Epi o itati >> ao heat ciare h hai i tati V_dreio dita tt md e» METER ITER | POSA e ma e Gia 0 | nni - LEI i MESI RI - ; . TETI : pai oe sa DA n ) sofia td veti dio d0 È or de fe Pub Ade ma —r_©tte Tttrt.me=ntEnTt—a pndatt ur _ me Pe gr dt tota dg ia dirt ATEI. Re ite degenti + = (hg) i 1-0 co dr ceto sa è de le lpngiiota? ideatore ieri deo AR tte Naimr i» fulia it sana = 3 ea Ae ad liberiziet i re INCI rei . a mnater MITAC i mpiira. i nf der pierre dor. esta Ad Rom be perdi "= n Se eco e nti ene cel dd ae siii dii - la ia beta presi vie dee fi dna civ cr ” i ” < ni pioioro,. Miei “e rn ” ro dii pt a Verrua UG Sen n hi x i ef , o ee De nei -- ra paee ra pria Rupee ‘ ERE riparto i in Li rido I va MIZIOLI ia Per hidbet' ge rat: 4 Pi dd tere tei 3A è - Pod od d - ded ino Feltri de Li Non, taste Pe tera sed 91 a 7-4 è n Harvard Botar 044 10 45- RT 4% Gib Darvard Unibersitp REFERENCE LIBRARY OF CRYPTOGAMIC BOTANY e À a Le “x PU, "i “a ind x È ti > W Li , (i i + M P N IVA n i] ‘ Pu ù dei a] A , pe A ‘ 2A : ri . he 7) ll ° ® Za tI % ‘* 5 e a x i i : A: vl ge Me sb V MEN, tà | Rivista di Patologia Vegetale sie i, DIRETTA DAL i . Dorr. LurGr MoNTEMARTINI ; 3 Professore dî Patologia Vegetale nella R. Scuola Superiore d’ Agricoltura in Milano PRE” Bici CI Collaboratori: Prof. F. Cavara (Napoli) - Prof. G. DeL Guercio A (Firenze) - Dott. F. O’ B. ELLIson (Dubtno) - Prof. A. KRoLopp d (Magyar-Ovar - Ungheria) - D. S. Horr (Nishigahara-Tokio) - i b M. ArPine (Melbourne - Australia) - D". E. Brssey (East Lansing | 7 -- Michigan) - Dott. G. Bergamasco (per la Russia). ANNATA VIII: 1916 o) PAVIA — TIPOGRAFIA CooPERATIVA 1917 e tN "tto [ra INDICE PER MATERIA INDICE PER MATERIA Originali. }, Gaporto L. — Una nuova matrice dell’ Ascochyta hortorum feepep i ainit CO. Ln n gun MONTEMARTINI L. — Sopra la specializzazione dei funghi pa- e; rassiti, con particolare riguardo alla specializzazione delle ta. — L’azione dell’ Aecidium Clematidis D. €. sopra le foglie - della pianta ospite . : } ì ; rd. — - Alcune malattie nuove o rare, osservate nel Laboratorio > B di Patologia Vegetale di Milano: 15-21 TrorTER A. — Osservazioni biologiche sulla ruggine del pero 4% | TurconI M. — L’alternariosi del garofano in Italia ; “_ x rs Generalità. È LE È. Briosi G. — . Rassegna crittogamica per l’anno 1915, con. no- tizie sulle malattie del frumento dovute a parassiti vegetali Si PEVENS F. .L. — Alcuni problemi di patologia vegetale in re- US: GRA lazione MERONE ONE STRO E E Ia ati hear Na" Na Mialgtile dovute a parassiti vegetali. N, Lu t% ca malattia A tumori avibpati dell’ erba me- ici in Francia SITE ET, ORA RAT RAI RESTI ruggini dei cereali . / si i ;_Pogi Pag. 197 » 198 Pag. 186 Mm $05 5 Una varietà di fagiuoli resistenti all’antracnosi IRA 12 BARRUS M. F. — Osservazioni di morfologia patologica sul fra- Pea mento affetto da carie... : 7 i , URI ; Besspy E. A. e CLINTOCK M.J. A. —- Alcune malattie del ginseng n BrrIosr G. — Rassegna crittogamica per l’ anno 1915, con notizie sulle malattie del frumento dovute a parassiti vegetali ... Brown W. — Studi sulla fisiologia del parassitismo. I, L'azione | della Botrytis .cinerea LINE ai STI CRC i AVARIATI mi MESE Busàg Fr. — Funghi nuovi della Moravia MI BuBàk Fr. e Sypow H. — Alcuni funghi nuovi dio MO Capus J. — L’ evoluzione ed il trattamento della peronospora a La nel 1915, secondo l’ inchiesta della Revue de Viticulture .., © 6 CenceLLI A. — Solfato di rame e peronospora . .. |. 0. °° 0490 CrarLes V. K. e JENKINs A. 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Andropogonis <.<... n° 29 ì LopriorE G. — Sulla puntatura dei grani di frumento . ; BICIDE | Marrer L. — Contribuzione allo studio della micologia ligu- vi: ani ARTI AREAS RITO FILS ARRONE ERI > Id. — Nuovi micromiceti liguri . : 6 : : 4 3 Re MarEscaLcHI A. — La grande annata della peronospora e la i Me e dna ai 81 MonTEMARTINI L. — Sopra la speciatizzazione dei funghi pa- rassiti, con particolare riguardo alla specializzazione delle ruggini dei cereali . : È : : ; ; . Pag. 35 e 145 Id, — L'azione dell’ Aecidium Clematidis D. O. sopra le foglie fingialia piantarospite 2 i n e a Pag. 165 Sd — Alcune malattie nuove o rare, osservate nel Laboratorio di Patologia Vegetale di Milano: 15-21... ..0.0y 177 . — Intorno ad alcuni casi di simbiosi autunnale locale e | temporanea Ù i ; 4 - : . i ; 14 24 ° i. dell Hérault sopra l'invasione peronosporica sa: 1:30 PA RR OR RRE -> E E LION V.—- Intorno alla biologia dell’ Exoascus deformans ed ai trattamenti preventivi della lebbra del pesco . . —, 88 4 Paarion Vi O tinia serrulata . : i : ; ? : VARI sa Id. — Le Sclerotinie parassite degli alberi da frutto nella re ; Li gione Emilia è ; 2 : 1 ; : } 5. POTRO i: PreTRI L. — Un’ esperienza sull’ azione reciproca fra radici. mi- cotrofiche di piante diverse . ; : eo VITAE RR L Perri L. e ADANI A. — Ricerche sopra una malattia dei coni nen "a di. Pinus Pihea i, ITER VERA PerRonEL B. — Una nuova malattia del lupino prodotta da + Chalaropsis thielavioides Peyr. nov. gen. et nov. spec. O SA 208. PooL V. e Kay Mc. M. B. — Relazione fra movimento degli CARA stomi ed infezione da parte della Cercospora beticola LO Ra 162. RaAvaz L. e OBIEDOFF S. — Sopra le variazioni della resistenza i 3A dei grappoli alla peronospora . . . : E LA gp 88 Rose D. H. — Ossidazione nella corteccia di melo sana ed am- ca LARTAbB it AL A] ORTI re: TIRVIR 26) RoseNBAUM J. — La peronospora del ginseng . 4 MIA eo SarLLaro E. — Sopra le barbabietole attaccate dalla Cerco- ir spora DELicold BUCO. ‘i. i a cn cr TOSI NO REN Savasrtano L. — Le fumagini negli alberi coltivati 5h il trat- SARI tamento colla poltiglia solfo-calcica ; i ) È Rici xd 205 SemicHon L. — Azione dei sali di rame contro la peronospora ,; 890 Snaw F. J. F. e AJREKAR S. L. — Il genere Rhizoctonia nel. dest: PO Tndiati et e TIR Ma IN et ARA INA Soave M. — Il rame nella difesa contro la peronospora della vii di vite e delle altre piante coltivate (nozioni preliminari). /», 51° Id. — Possibile economia sulla maggiore spesa prodotta dal sat ì nt l'alto prezzo del solfato di rame . ; i Vis SE SVI ii. i po N 8 Stewart V. B. — Le macchie fogliari negli ippocastani LL. n 90 TROTTER A. — L’oidio della quercia sul castagno . È È Voi Ba Id. — Osservazioni biologiche sulla ruggine del pero. |. ni | Turconi M. — L’Alternariosi del garofano in Italia . * STE con \ | (i Pai Med È. Lo pi È { fi preti si hi HT BeRLESE A. — Tempo galantuomo . ; ; gta Id. — Giuoco di miliardi. A proporito della rente ALOSISErE” ti, ca e GIOIA OA INDICE PER MATERIA È | BeRLESE A. e PaoLi G. — Un endofago esotico efficace contro il Chrisomphalus dietyospermi Mory. Bessey E. A. e Byars L. P. — La lotta contro la tubercolosi delle radici De 4 SRUEPE ‘ i 3 Bessey E. A. e CLIintock Mc. J. A. — Alcune malattie del ginseng i d STRIGRE CLinrock Mc. J. A. — Esperienze per combattere le anguillule delle radici , Sh ; 9 i . : ue Exrer V. — L’afide lanigero. - Resistenza relativa di alcune varietà . | ; Goparp A. — Possono gli uccelli salvare la vite? . : 4 Grassi B. — Stato attuale delle conoscenze concernenti la bio- «— logia delle fillossere . PAESE TCA DERE SCADE _ Ia. — Concetti moderni sulla lotta contro la fillossera LécarLLon A. — Sopra l’esistenza di due generazioni nella Ga- leruca dell’ olmo (Galeruca luteola F. Mill.) e sul modo come si succedono l’ una all'altra . ì ._ MANARESI A. — Una locusta dannosa alle frutta «+ MarreLLIi G. — Intorno a due specie di lepidotteri dei generi Zelleria e Glyphodes viventi sull’ olivo . SavastAaNnO L. — La mosca nera dei fichi . ; : Id. — Del valore agrario che l’arboricultore deve dare alla mi- cosi del crisonfalo 4 _—SiLvestrI F. — Contribuzione alla conoscenza del genere Po- ti ropoea Forster . ; È i s Id. — Descrizione di alcuni imenotteri Braconidi parassiti di Ditteri Tripaneidi nell’ India 7 ; Id. — Sulle specie di Ty ipaneidae (Diptera) del genere Carpo- | myia dannose ai frutti di Zizyphus SPLENDORE A. — Per la lotta contro le arvicole. Supino E. — Su alcuni insetti dannosi al riso 4 Topi M. — Sui trattamenti insetticidi contro le tignuole della vite. - IL Trattamenti con l’estratto di tabacco. - II. Trat- . tramenti con l acqua calda «1912-1913 È LA LATI | TrincgIERI G. — La lotta contro le cavallette nei diversi paesi ProriMENKO Mi boro 8: 11 vino ‘otteruto dalle viti Pag. VII 91 91 186 59 59 60 97 205 206. 206 207 98 99 191 208 INDICE PER pet “ tratti cogli arseniati per combattere la seconda Cod zione degli insetti. $ " : ; 4 ‘ 4 ‘Pag. TrorreER A. — Atrofia parassitaria della corolla e ‘virescenze nel Trifolium angustifolium L. ; ; + rst die Vincens F. -- Beauveria Peteloti nov. sp. Isaria polimorfa, pa- rassita degli imenotteri nell'America tropicale n SCR RECISPO VoGuino P. — Osservazioni sulla biologia delle tigniole della i vite e sui mezzi di cura - Anno 1914... . ti: ADI Id. — La diffusione della Diaspis pentagona in relazione colla cs A Prospaltella in Piemonte nel 1915... 0006100 i GE Malattie dovute a bacteri. » HeaLDb FR D. — Nota preliminare sopra l'osservazione delle foglie da parte del Bacz2lus amylovorus E ERRE HawcHINsoN C. M. e JosHI M. V. — Marciume bacterico dei di tuberi delle patate ammucchiate nei magazzeni . 7 : iam PeGLION V. — L’avvizzimento bacteriaceo del pomodoro. i Re > Savastano L. -- Il seccume del fico . È i ; : MARIA 7 SwirH E. F. — Studi sul crown-gall per dimostraro i cambia- AE; menti di struttura delle piante in relazione al variare del- l’azione stimolante. . ; ; . È i " alt i RO SteWART V. B. — Note sul brusone o necrosi dei peri . "i 94 WAGNER R. J. — Le sostanze bacteriche nelle piante sane ed i « à ammalate. I “Le pidnte Same 1040 0 27 Malattie dovute ad agenti atmosferici. ///° Cavara F. e Parisi R. — Sulla resistenza delle PIPPI all’ av- 3 (000 SA vizzimento . è ; È At TE + RAINER "gra, < » — Pag. 212 i Gara P. J. -- Studi sull’acqua interna dei meli LL...» ts! ; PasseRrINI N. — I semi di frumento germogliati a raccolta e. i loro influenza sulla futura campagna granicola. . TRrAvERSO G. B. — Radici aeree nella vite. Fox WoLr F. A. — Radici anormali di fico di Mins: 4 1 ST INDICE PER MATERIA ix Malattie dovute ad agenti chimici. | Coog M. T. e Wison G. W. — L’azione dell'etere sopra l' ac- crescimento dell’ Endotia 3 Pag. 18 Ducomer V. — Osservazioni sopra il trattamento del frumento col solfato di rame 4 RSI | _—Hartevy F. M. e Rose:R. C. —- Gli offetti del gaz illuminante 5 sopra le radici 5 agio > 3; 1:18 ‘MoRETTINI A. — L’impiego dell'acido solforico per combattere D le erbe infeste nel frumento HE A PI ZIE (O VisLicenus H. — Danni prodotti sperimentalmente col fumo. Ei I Malattie dovute ad azioni fraumatiche. HoLpen H. S. — Ulteriori osservazioni sopra le reazioni al.3 ferite nei picciuoli di Pteris aquitina Pag. 110 La Marca F. — Contributo alla fisiologia e tecnica della for- ._zatura delle piante legnose di 9 Malattie d’indole fisiologica | Arnaup G. — L’ingiallimento delle barbabietole nel 1915 Pag. 101 c; ‘a BerTtHANET P. — Sopra le malattie delle barbabietole s 05n1DI . GieLioLi I. — Contro l’allettamento del frumento. Proposta di sperimentazione cooperativa 3 0102 È Rivera V. — Fattori di allettamento del Wmerbas colture 3, | sperimentali in vaso a Ì put101 - Sara R. G. — Lo studio delle SRI n aelelagione » delle piante \... f. : Seti , } ‘ ni 215 re; Malattie d’indole incerta. A LI ARD H. Ai — Riassunto delle ricerche sul mal del mosaico de el tabacco, insieme alla bibliografia delle più importanti pria, bblicazioni sull’ argomento dA, LI e ri ga LO ALLARD H. A. del virus del mal del mosaico del tabacco LA LEA — Effetto della diluizione sull’ azione infetti Id. — Alcune proprietà del mal dei mosaico del tabacco ArcanceLI G. — Sopra alcune varietà di Diospyros kaki e sopra | una malattia riscontrata in una di esse SOI at CR BecuINoT A. — Sopra alcune deformazioni tuberoidi sulle ra- dici del comune girasole (Melianthus annuus L.) e sulle. |. D ho; cause delle stesse . . ; È i i 2 Ma ì \ À a61o Cook D. F. — Brachismo, deformazione ereditaria del cotone || {| pal e di altre piante Lea e Durini ; PRIA PANTANELLI E. — Possono guarire le talee di vite arricciata ? n° 104. PeTRI L. -- Ricerche sulla malattia del castagno detta dell’in- »i ; chiostro . ì oa Ra : . LAI, LOL TRABUT L. — A proposito della malattia dei castagni nelle i: Ardéche ; ; : i f : x ù 4 s " 105 Fisiopatologia. ALLarRD H. A. — Effetto della diluizione sull’azione infettiva. SA del virus del mal del mosaico del tabacco . REPPAA . Pag. 28 1 BaARRUS M. F. — Una varietà di fagiuoli resistente all’ antrac- nosì È ; È È . È 2 x ; x ì ) presa 10,5, i 1A. — Osservazioni di morfologia patologica sul frumento af- a fetto .da- carie ii. arl eo Brown W. — Studi sulla fisiologia del parassitismo. - I L’a- °° Pr, zione della Bolrytis cinerea |... È Loreta SUR 2. BuscaLioNI L. — Contributo allo studio della caduta licia foglie... 21 sv Cavara F. — Esiste pedogenesi nelle piante? . ì È "IRE 189 CAavaRra F. e ParISI R. — Sulla resistenza delle piante all’ av- cagata a vizzimiénto si Latta AR A A AO Comes 0. -- La profilassi nella patologia vegetale . pr RR i A Cook M. T. e Wilson G. W. — L'’ influenza del tannino conte- nuto nella pianta ospite sopra l’Endothia PRIORA, e specie de: affini IL x î s A È. e RITIENE È a ta (Sal Dastur J. F. — Il seccume delle patate in India ;i rta si DegLi Amt M. — L’acidità dei succhi in alcuni i vitigni è 33 loro resistenza alle malattie. /\.°/\.Li 0 a sg O Aa È i A DI INDICE PER MATERIA XI i Erigsson J. — Sulla ricomparsa della peronospora (Phytopktho- ra infestans) nella vegetazione delle patate . } i . Pag. 189 Fiepor W. — Sulle foglie variegate e dimorfe di una varietà coltivata di Funkia lancifolia Spreng. . . . . pi 17109 a ; GieLioLi I. — Contro l’ allettamento dei frumento. Proposta di Z sperimentazione cooperativa . | ì i i 3 310402 —HAsseLBRING H. e HawKixs L. A. — Cambiamenti fisiologici nelle patate dolci ([pomoea batatas) durante il magazzi- naggio . È : 4 1 % î u ° È x * no 110 È Hi F. D., GARDNER M. W. e StupHaLTER R. A. — Disse- minazione a mezzo dell’aria e del vento delle ascospore del fungo causa del seccume del castagno . È di . #28 . Houpen H. S. - Ulteriori osservazioni sopra le reazioni alle s ferite nei picciuoli di Pleris aquilina 2/2/2000. 110 È La Marca F. — Contributo alla fisiologia e tecnica della for- : zatura delle piante legnose .. . JIRCA SARDINIA NS S9 — Lone W. H. — Azione dell’ospite sui caratteri morfologici della i Puccinia ellisiana e P. Andropogonis . £ i È < Ri I Link G. K. K. — Studio fisiologico di due specie di Fusarium causa di marciume dei tuberi e di avvizzimento delle px 3 tate 3 : ) . ; 5 s ; È 3 : ; n 219 È MoLLiaRrp M. — Produzione sperimentale di tuberi sul fusto Si principale nella patata . x £ : x è s i MI. MoxTEMARTINI L. — L'azione dell’ Aecidium Clematidis D. C. sopra le foglie della pianta ospite . . ZARA - x 1.5 46D Id. — Intorno ad alcuni casi di simbiosi autunnale locale e temporanea . ; y : Ca, ; È È . ) SR LE PeGLION V. — Svernamento di 0:dium sp. parassita della Pho- tinia serrulata . i . ; ; ) à . i di CEE190 PerRI L. — Un’ esperienza sull'azione reciproca fra radici mi- | cotrofiche di piante diverse . ; MED È Poor V. W. e Kay Mc. M. B. — Relazione tra movimento degli È | stomi ed infezione da parte della Cercospora beticola % n 162 . Ravaz L. e OBIgpOFF S. — Sopra le variazioni della resistenza i dei grappoli alla peronospora . | : È - , È RAR | Rivera V. — Fattori di allettamento del frumento: colture a Ù. Ca ME RENE RI SR n, ARI (8.1 COLERA A Mo SAILLARD E. Sopra le barbabietole site spora beticola Sace. LL. | at ne 4”, ti SemIicHON L. — Azione dei sali di rame. contro la perono Re: Swra R. F. — Lo studio delle malattie. “ fisiolo giche , Li piante! ti ii RE dh ammalate. - I. Le piante sane. Anatomia patologica. duita: E. F. — Studi sul crown-gall per dimostrare i cambia. % È DR menti di struttura delle piante in relazione al variare del- Ù SROTE, l azione stimolante i at e RE Pi a 1 o * i 3 # di ARTO SR i ate A Pr Vao A De. 00 + Abete, Uoenangium Abielis 32 Phylophthora Caclorum 32 Acanto, perforazione delle foglie , p 180 ; 3 Septoria Acanthi v. romana 181 Acero, Pachybachidiella polyspora 47 . Rhytisma acerinum 45 Uncinula Aceris 215 s Albicocco, gommosi 203 Monilia cinerea 50 "i taxa 50 Sclerotinia lara 203 è + DE | Altea, Puccinia Malvacearum dI | Aglio, Puccinia ‘Allii 81 Agrostis, Puccinia graminis 150 | Agrumi, bianca rossa 53, 63 a crisonfalo 97 A ca Chrysomphalus dictyospermi 583, 63 fumaggine 205 «i ri Pr'ospaltella lounsbourgi 53, 63 s,; Allium, Puccinia Porri 47 Mo Uromyces ambiguus ATO A no lropogon, Puccinia And) ‘0PUgo- i nis 29 Cata ellisiana 29 ancio, Penicillium 198 par agio, mosca 95 PER o E AA; (I 7 c dii ie MI ° INDICE ALFABETICO DELLE PIANTE AMMALATE TIRI IRSA ARR PRO, PIATT TI PI II XII INDICE ALFABETICO DELLE PIANTE AMMALATE Platiparea paeciloptera 95 . Rhizoctonia Asparagi 6, 7 Avena, Puccinia coronata 150 Puccinia Rubigo-vera 152 Barbabietola, Aphis Evonymi 101 black-rot 50 Cercospora beticola 25, 101, 162 Corticium vagum 50 ingiallimento 101 marciume della corona 50 marciume della radice 50 Phoma betae 50 Phoma tabifica 101 Khizoctonia 50 È violacea f. Betae 6 Rhizopus nigricans 50 Uromyces Betae 101 Urophlyctis leproides 186 Batata, cambiamenti fisiologici 110 Begonia, Phyllosticta Begoniae 31 Betula, Byctiscus betulae 206 Poropoea Defilippii 206 Biancospino, £ usicladium Crataegi 185 Phyllosticta bacillaris 183 ticchiolatura 183 Venturia Crataegi 183 Bignonia, Pleospora Briosiana 88° Camelia, Alternaria Cameliae 147 cocciniglie 194 > fumaggine 194 Canapa, Botryosphaeria Marconii 9 Dendrophoma Marconi 9 Carciofo, Ascochyta hortorum 45 topi 96 Careya, Biosteres compensans 206 Chaetodacus incisus 206 Opius incisi 206 Carota, Rhizoctonia violacea f. Dau- ci 6 Castagno, bacteriosi 177 Endolhia parasitica 29 mal dell’ inchiostro 105, 212 moria 105 oidio 52 seccume 28 Cavolo, cavolaia 164 Centorrhynchus pleurostigma 32 Plasmodiophora Brassicae 219 Cereali, carbone 198 nero 187 ruggine 33, 145 Cetriuolo, Cercospora Melonis 5 Cladosporium cucumerinum 5 Colletotrichum lagenarium 5 ». Otigochaetum 5,164 Gloeosporium lagenarium 5 i orbiculare 5 Chenopodium, Hypochnus violaceus 6 Ciliegio, bolla 181 Eroascus Cerasi 182 Monilia 198 n cinerea 203. Cinnamomum, Macroph. Cinnamo- mi - glanduliferi 88 Cipolla, Anthomya cepa r um mosca 31 AMIN peronospora 52 bw Clematis, Aecidium Clematidis 168. n” Cocculus, Phomopsis Cocculi 88 fe Cotogno, brown-rot 201 bitter-rot 202° Sl i cancro 201 Nfzi Diplodia Malorum 202 n» Pseudodiplodia 202 — xi Helicomyces Sphaeropstdis 202 # marciume nero 201 % Phaneroptera faslata 59 Physalospora Cydoniae 202 = Sclerotinia Cydoniae 208 s si fructigena 32 soia Malorum 202 p Pomorum 202 e: ruina 202 si sumachi 202 Sphaeropsis Cydoniae 202 " | Malorum 202 ; Cotone, brachismo 20 Corticium vagum 9 ;4 } Crisantemo, Septoria Chysanthemi, ; fi. dI d. Ù 4 o” Erba medica, arvicole 219/00 È Ò o è 14° BA î A crown-gall 186 dt e ola I cuscuta 219 PRENO Leptosphaeria circinans 6 di î ; mal del gozzo 186. di SI di Rhizoctonia Medicaginis 6 LO Sronucha AAA 3188; co E . Faggio, Da coccus roi DI oidio 52 Ù pia din menti, # ; È ) vas # P Pes pe Ra ; da * ai De | Bacterium Phaseoli 106 brusone 106 $ Colletotrichum Lindemuthia- num 106, 164 Sclerotinia Libertiana 106 Fava, afidi neri 96 antracnosi 198 orobanche 199 ruggine 218 Uromyces Fabae 218 Fico, bacteriosi 62 gommosi 62 Lonchaea aristella 60 mosca nera 60. Phyllosticta sycophila 164 radici aeree 15 seccume 62 Simaetis nemorana 31 Fragola, Sphaerella Fragariae 164 Frumento, allettamento 26, 101, 102 Alternaria tenuis 188 carie 52, 107 Cephus pygmaeus 31 Cladosporium herbarum 187 diradamento 96. . erbe infestanti 16 germogliazione in spiga 14 Gibellina cerealis 198 golpe 198 mal del piede 112, 198. nebbia 198 peronospora 198 Puccinia graminis 35, 150 5 Rubigo-vera 152, 196 puntatura 187, 198. ruggine 113, 196, 197. Septoria glumarum 197 È pi t «n graminum 197 REISER A E IRR I PR NE RIE CITATE RI TIZIA N I iL Dn MP IAINO R POSATO SÙ eta i, I PRENA L a te E INDICE ALFABETICO DELLE PIANTE AMMALATE 4°: Tilletia foetens 107 ustioni di solfato di rame 16 Funkia, variegazione delle foglie 109 Galeopsis, Hypochnus violaceus 6 Garofano, Alternaria Dianthi 2 alternariosi 1 Heterosporium echinulatum 4 nero 4 Gelso, Chilocorus bipustulatus 62 Diaspis pentagona 61 Fusarium lateritium 31 Prospaltella Berlesei 61 Ginepro, Gymnosp. Sabinae 65 ruggine 65 Ginseng, anguillule 91 avvizzimento 91 black-rot 91 peronospora 89 Phytophthora cactorum 90 Sclerotinia Panacis 91 Girasole, tubercoli radicali 161 Granoturco, vermi 219. Hamamelis, Physalospora Cydo- niae 202 Helianthus, tubercoli radicali 161 Ipomoea, cambiamenti fisiologici 110 Ippocastano, caduta delle foglie 21 Fusicocecum petiolicolum 49 Guignardia Aesculi 90 | macchie. fogliari 90 Phyllosticta Paviae 90 Juta, Corticium vagum 9 Kaki, Botrytis Diospyri 106 caduta dei frutti 105 Sclerotinia fruetigena 31 screpolatura dei frutti 106 ‘ Larice, Cercospora exosporivides 49 Lophodermium laricinum 32 Lattuga, Sclerotinia Libertiana 198 Lupino, Chalaropsis thielavivides 203 Fusarium vasinfectum 204. Sclerotinia Libertiana 204. Melagrano, Ceuthosp. Punicae 180 sugherosi 179 Melanzana, Ascochyta hortorum 51 marciume dei frutti 51 Phomopsis verans 51 seccume 51 Melo, afide lanigero 58 antonomo 164. bitter-rot 202 brown-rot 201 bruco 218 cancro 201 Carpocapsa pomonella 164, 194 Diplodia Malorum 202 n © Pseudodiplodia 202 Fusicladium dendriticum 96 Helicomyces Sphaeropsidis 202 marciume centrale 18 si nero 201 Numinularia discreta 26 Phaneroptera falcata 59. Physalospora Cydoniae 202 scabbia 198° Schizoneura lanigera 95 Sphaeria Malorum 202 4 pomorum 202. ( INDICB ALFABETO DELLE PIANT N rt 2993018, Hi YGOGEREE violacers 6 i $i , TOT Fusarium okxysporum 2183 w trichothecioides ‘213 L tuberivorum 214 germogliazione 144 Hypochnus Solani 6 leak 200 marciume 11, 200, 218 peronospora 52, 195 Phytophthora infestans 107, 189 Pythium debaryanum 201 Rhizoctonia Solani 6, 9 Rhyzopus nigricans 201 scabbia 112, 198 scabbia nera 186. seccume 107 tuberi sul fusto 24 Patata dolce, Rhyzopus 198 Pentstemon, Puccinia Andropogo- “nis 29 Pero, Bacillus amylovorus 94 bitter-rot 202 black-rot 198 brown-rot 201 brusone 94 ‘cancro 201 Carpocapsa pomonella 194 Diplodia. Malorum 202. bi Pseudodiplodia 202 Fusicladium pirinum 96 Gymnosporangium Sabinae 603 Helicomyces Sphaeropsidis 202 marciume nero 201 necrosi 94 ‘Phaneroptera falcata 59 Physalospora Cydionae 202 Phytoptus pyri 31 Roestelia cancellata 65: ruggine 64, 65 INDICE ALFABETICO DELLE PIANTE AMMALATE XVII scabbia 198 Sclerotinia fructigena 164, 203 Sepltoria piricola 31 Sphaeria Malorum 202 È pomorum. 202 # ruina 202 ; sumachi 202 Sphaeropsis Cydoniae 202 3; Malorum 202 Pesco, bolla 32, 52, 96 Diaspis 89 Exoascus deformans 32, 88, 96 lebbra 88 mal bianco 197 Monilia 198 Sphaerotheca pannosa 164 Photinia, Oidium sp. 190 Pino, falena processionaria 832 Sphaeropsis necatria 159 . Pioppo, Dothichiza populea 31 Fusiclaldium radiosum 31 Pisello, Ascochyta Pisi 198 Platano, Gloeospor. nervisequum 31 Lithocoltetis platani 31 Pomacee, tiechiolatura 96 Pomodoro, Aplanob. michigan. 12 avvizzimento 12 _ marciume 8; 197 peronospora 52, 197 Phoma destructiva 8 Porro, Anthomya ceparum 164 Pruno, bozzacchioni 96 Esxoascus Pruni 96 - | Pieris aquilina, ferite 1110 Quercia, Alelabus nitens 205 Gloeosporium marginans 47 licheni 159 micoriza 163 oidio 52 Physalospora Cydoniae 202 Poropoca Stollwercki 205 Rhododendron, Phyllosticta oc- culta 49 Ribes, Hendersonia gigantispora 49 Riso, Hydrocampa nymphaeata 98 insetti 98 Stratiomys chamaleon 98 Trianodes bicolor 98 Rosa, Botrytis vulgaris 197 Coryneum microstictum 3I marciume 197 Sphaerotheca pannosa 164 Secale, Puccinia graminis 34, 35, 150 % Rubigo-vera 150 Sedano, Acidia Heraclei 31, 164 malattie diverse 52 mosca 31 Phoma apicola 31 seccume 87 Septoria Apii 87, 198 Sonchus, Hypochnus violaceus 6 Stellaria, Hypochnus violaceus 6 Susino, afidi 220 Hyalopterus pruni 220 Monilia 198 pidocchio ceroso 220 Tabacco, mal del mosaico 20, 28, 2101 Thea, Alternaria Camelliae 147 Tiglio, Cercospora microsora 178 macchiettatura 178 Phyllosticta bacteroides v. min. 179 PhyUosticta tiliicolta 179 Trifoglio, Eriophyes plico Ù 4 ' i NPA (Pre Mii do È, INDICE ALFABETICO DELLE PIANTE AM folii 100. Polythrincium Pop 100. Urophlyctis Trifolii 186. virescenze 100 Urtica, Hypochnus violaceus 6. TA dà Uva, black-rot 198. ip Val < Penicillium 198 ph Yucca, Macrophoma Yuccae 88 n, hi Viola, Aecidium Violae 176 i Puccinia ellisiana 29 Violaciocca, Phy/losticta cheiranthi- | cola 49 Vite, arricciamento 104 © "RESI brina 1983 clorosi 112 | Cochytis 10, 31, 93, 99. ot ì N colatura 95 ENI : Eudemis 93 | seg fillossera 44, 54, 56, 58, 68, 65 ; 143, 191, 217 O millerandage 95 A ni peronospora 7, 49, 51, 68, TI, 81, 82, 83, 84, 86, 96, fr. 198, si tra di » va 197, 217 Polychrosis botrana 10, 35 soi radici aeree 15 TRIO roncet 104 d 10% Po ‘tignuola 10, 95, 99. topi caragnnni] 148. MR vesui li Eu pamap nos %, ti (MEA azvaner | Tetrastichus sp. 207 | Ascochyta sp. 184. C Zuoca, antracnosi 198 A pttCO pelle PraNtE AMMALATE Leptosphaeria Cucurbitae 185 Phyllosticta cucurbitacear. 184 punteggiatura foglie 184 Septoria Cucurbitae De: ‘ VE } x | Cercospora Cucurbitae. 184. TREO. FR A2s n $ 87 3 DIR} ; i ‘ 4 i id dp #. "a 7 ni 2A è I : 19 RR FI REA Li I SRI E 7 i Reti Em, x Te SV 7 TRASI Si MAC ; 1) ” Dr CASSESE î , f 3, ui DI À ta a Fei MST RATE + 0 x V vi » Me y i A p ASI det 1 £ ; è Lat - Ò tì È net, : 4 ’ ai si \ LI x ai - ; bI ‘ - ch Lotta SIA È Le pà 54% i RT È LI Pot” n ha 4 RIALZA ROPT4I 0! Pi Ea i CATA A sti mn AL re DE Son È aero vie - 4 Part s L gdo: wii i e. i tros, pi° e: Lago 346 e BA DES A i ti d K ° » di Ada La EIA MATA » È Di er , Sa ”, PI , # (4 AREE (i sii ue i Va rospo. iper mM ) 5 i LIA sì i KS pa ì murs ro: fa st PRG it per ARARESSSAMDI x gw ) TRE Da ne CO 1a OLA Pa ; » po, dif dI RE: RAI Pa n Pe PIRA GLELA IT : îi y 191 4 + x ‘ E; É BITTO Lui È, y 3 “ à so | à Pi 4 vb: È us el e fanohi i se) "i , È fi > 1188 n Ù sf #i Ù pi sà IRA inpioE Ii ‘DELLA paso INDICE ALFABETICO DELLE MALATTIE E DEI PARASSITI Acari 96 Avvizzimento (ginseng) 91 “i i Acidia Heraclei 31, 164 » (patate) 200, 218 n Aecidium Clematidis 165 3 (pomodori) 12 Lg a Violae 149, 176 Bacillus amylovorus 94 ì Afidi 220 n solanacearun 12 "i Afide lanigero 53 . Bacteriosi (del castagno) 177 } n nero delle fave 96 ATO, (del fico) 62 Allettamento (frumento) 26, 101, 102 Bacterium Phaseoti 106 Alternaria Camelliae 145 sì pytymyvi 207 Nun | g Dianthi 2 P° tumefaciens 190 "O : tenuis 188 Beauveria Peteloti 160 A; dad Alternariosi (garofani) 1 Bianca rossa (degli agrumi) 58, 63 7 . Anguillule 91, 97 Biosteres carpomyiae 206, 207 È (et | —Bracon Fletcheri 206, 207 (0 Brina 19800 Bruchi (delle mele) 218 i (delle noci) 218 Brusca (olivo) 197 Brusone (dei fagiuoli) 106 à (dei peri) 94 Byctiscus betulae 206 Caduta delle foglie (ippocastani) 21 Calliptamus italicus 209 Cancro (pomacee) 201 Carbone (dei cereali) 198 Carie (del frumento) 52, 107 Carpocapsa pomonella 164, 194 Carpomyia vesuviana 206 Cascola (frutti dei kaki) 105 Cavallette 208 Cavolaia 164 Centorrhynchus pleurostigma 32 F Cephus pygmaeus 31 | Cercospora beticola 25, 101, 162 | $i Cucurbitae 184 di exosporioides 49 Ò Melonis 5 Ù microsoru 178 Ceuthospora Punicae 180 Chaetodacus cucurbitae 206 Ò incisus 206 | Chalaropsis thielavioides 203 | Chilochorus bipustulatus 62 Chionaspis Evonymi 31 Chysomphalus dictyospermi 53, 63 | Chysophlyctis endobiotica 186 | Cladosporium cucumerinum 5 È i herbarum 187 | Clorosi (viti) 112 Coccinella € - punctata 10 Wa | INDICE ALFABETICO DELLE MALATTIE E DEI PARASSITI XXI Cocciniglie (su camelia) 194 È (su ulivi) 195 Coccobacillus Acridiorum 210 Cochyflis ambiguella 10, 31, 93, 99 Coenangium Abietis 32 Colatura (viti) 95 Collelotrichum lagenarium 5 “ Lindemuthianum 106, 164 si oligochaetum 5, 164 Corticium Solani 50 , vagum 9, 50 Coryneum microstictum 31 Corvi 64 Crisonfalo degli agrumi 97 Crown-gall 190 À dell’.erba medica 186 Cryptococcus fagi 195 Cuscuta 194, 219 Cycloconium oleaginum 96, 19% Dendrophomà Marconii 9 Diaspis pentagona 61 Diplodia Malorum 202 Pa pseudodiplodia 202 Dociostaurus maroccanus 209 Dothichiza populea 31 | Endethia parasitica 18, 23, 24, 29 » radicalis 18, 24 Erbe infestanti 16, 95 Eriophyes plicator v. Tripholti 100 Erysiphe graminis 45 Eudemis vitis 93 Eupelmus urozonus 207 Exoascus Cerasi 182 $ deformans 32, 88 ” Pruni 96 Exosporium palmivorum 31 Misc 3 INDICE ALFABETICO DELLE MALAT Falena processionaria 32 Ferite 100 Fillossera (della vite) 44, 45, 56,.58, 63, 108, 145, 191, 217 Fleotripide (dell’ olivo) 96 Formiche 194 Fumaggine 96 » (degli agrumi) 205 ” (delle camelie) 194 ”» (dell’ olivo) 199, 205 Fumo 17 Fusarium sp. 198 La dendriticum 96 ” discolor 213. n etegans 213 » Eumartii 200 . n» lateritium 31 sO oxysporum 213 » pirinum 96 » trichothecioides 213 ” tuberivorum 2153 x vasinfectum 204 Fusicladium crataegi 133 £ radiosum 31 Fusicoccum petiolicolum 49 Galeruca luteola 186 Germogliazione (delle patate) 144 Gibellina cerealis 198 Gloeosporium lagenarium 5 M marginans 47 È nervisequum 51 ù orbiculare 5 x unionalis 60 Gommosi (del fico) 62 Grillotalpa 144, 194, 195 Grilli 219 Guignardia Aesculi 90 Gymmnosporangium Sabinae 65 Diacotistiriata (foglie di tiglio) s di LI Mal del gozzo us e è medio | ela Lé Si LI Heterosporium echviniulabum + a 1A #® w DI 0 Hyalopterus pruni 220 past iù, Hydrocampa nymphacata 98° x n va N Hypochnus Solani 6... °° 3 I violaceus 6/0 È ARE "i Ingiallimento (delle Parbabietole) 101 | REA Isaria densa 160 (e, dARI Lebbra (del pesco) 88‘. Li Lecanium persicae 31 . Leptosphaeria circinans 6. s cucurbitae 185 Licheni 159 Lithocolletis OTO. Rit Lombrici 64 Lonchaea aristella 60 Lophodermium laricinum 32 Lymantria dui aiù Macrophoma Cinnamomi-glandu- FIS liferi 88 VOSEDATA Macrophoma Yuccae 88... > Maggiolino 194... "ar Ca Mal bianco (del frumento). 198, È a ; (dei peschi) 197. «età ta) | Opius concolor 207 Marciume delle melanzane 51 n delle patate 11, 200, 213 È delle pomacee 201 a dei pomodori 8, 197 n delle rose 197 Melampsora Lini 43 Melanoplus spretus 209 Micorize 163 Microsphaera alphitoides 52 è quercina 52 Millerandage (della vite) 95 Monilia sp. 198 5 cinerea 48, 50, 203 »n Crataegi 48 È fructigena 48 sa taxa 50 ” Linhartiana 48 Moria (dei castagni) 105 Mosca (degli asparagi) 95 s (delle cipolle) 81 n» (dei sedani) 31 Mosca nera (dei fichi) 60. Mus sylvaticus 63, 143 . Muschi 96 Nanismo 21, 189 | Nebbia (del frumento) 198 Necrosi (peri) 94 Nectria cinnabarina 32 Nero (dei cereali) 187 » (dei garofani) 4 È Nummularia discreta 26 A Occhio di pavone (olivo) 96 _ Qidium farinosum 190 E » leucoconium 148 quercinum 52, 148 INDICE ALFABETICO DELLE MALATTIE E DEI PARASSITI XXIII Opius Fletcheri 206 n incisi 206 Orobanche (delle fave) 199 Pachybasidiella polyspora 47 Pedogenesi 189 Penicillium sp. 192, 199 Perforazione foglie (acanto) 180 Peronospora (delle cipolle) 52 » (del frumento) 198 si (del ginseng) 89 n (delle patate) 52, 189, _ 195 ”» (dei pomodori) 52, 197 ”» (della vite) 7, 49, 51, 63, 77, 81, 82, 83, 84, 86, 108, 193, 197, 217 Phaneroptera falcata 59 Phoma apicola 31 È Betae 50. È destructiva 8 n tabifica 101 Phomopsis Coculi 88 Li verans 51 Phragmidium subcorticium 149 Phyllactinia suffulta 31, 215 Phyllosticta bacillaris 188 S, . bacteroides v. minima 179 si Begoniae 31 | " cheiranthicola 49 4 cucurbitacearum 184 P, | Hydarangeae 164 “ occulta 49 el Paviae 90 -» Pe sycophyla 164 si tiliicola 179 Physalospora Cydoniae 202 Phytophthora cactorum 32, 90. Phytoptus Pyri 31 n vitis BI Pidocchio ceroso 220 Plasmodiophora Brassicae 219 Platiparea paeciloptera 95 Pleospora Briosiana 88 Polybia chrysothorax 160 Polychrosis botrana 10, 31, 99 Polythrincium Trifolii 100 Poropoea Defilippii 206. È Stollwercki 205 Prospaltella Berlesei 61° A lounsburgi 53, 65 Puccinia Alli 31 ì, Andropogonis 29 n Arenariae 43 È coronata 150 t- ellistana 29 si graminis 34, 150 Pi Malvacearum 31, 149 4 Porri 47 x Rubigo-vera 150, 196 Puntatura (del grano) 187, 198 Punteggiatura (zucca) 184 Punteruolo (dell’ olivo) 96 Pythium debaryanum 50, 201 Pytymys savii 207 Rachitismo 21 Rhizoctonia sp. 50 ò Asparagi 6, 7 Po destruens 9 n © Medicaginis 6 # Napi 9 # . Solani 9 si violacea 6, 7 È infestans 107, 189. n i (97107 Dal Rhylisma acerinumi 48 Rhyzopus sp. 198, 199 tr DR Vo o hi Di Dulcx bui 4 SÉ tI vi nigricans 42, 5, A Roestelia cancellata Boris ea Roncet (viti) 104 ATTS » Rosellinia necatria 32 |». Ruggine (dei cereali) 33, 445. n (delle fave) di dii , (delfrumento) gi 197 i Ti a e (del pet) “i 65: nia dA mi dI Scabbia (delle mele) 198” fr ”» (delle patate) 119, 186, 198 Don no (delle pere) 198... di Sc ‘nistocerca americana 1209 i ui 7 tavrtarica 209 nia È Schizoneura lanigera 65 seno, Ra Sclerotinia baccarum 48 I: SA 6 cinerea 48° da dI Ro 5 Cydoniae 208 <\thpift n i fructigena 32, ® 48,164, 208 iti iii sn Fukeliana 48 Yi, SISI dA I n FTohnsonti 48 È i ù laca 203. Li Hi ” Libertiana 106, SARE x Padi 48. I ss nil Panders ne ab Rial sì solerotiorum 480 iù, sE i Sclerotium qurum iali ( mia Lt Se an PT RALTAO | INDICE ALFABETICO DELLE MALATTIE E DEI PARASSITI XXXV Gi | Septoria Acanthi v. romana 181 Ticchiolatura (del biancospino) 183 ; 0°. Api 87; 198° SEA (del melo) 198 Ja A Crisanthemi 31. x (delle pomacee) 96 fn Cucurbitge 185, Tignuola (della vite) 10, 95, 99 È n» glumarum 197 Tilletia foetens 107. i i graminum 197 Topi campagnuoli 96, 195 4 n piricola 31 i Triaenodes bicolor 98 d Simaetis nemorana 31° Tubercoli radicali (girasole) 161 Sphaerella Fragariae 164 | Sphaeria malorum 202 _ Uncinula Aceris 215 É pomorum 202 Uromyces ambiguus 47 sn ruina 202 s Fabae 218 È sumachi 202 | Urophlyctis Alfalfae 186 Sphaeropsis Cydoniae 202 È leproides 186 | da malorum 202 si Trifolii 186 Abi necatria 159 | Sphaerotheca pannosa 164 Variegazione delle foglie (Funkia) Sterigmatocystis alba 42 109 Stratiomys chamaeleon 98 i Venturia Crataegi 183 Stromatinia sp. 48 Vermi (granoturco) 219 Sugherosi (melagrani) 179 Virescenze (trifoglio) 100 Viscum 44 Talpe 195 Thielaviopsis basicola 204 Zelleria oleastrella 59. i INDICE ALFABETICO DEGLI. AUTORI Adami A, 159 Ajrekar S. L. 9 Allard H. A. 20, 28, 210 Arcangeli G. 105 Arnaud G. 101, 186 Barrus M. F- 106, 107 Bassi T. 219 Béguinot A. 161 Berlese A. 53, 58 Berthault P. 101, 196 Bessey E. A. 91 Borghi C. 218 Briosi G. 197 Brown W. 22 Bubàk Fr. 47, 49 Buscalioni I. 21 Byars L. P. 91 Capus J. 77 Cavara F. 189, 212 Cencelli A. 49 Charles V. K. 9 Chifflat J. 49 Clintok M. J. A. 91, 97 Comes O. 111 Cook M. T. 18, 23 Cook O. F. 20 Coons G. H. 87 Pozzi C. 159 Cuboni G. 63, 217 | Hawkins L. A. 110, 200 | Heald F. D. 28, 94° Hesler L. R. 201. Jovino *, 199, 21 19° Vi i to DIR tinti cei Dastur J. F. 107 ca Degli Atti M. 108 CIRO Ducomet V. 16 } 5 Edson H. A. 50 pe Enfer V. 59 Eriksson J. 5, 6, 189 Figdor W. 109 Gabotto L. 45 Gara P. J. 18 Gardner M. W. 28 î Giglioli S. 1020‘ Gobbetti V. 144 :10 5 PASCAL ASIA Godard A. 92 | fica Grassi B. 54, 56 Mt Grimaldi 195 capta Gvozdenovie Fr. 7 SE LS Harley E. M. 180. Rf ia Harter L. L. 51 î LA Haskell R. .J. 200 i Ln du Hasselbring H. 110 Huabaliindion q. M. ui ar Jamieson C. 0. 8° Jenkins # L. 9 dx: se Joshi N. Va 41). du y È ea Ni pe i (iva cià PS ga " L utili» (ded) da. £ do p9° rl Pg A e e i HE _ Net Sal i 1 » % di SEZ TRN N) VEL CI Uni bd dei NY i N L- Re N ” È. A / ui si +e De vee e ‘ P \ Ri og NI 5, 1 73 x x de È di * Li A ì . : Ù o INDICE ALFABETICO DEGLI AUTORI XXVII | Kay M. M. B. 162 Rose R. C. 18 ; La Marca F. 19 | Rosenbaum J. 89 | —Lécaillon A. 186 Saillard Em. 25 | Leonardi G. 218 | Savastano L. 60, 62, 97, 205 È Levin E. 87 Semichon L. 84 . Lind J. 47 INT da Shaw F. J. F. 9 | Link G. K. K. 218 Silvestri F. 205, 206 | Long W. H. 29 Smith E. F. 190 Lopriore G. 187 Smith R. E. 215 I Maffei L. 87 Soave M. 51, 86 Manaresi A. 59 Splendore A. 207 Marescalchi A. 81 i Stevens F. L. 198 . Martelli G. 59 Stewart V. B. 90, 94 Massonat 49 Studhalter R. A. 28 Molliard M. 24 | —Succi A. 26 Montemartini L. 33, 95, 145, 165, Supino F. 98 177, 214 Sydow H. 47 Morettini A. 160. Topi M. 99, 191 Obiedoff S. 83, -93 Trabut L. 105 Pantanelli E. 63, 104, 217 Traverso G. B. 15 Paoli G. 53 SIONI i Trinchieri G. 208 Parini R. 212 Trofimenko M. 93 Passerini N 14/00 Trotter A. 52, 65, 100 Pastre J. 82 Turconi M. 1 Peglion V. 12, 88, 190, 203 Vincens F. 160 Petri L. 159, 163, 211 Vislicenus H. 17 Peyronel B. 203 Voglino P. 10, 61 Pool V. W. 162 Wagner R. J. 27 | Prestianni N. 96 Wilson G. W. 18, 23 | Ravaz L. 83 ste Wolf F. A. 15 Rivera V. 101 Zannoni I. 96 | Rose D. H. 26 sea pa Ve dba LOTHAR ir ua Magi RAtakao i - Rivista di Pa og Vege Dortr. Lurer MOoNTEMARTINI Pi afessore di Patologia pria nella R. Scuola Superiore d’ Agricoltura in Milano Collaboratori: Prot. F. Cavara ‘(Napoli) - Prof. G. DeL Gukkcio (Firenze) - Dott. F. O’ B. ELLison (Dublino) - Prof. A. KroLopp (Magyar-Ovar - Ungheria) - D." S. Hori (Nishigahara-Tokio) - M. ALpine (Melbourne - Australia) - D"'. E. Bessey (East Lansing - Michigan) - Dott. G. BeRGAMASCO (pet la Russia). _—efrP_rtr—ri m$;, [1 -" P Pr 1g 1, - — a arte #- - an E SO. n ai = INDICE DEL F ASO ICOLO ______Lavori originali: os Turconi M. — L’Alternariosi del garofano in Italia . : È rr Rage «4 Rivista : to ALLARD H. A. Sul mal del mosaico del tabacco . s a i i PI ‘ae Ia. — Il virus del mal del mosaico È : È 1 ; . È s 220 - Brown We + - L’azione del Botrytis cinerea. rà i; : : me 22 | BUSCALIONI L. — Sulla caduta i tool rie, 9 i x e _ CharLes W. K.-e JeNKINS A. E. — Una malattia della canapa —. -, 9 | Coox O. F. — Br achismo del cotone . ; a : : A $ 57 20 Coog M. T. e Wicrson G. W. — L’azione dell’etere sull Endothia . n 1A Id. = L'azione del tannino e l’Endothia pr A ; 4 1-32 | Dvcomer V. — Il solfato di rame e il frumento * ; i : x 3-46 (Cont. a pag. sex.) ITr__—_—___ Ò È: DER ARIA VA, ACER “ TrrograrrA COOPERATIVA e ag di Sa LIO La . ca TE Satiro E RITA AM SIT di Mai f; LE x {4 tg gno; % PENE PART MRI he Vi na Cai “ d aa n PON Pato Fabsiti dt TALIA La v Rex Uli % è È Do RS o di Id. — Studi i Rniscotnta violacea . ASIA Gara ] P° J. PES L'acqua interna. nei meli A du Pala DI GVvOZDENOVIO Di SII perocida e la AE adi v HaRrLEy E. M. e Rota R. C. — Il gas ira e ce MUTCHINSON 0. Mi e JosHI N. net Marciume bactorito delle par Jamigson C. O. — Il Phoma destructiva sui pomodori . . .° o <. LA Marca F. — La forzatura delle piante legnose . TI ai Lonc W. H. — La Luceinia ellisiana e P. Andropogonis . {.. |. Do MoLLIarRD M. — Produzione di EDT sulle patate . Sas È. ISS MorETTINI A. — L'acido solforico e le erbe infestanti SEO ad PAsseRINI N. — Il frumento germogliato a raccolta RE cÀ, PeGLION V. — L’avvizzimento del pomodoro . REATI Ir Se Rose D. H. — Ossidazione della corteccia di rnclo sa “- gi SarLLarp E. — Barbabietole attaccate dalla Cercospora beticola | E De i Shaw F. J. e Ayrekar S. L. — Le Rhizoclonia in India 3 SEO Succi A. -- Il frumento inallettabile Vilmorin . qua, re 3 ) Ca Traverso G. B. — Radici aeree nella vite. 3 ic; SOC ta SARO RS VisLicenus H. — Danni prodotti dal famo... 0. VoGLino P. — Le tignuole della vite nel 1914 . i ; 4 aria WacNnER R. J. — Sostanze bactericide nelle piante . SR a WoLr F. A. — ‘Radici anormali di fido: 0 Sal SN Note pratiche . È Ù CERA vi ti a * La x Ù ANNO VIII. | Gennaio 1916. Num. 1. Rivista di Patologia Vegetale DiretTA DAL DorTT. LUIGI MONTEMARTINI Professore di Patologia Vegetale nella R. Scuola Superiore d’Agricoltura di Milano Direzione e Amministrazione : Prof. LuiGi MONTEMARTINI Piazza Giovita Garavaglia N. 1 - Pavia LAVORI ORIGINALI M. TURCONI L'«alternariosi » del garofano in Italia. La malattia che F. L. Stevens e J. G. Hall denominarono . “alternariosi del Garofano, (carnation alternariose) fa da essi riscontrata sopra piante di garofani a Baleigh nella Nuova Carolina (Stati Uniti d'America) e descritta fin dal 1909 ('). Detta malattia, causata da un fungillo parassita, sì mani- festa colla cnmparsa per lo più sulle foglie, talvolta anche sullo | stelo in corrispondenza ai nodi, di macchie caratteristiche bian- È | castre e bianco cenere, talora pressochè circolari, generalmente ca però allungate nel senso dell’asse longitudinale della foglia. In esse compaiono poi le fruttificazioni brune del parassita 2 (4) Stevens F. L. and Han J. G. — Carnation alternariose in Botan | Gazette, vol. XLVII, p. 409 (1909) e in Rep. Divis. Biol. N. Carol. Exp. 1a Stat. (1909) p. 72-75. Calhi “ “cana spesso scarse, qualche volta invece abbondanti specialn | verso il centro delle macchie che prendono allora una. colora ch zione nerastra più o meno scura dovuta appunto alla vegeta- | di zione (fruttificazione) fungina che le ricopre. Quando l'infezione © sì manifesta in corrispondenza dei nodi il parassita invade Es. le basi delle due foglie quanto il tratto di stelo inclusovi, in cui è penetra uccidendone i tessuti dei quali determina un lieve rage grinzimento con successivo rammollimento e disgregazione; così 3 ne consegue la morte anche delle soprastanti porzioni di eo e foglie colpite. Le parti infette presentano all'esame microscopico i tessuti. invasi da numerose ife miceliche (fungine), ramificate, settate le quali producono poi le frattificazioni costituite da microscopici cespuglietti di conidiofori (ife fruttifere), bruni, settati, fuoru- scenti dagli stomi (1 a 25 per ogni stoma) e portanti dei co- nidii bruni, clavati, con setti trasversali (5-9) e longitudinali (0-5), e di lunghezza varia da 26 a 123 micromillimetri (w) per 10-20 4 di lunghezza. | In base ai caratteri morfologici sopracitati il fungo venne riferito al genere A/fernaria e descritto quale specie nuova per la scienza colla denominazione specifica di Alternaria Dianthi Stevens et Hall, donde il nome di alternariosi dato dagli Au- tori alla malattia prodotta dal nuovo micromicete che unico e sempre essi riscontrarono nelle parti colgo dal male. Con. È numerose prove d’infezione artificiale, ch dero quasi sempre risultati positivi, gli Autori riuscirono a dimostrare anche in via sperimentale il parassitismo dell’ Alternaria Dianthi. Nel 1914 in un opuscoletto pratico sulle Malattie dei garofani il pro dl fessore Gino Polacci (‘') dà un breve cenno dell’alternariosi dell : garofano trovata in America ma non ancora trasportata in Italia. — w Remo 1914). PARASSITI VEGETALI - “ 3 E Sulla fine dello stesso anno 1914 però, sopra piante di ga- rofani sofferenti per diverse cause inviate dal prof. Gustavo Va- .gliasindi, Direttore della Cattedra Ambulante d’Agricoltura di | S. Remo, potei notare anche qualche sintomo di malattia simile a all’alternariosi di Stevens ed Hall. 3 Nell'ottobre del 1915 poi il Direttore della Cattedra Ambu- lante d’Agricoltura di Genova inviava per esame a questo La- boratorio Crittogamico alcune piantine di garofano malate con alterazioni identiche a quelle prodotte dall’ Alternaria Dianthi Stevens et Hall, cioè macchie fogliari biancastre, allungate nel senso longitudinale, ed infezioni ai nodi del fusto interes- santi le basi delle foglie e talora anche la porzione di stelo in- clusa. Nel caso di attacco ai nodi, se l’infezione era limitata alla base delle foglie determinava il deperimento e la morte del- l’intera foglia, se invece penetrava anche nello stelo causava la morte e l’essiccamento della soprastante parte della piantina. Sulle parti colpite dal male riscontrai esclusivamente e si sempre un micromicete vegetativo riferibile, pei caratteri mor- fologici del micelio e delle fruttificazioni, alla specie Alternaria ; Dianthi Stev. et Hall. Si richiese allora altro materiale per poter fare ulteriori ‘osservazioni ed esperienze d’infezione artificiale ma, non si potè più averne. . Credo ad ogni modo utile far noto la comparsa di questa nuova malattia dei garofani in Italia perchè gli interessati pos- sano premunirsi contro di essa e contro una sua maggiore dif- fusione. cà Non furono ancora esperimentati mezzi di cura per com- . battere la nuova malattia, però si può consigliare ai nostri flori- | coltori di essere prudenti nell’ introdurre varietà di garofani specie . dall'America tenendo presente che, secondo le ricerche dei signori i Stevens ed Hall, fra le numerose varietà di garofani la più su- ;° veda ossei dalle regioni _ lamnbò.27.: ax L PTRROZNE RI o. Si gillo parassita sa a tnello!a dell ‘alternariosi e sche le & detto nero del garofano. SSR - -_ Dal Laboratorio Crittogamico di e Dicembre 1915. SR bs NI sa E ‘ pnt, ads ® e” & i A I pg el Su Vin < VR > x n > i ph A ue ai x e G VA a rav da i da Pe } né Rea do i +: SA DE ” = E. I ke DO) )- a gpne "> a “x Si Pa n ir, ai Fila PT E “199% V'È LG PE, RA DE LSP ns a <<" è Pia to 30 PARASSITI VEGETALI 5 RIVISTA Eriksson J. — Die Einbiirgerung neuer zerstorender Gurken-Krank- heiten in Schweden (La naturalizzazione di nuove malattie dannose ai cetriuoli nella Svezia) (Centra!bt. f. Bakteriol. ecc., II Abth., Bd. XLIV, pag. 116-128, con 10 figure). — L’ Autore descrive le malattie prodotte dal Cladosporium cucumerium Ell. et Arth. (segnalato prima in America, poi in Germania, in Norvegia, in Italia, come è detto alla pagina 204 del volume VI di questa Rivista, e diffusosi in questi ultimi anni nei dintorni di Stocolma), dalla Cercospora Melonis Cooke . (studiata fin’ora in Inghilterra e poco temuta) e dal Co/lletotri- chum lagenarium (Pass.) Ell. e Halst. del quale probabilmente, secondo l’ Autore, sono forme locali il (Co/l. oligochaetum se- gnalato dal Cavara nei dintorni di Pavia, il G/oeosporium la- genarium trovato dal Passerini pure in Italia, il G/. orbiculare studiato in Inghilterra dal Berkely. L’ Autore pensa che queste forme nuove e recenti di funghi parassiti dei cetriuoli possano essere originate dalle condizioni “SRI t vo tutt’affatto speciali ed artificiali nelle quali in certi stabilimenti sì coltivano intensivamente tali piante (in serra, in ambiente caldo ed umido, con produzione continua di nuove varietà, qualcuna delle quali può darsi presenti un substrato speciale . allo sviluppo di determinati miceti). Quanto alla loro diffusione, «non è da escludersi che possano diffondersi coi semi, anche se questi non cuntengono traccia di micelio, potendo formarsi x Pol pd gl de. il micoplasma, - SRP 7) iù, ; VETTA PARASSITI VE Y Bisogna: dunque avere Sto cura lari > pete da serre e da piante immuni dal male, disinfettare poi | lei nelle quali la malattia è comparsa, cambiare la terra. dei ] letti- caldi, distruggere col fuoco i residui. delle piante ammalate. | L. MONTEMARTINI. SI Dl e Eriksson J. — Fortgesetzte Studien iiber L/izoctonia violacea 5 D. C. (Ulteriori studi sopra la Rhizoctonia violacea D.C. (Arkiv for Botanik, Stockholm, 1915, 31 pagine, con 13 figure. | < L’Antore richiama le precedenti sue osservazioni (veggasi alla _ pag. 181 del volume VI di questa vesta) sulla Rhizoctonia vio- lacea delle carote e barbabietole, la quale corrisponde ad un Imeno- micete (Hypochnus violaceus) che raggiunge il suo completo | sviluppo su parecchie piante infestanti, quali Sonchus arvenses, S. oleraceus, Myosotis arvensis, Guleopsis tetrahit, Stellaria media, Erysimum cheiranthoides, Urtica dioica, Chenopodium album, presentandosi dunque come fungo eteroico. Il micelio che. È vive nelle carote sarebbe biologicamente un po’ diverso da : quello che vive sulle barbabietole, in modo da costituire due forme specializzate (f. Dauci e f. Betae) non però nettamente fissate. E, Ricorda pure che è stato dimostrato che la Rhizoctonia delle patate dà luogo essa pure, ma sulle stesse patate vicino | alla superficie del suolo, ad uno stadio di imenomicete chiamato — Hypochnus Solani. In questo nuovo contributo ha studiato la Resi Ma : dicaginis D. C. dell'erba medica, e la R/h. Asparagi Fuck. degli asparagi. x Per la prima ha trovato che essa è veramente in relazion la colla Leptosphaeria circinans Sace. che si sviluppa più ar al colletto delle stesse La di erba medica infette”, Li "® Mode RE ST i Cana O fn PC fe A Ta sti cth, — 5 ae Pie IE DARA SL FINA ": AL nh e Ta I ji PARASSITI VEGETALI potuto anche vedere la germinazione delle ascospore le quali hanno riprodotto il micelio della Ahizoctonia. Resta dunque escluso che la Rhizoctonia dell'erba medica sia la stessa delle carote, delle barbabietole e delle patate. Quanto alla Rhizoctonia Asparagi, } Autore non è riuscito a trovarne nessun altro stadio, nè può dire che si sviluppi su altre piante, sì che va sempre considerata come un micelio ste- rile la cui posizione sistematica rimane ancora incerta. Pianta- gioni miste ed infezioni del terreno con materiale incrociato hanno però dimostrato che questa /Azzoctonia degli asparagi non può attaccare l’erba medica, nè quella dell’erba medica può attaccare gli asparagi. Queste ricerche sono dunque in contrasto con l’ opinione dominante che tutte le forme miceliche comprese sotto l’ unica denominazione di Rhizoctonia violacea siano identiche e pos- sano passare dall’una all’altra delle piante sulle quali ci è dato osservarle. E bensì vero che sperimentalmente si è riusciti ad infettare una specie col micelio sterile preso su altra specie, ma ciò si è ottenuto solo in piccolo nè può bastare a far rite- nere identiche due forme diverse, come non può bastare a far ritenere eguali due forme nettamente specializzate di Puccinia il fatto che sperimentalmente si riesce a fare sviluppare le ure- dospore dell’ una sulla pianta ospite dell’altra : sta di fatto che quando una Ahzzoctonia' si presenta ben sviluppata e fortemente patogena su una pianta ospite, attacca solo quella e non le altre piante che crescono nelle vicinanze. L. MONTEMARTINI. — Gvozpenovic FR. — Il “ perocida , quale succedaneo del sol- fato di rame per combattere la peronospora della vite’ (Le Staz. Sper. Agr. Italiane, Modena, 1915, vol. XLVII, pag. 153-174). solfati e ossidi di cosidette terre rare (odi di cerio, neodim i e lantanio) commisti ad ossido di torio, di calcio e di ferro non: — chè d’acido silicico. i - Poichè tali prodotti erano indicati come atti, in be: al 3 p. 100 resa neutra con calce, a sostituire il solfato di rame nella lotta contro la peronospora della vite, l'Autore ha fatto, | durante il 1914 e presso l’Istituto Chimico Agrario Sperimen- > tale di Gorizia, numerose esperienze in proposito, confermando l'efficacia reale del nuovo prodotto e dimostrandone anche, coi prezzi attuali del solfato di rame, la convenienza economica. L. MONTEMARTINI. Jamieson C. 0. — Phoma destructiva, the cause of a fruit rot ) of the tomato. (Il Phoma destructiva causa di marciume. dei frutti di pomodoro) (Journal of Agric. Res., Washing- ton, 1915, vol. IV, pag. 1-20, con 6 tavole). La malattia è caratterizzata da macchie scure ai lati e alla base dei frutti tanto maturi che ancora verdi, cosparse di pu-. stole nere cui corrispondono ì picnidî del Phoma destruetiva Plorvr. posti L’ Autore descrive dettagliatamente il parassita anche nei suoi caratteri colturali e ne precisa bene le diagnosi. Fa pet 3 esperienze di inoculazione e dimostra che esso è un attivo par rassita di ferita tanto dei frutti acerbi che dei maturi, e pad si anche produrre Selle macchie sulle foglie dei pomodori e be he: Mr patate. PARASSITI VEGETALI 9 CÒarLes V. K. e JENKIns A. E. — A fungous disease of Hemps. (Una malattia della canapa dovuta a un fungo) (col prece- dente, vol. III, pag. 81-84, con una tavola e una figura). Trattasi della forma perfetta del Dendrophoma Marconii che attacca i rami ed il fusto della canapa adulta provocandone in poco tempo la morte. Le Autrici la descrivono dettagliatamente e ne danno la diagnosi: Botryosphaeria Marconit (Cavr.) Charl. et Jenk. L. MONTEMARTINI. Sgaw F. J. F. e AyreKAR S. L. — The genus Rrizoctonirt in India (Il genere ARhizoctonia nell’ India) (Mem. of. the Deptm. of. Agric. in India, 1915, vol. VII, pag. 177-194, con sei tavole). Richiamate le osservazioni di uno degli Autori, il Shaw, sopra la Rhizoctonia Solani che fu trovata in relazione colla forma basidica di Corticium vagum (veggasi alla pagina 15 del volume VI di questa Rivista), gli Autori osservano :che questo fungo attacca la juta, il cotone ed altre piante, ma, come ri- sulta da inoculazioni incrociate, ‘mostrasi ben specializzato di fronte a tali diversi ospiti. Studiamo poi la RA. Napî, che ha una forma conidica di Botrytis, la Rh. destruens e una RA. che ha per forma il Cor- ticium vagum. La Ah. Solani fa trovata in India sopra 21 matrici diverse, la Rh. destruens sopra 7, la RA. Napi su 21, e il Corticium vagum su 4. Come metodi di lotta si consiglia : disinfezione del terreno con aspersioni di formalina in soluzioni molto diluite, o bru- | ciando paglia o legna sulle aiuole destinate a ricevere i semi; / ua Riv dr ; PRC pae Da a Pun È " NS SFAIAO ri 49 (4; Chen dui int PARASSITI VEGETALI ED © zione con colture immuni tenendo OTO o suli scletogi Si Rhizoctonia perdono dopo 16 mesi, secondo gli Autori, la “n | sE coltà di germinare. L. MONTEMARTINI. | CL VocLino P. —- Osservazioni sulla biologia delle tignole della vite e sui mezzi di cura. Anno 1914. (Bol. d. Min. d’Agric. Ind. e Comm., Anno XII, Roma, 1915, 18 pagine). Da due anni l'Osservatorio di Fitopatologia di Torino ha intrapreso in diverse località del Piemonte viticolo osservazioni sopra la biologia delle tignuole della vite (Polyehrosis botrana e Cochylis ambiguella), facendo uso di apposite gabbie di rete ha metallica nelle quali sono introdotti alcuni tralci di viti sì da potere seguire con ogni cura la nascita e lo sviluppo delle larve e delle farfalle. a . * . E. . UA PARINI Lal Dai moltissimi e precisi dati raccolti in questa relazione si deduce che quasi ovunque, nel 1914, l'infezione delle tignole da stata molto limitata nella generazione primaverile, un po’ più marcata nella estiva, con prevalenza della Cochylis nelle sta- zioni a temperatura bassa e della Polychrosis nelle regioni rn cole dell’Astigiano e Monferrato che sono più calde. Della 3° ga nerazione si ebbe, secondo qualche iii la COMBI solo — dopo la vendemmia. Sa si Oltre alcune. gii di ea e varie io Ri (eni larve delle ira le larve e gli iui perteti delle Cocc nella T-punctata. Ra i : PARASSITI ANIMALI — BACTERI 1l a | , ni 7 A Quanto alla lotta contro questi nemici della vite, furono fatte esperienze di irrorazioni con arseviato di piombo all’1 p. 100 | unito alla poltiglia bordolese, e con estratto di tabacco al 2 p. 100 pure unito alla poltiglia bordolese. Il primo posto, contro le ì larve della prima generazione, spetta indubbiamente all’arseniato di piombo, ma non lo si può usare contro la generazione seconda che attacca l’uva quasi matura, ed anche contro la prima va adoperato con molte precauzioni. Sì che l'Autore raccomanda invece l’uso dell’estratto di tabacco al 2 p. 100, col quale sì de- vono fare due irrorazioni tanto contro la prima che contro la seconda generazione eseguite una poco dopo l’inizio dello sfar- fallamento e l’altra nel periodo di massimo volo delle farfalle: è solo a desiderare che l’estratto messo in commercio abbia titolo costante di nicctina onde fissarne la soluzione in modo da evi- tare le bruciature delle foglie, e non sia venduto a prezzo troppo elevato. La distruzione delle punte di canna e delle stoppie negli interfilari e la pulizia invernale dei ceppi valsero esse pure a ridurre la infezione, e funzionarono bene come raccoglitori di crisalidi gli stracci attaccati alle biforcazioni dei ceppi. L. MOoNTEMARTINI. Hurcainson C. M. e JosHi N. V. — Bacterial rot of stored potato tubers (Marciume bacterico dei tuberi delle patate ammuc- chiati nei magazzeni) (Mem. of. the Deptm. of. Agric. in India, 1915, Vol. I, p. 118-135, con 5 tavole). LI Le ricerche fatte dagli Autori sul marciume dei tuberi _ delle patate nei magazzeni, portarono alle seguenti conclusioni : * rali e di cui una è comunissima; 2) l'infezione proviene dall'esterno e non dalla pianta, — nel che la malattia si distingue da quella dovuta al B. sola- nacearum ; 3) bisogna avere grande cura di non rompere i tuberi o comunque scalfirli o tagliarli quando si levano dal terreno e sl portano nei magazzeni ; 4) la siccità è condizione essenziale per prevenire l’ in-. vasione dei bacteri e la sabbia o l’altro materiale da imballaggio che si adopera nei maggazzeni devono essere ben seccati ; 5) è utile trattare la superficie dei tuberi con una solu- zione di solfato di rame al 2 p. 100, lasciandola poi seccare prima di portare il raccolto in magazzeno, e conviene ariche fare delle ispezioni frequenti per allontanare presto i tuberi nei uali comincia a manifestarsi la malattia, q L. MONTEMARTINI. PegLion V. — L’avvizzimento baceteriaceo del pomodoro. (Com. R. Ac. d. Lincei, Ser. 5*, Vol. XXIV, 1915, pag. 157-160). L'Autore ha constatato la presenza di questa malattia nelle piantagioni di pomodori a Vasto. È la malattia già osservata ss da E. F. Smith sui pomodori grand rapid in America e messa hi 4 nel gruppo delle bacteriosi vascolari. L° agente patogeno Be l Aplanobacter michiganense , già descritto dallo Smith e cche C i y ore Malo pure dai cordoni VASCO delle piana «venta C$ Si 7 x IRE fis He . . ; ie LA in RELA TIPO ORI RE PRIA EE E RAD ALA È) v ” di n i lattia, sg #* pata 6 ipso tibetane BACTERI — AGENTI ATMOSFERICI lx (de A differenza di quanto è stato accertato in America, la - e malattia a Vasto è circoscritta e pare localizzata solo in alcuni orti. L. MONTEMARTINI, Gara P. J. — Studies on the water core of apple (Studî sul- l’acqua interna dei meli). (Phytopathology , 1913, Vol. III, pag. 121-128, con 2 figure). | Nei distretti aridi e semiaridi degli Stati Uniti, come pure in qualche posto dell'Europa, Asia e Africa, si trovano delle . mele in condizioni patologiche in cui i tessuti circostanti alle cavità seminali sono inzuppati d’ acqua. In stadio più avanzato dell’ alterazione, la stessa cavità seminale è piena di acqua e. talvolta vi penetrano funghi e bacterî, per lo più una specie di Alternaria che provoca un marciume centrale prevenibile con applicazioni di poltiglia bordolese. Dalle esperienze e dalle osservazioni dell'Autore risulta che la quantità di acqua contenuta nel cuore dei frutti così alterati è in proporzione delle precipitazioni atmosferiche o dell’ irriga- zione e della temperatura. La malattia si presenta più frequente sui frutti esposti al sole e all'aria, specialmente dalla parte sud e sud-est degli alberi. La porzione del frutto che è esposta alla maggiore umidità e temperatura presenta i tessuti più imbevuti di acqua che non l’altra porzione. Se i frutti sono opportuna- mente conservati in ambiente fresco e asciutto e se l’alterazione «non è molto avanzata, può scomparire; invece se la malattia ha progredito fino alla cavità dei rami e questa si è riempita di acqua, è impossibile la conservazione. dei frutti. E. A. Bessevy (East Lansing, Michigan). 4 "SA n a yi cai "4 Te: Na A x x = Pos | FISIOPATOLOGIA 23 agitazione meccanica, e per neutralizzazione con alcali; la sua | tossicità non è dovuta nè all’acido ossalico nè ad FANA ma unica sostanza attiva pare che sia un enzima che produce una | specie di macerazione sciogliendo la lamella mediana. La facoltà che hanno certi tessuti di resistere all’ azione re prrer oroe Pa , r Kilell'estratto dipende dalle speciali proprietà delle loro pareti cellulari î L. MONTEMARTINI. oox M. T. e Wiuson G. W. — The influence of the tannin con- tent of the host plant on Endothia parasitica and related spe- cies. (L'influenza del tannino contenuto nella pianta ospite È È DE È È ‘a de >.< "a < 3 sopra l’Endothia parasitica e specie affini) (The Bot. Ga- zette, Chicago, 1915, vol. LX, pag. 346-361). A Sono note le differenze che, in certi gruppi di piante, specie, ; generi e famiglie presentano in riguardo alla resistenza o meno | adeterminati parassiti. Si hanno anche differenze individuali che quando richiamarono su di sè l’attenzione degli agricoltori ser- ‘virono spesso come punti di partenza per esperienze di selezione onde ottenere varietà resistenti. — Marshall- Ward pensò che È infezione e la resistenza all’infezione dipendessero dal potere di un fungo di vincere la resistenza delle cellule ospiti per mezzo dei suoi enzimi e delle sue tossine, oppure dalla facoltà del pro- « toplasma cellulare di formare antitossine che distruggano le tos- sine del parassita o di secernere sostanze chemotattiche che at- | traggano o respingano il protoplasma del parassita. A Il Cook e Tanbenhaus (vedi in questa Aivista ai volumi V, pg. 141 e VI, pg. 66) studiarono le relazioni tra 1 parassiti e 1l contenuto delle piante ospiti e posero attenzione al tannino. 1 È Benchè queste ed altre ricerche abbiano dimostrato che il tannino è in una certa misura tossico pei funghi, pure nella Pen- ui i RIOE Dog LORni SERI ASÙ SI TIT RIPIDE vr LE a ur ili dé ì n p è ti male della corteccia contengono più ian che gli ec ci si secondo Kerr però trattasi di un fenomeno solo apparente, i in quanto la corteccia delle piante ammalate perde tutte le altre. Ti ai De sostanze che contiene. = 8 Gli Autori hanno fatto osservazioni ed esperienze di coltura. di Endothia dalle quali concludono che le specie di questo ge- nere si comportano in modo diverso rispetto al tannino e sostanze affini: lE. radicalis mississippiensis è indifferente ma non pro- duce picnospore in colture in mezzi contenenti tannino; |. pa- rasttica subisce nn po’ di ritardo nella germinazione e nel suo | accrescimento iniziale, ma in seguito può anche utilizzare per. la sua nutrizione il tannino che sia contenuto nella proporzione del 2 p. 100 nel substrato, essa è l’unica delle specie studiate che sia capace di nutrirsi con tannino e la razza americana è più resistente al tannino della razza cinese; lE. radicalis (com- presa la gyrosa) è sensibilissima all’azione del tannino. | Le corteccie affette da Endothia parassitica contengono , | secondo le analisi di Kerr, meno tannino, e ciò conferma. che il fungo se ne può nutrire. Mentre l’ acido tannico è tossico per alcuni parassiti, vi sono, associate al tannino, altre sostanze esse pure tossiche. I fattori che pongono la piante in grado di resistere ai paras- siti sono assai complicati: la soluzione di questo problema deve. cercarsi nello studio del chemismo e della fisiologia delle cel- lule. Ka L. MONTEMARTINI. |» | . La . - : i I MoLuiarD M. — Rrodet A expérimentale de tubercules aux (0891, RA ae e Pe Per > B7d no; e Sp , bai dl ina È Si sa sta e | FISIOPATOLOGIA ra 25 (Compt. rend. d. s. d. l' Ac. d. Sc. d. Paris, 1915, T. CLXI, pe. 531-532). Facendo assorbire opportunamente degli zuccheri a una pianta di patata coltivata in ambiente perfettamente asettico, l'Autore potè far sviluppare sul fusto tuberi di riserva. Per la tuberizzazione non è dunque assolutamente necessario —l’intervento di microorganismi. L. M. «—_—Sarrvarp Em. — Sur les betteraves attaquées par le Cercospora beticola Sace. (Sopra le barbabietole attaccate dalla Cerco- spora beticola Sace.) (col precedente, 1916, T. CLXII, pg. 47-49). _ In seguito al forte attacco avutosi nel decorso anno da parte di questo parassita alla coltivazione delle barbabietole da zucchero in diversi distretti della Francia, l’ Autore ha fatto | una serie di analisi dalle quali è risultato : i che nel 1915 le barbabietole contenevano, per 100 parti di zucchero, più azoto totale, amidato e ammoniacale, che negli anni precedenti, compresa l'annata 1911, che fu straordinariamente — secca. Come in quest’ultimo anno hanno dato una forte propor- zione di melassa e grandi perdite di alcalinità ; che due inversioni (cloridrica e diastasica) sono concor- = danti tra esse ma i risultati sono stati più deboli che quelli ottenuti per digestione acquosa. Vi sono dunque nelle radici, a oltre il saccarosio, sostanze destrogire non precipitabili coll’ ace- tato di piomba er, 4” L. M, MI Tg ALII ca Me sà ua Loy Ad dra (SPESE TA “msioratoLO( RS TO | n si PT + ; SHE Po À “- ti bg Và Rose D. H. — Q@xidation in healthy and ‘diseased apple bark (Ossidazione nella corteccia di melo sana ed «teen (The Bot. Gazette, Chicago, 1915, Vol. LX, pe. 55-65). at Ra È uno studio sull’attività delle ossidasi nelle i n È melo affette dal cancro dovuto alla Nummwularia discreta (Schn.) Tul. L'Autore ha osservato che l’estratto della corteccia amma- lata provoca l’ossidazione del pirogallolo molto più rapidamente È dell'estratto della corteccia sana. Il primo è anche meno acido e pare che l'ossidazione sia quasi inversamente proporzionale all’acidità. L. M. SUCCI A. — Osservazioni sul frumento ibrido inallettibile del Vilmo- rin (Le Staz. Sper Agr Italiane, Modena, 1915, Vol. XLVIII pg. 137-142, con 4 figure). L'Autore ha osservato che il frumento inallettabile Vilmorin Y presenta, nella grande maggioranza dei casi, il lembo della foglia apicale più corto delle altre inferiori, specialmente fino alla terza. | È certo (e lo si deduce anche dall'esame delle foglie di altre graminacee che non vanno soggette ad allettamento) ‘che. l’essere le foglie sempre più piccole verso l’alto può dare una. | ragione della maggiore resistenza all’allettamento. Bisogna però notare che la maggior lunghezza del lembo delle foglie apicali. si ha nei grani duri e ricchi di glutine, mentre è caratteristica. i delle piante con fame di azoto quella di avere le foglie apicali «Si con lembo brevissimo, il carattere in parola può dunque essere 3 mi influenzato dalla nutrizione più o meno azotata. ate Da queste considerazioni l'Autore è indotto a «Pensare Se 3 il detto carattere di resistenza all’ allettaimerenn sia e: atib e a Ir SE ic; . % LAT i er WE " sia " è ae” rbt e È, pai > er, - x s * : È — : ; 2 | — FISIOPATOLOGIA 27 °° o a solo colle varietà a frumento tenero (che per necessità sono | tardive) e sopratutto in condizioni di clima favorevoli per frumento tenero (a lento progresso di temperature), in terre . fresche profonde, non ricche e non capaci di cedere azoto di È | pronto effetto in grandi quantità. Ed infatti il frumento inalet- i . tabile Vilmorin è coltivato specialmente nel nord della Francia SS proviene dal nòrd, ed è a domandarsi se veramente non si debbano nutrire dubbii sulla persistenza dei suoi caratteri nei nostri climi, e sulla convenienza di sacrificare ad esso, sempre e dovunque, tutte le nostre varietà. L. MONTEMARTINI. È Wacner R. J. — Ueber bakterizide Stoffe in gesunden und kranken Pflanzen. I Mitth.: Die gesunde Pflanze (Le sostanze bactericide nelle piante sane ed ammalate. I Comunicazione: E: Le piante sane) (Centralbl. f. Backteriol. ece., II Abth., 1914, «| _ Bd. XLII, pag. 618-624). 7 Sono osservazioni fatte su tuberi di patata e su foglie e È radici di Sempervivum e di barbabietola che venivano inoculati con diverse forme dei bacteri comuni. i L’ Autore ha visto che nelle piante sane vi sono tre qualità È di sostanze antibacteriche : agglutinina, che impedisce il movi- | mento delle ciglia; lisina, che rigonfia e scioglie la membrana . dei bacterî; sostanze che impediscono la germinazione e 1’ ac- | crescimento delle spore. Anche l’aumento dell’acidità dei succhi . ha una grande influenza nell’impedire lo sviluppo dei bacterî. A Nella seconda parte del lavoro l Autore si propone di di- mostrare la possibilità di una immunizzazione attiva e passiva delle piante. e la presenza in esse di antitossine e sostanze bac- L. MONTEMARTINI. s po Ne 3 nt IRA S% cX Gi si M SPINE ‘98° dii i vie PIS est e? LEO e ius ” , (ae TM è mA diri sat 3 ; L ALLAaRD H. A. — Effect of dilution upon the infectivity of the no of the mosaie disease of tobacco (Effetto della diluizione È sull’ azione infettiva del virus del mal del mosaico del ta- | bacco) Journ. of Agric. Res., Washington, 1915, Vol. III, pg. 295-299) (veggasi il lavoro dello stesso Autore rias- sunto alla pg. 270 del precedente volume di questa vista). 3 Spremuto il succo di foglie di tabacco ammalate di mosazco e filtratolo con ogni cura, 1’ Autore lo diluiva in acqua distillata sterilizzata e poi ne faceva iniezioni in piante sane. Vide così che anche se diluito all’uno per mille esso succo conserva lo. stesso potere infettivo che ha quando non è diluito. Può essere attenuato fino a uno per diecimila ; al di là non è facile che l’ infezione abbia luogo. Sì tratta dunque di un virus che è fortemente infettivo per tutte le piante suscettibili del male: pare vi sia in esso qualche cosa che è estranea all’ organizzazione protoplasmatica della pianta sana e che aumenta rapidamente in quantità, quando è introdotta in una pianta suscettibile ed entra nel chemismo della nutrizione normale. L’ Autore pensa che le ipotesi che fanno dipendere la ma- lattia da fenomeni di parassitismo sieno le più complete. L. MONTEMARTINI. Hraup F. D., GarpNnER M. W. e StupHaLteR R. A. — Air and vinddissemination of ascospores of chestnut-blight fungus. (Dis- A seminazione a mezzo dell’aria e del vento delle ascospore _ del fungo causa del seccume del castagno) col precedente, pg. 493-526, con tre tavole e tre figure nel testo). Gli Autori adoperavano delle ce di TRS opportae namente preparata con decotto di corteccia di castagno e le di-- FISIOPATOLOGIA 29 3 stribuivano nelle vicinanze e a certa distanza da castagneti af- __ fetti dall’Endothia parasitica, per vedere se insieme ai germi ci portati dall’aria che vi si fissavano, vi erano, e quante, ascospore del fungo in parola. Con 756 osservazioni poterono così dimostrare che tali asco- spore, dopo la loro espulsione, sono in realtà portate dall’aria molto lontano. Una tale disseminazione avviene specialmente dopo le pioggie, in un periodo da 5 a 14 ore a seconda che le | condizioni atmosferiche provocano un asciugamento ed essicca- mento della corteccia rapido o lento. In tali periodi il numero DALE SAINT di ascospore caduto su una piastra è grandissimo, tale da assi- Sì A curare una nuova infezione: nel periodi di lunga siccità invece o non se ne vedono o solo se ne trova qualcuna che è a rite- unit ne nersi sia stata espulsa molto tempo prima, dopo una pioggia, da e rimasta attaccata a qualche corpo estraneo, siasi poi resa li- bera solo occasionalmente. Ciò premesso, sì comprende che le nuove infezioni sono più 8 facili dopo le pioggie, quando l’aria è carica di germi e le cor- | teccie delle piante sane sono ancora umide sì che è possibile che i germi medesimi si fissino su di esse e vi germinino. L. MOoNTEMARTINI. racters of Puccinia ellisiana and Puccinia Andropo- gonis (Azione dell’ ospite sui caratteri morfologici della È Puccinia ellisiana e P. Andropogonis) (col precedente, 1914, È Vol. II, pg. 303-319). Tanto la Pwuecinia. ellisiana Thiim., quanto la P. Andro- pogonis Schm., hanno la lora forma teleutosporica su diverse specie di Andropogon : la prima passa però lo stadio ecidiospo- mente aculeate. L’ Autore avendo visto che la P. ellisiana può forma suoi ecidî oltre che sulle Viola anche sui Penstemon, ha > per due anni una serie di ricerche, inoculazioni e colture | riuscito a provare : 1) che realmente la Puccinia ellisiana he per dla ton ecidiosporica due piante ospiti assai distanti tra loro : se Violu ed i Pentstemon ; Si 2) che passando sui Pentstemon i suoi caratteri cambiano — completamente e diventano simili a quelli della vera ruggine | Vo sa DI dei Pentstemon ossia della Puccinia Andropogonis ; Ho. 3) che viceversa con quest’ultima specie si può infettare. benissimo, oltre i Penstemon anche le Viola, benchè la cosa sia ; un po’ più difficile ; | 4) che probabilmente in natura la P. Andropogonis ha È sr avuto origini dalla P. ellis:ana ; a 5) che finalmente per ambedue queste ruggini il fattore | determinante i caratteri morfologioi delle spore (Uredospore). è l'ospite della forma ecidiosporica. i | da o IAS L. MONTEMARPINI — Td) | NOTE PRATICHE 31 NOTE PRATICHE Dal Bollettino dell’Osservatorio di Fitopatologia di Torino, 1915 : N. 4. - Contro la mosca dei sedani (Acidia Heraclei) e delle cipolle _ (Anthomya ceparum) si consigliano in aprile polverizzazioni con polvere di tabacco da farsi cogli ordinarii soffietti. N. 5. - Si consigliano le irrorazioni colla poltiglia bordolese all’1 p. 100 di solfato di rame e di calce, contro i seguenti parassiti: Sclerotinia fructigena nei Kaki, Phyllactinia suffulta nei nocciuoli (secchereccio delle foglie), Exosporium palmivorum delle palme (secchereccio), Septoria pi- ricola delle foglie dei peri, Dothichiza populea dei rami di pioppo, Puc- e. DI n° * e È cinia malvacearum delle altee, Puccinia Allii dell’ aglio. i N. 6. - Si consiglia l'estratto di tabacco dall’ 1.50 al 2 p. 100 contro l’Aspidiotus hederae, il Chionaspis Evonymi, il Phytoptus Pyri, la Poly- chrosis botrana e la Cochylis ambiguella della vite, il Phytoptus vitis e il Lecanium persicae. Ed è indicata la poltiglia bordolese per combattere il Fusarium la- teritium dei gelsi, il Fusicladium radiosum del pioppo (secchereccio delle FÉ foglie), il Coryneum microstictum dei rami di rosa, la Phyllosticta Be- È. goniae delle begonie, il Phoma apicola dei sedani. i 4 “La Il Gloeosporium nervisequum dei platani non si può combattere ef- È: — ficacemente che con energiche potature invernali, bruciando la ramaglia infetta. | N. 7.- Per limitare la diffusione del Cephus pygmaeus le cui larve | rodono la base dei culmi del frumento, si consiglia bruciare le stoppie AZ | mon appena eseguito il raccolto. rr _.__ N. 9.- Si consigliano irrorazioni con poltiglia bordolese contro la | Septoria Crisanthemi dei crisantemi, e quelle con soluzione di estratto > di tabacco con calce e soda all’1 per 100 contro la Simaetis nemorana — delle foglie di fico. MR si SAZISE per combattere la Phylophthora Cactorum delle pianticine. di abeti, SEIT Abietis delle estremità dei rami di abete, la ros cinnabarina causa di cancro dei rami di alberi legnosi, la Slo frucligena dei cotogni, il Lophodermium laricinum delle foglie dei 100 rici, il Centorrhynchus pleurostigma causa di ingrossamenti delle radici. S dei cavoli, ecc. N. 11. - Contro la marcescenza dei frutti nei magazzini sì consiglia scegliere e distruggere i frutti marcescenti e bruciare dello zolfo per al- cune ore: la disinfezione dei locali coi fumi di zolfo è ottima anche nei magazzini di frumento quando vi sieno da combattere degli insetti. ||| Per combattere la Lilhocolletis platani delle foglie di platano, si con- siglia di bruciare le foglie infette che cadono per terra. Dal Bullettino dell'Agricoltura, Milano, 1916: N. 5. —- Nelle colline dei dintorni di Gallarate (prov. di Milano), dove è molto diffusa la falena processionaria dei pini, i sindaci dei Comuni infestati hanno deciso di invitare tutti i proprietari di boschi, orti e giar- dini a raccogliere e bruciare, entro il 20 febbraio, tutte le larve di bruchi Si che si trovano sulle loro piante; in caso contrario la raccolta sarà fatta da appositi incaricati del Comune addossandone le spese ai proprietari, Ciò perchè sia combattuto contemporaneamente e su estensione grande il temuto parassita dei pia Dal Corriere del Villaggio, Milano, 1916: N. 3. - Si comunica che certo sig. Gandolfi è riuscito ad impedire | va la comparsa dell’ Exoascus deformans sui peschi coprendo le piante, in NE i febbraio, con tela rada (quella dei sacchi per turaccioli) stesa e tenuta — ta a posto con appositi pali. Tale copertura non intercetta l’ aria e la luce ed assicura un allegamento dei fiori quasi coNpasai eli funzioni nel (i l’ impedire lo sviluppo della bolla non si sa. c; LA *° PASTA CAFFARO,, è una poltiglia rameica già preparata È composta infatti di ossicloruro di rame (surrogato elettro- chimico al solfato di rame) e calce, epperò ha la stessa efficacia anticrittogamica della poltiglia bordolese, della quale si presente più adesiva, si che potè nella campagna dello scorso anno 1915 difendere meglio i grappoli della vite. di Si vende in mastelli e cassette di diverse dimensioni. Ai | mastelli usuali da kg. 50 netti Vuno, viene unito un misurino apposito per la dosatura (an misurino (gr. 500) per mezzo ettolitro x dd di acqua). Bi: Si scioglie facilissimamente nell'acqua, sì che qualunque. ra- È gazzo 0 donna può preparare la soluzione senza tante manipolazioni ) ì: è 48 s a 9 3 5 1% e senza pericolo di eccedere o di difettare. 13 3 i vi i sata 2 I Per la sicurezza della sua azione, per la comodità di prepa- N Jo razione e per la maggior economia, da cinque annì il suo uso va na J cestendendosi nella lotta contro la peronospora della vite, e contro vie Le etnie A i È quella dei pomodori e delle patate. U 4 È Chiedete senza indugio alla Federazione italiana dei Consorzi i ì: agrari, alla sua sede in Piacenza, aì suoi . Uffici regionali di Roma e Napoli, od ai Consorzi agrari, Sindacati agrari, Casse rurali, È . Unioni agrarie e viticole, Associazioni agrarie di acquisto, ecc., ecc., e, dove non esistono 34 Enti agrari, agli Agenti all’uopo incaricati. a k * Produttrice ‘nel grandioso stabilimento elettrochimico di Brescia per la fabbricazione dì | soda caustica, di cloruro di calce, e di ipoclorito di sadio, la SOCIETÀ ELETTRICA ED È | ELETTROCHIMICA DEL CAFFARO (Anonima - Capitale L. 6.000.000 inter. versato) 1 ‘con sede in Milano. i ‘ i ED DAS KORIST KAÉ MILANO - Via G. Revere, 2 - MILANO UN!IGA FABBRIC:s NAZIONALE = n MICROSCOPI ep ACCESSORI Microscopi nuovi modelli 1914, fanti. pe do con revolver, obbiettivi a secco e ad immersione omogenea e tre oculari: da L. 340 iti più. | MICROSCOPI completi per Enologia: da L, 100 in più. M!CROSCOPI completi per l'esame del Seme Bachi MICROTOMI - APPARECCHI DA PROIEZIONE OBBIETTIVI FOTOGRAFICI e BINOCCOLI A _PRISKI . 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Pata é . mentre l’anno scorso si sono sviluppate le due forme spe “a 4 ciali del frumento e della segale, in questo la forma del fra. de. o (CA mento non ha potuto pigliar piede ,. ie n | E 'per l’anno successivo (1899) dopo avere rilevato la grande Ca diffusione della ruggine (Puccinia sp.) sul frumento, ha osser- vato : PONGA pa ‘ È notevole che mentre nello scorso anno il frumento era. o. “ poco attaccato dalla ruggine e la segale ne era addirittura i ‘ invasa, in questo invece si è verificato il caso contrario ; la 3 ‘ segale in quasi tutti i comuni da noi visitati ne era immune, — a “ mentre i contigui campi di frumento ne erano infetti e spic- d “ cavano a distanza pel colore giallo delle foglie attaccate dal x “ parassita. Devesi quindi ritenere che in quest’ anno le condi. “ zioni climateriche fossero più favorevoli allo sviluppo delle. » “ forme di Puccinie proprie. del frumento che .non di quelle. 1° dì. “ proprie della segale, il che viene pure in appoggio delle idee. i «“ dell’Eriksson intorno alle spacie fisiologiche di tali parassiti. e "A Osservazioni più estese e più precise furono fatte dal Mil + di di ler ‘) nella Svizzera: egli fece esperienze di inoculazione. ed 08 servò anche se e quali grane rimanevano immuni intorno. suli e ne determinò nove (invece di sei) delle quali solo f. Agrostidis e la f. Avenae corrisronderebbero alle due ? tiche Torno riscontrate dall’ Eriksson nella Svezia, ment Centralbl., 1901, Bd. X). PARASSITI VEGETALI altre sette sarebbero diverse e la f. Secalis non attaccherebbo l'orzo, a differenza di quanto si verifica nella Svezia 97 Anche nella Russia il Jaczewski *) rilevò l’esistenza di forme specializzate della Puccinia graminis, che però non cor- ‘rispondono, nè pel numero nè per le matrici sulle quali vivono, a quelle dell’ Eriksson. Egli infatti, dopo avere ammesso chie la specializzazione va soggetta a certe oscillazioni almeno per alcune forme che non sono ancora ben fisse, distinse e definì , in seguito ad esperienze di inoculazioni durate parecchi anni, nove forme, cinque delle quali ben fisse e fisiologicamente ca- ; ratterizzate (£. Airae, f. Agrostis, f. Poae, f. Calamagrostis , f. Arrhenatheri), e quattro non ancora ben individualizzate : tra queste una f. Secalis che, a differenza di quella di Eriksson ed a somiglianza di quella di Miiller, non passa all’ orzo, ed una f. Tritici che, a differenza di quella di Eriksson, può gt- | taccare ]l’ orzo ma non la segale e l’avena. Ed a proposito di I queste ultime forme non bene individualizzate, così si espresse: E° “è del resto possibile che sotto l’ influenza delle condizioni lo- . “ cali questa specializzazione si completi in modi diversi, sì che | “le forme speciali di una data regione non corrispondano esat- “ tamente a quelle di altra regione ,.. Nella stessa Germania settentrionale, che pur è vicina alla Svezia ed in condizioni meno diverse da essa, il Klebahn 3) du- i bita che le forme specializzate di Puccinia corrispondano a G quelle descritte dall’ Eriksson. i) Il Klebahn (loc. cit.) parlando di queste osservazioni del Miller dA dice che il passaggio della f. Secalis all’orzo potrebbe aver luogo soltanto diia determinate condizioni. | ?) Von JACZEWSKI A., Studien iiber das Verhallen des Schwarzrostes des Getreides in Bastia (Sorauer’s Ztschv. f. Phanzenkrankh., Bd. XX, È; Sa | .3) KLEBAHN-H., Kullurversuche mil Rost-pilsen (Ponamaria Zetsch». f. >, | Planzenkranth., Ba. XXII, 1912). } des ; % ve that ‘TO SPRIOIOIRO ME Papa sertt veGE A abbiano condotto a conclusioni più uniformi. Anche negli Stati Uniti d’ America, dove il fencaielibi fa di diato in diverse regioni da autori differenti, esso si present con una varietà che non si Lat a meno di rsa K ine corrispondenti forme europee: p. e. A le sue re la P. graminis f. Tritici dell'America passa facilmente dal e mento all’ orzo e all’avena e viceversa, mentre in Europa ciò. non avviene se non raramente difficilmente °). Pure per. ta P. graminis £. Tritici, con esperienze fatte in condizioni diverse | ed in campagna, Freeman e Johuson *) videro che essa ani "A prontamente l'orzo ma passa difficilmente dal frumento alla. se va gale ed all’avena mentre invece le attacca con una certa faci-- : È lità quando ha vissuto sull’orzo ‘): osservarono inoltre che dopo — se. essersi riprodotta per un certo numero di volte su una data ma- di trice, questa forma vi acquista caratteri morfologici proprii (dati SS fi dati dalle dimensioni delle uredospore) che rappresentano evidente | Si mente adattamenti alla speciale e diversa nutrizione. Il Bolley ei 1) CARLETON M. A., Cereal rusts of the United States; a pysstogical investigation I S. Dptm. of Agric., Washington, 1899). fatto su piante giovani le quel, specialmente nelle SON di una mera di laboratorio, sono forse più facilmente attaccabili che piante. adul te. e all'aperto. Ciò fù importanza per quanto esa PIE ATAOES Si States (U. S. Denti of Agric., WA dico 1911) vid #) Questa esistenza di piante ospiti che ricettando uno non potrebbe attaccare, fu già rilevata da H. M. Warp “cene ches on the parasitisme of fungi, in Annals of Bot., 1905, Vol Ja Puccinia bromina: egli SRPRIO tali piaz: "e cie-ponti). po FI EI Viso de È > PA Bata TRAD IL RI RBL PARASSITI VEGETALI .. . 39 i ed il Pritchard 1) distinsero nel Dakota tre sole forme di P. gra- = minis: una del frumento, una dell’ orzo e una che attacca in- 5 differentemente la segale, l’avena e 1’ Agropyrum ; osservarono ‘però che anche la forma dell’ orzo può attaccare l’avena e vi- ceversa. Nel Jowa finalmente, Pammel e King *) distinsero una forma di P. graminis specializzata all’ avena, ma videro che in certe condizioni essa, a differenza della t. Avenae di Eriksson, può diventare infettiva per molte altre graminacee. Poche osservazioni si hanno pel Brasile, dove il Putte- mans *) accennò solo alle forme più comuni (tra le quali la P. glumarum f. Tritici), ma non ha fatto osservazioni sul loro passaggio da una ad altra matrice. i Invece nell’Argentina Hauman-Merck *) con maggior copia di dati distinse una P. graminis,f. Tritici che pare possa in- fettare in rarissimi casi anche l'orzo, e una f. Secalis: che è “a diffusissima sull’ orzo mentre non attacca la segale (trattasi di | una subspecializzazione ?): solo le piante di segale spontanee e | tardive crescenti sui margini dei campi di orzo intensamente infestati, ne sono qualche volta esse pure attaccate. Si possono da ultimo ricordare anche le osservazioni di | Butler e Hayman ?), secondo i quali nell’ India la specializza- «zione della P. graminis, che là attacca una cinquantina di gra STRF P ì : ') BoLLEy H. S. e PrireHarRD FR. J., Rust problems, facts, observations È. and theories, and possible means of conio (North Dakota Agric. Exper. fc. | Station, Bull. 68, 1906). 7 . —PrircHARD FR. J., A preliminary report of the yearly origin and È dissemination of STAR graminis (The Bot. Gazette, Chicago, 1911, LII). ico ?) PammeL L. H. e Kixe CH. M., Four new fungous diseases in Jowa Li Jowa Agric. Esper. Station, Bull. 131, 1912). |. .0.3) PUTTEMANS A, Ferrugem dos cereaes em San Paulo (Annuario da | Eschola Polyt. de S. FA 1905). ‘5 Hauman-MercK L., Les parasites végetaua des plantes cultivées en fenice (Centratbi.: f. Bakteriol. ecc,, IT Abth., 1915, Bd. XLIII) ._ >) BurLer E. J. e Havman J. M., lndian ielloni rusts (Mem. of the dai of Agric. in India, Calcutta, 1906, De tamento, probabilmente temporaneo . alle diverse condizioni ar bi minacee diverse, non è Heh mici tisi si osserva in, es vi A Mi Da tutte queste osservazioni sorge il AUbivo che non si. tratti di vere forme fisse, ma piuttosto di forme locali di adat- " DI VT) nutrizione offerte dai singoli ospiti, il che è detto bene col primo 7 nome col quale esse vennero indicate dal Magnus 4) (Gewvohn- | heitsrace, o razze di abitudine) che ne ha dato anche la seguente semplicissima spiegazione: “ I funghi parassiti che hanno pas “ sato parecchie generazioni su una deteterminata pianta ospite, di “ attaccano più facilmente questa che le altre piante nia quali 8) #4 € i . «e “ possono pure vivere , i Nasce anche il dubbio che qualche volta la localizzazione del parassita sopra questa o quella specie ospite sia dovuta alle: diverse condizioni ed ai Giversi stadii di sviluppo nei. quali. le » specie medesime si trovano ed alla differente loro abtacoabilità nei singoli stadî e nelle varie condizioni *): le ossesvazioni. del di Brrosi che ho segnato in corsivo nei brani più sopra riportati — delle sue Relazioni crittogamiche, le esperienze del Carleton. È colle relative note del Klebahn, le osservazioni. dell’ se a Mera e molte altre pica infatti che da una da ” der Empfangligheit des Apfelsorten fis Fusicladium ad br rr sii Fk., und deren Beziehungen zum Wetter, in Arb. @ piro u. Forstw., Bd. II, 1902) anche la resistenza delle din a e p ak j " * PE IT x br 40” è PARASSITI VEGETALI | mente, può non presentare ostacolo alcuno al passaggio su di È essa del parassita che normalmente appare invece localizzato e fissato sopra una specie ospite diversa !). È Così che, pur non escludendosi che in qualche caso per la impossibilità di passare su altre matrici un parassita pleofago possa diventare tipicamente e in modo fisso monofago, nella | maggior parte dei casi, ed è forse così anche per le ruggini dei ‘cereali, si dovrebbe ritenere che la specie rimane pleofaga e che È; solo si localizza 0 si diffonde in modo specializzato su questa 6 o quella matrice che nel succedersi delle colture le offre ogni anno (o per lo stadio nel quale si trova, o per la maggiore af finità di composizione chimica con altro substrato da : cui pro- | vengono le spore) le condizioni più adatte per propagarsi; con- serva però sempre la possibilità di passare anche ad altre piante fe. | ospiti quando queste le si presentano in condizioni facili ad es- fo sere attaccate. Ond’è che non si potrebbe dire scomparso il | pericolo ‘di infezione dall’ una all’ altra specie di cereali; esso È sarebbe solo diminuito da uua parte per l’avvicendarsi delle. col- - ture pel quale le diverse specie non si troverebbero mai con- | temporaneamente nello stadio di maggiore attaccabilità, da altra | parte per la facilità colla quale il parassita si adatta ad una Mii nutrizione e difficilmente la cambia; ma esso sa- ES pure tenuto sempre forte sia per le piante a sviluppo 1) Anche l’ ERIKSSsoN (Fortgesetzte Studien ueber Rhizoctonia violacea D. C., in Arkiv. for Botanik, Stockholm, 1915) ha osservato, pure per le Puccinia dei cereali, che in certi casi speciali ed in determinate condi 4 | zioni di esperienza le uredospore. di una data forma specializzata pos- | sono svilupparsi sulla pianta ospite di altra forma, ma egli ritiene che 3 più che a questi fatti isolati si debba dare siliaaza al presentarsi È specializzato delle grandi infezioni. Io penso però che i fatti isolati, quando si presentano spontanei, debbano servire a spiegare i fenomeni più ge- neri e penso pure col Klebahn (Ueder die gegenwirtige Stand der Bio- e der Rostpilze, in Bot. 19, 1898, II Abth.) che “ bisogna essere mmiolto ' : L gi * Induce a ritenere che sia così la grande sen iti dol ia ch È he fanghi, anche parassiti, dimostrano per la composizione chimica x Tie” "i della nutriziove che vien loro offerta. si Senza richiamare tutta la bibliografla dell’ argomento d, i rebbe troppo lungo e porterebbe fuori dai limiti che mi sono x proposto in questo lavoro) ricorderò solamente pochi lavori che. ta] concordano con alcune delle mie osservavioni che esporrò più. avanti: l’ Errera ‘) dimostrò che lo Sterzgmalocytis alba è lo S. nigra coltivati a lungo in substrati salini acquistano. parti- > colari caratteri che poi permangono per un certo tempo anche quando il fungo vien posto in substrato normale; e il Raybaud DI A vide che il hyzopus nigricans coltivato per parecchie genera-. zioni in succo di arancio reso acido con acido citrico, SÌ presenta i poi con una forma ridotta, quasi fissa, le cui spore. non si svi- Si È luppano più nel succo normale non acidificato *). Il Farneti da: osservo perfino che “ la natura del substrato sul quale sì sviluppa. J “ il micelio di un fungo esercita una grande influenza non solo | È sulla sua robustezza, ma anche sulla sua virulenza, sì che certe. (5: forme sono parasssite e certe saprofite ,,.. | Vga eee 1) ErreRA L., Hérédité d’un caractère acquis chez un champig ion paga icellulaire d’après les experiences de M. te Dr Hunger (Bull. di . Belgique, 1899). Osservazioni analoghe a quelle dell’ Errera ha | fatto, vi ELE lo Sterigmatocystis, anche J. Rav: Variations des champignons pa Re i, rieures sous l’'influence du milieu ( Thèses de la Fac, d. Sc. de Paris, 14 99) co 2) RavyBaup L.. Influence du milieu sur les champignons infèri ieures (Rev. gén. d. Bot., Paris, 1912). MRO 3) P. LESAGE (Plantes salées et bansmissibilità So: crac analoghi sche ella fanerogame. 4) FARNETI R., Intorno allo 0 e di pitt alte Rd ft LAN sg b FIRRI pet z st "i PRE, bal E) Hi C RL 5 De TS E Rei È: MI = dl POST 19 N spl iv LISI L ETTI PÀRASSITI VEGETALI 49, Anche per gli altri funghi parassiti pleofaghi, diversi dalle Puccinia dei cereali, nei quali sì erano osservate delle forme specializzate v'è oggi tendenza a ritenere si tratti solo di adat- tamenti, locali e temporanei, a determinate nutrizioni in relazione colla distribuzione delle piante ospiti, salvo pei casi nei quali la specializzazione si manifesta con differenze morfologiche sensi- È bili ‘). Così pensano Verissimo d’ Almeida ?) per le Erysiphe ?), | Bucheim ‘) per la Melampsora Lini, Wille *) per la Puccinia Arenariae;e potrebbe darsi sia pure così anche per il RAylisma acerinum pel quale ‘il Miller 6) ha distinto tre forme biologiche. 1) Ricordo di questi casi: le forme morfologicamente ben distinte di | Erysiphe Polygoni determinate da E. Scamipt (Ueber die Formen der Erysiphe Polygoni, in Myc. Centralbl,, BA. III, 1912); le due forme pure diverse tra loro distinte da E. WORONICHINE (Quelques remarques sur le champignon du blanc du pécher, in Bull. trim. d. 1. Soc. Myc. d. France, Vol. XXX, 1914) nel bianco delle rose e dei peschi; le forme di Cronar- . tium diverse tra loro per l aspetto delle macchie e per la struttura dei | sori e delle spore che furono rilevate sulle differenti varietà di ribes da P. HenxNINGS (Beobachtungen veber das verschiedene Auftreten von Cro- | nartium ribicola Dietr. auf verschiedenen Ribes-Arten, in Sorauer'’s Zischr. i TWh Pflanzenkankh., 1902). È però da tenere presente che anche quando vi sono differenze morfologiche, specialmente se di sola grossezza delle | spore, non si può dire trattarsi di forme fisse, perchè possono essere do- | _vute a nutrizione. CASAIRA, VERISSIMO D'ALMEIDA J., Especializacao do parasitismo do Erysiphe graminis D. C. (Rivista agi SOI Lisboa, 1906). | —‘3)La specializzazione delle Erysiphe era stata messa in rilievo da LF. W. NEGER (Beitrige zur Biologie der Erysipheen, in Flora, 1902) e da E MaRCcHAL (De la spécialisation du parasitisme chez l’Erysiphe graminis D. C., in Compt. rend. d. s. d. l’Ac. d. Sc. de Paris, 1902 e 1903, T. CKX.XIV e CKXXVI): il primo la ha vista solo nelle forme conidiche, mentre il ‘secondo ritiene si estenda anche alle forme ascofore. 4). BUCHEIM A., Zur Biologie von Melampsora Lini (Ber. d. d. bot. Ges., Bd. . XXXIII, 1915). I 5) WiLLe F., Zur Biologie von Puccinia Arenariae (Ber. d. d. bot. Ges., Bd. XXXIII, 1915): 5) MiLLer K., Ueder das biologische Verhalten von Rhytisma acerinum auf verschiedenen Ahornarten (Ber. d. d. bot. Ges., Bd. XXX, 1912), e A) | Biologie dev Schwarzfleckenkrankheit der Ahornbiume hervorge- rufen durch den Rhytisma acerinum (Centratdi. f. Bakteriol. ecc. II Abth., 912, Bd. eri. j da PI CLI: 0%, : e, © #3 CRI Pt ge ER o, I + (1 to le anni ie du qui, in compi.. 1. d,83 d.,, 806, Bol. a L Gend 1905). Nat, ©) TUBEUF v. C., Mistel- Infectionen zur Klirung der Ravera ui (Centralbi. f. Bakter i: ecc., II Abth., 1913, Bd. XXXVI) In questa, nota. il Tubeuf esamina tutto il RR delle specie fisiologiche e dice che. si d hanno ancora troppi pochi dati per potere affermare che si formino, in seguito a lungo dimorare su determinate piante ospiti, razze di funghi i che abbiano perduto la possibilità di attaccare la pianta ospite origina y Vada a 3 IRAN parassiti animali pleofagi, p. e. nell’ Heterodera radicicola. ego 0 proposito: VurLLeT A., L''anguillule des racines POVERO REA mica, A Greef (Revue de Phythopathologie, 1913, I). si} per altro molto discusse, che hanno indotto dla zoologo è a pe a razze biologiche anche della fillossera. agi PARASSITI VEGETALI Mit; GABOTTÒ * Una nuova matrice dell Ascochiyla norlorum (Spes: Smith CI. 0. Nel febbraio scorso, in una spedizione di Carciofi prove- Dei 4 na da una località imprecisata della Riviera, ho riscontrato in quasi tutti gli esemplari distribuiti nei negozî della città, una vistosa Ascochyta , la quale presentando tutte le caratteri | stiche di quella già segnalata da più parti come assai dannosa a diverse Solanacee, non v'è dubbio che debba ascriversi alla | hortorum dello Smith emendata da Voglino. — bili esemplari infetti, si capiva subito che eran stati rac- ‘colti in anticipo , frettolosamente per sfuggire al pericolo di vederli annientati. Eran difatto a metà sviluppo e profonda- mente avariati. @ be. di Le squame più Alle dove pare si fosse iniziata l’azione t ;del parassita, presentavano, specialmente verso le punte, larghe ne nacchie rossigne , olivacee , sbiancate e corrose a seconda del- ip ) epoca a cui risaliva l’ posa La corrosione dei tessuti la- iciava scoperte le squame sottostanti pure intaccate dal paras- sita in stadio però meno avanzato e quindi deturpate soltanto pe macchie livide rossigne. Diversi esemplari esternamente sani, avevano però. la parte interna centrale putrescente e l’analisi ‘ iù superficiale dimostrava che l'infezione, assai accentuata sui P, * x | e: si era da questi estesa nella parte PARCO dei ca- ‘a substrati differenti, è degno di nota il fatto che pie che non si possono facilmente accertare. A. farlo. apposta, ‘mentre. 7 WET PIE ET E % nel na a Ti) La ì : Sulle squame avariate, sui peduncoli e nell’ i polini putrescenti ed imbrunitiy si trovava una ensine 9 di picnidi bruni, prominenti, contenenti spore oblunghe, é dali, continue e poi settate, di dimensioni varie. Ass ciato ha nell'interno dei capolini e fra | 1 tessuti RATA | UE È esistevano numerose forme bacteriche. È pa sg Ca che sia ancora stata SAI e per quanto Te fas. arci sulle quali venne trovata dimostrino il suo facile adattamento sempre nuovi ospiti la in famiglie vegetali differenti. n Si tratta dunque di una forma parassita, la cui attività mE È I man mano temibilmente aumentando, per una delle tante. cause È si attende tuttora il regolamento che disciplini e permetta ale 3 funzionamento della Legge sulle malattie delle piante, le segna lazioni di nuovi parassiti minacciosi aumentano e pare vogliano. x essere un richiamo a anni LU og È mas î VD IA descritti, più nessuna ni ha sia in creata con e ciofi avariati dall’ Ascochyta.. Casale, Osservatorio Fitopatologico, Marzo 1916. PARASSITI VEGETALI RIVISTA . Bunik Fr. e Srpow H. — Finige neue Pilze (Alcuni funghi nuovi). (Annales mycologici, XIII, 1915, pg. 7-12 con 2 fi- gure). Ba Anti ETA zi eg r é tute Rat in base alle charia LA a Di Bui ricane, ma non mai su quelle di viti ‘entople tesa 108 pre” i he ali fe È \ senza galle) e che in nessun caso liege Ter delle une che delle altre. da tt e ASSI E PARASSITI ANIMALI 55 È notevole il fatto che la fissazione della neonata dell'uovo di inverno sulla parte epigea delle viti americane, si collega coi | caratteri morfologici di neo gallecola — gallecola per cui ne | viene, come pratica conseguenza, che la neonata dall’ uovo . d’inverno sulle viti europee va perduta. | 3 Dalle uova della gallecola fondatrice nascono in prevalenza ‘6 neogallecole-gallecole, destinate alle foglie, finchè la vite è in A attiva vegetazione, mentre a stagione avanzata si producono | quasi esclusivamente neogallecole radicicole, destinate alle radici . dove diventeranno radicicole. Da queste soltanto, mai dalle gal- 60 co lecole, derivano le a/ate. * AC DI Un altro argomento biologico importante era quello con- > fa il mar \ lanno per (he? e non per crisi. fillosseta si diffonde ii E la negazione dell’ ee del sistema si rese evidente quando si giunse alla sproporzi fra i bisogni della lotta ed i mezzi per sostenerla. Ab ) il metodo distruttivo ha dato nel Cantone di Vaud soddisfacenti. Ed anche in Italia i] proprietario di na di 45 ettari a Oliva Gessi dii dia «Nagai si PARASSITI ANIMALI fio nello stesso tempo la superfieie di ricostituzione con viti americane — ha concluso che potrà persuadere i visitatori della sua tenuta, che la difesa è utile anche ad infezione avanzata. fair, Senonchéè il Dott. Topi, collaboratore del Prof. Grassi, ha a dovuto interrompere le distruzioni ad Alice Belcolle esci] | perchè il territorio era gravemente invaso, press’ a poco come $ la tenuta di Oliva at Metodo di diffusione della fillossera. — Avviene con mezzi 3 naturali e cioè. per mezzo delle alate, delle neonate che fuo- | riescono dal terreno, delle neonate che non fuoriescono e delle | neogallecole. L’A. ha già dimostrato che le lat sono poco temibili per le viti americane e niente affatto per le europee, come pure non hanno grande importanza le gallecole, nel contribuire a dif- fondere l'infezione; ma sono invece perzcolosissime le fillossere | migranti alle quali si devono in gran parte le scintille prove- | mienti dai focolai fillosserici più o meno lontani. : Venendo alla diffusione artificiale , la fillossera può diffon- . dersi per mezzo di terra (che può attaccarsi alle calzature e alla parte inferiore dei vestiti, ovvero ai vestiti posati sul ter- reno), degli animali, di strumenti di coltura, di piante allevate î ra le viti e di tutori delle viti, di concimi, di patate (?) e di altri tuberi coltivati fra le viti, di corsi d’acqua, delle talee di viti, delle barbatelle di viti. ‘G . Eda proposito di questi diversi mezzi; l’ A. fa osservare che egli ha cercato invano di infettare le dazi e quindi esclude che possano costituire un tramite d’ infezione, per cui deve la- sciarsi libera la circolazione delle talee medesime, senza alcuna garanzia. I Rat contrario le barbatelle Costituiscono un mezzo ordinario di propagazione a distanza. | Infatti la fillossera colle blichabalie *dvafinta. dall America n Francia, colle barbatelle è pvt all'Elba e si è sparsa in ho ) Ito località d’ Italia. MTA Ge] 58 PARASSITI ANIMALI” Programma di lotta. — Essendo ormai la fllossera molto. diffusa, l’ A. è del parere che non la si debba più combattere come le malattie nuove, ma come quelle che (tubercolosi, tifo). si sono ormai naturalizzate. E lo Stato dovrebbe limitarsi alle misure generali, lasciando ai Consorzî la difesa locale. Devono . assolutamente abolirsi le squadre antifillosseriche scorazzanti per di le vigne e propagatrici dell’ infezione, ma il vignaiuolo stesso I deve imparare a conoscere l’ insetto, ad esplorare la propria | vigna ed a ridurre la formazione delle radici superficiali. | Ogni ineguaglianza di vegetazione deve richiamare l’atten- zione del vignaiuolo il quale deve mirare a scoprire l’infezione | recente ed a distruggerla in tempo utile. Consiglia la disinfezione aceurata dei materiali sospetti pro- | venienti da luoghi infetti e specialmente delle barbatelle per le quali consiglia immersione per 12 ore nella soluzione di solfo- carbonato di potassio al 3 p. 100 e di sapone nero all’ 1 p. 100 oppure nella soluzione di Saprosol che fu adoperata in Alsazia e Lorena con buoni risultati. è ari si Pri a ù a PERI SANTA TE AI O - Finalmente l’ A. si occupa della ricostituzione con le viti. americane ed a proposito ricorda che egli sin dal 1908 va rac- comandando le buonissime viti selezionate da seme (Longo) 6 gli ibridi altrettanto buoni (Ruggeri) in attesa che si produca quell’ ibrido produttore diretto e resistente in modo da in îa ici Sit 333 inutile l’ innesto nella maggior parte dei casi. (ad ZA L. PAVARINO. | $ PARASSITI ANIMALI 59 . difeso dal Targioni-Tozzetti e dal Franceschini, è ancora buono . ed è quello al quale si ritorna ora, Mii A. — Una locusta dannosa alle frutta. (Le Staz. Sper. È Agr. Italiane, Vol. XLIX, Modena, 1916, pg. 68-69). L’ Autore segnala il fatto che la Funivia falcaia | (Scop.) Serv., la bella locusta verde tanto comune sulle siepi, — corrode alle dota, l’ epicarpo dei frutti tanto maturi che acerbi . dei meli ‘e dei cotogni (non dei peri, nè dei nespoli), aprendo > così la via ad infezioni parassitarie e specialmente alla Mo- È nilia. di ha alcuni casi osservati dall’ Autore i pra non furono in- È differenti. | L. M. | MARTELLI G. — Intorno a due specie di Lepidotteri dei generi Zelleria è Glyphodes viventi sull’ olivo. (Bol. d. Lab. d. Zool. gen. e agr. di Portici, Vol. X, 1916, pg. 89-102). Furono osservate e studiate dall’ Autore a Novoli, in pro- vincia di Lecce. La prima è la Zelleria oleastrella Mill., le cui larve (color giovani; color verde scuro al dorso e verde ai fianchi e al ventre è lunghe 8-12. e fino 18 mm. quando sono adulte) salgono al- I Bicinia dei rami più giovani e attaccano o le foglioline più benere, di cui rodono il mesofillo , o lo stesso cono vegetativo : là almeno 5 generazioni dall’ spine a dicembre e riesce spe- ia Imente dannosa per le nuove gettate delle piante capitozzate, er le piantine messe & dimora e per quelle dei vivai e pian- tonai. Si può combattere con irrorazioni all’arseniato di j da praticarsi in marzo ed aprile. Ha dei nemici naturali i cuni Ditteri e Imenotteri che sono qui brevemente desi I l’ Autore. La seconda è la (Glyphodes unionalis. Hb., le cui. so (giallo paglierino col capo molto largo quando sono giovani, verde intenso col capo verde giallognolo e lunghe 18-22. mm. 4 quando sono adulte) attaccano le foglie anche adulte. nutren- pur essa almeno cinque generazioni e viene dannosa quando le dosi prima del solo mesofillo e poi altresi dell'epidermide: è sue larve sono numerose e passano dai polloni alle gettate gio vani, mentre quando si ferma coi polloni fa più bene -che male. Nei piantonai e vivai la si Havs combattere coll’arseniato Ni FEE piombo. Ha come nemici naturali un Dittero e un Imenottero braconide che PARRA qui descritti. | SURI, IE api ico (RT ‘a #00 Na Savastano L. — La mosca nera dei fichi. (Boll. R. Staz. Sper.. di Agrumicoltura di Acircale, N. pre 1915, 4 pagine). usi to è LOR cai Trattasi della Lonchaea aristella Beck, distato: che i tro anni infesta i fichi freschi nella penisola Sorrentina e forse an PR che in qualche altra località della provincia: di Napoli. sar Hat | Le sue larve bianchiccie, con due punti meri ad un! n'estre-. ss % mità, lunghe circa mezzo centimetro, sono vivacissime, fuggono | | Ra Sepa la luce, si annidano nei frutti maturi anche srt eno ani mature rimangono sui rami (fico natalino). dg i / Si tizi "epr ode Lee. VERE di fichi uu PARASSITI ANIMALI | VogniNo P. — La diffusione della Diaspsis pentagona in relazione colla Prospaltella in Piemonte nell’anno 1915 (Torino, 1916, 16 pagine). Map Ti "O Per incarico dell’ Associazione serica € bacologica del Pie- nic coll’aiuto delle diverse Cattedre ambulanti di agricol- Ss l Osservatorio autonomo di Fitopatologia di Torino ha distribuito nel 1914 180.000 pezzi di rami di gelsi prospaltiz- zati, e 840.000 ne ha distribuiti nella decorsa primavera del | 1915. La distribuzione fu fatta nei diversi circondari delle pro- san di Torino, Cuneo, Alessandria e Novara e 1’ Autore rias- È sume qui, dopo avere richiamato altre sue relazioni, il risultato 4 di tutte le osservazioni fatte nelle singole località. | | —La Prospaltella è ben diffusa in Piemonte, ed in molte ° località ha arrestata o limitata, sul gelso, l'infezione diaspica. vA » vi A n "w In alcuni centri di propaltizzazione si mantennero o si rifecero ‘in limitati gruppi di gelsi, infezioni diaspiche, ma la vegeta- | zione continuò quasi regolare e vigorosa per l’ immediato inter- | vento della Prospaltella. la . La Diaspis si propagò facilmente in alcuni gelsi tenuti a | ceppaia e su di essi l’azione della Prospa/tella riuscì per lo più meno attiva. Inoltre la diffusione di questa non avviene ovun- | que naturalmente per grandi estensioni in modo da limitare in jpoco tempo l'infezione diaspica; in certe plaghe, come p. es. i ‘în provincia di Cuneo, è necessario intensificare ancora la dis- | seminazione artificiale col materiale che ormai si può trovare in ognuna delle provincie nelle quali si sono fatte le prime i distribuzioni. Perchè la Prospaltella possa svolgere la sua azione bene- | fica sui gelsi e limitare od annientare l'infezione diaspica, è indi- | spensabile lo scalvo normale ogni 2-4 anni o per lo meno la po- tatura razionale turno breve. È necessario però, dove è stata riscontrata la prospaltizzazione, che il taglio dei rami non si Ag po x 4 wi RA dea e” ni . id rana “a ANIMALI - i faccia mai prima del marzo ed i rami sieno las L DIAL in fascine, o in vicinanza del campo o sugli alberi: e così Vi La. ata cendo, l’ agricoltore n anche non RERCOERRA se TISRBRIDI M pronta a deporre sopra di essa le sue uova e a intro agiei n i Attivissimo distruttore della diaspis, si riscontrò ovundue | il Chilocorus bipustulatus. 1% Ra TR Per il pesco e gli alberi ornamentali invasi da Diaspts, anche - ij con una-buona prospaltizzazione non bisogna trascurare una. ae curata pulizia invernale dei tronchi e dei rami. 3 ;Li Ma Savasrano L. — II seceume del fico. (Bo//. d. . Staz. Sper. di $ Agrumicoltura in Acireale, N. 18, 1915, 7 pagine). i È malattia comune nella penisola Sorrentina, nelle Calabrie — ed -anche in Sicilia. gini n ve È Si presenta con un avvizzimento nei rami e con macchie di arsiccio nelle foglie, seguiti da essiccamento degli ORARIA col piti. È rapida e non preceduta da clorosi. sipatiao 7Y È del gruppo di malattie che in America sono note “col | Ì 4 d nome di dDlight: è dovuta a un bacterio che l'Autore sl Was È. ia malattia che il Comes chiamò gommosti del ficare il Cavara e il Petri chiamarono bdacteriosi del fico. | da qualche insetto, e di là passa poi ai rami legnosi più g Per combatterla bisogna tagliare e bruciare È rami. ngi aver cura di scegliere piante. sane per. 9° nuovi nia innesti. ‘ uutuniori RA, NOTE PRATICHE 3 ‘NOTE PRATICHE N Nella recente tornata del marzo, la Commissione per le malattie delle vI piante, dopo avere preso notizia dello stato dell’infezione fillosserica | specialmente in Puglia ed avere dato parere sopra le distruzioni da con- | tinuarsi in alcune località, ha dato pure parere sopra la costituzione di | parecchi consorzî antifillosserici. È Il Pantanelli riferì poi sopra la lotta che si dovè organizzare in | Puglia contro le arvicole. Tale lotta si è fatta in grande sopra oltre 250 | mila ettari che erano fortemente invasi. Si trattava dell’ arvicola vera (Arvicola Savi), alla quale si era mescolato in piccola proporzione anche il Mus sylvaticus. Come mezzo principale di lotta si è adoperato il fosfuro di zinco la cui efficacia è sicura; in mancanza di quantità sufficienti si sono però usati anche l’arsenito sodio e. l’ arsenito potassico, di efficacia un po’ minore sì che vanno adoperati in dose più alta. Si è tentato anche l’arseniato di piombo, e si è pure fatta la lotta diretta: certi proprietarî ‘colle trappole e con altri mezzi ne hanno fatto prendere e uccidere qualche. ‘centinaio di migliaio. La Commissione ha discusso sull’ opportunità di . ‘continuare la lotta organizzandola meglio e più generale anche col mezzo lei consorzî, e accompagnandola con opportuni studî sopra la biologia €0 ì costumi degli animali per vedere da quali cause è favorito il loro moltiplicarsi che pare periodico e se possono davvero essere. distrutti, come crede qualcuno, da malattie infettive. Si è ventilata anche la pos- sibilità di fornire loro il veleno in soluzioni acquose e di dRSporaro il ca arbonato di bario come si è fatto in Germania. 3 Per la Bianca-rossa degli agrumi (Chrysomphalus dictyospermi) il Berlese riferì sugli esperimenti fatti dal Del Guercio coi polisolfuri ag- giunti a sostanze colloidali : propose continuare le esperienze e favorire inc nche la diffusione Ai iperparassiti e specialmente della Prospaltella punsbungi. CL finalmente si è anche richiamata dal Cuboni l’ opportunità di or- lizzare un servizio di segnalazione della pronospora della vite, che possa servire ad indicare ai viticultori le epoche oppor sl vazioni col solfato di rame, e ciò per la maggior economi: questo sale. Dal Corriere del Villaggio; Milano, ‘1916,5> 5 N. 9. — Per tenere lontano i corvi dai ‘seminati si consiglia tare nel terreno, ad una certa distanza l’uno dali’altro, dei baston stiti di tela imbevuta di goudron: i corvi fuggono quando sentor dore di questa sostanza. A ql Per combattere la ruggine del pero si consiglia raschiare e Di re i di: tronchi ed i rami durante l inverno e poi prima che cominci la. ve w-- zione fare due importanti irrorazioni, ad intervallo di 10-15 giorni, con una miscela composta di acqua litri 50, solfato di rame Kg. 1, ce spenta Kg. 1, solfato ammonico (sciolto a parte in un po’ d’ acqua. ed aggiunto alla Minccia) GAETA) VA D il AA sparsa a primavera nella proporzione di 6-8 quintali per ettaro, PeRtEI la calce spenta sparsa in inverno nella proporzione di 10-12 quintali p ettaro : nell’un caso e nell’altro il trattamento va fatto prima di sparge > i concimi chimici e va seguito da buona erpicatura. : ì x Pavia - Tipografia Cooper Pi ia i de e RIAS si a iu. = d L'AEZI4 E Pete 7% £ aa TAR è a a, "me ta > LA ‘6 PASTA CABEARO pic è una poltiglia rameica già preparata E composta infatti di ossicloruro di rame (surrogato elettro- «chimico al solfato di rame) e calce, epperò ha la stessa efficacia | anticrittogamica della poltiglia bordolese, della quale si presente _ più adesiva, si che potè nella campagna dello scorso anno 1915 «difendere meglio i grappoli della vite. a | » Si vende in mastelli e cassette di diverse dimensioni. Ai mastelli usuali da kg. 50 netti luno, viene unito un misurino ta pposito per la dosatura (un misurino (gr. 500) per mezzo ettolitro di acqua). | Si scioglie facilissimamente nell’acqua, sì che qualunque ra- a gazzo o donna può preparare la soluzione senza tante manipolazioni e senza pericolo di eccedere o di difettare. 3 Per la sicurezza della sua azione, per la comodità di prepa- SS e per la maggior economia, da cinque anni il suo uso va estendendosi nella lotta contro la peronospora della vite, e contro quella dei pomodori e delle patate. Dhiedete senza. indugio alla Federazione italiana dei Consorzi agrari, alla sua sede in Piacenza, ai suoi Mffici i regionali di Roma e Napoli, od ai Consorzi agrari, Sindacati agrari, Casse rurali, ioni agrarie e viticole, Associazioni agrarie di acquisto, ecc., ecc., e, dove non esistono nti agrari, agli Agenti all’uopo incaricati. roduttrice nel grandioso stabilimento elettrochimico di Brescia per la fabbricazione di da caustica, di cloruro di calce, e di ipoclorito di sadio, la SOCIETÀ ELETTRICA ED LETTROCHIMICA DEL CAFFARO (Anonima - Capitale L. 6.000.000 inter. versato) im sede in Milano. — e EE e tp DA bi x tti > Ciad & rate, To È pe Pia # LITOGRAFEIA: TACCHINARDI & FERRARI | Pavia — Via Orfanotrofio Î Specialità della Ditta | | RIPRODUZIONE CROMO-LITOGRAFICA DI PREPARATI MICROSCOPICI - | 190 dai . LYSOFORM | È uno dei disinfettanti più in uso perchè è di odore gradevole e che scompare presto, non macchia, costa foco. Lo sì può adoperare anche per le piunte: in soluzione diluita è efficace contro i pidocchi delle piante, cd è utilissimo a di- sinfettare 1 letti caldi, i semenzai, le serre. Lo si chieda a tutti i Droghieri o alla DITTA ACHILLE BRIOSCHI & C., Riparto Gamboloita, 89 - MILANO. ROS Reno Pe DIRETTA DAL | Domr. Luci MONTEMARTINI Professore di Patologia Vegetale nella R. Scuola Superiore d’ Agricoltura in Milano x A Collaboratori : Prof. F. Arti: (Napoli) - Prof. G. DeL Guercio (Firenze) - Dott. F. 0’ B. ELLISon (Dublino) - Prof. A.* KRroLoPp (Magyar-Ovar - Ungheria) - D." S. Horr (Nishigahara-Tokio) M. ALPINE (Melbourne - Australia) - D' E. Bessey (East Lansing - Michigan) - Dott. G. Bergamasco (per la Russia). INDICE DEL FASCICOLO . Lavori bivilali: : ROTTER A. — Osservazioni biologiche sulla Ruggine del Pero _Brssey E. A. e CLInTOCK J. A. — Alcune malattie del ginseng Bessey E. A. e Byrars L. P. — La tubercolosi delle radici . APUUS J. — Inchiesta sulla peronospora . . : ; Boons G. H. e Levin E. — Seccume del sedano GoparD A. — Gli uccelli e la vite . î HraLp FR. D. — Il brusone dei peri MAFFEI L. — Micromiceti di Liguria 5 MARESCALCHI A. — La peronospora della vite Pasrre J. — Inchiesta sulla peronospora... PreLION V. — La bolla dei peschi vaz L. e OBlepoFFr S. — Resistenza delle viti alla peronospora sENBAUM J. — La peronospora del ginseng MIcHON L. — Azione dei sali di rame contro la peronospora STEWART V. B. — Macchie fogliari di ippocastani . ì — — Brusone dei peri È ‘ ; È z Soave M. — Economia di solfato di rame TrorimeNnKo M. e OgleDore S. — I vini delle uve trattate con ar- senico IC S . - Rivista: Be Sal Note pratiche . PAVIA TIPOGRAFIA COOPERATIVA LCA sere contiene articoli originali, recensioni di tutti i lai sulle malattie delle piante pubblicati in Italia e dre Ì stero, riassunti di tutte le note e i consigli pratici che si trovano sui giornali e sulle riviste di botanica dI di agricoltura: per salvare le piante dai loro parassiti. i 34 Si mantiene anche al corrente di quanto fanno contro le malatte delle piante diversi Enti che se n ne devono interessare ? beta Ta bit MaI 14 D Li SC - - 4 » " _ F & p Y “ £ + pa - , ” v-20< LD E x : L l » ‘ PIE d e Tad x Pr to . < * ui * Pec ai a > 4 A è prLA, DAT dr prer >» e g- ale "> > 4 Li le pria de ep Meda N Abbonamento annuo L. 12. 00. Le prime sette annate si possono cedere per lire Rat: ta. Per gli abbonamenti e per quanto riguarda Da mi) ri nist di zion rivolgersi al Prof. L. MONTEMARTINI, Piazza Giov sa ee Ul RO lE LA AIA nia #Ù CENA a: " bag pio Palo s ire PA a A Man Le n : < E e I E n (ARL TE qual Te I, Pe , È BRE per la scienza: Pleospora Priosttii che foglie di Bignonia buccinatoria producendo su esse macc H varia forma; Phomopsis Cocculi, sulle foglie di Cocculus #7, folius che presentano macchie color cenerino chiaro, irregol: Li mente marginate di nero; Macrophoma Yuccae, su foglie. dio | Yucca gloriosa con macchie mal definite; Macrophoma Cinna- 3: nomi-glanduliferi, sopra foglie di Cinnamomuim glanduliferum | 2] sulle quali produce grosse macchie color nocciuola. geco 4 Alcune altre specie sono nuove per la flora ivaliaagi 18 î L. MONTEMARTINI. PeaLion V. — Intorno alla biologia dell’ Exoascus deformans ed ai trattamenti preventivi della lebbra del pesco (Le Staz. Sper. Agr. Italiane, Modena, 1916, Vol. XLIX, pg. 200-218). per, LO; L’Autore dopo aver ricordato le ricerche del Pierce sopra i pescheti di California, esprime 1’ opinione che i rametti colpiti allo stato erbaceo dall’ H.roascus e deformati in vario modo non | abbiano alcuna importanza nella diffusione del male in Res: non sopravvivono all’infezione. Non essendo riuscito a rintrao- ciare il parassita allo stato. di micelio quiescente nei “getti. ino : perfetto riposo, collo studio dell'andamento della malattia dal suo È primo manifestarsi su alberi irrorati e non irrorati, deduce che | dal punto di vista pratico è trascurabile la parte che si deve at d tribuire al micelio permanente dell’ Exoascus nella conservazione e propagazione del parassita: trascurabile per lo scarsissimo nu- i mero di possibili centri infetti e per la poca o nessuna pr tività di spore da parte di essi. mezzo delle ascospore, la cui vitalità, ricorda ]’ Autore, s si lunga assai più che da una stagione all'altra, sì da 0 Pe n gare il VADO di una forte infezione A nOn ada nodi 1 PARASSITI VEGETALI 89 riche sfavorevoli allo sviluppo del parassita). La germinazione delle ascospore ha luogo solo nell’acqua il che spiega la appa- rente immunità delle piante coltivate sotto riparo: il micelio è eminentemente psicrofilo, sì che l’infierire epidemico della ma- } lattia coincide di solito coi bruschi raffreddamenti all’inizio della vegetazione del pesco i quali deprimono l’attività funzionale dell’o- spite senza creare condizioni intollerabili al parassita. Nei no- stri climi ha grande importanza, nel favorire la germinazione delle spore, la rugiada, il che dà ragione dell'esperienza del Gandolfi di cui alla precedente pagina 32 di questa Aivista. È per la prevalente funzione delle spore nella conservazione e diffusione del parassita che riescono efficaci contro di questo le applicazioni di miscele rameiche durante il periodo di riposo invernale dell’albero. Per tali applicazioni l'Autore consiglia una miscela composta di 2 chil. di solfato di rame, 1 di calce viva, . 2 ettogr. di cloruro ammonico e 100 litri di acqua. Nell’Imolese adoperano una poltiglia al 3 p. 100 di solfato e di calce e con un ettogr. di cloruro ammonico, ma tale concentrazione non pare | necessaria : utile invece può riuscire ripetere il trattamento a varî ‘mesi di distanza. e Possono adoperarsi anche i polisolfuri, specialmente dove c’è da lottare anche contro la Diaspis, ma il loro uso non è an- cora molto pratico. Le irrorazioni sulle toglie sono Mt) l'Autore racco- hi manda dunque soltanto le irrorazioni da farsi prima che le gemme | fiorifere accennino a gonfiarsi. ALI L. MONTEMARTINI. Rosensaum J. — Phytophthora disease of ginseng (La perono- i spora del ginseng) (Cornell Univ., Agric. Exper. Station of the New York State, Bull. 363, 1915, 42 pag., con 18 fig.). _ Il ginseng (Panax quinquefolium) è una Araliacea colti- Vata da circa 30 anni in America, ma conosciuta in Corea da A Ca o n a/ ey L PARASSITI VEGETALI 00 tacca le foglie e SA prima su di esse le solite e. i ratteristiche delle peronosporacee, alla comparsa delle quali tiene ; poi dietro l’avvizzimento e l’essiccamento delle fogliette o del- È l’intiera foglia che rimane pendente dall’estremità della pianta È mediante il suo lungo picciuolo. Sono attaccate anche le radici. È la Phytophthora cactorum (Cohn. et Leb.) Schrét. L'Autore descrive dettagliatamente la biologia di questo fungo, ne fa colture ed inoculazioni, e segue i danni che esso produce. PE ST Rat I, I I Come mezzi di lotta consiglia: irrorazioni con poltiglia bor- dolese o con miscela solfo-calcica, da cominciarsi prestissimo Fort! deh) a in primavera, appena le piante cominciano a germogliare, e da ripetersi molto di frequente; distruzione delle piante ammalate; piantamenti profondi; rotazione di coltura; sterilizzazione e dre- naggio del terreno. L. MONTEMARTINI. Stewart V. B. — The leaf blotch of horse-chestnut (Le mac- chie fogliari negli ippocastani) (Phytopathology, 1916, Vol. | VI, pag. 5-19, con due tavole). bi È una malattia che colpisce l’ Aesculus hippocastanun ed altre 3 specie di Aesculus: attacca i lembi ed i picciuoli fogliari, qualche. volta anche 1 frutti, ma riesce particolarmente dannosa sui lembi} sui quali forma macchie irregolari prima decolorate, poi arsiccie con margine giallognolo, più tardi completamente secche, tal-. | volta interessanti buona parte del lembo. o La malattia è dovuta alla Guignardia Aesculi e più parti. | colarmente alla sua forma picnidica che è la Phyllosticta viae Desm. L'Autore studia e descrive i diversi stadi del p sita, e ne fa colture pure colle quali si può riprodurre. È mente la malattia. | i PARASSITI VEGETALI — PARASSITI ANIMALI o 91 Come mezzi di lotta indica le solforazioni e le irrorazioni o con miscele solfocalciche o con poltiglia bordolese: preferibili le solforazioni perchè penetrano più facilmente ed investono meglio le chiome folte dei più grossi alberi. L, MONTEMARTINI. Bessey E. A. e Crintock Mc. J. A. — Some ginseng troubles (Alcune malattie del ginseng) (Michigan Agrie. College Exper. Station, Bull. 72, 1915, 15 pagine, con 4 figure).. i $ i : ‘ À Si parla prima del d/ack rot del ginseng, dovuto alla Scle- rotinia Panacis che attacca le radici e in due anni le distrugge, formando dentro e sopra di esse i suoi sclerozî. Si propaga spe- cialmente a mezzo del micelio, nel terreno, passando da una ad altra radice; può però propagarsi anche per spore: dove sì è È presentata fu causa di danni molto gravi. La si combatte steri- | lizzando il terreno con soluzione di un litro di fomaldeide al 40 p. 100 in 100 litri di acqua. : Questo metodo serve anche contro i funghi dell’avvizzi mento. | Invece contro le anguillule il miglior modo di lotta è la | | sterilizzazione del terreno col vapore a mezzo di caldaia rove- sciata. | > L. MONTEMARTINI. Bessey E. A. e Byars L. P. — The control of root-knot (La lotta contro la tubercolosi delle radici) (U.S. Deptm. of Agric., Farmers® Bull., N. 648, 1915, 19 pagine con 20 figure). ea bei SE PARASSITI Fan, gina 230 del quinto volume di questa Rivista) SGESIA in danni < dia cui è causa l’ Heterodera radicicola. I (Gli Autori descrivono e figurano le alterazioni più pa prodotte nel sistema radicale delle piante più comunemente dan-. neggiate, dànno un largo elenco di queste ultime, parlano delle piante che non sono attaccate e che quindi possono essere ado- perate nelle rotazioni, delle varietà resistenti; dicono delle con- dizioni che favoriscono il male e dei mezzi di lotta. Delle conclusioni del loro lavoro meritano essere ricordate | le seguenti: Il ciclo biologico dell’Helerodera può compiersi in quattro a cinque settimane e ogni femmina può deporre circa 500 ova. La malattia viene specialmente nei terreni leggeri e sab- biosi che sieno umidi e caldi, non viene nei terreni compatti nè in quelli costantemente acquosi. Le concimazioni che accelerino l'accrescimento sono utili a rendere meno facili e meno gravi gli attacchi del parassita. i Dove l'infezione è locale, bisogna togliere con ogni cura le piante infette e disinfettare il terreno con formaldeide, adottando pol opportune rotazioni. Se si potesse tenere il terreno libero per due anni da ogni vegetazione lo si libererebbe completa. ; mente dai nematodi. | Î: In America questa malattia è causa di gravissimi danni in tutti gli Stati eccettuati quelli più a nord. L. MONTEMARTINI. sono gli uccelli salvare la vite?) (Revue de visconti Peri | si 1916, T. XLIV, pg. 278-280). i; | PARASSITI ANIMALI 93 Cochylis della vite e l’ intensificarsi dei danni da essa prodotti sono dovuti alla distruzione colle reti di molti uccelli insettivori e segnatamente delle allodole, dei fanelli, ed altri uccelli grano- insettivori. L. MONTEMARTINI TrorimenKo M. e Osrepore S. — Le vin des raisins traité aux arseniates contre la 2"° génèration des insectes (Il vino otte- nuto dalle viti trattate cogli arseniati per combattere la se- conda generazione degli insetti) (Le Progres Agric. et viti cole, Montpellier, 1916, Nr. 14, pg. 331- 333). «Gli Autori hanno dimostrato la superiorità assoluta dei sali | di arsenico, sopra tutti gli altri insetticida nella lotta anche con- | tro la seconda generazione delle tignuole della vite (Cochylis et — Eudemis. | Poichè a questo sistema si obbietta il pericolo che una dose. nociva dei veleni adoperati passi nel vino, hanno provato a far fermentare uve che erano state trattate abbondantemente poco | prima della maturazione e che non erano neanche state dilavate dalle pioggie: determinarono poi l’arsenico contenuto nel vino così ottenuto e mentre non ne trovarono affatto nei vini bianchi, in quelli rossi ne riscontrarono traccie assolutamente trascura bili. Le feccie possono essere adoperate per l'estrazione del tar- ‘taro, e basta un pò di lavaggio per liberarle dall’arsenico. . Occorrono altre ricerche per vedere se l’ elimazione dell’ ar- % . x CSI) . . ’ n senico è costante e se definitivamente i suoi sali possono essere ammessi anche per la lotta contro la seconda generazione degli insetti. # L. MONTEMARTINI PRI e Ip A SI gton, Agric. Exper. Station, Bull. N. 125, 1915, 5 fe. e due tavole). \ x E opinione ammessa da tutti che la necros: o brusone dei peri dovuta al Bac:llus amylovorus si propaga o nei fiori attra- Sg verso ai nettarii per infezioni portate dagli insetti, o nei rami attraverso ferite, o nei frutti attraverso ferite ed anche per 1 mio grazione del microorganismo del rami. L'Autore ha osservato che anche le foglie possono venire infettate attraverso gli stomi acquiferi, e che da esse l'infezione può poi passare ai rami senza che vi sia bisogno di ferite. I Lo ha pure provato sperimentalmente. Li Mostar a Srewarr V. B. — Notes on the fire blight disease (Note sul î brusone o necrosi dei peri) Phithopathology, Vol. V, 1916, p. 327-334). O mR L'Autore dimostra che le concimazioni hanno una azione di nel diminuire la resistenza dei peri ai bacteri del brusone, e. che tale resistenza è diversa a saponda delle varietà. d si & L. Moi PR NOTE PRATICHE 95 NOTE PRATICHE Dal Giornale d’Agricoltura della Domenica, Piacenza, 1916. N. 3. — Per combattere la mosca degli asparagi (Platiparea paecilop- tera), le cui ninfe si riparano entro i torrioni che scavano sino alla base, si consiglia scalzare in febbraio le zampe degli asparagi per potere se- parare e bruciare i torioni guasti e le ninfe che vi sono racchiuse. N. 4. — Da una rapida rivista di quanto si è fatto l’anno scorso in Francia per combattere le tignole della vite, Montemartini deduce che va sempre più generalizzandosi tra quei viticultori l’uso degli arseniati almeno contro la prima generazione di tali parassiti. Spesso l’ insetticida è messo nella poltiglia bordolese che allora si prepara nel seguente modo: sì sciolgono separatamente in 25 litri di acqua da una parte 200-300 grammi di arseniato di soda anidro e dall’altra 600-900 grammi di ace- tato neutro di piombo; indi si versa lentamente questa seconda soluzione nella prima agitando e mescolando la massa, ed i 50 litri di soluzione arsenicale densa così ottenuta sono poi versati e mescolati in 50 litri di poltiglia bordolese preparata a dosi doppie di solfato di rame e di calce. — In Francia si consiglia anche organizzare su vasta scala la presa e distruzione diretta degli insetti adulti con recipienti-trappole contenenti soluzioni di melassa e sospesi alle viti, o delle larve a mezzo degli stracci- trappole avvolti d’autunno intorno ai ceppi più infestati. N. 8. — Contro la Schizoneura lanigera dei meli si suggerisce il me- todo Duval, che consiste nei seguenti trattamenti: durante l’estate, irro- razione con miscela composta di un litro di acqua piovana, 4 grammi di carbonato di potassio, 40 gr. di solforicinato di soda, 80 gr. di alcool de- naturato, 10 gr. di estratto concentrato di tabacco; în autunno, quando le foglie cominciano a cadere, irrorazione con ‘miscela composta di un i litro di acqua piovana, 10-12 gr. di potassa di ceneri, 40 gr. di solfori- cinato di soda, 20 gr. di estratto concentrato di tabacco e 20 gr. di al- cool denaturato; în inverno, accurata pennellatura con un litro di acqua, 350 gr. di sapone nero, 50 gr. di solforicinato di soda; scalzare poi le radici e bagnarle colla prima o colla seconda delle sopradette miscele. : N. 10. — Per le viti soggette a colatura caratterizzata da formazione di acini piccolissimi (millerandage?) si consiglia una potatura molto tar- . diva, da praticarsi non solo quando le gemme cominciano ad aprirsi, ma quando i nuovi germogli hanno già raggiunto 4-5 centimetri di lunghezza. Ù N. 18. — Per eliminare dai prati il ranuncolo o piede d’asino, si con- siglia svettare in principio di primavera le piante fiorite di questa infe- stante: l'operazione va fatta almeno per due anni consecutivi. 3 È DELE CALO RESTI 1a I NOTE Mega lat Per tenere lontano i topi dalle piante di carciofo si cons zare queste tutto intorno alla profondità di 15-20 centimetri. lé aderente alle radici nna sufficiente quantità di terra, e riempire la Di coi residui della combustione di carbone minerale. MON Dal Bollettino dell'Agricoltura, Nilano, 1916. N. 13. — Il diradamento del grano se dipende da eccessiva porosità | ùi o sotficità del terreno, rende necessario in primavera, appena il terreno sia asciutto, una Huara erpicatura con erpice snodato, seguita da rullo | pesante di legno o di pietra. Dal Bollett. della R. St. Sp. d’ Agrumicolt. di Avcireale 1916. N. 22. — Si comunica che le irrorazioni con poltiglia solfo-calcica possono essere sostituite, perchè più economiche e di eguale efficacia, a quelle con poltiglia cupro-calcica per combattere la ticchiolatura delle Pomacee (Fusicladium pirinum e F. dendriticum), la bolla del peso (Ex0a- scus deformans), i bozzacchioni delle prugne (Ex. Pruni), l'occhio di pa-: vone dell'olivo (Cycloconium oleaginumi, le fumaggini, i muschi, molti acari. La poltiglia solfo-calcica non è invece consigliabile contro la pero- nospora. | db seta die iaia Dall’ Agricoltura Ligure, Portomaurizio, 1916. i N. 5. — Ritenuto che il punteruoto dell'olivo depone le sue ova sul legno di recente tagliato e ancora i su90, e da questo poi, nell’estate, È l’insetto passa sui rametti delle piante sane e vi pratica dei fori IO, quali va a nascondersi anche il /leotripide, I. Zannoni consiglia ai co- h muni di adottare un regolamento d’igiene rurale che faccia obbligo Dic proprietarî di distruggere o portare lontano dagli oliveti il legno reciso o comunque staccatosi dagli olivi. Oltre venti Comuni della Riviera hanno. vu già adottato un tale provvedimento. MIRO sal Dall’ Agricoltore Agrigentino, Girgenti, 1916, N. 2. Contro l’afide nero delle fave N. Prestianni consiglia anzitutto di mare le piante perchè, come è noto, detto afide si accumula in preferenz o sulle cime che sono le più tenere e succose; poi fare irrorazioni colla seguente miscela: sapone molle chilogr. 2, dl pesante di catrame ch logr. 0,250, acqua litri 100 (si scioglie bada il sapone in 10 litri di acqu SORA e si aggiunge poi l’olio pesante mescolando ben dana oi LA ‘ PASTA CAFFARO,, è una poltiglia rameica già preparata I E composta infatti di ossicloruro di rame (surrogato elettro- chimico al solfato di rame) e calce, epperò ha la stessa efficacia | anticrittogamica della poltiglia bordolese, della quale si presente più adesiva, si che potè nella campagna dello scorso anno 1915. difendere meglio i grappoli della vite. Si tende in mastelli e cassette di diverse dimensioni. Ai sia ii ei mastelli usuali da kg. 50 netti l’uno, viene unito un misurino apposito per la dosatura (un misurino (gr. 500) per mezzo ettolitro di acqua). i, Si scioglie facilissimamente nell’acqua, sì che qualunque ra- gazzo o donna può preparare la soluzione senza tante manipolazioni senza pericolo di eccedere o di difettare. Per la sicurezza della sua azione, per la comodità di prepa- razione e per la maggior economia, da cinque anni il suo uso va (estendendosi nella lotta contro la peronospora della vite, e contro pe dei pomodori e delle patate. Dhiedete senza indugio alla Federazione italiana dei Consorzi agrari, alla sua sede in Piacenza, ai suoi fici regionali dî Roma e Napoli, od ai Consorzi agrari, Sindacati agrari, Casse rurali, ), ioni agrarie e viticole, Associazioni agrarie di acquisto, ecc., ece., e, dove non esistono nti agrari, agli Agenti all’uopo incaricati. = oduttrice nel grandioso stabilimento elettrochimico di Brescia per la fabbricazione di de caustica, di cloruro di calce, e di ipoclorito di sodio, la SOCIETÀ ELETTRICA ED \ETTROCHIMICA DEL CAFFARO (Anonima - Capitale L. 6.000.000 inter. versato) piede. in Milano. LYSOFOR È uno dei disinfettanti più in uso perchè è di odore gradevole ta e che scompare presto, non macchia, costa poco. Os ; (È Lo si può adoperare anche per le piunte: in soluzione SS | diluita è efficace contro î pidocchi delle piante, ed è utilissimo a di sinfettare i letti caldi, 1 semenzat, le serre. 2£0, | Lo si chieda a tutti i Droghieri o alla DITTA ACHILLE RR BRIOSCHI & C., Riparto Gamboloita, 89 - MILANO. ci TACCHINARDI & FERRARI | Pavia — Via Orfanotrofio. , Specialità della Ditta % de e a s gr TA AAC Ax, ee [CS cs aa ne x I I — 4 DIRETTA DAL Dowrr. Luigi MONTEMARTPINI ‘Rivista di Patologia Vegetale ale Professore di Patologia Vegetale nella R. Scuola Superiore d’ Agricoltura in Milano Collaboratori: Prof. F. Cavara (Napoli) - Prof. G. Der GukRcio | (Firenze) - Dott. F. O’ B. ELLiIson (Dublino) - Prof. A. KRoLopPP (Magyar-Ovar - Ungheria) - D." S. Hori (Nishigahara-Tokio) - M. ALPINE (Melbourne - Australia) - D'. E. Bessey (East Lansing - Michigan) - Dott. G. BerGamasco (per la Russia). INDICK DEL FASCICOLO Rivista : ARCANGBLI G. — Malattia dei Kaki i ArnauD G. — Ingiallimento delle barbabietole . «Barrus M. F. — Fagioli resistenti all’ antracnosi _ - Frumento affetto da carie . D: erTHAULT P. — Malattia delle barbabietole CLINTOCK J. A. — Le anguillule delle radici Comes O. — La profilassi della patologia vegetale DASTUR J. F. — Il seccume delle patate in India È DEGLI ATI M. — L’acidità dei succhi e la resistenza alle è malattie EIGDOR W. — Foglie variegate di Funkia . ; GIGLIOLI I. — Contro l’allettamento del frumento HASSELRING H. e HAWKINS L. A. — Cambiamenti fisiologici ‘nelle n patate dolci i ; HoLpEN H. S. — Le ferite nei picciuoli di Pteris aquilina PANTANELLI E. — Possono guarire le talee di vite arricciata ? Rivera V. — L’allettamento del frumento . DAVASTANO L. Sulla micosi del crisonfalo SUPINO F. — Insetti dannosi al riso Topi M. — Trattamenti contro le tignuole « della vite 'RABUT L. — La malattia dei castagni nelle Ardèche 'PROTTER À. — Atrofia parassitaria nella corolla del Trifolium egge € regolamento intenti a prevenire e combattere le malattie delle Di piante. . . » . . . . . | Note PIStchoa E i RAR PAVIA E TIPOGRAFIA COOPERATIVA | RESA: x 1916 d 3 vid, P (; Di des al“ n PR FT UNA ti) N LANE, tico de dagli ieri) cu # % TA NES TA Î MERE RAGIONI I 0 A ; i È È Sip Aia ee 4 (K3 | a : vi AG RE “ dept tato n) 3 ; be ni pi vi w da wi ” pe : a ; WE LUN 1 SR send LA RIVISTA DI PATOLOGIA VEGETALE contiene articoli originali, recensioni di tutti i fa o) rl sulle malattie delle piante pubblicati in Italia. e all’ E stero, riassunti di tutte /e note e i consigli pratici chili si trovano sui giornali e sulle riviste di botanica o) di | agricoltura per salvare le piante dai loro parassiti. I Si mantiene anche al corrente di quanto fanno contro ie malatte delle piante diversi Enti che se ne devono interessare. Abbonamento annuo L. 12.00 È te ved 3 Le prime sette annate sì possono cedere per lire novante i deli sf Per gli abbonamenti e per quanto riguarda l’Amministrazione e la DI Di rivolgersi.al Prof. L. MONTEMARTINI, Piazza Giovita. Garavaglia, SLA Ve ‘ siii le DSS : UA Ag e] Pa È Anso VOI. Eogho 106.1 Nun, 4:b. - Rivista di Patologia Vegetale Diretta pAaL Dort. LUIGI MONTEMARTINI Professore di Patologia Vegetale nella R. Scuola Superiore d’Agricoltura di Milano Direzione e Amministrazione : Prof. LuiGi MONTEMARTINI Piazza Giovita Garavaglia N. 1 - Pavia RIVISTA Coinrock J. A. Mc. — Experiments on the control of the root- knot nematode (Esperienze per combattere le anguillule delle radici). (Michigan Agr. College Exper. Station, Bull. 20, 1915, 23 pagine). Sono esperienze fatte in campagna ed in laboratorio per . combattere l’ Heterodera radicicola, tanto diffusa e dannosa in America. L'Autore ha adoperato solfuro di carbonio, residui di ta- _ bacco, acido solforico, formaldeide, naftalina, fumi di tabacco, 7 > " kerosene, gasolina, vapore caldo ecc. Sempre ha riscontrato una grande difficoltà e quasi l'impossibilità di liberare completamente il terreno in modo che non sia più invaso, e ciò per la resi- stenza delle ova che non possono neanche essere tutte rag- - giunte. L. MONTEMARTNII. Savastano L. — Del valore agrario che Il’ arboricoltore deve dare alla micosi del crisonfalo. (f. Staz. di Agrumicoltura, Aci- reale, 1916, Boll. 21, 7 pagine). In diversi agrumeti di Reggio Calabria che nel 1912 erano intensissimamente invasi dal crisonfalo, il prof. Mottareale os- | servò la scomparsa di questo parassita in seguito ad infezione È dovuta ad un Cladosporium. I crisonfali parasitati dal Cadeo CI il i co- È lore caratteristico e passano al cenerino e poi al.bianchiccio: in questo stato facilmente si staccano, e se vengono staccati con. uno spillo e rovesciati, si vede ad occhio nudo al centro dei loro scudetti un punto nerastro dato dal fungo parassita. Trattasi di un parassita però di effetto non sicuro e che ha bisogno di ambiente caldo ed umido, sì che gli agricoltori non devono per esso trascurare le irrorazioni solfo-calciche. L’ Autore ne ha fatto disseminazione in diverse località della provincia di Catania: vi si è riprodotto, ma per ora non si può | dire nulla sopra gli effetti che produce. L. MONTEMARTINI. Supino F. — Su alcuni insetti dannosi al riso. (Bollettino del- } l Agricoltura, Milano 1916, N. 15). | Agli insetti dannosi al riso che il Del Guercio ha già tro- vato nelle risaie di Molinella (veggasi alla pagina 144 del pre- cedente volume di questa Azvista), 1’ Autore ne aggiunge altri trovati nelle risaie intorno a Milano le cui larve, talora numerose — e dannose, sono conosciute dai contadini col nome generico di sfros. Sono la Stratiomys chamaeleon, Triaenodes bicolor, e la Hydrocampa nymphaeata. pa Dannosa riesce sopratutto quest’ultima specie sia perchè | l’insetto adulto taglia le foglie 3el riso per formarsene un a- 7 stuccio, sia perchè le sue larve attaccano le pianticelle di riso b; per nutrirsene; in certe annate i risicultori debbono ricorrere abi sistema di dare l’asciutta al riso per cercare di distruggere que- | ste larve. Lee carpe possono essere un buon aiuto in tale lotta, Hi in quanto si cibano di tali larve. BE Ata MowremaWID vi ©] bal ; n ba i, \C RELA PI N ld \ PAL (y > €72 ° : > gira P dl x ‘ i A RATA # 4 ; ; Lal 4 è #+ perco | PARASSITI ANIMALI 99 Topi M. — Sui trattamenti insetticidi contro le tignuole della vite. I, Trattamenti con l’estratto di tabacco. (Rend. d. A. Ac. d. Lincei, Roma, Vol XXV, 1916, pag 349-353) II. Trattamenti con l’acqua calda (col precedente, p. 524-28). Anche nello scorso anno è rimasta costante ad Alice Bel Colle la prevalenza che si era osservata negli anni precedenti (veggasi alla pagina 806 del precedente volume di questa Aivis/a), della Polychrosis botrana sopra la Cochylis ambiguella la quale si | fa solo un pò più abbondante nelle posizioni basse e umide come i il fondo delle valli, specie a rivolte a nord o ad est. È aumentata | invece le percentuale delle crisalidi parassitizzate da funghi o Ì bacterî ed è diminuita quella degli imenotteri parassiti, pei quali, È contrariamente a quanto ha affermato il Catoni, l’ Autore ha È osservato che il periodo di schiusura è un pò posteriore a quello . delle tignuole. K L’Autore non ha potuto l’anno scorso fare trattamenti inset- | ticidi contro la prima generazione delle tignuole; fece però, a A poli delle viti trattate RESOR con quelli di viti di con- ir che non avevano subito alcun trattamento e trovò che ‘mero delle larve. Quanto ai trattamenti con l’acqua calda consigliati dal Se- mìchon (veggasi alle pagine 215 e 307 del precedente volume di pagna (l’acqua arrivava sul grappolo ad una temperatura tra 53° d pe ) ma i trattamenti si Palicapeargno di peo: e quasi nessuna pa’; a n al i Ù RA Rat Mai, x ale’ deri 359 VET 100 PICS ANIMALI | dopo la schiusura .dell’ uovo, non potrebbero essere colpite, ripa- — rate come sono nei grovigli dei bocci fiorali od entro gli. acini; solo l'immersione per 10°” nell'acqua a 65° (e probabilmente — anche solo a 55°) si è mostrata sufficiente a sterilizzare le ova, | ma non si sa come Questo risultato possa avere pratica appli- cazione. L. MONTEMARTINI. Trotter A. — Atrofia parassitaria della corolla e virescenze nel Trifolium angustifolium L. (Marcellia, Avellino, 1916, Vol. XIV, pg. 136-142, con una tavola). . a o = na vo ro alati : yu. © ne A À PR E EI EE PI REIT A IO ERO 0 tea ittici è db L’Autore descrive spighe di T'rifolium angustifolium rac- colte a Marina Massa, caratterizzate dall’assenza o atrofia delle corolle fiorali sì da presentarsi costituite quasi unicamente dai calici e denti calicini. “& Tale anomalia è dovuta ad un ZEr:0phyes che per ora non si potè identificare coll’ E. plicator var. trifolit trovato dal Na- | lepa nelle cloranzie del 7ri/oltum arvense. ; Viene data la bibliografia delle virescenze fin'ora note one È diverse specie di 7yifolium: ricordata la virescenza prodotta sul si Tr. repens dagli attacchi alle foglie del Polythrincium PETRI 9 già descritta dal Molliard. i; 4 L. MONTEMARTINI LR À VOL AS - * Pas < MALATTIE D’ INDOLE FISIOLOGICA 101 BerrHauLT P. — Sur la maladie des Betteraves (Sopra la ma- lattia delle barbabietole) (Journ. d’ Agric. Prat., Paris, 1916, pag. 30-36). pi L’Autore espone l'opinione, già manifestata anche da altri, i che i deperimenti e le gravi perdite avutesi l’ anno scorso nella coltivazione delle barbabietole nel nord della Francia, oltre che alla Cercospora beticola siano state dovute ad una insufficiente concimazione azotata. L. M. . ArnauD G. — La jaunisse des-betteraves en 1915 (L’ingiallimento delle barbabietole nel 1915) (col precedente, pag. 59). A. proposito della malattia cui si riferisce la nota prece- dente, Autore comunica che sui campioni mandati da molte . località alla stazione di Patologia vegetale di Parigi, sì trova- 3 rono, oltre la Cercospora beticola, anche l’Uramyces Betae, il 4 Phoma tabifica e Vl Aphis Evonymi, ma moltissime foglie erano È gialle senza portare traccie di parassiti: la causa della malattia, È nei terreni leggeri, asciutti, sabbiosi ed a .nitrificazione poco | intensa, va dunque cercata e nella mancanza di acqua, e nel | difetto di concimazioni azotate, non che nella cattiva esecuzione . dei lavori agricoli e nella tardività della semina. dell cia SR Pe MALATTIE D’' INDOLE FISIOLOGICA 103 L’Autore ricorda che già L. Koch nel 1872 aveva dimo- strato che la predisposizione all’ allettamento nei cereali è do- vuta anzitutto a difetto di luce nel primi mesi di sviluppo, poichè la luce è necessaria per rafforzare gli internodi basali dei culmi e rallentare ed irrobustire tutto l’ accrescimento della pianta : si aggiunga che una primavera umida e coperta favorisce anche lo sviluppo delle cause parassitarie dell’ allettamento (Uphivbo- __lus, Leptosphaeria, Fusarium). î Da ciò l’utilità della semina non troppa fitta nè precoce e | in righe, in modo da aversi la migliore possibile concimazione È di luce solare e da potersi facilmente distruggere le male erbe e rompere e aerare il terreno nel quale le piante devono svilup- | pare le loro radici. È errore incolpare la soverchia concimazione : 3 per avere molto grano il concime è necessario, e quando le piante sono benaerate e illuminate (p. e. vicino al margine delle aiuole), | esso non porta come conseguenza l’ allettamento. È Sono utili anche le irrorazioni con solfato di rame per osta- colare lo sviluppo dei funghi parassiti, o quelle con acido solfo- rico diluito (metodo Rabatè) per combattere insieme le male erbe ed i funghi. L’Autore spiega come le irrorazioni con acido solforico di- darebbero dell’ azoto alle piante. E così pure crede siano utili, puglia arte contro i parassiti, le solforazioni. .luito possano essere sostituite con altre ad urina acidificata, che | | Propone pertanto che si facciano esperienze cooperative in I due sensi: | 1) irrorazioni con urina umana solforica, nella proporzione di 25 ettolitri per ettaro (si raccoglie l’ urina in damigiane 0 3 in botti internamente incatramate e si aggiunge il 6 p. 100 in i volume di acido solforico: uno ò due trattamenti, il secondo però con urina diluita con altrettanto volume di acqua); È 2) solforazioni con fiori di zolfo, da applicarsi specialmente b. dove il grano è folto e nelle località umide nella proporzione _À 197 È colta Ù a eolie) dl x ; E ("02 PENTA MALATTIE D' INDOLE INCERTA * di circa un chilogr. di zolfo per 50 metri quadrati (lo zolfo va. si applicato nei giorni caldi e sereni, non quando il grano è in fiore, ma prima o dopo la fioritura). L. MONTEMARTINI. PanTANELLI E. — Possono guarire le talee di vite arricciata ? (Le Staz. Sper. Agr. Italiane, Modena, Vol. XLIX, pag. 249- 298). 4 L'Autore dopo avere affermato ancora, richiamandosi ai suoi numerosi lavori riassunti nei precedenti volumi di questa - : vista, che il roncet non è malattia parassitaria, si chiede se il legno prelevato da viti arricciate dia in ogni caso barbatelle e viti arricciate, e se le barbatelle arricciate possano, con oppor- tune norme e in condizioni favorevoli di salute, risanare. Ricorda le esperienze già fatte in proposito dal Silva, dal Paulsen e da altri, e riferisce sopra molte esperienze fatte da lui stesso in Sicilia. Conclude che : a l’arricciamento tende a persistere nei maglioli presi da viti madri con la stessa intensità con cui infieriva su queste ultime ; | l | na esso sì attenua o scompare in estate in ‘saga allo : svi- F luppo di un sufficiente sistema radicale ed in proporzione ‘al-*I l entità di questo sviluppo, ma poi ricompare nella pic i successiva con intensità minore eguale o maggiore a quella del l’anno precedente, a seconda che le condizioni del terreno per- mettono un risveglio più o meno pronto dell’ attività nipion RO | non si anice ancora di aa se tin ] deri tardivi figo 19 MALATTIE D’' INDOLE INCERTA 105 ‘ancora dimostrato) contribuiscano a far ricomparire ogni anno ‘o ad aggravare la malattia sui primi germogli primaverili ; il tentativo fatto, pare con buon risultato, di ottenere la guarigione del legno ammalato, coltivandolo in terreno ripo- sato, sciolto, ben costituito, e in clima non mediterraneo, me- rita essere riconfermato. I L'Autore raccomanda in ogni modo ai viticultori di evitare ‘sempre rigorosamente l’ acquisto di legno ammalato dai vi- ‘vaisti e chiede che lo Stato vigili seriamente perchè questi non tengano viti arricciate nei loro vivai. Segue un elenco bibliografico sull’ argomento. L. MONTEMARTINI. Tranr L. — A propos de la maladie des chataigniers dans l’Ar- | déche (A proposito della malattia dei castagni nelle Ardéche) (Le Progrés Agric. et Vitic., Montpellier, 1916, N. 15, p. 307). L'Autore segnala soltanto il progressivo estendersi di questa malattia nei castagneti delle Ardéche e propone la sostituzione della coltivazione del castagno con quella della quercia da su- ghero o di altra quercia. L. MONTEMARTINI. ArcangeLI G. — Sopra alcune varietà di Diospyros Kaki e sopra | una malattia riscontrata in una di esse (Proc. Verb. d. Soc. Tosc. di Scienze Nat., 1916, Vol. XXV. 12 pagine). PrrAstore parla di due varietà del Diospyros Kaki, la Lyco- perssicum e la costata. RA «In ultimo si trattiene sulla caduta precoce dei frutti acerbi le si staccano alla base, in corrispondenza alla loro inserzione }: nes "I :” 3 i, TS Mel se essere. per la prima di dette varietà. Il Brizi aveva trovato sui frutti caduti una nuova specie di Botrytis (B. Diospyri), ma la presenza di questo micete non ; ì figo. è costante. | | L'Autore esclude, per prove sperimentali, che il fenomeno sia dovuto a siccità, dubita trattarsi di impotenza della pianta. a mantenere ed alimentare tutti e tanti frutti che poi diventano molto grossi. d0 Parla anche delle screpalature nerastre che si formano nella metà superiore dei frutti della varietà in parola, screpolature che poi dànno ricetto a funghi saprofiti: pensa sieno dovute a qualche agente esterno che determina il corrugarsi della su-_ perficie esterna derli organi così alterati, ma non sa quale possa L. MONTEMARTINI. Barrus M. F. — An anthracnose-resistant Red Kidney bean (Una | varietà di fagiuoli resistente all’antracnosi) (Phytopathologua 1915, Vol. V, p. 303-311, con 4 figure). | i L’Autore richiama le sue precedenti osservazioni riassunte alla pagina 340 del quinto volume di questa. Rivista, OSServa: zioni dalle quali è risultato che vi sono diverse razze di Colleto: trichum Lindemuthianum e che non vi sono varietà di faginoli che sieno immuni da tutte esse. Ora parla invece di una var (Wells Red Kidney) che è perfettamente immune, mentre i è attaccata tanto dal marciume nero (brown-rot, dovu 0 Scelerotinia libertiana), che dal brusone (Bacterium Pha . FISIOPATOLOGIA 407 Barrus M. F. — ©bservations on the pathological morphology of | stinking smut of wheat (Osservazioni di morfologia-patolo- gica sul frumento affetto da carie) (col precedente, Vol. VI, 1916, pag. 21-28, con 8 figure). Quando le spighe sono ancora racchiuse entro la guaina È dell’ultima foglia, le piante sane non si distinguono per nulla da quelle infette dalla Ti/letia foetens; solo quando le spighe vengono fuori si può scorgere una piccolissima e quasi imper- cettibile differenza nella larghezza degli stimmi. L'Autore segue | nei varî periodi successivi l’accentuarsi di tale differenza fino i ad arrivare da una parte al grano sano e dall’altra a quello cariato. L. MONTEMARTINI. DastTUR J. F. — The potato blisht in India (Il seccume delle patate in India). (Mem. of the Deptm. of Agric. in India, Calcutta, 1915, Vol. VII, pg. 1-14, con una tavola). L’ Autore ha fatto molte osservazioni sopra la diffusione del | seccume delle patate, dovuto alla Phytophtora infestans, nelle | diverse regioni dell’ India, ed ha constatato che mentre esso è comune sulle colline, non si presenta nella pianura se non rara- mente. In qualche località della pianura la malattia riuscì una. 0 due volte dannosa perchè vi furono adoperati semi infetti, ma l’anno seguente non si presentò più pur adoperando tuberi pro- ‘venienti da piante ammalate e coltivando gli stessi campi che ‘erano stati infestati: ciò vuol dire, e lo confermano anche le SCA con colture pure del fungo, che il caldo della pianura vasta ad uccidere il parassita. Pertanto i semi delle patate nelle località infette dovrebbero essere raccolti in tempo per potere poi essere mandati una parte dell’ estate alla pianura. Do FISIOPATOLOGIA x Il micelio della Phytophthora è intercellulare e caccia nelle | cellule gli austori che rimangono coperti da una vescicola “did retta continuazione della membrana della cellula ospite. Le mem- brane cellulari toccate dal micelio diventano brune e non dànno* — più la reazione della cellulosa. | | Nelle colture pure alcune ife miceliche si gonfiano ed ispes- | siscono la loro membrana formando organi che potrebbero essere. ritenuti cospore partenogeniche, ma che invece secondo ]’ Au- tore sono avanzi di conidi simili a quelli dei Pythiwm. L. MONTEMARTINI. DecLi Arti M. — L’acidità dei succhi in alcuni vitigni e la loro resistenza alle malattie (Ann. d. R. Scuol. Sup. di Agric. di Portici, 1916, Vol XIV, 24 pagine). - Nei vigneti del Salentino l’Autore ha l’anno scorso osservato. che a parità di condizioni di terreno, cure colturali, esposizioni è ; sel È & di deep: jd de, ecc., i diversi vitigui, come già è stato osservato in altri luoghi, furono in modo diverso attaccati dalla peronospora, presentando | così una diversa attaccabilità al parassita : le ma/vasie bianche e ; nere, il moscadello, il susmaniello soffrirono di più del primi: bi tivo, del negrodolce, dell’ uva rosa ; i trutti delle viti fillosserate furono meno dannegiati di quelli delle viti della medesima var { rietà ma immuni da fillossera. È L'Autore ha pensato ad una relazione tra 1’ acidità dei succhi e un tale comportamento differente dei diversi vitigni ed ha fatto. | accurate determinazioni dell’ acidità nelle foglie, nei graspi e nelle | bacche, presi a differente periodi di sviluppo. Vide così che 1’: aci- -% dità Hpale ed il tannino dei vIveHI PRSRSI Ù ky ori fo FISIOPATOLOGIA 109 può dire che il grado di resistenza delle uve alle malattie pa- rassitarie va di pari passo con il loro tenore acido. Sarebbe necessario fare analisi comparative e successive nelle diverse regioni e stagioni, perchè i rapporti possono cam- | biare e p. e. la malvasia bianca a fine agosto era più acida degli altri Vitigni e se vi fosse stato un attacco in tale epoca, avrebbe prodotto effetti contrari a quelli degli attacchi prece- denti. I Considerando anche la ricchezza zuccherina degli acini in rapporto colla loro maturazione (che si può dire sia raggiunta | quando si riscontra in essi Ja massima ricchezza zuccherina), si vede che le viti americane, le primaticcie e quelle le cui radici sono attaccate alla fillossera (il deficiente assorbimento radicale precipita il ciclo biologico) hanno ciclo biologico più breve, e «contengono poche ossidasi, mentre la abbondanza delle ossidasi negli acini dei vitigni a maturazione tarda dà ragione della | poca acidità dei loro succhi. È L. MONTEMARTINI î ‘ i Fiepor W. — Ueber die panaschierten und dimorphen Laubblit- FA | ter einer Culturform der Funkia lancifolia Spreng. (Sulle foglie variegate e dimorfe di una varietà coltivata di Nun- | kia lancifolia Spreng). (Stzsber. d. K. Ak. d. Wiss., Wien, tI 1914, Bd. CXXIII, pg. 1085-1096). L'Autore dimostra che la variegazione delle foglie di Fun- kia ondulata v. vittata, una forma della Y. lancifolia Spreng,., è in relazione colla temperatura alla quale le foglie stesse si sviluppano: ad una temperatura bassa, tra 9 e 13 C, diventano | numerose e predominanti le striscie bianche; ad una tempera- tura più alta tra 20 e 55 C, invece scompaiono quasi total- | mente. i na at % (2 SOI] I, ti *4 î E Mii. MITA LAI Ra RI TECVINIA IONI I FISIOPATOLOG a: nella quale si sviluppano: se in primavera, sono val se più. tardi invece, suno lancolate. L. M. Horpen H. S. — Further observations on the wound reactions of the petioler of Pteris Aquilina (Ulteriori osservazioni sopra le reazioni alle ferite nei picciuoli di Pleris aquilina). (Ann. of Botany, London, 1916, Vol XXX, pg: 127-134, con 4 figure). | STAVA di n ft e e dd ni ta E notevole il fatto che mentre, in seguito alle ferite, .il pa- renchima corticale si ispessisce e si lignifica, nello sclerenchima subepidermico si ha una delignificazione. L. M. LIME ia HasseLBRING H. e Hawkins L. A. — Physiological changes in Ra SONIA sweet potatoes during storage (Cambiamenti fisiologici nelle. patate dolci — Ipomoea batatas — durante il magazzi- naggio). (Agric. Res., Washington, 1916, vol. III, p. 831-332). Le trasformazioni dell’amido che hanno luogo durante il periodo di riposo nel tronco e negli organi di riserva dei grossi i alberi legnosi, sì verificano anche nei tuberi ed organi di Risi | serva delle piante erbacee pure se immagazzinati. Per la patata dolce gli Autori hanno visto che di lo” accrescimento si ha pochissimo zucchero e le sostanze di pe i si depositano quasi solo in forma di amido, il quale comincia a trasformarsi in zuccheri appena le grosse radici sono raccol ei questa trasformazione pare dipenda da cause interne ed ; Aa L tivamente indipendente dalle condizioni nigi 111 FISIOPATOLOGIA Gli Autori studiarono anche come variano tra loro le di- verse qualità di zuccheri: zuccheri riduttori e zuccheri di _ canna. L. MONTEMARTINI Comes O. — La profilassi nella patologia vegetale. (R. Ist. d’in- ; _ coraggiamento di Napoli, 1916, 173 pagine). | L'Autore pensa che più che studiare il ciclo biologico dei | diversi parassiti vegetali od animali ed i loro costumi, sia utile ‘oggi studiare la natura della pianta ospitante rispetto ai paras- siti medesimi e cercare le ragioni per le quali certi individui ‘di una medesima specie sono più resistenti e certi altri più su- scettibili ad una data malattia, oppure uno stesso individuo è | più scuscettibile in un’ età o un tempo o una stagione che in Le ltra. Crede che di fronte alle difficoltà pratiche ed economiche i di sempre nuovi rimedi o mezzi di lotta contro le malattie o i ‘parassiti, si imponga, per una razionale agricoltura intensiva, lo studio della profilassi e si augura che i chimici agrari volgano le loro indagini nel campo inesplorato della biologia e patologia delle piante coltivate, analizzandole specialmente in confronto con le piante Si bi In questo lavoro raccoglie molte osservazioni sue e di altri che potrebbero servire di base ad un vero trattato di profilassi. 1 Distingue, nell’ordinare le osservazioni e i fatti raccolti, la uscettività alle malattie e la resistenza alle medesime, e divide così il lavoro in due parti. | Per la susceltività studia separatamente l’ influenza del cli- ma, del terreno, della coltivazione e della concimazione azotata, uscendo alle seguenti conclusioni : È pel clima: una pianta coltivata in clima diverso dall’ori- inario (rimanendo gli stessi i trattamenti culturali) conserva e lò anche aumentare la sua primitiva resistenza alle cause ne- (TO FEBO = ; Afedr lu y 112 FISIOPATOLOGIA «| | (00° miche se il clima nuovo è più freddo di quello originario, tre invece la va perdendo in un clima più caldo ; lo stesso. ; cade per le piante che passano da una esposizione più fredda. (al nord) ad una più calda (al sud) o viceversa; È pel terreno : i liquidi del terreno se hanno reaziona leg-o germente acida favoriscono lo sviluppo delle piante, se invece sono a reazione alcalina favoriscono la comparsa di certe mar lattie, quali p. e. la scabbia delle patate, il mal del piede dell frumento, la clorosi delle viti, ecc.; i terreni calcari determi- | nano nelle piante maggiore produzione di zucchero’ ed ostaco- | lano la permanenza di acidi organici liberi rendendo le piante, come la somministrazione di materiali alcalini in genere, più sensibili alle influenze nocive asterne ; la resistenza delle piante | alle loro cause nemiche è maggiore nei terreni sciolti e minore i nei compatti ; per la coltivazione : la continua, intensa e financo for- | zata coltura che ha reso mangiabili gli organi delle piante sel-- vatiche con aumento del loro volume e della succulenza, ha por- tato ad un ingentilimento progressivo delle piante coltivate, che. è accompagnato da un aumento della loro sensibilità alle lo 0° cause nemiche; viceversa per le piante da frutta la riprodu- zione a mezzo di semi determina di solito un regresso nel conseguito ingentilimento, come si ha anche per la loro incol tura, e ne viene una maggiore resistenza alle malattie; {°° For per le concimazioni azotate: la letamazione rende i tes- a] suti più succulenti, più zuccherini e più attaccabili quindi dai parassiti; quanto più ricco è il terreno di azoto, tanto minore è il tempo tra l’inoculazione e la sit pr di un pa sita vegetale ; la esuberante concimazione azotata allunga. il riodo vegetativo delle piante e ritarda la lignificazione. dei | Sf suti. Jota dr 3 La seconda parte del lavoro, dedicata alla resisten: 1) piante alle malattie, comincia con uno studio degli sa > “Sl FISIOPATOLOGIA 118 diverse piante, e dimostra che gli organi delle piante selvatiche hanno tessuti più compatti, meno acquosi e con succhi meno zuccherini dei corrispondenti organi delle stesse piante coltivate. Dimostra inoltre che nel frumento sono più resistenti alle 7wg- gini le varietà a foglie strette e cerose, alle ustilagini le va- rietà provviste di arista, all’allettamento le varietà con più svi- luppata la parte solida del culmo; nelle patate, le varietà a steli ruvidi ed eretti, foglie piccole e pelose, tuberi a buccia gros- solana sono più resistenti a tutte le malattie; e lo stesso si os- serva negli ulivi per le varietà ad olive piccole con mesocarpo poco sviluppato, negli agrumi per le piante ottenute da semen- ti, ecc. | In seguito, in successivi capitoli, viene dimostrato : Ogni variazione dell’ ambiente e della coltivazione può in- durre una modificazione nella forza di resistenza: ciò perchè la resistenza e la recettività di un organo rispetto ai parassiti di- pendono principalmente dal rapporto che corre tra la quantità delle sostanze positivamente chemotropiche (e utili come ali- mento ai parassiti stessi: sostanze zuccherine e ammidiche) e di quelle negativamente chemotropiche (acidi organici) conte- nute nei loro succhi. Nei terreni alcalini, come i calcari, ed in quelli irrigati con acqua alcalina. le piante coltivate presentano. minore acidità libera nei loro tessuti e sono quindi più sensi- . bilî alle loro cause nemiche. I tannini essendo sostanze acide, si comportano come gli acidi organici, abbondano come questi negli organi in via di sviluppo e li difendono dai parassiti specialmente vegetali. L’ antocianina, come sostanza derivante da corpi dotati di un potere osmotico relativamente forte (tannini) concorre ad aumentare la resistenza, ond’ è che le varietà di frutta ed uva intensamente colorate dal rosso al violaceo e al bleu sono sempre È più resistenti di quelle a colore pallido. La resistenza è ereditaria e la si deve conservare per mezzo * i » RL È 4 Mi AI sa 1 QAR Te MEA i Mpa: di rog Le iù AR si, HR AA Hi R Rie ta COEN Chi; VI 4 LA 1909 5 par, targa y , sà [4 ip si A: nia siria; | FISIOPATOLOG TAC 6, VARI CIONI IPI GA ORARI È prati bee di ripetute selezioni, le quali hanno però solo valore quad ‘esc na sivamente locale. Essa è di solito maggiore nelle varietà meno È: pregiate, ed in tal caso è utile approfittare di queste o per ibridazioni o per innesti. Infine da un accurato esame dell’azione delle concimazioni sopra le proprietà dei succhi delle piante e la resistenza di queste alle malattie, l'Autore giunge alle seguenti conclusioni : #: 4 che il potassio, il calcio, il ferro ed il magnesio, ove oc- corrano, si debbono somministrare alle piante in forma di sol- fato, perchè la scissione dei ioni nelle radici metta in libertà l’ acido solforico il quale anche in minime dosi ricombinandosi concorre ad aumentare l’acidità dei succhi delle piante e quindi a rafforzarne la resistenza alle malattie ; che il concime azotato che più tende a far diminuire l'acidità dei succhi e quindi a rendere le piante più sensibili alle malattie è il nitrato sodico; il solfato ammonico è meno efficace come concime ma rende le piante più resistenti perche concorre ad aumentare l acidità dei loro organi ; | che. una esuberante concimazione azotata, specialmente sotto la forma nitrica, determina un aumento nella formazione. dei prodotti ammidici i quali, come gli zuccheri, rendono gli organi più ricettivi pei parassiti; ed invece la concimazione fosfatica, determinando la trasformazione delle sostanze azotate solubili (sostanze amminiche) in insolubili (sostanze proteiche fosforate) che sono negativamente chemotropiche, rafforza la U | resistenza ; Ù, 4% che pi prevenire per IRGRE più è (BIDRSBBRE nelle piani LEGGE k REGOLAMENTO ‘intesi a prevenire e a combattere le malattie delle piante (26 Giugno 1915, N. 888) LEGGE Art. 1. — I proprietari e i direttori di stabilimenti orticoli e di vivai, che producono o commerciano piante, parti di piante e semi, hanno l’ obbligo di farne denuncia al prefetto della Pro- vincia. Il Ministero di Agricoltura, industria e commercio ha di- | ritto di farne ispezionare le coltivazioni e i prodotti ovunque . conservati; e di proibirne la vendita, se ritenuti infetti, o pre- . scrivere le necessarie disinfezioni. i È Art. 2. — Il Ministero di agricoltura, industria e commercio | può, con decreto ministeriale : i a) sospendere la importazione nel Regno ed il transito di piante o prodotti vegetali ritenuti infetti; È: b) fissare i purti e le stazioni di confine, per i quali, sol- tanto, può aver luogo l’ importazione dall’ estero di piante vive, di semi e di altri prodotti vegetali ; (6) impedire la esportazione delle piante, delle parti di piante e dei semi dal territorio dei Comuni, nei quali si sia ac- È ertata la esistenza di malattie diffusibili. Art. 3. — I delegati del Ministero addetti alla vigilanza nei porti e nelle stazioni di confine hanno diritto : E° a) di imporre la disinfezione delle piante o parti di esse, o dei semi che ritenessero infetti, degl’ imballaggi, dei recipienti di quanto altro possa essere veicolo di germi di malattie ; ‘ norme che saranno stabilite dal Regolamento, quando le distru- 116 7 LEGGE i? te, " NI IS n, i b) di vietare la introduzione nel Regno e il transito delle | piante che ritenessero infette o portanti germi di malattie. Nessuna indennità è dovuta per le*disinfezioni e i divieti 9 del presente articolo. «QI Art. 4. -- Nessun indennizzo è db vato per gli alberi, le 4 piantagioni, i semi e gli altri prodotti, che fossero dated o distrutti per le operazioni eseguite allo scopo di provvedere, |. giusta le norme fissate nel seguente articolo 5, alla difesa delle | piante coltivate contro le malattie diffusibili. Tuttavia il Ministero può dare speciali sussidi, secondo le zioni siano eseguite nei fondi di piccoli proprietari coltivatori o di piccoli coloni o fittuari, che lavorino essi stessi i fondi dan- neggiati. Art. 5. — I delegati del Ministero di agricoltura, industria e commercio hanno diritto di entrare in tutti i fondi, qualunque ne sia la coltura o la destinazione, per accertare la esistenza di | malattie delle piante e provvedere, nei modi stabiliti dalla pre- sente legge e dai regolamenti speciali alle disinfezioni e alle cure delle piante infette. Il Ministero di agricoltura, industria e commercio, adita la Commissione per la difesa contro le malattie delle piante, isti- tuita con R. decreto 25 ottobre 1911, n. 1208, può rendere ob-_ bligatorio l’ uso dei rimedi contro le malattie delle piante e V'im- | piego dei mezzi di lotta contro gl’ insetti e gli altri nemici delle | stesse, nei casi in cui l’etficacia di essi dipende dall’ opera con- - corde di tutti gli interessati; e può eseguire, di ufficio, i trat-_ tamenti e le distruzioni necessari a spese degli inadempienti o. dei ritardatari. 4 Art. 6. — I proprietari dei terreni, in cui vi siano malattie diffusibili delle piante, possono riunirsi in Consorzi comunali, intercomunali, 0 provinciali. È La costituzione dei Consorzi deve essere promossa rispetti vamente dalle Giunte comunali o dalla Deputazione provinciale, secondo che si tratti di Consorzi comunali, intercomunali o pro: vinciali, qualora ne facciano domanda tanti proprietari da rap: presentare una metà almeno della superficie coltivata alla qu ale deve estendersi la difesa. La domanda deve essere presenta vicina il ii a iniezione ae‘ Î È = e ate niro SAINTE = nt arri 117 sindaco per i Consorzi comunali, e al presidente della Deputa- zione provinciale negli altri casi. | La costituzione dei consurzii può essere resa obbligatoria "I dal prefetto, inteso il parere della Giunta o delle Giunte co- «| munali o della Deputazione provinciale, secondo che si tratti di Consorzi comunali, intercomunali o provinciali, quando la | mancanza del Consorzio costituisca un danno od un pericolo | per la difesa degli interessi agricoli del rispettivo territorio. Il regolamento da emanarsi per l’ applicazione della pre- sente legge detterà le norme riguardanti la costituzione, 1) am- ministrazione e il funzionamento dei Consorzi. I Consorzi avranno diritto d’ imporre, con le modalità che saranno stabilite nel regòlamento, una contribuzione annua, non superiore alla ragione di L. 5 per ettaro, ai proprietari interes- sati compresi nelle rispettive circoscrizioni. Alla formazione dei ruoli di contribuenza e alla esazione dei contributi sociali si applicheranno le norme della legge per la riscossione delle imposte dirette, compresi i privilegi fiscali. Ai Consorzi di viticultori, costituiti secondo questa legge, | possono essere estesi, secondo le norme del regolamento , 1 be- . nefici provenienti dalle leggi in vigore peri Consorzi antifillos- | serici. | de; I Consorzi antifillosserici obbligatori costituiti secondo le | leggi in vigore potranno funzionare anche per le malattie delle altre piante coltivate nel rispettivo territorio. d Con decreto del prefetto, intesi i pareri di cui al terzo com- | ma, le facoltà contemplate in questo articolo possono, in caso di urgenza, essere accordate anche a Consorzi di proprietari già regolarmente costituiti. Art. 7. — Lo Stato può provvedere, a sue spese, alla dire- «zione dei lavori di difesa contro le malattie delle piante, gl’in- ‘setti e gli altri nemici delle piante, nei casi che lo stimi ne- cessario per la natura ed importanza, del male. Può anche con- ‘correre, fino alla metà, nelle spese di esecuzione delle cure re- lative. L’altra parte è a carico degli interessati, e potrà essere anticipata dallo Stato, salvo rimborso in uno o più esercizi a mezzo di delegazioni sugli esattori incaricati della riscossione delle sovrimposte o dei contributi consorziati e a mezzo di quelle altre garanzie che saranno stabilite dal regolamento. Di sa s--d Ai 6) » »; Ma 118 LEGGE ; SEE ACRI RA ie: CI05 RO “a Art. 8. — Le contravvenzioni alle disposizioni della. pre sente legge e dei regolamenti che saranno emanati in esecuzione | | di essa, sono punite con l’ammenda, da L. 10 a L. 200 e senza ; ‘ pregiudizio delle maggiori pene per le infrazioni alle disposi- | zioni del Codice penale. | Le contravvenzioni ai divieti d’ importazione e di transito saranno punite con una multa non minore di L. 10, nè supe-.. riore alle L. 800, senza pregiudizio delle maggiori sanzioni sta-. bilite dalla legge doganale. PE Art. 9. — Il fondo stanziato nel bilancio della spesa pel Ministero di agricoltura, industria e commercio al cap. 40, del- l’esercizio 1912-13, sarà portato nel corrispondente capitolo del- | l'esercizio 1913-14 e successivi a L. 138.000 per provvedere alle — spese derivanti dall’ applicazione della presente legge e dall’as- | sunzione del personale previsto dalla tabella B (organico degli — Ispettori). A. partire dall’esercizio 1913-14, lo stanziamento del cap. 71 | del bilancio 1912-13 sarà aumentato di L. 12.100 per provve- dere agli aumenti stabiliti con la' tabella A (Stazione di Ento- mologia Agraria di Firenze). | E Art. 10. — Le leggi speciali sulla Diaspis pentagona del È 24 marzo 1904, n. 130, e sulla Doriphora del 30 maggio 1370, n. 2517 (seconda serie) sono abrogate. È. Art. 11. — Nel regolamento da emanarsi per l'applicazione | della presente legge sarà provveduto alla organizzazione dei ser- vizi di vigilanza e segnalazione, di prevenzione e cura delle ti malattie ed ai modi di rimborso delle somme GI ioRa pe dallo Stato per parte degli interessati. Y REGOLAMENTO REGOLAMENTO 3 TITOLO I Del servizio di vigilanza, di segnalazione e di cura delle malattie delle piante. . CaprroLo I. Organi incaricati di tale servizio e loro attribuzioni. Ark 46 . Direzione ed organi del servizio di vigilanza, segnalazione , x D prevenzione e cura delle malattie delle piante. La direzione del servizio di vigilanza, segnalazione, pre- | venzione e cura delle malattie delle piante spetta al Ministero di agricoltura, industria e commercio, il quale si serve a tale | scopo degli organi seguenti : G a) Commissione consultiva per la difesa contro le ma- lattie delle piante ;. 2 b) stazioni e laboratorî speciali di studio e sperimenta- zione; | | »—»c) osservatorî regionali; d) delegati speciali per la fitopatologia. rg PSA o: Art. ® Pc. a Aa Formazione dell’ elenco delle malattie sospette e pericolose : | norme per prevenire la diffusione delle malattie; me- todi di disinfezione e cure; aree infette. tn Ministero , udito il parere della Commissione per la di- esa contro le Salame delle piante, provvede, di volta in volta, mediante decreti Ministeriali : IA "tà Kg % n x Pe, . (TS TANTI Sti Viel ui IA Pet m- À IDO, “ La b a»: ; he Cl e“ REGOLAMENTO — a) a formare e modificare 1’ elenco delle malattie perico- — lose e sospette ; "ALE ARE b) a prescrivere le norme per impedire la diffusione delle malattie, vietando , fra l’altro, la circolazione e la vendita dei prodotti infetti ; i c) a stabilire i modi di disinfezione e di cura e i TRedi da adottare per ogni malattia ; d) a rendere cbieatario l’uso dei rimedi e l’impiego dei mezzi di lotta contro gli insetti e gli altri nemici delle i piante, nei casi in cui l’efficacia di essi dipenda dall’opera con- | corde di tutti gli intesessati ; e) ad indicare i casi nei quali deve farsi la distruzione di piante, parti di piante, semi ed altri prodotti vegetali, e le cautele che debbono accompagnare tale operazione ; È f) a disciplinare la esportazione delle piante e dei semi dalle aree dichiarate infette. La dichiarazione di area infetta deve farsi nei casì in cui sia accertata la presenza di una ma- lattia di che alla lettera a). gu omni viti; Art. 3. 4 ’ 34 Composizione della Cominissione per la difesa È contro le malattie delle piante. | È È LS « } La Commissione consultiva per la difesa contro le malattie 3 delle piante, istituita con R. decreto 29 ottobre 1911, n. 1208, e modificata con decreto Luogotenenziale 31 dicembre 1915, n. 1974, è composta di nove membri, dei quali sette nominati con decreto Reale e scelti fra persone versate nella tecnica della materia; ne sono membri di diritto il direttore generale Fi dell’ agricoltura e il direttore generale delle foreste. | Il presidente della Commissione è nominato con decreto | Reale fra i componenti. ra Me. f Art. 4. Attribuzioni della Commissione. La Commissione oltre le attribuzioni di che nel le 0) 29 ottobre 1911, n. 1208, è chiamata a dar polo al Min sterc REGOLAMENTO 121 di agricoltura, industria e commercio nei casi stabiliti dalla . legge del 26 giugno 1913, n. 888, e dal presente regolamento e in ogni altro caso in cui il Miniato creda necessario. ADELE Stazioni e laboratorî di studio e sperimentazione. Funzionano come stazioni e laboratorî di studio e speri- mentazione : | 1.° il Laboratorio crittogamico di Pavia; 2.° la Stazione di patologia vegetale di Roma; È 3.° la Stazione di entomologia agraria di Firenze. È I laboratorî di zoologia agraria e di patologia vegetale delle scuole superiori di agricoltura e delle stazioni agrarie, con de- creto Reale potranno essere incaricati delle funzioni attribuite ‘ai laboratori di studio e di sperimentazione. Il decreto Reale dovrà essere emanato ad iniziativa del ministro di agricoltura, industria e commercio. Il decreto stabilirà il compenso da cor- | rispondere al personale direttivo e la dotazione del laboratorio. È Il personale tecnico avventizio sarà assunto secondo le pre- li scrizioni della legge 11 giugno 1897, n. 182. Art. 6. . Attribuzioni delle stazioni e dei laboratori di fitopatologia. Le stazioni e i laboratori di studio e sperimentazione debbono: 1.° compiere lo studio scientifico delle malattie ; 2.° esperimentare i rimedi ; 3.° giudicare della natura delle malattie nei casi dubbi e controversi ; î 4.° inviare al ministero una relazione annuale sull’ anda- mento e sulla cura delle malattie. Le stazioni e i laboratori di studio e sperimentazione fun- zi lonano da osservatori regionali. Art. 7. Osservatori regionali. . Funzionano come osservatori regionali 1’ Osservatorio con- orziale di fitopatologia di Torino e i laboratori di patologia x A ° i pera, ere de 9 SA o F nik vs sd nu: dn i ti Se ST Rie PL, IR rea 5 SA gt È ; * "n vegetale e di zoologia agraria delle scuole superiori e spe ciali di agricoltura, oltre agli Istituti di sperimentazione di Rini l'art. 5. 4 Ge Possono funzionare come osservatori regionali i laborstofi i di ogni altra istituzione governativa o privata, sempre quando il Ministero riconosca che abbiano persone e mezzi adatti. È Con decreto Ministeriale è stabilita la circoscrizione 0 ogni osservatorio. Art. ‘&; Attribuzioni degli osservatori regionali. Gli osservatorî regionali debbono : 1.° raccogliere ed esaminare le relazioni, le notizie ed il materiale patologico, che ad essi inviano i delegati speciali, nonchè le notizie ed il materiale che loro pervengano dagli agricoltori ; sa 2.° studiare e seguire le malattie delle piante nella propri circoscrizione ; | 3.° distipgatt le istruzioni pratiche, approvate dal Mini- | stero, per combattere e prevenire le malattie. 3 4.° inviare al Ministero un rapporto mensile SuLS osser vazioni fatte e sui lavori eseguiti ; 5.° rilasciare, quando sia necessario, a termini della” con- venzione di Roma, e a chi ne faccia RE certificati di immunità per le Dian parti di piante e per i semi, destinati all’ esportazione o al commercio interno. | Il certificato è rilasciato in seguito a pagamento di un di- ritto fisso, il cui ammontare sarà stabilito per decreto Ministe riale. Art. 9. Delegati 0 per la piaz SR 9. Vai ialbati delle stazioni e dei laboratori s di sperimentazione e.i loro assistenti; a liniaena o: bi REGOLAMENTO 123 3.° i direttori e gli assistenti degli osservatori regionali. Il Ministero può incaricare delle funzioni di delegati spe- ciali gli insegnanti delle scuole agrarie e i direttori delle cat- — tedre ambulanti di agricoltura. I laureati in scienze agrarie e scieuze naturali e i delegati tecnici antifillosserici possono del pari essere incaricati di dette | funzioni, quando si sia accertata mediante un esame tecnico pratico, la loro idoneità. Nel decreto d’ incarico sarà stabilito il compenso annuale . da corrispondere ai delegati speciali che non sono funzionari. ; Esso non potrà superare le L. 500. Art. 10. Attribuzioni dei delegati speciali. I delegati speciali per la fitopatologia debbono : 1.° ispezionare gli stabilimenti orticoli di ogni specie, i | giardini, i vivai e ogni altra località dove sieno piante, parti . di piante e semi, allo scopo di accertare se dette piante o parti di esse siano immuni, e se i semi siano esenti da germi di e malattie ; ° 593 9° riferire al direttore dell’osservatorio regionale, nel cui . territorio fu fatta la osservazione, i risultati delle ispezioni, | trasmettendogli , nel tempo stesso, le parti di piante ritenute A atfette da malattie pericolose o ionostia | 3° attendere alla vigilanza nei porti e nelle stazioni di | confine; 3 4.° provvedere alla esecuzione delle disposizioni della | legge, del presente regolamento e di quelli speciali per le sin- «gole malattie, nonchè delle istruzioni tutte del Ministero. I delegati hanno diritto di entrare in tutti i fondi, qua- zioni di loro competenza. né A Quando debbono eseguire disinfezioni o cure delle piante REGOLAMENTO Me o I delegati hanno funzioni di polizia giudiziaria per l’accer- | tamento delle CONtrAMENZIONI e per la redazione dei relativi verbali. . Arti 10; Nomina degli ispettori per le malattie delle piante. Gli ispettori aggiunti per le malattie delle piante sono no- minati, in seguito a concorso per esami e per titoli, fra coloro che hanno prestato regolare servizio, per almeno due anni, come assistenti ordinari ed avventizi degli Istituti di sperimentazione (art. 5) o degli osservatorî regionali (art. 7), o hanno frequen- tato per almeno due anni tali Istituti od osservatori in qualità di praticanti. Per agevolare tale frequenza , il Ministero potrà conferire borse di studio, ognuna di L. 1800, per il perfezionamento in entomologia agraria ed in patologia vegetale. Tali borse saranno conferite in seguito a concorso per esami. Ad esse non potranno aspirare coloro che sono già assistenti ordinari od avventizi' del detti Istituti od osservatori. aj 4 Con decreto Ministeriale saranno poi stabilite le materie di esami del concorso e delle prove finali per la nomina ad ispet- tore aggiunto, nonchè le condizioni e le norme regolatrici di esse. La promozione da ispettore aggiunto ad ispettore di 2* classe avrà luogo per esami e per titoli, con le norme da stabilirsi con decreto Ministeriale. - Le promozioni da ispettore di 2* classe ad ispettore di iso classe avranno luogo metà per anzianità, metà per merito. La sede degli ispettori è fissata dal Ministero. Due di essi possono prestare servizio alla Direzione generale dell’agricoltura, ni dì te è $ Di » LI ta REGOLAMENTO 125 CapiroLo II. 1 Vigilanza all’ interno. Art. 12. Denuncia di stabilimenti orticoli e di vivai. I proprietari e i direttori di stabilimenti orticoli, di giar- dini e di vivai e coloro che commerciano piante, parti di piante e semi, hanno l’ubbligo di farne denunzia al prefetto della Pro- vincia. La denunzia deve essere fatta in carta semplice entro . tre mesi dalla promulgazione del presente regolamento. | Per i nuovi stabilimenti orticoli e vivai e per le persone | che si dedicheranno al commercio delle piante, parti di piante # semi, la denunzia al prefetto dev’ essere fatta, per i primi, | non più tardi dell'agosto dell’anno in cui cominciano a fun- | zionare, e per le seconde, 10 giorni prima di eseguire qualsiasi atto di compra o di vendita. I prefetti dànno subito notizia al Ministero delle denunzie | ricevute. Art. 13. Ispezione agli stabilimenti e ai vivai. Il Ministero almeno una volta all’ anno, fa visitare dai de- legati speciali gli stabilimenti orticoli, i giardini, i vivai e le . altre località dove si trovano piante, parti di piante e semi, destinati al commercio. Art. 14. Vendita di piante, semi e sostanze per la cura. Le piante in vendita nei pubblici mercati e i prodotti agri- coli degli stabilimenti e dei vivai, di cui all’art. 12, devono es- sere forniti di una etichetta con le indicazioni seguenti : hi a) nome e cognome del produttore o commerciante delle piante, o del proprietario o direttore dello stabilimento o vivaio ; vez it prata, Pet ga. RT j Sd gr ; ; bat 1% \ 4 7) do si ? La 7 SI dn. } Ra I na ARZIERP VP RS (a Raro per pera i 17 ‘ f LAI : i SARA i Ireetpi n | 126 0. nnt, on do: + ALLAN Vla (È) x Ne, Mi È a" la or. b) località, dalle ol le piante e 1 | prodotti agricoli vengono. vii Di qualunque rimedio, anticrittogamico od insebtiolo oi quando si voglia metterlo in vendita, deve essere indicata la. composizione sull’ etichetta. ° el Art. 15. Origine e destinazione delle piante. | A richiesta dei delegati speciali per la o degli — agenti della forza pubblica, i commercianti di piante e semi sono obbligati di indicare il nome del fornitore, la provenienza, la data del ricevimento e l’uso dei prodotti acquistati. Chiunque vende piante, loro parti o semi deve indicare, a richiesta dei detti funzionari, la data di spedizione, il destra tario , il luogo di provenienza e quello di destinazione dei pro- — dotti venduti. | Per le. nuove piantagioni deve essere indicato. lo ciato i mento o il fondo dal quale provengono le piante. CaprroLo III. Vigilanza sull’ importazione. Art5*6c Importazione e transito di piante e semi infetti ; stazioni di confine; divieti d'importazione. — . Il ministro d’agricoltura, industria e commercio, provvede :. | a) a stabilire i porti e le stazioni di confine, per i quali, soltanto, può aver luogo la importazione dall’ estero di piante. vive, di semi e di altri prodotti vegetali, in quanto PEA es- sere pericolosi ; | no b) a sospendere l’importazione ed il transito di quelle piante, parti di piante e di quei semi destinati ugo) riprodu u- zione, che siano ritenuti pericolosi. SE, i Di Eguale provvedimento di sospensione può emettere. frutta, i semi, il legno e i prodotti Vegpepatihi in eh Hu. ‘9 Art EDS Chiunque intende importare nel Regno piante o parti di speciali per la fitopatologia, destinati al servizio di vigilanza “alla frontiera o ai porti, od in loro assenza dal Ministero di agricoltura, ipdustria e commercio. 5 Per gli Stati aderenti aila Convenzione di Roma del 4 marzo i 1914, la importazione di piante vive, di talee, d’innesti, di bulbi da fiore e di fiori recisi, di che all’art. 5 di detta Convenzione, deve essere accompagnata dal certificato d’ immunità rilasciato dagli agenti governativi di ciò incaricati nel paese esportatore. Art. 18. Facoltà dei delegati speciali per la. fitopatologia. 1.9 1.° di imporre la Besa col metodo prescritto dal SM inistero, delle piante o parti di esse, e dei semi, che ritenes- sero infetti, degli imballagggi, dei recipienti e di quanto altro i possa essere veicolo di malattie ; 4 AR ati vietare la introduzione nel Regno e il transito delle Si applica la disinfezione quando si tratti di malattie, per e quali sia accertata l’ efficacia di essa. Si fa luogo al divieto quando sì tratti di malattie pericolose contemplate nell’ elenco A, Pa » i. È sed REGOLAMENTO — ty 198 Art. 19. Importazione dagli Stati aderenti alla Convenzione di Roma. I delegati speciali per la fitopatologia, destinati al servizio. di vigilanza nei porti e nelle stazioni di confine, dovranno vie-. tare la introduzione nel regno delle piante di che all’ art. 5 della Convenzione di Roma del 4 marzo 1914, provenienti dagli Stati a questa aderenti, qualora le riconoscano infette, tuttochè accompagnate dal certificato d’ immunità, di cui all’ art. 17. In tal caso i delegati dovranno immediatamente riferire sulla natura della malattia e sul provvedimento adottato, al Ministero di agricoltura, industria e commercio, che prov perchè ne sia informato il Governo del paese esportatore. Nessuna indennità è dovuta per 1 danni derivanti dai di- 9 CIRIE E E densi i vieti e dalle disinfezioni. ila Fili dep}. i ar Art. 20. Quarantena delle piante. Nei casi dubbi circa la presenza e la natura della malattia, i delegati possono permettere la introduzione nel Regno delle. piante sospette, a condizione che il destinatario si obblighi di. coltivarle in luogo appartato, sotto il controllo del delegato spe- ciale della regione, e di non metterle in circolazione od in com- mercio se non dopo che ne sia stata riconosciuta la immunità. Art. 21. Imballaggi speciali. Il Ministero d’ agricoltura, industria e commercio può pre= scrivere l’uso di imballaggi speciali per le PIRnsO 0 para d È immuni. REGOLAMENTO 129 CapItoro IV. Cure e sussidi. Art.-22. È 7 Esecuzione delle cure obbligatorie e distruzioni. Quando a termine dell’ art. 2, lettere a ed e del presente | regolamento, si debba far luogo alla cura obbligatoria, o sia ne- cessario adottare il metodo distruttivo, il Ministero d’agricoltura, industria e commercio, con decreto notificato agli interessati a | mezzo del sindaco, farà ad essi ingiunzione di eseguire le di- struzioni delle piante, parti di piante, semi e di ogni altro pro- dotto vegetale, o di applicare i rimedi prescritti nei termini e ‘| nei modi indicati. Il decreto Ministeriale fisserà i limiti della zona di terreno, 1 entro i quali deve aver luogo la distruzione o la cura obbliga- toria. Qualora gli interessati non inizino, o non completino, o non | eseguiscano, nei termini e modi prescritti, i lavori di distruzione ‘o di cura, il Ministero d’agricoltura, industria e commercio prov- | vederà a farli eseguire o completare di ufficio, a spese degli ina- \ dempienti o ritardatari, a mezzo %; un commissario scelto tra i delegati speciali di cui all’ art. 9, o tra il personale delle cat- | tedre ambulanti di LR, O) al altre istituzioni agrarie lo- | cali, o tra 1 delegati tecnici oa w Art. 23. Spese per le cure obbligatorie e per le distruzioni. Le spese occorse per le operazioni di cui all’ art. 22 sono liquidate dal commissario che ha diretto i lavori. Tale liquidazione, vistata dal prefetto , è notificata È 1a in- eressati a mezzo del sindaco. È Entro quindici giorni dalla notificazione, gli interessati pos- ono ricorrere, contro la liquidazione, al Ministero di agricol- ura, ST e commercio che provvede definitivamente. Le somme risultanti dalla liquidazione definitiva fs dA scosse dall’ esatbore comunale, con le norme, la procedura. è l’aggio in uso per la riscossione delle a dirette. Art. 24. Sussidi. Nessun indennizzo è dovuto per gli alberi, le Piana i semi e gli altri prodotti che fossero danneggiati o distrutti le operazioni eseguite allo scopo di provvedere alla difesa dello. piante coltivate contro le malattie diffusibili e pericolose. Tuttavia il Ministero di agricoltura, industria.e commercio può dare speciali sussidi, quando le distruzioni siano eseguite | nei fondi di piccoli proprietari coltivatori e di piccoli coloni o. fittuari, che lavorino essi stessi 1 terreni. 9a Si considerano piccoli proprietari coltivatori o piccoli co-. loni o piccoli fittuari. coloro che godono di un reddito imponi- | bile, di qualsiasi natura, complessivamente non superiore alle L. 500. Art. 25. LA Per ottenere il sussidio di che all’articolo prededaliii v mme i teressato deve farne domanda al Ministero, non oltre venti giorni. ‘ da quello in cui si è verificato il danno. cda Il Ministero, accertata la condizione ‘del riali di es- sere piccolo proprietario coltivatore o piccolo colono 0 piccolo | fittuario, fa accertare se gli alberi, le piantagioni, i semi e gli altri prodotti danneggiati o distrutti Fap PrAScHIA RAI almeno. la terza parte di quelli prima esistenti. (9 La misura del sussidio sarà di volta in volta determinata dal Ministero, in base al rapporto presentato dal tecnico i ricato di rilevare i danni e non potrà superare il cinquanta pe I cento del valore delle piante e dei PIOORAME annegato? 0:63 strutti. | | REGOLAMENTO 131 a i Art. 26. l'oncorso dello Stato, nelle spese. Nei casi in cui lo stimi necessario per la natura ed impor- tanza del male, il Ministero di agricoltura, industria e com- mercio può provvedere a sue spese alla direzione dei lavori di difesa contro le malattie delle piante, gli insetti e gli altri ne- | mici delle stesse. Può però concorrere fino alla metà nelle spese di esenzione tai pei delle cure relative ed anticipare, ove occorra, l’intero ammontare della spesa. Nel caso previsto dal comma precedente la liquidazione della | spesa complessiva seguirà con le forme stabilite nell’ art. 23. È Nessun concorso finanziario da parte dello Stato può accor- darsi per le cure, quando siano usati rimedi non compresi fra | quelli rîconosciuti efficaci ed approvati a norma dell’ art. 2. Ricupero delle spese anticipate dallo Stato. Quando ai termini. dell’ articolo precedente , le spese sono | state anticipate a favore di un Consorzio, di un Comune o di | una Provincia, il rimborso della quota, dovuta da detti enti, | seguirà a mezzo di delegazioni emesse da essi sugli esattori . incaricati della riscossione dei contributi consorziali o delle im- 3 poste dirette. Quando l’anticipazione è fatta a tavore di un pri- . vato, la riscossione delle spese anticipate segue a termini del- l'art. 23. b Al privati, ai Consorzi, ai Comuni ed alle Provincie, po- tranno essere accordate, per il rimborso delle quote di dotte | spese, ratizzazioni per un periodo non superiore ad anni cinque, a partire dall’ anno in cui le quote stesse furono poste a loro | carico, comprensive dei loro interessi. . Le relative istanze dovranno essere siate al Ministero di agricoltura, industria e commercio, che deciderà del merito, previo accordo col Ministero del tesoro. I privati dovranno garantire il regolare pagamento del de- ef, di bito ratizzato, offrendo idonea garanzia; i Consorzi, i Commutti e le BERIO. dovranno garantire il regolare pagamento dell debito ratizzato mediante delegazioni da rilasciarsi per ciascuna | annualità, secondo le norme contenute nei successivi articoli. È Nessuna ratizzazione potrà essere accordata per il rimborso delle spese indicate nell’ art. 22. ; Art. 28. I Consorzi, i Comuni e le Provincie debitori di somme verso lo Stato, nei casi contemplati negli articoli 22 e 26, de- vono emettere delegazioni a favore dell’ erario per l'ammontare delle somme stesse, sugli esattori dei contributi consorziali © delle sovrimposte comunali o provinciali, in un termine non maggiore di giorni 30 da quello in cui avranno avuto notizia della liquidazione definitiva. / Qualora gli enti debitori non emettano le delegazioni nel termine anzidetto, si provvederà di ufficio, in quanto ai Comuni e alle Provincie ai sensi della legge comunale e provinciale, in quanto ai Consorzi mediante decreto del Ministero di agricol- | tura, industria e commercio che terrà luogo della delegazione del Consorzio. | Alle delegazioni rilasciate dai Comuni, dalle Prini e-& dai Consorzi sono applicabili le norme della legge (testo unico) 29 giugno 1902, n. 281. 08 Art. 29. Il Ministero di Agricoltura, industria e commercio comuni- | cherà a quello del tesoro, per il relativo ricupero, le quote di | spese dovute dai privati o dagli enti, a sensi degli articoli 22 | e 26 del presente regolamento, indicando le eventuali ratizza- | zioni concesse a termini dell'art. 27. Il Ministero del tesoro ri-_ chiederà il rilascio delle delegazioni che gli enti devono emet-. tere per i casi e nei termini indicati negli articoli precedenti , e promuoverà, ove occorra, i provvedimenti previsti dall’ art - colo 28. | RR > i) Pai | ! | | | | > (i + "240 4 IE CAL DI * "i ca 4 “ È mai WI \ int » te, lo = a TIT OI lt Na = =" dt * td e ai O ee 340) ,3 Lana "i A vs x PRI REGOLAMENTO 133 TITOLOS-=E. Consorzi di difesa contro le malattie delle piante. CaprroLo I. i Si Specie di Consorzi e loro costituzioue. Art. 30. Consorzi liberi. Quando tutti i proprietari e coltivatori di terreni di. una . determinata zona agricola si accordano per effettuare in comune la difesa di una o più specie coltivate, possono riunirsi in Con- sorzio libero, con atto pubblico o con scrittura privata con firme autentîcate. Nell’atto costitutivo debbono essere indicati lo scopo, la du- ‘rata, i mezzi con i quali si intende far fronte alle spese neces- | sarie e î componenti del Consorzio. Debbono inoltre essere sta- bilite le norme per l’ amministrazione di esso e per la elezione delle cariche sociali. Con decreto prefettizio dev’ essere riconosciuta l’ esistenza del Consorzio, quando esso voglia godere i vantaggi derivanti dalla legge e dal presente regolamento. Art. 31. Consorzi comunali di istituzione facoltativa. Il sindaco di un Comune, di sua iniziativa, o dietro invito lel prefetto, o del ministro di agricoltura, industria e commercio, a * > quando ne sia richiesto dall’Amministrazione provinciale e co- munale, od anche da un gruppo di interessati, promuove la sostituzione del Consorzio avente lo scopo di difendere una o È ENTE LA iù coltivazioni del territorio comunale da cause nemiche de- rminate. Art. 82. Mediante avviso, pubblicato all’ albo del Comune per dieci giorni consecutivi, comprendenti due domeniche, il sindaco dira notizia al pubbisa dell’ utilità dell’ istituendo Const ed in- vita gli interessati a firmare gli appositi fogli di adesione. È Tali notizie sono, pure, rese pubbliche in tutti gli altri. modi in uso nel to L’ avviso deve indicare il termine entro cui la coftaLint 3 zione sarà chiusa, il quale non potrà essere minore di venti nè | maggiore di trenta giorni dalla data di pubblicazione dell’ av- viso stesso. i 1 Sul foglio di adesione ogni interessato appone la propria È firma, o il segno di croce in presenza di due testimoni, ed in-. dica la località e la estensione della coltura da difendere, od il podere col numero delle piante coltivate. Chiusa la sottoscrizione, gli elenchi sono trasmessi alla Giunta comunale. Atto In caso di ritardo da parte del sindaco o quando la di. Tui opera sia riuscita infruttuosa, qualunque interessato può pren-. dere la iniziativa per la Roli tea del Consorzio, raccogliendo direttamente le adesioni. © Compiuto il lavoro, i fogli i le firme degli. aderenti e le altre indicazioni di cui al precedente articolo, sono tra- smessi alla Giunta comunale. Sol Art. 34. i fd La Giunta comunale, ricevuti gli elenchi , sì assicura. del autenticità delle firme e della esattezza delle notizie sulla est sione posseduta o coltivata da ciascun AUBEEBEZSI stabiliso cui si sono avute le adesioni. è Per tali accertamenti, la Giunta comunale mò REGOLAMENTO 135 | gli atti catastali e trarne copia in esenzione da diritti. Gli uffici — del catasto devono rilasciare alla Giunta comunale gli elementi . che questa loro chieda, ma hanno allora diritto al rimborso delle È spese. ; Se la superficie complessiva posseduta dagli aderenti rap- | presenta la metà almeno di quella coltivata, alla quale dovrà . estendersi la difesa, la Giunta comunale deve, senza alcun ri- | tardo, stabilire un giorno per deliberare sulla costituzione del . Consorzio rendendolo noto con avviso da pubblicarsi dieci giorni | prima all’albo del Comune e negli altri modi in uso. È Le parti interessate possono, nel frattempo, far pervenire alla Giunta le loro osservazioni per iscritto, in favore o contro » . la costituzione del Consorzio, e chiedere di essere intese perso-. _ nalmente. ia i È i Atts°8DL fe. hi | menti presentati, valutate le osservazioni per iscritto e udite, Nel] giorno fissato la Giunta comunale, esaminati i docu- ove occorra, le parti personalmente , delibera sulla costituzione determina quale sia la superficie del territorio su cui dovrà eser- | citare l’azione di difesa e trasmette gli atti al prefetto, insieme al verbale della seduta. __‘—»— Contro la deliberazione della Giunta è ammesso reclamo al | prefetto nel termine di 20 giorni dalla pubblicazione di essa | all'albo del Comune. f Il prefetto, esaminati i documenti, decide sui reclami e, in- i teso il parere delle persone od istituzioni competenti, emette il | decreto che istituisce il Consorzio. È Può pure, in conformità di tale parere, mutare o limitare scopo e la durata del Consorzio o anche variare la estensione della zona da difendere. dA Art. 36. Consorzi intercomunali. Sono promossi e costituiti Consorzi intercomunali nei casì di Comuni con territorio di limitata superficie, o quando una “I REGOLAMENTO | difendere si estende, senza disconti nità 5 Si territorio di due o più Comuni tti "1 S00C PIRA L’ iniziativa per la costituzione del Consorzio e la ca tgUii N delle adesioni in ciascuno dei Comuni interessati sono regolate | dagli articoli 31; 32 e 33. I fogli delle adesioni sono inviati alla Deputazione provin ciale, la quale provvede alla costituzione del Consorzio. Per tale costituzione si applicano le norme tutte stabilite dagli ar- ticoli 34 e 35. Il giorno fissato dalla Deputazione provinciale per delibe- rare sulla costituzione del Consorzio è reso noto con avviso pubblicato all'albo della Deputazione e di ciascuno dei Comuni interessati. coltivazione da adi FA pg Nel decreto di costituzione del Consorzio intercomunale il prefetto, inteso l’ avviso delle Giunte comunali e della Deputa- zione provinciale, indica il Comune dove avrà sede 1’ ammini- È strazione del Consorzio, quante volte tale indicazione non risulti dalle proposte degli interessati, e stabilisce il numero dei rap- presentanti che i consorziati di ciascun Comune hanno diritto di eleggere per l’ amministrazione del Consorzio. Atto 9A Consorzi provinciali. ? L’ iniziativa per Ja costituzione del Consorzio provinciale i x . . L . . "n può essere presa dal presidente della Deputazione provinciale, o dal sindaco o da Comitati promotori o da cittadini dei Comuni. interessati. Per la costituzione del Consorzio provinciale si applicano le norme dell’ articolo precedente. Art. 38. bi Coli SONE fetto può rendere obbligatoria la costituzione di Cogne 1 munali, intercomunali o provinciali. SITA 137 Il prefetto, inteso il parere della Giunta comunale, o delle Giunte comunali e della Deputazione provinciale nei casi di | Consorzio intercomunale, o della Deputazione provinciale nei casi di Consorzio provinciale, nonchè l’ avviso delle persone od istituzioni competenti in materia, con decreto motivato ordina ‘la costituzione del Consorzio. Nel decreto sono indicati lo scopo, la durata e la sede del Consorzio , la categoria degli interessati che ne debbono far | parte, il numero dei rappresentanti nell'’amministrazione per ogni Consorzio intercomunale o provinciale. divisi per Comune, e il i territorio da difendere, e si danno tutte le altre disposizioni per la costituzione del Consorzio. Contro il decreto del prefetto è ammesso il ricorso al Mi- ‘mistero di agricoltura, industria e commercio nel termine di 15 giorni dalla pubblicazione di esso all’albo della prefettura e nel foglio degli annunzi legali della Provincia. Art. 39. Interessati nei Consorzi. S’ intendono interessati e debbono far parte dei Consorzi i proprietari che conducono in economia i Joro poderi, i proprie- fari agricoltori, i fittaiuoli, gli usufruttuari, gli enfiteuti, e gli utenti di quote di beni costituenti i demani comunali e i do- pini collettivi. «Dove vige la colonia parziaria sono chiamati a far parte lel Consorzio il proprietario del terreno ed il colono. Ciascun consorziato ha diritto ad un voto per ogni ettaro i superficie o frazione di ettaro superiore a un decimo di et- aro possaduta o coltivata. . Chi possiede o coltiva più di 10 ettari, oltre ai primi 10 oti, ha diritto a un voto per ogni diecina di ettari o frazione i diecina, fino ad un totale di 20 voti. | Peri fondi coltivati a mezzadria, tanto il proprietario come mezzadro hanno diritto ad un voto per ogni due ettari di prietà. 138 poi REGOLAMENTO | "AAA CORNA disporre a termine dell’art. 39. DES RZON: e NALE RO Ki ere agi Wah î ATE wi a) SE VOTI Miu VA? MISICAIEN LO mic Art. 40 Elenco dei consorziati. I sindaci, ricevuta comunicazione del decreto del prefetto per la costituzione del Consorzio, procedono alla formazione degli elenchi di coloro che appartenendo alla categoria degli in- teressati indicati nel decreto, ne debbono far parte. s Gli elenchi conterranno, oltre il nome, il cognome e il do- micilio degli interessati, la indicazione delle località e delle | estensioni delle colture da difendere per ciasuno di essi, nonchè il numero dei voti di cui ogni singolo consorziato ha diritto di | Gli elenchi sono pubblicati all’albo comunale per 10 giorni. consecutivi comprendenti due domeniche. | Entro dieci giorni dalla scadenza di tale pubblicazione | chiunque vi abbia interesse può ricorrere al prefetto perchè siano incluse od escluse dagli elenchi persone indebitamente | omesse od inscritte, e perchè siano corrette indicazioni erronee. | Scaduto tale termine senza alcun ricorso, e dopo il decreto col quale il prefetto decide sui ricorsi, gli elenchi diventano de- | finitivi. to: Art. 4l. Variazione degli elenchi. 4 Gli intesessati debbono denunciare al Consorzio i trasferi- menti di proprietà, le modificazioni delle colture e dei relativi. contratti di colonia o di fitto, per le necessarie variazioni al- l’ elenco del consorziati e al so di contribuenza. “A Il Consorzio ha facoltà di esaminare gli atti catastali, te. È| nuti dagli uffici della conservazione, e trarne copia ed appunti in esenzione da diritto, per compilare e tenere annualmente ag- giornato il registro delle proprietà soggette a cone a Qualora il Consorzio non si procuri, mediante ]’ opera | de: suoi speciali incaricati, i dati ed elementi di cui abbisogi i. questi devono rilasciarsi dagli uffici della conservazione, tale caso l’amministrazione del Consorzio dara rimbor spese di opera e di materiale. REGOLAMENTO i 139 Arti 42; Contributi consorziati. I Consorzi hanno diritto di imporre una contribuzione annua non superiore a L. 5 per ogni ettaro di terreno da difendere. Il ruolo di contribuzione deve contenere le indicazioni delle somme da pagarsi da ciascun consorziato e del terreno per cui sì paga. | Il ruolo, approvato dall'assemblea o dal Consiglio dei rap- presentanti (art. 46), deve essere pubblicato per 20 giorni con- . secutivi all’albo comunale. Il prefetto provvede definitivamente sui ricorsi e appone il | visto di esecutorietà al ruolo. | | Nei Comuni o nelle Provincie in cui manchi il catasto e_ non si possa altrimenti stabilire la superficie destinata alle sin- gole coltivazioni, il prefetto può adottare, come base della tas- 7 sazione, il podere. A tale intento stabilisce le classi, secondo | cui possono aggrupparsi i poderi del territorio, in 0) alle loro | superfici approssimative. Sulla stessa base dona superficie media D, dei poderi appartenenti alle varie classi viene determinato il numero dei voti di cui all’ art. 39. È Art. 43. Riscossione dei contributi. La riscossione delle contribuzioni consorziali è fatta con le norme e privilegi in vigore per la riscossione delle imposte di- sa ette. Essa è affidata per ciascun Comune all’ esattore comunale, che deve assumerla allo stesso tasso con cui gestisce la riscos- sione delle imposte dirette. «Il servizio di tesoreria sarà disciplinato dal regolamento speciale di ciascun Consorzio. ‘ cui PI IS Art. 44 Beneflci det Consorzi antifillosserici estesi ai Consorzi di viticultori. _ Ai Consorzi di difesa della viticultura costituiti secondo la | legge ed il presente regolamento, il ministro di agricoltura, in- _ dustria e commercio può estendere con suo decreto i benefici | delle leggi per i Consorzi antifillosserici. | Art. 45. Consorzi antifillosserici funzionanti per le altre malattie delle piante. I Consorzi antifillosserici, aventi contribuzioni obbligatorie, costituiti secondo le leggi in vigore, potranno funzionare anche — per le altre malattie delle piante coltivate. | Siffatto ampliamento di attività dev’ essere deliberato dal- l'assemblea dei consorziati, secondo le norme stabilite nel rispet- tivo regolamento, 0 dagli elettori di secondo grado e con i voto — favorevole di due terzi dei presenti. Nella deliberazione saranno specificate le nuove funzioni del Consorzio, e, se del caso, le variazioni dell’ amministrazione di È esso. Sarpi pure di i nuovi contributi con i quali #° in-o tende di far fronte alle maggiori spese, la ripartizione « e il par. gamento di esse, il programma da svolgere. ti La deliberazione sarà sottoposta all’ approvazione del m nistro di agricoltura, industria e commercio, che potrà introdw le varianti che crederà Vivi - li nà : "e 4 en pier PE SERA RT esi: x Tp A Lo REGOLAMENTO 141 CapIiToLO Il. Amministrazione dei Consorzi. Art. 46. Organi dell’ Amministrazione. All’amministrazione dei Consorzi comunali provvedono l’as- — semblea e la Giunta esecutiva o Consiglio d’amministrazione. a L'assemblea è costituita di tutti gl’ interessati, di cui al- . l’art. 39. Essa nomina i componenti della Giunta esecutiva, ap- | prova i ruoli di contribuzione, i bilanci e i conti consuntivi e delibera sul programma di attività e sulla durata del Consorzio. La Giunta esecutiva prepara i ruoli di contribuzione, forma i bilanci e i conti consuntivi e provvede in genere a tutto ciò che interessa l’Amministrazione e il regolare funzionamento del Consorzio. | «A capo dell’Amministrazione vi è il presidente. Egli rap- presenta il Consorzio in tutti gli atti, presiede la Giunta, esegue le deliberazioni e sopraintende a tutti gli affari che interessano il Consorzio stesso. . Per i Consorzi intercomunali e provinciali 1’ assemblea di ciascun Comune nomina i proprii delegati a costituire il Con- siglio dei rappresentanti. Questo ha funzioni eguali a quelle che nei consorzi comunali spettano all'assemblea. Un regolamento interno, proposto dall’assemblea o dal Con- siglio dei rappresentanti ed approvato dal ministro di agricol- tura, industria e commercio, disciplinerà quanto concerne l’ am- ministrazione ed il funzionamento del Consorzio. Art. 47. + de DI L'alta vigilanza sui Consorzi è esercitata dal Ministero di aa industria e commercio. Il Ministero può fare intervenire un’suo delegato alle se- e del Consiglio d’ amministrazione o Giunta esecutiva, del- assemblea e del Consiglio dei rappresentanti. Il delegato mi- LE FRE Rae +. 1 darà | REGO: LAMENTO. | nisteriale ha voto colsultivo e ha diritto di convocare | siglio, quando lo creda necessario per l’importanza degli. menti da trattare. TI Qualora l’Amministrazione del Consorzio non possa funzio- nare o non esegua quanto le spetta per legge o comprometta le. finalità per le quali fu costituito il Consorzio, il Ministero può decretarne lo scioglimento, nominando un commissario speciale. con i poteri del Consiglio d’amministrazione. Con lo stesso de- creto Ministeriale sarà indicata la durata della gestione straor-. dinaria del commissario, che non potrà prolungarsi oltre sei mesi. La funzione del R. commissario sarà gratuita, dovendo egli es- sere scelto preferibilmente fra le persone competenti residenti nel capoluogo del Consorzio. î sgupti Disposizioni transitorie. Art. 48. Pi All’ applicazione del presente regolamento o di quelli spe- ciali riguardanti le malattie e i nemici delle piante, sì riter-. ranno abrogate tutte le disposizioni stabilite con decreti Reali e Ministeriali concernenti la stessa materia. | NOTE PRATICHE 143 L o sal =cr=—- pio TE AZIO SLI RE NOTE PRATICHE - La Commissione consultiva per le malattie delle piante, si è riunita | nei passsti giorni a Roma e, preso atto della pubblicazione del regola- mento per l’applicazione della legge contro le malattie delle piante, ha «| cominciato a fare un primo elenco di malattie per le quali si deve proi- bire la circolazione delle piante o parti delle piante infette. Per la fillossera delle viti ha distribuito ai consorzi i fondi disponi- bili per sussidii. Si è pure autorizzata la distribuzione del solfuro per il metodo cu- i rativo a S. Severo, e la continuazione delle esplorazioni per giudicare | dell’ efficacia delle distruzioni eseguite decorsi anni in provincia di Te- | ramo. x . La Commissione ha poi dovuto occuparsi della grande e dannosissima | invasione di arvicole nelle terre di Puglia. Ne sono invasi circa 200 mila ettari di terreno, ed in alcune località il raccolto del grano è stato quasi | completamente distrutto. Trattasi specialmente dell’Arvicola arvalis, cui sono mescolati in pic- cola parte, individui di A. amphibius e di Mus sylvaticus. Si sono molti- il | plicati straordinariamente nei terreni a maggese (l’anno scorso la difesa prile, quando non trovarono più erbe da mangiare, passarono ai semi- nati. — Ora si teme moltissimo che, venuto a mancare il grano, si but- tino sui vigneti, nel qual caso il danno sarebhe enorme. Bi: La difesa principale dei vigneti si fa a mezzo di trincee, ossia di fossi scavati intorno ai vigneti medesimi, larghi 30-40 centimetri, pro- fo ndi 40, con ìn fondo, a certa distanza l’ uno dall’altro, dei vasi di terra @ erniciata interrati fino all’ orlo: i topi accorrono a tali vasi, anche se non i contengono acqua, vi cadono dentro in gran quantità e vi muoiono si possono esservi uccisi. Nelle trincee scavate per difendere il vivaio ip perimentale del consorzio se ne sono raccolti in tal modo circa 80 mila n otto giorni. $ È 5° fatta solo pei terreni coltivati a grano), dai quali verso la fine di a- vigneto si prepara dell’ esca avvelenata, e cioè: avena o grano bevuti di soluzione di fosfuro di zinco; oppure, se non si ha & avvelenati con arsenito potassico. | Il Ministero di Agricoltura organizza la lotta anticipando i per l'apertura delle trincee, promuovendo la costituzione di co obbligatori tra i viticultori, requisendo e acquistando la TIAEgioRI tità possibile di fosfuro di zinco. vs Intanto il prof. Mori, della Stazione zooprofilattica di Portici, studiando e sperimentandò l’azione dei virus che fin’ora non si è dimo-. strata, in Puglia, di efficacia sensibile. E il prof. Grassi col dott. Splen: | dore, studiano se e per quale malattia, forse dovuta a DI dba in re zione con acari, scompaiono alle volte le arvicole. e. Il metodo Carrer di irrorare le erbe appetite dai topi con soluzioni di arsenito potassico, non può ora essere applicato in Puglia perchè. non. È »* RA vi sono erbe verdi: bisognerebbe forse sperimentarlo in autunno. Dal Corriere del Villaggio, Milano, 1916. N. 15. - Contro il grillotalpa il d. V. Gobbetti consiglia iniet mezzo dei comuni pali iniettori, della benzina nel terreno: 50 ant telle delle viti. N. 16. — Per impedire la germogliazione delle patate destinato) i trizione, se si tratta di piccole partite si possono levare tutte le g g colla punta di un O, se si tratta di patate prosa si imm me con tale bagno tutte le gemme sono uccise. * dia od Set eZ, te Cat ve aa lare PEN] PE sla TE o; cd siga E 7 o” PIÙ ° pie bi x LA “ PASTA CAFFARO,, è una poltiglia rameica già preparata E composta infatti di ossicloruro di rame (surrogato elettro- chimico al solfato di rame) e calce, epperò ha la stessa efficacia Ce nticrittogamica della poltiglia bordolese, della quale si presente più adesiva, si che potè nella campagna dello scorso anno 1915 I difendere meglio i grappoli della vite. Si vende in mastelli e cassette di diverse dimensioni. Ai mastelli usuali da kg. 50 netti l’uno, viene unito un misurino pposito per la dosatura (un misurino (gr. 500) per mezzo ettolitro acqua). Si scioglie facilissimamente nell’acqua, sì che qualunque ra- a 50 0 donna può preparare la soluzione senza tante manipolazioni senza pericolo di eccedere o di difettare. | Per la sicurezza della sua azione, per la comodità di prepa- zione e per la maggior economia, da cinque anni il suo uso va tendendosi nella lotta contro la peronospora della vite, e contro ella dei pomodori e delle patate. liedete senza indugio alla Federazione italiana dei Consorzi. “ ì agrari, alla sua sede in Piacenza, ai suoi ei regionali di Roma e Napoli, od ai Consorzi agrari, Sindacati agrari, Casse rurali, or i agraria e viticole, Associazioni agrarie di acquisto, ecc., ecc., e, dove non esistono agrari, agli Agenti all’uopo incaricati. uttrice nel grandioso stabilimento elettrochimico di Brescia per la fabbricazione di Lc austica, di cloruro di calce, e di ipoclorito di sodio, la SOCIETÀ ELETTRICA ED TTROCHIMICA DEL CAFFARO (Anonima - Capitale L. 6.000.000 inter. versato) sede in Milano. bi LYSOFORM hI É uno dei disinfettanti più in uso perchè è di odore gradevole e ge n e che scompare presto, non macchia, costa poco. 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Fo INDICE DEL FASCICOLO Lavori originali: | MONTEMARTINI L. — La specializzazione delle ruggini Rivista: . Beuinor A. — Deformazioni tuberoidi sulle radici del girasole Cozzi C. — I licheni della quercia . ui PeTtRI L. — Azione reciproca di radici micotrofiche di piante diverse PerRI L. e ApANI A. — Una malattia dei coni di pino Poor V. V. e KAy M. B. — Movimento ne stomi e Cercospora beticola . £ ù , Vincens F. — Isaria parassita di imenotteri Note pratiche PAVIA TIPOGRAFIA COOPERATIVA 1916 Pag. 145 161 159 163 159 162 160 164 Fà. A I) PR 107 di La + Sg contiene articoli Pesi recensioni. di tutti ; avo sulle malattie delle piante pubblicati in Italia e all’ E- : stero, riassunti di tutte le note e i Ra pratici cel SI trovano sui RR sulle rose di botanica 0 dii agricoltura per salvare le piante dai loro parassiti. I Si mantiene anche al corrente di quanto fanno | contro le malatte delle piante diversi Enti che se nel devono interessare. fibbonamento annuo L. 12.00. val Le prime sette annate si possono cedere per lire novanta 4 Ù «ie è, A e 13 è K Su raf Ae SIAT è a Pai Sab dj ROC SOR SE x Ja RI f, de di RA Ru ri 7 x ; e: TV pci La N fcae : Rs No sp A ua 1916. Num. 6-7. Rin Rivista di Palolsia Vesta Diretta paL DorT. LUIGI MONTEMARTINI Professore di Patologia Vegetale nella R. Scuola Superiore d’Agricoltura di Milano Ss Direzione e Amministrazione : Prof. LuiGI MONTEMARTINI Piazza Giovita Garavaglia N. 1 - Pavia i LAVORI ORIGINALI L. MONTEMARTINI Sopra la specializzazione dei funghi parassiti, con particolare riguardo alla specializza- zione delle ruggini dei cereali. (Continuaz. e fine, vedi fasc. 2, pag. 33). II. A confermare la grande sensibilità dei funghi alla compo- | sizione chimica del nutrimento che viene-loro offerto, come ri- sulta anche dalle esperienze di Errera e di Raybaud sopra ci- tate (pag. 42), mi ha servito benissimo 1’ Alternaria Camelliae | (Cooke et Mass.) Montem. da me già descritta in una prece- ‘dente pubblicazione '). | La coltivai per undici mesi, dall’ agosto dello scorso anno al giugno dell’ anno in corso, e per venti generazioni in capsule J 1) MONTEMARTINI L., Alcune malattie nuove 0 rare osservate nel La- “ atorio di Palologia Veljetale di Milano. (Riv. di Pat. Veg., Anno VII, PARASSITI VEGETALI 0 Petri con agar dolcificato per una serie di generazioni con glu-o cosio puro, e per altra serie con saccarosio, ponendo sempre at- , tenzione alle variazioni dei caratteri morfologici e fisiologici o biologici provocate dall’ uno o dall’ altro dei due zuccheri nu- trienti adoperati. I ": : Già alla quarta generazione, dopo due mesi di coltura in | ambiente artificiale, si vedeva facilmente ad occhio nudo che la | serie nutrita con glucosio aveva uno sviluppo più rapido, dopo la seminagione delle spore, ed una vegetazione più rigogliosa, caratteri che conservava anche quando le spore da essa prodotte ‘ venivano seminate nell’agar con saccarosio, mentre viceversa le spore della serie del saccarosio davano sempre luogo ad una ve- getazione più stentata anche se trasportate nell’agar glucosato. Tale carattere di maggiore robustezza si è conservato ed anzi accentuato nelle generazioni successive della serie nutrita col glucosio, le quali inoltre presentavano adattamento speciale a crescere, oltre che alla superficie, anche negli strati più pro- fondi del substrato, il che non si verificava per le corrispondenti generazioni della serie nutrita con saccarosio. E alla sedicesima — generazione, dopo sette mesi di coltura in substrato artificiale, si avevano così due forme di vegetazione ben distinte e fisse, | le quali mantenevano i loro caratteri anche se si cambiava il | substrato: la forma .del glucosio (che si conservava però tale anche se passata nel saccarosio) con micelio abbondante, super- ficiale e profondo; la forma del saccarosio (che si conservava | tale anche se passata nel glucosio) con micelio scarso e super- vano sempre in tempo molto più breve che le spore della se-. 10% RENE conda I MOR nelle rIeGREARI SORA pi ì b.| PARASSITI VEGETALI | dopo cambiato il substrato nutritizio. Sì che alla ventesima ge- | nerazione potevo quasi dire d’avere ottenuto due razze ben ca- _ ratterizzate : razza glucofila: spore di forma e dimensioni variabilis- «| sime, molte piccole e semplicemente bisettate o trisettate con - aspetto di Cladosporium, le più grosse irregolarmente piriformi, un po’ rigonfie ai setti, con peduncolo breve ma ben distinto’ dall’ ultimo articolo, molte con membrana leggermente zigrinàta, 3 le più grosse lunghe 23-25 u su 11-12 di larghezza; germina- zione pronta; micelio abbondante alla superficie e all’ interno del i È substrato ; «Bega * 3 razza saccarofila : spore di dimensioni più uniformi, po- . che con aspetto di C/ladosporium, le più grosse con forma più | regolarmente clavata, non rigonfie ai setti, non zigrinate, con | peduncolo confuso nell’ ultimo articolo, lunghe 20-22 u su 9-10 di larghezza, geminazione più lenta, micelio scarso, superficiale. 3 Ho voluto vedere se fra le due razze v’ erano anche diffe- renze biologiche, ed ho tentato nello scorso maggio inoculazioni dell una e dell’ altra (a mezzo di spore sospese in una goccia di acqua distillata) con incisioni su foglie giovani di Camellia e di Thea: certamente le spore provenienti dalle colture nutrite a glucosio si dimostrarono più atte ad infettare le foglie di Ca- I nellia che non le spore provenienti dal saccarosio ; per la Thea invece sette giorni dopo l'infezione, le foglie ancora giovani e tenero mostravano una piccola area necrosata intorno alle inci- ‘sioni infettate con materiale saccarofilo, però coll’ invecchiare delle foglie stesse diventate coriacee, tale accenno di infezione non ha avuto seguito e l’area necrosata è seccata insieme agli altri tessuti sani intorno alla ferita, sì che non vi fu più diffe- renza tra foglie infettate coll’ uno o coll’altro materiale. Ad ogni fhodo non si può escludere che vi sia tra le due razze anche ima differenza biologica nei riguardi del parassitismo. . Tutto questo si spiega pensando che la resistenza delle spore, . O, - SOSO II © CIR L =" P » sere strettamente legate alle sostanze di riserva in esse. conte. 148 | PARASSITI VEGETALI — Mei » vp la loro germinabilità e quindi anche la virulenza n) dobibaziate nute, le quali alla loro volta sono in stretta relazione colle so- | stanze nutrienti assorbite dal micelio che le ha generate. III. Si comprende pertanto come anche in natura la nutrizione _ differente che i diversi organi o parti di organi di una stessa — pianta possono offrire al micelio di un medesimo .fungo paras- sita, si rifletta nella germinabilità maggiore o minore e nella | minore o maggior robustezza delle spore che ne sono prodotte. Lo ho parecchie volte constatato con diverse specie: Vidium quercinum Thim. — Furono seminati separata- i mente, in acqua distillata o semplicemente su vetrino tenuto in | camera umida, conidi presi sulla pagina superiore e sulla infe-. riore di una medesima foglia di quercia, da chiazze miceliche. di eguali dimensioni aventi pressa poco la stessa età : sempre, | in sei osservazioni fatte in tempi diversi, i conidii presi. dalla | pagina inferiore hanno germinato in tempo più breve che quelli. presi sulla - Pagina suparitre, ed hanno dato micelio più Pesce risultati che per la specie precedente: i conidii prove ii adi pagina inferiore hanno germinato più rapidamente che spe provenienti da pagina superiore ed panzo dato micelio più a ro- busto. laginee perdono la loro seria se si riproducono a lungo ‘a mazione in vita saprofitaria. IENA VO PARASSITI VEGETALI 149 Aecidium Violae Schm. — Furono seminate separata- | mente in acqua distillata ecidiospore prese dal picciuolo ed eci- diospore prese dal lembo di una medesima foglia di viola mam- mola: le prime germinarono sempre, in tre esperienze, da otto a dieci ore prima delle altre. Gruppetti delle medesime ecidiospore furono messi, pure se- | paratamente, in capsule contenenti agar preparato ‘con decotto i di foglie di viola: sette giorni dopo la semina, intorno alle eci- diospore prese dal picciuolo si erano formate, alla superficie del- — l’agar, chiazze rotonde di micelio del diametro di 2-2,5 centi- w metri, mentre dalle ecidiospore del lembo si avevano avute È chiazze di soli centimetri 1,5-1,7. d Phragmidium subcorticium (Schr.) Wint. — Furono con- È frontate, come per le specie precedenti, uredospore di prima in- È fezione provenienti da foglie giovani di rosa, con uredospore, È pure di prima infezione, prese su foglie più vecchie di un me- . desimo ramo: le prime germinarono più rapidamente e più vi- 1 | gorosamente. i Puccinia Malvacearum Mont. -- Furono seminate sepa- | ratamente in acqua distillata teleutospore prese dal picciuolo e . teleutospore prese dal lembo di una medesima foglia di Altea, avendo cura di scegliere sori teleutosporiferì di eguali dimen- | sioni: in cinque esperienze fatte, le teleutospore sviluppatesi sul | picciuolo hanno germinato prima ed arrivarono prima alla for- | mazione del probasidio. Fatta la semina in capsule contenenti agar preparato con decotto di foglie di malva, in sette giorni intorno alle teleuto- spore prese sul picciuolo si erano formate, alla superficie del- Di agar, chiazze di micelio del diametro di circa 3 centimetri, mentre intorno alle teleutospore prese dal lembo tali chiazze ‘e ano solo di 2 centimetri. In altra esperienza fatta nel mede- PARASSITI VISGRENLI OA diametro, e intorno a quelle del lembo chiazze di soli 12m metri. | 3A "RCA v Anche le diverse specie di Puecinia che vivono sui cereali î presentarono fenomeni simili : È Puccinia coronata Corda, dell’avena: in acqua distillata. le uredospore prese dal lembo germinarono in tempo più breve A che quelle prese dalla guaina di una medesima foglia. Puccinia graminis Pers., del frumento : anche per questa le uredospore prese dal lembo germinarono in tempo più breve da quelle prese dalla guaina di una medesima foglia. Puccinia graminis Pers., della segale: furono confron- tate uredospore prese sulle foglie con uredospore prese sul culmo di una stessa pianta e si è visto che le prime hanno germinato prima delle seconde ed hanno anche dato tubi micelici più ro- busti. | Puccinia graminis Pers. , dell’ Agrostis: dopo dieci ore dalla seminagione in acqua distillata, le uredospore prese dal lembo erano germinate in maggior numero ed avevano dato tubi micelici più lunghi che quelle prese dalla guaina di una mede- | è sima foglia. È sug tai Dr "più ng a CA IV. dei sid Per le ruggini dei cereali ho fatto quattro serie di osser- vazioni, valendomi della Puccinia Rubigo-vera D. C. f. Secalis Erikss., che in quest'anno si è sviluppata abbondante e precoce i sopra piante di segale nell’Orto Botanico di Pavia, ed è passata | poi, prendendole negli stadi opportuni di sviluppo, alle alti e. graminacee che le erano state seminate vicino, nella medesii aiuola. ARSA PAEASSITI VEGETALI di germinabilità delle uredospore nei succhi ‘M estratti dalle foglie di diverse graminacee a differenti età. — Ottenevo tali succhi schiacciando le foglie, ridotte prima in pez- zetti, tra due vetri, ne mettevo una goccia sul porta-oggetti, di- luivo con altra goccia di acqua distillata, seminavo le uredo- spore a studiarsi e tenevo il tutto per 20-30 ore in camera u- 4 mida alla temperatura ordinaria del Laboratorio. Ho adoperato succo estratto da foglie di frumento vernengo, di frumento mar- zuolo, di segale e di avena, prendendo le foglie stesse da piante di quattro differanti età : piantine appena germinate, colle foglie : lunghe 3-4 cm.; piantine di 10-12 giorni di vita, colle foglie . lunghe 15-18 cm.; piantine di un mese di età, circa a metà . sviluppo ma ancora senza principio di spigagione, e piante a- î multe colla spiga già formata e quasi in fiore. Dette piante erano | state seminate vicino tra loro e crescevano in condizioni esterne fizoni per tutte. Nel quadro che segue ho segnato con una lineetta (—) i | casì nei quali le uredospore non sono germinate, con una croce +) quelli nei quali ne sono germinate solo poche, e con due ++ ° tre croci (+++) quelli nei quali rispettivamente ne sono germinate parecchie o moltissime. Dove non v'è alcun se- gno è mancato il materiale per fare la prova. 3 Per le esperienze fatte colla stessa data ho idapgiato ure- d ospore prese da una medesima foglia di segale. Ecco ora quanto ho osservato : Età della pianta Data della |. Fru- Fru- fer e; da cui mento | mento | Segale : esperienza |vernengo|m fu preso il succo 3p ernengo | marzuolo 1 2 maggio | — ++ |+++| ++. 2 2 E SR ar 3 Piante ia 4 | &ppena germinate | i peo \ 5 tia + ++ |K4+4 | 6 17 » Gal sg, * È + D x g (1 11 maggio | + + ALII TAI 3 È Il » mi pr ghi n È Piantine | | d 9 di 10-19giorni | ig ++ |+.tk 4 10 17 » cube Tani n | Li Il 291 + — + $ ll 12 24 aprile | ++ + | fi i PR Lo Piante 24 ” Mor i -G 14 | a metà sviluppo li: maggio i 15 11 Ù dee ì d; 16 ( maggio - ; È Piante adulte Li 8 n ki FARASSITI VEGETALI — adatto a favorire il fenomeno in esame fino ad un certo stadio È (le piante di frumento vernengo a metà sviluppo pare possano i dare un succo più favorevole che quello delle piante di segale) oltre il quale la germinazione delle uredospore parve ostacolata. Pel frumento marzuolo si osservarono, con intensità un po’ mi- nore, gli stessi fenomeni che per la segale. Per l’avena, si può | dire che ha dato il succo meno atto di tutti, che però conserva la sua attitudine anche nelle piante adulte. 3 È importante notare che i risultati possono variare a se- conda della provenienza e conseguentemente, dello stato di nu- È trizione delle uredospore adoperate. Così p. e. nelle esperienze 5 «e 6,9 e 10 del 17 maggio, furono adoperate per le 5 e 6 ure- I dospore prese da una foglia vecchia (cominciava ad ingiallire) di una pianta adulta e quasi matura di segale, e per le 6 e 10 u- | redospore prese da una foglia ancora verde di una pianta ap- | pena in principio di fioritura: si direbbe quasi che mentre per le piantine appena nate di frumento vernengo il materiale gio- «| vane è meno infettivo, per le piantine di 10-12 giorni di età lo è di più, e cke succede l’opposto per la segale. Anche per le esperienze 16 e 17 che hanno dato pel frumento ver- nengo risultati sì diversi, le uredospore furono prese in foglie È diverse che si trovavano in stati di infezione differentissimi tra loro. b) Prove di infettabilità di piante di differente età colti- ‘vate in vast. — Anche per queste esperienze ho adoperato fru- mento vernengo, frumento marzuolo, segale ed avena. Ne piantai stesso modo della medesima terra, e tenuti vicini gli uni agli altri, in eguali condizioni esterne, in un posto dell’ Orto Bota- i 1 , È n pi?” PO GEA Tea vii siii cha vi è . Ù dual Pai ia Lasi, AR, Siete TAR USATI leg sf; : WE a O LORO di e: N ROMEO, È, , Tar Cig t ; de, STA II Selo Ce 20 A del MIA 154 i —’—PARASSITI veGETALI | | (0° poi altri il 8 maggio, il 18 maggio e il 1 giugno. Il 6 ‘giag | quando le piantine seminate in ultimo erano appena alte uno centimetro, le prime potevansi dire già adulte e cominiavano a mostrare le spighe, salvo il frumento vernengo che continuava | a cestire. Tutte erano ancora immuni da ruggine. Feci- allora portare tutti 1 vasi vicino all’ aiuola delle graminacee dove la Puccinia della segale si era già estesa a molte altre piante. Sei giorni dopo, le piante di frumento vernengo più vecchie mo-. stravansi già infette, e alla fine di giugno si potevano rilevare | le seguenti infezioni : ‘) Fru- Fru- Età della pianta mento mento | Segale | Avena vernengo | marzuolo ——__________________________|—___________________ | --—-——————_- |-—.____ ——8t6 Seminata il 1 giugno |+ + + + He OE > 18 maggio 14-44, fera ” 3 maggio + + + PH s 0 10 aprile | + + EROE È 24 marzo + 28 Se Si era già in giugno e la stagione correva calda ed asciutta | sì che, benchè le piante fossero ancora verdi ed in piena vege-. tazione, la loro infezione era ad ogni modo non facile. Ciò non $ dimeno si è visto che pel frumento vernengo le piante che avevano oltrepassato un certo stadio di sviluppo (più di un mese® dopo la semina) presentarono una maggior resistenza che per. la segale si è notata solo ad un’età molto più avanzata. 1) Analogamente al quadro predente, anche per questo « © peri seguenti le tre croci indicano infezioni generali e gravi, due croc zioni discrete, una croce infezione debole e solo in alcune fog io, 1 neetta mancanza di infezione. | ao do; DA RETE. na e, pa ù pull piene +. MESI PARASSITI VEGETALI © © 155 e) Prove di infettabilità di piante di differente età col- | tivale in piena terra. — In un’aiuola dell'Orto Botanico di Pavia in posizione riparata dai venti e separata dall’aiuola in- | fetta delle graminacee dal fabbricato dell’Istituto, seminai ancora vicini tra loro, frumento vernengo, frumento marzuolo, segale ed avena e feci tre semine : al 23 marzo, al 10 aprile e al 3 maggio. Alla metà di giugno tutte le piante erano sane. Portai . allora sopra l’aiuola molto materiale di segale pieno di uredospore e praticai abbondante spruzzatura con acqua nella quale erano | state lavate molte foglie, sempre di segale, rugginose. | La ruggine si sviluppò in tutte le quattro specie di cereali, | ed ecco quale era, ai primi di luglio, lo stato della loro infezione : Fru- Fru- Avena mento mento | Segale I vernengo | marzuolo | Età della pianta Seminata il 3 maggio ++ ++ [EP +| ++ A 10 aprile = sé. Eee È id: Da 23 marzo | LE dà | DEO fr , | Se ne deduce che del frumento tanto vernengo che mar- « zuolo e dell’avena poterono essere infettate solo le piante che ‘erano ancora giovani, mentre per la segale si è avuta sempli- ‘vecchie, che avevano quasi tre mesi di vita. d) Osservazioni sopra la relazione tra l infettabilità e l’età delle piante. — Nella parte centrale dell’aiuola delle gra- gli stessi cereali adoperati per le esperienze precedenti, e feci due seminie : una al 19 aprile e una al 4 di maggio. adi CS Pa a a Le el I . 15 I Pt PEPIENS I iii 74 he di = CI cla. P DA PEA DARI IRA) 156 PARASSITI VEGETALI 0000000 Si è già detto più sopra che in quell’aiuola la Puccinia R bigo-vera, sviluppatasi precocemente su piante di segale (se ne erano visti i sori teleutosporiferi già durante l’inverno), si è e Ò stesa poi a tutte le graminacee sulle quali può vivere, ed in una : precedente mia nota ‘) ho già avuto occasione di notare che 1 le Puccinia in quella stessa aiuola possono conservarsi tutto 3 l’anno nella forma uredosporica : là dunque la presenza di ma- | teriale infettante era costante e le piante ne furono tocche in tutti gli stadi del loro sviluppo, tanto negli stadi di maggiore. infettabilità quanto in quelli di resistenza assoluta o relativa. Ne — risultò che ai primi di luglio tutte si presentarono fortemente infette, ad eccezione delle piante più vecchie di avena sulle È ‘quali l'infezione era meno forte. | Ma in questa esperienza non tanto era importante vedere | lo stato finale dell’ infezione, quanto seguirne la comparsa e l’an- È, damento sulle singole specie di cereali prese a differente età ; ed ecco a tale proposito cosa ho osservato : oli Frumento Frumento Segale Avena ata vernengo marzuolo dell’ osservazione |del19| del 4 |del19| del4|del19| del4|del19| del4 aprile, magg.\aprile| magg.|aprile| magg.|aprile| magg. [ml rizi | —_ ___És,i———————@_________ i "@"@crstttn court pmi 11 maggio + —_ —_ —. ++ — 17 maggio ++ REL e 12 luglio +++|+++|+++|+++|+++|+++| + |++% Se ne può dedurre che il frumento vernengo e la segale. s sono infettati quando erano ancora GIOvAR la segale però prima 1) MONTEMARTINI L., Sopra lo svernamento delle ruggini dei è nella loro FOA incagab aio (Riv. di Pat. Veg., Anno RR 1916, d Bi A dee Pei è Pi Ù di tan cat Re eat i TUERIAAT ARE PARASSITI VEGETALI 157 ta% ai . che il frumento (ciò che si è visto specialmente per il materiale — seminato il 4 maggio) ; il marzuolo si è infettato un po’ più Mei- . | tardi, l’avena più tardi di tutti !). ) CONCLUSIONI E, I funghi sono sensibilissimi alla composizione chimica del | substrato nutritizio nel quale si trovano a vivere, ed acqui- | stano facilmente sotto l'influenza di essa caratteri di adattamento di una certa fissità. I Tale sensibilità si osserva anche nei confronti della nutri- zione diversa che i funghi parassiti possono ritrarre dalle specie . differenti delle piante che attaccano (se sono funghi polifagi), od anche dai singoli organi o parti di organi di una medesima | pianta, od anche dai vari stadi di sviluppo di uno stesso organo | attaccato. Essa si manifesta , fra altro, anche con una diversa | germinabilità e virulenza delle spore che in tali differenti con- | dizioni si originano. Per le rugggini delle graminacee, o almeno per la Puccinia @ Rubigo-vera della segale, che io potei studiare in modo speciale, | si deve ammettere che essa può passare ai diversi cereali stu- diati (frumento vernengo, frumento marzuolo e avena), e che di l’infettabilità delle piante di fronte ad essa varia colla loro età. «ma non in modo uniforme per le singole specie di cereali, sì maggiore attaccabilità non poterono ricevere materiale infettante adatto, La: del fatto che in certe annate vediamo attaccato un dato ‘ cerea e non un altro, o viceversa, a seconda che nel succedersi e avo s vicendarsi delle colture, questa o quella specie si è trovata. nel periodo di maggiore infettabilità quando più abbondanti pote- vano diffondersi 1 germi del parassita provenienti da regioni ; Ì lontane o da altre graminacee infette. Il fenomeno può compli- A ‘ carsi da una parte per l’azione delle condizioni atmosferiche sia sopra il grado di attaccabilità delle piante, sia sopra la virulenza delle uredospore ; dall'altra parte per l’azione della specie ospite o degli organi della specie ospite donde provengono le uredo- spore medesime che possono avervi acquistato proprietà ed adat- tamenti peculiari. ') cd In ogni modo è giustificato il dubbio che non si tratti, al- meno da noi, di forme specializzate veramente fisse, ma piuttosto di forme di adattamento temporaneo e di un parallelismo di svi- luppo tra pianta ospite e parassita. Pavia, 16 luglio 1916. ') Sono anche da tenersi presenti le così dette specie-ponti del Ward, di cui alla nota 4 della precedente pagina 38. È «ee ALE - Ape ia tit GR PE v è, 4 _ PARASSITI VEGETALI 159 4 LES "n 3 i RIVISTA n ui Cozzi C. — I licheni della quercia. (Natura, Milano, Vol. VII, 1916, pag. 51-54). Fa una breve enumerazione e descrizione dei licheni che si trovano spesso a vivere sui rami delle quercie. L. M. Perri L. e ApANI A. — Ricerche sopra una malattia dei coni di Pinus Pinea. (Ann. d. R. Ac. di Agric. di Torino, 1916, Vol. LIX, 23 pagine, con 12 figure e una tavola). È una malattia che si è manifestata nelle pinete di Miglia- i | rino e S. Rossore (Pisa): prende i coni nel terzo anno del loro sviluppo cioè quando sono prossimi alla maturazione, e provoca O O Iingiallimento e imbrunimento di tutte o di parte delle squame, le quali poi si ricoprono di pustole nere, con efflusso più o meno abbondante di resina. Se la malattia si manifesta molto presto, a primavera, impedisce lo sviluppo dei pinoli; se invece l’ at- tacco ha luogo al principio di ottobre, buona parte di questi si s viluppa egualmente : si riteneva perciò trattarsi di due malattie listinte , che invece gli Autori dimostrarono essere dovute ad una causa unica e precisamente ad una nuova specie di Sphae- ‘o psis da essi descritta sotto il nome di Sph. necatrix. Riusci- ono, colle colture di questa, a riprodurre artificialmente la ma- attia, © IA y Ao “E n, PE Gil si ; SETE d 0h%; VM POR: | PARASSITI VEGETALI — PA " . ae, . . « . . A. PTT Sono specialmente colpiti i pini riparati dai venti , che crescono nelle bassure umide, e quelli molto vecchi, sì consiglia diradare e aerare le e degli alberi. Sarà util e anche raccogliere e bruciare i coni infetti. ran L. MONTEMARTINI. Vincens F. — Beauveria Peteloti nov. sp. Isaria polymorphe parassite des Hyménoptéres dans l’Amerique tropicale. (Beau- veria Peteloti nov. sp. Isaria polimorfa, parassita degli ime- notteri nell'America tropicale). (Bull. d. /. Soc. Bot. d. Fran. ce, Paris, 1915, T. LXII, pag. 182-144, con 4 tavole). Su materiale (vespe ed api) fornitogli dal dott. Petelot Au: tore ha trovato una forma polimorfa di Isaria che si presenta in tre modi nettamente distinti : sopra la Polybia chirjsothoras si ha una forma quasi di Spicaria, sull’addome del Polystes ca: nadensis si ha una vera Beauveria, sul torace dello stesso Po: I i di lystes e sopra diverse api una forma di Sporotrichum. L’Autore dimostra che si tratta di una medesima ed unica specie polimorfa, e ricordando che anche 1’ Isarza densa viene da taluno attribuita al genere Beauveria (B. Bassiana) ne una specie nuova di questo ultimo genere e la dedica al Petelot È; # "3 di 4 È ki ve A Ed PA Ria y | I 4 | | | | Po Beauveria Peleloti. MALATTIE D'INDOLE INCERTA 161 Bieumor A. — Sopra alcune deformazioni tuberoidi sulle radici del comune girasole - Helianthus annuus L.- e sulle cause delle stesse. (Atti e Mem. d. R. Acc. d. Sc. Lett. ed Arti di Padova, 1916, Vol. XXXII, pag. 229-242, con 2 figure). L'Autore ha ricevuto da Rovigo e da altra località del Ve- | neto radici di Melianthus annuus che presentavano due specie di tuberosità : alcune, lungo l’ asse delle radicelle, solitarie od anche a coroncina, cilindroidee, simili a quelle descritte dal Vochting come dovute all’ He/erodera Schachtii e contenenti in- fatti una specie di Heterodera non ben precisata; altre invece | sviluppantisi all'apice delle radicelle, piriformi o arrotondate ma ; mai cilindriche, con un diametro medio di 5-6 mm. talvolta $ però anche di 18-20 mm., costituite per poco meno della metà — del loro volume da tessuto corticale e pel rimanente da un ro- : busto corpo legnoso largamente vascolarizzato. si Di queste ultime non si può precisare la causa: si trovò * dr, frequentemente su di esse, annidata nel tessuto corticale, un r 4 pa Anqyuillulide del genere Rabditis, ma pare si tratti più di un In colture sperimentali di girasole fatte nell’Orto Botanico ; di Padova, l’Autore ha visto che tali tuberosità si sviluppano il Vòchting. Da tali esservazioni è indotto a concludere che le deforma- “zioni in parola non dipendono da agente parassitario, ma non si possono con sicurezza attribuire ad altra causa determinata. In i © grandinate od altro, sono frequenti ed è probabile che il ma- teriale mandato in esame all'Autore ne sia andato soggetto : è certo pure che la abnorme tuberizzazione nelle colture fatte nel- l'Orto Botanico di Padova si è manifestata soltanto nei soggetti so toposti a decapitazione sì che viene fatto di pensare che alla È A; md pet ua RAI (e ea è della nutrizione conseguenti al trauma; ma non sì spiega per chè tutti gli individui decapitati non reagiscono. nella stessa. maniera e perchè la deformazione non consegua sa altre azioni. | traumatiche. "A I tubercoli in parola non posseggono materiale di riserva e, posti in condizioni adatte, non hanno prodotto gemme di mol- tiplicazione. È anche da escludersi sieno da considerarsi come È bacterio-cecidi del tipo delle crown-g9a/2. L. MONTEMARTINI. 3 Poor V. W. e Kay Mc. M. B. — Relation of stomatal movement to infection by Cercospora beticola (Relazione tra movi- mento degli stomi ed infezione da parte della Cercospora beticola) (Yourn. of Agric. Res., Washington, 1916, Vol. V,. N. 22, pg. 1011-1038, con due tavole e 6 figure). Gli attacchi della Cercospora beticola alle foglie della bar- babietola da zucchero sono in relazione al movimento ed alleb funzioni degli stomi in quanto il micelio del parassita non riesce. a penetrare nelle foglie stesse se non attraverso questi cit La malattia dipende dunque dal grado di maturità delle foglie e dalle condizioni esterne che favoriscono o meno la germina- | zione delle spore e l’allungamento dei filamenti micelici che ne. provengono. | io ERO | Dalle numerose ricerche dell'Autore risulta che il grado odi maturità delle foglie può essere determinato da due caratteri | che sono fissi per ogni stadio di sviluppo delle. medesime : il numero dagli stomi per ogni tl taRen quadrato di A AEREE N° Di foglie è forse in relazione colle Rae Rlomakiche e la Toe. FISIOPATOLOGIA s la temperatura. Una buona apertura degli stomi si ha ad una Al temperatura di 70-90 F., e se l’umidità è forte oltre essere fa- | vorita l’ apertura stomatica, viene anche accelerata la germina- È zione delle spore e per conseguenza l’infezione. E poichè anche À gli stomi si aprono colla luce, è probabile che l'infezione av- | venga solo durante il giorno e non alla notte. L. MONTEMARTINI È Perri L. — Un'esperienza sull’ azione reciproca fra radici mico- . trofiche di piante diverse (Rend. d. R. Acc. d. Lincei, Roma, 1916, Vol. XXIV, pg. 537-539, con una figura). L’ Autore ha fatto crescere in vaso stretto e vicine l’ una all'altra una piantina di quercia, le cui radici, come è noto, «sono munite di micoriza ectotrifica, ed una piantina di olivo, le cui radici hanno micoriza endotrofica. Mentre le radici di olivo non presentarono dopo un anno nessuna traccia d’ infe- zione da parte del fungo della micoriza della quercia, le radici di questa invece presentarono dopo un anno delle brevi zone brune, necrosate , in corrispondenza alle quali l'Autore ha os- servato un licia che crede sia lo stesso della micoriza endo- trofica dell’ olivo Ricordando che gli olivi deperiscono in vicinanza dei boschi di quercia, pensa che si debba escludere un’ azione dannosa del micelio delle micorize delle quercie sopra le radici dell’ olivo, ma si debba invece cercare la causa del deperimento o nell’ec- cessivo sfruttamento del suolo da parte del bosco, o in un even- tuale marciume radicale per Dematophora sviluppatasi sui re- sidui sotterranei del bosco stesso. L. MONTEMARTINI. NOTE PRATICHE . | Dal Bollettino dell’ Osservatorio Autonomo di Pitopatologia di | Di Torino, 1916. pn TR: pe: : ENTI a 5 N. 4. — Viene raccomandata la raccolta accurata e la distruzione i dI col fuoco dei frutti (mele, pere, pesche e susine) che cadono perchè at taccati da larve. Contro l’ Antonomo e la Carpocapsa del melo si insiste to pei trattamenti con arseniato di piombo all’ 1 p. 100 mescolato alla pol n: e tiglia bordolese (solfato di rame e calce 1 p. 100): bisogna fare, in pri | È mavera, almeno due irrorazioni alla distanza di d- 6 giorni 1° una dal l’altra: Rc Ne È; e Contro l’ Acidia Heraclei che rode le foglie dei sedani e contro l'An- | oro thomya ceparum che riduce marcescenti le cipolle edi porri, si gliano trattamenti preventivi con polvere di tabacco. N. 7. — Viene consigliato l’uso della poltiglia bordolese (so ti in essa, se non si vogliono macchiare le foglie, alla calce il cai di sodio, o soda, nella dose del 2 p. 1000) contro la Phylosticta n dei fichi, la Ph. Hydrangeae dell Ortensia, la Sclerotinia Heorie: I peri, il Codletotrichum oligochaetum dei cetriuoli, il Coll. Lind nà © FSE num dei fagiuoli, la Sphaerella Fragariae delle fragole. Invece contro la Sphaerotheca pannosa tanto sui pes rose si ritengono più efficaci le irrorazioni con polisolfuro di ; pei N. 8. — Per la cavolaia dei covola si soneisane BRL (3) 4 vera a % ig o) ‘ PASTA CAFFARO,, è una poltiglia rameica già preparata | E composta infatti di ossicloruro di rame (surrogato elettro- limico al solfato di rame) e calce, epperò ha la stessa efficacia nticrittogamica della poltiglia bordolese, della quale si presente ù adesiva, si che potè nella campagna dello scorso anno 1915 ifendere meglio i grappoli della vite. Si vende in mastelli e cassette di diverse dimensioni. Ai astelli usuali da kg. 50 netti l'uno, viene unito un misurino posito per la dosatura (un misurino (gr. 500) per mezzo ettotitro acqua). _ Si scioglie facilissimamente nell’acqua, sì che qualunque ra- zzo o donna può preparare la soluzione senza tante manipolazioni senza pericolo di eccedere © di difettare. È Per la sicurezza della sua azione, per la comodità di prepa- ione e per la maggior economia, da cinque anni il suo uso va endendosi nella lotta contro la peronospora della vite, e contro la dei pomodori e delle patate. | i | | i Bodeto senza, indugio alla Federazione italiana dei Consorzi agrari, alla sua sede in Piacenza, ai suoi ! Biagionali di Roma e Napoli, od ai Consorzi agrari, Sindacati agrari, Casse rurali, ni agrarie e viticole, Associazioni agrarie di acquisto, ecc., ecc., e, dove non esistono agrari, agli Agenti all’uopo incaricati. II tt ice nel grandioso stabilimento elettrochimico di Brescia per la fabbricazione di | caustica, di cloruro di calce, e di ipoclorito di sodio, la SOCIETÀ ELETTRICA ED Mo DEL CAFFARO sicgngniga Capitale L. 6.000.000 inter. versato) e in Milano. è n (de È uno dei disinfettanti più in uso perchè è di odore gradevole — e che scompare presto, non macchia, costa foco. i Lo sì può adoperare anche per le piunte: in soluzione diluita è efficace contro 1 pidocchi delle piante, ed è utilissimo a di- sinfettare 1 letti caldi, 1 semenzai, le serre. Lo si uu a tutti i Droghieri o alla DITTA ACHILLE BRIOSCHI & C., Riparto Gamboloita, 89 - MILANO. ita ta Kt). gita ra | | | | I 4 LITOGRAFIA . TACCHINARDI & FERRARI Pavia — Via Ortano tto » . Specialità della Ditta RIPRODUZIONE GROMO-LITOGRAFICA DI PREPARATI MicgoscoPie o I LES: A a +7° fgamino VIII «0 Ottbbre 1916. DIRETTA DAL - Domr. Lui MoNn'rEMARTINI Rivista dira Palooga Tee Professore di Patologia Vegetale nella KR. Scuola Superiore d’Agricoltura in Milano | Collaboratori: Prof. F. Cavara (Napoli) - Prof. G. DeL Gukkcio . (Firenze) - Dott. F. O’ B. ELLison (Dublino) - Prof. A. KroLopp . (Magyar-Ovar - Ungheria) - D." S. Hori (Nishigahara-Tokio) _ M. ALPINE (Melbourne - Australia) - D'. E. Bessey (East Lansing INDICE DEL FASCICOLO Lavori originali: MONTEMARTINI L. — l’azione dell’ Aecidium Clematidis MonTEMARTINI L. — Alcune malattie nuove o rare Rivista : 1 oPRIORE G. — La puntatura del frumento PeGLION V. — Svernamento di Oidium Sy ITH E. F. — Studi sul crown-gall PoPI M. — Un esperimento di lotta antifillosserica Note pratiche . . SO PAVIA” | _—»—’1Tieograria CooPERATIVA OST — 1916 - Michigan) - Dott. G. Bergamasco (per la Russia). 5 Ha ARNAUD G. — Tumori dell’ erbe mediche | i: CavaRA F. — Esiste pedogenesi nelle piante : PERS ; MRIKSSON J. — La ricomparsa della peronospora delle patate i I ECAILLON A. — La Galeruca dell’ olmo ; 186 189 189 186 187 190 190 191 193 contiene articoli bigiar: recensioni di tutti È “fan sulle malattie delle piante pubblicati in Italia e all'È stero, riassunti di tutte le note e i consigli pràtici € h È si trovano sui giornali e sulle riviste di botanica 0 @ 2A agricoltura per salvare le piante dai loro parassiti. — Si mantiene anche al corrente di quanto fann Mo da ur contro le malatte delle piante diversi Enti che se I devono interessare. Abbonamento annuo L. 12.00] o; "n ‘ , 6 Spe | E . e È Ùa; Le FRS sette annate sì PRATT cedere n lire no vi 2 ni - Per gli abbonamenti e per quanto riguarda l'Amminisirazione seta 3; ANNO VII. Ottobre 1916. Num. 8-9. Rivista di Patologia Vegetale Diretta DAL Dorr. LUIGI MONTEMARTINI Professore di Patologia Vegetale nella R. Scuola Superiore d’Agricoltura di Milano Direzione e Amministrazione : Prof. LuiGr MONTEMARTINI Piazza Giovita Garavaglia N. 1 - Pavia LAVORI ORIGINALI L. MONTEMARTINI L'azione dell’ Aecidium Clematidis D. C. sopra le foglie della pianta ospite. In alcune note di fisiopatologia vegetale da me pubblicate parecchi anni or sono ‘), ho dimostrato che i parassiti vegetali esercitano sopra le foglie da essi attaccate prima un’ azione ec- citante delle varie funzioni, e più tardi un’ azione deprimente, È) che la azione eccitante si manifesta più sulla respirazione che sull’ assimilazione clorofilliana , la quale ultima viene però | specialmente e più a lungo eccitata dagli Aecidium ed in ge- nere dalle Urédinee Da Avendo potuto procurarmi nella scorsa primavera un buon iumero di foglie di Clematis vitalba attaccate dall’ Aecidium Clematidis, ho voluto studiare, col confronto tra fogliette sane si - # # 1) Montemartini L., Note di fisiopatologia vegetale (Atti Ist. Bot. di Pavia, Ser. II, Vol. XIV, 1904). ?) È a tale azione eccitante degli Aecidium che si devono le deforma- poni e le ipertrofie frequenti degli organi da essi invasi. Il Maire (La bdio- logie des Urédinales, in Lotsy"s Progressus rei botanicae, Bd. IV, 1913) crede sì tratti solo di azione eccitante dell’accrescimento mentre pensa che l’azione lel parassita sui cloroplasti diminuisca il potere assimilatore ; in realtà, ed 10 lo ho ben constatato per questa e per altre specie di POTERE se l’ or- xa no non è completamente deformato, presenta sempre una assimilazione lorofilliana sensibilmente più attiva. 8 de e fogliette opposte ammalate, l’ effetto dell’ azione eccitante del parassita ‘') sia sopra le dimensioni dei lembi delle fogliette. stesse, sia sopra l economia delle sostanze minerali nelle mede- | sime, dedotta dalla quantità delle ceneri e loro CORPOREA chimica. \ Per quanto ha riguardo alle dimensioni dei lembi delle fo- i gliette attaccate dal parassita in confronto a quelle opposte. ancora sane, già nell’estate del 1909 ho avuto occasione di fare. alcune osservazioni le quali mi hanno dimostrato, come ten-_ denza, che le fogliette ammalate diventano più larghe che le sane. P. e. misurate 26 fogliette ammalate, proiettandone i con- | torni su carta millimetrata, ho visto che esse facevano comples- | sivamente centimetri quadrati 503,84, mentre le 26 fogliette sane opposte ne facevano solo 490,62; e fatte le stesse misure. su altre 24 paia di fogliette, ottenni cm.? 880,74 per le amma-. late e 371,02 per le sane opposte. VR Però tali misure non possono dire nulla di sicuro perchè. le foglie normali della Clematis vitalba non sono perfettamente simmetriche, nè le fogliette opposte che le compongono sono mai esattamente eguali l’una all’altra sia per la forma che per I le dimensioni: v'è sempre tra esse una differenza che l’ azione I del parassita, quando una soltanto ne viene attaccata, può solo. aumentare o diminuire a seconda che si va ad esercitare su quella più grossa o su quella più piccola. Così che per potere misurare l’ effetto di tale azione , ha pensato di vedere anzitutto quale è normalmente il coon medio tra le dimensioni delle fogliette di un medesimo paio” ambedue sane, e di cercare poi come tale rapporto viene modi un PRESA. clorofilliana 9, (5- 1 78- 3,63 più dana foglietta sana | spondente, ed una respirazione 1,52-1,02-2,98 ay ingr PARASSITI VEGETALI 167 ficato, quando ambedue le fogliette sono attaccate dal parassita, x | e quando ne è attaccata solo la più grande o solo la più piccola. Le misure le ho fatte, naturalmente, sopra foglie prove- nienti da una medesima pianta, e non ho tenuto conto dei casi nei quali per cause anormali una foglietta era troppo evidente- mente difforme da quella opposta. Ciò premesso, ecco quanto osservai in 35 paia di fogliette ambedue sane : 23 o Foglietta Foglietta Rapporto S Sg più grande: più piccola : tra la prima Dia A P cm.? cem.? e la seconda: i 8,66 8,65 1,001 2 6,11 6,08 1,004 |. 3 12,23 12,16 1,005 4 18,77 - 18,50 1,014 5 11,06 10,90 1,014 6 8,43 8,15 1,034 7 10,42 10,05 | 1,036 8 5,02 4,82 1,041 hi 9 8,62 8,28 1,041 10 10,59 10,09 1,042 È 11 8,38 8,03 1,043 è 12 8,89 8,51 1,044 È 13 16,10 15,26 1,055 * 14 a FL,58 10,95 1,057 è, EG 19,47 18,40 1,058 È 16 6,97 6,58 1,059 » 17 18,70 11,59 1,063 È 18 2,55 2,38 1,071 È 19 5,02 4,65 1,079 È 20 8,70 8,03 1,083 È 21 21,79 20,11 1,083 cei 22 10,02 9,20 1,089 pa 23 18,76 17,18 1,091 SA 24 9,07 8,25 1,099 i; 25 18,25 16,57 1,101 | 26 15,87 14,38 1,103 27 i 10,28 9,28. 1,107 È 28 11,60 10,45 1,110 NE 29 9,25 8,15 1,134 #9 30 9,01 7,86 1,146 kr 18,10 15,15 1,167 32 33,68 28,28 1,191 33 11,31 9,48 1,193 3 20,61 16,36 1,259 35 4,38 3,42 1,280 à ag le î » L‘ Dont Pa NA: Pc vi l'aa ; por dg tes pa ha PI PARASSITI pid glietta più grande e la più piccola di ciascun paio, si vede che — tale rapporto è indipendente dalle dimensioni delle foglie Più delle loro fogliette e nelle 35 paia studiate varia intorno ad | una media di 1,0856. Ed ecco quanto osservai in 19 paia di fogliette ambedue È ammalate e con un egual numero di pustole : Foglietta Foglietta Rapporto o CRCR: e STE | = ©-g più grande: più piccola: tra la prima Zi E È cm.? cm?. e la seconda: 1 6,78 6,74 1,005 2 6,52 6,44 1,012 3 8,53 8, sane 1,016 4 8,54 8; 26 1,033 5 9, 25 8,92 1,037 6 10, 64) 10,17 1,049 fi ti ‘02 6,88 1,050 8 192178 11,84 1,070 9 5,02 5,27 1,085 10 7 ‘44 6,70 1,110 11 10, 28 9,23 1,113 È 12 10, 20 9,10 1,120 | 13 10,25 ‘05 LORI 1,125 14 941 139° 1,143 15 24,11 20, 90 1,153 16 - 9,15 7, 19 1,174 17 14) 90 12) 52 1,190 18 6, "81 5, 69 1,195 19 15) 69 19) 22 1,283 Anche qui dunque il rapporto tra la grandezza della fo glietta maggiore e quella della minore opposta in ciascun paio è indipendente dalle dimensioni assolute delle foglie e delle | loro togliette: nelle 19 paia esaminate esso varia intorno | una media di 1,1088. sa NO) ‘ A : : n os seri , * ibsierio i È ini ie. “ai de Li nino lic pi » à natale: sa pag at cc, a i FARASSITI VEGETALI 3 169 Esaminai poi 26 paia di fogliette nelle quali era attaccata . dal parassita solo la foglietta più grande mentre la opposta più piccola, era perfettamente sana. E trovai ‘): n Foglietta più | Foglietta più Rapporto oi © no i i dos grande, ammal.:| piccola, sana: | tra la prima # mr È i 4° > cem.? em.? e la seconda: 56 A 1 10,46 10,31 ; 1,014 3 2 1,92 7,81 1,014 È 3 9,45 9,20 1,027 È; d 8,63 . 8,34 1,084 È 5 8,45 8,11 1,041 o 6 4,15 3,98 1,042 fi 7 26,52 25,42 1,043 7 8 12,05 12,20 1,045 y 9 10,80 10,21 1,057 3 10 10,12 9,48 1,067 "4 11 22,37 20,86 1,072 12 5,57 5,07 1,098 13 4,49 4,06 1,105 14 10,81 9,76 1,107 15 1,04 6,98 1,109 16 1,72 6,94 1,112 17 4,96 4,37 1,135 18 2,48 2,15 1,153 19 4,98 4,29 1,160 20 8,33 1,18 1,160 21 8,49 1,31 1,161 22 5,04. 4,65 1,191 23 16,50 13,69 1.205 24 16,65 13,67 | 1,218 25 10,58 8,34 1,268 26 8,54 6,48 1,917 Il rapporto tra le dimensioni della foglietta più grande am- malata e quelle della foglietta più piccola sana varia intorno ad una media di 1,1186. !) Non ho tenuto conto di due paia di fogliette nelle quali la differenza era piccolissima ed il rapporto inferiore a 1,005, e ciò perchè poteva darsi che la foglietta ammalata e pochissimo più grande fosse originariamente la più piccola, diventata più grande per l’azione eccitante del fungo: te- nendo calcolo anche di tali paia la media del rapporto sarebbe 1,1057. -, MERE Sgt i Invece in 35 paia di fogliette delle quali era ammalata solo È, fasi la più piccola trovai : sN d'aroe \ ATRIA 2 È È Foglietta più | Foglietta più | Rapporto ESS grande, sana: |piccola, ammal.:| tra la prima Zi °® È cm.? cm.? e la seconda: 1 11,09 10,95 1,012 2 20,60 20,33 1,013. 3 1,23 7,12 1,015 4 6,20 6,10 1,016 5 14,77 14,53 1,016 6 ae 12,54 1,018 7 18,05 17,70 1,019 8 __ 6,86 6,73 1,019 9 18,97 18,60 1,019 10 5,04 4,94 1,020 11 5,65 . 5,90 1,027 12 13,56 13,12 1,033 BG 22,91 Me BET 1,033 14 7,89 1,61 1,036 15 14,26 13,74 1,037 16 10,35 9,82 1,043 17 14,59 13,76 : 1,053 18 9,14 8,66 1,055 19 9,63 9,05 1,064 20 5,98 5,04 1,079 21 20,26 13,60 1,088 22 16,87 15,47 ‘»1;091 23 10,74 9,82 1,093 24 15,73 14,26 1,103 25 22,40 20,28 1,104 26 13,77 12,26 1,123 27 8,94 1,91 1,130 28 20,92 18,35 1,140. 29 11,29 9,87. «+ 1,148 30 9,19 8,03. 1,144 31 14,82 12,94 1,145 32 4,53 3,85 1,176 33 6,75 5,71 _ 1,182 34 5,95 4,85 1,226 35 7,11 550 1,292 con un rapporto, tra le dimensioni della fogliobta più £ an( e quelle della più piccola, variabile intorno cad uma n ; 1,0802. Orc latGa CE PARASSITI VEGETALI 171 | ‘©’ Dall’insieme di tutti questi dati si può facilmente dedurre . che sotto l’azione eccitante del fungo parassita e molto proba- . bilmente per l'aumento da esso provocato dell’assimilazione clo- ; rofilliana ‘), i lembi fogliari acquistano dimensioni maggiori : infatti mentre dove le fogliette erano ambedue sane la più grossa in ogni paio era, in superficie, 1,0856 della più piccola ; . dove il fungo aveva attaccato solo la più grossa la differenza era diventata maggiore (1,1186) ed era invece diventata minore ‘e hl L > (1,0802) dove l’ attaccata era la più piccola. Il rapporto 1,1038 trovato nei casi nei quali il parassita aveva attaccato ambedue le fogliette di ciascun paio è forse dovuto al grado diverso di ad ogni modo anche tale rapporto è sempre minore di quello | riscontrato quando è ammalata la sola foglietta più grossa, e | maggiore di quando è attaccata la sola più piccola. Venendo ora allo studio delle sostanze minerali nelle foglie co ammalate ed in quelle sane, ne ho fatto anzitutto la determi- h) È noto che l'accrescimento in superficie delle foglie dipende anche | dall’ assimilazione clorofilliana che in esse si compie. Veggansi in propo- sito: Vochting H., Ueber die Abhiingigheit des Laubblattes von seiner Assi- vilationsthatigkeit (Bot. Ztg., 1891); e Montemartini L., Sul’ influenza di Lt psfere ricche di biossido di carbonio sopra lo sviluppo e la struttura delle oglie (Atti Ist. Bot. di Pavia, Ser. II, Vol. III, 1892). PARASSITI VEGETALI Ho fatto tre determinazioni diverse le quali concordano con quanto ho ottenuto, su picco'a porzione di ma- teriale, nel 1904 e che qui pure riporto ‘) ° o © 9, 33 | #68 do | 24° DI OS È «Vie D gr gr. in 74 fogliette sane (superficie cm. 806,83) 4,291 | 0,00531 nelle 74 fogliette opposte, ammalate (superf. em. 806,92) Rea ae aio 4,985 | 0,00617 in 37 paia di fogliette ambedue sane (superf. cm 841,81) RE AT ARI 4,466 | 0,00530 in 25 paia di fogliette ambedue ammalate (su- perf. cm.? 530,17) ROBE N ehi, Ne in 150 fogliette sane (non misurate) 9,764 — in 280 fogliette ammalate (non misurate) 14,967 - in fogliette sane del 1904 -— |0,00580 0,00640 in fogliette ammalate del 1904 Dal che si vede che benchè le foglie ammalate contengan | in peso assoluto, a parità di superficie, più cenéri che quel sane, pur tuttavia ne contengono meno in proporzione alla !) Le esperienze del 1904 hanno dato pesi assoluti di ceneri per 0g ato di lembo ed anche per ogni grammo di sostanza si centimetro quadr sensibilmente inferiori a quelli ottenuti nelle esperienze di tanto per le fogliette sane che per quelle ammalate: ciò è dov che per esse mi servii di materiale più giovane, colto in prir mavera ; il confronto però tra le due specie di foglie, sane ed ha portato alla medesima conclusione. ue Da f Pa E N; È 4 ORO AE nei risultati Peso delle ceneri: di lembo: Ceneri conte- nute in un cm.? ani PESTO REE 0,00087 |{ 0,00089 | {i 0,00086 | 0,00089 | 0,00067 ‘0,00070| 5 LI È Dl: - RI 5A CC Ai Pag Se. quest’ al vali gc. dg eli x \ PARASSITI VEGETALI 173 stanza secca e ciò anche se la traspirazione è in esse più forte ‘), il che conferma che la traspirazione non è la sola funzione che regola l’ economia delle sostanze minerali nelle foglie. Nelle ceneri ottenute dalle determinazioni precedenti dosai poi la silice e il calcio: non potei dosare gli altri elementi perchè mi venne a mancare il materiale. Per tali dosaggi seguii scrupolosamente i metodi consigliati dal Fresenius. Li ripetei due volte e presento qui la media dei risultati ottenuti : Le ceneri contenevano : nelle fogliette sane nelle fogliette ammalate silice 2,80 p. 100 3,69 p. 100 ealcio 28,26 , , 24,57 » » Si può dunque dire che in peso assoluto in un metro qua- drato di lembi fogliari sono contenuti: nelle fogl. sane nelle fogl. amm. ceneri, complessiv. (media della e eg 4* colonna del quadro preced.) gr. 8,650 gr. 8,900 silice n» 0,242 n 0.828 calcio n 2,489 I n 2,226 ] . } } E cioè nelle fogliette ammalate, che assimilano e traspirano più energicamente delle sane, mentre sono più abbondanti le ceneri ed in queste è più abbondante la silice, diminuisce in- vece il contenuto in calcio. Un tale risultato acquista un interesse speciale se viene confrontato con quanto si è potuto vedere in altre piante com- | parando foglie sane con foglie attaccate da funghi che invece di eccitare la funzione clorofilliana la deprimono. 1) Dalle mie esperienze del 1904 è risultato che le fogliette ammalate, | & parità di superficie e di condizioni esterne, traspirano 1,51 più delle sane alla luce, e 1,25 al buio. 174 PARASSITI VEGETALI — Ricerche precise in questo campo le abbiamo solo per le foglie di vite attaccate dalla peronospora, e sono dovute al Pavarino ‘). Dal quadro nel quale egli ha riassunto i risultati delle sue osservazioni, deduco anzitutto , facendo la media tra quanto ha trovato in settembre e in ottobre, che le ceneri per ogni grammo di sostanza secca sono gr. 0,123 nelle foglie sane e gr. 0,150 nelle ammalate con una differenza, tra sane e am- malate, in senso opposto a quello che si è visto per le foglie di Clematis ?). Deduco inoltre che in un metro quadrato di lembi fogliari di vite sono contenuti : nelle foglie sane nelle foglie peronosporate. ceneri, complessiv. gr. 4,555 gr. 5,720 Si 0, » 0,746 n 0,883 3) Ca 0 n CAST “pi BO i) Pavarino L., Influenza della Plasmopara viticola sull’assorbimento delle sostanze minerali nelle foglie (Atti Ist. Bot. di Pavia, Ser. II, Vol. XI, 1906). Anche il Pavarino, dopo avere studiato la composizione delle ceneri delle foglie sane e peronosporate di vite, ha rilevato l’ opportunità di ripetere tali studî “nei casi in cui (come per gli Aecidium) 1’ eccitazione dell’ atti- vità clorofilliana è durevole ,,. ?) Anche nelle poche osservazioni fatte da me sulle foglie di vite nel 1904 trovai 0,082 di ceneri per ogni grammo di sostanza secca nelle foglie sane e 0,100 in quelle peronosporate. La differenza in più per le foglie am- | malate mi è risultata allora anche per altri funghi parassiti che deprimono la funzione clorofilliana, p. e.: la Puccinia Violae della Viola mammola p (0,171 nelle foglie sane e 0,182 nelle ammalate), la Marsonia Rosae della Rosa (0,122 nelle foglie sane e 0,123 nelle ammalate), 1’ Oidium Cydoniae del Cotogno (0,102 nelle foglie sane e 0,110 nelle ammalate). E viceversa — pei funghi che eccitano anche, ed in sibda durevole, l’ assimilazione cloro- filliana trovai, per ogni grammo di sostanza secca, più ceneri nelle foglie sane che in quelle ammalate, come nella Clematis: così per le ruggini dei. cereali (in stadio RR 0,116 per le foglie sane e 0,104 per le am- © malate), per il Phragmidium subcorticium della Rosa (forma uredos ports 0,094 per le foglie sane e 0,088 per le ammalate). sv ?) Il Pavarino, confrontando solo le percentuali di silice trovate nel 5 foglie sane chi 29 e 17,08) e nelle foglie ammalate (14, 55 e 16 96) ha do PARASSITI VEGETALI io Ossia anche qui la malattia, la quale ha per effetto di ec- citare la traspirazione méntre deprime la assimilazione clorofil- liana ‘), provoca un aumento del peso complessivo delle ceneri e di quello della silice, ma dà anche un aumento, e non una diminuzione, del calcio. Importante è il fatto che il calcio tanto nelle foglie di C/e- matis da me studiate quanto in quelle di vite studiate dal Pa- varino, si trova in quantità maggiore là dove meno attiva è la funzione clorofilliana e cioè nelle foglie sane della prima pianta (poichè nelle ammalate tale funzione è eccitata dalla presenza dell’ Aecidium) ed in quelle ammalate della seconda nelle quali la peronospora esercita un'azione deprimente. Un tale fatto de- pone, come già bene ha osservato il Pavarino, per la grande funzione che ha il calcio nella nutrizione delle piante e forse più nella circolazione delle sostanze organiche: forse dove è più attiva la assimilazione clorofilliana e più abbondanti sì for- mano gli idrati di carbonio, anche maggiore è la emigrazione del calcio che passa insieme a questi dalle foglie agli organi assili delle piante *). duto ad una diminuzione del silicio ed ha svalutato forse troppo l’ azione della traspirazione nell’ accumularsi di tale elemento. Si vede invece che in peso assoluto anche nelle foglie di vite il silicio si trova, a parità di superficie, in quantità maggiore nelle foglie ammalate nelle quali più forte è la traspirazione. | 1) Dalle mie esperienze del 1904 risulta che nelle foglie peronosporate di vite la assimilazione clorofilliana può essere anche solo 0,036 di quello che è, a parità di superficie e di altre condizioni, nelle foglie sane, mentre la traspirazione, al buio, è 1,3. ?) Già K. Asò (On the lime content of phanerogamic parasites, in The Bull. of the College of Agrie. in Tokyo, Vol. IV, 1902), H. S. Reed (The value of certain nutritive elements to the plant cells, in Annals of Botany, 1907, Vol. XXI), ed altri hanno rilevato la relazione che passa tra il calcio e l’attività clorofilliana. È noto poi che il Boehm, il Loev, il Cohl e pa- recchi altri (veggasi in proposito: V. Grafe e L. R. V. Portheim, Untersu- chungen iiber die Rolle des Kalkes in der Pflanze, in Sitzsb. d. k. kh. Ah. d. Wiss., in Wien, 1906) pensano che il calcio entri nella trasformazione del- . l’amido in zucchero e nella circolazione di questo : i fatti da me osservati verrebbero a confermare questa ultima ipotesi. = FIG, PARASSITI VEGETALI Î p L'aumento del silicio invece negli organi che più traspi-- rano, indipendentemente dalla loro attività assimilatrice, di- mostra che esso è dovuto solo alla traspirazione. Si deve ritenere che la traspirazione abbia influenza PECE siva nel regolare l’ afflusso alle foglie solo delle sostanze mine- rali che hanno nessuna o ben poca importanza nei fenomeni della nutrizione, mentre per le sostanze più necessarie (calcio , fosforo, potassio, ecc.) essa avrebbe solo una influenza secondaria e l'afflusso e l'accumulo di tali sostanze sarebbero specialmente regolati da una parte dal potere elettivo degli organi assor- benti e conduttori, dall’ altra dall’ energia assimilatrice e dal- | l’ utilizzazione dei singoli elementi che ne può conseguire. Sarebbero necessarie analisi più complete fatte anche in | riguardo agli altri costituenti delle ceneri. Pavia, 14 ottobre 1916. Appendice. — Avendo potuto raccogliere, nella scorsa primavera, una certa quantità di foglie di Viola mammola attaccate da Aecidium 3 Violae che incenerii per altre ricerche, raccolsi anche foglie sane e presso y a poco della medesima età delle stesse piante, le incenerii e dosai la silice e il calcio tanto nelle ceneri delle prime che in quelle delle se- conde. Trovai che: nelle foglie sane nelle foglie ammalate la silice era il 2,46 p. 100 delle ceneri il 3,11 p. 100 delle ceneri e il calcio era 19,24 » » ” ”» x 10,87, » ” ” $ esposte più sopra. ST / | PARASSITI VEGETALI | 177 L. MONTEMARTINI Alcune malattie nuove o rare osservate nel Laboratorio di Patologia Vegetale di Milano. (15-21) *) 15) Batteriosi delle foglie di castagno. — Nell'agosto e set- tembre dello scorso anno lungo la riviera di Gerra, sulla sponda | sinistra del bacino superiore del Lago Maggiore, osservai cespugli di castagno, sorti da una vecchia ceppaia, colle foglie profonda- mente alterate come da seccume che si estendeva agli spazi tra . le nervature ed era accompagnato da estrema sottigliezza e con- | trazione quasi del mesofillo, diventato fragilissimo sì che qua e là mostravasi anche irregolarmente rotto. Pel modo di presen- «tarsi la malattia richiamava le alterazioni delle foglie del gelso attaccate da batteriosi. È Non trovai sulle foglie così alterate traccia alcuna dei mi- % | ceti che sono indicati come causa del seccume comune del ca- | stagno, nè d'altra parte la malattia poteva confondersi con detto «seccume causa appunto la sottigliezza e fragilità delle parti at- | taccate. A È Nelle cellule epidermiche profondamente alterate di queste trovai invece un bacterio piccolissimo che riuscii ad isolare e ._*)Peri contributi precedenti, veggansi di questa stessa Rivista il Vo- lume VI, 1913, p. 204, e il Vol. VII, 1915, p. 225. 178 PARASSITI VEGETALI ‘coltivare in coltura pura tanto in agar comune, quanto in agar glucosato ed in gelatina. Pale È un bacterio corto (1 n di lunghezza su 0,5-0,7 di lar- ghezza), con tendenza a formare quasi dei cocchi; mobilissimo ; assorbe i colori di anilina e non resiste al Gram; si sviluppa — benissimo alla temperatura ambiente; è prevalentemente aero- bico ; fonde la gelatina dando vdore di guaiacolo. Spruzzando un po’ di coltura pura sulla pagina inferiore di foglie sane di castagno, ottenni un principio di seccume che però qui da noi era tosto invaso da funghi saprofiti. Ritrovai però il microorganismo nelle cellule epidermiche delle foglie così trattate. Il Berlese ‘) ha già osservato anche lui una forma di sec- | cume bacterico del castagno, ma pei caratteri macroscopici della malattia (macchie puntiformi) e per quelli microscopici del mi- croorganismo patogeno (bacteri cilindrici, ricurvi) non pare si tratti della medesima cosà. I È pure escluso si tratti del medesimo bacterio che il Ca- vara *) ha trovato nelle piantine di castagno provenienti da Cam- pino di Siena: infatti là si trattava di un batterio che poteva _. raggiungere fino i 3 p, poco mobile, non fluidificante la gela- tina. La “i 16) Macchiettatura delle foglie di Tiglio. — A Sesto Calende alcune piante del viale di tigli che porta dalla stazione della | ferrovia al paese e al ponte sul Ticino, sono da parecchi annifi infestate dalla Cercospora microsora Sacc., che comincia a pre-. sentarsi verso i primi di luglio colle sue macchiette brune ca- ') A. N. Berlese, / bacteri delle foglie del castagno comune (Agricoltura ! Meridionale, XIV, 1895): non mi risulta che l'Autore abbia pubblicato altri. studi su questa malattia. i ?) F. Cavara, Di una nuova malattia del castagno (nel Volume prece dente di questa Rivista, alla pag. 1). | PARASSITI VEGETALI 179 ratteristiche e si estende a poco a poco finchè in agosto e set- tembre numerose foglie ne appaiono deturpate. Verso la fine di agosto, quando la malattia è avanti, molte delle macchiette da essa prodotte presentano al centro una pic- cola areola bianca e secca, ed allora si notano in esse, oltre agli acervuletti fruttiferi della Cercospora, anche numerosi e minuti picnidi di una Phyllosticta finora non ancora segnalata da noi : la Ph. bacteroides Vuill. (Saccardo, $y/l., X.XII, 838) già tro- vata dal Vuillemin in Francia sulle foglie di Tilia silvestris, pure ivi socia della Cercospora sopra ricordata. Negli esemplari da me studiati le spore di questa Ply/o- sticta sono molto più piccole di quelle trovate dal Vuillemin, sì che per tale carattere si accosterebbe alla Ph. tiliicola Oud. (Sace., Sy, XVIII, 223), ma per le dimensioni e frequenza dei picnidi (che sono anzi assai numerosi, molto più che nella specie tipica descritta dal Vuillemin) e soprattutto per essere socia alla Cercospora, mi pare si debba ritenere trattarsi della prima spe- cie, della quale formerebbe una varietà distinta per le dimen- sioni delle spore e per la frequenza dei picnidi: Phyllosticta bacteroides Vuill., v. minima Montem. — A specie differt picnidiis numerosis et sporulis tantum 2-2,2 a 0,5-0,8 pi Hab. In foliis vivis Tiliae Argenteae, Sesto Calende, socia Cescosporae microsorae, Se vi sia nesso genetico tra questo fungo e la Cercospora non sì può dire: nemmeno il Vuillemin ne parla. Io ho trovato . dei picnidi della Phy/losticta sviluppatisi proprio sotto qualche | acervuletto della Cercospora, talvolta nel ganglio stromatico sul _ quale questo era impiantato. | 17) Sugherosi dei Melagrani. — Già da parecchi anhi a Mon- | tubeccaria (prov. di Pavia) i frutti di alcune piante di melagrano ‘coltivato presentano una alterazione che non è ancora stata de- scritta in Italia. 180 PARASSITI VEGETALI La loro superficie diventa in gran parte sugherosa, rossa- stra, sì screpola leggerissimamente e pare si sfaldi in sottilis- sime squamette come nel caso di molti eczemi osservati su frutti. carnosi ‘). Poi si indurisce e secca impedendo la completa ma-. turazione e l’ ingrossamento delle parti interne. Sopra le parti alterate non si rinviene a tutta prima nes- suno dei microparassiti che sono causa di alterazioni simili in altri frutti; abbandonando però i frutti ammalati in una camera e al freddo, essi a poco a poco, durante l’ inverno, si coprono di pustole sporgenti, talora sollevanti a cono l’epidermide anne- rita, talora, rotta l'epidermide, presentantisi come stromi mice- lici neri esternamente, bianco-verdicci all’ interno ove sono anche alveolati-pluriloculari, colle loggie piene di spore bacillari lunghe 5-6 u su uno e meno di uno di larghezza, sorgenti numerosis- sime da basidii sottilissimi lunghi 6-8 pu. È la Ceuthospora Punicae Bubik (Sacc., Syll., XXII, 698), che il Bubàk trovò sulla superficie interna del pericarpo di frutti di melagrano selvatico in Montenegro, e che non è an- cora stata segnalata in Italia nè indicata come causa di ma- lattia dei melagrani coltivati. I Ti Il suo micelio, dipartendosi dagli stromi sopra descritti, in- |. vade tutto il pericarpo dei frutti provocandone l’essiccamento, e giunge anche ai semi interni nei quali è pure causa di mar- ciume secco. Si deve consigliare la raccolta e distruzione dei frutti in- fetti. 18) Perforazione e dilacerazione delle foglie di Acanto. — A Roma, lungo la passeggiata al Pincio, osservai nella scorsa !) Ricordo p. es. l’eczema delle albicocche (Farneti R., Intorno ad una © nuova malattia delle albicocche, in Atti. Ist. Bot. di Pavia, Serie II, Vol. VI Li 1900) e l’ erpete furfuracea delle pere (Farneti R., Erpete furfuracea delle pere : Macrosporium Sydowianum, in Ann. Mycolog., Bd. III, 1905). 2 3° 4 a PARASSITI VEGETALI SIETE primavera molte piante di acanto colle foglie largamente bu- cherellate e laciniate, cosparse di macchie nere. Dove la altera- «zione non era tanto forte, la malattia si manifestava con sem- plici macchie arsiccie, piccole, di 2 a 3 mm. di diametro, cir- condate da un largo alone nero , quello che rimane quando la parte interna si allarga, secca e cade lasciando bùcherellato e laciniato il lembo attaccato. Nella parte più interna delle macchie ho trovato un fun- gillo che nemmeno esso è ancora stato segnalato in Italia: la Septoria Acanthi Thiim. (Sacc., $y0l., III, 535). È Gli esemplari da me osservati differiscono però dalla specie tipica descritta dal Thiimen per avere spore più lunghe e più . sottili (22-28 a 1,5-2 u invece di 20-2) senza raggiungere in ogni modo le dimensioni della S. acanthina Sacc. et Magn. (Sacc., — Syll., X, 378) dalla quale del resto differisce per le alterazioni — che produce. 3 A Mentre segnalo la nuova stazione della specie, ne faccio una | varietà che denomino appunto dalla stazione medesima : Septotia Acanthi Thiim., v. romana Montem. — A specie È differt sporulis longioribus, sublilis, 22-28 a 1,5-2, simplicibus 3 vel indistinete 1-2 septatis, subcurvulis. È Hab. In foliis vivis Acanthi, Roma. 19) Una epidemia di dolla dei Ciliegii — A S. Nazaro ed a | Spiazzogno, lungo la riviera sinistra del bacino superiore del | Lago Maggiore, in principio del maggio ultimo scorso quasi tutte Mile piante di ciliegio, che sono là piuttosto numerose, presenta- . vano parecchi dei loro rami colle foglie completamente sformate i nel modo caratteristico di questa malattia la quale, a quanto mi sappia, non è ancora stata segnalata in Lombardia: l’ingrossa- i mento degli organi infetti, il loro penzolare dai rami, la colo- 4 i | razione prima verde pallida e poi giallo rossastra, li rendeva fa- cilmente visibili a distanza anche a chi passava in ferrovia. Più 182 PARASSITI VEGETALI 0 "00 e tardi sotto l’ azione delle pioggie le foglie infette annerivano, marcivano e cadevano, sì che le piante ripigliavano nell’ estate il loro aspetto normale. ! ; Sulla pagina inferiore delle foglie raccolte si sviluppavano; fittamente addossati gli uni agli altri sì da avere ]’ aspetto di. uno strato continuo di muffa grigio-biancastra, gli aschi. del- l’ Exoascus Cerasi (Fuck.) Sabed (Sace., Syl2., X, 69), causa del male, non ancora segnalato in Lombardia. | Questo fungo vive nelle foglie dei ciliegi, ma caccia il suo micelio perennante nei rami, ed è stato sempre indicato come in relazione colle deformazioni dei rami medesimi note sotto il. nome di scopazzi. Così nei principali trattati di fitopatologia che. ne parlano in Italia o all’estero ‘). Nel caso in esame, pur es-- sendo evidente che il micelio era perennante nei rami e che la. malattia era dei singoli rami e da questi era passata alle foglie. (in ogni pianta erano ammalate tutte le foglie di uno o più. rami od estremità di rami), pure non si erano formati scopazzie Si deve pensare ad una minore virulenza del pasassita o ad. una resistenza della varietà di ciliegio sul quale si sviluppava. Comunque sia, si deve consigliare a primavera il taglio dei. rami che mostransi infetti sia perchè la malattia non si pro- paghi ulteriormente, sia perchè ripresentandosi negli anni sue= cessivi le condizioni favorevoli allo sviluppo del parassita, la. perdita ripetuta di tante foglie finirebbe coll’ indebolire la piante h4 i) Cito tra i principali trattati stranieri quelli del Sorauer (Handbuck der Pflanzenkrankheiten, III Aufl., Berlin, 1913, Bd. III), del Kirchner (L malattie ed i guasti delle piante agrarie coltivate, trad. it. di Neppi, Torino. 1901: veggasi anche la seconda edizione tedesca del 1906), del Truffaut (Le ennemis des plantes cultivées, Paris, 1912); e per gli italiani quelli del Sa vastano (Patologia arborea, Acireale, 1906), e del Ferraris (/ parassiti veg tali delle piante coltivate od utili, 1913 e 1915). In tutti l’ Exoascus Ceras dato come causa di accartocciamento delle foglie e insieme di scopazz Molti trattati pure importanti non ne parlano affatto, il che vuol dire c finora il parassita non fu causa di gravi danni né di estese epidemie sì ( richiamare su di sé l’attenzione degli studiosi di fitopatologia. PARASSITI VEGETALI 183 20) Tiechiolatura del Biancospino. — A Montubeccaria da parecchi anni una siepe di Crataegus oxyacantha presenta sem- pre, a cominciare dalla fine di agosto, le foglie cosparse di mac- chie rotondeggianti o marginali-irregolari, nere, a contorno più scuro ed a parte centrale più chiara, larghe 4-5 millimetri ed anche più, talora confluenti in modo da occupare buona parte del lembo, cosparse, verso la pagina superiore, di verrucchette o meglio di rugosità più nere. Col progredire della malattia, le foglie così attaccate in- gialliscono, seccano e cadono prima del tempo. Abbandonate poi . sul terreno durante l'autunno e l'inverno, mentre la parte sana del loro lembo si decompone, producono, in corrispondenza alle macchie, i periteci di un Ascomicete a lentissima maturazione, che solo nell’aprile successivo sì presentano completi sì da po- terli determinare : è la Venturia Crataegi Aderh. (Sacc., $y/l., XVII, 651), già trovata dall’Aderhold in Germania. Non so se questo parassita del biancospino sia stato segna- lato in Italia, non mi risulta conosciuto in Lombardia. Non mi è riuscito di trovare, durante la sua vita parassitaria (ossia nelle macchie nere che si presentano in estate sulle foglie ancor vive), la forma conidica di Fusicladium Crataegi Aderh. (Sacc., Syll., XVIII, 579) che l’Aderhold stesso ha trovato sulle foplie fresche ed infette in Germania: trovai soltanto, in principio di malattia, dei noduli micelici sottoepidermici, neri alla periferia, grigio al- l'interno, tanto ipo- che epifilli, e più tardi, quando la macchia diventa un po’ più chiara nella parte mediana, una Phy/losticta | che per le dimensioni maggiori dei picnidi, ma specialmente per la forma nettamente bacillare delle spore mi pare diversa dalla i Ph. crataegicola Sacc. La descrivo come specie nuova, denomi- $ nandola appunto dalla forma delle sue spore: È Phyllosticta bacillaris n. sp. — Maculis primum nigris, "dehin griseis, rotundatis vel irregularibus; nodulis micelicis 184 PARASSITI VEGETALI subepidermicis ; peritheciis immersis vel semiimmersis, rotun- dis, 75-110 u diam. ; sporulis hyalinis, bacillaribus, 3 a 0,5. Hab. In foliis vivis Crataegi Oxyacanthae, Montubeccaria (prov. Papiae). - Stat. pycn. Venturiae Crataegi ? 21) Punteggiatura delle foglie di Zucca. — A Montubeccaria, nel settembre dello scorso anno, alcune piante di zucca coltivate in un vigneto presentavano le foglie cosparse di macchiette pic- cole, di 2-3 millimetri di diametro, rotonde, secche, bianche o bianco-sporco quasi vitree, trasparenti e fragili, a contorno netto, spesso numerosissime fino quasi a toccarsi l’una coll’ altra, pro- vocando ‘poi l’ essiccamento di buona parte del lembo. L’ alterazione ricordava molto il caratteristico mal del mo-.— saico del tabacco. L'esame microscopico delle foglie così alterate ha rivelato, oltre alla presenza nelle parti secche del lembo di alcune forme miceliche con ogni probabilità saprofite (dei generi Alternarza, Cladosporrum ed Epicoccum), anche un certo numero di forme imperfette non che un ascomicete, quali tutti sembravano in relazione più stretta con le alterazioni del tessuti in corrispon- denza alle macchiette sopra descritte e che meritano essere qui t ricordate : i Cercospora Cucurbitae Ell. et Ev. (Sacc., Syll., X, 634), È forma non ancora segnalata da noi e nemmeno indicata come | causa di malattia della Cucurdita Pepo (nel Kansas fu trovata |. parassita della C. perennis); in qualche caso trovai spore lun- ghissime, più di 150 yu; gi Phyllosticta cucurbitacearum Sacc. (Sy0l., III, 52), forma | anche questa non ancora nota da noi: negli esemplari da me | studiati alcuni picnidii raggiungevano fino 120-135 p di dia», I metro ; | | i Ascochyta sp.: non avendo trovato picnidi con spore ma- ture, non mi è riuscito determinarla con precisione ; 1 picnidi PARASSITI VEGETALI } 185 erano lenticolari, con 100-140 u di diametro ; le spore jaline o leggerissimamente fuscidule , settate, qualcuna anche bisettata, lunghe, nello stadio in cui le ho studiate, 12-16 u, con 3,5-6 di larghezza. Pei caratteri rilevati potrebbe essere avvicinata alla A. Melonis A. Potebnia (Sacc., Sy, XXII, 1021). Septoria Cucurbitae n. sp. — Maculis eraridis, albidis, 2-3 mm. diam.; peritheciis immersis, hypophyllis, subrotundis, 80-100 u diam.; sporulis fere rectis, apicibus truncatis, 2-vel 3 septatis, 23-31 a 2-2,5. Hab. In foliis vivis Cucurbitae Pepo, Montubeccaria (prov. Papiae). Dalla S. cucurbitacearum Sacc. differisce specialmente per le dimensioni e la forma delle spore che si presentano quasi di- ritte a guisa di bastoncino. Leptosphaeria Cucurbitae n. sp. — Maculis exaridis, albidis, 2-3 mm. diam. ; peritheciis punctiformibus, immersis, late ostiolalis, rotundatis vel lenticutaribus, 100-110 a 80 ; ascis clavatis, octosporis, paraphystbus indistinctis ; sporidits fuso deis-falcatis, fuscidulis, 20 4 4, 3B-septatis. Hab. In foliis Cucurbitae Pepo, Montubeccaria (prov. Papiae), socia Cercosporae Cucurbitae, Phyllostictae cucurbita- cearum, Ascochytae sp. ef Septoriae Cucurbitae. Questa specie è della Sezione Leptosphaerella (folicolae) del Saccardo (($Y0., II, 47), a spore 2-4-settate, nella quale sezione troviamo altre forme che, come la Lsph. Lucilla Sacc., hanno di- verse forme spermogoniche, picnidiche e micropicnidiche. Poichè essa si trova nelle porzioni di foglia nelle quali la malattia è più avanzata, è probabile che se non con tutte si trovi in re- lazione con qualcuna delle forme sopra elegcate. Dal Laboratorio di Patologia Vegetale della Scuola Sup. d’ Agricoltura di Milano, 14 ottobre 1916. 186 PARASSITI VEGETALI RIVISTA ARNAUD G. — La maladie des tumeurs marbrées de la luzerne en France (La malattia dei tumori variegati dell’ erba me- dica in Francia). (Journ. d’Agric. pratique, mi 19165 N. 17, pag. 291-292, con una figura). Descrive questa malattia casatterizzata da tumori coralloidi al colletto e alla base dei rami. È, secondo l'Autore, la stessa che gli americani chiamano ervwn-gall (?) egli italiani mal del gozzo. | È dovuta all’Urophlyctis Alfalfae le cui spore nerastre dànno alla parte interna dei tubercoli la caratteristica screziatura che ricorda |’ interno dei tartufi. Sono malattie affini quella prodotta dall’ Urophlyetis Tri folit sui piccioli fogliari del trifoglio, quella che si manifesta al colletto delle barbabietole in Algeria per l’azione dell’ V/. le- proides, e la cosidetta scabbia nera (blak-scab) dei tuberi e fusti sotterranei delle patate, dovuta al CArysophlyctis endobiotica. L. M. LécarLLon A. — Sur l’existence de deux générations annuelles | | chez la Galéruque de I° Orme — Galeruca luteula F. Mill. | — et sur la manière dont elles se succèdent (Sopra l’ esi- | PARASSITI VEGETALI 187 stenza di due generazioni nella Galeruca dell’Olmo — Gale- ruca luteola F. Mill. — e sul modo come si succedono l'una all’altra). (Compt. rend. d. s. d. l’Ac. d. Sc. de Paris, T. CLXII, 1916, pag. 481-484). Da osservazioni fatte nei dintorni di Tolosa sopra questo insetto degli olmi, l'Autore deduce che esso deposita le sue ova sotto le foglie della pianta ospite per un periodo di quattro mesi (dal principio di maggio ai primi di settembre), ma vi sono in questo tempo due generazioni : la prima nei mesi di maggio e giugno, la seconda negli altri due mesi. Gli adulti della se- conda generazione cominciano a comparire quando v’ è ancora qualche adulto della prima, e così pure alla fine della stagione gli adulti di terza generazione, che sarà la prima generazione dell’ anno successivo, cominciano a comparire quando vi sono ancora molti individui della seconda. Non è escluso che alcuni individui di terza generazione comincino a deporre le ova prima dell’ inverno e che alcuni di seconda sopravvivano all’ inverno e vadano a far parte della prima generazione dell’ anno succes- sIVO. L. MONTEMARTINI. | LoprIore G. — Sulla puntatura dei grani di frumento. (Le Staz. Sper. Agr. Italiane, Modena, 1916, Vol. XLIX, p. 425-435). Richiamate le sue precedenti osservazioni sopra il nero dei È cereali, malattia caratterizzata dalla presenza di strie nerastre i alla superficie delle cariossidi e dovuta al (/adosporium herba- rum, l'Autore porta ora l’attenzione sopra la puntatura del M G limitata allo scudetto e che non penetra oltre i tegumenti. In grano, alterazione caratterizzata dalla presenza di macchia nera LI ‘certe provincie è relativamente rara e considerata come. causa vi NA e e i n) 188 PARASSITI VEGETALI di deprezzamento; in altre provincie e per alcune varietà è co-- mune e considerata come segno di buona maturità. Secondo il D’ Ippolito pure essa è dovuta al Cladosporium herbarum ed | è trasmissibile; è però innocua. Dalle osservazioni dell'Autore risulta che i grani duri vanno più soggetti dei teneri alla puntatura e che il Rieti selezionato pare ne sia esente. Risulta inoltre che i grani puntati si presen- tano meglio costituiti dei normali e sono più pesanti. Quanto alla natura dell’ infezione, l’Autore ha osservato che tanto dalla macchia dello scudetto quanto da altra piccola macchia esistente | quasi sempre nel solco della cariosside, in prossimità all’estremo | barbato, si sviluppa, all’epoca della germinazione, un micelio sot- tile e bianco il quale però rimane alla superficie dei giovani or- Pe” gani della piantina, senza penetrare nel loro interno nè riescire | loro in alcun modo dannoso: non si comprende come. tale fungo. passi poi e si ritrovi in prossimità del germe nei grani meglio. costituiti. L'Autore non accetta l’ ipotesi che si formi un micoplasma perchè i grani puntati si presentano con molta saltuarietà nella stessa spica. Mor Le In colture il micelio dà spore di Cladosporium herbarum e di Alfernania tenuis. La pratica della ramatura dei semi pun-. : ) A E | Ti i -Meeo i i; 2) è possibile la difesa, dove sia saggiamente ed in tempo | preparata, di vaste superfici di vigneto; questa difesa} basata sul metodo distruttivo e sulla contemporanea ricostituzione del | vigneto su viti americane, ha per scopo (che gli esperimenti ci fanno ritenere praticamente conseguibili) di evitare la crisi di | produzione in conseguenza dell’ infezione fillosserica. Per con- 3) nelle zone di piccole proprietà, ove la fillossera ha or- \ mai dilagato, dove la coltura della vite è una delle poche pos- sibili e dove i prodotti ne sono rinomati e ricercati, e dove 192 PARASSITI ANIMALE — TOO 2 “SS CINI larghe distribuzioni di solfuro di carbonio ed i più larghi. aiuti di sicuro materiale per la ricostituzione, costituiscono l’ unica. opera possibile, in quelle condizioni, a vantaggio dei viticultori e della viticoltura. Sha In appendice l’Autore parla dei risultati avutisi invece ad. Oliva Gessi ed a Oleggio. Dice che le spiegazioni che si possono escogitare per giustificare Ja enorme differenza fra tali risultati. e quelli da lui ottenuti ad Alice Bel Colle (diversità di terreno e di clima, differente modo di coltivazione della vite, distanza fra le viti, vigneto non continuo, ecc.) non sono esaurienti : forse. nuovi studi in proposito potranno meglio illuminare ; certamente il problema fillosserico comporta soluzioni diverse da luogo a luogo e non si deve generalizzare ed applicare dapertutto, senza. previo esperimento, metodi che in qualche località si dimostra- rono efficaci o non efflicaci. NOTE PRATICHE 193 NOTE PRATICHE A Broni in provincia di Pavia, sotto la direzione dei professori San- nino e Zago furono fatte esperienze comparative sopra l’efficacia antipe- ronosporica della pasta Caffaro, della poltiglia bordolese, dei trattamenti liquidi o polverulenti, e di diversi altri anticrittogamici. L’ esperimento fu fatto in un vigneto di 44 filari tutti eguali ed egualmente disposti, trattati alternativamente coll’ uno o coll’altro metodo. _ Il 19 settembre ebbe luogo una visita in posto di viticultori e di | tecnici rappresentanti diverse regioni viticole: è risultato che i tratta- menti in polvere non sono sufficienti (nemmeno se applicati al mattino sulla rugiada, nel qual caso però sono più efficaci) nè sono necessari per una buona difesa quando nei trattamenti liquidi si prendano di mira anche i grappoli. Non sono consigliabili nemmeno gli altri rimedi che non siano poltiglia bordolese o pasta Caffaro: questi due rimedi per effi- | cacia si equivalgono e se irrorati in tempo possono dare ambedue una difesa completa. In quest'anno tanto la poltiglia bordolese quanto la pasta Caffaro fu- 4 rono sufficienti anche nella dose del '/, per 100. — La pasta Caffaro è A inutile sia colorata e resa celeste. | Dal Corriere del Villaggio, Milano, 1916 : N. 20. — Quando la brina primaverile. danneggia fortemente le viti «iù in modo da non lasciare speranza di un prodotto qualunque, si consiglia | una forte potatura che assicuri almeno buoni tralci da frutto per l’anno ‘venturo : potare dunque a due occhi. — Lo stesso si dovrebbe fare dopo 3 forti grandinate primaverili. a - 194 NOTE PRATICHE 74 N. 22. — Per combattere ad un tempo la fumaggine e le cocciniglie delle camelie si consiglia, dopo avere diradato e aerato la chioma delle | piante, fare irrorazioni con una miscela di sapone nero Kg. 1, petrolio. litri 4, solfato di rame Kg. 1, acqua litri 100: si prepara sciogliendo il sapone in 10 litri d’ acqua bollente, lasciando poi intiepidire e versandovi lentamente il petrolio, agitando sempre fino ad ottenere una specie di crema alla quale poi si aggiunge il solfato di rame sciolto a parte ed il resto dell’acqua. N. 23. — Contro la Carpocapsa pomella si consiglia la pratica di ri- vestire le frutta (pere e mele) con sacchetti di carta, pratica molto in 1 uso in Francia, nei dintorni di Parigi, e ancora poco conosciuta da noi. uit n Viene segnalata l'enorme invasione primaverile di maggiolini i quali — in certe regioni hanno distrutto le foglie di ogni genere di piante: si i consiglia la cattura degli insetti da farsi al mattino quando sono intor- i) piditi e cadono ad ogni minima scossa dei rami. Contro i griZlotalpa il rimedio più energico è l’ iniezione nel terreno, alia profondità di 10 centimetri, di 40 centimetri cubi di solfuro di car- | bonio per metro quadrato (in due o tre fori). Dove il terreno è già semi- i nato e non è possibile questa cura, si sparga panello di ricino polveriz- 5 zato : 5-6 quintali per ettaro, sotterrato a 10 centimetri di profondità. hi Oppure si sparga del' perfosfato imbevuto di petrolio: un quintale di per- î fosfato imbevuto di 5 litri di petrolio, per ogni mille metri quadrati, a 10 centimetri di profondità. | à ) di d $ N. 30. — Contro le formiche che salgono ed infestano le piante sì } 3 | in essi una soluzione acquosa di bisolfito di soda, di solfocarbonato po- tassico, di solfato di rame, di sublimato corrosivo al 2 per 100, oppure anche semplice acqua bollente. — Dove non è possibile, mettere al piede | degli alberi, e rinnovarla di frequente, qualche sostanza vischiosa che ne. consiglia cercare, seguendo le file, i nidi dei piccoli animaletti e versare impedisca l’accesso. Tener presente anche che spesso le formiche salgono sulle piante perchè vi sono gli afidi; in tal caso per allontanare quelle. bisogna combattere questi. N. 32. — Per la cuscuta dei prati si consiglia la distruzione col fuoco o col solfato di ferro. | NOTE PRATICHE 195 Per la fumaggine e le cocciniglie degli olivi, si consigliano irrora- zioni colla seguente miscela: sapone molle di soda o potassa Kg. 2 a 2.50; solfo in polvere finissima Kg. 5; creolina commerciale Kg. 1; acqua quanto occorre a portare il volume della miscela a 100 litri: si scioglie il sapone in 10-20 litri di acqua calda in un recipiente di legno, si filtra attraverso una tela o una rete metallica sottile, si aggiunge a poco a poco lo solfo rimescolando la massa con un bastone. di legno, indi si ag- giunge, sempre rimescolando, la creolina ed il resto dell’ acqua. N. 34. — Per distruggere i gri/lotalpa, se si tratta di un piccolo orto o piccolo giardino, il Dott. Grimaldi consiglia: fare con un picchetto di legno tre o quattro fori profondi 6-7 centimetri per ogni metro quadrato del terreno invaso, e versarvi della benzina comune in modo da usarne 30 gr. per metro quadrato, chiudendo poi subito i fori medesimi. li nm: a Dal Journal d’Agriculure Pratique, Paris, 1916: N. 11. — P. Phoca-Cosmetatos mette in guardia gli agricoltori contro le polveri e le paste a base di rame che sono messe in commercio per combattere la peronospora delle patate: ne\ha provato parecchie ed ha trovato che il solfato di rame in poltiglia bordolese o in poltiglia bor- gognona è sempre il più efficace. Per combattere il Cryptococcus fagi, cocciniglia che attacca i tronchi ed i rami di faggio e riesce alle volte assai dannosa, come in Inghilterra, sì consigliano spazzolature della corteccia con grosse spazzole bagnate di soluzione di sapone nero (50 grammi in un litro di acqua): scalzare e spazzolare anche la parte più alta delle radici più grosse. N. 18. —- Contro i topi campagnuoli, si consiglia segnare sul terreno un intreccio di sentieri e mettere dove si incrociano dei vasi di terra verniciata sepolti fino all’orlo e contenenti in fondo un po’ d’acqua: gli animali seguono i sentieri tracciati e cadono nei vasi. Li si possono avvelenare con frumento imbevuto di soluzioni di ar- senico e sparso nei terreni più infettati. _ Per avvelenare le talpe si consiglia mettere all’ imbocco delle loro gallerie vermi tagliati a pezzi e cosparsi di polvere di noce vomica. LAS PASTA CARFARO,, è una poltiglia rameica già preparata E composta infatti di ossicloru ro di rame (surrogato elettro- chimico al solfato di rame) e calce, epperò ha la stessa effieacia anticrittogamica della poltiglia bordolese, della quale si presente più adesiva, si che potè nella campagna dello scorso anno 1915 difendere meglio i grappoli della vite. Si vende in mastelli e cassette di diverse dimensioni. Ai d mastelli usuali da kg. 50 netti l’uno, viene unito un misurino ; apposito per la dosatura (un misurino (gr. 500) per mezzo ettolitro d di acqua). Si scioglie facilissimamente nell’acqua, sì che qualunque ra- i gazzo o donna può preparare la soluzione senza tante manipolazioni Per la sicurezza della sua azione, per la comodità di prepa- «razione e per la maggior economia, da cinque anni il suo uso va | estendendosi nella lotta contro la peronospora della vite, e contro | quella dei pomodori e delle patate. SC hiedete senza, indugio alla Federazione italiana dei Consaszi so agrari, alla sua sede in Piacenza, ai suoi Uffici regionali di Roma e Napoli; od ai Consorzi agrari, Sindacati agrari, Casse rurali, Unioni agrarie e viticole, Associazioni agrarie di aequisto, ece., ecc., e, dove non esistono | Enti agrari, agli Agenti all’uopo incaricati. Produttrice nel grandioso stabilimento elettrochimico di Brescia per la fabbricazione di soda caustica, di cloruro di calce, e di ipoclorito di sodio, la SOCIETÀ ELETTRICA ED ELETTROCHIMICA DEL CAFFARO (Anonima - Capitale L. 6.000.000 inter. versato) bi on sede in Milano. _ | È uno dei disinfettanti più in uso perchè è di odore gradevole e che scompare presto, non macchia, costa poco. Lo sì può adoperare anche per le piante: in soluzione diluita è efficace contro 1 pidocchi delle piante, ed è utilissimo a di- sinfettare 1 letti caldi, 1 semenzai, le serre. Lo si chieda a tutti i Droghieri o alla DITTA ACHILLE BRIOSCHI & C., Riparto Gamboloita, 89° - MILANO. LITOGRAFIA TACCHINARDI & FERRARI Specialità della Ditta si #01 RIPRODUZIONE CROMO-LITOGRAFICA DI PREPARATI MIGROSGOPIGI. Me n I “Anno VIII. Dioembre 1916. N. 10. “Rivista di Patologia Vegetale DIRETTA DAL Dort. LuiGr MONTEMARTINI È Professore di Patologia Vegetale nella R. Scuola Superiore d’ Agricoltura in Milano È SEA i | Collaboratori: Prof. F. Cavara (Napoli) - Prot. G. DeL GueRcIo (Firenze) - Dott. F. O’ B. ELLISOn (Dublino) - Prot. A. KRoLoPP ° (Magyar-Ovar - Ungheria) - D. S. Hori (Nishigahara-Tokio) «M. Arpine (Melbourne - Australia) - D'. E. Bessey (East Lansing . - Michigan) - Dott. G. Bergamasco (per la Russia). INDICE DEL FASCICOLO Rivista : | Arrarp H. A. — Il virus del mal del mosaico del tabacco . . Pag. 210 BRIOSI Gi £ Rassegna crittogamica pel 1915 . , ; - : i LO | 'AVARA F. e PARISI R. — Sulla resistenza all’avvizzimento n 212 |\& ASKELL R. J. — Avvizzimento e marciume delle patate È n 200 Mina A Il deal delle patato i >. LL 200 | HesLer L. R. — Marciume e macchie fogliari delie pomacee PAR 3) i [ovino S. — Contro l’orobanche della fava ? : ; ; e 199 | Link G. K. K. — Due specie di Fusarium delle uni ; : : scalo Cont. a pag. seg.) PAVIA TIPOGRAFIA COOPERATIVA 1916 ì nes MONTEMARTINI L. — Simbiosi autunnale. "AO " pai PegLION V. — Sclerotinie dei frutti in Emilia (C'e Rega PerRrI L. — Il mal dell’ inchiostro del castagno mea PryRoNEL B. — Una nuova malattia del lupino 0 al: Savasrano L. — Le fumagini e la poltiglia solfo-calcica SiLvestrI F. — Il genere Poropoea . : SERIO e * È Idem — Bracondi parassiti di Dittari SUOLI: RS 100 di; Idem — Tripaneidi dannosi ai Zizyphus. |... SmitBH R. S. — Studio fisiologico delle malattie ; data PARE S dk IS, x SPLENDORE A. Per la lotta contro le arvicole ././//./L2/L0 Srevens F. L. — Problemi di patologia in ‘relazione ai trasporti . ; TrincHieRI G. — La lotta contro le cavallette 4 Pg TE Co Note pratiche . ; Con questo: fascicolo termina il volume LU $ Verso i primi del pralsio febbraio n lume IX (annata 1917). sit: % si ; | Mai en. RA ia d'a Yi pr VIIL ) Dicembre 1916. Num. 10. Rivista di Patologia Vegetale Diretta paL Dott. LUIGI MONTEMARTINI Professore di Patologia Vegetale nella R. Scuola Superiore d’Agricoltura di Milano Direzione e Amministrazione : Prof. LuiGi MONTEMARTINI Piazza Giovita Garavaglia N. 1 - Pavia cur, = RIVISTA Brriosi G. — Rassegna crittogamica per l’anno 1915, con notizie sulle malattie del frumento dovute a parassiti vegetali (B0o//. d. Min. pi: l Agric., Serie B, Roma, 1916, 9 pagine) (per la Rassegna dell’anno 1914, veggasi alla pagina 289 del pre- cedente volume di questa Rivista). . Le malattie crittogamiche che maggiormente riuscirono dan- nose nel passato anno 1915 furono la peronospora della vite, la Septoria graminum e la ruggine del grano, il mal bianco dei | peschi, il Cycloconium e la brusca degli olivi, la peronospora ‘e il marciume dei pomodori, il marciume delle rose (Botrytis vulgaris). Malgrado però l’annata umida abbia favorito lo svi- luppo delle crittogame, lo stato di guerra ha portato ad una | diminuzione di ricerche da parte di questo Laboratorio al quale 1 privati hanno ricorso meno del solito. I In questa Relazione l’ Autore riassume, ad uso degli agri- i coltori, notizie interessanti sopra le diverse malattie del fru- ; mento dovute a parassiti vegetali, eccettuate la ruggine ed il | carbone dei quali ha scritto in precedenti Rassegne. Parla adunque dell’arrossamento delle cariossidi, della golpe, dell‘im- i brunimento delle spighe dovuto alla Sepioria glumarum , del rt te O N VA A] ì va egg A 9 AT Nata 198 | GENERALITÀ mal bianco degli steli dovuto alla (Gibellina cerealis, del mal ni del piede, della puntatura, della nebbia, della peronospora, e di | altre malattie di minore importanza. i L. MONTEMARTINI. Stevens F. L. — Some problems of plant pathology in reference to transportation (Alcuni problemi di patologia vegetale in relazione coi trasporti, (Phytopathology. Vol:.V; 940% pg. 108-110). \ Vengono esaminati diversi casì nei quali frutti o altri or- gani vegetali colti e spediti sani arrivano a destinazione attac- cati ed alterati da qualche parassita: sì deve pensare che l’in- fezione esisteva già alla partenza, oppure che sopraggiunse lungo il viaggio? Quanto tempo nelle diverse condizioni di tempera- i tura e da umidità i prodotti vegetali rimangono sani? | Da questo ultimo punto di vista, l'Autore distingue quattro gruppi di malattie: È a) quelle che si sviluppano lentamente e si manifestano nà . in un periodo di pochi giorni, come il cardone dei cereali, la scabbia delle pere, la ticchiolatura e scabbia delle mele, l A- |. scochyta dei piselli, la scabbia delle patate, l) Antracnosi delle i zucche, i Fusarium e Phytophthora, ecc.; I b) quelle che si sviluppano più o meno rapidamente e possono avere origine solo nel luogo di produzione, come la i Monilia delle pesche, delle ciliegie e delle susine, la Sclerotinia Libertiana della lattuga, la Septoria dei sedani, il black-rot. i dell’uva e della pera, l’antracnosi delle fave, diversi marciumi $ bacterici, ecc. SB c) cieli che si sviluppano rapidamente e solo supra ferite È come i Rhyzopus sulle patate dolci, i Penicillium sull’uva, sugli. aranci, sulle mele, diversi altri marciumi dovuti a bacterî pi I d GENERALITÀ — PARASSITI VEGETALI 199 d) quelle che si sviluppano rapidamente e si presentano solo nei prodotti avvizziti o vecchi, o in condizioni anormali di temperatnra e di umidità , come AAyzopus, Penicillium, bac- terî, ecc. Su questo ultimo gruppo, che è qnello chie più comune- mente dà luogo a contestazioni, si dovrebbero fare ancora molte ricerche. è L. MONTEMARTINI. Tovino S. — Contributo alla lotta contro |’ orobanche della fava (Le Staz. Sper. Agr. Italiane, Modena, 1916. Vol. XLIX, pag. 514-529). L'Autore richiama anzitutto i grandi danni che il parassita in parola produce alla coltivazione delle fave nel Mezzogiorno d’Italia, e ricorda che già fin dal 1832 un rescritto borbonico | prometteva un premio a chi avesse trovato un mezzo efficace | per combatterlo: quel premio fu assegnato nel 1843 a Francesco — Manoja il quale aveva osservato, in Basilicata, come fattori osta- ; colanti l’orobanche un certo grado di umidità, eccesso di so- È stanze organiche, contenuto di argilla del terreno. L'azione del- i i umidità potrebbe forse spiegare, secondo l’ Autore, l’effetto della | semina ir solchi profondi già proposto dal Lotrionte (veggasi Valla pagina 50 del VI volume di questa Azvista). i L'Autore raccoglie qui altri dati ed altre osservazioni sue | fatte in diverse plaghe del Mezzogiorno dalle quali risulta che i non si può ricorrere ad una pratica culturale unica ed immu- tabile per combattere l’orobanche, ma che da luogo a luogo si 200 PARASSITI VEGETALI SIC RO ROSTA RANE MCIEIORSRIREIAEA IR O E ORE NET VAIEE oltre le fave, molte altre leguminose, ad eccezione: delì cece e del lupino, può fissarsi anche sulle radici. di una composita an- nuale assai diffusa e spontanea: nella flora meridionale, la Het minthia echioides Gaertn. La presenza di questa composita può spiegare il perpetuarsi del temuto parassita in certi terreni in- dipendentemente dalla coltivazione di leguminose, e potrebbe anche ‘provocare la germinazione dei semi infettanti il terreno, rendendo così utili le sarchiature vare esta praticnoe in gior- nate asciutte. L. MONTEMARTINI. HasgeLL R. J. — Potato wilt and tuber rot caused by ice Eumartii (Avvizzimento e marciume dei tuberi delle patate dovuti al Fusarium Eumartii) (Phytopathology, Vol. V, 1916, pg. 321-327, con 3 figure). È malattia delle patate osservata a Lodi nello stato di New York e che si manifesta tanto col marciume dei tuberi che col- l’avvizzimento delle piante. L’ Autore ha isolato un Fusarium che ha identificato col F. Eumartii e che è la causa tanto dell'uno che dell’altro pro- cesso, patogeno. L. MONTEMARTINI. Hawkins L. A. — The disease of potatoes known as Leak (La li malattia delle patate conosciuta col nome di Leak) (JowFiea of Agric. res., Washington, 1916, Vol. 36, pg. bara 689, con una figura e una tavola). È una malattia delle patate assai dannosa nellaregione del delta del San Joaquin River. È una specie di marciume dei. tu È beri con trasudamento .di liquido, donde il nome:di leak: co- PARASSITI VEGETA LI 201 mincia con una macchia nera intorno alle ferite fatte ai tuberi cogli strumenti del raccolto; segue poi l’annerimento della su- . perficie tutta del tubero e la marcescenza della parte interna che cede alla minima pressione. I sacchi contenenti le patate così alterate si mostrano spesso bagnati all’esterno. Dalle esperienze e osservazioni dell'Autore risulta che possono essere causa della malattia il RAhyzopus nigricans e il Pythium debaryanum; tanto l’uno che l’altro però sono parassiti di fe- rita e non attaccano mai tuberi che abbiano la buccia perfetta- mente illesa. Bisogna dunque, quando .si dubita che il terreno sia infetto da questi funghi, avere riguardo di non ferire o ta- gliare i tuberi quando si raccolgono. L. MONTEMARTINI. HesLeR L. R. — Black-rot, leaf-spot, and canker of pomaceous fruits — (Marciume nero, macchie fogliari e cancro delle pomacee) ((ornell Univ. Agricult. Exper. Station, Bull. 379, Ithaca-New York, 1916, pag. 51-148, con 8 tavole e 37 figure nel testo). È una malattia che colpisce specialmente i meli, ma può | attaccare anche i peri ed i cotogni, diffusa in tutte le regioni È temperate del globo (anche in Europa), particolarmente dannosa | negli Stati Uniti d’ America dove ne sono quasi sempre attac- cate certe varietà. I frutti sono ordinariamente colpiti quando sono maturi, ma | talora vengono attaccati anche i frutti acerbi: per lo più pre- | sentano una sola macchia nera all'estremità stilare o in corri- sd spondenza alla lesione dovuta a qualche insetto, macchia che ha i ‘sempre contorno ben delimitato, e presenta da ultimo una su- | | perficie rugosa, screpolata, coperta di pustole nere. L’alterazione | può essere confusa con quella dovuta al dbrown-rot, ma se ne distingue perchè le macchie hanno superficie più rugosa, come PRIOE SOTTO VON ARR , 202 PARASSITI VEGETALI si distingue dal bifter-rot per la presenza, in quest’ ultimo, di efflorescenze nella parte centrale della zona alterata. — ti Le foglie sono attaccate quando sono giovani e presentano i macchie prima porporine ed a contorno indefinito, poi giallo- scure e rotondeggianti, esse pure screpolantesi. I rami presentano dei veri cancri. Circa il parassita che è causa della malattia, }’ Autore ne ha trovati i peritecii sui rami di Pyrus Malus, di Hamamelis Virginiana e recentemente anche di Quercus alba. Ne descrive dettagliatamente la forma ascofora, quella picnidica (picnidî co- | nici semplici, e talora anche composti), il micelio, le forme di _ coltura, le manifestazioni nell'interno dei tessuti attaccati. Ritiene trattarsi della Physalospora Cydoniae Arnaud che dice identica alla Sphaeropsis Malorum Peck, e della quale sa- rebbero pure sinonimi: Sphaeria sumachi Schw., Sph. ruina Schw., Sph, pomorum Schw., Sph. Malorum Berk., Diplodia pseudodiplodia Fekl., Diplodia Malorum Fekl., Sphaeropis Cydo- niae C. et E. | | Ricorda che certi governi proibiscono l'importazione delle partîte di frutta che contengano più dell'uno per cento dei frutti attaccati da questo parassita. i | Per combattere la malattia si ebbero buoni risultati con 3 due irrorazioni di poltiglia bordolese fatte la prima verso la. i fettare i magazzeni dove si tengono i frutti ed evitare tutti i metà e la seconda verso la fine di luglio. Conviene pnre disin- trattamenti o maltrattamenti meccanici che possono rompere le. buccie dei frutti stessi facilitando così la penetrazione del mi- celio. Pei rami occorre tagliare le parti infette, disinfettarle e. lavarle. Li Sono pure consigliate alcune varietà resistenti e da. ultimo. l’Autore ricorda che il Potebnia ha trovato un iperparassita 7 cioè un fungo (Helicomyces Sphaeropsidis) che attacca la form: picnidica di questo parata e vive su di essa. sj cL MONTEMARIENI, "pa PARASSITI VEGETALI 203 PeccLion V. — Le Selerotinie parassite degli alberi da frutto nella regione Emilia (L'Italia Agricola, Piacenza, 1916, N. 10, pg. 433-438, con 5 figure). Mentre è a tutti noto il marciume prodotto sui frutti dalle forme autunnali di Sclerotinia, minore importanza si dà invece alle forme primaverili che attaccano i fiori ed. i frutticini ancor giovani e riescono spesso assai più dannose. L’ Autore ricorda i modi di svernamento di CES parassiti e le forme ascofore o conidiche (Monilia) che si sviluppano a primavera sui loro stromi. Richiama l’attenzione sui danni che produce a primavera la Sclerotinia Cydoniae tanto comune nella valle del Po sui cotogni, dei quali attacca e fa seccare le foglie e le gemme appena schiuse, passando poi sugli stimmi fiorali dai quali penetra negli ovarî e li mummifica. Cita anche i danni causati ìn provincia di Bologna e nel basso Ferrarese dalla Scl. laxa degli albicoechi: ritiene che non pochi casi di deperimento di questi alberi attribuiti a g0mmosi sieno invece dovuti al detto parassita. Sulla scorta di quanto hanno fatto Barna Balazs per la Monilia cinerea che è tanto dannosa ai ciliegi in Ungheria, ed Eriksson per la Selerotinia fructigena delle pere, l’ Autore rac- comanda la raccolta accurata e la distruzione non solo delle frutta infette in antunno ma anche delle gemme attaccate in primavera, nonche la pulizia dei rami, la vangatura del terreno sul quale i frutti infetti sono caduti e le irrorazioni, dopo la fioritura, con soluzioni di solfato di rame. L. MONTEMARTINI. . PevroneL B. — Una nuova malattia del lupino prodotta da Cha- laropsis thielavioides Peyr. nov. gen. et nov. sp. (Le Staz. Sper. Agr. Italiane, Modena, 1916, Vol. XLIX, pg. 583- 596, con 5 figure e 5 tavole). 1a CAIRO PRA RNA OO IC Velia: RIOT Voga id "A Ùl RI 204 LR, manifesta prima con macchie Hr gori die alla. Tana dio wi in vicinanza delle cicatrici lasciate dai co macchie che vanno di mano in mano estendendosi fino ad interessare tutta | la parte basale del caule che da ultimo appare quasi carboniz- | zata. Seguono la laceratura e screpolatura dell'epidermide che 3 sì ricopre di polvere prima bianca, poi, se la stagione è asciutta, nerastra. Se le piante attaccate sono giovani o poco robuste, si piegano a terra, appassiscono e muoiono; se invece ‘sono già adulte, finiscono per essere invase dal Fusarium vasinfectum 0 dalla Sclerotinia Libertiana. \ Causa della malattia è un fungo il cui micelio invade ab- bondantemente il parenchima corticale nelle cui cellule forma fitti grovigli che ne riempiono la cavità e vi dànno poi origine a clamidospore o meglio a conidî terminali, bruni, dai quali di- pende il colore nero dei tessuti invasi e pei quali l’ aspetto del fungo ricorda quello degli Enty/oma. Più tardi si formano alla superficie conidiofori superficiali, bianchi, filiformi, che Sd molti microconidii endogeni, uscenti in catenelle: in questo stadio il fungo ricorda la. Thielaviopsis basicola. | L’Autore ne fa una specie nuova di un genere nuovo che” chiama Chalaropsis thielavioides. | Non è parassita di per se stesso molto temibile, in quanto | sì sviluppa solo attraverso ferite: può riuscire indirettamente assai dannoso contribuendo potentemente alla infezione per opera del Fusarium vasinfectum e della Selerotinia Libertiana. | | © Poichè l’ umidità ne favorisce lo sviluppo, bisogna evitare le semine troppo fitte. Pure consigliabile è di evitare il sovescio nei campi nei quali è comparsa la malattia, o se si vuol fare Îl | sovescio, sostituire poi àlla coltura del Mara USS di altr piante probabilmente inattaccabili, PARASSITI VEGETALI — PARASSITI ANIMALI 205 Savasrtano L. — Le fumagini negli alberi coltivati ed il tratta- mento colla poltiglia solfo-calcica (AR. Staz. Sper. di Agru- micoltura di Arcireale, Boll. N. 25, 1916, 10 pagine). Sono istruzioni popolari ricavate da osservazioni ed espe- , rienze fatte durante il quinquennio 1912-916. L’ Autore non crede convenga preoccuparsi delle fumagini negli alberi sfrondati, nei quali il danno è trascurabile: pensa che fra tutte le specie arboree sempreverdi coltivate solo l’olivo e gli agrumi possano avere danni gravi da questo malanno e debbano esserne difesi specialmente qnando lo sviluppo della fumagine è intenso e l’esperienza locale ha mostrato che può perdurare più di un anno. Per il metodo di cura afferma che la poltiglia solfo-calcica al 5 p. 100, densità 1,25 e con irrorazioni estive -può ritenersi efficace contro le fumagini e i lecani che le accompagnano; che però il trattamento di un ‘anno non libera l'albero dalle suc- cessive invasioni. L. M.. | Sivesrri F. — Contribuzione alla conoscenza del genere Poro- poea Forster (Boll. d. Lab. di Zool. gen. ed agr. di Por- tici, Vol. XI, 1916, pg. 120-135, con 9 figure). L’ Autore descrive anzitutto i caratteri di questo impor- tante genere della famiglia dei Calcididi; passa poi a parlare in modo particolare di due specie trovate in Italia : Poropoea Stollwercki Foòrst. che è parassita delle ova di Attelabus nitens, parassita comune delle quercie non che dei ici, ontani, castagni e avellane ; e 206 PARASSITI ANIMALI © persa SO 1067 0 Gr Poropoea Defilippii Rond., trovata in Piemonte, in Li. guria, in Umbria e in Puglia come parassita delle ova di By cliscus betulae. i L. M. SiLvestri F. — Descrizione di alcuni Imenotteri Braconidi paras- siti di Ditteri Tripaneidi nell’ India (co precedente, pg. 160- 169, con 6 figure). Trattasi di materiale che l’ Autore va raccogliendo per lo studio della lotta naturale contro le mosche dei frutti: lo ebbe dalle Indie e comprende sei specie. nuove che qui sono de- scritte. n | Bracon Fletcheri, affine al B. celer, trovato in frutti di Zizyphus jujuba infetti da Carpomya vesuviana ; Opius Fletcheri, parassita di pupe di Chaetodacus cueur- bitae le cui larve vivevano in frutti di Momordica charanbta ; Opius incisi, in pupe di Chaetodacus incisus parassita di @ frutti di Careya arborea ; A Biosteres carpomyiae, in pupe di Carpomya vesuviana ; Biosteres persulcatus, in pupe di Chaetodacus incisus ; I Biosteres ccmpensans, in pupe di (Chaetodacus dani vivente in frutti di Careya arborea. L. M. perpeg dra SiLvestri F. — Sulle specie di Trypaneidae — Diptera — del. genere Carpomyia dannose ai frutti di Zizyphus (col pre) cedente, pg. 170-182, con 9 figure). Nei frutti del Zizyphus sativa Puoni le larve di due specie. i di CFGARNARE ita ben descritte in Italia dal Bezzi. fi, | PARASSITI ANIMALI 207 ————_—_—_ anche delle larve e nuove notizie sulla loro biologia, e parla pure dei loro parassiti: Bracon Fletcheri, Biosteres Carpo- myiae, Eupelmus urozonus, Opius concolor, Tetrastichus sp. L. M. dI SPLENDORE A. — Per la lotta contro le arvicole (Rendic. R. Acc. Lincei, Classe Scienze, Vol. XXV, 1916, pg. 46-49). — — Per la lotta contro le arvicole (col precedente, pg. 218- 224). | Nella lotta impresa in Puglia contro la grande invasione . di arvicole, il bacillo di Lòffler (fiphî murium) e il virus di Danysz furono applicati senza alcun risultato, probabilmente per la perduta virulenza del materiale adoperato. L’Autore ebbe l’incarico di ricercare e studiare se vi fosse la possibilità di avere un virus nuovo. Esaminò a tal’uopo molti individui (Py{ymys savit) amma- lati o morti raccolti dalla possessione Contessa ed in altre lo- calità nelle quali si era manifestata una specie di epizoozia, ed isolò un microorganismo che ritiene diverso da quello isolato . dal Lòffler e che qui descrive come specie nuova col nome di . Bacterium pytymyoi. Tale microorganismo nei tessuti dell'animale infetto si pre- È senta in forma di bastoncini tozzi, molto corti, spesso in catena «di due elementi, sì da rassomigliare a diplococchi, con una lun- 3 ghezza massima di 2 u su 0,5 di larghezza: si colora coi co- | muni metodi di colorazione-e prende anche il Gram ; si coltiva | nei comuni terreni artificiali non solo alla temperatura di 80-37° | ma anche a quella ambiente di Laboratorio, non fluidifica la | gelatina; non coagula il latte. L’Autore dà anche gli altri caratteri delle colture. Ha anche provato la sua azione patogena, ed ha osservato che può essere diffuso dalle pulci. 208 PARASSITI ANIMALI DS Le lesioni anatomiche presentate dagli animaletti morti consistono in una congestione degli organi interni, i quali, Spen cialmente la milza ed il fegato, si presentano sempre. TORA a 1 di colore rosso-bruno. L’ Autore conclude ritenendo utile distribuire nelle diversa contrade più infestate dalle arvicole, degli individui infetti, come si fa per le esche avvelenate, pensando che l’ epizoozia debba allargarsi. Però siccome non si può ancora sapere fino a che punto essa riuscirà a distruggere gli innumeri animaletti , consiglia pure di non trascurare gli altri metodi di lotta, L. MONTEMARTINI. Trivcareri G. — La lutte contre les saturelles dans les divers pays (La lotta contro le cavallette nei diversi paesi) (Ist. Intern. d' Agric., Roma, 1916, 186 pagine). Quasi contemporaneamente il dott. Baldrati, direttore del- i l’ Ufficio di Colonizzazione dell’ Eritrea Italiana, e il dott. Malet, direttore del Ministero Francese di Agricoltura e Colonizzazione | nel Marocco, hanno prospettato all’ Istituto Internazionale di | Agricoltura ]’ opportunità di raccogliere dati e notizie sopra i danni prodotti dalle cavallette nei diversi paesi e di gettare le i basi per l’ organizzazione di una lotta in comune. E l’ Istituto | ha aperto una inchiesta alla quale hanno risposto centodieci paesi (poche notizie si ebbero però dalla Russia), e.i cui risul 1 tati sono ordinati e riassunti in questo utilissimo volume. . } È risultato che questi nemici dell’ agricoltura sono noti fin | dai tempi più antichi. f In Europa non si ricordano PR rilevanti prodotti, dalle | cavallette in Norvegia, Danimarca e Irlanda; furono segnalate comparse di questi parassiti, ma con conseguenze quasi, trascu-.. rabili, in Inghilterra.e in Germania; invece nell’ Europa meri. VA È — PARASSITY ANIMALI ©’ 209 dionale le invasioni furono frequenti e gravi. Più frequenti an- cora e più dannose sono in alcune parti dell’Africa e dell'Asia. Nell’America essi infestano specialmente il Canadà e la. Repub- blica Argentina. Le specie dannose variano da. paese a. paese e l’ Autore ne dà qui un lungo elenco (che comprende 25 specie dalla famiglia delle Phasgonuridae e 117 delle Locustidae) e lo fa seguire da un riassunto delle notizie che ha potuto raccogliere sulla biologia di ciascuna delle specie più studiate. Tutte, sia che si tratti di grandi o di piccoli migratori, appena sono nate vivono i 1 primi giorni della loro vita larvale in associazioni più o meno numerose, non allontanandosi, o di poco, dal luogo nel quale sono nate. Dopo alcuni giorni si muovono con maggiore agilità, . cercano. 1 luoghi dove più abbonda il nutrimento, si sparpa- gliano al mattino in cerca di cibo e tornano a riunirsi la sera per difendersi dal freddo e dall’ umidità. A. misura che crescono aumenta la loro voracità, sì che le invasioni dei giovani sono più a temersi che quelle degli adulti che hanno già raggiunto il loro completo sviluppo. Quando , arrivate a questo stadio, si accoppiano ‘e depongono le ova,. poi non muoiono, come comu- nemente si crede, ma, secondo alcuni osservatori, si sollevano ancora, specialmente. di notte, e passano in altre regioni. La . distanza cui possono volare varia da specie a specie: i grandi | migratori (p. e. Schistocerca tartarica, S. americana, ecc.) pos- | sono percorrere parecchie migliaia di chilometri; i piccoli mi- A gratori (p. e. Docsostaurus maroccanus, Melanoplus spretus , J Calliptamus italicus, ecc:) non superano, in generale, distanze fidi 10, 20 e 30 chilometri. on la quan della nutrizione, | ogni specie. | Quanto. ai sistemi di lotta più in uso: nei diversi paesi, l'Autore distingue e parla separatamente dei mezzi di lotta na- CA PSTARCARE dla, ii, 210 PARASSITI ANIMALI — MALATTIE bo indoLe n INCERTA 7a A Ir turale (malattie e nemici naturali quali il Cotcobacillus Acri: i diorum nell’ Africa settentrionale, parecchi animali domestici che sono voracissimi di questi insetti; la semina di piante ve- lenose come i Delphinium, il Ricinus communis, ecc.), dei mezzi meccanici e fisici (tele-trappola’ che finiscono in, un sacco, raccolta e distruzione dei nidi di ova, fuoco o sostanze infiam- mabili), e dei mezzi chimici (irrorazioni con sostanze velenose). Parla pure dei diversi provvedimenti legislativi che furono pro- posti e presi nei singoli paesi per fronteggiare questi nemici dell’ agricoltura e termina dimostrando 1’ utilità di una intesa internazionale diretta allo stesso scopo, principalmente per quanto riguarda i grandi migratori. Per quanto sieno ancora incomplete ed incerte le nostre conoscenze sulla biologia di queste caval- lette, e per quanto le loro invasioni per |’ estensione che pren- dono e per la forma imprevista e terrificante colla quale si pre- sentano appalano invincibili, pure è indiscutibile che una azione bene organizzata dell’uomo ne può circoscrivere e limitare i danni. Il South African Central Locust Bureau, stabilito a Pretoria col concorso della Gran Bretagna, della Germania e del Portogallo, gli stati più direttamente interessati alla que- ; stione, ha già dato infatti qualche risultato. L. MONTEMARTINI. ALLarn H. A. — Some properties of the virus of the mosaie | disease of tobacco (Alcune proprietà del virus del mal del di mosarco del tabacco) (Journ. of Agrie. res., Washington, 1916 Vol. VI, pag. 649-674, con una tavola). | MALATTIE D' INDOLE INCERTA . 911 nione del Woods e dell’ Heintzl che la sostanza infettiva speci- fica esistente nelle foglie di tabacco ammalate di ma! del mo- saico sia data da ossidasi e perossidasi che esistono normalmente anche in piante sane. Ha fatto ricerche per isolare e identificare tale sostanza ed è arrivato alla conclusiene che essa non è parossidasi : infatti essa è trattenuta filtrando attraverso polvere di talco e benchè il liquido filtrato dia ancora reazione intensa di perossidasi, non produce più la malattia. Essa inoltre è distrutta dall'alcool a 75-80 p. 100; può essere separata dalle perossidasi con alcool meno denso fatto poi passare su filtro, o con perossido d’ idro- geno, o con altri mezzi ancora. Pertanto la presenza di perossidasi o catalasi nel succo di piante ammalate non può essere ritenuta la causa del mosazco, tanto vero che lo stesso fermento si può trovare pure nel succo delle piante sane, il quale malgrado questo non ha mai potere | infettivo. La causa del male è una sostanza specifica che non si trova nelle piante sane, e poichè questo agente patogeno è hi infettivo in altissimo grado ed è capace di crescere indefinita- mente nelle piante suscettibili di malattia; v'è ragione di cre- | dere che esso sia una specie di parassita ultramicroscopico. - L. MoNTEMARTINI. _ Perri L. — Ricerche sulla malattia del castagno detta dell’ in- 3 chiostro (Rend. d. R. Acc. d. Lincei, Roma, 1916, Classe 4 Scienze, Vol. XXV, pg. 172-176, con due figure). L'Autore richiama le sue precedenti pubblicazioni (già rias- sunte nei precedenti volumi di questa Rivista) tendenti ad affer- 212 Precisa qui meglio che si tratta di una infezione del cambio I che si diffonde in senso ‘longitudinale e più lentamente in senso trasversale e che è seguita dalla necrosi dell’ alburno e della corteccia sulla quale ultima si manifesta’ colle ‘striscie brune, larghe alla base e restringentisi verso l’alto, ben distinte, se- | condo l’ Autore, dalle simili striscie discendenti prodotte dal Co- ryneum perniciosum di Briosi e Farneti. iv Circoscritto il campo delle indagini al solo cambio nella regione del colletto, }’ Autore ha potuto ‘trovarvi un micelio che | però non è riuscito ad isolare in cultura pura: esclude l’iden- tità di questo micelio con quello del Coryneum sia pei diversi caratteri morfologici, sia per la sua lunga localizzazione nél cambio (mentre il micelio del Coryneum invade rapidamente la corteccia e l’alburno), sia per la difficoltà di coltivarlo o di ve- derne forme riproduttive. È presumibile che questo micelio, tra- scorso il periodo di vita. parassitaria a spese del cambio, prov- veda alla formazione dei suoi organi di riproduzione col pas- saggio di alcune ife nella corteccia, ma solo quando questa non sia ancora stata invasa da saprofiti, ossia in casi molto rari; ciò spiegherebbe da»una parte la diffasione relativamente lenta della malattia, dall'altra la difficoltà di determinare il vero agente patogeno. L. MONTEMARTINI. Cavara F. e Parisi R. — Sulla resistenza delle piante all’ av i vizzimento (Rend. d. R. Acc. di Sc. Fis. e Nat. di Napoli, 1916, 12 pagine). Trattasi dell’ avvizzimento dovuto a siccità e gli Autor: d hanno fatto PICninO determinazioni sia iù dipinti che una vali FISIOPATOLOGIA 213 ogni 100 di terreno, sia dell'umidità residuale (0 coefficiente di avvizzimento), ossia della percentuale di acqua esistente an- cora nel terreno e non utilizzata quando la pianta avvizzisce. Dimostrarono così che sul fenomeno hanno influenza non solo la natura e struttura del terreno, ma anche le proprietà specifiche della pianta. L. MONTEMARTINI. Link G. K. K. — A physiological study of two strains of Fusa- rium in their causal relation to tuber rot and wilt of potato (Studio fisiologico di due specie di Fusarium causa di mar- cinme dei tuberi e di avvizzimento delle patate) (The bot. Gazette, Chicago, 1916, Vol. LXII, pg. 169-209, con 13 fi- gure). Nei lavori di Wollenweber che sono riassunti alle pagine | 215 e 312 del precedente volume di questa Azvista fu dimo- | strato che i Fusarium possono produrre avvizzimento in piante . delle seguenti famiglie: Liliacee, Bromeliacee, Musacee, Sola- le nacee, Convolvulacee, Leguminose, Malvacee, Linacee, Cucurbi- | tacee, Crucifere, Composite, Araliacee, Cariofillacee, Pedaliacee. È _ E a proposito delle patate venne messo il Fusarium 0xysporum . nella sezione e/egans parassita vascolare e causa di avvizzi- . mento, e il F. frichothecioides nella sezione discolor che com- prende i distruttori di parenchima e quindi causa di marciume. L’ Autore ha fatto ora una serie di osservazioni ed espe- rienze per vedere se realmente esiste e da quali cause dipende | una tale differenza fisiologica tra le due specie. | Ha così osservato che l’ avvizzimento è dovuto alla distru- | zione del sistema radicale o all’ ingombro degli elementi vasco- i lari del fusto e nei casi meno violenti è preceduto dalla deco- 214 FISIOPATOLOGIA Quanto alla o alle specie che possono produrlo, dopo avere constatato l'identità del Fusarium tuberivorum Wilcox E Link. col F. trichothecioides Woll., I Autore afferma che tanto que- st’ ultimo quanto il F. 0xysporum possono produrre sia' | av-. vizzimento che il marciume dei ‘tuberi delle patate; che però nelle condizioni normali dei campi e dei magazzeni il F. 0xy- sporum è la causa più comune dell’ avvizzimento mentre il F. trichothecioides è quello cui è dovuto quasi sempre il mar- ciume dei tuberi. | Ciò può in parte spiegarsi . per i diversi bisogni delle due specie per quanto riguarda la temperatura: il F. tr:chothecioides infatti può crescere bene anche ad una temperatura relativa- mente bassa (8°-10° C., come è facile trovare quando i tuberi sono maturi o nei magazzeni nei quali vengono ammucchiati) , mentre invece il F. 0xysporum richiede temperatura più alta, . quale si ha in estate in campagna. | Vi sono poi altre differenze di natura fisiologica che pos- sono concorrere a spiegare la diversa frequenza delle due specie nelle due differenti malattie di cui ambedue sono causa: il F. oxysporum ha accrescimento più rapido e superficiale, è | più attivo nell’utilizzare pel suo metabolismo i più diversi com- posti di carbonio anche quelli meno densi, e resiste più forte- mente all’ azione della solanina la quale invece talvolta può | ostacolare l’ accrescimento del F. tr:chotheciordes. Per queste ragioni quello è più adatto ad attaccare fusti e radici, questo trova substrato più confacente nei tuberi. LAI A dr; L. MONTEMARTINI. annie us ; MonremartINI L. — Intorno ad alcuni casi di simbiosi autunnale locale e temporanea (Atti Ist. Bot. R. Univ. di Pavia, Ser. II, Vol. XVII, 1916, 7 pagine). pi La FISIOPATOLOGIA 215 In autunno, quando l’abbassarsi della temperatura dimi- nuisce là resistenza della pianta ospite, il micelio dell’ Uncenula Aceris parassita delle foglie degli aceri, da ectofita diventa en- dofita, invade il mesofillo fogliare e lo eccita localmente dando luogo a macchie verdi che furono già osservate e descritte da altri autori. Trattasi di un vero fenomeno di simbiosi locale e temporaneo, che si presenta solo in date condizioni di umidità e di temperatura e dura fin che durano le condizioni mede- sime: e la ricerca del peso secco delle parti verdi confrontato con quello delle parti non verdi corrispondenti sui medesimi lembi fogliari, come pure l'esame analitico delle ceneri, dimo- strano che i tessuti verdi invasi dal micelio sono centro di pro- lungata attività clorofilliana. Fenomeni simili si presentano in autunno anche sopra le foglie di nocciuolo attaccate dalla Phyllactinia snffulta, ed in altri casì di funghi parassiti. L. MONTEMARTINI. È Smira R. E. — The investigation of “ physiological , plant diseases (Lo studio delle malattie “ fisiologiche » delle piante) (Phy- topathology, Vol. V, 1915, pg. 83-98). Di solito si chiamano malattie fisiologiche, o malattie d’in- | natura interna. L'Autore esamina le principali malattie ritenute tali (gommosi, mal del mosaico, ecc). e sostiene che non sempre | . la definizione è precisa. Pensa si tratti piuttosto di malattie più o meno incerte, di cui non si conosce la causa. Crede inoltre dovute a parassiti. I soli agenti patogeni sicuri, eccettuate le azioni traumatiche, sono i parassiti. dal ni su ina Moria 6 dal citologo o dal chimico, ma dal patologo i contemporaneamente tutti i diversi elementi. — i L Mosriata “ hi È x NOTE PRATICH® 217 NOTE PRATICHE La Commissione consultiva per le malattie delle piaute tenne seduta a Roma nel corrente mese di dicembre. Prese in esame i risultati delle | esplorazioni fillosseriche compiute in provincia di Teramo ed in altre pro- | vincie, e espresse ancora l’ opinione che di fronte alle nuové infezioni tro- vate sìa ancora da applicarsi il metodo distruttivo che in alcune regioni | può ritardare la marcia del parassita in modo praticamente ed economi- . camente utile. Il Pr. Cuboni riferì poi sopra il servizio di segnalazione della pero- x nospora della vite che si è tentato di impiantare nella scorsa primavera | a Frascati, a Velletri e a Torino. Benchè data l’ annata poco favorevole allo sviluppo della peronospora, i risultati non sieno stati tanto eloquenti, pure sì poterono avere in principio di primavera segnalazioni utili e cor- hi | rispondenti al vero: il Relatore pensa che i viticultori del Lazio obbe- | dendo alla lettera ai consigli dati dall’ ufficio di sagnalazione (il quale N dopo il giugno non avvertì mai condizioni che Lirica favorire un at- ‘tinueranno anche l’anno venturo. Per le arvicole, il Pr. Pantanelli riferì che Ja lotta si è fatta su 800 mila ettari di terreno invaso, nei quali il danno è stato di circa un mi- ione e mezzo di quintali di grano. Furono distribuiti 700 quintali di fo- sfuro dî zinco e parecchi quintali di arsenito potassico, e furono scavati m igliaia di chilometri di trincea per impedire il passaggio dei roditori dai campi alle vigne. — Ora. molte campagne sembrano liberate e si potè se- minarle a grano: anche le viti furono difese. — Dal Grassi, dallo Splen- pre, dal Mori. furono iniziati studî sulle possibili epizoozie; dal Martelli 218 furono iniziate precise operazioni statistiche sopra la mortalità e le mi- o grazioni. i 0515 Per il prossimo anno si fanno previsioni buone, però si è insistito. nella necessità di continuare la lotta, e poichè la stagione non è ora fa- vorevole al funzionamento delle trincee (causa le pioggie, le pareti verti- cali dei fossi franano facilmente ed i topi ne possono uscire), mentre sa- ranno continuati gli studî per le applicazioni dei virus, non servendo ora l’esca avvelenata a causa delle erbe verdi e fresche che i topi trovano in campagna, si applicherà ora il metodo Carrere di irrorare e avvelenare tali erbe fresche cogli arseniti di potassio o di sodio. Dall’ A. 0. P. I. Sanremo, 1916: N. 10. — G. Leonardi richiama l’attenzione degli agricoltori della Ri- he viera di Ponente sopra la comparsa e la diffusione che può prendere nei loro campi la Lymantria dispar, lepidottero le cui larve voracissime at- taccano tutte le piante e sono talvolta causa di danni assai gravi. Consiglia la lotta colla distruzione delle ova (sono attaccate alle corteccie o ad altri corpi solidi e si possono levare con appositi raschini, o si coprono di ca- trame che ne impedisce lo sviluppo), e con irroraztoni di sostanze vele- nose (soluzione all’ uno per cento di RERCGIATO di piombo) contro le larve, e colla raccolta e distruzione delle crisalidi. Dal Corriere del Villaggio, Milano, 1916 : N. 39. — C. Borghi ricorda che il bruco delle noci è lo stesso che | attacca anche le mele e quindi va combattuto nello stesso modo, e ciodil : irrorazione con insetticidi durante la fioritura e raccolta e distruziohe delle frutta bacate. “i ì N. 40. — Contro la ruggine delle fave (Uromyces Fubae) se si tratta di fave coltivate come foraggio si consiglia anticipare la mancino io se în vece si tratta di fave da ortaggio, si consiglia. seminare & d'albiafla) È i NOTE PRATICHE 219 righe, e irrorazioni primaverili con poltiglia bordolese. Converrà anche bruciare le piante seccate per malattia. N. 44. — Per combattere i vermi o insetti del granoturco si consi- gliano gli stessi metodi in uso contro i vermi del frumento: si riunisce il granoturco in mucchio alto circa un metro, e vi si immergono piccoli va- setti a bocca larga (3 o 4 per metro quadrato), contenenti solfuro di car- bonio (30 grammi per quintale) e coperti di semplice tela rada. Si copre il mucchio con copertoni spessi e si lascia così per 4-5 giorni, poi si pu- leggia il cereale. — Tener presente che il solfuro è infiammabile, si che bisogna operare senza lumi. N. 45. — Contro i grilli che in quest'anno hanno infestato in modo straordinario alcune località del Modenese, si consiglia spargere esca av- velenata con fosfuro dl zinco: adattatissima è la risina di cui si possono adoperare 7 a 9 chilogr. per ettaro. N. 49. — Per combattere la cuscuta nei medicai, si consiglia tagliare in autunno sotto al colletto, con un badile tagliente, i cespi di medica attaccatìi, andando giù col taglio circa 2 cm. sotto la superficie del suolo, | bruciare la parte esportata e coprire di terra quella rimasta, la quale a maggio rigermoglierà un po’ tardi ma libera dal parassita. l. m. Dal Giornale di Agricoltura della Domenica, Piacenza, 1916: I N. 28. — Per combattere la Plasmodiophora Brassicae dei cavoli, n Bassi consiglia, oltre la distruzione delle piante infette e l’ accurato ‘esame delle piantine che si piantano, non che la rotazione pei terreni molto infetti, anche di creare attorno alle radici un ambiente ostile allo sviluppo del fungo, ciò che si ottiene scavando delle buchette larghe, nel posto che dovrà occupare la pianta, e gettandovi un pugno di calce in polvere e di zolfo. - x N. 32. — Per localizzare, per quanto è possibile, la lotta contro le rvicole in Puglia, S. Jovino consiglia coltivare qua e là dei piccoli me- licai che costituirebbero come delle colture trappola, atte cioè ad attirare topi in gran numero sì da poterveli più facilmente combattere o con rorazioni muricide o con spandimento di esca avvelenata. RISREANE 220 NOTE. PRATICHE SAINT 1 N. 48. — Per combattere l’afide dei susini (Aphis pruni), come pure per altri afidi, si consigliano irrorazioni, con emulsione di paraffina da Lt prepararsi come segue. paratfina litri 2, sapone molle mezzo chilogr., fe- gato di zolfo gr. 50, acqua litri 40. Si scioglie prima il sapone in 5 litri di acqua bollente e si aggiunge la paraffina mentre il liquido è ancora caldo: la miscela è poi ripetutamente mescolata col farla passare più el più volte attraverso una pompa a mano da viti, cui siasi tolto lo spruz- zatore. Contro il pidocchio ceroso (Hyalopterus pruni) SÌ può usare la me- desima soluzione 0 la miscela solfo-calcica. L. m. A * “ PASTA CAFFARO,, è una poltiglia rameica già preparata E composta infatti di ossicloruro diframe (surrogato elettro- himico al solfato di rame) e calce, epperò ha la stessa efficacia inticrittogamica della poltiglia bordolese, della quale si presente iù adesiva, si che potè nella campagna dello scorso anno 1915 | | ifendere meglio i grappoli della vite. | Si vende in mastelli e cassette di diverse dimensioni. Ai nastelli usuali da kg. 50 netti Vuno, viene unito un misurino pposito per la dosatura (un misurino (gr. 500) per mezzo ettolitro i pr u a). E _Si scioglie facilissimamente ioni sì che qualunque ra- \ZZ0 o donna può preparare la soluzione senza tante manipolazioni fio pericolo di eccedere o di difettare. Per la sicurezza della sua azione, per la comodità di prepa- zione e per la maggior economia, da cinque anni il sno uso va tendendosi nella lotta contro la peronospora della vite, e contro ella dei pomodori e delle patate. niedete senza indugio alla Federazione italiana dei Consorzi agrari, alla sua sede in Piacenza, ai suoi gprogionali di Roma e Napoli, od ai Consorzi agrari, Sindacati agrari, Casse rurali, hi agrarie e viticole, Associazioni agrarie di acquisto, ecc., ecc., e, dove non esistono i agrari, agli Agenti all’uopo incaricati. Biirico- nel grandioso stabilimento elettrochimico di Brescia per la fabbricazione di a ce austica, di cloruro di calce, e di ipgclorito di sodio, la SOCIETÀ ELETTRICA ED FTTROCHIMICA DEL CAFFARO (Anonima - Capitale L. 6.000.000 inter. versato) peo in Milano. SR | + TRA DI i TIE. LYSOFORM È uno dei disinfettanti più in uso perchè è di odore gradevole e che scompare presto, non macchia, costa foco. Lo sì può adoperare anche per le piante: in soluzione diluita è efficace contro 1 pidocchi delle piante, ed è utilissimo a di- sinfettare 1 letti caldi, 1 semenzai, le serre. Lo si chieda a tutti i Droghieri o alla DITTA ACHILLE BRIOSCHI & C., Riparto Gamboloita, 89 - MILANO. LITOGRAFEIA TACCHINARDI & FERRARI. Pavia — Via Orfanotrofio Specialità della Ditta RIPRODUZIONE CROMO-LITOGRAFICA DI PREPARATI MIGROSGOPIGI | AI LI ne ET Ace N ” PoA ‘Anno VIII. Rivista di Patologia Vegetale DIRETTA DAL Dicembre 1916. Ni E1=12. Dorn. Luci MontEMARTINI Professore di Patologia Vegetale nella KR. Scuola Superiore d’ Agricoltura in Milano Collaboratori: Prof. F. Cavara (Napoli) - Prof. G. DeL Guercio (Firenze) - Dott. F. O’ B. ELLison (Dublino) - Prof. A. KRoLopPp (Magyar-Ovar - Ungheria) - D.' S. Hori (Nishigahara-Tokio) - M. ALPINE (Melbourne - Australia) - D'. E. Bressey (East Lansing - Michigan) - Dott. G. Bergamasco (per la Russia). INDICI DELL' VII ANNATA ATA PAVIA -TrpograFIA COOPERATIVA 1917 SPUTO: Ma 3 SE ZA i 3 SA A 4 vo SP % r > < In esperienze comparative fatte nei vigneti di Broni sotto la direzione e il controllo dei Proff. Sannino e Zago, la PASTA DI CAFFARO sî è dimostrata della stessa i | efficacia della Poltiglia bordolese nella difesa delle viti dalla peronospora. il 4% è J i) i < Ciò si spiega quando si pensi che la Pasta Caffaro n contiene rame (che è il principio attivo) in forma di ossi- cloruro, forma che dà una maggiore quantità di rame so- Inbile, che non il solfato. La Pasta Caffaro ci offre una poltiglia già pre- parata, più adesiva e meno costosa della poltiglia bordolese. VITICULTORI! 4 in ‘base ai risultati delle esperienze fatte, potete | adoperare la PASTA CAFFARO: efficacia si- cura, economia. SENGINHA, semplicità di prepa- Ne i | razione. : Le Pasta Caffaro è anche la più baldi per com- | battere la peronospora delle Parate e dei pomo- - dori. È suggerita ai giardinieri, frutticultori e vi- vaisti che devono curare e irrorare i loro vivai. 1 Chiedete alla Federazione Italiana dei Consorzi Agrari (Pia- ù Bosorò), o.a tutti i Consorzi Agrarî, Sindacati Agrarî, Casse rurali, ecc., che sono federate. | J AMI TRS SANE EE ero na i Per disinfettare le serre, i semenzai o i let- I turini, per combattere contro i pidocchi delle piante serve benissimo il LYSOFORM E’ uno dei disinfettanti più comuni, di odore grade- vole che scompare presto, di facile uso, di prezzo bassissimo. Chiederlo a tutti i droghieri, o alla Ditta Achille Brioschi e Gi Riparto Gamboloita; 89 - MILANO. = LITOGRAFIA TACCHINARDI & FERRARI Pavia — Via Orfanotrofio Specialità della Ditta , RIPRODUZIONE GCROMO-LITOGRAFICA DI PREPARATI MICROSCOPICI < ala ” pe . v>£ : rada wu ‘ diga ca re ww è È a inganna = x ° #4, . | » i i . l i i ’ ' "a i SI ù i s . : + Ù LÌ . ì i ” * ‘ ” È i | È . . A . n ca - . LI La a n Ù » - Ul i ; i * Ù so “ ; TSI L % » ». - - + . . . è è 7 4 ne : Mai 1 x . é C - g: » i - i det , 0 ì - E: ; i Ta 36 ASL i à n za n pg iz mA ‘ gr Ara ratti late? + ro Caesar pyrgntgtot rsa Ln parti fia i | “- x oro i e v È a ** hÈ 2°, pa À - ua ani pe - . dr pig» ear pi 0-05 ° ha ” setta 4 Aereo " u Ù ” : Liam a meme ; | age aa sia LR nd vd sa me, arts : ta e AAA Ri fr get A e x saab? Pay MPA I - c 0 Re ot ‘ ; " , RETE ” o È he atta i A e p 4 ' 4 a mg na ‘e greta neo: si Pera ra mapur Pret vu - e crei proper Stio i i È a ararunen ‘ è : nre (ide n a . mig i TELI a È miete ve i © A 0 hrs È n md - e