pianta- gione, per poi ucciderli coll’ acqua calda. Si usa anche dar loro la caccia diretta all’ epoca della fioritura, quando essi st raccolgono alle estremità dei rami di cotone. F. 0°. B. ELLISON (Dublino). FLeroHER I. — Insects iniurious to Gram and Fedder Crops (In- setti dannosi ai cereali ed alle piante foraggiere) (Bull. 52 of the Departm. of Agric., Central Experimental Farm. Ottava; Canada, 1906). 4 L’ Autore dà una descrizione completa, corredata di buone figure, di ogni insetto parassita che attacca le piante sopradette nel Canadà ed aggiunge istruzioni sui rimedi curativi e preven- tivi che furono applicati con qualche successo dalla stazione. I parassiti descritti e contro i quali vengono proposti dei rimedi, sono i seguenti: Cecidomya destructor, Isosoma sp. ; Meromyza Americana, Oscinis carbonaria, Diplosis tritici, Ce- phus occidentalis, Nectarophora granaria, Lachnosterna fusca, Heliothis armiger, Semasia nigricana, Bruchus pisorum , B. oblectus, Aphis rumicis, Nectarophora destructor, Cecidomya leguminicola, Phytonomus punctatus, Ph. nigrirostris, Grapto- litha interstinctana, Hilesinus trifolii. ecc. ecc. Sono anche descritti i seguenti parassiti di ortaggi: Pontia rapae , Pen- teuna cruciferarum, Antographa brassicae, Leptinotarsa de- cemlineata, Epitrix cucumeris, Crioceris asparagi. F. 0. B. ELLISON (Dublino). PARASSITI ANIMALI 107 Ganpara G. — Procedimientos empleiados para la destrucion de les moluscos prejudiciales a la agricoltura. (Procedimenti usati per la distruzione dei molluschi infesti all’agricoltura) (Co- mision de l’arasitologia Agricola — Circul. Num. 53. — Mexico 1906, 15 pagine con 6 figure). — (Cfr. Rivista, anno I, pag. 223). Per distruggere le lumache (caracoles! ed i lumaconi (la conetes) l’Autore consiglia: 1.° La raccolta a mano, praticamente applicabile nei giar- dini e nelle ortaglie. 2.° Trappole collettrici di cui descrive parecchi tipi: tavo- lette spalmate di grasso, foglie di cavolo spalmate di burro rancido, buccie di popone, ecc. Le lumache ed i lumaconi rac- colti si pongono in recipienti contenenti una soluzione di solfato di rame al 5 Ojo, o latte di calce, e dopo 5 ore si seppelliscono in fosso profondo. 3.° Trappole di difesa. Si circondano le piante e le coltiva- «zioni da preservare con corde, o cordoni di stracci imbevuti per 24 ore in una soluzione di solfato di rame al 10 p. cento, o si traccia tutt’'attorno un solco, spargendovi calce viva o cenere, ecc. 4.° Irrorazione con soluzione di solfato di rame al 1 p. cento o di sale comune al 1 p. cento. Per quanto ai lumaconi che invadono le abitazioni, racco- manda in particolar modo di ostruire con cemento o con reti- celle, tutte le comunicazfoni col sottosuolo e coi condotti sot- terranei. Fra i nemici naturali delle lumache nocive, sonvi l’uomo, le oche, le glandine. La gastronomia europea distrugge molte lumache , e l’ Autore vorrebbe che pure al Messico si introdu- cesse l'industria delle lumache, che riuscirebbe doppiamente vantaggiosa. Descrive quindi le Glandine (in messicano 7°z077- pilucalhnitt), lamache carnivore, e raccomanda vivamente agli 108 PARASSITI ANIMALI agricoltori di diffonderle e proteggerle, come i più efficaci ne- mici naturali delle lumache erbivore nocive all’ agricoltura. — Seguono cenni sulla distruzione delle lumache erbivore e carni- vore nella Repubblica Messicana. Avverte che la Comisiòon de Parasitologia Agricola s' inca- rica della distribuzione gratuita delle Glandine a chi ne fa ri- chiesta. Nel Messico ne esistono 48 specie, alcune delle quali voracissime, divorano da 15 a 20 lumachette al giorno. G. Rota Rossi. Meraz A. — El Cuerpo-Ruin, Chota-Cabras 6 Sapo-Volador. (Chor- deiles Virginianus, C. Salvini, ecc.) (Comision de Parasito- logia Agricola. — Circul. n. 40 — Mexico 1906, 4 pagine, una figura). Il Cuerro-Ruin, Chota-Cabras è Sapo-Volador (Chordezles Virginianus, C. Salvini, ecc.) è un passeraceo della famiglia Caprimulgidae (succiacapre) assai frequente nel Messico. Numerose analisi del contenuto delle ingluvie di questo uccello lo dimostrano benefico all’ agricoltura, perchè voracissi- mo di insetti in gran parte nocivi, e l'Autore raccomanda viva- mente agli agricoltori e cacciatori di rispettarlo. È una sciocca superstizione la credenza che esso sia uccello di malaugurio, per nessun riguardo esso apporta il benchè minimo danno o disturbo. G. Rota Rossi. TeLLez Pizzarro M. — La plaga de la Langosta. (La piaga della locusta). (Comision de Parasitologia Agricola. — Circular n. 52. — Mexico 1906, 11 pagine con 11 figure). Sono istruzioni popolari sopra alcuni mezzi di difesa contro questa terribile piaga. Consigliansi miscele velenose a base di VO SETTI. VII alata = ose } x SY do PARASSITI ANIMALI — AZIONI TRAUMATICHE 109 composti arsenicali, per irrorare piante di preferenza attaccate dalle locuste, che cibandosi rimarrebbero avvelenate. Consigliasi anche di lasciare delle striscie o tratti di terreno non seminato e nudo, ove le locuste si raccoglierebbero di preferenza per de- positar le uova, così che sarebbe più facile distruggerle. Accenna ad alcuni micromiceti parassiti che in certe circostanze climate- riche aiuterebbero l’opera di distruzione delle locuste, ed infine parla dei vari uccelli insettivori, i veri nemici naturali delle stesse, quali la Galantina Ventura 0 Tempestad, molto comune nel Messico, ed il gavilan chitero 0 cernicalo, raccomandando vivamente agli agricoltori di non. distruggerli, nè permettere che i cacciatori li uccidano. G. Rota Rossi. VurLemin P. — Sur les causes de l’ apparition des formes dites anomales (Sulle cause della comparsa delle forme anomale) (Compt. Rend. d. s. d. Ac. d. Sc. de Paris, 1906, T. CXLITI, pag. 320-322). L'Autore prende le mosse dai lavori del Blaringhem di cui alla precedente pag. 93, e dal fatto, da lui altre volte osservato, che le mutilazioni degli alberi provocano forme anomale anche nelle piante circostanti o sottostanti, per sostenere che le azioni trau- matiche sieno semplici cause occasionali. Si vede infatti che per una medesima azione traumatica, alcune specie non presentano forme anomale, alcune ne presentano sui rami che nascono più vi- gorosi, altre invece su quelli colpiti da atrofia ; epperò il trauma non può essere considerato come un agente teratogenico diretto, ma semplicemente come un agente che, modificando il vigore dei rami, provoca la manifestazione di caratteri normalmente latenti e che più che anomalie nel vero senso della parola, sono caratteri specifici rari. 110 AZIONI TRAUMATICHE — MALATTIE D’'INDOLE INCERTA . . x s i , i » La causa predominante di queste forme rare è dunque com- | plessa come quella dei caratteri specifici; il trauma mettendo la pianta in condizioni diverse dalle normali, favorisce lo svi- luppo di forme specifiche insolite. por? 1 Fawcett H. W., BLanprort W. H., RusseLL W. — Bud Ret di- d sease of Coco- nut Palms (Marciume della gemma nei coco). | (West India Bulletin, Vol. VI, N. 3, 1905). CR: Questa malattia, che in Honduras è chiamata Fevu, non fu Ì causa di danni molto gravi fino al 1901. | È | Essa non è dovuta ad un insetto, ma è probabilmente di I natura bacterica. Infatti l'esame microscopico mostra, nel cuore v della palma, una quantità di bacteri la maggior parte dei quali aa sono bacilliformi. Le varietà verdi della palma del coco sono meno attaccate dalla malattia che non le rosse e le gialle. E sono sempre le parti più giovani quelle che vengono colpite, mentre le radici ed i fusti rimangono generalmente immuni. Nelle piante alte il primo sintomo visibile della malattia si ha nella caduta del frutto più giovane. Si sente anche un forte odore di putrefazione, e quando il male attacca il ciuffo di foglie, l'albero è perduto. Non si hanno rimedi atti a combattere il male quando si è manifestato. La polt glia bordolese può essere applicata come preventivo, ed occorre distruggere le piante ammalate onde l'infezione non abbia ad estendersi. | cl F. 0°. B. ELLISON (Dublino). MALATTIE D’INDOLE INCERTA : 111 Harior P. — Sur la maladie du rouge chez i’ Abies pectinata (Sull’ arrossamento degli abeti) (Compt. Rend. d. s. d. l'Ac. d. Sc. d. Paris, 1906, T. CXLIII, pg. 840-842). Nella foresta della Savina, nel Giura, molti abeti hanno presentato un arrossamento distinto delle foglie di intieri indi- vidui. o di loro rami, nè si potè ancora finora indicare una causa qualsiasi di tale malattia. L’ Autore ha studiato le foglie am- malate e vi ha trovato sopra i seguenti fungilli saprofiti o pa- rassiti: A/zzosphaera Abietis nov. gen. e sp., Macrophoma Abie- lis nov. sp., Menoidea Abielis nov. gen. e spec., Cytospora Pi- nastri Fries. Però non essendo costante la presenza di nessuno di detti ‘fungilli, non si può ad essi attribuire la malattia. L. MONTEMARTINI. Scmrr-Giorcini R. — Il roncat delle viti americane in Sicilia (Boll. Uff. d. Ministero di Agricoltura, Roma, 1906, Anno V, Vol. VI, pag. 971-979, con 5 figure). Da una ispezione accurata fatta nei diversi vivai di viti americane che sono in Sicilia l’ Autore ha riportato 1’ impres- sione che si tratti di una malattia contagiosa. Pur non essendo riuscito ad isolare o riscontrare nelle viti ammalate alcun agente patogeno, nè a riprodurre la malattia con iniezioni di linfa am- malata in piante sane, egli è confermato nella sua opinione da molte considerazioni : la rapidità con cui la malattia stessa col- pisce le viti, la sua localizzazione a poche piante fra migliaia di sane, la nessuna relazione colla natura e ricchezza del ter- reno, e il modo progressivo di propagarsi come irradiante da centri d’ infezione nettamente riconoscibili. Sarebbe utile potere fare osservazioni accurate in principio della primavera, quando la malattia comincia a manifestarsi. 112 MALATTIE DINDOLE INCERTA — NOTE PRATICHE dre L'Autore distingue il yoncet dal mal nero, malattie che. (trascurando anche il fatto che la prima non colpisce di prefe- renca che le viti americane) si presentano con caratteri netta- mente diversi. Il 7,742 nero ha infatti delle speciali zone di an- nerimento dei tralci, scorrenti linearmente da un nodo all’altro e che lasciano posto, col progredire della malattia, a lunghe spac- cature decorrenti da un nodo all’altro. Inoltre il 7747 nero non presenta le caratteristiche deformazioni delle foglie che sono proprie del 7oncet. | L. MONTEMARTINI. NOTE PRATICHE infatti dia Dal Corriere del Villaggio, Milano, 1907, N. 4: Per combattere la bolla o lebbra del pesco, dovuta all Ex0axus defor- 3 mans, sì consiglia di pennellare durante l’ inverno i tronchi ed i rami con È una soluzione al 6 p. 100 di solfato dl rame e 6 per 100 di calce. In pri- mavera si faranno seguire irrorazioni colla solita poltiglia bordolese sulle foglie. Ù Dall'Italia Agricola, Piacenza, 1907 : Pag. 17. — Il sig. A. Sinibaldi comunica di avere ottenuto buoni risul- tati nella lotta contro la cuscuta dei medicai falciando accuratamente le macchie infette con una zona di sicurezza, asportando l’erba con tutte le cautele, e irrorando, con un comune inaffiatoio di terra cotta, la super? ficie di terreno così messa a nudo con una miscela di acqua e acido solfo- rico al 15 per 100. la Pavia — Tipografia e Legatoria Cooperativa — 1907. 3) o) tologia Vegetale. Do1t: {Wii MONTEMARTPINI libero agente di Botanica nella R. Università di Pavia Mmborafori: Prof. F. Cavara (Napoli) - Prof. G. DeL Guercio (Firenze) - Dott. F. 0” B. ELLISoN (Dublino) - Prof. A. KRoLoPP (Magy ar-Ovar - Ungheria) - Prof. 0. Loew (Tokio) - M. Ahi crise (Melbourne - Australia) - Dott. E. Bessky CDS | ABBONAMENTO ANNUO L Rivista di Patologia Vegetale ANNO: TI. 1 marzo 1907. NUM. 8. Per tutto quanto concerne la Rivista dirigersi al Dort. Lui MoxTEMARTINI - Laboratorio Crittogamico - Pavia. AGENTI CHIMECT R. Farxeti. — Ustioni prodotte dal fumo delle locomotive sopra le foglie delie piante. (0 ;igi/nale). A Pavia la tramvia a vapore costeggia, entro la città, per 80 m. circa, un filare di alti Ippocastani, e, fuori delle mura, per circa un chilometro, un largo viale fiancheggiato da quattro filari pure di grossi alberi della stessa specie. ‘ Le foglie di questi alberi, specialmente nel tratto più vicino alla città, ed all’ estremità opposta. dove la strada forma una curva, presentano ogni anno delle ustioni più o meno numerose, dovute evidentemente all’ azione tossica del fumo delle locomo- tive, come i caratteri esterni ed anatomici delle foglie ustionate lo dimostrano. Le foglioline presentano tutto intorno una macchia margi- nale color laterizio, che dalla base va allargandosi verso l'apice, rientrando negli spazii intranervali, in modo continuo od a chiazze ed a sprazzi interrotti. Il lembo, per tutta 1’ estensione della macchia è disseccato e contratto. All esame microscopico non sl rinviene la presenza di alcuna crittogama ; il protoplasma sì mostra raggrumato in una massa irregolare brunastra. L'azione nociva del fumo del carbon fossile sopra le piante è stata constatata, in speciali circostanze, da molti autori: non pertanto il caso da me osservato mi sembra degno di nota, non nil è de SRO PE POR È * ” ci % } » }: ve 5) MST AMB È 114 | AGENTI CHIMICI Ippocastani, quanto per la loro distribuzione nella chioma degli. alberi da me osservati. i + a È Per spiegare il fenomeno, bisogna notare che fuori di porta Milano, gli Ippocastani si trovano allineati, come ho detto sopra, in quattro filari paralleli fra loro: i due interni posti alla di- stanza di circa 6 metri dai primi; per modo che lo stradone viene ad essere diviso in tre viali : il centrale o mediano di circa 18 m. per le vetture e la tramvia e i due laterali di circa 6 metri ciascuno per i pedoni. La linea tramviaria costeggia il Ù margine destro della strada alla distanza di un metro e mezzo i È È del filare interno di destra : per cui la tramvia viene a trovarsi A a circa 12 metri dal filare interno di sinistra. si La chioma degli alberi dei due filari interni non gitinge a i toccarsi in modo da formare una galleria centrale coperta di È verzura : mentre ciò avviene sopra i viali laterali per il con- A giungimento o il ravvicinamento dei rami degli Ippocastani del dI filare esterno con quelli del filare attiguo interno, perchè la di- A stanza è più breve. i n d Le piante sono allineate fra loro anche in senso trasversale | È ' si alla strada, e distano, una dall’altra nello stesso filare, di circa A 5 metri. Fra un albero e l’altro resta un’ apertura di circa d di metri d’altezza per altrettanto di larghezza, lateralmente limi- * tata dai tronchi di due alberi contigui dello stesso filare, ed in alto dalle loro chiome che si congiungono. Per mezzo di queste aperture il largo viale centrale comunica coi viali laterali, e. . questi per mezzo di aperture analoghe con la campagna. Le foglie ustionate si osservano quasi sempre nei rami che A ricoprono 0 si trovano in vicinanza di queste aperture : più nu-. merose e gravi in quelli del filare interno di desira; meno nu: inerose nei rami che limitano le stesse aperture nel filare esterno pure di destra; rarissime nelle frondi limitanti le corrispondenti aperture del viale interno di sinistra e nessuna nell’attiguo filare esterno, AGENTI CHIMICI 115 A prima giunta si sarebbe spiegato il fenomeno con la di- stanza rispettiva dei filari dalla linea tramviaria, ma osservando attentamente era evidente che quest’ unico criterio era insuf- ficlente, perchè non tutte le piante egualmente distanti dalla linea erano danneggiate e nello stesso albero Ie foglie ustionate non si osservavano sempre nei rami più vicini, ma spesso nei più lontani. Infatti i rami della parte mediana della massa glo- bosa della chioma, si protendono in direzione perpendicolare alla tramvia, mentre quelli che limitano le aperture fra un albero e l’altro si dirigono ad angolo, parallelamente od anche in senso opposto, scostandosi sempre più dalla linea. I rami della parte intermedia della chioma degli alberi del filare più prossimo (che dista m. 1,50), sporgono fin sopra la tramvia, ma non presentano che rare volte le foglie ustionate, quantunque siano spesso ricoperte da nero pulviscolo di carbone, mentre le foglie arrossate si osservano fino nei rami che si di- rigono in senso opposto, verso il viale dei pedoni, ed anche nei rami degli alberi del secondo filare di destra che dista m. 7,50 e qualche volta in quelli del primo filare di sinistra che dista oltre 12 metri. Nell’ interno della città, il largo viale di Piazza Castello è parimenti fiancheggiato da quattro filari d’ alberi. La tramvia rasenta dalla parte esterna, a m. 1,50 di distanza e per 80 m. circa di lunghezza, un filare pure di Ippocastani, che fra 1 uno e l’altro lasciano analoghe aperture e la cui chioma sporge pure sulla linea a guisa di gronda all'incirca egualmente elevata dal suolo. Or bene, quivi i rami che limitano o si trovano in vici- nanza delle aperture fra una. pianta e l' altra non presentano mai foglie ustionate:; ed anche quelli che formano la gronda che in parte ricopre la linea ne presentano assai di rado e solo 1 più bassi. I rami alti o rivolti dalla parte opposta alla linea, come quelli degli alberi del filare più distante, non presentano mai traccia di ustioni. Ciò sembra in contraddizione con quanto 116 meri LR: si osserva negli Ippocastani fuori di Porta Milano, tanto più de che vicino al filare di Piazza Castello passa un numero mag-. giore di convogli, giacchè oltre quelli che danneggiano gli al- beri sopra detti vi passano anche quelli della linea Pavia-Lodi.. Per rendersi ragione di questo fenomeno bisogna, anzitutto, osservare la direzione del fumo che viene sbuffato dai camini delle locomotive, in diverse condizioni dell’ atmosfera. Quando l’aria è tranquilla e l'atmosfera è nebbiosa o fredda; lungo il viale fuori porta Milano, il tumo si alza e si diffonde nella galleria formata dagli Ippocastani del viale centrale, len- tamente dileguandosi senza uscire dalle aperture laterali. Quando. invece il sole è ardente e l’aria riscaldata , il fumo esce dalle aperture laterali: a destra (levante) generalmente nelle ore an- timeridiane, a sinistra (ponente) nelie ore pomeridiane ; eviden- temente seguendo la corrente che si stabilisce fra l’aria fresca dei viali e quella riscaldata della campagna circostante. In città invece, la linea tramviaria non trovandosi tra i filari degli alberi, ma esternamente, la corrente che si stabilisce fra l’aria fresca dell’ interno e l’aria riscaldata di fuori, respinge il fumo dalla parte opposta alle aperture ed alla chioma degli alberi. Fuori di porta Milano, i cumuli di fumo denso urtando con- tro i rami fronzuti che limitano le aperture laterali, vi produ- cono ustioni sulle foglie; mentre quando si alzano dileguandosi nell’interno della. galleria centrale, giungono a contatto delle frondi talmente diluiti da non avere più azione venefica. Il pulviscolo nero che si osserva sulle foglie dei rami che sporgono nell’ interno della galleria, non esercita alcuna azione protettiva contro la tossicità dei vapori, come si potrebbe sup- porre per il fatto che tali foglie sono raramente ustionate. Ciò dipende dal fatto che, anche quando tale pulviscolo proviene da affumicamento diretto , il fumo che ve lo deposita non contiene più che una piccola parte di anidride solforosa e a tale diluizione da non essere più nociva. dd rd E, DI ERE 0 IS PAPI E 1 Meta detta AGENTI CHIMICI 117 Ma in realtà, nel caso da me osservato , il fumo può rag- giungere nella galleria centrale sufficiente diluizione da non es- sere più nocivo quando arriva a lambire a pochi metri d'altezza la chioma degli alberi ? È stato constatato che il fumo delle lo- comotive, in vallate montane molto strette, produce danni ben vi- sibili sopra la vegetazione circostante. Ciò è dovuto all’ azione nociva dell’ SO, contenuta nel fumo di carbon fossile. Tale azione è stata constatata da diversi Autori, e secondo alcuni si mani- festerebbe in modi diversi. Secondo il prof. U. Brizi, che sopra questo argomento ha pubblicato un pregevole lavoro ' ), bisogna distinguere due casi : primo quando la pianta assorbe l’ SO, gasosa: secondo quando V SO, esercita un'azione diretta esterna. “ Quello che è. certo » però si è che la pagina inferiore della foglia, più ricca in » generale di tessuto spugnoso, e quindi l’acqua, ossida l SO, pi trasformandolo in H, SO, e poi inH, SO,, mell’interno » delle cellule. “ Se questa quantità è relativamente grande tutta l'acqua » di cui è seuscettibile una cellula Inrgida è fissata dall’ SO, ; » la parete allora s' impoverisce, disecca e perde le sue pro- » prietà diosmotiche, conducendo alla morte tutto il contenuto » cellulare gid in parte disorganizzato dall’ acido che vi si » vene formundo e che, nei tessuli freschi e appena colpiti è 3 facile riscontrare mediante il cloruro di bario *). “ II protoplasto perde rapidamente l’acqua e si raggrinza » nel centro della cellula distaccandosi totalmente 0 in parte » dalla parete, mentre le pareti cellulari, disidratate anch'esse, » perdono la capacità diosmotica, non possono rifornirsi. dati 1) U. Brizt — Sulle alterazioni prodotte alle piante coltivate dalle } rin- cipali emanazioni gasose degli stabilimenti industriali. Inserito nel vol. 36° delle Staz. Agr. It. Memoria premiata dal R. Istituto Lombardo di Sc, , e Lettere nel 1902. °) Op. cit. pag. 288. 118 AGENTI CHIMICI 3 > tessuti vicini e si assolligliano pieghettandosi e contraen- dost ‘).,. Nel secondo caso, secondo il Brizi, le lesioni sono “ /ocd-. . lizzate sotto forma di vere ustioni cagionate da vna solu + sione pio meno concentrati di H, SO, od anche di BH, SO,, . nell'acqua di pioggia 0, più frequentemente, di rugiada È). “ L'azione diretta ed esterna dell’ SO, si manifesta sol . tanto quando vi si unisce l'azione dell'umidità atmosferica s (nebbia, pioggia, rugiada) ed avviene mediante vere e proprie . ustioni prodotte da un caustico che non è se non vna solu zione di acido solforoso che si forma nella superficie dele «+ foglie in qualsiasi nodo bagnate *). “ Le lesioni prodottte dall’ SO, trasformato in Hz SO, 0. H, SO,, sono an'itomicamente ussai distinte ') y. Ciò il .Brizi LI ha dimostrato anche sperimentalmente °). Secondo sempre le ricerche e le esperienze del prof. U. LI Brizi le lesioni prodotte dall’ anidride solforosa e dall’ H, SO, sarebbero molto diverse da quelle prodotte da ‘altri acidi, ad esempio dall’ acido cloridrico, il quale non. formerebbe vere ustioni) e produrrebbe alterazioni anatomiche, specialmente nel protoplasma e nella parete cellulare, ben diverse da quelle pro- | dotte dall’ H, SO, ?). a Secondo il Klemm, invece, 1’ SO, e 1 H, SO, dovrebbero agire nello stesso modo dell’ acido nitrico , cloridrico, cromico Li fosforico, ecc. î (li acidi secondo Klemm altererebbero dapprina la circo- 1) Op. cit. pag. 295. OPE PAS 201 3) Op. cit. (pag. 289. 4, Op. cit.-pag. 298, ?) Op. cit. pag. 309 e seguenti. 5) Op.. cit. pag. 330 e 331. 7) Op. cit. pag. 332. SS PVC ® AGENTI CHIMICI 119 lazione del plasma, poscia determinerebbero in quest’ultimo scomposizioni di varia natura, ed infine causerebbero la rottura della cellula per effetto dell’ aumentato turgore e per la dimi- nuita resistenza della membrana ed il protoplasma morirebbe '). Ciò evidentemente non concorderebbe con le osservazioni ed i risultati sperimentali del prof. Brizi. Secondo il Wieler, però, che sopra questo argomento ha pubblicato recentemente un grosso volume *), del quale è stato dato nel primo volume di questa Rivista un largo riassunto del dott. A. Rusconi, l’azione che esercita 1° SO, e V H, SO, nel pro- toplasma non è ben nota. Bisognerebbe stabilire se il fenomeno abbia luogo per speciale neutralizzazione degli acidi, in manierà che altri ne vengano liberati, o se si tratti di una azione di- retta degli acidi stessi sul plasma. Secondo questo autore, 1° a- cido solforico scomporrebbe parecchi sali disciolti nel plasma, ma l'anidride solforosa soltanto i carbonati organici. L'azione nociva del famo contenente SO, sopra la vegeta- zione, sarebbe dovuta ad un particolare processo di addizione dell’ SO, nelle cellule della foglia ed al suo spontaneo unirsi a corpi di natura aldeidica esistenti nelle cellule. Senza entrare nel merito della questione, non posso esi- mermi dal constatare la contraddizione esistente fra le osserva- zioni e le esperienze del prof. Brizi e i risultati delle ricerche accurate del Wieler; tanto più che, secondo quest’ultimo autore, l’ anidride solforosa che entrerebbe per gli stomi negli organi fogliari, si potrebbe in essi riconoscere tale e quale ; quantunque lo stesso Wieler ritenga però ammissibile, che in parte si possa trovare nelle cellule delle foglie anche come acido solforico. 1) KLlMM — Desorganisationserscheinungen der Zelle. Pringsh. Jahrb, 1895, pag. 627. ®) A. WieLer — Untersuchungen iiber die Finiwirkung Sclicefliger Stiure auf die Pflanzen. Berlin 1905, 120 AGENTI CHIMICI La immediata trasformazione dell’ SO, in H, SO, indi H, SO,, tosto che l'anidride solforosa incontra l’acqua del contenuto cel- : lulare o della rugiada depositatasi sulle foglie, ciò che secondo il prof. Brizi spiegherebbe in modo facile ed evidente il feno- meno biochimico dell’avvelenamento e delle lesioni, si troverebbe | in contraddizione anche con il metodo di conservazione degli Ri organi vegetali nella soluzione acquosa di SO, escogitato dal ai M \ dott. Gino Pollacci fino dal 1900!) : metodo che non è stato an- | : ° za - Pesa cora smentito dalla pratica *). al Comunque, dalle ricerche sperimentali del Wieler e di altri Autori, risulta che il fumo che contiene 1 SO, alla concentra- zione del 1 per 100000 esercita un’azione tossica sopra le foglie, anche se queste rimangono col gas a contatto per breve tempo; mentre se contiene l’ SO, alla diluizione dell’ 1 per 500000 le | piante non manifestano alcuna alterazione, anche rimanendo in contatto del fumo per tutto il periodo vegetativo. Secondo il prof. U. Brizi, però, nel fumo di carbon fossile non si troverebbe SO,, ma * quasi sempre , acido solforico a s giacchè essend) il funo di carbon fossile provvisto di vapore si . Tacqua, è raro che dui camini esca USO,, se non già cont ve a pinidto: cord acipua sg) n a b ? SI Ciò si troverebbe sempre in contraddizione con ] opinione < nel degli Autori precitati, ed anche con i trattatisti che pretendono si, 1) G. PoLLacci — Il Biossido di zolfo come mezzo conservatore di 0r- gani vegetali. — Atti del R. Istituto Botanico dell’ Università di Pavia, nuova serie vol. VI. gi ?) Nelle collezioni dell'Orto Botanico di Pavia si conservano da sei o sette anni frutti, foglie, fiori, funghi ece. ece. in soluzione acquosa satura di SO,, senza che sulle foglie o sui frutti ece. si siano prodotte macchie o alterazioni. Aleuni di questi preparati figuravano anche alla mostra di Milano e in tutto il tempo dell'esposizione non si sono alterati; ciò che non sarebbe stato possibile se I SO, si fosse trasformata quasi istanta- neamente in Hy SO, indi in H, SO, in presenza dell’ acqua. 5) U. BRIZI — Op. cit., pag. 344 It Leti di u ire bee ci i) dt Li Vr ili PRTOTO AGENTI CHIMICI 102411 che per trasformare l’ SO, in H, SO, occorra la presenza di ener- gici ossidanti e non di riducenti come il carbone : tanto più che la temperatura nel camino è sempre elevata, forse tale, se non da decomporre l’H,SO,, da impedirne probabilmente la forma- zione. Senza pretendere di pronunciarmi fra l'opinione dell’ uno e degli altri. debbo far notare però che il Brizi in appoggio Ì PPO8SS della sua tesi, riporta analisi di fumo di carbon fossile che dubito ‘) possano essere anzichè di fumo, di fuliggine depositata dal fumo, ciò che non ho potuto verificare, perchè , certo per errore di citazione, l'Autore citato dal Brizi, nella memoria in- dicata, non dà nè analisi di fumo nè di fuliggine *). Il Brizi riporta l’analisi del fumo di due qualità diverse di carbon fossile, di Londra e di Glascow. Secondo le analisi ri- portate dal Brizi il fumo di carbon fossile di Londra conterrebbe 1] 4,60 p. 100 di acido solforico, e quello di Glascow il 7,90 p. 100. Volendo calcolare anche molto approssimativamente il grado di diluizione che raggiunge il fumo e quindi 1° SO,, bisoguerebbe conoscere il volume del fumo versato dalla macchina nell’unità di tempo o di percorso del treno. Come è noto, tale volume varia a seconda della temperatura del fumo, della natura del combu- stibile, e del volume d’aria fredda alimentare della combustione. Il volume teorico dell’aria necessaria per la combustione di un chilogrammo di carbon fossile è di m.’ 8.7, ma il consumo reale si calcola da 1,25 a 1,50 del volume teorico, quindi | aria oc- corrente sarebbe di m.* 10,87 a m.} 13. Ciò posto, il volume del fumo in m.? sarebbe : (1 + 0,00866%) 10,87 o (1 0,00366%) 13. Ma il volume del fumo varia moltissimo secondo la qualità !) Come si potrà vedere nelle analisi che riporto alla pagina seguente. ?) Le analisi, secondo quanto afferma il Brizi, sarebbero dell’ Husson : ma nella memoria in cui l’Husson avrebbe dato il resoconto di queste ana- lisi (Compis. Rend., vol. LAXXII, 1876, p.1218) non si trova alcuna analisi. AGENTI CHIMICI del combustibile, secondo la quantità d’acqua ed i principi yo latili che contiene; e la quantità di SO, varia in un m.? di fu-_ mo, secondo la quantità di zolfo che contiene il carbone. Non si può quindi dalle analisi sopra ricordate giudicare della tossi- cità in genere dei fumi di carbon fossile, variando questa coll grado di diluizione dell’ SO, che si trova nel fumo delle loco- motive ed in generale nel fumo di carbon fossile. Per evitare molte cause di errore nel calcolo della quantità di SO, che si trova nel fumo delle locomotive ed in generale . nel fumo del carbon fossile, mi sembra sia meglio prendere per. base del calcolo l’analisi chimica del combustibile, perchè essendo nota la quantità di carbone consumata nell'unità di tempo o di percorso, si può calcolare con sufficiente esattezza la quantità di SO, versata nell’ atmosfera nella stessa unità di tempo o di percorso, datala quantità di zolfo contenuta nel carbone. In ogni caso le analisi riportate dal prof. Brizi del fumo di Londra e di Glascow non potrebbero servire assolutamente di base ad eventuale giudizio ‘), perchè considerando anche il volume !) Secondo le analisi riportate dal prof. Brizi il fumo di carbon fossile avrebbe la seguente composizione : Londra “ Glaseow Catrame ed olii 18,00 15,00. Polvere di carbone 53,16 35,70 Ammoniaca 1,65 2,80 Alcali, Calce, Magnesia, Ferro 2,24 21055 Fosfati di calce ed argilla 2,20 3,20 Acido solforico 4,60 7,90 Cloro | tracce 0,40 Solfocianuri - 0,25 0,00 Acido carbonico î 0,70 traccie Sabbia 14,40 25,70 Acqua 2,80 1,20 AGENTI CHIMICI 123 del fumo uguale al volume teorico dell’aria necessaria ad. ali- mentare la combustione del carbon fossile (calcolata in m.* 8,9 per ogni chilogramma di combustibile), perchè tale quantità di fumo possa contenere in peso od in volume la percentuale del 4,60 al 7,90 di acido solforico, bisognerebbe evidentemente che il carbon fossile contenesse una quantità di zolfo qualche cen- tinaia di volte maggiore di quello che contiene in realtà. Se le analisi riportate si riferissero poi alla fuliggine non potrebbero servire per giudicare della tossicità del fumo. il quale esercita un’ azione rapida ed indipendente dal deposito del pulviscolo medesimo. La quantità di zolfo contenuta nel carbon fossile varia, come ho detto, secondo la qualità di quest’ ultimo, che, come è noto, è variabilissima, non solo secondo il bacino carbonifero dal quale ‘proviene, ma ancora secondo la miniera e lo strato dal quale viene estratto. In ogni modo le numerose analisi che sì cono- scono dei combustibili fossili delle diverse provenienze e delle diverse miniere, possono servire per dare un giudizio, almeno approssimativo, intorno alla tossicità del fumo, quando si co- nosca la qualità e la provenienza del carbone e la quantità con- sumata nella unità di tempo o di percorso. Il vero Steam coal (carbone da locomotive) conosciuto in com- mercio sotto il nome di Cardiff varia, pel suo contenuto in zolto, secondo lo strato dal quale proviene. La migliore qualità, il Four feet steam, ne contiene il 47 p. 100, il Nine feel steam Il 0,87 p. 100 e il Sir feet steam il 0,91 p. 100. L’antracite delle miniere di Gwann-cae Gurwen presso Bry- namman al nord di Swansea varia pure secondo lo strato dal quale proviene : Big-Vezx 0,68 p. 100. Peacoch-Vein 0.72 p. 100. L’ Household coal (carbone per usi domestici) di tipo Wall- send ne contiene in media 1,18 p. 100. Il Coking coal (carbone per la fabbricazione del coke) varia pure secondo gli strati dai quali proviene : î > et rato 124 AGENTI CHIMICI Busty steam: parte super. 0,81 p. 100, parte inf. 1,88 p. 100, eda Brockwell steam 1,00 p. 100. Il litantrace proveniente dai due w detti strati in media 0,93 p. 100. n= Il-Gas coal (litantrace per gas) delle miniere del Wearnionth ne contiene 1,06 p. 100. O Lo Steam coal della miniera di Broomhill nel Northum- i ve berland, ne contiene 0,90 p. 100. i Il Cannel coal di Torbane Hill ne contiene il 0,96 p. 100, quello di Newbattle il 0,42 p. 100 e quello del E 0,48 p. 100. Il litantrace delle miniere di Skerrington e di Eglinton nel bacino dell’Ayrshire: Skerrington 0,86 p. 100, Eglinton 1,88 p. Ia L’antracite del bacino della Maurienne (Francia) 0,66 p. 100.. Il carbone della miniera di Holland presso Bochum pesa nia) contiene di zolfo 0,25. FARA La lignite della miniera di Fohnsdorf (Austria) contiene NO E 1,51 p. 100 di zolfo ; quella della miniera di Siverich (Dalmazia), 2:41. p. 100. Le ligniti italiane contengono una maggiore quantità di zolfo. Quella di Agnana, quale viene estratta dal giacimento, ne contiene il 7 p. 100, scelta e separata dalle materie terrose il 4,11: quella di Briatico 2,59. E Nel caso speciale da me studiato il carbone che viene im- E piegato è di origine Inglese e della qualità conosciuta sotto il nome di Cardiff o Steam coal la quale contiene al massimo 0,91 p. 100, ed al minimo 0.47 ed in media, come risulta dalle — analisi sopra riportate, 0,79 p. 100 di zolfo, in cifra tonda 0,80 p. 100. Si Ciò posto, quale è il consumo di carbone della locomotiva o per ogni unità di percorso ? Teoricamente si calcola di Kg. 2,50 4 per macchina chilometro o di 0,80 a 0,40 in media per asse viaggiante km. Ma questi valori variano moltissimo, secondo il potere aderente del treno che si calcola abitualmente di !/, ad’; « e ra rate AGENTI CHIMICI ; i 125 t/s del carico, ma che può variare da '/, a '/,, secondo lo stato delle rotaie, secondo la stagione, secondo lo stato dell'atmosfera e sopratutto secondo la pendenza , il raggio delle curve, la ve- locità ecc. La società tramviaria, per la linea Pavia-Milano, mette a disposizione dei fochisti, in media Kg. 0.250 per carrozza al Km. e Kg. 0.400 per la macchina. Sopra questa quantità il per- sonale dovrebbe fare anche qualche economia. Calcolando 7 carrozze in media, se il consumo fosse uni- forme in tutto il percorso, si avrebbe un consumo di Kg. 2,150 al Km. 4 Fuori porta Milano. lungo il viale degli Ippocastani la strada è in salita, ciò che, nel viaggio di andata fa aumentare alquanto la resistenza del convoglio e quindi il consumo di car- bone. Inoltre vicino alla Città havvi una fermata, quindi nel viaggio di andata, bisogna tener calcolo della resistenza all’av- viamento che in questo punto triplica o quintuplica la resistenza ordinaria del treno. Dalla parte opposta del viale la strada forma una curva, ciò che duplica o triplica parimenti la resistenza del treno, quindi il consumo di carbone e per conseguenza 1’ emis- sione del fumo con relativa anidride solforosa. La strada è percorsa giornalmente da una ventina circa di treni (fra andata e ritorno) senza calcolare i treni merci. Con- siderando la quantità consumata nelle 24 ore non occorre tener calcolo del maggior consumo nella salita e mell’avviamento, perchè viene compensato con la maggiore economia nel viaggio di ritorno; ma nel caso dei danni prodotti alla vegetazione, bi- sogna tener calcolo del consumo massimo, perchè come abbiamo visto i danneggiamenti non sono in rapporto con la durata del- l’azione ma con lo stato di concentrazione del gas solforoso. Nel tratto presso la Città, possiamo quindi calcolare un | consumo massimo di gr. 107,50 di carbone ogni dieci metri di ; percorso, di gr. 64,80 per ogni 10 metri in curva, e di gr. 21,50 nel tratto intermedio. e > AE a NITRO I ti - PE Mo Sia È si " n° > ; PIC 5 FICI 2 e. = Ciò posto avremo per ogni 10 metri di percorso: EV; : LET e Si pui: EE repo st ! sé (Carbone cons. _ ; | Zolfo in gr. In volume ema. in er. I tempi ordin. Da (n derit, 107,50 SEPA 0,86, 0,516 I, e) 1,082 | | 3 2° tratto... |21 50 21, 50 0;172. 0172/00; BA 0,5 aa | 3° tratto. . . 64,50 43, 00 0,516: 0,344! 1,032 da 857, | i | | | i : ; Quando una forte corrente d’aria spinge rapidamente dal colonna del fumo contro i rami che limitano le aperture late fortemente tossica. Supposto in fatti che il fumo venga lanciato con due sbuffate del camino. in ciascuna nubecola di 5 m. di iis ghezza per 1,50 di diametro, sarebbero mescolate a. m.? 120 aria; nella quale 1 SO, raggiungerebbe approssimativamente. la seguente diluizione : massima minima 1 1 1% tratto Srila 03 REZZA 35000 63000 1 1 2.° tratto CSSSIAA ess 187500 187500 4 1 1! LE 3.° tratto ERI = LI 65000, 94540. be. è A E | Re È È Quando le nubecole vengono spinte invece colta le aperture | bi formate dagli alberi di sinistra o di ponente, le cui chiome di- 2 "E VRLADE e, stano perpendicolarmente alla linea di 10 m., ciasenna, di esse : fi raggiunge all’ incirca 15 m. di lunghezza per 2,50 di lato, dif- a £ fondendosi in una massa d’aria di m.* 93,65. La SO, trascinate alpe : rapidamente dalla corrente turbinosa determinata dal passaggio Ù del convoglio e dalla corrente laterale, non ha tempo sufficente gu fe, AGENTI CHIMICI «di discendere pel proprio peso, ma arriva presumibilmente me- fi a CA o . = ù ° 3 scolata alla massa del fumo i cui cumuli vorticosi vanno ad in- v- frangersi contro i rami che si protendono verso le aperture la- terali. La sua diluizione in ciascuna delle due nubecole sarebbe d } la seguente : È A te massima minima È: 3 I 1 ° tratt PSI rt) s° ; dC 314800 524650 i 1 1 d dI tratto S EIIAZISA TARARE | 1560000 1560000 1 LI 9 Toratbe PERSONE SEFRRIOA o, D24650 (03000 Ciò spiega come i danni prodotti agli alberi del filare di È. sinistra siano, relativamente a quelli prodotti nei filari di destra, «| leggerissimi, e non si verifichino che in principio del viale. 9 Quando l’aria è calma e fredda, mancano le correnti late- rali, ed il fumo forma una lunga nubecola parallela ai filari de- «gli alberi, che sale e si espande lentamente. 1 Prima che il fumo giunga a lambire -i rami che formano la gronda sopra la linea deve alzarsi di circa 2 metri ; così pure in città lungo il viale di Piazza Castello, per cuila nubecola formatasi abbraccia una massa d’aria di 3 metri circa di lato per dieci di lunghezza, ossia di 90 m?. In questo caso l’ SO? se fosse uniformemente distribuita nella massa del fumo raggiun- ; _gerebbe una concentrazione di circa il doppio di quella del caso È precedente: quindi potrebbe riescire più sensibilmente nociva : fe ma in questo caso il fumo non essendo trasportato con turbi- i nosa rapidità, per il notevole peso dell’ SO? (2,234 volte mag- LI giore dell’ aria) avviene una specie di decantazione. Il vapore . acqueo ed i saz leggeri si alzano per la loro forza ascenzionale, l' SO?, le cui molecole non sono violentemente urtate e travolte nel rapido e turbinoso movimento della corrente, discendono pel Po ; : È sà | proprio peso con velocità per lo meno doppia della velocità ascen- 2 w & 125 5 «DREI sionale del fumo. Inoltre quando la nubecola dilatandosi rag- iunge la chioma degli alberi, la massa dell’ anidride solforosa, Ss che ha una densità molto maggiore del fumo ‘) e quindi si dif- sd fonde molto più lentamente di questo, deve trovarsi ancora lon- È tana dalle fronde. Se anche una piccola quantità venisse tra 1 volta e trasportata dai cumoli di famo, questa raggiungerebbe na una tale diluizione da divenire assolutamente innocua. 2 Ciò spiega facilmente come si possa depositare la fuliggine } sui rami e sulle foglie, senza che vi si riscontrino ustioni; e _ È come queste siano assai limitate e ben localizzate in alcuni ra- È: mi degli Ippocastani del viale fuori Porta Milano, e rare o ra- A rissime negli alberi del filare più vicino alla linea in Piazza Castello. i Se eccezionalmente si osservano bruciature, ciò si verifica ie ili sopra rami eccezionalmente bassi, quando non è dovuto all’in- - tervento del vento, il quale quantunque soffi di rado a Pavia. e solo per breve tempo, spinge alle volte il fumo contro la chio- ma degli alberi vicini, prima che |’ anidride solforosa abbia po- | tuto diluirsi. i “ Da quanto abbiamo sopra esposto è facile comprendere come i danni prodotti alla vegetazione dal fumo delle locomotive siano rarissimi e solo si verifichino in condizioni eccezionalissime. - t !) La diffusibilità dei gaz è in ragione inversa della radice quadrata della densità. NOTE PRATICHE Dall'Vesterreichische Gartenzeittung, Wien, 1906 : pag. 310. Fr. Turetschek dice d’avere ottenuti buoni risultati appli. | cando il carbolineum nella lotta contro i canidi e i lecanidi degli alberi ‘© fruttiferi. Il carbolineum va applicato molto liquido ma non diluito, e sol- ( tanto sopra le parti canerenose dei rami, non sulle sane. La Selizoneura non è uccisa da esso. Pavia — Tipografia e Legutoria Conperativa — 1907. Anno IL 15 marzo 1907. Num. 9. Rivista di Patologia Vegetale DIRETTA DAL Dorr. Lui MONTEMARTPINI libero docente di Botanica nella R. Università di Pavia Collaboratori: Prof. F. Cavara (Napoli) - Prof. G. DeL GueRcIo (Firenze) - Dott. F. O’ B. ELLISoN (Dublino) - Prof. A. KRoLoPP (Magyar-Ovar - Ungheria) - Prof. 0. Loew (Tokio) - M. Al PINE (Melbourne - Australia) - Dott. E. Brssey (Miami-Florida). Indice del fascicolo N. 0. APPEL 0. — Contributi alla conoscenza dei Fusarium e delle malattie da essi pro- dotte. . 5 3 £ i Idem... Alcune esperienze sulla vita. parassitaria del Merulius lacrimaus . APPEL O. e. BrucK, W. F. — La. Sclerotinia Libertiana ‘sulle radici carnose . ; BuBàKk Fr. — Esperienze di infezione eon alcune uredi- nee * ‘DeLACROIX 6. — Su una ma- lattia. del Pioppo della Ca- rolina , ; : GERHEB A. — Galle dovute a nematodi in muschi. : GossaRD H. A. Olii solu- bili da applicarsi contro la malattia di S. Josè é HERPER W.— «La diffusione del mal bianco dell'uva spina: HooBRrUNG M. le piante i P i HooxK J. M. La ticchiolatura e_il mal bianco dei piselli. Hovarp C. Sulle mocifica- zioni istologiche provocate nei fiori di. Texcrimwn da lar- ve di Copiwmn x È 3 Jaoky E. --- Secondo eontribu- to allo studio delle ruegini —- Annuario del- ag. 129 » » » » » » » » 151 181 Ta Treo LINHART. -- Pseudoperonospo- ra cubensis sui poponi e sui cetrioli. % È È MavET V. Gli insetti xilo- vori della vite. . i È RouGiER L. — Deperimento di viti innestate, in terreni non buoni 3 3 È ; SAVASTANO L. — Un altro fatto traumatico provocante la gommosi e il marciume de- eli agrumi F È i SeLBv A D — Trattamento del terreno per i vivai di germinazione del tabacco. . Idem. — Id. per le serre di forzatura ; È È ì SmrrH C. — Una malattia bac- terica dell’oleandro : Bacil- lus Oleae 3 : ; StaEGER R. — Nuovo contri- buto alla biologia della se- cale cornuta. ; 3 THowroyx TH. — Miglioramen- to del cotone in seguito. a selezione E ; ; Uyvepba Y.. — Una - malattia bacterica del Zingiber ZACH:F. Sulla cicatrizza- zione nelle piante ; 3 ZANONI U. — Un dubbio in- torno al metodo della spaz- zolatura nella cura della Diaspis pentagona s 3 Note pratiche . » » » » » » » » » . Pag- 135 pi 137 » 140 140 136 i ve Rivista di Patologia Vegetale ANNO II. 15 marzo 1907. Num. 9. Per tutto quanto concerne la Rivista dirigersi al Dott. Lusi MONTEMARTINI - Laboratorio Crittogamico - Pavia. __ = ====as== == =—===="===> == == "=" GENERALITA — PARSASITI VEGETALI HoLLrrnG M. — Jahresbericht iiber das Gebiet der Pfianzenkran- kheiten. Bd. VIII, Jhar. 1905 (Annuario delle malattie delle piante. Vol. VIII, anno 1905). (Berlin, P. Parey, 1907; 340) pagine). l'e») È la recensione di tutto quanto venne pubblicato nel campo della patologia vegetale durante Vl anno 1905. Sono riassunte 2150 pubblicazioni classificate a seconda del- l'argomento che trattano: patologia generale (azione dei vari agenti esterni) e anatomia patologica, patologia speciale (ma- lattie parassitarie o non, in generale o delle singole specie), igiene delle piante, terapia delle piante, misure da prendersi per combattere la diffusione delle malattie. Il volume finisce con un indice alfabetico molto utile per il pronto rinvenimento delle malattie e delle piante ammalate studiate. LUIGI MONTEMARTINI. AprpeL 0. — Beitràge zur Kenntniss der Fusarien und der von ihnen hervorgerufenen Pflanzenkrankheiten (Contributi alla co- noscenza dei Fusarium e delle malattie delle piante da essi SÌ NEW Yoi :RARY »| & BOTANIC A } U ARODEN. 130 PARASSITI VEGETALI prodotte). (Ard. a. d. K. Biol. Anst. f. Land-u. Forstwirtsch., Berlin, 1906, Bd. V. Hett 4, pag. 155-188, con una tavola e 3 figure). L'Autore prende le mosse dalla . diffusione verificatasi nel 1905 di malattie di diverse piante (pomodori. patate, legumi- nose, ecc.) dovute a Musarzum, per constatare come le specie di questo genere di funghi non sieno più da considerarsi come saprofite ma si presentino molte volte come vere parassite : e come sia necessario una revisione di esse e uno studio accurato dei loro caratteri morfologici e biologici (veggasi a pag. 841 del vol. I di questa Azezsta). Qui comincia a presentare su tale argomento due contri- buti. Nel 1° G. Schikorra (fusarzuen-Krankheiten der Legunino- sen: malattie di leguminose dovute a /ys4,°:1) espone dettaglia- tamente le osservazioni riassunte nella nota di cui a pag. 340 del vol. I di questa /rista, sopra la malattia di S. Giovanni dei piselli, e malattie affini dei lupini e delle fave, e si diffonde anche a descrivere il Musarzum roscum Lk. var. Lupini albi Sace. Nel 2° (Allgemeine Betrachtungy iiber den Zusammenhang und Verlauf der in I geschilderten Leguminosen-Krankhetten und die daraus abzuleitenden Bekitnpfungsmoglichkeiten : Con- siderazioni generali e modi di combattere la malattia di cui nel precedente contributo) 1’ Autore descrive la morfologia e biologia del Fusarium vasinfectwin var. Pisi, e dimostra che per com- battere la malattia bisogna adoperare semi che germinino presto, distruggere subito le piunte che si mostrano anmmalate, distrug- gere tutto quanto rimane dopo il raccolto nei campi infetti enon fur seguire coltura di altre leguminose 0 di piante sulle quali il Fusarium possa vivere. L. MONTEMARTINI. DARASSITI VEGETALI 131 Apprr O. — Einige Versuche iiber die Moglichkeit eines parasità- ren Auftretens von Merulius lacrymans (Alcune esperienze sulla possibilità per il Meyw/ius lacrimans di vita parassi- taria). (Arb. a. d. K. Biol. Anst. f. Land-u. Forstwirtschaft, Berlin, 1906, Bd. V, Heft 4, pag. 204-206, con 2 figure. Sono tentativi fatti dall’Autore per far penetrare, anche at- traverso ferite, il micelio del fungo in parola nel legno di gio- vani piantine di abeti e di pini. Questi tentativi non riescono a nulla, onde l'Autore conferma quanto ha già sostenuto v. Tu- beuf, che cioè non si tratta di un vero parassita. AppeL 0. und Bruck W. Fr. — Sclerotinia Libertiana Fuckel als Schadiger von Wurzelfriichten (La Sc/lerotinia Libertiana Fuck. dannosa alle radici carnose). (Avb. a. d. K. Biol. Anst. f. Land-u. Forstwirtschaft, Berlin, 1906, Bd. V, Heft 4, pag. 189-203, con 10 figure). L’Autore descrive dettagliatamente la morfologia e biologia di questo parassita che tanto danneggia le rape e le carote, con particolare riguardo alla germinazione degli sclerozi e alle varie forme conidiche che si sviluppano sui substrati vergini e su quelli già esauriti. Conferma che la Botrytis cinerea non è la forma conidica della Selerotinia Libertiana. Descrive i danni che questo parassita può recare e consiglia disinfettare i inagazzini nei quali la malattia si. manifesta portando fuori da essi tutte le derrate, facendo la inassima pulizia e solforando. Consiglia anche di non coltivare più per almeno tre anni nei campi nei quali si è presentata la malattia vegetali su cui essa possa perpetuarsi. Li. M. 132 PARASSITI VEGETALI Bvupik Fr. — Infectionsversuche mit einigen Uredineen (Esperienze di infezione con alcune uredinee). (Cen/ralb/. f. Bakteriol., 1907, Bd. XVIII, pag. 74-78). Sono esperienze fatte coll’ Aecidiw Plantaginis Ces. che è in relazione colla Pwuecezzia Cynodontis Desm. del Cynodon Dac- tylon: colla Puecinia Sesleriae Reich. la quale forma i suoi e- cidi sui Rhamnus: e colla Puccinia Anthoranthi Fuck. e P. IW/llemetiae Bub. DeLacrorx G. — Sur une maladie de peuplier de la Carolina (Su una malattia del pioppo della Carolina). (Bull d. 2. Soc. Mycol. d. France, Paris, 1906, T. XXII, fasc. 4; 14 pagine e una. tavola). AI E una malattia che attacca da dieci anni i pioppi nella valle della Garonna e si manifesta con macchie livide sulla cor- teccia delle piante giovani, macchie che a poco a poco si esten- dono e possono provocare la morte dei rami ed anche della in- tiera pianta. In questi ultimi annui la malattia sì è diffusa tanto da allarmare seriamente gli agricoltori. Essa è dovuta alla Dothichiza populea Sace. et Briard , fungo già indicato come semplice saprofita ma che 1 Autore ebbe occasione parecchie volte di segnalare come parassita di ferite, e che attacca molto facilmente il pioppo della Carolina forse per le speciali modificazioni della corteccia e delle cellule . corticali cui questa varietà va soggetta in seguito a coltura. Per combattere una tale malattia conviene /evrare dal vivaio non solamente le piuntine 0 i rami infelli, ma anche qualsiasi pezzo di pioppo vecchio 0 morto, sul quale potrebbe vivere è parassita: preferire le bolure provenienti da piame vecchie che sono attuccate più difficilmente; bagnare le boture stesse PARASSITI VEGETALI 133 con poltiglia bordolese al 10 p.100 di solfato d' rame : lavare tutti i tagli della potatura con una soluzione di 50 parti di solfuto di ferro e una parte di acido solforico in 100. parti di acqua. L. MONTEMARTINI. Herrter W. — Die Ausbreitung der Stachelbeerpest, Sphaerotheca mors uvae (Schweinitz) Berkely, in Europa im Jahre 1906 (La diffusione del 724/ bianco dell’ uva spina — Sphaerotheca mors uvae — in Europa durante il 1906). (Centralbi. f. Bakteriol. ecc., BA. XVII, 1907, pg. 764-778, e due figure) (veggasi anche alle pagine 129 e 310 del Vol. I di questa Rivista). L'Autore, fatta una breve e chiara descrizione del modo di presentarsi di questa malattia importata dall'America in Europa ove ora attacca diverse specie di /?/Dbes (ft. Grossularia, vubrm, nigruni, ecc.), raccoglie tutte le località nelle quali fu segnalata dai varii autori. Dice che si potrà trovare, come in America, delle varietà resistenti ad essa. ROME Hook (van) J. M.— I. Blighting of field and garden peas, chiefly due to seed infection. — II. Powdery mildew of the pea (La ticchiolatura e il mal bianco dei piselli) (Ohio Agricult. Exper. Station, 1906, Bull. N. 173, pag. 231-249, con 12 figure). Col nome di /iceliolatura o golpe (blight) si indica la ma- lattia dei piselli dovuta all’ Ascochyta Pisi Lib. Questo fungo - 5 parassita si presenta frequentemente sulle foglie o sui baccelli, ma è specialmente dannoso quando attacca i fusti, perchè allora 134 PARASSITI VEGETALI ne risulta la morte delle piante. È provato che dalle macchie dei baccelli il micelio penetra nei semi, e che i semi così in- fetti, se messi a germinare, dànno delle piante ammalate. La percentuale delle germinazioni, è vero, è bassa, ed è pur vero che le piante. nate raggiungono raramente la maturità ; però intanto esse possono propagare la malattia alle piante sane vicine. ; I trattamenti fatti con formalina, con acqua bollente e con altri fungicidi non bastano a distruggere il parassita. Torna utile in parte irrorare le piante sane con poltiglia bordolese. La malattia attacca di preferenza certe varietà, e la perdita che in alcune provincie se ne ebbe nel 1905 fu del 52 p. 100 del raccolto. Il ina! bianco, dovuto all’ Eyysiphe contnunis (Wallr.) Fr., è dannosissimo sulla fine della stagione. Esso pure sopravvive nell'inverno e si propaga coi semi. Lo s? combatte colla pol- tiglia bordolese 0 col solfo. E. A. Besspy (Miami-Florida). Jacky E. — Beitrag zur Kenntniss der Rostpilze. II. (Secondo con- tributo allo studio delle ruggini). (Centralb. f. Bakteriol. ecc. 1907, Bd. XVIII, pag. 78-93). Sono osservazioni sulle specie vegetali che possono ospitare la Puccinia Helianthi Schw., P. Centaureae D. C, P. Hypo- choeridis Qud., P. praecor Bub., P. Tararaci Plow., P. Pre- nanthis purpureae Lindr., P. Bardanae Corda, P. Pyrethri Rabh., P. Chrysanthemi Roze. Di quest’ultima si rileva il po- limorfismo delle teleutospore che possono avere fino tre setti. L’autore fa anche osservazioni sullo svernamento delle ure- dospore di Phragmidium subcorticium (Schrank) Winter e di Ph, albidum (Kihn) Ludw. Lam, PARASSITI VEGETALI 135 LinHart — Pseudoperonospora Cubensis auf Melonen und Gurken (La /seudoperonospora Cubensis Berk. et. Curt. sui poponi e sui cetriuoli). (Sorauer's Zischr. f. Planzenkrank., 1906, Bd. XVI, pag. 321-322). L'autore comunica i risultati di esperienze da lui fatte in Ungheria, per combattere colla poltiglia bordolese questo paras- sita delle cucurbitacee. Si possono avere dei buoni risultati purché si adatti il numero delle irrorazioni e la concentrazione delle soluzioni alle variazioni delle condizioni atmosferiche. SeLBy A. D. — Soil treatment of tabacco plant beds. Fall appli- cations of formalin to prevent bed rot (Rhizoctonia) and bleck root (Thielavia) (Trattamenti del terreno per i vivai di germinazione del tabacco. Applicazione della formalina contro la /hizoctonia e la Thielavia) (Ohio Agric. Exrper. Station, 1906, Circ. No. 59, 3 pagine e una figura). L'Autore raccomanda | uso di due parti di formalina al 409 in 400 parti di acqua, da applicarsi nella proporzione di 40-45 litri per ogni mezzo metro quadrato di superficie. Con questo trattamento si uccide la AAizoctoria e probabilmente anche la Thielavia. I semi non devono essere piantati fin che non sia evaporato ogni eccesso di formalina. E. A. Bessey (Miami-Florida). StaEGER R. — Neuer Beitrag zur Biologie des Mutterkorns (Nuovo contributo alla biologia della secale cornuta) (Cenlra!0!. f. Bakteriol. ecc., Bd. XVII, 1907, pg. 773-784), 136 PARASSITI VEGETALI ED ANIMALI L’ Autore studia degli sclerozii di C/lariceps trovati sulla Sesleria coerulea e prova a fare con essi e colla Ulaciceps pur purea inoculazioni sulle più diverse graminacee. Dimostra così che la C/arziceps della Sesleria (da lui chia-. mata (/. Sesleriae) ha caratteri speciali proprii, e che quella che fu trovata in certe località sugli Ax/horanthum è identica alla CI. purpurea e attacca le stesse specie. L. M. SeLpy A. D. — Soil treatment for the forcinghouse. The control of rosette (Rhizoctonia) in lettuce and tomatoes and of ne- matedes in crops grown under glass (Trattamento del ter- reno per le serre di forzatura. La lotta contro la PWizoeto- nia della lattuga e dei pomodori e contro i nematodi delle piante cresciute sotto serra) (O%z0 Agricult. Erper. Station, Circ. Nr. 57, 1906, 7 pagine e 2 figure). Le principali malattie della lattuca, dei cetrinoli e dei po- modori nelle serre di forzatura ad Ohio sono la AAizoctonia , la Botrylis e le Helterodera. Esse si perpetuano specialmente per l’uso di adoperare sempre da un anno all’altro lo stesso ter- reno, mentre sarebbe necessario, per uccidere questi perassiti , una completa sterilizzazione di esso. Questa si ottiene facendo passare attraverso di esso del vapore di acqua. bollente. L’ uso della formalina (una parte di formalina del commercio al 40% in 400 parti di acqua) distrugge la /thizoctonia ma non è suf- ficiente per togliere gli altri parassiti. E. A. Bessey (Miami-Florida). COS PARASSITI ANIMALI > SI GeneEB A. — Une formation de galle causée par des nématoides i dans le Pterigynandrum filiforme Timm. (Galle dovute a nematodi nel P/erigynandrun filiforine Timm.) (Revue bryol., 1907, T. XXXIII. pg. 58-59). Sono piccole galle che si trovarono sul fusto di questo mu- sco in Spagna, e che si presentano come gemme verdi, ovali 0 coniche: ognuna di esse contiene una nematode. Li M. Gossarp H. A. — Soluble gils as destroyers of San Josè scale (Olii solubili da applicarsi contro la malattia di San Josè). (Ohio Agrie. Erper. Station, 1906, Circ. N. 60, 4 pagine). Furono fatte prove comparate tra le seguenti preparazioni di oli solubili e i composti di solfuro di calcio : Scalecide, Tar- get Brand Scale Destroyer e Kil-0-scale. In condizioni normali essì non sono così efficaci come il solfuro di calcio. Lo Scalecide è il migliore dei tre, ma sempre inferiore al solfuro di calcio. (veggasi anche alla precedente pagina 16). E. A. Besspy (Miami-Florida). Mayer V. — Les insectes lignivores de la vigne (Gli insetti xilo- vori della vite). — (Revue de Viticolture, Paris, 1907, N. 181-187, con 58 figure). Benchè poco studiati, gli insetti che attaccano il legno della vite possono dare luogo qualche volta a danni non indif- ferenti. L'autore ne descrive e figura i più importanti appartenenti al seguenti generi: Cicada, Cossus, Termes, Vecanthus, Hespe- I RIDE I at, Depre rr MG Be 138 PARASSITI ANIMALI rophanes, Callidivni, Clytus, Psoa, Apate, Agrilus, Osmia, Ceratina, Spher. i Dove si conoscono, indica anche i modi per combatterli. L. M. ZaxoNI U. —- Un dubbio intorno al metodo della spazzolatura con- sigliata per la cura obbligatoria delle piante attaccate dalla “ Diaspis pentagona ... — (Bu//elttino dell’Agricoltura, Mi- lano, 1 marzo 1907, N. 9). Nelle istruzioni ufficiali di cui a pag. 14 di questa vista è detto che praticando, dove è possibile, la spazzolatura delle piante in inverno, le femmine della Di4spis, che non sono schiacciate, cadono a terra e, essendo senza gambe, restano nel terreno e muoiono. E si raccomanda di spazzolare in inverno, prima che le femmine abbiano deposte le uova, perchè se la ope- razione fosse eseguita in primavera inoltrata, le ova cadendo sul suolo non morirebbero e darebbero invece delle larve che, essendo munite di zampe, troverebbero modo di salire sulle piante. Ora l’autore ha potuto constatare che le femmine staccate dall'albero e quindi liberate dallo scudetto, hanno potuto pas- sare impunemente in aperta campagua e senza dar segni di sofferenza, tutto il freddo gennaio 1907. Dubita pertanto che la Diaspis passi V inverno allo stato di letargo, senza bisogno di nutrirsi, e che non abbia bisogno di nutrirsi nemmeno in prima- vera, prima della deposizione delle uova. In tal caso la spazzolatura non sarebbe tanto efficace, a meno di accompagnarla anche col trattamento con insetticidi, sì da avvelenare il substrato nel quale dovranno muoversi le larve in principio di loro vita. L. M. BACTERI 139 Smuiti C. — A hacterial disease of Oleander: Bacillus Oleae (Arcang.) Trev. (Una malattia bacterica dell’ Oleandro : Bd- cilltus Oleae - Arcang - Trev) — (Botanical Gazette, vol. 42, 1906, pag. 301-310 e 4 figure), (veggasi la nota del Peglion a pagina 815 del vol. I di questa /?:vesta). Una malattia dell’Oleandro si presenta spesso in California ed è caratterizzata dalla formazione sui rametti e sulle foglie di tubercoli duri, legnosi, contenenti numerosi bacteri simili a quelli della tubercolosi dell’ olivo. Essi farono dall’autore isolati e si potè così dimostrare che in coltura sono veramente identici a quelli dell'olivo: si riuscì anche a riprodurre artificialmente la tubercolosi dell'olivo inoculando i bacteri dell’ oleandro e vi- ceversa; Tali bacteri si propagano forse attraverso gli stomi o le lenticelle, E. A. Bessby (Miami-Florida). UvyepA Y. — Eine Bakterienkrankheit von Zingiber officinale (Una malattia bacterica del Zingiber officinale). (Centratbl. f. Bakteriol. ecc., Bd. XVII, 1906, pag. 383-884, con 2 figure). È una malattia che si manifesta già da tre anni nei din- torni di Osaka, nel Giappone, sulle piante di Zirg7dber, le quali mostrano alla base dei loro frutti come delle masse bacteriche che poi invadono le radici e la parte superiore del fusto e pro- vocano l’ avvizzimento delle foglie. Trattasi di una nuova specie di bacterio, affine al Bacz/lus omnivorus: è aerobico, nè liquefa la gelatina. L'Autore è riuscito a riprodurre artificialmente, con esso, la malattia. L. M. 140 AZIONI TRAUMATICHE — MALATTIE D' INDOLE FISIOLOGICA © Savasrano L. — Un altro fatto traumatico provocante la gommosi ed il marciume negli agrumi. (Bo//e/ix0 della Arboricoltura Italiana, Napoli, 1907, Anno II, pag. 86-39). T L'Autore ha già dimostrato in precedenti pubblicazioni come la gommosi degli agrumi può essere favorita da varie azioni trau- matiche. Ora richiama 1 attenzione degli agricoltori sul fatto che la stessa malattia appare spesso come conseguenza di un sover- chio interramento del fusto. Quando piantando un agrumeto, non si tien conto del sne- cessivo abbassamento del terreno che si accomoda dopo lo scasso e non sì pensa di tenere il colletto degli alberi piantati un po’ più in alto del normale, abbassandosi poi il terreno anche le ra- dici vengono troppo interrate e sono colpite da marciume, cui segue poi la gommosi della chioma. In tali casi occorre sconcare gli alberi curando che dalle conche possa scolare via facilmente 1’ acqua di pioggia. L. MONTEMARTINI. Rorcier L. — Dépérissement des vignes greffees en mauvais sols (Deperimento delle viti innestate, in terreni non buoni). (Le Progres Agricole et Vitieole, Montpellier, 1907, p. 11-15).. L'Autore ha rilevato, nel nord del dipartimento della Loira in Francia, che molti vigneti ricostituiti con (ran:4y innestata su Ztiparia, dopo alcuni anni di vita rigogliosa, deperiscono , presentano un accrescimento stentato e finiscono miseramente, Non potendosi attribuire la malattia a parassiti animali o vege- tali, di cui non si vedeva traccia, pensò trattarsi di disturbi do- vyuti ad insufficiente adattamento del portainnesto al terreno ed - ERI OPE TORA, MRS PET RESERO a = a MALATTIE D' INDOLE FISIOLOGICA — ANATOMIA PATOLOGICA 141 x a debole affinità tra il soggetto e 1’ innesto, i quali non si uni- scono tanto intimamente da dare al ceppo nuovo una vegeta- zione normale. Raccomanda pertanto la scelta di portainnesti adatti ai vari terreni, e l’ uso di innesti che si uniscano bene ai portainnesti, e ciò perchè non. si abbia ad abbandonare la coltura della vite in quei terreni nei quali essa da prodotti prelibati e ormai clas- sici, per portarla nei terreni più fertili ove può dare prodotti più abbondanti ma di qualità inferiore. Talvolta sì riesce a ria- nimare le viti in deperimento con opportune concimazioni chi- miche a base di soda, fosfati e potassa. L. MONTEMARTINI. Hovarp C. — Sur les modifications histologiques apportees aux fleurs du Teucrium chamaedrys et du Teucrium monta- num par des larves du Copium (Sulle modificazioni isto- logiche provocate nei fiori di 7ewce:rium Chamaedrys e T. montanum da larve di Copium) (Compt. Rend. d. s. d. Mense. di Paris, 1906,T. CXLIII, pg:,927-929). Sono le larve di Copiun clavicorne e CU. teucrit, le quali hanno effetti parassitari analoghi. Per l azione delle prime i fiori di Tewucrivmna Chamaedrys si trasformano in una galla più o meno sferica che proviene dall’ ipertrofia della metà inferiore della corolla, la cui struttura (uno strato nutritizio ben sviluppato e munito di una ricca rete vascolare) è simile a quella della galla provocata, pure per iper- trofia della corolla, nei fiori di 7. montanum dal Copiun teu- erii. ANATOMIA PATOTOGICA — FISIOPATOLOGIA Però i due parassiti agiscono diversamente sopra gli organi sessuali dei fiori che attaccano: il C. e/avicorne provoca l’ iper- trofia anche dell’ovario e dei filamenti staminali (mentre ovuli e antere abortiscono): il C. teucrii, forse perchè attacca i fiori in uno stadio più giovane, ne impedisce addirittura lo sviluppo. : L. MONTEMARTINI. s s Zxcn F. — Ueber Vernarburg bei Pflanzen (Sulla cicatrizzazione } nelle piante) 38 Juhresber. d. K. K. Kais. Franz Jos. Staats- 1 S 5 = So x . i Obergymnasiwms zu Suu: — Bòhmen —, 1906, 13 pagine È e una tavola). La cicatrizzazione delle ferite nelle piante comincia coll’es- A sicamento dei tessuti tagliati e messi a nudo : le membrane delle na cellule morte danno poi della gomma che costituisce da sè sola una prima copertura della ferita. Segue poi la formazione di un periderma di cicatrizzazione che chiude definitivamente la ferita. In certi casi (Cactee) in mezzo a tale periderma si forma una zona di elementi sclerosi. +57 Tuowrox. TH. — Improvement of Cotton by Seed selection (Mi- glioramento del cotone in seguito a selezione di semi). / West 4 India Bulletin, Vol. VII, N. 2, 1906). L'Autore illustra l’importanza di questa questione per tutte le regioni nelle quali si coltiva il cotone. Negli Stati Uniti, colla. costante selezione dei semi delle piante che davano il cotone più lungo, si ottennero varietà con fibre lunghe 6 cm., e nello stesso FISIOPATOLOGIA — NOTE PRATICHE 143 modo si ottennero varietà con fibre più fini, più tenaci, ecc., e varietà più redditive. Selezionando i semi delle piante sane nelle piantagioni gra- vemente intestate da una malattia, si possono avere varietà resi- stenti alla malattia medesima. I principi secondo cui si fa la selezione sono tre : scegliere un certo numero delle migliori piante in una piantagione , sce- gliere i migliori semi di queste piante, ibridizzazione. L'Autore rileva anche l’ inflnenza dei cambiamenti di am- biente e raccomanda la selezione per le differenti regioni e va- rietà. Descrive anche dettagliatamente i caratteri che devono a- vere le piante da semi da selezionarsi, i metodi di selezione da applicarsi in laboratorio, i risultati che se ne possono avere. F. O°. B. ELLISoN (Dublino). NOTE PRATICHE Dall’ Italia Agricola, Piacenza, 1907, N. 3. Il pr. F. Silvestri propone adoperare contro la Diaspis pentagona del gelso la seguente miscela usata in America contro |’ Aspidiotus pernicio- sus: calce viva chilogrammi 3,6; fiori di zolfo chil. 3; aequa litri 100. La miscela si prepara all’ aperto : si versa in un recipiente di ferro un terzo circa dell’acqua, la si scalda e poi si aggiunge la calce viva in pietra e di buona qualità. Lo zolfo si impasta bene separatamente con poca acqua e si aggiunge poi alla calce quando si è sciolta. Si fa bollire per circa un’ora e si versa poi entro il rimanente di acqua fredda in un recipiente qualsiasi di legno, agitando il tutto fin che sia diventato una massa omo- genea. k Si applica subito colle solite pompe da peronospora, o con pennelli da imbianchino, facendo possibilmente due irrorazioni: una nel tardo au- tunno, subito dopo la caduta delle foglie; l’altra nel tardo inverno, prima dell'apertura delle gemme. Se se ne fa una sola, è da preferirsi la se- n x NOTE PRATICHE conda. Ad evitare guasti nelle pompe, si raccomanda di lavarle. su dopo le irrorazioni. | E da raccomandarsi pure la diffusione anche in Italia degli insetti che in altri paesi attaccano e distruggono la Diaspis. Ly po ; a Dal Progres agricole et viticole, Montpellier, 1906. 3 Pag. 792. — Per combattere 1’ afide lanigero de meli si consiglia ta- tti gliare tutti i rami secchi, raschiare quelli colpiti dal male e applicare delle pennellature con una emulsione di 10 litri di acqua, un litro di pe- trolio, mezzo chilogrammo di sapone molle e due ettogrammi di olio di s4 : ; pesce. Si prepara con acqua bollente e si agita bene fino ad ottenere una. Po specie di crema. L'operazione deve essere fatta con un pennello duro, in modo da far penetrare il liquido in tutte le fessure del legno. Durante l’estate sono utili anche le polverizzazioni, ripetute ad intervalli di 8-15 giorni, con sapone e petrolio (4 litri di petrolio e un chilogrammo di sa- pone in un ettoliffo di acqua). 3 d 1907, N. 4. — R. Johnston e M. Dillaire dicono di avere ottenuti buoni — & risultati, nella lotta contro V’ Eudemis e la Cochkylis della vite, con irrora- zioni di Jatte di calce al 10 per cento da pratie-rsi tanto contro la prima che contro la seconda generazione. te 4 " 8; E N. 5 e 6. — L. Degrully dà ulteriori spiegazioni sull’ uso dei composti arsenicali per combattere 1’ a/tica della vite (veggasi alla pagina 240. delie i "TR volume I di questa /tivista), e combatte i dubbi e le paure che questo uso possa riuscire dannoso alla salute pubblica. cu N. 7. — Si eonsiglia modificare il liquido De Cillis adoperato contro E la mosca olearia aumentando la dose di arsenico ed adoperando, invece dell’arseniato di sodio, arseniato di piombo che non produce ustioni sulle. foglie ed aderisce meglio. o Però nel fascicolo successivo G. Battanchon mette in guardia contro — l’abuso di tali veleni. N; 810002" L. Degrully sostiene |’ efficacia dei trattamenti ‘arsenicali, A fatti per tempo, contro la piralide della vite. Consiglia la stessa formola j adottata per |’ altica. ? do l mi Pavia — ‘l'ipografia e Legatoria Cooperativa — 1907. n | | | 3 So, 1 aprile 1907. Tr Rae) Rivista di Patologia Vege ale DIRETTA DAL “Derr: LU GL MONTEMART UNI libero docente di Botanica nella R. Università di Pavia Collaboratori : Prof: (E) Cavara (Napoli) - Prof. G. DeL GueRcIo i (Rifenze) - Dott. F. O’ B. ELLISON (Dublino) - Prof. A. KRroLopp. | — (Magyar -Ovar - Ungheria) - /Prof. 0. Lorw (Tokio) - M. AI- PINE (Melbourne - Australia) - Dott. E. Bessey (Miami-Florida). aaze del fascicolo N. IO. BeRLESE A. — Materiale per la storia di alcuni insetti dell'olivo . Pag. 15 Brizi U. — Risposta ad una critica di R. Farneti 5 RA VE ABBONAMENTO ANNUO L. ? de ve. Rivista di Patologia Vegetale ANNO II. 1 aprile 1907. Num. 10. Per tutto quanto concerne la Rivista dirigersi al Dorr. Lui6i MoNnTEMARTINI - Laboratorio Crittogamico - Pavia. =——yr——_—___= SO, occorra la pre- senza di energici ossidanti... y. Quel sezzpre è per lo meno una prova della poca prudenza del critico. Potrei ripetere quanto ho detto sopra circa la tra- sformazione dell’ SO, in Ho SO, e H» SO, , ma può leggere questo passo di Haseloff a p. 41 il quale, riguardando appunto il fumo delle locomotive di cui Farneti si occupa nella sua nota, avrebbe dovuto essere conosciuto più da lui che da me, che, all’ azione del fumo delle locomotive, non ho dedicato che incidentalmente poche righe. “ Thorner findet in den Auspuffgasen der Lokomotiven ww Schwvefelsiiure , und keine schweflige Siure ; es ist aber anzu- nehmen, dass zunichst letzere Siure gebildet worden ist, welche AGENTI CHIMICI 151 sich aber a/sbald, unter Mitwirkung des vorhandenen Wasser- dampfes in Schwefelsiure umgesetz hat ,, e aggiunge anche a schiarimento di quanto il critico contesta più sopra: “ In àhnlicher Weise ist auch bei dem Abgasen von Ziegeleien die baldige Oxrydation der scluvefligen Suure, in Schwefelsiure zu erklren ,. Vede che valore ha il suo sexzpre così reciso, egregio critico ? Se avesse conosciuto il passo citato lo avrebbe risparmiato, credo, e avrebbe visto che quella opinione non è solo mia (anzi io ho messo un prudente quasi, che l’ autore citato, al quale potrei aggiungerne altri, non mette neppure), o per lo meno mi avrebbe criticato in buona compagnia ! Io a mia volta non posso fare a meno di chiedere ora al critico cosa ne pensi del valore che hanno, dopo ciò, le sue de- duzioni (non esperienze perchè non ne ha fatte), sugli effetti delle evoluzioni, decantazioni, delle sue compiacenti nubecole del fumo del suo tram, degli strani moti delle sue molecole di SO, (v. p.127), che stanno ferme mentre il resto del fumo si muove, strane deduzioni imperniate esclusivamente sul fatto che nel fumo della locomotiva sia contenuta solo SO, gazosa, mentre ciò è in contraddizione così evidente completa e assoluta coll’ autore citato ? Ancora il critico mi accusa di aver sbagliata una citazione. L’analisi è proprio di Husson stia tranquillo ; invece del n. 28, che andava a pag. 89, è scritto il n. 41‘), ma non credo che uno spostamento di un numero che si riferisce ad una citazione per errore tipografico sia un grave delitto da meritare una pa- ternale come quella di Farneti, perchè allora se dovessi come fa lui incriminare un errore tipografico io potrei rimproverargli una svista sia pur tipografica più grave proprio nella sua stessa memoria a p. 123, dove per esempio egli avverte che lo Steam Coal (carbone da macchine a vapore, non da sole locomotive) contiene il 47 per 100 di solfo. Un lettore ignorante potrebbe supporre la citazione esatta e domandarsi se non convenga in- dustrialmente estrarre lo solfo dal carbon fossile, se la prima qualità ne contiene quasi la metà ! L’ analisi di Husson non era citata in appoggio alla mia tesi, ma solo per mostrare che l’ analisi, almeno della parte so- Veri, pag. 242. AGENTI CHIMICI E e nada. lida del fumo, perchè non trovai nella letteratura attendibile ana- lisi completa, rivelava una notevole proporzione di H> SO,, e non aspiravo ad altro, in quelle poche righe dedicate nel mio lavoro 3 all’azione del fumo del carbon fossile, trattata ivi per incidenza. e senza esperienze mie personali. “EC E Convengo che da quella analisi non si possono trarre dedu- d zioni, e io infatti non ne ho tratte, e certo ho fatto meglio del critico, il quale per determinare la quantità di SO. contenuta nel s i famo, parte dalla conoscenza del tenore in solfo del carbone ado- perato. Ciò è senza dubbio errato perchè il tenore in solfo è va- riabilissimo, e quando anche fosse costante, non mai tutto il solfo brucia (vedi Schréder e Reuss, Cap. VIII), e uma gran parte ne resta nella parte solida del fumo e nelle ceneri, per cui il cal- colo della quantità di SO, eliminata dal camino nell’ unità di tempo, fatta dal critico sul consumo del carbone è sbagliato, perchè parte dal presupposto che tutto il carbone e lo solfo bru- cino il che non è, giacchè altrimenti non si avrebbe il deposito { di fuliggine contenente sempre notevole quantità di H> SO,. Ma basta, difesomi dagli attacchi ingiustificati, non continuo la facile critica della noterella di Farneti, al quale potrei per esempio domandare, come può provare che le ustioni che ha ri- scontrate sulle foglie degli ippocastani sulle quali si manifestano a chiazze e a sprazzi (sic), son prodotte da SO, sola contenuta nel fumo, che è sempre poca, o non siano invece dovute unica- mente, come accade di frequente, all’ alta temperatura del fumo. e del vapor d’ acqua che escono dal camino ? i Ma nella noterella stessa, a nessuna conclusione nuova il Da critico giunge, ivi sono soltanto delle deduzioni strane ed illo- giche senza alcun dato sperimentale e senza nessuna conoscenza — della letteratura dell’ argomento, giacchè solo che avesse letto Schròder e Reuss, Haseloff e Lindau, egli avrebbe trovato no- tizie e trattazione più ampia, più completa tanto che avrebbe potuto risparmiarsi la sua nota ‘), nella quale si scorge solo la preoccupazione di criticar altri, e lascia quasi l’ impressione che P sia stata scritta solo a tale scopo. !) Legga ii critico in Sehròder e Reuss (Die Beschidigung der Vege- tation durch Rauch) il Cap. VII a pag. 239 Der Rauch der Brennmate- rialen und speciell d. Steinkohlenvauch e particolarmente il paragrafo a pag. 265 dal titolo Veber den Einfluss des Locomotivrauches auf Waldung 4. e vi troverà ben di più di quanto è contenuto nella sua noterella, e so- pratutto vi troverà la letteratara dell’ argomento che egli ignora. U. Bi n, ] / È i i AGENTI CHIMICI 153 BrrLese A. — Materiale per la storia di alcuni insetti dell’ olivo. (Redia, Vol. IV, Firenze 1907, 180 pag., 60 fig. e 3 tav.). Con questo titolo e come studi della R. Stazione di Ento- mologia agraria di Firenze, il chiarissimo prof. Berlese, che la dirige , ha licenziato alle stampe un volume di 150 pagine di osservazioni, con 60 figure e 3 tavole, nel quale si trovano rac- colti dati e notizie non sempre sommarie ma sempre preziose sul Dacus oleae Rossi e su altri insetti dell’ olivo. L’ attenzione maggiore del personale della R. Stazione, con a capo il prelodato prof. Berlese, è stata portata, come era na- turale, sulla Mosca delle olive e per questa, oltre la descrizione accurata e succinta delle sue varie forme, egregiamente illu- strate, sono date precise notizie dell’ uovo, della larva e della pupa, con le figure relative, a dimensioni naturali ed ingrandite. Quanto alla biologia ed ai costumi dell’ insetto, le notizie si riferiscono a quello veduto nella Maremma Toscana, dove le prime olive bacate sì trovano ai primi di luglio o poco di poi. Ivi pure, di settembre, si è visto che l’ uovo dura un paio di giorni a dare la larva; che sono necessari 18 giorni alla larva per crescere ; che la ninfosi dura 10 giorni, e che, mentre quasi altrettanto ne occorrono affinchè , dopo lo sviluppo, avvengano gli accoppiamenti, due giorni soltanto bastano, dopo di quello, per procedere alla deposizione dell’ uovo. Tutte le osservazioni, fatte prima di quelle del Berlese e delle altre pubblicate ora dalla R. Stazione, passavano sopra il periodo degli 8 a 10 giorni che la Mosca occupa a nutrirsi pri- ma di procedere agli accoppiamenti indicati; ed è però merito del Berlese l’averlo anche prima rilevato, rilevando altresì, con nuove osservazioni, che le fasi diverse dello sviluppo della Mosca sì compiono più rapidamente con l’ elevarsi della temperatura, così che l’ uovo, mentre a 82°-34° schiude: in poche ore, a 18° schiude dopo 17 o 18 giorni. 154 PARASSIYI ANIMALI In questo lavoro si confermano le precedenti notizie sulla simpatia della Mosca per le sostanze zuccherine e l’ adattabilità a succhi anche diversi; si conferma egualmente il fatto della sua lunga durata, e quanto all’ accoppiamento e alla successiva deposizione delle uova sono date figure che valgono più di 100 descrizioni. Quanto alla scelta delle olive per la deposizione dell’uovo, anche Berlese ha notato quello che avevo rilevato anch'io e cioè che le olive più piccole sono le ultime ad essere colpite così del resto come per il movimento emigratorio, che va dai luoghi più bassi a quelli più elevati, mettendo ragionevolmente il fatto in rapporto coll’ obbidienza, per parte dell’ insetto, ad un’ istinto, per cui incontra sempre olive più in ritardo e però nelle condizioni migliori per essere inquinate. Si comprende la importanza pratica di questo rilievo, secondo il quale 1’ ovicul- tore ha da temere la invasione e la reinvasione dagli oliveti più bassi sul livello del mare anzichè dagli altri più elevati; così d’ altronde si comprende che la Mosca, che prima sceglie olive sane per deporvi l’ uovo, si adatti poi anche a quelle già infette e abbandoni l’oliveta dove è nata, per recarsi in altre, con grave danno per le località non ancora visitate, o meno infette. Fanno seguito a questi, altri, non meno interessanti, rilievi, sulla puntura, sulla formazione delle gallerie nel sarcocarpio del frutto, e sui caratteri delle olive infette, perfezionando le cose già note, ed illustrando il tutto con figure così come sa fare, anche in questo, la mano veramente maestra del direttore Berlese. Non meno utili sono le osservazioni in ordine delle gene- razioni e alla ibernazione dell’ insetto, intorno ai memici del quale, richiamando, per confermarle, le notizie del Peragallo e mie, altre utilissime se ne aggiungono illustrate da splendide fi- gure di larva di Dacus attaccata da larva di entomofago, fuori e dentro dell’olivo, la larva dello stesso entomofago ingrandita, l'uovo dal quale è nata e poi, la ninfa dell’ Eupelmus Degeeri, PARASSITI ANIMALI 155 bellissima, dentro il pupario del Dacws, e le figure degli adulti dell’ Eulophus pectinicornis con le antenne e le ali ingrandite, quelle del Cratotrecus larvarum et aeneicora, del Trichoma- lus spiracularis, della Psilocera concolor, dell’ Eupelmus De- gecri, già ricordato, e dell’ Wuyytoma rosae, maschio e femmina. A queste fanno seguito numerose altre notizie e considera- zioni sopra diversi altri insetti dell’ olivo, cominciando da un nuovo cecidomide, Lasioptera Berlesiana Paoli, e continuando con altre osservazioni sul noto Lecanium olecae Ber., che vi si trova figurato e descritto, con rilievi biologici di notevole inte- resse, per quello che riguarda la limitazione dei periodi dell’ anno nei quali le sue tre generazioni si compiono, pel movimento della specie sull’olivo, e per le cause che concorrono a distrug- gerla, portando l’ attenzione non solo sulle cause incerte, come quelle per la presenza di Eurotiunm e di Aspergillus, favoriti dall’ umidità dell'ambiente, ma su altre, ben definite, riferite a Mucedinee che invadono il corpo dei diversi Lecaniti (Leca- nium, Philippia, Ceroplastes) e sopratutto sull’azione degli in- setti entomofagi, fra cui il Ohilocorus bipustulatus, figurato allo stato di larva, di ninfa e di adulto. Di questa specie sono ri- Ì portate estese notizie sulla biologia, e, quello che più importa, sui costumi, particolarmente per ciò che ha riguardo colla dif- fusione del Lecaniuimn, osservando come esso mangi in gran nu- mero le larve; ma la conclusione è che ciò non ostante i C42- locorus hanno un’ importanza molto relativa nella diminuzione del Lecanium , le larve del quale, come si è visto con espe- rienze anche ripetute, muoiono in gran numero indipendente- mente dalla presenza del Chi/ocorus. La relazione passa poi ad occuparsi di altri nemici dei Le- caniti e fra essi nuovi rilievi sono stati fatti intorno alla larva della Erastria scitula, indicandone il numero delle generazioni e le abitudini, ed i parassiti che colpiscono a volta loro l Wra- stria stessa, come l Hupelumurozonus e VApanteles lacteus; e PARASSITI ANIMALI . v d»} ) intorno allo Scutellysta cyanea, figurato anch’ esso come i pre- cedenti, osservando che esso è quello che opera la più grande distruzione di Lecaniun; mentre io posso confermare il fatto, notando altresì. come in Puglia (Bisceglie), nell’ anno decorso, . una grande infezione di Ceroplastes fu distrutta interamente, Y sui fichi, per opera dello stesso parassita. lai sl Dopo i Lecaniuim sono state prese di mira la PAz/ippia 0- y* leae, la Euphilippia olivina, e la Pollinia pollini, contribuendo MERO ti Aida notevolmente alla conoscenza di quest’ ultima, della quale il ma- schio era stato da poco scoperto e descritto: e si ritorna con n, x ” TT esse ai loro rapporti con la Mosca delle olive, per dire che questa. vendite n succhia la melata prodotta dalle cocciniglie ; che solo in speciali condizioni essa può nutrirsi esclusivamente della melata dei Le- cani, perchè questi ne producono generalmente poco ; mentre A ne darebbero molta la Philippia e la Euphilippia, ma sono si troppo scarse di numero per nutrire la Mosca, senza dire che Ù ; questa ha concorrenti assai numerosi ed ostinati nelle formiche, I che tendono da sè sole ad esaurire la melata prodotta dalle coc- 2 La ee pere « VD ciniglie. Perciò si affaccia di nuovo alla mente quale potrebbe e: essere l’ effetto delle pratiche insetticide con miscela avvelenata, |’ : PO. secondo quanto si è esperimentato in Toscana, Puglie e Calabria, > qualora gli oliveti producessero melata abbondante a causa di va Lecanium e fumaggine , così convien dire che nel caso che la 5 melata dipendesse da particolari condizioni della pianta, mon si 5 conosce come si comporterebbe la Mosca di fronte agli insetti- cidi sopraricordati. 6 su > A questi che sono gli studi compiuti dalla R. Stazione con. a capo il suo Direttore, segue una dotta relazione che il Diret- tore stesso ha fatto sugli esperimenti eseguiti l’anno decorso in Toscana, diretta al Ministero di Agricoltura; ed in essa, dopo 4 la storia dei primi studi e dei relativi esperimenti sul metodo di difesa De Cillis, spiegato e messo per la via scientifica dal È PARASSITI ANIMALI 157 Berlese (per cui, realmente, al metodo stesso vanno legati i nomi di tutti e due gli esperimentatori indicati), vi sono le notizie delle prime operazioni condotte col metodo e col mezzo in esame (dachicida De Cillis) controllate con molta diligenza, e favore- .volmente, per i risultati utili dal prof. Silvestri ottenuti ; risul- tati che io ebbi l’onore di controllare a volta mia, poco di poi, a Firenze, per incarico del prof. Berlese, sopra largo materiale spedito dal prof. Silvestri stesso, trovando cifre pressochè con- formi a quelle trasmesse da quest’ ultimo, che non ammetteva dubbio sulla efficacia del metodo di difesa esperimentato. Profondamente compreso della graviià della questione però, il Berlese non mancò di fare delle giudiziose riserve sulla pos- sibilità di difendere le olive fino al tempo utile della raccolta, nella evenienza di grandi, incalzanti invasioni, e sul danno che dall’ attuazione del metodo in esame ne poteva derivare agli oli- veti o ad altre piante coltivate, colla morte degli insetti nemici di quelli nocivi; e queste riserve egli, col personale della R. Sta- zione da lui dipendente, ha potuto risolvere felicemente , negli esperimenti che con grande sapienza ha saputo guidare nella campagna del 1906, contro la mosca, nella Maremma Toscana. Troppo lungo sarebbe seguire il Berlese nella descrizione degli oliveti dei campi sperimentali del terriccio in quel di Ce- cina, in possedimenti del sig. Giulio Lumbroso, comprendenti 2464 piante; delle Banditìne (Bolgheri), del sig. conte Alberto Della Gherardesca con 1482 olivi; e dell’ oliveto di Montepeloso (Suvereto), dei sig. Morghen con 5570 piante. Per la stessa ra- gione tralascerò di riferire sul diario diligente e minuto delle operazioni fatte dal caposquadra sig. Tagliaferri (costantemente controllato in tutto e per tutto dal direttore della R. Stazione e dal personale dipendente ) bastando per esso ricordare che dalla seconda decade di Luglio alla prima decade di Ottobre compreso, furono fatti, con le inevitabili ripetizioni, in tutto da otto a dieci trattamenti dai quali si ebbero resultati, che la cai ine ara SE e ini (ri Ot pe PARASSITI ANIMALI commissione di controllo nominata dal ministero, alla fine delle operazioni, ebbe occasione di rilevare e trasmettere a S. E. il ministro di agricoltura. Da questa relazione, che è opera dei prof. Caruso, Cuboni, Danesi e Grassi, si rileva che nell’ oliveto sperimentale del Ter- riccio il resultato delle operazioni, constatato, la prima volta, 11 Ottobre, fu ottimo, giacchè l infezione variava da un mi- nimo del 3-4 %/ ad un massimo del 12 °/,; mentre nelle olivete di confronto i frutti erano quasi lutti invasi dalla mosca. In una seconda visita fatta dai prof. Grassi e Silvestri, il 22 Ottobre, si vide che nell’ oliveto trattato vi era meno del 3 °/, di infezione vecchia e non più del 2 °/ di infezione re- cente, con larva giovane, mentre quella rappresentata dalle pun- ture soltanto (che per me possono essere e sono spesso anche senza effetti) raggiungeva il limite del 27 0/, circa. In una terza visita fatta il primo Novembre dai prof. Ca- ruso, Danesi.,e Grassi si nota che la infezione raggiungeva il 10 °/,, mentre nelle olivete di controllo i frutti erano lutti da- cati e per la maggior parte interamente guasti. Nel campo sperimentale di Bolgheri, che era assai esposto alla reinvasione, non ostante., la commissione formata dai prof. Cuboni, Caruso, Danesi e Grassi 1’ 11 Ottobre vide che 1’ infe- zione era dal 15 al 20 °/,, comprese anche le olive che mostra- vano la sola puntura, e che erano quelle predominanti. Il 22 di Ottobre la visita fu ripetuta dal prof. Grassi e Sil vestri, che notarono una infezione del 18 ®/, circa, senza tener conto delle olive punte soltanto; cifra che sostanzialmente si ritrovò il primo di Novembre, come infezione vecchia, essendo questa del 15 °/,, quella di media età del 9 9/, e la incipiente del 17 %, malgrado l’ esame venisse fatto soltanto nella ‘parte bassa e più infetta dell’ oliveto. Le olive delle piante non difese erano tutte guaste e bacate. Sicchè anche a Bolgheri, malgrado tutto, il raccolto fu salvato. PARASSITI ANIMALI 159 Al campo sperimentale di Suvereto i resultati furono come quelli del Terricio, giacchè il 2 Novembre non vi era che il 16 BA circa di infezione vecchia, il 6 °/, di infezione di media età ed il 5 °/, di infezione incipientissima ; mentre negli oliveti di con- trollo, non difesi, la infezione saliva dal 68 al 100 °/, tutta di vecchia data, con olive gravemente alterate sulla pianta, e molle già cadute a terra. La commissione, pertanto, conclude che “ la efficacia del rimedio De Cillis è stata (in Toscana) notevolissima ,, come non meno notevole è il giudizio dei pratici “ che sono pienamente convinti della efficacia del rimedio , tanto che il fattore del sig. Lumbroso “ calcolava che 10 staia toscane di olive difese avreb- bero dato 80 chil. di olio buono, mentre 10 staia di olivenon di- fese avrebbero dato solamente da 10 a 15 chil. di olio cattivo ,. Questi giudizi della commissione e della pratica locale stan- no insieme ad assicurare che il direttore della R. Stazione di di entomologia di Firenze ha riportato in Toscana una vera e splendida vittoria; e questo io oso dire, non nella qualità di primo assistente della R. Stazione, ma come entomologo che ha dovuto occuparsi della questione e deve sapere da vicino che cosa è la mosca delle olive, e che per questo appunto trova do- veroso il ricordare quanto il valore personale, quanto 1’ opera del Berlese abbia dato, per segnare qui la vittoria, mentre al- trove la commissione ci apprende che le operazioni hanno avuto un risultato assai disastroso. Ma questo io devo dire pure perchè si sappia che il Berlese mentre controllava il Javoro di tutti, ordi- nava che tutti controllassero l'andamento delle operazioni, che pure erano affidate alla direzione sua, la quale, pertanto, non poteva procedere più circospetta e sicura alla meta, che ha raggiunto. Ma la commissione con le affermazioni a suo luogo ricor- date mette avanti qualche dubbio sulla praticità del rimedio. Ad uno di questi dubbi, quello relativo alla spesa necessaria per preservare gli olivi dagli attacchi della mosca, risponde essa 160 PARASSITI ANIMALI stessa. L'altro è quello del pericolo che la pioggia osporti to- talmente il rimedio dalle piante, e che queste si debbano irro: rare ogni volta che cada nuova pioggia. Una terza preoccupa- zione sì riferisce alla efficienza del rimedio, anche nelle annate di forte produzione e con grande quantità di Mosca; e final mente s' affaccia la preoccupazione che la sostanza velenosa possa essere assorbita, o restare sulle olive, e passare nell’ olio. Ma ad alcune di queste obbiezioni rispondono le notizie conte- nute nelle considerazioni che nel lavoro si fanno intorno alle esperienze eseguite, con i capitoli sulle pioggie dilavatrici du- rante gli esperimenti ed al loro effetto, e sulla invasione e re- invasione della mosca ; capitoli che sono tanto densi di fatti e di rilievi, che non è possibile riassumerli senza menomarli : per cui mi limito a dire come tutto in essi tende a dimostrare ‘e dimostra che, praticamente, un oliveto può restare immune an- che entro una forte invasione circostante, col metodo in esame, purchè l'isolamento sia discreto ed il dachicida si trovi sempre presente sulle piante, che la invasione-continuata , per quanto attiva ed intensa, può combattersi efficacemente, anche se 1’ oli- veto è mediocremente isolato, purchè vi sì mantenga sempre la miscela insetticida. i Quanto alla questione economica essa è cosa della quale non si può ora parlare in sperimenti ancora isolati, e diretti, o . . . Ù . in ogni modo, a risolvere la questione della efficacia del metodo! e per questo parmi che tutti quelli che veggono e sono in buo- na fede, ritengono .che si sia, finalmente, ad un resultato posi- tivo ed incoraggiante. E di questo va data la dovuta lode alla perspicacia ed alla grandissima attività spiegate dal Berlese nelle esperienze della Maremma toscana’, così come è degna di lode I’ opera diligente che la commissione del governo ha fatto, rilevando e rendendo di pubblica ragione tutto il bene che da cosifatti esperimenti ne può derivare all’ agricoltura nazionale. G. DpL GueRCTO. Pavia — Tipografia € Legatoria Cooperativa — 1907, peer ti MA: so o DIR E; e maggio 1907. Num..11. “0a (i 1 di p | Î | | D: E CARE PA SÈ DIRETTA DAL: fac Dorn. Lui. MONPEMARTINI Di ROS libero docente di Botanica nella R.-Università di Pavia “ Collaboratori Prof. F. Cavara (Nap dh> Prof. G. DeL Guercio (Firenze) - Dott. F. O’ B. ELLISON e Prof. A. KRoLoPP | (Magyar-Ovar - Ungheria) - Prof. O. Loew (Tokio) - M. AL ‘PINE (Melbourne - Australia) - Dott. E. BrssEy I Indice del fascicolo > Ti. fi R. e RUALAND W. MaRCINOWSKI K. —. Biologie "— Cancro dei ciliegi dovuto e morfologia del Oephalo- i i ì Pag.168 bus ecc. PRIORA RAR 0 e IGN < Benruey Gorpon. — La lotta MorEAU-P. I., HERRERA A. e : contro gli insetti, i funghi LreLong B. — Coltivazione e Ma Ste >». 161 malattia degli agrumi . PROSTATE PADDOCK W.—- Una muova ma- i ve “de Coccinella È ì Le paco lattia delPerba medica ARI aci Mr “ Borxen C. — Due nuovi ne- RIGs A. — Sull’ effetto per: “mici della carota. 5 2» 165 nicioso del fumo. : CSO Brizi U. — Ricerche su al- SANOSTEN E. ‘P. e MILWwARD'J. ” cune singolari neoplasie del — Irrorazioni delle patate i. pioppo - “i . . Gr di L169 per prévenire il seccume e - Busse W. é FaBeR F. — Ri la peronospora ‘. 5 «2, ce L08 cerche sulle malattie ‘della SAVASTANO L — Sterilità. nei È | barbabietola da zucchero . » 170 cedri della Calabria... . » 173 } | FLOYB Bavarp. — Alcune ma- Id. — Un rimedio complemen- “ lattie. dovute a funghi e tare per la gommosi degli modi per combatterle. AR agrumi . 3 è ò RR Ud se) > , CI GANDARA a n5f; L'anguillula SoRAUER P.'— Tl cancro delle del caffè } NO di} . . » 165 rose E a » 173 HANNIG G. — Sul Lolium te- mulentum senza funghi en- i si er, UD ALITO VERISSIMO D'ALMEIDA J. +, Il brusone del riso . 6 SADE Vocuino, P. — I funghi paras- »e'167 siti delle piante osservati is il né cedo: nella provineia, di Torino... » 164 VCS, DREI 7 } .. » 170 |. Note pratiche... ; ò EPTO 0 &— i Società IR e L. 800.000 ammontabile a L. 2.000, SOS Sede MILANO (Italia)- Via Calatatimi, 12 si Tavolette Fernet Lapponi FERNET del Dottor Fernet FERNETOL (Citro Fernet) e Tavolette Fernet Lapponi, formulate dal rimpianto Dott. Lapponi, Lu di S. Santità, sull’ antica ricetta manoscritta del liquore Fernet posse- duta dalla Compagnia, contengono tutti i principi attivi del Fernet liquido, e per gli organismi delicati, donne, fanciulli, presentano il vantaggio dì non.con- tenere alcool. — Sono un gradevole e portentoso rimedio contro ‘tutti i disturbi dell’ ni digerente. . 1.25 la scatola dai Farmacisti e Droghieri. è A per coloro ehe usano il Liquore Fernet la I Liquore Fernet Original Fernet Company sì trova nella privile- giata,condizion'e dl offrire il prodotto autentico quale lo ebbe ad ideare il celebre medico svedese e che appunto denomina Fernet del Dottor Fernet. 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Num. 11. Per tutto quanto concerne la Rivista dirigersi al Dorr. Lui MoxnreEMARTINI - Laboratorio Crittogamico - Pavia. GENERALITÀ BexrLEY Gorpon M. — The control of insectes, fungi and other pests (La lotta contro gli insetti, i funghi, ed altre ma- lattie) (Tennessee Agricult. Exrper. Station, Ball. Vol. XVIII, N. 4, 1905, pag. 33 - 45 e tre. figure). Sono istruzioni popolari sui diversi insetticidi e fungicidi, con raccomandazioni sul loro uso. E. A. Bessey (Miami-Florida). Morzkav P. L., HerRRERA A. L., LeLoxG B. M. — Cultivo y plagas del naranso (Coltivazione e malattie degli agrumi. -— dall’ dn- glese) (Bol. de la Comision de parasitologia agricola, T. III, Méssico, 1906, 234 pagine e 150 figure). E un buon manuale sulla coltivazione degli agrumi, nel quale sono descritte le principali varietà di Ci/rus aurantiuni, O. inedica limonum, C. medica cedra e C. limmietta, non che le principali operazioni di loro coltura. Delle malattie sono studiate specialmente quelle dovnte ad insetti: Apyidiotus, Lecanium, Mytilaspis, Icerya, Dactylopius, Tetranychus e la mosca (Trypeta ludens) per la quale sì ripor- tano alcune delle circolari già riassunte nel primo volume di questa /e/vista (veggasi alle pagine 73 e 191). - Ud CEI > ri è è 162 GENERALITÀ — PARASSIYI VEGETALI Di ognuno di questi insetti sono indicati i metodi da adot- tarsi per limitarne la diffusione. | Un indice alfabetico. serve al pronto rinvenimento delle specie e malattie studiate. È A Sd L. MONTEMRTINI. FLoyp. Bayarp F. — Some fungous diseases and thier treatment (Alcune malattie dovute a funghi e modo di combaterle) (Reprint fron Annual Report of the Missouri State Hor- ticultural Society, 1905, 12 pagine) x Sono istruzioni popolari sulle principali malattie che attac-. cano le più importanti piante coltivate nel Missouri: sì indicano , le anche i modi per combatterle. * sal : DE Si parla della rogna 0 scabbia dei meli | Venturia Pomi), del blahk-vot dei meli (Sp'aeropsis nalormn), della golpe o nebbia. o blight dei peri ( Venturia piriniin), del marciume (Selerotinia fructigena), della tiechiolatura dei ciliegi e dei pruni (Cylindro- sporium Pali), del blak - hnot 0 rogna (Plowightia morbosa), della bo/la del pesco (Eroascus deformnans), della golpe delle fragole (Sphaerella Fragariae), dell’ antrucnosi dei lamponi (Cloeospo- rimm venetun), della peronospora della vite /P/asmopara viticola), | | del blak-rot (Guignardia Bidrelli), del leaf - spot dei pomodori cd Sr. Septoria Lycopersici), del seccume o leaf bligt delle barbabietole | 5 (Cercospora beticolu e dei sedani (Api?), della ruggine delle fave | (Uromyces appendiculatus), della ruggine gialla delle fragole e dei lamponi (Gymwnoconia interstitialis), della ruggine degli aspa- ragi (Puccinia asparagi), dei garofani (Uromyces caryophyllinus), e dei crisantemi (Puccinia Chrysanthemi), del’ antracnosi delle leguminose (Colletotrichum Lindemuthianum) #1 dae E. A. BESSEY (Miami-Florida). = V a PARASSITI VEGETALI 165 HanxiG E. — Ueber pilzfreies Lolium temulentum (Sul Lo/iwu,n Le- mulentum senza funghi endofiti) (Botan. Zeitung, 1907, I Abth., pg. 25 - 38). Dopo le osservazioni del Guerin, del Volg e di altri sul- l’esistenza di un micelio fungino nei semi del Loliwmn lemmulen- tum tra i tegumenti e lo strato glutinifero, il Freeman ha recen- temente dimostrato che il fenomeno è costante e che il micelio si trasmette in forma puramente vegetativa e senza mai ringio- vanirsi, da una all’altra generazione, forse sin da quando sì co- nosce questa pianta. L’ autore ha fatto in proposito numerose osservazioni ed è riuscito a trovare semi affatto immuni dall’ infezione in parola sia provenienti da piante infette senza che l'infezione sia arri- vata a tutte le cariossidi figlie, sia provenienti da piante im. munî. Dai semi immuni nascono piante immuni. I semi infetti non sì distinguono esternamente dai non infetti, e solo l’osser- vazione microscopica rivela in essi la presenza del micelio. Però essi contengono un alcaloide che non esiste nei semi senza mi- celio, ed è forse alla presenza del micelio e alla produzione di tale alcaloide che si deve la velenosità dei semi del Lo/7w7m le- mulentunti. L. MONTEMARTINI Sanwosten E. P. and MiLwarp J. G. -- The spraying of potatoes for prevention of leaf blight and rot (Irrorazioni delle patate per prevenire il seccume e la peronospora) (W/scosin Agr cult. Ewper. Station, Bull. N. 135, April 1906, 29 pagine e sette figure) Due malattie sono molto dannose alle patate : il seccume | primaverile (ea7/y blight) dovuto al Maucrosporium Solani, e il 164 PARASSITI VEGETALI ; TE GRIN seccume autunnale (la/le Dblight, o ot) dovuto alla Phytophthora- infestans. Esperienze di irroraziane colla poltiglia bordolese applicata - quattro volte hanno dato un aumento di raccolto di 3560, 4900 e 6050 chilogrammi di tuberi per ettaro, con un guadagno netto (dedotte le spese del trattamento) di circa L. 45 per ettaro. E. A. Besspy (Miami-Florida). x VogLino P. — 1 funghi parassiti delle piante osservati nella pro- vincia di Torino e regioni vicine nel 1906 (47%. d. ,°. Ac. di A- gricoltura di Torino, Vol. XLIX, 1907, 39 pagine) (veggasi anche alla precedente pag. 58 di questo volume). L’annata asciutta 1906 fn per fortuna poco favorevole allo sviluppo dei fanghi parassiti, pure il laboratorio di patologia ve- getale diretto dall’Autore continuò ad esplicare la sua attività nel segnalare la presenza delle varie malattie delle piante do- f vute a funghi parassiti, e nell’indirizzare gli agricoltori a curare veramente l'igiene delle piante coltivate. | Nella pubblicazione in esame è data notizia di 289 osserva- zioni fatte durante l’anno, alcune delle quali riferentesi a malat- tie non ancora osservate nelle campagne torinesi: Cuscuta su 4 | gerani, margherite e piselli; /’eronospora cubensis su angurie , meloni e cetriuoli: Caeoma Ricini su ricino; Achtinonema Ti- line su tiglio: Sphaeropsis malorum su meli; Dothichiza po- pulea su Populus canadensis (veggassi a pagina 132 di questo volume); Marsonia Potentillae ((Grloeosporiuvm Fragariae) su fragole, ecc. Della Peronospora cubensis e Dothichiza populea sono descritte con dettaglio le varie fasi di sviluppo. i Sono pure descritte due forme fungine nuove: la Phy/lo- sticta Ribis - rubri Vogl. che attacca il Ribes Rubrum, e la Septoria Soldanella Speg. var. pyrolaefoliae Vogl. che vive sulle foglie di So/dannelta pyrolaefolia. PARASSITI VEGETALI — PARASSITI ANIMALI 165 L'autore dimostra. pure che la Sphaerella hedericola è lo stadio ascoforo della Septoria Hederae: che la Vermicularia tri- chella va riferita al genere Colletrotrichum, e che i Potyporus hispidus e P. Evonymni possono vivere da parassiti rispettiva- mente nel melo e sull’ evonimo, e la Co/lybia celutipes sulla robinia. L. MONTEMARTINI Boxxker P._— Nutzen der Coccinella - Larven (Utilità delle larve di Coccinella) (Arb. a. d. k. biol. Anstalt. f. Land - u. Forstwirtsch. Berlin, 1906, Bd. V. pg. 282). L'autore prova sperimentalmente come le larve di Coccinella seplem - punctata sieno varaci di afidi. \ BorxeR C. — Zwei neue Mohrenschadlinge aus den Gattungen Ceutorhynchidius und Phytomyza (Due nuovi nemici della ca- rota appartenenti ai generi Ceutorhynchidius e Phytonyza) (col precedente, pag. 283 - 292, e 2 figure). Si tratta del Ceutorhynchidius terminatus Hebert. e della Phytomyza geniculata. Macqart, che l’autore ha riscontrato su piante di carota in Oranienburg e di cui descrive e figura la forma adulta e le larve. L. M. GaAnpaRA G. — La anguilula del Cafeto (L’anguillula del caffè : Heterodera radicicola) (Comision de Parasitologia Agricola Mexico, 1906, Circ. n. 51, 7 pag. e 6 fig... 166 PARASSITI ANIMALI Se le anguillule attaccano solo parte delle radici, la pianta deperisce lentamente e muore dopo alcuni mesi, ma se la tota- lità delle radici ne è invasa, la malattia è /1/mvnarte e la morte sopravviene in capo ad 8 o 15 giorni. Le piante giovani resistono più che le adulte. I fattori più importanti per lo sviluppo del malanno, sono : un terreno arenoso, umidità abbondante, presenza di erbe o di alberi le cui radici possano albergare le anguillule. Quali rimedii l'Autore consiglia: 1. scelta, per la piantagione, d’individui con radici perfettamente sane. 2. di dare preferenza al terreni argillosi. 3. drenaggio ove occorra. 4. di conservar le coltivazioni monde da erbe. 5. di estirpare .con tutte le radici e bruciare le piante morte per anguillule, disinfettando il luogo da esse occupato con calce viva, o con soluzioni fenicali o di sublimato corrosivo. 6. di non impiantare nelle coltivazioni di caffè, altri alberi che possano essere attaccati da anguillule, come ad es. i platani. 7. coltivazione accurata della pianta del caffè, con giuste proporzioni di concimi minerali, (non azotati) 8. disinfezione dei terreni infestati. In quest’ ultima disinfezione si. riassumono, per così dire, anche i rimedi propriamente curativi. Fra i disiufettanti usati si annoverano il solfocarbonato di potassio, la gazotina, la benzina, il solfato di ferro, il solfuro di carbonio, il carburo di calcio. Seguono istruzioni sulla loro applicazione, ed in partico- lare sul modo di fare le iniezioni. Per quanto al carburo di calcio (4 Kg. di carburo in 1. 1000 d’acqua, 5 iniezioni di 10 gr. cadauna, per mq.) l'Autore nota che il procedimento sommamente economico ed efficace (?) per com- battere la fillossera della vite (L'Economia Rurale, Torino, 25 Aprile 1904) è stato provato a Cuernavaca ed a Oaxaca, con buon esito contro Vl anguillula del caffè. (iurpo Rota Rossi PARASSITI ANIMALI 167 Ixpa G. R. — Las Mantas 6 Campamochas, insectos benéficos a la agricuitura (I Mantidi, insetti benefici all'agricoltura). — (Comision de Parasitologia agricota, Mexico, 1907, Circ. N. 54, 14 pag. e 8 figure). Sono nozioni popolari, chiare e dettagliate, sui Mantidi, ten- denti principalmente a far conoscere l’ utilità delle Mans, come divoratrici di insetti nocivi all’ agricoltura, e la loro completa inoffensività per l’uomo e gli animali domestici, essendo del tutto infondate le supposte proprietà velenose e le varie cre- denze superstiziose, cui ha dato luogo il loro aspetto singolare. Fra le specie del genere Maxlis che si trovano in America, ricorda. le: M. cordillerae, M. major, M. nalina, M. Carolina colla varietà Tolleca, M. dinvuidiata colla varietà feror, M. lin- bata.. L'opuscolo termina con qualche cenno bibliografico sull’ ar- gomento. Guino Rora Rossi. Marcinowski K. — Zur Biologie und Morphoiogie von Cephalobus elongatus de Man und Rhabditis brevispina Claus, nebst Be- merkungen iber einige andere Nematodenarten (Biologia e morfologia del Cephalobus elongatus e Rhabditis brevispina, con osservazioni sopra alcuni altri nematodi). (Arbd. a. d. k. biol. Anstalt f. Land-u. Forstirtsceh., Berlin, 1906, Bd. V, pag. 215-236, e 9 figure). Sono osservazioni ed esperienze sopra la infezione della se- cale e della barbabietola da parte di questi nematodi che sono più comuni di quanto si crede. L. M. 168 BACTERI ApernoLp R. und RunrLanp W. — Die Bakterienbrand der Kir- schbàume (Cancro dei ciliegi dovuto a bacteri). (Ard. a. d. kh. biol. Anstalt f. Land-u. Forstvirtschafit, Berlin, 1907, Bd. V, pag. 293-340, con una tavola e 12 figure). Una nota preliminare colle conclusioni di questo lavoro venne già riassunta alle pagine 125 e 541 del vol. I° di questa Rivista. Qui l'Autore dà i caratteri dettagliati della malattia e del microorganismo che ne è la causa, che è una specie nuova : il Bacillus spongiosus Aderh. et Rubl. s Di esso si dànno pure tutti i caratteri diagnostici sì mor- fologici che delle colture, e si dimostra sperimentalmente come con esso sì possa riprodurre la malattia. La sua attività si esplica specialmente in primavera, prima o durante l’ apertura dei ger- mogli, attaccando prima la corteccia e penetrando poi nei raggi midollari e nel parenchima legnoso, interrompendo la corrente traspiratoria e provocando l’avvizzimento dei giovani rami. L'Autore dimostra poi che, benchè esternamente simile e forse spesso confusa con esse, questa malattia è affatto diversa dal cancro comune dovuto alla Nectria e dal pear bliyght degli americani (veggasi a pag. 187 del volume I di questa /évssta) dovuto al Baczllus umylovorus: trattasi di una malattia non an- cora segnalata dai fitopatologi, di fronte alla quale occorre adot:- tare le maggiori precauzioni (bruciare le piante infette ed im- pedirne il commercio) perchè non abbia ad estendersi. Il Baucillus spongiosus è spesso accompagnato da un’ altra specie (il 5. 27/ans Aderh. e Ruhl), che però è semplicemente saprofi toe L. MONTEMARTINI, BACTERI 169 Brizi U. — Ricerche su alcune singolari neoplasie del pioppo e sul bacterio che le produce. (A4// del Congresso dei Natu- ralisti Italiani, Milano, 1906, 19 pagine e una tavola. L'Autore ha studiato, su materiale proveniente dalle pro- vincie di Alessandria e di Siena, degli speciali tumori dei rami di pioppo i quali, piccoli prima e lisci alla loro superficie sui rami di un anno, si ingrossano in seguito, concrescendo coi rami che non ne restano punto uccisi, fino a raggiungere un diametro di oltre 15 centimetri, presentando screpolature e bitorzoli. che li fanno rassomigliare ai tumori dell’ olivo e di altre piante. Si distinguono da questi ultimi perchè invece di essere costituiti per la maggior parte di legno, risultano principalmente da jiper- trofie della corteccia e, come i tumori della vite costituiti essi pure da ritidoma, sono leggeri e spugnosi. Tali tumori sono differenti da quelli finora conosciuti e de- scritti sul pioppo e dovuti a diversi parassiti animali. Essi con- tengono un bacterio speciale che l’ Autore è riuscito ad isolare e che inoculato per mezzo di ferite in rami giovani, riproduce la malattia. L'Autore descrive tale bacterio col nome di Bacz'/us populi. Esso attacca in natura i rami giovanissimi quando la in- fezione è favorita da una causa traumatica qualsiasi = punture di insetti, urti del vento che facciano escoriare i rami, o più verosimilmente, ferite prodotte dalla grandine. I prodotti di ricambio di questa bacteriacea, isolati mediante ripetute filtrazioni, riescono tossici anche a piante diverse dai pioppi. L'Autore non crede che la malattia presenti, per ora, seri pericoli per l’ agricoltura. I tubercoli da essa prodotti crescono lentamente senza uccidere i rami sui quali si sviluppano ; inoltre mentre essi si presentano sul pioppo bianco, sul nero e sul tre- molo, non furono ancora segnalati sul pioppo del Canadà che è quello più largamente coltivato per l’ industria della carta. L. MONTEMARTINI. 170 BACTERI Besse W., FaBER (von) F, C. — Untersuchungen iber die Kran- kheiten der Zuckerriibe. I. (Ricerche sulle malattie della bar- babietola da zucchero). (Ard. a. d. k. biol. Anstalt f. Land-u. Forstwirtschaft, Berlin, 1907, Bd. V, pag. 341-350, e una. tavola). Il Busse ha fatto eseguire, sotto la sua direzione e in varie regioni della Germania, una serie di studi e ricerche sulle ma- lattie onde è colpita la barbabietola da zucchero e presenta qui il primo studio del Faber : 4 Ueber den Pustelschorf der Riiben (Sulla scabbia delle bar- babietole), nel quale si descrive una malattia caratterizzata dalla formazione di pustolette sugherose in corrispondenza alle lenti- celle onde è disseminata la superficie delle radici. Essa è do- vuta ad un bacterio che l'Autore ha isolato e che descrive e ca- ratterizza come una specie nuova per la quale propone il nome di Bucterium scubiegenum. Con tale bacterio potè riprodurre artificialmente la malattia. L. MONTEMARTINI. Lewis C. I — The walnut in Oregon (Il noce nell’Oregon). (0Ore- gon Agrieult. Exper. Station, Bull. N. 92, December 1906, 44 pagine e 28 tavole). La sola malattia seria dei noci nell’Oregon è la bacteriosi. (li organismi patogeni passano l'inverno nei rami ammalati, e alla primavera si manifestano sui giovani rami, sulle foglie, sui frutticini, e più tardi anche sui frutti in via di maturazione, con macchie nerastre. I frutti attaccati in primavera cadono presto ; quelli colpiti tardi, rimangono sull’ albero ma sono deturpati. b. A. Brsspy (Miami-Florida,). $ BACTERI — AGENTI CHIMICI 171 Pappock W. — A new alfalfa disease (Una nuova malattia del- l'erba medica). (Agric. Erper. Station Press, Bull. N. 28, November 1906, 2 pagine). Nel Colorado venne segnalata la comparsa di una malattia della Medicago sativa dovuta a bacteri. Le piante colpite rima- nevano più piccole «delle normali e di colore più pallido, arri vando a non più di 80 cm. di altezza al momento della prima fienagione. A tale epoca i fusti presentavano chiazze. nerastre, dalle quali trasudavano goccie di sostanza gommosa contenente i bacteri. Nel secondo anno la malattia attacca anche la parte apicale della pianta e la radice principale. Non si conosce alcun rimedio. E. A. Besspy (Miami-Florida . Riges A. — On the destructive effect of smoke in relation to plant life (Sull’effetto pernicioso del fumo in rapporto della vita vegetale). (Quar/erly Record of the Royal Botanic So- -cièly of London, 1906, N. 108, Vol. IX, pag. 260, L'argomento fu più volte trattato dalla Royal Botanic So- ciety. Già nel 1880 W. Sowerby constatava che le piante col tivate a Londra, soffrono tutte più o meno, in ogni stagione, per l'atmosfera greve e fumosa. Nel gennaio dello stesso anno l'in- tensità e durata senza precedenti della nebbia fuligginosa fu tale che impedendo alla luce solare di giungere alle piante, cad- dero le gemme fiorali senza pervenire a maturanza, o si ebbe uno sviluppo rachitico ed anormale. Ed il danno fu più grave nelle serre, mentre le piante all’ aperto, mantenute dalla tempe- ratura più bassa in uno stato di sonno e di riposo, ebbero meno L12008 $ AGENTI CHIMICI a soffrire della mancanza di luce. A più di 25 anni di distanza da questa constatazione, nessun apprezzabile miglioramento si è - avuto a Londra nella frequenza, nè nella densità delle nebbie fumose (/09s), nè nei danni da esse prodotti. È spesso necessario lavare le foglie dalle nere incrostazioni depositatevi, così che la manutenzione di un giardino londinese costa dune volte tanto quella di un giardino di campagna delle stesse dimensioni. Il carbone prodotto per imperfetta combustione del carbon fossile, non ha alcuna azione velenosa diretta, ma otturando i pori delle foglie ne ostacola le funzioni. Notevoli vantaggi si potrebbero ottenere coll’adottare il riscaldamento a gas. Qualche cosa si è fatto in questo senso, ma più resta a fare. Siccome vi è molto acido solforico nei prodotti della nebbia fumosa, ne segue che un’ azione velenosa ha luogo, per cui le piante sono grandemente danneggiate e più quelle che fioriscono presso il terreno, come le viole del pensiero. L'A. ricorda le osservazioni comparative che Brinsley Marlay ha istituite tra la vegetazione di Londra e quella de’ suoi pos- sedimenti irlandesi. Conclude infine coll’ osservare che tutte le piante con foglie a superficie liscia resistono maggiormente all’ azione nociva dei fogs, mentre sono danneggiate quelle con foglie scabre o pelose (digitali, salvie, ecc.). Dato il pregiudizio arrecato dai /0gs e dai giorni senza sole alla salute umana ed ancora alla vita vegetale, sarà pur sempre lodevole ogni sforzo che si faccia per diminuire il fog, se non si può sperare di sopprimerlo. Guipo Rota Rossi. AGENTI ATMOSFERICI — MALATTIE D’ INDOLE FISIOLOGICA Tio SoraveR P. — Der Rosenkrebs (Il caxcro delle rose). (Norauer”s Zertschr. f. Pfanzenkrankh., Bd. XVII, 1907, pag. 22-32, con 2 tavole). Colla coltura delle nuove rose rampicanti e specialmente delle Polyantha si è diffusa una malattia che si presenta spesso alla base dei vecchi fusti, in corrispondenza di qualche ramifi- cazione, e in forma di rigonfiamenti bitorzoluti e screpolati che ricordano il cancro delle viti. Tali formazioni originano, secondo l'Autore, da ferite 0 spac- cature provocate dal gelo, interessano il giovane legno prima- verile e il parenchima corticale i quali tessuti presentano un ac- crescimento ipertrofico che 1’ Autore studia e descrive con molta accuratezza. | Anche i /ubus e le Spiracea e altre rosacee presentano tali forme di cancro, le quali però si distinguono da quello delle rose per i diversi tessuti che interessano. TI rami sani degli individui cancrenosi presentano un numero stragrande di raggi midollari. Sonvi varietà che vanno specialmente soggette a questa malattia la quale è diffusa massimamente in certe località. LuiGI MONTEMARTINI. Savasrano L. — Sterilità nei cedri della Calabria (Bo//. dell'ar- boricoltura Italtana, Napoli, 1905, pag, 151-152) Nei cedreti della calabria si mostra costantemente una pro- duzione abbondantissima di fiori sterili, che indebolisce ed esau- risce le piante. L'autore pensa sia dovuta alla continuata mol tiplicazione per talee, la quale rappresenta la vecchiaia prolungata «di un albero e porta seco pertanto tutti i fenomeni di decadenza. Consiglia abbondanti ed accurate potature, giudiziosa selezione dei rami e degli individui coi quali si fanno le talee, innesto © È su arancio amaro dove il soggetto ringiocanisce 11 gentile, pr - 4 | duzione di nuove varietà locali di cedri. "AT D | rc L. MONTEMARTINI. > = n 4 si si A Savastano L. — Un rimedio complementare per la gommosi degli col agrumi (Bo//. dell’ Arboricoltura IHaliana, Napoli, 1905, pag. 59-61, e una figura). Secondo l’autore il marciwne delle radici e la gommosi —_ — degli organi aerei sono l’identica malattia che si differenzia in ge. modo diverso per la diversità dell’ ambiente in cui vivono gli, . organi che attacca. IRC È L’arancio amaro è resistente sì all’ una che all’ altra forma e perciò gli agrumi innestati sull’arancio amaro vanno esenti da marciume. I iP Ora l’autore comunica che se nelle piante di agrumi otte- nute con tali innesti si lascia o si fa sviluppare dal soggetto (arancio amaro) uno o due polloni,-che sono dunque essi pure di arancio amaro, l'innesto acquista una notevole resistenza anche | alla gommosi. Ciò probabilmente perghè dai polloni selvatici |. © la linfa cui è dovuta la resistenza al male, passa poi anche nel gentile. Negli agrumeti di. Messina la pratica è adottata su larga - scala con vantaggi evidenti. cl L. MONTEMARTINI » Verissimo D'aLmema J. — 0 « brusone >» do arroz (Il brusone del riso) (Notas de Pathologia vegetal, in Revista Agronomica Vol. IV} n. 11, Lisbona::1906.) MANATTIA D’INDOLE INCERTA 175 L'Autore espone brevemente lo stato attuale del problema del brusone riferendosi principalmente alle pubblicazioni di Farneti: Intorno al brusone del riso ed ai possibili rimedi per combat terlo; di Schirai: Supplemental notes on the fungus ich cases the disease so called imochibyo of VOriza sativa L; e di Brizi : Iticerche sulla malattia del riso detta Brusone ed Intorno alla malattia del viso detta Brusone, delle quali ha avuto notizia per mezzo di questa Rivista. Per quanto al Portogallo, l'Autore ricorda che egli nel 1889, in piante di riso ammalate provenienti da Foja, riscontrava lo Scle- rotium Orizae (V. Rev. dos campos II Sez. da Agric. Contempor. vol. IV. 1889, p. 68-64.) Consigliò di bruciare le piante attaccate e quindi di ricostituire le risale con varietà resistenti, avute dall'Italia. D’allora in poi il male disparve quasi totalmente in quella regione. Dieci anni dopo, nel 1899, esaminando delle piantine di riso ammalate provenienti da Bombarral, trovò che una era attaccata dallo Selerotiuimn OVrizae mentre le altre che però non presen- tavano i veri caratteri del bDrusone o mal del nodo. erano attac- cate dalla Piricularia Orizae. (V. Agric. Contemp. vol. X. p. 206). Un tentativo di coltura delle spore non riuscì avendo queste perduta la facoltà germinativa, nè fu possibile all’ A. pro- curarsi altri esemplari freschi di. piante ammalate, segno che LL la malattia o non riapparve, o non si rinnovò almeno così grave da costringere il proprietario della risaia a ricorrere al Labora- torio. Concludendo il brusone al Portogallo dal 1889 in poi non recò quasi danno. GuIipo Rora Rossr. NOTE PRATICHE Dal Raccoglitore, Padova, 1907. SE" N: 6. — Per combattere il perdilegno (Cossus ligniperda e €. Aeseuli)o si consiglia intonacare con sterco bovino il tronco degli alberi attaccati \ fino all’altezza di 30 em. per impedire, almeno in parte, la deposizione delle ova sulle piante ; colpire i bruchi, nelle gallerie che si stanno sca- Contro / afide lanigero si consiglia: tagliare e brucciare i rami molto guasti; sfregare con straccio le parti attaccate in modo da uccidere il mag- gior numero di insetti; pennellare con olio di rieino, oppure con emulsione | di 3 Kg. di olio pesante di catrame e mezzo Kg. di sapone molle in 960 litri di acqua; spruzzare durante l’estate i rami più ammalati con 300 gr. di estratto fenicato di tabacco. in 10 litri d’acqua; rinforzare le piante con oppportune concimazioni. rit A ii SÈ - Dalla Deutsche Landivirtschaftliche Presse. 1906. Pag. 724. — Il dott. Wagner consiglia, per combattere l’ernia dei cavoli je. dovuta alla Plasmodiophora Brassicae, oltre le solite disinfezioni e la ro- tazione agraria, di aggiungere al letame col quale si pratica la concima- FI zione anche scorie Thomas e Kainite (da 8 a 12 Kg. per ettaro). Con ciò. «ad si completa l’azione del concime e si esercita un’ azione nocevole sulle "ora spore del parassita. I. ni. _— Pavia — Tipografia e Legutoria Cooperativa — 190%. SD "ai i Ge. ra fino TT. 15 maggio 1907. Num. 12. DIRETTA DAL Dorr. Lurer MONTEMARTINI ‘. libero docente di Botanica nella R. Università di Pavia “Rivista di Patologia Vegetale. | Collaboratori: Prof. F. Cavara (Napoli) - Prof. G. DeL Guercio : | (Firerize) - Dott. F. O’ B. ELLISox (Dublino) - Prof. A. KroLopp (Magyar-Ovar.- Ungheria) - Prot. 0. Loew (Tokio) - M. AI- PINE (Melbourne - Australia) - Dott. E. Bessey (Miami-Florida). Indice del fascicolo N. 12. ARTHUR J.C. — Uredinee del- l'America del Nord BurLER 0. — Osservazioni su -aleune malattie della vite in California. - Cavazza D. — Sui danni ca- gionati alle viti dai freddi invernali CuBoNnI G. — I risultati delle esperienze per combattere la mosca dell’olivo ERIKSson J.. — Lo stato at- tuale della questione sul micoplasma . Gaporto L. — Contributo alle ricerche intorno all’ Aureo- basidimm Vitis. A HexpErsoN L. F. — Esperienze sa) 497 » » » » » contro il carbone del fru- mento e dell’avena JONES L. R..e Morse W.J. — Malattie delle patate e loro rimedi » DI GS. VTT 188 178 179 179 | | Laronr L. — La lotta contro eli insetti ed altri nemici dell’agricoltura PaAcOTTET P. — Studio sulle invasioni della peronospora PeGLION V. — Per la rigene- razione del pesco PoLLacci G. — Un nemico della Diaspis ReED Howarp S. — Tre ma- lattie del ginseng dovute a funghi SHaW G. W. — Osservazioni agrarie sulla tolleranza del- la. barbabietola da zucche- ro per gli alcali . SmwitH R. E. Le malattie del pomodoro in California STUART. W. M. — Resistenza delle patate alle malattie . Note pratiche . - » » » » » » . Pag.185 181 183 Notizie sulle pali O ORIGINAL FERNET CO; [PA È Società Anonima Capitale L. 800.000 ammontabile a L. 2.000.000 Sede MILANO (Italia) - Via Calatatirmi, r2 d Tavolette Fernet Lapponi See FERNET del Dottor Fernet FERNETOL (Citro Fernet) Le Tavolette Fernet Lapponi, formulate dal rimpianto Dott. Lapponi, medico di S. Santità, sull’ antica ricetta manoscritta del liquore Fernet posse- duta dalla Compagnia, contengono tutti ì principi attivi del Fernet liquido, e per gli organismi delicati, donne, fanciulli, presentano il vantaggio di non con- tenere alcool. Sono un gradevole e portentoso rimedio contro tutti i disturbi dell'apparato digerente. L. 1.25 la scatola dai Farmacisti e DProghieri. Il Li uore Fernet per coloro che usano il Liquore Fornet la q Original Fernet Company sì trova nella privile- giata condizione dl offrire il prodotto autentico quale lo ebbe: ad ideare il celebre medico svedese e che appunto denomina Fernet del Dottor. Fernet. Esso viene. preparate con ingredienti di prima qualità, accuratamente scelti e con alcool di quadrupla rettificazione, eliminando così quelle impurità che rendono tanti liquori dannosi alla salute. Il Fernet del Dott. Fernet viene messo in vendita presso le principali farmacie, drogherie e liquorerie a L. 3, la bottiglia tipo litro, L. 1.50 la mezza. Verso vaglia di L. 2, — diretto alla Compagnia, si riceve franco nel Regno speciale bottiglia campione. 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La nomenclatura è quella proposta dall’ Autore al Congresso Botanico Internazionale di Vienna. Nelle Co/eospo- riucede sono 2 generi con un totale di 25 specie : nelle Zed: naceae (Melampsoraceae) 18 generi e 61 specie: nelle Aecidi4- ceue (Pucciniaceae) BT generi dei quali in questa parte dell’ o- pera sono descritti solo 14 con Y1 specie. Vi è la completa sinonimia e una nomenclatura ricchissima che rendono l’opera assai utile. E. A. Brsspy (Miami-Florida). Eriksson J. -— Der heutige Stand der Mycoplasma-Frage (Lo stato attuale della questione sul micoplasma). (Z/sehr. f. d. Ausbav = der Entolicklungslehre , Bd. I, 1907, Stuttgart. 10 pagine e 2 tavole). NE wr ì” ORK BOTANICA: GARDEN, 178 PARASSITI VEGETALI L’ Autore ricorda tutte le discussioni che si sono fatte dal 1902 in poi sulla esistenza o meno del micelio delle uredinee allo stato di micoplasma o di plasma mescolato e fuso col pro- toplasma delle cellule ospiti nei semi delle graminacee. Descrive poi e figura tale micoplasma, del quale segue anche la differenziazione e individualizzazione quando, collo svilupparsi della piantina, ridiventa micelio perfetto. Sono molte delle os- servazioni già esposte nel lavoro riassunto a pagina 181 del vo- lume primo di questa /t:v/s/a. L. MONTEMRTINI. Gaporro L. — Contributo alle ricerche intorno all’ « Aureobasidium Vitis» Vial. et Boy. (A// d. Congr. d. Nuturalisti Italiani, Milano, 1906, 10 pagine). - L'Autore segnala la grande diffusione dell’ Aur'eobasidium Vitis avutasi l’anno scorso nei vigneti dei dintorni di Casalemon- ferrato ,\ed accompagnata da screpolatura e caduta degli acini ancor verdi nel mese di luglio (onde la malattia era indicata dai contadini col nome di*cascola), non che da arrossamento € deperimento delle foglie. i Le condizioni esterne nelle quali si è sviluppato il parassita erano le stesse che favorivano lo sviluppo dell’ oidio, e anche contro quello sì mostrarono efficaci i trattamenti con solfo: ciò verrebbe a confermare, secondo l'Autore, la analogia di compor- tarsi (superficiale) del micelio dei due funghi in parola. Il vitigno più colpito è la barbera, e sono preferiti special- mente i ceppi più vecchi, che sono anche i più soggetti all’ar- ricciumento 0 alla malattia detta barbera riccia (dovuta forse ad indebolimento per l’ intensificarsi della coltura), onde se non è a negarsi la natura parassitaria dell’ Aureobasidivin che può proprio vivere su organi perfettamente sani e danneggiarli, non PARASSITI VEGETALI 179 è però ad escludersi che 1’ indebolimento della pianta ospite renda più facile l’ attacco del fungo in parola. L. MONTEMARTINI Hexpersox L. F. — Experiments with wheat and oats for smut (Esperienze contro il carbone del frumento e dell’ avena) (Idaho Agricult. Erper. Station, Bull. N. 53, 1906, 15 pag.). Furono fatte esperienze sull’efticacia dei tre metodi proposti per prevenire il carbone dell’ avena e del frumento, cioè : trat- tamento con solfato di rame, con acqua calda, con. formalina. La malattia del frumento era dovuta ad una specie di 7’//etza (carie), quella dell’avena ad una /7/490. I semi erano coperti di ‘spore dei parassiti ed i risultati delle esperienze furono : il frumento trattato per un tempo più o meno lungo con una soluzione di una parte di formalina al 36%/, in 240 di acqua, rimase in tre casi affatto immune dal male e in un caso col 0,5/, di infezione: quello trattato colla soluzione di solfato di rame (a varia concentrazione) mostrò da 2,0 al 10,4°/, di piante ammalate : mentre nei campi di controllo, con nessun trattamento , si ebbe il 52%, di piante ammalate. L'acqua calda non fu provata. Per l’avena tanto la formalina che l’acqua calda impediscono lo svilluppo del carbone, mentre i campi seminati con semi non trattati mostrarono il 6-°/ di piante ammalate. L'azione prolungata della formalina riduce però il potere di germinazione o ritarda il fenomeno. E. A. Bessey (Miami-Florida). Joxes L. R. and Morse W. J. —- Potato diseases and their re- medies (Malattie delle patate e loro rimedii) (Eiglleenlh an- 180 PARASSITI VEGETALI nuel Report of. the Vermonth Agricult. Exrper. Station for the year 1904-905, pag. 172-291, 1905). Nel 1905. il 15° anno di esperienze di irrorazioni, queste furono dirette a determinare l’azione della poltiglia bordolese sopra il raccolto di patate quando sia grave I infezione di Phytophthora. Il risultato avutosi negli anni precedenti aveva dimostrato che il raccolto nei campi trattati supera di circa il 68°/, quello dei campi non curati, con un raccolto effettivo di circa 20.000 chi- loorammi per ettaro nei primi e di soli 12.000 nei secondi. Il mese di settembre 1905 fu molto piovoso e favorì in modo straordinario l’ infezione dei tuberi poichè le acque di pioggia portavano, attraverso il terreno, fino ad essi le spore del parassita. Orbene, in un esperimento fu bagnato il terreno con poltiglia bordolese una volta prima che apparisse la P/y/ophthora sulle foglie, e due volte ancora dopo: la perdita di tuberi per mar- ciume fu in tale esperimento solo del 17 %/,, mentre fu dell'81/, nel campo di confronto, non trattato. x Il seccume primaverile (eu7/y dliglt) è il nome di altra malattia delle patate causata dalla A/lermaria Solani. Essa è dannosa specialmente nelle stagioni calde ed asciutte e si ma- nifesta nell'estate, mentre la PAythopthora (lute blight, 0 seccume autunnale) è piuttosto malattia di autunno. Un esperimento fatto colla poltiglia bordolese dimostrò che le piante irrorate ne ri- masero completamente immuni, mentre quelle non trattate per- dettero completamente le foglie. . Negli anni precedenti fu osservato il fatto che le patate rac- colte alcune settimane dopo la morte delle parti aeree sono sog- gette, nei magazzeni, all’avvizzimento meno di quello che non lo sieno i tuberi raccolti subito. Ciò è dovuto all’ infezione dei tu- beri che si verifica al momento in cui sono dissotterrati per opera delle spore del parassita : infatti se si aspetta qualche set- timana a dissotterrare i tuberi stessi, di spore non ne esistono PARASSITI VEGETALI 181 più; mentre se l'operazione si -fa subito, quando le spore sul terreno sono ancora numerose, queste si attaccano ai tuberi e propagano in seguito l infezione dall’ uno all’altro. Il marciume nei magazzeni è dovuto in gran parte ad infezioni di P/yto- phthora dei tuberi avvenute prima o durante la raccolta. Lo dimostra il fatto che disinfettando i tuberi stessi, prima di porli nel magazzino, con polvere di calce o con formalina, si dimi- nuisce di molto il malanno. Anche una esposizione al sole prima del magazzinaggio riduce un poco la malattia. La temperatura del magazzeno ha pure grande influenza sulla comparsa e inten- sità del marciume. Ad una temperatura di circa 21° C. marcirono il'63°/ dei tuberi, a 12° C. il 49°/,, mentre tra 4° e 5° C. si ebbe solo il 14°/, di perdita. La possibilità di infettare 1 tuberi durante la raccolta è di- mostrata da un altro esperimento. Alcuni tuberi. appena dissot- terati furono coperti con resti di piante ammalate e spruzzati con acqua: bastò questo perchè quasi tutti quei tuberi, messi poi in magazzeno, marcissero mentre altri buberi, raccolti ma non trattati nello stesso modo, rimasero sani. Per combattere la rogna o scabbia delle patate (Vospora scabies) basta lavare 1 tuberi che si devono piantare con una soluzione di formalina (una parte di formalina al 40°/,, in 240 parti di acqua): occorre però che anche il terreno non sia infetto. E preferibile 1 uso del gas di formalina quando si debba disin- fettare una grande quantità di tuberi: in tal caso, per ottenere un rapido sviluppo di gas, si pongono gr. 9.375 di permanganato di potassio in un piatto poco profondo e si aggiungono 25 cen- timetri cubi di formalina al 40/,. K. A. Besspy (Miami-Florida). Pacorret P. — Étude des invasions du mildiou (Studio sulle in- vasioni della peronospora) (Rev, de Viticulture, Paris, 1907, Num. 697 e 699). 182 Ò PARASSITI VEGETALI e »— le —___ —_ — a nu L'Autore ha fatto numerose osservazioni per dimostrare che le rapide invasioni di peronospora e di altri parassiti della vite sono provocate da speciali condizioni climateriche, che si potreb- bero segnalare e prevedere sì da dar modo ai viticultori di cor- rere al ripari. Tali invasioni possono essere rappresentate da tre curve che dànno la temperatura, lo stato igrometrico e la pressione baro- metrica. Non si esclude che sieno importanti anche altre osser- vazioni complementari riguardanti le pioggie, i venti, l’ intensità dell’azione solare, ecc. : però questi fattori meteorici si ripereno- tono nettamente nelle curve in parola: p. e. la minima pioggia abbassa rapidamente la temperatura e fa salire fino a 100 la curva igrometrica. Li Me PeGLION V. — Per la rigenerazione del pesco. (.1;:r04/? della Soc. Agr. della Provincia di Bologna, 1907, 23 pagine). L'Autore crede che la causa principale del deperimento dei peschi in Italia sia la malattia nota col nome di bolla, o leb- bra, 0d accartocciamento delle foglie, la quale malattia spoglia frequentissimamente le piante delle loro foglie e ne turba per- tanto la vita normale. Richiama l’attenzione dei frutticultori sul parassita cagione di tanto malanno (Eroascus deformans) del quale descrive dettagliatamente la biologia sulle traccie del la- voro recente di Pierce. L'Autore ha ottennto risultati soddisfacentissimi adoperando contro questa malattia i trattamenti preventivi, consigliati da Pierce, colla seguente soluzione: solfato di rame chil. 2, calce viva chil. 1, cloruro ammonico chil. 0,200 in 100 litri di acqua. La caduta delle foglie dovuta alla 20/4, rendendo la pianta più debole e più facile ad essere «attaccata dal Corynevni Berje- vinchii (Clasterosporimin Amygdalearwumn), è anche causa del- l’ estendersi della gommosi, IL. MONTEMARTINI, elit PARASSITI VEGETALI ReEp, Howarb S. — Three fungous disease of the cultivated gin- seng (Tre malattie del g7nseng dovute a funghi). (Missouri Agricult. Exrper. Station, Bull. N. 69, 1905, pag. 48-66, con 9 figure). Il ginseng'(Aralia quinquefolia D. et P.) è largamente col- tivata al Missouri. donde la si esporta in China. Tre malattie sì presentano su di essa e sono causa di gravi danni: in una sola provincia i danni vennero calcolati a cinquantamila dollari. Esse sono : Vermicularia Demativin, 0 antracnosi dei fusti, che com- pare nella prima metà di maggio quando le piante sono nel ter- reno da 80 giorni. Il fungo produce molte cicatrici nere sui fusti, le quali si estendono gradatamente qualche volta fino a circon- dare l'organo attaccato. Le foglie possono essere attaccate quando l'infezione segue i picciuoli. La malattia può essere combat tuta con irrorazioni di poltiglia bordolese ripetute di tre in tre settunane fino all'agosto. È consigliabile anche raccogliere in autunno le piun'e attaccate e bruciarle. Pestalozzia funerea, 0 antracnosi delle foglie, che pure può essere combattuta colla poltiglia bordolese. Attacca la base delle foglie e dei peduncoli fiorali provocandone la caduta. È special- mente dannosa per le piante giovani. Neocosmospora vasinfecta, che può distruggere delle in- tiere piantagioni in una sola settimana. La malattia compare in luglio : colpisce fusto, foglie, scapi fiorali e abbatte le piante al suolo, risparmiando solo le radici. Attacca però solo le piante gia affette dalla Vernewceularia la quale pare apra il passo alla Neocosmospora, per arrivare ai fasci vascolari del fusto senza entrare nelle radici. Dopo la morte della pianta, si sviluppano alla sua superficie le spore del parassita. Cono questa malattia servono un buon drenaggio del terreno ed accurate irrora- zioni che impediscano lo sviluppo dell’ antracnosi che è una 184 PARASSITI VEGETALI cavsa predisponente. Occorre anche evitare i terreni infetti e non adoperare semi di piante ammalate. L'Autore dà anche i caratteri culturali di questo fungo, col - quale ha potuto produrre artificialmente la malattia anche nei meloni, dimostrando così 1’ identità del parassita del ginseng. colla Neocosmospora vasinfecta nivea dei meloni. 7 i) s % x È 3 s a st j 3 P E. A. Bessey (Miami-Florida’. dx), Swi, RaLpu E. -- Tomato diseases in California (Le malattie. | del pomodoro in California). (California Agri. Eaper. Sta- tion, Bull. N. 175, 1906, 16 pagine e 8 figure). I pomodori in California si presentano in accrescimento in tre stagioni dell’anno : colla maturanza nel tardo estate, colla maturanza nel tardo autunno o in principio d’ inverno, per I’ e- sportazione negli Stati Uniti d'oriente, e colla maturanza in pri- mavera per sopperire alla domanda locale. Le loro malattie più frequenti che meritano considerazione sono le seguenti : Damping-9ff, che distrugge le piantine nei semenzai. Contro di essa bisogna tenere riparati i vivai, tenere: per quanto è pos- sibile il terreno asciutto alla superficie, applicare solforazioni € irrorazioni colla poltiglia bordolese alle. giovani piantine. Summer blighl (seccume estivo), prodotta da una specie di Fusarium. Questo fungo, propagandosi attraverso il terreno, at- tacca le radici. entra nei tessuti vascolari ed impedendo la. cir- colazione dell’acqua provoca l’avvizzimento graduale o rapido e la morte delle piante. }l danno talora è del 100 per 100 del rac- colto. Sono attaccate specialmente le piantagioni che maturano nel tardo estate. Occorre, contro questa malattia, disinfettare DE bene il terreno. 1 8 Winter blighl (seccrone invernale) dovuto alla P/ytophthora infestuns, che attacca le piante delle contrade meridionali pro- nb) i PARASSITI VEGETALI — PARASSITI ANIMALI 18 ducendo gravi danni nel tardo autunno e nel principio dell’ in- verno. Questa malattia distrugge piante e frutti ed è identica a quella che produce il seccwme autunnale delle patate. Bisogna, contro essa, applicare la poltiglia bordolese dopo ogni pioggia. E. A. Bessey (Miami-Florida). Crgoni G. — I risultati delle esperienze fatte dai professori Ber- lese e Silvestri per combattere la mosca dell’olivo. (elusione . all’ Assemblea della Società degli Agricoltori Haliani, in Bollettino quindicina e della Soc. d. Agric. It., Anno XII, 1907, pag. 226-281). L'Autore fu, insieme ad una commissione composta dai pro- fessori Grassi, Caruso, Danesi e Bencini, a visitare gli oliveti dove il prof. Berlese aveva fatto le esperienze per l'applicazione del liquido De Cillis (65 p. cento di melassa, 51 di miele, 2 di glicerina e 2 di arseniato di soda) contro la mosca olearia. Sono le esperienze di cui è a lungo riferito nel precedente fascicolo 10 di questa //rista. L'Autore, constatati i risultati soddisfacenti ottenuti in Ma- remma, esprime la speranza di potere riuscire con questo mezzo a combattere efficacemente il dannoso parassita dell'olivo, ed ac- cenna alla necessità di continuare le esperienze su più vasta scala invitando tutti i proprietari di una data zona ad applicare contemporaneamente |’ insetticida. L. MON'FEMARTINI. Laronr L. — La lutte contre les insectes et autres ennemis de l’agriculture (La lotta contro gli insetti ed altri nemici del- l'agricoltura) (Paris, 1907, 172 pagine). 186 ; PARASSITI ANIMALI Richiamata l attenzione degli agricoltori sopra i molti animali dannosi alle piante (insetti, acari, molluschi, rodi- tori, ecc.) e sulle gravi perdite che possono portare, l'Autore più che la descrizione delle singole specie dannose prende a trattare la questione essenzialmente pratica, che più interessa 1’ agricol- tura, della lotta contro le medesime. E presenta nella forma più concisa i diversi processi che sono più in uso per tale lotta : caccia diretta o indiretta con mezzi meccanici, chimici, fisici, ecc. Le formole degli insetticidi consigliate sono le più semplici e facili a prepararsi e le meno costose. Il libro, che non si può riassumere nelle breve pagine di una rivista, sarà un buon aiuto per gli agricoltori. | L. M. PoLLacor G. — Un nemico della Diaspis. (L'A/h4 agricola, Pavia, 1907, pag. 993-996). L'Autore ha segnalato qualche anno fa su rami di fico, pro- venienti da un podere vicino a Pavia e fortemente attacati dalla Diaspis pentagona , un certo numero di larve di Chz/ocorus se- nipustulatus le quali ricercavano ed uccidevano le Diaspis. Ot- tenuto da tali larve l insetto perfetto e distribuitolo a parecchi agricoltori ed orticultori della città, sì potè constatare che anche la forma adulta dà la caccia alle Diaspis e che quindi questo insetto deve essere considerato un prezioso aiuto dell’ uomo nella lotta contro il temuto parassita dei gelsi e di molte altre piante coltivate. In provincia di Pavia esso si è diffuso e non pochi agricol- tori hanno potuto constatare i vantaggi da esso arrecati. L'Autore ha constatato che la forma adulta del Chil/ocorus resiste anche ai freddi più crudi dell’ inverno. Lamenta che la legge in vigore contro la D/aspis mentre non si mostra efficace È ì PARASSITI ANIMALI — AGENTI ATMOSFERICI — AGENTI CHIMICI 187 contro il parassita che si vuole con essa combattere, riesca molte volte più dannosa ai suoi nemici; e fa voti per la moltiplicazione e la protezione dei chi/0corrus. L. MONTEMARTINI. Cavazza D. — Sui danni cagionati alle viti dai freddi invernali. (L'Italia Agricola, Piacenza, 1907, Num. 7. 3 pagine e una tavola colorata). Il freddo del passato inverno ha recato danni non lievi alle viti nell Emilia. Non tutte le varietà di, vitigni furono danneggiate colla stessa intensità : le meno resistenti al freddo si mostrarono l A/bana, Vl Alzeante, il Besgano , il Negretto, il Sangiovese, il Trebbiano e V Tva d’oro; meno danneggiati fu- rono il Chasse/as, la Freisa, il Pinot, il Pignolo. L’Autore descrive i caratteri delle viti morte per gelo e col- pite o nei tralci o nel ceppo, e dà consigli sul sistema di pota- tura da seguirsi nell’ un caso e nell’altro. Consiglia cercare viti resistenti e non trascurare il sistema di sotterrare le viti durante | inverno. Di ME -Stiaw G. W: - Field observations upon tolerance of the sugar beet for alkali (Osservazioni agrarie sulla tolleranza della barbiabetola da zucchero per gli alkali). (California Agri cult. Exper. Station, Bull. Num. 169, 1905, 29 pagine e 2 figure). L’Autore riporta osservazioni ed esperienze da lui fatte nel Colorado ed in California per determinare la proporzione di sali 188 AGENTI CHIMICI — MALATTIE D' INDOLE INCERTA solubili (alcali) nel terreno che riesce dannosa alle piantagioni di barbabietola. I terreni nei quali lo strato superiore per lo spessore di 80 cm. contiene non più di 5.700 a 8000 chilogrammi di tali sali solubili per ettaro dànno ancora un buon raccolto nel Colorado: ma se si superano queste proporzioni, il raccolto è scarso e manca affatto quando si è in presenza del 0,20 p. cento. di cloruri. Quando i sali stanno vicino alla superficie del terreno, sotto di essi la germinazione è ostacolata ma il successivo ac- crescimento è ancora possibile. Qualche volta si ha una buona vegetazione in zone circo- scritte che pure sono ricche di alcali: in tal caso bisogna ado- perare quelle piante per la preparazione di semi selezionati. E. A. Bessey (Miami-Florida). x BurLer 0. -- Observations on some vine diseases in Sonoma County, California (Osservazioni su alcune malattie della vite nella provincia di Sonoma, in California). (California Agri cult. Ewper. Station, Ball. Num. 168, 1905, 29 pagine, 5 fisure e una tavola). Due gravi malattie delle vite si presentarono nel distretto di Sonoma in California : l’arrossamento delle foglie (/ed-lea/) ed il raggrinzamento dei grappoli (Grape-shrivel). La prima assomiglia qualche volta alle malattie conosciute sotto i nomi di folletage, rougeol, rossore e malattia di Cali fovnia, ma non è a confondersi con esse. Le foglie giovani di- ventano pallide, le loro nervature più piccole si decolorano ; il lembo si fa convesso, i suoi orli si arrotolano sulla faccia infe- riore, i tessuti tra le principali nervature si schiacciano. Le fo- glie cominciano a seccare alla periferia assumendo un colore rosso scuro. Negli attacchi improvvisi le foglie possono seccare "edi ei bI CI) Li

SR gs dei Tyroglyphi, in magazzini di grano a Bogota, sì da impensierire i pro- Fà di prietari per i possibili danni: si consiglia dì esporre il grano infetto per aleuni giorni al sole, sottoponendolo a frequenti ventilazioni, e disinfettare i magazzini imbiancandone i muri e lavando il pavimento con acqua calda. N. 15. — Contro PHoplocampa fulvicornis le cui larve vivono nei frutti dei pruni, si consiglia di raccogliere i frutti di mano in mano che cadono | e distruggerli o farli cuocere pel bestiame. Contro le Chemiatobia e Hibernia che pure invadono ì prumi; se si _ tratta di specie a femmine non alate, siccome dette femmine si sviluppano. nel terreno e giungono alle gemme solo salendo lungo i fusti, giova assai fa hi 6% circondare strettamente questi ultimi con cinture di carta imbevute di TA catrame cui si aggiunge, perchè rimanga liquido più a lungo, un po’ di SI co olio. Sì oppone così un ostacolo insuperabile alla salita dell’ insetto. La a = p a . DR; difesa deve essere fatta da ottobre a dicembre. £ Mo lm. LIL ° SR i "A Dal Giornale di Agricoltura Meridionale. Messina, 1907 : “Ere N. 2. — Contro l’Orobanche delle fave, 0 lupa, 0 briglia, sì consiglia. estirpare, quanto più dentro terra è possibile, tutti gli steli del parassita onde impedire la fioritura e la conseguente maturazione dei semi. Certi comuni della Sicilia hanno introdotto appositi provvedimenti nei loro re- golamenti di pulizia rurale. nine fi —— ati o s dr —__————————____S@É Pavia — Tipografia e Legatoria Cooperativa — 1907: " eta Di SRedRO: Num. 13. Anno II. Rivista di Patologia Vegetale DIRETTA DAL Dortr. LUrcr MONTEMARTINI libero docente di Botanica nella R. Università di Pavia 1 giuono 1907. Re Ì Au ad ) i. Collaboratori: Prof. F. Cavara (Napoli) - Prof. G. DeL Gwercro 3 (Rirenze) - Dott. F. OB. ELLisox (Dublino) - Prof. A. KRoLoPP i Magyar-Ovar - Ungheria) - Prof. 0. Lorw”"(Tokio) - M. Al- È Pink (Melbourne - Australia) - Dott. E. Bessey (Miami-Florida). Indice del fascicolo N. 13. Price Bewnxer E. E. — La coltiva- | MARSAIS P. — Waltica della zione delle patate nel Co- vite ì È ; : - Pag: 201 lorado . . . . - Pag.196.| Mpraz A. — Notizie generali BexwnersoB. Ax = Note-su ir. at ia del Comubs > rorazioni eseguite nel 1904 | Stone: di». parassifolugia: al sogni s i ; RL UTI Messico . ; 5 % Lig 194 ts d | MorescHt B, — Come è orga- BERLESE-E. A. — (Vane spe- £ x ] » i SUINA | nizzata, in Italia, la difesa ranze a proposito della mo- ; SARI she x delle piante contro i nemici sca delle olive . 7 . >» 200 ; È ; I vegetali ed animali. . SE DROMGA 7 KIONPARESA, pr GRIZIOnE Muxnson W. M. — Note di frut- "Ra poi meli ; 2 : TA ticoltura ì È . ‘cd 196 GRPEN:W. e-Wam C..W. — NELSON A. — Aleune malattie * Ricerche:sulle patate. . . » 206. | delle patate . } ; DD 199 o “Hopexrss H. E., Sirrive F. A. RemonpINo 0. — Un parassita e Baker E. L. — Irrorazio- dei vecchi pomi: vischio DIRLO ni SOnEO la malattia di San Roques E. C. — Nota di pa- a o) (201 rassitologia alpina... < ’. >» 200 Jones L. Rie -Morse W..J. — SILVESTRI F. — (‘ontribuzioni Le malattie delle piante nel alla conoscenza degli in: Vermont è ì È +. > 198 setti dannosi all’ olivo i RD SI LAWRENCE Wo H, — La scab SORUAER P. Traccie del ful- ( { 1 - v iù, bia dei meli nello Stato di { mine e del gelo . - =. >7,205 Washington . ; 3 .- > 198. | Note pratiche . ; ; i DZ06 . | Notizie sulle specialità deila ORIGINAL FERNET COMPANY ati Società Anonima Capitale L. 800.000 ammontabile a L. 2.000.000 Spr Sede MILANO (Italia) - Via Calatatimi, 12 A T'avolette Fernet Lapponi FERNE' del Dottor Fernet FERNZTOL (Citro Fernet) Le Tavolette Fernet Lapponi, formulate dal rimpianto Dott. Lapponi, medico di S. 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Le principali malattie delle mele e delle pere furono la scabbia -(Venturia) e la nebbia o dblight (Bacillus amylovorus), però furono ambedue meno dannose che nel precedente anno 1903 perchè la grande siccità della primavera aveva distrutto i parassiti in parola. Le ciliegie e le prugne perdettero dal 10 al 25 p. 100 del raccolto causa il marciume nero (Monzliu) che distrusse non solo i frutti, ma anche i rami fruttiferi ed i fiori. Im molti posti si ebbero nelle ortaglie casi di. marciume molle di natura bacterica. Nel 1905 si osservarono nel Vermont le seguenti malattie delle patate : l’ abbruciaticcio delle cime (/ip-burn, che si mani- festa colla caduta delle foglie apicali dovuta non a funghi ma a cause fisiologiche), però in proporzione minore del solito : il seccume primaverile (ear/y bligt, Alternaria solani), pure in proporzione minore del solito, salvo nei terreni sabbiosi ; il sec- cume estivo (late blight; e il marciume, dovuti alla Phytophthora, 194 GENERALITÀ che furono assai diffusi e provocarono perdite considerevoli. Non si manifestarono invece il marciume nero e la ma- lattia dovuta alla /Mzizoctonza, benchè quest’ultima fosse comune come saprofita. Si ebbe in certe varietà una specie di ticchiola- tura delle foglie dovuta non a parassiti ma a cause fisiologiche, e in certe altre varietà si ebbe una malattia delle foglie dovuta a una Cercospora : quest’ ultima danneggiò specialmente le va- rietà primaticcie. ER. A. Besspry (Miami-Florida). Meraz A. — Informe general acerca de la historia, trabajos y resultados de la comision de parasitologia agricola desde su fundacion en 1900 hasta el mes de dicembre de 1906 (Notizie generali sull’ attività della Commissione di parassitologia agricola dal 1900 al 1906). (Bol. d. l. Com. d. Par. Agr., Mexico, 1907, 106 pagine e 3 tavole). Sono dati statistici sul lavoro fatto da questa istituzione da che è stata fondata, e sull’attività sua in pro’ dell’agricoltura. Sono raccolti i principali atti ufficiali. L. M. Moreschi B. — Come è organizzata , in Italia, la difesa delle piante contro i nemici animali e vegetali (/?e/azione all VIII Con- gresso Intern. di Agricoltura di Vienna, e Boll.d. Soctetà degli Agricoltori Huliuni, Roma, 1907, pag. 382-390). La lotta contro i nemici delle piante coltivate non è in I talia di data recente e già al principio e verso la metà del se- colo ‘scorso si ebbero in diversi stati italiani decreti intesi ad imporre determinati metodi di lotta contro le cavallette. I tempi nuovi però, per virtù delle nuove cognizioni scentifiche , recla- uu GENERALITÀ 9 marono meno incerti provvedimenti e fecero sentire il bisogno di organismi che, anche all’ infuori di ogni azione legislativa, potessero preparare e guidare gli agricoltori nella difesa delle piante coltivate contro tutte le malattie che le minacciano. Sorsero così il Laboratorio Crittogamico di Pavia (1871), la Stazione di Entomologia Agraria di Firenze (1874), la Sta- zione di Patologia Vegetale di Roma (1887), sull’ attività delle quali Autore dà molte ed utili informazioni. Seguirono le cat- tedre di entomologia agraria e di patologia vegetale presso le Scuole Superiori di Agricoltura di Milano, Portici e Pisa e presso l’Istituto Agrario di Perugia, non che presso molte Scuole Pra- tiche di Agricoltura; così che, tenendo conto anche del perso- nale tecnico delle cattedre ambulanti di agricoltura, si avrebbero ora tutti gli elementi per -organizzare una vera e buona lotta razionale contro i nemici delle piante coltivate. L’ Autore ricorda un buon progetto di legge preparato nel 1882 dal Ministero di Agricoltura, nel quale si teneva conto della impossibilità di avere in molti casi una lotta efficace dalla iniziativa privata locale od anche da quella delle amministrazioni comunali, e si ordinavano, di fronte alle grandi invasioni di certi parassiti, misure di indole generale. Disgraziatamente quel progetto non potè diventar legge dello stato e si ebbero solo delle istruzioni ai comuni perché nei loro regolamenti rurali includessero qualche norma intesa a combattere le malattie delle piante. Ben pochi però furono i co- muni che seguirono .i consigli dati (per Bologna veggasi a pag. 114 del Vol. I di questa /7vs(4), e pochissimi quelli che, dopo avere sancito delle norme, si curarono di farle rispettare. Ora di leggi dello stato contro i parassiti delle piante ne abbiamo due speciali: una contro la fillossera della vite, che re- gola il trasporto delle piante in conformità alla convenzione in- ternazionale antifillosserica di Berna del 1881 e favorisce la isti- tuzione di consorzi antifilloserici di agricoltori; l’altra contro la 196. GENERALITÀ — PARASSITI VEGETALI Diaspis pentagona del gelso, che prevede i modi di distruzione e di cura da adottarsi contro questo parassita (veggasi alla pag. 14 di questo volume). L’ Autore, acccogliendo i voti manifestati dagli agricoltori in diverse occasioni, crede pertanto opportuna la emanazione di una legge d’indole generale che prescriva la denuncia e la cura delle malattie delle piante coltivate. I capi saldi di una tal legge dovrebbero essere: la direzione suprema della lotta allo stato che potrebbe prescrivere di volta in volta i provvedimenti meglio adatti a soffocare'il male: obligo agli agricoltori di denunciare la comparsa delle malattie : obbligo agli interessati di provvedere, sotto la direzione di tecnici competenti, alla disinfezione, cura e distruzione delle piante infette: concorso dei comuni, delle provincie e dello stato quando la spesa passi certi limiti. L. MONTEMARTINI Muxsox W. M. —- Orchard Notes (Note di frutticultura). (Mare Agric. Erper. Station, Bull. N. 128, 1906, p. 65-80, e 9 fig.). È una pubblicazione che contiene note interessanti sulla coltura dei pometi, specialmente in riguardo alle irrorazioni da applicarsi contro gli insetti ed i funghi, alle cure da adottarsi per le piante colpite dal gelo, dalla grandine, ecc. E. A. Bessey (Miami-Florida). 3exnerT E. R. — Colorado Potato Industry (La coltivazione delle patate nel Colorado) (Colorad) Agricult. Exper. Station, 3ull. N. 117, 1907, 23 pagine e 6 tavole). Poche pagine di questa pubblicazione sono dedicate alle malattie delle patate. Il seccume primaverile /A/leynaria) è poco dannoso ; il sec- PARASSITI VEGETALI 197 cume autunnale (Phytophthora) non si presenta nel Colorado. La malattia più seria è la A/zsoctomia {(Corticium vagum so lani), che può attaccare l’ erba medica che si alterna qualche volta colla coltura della patata. Non si potè avere alcun buon risultato dai trattamenti chi- mici che si sono tentati sia per disinfettare il terreno, sia per i tuberi: è da ricercarsi dunque un rimedio nella selezione di qualità resistenti. Ù E. A. Bessey (Miami-Florida). Bennerr E. A. — Spraying notes 1904-905 (Note su irrorazioni eseguite nel 1904-905) (Storys Agric. Exrper. Station, Bull. N. 41, 1906, p. 48-65, con 6 figure). Si dimostra 1’ efficacia della poltiglia bordolese contro la Phytophthora delle patate e la Septoria lycopersica dei pomodori. Contro la peronospora delle cucurbitacee (Pseudoperonospora cubensis) il rimedio è efficace se ripetuto di frequente, ma pro- duce anche qualche danno alle piante. E. A. Bessev (Miami-Florida».. CranpaLL CH. S. — Spraying Apples. Relative Merits of Liquid and Dust Applications (Irrorazioni dei meli. Efficacia relativa dei liquidi e delle polveri) (I/linois Agrie. Ewper. Station, Bull. N. 106, 1906, p. 207-242, con 9 tavole e 5 figure). Furono fatte esperienze accurate in un pometo nel 1903, in due nel 1904 e in uno nel 1905 per paragonare l’ efficacia della poltiglia bordolese e della polvere di Bordeaux o “ dry Bordeaux , (che è la poltiglia stessa mescolata con sufficiente quantità di calce sì da ridurla in finissima polvere). Gli alberi trattati colla poltiglia liquida conservarono ie loro foglie per l’ intiera stagione e presentarono solo una piccola percentuale 198 PARASSITI VEGETALI di frutti ammalati : invece quelli trattati colla polvere e quelli di controllo lasciati senza alcun trattamento furono fortemente infetti da scabbia (Venturia inaequalis), perdettero le figlie fin dal settembre e presentarono solo pochissimi frutti ancora com- mercilabili. FE. A. Bessey (Miami-Florida). Lawrence W..H. — Apple Scab in Eastern Washington (La scabbia dei meli nello stato orientale di Washington). (Wa- shington Agric. Ewper. Station, Bull. Num. 75, 1906, 14 pagine). Nelle provincie orientali dello stato di Washington la scabbia è ormai diventata una malattia assai comune e dannosa ai po- meti. Essa è prodotta dalla forma conidica (Musieladium dendri- ticum) della Venturia inuequalis. Attacca i giovani rami, i fusti, 1 fiori e specialmente i frutti, ed è su questi che si presenta in modo allarmante dannosa. Nel 1904 alla Stazione Sperimentale la percentuale dei frutti colpiti variò dal 5 p. 100 nelle varietà Rombo e Kronish Rosy, all’ 80 p. 100 per la Stone Ewreka con un rapporto del 38 p. 100 tra le due varietà osservate. Nel 1905 la Avonish kRosy ebbe il 5 p. 100 di frutti infetti, la Rambo il 14 p.100, ed altre varietà ancora di più, tre anzi (Boyd, Mis- souri e Stone Eureka) presentarono il 100 p.100 di frutti at- taccati. In un pometo della Stazione Sperimentale furono fatte espe- rienzé per provare l’efficacia di due fungicidi : la poltiglia Bordo- lese e la Dry Bordeaux, che è un concentrato di poltiglia bor- dolese mescolata con sufficiente quantità di calce fino a ridurla in finissima polvere, da applicarsi sulle foglie quando sono an- cora bagnate di rugiada. La percentuale dei frutti sani fu la seguente : negli alberi trattati con poltiglia bordolese 81 p. 100, PARASSITI VEGETALI 199 in quelli curati col dry Bordeaux 12 p. 100, e negli alberi di con- trollo e senza trattamenti 5 p. 100. Si dànno consigli sul modo di preparare i due fungicidi. E. A. Bessey (Miami-Florida). NeLson A. — Some Potato Disease : their cause and control (Al- cune malattie delle patate : loro causa e rimedi). ( Wyoming Agricult. Esper. Station, Bull. N. 71, 1907, 39 pagine e 11 figure). È una descrizione popolare delle seguenti malattie con istru- zioni per combatterle: seccume ‘early blight - Alternaria so- lani, e late blight - Phytophthora infestans), Rhizoctonia (Cor- lictum vagum solani), scabbia (Vospora scabies). La Phytophthor1 non fu osservata nel Wyoming. E. A. Bessby (Miami-Florida . ReMoNDINO C. — Un parassita dei vecchi pomi: Vischio. (L'//a/za agricola, Piacenza, 1907, pag. 204-206, con una tavola co- lorata). È una breve ma chiara descrizione di questa pianta epifita, con osservazioni sul suo modo di vivere e sui danni che pro- cura alle piante sulle quali vive, danni che sono molto superiori agli utili che se ne possono ritrarre (oltre che a preparare il vischio, è un buon alimento, tanto fresco che secco, pel bestiame). Vcecorre tugliarne i cespugli appena si vedono, asportan- done anche la parte sub-corticale ed estendendo il taglio sotto e lungo la corteccia della pianta ospite, fin dove si vedono le le radici verdi del parassita. Le ferite vanno poi trattate con latte di calce 0 con catrame. L. M. 200 PARASSITI VEGETALI — PARASSITI ANIMALI Rooues E. G. — Note de parasitologie alpine: les champignons | parasites des plantes des Pyrénées (Nota di parassitologia alpina : i funghi parassiti delle piante sui Pirenei) (Bw//. d. I. Soc. Bot. de France, Paris, 1907, T. LIV, pag. 141-146). Sono poche osservazioni fatte nel giardino alpino del Pic du Midi, nei Pirenei, a 2853 m. di altezza. . PI L’ Autore segnala la presenza di tre specie: Fusicladiun) Aronici Sace. sull’ Aronicwn scorpioides ; Synchytrivm anrew Schròt. su Hu/lchinsia alpina, Galium caespiltosum., Oxrytropîs pyrenaica e Phytewma spicatum; e Pirenophora chrysospora (Niessl.) Sace. su Sarifraga muscoides. Quest’ ultimo parassita deve essere considerato come emigrato dalle regioni polari al- l'epoca glaciale, e rappresenterebbe pertanto nei Pirenei uno dei vestigi della flora micologica del periodo pleistocenico. TeM. 3ERLESE A. — Vane speranze a proposito della mosca delle olive (IL Coltivatore, 1907, N. 16, 8 pagine). TA L’ Autore combatte la proposta fatta da alcuni entomologi di andare in oriente a cercare i parassiti speciali della mosca delle olive. Tale proposta porterà certo a delle forti disillusioni. Infatti si hanno notizie precise le quali dimostrano che tanto in Grecia, quanto in Turchia, come in Egitto, come in Tripolitania, Tunisia, ecc. la mosca delle nlive si comporta pro- prio come da noi: quindi o il parassita della mosca non c'è, 0 non serve a nulla più che da noi. L’ unica regione del mondo dove sia olivo e non mosca, è la California, ma ciò è dovuto non alla presenza di un parassita speciale della mosca, ma alla sorveglianza e alle precauzioni colle quali si tiene isolata quella; plaga dalle altre regioni in cui si coltiva l’ olivo. L. MONTEMARTINI. NE: vp PARASSITI ANIMALI 201 Hopekiss H. F., Sirrine F. A. and Baker E. L. — S$praying for San Josè Scale (Irrorazioni contro la malattia di San Josè). (New York Agricult. Exper. Station, Bull. N. 273, 1905, pag. 473-500, con 4 tavole). Furono fatte molte ed estese esperienze per provare 1’ effi- cacia di molte miscele contro la malattia di San Josè e sulle piante che ne sono colpite. In generale tutte le miscele contenenti zolfo diedero risul tati soddisfacenti, benchè i peschi ne sieno rimasti un po’ dan- neggiati. La miscela Aerosene-line fu meno etficace. L’ olio so- lubile chiamato scalecide fu abbastanza efficace in certi casi, ma non è ancora provato su larga scala (Veggasi anche alle pre- cedenti pag. 16 e 137). E. A, Bessey (Miami-Florida). Marsais P. — L’altise de la vigne (L’ a//ica della vite). (Revue de Viticulture, Paris, 1907, T. XXVII, pag. 537-543, con una tavola colorata). hi È una descrizione dettagliata dell’ insetto adulto, della larva e dei danni che produce, che sono rappresentati nella tavola an- che con vere perforazioni delle foglie. La lotta contro questo nemico della vite deve essere fatta con due metodi : la distruzione diretta dell’ insetto perfetto in primavera , attirandolo su ceppi di vite cui non st applicano i trattamenti comuni del solfato di rame e del solfo: e lu di- struzione delle larve con insetticidi. Fra questi sono consiglia bili quelli a base di arsenico di cui venne gia purlato anche a pag: 48 e 240 del vol. I di questa Rivista. L’ Autore ricorda anche alcuni nemici naturali dell’ A//zea ampelophaga, quali la Doegeria funebris, la Zicroma caerulea 202 PARASSITI ANIMALI e, tra 1 funghi, l’/sarza densa e lo Sporotrichum globuliferum. Di questo fungo si tentò, in Algeria, la propagazione artifi- ciale e se ne ebbero risultati abbastanza soddisfacenti. L4M: SiLvestRI F. — Contribuzioni alla conoscenza degli insetti dannosi all’ olivo e di quelli che con essi hanno rapporti. (B0//. d. La- bor. di Zool. Gen. e Agraria di Portici, Vol. II, 1907, 82 pagine e 86 figure). Sono osservazioni fatte dallo stesso Autore.o da altri stu- diosi, sotto lo sua direzione, in laboratorio appositamente isti- tuito nell’ Italia meridionale (a S. Vito dei Normanni prima, e poi a Catanzaro), non che direttamente nei campi e pure nel la- boratorio di Portici. In questa prima puntata sono contenute tre note : 1. G. Martelli (Nole dietologiche sulla mosca delle olive, da pag. 3 a pag. 12) ha osservato accuratamente sul posto i co- stumi della mosca olearia adulta, ed ha visto che sì nutre di so- stanze zuccherine ovunque le trovi: sostanze escrementizie dei Lecanivm e dei Ceroplastes, nettare di fiori, sostanze escrete dall’ oliva, melata delle piante, succhiando pure il sudore della pelle degli animali. L’ accoppiamento, che l’ Autore descrive mi- nutamente, avviene dopo 3 a 17 giorni dalla nascita, dura pa- recchie ore, ed è seguito alla distanza di 3-4-6 giorni (a seconda dei mesi) dalla deposizione delle ova. L'Autore descrive accura- tamente anche questa operazione, non che lo sviluppo della larva e della pupa, raccogliendo in una tavola i dati da lui rilevati sulla durata delle varie fasi. 2. F. Silvestri (Generazioni detla mosca delle olive, da pag. 13 a pag. 17) si è occupato durante i due anni decorsi 1905 e 1906 di constatare il numero delle generazioni che in un anno PARASSITI ANIMALI 203 può compiere la mosca. Questa è un insetto a sviluppo continuo, cioè può trovarsi allo stato di uovo, di larva, di pupa e di in- setto perfetto durante tutto l’ anno, avendo un periodo ibernante più o meno lungo o allo stato di adulto, o a quello di pupa, 0, raramente, a quello di larva; siccome però la larva vive solo nella polpa delle olive, il numero delle generazioni è subordi- nato alla presenza di queste. Dalle osservazioni fatte dall’ Autore nell’ Umbria e nella Puglia risulta che la mosca che compie una generazione prima- verile può dare nuovi adulti durante il mese di giugno; però siccome per compiere tale generazione è necessaria la presenza di olive da olio e di olivastri, e siccome non sempre questa con- dizione si verifica, spesso le mosche che infettano le olive della nuova annata devono essere quelle nate in marzo-aprile, da pupe ibernanti, e che hanno avuto una vita molto lunga allo stato adulto. In questi casi, in giugno abbiamo già mosche ben nu- trite, accoppiate e prontissime a deporre le ova, sì che le irro- razioni De Cillis con sostanze zuccherine avvelenate non pos- sono avere su di esse alcuna influenza, essendo esse efficaci solo per le mosche nate di recente e che avendo ancora bisogno di nutrirsi succhiano avidamente la sostanza avvelenata. 8. F. Silvestri, G. Martelli e L. Masi (Sugli inenotteri pa- vassiti ectofagi della mosca delle olive fino ad ora osservati nell’ Italia meridionale e sulla loro importanza nel combat tere la mosca stessa, da pag. 18 a pag. 82) studiarono in modo speciale gli insetti parassiti del Dacwus oleae che poterono os- servare negli anni 1905 e 1906 in varie località dell’ Italia me- ridionale e centrale. In tali regioni la mosca delle olive è combattuta da quattro specie di imenotteri parassiti: Eulophus longulus ZLett., Eupel- mus vrozonus Dalm., Dinarmus dacicida Masi (specie nuova) e Wuwrytoma rosae Nees. 204 PARASSITI ANIMALI Di tutte queste specie si danno descrizioni (con figure) e notizie dietologiche, e si considera la loro importanza come pa- rassiti della mosca delle olive. (li Autori studiano poi la diffusione relativa delle quattro specie in parola e ne rilevano l’importanza. In alcuni casi esse sono giunte ad uccidere fino il 65 p. 100 delle larve di mosche, così da potere spiegare come in qualche posto le olive sieno ri- maste meno attaccate che altrove. Sarebbe pertanto consigliabile di curare con ogni mezzo e proteggere la diffusione e moltiplicazione di questi e di altri insetti parassiti della mosca olearia. Gli Autori suggeriscono anzi come metodo razionale di lotta : a) cultura dell’olivo meno specializzata che sia possibile, quindi consociazione con esso di mandorli, fichi ed altre piante fruttifere ; h) conservazione di quercie, rose selvatiche e arbusti lungo gli argini, le fosse ecc. degli oliveti,conservazione anche di siepi e boschi in vicinanza di essi : : c) raccolta almeno in marzo e aprile di tutte le olive di distruzione o innesto di tutti gli olivastri ; d) formazione di oliveti con alberi di due varietà : V una a frutto molto precoce, l’altra a frutto molto tardivo: le prime tenute nella proporzione di una a cento, a distanze uguali tra loro, basse e potate in modo da lasciar veder bene tutto il frutto ; e) racolta in due volte, avanti la comparsa degli adulti di prima generazione, di tutte le olive bacate a frutto precoce ; f) conservazione di tali olive per un mese in casse che permettano l’uscita dei parassiti delle mosche e non delle mosche. L. MONTEMARTINI ANATOMIA PATOLOGICA 205 Sorauer P. — Blitzspuren und Frostspuren (Traccie del fulmine e del gelo) (Ber. d. deuts. bot. Ges., 1907, BA. XXV, p. 157- 164, e 2 figure). Il Tubeuf ha descritto nel 1903 degli essiccamenti di cime di pino, in Baviera, che erano da attribuirsi, secondo li, all’ a- zione del fulmine. Siccome, anche escludendo che potessero es- sere dovute alle larve di Gyapholitha pactolana , potrebbe re- stare il dubbio trattarsi all’ azione del gelo, I’ Autore confronta le lesioni prodotte artificialmente su rami sani tanto dal gelo che da forti scariche elettriche. Nell’ un caso e nell’ altro si hanno nella corteccia, ad una certa distanza dal legno, lesioni apparentemente simili: un nu- cleo interno morto, circondato da una zona di cellule orientate radialmente. Però quando si tratta del fulmine il tessuto corti- cale colpito secca presto, si schiaccia, e viene circondato da un mantello di sughero che si presenta come un vero anello ; quando invece si tratta del gelo, le cellule interne morte conservano la loro forma e vengono anch’ esse circondate da una zona di cel- lule nuove, ma queste non costituiscono un vero mantello di sughero. Inoltre, come aveva rilevato anche von Tubeuf, le lesioni dovute al fulmine si prolungano verso il basso in striscie sem- pre più strette, che passano gradatamente ai tessuti sani ; quelle prodotte dal gelo non presentano mai un simile irradiamento nelle parti sane. L. MONTEMARTINI. 206 FISIOPATOLOGIA — NOTE PRATICHE Green W. J. and Warp C. W. — Potato investigations (Ricerche sulle patate) (Ohio Agricult. Exper. Station, Bull. N. 174, 1906, pag. 251-289, con 18 figure). i Nella prima parte di questo bollettino sono descritte molte preziose varietà di patate :la seconda parte è dedicata allo stu- dio delle malattie. Si è osservato che le diverse varietà mostrano una resi- stenza differente al seccume primaverile (early Dlyht, dovuto all’ Alternaria solani): sono resistentissime June, Livingston , Magnum Bonum, Spring Valley Champion, Beauty estiva e invernale. Anche in una stessa varietà la resistenza varia da individuo ad individuo, così che si possono ottenere qualità più resistenti selezionando i tuberi delle piante che furono meno attaccate. Per il seccume autunnale (/ate Dlight, dovuto alla Phyto- phthora) questa selezione delle qualità resistenti non è suffi- x ciente, è dunque necessario fare irrorazioni colla poltiglia bor- dolese : con questo metodo si è aumentato il raccolto (nel 1905) del 36 p. 100. E. A. Besspy (Miami-Florida). NOTE PRATICHE Dall’ VISI Report of. the Vermont Agric. Erper. Station, 1905, pag. 297. Wm. Stuart comuuica che facendo passare, con opportuni mezzi, il va- pore di acqua calda sotto pressione nel terreno delle serre di forzatura, si uccidono tutti gli animali, specialmente i nematodi. Durante la disinfe- zione bisogna coprire il suolo con tela da sacchi. NOTE PRATICHE 207 Dall'Italia Agricola, Piacenza, 1907. Num. 4. — €. Cipolla comunica che somministrando agli olivi una mi- seela (in varie proporzioni a seconda dei diversi terreni) di polvere di car- bone di frassino e di calce viva, si riesce a renderli più resistenti all’ in- fezione della mosca e di altri parassiti. Num. 6. — Si dimostra l’ inutilità di trattare col solfato di rame i tu- beri da semina delle patate: la peronospora non fa alcuna differenza tra le piante provenienti da tuberi trattati o meno; tutte per essere difese devono venire poi irrorate colla poltiglia bordolese. Num. 9. — G. Chatillon insiste ancora sull’efficacia degli spari contro la grandine, constatata dalla Società di viticoltura di Lione. Contro le larve della Tinea granella, che attacca le cariossidi formando gomitoli di grano, si consiglia: paleggiare il grano ed immergere i gomi- toli in acqua a 70°; tenere nel granaio recipienti con acqua per farvi an- negare le farfalle. Dall’Agricoltura Subalpina, Caneo, 1907 : N. 9. — Per combattere il verme del melo (Tortrix carpocapsa) si con- siglia raccogliere e distruggere le mele infette che cadono dagli alberi, e smuovere in primavera il terreno sotto gli alberi stessi, inaffiandolo con una soluzione di 5 chilogrammi di carbonato potassico in 50 litri di acqua. i Cioe Dalla Revue de viticulture, Paris, 1907: N. 694. — L. Rougier comunica il risultato di esperienze dalle quali appare la superiorità dell’ acetato di rame sopra la poltiglia bordolese nel combattere il black-rot della vite. N. 695. — P. Marsais descrive i caratteri dell’e,n0si sulle foglie e sui grappoli della vite, e dice che sono efficaci contro di essa gli stessi trat- tamenti invernali (scottature e pennellature colla formola Balbiani) che si praticano contro la pirale ed altri parassiti. Sono pure utili le solforazioni alle foglie colpite, appena appare la malattia. N. 698. — M. Cercelet consiglia l’ uso del solfato di ferro (in soluzione al 30 p. 100, da versarsi al piede dei ceppi ammalati) anche contro la clo- rosi estiva della vite, cioè all’ ingiallimento che si manifesta quando ad un periodo di giorni caldi e soleggiati succedono rapidamente giornate fredde e piovose. 208 . NOTE PRATICHE Ed. Zacharewiez per i medieai invasi dalla cuseuta consiglia il tratta- mento di Schribaux, reso obbligatorio con decreto prefettizio nella Vau- cluse in Francia: falciare l’ erba nelle plaghe infette e in una zona di al- meno un metro di larghezza intorno ad esse, bruciare accuratamente il raccolto sul posto, scassare il terreno e seminarvi dell’ avena. Questo ce- reale distrugge completamente nel terreno ogni traccia di cuseuta. Oceorre poi sapere prevenire il malanno mandando ad esaminare le sementi pei nuovi medicai agli appositi laboratori. li: m. Dal Progres Agricole et Viticole, Montpellier, 1907 : N. 13. — Si rileva che il liquido che esce sotto forma di pianto dalla vite contiene solo il 2 p. 1000 di sostanza secca, di cui due terzi sono di sostanza organica ed un terzo di sostanze minerali. Non è dunque a pen- sarci che, anche quando il pianto è molto abbondante, la vite abbia in tal modo a subire perdite considerevoli di principi nutritizi. N. 16. — Per combattere le grillotalpe si consiglia il solfuro di car- bonio nella dose di 30-40 gr. per metro quadrato: le applicazioni si fanno in inverno. Si consiglia anche versare nelle gallerie in cui si trova l’ insetto del- l’acqua saponosa. Utile per mettere a fior di terra vasi verniciati interna- mente pieni fino a metà di acqua, e sospendere per alcuni giorni gli inaf- tiamenti : le grillotalpe, avide di acqua, accorrono vicino ai vasi, vi cadono dentro e vi annegano. È pure consigliabile fare ricerca in primavera dei nidi dell’ insetto i quali sì trovano nel terreno alla profondità di 25 m., ma si riconoscono esternamente da piccoli mucchietti di terra mossa, circondati da erbe sec- che: si raccolgono tali nidi, avendo cura di non disperdere le ova, e sì but- tano sul fuoco. N. 21. — Contro il Geophilus longecornis; miriapode che attacca le ra- diei dei cavoli, si consiglia di inaffiare con una soluzione di solfo-carbo- nato di potassio nella proporzione di 20 gr. in 15-25 litri di acqua per ogni metro quadrato. L. m. Pavia — ‘Tipografia e Legatoria Cooperativa — 1907. # Sanno IT. 30 giugno 1907. Num. 14. Cars Rivista di Patologia Vegetale g. Dowr: LuIiGr MONPLEMARTENI libero docente di Botanica nella R. Università di Pavia LGallborafori : Prof. F. Cavara (Napoli) - Prof. G. DeL GuErero (Firenze) -. Dott. F. 0° B. ELLIson (Dublino) - Prof. A. KRoLopp ù, (Mag yar-Ovar - Ungheria) - D. S. Hori (Nishigahara-Tokio) - ‘ (Mi i (Melbourne - Australia) - D". E. BessEey (ame iaa Indice del fascicolo N. © Banò ide) E. — Rassegna sul- HEeDLUND PT. — Sulla relazione Puso della cerca de chipre tra alcune malattie dei ve- e sulle nuove macchine per getali e le condizioni cli- Bi distruggere le loeuste. + Pagy:214 . materiche . ) : EMILI «Barsaco J.— Distruzione pra- | tica della Carpocapsa pomo- MaNGIN L.e HaRrIOT L. — Sulla malattia. dell’ arrossamento “’osbr 215 i - nana 0-bì dLp delle mele.» 215 degli abeti -. ea BLin H. — L'antracnosi dei i fagiuoli e dei piselli... . > 209, Maver V. — Un ampelofago CDA È NA ; straordinari D li A Brizi U. — Su alcuni ifomi- REA GRIS DIO : Li ‘ceti del mais guasto . «> 209 | MERLE. — La malattia del cuo- BurLER E. J.. — Alcune ma- re delle barbabietole . SATO lattie dei cereali dovute alla 2 ; ‘ aaa Passy P. — Falsa erinosi del Selerospora graminicola. <. » 211 | : SL pero , : È : ALZI i. DeL .GuERcIO G..— . Note. ad i ; È Dpr Lea icorize en: i uma’ interessante relazione PerrI L. — Sulle micorize en di Fred. NE Theobald per la dotrofiche della vite . . » 214 vj ) nie 9216 È Zoologia Economica . - » 216.| Id. — Ricerche sopra la bac- Ginpara G. — Uso e prepa- teriosi del fico. . 1 AR razione della poltiglia bor- dolangi i È > 9]j9.| Note pratiche 223. Notizie Sulle sponialmt viel ORIGINAL FERNET SMP "i Società Anonima Capitale L. 800.000 ammontabile a L. 2.000. Po Sede MILANO (Italia) - Via Calatatimi, 12 Tl'avolette Fernet Lapponi FERNET' del Dottor Fernet FERNETOL (Citro Fernet) Le Tavolette Fernet Lapponì, formulate dal rimpianto Dott. Lapponi, medico di S. Santità, sull’antica ricetta manoscritta del liquore Fernet posse- duta dalla Compagnia, contengono tutti i principi attivi del Fernet liquido, e per gli organismi delicati, donne, fanciulli, presentano il vantaggio di non con- tenere alcool. sono un gradevole e portentoso rimedio contro tutti i disturbi dell’apparato digerente. L. 1.25 la scatola dai Farmacisti e Droghieri. 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FEICIAASAICAIKA = y las nuevas maquinas para exterminar la langosta (assegna sull’ uso della Cerca de chipre e sulle nuove macchine per distruggere le locuste) Com/sion de parasitologia Agricola, Mèxico 1907, Circ. N, 56, 9 pagine e 11 tavole). PARASSITI ANIMALI 215 E una relazione del console generale degli Stati Uniti del Messico a Budapest, nella quale sono molto ben descritti, col- l’aiuto di belle figure e fotografie, i metodi adottati in Ungheria per la caccia e la distruzione in grande delle locuste. Si dimostra che l’ applicazione delle nuove macchine a ra- strello trascinate da cavalli è più economica e più utile che il metodo classico delle trappole chiamate cerca di chipre. EM. Barsaco .J. — Destruction pratique du carpocapse ou ver des pommes (Distruzione pratica della Cayrpocapsa pontonana, o bruco delle mele) (Ze Jaydin, 1907, p. 108 e 124, e 4 figure). Dopo avere brevemente descritto la biologia dell’ insetto, l'Autore suggerisce l’emulsione di petrolio come indicata per la distruzione delle ova che le farfalle depositano sulla superficie delle foglie e dei frutti. "Tale emulsione si prepara sciogliendo 300 grammi di sapone nero in 5 litri di acqua calda, ed aggiun- gendo poi a poco a poco, mentre si agita, 10 litri di petrolio : si conserva efficace per 4-5 giorni e deve essere applicata pos- sibilmente nei primi giorni dopo che le ova sono deposte, te- nendo presente che si hanno due generazioni ogni anno, in aprile- maggio, e in luglio-agosto. Contro le ova si può pure applicare, in giugno e luglio, l’emulsione nico-fenicata, preparata con 2 chil. di nicotina, 400 gr. di acido fenico e 1 chil. di sapone nero in 100 litri d’acqua. Però ha maggior importanza la lotta diretta contro i bruchi, per la quale l'Autore consiglia gli insetticidi a base di arsenico. Per i peri ed i meli serve benissimo la seguente miscela: 150 grammi di verde di Parigi, 260 di calce viva, 850 di fiore di farina, e 200 litri di acqua. Per le piante con foglie più tenere, sî adopera invece 90 grammi di verde di Parigi, 180 di calce viva, 850 di fiore di farina e 100 litri di acqua. 216 PARASSITI ANIMALI La prima irrorazione va praticata quando il calice dell’ o- vario fecondato è ancora aperto, e bisogna ripeterla quando le pioggie asportano via il rimedio. bh. M. Del Grercio (. — Note ad una interessante Relazione di Fred. V. Theobald per la Zoologia Economica del 1906 nel South- Eastern Agricultural College. /0,%g/,wule): Con la denominazione di Zoologia Economica (Economich Zoology) gli entomologi americani alludono a quella che in Europa si ha col nome di Zoologia applicata all’ agricoltura , alle industrie, agli animali domestici ed all’ uomo, ed il Prof. Fred. V. Theobald nel rapporto sopra lodato dà appunto notizia di un numero considerevole di Vermi, di Acari e di Insetti di- versi nocivi alle varie piante coltivate, agli animali domestici e molesti all’ uomo. Noi limiteremo le osservazioni ad alcuni di essi soltanto, che si trovano fra gli animali nocivi agli altri addomesticati ed utili all’ uomo, anche da noi. Ricordiamo così la comune Tuesnia marginata Batsch, il Cytolichus nudus Viz, o acaro dei fagiani, la f/eoltajia bifurcata v. latior Can. della Quglia (Cuccabis rufa L.), la Megninia cubitalis Megn e la Hacwnaphisalis puncltata Can. et Fanz., con rilievi meno scarsi e certo più interessanti sui Tabarnzidi, sugli Stowmo:rys, sulle Hyppoboscidue, etc, considerati per le molestie che diretta- mente recano al bestiame, e per le malattie che taluni di: essi colla puntura possono diffondere anche nell’ uomo. Contro i Tabanidi (7abanus bovinus, sudeticius, cttummatis, Alylotus fulvus etc.) V A. mette in vista il suggerimento di Porchincki, di petrolizzare le lagunette e le pozze d’ acqua dalle quali devono gli insetti venir fuori. Questo suggerimento, che da tempo ho indicato contro le zanzare, adoprando petrolio nero resinato, o puro, a seconda ASCON PARASSITI ANIMALI ZAN delle condizioni nelle quali si opera, può certo rendere buoni servigi anche contro i Tabanidi. Però non bisogna nascondersi le difficoltà alle quali, con esso, si va incontro, quando si tratta di ricercare le pozze d’acqua delle fonti dei boschi e dei burroni, e siccome da noi le ho trovate quasi sempre non tali da essere utilmente affrontabili, ho trovato più comodo ed utile intanto (all’infuori. di un'azione generale) spalmare la superficie del corpo dei bovi, dei cavalli e degli asini con sostanze contenenti piccole quantità di olii empireumatici, e però riechi di creosoto e di altre sostanze per sottrarre le povere bestie alle punture di tali insetti: e vi sono pienamente riuscito. Per questi ed altri Tabanini d’altronde, per non essere sem- pre ad immunizzare il corpo degli animali, si potrebbe tentare _la via degli avvelenamenti con sostanze capaci di attrarli, da spargersi contro i tronchi degli alberi e sul fogliame, lungo le strade dei boschi, presso le quali i Tabanidi si appostano od aspettano impazienti il passaggio degli animali indicati e del- l’uomo per aggredirli. L'A. passa poi a considerare i danni che gli insetti e gli altri animali arrecano agli alberi fruttiferi ed agli arbusti, e da indicazioni diverse di difesa, osservando che gli effetti migliori contro la Carpocapsu pomonella li ha ottenuti con il trattamento all’ arseniato di piombo e mediante gli anelli di strisce di tela al fusto delle piante, per raccogliervi, in questo caso, la larve trosformatevi, così come a varie riprese, da diversi anni, ho rac- comandato anche da noi. Se non che ritengo opportuno che la stoppa, la tela, ed i sacchi vecchi da situarsi dalla base alle grosse branche del fusto, si debbano prendere ed immergere nell'acqua bollente negli intervalli fra una generazione e 1° altra, e propriamente quando | esame dimostra che è da un pezzo iniziata la trasformazione delle larve. Siccome queste però dalla seconda alla terza generazione possono trasformarsi e s1 trasfor- mano anche nei frutti, è indispensabile lo scuotimento delle piante per la caduta, la raccolta e la distruzione, secondo i casi, 0 218 PARASSITI ANIMALI la utilizzazione immediata dei frutti infetti, altre volte suggerita. Quanto poi all’ uso dei veleni bisogna tener conto di un altro fatto non ricordato ancora nella biologia della Carpocapsa e cioè che le larve della seconda generazione imbavano i frutti e li mangiano anche nei punti di contatto. Cosichè le soluzioni velenose si devono irrorare per almeno tre volte di seguito dal momento dell’allegazione dei frutti alla metà di luglio, cercando di colpire i frutti, ed i trutti soltanto, dalla’ parte degli avanzi fiorali dissecati, per investirli interamente. Da noi poi questo metodo deve essere seguito per porre ar- gine anche più sicuro al dittondersi di altri Tortricini, che av- visati da me per la prima volta sul nocciuolo (Corylus avellana etc.) ad Avellino, in provincia di Salerno, e nei dintorni di Na- poli, ho riscontrati poi assai numerosi e nocivi anche in altre. provincie d’Italia, sulle foglie e sui frutti delle piante del pero e «del melo. Queste tortrici corrispondono alla Gypsonona ace viand Dup. e alla G. incarnana Hw. e si combattono irrorando germogli e frutti successivamente, nel pomario, ed i germogli sul noccinolo, con soluzioni di arseniato di piombo, meglio assai che con gli altri sali di arsenico anche da me largameute sperimentati fino dal 1896 contro insetti brucatori delle piante, e contro altri animali nocivi. Per la Mytilaspis pomorun Bouché, VA. da notizia della generazione di giugno, alla quale qui se n’ aggiunge una dalla fine di marzo ai primi di aprile, un’ altra dalla prima alla se- conda decade di agosto, e poi una quarta autunnale che dalla fine di ottobre alla metà di novembre completa ed assicura la specie durante l’ inverno, con i suoi discendenti, e la riproduce nella primavera seguente. Dove il clima è freddo, invece di quattro si hanno tre generazioni complete ed una incompleta , ed è questa che bisogna seguire attentamente per segnare il mo- mento «lella nascita delle larve dalle nova e colpirle appena nate dagli ultimi di marzo ai primi di aprile, con preparati all’olio di catrame, al catrame di legno o al sapone, alla dose dall’ 1 PARASSITI ANIMALI 219 e mezzo p. cento, certamente più attive e meno dannose delle miscele alcaline, delle emulsioni di paraffina e non pericolose, come le fumigazioni all’ acido cianidrico, alle quali sono da pre- ferirsi a parità di altre condizioni, anche alle dosi invernali del 10 p. cento nelle quali proporzioni noi abbiamo avuto sempre grande fiducia per la distruzione degli adulti di tutti i Diaspini. Quanto alla Schizonenra del melo (Myrorylus laniger Hausm) YA. consiglia l’uso delle soluzioni di sapone e tabacco, o delle fumigazioni molto ripetute, e nello stesso tempo la esposizione delle piante al gas dell’acido cianidrico: mentre le nostre espe- rienze ci hanno qui mostrato che le emulsioni saponose all’ olio di catrame e la Pitteleina, alla dose del 3 p. cento ci danno piena ragione dell’ insetto sul fusto: laddove il solfuro di car- bonio (formula Berlese, formula Del Guercio) ed il tetracloruro di carbonio solubile (formula Del Guercio) sono sufficienti a di- struggere le forme radicicole della specie. Passando poi sulle infezioni per parte della psilla. e di al tri insetti, portiamo l’ attenzione sulla tentredine del Ribes (Nematus o Croesus septentrionalis L.) pel quale le idee nostre combinano con quelle dell A. nel distraggerne le larve, con le soluzioni arseniacali o coll’ infuso di elleboro: mentre per il moscerino delle piccole pere /D/p/0s/s pyrzr0r4) noi possiamo as- sicurare che, per distruggere le larve, non vi è di meglio delle irrorazioni catramose da farsi al momento o poco dopo la caduta loro e la discesa successiva nel terreno, non' avendo trovato nes- sun giovamento dall’ uso della cainite e dei superfostati pure a tempo opportuno nelle esperienze fatte adoprati. Il lavoro dell’ egregio Prof. Theobald seguita con notizie sulla Aegerza tipudiformis Clerck largamente rappresentata an- che in Italia, sul ZLecaniienmi ribis, sull Eriophyes ribis, e sul- VP Eriophyes pyri, (che molesta anche da noi le toglie e i frutti ancora piccoli del pero), e sopra un numero notevole di altre specie, spesso anche figurate, per le quali insieme vi sono ol tre un centinaio di pagine di utili osservazioni. G. DEL GUERCIO. 220 PARASSITI ANIMALI Mayer V. — Un ampeloplage extraordinaire (Un ampelago straor- dinario) (Le progrès agricole et viticole, Montpellier, 1907, pag. 561-562). Il maggiolino (Me/olontha vulguris) raramente attacca, allo stato perfetto, i pampini della vite e solo allo stato di larva, conosciuta col nome di verzie bianco, può recare qualche danno alle radici delle viti giovani nei vivai. | L’ Autore segnala ora una grande invasione di insetti per- fetti nella ricca pianura dell’ Hérault, nella quale tutti i giovani tralci delle viti ne furono devastati, con danni considerevolissimi. L’abbondanza di tali insetti è forse dovuta alla siccità dello scorso anno e alla mancata inondazione dell’ Hèrault che hanno permesso lo sviluppo di tutte le larve annidate nel terreno. Però non si può ancora spiegare come essi abbiano abbandonato gli alberi su cui vivono ordinariamente, per attaccarsi alle viti. ID consigliabile solo la raccolta diretta. L.: M. Passy P. — Fausse erinose du poirier;: Phytoptus Piri (Falsa erinosi del pero: Phyloptus Piri) (Revue Horticole, 1907 , pag. 70 con 4 figure. Il Phytoptus Piri provoca sulle foglie dei peri una malattia indicata impropriamente col nome di Do//4, nome che dovrebbe essere riservato per la malattia, con caratteri esterni simili, pro: dotta invece dalla Taphrina bullata. Il Phytoptus dei peri attacca di solito tutte le foglie di una gemma perchè sverna appunto entro le gemme, nascosto tra una scaglia e l’altra e alla primavera comincia a pungere, le piccole foglie quando sono ancora chiuse nel bottone. Per effetto delle punture, le cellule ferite muoiono, ed il parenchima circo- h rà x ld > PARASSITI ANIMALI — BACTERÌ 221 stante presenta un processo di irritazione che dà luogo ai rigon- fiamenti ed alle alterazioni caratteristiche della malattia. Le femmine depongono le ova nelle foglie e le larve che se ne sviluppano vanno ad attaccare altre foglie sane. Raramente la malattia si presenta in proporzioni allarmanti : quando è tale, è una delle più difficili a combattere perchè i parassiti durante l'inverno sono troppo riparati. Le solforazioni sono più di danno che di utile, ed è preferibile raccogliere e bruciare le foglie di mano in mano che si ammalano. ‘ Perri L. — Ricerche sopra la bacteriosi del fico (/ewndie. d. 7. Mieltgi Lincei, CI Sc; Fis. e-Nat., Vol. XV, Ser..V, Roma; 1906, p. 644-651, e 2 figure). In provincia di Cosenza si è sviluppata la stessa malattia dei rami dei fichi che il Cavara (veggasi a p. 10 del volume I di questa /7vista) ha segnalato in altre località della Calabria ed ha chiamato dacteriosi del fico. A Cosenza la malattia è co- noscinta sotto il nome di wa/e del ragno, denominazione che indica anche altri malanni della stessa pianta. TL’ Autore, escludendo egli pure che causa anche indiretta della malattia possa essere l’ Hypoborus Fici Erich. , ha isolato dagli organi ammalati lo stesso Bacterium Fici Cav. che venne già isolato e studiato dal Cavara, ed è anzi riuscito a riprodurre artificialmente , colle colture di questo microorganismo , la ma- lattia su piante sane. Lo stesso bacterio si trova, oltre che nelle trachee , anche alla superficie dei rami e delle foglie ammalate e I’ Autore crede egli pure che l'infezione abbia principio nelle foglie : lo confer- 222 BACTERÌ — MALATTIE D' INDOLE INCERTA ma il fatto che i rami giovani sono i primi ad essere attaccati, e che in essi i microorganismi si trovano prima nelle regioni in corrispondenza ai nodi che non in quelle internodali. Esposti con molta precisione i caratteri diagnostici del Bacterium Fici, quali anche vennero descritti dal Cavara, l’ au- tore rileva come essi coincidano perfettamente con quelli, pre- sentati dall’ Ascobacterium lutewim che il Babès ha isolato dalle acque della Dumbintza a Budapest. E l' Autore crede che si deb- bano riportare alla stessa forma molte altre forme: / Ascobacit tus citreus, isolato da Unna e Tommasdi dalla pelle di un uomo ammalato di eczema seborroico; il Bacz//us capsulatus Trifolti, che l’autore stesso ebbe altra volta ad isolare da trifoglio am- malato : 1 Ascobacillus Sacchari, che lo Smith trovò nella gom- mosi della canna da zucchero ;: i bacterî della bacteriosi del gelso e dalla canapa descritti dal Peglion: il Bacillus gummis, trovato da Comes in tessuti necrosati di fico : il bacillo della tubercolosi dell’ olivo e dell’ oleandro : quello che trovasi costantemente nel tubo digerente della mosca olearia, ecc. Forse si tratta di varietà o razze di una stessa specie, la cui ubiquità desta il dubbio non si tratti altro che di un saprofita molto diffuso che solo in casì eccezionali può diventare patogeno per le piante. Ciò s' accorderebbe anche coll’ ipotesi messa avanti dal Ca- vara, che altre batteriosi già conosciute possano essere prodotte da forme e varietà di un sol tipo specifico. L. MONTEMARTINI. Maxgiy L. e Harior L. — Sur la maladie du rouge du sapin pe- ctiné dans la forét de la Savine en Jura (Sulla malattia del- l’arrossamento degli abeti nella foresta della Savina nel (iura) (Bull. d. lu Soc. Myc. d. Prance, ‘1907, 1 XXIII 16 pagine e 8 figure). MALATTIE D’INDOLE INCERTA — NOTE PRATICHE DO Ne) È la descrizione della malattia di cui a pagina 111 di que- sto volume, colle figure delle specie nuove di micromiceti ivi elencate. La più comune, quella che presumibilmente è la causa della malattia, è la R//izosphaera Abietis, però non si può an- cora con sicurezza attribuire ad essa Varrossamento degli abeti. IEREVIE NOTE PRATICHE Dalla Lomellina Agricola. Mortara, 1907. N. 108. — Si osserva che il forte sviluppo di alghe in certe parti delle risaie, in primavera, può danneggiare il giovane riso che sta spun- tando dall’acqua: si consiglia alzare momentaneamente il pelo dell’acqua e levarne le alghe medesime con speciali rastrelli 0 seliwnuarole, fatte con rete metallica a maglie larghe. l. n Dal Corriere del Villaggio. Milano, 1907. N. 23. — Contro le lumache, se si tratta di poco terreno sì consiglia la raccolta a mano. In grande si possono combattere spargendo della ce- nere non lisciviata, della calce in polvere, o una mescolanza di 74 parti di calce in polvere, 25 di zolfo finissimo e 1 di polvere di piretro. — Giova la segatura di legno fatta bollire in una soluzione di solfato di rame al 15 %,, e poi sparsa su una larghezza di 10 a 15 centim. attorno agli ap- pezzamenti invasi o da difendere. — Un mezzo molto etticace è spargere del solfato di ferro (vetriolo verde) ben polverizzato. — Poi ci sono le così dette trappole, cioè tavolette spalmate di grasso, foglie di cavolo spalmate di burro rancido, buccie di popone, ece.: le lumache e i lumaconi vi si riuniscono in quantità e allora si raccolgono, si pongono in recipienti con- tenenti una soluzione di solfato di rame al 5 “/, 0 latte di calce, e dopo 5 ore di seppelliseono in un fosso profondo. Le piante e le coltivazioni da preservare si circondano con corde, 0 stracci imbevuti per 24 ore in una soluzione di solfato di rame al 10%. È lo ‘Mm 224 NOTE PRATICHE Dall’ Agricoltura Subalpina. Caneo, 1907. N. 11. — A. Paschetta comunica che in molte esperienze da lui fatte per combattere la Cocky/is dell’ uva in primavera si sono dimostrate inef- ficaci le lanterne messe di notte in mezzo alle viti (le farfalle della Co- chylis, essendo crepuscolari, svolazzano sul cader del sole, ma nella notte non si muovono), come i recipienti con aceto, miele, vischio od altre so- stanze, come pure gli insetticidi: se non si aprono i grovigli, questi non riescono a nulla, e se si deve fare questo lavoro si può addirittura ucci- dere le larve colle dita o con pinze e spilloni. Quest’ ultima operazione è costosa ma di risultato sicuro. Più avanti la Redazione del giornale consiglia aggiungere alla polti- glia bordolese, nella proporzione di 60 grammi per ettolitro , il verde di Schiceinfurt (un sale di arsenico). L’ aggiunta però va limitata alle prime tre irrorazioni per non avere poi l’elemento velenoso sugli acini d’uva od anche nel vino. Lim Dal Raccoglitore. Padova, 1907. pag. 154. — Contro i pidocchi o gli afidi dei meloni si consigliano i seguenti insetticidi: estratto fenicato di tabacco in soluzione al 2 °%, 0 sapone molle o sapone di potassa pure in soluzione al 2 °. Si applicano colle ordinarie pompe irroratrici, avendo cura di bagnare anche la pagina inferiore delle foglie e ripetendo il trattamento dopo otto giorni e sempre appena si vedano rieomparire gli insetti. Dal Progrés agricole et viticole. Montpellier, 1907. pag. 647.— Contro la gonumnosi dei peschi prodotta forse dal Corynewwn Beyerinckii e favorita dalle pioggie primaverili, E. Prunet consiglia ta- gliare il legno morto, coprendo le ferite con catrame, e nel prossimo anno, prima che si aprano le gemme, polverizzare i rami con poltiglia. bordo- lese al 3 °/, tanto di calce che di solfato di rame. Pavia — ‘lipografia e Legatoria Cooperativa 1907. eo a sefo N Wa ‘AnnO II. “Rivista di Patologia Vegetale = Dorr. Lutcr MONTEMARTIN libero docente di Botanica nella R. Università di Pavia 31 luglio 1907. Collaboratori : Prot. F. Cavara (Napoli) - Prof. G. DeL GueERcio (Firenze) > Dott. F. 0° B. ELLISoN (Dublino) - Prof. A. KROLOPP (Magyar-Ovar - Ungheria) - D- S. Horki (Nishigahara-Tokio) - M. ALPINE ie Afelbourne - Australia) - D'. E. Bessev (Miami-Florida). Indice del fascicolo N. BERNARD N. — I funghi delle MaGNUS P. — Contributo alla. Orchidee a . Pay. 238 distinzione di alcune Uyo- x “Bopen F. — H marciume de- myces delle Papilionacee . Pay. 226 et . gli abeti 4 È i . » 234 | MavET V. — Le cavallette de- Brunet. R. — La sfinge della vastatrici . : . . >» 251 i vite È : È È + >. 230 | MikoseH K.. — Ricerche sulla EIt: BurcER E. J; — Alcune ma- origine della gomma dei ei- E lattie delle palme ) » 225 liegi . . : - >» 236 DAGUILLON A. — I cecidi della MURRILL W. A. — Una nuova i dà Rhopalomya tanaceticola . » 236 malattia del castagno +» 1226 È Emfrson R. AL — ae NoveLLI N. -- Aleuni studi +e di irrorazioni È ». 2929 sullo sviluppo radicale del s 5 "Îs DI MEI: GEA Contribulo alla Lg E: SES, Be SR SE a biologia delle faner ogame OSTERWALDER A. — Marciume Mex parassite ; ; 36" > 937 di frutti dovuto a G/oeospo- gf. " 5 "i È & È 29 vo Glarp A. — Sui danni pro- ALA n e 0200 ta dotti dall’ Eurycreon sticti- SPESCHNEW (v.) N. — I fun Ni RI calis alle barbabietole . . » 231 ghi parassiti del the . . _. ‘» ‘227 f HARRISON F.C. Un mar- StEvENS F. G. e HALL J. G. — a tura baceterica . ; i 20992: | a una Volutella . : 33: WE 1228 RISI Janse J. M. — Su una ma- STRAMPELLI N. — Aleune ano- lattia delle radici di Ery- malie nelle. infiorescenze A thrina <<‘. È E pd del frumento i 4 238 i KLEBERGFR S Studi .sulla ZIMMERMANN. A. — L’arriccia- , ndr DI PIERI gg * sl b 3 * 9 natura del marciume del MOOSE MERE anita I fusto delle patate È . «>; 235.| Note pratiche. LS ì . » 240 Notizie sulle specialità della ORIGINAL FERNET COMPA Società Anonima Capitale L. 800.000 ammontabile a L. 2.000.000. Sede MILANO (Italia) - Via Calatafimi, 12 Tavolette Fernet Lapponi FERNE"T del Dottor Fernet FERNETOL (Citro Fernet) Le Tavolette Fernet Lapponi, formulate dal rimpianto Dott. Lapponi, medico di S. Santità, sull’antica ricetta manoscritta del liquore Fernet posse- duta dalla Compagnia, contengono tutti i principi attivi del Fernet liquido, e. per gli organismi delicati, donne, fanciulli, presentano il vantaggio di non con- tenere alcool. — Sono un gradevole e portentoso rimedio contro tutti i disturbi dell'apparato digerente. i L. 1.25 la scatola dai Farmacisti e Droghieri. 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Una specie di /l'ytopkthora che attacca i fiori e gli spadici fiorali dell’ Aveca catechu in alcuni distretti del Mysore e può condurre a morte anche la pianta. Pare che, il diffondersi del male sia dovuto ai metodi di forzatura che, anticipando la fiori- tura della pianta, espongono all’ infezione le tenere parti fiorali durante la stagione delle pioggie. 2. Il Homes lucidus, che attacca le rachidi di parechie palme nel Sylhet e che va combattuto asportando e distruggendo le parti infette. 5. Una .specie di Py/hium che attacca le foglie giovani estendosi a poco a poco al cuore del germoglio del Borassus flabellifer e Cocos nucifera. È la malattia più dannosa delle tre, e quando si presenta riesce letale, onde occorre tagliare su- bito e distruggere la pianta infetta, irrorando le vicine con pol- tiglia bordolese. JLES0ME 2926 PARASSITI VEGETALI Maovnrs P. — Beitrag zur morphologischen Unterscheidung einiger Uromyces-Arten der Papilionaceea. Contributo alla distinzione morfologica di alcune specie di //401yces, parassite delle Papilionacee) (Ber. d. deuts. bot. (res. , 1907, .Bd. XXV. pag. 250-255, e una tavola). L'Autore dimostra che sulle V7e2, possono trovarsi 3, e forse 4 0 5 specie di yowmyces: U. Viciae Craccae, U. Joriia- nus, U. Heimerlianus, U. Fabae e forse anche 4. ‘Pisi. Dà i caratteri morfologici per distinguerle. MurrIiLL W. A. — A new chestnust disease. (Una nuova malat- tia del castagno) (Torreyu, Vol. VI, 1906, pag. 186-189 e una figura). Trattasi di una malattia che si presenta sui rami della Ca- stanea dentata a New-Jork e che venne già osservata anche in altre regioni degli Stati Uniti d'America. Essa è dovuta ad una muova specie di pirenomicete che l'Autore descrive sotto il nome di Diaporthe parasitica, e il cui micelio penetra nella corteccia dei rami e si espande sotto di essa, impedendo il normale fun- zionamento del cambio. L'Autore è riuscito a riprodurre artificialmente con inocula- zioni del parassita, in primavera, la malattia su piante giovani. Non si conoscono rimedi contro il parassita : per ostacolarne la diffusione, bisogna abbattere e distruggere i rami e le piante infette. L. M. USTERWALDER A. Zur Giceosporiumfaule des Kernobstes. (Mar- ciume di frutti dovuto a G/oeosporivum). (Centralbi f. Bak- PARASSITI VEGETALI 227 ter., Paras., u. Infektionskrankh; Bd. XVIII, 1907, pag. 825-827, e 5 figure). L’ Autore descrive un (#/oeosporiuni alliuim che attacca le pere nei magazzeni di conservazione e che si distingue dal (/. fructigenuni, oltre che per il colore bianco del micelio (che in- vece in quest’ ultima specie è grigiastro), anche per le dimen- sioni delle spore. Descrive anche un (G/. So/ani che attacca i fruîti del So- lanuni capsicastrumi. L. M. N. v. Spescunew — Die Pilzparasiten des Teestrauches. — (I funghi parassiti del the). (Berlin, Friedlinder et Sohn, 50 pagine e 4 tavole colorate). L’ estendersi della coltura del the nell’ Asia occidentale e nelle regioni vicine dell’ Europa ha facilitato lo studio dei pa- rassiti che possono crescere su questa pianta. e ne ha anche aumentato il numero rendendo possibile il passaggio su di essa di miceti che vivono su altre specie le cui foglie hanno consi- stenza e struttura analoga a quelle del the (camellie, agrumi, ecc.). L’ Autore elenca e descrive 21 specie theicole fin’ ora cono- sciute, di cui 14 furono trovate nelle piantagioni europee, e tra queste 6 sono nuove. Di queste specie, alcune attaccano le foglie (Peslalozzia Guepini Desm., Hendersonia theicola Cooke, Septoria Theae Cavara, Cercospora Theae V. Breda, Erobastdimn verans Mas: see, Colletotrichuin Camelliae Massee, Discosia Theae Cavara, Capnodium Footii Berk. et Desm., Phyllosticta Theae n. sp., Ma- crophoma Theae n. sp., Macrosporivin commune Rabenh. var. theaecoluin n. v., Pleospora Theae n. sp., Coleroa ventuiovides n. sp., Chaetophoma Penzigi Sacc.): altre sono parassite del fusto e PARASSITO vecetaLi E dei rami PISO nari Massee; Corticinm di Henilersonia theicola è la Da Theae. x < . A ” è ABI gtiz 4 Comune è pure l’imbrunimento /dyuz/ssure) del “the l'Autore attribuisce ad in/eriii allo Psevdoconimis Theae 3. gie Come mezzo etticace generale di cura. } Autore indica poltiglia bordolese. _ STIRO RES dh L. MONTEMARTIAI Srevens F. G. and HaL J.G. — An apple rot due to Volute . (Marciume dei meli dovuto a una Volufella'. (Journal. Mycology. 1907. pag. 94-99 con una tavala?. di trovare VEE un black vol delle mele assai clio rot caratteristico prodotto dalla Sphaeropsis. PARASSITI VFGRPALI ED ANIMALI 229 Emerson R. A. — Spraying demonstrations in Nebraska apple or- chards (Esperienze di irrorazioni nei frutteti del Nebraska). (Bull. of the Agric. Erper. Station of Nebraska, Vol. XIX, Nun. 98, 1907, 35 pagine e 7 figure). L'Autore riferisce sopra esperienze che vennero fatte insieme dalla Stazione Agraria di Nebraska, dal Ministero di Agricoltura degli Stati Uniti e da diversi frutticultori privati per combat- tere la rogna o scabbia dei meli e la tignola degli stessi frutti. Vennero tentate esperienze di irrorazioni con poltiglia bor- dolese avvelenata coll’ aggiunta di verde di Parigi, di arseniato di piombo, ecc.. facendo da 4 a 5 irrorazioni con una spesa da 12 a 83 centesimi per albero. a seconda dell’età e dello sviluppo di esso. Su un raccolto complessivo di oltre 100 mila frutti, l’espe- rienza ha dimostrato che dei frutti provenienti da piante curate nel modo sopra detto il 6 per 100 erano infetti da rogna e il 22 per 100 da larve; mentre le piante che non avevano subito alcun trattamento hanno dato il 38 per 100 di frutti con rogna ed il 46 per 100 con larve. Anche le foglie degli alberi trattati , rimasero più sane e più resistenti alle intemperie ed ai freddi autunnali. Gli alberi trattati hanno dato in media un raccolto di 8,4 staia ognuno, quelli non trattati invece solo 6,6, sia per- ché 1 frutti di questi erano più piccoli, sia perchè ne legava e giungeva a maturanza un minor numero. L'Autore conclude colle seguenti istruzioni per chi vuole combattere insieme la 70gna e la tignuola : 1. Irrorare con poltiglia bordolese dopo la schiusura delle gemme, ma prima che si aprano i singoli fiori. 2. Irrorare. colla poltiglia avvelenata (per aggiunta di verde di Parigi, arseniato di piombo, ecc.) subito dopo la caduta del fiore e prima che si chiudano i sepali del calice, 230 . PARASSITI VEGETALI ED ANIMALI 3. Ripetere tale irrorazione tre o quattro settimane dopo la caduta del fiore. 4. Fare due irrorazioni all’arseniato verso il 20 di luglio e il 10 di agosto. Nelle irrorazioni bisogna prendere di mira tutte le parti degli alberi senza trascurarne alcuna. Il verde di Parigi sì ap- plica nella proporzione di 3-4 libbre per ogni barile di bordolese, l’arseniato di piombo 2 libbre. L. MONTEMARTINI, Broxer R. — Le sphinx de la vigne (La sfinge della vite) /Rewwe de viticulture, Paris, 1907, T. XXVIII, pag. 5-7, con una tavola colorata). 3 La Sphinr elpenor è un lepidottero notturno, le cui larve -«divorano le foglie della vite e di alcune altre piante, causando qualche volta danni considerevoli. ; L'Autore descrive e figura l’insetto perfetto e la larva, e ne espone la biologia, Osserva che le farfalle femminili sono assai pesanti e volano poco, così che, mentre con dei fuochi accesi durante la notte si riesce ad attirare e distruggere le maschili, esse non vengono attratte. Consiglia pertunto : la raccolta e distruzione delle foglie sulla cui pagina superiore furono de- poste le uova, la caccia diretta alle larve o alle crisalidi che su annidano sotto le foglie alla superficie del suolo, la pennel- latura dei ceppi di vite con solfato di ferro si da uvvelenare le larve quando strisciano su di essi. Sarebbe anche efficace la naftalina aggiunta al solfo delle solforazioni normali, 0 sparsa sul terreno, ma va usata con pre- cauzione perchè potrebbe risentirne I’ odore il vino. L. M. PARASSITI ANIMALI 231 Giaro A. — Sur les d:igats de Lexostega-Eurycreon-sticticalis L. dans les cultures de batteraves du Plateau central (Sui danni prodotti dall’ Eurycreon sticticalis L. alle coltivazioni di barbabietole nel Plateau centrale). (Journal! des fabri cants du sucre, Ann. XLVII, 1906, pag. 42). Da alcuni anni si è osservata in Francia un'invasione ab- bondante di larve di questa farfalla, le quali oltre le toglie corrodono anche la gemma centrale e la parte superiore delle radici carnose, fino alla profondità di 2-3 centimetri. Tali larve furono già trovate a devastare le barbabietole nell’ America settentrionale, nella Russia meridionale fino al Da- nubio, nel Belgio, nella Germania, nella Svizzera. Contro di esse non valgono, secondo l’ Autore, le irrorazioni cogli insetticidi comuni (sapone, emulsioni di petrolio, ecc.), s040 invece da applicarsi la raccolta e distruzione diretta delle larve e la caccia alle farfalle colle lanterne. Bisogna inoltre tener ben puliti i campi dallo erbe infestanti le quali possono alli rare ed albergare il parassita. IL. MONTEMARTINI. Mayer V. — Les crignets devastateurs (Le cavallette devastatrici) (Le Progrées agricole et viticole, Montpellier, 1907, N. 2% e 28, con una tavola a colori). Dopo un breve eenno storico sui danni arrecati, nei tempi, da questi animali, l Autore descrive i caratteri morfologici e biologici delle tre specie più comuni in Europa: Acs/dine (Ca- loptenusi Italicum L., Acridimwn (Stavronotus! Maroccarini Thnb., Acridiun peregrinun Olivier. Circa i mezzi per combatterli, l’ Autore ricorda i molti in- setti parassiti ed i funghi entomofili (Cladosporiee ed Ento- 232 PARASSITI ANIMALI — BACTERI moftoree) che aiutano l uomo in questa opera, ed indica anche le seguenti operazioni : 1. caccia diretta agli insetti adulti da praticarsi specialmente all’ epoca della copulazione, quando si lasciano facilmente avvi- cinare ; 2. raccolta e distruzione dei depositi di ova, da praticarsi specialmente dove abbonda la mano d’ opera: 3. caccia e distruzione, con apposite trappole, degli insetti giovani quando sono in gran numero. L. M. Siona A. - La tignola della barbabietola (L’ Ia/ta agricola, Piacenza, 1907, pag. 153-185). TL’ Autore segnala la comparsa nel Ferrarese della Lita ocel- lata, le cui larve attaccano il colletto delle barbabietole dan- neggiandone in vario modo le radici carnose e le foglie. Dopo avere esposto i caratteri e la storia di questo micro- lepidottero, consiglia scol/leltare per bene le bietole e distruggere i colletti, e non ripetere la coltivazione della bietola sullo stesso terreno 0 in appezzamenti vicini. In Francia, dove la malattia reca danni non indifferenti. si usa accumulare i colletti infetti insieme a paglia petroliata e bruciarli. Ero Li Meo Harrison F. C. — A bacterial rot of potato caused by Bacillus s0- lanisarpus (Un marciume delle patate di natura bacterica, dovuto al Baci/lus solanisarpus). {Centratbi. f. Bakter, Pa-, vas. vu. Infektionskrankh., Bd. XVII, 1906, Nr. 1-13). E una malattia delle patate molto simile al marciùme del fusto (Schwarzbeinigheit) descritto da Appel. Attacca la parte BACTERI — AZIONI TRAUMATICHE 233 erbacea della pianta ed i tuberi. Nel fusto e nelle foglie pro- duce macchie nerastre la cui presenza è accompagnatà dall’ av- vizzimento dell’organo ammalato e talora dell’ intiera pianta. Nei tuberi si manifesta con chiazze rosso-brune, contornate da una linea nera, prima dure e poi molliecie, che a poco -a poco si estendono a tutto il tubero e Io riducono in una pol tiglia putrida. L'agente patogeno, il Bucz/lus solanisarpus, attacca e scioglie le lamelle mediane e non la cellulosa delle pareti interne delle cellule. Pare non attacchi i tuberi sani e si propaghi special- mente colla piantagione e moltiplicazione degli imdividui amma- lati. Sembra identico al Bac//lus phytophthorus e forse la ma- lattia da esso prodotta fu già descritta con altri nomi da altri autori. Lisi STRAMPELLI N. — Alcune anomalie di forma nelle infiorescenze del frumento (Le stazioni sper. agrarie itutiune, 1907, Vol. XL. pag. 121-127 e una tavola). L'Autore ha rilevato che strappando da alcune piante di frumento le spighe dei culmi principali di mano in mano che st mostravano fuori dal loro invoglio, ripullulavano spighe anor- mali, doppie o più v meno ramificate. Tali anomalie non si riproducevano per eredità : seminando pero le cariossidi provenienti da esse, si avevano piante con spic- cata tendenza alla precocità. Questa osservazione conferma quella già fatta dal Blaringhem nelle note di cui alla pagina 98 di questa //r/s/u. L- Mi 234 MALATTIE D' INDOLE INCERTA Bobex Fr. — Die Stockfàule der Fichte, ihre Entstehung und Ver- hitung (Il w4;ci me degli abeti: sua origine e mezzi per prevenirlo). (Hameln, 1906, 84 pag. e 18 figure). L'Autore critica tutto quanto è stato scritto da Hartig, su questo argomento. Secondo lui, il fungo che si trova nelle radici morte è nn fenomeno secondario. ed infatti le radici sane delle conifere rimangono atfatto immuni contro di esso. In 60 espe- rienze fatte colla Nechia ditissinia V Autore non è riuscito ad infettare una sola pianta. Si deve dunque ritenere sieno necessarie condizioni speciali non ancora ben note per facilitare la penetrazione del micelio nel legno. Lx Mi Janse J. M. — Sur une maladie des racines de | Erythrina (Su una malattia delle radici dell Eyythyina). (Ann. Jard. d. Bot. de Buitenzorg, 1906, Ser. 2). Da parecchi anni le Eyythrina coltivate nelle piantagioni di caffè a Giava sono affette da una malattia che può provo- carne l’ essicamento ed anche la morte. Tale malattia si mani- festa specialmente nelle radici legnose nelle quali gli elementi vivi del legno si disorganizzano sì da lasciare scomposti ed iso- lati i cordoni di vasi e di fibre legnose. Raramente le altera- zioni si estendono anche alla parte aerea del fusto, in partico- lare ai tessuti corticali. Come effetto si ha una più scarsa produzione di foglie, for- mazione di foglie più piccole e internodi più brevi, avvizzimento e morte delle gemme con sviluppo rachitico di molte gemme avventizie a guisa di scopazzi, e da ultimo la morte dei rami e degli intieri individui ammalati. ur MALATTIE D' INDOLE INCERTA 23 L'Autore crede che la causa della malattia debba ricercarsi ‘in uno schizomicete che si trova quasi sempre nei punti infetti ; però è necessario fare in proposito nuove osservazioni. L. MONTEMARTINI. KueBeRGER S. — Untersuchungen iiber das Wesen und die Bekamp- fung der Schwarzbeinigksit der Kartoffeln (Studi sulla natura del marciume del fusto delle patate e sui metodi per com- batterlo). (Sorawver’ s Zeitschw. f. Pflanzenkrankh., 1907, Bd. XVII, pg. 80-83). TL’ Autore comunica i risultati di diverse esperienze ed os- servazioni dalle quali deduce che il marcinme dei fusti delle patate (Schwurzsbeinigheiti è un fenomeno di putrefazione che, proveniente dai tuberi di semina, si propaga ai fusti ed ai tu- beri di nuova formazione. La presenza di molto humus e di stal- latico nel terreno favoriscono 1’ espandersi della malattia, che in tali condizioni si propaga facilmente anche da una pianta all’ altra. La malattia colpisce specialmente le varietà delicate e pri maticcie; le varietà tardive sono invece più resistenti. Conviene poi bagnare i tuberi da semina con poltiglia bordolese al 2 %/,. I.. MONTEMARTINI. Zimmermann A. — Die Krauselkrankheit des Maniok (L’ arricerie mento del manihot} (Der Pflanzer, 1907, IL, N. 10 e 12). È una malattia del manihot per la quale le foglie si accar- tocciano e diventano contemporaneamente gialle o screziate di bianco , ricordando il nale tel mosaico del tabacco, e la c/07'0s7 infettiva della malva. Non se ne conosce la causa, nè furono trovati parassiti cul attribuirla. La malattia non si propaga per contatto tra piante 236 MALATTIE D' INDOLE INCERTA = ANATOMIA PATOLOGICA - FISIOPATOLOGIA sane ed ammalate, nè spruzzando su piante sane il succo di foglie ammalate: si propaga invece riproducendo per via vege- tativa le piante infette. Se si tramandi anche per semi non è ancora noto. Occorre dunque adoperare, per la moltiplicazione, piante cer- tamente sane, e preferire la varietà che, come la neanzhot del Madagascar, sono più resistenti. L. M. DagviLLon A. — Les cécidies de Rhopalomyia tanaceticola Karsch ( I cecidîì della Rhopalomyia tunaceticola. Karsch.) (Rev. gen. de Botanique, Paris, 1907, pag. 112-115). L’ Autore comunica che la Rhopalomyia tanaceticola pro- voca sul Tanacelum vulgare var. crispuni galle simili a quelle che si sviluppano sull’ Achillea Millefoliuim per le punture della Rh. Millefolii, e che furono già descritte dall’ Autore stesso nel lavoro riassunto alla pag. 45 del volume I di questa //vzsta. Li MS Mikosen K. — Untersuchungen iber die Entstehung des Kirsch- gummi (Ricerche sulla origine della gomma dei ciliegi). (Sitzsber. d. h. wiss. ak. in Wien., Math. naturw. Classe , Bd. CXV. 1906, pag. 911-961). L'Autore conferma la teoria, già da altri sostenuta, che la formazione. della gomma altro non sia che un fenomeno di iper- plasia, e precisamente li eteroplasia (Kiister). La gomma. si forma sempre nel tessuto cambiale, ma il fe- nomeno si esplica in modi diversi e si hanno : “ galle gommose , | FISIOPATOLOGIA 23" simili alle galle resinose degli abeti, quando si manifesta -una 3 4 attività anormale del cambio in seguito a ferite ; “ lacune gom- ; mose , di origine lisigenica , ossia dovute a fusione di cellule : 1 “ cavità gommose , ossia lacune molto grosse che interessano o anche i raggi midollari. La gomma o è un prodotto di metamorfosi delle pareti cel- lalari ed è insolubile, o viene elaborata direttamente dal plasma ed è solubile. Vi è un certo parallelismo tra le fasi di trasformazione del- l’amido negli organi legnosi, e la formazione della gomma. IL. M. Fraysse A. — Contribution a la biologie des plantes phanerogames parasites (Contributo alla biologia delle fanerogame parassite). (Rev. gen. de Botanique, Paris, 1907, pag. 49-69, e 50 fig.). Sullo stesso argomento e collo stesso titolo } Autore ha già pubblicato un altro lavoro, riassunto ‘alla pag. 325 del volume I di questa vista. Qui egli espone ancora osservazioni anatomi- che e morfologiche sull’Osy77s a/ba, Odontites rubra, Euphrasia officinalis, Lathraca squamuria, L. clandestina e Cytinus hy- pocistis, e riassume le conclusioni generali cuni è giunto col suo lavoro. Questi parassiti si fissano coi loro austori sulle radici o sui rizomi delle piante ospiti,- preferendo quelli che possono fornire molte sostanze organiche, cioè quelli a nodosità bacteriche, a tu- bercoli, a' cisti amilifere, ecc. Le cellule austoriali si attacano ai tessuti dell'ospite. li perforano e penetrano nel loro interno in virtù di diastasi speciali (tra cui la cellulasi e il fermento gom- mico) localizzate in determinate regioni. La penetrazione si ar- resta ai tessuti corticali; e solo nell’Odortites giunge fino al ci- lindro centrale quando la zona corticale non contiene molto a- mido : quest’ ultimò è solubilizzato dalle diastasi, trasformato in zucchero e poi assorbito. 238 FISIOPATOLOGIA Alcune piante parassite munite di clorofilla (Odontites e ()sy:is) tolgono al loro ospite una parte dell’ alimento minerale e una parte del carbonio organico ; altre (Euphrasia) cercano soltanto l’ alimento carbonato. Quelle senza clorofilla, come il Cytinus, prendono alla pianta ospite tutto quanto occorre alla loro nutrizione. In tutte però non vengono assorbite indifferen- temente le diverse sostanze esistenti nella pianta ospite, ma vi ha una selezione operata a mezzo delle diastasi. L. MONTEMARTINI. BerxarD N. — Les champignons des Orchidées, leur role et leur utilisation (I funghi delle Orchidee, loro funzione e loro uti- lizzazione). (Orchis, 1906, N. 1-3 e figure). L'Autore ha già fatto molti studi e parecchie pubblicazioni sui funghi endofiti delle Orchidee, e qui li riassume e coordina. Tutte le radici delle Orchidee, fatta eccezione di quelle di Vanda che non toccano il suolo, contengono dei funghi, così che si può veramente dire che tutte le piante appartenenti a questa famiglia sono affette da una malattia parassitaria, la quale però non arreca loro alcun danno, anzi riesce loro utile. Infatti mentre ì semi non sono infetti, le piantine giovanissime lo sono; ed i semi stessi sì gonfiano ma non germinano se non in presenza del micelio dell’ endofita che dovrà poi invadere le radici. Pare dunque che le Orchidee non sieno individui semplici, ma doppii, derivati cioè dall’ associazione di un fungo con un seme, para» gonabili in questo ai Licheni. Dalle colture pure che 1 Autore ha fatto risulta che non tutte le Orchidee sono invase dallo stesso fungo endofita : i fun- ghi p. e. che si ottengono dalle radici di VOdontoglossum grande, Plhalaenopsis umabilis e Spiranthes antunimalis appartengono certamente a tre specie diverse ; invece quelli del Cypripediwn 4 FISIOPATOLOGIA 239 insigne, Luelia Cattleya, Cymbidium Lowti e Aerides maculo- sun hanno gli stessi caratteri. Si tratta sempre di W//zoctonia. I semi delle diverse specie richiedono per germinare la pre- senza dell’endofita proprio di quella specie; gli endofiti di altre specie non solo non facilitano la germinazione, ma possono an- che uccidere i semi medesimi. Quando, specialmente nel caso di ibridi, un seme può germinare.in presenza di uno o d’altro en- dofita, pare che le condizioni esterne determinino la scelta. di questo o di quello. IL’ Autore pensa che altre piante le cui radici sono di fre- quente e quasi sempre invase da /?hizoctonia , si comportino nello stesso modo delle Orchidee. L. MONTEMARTINI. NoveLLi N. — Alcuni studi ed osservazioni sullo sviluppo e sul comportamento radicale del riso (La Lomellina Agricola, Mortara, 1907, 7 pagine). L'autore presenta molte osservazioni fatte in diverse regioni risicole d’ Italia, dalle quali risulta che le asciutte date a tempo opportuno alle risaie favoriscono lo sviluppo e la potenzialità del sistema radicale delle piante. Insiste specialmente sulla co- sidetta asciutta di S. Pietro, da praticarsi nella seconda metà di giugno, quando le piante di riso sono in via di accestimento e restano così spinte ad una abbondante formazione di radici. In tal modo si assicura alla pianta una nutrizione più equi- librata e la si ha anche più resistente alle infinite malattie che la minacciano. L. M. 240 NOTE PRATICHE NOTE PRATICHE eo Dall’ Italia Agricola, Piacenza, 1907 : N. 12. — Si riportano le osservazioni del De Greef e del Dott. Heime dalle quali risulta che il sale da cucina ha una certa efficacia. contro la gommosi dei peschi e degli albicocchi. Essi infa ti consigliano la. eonci- mazione di tali alberi eon sale nella proporzione di una a tre libbre per pianta. e Li Mi . . È Dal Corriere del Villaggio, Milano, 1907 : N. 29. — Si dà comunicazione delle osservazioni del dott. Gattorno di Savorgnano (Udine) sopra 1’ efficacia del sovescio della senape bianca per combattere i vermi o tarme (Agriotes lincatus) del terreno, talvolta tanto dannosi al granoturco e al frumento. | Dal Progreès Agricole et Viticole, Montpellier, 1907 : N. 19 e 22. — A. Carrè suggerisce 1 uso del succo d’ aglio per liberare il grano sui granai dal punteruolo. Si schiaccia in un mortaio una tren- tina di bulbi di aglio e vi si versano sopra da 10 a 12 litri di acqua bol- lente: dopo du» o tre minuti si passa al setaecio e con un un polverizza- tore comune si bagnano le pareti e il pavimento del granaio spostando i mucchi di frumento con pale di legno strofinate prima con aglio. (on questo trattamento ripetuto un paio di volte il punteruolo seom- pare e il frumento dopo un certo tempo perde ogni odore di aglio, aequi- stando anzi un migliore aspetto per la vendita. Lo mi ’ Pavia — Tipografia e Legatoria Cooperativa — 1907, Anno II. L 15 agosto 1907. Num. 16. - Rivista di Patologia Vegetale DIRETTA DAL Dort. LUIGI MONTEMARTINI libero docente di Botanica nella R. Università di Pavia ‘ Collaboratori: Prof. F. Cavara (Napoli) - Prof. G. DeL Guercio . (Firenze) - Dott. F. O’ B. ELLISON (Dublino) - Prof. A. KRoLopPP . (Magyar-Ovar - Ungheria) - D. S. Hori (Nishigahara-Tokio) - M. ALPINE (Melbourne - Australia) - D'. E. Bessey (Miami-Florida). Indice del fascicolo N. 16. CaLvino: M. — La cocciniglia i RANT A. — La gommosi delle rossa nella riviera ligure . Pag. 246 | Amigdalacee : : . Pag. 251 . EwerT R. — Contributo allo : RIQUELME Inpa J. — Il pun- studio del G/oeospor. Ribis » 248 | teruolo dei peperoni . EI AVA FARNETI R. — L’ayvizzimento | Id. — Il punteruolo del grano » 249 deì cocomeri in Italia . >» 241.| RuuLanp W. — Sopra la fisio- Guzxàn D. J. — La malattia i logiadella formazione della del caffè nel Salvatore i AZ44 gomma nelle Amigdalee . » 252 HILDEBRAND Fr. — Sull’azione i SHELDON J. L. — Uno studio delle basse temperature so- i sull’annerimento dell’ apice pra la colorazione delle fo- i fogliare della Dracaena fra- glie e dei fiori. - » 200}. grans'.. : : : ..) >. 245 Manus P. — La denomina- | TUBEUF (v.) K. — Scopazzi di zione della Septoria che at- | Gleditschia . È ; En tacca i crisantemi È >» 244 | Id. — Malattie di piante eso- MarÈs €. — La pratica delle | tiche in Germania . Si e252 poltiglie arsenicali . FI RE246 | Note pratiche . È 7 254 Notizie sulle specialità della ORIGINAL FERNET COMPANY | Società Anonima Capitale L. 800.000 ammontabile a L. 2.000.000. Sede MILANO (Italia) - Via Calatafimi, 12 a Tavolette Fernet Lapponi FERNE'T del Dottor Fernet FERNEZTOL (Citro Fernet) Le Tavolette Fernet Lapponiì, formulate dal rimpianto Dott. Lapponi, medico di S. 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In tali piante riscontrai i caratteri del W7// diseuse of rva- termelon (male dell’ avvizzimento dei cocomeri), malattia molto diffusa in America e che per la prima volta, per quanto mi consta, faceva la sua comparsa in Italia. In America il Wil disease of ivatermelon venne egregia- mente studiato fin dal 1889 dal dott. Erwin Smith, che ne at- tribuì la causa al Musarium niveum Erw. Sm. che egli ritenne, insieme al Fusarium vasinfectum, forma conidica della Neoco- smospora vasinfecta (Atk.) Erw. Sm. Nelle piante inviate da Reggio Emilia si rinveniva ap- _ punto il Fusarium niveum: che esso fosse la causa efficiente © del male non vi poteva essere alcun dubbio, perchè io stesso iprodussi la malattia infettando artificialmente giovani piantine Tdi cocomero irrorandole con acqua inquinata delle spore della i crittogama parassita. In pochi giorni apparve verso la base del # 1 N è LIBRAR' NEW YO} BOTANIC, GARDEN 242 PARASSITI VEGETALI fusticino una macchia bruno-nerastra, poscia le piantine avviz- zirono e disseccarono, mentre le piantine coltivate nelle identiche condizioni ma non infettate crebbero rigoliose. Le piantine avvizzite non solo presentavano i caratteri esterni di quelle morte nelle melonaie del Reggiano, ma erano affette, ben inteso, dallo stesso parassita : il Musarium niveum Erw. Sm. Nello stesso modo riescii ad infettare altre piantine di Cu- curbitacee (Meloni, Cetriuoli, Zucche) quantunque si mostrassero più resistenti. L’ infezione artificiale riescì anche sopra piantine di pomo- doro e di So/anum nigrum, mentre piantine di Gledistchia nate da seme nel medesimo vaso rimasero sempre immuni, malgrado le ripetute irrorazioni con acqna infetta. 5 Per quanto riguarda il parassitismo del Fusarium niveum le mie ricerche sperimentali confermarono pienamente quelle del chiaro fitopatologo americano. Dopo l’ epidemia verificatasi nel Reggiano, al Laboratorio Crittogamico non si ebbe più occasione d’ esaminare nuovi casi d’avvizzimento dei cocomeri, e si riteneva la malattia già scom- parsa fortunatamente dal nostro paese, quando sul finire dello scorso luglio ci vennero inviate, dalla Società Agraria Faentina, piante intere di Cocomero morte o morenti per avvizzimento. Nelle piante ammalate, tanto delle melonaie del Faentino che del Reggiano, il parassita si presenta all’ esterno della radice, e del fusto sotto forma unicamente di Musarium niveum Erw. Sm. e nell'interno dei tessuti e specialmente nei vasi dove sporifica, sotto la forma microconidica già osservata dall’ Erwin Smith in identiche condizioni entro i tessuti e da lui riferita ad un Cepha- losporitum. Le colture dimostrano che le forme di Fusarium e di Cepha- losporivm che si riscontrano sopra i Cocomeri affetti da avviz- zimento appartengono ad un unico essere polimorfo. (Dal Laboratorio Crittogamico di Pavia, agosto 1907). Paget Ret + i n PARASSITI VEGETALI 243 Ewerr R. — Ein Beitrag zur Entwickelungsgeschichte sowie zur Ermittelung der Infektionsbedingungen und der besten Bekam- pfungsart von Gloeosporium Ribis (Lib.) Mont et Desm. — Pseu- dopeziza Ribis Klebahn (Contributo allo studio dello sviluppo delle condizioni di infezione e dei migliori mezzi per com- battere il G/oeosporium Ribis-Pseudopeziza Ribis) (Sorauer’s Zeitschr. f. Phlanzenkrankh., 1907, Bd. XVII, pag. 157-166, e due tavole). Una nota preliminare del presente lavoro venne già rias- sunta alla pagina 197 del Volume I di questa /vista. In essa l'Autore dimostrava che le spore del (G/oeosporium Ribis (Lib.) Mont. et. Desm. resistono nell’ inverno anche ad un gelo di pa- recchi gradi sotto zero e germinano nella primavera successiva. Qui l’ Autore, pure avendo presente 1’ osservazione di Kle- bahn (veggasi a pagina 810 del Volume I di questa vista) che sulle foglie ammalate di ribes cadute in autunno si sviluppa la forma ascofora del (/oeosporiun (Pseudopeziza Ribis Kleb.), insiste sulla resistenza dei conidi durante 1] inverno, ricordando che molti ascomiceti svernano non nella forma di spore più evo- luta, ma in altri stadi. Dalle sue nnove osservazioni risulta confermato che i conidi formati durante l'estate conservano la loro germinabilità anche dopo l'inverno e sono ancora capaci di produrre un’ infezione. La germinazione è spesso preceduta da formazione di setti tra- sversi. Risulta inoltre : 1) non essere probabile che il micelio sverni entro il legno; 2) esservi varietà più o meno resistenti ; 3) avere il G/oeosporium Ribis la proprietà di attaccare solo le piante di una certa età, mentre le piante e le foglie giovani, anche nelle varietà più attaccabili, si mostrano di una certa resistenza ; 4) l'infezione avere luogo specialmente in maggio, do- versi dunque in questo mese applicare i rimedi. 244 PARASSITI VEGETALI Quanto a questi ultimi, l’Autore asserisce 7uscire somma- mente efficaci le irrorazioni con poltiglia bordolese, e appoggia la sua affermazione con una riuscita fotografia, in cui sono con- frontate piante trattate con tale rimedio a piante non trattate o curate con altri mezzi. L. MONTEMARTINI. GuzmAin D. J. — La enfermedad del café en el Salvador (La ma- lattia del caffè nel Salvadore) (Comzisi0n d. paras. agricola, México, 1907, Circ. Num. 60, 26 pagine e 6 tavole). Sono dati statistici e notizie sulla diffusione della malattia del caffè chiamata volgarmente 0/o de gallo (occhio di gallo) o Mancha de hierro (macchia di ferro), e sui gravi danni che essa ha prodotto in parecchie provincie dell'America Centrale. Questa malattia attacca tutti gli organi verdi della pianta: si presenta con macchie rotondeggianti , irregolari, più o meno grandi, in forma di occhio di colore ocraceo, donde i due nomi sopra men- zionati. Le piante attaccate deperiscono rapidamente , le foglie ed i frutti cadono, i rami seccano. Causa di tanto male è un fungo parassita (.St/0um flor:dwm) di cui l'Autore dà una dettagliata descrizione e parecchie figure. Come rimedio, s7 sono mostrate efficaci le irrorazioni con soluzioni di solfato di rame e calce all’1,5 p. 100. Devono però essere usate con precauzione per non bruciare le foglie. L. M. Magxvs P. — Ueber die Benennung der Septoria auf Chrysanthe- mum indicum und deren Auftreten im mittlerem Europa (La denominazione della Septorza che attacca il Chrysanthemum indicum e la sua presenza nell’ Europa centrale) (Ber. d. deuts. bot. Ges., Bd. XXV, 1907, pag. 299-301). PARASSITI VEGETALI 245 L'Autore constata che la Septoria Chrysanthemi indici de- scritta dal Bubak e Kabaàt come nuovo parassita dei crisantemi nelle serre di Turnau in Boemia, è identica alla S. Ohrysanthemi già osservata e descritta dal Cavara a Pavia e chiamata poi S. chrysantemella dal Saccardo, per distinguerla da altra Septoria descritta in antecedenza col nome di S. Chrysanthemi da Allescher. Crede che alla specie del Bubaàk, che è identica a quella del Cavara e che venne segnalata in diverse altre località del- l’ Europa centrale, sia da confermarsi il nome di S. chrysante- mella. È causa della malattia più temibile dei crisantemi. L. MONTEMARTINI. SHELDON J. L. — A study of the leaf-tip blight of Dracaena fra- grans (Uno studio sull’ annerimento dell’ apice fogliare della Dracaena fragrans) (Journ. of Mycology, 1907, Vol. 13, pag. 138-140). L’Autore ha avuto occasione di studiare, nelle serre della stazione sperimentale della West Virginia, questa malattia della Dracaena fragrans già studiata dal Dott. Halsied e da lui chiamata /eaf-tip blight (annerimento degli apici fogliari) ed attribuita ad un (G/oeosporiwm. Dalle colture pure di questo (G/oeosporium | Autore è riuscito ad ottenere la forma ascofora che descrive come una specie nuova di Physalospora, la Ph. Dracaenae. Tanto coi co- nidi che colle ascospore si può riprodurre artificialmente la ma- lattia. L. M. ica indi < | Do IRENE » ‘ î A È el . 246 PARASSITI ANIMALI CaLvino M. — La cocciniglia rossa della Florida nella Riviera Li- gure (L'Italia Agricola, Piacenza, 1907, pag. 324-325, con una tavola colorata). L’ Autore segnala la diffusione nella Riviera Ligure del- l Aspidiotus ficus Comst. (Chrysomphalus minor Berl.), 0 coc- ciniglia rossa, che importata dall’ America nel litorale francese sì è rapidamente diffusa attaccando mandarini, aranci, limoni, Phoenir, Evonimus, ecc. L’Autore descrive i danni da essa prodotti e consiglia con- tro di essa i seguenti due insetticidi adoperati in America da Marlatt : 1) irrorazioni ripetute delle piante attaccate, in maggio e giugno , con emulsione di petrolio pesante (si prepara scio- gliendo 100-150 gr. di sapone in 3-5 litri di acqua calda, ag- giungendo poi 3-5 litri di petrolio pesante e 20-25 chilogrammi di soda, e diluendo il tutto in 90 litri di acqua); 2) irrorazioni, durante l inverno, con poltiglia di Ca- lifornia (2 chilogrammi di sale da cucina, 5 di calce, 3 di solfo, e 15 di acqua, bolliti per tre ore in pentola possibilmente di terra cotta e diluiti poi in 85 litri di acqua). Per gli agrumi e per le piante in vegetazione la poltiglia. di Ualifornia viene preparata senza sale. Jo ME Marks C. — La pratique des bouilles arsenicales. Leur origine, extension de leur usage, intervention des universités et des pouvoirs publics. (La pratica delle poltiglie arsenicali. Loro origine, estensione del loro uso, intervento delle università e dei pubblici poteri) (Revue de Viticulture, Paris, 1907, PE CAVITE N00): L’ Autore ricorda e riassume tutto quanto si è fatto per diffondere l’ uso dei veleni a base di arsenico nella lotta contro PARASSITI ANIMALI 247 gli insetti dannosi alle piante e specialmente ai frutti: le for- mule diverse adottate, i successi, gli insuccessi, gli inconvenienti e i pericoli, le precauzioni suggerite e pur troppo spesso tra- scurate tahto negli Stati Uniti d'America, che in Francia ed in Inghilterra. Dimostra che non può più esistere alcun dubbio sull’efficacia delle poltiglie arsenicali quando vengano adoperate razionalmente e sulla necessità di facilitarne e diffonderne l’uso. Composte secondo una formola adatta al nemico che si deve combattere, ora semplici e di tossicità proporzionata alla resi- stenza dell’ insetto, ora complesse se devono servire anche a combattere malattie crittogamiche, si presentano sempre di un efficacia sicura, purchè adoperate preventivamente. L’ Autore riassume da ultimo le norme a seguirsi per l’uso di questo importante mezzo di lotta contro gli insetti : Per preservare i frutti dai bruchi che li deturpano, la prima applicazione deve farsi dopo la fioritura, per non danneggiare le api che aiutano la fecondazione, e prima che l'occhio si chiuda, onde impedire l’ entrata delle giovani larve dei lepidotteri. Poi si faranno altre applicazioni con poltiglie zuccherate un po’ prima dell’epoca nella quale compaiono di solito i ditteri dannosi. Per combattere gli insetti che si nascondono nelle foglie, come il zigaraio, o in un bozzoletto non bagnabile, come la Cochylis e la Pyralis, bisogna applicare le irrorazioni prima che compaiano i primi insetti, e ripeterle di mano in mano che si sviluppano gli organi fogliacei. Le irrorazioni dovranno essere fatte presto anche nel caso delle A/tica che più tardi si riparano sulla pagina inferiore delle foglie, contro la quale, per la sua pelurie, non aderiscono le poltiglie. Finalmente certi ditteri, come la mosca dell’ olivo e forse anche quella degli aranci e dei peschi, come pure le locuste , devono essere attirati con speciali preparati zuccherini. Quando gli attacchi degli insetti coincidono con quelli di 248 PARASSITI ANIMALI crittogame, o quando le piante devono essere difese preventiva- mente anche contro queste, conviene fare poltiglie complesse intese all’una e all’ altra difesa. Così per 1 meli soggetti al Cla- dosporium, per ìi pruni danueggiati dalla ruggine, per la vite attaccata anche dalla peronospora e i peschi dalla golpe, si im- pone la poltiglia Gaillot col verde di Schweinfurt. L’ arseniato di piombo zuccherato è invece indicato quando non sono a te- mersi anche malattie crittogamiche, o quando, come nel caso della mosca olearia, occorre attirare l’ insetto. Benchè non sieno dannose per gli animali e per 1° uomo, pure bisogna circondare l’ uso delle poltiglie arsenicate con al- cune precauzioni: colorarle artificialmente e adoperare recipienti speciali. Occorre inoltre prepararle fresche ogni volta che devono essere adoperate, anche perchè non abbiano a formare precipi- tati dannosi. L. MONTEMARTINI. N.B. — In un lavoro pubblicato recentemente nella Revue d’ hygiéne (Num. 3) dai dottori B. Sanche e Ros si dimostra che in un vigneto trat- tato con poltiglia bordolese contenente 130 grammi di arseniato sodieo per ettolitro, l'uva raccolta il 23 luglio conteneva //,;;-.60 del suo peso di ar- senico. I vini ricavati da vigneti trattati nello stesso modo contenevano da milligrammi 0,001 a 0,04 di arsenico per litro, le f. ccie ne contenevano di più. In ogni modo, coneludono gli stessi Autori, sono dosi innocue, poi- chè bisognerebbe bere almeno 9 litri del vino più arsenicato per ingerire la dose di acido arsenioso contenuta nel liquore di Fowler. Ed i pericoli sarebbero completamente eliminati se i trattamenti coi liquidi arsenicali non si protraessero al di là della fioritura. l. m. RiqueLme Inpa J. — EI gorgojo de los plantas de chile Ilamado Barrenillo (Il punteruolo dei peperoni chiamato Barrewz/l0) (Conis. d. paras. agricola, México, 1907, Circ. Num. 58, 11 pagine e 3 tavole) (veggasi anche a pag. 219 del Vol. I di questa /vista). PARASSITI ANIMALI 249 L’ antonomo 6 punterunolo dei Capsicum (Anthonomus Eu- genti) è molto simile a quello del cotone (A. grandis) di cui però è assai più piccolo {ha una lunghezza di 3 mm. su 1,5 di larghezza), e viene chiamato dai messicani Ddbarrenzllo (suechiel- lino) per il modo onde l’insetto adulto perfora la parete dei frutti di peperone da cui deve uscire. La femmina depone le sue ova negli ovarî giovani, nei quali le larve divorano il sarcocarpio, fino a che trasformatesi in in- setto adulto, perforano il pericarpo in modo da provocare la ca- duta del frutto. (Gli insetticidi u nulla servono contro questo nemico dei peperoni. Dove le piante sono poche è possibile ripararle con apposite tende ; nelle coltivazioni su vasta scala occorre rac- cogliere e distruggere tutti i frutti caduti che possono conte- nere altre larve in via di sviluppo, liberare le piantagioni dalle erbe che possono dar ricovero 0 nutrimento all’ insetto, introdurre opportuna rotazione agraria con esclusione del mais (pianta ricercata dalla specie in parola), selezionare varietà a sviluppo rapido e resistenti, seminare rado e piuttosto presto con varietà primaticcie. Le speranze che si avevano nel Pediculoîdes ventricosus, un piccolo aracnide nemico del punteruolo del cotone, del pe- perone, ecc., non furono seguite da fatti sicuri e tali da potere fare ancora molto assegnamento su questo alleato naturale del- l’ uomo. L. M. RiqueLme Inpa J. — El gorgojo de las semillas (Il punteruolo del grano). (Comision de paras. agricola, México, 1907, Circ. N. 59, 21 pagine e 8 figure). In America si indicano col nome di.gorgoglioni dei semi, le diverse Calandra che infestano i granai. L’ Autore descrive 250 PARASSITI ANIMALI — AGENTI ATMOSFERICI qui e figura la Calandra granaria, C. oryzae, Bruchus obtec- tus, Br. 4-maculatus, Br. chinensis, Silvanus surinamensis , Araecerus fasciculatus, Spermophagus pectoralis, ed altri in- setti del gruppo. Indica come rimedio diverse sostanze odoranti come la naf- talina, il cloro, il solfo, il tabacco, il piretro, ecc., 1’ uso delle quali però oltre essere costoso, può lasciare cattivo odore anche al grano. Il riscaldare il grano in forni speciali fino alla tem- peratura di 50 centigradi, è pratica pure buona, ma pericolosa perchè se si oltrepassa tale temperatura i semi possono perdere la facoltà di germinare. Il rimedio migliore è dato dal solfuro di carbonio i cui va- pori si lasciano espandere nel granaio ermeticamente chiuso, per 30-36 ore; non di più chè danneggerebbero il grano stesso. Dopo l'operazione il frumento va aerato e ventilato. I granai devono essere asciutti, ben riparati e possibilmente freddi. L.0Mi HiLpepranp Fr. — Weitere biologische Beobachtungen. 2. Ueher den Einfluss niederer Temperaturen auf die Farbung von Blat- tern und Bliten im Friihjahr und Herbst 1906 (Ulteriori os- servazioni di biologia. 2. Sull’ azione delle basse tempera- ture sopra la colorazione delle foglie e dei fiori durante la primavera e l’ autunno del 1906) (Bei. <. Bot. Centralbi., 1907, Bd. XXII, pag. 72-78). Nella primavera e nell’ autunno dello scorso anno si ebbero nei pressi di Freiburg forti e rapidi abbassamenti di tempera- tura, che esercitarono una azione notevole sulla vegetazione. L'Autore descrive casi nei quali le foglie di Pelargonium, da 2 Qt -_ AGENTI ATMOSFERICI — MALATTIE D' INDOLE FISIOLOGICA 2 Hevchera, Ranunculus, Azolla, ecc. si colorano parzialmente o totalmente in bruno o rosso bruno, appunto in seguito a su- bitanei abbassamenti di temperatura fino a zero gradi. Cita poi casi di decolorazione di fiori di (/ycine, Anemone, Cercis, Forsythia, Rosa, Portulacca, ecc., per provare che nei fiori un abbassamento di temperatura può provoc:re tanto un intensificazione del colore, quanto un indebolimento simile a quello che è dovuto alle alte temperature. L. MONTEMARTINI. Ranrt A. — Gummosis des Amygdalaceen (La g0n:;0si delle A- migdalacee). (Amsterdam, dissertatio, 1906). Secondo l'Autore, si deve distinguere nelle Amigdalacee la formazione di gomma cellulare e la lacunare, ambedue provo- cate da irritazione di ferita, ma solo quest’ ultima manifestantesi coi fenomeni caratteristici della così detta 9077087. Questa comprende tre fenomeni : la formazione di nuovi tes- suti, il processo di lignificazione, 1’ azione delle cellule morte e cioè la necrobiosi. L’ irritazione di ferita proviene o dalla morte di cellule, o da atti fisiologici dannosi, o da semplice azione traumatica che può essere più o meno sussidiata da organismi estranei (bacteri, funghi, insetti). Tra gli insetti che favoriscono la g0m,mosi V Autore ricorda specialmente la Grapholtha Woeberiana ; tra i funghi cita il Clasterosporium carpophilum (Lév.) Aderh., e il Coryneum Beijerinckhit, cui sono da aggiungersi : la Cytospora leucostoma Persoon o Valsa leucostoma , che provoca la morte dei ciliegi con formazione di masse di gomma sotto la corteccia; la Mo- nilia cinerea e M. fructigena, non che la M. lara (Ehrenb.) Aderh. et Ruhl. degli albicocchi; la Botrytis cinerea dannosa Vo Gi PE AI A 252 MALATTIE D'INDOLE FISIOLOGICA E D'INDOLE INCERTA — FISIOPATOLOGIA ai ciliegi. Circa i bacteri della g07:m:0sî, l'Autore conferma con osservazioni proprie quelle di Aderhold e Ruhland, di cui a pa- gina 125 del Vol. I di questa /7vzsta. L. M. Tuseur (v.) K. — Hexenbesen der Gledischie (Scopazzi di (G/e- ditschia). (Naturw. Ztschr. f. Land-u. Forstwiss., Bd. V, 1907, pag. 34-85). L'Autore descrive scopazzi di Gleditschia triacanthos da lui osservati in giardini al lido di Venezia. Non avendo trovato su di essi traccie di parassiti nè animali, nè vegetali, non sa a che cosa attribuirne la formazione. L. M. Tupeur (v.) K. — Krankheiten an Exoten in Deutschland (Malattie di piante esotiche in Germania). (Col precedente, pag. 86). L'Autore segnala il fatto che il Larir leptolepis viene esso pure attaccato, come il larice europeo, dalla Dasyscypha Wil kommi, dal Uaeoma Laricis e dalla tignuola dei larici (Coleo- phora). L. M. zuiLann W. — Zur Physiologie der Gummibildung bei den Amyg- daleen (Sopra la fisiologia della formazione della gomma nelle Amigdalee) (Ber. d. deuts. bot. (res., Bd. XXV, 1907, pag. 303-315, e tre figure). FISIOPATOLOGIA 253 TL’ Autore combatte |’ ipotesi di Beijerink e Rant (veggasi alla pagina 117 del Volume I di questa Rivista, che la forma- zione della gomma provenga da una sopraproduzione di sostanze citolitiche, che si formano normalmente in tutti i legni giovani, dovuta a processi di necrobiosi (in seguito a ferite, parassiti , veleni, ecc.) che fanno morire il plasma lasciando attivi gli en- zimi. A questa ipotesi l’ Autore, che ha studiato a lungo il pro- blema insieme all’ Aderhold, fa specialmente due obiezioni : os- serva anzitutto che la gomma non si forma soltanto nel legno giovane (nel quale hanno appunto origine anche le sostanze ci- tolitiche che sono necessarie alla formazione dei vasi), ma anche nei semi, nei frutti, nelle foglie e perfino nel fellogeno (affatto indipendentemente dal legno, come nel Prunus Cerusus), e cioè sempre dove vi sono delle cellule embrionali. Quanto ai processi necrobiotici che uccidono il plasma lasciando attivi gli enzimi, l’ Autore rileva che il sublimato corrosivo, col quale Beijerinck e Rant hanno ottenuto formazione di gomma, appartiene a quel gruppo di sali metallici pesanti che, anche in piccola dose, arresta l’azione degli enzimi. E finalmente viene osservato che non tutti i processi di ne- crobiosi conducono a formazione di gomma, e che là dove si formano lacune o canali gommiferi, si nota che le cellule cessano di dividersi; qualche volta contengono due nuclei distinti e se- parati, senza che alla formazione di essi sia seguita la forma- zione del setto cellulare, quasi che si fossero trasformati in gomma gli idrati di carbonio destinati a quest’ ultimo. Da questi fatti, e specialmente dall’ ultimo, l'Autore si crede autorizzato a pensare che dove per mezzo di una ferita sì faci- lita l’accesso dell’ossigeno dell’ aria ad un tessuto meristemale qualsiasi, gli idrati di carbonio destinati alla formazione delle membrane cellulari si trasformano in gomma ricca di ossigeno, così che si arresta la divisione delle cellule. 254 FISIOPATOLOGIA — NOTE PRATICHE L’ azione indiretta dei parassiti, dei veleni e dei processi di necrobiosi in genere sulla formazione della gomma sta nell’ im- pedire la cicatrizzazione che chiuda le ferite e nel favorire la formazione di lacune per le quali sia libero l’ accesso dell’ aria. Facendo ferite fuori dal contatto dell’aria, non ne consegue la formazione di gomma. Il fatto che la gomma non si forma, nemmeno in seguito a ferite, nei raggi midollari o nei meristemi primari, sì spiega per la presenza in questi tessuti di corpi riduttori (glucosidi, ossidasi, ecc.). i L. MONTEMARTINI. NOTE. PRATICHE Dal Fewille vinicole de la Gironde, 1907. Nr. 21. — Il signor Oberlin dà notizie di un metodo applicato ora con successo nella vallata del Reno per accalappiare le farfalle della Cochylis e dell’ Eudemis. Un operaio percorre di giorno i filari di vite tenendo più basso che può, colla mano destra, una specie di ventaglio fatto di rete me- tallica coperta di vischio o di sostanza gommosa, mentre colla mano sini- stra dà un colpo secco contro ciascun palo delle viti. Le farfalle che du- rante il giorno stanno nascoste sotto le foglie, escono e l’operaio, sollevando lentamente il ventaglio, ve le fa cadere sopra. È un metodo usato già da parecchi anni. Per coprire la rete metallica di cui è formato il ventaglio, si può pre- parare una buona gomma facendo fondere, in un vaso di terra cotta, eo- lofonia in un peso eguale di olio di lino. lì mi ed ia i Li ea - NOTE PRATICHE 255 Dal Boll. d. Società degli Agricoltori Italiani, Roma, 1907 : N. 14, pag. 693. — E. Bona ha ottenuto buoni risultati nella lotta contro le grillotalpe inaffiando il terreno con acqua di macerazione della lana sucida, acqua che, oltre determinare la scomparsa dei grillotalpa, dei maggiolini e dei lombrici, ha anche un valore fertilizzante per la potassa e l’ azoto che contiene. Dall’ Italia Agricola, Piacenza 1907, N. 14. Pag. 318. — Si richiama l’attenzione degli agricoltori sull’ osserva- zione del Capus, il quale ha visto che la maggior resistenza che presen- tano le foglie più vecchie della vite (quelle alla base dei tralci) ad essere attaccate dalle crittogame (peronospora, 0idium, black-rot e antracenosi), comincia ad affievolirsi in agosto. Onde è che nelle ultime irrorazioni che si praticano alla fine di luglio o in agosto, oltre le parti giovani dei tralci vanno prese di mira anche le vecchie. ; Pag. 321. — O. Munerati dimostra con molte osservazioni che nelle annate di grande invasione di erbe cattive, le arature estive non servono a far germinare i semi caduti nell’anno stesso, sì da pnrgarne il terreno. Esse sono tuttavia consigliabili per far nascere i vecchi semi, per esporre al sole i rizomi, ecc. Però il Munerati raccomanda con insistenza le altre pratiche intese ad impedire alle erbe infestanti di maturare i loro semi, insistendo in modo speciale sulla mungitura dell’ avena fatua nei campi di grano. l. mn Dalla Revue de Viticulture, Paris, 1907, T. XXVIII. Pag. 111 e 112. — Ed. Zacharewiez suggerisce i seguenti metodi di lotta contro i sottoindicati nemici delle piante coltivate : Contro le grillotalpe ed i vermi bianchi (larve della Melolontha) la di- sinfezione del terreno col solfuro di carbonio, iniettato a piccola profon- dità, verso il mese di luglio, e nella proporzione di 400 chili per ettaro. Contro gli afidi, le lumache, la cavolaia dei cavoli (Pieris Brassicae), la eriocera degli asparagi (Criocera Asparagi), le cosside ecc., una delle seguenti miscele insetticide: o un chilogrammo di sapone nero e 2 di pol- vere di piretro in un ettolitro di acqua (si scioglie il sapone in acqua bol- 256 NOTE PRATICHE lente, a quando è diventata tiepida si aggiunge il piretro agitando forte- mente fino ad avere una poltigtia omogenea ; indi si aggiunge il rimanente dell’acqua); oppure 98 chili di calce viva in polvere e 2 di polvere di pi- retro (da mescolarsi al momento e da applicarsi coi soffietti ordinari). Contro il biaxco dei cavoli (Erysiphe Martii) solforazioni con una mi- scela di 50 parti di calce viva, 20 di solfo sublimato, 30 di solfosteastite al 20°/ di solfato di rame. Contro la ruggine degli asparagi, dei piselli, dei carciofi, delle cipolle e dell’agiio, irrorazioni con soluzione di solfato di rame al 0,5 p. 100 cui si aggiunge il 0,7 p.100 di ammoniaca a 22°. Contro la peronospora delle cucurbitacee, delle patate, delle melan- zane, dei pomodori e dell’ aglio, irrorazioni con soluzione di solfato di rame al 2 p. 100 cui si aggiunge il 2 p. 100 di polvere di sapone. Per le melanzane ed i pomodori basta una soluzione all’ 1p.100 e le irrorazioni devono farsi al mattino o alla sera, mai quando e’è il sole. Se sono piante in letto caldo si può usare una miscela di 70 parti di calce in polvere e 30 di solfosteatite al 20 p. 100. l. mi. Dal Raccoglitore, Padova, 1907, N. 11-12: Pag. 163. —- Contro i gorgoglioni torna utile aggiungere alla ordinaria soluzione di sapone molle al 2 p. 100, anche il 3-4 p. 100 di fuliggine, la quale si scioglie quasi integralmente nell’ acqua e col suo odore pene- trante e col suo amaro possente aumenta lazione della soluzione sud- detta. Pag. 176-177. — Contro l anomala della vite D. Sbrozzi consiglia. ag- giungere alla ordinaria poltiglia bordolese 0,2 per cento di arseniato di piombo, o di arsenito di soda. Consiglia anche: la vangatura del terreno in primavera fino a 30 em. di profondità, avendo cura di far raccogliere da tacchini le larve bianche che si mettono a nudo; e la raccolta degli insetti perfetti scuotendo al mattino le piante di vite sì da farli cadere in tende stese appositamente sotto le piante medesime. l. nm. Pavia — Tipografia e Legatoria Cooperativa — 19071. L° Va RIT -31 ottobre 1907. Rivista di Patologia Vegetale Dorn. (Firenze) (Magyar-Ovar - EUIGI Collaboratori : Prof. F. Cavara (Napoli) Dott. F. O’ B. ELLISON (Dublino) Ungheria) - D. DIRETTA: DAL MON PEMARTINI libero docente di Botanica nella. R. Università di Pavia -. Prof. G. DeL GuERcIoO Prof. A. KroLopPp # S. Horr (Nishigahara-Tokio) - . M. Atpine (Melbourne - Australia) - D'. E. Bessey (Miami-Florida). (IRE ST - Ampapo M.—Ilfumo e i dan- © ni ch’esso arreca alle piante ApERHOLD R. — Sulla morte “dei pruni ; Ù Bruner L. e SwenKk M. H. _ S Aleuni insetti dannosi al ©’ frumento durante gli anni | 1905 e 1906. | DIEDICKD H.— Il seccume ‘delle . . foglie di edera z | ELENKIN A. A. — Il mal bian . co dei frutti dell’ uva spina Idem — Una nuova specie di | Tyroglyhus parassita delle cipolle . : FEDTSCHENKO B. A. — ta Cu. _ scuta della Russia > d Green E. E. e Manx H. H. — - T eoecidi del thè nell’India Kragwer H. — L'acido solfo- ti " rico diluito come fungicida LaveneT R. — Il. Cryptospo- ‘rium n. sp. ed il gelo delle rose. on Pag. 269 » » d » » » » 268 264 260 260 265 261 262 Fridf'rtce: d'et-fascicoto: N; 17. MANN H. H. — Variazioni in- dividnali e di stagione nel- l’Helopeltis theivora Mann e HurcHinson 0. M. — Il Cephaleuros.virescenz del thè ; É ) È MaxwELL-LerRoy H. — Gli in- i, setti. più dannosi all’ agri- coltura nell’ India MoNnTEMARTINI L. — L’avviz- zimento dei peperoni a Vo- | | ghera | MoRRILL A. W..— La Penta gona ligata del cotone NoELLI A. — Nuove osserva- zioni sulla Cercosp. beticola STRAMPELLI N. — Alla ricerca e creazione di nuove varietà «di frumenti a mezzo delli i bridazione - 3 WaeTzEL H. H. — ato ma- | lattie delle fave . Id. — Il carmcro nero dei se Note pratiche . , : 3 - Pag. » » » » » » » » da 264 49] D tw 267 263 268 271 La Società Anonima dora L. 800.000 aiimontabile E) ci "2.000.000 Sede MILANO (Italia) - Via Calatafimi; 12 RA Tavolette Fernet Lapponi FERNE"T del Dottor Fernet FERNETOL (Citro Fernet) Le Tavolette Fernet Lapponi, formulate dal rimpianto Dott. Lapponi, medico di S. Santità, sull’ antica ricetta manoscritta del liquore Fernet posse-. duta dalla Compagnia, contengono tutti i principi attivi del Fernet liquido, e per gli organismi delicati, donne, fanciulli, presentano il vantaggio di non con- tenere alcool. — Sono un gradev ole e portentoso rimédio contro tutti i disturbi dell'apparato digerente. L. 1.25 la scatola dai Farmacisti e Droghieri. 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Nelle ortaglie dei dintorni di Voghera viene coltivata una varietà di peperoni (Capsicum annuum), nota appunto col nome di peperoni di Voghera, a frutto molto grosso e con pericarpo pure grosso, carnoso e dolcigno, che costituiscono uno dei red- diti più importanti di quei terreni. Da tre o quattro anni tale coltivazione viene danneggiata da una malattia (avvizzirmento, o malattia di Voghera) che ha molto allarmato gli orticultori e che in alcuni orti ha cagionato la perdita di buona parte del raccolto. Fu il Dott. Gobbetti, della Cattedra Ambul. di Agricoltura di Voghera, che richiamò su simile malanno l’ attenzione del Laboratorio Crittogamico di Pavia, ed è a lui che devo molte delle notizie che qui comunico. Nel pieno della vegetazione estiva, durante i mesi più caldi di luglio e agosto, le piante intiere avvizziscono rapidamente, presentando quasi i caratteri dell'apoplessia delle viti, senza di- mostrare all’ esterno alcuna causa di tanto malanno. Il fatto è specialmente visibile nelle mattinate susseguenti ad una gior- nata afosa e ad una notte fresca, quando le piante sane hanno ripreso completamente la loro turgescenza mentre in mezzo ad esse spiccano, per il fogliame avvizzito, le piante colpite dal male. Do Ut (0 0) PARASSITI VEGETALI Queste si possono sradicare facilmente e mostrano un si- stema radicale un po’ meno sviluppato del normale, con radicelle spesso brune, floscie, alcune quasi vuote come le radici colpite da Ithizoctonia. La corteccia di tali radici e talora anche della radice prin- cipale è invasa da un micelio bianco che penetra nelle cellule, si estende specialmente nel tessuto cambiale ammortizzandolo, e invade qualche volta anche i vasi del legno più giovane. Colti- vato in agar-agar si moltiplica facilmente e dà una forma di Fusariwm che si ottiene anche abbandonando in camera umida l’ipocotile e la radice principale delle piante ammalate. Lo studio del fungo porta a credere trattarsi del Nusarium vasinfectum , ossia della stessa specie che è causa dell’ avviz- zimento dei cocomeri (veggasi a pagina 241 di queste vista), e che provoca malattie simili nei piselli e in altre piante (veg- gasi alle pagine 149, 181, 840 e 841 del volume primo di questa Rivista). Vero è che i tentativi per riprodurre artificialmente, col micelio e colle sue spore, la malattia in piante sane non hanno dato alcun risultato, ma ciò è spiegabile pensando che la infe- zione avvenga solamente nelle piante giovani, mentre le piante adulte, a tegumenti esterni bene sviluppati e a tessuti interni molto legnosi, non si lasciano facilmente attaccare dal parassita. Questo penetra forse nelle piante giovani, si sviluppa con esse e dentro esse, ne invade le radici giovani ed impedendone il normale funzionamento provoca, durante la stagione più afosa, lo squilibrio tra Vl assorbimento dell’ acqua e la traspirazione, donde l’apoplessia che colpisce tutta la pianta. | Ciò è in relazione anche col fatto che la malattia non si diffonde per contatto, e le piante da essa colpite in una pianta- gione non sono in nessuna relazione tra loro, ma appaiono qua e là quasi isolate, proprio come se l’ infezione si fosse ad esse diffusa prima che venissero trapiantate nel posto dove si trovano. PARASSITI VEGETALI 259 Perciò a limitare il corso del male non vale nè alcun trat- tamento preventivo, nè alcun regime speciale di inaffiamento. Poichè 1’ infezione è già nelle piantine giovani, converrà invece badare bene che queste sieno sane e provengano da semenza non infetta. È quindi consigliabile cambiare la terra dei semenzai di allevamento e disinfettarla, disinfettare bene i semi, adope- rare concimi chimici. Sarà pure utile bruciare le radici delle piante infette prima che si sviluppino. su di esse le spore del parassita, e non piantare per qualche anno nelle aiuole infette nè peperoni, nè piselli, nè cocomeri, nè alcuna altra pianta sulla quale possa svilupparsi e perpetuarsi il Nusarium vasinfectum. È poi.a notarsi che non tutte le varietà di peperoni sono egualmente colpite dal male. La varietà di peperoni rossi di Vo- ghera ne è colpita più delle altre, mentre quella a frutti Innghi, sottili e piccanti ne rimane quasi immune. Le grillotalpe che corrodono spesso le piante vicino al col- letto favoriscono forse il diffondersi dell’ infezione, ed infatti quasi tutte le piante ammalate mostravano vicino al colletto larghe cicatrici di corrosione. Tali cicatrici non bastano però da sè sole a provocare l’avvizzimento , perchè esse si osservano anche in molte piante sane che, non essendo invase dal Fusa- rium, non avvizziscono. E finalmente è a ricordarsi che nelle stesse ortaglie nelle quali i peperoni mostravansi colpiti da avvizzimento, da due anni è comune anche un’altra malattia dei frutti che ricorda per tutti i suoi caratteri esterni la malattia bacterica dei frutti del pomodoro descritta dal Prillieux (Les maladies des plantes) ; però le due malattie si presentano affatto indipendenti luna dall’ altra. 260 PARASSITI VEGETALI Diepicke H. — Die Blattfleckenkrankheit des Efeus (Il seccume delle foglie di edera). (Centralbl. f. Bakter. Paras. u. In- fektionskrankh., II Abth., 1907, Bd. XIX, pag. 168-175, e una tavola colorata). Da parecchi anni l’ edera a Erfurt presenta una malattia delle foglie, caratterizzata da grosse macchie arsiccie, sulle quali l’Autore ha trovato i seguenti micromiceti parassiti che descrive accuratamente: Phyllosticta hedericota Dur. et. Mont., Phyllo- sticta hederacea (Arc.) Alles., Vermicularia trichella Fr. e spo- radicamente qualche altro micete di secondaria importanza. Con esperienze di infezione 1’ Autore dimostra che la ma- lattia è dovuta alla Ph. Rhedericola e in misura maggiore alla Ver. trichella le quali solo in primavera possono infettare le foglie sane giovani, mentre attaccano le foglie vecchie unica- mente se sono ferite o presentano soluzioni di continuità del- l’ epidermide. La Ph. hederacea non è parassita ma vive sapro- fiticamente nei tessuti uccisi dai due parassiti in parola; essa deve dunque ritenersi come specie affatto distinta dalla Ph. he- dericola. L. MONTEMARTINI. ELENKIN A. A. — Die Mehitau Krankheit (Sphearotheca mors uvae) auf den Friichten des Stachelbeerstrauches (Il ma) bianco dei frutti dell'uva spina: Sphaerotheca mors uvae). (Elen- kin's Jahrb. f. Pflanzenkrankh. St. Petersburg, 1907, Jahrg. I, pag. 1-28 e 8 figure: russo, con riassunto in tedesco . L'Autore richiama 1’ attenzione dei patologi sulla diffusione di questa malattia nella Russia centrale ed occidentale, e pensa non vi sia stata importata dall'America ma sia provenuta dalla Siberia e dalla Siberia orientale. ove attaccava forse varietà PARASSITI VEGETALI 261 selvatiche di ribes: si tratterebbe di una specie parassita ad area di diffusione estesissima, comprendente la Russia settentrio- nale ed orientale, la Siberia e l'America settentrionale. Come mezzo di difesa, suggerisce irrorazioni con soluzioni al 0,2-0,4 p. 100 di monosolfito di potassio (le quali però non dànno sempre risultati sicuri) e /a selezione-diî varietà resistenti. L. M. FeprscuenKo- B. A. — Russiche Seide- (Cuscuta) Arten (Le Cu- scuta della Russia). (Elenkin's Jahrb. f. Pflanzenkrankh., St. Petersburg, 1907, Jahrg. I, pag. 29-34 e 4 figure : russo, con riassunto in tedesco). L’Autore classifica e descrive tutte le specie di Cuscuta (sono 15) esistenti in Russia. Per combatterle , consiglia: spargere sulle aree infestate sali o soluzioni di acidi, ricoprirle con terra 0 con sabbia, vangarle, bruciarle , falciarle prima che il parassita abbia maturato i semi, selezionare le sementi. L. M. KRraEMER H. — Dilute sulphuric acid as a fungicide (L’acido sol- forico diluito; come fungicida) (Proceed. of the American Philosoph. Soc., Vol. XLV, 1906, p. 157-163, e una figura). L’uso del solfo come fungicida, specialmente per combattere la crittogama della vite, spinse l'Autore a cercare la forma sotto la quale il solfo stesso agisce, e riscaldando lentamente dei fiori di solfo in una corrente di aria calda ed umida trovò che dal 7 al 28 p. 100 del solfo vaporizzato era convertito in acido solfo- rico, e che il fatto si verificava in misura tanto maggiore quanto più lento era il riscaldamento. Egli fece allora esperienze sosti 262 PARASSITI VEGETALI tuendo alle solforazioni delle irrorazioni con soluzioni di diversa densità di acido solforico, e vide che mentre una soluzione all’ 1 per 200 riesciva dannosa alla maggior parte delle piante, le so- luzioni all’ 1 per 500 o all’ 1 per 1000 riuscivano assolutamente innocue. Tali soluzioni applicate contro la crittogama della vite guarivano completamente il male. Inoltre le piante ne ebbero giovamento perchè le soluzioni medesime funzionarono eviden- temente come tonico. E. A. Bessey (Miami-Florida). Lsupert R. — Cryptosporium minimum nov. spec. und Frosthe- schàdigung an Rosen (Il Cryptosporium minimum n. sp. ed il gelo nelle rose) (Centra/bl. f. Bakter., Paras. u. Infek- tionskrankh., II. Abth., 1907, Bd. XIX, pag. 163-168, con 3 figure). L’ Autore descrive una specie nuova di Cryptosporium, da lui chiamata Cr. minimum, trovata nei giardini di Dahlem su rami di rose arrampicanti che erano stati attaccati dal gelo. Il fango si estendeva anche sopra le parti dei rami ancora vive, nelle quali però il gelo aveva diminuito la resistenza all’in- fezione. Vi è dunque relazione tra l’azione del gelo e quella del parassita in parola. L. M. NoeLLi A. — Nuove osservazioni sulla Cercospora beticola Sacc. 1876 (Ann. d. r. Ac. ‘d’ Agr. di Torino. Vol. 4, 1907, 10 pagine). L'Autore descrive dettagliatamente il micelio e gli organi di riproduzione della Cercospora beticola Sacc., causa della ma- lattia delle barbabietole (Beta vulgaris) nota col nome di “ mac- chie delle foglie ,, e ne studia la sinonimia, dimostrando es- PARASSITI VEGETALI 263 sere identica a questa specie, di cui si fa con precisione la dia- gnosi, anche il Fusarium Betae Rabeuh., la Cercospora Betae (Rabenh.) Frank. e la Depazaea betaecola D. C. Dimostra inoltre che le spore di questo parassita germi- nano facilmente nei liquidi di coltura, resistono ai rigori del- l'inverno e nella primavera, trasportate sulle foglie sane, germi- nano dando luogo ad un micelio che chiude gli stomi e penetra attraverso essi nei tessuti sottostanti. L. MONTEMARTINI. WuHerzeL H. H. — Some itiseases of beans (Alcune malattie delle fave) (Cornell University Agric., Bull. N. 239, 1906, pag. 195-214, e Exrper. Station, 16 figure). Le malattie qui descritte sono : L’antracnosi, dovuta al Colletotrichum Lindemuthianum, che attacca ed uccide le piantine e provoca formazione di mac- chie nerastre sulle foglie, sui fusti, nonchè sui legami e semi i quali ne restano alquanto deteriorati: la si combatte colla se- lezione di semi ussolutamente sani; colla raccolta accurata e distruzione, bruciandole, di tutte le piantine infette; colle ir- rorazioni con poltiglia bordolese da applicarsi tosto che sieno sviluppate le prime foglie dopo i cotiledoni, dieci e quindici giorni più tardi e subito dopo la fioritura, e colla distruzione zn posto (per non disseminare le spore del parassita) delle piante che cominciano ad ammalarsi. L’annerimento, o brusone (blight), dovuto al Bacteriun phaseoli, che provoca la formazione di larghe macchie prima apparentemente acquose, poi aride sulle foglie e sui legumi. An- che i semi possono venire attaccati ed i bacterî rimangono in essi allo stato di vita latente fino alla germinazione. Non si co- nosce alcun metodo sicuro di lotta contro questa malattia, però 264 > È PARASSITI VEGETALI — PARASSITI ANIMALI si dimostrarono di una certa efficacia le irrorazioni con pol- tiglia. bordolese. La ruggine, dovuta all’ Vromyces appendiculatus, che attacca quasi sempre solo le foglie, raramente i fusti e ilegumi. È una malattia non molto comune e poche volte dannosa : dopo la raccolta dei legumi conviene bruciare le piante infette. E. A. Bessey (Miami-Florida). Maxx H. H. a. HvrcHinson C. M. — Cephaleuros virescens Kunze, the < red rust » of Tea (I/ Cephaleuros vi rescens del thè) (Mem. of the Departm. of Agric. in India , 1907, Vol. I, N. 6, p. 1-35 e 8 tavole). L’ Autore espone dettagliatamente i caratteri morfologici e biologici di questa alga che attacca le piante di thè provocando su di esse la malattia denominata ora red +ust e prima white blight per la variegatura che presentano le foglie delle piante colpite. L:xM, Bruner L. and Swenk M. H. — Some insects injurious to Weat during 1905-1906 (Alcuni insetti dannosi al frumento du- rante gli anni 1905 e 1906). (Bull. of the Agric. EÉxper. Station of Nebraska, 1907, Vol. XIX, 36 pag. e 14 fig.). È un lavoro di 36 pagine che comprende una tavola colo- rata e parecchie figure in nero riguardanti alcuni insetti che sì mostrarono dannosi al frumento a Nebraska, nel 1905-1906. Si parla a lungo della Mayetiola destructor Lay., cioè della sua patria d’origine, della sua storia a Nebraska, della diffusione, PARASSITI ANIMALI 265 dei caratteri, del ciclo di sviluppo, dei nemici naturali e dei di- versi rimedi per combatterla. E abbastanza diffusamente si parla anche di altri ditteri : Meromyza americana Fitch., Oscinis carbonaria Loew., Oscinis soror Macq., Contarinia tritici Kirby. ;dei due imenotteri : /so- soma grande Riley ed /Isosoma trilici Fitch., del lepidottero : Papaipema nitela Guenée, e dell’ emittero : Nectarophora ce- realis Kalt. Croconi G. (Vallombrosa). ELENKIN A. A. — Eine neue Milben Art aus der Gattung Tyro- glyphus, welche in den Zwiebeln der gewòhnlichen Kichen- zwiebe! parasitiert (Una nuova specie di 7yr0glyphus paras- sita dei bulbi di cipolla). /Z/lenkin's Jahrb. f. Pflanzen- krankh., St. Petersburg, 1907, Jahrg. 1, pag. 52-71, con una tavola e 2 figure: russo, con riassunto in tedesco’. Trattasi di un nuovo acaro che Il Autore descrive sotto il nome di 7yroglyphus Allii e che fu trovato in Russia, a Ssusdal, entro bulbi di cipolle che ne venivano molto danneggiati. L. M. GrEEN E. E. a. Manx H. H. — The coccidae attacking the Tea piant in India and Ceylon (I coccidi che attaccano il thè nel- l'India e a Ceylon). (Mem. of. th. Departm. of. Agric. in India, 1907, Vol. I, N. 5, pag. 337-355, e 4 tavole). Il thè viene attaccato, in India, da moltissimi coccidi, dei quali però pochi, per fortuna, riescono dannosi, tra cui 1’ Aspz- diotus camelliae, 11 Chionaspis biclavis, la Pulvinaria Psidi, l'Eriochiton theae, V Hemichionaspis theae. Oltre questo, } Au- tore elenca altre 26 specie e descrive le seguenti specie nuove: Chionaspis Manni, Dactylopius theaecola, Tachardia decorella var. theae. noeMe 266 PARASSITI ANIMALI Manx Haronp H. — Ind.vidua! and ssasonal variations in Helo- peltis theivora, Waterhouse, withe description of a new spe- ci s of Helopeltis (Variazioni individuali e di stagione nel- l’ Helopeltis theivora, colla descrizione di una nuova specie di Helopeltis'. (Mem. of. the Department of Agric. in India, Entomologic. Scr., Vol. I, Num. 4, 62 pagine). Lavoro di 62 pagine, con una tavola ed alcune figure nel testo, diviso in capitoli, nei quali, dopo una breve introduzione, viene ttattata la parte storica, il metodo di studio seguito, le variazioni individuali e di stagione del maschio e della femmina di Helopeltis theivora, le variazioni dovute al luogo e al cam- biamento di cibo, le affinità di questa specie coll’ altra H. aw- tonti, la descrizione della nuova specie di MH. cinchonae e in fine le conclusioni generali. Cecconi G. (Vallombrosa). MaxweLL-Lerroy H. — The more important insects injurious to indian agricolture (Gli insetti più dannosi all’agricoltura nel- l’ India). (Col precedente, N. 2, 1907, pag. 113-252). Appartenenti a quasi tutti gli ordini di insetti, si trovano, ordinati per famiglie, 180 specie di insetti dannosi, di ciascuno dei quali, dopo indicazioni bibliografiche locali, sì danno brevi cenni dei principali caratteri, della diffusione, della biologia e si ricordano le diverse piante attaccate e 1’ entità dei danni. Pei lepidotteri si aggiungono quasi sempre i caratteri più salienti D della larva e talora si ricordano quelli della crisalide. Le molte e belle figure in nero che accompagnano la mag; gior parte delle specie servono ottimamente a farle riconoscere. Crpcconi G, (Vallombrosa). PARASSITI ANIMALI — FISIOPATOLOGIA 267 -MorriLL' A. W., Morrav P. L., HerRERA A. L. — La Concuela Mexicana del algodon en la parte occidental del estado de Texas en 1905. — (La Pertatoma ligata Say. del cotone nella parte occidentale dello stato del Texas nel 1905). (Comision de paras. agricola, Mexico, 1907, Circe. Nr. 63; 25 pagine con 2 tavole e 2 figure, trad. dall’ inglere). Si dà notizia dei danni recati da questa pentatomide che, nelle regioni occidentali del Texas e nel Messico, oltre al cotone attacca parecchie altre piante coltivate: erba medica, sorgo, durra, ortaggi, vite, ecc. Si espongono poi i metodi più in uso per la caccia diretta agli insetti, e sì descrivono i suoi nemici naturali più utili al- luomo: i procotripidi parassiti delle loro ova, il Gymnosoma fuliginosa parassita dell’ adulto, e diversi insetti che ne divo- rano le larve. Si descrive anche una specie affine parassita del grano, il Pentatoma Sayi Stal. Si consiglia seminare in modo che il raccolto non coincida coll’ epoca delle maggiori invasioni dei parassiti. L. M. SrramprLLi N. — Alla ricerca e creazione di nuove varietà di frumenti a mezzo deli’ ibridazione. (/?. Staz. Sper. di Granti- coltura di Rieti, 1907, 24 pagine e 16 tavole). L'Autore espone i tentativi e le esperienze da lui fatte per ottenere nuove varietà di frumento incrociando tra loro varietà già note. Tra le proprietà dei nuovi ibridi così ottenuti consi- dera anche la maggiore o minore resistenza alla ruggine. L. M. 268 BACTERI AbernoLp R. — Ueber das Pflaumen-und Zwetschensterben, beson- ders in Finkenwarder (Sulla morte dei pruni, specialmente in Finkemvirder) (Hannov. Land. u. Forstw. Ztg., 1906, Vol. XLII). 3 Trattasi di una malattia che attacca ed uccide le giovani piante di prugne al primo o secondo anno di loro piantagione. Benchè nel legno delle piante morte si trovassero molti tarli, l’ Autore crede che la malattia sia di natura bacterica e simile a quella provocata sui ciliegi dal Baci//us spongiosus (veggasi alla precedente pagina 168). Anche qui infatti si produce una specie di cancro: i tarli attaccherebbero solo le parti già dete- riorate. È consigliabile il taglio dei rami morti o infetti, coprendo le cicatrici con catrame. L. M. WuerzeL H. H. — The blight canker of apple trees (Il cancro nero dei meli) (Cornell University Agricult. Exper. Station, 1906, Bull. N., 236 pag. 108 - 188, con 86 figure). Una delle malattie più gravi dei peri, dei meli e dei coto- gni, nello stato di New Jork come in altre parti degli Stati Uniti e nel Canadà, è certo 1’ annerimzento, o brusone. Essa è provocata dal Bacillus amylovorus. Una delle forme di questa malattia che attrasse specialmente l’attenzione durante gli anni 1903-1905, si manifesta colla pro- duzione di pustole cancrenose sulla scorza del tronco e dei rami. Nel 1903 e 1904 alcuni frutteti di nuovo impianto ne rima- sero completamente distrutti. Il cancro comincia a presentarsi con una macchia scolorata qualche volta depressa nel centro e sporgente ai margini: i tes- suti sono di color verde più carico del normale, e nelle giornate BACTERI — AGENTI CHIMICI 269 umide e nuvolose lasciano trasudare dalle lenticelle goccie di liquido lattiginoso vischioso. Queste sono quasi colture pure di Bacillus amylovorus. Dopo poco tempo i tessuti ammalati co- minciano a diventare scuri e seccano. Il tempo umido favorisce una rapida diffusione della ma- lattia, mentre il sole e la siccità la ostacolano. Così la maggior parte dei cancri si arresta al chiudersi della primavera, però in una certa proporzione i bacteri rimangono attivi fino oltre l’ in- verno. i Le alterazioni possono essere solo superficiali o estendersi a tutto lo spessore della corteccia, e l’ ulcera da pochi centimetri può allargarsi fino a più di un decimetro. L'infezione può propagarsi o per contatto tra due rami, o intorno a un ramoscello o frutto colpito da annerimento, o per ferite nella corteccia. Essa può estendersi tutta intorno ad un ramo o ad un tronco uccidendoli; oppure può limitarsi ad un sol lato lasciando compiere l’ opera di distruzione ai molti fun- ghi del marciume che poi la seguono. Il miglior motodo di difesa è di tagliare e raschiare le parti infette fino ai tessuti sani, sterilizzando poi la ferita con solu- zione di sublimato corrosivo. Il cancro dei rami può essere pre- venuto con attenta e sollecita potatura. E. A. Bessey (Miami-Florida). ABpapo M. — II fumo e i danni ch’ esso arreca alle piante. (Le stazioni sperim. agrar. italiane, 1906-907, 132 pagine). Il fumo che sbocca dai camini degli stabilimenti industriali si compone di una parte solida (fuliggine) e di prodotti gazosi della combustione. Raramente la fuliggine riesce dannosa alla 270 AGENTI CHIMICI vegetazione, dannosi sono invece i prodotti gazosi che sono co- stituiti precisamente di anidride carbonica, ossido di carbonio, idrocarburi, varie sostanze bituminose, anidride solforosa e, in minore quantità, cloro e acido cloridrico. A tali prodotti si -me- scolano poi qualche volta altre sostanze solide o gazose, deri- vanti dalle sostanze elaborate negli stabilimenti, particelle me- talliche o minerali, vapori di composti d’arsenico, mercurio, zinco, piombo, acido fluoridrico, ammoniaca, acido nitrico, ecc., i quali vengono ad accrescere i danni che il fumo arreca ai vegetali. Quando le emanazioni delle fabbriche non sono condensate anche per ricuperare i prodotti che esse contengono, o quando il funzionamento delle fabbriche stesse non viene limitato sola- mente alla stagione invernale. durante la quale le piante sono in riposo e non possono venire danneggiate dalle emanazioni medesime, si hanno nella vegetazione circostante danni talvolta considerevoli, che variano a seconda della natura del combusti- bile e dei prodotti lavorati nell'industria, non che a seconda delle specie vegetali che vengono colpite. Le due opere più recenti che trattano estesamente di questo argomento sono quelle di Haselhof e Lindau (Die Beschddigung der Vegetation durch Rauch, 1903) e di Brizi (Sulle alterazioni prodotte alle piante coltivate dalle principali emanazioni ga- sose degli stabilimenti industriali, 1903), e 1 Autore riunisce qui i dati che si possono trovare nell’ una e nell’altra, aggiunge i risultati di altre ricerche sparse fatte di recente da parecchi botanici, e ci presenta un buon quadro sommario completo della questione. Descrive in capitoli separati le alterazioni prodotte sui vari organi dei vegetali dall’ anidride solforosa e acido solforico, dal cloro e dall’ acido cloridrico, dall’ acido fuoridrico, dai vapori nitrosi, dall’ idrogeno solforato, dall’ acido acetico, dall’ ammo- niaca, dal bromo, dal iodiò , dal gas cianogeno, dal gas luce e acetilene, e da diversi composti organici (catrame, piridina, fenolo, asfalto, ecc.). L. MONTEMARTINI. NOTE PRATICHE 271 NOTE PRATICHE Dal Corriere del Villaggio, Milano, 1907. N. 36. — Per preservare i legumi (piselli, fave, fagiuoli, ecc.) dal tonchio, le cui larve penetrano nei semi immaturi praticandovi un foro che tosto cicatrizza e diventa invisibile, e poi escono in autunno per un’apertura rotonda della buccia, sì consiglia sgranare i legumi stessi appena colti, bruciare buccie, e fusti, riscaldare ì semi a circa 60 gradi onde uccidere le larve che già vi fossero penetrate. Si può anche esporre i semi stessi per qualche tempo ai vapori di solfuro di carbonio in recipiente chiuso, e poi arieggiarli per liberarli da tale gas. N. 40. — Contro il mal dell’ inchiostro del Castagno, si comunica che il prof. C. Remondino pare abbia ottenuto risultati soddisfacenti applicando una miscela di calce e solfo sulle radici prima scalzate e poi ricoperte colla terra. Dal Bollettino del Consorzio Agr. di Mantova ecc., 1907. N. 17. — Per disinfettare il grano da semina sì consiglia |’ aspersione col latte di calce in proporzioni di 6 litri per ogni ettolitro di grano 0 con una soluzione al 2 p. 100 di solfato di rame (5 litri per ettolitro di semi), oppure l’immersione per pochi minuti in latte di calce (preparato spappolando 5-6 chil. di calce grassa in 100 litri d’ acqua) o in soluzione diluita di solfato di rame. In quest’ ultimo caso bisognerà seminare entro le 24 ore, perchè oltre questo tempo il solfato di rame, se non neutralizzato con calce, potrebbe danneggiare l’ embrione. Dal Bollettino dell’ Agricoltura Milanese, 1907. N. 39. — Per difendere le uve da tavola dalla Cochylis se ne consiglia l’insacchettamento dei grappoli da praticarsi prima della fioritura con sac- chetti di carta resistente, preferibilmente trasparente. I. m. DO -1 bo NOTE PRATICHE Dalla Lomellina Agricola, Mortara, 1907. Nb Come metodo di lotta indiretta contro le cattive erbe in ri- saia, N. Novelli comunica che, oltre la falciatura ripetuta dei margini dei canali di scolo, venne con qualche successo provata |’ immissione di acqua in risaia subito dopo la mietitura, sì da far nascere molti semi. Per com- battere poì in modo speciale l invasione del riso crodo o selvatico nelle ri- saie stabili e vecchie, consiglia di mettere tali risaie a vicenda almeno per due o tre anni, procurando di farvi frequenti lavorazioni sì da far nascere o marcire tutti i semi. l. m. Dall’ Agricultural Gazette of New South Wales, 1907. Pag. 235. — Si comunica che coi diversi trattamenti preventivi dei semi di frumento contro il carbone si hanno le seguenti percentuali di semi uccisi: 18,6 per l’ acqua calda a 55°-56°; 18,4 per il solfato di rame al 2 p. 100; 13,7 per la formalina al 0,25 p. 100; 1,8 per la poltiglia bor- dolese al 2 p. 100; 1,5 per l’acqua di calcio dopo il solfato di rame al 2 p. 100 luna e l’altro. Tutti i fungicidi poi ritardano la germinazione nel seguente ordine: formalina, poltiglia bordolese, solfato di rame, acqua di calce, acqua calda. Inoltre le piante nate da semi disinfettati sono meno vigorose che quelle provenienti da semi che non hanno subito trattamento di sorta. Le diverse varietà di frumento sono diversamente sensibili. l. m. Dal raccoglitore, Padova 1907. Pag. 254. — Contro la tingide del pero (Tingis Piri) sì consiglia di ir- rorare la pagina inferiore delle foglie con una soluzione di 300 grammi di estratto fenicato di tabacco in 10 litri di acqua. l. m. i crt—t—tlléÀ-—@—@@@2@121Z1_@&EÉ-|-€<ÙIBIE:- ces EG IE Pavia — Tipografia e Legatoria Cooperativa — 1907. - Anno LIRE i 15 novembre 1907. Num. 18. - Rivista di Patologia Vegetale p; ES DIRETTA DAL i Dorr. Lorer MONTEMARTEINI libero docente di Botanica nella R. Università di Pavia Collaboratori : Prof. F. Cavara (Napoli) - Prof. G. DeL Guercio — (Firenze) - Dott. F. 0° B. ELLison (Dublino) - Prof. A. KRoLopp -. (Magyar-Ovar - Ungheria) - D.* S. Hori (Nishigahara-Tokio) - i M ALPINE I: RE DD Brssey Miami: Florida). Indice del fascicolo N. 18. " BarBeRC. A. — L'austorio del Manv'(of) H. — La bolla del Fap | Santalum album . 3 «+ Pag. 287 thè 3 È ; 5 . Pag. 218 _ Baur E. — Sulla elorosi infet- Makre E. — Le cavallette nel- i tiva nei Ligustrum, ecc. . » 286 l’Aveyron . ; ; Ip 1282 ; SARISS: DARE EL MasseRon P. —- Una nuova pg 3ansica per ib. primo. ese malattia dei piselli. . —‘. > 278 condo semestre 1906 . SMR di TE IISEGIO UE È ‘Caruso G., Curoni G., Dive- NEGEE: W. 7 Una malattia h si.L. e Grassi B. — Espe- degli amenti delle betule.. » 286 ; rienze. contro la mosca o- Petri L. — Su una malattia learia + ) 3 ; DO LD delle olive dovuta a Cylin- .. CuapeLLE J. — La tignuola. drosporium olivae ; LE REIT9 | dell’olivo —. ». ». .. >» 281 | Id. — Sul disseccamento degli _. Fiscner E. — Sulle mostruo- apici nei rami del pino . » 279 ADR sità prodotte dai funghi pa Id. Ricerche sul. bacillo # rassiti e specialmente dalle della rogna dell’olivo. LAB TI È UWredineo. 0, ; Di »_.(488 | GeRLACH — Osservazioni e no- SaLmon E. 8. — Una malattia tizie sul modo di caratte- del lauroceraso dovuta a un rizzare i danni del fumo . » 285 ARE e nn CARO GuprRoy CH. — Un caso di SrLvestRI F, — Contribuzioni macrofillia traumatica . » 287 agli insetti dannosi all’ o- HoHNEL (von) F. — Una ma- livo È ; È >» 282 lattia dell’acero in Austria. » 275 KLEBAHN H, — Sulle malattie VogLino P. — Sulla necessità della ‘istituzione di osser- dei tulipani . È SATO po i Ma piaghe su divini Rin vatori di fitopatologia . >». 274 bigeniinpertetti ic... >». 277 | Note pratichei, sd» 288 Società Anonima Capitale ‘gr 800. 000 aisi ca Sede MILANO (Italia) - Via Calatafimi; 12” È Tavolette Fernet Lapponi FERNE"T del Dottor Fernet | 1 > FERNETOL (Citro Fernet) Le Tavolette Fernet Lapponì, formulate dal rimpianto Dott. Lapponi, medico. di S. 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Il decorso anno 1906 fu, in causa della piccola quantità di pioggie cadute, poco favorevole allo sviluppo delle crittogame, così che non molte furono le malattie delle piante dovute a pa- rassiti vegetali sulle quali venne richiamata, dagli agricoltori , l’attenzione del Laboratorio Crittogamico di Pavia. Più consi- derevoli furono invece i danni prodotti da alcuni parassiti ani- mali come la fillossera e la Diaspis, e frequenti furono pure i casi di malattie dovute ad agenti atmosferici, specie alla siccità ed al calore solare, come, per la vite, scoltatura, colpo di sole, apoplessia, ecc. In complesso però sono oltre mille i casi di malattia elen- ! cati e segnalati sulle viti (il maggior numero), sui cereali, sulle piante da frutto o da foraggio, sugli ortaggi, sulle piante indu- striali o forestali, ecc. bo 1 ra GENERALITÀ Nella prima delle rassegne sopra citate 1’ Autore raccoglie in modo succinto ma chiaro, per uso dei frutticultori, notizie pratiche sulle diverse malattie delle pomacee //icchiolatura o brusone del pero e del melo, ruggine del melo, bolla nera dei peri, nebbia del melo e del pero, fumaggine o morfea ,mar- ciume delle radici, cancro, marciume der frutti, ecc. , ecc.) dando di ognuna di esse una descrizione ed indicandone, quando si conoscono, la causa ed i rimedi. Nella seconda richiama l attenzione degli agricoltori sulla diffusione che va prendendo la Cuscuta nelle nostre campagne e sui danni che ne possono derivare. Presenta le diverse specie di Cuscuta più comuni nelle varie coltivazioni e suggerisce al- cuni metodi per combatterle: falciatura ripetuta. delle chiazze invase, sì da non dar tempo allo sviluppo e maturazione dei semi ; irrorazioni ripetute con soluzioni di solfato di ferro al 2 per 100. Molti altri consigli pratici sulle diverse malattie più comuni delle piante coltivate sono dati nel corso delle relazioni, ma non è possibile qui riassumerli. L. MONTEMARTINI. VogLino P. — Sulla necessità della istituzione di osservatori re- gionali di fitopatologia. (Comunie. al Congr. della Soc. Ital. per il progresso delle scienze, Parma 1907 ; e Boll. Società Agrie. Ital., Roma, 1907, Anno XII, pag. 902-904). L'Autore dimostra la necessità di istituire nelle varie re- gioni laboratorî ed osservatori di patologia vegetale sia perchè vengano prontamente e regolarmente segnalate le diverse forme di parassiti che attaccano le piante coltivate, sia perchè si pos- sano iniziare serie prove contro di esse, sia per diffondere tra gli agricoltori le migliori pratiche della igiene delle piante, co- munemente tanto trascurata. GENERALITÀ — PARASSITI VEGETALI 25 La cosa si presenta tanto più utile oggi che i nuovi sistemi adottati, l uso di concimi chimici, la coltura intensiva, 1’ intro- duzione di nuove piante da regioni lontane, hanno portato una diffusione straordinaria di nuove malattie che dovrebbero essere segnalate e combattute subito al loro primo apparire. L’Autore cita il caso del Fusicladium pirinum la cui dif- fusione in Piemonte mette in pericolo la coltivazione della pre- giata varietà di pero detta martin secco, e che si può ora com- battere con pennellature invernali con solfato di ferro (al 10 °/,) solo perchè si è potuto vedere che il micelio sverna nei cheima- tostromi dei rami. L. MONTEMARTINI. HonNnEL (von) F. — Ueber eine Kranhheit der Feldahorne in den Wiener Donau-Aueiù (Una malattia dell’ acero in Austria). (Oesterr. bot. Zischr., Wien, 1907, pag. 177-181). Molti aceri presentano i loro fusti decorticati in seguito al l’azione di un fungo parassita (Poria obliqua P.) il quale at- tacca, oltre l’Acer campestre, anche i faggi e le betulle. Esso si espande sotto la corteccia ed anche nel legno, e forma delle larghe lamine che poi crescono di spessore esercitando una pres- sione considerevole sopra gli organi soprastanti, fino a farli stac- care. Allora rimane scoperto e produce i- suoi organi di frutti- ficazione: solo seccando gli orli di tali lamine si sollevano, mentre originariamente si ha un corpo completamente resupinato. L’ Autore crede non si tratti di nessuna specie di Homes descritta dal Saccardo. L. MONTEMARTINI. 276 PARASSITI VEGETALI KLEBAHN H. — Ueber die Krankheiten der Tulpen und ihre Be- kimpfung (Sulle malattie dei tulipani e i modi per combat- terle). (Gartenflora, 1906, Num. 21 e 22). L’ Autore sì occupa di due malattie conosciute ambedue in Olanda sotto il nome di Awade plekken. Una è la malattia dello sclerozio, dovuta allo Selerotium Tuliparum, fango di cui non si conosce altra forma di molti- plicazione che gli sclerozi. Il micelio attacca i bulbi che diven- tano internamente rosso bruni e a poco a poco marciscono. Gli sclerozi si formano tra le radici o alla base dei bulbi stessi, da prima bianchi e poi di colore bruno, della grossezza di 1,5 a 9 mm., rimangono in vita nel terreno per due anni e possono riprodurre la malattia, oltre. che sui tulipani, anche su Iris e Fritillaria; i Narcisus, i Crocus e le Scilla ne rimangono immuni. La seconda malattia è dovuta ad una Botrytis che attacca lo scapo fiorale e le foglie. e per mezzo de’ suoi conidi si pro- paga alle piante sane specialmente nei tempi umidi: negli at- tacchi più forti il parassita sì estende anche ai bulbi, sulle parti morte dei quali forma numerosi piccoli sclerozi neri che servono a conservarlo e propagarlo: tali sclerozi sono meno resistenti di quelli dello Sclerotium Tuliparum e non attaccano le piante bulbose sopra menzionate. Contro ambedue le malattie 1’ Autore consiglia pratiche di igiene intese ad impedire la disseminazione e perpetuazione de- gli sclerozi e dei conidi: raccolta (con istrumenti speciali sì da non lasciare cadere gli sclerozi) e distruzione delle piante am- malate, rotazione di coltura. Consiglia anche disinfezione del terreno con carbolineum misto a sabbia. L. MONTEMARTINI. PARASSITI VEGETALI 277 KLeBAHN H. — Untersuchungen iiber einige Fungi imperfecti und die zugehòrigen Ascomycetenformen IV (Ricerche sopra al- cuni funghi imperfetti e le loro forme ascofore IV). (.Sora- ver’ s Zeilschr. f. Pflanzenkrankh. Bd. XVII, 1907, pag. 223-227, con una tavola e 2 figure). (Le parti I-III sono riassunte a pagina 51 e 810 del volume primo di questa Rivista). In questa quarta contribuzione 1’ Autore studia la biologia della Marsonia Juglandis (Lib.) Sacc., parassita delle foglie di noce, della quale descrive la forma conidica tipica e ritiene sieno ad essa da riferirsi anche le forme a conidi semplici e più pic- coli che vennero volta a volta descritte coi nomi di Cyyptospo- rium nigrum Bon., Leptothyriwm Juglandis Rabenh., (Gloeospo- rium Juglandis Babàk et Kab., Leptothyrium Castaneae f. nu- cifoliae Massal. Dimostra poi con esperienze di colture pure e di inocula- zione che la forma ascofora di questo parassita è veramente la Gnonomia leptostyla (Fr.) Ces. et De Not., i cui periteci si svi- luppano durante Yinverno sulle foglie cadute e infette dalla Marsonia, e perciò vennero già indicati come forma ascofora di quest’ ultima dal Frank e dal Krieger. Stecome i conidi e il micelio probabilmente non resistono all'inverno e le ascospore sviluppatesi sulle foglie marcescenti riescono facilmente ad infettare, in primavera , le foglie gio- vani e riprodurre su di esse la malattia, per limitare lo svi- luppo di questa è da consigliarsi, durante l'estate e l'autunno, la raccolta e distruzione di tutte le foglie infette cadute dagli alberi. L. MONTEMARTINI. 278 PARASSITI VEGETALI Manx (of) H. — The Blister Blight of Tea (La do/la del the). (Indian Tea Association, Calcutta, 1906, N. 3, 13 pag., 5 tav.). Questa malattia si presenta specialmente nell’ Assam supe- riore e rimane quasi localizzata a tale distretto nel quale sol- tanto pare che trovi, per l'abbondanza delle pioggie primaverili, condizioni favorevoli al suo sviluppo il parassita che la produce: l'Erobasidium verans. Si presenta da prima con macchie chiare sulla pagina infe- riore delle foglie, in corrispondenza alle quali ha luogo un ac- crescimento straordinario dei tessuti sì da dar luogo a delle grosse bollosità cui corrispondono, nella pagina superiore, altret- tante depressioni e concavità. La superficie esterna di tali bolle sì copre poi di uno strato bianchiccio costituito dai basidi del parassita, ognuno dei quali porta due spore. Frammisti ai basidi si trovano anche dei conidi bicellulari picciolati, simili per l’aspetto alle teleutospore delle Uredinee ; però la riproduzione avviene principalmente per opera delle basidiospore, ed è durante le primavere molto umide che queste germinano più facilmente e più prontamente. L. MONTEMARTINI. MasseRon P. — Une nouvelle maladie des pois cultivés (Una nuova malattia dei piselli coltivati). (Semazne agricole, 1907, pa- gina 270). Si segnala una forte invasione di Sc/erotinia libertiana nel dipartimento della Loira inferiore, dove ne furono fortemente attaccate e danneggiate le piantagioni di piselli. La malattia, indicata col nome di male dello selerozio, potè prendere tale diffusione a causa della intensificazione e della uniformità di coltura. E da consigliarsi di sospendere per almeno quattro anni, PARASSITI VEGETALI 279 nei campi che si mostrano infetti, la coltivazione dei piselli e delle altre piante (fagiuoli, carote, barbabietole, granoturco, canapa, topinambour) che possono ospitare il parassita e per- petuare l’ infezione del terreno. Conviene anche bruciare in posto le piante ammalate. L. MONTEMARTINI PerRI L. — Sur une maladie des oleives due au Cylindrosporium olivae n. sp. (Su una malattia delle olive dovuta al Cyl7n- drosporium olivae n. sp... (Annales mycologici, Vol. V, 1907, pag. 320-325 e 5 figure). È malattia presentatasi in Toscana e che attacca le olive quasi mature specialmente delle varietà morazola e mignola. È caratterizzata da chiazze depresse, che si formano nella parte inferiore del frutto, di colore prima violaceo pallide, poi giallo rossastre, limitate ad un margine in rilievo (costituito non da periderma ma da cellule epidermiche comuni ricche di tannino) di colore più scuro. Lasciate in camera umida, si coprono di pustolette prominenti di colore bianco cereo, dovute ad un mi- cromicete nuovo che l'Autore descrive sotto il nome di Cylin- drosporivm olivae. È specie che attacca solo i frutti quasi maturi, penetrando forse in essi alla loro inserzione sul picciuolo. La maturità avan- zata e l umidità atmosferica ne favoriscono lo sviluppo. L. MONTEMARTINI. Perri L. — Sul disseccamento degli apici nei rami di pino (An- nales mycologici, Vol. V, 1907, pag. 326-332, e una tavola colorata). Trattasi di una malattia dei pini sviluppatasi in una pineta della provincia di Gaeta. Essa si manifesta col rapido essic- 280 PARASSITI VEGETALI camento degli apici dei giovani rami, effettuatosi in modo che la parte morta terminale rimane nettamente limitata da quella sana inferiore, colla produzione in basso di un piccolo ingrossamento dovuto ad abbondante ed anormale secrezione di resina che fuo- riesce da piccole screpolature cancrenose di colore bruno. È malattia simile a quella segnalata tempo fa in Svizzera dall’ Enderlin e attribuita dal Schellemberg a una Cytospora che penetrerebbe nei rami attraverso le screpolature della corteccia prodotte dal peso della neve. Anche il Mer segnalò in Francia una malattia analoga degli abeti dovuta a un Fuszcoceum. Nel caso attuale 1’ Autore attribuisce il malanno ad una specie nuova di Cytosporella che descrive sotto il nome di Cy. damnosa , e pensa si abbia a che fare con un fenomeno patolo- gico che si verifica quasi sotto il medesimo aspetto in tre coni- fere molto affini (Abies, Picea, Pinus) prodotto rispettivamente da tre fanghi di una stessa famiglia: Musicoccum , Cytospora , Cytosporella. Per quest’ultima forse sono i forti venti di sci- rocco che, producendo una confricazione ripetuta dei giovani rami, preparano la via onde essa può penetrare. Siccome gli organi di moltiplicazione del parassita si svi- luppano solamente sui rami già seccati, forse potrebbe riescire utile, per limitare lo sviluppo del male, raccogliere e bruciare le estremità dei rami di mano in mano che seccano. Non si potè ancora vedere la formazione di ascospore. L. MONTEMARTINI. SaLmon E. S. — On a fungus disease of the Cherry laurel (Una malattia del lauceraso dovuta a un fungo) (/ourn. Roy. Hort. Soc., Vol. XXXI, 1906, p. 142-146). La comparsa in Inghilterra del bianco del Prunus lauro- cerasus dovuto all’ O/dium Passerinii ha dato modo all’ Autore di constatare come questo fungo parassita altro non è che la PARASSITI VEGETALI — PARASSITI ANIMALI 281 Sphaerotheca pannosa , della quale ha lo stesso micelio e gli stessi conidî. La sua presenza sul lauceraso è affatto transitoria; non vi rimane a lungo e non vi si adatta completamente, forse perchè la pianta ospite produce un periderma sotto i tessuti infetti. è E L. M. Caruso G., Cuponi G., Danesi L. e Grassi B. — Esperienze contro la mosca olearia nella Maremma Toscana e nelle Puglie (Boll. Uff. d. Min. d’Agric. Ind. e Commercio, 1907, An- no VI, Vol. II, pag. 525-530). E la relazione sulle esperienze di cui si parla alla prece- dente pagina 185. L..M. CnapeLLe J. — La chenille mineuse ou teigne de lolivier (La ti- gnuola dell’ olivo: Trnea oleaella o Prays oleae). (Le Pro- grès Agric. et Viticole, Montpellier, 1907, N. 32, pag. 168- 171, e 2 figure). L'Autore descrive brevemente l’ insetto ed ì danni che esso produce attaccando i diversi organi degli olivi. Per combatterlo dice che furono adoperate con certa effi- cacta la miscela Dollonne (1-2 chilogr. di solfato di rame, 46 di calce e un litro di nicotina concentrata o 2-3 litri di succo di tabacco in un ettolitro di acqua) e quella di Dumoni (un chilogr. di sapone nero, mezzo di cristalli di soda e un litro di nicotina concentrata in un ettolitro di acqua). Crede possano anche servire i composti arsenicali usati contro l’ al- tica della vite. L. M. 282 PARASSITI ANIMALI Marre E. — Les sauture!!es dans l’Aveyron en 1902 et en 1907 (Le cavallette nell’Aveyron durante gli anni 1902 e 1907). (Le Progres Agric. et Viticole, Montpellier, 1907, Num. 38, pag. 337-344, e 11 figure). Poichè dopo la forte invasione del 1902 le cavallette, non si sa per qual ragione, comparvero ancora abbondanti, nell’A- veyron, nell’anno corrente, l'Autore si diffonde a darne la de- scrizione ed a dire i danni che possono arrecare alle principali piante coltivate: patate (che sono le preferite), cavoli, fagiuoli, avena ed anche vite. Come mezzo per combattere questi animali, l'Autore in- dica, dietro informazioni assunte, le seguenti formole : a) olio pesante 5 chili, sapone nero 1 chilo, acqua 94 litri ; b) acqua bollente chilogr. 1,5; sapone nero 0,4; olio di petrolio 1,00; più 8-15 parti di acqua ; c) olio di colza chilogr. 15; sapone 1: acqua 84 litri ; d) lisolo 1 litro; acqua 100 litri. Si è trovato utile anche mescolare un po’ di verde di Pa- rigi al concime. L’Autore descrive pure parecchi nemici naturali delle ca- vallette, fra cui Vl Empusa grilli. L. MONTEMARTINI. SiLvestri F. — Contribuzioni aila conoscenza degli insetti dannosi all’olivo e di quelli che con essi hanno rapporto. La tignola dell'olivo: Prays oleellus Fabr. (Bo/!. del Laborat. di Zool. Gen. e Agraria di Portici, Vol. II, 1907, pag. 83-184, con 68 figure) (veggasi anche a pag. 202 di questo volume). In questa pubblicazione l’ Autore, oltre il frutto delle proprie osservazioni, raccoglie tutto quanto è stato osservato e rilevato PARASSITI ANIMALI 283 prima di lui su questo parassita dell’ olivo, che dopo la mosca olearia è certo uno dei più temuti e dannosi. Descrive dettagliatamente, accompagnando la descrizione con buone figure, l’ uovo, la larva, la crisalide e l’ insetto per- fetto, esponendone la biologia e dando notizie dei danni che può arrecare alle diverse parti dei vegetali che attacca. In Italia la tignola dell'olivo ha per pianta nutrice soltanto l’olivo e su di esso compie ogni anno tre generazioni: una pri- ma generazione, che nasce nell’ autunno e giunge a completo sviluppo in aprile-maggio, vive a spese delle foglie ; una seconda, che finisce in giugno-luglio, a spese dei fiori; una terza final- mente, che arriva allo stadio adulto in settembre-ottobre, vive sui frutti, specialmente nella loro mandorla. Per fortuna però essa ha molti nemici naturali che ne ostacolano la diffusione, specialmente insetti dei quali l'Autore fa una lunga enumera- zione seguita da descrizioni. È da ricordarsi specialmente la Ageniaspis fuscicollis praysincola, una nuova forma descritta dall’Autore, che è vero e particolare parassita della tignuola del- l’ olivo, a spese delle cui larve si sviluppa riuscendo a parassi- tizzarne oltre il 90 p. 100. Passando ad esporre i metodi da adottarsi per combattere la tignuola, l'Autore crede che, per quanto si sa sulla sua bio- logia, si debba consigliare : 1) raccolta delle foglie infette, insieme alle larve della prima generazione, alla fine di marzo e aprile e conservazione di esse in apposite cassette che lascino uscite le Ageniaspis e non gli adulti della tignuola ; i 2) raccolta delle olive cadute in settembre e conserva- zione delle medesime anch'esse nelle cassette di cui sopra, 0 în locali colle finestre protette da reti metalliche a maglie di un millimetro ; 3) irrorazione con poltiglia bordolese cui si sia aggiunto il per 1000 di urseniato di piombo, da praticarsi alla fine o (05) Hi ‘PARASSITI ANIMALI — BACTERI di maggio 0 nella prima quindicina di giugno (e da rinno- varsi nel caso di pioggia) per combattere insieme la tignuola e l'occhio di pavone. L. MONTEMARTINI. Perri L. — Untersuchungen iiber die Identitàt des Rotzbacillus des Oelbaumes (Ricerche per stabilire 1’ identità del bacillo della rogna o tubercolosi dell’ olivo). (Centralbl f. Bakter., Pa- ras. u. Infektionskrankh., 1907, Bd. XIX, II Abth., pag. 531-538, con 5 figure). L’ Autore rileva come discordanti sieno tra loro i caratteri che vengono attribuiti a questo bacillo dai vari osservatori che lo studiarono : Savastano, Voglino, Schiff-Giorgini, G. Smith e Berlese; sì che anzi che con un’ unica specie parrebbe che si avesse a che fare con quattro. Per chiarire la questione imprende una serie di colture coi metodi più rigorosi che si conoscono e riesce infatti ad isolare dai tubercoli dell’olivo tre forme distinte: una (Bac:/lus Oleae a) cor- risponde pe’ suoi caratteri alla forma descritta dallo Smith (mobile, non riunito in fili, colonie bianche ad orlo intiero, non liquefa la gelatina, non produce spore, non riduce i nitrati, è aerobio, nella soluzione di Cohn produce molti cristalli di fosfoammoniuro di magnesio), l’ altra (Baci/lus Oleae B) corrisponde alla forma descritta da Schiff, la terza (Bacillus Oleae y) è la forma del Berlese e corrisponde anche al Bacz/!us Oleae tubercolosis di Savastano e all’Ascobacterium luteum di Babés. La forma pa- togena è solamente la prima, ed i risultati positivi che furono. altra volta ottenuti colla seconda e terza forma si devono al fatto che le colture non erano pure. Anche i caratteri del Bacillus Oleae descritto dal Peglion BACTERI — AGENTI CHIMICI 285 (pag. 315 del Vol. I di questa vista) come causa di una tu- bercolosi dell’oleandro simile a quella dell’ olivo, non corrispon- dono a quelli del vero agente patogeno che, come ha dimostrato Smith (veggasi alla precedente pagina 139) e come conferma l'Autore, sono gli stessi del Bacz/lus Oleae a. Probabilmente l’ Ascobacterzum luteum accompagna molte malattie dei vegetali e prende in esse uno sviluppo tale da na- scondere il vero agente patogeno. Così p. e. lo Smith lo ha tro- vato (descrivendolo sotto il nome di Asc. Sacchari} costante- mente insieme alla Pseudomonas vascularum nella gominosi della canna da zucchero. | L. MONTEMARTINI. GeRrLACH — Beobachtungen und Erfahrungen iber charakteristische Beweismittel, bezw. Merkmale von Rauchschàiden (Osservazioni e notizie sopra il modo di caratterizzare i danni del fumo) (Oesterr. Forst-u. Jagdztg., Jahrg. XXV, 1907, N. 18 e 19, con ll figure). L’ Autore dà 1 seguenti caratteri per riconoscere i danni prodotti dal fumo nelle foreste di abeti: a) la presenza e la diffusione del Pissodes Herciniae e del P. scabricollis, non che di altri insetti (Grapholitha pacto- lana, Chermes abietis, Ch. coccineus, ecc.) ; b) V arresto dell’ assimilazione e della traspirazione nelle foglie ; | c) il predominio degli alberi a foglie caduche (come il faggio e la quercia), che sono più resistenti ai fumi che non i sempreverdì ; d) la prova di Hartig, secondo la quale esponendo al sole rami di abete, le foglie arrossano e cadono prima da quelli sof- ferenti per fumo che da quelli sani. L. M. 286 j MALATTIE D’ INDOLE FISIOLOGICA Baur E. — Ueber infectiése chlorosen bei Ligustrum, Laburnum, Fraxinus, Sorbus e Ptelea) (Sulla clorosi infettiva nei Ligu- strum, Laburnum, Frarinus, Sorbus e Ptelea) (Ber. d. deuts. bot. Ges., Bd. XXV, 1907, pag. 413). Facendo seguito ai suoi precedenti lavori riassunti alle pa- gine 63 e 92 di questo volume, l’ Autore dimostra che si deb- bono ritenere come casi di clorosi infettiva simile a quella delle Malvacee, parecchie forme variegate di Li9ustrum, Laburnum, Frarinus, Sorbus e Ptelea. Secondo lui, la clorosi infettiva è più frequente di quanto si sia fin’ora creduto e molte delle va- rietà variegate che sono note in giardinaggio non sono che casì di tale malattia. Rimane ancora ad isolare la sostanza infettiva che è la causa del male. L. MONTEMARTINI. Necer F. W. — Eine Krankheit der Birkenkàtzchen (Una ma- lattia degli amenti delle betule) (Ber. d. deuts. bot. Ges., Bd. XXV, 1907, pag. 368-372, e una figura). L’ Autore ha osservato che spesso gli amenti femminili della Betula alba , giunti quasi a metà maturanza, seccano ed anne- riscono alla loro estremità superiore, mentre nella parte inferiore rimangono verdi e portano a maturanza completa i frutti. Mettendo gli organi così colpiti in camera umida, si vede che la parte secca (ben raramente anche quella rimasta verde) si copre della fruttificazione di una Bo/rytis che ha tutti i ca- ratteri della B. cynerea e che forma in ultimo sulle scaglie piccoli sclerozi. Tale Botrytis e tali sclerozi non sono però in relazione e sono diversi dalla Sc/erotinia Betulae ‘Wor. osser- vata qualche volta nei frutti ammalati. L'Autore, data la limitazione quasi costante del fungo nella parte apicale degli amenti, crede che esso non sia la causa pri- 4 uri pe ida MALATTIE D’INDOLE FISIOLOG. - AZIONI TRAUMAT. - ANATOMIA PATOLOG. 287 ma e diretta dell’essicamento, ma che questo avvenga per squi- librio nella circolazione dell’ acqua richiamata con maggiore vi- gorìa dalle parti inferiori, e che la Botryts non abbia che un azione secondaria. L. MONTEMARTINI. Gurrroy CH. -- Un cas de macrophyllie traumatique (Un caso di macrofillia traumatica). (Bull. d. la Soc. Bot. d. France, 1907, T. LIV, pag. 385-388, e 4 figure). L'Autore segnala il fatto che un tronco di quercia tagliato a 30 centimetri dal suolo ha-prodotto vicino al taglio un ramo che aveva foglie di dimensioni doppie di quelle degli altri rami più bassi. Dette foglie avevano anche uno spessore maggiore dovuto alla presenza di uno strato di più nel mesofillo e al forte sviluppo del palizzata. Evidentemente l’azione traumatica ha prodotto uno squi- librio nella circolazione delle sostanze nutritizie e nelle altre fun- zioni. L. M. Barper C. A. — Studies in root-parasitism: The haustorium of Santalum album. Part. 2. The structure of the mature haustorium and the inter-relations between Host and P rasite (Studî sul parassitismo delle radici : l’austorio del Santalum album. Part. 2. La struttura dell’ anstorio maturo e le re- lazioni tra l'ospite e il parassita). (Mem. of the Departm. of Agricult. in India, 1907, Vol. I, Parte II, N. 1, 58 pagine e 16 tavole) (per la prima parte del lavoro veggasi alla precedente pag. 65). Do 88 ANATOMIA PATOLOGICA — NOTE PRATICHE - È uno studio anatomico sulla struttura degli austori del Santalum albuwin, nel quale si segue lo sviluppo dei diversi si- stemi di tessuti e la reazione colla quale rispondono le radici della pianta ospite. Si descrivono anche alcune irregolarità e sì chiude con un lungo elenco di piante le quali possono ospitare il parassita in parola. L. MONTEMARTINI. FiscHer E. — Ueber die durch parasitischer Pilze (besonders Uredineen) hervorgerufen Missbildungen (Sulle mostruosità prodotte dai funghi parassiti e specialmente dalle Uredinee) (Verh. d. Schweiz. naturf. Ges. in St-Gallen, 1907, p. 170-177). Quando il micelio delle Uredinee penetra nelle gemme an- cora giovani provoca deformazioni e mostruosità che 1 Autore descrive e raggruppa, a seconda che riguardano : a) organi assili: cambiamento della direzione di accresci- mento, allungamento anormale degli internodî, rigonfiamenti , produzione maggiore o minore di rami ; b) foglie: disposizione e numero irregolare, forme anor- mali, trasformazione di foglie vegetative in fiorali ; c) fiori: soppressione di fiori, mostruosità negli organi fiorali. ? L. M. NOTE PRATICHE Dall'Italia Agricola, Piacenza, 1907. i) N. 15. — Contro la Zenzera aesculi (., il cui bruco penetra nel tronco e nei grossi rami dell’olivo scavandovi gallerie che talvolta possono por- tare all’essiccamento delle parti colpite, si consiglia la caccia ai bruchi stessi entro Je loro gallerie (si riconoscono esternamente da una macchia circolare scura che si nota sulla corteccia) sia con appositi aghi uncinati, sia coll’ introduzione nella galleria medesima (che va poi chiusa con ar- gilla) di un batufolo di cotone imbevuto di solfuro di carbonio, o di un pezzetto di carburo di calcio che si inumidisce con acqua. lm. Pavia — Tipografia e Legatoria Cooperativa — 1907. 20 novembre 1907, Num. 19. Patologia Vege Dorn. Luci MONTEMARTINI ‘ (libero doeente di Botanica nella R, Università, di Pavia laboratori : Prot. Bi GAVARA (Napoli) - Prof. G.: DeL GUERCIO Firenze) - Dott. F. O’ B. ELrisox (Dublino) = Prof. A. KRroLopp ere al- SI Mago O - dh S. Hori Nishigabara 300) - Indice del fascicolo N. 19. Atto ns F.—..Le gallerie xo HENRY.-E. — La-malattia. de; Myelophitus pimiperda iL .gli abeti nel Giura +. . Pad. 292 5 negli alberi in piedi . . Pag.294 % HERRERA A. L.— La polvere FFEN R. H. -- Studi sulla PS dopito Ci A pi RI AAA dei CR | Jacopesco N... Un fenomeno i di pseudomorfosi vegetale 300 KRaus R., PortHEIM L. e YA- MANOUCHI T. - Studì biolo- gici sulla immunità delle i piante : È ; lattie dei Pelargoniume © . 90 | Mansu J. e CompEs R. -- Su ( sr Sulla ssa dell’ ua i | alcune formazioni felloder- Miehe: = ALTO, avventizie del mais... MarcHAL P. - L’acariosi del- & EN A. L. — Gli insetti |. P'avena. MiilLer W. — Sulle Melamp- sora delle euforbie. . : PerRrI L. — Osservazioni sulle galle fogliari di Azalea . SHeAR C. L. e MrLes G. F. — È Per combattere il marciu- GRASSI B. e Foi 3° si Ricdri me delle radici del cotone che sulle fillossere. i 5 296 | Note pratiche . " Notizie" A spenta lità della ORIGIN Società Anonima Capitale L. 800.000 canili a L. Sede MILANO (Italia) - Via Calatatimi, 12° Tl'avolette Fernet Lapponi FERNET del Dottor Fernet FERNETOL (Citro Fernet) Le Tavolette Fernet Lapponi, formulate dal rimpianto Dott. Lapponi, medico di S. Santità, sull’ antica ricetta manoscritta del liquore Fernet posse- duta dalla Compagnia, contengono tutti i principi attivi del Fernet liquido, e per gli organismi delicati, donne, fanciulli, presentano il vantaggio di non con- tenere alcool. — Sono un gradevole e portentoso rimedio contro tutti i disturbi _ dell'apparato digerente. si L. 1.25 la scatola dai Farmacisti e Droghieri. ini per coloro che usano il Liquore Fernet la. Il Liquore Fernet Original Fernet Company si trova nella privile-. giata condizione dl offrire il prodotto autentico quale lo ebbe ad ideare il celebre medico svedese e che appunto denomina Fernet del Dottor Fernet. 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Corso Venezia, 89 - Milano Rivista di Patologia Vegetale ANNO II. 20 Novembre 1907. NUM. 19. Pey tutto quanto concerne la Rivista dirigersi al Dort. Lusi MONTEMARTINI - Laboratorio Crittogamico - Pavia. GENERALITÀ Cavazza D. — Annali dell’ Ufficio Provinciale di Agricoltura di Bo- logna Anno XIll. (Bologna, 1907, 171 pagine). Sono relazioni sopra i principali argomenti che furono 0g- getto di studio o di osservazione da parte dell’ U/ficio Provin- ciale Agrarto di Bologna. Per quan o riguarda te malattie vegetali, troviamo due lunghe relazioni sulla infezione della fillossera e della Diaspis in pro- vincia di Bologna, con interessanti osservazioni teoriche e pra- tiche sulla legislazione che abbiamo in proposito e sulle misure da adottarsi, e con esposizione di quanto è stato fatto e predi- sposto per la comune difesa. In altra relazione sull’ impiego della miscela di Laming come concime si comunica che tale miscela (detta con denominazione inglese, criid-ammoniaca) può efficacemente essere applicata anche contro la cuscuta dei medicai: occorre spargerla in pro- porzione di 5 chilogr. per metro quadrato sulle zone infette, previamente falciate. L. MONTEMARTINI. 290 GENERALITÀ CurerLor J. — Étude des maladies qui attaquent les Pélargonium (Studio delie malattie dei Pelargonium). (Journ. d. l. Soc. Nat. d' Horticult. d. France, 1907, IV Ser., T. 8, p. 348-355). L'Autore raccoglie tutte le notizie che si hanno sopra le malattie che attaccano i Pelargoniun e le classifica in 3 gruppi a seconda che sono malattie dovute a parassiti vegetali, a pa- rassiti animali, o a cause organiche. In ogni gruppo tratta poi separatamente le malattie che attaccano le radici, quelle che at- taccano il fusto e quelle delle foglie. dh Tra le malattie del fusto dovute a parassiti vegetali le più importanti sono il male della tela, prodotto dalle Botrytis ci nerea e B. doryphora, e il cancro secco dovuto al Bacillus cau- livorus e al Fusarium: Pelargonir. Sì V una che l’altra richie- dono accurate precauzioni igieniche. Contro le malattie delle foglie dovute al G/oeosporiwn Pe- largonii e alla Cercospora Brunkii sono utili le irrorazioni con solfato di rame. Contro gli insetti (Stphonophora Pelargonii, Coccus longi- spinus, Acarus telarius, ecc.) riesce utile il succo di tabacco. Tra le malattie di natura fisiologica l'Autore accenna alle intumescenze speciali (called spot degli Americani) che si for- mano nei lembi fogliari dopo le giornate calde seguite da pioggie abbondanti, e che sono effetti di squilibrio nella circolazione dell’acqua: idropisie locali, che dànno poi ricetto a dei funghi saprofiti (Sporotrichuwm epiphyllun, ed altri). L. MONTEMARTINI. Faper (von) F. — Bericht iiber die Planzenpathologische Exspe- dition nach Kamerun (Relazione su una gita di patologia ve- cetale nel Kamerun). (Der Tropenpflanzer, 1907, Num. RES D 21 pagine e 4 figure). GENERALITÀ — PARASSITI VEGETALI 291 Sono osservazioni fatte dall’ Autore, durante un soggiorno di un mese a Kamerun, sulle malattie specialmente del cacao, che in nessuna regione viene minacciato da sì gravi malanni come in questa. Parecchie di tali malattie vennero già segnalate e descritte dal Busse nel lavoro di cui a pagina 38 del volume primo di questa vista. L'Autore parla qui del marciume nero (Braunfàule) dei frutti, dovuto ad una PAytophthora che si può combattere con irrorazioni preventive (da applicarsi prima del periodo delle pioggie) con poltiglia bordolese cui si aggiunge, per renderla più adesiva, colofonia e amido di patata. Descrive poi degli scopazzi di cacao che sono da attribuirsi ad una nuova specie di Eroascus che egli dedica al Busse (Ex. Bussei). Consiglia tagliare e distruggere i rami sui quali com- pare la malattia. E finalmente parla del cancro dei fusti, dovuto ad una Nectria parassita di ferite, che attacca anche i frutti ; del 7m247- ciume delle radici, dovuto ad un’ ArMmillaria non ancora ben de- terminata, e di diversi parassiti animali, scarafaggi, formiche, ecc. Anche della Azckria elastica sono descritte alcune malattie dovute a funghi o a insetti. Per il Cacao e per la Kickria V Autore raccomanda la se- lezione di varietà che abbiano a resistere alle diverse malattie. L. MONTEMARTINI. CirrLor J. — Sur la presence de l’Ustilago Maidis (D.C.) Corda sur les racines adventives du Zea Mys L. et de sa variéte quadricolor, et sur les biomorphoses quelles présentent (Sulla presenza dell’ Usti/ago Maidis sopra le radici avventizie della Zea Mays e della sua varietà quadricolor, e sulle de- formazioni che essa provoca) (Compt. Rend. d. s. d. l’Ac. d. Sc. d. Parîs, 1907, T. CXLIV, p. 764-766). 292 PARASSITI VEGETALI L’ Autore segnala infezioni delle radici avventizie del Mais da parte dell’ Usti/ago Matdis che fin'ora era stata osservata so- lamente sugli altri organi della pianta: fusto, guaina, foglie, brattee fiorali, infiorescenze maschili e femminili. Le radici infette presentano deformazioni caratterizzate da pseudodicotomie del loro apice vegetativo, con ipertrofia senza iperplasia dei tessuti invasi. Si possono anche riprodurre arti- ficialmente. L. MONTEMARTINI. Hexry E. — La maladie du Sapin dans les foréts du Jura (La malattia degli abeti nelle foreste del Giura) (Compt. Rend. d: s. d. l’ Ac. d. France, Paris, 1907, T. CXLIV, p. 725-727). L’ Autore segnala la diffusione su larga scala nelle abetine (Abies pectinata) del Giura del Phoma abietina Hart., che at- taccando la corteccia dei giovani rami e causandone l’ essicca- mento, provoca un distinto arrossamento autunnale delle foglie, che scompare alla primavera. La malattia fu osservata molto estesa nello scorso anno e nell’anno corrente : è probabile che essa, impedendo le funzioni normali a molte foglie, ostacoli la formazione del legno ; però fin'ora non si può dire sia stata in grado di condurre alla morte qualche pianta. Non si può fare nulla di pratico per ostacolare la diffusione del parassita; è però sperabile che questo, come è avvenuto in altri tempi e in altri paesi, scompaia poi da sè stesso. 3 L. MONTEMARTINI. MiiLLer W. — Zur Kenntniss der Euphorbiabewohnender Melam- psoren (Sulle Me/ampsora delle Euforbie) (Centralbl. f. Bakter., Paras. u. Infektionskrankh., BA. XIX, N. 13-18, 39 pagine, con 31 figure). PARASSITI VEGETALI 293 Le Melampsora fin’ ora osservate sulle Euforbie sono tre : M. Helioscopiae (Pers.) Wint., M. Euphorbiae dulcis Otth., M. Gelmi Bres. L’ Autore fa ora molte esperienze di coltura e in- fezione artificiali, dalle quali deduce che la M. Me/zioscopiae, per la quale il Saccardo indica più di 20 piante ospiti, raccoglie in sè sette forme biologicamente diverse tra loro che si possono denominare dal nome della specie ospite principale : Euphorbiae Helioscoprae, E. eriguae, E. Pepli, E. Gerardianae , E. Cypa- visstae, E. strictae, E. Amygdaloides. La M. Euphorbiae dulcis attacca anche la E. Lathyris. Non tutti gli individui di una stessa. specie di Euphorbia sono attaccati colla medesima facilità dalla forma rispettiva di Melampsora ; alcuni mostrano una predisposizione speciale. L. MONTEMARTINI. Sutear C. L. and MiLes G. F. — The controi of Texas root-rot of Cotton (Per combattere il marciume delle radici del co- tone nel Texas) (U.S. Departm. of Agricult., Bur. of Plant. Ind., Ball. N. 102, Washington, 1907, p. 39-42, con una figura). Il marciume della radici, chiamato anche dying (moria), va ogni anno estendendosi e minaccia di gravi danni la coltiva- zione del cotone nel Texas. Esso è dovuto ad un fungo paras- sita, appartenente al genere 0zonium (?), che in condizioni fa- vorevoli di temperatura ed umidità attacca le radici, distrug- gendo le più giovani ed invadendo la corteccia ed anche il le- gno delle più grosse, sì da provocare l’avvizzimento e la morte della pianta. I terreni poco aereati sono i più favorevoli allo sviluppo del parassita. Stecome questo non attacca i cereali, mettendo a rotazione il terreno infetto e coltivandovi per qualche anno tali piante, 294 PARASSITI VEGETALI — PARASSITI ANIMALI si riesce a diminuire la violenza del male. Si ottengono buoni risultati anche aerando il terreno con arature profonde. Utile combinare luna cosa e l’altra. L. MONTEMARTINI. Bargmann F. — Die Gange des Myelophilus (Hylesinus) pini- perda Lin. im stehenden Holze (Le gallerie del Myelophilus piniperda negli alberi in piedi). (Naturwissenschaphtliche Zeitschrift fur Land-und Forstwirtschaft, 5 Jahrgang, 1907, Heft 10, pag. 500-502). L’ Autore, dopo aver detto che l’ entomologo russo Iwan Schewyren aveva sostenuto (1905) che sugli alberi in piedi man- cano nelle gallerie di Myelophilus piniperda le caratteristiche camere in forma di gruccia, aggiunge che il 22 aprile di que- stanno ebbe occasione di constatare la inesattezza di tale affer- mazione, perchè in un pino, che probabilmente era stato stron- cato dal vento, a m. 1.50 da terra trovò che tanto la parte stroncata quanto il tronco rimasto in piedi erano fortemente assaliti da quello scolitide. Aggiungendo alcune figure tolte da legnami in piedi e da legnami abbattuti, l'Autore si trattiene a parlare dì queste gal- lerie, trovando così confermata 1’ affermazione del Barbay e di Judeich-Nitsche e poco fondata quella di Eickhoff. Croconi G. (Vallombrosa). CLEMENT A. L. — Les insectes du rosier (Gli insetti delle rose). (Journ. d. l. Soc. Nat. d’ Horticult. d. France, 1907, IV Ser., T. 8, pag. 160-165). E una enumerazione degli insetti che danneggiano le rose, (ubij PARASSITI ANIMALI 29 raggruppati nel seguente ordine: Coleotteri, Ortotteri, Imenot- teri, Lepidotteri, Emitteri. Come mezzi di lotta consiglia in molti casi le emulsioni leggere di petrolio. In modo speciale poi contro le larve di Hylotoma rosae dice efficace la seguente formola: sapone nero chilogr. 2, carbonato di soda 1, petrolio 3 litri, acqua 100 litri. E contro l’Aspidiotus rosae: sapone nero chilogr. 0.5, polvere di piretro 1, acqua 12; oppuse : sapone nero una parte, alcool amilico una, acqua da 10 a 15; oppure ancora: succo concen- trato di tabacco 10 cent. cubi, solfo 10 grammi, carbonato di soda 2 grammi, alcool amilico 2 grammi, acqua un litro. Per impedire poi alle femmine di Hybernia (H. defolaria e H. progemmaria) di salire fino ai rami, si consiglia di circondare i fusti con un anello di sostanza appicicaticcia per la quale da la seguente formola: pece bianca un chilogr., terebentina 0,5, olio di lino 0,5, olio d'oliva 0,6. Da non applicarsi direl- tamente sulla corteccia, ma su carta od altro legata stretta- mente intorno al fusto. L. M. EserHaRDT. — Sus un procédé permettant de detruire les larves dans les plantations d’arbres (Su un processo adatto a di- struggere le larve negli alberi). (Compt. Iend. d. s. d. l’Ac. d. Sc. d. Paris, 1907, T. CXLIV, pag. 95-98. Quando le larve sono penetrate in un corpo legnoso che non si può asportare senza grave danno dell’ albero, 1’ Autore con- siglia, se la galleria è superficiale, aprirla, uccidere la larva e lavare ripetutamente la ferita con una soluzione di 11 partì di formolo e 4 di glicerina in 85 di acqua. Se anche questo non è possibile perchè la galleria penetra molto internamente nel legno, l'Autore consiglia iniettarvi, con una siringa, una soluzione di 18 parti di formolo e 6 di glice- rina in 76 di acqua. L. MONTEMARTINI, & 296 PARASSITI ANIMALI ae Grassi B. e Foà A. — Ricerche sulle fillossere e in partico!are su quella della vite, eseguite nel R. Osservatorio antifillosse- rico di Fauglia (Pisa) fino all’ agosto del 1907. (Bo//. 27}. d. Min. d'Agric. Ind. e Comm., Roma, 1907, Anno VI, Vol. V, pag. 658-670). Gli Autori comunicano i primi risultati, alcuni di indubbio valore pratico, di ricerche che essi stanno facendo, per incarico del Ministero di Agricoltura, sulla fillossera in Toscana, stu- diata specialmente dal punto di vista zoologico. Essi osservarono che il ciclo evolutivo della fillossera della vite sulle colline pisane è eguale a quello stato osservato in Francia, in Germania e nel nord d’ Italia, solo che le ninfe, e conseguentemente anche le alate, nelle vigne di viti europee sono relativamente scarse. Però questa regola offre numerose ecce- zioni, e le eccezioni diventano regola sulle viti americane in de- terminate condizioni. Nè mancano in Toscana le galle, le quali, secondo gli Autori, difettano ove difettano le viti americane piantate da due, tre o quattro anni, fillosserate e suscettibili di galle, ma non sono in rapporto nè colla siccità, nè col nutri- mento della pianta. Quanto alle forme alate, gli Autori esclu- dono che nella fillossera della vite ve ne sieno di due sorta come in quella della quercia: le sessupare, gamogenetiche, e le mi- granti, partenogetiche. Le alate della vite, in qualunque sta- gione producono uova di sessuati. Viene, poi confermato quanto è stato osservato in Francia, che cioè le radicicole neonate della legione ipogea, d’ estate, quando il terreno è asciutto, vengono alla superficie in grande numero e camminano sul suolo fino a raggiungere un’altra vite, onde il vento può aiutarne la disseminazione. Per mezzo del vento può essere favorita la disseminazione anche delle alate, L'uovo d'inverno si trova nel legno di due o più anni, però da molte osservazioni ed esperienze degli Autori risulta \L VA PARASSITI ANIMALI 297 che il suo prodotto sulle viti europee va perduto, così che dove non esistono viti americane con galle, la fillossera si riproduce esclusivamente per partenogenesi. Le alate perciò non sono un mezzo di diffusione della fillossera per le viti europee, dal mo- mento che l’ uovo d'inverno deposto su di esse non riesce ad infettarle. Finora non si conosce alcuna eccezione a questa re- gola. La generazione sessuale non è necessaria per conservare la prolificità della specie. , Dove le galle si formano, le neonate di esse coi caratteri di radicicola, ossia le neonate radicicole della legione epigea, passano alle radici e le infettano. È probabile, ma non provato sperimentalmente, che anch’ esse possano essere trasportate dal vento, ma questo modo di infezione è in ogni caso molto più li- mitato di quello dovuto alle neonate radicicole della legione ipogea che, come si disse sopra, si portano d’ estate alla super- ficie del suolo. In generale dunque le galle non hanno alcun nesso causale colla gravità dell’ infezione fillosserica. Gli Autori segnalano finalmente un caso di malattia infet- tiva delle fillossere nelle galle, dovuta probabilmente ad un fungo che è ancora oggetto di studio. Aggiungono da ultimo alcune osservazioni sulla P/hy/lorerd quereus Boyer e sulla Ph. corticalis Kalt., ambedue delle quercie, per la prima delle quali confermano le psservazioni del Del Guercio sopra l’ esistenza di due forme di alate: le migratrici e le ses- supare. Segnalano anche il caso di una Pl. quercus trovata a deporre le ova su una foglia di vite, ciò che confermerebbe il sospetto di Lichtenstein sul possibile adattamento alla vite delle fillossere delle quercie. IL. MONTEMARTINI, 298 PARASSITI ANIMALI Herrera A. L. — El polvo de crisantema y las plantas que lo producen (La polvere di piretro e le piante che la producono). (Comision de paras. agricola, México, 1907, Circ. Nr. 61, 24 pagine e 6 tavole). E la descrizione delle specie del genere Pyrethrum la cui polvere ha efficacia insetticida, con descrizione del modo di pre- parare la polvere, conservarla, riconoscerne le sofisticazioni , usarla, ecc. MarcHaL P. — L’acariose des avoines ou maladie des avoines vrillées (L’ acarziosi dell’ avena, o malattia dell’ avena rée- cia). (Annales de | Inst. Agronomique , Paris, 1907, pa- gina 185-196, con 3 figure). È una malattia dell’ avena segnalata già dall’ Autore nel di- partimento della Vienna in Francia fin dal 1902, e che si è ora largamente diffusa in diversi altri dipartimenti. È caratterizzata dal fatto che le spighe restano imprigionate nella guaina fogliare, mentre il loro asse, sopra 1’ ultimo nodo, si contorce a guisa di vrillo per una lunghezza di 2-3 centim. Anche i peduncoli delle spighette si avvolgono a vrillo, mentre le spighette stesse, rimaste chiuse nella guaina fogliare, sì atro- fizzano e restano quasi sempre sterili. Qualche volta la parte inferiore della spiga, essa pure avvolta a spirale, forza la guaina e si mostra fuori in forma di nodi assai caratteristici. Le piante colpite talliscono poco e mostrano, al momento della spigatura, un solo fusto con pochi getti basali clorotici e sofferenti; la - guaina fogliare che avvolge la spiga è contrassegnata da striscie violacee più o meno numerose, PARASSITI ANIMALI 299 La malattia viene volgarmente chiamata avena riccia per la trasformazione speciale della spiga, od anche avena a zigari per l’ aspetto che presenta l’ estremità delle piante colla spiga imprigionata nella guaina. Allontanando l’ inviluppo fogliare ed esaminando con cura le parti deformate della pianta , si vedono alla loro superficie moltissimi punti bianchi e mobili i quali altro non sono che acari appartenenti ad una nuova specie di 7arsonemus che l'Autore ha descritto col nome di 7. spz,/(#. Le deformazioni sono dovute all’ azione delle punture di questi piccoli esseri sull’ asse della spiga e sulla superficie interna della guaina fo- gliare : forse questa si indurisce e perde la sua elasticità, oppo- nendo così un fortissimo ostacolo all’ uscita delle spighette e al- l'allungamento dell’ asse, che è costretto a deformarsi. I Tarsonemus compaiono sull’avena al principio di giugno e la malattia comincia a manifestarsi nella seconda quindicina dello stesso mese. È probabile che essi svernino nel terreno. Qualche volta i danni da essi prodotti sono abbastanza consi- derevoli : le avene nere ne sono maggiormente danneggiate che le bianche ; l’ avena invernale ne rimane quasi illesa. I trattamenti del terreno col crud d’ ammoniaca, nella proporzione di un quintate ogni 10 are, non hanno dato buoni risultati; è consigliabile invece lu rotazione agraria alter- nando l avena coll’erba medica e trifoglio. Anche una buona preparazione e concimazione del terreno può ostacolare la malattia. L. MONTEMARTINI 300 ANATOMIA PATOLOGICA Jacopesco N. — Sur un phénoméne de pseudomorphose végétale, anologue à la pseudomorphose des minéraux (Un fenomeno di pseudomorfosi vegetale analogo alla pseudomorfosi dei mi- nerali) (Compi. Rend. d. s..d. V'Ac. d.. Sc. d. ParisS 249006 T. CXLIV, p. 582-584). Le qnercie delle foreste di Romania presentano spesso, sui tronchi e sui rami. tumori che hanno prima un colore giallo- biancastro, poi diventano neri. e sono attraversati da un foro che comunica coll’ interno del corpo legnoso. Tali tumori si for- mano in corrispondenza di rami o di gemme rotti e rappresen- tano un’ escrescenza di cicatrizzazione. L’ Autore ha osservato che essi sono qualche volta invasi da un micelio fungino che si sostituisce a poco a poco ai loro tessuti, conservandone la forma ed il colore, presentando un vero fenomeno di pseudomorfosi simile a quella che si osserva nei minerali. Probabilmente trattasi di una specie non ancora conosciuta del genere Trematovalsa. L. MONTEMARTINI. Manev .J. et Compes R. — Sur quelques formations svbéro-phel- lodermiques anormales (Su alcune formazioni fellodermiche anormali) (Bull. d. la Soc. Bot. d. France, 1907, T. LIV, p. 429-442 e 5 figure). L'Autore studia certe formazioni locali, anormali di sughero, segnalate già in diverse piante da De Lanessan, Dutailly e Ge- rard, che si presentano nell’ interno degli organi vegetali intorno a tessuti che sono fuori d’ uso, come vasi legnosi o canali resi- niferi ostruiti da tilli, ecc. Sono formazioni relativamente frequenti dovute ad irrita- zioni provenienti da diverse cause, principalmente e più di so- tea ANATOMIA PATOLOGICA 301 vente da obliterazione di vasi. Si osservano specialmente nelle radici vecchie, non nei fusti, delle specie più diverse e proba- bilmente non sono senza influenza sulla loro produzione le con- dizioni di coltura. L’ Autore le classifica in due modi a seconda della loro topografia (nel parenchima corticale e libroso, nel legno , o nel midollo) e della origine (dovute alla ostruzione di vasi, o canali secretori o laticiferi, oppure a decomposizione totale o parziale di certe cellule). L. MONTEMARTINI. Li Perri L. — Osservazioni sulle galle fogliari di Azalea indica pro- dotte dall’ Exobasidium discoideum Ellis (Annales mycologici, Vol. V, 1907, p. 341-847 e 8 figure). Viene descritta minutamente la struttura dei micocecidî prodotti dall’ Erobasidium discoidevim tanto quando attacca fo- glie giovani di Azalea ancora chiuse nel bottone sì che invade tutto il lembo e si estende anche al fusto e alle foglie vicine, quanto quando, attaccando foglie già adulte, rimane localizzato ad una sola porzione del lembo, provocando la formazione di una bolla. Interessanti sono i rapporti che si stabiliscono tra il si- stema vascolare della foglia infetta e la parte assorbente del micelio le cui ultime ramificazioni raggiungono le cellule paren- chimatiche limitanti le terminazioni dei fasci e si prolungano nell’ interno delle cellule del parenchima di trasporto o dentro quelle di transizione. Un grande ingrossamento delle nervature anche nella porzione di lembo non deformata e perfino nel pic- ciuolo, sta probabilmente in relazione a tali rapporti ed indica chiaramente che i tessuti fibrovascolari sono quelli che più di- rettamente e di preferenza sono irritati dall’ azione parassitaria. L. MONTEMARTINI. 302 FISIOPATOLOGIA Birrex R. H. — Studies in the Inheritance of Diseas--resistance (Studi sull’ereditarietà della resistenza alle malattie). (Jour. of Agric. Science, II, 1907, pag. 109-128). Sono esperienze fatte col frumento e coll’ orzo, avuto ri- guardo alla ruggine (Puccinia glunarum e P. graminis) e alla golpe (Erysiphe graminis). L'Autore raggruppa le varietà colti- vate più comunemente, tanto dell’ orzo che del frumento, in quattro classi, già date anche da Erikson, la prima delle quali comprende quelle assolutamente immuni dalle malattie in pa- rola, l ultima quelle che quasi sempre ne sono infette: esegui- sce poi degli incroci di una varietà coll’ altra ed ottiene i se- guenti risultati : 4) incrociando una varietà immune con una che ha pre- disposizione alle malattie, anche la prole che ne risulta mostra predisposizione ; b) l autofecondazione delle varietà predisposte, produce una prole in parte immune e in parte predisposta, nella propor- zione di uno a tre; c) quando il grado di predisposizione è diverso nei due genitori, la prole assomiglia, per questo carattere , al genitore che è più predisposto ; d) le forme relativamente immuni conservano questa ca- ratteristica nella loro prole ; e) l’immunità è indipendente da qualsiasi carattere mor- fologico visibile ed è possibile avere varietà morfologicamente identiche ma resistenti in grado diverso ad una data malattia. L. MONTEMARTINI. Kraus R., PortHEIM (von) L., und YamanovcHi T. — Biologische Studien iber Immunitàt bei Pflanzen: I. Untersuchungen iber die Aufnahme pracipitierbarer Substanz durch hòhere Pflanzen FISIOPATOLOGIA — NOTE PRATICHE 303 (Studi biologici sull’ immunità delle piante : I. Ricerche sul- l'assorbimento di sostanze precipitabili nelle piante supe- riori). (Ber. d. deuts. bot. Ges., Bd. XXV., 1907, p. 383-388). Gli Autori comunicano qui i primi risultati di ricerche da essi dirette a vedere come si comportano le piante superiori di fronte ai sieri di origine animale. Le esperienze vennero fatte con piantine di Phaseolus vul- garis, opportunamente trattate, alle cui radici veniva offerto sangue di bue e siero di cavallo; mentre dopo un certo tempo sì separavano le parti aeree dalle radici, se ne estraeva il succo e lo si trattava chimicamente. In tal modo si può provare che le piante superiori sono in grado di assorbire le sostanze pre- cipitabili animali. Se tutte le piante abbiano questa proprietà e in quale grado, e quale funzione compiano in esse le sostanze assorbite, gli Autori si riservano di dire in altro lavoro. L. MONTEMARTINI. NOTE PRA TIGHE Dal Le Jardin, Paris, 1906. Pag. 324. — J. Barsacq consiglia le irrorazioni con poltiglia bordolese contro il Fusicladium pirinum, il F. dendriticum e il Gloeosporium fructi- genum dei peri e dei meli. Per prevenire quest’ ultimo (che è causa del marciume amaro delle mele) consiglia la disinfezione dei rami durante l’inverno con poltiglia bordolese al 4 per 100. Dalla Revue Horticole, Paris, 1906. Pag. 507. — H. Blin, rilevando i danni considerevoli che può arrecare il Coryneum Beyerinckii non nella sua forma benigna che attacca le foglie, ma in quella che attacca i frutti e i giovani rami provocando o aiutando 304 NOTE PRATICHE la gominosi dei peschi, degli albicocchi e dei pruni, insiste sulla. necessità di continue disinfezioni degli alberi, per le quali consiglia le seguenti so- luzioni: solfato di rame chilogr. 1, solfato di ferro 1 e acqua 100 litri, da applicarsi sui rami prima dell’ apertura delle gemme, e solfato di ferro chilogr. 0,5, solfato di rame 0,5, calce 0,5 in 100 1 tri di acqua, da appli- earsi sulle foglie. Pag. 514. — Contro la Psylla Piri e la P. Mali, J. Barsacq consiglia preparare ed applicare la seguente emulsione di petrolio: si scioglie un chilogr. di sapone nero in un secchio d’ acqua calda, poi sì aggiungono a poco a poco 4-5 litri di petrolio e si agita fortemente fino ad ottenere un liquido bianco della consistenza della crema, cui si aggiunge, al momento di adoperarlo, 15 volte in peso di acqua. Si fa un trattamento durante l’inverno per distruggere le ova, e uno in primavera, prima della fioritura, per distruggere le larve e le ninfe. Ann. 1907 - Pag. 216. — J. Barsacq consiglia, contro la Hyponomeuta malinella e H. variabilis dei meli, il seguente insetticida: acqua 100 litri, carbonato di soda 2 chilogr., olio di pesce 2 chilogr., petrolio non purifi- ‘cato chilogr. 8: Da applicarsi ai rami e al fusto. lag. 275. — Contro la mosca dei crisantemi (Plhytomyza geniculata) , H. Blin consiglia di vaporizzare le piante infestate con solfuro di carbonio il quale uccide le larve senza danneggiare le piante. L'operazione va fatta con precauzione perchè si tratta di una s stanza detonante. Si può anche dare la caccia agli insetti adulti attirandoli, dopo il crepuscolo, con ap- posite lampade. I, M. Dal Progrés Agricole et Viticole, Montpellier, 1907. Pag. 391. — Come metodo di cura contro Ja PhyMosticta violae e la tamularia violae che attaccano le viole mammole, si consiglia di trattare preventivamente le piante con una soluzione di acetato di rame al 0,5 p. 100, e di inaffiare per infiltrazione dell’ acqua nel terreno onde evitare la dis- seminazione delle spore. Pavia — Tipografia e Legatoria Cooperativa — 1906. 15 dicembre 1907. ivista di Patologia Vegetal ; DIRETTA DAL n ‘. Dort. Luror MoxntEMARTINI dà docente di Botanica nella R. Università di Pavia: boia: Prof. F. Cavara (Napoli) - Prof. G. DeL GueRcIO i (Firenze) - Dott. F. O’ B. ELL SR (Dublino) - Prof. A. KRoLoPP . (Magyar-Ovar - Ungheria) - D S. Horr (Nishigaharà-Tokio) - Mi ALPINE Sari Australia) - D'. E. Bessey SR ne ee x Indice del TORE *TCoOTO NI 20; APPEL 0. ji - Contributi alla MrranpE M. — Le fanerogame ‘conoscenza delle malattie. ! parassite ed i nitrati . Pag.319 - delle patate . ; È . Pag. 305 | QUAINTANCE ‘A. e SHEAR 0. Le BARGAGLI-PETRUOCI Gi - Ce- | — Insetti e funghi nemici dell’ uva ; È ì ZA IO ‘ cidi della Cina . SI CAMARA (du) PeESsTANA I. — La | -Id.-e -ScorT W. M. — Irrora- È malattia dei castagni . DB, I zioni contro le malattie dei Gueriei F. — Il falchetto nei PRE 0a TAR Sii SIL a gelsi nel 1772 ME EI + SBrAR:C. Li. Nuove. specie où COLEMAN L. C. — Sulla Scle- [act Wise SO LI È . >» 309 i | rotinia Trifoltorum ; + >» 307, | Id..e Mipes G. F. — Per com- ? DANIEL L.. — Produzione spe- | battere il marciume delle da rimentale’ di acini maturi | | radici nel cotone nel Texas » 310 senza semi CIOVIRAAI 3 «+ >» 815 | Srirr A. — Comunicazloni sui ‘Faser (von) F, €. — Su una — | i. lavori sulle malattie della | malattia. dei Leto do- | barbatietola. 3 E RIO GRA i » 314 Ternerz Ch. — Sull’assimila- RAI Î zione dell’azoto aîmosferico : billontoti in seguito | nei funghi . . » ERI ‘all’azione del freddo . | . >. 816 | owsr B. . Contro la pero- EINRICHER E. — Contributo nospora»della vite...’ » 311 _ allo studio del visco . vit» -308 TuBeur (von) C. — Le varietà ‘| Lavserr L. — Il Colletotri- chum. hedericola sis » 1308 . 0 razze del visco. è E © Marrer L. — Contribuzione Vice Ba Sa cai y “allo studio della micologia i virescenza del rovo . 5 asa i ì s 309 Note pratiche . i 7 ut 320) R Calvo” iena Rini, 1 È SN so sulle cena dele ORIGI Società Anonima Capitale L. 800.000 ini ‘a LS2 Sede MILA NO (Italia) - Via Calatafimi, T2 Tavolette Fernet Lapponi FERNEt del Dottor Fernet FERNZTOL (Citro Fernet) Le Tavolette Fernet Lapponìi, formulate dal rimpianto Dott. Lapponi, medico di S. Santità, sull’ antica ricetta manoscritta del liquore Fernet posse- duta dalla Compagnia, contengono tutti i principi attivi del Fernet liquido, e per gli organismi delicati, donne, fanciulli, presentano il vantaggio di non con- tenere aleool. — Sono un gradevole e portentoso rimedio contro.tutti i disturbi dell’apparato digerente. 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L’Autore osserva che a seconda delle annate e delle regioni, diverse sono le malattie predominanti delle patate e si propone di studiarle ad una ad una insieme a vari collaboratori, comu- nicando in questi contributi i risultati di tali singoli studi. E in questa prima puntata ci dà 3 contributi : 1.° Appel O., Aus der Geschichte der Kartoffelhrank- heiten (Storia delle malattie delle patate, da pag. 378 a p. 485), con un lungo e completo elenco bibliografico dei lavori riguar- danti tale argomento. Contiene la storia della pianta e delle sue malattie, dall’epoca in cui fu introdotta in Europa fino ai nostri giorni. 2.° Appel O. e Laubert R., Die Konidienform und die pa- thologische Bedeutung des Kartoffelpilzes Phellomyces sclero- topkorus Frank (La forma conidica e l’azione patologica del Phellomyces sclerotiophorus Frank delle patate, da pag. 455 a pag. 441, con una tavola). Sullo stesso argomento gli Autori LIBRARY NEW YORK BOTANICAL UAAR AL ) ve MITRA Tar cedo È PERE d Ù È si SC gira div dn) 306 : GENERALITÀ pubblicarono già delle note riassunte alle pag. 33 e 339 del vo- lume primo di questa Arista. Qui confermano che il /'hellomy- ces sclerotiophorus Frank è lo stroma dello Spondylocladium atrovirens Harz, e che in condizioni normali esso non può at- taccare i tessuti sani delle patate nè passando attraverso la buccia, nè in corrispondenza a ferite: esso non ha dunque una grande azione patologica. 3.° Appel O. e Bruck W. Fr., Stysanus Stemonitis (Per- soon) Corda und setne Rolle als ]arasit der Kartoffel (Lo Sty- sanus Stemonitis e la sua azione come parassita delle patate, da pag. 441 a pag. 443, con 5 figure). Anche su questo argo- mento abbiamo già riassunto una nota preliminare alla pag. 339 del volume primo di questa 7v:sta. Il micete in parola è co- munemente indicato come saprofita, però il Warren ed altri lo indicarono come parassita vero e qui gli Autori confermano che esso attacca proprio anche le patate sane. Siccome la formazione dei conidi avviene in esso molto rapidamente, così può diffon- dersi anche nelle annate relativamente asciutte e benchè rimanga molto circoscritto a piccole zone, riesce egualmente dannoso perchè apre l’adito ad altri parassiti più pericolosi, come la pe- ronospora, il Fusarium, bacteri, ecc. L. MONTEMARTINI. Stirr A. — Mitteilungen iiber im Jahre 1906 veròffentlichte be- markenswerte Arbeiten auf dem Gebiete der Zuckerriiber-und Kartoffelkrankheiten (Comunicazioni sui lavori pubblicati du- rante l’anno 1906 sopra le malattie della barbabietola da zucchero e delle patate). {Centralbl. f. Baker., Paras. u. Infektions-Krankh., 1907, Bd. XIX, pag. 289-310). E un lavoro riassuntivo di molte delle pubblicazioni che sono già riassunte in questa Azvista. È D.M té PARASSITI VEGETALI 307 CLERICI F. — Il falchetto nei gelsi nei 1772. (Bull. dell’ Agri- coltura, Milano 1907, Nr. 49). Si parla di un libro sulla coltura delli mori — loro in- fermità — rimedi, pubblicato a Trento nel 1772 per cura di due agricoltori di Rovereto: G. Biffaldi e B. Caracristi. In detto libro trovasi descritto il ma/ del falchetto, contro il quale si propone l'isolamento delle radici per liberarle dall'umidità, e il loro trattamento con calce, fuligine e cenere, insieme ad altre pratiche di nessun significato. L. M. CoLeMman L. C. — Ueber ‘clerotinia Trifoliorum Erikss., einen Er- reger von Kleekrebs (Sulla Sclerotinia Trifoliorum Erikss., una delle cause del cancro del trifoglio). (Ard. a. d. kais. biol. Anstalt. f. Land — vu. Forstwirtseh., Berlin, 1907, Bd. V, pag. 469-488, con 14 figure). L’ Autore segnala una forte invasione del parassita in pa- rola in un trifogliaio del campo sperimentale annesso alla sta- zione agraria di Berlino. Espone alcuni cenni storici sul paras- sita e ne studia accuratamente i diversi caratteri in colture ar- tificiali, come riesce ad infettare le piante, come si diffonde ed in qual modo lo si può combattere. Rileva che le piante giovani possono essere facilmente in- fettate dalle spore, specialmente in condizioni favorevoli di umi- dità ; non così le vecchie, le quali sono attaccate più difficilmente ed in ogni modo solo localmente. Il micelio penetra nelle foglie non attraverso gli stomi, ma preferibilmente tra I’ una e l’altra cellula epidermica, e la formazione degli sporidi non richiede l'esaurimento del substrato. Il fungo non si diffonde nel terreno perchè non attacca le PERO va ‘ ch a a R PARASSITI VEGETALI. ali radici; le sue spore resistono alla siccità anche per cicale mesi, così tt non è ad escludersi che vengano diffuse attaccate ail semi della pianta ospite. È pure possibile che la malattia si pro- MO paghi da un campo all’altro per mezzo degli sclerozi o delle — fe. ascospore. Der La calce non ha alcuna efficacia nella distruzione del ui ca parassita. : di ti e” L. MONTEMARTINI. sa i i 06 HemricHer E. — Beitràge zur Kenntniss der Mistel (Contributo E allo studio del visco). (Naturw. Ztschr. f. Land. vu. DGsrha wirtsch., 1907, Bd. V, 26 pagine e figure). i De, Sono intereressanti osservazioni sulla biologia di questa | pianta parassita; si segnalano anche casì di autoparassitismo, — — à cioè di piante di visco sviluppatesi su altre piante fa Stessa specie. von Efeu (Il Colletotrichum hedericola n. sp. pae del i. ; l'edera). (Arb. a. hais. biol. Anstalt f. Land — wu. Forst- 4 rali icir:tsch., Berlin, 1907, Bd. V, pg. 503-504). pe sro “a i] Si descrive un micromicete nuovo che attacca le foglie di edera in un giardino di Wiener-Neustadt. E°, I caratteri diagnostici coincidono però con quelli della Ver- A micularia trichella Fr. e probabilmente trattasi della medesi- ma cosa. n | L. MONTEMARTINI. "a | PARASSITI VEGETALI A 309 Marrri L. — Contribuzione allo studio della micologia ligustica. (Atti Ist. Bot. di Pavia, Ser. II, Vol. XII, 16 pagine e uma tavola). LI E un elenco di 100 specie di micromiceti non ancora rac- colti nella Liguria. Sono descritte, insieme ad altre, le seguenti specie nuove parassite : Massariella Palmarum, che attacca le foglie di Cocos e Phoenix ; Ascochyta Cynarae, sulle foglie di Cynara Scolimus ; Septoria Eriobotryae, su foglie di Eriobotrya Japonica. L. MONTEMARTINI. SHEAR O. L. — New species of Fungi (Nuove specie di funghi). (Bull. of the Torrey Botanical Club, 1907, Vol. 34, pa- gina 805-817). ; Sono descritte le seguenti specie nuove di funghi parassiti : Ozonium ommnivorum, causa del marciume delle radici del cotone e di altre piante nel Texas; Sporotrichum Quercuum, sulle foglie della Quercus coc- cinea e Castanea dentata ; Bothrodiscus pinicola n. g. et n. sp., sui rami secchi di Pinus virginiana ; Plagiorhabdus Crataegi n. g. et n. sp., sul Crataegus punctata ; non che le seguenti specie parassite del Vacccinium Oxy- coccos: Cladosporium Oxycocci, Helminthosporium inaequale, Phyllosticta putrefaciens, Sphaeronema pomorum, Septoria longispora, Sporonema Oxycocci, Sp. pulvinatum, Plagiorhab- 310 PARASSITI VEGETALI dus Oxycocci, Leptothyrium Oxycocci, Rhabdospora Oxycocci , Centhospora (?) lunata, Anthostomella destruens, Acanthorhyn- chus Vaccinii n. g. et n. sp., Glomerella rufomaculans Vac- cinii n. var., Guignardia Vaccinii, Gloeosporium minus. E. A. Bressey (Miami-Florida). SHeaR C. L. e MiLes G. F. — The contro! of Texas root-rot of Cotton (Per combattere il marciume delle radici del cotone nel Texas). (U. S. Departm. of Agric., Bureau of Vlani Industry, Bull. N. 102, 1907, pag. 39-42, e 3 figure). La malattia del cotone conosciuta col nome di Teras-r00t rot (marciume delle radici del Texas) è molto dannosa al co- tone ed alle altre piante coltivate o spontanee del Texas e delle regioni vicine. I danni che essa ha arrecato ai coltivatori di cotone nel Texas durante il decorso anno 1906 sono stimati in tre milioni di dollari (15 milioni di lire). La malattia si diffonde rapidissimamente. Essa è dovuta ad una specie di Ozonium che attacca ed uccide le radici, ed ar- rivando ai fasci fibro vascolari, ostruisce i vasi e provoca l’ av- vizzimento e l’ essiccamento delle parti superiori della pianta. I terreni poco areati sono più favorevoli alla malattia, ond’è che l Autore ha potuto dimostrare che lavorando il terreno in novembre e dicembre con arature che vadano alla profondità di 17-23 cm. si riesce ad ostacolare lo sviluppo del fungo e si può ottenere un raccolto discreto, laddove senza tale trattamento il raccolto sarebbe andato completamente perduto. * Si raccomanda di combinare le lavorazioni del suolo con una rotazione agraria biennale o triennale, coltivando cereali sui quali il parassita non possa perpetuarsi. E. A. Bpssey (Miami-Florida). PARASSITI VEGETALI S11 Tomei B. — Contro la peronospora delia vi'e. Esperienze fatte durante la campàgna viticola dei 1906 in Langhirano. (Le Sta- zioni Sper. Agrar. Italiane, Modena, 1907, Vol. XL, pa- gina 371-390, con 3 figure). Sono esperienze intese principalmente a vedere la conve- mienza o meno della aggiunta di solfato di ferro nella poltiglia bordolese, secondo la nota formola Menozzi : acqua litri 100, sol- fato di rame kg. 0,5, solfato di.ferro kg. 0,5, calce spenta fino a neutralizzare L'Autore però ne prende occasione anche per provare diverse concentrazioni di poltiglia bordolese. La poltiglia preparata colla formola Menozzi ha difeso ab- bastanza bene la vite dalla peronospora, ma non così bene come la poltiglia preparata col 0,5 p. 100 di solfato di rame e 0,5 di calce. Il fogliame, nei filari trattati con quella, è rimasto meno abbondante e più secco e più accartocciato. La poltiglia bordolese al 0,5 p. 100 basta per una buona difesa, e dove i trattamenti sono fatti numerosi è inutile usare una concentrazione maggiore: la poltiglia all’ 1 p. 100 non ha efficacia più grande, è solo più adesiva e da preferirsi nelle sta- gioni piovose o dove si fanno pochi trattamenti. L. MONTEMARTINI. Tupeur (von) C. — Die Varietàten oder Rassen der Mistel. (Le varietà o razze del visco). (Naturw. Ztschr. fur Land. Forstwirtsch., 1907, Bd. 5, 19 pagine). L’Autore conferma il polimorfismo biologico del visco, quale venne anche ammesso dal Chodat nella nota riassunta alla pa- gina 50 del volume primo di questa vista. Fa esperienze di . infezione e dà molte notizie bibliografiche in proposito. L. M. 342 PARASSITI VEGETALI E ANIMALI QuaInTANcE A. L. e SHEAR C. L. — Insect and fungous enemies of the grape east of the Rocky Mountains (Insetti e funghi nemici dell’ uva all’est delle Montagne Rocciose) (U.S. De- partm. of Agric. Farmer’s Bull., N. 284, 1907, 48 pagine e 35 figure). Negli Stati Uniti vi sono quasi ducento specie di insetti che vivono sulla vite, però solamente sette od otto di esse sono nemici temibili. L'Autore descrive qui i seguenti : Il verme delle radici (Fidia viticida Walsk) la cui forma larvale distrugge le radici, mentre l’ adulto si ciba delle foglie. Esso può essere combattuto spargendo sulle foglie, appena com- paiono 1 primi insetti, qualche composto arsenicale, applicato insieme alla poltiglia bordolese: così gli adulti vengono di- strutti prima che possano deporre le ova. È bene poi coltivare it terreno in modo opportuno, vicino alte radici, prima del periodo della fioritura, onde distruggere le ninfe. La tignuola dei grappoli (/olychrosis viteana Clem), che è ben distinta dalla specie europea (/. botrana Schiff.) ed è dif- fusa in tutti i distretti viticoli dell’ America, ove danneggia con- siderevolmente i fiori ed i grappoli maturi. Sono efficaci contro di essa 1 trattamenti arsenicali. Il punteruolo (Crapornius inaequalis Say), pure largamente diffuso e dannoso e che pure può essere avvelenato coi tratta- menti arsenicali sulle foglie. La cicala della vite . Typhlocyba comes Say) è spesso dan- nosissima, producendo la caduta prematura delle foglie. La sz combatte raccogliendo accuratamente le foglie cadute e spruz- zando la pagina inferiore delle foglie con una soluzione di una parte di sapone d’ olio di balena in 80 parti di acqua. La Desmia funeralis Hilbner e 1’ Haltica chalybea Illiger possono essere combattute coi veleni arsenicali. Il Macrodactylus subspinosus Fabricius è dannoso alla PARASSITI VEGETALI E ANIMALI 313 vite ed a diverse altre piante coltivate. Esso fu trovato molte volte sul terreno e le sue larve vengono largamente distrutte colla coltivazione di piante che richiedano frequenti lavorazioni del terreno. Gli adulti possono essere scossi giù dagli alberi , raccolti su appositi schermagli e distrutti. L’Autore dà molte istruzioni per la preparazione di diversi insetticidi. Le malattie crittogamiche hanno prodotto una perdita del 15 al 20 per 100 del raccolto nel 1906, in alcune località anzi fino del 40 a 50 per 100, ed anche di tutto il raccolto. La più dannosa di esse è il b/ack-rot (Guignardia bilwelti - EI. - V. et R.). Si ebbero buoni risultati combattendo tale malattia con quattro a cinque irrorazioni con poltiglia bordolese e una 0 due con miscela Burgonda (un chil. di solfato di rame, uno e mezzo di carbonato di soda e 400 titri di acqua) da appli- carsi anche sui frutti prima della maturità. La peronospora (Plasmopara viticola — B. et C. — Berl. e De Toni) può riuscire assai dannosa alle viti americane: in ogni modo viene ostacolata dai trattamenti cuprici e la si com- batte colle solforazioni. L’antracnosi (Sphaceloma «mpelinum De Bary) è larga- mente diffusa ma non molto dannosa. La Glomerella rufomaculans Berk., è poco abbondante e viene combattuta colla poltiglia bordolese. Sono ancora da ricordarsi tra le malattie più importanti il bitter-rot, dovuto al Melanconium fuligineuwm (Schrib. et Viala) Cav.; il white-rot, dovuto al Coniothyrium diplodiella (Speg.) Sacc.; il crown-yall, root-rot, dovuto in certi casi alla Vibrssea hypogaea e nel Texas all’ Ozonium. Le ultime pagine del bollettino contengono istruzioni pra- tiche sul modo di preparare ed applicare i fungicidi. E. A. BessEey (Miami-Florida). 314 PARASSITI VEGETALI ED ANIMALI — BACTERI Scott W. M. e Qarrance A. L. — Spraying for Apple Diseases and the Codling Moth in the Ozarks (Irrorazioni contro le malattie dei meli e la tignola dei medesimi). (U. S. Departm. of Agric. Famer's Bull., N. 283, 1907, 42 pagine e 3 fig.). Le montagne Ozark costituiscono una catena montuosa che si estende tra il Missouri e l’Arkansas. Sui loro pendii vegetano moltissimi frutteti, alcuni assai rigogliosi. L'Autore ha fatto in essi (in tre frutteti dell’ Arkansas e due del Missouri) diverse esperienze di irrorazioni per combat- tere le seguenti malattie dei meli: bitter-rot (Glomerella vu- fomaculans - Berk.-Spaulding et von Schrenk), vaiolatura dei frutti o Dloteh (Phyllosticta sp.), ticchiolatura delle foglie o leaf spot (Phyllosticta sp., Hendersonia sp., Sphaeropsis malorum), scabbia {Venturia inaequalis-Cke- Ader) e la tignuola (Carpo- capsa pomonella L.). Da tali esperienze risultò ehe tutte queste malattie possono essere combattute con sei applicazioni di pol- tiglia bordolese contenente un veleno arsenicale, da praticarsi dopo che si sono aperte le gemme fogliari ma prima che sì a- prano i fiori, subito dopo la caduta dei petali, ed in seguito di due in due settimane. Il lavoro finisce con istruzioni sul modo di preparare ed ap- plicare gli insetticidi e fungicidi. E. A. Besspy (Miami-Florida). FapeR (von) F.C. — Ueber eine Bakterienkrankheit der Levkoyen (Su una malattia dei Leucojum dovuta a bacteri). ‘Arbd. a. d. Kais. biol. Anstalt f. Land-u. ForshwirIsch., Berlin, 1907, Bd. V, pag. 489-492, e 2 figure). E una malattia che si è manifestata in Baviera e che venne mandata in istudio alla stazione agraria di Berlino. La parte in- BACTERI — MALATTIE D' INDOLE FISIOLOGICA 315 feriore del fusto delle piante ammalate perde le sue foglie, la parte superiore ingiallisce, perde la turgescenza e mostra una quantità di macchie brune. In sezione, tanto delle foglie che dei fusti, si vedono i fasci fibrovascolari necrotizzati. Trattasi dunque di una malattia dei fasci; una bacteriosi, dovuta secondo l’Autore ad un microrganismo affatto identico alla Pseudomonas campestris descritta da Pammel e Smith come causa della bacteriosi dei cavoli. Probabilmente è la stessa malattia che alcuni anni or sono venne segnalata in Olanda dal van Hall sopra la Matthiola ANNUA. L. MONTEMARTINI. DanieL L. — Production expérimentale des raisins mrs sans pépins (Produzione sperimentale di acini maturi senza semi). (Con biiikend: d.is..d. l'Ac. d. Sc. d. Paris, 190%, T. CXLV, pag. 170-772). Quando i fiori della vite non sono fecondati, cadono e si ha il fenomeno della colalura; quando sono fecondati, avviene qualche volta che il frutto presenti uno sviluppo irregolare, abor- tisca o rimanga piccolo, oppure anche giunga a maturità senza contenere semi. Quest’ ultimo fenomeno è indicato dai viticultori col nome di w22/erandage, e talvolta si è presentato in propor- zioni allarmanti. L'Autore è riuscito a riprodurre sperimentalmente la ma- lattia con opportune incisioni dei tralci, e dalle sue esperienze conclude che il m://erandage è provocato da una ipernutrizione, una pletora acquosa nel momento in cui l ovario fecondato si sviluppa con grande attività. 316 - MALATTIE D’ INDOLE FISTOLOGICA — AGENTI ATMOSFERICI Ogni causa che, come le incisioni, provochi disturbi e squi- librii caratteristici di ipernutrizione, dà pure luogo a questa ma- lattia, che perciò è molto diffusa nelle viti europee innestate su americane. L. MONTEMARTINI. Gorzeit E. — Dauernde Wachstumshemmung bei Kulturpflanzen nach voriilbergehender Kaltreinwirkung (Depressione perma- nente dell’ accrescimento nelle piante coltivate, in seguito. all’azione del freddo). (Arb. a. d. kais. biol. Anstalt. f. Land-u. Forstwirtsch., Berlin, 1907, Bd. V, pag. 449-468, con 6 figure). L'Autore prende le mosse dal fatto che le piante bienni fio- riscono subito al primo anno quando condizioni di vita sfavore- voli ne abbiano in certa misura ostacolato lo sviluppo. Questa fioritura prematura pare sia conseguenza anche del gelo primaverile durante il primo anno. L'Autore studia 1’ azione del gelo durante il periodo giova- nile delle piante, sopra lo sviluppo postumo delle piante stesse, e dimostra che una gelata di breve durata che colpisca la pianta quando è giovane, senza recarle un danno visibile, ne ostacola però l’ accrescimento in modo tale che ancora dopo 5-6 mesi si notano gli effetti di tale azione. Questo fatto può avere un certo valore per spiegare i fenomeni patologici di cui sopra. L. MONTEMARTINI. MALATTIE D' INDOLE INCERTA 317 Camara (da) Pesrana I. — La « Maladie des Chataigniers ». Gan- gréne humide de la racine du Chàtaigner. Etude préliminaire (La malattia dei castagni. - Cancrena umida della radice del castagno. Studio preliminare). ;Bulletin de la Societe Portugaise de Sciences Naturelles, Vol. I, Fasc. 20, 1907, pag. 55-69). È della cosidetta “ malattia dell’ inchiostro , che l'Autore si occupa in questo studio preliminare. Dopo la rassegna biblio- grafica che egli ne fa, accennando brevemente ai lavori di Gi- belli, Planchon, De Seyne, Delacroix e Mangin, espone i risul- tati delle sue ricerche ed osservazioni ed arriva alle seguenti conclusioni che dà come probabili : 1° Che la morte del Castagno si produce per la mancanza di equilibrio di sviluppo fra la parte aerea ed il sistema radi- colare ; 2° Che questa mancanza di equilibrio è dovuta alle radici affette da cancrena umida ; . 3° Che questa sembra essere causata dal passaggio dei funghi delle micorrize allo stato parassitario per difetto di ni- trificazione del suolo. Essendo queste le conclusioni dell’ Autore, non si compren- derebbe troppo come piante fra di loro vicine e quindi in iden- tiche condizioni di terreno possano essere le une attaccate dalla malattia le altre no. L'Autore consiglia il seguente trattamento razionale che deve variare per altro a seconda della fase della malattia, della na- tura del suolo, della situazione del terreno, dell’età delle piante o dei polloni. Bisogna quindi esaminare lo stato delle radici, e delle loro micorrize, la reazione del suolo, la percentuale di carbonati alcalino-terrosi, sopratutto di quello di calcio, la permeabilità del terreno all’ aria, la quantità di umidità ed il potere nitrifi- cante. Dopo di ciò se la nitrificazione del terreno si fa male, sì PROB E de Aia = 318 MALATTIE D’ INDOLE INCERTA corregge colla mobilizzazione, il drenaggio e l'aggiunta di calce da farsi nell’epoca di riposo delle piante, affinchè la calce si tra- sformi in carbonato che secondo Schlòssing, Miintz, Warington e Winogradsky è una condizione indispensabile per una buona nitrificazione. Consiglia inoltre di impiegare i nitrati come in- grasso alla fine di maggio, per dare il tempo necessario al sud-. detto trattamento e impedire un anormale sviluppo delle micorrize. Da alcune esperienze di coltura l'Autore avrebbe osservato che i castagni si sviluppano benissimo quando la nitrificazione del suolo è attiva. Il solfuro di carbonio consigliato da alcuni non è, secondo l'Autore, che un palliativo debole e momentaneo che non lascia sviluppare che per qualche tempo i funghi delle micorize. È bene ricordare qui che anche il nostro Gibelli (Nuovi studi sulla malattia del Castagno - Bologna 1883) aveva pensato ad un anormale funzionamento delle micorrize per cui queste da uno stato di simbiosi mutualistica avrebbero potuto passare a quello di parassiti, d’ onde i disturbi funzionali determinanti la “ malattia dell’ inchiostro ,. F. CavaRA (Napoli. Vievier R. — Sur une fleur verte de ronce (Su un caso di vire- scenza del rovo). (Annales d. Sc. Nat., Botanique, Ser. IX, T. V, 1907, pag. 377-381, con una figura). L'Autore descrive un caso teratologico del rovo comune, nel quale i fiori erano trasformati in spighe di brattee, grosse, lineari, disposte colla simmetria delle infiorescenze normali. Crede che la trasformazione sia dovuta ad acari. L. M. FISIOPATOLOGIA 319 Muwanpe M. — Les plantes phanérogames parasites et les nitrates (Le fanerogame parassite ed i nitrati). (Compt. Rend. d. s. dei Sc. dd. Paris, 1907, TI. CXLV; pag. 507-509). L'Autore fa la ricerca dei nitrati nel succo spremuto dai vari organi di diverse fanerogame parassite (Orobanche, Pheli- pea, Cytinus, Cuscuta), e rileva che in quelle senza clorofilla, nelle quali la funzione clorofilliana è quasi nulla, non se ne tro- vano e ben pochi se ne riscontrano anche nelle parassite verdi. Pensa che siccome nelle piante superiori l'assimilazione dell’azoto nitrico richiede la presenza della clorofilla e l’azione della luce, le piante parassite incolore non possano compiere tale funzione e ben poco siano in grado di compierla quelle munite di cloro- filla; così che dette piante devono assorbire l’azoto dalla pianta ospite allo stato di combinazione organica. Esse assorbono anche molti idrati di carbonio : infatti le le- guminose attaccate da Phelipea o da Osyris formano pochi tu- bercoli perchè gli austori della pianta parassita sottraggono loro molti degli idrati di carbonio a spese dei quali ha luogo, nei tubercoli, la fissazione dell’ azoto. L. MONTEMARTINI. Ternerz Ch. — Ueber die Assimilation des atmospharischen Sti- ckstoffes durch Pilze (Sull’ assimilazione dell’ azoto atmosfe- rico da parte dei funghi). (Pringsheim's Jahrb. f. w. Bot., 1907, Bd. XLIV, pag 353-408, e 2 figure). L’Autore ha isolato dalle radici di cinque diverse Ericacee cinque forme di Phoma viventi in simbiosi su di esse in micor- riza, e che egli ha indicato provvisoriamente coi seguenti nomi presi dalle piante ospiti: Phoma radicis Oxrycocci, Ph. radicis Andromedae, Ph. rad. Vaccini, Ph. rad. Tetralicis e Ph. rad. Ericae. Tutti questi miceti sono in grado di fissare l’ azoto atmo- sferico, ma lo fanno in misura diversa tra di loro: i più attivi sono il /homa rad. Vaccinii, Ih. rad. Oxycocci e Ph. rad. Andromedae , i quali funzionano tutti in modo meno energico dei bacteri fissatori di azoto, ma più economico; infatti per ogni grammo di destrosio consumato fissano rispettivamente 22, 18 e 11 mg. di azoto. Non hanno bisogno per il loro sviluppo di composti azotati. L. MONTEMARTINI BargagLI- Petrucci G. — Cecidi della Cina I. (Nuov. Giorn. Bot. Ilaliano, Nuova Serie, Vol. XIV, 11 pagine, con una tavola e 7 figure). L'Autore imprende lo studio anatomico delle galle che si osservano sulle piante raccolte dal Padre Giraldi nella Cina e che formano il ricco Erbario Biondi. In questa prima comuni- cazione espone le sue osservazioni su galle della famiglia delle Anacardiacee, dovute ad afidi e più precisamente descrive tre tipi di galle: un tipo di galle globose, con cavità ampia ed unica, osservato sul f/us Potanini; un secondo tipo, dal corpo abbondantemente ramificato, clavarieforme, riscontrato sul RRus semialata; ed un terzo tipo di forma irregolare ed a cavità pure unica ma non regolare, trovato sulla Pistacia chinensis. . L. MONTEMARTINI. NOTE PRATICHE Dal Corriere del Villaggio, Milano, 1907 : N35, Si comunica che il sig. G. B. Perrella di Gallipoli ha otte- nuto buoni risultati combattendo la mosca olearia con irrorazioni con una soluzione di legno di quassio e melassa in acqua. L. m. Pavia — Tipografia e Legatoria Cooperativa — 1907. Anno Il. 31 dicembre 1907. Num. 21-22. Rivista di Pa “Dot. LUIGI 0gia Vegetale DIRETTA DAL MONTEMARTINI libero docente di Botanica nella R. Università di Pavia Collaboratori : Prof. F. Cavara (Napoli) - Prof. G. DeL Guercio (Firenze) - Dott. F. O’ B. ELLIson (Dublino) - Prof. A. KRoLoPP (Magyar-Ovar - Ungheria) -. D." S. Horr (Nishigahara-Tokio) - M. ALpPine (Melbourne - Australia) - D". E. Bessey (Miami-Florida). Indice del fascicolo N. 21-22. ADAMS T..— I funghi paras- “ siti. dell’Ireland . ARCANGELT G. Sopra un ca- so di rossore della vite BeERGET A. — Resistenza viti al negrone BRICK C. — Attività stasidne di Hamburg. CLINTON G. P. — Peronospora del fagiuoli . : ; a Id. _— Id. delle patate A Id. — Marciume del tubacco. Id. — Merulius lacrymans Id. — Flacidezza delle cipolle DeL Guercio G. — Le falene nocive i È ; ; Ducamp M. — Anomalie fio- rali ed azioni traumatiche FuLToNn H. R. — Avvizzimen- to del cotone GaBoTTO L. — La ruggine del- le rose . TÀ, La fillossera a Casale: Hook J. M. — Marciume del sedano .. FUORI. Sa Phytophthora Cai storum . Td. — Carbone dei ‘cereali InpA J. K. —- Le formiche Td. — La pulce del tabacco . LEEUWEN W. — L’ Eriophyes psilaspis È LESNE P. — Parassiti del Ma- nihot. " i » » » » » -Pag. 328 341 328 LIiNDIGER L. — I Diaspidi te- deschi A LINHART. G. — Caliscuta dr- VeENSiSs si Ò À o i Macìas C. — I topi campa- enuoli 7 5 A MANGIN IL. Arrossamento degli abeti MoLz E. — Clorosi della vite Id. - Macchie sui. rami di vite O. R. PeTRI L. — sull olivo Cuscuta sulla vite . Una cocciniglia | Id. — Marciume viti fllosser: QUANJER H. M. — Malattie dei cavoli A È 5 a RasETTI G. — Disseccamento dei ‘i pnche di vite Rep G. M. — Erysiphe Cicho: | raccarum h È SAVASTANO — Patol. arborea. SCHRENK H. — Marciume del Liquidambar È SHEAR C. E. — Malati ie del Vaccinium SHELDON J. L. e ticchiolatura delle mele . Id. - Nebbia della Dracaena SMITH E. e TowusEND 0. — Tumori vegetali . VoGLINoO — Secch. di Begonia WoyrcIcHI Accrescim. patol. Note pratiche . _ Viriolafara S . Pag. 339 » » » » 329 339 343 345 350 340 340 347 336 idee VIENE RE a RP A OT LI x 3 hi a ». (TATA Notizie sulle specialità della ORIGINAL FERNET MPA Sede MILANO (Italia) - Via Calatafimi, 12 T'avolette Fernet Lapponi FERNE'' del Dottor Fernet FERNETOL (Citro Fernet) Le Tavolette Fernet Lapponi, formulate dal rimpianto Dott. Lapponi, medico di S. 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(Hamburg, 1907, 18 pagine) (veggasi la precedente relazione piante di Hamburg, alla pagina 81 di questo volume). Anche in questo anno la Stazione si occupò specialmente di esami di frutta importata, di cui studiò 195.198 campioni, provenienti per la maggior parte dall'America e dall’Australia. Si esaminarono anche piante vive importate dall’ estero o colti- vate in Europa. L'Autore dà degli elenchi (redatti dal Lindinger) delle ma- lattie osservate, dovute a parassiti vegetali o animali. L. MONTEMARTINI. Savastano L. — Note di patologia arborea. XI-XXI. (Napoli, 1907, 16 pagine e una tavola). Sono undici brevi note su argomenti diversi di patologia vegetale, già pubblicate separatamente tra di loro sul Bollettino 322 GENERALITÀ di Arboricoltura IHaliana. Due di esse vennero già riassunte alle precedenti pagine 140 e 174 di questa A7v:sta ; le altre si riferiscono ai seguenti argomenti : Le alte temperature ed i colpi di sole agli alberi, nel quale si constata che nell’estate 1905 benchè si avessero avute giornate caldissime quali raramente si hanno negli altri anni, pure non si ebbero a verificare colpi di sole negli alberi, perchè la prima- vera era stata piovosa e non difettava l’ acqua alle radici. Marciume in un taleain di fichi, dovato al fatto che alcune delle piante dalle quali si erano prese le talee erano affette da gOMMOSI. Una buona pratica per il marciume degli alberi: si con- siglia di piantare le canne al posto degli alberi che sono tagliati perchè infetti da marciume. Quattro o cinque anni di vegetazione della canna risanano il terreno, nel quale può, dopo, essere col- tivata qualsiasi pianta. L’imbrunimento della vite nelle nostre contrade : nei din- torni di Napoli è raro e senza importanza. La maturazione del nespolo giapponese nel 1905: causa il freddo si ebbero frutti di poco valore nei quali la parte che aveva maggiormente sentito l’effetto nocevole della stagione era il nocciolo. Della gommosi pulvinare del pesco, che è una gommosi di natura bacillare, localizzata nei ramoscelli e nelle gemme di cui provoca la necrosi. Nei dintorni di Napoli è colpita da tale ma- lattia specialmente la varietà Amsden : le piante innestate sono più soggette ad ammalarsi che quelle provenienti da seme, onde è a consigliarsi di cercare di fissare le varietà per selezione, sì da poterle propagare per semi, non per innesti. Il marciume dell’ olivo: si descrive un caso di marciume delle radici causato da soverchia umidità del suolo, sì che si è dovuto cambiare coltura. Sulla causa del roncet della rite, attribuito dall’Autore ad un v/rus speciale che si riserva di studiare. GENERALITÀ -— PARASSITI VEGETALI 323 Contributo allo studio della brusca dell’ olivo: V Autore comunica osservazioni sue poprie dalle quali risulta che la dyusca non è malattia speciale degli olivi del Leccese ma si presenta anche in altre regioni, nè sempre accompagnata dalla SticLis Panizzer. La brusca poi (intendendosi per essa il disseccamento tipico dell’olivo, cioè fogliare, apicale e discendente verso la base) non si manifesta soltanto nell’ olivo ma pure in altre specie a foglie lanceolate (oleandro, leccio, pesco, ecc.) anche se caduche. L’ Autore crede ad una influenza del mare o almeno dei venti marini, e segnala anche il caso di bruscatura provocata da una pioggia caustica vesuviana. L. MONTEMARTINI. Apams T. — Irish parasitic fungi (I funghi parassiti dell’ Ireland) (The Irish Naturalist, Vol. XVI, 1907, p. 167-169). È un elenco di funghi parassiti, tra i quali le seguenti due specie nuove: C/aviceps Junci, parassita dei giunchi, e Cicinno- bolus Ulicis, sull’ Ules. JIDE Ber6ET A. — Résistance comparée des diverses cépages viniferas au rot gris (Resistenza comparata dei diversi vitigni al ne- grone) ‘Revue de Viticulture, Paris, 1907. T. XXVIII, p. 540-543). — QObservations sur | invasion du roi gris en 1907 (Osservazioni sull’ invasione del negrone nel 1907) (Ibideni, p. 509-511). — Supérioritè des hybrides dans la résistance au rot gris (Supe- riorità degli ibridi nella resistenza al negrone) (Ibidem , p. 576-578). 324 PARASSITI VEGETALI L'Autore dimostra che non vi è alcuna relazione tra la sen- sibilità dei diversi vitigni alla peronospora delle foglie e a quella dei grappoli. Dà anche esempi di vitigni facilmente attaccabili in tutti gli organi, oppure resistenti nelle foglie e specialmente nei frutti. Bisogna studiare la resistenza propria di ogni varietà per meglio appropriarne la scelta all'ambiente, sacrificando, se è ne- cessario, quelle che non si possono difendere e moltiplicando le altre che presentano delle proprietà preziose. TS2ME CLINTON G. P. — Downy Mildew, Phytophthora Phaseoli Thaxt, of Lima Beans (La peronospora del Phaseolus lunatus : l’hytoph- thora Phaseoli Thaxt.) (Report of the Connecticut Agricult. Exrper. Station for the year 1905; Part. V, Report of the Station Botanist, 1906, pag. 278-303, con tre tavole). Il /Raseolus lunatus è assai danneggiato nel Connecticut da una peronospora (Phytophthora Phaseoli) che fu descritta per la prima volta da Thaxter nel 1889 e che di poi venne osser- vata a New Jersey, Delaware, New York e Maryland negli Stati Uniti, ed anche nel Caucaso (la segnalò Speschnew). Questa at- tacca specialmente i legumi, più raramente le giovani foglie ed i fiori, formando placche irregolari di denso feltro biancastro. Le parti attaccate avvizziscono, si raggrinzano e muoiono. [l micelio può anche invadere i semi ed è poi seguito da altri funghi. La perdita può essere di un terzo del raccolto ed anche più. La malattia si presenta nei mesi di luglio, agosto e settem- bre, ma specialmente in agosto, ed infierisce soltanto quando il tempo è umido. Probabilmente le api, visitando i fiori, infettano l’apice e la base dell’ovario ; però il mezzo più comune di dit- PARASSITI VEGETALI 325 fusione è il vento. I conidî conservano solo per pochi giorni la capacità di germinare : le oospore, che l'Autore è riuscito a sco- prire, si formano nei tegumenti seminali o nei cotiledoni dei semi infetti che si trovano nei frutti molto ammalati. Nelle col- ture in agar, in miele, in patate, ecc. il fungo forma quasi sem- pre oospore e rarissimamente i conidî. Per combattere la malattia bisogna selezionare semi sani, distruggere le piante ammalate , alternare razionalmente le colture, seminare in modo da permettere la libera circolazione dell’aria tra le piante. Sono efficaci anche le irrorazioni pre- ventlive (in numero di tre 0 quattro) con poltiglia bordolese. E. A. Bessey (Miami-Florida). CLinton G. P. — Downy Mildew, or Blight, Phytophthora infe- stans (Mont.) De By., of Potatoes. II. (La peronospora delle patate: Phytophthora infestans - Mont. - De By. II.). (Ibidem, pag. 304-330, con 3 tavole). (Veggasi anche alla pag. 179 del primo volume di questa /?wista). Le osservazioni dell'Autore dimostrano che la prima infe- zione nel campo proviene dal contatto delle foglie col terreno, e che non può essere confermata l’ ipotesi di De Bary che essa derivi da piante ammalate provenienti da tuberi infetti. In nes- sun caso si poterono trovare nel campo piante ammalate prove- nienti da tuberi pure ammalati: questi ultimi o non crescono, 0 dànno piante sane. L’ infezione secondaria proviene dalla pioggia, dal vento e dagli insetti. L’ Autore è riuscito ad ottenere colture artificiali del pa- rassita su pezzi vivi di patate o di zucchette, come pure su fa- rina di mais sterilizzata, su agar agar e su altri mezzi nutritizi. Crede che le oospore si sviluppino dopo un anno nei tuberi am- malati dell’anno precedente, e da esse proverrebbe 1’ infezione estiva. Però finora egli non è riuscito ad ottenere un’oospora. E. A. Bessey (Miami-Florida). RE 326 PARASSITI VEGETALI CLinToN GG. P. — Dry Rot Fungus, Merulius lacrymans (Wulf.) Schum. (Il fungo del marciume secco: Merwulzus lacrymans - Walf - Schum.). (Ibidem, for fe year 1906, pag. 336-341, con 3 tavole). L'Autore segnala un caso di distruzione di mobili dovuto a questo fungo di cui descrive i caratteri e la biologia. L’in- vasione fu arrestata rimovendo tutti i mobili infetti, esponen- doli all’ aria, e lavandoli con una soluzione contenente il 2 per 100 di formalina e di carbolineum. E. A. Bessey (Miami-Florida). CLinton GG. P. — Root Rot of Tobacco, Thielaria basicola (B. et Br.) Zopf (Il marciume delle radici del tabacco : Thielarza basicola -. B. et Br. — Zopf). (Ibidem, pag. 342-368, con 4 tavole e una figura nel testo). Questo fungo fu osservato come parassita sulle radici del tabacco in Italia e nell’ Ohio e Connecticut, negli Stati Umti ; inoltre nell'America esso fu osservato pure sulle seguenti piante : Aralia quinquefotia, Begonia rubra e Viola odorata. L’' Autore lo descrive dettagliatamente. Le radici ne sono attaccate e marciscono in tutta la loro lnnghezza o solo all’ apice: raramente si forma una specie di cancro alla base del fusto. La malattia si presenta nei vivai, distruggendo spesso tutte le piantine, onde è a consigliarsi, per prevenirla, una accurata disinfezione delta terra dei semenzai. Però anche nei campi essa può diffondersi, specialmente nei terreni umidi, provocando danni assai gravi dovuti al fatto che le piante restano strimin- zite e piccole. In ultimo l'Autore dà un elenco bibliografico di 24 pubbli- cazioni sull’ argomento. lE. A. Bessey (Miami-Florida). COR PARASSITI VEGETALI 327 FuLron H. R — Cotton Wilt (Avrizziziento del cotone). (Low stana State Agricult. Station, Bull. N. 96. 1907, 15 pagine e 3 tavole). Questa malattia è dovuta alla Neocosmospora vasinfecta (Atk.) Erw. Sm., di cui si descrive. qui l’azione sulla pianta. L'Autore raccomanda distruzione delle piante ammalate, rota- sione di coltura, applicazioni di concimi organici e selezione di varietà più resistenti. Descrive anche i metodi per creare queste ultime. E. A. Bessey (Miami-Florida). Gaporto L. — La ruggine delle rose. (L’ I/alza Agricola, Pia- cenza, 1907, pag. 541, con una tavola colorata). È una descrizione del Phragmidium subcorticinm con un breve cenno della sua biologia. Si consiglia raccogliere e bruciare in primavera gli ecidi e fare durante l estate solforazioni con solfo misto a calce caustica. L. M. Hori S. — A Disease of the japanese Ginseng caused by Phyto- phthora Cactorum (Cohn. et Leb.) Schrot. (Una malattia del ginseng del Giappone, dovuta alla Phytophthora Cactorum) (The Buli. of the Imp. Central Agricult. Exper. Station Japan, Tokio, 1907, Vol. I, pag. 153-162, e una tavola). E una malattia: del ginseng (Aralia quinquefolia var. Ginseng) che cominciò ad apparire nel 1904 nelle provincie set- tentrionali del Giappone e vi si è ora molto diffusa. E dovuta alla Phytophthora Cactorum (Cohn. et Leb.) Schroòter, la quale VI ho DD PARASSITI VEGETALI attacca i picciuoli delle foglie giovani ed i rami pure giovani , dando luogo su di esse a macchie decolorate e provocando poi l avvizzimento delle foglie. Lo sviluppo del parassita, che at- tacca solo gli organi ancor giovani, è favorito in primavera dalle giornate umide e calde. L'Autore consiglia due irrorazioni con poltiglia bordolese, una da applicarsi appena prima che si aprano le gemme , l altra due 0 tre giorni dopo che sono aperte. L. MONTEMARTINI. Hori S. — Seed Infection by Smut Fungi of Cereals (Infezione dei semi da parte dei funghi che sono causa del carbone dei cereali). (Ibidem, pag. 163-176). L'Autore ha fatto molte osservazioni ed esperienze con di- versi cereali per vedere in che modo specialmente vengono ad essere ìnfettati dai funghi del carbone. Afferma che l infezione del suolo, proveniente da spore ca- dute sul terreno e infestanti le giovani piantine, è affatto rara, quasi eccezionale. Distingue poi i vari funghi del carbone, dal punto di vista del modo di infezione, nei seguenti gruppi : a) che infettano i fiori: Ustilago Tritici, U. Hordei , U. nuda ; b) che infettano anche gli organi giovani su cui sono tra- sportati dal vento: Ust:lago Maydis ; c) che infettano i semi rimanendo loro aderenti: Ust- lago Panici-miliacei, U. Crameri, U. Reiliana, U. Sorghi , U. Avenae, U. laevis, Urocystis occulta, Tilletia laevis, T. Tritici. L. MONTEMARTINI. PARASSITI VEGETALI 329 Linnart G. — Cuscuta arvensis Beyr. var. Capsici Degen et Linhart. (Sorauer!s Zischr. f. Pflanzenkrankh., Bd. XVII, 1907, pag. 267-270). È una nuova varietà di Cuseuta proveniente dalla Russia meridionale e parassita del Capsicum unnuum. L. M. Reep GM. — Infections Experiments with the Mildew on Cucur- bits, Erysiphe Cichoracearum D. C. (Esperienze di infezione colla golpe delle Cucurbitacee, E+ysiphe Cichoracearum D.C.) (Trans. of the Wiscosin Ac. Sc., Arts and Letters, Vol. XV, 1907). L'Autore identifica la crittogama delle Cucurbitacee colla Erysiphe Cichoracearuin, fa esperienze di infezione su parecchie specie di Cucurbita, Cucuinis e Lagenaria, e constata che, a differenza di quanto si osserva in altre £yysiphe, non si ha qui alouna specializzazione del parassita all’ospite sul quale vive. L. M. ScHRENK (von) H. — Sap-rot and-other Diseases of the Red Gum (Marciume e altre malattie del Liquidambar,. (U. S. De- partm. of Agricult., Bur. of Plant Industry, Ball. N. 114, 1907, 37 pagine e 8 tavole). Il Liqudambar styraciflus è una delle più importanti sor- genti di utensili perchè il suo legno è assai duro, specialmente il cuore. Esso è relativamente immune da malattie. Nelle piante vive si nota qualche volta il marciume interno (butt-rot) cioè la morte della parte interna del tronco, per una lunghezza da 1 a 6 metri. Una forma di tale marciume (yellow 330 - PARASSITI VEGETALI butt-y'ot, 0 marciume giallo) è dovuta al Pol/yporus lucidus; di altre forme (speckled rot, o marciume chiazzato , e piped vot) non si conosce ancora bene la causa. Però i maggiori danni ar- recati da funghi si verificano dopo che gli alberî sono abbattuti e prima che sieno segati in tavole di legno e stagionate: il marciume in questo caso è prodotto dal Po/yporus adustus, e si manifesta specialmente nei mesi caldi dell’ anno, da maggio ad ottobre. I ceppi appena tagliati sono più pesanti dell’ acqua. Essi sono lasciati alla riva dei fiumi per cinque o sei mesi, fino a che seccano abbastanza da potere galleggiare, ed allora se ne fanno delle zattere e si trasportano alle segherie. È in questo periodo di tempo che il fungo penetra in essi dall’ estremità tagliata e ne distrugge il cuore fino ad una distanza considerevole, conti- nuando poi la sua azione deleteria anche nelle tavole segate, fino a che esse sono secche a sufficienza per impedirgli lo sviluppo. Furono fatte esperienze spalmando l'estremità dei ceppi ta- gliati con creosoto o con petrolio, e si vide che col primo si riesce ad impedire 1’ entrata del parassita: il risultato è ancora migliore e si.evita completamente la mattia se, oltre coprirne le estremità con creosoto, si scortecciano i fusti e si ammuc- chiano in modo che non abbiano a toccare il terreno. Altri funghi che possono essere causa di marciume sono : Polystictus hirsutus, Poria subacida, diverse specie di Lenzites, Polystictus, Trametes, ecc., il solo però che attacchi seriamente il legno del cuore, per quanto risulta all’ Autore, e il Lenzztes vialis Peck. Il Polyporus lacteus ed i Trametes sono rari. Un marciume della stessa natura si presenta anche nella quercia, nell’ acero e in altri alberi. E. A. Besspey (Miami-Florida). PARASSITI VEGETALI 331 Suear C. E. — Cranberry diseases (Malattie del Veccnzun: mea crocarpum) (U. S. Departm. of Agric., Bureau of Plant Industry, Bull. N. 110, 1907, 64 pagine e 7 tavole). Il Vaccinimm macrocarpum va soggetto ad alcune malattie assai dannose, specialmente nelle regioni più meridionali nelle quali viene coltivato. Il valore totale del raccolto di questa col- tivazione si calcola negli Stati Uniti in circa due milioni di dol- lari (10 milioni di lire) all’ anno, e circa la decima parte di tale valore si giudica vada perduta per effetto delle malattie in parola. Le più importanti di queste sono le seguenti : la nebbia (D/ast), dovuta allo stadio picnidico della Gwz- gnardia Vaccinii Shear, che attacca e distrugge i fiori ed i frutti ancor giovani; la scabbia (sca/d), una malattia dovuta allo stesso fungo parassita e che colpisce le bacche quasi mature, le quali diven- tano molli e.incolori e sono invase dal micelio fungino, senza però che questo produca i suoi organi di riproduzione. Lo stesso parassita può attacare pure le foglie, uccidendo anche la pianta. L’Autore ne descrive accuratamente i caratteri morfologici e di coltura e ne studia la formazione dei periteci ascogeni, i quali si sviluppano normalmente durante 1 inverno sulle foglie cadute. Coi periteci ottenuti nelle colture si vede che provengono proprio dalla forma picnidica che si presenta come un Phoma. Il fungo si propaga massimamente per mezzo delle picnidiospore durante il periodo di accrescimento del Vuce- ciniwm , e spesso si trova allo stato latente nelle foglie e nei frutti che sono apparentemente sani: in tal caso nessun carattere esterno può segnalare l’ infezione, ma se si prendono i frutti e dopo accurate sterilizzazioni sulla loro superficie esterna si met- tono in camera umida, si veggono presto apparire su di essì i picnidi del parassita che era latente nel loro interno. Questo fatto spiega il rapidissimo ditfondersi ed intensificarsi della ma- 332 PARASSITI VEGETALI lattia in certe plaghe apparentemente rigogliose e sane, quando sopraggiungano determinate condizioni atmosferiche che valgano a favorire il passaggio dalla vita latente del parassita alla vita attiva. Come mezzo di lotta sì consiglia di druciare le piante ainmalate e fare una accurata selezione di quelle resistenti alla malattia, non che di irvovare almeno cinque volte con poltiglia bordolese al 2-3 per 100 di solfato di rame e di calce cui si aggiunge, per venderla più adesiva, l uno per 100 di supone di olio di pesce. Anche il marciume 70) dovuto all’ Acanthorhynchus Vac- conii Shear, quando attacca le bacche è causa di danni molto simili a quelli prodotti dalla Grignardia. L’ Acanthorhynehus , a differenza di quest’ ultima, non forma i suoi periteci sui frutti, così che lo si può distinguere solo con colture. Esso attacca anche le foglie, ma forma le sue spore solo su quelle cadute, e può pure vivere allo stato latente nell’ interno dei frutti e delle foglie. Lo si combatte nello stesso modo che la Guignardia. L’antracnosi è dovuta alla Glomerella rufomaculans (Berk.) Spauld. e v. Schr var. Vaccinii Shear, la cui forma ascogena non fu mai trovata sul vaccinio, ma venne ottenuta con colture. La malattia è infatti dovuta alla forma conidica ((/oeosporium) : essa rassomiglia pei sintomi esterni alle malattie precedenti e come queste può rimanere allo stato latente nei frutti e nelle foglie. Gli acervuli si formano raramente sui frutti. I mezzi di lotta sono gli stessi che pel marciume e la scabbia. L’ ipertrofia, dovuta all Hrobasidium orycocci Rostr. è co- nosciuta soltanto nel Massachussetts ed in alcune località riesce dannosissima a certe varietà. Essa colpisce le gemme che stanno all’ ascella delle foglie. provocando la formazione di brevi getti colle foglie accartocciate , rigonfie, colorate di rosso. Qualche volta è accompagnata dall’ Erobasidinm vaccinii (Fuck.) Wor. che produce macchie speciali sulle foglie: sarebbe necessario fare esperienze di inoculazione per vedere se o meno questi funghi sono identici fra loro. PARASSITI VEGETALI 333 Tra le malattie di minore importanza sono poi descritte le seguenti: Synchyltrium rvacciniî Thomas, alcuni anni fa assai diffuso e dannoso, ora quasi scomparso; Pestalozzia guepini Desm. var. vaccinit Shear, frequente sulle foglie e qualche volta sui frutti, ma non molto dannosa; Helminthosporivim inaequalis Shear (sic !), che qualche rara volta produce sulle bacche alte- razioni simili a quelle prodotte dalla Guignardia; Gloeosporium minus Shear, raro sulle foglie e sui frutti; Sporonema orycocci Shear, causa di marciume dei frutti e raramente infestante anche le foglie: Arachniotus trachysperma Shear; Nphaeroneina po- morum Shear; Anthostomella destruens Shear, che provoca la caduta dei frutti; Penicillium glaucuin Link, probabile parassita di ferita sui frutti caduti. È pure frequente sulle bacche un fungo ancora di determinazione dubbia, ascrivibile probabilmente al Leptothyrium pomi (Mont.) Sacc.. Sulle foglie e sul fusto furono trovati i seguenti funghi di minore importanza: Venturia compacta Peck, Sclerotinia 0xy- cocci Wor., Discosia artocreas (Tode) Fr., Plagiorhabdus 0xy- cocci Shear, Leptothyriwm orycocci Shear, Rhabdospora orycocci Shear, Sporonema pulvinatwimn Shear, Centhospora lunata Shear, Valsa delicatula C. et E., Cladosporiwin oxycocci Shear, 1’lec- tothrix globosa Shear, Chondrioderma simplex Schret., Epicoc- cum sp. , Diplodia sp., Chaetoimium sp., Vospora sp. , Macro- sporium Sp. Come rimedi preventivi e curativi l’ Autore pensa possano servire opportune distribuzioni dell’ inaffiamento, la distruzione delle piante o degli organi ammalati , la selezione di varietà resistenti e l'applicazione di fungicidi. Le tavole contengono le figure di moltissimi dei funghi sopra descritti. E. A. Bessey (Miami-Florida). Vea 334 PARASSITI VEGETALI SgeLpon J. L. — Concerning the relationship of Phyllosticta soli- taria to the fruit blotch of Apples (Sulla rela ione tra la Phyllosticta solitaria e la vaiolatura delle mele) (Science, New Series, Vol. XXVI, n. 658, 1907, pag. 183-185). È molto frequente un fungo che produce delle macchie o delle pustole sopra le foglie ed i frutti di un melo selvatico (Malus coronaria) e di certe varietà di meli coltivati. Sulle foglie le macchie sono di circa un millimetro di diametro con un solo picnidio nel centro; sui frutti sono di 6 a 12 mm. di diametro, spesso coalescenti e con pochi picnidî. Lo stesso fungo può produrre deboli cancri sui rami, e sverna su di essi. Esso è la Phyllostieta solitaria E. et E. E. A. Bessey (Miami-Florida). SirLpon J. L. — The Taxonomy of a Leaf-spot Fungus of the Apple and other Fruit trees (La tassonomia di un fungo causa della ticchiolatura dei meli e di altri frutti) (7'orrey, Vol. VII, 1907, pag. 142-143). L’ Autore dimostra che la Phy//osticta pirina Sace. che at- tacca i meli, i peri, i cotogni ed i pruni, provocando la malattia detta browrn spot, quando venga ottenuta in coltura ha spore olivastre, e mostra la medesima colorazione delle spore anche quando viene osservata sulle foglie negli stadî più vecchi. Pro- pone pertanto per detta specie il nome di Conzollyrium pirina (sic) (Sacc.) Sheldon. E. A. Besspky (Miami-Florida). PARASSITI VEGETALI 335 SHELDON J. L. — A study of the Leaf-tip Blight of Dracaena fra- grans (Uno studio sulla neVdbia delle foglie della Dracaena fragrans). (Journ of Mycol., Vol. XIII, 1907, pag. 188-140). Gli apici delle foglie di Dracaena fragrans sono attaccati da un fungo il cui stadio conidico è un G/oeosporium. I peri- teci che si sviluppano tanto sulle foglie che in coltura pura con- . tengono aschi e parafisi, e le ascopore delle colture pure, se ino- culate su piante sane, riproducono la malattia. L'Autore propone per questa nuova specie il nome di P/y- salospora Dracaenae n. sp. E. A. Brssey (Miami-Florida\. VoaLino P. — II secchereccio nelle foglie di Begonia. (L’'I/a//a Agricola, Piacenza, 1907, pag. 545-546). L'Autore segnala la diffusione presa in alcuni giardini di Rivoli, presso Torino, della Phy/losticta Begoniae , che attacca le foglie di begonia in misura tale da condurre le piante ad un deperimento che porta poi alla morte. La malattia si inizia in zone di varia forma, per lo più ton- deggianti od allungate, nelle quali il lembo fogliare diventa flo- scio, assume prima una tinta verde azzurrognola e poi secca. La semplice seminagione delle spore di Phy//osticta basta a riprodurre la malattia. Come rimedio si possono adottare le soluzioni cuprocalciche, ma per non macchiare le foglie l'Autore consiglia una soluzione di solfato di rame e garbonato sodico nella dose di 2 ettogr. in 100 litri di acqua: occorrono 2-3 ed anche 4 irrorazioni alla distanza di 10-15 giorni tra di loro. L. MONTEMARTINI. 336 PARASSITI VEGETALI ED ANIMALI Quanser H. M. — Neue Kohlkrankheiten in Nord-Holland: Dreh- herzkrankheit, Fallsucht und Krebs (Nuove malattie dei ca- voli nell’Olanda settentrionale : torsione, epilessia e cancro). (Sorauer’'s Ztschr. f. Pflanzenkrankh., 1907, Bd. XVII, pag. 258-267, con una tavola e due figure nel testo). (rià fin dal 1897 era stata segnalata in Olanda una malattia dei cavoli (Drehherzkrankheit) caratterizzata da una torsione 0 deformazione dell’ asse, simile a quella che si manifesta in molte erucifere per azione delle larve di cecidomidi. Nel caso speciale trattasi delle larve della Contarinia torquens, le quali attaccando e ferendo la parte ascellare delle giovani foglie, provocano iper- trofie seguite da deformazioni caratteristiche. Tutte le varietà di cavolo sono soggette a questa malattia che può essere com- battuta con irrorazioni con soluzioni di succo di tabacco, da praticarsi quando le piante sono ancor giovani. Nell’Olanda infieriscono inoltre altre due malattie dei ca- voli: l epilessia (Fa//sucht) e il cancro. A proposito di queste l'Autore conferma le osservazioni di Ritzema Bos già riferite alla precedente pag. 87 di questa //vista. Aggiunge che il Pho- ma oleracea Sace. è identico al Pl. brassicae Thiimen, e che, oltre l’Anthomya brassicae, sonvi altri insetti (p. e. la Phyto- myza ruficornis Zett.) che possono colle loro punture aprire la via agli attacchi del Phoma. L. MONTEMARTINI. PARASSITI ANIMALI s 337 DeL Guercio G. — Istruzioni della R. Stazione di Entomologia Agraria di Firenze contro gli insetti più nocivi all'Agricoltura. I. Le falene nocive agli alberi fruttiferi. (L’ Italza Agricola , Piacenza, 1907, pag. 487-489). L’ Autore inizia una serie di articoli contenenti istruzioni teorico-pratiche per conoscere e combattere i principali insetti nocivi all’ agricoltura. In questa prima contribuzione parla della .Tephroclystia pumilata Hibn., o Eupithecia pumilata Hibn., nociva a pa- recchie piante coltivate (asparagio, granoturco, bosso, clema- tide, ecc.), ma specialmente agli agrumi. Le sue larve, che in- cedono col corpo a misura o a compasso, attaccano già sul finire dell’ inverno i fiori di cedro, di limone e di altri agrumi, nei quali penetrano per mangiarne gli organi sessuali: più tardi tendono la loro bava fra i bocci di una stessa infiorescenza e li uniscono insieme per distsuggerli quasi tutti. _ L’ Autore espone brevemente e chiaramente la biologia di questa farfalla, e dalla sua esposizione risulta essere consiglia bile la lavorazione nei mesi di febbraio e marzo del terreno, per distruggere le larve e le crisalidi che si riparano d'inverno sotto è detriti vegetali giacenti alla superficie del terreno me- desimo. Si consiglia anche la raccolta e distruzione , in pri- mavera, delle infiorescenze infette, e le irrorazioni, pure du- rante la primavera, di tutte le parti fiorite degli alberi con liquidi avvelenati con sali di arsenico, per esempio T50 gr. di arseniato di piombo Swift in 100 litri di acqua. La Tephroclystia ha dei nemici naturali assai utili in di- versi imenotteri endofagi e specialmente in un bacterio riferi- bile allo Streptococcus bombycis. L. MONTEMARTINI. 338 PARASSITI ANIMALI Gaporto L. — II circondario di Casale di fronte alla flllossera (R. Comizio Agrario di Casale Monferrato, 1907, 20 pa- gine). i E una chiara conferenza sulla situazione dell’ infezione fil- losserica nei vigneti del Casalese, con opportune raccomanda- zioni e istruzioni ai viticultori circa l’ applicazione della nuova legge sui consorzi antifillosserici obbligatori. Inpa .J. R. — La plaga de las hormigas y los procedimientos para su destruccion (La piaga delle formiche ed 1 mezzi da adot- tarsi per distruggerle). (Comisi0n de paras. agricola, Mé- xico, 1907, Circ. N..68, 11 pag. e 6 figure). L'Autore enumera e descrive le principali specie di formiche più dannose all’ agricoltura. Ricorda anche i loro nemici natu- rali: il Myrmecophaga telradactyla, alcuni insetti, ed un fungo parassita apparteneute al genere Cordiceps. Per impedire alle formiche di salire sui tronchi degli alberi, raccomanda il vecchio mezzo di circondarli, ad una certa al- tezza, di un anello di materia vischiosa. Raccomanda poi di distruggere i nidi con acqua calda o con solfuro di carbonio. L. M. Ixpa J. R. — EI pulgon de las hojas del tabaco (La pulce delle foglie del tabacco). (Ibidem, Circ. N. 69, 6 pagine e una fi- gura). In quasi tutte le regioni del mondo nelle quali si coltiva il tabacco, questo emittero (Dicyphus minimus J. He.) è conside- rato come una delle piaghe più temibili per tale coltura. L'Autore ne descrive qui i caratteri ed i costumi, accen- nando ai danni da esso prodotti negli Stati Uniti e nell'America Centrale. PARASSITI ANIMALI 339 Come rimedio consiglia /a caccia diretta dell’ insetto e ir- rorazioni con soluzioni di nicotina (una parte di soluzione con- centrata, in 60 parti di acqua) o di succo di tabacco. L. M. Lesne P. Sur les parasites xylophages du Manihot Giaziovi Muell. Arg. (Sui parassiti xilofagi del Manzihot Glaziovi). (Compt Wendd. s- d. lAcs.d.::Sc.;-Paris,.1907;- Tomo CXLIV; pa- gina 1235-1237). Questa pianta del cauciù dell'America del Sud, viene spesso attaccata dal Coelosternus rugicollis Boheman, e lesioni prodotte su di essa da questo coleottero, aprono il passo ad altri insetti fra i quali lo Xyleborus confusus Eichoff e il Cossonus impressus Boheman. L. M. Linpicer L. — Bestimmungstafeln der deutschen Diaspinen (Tavole per determinare i Diaspidi tedeschi). (Entom. Blittern, Schwabuch, 1907, 3 pagine). x E una chiave analitica per la determinazione dei Diaspidi osservati in Germania. L. M. Macias C. — Procedimientos practicos para combatir las ratas de campos (Mezzi pratici per combattere i topi campagnuoli). (Comisiòon de paras. agricola, México, 1907, Circ. N. 64, 12 pagine e 5 figure). L’Autore si è già occupato dell'argomento in altre note rias- sunte alle pagine 94 del volume primo e 45 del presente volume 340 PARASSITI ANIMALI di questa 7r/sta. Qui accenna ai danni che possono produrre # 1 topi campagnuoli, alla rapidità colla quale si moltiplicano, ed alla convenienza di combatterli al loro primo apparire, indicando ancora e descrivendo i veleni, le trappole, ecc. JI O. h. — Un caso di cuscuta sulla vite (L'Italza Agricola, Pia- cenza, 1907, pag. 475, con una figura). Si segnala il caso di un grappolo d’uva proveniente da Lu- mazzo (Chiavari) sul quale si è sviluppata la Cuscuta monogyna, che avvolgendo il raspo lasciava pendere i suoi filamenti per una lunghezza di 60 cm. L. M. Prrri L. — Sopra un caso di parassitismo di una cocciniglia (My- tilapsis fulva Targ. var. ?) sulle radici di olivo. (f'end. d. +. Ac. ad Tincei , Classe” Sc. Fis. e Nat... Ser. Vola 1907, pag. 766-769, con due figure). L'Autore segnala la presenza su radici di olivo provenienti da Palermo di una varietà di Mytilapsis fulva Targ. assai vi- cina a quella che vive sull’ E/aeagnus, con dimensioni un po’ minori. Descrive le alterazioni che si presentano nei tessuti cor- ticali nei quali la detta cocciniglia infigge il suo rostro. L. MONTEMARTINI. n 7 BA AZIONI TRAUMATICHE — AGENTI ATMOSFERICI 341 Dvcamp M. — Anomalies florales dues à des actions mécaniques (Anomalie fiorali dovute ad azioni meccaniche). (Compt. Rend. d. s. d. l’Ac. d. Se., Paris, 1907, Tomo CXLV, pa- gina 882-883). L'Autore segnala il fatto che i trifogli che vegetano in siti di frequente calpestati, presentano assai di sovente virescenze e altre anomalie fiorali. L. M. ARCANGELI G. — Sopra un caso di rossore della vite a Careg- giano (Agricoltura Italiana, 1907, fasc. 18, 4 pagine). L’Autore descrive un caso di arrossamento delle foglie di vite segnalato in principio dello scorso agosto in vigneti di Ca- reggiano Maggiore presso Tortona. Le viti colpite erano di Do/cetto ; la colorazione rossa delle foglie si estendeva soltanto alle porzioni di lamina fogliare in- terposte tra le nervature, e il pigmento rosso era principalmente localizzato nelle cellule a palizzata. Trattavasi insomma di quella forma di arrossamento che già altra volta l'Autore ha indicato col nome di afleboeritrosi, per distinguerla dalla colpoeritrosi (parti arrossate a contorno sinuoso), gonzoerztrosi (a contorno angoloso) e oloeritrosi (arrossamento totale della lamina). Nel caso attuale l'Autore, confermando la teoria esposta per simili casi dal Frank, ritiene che il fenomeno sia da attribuirsi a soverchia siccità. L. MONTEMARTINI. 342 AGENTI CHIMICI — MALATTIE D’' INDOLE INCERTA Woycickt Z. — Ueber pathologische Wachstumsescheinungen bei Spirogyra und Mougeotia-Arten in Laboratoriumskulturen. (Su fenomeni di accrescimento patologico in Spirogyra e Mowu- geotia tenute in coltura in laboratorio). (Ber. d. deuts. bot. Ges., Bd. XXV, 1907, pag. 527-529). L'Autore ha constatato che facendo gorgogliare piccole quan- tità di gas illuminante nell’acqua sulla quale vegetano le alghe in parola, si provoca nelle cellule la formazione di escrescenze anormali speciali. Siccome tali escrescenze furono da lui osser- vate anche in alghe tenute in coltura in laboratorio, pensa sia bastato a provocarle la piccola quantità di gaz che si trova nel- l’aria dei laboratori e che era arrivata in contatto colle colture. Conferma così l’opinione di Richter che tutte le esperienze fatte in laboratori, sono fatte su aria viziata e per conseguenza su piante ammalate. L. MONTEMARTINI. CLinton G. P. — Experiments to prevent Onion Brittle (Espe- rienze contro la flaccidezza delle cipolle). (Report. of the Connecticut Agricult. Exper. Station for the. year 1906 : Part. V, Report of the Station Botanist, 1907, pag. 332-330, con tre tavole). Questa malattia, di cui non si conosce ancora con precisione la causa, fu combattuta con diversi modi: soluzione di forma- lina, limoid (un composto di calce), solfo e lim0id, ecc. La for- malina (una parte in 240 parti di acqua), nella proporzione di 3000 litri per ettaro, e la /moid, nella proporzione di 800 chi- logrammi per ettaro, si dimostrarono abbastanza efficaci. E. A. Bessey \Miami-Florida). MALATTIE D' INDOLE INCERTA 343 Hook (van) J. M. — Celery Root Rot (Marciume delle radici del sedano). (Ohio Agricult. Exper. Station, Circ. N. 72, 1907, 6 pagine e 3 figure). Si descrive una malattia del sedano (Apium graveolens) ca- ratterizzata dalla marcescenza della radice principale. Non se ne conosce ancora la causa, pare però che essa sia almeno in parte dovuta a mancanza di drenaggio nel suolo. E. A. Bessey (Miami-Florida). Mangin L. — Sur la signification de la «< maladle du rouge » chez le Sapin (Sull’arrossamento degli abeti). (Compt. Rend. d. Sii (AC. d. Sc., Paris, 1907, T. CXLV, pag. 934-935). L'Autore riportandosi ad una sua precedente nota di cui alle precedenti pagine 111 e 223 di questa vista, dice risultargli che i funghi ivi segnalati sugli abeti arrossati del Giura (AR%d- zosphaera Abietis, Macrophoma abietina , Cytospora Pinastri, Menoidea Abietis) sono saprofiti e non parassiti, e così è pure saprofita la Trichoschypha Abietis che viene ora segnalata su altri abeti ammalati. L’arrossamento degli abeti può essere generale o parziale. Se è generale e si estende dall’apice alla base a tutta la pianta, può essere dovuto a siccità e a qualche rizomorfa (probabilmente l’Armillariella mellea). Se è parziale, limitato cioè soltanto ad alcuni rami, può essere dovuto o ad azioni traumatiche, 0, come ha visto anche Henry (veggasi alla precedente pagina 292), a forte attacco di Phoma abietina, o all’ Aecidium elatinum. L. MONTEMARTINI. ZA4 MALATTIE D' INDOLE INCERTA — BACTERI RasertI G. E. — Il disseccamento dei germogli nella vite. (L’ Italia Agricola, Piacenza, 1907, pag. 516-517, con una tavola colorata). Trattasi di una malattia riscontratasi nello scorso maggio in varie vigne del Pisano sui tralci giovani di grignolino. Questi tralci avevano l’estremità disseccata ed annerita fino ad un dato nodo, al disotto del quale mentre erano striminziti, schiacciati, anne- riti e marcescenti i nodi, rimanevano verdi gli internodì. I ger- mogli laterali portati dai rami ammalati seccavano e così pure seccavano i giovani grappoli e le foglie : i tralci poi diventavano contorti e schiacciati, spesso con forte accenno a fasciatura. Nel- l’ interno il midollo era necrosato. Venne rinvenuto sugli organi ammalati un fungillo simile all’Aureobasidium Vitis, ma che si presentava con caratteri da saprofita. L’Autore pensa trattarsi di squilibrii nella vegetazione, pro- vocati dal procedere anormale delle vicende meteoriche. L. MONTEMARTINI. Smira E. F. e Townsenp C. 0. — Ein Pflanzentumor bakteriellen Ursprungs (Un tumore vegetale di origine bacterica). (Cex- tralbl. f. Bakter., Paras. u. Infektionskrankh., II Abt., Bd. XX, 1907, pag. 89-91). Da tumori a forma di galle che per due anni osservarono sopra il Bellis perennis, gli Autori isolarono una nuova specie di bacterio che qui descrivono e per la quale propongono il nome di Bacteriwn ltumefaciens. Colle colture pure di questo microorganismo riuscirono a tit BACTERI — MALATTIE D' INDOLE FISIOLOGICA 345 riprodurre i tumori non solo nel Bellis, ma in parecchie altre Composite, non che in diverse piante appartenenti alle famiglie delle Rosacee, Crucifere, Solanacee, Urticacee e Chenopodiacee, i cui tessuti giovani sono da esso spinti ad una ipermoltiplica- cazione che conduce alla formazione di tumori o di galle. L. MONTEMARTINI. MoLz E. — Untersuchungen iiber die Chiorose der Reben (Ri- cerche sulla clorosi della vite». (Centralb!. f. Bakter., Par. u. Infektionskrankh., II Abth., Bd. XIX, 1907, N. 13-25, e Bd. XX, N. 1-5: Arb. d. Planzenpath. Versuchsstation Geisenheim a. Rh., con 4 tavole e 5 figure nel testo). Benchè l’ attenzione degli agricoltori sia stata richiamata su questa malattia della vite solamente dopo che essa si è lar- gamente diffusa coll’ introduzione in Europa, e specialmente in Francia, delle viti americane, pure trattasi di malattia segnalata e conosciuta da molto tempo. Col nome di c/orosi si indica uno stato patologico della vite ed in generale di tutte le piante, caratterizzato, oltre che dalla decolorazione ed ingiallimento degli organi verdi, anche da uno sviluppo sempre minore degli organi stessi e da un deperimento progressivo della pianta che arriva fino alla morte. L'Autore, dopo avere brevemente accennato alle particola- rità anatomiche ed istologiche delle viti ammalate, passa a di- scutere delle varie cause che possono determinare la clorosi e delle teorie proposte per spiegarla. Distingne e parla separata- mente della clorosi dovuta a mancanza di ferro, di quella che si presenta nei terreni calcari, di quella dovuta a siccità o a mancanza di calore, e finalmente della clorosi ereditaria (che si 346 MALATTIE D' INDOLE FISIOLOGICA ha propagando per talee le viti ammalate) e provocata da in- nesto mal riuscito o da ‘parassiti animali (Eumolpus wvitis, Otiorhynchus sulcatus, Melolonta vulgaris, ecc.) 0 vegetali (Dematophora necatrir», Plasmopara viticola, Spicularia Isterus, ecc.) Per tutte queste forme di clorosi raccoglie notizie biblio- grafiche e dati di fatto, più di tutte studia però quella che si pre- senta nel terreni calcari. Per questa offre molti dati statistici raccolti per parecchi anni nei vigneti del Reno, dai quali dati risulta che la clorosi sì presenta specialmente nei terreni compatti e impermeabili. e nelle annate più umide, ed è quasi sempre accompagnata da marciume delle radici. Sulla base di questi fatti }’' Autore è in- dotto a dare del fenomeno clorotico la seguente spiegazione : Quando un terreno poco permeabile contiene un eccesso di acqua, viene impedita in esso la circolazione dell’ aria e le ra- dici che vegetano in esso si trovano nell’ impossibilità di respi- rare normalmente. In tali condizioni ha luogo prima la respira- zione intramolecolare, poi segue la morte e successivamente, pro- vocata o aiutata da microorganismi, la decomposizione delle cel- lule morte. Tutto questo conduce alla formazione di una consi- derevole quantità di acido carbonico, che, entrato in soluzione nell'acqua ed agendo sui carbonati del terreno, fa sì che questa si carichi di bicarbonato di calcio. Assorbita direttamente dai vasi messi a nudo dalla marcescenza , l acqua carica di bicar- bonato arriva in gran quantità agli organi sani della pianta e ne diminuisce gradatamente la reazione acida dei succhi fino @ renderla neutra od anche alcalina. Ciò rende più difficile anche alle radici sane l’ assorbimento delle sostanze nutrizie, special mente del potassio, e dalla mancanza di questo provengono i maggiori disturbi al funzionamento di tutti gli organi. Epperò a combattere questa forma di clorosi, l'Autore con- siglia drenaggio e aerazione del terreno, lavori superficiali MALATTIE D' INDOLE FISIOLOGICA — FISIOPATOLOGIA 347 frequenti atti a facilitare la circolazione dell'aria, opportune concimazioni e selezione di varietà resistenti. A. questo propo- sito dà i caratteri anatomici onde i vari organi delle viti resi- stenti si distinguono da quelli delle viti ammalate. L’ efficacia del solfato di ferro in certi tentativi di cura della clorosi non può essere duratura perchè il sale di ferro non allontana completamente le cause del male il quale, d’ altra parte non dipende da mancanza di ferro (le foglie clorotiche ne con- tengono tanto quanto le sane e normali). L’Autore afferma che in generale tutte le cause che turbano per un certo tempo le funzioni normali della pianta, special mente la nutrizione, portano anche a fenomeni clorotici più o meno distinti, perchè l’ intensità di colorazione delle foglie è in relazione collo stato di salute della pianta. L. MONTEMARTINI Perri L. — Studi sul marciume delle radici nelle viti fillosserate (Roma, R. Stazione di Patologia Vegetale, 1907, 155 pag., 9 tavole e 25 figure). LI E un importante lavoro nel quale sono comunicati i risul- tati di osservazioni interessanti e sistematiche di fisiopatologia fatte nell’ Osservatorio antifillosserico di Colle Salvetti. Sull’ ar- gomento l’ Autore ha già pubblicato due note preliminari che sono riassunte a pag. 317 del Volume I e 214 del II di questa Rivista. Come dice il Pr. Cuboni in una prefazione al lavoro in esame, è la prima volta che viene intrapreso uno studio com- pleto sistematico e biologico dei microrganismi vegetali ed ani- mali che partecipano od almeno accompagnano sempre lo sfa- celo delle tuberosità e nodosità prodotte dalla fillossera. 348 FISIOPATOLOGIA Come è noto, la morte delle iperplasie prodotte dalla fillos- sera sulle radici della vite venne dai varî autori attribuita ora ad un veleno speciale segregato ed inoculato dal parassita, ora a cause fisiologiche, ora all’ azione di parassiti animali o vege- tali senza l'intervento dei quali, si dice, i tessuti anormali ri- marrebbero inalterati quanto i normali. L'esame critico dei fatti addotti a sostegno dell'una o dell’altra ipotesi conduce l'Autore a proporsi quattro argomenti di studio, e cioè a ricercare se gli organismi vegetali o animali che attaccano le nodosità e tube- rosità fillosseriche sono veri parassiti; se i tessuti attraversati dal rostro della fillossera o formatisi in seguito alle lesioni pre- sentano i caratteri di tessuti sani o disorganizzati; se gli agenti del marciume variano a seconda del vitigno, e se la re- sistenza delle radici contro la fillossera è in rapporto colla resi- stenza agli agenti del marciume. Nel lungo studio degli organismi che più costantemente prendono parte alla decomposizione delle iperplasie fillosseriche, sono presi in esame : tra gli organismi vegetali parassiti: Baci/lus Vitis Petri (che costituisce la batterioriza normale della vite), una forma di Netria sp., Fusarium pallens Nees, F. rimicolum Sace., Pe- nicillivim humicula Oadem. e P. lutewmn Zuakal ; tra isaprofiti o quasi: Penicillium roseum Link., Naucoria autunnalis Peck., Dematophora necatria R. Hart., Sphaeropsis fuscescens (F.) Starb., Dematium pullulans De Beaup., Strepto- thrix sp. ecc. ; e tra gli organismi animali: Alizoglyphus echinopus (Foum. et Rob.) Moniez, parassita, e 7yroglyphus Lintneri OSÌ., Heterodera radicicola Mill. ed altri saprofiti. L’ Autore studia e prova anche l’azione deleteria di alcuni di tali microrganismi isolati sulle nodosità sane, e studia altresì la anatomia (che sarebbe impossibile esporre qui in poche pa- gine) delle nodosità e tuberosità fillosseriche, dimostrando che i FISIOPATOLOGIA 349 loro elementi istologici (come si rileva anche dal comportarsi di essi di fronte agli organismi debolmente parassiti), quando sono arrivati a completo sviluppo, presentano una diminuzione di energia vitale. Quanto ai rapporti degli agenti del marciume colla varietà dei vitigni e colla resistenza di essi alla fillossera, le osservazioni dell’ Autore non sono molto numerose. Esse bastano però per fargli affermare : 1.° che gli agenti del marciume in uno stesso luogo non variano a seconda del vitigno fillosserato, e il loro comportarsi contro le differenti specie e varietà di viti è approssimativa- mente identico ; 2.° che la resistenza delle radici fillosserate contro gli agenti del marciume è nei suoi ultimi effetti quasi sempre su- bordinata alla resistenza delle radici contro la sola azione della fillossera, per modo che nella resistenza antifillosserica , intesa nel suo senso lato, uno dei massimi fattori è dato dalla resi- stenza alla irritazione della lesione. Accade però qualche volta che a parità di gravità delle lesioni fillosseriche, anche uno stesso vitigno presenti, in regioni diverse, un differente grado di resistenza : in questi casi la resistenza delle radici al mar- ciume non cessa di essere subordinata alla resistenza contro le lesioni fillosseriche, ma varia solo di grado per circostanze esterne, il che spiega molti errori occorsi nell’ introduzione di nuovi portainnesti. Il lavoro finisce con un lungo elenco bibliografico sull’ ar- gomento. Delle tavole, sei offrono fotografie di sezioni di nodosità e tuberosità in diversi stadi di decomposizione , tre sono tavole colorate raffiguranti organi ammalati o sezioni dei medesimi , e microorganismi infestanti. L. MONTEMARTINI. 350 ANATOMIA PATOLOGICA Leeuwen (van) W. — Die Galle von Eriophyes psilaspis auf Taxus baccata und der normale Vegetationspunkt dieser Pflanze (Le galle dell’ Eyzophyes psilaspis sul Tarus baccata e l apice vegetativo normale di questa pianta). (Beil. 2. Bot. Cen- tralb!., 1908, Bd. XXIII, pag. 1-14, con due tavole). L’ Eriophyes psilaspis sverna entro le galle che esso pro- duce sui Taxus e le abbandona in maggio per andare ad infet- tare le giovani gemme terminali o ascellari. L’ Autore studia le modificazioni che la visita di questo fi- toptide produce nei coni vegetativi: mentre questi hanno nor- malmente dermatogeno, periblema e pleroma composti di un solo strato di cellule con una sola iniziale; dopo la visita del paras- sita questa cellula si segmenta ed i tre sistemi diventano pluri- stratificati. L. MONTEMARTINI. Morz E. — Ueber pathogene Fleckenbildungen auf einjàhrigen Trie- ben der Weinrebe (Snlle macchie patogene sui rami annuali della vite). (Centralbl. f. Bakter., Paras. vu. Infektions- krankh., IT Abth., Bd. XX, 1908, pag. 261-272, ‘con 2 ta- vole e 18 figure: Arb. d. pflanzenpathol. Versuchsstation in Geisenheim a. Rh.). L'Autore studia lo sviluppo e la struttura di parecchie for- mazioni superficiali patogene che si presentano, alcune normal- mente, altre frequentemente, sui tralci della vite durante il primo anno di loro vegetazione. Prima tra tutte le piccole papille che compaiono nel tardo estate come piccoli punti sull’epidermide : sono state paragonate alle lenticelle ; si formano infatti in corrispondenza agli stomi ma prima del periderma, anzi quando quest’ ultimo si presenta presto esse non si formano, così che esse sono più numerose x ANATOMIA PATOLOGICA — NOTE PRATICHE 351 specialmente nella parte superiore di ogni internodio, dove il periderma compare più tardi, e quanto più esse sono scarse tanto meglio e tanto prima si può dire sia avvenuta la matura- zione del tralcio. Formazioni simili, un po’ più grosse e meno numerose, sono quelle che rimangono al posto delle cosìdette glandole perlacee (Perldriiseni che si producono sui tralci giovani della vite sot- tratti all’azione del sole e in un ambiente umido. Altre simili formazioni, di cui l'Autore descrive la strut- tura, sono provooate dal fissarsi degli austori dell” Oidium Tu- cheri, o dall'azione di fungicidi troppo energici (p. es. goccie di poltiglia bordolese a dose troppo forte), o da sfsegamento, o da grandine, o da funghi parassiti come lo Sphaceloma ampe- linum. I tralci molto ammalati non devono essere adoperati per la moltiplicazione delle piante. L. MONTEMARTINI. NOTE PRATICHE Dal Bollettino quindicinale del Comizio di Mantova, 1907 : Pag. 722. Per liberare i campi dalle arvicole, G. Canova consiglia di spargere in essi del granoturco alla noce vomica o al fosfuro di zinco. Il primo sì prepara facendo bollire in acqua acidulata con acido tartarico (1 per 1000) il 12 per 100 di noce vomica ed immergendo nel decotto così ottenuto il granoturco grossolanamente frammentato in quantità tale da assorbire tutto il liquido : lo si sparge poi sul terreno nella dose di 18-20 chili per ettaro. Il secondo si prepara mescolando il granoturco frantu- mato e inumidito col 2 per 100 di fosfuro di zinco in polvere, lasciando asciugare la miscela e spargendo poi in proporzione di 12-15-chili per et- taro. lm. ha 2% ch hi Mi; 352 NOTE PRATICHE Dall’ Italia Agricola Industriale, Roma, 1908 : Pag. 11. — Contro il Polyporus sulphureus che attacca i rami ed i tronchi del castagno, si avvertono gli agricoltori che l’ infezione ha luogo in autunno pel tramite delle lesioni e tagli male eseguiti; si consiglia quindi l’asportazione delle parti infette da praticarsi in primavera, con di- sinfezione dei tagli con soluzione al 50 p. 100 di solfato di ferro e 1 p. 100 di acido solforico e con successiva copertura con apposito mastice. L m. Dall’Agricoltura Subalpina, Cuneo, 1907 : Pag. 374. — Per combattere i grillotalpa si consiglia sotterrare nel terreno, a 3-4 em. di profondità e ogni 4 5 giorni, cristalli di naftalina. l. m. Dall’ Italia Agricola, Piacenza, 1907 : N. 23. — Per liberare gli alberi dai liechemi che ne coprono la scorza, si consiglia raschiatura con apposito raschiatoio o fil di ferro, ed irrora- zioni durante l'inverno con una soluzione di calce al 3 od al 5 p. 100, oppure di solfato di ferro al 15 p. 100. Per porre un argine al rapido ed allarmante diffondersi della RWizoc- tonia violacea (causa del mal vinato Aell’ erba medica), la quale s° è dimo- strata capace di arrecare danni considerevoli anche ai medicai di un solo anno, si consigliano arature profonde del suolo con impiego di abbondante quantità di calce. Dovrebbero essere utili anche la rotazione agraria con coltura di piante (cereali) refrattarie al parassita, o la sospensione delle coltivazioni più sensibili all’ attacco del medesimo; però in pratica non si possono ritenere questi mezzi di efficacia sicura, per la difficoltà di sop- primere completamenie tutte le piante infestanti nelle quali pure il fungo può trovare riparo. Dove le zone infette non sono troppo estese e c’è il tornaconto economico, è efficace la disinfezione del terreno con solfuro di carbonio. Ucmi Pavia — Tipografia e Legatoria Cooperativa — 1907. Anno II. dicembre 1907. Num. 23-24. Rivista di Patologia Vegetale DIRETTA DAL Dott. Lurtor MONTEMARTINI libero docente di Botanica nella R. Università di Pavia Collaboratori: Prof. F. Cavara (Napoli) - Prof. G. DeL GueRcIO (Firenze) - Dott. F. O’ B. ELLIson (Dublino) - Prof. A. KRoLopp ‘°° (Magyar-Ovar - Ungheria) - D." S. Horr (Nishigahara-Tokio) - M. ALPINE (Melbourne - Australia) - D'. E. Bessey (Miami-Florida). Indici della II° Annata = n — —__— ni ab x La « Rivista » esce in 24 fascicoli ogni anno, con indici alfabeti e per materia. ABBONAMENTO ANNUO L. 12.00 Le prime due annate sono poste in vendita al prezzo complessivo di Li. 222 ae INDICE PER MATERIA INDICE PER MATERIA Originali. Brizi U. — Risposta ad una critica di R. Farneti DeL Gurroro G. — Note ad una interessante relazione di Fred. U. Theobald per la Zoologia Economica del 1906 nel South Eastern Agricultural College Farneti R. -- Ricerche sperimentali ed anatomo-fisiologiche in- torno all’ influenza dell’ambiente e della concimazione sulla diminuita o perduta resistenza al brusone del riso bertone e di altre varietà introdotte dall’ estero Id. — Il brusone del riso . : ì E # Id. — Ustioni prodotte dal fumo delle locomotive sopra le foglie delle piante Id. — L’avvizzimento dei cocomeri in Italia MontemartINnI L. — L’avvizzimento o la malattia dei peperoni (Capsicum annuum) a Voghera Generalità. AppeL 0. — Contributi alla conoscenza delle malattie delle patate. I. i E . P Id. — Storia delle malattie delle patate Benruey Goron M. — La lotta contro gli insetti, i funghi ed altre malattie : Brick C. — Ottava relazione sull’ attività della Stazione per la difesa delle piante di Hamburg, dal 1 luglio 1905 al 30 giugno 1906 È , i : 3 Id. — Nona relazione sull’ attività della Stazione per la difesa delle piante di Hamburg, dal 1 luglio 1906 al 30 giugno 1907 Briosi G. — Rassegna crittogamica per il primo semestre del- 1906, con notizie sulle prinripali malattie delle pomacee - Id. — Rassegna crittogamica pel secondo semestre del 1906 . Pag. JI 145 216 305 273 273 IV INDICE PER MATERIA Cavazza D. — Annali dell’ Ufficio Provinciale di Agricoltura di Bologna - Anno XIII CarerLor J. — Studio delle malattie dei Pelargonium . Faser (von) F. — Relazione su una gita di patologia vegetale nel Kamerun . . è - : } - : È 5 Flora Crittogamica Italiana Gaporro L. — Relazione annuale sull’ attività del Gabinetto di Patologia Vegetale annesso al Comizio Agrario di Casale Monferrato, per Vl anno 1905-1906 HoLLrRuna M. Annuario delle malattle delle piante - Anno 1905 Jones L. R. e Morse W. J. — Le malattie delle piante nel Ver- mont durante il 1904 © Meraz A. — Notizie generali sull’ attività della Commissione di parassitologia agricola dal 1900 al 1906. Morrau P. L., HERRERA A. L. e LrLone B. M. — Coltivazione e malattie degli agrumi Morescni B. — Come è organizzata, in Italia, la difesa delle piante contro i nemici vegetali ed animali . È , - Mussoy W. M. — Note di frutticoltura . Norton J. B. S. — Malattie delle patate in Irlanda Savasrano L. — Note di patologia arborea: XI-XXI Sorauer P. — Trattato delle malattie delle piante Srirr A. — Comunicazioni sui lavori pubblicati durante |’ anno 1906 sopra le malattie della barbabietola da zucchero e delle patate VogLino P. — Sulla necessità della istituzione di osservatorii regionali di fitopatologia . Malattie dovute a parassiti vegetali. Apams T. — I funghi parassiti dell’ Ireland . AprpeL 0. — Contributi alla conoscenza dei /usarium e delle malattie delle piante da essi prodotte Id. — Considerazioni generali e modi di combattere la malattia di S. Giovanni dei piselli. Id. — Alcune esperienze sulla possibilità per il Merulius lacry- mans di vita parassitaria . . AppeL 0. e Bruck W. Fr. — La Sclerotinia Libertiana Fuck. dannosa alle radici carnose ; F 5 7 ; 3 È -. Pag: 129 193 194 131 181° INDICE PER MATERIA V AprpEeL O. e Bruok W. Fr. — Lo Sfysanus Stemonitis e la sua azione come parassita delle patate . - È ? : . Pag. 306 AppreL 0. e Lampert R. — La forma conidica e l’azione patolo- 7 gica del Phellomyces sclerotiophorus Frank delle patate » 305 ArtHor J. C. e Kern F. D. — Specie di Peridermirmin del Nord- America L » 11 ArmHuor J. C. — Uredinee dell’ America del Nord: Uredinacede, Coleosporiaceae ed Aecidiaceae . » 177 Baccarini P. — Intorno ad una affezione della Winterana ca- nella L. . è , A ; 5 È ; È »» 49 BaLLs A. L. — Infezione delle piante per le uredinee » TI BarBER C. A. — Studi sul parassitismo delle radici: l’ austorio del Santalum album . » 65 Td. — Studi sul parassitismo delle radici: l’austorio del Sarta- lum album. Parte seconda. La struttura dell’ austorio ma- turo e le relazioni tra l’ ospite e il parassita » 287 Benxerr E. R. — La coltivazione delle patate nel Colorado » 196 Bexwuer E. A. — Note su irrorazioni eseguite nel 1904-905 » 197 Bercer A. — Resistenza comparata dei diversi vitigni al megrone » 323 Id. — Osservazioni sull’ invasione del negrone nel 1907 » 323 Id. — Superiorità degli ibridi nella resistenza al negrone . » 323 Bernarp N. — I funghi delle Orchidee, loro funzione e loro utilizzazione » 238 Bun H. — L’antracnosi dei fagiuoli e dei piselli » 209 Broker P. — Utilità delle larve di Coccinella » 165 Borner G. — Due nuovi nemici della carota appartenenti ai generi Ceutorhynchidius e Phytomyza » 165 Brizi U. — La Typhula variabilis R. e il mal dello scelerozio della barbabietola da zucchero » 82 Id. — Su alcuni ifomiceti del Maîs guasto e sulla ricerca mi- croscopica per determinarne le alterazioni » 209 Brzezix®sxi J. — La Myxromonas Betae parrassita delle barba- bietole . » 50 BuBag Fr. — Esperienze di infezione con alcune uredinee » 132 BurLeR E. J. e Hayam J. M. — Le ruggini dei cereali in India » 66 BurLer E. J. — Malattie della canna da zucchero dovute a funghi nel Bengala . - : : 7 ; ; È O 67 Id. — Alcune malattie di cereali dovute alla Selerospora gra- minicola : } A ; ; : * ; È ) UE. 211 Lo VOTE LELE VI INDICE PER MATERIA BurLer E. J. — Alcune malattie delle palme : : È . Pag. 225 Cavara F. e MotLica N. — Ricerche intorno al ciclo evolativo di una interessante forma di Pleospora herbarum (Pers.) Rab.» 98 CurrLor J. — Sulla presenza dell’ Ustilago Maidis sopra le radici avventizie della Zea Mays e della sua varietà quadricolor, e sulle deformazioni che essa provoca » 291 CLerici F, — Il falchetto nei gelsi nel 1772 . » 307 CLinron G. P. — Ustilaginales . » 52 Id. — La peronospora del Phasceolus lunatus: Phytophthora Phaseoli Thaxt . ; 2 È ; ; } ; c Gen) 324 Id. — La peronospora delle patate: P%yto, hthora infestans (Mont.) De By., II » 325 Id. — Il fungo del marciume secco : Merwulis lavrymans (Wulf.) Schum. » 326 Id. — Il marciume delle radici del tabacco: Thielaria basicola (B. et Br.) Zopf. » 326 CoLeman L. C. — Sulla Scelerotinia trifoliorum Erikss., una delle cause del cancro del trifoglio » 307 CranpaLu CÒ. S. — Irrorazioni dei meli. Efficacia relativa dei li- quidi e delle polveri » 197 Cuponi G. — Una nuova malattia dei limoni in Grecia » 89 Darpeno J. B. — Malattia della lattuca di serra dovuta a un fungo » 102 DeLacrorx G. — Su una malattia del pioppo della Carolina » 132 Diepicge H. — Il seccume delle foglie di edera » 260 DigteL P. — Alcune considerazioni sulle rugygini dell’ Australia » 43 ELENKIN A. A. — Il mal bianco dei frutti dell’uva spina: Sphae- rotheca mors uvae » 260 Exerson R. A. — Esperienze di irror. nei frutteti del Nebraska » 229 Erigsonn J. — Lo stato attuale della questione sul micoplasma » 177 Ewerr R. — Contributo allo studio dello sviluppo, delle condi- zioni di infezione e dei migliori mezzi per combattere il Gloeosporium Ribis-Pseudopeziza Ribis » 243 Farneti R. — Il brusone del riso » 17 Id. — L’avvizzimento «dei cocomeri in Italia » 241 FeprscHenko B. A. — Le Cuscuta della Russia » 261 FerrarIS T. — Materiali per una fiora micologica del Piemonte » 69 Fiscagr E. — Sulle mostruosità prodotte dai funghi parassiti e specialmente dalle Uredinee » 288 INDICE PER MATERIA FLoyp Bayarp F. — Alcune malattie dovute a funghi e modi di combatterle . : Frarsse A. — Contrib. alla biologia delle fanerogame parassite FreeManN E. F. — Le affinità del fungo del Lolium temulentum FuLroxy H. F. — Chemotropismo dei funghi . i : ) FuLron H. R. — Avvizzimento del cotone Gagorro L. — Contributo alle ricerche intorno all’ Aureobasidium Vitis Viala et Boy. Id. — La ruggine delle rose . pr Ginpara G. — Varietà di grano resistente alla ruggine Id. — L’anguillula del caffè: Heterodera radicicola Id. — Uso e preparazione della poltiglia bordolese Gosro B. — Sulla produzione di cumarine fermentative nello sviluppo di taluni ifomiceti 3 Green W. J. e Warp C. W. — Ricerche sulle patate . Gissow H. T. — Contributo allo studio della scabbig delle patate Guzwàn D. J. — La malattia del caffè nel Salvadore Hannio E. — Sul Lolium temulentum senza funghi endofiti Hecge L. — Esperienze di infezione colla Puccinia Maydis HepLunp T. — Sulla relazione tra alcune malattie di vegetali e le condizioni climateriche dell’ estate 1906 HreinricHer E. — Contributo allo studio del visco HenpeRson L. F. — Esperienze contro il carbone del frumento e dell’avena Hexry E. — La malattia degli abeti nelle foreste del Giura Herrer W. — La diffusione del ma) bianco dell’ uva spina in Europa, durante il 1906 È HonneL (v.) — Una malattia dell’ acero in Austria Hoox (van) J. M. —- La ticchiolatura e il mal bianco dei piselli Horir S. — Una malattia del ginseng nel Giappone, dovuta alla Phytophthora Cactorum (Cohn et Leb.) Seròt. Id. — Infezione dei semi da parte dei funghi che sono causa del carbone dei cereali Jacky E. — Secondo contributo allo studio delle ruggini . Jowxes L. R. e Morse W. J. — Malattie delle patate e loro rimedîì . JuxaneR J. R. — Un nuovo fungo dei cereali Kragmer H. — L’acido solforico diluito come fungicida Pag » » VII 162 237 261 VII INDICE PER MATERIA KLEBAHN H. — Sulle malattie dei tulipani e i modi per com- batterle . Pag. Id. — Ricerche sopra alcuni funghi imperfetti e le loro forme ascofore. IV. » Kriga W.— Esperienze fatte cogli Aecidivm che si trovano sulle ranunculacee Lausert R. — La peronospora degli spinaci e dei Chenopodium Id. - Una malattia delle betulle ed i funghi che l’accompagnano Id. — Una nuova malattia dei rafani e il fungo endofita che la accompagna. Id. — Il Cryptosporium minimum n. sp. ed il gelo delle rose . Id. — Il Colletotrichum hedericola n. sp. parassita dell’edera Laurence W. H. — La scabbia dei meli nello stato orientale di Washington. LixHart G. — La Pseudoperonospora Cubensis Berk. et Curt. suì poponi e sui cetriuoli Id. — Cuscuta arvensis Beyr. var. Capsici Degen et Linh. Marrri L. — Contribuzione allo studio della micologia ligustica Magnus P. — Una malattia delle viti Id. — Contributo alla distinzione morfologica di alcune specie di Uromyces parassite delle Papilionacee Id. — La denominazione della Septoria che attacca il Chrysan- themum indicum e la sua presenza nell’ Europa centrale Maxx H. H. e HvrcHinsox C. M. — Il Cephaleuros virescens del thè Manx (of) H. — La bolla del thè Marre E. — Due casi di deperimento delle viti . Id. — L’Orobanche del trifoglio Marsais P. — Melanosi. Cladosporium-Septosporium Masse G. — La perpetuazione della peronospora e dell’arriecia- mento delle foglie delle patate per mezzo di micelio ibernante Masseron P. — Una nuova malattia dei piselli coltivati MerLe — La malattia del cuore delle barbabietole Miranne M. — Le fanerogame parassite ed i nitrati MoLz E. — Sulle condizioni in cui si preseuta il marciume nero delle mele dovuto alla Sclerotinia fructigena MovwrenartIni L. — L’avvizzimento 0 la malattia dei peperoni (Capsicun annuum) a Voghera MorrLann W. H. — Relazione tra lo stato atmosferico e lo svi- luppo delle ruggini dei cereali » » 276 262 308 198 135 329 309 70 226 244 264 278 79 85 86 53 278 213 5319 10! 257 72 INDICE PER MATERIA TX MiuLuer W. — Sulle Mel/ampsora delle Euforbie . 3 . Pag: 292 MorrILL W. A. — Una nuova malattia del castagno . : RS) 226 NamysLowsg1 B. — Polimorfismo del Colletotrichum Janczewskii Nmki. . È ; è . g k ; ; È F GIS 103 Nearr F. W. — Comunicazioni di patologia vegetale dell’ Isti- tuto Botanico di Tharandt. È ; È ; : i 129, 54 NeLson A. — Alcune malattie delle patate: loro causa e rimedi » 199 NogLLi A. — Nuove osservazioni sulla Cercospora beticola Sace. 18/000. 7 È ; $ 7 B S 5 . : Rd 262 O. R. — Un caso di cuscuta sulla vite. È 3 È è Te 340 OsrerwaLDER A. — Marciume di frutti dovuto a G/loeosporium . » 226 Pacorret P. — Studio sulle invasioni della peronospora . rt 181 Paparozzi G. -— Il cancro del pero e il miglior modo di combatterlo » 103 Praion V. sE La cuscuta parassita della canapa. È 7 ASTE 54 Id. — Per la rigenerazione del pesco . : - ? 7 ER 182 Perers L. — Sull’ abbruciatiecio della barbabietola da zucchero » 45 Perri-L. — Sulle micorize endotrofiche della vite È a "DER, 214 Id. — Su una malattia delle olive dovuta al Cylindrosporium olivae n. sp. 2 ; ; È 7 = 5 . 5 sd 279 Id. — Sul disseccamento degli apici nei rami di pino 3 LORO, 279 Id. — Osservazioni sulle galle fogliari di Aza/ea indica prodotte dall’Exobasidium discoideum Ellis. , . z . ED 301 PurreMans A. — Le ruggini dei cereali a S. Paulo ; 3 naso 54 Id. — Su una malattia dei fagiuoli: Isariopsis griseola e suoi sinonimi 3 , F 5 È i ; : : È SED 55 | I. — Malattie dell'erba medica a S. Paolo... . » 59 Quarrance A. L. e Surar C. L. — Insetti e funghi nemici dell’ uva all’ Fst delle Montagne Rocciose . ; , È 5 AID 312 QuanJzeR H. M. - Nuove malattie dei cavoli nell’Olanda setten- trionale : torsione, epilessia e canero . 7 ) . so 336 Ravaz L. — Sull’apoplessia della vite . , - ; ; SIE 86 Rrrep G. M. — Esperienze di infezione colla golpe delle Cueur- bitacee: Erysiphe Cichoracearum D. C. . 7 È - Sa 329 Rken e Howarp S. — Tre malattie del ginseng dovute a funghi » 183 Remonpino C. — Un parassita dei vecchi pomi: Vischio . 2 I 199 Rirzema Bos J. — Cancro dei torsoli ed epilessia nei cavoli, provocati dal Phoma oleracea : a , 5 ; APRE, 87 Roques E. G. — Nota di parassitologia alpina :i funghi parassiti delle piante sui Pirenei . È ; i; ; È 4 AID 200 Xx INDICE PER MATERIA SaLvon E. S. — Una malattia del lauroeeraso dovuta a un fungo Pag. Saxosten E. P. e MiLwarp J. G. — Irrorazioni delle patate per prevenire il seccume e la peronospora . È È F è 3AID ScneLLexBer6 H. C. — Sulla Scelerotinia Coryli n. sp. BEER Id. — Sulla Scelerotinia Mespili e Scl. Ariae » ScHikorra G. — Malattie di leguminose dovute a Fusarium » ScHRExK (von)H.— Marciume ed altre malattie del Liquidambar » SeLBy A. D. — Trattamento del terreno per le serre di forza- tura. La lotta contro la Rhizoctonia della lattuga e dei po- modori e contro i nematodi delle piante cresciute sotto serra , ? A . ; i 3 7 ; : P eo) Id. — Trattamenti del terreno per i vivai di germinazione del tabacco. Applicazione della formalina contro la Rhisoctonia e la Thielavia 5 VE Sugar C. L. — Peridermium cerebrum e Cronartium quercinum » Id. — Nuove specie di funghi 5 È 4 È È 5 » Id. — Malattie del Vaccinium macrocarpum 3 : . » Suear C. L. e Mrss G. F. - Per combattere il marciume delle radici del cotone nel Texas » Id. — Per combattere il marciume del cotone nel Texas » SateLbon J. L. — Uno studio dell’annerimento dell’apice fogliare della Dracaena fragrans . 3 : : . - È x Id. — Sulla relazione tra la Phyllostieta solitaria e la vaiola- tura delle mele . - - i ; : ; È 5 » Id. — La tassonomia di un fungo causa della ticechiolatura dei meli e di altri frutti . - ì . î î 5 3 HIP, Id. — Uno studio sulla nebbia delle foglie della Dracaena fragrans » Swiri, RaLpa E. — Le malattie del pomidoro in California O, Srescunew N. — Su alcuni funghi parassiti del gelso, nuovi 0 poco conosciuti . : ; è , 2 ; È ; Id Id. — Forma micelica speciale della Plasmopara viticola » Spescakw (v.) N. - I funghi parassiti del the . ; E PARRA Sragecer R. — Nuovo contrib. alla biologia della secale cornuta » Srevens F. G. e Hatr J. G. — Marciume dei meli dovuto a una Volutella . - 3 é - : ; È È - ASI P) Srewarr F. C., Eusrack H. J. e Sirring F. A. — Esperienze di irrorazioni delle patate nel 1905. È S è 3 ARR SrrameeLui N. — Esperienze intorno alla malattia del frumento dovuta all’ Ustilago carbo ; : : È ° È all> 280 ei O) INDICE PER MATERIA Sruart W. — Resistenza delle patate alle malattie. . —. —. Pag. Toner B. — Contro la peronospora della vite. Esperienze fatte durante la campagna viticola del 1906 in Langhirano TuBkur (v.) K. — Intumescenze nella corteccia degli alberi per l’azione di licheni Id. — Malattie di piante esotiche in Germania . " < ) Id. — Le varietà o razze del visco VocLino P. — I funghi più dannosi alle piante, osservati nella provineia di Torino e regioni limitrofe nel 1905 . ; ; Id. — La ticchiolatura dei frutti a nocciolo Id. — I funghi parassiti delle piante osservati nella provincia di Torino e regioni vicine nel 1906 Id. — Il secchereccio nelle foglie di Begonia WuÒerzeL H. H. — Alcune malattie delle fave WuLrr Ta. — Un mixomicete dannoso ai prati ZixmeRMANN A. — Ultime esperienze sulla germinabilità degli selerozî vecchi di Claviceps purpurea . Malattie dovute a parassiti animali. BaLLon H. A. — Insetti macchiatori del cotone . 5 c Banò (de) E. — Rassegna sull’uso della cerca de chipre e sulle nuove macchine per distruggere le locuste BargAGLI-Perrucei G. — Cecidî della china . i È È BaromanN F. — Le gallerie del Myelophilus piniperda negli al- beri in piedi ; : 4 È 2 Barsaco J. — Distruzione pratica della Carpocapsa pomonana , o bruco delle mele BrrLese A. - Probabile metodo di lotta efficace centro la Ce- ratitis capitata e Rhagoletis Cerasi ; Id. — Materiali per la storia di alcuni insetti dell’ olivo . Id. — Vane speranze a proposito della mosca delle olive Bruvxer R. e Swenk U. H. — Alcuni insetti dannosi al frumento durante gli anni 1905 e 1906 Brunet R. — La sfinge della vite . ; x CaLvino M. — La cocciniglia rossa della Florida nella riviera ligure Caruso G., Cusovi G., Danesi L. e Grassi B. — Esperienze contro la mosca olearia nella Maremma Toscana e nelle Puglie CÒapeLLe J. — La tignuola dell’olivo: Tinea oleaella o Prays oleae CLEMENT A. L. — Gli insetti delle rose , - . i 5 » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » » 294 XII INDICE PER MATERIA Cusoni G. — Una nuova malattia dei limoni in Grecia Id. —- I risultati delle esperienze fatte dai professori Berlese e Silvestri per combattere la mosca dell’ olivo DaguiLLon A. — I cecidi della Rhkopalomyia tanaceticola Karseh. Darpoux G. e Mincaup G. — Un nuovo nemico dei crisantemi DeL Gurrero G. — Nuove esperienze ed indicazioni nuove, con un cenno degli ultimi tentativi fatti coi wi7:%s nella distru- zione delle arvicole ; : Id. — Note ad una interessante relazione di Fred. v. Theobald per la zoologia economica del 1906 nel South Eastern Agri- cultural College . N ì E : ; È x, î Id. — Istruzioni della R. Stazione di Entomologia Agraria di Firenze contro gli insetti più nocivi all’ agricoltura. I. Le falene nocive agli alberi fruttiferi . Esernarpr — Su un processo adatto a distruggere le larve ne gli alberi . 7 ) : : ; È i ; ELenKIN A. A. — Una nuova specie di 7yroglyphus parassita dei bulbi di cipolla Emerson R. A. — Esperienze di irrorazioni nei frutteti del Ne- braska . FLercnaer I. — Insetti dannosi ai cereali e alle piante foraggiere Gaporro L. — Il circondario di Casale di fronte alla fillossera Gaxpara G. — Procedimenti usati per la distruzione dei mollu- schi infetti all’ agricoltura Grueep A. — Galle dovute a nematodi nel Plerigynanadrum fi- liforme . Grarp A. — Sui danni prodotti dall’ &uryereon sticticalis L. alle coltivazioni di barbabietole nel Plateau centrale Gossarp H. A. — Olii solubili da applicarsi contro la malattia di S. Josè . : . : 3 $ E Grassi B. e Foà A. Ricerche sulle fillossere e in particolare su quella della vite, eseguite nel R. Osservatorio di Fauglia (Pisa) fino all’ agosto del 1907 È 5 È ; i Green E. E. e Mann H. H. — I coccidi che attaccano il thè nel nell’ India e a Ceylon ; ; ; 5 ; ; : 6 Hurrera A. L. -- La polvere di piretro e le piante che la pro- ducono. . ; È È 4 È : È 3 . Ù Hopakiss H. E., Sirrine F. A. e Baxer E. L. — Irrorazioni contro la malattia di S. Josè n . } } ; ; i » » » » » » » » 185 236 60 61 2160 3597 295 107 137 281 137 296 265 298 201 INDICE PER MATERIA XIII Hovarn C. — Anatomia della galla a capsula dell’ Euphorbia cyparissias . - 2 È : È - : : : MRAOI 17 Id. — Sulle modificazioni istologiche provocate nei fiori di Teucrium Chamaedrys e T. montanum da larve di Copium » 141 Ixpa J. R. — Un’infezione di Macrodactylus merinanus nella Valle del Messico $ ; 5 ; È - : È Dn 74 Id. — I mantidi, insetti benefici all'agricoltura ../. /. . >» 167 Id. — La piaga delle formiche e i mezzi da adottarsi per di- struggerle . ; 3 3 . ) : - ; 3 SPAENO, 388 Id. — La pulce delle foglie del tabacco : ; 5 î nb) 338 Lavoxyr L. — La lotta contro gli insetti ed altri nemici della agricoltura . 3 » 185 Lwuwen (van) W. — Le galle dell'EriopRyes psilapsis sul Taxus baccuta e V apice vegetativo normale di questa pianta ER 350 Lesxe P. — Sui parassiti xilofagi del Manihot Glaziovi . ERI 339 Lixpiérr L. — Tavole per determinare i Diaspidi tedeschi IAP 339 Lupwic F. — Sugli acari delle piante e sulla presenza della Hericia Robini in Germania . È ; È : È ORA) 44 Macras €. — La distruzione dei topi campagnuoli F 3 salini) 45 Id. — Mezzi pratici per combattere i topi campagnuoli . St), 339 Maxx H. H. — Variazioni individuali e di stagione nell’ Helopel- tis theivora, colla descrizione di una nuova specie di e- lopeltis È } : i 5 , : È 3 DES 266 MarcHa, P. — L’acariosi dell’avena, o malattia dell’avena riccia » 298 Marcinowski K. — Biologia e morfologia del Cephalobus elonga- tus e Rhabditis brevispina , conv osservazioni sopra alcuni altri nematodi . ; . : ; ; 3 : È Bit 167 Marbs C. — La pratica delle poltiglie arsenicali. Loro origine, estensione del loro uso, intervento delle università e dei pubblici poteri . x 3 È È ; è È : E 246 Marrk E. — Le cavallette nell’ Aveyron durante gli anni 1902 e 1907 5 : 1 È È E i; È E + Si 282 Marsais P. — L’altica della vite . 3 ; È ; ” REN, 201 MarreLLI G. - Note dietologiche sulla mosca delle olive . LA 202 MaxwxkLL-Lerroy H. — Gli insetti più dannosi all’ agricoltura nell’ India . 3 ì i i 4 5 ; è ì ar» 266 Maver V. — Gli insetti xilovori della vite . 3 È ; LIA 137 Id. -—- Un ampelofago straordinario : È : 3 : ip 220 Id. — Le cavallette devastatrici . È 3 È - 1 14 231 XIV INDICE PER MATERIA Meraz A. — Chordeiles Virginianun, ece. . MivIstERO AGRICOLTURA — Regolamento ed istruzioni per la cura obbligatoria delle piante attaccate dalla Diaspis pentagona Mrranpe M. — Su un caso di formazione di antocianina per azione della morsicatura di un insetto . : ; MorrILL A. W., Moreau P. L. e Herrera A. L. — La Pentatoma ligata Say del cotone nella parte occidentale dello stato del Texas nel 1905 Passy P. Falsa erinosi del pero: Phytoptus Piri Perri L. — Sopra un caso di parassitismo di una cocciniglia (Mytilapsis fulva Targ.) sulle radici di olivo Id. — Studî sul marciume delle radici nelle viti fillosserate . PoLLacer G. — Un nemico della Diaspis i : ; : 5 PurreMans A. — Malattie dell’erba medica a S. Paolo , Quarnmanoe A. L. e Sugar C. L. — Insetti e funghi nemici del- l'uva all’ Est delle Montagne rocciose Quawnser H. M. — Nuove nmfîalattie dei cavoli nell’Olanda setten- trionale: torsione, epilessia e canero RiqueLme Inpa J. — Il punteruolo dei peperoni chiamato bar- venillo . ; x ; È P : ; : i È - Id. — La distruzione degli insetti per mezzo del petrolio 5 IA. — Il punteruolo del grano 2 î È . ; : : Rumsey W. E. e Brooks F. E. — Diverse formule per irrorazioni contro la malattia di S. Josè . ; ; , x i 3 ScaLia G. — Acarosi della vite: G/ycyphagus spinipes Scort W. M. e Quarraneg A. L. — Irrorazioni contro le malattie dei meli e la tignuola dei medesimi 3 5 ti : s SeLsy A. D. — Trattamento del terreno per le serre di forza- tura. La lotta contro lo Rkizoctonia della lattuga e dei po- modori e contro i nematodi delle piante cresciute sotto serra . ; i ; , ; 3 ; : ; È : SIGNA A. — La tignola delle barbabietole Silvestri F. — Generazioni della mosca delle olive Id. — Contribuzioni alla conoscenza degli insetti dannosi al- l’olivo e di quelli che con esso hanno rapporti Srvesuri P., MarreLLi G. e Masi L. - Sugli imenotteri parassiti ectofagi della mosca delle olive fino ad ora osservati nel- l’Italia meridionale e sulla loro importanza nel combat. tere la mosca stessa . : : 5 j ; 5 £ 7 » » » 314 ‘ 136 232 202 202 203 INDICE PER MATERIA xv Sivvestri F. — Contribuzioni alla conoscenza degli insetti dan- nosi all’olivo e di quelli che hanno con esso rapporto. La tignuola dell’ olivo: Prays oleellus . sePag.4 282 TeLLrz Pizzarro M. — La piaga della locusta » 108 Tuprur (v.) K. — Malattie di piante esotiche in Germania » 252 Zacu Fr. — Sull’ Erineum tiliaceum » 1 Zsxoxi U. -—- Un dubbio intorno al metodo della spazzolutura consigliata per la cura obbligatoria delle piante attaccate dalla Diaspis pentagona » 138 Malattie dovute a bacterî. AprrHoLp R. — Sulla morte dei pruni, specialmente in Fin- kenwirder . » 268 AperHoLD R. e RuaLaun W. — Cancro dei ciliegi dovuto a bacterî » 168 Brizr U. — Ricerche su alcune singolari neoplasie pel pioppo e sul bacterio che le produce . ; i : È » 169 Busse W. e Faper F. C. — Ricerche sulle malattie della barba- bietola da zucchero . : : È » 170 DeLacrorx G. — Su una malattia delle patate causata dal £a- cillys phytophthorus . . : ; 3 » 90 Id. — Su alcune malattie bacteriche osservate alla Stazione di Patologia Vegetale di Parigi È $ » 91 Fager (von) F. C. — Sulla scabbia delle barbabietole » 170 Id. — Su una malattia dei Lewcojum dovuta a bacterî » 314 Harrison F. C. — Un marciume delle patate di natura bacterica, dovuto al Bacillus solanisarpus » 232 Lewis C. I. — Il noce nell’Oregon » 170 Mixistero DI AGRICOLTURA — Esperienze sulla inoculazione nel terreno dei bacter? azotofagi di G. Moore » 62 Pappock W. — Una nuova malattia dell’ erba medica » 171 Petri L. — Ricerche sopra la bacteriosi del fico » 221 Id. — Ricerche per stabilire l’ identità del bacillo della rogna o tubercolosi dell’ olivo 3 . » 284 RunLanp W. — Sulla formazione dell’arabina per intervento di bacterî, e sui suoi rapporti colla gomma delle Amigdalee » 75 Swi €. — Una malattia bacterica dell’Oleandro : Bacillus Oleae (Arcang.) Trev. » 139 XVI INDICE PER MATERIA Smita E. F. e Towxsenp €. 0. - Un tumore vegetale di origine bacterica . - z £ E Ì 5 È Uyrepa Y. — Una malattia bacterica del Zingidber officinale WeerzgL H. H. — Il camero nero dei meli . Malattie dovute agli agenti atmosferi. ArcaNcELI G. — Sopra un caso dî rossore della vite a Careg- giano ? Cavazza D. — Sui danni cagionati alle viti dai freddi invernali Gurzeit E. — Depressione permanente nell’ accrescimento delle piante coltivate, in seguito all’azione del freddo HiLbeLBranp Fr. — Ulteriori osservazioni di biologia. 2. Sull’a- zicne delle basse temperature sopra la colorazione delle foglie e dei fiori durante la primavera e l’autunno del 1906 SoraveR P. — Il cancro delle rose Id. — Traccie del fulmine e del gelo Malattie dovute ad agenti chimici. ABBapo M. — Il fumo e i danni ch’ esso arreca alle piante Brizi U. — Risposta ad una critica di R. Farneti Farneti R. — Ustioni prodotte dal fumo delle locomotive sopra le foglie delle piante (Gierraca — Osservazioni e notizie sopra il modo di caratteriz- zare i danni del fumo . ; : È - 1 2 - Pacorret B. — Colorazione anormale delle foglie di vite . RiGes A. — Sull’ effetto pernicioso del fumo in rapporto della vita vegetale SHaw G. W. — Osservazioni agrarie sulla tolleranza della bar- babietola da zucchero per gli alcali . 5 È - Woyerokr Z. — Su fenomeni di accrescimento patologico in Spi- roqyra e Mougeotia tenute in colture in laboratorio Malattie dovute ad azioni traumatiche. 3LARINGHEM L. -—— Produzione di nuova specie elementare di maîs per azione traumatica Pag. » » » » 344 139 268 269 - 145 285 93 e TRE FETI LIEGI n PT Rai INDICE PER MATERIA XVII BL4rincHEM L. — Produzione e fissazione di una nuova varietà di mais per azione traumatica: la Zea Mays var. pseudo- androgyna . : 3 : È ; 4 : o Pag. 93 Ducamp M. — Anomalie fiorali dovute ad azioni meccaniche » 341 Gurrroy Ca. — Un caso di macrofillia traumatica » 287 Savasrano L. — Un altro fatto traumatico provocante la gom- mosì ed il marciume negli agrumi » 140 Srrampecti N. — Alcune anomalie di forma nelle infiorescenze del frumento » 233 VurtLeMin P. — Sulle cause della comparsa delle forme anomale » 109 Malattie d’ indole fisiologica. Biur E. — Sulla clorosi infettiva delle Malvacee » 63 Id. - Ulteriori osservazioni sulla elorosi infettiva delle Malva- cee e su un fenomeno analogo dei Ligustrum e Laburnum » 92 Id. — Sulla clorosi infettiva nei Ligustrum, Laburnum, Frari- nus, Sorbus e Ptelea . » 286 BrertRrAanD E. —- La melata » 76 DanIipL L. — Produzione sperimentale di acini maturi senza semi» 315 De CaxpoLLe C. — Osservazioni di teratologia » 63 Movz E..— Ricerche sulla clorosi della vite : » 345 NeGer F. W. — Una malattia degli amenti delle betule » 286 Ranr A. — La gommosi delle Amigdalacee » 251 Roueikr L. — Deperimento delle viti innestate, in terreni non buoni . » 140 RugLAND W.— Sopra la fisiologia della gomma nelle Amigdalee » 252 Sayastano L. — Sterilità nei cedri della Calabria » 173 Ia. — Un rimedio complementare per la gommosi degli agrumi » 174 Silva E. — Sulla malattia del roncet » 92 Malattie d’ indole incerta. Bopen Fr. — Il marciume degli abeti: sua origine e mezzi per prevenirlo . È , è P È » 274 «Brizi U. — Ulteriori ricerche intorno al brusone del riso com- piute nell’ anno 1905 » 94 BurLer 0. — Osservazioni su alcune malattie della vite nella provincia di Sonoma in California . » 188 XVIII INDICE PER MATERIA Camxara (da) Prsrana I. — La malattia dei castagni. Cancerena umida della radice del castagno. Studio preliminare CLivrox G. P. — Esperienze contro la flaccidezza delle cipolle FarxkrIi R. Ricerche sperimentali ed anatomo-fisiologiche in- torno all’influenza dell’ambiente e delle concimazioni sulla diminuita o perduta resistenza al brusone del riso bertone e di altre varietà introdotte dall’ estero : È : Ea 1 Id. — Il brusone del riso 1 ? i È È : ; SIL.) 1 i Fawcett H. W., BLaxprort W. H., RusseLL W. — Marciume della È gemma nel coco. : . : ; È z i . RL) 110 | Hyxrror P. — Sull’ arrossamento degli abeti . È 3 è ao) TI 3 Hoog (van) J. M. - Marciume delle radici del sedano . EI, 343 Janse J. M. — Su una malattia delle radici dell’ Erythrina . >» 234 Kuegereer S. — Studî sulla natura del marciume del fusto delle . patate e sui metodi per combatterlo i 5 , 4 La» 235 d Lavuprert R. — Una malattia delle betulle ed i funghi che la ® 2 accompagnano . î 3 È 4 } i ; i Ud 84° i MaxGix L. —- Sull’ arrossamento degli abeti . = 5 b tto 348 Maxcix L. e Harior L. — Sulla malattia dell’arrossamento degli abeti nella foresta della Savina nel Giura . , t 3% 222 I Peters L. — Sull’abbruciatiecio della barbabietola da zucchero » 45 i Raserti (i. E. — Il disseccamento dei germogli nella vite PI MI 344 Ravaz L. — Sull’ apoplessia della vite . } n È 3 BARS) 86 ; Scnaree-Grorerini R. — Il roncet delle viti americane in Sicilia . » 111 hi SrLva E. — Sulla malattia del yoncet . È 5 i , sa GR Torsur (v.1 K. - Scopazzi di Gleditschia >.<... »l252 000 Verissimo D’ Anxemna J. — Il brusone del riso \ : 4 Tia 174 DE ViGuier R. — Su un caso di virescenza del rovo ; È O, 318 È ZIIMERMANN A. — L’arricciamento del manihot -. : ; aa 235 3 È È k Fisiopatologia. 4 BauLs A. L. — Infezione delle piante per le uredinee c SA 77 3 Brrxarp N. — I funghi delle Orchidee, loro funzione e loro «Gi utilizzazione , ; È , : È : : ; EI 238 i Brrrey R. H. — Studî sull’ereditarietà della resistenza alle ma- È lattie ti enti i AR I DaxreL L. — Sulla produzione sperimentale delle mostruosità . » 78 4 ; A A INDICE PER MATERIA XIX Farneti R. — Ricerche sperimentali anatomo-fisiologiche intorno all’ influenza dell’ambiente e delle concimazioni sulla di- minuita o perduta resistenza al brusone del riso bertone e di altre varietà introdotte dall’estero .. |<“. | {/.° .° . Pag. 1 Fraysse A. — Contrib. alla biologia delle fanerogame parassite » 237 FuLron H. F. — Chemotropismo dei funghi . È o ; ci 46 Gesto B. — Sulla produzione di cumarine fermentative nello sviluppo di taluni ifomiceti . : x ò ; ° TR 47 Green W. J. e War C. W. — Ricerche sulle patate . : DE 206 HepLanp T. — Sulla relazione tra alcune malattie di vegetali e le condizioni climateriche dell’ estate 1906 ; : Aa 212 Kraus R., PorrHtem (von) L. e Yamawxoverit T. — Studî biologici sull’ immunità delle piante: I. Ricerche sull’ assorbimento di sostanze precipitabili nelle piante superiori . È GERÈS, 302 Kusrer E. — Ricerche istologiche e sperimentali sulle intume- scenze . A A 3 . î : ; s ) i 78 Marre E. — Due casì di deperimento della vite . ‘ È DIS 79 MrikoscH R. — Ricerche sull’ origine della gomma dei ciliegi . » 236 Mriranpe M. — Le fanerogame parassite ed i nitrati . È E 319 NovrLLi N. — Alcuni studi ed osservazioni sullo sviluppo e sul comportamento radicale del riso . : E E : ES 239 Perri L. — Studi sul marciume delle radici nelle viti fillosserate » 347 Runtanp W. - Sopra la fisiologia della formazione della gomma nelle Amigdalee 3 i, , È È : ; : CY 252 Srr\mPeLLi N. — Alla ricerca e creazione di nuove varietà di frumenti a mezzo dell ibridazione . È i , - to 267 Sruart Ww. — Resistenza delle patate alle malattie 3 St 191 Trrnerz Ch. — Sull’assimilazione dell’azoto atmosferico da parte dei funghi . - : 5 3 i È s i : PARLO 319 THowron TH. — Miglioramento del cotone in seguito a selezione te) t=) dei semi 5 s i i ; : i ; 2 3 e» 102 VurLLeMin P. — Sulle cause della comparsa delle forme ano- male . : ; £ 5 ; 4 5 ) È P 2: 39D 109 Anatomia patologica. BarBer C. A. — Studi sul parassitismo delle radici: l’ austorio del Santalum album. Part. 2*: La struttura dell’ Austorio maturo e le relazioni tra l’ospite e il parassita . - GR. 287 INDICE PER MATERIA BareacLi-PrTRUccI G. — Cecidî della RhRopalomyia tanaceticola Karsch. î * . . 5 È : 2 i 5 . Pag. DaeviLLon A. —I cecidii della Rhopalomyia tanaceticola Karsch. » Farneti R. — Ricerche sperimentali ed anatomo-fisiologiche in- torno all’intluenza dell'ambiente e delle concimazioni sulla | CS Lg diminuita o perduta resistenza al brusone del riso bertone ite o i e di altre varietà . 3 3 : Mr E î SR sa Fiscuer E. -- Sulle mostruosità prodotte dai funghi parassiti e ws specialmente dalle Uredinee; .. .L...& «a 3 Hovarp C. — Anatomia della galla a capsula dell’ Euphorbia Cyparissias . È st : : SESTA c - ax Id. — Sulle modificazioni istologiche provocate nei fiori di i Teucrium chamaedrys e T. montanum da larve di Copium » a i Jacosrsco N. — Un fenomeno di pseudomorfosi vegetale analogo = alla pseudomorfosi dei minerali ._.... . . uf» © | Kister E. - Ricerche istologiche e sperimentali sulle intume- % scenze . : : > l È È 3 SHE ; ee 3 Leeuwen (van) W. — Le galle dell’ Eriophyes psilaspis sul Taxus a baccata e )’ apice vegetativo normale di questa pianta a 4 Mano J. e Comsrs R. — Su alcune formazioni fellodermiche | © anormali . : s : e; ; 2355, eat #82 È Miraxpe M. — Su un caso di formazione di antocianina per ; azione della morsicatura di un insetto . 4 e 3 RINO) = Morz E. — Sulle macchie patogene sui rami annuali della vite» si Perri L. — Osservazioni sulle galle fogliari di Aza/ea indica pro- 3 x dotte dall’ Erobasidium discoideum Ellis . , È po 3 Î Sorsuer P. — Traccie del fulmine e del gelo . ; ; RR, Zscu F. — Sull Erineum tiliacewm i : : ? x RESO cn Id. - Sulla cicatrizzazione delle piante 5 ARE . . >» 3 ti Note pratiche. . N. | e I 16, 47, 64, 79, 96, 112, 128, 143, 176, 192, 206, 223, 240, 254,271 288,068 < 303, 320, 351. ce , i INDICE ALFABETICO DELLE PIANTE AMMALATE XXI INDICE ALFABETICO DELLE PIANTE AMMALATE Abete, Accidium elatinum 343 Armillaria mellea 343 arrossamento 111, 222, 292, 343 Chermes abietis 285 » coccineus 285 Cytospora Pinastri 111, 343 fumo 285 Fusicoccum 280 Grapholitha pactolana 285 Macrophoma abietina 343 » Abietis 111 marciume 234 Menoidea Abietis 111, 343 Nectria ditissima 234 Phoma abietina 292, 343 Pissodes Herciniae 285 » scabricollis 285 Rhizosphacera Abietis 111, 343 Trichoschypha Abietis 343 Abutilon, clorosi infettiva 92 Acero, Fomes sp. 275 marciume, 330 Poria obliqua 275 Aglio, peronospora 256 ruggine 256 Agrumi, Eupithecia pumiculata 337 gommosi 140, 174 malattie diverse 161 marciume delle radici 140, 174 Tephroclystia pumilata 337 Tripeta ludens 161 Albicocco, Clasterosp. carpop. 105 Coryneum Beyrrinckii 303 gommosi 240, 304 Monilia lara 251 Puccinia Pruni spinosae 70 ticchiolatura 104 Amigdalee, gommosi 251, 252, 2558 Auguria, Peronospora cubensis 164 Anthoranthum, Claviceps purpurea 156 Aralia, Phytophthora cactorum 327 Thielaria basicola 326 (veggasi Ginseng) Arancio, Aspidiotus ficus 246 Chrysomphalus minor 246 mosca 161, 247 Areca catechu, Phyto; hthora 225 Aronicum, Fusicladium Aronici 200 Artemisia, Cicinnobolus Artemisiae 58 Erysiphe Cichoracearum 58 Asparagio, Oriocera Asparagi 255 Eupithecia pumiculata 337 Puccinia asparagi 162 ruggine 162, 256 Tephroclystia pumiculata 337 Atriplex, Peronospora effusa 83 Avellana, Monilia 88 Sclerotinia Coryli 88 Avena, acariosi 298 avena riccia 298 » a zigari 299 carbone 179 Tarsonemus spirifex 299 Ustilago 179 Azalea, Erobasidium discoidewm 301 Barbabietola, abbruciatiecio 45, 52 Aphanomyces laevis 46 Bacillus liquefaciens 97 » mycoides 98 Bacterium scabiegenum 170 carie delle radici 97 Cephalobus elongatus 167 Cercospora Betae 263 » beticola 162, 262 Cladosporium herbaram 52 cuscuta 54 Depazaen betaecola 263 Eurycreon sticticalis 231 Fusarium Betae 263 Lexostega sticticalis 48, 231 Lita ocellata 232 malattia del cuore 50, 52, 213 malattie diverse 306 male dello sclerozio 82 marciume secco 50, 52 Myromonas Betae 50 Phoma Betae 45, 97, 212 » tabifica 213 Pythium de Baryanum 45, 97 Rhabditis brevispina 167 Rhizoctonia violacea 48, 9T scabbia 170 Sclerotinia Libertiana 52 Sclerotium semen 82 seccume 162 Sporidesmium esritiosum 212 » putrefaciens 52 tignuola 232 Typhula variabilis 82 Begonia, Phyllosticta Begoniae 335 secchereccio 335 Thielaria basicola 326 ciens 344 tumori 344 Betula, Botrytis cinerea 286. essieamento degli amenti 286 A Poria obliqua 275 Sclerotinia Betulae 286 tulae 84 Fusicoccum betulinum 84 gelo 84 Pestalozzia Hartigii 84 Sporodesmium cavernarumn 84 ZI ; Borassus fllubellifer, Pythium 225 pic 5 Cacao, Aymilluria sp. 291 canero 291 Erouscus Bussei 291 marciume delle radici 291. » nero dei frutti 191 Nectria sp. 291 a Phytopthora sp. 291 scopazzi 291 Caffè, anguillule 165 i Heterodera radicicola 165 Mancha de hierro 244 Vjo de gallo 244 i ruggine nera 98 pa Stilbum floridum 244 È Canapa, bacteriosi 222 = cuseuta 54 # Rhizoctonia violacea 48 i N Canna dal zucchero , Ascobacill 18 Sacchari 222 i na Ascobacterium luteum 285 » Sacchari 285 Black-rot 68 te Capnodium sp. 68 ; a) carbone 68 È Cercospora longipes 68 va "LA Colletotrichum falcatum 67 Cytospora Sacchari 68 Diplodia cacaoicola 68 gommosi 222, 285 leaf-spot 68 Leptosphaeria Sacchari 68 marciume delle radici 98 » rosso 67 Melanconium sp. 67 pine-apple 68 Polyocha saccharella 67 Pseudomonas vascularum 285 red-vot 67 red-smut 67 rind-disease 67 ring-spot 68 sooty-mould 68 Sphaeronema adiposum 68 Thielaviopsis ethaceticus 68 Trichosphaeria Sacchari 67 Ustilago Sacchari 68 Capsicum, Cuseuta 329 Carciofo, ruggine, 256 Carota, Centorhynchidius terminatus 165 Phytomyza geniculata 165 Selerotinia Libertiana 131 Carpino, Dermatea carpinea 54 Castagno, canerena umida 317 mal dell’ inchiostro 98, 271, 317 Polyporus sulfureus 352 Sporotrichum Quercuum 309 Castanea dentata, Diaphorte parasi- tica 226 Catalpa Diaspis pentagona 15 Cavolo, Anfomya brassicae 88, 336 bianco 256 canero 87, 336 cavolaia 255 INDICE ALFABETICO DELL® PIANTE AMMALATE xXIlî Contarinia torquens 336 Drehherzkrankheit 336 epilessia 87, 336 ernia 176 Erysiphe Martii 256 Fallsucht 87, 336 Geophilus longecornis 208 Krebsstriinke 87 Phoma Brassicae 336 » oleracea 88, 336 Phytomyza vuficornis 336 Pieris brassicae 255 Plasmodiophora Brassicae 176 Pseudomonas campéestris 87 torsione 336 Cedro, sterilità 173 Celtide, Diaspis pentagona 15 Cereali, carbone 328 Puccinia glumarum 66 ud granminis 66 » triticina 66 ruggine 66, 72 Cetriolo, Peronospora cubensis 164 Pseudoperonospora cubensis 135 Chenopodiwmn, Peronospora effusa 83 Ciliegio, Bacillus amylovorus 168 » irritans 168 » spongiosus 168 Botritis cinerea 251 cancro 168 Clasterosporium carpophilun , 105 Cylindrosporium Padi 162 Cytospora leucostoma 251 gommosi 75, 236, 251, 252, 253 marciume 162 marciume nero 193 Monilia 193 mosca 74 WE INDICE ALFABETICO DELLE PIANTE AMMALATE n. i, Di n: « Ù Udi REdaza: Ma Nectria 168 pear bligt 168 Rhagoletis Cerasi TA Sclerotinia fructigena 162 ticchiolatura 104, 162 Valsa leucostoma 251 Cipolla, Bacillus cepivorus 91 flacidezza 342 grasso 91 ruggine 256 Tyroglyphus Alli 255 Clematide, Eupithecia pumilata 337 Tephroclystia pumilata 337 Coco, fevu 110 marciume della gemma 110 Massariella Palmarum 309 Pythiwm 225 Cocomero, avvizzimento 241 Oucumis, Crittogama 329 Cueurbitacee, crittogama 329 Cycas revoluta, Diaspis pentagona 81 Phyllosticta Leucanthemi 69 Phytoecia pustulata 60 Phytomyza geniculata 304 I’uccinia Chrysanthemi 162 ruggine 162 È Septoria Chrysanthemella 245 » Crysanthemi 245 IA indici 245. » » dl Erysiphe Cichoracearum 329 " golpe 329 [rysiphe Chichoracearum 329 golpe 329 peronospora 256 i l'seudoperonospora cubensis 197 dor Cynara Scolimus, Ascochyta Cyma-- rae 309 i ; Cyuodon Dactylon, Aecidium Plan- Fusarium niveum 241 Neocosmospora vasinfecta, 241 Wilt-disease 241 Cotogno, Coriothyrium pirina 334 Monilia Linhartiana 69 Phyllosticta pirina 334 Sphaerella Cydoniae 58 Cotone, avvizzimento 327 dying 293 Dysdercus forualdi 105 » howardi 105 » suturellns 106 marciume delle radici 293, 310 Neocosmospora vasinfecta 327 Ozonium ommnivorum 293, 309, 310 Pentatoma ligata 267 Corypha australis, Pleospora herba- rum 98 Pleospara infectoria 99 Crataegqus, Plagiorhabdus Crataegi 309 Crisantemi, mosca 304 Dracena, annerimento foglie 245 laginis 132 Ù Puccinia Cynodontis 132 Gloeosporium sp. 245, 335 leaf-tip blight 245 nebbia 335 Wa DAS Physalospora Dracaenae 245, 335 Durra, Pentatoma ligata 267 Edera, Colletotrichum hedericola 165, 308 Li Plyllostieta hederacea 260 » hedericola 260 Septoria Hederae 165 Sphaerella hedericola 165 via Vermicularia trichella 165,260, 308. Erba medica, bacteriosi 171 cuscuta 112, 208 malattie diverse 59, 60 ” INDICE ALFABETICO DELLÈ PIANTE AMMALATE XxV Pentatoma ligata 267 Rhizoctonia violacea, 48, 352 Urophlyetis Alfalfae 48 Eriobotrya japonica, Septoria Erio- tryae 309 Erythrina, malattia delle radici 234 Evonimo, Aspidiotus ficus 246 cocciniglia rossa 246 Chrysomphalus minor 246 Diaspis pentagona 15 Polyporus Evonymi 165 Euforbia, Melampsora 292 Euphorbia Cyparissias, Perrisia cap- sulae TT Faggio, Poria obliqua 275 Fagiuolo, antracnosi 209 Arthrobotryum Puttemansii 55 Cercospora columnaris 55 Colletotrichum Lindemuthianum 209 Diaspis pentagona 15 Erysiphe communis 55 Isariopsis griseola 55 peronospora 324 Phytopthora Phaseoli 324 tonchio 271 Uromyces appendiculatus 55 Fava, annerimento 263 antracnosi 263 Bacterium Phaseoli 263 blight 263 briglia 192 brusone 263 Colletotrichum Lindemuthianum 263 lupa 192 Orobanche 192 ruggine 162, 264 tonchio 271 Uromyces appendiculatus 162, 264 Fico, Bacillus gummis 222 bacteriosi 221 Bacterium Fici 221 Diaspis pentagona 186 gommosi 322 Hypoborus fici 221 male del ragno 221 marciume 322 Fragola, Gloeosporium Fragariae 164 golpe 162 Gymnoconia interstitialis 162 Marsonia Potentillae 164 Phragmidium Fragariae 59 ruggine gialla 162 Sphaerella Fragariae 162 Fraxinus, clorosi 286 Fritillaria, Sclerotium Tuliparun 276 Frumento, alucita 16 anomalie delle spighe, 233 calandra 16 carbone 13, 179, 272 carie 179 Contarinia tritici 265 Erysiphe graminis 302 golpe 302 Isosoma grande 265 » tritici 265 Mayetiola destructor 264 Meromyza americana 265 Nectarophora cerealis 265 Oscinis carbonaria 265 » soror 265 Papaipema nitela 265 Pentatoma Sagi 267 Puccinia glumarum 302 » graminis 302 punteruolo 16 XXVI INDICE ALFABETICO DELLE PIANTE AMMALATE ruggine 48, 267, 302 struggigrano 16 tignuola 16 Tilletia 179 Tinea granella 207 Ustilago carbo 13 Funkia, Phyllosticta Funkiae 69 Galeopsis Tetrahit, Hurrhipara urti- cata 89 ì Galium, Synchytrium aureum 200 Garofano, ruggine 162 Uromyces caryoplyllinus 162 Gelso, Bacillus Cubonianus 73 bacteriosi 222 Diaspis pentagona 14, 138, 143, 186 Fusarium lateritium 73 » Schawrowi 73 mal del falehetto 307 Phyllosticta Langarum 69 Septogloewn Mori 73 Gelsomino, Diaspis pentagona 15 Geranium nodosum, Plasmopara pu- silla 69 Ginseng, antracnosi 183 Neocosmospora vasinfecta 183 Pestalozzia funerea 183 Phytophthora Cactorum 327 Vermicularia Dematium 183 Gladiolum, Alternaria 98 Cladosporium 98 Gleditschia, Diaspis pentagona 15 scopazzi 252 Grano, calandra 249 punteruolo 240, 249 raggine 102 Thyroglyphus 192 Granoturco, Euprthecia pumilata 337 Helminthosporium turciceum 38 nebbia 38 Puccinia Maydis 69 Tephroclystia pumilata 337 Hutchinsia, Synehytrium aureum 200 Ippocastano, Diaspis pentagona 15 ustioni (fumo) 113 Iris, Sclerotium Tuliparum 276 Kickxia elastica, malat. diverse 291 Laburnum, clorosi 286 clorosi infettiva 92 Lagenaria, erittogoma 329 Erysiphe Cichoracearum 329 golpe 329 Lampone, antracnosi 162 Gloeosporium venetum 162 Gymnoconia interstitialis 162 ruggine gialla 162 Larice, Caeoma Laricis 252 Dasyscypha Willkommi 252 tienuola 252 Lattuca, Didymaria perforans 102 Marsonia perforans 102 Rhizoctonia 136 Lauroceraso, bianco 280 Oidium Passerinii 280 Ù Sphaerotheca pannosa 281 Leccio, brusca 323 Leucojum, bacteriosi 314 Pseudomonas campestris 315 Ligustrum, clorosi 286 clorosi infettiva 92 Lillà, Diaspis pentagona 15 Limone, antracnosi 89 avvizzimento delle punte 89 Colletotrichwn glocosporioides 89 Praepodes vittata 89 witherip 89 Liquidambar, futt-lot 329 Lenzites vialis 330 marciume 329 OR, È n 7, VITAE RIETI TTI, MILA EGE ATI Ae ERO INDICE ALFABETICO DELLE PIANTE AMMALATE XXVII Polyporus adustus 330 » lacteus 330 » Iucidus 330 Polystictus Ivirsutus 330 Poria subacida 330 Trametes sp. 330 Lolium, Ustilaginea nei semi 53 » temulentum,fungo endofita 163 Lupino, Fusarium roseum v. Lupini 130 Maîs, alterazioni 209 Aspergillus flavescens 210 » fumigatus 210 Mucor racemosus 210 » stolonifer 210 mutilazioni 98 Penicilliuwm ylaucum 210 Sterigmatocystis nigra 210 Malvacee, clorosi infettiva 63 variegazione (delle foglle) 63 Mandorlo, Clasterosporiwn corpophi- lum 105 ticchiolatura 104 Manihot, arricciamento 235 Coelosternus rugicollis 339 Cossonus impressus 339 Xyleborus confusus 339 Matthiola annua, bacteriosi 314 Melanzana, peronospora 256 Melo, afide lanigero 144 annerimento 268 Bacillus amylovorus 193, 268 bitter-rot 314 blak-rot 162, 228 blight 193 botch 314, 834 brown-spot 334 bruco 215 brusose 268, 274 canero 274 cancro nero 268 Carpocapsa pomonana 215 » pomonella 217, 314 Coniothyrium pirina 334 Fusicladium dentriticum 198,303 Gloeosporium pirinum 303 Glomerella rufomaculans 314 Hendersonia sp. 314 Hyponomeuta malinella 304 » variabilis 304 marciume 228, 274 marciume amaro 303 marciume nero 71 Monilia fruetigena 71 Myroxylus laniger 219 Myrilaspis pomorum 218 nebbia 193, 274 Phyllosticta sp. 314 » pirina 334 » solitaria 334 Polyporus hyspidus 165 Psylla Mali 96, 304 rogna 162, 229 ruggine 274 scabbia 162, 193, 198, 229, 314 Schizoneura 219 Sclerotinia frucetigena 71 Sphaeropsis malorum 162, 164, 314 ticchiolatura 274, 334 tignuola 229, 314 Tortrix carpocapsa 207 vaiolatura 314, 334 Venturia sp. 193 » inaequalis 198, 314 » Pomi 162 vischio 199 Volutella frueti 228 Melone, afidi 224 XXVII Neocosmospora vasinfecta nivea 184 Peronospora cubensis 164 pidocchi 224 Mespilus germanica, Sclerotinia Me- spili 72 Muschi, galle 137 Noce, bacteriosi 170 Cryptosporium nigrum 277 Gloeosporium Iuglandis 277 Gnomonia leptostyla 277 Leptothyrium Castanee f. nucifo- lia 277 » Iuglandis 277 Marsonia Iuglandis 277 Nocciuolo, Gypsonoma aceriana 218 » incarnana 218 Oleandro, Bucillus Oleae 139, 285 brusca 323 tubercolosi 139, 222, 285 Olivo, Ascobacterium luteum 284 Bacillus Oleae 139, 284 brusca 323 Ceroplastes 48 Cylindrosporium olivae 279 Dacus oleae 153 (v. mosca olearia) Euphilippia olivina 156 fumaggine 47, 64, 156 insetti diversi 153 Lasioptera Berlesiana 155 Lecaniti 155 Lecanium Oleae 48 marciume 322 mosca olearia 73, 144, 153, 185, 200, 202, 203, 207, 247, 281, 320 Mytilapsis fulva 340 occhio di pavone 284 Phylippia oleae 156 Pollinia Pollini 156 Prays oleae 281 INDICE ALFABETICO DELLE PIANTE AMMALATE Prays oleellus 282 rogna 284 tignuola 281, 282 Tinea oleaella 281 tubercolosi 139, 222, 284 Zenzera aesculi 288 Ontano, Pestalozzia Hartigi 54 Orchidee, funghi endofiti 238 RMzoctonia 239 Orzo, Erysiphe graminis 302 golpe 302 Puccinia Glumarum 302 » gramimis 302 ruggine 302 Oralis, Aecidium Oxalidis 69 » Peyritschianum 69 Orytropis, Synchytrium aureum 200 Panico, Piricularia grisea 34 Patata, abbruciticecio 193 Alternaria Solani 57, 180, 191, 193, 196, 199, 206 arrieciamento (foglie) 53 Bacillus phytophthor. 90, 91, 233 » solanincola 90 » solanisarpus 232, 233 brunissure 90 Cercospora 194 Corticium vagum Solani 12,197, 199 early blight 57, 163, 180, 193, 199, 206 Fusarium o0rysporum 91 late blight 57, 164, 180, 193, 199, 206 Macrosporimn Solani 53, 163 malattie diverse 49, 305, 306 marciume (del fusto) 90, 91, 232, 325 » (dei tub.)56,181,191,194 Pi 0° SOTTO IR e . 3 È i, Pi siae) Pennisetum typhoideum , INDICE ALFABETICO DELLE PIANTE AMMALATE XXIX Oospora scabies 181. 199 peronospora 53, 56, 163, 180, 191, 206, 207, 256, 325 Phellomyces sclerotiophorus 305 Phytophthora infestans 193, 197, 199, 212 (vedi: Peronospora) Rhizoctonia 194, 197, 199 » Solani 12 » violacea 12, 48 rogna 181, 191 rot 56 scabbia 181, 191, 199 Sechwarzbeinigkeit 90, 232, 325 seccume 57, 163, 180, 181, 193, 196, 199, 206 Spondylocladium atrovirens 306 Stengelfàule 90 Stysanus Stemonitis 306 tip-burn 193 Pelargonium, Acarus telarius 290 Bucillus caulivorus 290 Botrytis cinerea 290 » doryphora 290 cancro secco 290 Cercospora Brunkii 290 Coccus longispinus 290 Fusarium Pelargonii 290 intumescenze fogliari 290 male della tela 290 Syphonophora Pelargonii 290 Sporotricum epiphyllum 290 Sclerospora graminicola 211 Peonia, Cronartirin flaccidum 58 Ramuluria Peoniae 58 Peperone, Anthonomus Eugenii 249 avvizzimento 257 barrenillo 248 Fusarium vasinfectum 258 malattia bacterica 259 punteruolo 248 Pero, Bacillus amylovorus 193 blight 162, 193 bolla 220, 274 brusone 274 canero 103, 274 Coniothyrium pirina 334 Diplosis pirivora 219 erinosi 220 Eriophyes pyri 219 fumaggine 47 Pusicladium pirinum 275, 303 Glocosporiun album 227 » fructigenum 227,303 golpe 162 marciume 274 nebbia 162, 193, 274 Nectria ditissima 104 Phyllosticta pirina 334 Phytoptus Piri 220 Psylla Piri 96, 304 scabbia 193 Taphrina bullata 220 ticchiolatura 274 Tingis piri 47, 272 Venturia 193 » pirinum 162 Pesco, accartocciamento foglie 182 arrossamento foglie 68 bolla 112, 162, 182 brusca 323 Clasterosporium Amygdalearum 187 » capophyl. 105 Coryneum Beiyerin.182,224, 308 Exroascus deformans 112,162, 182 gommosi 182, 224, 240, 304, 322 lebbra 112, 182 %; teo E gh È fr E pa 7 LAUT fer Tae E RA O ) xa 4 tua) : A ù v_=% ' LA - MII sci si LS GEA TAI st x ; À da hi ong - . {e da 6 , MET fe. © i er n PA », XXX INDICE ALFABETICO DELLE PIANTE AMMALATE i f malattia di San Josè 201 ski 103 ticchiolatura 104 Phoenix, Aspidiotus ficus 246 Chrysomphalus minor 246 cocciniglia rossa 246 Massariella Palmarum 309 Phyteuma, Synchytrium awrenm 200 Pino, Bothrodiscus pinicola 309 Cytosporella damnosa 280 essiccamento apici 279 fulmine 205 Hylesinus piniperda 294 intumescenze (corteccia) 58 Myelophilus piniperda 294 Peridermium cerebrum 56 Nanthoria parietina 58 Pioppo, Bacil/us populi 169 cancro 91 Dothichiza populea 132, 164 Micrococcus Populi 91 neoplasie 169 Saperda populnea 91 Pisello, antracnosi 209 Ascochyta Pisi 133, 209 blight 133 Erysiphe communis 184 Fusarium vasinfectum, Pisi 130 golpe 133 intumescenze 78 malattia di S. Giovanni 130 mal bianeo 133, 134 male dello selerozio 278 Peronospora Vicine 64 ruggine 256 Sclerotinia libertiana 278 ticchiolatura 133 tonchio 271 Pistacia, cecidî 320 Poa trivialis, Colletotrichum Janczew- Polygonatum officinale, Macrophoma Polygonati 69 Pomodoro, blight 184 damping-off 184 Pusarium 184 leaf-spot 162 peronospora 184, 256 Phytophthora infestans 184 Rhyzoctonia 136 seccume 184 Septoria Lycopersici 162 f. italica 69 lycopersica 197 » » Popone, Pseudoperon. Cubensis 135 Pruno, Bacillus spongiosus 268 Chemiatobia 192 E Coniotluyrium pirina 384 Coryneum Beiyerinckii 303 Cylindrosporlum Padi 162 gommosi 304 Hibernia 192 Hopocampa fulvicornis 192 marciume 162 » nero 193 Monilia 193 Phyllosticta pirina 334 Puccinia pruni-spinosae 70 Sclerotinia fructigena 162 :D ticchiolatura 162 4 Prunus laurocerasus, Oidium Pas- Cai serimii 280 Ptelea, clorosi 286 Quercia, Cronartium quercinum 56 i Daedalea quercina 59 marciume 330 Phyllorera corticalis 297 » quercues 297 Sporotrichum Quercuum 309 INDICE ALFABETICO DELLE PIANTE AMMALATE Stereum frustulosum 59 Trematovalsa 300 Rafano, Peronospora parasitica 85 Rapa, Sclerotinia Libertiana 181 Reseda, Peronospora parasitica 69 Rhamnus, Puccinia Sesleriae 132 Rhus, cecidî 320 Ricino, Caeoma Ricini 164 Croesus septentrionalis 219 Diaspis pentagona 15 Eriophyes ribis 219 Gloeosporium Ribis 243 Lecanium ribis 209 mal bianco 133 Nematus septentrionalis 219 Phyllosticta Ribis-rubri 164 Pseudopeziza Ribis 243 Sphaerotheca mors uvae 133, 260 Riso, alghe 223 brusone 1, 17, 59, 94, 98, 174 carolo 17 carolo minore 20 Daedalea parasitans 59 degenerazione 79 Helminthosporium Oryzae 20, 21 22, 34, 37, 42 » turcicum 22, 34, 34 mal del nodo 20, 175 Piricularia grisea 20, 21, 22, 37, 38, 50 » Oryzae 20, 21, 22, 34, 87, 42, 59, 95, 175 » parasitans 59 Pleospora Oryzae 19 Sclerotium Oryzae 175 Robinia, Collybia velutipes Rosa, Aspidiotus rosae 295 cancro 173 Cryptosporium minimum 262 XXXI gelo 262 Hybernia defoliaria 295 » progemmaria 295 Hylotoma rosae 295 insetti diversi 294 Phragmidium subcorticium 327 ruggine 327 virescenza 318 Salice, Diaspis pentagona 15 Saxifraga, Pyrenophora chrysosp. 200 Secale, Cephalobus elongatus 167 Claviceps purpurea 13 Hylemyia coarctata 44 Psilocybe Henningsii 44 Rhabditis brevispina 167 Sedano, Cercospora Apii 162 seccume 162 marciume radici 343 Sesleria, Claviceps Sesleriae 136 Setaria, Sclerospora graminicola 212 Sofora, Diaspis pentagona 15 Solanum capsicastritm, Gloeospo- rium Solani 227 » nigrum, Fus. niveum 242 Soldanella pyrolaefolia, Septoria Sol- danellae pyrolaefolia 164 Sorbus, clorosi 286 Sterotinia Ariae 72 Sorgo, Pentatoma ligata 267 Spinacio, Peronospora Spinaciae 83 Susino, Clasterosporium carpoph. 105 Phyllosticta Pruni-domesticae 58 ticchiolatura 104 Tabacco, Dicyphus minimus 338 mal del mosaico 98 marciume (radicì) 326 Rhizoctonia 135 Thielavia 135 » basicola 326 si ME pr» XXXI INDICE ALFABETICO DELLE PIANTE AMMALATE Tanacetum vulgare, Rhopalomyia ta- naceticola 236 Taxus, Eriophyes psilaspis 350 Teucrium, Copium sp. 141 Thè, Aspidiotus Camelliae 265 bolla 278 brunissure 228 Cephaleuros virescens 264 Chionaspis biclavis 265 » Manni 265 Dactylopius theaecola 265 Exrobasidium verans 278 Eriochiton theae 265 funghi diversi 227 Helopeltis antonii 266 » cinchonae 266 » theivora 266 Hemichionaspis theae 265 Pulvinaria Psidi 265 red rust 264 Thacardia decorella 265 white blight 264 Tiglio, Actinonema Tiliae 164 Eryneum tiliacemwm TT Tournefortia, Aecidium sp. 55 Trifoglio, Bacillus capsulatus Trofolii 222 canero 307 Orobanche minor 85 Sclerotinia trifoliorum 307 virescenze 341 Tulipano, Botrytis sp. 276 kwade plekken 276 malattia dello sclerozio 276 Sclerotium Tuliparum 276 Uva, Cochylis 271 (vedi vite) Uva spina, Diaspis pentagona 15 mal bianco 133, 260 Sphaerotheca mors uvae 133, 260 Vaccinium, Acanthorynehus Vaccinii 310, 332 Anthostomella destruens 310 antracnosi 332 blast 331 Centhospora lunata 310 Cladosporium oxycocci 309 Exrobasidium Oxycocci 332 » Vaccinii 332 funghi diversi 333 Gloeosporium sp. 332 » minus 310, 332 Glomerella rufomaculans Vac- cinii 310, 332 Guignardia Vaccinii 310, 331 Helminthosporium inaequalis 309, 333 ipertrofia 322 Leptothyrium Oxycocci 310 » Pomi 333 marciume 332 nebbia 331 Penicillium glaucum 333 l’estalozzia Guepini Vaccinii 333 Phoma radicis Oxrycocci 319 Phyllostiecta putrefaciens 309 Plagiorhabdus Oxycocci 309 Rhabdospora Oxrycocci 311 scabbia 331 scald 331 Septoria longispora 309 Sphaeronema pomoruwm 309 Sporonema Oxycocci 309 » pulvinatum 309 Synchytrium Vaccinii 333 Vicia, Uromyces sp. 226 Viola, Phyllostieta violae 304 Ramularia violae 304 Viola odorata, Thielavia basie. 326 INDICE ALFABETICO DELLE PIANTE AMMALATE XXXIIÎ Vite, acarosi 75 Agrilus 138 altica 144, 201, 247 Anomala 256 antracnosi 255, 313 Apate 139 apoplessia 86, 189, 273 Armillaria mellea 70 arricciamento 178 arrossamento 62, 188, 341 Aureobasidium Vitis 82, 178, 344 Bacillus Vitis 348 barbera riccia 178 bitter-rot 313 black-rot 162, 207, 255, 313 Callidiuwm 138 cascola 178 Ceratina 138 Cicada 137 cicala 312 Cladosporium viticolum 86 clorosi 345 clorosi estiva 207 Olytus 138 Cochylis 64, 80, 82, 144, 224, 247, 254, 271 colatura 315 Collybia platyhylla 70 colpo di sole 273 Coniothyrium diplodiella 59, 313 Cossus 137 ; Craponius inaequalis 312 crittogama 261 Cuscuta monogyna 340 Dactylopius vitis 47 — Dematium pullulans 348 Dematophora necatrix 346, 348 deperimento 79 » per innesto 140 Desmia funeralis 312 disseccamento (germogli) 344 erinosi 207 Eudemis 64, 144, 254 Eumolpus vitis 346 Fidia viticida 312 fillossera 82, 214, 273, 289, 296, 338, 347 folletage 86, 188 freddi invernali 187 fumaggine 47 Fusarium pallens 348 » rimicolum 348 glandole perlacee 351 Glomerella rufomacoluns 313 Glycyphagus spinipes 75 grape-shrivel 188 Guiquardia bidwellii 313 Haltica chalybea 312 Hesperophanes 137 Heterodera radicicola 348 imbrunimento 322 insetti xilovori 137 iska 87 macchie su rami 350 Macrodactylus subspinosus 312 malattia della California 189 mal nero 112 marciume radici 79, 346, 347 Melanconium fuligineum 313 melanosi 86 Melolonta vulgaris 220, 346 micorize endotrofiche 214 millerandage 315 Naucoria autunnalis 348 Nectria sp. 348 negrone 323 Olecanthus 137 Vidium 82, 255, 351 ERRE RISAIE A FICROI ASTI RARO * XXXIV INDICE ALFABETICO DELLE PIANTE AMMALATE 0/0 1 4 Oribates castaneus 75 roncet 92, 111, 3220 rit ; Osmia 138 rot-blane 82 Otiorhynchus ligustici 62 rot-gris 323 i » sulcatus 346 rougeot 188 MARZI Va Ozonium 313 schiacciamento dei tralci 344 "a i 3 Penicillium humicola 348 scottatura 273 fERoT Meri DL » — luteum 348 Septoria ampelina 86 » roseum 348 Septosporium PFuckelii 86 ni i » Pentatoma ligata 267 sfinge 230 I Ù peronospora 79, 96, 162, 1812555 Sphaceloma ampelinum 313, 35] È : i 3t1,:313, 924 Sphaeropsis fuscescens 348 [27008 P n pianto 308 Sphinx elpenor 230 po d piralide 144, 247 Spicularia Icterus 346 n Plasmopara viticola 73, 313, 346, suberosi 75 i (vedi peronospora) Termes 137 Asa fg Ara Polychrosis botrana 312 Tetranycus telarius 62, 79 ta tota # pal » viteana 312 Polyporus igniarius ST È Il PI Vitta A é pourriture (dei grappoli) 75 Psoa 138 Psyche graminella 47 4 TA E punteruolo 312 raggrinzamento dei grappoli 188 red-leaf 188 Rhizoglyphus echinopus 348. IR = nei Rhizomorpha 70 lag e CL \ 4 Lee là edi. | ASTRO, | li @ tignuola 312 i elit! Typhlocyba comes 312 Tyroglyphus Lintneri 348 verme bianco 220, 346 » delle radici 312 Vibrissea hypogaea 313 white-rot 313 i, Winterana canella, Cycloconium 49 INDICE ALFABETICO DELLE MALATTIE E DEI PARASSITI XXXV INDICE ALFAFETICO DELLE MALATTIE E DEI PARASSITI Abbruciaticcio: barbabietole 45, 52 Acanthorhynehus Vaccinii 310, 332 acariosi: avena 298 acarosi : vite 75 Acarus telarius 290 accartocciamento foglie (pesco) 182 Acridiuwm ilicum 231 Maroccarum 231 peregrinum 231 Actinonema Tiliae 164 Aecidium elatinum 343. Ficariae T0 Oxralidis 69 Poritochianim 69 plantaginis 132 punctatum T0 Aegeria tipudiformis 219 afide lanigero 144, 176 afidi 255 meloni 224 Agaricus fabaceus 46 Ageniaspis fuscicollis praysincola 282 Agrilus 138 Agriotes lineatus 240 Alternaria Solani 180; 191, 193, 196, 199, 206 Altica ampelophaga 201 altica: della vite 144, 201, 247 alucita: del grano 16 anguillule: caffè 165 annerimento : fave 2683 meli 268 peri 268 anomala: vite 256 anomalie spighe: frumento 233 Anthomyia brassicae 88, 336 Anthonomus Eugenii 249 » grandis 249 Anthostomella destruens 310, 333 Antografa brassicae 106 antracnosi: fave 263 fagiuoli 209 ginseng 183 lamponi 162 leguminose 162 limoni 89 piselli 209 Vaccinimm 332 313 255, vite apate 138 Aphanomyces laevis 46 Aphis rumicis 106 apoplessia: vite 86, 189, 273 Arachniotus traysperma 333 Araecerus fasciculatus 250 Armillaria mellea 70, 343 arricciamento foglie : manihot 235 patate 53 vite 178 arrossamento 97, 250 fa ATRIA L3% za DI dà sata 1 ut > r FAM CRA sw; “i Pe + bio cè s PES : GIS 88,97 3/00 VASI N É À I XXXVI INDICE ALFABETICO DELLE MALATTIE E DEI PARASSITT (00 = abeti 111, 222, 292, 243 pesco 63 vite 62, 188, 341 Arthrobotryum Puttemansii 55 Arvicole 61, 351 Ascobacillus citreus 222 Sacchari 222 Ascobacterium luteum 222, 284, 285 Sacchari 285 Ascochyta Cynarae 309 Past 133:209 Aspergillus 47 flavescens 210 fumigatus 210 Aspidiotus ancylus 81 camelliae 265 ficus 246 Forbesî 81 perniciosus 81, 143 rosae 295 Auresbasidium Vitis 82, 178, 344 Avena riccia 298 Avvizzimento : cocomeri 241 cotone 327 peperoni 257 Bacillus amylovorus 193, 268, 269 capsulatus Trifolî 222 caulivorus 290 cepivorus 91 Cubonianus 13 gunnnis 222 irritans 168 liquefaciens 97 mycoides 98 Oleae 139, 284, 285 omnivorus 139 phytophthorus 90, 91, 233 populi 169 solanincola 90 solanisarpus 232, 233 spongiosus 75, 168, 268 Vitis 348 bacteriosi: canapa 22 erba medica 171 fieo 221, gelso 222. Leucojum 314 noce 170 peperoni 259 Bacterium PFici 221 phaseoli 263 scabiegentam 170 tumefaciens 344 barbera riccia 178 bianco: cavoli 256 lauroceroso 280 black-rot: canna da zucchero 68. meli 162, 228 vite 162, 207, 255, 318 blight: fave 268//// peri 162 bolla: perì 220 peschi 112, 162, 182. thè 278 bolla nera: peri 274 Bothrodiscus pinicola 309 Botrytis sp. 277 i cinerea 131, 251, 286, 290 doriphora 290 vulgaris 46 briglia: fave 192 Bruchus chinensis 250 4_macutatis 250. obtectus 106, 250 pisorum 106 6. bruco: dei meli 215 sa brunissure : thé 228 brusca: leccio 323 20 oleandro 323 Mot olivo 32% pesco 323 brusone: fave 263 meli 268, 274 peri 268, 274 FiSo 1, 17, 59, 94,98; A74 Cacoma Laris 252 Ricini 164 Callidium 138 Calandra del grano 16 Calandra granaria? 250 Oryzae 250 Caloptenus italicus 231 Cannula pellucida 80 cancrena umida: castagno 817 cancro: cacao 291 cavoli 87, 336 ciliegi 168 meli 274 Pelargonium 290. peri 103, 274 pioppi 91 rose 173 trifoglio 307 canero nero: meli 268 Capnodium sp. 47. Footii 227 carbone : avena 179 canna da zucchero 68 cereali 328 frumento 13, 179, 272 carie: frumento 179 barbabietole 97 carolo : riso 17 Carpocapsa pomonana 215 pomonella 217, 314 cascola: uva 178 cavallette 234, 282 cavolaia 215 INDICE ALFABETICO DELLE MALATTIE E DEI PARASSITI XXXVII Cecidomya destruetor 106 leguininicola 106 Centhospora lunata 310, 333 Centorhynchidius terminatus 165 Cephaleuros virescens 264 Cephalobus elongatus 167 Cephus occidentalis 106 Ceratina 138 Ceratitis capitata 73 Cercospora Apii 46, 162 Betae 263 beticola 162, 262 Brunkii 290 columnaris 55 longipes 68 Thea 22 Ceroplastes sp. 48 Chaetophoma Penzigi 227 Chemiatobia sp. 192 Chermes Abietis 285 coccineus 285 Chilocorus renipustulatus 186 Chionaspis biclavis 265 Manni 265 Chondrioderma simplex 333 Chordeiles Virginianus 108 Chrysomphalus minor 246 Cicada 137 cicala: della vite 312 Cicinnobolus Artemisine 58 Cladosporium herbarum 52 Oxrycocci 309, 333 viticolum 86 Clasterosporium Amygdalearumn 182 carpophilum 105, 251 Claviceps purpurea 13, 136 Sesleriae 136 Clorosi: frassino 286 Laburnum 286 XXXVIII Ligustrum 286 Malvacee 63, 92 Ptelea 286 sorbo 286 vite 207, 345 Clytus 138 Coccinella septem-punctata 165 Cocciniglia rossa 246 Coccus longispinus 290 Cochylis: della vite 64, 80, 82, 144, 164, 224, 254, 271 Coelosternus rugicollis 339 colatura: vite 315 Coleroa venturioides 227 Colletotrichum Camelliae 227 falcatum 67 gloeosporioides 89 hedericola 308° Janczewskii 103 Lindemuthianum 162, 209, 263 Collybia platyphylla 70 velutipes 165 colpo di sole 273, 322 Coniothyrium Betulae 84 diplodiella 59, 313 pirina 334 Contarinia torquens 336 tritici 265 Copiwm clavicorne 141 teucrii 141 Corticium jnvanicum 228 vagum Solani 12, 197, 199 Coryneum Beyerinkii 182,224, 251, 304 Cossonus impressus 339 Cossus sp. 137 Aesculi 176 ligniperda 176 Craponius inaequalis 312 Criocera Asparagi 106, 255 crittogama : delle cucurbitacee 329 della vite 261 une. Croesus septentrionalis 219 Cronartium flaccidum 58 giganterin 56 quercinum 56 Cryptosporium minimum 262 nigrum 277 l fi sE cuscuta 112,164, 208, 261,274, 289,319 — Ouscuta arvensis v. Capsici 329 da, ta europaea 59 di monogyna 340 Cycloconiwn oleaginum 49 Cylindrosporium olivae 279 Padi 162 Cytinus sp. 319 hypocistis 237 Cytospora sp. 280 leucostoma 251 Pinastri 111, 348 Sacchari 68 Cytosporella damnosa 280 Dactylopius theaecola 265 vatis 47 Md Dacus oleae 153 (v. mosca olearia) — Daedalea parasitans 59 eco decolorazione 251 LA Dematium pullulans 348 quercina 46, 59 Dasyscypha Willkommi 252 Dematophora necatrix 228, 346, 348 Depazaea betaecola 263 i È deperimento : viti 79 i. Dermatea carpinea 54 Desmia funeralis 312 Diaporte parasitica 226 43 da Diaspidi 339 Diaspis pentagona 14, 81, 148, 186, 273, 289. XXXIX INDICE ALFABETICO DELLE MALATTIE E DEI PARASSITI Dicyphus minimus 338 Didymaria perforans 102 Dinarinus Dacicida 203 Diplodia cacaoicola 68 pyrivora 219 tritici 106 Discosia artocreas 332 Theae 227, 228 disseccamento dei germogli: vite 344 Doegeria funebris 201 Dothichiza populea 132, 164 Dysdercus forualdi 105 howardi 105 suturellus 106 early blyght: patate 57, 163 Empusa grilli 282 epilessia: cavoli 87, 386 Epitrix cucumeris 106 erbe infestanti 255, 272 erinosi: pero 220 vite 207 Erineum tiliacemm 77 Eriochiton Theae 265 Erioplyes psilaspis 350 pyri 219 ribis 219 ernia: cavoli 176 Erysiphe Cichoracearum 58, 329 communis 55, 134 graminis 302 Martii 256 essiccamento degli apici: pino 279 Eudemis: vite 64, 144, 254 Eulophus longulus 203 . Eumolpus vitis 346 Eupelmus urozonus 203 Euphilippia olivina 156 Euphrasia officinalis 237 Eupithecia pumilata 337 Eurrhipara corticata 89 Eurycreon sticticalis 231 Eurytoma rosae 203 Eroascus Bussei 291 deformans 112, 162, 182 Exrobasidium discoideum 301 OVricocci 332 Vaccini 332 vexans 227, 278 fasciazioni 97 fevu: coco 110 Fidia viticida 312 fillossera: quercia 297 vite 82, 214, 273, 289, 296, 338, 347 flaccidezza : cipolle 342 folletage : vite 188 Fomes sp. 275 lucidus 225 formiche 338 freddo invernale 187 Fuligo septica 59 falmine 205 fumaggine 47, 274 olivo 64, 156 fumo 145, 171, 269, 285 funghi endofiti: Orchidee 238 Fusarittm 129, 130, 180 Betae 263 lateritium 73 niveum 2A Oxysporum 91 pullens 348 Pelargonii 290 rimicolum 348 roseum v. Lupini 130 Schawrowi 73 vasinfectum 258 » Yi. Pistt130 ae pei soa N a ai % ca: ha NR] att pira © È: dI vo da L4 w i. ly 9 da È >, w we n XL - INDICE ALFABETICO DELLE MALATTIE E DEI PARASSITI — "* Fusicladium Aronici 200 dendriticum 81, 198, 303 pirinum 275, 303 Fusicoccum sp. 280 betulinum 84 gaz luce 342 gelo 205 betulle 84 rose 262 Geophilus longecornis 208 Gloeosporium sp. 245 album 227 Fragarine 164 fructigenum 227, 303 Juglandis 277 minus 310, 333 Pelargonii 290 Ribis 243 Solani 227 venetum 162 Glomerella rufomaculans 313, 314 Vaccinii 310, 332 Glycyphagus spinipes 75 Gnomonia leptostyla 277 golpe: cereali 302 cucurbitacee 329 fragole 162 peri 162 piselli 133 gommosi: agrumi 140, 174 albicocchi 240 Amigdalee 75, 251, 252, 253 canna da zucchero 285 ciliegi 236 fico 322 peschi 182, 224, 241, 322 rosacee 304 gorgoglioni 256 grandine 207 Gymnoconia interstitialis 162 Grapholitha interstinetana 106 pactolana 285 Noeberiana 251 grillotalpa 208, 255, 352 Guignardia Bidwelli 162, 313 Vaccini 310, 331 Gymnosoma fuliginosa 267 Gypsonoma aceriana 218 incarnana 218 Haltica chalybea 312 Heliothis armiger 106 obsoleta 80 | Helminthosporium inaeguale 309, 333 Oryza? 20, 21, 22, 34, 37, 4200 turcicum 22, 34, 37, 38 : Helopeltis antonii 266 Cinchonae 266 Iheivora 266 ì Hemichionaspis theae 265. % Hendersonia theicola 227, 2280 Hericia Robini 44 Hesperophanes 137 Heterodera 136 radicicola 165, 348 Hibernia 192 Hoplocampa fulvicornis 192 Hybernia defoliaria 295 progemmaria 295 Hylemyia coarctata 44 Hylesinus piniperda 294 trifolii 106 Hylotoma rosae 295 Hypoborus Fici 221 Hvponomeuta malinella 304 variabilis 304 imbrunimento : vite 322 intumescenze 78, 98 corteccia pini 58 foglie Pelargonitim 290 Isaria densa 202 Isariopsis griseola 55 Isonoma sp. 106 grande 265 tritici 265 Lachansterna fusca 106 i Lasioptera Berlesiana 155 | late Dlight: patate 57, 164 | Lathraca clandestina 237 squamaria 237 leaf-spot: canna da zucchero 68 i pomodori 162 leaf-tip blight: Dracene 245 lebbra: pesco 112, 182 SI lecanidi 128 _ Lecanium Olcue 48 | ribis 219 -Lenzites vialis 330 Leplinotursa decemlineata 106 Leptosphaeria Sacchari 68 E; Leptothyrium castaneae f. nucifol. 277 i Juglandis 277 Oxycocci 310, 333 I T..Pomi 81; 333 | licheni 352 sd Lita ocellata 232 locuste 108, 214, 247 I | Lorostega sticlicalis 48, 231 lumache 107, 223, 255 lupa: fave 192 Macrodactylus mericanus T4 subspinosus 312 Macrophoma abietina 343 °° Abietis 11 Polygonati 69 i Theue 227 | Macrosporium commune thacecol. 227 D° Solani58,168. } IND INDICE. ALFABETICO DELLE MALATTIE E DEI PARASSITI maggiolino 220 malattia del cuore: barb. 50, 52, 218 malattia di California: vite 189 di San Josè 201 mal bianco: piselli 133, 134 ribes 133 uva spina 260 mal del falchetto : gelsi 307 mal dell'inchiostro: castagno 98, 271, 317 mal del mosaico: tabacco 98 mal del nodo: riso 20 mal nero: vite 112 mal vinato: erba medica 48, 352 male della tela: Pelargoniuin 290 male dello selerozio : barbab. 82 piselli 278 tulipani 276 mancha de hierro: caffè 244 Mantis 167 marciume : 234 acero 330 alberi 322 ciliegi 162 fico (322 Liquidambar 329 mele 228 patate 56, 181, 191, 194, 252 pruni 162 } quercia 330 Vaccinium 332 marciume amaro: mele 303 delle gemme: coco 110 dei frutti: peri e meli 274 cacao 291 dei fusti : patate 235 delle radici: agrumi 140, 174 cacao 291 canna da zucchero 98 3% sa” n ®» - QUAI O = ni fi To Aia 1 P° é na i PISANI: STEIN CONE XLI | INDICE ALFABETICO DELLE MALATTE E DEI PARASSITI 00 cotone 293 peri e meli 274 sedano 348 tabacco 326 vite 79, 346, 347 marciume nero : ciliegie 193 prugne 193 marciume secco: barbabietole 50, 52 legni 326 Marsonia Juglandis 277 perforans 102 . Potentillae 164 Massariella Palmarum 309 Mayetiola destrictor 264 mel aureuwm T6 Melampsora Euphorbiae 293 Gelmi 293 Helioscopiae 293 Melanconium fuliginewm 313 melanosi : vite 86 melata 47, 76 Meliola sp. AT Melolontha 255 vulgaris 220, 346 Menioidea Abietis 111, 343 Meromyza americana 106, 265 Merulius 64 lacrymans 134, 326 micorize: vite 214 Micrococcus populi 91 miellat 76 miellée 76 miellure 76 millerandage: vite 315 Monilia cinered 251 frucltigend A6, T1, 251 lara 251 Linhartiana 69 i mosca degli aranci 74, 161, 247 Ma. delle ciliegie 74 sat dei crisantemi 304 29 TARE delle frutta 74 : 3; mosca olearia 144, 153, 185, 200, 202, 203, 207, ‘247, 281,320 mostruosità 78 i RSA | Mucor racemosus 210 > pa stolonifer 210 i i Li | Myelophilus piniperda 294 il n Sì Mytilaspis fulva 340° sila pomorum 218 i (hr: Myromonas Betue 50 or Myroxylus laniger 219 VT Naucoria autunnalis 348 n pai nebbia: Dracaena 335 1) granoturco 38 5A meli 193, 274 di peri 162, 193, 274 SIA Vaccinium 331 i de Necator decretus 2280 0 LS Î Nectarophora cerealis 265. destructor 106 ea granaria 106 (a Nectria ditissima 91, 103, 234 Ri negrone: vite 323 sa va Ko nematodi 206 Vl Doù muschi 137 e 13 piante di serra 136 Mie? Nematus septentrionalis 219 n » Neocosmosp. vasinfecta 1838, 241,327 È nivea 184 Wi neoplasie: pioppo 169 SAVAI occhio di pavone: olivo 284 De i Odontites rubra 237 ‘ca oidio: vite 82, 255 ibi se OViditam Passerinii 280 ud Tuckeri 351 È, È 0jo de gallo: caffè 244 Ri; Vospora scabies 181, 199 NI. n È i 70) INDICE ALFABETICO DELLE MALATTIE E DEI PARASSITI | Oribates castaneus î5 Spinaciae 83 | Orobanche 192, 319 Viciae 64 È) — minor 85 Perrisia capsulde TT ortiche 192 i "A Pestalozzia funerea 183 Oscinis carbonario 109, 265 Guepini 227, 228 soror 265 » Vaccinii 333 Osmia 138 Hartigii dA — Osyris 319 » Betulae 84 | alba 237 Phelipea 319 i Othyorynehus ligustici 62 Phelltomyces selerotiophorus 305 ti sulcatus 346 Philippia olede 156 i si Ozonium sp. 293 Phoma abietina 292, 343 ommnivorum 309, 310 Betae 45, 97, 212 Papaipema nitela 265 Brassicae 336 È agro a S __ Pediculoides ventricosus 249 oleracee 87, 336 | Penicilliym 47 radicis Vaccinii 319 glaucum 210, 333 tabifica 213 À humicola 34S Phragmidium albidum 134 ___luteum 348 Rubi Fragariae 59 roseum 348 ta, subcorticium 134, 327 | Pentatoma ligata 267 PhyUosticta Begoniae 335 Sayi 267 Chrysanteni 69 Funkite 69 hederacea 260 hedericola 260 cerebrum 56 Langarum 69 giganterum 56 pivina 334 | peronospora: aglio 258 Pruni-domesticae 58 7 cucurbitacee 256 putrefuciens 309 fagiuoli 324 Ribis-rubri 164 melanzane 256 solitaria 334 patate 53, 57, 163, 180, 191, 207, Theae 227 Ba36,325 violae 304 | piselli 64 Physalospora Dracuende 245, 335 pomodori 256 Plhysarum cinerewn 59 | vite 79, 96, 162, 255; 311,313, 324 //ytoecia pustulata 60 — Peronospora cubensis 164 Phytomyza geniculata 165, 304 effusa 83 | ruficornis 336 parasitica 69, 85 i Phytonomus nigrirostris 106 n * » XLIV INDICE ALFABETICO DELLE MALATTIE E DEI PARASSITI RA UE il puncltatus 106 Phytophthora : palme 225 patate 180, 193, 197, 199, 206 pomodori 184 Cactorum 327 infestans 53, 56, 57, 164, 212, 325 Phaseoli 324 Phytoptus Piri 220 pianto : vite 208 pidocchi: meloni 224 Pieris Brassicae 255 pine-apple: canna da zucchero 68 piralide: vite 144 Piricul. grisea 20; 21,22, 34, 37, 42, .59 Oryzae 20, 21, 22, 3437, 42, 59, 95, 175 parasitans 5 Y) Pissodes Herciniae 285 scabricollis 285 Plagiorhabdus Crataegi 309 Orycocci 309, 333 Plasmodiophora Brassicae 176 Plasmopara pusilla 69 viticola 73, 313, 346 Pleosphaerulina Briosiana v. brasil. 60 Pleospora herbarum 98 infectoria 99 Oryzae 19 Theae 227 Pletothrya globosa 338 Plowrightia morbosa 162 Pollinia Pollini 156 Polychrosis botrana 312 viteana 312 Polyocha saccharella 67 Polyporus sp. 64 adustus 330 Evonymi 165 hyspidus 165 ignarius ST dr) «€ ) lacteus 330 mara © lucidus 330 sulphureus 352 Polystictus hirstitus 330 DPontia rapae 106 Poria obliqua 275 subacida 330 Praepodes vittata 89 l’rays oleae 281 oleellus 282 i Protomyces theae 228. RETTE Iseudocommis Theae 228 Pseudomonas campestris ST, 315 rascularum 285. atta ES Pseudoperonospora cubensis 135,197 È Pseudopeziza Ribis 243 c'e Psilocybe Henningsii 44 3 Psoa 188 Psyche graminella 47 Psylla Mati 96, 304 Piri 96, 304 Puccinia asparagi 165 i Anthoranthi 132 Cipro Bardanae 134 Centaureae 134 Crysanthemi 134, 164 coronata 55 i Menie. Cynodontis 132 ha glumarun 55, 66, TT, 302 granminis 55, 66, 302 Helianthi 134 Hypochoeridis 134 Maydis 69 praecor 134 Prenanthis purpurede 134 Pruni-spinosae T0 Pyrethri 134 Rubigo-vera 55 INDICE ALFABETICO DELLE MALATTIE E DEI PARASSITI XLV Sesleriae 132 Tararaci 134 triticina 66 Willemetiae 132 Pulvinaria Psidi 265 punteruolo : grano 16,:24, 249 peperoni 248 vite 312 Pyralis: vite 247 Pyrenophora chrysospora 200 Pythium sp.: palme 225 » de Baryanum 45, 97 raggrinzimento dei grappoli: vite 188 Ramularia Paeoniae 58 violae 304 red-rot: canna da zucchero 67 red-smut: canna da zucchero 67 Rhabdospora Oxrycocci 310, 333 Rhabditis brevispina 167 Rhagoletis Cerasi 73 Rhizoctonia sp. 194, 197, 199, 239 lattuca 136 pomodori 136 tabacco 135 Solani 12 violacea 12, 48, 97, 352 Rhizomorpha : vite 70 Rhizoglyphus echinopus 348 Rhyzosphaera Abietis 111, 223, 34% Rhopalomyia Millefolii 236 tanaceticola 236 rind-disease: canna da zucchero 67 ring-spot: canna da zucchero 68 rogna: meli 162, 229 olivo 284 patate 181 roncet: vite 92, 111, 322 Rosellinia radiciperda 228 rot: patate 56 rot-blanc: vite 82 rot-gris: vite 323 rougeot: vite 188 ruggine: aglio 256 asparagi 162, 256 carciofi 256 cereali 54, 55, 66, 72, 177, 302 cipolle 256 crisantemi 162 fave 162, 264 frumento 48, 102, 267 garofani 162 meli 274 piselli 256 rose 327 ruggine gialla: fragole 162 ruggine nera: caffè 98 rugiada melata 76 Santalum album 65, 287 Saperdo populned 91 scabbia: barbabietole 170 mele 162, 193, 198} 229; 314 patate 12, 181, 191, 199 pere 193 Vacciniuwn 331 Schizoneura 128 del melo 219 schwarzbeinigkeit: patate 232, 235 Sclerospora graminicola 211 Sterotinia Ariae 72 Aucupariae 72 Betulae 286 Coryli 88 Crataegi 72 Cydoniae 72 fructigena 71, 162 libertiana 52, 131, 278 Mespili 72 Oxycocci 333 zati = #* , at PIRA RS sa DEE * nia Ò SE Pa = è » n 4 Di È L ot XLVI — INDICE ALFABETICO DELLE MALATTIE E DEI PARASSITI = * trifoliorum 307 Selerotium Oryzae 175 semen 82 Tuliparum 276 scopazzi: cacao 291 Gleditschia 252 scottatura: uva 273 Secale cornuta 135 secchereccio : Begonia 335 seccume 97 barbabietola 162 edera 260 5 patate 57,163, 180, 191,196, 199, 206 pomodori 184 sedano 162 Semasia nigricana 106 Septogloeum Mori 73 Septoria ampelina 86 chrysanthemella 245 chrysanthemi 245 » indici 245 Eriobotryae 309 Hederae 165 longispora 309 Lycopersici 162 » italica 69 Soldanella v. pyrolaefolia 164 Theae 227 Septosporium Fuckelii 86 sfinge: vite 230 Silvanus surinamensis 250 Siphonophora Pelargonii 290 sooty mould: canna da zucchero 68 Spermophagus pectoralis 250 Sphaccloma ampelinvin 313, 351 Sphaerella Cydoniae 58 Fragariae 182 hedericola 165 Sphaceronema adiposum 68 pomorum 309, 333 Sphaeropsis fuscescens 348 malorum 46, 162, 164, 314 Sphaerotheca pannosa 281 mors-uvae 133, 260 Sphexr 138 Sphinx elpenor 230 Spicularia Icterus 346 Spondylocladium atrovirens 306 Svoridesmium cavernarun 84 eaitiosum 212 putrefaciens 52 Sporonema Oxrycorci 309, 333 pulvinatum 309, 333 Sporotrichum epiphyUum 290 globuliferum 202 quercuun 309 Stauronotus Maroccarumn 231 Stereum frustulosuwm 59 Sterigmatocystis nigra 210 sterilità: cedri 173 Stictis l’anizzei 323. Stilbum floridum 244 = manum 228 È Streptococeus bombycis 337. struggigrano 16 Stysanus Stemonitis 306 De. suberosi: uva 75 Synchytriwm aurewn 200 Vaccinii 333 Tachardia decorella v. theae 265 Taphrina bullata 220 Tarsonemus spirifex 299 Tephroclystia pumilata 337. Termes 137 Tetranychus telarius 62, 79 Thielavia : tabacco 135 basicola 326 Thielaviopsis ethaceticus 68 ticchiolatura : ciliegio 104, 162 melo 274, 334 hi pero 274 Pisi 226 pesco 104 | Viciae Craccae 226 pisello 133 Urophlyctis Alfaleae 48 ‘dig pruno 162 Ustilagineae 52 o a barbabietola 232 Ustilago sp. 179 grano 16 GAS Avenae 328 larice 252 carbo 13 mele 229, 314 Crameri 328 | olivo 281, 282 Hordei 328 | vite 312 luevis 328 - Tittotia Spe d79. Maydis 291, 328 i laevis 328 Panici-miliacei 328 Tritici 328 | Reiliana 328 _ Tinea granella 207 Sacchari 68 | olcaella 281 Sorghi 328 - T'ingis pyri AT, 272 Tritici 328 y [yggonichio, 271 . ustioni di fumo 118 _ topi campagnuoli 45, 339 vaiolatura: mele 334 ortrix carpocapsa 207 5: Valsa delicatula 333 ur SPAZIO leucostoma 251 Sa 228 variegaz. foglie: Malvacee 63, 92 Venturia sp. 193 i Sacchari 67 compacta 333 i foina Abietis 343 inaequalis 198, 314 4 pirina 162 Pomi 162 verme bianeo 220, 255 Vermicularia Dematitam 183 $R trichella 165, 260, 308 — Thyphuda variabilis 82 Vibrissea h pogaca 313 x Tyroglyphus Allii 265 virescenza: rovo 318 «_v. Lintneri 348 trifoglio 341 | Uroeystis occulta 328 vischio 199, 308, 311 ci Uromyces appendiculatus 55, 162, 264 Volutella fruceti 228 __ caryophyllinus 46, 162 wilt-disease: cocomeri 241 6, Fabae 227 Xanthoria parietina 58 Heimerlianus 226 Xyleborus confusus 339 | Jordianus 226 Zenzera aesculi 288 | È Poae 70 __Zicroma coerulea 201 XLVII INDICE ALFABETICO DEGLI AUTORI Abbado M. 269 Adams M. 323 Aderhold R. 168, 268 Appel O. 129, 130, 131, 305, 306 Arcangeli G. 341 Arthur J. C. 11, 177 Baccarini P. 49 Baker E. L. 201 Ballon H. A. 105 Balls A. L. 77 Banò (de) E. 214 Barber C. A. 65, 287 Bargagli-Petrucci G. 320 Bargmann F. 294 Barsacq J. 96, 215, 303, 304 Battanchon G. 144 Baur E. 63, 92, 286 Bennett E. A. 196, 197 Bentley G. M. 161 Berget A. 323 Berlese A. 73, 153, 200 Bernard N. 238 Bertrand E. 76 Biffen R. H. 302 Blandfort W. H. 110 Blaringhem L. 93 Blin H. 209, 303, 304 Blondin H. 64 Bocker P. 165 Boden Fr. 234 Bona E. 255 INDICE ALFABETICO DEGLI AUTORI Bòrner C. 165 Brick C. 81, 321 Briosi G. 42, 273 Brizi U. 42, 82, 94, 145; 169, 209 Brooks F. E. 16 Bruek W. Fr. 181, 306 Bruner L. 264 Brunet R. 230 Brzezinski J. 50 Bubàk Fr. 132 Busse W. 170 Butler E. J. 66, 67, 211, 225 Butler O. 188 Calvino M. 246 Camara (de) Pestana J. 317 Canova G. 351 Carrè A. 240 Caruso G. 281 Cavara F. 98 Cavazza D. 187, 289 Cercelet M. 207 Chapelle J. 281 Chatillon G. 207 Chifflort J. 290, 291 Cipolla C. 207 Clément A. L. 294 Clerici F. 307 Clinton G. P. 52, 324, 325, 326, 342 Coleman L. C. 307 Delacroix G. 90, 91,182 Combes R. 300 Crandall Ch. S. 19700 Cuboni G. 89, 185, 281 Daguillon A. 236 338 Dandeno J. B. 102 Danesi L. 281 Daniel L. 35, 78 Darboux G. 60 De Candolle C. 63 Degrully L. 144 a di * è & Del Guercio G. 61,216, — 39700 AA Dewitz J. 64 È Diedieke H. 260. Dietel P. 43 eri Dillaire M. 144 ai Ducamp M. 341 2 Dumont 48 i Se È Eberhardt 295 ei Elenkin A. A. 260 265 Emerson R. A. 229 (1° Eriksson J. 177 “cieli e) Fustace H. J. 56 +3 s O dal da Ewert R. 248 0) Faber (von) F. 0. 170, 290, 314. + Farneti R. 1, 17, 42, 113, 241 i” sor Fawceet H. W. 110. I | Fedischenko B. A. 261 Ferraris mt. 69 n. SO Fischer E. 288. E Bull A, i a af « Meta Tate e INDICE ALFABETICO DEGLI AUTORI XLITX Fletcher I. 106 Floyd B. F. 162 Foù A. 296 Fraysse A. 237 Freemann E. F. 53 Fulton H. R. 46, 327 Gabotto L. 82, 178, 327, 338 Gandara G. 102, 107, 165, 212 Geheeb A. 137 Gerlach 285 Giard A. 281 Gosio B. 46 Gossard H. A. 137 Grassi B. 281, 296 Green E. E. 265 Green W. J. 206 Guffroy Ch. 287 Gussow H. T. 12 Gutzeit E. 316 Guzmàn D. J. 244 Hall 3. G. 228 Hannig E. 163 Hariot P. 111, 222 Harrison F. C. 232 Hayman J. M. 66 Hecke L. 69 Hedland T. 212 Heinricher FE. 308 Henderson L. F. 179 Henry E. 292 Herter W. 133 Herrera A. L. 80, 161, 267, 298 Hildebrand Fr. 250 Hodgkiss H. E. 201 Hohnel (v.) F. 275 Hollrung M. 129 Hook (van) J. M. 133, 343 Hori S. 327, 328 Howard S. 183 Hutchinson C. M. 264 Inda J. R. 74, 80, 167, 338 Jacky E. 134 Jacobesco N. 300 Janse J. M. 234 Johnston R. 144 Jones L. R. 179, 193 Jungner J. R. 44 Kern F. D. 11 Klebahn H. 276, 277 Kleberger S. 235 Kraus R. 302 Kraemer H. 261 Krieg W. 70 Kister E. 78 Lafont L. 185 Laubert R. 83, 84, 85, 262, 305, 308 Lawrence W. H. 198 Lelong G. M. 161 Lesne P. 339 Lewis C. I. 170 Lindiger L. 339 Linhart G. 135, 329 Lissone G. 80 Ludwig F. 44 Macìas ©. 45; 339 Maffei L. 309 Magnus P. 70, 226, 244 Maheu J. 310 Mangin L. 222, 343 Mann H. H. 264, 265, 266 Mann (of) H. 278 Marchal P. 298 Marcinowski K. 167 Marès C. 246 Marre E. 79, 85, 282 Martelli G. 202, 203 Marsais P. 86, 201, 207 Masi L. 203 Massee G. 53 Masseron P. 278 Maxwell-Lefroy H. 266 Mayet V. 137, 220, 231 Menozzi A. 96 Meraz A. 108, 194 Merle 213 Mikosch K, 236 Miles G. F. 293, 310 Milward J. G. 163 Mingaud (G. 60 Mirande M. 89, 319 Mollica N. 98 Molz E. 71, 345, 350 Montemartini L. 257 Moreau P. L. 161, 267 Moreland W. H. 72 Moreschi B. 194 Morrill A. W. 267 Morse W. J. 179, 193 Muller W. 292 Munerati O. 255 Munson W. M. 196 Murrill W. A. 226 Namyslowski B. 103 Neger F. W. 286 Nelson A. 199 Noelli A. 262 Norton J. B. S. 49 Novell N. 79, 239, 271 Oberlin 254 Osterwalder A. 226 Pacottet B. 62, 181 L ni INDICE ALFABETICO DEGLI AUTORÌ > TA SCREEN Paddock W. 171 Paparozzi G. 103 Paschetta A. 224 Passy P. 220 Peglion V. 47, 48, 54, 182 Perotti R. 16 Perraud J. 47 Perrella G. B. 320 Peters L. 45 Petri L. 214, 221, 279, 284, 301, 340, 347 Pollacci G. 186 Portheim (v.) L. 302 Prunet E. 224 Puttemans.A. 54, 55, 58 Quaitance A. L. 312, 314 Quanjer H. M. 336 Rant A. 251 Rasetti G. E. 344 Ravaz L. 86 Reed G. M. 329 Reed Howard $S. 183 Remondino 199, 271 Riggs A. 171 i Riquelme Inda J. 15, 248, 249 Ritzema Bos J. 87 Roques E. G. 200 Rougier L. 140, 207 Ruhland W. 75, 168, 252 Rulph EL. 184 Rumsey W. E. 16 Russell W. 110 Salmon E. S. 281 Sanosten E. P. 163 Savastano L. 140, 173, 174, 321 Sbrozzi D. 256 Scalia G. 75 Schellenberg H. C. 72,88 Schift-Giorgini R. 111 Schikorra G. 130 Schorstein J. 64 Schrenk (v.) H. 329 Scott W. M. 314, Selby A. D. 135, 136 Shaw G. W. 187 Shear C. L. 56, 293, 309, 3810, 312, 331 Sheldon J. L. 245, 334, 335 Signa A. 232 Silva E. 92 Silvestri F. 143, 202, 203, 282 Sinibaldi A. 112 Sirrine F. A. 56, 701 Smith C. 139 Smith E. F. 344 Smith Ralph E. 184 Sorauer P. 97, 173, 205 Speschnew (v.) N. 72, 78, 227 Stabilini 42 Staeger R. 185 Stevens F. G. 228 _Swenk M. H. 264. ° Uyeda M-.139 Stewart F. C. 56 Stift A. 306 Strampelli N. 13, 233, 267 > Stuart W. M. 191, 206 Tellez P. M. 108 Ternetz Ch. 319 Theobald Fr. V. 216 Thowton Th. 142 Tomei B. 311 Towsend 0. 0. 34400 Tubeuf (v.) K. 58, 252, 311 n Turetschek Fr. 128 Yamanonchi I. 302 Verissimo d’Almeida J. di 174 " Vidal D. 64 Viguier R. 318 * Voglino P. 58, 104, 164, © 274, 335 ia: pt Vuillemin P. 109 SAR Wagner 176 de: 4 Si Waid.C. W. 906 NIE Whetzel H. H. 263, 268 Woycicki Z. 342 Ae Wulft Th. 58 Dotto] Zach Fr. 77) 1424 VONNO Zacharewiez E. 208, 255 Zanoni U. 138 2.0 Zimmermamn A. 13, 235 pi nb AT New York Botanical Garden Libra INTFMIMORICLOL 5 00280 4662